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Biografia Nacque a Bad Waldsee in una famiglia cattolica che contava 12 figli; il padre era un fornaio. Dopo essersi laureato in legge cominciò a lavorare per Hans Frank, consulente legale di Hitler e del partito nazista, nonché membro del Reichstag. Nel 1933 Frank fu nominato Ministro della giustizia della Baviera. il 1º aprile 1933 Bühler, secondo la sua stessa testimonianza rilasciata al processo di Norimberga, diventò membro del partito e fu nominato amministratore del tribunale di Monaco. Nel 1935 diventò capo procuratore del distretto bavarese. Nel 1938 Hans Frank, allora ministro senza portafoglio del Reich, lo mise a capo del suo ufficio di gabinetto. Dopo l'invasione della Polonia da parte della Germania nazista del settembre 1939 Frank fu nominato Governatore generale dei territori polacchi occupati e Bühler lo accompagnò a Cracovia per assumere il ruolo di Segretario di Stato del Governatorato Generale oltre a essere il vice di Frank. Verso quell'epoca gli venne assegnato il titolo onorario di Brigadeführer delle SS dal Reichsführer Heinrich Himmler. Il 20 gennaio 1942 Bühler prese parte alla Conferenza di Wannsee come rappresentante del Governatorato Generale. Nel corso della conferenza, durante la quale si prese la decisione della soluzione finale della questione ebraica, Bühler mise a parte gli altri partecipanti dell'importanza di "risolvere la questione ebraica nel Governatorato Generale al più presto possibile". Dopo la guerra Bühler testimoniò in favore di Frank al processo di Norimberga. Fu in seguito estradato in Polonia e processato dal Tribunale nazionale supremo polacco per crimini contro l'umanità; il 10 luglio 1948 fu condannato a morte e alla confisca di tutte le proprietà e quindi giustiziato a Cracovia. La sua morte venne resa nota dalle autorità polacche il 22 agosto e la notizia pubblicata sul The New York Times il giorno seguente. Bühler nella cultura di massa Bühler è uno dei personaggi principali del romanzo Fatherland di Robert Harris Il ruolo di Bühler è stato interpretato dall'attore britannico Ben Daniels nel film per la televisione del 2001 Conspiracy - Soluzione finale, che narra le vicende della Conferenza di Wannsee. Note Altri progetti Collegamenti esterni Testimonianza di Bühler al Processo di Norimberga I - video Testimonianza di Bühler al Processo di Norimberga II - video Bühler, Josef Bühler, Josef Bühler, Josef
Biografia Dopo la laurea in fisica teorica all'Università di Pisa nel 1993, ha completato il dottorato in fisica teorica nella stessa università nel 1996. Dopo un breve periodo al CERN, ha conseguito un post dottorato all'Institut des Hautes Etudes Scientifiques (IHES) in Francia e il R.C. Tolman Prize Fellowship al California Institute of Technology. Nel 2001 è diventata ricercatrice permanente al Laboratorio di Astrofisica e Cosmologia (APC) di Parigi, facente parte del Centre National de la Recherche Scientifique. Nel 2014 è stata nominata co-direttrice dell'Istituto Max Planck per la fisica gravitazionale (Albert Einstein Institute) di Potsdam, dove dirige il Dipartimento di Relatività Astrofisica e Cosmologica. È docente presso l'Università del Maryland dal 2005, e (dal 2017) ha cattedre onorarie presso l'Università Humboldt di Berlino e l'Università di Potsdam. Assieme a Thibault Damour ha sviluppato un formalismo per ridurre il problema dei due corpi della relatività generale ad un problema di un solo corpo. Per tali ricerche i due scienziati sono stati insigniti del Premio Balzan 2021. Le sue ricerche sui modelli di relatività analitica e relatività numerica sono state impiegate dall'osservatorio LIGO per osservare per la prima volta, nel 2015, le onde gravitazionali prodotte dall'unione di un sistema binario di buchi neri, deducendo le loro proprietà astrofisiche e cosmologiche. Per tali ricerche ha ottenuto nel 2021 la medaglia Dirac, assieme ai fisici Thibault Damour, Frans Pretorius e Saul Teukolsky: per la prima volta tale premio viene assegnato ad una donna italiana, nonché seconda donna in assoluto. Aree di lavoro Buonanno si occupa della modellazione analitica della dinamica dei buchi neri in relatività generale, dell'interazione tra relatività analitica e numerica e della ricerca di onde gravitazionali con rivelatori laser interferometrici di onde gravitazionali (GEO600, LIGO e Virgo). Nel 1999, insieme a Thibault Damour, ha ridotto il problema dei due corpi in relatività generale a un formalismo EOB (Effective One Body) per la soluzione analitica dei buchi neri che girano l'uno intorno all'altro fino alla fusione. Questo era un approccio per poter prevedere analiticamente la “prima forma d'onda completa delle onde gravitazionali dei buchi neri in fusione”. Buonanno è inoltre uno dei pionieri nel combinare risultati di calcoli analitico-relativistici e simulazioni numerico-relativistiche per il calcolo efficiente e preciso di modelli di forme d'onda che possono essere utilizzati per la ricerca di onde gravitazionali emesse quando si uniscono oggetti binari compatti. Questi modelli sono stati utilizzati per rilevare per la prima volta le onde gravitazionali dalla fusione di buchi neri e per derivarne le proprietà astrofisiche e cosmologiche. Tali forme d'onda consentono di trarre conclusioni su processi e parametri astrofisici e consentono test di relatività generale. Oltre alla modellazione delle onde gravitazionali di sistemi binari compatti, insieme a Yanbei Chen, ha anche calcolato il rumore ottico quantistico nei rivelatori di onde gravitazionali advanced-LIGO e ha mostrato che le correlazioni quantistiche tra rumore shot di fotoni e rumore di pressione-radiazione (cioè l'effetto molla-ottica) in questi rivelatori sono quelli imposti dal principio di indeterminazione di Heisenberg in quei rivelatori. Si occupa anche di onde gravitazionali nell'universo primordiale. Riconoscimenti Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti da Buonanno: 2000 - Membro della Società italiana di relatività generale e fisica della gravitazione 2006–2008 - Alfred P. Sloan Research Fellowship 2007 - Richard A. Ferrell Distinguished Faculty Fellowship, University of Maryland 2010 - Membro della International Society on General Relativity and Gravitation 2011 - Membro della American Physical Society 2012 - William and Flora Hewlett Fellowship, Harvard University 2016 - Lower Saxony State Prize (con B. Allen e K. Danzmann) 2018 - Gottfried Wilhelm Leibniz Prize 2019 - 8th Benjamin Lee Professorship, Asian Pacific Center for Theoretical Physics, Corea del Sud 2021 - Medaglia Galileo Galilei dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) (con T. Damour e F. Pretorious) 2021 - Medaglia Dirac dell'ICTP (con T. Damour, F. Pretorius e S. Teukolsky) 2021 - Premio Balzan (con T. Damour) per "Gravità: aspetti fisici e astrofisici" 2021 - Membro della Berlin-Brandenburg Academy of Sciences and Humanities 2021 - Membro della German National Academy of Sciences Leopoldina 2021 - Membro della U.S. National Academy of Sciences Note Voci correlate Buchi neri Donne nella scienza Fisica Onde gravitazionali Espansione post-newtoniana Relatività Altri progetti Collegamenti esterni Pubblicazioni di Alessandra Buonanno elencate su Google Scholar Personalità del CERN
La Biblioteca comunale degli Intronati è una delle più antiche istituzioni culturali della città di Siena. È per la massima parte adibita alla continuazione del suo ruolo come luogo di studio e consultazione di materiale odierno e antico. La sua evoluzione nella storia è definita da due principali periodi gestionali, nascendo come polo di attrazione culturale per poi crescere come istituto comunale. Storia Le origini della Biblioteca degli Intronati risalgono al 1758, quando l'arcidiacono Sallustio Bandini donò la sua libreria all'Università di Siena, che fino ad allora non ne possedeva una, a condizione che se ne fosse fatto uso pubblico. La donazione vi fece nascere un centro di attrazione culturale di grande importanza, sviluppatosi sia intorno alla ricchezza libraria che continuava ad affluirvi grazie a continue donazioni private e finanziamenti da parte del governo leopoldino, sia intorno alla sua componente museale, date le crescenti collezioni di antichi disegni senesi gestite dal bibliotecario Giuseppe Ciaccheri, allievo di Bandini. Nel 1798 un forte terremoto costrinse alla chiusura dei locali, poi riaperti per pochi anni fino al 1808, quando l'Università di Siena venne soppressa dal governo francese. La nascita della Biblioteca comunale degli Intronati si ebbe nel 1812, in seguito a un decreto francese che ne riaprì i locali unendoli alla biblioteca del convento di Sant'Agostino, attribuendone la proprietà alla comunità civica di Siena. A quel punto il compito della nuova istituzione fu quello di raccogliere il patrimonio librario di tutti i conventi soppressi dalle autorità francesi nel territorio senese, continuando ad arricchirsi di ulteriori testimonianze artistiche. Nel corso dell'Ottocento la biblioteca, se pur carente di disponibilità finanziarie, continuò ad incanalare consistenti patrimoni provenienti da una nuova soppressione conventuale decretata dal governo della Destra storica, fino a ricevere, nel 1866, la raccolta del libraio ed editore senese Giuseppe Porri, contenente, oltre alle opere di stampa, autografi di personaggi famosi, medaglie, monete e sigilli. Nel 1932 il podestà senese Fabio Bargagli Petrucci acquistò l'amministrazione dell'istituto, donò al suo assortimento una ricca collezione di manifesti pubblicitari e gli attribuì il nome di "Intronati" in ricordo dell'Accademia degli Intronati, polo letterario senese che ne occupò i locali per gran parte del XVIII secolo. Dalla metà degli anni novanta del XX secolo la struttura è stata oggetto di ristrutturazione, aggiungendo nuove aree destinate agli uffici amministrativi, una sala di consultazione di libri antichi e manoscritti e l'odierna biblioteca. Ciò è stato reso possibile dalla liberazione degli spazi del Museo archeologico nazionale, trasferitosi nel complesso di Santa Maria della Scala. Patrimonio La biblioteca vanta circa 500.000 volumi, tra cui importanti raccolte di manoscritti e incunaboli. Tra le opere più rare e preziose: Papiro ravennate del VII secolo Lettere di Paolo in latino dell'XI secolo Quinto Curzio del XV secolo Lettere autografe di santa Caterina da Siena Messale romano appartenuto a Enea Silvio Piccolomini (1456) Pontificale romano con miniature francesi del XV secolo Monte Santo di Dio, incunabolo del XV secolo Divina Commedia, altro incunabolo con illustrazioni disegnate da Sandro Botticelli (1481) Antifonario miniato di Giovanni di Paolo Breviario francescano miniato da Sano di Pietro (XV secolo) Quaderno di Francesco di Giorgio con disegni architettonici Quaderno di Francesco di Giorgio con macchine militari Taccuino di Giuliano da Sangallo con disegni architettonici Libro d'ore fiorentino miniato da Filippo de' Corbizzi (1494) Disegni sparsi di Baldassarre Peruzzi, Beccafumi, ecc. Tra gli altri arredi, la sala di lettura è decorata da un busto di Federigo Tozzi, opera di Ercole Drei del 1924. Note Bibliografia Toscana. Guida d'Italia (Guida rossa), Touring Club Italiano, Milano 2003. ISBN 88-365-2767-1 Altri progetti Collegamenti esterni Intronati Biblioteche di Siena
L'ulcera di Mooren, anche chiamata ulcera rodente è una rara forma di cheratite cronica, che si localizza inizialmente alla periferia della cornea per poi spostarsi circonferenzialmente e centripetamente. Epidemiologia Colpisce entrambi i sessi, con una lieve preferenza per il genere maschile, e oltre i 40 anni di età nel 75% dei casi. Eziologia Le cause della malattia sono sconosciute, ma si ritiene possano essere basate su di un meccanismo autoimmune verso antigeni specifici del tessuto corneale. Non è tuttavia associata a malattie sistemiche. L'alta prevalenza della malattia nei paesi africani ha fatto ipotizzare una correlazione con elmintiasi altrettanto prevalenti e una sua natura post-infettiva. Clinica I pazienti lamentano forte dolore, fotofobia e visione offuscata. La malattia si può complicare con perforazioni corneali, infezioni opportunistiche, grave astigmatismo, cataratta e glaucoma. Sono state descritte due forme della malattia: una forma tipica, generalmente monolaterale con decorso lento e prognosi buona una forma atipica, spesso bilaterale, con decorso rapidamente progressivo e prognosi infausta Trattamento In assenza di trattamento la malattia progredisce fino alla cecità nel giro di 6-18 mesi. La terapia prevede la somministrazione topica di corticosteroidi, mentre nei casi più gravi, soprattutto quelli bilaterali, si deve instaurare una terapia immunosoppressiva basata su ciclofosfamide o ciclosporina. La rimozione del tessuto necrotico tramite intervento chirurgico o crioablazione può essere efficace, ma solo nella forma monolaterale. Note Bibliografia Voci correlate Cheratite Ulcera corneale Malattie oftalmologiche
La Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche (conosciuta anche come Convenzione Universale sul Diritto d'Autore), adottata a Berna nel 1886, è un accordo internazionale che stabilisce per la prima volta il riconoscimento reciproco del diritto d'autore tra le nazioni aderenti. È ancora in vigore oggi e grazie a essa sono state appianate le divergenze internazionali sul diritto d'autore. Origine L'idea originale di questa convenzione si fa comunemente risalire a Victor Hugo, secondo il quale ciascuna nazione civilizzata avrebbe dovuto tutelare i propri autori in modo uniforme. Le origini scatenanti sono tuttavia più antiche e coincidono con la nascita del concetto stesso di diritto d'autore, e dei relativi interessi economici e morali. Hugo fu infatti, nella doppia veste di autore e di Deputato della Terza Repubblica, uno degli artefici della legislazione francese sul diritto d'autore e ispiratore della Convenzione di Berna. Prima dell'adozione della convenzione, le nazioni spesso si rifiutavano di riconoscere sul materiale di nazioni straniere il diritto d'autore. Così per esempio un lavoro pubblicato a Londra da un cittadino britannico era tutelato nel Regno Unito ma liberamente riproducibile in Francia, così come un lavoro pubblicato a Parigi da un francese era protetto in Francia ma liberamente riproducibile nel Regno Unito. La convenzione di Berna nasceva quindi con il principale intento di proteggere in maniera uniforme ed efficace i diritti degli autori in riguardo alle opere artistiche e letterarie. Contenuti La convenzione di Berna stabilì per prima la reciprocità della tutela del copyright tra numerosi stati sovrani di tutti i continenti: ogni contraente deve riconoscere come soggetto a diritto d'autore anche il lavoro creato da cittadini degli altri stati che aderiscono ad essa. La tutela è automatica, nessuna registrazione è richiesta e neppure è necessario apporre un avviso di copyright. Inoltre alle nazioni firmatarie è proibito richiedere alcuna formalità che possa ostacolare il "godimento e l'esercizio" del diritto d'autore come, per esempio, una registrazione degli autori stranieri. I contraenti rimangono liberi di imporre richieste di registrazione o note di copyright ai propri autori e ad autori di nazioni non aderenti alla convenzione di Berna, ma questa pratica è molto raramente applicata eccetto che dagli Stati Uniti d'America. I firmatari restano liberi di imporre registrazioni o pubblici requisiti agli autori domestici o agli autori provenienti da nazioni non firmatarie, ma nella pratica giuridica si tratta di casi di estrema rarità. La convenzione stabilisce un termine minimo di tutela per tutta la vita dell'autore più 50 anni, ma le parti contraenti sono libere di estendere questo periodo, come ha fatto l'Unione europea con la direttiva sull'armonizzazione del diritto d'autore nel 1993. Gli Stati Uniti hanno più volte esteso il termine di copyright, l'ultima volta con il Sonny Bono Copyright Term Extension Act nel 1998. Le nazioni soggiacenti alla prima versione del trattato possono scegliere di aderire, e per certi tipi di opere (come registrazioni musicali e film) si può aderire per termini minori, altrimenti l'attuale durata generale del copyright è pari alla vita dell'autore (o dell'ultimo autore sopravvissuto se ne esiste più di uno) più 70 anni. Negli Stati Uniti, nel caso di opere create da enti diversi da singoli individui, la durata è di 120 dalla creazione o di 95 anni dalla prima pubblicazione. La convenzione si fonda su tre principi di base: l'internazionalizzazione della normativa: il diritto d'autore viene tutelato in tutti gli Stati che ne fanno parte il principio dell'indipendenza: l'esercizio dei diritti non è vincolato alla condizione che l'opera sia tutelata presso il paese di origine. il principio della tutela automatica: non è necessaria nessuna registrazione, benché i singoli Stati siano comunque liberi di richiederle. Inizialmente gli Stati Uniti rifiutarono di entrare nella convenzione, poiché ciò avrebbe richiesto importanti cambiamenti nella propria legislazione sul copyright (in particolare per quanto riguarda i diritti morali, la rimozione della necessità di registrazione e della nota di copyright). Così fu adottata la Convenzione universale sul diritto d'autore (CUA) nel 1952, per ovviare a queste obiezioni. Gli Stati Uniti aderirono alla convenzione di Berna nel 1989 e in base quanto in essa stabilito la nota di copyright non è più necessaria per ottenere la tutela del diritto d'autore. Tuttavia negli Stati Uniti, contrariamente al diritto d'autore conosciuto in Europa (Belgio, Francia, Italia, Spagna...) e per qualcuno dei 164 firmatari della Convenzione di Berna, il copyright esige il suo deposito, non per far esistere tale diritto, ma per farne valere i propri diritti sul territorio. Al contrario, in Italia il copyright è un diritto automatico, il cui deposito prova il diritto di esistenza dell'opera creativa creazione a condizione che sia originale. Non appena il lavoro viene "fissato", ovvero scritto o registrato su qualsiasi supporto fisico, il suo autore è riconosciuto automaticamente come il titolare esclusivo dei diritti di distribuzione e copia del lavoro, di ogni lavoro derivato fino alla fine della validità del copyright e al passaggio dell'opera nel pubblico dominio. La convenzione di Berna ebbe diverse revisioni: Berlino (1908), Roma (1928), Bruxelles (1948), Stoccolma (1967) e Parigi (1971). Dal 1967 la convenzione è amministrata dall'Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (WIPO). Nel 1994 l'organizzazione mondiale del commercio (WTO) elaborò l'Accordo TRIPs (The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights), in base al quale le nazioni aderenti (quasi tutte le nazioni mondiali sono membri del WTO) devono accettare pressoché tutte le condizioni della convenzione di Berna. Nel 2013 il Trattato di Marrakech ha stabilito il principio che al diritto d'autore trova una limitazione nei confronti dei testi forniti al disabile visivo. Sintesi dei principali articoli Art 1: "I Paesi ai quali si applica la presente Convenzione sono costituiti in Unione per la protezione dei diritti degli autori sulle loro opere letterarie ed artistiche.” Art 2: enuncia: 1) Le opere che sono tutelate, in particolare opere letterarie artistiche come: libri opuscoli, opere coreografiche, opere drammatiche, sermoni, opere di architettura, carte geografiche etc.; 2) Che i paesi dell'Unione possono escludere alcune di questi tipi di opere dalla tutela; 3) Si proteggono come opere originali, senza pregiudizio, le traduzioni, gli adattamenti, le riduzioni musicali e le altre trasformazioni di un'opera letteraria o artistica; 4) È riservato alle legislazioni dei Paesi dell'Unione di determinare la protezione da accordare ai testi ufficiali d'ordine legislativo; 5) Le enciclopedie e le antologie che, per la scelta o per disposizione, abbiano carattere di creazioni intellettuali sono protette come tali; 6) Le opere sopraindicate sono protette, in tutti i Paesi dell'Unione, nell'interesse dell'autore e dei suoi aventi causa; 7) È riservato alle legislazioni dei Paesi dell'Unione di determinare sia la sfera di applicazione delle leggi, sia le condizioni di protezione delle opere tutelate; 8) La protezione della Convenzione non si applica alle notizie del giorno od a fatti di cronaca che abbiano carattere di semplici informazioni di stampa. Art. 2-bis: Lascia la facoltà ai singoli Paesi dell'Unione di decidere se escludere dalla tutela discorsi politici, allocuzioni pubbliche ed i discorsi pronunciati nei dibattimenti giudiziari. Art. 3: Stabilisce quali siano gli autori e i soggetti che hanno diritto alla tutela della Convenzione. Art. 4: Estende l'articolo tre anche agli autori di opere cinematografiche, di architettura etc. Art. 5-6: Tratta le regole di applicazione della protezione fornita dalla convenzione, lasciando libertà ad i singoli paesi dell'unione di legiferare per garantire la tutela fornita dalla convenzione. Art. 6-bis: Viene stabilito che indipendentemente dalla cessazione dei diritti patrimoniali d'autore, quest'ultimo conserva il diritto di paternità e può opporsi a deformazioni della sua opera. Art. 7: Si stabilisce che la convenzione riconosce i diritti d'autore per tutta la vita di questo e per i cinquant'anni successivi alla sua morte. Vengono inoltre specificate varie eccezioni relazionate alla natura dell'opera da tutelare. Art. 8: Dichiara che gli autori delle opere hanno il diritto di tradurre la loro opera oppure di autorizzarne la traduzione a terzi. Art. 9: 1) Gli autori di opere (protette dalla Convenzione) hanno il diritto esclusivo di autorizzare la riproduzione delle loro opere in qualsiasi maniera e forma. 2) I Paesi dell'Unione si riservano la facoltà di permettere la riproduzione delle opere in casi speciali, purché la riproduzione non rechi danno allo sfruttamento normale dell'opera e non causi un pregiudizio ingiustificato ai legittimi interessi dell'autore. 3) Qualsiasi registrazione sonora o visiva è considerata riproduzione ai sensi della presente Convenzione Art. 10-10bis: Trattano quali siano le operazioni lecite o meno, e il modo corretto di applicarle, in materia di citazione ed uso di opere tutelate dal diritto d'autore. Art. 11-14: Specifica quali diritti vengono riconosciuti agli autori: 11- autori di opere drammatiche, drammatico-musicali e musicali. 11-bis e 11-ter: autori di opere letterarie ed artistiche. 13: autori di opere musicali e musicali con parole. 14, 14-bis, 14-ter: Trattazione in materia di riadattamento cinematografico di opere letterarie e tutele delle opere cinematografiche. Art. 15: L'articolo dichiara che l'autore acquista la capacità di rivalersi dei diritti d'autore se il suo nome od il suo pseudonimo (riconducibile inequivocabilmente ad un autore reale) sono presenti nei modi d'uso delle opere. L'articolo formalizza anche il ruolo dell'editore come legittimo rappresentante dell'autore e stabilisce chi può esercitare i diritti nel caso di autore anonimo. Art. 16: Tratta la sequestrabilità delle opere contraffatte. Art. 17: Stabilisce che la convenzione lascia comunque ai paesi che l'hanno sottoscritta il diritto di legiferare ulteriormente in determinate materie come ad esempio: circolazione delle opere, rappresentazione ed esportazione etc.. Art. 18: Afferma che le opere già tutelate in passato dal diritto d'autore e cadute oggi in mano pubblica non verranno ulteriormente tutelate. Art. 19: Le disposizioni della Convenzione non impediscono di rivendicare l'applicazione di più larghe disposizioni che emanate dalla legislazione di un Paese dell'Unione. Art. 20: viene data ulteriore libertà ai Paesi membri di accordarsi fra di loro per concedere maggior diritti agli autori. Art. 22-26: Si specifica la struttura della convenzione: 22: Funzioni, compiti, formazione etc. dell'Assemblea. 23: Funzioni, compiti, formazione etc. del Comitato esecutivo. 24: Funzioni, compiti, formazione etc. dell'Ufficio internazionale. 25: composizione del bilancio preventivo. 26: specifica come modificare (in futuro) gli artt. Dal 22 al 25. Art. 27: La presente Convenzione sarà sottoposta a revisioni, allo scopo di introdurvi miglioramenti atti a perfezionare il sistema dell'Unione. Art. 28: Norme che regolano la ratifica, la firma e l'entrata in vigore della Convenzione. Art 29 e 29-bis: Norme e modalità di adesione per i paesi estranei all'Unione. Art. 31: Afferma che gli stati dell'unione possono (mediante dichiarazione all'Ufficio generale) far valere i diritti della convenzione anche solo in alcuni territori. Art. 32: Stabilisce la validità dell'ultima revisione della convenzione di Berna. Art. 33: Tratta della risoluzione e gestione delle controversie, riguardanti materie trattate nella convenzione, tra stati membri dell'Unione. Art. 35: La convenzione non ha limiti di durata ma uno Stato membro può far richiesta di disdetta presso il Direttore Generale, abolendo in questo modo, nel suo paese, i diritti garantiti dalla convenzione. Art. 36: 1) Ogni Paese parte della presente Convenzione s'impegna ad adottare, conformemente alla propria costituzione, i provvedimenti necessari per assicurarne l'applicazione. 2) Dal momento in cui diviene parte della Convenzione, un Paese deve essere in grado di attuarne le disposizioni. Art. 37: Modalità di preparazione e conservazione degli atti ufficiali della convenzione. Art. 38: Riguarda particolari regole ed eccezioni applicabili a Stati facenti parti dell'Unione ma che non hanno ratificato questo Atto. Fonti: Testo della Convenzione Cronologia Iniziata il: 9 settembre 1886 Completata nel: 4 maggio 1896, Parigi Prima Revisione: 13 novembre 1908, Berlino - 20 marzo 1914, Berna Successive revisioni: 2 giugno 1928, Roma 26 giugno 1948, Bruxelles 14 luglio 1967, Stoccolma 24 luglio 1971, Parigi Negoziato e testo vigente in Italia Al negoziato del primo testo della convezione del 1886, partecipa in qualità di delegato per l'Italia il diplomatico Emanuele Beccaria Incisa. La ratifica della revisione di Parigi del 23 luglio 1971 e il suo recepimento nel diritto italiano è avvenuto con legge 20 giugno 1978 n. 399. La successiva revisione del 28 settembre 1979 apporta modifiche minori relative alla gestione della WIPO. Benché tale modifica non sia stata ratificata dall'Italia è entrata in vigore automaticamente per tutti i Paesi dell'Unione il 19 novembre 1984 in ragione del raggiungimento della quota richiesta (due terzi dei Paesi aderenti). Paesi aderenti In base ad una pubblicazione del Copyright Office statunitense, al gennaio 2003 la seguenti nazioni avevano recepito la convenzione di Berna: Albania 6 marzo 1994 Algeria 19 aprile 1998 Antigua e Barbuda 17 marzo 2000 Argentina 10 giugno 1967 Armenia 19 ottobre 2000 Australia 14 aprile 1928 Austria 1º ottobre 1920 Azerbaigian 4 giugno 1999 Bahamas 10 luglio 1973 Bolivia 4 novembre 1993 Brasile 9 febbraio 1922 Cile 5 giugno 1970 Colombia 7 marzo 1988 Costa Rica 10 giugno 1978 Ecuador 9 ottobre 1991 Guatemala 28 luglio 1997 Haiti 11 gennaio 1996 Honduras 25 gennaio 1990 Italia 20 giugno 1978 (legge di ratifica n. 399 del 20 giugno 1978) Messico 11 giugno 1967 Nicaragua 23 agosto 2000 Panama 8 giugno 1996 Paraguay 2 gennaio 1992 Perù 20 agosto 1988 Repubblica Dominicana 24 dicembre 1997 Stati Uniti 1º marzo 1989 Uruguay 10 luglio 1967 Arabia Saudita, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Bielorussia, Belgio, Belize, Benin, Bhutan, Bosnia Erzegovina, Botswana, Bulgaria, Burkina Faso, Camerun, Canada, Capo Verde, Repubblica Centroafricana, Ciad, Cina, Città del Vaticano, Congo, Costa d'avorio, Croazia, Cuba, Cipro, Corea, Congo, Danimarca, Gibuti, Dominica, Egitto, El Salvador, Emirati Arabi Uniti, Estonia, Fiji, Filippine, Finlandia, Francia, Gabon, Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Giappone, Giordania, Grecia, Grenada, Guinea, Guinea Equatoriale, Guinea-Bissau, Guyana, India, Indonesia, Irlanda, Islanda, Israele, Jamaica, Kazakistan, Kenya, Kyrgyzstan, Lesotho, Lettonia, Libano, Liberia, Libia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Madagascar, Malawi, Malesia, Mali, Malta, Marocco, Mauritania, Mauritius, Micronesia (Stati federati di), Moldavia, Monaco, Mongolia, Namibia, Nuova Zelanda, Niger, Nigeria, Norvegia, Paesi Bassi, Oman, Pakistan, Polonia, Portogallo, Qatar, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica di Corea, Romania, Russia, Ruanda, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Senegal, Serbia e Montenegro, Singapore, Slovacchia, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Sri Lanka, Sudan, Suriname, Swaziland, Svezia, Svizzera, Siria, Tagikistan, Thailandia, Macedonia, Togo, Tonga, Trinidad e Tobago, Tunisia, Turchia, Ungheria, Ucraina, Tanzania, Venezuela, Vietnam, Zambia, Zimbabwe Note Voci correlate Copyright GFDL SIAE Diritto d'autore Diritto d'autore italiano Trattato di Marrakech Three Step Test Altri progetti Collegamenti esterni Diritto d'autore Trattati internazionali conclusi a Berna Trattati internazionali degli anni 1880 Trattati sulla proprietà intellettuale Trattati internazionali dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale Trattati multilaterali aperti Trattati internazionali in inglese Trattati internazionali in francese
