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Enceliinae (Panero, 2005) è una sottotribù di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Heliantheae). Etimologia Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo (Encelia Adans.) che a sua volta deriva dal naturalista tedesco Christoph Entzelt (1517-1583) (nome latinizzato in Encelius o Christophorus Enzelius). Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal botanico contemporaneo José L. Panero (1959-) nella pubblicazione "Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York 87(1): 8" del 2005. Descrizione Le specie di questa sottotribù hanno un habitus erbaceo con cicli biologici sia annuali che perenni; possono inoltre essere sia arbustive che alberi (raramente però). Le foglie lungo il caule sono normalmente alternate; sono picciolate e qualche volta posso essudare delle sostanze resinose. La lamina della foglia è da lineare a ovata, qualche volta è del tipo laciniato. Le infiorescenze sono composte da capolini radiati o discoidi sia terminali, che solitari o scaposi; possono essere raggruppati in formazioni panicolate o corimbose. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse squame (o brattee) al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Gli involucri possono essere a forma di spirale, oppure campanulati o emisferici. Le squame di dimensioni subuguali o (raramente) scalate, sono disposte su 2 - 5 serie; la consistenza è erbacea, raramente cartacea, talvolta essudano delle sostanze resinose. Il ricettacolo deciduo ha una forma da piatta a convessa ed è provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori. I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio sono neutri o raramente femminili ma in questo caso sono sterili. I fiori del disco sono ermafroditi. I tubi delle corolle dei fiori del raggio talvolta sono percorsi da due serie di tricomi che raramente raggiungono gli apici. Le corolle dei fiori del disco hanno 5 lobi, per lo più senza fibre con fasci vascolari; talvolta sono presenti dei tricomi ghiandolari sulla faccia abassiale dei lobi. L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere gialle, marrone o nere, parzialmente saldate in un manicotto circondante lo stilo. Le appendici delle antere sono da lineari a ovate; qualche volta sono provviste di tricomi ghiandolari. Le cellule dell'endotecio sono arrotondate, raramente a forma quadrata con 1 - 3 collegamenti radiali. Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.. Lo stilo è unico e bifido nella parte apicale (con due stigmi); possiede inoltre due fasci vascolari. Le linee stigmatiche sono fuse. Gli apici sono da acuti ad fortemente acuti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono compressi, raramente di altre forme (ovati o oblunghi); la superficie è densamente sericea, raramente è glabra; possono essere presenti delle evidenti ali o delle strisce marginali sia sui bordi ma anche sul collo. Il pappo è formato da due snelle punte inframezzate (o no) da squamelle; raramente è assente e raramente le punte sono fuse in una corona circondante il collo dell'achenio. Distribuzione e habitat La distribuzione di queste piante è soprattutto relativa al Messico e agli USA. Alcune specie si trovano in Canada e altre in Cile. Tassonomia Questa sottotribù rappresenta una linea evolutiva isolata nell'ambito della tribù Heliantheae collocata tra la sottotribù Engelmanniinae e il clade formato dalle sottotribù Ambrosiinae, Chromolepidinae, Dugesiinae, Helianthinae, Spilanthinae, Zaluzaniinae e Zinniinae. La sottotribù condivide con le Helianthinae la sterilità dei fiori del raggio. In aggiunta gli acheni sono fortemente piatti e sericei e il ricettacolo possiede delle pagliette caduche (caratteristiche di pochi altri membri della tribù di appartenenza). La sottotribù comprende 5 generi e circa 60 specie. Il numero cromosomico delle specie di questa sottotribù varia da 2n = 20 a 2n = 36. Alcune checklist considerano la sottotribù Enceliinae sinonimo (e quindi inclusa) della sottotribù Ecliptinae Less. Chiave per i generi Per meglio comprendere ed individuare i vari generi della sottotribù l'elenco seguente utilizza il sistema delle chiavi analitiche: Gruppo 1A: le piante hanno i capolini solitari e grandi con lunghi peduncoli afilli; genere Enceliopsis. Gruppo 1B: piante di altro tipo; Gruppo 2A: l'habitus delle piante è arbustivo o formato da piccoli alberi; Gruppo 3A: gli acheni sono fortemente piatti con superficie glabra o sparsamente pubescente e margini cigliati; le foglie sono per lo più biancastre, ma mai resinose o glutinose; le corolle dei fiori del disco sono colorate di giallo o porpora, raramente sono bianche; genere Encelia. Gruppo 3B: gli acheni sono biconvessi (non piatti) con una pubescenza sparsa o densa e senza margini cigliati; le foglie sono verdi, resinose, glutinose o membranose; le corolle dei fiori del disco sono colorate di giallo; genere Flourensia. Gruppo 2B: l'habitus delle piante è erbaceo con cicli biologici annuali o perenni; Gruppo 4A: le squame sono copiosamente cigliate; gli acheni sono privi di bordi biancastri o giallo-paglierino; gli acheni all'apice sono dotati di una corona di setole fuse circondante il collo dell'achenio stesso; genere Geraea. Gruppo 4B: le squame sono glabrescenti o variamente pubescenti, raramente sono cigliate; gli acheni sono provvisti di ali bianche/gialle (o giallo-paglierino) circondanti l'achenio; gli apici degli acheni sono privi di una corona circondante il collo dell'achenio stesso; Gruppo 5A: il pappo degli acheni è formato da due reste inframezzate da squamelle (queste ultime raramente sono assenti); gli acheni sono privi di margini cigliati; genere Helianthella. Gruppo 5B: gli acheni sono privi di pappo oppure il pappo è formato da due reste senza squamelle; gli acheni sono provvisti di margini cigliati; genere Encelia. Alcune specie Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Enceliinae IPNI Database Asteroideae
Lobe den Herrn, meine Seele (in tedesco, "Loda in Signore, anima mia") BWV 69a è una cantata di Johann Sebastian Bach. Storia La cantata Lobe den Herrn, meine Seele venne composta da Bach a Lipsia nel 1723 e fu eseguita per la prima volta il 15 agosto dello stesso anno in occasione della XII domenica dopo la Trinità. Successivamente venne replicata il 31 agosto 1727. Il libretto è tratto dal salmo 103 per il primo movimento, da testi di Samuel Rodigast per il sesto, e da autore anonimo per i rimanenti. Il tema musicale è tratto dall'inno Was Gott tut, das ist wohlgetan di Severus Gastorius e Werner Fabricius del 1674. La cantata venne in seguito arrangiata per creare, nel 1748, la Lobe den Herrn, meine Seele BWV 69. Struttura La cantata è composta per soprano solista, contralto solista, tenore solista, basso solista, coro, tromba I, II e III, timpani, fagotto, oboe I, II e III, oboe d'amore, violino I e II, viola e basso continuo ed è suddivisa in sei movimenti: Coro: Lobe den Herrn, meine Seele, per tutti. Recitativo: Ach, dass ich tausend Zungen hätte, per soprano, fagotto e continuo. Aria: Meine Seele, per tenore, flauto, oboe, fagotto e continuo. Recitativo: Gedenk ich nur zurück, per contralto, fagotto e continuo. Aria: Mein Erlöser und Erhalter, per basso, oboe d'amore, fagotto, archi e continuo. Corale: Was Gott tut, das ist wohlgetan, per tutti. Collegamenti esterni Cantate di Johann Sebastian Bach
Laerovia (in lingua inglese airway abbreviato in AWY) è un corridoio aereo posizionato all'interno di un'area di controllo o comunque facente parte di essa, identificato da rilevamenti forniti da apposite radioassistenze che permettono agli aeromobili di volare secondo le regole del volo strumentale lungo percorsi predefiniti e controllati. L'aerovia è un tipo particolare di rotta ATS. Caratteristiche La quota inferiore di un'aerovia, o di alcuni segmenti di essa, è studiata in funzione degli ostacoli orografici presenti al di sotto, degli spazi aerei circostanti e di eventuali limitazioni tecniche delle radioassistenze utilizzate. Questa quota prende il nome, a seconda del regolaggio altimetrico previsto per il tratto di rotta, di Minimum Enroute Altitude (MEA) o di Minimum Enroute Level (MEL). Essa non può essere inferiore ai 700 ft e comunque sufficientemente alta per consentire, al di sotto, il volo di traffico non controllato che opera secondo le regole del volo a vista. La larghezza dell'aerovia lungo i vari tratti è studiata per garantire la necessaria area di protezione agli aeromobili che volano lungo la rotta. Tale area di protezione è costituita da due corridoi posizionati a destra e a sinistra della rotta nominale dell'aerovia ed è calcolata considerando la tipologia della radioassistenza utilizzata, la sua distanza e il conseguente degrado del segnale elettromagnetico ricevuto. Lungo l'aerovia sono posizionati alcuni punti significativi (fix) in prossimità dei quali può avvenire: il passaggio dalla frequenza di una radioassistenza fino ad allora utilizzata a quella di un altro radio aiuto alla navigazione (i cosiddetti changeover points); il cambio di allineamento della rotta; il passaggio di giurisdizione del volo da un Ente di controllo a un altro; l'applicazione di specifiche procedure di controllo; il passaggio da una minima quota di sicurezza a un'altra. Tali punti sono comunemente chiamati punti di riporto poiché il loro sorvolo deve essere comunicato (riportato) al competente Ente di controllo del traffico aereo. I punti significativi sono posizionati: in corrispondenza di una radioassistenza; a una specifica distanza da una radioassistenza; all'intersezione di due o più specifiche radiali di differenti radioassistenze; in corrispondenza di definite coordinate geografiche (in tal caso il fix prende il nome di way-point). Servizi ATS forniti All'interno delle aerovie è fornito il servizio di controllo del traffico aereo, solitamente erogato da un centro di controllo d'area che provvede anche all'applicazione delle procedure di separazione ATC tra gli aeromobili; in particolari casi la responsabilità di erogare tale servizio può essere assegnata a un centro di controllo di avvicinamento. Nel caso in cui traffico aereo operativo, cioè condotto secondo regole diverse da quelle standard fissate dell'ICAO, debba interessare le aerovie o volare all'interno di esse, questo viene gestito direttamente da appositi Enti militari oppure controllato dagli stessi Enti civili aventi giurisdizione sulle aerovie interessate. Le procedure applicate in tale caso differiscono a seconda degli Stati di giurisdizione e comunque presuppongono uno stretto coordinamento tra i diversi Enti civili e militari interessati. Per quanto riguarda la classificazione dello spazio aereo le aerovie, alcuni tratti o alcune loro fasce di livelli, possono essere classificate "A", "B", "C", "D" o "E" a seconda di quanto stabilito dal competente organismo tecnico nazionalmente competente per le singole aerovie. Ad esempio in Italia le aerovie, quando scorrono all'interno di un'area di controllo o quando sono geograficamente ubicate all'interno di una zona di controllo, ne assumono la classificazione mentre in tutti gli altri casi: dal MEL al livello di volo 115 sono classificate "E"; dal livello di volo 115 al livello di volo 195 sono classificate "D"; dal livello di volo 195 al livello di volo 660 sono classificate "C". Nomenclatura Secondo le convenzioni ICAO, ogni aerovia è identificata da un codice definito come segue: un prefisso (solo se necessario) costituito dalla lettera "U" per aerovie poste negli spazi aerei superiori, "K" per le rotte ad uso esclusivo degli elicotteri e "S" per le rotte dedicate alle attività supersoniche; una lettera scelta tra "A" "B" "G" "R" "L" "M" "N" "P" "H" "J" "V" "W" "Q" "T" "Y" "Z"; un numero scelto tra 1 e 999. Quando due o più aerovie hanno un tratto in comune, questo è identificato con tutti i codici delle aerovie interessate dal segmento, a meno che ciò non costituisca un intralcio per la fornitura dei servizi di controllo; in tale caso deve essere definito un codice univoco per il tratto di rotta. Specifiche costitutive Le aerovie, così come tutte le rotte ATS, sono progettate secondo standard ben definiti dall'ICAO. tenendo in debita considerazione le esigenze dell'utenza. L'appropriata autorità nazionale dovrà provvedere a popolare il sistema aeroviario attraverso fasi successive: Stabilire una rete principale di aerovie per incanalare i maggiori flussi di traffico. Predisporre una rete secondaria di aerovie per consentire al traffico proveniente da varie località di incanalarsi nella rete principale. Predisporre una rete supplementare di aerovie per alleggerire il traffico della rete principale. Predisporre una serie di rotte per agevolare determinate specifiche categorie di traffico (es. elicotteri, traffico militare, voli locali). Revisionare continuamente la rete di aerovie modificandola in funzione delle mutate esigenze dell'utenza. In particolare il sistema di aerovie dovrebbe essere progettato in maniera tale da consentire al traffico di raggiungere il livello di crociera senza ritardo e di mantenerlo il più al lungo possibile senza la necessità di continui cambi di quota. Note Bibliografia Annex 11 - Air Traffic Services, ICAO, XIII Edizione 2001, Icao Online store Doc. 9426 AN/924 - Air Traffic Services planning manual, ICAO, I Edizione 1984, Icao Online store Doc. 8168 OPS/611 - Aircraft Operations - Volume II, ICAO, V Edizione 2006, Icao Online store Voci correlate Rotte ATS Classificazione dello spazio aereo Radioassistenza Collegamenti esterni Controllo del traffico aereo
In geometria, una facet, talvolta chiamata anche faccetta o faccia massiamale, è una componente (ossia una faccia, nell'accezione più generale del termine) di un politopo avente una dimensione inferiore di un'unità al politopo. Più specificamente: In geometria solida tridimensionale, una facet di un poliedro, ossia un politopo di tre dimensioni, è qualunque poligono i cui angoli sono vertici del poliedro, ed è quindi una faccia di codimensione 1. L'operazione di facettazione (o "faccettazione") di un poliedro consiste nel trovare e unire tali facet per formare le facce di un nuovo poliedro; si tratta dell'operazione opposta alla stellazione e, come quest’ultima, può essere applicata anche a politopi aventi un numero di dimensioni maggiore di tre. In combinatoria poliedrica e nella teoria generale dei politopi, una facet di un politopo di dimensione n è una faccia che ha dimensione n-1, per questo le facet sono talvolta chiamate in letteratura anche "(n-1)-facce". In geometria tridimensionale esse sono quasi sempre chiamate semplicemente "facce", omettendo il qualificativo "2". Una facet di un complesso simpliciale è un simplesso massimale, ossia un simplesso che non è faccia propria di alcun altro simplesso del complesso. Nel caso di politopi simpliciali, ciò coincide con il significato già citato per le combinatoria poliedrica. Note Collegamenti esterni Politopi
La cattedrale dei Santi Florido e Amanzio è il principale luogo di culto di Città di Castello, chiesa madre della diocesi omonima. Nel dicembre del 1888 papa Leone XIII l'ha elevata alla dignità di basilica minore. Storia La prima cattedrale cittadina, dedicata a Santo Stefano, fu distrutta dall'esercito goto di Totila verso la metà del VI secolo. Il nuovo edificio fu subito ricostruito su iniziativa del vescovo Florido, inaugurato all'inizio del VII secolo e dedicato a San Lorenzo. Caduto in rovina, fu restaurato nella prima metà dell'XI secolo e consacrato a San Florido, patrono della città, il 22 agosto 1012. Nel 1450 la cripta della chiesa, edificata in questo periodo, accolse le reliquie dei Santi Florido e Amanzio. Infine una nuova ricostruzione, resasi necessaria a causa di un terremoto, fu intrapresa nel 1494 e si concluse il 22 agosto 1529 con una nuova consacrazione a San Florido, al quale venne aggiunto anche quello di Sant'Amanzio. Nel 1632 si iniziò il rivestimento della facciata, che però rimase incompiuta. La cupola cinquecentesca, crollata a seguito di un secondo terremoto, fu ricostruita alla fine del Settecento, su progetti di Tommaso Catrani. Descrizione La chiesa presenta all'esterno le evidenze dei lavori eseguiti nel corso dei secoli. La facciata del Seicento si presenta compiuta solo fino a poco più della sua altezza, mentre il lato nord che dà verso la piazza è impreziosito da un ricco portale gotico con bassorilievi (datato prima metà del XIV secolo), preceduto da una scala settecentesca opera di Venanzio Righi. Affianca la chiesa un campanile romanico rotondo, di stile ravennate (XIII secolo). L'interno dell'edificio, di aspetto rinascimentale, è a pianta a croce latina ad un'unica navata cappelle laterali e con soffitto a cassettoni del Seicento. Tra queste si distinguono la Cappella del Santissimo Sacramento della fine Seicento opera di Nicola Barbioni; la Cappella di San Paolo che presenta l'affresco raffigurante la Conversione sulla via di Damasco di Niccolò Circignani. Nelle pareti laterali del coro sono affrescati due grandi episodi della vita di san Florido e San Crescentino, opera di Marco Benefial del 1747-1749. Gli stalli lignei risalgono alla fine del XVI secolo e sono opera di Raffaellino del Colle. L'altare maggiore è invece della fine del Settecento, ricostruzione di quello precedente distrutto dal terremoto che fece rovinare la cupola sopra l'altare. Una scala conduce alla cripta, chiamata anche chiesa inferiore (del XV secolo), ove sono custodite le reliquie dei santi titolari della cattedrale. La cripta conserva il cranio di San Crescentino e anche la statua della Madonna nera di Città di Castello: particolarità di questa Madonna è che, invece di avere fra le braccia il Bambino Gesù, tiene nella mano sinistra un'altra donna più piccola, che regge in mano una sfera; inoltre la Madonna porta in testa una corona assomigliante ad una tiara (tipica dei papi). La chiesa ospita altre opere notevoli di Rosso Fiorentino e Tommaso Conca. L'annesso museo del Duomo raccoglie importanti oggetti liturgici paleocristiani del V e VI secolo, altri arredi sacri medievali ed una Madonna del Pinturicchio. Organo a canne La Cattedrale ospita sulla cantoria del braccio destro l'organo a corpo unico del 1842 costruito dai fratelli Antonio e Francesco Martinelli. Trasmissione interamente meccanica con tastiera a finestra di 54 tasti (Do1-La2) con prima ottava cromatica. Pedaliera in "sesta" a leggio, di 18 pedali (Do1-La2) costantemente unita al manuale, il diciottesimo (La2) aziona il Tamburo Acustico. Registri azionati da tiranti con pomelli in legno, disposti su due file a destra della tastiera. Tiratutti azionato tramite doppio meccanismo a manovella posta sopra la tavola dei registri oppure da due pedaletti a destra della pedaliera. Grancassa e Piatti azionati tramite pedale in ferro a destra della pedaliera. Restarauto nel 2015 dalla ditta Pinchi di Foligno. Note Voci correlate Museo del Capitolo del Duomo di Città di Castello Campanile rotondo Altri progetti Collegamenti esterni Chiesa dei Santissimi Florido e Amanzio (Città Di Castello) su BeWeB - Beni ecclesiastici in web Chiese di Città di Castello Chiese rinascimentali dell'Umbria Città di Castello Città di Castello Diocesi di Città di Castello Chiese della diocesi di Città di Castello
Biografia Young ha iniziato la sua carriera cinematografica nel 1991, recitando nel film Manto nero di Bruce Beresford. Ha recitato in diversi film del regista Paul Cox: Exile (1994), Molokai: The Story of Father Damien (1999), Human Touch (2004) e Salvation (2008). Con Cox ha collaborato anche montatore per Salvation e per il documentario Kalaupapa Heaven (2009). Tra le altre pellicole in cui Young ha recitato vi sono One Shot One Kill - A colpo sicuro (1993), Pazzi per Mozart (1996), River Street - La frode (1996), La cugina Bette (1998), Missione coccodrillo (2002), La scommessa (2006), Mao's Last Dancer (2009), L'albero (2010) e Killer Elite (2011). Inoltre ha diretto e sceneggiato due cortometraggi: The Order (1999) e The Rose of Ba Ziz (2007). Dal 2013 al 2016 è stato il protagonista della serie televisiva statunitense Rectify, trasmessa da Sundance Channel. Filmografia Cinema Manto nero (Black Robe), regia di Bruce Beresford (1991) Over the Hill, regia di George Miller (1992) One Shot One Kill - A colpo sicuro (Sniper), regia di Luis Llosa (1993) Love in Limbo, regia di David Elfick (1993) Broken Highway, regia di Laurie McInnes (1993) Shotgun Wedding, regia di Paul Harmon (1993) Exile, regia di Paul Cox (1994) Metal Skin, regia di Geoffrey Wright (1994) Audacious, regia di Samantha Lang (1995) – cortometraggio Pazzi per Mozart (Cosi), regia di Mark Joffe (1996) River Street - La frode (River Street), regia di Tony Mahood (1996) Hotel de Love, regia di Craig Rosenberg (1996) Paradise Road, regia di Bruce Beresford (1997) Under Heaven, regia di Meg Richman (1998) La cugina Bette (Cousin Bette), regia di Des McAnuff (1998) Molokai: The Story of Father Damien, regia di Paul Cox (1999) The War Bride, regia di Lyndon Chubbuck (2001) Serenades, regia di Mojgan Khadem (2001) Missione coccodrillo (The Crocodile Hunter: Collision Course), regia di John Stainton (2002) Human Touch, regia di Paul Cox (2004) La scommessa (The Bet), regia di Mark Lee (2006) The Goat That Ate Time, regia di Lucinda Schreiber (2007) – cortometraggio Flipsical, regia di Joshua Tyler (2007) – cortometraggio Salvation, regia di Paul Cox (2008) Shot Open, regia di Scott Pickett (2009) – cortometraggio Lucky Country, regia di Kriv Stenders (2009) Mao's Last Dancer, regia di Bruce Beresford (2009) Kissing Point, regia di Lucy Hayes (2010) – cortometraggio Beneath Hill 60, regia di Jeremy Sims (2010) L'albero (L'Arbre), regia di Julie Bertuccelli (2010) Killer Elite, regia di Gary McKendry (2011) Final Recipe, regia di Gina Kim (2013) I, Frankenstein, regia di Stuart Beattie (2014) Frontera, regia di Michael Berry (2014) The Unseen, regia di Geoff Redknap (2016) Don't Tell, regia Tori Garrett (2017) Televisione After the Deluge, regia di Brendan Maher – film TV (2003) Two Twisted - Svolte improvvise (Two Twisted) – serie TV, episodio 1x07 (2006) The Starter Wife – serie TV, 16 episodi (2007) East West 101 – serie TV, episodi 3x06-3x07 (2011) Rectify – serie TV, 30 episodi (2013-2016) Rake – serie TV, episodio 3x03 (2014) The Code – serie TV, 6 episodi (2014) The Principal – serie TV, 3 episodi (2015) Doppiatori italiani Massimiliano Manfredi in One Shot One Kill - A colpo sicuro Nanni Baldini in La cugina Bette Roberto Draghetti in L'albero Vittorio De Angelis in Killer Elite Massimo Corvo in I, Frankenstein Altri progetti Collegamenti esterni
Il Vapor Trails Tour è il diciassettesimo tour ufficiale della band canadese Rush. Storia Dopo una lunga pausa forzata dovuta alle tragedie familiari di Neil Peart, i Rush, a distanza di 5 anni dall'ultima prestazione live (il 4 luglio '97, ultima tappa del Test for Echo Tour), riprendono l'attività concertistica, con un tour a sostegno del nuovo album Vapor Trails. L'itinerario coinvolge, come d'abitudine, Stati Uniti e Canada ma, per la prima volta, anche il Messico ed il Brasile. Il tour riprende la fortunata formula già adottata durante il tour precedente ("An Evening with Rush"): nessun gruppo di supporto, concerto di 3 ore di durata con un intervallo centrale; grandi scenografie con laser, effetti pirotecnici, video. Dopo un lungo periodo di inattività i preparativi per il tour, soprattutto per trovare la necessaria forma da parte dei componenti della band, si rilevano esser particolarmente impegnativi. Comunque sia il Vapor Trails Tour ottiene un successo strepitoso (incassando nel Nord America circa 27 milioni di dollari e affermandosi come il 16º tour più redditizio del 2002), le date registrano sempre il tutto esaurito, e la data di San Paolo in Brasile, con i suoi 60.000 spettatori, diventa il concerto dei Rush con il pubblico più numeroso di sempre. I Rush attirano oltre 720.000 spettatori paganti durante il Vapor Trails Tour. Come sempre, per il tour viene realizzato il Tourbook: il libretto contiene informazioni riguardanti la crew al seguito del tour, la genesi del nuovo album, come di consueto scritta da Neil Peart, inoltre la discografia completa, fotografie e schede sui singoli componenti del gruppo. Formazione Geddy Lee – basso elettrico, voce, tastiere, bass pedals, chitarra acustica Alex Lifeson – chitarra elettrica, chitarra acustica, bass pedals, cori Neil Peart – batteria, percussioni, percussioni elettroniche Scaletta Tra le particolarità della scaletta va segnalata la nuova versione unplugged di Resist, con Geddy ed Alex sul palco con chitarre acustiche. L'assolo di batteria di Peart s'intitola Il batterista; tale nome viene di volta in volta tradotto nella lingua utilizzata nel paese che ospita il concerto: per questo motivo nell'album dal vivo Rush in Rio assume il titolo in portoghese di O Baterista. Come oramai d'abitudine Lifeson durante La Villa Strangiato si lascia andare con i tipici assurdi monologhi improvvisati. In apertura del concerto viene proposta nuovamente il tema de "I Tre Marmittoni", come già in svariati tour del passato. Come introduzione alla seconda parte dello show viene proposto un breve filmato animato con protagonista un drago. Molte le modifiche in scaletta nel corso del tour: nei primi 4 mesi i pezzi Ceiling Unlimited e Ghost Rider vengono alternati; verso la fine del tour Ceiling Unlimited viene rimossa definitivamente dalla setlist. Variazioni ulteriori si verificano quando Freewill, il 12 agosto, prende il posto di Vital Signs, o quando anziché Between Sun and Moon viene eseguita The Trees sia il 20 che il 21 settembre; questi brani vengono poi alternati negli spettacoli successivi fino alla fine del tour, salvo piccole eccezioni. Closer to the Heart viene aggiunta alla setlist nelle ultima data statunitense, in quella messicana ed in quelle brasiliane. Introduzione (tema di "The Three Stooges") Tom Sawyer Distant Early Warning New World Man Roll The Bones Earthshine YYZ The Pass Bravado The Big Money Between Sun and Moon (eseguita stabilmente fino al 18 settembre, poi alternata con The Trees. Non eseguita il 2 e 4 novembre; dal 10 novembre rimpiazzata da Closer to the Heart) The Trees (eseguita il 20 e 21 settembre, poi in alternanza con Between Sun and Moon. Non eseguita il 2 e 4 novembre; dal 10 novembre rimpiazzata da Closer to the Heart) Vital Signs (eseguita fino all'11 agosto, poi alternata con Freewill fino al 4 novembre. Il 2 ed il 4 novembre eseguite entrambe) Freewill (dal 12 agosto eseguita in alternanza con Vital Signs fino al 6 novembre. Il 2 ad il 4 novembre eseguite entrambe) Closer to the Heart (aggiunta in scaletta nelle date del 5 ottobre, 20,22,23 novembre. Rimpiazza The Trees e Between Sun and Moon dal 10 novembre) Natural Science (intervallo) Introduzione (video "Dragon Intro") One Little Victory Driven Ceiling Unlimited (alternata con Ghost Rider fino al 1º novembre, poi eliminata) Ghost Rider (eseguita dalla seconda serata e alternata con Ceiling Unlimited fino al 30 ottobre, poi inserita in maniera stabile in scaletta) Secret Touch Dreamline Red Sector A Leave That Thing Alone Assolo di batteria Resist 2112 (Overture e The Temples of Syrinx) Limelight La Villa Strangiato The Spirit of Radio bis: By-Tor and the Snow Dog (abbreviata) bis: Cygnus X-1 (Prologue) bis: Working Man Date Calendario completo del tour All'elenco sopra esposto va aggiunto un evento particolare non incluso nel calendario del tour: 30 luglio 2003: Downview Park, Toronto (Canada), "Molson Canadian Rocks for Toronto", concerto benefico con raccolta fondi per i danni economici provocati dalla SARS. All'evento, che raccoglie oltre 450.000 spettatori, partecipano, oltre ai Rush, i Rolling Stones, gli AC/DC, The Guess Who, Justin Timberlake, Sam Roberts, i Flaming Lips, Kathleen Edwards, The Isley Brothers, Sass Jordan, La Chincane, Dan Aykroyd e Jim Belushi e altri. i Rush eseguono: Tom Sawyer, Limelight, Dreamline, YYZ, Freewill, Closer to the Heart, Paint it Black (breve versione strumentale del brano dei Rolling Stones), The Spirit of Radio. Testimonianza sui momenti più notevoli dell'evento si trova nel DVD Toronto Rocks del 2004 e, per quanto riguarda l'esibizione dei Rush, nel DVD R30: 30th Anniversary World Tour, disco 2, il brano Freewill. Documentazione Riguardo al Vapor Trails Tour sono reperibili le seguenti testimonianze audio, audiovisive e cartacee: Rush in Rio, album live del 2003. Rush in Rio, video concerto del 2003. da Rush: Beyond the Lighted Stage (documentario), disco 2: Between Sun and Moon, tratto dalla data di debutto del tour, il 28 giugno 2002. Vapor Trails Tourbook. Note Bibliografia Collegamenti esterni Tour musicali del 2002 Tour dei Rush
Nel 1991, col Flamengo, fu il capocannoniere del Campionato Carioca dello Stato di Rio de Janeiro, con 17 gol. Nella sua carriera vinse due titoli: il Campionato Carioca nel 1991 e il Campionato Brasiliano nel 1992, sempre con il Flamengo. Biografia Smessi gli scarpini, nel 2001 fondò il club calcistico del Cuiabá Esporte Clube, diventandone il primo presidente. La squadra vinse il Campionato di Calcio del Mato Grosso per due volte, nel 2003 e nel 2004. È morto a 52 anni, il 17 marzo 2016, a causa di un tumore alla prostata. Carriera Brasiliano di origini italiane (Montebelluna, in provincia di Treviso). Comincia la sua carriera nelle giovanili del Flamengo. Poi veste le maglie del XV de Piracicaba, del Gremio, dello Yomiuri (Japan Soccer League) e del Santo André, prima di passare ai biancoverdi del Palmeiras. Nel 1989 tornò al Flamengo, suo club d'origine. Nel 1991 vinse il titolo capocannoniere del campionato Carioca con 17 reti. I suoi gol permisero, inoltre, al Flamengo di vincere il Campionato brasiliano del 1992. Nella stagione 1990-1991, arriva 7º come attaccante più prolifico del mondo secondo la IFFHS. Nel 1993 fu ingaggiato dal Lecce, dove rimase solo un anno, poiché l'esperienza in Italia fu disastrosa. Presentato alla stampa come l'uomo dai 400 gol in carriera, non riuscì mai a dimostrare il suo valore, giocando appena 5 gare. Anzi, anche per via del calcio di rigore fallito nella partita contro il (calciato debolmente e centralmente tanto da permettere al portiere Francesco Mancini, che già aveva fatto un passo verso destra, di ritornare in posizione e bloccare il pallone), è ricordato come uno dei giocatori più deludenti del calcio italiano. Nel 1994 Toffoli fece ritorno nel calcio brasiliano, all'Atlético Mineiro, dove formò il reparto d'attacco con Renato Gaúcho, Neto ed Éder Aleixo. Nel corso del 1995 vestì le maglie di Ponte Preta e Fluminense, dove terminò la sua carriera a 31 anni. Palmarès Giocatore Club Competizioni statali Campionato Carioca: 1 Flamengo: 1991 Campionato Gaúcho: 2 Grêmio: 1985, 1986 Taça Guanabara: 3 Flamengo: 1982, 1984, 1989 Taça Rio: 2 Flamengo: 1983, 1991 Copa Rio: 1 Flamengo: 1991 Competizioni nazionali Flamengo: 1982, 1983, 1992 Flamengo: 1990 Yomiuri: 1986-87 Yomiuri: 1987 Individuale Capocannoniere della Coppa Libertadores: 1 1991 (8 gol) Capocannoniere della Supercoppa Sudamericana: 1 1991 (3 gol, a pari merito con José Borrelli, Charles e Sergio Martínez) Note Bibliografia Enciclopédia do Futebol Brasileiro, Volume 1 - Lance, Rio de Janeiro: Aretê Editorial S/A, 2001. Collegamenti esterni archivio dati storici lecce
Dixie's Land, nota anche come Dixie oppure DixieLand o I Wish I Was in Dixie, è una canzone popolare statunitense, tra i brani più distintivi prodotti in Nord America nel XIX secolo. Molte fonti ne attribuiscono la paternità a Daniel Decatur "Dan" Emmett dell'Ohio, sebbene essa sia stata rivendicata da altri autori, persino quando Emmett era in vita, anche a causa della tardiva "registrazione brevettuale". Inizialmente usata durante i Minstrel shows intorno al 1850 si diffuse rapidamente fino a divenire l'inno nazionale de facto degli Stati Confederati d'America (grazie ad essa gli abitanti degli stati del sud sono ancora oggi soprannominati Dixie); tra il 1861 e il 1865 sorsero numerose varianti, i cui testi erano maggiormente orientati al conflitto in corso, la guerra di secessione americana. La canzone era una delle preferite del Presidente Abraham Lincoln: veniva suonata spesso durante i suoi comizi o le sue campagne elettorali e persino alla notizia della resa del generale confederato Robert E. Lee. Struttura "Dixie" è strutturata in battute da 2/4 in cui si alternano strofe e ritornelli, che seguono uno schema AABC. Originariamente cantata da un solista, o un ristretto gruppo di cantanti, che ripeteva le strofe mentre il resto della compagnia gli rispondeva; il verso look away era probabilmente una parte che veniva cantata da entrambi i gruppi e, con la diffusione della canzone, le voci del pubblico si aggiungevano a quelle del coro nel cantare il ritornello. In origine era suonata con un tempo più lento di quello con cui viene riprodotta oggi: ritmicamente caratterizzata da una "struttura pesante e inelegante" il cui doppio-passo la rende adatta sia al ballo che alla marcia. "Dixie" impiega un singolo motivo musicale (due semicrome in anacrusi seguite da una nota più lunga) integrato con frasi lunghe. La melodia per formare la tonalità maggiore consiste in arpeggi per creare delle triadi musicali. Inoltre, la melodia del ritornello riesce ad emulare le inflessioni naturali della voce (in particolare la parola away) e ciò può aver contribuito alla sua popolarità. Testo Esistono innumerevoli varianti di "Dixie", ma la versione attribuita a Dan Emmett è ancora oggi la più popolare; in particolare il testo scritto da Emmett intendeva originariamente riflettere l'umore degli Stati Uniti nei tardi anni del 1850, in cui stava crescendo il sentimento abolizionista. La canzone, che veniva suonata durante i minstrel shows, presentava un punto di vista favorevole alla schiavitù, che veniva presentata come un'istituzione tutto sommato positiva. Oh, I wish I was in the land of cotton, Old times there are not forgotten. Look away, look away, look away Dixie Land! In Dixie's Land, where I was born in, early on one frosty mornin'. Look away, look away, look away Dixie Land! I wish I was in Dixie, Hooray! Hooray! In Dixie's Land I'll take my stand, to live and die in Dixie. Away, away, away down south in Dixie! Away, away, away down south in Dixie! There's buckwheat cakes and Injun batter, Makes you fat or a little fatter. Look away! Look away! Look away! Dixie Land Then hoe it down and scratch your gravel, To Dixie's Land I'm bound to travel. Look away! Look away! Look away! Dixie Land I wish I was in Dixie, Hooray! Hooray! In Dixie's Land I'll take my stand, to live and die in Dixie. Away, away, away down south in Dixie! Away, away, away down south in Dixie! Note Bibliografia Emanuele Cassani, Italiani nella guerra civile americana 1861-1865, Prospettiva Editrice, Siena, 2006. ISBN 978-88-7418-410-1 Voci correlate Stati Confederati d'America Altri progetti Collegamenti esterni Canzoni popolari statunitensi Marce militari
La EHF Champions League 2018-2019, nota per ragioni di sponsorizzazione come Velux Champions League, è la 57ª edizione del massimo torneo europeo di pallamano riservato alle squadre di club. È organizzata dall'European Handball Federation, la federazione europea di pallamano. La competizione è iniziata il 12 settembre 2018 e si è conclusa il 2 giugno 2019 con le Final4 a Colonia. A trionfare è stata la squadra macedone del Vardar che ha battuto in finale gli ungheresi del Veszprem. Formula Turno di qualificazione: verrà disputato da quattro squadre, che disputeranno due semifinali; la vincitrice della finale si qualificherà alla fase successiva mentre le altre squadre saranno retrocesse in EHF Cup. Fase a gironi: verranno disputati quattro gruppi, due da otto squadre con gare di andata e ritorno e due da sei squadre con gare di andata e ritorno. Le prime sei dei due gironi da otto si qualificheranno alla fase successiva mentre le prime due dei due gironi da sei si scontreranno per decidere le altre due squadre che procederanno agli ottavi di finale. Ottavi di finale: le sedici squadre qualificate dalla fase precedente disputeranno gli ottavi di finale con la formula della eliminazione diretta con partite di andata e ritorno. Quarti di finale: le otto squadre qualificate dal turno precedente disputeranno i quarti di finale con la formula della eliminazione diretta con partite di andata e ritorno. Final Four: per la decima volta verranno disputate le Final Four del torneo; le semifinali e le finali saranno giocate a giugno nella Lanxess Arena di Colonia. Classifiche Fase a gironi - Teste di serie Girone A Girone B Fase a gironi - Non teste di serie Girone C Girone D Playoff Risultati Ottavi di finale Quarti di finale Final4 Semifinali Finale 3/4 posto Finale Voci correlate EHF Champions League (maschile) EHF Cup 2018-2019 (pallamano maschile) EHF Cup 2018-2019 Competizioni di pallamano nel 2018 Competizioni di pallamano nel 2019
FROG (First to Rise Off Ground) è stata un'azienda britannica di modellismo statico e dinamico. Storia Nel 1931 viene fondata da Charles Wilmot e Joe Mansour come International Model Aircraft Ltd. (IMA) e il marchio Frog acronimo di "Flies Right Off the Ground". Nello stesso anno viene lanciato il velivolo Interceptor Mk.4 un semiscala a elastico. Nel 1932 entrano in affari con la Lines Bros Ltd. Nel 1936 una serie in scala 1:72 di velivoli viene prodotta in acetato di cellulosa, con il marchio Frog Penguin (alludendo alla non capacità di volo dei modelli in questione). Questa fu la prima riproduzione in plastica del mondo in kit. Successivamente nel 1938 il No.21P Empire Flying Boat viene commercializzato. Durante la seconda guerra mondiale l'azienda produce modelli volanti per addestramento militare, e modelli in scala 1:72 di aerei di ricognizione. La linea Penguin terminò nel 1949 ma l'utilizzo di polistirene nel 1955 diede vita a nuove serie di kit. Velivoli, auto, navi vennero prodotte negli anni'60-'70. Così anche per i modelli dinamici volanti. Chiusura Nel 1971 la IMA, ora Rovex Tri-ang, venne acquisita dalla Dunbee-Combex-Marx. Alcuni stampi della FROG vennero mandati in Unione Sovietica a metà anni '70 e riapparsi con il marchio Novo. Alcuni stampi di modelli della seconda guerra mondiale vennero acquisiti dalla Revell nel 1977, in particolare la serie Potenze dell'asse; serie rifiutata dalla sovietica Novo. L'ultimo kit a marchio FROG risale al 1976. Prodotti Velivoli Scala 1:72: Avro Shackleton, Martin Baltimore e Maryland, Vultee Vengeance, Curtiss Tomahawk, Blackburn Shark e Skua, Bristol 138 e Beaufort, Tupolev SB2, Supermarine Attacker e Scimitar, Armstrong Whitworth Whitley, Gloster Javelin, de Havilland Vampire, Hornet, e DH 110, Dewoitine D.520, Macchi MC202 Folgore, Fokker D21, Hawker Sea Fury e Tempest, Fairey Gannet, Barracuda e Firefly, General Aircraft Hotspur, Focke-Wulf Ta 152H, Messerschmitt Me 410,Messerschmitt Me 109 F, Arado Ar 234, Heinkel He 162, Dornier Do 335, Heinkel He 219, Gloster E.28/39, North American Mustang II, Vickers Vimy, Ryan NYP "Spirit of St Louis", de Havilland Gypsy Moth "Jason", e Westland Wallace. Scala 1:96: Bristol Britannia, Douglas DC-7, Vickers Valiant, Avro Vulcan, Handley Page Victor, de Havilland Comet, and the Vickers Viscount. Dirigibile R100. Navi MV Shell Welder coastal oil tanker, THLV South Goodwin Lightship, HMS Tiger e la RNLI lifeboat. Ex Hasegawa Dal 1968 commercializzò circa trenta kit della Hasegawa Corporation in scala 1:72, 1:32 e 1:450. In Francia, causa il nome "frog" di diverso significato, i prodotti vennero commercializzati con marchio Tri-ang, idem per il nord America con il marchio "Air Lines" (derivato da Lines Brothers Ltd fondatori di IMA/Tri-ang). Note Bibliografia Lines, Richard and Hellström, Leif. Frog Model Aircraft, 1932-1976. London: New Cavendish Books, 1989. ISBN 0-904568-63-6. Voci correlate Airfix Aurora ESCI Hasegawa Heller Italeri Monogram models Revell Tamiya Altri progetti Collegamenti esterni The Frog Kit Collector's Site (Wayback Machine archive) Novo kits website
Biografia Hartmann studiò medicina alle Università di Mannheim e di Jena. Arruolato nel personale medico nell'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale fu fatto prigioniero dagli americani. Dopo il suo ritorno dalla prigionia aprì un centro medico ad Eberbach sul fiume Neckar, dove lavorò per più di 40 anni. Oltre alla sua attività di medico Ernst Hartmann, nel 1948, insieme al fratello Robert, iniziò a dedicarsi alla geobiologia e alla radiestesia, occupandosi anche di medicina omeopatica, e più tardi di biologia. Fondando un gruppo di ricerca in geobiologia (Dr. Hartmann EV). Lavori Hartmann elaborò le sue prime teorie da studente, esaminando i dati di pazienti e le loro cartelle cliniche. Egli aveva osservato che la mortalità in alcuni letti d'ospedale sembrava essere più elevata che in altri. Hartmann si convinse, attraverso le analogie riscontrate, che la causa del numero di decessi fosse dovuto alla zona in cui i letti dei pazienti erano posti. Più tardi, come medico praticante, indagò su pazienti che non rispondevano più ai trattamenti clinici, notando l'associazione della malattia con le immediate vicinanze del paziente a zone che furono definite "geopatogene". Hartmann, che dal 1948 si dedicò intensamente alla cosiddetta radiestesia, sospettò che la causa provenisse proprio dalla terra. Di conseguenza, queste ipotesi servirono ad Hartmann come base per i trattamenti medici. Insieme al fratello, progettò un modello di un cosiddetto "reticolo globale" (Global Grid) composto da fasce ortogonali tra loro orientate verso nord-sud ed est-ovest che formano quella che oggi è nota come "rete di Hartmann". Nel 1952, insieme al farmacista Derschum, Hartmann creò un medicinale, denominato Polyxan, utilizzato in naturopatia e medicina alternativa come prodotto omeopatico e destinato ad influenzare il sistema nervoso. I preparati omeopatici sono basati su trattati erbe. Pubblicazioni Geopathie , Ernst Hartmann, Haug Verlag, Ulm/Donau, 1954. Geopathie, Ernst Hartmann, Haug Verlag, Ulm / Donau, 1954. Über physikalische Nachweismethoden der sogenannten Erdstrahlen , Ernst Hartmann, J. Wüst in Geopathie, 6. Il fisico metodi di individuazione dei cosiddetti raggi della terra, Ernst Hartmann, J. Wüst in Geopathie, 6 Beiheft zur Zeitschrift Erfahrungsheilkunde, Haug-Verlag, Ulm 1954, S. 31-46. Supplemento alla Gazzetta medicina esperienza, Haug Verlag, Ulm 1954, p. 31-46. Krankheit als Standortproblem , Ernst Hartmann, Band 1, Haug Verlag, Heidelberg, (1. Auflage 1964), 5.Auflage 1986, ISBN 3-7760-0653-6 Malattia come un problema di localizzazione, Ernst Hartmann, tomo 1, Haug Verlag, Heidelberg, (1ª edizione 1964), 5.Auflage 1986, ISBN 3-7760-0653-6 Mensch, Wünschelrute, Krankheit. L'uomo, verga, malattia. Umwelt- Strahlungen. Radiazione ambientale. Wie sie auf uns wirken von Josef Angerer, Ernst Hartmann, Herbert L. König, M u. T Verlag, Zürich, 1985, ISBN 978-3-7265-3020-4 Come agiscono su di noi da Josef Angerer, Ernst Hartmann, Herbert L. King, M e T Publishing, Zurigo, 1985, ISBN 978-3-7265-3020-4 Krankheit als Standortproblem , Ernst Hartmann, Band 2, Haug Verlag, Heidelberg, 1986, ISBN 978-3-8304-0655-6 Malattia come un problema di localizzazione, Ernst Hartmann, Volume 2, Haug Verlag, Heidelberg, 1986, ISBN 978-3-8304-0655-6 Über Konstitutionen Yin Yang und Reaktionstypen , Ernst Hartmann, Forschungskreis für Geobiologie, München 1986, ISBN 978-3-928426-01-5 A proposito di Yin e Yang costituzioni risposta tipi, Ernst Hartmann, la ricerca di geobiologia Circle, Monaco di Baviera 1986, ISBN 978-3-928426-01-5 Strahlenfühligkeit. Strahlenfühligkeit. Umgang mit Rute und Pendel von P. Ernst Hoch, Ernst Hartmann, Johannes Mayr, Ehrenwirth Verlag, Juli 1993, ISBN 978-3-431-29398-2 Trattare con pendolo e la verga di P. Ernst Hoch, Ernst Hartmann, Johannes Mayr, Wirth onore Verlag, luglio 1993, ISBN 978-3-431-29398-2 Collegamenti esterni
Gli Alien Sex Fiend sono una band goth rock formata a Londra nel 1980. Storia Il gruppo si forma nel 1980 e diventa conosciuto grazie al suo stile che mescola atmosfere horror (tipiche di Alice Cooper) e gotiche dark, con un suono sinistro e pesante (tipico dei Suicide). Il gruppo è capitanato da Nick Wade, personaggio eccentrico e singolare, conosciuto con il soprannome di Nik "Fiend" (dal 1976-77 ha suonato con Demon Preacher e i No Longer Umpire), insieme alla moglie Christine Wade (detta Mrs. Fiend) al sintetizzatore, il chitarrista David James (detto Yaxi Highrizer) e il batterista Johnny Freshwater (detto "Ha Ha"). La band suona per la prima volta al Batcave di Londra nel dicembre 1980 e riscuote subito buone critiche. Pubblicano nel 1983 i singoli Lips Can't Go e Ignore the Machine, estratti dall'album Who's Been Sleeping In My Brain?, un album dallo stile aggressivo con pochi elementi dello stile gotico. Nel 1984 gli Alien Sex Fiend partono per un tour di sei settimane nel Nord America. Il gruppo pubblica il suo secondo album Acid Bath nel 1984 e partono per un lungo tour in Inghilterra e Giappone. Sempre nello stesso anno scalano le classifiche con i singoli R.I.P., Dead e Buried, ed E.S.T.. Con Acid Bath gli Alien Sex Fiend diventano molto famosi in Giappone dove la band diventa molto amata, infatti pubblica nel 1985 l'album live Liquid Head in Tokyo. Lo stesso anno il batterista Johnny Ha-Ha lascia il gruppo, e lo stesso periodo esce I'm Doin' Time in a Maximum Security Twlilight Home. L'anno successivo esce It - The Album , e partono con Alice Cooper nel Nightmare Returns. Nel 1987 la band pubblica Here Cum Germs, e David James (Yaxi Highrazer) lascia il gruppo. Da allora i componenti rimasti modificano lo stile sperimentando (soprattutto con i sintetizzatori), e dal cambiamento del loro sound esce Another Planet 1988, e Curse nel 1990. Entrano nella band il chitarrista Rat Fink Jr. e il tastierista Doc Milton e nel 1992 pubblicano Open Head Surgery. Pubblicano l'album dal vivo Altered States of America nel 1993, e lo stesso anno curano la colonna sonora del videogioco Inferno. Con la pubblicazione dell'EP Evolution, orientato sul trance, dopo The Bat Cave Masters del 1998 gli Alien Sex Fiend mostrano un cambio di stile utilizzando un suono elettrico più pesante, con Nocturnal Emission del 1998. Il nuovo sound si sente anche negli album successivi Re-Animated 2001, Information Overload del 2004 e Friend Club del 2005. Formazione Formazione attuale Nik Fiend - voce Chrissie Wade - sintetizzatore Rat Fink Jr - chitarra Doc Milton - tastiere Ex componenti David James - chitarra Johnny Freshwater - batteria Discografia Album studio 1983 - Who's Been Sleeping In My Brain? 1984 - Acid Bath 1985 - Maximum Security 1986 - It - The Album 1987 - Here Cum Germs 1988 - Another Planet 1990 - Curse 1992 - Open Head Surgery 1994 - Inferno 1997 - Nocturnal Emissions 2000 - Nocturnal Emissions (edizione speciale) 2004 - Information Overload 2010 - Death Trip Album dal vivo 1985 - Liquid Head In Tokyo 1989 - Too Much Acid? 1993 - The Altered States of America 2001 - Flashbacks! (Live 1995-1998) 2002 - Zombified Raccolte 1986 - The First Alien Sex Fiend Compact Disc 1987 - The Impossible Mission Mini-LP (USA) 1988 - All Our Yesterdays 1994 - Drive My Rocket (USA) 1995 - I'm Her Frankenstein (USA) 1995 - The Singles 1983-1995 1998 - The Batcave Masters (USA) 1999 - Fiend at the Controls Vols 1 & 2 2001 - The Best of Alien Sex Fiend 2005 - Fiend Club 2005 - The Very Best of Alien Sex Fiend 2006 - Para-Abnormal 2008 - [[R.I.P. – 12" Collection]] 2009 - [[Bat Cave Anthems]] Singoli 1983 - Ignore the Machine 1983 - Lips Can't Go 1984 - Dead And Buried UK #91 1984 - E.S.T. (Trip To The Moon) 1984 - R.I.P. (Blue Crumb Truck) 1985 - I'm Doing Time In a Maximum Security Twilight Home 1985 - Ignore the Machine (ristampa) UK #99 1985 - Ignore the Machine Electrode Mix 1986 - Get Into It 1986 - I Walk the Line 1986 - Smells Like... 1987 - Here Cum Germs 1987 - Hurricane Fighter Plane 1987 - Stuff The Turkey 1987 - The Impossible Mission 1988 - Batman Theme (pubblicato come Dynamic Duo) 1988 - Bun Ho! 1989 - Haunted House 1990 - Box Set of 5 Singles 1990 - Now I'm Feeling Zombiefied 1992 - Magic 1994 - Inferno - The Youth Mixes 1995 - Inferno - The Mixes 1996 - Evolution 12" 1996 - Evolution CD 1996 - Evolution Remixes 12" 1997 - On a Mission Remixes 12" 1998 -Tarot Mixes 12" Altri progetti Collegamenti esterni Batcave
Lo spurtle (o "spurtel", "spurtil", "spirtle" o "spartle") è uno strumento da cucina scozzese in legno, risalente al XV secolo, che viene utilizzato per mescolare porridge, zuppe, stufati e brodi. La forma a bastoncino è voluta per fare in modo che il porridge possa essere mescolato senza agglomerarsi e formare grumi, a differenza di un cucchiaio che avrebbe un effetto trascinante durante l'agitazione, mentre la ridotta superficie riduce le possibilità che il porridge si attacchi allo strumento. Gli spurtle sono fatti di legno, tra cui faggio, ciliegio e acero. Sono disponibili in un varie dimensioni. Le decorazioni tradizionali ricordano cardi stilizzati nella parte superiore, mentre quelli moderni hanno spesso una terminazione conica liscia. L'usanza vuole che lo spurtle sia usato per mescolare in senso orario con la mano destra. Couthie spurtle I primi spurtle erano strumenti piatti, di legno o di metallo, con manici lunghi e lame piatte. Gli utensili erano simili a spatole, e noti come "Couthie Spurtles". Possono essere usati per rovesciare gli oatcakes o per preparare frittelle, ma non per mescolare il porridge. Cultura moderna Il campionato mondiale di preparazione del porridge si svolge nelle Highlands, a Carrbridge, e assegna un "Golden Spurtle" come premio principale. Note Altri progetti Cucina scozzese Attrezzi da cucina
La famiglia Corleone è un romanzo di Ed Falco, edito negli Stati Uniti nel 2012 da Grand Central. Trama La vicenda si ambienta nella New York della Grande depressione, a cavallo tra gli anni venti e trenta, e racconta dell'ascesa ai vertici del potere della mafia italo-americana del giovane Vito Corleone, detto il Padrino e capo della neonata famiglia. Contemporaneamente alle lotte in cui Don Vito è coinvolto, il suo primogenito Santino entra nella famiglia, Tom Hagen, il giovane adottato dai Corleone, avvia una promettente carriera quale avvocato della stessa cosca. Le vicende di Don Vito finiscono presto per intrecciarsi con quelle di Luca Brasi, di Giuseppe Mariposa, il predecessore di Emilio Barzini, e quelle di Ettore Barzini e Rosario LaConti. Altre informazioni Il romanzo si basa su di un soggetto di Mario Puzo, autore de Il padrino, e sulla raccolta di certo materiale che tralasciò per la realizzazione del testo. Edizione italiana Nel 2013 è stata pubblicata l'edizione italiana, da Sonzogno. Collegamenti esterni Romanzi ambientati a New York Romanzi de Il padrino
Shock culturale è un termine utilizzato per descrivere i sentimenti di ansia, smarrimento, disorientamento e confusione che, una persona prova a causa di un improvviso cambiamento dello stile di vita dovuto al trasferimento in un ambiente sociale e culturale differente, per esempio un Paese straniero. Il termine fu coniato dall'antropologa statunitense Cora DuBois nel 1951, mentre il canadese Kalervo Oberg lo riprese nel 1954, elaborando la teoria secondo la quale lo shock culturale sarebbe catalogabile come "malattia professionale", completa di fasi e relativi sintomi. Definizione e sintomatologia Il termine culture shock (in italiano "shock culturale") fu coniato dall'antropologa statunitense Cora DuBois nel 1951 per riferirsi al senso di smarrimento e disorientamento che gli antropologi riscontravano in loro stessi una volta avuto a che fare con culture differenti. Nel 1954 l'antropologo canadese Kalervo Oberg riprese il termine e ne allargò il significato a tutte le persone che viaggiano all'estero incontrando nuovi usi e costumi; a questo proposito pubblicò uno studio dettagliato nel quale il fenomeno veniva catalogato come "malattia professionale". Oberg individuò quattro fasi distinte nel decorso del malessere: fase della "luna di miele", periodo di "crisi", fase di "recupero" e fase di "adattamento". Secondo Oberg lo stato di shock sopraggiunge quando la persona viene sopraffatta dall'ansia a causa della perdita dei comuni punti di riferimento nelle relazioni interpersonali, nella sfera comunicativa e negli atteggiamenti che la persona assume di conseguenza alle diverse situazioni che si affrontano nella vita di tutti i giorni. Secondo l'insegnante e consulente cross-culturale Urmila Chakraborthy lo shock culturale è quella «sensazione di insicurezza, confusione o ansietà che le persone provano quando risiedono per un periodo più o meno lungo, anche per lavoro, in una società [...] differente dalla propria». Ad esempio l'individuo affetto da shock culturale può trovare difficoltà nel decidere quando e se compiere o meno gesti comuni quali stringere la mano, chiedere un consiglio, fissare un appuntamento, accettare o meno un invito, prendere sul serio o meno un'affermazione o in che modo reagire ad altre situazioni simili che, in un contesto culturale familiare, risulterebbero facilmente superabili. Successivamente la persona manifesta una sorta di "rifiuto" o "rigetto" verso il nuovo ambiente, seguiti da una fase di "regressione" durante la quale viene dato un valore spropositato al luogo di origine, del quale vengono ricordate soltanto le situazioni piacevoli. Un'altra definizione è fornita dallo psicologo Paul Pedersen, che si riferisce allo shock culturale come il processo di adattamento di una persona a un ambiente non familiare e l'impatto emotivo, psicologico, comportamentale, cognitivo e fisiologico che questo ha su di essa. Lo stesso Perdersen specifica che lo shock si verifica quando la persona si immerge in uno stato di incertezza dove essa non sa cosa aspettarsi da se stessa né dalle persone che la circondano. I sintomi più comuni dello shock culturale comprendono: automisofobia, eccessive preoccupazioni riguardo al cibo, al bere o alla biancheria da letto, paura del contatto fisico con camerieri e inservienti, distrazione, senso di impotenza, frustrazione, stanchezza mentale, noia, irritabilità, rifiuto di imparare la lingua del luogo, eccessiva paura dell'essere imbrogliati, derubati o feriti, forte sentimento di nostalgia o desiderio di ritorno al Paese d'origine. Tali sintomi, tuttavia, possono cambiare a seconda della persona interessata e della cultura del nuovo Paese. Teoria delle quattro fasi di Oberg All'interno della pubblicazione Cultural Shock: Adjustment to New Cultural Environments Kolervo Oberg elaborò la teoria seconda la quale il concetto di shock culturale è suddivisibile in quattro fasi distinte, ognuna delle quali presenta le proprie situazioni e sintomi. Le fasi individuate da Oberg, comunque, possono essere soggette a variazioni ed essere per questo motivo artificiose e non lineari. Fase "luna di miele": in questa fase, che può durare da un minimo di due settimane a un massimo di sei mesi, la persona è affascinata da tutto ciò che nuovo e le differenze tra la nuova e la vecchia cultura vengono viste sotto una luce romantica. La persona comincia a provare un senso di fascinazione verso la nuova cultura, che può eventualmente evolversi in un'idealizzazione della stessa. Periodo di crisi: la situazione cambia radicalmente, sparisce l'eccitamento e diminuisce il senso di novità. Questi sentimenti vengono sostituiti da sensazioni spiacevoli di delusione, frustrazione e rabbia man mano che si va incontro a situazioni sfavorevoli che possono essere percepite come strane e offensive per il proprio atteggiamento culturale. A questi vanno aggiunti eventi stressanti dovuti al trasloco nella nuova casa, al trasferimento nella nuova scuola o alle difficoltà con la lingua straniera. La persona, in alcuni casi, reagisce aggressivamente assumendo atteggiamenti maleducati e arroganti in segno di autodifesa in modo da alleviare il senso di disagio. Fase di aggiustamento: l'individuo diviene consapevole della sua nuova situazione e inizia ad accettare gli usi e costumi della nuova cultura approcciandovisi con un'attitudine positiva. Gli atteggiamenti di insofferenza vengono sostituiti da un senso di superiorità nei confronti delle persone del Paese ospitante e, nonostante alcune difficoltà ancora persistano, la persona riesce a fare autoironia su se stessa e sulla propria condizione. Fase di accettazione e adattamento: in questa fase la persona si sente a proprio agio all'interno della nuova cultura, della quale accetta serenamente gli usi e costumi, iniziando inoltre a godere di alcuni aspetti di essa, come per esempio il cibo. Le rare situazioni spiacevoli vengono affrontate senza ansia e, una volta lasciato il Paese, la persona proverà generalmente un sentimento di nostalgia verso esso. Reinterpretazioni In seguito alla pubblicazione di Oberg, vennero sviluppati numerosi modelli traenti ispirazione dalla teoria delle quattro fasi. Il modello di adattamento alla cultura straniera di Sverre Lysgaard del 1955, per esempio, si basa sul concetto di una relazione curvilinea (teoria della curva a U) tra la fase di adattamento e quella di soggiorno, durante la quale l'individuo passa da un periodo di iniziale entusiasmo a un periodo in cui la consapevolezza del dover adattarsi alla nuova cultura è ostacolata dalle difficoltà nella comunicazione, per concludere con una fase di recupero in cui l'individuo acquisisce fluidità nel linguaggio e comprende pienamente tutte le sfacettature della nuova cultura. Nel 1975 Peter Adler propose un'interpretazione del concetto di shock culturale non necessariamente negativa e più neutrale rispetto ai suoi predecessori: Robert G. Hanvey riprese questo concetto applicandovi un modello di sviluppo della consapevolezza cross-culturale attraverso la formulazione di quattro livelli dei quali i due più bassi sono basati sulla conoscenza superficiale della nuova cultura, ovvero di quei tratti culturali stereotipati appresi dai mass media che in un primo momento vengono considerati "bizzarri, incredibili, frustranti e primitivi"; i livelli più alti si raggiungono attraverso la comprensione intellettuale e tramite l'accettazione delle differenze culturali, grazie alle quali la persona riesce a sentirsi finalmente parte della nuova cultura. Le teoria di Oberg si basa sul concetto che lo shock culturale sia tanto più grave quanto maggiore è la distanza tra la nuova cultura e la cultura di origine, ma nel caso del goal striving stress (stress legato alla realizzazione di un obiettivo) può verificarsi altresì la situazione opposta: in questa circostanza la persona rischia di avere più difficoltà se la differenza culturale tra i due Paesi è minima, in quanto le aspettative di adattamento alla nuova cultura saranno maggiori. Per questo motivo la persona, nel caso in cui dovesse fallire nella realizzazione dei propri intenti esistenziali, ne ricaverebbe uno shock maggiore rispetto a quanto succederebbe in un Paese con una cultura molto differente e aspettative di realizzazione personale minori. Shock culturale inverso Con "shock culturale inverso" si intende, invece, la fase di adattamento alla cultura d'origine una volta completato l'adattamento alla cultura straniera, che può causare gli stessi effetti descritti in precedenza con la differenza che questi sono le conseguenze psicologiche e psicosomatiche del processo di riadattamento alla cultura primaria. Nel 1963 John T. Gullahorn e Jeanne E. Gullahorn estesero il concetto della curva a U di Lysgaard elaborando un modello in cui le fasi di adattamento e di crisi vengono rappresentate attraverso una curva a W, o doppia U, aggiungendo quindi due ulteriori fasi rispetto al modello originale. Queste due fasi aggiuntive si riferiscono al periodo di crisi che si verifica al rimpatrio, il quale tuttavia viene descritto come meno difficoltoso rispetto alla seconda fase del modello originale. Come in precedenza, al periodo di crisi segue una fase di adattamento. Note Bibliografia Voci correlate Comunicazione interculturale Conflitto culturale Jet lag Neofobia Collegamenti esterni The 4 Stages Of Culture Shock, Notheastern University Antropologia culturale Assimilazione culturale Psicologia sociale Sociologia della cultura
Alive and Screamin è il primo live album dei Krokus uscito nel 1986 per l'Etichetta discografica Arista Records. Il disco La Arista, che di lì a poco licenzierà la band, ha messo sul mercato questo live album senza il consenso della band, un album che comprende brani registrati durante il tour intrapreso tra Stati Uniti e Canada dopo la pubblicazione di Change of Address nello stesso anno. In questo album non traspare assolutamente l'energia che caratterizza le solite esibizioni live dei Krokus, la scaletta inoltre non risulta all'altezza, poiché vede l'assenza di classici quali Heatstrokes o Rock City. Nemmeno l'inedita e mediocre Lay Me Down può essere considerata motivo di interesse per questo capitolo non autorizzato del quale lo stesso chitarrista Von Arb ha sconsigliato, in diverse interviste, l'acquisto. Tracce Long Stick Goes Boom (Storace, Von Rohr, VonArb) - 5:38 Eat the Rich (Rohr, Stone, Storace, Von Rohr, VonArb) - 4:55 Screaming in the Night (Kohler, Kohler, Rohr, Stone, Storace, Von Rohr, VonArb) - 6:00 Hot Shot City (Keiser, Klaven, Kohler, Storace) - 4:00 Midnite Maniac (Storace, VonArb) - 4:11 Bedside Radio (Krokus) - 3:22 Lay Me Down (Marlette, Shifrin) - 4:46 Stayed Awake All Night (Bachman) - 3:30 (Bachman-Turner Overdrive cover) Headhunter (Rohr, Stone, Storace, Von Rohr, VonArb) - 5:46 Singolo Screaming in the night (live) (b-side: Headhunter (live)) Formazione Marc Storace – voce Fernando von Arb – chitarra solista Mark Kohler – chitarra ritmica Tommy Keiser – basso Jeff Klaven – batteria Jai Winding – tastiere Collegamenti esterni Album pubblicati dall'Arista Records
Pregasina è una frazione del comune di Riva del Garda, nella provincia autonoma di Trento. Geografia La località è situata nel comune di Riva del Garda ed è affacciata sul lago di Garda ad un'altitudine di 535 m s.l.m. Storia Fino alla fine della prima guerra mondiale, la località apparteneva al regno di Austria-Ungheria, ed era identificata in tedesco con l'esonimo Pregasen. La zona era una parte del fronte tra l'impero austro-ungarico e il Regno d'Italia e conserva da quell'epoca una serie di strutture militari come bunker, gallerie e trincee sulle montagne che la sovrastano, per esempio la cima Nodice a 859 m s.l.m.. Una volta entrata a far parte dell'Italia, assieme a tutto il Trentino-Alto Adige, prima fu riconosciuta come comune, venne aggregata nel 1925 al comune di Biacesa, ed infine (nel 1955) al comune di Riva del Garda. Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose La piccola chiesa dedicata a San Giorgio fu eretta prima del 1633 e in diverse occasioni ampliata. Al suo interno si ha una struttura asimmetrica: mentre a sinistra si vede l'antico altare ligneo, sul lato destro si hanno il fonte battesimale e il crocifisso. L'altare maggiore segue invece lo stile barocco, e sopra ad esso, la volta è affrescata con alcune raffiguranti San Giorgio. Il pavimento e le colonne sono state realizzate in granito, un materiale spesso utilizzato in questo piccolo borgo. Viabilità Fino al 1953, Pregasina era accessibile solo da una mulattiera che saliva da Riva del Garda. Poi venne finalmente costruita una strada che la collegava alla strada del Ponale tramite un ponte di pietra, il ponte del Ponale. Nel 1993 venne ultimata la galleria di circa 950 metri che la collega direttamente alla strada statale SS 240, poco più a valle della frazione di Biacesa. La vecchia strada, che dall'imbocco della galleria scende verso il ponte del Ponale, è stata quindi lasciata ad uso pedonale e ciclabile divenendo molto popolare per chi, salendo da Riva del Garda tramite la strada panoramica del Ponale, vuole raggiungere i panorami mozzafiato della Punta Larici e del Passo della Rocchetta. Note Voci correlate Strada del Ponale Altri progetti Frazioni di Riva del Garda
Biografia Poeta dell'epoca d'argento della poesia russa, fu probabilmente il più radicale poeta del futurismo russo, un movimento al quale aderirono Vladimir Vladimirovič Majakovskij, Davyd Burljuk ed altri. Assieme a Velimir Chlebnikov è considerato l'inventore dello zaum. Fu l'autore del libretto dell'opera futurista Vittoria sul Sole musicata da Michail Vasil'evič Matjušin, la cui prima rappresentazione avvenne nel 1913 a San Pietroburgo con la scenografia di Kazimir Severinovič Malevič. Kručënych sposò Ol'ga Rozanova, un'artista dell'avanguardia, nel 1912. É noto anche per Dichiarazione della parola come tale (1913): "La parola consumata e violata" giglio "è priva di ogni espressione. Perciò chiamo il giglio éuy e la purezza originale viene ripristinata". Il gruppo musicale punk russo, Graždanskaja oborona, ha inserito, in suo concept album del 1990 Instrukcija po vyživaniju, la canzone stile reggae dal titolo "Posveštenie A. Kručënych" (Omaggio a Kručënych). Note Altri progetti Collegamenti esterni https://web.archive.org/web/20040824123035/http://creativetechnology.salford.ac.uk/fuchs/modules/input_output/Futurism/Krutchenykh.htm On Kruchenykh] Kruchenykh in Tiflis (from Chapter Nine of G. Janecek, Zaum: The Transrational Poetry of Russian Futurism) Biography and poems Biography, bibliography Four zaum poems Visual Poems 1917 - 1921 Digitized Russian avant-garde books English translations of 4 poems Includes English translations of two poems, 118-120
Lo scudo Tuareg è un'area di terrane situata nell'Africa occidentale, compresa tra il cratone dell'Africa occidentale e il metacratone del Sahara. Ha una geologia complessa che riflette una serie di collisioni avvenute tra questi cratoni e altri successivi eventi. Lo scudo, che prende il nome dalla popolazione dei Tuareg che abitano in questa zona, si estende su parte del territorio degli attuali stati dell'Algeria, Niger e Mali. Origini Lo scudo Tuareg è composto principalmente da terrane dell'Archeano, del Proterozoico e del Neoproterozoico che si sono amalgamati nel corso dell'orogenesi Pan-Africana quando il cratone dell'Africa occidentale e il metacratone del Sahara entrarono in collisione. Lo scudo si originò in un arco insulare oceanico formatosi al di sopra dei cratoni fra 900 e 680 milioni di anni fa; residui di questi eventi rimangono come strati deformati dalla spinta tettonica al di sopra di blocchi più rigidi. Nel Mali, la cintura del Tilemsi è un complesso di archi intraoceanici che si sono formati al di sopra di una zona di subduzione inclinata verso est e che andarono in accrezione sullo scudo durante l'orogenesi Pan-Africana. La parte occidentale dei monti dell'Ahaggar è costituita da materiale proveniente dall'oceano Pharusia, che include basalti oceanici, archi vulcanici, sedimenti e rocce sedimentarie finiti nell'oceano Pharusia e provenienti dal cratone dell'Africa occidentale e dai monti Ahaggar orientali. Fratturazione Nel corso della collisione obliqua tra il cratone dell'Africa occidentale e il metacratone del Sahara, lo scudo fu lacerato in blocchi rigidi in movimento fra loro. Questi blocchi erano separati da zone di deformazione subverticali. Una volta fratturatosi, lo scudo fu penetrato da magma vulcanici che andarono a formare le montagne dell'Ahaggar in Algeria, Adrar degli Ifoghas in Mali e il massiccio dell'Aïr in Niger. Si ritiene che la cintura orogenetica trans-sahariana che si sviluppa lungo il margine orientale del cratone dell'Africa occidentale, sia stata prodotta dalla collisione tra il cratone e lo scudo Tuareg. Eventi successivi All'inizio del Fanerozoico iniziò il processo di erosione dello scudo che nell'Ordoviciano venne ricoperto da arenarie. In epoche più recenti, tra 95 e 90 milioni di anni fa, l'area fu parzialmente sommersa da una via d'acqua che collegava il Mediterraneo con il proto-Atlantico. Dopo di allora, a partire da circa 30 milioni di anni fa, l'area si è innalzata di quasi 3000 m. Le aree più elevate consistono del basamento sopraelevatosi del Precambriano a cui si sono sovrapposte rocce vulcaniche. L'attività vulcanica iniziò attorno a 35-30 milioni di anni fa e continua sporadicamente anche al giorno d'oggi. Note Voci correlate Cratone Scudo Scudo Tuareg Geologia dell'Africa
Gli ammutinati (Mutiny in the Big House) è un film del 1939 diretto da William Nigh. È un film carcerario statunitense con Charles Bickford, Barton MacLane e Pat Moriarity. È incentrato su una rivolta carceraria ed è basato su una sommossa realmente accaduta nel carcere di Canon City, in Colorado nel 1929 che provocò la morte di cinque detenuti e sette secondini. Una medaglia d'onore fu assegnata al cappellano del carcere che salvò un innocente. Trama Produzione Il film, diretto da William Nigh su una sceneggiatura di Robert Hardy Andrews con il soggetto di Martin Mooney, fu prodotto da Grant Withers, come produttore associato, per la Monogram Pictures. Il titolo di lavorazione fu Murder in the Big House. Distribuzione Il film fu distribuito con il titolo Mutiny in the Big House negli Stati Uniti dal 25 ottobre 1939 al cinema dalla Monogram Pictures. Un'anteprima fu trasmessa per 600 detenuti nel carcere della Contea di Berks. Altre distribuzioni: in Svezia il 9 gennaio 1942 (Män i bojor) in Portogallo il 15 febbraio 1943 (Casa de Ninguém) nei Paesi Bassi il 18 aprile 1947 (Oproer in de gevangenis) negli Stati Uniti il 5 luglio 1947 (redistribuzione) in Germania Ovest il 3 luglio 1951 (Aufstand im Zuchthaus) in Austria il 6 luglio 1951 (Aufstand im Zuchthaus) in Finlandia il 12 settembre 1952 (He uhmasivat lakia) in Grecia (Sygrousis sto katergo) in Brasile (Um Crime em Sing Sing) in Italia (Gli ammutinati) Promozione Tra le tagline: "'YOUR PRAYERS WON'T HELP NOW, FATHER!" Hell breaks loose as terror rules the big house...and desperate men are bossed by a half-human killer! Don't dare take your eyes off the screen for a second or you'll miss a shocking, sensational thrill!". Note Collegamenti esterni Film drammatici Film carcerari Film basati su eventi reali
Hit-Monkey è un personaggio dei fumetti pubblicati dalla Marvel Comics. Biografia del personaggio Hit-Monkey è un macaco giapponese, proporzionalmente più forte e più veloce di un essere umano. È il più intelligente tra gli individui della propria specie in quanto comprende i concetti di omicidio e vendetta; è in grado di emulare gli stili di combattimento e l'uso delle armi da fuoco dopo averli osservati. Combina arti marziali orientali e l'agilità propria della scimmia. Un clan di macachi viveva pacificamente vicino a sorgenti termali vulcaniche nelle montagne del nord del Giappone fino al giorno in cui accolsero un assassino che stava fuggendo, curandolo. Da quel momento Hit-Monkey iniziò a comprendere la natura umana. Due giorni dopo l'assassino viene ucciso a colpi di arma da fuoco, così come il resto del clan dei macachi, e allora Hit-Monkey prende una pistola e risponde al fuoco, vendicandosi. Da quel momento la sua reputazione cresce e diviene conosciuto come l'"assassino degli assassini". Hit-Monkey ha quindi attirato l'attenzione di Spider-Man (Peter Parker) dopo aver agito presso un giro di gioco d'azzardo illegale e aver ucciso il signor Cheng. Spider-Man, insieme a Deadpool (Wade Wilson), indagando sulla scena del delitto deducono che Deadpool stesso sarebbe presto stato nella lista dei bersagli di Hit-Monkey. Di lì a pochi giorni lo scontro effettivamente arriva, pertanto Spider-Man e Deadpool inizialmente sfuggono, ma vengono nuovamente trovati da Hit-Monkey che vede in Spider-Man il potenziale per fare del bene; la stessa cosa non si può dire di Deadpool che, determinato a uccidere il macaco, lo attacca; Hit-Monkey invece spara a Deadpool brandendo l'arma da fuoco con i piedi, apparentemente uccidendolo. Dopo la guarigione, Deadpool simula la morte di Spider-Man per attirare Hit-Monkey, affrontandolo in una nuova battaglia dalla quale Hit-Monkey ne esce apparentemente ucciso, pur senza trovare il suo corpo. Altri media Televisione Hit-Monkey appare come protagonista della serie animata Hit-Monkey. Collegamenti esterni Profilo su Marvel.com Personaggi non umani dell'Universo Marvel Criminali immaginari
Biografia Maresca ha cominciato ad allenarsi nel 2001 all'eta di 8 anni con il maestro Mario Cicchella, nel 2009 è entrato nel giro della Nazionale cadetti con cui vince il titolo mondiale a Rabat in Marocco, fino a oggi ancora un titolare fisso della nazionale ormai seniores. Nel 2013, a 20 anni, è passato alla vita da atleta professionista entrando a far parte del Gruppo Sportivo Fiamme Oro e ha rappresentato l'Italia ai Giochi del Mediterraneo di Mersin 2013, dove si è aggiudicato la medaglia d'oro nel torneo dei -60 chilogrammi. Ai Giochi europei di Baku 2015 ha vinto la medaglia d'argento argento nei -60 chilogrammi, perdendo in finale con l'azero Firdovsi Farzaliyev. La sua è stata la prima medaglia della storia vinta dall'Italia nella manifestazione multisportiva continentale., successivamente è passato alla categoria -67kg. Nel 2018 ha vinto la medaglia di bronzo nel kumite a squadre ai mondiali di Madrid, gareggiando con i connazionali Ahmed El Sharaby, Nello Maestri, Rabia Jendoubi, Simone Marino, Michele Martina e Andrea Minardi. Nel 2022 vince il secondo argento ai Giochi del Mediterraneo a Orano. Palmarès Mondiali Madrid 2018: bronzo nel kumite a squadre Dubai 2021: oro nel kumite a squadre Europei Istanbul 2015: oro nei -60 kg. Giochi del Mediterraneo Mersin 2013: oro nei -60 kg. Orano 2022: argento nei -67 kg. Giochi europei Baku 2015: argento nei -60 kg. Minsk 2019: oro nei -67 kg. Note Altri progetti Collegamenti esterni Scheda di Luca Maresca su tarragona2018.coni.it Scheda di Luca Maresca su poliziadistato.it
Fu titolare della prima cattedra di etnologia alla Sorbona. Allievo di Marcel Mauss passò all'etnologia dopo avere studiato matematica. In diverse spedizioni in Africa fra il 1931 ed il 1946, tra cui la famosa "Missione Dakar-Gibuti", ebbe modo di studiare e trascrivere la complessa cosmogonia del popolo dei Dogon. Questa missione venne descritta da Michel Leiris nel suo libro Africa Fantasma. Nel 1938 pubblica Maschere Dogon dove analizza i rituali e le simbologie dei Dogon. Secondo Griaule le simbologie, i miti, i rituali e i sacrifici dei Dogon sono realtà interconnesse in un sistema coerente e autonomo di pensiero che forma una vera e propria cosmologia. Uno dei libri di antropologia più letti è Il dio d'Acqua pubblicato per la prima volta nel 1948. Si tratta di un resoconto della cosmogonia Dogon presentata con lo stile di intervista fatta a un anziano cacciatore cieco Ogotemmeli. Questo libro contiene il pensiero Dogon che per Griaule va collocato sulla corrente del pensiero filosofico degli antichi. Con questo libro Griaule vuole dimostrare come un popolo africano può possedere una cosmologia organizzata che evidenzia il rapporto tra sistema mitico e vita sociale. Questa cosmologia è il punto di partenza per capire la vita sociale, economica, rituale e sessuale dei Dogon. Questa vita nella sua quotidianità non è altro se non la rifunzionalizzazione operata dall'uomo in quanto attore sociale, del mito inteso come punto di riferimento ideale. Questo libro suscitò numerosi interrogativi tra gli antropologi. Era lecito ricostruire la cosmologia dei Dogon intervistando solo Ogotemmeli? Chi è Ogotemmeli? Un vecchio saggio che parla del suo modo di interpretare la vita dei Dogon oppure un portaparola degli anziani Dogon? La cultura Dogon era fondata solo sul mito oppure era opportuno prendere in considerazione anche la storia? Nel lavoro "Il metodo dell'etnografia", pubblicato postumo nel 1957 e scritto sulla base delle sue lezioni tenute alla Sorbona, emerse come il lavoro antropologico era da lui considerato "un'operazione strategica" in quanto, nella tortuosità delle inchieste, era necessario scegliere gli informatori e mediare le loro dichiarazioni. Dopo la sua morte, le ricerche sui Dogon proseguirono per opera di altri, tra i quali la figlia Genéviève Calame-Griaule, affrontando la questione dei "sistemi cosmologici". Altri libri sono Torce d'uomini e I riti arcaici dell'Etiopia cristiana. Opere Silhouettes et graffiti abyssins, prefazione di Marcel Mauss (1933) Les flambeurs d'hommes (1934), tr. Giuseppe Maria Lo Duca, Torce d'uomini in Etiopia, Milano: Agnelli, 1935; Como: Red, 1999 ISBN 887031927X Jeux et divertissements abyssins (1935) Masques dogons (1938) Jeux dogons (1938) Les Sao légendaires (1943) Arts de l'Afrique noire (1947) Dieu d'eau (1948), tr. Giorgio Agamben, Dio d'acqua: incontri con Ogotemmeli, Milano: Bompiani, 1968; Milano: Garzanti, 1972; Como: Red, 1996; a cura di Barbara Fiore, Torino: Bollati Boringhieri, 2002 ISBN 8833914186 Les grands explorateurs (1948), tr. Giacomo Falco, I grandi esploratori, Milano: Garzanti, 1956 Méthode de l'ethnographie (1957) Renard pâle, ethnologie des Dogons (1965-1991) (in collaborazione con Germaine Dieterlen) Descente du troisième verbe (1996) Note Bibliografia Piero Paci, Il contributo di Marcel Griaule alle conoscenze del mondo economico e sociale delle popolazioni Dogon nel Mali, Tesi di Laurea Università degli Studi di Bologna - anno Accademico 1979-80, relatore prof. Salvatore Saccone. Altri progetti Collegamenti esterni Griaule, Marcel
Gli Steel Prophet sono un gruppo musicale power metal statunitense formatosi nel Connecticut e trasferitosi a Los Angeles. Storia Gli inizi (1983-1989) La band venne formata nel 1983 a Middletown su iniziativa di Steve Kachinsky, il chitarrista, e Gary Stocking, il cantante e poco dopo si aggiunse, alla batteria, Harry Blackwell. Dopo alcune sessioni di registrazione in studio, Blackwell venne sostituito da John Tarascio e con l'ingresso del cantante Dave Brooks, al posto di Stocking, e del bassista Wayne Faircloth incisero il demo Steel Prophet e successivamente il brano In The Dream, inserito nella compilation Iron Tyrants del 1987. Nel 1988 si trasferirono in California unendosi al bassista Vince Dennis e, dopo ulteriori cambi nella formazione, realizzarono il demo Visions of Force. In seguito si ebbe l'inserimento del secondo chitarrista Jon Paget e l'arrivo del nuovo cantante Rick Mythiasin. Con questa nuova formazione nel 1989 registrarono un altro demo intitolato Inner Ascendance, che destò un certo clamore tra gli appassionati di heavy metal in Europa. I primi sei album (1990-2002) Nei primi anni novanta il gruppo sottoscrisse un contratto proposto dalla Foundations 2000, con la quale registrarono alcune canzoni come pre-produzione, ma l'etichetta stessa non le pubblicò ed in seguito vennero utilizzate per il disco d'esordio. Questo uscì nel 1995 col titolo The Goddess Principle, pubblicato dalla Art of Music e registrato con il chitarrista Horacio Colmenares subentrato a Paget. L'anno successivo realizzarono l'EP Continuum a cui seguì la dipartita di Taracio e Colmenares, sostituiti rispettivamente da Pete Parada, in seguito batterista anche di Rob Halford e degli Offspring, e Jon Pons. Nel 1998, un anno dopo l'uscita di Into the Void (Hallucinogenic Conception), vennero ingaggiati dalla Nuclear Blast, con la quale realizzarono quattro album ed una raccolta in quattro anni. Questo periodo è contraddistinto da continui cambi alla batteria, vedendo ben tre avvicendamenti, inoltre dopo l'uscita di Messiah, nel 2000 Pons venne sostituito da Jim Williams. Beware, la pausa e la ripresa (2003-oggi) Ad aprile del 2003 il cantante Nadir D'Priest, che in passato militò nei London (ed in seguito vi tornò), prese il posto di Mythiasin che già l'anno precedente aveva abbandonato il gruppo per dedicarsi alla band tedesca dei Taraxacum. Venne inoltre reclutato il chitarrista Pete Skermetta al posto di Williams e vi fu il ritorno del batterista Kevin Cafferty che aveva già suonato sull'album Messiah. Dopo un anno trascorso per la realizzazione di nuovo materiale, nel 2004, uscì Beware edito dalla Massacre Records. Successivamente vi fu una lunga pausa nelle uscite discografiche, a parte un paio di compilation a tiratura limitata. Nel 2007 il cantante Rick Mythiasin si riunì alla band, ma per il nuovo disco si dovrà attendere fino al 2014, con la pubblicazione di Omniscient per l'etichetta discografica italiana Cruz del Sur Music Lo stile e le influenze La musica degli Steel Prophet si contraddistingue per un power metal di stampo europeo, soprattutto tedesco, con uno stile tendente al progressive. Le prime band di riferimento furono Iron Maiden, Fates Warning e Queensrÿche, oltre ad altri complessi storici quali Accept, Helloween, Black Sabbath, Judas Priest e Metallica (band dalle quali hanno anche tratto alcune cover). Per questa attitudine europea sono molto apprezzati in Germania, arrivando a suonare sul palco del Wacken Open Air nel 1999 e ricevendo il favore dalla rivista tedesca Rock Hard che per ha nominato i loro tre dischi Messiah, Dark Hallucinations e Book of the Dead, usciti consecutivamente, tra i migliori album del mese. Discografia Album in studio 1995 - The Goddess Principle 1997 - Into the Void (Hallucinogenic Conception) 1999 - Dark Hallucinations 2000 - Messiah 2001 - Book of the Dead 2002 - Unseen 2004 - Beware 2014 - Omniscient Raccolte 2000 - Genesis 2004 - Eyes of the Prophet (Visions Past) 2008 - Shallows of Forever EP 1996 - Continuum Demo 1986 - Steel Prophet 1988 - Visions of Force 1989 - Inner Ascendance Formazione Formazione attuale Rick Mythiasin - voce (1989-2002, 2007-oggi) Steve Kachinsky - chitarra (1983-oggi) Chris Schleyer - chitarra (2014-oggi) Vince Dennis - basso (1988-oggi) James Schultz - batteria (2014-oggi) Ex componenti Gary Stocking - voce Dave Brooks - voce Nick Mantis - voce Nadir D'Priest - voce Domenic Chavira - chitarra Jon Paget - chitarra Horacio Colmenares - chitarra Jon Pons - chitarra Jim Williams - chitarra Pete Skermetta - chitarra Wayne Faircloth - basso Harry Blackwell - batteria John Tarascio - batteria Pete Parada - batteria Pat Magrath - batteria Kevin Cafferty - batteria Karl Rosqvist - batteria Note Collegamenti esterni Gruppi e musicisti della Nuclear Blast
Il Clare College è un college dell'Università di Cambridge, il secondo più antico tra quelli attuali dopo il Peterhouse. Il Clare è celebre per il coro della cappella e per i suoi giardini, che formano parte dell'area nota come i Backs (la parte posteriore dei college prossima al fiume Cam). Il Master attuale è Lord Anthony Grabiner. Storia Il college fu fondato nel 1326 dal Rettore dell'università Richard de Badew e fu chiamato University Hall. Ospitando però solo due fellows, si trovò presto in difficoltà economiche. Nel 1338 il college fu rifondato con il nome di Clare Hall grazie ad un lascito da parte di Elisabetta de Clare, nipote di Edoardo I, a favore di 20 fellows e 10 studenti. Il college fu chiamato Clare Hall fino al 1856, quando venne rinominato Clare College. (Un nuovo Clare Hall fu fondato dal Clare per i postgraduates nel 1966). La Old Court (Corte vecchia) del Clare, che incornicia la cappella del King's College come lato sinistro di una delle più celebrate viste architettoniche di tutta l'Inghilterra, fu costruita tra il 1638 ed il 1715, con una lunga interruzione dovuta alla Guerra Civile. Il periodo comprende l'arrivo del vero classicismo nell'architettura britannica. L'evoluzione può essere osservata nelle marcate differenze tra l'ala più antica, a nord, che ha ancora volte ed altre caratteristiche dello stile gotico inglese e l'ala meridionale, la più recente, che mostra uno stile classico completamente articolato. La cappella del college fu costruita nel 1763 su progetto di James Burrough. La pala d'altare è un'Annunciazione di Cipriani. Il Clare ha un ponte sul fiume molto fotografato, che possiede quattordici sfere di pietra come decorazione. In realtà, una sezione di una delle sfere è mancante. Su questo esiste una serie di storie apocrife - la più frequentemente raccontata dai membri del college è che il costruttore originale del ponte non fu completamente pagato per l'opera e rimosse così una parte per compensare la differenza nel pagamento. Una spiegazione più convincente è che un cuneo di pietra cementato nella sfera come parte di una riparazione si sia staccato e sia caduto nel fiume, dove probabilmente è tuttora. La riparazione è necessaria quando una sfera di pietra si consuma attorno alla barra di metallo sulla quale è attaccata al ponte; un cuneo di pietra viene rimosso dalla base della sfera (attorno alla barra) per liberarla, viene poi ruotata lateralmente, si trapana un buco alla nuova base per ospitare la barra e la fessura a forma di cuneo viene riempita con della nuova pietra. Questo si può osservare in altre sfere dello stesso ponte, dove la cucitura tra la sfera principale e il cuneo di sostituzione è visibile, anche se difficile da notare, dato che una sfera riparata è sempre allineata in modo tale da avere il nuovo cuneo verso l'esterno. Il ponte è il più antico tra quelli attualmente esistenti a Cambridge. Vita nel college Il Clare è uno dei college più musicali di Cambridge. Molti studenti suonano strumenti, l'orchestra ed il coro attirano alcuni tra i migliori giovani musicisti inglesi. Ospita popolari serate Jazz e Drum and bass nelle cantine ed un May Ball ogni anno. Grande enfasi viene posta sulle attività extra-curriculari, oltre che allo studio. I nuovi studenti vengono tradizionalmente invitati ad avere una vita sociale e ad esplorare al massimo il loro potenziale. Il Clare utilizza un sistema di selezione puramente meriticratico che assegna punti per il potenziale accademico e non, e fu ampiamente apprezzato per essere stato il primo college a rendere pubblici i dettagli della procedura di selezione. Il Clare è un college molto liberale. Il gruppo dei Socialist Workers vi si riunisce, alcuni studenti sono stati arrestati per varie azioni dirette di protesta. Un'attitudine liberale viene presa nelle serate di jazz e commedia. Il giornale studentesco, Clareification (un gioco di parole con "chiarimento"), pubblicato dalla Union of Clare Students, è pieno di articoli satirici che prendono in giro le tradizioni di Cambridge e pettegolezzi sul college. Viene spesso criticato dagli accademici per il contenuto leggero. Altri progetti Collegamenti esterni Collegi dell'Università di Cambridge Monumenti classificati di primo grado
Lo spirito delle leggi, (In lingua originale De l'esprit des lois) è lo scritto più importante del filosofo francese Montesquieu. Frutto di quattordici anni di lavoro, Montesquieu pubblica la sua opera anonimamente nella Ginevra di Jean-Jacques Rousseau, nel 1748. Due volumi, trentadue libri, un lavoro tra i maggiori della storia del pensiero politico. Una vera e propria enciclopedia del sapere politico e giuridico del Settecento. Contenuto e temi L'opera venne attaccata da gesuiti e giansenisti e messa all'Indice (Index Librorum Prohibitorum) nel 1751, dopo il giudizio negativo della Sorbona. Nel libro XI de Lo spirito delle leggi, Montesquieu traccia la teoria della separazione dei poteri. Partendo dalla considerazione che il "potere assoluto corrompe assolutamente", l'autore analizza i tre generi di poteri che vi sono in ogni Stato: il potere legislativo (fare le leggi), il potere esecutivo (farle eseguire) e il potere giudiziario (giudicarne i trasgressori). Condizione oggettiva per l'esercizio della libertà del cittadino, è che questi tre poteri restino nettamente separati. Montesquieu cercò di dimostrare come, sotto la diversità degli eventi, la storia abbia un ordine e manifesti l'azione di leggi costanti. Ogni ente ha le proprie leggi. Le istituzioni e le leggi dei vari popoli non costituiscono qualcosa di casuale e arbitrario, ma sono strettamente condizionate dalla natura dei popoli stessi, dai loro costumi, dalla loro religione e sicuramente anche dal clima. Al pari di ogni essere vivente anche gli uomini, e quindi le società, sono sottoposte a regole fondamentali che scaturiscono dall'intreccio stesso delle cose. Queste regole non debbono considerarsi assolute, cioè indipendenti dallo spazio e dal tempo; esse al contrario, variano col mutare delle situazioni; come i vari tipi di governo e delle diverse specie di società. Ma, posta una società di un determinato tipo, sono dati i principi che non può derogare, pena la sua rovina. Ma quali sono i tipi fondamentali in cui si può organizzare il governo degli uomini? Montesquieu ritiene che i tipi di governo degli uomini siano essenzialmente tre: la repubblica, la monarchia e il dispotismo. Ciascuno di questi tre tipi ha propri princìpi e proprie regole da non confondersi tra loro. Il principio che è alla base della repubblica è, secondo Montesquieu, la virtù, cioè l'amor di patria e dell'uguaglianza; il principio della monarchia è l'onore ossia l'ambizione personale; il principio del dispotismo, la paura che infonde nei cuori dei sudditi. La repubblica è la forma di governo in cui il popolo è al tempo stesso monarca e suddito; il popolo fa le leggi e elegge i magistrati, detenendo sia la sovranità legislativa sia quella esecutiva. Al polo opposto della repubblica vi è il dispotismo, nel quale una singola persona accentra in sé tutti i poteri e di conseguenza lede la libertà dei cittadini. Montesquieu fa trasparire profonda avversione per ogni forma di dispotismo, poiché sono le leggi a doversi conformare alla vita dei popoli e non viceversa. Montesquieu fu grande ammiratore del sistema inglese. Infatti in Gran Bretagna regnava un sistema di separazione dei poteri che garantiva il più alto livello di libertà al mondo. A differenza di come spesso si dice, Montesquieu non aspira a traghettare in Francia il modello rappresentativo inglese. Egli si oppone all'assolutismo auspicando la riconquista di uno spazio per quei poteri intermedi di origine feudale, come i parlamenti, che detenevano il potere giudiziario in Francia e che l'avanzare dell'assolutismo aveva progressivamente svuotato. Il filosofo si pone così come difensore di istituzioni che avevano fatto il loro tempo, ma pur con uno sguardo nostalgico verso il passato egli apre la strada alla politica moderna perfezionando la teoria della separazione dei poteri già presente in Locke. La tesi fondamentale - secondo Montesquieu - è che può dirsi libera solo quella costituzione in cui nessun governante possa abusare del potere a lui affidato. Per contrastare tale abuso bisogna far sì che "il potere arresti il potere", cioè che i tre poteri fondamentali siano affidati a mani diverse, in modo che ciascuno di essi possa impedire all'altro di esorbitare dai suoi limiti e degenerare in tirannia. La riunione di questi poteri nelle stesse mani, siano esse quelle del popolo o del despota, annullerebbe la libertà perché annullerebbe quella "bilancia dei poteri" che costituisce l'unica salvaguardia o "garanzia" costituzionale in cui risiede la libertà effettiva. "Una sovranità indivisibile e illimitata è sempre tirannica". L'argomento della libertà è sicuramente molto importante, però questa parola, secondo il filosofo, è spesso confusa con altri concetti, come, ad esempio, quello dell'indipendenza. Nella democrazia sembra che il popolo possa fare quello che vuole, il potere del popolo è confuso così con la libertà del popolo; la libertà è infatti il diritto di fare ciò che le leggi permettono. Se un cittadino potesse fare ciò che le leggi proibiscono non ci sarebbe più libertà. La libertà politica è quella tranquillità di spirito che la coscienza della propria sicurezza dà a ciascun cittadino; e condizione di tale libertà è un governo organizzato in modo che nessun cittadino possa temere un altro. In ogni Stato vi sono 2 poteri: il potere legislativo, il potere esecutivo. In forza al primo, il popolo, o la nobiltà, hanno il diritto di fare le leggi o far abrogare quelle fatte dalla controparte. In forza al secondo, il monarca, fa eseguire rapidamente il potere legislativo e amministra la giustizia. "Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente": partendo da questa considerazione Montesquieu traccia la teoria della separazione dei poteri, analizzando in particolare il modello costituzionale inglese. Tale teoria, divenne, grazie all'opera di Montesquieu, una delle pietre miliari di tutte le costituzioni degli stati sorti dopo il 1789. Montesquieu nei suoi scritti fa notare ai lettori i casi in cui si calpesta la libertà dei cittadini; il potere legislativo e quello esecutivo non possono mai essere accomunati sotto un'unica persona o corpo di magistratura, perché in tale caso potrebbe succedere che il monarca oppure il senato facciano leggi tiranniche e le eseguano di conseguenza tirannicamente. Neanche il potere giudiziario può essere unito agli altri due poteri: i magistrati non possono essere contemporaneamente legislatori e coloro che applicano – in qualità di magistrati – le leggi. Così, ovviamente i legislatori non possono essere contemporaneamente giudici: avrebbero un immenso potere che minaccerebbe la libertà dei cittadini. Montesquieu sostiene la validità del sistema giudiziario francese, affidato ai parlamenti. Un'unica classe sociale, la nobiltà di Toga, detiene questo potere attraverso la venalità delle cariche che ne garantisce l'autonomia. Montesquieu riflette inoltre sui rappresentanti del popolo. «Poiché, in uno Stato libero, qualunque individuo che si presume abbia lo spirito libero deve governarsi da sé medesimo, bisognerebbe che il corpo del popolo avesse il potere legislativo. Ma siccome ciò è impossibile nei grandi Stati, e soggetto a molti inconvenienti nei piccoli, bisogna che il popolo faccia per mezzo dei suoi rappresentanti tutto quello che non può fare da sé». Conviene quindi che gli abitanti si scelgano un rappresentante, capace di discutere gli affari, che possa dare voce al popolo nell'ambito del potere legislativo. La nazione è quindi espressa dai suoi rappresentanti, cittadini più interessati alla cosa pubblica, che devono informare sui bisogni dello stato, sugli abusi che si riscontrano e sui possibili rimedi. Sicuramente sarebbe molto più democratico dare la parola ad ogni cittadino, ma si incapperebbe in lungaggini e tutta la forza della nazione rischierebbe di essere arrestata per il capriccio di un singolo. Inoltre è necessario che i rappresentanti siano eletti periodicamente e che ogni cittadino nei vari distretti abbia il diritto di esprimere il suo voto per eleggere il deputato. Montesquieu però prefigura una limitazione del diritto di voto, nega tale diritto a chi non è proprietario o in una situazione assimilabile a quella di proprietario, dotato di averi, quindi si basa su una marcata differenziazione di stratificazione sociale. Tutto questo sembra limitativo, ma in seguito lo sviluppo del reddito reso possibile dalla società industriale, dai commerci, dall'artigianato imprenditoriale, farà aumentare il numero di cittadini rappresentanti interessati alla stabilità dello stato, permettendo gradualmente l'estensione del voto sino al suffragio universale. Così Montesquieu spiega la divisione dei poteri e definisce le rispettive sfere di attribuzioni: In questo modo Montesquieu conclude il suo libro: Possiamo dire che lo studio che il giurista lascia delle istituzioni di popoli diversi e lontani nel tempo e nello spazio ha come intento fondamentale quello di identificare i fini in base ai quali gli uomini si organizzano in forme politiche e sociali originali. Esiste per l'autore un senso per ogni istituzione. Montesquieu vede lo stato come un organismo che tende alla propria autoconservazione, nel quale le leggi riescono a mediare tra le diverse tendenze individuali in vista del perseguimento di un obiettivo comune. L'arte di creare una società e di organizzarla compiutamente è per Montesquieu l'arte più alta e necessaria, in quanto da essa dipende il benessere necessario allo sviluppo di tutte le altre arti. Voci correlate Montesquieu Separazione dei poteri Altri progetti Collegamenti esterni Opere filosofiche di autori francesi Saggi di filosofia politica Saggi di Montesquieu
La stazione di Santa Maria di Licodia Centro, è una stazione ferroviaria sotterranea posta sulla ferrovia Circumetnea, essa serve i quartieri centrali del paese di Santa Maria di Licodia. Storia Nell'ambito del progetto di ammodernamento della tratta ferroviaria Paternò-Adrano, nel 2009 furono avviati i lavori di costruzione delle nuove stazioni di Santa Maria di Licodia Sud, Santa Maria di Licodia Centro, Adrano Cappellone, Adrano Centro (la quale sostituì la vecchia stazione di Adrano), Adrano Naviccia e Adrano Nord. La stazione di Santa Maria di Licodia Centro, è di costruzione ex novo, e fu inaugurata l'11 Settembre 2010, in concomitanza con l'apertura della nuova variante della lunghezza complessiva di 4.3 km, e per l'occasione, l'automotrice ADe 18 (appartenente alla serie delle ADe 11-20), la quale era stata da poco revampizzata (e in occasione di questo, fu denominata "La Prima"), effettuò una corsa speciale. La nuova stazione di Santa Maria di Licodia Centro, fu costruita in modo da poter essere convertita per lo scartamento ordinario, per il transito della Metropolitana di Catania. Movimento La stazione di Santa Maria di Licodia Centro è servita da treni in servizio fra Catania e Riposto. Note Santa Maria di Licodia Santa Maria di Licodia Centro
The Cave - Acqua alla gola (in thailandese: Nang Non, ) è un film d'azione thailandese del 2019 sul salvataggio nella grotta di Tham Luang del 2018 nella provincia di Chiang Rai, in Thailandia, scritto e diretto da Tom Waller e coprodotto da Waller e Allen Liu. La storia è scritta dal punto di vista di diverse persone coinvolte nell'operazione di salvataggio e presenta il subacqueo Jim Warny e altri nelle vesti di se stessi. Il film è stato presentato in anteprima al Busan International Film Festival 2019 ed è uscito in Thailandia il 21 novembre 2019. Trama Il film copre gli eventi del salvataggio nella grotta del 2018, concentrandosi su diverse persone che hanno contribuito allo sforzo di salvataggio, tra cui il produttore di pompe per l'acqua Nopadol Niyomka, il Thai Navy SEAL in pensione Saman Kunan e, in particolare, il subacqueo in grotta irlandese Jim Warny. Produzione Il film è stato prodotto dalla De Warrenne Pictures di Waller, con sede a Bangkok. Waller ha iniziato a lavorare al film subito dopo gli eventi realmente accaduti nel giugno-luglio 2018 e ha deciso di filmare la storia dopo aver incontrato Warny in Irlanda. Ha scritto la sceneggiatura con Don Linder e Katrina Grose, concentrandosi su "gli eroi non celebrati: come hanno sentito per la prima volta cosa stava succedendo, come hanno reagito e hanno abbandonato tutto per correre in aiuto". Diverse persone coinvolte nello sforzo sono comparse personalmente nel film. La maggior parte delle riprese si è svolta da ottobre 2018 a gennaio 2019, ma solo nel febbraio successivo Waller ha ottenuto il permesso di girare nella grotta di Tham Luang Nang Non. La maggior parte delle scene in grotta sono state girate in altre grotte della Thailandia e su un set costruito sopra una piscina. Il film è stato il primo sul salvataggio ad essere realizzato, mentre i diritti esclusivi sulle storie dei ragazzi erano stati venduti a Netflix. Pubblicazione e ricezione Il film è stato presentato in anteprima al Busan International Film Festival il 5 ottobre 2019 ed è stato proiettato al Vancouver International e al BFI London Film Festival prima della sua uscita in Thailandia il 21 novembre. Ha incassato 1,1 milioni di baht (US ) nel suo giorno di apertura, ed è stato il secondo film più visto in quella settimana, dopo Frozen 2, che ha incassato 9,92 milioni. L'accoglienza della critica al film è stata per lo più modesta. Scrivendo per The Hollywood Reporter, Elizabeth Kerr ha descritto il film come "un dramma di salvataggio tecnicamente abile ma privo di emozioni". Wendy Ide ha scritto su Screen International: "Come il salvataggio in grotta, il film non è il disastro che avrebbe potuto essere. Ma è ben lungi dall'ottenere un trionfo equivalente." Secondo il Bangkok Post, Kong Rithdee scrive "la storia si sente sottile e senza profondità, a volte, ma in ultima analisi, il film giustifica la sua esistenza del tutto sufficiente." Note Collegamenti esterni Film girati nel Regno Unito
Chronos-Deep è un manga scritto e disegnato da Yu Aikawa e pubblicato su Comic Zero Sum della Ichijinsha dall'aprile 2010 al giugno 2012, con cadenza mensile, per un totale di 26 capitoli raccolti in seguito in tre volumi tankōbon. Trama Nanasawa Io è un giovane studente che ha perso i genitori e la sorella nell'incendio che devastò casa sua. Le persone attorno a lui lo vedono come un mostro tormentato da una maledizione, la stessa che ha devastato casa sua e gli attribuiscono la colpa dell'incendio. Alcuni inoltre l'hanno visto parlare da solo o con una strana ombra che esce dal suo corpo. Un giorno incontra due ragazzi che cacciano i kagetsuki, ombre che si impossessano dei corpi umani per trarne nutrimento, e si unisce a loro nella caccia a queste creature nell'organizzazione Titans. Terminologia Kagetsuki: ombre che si impossessano di un corpo umano arrivando ad assumerne il completo controllo per nutrirsi della loro energia vitale. Maestro d'Ombra: umano in cui risiede un'ombra che non è riuscita a possederlo. Il maestro riesce ad utilizzare il potere dell'Ombra cedendo parte della sua energia vitale. Titans:organizzazione composta da maestri d'ombra che si batte per debellare i kagetsuki. Personaggi Io Nanasawa Hatsuki Koyomi Fukamachi Meguru Takato Kei Kaninaga Shou Kaninaga Riku Kiririn Saki Ombre Chronos: l'ombra bianca di Io Nanasawa che ha il potere di controllare le fiamme. Krei: l'ombra di Hatsuki. Thetys: l'ombra di Koyomi. Cean: l'ombra di Meguru, utile per ricercare informazioni viste le sue ridotte dimensioni. Mnemosyne: l'ombra di Saki, utile per la ricerca delle informazioni. Rhea: l'ombra di Kaninaga Shou con il potere di creare infinite copie di sé e possedere così innumerevoli corpi umani. Collegamenti esterni
Il monte Crocetta sul Col di Grado è una collina morenica situata a pochi passi dal centro di Bassano del Grappa, alla destra del fiume Brenta. Nello specifico il colle fa da confine tra i quartieri Angarano e XXV Aprile. Il suo nome deriva dal fatto che nel suo punto più alto si erge una croce di metallo di color rosso, rivolta verso il centro storico della città, in onore dei caduti. Attualmente, il monte è proprietà del comune di Bassano ed è un parco naturale ricco di piante e fiori tipici del luogo come ad esempio castagni, alberi da frutta, ulivi, orchidee. L'intera collina è segnata da sentieri sia del lato nord che da quello sud i quali portano verso la cima dove si apre uno spiazzo pianeggiante. Al centro della parte superiore del monte si erge un'antica costruzione che un tempo fungeva da torretta di controllo sulla città; ora l'edificio è stato ristrutturato e ospita un Bar, luogo di ritrovo di molti giovani in particolare nel periodo estivo data la sua terrazza esterna da dove si può ammirare il panorama su Bassano. L'accesso per le macchine, invece, è da Strada Rivana che costeggia la parte nord del colle. Crocetta Bassano del Grappa