Un eccitone è una quasiparticella che descrive lo stato eccitato di un solido o più in generale, di un sistema della materia condensata. In un isolante o in un semiconduttore, può essere visto come uno stato legato di un elettrone e di una lacuna, interagenti mediante la forza di Coulomb. L'eccitone è un sistema che presenta molte analogie con l'atomo di idrogeno. Il protone dell'atomo di idrogeno o il nucleo degli atomi idrogenoidi sono sostituiti dalla lacuna nell'eccitone. La complicazione rispetto all'atomo di idrogeno o idrogenoide risulta dal fatto che nell'eccitone i costituenti elementari si muovono non nel vuoto, ma nel mezzo costituito da tutti gli altri elettroni del sistema. Questi ultimi agiscono nel senso di schermare l'interazione attrattiva fra l'elettrone e la lacuna. Il risultato è un'energia di legame molto più piccola e una dimensione molto maggiore rispetto all'atomo di idrogeno. Ulteriore effetto è giocato dalla massa efficace dei costituenti immersi nel materiale, in generale diversa dalla massa nuda dell'elettrone. La formazione di un eccitone può essere provocata dall'assorbimento di un fotone: un elettrone viene così eccitato dalla banda di valenza a quella di conduzione, lasciando una lacuna di carica positiva nella banda di valenza, alla quale è attratto per mezzo della forza di Coulomb. L'eccitone risulta dal legame tra l'elettrone e la sua lacuna; questo comporta che l'eccitone abbia un'energia leggermente minore rispetto alla coppia non correlata elettrone-lacuna. La funzione d'onda e le energie degli eccitoni possono essere calcolate risolvendo l'equazione di Bethe-Salpeter. Quest'ultima fornisce inoltre informazioni sull'interazione degli eccitoni col campo elettromagnetico (fotoni), permettendo di calcolare ad esempio lo spettro di assorbimento ottico. Classificazione Gli eccitoni possono essere analizzati in due casi limite, che dipendono dalle proprietà del materiale in questione. Eccitoni di Wannier-Mott Nei semiconduttori, la costante dielettrica è generalmente grande, e ciò comporta che vi sia un effetto di schermo che tende a ridurre l'interazione coulombiana tra elettroni e lacune. Il risultato è un eccitone di Wannier-Mott (così denominato da Gregory Wannier e Nevill Francis Mott), che ha un raggio molto più grande del passo reticolare del cristallo. Quindi, l'effetto del potenziale cristallino può essere incorporato nelle masse efficaci dell'elettrone e della lacuna, e a causa della massa minore e dell'interazione coulombiana schermata, l'energia di legame è solitamente molto minore di quella dell'atomo di idrogeno, tipicamente dell'ordine del meV. Eccitoni di Frenkel Quando la costante dielettrica di un materiale è molto piccola, l'interazione coulombiana tra l'elettrone e la lacuna diviene molto forte e gli eccitoni tendono a essere molto più piccoli, dello stesso ordine di grandezza della cella elementare del cristallo (o di una molecola, come nel fullerene), così l'elettrone e la lacuna si trovano nella stessa cella. Questo è un eccitone di Frenkel (così denominato da Yakov Frenkel), di energia dell'ordine di 1 eV. Altre tipologie Da un altro punto di vista, un eccitone può essere pensato come uno stato eccitato di un atomo o di uno ione, eccitazione che si propaga da una cella del reticolo all'altra. Spesso le coppie elettrone-lacuna hanno a disposizione più bande possibili, e questo fa sì che nello stesso materiale possano formarsi diversi tipi di eccitone. Un eccitone può formarsi anche con elettroni o lacune in bande a energie molto alte, come è stato osservato in esperimenti a due fotoni con risoluzione temporale del femtosecondo. Sulle superfici di un materiale possono osservarsi i cosiddetti stati immagine, dove la lacuna è all'interno del solido e l'elettrone nel vuoto esterno. Queste coppie elettrone-lacuna possono muoversi solo lungo la superficie. L'eccitone oscuro (dark exciton) costituisce uno stato possibile del sistema, ma l'eccitazione di tale stato da parte del campo elettromagnetico, di un fotone, ha probabilità nulla. Eccitoni oscuri, pertanto, non si manifestano come picchi nello spettro di assorbimento ottico del sistema. L'eccitone oscuro presenta analogie con la transizione proibita. Dinamiche La probabilità che una lacuna scompaia (cioè che un elettrone vi si ricombini) è limitata dalla difficoltà di perdere l'energia in eccesso, e così gli eccitoni possono avere una vita relativamente lunga (tempi di vita fino a diversi millisecondi sono stati osservati nell'ossido rameoso). Un altro fattore limitante la probabilità di ricombinazione è la sovrapposizione spaziale delle funzioni d'onda dell'elettrone e della lacuna (grossolanamente, la probabilità per l'elettrone di scontrarsi con la lacuna). Questa sovrapposizione è minore per elettroni e lacune leggeri, e per stati idrogenoidi altamente eccitati. L'eccitone può anche muoversi nel solido. Con questa energia cinetica addizionale, l'energia totale dell'eccitone può risultare anche maggiore del gap di banda. Interazioni Con altre particelle Gli eccitoni sono la principale origine dell'emissione di luce nei semiconduttori a bassa temperatura, nei quali l'energia termica kT è minore dell'energia di legame dell'eccitone (mentre a più alte temperature si può osservare la ricombinazione di portatori liberi all'energia corrispondente alla banda proibita). Nei materiali a banda proibita indiretta la ricombinazione dovrà avvenire con l'emissione o l'assorbimento (ad alta T) di un fonone. L'esistenza di stati eccitonici può essere dedotta dallo studio dell'assorbimento di luce con energia pari all'energia dell'eccitone stesso. Gli eccitoni sono osservabili chiaramente a energie inferiori a quella della banda proibita di una quantità pari all'energia di legame dell'eccitone stesso; sono tuttavia in grado di modificare l'assorbimento del materiale anche a energie di poco superiori a quella della banda proibita. Questo è il motivo per il quale il gap ottico di un semiconduttore non corrisponde esattamente al gap elettronico. Tra eccitoni A condizione che l'interazione sia attrattiva, un eccitone può legarsi con altri eccitoni per formare un bieccitone, analogo a una molecola di idrogeno. Se viene raggiunta un'alta densità di eccitoni in un materiale, essi possono interagire fra loro per formare un fluido elettrone-lacuna, uno stato osservato nei semiconduttori a gap indiretto. Inoltre, gli eccitoni sono particelle a spin intero obbedienti alla statistica di Bose-Einstein al limite di bassa densità. In alcuni sistemi, dove le interazioni sono repulsive, è previsto che uno stato condensato di Bose-Einstein sia lo stato fondamentale; questo comportamento non è stato ancora osservato a causa dell'influenza di fattori come il disordine del materiale, il breve tempo di vita dell'eccitone (minore del tempo di ri-termalizzazione) e la bassa densità di eccitoni. Note Voci correlate Punto quantistico Eccitonio Fonone Reticolo cristallino droplettone Stato della materia di Eccitone legato al fotone (Photon Bound Exciton) Fisica dello stato solido Altri progetti Collegamenti esterni Fisica dello stato solido Quasiparticelle Spintronica
L'Ordine degli agostiniani recolletti (in latino Ordo Augustinianorum Recollectorum) è un istituto religioso maschile di diritto pontificio: i frati di questo ordine mendicante pospongono al loro nome la sigla O.A.R. Sorto nel 1588 come movimento di riforma in seno alla provincia castigliana degli eremitani di Sant'Agostino, ottenne una sempre maggiore libertà fino a diventare una congregazione autonoma all'interno dell'ordine agostiniano (5 giugno 1621) e, più tardi, un ordine indipendente (16 settembre 1912). Storia La recollezione agostiniana in Spagna Il 5 dicembre 1588 il capitolo provinciale degli eremitani di Castiglia riunito a Toledo, per venire incontro alle esigenze di maggiore osservanza e perfezione espresse da numerosi frati, decretò la fondazione di alcune case di recollezione. Il primo convento recolletto fu quello di Talavera de la Reina (istituito il 19 ottobre 1589), seguito da quelli di Portillo, La Nava e Madrid: con decreto firmato dai cardinali Cesare Baronio e Roberto Bellarmino in nome di papa Clemente VIII ai recolletti venne permesso di eleggersi un superiore che li rappresentasse in seno al definitorio della provincia di Castiglia e, soprattutto, la facoltà di fondare nuove case di recollezione in tutta la Spagna e nei suoi possedimenti. I conventi recolletti passarono rapidamente da quattro a otto e Clemente VIII li riunì in una provincia autonoma (eretta l'11 febbraio 1602) posta alle dirette dipendenze del priore generale dell'ordine. Gli agostiniani recolletti si diffusero rapidamente in altre regioni della Spagna e, nel loro capitolo del 1605, decisero di dedicarsi alle missioni nelle Filippine e nel 1606 penetrarono in Luzon, Bataan, Pampanga e Zambales. Essendo cresciuti di numero ed essendosi notevolmente ampliato il loro ambito territoriale d'azione (i loro conventi erano ormai 28 ed erano diffusi in varie regioni della Spagna e delle Filippine), con breve Militantis Ecclesiae del 6 giugno 1621 papa Gregorio XV eresse gli agostiniani recolletti in congregazione e concesse loro il diritto di eleggersi un vicario generale e celebrare capitoli, i cui decreti dovevano essere confermati dal priore generale dell'ordine agostiniano. Con lo stesso breve il pontefice divise la congregazione in quattro province: castigliana, betica, aragonese e filippina. La recollezione agostiniana in Colombia Contemporaneamente alla recollezione spagnola ma in maniera autonoma, un simile movimento di riforma era sorto all'interno della provincia agostiniana di Nostra Signora della Grazia, nel Nuovo Regno di Granada (Colombia): la recollezione americana fu fondata il 12 agosto 1604 dal mistico Matteo Delgado, all'epoca quasi ottantenne, nel convento della Candelaria. Dopo l'elevazione dei recolletti spagnoli a congregazione autonoma all'interno dell'ordine, quelli di Colombia conformarono i loro statuti a quelli dei confratelli del vecchio continente e il 16 luglio 1629 papa Urbano VIII ne decretò l'annessione alla recollezione spagnola. Alessandro VII (1661) e Clemente IX (1668) fecero dei recolletti di Colombia la quinta provincia della congregazione. Decadenza e rinascita Il Settecento fu per l'ordine un secolo di decadenza: nel 1770 Carlo III, con il pretesto di una riforma sollecitata dai religiosi stessi, proibì ai recolletti di Spagna di ricevere nuovi novizi per i conventi con oltre quattordici frati e soppresse quelli con un numero minore di religiosi; proibì, inoltre, di dare l'abito religioso ai minori di diciotto anni. Tutti questi provvedimenti portarono a una grande diminuzione del numero dei conventi e dei frati recolletti proprio in Spagna, il paese dove erano più numerosi. L'invasione napoleonica della Spagna e la guerra d'indipendenza in Colombia causarono agli agostiniani recolletti altre difficoltà, culminate con la soppressione degli ordini religiosi in Spagna (1835) e in Colombia (1861); sopravvissero solo i conventi nelle Filippine, ma nel 1897, a causa della rivoluzione, molti recolletti lasciarono l'arcipelago. I recolletti filippini in esilio, però, fondarono comunità in numerose zone dell'America meridionale; agli inizi del Novecento, riaprirono un noviziato in Spagna e delle missioni in Cina. Gli sconvolgimenti dell'Ottocento attenuarono i residui vincoli tra recolletti e agostiniani e, con breve Religiosas familias del 16 settembre 1912, papa Pio X concesse loro la piena indipendenza. Attività Pur conservando l'indirizzo contemplativo delle origini, gli agostiniani recolletti assunsero presto un orientamento missionario e apostolico e i frati non escludono nessuna forma di apostolato. L'attività missionaria Dai conventi recolletti della provincia delle Filippine partirono missionari per numerose spedizioni in varie regioni d'Oriente. A partire dal 1623 i recolletti svolsero il loro apostolato in Giappone, dove Francesco di Gesù riuscì a battezzare oltre 7.000 individui: le persecuzioni contro i cristiani del 1632 (durante le quali vennero arsi vivi quattro recolletti) misero fine alla loro attività. Rodrigo di San Michele nel 1622 iniziò un viaggio attraverso numerosi paesi del Medio Oriente e convertì al cattolicesimo numerosi caldei della regione di Bassora. Ai recolletti vennero affidate anche le missioni cattoliche nelle Marianne abbandonate dai gesuiti, espulsi nel 1767: i religiosi vi rimasero fino al 1909, quando l'arcipelago passò alla Germania. I recolletti di Colombia ebbero un ruolo notevole nell'evangelizzazione degli indigeni della regione del golfo di Urabá e, in seguito, del Darién, del Chocó e dell'isola di Santa Catalina. Dopo l'espulsione dei gesuiti i recolletti intensificarono il loro apostolato tra le popolazioni dei piani di Casanare, dove erano attivi già dal 1665 circa. Nel corso del XX secolo le giurisdizioni ecclesiastiche affidate dalla Congregazione de propaganda fide ai missionari agostiniani recolletti furono otto: la diocesi di Shangqiu (in Cina, abbandonata nel 1952), le prelature di Lábrea e di Marajó (in Brasile), di Bocas del Toro (a Panama), di Chota (in Perù), di Madera (in Messico), i vicariati apostolici di Casanare (in Colombia) e di Palawan (nelle Filippine). Attività intellettuali L'apostolato dell'insegnamento è contemplato nelle costituzioni dell'ordine sin dal 1927: nel 1941 gli agostiniani recolletti fondarono un'università a Bacolod e poi altri numerosi centri di educazione. Per lo studio e la diffusione del pensiero di sant'Agostino i recolletti gestiscono a Madrid un istituto di agostinologia che, dal 1956, pubblica la rivista Augustinus. Diffusione Le comunità di agostiniani recolletti sono presenti in Spagna, Brasile, Colombia, Messico, Stati Uniti d'America, Filippine, Venezuela, Perù, Panama, Argentina, Costa Rica, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Guatemala, Italia, Taiwan, Cile, Cina, Sierra Leone; la sede generalizia è in viale dell'Astronomia a Roma. Alla fine del 2008 l'ordine contava 198 conventi e 1.227 frati, 900 dei quali sacerdoti. Note Bibliografia Annuario pontificio per l'anno 2010, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2010. ISBN 978-88-209-8355-0. Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Milano, Edizioni paoline, 1974-2003. Voci correlate Ordine di Sant'Agostino Ordine degli agostiniani scalzi Collegamenti esterni Agostiniani Recolletti
Il Fronte della gioventù per l'indipendenza nazionale e per la libertà, o Fronte della gioventù, fu la più nota ed estesa organizzazione giovanile partigiana durante la lotta di Liberazione in Italia. Venne costituito a Milano nel gennaio 1944, in forma unitaria, dai rappresentanti dei giovani comunisti, socialisti, democratici cristiani, ai quali si unirono subito i giovani liberali, del Partito d'Azione, repubblicani, cattolici, le ragazze dei Gruppi di Difesa della Donna (dai quali in seguito sorgerà l'UDI), i giovani del Comitato contadini. La base ideale e programmatica fu elaborata da Eugenio Curiel, membro della direzione del Partito Comunista, che lo guidò fino alla morte. Storia L'organizzazione si proponeva di convogliare le forze giovanili nella lotta di liberazione e di essere nello stesso tempo una palestra per un'educazione democratica che superasse ogni residua mentalità fascista. Il Fronte della gioventù, diceva fra l'altro il manifesto costitutivo, «è l'organizzazione di tutti i giovani italiani senza distinzione di fede religiosa o di tendenza politica [...] Organizza l'azione armata dei giovani. Promuove il reclutamento, gli aiuti finanziari e gli approvvigionamenti per le forze partigiane. Dà vita a formazioni giovanili di tipo militare che servono come ausiliarie per le informazioni, i trasporti, la vigilanza. Vuole la partecipazione dei giovani alla vita sociale e politica della nazione sotto il segno della democrazia più larga. Chiede ai giovani di conquistarsi questo diritto mostrandosi i primi nel sacrificio e nella lotta». Le prime riunioni clandestine del Fronte della gioventù avvennero nella sacrestia della chiesa di San Carlo al Corso (Milano), con l'aiuto dei sacerdoti antifascisti Camillo De Piaz e David Maria Turoldo, che in precedenza si erano adoperati per mettere in contatto Curiel col movimento giovanile democristiano. Da Milano il Fronte si estese poi a tutte le regioni ancora soggette all'occupazione nazifascista. Nell'estate del 1944 numerosi nuclei sorgevano nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, nei quartieri cittadini e nei villaggi, mentre sulle montagne si costituivano alcune brigate partigiane composte esclusivamente di giovani. Anche nel settore della stampa clandestina il Fronte era presente, pubblicando il periodico Fronte della Gioventù a Milano, e altri con lo stesso titolo a Domodossola (durante la "Repubblica dell'Ossola") e in altre zone libere. Un prospetto degli aderenti al Fronte della Gioventù dava nel gennaio 1945 le cifre di organizzati in Piemonte, in Liguria, in Lombardia, in Emilia. Il 24 febbraio 1945 Curiel, riconosciuto da un delatore, si diede alla fuga ma fu colpito a morte da una scarica di mitra esplosa dai fascisti a Milano, in piazzale Baracca. Padre Camillo De Piaz, circondato da gruppi del Fronte, celebrò nella chiesa di San Carlo una messa in suffragio. L'unità tra i giovani dei partiti antifascisti, realizzatasi durante la guerra di Liberazione, non resse alla nuova situazione determinatasi nel dopoguerra, nella quale ogni partito riprese la piena libertà d'azione. La preponderanza e il maggior attivismo dei giovani aderenti al Partito Comunista finirono infatti con il dare all'organizzazione una linea politica molto vicina a quella del Partito Comunista. Per cui tra il 1945 e il 1946 gli altri movimenti giovanili, ad eccezione di quello socialista, ritirarono la propria adesione. Nel 1947 il Fronte della Gioventù cessò praticamente di esistere. I Caduti Via Botticelli 19 Il 5 gennaio 1945 quattro membri del Fronte della Gioventù tra i 16 e i 18 anni di età vennero arrestati a Milano durante un lancio di volantini al Cinema Pace in corso Buenos Aires 37 (dove attualmente c'è l'UPIM). Furono torturati e all'alba del 6 gennaio 1945 la polizia azzurra con sede all'Aeronautica in piazza Novelli li fucilò all'angolo di via Botticelli 19 (attualmente piazza Occhialini) con via Colombo. Una lapide è stata posta sull'ex Istituto Rizzoli di Arti Grafiche, costruito dopo la guerra nel 1951. I fucilati furono: Giuseppe Bodra, nato a Milano il 19 aprile 1926, studente, appartenente alla 120ª Brigata Garibaldi Sap Tullio Di Parti, nato a Milano il 30 agosto 1928, studente, appartenente alla 120ª Brigata Garibaldi Sap Orazio Maron, nato a Milano il 26 maggio 1928, impiegato ATM, appartenente alla 10ª Brigata Matteotti. Una lapide lo ricorda anche nel deposito ATM di via Teodosio. Giancarlo Tonissi, nato a Milano il 24 giugno 1928, studente, appartenente alla 120ª Brigata Garibaldi Sap. Una lapide lo ricorda anche sulla casa in cui abitava in via Nullo 12. I corpi dei fucilati sono tumulati al cimitero Maggiore (Musocco) di Milano, nel campo 64. Decorati Dolfino Ortolan Note Voci correlate Associazione nazionale dei partigiani d'Italia. Collegamenti esterni Chi era Costui? studenti partigiani 6/1/1945 Organizzazioni giovanili Brigate partigiane italiane
La strada verso casa () è un film del 1999 diretto da Zhang Yimou, che segna il debutto cinematografico dell'attrice cinese Zhang Ziyi. La sceneggiatura è dello scrittore Bao Shi, che ha adattato il suo romanzo Remembrance. Il film è stato girato immediatamente dopo il precedente film del regista, Non uno di meno, ed ha ricevuto critiche positive in Cina nell'autunno del 1999. Trama Una ragazza di un villaggio e un giovane insegnante si innamorano, e la morte di quest'ultimo molti anni dopo, porta il loro unico figlio dalla città per il funerale. Il film inizia in bianco e nero nella Cina attuale, quando il figlio, Luo Yusheng, ritorna al suo villaggio dalla città in cui studia, dopo aver appreso della morte del padre. Sua madre, Zhao Di, insiste che sia seguita la tradizione di trasportare la bara a piedi al loro villaggio sperduto, cosicché lo spirito di suo marito ricorderà la via di casa. Il figlio, in veste di narratore, racconta la storia del fidanzamento dei suoi genitori, così famosa da guadagnarsi lo status di leggenda nel villaggio. In tale racconto si ha il passaggio dal bianco e nero a colori intensi. Suo padre, Luo Changyu, venne al villaggio come insegnante. Immediatamente, Zhao Di si infatua di lui e viceversa. Così comincia un corteggiamento che consiste nello scambio di sguardi e occhiate tra i due. Sfortunatamente, il corteggiamento venne interrotto quando Luo fu chiamato dal governo per ritornare in città. Zhao Di perde il suo cuore, e dopo averlo aspettato nella neve per molto tempo, si ammalò gravemente, tanto da far pensare agli abitanti del villaggio che sarebbe morta. Tuttavia, dopo aver sentito che il maestro è tornato furtivamente al villaggio, Zhao Di in lacrime, è corsa a salutare il suo amato. Ancora, il loro amore non fu consumato per due anni perché l'insegnante fu portato via dal villaggio per punizione, per aver lasciato il suo incarico in città senza permesso. Ritornando al presente, e al bianco e nero, il figlio realizza come sia importante rispettare la tradizione per sua madre, e così cerca di fare tutto il necessario per soddisfare il suo desiderio. Gli viene detto dal capo villaggio che potrebbe essere difficile trovare abbastanza uomini validi per portare il padre a casa, dato che sono rimasti solo alcuni giovani uomini nel villaggio. Il capo villaggio e il figlio concordano sul prezzo da pagare agli uomini. Dopo l'accordo, sulla via di casa, più di cento persone si presentano per aiutare e portare a casa la bara dell'uomo, che è stato il loro insegnante, durante varie generazioni nel villaggio. Il capo villaggio restituisce il denaro al figlio, perché nessuno ha accettato il pagamento per fare quello che loro considerano essere un onore piuttosto che un lavoro. La mattina seguente il figlio rinuncia di ritornare al suo lavoro in città, per esaudire il sogno di suo padre di insegnare nella vecchia scuola, anche solo per un giorno, che è stata fondamentale per i suoi genitori poiché si sono innamorati grazie ad essa, usando il libro di testo di suo padre che scrisse lui stesso. Distribuzione Edizione italiana Il doppiaggio italiano de La strada verso casa è stato eseguito a Roma presso LaBibi.it, con la direzione di Gianni G. Galassi. Riconoscimenti 2000 - Festival internazionale del cinema di Berlino Orso d'argento, gran premio della giuria Premio della giuria ecumenica Note Collegamenti esterni Film sentimentali Film diretti da Zhang Yimou