*Ôþalan (in italiano "patrimonio") è il nome proto-germanico ricostruito della runa del Fuþark antico o (carattere Unicode ᛟ). Tale runa compare anche nel Fuþorc anglosassone e frisone con il nome di Ēðel. Altri nomi con cui ci si riferisce alla runa sono Odal, Othila e Othala. Può essere derivata da una variante della lettera o dell'alfabeto retico, a sua volta collegata all'Ω greca. Il nome della corrispondente lettera nell'alfabeto gotico (, 𐍉) è oþal. Il termine oþal (radice di oþalan, alto tedesco antico uodal) è un elemento che compare in diversi nomi germanici, come "Udalrico". Anche i nomi provenienti dall'inglese come "Edmondo" che presentano il prefisso ed (dall'antico inglese ead), i nomi tedeschi come "Otto" o quelli che cominciano con adal- o od- sono tutti ricollegati a oþalan. Significato antico La runa oþalan era spesso collegata alla proprietà, all'eredità, al benessere ed alla prosperità. In particolare era associata al concetto di eredità nell'antica legislazione scandinava sulla proprietà; alcune di queste leggi sono ancora in vigore oggi, e governano la proprietà norvegese (come l'Åsetesrett, che garantisce il passaggio di proprietà dal padre al primogenito, e l'Odelsrett, che regola l'allodio). Nelle iscrizioni runiche su oggetti, anteporre una runa oþalan ad un nome di persona significava affermare che l'oggetto apparteneva a tale persona. Poemi runici La oþalan compare solamente nel poema runico anglosassone (non esistendo nell'alfabeto Fuþark recente) con il nome di Eþel. Usi recenti La runa oþalan fu il simbolo dei cittadini di etnia tedesca (Volksdeutsche) della 7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division "Prinz Eugen", che operò durante la seconda guerra mondiale nello Stato Indipendente di Croazia (fantoccio della Germania nazista). La oþalan è stata usata dal gruppo neofascista italiano Avanguardia Nazionale di Stefano Delle Chiaie, dal gruppo neonazista tedesco Wiking-Jugend, dal gruppo terrorista sudafricano Boeremag, dallo Young BNP inglese e dalla Nationalist Coalition statunitense. Oþal era anche il nome di un periodico mensile nazista. La runa oþalan è stata utilizzata, come molte altre, anche nel Neopaganesimo germanico senza implicazioni politiche. La oþalan è anche nella bandiera e nel nome dell'organizzazione teodista Œðelland. Note Voci correlate Etenismo Altri progetti Alfabeto runico
La cariatide (detta anche canèfora) è una scultura utilizzata come colonna (ma anche lesena o parasta), che rappresenta una figura femminile. Le figure maschili con la stessa funzione prendono invece il nome di telamone o atlante. Storia e funzione Secondo l'architetto romano Vitruvio, che ne parla già all'inizio del primo libro del suo De Architectura, il nome (karyatis) significherebbe "donna di Karyes": le donne di quella città del Peloponneso sarebbero infatti state rese schiave, pur mantenendo le loro vesti e attributi matronali, dopo la sconfitta e la distruzione della loro patria, come punizione per l'appoggio fornito ai Persiani. In seguito gli architetti greci le avrebbero raffigurate come sorreggenti il peso dell'edificio, per tramandare il ricordo dell'evento. La spiegazione di Vitruvio va tuttavia correlata con le realizzazioni antecedenti alle guerre tra Greci e Persiani, che si svolsero all'inizio del V secolo a.C.. L'architettura greca le aveva infatti già raffigurate nel secolo precedente (tesoro dei Sifni nel santuario di Apollo a Delfi). In occidente le più antiche sono quelle rinvenute in Sicilia nell’antica città di Iaitas sul Monte Jato e risalgono al V secolo a.C. Le stesse celeberrime cariatidi dell'Eretteo, sull'Acropoli di Atene, a cui probabilmente Vitruvio aveva pensato, non sembrano tradire la fatica derivante dal reggere il peso ma sembrano piuttosto rappresentare delle imperturbabili korai. Il loro nome deriva forse invece da quello delle fanciulle danzanti della città di Karya, famosa per i suoi cori annuali . Le cariatidi dell'Eretteo vennero in seguito copiate sull'attico dei portici del Foro di Augusto a Roma e da qui di nuovo imitate, ma come rilievi, per la decorazione del foro provinciale di Mérida, in Spagna (Augusta Emerita, capitale della provincia romana di Lusitania). Copie delle cariatidi dell'Eretteo furono ancora utilizzate per la decorazione del Canopo a Villa Adriana. Le fonti riportano anche la presenza di cariatidi nel primo Pantheon augusteo. Nell'arte romanica la frequente applicazione della figura umana alla decorazione architettonica produce alcuni esempi di figure utilizzate come sostegni (ad esempio "capitello delle tre cariatidi" all'esterno del Duomo di Modena). In epoca rinascimentale il motivo viene nuovamente ripreso insieme a molti altri elementi decorativi di origine classica. Un esempio si trova nel ninfeo eseguito da Bartolomeo Ammannati per Villa Giulia a Roma, del papa Giulio III. La ricerca di una sovrabbondanza decorativa ne favorì l'uso durante il Seicento e il Settecento (un esempio nella facciata della Casa degli Omenoni e un altro nel cortile di Palazzo Marino a Milano), e il motivo fu ampiamente utilizzato anche in ambito neoclassico. Voci correlate Telamone (architettura) Stiloforo Altri progetti Collegamenti esterni Cariatidi, telamoni ed erme (da Joaquín Lorda Classical Architecture. The Grand Manner. The Western System to Achieve Sately Buildings (A draft of a) History of the Architectural Composition, sul sito della Scuola di Architettura dell'Università di Navarra, cattedra di Storia dell'Architettura) Elementi architettonici decorativi di origine classica Sculture a soggetto mitologico
Su e giù per il tempospazio (The Seeds of Time) è un'antologia di racconti di fantascienza del 1956 dello scrittore britannico John Wyndham. Racconti Barney's Cars (Pawley's Peepholes) - Turisti dal futuro vengono a curiosare il nostro presente Storia di Bert (Time To Rest) - La terra è esplosa e i pochi superstiti convivono con i marziani Meteorite (Meteor) - Fuggiti dal loro pianeta morente arrivano sulla terra Sopravvivenza (Survival) - Un'astronave danneggiata: chi sopravviverà? Cronoclasma (Chronoclasm) - Una storia d'amore fra presente e futuro Circuito di compassione (Compassion Circuit) - È meglio un robot o un essere umano? Controparte (Opposite Number) - I nostri doppioni vengono a trovarci dal futuro Marziana idiota (Dumb Martian) - La marziana acquistata come schiava e il suo padrone Nella versione italiana sono assenti i racconti Wildflower (i contrasti fra natura e tecnologia) e Pillar to Post (un paraplegico trova il suo corpo ottimale nel futuro). Edizioni Edito dalla Penguin Books nel Regno Unito nel 1956, in Italia, con traduzione di Laura Serra, il romanzo fu pubblicato dalla Arnoldo Mondadori Editore nel gennaio 1981 nel numero 871 della collana Urania con copertina di Karel Thole, e ristampato nel febbraio 1994 nel numero 203 della Classici Fantascienza, con copertina di David Schleinkofer e nel settembre 1994 nel numero 19 della collana I Libri di Urania. Collegamenti esterni Opere di John Wyndham Raccolte di racconti di fantascienza
Gingoog è una città componente delle Filippine, situata nella Provincia di Misamis Oriental, nella Regione del Mindanao Settentrionale. Gingoog è formata da 79 baranggay: Agay-ayan Alagatan Anakan Bagubad Bakidbakid Bal-ason Bantaawan Barangay 1 (Pob.) Barangay 2 (Pob.) Barangay 3 (Pob.) Barangay 4 (Pob.) Barangay 5 (Pob.) Barangay 6 (Pob.) Barangay 7 (Pob.) Barangay 8 (Pob.) Barangay 9 (Pob.) Barangay 10 (Pob.) Barangay 11 (Pob.) Barangay 12 (Pob.) Barangay 13 (Pob.) Barangay 14 (Pob.) Barangay 15 (Pob.) Barangay 16 (Pob.) Barangay 17 (Pob.) Barangay 18 (Pob.) Barangay 18-A (Pob.) Barangay 19 (Pob.) Barangay 20 (Pob.) Barangay 21 (Pob.) Barangay 22 (Pob.) Barangay 22-A (Pob.) Barangay 23 (Pob.) Barangay 24 (Pob.) Barangay 24-A (Pob.) Barangay 25 (Pob.) Barangay 26 (Pob.) Binakalan Capitulangan Daan-Lungsod Dinawehan Eureka Hindangon Kalagonoy Kalipay Kamanikan Kianlagan Kibuging Kipuntos Lawaan Lawit Libertad Libon Lunao Lunotan Malibud Malinao Maribucao Mimbuntong Mimbalagon Mimbunga Minsapinit Murallon Odiongan Pangasihan Pigsaluhan Punong Ricoro Samay San Jose San Juan San Luis San Miguel Sangalan Santiago Tagpako Talisay Talon Tinabalan Tinulongan Note Altri progetti Collegamenti esterni Comuni della provincia di Misamis Oriental Città delle Filippine
Biografia Seguendo le orme del padre, il canonista Giovanni d'Andrea, conseguì il dottorato, nel 1309, in diritto civile e subito dopo in diritto canonico. Prese parte della vita comunale bolognese ricoprendo il ruolo di membro della commissione, al fianco del cognato Filippo Formaglini, a cui era demandato l'esame dei beni dei cittadini banditi. In quegli anni, si affermò al potere la famiglia Pepoli la quale contava numerosi avversari: tra di essi compare anche Bonincontro, che prese parte della congiura escogitata nel marzo del 1338 da Muzzarello da Cuzzano e che venne scoperta prima di essere messa in atto. Bonincontro in questa occasione, insieme a tanti altri oppositori, riuscì a sfuggire, a differenza di Mengozzo Ghislieri che venne catturato; dal verbale dell'interrogatorio di quest'ultimo emerge la volontà della signoria di una pena esemplare. Le notizie relative a Bonincontro non forniscono notizie del luogo o della professione svolta dallo stesso dopo la fuga da Bologna prima di ritrovarlo a Padova, nel 1347 circa, come sindaco dell'universitas dei giuristi, mentre l'anno seguente risulta essere decretorum doctor per lo studio patavino nonché membro della commissione per le prove di dottorato. Qualche anno più tardi, nel 1350, con Ranieri Cattani di Castel San Pietro progettò una seconda congiura contro i Pepoli; il piano prevedeva l'uccisione di Iacopo e Giovanni Pepoli per mano dei due e dell'invasione nel comune di Bologna dell'esercito del conte di Romagna. Per l'ennesima volta il complotto venne smascherato prima dell'avvenimento, portando all'uccisione dei due. Della vita privata di Bonincontri poche sono le informazioni a riguardo: risulta essere sposato nel 1321 con Margherita Lustignani, dalla quale ebbe una figlia, Mea. Il padre, Giovanni d'Andrea, morto prima dell'uccisione del figlio, aveva lasciato come eredi universali, a lui e al fratello Federico, il proprio patrimonio. Opere Tractatus de appellationibus, in Repetitiones super libro Decretorum, Venezia, 1496. Tractatus de accusationibus et inquisitionibus, in Repetitiones super libro Decretorum, Venezia, 1496. Privilegiis et immunitate clericorum De interdicto. Tractatus Universi Iuris, Venezia, 1584. Repetitiones super libro Decretorum, Venezia, 1496. Manoscritti Note Bibliografia Altri progetti
Un ponte per Terabithia (Bridge to Terabithia) è un romanzo per ragazzi scritto da Katherine Paterson nel 1976. La Paterson scrisse il libro per aiutare suo figlio a superare il dolore per la morte di una sua carissima amica vicina di casa, morta nell'agosto del 1974. Dal libro sono stati tratti due film, Bridge to Terabithia nel 1985 e Un ponte per Terabithia nel 2007, con AnnaSophia Robb e Josh Hutcherson. Trama Il libro illustra la vita di un ragazzo di buone capacità artistiche, Jess Aarons, e le difficoltà della sua vita familiare, i suoi doveri nella fattoria di famiglia e le continue agitazioni causate delle sue quattro sorelle. Ha i capelli color paglierino e le gambe lunghe. Leslie Burke è una ragazza intelligente e ricca che si è appena trasferita nella "vecchia casa dei Perkins" lungo la stessa strada. Inizialmente Jess è freddo nei suoi confronti. Dopo essersi allenato per tutta l'estate per diventare il corridore più veloce della sua classe, è infuriato quando lei lo supera in una corsa. Jess è disturbato anche da tormentatori o rivali in classe. Attende con impazienza l'inizio della lezione di musica a causa della sua infatuazione per la bellissima giovane insegnante, miss Edmunds. Ma prova anche sempre più simpatia per Leslie, eccentrica e ostracizzata, con la quale sviluppa un'amicizia. Si meraviglia del modo in cui le piace davvero leggere e scrivere, non solo per impressionare la loro insegnante, e il modo in cui fa sembrare la corsa bella e senza sforzo (anche se non lo ammetterebbe mai). In una giornata di sole, Jess e Leslie usano una corda per superare un torrente e decidono di progettare un santuario immaginario libero dai fardelli e dalle sofferenze della vita quotidiana. Regnano come monarchi, chiamando il loro regno Terabithia (nome che presenta forte assonanza con Terebinthia, un'isola delle Cronache di Narnia di C. S. Lewis) e costruiscono un piccolo rifugio in cui fantasticare sulle loro avventure. A scuola, Jess e Leslie sono osteggiati da una ragazza più grande di nome Janice Avery, la quale, tra l'altro, ha rubato un pacchetto di Twinkies dal pranzo di May Belle, sorella minore di Jess. Decidono di farle uno scherzo: le scrivono una lettera romantica a nome di Willard Hughes, un ragazzo che piace a Janice, mettendola in imbarazzo. Il piano ha successo: Hughes la espone alla pubblica mortificazione. Più tardi, Leslie sente i suoi singhiozzi nel bagno delle ragazze. Si scopre che suo padre la picchia duramente: questo spiega la sua difficoltà a relazionarsi con le altre persone. Inoltre ha confidato i suoi problemi alle sue due "migliori amiche", Wilma e Bobby Sue, che hanno diffuso le voci in tutta la scuola. A questo punto, sia Jess che Leslie sviluppano simpatia e persino l'inizio di un'amicizia con Janice. Nel frattempo, anche il legame di Leslie con Jess aumenta notevolmente, e insieme continuano a indulgere nei piaceri derivanti da Terabithia. Adottano un cucciolo di nome Prince Terrien, abbreviato in P.T. Un giorno, a Terabithia, Jess confida a Leslie di dover andare in chiesa per Pasqua e, non avendone nessuna voglia, le chiede se può venirci con lui. Lei accetta con riluttanza e quindi ci vanno insieme. Dopo la messa, Leslie chiede cosa succede a chi non crede in Dio. May Belle, spaventata, asserisce che Dio la manderà all'inferno. La guardano scioccati e Jess le dice che Dio non va in giro a mandare la gente all'inferno. Dopo essere stato invitato da miss Edmunds ad una visita ad un museo d'arte, Jess accetta l'offerta senza avvisare preventivamente Leslie o i suoi genitori (chiede il permesso a sua madre mentre lei è mezza addormentata). Si rivela una giornata perfetta, ma al ritorno a casa è inorridito nell'apprendere che, in sua assenza, Leslie ha tentato di raggiungere Terabithia da sola: la corda si è rotta e la ragazzina cadendo ha battuto la testa contro una roccia, per poi annegare nel torrente. Il ragazzo, scioccato, incapace di assorbire o accettare l'impatto o l'orrore di quella morte improvvisa, nega il proprio dolore e persino la sua esistenza. È terrorizzato dal fatto che Leslie possa essere condannata all'eterna dannazione a causa dei suoi dubbi sulla religione rivelati a Pasqua. Suo padre lo rassicura dicendogli che Dio non è così ingiusto. Dopo aver faticosamente accettato l'inevitabilità della morte di Leslie, è rattristato ancora di più dal dolore mostrato dai genitori di lei, che hanno deciso di tornare alla loro precedente casa in Pennsylvania. Jess decide di rendere omaggio a Leslie creando una corona funebre, piegando un ramo di pino in un cerchio. Lasciandolo nella loro speciale pineta a Terabithia, trova May Belle terrorizzata a metà del torrente - dopo aver tentato di seguirlo sull'albero caduto col quale era solito raggiungere Terabithia dopo la rottura della corda - e la aiuta a tornare sull'altra riva. I Burke gli regalano un po' di legname (da restauri interrotti) che si stanno lasciando alle spalle, che usa per costruire un ponte più permanente, anche se rudimentale. Sceglie di riempire il vuoto lasciato dalla morte di Leslie facendo di May Belle la nuova regina di Terabithia, permettendole di condividere il suo santuario che era stato il segreto di Jess e Leslie. Quindi, le dice di tenere la sua "mente aperta" e tutti gli abitanti di Terabithia accolgono la loro nuova sovrana. Riconoscimenti Il romanzo ha ricevuto diversi riconoscimenti sia in patria che all'estero, tra cui una Medaglia Newbery. È inoltre risultato ottavo nella lista stilata dall'American Library Association dei 100 libri più contestati nelle biblioteche americane nel periodo 1990-1999 e rispettivamente ottavo e decimo per gli anni 2002 e 2003. Edizioni Note Collegamenti esterni Romanzi per ragazzi Romanzi di autori statunitensi
Money Trees è un brano musicale del rapper statunitense Kendrick Lamar, pubblicato come quinta traccia nel secondo album in studio Good Kid, MAAD City. La traccia ha visto la collaborazione del rapper Jay Rock. Descrizione La canzone, prodotta da DJ Dahi, presenta i cori della cantante statunitense Anna Wise e un campione della canzone dei Beach House Silver Soul, tratta dal loro album del 2010 Teen Dream. Il 2 giugno 2015, Jay Rock ha pubblicato il sequel del brano, intitolato Money Trees Deuce senza la partecipazione di Lamar. Accoglienza La canzone ha ricevuto un grande plauso dalla rivista XXL soprattutto per la strofa rappata da Jay Rock. Anche Complex ha elogiato la strofa di Rock, classificandola come decima tra migliori versi del 2012 eseguiti da artisti ospiti in un brano. Ernest Baker e Andrew Martin hanno definito la parte «stellare», aggiungendo che il verso «parla di una vita criminale che si scontra con una persona affranta e distrutta dalla povertà». Successo commerciale Nonostante il brano non fosse stato pubblicato come singolo, la canzone è rimasta sette settimane nelle classifiche statunitensi e ha raggiunto il numero 119 nella classifica Hot 100 degli Stati Uniti. Tracce Classifiche Classifiche settimanali Classifiche di fine anno Note Collegamenti esterni
Il mazzapicchio (Bec de Corbin "Becco di corvo" in lingua francese) è un tipo di arma inastata divenuto molto popolare durante il Medioevo europeo. Descrizione Molto simile all'azza (chiamata appunto bec de faucon, "becco di falcone" in francese) si compone di una testa di martello, sormontata da una cuspide a sezione romboidale, fronteggiata, sul posteriore, da una "penna" simile alla punta di un piccone, montata su di un'asta d'altezza variabile. Diversamente dal martello d'armi, il mazzapicchio veniva principalmente utilizzato per colpire con la sua punta di piccone e la testa di martello serviva per il bilanciamento del colpo e per imprimere maggior peso all'urto di sfondamento. Il termine mazzapicchio indica spesso un insieme di armi molto diverse tra loro: il mazzapicchio propriamente detto, il maglio, il martello d'armi ed il picco d'armi. Varianti Martello di Lucerna Bibliografia Voci correlate Mazzapicchio (araldica) Martello d'armi Collegamenti esterni Armi medievali Armi inastate Armi bianche dell'Europa non mediterranea Martelli da guerra
Paco de Lucía è una stazione della Metropolitana di Madrid, capolinea della linea 9. Si trova tra calle Costa Brava e calle Monasterio de El Pilar, nel quartiere Mirasierra del distretto Fuencarral-El Pardo di Madrid, sotto alla stazione di Paco de Lucía che darà servizio alle linee C3, C7 e C8 delle Cercanías di Madrid. La stazione si sarebbe dovuta chiamare Costa Brava per la vicinanza all'omonima strada ma, a seguito della scomparsa del compositore Paco de Lucía il 25 febbraio 2014, il governo regionale decise di omaggiare l'artista dedicandogli la stazione. L'interno della stazione è decorato da un murale di arte urbana realizzato dagli artisti Okuda e Rosh333; le pareti sono rivestite di vitrex arancione. Storia La stazione è stata inaugurata il 25 marzo 2015 come nuovo capolinea della linea 9. Adif sta costruendo, sopra la stazione della metropolitana, una fermata ferroviaria che servirà le linee C-3, C-7 e C-8 delle Cercanías di Madrid e che sarà inaugurata prevedibilmente nel novembre 2015. Con questo ampliamento, la linea 9 è diventata la seconda linea più lunga dell'intera rete, dopo linea 12, potendo contare su 29 stazioni distribuite su 39,5 km. Accessi Vestibolo Costa Brava Costa Brava Calle Costa Brava, 18 Ascensor Calle Costa Brava, 18 Note Voci correlate Paco de Lucía Stazione di Paco de Lucía Altri progetti Collegamenti esterni Stazioni della metropolitana di Madrid
Vai alla grande è un film del 1983 diretto da Salvatore Samperi. Trama Giorgio è un giovane di belle speranze; lui ed altri tre amici squattrinati, con la passione della barca a vela, si divertono a fare piccole burle in una cittadina della riviera adriatica. La vita di Giorgio e dei suoi amici scorre tranquilla tra scherzi e gare sulla barca a vela del loro amico Fernando, conte di Santa Silica. Un giorno il gruppo conosce Karin, ragazza di Berlino avviata alla prostituzione da un uomo senza scrupoli; Giorgio si innamora di lei entrando in competizione con il conte Fernando e soprattutto con lo sfruttatore di Karin. Nel frattempo viene indetta una regata con un ricco premio in denaro per il vincitore; il gruppo tenta di procurarsi l'occorrente per partecipare. Alla fine i quattro ragazzi riescono ad avere la meglio sul malvivente e la sua banda di scagnozzi, Giorgio conquista Karin e, con l'aiuto di Fernando, può partecipare alla regata. Produzione Il film è stato girato in pieno inverno lungo la riviera adriatica e Gabicce Mare nelle Marche. Collegamenti esterni Film commedia Film diretti da Salvatore Samperi
La cerimonia di premiazione della 35ª edizione dei Premi Goya si è tenuta il 6 marzo 2021 al Teatro del Soho a Malaga ed è stata presentata da Antonio Banderas e María Casado. A causa della Tempesta Filomena le nomination sono state annunciate il 18 gennaio 2021. Il film che ha ottenuto più nomination è Adú (regia di Salvador Calvo), candidato 13 volte e 4 volte vincitore. Vincitori e candidati I vincitori sono indicati in grassetto, a seguire gli altri candidati. Sono indicati i titoli spagnoli. Miglior film Las niñas, regia di Pilar Palomero La boda de Rosa, regia di Icíar Bollaín Sentimental, regia di Cesc Gay Adú, regia di Salvador Calvo Ane, regia di David Pérez Sañudo Miglior regista Adú, regia di Salvador Calvo Baby, regia di Juanma Bajo Ulloa La boda de Rosa, regia di Icíar Bollaín Nieva en Benidorm, regia di Isabel Coixet Miglior attore protagonista Mario Casas - No matarás Javier Cámara – Sentimental Ernesto Alterio – Un mundo normal David Verdaguer – Uno para todos Miglior attrice protagonista Patricia López Arnaiz – Ane Amaia Aberasturi – Akelarre Kiti Mánver – El inconveniente Candela Peña – La boda de rosa Miglior attore non protagonista Alberto San Juan - Sentimental Álvaro Cervantes – Adú Sergi López – La boda de rosa Juan Diego Botto – Los europeos Miglior attrice non protagonista Nathalie Poza – La boda de rosa Juana Acosta - El inconveniente Verónica Echegui - Explota explota Natalia de Molina - Las niñas Miglior attore rivelazione Adam Nourou – Adú Chema del Barco – El plan Matías Janick - Storie pazzesche Fernando Valdivielso – No matarás Note Voci correlate Academia de las Artes y las Ciencias Cinematográficas de España (AACCE) Televisión Española TVE Internacional Collegamenti esterni Cinema nel 2021 Premi Goya
Alizadeh ha attirato l'attenzione quando ha rilasciato Brides for Sale, un video in cui rappa sulle figlie che vengono vendute in matrimonio dalle loro famiglie. Con l'aiuto di Rokhsareh Ghaem Maghami, una documentarista iraniana che per oltre tre anni ha documentato la sua notevole storia nel film Sonita, Alizadeh ha realizzato il video per sfuggire a un matrimonio che i suoi genitori stavano progettando per lei, anche se è illegale per le donne cantare pubblicamente in Iran, dove viveva all'epoca. Dopo aver pubblicato il video su YouTube, Alizadeh è stata contattata dal Strongheart Group, che le ha offerto un visto per studenti per studiare negli Stati Uniti, dove attualmente risiede. Biografia Infanzia Alizadeh è cresciuta a Herat in Afghanistan, durante il regime dei talebani. La sua famiglia ha pensato di venderla come sposa quando aveva 10 anni. Alizadeh ha detto che, all'epoca, non capiva perfettamente cosa significasse. La sua famiglia è invece fuggita in Iran per sfuggire ai talebani. In Iran, Alizadeh lavorava pulendo i bagni mentre lei stessa ha imparato a leggere e scrivere. In questo periodo Ispirandosi alla loro musica, ha iniziato a scrivere delle canzoni. Nel 2014, Alizadeh ha partecipato a un concorso americano per scrivere una canzone per convincere il popolo afghano a votare alle elezioni. Ha vinto un premio di 1.000 dollari, che Alizadeh ha inviato a sua madre, che si era trasferita in Afghanistan. Brides for Sale Poco dopo aver vinto il concorso, la madre di Alizadeh la invitò a tornare in Afghanistan, dicendole che aveva trovato un uomo che l'avrebbe comprata. Aveva 16 anni. Sua madre stava cercando di guadagnare 9.000 dollari in dote in modo che suo fratello maggiore potesse comprare una sposa e pensava di ottenere almeno 9.000 dollari vendendo la propria figlia. Dopo che Rokhsareh Ghaemmaghami, regista del documentario Sonita, ha pagato 2.000 dollari alla madre di Sonita e ha chiesto sei mesi di tempo per Sonita, ha scritto Brides for sale e Rokhsareh Ghaem Maghami ha girato il video musicale, che ha guadagnato molta attenzione internazionale. Il video non solo è stato popolare tra le donne in Afghanistan, ma ha anche attirato l'attenzione del gruppo no-profit Strongheart Group, che ha contattato Alizadeh per portarla negli Stati Uniti. Carriera Alizadeh vive a Washington D.C. e frequenta l'American University. Oltre a frequentare le lezioni, continua a scrivere canzoni. Il suo documentario, intitolato Sonita, è stato presentato in anteprima all'International Documentary Filmfestival Amsterdam nel novembre 2015. Il film ha ottenuto recensioni positive. Il film è stato iscritto al Sundance Film Festival e ha vinto il Gran Premio della Giuria; al Seattle International Film Festival, nel maggio 2016, il film ha fatto il tutto esaurito, con una risposta eccezionalmente buona. Riconoscimenti Dal 2016 è onorata come Giusta al Giardino dei Giusti di Milano. Note Altri progetti Collegamenti esterni Vincitori di MTV Europe Music Award
Biografia Fatemeh Sepehri è nata nel 1964. Sebbene le prime difficoltà le abbiano impedito di proseguire gli studi superiori, ha superato l'esame di ammissione nel 2004 all'età di 40 anni e ha conseguito una laurea in gestione aziendale presso la Ferdowsi University di Mashhad. La dichiarazione di 14 attivisti politici Sepehri e suo fratello Mohammad Hossein Sepehri sono due dei firmatari della Dichiarazione di 14 attivisti politici durante le proteste iraniane del 2017-2018 che chiedevano le dimissioni di Ali Khamenei dal suo incarico di leader supremo della Repubblica islamica e la sostituzione del regime con un governo democratico laico. Dopo aver firmato la lettera, Sepehri ha ricevuto molta attenzione a causa del fatto che il suo defunto marito aveva perso la vita durante la guerra Iran-Iraq. Di conseguenza, era conosciuta come la vedova di un martire. Le autorità iraniane non si aspettavano che la moglie di un martire con forti convinzioni religiose sollecitasse Khamenei a dimettersi e sostenesse un sistema di governo democratico laico per sostituire il regime della Repubblica islamica. Qualche settimana più tardi, Sepehri ha firmato insieme ad altre 13 donne un'altra lettera contro l'apartheid di genere che aveva cancellato i diritti di metà della popolazione. Poco dopo la pubblicazione delle due lettere, le autorità hanno arrestato Fatemeh Sepehri, suo fratello Mohammad Hossein e altri firmatari delle petizioni durante una protesta davanti all'Università islamica Azad di Mashhad. Fatemeh Sepehri è stata accusata di "condotta disordinata, incitamento a disordini e propaganda di menzogne" e condannata a cinque anni di carcere e 154 frustate. Alla fine ha ricevuto una sospensione condizionale della pena ed è stata rilasciata dal carcere dopo nove mesi. Arresti per l'attivismo Sepehri è stata nuovamente arrestata a Mashhad domenica 1° agosto 2021 durante una manifestazione pacifica a sostegno dei manifestanti nella provincia sudoccidentale del Khuzestan e per protestare contro l'accresciuto clima di insicurezza nel Paese. I manifestanti chiedevano anche il rilascio dei prigionieri politici. Le proteste per Mahsa Amini Durante un'ondata di arresti a seguito delle proteste per la morte di Mahsa Amini, Sepehri è stata arrestata il 21 settembre e portata in un luogo sconosciuto dopo che gli agenti di sicurezza hanno fatto irruzione nella sua casa. Poco prima, nella sua ultima intervista on line, Sepehri aveva detto: "Sono 44 anni che ci scambiamo le condoglkianze, ma le famiglie sono stanche di pingere. Oggi Mahsa Amini, domani un'altra. Sper con tutta me stessa che Ali Khamenei e tutti quelli legati a lui se ne vdano dal nostro bellissimo paese. Questi sono assassini". Il 23 ottobre 2022 la figlia di Sepehari ha pubblicato un video in cui si afferma che sua madre è stata tenuta in isolamento presso il centro di intelligence del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche di Mashhad dal suo arresto, e dopo aver sopportato più di un mese in isolamento riesce a malapena a parlare. L'appello della famiglia al sostituto procuratore del tribunale di Mashhad per trasferirla nel reparto generale è stato inefficace. Note Voci correlate Condizione della donna in Iran Proteste per la morte di Mahsa Amini
Genshin Impact () è un action RPG open world free-to-play sviluppato dalla software house cinese miHoYo, pubblicato il 28 settembre 2020 per Windows, iOS, Android e PlayStation 4 e il 28 aprile 2021 per PlayStation 5. È stata inoltre annunciata, senza una data di uscita, la versione per Nintendo Switch. La versione per Windows del gioco è pubblicata da Cognosphere a partire da dicembre 2021, un'azienda di proprietà di miHoYo con sede a Singapore; in seguito, dal 13 febbraio 2022, tutte le versioni del gioco non in lingua cinese sono passate sotto la pubblicazione di HoYoverse, altra sussidiaria di miHoYo nata al posto di Cognosphere proprio col compito di gestire e pubblicare i suoi prodotti fuori dalla Cina. Il gioco è diventato un successo finanziario: dopo due settimane, le vendite hanno superato i 100 milioni di dollari USA; dopo un mese, le entrate derivanti dalle sole versioni per dispositivi mobili del gioco sono state di 245 milioni di dollari USA. Trama Ambientazione Il gioco si svolge nel mondo di Teyvat, diviso in varie nazioni ognuna governata da un Archon, una divinità collegata ad un elemento e ad un ideale che viene adorato dal proprio popolo; fino a cinque secoli prima degli eventi del gioco esisteva anche Khaenri'ah, un nazione tecnologicamente avanzata i cui abitanti non veneravano alcun dio, che venne distrutta dagli dei e le cui rovine giacciono nel sottosuolo. Nei cieli di Teyvat sorge Celestia, un'isola volante dove dimorano le divinità (oltre agli Archon). Gli dei possono inoltre donare ad alcune persone particolarmente meritevoli una gemma, detta "Visione", che consente loro di utilizzare capacità legate all'elemento a cui appartiene - nonostante ciò, in rarissimi casi è possibile che qualcuno risvegli la Visione spenta di una persona defunta. Gli Archon inoltre posseggono ognuno un manufatto chiamato "gnosi", il quale consente loro di attingere al potere divino originato da Celestia. Prologo: Mondstadt I due gemelli Aether e Lumine, viaggiando per l'universo, arrivano a Teyvat durante la cataclismica distruzione di Khaenri'ah. Nel tentativo di andarsene, vengono intercettati da una misteriosa dea, che li attacca in nome dei "Princìpi celesti" e li cattura, separandoli. In questa fase, il giocatore sceglie chi dei due fratelli impersonerà nella trama; l'altro gemello si ritrova nella Teyvat distrutta, assistendone alla caduta ed alla rinascita, e ponendosi a capo dell'Ordine dell'Abisso, un'organizzazione che vuole sovvertire gli dei e i sopracitati "Princìpi celesti". Il gemello scelto rimane invece in una sorta di stasi, risvegliandosi cinque secoli dopo in una Teyvat completamente diversa. Il protagonista, soprannominato “Viaggiatore”, dopo aver vagato per mesi per Teyvat, incontra per caso Paimon, una sorta di fatina, che diventa la sua compagna di viaggio. I due, decidendo di incontrare i sette Archon, si dirigono verso la vicina città di Mondstadt, con l'obiettivo di parlare con i Sette Archon per saperne di più sul destino del gemello scomparso; scopre inoltre di poter manipolare gli elementi senza Visione. Lungo il cammino, il Viaggiatore incontra un giovane bardo in compagnia di un drago, che, allertato dalla presenza dei due estranei, fugge spaventato. Il Viaggiatore raggiunge Mondstadt e, quando il drago attacca la città, si unisce alle guardie cittadine, i Cavalieri di Favonius, nella lotta contro la bestia; a loro si aggiunge il bardo precedentemente incontrato, Venti, che rivela di essere l'Archon del vento Barbatos, e spiega che il drago, Dvalin, in passato un protettore di Mondstadt, venne corrotto ed è stato aizzato contro la città dall'Ordine dell'Abisso. Dopo diverse peripezie, Venti riesce a placare Dvalin ma Signora, l'ottava degli Undici Messaggeri dei Fatui, gli sottrae la gnosi. Una volta ripresosi dall'assalto, Venti consiglia al Viaggiatore di raggiungere in fretta il Porto di Liyue in quanto, di lì a poco, si sarebbe propiziata l'occasione di parlare con Morax, l'Archon della terra; inoltre lo mette in guardia dai Fatui e in particolare degli Undici Messaggeri, agenti scelti della Tsaritsa, l'Archon del ghiaccio di Snezhnaya che sono a caccia delle gnosi per conto della loro dea. Capitolo I: Liyue Il Viaggiatore e Paimon giungono al Porto di Liyue in tempo per l'annuale Rito della Discesa, in cui Morax si mostra al suo popolo; tuttavia, la forma draconica di Morax, l'Exuvia, cade senza vita dal cielo tra lo sconcerto generale. Timorosi di essere incolpati dell'omicidio, il Viaggiatore e Paimon accettano la protezione di Tartaglia, undicesimo degli Undici Messaggeri, e di Zhongli, un consulente funebre che sta supervisionando il funerale di Morax. Tartaglia approfitta della situazione per rubare la gnosi dall'Exuvia, per poi scoprire che quest'ultima è solo un fantoccio; il ragazzo decide pertanto di stanare il vero Morax liberando Osial, un antico dio suo nemico che minaccia di devastare il Porto di Liyue. Il mostro viene però sconfitto grazie agli sforzi congiunti del Viaggiatore, delle Sette Stelle (i mercanti nobili al governo di Liyue) e degli Adepti (antichi araldi semidivini di Morax). Il Viaggiatore si reca quindi da Zhongli, trovandolo assieme a Signora e Tartaglia; l'uomo rivela di essere Morax, e di aver inscenato la sua morte affinché Liyue si dimostrasse pronta a sopravvivere senza di lui prima di abbandonare il suo ruolo di Archon. Soddisfatto dagli eventi, cede ai Fatui la sua gnosi come parte di un misterioso accordo. Dopo aver assistito alla cerimonia funebre del finto Morax, Zhongli indirizza il Viaggiatore verso l'arcipelago di Inazuma, avvisandolo delle recenti politiche isolazionistiche messe in atto da "Baal", l'Archon dell'elettricità. Prima di partire per Inazuma, il Viaggiatore incontra a Mondstadt l'enigmatico Dainsleif, grazie al quale scopre che l'Ordine dell'Abisso intende creare un dio artificiale per sovvertire il potere degli Archon usando la tecnologia di Khaenri'ah, da cui ha origine l'Ordine. I due si scontrano con il capo dell'Ordine, ossia il gemello scomparso del Viaggiatore: questi rivela di conoscere bene Dainsleif, il quale proviene da Khaenri'ah ed è condannato all'immortalità, e promette al Viaggiatore che si riuniranno quando "avrà compreso la vera natura del mondo" alla fine del suo viaggio. Il gemello va via attraverso un portale inseguito da Dainsleif, lasciando suo fratello sconfortato. Capitolo II: Inazuma Dato che Inazuma è rinchiusa da una potente tempesta magica creata dall'Archon, il Viaggiatore e Paimon decidono di rivolgersi alla leggendaria capitana Beidou, l'unica persona in grado di viaggiare attraverso la tempesta, facendo anche la conoscenza di Kazuha, un samurai fuggito da Inazuma. Arrivati a Ritou, principale porto dell'arcipelago, Beidou affida il Viaggiatore al clan Kamisato, provando in prima persona la tirannide dell'Archon, la Shogun Raiden, che ha proibito l'accesso agli stranieri ed emanato un decreto di caccia alle Visioni. Inizialmente, il Viaggiatore è restio ad occuparsi dei conflitti interni di Inazuma, ma la principessa Kamisato Ayaka riesce a fargli cambiare idea, promettendogli un'udienza con la Shogun in cambio del suo aiuto. Dopo un primo scontro con la Shogun, la quale rimane incuriosita dalla natura del Viaggiatore, questi si unisce alla Resistenza dell'isola di Watatsumi, una fazione che si oppone alla Shogun e contro la quale sta attuando una guerra civile. Assieme ai ribelli di Watatsumi, il Viaggiatore assale uno stabilimento segreto dei Fatui in cui producono Illusioni (potenti copie artificiali delle Visioni che prosciugano la forza vitale dell'utilizzatore) ma viene messo alle strette da Scaramouche, sesto degli Undici Messaggeri, e tratto in salvo dalla kitsune Yae Miko, sacerdotessa della Shogun. Yae rivela al Viaggiatore che la Shogun Raiden è solo un fantoccio meccanico creato dall'Archon, Ei, che si è rinchiusa da secoli in meditazione nel suo Piano dell'Eutimia alla ricerca dell'eternità. Ei è inoltre la sorella gemella di Baal, la precedente Archon che perì nella caduta di Khaenri'ah: in un colpo solo, Yae intende cacciare i Fatui, i quali stanno interferendo nella politica di Inazuma, e sconfiggere Ei ed il suo fantoccio, in quanto quest'ultimo si è rivelato facilmente manipolabile dai capi clan corrotti. Grazie a Yae, il Viaggiatore entra nel palazzo imperiale. Lì trova Signora in udienza dalla Shogun e la sfida a duello, sapendo che il vinto sarebbe stato messo a morte; Signora superbamente accetta e viene sconfitta, venendo giustiziata dalla Shogun stessa. In quanto vincitore, la Shogun concede al Viaggiatore il diritto di andarsene incolume dal palazzo, attaccandolo solo al di fuori delle sue mura; tuttavia, Kazuha riesce tempestivamente a frapporsi e a salvare il Viaggiatore, che riesce così ad arrivare al cospetto della vera Ei, e a sconfiggerla grazie all'aiuto di Yae. Seppur non riuscendo a far ravvedere Ei sui suoi ideali, i due le mostrano come la strada autoritaria da lei intrapresa abbia logorato Inazuma e il decreto di caccia alle Visioni viene pertanto revocato. In seguito, Yae rivela al Viaggiatore che la gnosi di Baal è stata la merce di scambio per trarlo incolume da Scaramouche; inoltre, lo avvisa che a Sumeru, la sua prossima meta, la conoscenza è potere e gli consiglia di far attenzione ai vantaggi ed ai rischi che ciò comporta. Successivamente, il Viaggiatore e Paimon si dirigono verso la Voragine, un'antica area mineraria di Liyue al cui interno rincontrano a sorpresa Dainsleif; indagando i sotterranei del luogo, scoprono che i mostri della regione si stanno dirigendo nelle rovine in profondità per alleviare la maledizione dell'immortalità che li affligge. Lì scoprono che, nel tentativo di ricostruire Khaenri'ah, l'Ordine dell'Abisso vuole amplificare i poteri delle rovine mediante un marchingegno, che una volta attivo infligge atroci sofferenze agli esseri maledetti lì presenti, tra cui Dainsleif. Il Viaggiatore riesce a disattivarlo grazie all'aiuto di un vecchio sottoposto di Dainsleif, un cavaliere maledetto di nome Halfdan, il quale si sacrifica assorbendo le emanazioni del congegno, liberando inaspettatamente la propria anima dalla maledizione e trovando la pace. Ripresosi, Dainsleif saluta il Viaggiatore, asserendo che in futuro dovrà decidere da che parte stare. Capitolo III: Sumeru Attraverso un passaggio tra le pareti rocciose della Voragine, il Viaggiatore e Paimon giungono nelle selve della confinante Sumeru, dove vengono accolti da Tighnari, ranger della foresta, e dalla sua assistente Collei, che stanno facendo i conti con un misterioso fenomeno che sta corrompendo la vegetazione. Su loro consiglio, i due decidono di dirigersi verso la città principale di Sumeru nel tentativo di mettersi in contatto con Kusanali, l'Archon della natura. La città di Sumeru è la sede dell'Akademiya, l'istituzione universitaria più prestigiosa di tutta Teyvat, i cui vertici, i Saggi, gestiscono direttamente la politica interna di Sumeru, ed è nota per l'impossibilità dei suoi abitanti di sognare. Arrivati in città, i due vengono dotati di un terminale dell'Akasha, un dispositivo in grado di immagazzinare e rilasciare grandi quantità di informazioni creato dal precedente Archon, Rukkhadevata, e vengono coinvolti nella preparazione del festival del Sabzeruz, in cui si celebra il compleanno dell'Archon Kusanali. Il Viaggiatore e Paimon si ritrovano incastrati in una ripetizione ciclica nella quale rivivono più volte la preparazione del Sabzeruz; ne escono grazie all'aiuto di Nahida, che si rivelerà essere proprio Kusanali, e che i Saggi dell'Akademiya stanno collaborando con Dottore, il secondo degli Undici Messaggeri, per sfruttare i terminali dell'Akasha e le menti delle persone per creare una nuova divinità artificiale usando Scaramouche che spodesti Kusanali (malvista dai Saggi e spesso comparata a Rukkhadevata). Con l'aiuto dello scriba Alhaitham, del generale Cyno, della ballerina Nilou e delle genti del deserto, Paimon e il Viaggiatore riescono a liberare Nahida, che era stata imprigionata dai Saggi, e a sconfiggere Scaramouche. Dopo lo scontro, il Viaggiatore accompagna Nahida nelle profondità del mondo, dove sorge Irminsul, l'albero che contiene tutte le memorie di Teyvat; in quel luogo, Nahida si confronta con l'ultimo ricordo di Rukkhadevata, la quale rivela di aver creato Kusanali affinché questa la eliminasse assieme alla corruzione che sta consumando l'albero e sta provocando l'appassimento delle foreste: così facendo, essendo legata ad Irminsul, la vecchia Archon viene eliminata dalla storia del mondo e Nahida diventa il legittimo Arconte agli occhi del suo popolo. Tornati a Sumeru, i tre si scontrano con Dottore, che, dopo aver messo fuori combattimento il Viaggiatore e Paimon, affronta Nahida; quest'ultima, per evitare ulteriori conflitti, accetta di consegnargli la gnosi di Ei trafugata da Scaramouche, e baratta la sua in cambio di informazioni preziose sulla natura del mondo e quella sia del Viaggiatore che del suo gemello. Inoltre, Nahida decide di distruggere definitivamente i terminali dell'Akasha e di esiliare i Saggi. Dopo essersi ripreso, il Viaggiatore viene informato dall'Archon che la sua prossima tappa, Fontaine, è governata da Focalors, l'Archon dell'acqua e capo del sistema giudiziario che giudica i cittadini della nazione. Nahida, inoltre, rivela che l'Irminsul ha informazioni sul gemello del Viaggiatore come se questi fosse parte di Teyvat, custodendo alcune memorie del suo viaggio, contrariamente al Viaggiatore che in quanto "esterno a Teyvat" è invece considerato dai Fatui come il quarto dei "Discendenti". In seguito si scopre che per carpire i segreti dell'Irminsul, Nahida sta collaborando con Scaramouche - il quale, dopo aver scoperto di come Dottore in passato si immischiò nella sua vita affinché Scaramouche si unisse ai Fatui, ha rotto ogni legame con Snezhnaya diventando il "Vagabondo"; grazie a loro, il Viaggiatore viene messo al corrente che il suo gemello iniziò il suo viaggio attraverso Teyvat da Khaenri'ah, alla cui corte ha operato in quegli anni anche il Giullare, primo e leader dei Messaggeri dei Fatui. Tempo dopo, il Viaggiatore e Paimon ritrovano a Sumeru due vecchie conoscenze: Kaeya, il capitano di cavalleria dei Cavalieri di Favonius, e Dainsleif, il quale prende interesse in Kaeya quando scopre che il ragazzo discende dagli Alberich, la famiglia di nobili di Khaenri'ah che fondarono l'Ordine dell'Abisso. Dainsleif propone al Viaggiatore e Paimon di indagare riguardo alcune sue nuove memorie, giungendo in una casetta abbandonata dove, passata la notte, il Viaggiatore si ritrova (a sua insaputa) in una visione del passato. Incontra quindi il proprietario della casa, Eide, un khaenri'ahno purosangue maledetto dall'immortalità, aiutandolo a cercare una cura per il figlio Caribert, diventato un Hilichurl perché non purosangue, e finendo in uno strano santuario con un monumento che irradia energie simili a quelle dell'Abisso; lì una voce parla nelle menti dei due, presentandosi come un "peccatore": Eide si prostra all'entità mentre il Viaggiatore è scettico. Grazie alla medicina, Caribert riacquista infine lucidità ma il bimbo, mentre il Viaggiatore esamina di nuovo il santuario, fugge e si toglie la maschera da Hilichurl prima che il Viaggiatore o Eide possano fare qualcosa, sparendo. Eide rivela quindi di chiamarsi Clothar Alberich, asserendo che combatterà gli dei col potere dell'Abisso, e il Viaggiatore capisce di star vivendo un ricordo del suo gemello, cosa che lo sciocca riportandolo alla realtà. Dopo aver raccontato l'accaduto, Dainsleif parte nuovamente per confermare i suoi sospetti sull'identità del "peccatore", avvisando il Viaggiatore che questi potrebbe star osservando. Modalità di gioco Genshin Impact è un action RPG open world, che ruota attorno alla costruzione ed all'uso sinergico di un gruppo di quattro componenti, scelti tra i numerosi personaggi disponibili: alternare i personaggi consente al giocatore di utilizzare diverse combinazioni di abilità ed elementi nelle battaglie contro i nemici, ed i loro poteri elementali permettono ai giocatori di interagire con l'ambiente circostante. Potenziare i personaggi è un processo strutturato su più livelli in quanto ogni personaggio ha la possibilità di potenziare in maniera indipendente il proprio livello e le statistiche, l'efficacia dei propri attacchi, i manufatti equipaggiati che lo potenziano e l'arma usata. Il giocatore può quindi esplorare il mondo di gioco col suo gruppo completando missioni, combattendo nemici e superando enigmi ambientali; ha inoltre la possibilità di affrontare varie sfide tra dungeon (chiamati "Domini") e boss per ottenere gli oggetti necessari al miglioramento dei personaggi, i quali possono essere riscossi usando la Resina primordiale, una valuta di gioco che si ricarica nel tempo. Completare con successo queste sfide, le missioni rilevanti per la storia o secondarie e gli incarichi giornalieri porta ad un aumento del Grado di Avventura, che determina la forza dei nemici, la rarità dei tesori che il giocatore riceve come premio e l'accesso a nuove sfide. Il giocatore controlla il suo personaggio e può effettuare varie azioni collegate alla resistenza: qualora essa si esaurisca mentre le sta compiendo, verranno interrotte. Ciò può risultare pericoloso, in quanto una caduta da un luogo molto alto o l'esaurimento della resistenza mentre si nuota potrebbe risultare fatale. In tutta la mappa ci sono delle statue che fungono da punti di teletrasporto utilizzabili per muoversi velocemente alla posizione desiderata: alcune di queste statue sono effigi degli Archon ed hanno la capacità di curare e resuscitare i personaggi nonché, una volta sbloccate, di rivelare una frazione di mappa. Queste effigi raffigurano l'Archon reggente di ogni regione ed hanno un livello che, una volta incrementato, permette al giocatore di ottenere varie ricompense: per fare ciò è necessario trovare e donare alle statue gli "oculi", particelle elementali nascoste nella mappa. Inoltre, presso queste effigi, il Viaggiatore può scegliere liberamente quale elemento utilizzare in base all'Archon con cui decide di legarsi. Il giocatore può procurarsi ingredienti cacciando, raccogliendo frutta e verdura selvatiche o acquistandoli. Questi possono successivamente essere utilizzati per cucinare piatti che hanno effetti diversi sui personaggi, quali ripristinare i punti vita, resuscitare i personaggi senza vita della propria squadra ed aumentare le proprie statistiche temporaneamente. Si può inoltre fare ricorso anche al sistema di alchimia, il quale permette di convertire gli oggetti necessari per il miglioramento dei personaggi e delle loro armi in caso di bisogno per risparmiare tempo e risorse. Ogni personaggio ha due abilità di combattimento uniche: una “abilità elementale”, una mossa utilizzabile senza precondizioni e che possiede un tempo di ricarica prima di poter essere usata nuovamente, ed un “tripudio elementale”, un potente attacco che può essere scatenato solo se un personaggio ha accumulato energia sufficiente. L'energia viene generata quando un nemico subisce danni: in particolare, questa è prodotta quando viene colpito da un'abilità elementale (rilasciando energia affine all'elemento che lo ha danneggiato) e quando viene sconfitto. I personaggi possono padroneggiare uno dei sette elementi: anemo, geo, pyro, hydro, cryo, electro e dendro, i quali interagiscono in modi diversi gli uni con gli altri. Cambiando i personaggi nelle battaglie, questi effetti elementali possono essere usati e combinati; inoltre, questi sono alla base della risoluzione di vari enigmi. All'inizio del gioco, il giocatore può sbloccare fino a tre personaggi (Amber, Kaeya e Lisa) completando le prime missioni della storia principale (e, nel caso di Barbara, al completamento di tutto il capitolo del Prologo di Mondstadt). Il resto dei personaggi possono invece essere ottenuti tramite un sistema gacha: le estrazioni sono periodiche ma a tempo limitato e ogni volta danno la possibilità di trovare personaggi ed armi di alta rarità (ossia dalle 4 alle 5 stelle) esclusivi. Una valuta di gioco speciale, le Primogemme, può essere ottenuta per effettuare queste estrazioni tramite acquisti in gioco o semplicemente completando missioni ed eventi in quantita limitata; inoltre, alcuni personaggi possono essere ottenuti direttamente come ricompensa per il completamento di eventi a tempo limitato o, nel caso di Xiangling e Collei, di alcuni piani dell'Abisso a spirale (un Dominio cangiante la cui difficoltà elevata serve a mettere alla prova i team e l'equipaggiamento dei personaggi posseduti dai giocatori oltre che l'abilità del giocatore stesso nell'usarli). Il sistema di ottenimento dei personaggi è inoltre legato anche alla loro "costellazione", che è unica per ognuno ed influenza l'efficacia delle loro abilità: ogni personaggio infatti una volta ottenuto per la prima volta inizia di base con un "livello" di costellazione 0 e quando un giocatore ne ottiene una copia può aumentarlo, applicando un bonus e sbloccando ulteriori talenti passivi; ogni personaggio ha un livello massimo di costellazione pari a 6. Il Viaggiatore (in quanto non può essere trovato mediante le estrazioni) è l'unico personaggio ad aumentare questo livello con l'esplorazione e l'avanzare della storia. Il gioco include una modalità cooperativa, che permette di giocare insieme ad un massimo di altri tre amici, seppur con alcune limitazioni: per poter partecipare a questa modalità è necessario avere raggiunto il Grado di avventura 16. Sviluppo Lo sviluppatore di giochi cinese miHoYo ha annunciato Genshin Impact nel giugno 2018 all'E3. Prima dell'uscita, sono stati effettuati beta test chiusi in cui i giocatori invitati potevano esplorare e interagire con il mondo di gioco. Gli sviluppatori volevano sviluppare un gioco che differisse dal loro gioco Honkai Impact in termini di sistema di ricerca e combattimento, nonché di esplorazioni casuali e tipo di esplorazione del mondo. Genshin Impact è stato sviluppato come gioco crossmedia per PC e PlayStation 4, il che ha permesso agli sviluppatori di migliorare lo sviluppo della grafica. The Legend of Zelda: Breath of the Wild è stata la più grande fonte di ispirazione nello sviluppo del gioco. Genshin Impact è stato pubblicato il 28 settembre 2020 per Microsoft Windows, PlayStation 4, Android e iOS e ha un sistema di crossplay che consente al gioco di interagire con dispositivi finali diversi. Il gioco può essere eseguito in retrocompatibilità su PlayStation 5 con grafica migliorata e tempi di caricamento più rapidi, mentre la versione nativa per la console di nona generazione di Sony è stata pubblicata il 28 aprile 2021. È stata anche annunciata una versione per Nintendo Switch, ma senza fornire una data di uscita precisa. Gli sviluppatori hanno invece escluso la possibilità di una versione Xbox. Poco dopo la pubblicazione del gioco, miHoYo ha pubblicato un programma per futuri aggiornamenti dei contenuti: il piano dell'azienda è di implementare questi aggiornamenti dei contenuti nel gioco a intervalli regolari di sei settimane. Ulteriori patch hanno in effetti aggiunto più contenuti, più eventi e nuove aree di Teyvat al gioco. Il gioco è stato doppiato in inglese, cinese, coreano e giapponese. Nel periodo successivo all'uscita del gioco sono state scoperte diverse parole che vengono censurate se scritte nella chat testuale, come "Hong Kong", "Taiwan" o "Putin". Molte di queste appaiono nella lista delle censure perché il gioco è stato pubblicato in Cina, dove è illegale effettuare qualunque tipo di discorso ritenuto in grado di danneggiare l'unità nazionale all'interno di videogiochi. Colonna sonora La musica del gioco è stata composta da Yu-Peng Chen e registrata dalla London Philharmonic Orchestra, in collaborazione con l'Orchestra Sinfonica di Shanghai e altri musicisti folk nella Shanghai Symphony Hall. Le prime melodie dei brani musicali sono state create durante la prima fase di sviluppo del gioco; inoltre, la musica nel gioco si adatta alle circostanze, come l'ambiente del giocatore, l'ora del giorno nel gioco e altri fattori. I brani sono stati pubblicati in diversi dischi. Accoglienza Genshin Impact ha ricevuto recensioni perlopiù positive su Metacritic. Multiplayer.it lo definisce "l'inizio del grande viaggio per quello che si prospetta essere un action RPG di tutto rispetto", in quanto le patch future promettono l'aggiunta di nuovi contenuti di gioco: IGN invece sostiene che il gioco sia una "fantastica avventura open-world che trae ispirazione da The Legend of Zelda: Breath of The Wild e dagli anime per creare qualcosa di speciale", ma condanna la componente gacha che aggiunge la necessità di giocare costantemente e molto per migliorare i propri personaggi. La critica concorda nel non definire Genshin Impact un clone di Breath of the Wild, ma afferma che quest'ultimo è stato chiaramente una delle fonti di ispirazione del titolo. Il sistema di combattimento è stato elogiato da GameSpot, che lo definisce divertente e sostiene dia personalità al gioco; la testata critica comunque alcune limitazioni imposte dal modello free-to-play, come la limitazione di alcune aree in base al livello del personaggio. Durante la settimana del suo rilascio, Genshin Impact è stato scaricato oltre 17 milioni di volte e ha incassato circa 60 milioni di dollari da piattaforme mobili: entro due settimane, quella cifra è salita a oltre 100 milioni, recuperando gli investimenti per lo sviluppo e per il marketing. In due mesi, il gioco ha incassato oltre 393 milioni di dollari su dispositivi mobili, diventando così il secondo gioco per dispositivi mobili con il maggior incasso in quel periodo di tempo dopo Honor of Kings. A fine marzo 2021, il gioco ha incassato in totale oltre 1 miliardo di dollari. Poche settimane dopo il rilascio il gioco è stato bandito in Belgio, dove le legislazioni attuali proibiscono la presenza di meccaniche gacha, in quanto paragonabili al gioco d'azzardo. Nonostante il divieto, il gioco rimane comunque giocabile su PC e Android. Durante i Google Play Awards, il gioco è riuscito a vincere i premi per "Miglior gioco del 2020", "Miglior gioco dell'anno secondo gli utenti" e "Gioco più innovativo". Ai Game Awards 2020 è stato nominato nelle categorie "Miglior gioco mobile" e "Miglior RPG". Anche prima dell'uscita del gioco sono state registrate oltre 21 milioni di registrazioni, 16 milioni delle quali provenivano dalla Cina. Secondo vari analisti, Genshin Impact è diventato il videogioco cinese con più successo nel mondo. Ai Game Awards del 2021, il gioco è stato nominato nelle categorie "Miglior gioco continuativo" e "Miglior gioco mobile", vincendo in quest'ultima. Altri media Dal 2018, miHoYo ha iniziato la pubblicazione a cadenza irregolare del fumetto di Genshin Impact, ambientato alcuni anni prima dell'inizio degli eventi principali del gioco. L'opera è stata pubblicata in tredici lingue diverse ed è illustrata da differenti gruppi di artisti. Il 16 settembre 2022, durante la live di presentazione dell'aggiornamento 3.1, gli sviluppatori hanno ufficialmente annunciato la produzione di un anime in congiunta con l'azienda giapponese Ufotable. Note Voci correlate Ti cercherò (Genshin Impact) Altri progetti Collegamenti esterni