Aatxe (, Giovane toro) o Aatxegorri (Giovane toro rosso), noto anche come Etsai, è uno spiritello malvagio della mitologia basca. Descrizione Abitante delle caverne e delle miniere, appare molto spesso come un toro rosso o un toro infuocato, pur essendo un mutaforma, abilità che gli consente di assumere anche un aspetto umano. Di notte, specie se con tempo burrascoso, esce dalla cavità dove è nascosto, attaccando criminali o altre persone malvagie. Protegge anche le persone, facendole restare in casa quando c'è un pericolo vicino. Si ritiene che l'Aatxe abitasse grotte e cavità; in molte di esse (in quelle nei comuni di Isturits, Sare, Renteria per esempio) sono state rinvenute incisioni e dipinti raffiguranti tori e buoi; il che implica che questo mito basco ha le sue origini nel Paleolitico. Nella cultura basca Viene perlopiù identificato con la dea Mari, di cui sarebbe la rappresentazione vendicativa, che punisce ladri, bugiardi e blasfemi che la maledicono.Come spauracchio assolve anche la funzione di proteggere le persone facendole stare lontano da luoghi pericolosi. In altri media Degli Aatxe appaiono anche in Guild Wars 2. A San Francisco, California, esiste un ristorante di cultura basca di nome Aatxe. Nel popolare gioco per smartphone Disco zoo apparivano tra i vari personaggi gli Aatxe. Nel film L'ultimo unicorno l'antagonista Toro Rosso ("Red Bull" in originale) ha molte cose in comune con l'Aaxte, a partire dal nome. Infatti entrambi vivono nelle caverne da cui escono solo di notte e sono considerati degli spiriti. Nel webcomic "Sparrow", uno dei personaggi principali, chiamato il Corno Rosso, ha molti tratti in comune con gli Aatxe. Note Mitologia basca
Takenoko è un gioco da tavolo in stile tedesco di Antoine Bauza pubblicato nel 2011 da Matagot in Francia e da Asterion Press in Italia. Nel 2012 il gioco ha vinto il premio As d'Or in Francia e il premio Spiel der Spiele in Austria. Ambientazione Lo scopo del gioco è coltivare, irrigare e far crescere una piantagione di bambù evitando che un goloso panda si mangi le piante. Il nome deriva dal giapponese 竹の子, letteralmente germoglio di bambù. Svolgimento Il gioco si svolge su tessere esagonali rappresentanti le piantagioni di bambù distinte per colore verde, giallo e rosa. All'inizio si posiziona la tessera Stagno al centro del tavolo e su di essa si collocano le miniature raffiguranti il panda e il giardiniere. Le piantagioni saranno aggiunte durante la partita in modo che: la nuova tessera tocchi lo Stagno, oppure la nuova tessera ne tocchi almeno altre due (una delle quali può essere lo Stagno). Durante il loro turno i giocatori (tranne al primo round) lanciano un dado per determinare il tempo atmosferico: in base all'esito del tiro beneficeranno di un bonus. È possibile eseguire solo due delle cinque azioni per turno (ogni azione può essere eseguita una sola volta per turno) che sono: Nuovo terreno: il giocatore pesca 3 tessere Piantagione, ne sceglie una che posiziona sul campo e mette le altre due in fondo al tallone da dove ha pescato. Se la nuova tessera è posizionata accanto allo Stagno, vicino a un canale di irrigazione oppure ha stampata la miglioria Pozza d'acqua sulla piantagione, si considera irrigata e una sezione di bambù vi cresce sopra immediatamente. Canale: il giocatore guadagna un canale di irrigazione che può posizionare sul campo oppure tenere nella propria riserva per poterlo giocare successivamente in un qualunque momento durante il suo turno. I canali vengono messi a formare una rete ininterrotta che parte da (almeno) uno spigolo dello Stagno e si dirama attraverso i lati delle tessere. Una piantagione si considera irrigata solo se è accanto allo Stagno, ha una miglioria Pozza d'acqua o ha almeno un lato occupato da un canale: se il campo non è irrigato non può crescervi il bambù. Giardiniere: il giardiniere si prende cura del campo facendo crescere le piante di bambù. Immaginando delle rette che intersecano ortogonalmente i lati dell'esagono su cui si trova attualmente il giardiniere, il giocatore muove la miniatura su una qualunque tessera raggiunta dalle rette, ricordando che non è possibile posizionare la pedina su piantagioni che si trovano oltre uno spazio vuoto del campo. La piantagione che ospiterà il giardiniere, se irrigata, guadagna una sezione di bambù (fino ad un massimo di 4 sezioni): lo stesso accade alle altre tessere dello stesso colore adiacenti a questo terreno che siano irrigate. Panda: il panda mangia il bambù delle piantagioni, e si muove nello stesso modo del giardiniere. Il giocatore che posiziona il panda su un terreno dove c'è il bambù prende una sezione della pianta e la pone nella propria riserva. Carta: il giocatore pesca una carta da uno dei tre mazzi obiettivo e la pone nella propria mano. Il numero massimo di carte che si possono tenere è 5, non è possibile pescarne di ulteriori se si è raggiunto il limite. Concluse le due azioni, il turno passa al giocatore alla sinistra. Dado Il dado determina il tempo atmosferico del giocatore di turno apportando uno dei cinque bonus previsti, che sono: Sole: dà diritto ad un'azione supplementare; Pioggia: permette di collocare una sezione di bambù su un terreno irrigato a sua scelta; Vento: il giocatore può eseguire una stessa azione due volte; Temporale: il panda viene spostato in un qualunque punto del campo, mangiando una sezione di bambù; Nuvole: il giocatore prende una miglioria che può piazzare su una piantagione oppure porre nella propria riserva giocandola in un qualunque momento durante il suo turno. Sulla sesta faccia è presente un punto interrogativo: se esce, consente al giocatore di scegliere uno dei cinque bonus precedenti. Obiettivi Scopo del gioco è soddisfare i requisiti riportati sulle carte obiettivo per guadagnare i relativi punti vittoria. Esistono tre tipi di carte obiettivo: Carte terreno: raffigurano una disposizione di 3 o 4 terreni. Per completare questo obiettivo, la configurazione deve essere riprodotta nel campo; Carte giardiniere: riportano il colore e il numero di sezione e di piante. Per completare questo obiettivo, la configurazione deve essere riprodotta nel campo; Carte panda: indicano 2 o 3 sezioni di bambù dal colore uguale o diverso. Per completare questo obiettivo, il giocatore deve possedere le sezioni richieste nella propria riserva. Quando le condizioni richieste da un obiettivo sono soddisfatte, il giocatore mostra la carta e la pone a faccia in su accanto a sé guadagnandone i punti vittoria. Migliorie Le migliorie sono segnalini che apportano un beneficio al terreno sul quale vengono messe. Un terreno può ospitare una sola miglioria che non può essere rimossa. Esistono 3 tipi di migliorie: Recinto: impedisce al panda di mangiare il bambù della piantagione; Fertilizzante: ogni volta che il bambù cresce si aggiungono due sezioni anziché una; Pozza d'acqua: la piantagione è automaticamente irrigata e non ha bisogno di canali per far crescere il bambù. Nessuna piantagione con questa categoria può essere usata come partenza di un nuovo sistema di irrigazione. Fine partita Quando uno dei giocatori soddisfa un numero di obiettivi dipendente dal numero di partecipanti (9 per due giocatori, 8 per tre, 7 per quattro) gli avversari hanno diritto ad un ultimo turno. Il giocatore che ha raggiunto per primo il numero di obiettivi previsti guadagna la carta Imperatore aggiudicandosi così 2 punti aggiuntivi. Solo gli obiettivi soddisfatti concorrono alla somma dei punti, le carte rimaste in mano vengono scartate. Vince chi ha raggiunto il punteggio più alto. In caso di parità, vince il giocatore con il maggior numero di punti sulle carte panda: se la parità sussiste, la vittoria è condivisa. Premi e riconoscimenti Takenoko ha vinto le edizioni 2012 del premio francese As d'Or nella categoria Jeu de l'Année e del premio austriaco Spiel der Spiele nella categoria Spielehit für Familien. Note Altri progetti Collegamenti esterni Giochi da tavolo Giochi di strategia Giochi vincitori del premio As d'Or - Jeu de l'Année
Accademico d'Italia, fu uno dei maggiori e più prolifici artefici dell'architettura pubblica italiana del primo Novecento, particolarmente in età fascista. Biografia Figlio di Luigi, valente scenografo, Bazzani si laureò brillantemente in architettura tecnica (ingegneria civile) nel 1896. Inizialmente, dopo aver progettato la sede del Circolo Canottieri Aniene di Roma nel 1897, si dedicò al restauro di edifici medievali romani, tra cui l'Albergo dell'Orso, il palazzotto della Fornarina e alcune casette di San Paolino alla Regola. Nel 1908 la vittoria del concorso per la Galleria d'Arte Moderna della capitale, che seguì l'affermazione fiorentina dei suoi progetti per la facciata di San Lorenzo (1905) e per la Biblioteca Nazionale Centrale (1906) nonché il Gran Premio Reale vinto a Milano nel 1906, lo portò prepotentemente alla ribalta nazionale, dando una decisa accelerata alla sua prestigiosa carriera d'architetto, costellata di eminenti incarichi pubblici. Bazzani fu infatti professore al Museo Artistico Industriale di Roma dal 1903 al 1920, consigliere comunale della sua città dal 1913 al 1920, membro straordinario del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici dal 1915 al 1923, membro di diverse accademie di belle arti, tra cui quella di Brera, nominato Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia nel 1922 (quindi Cavaliere di Gran Croce decorato del Gran Cordone dello stesso Ordine nel 1936), dal 1929 accademico d'Italia e, nel 1936, presidente della Consulta Centrale dell'edilizia e dell'urbanistica presso il ministero dell'Africa Italiana. Alle esposizioni internazionali di Venezia (1908) e di Roma (1911), inoltre, vinse la Grande Medaglia d'Oro. Tra le sue opere, improntate a magniloquenza e grandiosità, di stile sostanzialmente eclettico e spesso costellate di simboli massonici, spiccano la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (1911), la Galleria d'Arte Moderna di Roma (1911), il Palazzo della Cassa di Risparmio ad Ascoli Piceno (1912-1915)), il Palazzo del Governo (1920) e la chiesa del Carmine di Messina, il Casinò di Anzio, conosciuto anche come Paradiso sul mare (1924), la facciata della basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi (1924-1930), la sede del Ministero della Pubblica Istruzione a Roma (1928), il Teatro del Littorio a San Severo (1929-1937), la sistemazione dell'Isola Tiberina a Roma (1930-1935), la Caserma dei Carabinieri sul lungomare di Bari (1932-1935), il Palazzo del Governo di Foggia (1934), la Stazione Marittima a Napoli (1936), il Palazzo delle Poste di Taranto (1937), la Cattedrale di Addis Abeba (1938) e la cattedrale di Pescara (1939), il Santuario del Santissimo Crocifisso a Treia (MC) (inizio '900). Altre notevoli architetture bazzaniane emergono nel tessuto urbano di Forlì, durante il fascismo centro simbolicamente importante in quanto "Città del Duce". Si tratta del Palazzo delle Poste (1930-1933), del monumento alla Vittoria, o ai Caduti (1931-1933), della Casa del Mutilato (1930-1932), delle Palazzine Gemelle, rispettivamente sede dell'Impresa Bazzani e dell'impresa Benini, (1932) e del Palazzo degli Uffici Statali (1935-1936). A Bazzani si devono inoltre moltissimi interventi di edilizia di qualità nella città di Terni come ad esempio: la Palazzina Alterocca (1901-1903), il Palazzo Pontecorvi (1902-1916), Villa Fongoli (1903), la Regia Scuola Industriale (1915-1926), il Palazzo delle Poste (1918-1936), la Palazzina Manni (1919-1923), la chiesa di sant'Antonio (1923-1935), Villa Bazzani (1928-1936), il Palazzo della Provincia (1930-1936), l'edificio dell'INFPS (1932-1934) e l'Albergo Beta (1935-1936), nonché il complesso di Galleto (1927) nei pressi della cascata delle Marmore. Proprio nella città di Terni e in particolare nell'Archivio di Stato è conservato l'archivio dei progetti dell'architetto. Suoi sono anche alcuni dei lavori nella città di Rieti: la riparazione e ampliamento del Municipio (1909), il Palazzo delle Poste e dei Telegrafi (1934) e la sistemazione a esedra dell'ingresso di Porta Romana sulla Via Salaria. A Bazzani si deve inoltre la progettazione del palazzo dell'INFPS di L'Aquila (lavori iniziati nel 1937) realizzato all'ingresso del Corso Federico II, che vedeva sul lato prospiciente la realizzazione di analogo edificio INFAIL. L'edificio, danneggiato dal sisma del 6 aprile 2009, è stato recentemente ristrutturato ed ancora oggi ospita gli uffici INPS. Per Pescara, città in fervente sviluppo edilizio durante il fascismo, dopo l'unione con il comune di Castellammare Adriatico nel 1927, Bazzani viene chiamato insieme a Vincenzo Pilotti per la realizzazione di nuovi edifici di rappresentanza e sedi di uffici pubblici. Realizzò la nuova Cattedrale di San Cetteo nel quartiere Portanuova (1933-38), nota anche come "Tempio della Conciliazione", il Palazzo della Camera di Commercio in via Conte di Ruvo, il Palazzo delle Poste centrali nel 1934 sul corso Vittorio Emanuele, il palazzo INPS, l'ex Banco di Napoli sul corso Umberto, e infine il Ponte Littorio, per collegare i due nuclei di Pescara (1935), opera distrutta dai tedeschi nel 1944 e ricostruita come Ponte Risorgimento. Opere 1903, ricostruzione del Santuario del SS. Crocifisso a Treia; 1910, Monumento ai Caduti del 1860 a Spoleto; 1911, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; 1911, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma; 1912, Palazzo Bazzani (o palazzo della Cassa di Risparmio) ad Ascoli Piceno; 1912, Villa Ravà a Roma; 1920, Palazzo del Governo di Messina; 1924, facciata di Santa Maria degli Angeli ad Assisi; 1925, Torre degli Alvitreti di Ascoli Piceno; 1924, Paradiso sul mare (ex casinò) ad Anzio; 1926, Chiesa del Carmine a Messina; 1928, Palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione; 1928, Palazzo delle Poste di Ascoli Piceno; 1929, Teatro del Littorio di San Severo; 1930, Chiesa della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, Roma; 1930, Palazzo degli Studi a Macerata; 1930, Monumento ai Caduti a Macerata; 1930, Casa del Mutilato di Forlì; 1930, Palazzo delle Poste di Forlì; 1930, sistemazione ad esedra della piazza di Porta Romana a Rieti; 1931, Facciata della Chiesa dei SS. Antonio e Francesco di Pollenza; 1932-1934, Monumento ai Caduti a Bosa (Piazza IV Novembre), con Publio Morbiducci; 1934, Palazzo della Posta, Pescara (corso Vittorio Emanuele); 1934-35, Ponte del Littorio, Pescara (archi e struttura), distrutto nel 1944 e sostituito dal Ponte Risorgimento; 1934, Palazzo delle Poste e dei Telegrafi di Rieti; 1935, Santuario di Sant'Antonio di Padova a Terni; 1936, Stazione Marittima di Napoli; 1937, Palazzo delle Poste di Taranto; 1937, Palazzo Banca d'Italia di Taranto; 1937, Casa del Fascio di Taranto; 1938, Cattedrale di San Cetteo a Pescara. Archivio Il fondo Cesare Bazzani conservato presso l'Archivio di Stato di Terni comprende i disegni di progetti; l'archivio è stato riordinato, digitalizzato e corredato di una banca dati disponibile sul web. Note Bibliografia Voci correlate Eclettismo Monumentalismo Altri progetti Collegamenti esterni Bazzani Cesare, SAN - Portale degli archivi degli architetti. Accademici dell'Accademia d'Italia Personalità dell'Italia fascista Architetti eclettici Autori di sacrari militari e monumenti ai caduti
Cycas guizhouensis K.M.Lan & R.F.Zou, 1983 è una pianta appartenente alla famiglia delle Cycadaceae, endemica della Cina. Descrizione È una cicade con fusto eretto o acaulescente, alto sino a 1 m e con diametro di 10–15 cm. Le foglie, pennate, lunghe 100–180 cm, sono disposte a corona all'apice del fusto e sono rette da un picciolo lungo 30–60 cm; ogni foglia è composta da 110-210 paia di foglioline lanceolate, con margine intero, lunghe mediamente 16–37 cm, di colore verde scuro, inserite sul rachide con un angolo di 55-65°. È una specie dioica con esemplari maschili che presentano microsporofilli disposti a formare strobili terminali di forma fusoidale, lunghi 20–40 cm e larghi 6–14 cm ed esemplari femminili con macrosporofilli che si trovano in gran numero nella parte sommitale del fusto, con l'aspetto di foglie pennate che racchiudono gli ovuli, in numero di 4-8. I semi sono subglobosi, lunghi 23–29 mm, ricoperti da un tegumento di colore giallo. Distribuzione e habitat L'epiteto specifico guizhouensis fa riferimento alla diffusione della specie nella provincia del Guizhou, in più la specie è stata osservata nello Yunnan orientale e nel Guangxi nord-occidentale. Prospera su ripidi pendii nelle basse foreste su brecce calcaree. Conservazione La IUCN Red List classifica C. guizhouensis come specie vulnerabile. La specie è inserita nella Appendice II della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES). Note Bibliografia Altri progetti Cycadophyta
Biografia Diplomato al St Patrick's College di Wellington Rolleston crebbe nella squadra di rugby del Marist St. Pats; all'epoca della militanza in tale squadra rappresentò, nel 1992, la Nuova Zelanda a livello Under-21; a livello provinciale rappresentò la federazione di dal 1992 al 1996. Nella stagione sportiva 1996-97 fu in Italia, al ; ivi rimase 3 stagioni, nell'ultima delle quali si impose come miglior marcatore (366 punti) e miglior realizzatore di mete (21) del campionato. Dopo il triennio a Padova fu in Francia al , con cui giunse fino alla finale di Challenge Cup 1999-2000; terminato l'ingaggio con il club francese nel 2001 fu in procinto di trasferirsi al , ma le cattive condizioni finanziarie del club fecero sì che a ingaggiare Rolleston fu il , con cui arrivò fino alla finale di Super 10 persa contro il e nella quale marcò 9 punti frutto di tre calci piazzati. Lasciata Calvisano si stabilì al , squadra in cui terminò la carriera agonistica e iniziò quella tecnica; nel 2010 passò all'altra compagine cittadina, i Rugby Lyons, della cui selezione giovanile divenne tecnico prima di passare alla prima squadra; dopo un quinquennio al Lyons è tornato al Piacenza con incarico dirigenziale. Note Bibliografia
Egli fu anche collaboratore musicale di Jani Lane, fondatore dei Warrant, ma le registrazioni non sono mai state pubblicate. Si riunisce nuovamente ai Great White per il loro tour del 25º anniversario nel 2007. Tra il 2009 e il 2014 milita nei Dokken, mentre nel 2015 si unisce ai Lynch Mob del chitarrista George Lynch. Discografia Con i Great White 1999 - Great Zeppelin: A Tribute to Led Zeppelin 1999 - Can't Get There from Here 2000 - Latest & Greatest 2002 - Thank You...Goodnight! 2007 - Back to the Rhythm Con i Quiet Riot 1988 - Quiet Riot 1999 - Super Hits Con i Dokken 2010 - Greatest Hits 2012 - Broken Bones Altri album House of Lords - Demons Down (1992) Badd Boyz - Badd Boyz (1993) Paul Shortino/JK Northrup - Back on Track (1993) Black Bart - Bootleg Breakout (1994) Cage - F-Y-CO(1996) Mitch Perry - Better Late Than Never (1998) Jersey - Battle Has Just Begun (1999) Paul Shortino's The Cutt - Sacred Place (2002) Paul Shortino and the Rhythm Junkies - Stand or Fall (2003) XYZ - Letter to God (2003) Tribute Album Forever Mod: Portrait of a Storyteller (Tribute to Rod Stewart) (1998) Thunderbolt: A Tribute to AC/DC (1999) Collegamenti esterni
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti l'Unione Sportiva Livorno nelle competizioni ufficiali della stagione 1960-1961. Stagione Nella stagione 1960-1961 non bastano tre allenatori a riportare fra i cadetti il Livorno, Arturo Silvestri, Ugo Conti e Aldo Campatelli. Se ne vanno due colonne della precedente stagione, Mauro Lessi è ceduto al Torino e Gino Raffin al Venezia, per contro arriva dalla Triestina Fulvio Varglien ed Emilio Gratton che sarà il cannonniere stagionale con 11 centri. Il Livorno tra le favorite del girone B della Serie C, patisce l'ennesimo incerto avvio che costa la panchina a Silvestri, dopo la vittoria dell'esordio, la seconda vittoria arriva solo all'ottavo turno di campionato. L'undici amaranto riesce a recuperare terreno e quindi a rientrare in corsa per la promozione, ma sarà poi la sconfitta interna con la Lucchese per 2-3 alla fine di febbraio, che darà il colpo di grazia alle speranze amaranto, proiettando in Serie B i cugini rossoneri lucchesi, che proprio da questa gara danno la svolta al loro campionato, che li vedranno alla fine precedere il Cagliari ed il Livorno. Rosa Risultati Serie C girone B Girone di andata Girone di ritorno Note Bibliografia 1960-1961
ST Circus fu un'operazione segreta della CIA a sostegno della ribellione tibetana contro l'occupazione cinese. Descrizione Tra il 1950 e il 1959, la Repubblica popolare Cinese occupò gradualmente il Tibet, allora retto dal governo dei Dalai Lama, che mandò alcune delegazioni in India, Nepal, Gran Bretagna, Stati Uniti d'America e Cina per aprire alcuni negoziati con cui riconoscere a livello internazionale l'autonomia e l'indipendenza tibetana e ottenere aiuti significativi, sebbene solo quella inviata a Pechino venne ricevuta per intavolare una discussione, mentre gli altri Paesi scelsero per varie ragioni politiche la linea del non intervento. Washington, in quel tempo già impegnata sul fronte coreano, incaricò la CIA di pianificare un'adeguata resistenza da parte dei tibetani alle forze armate cinesi. I primi contatti diretti tra la CIA e il governo di Lhasa ebbero luogo nel 1951, e videro il XIV Dalai Lama, che aveva assunto i pieni poteri politici da appena un anno, e gli agenti segreti statunitensi in contatto tra loro attraverso l'ambasciata statunitense a Nuova Delhi e il consolato a Calcutta. Il Pentagono assicurò al XIV Dalai Lama armi leggere e aiuti finanziari al movimento di resistenza, e nell'estate 1956 ebbe inizio l'operazione ST Circus, atta ad assicurare l'autonomia del Tibet dalla Cina, altro grande Stato comunista di cui gli Stati Uniti d'America desideravano contenere l'influenza. La CIA addestrò ed equipaggiò per anni i partigiani tibetani nella lotta armata moderna, versando peraltro annualmente un milione e settecentomila dollari, somme dichiarate come aiuto finanziario al XIV Dalai Lama. Ottantacinquemila tibetani vennero addestrati in campi segreti prima sulle isole dei mari del sud, poi a Camp Hale, sulle Montagne Rocciose, dove le condizioni climatiche erano simili a quelle in Tibet, venendo poi paracadutati in piccoli gruppi da alcuni bombardieri Boeing B17, senza contrassegni e in volo a bassa quota sull' altopiano tibetano, ove costituirono la formazione chiamata Chushi Gangdrug, impegnata in decine azioni d'attacco, disturbo ed informazione militare prevalentemente nel Tibet nordorientale. I due fratelli maggiori del XIV Dalai Lama, il XXIV Taktser Rinpoche, e Gyalo Thondup, ebbero un ruolo molto attivo nella vicenda: il primo raccoglieva fondi e dirigeva la propaganda, l'altro organizzava la resistenza materiale e faceva da interprete tra gli agenti segreti statunitensi e i guerriglieri tibetani. Nel 1959, con l'aggravarsi degli scontri tra tibetani ed autorità cinesi e a seguito di una grande rivolta a Lhasa, il XIV Dalai Lama lasciò il Tibet con l'aiuto dei partigiani e della CIA, rifugiandosi in India, ove ottenne lo stato di rifugiato insieme a centinaia di altri profughi tibetani di tutte le classi sociali, ma l'operazione ST Circus proseguì tra alterne vicende fino al 1965, per poi interrompersi definitivamente nel 1972, a seguito della storica visita del Presidente Nixon a Pechino del 1972, in seguito alla quale gli Stati Uniti abbandonarono la teoria delle due Cine, riconoscendo l'indivisibilità del Paese e impegnandosi a ritirare tutte le forze militari di stanza a Taiwan, e quindi il sostegno alla causa dell'indipendenza del Tibet. In cambio, i cinesi riconobbero sostanzialmente la supremazia statunitense nell'Oceano Pacifico, isolando l'Unione Sovietica. Nel 1991, il XIV Dalai Lama pubblicò un'autobiografia, La libertà nell'esilio, in cui si espresse in tono critico nei riguardi degli aiuti del governo statunitense e della CIA: «La CIA appoggiò l'indipendenza del Tibet non perché l'avesse a cuore, ma perché la vedeva come parte del suo impegno mondiale atta a destabilizzare i governi comunisti.». Successivamente, nel 1995, aggiunse che sebbene l'intervento statunitense fosse stato di aiuto al morale di coloro che combattevano i cinesi «migliaia di vite si spensero nella resistenza», e che «il governo degli Stati Uniti si era impegnato negli affari del Tibet non per aiutarlo, ma solo come strategia nel contesto della Guerra fredda contro gli interessi della Cina comunista». Nel 1999, peraltro, dichiarò che il programma tibetano della CIA era stato dannoso per il Tibet perché era stato finalizzato principalmente alla tutela degli interessi statunitensi: «E una volta cambiata la politica statunitense nei confronti della Cina, tale aiuto venne meno.». Negli anni, l'aiuto bellico e finanziario da parte dei servizi segreti statunitensi fu un principio fondamentale con cui il XIV Dalai Lama venne criticato dai mezzi di comunicazione di massa cinesi e da alcuni studiosi occidentali filocinesi, ma anche da varie fonti neutrali. Voci correlate Tibet (stato); Tenzin Gyatso; Repubblica Popolare Cinese; Regione Autonoma del Tibet; Special Activities Center; Guerra fredda; Storia del Tibet
Le Terrazze bahai, note anche come Giardini pensili di Haifa, si trovano sul Monte Carmelo in Israele. L'apertura ufficiale dei 19 splendidi giardini a Terrazze che si estendono dalle falde fino alla cima del Monte Carmelo, ad Haifa, Israele, è avvenuto la sera del 22 maggio 2001, il 158º anniversario della dichiarazione della missione del Báb. Costituite da giardini intervallati da terrazze circondano il Mausoleo del Báb, situato nel cuore delle Terrazze e sono meta di pellegrinaggio per i Bahá'í e una delle maggiori attrazioni turistiche di Haifa. Il Comune di Haifa ha conferito alle Terrazze il Premio Aphraim Lifshitz e il Council for a Beautiful Israel il 1999 Magshim Award. L'architettura Le terrazze con i relativi giardini, con cui formano un tutt'uno, sono state disegnate dall'architetto di origine iraniana Fariborz Sahba, attualmente cittadino canadese, che ne iniziò la progettazione nel 1987 su incarico della Casa Universale di Giustizia: furono inaugurate ufficialmente il 22 maggio 2001. Il complesso delle terrazze e dei relativi giardini occupa un'area di circa 200.000 metri quadrati sul pendio occidentale del Monte Carmelo. La loro struttura architettonica è formata da 18 terrazze che si snodano per circa un chilometro lungo la pendenza occidentale del Monte Carmelo e hanno come fulcro il Mausoleo del Báb e la sua terrazza, la diciannovesima. Le terrazze sono unite da una scalinata che interseca il Mausoleo del Báb, che di esse è il punto radiante voluto come tale dall'architetto Fariborz Sahba. La scalinata è fiancheggiata da una coppia di ruscelletti d'acqua corrente che scende dall'alto fino alla base. Le terrazze e i giardini sono in una posizione dominante sulla città e di essa offrono un ampio panorama fino al mare, ma al contempo sono per il visitatore che arriva dal basso uno spettacolo notevole per la loro grandiosità e la varietà dei colori che li caratterizza, mentre il mausoleo svetta come un faro. Irrigazione ecologica Il sistema di irrigazione, del tutto computerizzato, tiene conto della situazione meteorologica contingente per gestire l'erogazione d'acqua, secondo un principio di risparmio energetico e idrico. Centinaia di valvole comandate dai computer consentono l'erogazione dell'acqua nei momenti migliori della giornata al fine di evitarne lo spreco. L'irrigazione avviene di notte e nelle prime ore del mattino per impedire la vaporizzazione dell'acqua stessa a causa delle alte temperature che normalmente si registrano in quel territorio. L'acqua che scende ai fianchi della scalinata costituisce un sistema chiuso per cui non se ne ha alcuna perdita. Simbolismo Le Terrazze Rappresentano simbolicamente il Báb e le 18 Lettere del Vivente, i suoi primi seguaci, da ciò il loro numero di 19. Nessuna terrazza è, in particolare, correlata a una specifica Lettera del Vivente. Note Bibliografia J. E. Esslemont, Bahaullah e la nuova era. Roma, Edizioni bahai, 1954. Alessandro Bausani, Saggi sulla fede Bahá'í, Roma, Casa Editrice Bahá'í, 1991, ISBN 8872140064. Peter Smith, A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith. Oxford, Oneworld Publications, 2000. ISBN 1851681841. Adib Taherzadeh, The Revelation of Bahá'u'lláh. Oxford, George Ronald, 1977. ISBN 0853980713. Voci correlate Mausoleo del Báb Fariborz Sahba Pellegrinaggio bahai Tempio bahai Altri progetti Collegamenti esterni Le terrazze bahai, sito ufficiale, Le terrazze, un sito World Heritage UNESCO, Bahai Mete di pellegrinaggio
Le qualificazioni del singolare del BCR Open Romania 2004 sono state un torneo di tennis preliminare per accedere alla fase finale della manifestazione. I vincitori dell'ultimo turno sono entrati di diritto nel tabellone principale. In caso di ritiro di uno o più giocatori aventi diritto a questi sono subentrati i lucky loser, ossia i giocatori che hanno perso nell'ultimo turno ma che avevano una classifica più alta rispetto agli altri partecipanti che avevano comunque perso nel turno finale. Le qualificazioni del torneo BCR Open Romania 2004 prevedevano 32 partecipanti di cui 4 sono entrati nel tabellone principale. Teste di serie Alberto Martín (ultimo turno) Nicolás Almagro (secondo turno) Richard Gasquet (Qualificato) Franco Squillari (Qualificato) Stanislas Wawrinka (Qualificato) Fernando Vicente (primo turno) Daniel Gimeno Traver (primo turno) Sergio Roitman (ultimo turno) Qualificati Stanislas Wawrinka Novak Đoković Richard Gasquet Franco Squillari Tabellone Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Collegamenti esterni BCR Open Romania 2004
L'architettura del Pakistan si riferisce alle varie strutture costruite durante diversi periodi storici nell'attuale regione del Pakistan. Con l'inizio della civiltà della valle dell'Indo intorno alla metà del III millennio a.C., per la prima volta nell'area che abbraccia l'odierno Pakistan si sviluppò un'avanzata cultura urbana con grandi infrastrutture, alcune delle quali sopravvivono ancora oggi. Questa fu seguita dallo stile Gandhāra dell'architettura buddhista che prendeva in prestito elementi dall'antica Grecia. Questi resti sono visibili a Taxila, la capitale del regno di Gandhāra. Civiltà della valle dell'Indo Gli archeologi portarono alla luce numerose città antiche, tra le quali Mohenjo Daro, Harappa e Kot Diji, che hanno una struttura uniforme, adeguata, con ampie strade nonché ben studiati impianti igienici e fognari. La maggioranza delle costruzioni di mattoni scoperte sono edifici pubblici come bagni termali e laboratori. Legno e limo servivano come materiali da costruzione. Templi con grandi scalinate, come quelli trovati in altre città antiche, sono assenti. Con il crollo della civiltà della valle dell'Indo anche l'architettura subì considerevoli danni. Sfortunatamente poco si sa di questa civiltà, spesso chiamata harappana, in parte perché scomparve intorno al 1700 a.C. per ragioni sconosciute e perché la sua lingua rimane indecifrata; la sua esistenza fu rivelata solo alla metà del XIX secolo e gli scavi sono stati limitati. Le testimonianze sopravvissute indicano una civiltà sofisticata. Città come Harappa e Mohenjo-Daro (= la "Città dei Morti") avevano popolazioni di circa 35.000 abitanti, erano disposte secondo un sistema a griglia. Gli abitanti vivevano in case di mattoni cotti senza finestre, costruite intorno a un cortile centrale. Queste città avevano anche una cittadella, dove erano localizzati gli edifici pubblici e religiosi, grandi piscine per i bagni rituali, granai per l'immagazzinamento del cibo, e un complesso sistema di scarichi e fognature coperte. Queste ultime rivaleggiavano con l'abilità ingegneristica dei Romani circa 2.000 anni più tardi. Architettura buddhista e indù Con l'ascesa del Buddhismo furono di nuovo sviluppati notevoli monumenti architettonici, che sono durati fino al presente. In aggiunta, l'influenza persiana e greca portò allo sviluppo dello stile greco-buddhista, a partire dal I secolo d.C. Il punto più alto di questa era fu raggiunto con il culmine dello stile Gandhāra. Resti importanti delle costruzioni buddhiste sono le stupa e altri edifici con statue e altri elementi greci chiaramente riconoscibili come colonne di sostegno che, accanto alle rovine di altre epoche, si trovano a Taxila, l'antica capitale del regno di Gandhāra, nell'estremo nord-est del Punjab. Un esempio particolarmente bello di architettura buddhista sono le rovine del monastero buddhista di Takht-i-Bahi nella provincia nordoccidentale di Khyber Pakhtunkhwa. Architettura moghul L'arrivo dell'Islam nell'odierno Pakistan - dapprima nel Sindh - durante l'VIII secolo d.C. significò la fine improvvisa dell'architettura buddhista. Tuttavia, si verificò una transizione tranquilla verso l'architettura islamica, prevalentemente senza immagini. Il modo in cui furono costruite le prime moschee con decorazioni le orientò fortemente allo stile arabo. Il più antico esempio di una moschea del tempo dell'infanzia dell'Islam in Asia meridionale è la moschea Mihrablose di Banbhore, dell'anno 727, il primo luogo di culto musulmano sul subcontinente indiano. Sotto il sultano di Delhi lo stile persiano-centroasiatico prevalse sulle influenze arabe. Caratteristica molto importante di questo stile è l'iwan, una sala o spazio rettangolare, chiuso su tre lati con uno completamente aperto, perlopiù sormontato da un arco. Ulteriori elementi caratteristici sono le ampie sale di preghiera, le cupole rotonde con mosaici e motivi geometrici e l'uso di mattonelle dipinte. Il più importante dei pochi edifici di stile persiano completamente preservati è la Tomba di Shah Rukn-i-Alam (costruita dal 1320 al 1324) a Multan. All'inizio del XVI secolo, l'architettura indo-islamica era all'apice della sua esplosione. Durante l'era moghul elementi ornamentali dell'architettura islamico-persiana furono fusi con le forme dell'arte indostana, producendo spesso motivi vivaci. Lahore, residenza occasionale dei sovrani moghul, esibisce una molteplicità di importanti edifici dell'impero, tra i quali la Moschea Imperiale (costruita nel 1673-1674), la Fortezza di Lahore (XVI e XVII secolo) con la Porta Alamgiri, la colorata Moschea di Wazir Khan, (1634-1635) nonché numerose altre moschee e mausolei, tra cui lo stupendo mausoleo di Jahangir e Nur Jahan. Anche la Moschea di Shah Jahan di Thatta nel Sindh ha origine nell'epoca dei Moghul. Tuttavia, essa esibisce caratteristiche stilistiche parzialmente diverse. Singolarmente, le innumerevoli tombe Chaukhandi sono di influenza orientale. Sebbene costruite tra il XVI e il XVIII secolo, esse non possiedono alcuna somiglianza con l'architettura moghul. Le opere murarie in pietra mostrano piuttosto la tipica fattura sindhi, probabilmente da prima dei tempi islamici. L'attività edilizia dei Moghul giunse quasi a scomparire alla fine del XVIII secolo. Dopo non fu intrapreso quasi nessun particolare progetto architettonico locale. Architettura coloniale britannica Nell'età coloniale britannica si svilupparono prevalentemente edifici di rappresentanza di stile indo-europeo, a partire da un miscuglio di componenti europee e indo-islamiche. Tra le opere più eminenti vi sono il Palazzo Mohatta e la Sala Frere a Karachi. Architettura post indipendenza Dopo l'indipendenza nel 1947 il Pakistan si sforzò di esprimere la sua identità nazionale appena ritrovata attraverso l'architettura. Questo si riflette particolarmente in strutture moderne come la Moschea Faysal a Islamabad. In aggiunta, edifici di importanza monumentale come il Minar-e-Pakistan a Lahore o il mausoleo in marmo bianco noto come Mazar-e-Quaid realizzato per il fondatore dello stato esprimevano la sicurezza di sé del nascente stato. Il Monumento Nazionale a Islamabad è uno dei più recenti esempi di integrazione tra cultura, indipendenza e architettura moderna. Galleria d'immagini Siti patrimonio dell'umanità Ci sono attualmente sei siti in Pakistan elencati tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO: Forte di Lahore e Giardini Shalimar Forte Rohtas Monumenti storici di Thatta Rovine archeologiche a Mohenjo-daro Rovine buddhiste a Takht-i-Bahi e resti della città vicina a Sahr-i-Bahlol Taxila Note Bibliografia Kamik Khan Mumtaz, Architecture in Pakistan, Singapore, Concept Media Pte Ltd, 1985. Maurizio Taddei e Giuseppe De Marco, Chronology of Temples in the Salt Range, Pakistan, South Asian Archaeology, Roma, Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente, 2000. Crossing Lines, Architecture in Early Islamic South Asia, in Anthropology and Aesthetics, n° 43, 2003. Malot and the Originality of the Punjab in Punjab Journal of Archaeology and History, n° 1, 1997. Hari Smiriti, Pattan Munara: Minar or Mandir?, in Studies in Art, Archaeology and Indology, Papers Presented in Memory of Dr. H. Sarkar, New Delhi, Kaveri Books, 2006. Voci correlate Architettura islamica Architettura moghul Architettura sikh Regno indo-greco Altri progetti Collegamenti esterni ARTSEDGE Pakistan: The Gift of the Indus (ARTSEDGE Pakistan: il dono dell'Indo) Pakistan's Salt Range Temples - A photographic review of Professor Michael W. Meister of the University of Pennsylvania (I templi del Salt Range in Pakistan: una rassegna fotografica del professor Michael W. Meister dell'Università della Pennsylvania) Architecture in Pakistan: A Historical Overview (Architettura in Pakistan: una panoramica storica) Islamic Architecture in Pakistan (Architettura islamica in Pakistan) Modernity and Tradition: Contemporary Architecture in Pakistan (Modernità e tradizione: architettura contemporanea in Pakistan) 100+1 Pakistani Architects And Their Own Houses (100+1 architetti pakistani e le loro case) - Amazon.com, consultato il 4 maggio 2008 Islamic Architecture in South Asia: Pakistan-India-Bangladesh (Architettura in Asia meridionale: Pakistan-India-Bangladesh) The Architectural Heritage of Bahawalpur (L'eredità architettonica di Bahawalpur) Scienza e tecnologia in Pakistan
Paranoia è un gioco di ruolo pubblicato per la prima volta nel 1984 dalla West End Games. L'ambientazione è un futuro distopico simile a quello dipinto nella Fuga di Logan; il tono del gioco è comunque molto ironico e condito da humour nero. Dal 2004 è pubblicato dalla Mongoose Publishing. Il manuale base della seconda edizione è stato tradotto in italiano dalla Das Production nel 1994. L'ambientazione Il gioco è ambientato nel Complesso Alfa, una città immensa e futuristica controllata dal Computer, un'intelligenza artificiale schizofrenica al servizio dei cittadini. Il Computer ha reso la felicità obbligatoria per tutti i cittadini. La mancata felicità (insieme a mille altre cose) è punibile con l'esecuzione sommaria. Il Computer è convinto che diverse minacce stiano per colpire la sua società "perfetta": gli Esterni, i mutanti, le sette religiose e, ovviamente, i comunisti. Per gestire queste minacce, il Computer utilizza i Risolutori, un corpo il cui compito consiste nel trovare i problemi e risolverli. Questo è solitamente il ruolo principale e dichiarato dei giocatori (anche se supplementi successivi offrono altri ruoli per i personaggi, come i robot). Ai giocatori/risolutori vengono quindi fornite missioni da portare a termine in difesa del complesso Alfa, spesso con obiettivi incomprensibili o incoerenti, equipaggiati con gadget futuristici, sperimentali o difettosi e vengono sovente inviati dal Computer schizofrenico incontro alla loro (spesso comica) morte. I giocatori, al di fuori dell'obiettivo dichiarato, hanno anche degli obiettivi segreti; infatti i risolutori al servizio del Computer sono nel contempo anche traditori della peggior specie, e hanno come fine ultimo quello della distruzione del complesso Alfa e del Computer. Il giocatore deve quindi sottostare per tutto il tempo del gioco a tre obiettivi contrapposti ma contemporanei: nel ruolo di risolutore, l'obiettivo esplicito di eseguire al meglio gli ordini incomprensibili del Computer per la propria ed altrui felicità, pena l'esecuzione sommaria; sempre nel ruolo di risolutore, quello di smascherare gli altri giocatori facenti parte di una delle categorie odiate dal Computer (questo obiettivo non è dichiarato, ma è implicito per tutta la durata del gioco e può portare a grandi avanzamenti di livello); infine nel ruolo di traditore, o di mutante, quello di sabotare il Computer e tradire gli altri giocatori. Nella maggior parte degli scenari, ogni personaggio è in realtà un mutante, un comunista o membro di una società segreta o di una setta religiosa, ed ha un obiettivo specifico tipico di ogni gruppo, che spesso consiste nell'incastrare o uccidere membri di altri gruppi, o sabotare il computer per ottenere la liberazione finale. Pertanto la missione dei Risolutori si trasforma inevitabilmente in una commedia degli errori, con ogni giocatore che cerca di tradire gli altri, cercando allo stesso tempo di mantenere i propri segreti, di compiacere il Computer e di portare a termine le proprie missioni segrete. Lo stesso manuale del gioco incoraggia un'aria di sospetto tra i giocatori, offrendo diversi consigli su come rendere Paranoia un'esperienza il più possibile paranoica. Ogni personaggio dispone di sei cloni, per cui la morte è un problema meno spinoso che in altri giochi di ruolo e permette ai risolutori di essere uccisi praticamente più volte in una partita, sia per mano di altri giocatori, che per suicidio o per incidente; una volta morto, invece di lasciare il gioco, ogni giocatore rientra immediatamente in gioco nei panni di un proprio clone, che viene incaricato di continuare la missione dal punto in cui è stata interrotta dalla spiacevole morte del predecessore. Questa facilità di spendere le vite porta a frequenti scontri a fuoco, morti sadiche ed orribili ma pervase da uno humour nero, sanguinario e demenziale. Pare che il termine "pacco-da-sei" (six-pack) sia un riferimento intenzionale in fase di progetto del gioco, all'uso di dare ad ogni giocatore un pacco di sei birre che rappresentano i cloni rimanenti (da bere man mano che incontrano la loro fine). L'equipaggiamento di ogni giocatore include armi futuristiche e sperimentali, spesso assegnate ai Risolutori in ritardo o in modo errato (a causa della immensa burocrazia che affligge il Complesso Alfa... con il famigerato ed odiato "Modulo per richiesta Moduli", tanto per fare un esempio) per cui ogni risolutore spesso si trova ad utilizzare dotazioni di armi richieste da altri giocatori. Altre volte le armi sono prive di istruzioni e il risolutore deve imparare ad usarle a proprie spese; ad esempio potrebbero essere piccole scatole con decine di indicatori, pulsanti e LED di cui non si conosce assolutamente la funzione, ovviamente prive del manuale di funzionamento, perché la conoscenza delle istruzioni è considerato un tradimento ed è punibile con l'esecuzione sommaria. Molte armi sono così sperimentali da essere difettose o non funzionanti, come i "fucili intrappolanti al plasma" che finiscono per intrappolare il giocatore stesso, il fondamentale i cui effetti non sono MAI quelli sperati, e ancora campi di forza alimentati da un reattore a fusione mantenuto stabile da un meccanismo a manovella, schiavi-robot con personalità insopportabili (nelle versioni più recenti interpretati da altri giocatori) e via dicendo. La conoscenza dei giocatori delle regole del gioco e del funzionamento degli oggetti, in realtà, è strettamente correlata al grado gerarchico raggiunto dal proprio Risolutore. I Risolutori, infatti, non sono tutti allo stesso livello, ma sono distribuiti su 9 livelli gerarchici, attribuiti in base al grado di fiducia che il Computer nutre nei loro confronti (più fiducia dal Computer significa più conoscenza delle regole, più libertà di azione, ma anche più missioni demenziali da portare a termine e più nemici). I gradi di gerarchia sono classificati coi 7 colori dell'arcobaleno, da "rosso", il più basso, a "violetto", il più alto. Due livelli aggiuntivi sono "infrarosso", ovvero il livello infimo (praticamente da schiavo) dato per punizione dal Computer ai dissidenti in alternativa alla morte, e "ultravioletto", che corrisponde al livello di conoscenza assoluto, ovvero quello dei Programmatori del Computer stesso (nessuno ha mai visto i Programmatori del Computer, e il Computer stesso ne nega l'esistenza, quindi credere alla loro esistenza significa morte certa). I mutanti, oltre alle armi, hanno anche capacità e poteri speciali, ovviamente da tenere nascosti il più possibile agli altri giocatori o al Computer; tali poteri vanno dall'invisibilità ai poteri pirocinetici, fino a poteri più "esotici" come "il naso eternamente colante" o "l'empatia con le macchine" (quest'ultimo è l'unico potere mutante la cui scoperta terrorizza il Computer, e che porta a morte sicura). Pare che dette mutazioni siano la conseguenza del clonare esseri umani in pacchi-da-sei. Ma noi non vi abbiamo detto niente. Spargere voci è tradimento. Il gioco è chiaramente inteso, fin dal suo sviluppo, come parodia di altri giochi di ruolo. In effetti si pone in completa antitesi ad altri giochi, che spesso richiedono cooperazione forzata tra i giocatori. In questo caso la cooperazione tra i giocatori è bandita e di fatto è del tutto impossibile; al contrario sono incentivate situazioni in cui i giocatori devono sospettare e non aiutare gli altri. Il manuale di Paranoia è a sua volta diverso da tutti gli altri per vari motivi. Per esempio, nelle prime edizioni l'intero capitolo sulle regole è stato etichettato come 'opzionale', poiché nel gioco stesso l'eccessiva conoscenza delle regole è paragonabile al tradimento. Alcune meccaniche di gioco sono particolarmente demenziali, come la tabella "Cadere da grandi altezze", che inizia con una caduta da 1,5 metri e termina con la categoria "Orbitale" (realmente usata in un supplemento ufficiale). Società segrete Le società segrete sono basate sulla conoscenza tramandata oralmente di situazioni pre-apocalittiche, poiché per ovvie ragioni non esistono scritti su argomenti antecedenti alla creazione del Computer (per la semplice ragione che il Computer nega di essere stato creato da qualcuno in qualche momento della storia). Il fatto di tramandare oralmente conoscenze che risalgono a periodi antecedenti la costruzione del Complesso Alfa, e spesso riferibili al "mondo esterno", porta a situazioni demenziali. Le prime edizioni del gioco includevano società come il Club della Foca (che adorava gli animali, ma non era certo di cosa fossero in realtà), i Cavalieri dell'Oggetto Circolare (anch'essi non sapevano di preciso quale oggetto circolare andasse venerato), i Trekkie e la Prima Chiesa di Cristo Programmatore. La Chiesa, in particolare, è una delle società presenti nel gioco più odiate dal Computer, perché tende ad insinuare il dubbio che il Computer sia stato costruito e programmato da qualcuno. Ovviamente tra le società segrete ci sono anche i Comunisti, anch'essi molto odiati dal Computer, per semplice invidia nei confronti del loro progetto di "società perfetta" affine alla sua; i comunisti sono odiosi e viscidi, tendono a parlare in russoski, indossare berretti di pelliccia ed a mangiare borscht. Ovviamente essendo il nome di questo gioco "Paranoia", va da sé che ogni società segreta ha spie e agenti infiltrati nelle altre organizzazioni, che fanno il doppio e triplo gioco. Degna di menzione speciale, per la particolare demenzialità che la contraddistingue, è la società segreta conosciuta come Wobblies, la cui nascita fa capire immediatamente che livelli di genialità abbia raggiunto il gioco nel corso di anni di sviluppo. Il Computer, preoccupato dalle voci e dalle notizie terribili che giungevano in continuazione in merito alla fondazione di questa società (voci tuttora ignote), in un passato remoto inviò un gruppo di Risolutori ad investigare. Poiché tale società a tutti gli effetti non esisteva, i risolutori non trovarono nulla da riferire al Computer e per questo furono terminati per pigrizia ed insubordinazione. A questo punto il Computer mandò un altro gruppo di Risolutori, che fece la stessa fine. Dopo che anche il terzo gruppo di Risolutori fu terminato per le stesse ragioni, il quarto gruppo si fece furbo e fondò esso stesso la società Wobblies per aver qualcosa da riferire al Computer. Da allora diverse altre società segrete, allarmate dalle terribili voci che circolavano su questo gruppo (tutto frutto di invenzione da parte dei Risolutori che fondarono il gruppo), hanno inviato spie per unirsi ai Wobblies. Il risultato finale è che la società è costituita interamente da spie di altri gruppi, che spiano le mosse di una società che non esiste e che non ha né un obiettivo né uno scopo, salvo quello di preservarsi nel tempo per la salvezza dei risolutori che ne fanno parte. Per potersi preservare deve avere sempre "qualcosa da riferire" al Computer, per cui i risolutori che ne fanno parte sono praticamente costretti ad inventarsi fatti da riferire, il che dà il via ad una serie di situazioni a catena dagli esiti spesso imprevedibili. Per esempio l'edizione Paranoia XP (ed il supplemento The Traitors Manual) includono le seguenti società: Anti-Mutants (Anti-Mutanti) Communists (Comunisti) Computer Phreaks (Pirati informatici) Corpore Metal (Corporazione Metallica) Death Leopard (Leopardo della Morte) First Church of Christ Computer Programmer (FCCC-P) (Prima Chiesa di Cristo Programmatore di Computer) Frankenstein Destroyers (Distruttori di Frankenstein) Free Enterprise (Libera Impresa) Humanists (Umanisti) Illuminati (Illuminati) Mystics (Mistici) Pro-Tech (Tecnici Professionisti) Psion (Psionici) PURGE (PURIFICAZIONE) Romantics (Romantici) Sierra Club (Sierra Club) Storia editoriale Sono state pubblicate cinque edizioni. Tre di queste dalla West End Games (la prima, seconda e "quinta" edizione), mentre le ultime due sono state pubblicate dalla Mongoose Publishing. Oltre a queste cinque edizioni è noto che a fine anni novanta la West End Games stava lavorando ad una "terza edizione" per rimpiazzare la male accolta quinta edizione, ma i problemi finanziari di cui soffriva ne impedirono la pubblicazione. Prima edizione L'idea base di Paranoia nasce da una serie di avventure ambientate in un futuro distopico controllato da un computer onnipotente, create e masterizzate da Dave Gelber per una sua campagna casalinga intorno al 1982. Greg Costikyan dopo aver giocato un paio di partite trovò interessante l'approccio di un «gamemaster malevolo in un universo malevolo» e propose a Gelber di trasformare la sua campagna in un gioco pubblicabile. Insieme a Eric Goldberg preparò un manoscritto iniziale sulla base della dozzina di appunti di gioco usati da Gelber.. Probabilmente a causa della novità dell'ambientazione e della rottura di diverse convenzioni di gioco (principalmente il fatto che i personaggi giocanti anziché collaborare fra loro sono spesso avversari e hanno un'alta probabilità di morire) non furono inizialmente capaci di interessare una casa editrice alla sua pubblicazione, ma dopo essere stati assunti dalla West End Games, con Goldberg come vice presidente della ricerca & sviluppo, riuscirono a licenziare il regolamento di Paranoia per la pubblicazione. Comunque il manoscritto preparato era ancora troppo tecnico, con poco materiale d'ambientazione, per cui venne girato a Ken Rolston che preparò la versione finale. Paranoia fu pubblicato l'anno successivo nel 1984 ottenendo un buon successo di pubblico e vincendo l'Origins Award per il miglior gioco di ruolo. Questa edizione, pur incoraggiano l'humour in gioco aveva un tono seriamente