Nel territorio del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano sono state finora segnalate 89 specie di farfalle, un numero verosimilmente destinato a crescere con ulteriori indagini, considerando l’estensione territoriale, la posizione geografica e l’ampio intervallo altitudinale che caratterizzano l’area protetta. Varie farfalle presenti sui rilievi del Parco hanno una distribuzione che in Italia interessa l’arco alpino e gli Appennini: ne sono un esempio Parnassius apollo e Parnassius mnemosyne, entrambi inclusi nella Direttiva Habitat 92/43/CEE e noti per poche località, nonché Lycaena virgaureae, Hipparchia hermione e 6 specie di Erebia, tra cui Erebia cassioides ed Erebia epiphron che in Appennino settentrionale risultano molto localizzate. Aree di particolare pregio per le specie montane sono ad esempio la zona che del Casone di Profecchia va al Monte Prado, il passo della Pradarena e il Monte Cusna, caratterizzate da ampie superfici prative. Proprio in virtù della presenza di alcuni dei più importanti rilievi dell’Appennino settentrionale, il Parco potrebbe costituire un’importante area rifugio per varie specie orofile nei confronti degli effetti del riscaldamento globale. Questo fenomeno rappresenta una minaccia per le popolazioni di molte delle specie citate e in particolar modo nei settori appenninici, dove esse risultano più frammentate rispetto a quanto si riscontra nell’areale alpino e quindi a rischio di rarefazione ed estinzione locale. Tra le specie di farfalle incluse nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, oltre ai giù menzionati Parnassius, nel Parco sono segnalate anche Zerynthia cassandra, Lycaena dispar e Phengaris arion, tutte note per un numero ridotto di stazioni e pertanto meritevoli di attenzione per quanto riguarda la loro tutela. Rivestono interesse anche la presenza di Phengaris alcon, licenide che come Phengaris arion è generalmente molto localizzato in virtù del peculiare ciclo vitale che richiede la compresenza di piante nutrici larvali e formiche ospiti, oltre alle segnalazioni di Limenitis populi ed Arethusana arethusa, che qui raggiungono il limite meridionale di distribuzione a livello appenninico. Bibliografia Balletto E., Bonelli S. & Cassulo L., 2007. Insecta Lepidoptera Papilionoidea. In: Ruffo S. & Stoch F. (Eds.), Checklist and distribution of the italian fauna. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2ª serie, Sezione Scienze della Vita (CD ROM). Fabiano F., Vignali G. & Dapporto L., 2001. Lepidotteri. In: Sforzi A., Bartolozzi L. (Eds.), Libro rosso degli Insetti della Toscana: 293-343. ARSIA Regione Toscana, Firenze. Favilli L., Piazzini S., Tellini Florenzano G., Perroud B. & Manganelli G., 2011. Nuovi dati sulla distribuzione in Toscana di alcuni lepidotteri ropaloceri rari o poco noti (Hesperioidea , Papilionoidea). Atti Soc. tosc. Sci. nat., Mem., Serie B, 118 (2011: 1-8. Menchetti M., Talavera G., Cini A., Salvati V., Dincă V., Platania L., Bonelli S., Balletto E., Vila R. & Dapporto L., 2021 –Two ways to be endemic. Alps and Apennines are different functional refugia during climatic cycles. Molecular Ecology 00: 1-14. Voci correlate Lepidotteri Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano Appennino settentrionale Direttiva Habitat Fauna endemica d'Italia
Il Pora (o Porra) è un torrente ligure di circa 15 km. Geografia Il torrente nasce attorno a 1000 m di quota sulle Prealpi Liguri, non lontano dal colle di Melogno, alla confluenza tra il rio Rivase e il rio Peccione (comune di Rialto). Percorre la Valle Pora passando per il territorio del comune di Calice Ligure, dove riceve da sinistra le acque del torrente Carbuta. Dirigendosi verso sud-est raggiunge poi Finalborgo e viene raggiunto dal suo principale affluente, il torrente Aquila. Un paio di km più a valle sfocia infine nel mar Ligure, dopo essere stato scavalcato dalla Ferrovia Genova-Ventimiglia e dalla Via Aurelia. Tutto il suo bacino idrografico (59 km²) ricade in provincia di Savona. Principali affluenti Sinistra idrografica: torrente Carbuta (bacino 6 km²): nasce nei pressi del Pian dei Corsi e raggiunge il Pora a Calice Ligure; torrente Aquila (bacino 21 km²): dal monte Alto (956 m) si dirige verso sud e attraversa il comune di Orco Feglino confluendo nel Pora a Finalborgo. Destra idrografica: rio Ravin: nasce sulle pendici sud-orientali del Bric Gettina; rio Molino. Note Altri progetti Collegamenti esterni Fiumi della provincia di Savona Fiumi tributari del mar Ligure
Figlio del clavicembalista Giacinto Manna e di Antonia Giuda, si formò musicalmente al Conservatorio di Santa Maria di Loreto sotto Pietro Antonio Gallo, primo maestro dell'istituto, e Fedele Fenaroli, secondo maestro. Nel 1778, dopo gli studi, diventò maestro di cappella alla Santissima Annunziata a Napoli, succendo così allo zio Gennaro Manna. Ricoprì inoltre posizioni in altre chiese napoletane, tra le quali si ricordano le cariche che tenne come secondo maestro della Cattedrale di Napoli e come maestro di cappella all'Oratorio di San Filippo. Nella composizione di musica sacra seguì lo stile dello zio Gennaro per quanto riguarda il trattamento delle parti solistiche. Gaetano Manna rappresenta insieme ai coevi Giovanni Paisiello e Nicola Antonio Zingarelli l'ultima fase della musica sacra napoletana del XVIII secolo. Lavori Il trionfo di Maria Vergine (oratori, 1783, Napoli) Festeggiandosi la traslazione del sangue del glorioso vescovo e martire San Gennaro (cantata, G. di Silva, 1788, Napoli) Varie parti di messe e lamentazioni Lezione terza del Venerdì Santo Litania per San Nicola la Carità (1776) Mottetto a più voci (1780) Tota pulcra per la Maddalena per 1 voce e strumenti (1773) Collegamenti esterni Compositori classici
Biografia Dopo essersi diplomato al Thornleigh Salesian College di Bolton, mentre studia all'Università di Manchester viene chiamato a prestare servizio militare nell'esercito britannico. Venne assegnato a Maidstone Barracks per un anno, dove ha incontrato Margaret Bartlett, che diventò la sua prima moglie e successivamente è stato inviato in India. Dopo la smobilitazione riprese gli studi al New College di Oxford, dove seguì il corso di laurea Philosophy, Politics, and Economics sotto la guida di Isaiah Berlin. Come scrittore è conosciuto per i suoi due romanzi Private's Progress e Private Life, entrambi adattati in film: il primo ebbe il titolo Operazione fifa (1956), e il secondo come Nudi alla meta (1959), del quale scrisse soggetto e sceneggiatura vincendo il Premio BAFTA nel 1960. I suoi film più ricordati sono Gli arcieri di Sherwood (1960) con Peter Cushing, Un alibi (troppo) perfetto (1960) con Peter Sellers e You Must Be Joking (1965) diretto da Michael Winner. È stato anche un frequente collaboratore di Punch. A causa del declino dell'industria cinematografica britannica la sua carriera ebbe una flessione. Inoltre, scrisse sceneggiature per la televisione britannica BBC (tra le quali ebbe grande successo la serie Robin Hood) in Canada, in Italia (con la serie televisiva in sette episodi della RAI K2 + 1, diretta da Luciano Emmer, con le Gemelle Kessler e Johnny Dorelli, scrivendo la maggior parte delle storie con Francesco Milizia e Biagio Proietti), e a Hollywood. Lavorò anche con il compositore Howard Blake per una versione musical del film Nudi alla meta. Vita privata Sposato dal 1947 con Margaret Bartlett, detta Peggy, fino alla morte di lei avvenuta nel 1995, si unì in matrimonio una seconda volta con la produttrice cinematografica canadese Daisy de Bellefeuille, deceduta nel 2006 dopo una lunga malattia. Ebbe sei figli, e trascorse gli ultimi anni nella sua casa di Bovingdon nella contea dell'Hertfordshire, dove morì nel maggio del 2009 all'età di 85 anni. Collegamenti esterni
Biografia Andrea Forzano nasce a Viareggio nel 1915, figlio del commediografo e regista Giovacchino Forzano, dopo gli studi liceali, diventa uno dei maggiori collaboratori del padre, seguendolo nel suo lavoro sia come aiuto regista che come collaboratore alla produzione. Dopo il periodo di apprendistato dirige negli studi di Tirrenia, di proprietà del padre, il suo primo film Ragazza che dorme, la sua attività nel cinema sarà molto discontinua anche per ragioni familiari, il suo secondo film girato nel 1943, La casa senza tempo, uscirà nelle sale solo a guerra finita, notevolmente rimaneggiato, sia nel montaggio che nel doppiaggio. Nel 1952 collabora alla sceneggiatura di Imbarco a mezzanotte diretto da Joseph Losey, dopo altre due regie termina la sua presenza nel cinema italiano con la sceneggiatura di Un canto nel deserto, film destinato ad un pubblico popolare e diretto da Marino Girolami. Filmografia Regista Ragazza che dorme (1940) La casa senza tempo (1943) Pellegrini d'amore (1954) Il canto dell'emigrante (1955) Sceneggiatore Imbarco a mezzanotte, regia di Joseph Losey (1952) Un canto nel deserto, regia di Marino Girolami (1960) Note Bibliografia Dizionario Bolaffi del cinema i registi Torino 1979 Dizionario dei registi di Pino Farinotti, SugarCo Milano 1993 Collegamenti esterni Registi figli d'arte
Dorchester è un villaggio del Canada, situato nella provincia del Nuovo Brunswick. La città della contea della contea, Dorchester, ha diverse belle dimore storiche ed edifici civici, la maggior parte dei quali sono stati costruiti dall'avvocato locale e capomastro John Francis Teed. Durante il 19º secolo, Dorchester e la vicina Dorchester Island erano importanti centri di costruzione navale. Numerosi maestri marinai vissero anche a Dorchester e dintorni durante l'età d'oro della vela. Prima del servizio ferroviario, era un centro per la diligenza, nonché un trafficato porto navale. La comunità fu trasformata con la costruzione nel 1872 della Ferrovia Intercoloniale tra Halifax e Rivière-du-Loup. Nel 1911, il villaggio fondò la Dorchester Light and Fire Company, che ora è conosciuta come Dorchester Volunteer Fire Department. Nel 1965, il tribunale del villaggio fu distrutto da un incendio doloso. Molti nella comunità sono venuti nella piazza del paese per vedere l'edificio bruciare. L'unica cosa rimasta del tribunale era la cassaforte. Ora è utilizzato nel municipio dove un tempo sorgeva il tribunale. Il palazzo di giustizia non è mai stato ricostruito e gran parte dell'economia dietro di esso ha lasciato la comunità. Dorchester era la casa di Edward Barron Chandler, un padre della confederazione e della sua famiglia che costruirono la loro casa, Chandler House, comunemente chiamata Rocklynn, che ora è una proprietà storica riconosciuta a livello nazionale. Il governo del premier Louis Robichaud negli anni '60 ha creato un parco industriale e un molo di carico in acque profonde nella vicina Dorchester Cape come parte di un programma di sviluppo economico regionale. Previsto per essere utilizzato dall'industria petrolchimica, il governo ha costruito una nuova strada e uno sperone ferroviario insieme a una sottostazione elettrica e al molo, nonché un edificio che doveva essere utilizzato come impianto di fertilizzanti. Il parco industriale non aveva inquilini e il molo situato nel fiume Memramcook è stato rapidamente insabbiato dal fango delle maree della baia di Fundy. Oggi tutto ciò che resta sono le strade e la rotaia, nonché alcuni lampioni rotti, un muro del mare in deterioramento e il guscio vuoto dell'impianto di fertilizzante abbandonato. Nel 1998 fu chiusa anche la prigione di Dorchester. Attualmente è una palestra fitness e un bed and breakfast. Altri progetti Collegamenti esterni Municipalità del Nuovo Brunswick
L'Imagen Award al miglior giovane attore televisivo (Imagen Award for Best Best Actor/Television) è un premio presentato annualmente ed assegnato al miglior giovane attore protagonista di una serie televisiva. Vincitori e candidati L'elenco mostra il vincitore di ogni anno, seguito dagli attori che hanno ricevuto una candidatura. Per ogni attore viene indicato il titolo della serie che le ha valso la candidatura, se possibile con il titolo in italiano. Anni 2010 2014 Benjamin Flores Jr. - I fantasmi di casa Hathaway (The Haunted Hathaways) Adam Irigoyen - A tutto ritmo (Shake It Up) Fabrizio Zacharee Guido - Welcome to the Family Mateo Arias - Kickin' It - A colpi di karate (Kickin' It) Xolo Maridueña - Parenthood 2015 Rico Rodriguez - Modern Family Diego Velázquez - I Thunderman (The Thundermans) Xolo Maridueña - Parenthood 2016 Isabela Moner - 100 cose da fare prima del liceo (100 Things to Do Before High School) Dalila Bela - Odd Squad Felix Avitia - Gamers Mania (Gamer's Guide to Pretty Much Everything) Jenna Ortega - Harley in mezzo (Stuck in the Middle) Maria Quezada - La cucina magica di Talia (Talia in the Kitchen) Nathan Arenas - Summer Camp (Bunk'd) Paola Andino - Emma una strega da favola (Every Witch Way) 2018 Jenna Ortega - Harley in mezzo (Stuck in the Middle) Cree Cicchino - Game Shakers Ethan Kent - Room 104 Gavin Kent - Room 104 Marcel Ruiz - Giorno per giorno (One Day at a Time) Xolo Maridueña - Cobra Kai Note Premi televisivi
Biografia Cooper è nato a Greenwich, Londra, figlio di Julie, un'insegnante d'asilo, e di Brian, un banditore d'aste, ha una sorella e tre fratelli; i suoi genitori divorziarono quando aveva 5 anni. Ha studiato alla Thomas Tallis School a Kidbrooke e in seguito si è laureato nel 2000 presso la London Academy of Music and Dramatic Art. Il suo bisnonno materno, E.T. Heron, era un pioniere del cinema nonché critico cinematografico, giornalista e fondatore della rivista The Kinematograph Weekly. Carriera Debutta a teatro con la piéce teatrale Mother Clap's Molly House, seguono partecipazioni televisive, fino al debutto cinematografico con un piccolo ruolo in La vera storia di Jack lo squartatore - From Hell. Partecipa alla miniserie TV Band of Brothers e al film di Neil Jordan Breakfast on Pluto. Nel 2006 è uno dei protagonisti di The History Boys, tratto dall'omonima commedia di Alan Bennett, che Cooper aveva già rappresentato a teatro e in radio, guadagnandosi un Drama Desk Award, nello stesso anno recita nel film Il quiz dell'amore, con James McAvoy e Rebecca Hall. Sempre per il teatro, interpreta Will Parry nell'adattamento della trilogia Queste oscure materie, rappresentato al Royal National Theatre. Nel 2008 recita al fianco di Brian Cox in Prison Escape; nello stesso anno recita e canta in Mamma Mia!, adattamento cinematografico del fortunato musical di Broadway, nel film ricopre il ruolo di Sky, fidanzato e futuro marito di Sophie, interpretata da Amanda Seyfried. Sempre nel 2008 interpreta Charles Grey ne La duchessa, al fianco di Keira Knightley. Nel 2009 ha un ruolo di spicco nel film An Education, diretto da Lone Scherfig con Carey Mulligan e Peter Sarsgaard e partecipa al film di John Krasinski, Brief Interviews with Hideous Men. L'anno dopo, nel 2010, appare insieme all'attrice Gemma Arterton in Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese. Nel 2011 ha interpretato il ruolo di un giovanissimo Howard Stark, padre di Tony Stark, nell'adattamento cinematografico del supereroe Marvel Comics Capitan America per la regia di Joe Johnston, ruolo che riprenderà nella serie televisiva Agent Carter nel 2015. Lo stesso anno interpreta Milton H. Greene nel film Marilyn e il ruolo di Uday Hussein in The Devil's Double. Nell'estate 2012 è uno dei protagonisti de La leggenda del cacciatore di vampiri, dove interpreta il vampiro Henry Sturgess, mentre nel 2013 accanto a Colin Farrell e Noomi Rapace interpreta Darcy in Dead Man Down - Il sapore della vendetta. L'anno dopo è nelle sale cinematografiche con 3 pellicole: Un ragionevole dubbio diretto da Peter Howitt, Need for Speed, adattamento cinematografico della popolare serie di videogiochi della Electronic Arts, e Dracula Untold, dove interpreta Maometto II con Luke Evans nei panni di Vlad III di Valacchia. Nel 2015 appare in Miss You Already e The Lady in the Van. Nel 2016 interpreta re Llane Wrynn, sovrano del regno umano di Roccavento, nel film Warcraft - L'inizio e ottiene il ruolo del protagonista nella serie televisiva Preacher. Nel 2017 partecipa al film The Escape. Vita privata Dal 2008 al 2010 circa ha avuto una relazione con l'attrice Amanda Seyfried, nonché collega di lavoro per il musical Mamma Mia! e Mamma Mia! Ci risiamo. Dal 2010 al 2018 l'attore ha convissuto a Londra con l'attrice irlandese Ruth Negga. Filmografia Attore Cinema La vera storia di Jack lo squartatore - From Hell (From Hell), regia di Allen e Albert Hughes (2001) Anazapta, regia di Alberto Sciamma (2002) The Final Curtain, regia di Patrick Harkins (2002) I'll Be There - Mio padre è una rockstar (I'll Be There), regia di Craig Ferguson (2003) Boudica, regia di Bill Anderson (2003) Breakfast on Pluto, regia di Neil Jordan (2005) Il quiz dell'amore (Starter for 10), regia di Tom Vaughan (2006) The History Boys, regia di Nicholas Hytner (2006) Prison Escape (The Escapist), regia di Rupert Wyatt (2008) Mamma Mia!, regia di Phyllida Lloyd (2008) Official Selection, regia di Brian Crano - cortometraggio (2008) La duchessa (The Dutchess), regia di Saul Dibb (2008) An Education, regia di Lone Scherfig (2009) Brief Interviews with Hideous Men, regia di John Krasinski (2009) Phèdre, regia di Nicholas Hytner (2009) Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese (Tamara Drewe), regia di Stephen Frears (2010) The Devil's Double, regia di Lee Tamahori (2011) Captain America - Il primo Vendicatore (Captain America: The First Avenger), regia di Joe Johnston (2011) Marilyn (My Week with Marilyn), regia di Simon Curtis (2011) Hello Carter, regia di Anthony Wilcox - cortometraggio (2011) La leggenda del cacciatore di vampiri (Abraham Lincoln: Vampire Hunter), regia di Timur Bekmambetov (2012) Agente Carter, regia di Louis D'Esposito - cortometraggio web (2013) Dead Man Down - Il sapore della vendetta (Dead Man Down), regia di Niels Arden Oplev (2013) L'estate all'improvviso (Summer in February), regia di Christopher Menaul (2013) Un ragionevole dubbio (Reasonable Doubt), regia di Peter Howitt (2014) Need for Speed, regia di Scott Waugh (2014) Dracula Untold, regia di Gary Shore (2014) On Angel Wings, regia di Dave Unwin - cortometraggio (2014) Miss You Already, regia di Catherine Hardwicke (2015) The Lady in the Van, regia di Nicholas Hytner (2015) Warcraft - L'inizio (Warcraft), regia di Duncan Jones (2016) Stratton - Forze speciali (Stratton), regia di Simon West (2017) The Escape, regia di Dominic Savage (2017) Mamma Mia! Ci risiamo (Mamma Mia! Here We Go Again), regia di Ol Parker (2018) Televisione The Gentleman Thief, regia di Justin Hardy - film TV (2001) I mondi infiniti di H.G. Wells (The Infinite Worlds of H.G.Wells) - miniserie TV, 6 episodi (2001) Band of Brothers - Fratelli al fronte (Band of Brothers) - miniserie TV, episodio 1x01 (2001) Sparkling Cyanide, regia di Tristram Powell - film TV (2003) Down to Earth - serie TV, 8 episodi (2004) Jericho - serie TV, episodio 1x04 (2005) Ragione e sentimento (Sense and Sensibility) - miniserie TV, 3 episodi (2008) God on Trial, regia di Andy DeEmmony - film TV (2008) Horne & Corden - serie TV, episodio 1x02 (2009) Freefall, regia di Dominic Savage - film TV (2009) Fleming - Essere James Bond (Fleming: The Man Who Would Be Bond) - miniserie TV, 4 episodi (2014) Agent Carter – serie TV, 5 episodi (2015-2016) Preacher – serie TV (2016-2019) That Dirty Black Bag – serie TV (2022) Doppiatore Le avventure di Sammy (Sammy's avonturen: de geheime doorgang), regia di Ben Stassen (2010) What If...? – serie animata (2021) Teatro Mother Clap's Molly House di Mark Ravenhill, regia di Nicholas Hytner. National Theatre di Londra (2002) Caryl Churchil Events di Caryl Churchill, regia di Dominic Cooke e Ian Rickson. Royal Court Theatre di Londra (2002) Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare, regia di Richard Jones. Royal Shakespeare Theatre di Stratford-upon-Avon, tour internazionale, Barbican Centre di Londra (2002) Queste oscure materie, da Philip Pullman, regia di Nicholas Hytner. National Theatre di Londra (2003) The History Boys di Alan Bennett, regia di Nicholas Hytner. National Theatre di Londra (2004), Hong Kong Academy for Performing Arts di Hong Kong (2006) The History Boys di Alan Bennett, regia di Nicholas Hytner. St. James Theatre di Wellington, Sydney Theatre di Sydney, Broadhurst Theatre di Londra (2006) Fedra di Jean Racine, regia di Nicholas Hytner. National Theatre di Londra (2009) Il libertino di Stephen Jeffreys, regia di Terry Johnson. Theatre Royal di Bath, Haymarket Theatre di Londra (2016) Doppiatori italiani Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Dominic Cooper è stato doppiato da: Francesco Pezzulli in Prison Escape, Ragione e sentimento, Captain America - Il primo Vendicatore, La leggenda del cacciatore di vampiri, Un ragionevole dubbio, Agent Carter, Warcraft - L'inizio, Stratton - Forze speciali, The Princess, That Dirty Black Bag Stefano Crescentini in The History Boys, Mamma Mia!, La duchessa, Need for Speed, Fleming - Essere James Bond Marco Vivio in Il quiz dell'amore, Tamara Drewe - Tradimenti all'inglese Gianfranco Miranda in Dracula Untold, Mamma Mia! Ci risiamo Alessandro Quarta in Dead Man Down - Il sapore della vendetta Roberto Gammino in An Education Ruggero Andreozzi in Preacher Gianluca Crisafi in The Escape Giorgio Borghetti in Marilyn Come doppiatore, Cooper è stato sostituito da: Francesco Pezzulli in What If...? Alessio Nissolino in Le avventure di Sammy Note Altri progetti Collegamenti esterni Attori teatrali britannici Attori televisivi britannici Membri della Royal Shakespeare Company Studenti della London Academy of Music and Dramatic Art
L'abbazia di San Vittore di Marsiglia è stata fondata nel V secolo da Giovanni Cassiano, nei pressi delle tombe dei martiri, fra i quali si narra vi fosse appunto san Vittore di Marsiglia (morto nel 303 o 304), al quale fu dedicata. Storia L'Abbazia di San Vittore fu interessata dall'eresia del semipelagianesimo. Il monastero subì le incursioni e le distruzioni da parte dei Vichinghi e dei Saraceni nell'838 e nel 923 venne distrutta completamente. L'abbazia assunse un'importanza considerevole verso l'anno 1000 quando fu ricostruita sotto la regola di San Benedetto e divenne un centro d'influenza per tutta la Provenza. Uno dei suoi abati, Guillaume de Grimoard, fu eletto papa nel 1362 con il nome di Urbano V (sepolto poi in quest'Abbazia). A partire dal XV secolo per l'abbazia incominciò un irrimediabile declino. Attualmente rimane solo la ex chiesa abbaziale mentre il convento è andato distrutto durante la Rivoluzione Francese. Elenco degli abati (dalla fondazione dell'abbazia fino al decesso dell'ultimo nel 1787.) Tra il 415 et 435 San Giovanni Cassiano fondatore del monastero XI secolo 1005-1020 : Guifred o Wilfred 1020-1047 : sant'Isarno 1047-1060 : Pierre 1060-1065 : Durand 1065-1079 : Bernard de Millau; cardinale 1079-1106 : Richard de Millau, fratello del precedente; cardinale, vescovo di Narbonne XII secolo 1112-1118 : Ottone 1119-1122 : Radulphus 1127-1129 : Bernard Garin, arcivescovo di Arles 1129-1130 : Ganselinus (o Gancelinus) 1134-1145 : Pierre II Salomonis 1149-1163 : Guillaume Petri 1163-1165 : Fredol d'Anduze 1166-1178 : Pierre III de Nogaret 1179-1180 : Deodatus de Severac 1180-1181 : Bertrand de Monte Murato 1181-1192 : Astorgius (Astorg de Canillac) XIII secolo 1193-1215 : Roncelin 1215-1234 : Bonfils 1234-1243 : Pierre IV Guillelmi 1245-1249 : Guillaume de Portu 1249-1254 : Roncelin II 1254-1265 : Étienne 1266-1278 : Guillaume de Grese 1278-1288 : Jean de Comines (o de Commis), abate dell'abbazia di Saint-Germain-des-Prés, vescovo di Le Puy-en-Velay 1288-1293 : Raimond Lordet XIV secolo 1294-1324 : Guillaume de Sabran, vescovo di Digne 1324-1328 : Guillaume de Cardaillac vescovo di Saint-Papoul 1328-1334 : Ratier de Lénac, abate di Moissac 1335-1339 : Gilbert de Contobre, (ou de Cantabrion) vescovo Rodez 1339-1348 : Amalvin de Roquelaure 1348-1361 : Étienne de Clapiers 1361-1364 : Guillaume de Grimoard, divenuto papa Urbano V 1364-1380 : Étienne Aubert iuniore 1380-1383 : Pons de L'Orme, abate di Montmajour 1383-1384 : Savaric Christiani 1385-1405 : Jean Bonvin XV secolo 1405-1424 : Pierre Flamenc 1424-1442 : Guillaume du Lac 1442-1474 : Pierre du Lac 1475-1506 : Ogier d'Anglure, vescovo di Marsiglia XVI secolo 1506-1513 : Robert Guibé, vescovo di Rennes, vescovo di Nantes, cardinale 1514-1516 : Frédéric de Saint-Séverin 1517-1523 : Giulio de Medici, divenuto papa con il nome di Clemente VII 1524-1535 : Agostino Trivulzio, vescovo di Tolone 1535-1544 : Filippo Trivulzio 1548-1565 : Giulio della Rovere, cardinale 1565-1568 : Filippo Rodulfi 1568-1571 : Lorenzo Strozzi, cardinale, prima vescovo di Albi poi di Aix-en-Provence 1574-1584 : Giuliano di Pierfrancesco de' Medici, vescovo di Béziers, di Aix-en-Provence poi di Albi 1585-1622 : Roberto di Frangipani XVII secolo 1622-1632 : Antoine de Bourbon-Bueil, conte di Moret, figlio illegittimo del re Enrico IV e di Jacqueline de Bueil 1632-1638 : Louis de Nogaret de La Valette d'Épernon, cardinale, anziano arcivescovo di Tolosa 1639-1653 : Alphonse-Louis du Plessis de Richelieu, cardinale, arcivescovo di Aix-en-Provence, poi di Lione 1653-1661 : Giulio Mazzarino, cardinale 1662-1703 : Filippo di Borbone-Vendôme, Gran priore di Francia dell'Ordine di Malta XVIII secolo 1703-1727 : Jacques de Goyon de Matignon, vescovo di Condom 1739-1751 : François Honoré Antoine de Beauvilliers de Saint-Aignan, vecchio vescovo di Beauvais 1751-1788 : François-Camille de Lorraine 1788-1790 : François de Fontanges Note Altri progetti San Vittore Marsiglia Architetture di Marsiglia Chiese dedicate a san Vittore di Marsiglia Monumenti storici di Provenza-Alpi-Costa Azzurra VII arrondissement di Marsiglia
Bell & Ross è un'azienda francese produttrice di orologi fondata nel 1992 da Bruno Belamich e Carlos A. Rosillo. Storia e caratteristiche La gamma di orologi Bell & Ross si ispira alle cabine di pilotaggio degli aerei, infatti è notevole la somiglianza degli orologi e alcuni strumenti di navigazione presenti sugli aerei. I primi modelli Bell & Ross sono stati progettati da Belamich e Rosillo, ma costruiti da un orologiaio tedesco. La gamma BR02 si rivolge principalmente a subacquei e sommozzatori, con quadranti molto leggibili e molto resistenti, infatti la loro impermeabilità è stata testata fino a 1000 m di profondità. Un'altra gamma di orologi è la Hydromax, dove all'interno della cassa è presente del liquido idraulico che serve a compensare le differenze di pressione subite dall'orologio durante le immersioni. I primi modelli Bell & Ross erano re-edizioni di orologi Sinn, infatti i quadranti riportavano il marchio di entrambi i produttori. La partnership si concluse nel 2002 quando Bell & Ross iniziò la produzione in proprio, aprendo i suoi stabilimenti a La Chaux-de-Fonds, in Svizzera. Il design degli orologi Bell & Ross si ispira a 4 principi di progettazione: Impermeabilità e resistenza all'acqua anche ad elevate profondità movimenti svizzeri di alta precisione chiari e leggibili indicatori visivi in tutte le condizioni, come quelli presenti nel cockpit di un aereo funzioni speciali per usi speciali, come possono essere usi militari, aeronautici e subacquei. La gamma Bell & Ross comprende anche orologi al quarzo identici a quelli automatici, tranne per il fatto che montano un movimento ETA 980.163 a 15 rubini al quarzo. Bell & Ross produce anche orologi in edizioni speciali limitate, che differiscono da quelle convenzionali nei materiali o nel design, ad esempio alcune versioni sono in oro giallo o rosa o fibra di carbonio, mentre altre hanno raffigurato all'interno del quadrante un teschio. Tra gli acquirenti degli orologi Bell & Ross ci sono varie forze armate francesi. Modelli BR Instrument BR Minuteur - BR 01 Tourbillon - BR 01 46mm - BR 02 44mm - BR 03 42mm - BR-S 39mm Professional Space (Cronografo) - Grand Prix (Cronografo) - Hydroman 11 000M (Quarzo) - Type Marine (Quarzo) - Type Demineur (Quarzo) Classic Type Aeronavale (Cronografo) - Diver 300 (Cronografo) Vintage Vintage 126 XL (Cronografo) - Vintage 126 (Cronografo) - Vintage 123 (Automatico) - Vintage 120 (Cronografo al quarzo) - Function (Quarzo) - Medium (Automatico) Altri progetti Collegamenti esterni Aziende francesi di orologeria
Biografia La Bogataj, originaria di Dobrova-Polhov Gradec, ha debuttato in Coppa Continentale il 21 gennaio 2009 a Dobbiaco (29ª), in Coppa del Mondo nella gara inaugurale del 3 dicembre 2011 a Lillehammer (20ª) e ai Campionati mondiali a Val di Fiemme 2013, dove si è classificata 17ª nella gara individuale e 8ª in quella a squadre. Ha ottenuto il primo podio in Coppa del Mondo il 20 gennaio 2018 a Zaō (2ª); ai XXIII Giochi olimpici invernali di , suo esordio olimpico, si è classificata 30ª nel trampolino normale. Ai Mondiali di Seefeld in Tirol 2019 è stata 8ª nel trampolino normale, 4ª nella gara a squadre e 4ª nella gara a squadre mista; il 23 gennaio 2021 ha conquistato a Ljubno la prima vittoria in Coppa del Mondo e ai successivi Mondiali di Oberstdorf 2021 ha vinto la medaglia d'argento nella gara a squadre e si è classificata 13ª nel trampolino normale e 11ª nel trampolino lungo. Ai XXIV Giochi olimpici invernali di ha vinto la medaglia d'oro nel trampolino normale e nella gara a squadre mista. Il 1º gennaio 2023 si è infortunata gravemente dopo essere rovinata a terra durante un salto a Ljubno, riportando la rottura dei legamenti crociati del ginocchio sinistro. Le lesioni la hanno costretta a terminare anticipatamente la stagione. Palmarès Olimpiadi 2 medaglie: 2 ori (trampolino normale, gara a squadre mista a ) Mondiali 1 medaglia: 1 argento (gara a squadre a Oberstdorf 2021) Mondiali juniores 3 medaglie: 1 oro (gara a squadre a Liberec 2013) 1 argento (gara a squadre a Val di Fiemme 2014) 1 bronzo (gara a squadre a Erzurum 2012) Coppa del Mondo Miglior piazzamento in classifica generale: 3ª nel 2022 21 podi (14 individuali, 7 a squadre): 6 vittorie (3 individuali, 3 a squadre) 6 secondi posti (3 individuali, 3 a squadre) 9 terzi posti (8 individuali, 1 a squadre) Coppa del Mondo - vittorie Coppa Continentale Miglior piazzamento in classifica generale: 7ª nel 2012 3 podi (individuali): 1 secondo posto 2 terzi posti Note Altri progetti Collegamenti esterni
La provincia del Belucistan (in inglese: Baluchistan Province), talvolta indicata anche come provincia del commissario capo del Belucistan, era una provincia dell'India britannica. Storia La provincia venne originariamente costituita nel periodo compreso tra il 1876 ed il 1891 con tre trattati tra Robert Sandeman ed il khan di Kalat, Khudadad. Sandeman divenne agente politico britannico per le aree del Belucistan che erano strategicamente poste al confine tra l'India britannica e l'Afghanistan. Venne istituita una base militare a Quetta che ebbe un ruolo rilevante nella seconda e nella terza guerra anglo-afghana La provincia divenne parte del dominion del Pakistan nel 1947 e continuò ad essere amministrata da un commissario capo. Venne dissolta nel 1955 quando gran parte della sezione ovest della provincia andò a costituire la nuova provincia del Pakistan occidentale. Il Pakistan occidentale a sua volta venne dissolto nel 1970. Khan Abdul Wali Khan intendeva trasferire il potere politico ai pashtun. L'ex provincia venne combinata con l'Unione degli Stati del Belucista e con l'enclave di Gwadar per costituire una nuova e più grande provincia del Belucistan pakistano, con un proprio governatore, un primo ministro ed un'assemblea provinciale. Governo La provincia era amministrata da un commissario capo nominato dal governo federale. Pur non avendo una legislatura elettiva, il commissario capo poteva consultarsi con la Shahi Jirga, un'assemblea di capi tribali. La provincia comprendeva tre gruppi di aree: i distretti abitati, le agenzie politiche e le aree tribali. I distretti abitati erano le aree attorno a Quetta ed a Jaffarabad. Le agenzie erano quelle di Zhob a nord di Quetta e quella di Chagai ad ovest, collegata al resto della provincia da un'esile striscia di terra. Le aree tribali erano le agenzie tribali di Bugti e Marri che divennero poi le aree tribali provincialmente amministrate della nuova provincia del Belucistan pakistano. Note Bibliografia Colonialismo britannico in India
è un personaggio del manga Dragon Ball di Akira Toriyama. Compare anche nelle varie opere derivate, tra cui la serie televisiva anime Dragon Ball Z, i film, gli OAV e numerosi videogiochi. È il padre di Radish e di Son Goku (il cui vero nome è Kakaroth), il protagonista del manga. È stato lui a dare al suo secondogenito il nome Kakaroth. Appare per la prima volta nel primo special della serie, Dragon Ball Z: Le origini del mito, per poi comparire nel manga di Toriyama e in altre opere derivate. Ispirazione e creazione Il personaggio di Bardack è stato ideato da un tirocinante di Toriyama, Katsuyoshi Nakatsuru, e appare per la prima volta nel film Dragon Ball Z: Le origini del mito, uscito in Giappone nel 1990. Toriyama, che aveva supervisionato in qualità di editor l'aspetto del personaggio, decise più tardi di inserirlo anche nel suo manga, precisamente in un flashback all'inizio dello scontro tra Goku e Freezer sul pianeta Namecc. Come per gli altri Saiyan, il suo nome fa riferimento a un ortaggio: deriva infatti dalla parola inglese burdock, in italiano bardana. Biografia Dragon Ball Minus Bardack è impegnato insieme al suo compagno Leek in una delle sue missioni per conto dell'armata di Freezer, i due però ricevono l'ordine di tornare sul pianeta Vegeta, ordine che viene dato a tutti i Saiyan, cosa che rende inquieto Bardack specialmente quando nota, durante il viaggio di ritorno, che l'astronave di Freezer è ferma sull'orbita di Vegeta, infatti il Saiyan sospetta che il tiranno spaziale voglia distruggere tutti gli abitanti di Vegeta in un colpo solo e che questa è la ragione per cui ha dato ordine che tornassero tutti sul loro pianeta. Bardack, dopo aver saputo dalla sua compagna Gine che il loro primogenito Radish è al sicuro dato che è in missione con il principe Vegeta, la convince a mettere in salvo il loro figlio più piccolo Kakaroth con una navicella impostando le coordinate per la Terra. I due rubano una navicella la quale viene lanciata nello spazio nel cuore della notte, anche se Gine contava sul fatto che lei e Bardack sarebbero andati sulla Terra a riprenderlo nel caso i sospetti del suo compagno su Freezer si fossero rivelati infondati, cosa che però non è successa dato che come aveva dedotto Bardack, il tiranno spaziale un mese dopo eliminò i Saiyan insieme all'intero pianeta. Episodio di Bardack Secondo lo speciale Dragon Ball - Episodio di Bardack (inedito in Italia), Bardack tenta inutilmente di affrontare Freezer in difesa del pianeta Vegeta e di tutti i Saiyan, ma Freezer riesce senza il minimo sforzo a distruggere l'intero pianeta insieme al popolo dei Saiyan. La distruzione di Vegeta ha l'effetto di un buco nero, così potente da distorcere spazio e tempo, e Bardack viene incredibilmente catapultato 1000 anni nel passato; gli abitanti del luogo, che chiamano il pianeta Vegeta col suo antico nome di Plant, sono dei piccoli alieni umanoidi e due di questi, Ipana e Berry, si prendono cura di Bardack usando un unguento simile a quello delle macchine mediche Saiyan. Bardack sconfigge facilmente due mercenari, Toby e Kyabira, che lavorano per Chilled, un tiranno spaziale nonché antenato di Freezer, i quali stavano dando il tormento agli abitanti di un villaggio. Barry si affeziona a Bardack passando il suo tempo con lui, intanto Plant è minacciato dalle manie di conquista di Chilled, appena giunto sul pianeta. Chilled affronta personalmente Bardack e minaccia gli abitanti del pianeta. Il Saiyan non è capace di competere contro la schiacciante forza dell'avversario, ma quando il nemico attacca il piccolo Barry rischiando di ucciderlo, in preda alla rabbia, si trasforma in Super Saiyan e con il suo nuovo potere sconfigge facilmente Chilled. Il tiranno spaziale prima di morire chiede di avvertire i membri della sua razza di stare attenti ai "Saiyan che diventano dorati" e da questo lascia intendere che fu forse proprio Bardack a dar origine alla leggenda del Super Saiyan. Dragon Ball Super Bardack ha avuto un ruolo centrale nell'arco narrativo di Granolah contribuendo a dare vita alla trama degli eventi, si apprende che durante una missione su Cereal Bardack e gli altri Saiyan eliminarono la popolazione dei Cereliani e dei namecciani che abitavano sul pianeta, però per compassione risparmiò la vita al namecciano Monaito e al cereliano Granolah proteggendoli da Gas e Elec, quest'ultimo aveva incaricato Freezer di ordinare ai Saiyan di attaccare Cereal in modo da eliminare gli abitanti e rivenderlo ai sugariani. Bardack sconfisse Gas, tra l'altro furono proprio Gas e Elec che indirettamente lo misero in guardia su Freezer e sul suo intento di eliminare i Saiyan, lasciando ipotizzare che sia stato quell'episodio che lo spinse a diffidare di Freezer tanto da mettere Goku al sicuro mandandolo sulla Terra. A distanza di anni Goku affronta Granolah il quale ha sempre disprezzato i Saiyan per quello che fecero al suo popolo, ma poi mette da parte l'ostilità contro di lui quando scopre che è il figlio di Bardack, il Saiyan che salvò lui e Monaito, quest'ultimo inoltre ha conservato lo scouter di Bardack che portava con sé quando affrontò Gas, il dispositivo registrò la voce di Bardack, e Goku ascoltandola rievoca il giorno un cui si separò dai suoi genitori quando lo misero sulla navicella per metterlo in salvo, ricordo che evidentemente era impresso nel suo inconscio. Gas combatte contro Goku, ancora adesso per Gas il ricordo di Bardack e della sconfitta subita da lui rappresentano un trauma da cui non si è mai ripreso del tutto. Altre apparizioni Nel lungometraggio Dragon Ball Z: Le origini del mito, che vede Bardack come protagonista, il Saiyan che nel corso delle varie battaglie affrontate ha acquisito un livello di combattimento molto alto, durante una missione sul pianeta Kanassa viene attaccato da uno degli abitanti del luogo, Toolo. L'alieno lo colpisce alla nuca e gli dona il potere della precognizione. Questo dà a Bardack la capacità di vedere la distruzione del pianeta Vegeta e lo sterminio dei Saiyan da parte di Freezer, nonché il futuro del suo secondogenito, Kakaroth. Bardack respinge le visioni e, dopo essersi ristabilito, va ad unirsi alla sua squadra sul pianeta Mith, ma scopre ben presto che i suoi amici sono stati uccisi da Dodoria per ordine di Freezer, spaventato dal crescente potere dei Saiyan. Dopo un duro scontro con gli uomini di Dodoria, Bardack fronteggia proprio quest'ultimo, venendo tuttavia sconfitto. Riuscito a salvarsi, parte per Vegeta per avvertire gli abitanti che Freezer ha intenzione di sterminare la loro razza, ma questi non gli credono, prendendolo per pazzo. Decide di raggiungere Freezer per fermarlo di persona, ma rimane ucciso dalla Supernova di Freezer con cui il tiranno spaziale uccide anche le sue guardie e distrugge il pianeta Vegeta. Prima di morire, Bardack ha un'ultima visione del futuro: suo figlio Kakaroth di fronte a Freezer sul pianeta Namecc. Essendo certo che Kakaroth sconfiggerà Freezer, Bardack può così spirare in pace.La scena della morte di Bardack è ripresa nell'episodio 86 di Dragon Ball Z, all'inizio del film Il destino dei Saiyan e nel prologo del primo episodio di Dragon Ball Kai. Bardack compare nel manga solo in poche vignette, quando Freezer ripensa al guerriero Saiyan che lo ha sfidato in occasione della distruzione del pianeta Vegeta. Nell'anime di Dragon Ball Z, inoltre, Bardack compare nella mente di suo figlio Kakaroth, insieme a Vegeta e a suo padre, per spronarlo a sconfiggere Freezer e vendicare i Saiyan. La storia di Bardack, narrata nel breve manga di Dragon Ball Minus, viene approfondita nel film del 2018 Dragon Ball Super: Broly. Descrizione Aspetto fisico Bardack è la copia esatta di suo figlio Goku (Kakaroth) cosa che viene subito evidenziata da Freezer e Gas quando entrambi incontrando Goku per la prima volta, entrambi in principio erano stati sfidati da Bardack, l'unica differenza è una cicatrice a forma di X sulla guancia sinistra e un colore della pelle leggermente più scuro. Presenta una particolarità estranea a qualsiasi essere umano: possiede una coda di scimmia. La coda è, nella storia del manga e dell'anime, uno degli aspetti fisici comuni a tutti i Saiyan, la razza di Bardack. Come tutti i Saiyan combattenti, Bardack tiene la coda legata intorno alla vita. Il suo abbigliamento, tipico degli uomini di Freezer, corrisponde ad una tuta da battaglia e ad uno scouter di colore verde. Nel lungometraggio animato Le origini del mito porta sulla fronte un fazzoletto (come fosse una bandana), impregnata del sangue dei suoi compagni uccisi da Dodoria, e degli scaldamuscoli rossi sui polsi. Personalità La personalità di Bardack è differente da quella di ogni altro Saiyan, come spiega Toriyama: Nello speciale Le origini del mito, Bardack non ha una grande considerazione di suo figlio Kakaroth e infatti lo snobba non appena si rende conto che il suo secondogenito ha un livello di combattimento bassissimo pari a 2. Nel finale, tuttavia, grazie al potere della precognizione, Bardack si rende conto che Kakaroth diventerà fortissimo e vendicherà i Saiyan. Bardack è un Saiyan molto perspicace. Ciò lo si intuisce in una scena del manga Dragon Ball Minus che poi è stata ripresa nel film Broly: durante il viaggio di ritorno verso il pianeta Vegeta, quando il suo collega Leek parla male di Freezer, Bardack lo zittisce immediatamente dicendogli di togliersi lo scouter, in quanto Freezer potrebbe ascoltare la loro conversazione; oltre a quest'elemento, poco prima di tornare sul pianeta Vegeta, Bardack aveva già intuito che Freezer intendeva eliminare tutta la specie dei Saiyan. In Dragon Ball Minus (raccontato anche nel film di Broly), Bardack dimostra di essere un Saiyan dall'animo gentile e profondo, fortemente legato a sua moglie e alla salvezza dei suoi figli. Riguardo al rapporto tra Bardack e Gine, Toriyama ha rivelato: In linea con l'indole combattente dei Saiyan, è un guerriero orgoglioso che non si tira mai indietro davanti a una sfida, anche quando i suoi avversari si rivelano più forti di lui non si arrende, un evidente parallelismo tra lui e Goku è la passione per la lotta che li spinge a trarre piacere nell'affrontare rivali molto potenti al fine di oltrepassare i propri limiti e diventare più forti. Ha lavorato nell'armata di Freezer invadendo pianeti e contribuendo a distruggere popolazioni, ma per lui è solo un lavoro, non lo fa per trarvi un piacere personale, infatti odia prendersela con gli indifesi, a detta di Vegeta è proprio da lui che Goku ha ereditato il suo animo compassionevole. Abilità Bardack è un guerriero di infimo livello ma questa affermazione deriva solo dal ceto sociale poiché è un ottimo combattente, il suo stile di lotta è decisamente rudimentale ma come viene specificato da Gas la sua potenza è ben superiore a quella di un comune Saiyan, questo perché la sua forza è stata temprata dalle battaglie che ha affrontato. Essendo un Saiyan possiede forza, rapidità e resistenza sovrumane, oltre a tempi di guarigione più veloci rispetto a quelli di un terrestre e come Saiyan il suo periodo di giovinezza dura più a lungo. Inoltre per merito della coda nelle notti di plenilunio è in grado di trasformarsi in Scimmione amplificando la sua forza distruttiva perdendo però la ragione. È capace di usare il Ki, può usare la tecnica della levitazione, non essendo capace di percepire l'energia altrui con la forza della mente, usa lo scouter. Possiede l'abilità dei Saiyan chiamata Zenkai che gli permette di diventare più forte quando il suo corpo guarisce da ferite e danni riportati in battaglia. Nel manga Dragon Ball - Episodio di Bardack acquisisce l'abilità di trasformarsi in Super Saiyan. La sua tecnica principale è il che gli consente di concentrare tutta la sua energia nella mano destra, la meccanica di esecuzione ricorda il lancio di un giavellotto, Bardack puntando il bersaglio lancia contro di esso un raggio di energia blu, con questo colpo ha sconfitto Chilled e Gas. Bardack, nel film animato Le origini del mito, possiede la previsione del futuro (o precognizione). Quest'abilità peculiare viene trasmessagli durante un combattimento dal kanassiano Toolo che lo colpisce alla testa, prima di venire ucciso dalla sua squadra, per mostrare a Bardack la fine del suo popolo. Gli permette di vedere eventi che avverranno nel futuro, ma Bardack non può controllare le visioni, ossia, non è lui a "richiamarle"; sempre nel lungometraggio i medici che lo curano stimano che il suo livello combattivo sia simile a 10.000, superiore a quello di un guerriero d'élite come Nappa, che ha ufficialmente un livello di combattimento di 4.000, proprio perché attingendo potere dallo Zenkai la sua forza è in continuo aumento raggiungendo un livello di 10.000. Apparizioni nei videogiochi Bardack fa la sua prima apparizione nel mondo videoludico in Dragon Ball Z: Budokai 3 dove compare come personaggio giocabile sbloccabile per poi fare molte altre apparizioni nei videogiochi con un ruolo diverso per ognuno. Dragon Ball Z: Budokai 3 In questo gioco appare come personaggio sbloccabile; lo si può sbloccare trovando la sua capsula nella navicella Saiyan con Goku dopo il combattimento con Radish ma non compare in nessuna scena. Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi (serie) Nella serie Budokai Tenkaichi, Bardack appare ancora come personaggio giocabile e gli viene dedicata una parte della storia nella Saga Speciale dove lo si vede combattere contro Freezer. Dragon Ball Online In Dragon Ball Online, nella modalità Storia, Bardack viene salvato da Mira dall'attacco di Freezer. Dopo averlo salvato, Mira prende il controllo della mente di Bardack. Bardack diventa Evil Bardack (Time Breaker Bardack o Masked Saiyan per la maschera che indossa) e i suoi occhi diventano rossi; quando non indossa la maschera, diventa Xeno Bardack ed è in grado di trasformarsi in Super Saiyan o in Super Saiyan 3. Dragon Ball Xenoverse 2 Come in Dragon Ball Online, in Dragon Ball Xenoverse 2 Bardack viene salvato da Mira e diventa un membro dei Time Breaker sotto il nome di Saiyan mascherato (anche esso già apparso in Dragon Ball Online). Durante la Saga del Dio della distruzione, il Pattugliatore temporale colpisce il Saiyan mascherato in volto; Trunks allora scopre la verità e insieme al Kaioshin del tempo cerca un modo per far rinsavire Bardack. Dopo averlo sconfitto, Bardack torna in sé e si sacrifica per imprigionare Mira nella faglia temporale per vendicarsi di averlo usato e di avere sottovalutato il potere dei Saiyan; durante il combattimento, Bardack raggiunge prima lo stadio del Super Saiyan, poi del Super Saiyan 2 e infine del Super Saiyan 3. Non si sa cosa succede a Bardack dopo il suo combattimento dato che Mira riesce a fuggire dalla faglia ma lui no. Dragon Ball FighterZ In Dragon Ball FighterZ appare come personaggio sbloccabile tramite pagamento singolo o season pass, e ha l'abilità di trasformarsi in Super Saiyan quando esegue la sua mossa finale ma svanisce appena questa finisce, quasi come se fosse esaurito. Non gli è dedicata alcuna parte nella story mode. Note Bibliografia Artisti marziali immaginari Extraterrestri nelle opere di fantasia Mercenari immaginari Personaggi di Dragon Ball
Il Royal Aircraft Factory F.E.3 (Farman o Fighting Experimental 3), noto anche come A.E.1 (Armed Experimental 1) fu un aereo biplano biposto destinato all'uso militare sviluppato dall'istituto di ricerca britannico Royal Aircraft Factory (RAF) nei primi anni dieci del XX secolo e rimasto allo stadio di prototipo. Caratterizzato dalla configurazione spingente dell'unico motore che lo equipaggiava, venne espressamente realizzato per sperimentare la possibilità di equipaggiare un velivolo con un armamento pesante, specificatamente un cannone Coventry Ordnance Works (COW) calibro 1½ lb. Storia del progetto Nel 1913 il Royal Aircraft Factory decise di avviare lo sviluppo di un nuovo velivolo sperimentale, un biplano monomotore in configurazione spingente e armato, indicato come F.E.3 ("Farman" o "Fighting" Experimental) o come designazione alternativa A.E.1 ("Armed Experimental"). Il disegno era relativo ad un velivolo che introduceva una soluzione tecnica anticonvenzionale ideata al fine di ridurre la resistenza aerodinamica causata dalla particolare aspetto che assumevano i modelli dotati di motore spingente. In sostituzione delle classiche travi di coda, che dovevano lasciar libero lo spazio occupato dall'elica, venne realizzata un'unica struttura di collegamento tra la parte anteriore e l'impennaggio, costituita da un lungo tubo connesso tramite cuscinetti al mozzo dell'elica quadripala, irrigidita da una serie di tiranti in cavetto d'acciaio collegati alle ali ed al carrello d'atterraggio. L'equipaggio formato da due componenti, cannoniere e pilota, sedeva in tandem in una gondola centrale realizzata in legno e metallo che integrava al suo interno il motore Chenu, un 6 cilindri (o secondo altre fonti un 8 cilindri) in linea raffreddato a liquido collocato nella parte anteriore che lo collegava, tramite un lungo albero di trasmissione ed una catena, all'elica. L'F.E.3 era equipaggiato con un cannone COW 1½ lb shell-firing a caricamento rapido sparante attraverso la presa d'aria ricavata nella parte anteriore della gondola e che lambiva gli elementi dell'impianto di raffreddamento. L'F.E.3 venne portato in volo per la prima volta nell'estate del 1913, ai comandi di Geoffrey de Havilland ed assistito da Ronald Kemp, ma la prova venne interrotta per la rottura in volo dell'elica che costrinse il velivolo ad effettuare un atterraggio forzato. Tuttavia i test non vennero più ripresi per la consapevolezza che la trave di coda non dava sufficienti garanzie di robustezza. Nonostante la messa a terra del velivolo l'efficienza del cannone venne comunque testata appendendo l'F.E.3 al soffitto di un hangar, constatando che il rinculo non risultava eccessivo. Utilizzatori Royal Aircraft Factory Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Aerei militari britannici Aerei militari dalle origini al 1918