distopico, comunque i supplementi e le avventura pubblicati per supportarla enfatizzarono il lato leggero, stabilendo il misto libero di commedia slapstick, tradimento tra compagni di squadra e di satira generalmente associati con una partita di Paranoia. Seconda edizione La seconda edizione fu scritta da Greg Costikyan, Dan Gelber, Eric Goldberg, Ken Rolston e Paul Murphy e pubblicata nel 1987 dalla West End Games. Questa edizione può essere considerata una risposta allo sviluppo della linea verso uno sistema di gioco leggero, veloce e divertente. Le possibilità umoristiche della vita in una distopia paranoide sono enfatizzate e le regole considerevolmente semplificate rispetto alla prima edizione. Nel numero 132 di Dragon fu pubblicata una recensione molto favorevole della seconda edizione, che discute comunque alcune delle mancanze percepite della prima edizione: La recensione avanza comunque la tipica obiezione riguardo a questo gioco: «Non si presta facilmente a campagne a lungo termine. È meglio trattare questo gioco come una sequenza di sessioni di avventure brevi nella quale i giocatori si divertono nel fare tutte le cose riprovevoli che rovinerebbero un gioco più 'serio'». Comunque la conclusione della recensione afferma che «Come gioco umoristico tongue-in-cheek è difficile da battere» Metaplot nella seconda edizione Molti dei supplementi della seconda edizione appartengono ad un arco narrativo mirato a rinfrescare il gioco e a allargare gli spunti di gioco. Mentre ciò diede la possibilità di trascendere il tempo e lo spazio e di giocare in un Complesso Alfa post-apocalisse privo di computer o di giocare in un Complesso Alfa post-post-apocalisse nel quale il Computer è in lotta per il controllo contro altre fazioni, molti giocatori ritennero queste ambientazioni contrarie allo spirito del gioco. In particolare molti ritennero che la rimozione del Computer, e della struttura di potere ad esso associata, e la maggiore libertà data ai personaggi dei giocatori rovinasse le premesse del gioco, che richiedevano che i personaggi godessero di poca libertà, dovessero soddisfare le richieste del Computer e dovessero affrontare le ridicole situazioni create dalle folli regole della società del Complesso Alfa. I supplementi della seconda edizioni possono nel complesso essere divisi in quattro tipi: Classico: assenza di metaplot. Guerre delle società segrete: introdotte nel The DOA Sector Travelogue e supportate da una serie di moduli Secret Society Wars. Le missioni individuali possono essere giocate nel modo classico, ma temi ricorrenti e cospirazioni persistono da un manuale all'altro. The Crash: dettagliato in The Crash Course Manual e supportato dalla serie di moduli di viaggio temporale Vulture Warriors of Dimension X. Le avventure si svolgono in un Complesso Alfa diviso, privo di Computer, forse causato dalla guerra delle società segrete o forse no. Reboot: dettagliato in The Paranoia Sourcebook e supportato da alcuni moduli e supplementi. Il Computer ritorna ma non controlla completamente il Complesso Alfa. Il gioco è un ibrido delle altre era, con i giocatori che possono scegliere la propria fazione. Quinta edizione La "Quinta" edizione pubblicata dalla West End Games nel 1995 fu in realtà la terza edizione del gioco (la "terza" e la "quarta" edizione non sono mai esistite, il salto delle edizioni è una citazione ironica del balzo di versione della suite per ufficio Microsoft Office che per motivi di marketing passò dall'edizione 2.0 alla 5.0). È stata da allora dichiarata un "non prodotto" dagli autori dell'edizione corrente attuali a causa della cattiva ricezione commerciale e critica. Praticamente nessuno dello staff originale fu coinvolto nel progetto e i supplementi di questa edizione si concentrarono meno sul dark humour e la natura oppressiva del Complesso Alfa e maggiormente su prese in giro a buon mercato di icone della cultura popolare, per esempio una parodia di Vampiri: la masquerade. Oltre all'atmosfera più leggera e assurda i giocatori non apprezzarono neanche le illustrazioni, la maggior parte delle quali consisteva di disegni da cartone animato abbozzati rispetto ai disegni più dettagliati e tematicamente appropriati di Jim Holloway usati nelle edizioni precedenti.. Nell'introduzione a Flashbacks, una raccolta di avventure di Paranoia di edizioni precedenti Allen Varney descrive in dettaglio le decisioni di gestione che condussero negli occhi di molti al declino di Paranoia e cita voci per cui la linea perse il 90% delle vendite, prima della chiusura per bancarotta della West End Games: Terza edizione In seguito alla ricezione estremamente negativa della Quinta edizione la West End Games iniziò a pianificare una nuova edizione del gioco che sarebbe stata pubblicata come "Terza edizione". Pagine di questa edizione furono presentate alla Gen Con 1997, due anni dopo la pubblicazione della Quinta edizione. A causa dei problemi finanziari della West End Games questa edizione non fu mai completata. In un'intervista del 1999 Scott Palter della West End espresse la speranza che la Terza edizione venisse pubblicata quell'estate, rivelando anche che gli autori originali avevano dato il via ad una causa per reclamare i diritti del gioco. Gli autori vinsero infine la causa mettendo fine alla possibilità che la West End Games potesse pubblicare un'ultima edizione. A single adventure has surfaced which contained a brief summary of the third edition rules. Paranoia XP In seguito alla bancarotta della West End Games gli autori originali di Paranoia si unirono e acquistarono i diritti al gioco dalla West End Games per poter riottenere il controllo della linea. A loro volta gli autori concessero una licenza alla Mongoose Publishing per pubblicare una nuova versione del gioco, che fu chiamata Paranoia XP (2004), scritta da Allen Varney, Aaron Allston, Paul Baldowski, Beth Fischi, Dan Curtis Johnson e Greg Costikyan. Nel 2005, la Microsoft richiese la rimozione di "XP" dal titolo. Pertanto il nome fu abbreviato a solo Paranoia. Questa edizione ebbe un maggior successo, sia di pubblico, che di vendite. Questa edizione introduce tre differenti stili di gioco per supportare diversi toni di gioco: "Zap" è lo stile anarchico da commedia slapstick che non pretende di avere senso e che non cerca di fare satira. Zap rappresenta Paranoia come normalmente compreso: troubleshooter che aprono il fuoco uno contro l'altro con poca o nessuna provocazione. Viene spesso associato con la Quinta edizione. Il simbolo di questo gioco sono due stivali fumanti. "Classic" è l'atmosfera associata alla seconda edizione. Pur essendo presente il conflitto intrasquadra è meno frequente e meno letale. Il simbolo di questo gioco è un computer (rappresentante il Computer). "Straight" rappresenta un nuovo stile per Paranoia, anche se con qualche precedente con le versioni più serie dei moduli della prima edizione. È più serio e maggiormente incentrato sulla satira. In questo stile di gioco i personaggi sono puniti per terminare altri personaggi senza prima aver trovato prove inconfutabili del suo tradimento. Questo incoraggia un gioco di ruolo più attento e scoraggia gli scontri a fuoco casuali. Il simbolo di questo stile di gioco è un enorme occhio, simile a quello in copertina. L'autore principale, Allen Varney, nelle note di progetto spiega che il suo obiettivo con la nuova edizione era di ritornare il gioco alle sue origini, aggiornando però il regolamento e l'ambientazione per tener conto di vent'anni di storia di progetto dei giochi di ruolo. Sia nel manuale base che nei supplementi Flashbacks (una ristampa di avventure classiche originariamente pubblicate dalla West End Games) Varney fu molto critico nei confronti della gestione della linea di prodotto nei suoi ultimi giorni da parte della West End Games. In un messaggio su RPGnet spiegò che il motivo di includere i tre stili di gioco in Paranoia XP era di contrastare l'impressione che lo stile di gioco "Zap" fosse quello standard, un'impressione che è in parte stata creata dagli ultimi supplementi pubblicati dalla West End Games. Per potersi differenziare dagli aspetti più sgraditi della linea delle West End Games e scoraggiare i nuovi giocatori nello spendere tempo e denaro su quello che considerava prodotti inferiori, Varney usò le note del progettista per dichiarare molti prodotti della West End, inclusa la Quinta edizione e tutto il materiale pubblicato per la seconda edizione dopo la The People's Glorious Revolutionary Adventure, come "unproducts" — non più parte della continuità del gioco e non raccomandati per l'uso con la nuova edizione. In conseguenza di ciò la gran parte del metaplot stabilito dalla West End Games, dalla Secret Society Wars fino al Reboot e oltre fu ignorato. Varney spiegò questo principalmente per via del suo disgusto per la direzione presa dalla trama, un disgusto che afferma condiviso dalla comunità dei fan. Afferma inoltre che personalmente non gli piace lo stile "Zap", e pertanto può avergli dato poco supporto nel manuale principale, sebbene alcuni successivi supplementi per Paranoia XP fornirono più supporto per lo stile di gioco Zap. Jim Holloway, autore delle copertine e di gran parte delle illustrazioni interne fino al 1986, fu richiamato per disegnare le copertine dei manuali della nuova edizione Anche se Paranoia XP mantiene i comunisti come capro espiatorio nonostante la fine della guerra fredda a questi integra diversi temi del XXI secolo nella sua satira. I troubleshooter portando PDC (personal digital companion) reminiscenti dei computer palmari e smartphone, possono tentare di ottenere equipaggiamento comprandolo all'asta su CBay (gioco di parole su eBay). Nuove minacce contro il Complesso Alfa includono file sharing, phishing, Furto d'identità e armi di distruzione di massa. Anche il consumismo è stato integrato nell'economia e ha assorbito elementi di patriottismo che esprimono alcuni sentimenti espressi dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Una raccolta di missioni pubblicata nel 2009 e intitolata War On (Insert Noun) satireggia sulle iniziative del governo come la guerra alle droghe e la guerra al terrorismo. Nello scrivere la nuova edizione Varney, Goldberg e Costikyan contattarono e collaborarono attivamente con la comunità online di appassionati di Paranoia attraverso un blog di sviluppo e la wiki paranoia-live.net. Inoltre Varney gestì una campagna online, il "Toothpaste Disaster" in cui i giocatori assumevano il ruolo di alti programmatori che documentano il disastro del titolo nel formato Lexicon. Molte idee nate in questo gioco trovarono posto nel manuale. Più tardi alcuni dei migliori giocatori e altri collaboratori furono formalmente integrati come Traitor Recycling Studio per scrivere materiale ufficiale per Paranoia; il loro primo prodotto fu il supplemento Crash Priority. Il manuale del gioco è accompagnato da un End Clone License Agreement, parodia dell'End User License Agreement di numerosi software, fra cui un omonimo sistema operativo. Nel 2006 Gareth Hanrahan assunse l'incarico di scrittore principale per la linea di Paranoia. La Mongoose Publishin rilasciò diversi supplementi ed avventure per il gioco. Degno di nota tra questi ci fu Extreme Paranoia, che forniva idee per scenari basati su personaggi con livello di sicurezza dall'arancio al violetto, con premesse molto differenti da quelle dei personaggi normali di livello di sicurezza rosso, pur rimanendo tematicamente appropriate all'ambientazione e atmosfera del gioco. Il modulo includeva la ristampa del supplemento della prima edizione HIL Sector Blues, incentrato su agenti della sicurezza di livello blu). L'idea di progettare nuovi e vari concetti su cui basare campagne e avventure di Paranoia sarebbe stata rivisitata nell'edizione successiva del gioco. 25th Anniversary Editions Nel giugno 2009 la Mongoose Publishing annunciò che avrebbero ritirato i libri della linea XP per lasciar posto alla nuova linea 25th Anniversary, rivelando una nuova edizione del libro base, così come due nuovi manuali, uno che mette i giocatori nei ruoli di sicurezza maggiori di investigatori della sicurezza interna e di altri programmatori ultravioletti. La Mongoose dichiarò che il materiale di Paranoia XP sarebbe stato "compatibile al 90%" con quello della nuova linea. Ognuno dei tre manuali è completamente autosufficiente e giocabile a sé stante: Paranoia: Troubleshooters, Paranoia: Internal Security e Paranoia: High Programmers. Il manuale Troubleshooters è una versione ridotta del manuale dell'edizione XP, incentrata principalmente sulla premessa tradizionale del gioco di personaggi come troubleshooter di livello di sicurezza rosso. L'Internal Security li mette dei ruoli di agenti della sicurezza interna di livello di sicurezza blu. Il terzo manuale, Paranoia: High Programmers, li mette nel ruolo di alti programmatori ultravioletti, la casta di élite della società del Complesso Alfa, al centro degli intrighi politici che dominano la vita degli altri programmatori, una premessa non differente dalle idee di campagna presentate in Extreme Paranoia. Il manuale Troubleshooters assume come standard lo stile di gioco "classico" e rilega lo stile "Zap" e "Straight" a un'appendice. Allen Varney commentò in un post su rpg.net che questa decisione fu una conseguenza del fatto che l'edizione XP aveva avuto successo nel convincere un vasto pubblico che lo stile "Zap" non fosse quello di default del gioco e che visto che ormai era accettato che Paranoia potesse essere giocato in stili diversi, che ogni game master avrebbe potuto interpretare in maniera diversa non era più necessario enfatizzare gli stili di gioco diversi nel testo principale. Il volume Internal Security include un'appendice che elenca tre nuovi stili per il gioco "Heist", "Overkill" e "Horror". High Programmers non specifica stili di gioco. Edizioni Prima edizione Sono tutti stati pubblicati dalla West End Games Seconda edizione Sono tutti stati pubblicati dalla West End Games Quinta edizione Sono tutti stati pubblicati dalla West End Games Edizione XP Sono tutti stati pubblicati dalla Mongoose Publishing 25th Anniversary Giochi derivati The Paranoia Complex: videogioco d'avventura pubblicato nel 1989 dalla Magic Bytes per Amiga, Amstrad CPC, Commodore 64 e ZX Spectrum, ispirato non ufficialmente a Paranoia Paranoia: The Mandatory Card Game: gioco di carte collezionabili scritto da Steve Gilbert e pubblicato nel 2005 JParanoia un programma (scritto in Java) specificatamente creato per giocare a Paranoia . Note Bibliografia Collegamenti esterni Paranoia Live (Comunità di giocatori che giocano online usando JParanoia) Giochi di ruolo di fantascienza Giochi di ruolo umoristici
La Super 7 è un'autovettura prodotta dalla Triumph dal 1927 al 1934. Dal 1933 il modello venne rinominato Super 8. La Super 7 è stata la risposta della Triumph al successo della Austin 7, ed è stata la prima vettura della casa automobilistica britannica citata ad essere stata prodotta su larga scala. Il progetto Lo sviluppo del modello iniziò nel 1925 quando ad Arthur Sykes, che precedentemente aveva lavorato per la Lea-Francis, venne dato l'incarico di disegnare per la Triumph una nuova piccola vettura. Per questo scopo, fu ingaggiato Stanley Edge, che in precedenza aveva disegnato l'Austin 7. Il nuovo modello, a cui fu dato il nome "Super 7", fu lanciato nel settembre del 1927. Esso possedeva una lunghezza superiore di 150 mm, ed una larghezza maggiore di 50 mm, del modello Austin. Caratteristiche tecniche La Super 7 montava un motore a quattro cilindri in linea a valvole laterali da 832 cm³ di cilindrata progettato da Harry Ricardo, che aveva l'alesaggio e la corsa di, rispettivamente, 56,5 mm e 83 mm. Questo propulsore possedeva tre supporti di banco, contro i due del modello Austin. Come i modelli precedenti Triumph, anche la Super 7 aveva in dotazione dei freni idraulici Lockheed. Rispetto a quelli delle vetture precedenti, avevano però dei tamburi più grandi ed erano meno problematici quando erano bagnati dall'acqua. Il freno di stazionamento agiva direttamente sulla trasmissione. Le sospensioni, sia anteriori che posteriori, erano ad assale rigido ed a balestra. Il cambio era manuale a tre rapporti non sincronizzati. L'impianto elettrico era a 6 V. Le carrozzerie La Triumph Super 7 fu offerta con vari corpi vettura. Le carrozzerie disponibili furono roadster due porte, torpedo due porte, berlina due porte e landaulet quattro porte. Tutte le carrozzerie erano fabbricate internamente alla Triumph, anche se c'era la possibilità che la casa automobilistica britannica fornisse delle vetture a telaio nudo che il cliente avrebbe fatto completare da un carrozziere esterno. Storia Nel 1929 venne introdotta una nuova versione, denominata "Super Sport", che era dotata di una linea peculiare. Inoltre, venne anche preparata una versione speciale avente installato un motore sovralimentato da 747 cm³ di cilindrata. Quest'ultimo modello era però piuttosto costoso, dato che era sul mercato a 250 sterline, e quindi ne vennero venduti pochi esemplari. Sempre nel 1929 Donald Healey partecipò con una Super 7 al rally di Monte Carlo, ma non finì la corsa a causa di un guasto della vettura. Healey ci riprovò l'anno successivo, e questa volta terminò la corsa giungendo settimo nella classifica generale. Con questo risultato, la Super 7 fu la prima vettura britannica a terminare il rally di Monte Carlo. Nel 1930 le ruote a raggi sostituirono le ruote "da artiglieria". Questo tipo di ruote erano denominate così perché venivano costruite secondo una tecnica utilizzata per fabbricare le ruote di alcuni mezzi militari dell'epoca. A causa della grande depressione iniziata nel 1929, l'economia peggiorò e la Triumph razionalizzò la gamma della Super 7. Nel 1932 denominò "Mark I" le versioni torpedo, e "Mark II" le berline. Alla gamma venne aggiunta una versione berlina senza montanti. Alcuni modelli ebbero in dotazione un cambio a quattro rapporti. La Super 8 e la fine della produzione Il nome della Super 7 fu cambiato nel 1933 in "Super 8" dato che, in definitiva, il modello era da sempre incluso nella categoria di vetture da 8 cavalli fiscali. Nell'occasione, tutte le vetture ebbero in dotazione il telaio della Mark II. Questo fu l'ultimo anno di commercializzazione del modello. Già nel 1931 la Triumph aveva lanciato sul mercato la Super 9 che fu, a tutti gli effetti, la sostituta della Super 8. Note Bibliografia Altri progetti Super 7
Carriera Club West Ham United Lletget inizia la sua carriera calcistica con il West Ham, club con il quale firma il suo primo contratto da professionista nel settembre del 2010. Nonostante le varie convocazioni in prima squadra, non è mai riuscito a debuttare ufficialmente in Premier League, complice anche la mononucleosi contratta nel 2013. Il suo debutto ufficiale con la maglia degli hammers arriva il 5 gennaio 2014 nel terzo turno di FA Cup contro il Nottingham Forest. Los Angeles Galaxy L'8 maggio 2015 si trasferisce ai Los Angeles Galaxy. Il 17 maggio debutta in MLS contro l'Orlando City, sostituendo Mika Väyrynen al 69º minuto. Il 13 giugno viene schierato per la prima volta da titolare nella partita contro i Columbus Crew, nella quale segna anche il suo primo gol con la maglia dei Galaxy. New England Revolution Il 16 dicembre 2021; dopo 6 anni nei Galaxy, passa per 1,3 milioni di dollari ai New England Revolution, freschi vincitori del Supporters' Shield con il record di punti. Fece il suo debutto nella prima partita della stagione dove segnò la sua prima rete nel 2-2 conto i Portland Timbers. Il 9 Marzo 2022 segnò il gol della vittoria nei quarti di finale della CONCACAF Champions League contro il Pumas UNAM. Segnò il suo secondo gol in MLS con i Revs il 21 maggio nella vittoria per 3-2 contro l'FC Cincinnati. FC Dallas Il 3 Agosto 2022 l'FC Dallas comunica di aver acquistato il giocatore per 600,000 $. L'accordo prevede il versamento della metà della somma nel 2022 e l'altra metà nel 2023. Nazionale Ha rappresentato gli Stati Uniti a livello under-17, under-20 e under-23 prima di rappresentare la Nazionale maggiore nel gennaio 2017 per la prima volta segnando il suo primo gol due mesi dopo nella gara di qualificazione ai Mondiali 2018 (a cui gli Stati Uniti non si sono qualificati) nella roboante goleada rifilata all'Honduras (6-0). Vita privata Attualmente ha una relazione con la cantante Becky G che dura dal 2016. Statistiche Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 14 maggio 2023. Cronologia presenze e reti in nazionale Palmarès Nazionale 2019-2020 Stati Uniti 2021 Note Altri progetti Collegamenti esterni Calciatori della Nazionale statunitense Calciatori campioni del Nord e Centro America
L'eccitazione sessuale è l'insieme delle reazioni psicologiche e fisiologiche, alcune volontarie, altre involontarie, che nei mammiferi, compreso l'Homo sapiens, è propedeutico all'attività sessuale. Negli animali La natura delle relazioni sessuali negli animali non ha una sistemazione scientifica definita. È stato osservato che in alcune specie il sesso ha una valenza sociale anche indipendente dalla primaria finalità riproduttiva. Delfini e bonobo, ad esempio, usano il sesso come strumento per rafforzare e mantenere i legami. Gli etologi hanno documentato scambi di sesso per promuovere la coesione di gruppo negli animali sociali. Il rinsaldamento del legame sociale è uno dei più evidenti vantaggi selettivi congetturati nella teoria della selezione di gruppo. Gli esperti di evoluzione della riproduzione sessuale quali John Maynard Smith sostengono la tesi che lo scambio di favori sessuali serva a consolidare e localizzare la varietà di alleli in una popolazione isolata e pertanto sia un grande punto di forza nell'evoluzione. Maynard Smith ha anche scritto ampiamente sull'applicazione logistica della "teoria dello scambio di fluido seminale" nell'assortimento di alleli come una rappresentazione sintetica più accurata dell'equilibrio di Hardy Weinberg nei casi di popolazioni che praticano intense ibridazioni reciproche. Negli esseri umani Nel maschio, l'eccitazione sessuale si manifesta con un aumento del flusso di sangue al pene per generare l'erezione. Questo è di regola il più evidente e affidabile segno di eccitazione sessuale negli uomini; tuttavia, gli adolescenti hanno spesso erezioni "non-sessuali" conseguenti al loro alto livello di testosterone. Nella femmina, la vagina si auto-lubrifica in preparazione al rapporto sessuale. A differenza della maggior parte degli altri mammiferi, gli esseri umani di entrambi i sessi non hanno una "stagione degli amori" predefinita e sono quindi potenzialmente capaci di eccitazione sessuale in ogni momento dell'anno. Aspetti psicologici In inglese colloquiale, si usano chiamare turn-ons ("inneschi") ogni elemento o fattore che possa provocare eccitazione sessuale. Tali turn-ons possono essere di natura fisica o mentale. Per esempio, psicologicamente, la maggior parte dei maschi eterosessuali è stimolata visivamente dalla nudità femminile (totale o parziale), mentre alcune femmine eterosessuali sono stimolate dalla tenerezza amorosa raggiunta con il proprio amante. Secondo il terapista coniugale e sessuale David Schnarch, l'intimità, lo schietto ritratto delle due persone che si uniscono nell'amplesso, può portare a un elevato stato di passione sessuale, comprendente l'eccitazione sessuale. Data una giusta stimolazione, l'eccitazione sessuale negli esseri umani tipicamente culminerà nell'orgasmo, ma può essere perseguita anche in sé stessa, malgrado l'eventuale assenza di orgasmo. Le fasi della risposta sessuale di Masters e Johnson Tra gli anni '50 e gli anni '60, William Masters e Virginia Eshelman Johnson condussero molti importanti studi nel campo della sessualità umana. Nel 1966 i due studiosi pubblicarono Human Sexual Response, che esponeva sistematicamente quattro stadi di variazioni fisiologiche negli esseri umani durante la stimolazione sessuale. Queste fasi sono (in ordine di apparizione): eccitativa plateau orgasmica conclusiva Si ritiene che l'effetto della reazione sessuale sia un modificatore di comportamento consistente in un rinforzo plastico positivo, associato con l'effetto di Baldwin. L'eccitazione sessuale può manifestare strutture anatomico-funzionali dei caratteri sessuali assai inconsuete: nella femmina il clitoride, eretto, può raggiungere notevoli dimensioni, mentre nel maschio può insorgere la ginecomastia. Tali fenomeni, che ricorrono anche in altri mammiferi (ad esempio lo pseudo-pene nella femmina di iena ridens crocuta crocuta) sono ritenuti vestigia di arcaici caratteri sessuali, comparsi in qualche pregresso stadio dell'evoluzione umana e funzionali alla selezione copulatoria. La loro funzionalità nella selezione sessuale spiega la loro persistenza e, secondo alcuni studi interculturali, sopravvive nell'evocare l'eccitazione in potenziali partner di accoppiamento. Una vistosa conferma di questa teoria si ravviserebbe nell'alta incidenza epidemiologica del dimorfismo sessuale in alcune popolazioni umane del Sudest asiatico. Il modello di Singer Singer presenta un modello del processo di eccitazione sessuale, nel quale ha concettualizzato la reazione sessuale umana come composta di tre elementi indipendenti (benché generalmente sequenziali): Reazione estetica: risposta emotiva a un volto o a una figura attraente; produce un aumento di attenzione verso l'oggetto attraente, tipicamente producendo il movimento della testa e degli occhi verso l'oggetto Reazione di approccio: procede dalla prima fase; implica movimenti corporali verso l'oggetto Reazione genitale: sia per l'attenzione, sia per la più stretta vicinanza, le reazioni fisiche si risolvono in tumescenza genitale Singer nota l'esistenza di una serie di altre reazioni autonome, ma riconosce che la letteratura scientifica indica la reazione genitale come «la più affidabile e conveniente da misurare» nei maschi. Caratteristiche fisiche L'eccitazione sessuale determina una serie di alterazioni fisiche: Nella femmina Aumento della dimensione e del tono del seno Pigmentazione più intensa dell'areola mammaria e del capezzolo, causata da un maggiore afflusso di sangue Erezione dei capezzoli Lubrificazione vaginale Vasocongestione delle pareti vaginali Tumescenza ed erezione della clitoride Elevazione della cervice e dell'utero, espansione del fondo della vagina Cambio di forma, colore e dimensione delle grandi labbra e delle piccole labbra Nel maschio Tumescenza ed erezione del pene, le cui vene dorsali possono diventare evidenti Retrazione e irrigidimento del prepuzio, spesso con esposizione totale del glande, se non già esposto normalmente (ad esempio se circonciso) Aumento di volume del glande e assunzione di tipica colorazione intensa a causa dell'afflusso sanguigno Erezione dei capezzoli Emissione di liquido preseminale Rigonfiamento ed elevazione dei testicoli Tensione e ispessimento dello scroto Note Bibliografia Jean Piaget, Henri Piéron, Albert Michotte, André Fauville, Rémy Chauvin, Valeria Giordano, Psicologia della percezione, Newton Compton, 1973 Umberto Piscicelli, Psicosomatica ginecologica, PICCIN, 1979, ISBN 88-212-0008-6, 9788821200083 Miguel Ficher, Ralph E. Fishkin, Joseph A. Jacobs, Sexual arousal: new concepts in basic sciences, diagnosis, and treatment, C.C. Thomas, 1984, ISBN 0-398-04962-9, 9780398049621 Umberto Piscicelli, Sessuologia: teoremi psicosomatici e relazionali, PICCIN, 1994, ISBN 88-299-1142-9, 9788829911424 Alexander Lowen, Amore e orgasmo, Feltrinelli Editore, 2001, ISBN 88-07-81143-X, 9788807811432 Raymond Rosen, J. Gayle Beck, Patterns of Sexual Arousal: Psychophysiological Processes and Clinical Applications, Guilford Press, 1988, ISBN 0-89862-712-5, 9780898627121 C. Cipolla, La sessualità come obbligo all'alterità, FrancoAngeli, 2005, ISBN 88-464-6254-8, 9788846462541 Barbara Keesling, Sexual Pleasure: Reaching New Heights of Sexual Arousal and Intimacy, Hunter House, 2005, ISBN 0-89793-435-0, 9780897934350 Voci correlate Attrazione sessuale Apparato genitale maschile Apparato genitale femminile Coito riservato Condizionamento (psicologia) Desiderio (filosofia) Erezione Fantasia sessuale Penetrazione sessuale Punto G Pre-eiaculazione Rapporto Kinsey Sessualità Test sessuologici Zona erogena Altri progetti Collegamenti esterni Attrazione sessuale
L'Università di Leicester è un'università con sede a Leicester, in Inghilterra, con circa 17.000 studenti. Il campus principale è circa un miglio a sud del centro cittadino, vicino a Victoria Park ed al Wyggeston and Queen Elizabeth I College. Storia L'università è stata fondata nel 1918 col nome di Leicestershire and Rutland College. Il sito fu donato da un fabbricante di tessuti locale, Thomas Fielding Johnson, per creare un monumento a coloro che persero la vita nella prima guerra mondiale. Ciò si riflette nel motto dell'università "Ut Vitam Habeant" ("Affinché possano vivere"). L'edificio centrale risale al 1837. I primi studenti furono ammessi nel 1921. Nel 1927 gli studenti sostennero gli esami per le lauree esterne dell'Università di Londra. Dal 1957 il college ottenne lo status di università ed il diritto di rilasciare lauree. Nel 1984 Alec Jeffreys del dipartimento di genetica sviluppò il fingerprinting genetico. Nel settembre del 2012 un team di archeologi dell'ateneo scoprirono i resti di re Riccardo III d'Inghilterra. Organizzazione L'università è organizzata in 5 facoltà: facoltà di medicina e biologia; facoltà di arte; facoltà di diritto; facoltà di scienze; facoltà di scienze sociali (ingrandita nel 2004 per includere la facoltà di educazione); facoltà di ingegneria. Altri progetti Collegamenti esterni Leicester Leicester
Eternal Darkness: Sanity's Requiem è un videogioco concepito esclusivamente per Nintendo GameCube, e largamente ispirato principalmente ai racconti di Howard Phillips Lovecraft ed Edgar Allan Poe. Sviluppato dai canadesi Silicon Knights, è stato pubblicato da Nintendo il 23 giugno 2002. Origini e sviluppo Inizio su Nintendo 64 Eternal Darkness fa parte di quel filone di giochi, di quei primi tentativi di Nintendo, di introdurre titoli con tematiche più adulte e mature nel proprio catalogo, dato il successo di capolavori come Metal Gear Solid o Final Fantasy VII su PlayStation. Verso la fine degli anni 90, decise quindi, di rivolgersi ai Silicon Knights, per adempire a tale compito, dopo aver notato le potenzialità dello studio con il gioco Blood Omen: Legacy of Kain. Lo sviluppo del gioco ebbe quindi inizio, e la piattaforma fissata per la pubblicazione del titolo era Nintendo 64; il team utilizzò programmi come 3D Studio Max per il mesh poligonale di ambienti e personaggi, mentre per le operazioni di texture mapping fu utilizzato il ben noto Adobe Photoshop. Per l'anno 2000 i Silicon erano riusciti a realizzare una beta del gioco perfettamente funzionante e giocabile su Nintendo 64; tuttavia a pochi mesi dal termine dello sviluppo, con l'avvento della sesta generazione e la diminuzione del supporto a Nintendo 64, Nintendo ordinò lo spostamento dello sviluppo sulla sua nuova console, Nintendo GameCube. Secondo alcuni dei Silicon questa scelta di Nintendo combaciava con la consapevolezza di avere poche killer application disponibili al lancio del loro nuovo sistema da gioco, previsto per il 2001, oltre al fatto che il supporto per quest'ultimo, il Nintendo Optical Disc, era molto meno costoso rispetto alle ormai antiquate e non più economiche cartucce elettroniche. Deragliamento dello sviluppo su GameCube Lo spostamento dello sviluppo da Nintendo 64 a Nintendo GameCube fu quasi traumatico per i Silicon: dovettero utilizzare un nuovo motore grafico, creare nuovi ambienti, nuovi personaggi, nuove animazioni, e molto altro. Il gioco era stato quasi completato, ma paradossalmente doveva essere ricostruito da capo. Nonostante questo però i Silicon riuscirono a percepire anche il lato positivo della cosa, ovvero il fatto che lo sviluppo su Nintendo 64 fu comunque piuttosto utile ai fini delle capacità del team, migliorandole, e consentendogli di utilizzarle in maniera ottimale per lo sviluppo su Nintendo GameCube; non solo: le straordinarie potenzialità della nuova macchina consentirono al team di compiere salti da gigante nel campo della computer grafica, passando dagli appena 4000 poligoni dell'N64, agli oltre 8000 del nuovo GameCube. Eternal Darkness sarebbe stato anche uno dei primi videogiochi concepiti per sfruttare lo standard televisivo widescreen 16:9, con il supporto della tecnologia Dolby Surround Pro Logic II. L'impegno del team, però, non dovette concentrarsi solo sulla realizzazione tecnica del gioco, ma anche su ciò per cui il gioco era stato originariamente concepito e voluto: trama e tematiche. I Silicon lavorarono duro per far combaciare la complessità della storia, e le vicende dei personaggi, in maniera tale che nulla fosse lasciato al caso; usi e costumi dei personaggi, e le ambientazioni nelle diverse epoche storiche, avrebbero dovuto essere molto fedeli alla realtà. Inoltre bisognava aggiungere tematiche potenti e di un certo spessore data l'ispirazione ai lavori di Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft. In questo senso la catalizzazione del concetto di "follia", tipico dei due scrittori, nell'utilizzo del "Sanity Meter" sarebbe stato cruciale: se sottoposto ad eventi sconvolgenti o di macabra entità, il personaggio avrebbe iniziato a soffrire di isteria e schizofrenia, cosa che avrebbe ingannato non solo il protagonista ma anche il giocatore stesso, ponendoli dinnanzi ad imprevedibili reazioni dell'ambiente di gioco. L'ispirazione per l'utilizzo del Sanity Meter arrivò, non a caso, dal gioco da tavolo di Sandy Petersen, Il richiamo di Cthulhu, ma renderlo operativo in un videogioco era tutt'altro che facile: nel codice sorgente del programma, molte cause/conseguenze dovevano essere implementate e calcolate in base a diverse variabili, prima di produrre gli effetti desiderati; senza contare che tali effetti necessitavano di essere ben calibrati, evitando di annoiare, confondere, o addirittura spaventare troppo, il giocatore. La stessa Nintendo, inizialmente, era contraria all'utilizzo del Sanity Meter, ma ebbe da ricredersi dopo aver visto che effettivamente era un espediente di gioco originale e fine al proprio scopo. Cambiamenti dell'ultimo minuto: attentati dell'11 settembre e rimozione di un personaggio Nonostante gli iniziali dubbi di Nintendo e il rinvio su GameCube, Eternal Darkness stava per essere completato ed era in dirittura di pubblicazione per fine 2001. Tuttavia proprio quell'anno accadde un evento che avrebbe segnato il XXI secolo: gli attentati dell'11 settembre 2001. Apparentemente fuori contesto, il problema con Eternal Darkness fu che uno dei protagonisti era Jacques de Molay, l'ultimo gran maestro dell'ordine dei Cavalieri Templari; ben noti per aver condotto svariate crociate contro il mondo islamico, durante i primi secoli del II millennio. In sintesi, i Silicon non avevano intenzione di rievocare ulteriormente antichi rancori, vecchi di 900 anni, dopo i suddetti attentati di matrice wahhabita commessi da al-Qaida; pertanto il personaggio "de Molay" venne eliminato. Però questo implicò un allungamento dei lavori, ed uno slittamento della pubblicazione al 2002, in quanto fu introdotto un nuovo personaggio, con una nuova storia, e cioè quella di un vigile del fuoco canadese, inviato a estinguere uno degli incendi di pozzi petroliferi causati da Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo; un contesto che per quanto recente rispetto agli attentati, coinvolgeva una persona qualunque di etnia afroamericana, non-statunitense, che non era un soldato e dove non vi era l'implicazione di un forte attrito interreligioso, come ai tempi delle crociate. Inoltre ogni possibile esplicito riferimento al mondo islamico, in particolar modo iscrizioni in lingua araba, fu del tutto rimosso o ridotto ai minimi termini. Lo sviluppo del videogioco si distese per gli 8 mesi successivi, fino al rilascio in America del Nord il 23 giugno 2002, e successivamente ad ottobre e novembre, in Giappone ed Europa. Trama Storia principale La storia narrata nel videogioco ruota intorno alla protagonista Alexandra Roivas che, in mancanza di competenza da parte della polizia locale, sta investigando sul misterioso ed efferato omicidio di suo nonno Edward Roivas. Mentre esplora la magione del nonno nel Rhode Island, scopre una stanza segreta contenente, tra quadri, scaffali e altri oggetti, un volume rilegato con pelle e ossa umane, il Libro delle Tenebre. Quando legge questo libro, Alex rivive una scena della vita di Pius Augustus, un rispettabile centurione romano-imperiale del 26 a.C. Pius è condotto da una voce misteriosa a un tempio sotterraneo, dove sceglie uno di tre artefatti misteriosi. L'artefatto lo trasforma in un non-morto, e lo fa schiavo di uno dei tre Antichi, essere divino la cui “Essenza” era incarnata nell'artefatto scelto. Pius tenta di richiamare l'Antico nella nostra realtà mentre il quarto potente “Dio Cadavere” Mantorok è già relegato sulla terra, impossibilitato a fermarlo. Appena Alex legge altri capitoli del Libro, si ritrova a rivivere le esperienze di diversi individui le cui vite incrociarono i piani di Pius o di altri servi degli Antichi nell'arco di vari secoli, e come risultato vennero a contatto con lo stesso Libro. Man mano che legge i capitoli Alex, turbata dalle macabre vicende dei personaggi, perde gradualmente sanità mentale, portandola ad inquietanti e talvolta spaventose allucinazioni. Mentre molti di questi individui andarono incontro a un destino sinistro, grazie alla loro cooperazione alla fine riuscirono a raccogliere e radunare nella magione le Essenze degli altri tre Antichi. Gli antenati di Alexandra inoltre scoprirono sotto la magione di famiglia l'antica città di Ehn'gha e potenti macchinari magici. Alexandra mette in funzione questo meccanismo con le Essenze degli Antichi ed evoca un Antico rivale a quello di Pius. Mentre i due Antichi combattono, Alex inizia un duello all'ultimo sangue contro Pius. Sconfiggendolo e distruggendo l'Essenza, lo scontro tra i due Antichi termina, ma Alex capisce di aver appena portato nella nostra realtà un altro Antico, col rischio di poter distruggere per sempre l'umanità. Grazie all'aiuto dello spirito del nonno, riesce a rimandare il suo Antico da dove era venuto. La vicenda sembra banalmente questa ma in realtà, siccome era relegato e non potente abbastanza per fermare i piani di Pius, Mantorok aveva manipolato la famiglia dei Roivas e altri prescelti per completare il lavoro per lui: aveva pianificato la morte di tutti e tre gli Antichi; in questa maniera alla fine solo il Dio Cadavere Mantorok rimane ancora vivo, complottando losche congiure nella sua tomba nascosta in qualche dove, fino alla morte. Personaggi giocabili Pius Augustus (26 a.C.) Pius, un centurione romano-imperiale, all'incirca trentenne, in servizio durante le guerre romano-partiche. Fu inviato lungo il Limes orientale, in missione segreta, dall'imperatore romano Augusto per cercare una "reliquia" in grado di capovolgere le sorti in battaglia. La ricerca della reliquia lo porterà a trasformarsi in un morto vivente e a servire un Dio Antico, ottenendo un immenso potere, con lo scopo di realizzare la profezia che avrebbe visto il ritorno di tale entità per il dominio del mondo. Ellia (1150 d.C.) Ellia (in sanscrito: एलिअ) era una danzatrice, emancipatasi dalla condizione di schiava durante l'Impero Khmer - ora odierna Cambogia. Dopo aver trovato e letto il Libro delle Tenebre è alla continua ricerca dell'avventura e viene scelta per custodire l'Essenza di Mantorok. Pius la uccise, ma rimase in una sorta di stato non-morto grazie al cuore di Mantorok. Ottocento anni dopo affidò il cuore a Lindsey. Anthony (814 d.C.) Anthony (in latino: Antonius) era un giovane ragazzo, messaggero franco-carolingio di Carlo Magno, a cui fu ordinato di portare un messaggio importantissimo da parte di alcuni monaci cattolici al suo imperatore, e che solo quest'ultimo doveva leggere. Anthony peccando di curiosità, lesse il messaggio, che riversò l'incantesimo di morte destinato a Magno, su sé stesso. L'occulto potere poco a poco consumò Anthony in una sorta di magia corrosiva fino ad ucciderlo; e nonostante il suo sacrificio, Carlo Magno morì comunque. Karim (565 d.C.) Karim (in persiano: کریم) era un giovane nobile sasanide e maestro nell'arte della spada, che viaggiò nel deserto siriano alla ricerca di un tesoro (una delle Essenze degli Antichi) per il suo amore, Chandra. Chandra, tuttavia, non gli fu fedele. Venne uccisa per il suo tradimento, e il suo fantasma lo avvertì della vera natura dell'artefatto. Egli si sacrificò in modo da poter custodire l'artefatto nel tempo. Novecento anni più tardi, nel 1460, consegnerà l'artefatto a Roberto Bianchi. Dr. Maximillian Roivas (1760 d.C.) Max era un ricco dottore cinquantenne pellegrino di origini britanniche, residente nel Rhode Island, nel periodo delle Tredici colonie. Antenato sia di Edward che di Alex, notò che c'era qualcosa di strano nella magione che aveva recentemente ereditato dal padre Aaron, iniziando a mostrare sintomi di isteria. Max trovò per caso la città di Ehn'gha sotto la residenza e cercò di avvertire il mondo dell'arrivo delle tenebre, ma fu rinchiuso in un manicomio fino alla fine dei suoi giorni. Dr. Edwin Lindsey (1983 d.C.) Il dottor Lindsey era un archeologo che fu inviato nella Repubblica Popolare di Kampuchea, con gli auspici di un misterioso benefattore di nome Paul Augustine. Costui, rivelandosi Pius travestito, cercò di uccidere Lindsey, ma egli scappò e trovò l'Essenza di Mantorok che spedì a Edward. Roberto Bianchi (1460 d.C.) Bianchi era un'artista e architetto originario di Venezia, ai tempi del Ducato di Milano. Mentre viaggiava per il deserto siriano fu catturato ed obbligato a lavorare per un signore della guerra timuride - che si rivelò Pius, aiutandolo nella costruzione del Pilastro di Carne su delle antiche rovine. Acquisì l'artefatto da Karim e dopo aver completato il lavoro di perizia, venne gettato nel Pilastro e murato vivo insieme ai suoi compagni. Cinquecento anni dopo, nel 1991, il suo spirito affiderà l'artefatto a Michael Edwards insieme ad un'effigie trovata dall'architetto. Paul Luther (1485 d.C.) Paul era un monaco dell'ordine francescano in pellegrinaggio per vedere la reliquia della Mano di Giuda, nella Francia medievale. Fu segregato nella Cattedrale di Amiens dall'Inquisizione medievale col pretesto di sospetto di omicidio di un altro monaco - il fratello Andrew. In seguito venne a sapere che costui era stato ucciso per proteggere un segreto: l'Artefatto dell'Antico dominante era nascosto nella Cattedrale e protetto dal Sommo Guardiano, sotto la supervisione del Capo Inquisitore - Phillipe Augustine, ovvero Pius sotto mentite spoglie. Paul si avventurò nella Cattedrale ma, trovando il Guardiano, fu massacrato da questo quest'ultimo perendo di una morte orribile. Peter Jacob (1916 d.C.) Peter era un cronista di guerra francese, inviato sul fronte occidentale durante la prima guerra mondiale, che si trattenne nella Cattedrale di Amiens, tramutata in un ospedale di guerra. Notò che i feriti sparivano misteriosamente e investigò nei livelli più bassi della chiesa. Arrivò a sconfiggere il Sommo Guardiano e riuscì a recuperare l'artefatto che, 69 anni più tardi, nel 1985, consegnerà a Edward, in vista di una conversazione con lui nella magione. Edward Roivas (1952 d.C.) Edward, brillante psichiatra, nonno di Alex, fu condotto al Libro delle Tenebre dal fantasma del suo antenato, Max. I suoi domestici furono attaccati da una presenza terrificante, una sorta di vampiro, che riuscì a sconfiggere. Danneggiò severamente Ehn'gha, con un massiccio incantesimo Dissolvi Magicka, dalle nove torri che circondavano la città e che formavano un Circolo a nove punte. 48 anni più tardi, nel 2000, anno in cui si svolge la vicenda di Alexandra, verrà brutalmente ucciso da un Guardiano di Ehn'gha. Michael Edwards (1991 d.C.) Michel era un vigile del fuoco canadese, inviato a estinguere uno degli incendi di pozzi petroliferi causati da Saddam Hussein nel deserto siriano, durante la Guerra del Golfo. Unico sopravvissuto ad un'esplosione, si ritrovò intrappolato nella Città Proibita. Ricevette l'Essenza dell'Antico dal fantasma di Roberto Bianchi e distrusse la Città con un'ingente quantità di esplosivo C-4 magicamente potenziato. Pochi anni dopo incontrò Edward di notte. Gli affidò l'Artefatto, credendo di essere presto ucciso dai Guardiani. Se durante la sua avventura ha trovato un gladio magico, incantato con l'allineamento rivale a quello di Pius, questo verrà recapitato misteriosamente ad Alexandra sotto forma di pacco anonimo insieme all'artefatto, altrimenti il pacco conterrà solo l'artefatto. Alexandra Roivas (2000 d.C.) Alex è una giovane, ma sveglia, studentessa universitaria di Washington. Investigando sulla terribile morte del nonno, trova il Libro delle Tenebre e leggendo la lotta contro le Tenebre, è più che intenzionata a sventare i piani di Pius. Modalità di gioco Struttura La vicenda di Alexandra nel 2000 è il fulcro del gioco. Il giocatore trova il Tomo e la storia di Pius per prima, quindi Alex trova il Primo Capitolo, portando il giocatore ad una nuova sezione del gioco e ad un nuovo personaggio. La storia di questo personaggio svela una parte della trama, e una volta completata, Alexandra ha le conoscenze, un oggetto o un'abilità che le permette di trovare il Capitolo seguente, evidenziando un nuovo personaggio, e così via. Con una visuale in terza persona, il gioco si basa su fasi di esplorazione e di combattimento, generalmente intervallate da enigmi più o meno semplici, la cui risoluzione non rappresenta un problema per un utente con un minimo di familiarità con il genere. L'originale sistema di combattimento consente al giocatore di puntare e colpire i nemici in diversi punti del corpo, con qualsiasi tipo di arma (arma bianca o da fuoco), provocandogli dei danni fisici che possono limitare le capacità degli avversari, rendendoli di conseguenza più vulnerabili. Oltre all'utilizzo di armi comuni, vi è la presenza di poteri magici legati alla raccolta e all'unione di apposite rune, con la possibilità di legare tre diversi elementi tra loro per ogni incantesimo. Ciò che però ha reso Eternal Darkness diverso e originale, rispetto ad altri survival horror, è certamente il sanity meter, di fondamentale importanza per il gioco. Il "misuratore di sanità mentale" è una barra vuota che può essere riempita da del liquido verde, e sta ad indicare la salute mentale dei personaggi controllati dal videogiocatore: più la barra si riempie, man mano che i vari eroi si trovavano dinanzi a situazioni assurde, ultraterrene, e più la loro salute psichica subisce dei forti traumi al punto da provocargli allucinazioni uditive e visive, puntualmente riportate agli occhi dell'utente sullo schermo, ingannandolo o beffandosi di lui; cosa questa che rende il gioco piuttosto imprevedibile nel suo andare avanti. Allineamenti Il giocatore sceglie quale delle tre essenze Pius richiama all'inizio del gioco. Questo determina con quale dei tre Antichi è allineato, e di conseguenza quale tipo di nemici domina. Gli allineamenti sono basati su di una relazione carta, forbice e sasso, che è importante nel tipo di utilizzo della magia da parte del giocatore. Gli Antichi sono entità appartenenti ad una specie che è esistita prima che ogni altra vita emergesse dal brodo primordiale. Il movimento irrefrenabile del ghiaccio, la deriva dei continenti e altre imperscrutabili ragioni hanno relegato gli Antichi sotto la crosta terrestre, aspettando che giungesse il momento opportuno per il ritorno. Gli Antichi sopravvissuti sono: Ulyaoth, dio della Magia: le sue creature sono di colore blu e sono specializzate in arti magiche. Ulyaoth ha potere su Chattur'gha. Xel'lotath, dea della Pazzia: i suoi subalterni sono di colore verde ed hanno un'affinità nell'influire sulla sanità mentale. Xel'lotath ha potere su Ulyaoth. Chattur'gha, dio della Materia: i suoi seguaci sono di colore rosso e si concentrano su attacchi fisici e sulla forza. Chattur'gha ha potere su Xel'lotath. Mantorok il dio Cadavere, dio dell'Ordine e del Caos: il creatore del Libro delle Tenebre. Sebbene appaia in una posizione di inferiorità, attualmente domina su tutto. Creò l'equilibrio tra gli altri tre Antichi, accertandosi che fossero costretti a combattere e a distruggersi a vicenda. Incantesimi e Rune Una parte rilevante nel gioco è l'uso di incantesimi attraverso delle rune. I personaggi possono fare incantesimi solo dopo essere entrati in possesso del Libro delle Tenebre, nel quale vengono trascritti tutti gli incantesimi (quindi il secondo personaggio avrà gli incantesimi scoperti dal primo e così via). Gli incantesimi di base sono formati da tre rune: una di allineamento, un verbo e un nome. Quando il giocatore potrà fare incantesimi a 5 e a 7 rune (dopo avere trovato i respettivi Cerchi di potenza), dovrà usare la runa Pargon nelle restanti caselle dell'incantesimo per dare maggior potenza. Fare un incantesimo con un numero elevato di rune dà effetti maggiori, ma richiede anche più tempo, il che li rende inefficaci contro nemici molto veloci. Quando il personaggio sta recitando un incantesimo, non si deve muovere, altrimenti l'incantesimo fallirà e l'energia magica verrà comunque consumata. Le rune sono degli oggetti che i personaggi giocabili ottengono soprattutto sconfiggendo dei nemici (spesso Cadaver e Ferabominus), e per utilizzarle è necessario trovare le tavole di pietra corrispondenti che ne descrivono il significato. Le rune si dividono in tre categorie: allineamento, verbi e nomi. Allineamento Chattur'gha: è una runa di colore rosso acceso, e rappresenta il potere sulla carne e sulla forza fisica. Forte contro Xel'lotath e debole contro Ulyaoth. Ulyaoth: è una runa di colore blu intenso, e rappresenta il potere sulla magia. Forte contro Chattur'gha, ma debole contro Xel'lotath. Xel'lotath: è una runa di colore verde smeraldo, e rappresenta il potere sulla mente e sulla sanità mentale. Sconfigge Ulyaoth ma perde contro Chattur'gha. Mantorok: è la runa di colore viola, e molto più difficile da trovare rispetto alle altre tre. Rappresenta il potere di Mantorok, ed è forte contro qualsiasi altro allineamento; cura sia la salute fisica che mentale. Non può essere usata per chiamare delle creature. Una creatura colpita da un'arma incantata con Mantorok, subirà un lento decadimento nel tempo. Sembra esserci un quinto allineamento, di colore giallo, ma non appartiene a nessun Antico. Compare sui pavimenti, dando forti shocks a chi ci cammina e conseguentemente sottraendo energia vitale, e può teletrasportare oggetti. Verbi Bankorok: significa proteggere, ed è usato per creare scudi attorno a persone o ad aree. Tier: significa evocare, e serve ad evocare degli esseri (nell'ordine ascendente di potenza dell'incantesimo: Telefagus, Cadaver, Ferabominus) dell'allineamento scelto nell'incantesimo. Narokath: significa assorbire e serve a mandare l'elemento scelto dentro o da qualcosa. Nethlek: significa dissolvere, ed è usata per contrastare delle magie esistenti con un allineamento più forte. Antorbok: significa proiettare e serve a incantare gli strumenti con l'allineamento scelto con l'incantesimo. Nomi Magormor: significa oggetto e indica uno strumento su cui fare un incantesimo. Redgormor: significa area e indica che si sta facendo un incantesimo su tutta la zona vicina al personaggio. Aretak: significa creatura e dice che si sta facendo un incantesimo (spesso di richiamo) su una creatura. Santak: significa sé e indica che è il personaggio stesso a ricevere i risultati dell'incantesimo. Altro Pargon: significa potenza ed è usata