Biografia Nato verso la metà del X secolo, era figlio di Marino II, duca di Gaeta; fu anche fratello di Giovanni III e zio di Giovanni IV, successori di Marino. Avviato alla carriera ecclesiastica, fu eletto vescovo di Gaeta prima di maggio 997: infatti in quel mese fu redatto un atto di locazione di beni della Chiesa di Gaeta dati a privati, in cui Bernardo si dichiara clericus… quia debeo ad ordinem episcopatus adtingere. Nel settembre dello stesso 997 era già consacrato e concedeva una chiesa in Gaeta a tre ecclesiastici romani; si recava a Roma verso la fine del 998 per prendere parte al sinodo svolto in San Pietro da papa Gregorio V per problemi relativi alle diocesi di Francia. In ogni caso, il vescovo più che all'aspetto pastorale fu impegnato sul fronte della gestione e dell'amministrazione del patrimonio della Chiesa; nei preamboli di due documenti del marzo 1003 e del dicembre, enunciò i principi con cui intendeva portare avanti l'amministrazione ecclesiastica: incrementare il patrimonio e i redditi, in modo che il clero potesse disporre di adeguati redditi per condurre una vita consona alla loro posizione sociale; condurre gli affari con enti esterni in modo vantaggioso per la Chiesa; mantenere con cura i documenti che provino la corretta appartenenza delle diverse proprietà della Chiesa. Bernardo si trovava, però, nel particolare momento storico in cui alcuni cittadini iniziavano a chiedere alcune libertà, mentre i piccoli feudatari del gaetano cercavo di contrastarlo, portando avanti i loro interessi particolari. Il vescovo riuscì in ogni caso a prevalere sia sui primi che sugli altri, soprattutto grazie all'appoggio dell'imperatore Ottone III ed anche di sua cognata Emilia, che governava il ducato come reggente del figlio Giovanni. Gli ultimi anni del suo episcopato non sono documentati a sufficienza: l'ultimo riferimento è relativo al 1032, lo stesso anno in cui viene ricordata per l'ultima volta la cognata Emilia. Esiste anche un documento, che alcuni storici ritengono molto dubbio, che gli estensori del Codex diplomaticus Caietanus fanno risalire al maggio 1047. Certamente morì prima del luglio 1049, perché in tale data è già documentato il suo successore Leone. Note Bibliografia Collegamenti esterni Vescovi e arcivescovi di Gaeta
In chimica, una reazione di addizione è una reazione organica dove due o più entità molecolari (ad esempio molecole, ioni o radicali) si combinano per formarne una più grande, contenente tutti gli atomi delle entità molecolari di partenza. Ci sono due tipi di reazioni di addizione polare: Addizione elettrofila Addizione nucleofila Altre reazioni di addizione non polare sono: Addizione radicalica Reazione periciclica Queste reazioni di addizione si limitano a composti chimici che hanno atomi tra loro connessi con legami multipli: Molecole con legame doppio o legame triplo carbonio-carbonio Molecole con legami doppi carbonio-alogeno (o ossigeno, zolfo e azoto) come C=O o C=N Una reazione di addizione è il contrario di una reazione di eliminazione. Una coppia addizione-eliminazione è la reazione di idratazione di un alchene e disidratazione di un alcool. Note Voci correlate Reazione organica Reazione di eliminazione Reazione di sostituzione Reazione eterociclica ossidoriduzione Addotto Collegamenti esterni
La Biblioteca comunale Chelliana è la principale biblioteca pubblica della città di Grosseto. La biblioteca conta un patrimonio librario di circa volumi ed è l'istituto bibliotecario di riferimento della provincia di Grosseto, centro operativo della Rete grossetana delle biblioteche, degli archivi e dei centri di documentazione (GROBAC). Fondata il 1º marzo 1860 dal canonico Giovanni Chelli, al quale è intitolata, è nota per essere stata al centro dell'impegno culturale dello scrittore Luciano Bianciardi nell'immediato dopoguerra. È ospitata al piano terra di palazzo Mensini, nel centro storico di Grosseto in via Mazzini, in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione dell'edificio per consentire l'utilizzo dei piani superiori. Dal 2009 è aperto un punto biblioteca presso l'ospedale Misericordia di Grosseto. Storia Giovanni Chelli e la nascita della biblioteca L'istituzione di una biblioteca pubblica nella città di Grosseto si deve alla passione culturale e all'intraprendenza politica del canonico Giovanni Chelli, erudito senese, ordinato sacerdote nel 1840 e canonico della cattedrale di San Lorenzo. Personalità controversa di sacerdote repubblicano e liberale, aveva appoggiato il governo provvisorio di Francesco Domenico Guerrazzi schierandosi contro papa Pio IX, ed era forte sostenitore dell'unità d'Italia, nonché legato da rapporti di amicizia a personalità risorgimentali quali Costantino Nigra e Vincenzo Salvagnoli; questo atteggiamento gli erano costati anni di esilio, sorveglianza e censura. A Grosseto, il Chelli fu il principale e forse unico promotore culturale della città, avvertendo fin dal principio la necessità dell'istituzione di una biblioteca civica; fino a quel momento, infatti, il solo ente che animasse la vita cittadina era la Confraternita della Misericordia, dedita peraltro ad attività filantropiche. Il 30 dicembre 1858, Giovanni Chelli presentò un'istanza al Capitolo dei canonici della cattedrale: nelle intenzioni del sacerdote, che da tempo stava raccogliendo un nutrito fondo librario e anche alcuni oggetti archeologici – molti dei quali accomunati dai soli criteri di preziosità e rarità – c'era anche quella di partecipare attivamente alla lotta per l'alfabetizzazione. Il Capitolo deliberò che a Giovanni Chelli fosse «accordata la direzione di detta Biblioteca con il titolo di Direttore» e a questo scopo gli assegnò tre locali del Palazzo Vescovile, privo del proprio inquilino in quanto la diocesi era sede vacante. Chelli si occupò in autonomia di recuperare suppellettili per l'allestimento dei locali e soprattutto cercare donazioni per incrementare il fondo librario. I primi in città che avevano sostenuto l'operato del sacerdote erano stati il vescovo Giovanni Domenico Mensini, morto nel 1858 lasciando nel testamento la propria libreria personale ricca di edizioni di pregio, e il vicario capitolare Domenico Pizzetti, morto nel 1859, che aveva donato un'ampia collezione di testi del XVI, XVII e XVIII secolo. A questo primo nucleo di circa volumi, si aggiunsero altre donazioni, raggiungendo infine la cifra di volumi. La prima biblioteca a Grosseto, non disgiunta dal museo civico archeologico, fu così inaugurata il 1º marzo 1860. Durante la sua direzione, con il sacerdote Federigo Riccioli quale bibliotecario, Chelli continuò a scrivere lettere a uomini facoltosi sia locali sia nazionali, allo scopo di incrementare il patrimonio della neonata biblioteca. Tra le più cospicue, si ricordano le donazioni del gonfaloniere del comune di Grosseto Angelo Ferri, di Angelo Fabbrini e di Maurizio Bufalini; all'indomani dell'unità d'Italia, Chelli scrisse lettere anche al ministro Marco Minghetti, al barone Bettino Ricasoli, a re Vittorio Emanuele III e all'imperatore francese Napoleone III. Per meglio comprendere tuttavia il clima di arretratezza economica e sociale in cui il progetto di una pubblica biblioteca si stava inserendo, basti pensare che la città di Grosseto, che era limitata al solo nucleo urbano entro le mura medicee, era disabitata per sei mesi l'anno. Durante i mesi più caldi infatti si verificava il fenomeno dell'estatatura, quando tutti gli uffici pubblici si trasferivano in montagna date le condizioni geografiche e climatiche proibitive che aumentavano il rischio di contrarre la malaria. Il Chelli si ritrovò fin da subito a fronteggiare problemi di carattere economico, anche perché il sostegno ricevuto dal Capitolo della cattedrale era soltanto apparente. La diocesi di Grosseto attendeva la nomina di un nuovo vescovo, in quanto la sede era vacante dal 1858 a causa dei contrasti tra lo Stato italiano e lo Stato Pontificio, e non sentiva necessità di impegnarsi in un progetto che mancava dell'approvazione di un'autorità ecclesiastica superiore. Deciso a rendere statale la biblioteca, il presbitero scrisse al Ministero della pubblica istruzione nell'agosto del 1862, affinché intervenisse con un decreto, ma la risposta fu negativa; il suggerimento, tuttavia, fu quello di donare spontaneamente l'istituzione al Comune. Dopo un'iniziale esitazione, Chelli si decise a sottoscrivere l'atto di donazione inter vivos nel 1864 e la solenne cerimonia d'inaugurazione fu tenuta il 30 marzo 1865 con l'intitolazione della biblioteca al suo fondatore. I continui trasferimenti e i primi inventari Il patrimonio librario nel frattempo continuava ad aumentare, soprattutto in seguito ad una sostanziosa donazione dell'ingegnere Alessandro Manetti (1865), e la necessità di dare alla biblioteca una sede stabile iniziò farsi pressante. Nel maggio 1866 è contato un patrimonio di circa volumi, ordinato in cinque sezioni (belle lettere, scienze, arti e mestieri, storia, giurisprudenza, teologia) secondo il sistema di classificazione "Brunet". Nel 1867 il papa nominò Anselmo Fauli nuovo vescovo di Grosseto, dopo nove anni di sede vacante, e il Chelli arrivò a esortare il Governo affinché acquistasse il palazzo vescovile temendo la chiusura della biblioteca, timore poi rivelatosi fondato. La Chelliana fu sfrattata dalla residenza diocesana e la nuova sistemazione comportò una provvisoria divisione tra la biblioteca e la sezione archeologica. I libri furono ospitati in due sale di palazzo Ponticelli, mentre i reperti vennero trasferiti nel chiostro della chiesa di San Francesco. Giovanni Chelli morì nell'ottobre del 1869, non prima però di esprimere un'ultima richiesta: il trasferimento della biblioteca in via Mazzini presso la "barriera" di Porta Nuova. A questa sede verrà destinata nel 1870, nuovamente riunita con il museo civico. Per la biblioteca ebbe inizio un iter di trasferimenti che mortificò ogni tentativo di migliorare le sorti dell'istituzione e che invece finì per disperdere buona parte del patrimonio fino a quel momento accumulato. Nonostante la nomina di un nuovo direttore nella figura di Giovanni Battista Ponticelli (1843-1912), e di un bibliotecario conservatore, il professor Agostino Barbini, il quale dal 1873 per primo si dedicò alla compilazione degli inventari e alla riorganizzazione del materiale, la biblioteca si trovava ancora in una situazione precaria, anche per la poca attenzione rivoltale dall'amministrazione comunale. Pochi anni dopo la morte di Barbini, che era rimasto bibliotecario fino al 1902, la biblioteca fu affidata al nuovo direttore Giovanni Pizzetti, avvocato e personalità influente della società grossetana dell'epoca, che era stato sindaco della città negli anni novanta del XIX secolo. Il direttore Pizzetti comprese subito lo stato precario dell'istituzione e denunciò all'amministrazione comunale la mancanza di figure professionali addette alla conservazione della biblioteca; forse per via della sua influenza politica, venne accontentato il 20 ottobre 1909 con la nomina a conservatore del professor Alfredo Segrè, al quale fu affidato il nuovo riordino degli inventari. Nel 1910 Segrè inventariò e descrisse trentanove manoscritti per gli Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia di Giuseppe Mazzatinti e Albano Sorbelli, e inserì i circa volumi della biblioteca nel catalogo a schede organizzato secondo il sistema "Staderini". Tra le donazioni significative di questo periodo, si segnalano i fondi della matematica Adele Capuzzo Dolcetta (1905) e del patriota Nicola Guerrazzi (1912). Dagli anni venti alla seconda guerra mondiale: le direzioni Cappelli e Broli Alfredo Segrè rimase responsabile dell'organizzazione della Chelliana fino al 1920, mentre la direzione, dopo le dimissioni di Giovanni Pizzetti il 27 dicembre 1909, era stata affidata a una commissione presieduta dall'architetto Lorenzo Porciatti, rimasto in carica almeno fino al 1913. Dopo una seconda parentesi di Pizzetti dal 1921 al 1923, la biblioteca con il museo venne affidata al canonico Antonio Cappelli, già membro del consiglio direttivo dal 1904. La prima iniziativa fu quella di destinare la Chelliana alla sede di palazzo Mensini in via Mazzini, ex seminario e sede del Regio ginnasio e liceo "Carducci-Ricasoli"; una residenza finalmente stabile e l'attenta direzione da parte di Cappelli consentirono una crescita esponenziale dell'istituto, soprattutto grazie a una cospicua serie di acquisti e donazioni. Nel 1934 il professor Angelo Davoli della Scuola bibliografica italiana condusse un'indagine sugli incunaboli posseduti dalla biblioteca, scrivendo infine di una «doviziosa raccoltina di trentadue incunaboli», della presenza di varie centinaia di manoscritti e cinquecentine e di una collezione totale di circa volumi. Cappelli morì il 28 luglio 1939 e venne sostituito nel dicembre di quell'anno da Maria Emilia Broli, la quale fu la prima direttrice della Chelliana effettivamente competente in materia biblioteconomica. Inizialmente assistita da un giovane Giorgio De Gregori, la Broli lamentava che il suo predecessore «nulla aveva fatto circa quelle misure di previdenza, alle quali il Ministero dell'Educazione Nazionale invitava tutti i direttori delle biblioteche del Regno». La direttrice si occupò anche di procurarsi le schede e i registri regolamentari richiedendoli alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e dette inizio così al primo vero processo di ordinamento della Chelliana, con la modernizzazione delle procedure ed una corretta archiviazione realizzata mediante inventari, cataloghi e una migliore tenuta dei registri, ponendosi per la prima volta come servizio al pubblico. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, la Broli organizzò l'evacuazione del materiale di maggiore pregio dell'istituto secondo il Piano di protezione antiaerea (PPA) del Ministero: la sua intuizione fu quella di decentrare le opere più preziose affidandole in custodia a don Omero Mugnaini, parroco antifascista di Istia d'Ombrone, che le conservò all'interno della casa canonica di San Salvatore. Questo permise al materiale più antico di sopravvivere alle vicissitudini della guerra: il 29 novembre 1943, infatti, palazzo Mensini venne fortemente danneggiato da un bombardamento anglo-americano, che ebbe come conseguenza quella di lasciare la biblioteca incustodita ed esposta a continui saccheggi. Parte del materiale sopravvissuto venne trasferito nello scantinato del palazzo della Regia scuola tecnica industriale di piazza De Maria, fuori Porta Vecchia: tale scelta non si rivelò fortunata, in quanto il palazzo fu danneggiato e gli scantinati completamente allagati in seguito all'alluvione che colpì la città il 2 novembre 1944. Luciano Bianciardi e la biblioteca del dopoguerra Al termine del secondo conflitto mondiale la Chelliana visse un periodo di incuria e di incertezze; stava procedendo la ricostruzione di Grosseto – palazzo Mensini sarà ricostruito nel 1946 – e i libri della biblioteca erano ancora in buona parte conservati nello scantinato del palazzo di piazza De Maria. Nel 1945 la direttrice Maria Emilia Broli era stata assegnata alla direzione della biblioteca comunale di Asti, e la Chelliana era gestita dall'amministrazione comunale mediante l'impiego di volontari. Tra questi vi era Luciano Bianciardi, il quale «armato di uno spazzolino di penne di struzzo» aveva iniziato nel 1948 l'opera di liberazione dei libri dal fango, inizialmente senza compenso, finendo poi per essere assunto dalla biblioteca il 24 gennaio 1949. Sebbene nelle intenzioni del Comune vi fosse quella di nominare direttore l'allora consigliere comunale Tullio Mazzoncini, su richiesta della soprintendente Anita Mondolfo si procedette ad un'ufficiale richiesta di candidature. Delle tre persone che fecero richiesta, tra cui Renato Pollini che sarà poi sindaco della città, solo Bianciardi era laureato e inoltre aveva già dato inizio in via non ufficiale al riordino del materiale. Nell'autunno del 1951 Luciano Bianciardi venne nominato direttore della Chelliana. Nonostante fosse stata riaperta al pubblico già dall'estate del 1949, l'inaugurazione ufficiale avvenne il 6 luglio 1952, alla presenza delle autorità locali, del direttore generale Ettore Apolloni e dall'ispettore generale delle biblioteche Carlo Frattarolo. La riorganizzazione della biblioteca dopo la guerra era avvenuta in collaborazione tra Bianciardi e la stessa Mondolfo e al momento dell'inaugurazione possedeva volumi. L'attività di Bianciardi era inizialmente portata avanti con il solo aiuto del custode Eugenio Gentili. Il suo proposito era quello di unire il profilo storico delle raccolte a un'opera di aggiornamento e incremento del patrimonio, volta ad incontrare il nuovo pubblico e a proporre l'istituzione come utile strumento di sapere contemporaneo. Nel fervore culturale dell'Italia del dopoguerra, la Chelliana sviluppò una forte ripresa organizzativa e intellettuale, con Bianciardi stesso promotore di numerose iniziative in città e in provincia: si ricordano l'organizzazione di un cineforum; le collaborazioni con Carlo Cassola sull'«Avanti!» circa le condizioni dei minatori del grossetano, poi finite nel volume di indagine sociologica I minatori della Maremma; e la settimana del libro alla cui inaugurazione nel novembre del 1953 aveva partecipato il ministro Amintore Fanfani. Dal febbraio del 1952 Bianciardi aveva cominciato a organizzare in biblioteca una serie di conferenze e incontri, per i quali furono chiamati alla Chelliana intellettuali come Carlo Cassola e Giuseppe Dessì, frequentatori abituali, o come Aldo Capitini, Guido Aristarco, Carlo Salinari e Carlo Montella, tra i vari. Bianciardi stesso tenne almeno quattro conferenze: sull'Antologia di Spoon River, sugli statuti di Montepescali, sul materiale di pregio della Chelliana e su Benedetto Croce. Questo periodo di intensa attività culturale, tra conferenze, intellettuali, burocrati di provincia e funzionari pubblici, sarà al centro della satira dello stesso Bianciardi nel suo primo romanzo Il lavoro culturale (1957). Uno dei più noti e significativi contributi di Luciano Bianciardi alla Chelliana fu il progetto di istituzione del bibliobus, biblioteca itinerante con il fine di estendere il servizio anche nei centri rurali del comune di Grosseto. Il 20 giugno 1953 venne inaugurato ed esposto a Grosseto in piazza Socci il bibliobus della Chelliana, un autofurgone Lancia Ardea, appositamente modificato e trasformato all'interno per contenere scaffalature valide al sostegno di circa un migliaio di volumi di piccolo formato. Inoltre, furono aperte sedi distaccate della biblioteca a Batignano, Istia d'Ombrone, Montepescali, e in un secondo momento a Braccagni e Marina di Grosseto. Nelle «gite» per la pianura con il bibliobus, Bianciardi era accompagnato dal collaboratore Aladino Vitali, in quanto non possedeva la patente, ed aveva coniato il motto «questo è il bibliobus Chelliana che viaggia una volta a settimana». La lunga direzione di Aladino Vitali Dopo le dimissioni di Luciano Bianciardi, trasferitosi a Milano per partecipare alla nascita della Feltrinelli, a ricoprire l'incarico di direttore fu Vladimiro Lenzi, figlio dell'ex sindaco Lio Lenzi, dall'aprile al dicembre del 1954, quando venne nominato Aladino Vitali (1920-2011), dipendente della Chelliana e già stretto collaboratore di Bianciardi. Nel 1955 l'amministrazione comunale nominò inoltre un direttore per il museo civico nella figura di Aldo Mazzolai, sancendo la divisione definitiva tra biblioteca e museo che fino a quel momento erano ancora congiunti. La Chelliana nel 1955 possedeva volumi. Dall'inizio degli anni sessanta fino ai primi anni ottanta, l'utenza della biblioteca si attestò stabilmente intorno alle presenze, a fronte di una popolazione cittadina di circa abitanti ma in costante crescita. L'alluvione che colpì la città il 4 novembre 1966 provocò ingenti danni al patrimonio librario e richiese l'impegno di volontari per liberare i libri dal fango. Tale evento ebbe la conseguenza di tenere la biblioteca emarginata per circa quattro anni dalla vita culturale cittadina; interdetta in un primo momento al pubblico, solo a partire dal 1971 la Chelliana poté nuovamente essere operativa a pieno ritmo. Nel 1975, tuttavia, un'infestazione di termiti rallenterà ulteriormente per circa due anni l'attività della biblioteca. La direzione di Aladino Vitali, protrattasi per oltre trent'anni, fu caratterizzata da una forte vocazione conservativa, non disgiunta dalla preoccupazione di far fronte con pochi mezzi ad esigenze che con il passare degli anni si facevano via via più impellenti: ampliamento delle raccolte, aggiornamento professionale dei bibliotecari, riordino dei libri e risistemazione fisica degli spazi. Vitali lamentava inoltre noncuranza da parte del Comune e disinteresse alle continue rimostranze effettuate circa la carenza di personale qualificato e l'inadeguatezza degli spazi concessi. Aspetti significativi dell'ultimo periodo furono il primo tentativo per la realizzazione del servizio di prestito interbibliotecario; l'inizio dei lavori di schedatura elettronica e microfilmatura; l'introduzione del sistema di classificazione "Dewey"; il restauro del materiale di pregio e dei manoscritti. Vitali rimase in carica fino al settembre del 1985. La reggenza della biblioteca fu poi affidata a Mariagrazia Celuzza (n. 1954), direttrice del Museo archeologico e d'arte della Maremma, per il quadriennio 1986-1989. Gli anni del decentramento Nel gennaio del 1990 venne nominato direttore Valerio Fusi (n. 1951), che negli anni precedenti era stato membro della commissione di gestione della biblioteca. La sua direzione fu mirata a realizzare un servizio strutturato per la comunità di riferimento mediante uno svecchiamento delle raccolte – che investiva prima di tutto il settore scientifico, da lui implementato – l'adeguamento della biblioteca agli standard IFLA del 1988, e un'opera di riordino e catalogazione del patrimonio antico. Nel frattempo, il liceo classico era stato trasferito nel nuovo plesso alla "Cittadella dello studente" (1993) e venne quindi deciso di destinare l'intero palazzo Mensini a sede della Chelliana. Per permettere i lavori di restauro e di adeguamento dell'edificio, fu quindi stabilito il provvisorio trasferimento della biblioteca nello stabile periferico dell'ex scuola media "Giuseppe Ungaretti" al villaggio Europa. Il trasloco della Chelliana ebbe inizio nel giugno del 1994 e si protrasse per circa un anno concludendosi nel maggio del 1995. Quella che tuttavia era stata intesa come sede provvisoria, finì per diventare di fatto la nuova sede della biblioteca. Per una serie di avvicendamenti politici e il ritardo dei lavori di restauro di palazzo Mensini, per la Chelliana ebbe inizio un periodo di difficoltà e incertezze, relegata in un edificio dagli spazi limitati, in un'area decentrata della città. Nonostante queste difficoltà e la situazione precaria, non venne inizialmente interrotto il corso positivo avviato nel triennio 1991-1993, anche grazie alla collaborazione con Piero Innocenti e l'Università degli Studi della Tuscia per la riorganizzazione interna della biblioteca e in tema di ricerca. Tra il 1999 e il 2000 nacque il Sistema bibliotecario provinciale grossetano, con la Chelliana come centro operativo di rete, che nel 2014 prese il nome di Sistema documentario integrato grossetano (SDIG). Nel frattempo, la questione della sede era rimasta al centro dei dibattiti politici, anche se le amministrazioni comunali che si succedettero in questi anni non mancarono di dimostrare uno scarso interesse nei confronti della biblioteca. Un tentativo venne fatto nel 2003, quando fu affidato all'architetto Roberto Aureli di redigere un progetto di restauro e ristrutturazione di palazzo Mensini, i cui lavori procedettero a rilento e con non poche difficoltà tra interruzioni e tentennamenti dell'amministrazione. Nel 2009 il sindaco Emilio Bonifazi tentò di scartare la possibilità di riportare la Chelliana a palazzo Mensini aprendo a nuove possibilità – tra le quali la sistemazione nel palazzo dell'ex GIL o in un edificio da realizzarsi alla "Cittadella dello studente" in accordo con la Provincia – salvo poi ritornare sui suoi passi e ordinare la ripresa dei lavori nel dicembre 2014. Suscitò clamore la scoperta nel febbraio 2016 del furto di un esemplare dell'atlante Theatrum Orbis Terrarum di Abramo Ortelio risalente al 1612, che riportò l'attenzione sull'inconcludenza delle amministrazioni nell'offrire una sede adeguata alla biblioteca. Il ritorno a palazzo Mensini Nell'ottobre 2016 l'amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, nominò direttrice Anna Bonelli (n. 1959), già da cinque anni reggente della biblioteca in qualità di responsabile e dirigente del servizio cultura, e confermò la volontà di riportare la Chelliana nella sede di palazzo Mensini. I lavori di restauro dell'edificio, già avviati, furono ripresi tra il 2017 e il 2018 con il completamento delle opere di consolidamento del piano terra che sarebbe andato ad ospitare la biblioteca in attesa dell'ultimazione dei piani superiori. Il 22 ottobre 2018 ebbero inizio le operazioni di trasloco per riportare dopo venticinque anni la Chelliana a palazzo Mensini; l'inaugurazione avvenne il 27 giugno 2019. Nel gennaio 2020 la biblioteca è divenuta centro operativo della Rete grossetana delle biblioteche, degli archivi e dei centri di documentazione (GROBAC), che sostituisce la precedente rete provinciale SDIG. A causa dell'aggravarsi della pandemia di COVID-19 in Italia, la biblioteca è rimasta chiusa al pubblico dal 6 marzo al 18 maggio 2020. Patrimonio librario La Biblioteca comunale Chelliana dispone di un patrimonio librario di circa unità: volumi, di materiale audio-visivo, 34 incunaboli, 394 cinquecentine, seicentine, settecentine, 250 manoscritti e 26 pergamene. Il nucleo originario della biblioteca era costituito dalla raccolta privata del canonico Giovanni Chelli e dai fondi ottenuti dai lasciti testamentari del vescovo Giovanni Domenico Mensini e del vicario capitolare della diocesi Domenico Pizzetti, e fu donato al Comune di Grosseto nel 1864. Tuttavia, buona parte del patrimonio librario ha subito gravi perdite nel corso della sua storia, soprattutto per le molte dispersioni in seguito ai trasferimenti e i continui cambi di sede dell'istituto tra la fine dell'XIX e la prima metà del XX secolo; i danni maggiori furono però dovuti agli eventi bellici – il bombardamento del 1943 – e alle due alluvioni del 1944 e del 1966. Dal punto di vista storico-scientifico si segnalano i tre erbari senesi risalenti al 1765, realizzati sotto le indicazioni di Giuseppe Baldassarri, responsabile del Giardino dei Semplici di Siena dal 1759 al 1780, e restaurati presso l'orto botanico dell'Università di Pisa nel 1994. Dal 1994 al 2016 fece parte della biblioteca anche l'Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana. Incunaboli Di seguito è riportato l'indice delle edizioni del XV secolo (incunaboli) possedute dalla biblioteca. Inc. 1: Imitatio Christi; Jean Gerson, De meditatione cordis, Venezia, [Johann Leoviller], ed. Francesco de' Madi, 1486. Inc. 2: Agostino d'Ippona, Sermones ad heremitas, Venezia, Paganino de' Paganini, 26 V 1487. Inc. 3: Jacopo da Varazze, Sermones quadragesimales; Sermo de passione Christi, Brescia, Angelo e Jacopo britannici, 20 VIII 1483 [1493]. Inc. 4: Bibbia (in latino); Gabriel Brunus, Tabula, ed. Petrusangelus De Monet Ulmi, Venezia, Girolamo de Paganini, VII [7 IX] 1492. Inc. 5: Falaride, Epistholae (in latino), traduzione di Francesco Griffolini; Francesco Griffolini, Epistola di Francesco Pellato; Disthicon, Sant'Orso, Giovanni da Reno, 1475. Inc. 6: Trattato de li disamini, [Bologna, Tip. Del Barbatia, 1475]. Inc. 6 bis: Faltonia Betizia Proba, Centones vergiliani, Brescia, Bernardino Misinta, VIII Kal. Apr. [25 III] 1496. Inc. 7: Andreoccio Ghinucci, Oratio ad Innocentium VIII pro Repubblica Senensium, [Roma, Johann Schömberger, dopo 30 X 1484]. Inc. 8: Senensium oboedientia publica Alessandro VI praestita, [Roma, Stephan Plannck, dopo 15 X 1492]. Inc. 9: Domenico Cavalca, Specchio di croce, Firenze, [Bartolomeo de' Libri, c. 1494]. Inc. 10: Claudio Claudiano, Carmina malora et publica; Panegyricus dictus Probino et Olybrio consulibus; Carmina minora; De Raptu Proserpinae; comprende: Bernardino Sassoguidano, Distica Thaddeo Ugoleto. Emendavit Thaddeus Ugoletus, Venezia, Giovanni Tacuino, 6 VI 1495. Inc. 11: Imitatio Christi. Venezia, Peter Löslein, 1483. Inc. 12: Ditti Cretese, Historia troiana; Darete Frigio, Historia de excidio Troiae, ed. Francesco Faraone (Faragonio), Venezia, Cristoforo de' Pensi, kal. Febr. [1 II]; kal Mart. [1 III] 1499. Inc. 13: Gregorio Magno, Dialogi; Paolo Diacono, Vita S. Gregorii (in italiano), Venezia, Andrea Torresani, 20 II 1487. Inc. 14: Agostino d'Ippona, Opuscola, Venezia, Ottaviano Scoto, V kal. Iun. [28 V] 1483. Inc. 15: Fiore di virtù, Venezia, Matteo Codecà e Bernardino di Pino, [11 luglio] 1485. Inc. 16: Graziano, Decretum, seu Concordantia discordantium canonum, cum apparatu, Bartholomaei Brixiensis. Venezia, Piero di Piasi, 25 I 1483. Inc. 17: Werner Rolevinck, Fasciculus temporum; Erhard Ratdolt, Epistola Nicolao Mocenigo, Venezia, Erhardus Ratdolt, V kal. Iun. [28 V 1484]. Inc. 18: Paolo Orosio, Historiae. Castigavit Aeneas Vulpes; Bartolomeo Pagello, Carmen, [Vicenza], Herman Liechtenstein [1474-1475]. Inc. 19: Agostino d'Ippona, Opuscola; Epistola di Severinus Chalcus; Eusebio Corrado, De vita et moribus Sancti Augustini; Vita Sancti Guarini, Parma, Angelo Ugoletti, pr. kal. apr. [31 III] 1491. Inc. 20: Lattanzio, Lucius Coelius Firmianus. De divinis institutionibus, De ira Dei; De opificio Dei vel de formatione hominis; De Phoenice Carmen; Epitome divinarum intitutionum; Ovidio, De Phoenice; Dante Alighieri, Della Fenice; Venanzio Fortunato, Carmen de Pascha; Disticha, ed. Johannes Andreae ep. Areliensis, Venezia, Simone Bevilacqua, 4 IV 1497. Inc. 21: Leone Magno, Sermones et Epistolae, ed. Johannes Andrete ep. Areliensis, Venezia, Andrea de' Socci, V. non. Mart. [3 III] 1485. Inc. 22: Plinio il Vecchio, Historia naturalis (in italiano), traduzione di Cristoforo Landino, Venezia, Bartolomeo Zani, 12 IX 1489. Inc. 23: Marco Valerio Marziale, Epigrammata, commento di Domizio Calderini; Domizio Calderini, Epistola Johanni Francisco Gonzagae; Versus; Epistola Laurentiu Medici; Vita Martialis; Plinio il Giovane, Epistola ad Cornelium Priscum; Marco Lucido Fazini (Fosforo), Epigramma, Venezia, Tommaso de' Blavi e soci, pr. id. iun. [12 VI] 1482. Inc. 24: Giustino, Marcus Junianus. Epitome in Trogi Pompei historias; Floro, Epitomererum romanorum. Venezia [Milano, Leonhard Pachel], 4 IV 1494. Inc. 25: Dante Alighieri, La Commedia, commento di Cristoforo Landino; Credo, Pater Nostro, Ave Maria di Dante, ed. Piero da Figino, Venezia, Piero Quarenghi, 11 X 1497. Inc. 26: Ambrogio, Epistolae; De vocatione; Sermones; Orationes; De sacramentis; De virginibus; De viduis; De cohortatione virginum et dedicatione templi; De institutione virginis; De Helia et ieiunio; Georgius Cribellus, Epigramma, Milano, Leonard Pachel, 18 XII 1490. Inc. 27: Giovenale, Decimus Junius. Satyrae, commento di Domizio Calderini, Giorgio Merula, Giorgio Valla; Domizio Calderini, Defensio adversus Brotheum, Venezia, Simone Bevilacqua [1496]. Inc. 28: Ambrogio Teodosio Macrobio, In Somniom Scipionis Ciceronis expositio; Saturnalia, Venezia, [Giovanni Rosso], 29 VI 1492. Inc. 29: Diodoro Siculo, Biblioteca (in latino), traduzione di Poggio Bracciolini, ed. Bartholomaeus Merula, Venezia, Giovanni Tacuino, XII kal. oct. [20 IX] 1496. Inc. 30: Appiano di Alessandria, Historia romana (in latino), traduzione di Pier Candido Decembrio, P. I. Scandiano, Pellegrino Pasquali, IV id. ian. [10 I] «MDCCCCLCXV» [1495]. Inc. 31: Appiano di Alessandria, Historia romana (in latino), traduzione di Pier Candido Decembrio, P. II. Reggio Emilia, Francesco Mazzali, 22 X 1494. Inc. 32: Leonardo Bruni, Epistolae familiares, ed. Antonius Moretus e Hyeronimus Squarzaficus [Venezia, Damiano da Gorgonzola e Piero Quarengi] 15 VI 1495. Inc. 33: Fabio Planciade Fulgenzio, Mythologiae, commento di Giovan Battista Pio; Voces Antiquate cum testimonio; Giovan Battista Pio, Carmina elegiaca; Vita Fulgentii, Milano, Ulrich Scinzenzeler, 23 IV 1498. Statistiche Le tabelle che seguono riproducono le statistiche dei servizi della biblioteca nel corso degli anni dal 1956 al 2015. Direttori Note Esplicative Riferimenti bibliografici Bibliografia Cfr. allegati e immagini. Voci correlate Giovanni Chelli Luciano Bianciardi Palazzo Mensini Strada del Giuoco del Cacio Altri progetti Collegamenti esterni Biblioteche di Grosseto Chelliana
Biografia Ha partecipato a dieci edizioni dei Mondiali di corsa in montagna (una da juniores e nove nella gara seniores, l'ultima delle quali nel 2019) e a setteedizioni degli Europei (l'ultima delle quali nel 2018). Nel 2013 è stata campionessa del mondo individuale, mentre nel 2009 ha vinto l'argento europeo. In aggiunta, ha anche conquistato un totale di sette medaglie mondiali e cinque medaglie europee a squadre. Nel 2014 e nel 2017 è stata inoltre campionessa italiana di corsa in montagna. Palmarès Campionati nazionali 2008 11ª ai campionati italiani di corsa in montagna - 42'02" ai campionati italiani promesse di corsa in montagna - 42'02" 2010 13ª ai campionati italiani di corsa campestre - 31'53" 2011 23ª ai campionati italiani di corsa campestre - 29'34" 2012 10ª ai campionati italiani di corsa campestre - 29'10" 2013 6ª ai campionati italiani di corsa campestre - 26'56" ai campionati italiani di corsa in montagna 2014 13ª ai campionati italiani di corsa campestre - 29'41" ai campionati italiani di corsa in montagna 2015 14ª ai campionati italiani di corsa campestre - 28'57" ai campionati italiani di corsa in montagna 2016 16ª ai campionati italiani di corsa campestre - 26'15" ai campionati italiani di corsa in montagna lunghe distanze 2017 14ª ai campionati italiani di corsa campestre - 29'27" ai campionati italiani di corsa in montagna 2022 8ª ai campionati italiani di corsa campestre - 28'50" ai campionati italiani di corsa in montagna a staffetta (in squadra con Vivien Bonzi) ai campionati italiani di trail corto 2023 10ª ai campionati italiani di corsa campestre - 29'38" Altre competizioni internazionali 2009 4ª al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 24'09" 2011 9ª in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna 2013 in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 22'30" 2014 4ª in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna 11ª al Campaccio ( San Giorgio su Legnano) - 20'58" 9ª al Cross della Vallagarina ( Villa Lagarina) - 23'10" al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 21'48" 2015 5ª in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna 12ª alla Stramilano ( Milano) - 1h16'01" 8ª alla Cinque Mulini ( San Vittore Olona) - 26'19" 11ª al Campaccio ( San Giorgio su Legnano) - 20'53" al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 21'53" 2016 4ª in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 21'59" 2017 in classifica generale di Coppa del mondo di corsa in montagna al Trofeo Jack Canali ( Albavilla) - 45'59" 2018 6ª alla Stramilano ( Milano) - 1h13'40" 9ª alla Cinque Mulini ( San Vittore Olona) - 19'37" 2019 9º al Trofeo Vanoni ( Morbegno) - 23'13" 2020 16ª alla Cinque Mulini ( San Vittore Olona) - 19'29" 2021 12ª alla Cinque Mulini ( San Vittore Olona) - 21'23" 9ª al Campaccio ( San Giorgio su Legnano) 21'16" 2023 18ª al Campaccio ( San Giorgio su Legnano) - 21'41" Note Voci correlate Italia ai campionati del mondo di corsa in montagna Italia ai campionati europei di corsa in montagna Altri progetti Collegamenti esterni
I Salis sono una famiglia patrizia svizzera originaria di Soglio in Val Bregaglia nel Cantone dei Grigioni. Storia Un certo ser Rodolfus de Salice de Solio è il primo esponente della famiglia ad essere menzionato in un documento. Egli compare in diversi atti relativi al periodo 1285-1293 e morì a Soglio nella primavera del 1300. È stata ipotizzata una sua discendenza dalla famiglia patrizia comasca dei Salici, attestata sin dal 1202. In qualità di ministeriales e vassalli al servizio del principe-vescovo di Chur i Salis espansero notevolmente la loro influenza nella Val Bregaglia e in Valtellina. Dai Salis si svilupparono due linee distinte, aventi quali capostipiti rispettivamente Johannes e Gubertus. Le principali cariche pubbliche dei Grigioni, quali la posizione di podestà della Val Bregaglia, quella di governatore della Valtellina e la presidenza della Repubblica delle Tre Leghe, furono spesso occupate da esponenti della famiglia Salis, in particolare della linea di Gubertus. All'apice della loro potenza la famiglia possedeva a vario titolo i castelli di Castelmur, Neu-Süns, Rietberg, Campell, Wynegg, Elgg, Sulzberg, estendendo i loro domini sino in Franconia con i castelli di Wiesentfels e Lobenstein. In seguito all'abolizione del potere temporale vescovile con l'approvazione degli articoli di Ilanz nello Stato delle Tre Leghe, i Salis emersero accanto ai Planta come la famiglia più influente nella regione. In seguito alla conquista della Valtellina da parte delle Tre Leghe nel 1512 le due famiglie si spartirono i principali uffici del territorio. Con l'intensificarsi della lotta tra gli Asburgo e la Francia nei Grigioni che sarebbe culminata nei Torbidi grigionesi, entrambe le parti in conflitto cercarono di assicurarsi l'appoggio dei potentati locali. I Salis entrarono nella coalizione franco-veneziana, acquisendo notevole peso negli affari della regione, con diversi esponenti della famiglia in posizioni di spicco. Tra questi Friedrich von Salis-Samedan (1512-1570) colonnello e rappresentante diplomatico a Venezia e Ulysses von Salis (1594-1674) ufficiale al servizio francese per 27 anni, poi maresciallo di campo di Luigi XIII. Egli acquistò nel 1635 il castello di Marschlins, trasformandolo in una magnifica dimora. Nel 1582, 1588, 1632 e nel 1766 i membri dei rami di Grüsch, Marschlins, Maienfeld, Seewis, e Soglio della linea di Gubertus ottennero il titolo di baroni dell'Impero. Nel 1694 e nel 1748 vennero elevati a conti dell'Impero, venendo riconosciuto il titolo comitale anche in Francia nel 1777. Nel 1815 acquisirono il titolo di Jonkheer; nel 1822 quello di barone nei Paesi Bassi e in Prussia, con l'autorizzazione di aggiungere il nome del lignaggio nel predicato. Per quanto riguarda la linea di Johannes, i Salis-Samedan ricevettero nel 1913 il titolo di barone (Freiherr) dell'Impero austro-ungarico. Esponenti della famiglia Rodolfo di Salis (?-1515), condottiero morto nella battaglia di Marignano Friedrich von Salis-Samedan (1512-1570), colonnello e rappresentante diplomatico a Venezia Ulysses von Salis (1594-1674), militare al servizio della Francia e landamano Hans Wolf Freiherr von Salis (1597-1640), militare Franz Simon Fidelis Rudolf von Salis (1777-1845), militare Ulysses von Salis-Marschlins (1728-1800), politico Carl Ulysses von Salis-Marschlins (1760-1818), politico e giornalista Jakob Arnold von Salis (1847-1923), teologo della chiesa riformata svizzera Arnold von Salis (1881-1958), archeologo Daniel von Salis-Soglio (1826-1919), militare Hortensia von Salis-Maienfeld, anche nota come Hortensia Gugelberg von Moos (1659-1715), scrittrice Jean Rudolf von Salis (1901-1996), storico Johann Gaudenz Dietegen von Salis-Seewis (1825-1886), avvocato e politico Johann Gaudenz von Salis-Seewis (1762-1834), poeta Johann Ulrich von Salis-Soglio (1790-1874), militare Ulysses Anton von Salis-Soglio (1792-1848), militare Giovanni Ulisse Salis (1819-1893), patriota e protagonista del Risorgimento Meta von Salis (1855-1929), storica Carl Albert von Salis-Soglio (1886-1941), pittore Johann Ulrich von Salis-Seewis (1862-1940), militare Guido von Salis (1932), attore Note Bibliografia Constantin von Wurzbach: Salis, das Freiherrn- und Grafengeschlecht, Genealogie, in: Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreich 28. Theil. Kaiserlich-königliche Hof- und Staatsdruckerei, Wien 1874, p. 112 (Copia digitale). Otto Hupp: Münchener Kalender 1931. Verlagsanstalt Buch u. Kunstdruckerei AG, München/Regensburg 1931. Genealogisches Handbuch des Adels, Adelslexikon tomo XII, p. 196, volume 125 della serie completa, C. A. Starke Verlag, Limburg (Lahn) 2001, . Staatsarchiv Graubünden: Privatarchiv v. Salis-St. Margrethen, Dauerdepositum des Familienverbandes der von Salis Voci correlate Palazzo Salis (Chiavenna) Famiglie grigionesi Storia del Canton Grigioni Dinastie nobili tedesche Dinastie nobili della Renania Dinastie nobili della Svizzera
I Dents du Midi sono un gruppo montuoso delle Prealpi del Giffre che si trovano nel Canton Vallese (Svizzera). La montagna più alta è la Haute Cime des Dents du Midi. Generalità Si trovano tra la Val d'Illiez, la valle del Rodano e a nord del Lago di Salanfe. A nord-est del gruppo si trova Saint-Maurice. Una imponente vista delle cime si gode anche da Villars, dal versante opposto (Canton Vaud) della valle del Rodano. Classificazione La SOIUSA vede i Dents du Midi come un sottogruppo alpino e vi attribuisce la seguente classificazione: Grande parte = Alpi Occidentali Grande settore = Alpi Nord-occidentali Sezione = Prealpi di Savoia Sottosezione = Prealpi del Giffre Supergruppo = Catena Buet-Ruan-Dents du Midi Gruppo = Gruppo dei Dents du Midi Sottogruppo = Catena dei Dents du Midi Codice = I/B-8.II-A.3.a Le vette principali Le vette principali che si incontrano da est verso ovest sono: Cime de l'Est (3.178 m) Forteresse (3.164 m) Cathédrale (3.160 m) Éperon (3.114 m) Dent Jaune (3.186 m) Doigts (3.205 e 3.210 m) o Doigts de Salanfe Haute Cime (3.257 m) Cultura Per la loro singolare imponenza queste montagne hanno suscitato l'attenzione di numerosi artisti che le hanno più volte ritratte. Il più famoso di essi è stato lo svizzero Ferdinand Hodler che, nel primo decennio del XX secolo, le ha dipinte sia dal Vallese che da Vaud. Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Gruppi montuosi del Canton Vallese Prealpi di Savoia Sottogruppi alpini
Lo Stonewall Inn è il bar in cui ebbero inizio le celebri rivolte del 1969, scelte come data simbolica dell'inizio del movimento LGBT, dopo la fase del movimento omofilo; il locale si trova nella Christopher Street del Greenwich Village, a New York, e dal 2016 è uno dei monumenti nazionali degli Stati Uniti d'America. Storia Il locale nacque nel 1930 come bar gestito dalla Mafia, divenuto col tempo un gay bar; seppur l'omosessualità all'epoca fosse legale nello stato di New York, servire alcolici a clienti omosessuali veniva considerata una pratica illecita: per questa ragione il locale non ottenne mai una licenza per vendere alcolici, cosa che permise alle forze dell'ordine di irrompere più volte nel bar ed arrestare chi rimaneva al suo interno. Il 28 giugno 1969 un'irruzione della polizia si trasformò in una serie di rivolte durate tre giorni, note come Moti di Stonewall. In seguito alle proteste, la reputazione - già bassa - del bar, scese; i proprietari furono costretti ad iniziare a far consumare succhi di frutta al posto degli alcolici, cosa che portò al fallimento del locale nell'ottobre del 1969: al bar susseguirono i più svariati tipi di attività. Negli anni '90 metà del locale venne riadibita a gay bar, che nel 2007 si espanse anche alla metà mancante, tornando a chiamarsi Stonewall Inn. Il 28 giugno 1999, in occasione dell'anniversario dei moti di Stonewall, il locale venne inserito nel National Register of Historic Places. Nel giugno del 2016, l'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama proclamò l'edificio monumento nazionale, con la classificazione di National Historic Landmark. Nella cultura di massa Il film Stonewall del 1995 descrive le settimane precedenti i moti di Stonewall all'interno del locale Il film Stonewall del 2015 si svolge durante i moti di Stonewall Note Voci correlate Cultura LGBT a New York Gay bar Gay Pride Moti di Stonewall Movimento LGBT Monumento nazionale (Stati Uniti d'America) Altri progetti Collegamenti esterni Architetture di New York Storia LGBT National Historic Landmark degli Stati Uniti d'America Monumenti e memoriali LGBT Spazi LGBT Greenwich Village Storia LGBT negli Stati Uniti d'America
Biografia Watson nacque a Bendigo nel 1921. Studiò all'University of Melbourne, conseguì la laurea alla [[Università statale della Carolina del Nord |North Carolina State University]] nel 1951. Dopo aver lavorato alla University of Melbourne, alla Australian National University, alla University of Toronto e alla Johns Hopkins University, divenne responsabile del Dipartimento di Statistica della Princeton University nel 1970, e vi rimase fino alla sua morte. Watson sviluppò nel 1950, insieme a James Durbin della London School of Economics and Political Science, la Statistica di Durbin-Watson, una statistica test utilizzata per rilevare la presenza di autocorrelazione dei residui in un'analisi di regressione. Nel 1966 è stato eletto come Fellow of the American Statistical Association. Qualche volta viene confuso con il matematico G. L. Watson, che ha lavorato sulle forme quadratiche, e G. N. Watson, un analista matematico. Note Bibliografia New York Times, Geoffrey S. Watson, 76; Wrote Statistics Formula, 18 January 1998. R. J. Beran and N. I. Fisher (1998) Conversazione con Geoffrey Watson, Statistical Science, 75–93 Project Euclid Collegamenti esterni Geoffrey Watson Statistici australiani
Il distretto della Broye-Vully è un distretto del Canton Vaud, in Svizzera. Il capoluogo è Payerne. Fa parte della regione della Broye. È stato creato nel 2008 dai comuni dei precedenti distretti di Avenches e de Payerne, di alcuni comuni dei distretti di Moudon (Brenles, Bussy-sur-Moudon, Chavannes-sur-Moudon, Chesalles-sur-Moudon, Cremin, Curtilles, Dompierre, Forel-sur-Lucens, Hermenches, Lovatens, Lucens, Moudon, Oulens-sur-Lucens, Prévonloup, Rossenges, Sarzens, Syens, Villars-le-Comte et Vucherens) e Oron (Carrouge, Corcelles-le-Jorat, Ropraz et Vulliens). Comuni Fusioni 2011: Avenches, Oleyres → Avenches 2011: Bellerive, Chabrey, Constantine, Montmagny, Mur, Vallamand, Villars-le-Grand → Vully-les-Lacs 2011: Cerniaz, Combremont-le-Grand, Combremont-le-Petit, Granges-près-Marnand, Marnand, Sassel, Seigneux, Villars-Bramard → Valbroye 2011: Lucens, Oulens-sur-Lucens → Lucens 2016: Carrouge, Ferlens (distretto di Lavaux-Oron), Mézières (distretto di Lavaux-Oron) → Jorat-Mézières (distretto di Lavaux-Oron) 2017: Brenles, Chesalles-sur-Moudon, Cremin, Forel-sur-Lucens, Lucens, Sarzens → Lucens Collegamenti esterni Distretti del Canton Vaud
I Stand Alone è il terzo album da solista della cantante svedese Agnetha Fältskog dopo lo scioglimento degli ABBA, ed è anche il terzo da lei inciso in inglese. Venne pubblicato nel novembre 1987, e fu prodotto da Peter Cetera, ex cantante e bassista della rock band statunitense Chicago. Fino al 2004, anno dell'album My Colouring Book, questo è stato l'ultimo album inciso da Agnetha Fältskog. L'album è stato registrato a Los Angeles, ed è stato co-prodotto con Bruce Gaitsch, che all'epoca era il compagno di Agnetha Fältskog. Lo stile musicale è molto diverso dalle sonorità dei due precedenti album della cantante svedese, a causa delle influenze musicali della costa occidentale americana che i produttori ricevettero. L'album fu il più venduto LP in Svezia nel 1988, e rimase al primo posto in classifica per otto settimane. Raggiunse anche la Top 20 in Norvegia e in Belgio, e fu al 22º posto nei Paesi Bassi, neltre non ebbe la stessa fortuna in altri paesi, giungendo 47º in Germania Occidentale, 72° nel Regno Unito, 93° in Giappone e 96° in Australia. Agnetha Fältskog realizzò molti video promozionali per lanciare i singoli estratti dall'album, tra i quali The Last Time e Let It Shine. Il terzo singolo fu I Wasn't the One (Who Said Goodbye), in cui la Agnetha duettò con Peter Cetera; il brano giunse alla 93-esima posizione nel Billboard Hot 100 e ottenne il 19º posto nell'Adult Contemporary negli Stati Uniti. Quando entrò nella Billboard Chart statunitense, nell'aprile 1988, la Warner Music fece realizzare subito alla cantante un altro video, dove però non compare Peter Cetera. Il brano Love in a World Gone Mad è una cover di una canzone del gruppo pop britannico Bucks Fizz, tratto dall'album Writing on the Wall, del 1986. Per la copertina dell'album (oltre che per le interviste per la promozione dell'album) Agnetha apparve con una nuova acconciatura. Al fine di registrare l'album a Los Angeles, la cantante fece un viaggio in aereo, cosa rara per lei, considerata la sua nota paura di volare; una volta completato l'album, non sarebbe più salita su un velivolo, anche se ammise che valse la pena di prendere quel volo. Tracce Lato A Lato B Classifiche Produzione Prodotto da Peter Cetera e Bruce Gaitsch Ingegneri: Britt Bacon, Rick Holbrook Missaggio: Rick Holbrook Assistente al missaggio: Karen Siegel Masterizzazione: Wally Traugott Staff John "J.R." Robinson - batteria Robbie Buchanan, Paulinho Da Costa - percussioni Neil Stubenhaus - basso Robbie Buchanan, Bruce Gaitsch, Randy Waldman - tastiere, sintetizzatori Bruce Gaitsch - synth programming Bruce Gaitsch - chitarre Dave Boruff - sassofono Tommy Morgan - armonica Kenny & Peter Cetera, Linda Harmon, Darlene Koldenhoven - cori Note Collegamenti esterni I Stand Alone L'album sul sito ufficiale di Agnetha Fältskog Staff e crediti per "I Stand Alone" su Allmusic