per fare incantesimi a 5 e a 7 rune. Maggiore è il numero di rune, maggiore sarà l'effetto ottenuto. Accoglienza Eternal Darkness ha avuto la possibilità di imporsi come una delle avventure survival horror più originali sulla scena nel 2002, e killer application per il Nintendo GameCube. Sui siti di media statistica Metacritic e GameRankings, il gioco ha ottenuto rispettivamente un punteggio di 92 e 90, confermandosi un'opera artistica acclamata universalmente. Dario Olivero di la Repubblica ha parlato del gioco, affermando che «Le capacità che gli sviluppatori hanno raggiunto nel toccare le corde delle paure più profonde dell'animo umano sono un esempio di raffinatezza psicologica applicata all'entertainment». A causa del suo gameplay particolarizzato dalla presenza del misuratiore della salute mentale e degli effetti che ne derivano, IGN ha inserito il momento in cui il personaggio giocabile va in preda alla follia all'86ª posizione nella lista dei 100 migliori momenti nella storia dei videogiochi. Nel 2007 è stato inserito inoltre, sempre da IGN, alla 25ª posizione nella lista dei 25 migliori giochi di sempre per Nintendo GameCube. Se da un punto di vista dell'impatto sul pubblico e sulla critica, Eternal Darkness è stato un successo, lo stesso non si può dire delle vendite del gioco arrivate a copie vendute; non rispettando dunque le aspettative di Silicon Knights e Nintendo. Keith Stuart di The Guardian considerò Eternal Darkness come uno dei trenta migliori videogiochi dimenticati nel corso del tempo. Sequel Nel 2006, Denis Dyack, presidente della Silicon Knights e designer di Eternal Darkness: Sanity's Requiem e Too Human, rispose "Assolutamente sì" riguardo alla questione di un possibile sequel del gioco. Ha spiegato che anche se i piani della compagnia erano quelli di creare un solo episodio della serie, ci sono comunque le intenzioni di creare alcuni spin-off intorno all'universo di Eternal Darkness, coinvolgendo gli "Antichi". Nel 2011 poi, Nintendo, riconfermò la rivendicazione del gioco come proprietà intellettuale e questo portò a credere che probabilmente il sequel di Eternal Darkness sarebbe stato messo in commercio come esclusiva per Wii U; tuttavia lo sviluppo del gioco venne bloccato a causa dei disguidi legali dei Silicon Knights con Epic Games, che accusava i Silicon di aver usato l'Unreal Engine per sviluppare Too Human copiando tutte le linee di codici senza alcuna licenza nel 2007. Epic Games vinse la battaglia legale contro i Silicon, nel 2012, portando questi ultimi a pagare 4,5 milioni di dollari a Epic per l'abuso dell'Unreal Engine. Nonostante queste cause legali Nintendo confermò, nel 2012, per la quinta volta il marchio "ETERNAL DARKNESS" come sua proprietà intellettuale. Allo stesso tempo però i Silicon dovettero versare altri 4,7 milioni di dollari per le spese processuali per un totale di quasi 10 milioni di dollari. Shadow of the Eternals Con il marchio "Eternal Darkness" impossibile da usare, l'enorme numero di fondi persi e la reputazione distrutta, Silicon Knights conobbe la propria fine. Tuttavia il 3 maggio 2013 un team di sviluppo formato da ex-Silicon, noto come Precursor Games, fece partire una campagna di finanziamento su Kickstarter con l'obiettivo di raggiungere il budget di 1,5 milioni di dollari per sviluppare il seguito spirituale di Eternal Darkness: Shadow of the Eternals. Tuttavia, causa la somma troppo elevata, il budget da ricercare venne abbassato a 1,35 milioni di dollari; ma ricevette un finanziamento pari a soli 289 000 dollari (circa il 21%). Ma a peggiorare la situazione fu uno scandalo che coinvolse i Precursor dall'interno: Ken McCulloch, cofondatore del team, fu arrestato per possesso e distribuzione di materiale pedo-pornografico. Con una situazione ormai a livelli critici, una terza campagna di finanziamento fu avviata, con lo scopo di raggiungere un budget di 750 000 dollari. Ma anche questa volta la campagna fu un fallimento avendo raccolto 323 950 dollari, poco più del 43% del necessario. Alla fine del 2013 Precursor ferma temporaneamente lo sviluppo di Shadow of the Eternals. Gli sviluppatori tuttavia non hanno intenzione di rinunciare al progetto, dichiarando: "Il progetto è morto? No, ma pensiamo che abbia comunque bisogno di fermarsi. Siamo tutti d'accordo sul fatto che quando sarà giunto il momento giusto, ci rimetteremo al lavoro tutti insieme su questo gioco". Nel 2014 Denis Dyack ha rinnovato il suo interesse per Shadow of the Eternals, affermando che il gioco è di nuovo in sviluppo nonostante le fallite campagne di crowdfunding su Kickstarter. Note Voci correlate Survival horror Edgar Allan Poe Howard Phillips Lovecraft Collegamenti esterni
I recettori per gli oppioidi sono dei recettori riconosciuti dai peptidi oppioidi naturali. Fisiologicamente le molecole attive su questi recettori sono le encefaline, le endorfine e le dinorfine, sostanze endogene meglio definite come peptidi oppioidi. Tutti i recettori oppioidi appartengono alla superfamiglia dei recettori accoppiati a proteine G esclusivamente di tipo inibitorio (Gi/Go): questa inibizione si ripercuote sull'adenilato ciclasi e quindi sulla produzione di AMP ciclico, il più importante dei secondi messaggeri. Si conoscono 3 recettori: μ (Mu), k (Kappa) e δ (Delta). Il loro meccanismo è legato alla modificazione dell'elettrofisiologia del potassio e del calcio e più precisamente: recettori μ e δ aumentano la conduttanza al potassio mentre i recettori k riducono la conduttanza al calcio. Si riscontrano soprattutto nella sostanza grigia periacqueduttale e nelle corna posteriori del midollo spinale. Azione dei recettori Tutti e tre i recettori hanno un'azione di tipo analgesico sebbene questa si esplichi a diversi livelli da parte dei vari recettori. μ: genera analgesia a livello sovraspinale, miosi, depressione respiratoria, riduzione motilità gastro-intestinale, euforia; κ: genera analgesia a livello spinale, miosi, depressione respiratoria, disforia, riduzione motilità GI; δ: non genera analgesia, ma diminuisce il transito intestinale e deprime il sistema immunitario. Gli oppioidi tendono ad inibire la trasmissione neuronale sia a livello pre che post sinaptico. Infatti la stimolazione di recettori μι presinaptici provoca l'inibizione dei canali al calcio di tipo N e quindi una riduzione del rilascio di neurotrasmettitori mentre la stimolazione dei recettori Mu postsinaptici produce iperpolarizzazione attivando i canali del potassio ed inibendo quelli del calcio di tipo L. Oltre che tramite le subunità alfa delle proteine G, grazie al complesso beta-gamma possono essere ottenute un numero congruo di risposte diverse anche talvolta in contrasto con quelle inibitorie promulgate da alfa: così se tramite la subunità alfa si ottiene il blocco dell'adenilato ciclasi, tramite il complesso beta-gamma ci può essere un potenziamento dell'attività di questo enzima. Tuttavia le risposte mediate dal complesso beta-gamma richiedono stimoli più robusti ed è quindi verosimile che la trasduzione del segnale via complesso beta-gamma sia indotta da una sostenuta attivazione del recettore prodotta dall'esposizione cronica all'agonista piuttosto che dalla stimolazione acuta. I recettori di tipo μι sono i più diffusi e mediano la maggior parte degli effetti farmacologici degli analgesici oppiacei. È ormai assodato che i recettori μι e Kappa producano effetti opposti: sebbene gli agonisti dei recettori Kappa producano analgesia, la loro somministrazione sistemica antagonizza l'analgesia da morfina. I recettori μι localizzati nella sostanza ponto-bulbare e nel nucleo del tratto solitario regolerebbero la sensibilità del centro respiratorio alla pressione arteriosa della anidride carbonica. Il recettore μι e il recettore Kappa svolgerebbero ruoli opposti nell'attivazione della trasmissione dopaminergica del fascio mesocorticolimbico. Indubbiamente l'effetto di maggior rilevanza è quello analgesico, che si esercita a più livelli, inibendo direttamente le vie dell'informazione nocicettiva e compiendo una "modulazione affettiva" responsabile della riduzione della percezione del dolore. Voci correlate Recettori accoppiati a proteine G Recettori cannabinoidi Analgesici oppioidi Collegamenti esterni Biologia molecolare
Il riso sardonico (in latino Risus sardonicus) è un caratteristico spasmo prolungato dei muscoli facciali che sembra produrre un sorriso. Durante questa condizione le sopraccigilia sono alzate e il cosiddetto "sorriso" è aperto e dall'aspetto "malevolo". Viene tipicamente osservato nei soggetti colpiti dal tetano ma può essere causato anche da avvelenamento con stricnina. Storia L'aggettivo greco sardánios appare per la prima volta nell'Odissea di Omero, dove viene utilizzato per indicare il riso amaro di Ulisse, dopo che questi aveva schivato una zampa di bue lanciatagli da Ctesippo. Più tardi viene usato da Simonide di Ceo per descrivere il riso di dolore provocato ai Sardi, che tentavano di approdare sull'isola di Creta, dall'abbraccio rovente di Talos, l'automa creato da Efesto. Per Zenobio, che cita sempre Simonide di Ceo, Talos avrebbe dimorato in precedenza in Sardegna dove avrebbe ucciso molti uomini provocando loro una morte così dolorosa da far loro digrignare i denti per la sofferenza. Secondo un'altra tradizione narrata da Demone e Timeo, gli antichi Sardi nell'età nuragica offrivano in sacrificio a Crono gli anziani settantenni i quali, prima di venire gettati da un dirupo, ridevano. Altre fonti suggeriscono che ai prescelti per il sacrificio veniva somministrata la cosiddetta erba sardonica (σαρδόνιον), corrispondente alla Oenanthe crocata, una pianta neurotossica che provocava il sorriso sardonico. Nel 2009 gli scienziati dell'Università del Piemonte Orientale e dell'Università di Napoli Federico II hanno identificato l'erba sardonica, la pianta storicamente responsabile del ghigno sardonico, con il finocchio d'acqua. Note Bibliografia Voci correlate Sardonico Espressioni facciali
Nella computer grafica 3D, la determinazione della superficie nascosta (conosciuta anche come hidden surface removal (HSR), occlusion culling (OC) o visible surface determination (VSD)) è il processo utilizzato per determinare quali superfici e zone di superficie non sono visibili da un certo punto di vista. Un algoritmo di determinazione della superficie nascosta è la soluzione al problema della visibilità, che è stato uno dei problemi più importanti nel campo della computer grafica 3D. Il processo di determinazione della superficie nascosta è a volte chiamato hiding, e così un algoritmo è a volte chiamato hider. L'analogo per il rendering delle linee è l'hidden line removal. La determinazione della superficie nascosta è necessaria per renderizzare un'immagine correttamente, cosicché non si possa "guardare attraverso i muri" nella realtà virtuale. Aspetti teorici La determinazione della superfici nascoste è un processo in cui le superfici che non dovrebbero essere visibili all'utente (ad esempio perché si trovano dietro oggetti opachi come pareti) vengono escluse dal processo di rendering. Nonostante i progressi nelle capacità dell'hardware, c'è ancora bisogno di algoritmi di rendering avanzati. La responsabilità di un motore di rendering è quella di permettere per spazi grandi e per spazi la cui dimensione tende all'infinito un rendering a velocità costante, senza rallentamenti. L'ottimizzazione di questo processo si basa sull'essere in grado di assicurare l'utilizzo di pochissime risorse per la rappresentazione di superfici che non devono essere rese visibili all'utente. Ci sono molte tecniche per la determinazione delle superfici nascoste. Esse sono fondamentalmente un esercizio di ordinamento e di solito variano nella scaletta in cui l'ordinamento è eseguito e come il problema è suddiviso. L'ordinamento di grandi quantità di primitive grafiche è di solito fatto per mezzo del divide et impera. Algoritmi Considerando che gli step di rendering pipeline, proiezione, clipping, e rasterizzazione sono gestiti in modo differente dai seguenti algoritmi: Z-buffering: durante la rasterizzazione, il valore profondità/Z di ogni pixel (o sample nel caso dell'anti-aliasing, ma senza perdita di generalità viene utilizzato il termine pixel) viene messo in rapporto a un valore di profondità esistente. Se il pixel corrente è dietro il pixel nello Z-buffer, il pixel viene scartato, altrimenti è ombreggiato e il suo valore di profondità sostituisce quello nello Z-buffer. Lo Z-buffering supporta facilmente le scene dinamiche ed è attualmente implementato il modo efficiente nell'hardware grafico. Questo è lo standard corrente. Il difetto nell'utilizzo dello Z-buffering è che impiega fino a 4 byte per pixel e che l'algoritmo di rasterizzazione deve controllare ogni campione rasterizzato in rapporto allo Z-buffer. Lo Z-buffer può anche soffrire di artefatti a causa di errori di precisione (noti anche come Z-fighting), anche se questo adesso è molto meno comune ora che l'hardware a basso costo supporta buffer di precisione a 24 bit o superiori. Coverage buffers (C-buffer) e Surface buffer (S-buffer): più veloci dello Z-buffer e comunemente usati nei giochi dell'era di Quake I. Invece di memorizzare il valore Z per pixel, essi memorizzano l'elenco di segmenti già visualizzati per ogni riga dello schermo. I nuovi poligoni vengono quindi tagliati rispetto ai segmenti già visualizzati che li nascondono. Un S-buffer può mostrare poligoni non ordinati, mentre un C-buffer richiede che i poligoni vengano mostrati dal più vicino al più lontano. Poiché la tecnica del C-buffer non richiede che un pixel venga disegnato più di una volta, il processo è leggermente più veloce. Questo è stato comunemente utilizzato con gli alberi di partizione binaria dello spazio (BSP), che fornirebbero l'ordinamento dei poligoni. Sorted Active Edge List: utilizzato in Quake 1, memorizzava un elenco degli spigoli di poligoni già visualizzati (vedi algoritmo scanline). I poligoni vengono visualizzati dal più vicino al più lontano. I nuovi poligoni vengono tagliati rispetto agli spigoli dei poligoni già visualizzati, creando nuovi poligoni per visualizzare, e poi memorizzare, gli spigoli addizionali. È molto più difficile da implementare rispetto agli S/C/Z-buffer, ma scala molto meglio con l'aumento della risoluzione. Algoritmo del pittore: ordina i poligoni dal più lontano al più vicino. Questo produce pochi artefatti quando viene applicato alle scene con poligoni di dimensioni simili, formando mesh lisce e attivando il back-face culling. Il difetto qui è lo step di ordinamento e il fatto che possono verificarsi degli artefatti visivi. Questo algoritmo è sconsigliato per progettare scene generali, in quanto non è in grado di gestire poligoni in varie configurazioni comuni. Partizione binaria dello spazio (BSP): divide una scena lungo piani corrispondenti ai confini del poligono. La suddivisione è costruita in modo da fornire un ordine di profondità inequivocabile da qualsiasi punto della scena, quando l'albero BSP è attraversato. Lo svantaggio qui è che l'albero BSP viene creato con un pre-processo costoso. Ciò significa che è meno adatto per scene composte da geometria dinamica. Il vantaggio è che i dati sono pre-ordinati e liberi da errori, pronti per l'applicazione degli algoritmi precedentemente menzionati. Si noti che il BSP non è una soluzione per l'HSR, ma solo un aiuto. Ray tracing: tenta di modella il tragitto dei raggi di luce ad un punto di vista, tracciando i raggi dal punto di vista alla scena. Sebbene non sia un algoritmo di rimozione della superficie nascosta in quanto tale, risolve implicitamente quel problema trovando la superficie più vicina lungo ciascun raggio di visione. In pratica, questo equivale a ordinare tutta la geometria su base di pixel. Algoritmo di Warnock: divide lo schermo in aree più piccole e ordina i triangoli all'interno di queste. Se esistono ambiguità (cioè, i poligoni si sovrappongono in profondità dentro queste aree), si verifica un'ulteriore suddivisione. Al limite, la suddivisione può verificarsi al livello dei pixel. Note https://www.cs.washington.edu/education/courses/cse557/07wi/lectures/hidden-surfaces.pdf https://web.archive.org/web/20160304190217/http://design.osu.edu/carlson/history/PDFs/ten-hidden-surface.pdf Voci correlate Computer grafica Computer grafica 3D Algoritmo Collegamenti esterni Computer grafica
Capo Navarin (in russo мыс Наварин; in ciukcio Роратын, Roratyn; in kerek Йуйатын, Jujatyn) si trova in Russia, nel Circondario autonomo della Čukotka (Circondario federale dell'Estremo Oriente); amministrativamente è compreso nell'Anadyrskij rajon. È un promontorio roccioso, alto circa 500 m, che si sporge nel mare di Bering. Segna il limite sud-occidentale del golfo dell'Anadyr' (mentre capo Čukotskij ne segna il limite nord-orientale). È stato mappato nel 1828 dall'equipaggio della corvetta Senjavin capitanata da Fëdor Petrovič Litke e così chiamata in onore della vittoria russa nella battaglia di Navarino del 1827. Dal 1934, a capo Navarin era in funzione una delle prime stazioni meteo radio in Chukotka, nella parte orientale della rotta della rotta marittima del nord. La stazione è stata abbandonata nel 1990. In loco sono state trovate incisioni rupestri, con scene di caccia al cervo risalenti a circa 2000 anni fa, e resti di antichi insediamenti kerek. Fauna Sulle scogliere di capo Navarin c'è una delle più grandi colonie di uccelli marini e una concentrazione dell'aquila di mare dalla coda bianca, inserita nella Lista rossa IUCN russa. Sulla costa del promontorio c'è la più meridionale colonia di leoni marini di Steller e nelle vicinanze è stato osservato un luogo di migrazione di massa delle balene grigie. Nell'area naturale che comprende anche i monti dei Coriacchi si trova endemica la specie Marmota camtschatica (del genere marmota), anch'essa inserita nella Lista rossa IUCN russa. Note Collegamenti esterni Spedizione a capo Navarin (con foto) Navarin Geografia del circondario autonomo della Čukotka
Carriera accademica e riconoscimenti Parker è specializzato nella storia moderna dell'Europa occidentale, focalizzandosi in particolare sulla Spagna degli Asburgo e sulla storia militare in età moderna. Uno dei suoi lavori più conosciuti è Military Revolution: Military Innovation and the Rise of the West, 1500–1800, pubblicato dalla Cambridge University Press nel 1988. Argomento principale dell'opera è la cosiddetta Rivoluzione militare. Parker ha conseguito i titoli accademici di BA, MA, PhD e Litt.D. presso l'università di Cambridge, nella quale ha avuto quale suo docente supervisore di dottorato lo storico Sir John Huxtable Elliott. Parker è membro (fellow) della British Academy (FBA). È inoltre membro corrispondente della Royal Society di Edimburgo (FRSE). Nel 2014 Parker ha ottenuto la British Academy Medal per il suo studio Global Crisis: War, Climate Change and Catastrophe in the Seventeenth Century. Parker ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti da vari paesi e istituzioni accademiche. Ha infatti ricevuto l'Ordine civile di Alfonso X il Saggio e l'Ordine di Isabella la Cattolica dal governo spagnolo. Ha inoltre ricevuto dottorati onorari dalla Katholieke Universiteit Brussel e dall'Università di Burgos. Dal 1987 è membro corrispondente della Real Academia de la Historia. È inoltre membro della Real Academia Hispano Americana de Ciencias, Artes y Letras. Dal 2005 è membro della Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen. Nel 2012 Parker è stato premiato con il Premio Dr A.H. Heineken per la storia dalla Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen per i suoi importanti contributi nell'ambito della storia sociale, politica e militare dell'Europa nel periodo tra il 1500 ed il 1650, con particolare attenzione alla Spagna nel periodo del Siglo de Oro, alla figura di Filippo II di Spagna e alla rivolta dei Paesi Bassi, nonché per le sue ricerche sul ruolo del clima nell'influenzare la storia globale. Nel 1999 Parker ha ricevuto il Samuel Eliot Morison Prize dalla Society for Military History. Opere Guide to the Archives of the Spanish Institutions in or concerned with the Netherlands (1556–1706). Brussels, 1971. (Archives et Bibliothèques de Belgique, numéro spécial 3). The Army of Flanders and the Spanish Road, 1567–1659: The Logistics of Spanish Victory and Defeat in the Low Countries' Wars. Cambridge University Press, 1972; II ed., 2004. Military Revolution, 1560–1660: A Myth?, The Journal of Modern History 48, no. 2 (giugno 1976): 195–214. The Dutch Revolt, London: Allen Lane, 1977. (con Angela Parker) European Soldiers, 1550–1650, Cambridge University Press, 1977. (co-curatore con L.M. Smith) - II ed., 1997. Europe in Crisis, 1598–1648, Cornell University Press, 1979; II ed., 2001. Spain and the Netherlands: Ten Studies, Short Hills: Enslow Publishers, 1979. (curatore) (con Colin Martin) The Spanish Armada, New York: W.W. Norton, 1988. Why the Armada Failed. The Quarterly Journal of Military History 1, no. 1 (autunno 1988). Spain and the Netherlands, 1559–1659. Ten Studies, II ed., Fontana, 1990. (co-curatore) The Times History of the World, London, III ed., 1995. The Cambridge Illustrated History of Warfare: The Triumph of the West. Cambridge University Press, 1995 (edizione aggiornata e rivista nel 2008) - ed. aggiornata e rivista (1996), trad. di G. Ceccarelli e N. Seri, Collana Biblioteca Storica, Il Mulino, 1999, ISBN 978-88-150-7186-6; Collana Storica paperbacks, Bologna, Il Mulino, 2014, ISBN 978-88-152-5297-5. (con Robert Cowley) The Reader's Companion to Military History. Boston: Houghton Mifflin, 1996. Empire, War and Faith in Early Modern Europe. London: Allen Lane, 2002. (curatore) The Cambridge History of Warfare. New York, Cambridge University Press, 2005 (edizione aggiornata e rivista nel 2020) Felipe II: La biografía definitiva. Barcelona: Editorial Planeta, 2010. Global Crisis: War, Climate Change and Catastrophe in the Seventeenth Century, New Haven and London: Yale University Press, 2013. Imprudent King: A New Life of Philip II, New Haven and London: Yale University Press, 2014. Collegamenti esterni
Biografia Nato a Victoria, l'antico nome di Rabat, nel 1928, fu ordinato sacerdote nel 1952. Il 29 settembre 1974 fu consacrato vescovo ausiliare di Malta per l'imposizione delle mani dell'arcivescovo Michael Gonzi, coconsacranti i vescovi Nikol Joseph Cauchi e Francesco Ricceri. Successione Il 29 novembre 1976 successe all'arcivescovo Michael Gonzi nel governo dell'arcidiocesi di Malta. Rimase arcivescovo per più di trent'anni, fino al 2 dicembre 2006, quando lasciò l'incarico per raggiunti limiti d'età. È morto il 21 marzo 2016, all'età di 87 anni, dopo alcuni mesi di malattia. Genealogia episcopale e successione apostolica La genealogia episcopale è: Cardinale Scipione Rebiba Cardinale Giulio Antonio Santori Cardinale Girolamo Bernerio, O.P. Arcivescovo Galeazzo Sanvitale Cardinale Ludovico Ludovisi Cardinale Luigi Caetani Cardinale Ulderico Carpegna Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni Papa Benedetto XIII Papa Benedetto XIV Papa Clemente XIII Cardinale Bernardino Giraud Cardinale Alessandro Mattei Cardinale Pietro Francesco Galleffi Cardinale Giacomo Filippo Fransoni Cardinale Carlo Sacconi Cardinale Edward Henry Howard Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro Cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta Arcivescovo Mauro Caruana, O.S.B. Arcivescovo Michael Gonzi Arcivescovo Joseph Mercieca La successione apostolica è: Vescovo Paul Darmanin, O.F.M.Cap. (1984) Vescovo Annetto Depasquale (1999) Arcivescovo Paul Cremona, O.P. (2007) Onorificenze Note Altri progetti Collegamenti esterni