Un amplificatore, in elettronica e telecomunicazioni, è un dispositivo atto a variare l'ampiezza di un segnale di un fattore moltiplicativo comunemente indicato come guadagno (A), solitamente espresso in dB. Si tratta di un dispositivo di tipo attivo (alimentato), ovvero che assorbe energia per ottenere la suddetta funzionalità di amplificazione, che di fatto significa aumento dell'energia del segnale. Più specificamente, un generico amplificatore (lineare) ha un ingresso a cui è applicato il segnale da amplificare ed una uscita da cui viene prelevato il segnale amplificato, di ampiezza pari ad A volte il segnale originale. Se il guadagno dell'amplificatore non è costante, ma varia in base a determinate caratteristiche del segnale, si parla di amplificatore non lineare. Il loro uso si rende spesso necessario per far fronte all'eccessiva attenuazione del segnale lungo il canale di comunicazione o in generale nel sistema in cui esso transita. Descrizione Di solito, si parla di amplificatori in elettronica, considerando come segnale una tensione o una corrente: la casistica degli amplificatori elettronici è molto vasta. Se non c'è una fonte di energia esterna, l'aumento della grandezza da amplificare viene ottenuto a spese di qualche altra caratteristica del segnale, e quindi l'apparecchio è un trasformatore e non un amplificatore in senso stretto: per esempio, una leva non può essere considerata un amplificatore. Gli amplificatori non sono limitati al campo dell'elettronica: anche il servosterzo di un'auto è un esempio di amplificatore di determinati "segnali" in ingresso. In telecomunicazioni, l'amplificatore è un componente essenziale all'interno di un sistema di telecomunicazioni, ovvero, nei dispositivi di ricetrasmissione, spesso presente sia in trasmissione che in ricezione per far fronte all'eccessiva attenuazione del segnale lungo il canale di comunicazione. Posto in trasmissione anziché in ricezione, ha il vantaggio di amplificare solo il segnale utile e non il rumore introdotto dal canale, aumentando cioè il rapporto segnale/rumore in ricezione. In casi particolari, come le radiocomunicazioni, si ha la necessità di un'amplificazione distribuita anche in ricezione per diminuire il rischio elettromagnetico connesso ad eccessiva potenza in trasmissione. Il loro uso è diffuso ad esempio anche nelle reti di trasporto, cioè nelle comunicazioni cablate su lunghe tratte in fibra ottica sotto forma di amplificatori ottici. Spesso, in tali ambiti si parla di amplificatori di booster come quegli amplificatori in uscita dal trasmettitore, di pre-amplificatori come quegli amplificatori in ingresso al ricevitore e di amplificatori di linea come quegli amplificatori utilizzati nella tratta interna o linea di trasmissione. Tipologie Amplificatori elettronici Gli amplificatori elettronici hanno un vasto campo di applicazioni, dall'amplificazione di deboli segnali elettrici in uscita da un trasduttore al pilotaggio di motori elettrici, dai sistemi di trasmissione radiotelevisiva e telefonia mobile alle apparecchiature per amplificare il suono; quest'ultima è forse la tipologia più diffusa e conosciuta, quella presente in tutti gli impianti audio, stereofonici, monofonici, piccoli, medi e grandi. Nell'alta fedeltà di classe elevata, l'amplificatore può essere composto da due apparecchi distinti collegati in cascata: il preamplificatore e il finale di potenza. Il primo si incarica di aumentare di una certa misura il livello in tensione del segnale da amplificare, pur non essendo in grado di fornire in uscita correnti elevate, mentre il secondo, oltre ad amplificare la tensione, è anche in grado di fornire la corrente necessaria agli altoparlanti o ai sistemi di altoparlanti collegati all'uscita, pilotandoli con una potenza adeguata a ottenere il livello acustico desiderato- Blocco amplificatore Nella progettazione di apparecchiature elettroniche complesse, costituite da molteplici funzioni circuitali interagenti fra di loro (pensiamo a un oscilloscopio o a un hard disk), il costruttore, per agevolarne il progetto, l'ingegnerizzazione ed i successivi interventi di manutenzione, usa suddividere l'intero schema elettrico dell'apparecchio in blocchi distinti fra di loro, ognuno preposto a svolgere una precisa funzione. Fra questi, possono esserci uno o più circuiti di amplificazione ognuno dei quali, nella documentazione tecnica fornita dal costruttore, sarà identificato secondo la funzione svolta. Un esempio di apparecchio complesso contenente più circuiti amplificatori è l'obsoleto televisore a tubo catodico; uno di questi serve ad amplificare il debole segnale proveniente dall'antenna, un secondo serve ad amplificare il segnale audio necessario per gli altoparlanti, un terzo serve ad amplificare il segnale costituente l'immagine, prima di essere inviata alle bobine di deflessione poste sul collo del tubo catodico. Sono circuiti che funzionano con tensioni, correnti e frequenze diverse, ma sono tutti circuiti amplificatori. Amplificatori di portata Gli amplificatori di portata sono amplificatori con una portata variabile al variare del segnale inviato dei pickup. Efficienza Ogni amplificatore, a seconda della sua classe di funzionamento ha un'efficienza teorica massima, determinata nel seguente modo: si applica in ingresso il massimo segnale sinusoidale tale che in uscita si abbia la massima potenza senza distorsione; si misura la potenza sul carico; si misura la potenza erogata dall'alimentatore. Si calcola il rapporto fra la potenza ricevuta dal carico e la potenza erogata. Voci correlate Amplificatore (elettronica) Amplificatore acustico Amplificatore operazionale Amplificatore integrato Amplificatore ottico Onda quadra Cavo audio Preamplificatore Collegamenti esterni Acustica Audio Amplificatori
Carriera Iniziò la sua carriera da calciatore all'età di 16 anni nella squadra della sua città, il Pilica Bialobrzegi. Nel 1987 approdò nel Radomiak Radom, squadra della città di Radom. Nell'estate 1991 giunse al Legia Varsavia debuttandovi il 27 luglio nella partita casalinga contro l'Hutnik Nowa Huta di Cracovia. In questa stagione in campionato segnò 3 gol in 32 apparizioni, classificandosi al 10º posto. Nell'annata seguente la squadra concluse il campionato al 2º posto, con il suo contributo di 2 gol in 26 presenze. Nel 1993 si trasferì al Polonia Varsavia, successivamente nel 1994 fece ritorno nel Legia Varsavia per rimanervi fino al 1998. Nella stagione 1994-1995 vinse il campionato, la Coppa nazionale e la Supercoppa. Da campione di Polonia, disputò la UEFA Champions League 1995-1996. Nelle annate 1995-1996 e 1996-1997 la squadra si piazzò entrambe le volte al 2º posto. Nel 1996-1997 vinse la Coppa di Polonia qualificandosi per la Coppa delle Coppe 1997-1998 venendo eliminato da un sorprendente Vicenza. Proprio contro la squadra italiana, Jacek Kacprzak riuscì a segnare una rete nei sedicesimi di ritorno. Nel 1998 arrivò in Grecia giocando nella stessa stagione, dapprima al Larissa e poi al Panetolikos. Nel 1999 si trasferì in Olanda all'Aarhus e subito dopo ritornò in terra nazionale giocando nel Dyskobolia. Terminò le sue ultime stagioni da calciatore nelle due squadre con cui crebbe calcisticamente e che lo lanciarono nel grande calcio, appendendo le scarpe al chiodo nel 2012. Nella Ekstraklasa, la massima serie polacca, Jacek Kacprzak ha collezionato 208 presenze e 23 reti. Palmarès Competizioni nazionali Legia Varsavia:1994-1995 Legia Varsavia:1995, 1997 Legia Varsavia:1994, 1997 Altri piazzamenti Legia Varsavia: Secondo posto: 1992-1993, 1995-1996, 1996-1997 Legia Varsavia: Finalista: 1995 Note Collegamenti esterni Jacek Kacprzak Legia.net Jacek Kacprzak 90 Minut Calciatori polacchi
Biografia Angelo Simion, esponente del Partito Socialista Italiano, divenne sindaco di Spinea nel 1946, dopo la liberazione. Mantenne l’incarico per ben 24 anni, venendo rieletto consecutivamente per diversi mandati. Durante la sua amministrazione, Spinea visse una fase di forte cambiamento, da piccolo centro a cittadina, poiché, con la crescente industrializzazione dei territori circostanti, subì una fortissima crescita demografica, passando dai circa 5.000 abitanti del dopoguerra ai 20.000 del 1970. La sua lunga amministrazione del comune ebbe fine nel 1970, quando venne eletto presidente della Provincia di Venezia Terminò l’incarico nel 1975 e morì due anni dopo. Oggi a Spinea il suo nome è legato soprattutto a quello di Villa Simion, una villa settecentesca che ospita la biblioteca comunale, che, nel 1977, anno della sua morte, venne rinominata in onore del sindaco che ne aveva voluto l’acquisizione da parte del comune nel 1968 e la riconversione a spazio pubblico. Note Presidenti della Provincia di Venezia Politici del Partito Socialista Italiano
Iga Świątek era la detentrice del titolo, ma si è ritirata nel match dei quarti di finale contro Elena Rybakina. In finale la Rybakina ha sconfitto Anhelina Kalinina quando si è ritirata sul punteggio di 6-4, 1-0. Teste di serie Tutte le teste di serie hanno ricevuto un bye per il secondo turno. Iga Świątek (quarti di finale, ritirata) Aryna Sabalenka (secondo turno) Jessica Pegula (secondo turno) Ons Jabeur (secondo turno) Caroline Garcia (terzo turno) Coco Gauff (terzo turno) Elena Rybakina (Campionessa) Dar'ja Kasatkina (quarto turno) Maria Sakkarī (terzo turno) Barbora Krejčiková (terzo turno) Veronika Kudermetova (semifinale) Beatriz Haddad Maia (quarti di finale) Karolína Plíšková (secondo turno) Viktoryja Azaranka (terzo turno, ritirata) Ekaterina Aleksandrova (secondo turno) Ljudmila Samsonova (terzo turno) Magda Linette (terzo turno) Martina Trevisan (secondo turno) Madison Keys (quarto turno) Jeļena Ostapenko (semifinale) Donna Vekić (quarto turno) Zheng Qinwen (quarti di finale) Anastasija Potapova (terzo turno) Bianca Andreescu (secondo turno) Elise Mertens (secondo turno) Jil Teichmann (secondo turno) Marie Bouzková (quarto turno) Bernarda Pera (secondo turno) Petra Martić (secondo turno) Anhelina Kalinina (finale) Irina-Camelia Begu (secondo turno) Marta Kostjuk (terzo turno) Wildcard Nuria Brancaccio (primo turno) Diletta Cherubini (primo turno) Sara Errani (primo turno) Matilde Paoletti (primo turno) Lisa Pigato (secondo turno) Camilla Rosatello (primo turno) Dalila Spiteri (primo turno) Lucrezia Stefanini (primo turno) Ranking Protetto Sofia Kenin (terzo turno) Anastasija Pavljučenkova (secondo turno) Nadia Podoroska (primo turno) Barbora Strýcová (secondo turno) Elina Svitolina (primo turno) Markéta Vondroušová (quarto turno) Qualificate Anna Bondár (terzo turno) Ysaline Bonaventure (primo turno) Magdalena Fręch (secondo turno) Anna-Lena Friedsam (primo turno) Nao Hibino (primo turno) Tereza Martincová (primo turno) Camila Osorio (quarto turno) Arantxa Rus (primo turno) Elena-Gabriela Ruse (secondo turno) Viktorija Tomova (primo turno) Taylor Townsend (terzo turno) Dajana Jastrems'ka (primo turno) Lucky loser Kamilla Rachimova (primo turno) Tabellone Parte finale Parte alta Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Parte bassa Sezione 5 Sezione 6 Sezione 7 Sezione 8 Note Collegamenti esterni Internazionali BNL d'Italia 2023
Larcidiocesi di San Cristóbal de la Habana (in latino: Archidioecesis Sancti Christophori de Habana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica a Cuba. Nel 2020 contava 2.615.160 battezzati su 2.719.080 abitanti. È retta dall'arcivescovo cardinale Juan de la Caridad García Rodríguez. Territorio L'arcidiocesi comprende le province cubane di Mayabeque e di Artemisa, la città de L'Avana ed il municipio speciale dell'Isola della Gioventù (Isla de la Juventud). Sede arcivescovile è la città dell'Avana, dove si trova la cattedrale dell'Immacolata Concezione (Inmaculada Concepción de María). Nella capitale dell'isola sorgono anche la basilica minore di Nostra Signora della Carità e il santuario nazionale di Gesù Nazareno del Rescate. A Santiago de las Vegas si trova il santuario nazionale di San Lazzaro. Il territorio si estende su 7.542 km² ed è suddiviso in 86 parrocchie, raggruppate in 7 vicariati. Provincia ecclesiastica La provincia ecclesiastica dell'Avana, istituita nel 1925, comprende due suffraganee: la diocesi di Matanzas, la diocesi di Pinar del Río. Storia La diocesi di San Cristóbal de la Habana fu eretta il 10 settembre 1787, ricavandone il territorio dalla diocesi di Santiago di Cuba (oggi arcidiocesi). Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Santo Domingo. Il 25 aprile 1793 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi della Louisiana e delle due Floride (oggi arcidiocesi di New Orleans). Il 24 novembre 1803 in virtù della bolla In universalis Ecclesiae regimine di papa Pio VII entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Santiago di Cuba. Il 20 febbraio 1903 cedette porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Pinar del Río e di Cienfuegos. Il 10 dicembre 1912 cedette un'altra porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Matanzas. Il 6 gennaio 1925 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con la bolla Inter praecipuas di papa Pio XI. L'arcidiocesi ha ricevuto in visita pastorale tre pontefici: Giovanni Paolo II nel 1998, Benedetto XVI nel 2012 e Francesco nel 2015. Cronotassi dei vescovi Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Felipe José de Tres-Palacios y Verdeja † (30 marzo 1789 - 16 settembre 1799 deceduto) Juan José Díaz de Espada y Fernánez de Landa † (11 agosto 1800 - 12 agosto 1832 deceduto) Sede vacante (1832-1846) Francisco Fleix Soláus † (14 gennaio 1846 - 22 settembre 1864 nominato arcivescovo di Tarragona) Jacinto María Martínez y Sáez, O.F.M.Cap. † (27 marzo 1865 - 31 ottobre 1873 deceduto) Apolinar Serrano y Díaz † (23 settembre 1875 - 15 giugno 1876 deceduto) Sede vacante (1876-1879) Ramón Fernández Piérola y Lopez de Luzuriaca † (4 settembre 1879 - 17 marzo 1887 nominato vescovo di Avila) Manuel Santander y Frutos † (17 marzo 1887 - 24 novembre 1899 dimesso) Donato Raffaele Sbarretti Tazza † (9 gennaio 1900 - 16 settembre 1901 nominato delegato apostolico nelle Filippine) Pedro Ladislao González y Estrada † (16 settembre 1903 - 2 gennaio 1925 dimesso) José Manuel Dámaso Rúiz y Rodríguez † (30 marzo 1925 - 3 gennaio 1940 deceduto) Manuel Arteaga y Betancourt † (26 dicembre 1941 - 20 marzo 1963 deceduto) Evelio Díaz y Cía † (21 marzo 1963 succeduto - 26 gennaio 1970 dimesso) Francisco Ricardo Oves Fernández † (26 gennaio 1970 - 28 marzo 1981 dimesso) Jaime Lucas Ortega y Alamino † (21 novembre 1981 - 26 aprile 2016 ritirato) Juan de la Caridad García Rodríguez, dal 26 aprile 2016 Statistiche L'arcidiocesi nel 2020 su una popolazione di 2.719.080 persone contava 2.615.160 battezzati, corrispondenti al 96,2% del totale. |- | 1949 || 1.200.000 || 1.235.939 || 97,1 || 270 || 77 || 193 || 4.444 || || 476 || 1.108 || 62 |- | 1966 || 1.400.000 || 1.600.000 || 87,5 || 103 || 40 || 63 || 13.592 || || 98 || 178 || 66 |- | 1970 || 1.591.200 || 2.150.300 || 74,0 || 102 || 40 || 62 || 15.600 || || 85 || 188 || 66 |- | 1976 || 1.857.000 || 2.705.000 || 68,7 || 95 || 41 || 54 || 19.547 || || 94 || 188 || 66 |- | 1980 || 1.298.000 || 2.743.300 || 47,3 || 84 || 34 || 50 || 15.452 || || 84 || 174 || 66 |- | 1999 || 1.390.000 || 2.777.242 || 50,0 || 119 || 57 || 62 || 11.680 || 17 || 109 || 238 || 81 |- | 2000 || 1.798.000 || 2.800.000 || 64,2 || 116 || 53 || 63 || 15.500 || 17 || 105 || 212 || 81 |- | 2001 || 2.700.000 || 2.800.000 || 96,4 || 116 || 53 || 63 || 23.275 || 17 || 117 || 220 || 83 |- | 2002 || 2.709.000 || 2.810.000 || 96,4 || 109 || 53 || 56 || 24.853 || 21 || 101 || 220 || 83 |- | 2003 || 2.800.000 || 3.800.000 || 73,7 || 107 || 53 || 54 || 26.168 || 21 || 98 || 228 || 83 |- | 2004 || 2.800.000 || 3.900.000 || 71,8 || 111 || 49 || 62 || 25.225 || 23 || 79 || 348 || 102 |- | 2010 || 2.821.000 || 3.929.000 || 71,8 || 145 || 44 || 101 || 19.455 || 24 || 135 || 265 || 109 |- | 2012 || 2.822.000 || 3.930.000 || 71,8 || 129 || 51 || 78 || 21.875 || 27 || 103 || 185 || 85 |- | 2017 || 2.624.000 || 2.728.000 || 96,2 || 118 || 48 || 70 || 22.237 || 26 || 92 || 200 || 85 |- | 2020 || 2.615.160 || 2.719.080 || 96,2 || 122 || 52 || 70 || 21.435 || 20 || 93 || 180 || 86 |} Note Bibliografia Bolla In universalis Ecclesiae regimine, in Raffaele de Martinis, Iuris pontificii de propaganda fide. Pars prima, Tomo IV, Romae, 1891, p. 476 Bolla Inter praecipuas, AAS 17 (1925), p. 289 Voci correlate Cattedrale dell'Avana Altri progetti Collegamenti esterni Annuario pontificio del 2021 e precedenti, in Sito ufficiale dell'arcidiocesi San Cristobal de la Habana San Cristobal de la Habana L'Avana
Hussey è noto maggiormente per o suoi trascorsi in WWE dal 2006 al 2021 come Fandango vincendo la quarta stagione di NXT e, nel 2020, l'NXT Tag Team Championship con Tyler Breeze. Carriera WWE (2006–2021) Deep South Wrestling (2006–2008) Nel 2006 firma un contratto di sviluppo con la World Wrestling Entertainment e viene mandato nella Deep South Wrestling. Fa il suo debutto il 9 novembre 2006 perdendo contro David Heath. Dopo alcune sconfitte nelle settimane successive, Curtis segna la sua prima vittoria in un tag team match con Robert Anthony sconfiggendo Shawn Shulz e Chris Tomas. Curtis continua a vincere col suo partner fino a quando perdono il match valido per il DSW Tag Team Championship contro Mike Knox e Derick Neikirk il 15 marzo. Dopo il match diventa un wrestler singolo e nel suo ultimo match in DSW batte Frankie Coverdale. Florida Championship Wrestling (2008–2010) Nel 2008, dopo la chiusura della Deep South Wrestling, tutti gli atleti vengono trasferiti alla Florida Championship Wrestling. Il 26 giugno fa il suo debutto sconfiggendo il suo ex tag team partner Robert Anthony. Dopo vari successi sia in singolo che in coppia, Curtis batte Chris Gray e diventa 1st contender per il Southern Heavyweight Championship; tuttavia, l'8 gennaio perde il match valido per il titolo contro l'allora campione Ted DiBiase Jr. Johnny Curtis fa un'apparizione il 18 settembre durante una puntata di SmackDown! in un dark match sconfiggendo Armando Estrada. L'11 dicembre 2008, Curtis insieme a Tyler Reks sconfigge DH Smith e TJ Wilson e conquista l'FCW Florida Tag Team Championship. Dopo aver difeso i titoli con successo in diverse occasioni iniziano un feud con Caylen Croft e Trent Baretta. Proprio contro di loro, perdono i titoli il 30 aprile 2009 poiché Curtis non si presentò al match e Tyler Reks dovette affrontare in un 2 on 1 handicap match entrambi gli avversari. Successivamente Reks fu chiamato nel main roster e Curtis cambia nome in Jonathan Curtis. Prova l'attacco al Florida Heavyweight Championship detenuto da Tyler Reks (che era rimasto anche un wrestler FCW) ma perde. Il rematch avviene il 2 luglio, ma questa volta è un triple treath match e nella sfida è compreso anche Alex Riley ma Reks difende il titolo. Dopo il match Curtis turna nuovamente face e cambia il nome in Johnny Curtis. A inizio 2010, Curtis inizia a partecipare agli house show di Raw perdendo prima contro Evan Bourne e poi contro Paul Burchill. In un dark match, perde contro Kung Fu Naki il 19 gennaio. Il 12 agosto 2010, Curtis insieme a Derrick Bateman vince l'FCW Florida Tag Team Championship in un three-way tag team match contro Brodus Clay e Donny Marlow e i precedenti campioni Hunico ed Epico. Il 4 novembre i due perdono i titoli contro Wes Brisco e Xavier Woods. NXT (2010–2012) Curtis ha preso parte alla quarta stagione di NXT, con R-Truth come mentore. Ha fatto il suo debutto nel ring nella puntata di NXT del 7 dicembre, sconfiggendo un altro partecipante alla quarta stagione, Jacob Novak in un incontro singolo. La settimana successiva, Curtis non è riuscita a vincere la sfida del "Karaoke", ma ha vinto la sfida "Obstacle Course", ottenendo alcuni punti immunità. Nella puntata di NXT del 21 dicembre, Curtis ha perso la sfida "Wheelbarroiw Race", ed ha subìto la sua prima sconfitta nella rivincita contro Jacob Novak. Curtis è stato poi sconfitto da Dolph Ziggler il 28 dicembre a NXT, e successivamente ha vinto la "Power of the Punch" challenge e il "Talent Show" contest. Nella puntata di NXT del 4 gennaio 2011, Curtis è stato sconfitto da Brodus Clay, e successivamente è stato annunciato che non sarebbe stato eliminato quella settimana in quanto aveva l'immunità. La settimana seguente, Curtis ha perso sia la "Slingshot Challenge" sia la "Superstar Password Challenge", e nella stessa sera ha sconfitto Ted DiBiase, nonostante l'interferenza del suo rookie Brodus Clay. Nella puntata di NXT del 25 gennaio, Curtis partecipa al Fatal 4-Way a eliminazione fra rookies, ma viene eliminato per ultimo da Brodus Clay. Nel dark match della puntata di Raw del 31 gennaio, viene nuovamente sconfitto da William Regal. Nella puntata di NXT del 1º febbraio, Johnny Curtis vince una sfida di braccio di ferro battendo in finale Brodus Clay per squalifica, aggiudicandosi 3 punti immunità. Più tardi, la stessa sera, in coppia con R-Truth viene sconfitto da Daniel Bryan e Derrick Bateman mentre a NXT dell'8 febbraio, viene sconfitto in un match singolo da Brodus Clay. Nella puntata di NXT del 22 febbraio, Curtis vince una prova e conquista 3 punti immunità e dopo vince un triple treath match contro Brodus Clay e Derrick Bateman, schienando Bateman. A fine puntata, Bateman viene eliminato e Curtis accede alla finale di NXT insieme a Brodus Clay, che lo attacca a fine puntata. Nella puntata del 1º marzo, l'ultima di NXT, viene sconfitto da Brodus Clay, ma alla fine è lui a spuntarla e a diventare il vincitore della quarta edizione di NXT, conquistando il diritto di un match di coppia titolato, con il suo Pro R-Truth. Nonostante non abbia ancora esordito, a WrestleMania XXVII ha partecipato alla battle royal a 22 uomini nel dark match, non riuscendo a vincerla. Johnny Curtis esordisce nella puntata di SmackDown del 4 giugno 2011, a distanza di ben quattro mesi dalla vittoria di NXT, in un segmento nel backstage dove dice che il suo match valido per i titoli di coppia insieme ad R-Truth è stato annullato in quanto questo impegnato in una rivalità contro John Cena per il titolo WWE. Nelle settimane seguenti si esibisce in promo nel backstage. Fa il suo debutto sul ring nella puntata del 12 agosto perdendo contro Mark Henry. Nella puntata successiva di SmackDown, Curtis partecipa alla battle royal per decretare lo sfidante di Randy Orton a Night of Champions in un match valido per il World Heavyweight Championship ma viene eliminato da Wade Barrett. Nella puntata di Superstars del 15 settembre, è impegnato in un match di coppia insieme a Trent Baretta contro Jey e Jimmy Uso, nel quale a prevalere è il duo samoano. Il 14 ottobre, a SmackDown, partecipa alla Battle Royal promossa da Theodore Long e John Laurinaitis nella quale il vincitore avrebbe potuto sfidare un campione a sua scelta in un match titolato, ma viene eliminato. Il 2 novembre, ritorna ad NXT eccezionalmente per far coppia con Tyson Kidd in un match contro Jey & Jimmy Uso, presentandosi da Heel. Tuttavia, i due perdono il match. La settimana successiva a NXT, in coppia con l'ex compagno della FCW Derrick Bateman, sfida Titus O'Neil e Percy Watson, vincendo il suo primo match da quando ha debuttato a SmackDown. La sua striscia positiva dura però poco, poiché solo sette giorni dopo viene superato da Yoshi Tatsu. Il 29 novembre, Curtis prende parte a ben due match: nell'edizione di NXT, vince un match di coppia insieme a Tyson Kidd contro la coppia formata da Yoshi Tatsu e Trent Baretta mentre in quel di SmackDown "Holiday Special", prende parte ad una Battle Royal dalla quale viene però eliminato per mano di Sheamus. Nella puntata di NXT del 6 dicembre, affronta Derrick Bateman, venendo però sconfitto. Tuttavia, si riscatta soli sette giorni dopo, battendo Percy Watson. Nella puntata pre-natalizia di NXT, Curtis viene inserito in un match di coppia insieme al suo nemico Bateman contro gli Usos, nel quale Derrick abbandona Johnny nel ring e viene schienato, perdendo la contesa. Nell'ultima puntata di NXT del 2011, Curtis perde contro Bateman ma riesce a conquistare Maxine. Curtis inizia poi il 2012 abbastanza bene, vincendo contro la Superstar di Raw Alex Riley nel main event della puntata del 10 gennaio di NXT. Il 17 agosto, ha luogo il matrimonio fra Curtis e Maxine che finisce con la Diva che rifila uno schiaffo a Curtis e ritorna con Bateman. Nell'edizione di Superstars del 9 febbraio, Curtis perde contro Yoshi Tatsu. Cinque giorni dopo, ad NXT, fa coppia con Heath Slater, ma i due perdono contro Derrick Bateman e Justin Gabriel. Il 7 marzo, ad NXT batte Yoshi Tatsu ma poi, il 14 marzo nel corso di una puntata dedicata ai Tag Teams, Curtis fa coppia con Maxine perdendo contro Bateman e Kaitlyn. Nella puntata dell'11 aprile, batte Percy Watson via roll-up. Nella puntata di NXT del 24 aprile, perde contro Tyson Kidd dopo un match combattutissimo. Sette giorni dopo, perde anche in coppia con JTG contro Tyson Kidd e Alex Riley. Nella puntata del 9 maggio, continua a perdere insieme a Michael McGillicutty contro Tyson Kidd e Percy Watson. Nell'edizione del 23 maggio, perde in coppia con Drew McIntyre contro Ezekiel Jackson e The Great Khali. Sette giorni dopo, nel main event, perde un match a 6 uomini in squadra con JTG e Michael McGillicutty contro Derrick Bateman, Percy Watson e il rientrante Justin Gabriel. Nella puntata del 6 giugno, perde in coppia con Heath Slater contro Justin Gabriel e Tyson Kidd. Continua a perdere la settimana dopo, insieme a Michael McGillicutty, contro gli Usos. Il 20 giugno, termina NXT Redemption. Curtis tuttavia, rimane ad NXT sesta stagione, dove combatte il 27 giugno, perdendo contro Derrick Bateman. Nella puntata di Superstars del 19 luglio, Bateman fa coppia con Curtis, ma i due perdono contro gli Usos. Il 25 luglio ad NXT, vince insieme a Michael McGillicutty contro Derrick Bateman e Bo Dallas. Il 16 agosto, a Superstars, fa coppia con Michael McGillicutty, venendo sconfitti dagli Usos. Nella puntata di NXT del 22 agosto, fa coppia con McGillicutty, perdendo di nuovo però, contro Justin Gabriel e Tyson Kidd. Il 30 agosto, a Superstars, viene sconfitto da Ryback. Il 19 settembre, ha un match ad NXT contro il rientrante Trent Baretta, che viene vinto da quest'ultimo. Il 10 ottobre, perde di nuovo, contro Bo Dallas. Il 31 ottobre, fa coppia ancora con Michael McGillicutty, ma i due stavolta perdono contro gli Usos. Nonostante ciò, insieme a McGillicutty, utilizza la title shot vinta ad NXT del 2011 per i titoli di coppia contro i campioni Team Hell No ad NXT, ma perdono. Main roster e varie faide (2012–2016) Il 5 novembre a Raw viene mandato un promo di un personaggio di nome Fandango. Debutta nell'edizione di SmackDown del 1º marzo, dove avrebbe dovuto lottare contro Zack Ryder, ma a causa di Matt Striker che ha pronunciato male il suo nome nell'annunciare la sua entrata, si rifiuta di lottare, posticipando il suo debutto. La stessa cosa accade anche la settimana seguente, dove avrebbe dovuto combattere contro Justin Gabriel, ma Lilián García pronuncia, a suo dire, erratamente il suo nome. Nella puntata di Raw del 18 marzo, nel backstage, Chris Jericho ha insultato Fandango. Nella puntata di Smackdown del 22 marzo, Fandango aggredisce Jericho durante il suo match con Jack Swagger. La stessa cosa succede anche nel Raw del 25 marzo, dove interviene alla fine del match tra Y2J e Dolph Ziggler. Nella stessa sera viene ufficializzato il match tra Jericho e Fandango che dunque debutterà sul ring a WrestleMania 29 dove sconfiggerà Chris Jericho e il giorno dopo, a RAW, il pubblico canterà a squarciagola il tema della sua musica d'ingresso, portandola addirittura a scalare le classifiche di iTunes UK. Ad Extreme Rules perde il re-match contro Chris Jericho. Torna nella puntata di Monday Night Raw del 27 giugno perdendo per count-out contro Sheamus. Su WWE.COM viene reso noto che Fandango resterà fuori dal ring per qualche settimana a causa di un piccolo infortunio. A Money In The Bank non riesce a vincere la valigetta valido per il contratto per il World Heavyweight Championship. Nella puntata di Raw del 22 luglio 2013 viene sconfitto da Cody Rhodes. Nella puntata di Raw del 5 agosto perde contro Kofi Kingston. Ciò nonostante nella puntata di Smackdown del 9 agosto ottiene la sua rivincita sconfiggendo il ghanese. Nella puntata di Raw del 12 agosto partecipa ad una Battle Royal a 20 uomini per decretare il contendente numero 1 allo United States Championship detenuto da Dean Ambrose e quindi per affrontarlo al PPV SummerSlam 2013; tuttavia non riesce a vincere venendo eliminato da R-Truth. A Night of Champions viene sconfitto da The Miz. A Hell in a Cell Fandango e Summer Rae battono Natalya e The Great Khali. Nella puntata di WWE Main Event del 27 novembre viene sconfitto da Kofi Kingston. Nella puntata di WWE Superstars del 28 novembre perde contro Zack Ryder. Nell'edizione di WWE Raw del 2 dicembre viene sconfitto da Mark Henry. Nella puntata di WWE SmackDown del 6 dicembre perde contro Big E Langston. Nella puntata di Raw dedicata agli Slammy Awards del 9 dicembre Fandango perde contro Daniel Bryan. A TLC Fandango batte Dolph Ziggler nel Kick Off. Nella puntata di Raw del 16 dicembre Fandango perde contro Dolph Ziggler. Nella puntata di SmackDown del 20 dicembre Fandango sconfigge Kofi Kingston. Nella puntata di Raw del 23 dicembre Fandango sconfigge Dolph Ziggler diventando il nuovo contendente all'Intercontinental Championship dove Fandango e Big E Langston si sfideranno nell'ultima puntata di Raw del 2013. Nella puntata di Raw del 30 dicembre Fandango viene sconfitto da Big E Langston non riuscendo a conquistare il titolo intercontinentale. Partecipa alla Royal Rumble col numero 19 venendo eliminato da El Torito. La puntata di Raw del 27 gennaio viene battuto da R truth. La sua attuale valletta non è più Summer Rae, bensì Layla. A Wrestlemania XXX partecipa all'Andrè The Giant Memorial, la Battle Royal tenuta in onore del gigante, dove viene eliminato da Sheamus. Nella puntata di SmackDown del 9 maggio in coppia con Layla sconfigge Santino Marella e Emma in un mixed-tag team match. l'11 luglio a SmackDown, perde per countout contro Adam Rose a causa dell'intervento di Summer Rae che attacca Layla. A Battleground, nel kick-off, viene sconfitto da Adam Rose. Il 21 luglio a Raw, viene sconfitto da Zack Ryder. Nella puntata di Raw del 28 luglio, perde contro Diego. Nella puntata del 28 agosto di Superstars, vince contro R-Truth. Il 23 novembre alle Survivor Series, fa il suo ritorno venendo accompagnato da Rosa Mendes e con una nuova musica d'ingresso, nel Kick-Off sconfigge Justin Gabriel. La notte successiva a Raw, sconfigge nuovamente Gabriel. Nella puntata di Main Event del 2 dicembre, sconfigge R-Truth. Alla Royal Rumble partecipa all'omonimo match ma viene eliminato da Rusev. Nella puntata di Superstars del 6 febbraio, sconfigge Adam Rose venendo acclamato dal pubblico durante e dopo il match. Stessa settimana a SmackDown si conferma, sconfiggendo ancora Rose. Nella puntata del 12 febbraio di SmackDown, continua il suo feud con Rose, battendolo ancora. Il 20 febbraio a Superstars lo sconfigge ancora, concludendo ufficialmente il feud tra i due. Nella puntata del 24 febbraio, vince ancora battendo, Curtis Axel. Nella puntata del 3 marzo di Main Event, batte ancora Axel. Mentre la settimana dopo sempre a Main Event, batte Adam Rose. In quella del 24 marzo sempre di Main Event, sconfigge Heath Slater. Il 3 aprile a Superstars, sconfigge anche Jack Swagger, e la stessa settimana a Main Event batte R-Truth. Nella puntata del 13 aprile di Raw perde contro Stardust, e dopo il match si mette a ballare sulle note della sua vecchia Theme Song, effettuando un turn face. Stessa settimana a SmackDown, conferma il suo turn face, scaricando Rosa Mendes, e nella stessa serata affronta Adam Rose, vincendo. Nella puntata di Raw del 4 maggio viene sconfitto da Rusev. Il 7 maggio, a SmackDown, perde contro Luke Harper e l'11 maggio, a Raw, perde contro Erick Rowan. Il 9 luglio a SmackDown perde nuovamente e pesantemente contro Rusev. Il 27 luglio a Raw perde ancora contro Neville. Torna nella puntata di SmackDown del 12 novembre dove viene pesantemente sconfitto da Braun Strowman. Breezango (2016–2019) Dopo un periodo di assenza Fandango tornò nella puntata di Raw del 21 marzo 2016 dove venne sconfitto da Chris Jericho. Nella puntata di SmackDown del 14 aprile prese il posto di R-Truth nel tag team formato con Goldust, i "GoldDango", e i due presero parte ad un torneo per decretare i contendenti n°1 al WWE Tag Team Championship detenuti dal New Day dove affrontarono nei quarti di finale i Vaudevillains ma vennero sconfitti ed eliminati. Nella puntata di SmackDown del 12 maggio i GoldDango affrontarono i Gorgeous Truth, il nuovo team formato da R-Truth e Tyler Breeze, e furono questi ultimi a trionfare a causa del turn heel di Fandango che attaccò Goldust (dopo che questi e R-Truth si erano rifiutati di combattere contro), permettendo a Breeze di effettuare lo schienamento vincente. Nella puntata di Raw del 16 maggio i Breezango (il nuovo team formato da Tyler Breeze e Fandango) debuttarono ufficialmente sconfiggendo i Golden Truth (Goldust e R-Truth), a causa di un errore di R-Truth. Il 19 giugno, nel Kickoff di Money in the Bank, i Breezango vennero sconfitti dai Golden Truth. Con la Draft Lottery del 19 luglio i Breezango passarono al roster di SmackDown. Il 24 luglio, nel Kickoff di Battleground, i Breezango trionfarono sugli Usos. Nella puntata di SmackDown del 26 luglio i Breezango parteciparono ad una Battle Royal per determinare uno dei sei sfidanti del Six-Pack Challenge match per determinare il contendente n°1 al WWE World Championship di Dean Ambrose ma vennero eliminati da Kane. Nel Kickoff di SummerSlam del 21 agosto i Breezango, gli Ascension e i Vaudevillains vennero sconfitti dagli American Alpha, gli Hype Bros e gli Usos in un altro 12-Man Tag Team match. Nella puntata di SmackDown del 23 agosto venne annunciato lo SmackDown Tag Team Championship e, per questo motivo, venne indetto un torneo per decretare i due team che si sarebbero affrontati l'11 settembre a Backlash; quella stessa sera, i Breezango affrontarono gli American Alpha nei quarti di finale ma vennero sconfitti ed eliminati. Nella puntata di SmackDown dell'8 novembre i Breezango adottarono la gimmick di due poliziotti e sconfissero i Vaudevillains, entrando dunque a far parte del Team SmackDown per Survivor Series, dove presero parte al 10-on-10 Traditional Survivor Series Tag Team Elimination match come parte del Team SmackDown contro il Team Raw, ma vennero eliminati dal New Day (Big E e Kofi Kingston). Nella puntata di SmackDown del 22 novembre i Breezango parteciparono ad un Tag Team Turmoil match per decretare i contendenti n°1 allo SmackDown Tag Team Championship di Heath Slater e Rhyno ma vennero eliminati dagli American Alpha. Nella puntata di SmackDown del 13 dicembre i Breezango parteciparono ad una Battle Royal per determinare i contendenti n°1 allo SmackDown Tag Team Championship che comprendeva anche gli American Alpha, gli Ascension, Heath Slater e Rhyno, gli Hype Bros e i Vaudevillains ma vennero eliminati. Nella puntata di SmackDown del 24 gennaio i Breezango parteciparono ad una Battle Royal per guadagnare un posto nel Royal Rumble match del 2017 ma vennero eliminati da Mojo Rawley. Il 12 febbraio, ad Elimination Chamber, i Breezango parteciparono ad un Tag Team Turmoil match per lo SmackDown Tag Team Championship degli American Alpha ma vennero eliminati da Heath Slater e Rhyno. Il 2 aprile, nel Kickoff di WrestleMania 33, Fandango partecipò all'annuale André the Giant Memorial Battle Royal ma venne eliminato. Nella puntata di SmackDown del 25 aprile i Breezango (che effettuarono contestualmente un turn face) sconfissero gli Ascension in un Beat the Clock Challenge match, diventando i contendenti n°1 allo SmackDown Tag Team Championship degli Usos. Il 21 maggio, a Backlash, i Breezango vennero sconfitti dagli Usos, fallendo l'assalto allo SmackDown Tag Team Championship. Nella puntata di SmackDown del 23 maggio i Breezango affrontarono nuovamente gli Usos nella rivincita per lo SmackDown Tag Team Championship ma vennero sconfitti. Il 18 giugno, a Money in the Bank, i Breezango sconfissero gli Ascension. Nella puntata di SmackDown del 4 luglio i Breezango parteciparono all'Indipendence Day Battle Royal per determinare il contendente n°1 allo United States Championship di Kevin Owens ma vennero eliminati da Erick Rowan. Nella puntata di SmackDown del 10 ottobre i Breezango parteciparono ad un Fatal 4-Way match che comprendeva anche gli Ascension, Chad Gable e Shelton Benjamin e gli Hype Bros per determinare i contendenti n°1 allo SmackDown Tag Team Championship degli Usos ma il match venne vinto da Benjamin e Gable. Il 19 novembre, nel Kickoff di Survivor Series, i Breezango vennero sconfitti da Kevin Owens e Sami Zayn. Il 17 dicembre, a Clash of Champions, i Breezango vennero pesantemente sconfitti dai Bludgeon Brothers. L'11 marzo, nel Kickoff di Fastlane, i Breezango e Tye Dillinger sconfissero Chad Gable, Shelton Benjamin e Mojo Rawley. L'8 aprile, nel Kickoff di WrestleMania 34, Fandango partecipò all'annuale André the Giant Memorial Battle Royal ma venne eliminato da Kane. Con lo Shake-Up del 16 aprile i Breezango passarono al roster di Raw. Il 27 aprile, a Greatest Royal Rumble, Fandango partecipò al Royal Rumble match a 50 uomini entrando col numero 26 ma venne eliminato da Mojo Rawley. Nella puntata di Raw del 4 giugno i Breezango parteciparono ad una Tag Team Battle Royal per determinare i contendenti n°1 al Raw Tag Team Championship di Bray Wyatt e Matt Hardy ma vennero eliminati dai Revival. In seguito, Fandango riportò un infortunio alla spalla che lo avrebbe tenuto fuori dalle scene per un tempo di sei mesi. Successivamente, Breeze tornò nel territorio di sviluppo di NXT il 22 maggio 2019, segnando di fatto la fine temporanea dei Breezango. Ritorno a NXT (2019–2021) Nella puntata di NXT del 31 luglio 2019 Fandango tornò a sorpresa nello show salvando Tyler Breeze dai Forgotten Sons e riformando i Breezango, sconfiggendo poi Steve Cutler e Wesley Blake del trio il successivo 14 agosto (ad NXT). Successivamente, venne annunciato il 22 dicembre che Fandango aveva subito un infortunio al braccio che lo avrebbe tenuto fuori dalle scene per un periodo imprecisato. Nella puntata di NXT del 3 giugno i Breezango tornarono in azione vincendo un Triple Threat Tag Team match che comprendeva anche Danny Burch e Oney Lorcan e l'Undisputed Era (Bobby Fish e Roderick Strong) diventando i contendenti n°1 all'NXT Tag Team Championship. Nella puntata di NXT del 17 giugno i Breezango affrontarono l'Imperium (Fabian Aichner e Marcel Barthel) per l'NXT Tag Team Championship ma vennero sconfitti. L'8 luglio, nella seconda serata di NXT The Great American Bash, i Breezango e Drake Maverick vennero sconfitti dal Legado del Fantasma. Il 22 agosto, nel Pre-show di NXT TakeOver: XXX, i Breezango vinsero un Triple Threat Tag Team match che comprendeva anche Danny Burch e Oney Lorcan e Joaquin Wilde e Raul Mendoza del Legado del Fantasma, diventando i contendenti n°1 all'NXT Tag Team Championship. Nella puntata di NXT del 26 agosto i Breezango sconfissero Fabian Aichner e Marcel Barthel dell'Imperium conquistando così l'NXT Tag Team Championship per la prima volta. Nella puntata speciale NXT Super Tuesday del 1º settembre i Breezango e Isaiah "Swerve" Scott sconfissero il Legado del Fantasma in un Six-man Street Fight. Nella puntata di NXT del 16 agosto i Breezango difesero con successo i titoli contro Fabian Aichner e Marcel Barthel dell'Imperium. Nella puntata di NXT del 21 ottobre i Breezango persero i titoli contro Danny Burch e Oney Lorcan a causa dell'intervento di Pat McAfee dopo 56 giorni di regno. Nella puntata di NXT dell'11 novembre i Breezango hanno affrontarono nuovamente Burch e Lorcan per l'NXT Tag Team Championship ma vennero sconfitti. Nella puntata di NXT del 13 gennaio 2021 i Breezango vennero sconfitti dall'Undisputed Era (Adam Cole e Roderick Strong) negli ottavi di finale del Dusty Rhodes Tag Team Classic. Successivamente, l'8 aprile, durante il Pre-show della seconda serata di NXT TakeOver: Stand & Deliver, i Breezango vennero sconfitti da Drake Maverick e Killian Dain in un match che avrebbe garantito una title shot ai titoli di coppia di NXT. Il 25 giugno Fandango venne rilasciato dalla WWE dopo quindici anni. Ritorno al circuito indipendente (2021–2022) Il 15 luglio 2021 rivela che ora si chiamerà Dirty Dango nel circuito indipendente. National Wrestling Alliance (2021–presente) Impact Wrestling (2022–presente) Personaggio Mosse finali Come Fandango Falcon Arrow (Sitout suplex slam) The Last Dance (Diving leg drop) Swinging reverse STO – inizio 2013 Come Johnny Curtis A Bid Farewell (Over the shoulder back to belly piledriver) – FCW Diving leg drop Slingshot leg drop – circuito indipendente Sitout suplex slam – WWE Manager Rosa Mendes Summer Rae Soprannomi "The Premiere Player" "The Thoroughbred" "Dirty Curty" "Simply Johnny Curtis" "The Ballroom Brawler/Brute/Dancer" "The Dance Expert" "Dango" "Deputy Dango" Musiche d'ingresso I Told You So di Flatfoot 56 (2011–2012) ChaChaLaLa di Jim Johnston (2013–2015) Peña Flamenca di Jim Johnston (2014–2015) Breezango dei CFO$ feat. Tyler Breeze e Jim Johnston (2016–2019; 2020–2021; usata in team con Tyler Breeze) Break Boogie dei CFO$ (2019–2020; usata in team con Tyler Breeze) Titoli e riconoscimenti Florida Championship Wrestling FCW Florida Tag Team Championship (2) – con Derrick Bateman (1) e Tyler Reks (1) Northeast Championship Wrestling NCW New England Championship (1) NCW Tag Team Championship (1) – con Damian Houston Power League Wrestling PLW New England Championship (1) Premier Wrestling Federation PWF Northeast Heavyweight Championship (2) PWF Northeast Tag Team Championship (2) – con Kenn Phoenix Pro Wrestling Illustrated 116º tra i 500 migliori wrestler singoli nella PWI 500 (2011) South Coast Championship Wrestling SCCW Lightweight Championship (1) WWE NXT Tag Team Championship (1) – con Tyler Breeze Note Altri progetti Collegamenti esterni Wrestler di Impact Wrestling Wrestler della WWE
L'Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la Storia della Resistenza e dell'età contemporanea (in precedenza, Istituto Nazionale per la storia Movimento di Liberazione in Italia - INSMLI) è un sistema federativo di istituti storici diffusi in tutta Italia. Fondato da Ferruccio Parri nel 1949 allo scopo di conservare e studiare il patrimonio documentario del Corpo volontari della libertà e del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, ha in realtà allargato il suo raggio di intervento alla storiografia contemporanea, di cui ha promosso lo sviluppo e l'elaborazione su base scientifica in Italia. La sede nazionale è a Milano. L'Istituto cura una serie di pubblicazioni, tra cui una rivista trimestrale dal titolo "Italia Contemporanea" (in precedenza "Il Movimento di liberazione in Italia"), e dal 2007 cura l'edizione aggiornata e consultabile sul web delle "Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza Italiana", mentre nel 2016 ha realizzato (insieme all'ANPI) l'"Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia". Storia La creazione del Comitato promotore per la fondazione dell'Istituto nazionale, presieduto da Ferruccio Parri, risale al gennaio del 1949 su iniziativa dei Comitati direttivo degli Istituti storici del Piemonte, della Liguria e della Lombardia. Nel corso dell'assemblea del comitato, tenutasi il 20 febbraio dello stesso anno viene decisa la "costituzione dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia". L'atto costitutivo risale al 19 aprile 1949, i soci fondatori sono Ferruccio Parri, presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Lombardia, Andrea Guglielminetti rappresentante dell'Associazione per la storia della Resistenza in Piemonte e Luciano Bolis delegato per l'Istituto storico della resistenza in Liguria. Viene nominato presidente Ferruccio Parri, il vicepresidente è Amedeo Ugolini. Il 26 giugno viene costituito il comitato direttivo della pubblicazione bimestrale di studi e documenti "Il Movimento di Liberazione in Italia", composto da Franco Antonicelli, Mario Bendiscioli, Mario Dal Pra, Ferruccio Parri e con direttore responsabile Giorgio Vaccarino, il primo numero esce nel luglio 1949. Il 14 dicembre del 1952 il presidente Luigi Einaudi inaugura la nuova sede in piazza del Duomo, 14 presso il Palazzo Reale. Nel 1956 viene nominato un secondo vicepresidente, il primo a ricoprire la carica è Achille Marazza. Nel 1965 viene istituita la Commissione scientifica per coordinare il lavoro di ricerca composta da Franco Catalano, Fausto Fonzi e Guido Quazza. Il riconoscimento giuridico dell'Istituto avviene con la legge n. 3 del 16 gennaio 1967, nello stesso anno viene presentata al Consiglio direttivo la proposta di un progetto di raccolta delle di notizie e fonti con relativa rappresentazione cartografica, l'embrione di quello che diventerà l'"Atlante storico della resistenza italiana" un progetto di ricerca che solo nel 2000 si concretizzerà nella pubblicazione dell'omonimo libro. Nel 1971 Ferruccio Parri, per motivi di salute, lascia la carica di presidente che passa nel 1972 allo storico Guido Quazza, Parri rimane vicino all'Istituto mantenendo la carica di presidente onorario. Dal 1974 la pubblicazione periodica cambia nome divenendo "Italia contemporanea". L'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia è oggi un sistema federativo (denominato "Rete degli istituti storici della Resistenza") che comprende 65 Istituti associati e 12 Enti collegati, diffusi sull'intero territorio nazionale. Sede Situato inizialmente nei locali del Castello Sforzesco (prima sede), l'Istituto nazionale si è trasferito poi in via Friguglia e nel 1952 al Palazzo Reale (in Piazza Duomo), traslocando infine nel 2001 al numero civico 336 di viale Sarca, all'interno dell'area che ha ospitato per quasi un secolo (ed in parte ospita tuttora) gli stabilimenti di alcune importantissime industrie italiane, come Ansaldo, Breda, Ercole Marelli e Pirelli. La zona, che all'inizio del Novecento costituiva uno dei principali centri della produzione industriale lombarda, nella primavera del 1943 è stato uno degli epicentri della massiccia ondata di scioperi contro il regime fascista. Dopo l'armistizio un gran numero di operai impiegati nelle fabbriche qui dislocate hanno aderito al movimento di liberazione, impedendo oltretutto la distruzione degli impianti durante la ritirata nazista del 1945. A partire dagli anni '70, e fino ai primi anni '80, un progressivo processo di deindustrailizzazione ha portato ad una complessiva riorganizzazione dell'intera area, grazie soprattutto al contributo della stessa Pirelli, che nel 1985 ha indetto un concorso pubblico per il recupero delle proprie strutture industriali dismesse. Verso la metà degli anni '90, progetti di riqualificazione parziale sono stati avviati anche da altre imprese della zona, nota attualmente come “ex-Breda ed ex-Marelli”. La palazzina numero 15 di viale Sarca 336, originariamente di proprietà di Ansaldo e acquistata successivamente da Pirelli, è anch'essa frutto del globale progetto di risanamento. Struttura e attività Struttura Dal 2018 il settimo presidente dell'Istituto è Paolo Pezzino, succeduto a Valerio Onida. I suoi predecessori sono stati Ferruccio Parri (1949-1971), Guido Quazza (1972-1996), Giorgio Rochat (1996-2000), Laurana Lajolo (2000-2002), Oscar Luigi Scalfaro (2002-2011) e Valerio Onida. Tina Anselmi ne è stata vicepresidente dal 1998 al 2003 e presidente onorario fino al momento della sua morte nel 2016, dal giugno 2018 la vicepresidenza è ricoperta da Manuela Ghizzoni. Il Consiglio di Amministrazione è composto da Marilena Adamo, Marco Borghi, Paola Carucci, Gianluca Fulvetti, Isabella Insolvibile, Stefano Pivato, Mario Renosio. Direttore generale è Mirco Carrattieri; direttore scientifico è invece Filippo Focardi. Membri del comitato scientifico sono Giulia Albanese, Irene Bolzon (Coordinamento dei responsabili scientifici), Lucia Ceci, Costantino Di Sante (Coordinamento dei responsabili scientifici), Emanuele Felice, Enzo Fimiani (Coordinamento dei responsabili scientifici), Carlo Greppi, Santo Peli, Elisabetta Ruffini (Coordinamento dei responsabili scientifici), Silvia Salvatici, Antonella Salomoni, Giorgio Vecchio. Del comitato fanno parte anche il Direttore di Italia contemporanea Nicola Labanca e la Direttrice di Novecento.org Agnese Portincasa. Archivio storico L'Archivio dell'Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia di Milano fu costituito nel 1949 su iniziativa di Ferruccio Parri, con il concorso di studiosi di tutte le componenti resistenziali, allo scopo di conservare i documenti prodotti nel corso della Resistenza, promuovendone lo studio e la conoscenza. L'anno precedente, il Consiglio superiore per gli Archivi di Stato si era pronunciato a favore del deposito del patrimonio archivistico resistenziale presso gli Istituti della Resistenza (Isr) che andavano costituendosi: gli Isr venivano autorizzati a conservare, al pari degli Archivi di Stato, i documenti prodotti dalle formazioni partigiane e dagli organi politici della Resistenza. Il nucleo originario dell'archivio dell'Istituto è costituito infatti dal patrimonio documentario prodotto nel corso della Resistenza. Sono conservate infatti le carte del Clnai, del Cln lombardo, dei Cln provinciali, comunali e aziendali, dell'archivio del Corpo Volontari della Libertà (Cvl) e materiale proveniente dagli uffici stralcio dei comandi militari regionali ligure e lombardo. La documentazione sugli organismi militari è completata dai fondi Brigate Garibaldi, Brigata Stefanoni, Comando militare provinciale di Novara. Si segnalano gli archivi di protagonisti del movimento di liberazione quali Cesare Merzagora, Ferruccio Parri, Giuliano Pischel, Vincenzo Calace, Adolfo Scalpelli, Ettore Tibaldi, Natale Mazzolà, Luigi Campolonghi, Carlo a Prato, Giuseppe Bacciagaluppi, Mario Alberto Rollier, Alfredo Pizzoni, Antonino La Rosa, Ettore Bonomi. Accanto al patrimonio resistenziale è in continua espansione la documentazione relativa a tutta l'età contemporanea riguardante partiti, sindacati, associazioni, strutture della società civile oltre ad archivi di singole persone. L'archivio custodisce inoltre una rilevante sezione iconografica, comprendente fotografie (circa 15.000) – soprattutto del periodo resistenziale – e cartoline storiche illustrate. Accanto a queste tipologie di documenti, si affianca poi una serie eterogenea di altro materiale, come ad esempio microfilm, manifesti e volantini del periodo clandestino e non solo. Di particolare rilevanza sono poi i 73 pannelli originali di una mostra sulla Resistenza italiana preparata per un'esposizione a Bordeaux nel 1946, presentati per la prima volta al pubblico in occasione della mostra “Un'immagine dell'Italia”, organizzata dall'Istituto per il 60º anniversario della liberazione. Biblioteca ed emeroteca La Biblioteca di storia contemporanea "Ferruccio Parri" possiede serie di documenti diplomatici e di fonti europee e nordamericane; studi, saggi e riviste italiani e stranieri di storia e storiografia, di politica, economia, scienze sociali, pedagogia e diritto; volumi di storiografia, storia militare, memorialistica e di storia locale. Cura in particolare gli ambiti tematici del movimento antifascista e della Resistenza italiana ed europea; del nazifascismo e dei totalitarismi del Novecento; del colonialismo e della decolonizzazione; delle guerre mondiali; della Costituzione della Repubblica Italiana e della costruzione della Repubblica; della ricostruzione economica e industriale; dei movimenti politici e culturali e del pensiero politico. La biblioteca raccoglie e cataloga estratti di saggi, tesi di laurea specialistiche e di dottorato e favorisce le donazioni di fondi pubblici e privati garantendone la conservazione e la valorizzazione. Possiede oltre 70.000 titoli monografici e 4.700 testate di periodici italiani e stranieri (di cui circa 300 correnti). Italia contemporanea Fondata nel 1949 da Giorgio Vaccarino con il nome di Movimento di liberazione in Italia, la rivista è stata un punto di riferimento fondamentale per gli studiosi di storia contemporanea, contribuendo a porre le basi della disciplina in Italia. Nel 1974 il titolo della testata è stata modificato in "Italia contemporanea", proprio per sottolineare l'ampliamento degli interessi a tutta la vicenda novecentesca, pur senza dimenticare un'attenzione costante agli sviluppi della ricerca relativa alla Resistenza. Ricerca Uno dei compiti fondamentali dell'Istituto è promuovere la ricerca sulla storia contemporanea e fare in modo che i suoi risultati siano divulgati utilizzando tutti gli strumenti comunicativi a disposizione: pubblicazioni, riviste, convegni, seminari, mostre, audiovisivi, strumenti informatici, eccetera. Rientra in questo ambito anche l'impegno di mettere a disposizione degli studiosi le fonti per lo studio della storia contemporanea nazionale e internazionale, attraverso l'edizione di cataloghi, repertori, banche dati informatizzate. Le aree tematiche su cui si concentra questa attività di ricerca possono essere riassunte nel modo seguente: Resistenza, Antifascismo, leggi razziali, seconda guerra mondiale, Shoah, deportazione, nascita e storia della Repubblica. Tutti questi filoni tematici sono collocati in un contesto internazionale di adeguata ampiezza, sicché l'Istituto nazionale si è caratterizzato negli ultimi anni per risultati di eccellenza nel campo degli studi sul colonialismo fascista, sull'intervento della Chiesa cattolica nella politica e nella cultura, sui rapporti internazionali del movimento di liberazione, ecc. Dal 2005 al 2011 l'Istituto ha costituito nel suo ambito una Scuola Superiore di Studi di Storia Contemporanea, con l'obiettivo di formare giovani studiosi, laureati o con dottorato di ricerca, delle diverse regioni nazionali. Le ricerche degli studenti sono state finora pubblicate nella collana "Studi di storia contemporanea". L'attività scientifica dell'Istituto si sviluppa in raccordo con la progettualità proveniente dalla rete degli Istituti storici. La programmazione delle attività scientifiche è garantita dal Comitato scientifico, coordinato dal Direttore scientifico dell'Istituto Marcello Flores. Didattica e formazione L'Istituto nazionale Ferruccio Parri è stato sensibile fin dagli anni settanta alle tematiche relative all'insegnamento della storia contemporanea, promuovendo incontri e corsi di formazione. Tale attività è andata consolidandosi con il tempo e si è concretizzata in una serie di protocolli di intesa firmati con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (già Ministero della pubblica istruzione) fin dal 1996. L'impegno formativo è rivolto tanto agli insegnanti che agli studenti, con un'ampia gamma di iniziative. Negli ultimi anni una forte attenzione è stata riservata ai temi dell'"Educazione alla cittadinanza" e di "Cittadinanza e costituzione". Infotelematica Il portale dell'Istituto, è on line dal 17 dicembre del 2005. Attraverso di esso è possibile accedere a diversi servizi, nonché ai siti web dei singoli istituti storici associati all'istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Per rendere accessibile e consultabile il patrimonio archivistico e documentario in possesso dell'Istituto e rendere pubblici i risultati delle ricerche compiute, sono state realizzate alcune applicazioni informatiche consultabili on-line. Innanzitutto vi sono le banche dati archivistiche, che raccolgono le descrizioni dei fondi archivistici conservati presso la sede dell'Istituto nazionale e di buona parte dei fondi custoditi presso gli Istituti storici della Resistenza e della società contemporanea ad esso associati. A seconda della tipologia di documenti descritti, essi si suddividono in: Database GUIDA, concernente i documenti cartacei. Database FOTO, concernente i documenti fotografici. Database CARTO, concernente le cartoline storiche. I tre strumenti sono consultabili simultaneamente da un unico ambiente, denominato Metaopac archivistico. La base di dati “Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza Italiana” è on line dal 26 aprile 2007. Essa è costituita essenzialmente dai fondi archivistici donati all'Istituto Nazionale da Piero Malvezzi (tra il 1985 e il 1986) e da Mimmo Franzinelli (nel 2005). Quest'ultimo corpus documentario raccoglie i risultati delle ricerche condotte da Enrica Cavina, Paolo Ferrari, Manuela Lanari, Bruno Maida e Chiara Saonara, e realizzate nell'ambito del progetto proposto e coordinato dallo stesso Mimmo Franzinelli. Negli anni successivi alla pubblicazione on line, la ricerca di documenti è proseguita ad opera della redazione della banca dati, che è tuttora impegnata nel reperimento delle lettere, siano esse autografe o trascrizioni, edite o inedite. Nel 2016 invece l'Istituto Nazionale ha realizzato (insieme all'ANPI) l'Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, banca dati con un sistema di georeferenziazione che censisce tutti gli episodi di violenza con esito letale avvenuti sul territorio nazionale nel periodo 1943-1945, commessi dalle forze di occupazione naziste e/o dai loro alleati fascisti. L'Atlante è il risultato di una ricerca biennale, finanziata dal Fondo italo-tedesco per il futuro, che ha coinvolto oltre 120 ricercatori in tutta la penisola. Il coordinamento scientifico è stato affidato a Paolo Pezzino. Attualmente nel database sono censiti oltre 5300 episodi (comprese le cosiddette "uccisioni singole"), per un totale di quasi 24000 vittime (inclusi i partigiani catturati e giustiziati dopo essere stati disarmati). Rete degli Istituti per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea Il seguente è l'elenco completo (aggiornato alla data del 5 ottobre 2018) degli istituti associati e degli enti collegati alla Rete degli Istituti per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea. Questi organismi sono incaricati di catalogare, verificare e archiviare la documentazione mediante esame incrociato; ciascun istituto dispone, inoltre, di un settore preposto alla didattica ed alla tecnica didattica circa la documentazione presente a livello regionale. Infine collaborano con l'Istituto Parri nella pubblicazione di articoli, riviste e libri. Note Voci correlate Resistenza italiana Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia Ultime lettere di condannati a morte e di deportati della Resistenza Italiana Istituto regionale per la storia del Movimento di liberazione Istituto per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea Associazione Nazionale Partigiani d'Italia Associazione Italiana Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna Collegamenti esterni Accademie e istituti di cultura della Lombardia Associazioni con sede a Milano
Biografia Arthur Kaufmann era il secondogenito di una benestante famiglia di commercianti ebrei di Jassi, Romania. Durante la sua giovinezza si trasferì con la madre, il fratello Ludwig e la sorella Malwine a Vienna, dove in seguito s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza. Durante gli anni universitari seguì anche seminari di storia della letteratura e della filosofia. Si laureò nel 1896. Dopo un breve praticantato, le sue agiate condizioni economiche gli consentirono di ritirarsi a vita privata e di vivere di rendita. Kaufmann si riteneva prima di tutto un filosofo. Per decenni si dedicò al progetto di una grande opera filosofica che comprendeva Kant e Goethe, e che tuttavia non arrivò mai a pubblicare. La sua unica pubblicazione fu un saggio sulla Teoria della relatività di Albert Einstein. Lavorò anche a una favola filosofica, che andò perduta insieme a tutto il suo lascito letterario. Kaufmann era un assiduo frequentatore del Circolo viennese di scacchi e ottenne, come scacchista, numerosi riconoscimenti internazionali. Per motivi sconosciuti abbandonò il gioco degli scacchi nel 1917. Con il suo miglior risultato, 2637 punti Elo, occupava nel gennaio 1917 l’ottavo posto nella graduatoria mondiale. Una profonda amicizia lo legava allo scrittore austriaco, Arthur Schnitzler, che nei suoi diari annotava regolarmente i suoi incontri con l’amico e la sua ammirazione per il suo carattere e la sua personalità. Nel suo testamento Schnitzler lo nominò, insieme a Richard Beer-Hofmann, consulente del figlio Heinrich per tutte le questioni concernenti il suo lascito letterario. Ed è proprio questo lascito, insieme alle annotazioni contenute nei diari e nelle lettere, a costituire la più importante fonte d’informazioni sulla vita e sul pensiero di Kaufmann. A causa della Prima guerra mondiale, Kaufmann perdette buona parte del suo patrimonio e si trasferì con la sorella Malwine in un primo tempo a Mariazell (1918/19) e in seguito, nel periodo 1920-1922, ad Altaussee dove il costo della vita era considerevolmente inferiore rispetto a quello della città. Dal 1923 Kaufmann fu ospite per circa dieci anni della famiglia dei grandi industriali Gutmann nel loro castello di Würting, vicino a Lambach, nell’Austria superiore, prima di tornare definitivamente a Vienna nel suo appartamento (anche il fondatore dell’Unione Paneuropea, Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi poté godere dell’ospitalità della famiglia nello stesso castello). Kaufmann morì il 25 luglio 1938 in seguito a una crisi cardiaca, come si legge nel certificato di morte. Secondo Urcan/Braunwarth alcune circostanze porterebbero a ipotizzare un suicidio. Venne sepolto nel settore ebraico del Cimitero Centrale di Vienna. La sua tomba venne distrutta durante un bombardamento. Nel suo testamento aveva nominato come sue eredi le nipoti Alice Kaufmann e Sophie Kaufmann (figlie del fratello Ludwig Kaufmann) che all’apoca, e anche in seguito, vivevano a Parigi, in rue Molitor 56. Tutti i tentativi di trovare il lascito letterario di Kaufmann o del materiale fotografico sono ad oggi senza risultato. Pubblicazioni Arthur Kaufmann: Zur Relativitätstheorie. Erkenntnistheoretische Erörterungen. In: Der neue Merkur 3, 1919/20, S. 587–594. Note Bibliografia Hans Blumenberg: Schnitzlers Philosoph. Entro: Hans Blumenberg, Die Verführbarkeit des Philosophen. Ed. Manfred Sommer. Frankfurt/Main 2000: Suhrkamp. Michael Ehn: Das qualvollste und edelste aller Spiele“. Arthur Kaufmann und Arthur Schnitzler – die Geschichte einer Freundschaft. In: KARL 1/2010, p. 36–39. Jeremy Gaibe: Chess Personalia: A Bio-Bibliography. Jefferson: McFarland 2005, p. 207. Olimpiu G. Urcan, Peter Michael Braunwarth: Arthur Kaufmann. A chess biography 1872–1938. Foreword by Mihail Marin. Jefferson: McFarland 2012. Kenneth Whyld, David Hooper: The Oxford Companion to Chess. Oxford: Oxford University Press 1996, p. 195. Collegamenti esterni Ebrei austriaci
Roero è una denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) riservata ad alcuni vini la cui produzione è consentita nella provincia di Cuneo. Zona di produzione La zona di produzione comprende: l'intero territorio dei comuni di Canale, Corneliano d'Alba, Piobesi d'Alba, Vezza d'Alba. parte dei comuni di Baldissero d'Alba, Castagnito, Castellinaldo d'Alba, Govone, Guarene, Magliano Alfieri, Montà, Montaldo Roero, Monteu Roero, Monticello d'Alba, Pocapaglia, Priocca, Santa Vittoria d'Alba, Santo Stefano Roero, Sommariva Perno. Storia Il Roero (Roé in piemontese) è una regione geografica e storica del Piemonte, situata nella parte nord-orientale della provincia di Cuneo. Era già terra di vigneti in epoca preromana ed è tuttora una meta turistica in ambito eno-gastronomico. "Consorzio di tutela Roero", istituito nel 2014, ha la funzione di tutelare e valorizzare la denominazione di origine controllata. Nebbiolo Il termine pare derivare da "nebbia", forse riferito all'aspetto dell'acino, scuro e annebbiato dall'abbondante pruina, forse dovuto alla maturazione molto tardiva delle uve, che porta spesso a vendemmiare nel periodo delle nebbie autunnali. Il vitigno è citato già alla fine del Duecento, soprattutto in Astigiano e nelle Langhe; nel 1431 appare negli statuti di La Morra. A partire dal XIX secolo viene frequentemente catalogato nelle ampelografie. Arneis L’origine del nome può essere ricondotto al termine renexij, con cui nel XV secolo si indicava il vitigno, dal toponimo "bric Renesio", altura nei pressi di Canale. Altre fonti lo attribiscono al termine piemontese arneis, letteralmente "arnese", che traslato indica una persona scontrosa o furfantesca. Tecniche di produzione La giacitura consentita è quella collinare; nel caso del Roero rosso sono esclusi i terreni a bassa pendenza. Nel caso dell'Arneis è consentita la coltivazione anche sui versanti esposti a nord. Le forme di allevamento e sistemi di potatura sono quelli tradizionali, ovvero la controspalliera e il Guyot tradizionale. Le operazioni di vinificazione e l'eventuale invecchiamento devono essere effettuate nei comuni in cui ricade la zona di produzione, ma è consentito che avvengano anche nei comuni di Alba, Bra, Barbaresco, Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d'Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monchiero, Monforte d'Alba, Montelupo Albese, Neive, Novello, Roddi, Roddino, Serralunga d'Alba, Sinio, Treiso e Verduno. Disciplinare La DOC Roero è stata istituita con DPR 18.03.1985 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 258 del 02.11.1985È stata trasformata in DOCG Roero con DI del 07.12.2004 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 301 del 24.12.2004 Successivamente è stato modificato con DM 23.03.2006 - G.U. 85 - 11.04.2006 DM 17.09.2010 - G.U. 237 - 09.10.2010 DM 30.11.2011 - G.U. 295 - 20.12.2011 DM 07.03.2014 - Sito ufficiale Mipaaf DM 09.07.2014 - G.U. 165 -18.07.2014 La versione in vigore è stata approvata con DM 20.02.2015. Sito ufficiale del Mipaaf Tipologie Roero È consentita la menzione Vigna seguita dal toponimo o nome tradizionale precedentemente rivendicato; la produzione massima è di 72 q./ha. È prevista la menzione Riserva, con invecchiamento di 32 mesi di cui 6 in botte di legno. Abbinamenti consigliati Carni bianche saporite, Carni rosse senza note di selvatico, Ravioli del Plin, Gnocchi al Castelmagno, risotto al Roero. Roero Arneis È consentita la menzione Vigna seguita dal toponimo o nome tradizionale precedentemente rivendicato; la produzione massima è di 90 q./ha di uva. Abbinamenti consigliati Aperitivo e antipasti, pesce dal sapore leggero, piatti semplici, minestre di pasta e verdure, paste con ripieni delicati. Roero Arneis spumante Abbinamenti consigliati Preparzione con radicchio, zucca, animelle, granelle. Note Vini DOCG della provincia di Cuneo Vini DOC e DOCG prodotti con uva Nebbiolo Vini DOC e DOCG prodotti con uva Arneis Paesaggio vitivinicolo del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato Roero (territorio)
Biografia Marianna Saltini nasce a Fossoli di Carpi (Modena), nel 1889, terza figlia di Cesare e Filomena Righi. Sorella di Don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, a 21 anni Marianna sposa il sarto Arturo Testi, da cui avrà sei figli Sergio, Vincenzo (divenuto poi sacerdote, che le ha consegnato l'abito religioso), Enzo, Maria, Francesco, Gioacchino. Rimane, però, vedova a 39 anni e a quel punto si pone immediatamente il problema di crescere i sei figli avuti dal marito e la donna decide di affidare i più piccoli ai parenti e di mandare i più grandi in collegio. A questo punto decide però di diventare la mamma di tanti bambini poverissimi e soprattutto di bambine che altrimenti sarebbero state ineluttabilmente destinate alla strada. Gira per le case più povere e sotto i portici delle città vicine per recuperare le piccole mendicanti e avvicina le prostitute per convincerle ad affidarle le loro figlie. Si tratta del "paradosso" di Mamma Nina, la "matta che aveva abbandonato i figli suoi per quelli degli altri". Nel marzo del 1936 il vescovo Carlo De Ferrari approva con statuto provvisorio la sua opera delle "Figlie di San Francesco" come congregazione di diritto diocesano e il Comune di Carpi le concede in uso il Palazzo Benassi. Fino al giorno della sua morte Mamma Nina ha cresciuto oltre mille figlie, che ha salvato dalla strada e fatto studiare o avviato ad un mestiere. Molte di loro si sono sposate accompagnate all'altare da questa mamma che il mondo aveva giudicato matta. Ancora oggi a Carpi in via Matteotti 71 nella Casa della Divina Provvidenza continua l'opera iniziata da Marianna Saltini. La chiesa cattolica la riconosce come Venerabile. La fase diocesana del processo di beatificazione è iniziato nel 1985 e si è conclusa il 4 dicembre 1988 ad opera di Mons. Alessandro Maggiolini, Vescovo di Carpi, con la dichiarazione di Mamma Nina come Serva di Dio. Il 23 aprile 2002, alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II, sono state riconosciute le virtù eroiche. A lei è dedicata una scuola elementare di Carpi e delle strade nei comuni di Carpi, Mirandola e Modena (località Ganaceto). Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Nati a Carpi Venerabili italiani
Gli Anberlin sono stati un gruppo alternative rock formatosi nel 2001 a Winter Haven, Florida e scioltosi nel 2014. La band ha pubblicato 7 album studio, un EP ed una compilation, vendendo oltre copie. Biografia Sin dagli inizi del 2007, la band è formata dal cantante Stephen Christian, dai chitarristi Joseph Milligan e Christian McAlhaney, dal bassista Deon Rextroat e dal batterista Nathan Young. I membri degli Anberlin originariamente formarono una band sotto il nome di SaGoh 24/7 alla fine del 1990, pubblicando due album prima di sciogliersi, con il cambiamento dei membri nella direzione musicale e nel nome. Gli Anberlin sono nati nel 2002; entro un anno dalla formazione, hanno firmato con l'etichetta discografica semi indipendente Tooth & Nail Records e hanno realizzato il loro album di debutto, Blueprints for the Black Market. Nel 2005, la band ha realizzato il secondo album, Never Take Friendship Personal, vendendo oltre copie. Il gruppo ha continuato la sua ascesa alla ribalta godendo di un fedele Myspace che ha seguito una media di oltre 200 spettacoli dal vivo l'anno. Il terzo album della band, Cities, è stato pubblicato nel 2007, ed è stato il loro primo album a raggiungere la top 20 della Billboard 200. Dopo tre album e cinque anni con la Tooth & Nail Records, gli Anberlin hanno annunciato la firma con la major Universal/Republic nell'agosto del 2007. Il primo album del gruppo con l'etichetta è stato pubblicato nel 2008, intitolato New Surrender. L'album ha raggiunto l'apice al numero 13 della Billboard 200, con il primo singolo, Feel Good Drag, che è salito alla prima posizione nella classifica Alternative Songs, dopo 29 settimane in classifica. Precedentemente alla realizzazione del loro quinto album Dark is the Way, Light Is a Place, gli Anberlin hanno venduto oltre 700 000 album. Nel giugno del 2010 la band ha annunciato che il nuovo album Dark is the way, Light is a Place uscirà il 21 settembre 2010. Il titolo del quinto album è tratto dal verso della poesia "Poem on His Birthday" di Dylan Thomas. L'album nella prima settimana di uscita ha raggiunto la 9 posizione della Billboard 200, la 1 nella Billboard's Christian Albums chart, la n°2 nella Digital Albums, la n°4 sia per la Rock Albums, sia per la Alternative Albums. Il 16 ottobre 2012 gli Anberlin pubblicano Vital che verrà ripubblicato un anno dopo (il 15 ottobre 2013) con l'aggiunta di alcune tracce inedite, un cd di remix, un cd con brani registrati dal vivo e un nuovo titolo: Devotion. Nel gennaio 2014 attraverso un video su YouTube la band dichiara che entro l'anno avrebbero chiuso il progetto Anberlin con un album di addio realizzato per la loro prima etichetta, l'indipendente Tooth & Nail Records. Il 22 luglio 2014 esce Lowborn anticipato dal singolo Stranger Ways. Progetti paralleli Stephen Christian ha formato un progetto parallelo acustico chiamato Anchor & Braille, che ha pubblicato il suo primo album Felt nel 2009 (precedentemente nel 2007 era uscito un 7"). Nathan Young e Tim McTague (Underoath) sono attivi dal 2011 insieme come Carrollhood. Formazione Formazione attuale Stephen Christian - voce Joseph Milligan - chitarra e voce d'accompagnamento Deon Rexroat - basso Nathan Young - batteria Christian McAlhaney - chitarra e voce d'accompagnamento (dal 2007) Ex componenti Nathan Strayer – chitarra e voce d'accompagnamento (2004 - 2007) Joey Bruce – chitarra (2002 - 2003) Discografia Album studio 2003 - Blueprints for the Black Market 2005 - Never Take Friendship Personal 2007 - Cities 2008 - New Surrender 2010 - Dark Is the Way, Light Is a Place 2012 - Vital 2014 - Lowborn EP 2006 - Godspeed EP Compilation 2007 - Lost Songs 2013 - Devotion Apparizioni in compilation 2006 - 97X Green Room 2 2006 - Punk Goes 90's Singoli 2003 - Readyfuels 2005 - A Day Late 2006 - Paperthin Hymn 2006 - Godspeed 2007 - The Unwinding Cable Car 2008 - Feel Good Drag 2009 - Breaking 2009 - True Faith 2010 - Impossible 2011 - Closer 2012 - Someone Anyone 2012 - Self-Starter 2013 - City Electric 2013 - Unstable 2014 - Stranger Ways 2014 - Harbinger Note Altri progetti Collegamenti esterni
Biografia Vittorio Pezzuto è nato a Genova da padre italiano (morto quando lui aveva 8 anni) e madre francese. Per 10 anni milita nello scautismo cattolico. Laureatosi nel 1990 in Scienze politiche presso l'Università degli Studi di Genova, è stato consigliere regionale dal 1990 al 1995 (Lista Antiproibizionisti) e comunale nei periodi 1990-1993 e 1993-1995 per il Partito Radicale, a cui è iscritto dal 1983. In occasione delle elezioni europee del 1994, rinuncia al seggio in favore di Gianfranco Dell'Alba. Con l'amico René Andreani dà vita nel 1984 alla rete 2 di Radio Reporter a Genova, con i primi programmi in lingue straniere per immigrati. La radio vince dopo due anni il concorso Rai aperto a tutte le radio private. Dall'ottobre 1997 è segretario dell'Associazione Radicale per l'informazione. Nel periodo 1995-1996 ha ricoperto l'incarico di segretario nazionale e coordinatore della Lista Marco Pannella-Club Pannella Riformatori. Dal 2006 al 2008 è stato capo dell'ufficio stampa del gruppo parlamentare della Rosa nel Pugno durante il governo Prodi II. Viene rinviato a giudizio con Marco Pannella e altri per una manifestazione antiproibizionista, ma è assolto. Collabora con Radio Radicale, Il Foglio, Il Riformista, Il Secolo XIX, Vanity Fair, Smoking, Il Tempo, Il Riformista, Libero e Ideazione. Nel periodo 2008-2011 è stato portavoce e consulente del Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione del governo Berlusconi IV Renato Brunetta. Pezzuto è anche tra gli ideatori delle vignette satiriche anti-fannulloni pubblicate sul sito del Ministero. Ha scritto una biografia su Enzo Tortora, Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora. Da questo volume e dal libro Fratello segreto di Anna Tortora è stata liberamente ispirata la fiction Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti? trasmessa da Rai 1. In seguito ha autopubblicato il volume Marta Russo. Di sicuro c'è solo che è morta, dedicato al caso dell'omicidio di Marta Russo Opere Applausi e sputi. Le due vite di Enzo Tortora, Milano, Sperling & Kupfer, 2008; nuova edizione con materiale aggiuntivo nel 2016 Film tratto da sue opere Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti? (2012), film tv, regia di Ricky Tognazzi, sceneggiatura e soggetto liberamente tratti da Applausi e sputi di Pezzuto e da Fratello segreto di Anna Tortora. Note Politici del Partito Radicale Politici della Lista Emma Bonino Politici della Rosa nel Pugno Consiglieri regionali della Liguria Autori dell'editoria a pagamento Studenti dell'Università degli Studi di Genova
Biografia Era il secondogenito di Grigorij Ivanovič Gagarin (1782-1837), e di sua moglie, Ekaterina Petrovna Sojmonova (1790-1873). Trascorse la sua infanzia in Italia e in Svizzera. Nel 1829 prestò servizio presso l'ambasciata russa a Parigi. Nel 1832 venne trasferito in Baviera. Nel 1833 si trasferì a Vienna. Lavorò per il Ministero degli Affari Esteri. Dopo il matrimonio si ritirò a Odessa. Nel 1882 ricoprì la carica di Consigliere di Stato. Matrimonio Nel 1838 sposò Marija Aleksandrovna Sturdza (1820-1890), figlia del principe Aleksandr Skarlatovič Sturdza. Ebbero sette figli: Grigorij Evgen'evič (1840-1921); Aleksandr Evgen'evič (1842-1845); Anatolij Evgen'evič (1844-1917), sposò Marija Vladimirovna Solloguba, figlia di Vladimir Aleksandrovič Sollogub; Jurij Evgen'evič (1846-1905); Marija Evgen'evna (1851-1924), sposò Vladimir Nikolaevič Belskij; Ol'ga Evgen'evna (1854-?), sposò Leonid Nikolaevič Šestakov; Fëdor Evgen'evič (1856-1894), padre di Evgenij Fëdorovič. Morte Morì il 15 agosto 1886 a Odessa e fu sepolto nel cimitero presso la Chiesa della Resurrezione. Onorificenze Onorificenze russe Collegamenti esterni Cavalieri dell'Ordine di San Vladimiro
Palmarès Strada 2007 (Juniores) Campionati europei, Prova in linea juniores 2008 (Juniores) Campionati europei, Prova in linea juniores Campionati italiani, Prova in linea juniores 2011 (Gauss, una vittoria) Giornata Rosa di Nove 2013 (MCipollini-Giordana, due vittorie) Trofeo Alberto Vannucci 6ª tappa Thüringen Rundfahrt (Schmölln > Schmölln) 2014 (Orica-AIS, una vittoria) Giro del Trentino 2015 (Orica-AIS, tre vittorie) 1ª tappa Santos Tour Classifica generale Santos Tour 4ª tappa Tour de l'Ardèche (Privas > Villeneuve-de-Berg) 2017 (WM3 Pro Cycling Team, una vittoria) Dwars door de Westhoek Altri successi 2010 (Vaiano-Solaristec) Criterium di Lancy 2013 (MCipollini-Giordana) Classifica scalatrici Festival Luxembourgeois Elsy Jacobs 2015 (Orica-AIS) Classifica a punti Giro della Toscana Pista 2008 (Juniores) Campionati italiani, Inseguimento a squadre juniores (con Claudia Fabian e Giorgia Marchesin) 2011 Campionati europei, Corsa a punti Under-23 2021 Quatre Jours de Genève, Corsa a punti Ciclocross 2011-2012 Campionati italiani, Prova Under-23 Piazzamenti Grandi Giri Giro d'Italia 2010: ritirata (9ª tappa) 2011: non partita (7ª tappa) 2012: 64ª 2013: 37ª 2014: 55ª 2015: 78ª 2016: non partita (5ª tappa) 2017: 81ª 2021: 86ª Competizioni mondiali Campionati del mondo Copenaghen 2011 - In linea Elite: 97ª Limburgo 2012 - Cronosquadre: 7ª Toscana 2013 - Cronosquadre: 5ª Toscana 2013 - In linea Elite: 28ª Ponferrada 2014 - Cronosquadre: 2ª Ponferrada 2014 - In linea Elite: ritirata Richmond 2015 - In linea Elite: 23ª Altri progetti Collegamenti esterni
Miniopterus pusillus () è un pipistrello della famiglia dei Miniotteridi diffuso nel Subcontinente indiano e nell'Ecozona orientale. Descrizione Dimensioni Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 45 e 48 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 39,6 e 43 mm, la lunghezza della coda tra 40,1 e 44,1 mm, la lunghezza del piede tra 7 e 8 mm, la lunghezza delle orecchie tra 10 e 11 mm e un peso fino a 10 g. Aspetto Il colore generale è nerastro o marrone scuro, talvolta con macchie bruno-rossastre irregolari su varie parti del corpo. La fronte è molto alta e bombata, il muso è stretto e con le narici molto piccole. Le orecchie sono corte, triangolari, ben separate tra loro e con l'estremità arrotondata. Le ali sono attaccate posteriormente sulle caviglie. La lunga coda è inclusa completamente nell'ampio uropatagio. Il calcar è lungo e privo di carenatura. Ecolocazione Emette ultrasuoni ad alto ciclo di lavoro sotto forma di impulsi di breve durata a frequenza modulata iniziale di 98,4-125,4 kHz, finale di 54,6-58,9 kHz e massima energia a 57,9-68,8 kHz. Biologia Comportamento Si rifugia in gruppi di un maschio e 1-6 femmine nelle parti più buie all'interno di grotte e possibilmente anche altri ambienti simili. Le femmine tendono ad essere gregarie, mentre i maschi solitari. Alimentazione Si nutre di insetti volanti catturati in aree aperte, inclusi corsi d'acqua e fiumi. Riproduzione Danno alla luce un piccolo alla volta dopo 4,5-5 mesi di gestazione. Distribuzione e habitat Questa specie è diffusa nel Nepal occidentale, stati indiani del Karnataka e Tamil Nadu, Katchall nelle Isole Nicobare, provincia cinese del Guangdong, isola di Hainan, Hong Kong, Myanmar meridionale, Thailandia, Vietnam, Laos, Cambogia settentrionale, Giava, Sulawesi, Timor; Ambon, Seram e Bacan nelle Isole Molucche, Isole Kai. Vive nelle foreste secondarie, foreste a galleria e nelle aree agricole. Stato di conservazione La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa, la presenza in diverse aree protette e la tolleranza alle modifiche ambientali, classifica M.pusillus come specie a rischio minimo (LC). Note Bibliografia Altri progetti Microchirotteri Taxa classificati da George Edward Dobson
Johnny English - La rinascita (Johnny English Reborn) è un film del 2011 diretto da Oliver Parker e interpretato da Rowan Atkinson. È il seguito della pellicola del 2003 Johnny English. Trama Sette anni dopo gli eventi del primo film, Johnny English si è allenato nelle arti marziali in Tibet dopo essere stato licenziato e caduto in disgrazia in una missione fallita in Mozambico per non aver protetto il neoeletto presidente. Dopo essere stato richiamato in servizio dall'MI7, lui (sotto il suo nuovo capo Pamela Thornton, nome in codice "Pegasus") viene messo in missione per indagare su un complotto per assassinare il Premier cinese durante i colloqui programmati con il Primo Ministro. Incontra il collega agente e vecchio conoscente Simon Ambrose, il generale dell'MI7 Patch Quartermain, e il giovane agente Colin Tucker, che sarà il nuovo assistente di English. A Hong Kong, English trova l'ex agente della CIA Titus Fisher, che si rivela membro del Vortex, un gruppo criminale responsabile della rovina della missione di English in Mozambico. Rivela che il Vortex possiede un'arma segreta che richiede tre chiavi metalliche per sbloccarsi, una la costudisce lui e le altre due ex spie. Tuttavia, quando gli rivela la chiave, Fisher viene ucciso da una serial killer cinese travestita da addetta alle pulizie e un altro uomo ruba la chiave. English insegue il ladro in tutta Hong Kong e riesce a ottenere la prima chiave, ma è sorpreso da un altro agente Vortex travestito da assistente di volo sulla strada per tornare a Londra, e viene umiliato in un incontro con il Segretario agli Esteri e Pegasus quando tenta di presentare la chiave e i piani del Vortex. Kate Sumner, psicologa comportamentale dell'MI7, usa l'ipnosi per aiutare Johnny a ricordare nella sua memoria dell'incidente del Mozambico, rivelando un altro agente del Vortex, la spia russa Artem Karlenko, che si maschera da milionario col nome Sergei Pudovkin. English e Tucker incontrano Karlenko in un campo da golf esclusivo fuori Londra. Tuttavia, la killer cinese danneggia Karlenko. English e Tucker provano a portarlo in un ospedale vicino tramite un elicottero, ma Karlenko muore quando raggiunge l'ospedale, anche se riesce a rivelare che la terza chiave è detenuta da un membro dell'MI7. A cena, English si confida con Ambrose sulla "talpa" citata da Karlenko. Ambrose confida ad English di sospettare che Quartermain sia il traditore. Tucker in seguito affronta Ambrose sul fatto che sia lui la talpa, ma English allontana Tucker e lascia che Ambrose confessi, dandogli la chiave di Karlenko. English affronta Quartermain, ma si rende conto che Ambrose lo ha chiamato "il terzo membro del Vortex". Gli altri agenti dell'MI7 lo inseguono, ma riesce a scappare e nascondersi nell'appartamento di Sumner. Nel rivedere il filmato della missione in Mozambico, Sumner si rende conto che l'assassino è stato manipolato da Vortex attraverso un farmaco per il controllo mentale noto come Timoxeline Barbebutenol. Ambrose viene a prendere Sumner e Johnny si rende conto di essere lui "la talpa" dopo aver brevemente ricordato ciò che è successo in Mozambico. English incontra la killer/addetta alle pulizie, ma riesce a fuggire attraverso uno scivolo della spazzatura e si dirige verso l'appartamento di Tucker. English persuade Tucker a unirsi a lui nell'infiltrarsi in Le Bastion, una fortezza nelle Alpi svizzere dove si terranno i colloqui dopo essersi scusati per il suo errore. Nella fortezza, tuttavia, Johnny attiva accidentalmente un segnale di soccorso che avvisa la presenza delle guardie della fortezza. Lasciato senza scelta, English ordina a Tucker di metterlo fuori combattimento e di metterlo in una sacca in modo che entrambi possano salire sulla fortezza. Dopo essere stato portato nella fortezza, English riesce a uscire dalla sacca e avverte Pegasus della minaccia, ma inconsapevolmente beve il liquido contenente il farmaco. Ambrose, sulla scena, comanda a English di sottomettere Pegasus. Assegnando English alla guardia del corpo del Primo Ministro al posto di Pegasus, Ambrose gli ordina di uccidere il Premier cinese usando una pistola mascherata da rossetto, inizialmente progettata per Pegasus. Tuttavia, English cerca di resistere alla droga e si impedisce di sparare al premier. Tucker arriva e interrompe brevemente il feed di comunicazione di Ambrose prima che Ambrose ripristini la comunicazione. English resiste di nuovo e spara ad Ambrose, che fugge mentre la droga entra nella sua fase letale a cui Johnny perde conoscenza. Sumner arriva ed è in grado di farlo rivivere con un bacio appassionato. English insegue poi Ambrose lungo il fianco della montagna ed entrambi combattono in funivia. English riesce a sopraffare Ambrose per un po', ma cade fuori dalla funivia. Ambrose spara a English, che cerca di usare il suo ombrello come uno scudo antiproiettile, ma si rivela presto essere un lanciarazzi quando lo chiude. Il lanciarazzi distrugge la funivia, uccidendo Ambrose. Più tardi, Vortex viene chiuso in prigione e English deve ripristinare il suo cavalierato dalla Regina. Durante la cerimonia, la killer si rivela mascherata da regina e attacca di nuovo English prima di fuggire, ma lui attacca accidentalmente la vera regina e si rende conto del suo errore solo quando la vera killer viene finalmente catturato dalle guardie reali. Produzione L'8 aprile 2010 la Universal Pictures ha annunciato ufficialmente la produzione di un sequel di Johnny English, chiamato provvisoriamente Johnny English 2, e l'affidamento della regia del film a Oliver Parker (già regista di St. Trinian's). Le riprese sono iniziate l'11 settembre dello stesso anno a Londra, e sono proseguite poi nelle contee inglesi di Hertfordshire e Hampshire, a Macao e a Hong Kong. L'automobile utilizzata nel film da English è una speciale Rolls-Royce Phantom, modificata su richiesta dello stesso Rowan Atkinson con un motore V16 in sostituzione del V12 disponibile sul mercato. Il budget per la realizzazione del film è stato di 45 milioni di dollari. Distribuzione Il primo teaser trailer in lingua inglese è stato reso disponibile il 7 aprile 2011. Il primo teaser trailer in italiano è stato invece distribuito il successivo 12 aprile, seguito dal trailer ufficiale il 13 luglio dello stesso anno. La pellicola nel Regno Unito è uscita il 7 ottobre 2011, mentre nelle sale italiane è uscita il successivo 28 ottobre. Accoglienza Durante il primo fine settimana di programmazione la pellicola ha incassato dollari. Gli incassi totali ammontano a dollari. Riconoscimenti 2011 - Phoenix Film Critics Society Awards Nomination Migliore canzone originale a Rumer per I Believe in You 2012 - Evening Standard British Film Awards Nomination Blockbuster dell'anno - Premio del pubblico Sequel Nel maggio 2017 è stato annunciato il terzo capitolo della saga, Johnny English colpisce ancora, uscito l'anno seguente. Note Voci correlate Rowan Atkinson Johnny English Altri progetti Collegamenti esterni Film Universal Pictures Film ambientati in Africa Film ambientati in Svizzera Film di Johnny English Film ambientati a Hong Kong
I Fasci italiani di combattimento sono stati un movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919, erede diretto del Fascio d'azione rivoluzionaria del 1915. Il 9 novembre 1921 si trasformò nel Partito Nazionale Fascista. Storia Il "programma di San Sepolcro" Il 23 marzo 1919 nella sala riunioni del Circolo dell'alleanza industriale, in piazza San Sepolcro a Milano, furono ufficialmente fondati i Fasci italiani di combattimento. Tra i fondatori troviamo persone di diversa estrazione sociale ed orientamento politico, a riflesso di un certo eclettismo ideologico di questa fase originaria; tra i primi aderenti ci furono anche cinque ebrei. Benito Mussolini prevedeva l'attuazione di uno specifico Programma di San Sepolcro (dal nome della piazza in cui fu proclamato). I primi appartenenti ai Fasci si chiamarono appunto sansepolcristi, fregiati di una fascia giallorossa (i colori di Roma). Gli squadristi semplici invece erano riconoscibili da una striscia rossa al polso della camicia nera. I locali della prima sede a Milano furono affittati dall'Associazione lombarda degli industriali presieduta da Cesare Goldmann, un industriale e massone di origine ebraica a cui venne pagato regolare affitto. La sede era caratterizzata da simboli degli Arditi che sarebbero divenuti comuni nell'iconografia fascista, quali il pugnale, il gagliardetto degli arditi e il teschio. Il simbolo dell'organizzazione era il fascio littorio, che si rifaceva alla storia romana, così come molti altri simboli del futuro regime. A tale riguardo Gino Coletti, segretario e promotore della Associazione Nazionale Arditi d'Italia (ANAI), su “Pensieri e ricordi” suoi appunti del 1952 scrive: “…Fu con la garanzia di sicurezza degli arditi che il 23 marzo del 1919 Mussolini poté promuovere l’adunata di P.za San Sepolcro nella quale vennero fondati i Fasci di Combattimento” In breve tempo, in tutto il mese di aprile in diverse città aprirono diverse sezioni, anche se le adesioni non furono massicce. Accanto ai Fasci di combattimento sorsero affiancate numerose associazioni, con lo scopo di reagire ai tentativi insurrezionali del Partito Socialista Italiano. Queste ultime erano costituite principalmente da leghe di reduci e associazioni patriottiche e studentesche. Manifesto dei Fasci italiani di combattimento Il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento, alla cui stesura aveva collaborato attivamente Alceste De Ambris, fu ufficialmente pubblicato su Il Popolo d'Italia il 6 giugno 1919. Nel manifesto venivano avanzate numerose proposte di riforma politica e sociale per far «fronte contro due pericoli: quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra», rappresentando la terza via tra i due opposti poli e sviluppandosi nell'ambito delle teorie moderniste sull'uomo nuovo. Solo parte di queste vennero realizzate durante il periodo del regime fascista (1922–1943). Pur riprese successivamente durante la Repubblica Sociale Italiana, come la socializzazione delle imprese e dei mezzi di produzione, rimasero sostanzialmente inapplicate a causa degli eventi bellici. La maggior parte dei partecipanti della prima ora erano reduci interventisti della prima guerra mondiale. Molti di loro avevano precedentemente militato in formazioni di sinistra (anarchici, repubblicani, sindacalisti rivoluzionari e socialisti). Organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale Il Fascio, che iniziò ad essere pubblicato non appena ce ne furono i mezzi. Vicino alle posizioni dei Fasci era poi, ovviamente, Il Popolo d'Italia, che però non ne divenne mai l'organo ufficiale, mantenendosi separato dal movimento. Il biennio rosso e prime elezioni A Milano i primi elementi fascisti dei neocostituiti Fasci italiani di combattimento si fecero notare il 15 aprile 1919, per la prima volta a livello nazionale, prendendo parte all'assalto alla sede del quotidiano socialista Avanti! dopo una giornata di scontri tra manifestanti socialisti e contromanifestanti del Partito Nazionalista, futuristi e arditi. Nel novembre 1919 si presentarono alle elezioni politiche nel collegio di Milano, con capilista Mussolini, Arturo Toscanini e Filippo Tommaso Marinetti, ma non ebbero alcun eletto. Al tempo dell'impresa di Fiume, quando nella città giuliana occupata da Gabriele D'Annunzio cominciarono a mancare gli approvvigionamenti, i Fasci italiani di combattimento, supportati anche da organizzazioni femminili patriottiche, si occuparono di sfollare verso città del nord circa quattromila bambini. Giovanni Giolitti, come aveva fatto nei suoi due precedenti governi, decise di non reprimere le rivolte, ma cercò di servirsi dei Fasci di combattimento, dando loro piena libertà di azione per riportare alla calma la situazione italiana (questo incoraggiamento sarebbe poi stato determinante per l'ascesa in Italia di Mussolini e del fascismo). Alle elezioni politiche del maggio 1921 esponenti fascisti si candidarono nelle liste dei Blocchi Nazionali, eleggendo 35 deputati, tra cui lo stesso Mussolini, mentre due furono eletti in liste dei Fasci italiani di combattimento. Scioglimento e nascita del PNF Al terzo congresso di Roma, nel novembre 1921, fu deciso lo scioglimento del movimento, che contava già iscritti, e fu creato il Partito Nazionale Fascista. La denominazione rimase tuttavia ad indicare le strutture territoriali locali del nuovo partito, tra cui la Federazione dei Fasci di Combattimento a livello provinciale. Stampa Organo ufficiale dei Fasci Italiani di combattimento era il settimanale Il Fascio, che iniziò ad essere pubblicato non appena ce ne furono i mezzi. Vicino alle posizioni dei Fasci era poi, ovviamente, Il Popolo d'Italia, che però non ne divenne mai l'organo ufficiale, mantenendosi separato dal movimento. Congressi nazionali I Congresso nazionale – Firenze, 9–10 ottobre 1919 II Congresso nazionale – Milano, 24–25 maggio 1920 III Congresso nazionale – Roma, 7–10 novembre 1921 Segretari Michele Bianchi (marzo–maggio 1919) Attilio Longoni (maggio–agosto 1919) Umberto Pasella (agosto 1919–novembre 1921) Note Bibliografia Renzo De Felice, Mussolini il rivoluzionario, 1883-1920, Prefazione di Delio Cantimori, Collana Biblioteca di cultura storica, Einaudi, Torino, 1965 Renzo De Felice, Breve storia del fascismo, Mondadori, Cles, 2009 Mimmo Franzinelli, Fascismo anno zero. 1919: la nascita dei Fasci italiani di combattimento, Mondadori, 2019 Joseph Grčić, Ethics and Political Theory, Lanham, Maryland: University of America Inc., 2000 Roger Griffin, Matthew Feldman (a cura di), Fascism: Fascism and Culture, Londra e New York: Routledge, 2004 Roger Griffin, Nationalism in Cyprian Blamires (a cura di), World Fascism: A Historical Encyclopedia, vol. 2, Santa Barbara, California: ABC-CLIO, 2006 Roger Griffin, How fascist was Mussolini?, New Perspective, vol. 6, no. 1, September 2000, pp. 31–35. Giordano Bruno Guerri, Fascisti, Le Scie Mondadori, Milano, 1995 Giordano Bruno Guerri, D'Annunzio, Oscar Mondadori, 2008 Israel Gutman, Encyclopedia of the Holocaust, Volume 2, Macmillan Library Reference USA, 1995 Aristotle A. Kallis, Perversions of Nationalism, in Guntram H. Herb, David H. Kaplan (a cura di), Nations and Nationalism: A Global Historical Overview, Santa Barbara, Califoria, ABC-CLIO, 2008 Denis Mack Smith, Modern Italy: A Political History, University of Michigan Press, 1979 Denis Mack Smith, Mussolini, New York: Vintage Books, 1983 Aldo Alessandro Mola, Il referendum Monarchia-Repubblica del 2-3 giugno 1946, Roma, BastogiLibri, 2016 Indro Montanelli, Mario Cervi, L'Italia in Camicia nera, Rizzoli, 1976. Stanley G. Payne, A History of Fascism, 1914-1945, University of Wisconsin Press, 1995 Francesco Raniolo, I partiti politici, Roma, Editori Laterza, 2013 Dylan John Riley, The Civic Foundations of Fascism in Europe: Italy, Spain, and Romania, 1870–1945, Johns Hopkins University Press, 2010 ISBN 978-0-8018-9427-5. Luca Leonello Rimbotti, Fascismo rivoluzionario. Il fascismo di sinistra dal sansepolcrismo alla Repubblica Sociale, Passaggio Al Bosco, 2018. Jackson J. Spielvogel, Western Civilization, Wadsworth, Cengage Learning, 2012 Franca Tagliacozzo, Gli ebrei romani raccontano la propria Shoah, Casa Editrice Giuntina, 2010 Roberto Vivarelli, Storia delle origini del fascismo, volume I, Il Mulino, 2012 Voci correlate Fasci giovanili di combattimento Fascismo Partito Nazionale Fascista Rivoluzione fascista Sansepolcrismo Squadrismo Storia dell'Italia fascista Altri progetti Collegamenti esterni Fascismo (movimento)
Laureato alla Crewe Alexandra Academy, nel 2005 è diventato professionista con il club dopo aver impressionato nella Biddulph Victoria durante la National League nel 2004-2005. Nel 2005-2006 fu prestato alla Lancaster City e alla Stafford Rangers militanti nella Conference North, prima di passare nel 2006-2007 in prestito al Barrow, anch'esso della Conference North. Si è affermato nella prima squadra della Crewe Alexandra nel 2007-2008, prima di diventare capocannoniere del club nel 2008-2009 con dieci gol in League One. Quando, nel giugno del 2009, si è trasferito allo Yorkshire per £150.000, ha segnato la cessione più costosa del Rotherham United. Ha segnato cinque gol nel campionato 2009-2010, prima di essere prestato al Port Vale nel gennaio 2011. Il contratto è stato depositato in tempo per l'inizio della stagione 2011-12. Ha segnato 33 gol ed è stato votato giocatore dell'anno della League Two e ha aiutato il club ad ottenere la promozione dalla League Two nel 2012-2013. È stato votato giocatore dell'anno del Port Vale nel 2013 e 2014. Ha firmato con il Bury nel giugno 2015 ed è rimasto nel club per due stagioni prima di ricongiungersi con il Port Vale. Ha ottenuto il premio Player of the Year del club per la terza volta nel 2018. Carriera Crewe Alexandra Pope faceva parte della Crewe Alexandra Youth Academy, ma non gli fu offerto nessun contratto da professionista con lo stesso club. È stato costretto a farsi conoscere nella Midland Football Alliance con la Biddulph Victoria dopo aver giocato nella squadra under 18 di Hanley Town per trovare la conferma in prima squadra. Ha anche giocato nella Sunday League nello Sneyd e ha segnato quattro gol, battendo i Butcher's Arms per 6–4, nella finale della Potteries e District Sunday League Cup del 2004. Durante questo periodo l'adolescente ha trovato lavoro come montatore di finestre. Ha segnato quindici gol nella sua prima stagione con Biddulph e ne ha segnati altri dodici prima di tornare a Crewe come professionista nell'ottobre 2005 - l'allenatore Dario Gradi ora è convinto del potenziale di Pope. Pope ha scelto di trasferirsi a Crewe dopo due prove senza successo con la primavera del Port Vale. Pope ha trascorso gran parte della stagione 2005-2006 nella Conference North, giocando in prestito per Lancaster City e poi per Stafford Rangers. È tornato, sempre in prestito, nella divisione nel 2006-2007 con il Barrow. Il 10 marzo 2007, Pope ha fatto il suo debutto con Crewe in una sconfitta per 1-0 contro Gillingham al Priestfield Stadium, subentrando a Gary Roberts al minuto 86. Ha fatto altre tre apparizioni dalla panchina durante il resto della stagione, tutte e tre le partite terminate con una sconfitta. Ha segnato il suo primo goal per la squadra contro il Bristol Rovers il 18 agosto 2007, in un pareggio per 1–1 al Memorial Stadium . Si è affermato nella prima squadra nel 2007-2008 e i suoi sette gol gli hanno permesso di diventare il secondo miglior marcatore del club dopo Nicky Maynard. Ha firmato una proroga del contratto di due anni nel novembre 2008, tenendolo presso Crewe Alexandra, soprannominata Alex, fino all'estate 2011. Credeva che i giocatori potessero vincere nonostante i tifosi scontenti e incolpare i giocatori per il licenziamento di Steve Holland. Ha migliorato il suo numero di goal nel 2008-2009 ed è diventato il capocannoniere del club con dieci goal, anche se questo non fu abbastanza per impedire la retrocessione dalla League One. I suoi dieci gol in campionato riflettono un buon valore per le sue diciassette partite da titolare e altre nove presenze dalla panchina. Questo risultato è arrivato nonostante le critiche del secondo allenatore Neil Baker sul fatto che Pope non avesse coerenza in campo e professionalità fuori dal campo. In totale ha segnato 17 gol in 64 partite per il Crewe Alexandra, ed è rimasto grato al club, ai fan e all'ex manager Dario Gradi per aver salvato la sua carriera, nonostante il suo fallimento con l'allora manager Guðjón Þórðarson. In seguito ha ammesso che la sua decisione di lasciare il club è stata un errore. Rotherham United Nel giugno 2009, Pope è entrato a far parte del club Rotherham United della League Two con un trasferimento record di £150.000, firmando un contratto triennale con il club. Impressionante nelle partite pre-stagionali, i suoi primi due gol per Rotherham arrivarono in una partita del secondo turno della League Cup pareggiata con il West Bromwich Albion al The Hawthorns il 26 agosto. Tuttavia, il manager Mark Robins è stato esonerato a settembre e in sua assenza Pope ha segnato solo tre gol in campionato in 35 presenze nel 2009-2010, e non ha partecipato alla sconfitta dei "Millers" nella finale play-off a causa di un infortunio al metatarso. Port Vale Pope non ha raggiunto la forma migliore all'inizio della stagione 2010-11 e numerosi altri club della League Two hanno espresso l'interesse di acquistare il giocatore in modo definitivo, poiché Ronnie Moore era disposto a vendere Pope al miglior offerente. Jim Gannon ha ritrovato il miglior marcatore Marc Richards infortunato, e così Pope ha finalmente realizzato il suo sogno di giocare per il club che ha tifato per tutta la vita, quando si è unito al Port Vale con un prestito di un mese a partire dal 28 gennaio 2011. Ha sbagliato un rigore nella sua seconda apparizione nel club, ma nella partita successiva ha giocato la sua prima partita titolare e si è procurato un rigore, che Justin Richards ha segnato. Ha segnato entrambi i goal del club nella sua quarta partita, una vittoria per 2-1 sulla Bradford City a Vale Park, trasmessa in diretta su Sky Sports. Quest'ultima prestazione da migliore in campo è stata sufficiente per convincere Gannon a "combattere con le unghie e con i denti" per trattenere Pope nel club oltre il mese iniziale di prestito. In effetti, il suo prestito è stato esteso per il secondo mese. Il suo terzo gol per il club è arrivato il 22 marzo ed è stato sufficiente per ottenere un punto in casa contro l'Hereford United e salvare l'allora allenatore Mark Grew dall'esonero. Successivamente, il suo prestito è stato esteso ad un terzo mese. Tuttavia il prestito è stato chiuso con tre settimane di anticipo a seguito di un cambiamento di circostanze: il club proprietario, ovvero il Rotherham, è stato eliminato dai playoff e l'allenatore Ronnie Moore è stato esonerato. Pope ha continuato a sperare in un trasferimento in estate; un allontanamento dal Don Valley Stadium sembrava inevitabile dopo che il nuovo allenatore Andy Scott non lo aveva convocato per il tour pre-stagionale in Portogallo. Il suo desiderio di trasferimento si è avverato ad agosto, quando il Port Vale lo acquistò a titolo gratuito. Ha firmato un contratto di un anno con i "Valiants" nonostante le offerte più redditizie di due anni con il Morecambe e il Mansfield Town, nonché l'interesse da Macclesfield Town. È entrato subito a far parte della squadra titolare dell'allenatore Micky Adams per l'inizio della stagione 2011-12 . Ha segnato due volte nelle prime dieci partite, incluso un goal vittoria contro il Bradford City il quale ha portato il Port Vale nelle posizioni che garantiscono la promozione diretta; tuttavia dopo la partita è stato costretto a rispondere alle critiche rivolte a lui da una minoranza di fan. Adams ha aggiunto che "Tom non dovrebbe ascoltare i sostenitori, con il massimo rispetto per loro". Pope ha aggiunto al suo score personale due gol, uno contro i rivali locali di Vale e l'altro contro la sua ex squadra, Crewe Alexandra il 24 settembre. Sebbene abbia segnato solo quattro gol nelle sue prime 25 partite della stagione, ha effettuato tre assist nella vittoria per 4-0 contro l'Aldershot Town il 17 dicembre. Ha concluso una serie di quindici partite senza gol subentrando dalla panchina e mettendo a segno un gol vittoria contro il Plymouth Argyle il 28 gennaio; quest'ultimo è stato il suo primo gol a non essere effettuato di testa. Tuttavia, il mese successivo ha riportato una lesione all'inguine ed è stato costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico "legato all'ernia. Ha accettato di firmare un nuovo contratto di un anno con il club nel giugno 2012 sebbene l'assistente dell'allenatore Mark Grew lo abbia avvertito di migliorare il suo score personale Pope ha continuamente dichiarato alla stampa di essere concentrato e determinato a migliorare il suo score personale. Pope ha avuto un inizio abbastanza calmo nella stagione 2012-2013, prima di segnare quattro gol in una vittoria casalinga per 6–2 contro l'ex club Rotherham l'8 settembre. In un'intervista ha affermato che è stata la miglior partita della sua carriera, poiché ha dimostrato il suo valore all'ex club Rotherham. Una doppietta nella vittoria per 2-0 contro l'Exeter City a St James Park il 6 ottobre lo ha portato a 11 goal in 13 partite; questo significava che, ad un quarto di stagione, il ventisettenne aveva raggiunto il suo miglior score personale di sempre. Lo ha anche reso il giocatore più veloce della squadra a raggiungere la doppia cifra nei goal segnati, da quando Tom Nolan segnò dieci gol nelle prime undici partite della stagione 1933-1934. Pope è stato bravo a dare fiducia ai due esterni Jennison Myrie-Williams e Ashley Vincent i quali lo aiutarono a trovare la via della rete più frequentemente. I suoi sette gol in sette partite lo hanno aiutato a guadagnare il premio di Miglior Giocatore del campionato nel settembre 2012. I fan di Vale Park hanno iniziato a cantare "Feed the Pope and he will score" che tradotto nella lingua italiana significa "Passala a Pope e lui segnerà", e ha preso il soprannome di "Assassino di Sneyd Green", in riferimento alla sua città natale. Una tripletta in una vittoria per 4-0 su Bristol Rovers il 20 novembre ha fatto sì che diventasse il giocatore più veloce a raggiungere 20 goal (da inizio stagione) nella storia del club. A febbraio, firmò un nuovo contratto per rimanere nella squadra fino all'estate del 2015. Il mese successivo è stato nominato il giocatore dell'anno della League Two dopo esser rimasto in testa alla classifica del campionato, nonostante non abbia segnato nemmeno un gol in undici partite. Dopo aver vinto il premio,il 29 marzo, ha firmato la sua terza tripletta della stagione, mentre il Port Vale ha ha sconfitto i rivali per 3-2 il Cheltenham Town, rivali per la promozione nel campionato successivo. Il Port Vale si è assicurato la promozione con un terzo posto alla fine della stagione e Pope ha chiuso con 33 gol in 51 partite. È stato votato nella squadra dell'anno della PFA, insieme al compagno di squadra Jennison Myrie-Williams. È stato inoltre votato come giocatore dell'anno della sua squadra. Pope non è entrato a far parte dei titolari nella partita del 22 ottobre 2013, terminando così una striscia positiva di 66 partite consecutive da titolare. Nella partita successiva, la quale aveva il grande obiettivo di portare la squadra a soli due punti dalla zona playoff, è stata molto significativa la sua prestazione. Ha continuato ad essere il punto di riferimento per la squadra, e il 6 dicembre ha segnato il suo cinquantesimo gol nella squadra Port Vale in una vittoria per 4-1 in FA Cup contro il Salisbury City. Ha terminato il campionato 2013-2014 come capocannoniere del club con 16 gol in 51 presenze, aiutando il club a raggiungere un nono posto in League One, ed è diventato il primo giocatore nella storia del club a vincere il premio come giocatore dell'anno anche negli anni successivi. Ha aperto la stagione 2014-2015 segnando in ciascuna delle prime quattro partite. Dopo che, a settembre, Rob Page è subentrato come allenatore temporaneo, Pope ha dichiarato di essere felice di agire come un "ariete" con lo scopo di contribuire a creare per la nuova promessa Jordan Slew. L'allenatore del Barnsley dichiarò Tom Pope come obiettivo di mercato. Il presidente di Port Vale Norman Smurthwaite gli disse che una nuova offerta di contratto in estate significherebbe una riduzione del 50% dei suoi stipendi, nonostante altri club lo avrebbero pagato il doppio del suo attuale stipendio. Alla fine di ottobre ha subito un infortunio al ginocchio che lo ha costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico, il quale lo ha obbligato a restare lontano dal campo per tre mesi. Riuscì a vincere nuovamente il titolo di capocannoniere del club per la terza stagione consecutiva nonostante il suo stato di forma non eccezionale in seguito all'infortunio. Bury Pope incominciò ad avere colloqui formali con il Doncaster Rovers nel maggio 2015, prima di firmare un contratto triennale con il club Bury appena promosso in League One. Ha segnato sei gol in 33 partite nella stagione 2015-2016 prima di rompersi il polso a febbraio. Nonostante l'infortunio e il gesso al polso, Pope continuò a giocare; in una partita di campionato contro lo Sheffield United subentrò ad un suo compagno nel ruolo di centrocampista. Ha concluso la stagione 2015-2016 con sette gol in 43 presenze. Nel luglio del 2016, per volere dell'allenatore David Flitcroft, si rese disponibile ad un trasferimento a titolo gratuito. L'8 ottobre 2016, durante una partita di campionato contro il Peterborough United, si scontrò con il portiere avversario Luke McGee e fu ricoverato in ospedale con due costole rotte e un polmone perforato. Tom Pope, il mese successivo, criticò i suoi compagni di squadra per non essere riusciti ad ottenere nemmeno un punto in dodici partite. Dopo sei settimane Pope torna in campo e in un'intervista difese l'allenatore Chris Brass, dicendo che la "difesa decisamente stupida" della squadra dipendeva dai giocatori e non dagli allenatori. La squadra è migliorata dopo che il nuovo allenatore Lee Clark ha cambiato modulo (5–3–3) e Pope ha segnato 7 gol in 40 partite portando il Bury lontano dalla zona recessione alla fine della stagione 16/17. Ritorno a Port Vale Nel maggio del 2017, dopo aver accordato con il Bury il suo contratto, ritorna al Port Vale attraverso un contratto biennale. L'allenatore Michael Brown ha dichiarato che la firma è stata una dichiarazione di intenti per il club. Brown è stato licenziato dopo una brutta partenza nella stagione 2017-18, con Pope che ha segnato solo un gol nelle sue prime 13 apparizioni. Tuttavia è riuscito a trovare il suo stato di forma ideale grazie alla guida del nuovo allenatore Neil Aspin, segnando cinque gol nelle prime tre partite e diventando un vero e proprio punto di riferimento, aiutando la squadra a conquistare numerose vittorie consecutive per la prima volta dopo oltre un anno; tra queste ci fu anche una sua doppietta in una vittoria per 3-1 contro il Cheltenham. Inoltre, entrò a far parte della "Team of the week", ovvero i migliori 11 giocatori della settimana. A ottobre è stato nuovamente nominato come Giocatore del Mese della League Two, con cinque gol e un assist in cinque partite. Dopo aver vinto il premio, ha dichiarato che "il risultato è il riflesso dei miei compagni di squadra, di quanto hanno lavorato duramente e delle occasioni che hanno creato per me". Nel mese di dicembre è stato nominato anche capitano della squadra. Nella sessione di mercato di gennaio il Coventry City ha tentato di acquistare Tom Pope con un'offerta di £ 25.000. Aspin, a fine febbraio, dichiarò che Pope, durante le vacanze di Natale, aveva subito un infortunio alla schiena e che sarebbe stato necessario un intervento chirurgico per tornare alla piena forma fisica. Rientrato velocemente dal suo infortunio, i suo 19 gol stagionali furono fondamentali per evitare la retrocessione del club; Tom ha terminato la stagione come capocannoniere del club ed è stato nominato come giocatore dell'anno del Port Vale per la terza volta, firmando un vero e proprio record per il club. Il 1º settembre 2018, Pope segnò un gol nella sconfitta per 2-1 in casa contro il Newport County,portando il suo score personale ad una sola distanza dal record di 56 gol di Stan Steele; dopo la partita Pope ha detto "Avrei preferito non segnare e ottenere i tre punti [e] Avrei rinunciato a qualsiasi premio individuale e qualsiasi record per un'altra promozione. È un gioco di squadra, non uno sport individuale". A dicembre ha firmato un nuovo contratto di due anni per rimanere al club fino all'estate 2021. Il 12 gennaio, ha riportato un infortunio al tendine del ginocchio durante una sconfitta in casa per 3-0 contro il Colchester United ed è stato fuori dal campo per alcune settimane. Il 30 marzo, ha segnato il gol della vittoria nel 2-1 contro il Northampton Town, e così facendo è diventato il terzo giocatore (dopo Wilf Kirkham e Martin Foyle) a segnare 100 gol per la squadra. Ha terminato, come capocannoniere del club, per la quinta volta nella stagione 2018-19 ed è stato nominato PFA Community Champion di quell'anno alle premiazioni di fine anno del club. Il nuovo allenatore John Askey ha confermato che Pope sarebbe stato capitano della squadra a luglio 2019. All'inizio della stagione l'allenatore decise di lasciarlo in panchina per alcune partite, facendolo entrare a partita in corso; Ma,il 21 settembre, nel giorno della sua cinquecentesima partita da professionista, Askey decise di schierarlo titolare e la partita terminò con un pareggio per 2-2 contro il Mansfield Town. Dovendosi sedere regolarmente in panchina, affermò " questo è stato il punto più basso della mia carriera". Ha segnato una doppietta in una vittoria per 3-1 in casa contro il Morecambe il 5 ottobre guadagnandosi un posto nella squadra della settimana. Tuttavia, dopo parecchie partite passate in panchina, perse il suo ruolo di capitano a favore di Leon Legge. Il 30 novembre Pope ha segnato una tripletta in otto minuti che ha aiutato la squadra ad ottenere la vittoria per 3-1 contro il Cheltenham Town nel secondo turno della FA Cup. Il 4 gennaio, nel turno successivo, ha segnato il suo 109° gol nel Port Vale, diventando il secondo marcatore assoluto nella storia del club (dietro Wilf Kirkham), in una sconfitta per 4-1 contro il Manchester City, campioni della Premier League. In precedenza aveva criticato il difensore centrale del Manchester City e della Nazionale inglese John Stones su Twitter, affermando che se giocasse ogni settimana contro di lui, segnerebbe almeno 40 gol a stagione. Dopo la partita modificò il suo messaggio, dichiarando che di gol ne farebbe 50 e non 40 come affermato in precedenza. Stile di gioco La sua altezza è pari a 1.91 metri e il suo ruolo è quello di attaccante. Un attaccante è in grado di tenere la palla in zona offensiva e far entrare nel vivo del gioco anche gli altri giocatori. Come ha dichiarato in un'intervista nel settembre del 2011, "Faccio gioco sporco e grintoso". In termini di motivazione, ha anche affermato che "some players need an arm around the shoulder but a kick up the backside seems to work better for me", che tradotto in italiano significa che alcuni giocatori hanno bisogno di una mano, mentre a lui è più utile un calcio. Il suo numero di gol non comprende calci di rigore, poiché il primo rigore segnato arrivò soltanto a 32 anni. Pope non possiede una grande velocità. Vita privata L'8 febbraio del 2009, Pope e due suoi complici sono stati accusati di rissa durante un incidente avvenuto nella comunità di Hanley e ha subito una sospensione di sei mesi e 200 ore di servizio civile. Gli avvocati di Pope hanno dichiarato che è stato provocato dalle vittime, le quali hanno aggredito verbalmente e fisicamente la sua fidanzata. Nel novembre 2019 e gennaio 2020 è stato squalificato per due partite e multato per un totale di £ 4.100 dalla Federazione calcistica dell'Inghilterra per "aver discreditato il gioco" attraverso alcuni post pubblicati sui social media. Originario di Stoke-on-Trent, Pope è cresciuto tifoso di Port Vale. È un abile giocatore di golf amatoriale e ha anche i quarti di finale della competizione Sentinel Shield di Stoke-on-Trent. Indossa lenti a contatto . Ha sposato Melissa con la quale ha avuto un figlio, Bobby Joseph Pope, nel maggio 2016, e anche una figlia, Millie Pope. Pope e il compagno di squadra Adam Yates hanno iniziato la stagione 2011-12 come allenatori congiunti della squadra locale dilettantistica della Sunday League Sneyd, adattando le loro funzioni di gestione alle loro carriere professionali a Vale Park. La coppia ha portato il club al titolo di Potteries and District Premier Division e alla finale della Sentinel Sunday Cup nel 2012-2013. Nel 2014 ha iniziato a scrivere una rubrica per il giornale The Sentinel. Statistiche sulla carriera Palmarès Port Vale Football League Two: Terzo posto e promozione nella stagione 2012-2013 Individuale Squadra dell'anno PFA : 2012–13 League Two Football / EFL League Two Player of the Month : settembre 2012, ottobre 2017 Football League Two Player of the Year : 2012-2013 Giocatore dell'anno di Port Vale : 2012-2013, 2013-2014, 2017–18 Note Collegamenti esterni Calciatori inglesi
Una pompa per vuoto è un dispositivo meccanico utilizzato per creare e mantenere il vuoto (cioè una condizione di pressione minore della pressione atmosferica); per adempiere tale scopo, la pompa da vuoto asporta il gas contenuto nella camera da vuoto alla quale è collegata la pompa attraverso delle condutture. In buona sostanza, una pompa a vuoto è un compressore, in quanto porta un fluido in fase gassosa da una pressione più bassa a una più alta. La differenza, nell'accezione comune, sta nel fatto che un compressore lavora a pressione di aspirazione costante, mentre la pompa a vuoto lavora a pressione di aspirazione variabile (decrescente) e a pressione di mandata costante. Tipi di pompe per vuoto Le pompe da vuoto possono essere catalogate in tre categorie principali: pompe a spostamento di parete: tali pompe usano un meccanismo per espandere ciclicamente una cavità, permettono al gas di affluire dalla camera da vuoto. Una volta aspirato la cavità viene sigillata, il gas compresso ed espulso verso l'atmosfera. Esempio di tali pompe sono le pompe rotative e le roots. pompe a trasferimento di quantità di moto, dette anche pompe molecolari, tali pompe usano getti di fluidi densi ad alta velocità o lame rotanti a elevata velocità in maniera tale da imprimere un grande impulso alle molecole di gas. Esempio di tali dispositivi sono le pompe a diffusione e le pompe turbomolecolari. pompe a intrappolamento che catturano i gas residui in un solido o su una superficie assorbente. Esempio sono le pompe criogeniche, a getter e le pompe ioniche. Le pompe a spostamento di parete sono le pompe più adatte al basso vuoto, mentre le pompe a trasferimento di quantità di moto sono le più utilizzate in serie con pompe a spostamento di parete (spesso a due stadi) per raggiungere l'alto vuoto. In questa configurazione la pompa a spostamento di parete ha due scopi: in primo luogo permette di raggiungere nel recipiente da vuotare il basso vuoto, condizione necessaria per innescare la pompa a trasferimento di quantità di moto (che non può funzionare a partire dalla pressione atmosferica). In secondo luogo la pompa spostamento di parete posta sull'uscita della pompa a trasferimento di quantità di moto asporta le molecole di gas che si accumulano sulla sua uscita. Le pompe a intrappolamento si utilizzano per raggiungere ultra-alto vuoto, ma esse richiedono rigenerazioni periodiche delle superfici che intrappolano le molecole di gas. A causa di tale limitazione sul tempo operativo di funzionamento non sono utilizzate che per ultra alto vuoto. Caratteristiche delle pompe per vuoto La velocità di pompaggio: è la misura della quantità di gas che la pompa riesce ad aspirare dall'ingresso nell'unità di tempo. Questa grandezza ha le dimensioni del volume diviso il tempo. Le pompe a trasferimento di quantità di moto e a intrappolamento hanno una velocità di aspirazione che dipende dal gas da aspirare e quindi la velocità media dipende dalla composizione del gas residuo nella camera da vuoto. Intervallo di pressione di funzionamento: per un certo intervallo di pressioni all'ingresso la pompa ha una velocità di aspirazione costante e massima. La portata: è la velocità moltiplicata per la pressione del gas all'ingresso. Se la temperatura è costante valendo nel vuoto l'equazione di stato dei gas perfetti questa grandezza rappresenta la quantità di materia portata via dalla pompa nell'unità di tempo. Se quindi vi è un ingresso di materia o per degassamento delle pareti o per perdite nel sistema da vuoto la situazione di equilibrio dinamico prevede che la portata eguagli l'ingresso di materia. Per un ampio valore di pressioni la velocità di pompaggio di una pompa è costante, ma al diminuire delle pressione nella camera da vuoto, si ha che il suo contenuto di materia diminuisce, questo comporta che la portata diminuisce molto rapidamente. Contemporaneamente la sublimazione dei materiali, il degassamento delle pareti e gli eventuali buchi continuano a produrre materia che deve essere asportata dalla pompa da vuoto, tali concause determinano il vuoto limite nella camera da vuoto. Vi sono altre caratteristiche che differenziano i vari tipi di pompe da vuoto quali i materiali che li compongono, la velocità di aspirazione, i residui di olio, l'affidabilità, la tolleranza alla polvere, le vibrazioni, l'intervallo di pressioni in cui operano. Elenco delle principali pompe per vuoto La distinzione principale da fare sul modo di operare delle pompe dipende dal tipo di regime (identificato dal numero di Knudsen) se gli urti intramolecolari sono dominanti si è in regime viscoso, mentre se gli urti tra le pareti sono dominanti si è in regime molecolare. Pompe primarie (regime viscoso) Pistone di gomma o di plastica (da 1 a 50 kPa) Pompa a vuoto di Venturi (da 10 a 30 kPa) Pompa scroll (10 Pa) Pompa a diaframmi rotanti con lubrificazione ad olio (0.1 Pa) Pompa per vuoto rotativa Pompa per vuoto rotativa ad acqua Pompa a trasferimento Pompa a membrana Attraverso ventole Pompa ad anello liquido Pompa a intrappolamento Water jet Pompe secondarie (regime molecolare) Roots Pompa a diffusione Pompa turbomolecolare Pompa criogenica Pompa ionica Pompa a sublimazione Getter Usi delle pompe per vuoto Le pompe da vuoto sono usate in molti processi industriali e scientifici che includono: la produzione della maggior parte di lampadine elettriche, valvole termoioniche e tubi catodici fabbricazione di semiconduttori nel microscopio elettronico processi in medicina che richiedono suzione nei processi di evaporazione, specie di film sovrapposti. in campo automobilistico per creare la depressione necessaria al funzionamento di alcuni tipi di freni montaggio di sistemi di condizionamento a gas refrigerante R407 e R410 Inoltre le pompe da vuoto sono anche usate per la mungitura del bestiame. Bibliografia B. Ferrario, Introduzione alla Tecnologia del Vuoto, edizione riveduta da A. Calcatelli, Patron Editore – Bologna (1999) A. Roth, Vacuum technology, Elsevier North Holland Inc. (1978) A. Guthrie, Vacuum Technology, John Wiley & Sons (1963) C. M. Van Atta, M. Hablanian "Vacuums and Vacuum Technology", 1991. Rita G. Lerner and George L. Trigg. Encyclopedia of Physics (2ª edizione). New York: VCH Publisher. pp. 1330–1334. ISBN 0-89573-752-3 Voci correlate Vuoto (fisica) Disaeratore Altri progetti Collegamenti esterni Pompe
Piazza Mazzini è la piazza più importante della città di Castel Goffredo, in provincia di Mantova. Storia e descrizione Rappresenta il cuore della città, centro politico, religioso e commerciale e su di essa si affacciano gli edifici più significativi: palazzo Gonzaga-Acerbi, costituito dall'ex Palazzo del Vicario con la torre civica e il Torrazzo a nord; chiesa prepositurale di Sant'Erasmo a est; palazzo Riva portici quattrocenteschi con i negozi dei commercianti a sud; palazzo Municipale a ovest. Il suo impianto planimetrico si è mantenuto pressoché immutato attraverso i secoli: la piazza è caratterizzata da una pianta rettangolare, corrispondente presumibilmente all'antico forum romano. Esistente già agli inizi del Trecento, la piazza era attraversata dal canale Tartarello, allora scoperto, che alimentava anche il fossato di difesa antistante il palazzo dei signori di Castel Goffredo. Ridisegnata agli inizi del Cinquecento durante il marchesato di Aloisio Gonzaga, è un luogo particolarmente suggestivo e scenografico ed è spesso scelta per ospitare eventi culturali, concerti e manifestazioni pubbliche, come il tradizionale carnevale di Castel Goffredo con l'elezione di re Gnocco. È da sempre il centro della vita della città: dal 1457 vi si tenevano le fiere, le feste per l'arrivo dei vescovi ed anche le maggiori personalità che hanno visitato Castel Goffredo sono sempre passate da questa piazza: dall'imperatore Carlo V il 28 giugno 1543, a San Carlo Borromeo nel 1580, a Vittorio Emanuele II futuro re d'Italia nel maggio del 1848, a Giuseppe Garibaldi, nei giorni 27-28-29 aprile 1862. Il 3 gennaio 1593, sulla porta principale della chiesa prepositurale di Sant'Erasmo, venne assassinato Rodolfo Gonzaga, marchese di Castel Goffredo, mentre si recava alla messa accompagnato dalla moglie Elena e dalla figlia Cinzia. Nella storia ha subito diversi cambi di denominazione: piazza del Ponte dell'Olmo (Platea Pontis Ulmi), albero situato all'estremità della piazza e sotto la cui ombra, nel Medioevo, veniva amministrata la giustizia, poi piazza d'Armi, piazza Umberto I e quindi piazza Giuseppe Mazzini. In alcuni periodi dell'anno al suo interno si tiene il mercato ambulante del giovedì, istituito con decreto del 1º luglio 1457 dal marchese Alessandro Gonzaga. Sul lato dei portici è collocata l'ottocentesca fontana in marmo, un tempo utilizzata a scopi potabili. Galleria d'immagini Note Bibliografia Altre fonti Voci correlate Centro storico di Castel Goffredo Collegamenti esterni M
Ha fondato il marchio di abbigliamento BCBGMAXAZRIA ed è stato il principale stilista, direttore ed amministratore delegato di BCBGMAXAZRIAGROUP (nella quale la moglie Lubov Azria è direttrice creativa), un'azienda che incorpora oltre venti case di moda. Ha vissuto a Holmby Hills, Los Angeles. Aveva sei figli, tra cui Joyce Azria, nominata direttore creativo di BCBGeneration nel 2009. Carriera Max Azria è nato a Sfax, in Tunisia,, il più giovane di sei figli. Da bambino è stato educato nel sud est della Francia, prima che la sua famiglia si trasferisse a Parigi nel 1963. Dopo aver lavorato per undici anni a Parigi come disegnatore di moda femminile, Azria si è trasferito a Los Angeles nel 1981 e ha fondato Jess, una serie di boutique di abbigliamento femminile. Nel 1989 Azria fonda il marchio BCBGMAXAZRIA, che prende il nome dalla frase in francese "bon chic, bon genre", traducibile come "buono stile, buon atteggiamento". Nel 1996 in occasione della settimana della moda di New York viene presentato il marchio BCBGMAXAZRIA Runway. Nel 1998 Azria entra a far parte del Council of Fashion Designers of America (CFDA). Inoltre, mantiene due collezioni di design eponime: Max Azria Atelier e Max Azria. Lanciata nel febbraio 2004, Max Azria Atelier è una collezione di abiti di alta moda creati per le celebrità e per eventi da red carpet. Sharon Stone, Halle Berry, Fergie ed Alicia Keys li hanno indossati in diverse occasioni. Nel febbraio 2006 debutta il marchio Max Azria, più orientato verso il prêt-à-porter ed indossato da Angelina Jolie nel 2009 Nel 1998 Azria rileva la casa di moda Hervé Léger, segnando la prima occasione in cui . Nel 2007 il marchio Hervé Léger viene rilanciato con il nome Hervé Léger by Max Azria, e lo indossano Beyoncé Knowles, Jennifer Lopez, Catherine Zeta Jones e Kate Winslet in varie occasioni mondane. Nell'autunno 2008 Max Azria presenta i marchi BCBGMAXAZRIA Runway, Max Azria ed Hervé Léger by Max Azria in occasione della settimana della moda di New York. È la prima volta che uno stilista americano organizza tre differenti sfilate durante un'unica settimana della moda. Nel 2008 comincia ad essere commercializzato il nuovo marchio del gruppo BCBGeneration, destinato ad un pubblico giovane. A giugno 2009, insieme a Miley Cyrus, per la quale aveva disegnato gli abiti del tour 2009, Azria crea una collezione moda venduta da Walmart e chiamata Miley Cyrus & Max Azria. Note Altri progetti Collegamenti esterni Ebrei tunisini
NGC 129 è un giovane e appariscente ammasso aperto visibile nella costellazione di Cassiopea. Osservazione Si individua facilmente, grazie alla sua posizione quasi esattamente a metà strada fra le brillanti stelle Caph () e ; la sua caratteristica più evidente anche attraverso un binocolo è un piccolo triangolo di stelle di magnitudine 8 e 9, situate proprio al centro dell'ammasso. Attraverso un telescopio da 120mm di apertura è possibile scorgere alcune decine di stelle sparse fino alla magnitudine 12, formanti un addensamento poco risaltato rispetto ai campi stellari circostanti, di per sé molto ricchi; con telescopi da 200mm di apertura la risoluzione è ottimale già a bassi ingrandimenti. La declinazione fortemente settentrionale di quest'ammasso favorisce notevolmente gli osservatori dell'emisfero nord, da cui si presenta circumpolare fino alle latitudini medio-basse; dall'emisfero australe d'altra parte resta piuttosto basso e non è osservabile dalle aree lontane dalla zona tropicale. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra agosto e gennaio. Storia delle osservazioni NGC 129 venne individuato per la prima volta da William Herschel nel 1788 attraverso un telescopio riflettore da 18,7 pollici; suo figlio John Herschel lo riosservò in seguito e lo inserì nel General Catalogue of Nebulae and Clusters col numero 24. Caratteristiche NGC 129 è un ammasso aperto scarsamente concentrato; la sua distanza è stimata attorno ai 1625 parsec (5300 anni luce) ed è situato sul bordo interno del Braccio di Perseo, uno dei due bracci di spirale maggiori della Via Lattea, in primo piano rispetto alle grandi associazioni OB che dominano questo tratto della struttura. La sua età è relativamente giovane ed è stimata sui 77 milioni di anni; indice di ciò è anche la presenza di alcune stelle massicce di classe spettrale B. Quest'ammasso risulta essere studiato estensivamente per via della presenza al suo interno di alcune variabili cefeidi, in particolare per la coppia di stelle costituenti il sistema binario noto come DL Cassiopeiae; con una magnitudine media attorno a 8,84 è di fatto la stella più luminosa dell'ammasso, tuttavia le sue pulsazioni la fanno oscillare fra le magnitudini 8,64 e 9,26. La curva della sua oscillazione fa ritenere che si tratti di una binaria spettroscopica. Oltre a questa sono note altre quattro stelle che mostrano segni di variabilità. Note Bibliografia Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc. ISBN 0-943396-14-X Voci correlate Oggetti non stellari nella costellazione di Cassiopea Altri progetti Collegamenti esterni NGC 0129 0129 Braccio di Perseo Corpi celesti scoperti nel 1788 Oggetti nella costellazione di Cassiopea
La pianura in fiamme (El llano en llamas in spagnolo) è il titolo di una raccolta di racconti dello scrittore messicano Juan Rulfo. Storia editoriale La prima edizione del 1953, pubblicata a Città di Messico dal Fondo de Cultura Económica, comprendeva quindici racconti, alcuni già comparsi nelle riviste Pan e América e altri inediti, scritti con il sostegno economico della Fondazione Rockefeller e del Centro Mexicano de Escritores. Di questa prima edizione furono stampati duemila esemplari. Nel 1955 venne pubblicata una seconda edizione, cui seguì una terza nel 1959. La versione definitiva comprende in tutto diciassette racconti: ai quindici della prima edizione si aggiunsero, a partire dal 1971, «Il giorno del crollo» e «L'eredità di Matilde Arcángel». Inizialmente, l'opera avrebbe dovuto intitolarsi Los cuentos del Tío Celerino (I racconti dello zio Celerino), come omaggio di Rulfo a un suo zio, il quale soleva raccontare storie dei suoi viaggi. Il titolo definitivo, El llano en llamas (in alcune edizioni El Llano en llamas), allude al Llano Grande, vasta pianura nello stato di Jalisco. La prima edizione italiana (1963) per Mondadori, intitolata La morte al Messico, modificò l'ordine dei racconti e alcuni dei titoli. Ad esempio, «Nos han dado la tierra» («Ci hanno dato la terra» nelle successive traduzioni) venne intitolato «I cuccioli»; «Macario» divenne «I fiori d'ibisco»; «Es que somos muy pobres» («È che siamo molto poveri»), «La piena». Nel 1990 la nuova edizione, con Einaudi. Contenuto Molti racconti sono ambientati nel villaggio di Comala, situato nello stato di Colima, in Messico, ma l'autore si ispirò principalmente al paese di San Gabriel (Jalisco), da cui prenderà ispirazione anche per il romanzo Pedro Páramo (1955). L'arido paesaggio è popolato da gente solitaria, silenziosa e infelice, contadini messicani che, dopo la Rivoluzione messicana, sopravvivono senza speranza. Alcuni dei racconti si svolgono proprio all'epoca della Rivoluzione del 1910 e della Guerra cristera, come «La pianura in fiamme» e «La notte che lo lasciarono solo», altri nel periodo immediatamente successivo, come «Paso del Norte», sull'emigrazione dei contadini messicani verso gli Stati Uniti, o «Ci hanno dato la terra», sulle conseguenze della riforma agraria. Temi e stile L'opera presenta caratteristiche tipiche del realismo magico e l'uso frequente del linguaggio popolare. La narrazione è quasi sempre affidata ai personaggi. Racconti Edizioni italiane La morte al Messico, Traduzione di Giuseppe Cintioli, Mondadori, 1963 La pianura in fiamme, Traduzione di Francisca Perujo, Nuovi Coralli Einaudi, 1990 La pianura in fiamme, Traduzione Maria Nicola, Prefazione di Ernesto Franco, Einaudi, 2012 Note Altri progetti Collegamenti esterni Juan Rulfo, La pianura in fiamme, Einaudi, 2012 Opere letterarie del XX secolo Raccolte di racconti Opere letterarie di autori messicani Realismo magico
Il sistema di onorificenze australiane venne creato nel 1975 con lo scopo di superare il sistema onorifico esistente britannico-imperiale. Il primo ministro australiano Gough Whitlam istituì l'Ordine dell'Australia, quale massima onorificenza australiana. Nel corso degli anni il sistema si implementò e vennero create via via una serie di medaglie e decorazioni in sostituzione di quelle britanniche e proprie specifiche dell'Australia. Alcune delle precedenti onorificenze britanniche vennero amalgamate e costituiscono oggi parte integrante del sistema di onorificenze australiane. In Australia erano state istituite solo alcune parìe, alcune in riconoscimento dei servizi pubblici verso la "madrepatria" e verso l'Australia stessa, tra le quali quelle concesse a Sir William Clarke, I baronetto, sostenitore del partito vittoriano, nel 1880, ed a Sir Rupert Clarke, III baronetto, sino alla sua morte nel 2005. In Australia, le onorificenze vengono concesse in nome della Regina d'Australia, su proposta del governo, mentre possono essere concessi ancora singolarmente gli ordini cavallereschi britannici anche a cittadini dell'Australia, ma questi hanno un valore differente nel Regno Unito e in Australia. Ordine di precedenza Segue l'elenco delle onorificenze australiane secondo l'ordine di precedenza, in vigore dal 6 ottobre 1992 e successive aggiunte, seguite, quando presente, dalle relative lettere postnominali. Le onorificenze in corsivo contraddistinte da * sono onorificenze del Regno Unito e sono oggi considerate come straniere; se concesse precedentemente al 5 ottobre 1992 seguono l'ordine di precedenza britannico. Le onorificenze in grassetto sono onorificenze propriamente australiane. Victoria Cross/Victoria Cross per l'Australia VC George Cross GC * Cross of Valour CV Cavaliere/Lady Compagno del Nobilissimo Ordine della Giarrettiera KG/LG Cavaliere/Lady Compagno dell'Antichissimo e Nobilissimo Ordine del Cardo KT/LT Cavaliere di Gran Croce dell'Onorevolissimo Ordine del Bagno GCB * Membro dell'Ordine del Merito (Divisione civile - Divisione militare) OM Cavaliere/Dama dell'Ordine dell'Australia AK/AD (dal 1976 al 1986 e dal 2014 al 2015) Cavaliere/Dama di Gran Croce del Distintissimo Ordine di San Michele e San Giorgio GCMG * Cavaliere/Dama di Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano GCVO Cavaliere/Dama di Gran Croce dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (Divisione civile - Divisione militare) GBE * Compagno dell'Ordine dell'Australia (Divisione generale - Divisione militare) AC Compagno dell'Ordine dei Compagni d'Onore CH * Cavaliere/Dama di commenda dell'Onorevolissimo Ordine del Bagno KCB/DCB * Cavaliere/Dama di commenda del Distintissimo Ordine di San Michele e San Giorgio KCMG/DCMG * Cavaliere/Dama di commenda dell'Ordine Reale Vittoriano KCVO/DCVO Cavaliere/Dama di commenda dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (Divisione civile - Divisione militare) KBE/DBE * Knight Bachelor (conferisce il titolo di "Sir"/"Dame") * Ufficiale dell'Ordine dell'Australia (Divisione civile - Divisione militare) AO Compagno dell'Onorevolissimo Ordine del Bagno CB * Compagno del Distintissimo Ordine di San Michele e San Giorgio CMG * Commendatore dell'Ordine Reale Vittoriano CVO Commendatore dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (Divisione civile - Divisione militare) CBE * Star of Gallantry SG Star of Courage SC Compagno dell'Ordine del Servizio Distinto DSO * Distinguished Service Cross DSC (sostituisce l'equivalente imperiale dal 1991) Membro dell'Ordine dell'Australia (Divisione civile - Divisione militare) AM Luogotenente dell'Ordine Reale Vittoriano LVO Ufficiale dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (Divisione civile - Divisione militare) OBE * Compagno dell'Ordine del Servizio Imperiale ISO * Membro dell'Ordine Reale Vittoriano MVO Membro dell'Eccellentissimo Ordine dell'Impero Britannico (Divisione civile - Divisione militare) MBE * Conspicuous Service Cross & Bar CSC & Bar Conspicuous Service Cross CSC Nursing Service Cross NSC (1989-2007) Royal Red Cross (I classe - Membro) RRC * Distinguished Service Cross DSC (Regno Unito)* (sostituita dall'equivalente australiana nel 1991) Military Cross MC * Distinguished Flying Cross DFC * Air Force Cross AFC * Royal Red Cross (II classe - Associato) ARRC * Medal for Gallantry MG Bravery Medal BM Distinguished Service Medal DSM (sostituisce l'equivalente imperiale) Public Service Medal PSM Australian Police Medal APM Australian Fire Service Medal AFSM Ambulance Service Medal ASM Emergency Services Medal ESM Australian Corrections Medal ACM Medaglia dell'Ordine dell'Australia (Divisione civile - Divisione militare) OAM Venerabilissimo Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme (tutte le classi) Distinguished Conduct Medal DCM * Conspicuous Gallantry Medal CGM * George Medal GM * Conspicuous Service Medal & Bar CSM & Bar Conspicuous Service Medal CSM Australian Antarctic Medal AAM Queen's Police Medal for Gallantry QPM * Queen's Fire Service Medal for Gallantry QFSM * Distinguished Service Medal DSM (imperiale) * Military Medal MM * Distinguished Flying Medal DFM * Air Force Medal AFM * Sea Gallantry Medal SGM * Queen's Gallantry Medal QGM * Medaglia Reale Vittoriana RVM Medaglia dell'Impero Britannico BEM * Queen's Police Medal for Distinguished Service QPM * Queen's Fire Service Medal for Distinguished Service QFSM * Commendation for Gallantry Commendation for Brave Conduct Queen's Commendation for Brave Conduct * Commendation for Distinguished Service Medaglie di guerra, di campagne, di servizio attivo e di servizio Australia Service Medal 1939-1945 Australian Active Service Medal 1945-75 Vietnam Medal with palm for Mentioned in Dispatches Vietnam Medal Vietnam Logistic and Support Medal Australian Active Service Medal International Force East Timor Medal (INTERFET) Afghanistan Medal Iraq Medal Australian Service Medal 1945–1975 Australian General Service Medal for Korea AGSMK Australian Service Medal Australian Operational Service Medal - Border Protection Australian Operational Service Medal - Greater Middle East Operation Australian Operational Service Medal - Civilian Rhodesia Medal Police Overseas Service Medal Humanitarian Overseas Service Medal National Emergency Medal Civilian Service Medal 1939-45 National Police Service Medal (NPSM, abbreviazione ma non lettera postnominale) Polar Medal (imperiale)* Imperial Service Medal ISM * Medaglie commemorative di Incoronazioni, Giubilei, Ricordo e Commemorazioni (in ordine cronologico di conferimento), dal 1902 Medaglia dell'Incoronazione di re Edoardo VII, per civili (1902) Medaglia dell'Incoronazione di re Edoardo VII, per militari (1902) Medaglia dell'Incoronazione di re Edoardo VII, per la polizia (1902) Medaglia dell'Incoronazione di re Giorgio V (1911) Medaglia del giubileo d'argento di re Giorgio V (1935) Medaglia dell'Incoronazione di re Giorgio VI (1937) Medaglia dell'Incoronazione della regina Elisabetta II (1953) Medaglia del giubileo d'argento della regina Elisabetta II (1977) Medaglia del giubileo d'oro della regina Elisabetta II (2002) Medaglia del giubileo di diamante della regina Elisabetta II (2012) Medaglia di ricordo del 80º anniversario dell'Armistizio (1999) 90x90px Australian Sports Medal (2000) Centenary Medal (2001) Defence Force Service Medal con rosetta della Federazione Defence Force Service Medal con 4 rosette Defence Force Service Medal con 3 rosette Defence Force Service Medal con 2 rosette Defence Force Service Medal con rosetta Defence Force Service Medal (DFSM, abbreviazione ma non lettera postnominale) Reserve Force Decoration con 3 rosette Reserve Force Decoration con 2 rosette Reserve Force Decoration con rosetta Reserve Force Decoration RFD Reserve Force Medal con rosetta Reserve Force Medal RFM Defence Long Service Medal con rosetta della Federazione Defence Long Service Medal con 4 rosette Defence Long Service Medal con 3 rosette Defence Long Service Medal con 2 rosette Defence Long Service Medal con rosetta Defence Long Service Medal National Medal con 3 rosette National Medal con 2 rosette National Medal con rosetta National Medal Australian Defence Medal Australian Cadet Forces Service Medal con rosetta della Federazione Australian Cadet Forces Service Medal con 4 rosette Australian Cadet Forces Service Medal con 3 rosette Australian Cadet Forces Service Medal con 2 rosette Australian Cadet Forces Service Medal con rosetta Australian Cadet Forces Service Medal Champion Shots Medal Medaglie di lungo servizio (tra cui quelle imperiali, omesse) Medaglia di Servizio del Venerabilissimo Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme Anniversary of National Service 1951-1972 Medal Medaglie dell'Indipendenza e di anniversari vari * (in ordine di data di ricezione) Onorificenze straniere (in ordine di data e proclamazione) Citazioni Unit Citation for Gallantry Meritorious Unit Citation Group Bravery Citation Note Collegamenti esterni It's an Honour - Australian government website Wearing Awards - Australian government website Defence Honours & Awards - Australian Defence Force website Australiane
La Notte rosa è un evento in auge dall'estate del 2006, voluto fortemente dagli imprenditori turistici e da Comune e Provincia di Rimini e studiato sulla falsariga delle notti bianche, che si svolge annualmente sulla riviera romagnola nel primo fine settimana di luglio. Storia La Notte Rosa è definita "il capodanno dell'estate". La sua prima edizione si è svolta il 1º luglio 2006, quando le istituzioni della Romagna e gli imprenditori del turismo si impegnarono fortemente per dare il via alla realizzazione dell’evento da intenti commerciali e turistici, volendo sostenere la vocazione “internazionale” della costa romagnola. Per effetto del successo conseguito, è stata riproposta in tutti i successivi anni. Dal 2010, inoltre, la Notte rosa dura due serate consecutive. Molteplici sono le iniziative studiate dalle diverse località coinvolte ( che raggruppano di costa insieme con altre città dell'entroterra, compreso San Marino. Questo ha portato la Notte rosa a diventare un evento a livello internazionale, richiamando la partecipazione di oltre 2 milioni di persone nel 2010. Le ultime edizioni della Notte Rosa, in particolare quella del 2022, hanno prodotto numerose polemiche da parte di cittadini, associazioni di categoria e personaggi politici locali, che chiedono la soppressione totale dell'evento, sia per l'obsolescenza del format, ma soprattutto a causa del dilagare di atti di vandalismo, aggressioni, rapine, baby gang, ubriachezza molesta e innumerevoli risse, che hanno funestato l'evento nonostante il dispiegamento straordinario e massiccio di forze dell'ordine. Caratteristiche Le caratteristiche che differenziano l'evento dalle notti bianche sono che: non è una singola città a festeggiare, bensì un intero territorio: tutta la riviera romagnola, i lidi ferraresi e San Marino; oltre al divertimento, i temi portanti sono il sentimento e tutto ciò che gira intorno al mondo femminile, da cui il colore rosa; la festa è strettamente correlata con il territorio: la piadina venduta in strada e nei locali è condita con salsa rosa, i locali e le strutture sono addobbati con festoni rosa, le luci dei lampioni, i fuochi d'artificio sincronizzati lungo le coste e molti edifici importanti sono anch'essi resi rosa durante il periodo dell'evento. Note Collegamenti esterni Costume
Ma chi sei Mandrake? è stato un programma televisivo ideato e condotto da Carlo Conti con la partecipazione di Edelfa Chiara Masciotta, andato in onda su Rai 1 nell'autunno 2005. Il programma è stato uno dei più costosi della RAI. Inizialmente previsto per 11 puntate, la RAI decise di non riproporre più il varietà a causa degli alti costi di produzione in seguito alla prima puntata trasmessa il 24 novembre 2005. Il programma Il programma era condotto da Carlo Conti, il quale era affiancato dalla showgirl Edelfa Chiara Masciotta. Ma chi sei Mandrake? era stato ideato da Carlo Conti e Francesco Ricchi. La trasmissione vedeva alla produzione per la prima volta due società, quali erano Endemol Italia e Toro Produzioni. Oltre a Conti, gli autori del programma erano Ivana Sabatini, Leopoldo Siano, Giulia LaPenna e Andrea Palazzo. Ogni concorrente, aiutato ed istruito da un professionista dell'illusionismo, dovrà imparare un numero di magia: i vip si alterneranno sul palco portando in scena i numeri preparati durante la settimana di “studio” con i singoli maestri ma dovranno anche dimostrare il loro intuito nel riconoscere e svelare quali trucchi si nascondono dietro i numeri proposti da un mago tedesco, attrazione internazionale del programma. Sarà il pubblico in studio a scegliere il più convincente tra loro, il numero di magia più riuscito. Concorrenti Nino D'Angelo Antonella Elia Giancarlo Magalli Milton Morales Giorgia Palmas Alena Šeredová (vincitrice) Ascolti Note Collegamenti esterni
La Classe 350 è stata una delle classi del Motomondiale. Si disputò dal 1949 al 1982. Storia Le origini della 350 vanno fatte risalire a una classe, quella della 1/3 di litro, popolare agli inizi del XX secolo: tra le prime gare della terzo di litro di cui si ha notizia vi è il Critérium du Tiers-de-Litre, svoltosi a Parigi nel 1904 e 1905, vinto nella sua prima edizione da Alessandro Anzani. La categoria terzo di litro iniziò a diffondersi: nel 1911 venne disputata la prima edizione dello Junior TT e del Campionato Italiano, dove la classe era ammessa. La classe 1/3 di litro si trasformerà gradatamente in "350 cc" negli anni seguenti, a partire dallo Junior TT edizione 1912. Passata la prima guerra mondiale, la 350 vedrà il predominio, nelle gare internazionali, di moto e centauri britannici: è il caso del Campionato Europeo, nato nel 1924, che vedrà, nelle sue 18 edizioni, 15 piloti britannici campioni della categoria. Con la nascita del Motomondiale, nel 1949, continuò il predominio dei centauri anglosassoni e delle moto britanniche, con AJS, Norton e Velocette a fare da padroni. Il predominio delle macchine britanniche venne rotto nel 1953, quando la Moto Guzzi irruppe sulla scena della 350 con una monocilindrica derivata dal Gambalunghino 250. La Casa di Mandello dominò la scena della categoria dal '53 al '57, ottenendo 5 titoli consecutivi con Fergus Anderson, Bill Lomas e Keith Campbell, nonostante la concorrenza di DKW, Gilera e MV Agusta. Ritiratasi la Guzzi a seguito del Patto di astensione, toccò alla MV Agusta prendere il ruolo della Casa di Mandello, grazie a John Surtees (3 titoli) e Gary Hocking (1 titolo). La stagione 1962 vide l'ingresso nella categoria della Honda, che con Jim Redman fece suo il Mondiale, grazie a 4 vittorie, staccando nettamente il migliore tra i piloti MV, Mike Hailwood (3°, dietro anche all'altro pilota Honda Tommy Robb). Il dominio Honda in 350 fu così schiacciante negli anni successivi che la Casa di Cascina Costa dovette rispondere con una nuova moto: la celebre tre cilindri. Ritiratasi la Honda a fine 1967, dopo 6 titoli consecutivi, 4 con Redman e 2 con Hailwood, ricominciò per l'MV Agusta un altro ciclo di vittorie, grazie a Giacomo Agostini, primo centauro non anglosassone a vincere nella categoria. A partire dagli anni settanta la categoria vide le griglie di partenza riempirsi di Yamaha TR e TZ, bicilindriche due tempi molto diffuse tra i piloti privati. Sarà una TZ che darà ad Agostini, nel 1974, il primo titolo per una moto a due tempi in 350. Progressivamente la formula tecnica della TZ 350 diventerà quella standard della categoria, imitata anche da altri costruttori, come Harley-Davidson (iridata nel 1976 con Walter Villa) e Kawasaki. Sarà proprio la Casa di Akashi a dominare la categoria tra gli anni Settanta e gli anni ottanta, vincendo i titoli dal 1978 al 1982, con l'eccezione del 1980. Divenuta una sorta di "doppione" della 250, della quale condivideva le caratteristiche tecniche, e con prestazioni simili alla 500, la classe 350 venne abolita alla fine della stagione 1982, senza essere rimpiazzata. Albo d'oro Note Voci correlate Motomondiale Albo d'oro del motomondiale Altri progetti Collegamenti esterni 350
La Jeune Europe (Giovane Europa) fu un movimento euronazionalista e neofascista fondato in Belgio nel 1962 da Jean Thiriart. Riviste del movimento sono state Nouvelle Europe e La nation européenne. Storia Il movimento fu fondato nel 1962 all'indomani della guerra d'Indipendenza d'Algeria, da ex militanti dell'Organisation armée secrète (OAS) e del Mouvement d'Action Civique che si opponeva alla decolonizzazione del Congo belga. La Jeune Europe traeva ispirazione anche dai neo-nazisti spagnoli del Círculo Español de Amigos de Europa (CEDADE). Si trattava di un precursore del nazionalismo rivoluzionario europeo: è stato uno dei primi movimenti a opporre il concetto di nazione-Europa allo Stato-nazione difeso dai nazionalisti. I militanti della Jeune Europe chiedevano lo scioglimento simultaneo del patto atlantico e di quello di Varsavia, allo scopo di unire il continente europeo in unica grande nazione, in modo che gli Stati europei non fossero più pressati tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica. Adottarono come simbolo la croce celtica. La Jeune Europe considerava obsoleta l'ideologia nazista, relegandone i postulati razzisti a un secondo piano. L'influenza del gruppo crebbe notevolmente nel tempo aprendo filiali in undici Stati, tra i quali Francia, Italia e Spagna. Inoltre partecipò alla Conferenza di Venezia del 1962, dove fu fondato il National Party of Europe, aggregazione di tutti i partiti europei di estrema destra. Vi presero parte insieme con lo Union Movement di Oswald Mosley (successore della British Union of Fascists), Otto Strasser (già membro del Partito Nazionalsocialista tedesco) e altri. Il movimento ha mostrato aperta ostilità verso Stati Uniti e simpatia per molti movimenti di liberazione nazionale (OLP, Black Panthers, Vietcong, e così via). Uno dei suoi membri, Roger Coudroy, che si era arruolato nella resistenza palestinese, è stato il primo europeo a morire in una battaglia tra essa e l'esercito israeliano. Verso la fine degli anni sessanta, sotto l'influenza di Thiriart, il movimento ha cominciato a muoversi verso una riconciliazione strategica con il comunismo, cercando di comprendere l'Unione Sovietica nell'Europa unita. Nel 1964, il movimento ha preso parte alle elezioni comunali di Bruxelles. Aderenti Tra i militanti più noti si possono annoverare il saggista Claudio Mutti, Claudio Orsi, implicato nel 1969 nel processo per la strage di piazza Fontana (nell'ambito della quale fu poi in seguito prosciolto da tutte le accuse) e Mario Borghezio, ex-deputato e ex-europarlamentare della Lega Nord. Fra gli iscritti si annovera anche Franco Cardini. Note Bibliografia Francis Balace et al., De l'avant à l'après-guerre: l'extrême droite en Belgique francophone, Bruxelles, De Boeck-Wesmael, 1994. José Cuadrado Costa, « De Jeune Europe aux Brigades rouges », La Nation eurasienne, n° 5, 2005 (traduction de Da Jeune Europe alle Brigate Rosse, Barbarossa, Milan, 1992). Yannick Sauveur, Jean Thiriart et le national-communautarisme européen, IEP Paris, 1978. Voci correlate Claudio Mutti Claudio Orsi Jean Thiriart Mario Borghezio Giovane Europa Partiti neofascisti
Biografia Nato a New York da padre danese, Hoyer crebbe nel Maryland e si laureò in legge alla Georgetown University. Dopo alcuni incarichi nella politica statale, nel 1981 Hoyer approdò alla Camera dei rappresentanti come esponente del Partito Democratico, in seguito alla rimozione dal Congresso della deputata in carica Gladys Spellman, finita in coma nel novembre del 1980. Negli anni seguenti Hoyer fu rieletto quindici volte, sempre con alte percentuali di voto. Dal 2003 al 2007 ha ricoperto la carica di House Minority Whip, è stato cioè il vice della leader di minoranza alla Camera Nancy Pelosi. Nel 2007 la Pelosi venne nominata Presidente della Camera e Hoyer divenne leader di maggioranza. Il 3 gennaio 2011, poiché i democratici hanno perso il controllo della Camera, la Pelosi è tornata ad essere leader di minoranza e Hoyer è tornato a svolgere l'incarico di suo vice. Tuttavia, a seguito delle elezioni parlamentari del 2018, i democratici hanno riconquistato la Camera. La Pelosi ha dunque, ripreso il ruolo di Presidente della Camera, mentre Hoyer diventò nuovamente leader di maggioranza. Steny Hoyer è giudicato un democratico liberale e le sue posizioni politiche sono generalmente in linea con quelle del partito. Altri progetti Collegamenti esterni Steny Hoyer sul Biographical Directory of the United States Congress Politici del Partito Democratico (Stati Uniti d'America) Rappresentanti statunitensi eletti dal Maryland
Lo Shaanxi Y-8 (nome in codice NATO Cub), è un quadrimotore turboelica ad ala alta prodotto dall'azienda cinese Shaanxi Aircraft Corporation negli anni ottanta ed impiegato ad uso militare principalmente per il trasporto tattico. Sviluppo cinese del sovietico Antonov An-12 nella sua versione da trasporto militare e civile, la An-12BP, a causa della sua forte somiglianza e ruolo ne condivide anche la designazione in codice, Cub, assegnata dalla Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO) al suo predecessore. Un esemplare in servizio con le forze aeree birmane si è schiantato, causando la morte di oltre 120 persone a bordo tra militari e familiari Utilizzatori Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Kōngjūn Circa 170 Y-8 da trasporto consegnati, 80 in servizio al maggio 2018. 17 Y-8GX da guerra elettronica consegnati, 17 in servizio al maggio 2018. Zhōngguó Rénmín Jiěfàngjūn Hǎijūn Hángkōngbīng Tatmadaw Lei 4 Y-8D e 2 Y-8F-200W consegnati. 5 aerei in servizio al giugno 2017, in quanto dei due Y-8F-200W è andato perso in un incidente il 7 giugno 2017. National Guard of Kazakhstan Ordine per 8 Y-8F-200WA formalizzata il 21 aprile 2018, con volo del primo esemplare kazako a giugno 2018 e consegna del primo esemplare a settembre dello stesso anno. Sri Lanka Air Force tutti gli esemplari sono stati ritirati dal servizio. Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Sudaniyya Jeshi la Anga la Wananchi wa Tanzania 2 Y-8F in servizio all'agosto 2021. Aviación Militar Venezolana 8 Y-8F-200W consegnati tra il 2012 ed il 2014 e tutti in servizio al settembre 2018. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Aerei militari cinesi Aerei militari dal 1961 al 1991
Forget Me è un singolo del cantante britannico Lewis Capaldi, pubblicato il 9 settembre 2022 come primo estratto dal secondo album in studio Broken by Desire to Be Heavenly Sent. Descrizione Il brano è stato scritto da Lewis Capaldi, Michael Pollack, Philip Plested, Tom Bames, Pete Kelleher e Ben Kohn, e prodotto dagli ultimi tre (che compongono il team di produttori TMS) insieme all'artista. Pubblicato come singolo apripista per il secondo album di Capaldi, è la sua prima opera in quasi tre anni. Il testo ripercorre la fine di una storia amorosa avuta dal cantante l'anno precedente e i suoi sentimenti nel vedere l'ex iniziare una nuova vita senza di lui attraverso i suoi post sui social media. Con i suoi richiami alla musica synth degli anni ottanta, Forget Me marca una svolta nello stile musicale dell'artista. Video musicale Il video musicale di Forget Me, diretto da Louis Bhose, è stato girato al Pikes Hotel di Ibiza e pubblicato in concomitanza con l'uscita del singolo digitale. È un omaggio a Club Tropicana degli Wham!. Sulla clip, il regista ha spiegato che ha preferito associare alla canzone triste un video solare, in linea con i sentimenti dell'artista al momento della sua realizzazione. Tracce Classifiche Classifiche settimanali Classifiche di fine anno Note Collegamenti esterni Singoli al numero uno nel Regno Unito