Il 15 cm sIG-33, abbreviazione della dicitura completa 15 cm schweres Infanteriegeschütz 1933, è stato un cannone d'accompagnamento per la fanteria, progettato in Germania e adottato dall'esercito tedesco nei primi anni trenta. Distribuito a livello di battaglione dal 1936, conobbe un ampio utilizzo nel corso della seconda guerra mondiale, anche come armamento principale di semoventi e cannoni d'assalto. Inizi Negli anni venti il piccolo stato maggiore dell'esercito tedesco, ridotto a 100.000 uomini in base alle clausole del trattato di Versailles, analizzò i rapporti stilati nella prima guerra mondiale dai comandanti dei reparti: giunse alla conclusione che ogni battaglione di fanteria necessitava di supporto di fuoco proprio per evitare le lente procedure di richiesta di supporto, tipicamente la divisione. Lo sviluppo di un pezzo d'accompagnamento ebbe inizio nel 1927 da parte della Rheinmetall (il trattato di Versailles proibiva esplicitamente alla Krupp di costruire artiglierie). Dopo collaudi e prove l'obice fu accettato dall'esercito nel 1933. La produzione fu in un primo tempo portata avanti solo dalla Rheinmetall, cui si unirono in seguito la AEG-Fabrik e la Böhmische Waffenfabrik (quest'ultima in seguito all'occupazione tedesca della Cecoslovacchia). In totale furono prodotti 4.600 esemplari circa. Tecnica Il sIG 33 era un obice servito da una squadra di sei uomini, lungo nel complesso 4,42 metri e capace di un alzo massimo di +73°; quando era in batteria pesava 1.750 chili e poteva brandeggiare sull'affusto di appena 11,5°. In ordine di marcia era spesso trainato da cavalli, meno frequentemente da autocarri, camion e semicingolati. In previsione del traino meccanico le ruote metalliche stampate con battistrada in metalli, tipiche dei primi lotti consegnati, furono sostituite da ruote con penumatici. . La bocca da fuoco era lunga 11 calibri (L/11 o 1,65 metri) . L'arma sparava una granata HE (High Explosive) ad alto potenziale da 38 chili, : la velocità iniziale della munizione standard era pari a 240 m/s e la gittata massima era di 4.700 metri circa. Erano disponibili anche una granata nebbiogena e due tipi di granata a carica cava; la prima (Stielgranate 42), con una gittata massima appena superiore a 1.000 metri, era stata pensata per distruggere postazioni fortificate o ripulire un tratto di terreno da mine e filo spinato. La seconda (Granate 39 Holladung1/A) era da utilizzare in funzione controcarro ed era capace di perforare corazzature spesse fino a 160 mm. . Servizio Il sIG 33 cominciò a essere distribuito ai battaglioni di fanteria a partire dal 1936. Arma affidabile, necessitava però di una numerosa squadra di cavalli per essere trainato; inoltre disporlo in ordine di marcia richiedeva un certo periodo di tempo. Risentiva inoltre della sua scarsa gittata e durante il conflitto venne via via rimpiazzato sul campo dai mortai, come il 12 cm Granatwerfer 42, che offrivano prestazioni similari ad un peso ed un ingombro sensibilmente minori. sIG 33 semoventi La campagna di Polonia del settembre-ottobre 1939 evidenziò chiaramente che i reparti armati di sIG 33 erano spesso stati lasciati indietro dalla fanteria motorizzata e dalle punte corazzate, non riuscendo ad appoggiarne in tempo l'azione: si ritenne perciò necessario rendere più mobili tali armi. Il primo cannone d'assalto armato con l'obice sIG 33 fu studiato a partire dallo scafo del Panzer I Ausf. B, una quarantina d'esemplari del quale fu convertita frettolosamente tra 1939 e 1940. In seguito, per realizzare un veicolo più mobile, corazzato e migliore di quello che era in sostanza un adattamento assai improvvisato, venne utilizzato lo scafo del Panzer II, ma il risultato lasciò alquanto a desiderare e perciò fu consegnato in appena dodici esemplari. Nel corso del 1942 un semovente armato del sIG 33 fu sviluppato sul telaio del Panzer III Ausf. E: fabbricato in ventiquattro esemplari, era una versione assai meglio corazzata delle due precedenti ma il peso era eccessivo per la meccanica (lasciata invariata) e i cingoli, poco larghi e dunque incapaci di ben distribuire sul terreno la mole del veicolo. Ulteriore evoluzione fu il Grille, ottenuto montando l'obice sIG 33 sullo scafo modificato di un Panzer 38(t); questo cannone d'assalto fu prodotto in circa 370 esemplari, diversificati in due varianti a seconda che il pezzo fosse disposto in una casamatta anteriore o posteriore. L'esercito tedesco estrapolò un altro semovente armato del sIG 33 sullo scafo delle ultime versioni del carro armato medio Panzer IV, detto Sturmpanzer IV ma noto tra gli Alleati come Brummbär. Esso montava una versione aggiornata del sIG 33 (Sturmhaubitze 43, abbreviata in StuH 43) in una massiccia casamatta. Tale veicolo fu prodotto in circa 400 unità, suddivise in quattro versioni. Note Voci correlate Sturmgeschütz III Sturmgeschütz IV ISU-152 SU-122 Altri progetti Collegamenti esterni Artiglierie di calibro da 127 mm a 155 mm
La chiesa di Santa Maria della Croce è un edificio di culto di Casarano, in Puglia. Esempio di architettura paleocristiana, conserva mosaici del V secolo nella zona presbiterale e affreschi di epoca bizantina. La chiesa è intitolata a Santa Maria della Croce, la cui ricorrenza cade la terza domenica di ottobre. Storia Il primo nucleo costruttivo, a croce latina, è fatto risalire al 450 d.C., due decenni dopo il Concilio di Efeso (431 d.C.), nel quale si proclamò il dogma della divina maternità. La datazione della parte più antica della chiesa è stata oggetto di dibattimento, in quanto se dapprima è prevalsa l'ipotesi che la costruzione dell'edificio risalisse al V secolo, studi più recenti tendono a spostare la datazione al VI secolo. Nel corso dei secoli l'edificio subì diverse modifiche ed aggiustamenti. Al XIII secolo risalgono gli affreschi della volta e della navata centrale; nel XIV secolo furono aggiunte le navate laterali più basse. I diversi cicli di affreschi che si sono succeduti nel tempo venivano sovrapposti gli uni agli altri ed oggi sono resi visibili grazie ai restauri che hanno permesso la ricollocazione di alcuni affreschi sulle pareti laterali. La sua funzione iniziale probabilmente poteva essere quella di chiesa battesimale o di contenere una sacra reliquia (come potrebbe essere un frammento di croce, dal quale ne deriva l'intitolazione e la presenza della croce nella cupola). Nel XVII secolo assunse il titolo di Santa Maria de Idri, ospitando due altari, di cui attualmente non vi sono tracce. Descrizione Presenta un semplice prospetto a capanna con un modesto rosone centrale sormontato e scolpito da un ampio arco di scarico, e, in basso, un semplice portale rettangolare sul quale si apre una lunetta. Sulle due estremità laterali vi sono poste delle piccole statue di Santa Lucia e Santa Caterina. All'interno, la chiesa è suddivisa su tre navate divise da pilastri che si raccordano in ampie arcate. L'interno custodisce pregevoli dipinti e mosaici. Alla prima fase di vita della chiesa risale il mosaico a tessere policrome situato nella volta dell'edificio con un motivo a coda di pavone. Inoltre vi è la raffigurazione del Paradiso celeste e del Paradiso terrestre. Del mosaico pavimentale, formato da tre file concentriche di cerchi (una scura, una rossa e un'altra scura) affiancati gli uni agli altri e di poco intersecanti, rimane solo un piccolo lembo posizionato su un muro perimetrale. Nel 1717 è stata fatta apporre dal vescovo Antonio Sanfelice una lapide commemorativa per ricordare che in questa chiesa, secondo la tradizione, venne battezzato nel 1354 Pietro Tomacelli, che divenne Papa Bonifacio IX. Tale epigrafe sostituisce una preesistente da oltre trecento anni, in quanto quest'ultima era frantumata. All'interno della chiesa si conserva una statua di cartapesta raffigurante la Madonna della Croce, opera del maestro Giuseppe Manzo, recentemente restaurata. Gli affreschi I numerosi affreschi si suddividono in diverse epoche. Per quanto riguarda la prima, si tratta del X - XI secolo (età medio-bizantina) si menzionano quelli dei pilastri raffiguranti la Vergine con Bambino, Santa Barbara, Santa Parasceve, San Michele e il dittico nel presbiterio, identificato con i santi Nicola e una figura di cavaliere. Ai secoli successivi risalgono la Deesis con il Cristo Pantocratore e scene della cristologiche, delle quali sopravvivono solo le ultime quattro scene. Già in questo periodo la chiesa era dedicata alla Madonna, testimoniato dalla presenza di un'iscrizione di quel periodo. Nella volta a botte della navata centrale sono presenti affreschi gotici del XIII secolo raffiguranti scene della vita di santa Caterina d'Alessandria e di santa Margherita d'Antiochia, che testimoniano gli afflussi giunti dal nord europeo. Tra la fine del XIV e inizi XV secolo si realizzarono dei nuovi affreschi su quelli precedenti, come testimonia l'affresco riguardante Papa Urbano V che venne realizzato su quello di santa Barbara ed ora è pensile e conservato sulla navata destra, o come l'affresco oggi pensile della Madonna con Bambino, un tempo posta sull'altare maggiore. Infine, l'ultimo periodo di affresco riguarda la fase post medievale, con gli affreschi di san Bernardino da Siena, sant'Eligio e sant'Antonio Abate, oggi conservati pensili sulla navata destra. Vi è anche un affresco di fattura popolare riguardante la Madonna col Bambino, dipinto nel 1643 e conservato sulla navata sinistra. Riconoscimenti Il 25 novembre 2016 viene emesso un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica Il patrimonio artistico e culturale italiano, dedicato alla chiesa, a cura del Ministero dello Sviluppo Economico. Galleria d'immagini Note Voci correlate Chiese bizantine nel Salento Arte bizantina Chiesa di Maria Santissima Annunziata (Casarano) Altri progetti Collegamenti esterni Chiesa Parrocchiale detta Casaranello a Casarano su catalogo.beniculturali.it. Chiese di Casarano Chiese bizantine della Puglia
Carriera 2002: Debutta in Business Jump illustrando una oneshot intitolato "Aratama" (璞〜ARATAMA〜), scritto da Saori Uemura ((植村 沙織, Uemura Saori). 2003: È apparso nel numero di Capodanno della rivista dell'Università delle Arti di Osaka, con una one shot intitolato "Le zanne di Kyūso" (窮鼠の牙, Kyūso no Kiba). È stato anche responsabile delle illustrazioni per il romanzo di Saori Uemura "le illusioni di una donna Stupida" (バカな女の妄想, Baka na onna no mōsō). Nel numero di primavera della stessa rivista, ha illustrato una one shot intitolata Aka-tuki (Aka-Tuki 〜 赤 月 〜), scritto da . 2004: È apparso nel sesto numero dell'anno di Business Jump con "Silver Tray" (銀の盆, Kin no bon) e nel 24° rilascio nello stesso anno con "Il dizionario Akira Shin" (新明釈国語辞典, Shin akira kokugojiten). 2005: È apparso nell'edizione di primavera di College Manga con "Falconer delle montagne" (山脈のファルコナー, Yamanami no fuarukonaa), nel numero estivo con "Rakuda no Kobu" (ラクダのこぶ) e nel numero di autunno illustrando "Bulb Lilly" di Saori Uemura. 2006: È stato pubblicato nell'edizione di primavera di Akamaru Jump con Nurarihyon no Mago. 2007: Viene pubblicato nel corso dei 35 volumi dell'anno di Weekly Jump con Nurarihyon no Mago e ha vinto la terza edizione del torneo Golden Future Cup. 2008: Nurarihyon no Mago viene serializzato nei seguenti numeri dell'anno di Weekly Jump, come prima serie di Hiroshi Shiibashi. 2010-2011: Nurarihyon no Mago viene trasposto in due serie anime. 2014: Illegal Rare viene serializzato all'interno di Weekly Jump. Si chiuderà in 4 volumi. 2016: Tokyo Kigotanpou , dalla durata di 1 volume , viene pubblicato su Shonen Jump Giga. 2019: Yui Kamio Lets Loose viene serializzato all'interno di Weekly Shonen Jump. Si chiuderà in 4 volumi. Collegamenti esterni
L'Uccea (Učja in sloveno, Ucee in friulano) è un torrente lungo tributario del fiume Isonzo che scorre tra Italia e Slovenia. Uccea è anche nome di un paesino vicino al confine sloveno nel comune di Resia. Geografia Nasce dal Monte Zaiaur (1.815 m) nel comune di Resia in provincia di Udine, poi passa la frazione omonima di Resia delimitando per un breve tratto il confine tra i due stati e superata la dogana di Uccea/Učja sul lato italiano del ponte sul torrente entra in Slovenia dopo aver percorso in Italia. Continua il suo percorso in Slovenia non incontrando centri abitati fino a Saga (Žaga), frazione di Plezzo (Bovec) dove sfocia nell'Isonzo. Collegamenti Il collegamento principale della valle formata dall'Uccea è l'ex strada statale 646 di Uccea che attraverso il passo di Tanamea (853 m) arriva fino a Tarcento (UD). La parte passata alla Jugoslavia con il trattato di Parigi nel 1947, ora in Slovenia prende il nome di 401 e arriva fino a Saga (Žaga). Note Voci correlate Trattato di Parigi (1947) Strada statale 646 di Uccea Isonzo Saga (Plezzo) Resia Plezzo Collegamenti esterni Fiume Uccea sul sito dell'Ufficio del Turismo Sloveno Affluenti dell'Isonzo Uccea Plezzo Fiumi della Slovenia Fiumi della provincia di Udine
Il triangolo delle Bermude (El triángulo diabólico de las Bermudas) è un film del 1978 scritto e diretto da René Cardona Jr.. Coproduzione italo-messicana, è uno dei vari film girati negli anni settanta sul tema dei misteri del Triangolo delle Bermude sulla scorta del successo del libro di Charles Berlitz Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle, 1974) che mescolano extraterrestri, civiltà scomparse, viaggi nel tempo, orrore e avventura. Il film è interpretato, fra gli altri, da Gloria Guida e John Huston. Trama 5 dicembre 1945. Un gruppo di 4 Avengers, il famoso volo 19, decollati da Fort Lauderdale spariscono nell'area del Triangolo delle Bermude. Uno dei piloti, prima che i contatti si perdano, afferma che l'ambiente marino intorno è mutato, che gli strumenti dei velivoli sono impazziti, e inoltre dice di vedere una luce misteriosa. Stati Uniti, 1978. Un archeologo e un medico, con le rispettive famiglie, affittano uno yacht e si dirigono nel Triangolo delle Bermude. Ma quando vi giungono capitano fatti strani: dalla radio arriva un SOS che sembra lanciato da loro stessi, gli strumenti di bordo danno problemi e per giunta i membri dell'equipaggio ripescano una strana bambola d'epoca, che finisce tra le mani della piccola figlia dell'archeologo. Da quel momento le morti per incidenti si susseguono, la barca perde del tutto l'orientamento e la bambola mostra segni di una malefica vita. Per giunta una giovane pilota sparisce misteriosamente lanciando un SOS simile a quello degli Avengers di 33 anni prima. E sull'imbarcazione qualcuno intuisce la gravità dei fatti: l'aereo, visto sul radar, è stato inghiottito da un altro corpo molto più grande. Intanto la figlia maggiore dell'archeologo, ferita gravemente, viene portata a terra su un gommone, ma a terra non arriverà mai, e una strana luce verde fa sparire gli occupanti dello stesso. Anche lo yacht, ormai quasi deserto, fa la stessa fine, non prima che il capitano sia riuscito a contattare la guardia costiera di dodici anni dopo. Produzione Il film è frutto di una coproduzione tra Italia e Messico. Concezione Alla fine degli anni settanta, in seguito al successo del libro Bermuda, il triangolo maledetto (The Bermuda Triangle, 1974) di Charles Berlitz, il mistero del Triangolo delle Bermude fu un tema caro ai registi fantahorror: Tonino Ricci (con lo pseudonimo di Anthony Richmond) girò Bermude: la fossa maledetta, che condivideva con Cardona la bambola maledetta, le presenze aliene, l'attore Andres Garcia e la guest star d'eccezione, Arthur Kennedy (John Huston per Cardona). Sempre Ricci girò, nello stesso periodo, Incontri con gli umanoidi (anche noto come Uragano sulle Bermude), ancora con Andres Garcia e arricchito da star come Gianni Garko e Gabriele Ferzetti. Il libro di Berlitz ha ispirato anche Bermuda Now... il film (The Bermuda Triangle) del 1979 di Richard Friedenberg. Distribuzione Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel mese di febbraio del 1978. Data di uscita Le date di uscita internazionali nel corso degli anni sono state: 10 febbraio 1978 in Italia 16 marzo 1978 in Messico (El triángulo diabólico de las Bermudas) 13 aprile 1978 in Spagna (El triángulo diabólico de las Bermudas) 14 aprile 1978 in Francia (Le mystère du triangle des Bermudes) 11 agosto 1978 in Germania Ovest (SOS Bermuda-Dreieck) 28 settembre 1978 in Colombia (El triángulo diabólico de las Bermudas) 16 febbraio 1979 in Danimarca (Mysteriet i dybet) 19 ottobre 1979 in Portogallo (O Triângulo Diabólico das Bermudas) Il film è noto anche con i titoli internazionali The Secrets of the Bermuda Triangle e Devil's Triangle of Bermuda. Accoglienza Incassi Si è classificato al 24º posto tra i primi 100 film di maggior incasso della stagione cinematografica italiana 1977-1978. Critica In un articolo apparso sul quotidiano Stampa Sera, pubblicato quando il film uscì nelle sale cinematografiche italiane, viene criticata la regia per non essere riuscita a creare attorno alla storia e ai suoi personaggi l'adeguato clima di suspense e la sceneggiatura per non aver saputo caratterizzare i personaggi che a loro volta sono stati interpretati mediocremente dagli attori. Alla fine dell'articolo il film viene bollato come non di prima serie, raccontato male e fotografato mediocremente. Fantafilm scrive che si tratta di un "maldestro tentativo di abbozzare un'inchiesta documentaristica sui misteri del "Triangolo maledetto" sotto forma di un racconto drammatico di avventure sul mare. L'intento didattico è soffocato dallo spettacolo, ma lo spettacolo è, a sua volta, banalizzato e frammentato nella rappresentazione orrorifica delle morti che tolgono di mezzo, uno dopo l'altro, tutti i personaggi del film. [...] La sceneggiatura [...] sfiora i temi del soprannaturale [...] e del filone catastrofico [...] senza, peraltro, suscitare troppe emozioni." Note Voci correlate Triangolo delle Bermude Collegamenti esterni (fonte utilizzata) Film drammatici Film d'avventura Film di fantascienza Film diretti da René Cardona Jr.
Biografia Figlio di Pietro Ugolotti (1845-1932), maggiore dell'esercito italiano e della nobile Eufrosina Serventi (1845-1923). Fu direttore dei Manicomi di Parma dal 1909 al 1925 e dal 1926 del Manicomio di Pesaro e Urbino. Fondò e diresse per circa un trentennio (1925-1954) il periodico Note e Riviste di Psichiatria, pubblicò anche alcuni studi sulla storia dei manicomi italiani. Sposato con la cugina Ines Serventi, fu padre di tre figli. Opere principali L'assistenza degli alienati e i loro Ospedali di ricovero in quel di Parma : Studio medico storico, Parma, Adorni-Ugolotti, 1907 I vecchi manicomi italiani: atlante storico, Federici, 1954 Onorificenze Bibliografia Roberto Lasagni, Dizionario biografico dei Parmigiani, ed. PPS, Parma 1999 Stefania Re, Tutti i segni di una manifesta pazzia. Dinamiche di internamento femminile nel manicomio di Colorno (1880-1915) M.Longhena, Uno psichiatra parmigiano, in Gazzetta di Parma 13 novembre 1962 Ferdinando Ugolotti Autobiografia per uso familiare e passatempo nella tarda vecchiaia, Pesaro 1957
Gli Hothouse Flowers sono un gruppo musicale rock irlandese originario di Monkstown. Il loro stile combina la tradizione musicale irlandese con influenze rock, soul e gospel. Il gruppo si formò nel 1985 quando Liam Ó Maonlaí e Fiachna Ó Braonáin, che si erano conosciuti sui banchi di una scuola di lingua gaelica, iniziarono come busker con il nome di The Incomparable Benzini Brothers per le strade di Dublino. Dopo la vittoria in un concorso per artisti di strada e l'entrata in organico di Peter O'Toole vennero notati dalla critica musicale e furono contattati dalla Mother Records di Bono con cui incisero il loro primo singolo Love Don't Work This Way. Firmarono per la London Records e nel 1988 pubblicarono il loro primo album, intitolato People, che ottenne un insapettato successo raggiungendo il primo posto della classifica in Irlanda ed il secondo nel Regno Unito. Al successo contribuì il singolo Don't Go, che fu trasmesso durante l'Eurovision Song Contest 1988 svoltosi in Irlanda. Nel successivo tour parteciparono al Festival di Reading e Leeds nel 1988, al Glastonbury Festival del 1989, e del 1990. Nel giugno 1990 uscì il loro secondo album, Home registrato durante il lungo tour. Non ottenne il successo commerciale dell'esordio tranne che in Australia dove salì fino al primo posto in classifica. Nel 1992 parteciparono ad una puntata della serie televisiva Lovejoy. Formarono con i Def Leppard il supergruppo The Acoustic Hippies From Hell che registrò tre brani pubblicati sul latoB del singolo Have You Ever Needed Someone So Bad dei Def Leppard. L'anno seguente pubblicarono il loro terzo album Songs From the Rain che ottenne un buon successo solo in Irlanda ed Australia. A causa di questo insuccesso Liam Ó Maonlaí decise di prendersi una pausa di riflessione che durò però fino al 1998 anno dell'uscita di Born seguito nel 1999 dal loro primo album dal vivo Live che segna la fine del contratto con la London, che nel 2000 pubblica la prima raccolta. Il loro ultimo album ufficiale è Into Your Heart uscito nel 2004. Ó Maonlaí ha affiancato anche una propria carriera solista. Formazione Formazione attuale Liam Ó Maonlaí Fiachna Ó Braonáin Dave Clarke Peter O'Toole Ex componenti Leo Barnes Jerry Fehily Wayne Sheehy Rob Malone Kieron Kennedy Discografia Album in studio 1988 People 1990 Home 1993 Songs from the Rain 1998 Born 2003 The Vaults: Volume 1 2004 Into Your Heart 2016 Let's Do This Thing Album dal vivo 1999 Live 2004 Live At The Ave: Hothouse Flowers With Colin Devlin Raccolte 2000 Greatest Hits 2001 Best of Hothouse Flowers 2006 The Platinum Collection Singoli 1988 Don't Go 1988 I'm Sorry 1989 Just A Note 1990 Give It Up 1990 I Can See Clearly Now 1993 Thing Of Beauty 1993 Emotional Time 1993 One Tongue 1998 You Can Love Me Now Note Altri progetti Collegamenti esterni
Per foraggio si intende un insieme di materie che servono da alimento agli animali domestici; nel linguaggio comune, agli animali domestici erbivori. I pascoli, i prati-pascoli, i prati, gli erbai, gli arbusti e gli alberi foraggeri occupano tre quarti della superficie utilizzata per la produzione agricola nell'intero pianeta. L'utilizzazione di queste risorse può essere fatta con il pascolamento, oppure mediante foraggiamento in stalla con erba fresca o conservata. L'utilizzazione dei pascoli è stagionale ed è spesso necessaria l'integrazione con sistemi che garantiscano l'alimentazione del bestiame tutto l'anno quali fienagione, insilaggio, impiego di mangimi, migrazione verso zone ricche di disponibilità alimentari, pascolamento dei residui agricoli. Le parti non commestibili di cereali e leguminose costituiscono circa la metà della biomassa che rimane sul campo. I residui colturali sono sempre stati un'importante fonte di alimentazione in molte aree in particolare nei periodi di magra. Oggi lo sono ancora nei sistemi di produzione su piccola scala, nei paesi in via di sviluppo. Generalità Le foraggere occupano da tre a quattro miliardi di ettari, equivalenti al 26% della superficie terrestre, ovvero i tre quarti di tutta la superficie utilizzata per la produzione agricola. Di seguito è presentato il dettaglio della distribuzione dei pascoli e delle colture foraggere nel 2000. {|class="wikitable" |- |Regioni||align=center|Superficie territoriale||align=center| Foraggere |- | ||align=center|(milioni di ha)||align=center|(milioni ha) ||align=center|% |- | Africa||align=center|2.933||align=center|870 ||align=center|29,7 |- |Asia||align=center|3.508||align=center|1.106||align=center|31,5 |- |America||align=center|3.832||align=center|869||align=center|22,7 |- |Europa||align=center|2.209||align=center|182||align=center|8,2 |- |Oceania||align=center|849||align=center|419||align=center|49,4 |- |Totale||align=center|13.331||align=center|3.446||align=center|25,8|- |} Il grosso delle produzioni foraggere è fornito da formazioni naturali erbacee e, in minima parte, da quelle arbustive e arboree. Le specie che compongono tali formazioni appartengono principalmente a due famiglie botaniche: graminacee e leguminose, comprendenti circa 12.000 e 18.000 specie, rispettivamente. Le prime, che coprono aree molto più estese delle leguminose, costituiscono la base della dieta alimentare degli erbivori domestici e selvatici. L'utilizzazione di queste risorse può essere fatta con il pascolamento allo stato brado o semibrado degli animali, oppure mediante foraggiamento in stalla con erba fresca o conservata, raccolta dai pascoli e dalle colture foraggere. I pascoli naturali coprono più della metà della superficie totale del pianeta, comprendendo savane, praterie, foreste aperte e arbusteti desertici, prati montani e pascoli alpini, la tundra. L'allevamento estensivo, basato sull'utilizzo di pascoli naturali in grandi allevamenti privati o comunali, è praticato in molte regioni, come le steppe dell'Africa meridionale e del Madagascar, le savane e le praterie del centro desertico del Sud America e degli Stati Uniti occidentali, dell'Australia e della Nuova Zelanda. Nella maggior parte delle aree densamente popolate della regione mediterranea e dell'Europa occidentale, nelle regioni cerealicole dell'America e nelle regioni coltivate dell'Argentina, il bestiame è nutrito prevalentemente con prati intensivi, fieno, cereali e sottoprodotti. Tradizionalmente, nelle regioni con forte pressione demografica, le zone a pascolo tendono a cedere le aree migliori all'agricoltura. Secondo FAOSTAT, grandi aree di pascolo sono state distrutte o convertite in terreni agricoli negli ultimi 30 anni, soprattutto in Africa e Sud America. Nel pascolo, l'erba è consumata sul posto dagli animali, mentre l'erba dei prati è falciata per essere consumata fresca o conservata. Le foraggere la cui biomassa viene in parte pascolata e in parte falciata e asportata costituiscono i prati-pascoli. Esse sono coltivate in aree meno marginali di quelle riservate ai pascoli e possibilmente meccanizzabili, nei sistemi di produzione più evoluti, e costituiscono una copertura vegetale di buona qualità e di lunga durata. Prati e pascoli possono essere costituiti da una specie (monofiti) o da più specie (polifiti). Nei paesi anglosassoni le distinzioni sono differenti: Natural (o rangeland) pastures che comprendono pascoli erbacei estensivi con e senza arbusti e alberi, e Tame pastures costituiti da specie perenni seminate, stoppie e maggesi inerbiti. Nei paesi francofoni, si distingue tra Fourrages pluriannuels o Prairies (permanente, temporaire o artificielle) e Fourrages annuels. Colture foraggere Scelta delle specie Una corretta selezione influenzerà la durata dell'impianto, il tipo di gestione necessaria, la resa e il profitto. Le specie foraggere hanno specifici potenziali di rendimento, curve di crescita e valori nutritivi che devono essere presi in considerazione, ma le loro prestazioni variano anche a seconda delle condizioni ambientali e del tipo di gestione. Le scelte terranno conto soprattutto: dei requisiti nutrizionali degli animali che utilizzeranno il foraggio, infatti diverse specie e classi di animali all'interno di ciascuna specie hanno esigenze diverse; dell'obiettivo di produzione (se produrre tutto l'anno o meno) e di utilizzazione (pascolo, fieno, insilato); delle caratteristiche pedo-climatiche delle aree destinate alla produzione (per il suolo: livello di pH, salinità, fertilità, capacità idrica e drenaggio, rischio di degradazione e di erosione e per il clima: distribuzione e quantità delle precipitazioni, temperature massime e minime); delle disponibilità aziendali di residui colturali e dell'offerta di input e servizi al settore dell'area circostante la zona oggetto di intervento; dei costi per stabilire e mantenere la produzione. L'adeguatezza della specie dipenderà anche dalle caratteristiche delle specie da impiegare, tra le quali le seguenti: tolleranza al taglio, al pascolo o alla brucazione più o meno intensi; qualità, appetibilità, digeribilità e componenti anti-qualità (tossicità, potenzialità di timpanismo); adattabilità e facilità di insediamento, persistenza, rusticità, resistenza alle avversità (malattie, parassiti, fuoco); tolleranza alla siccità, fabbisogno di nutrienti e potenziale risposta a irrigazione e fertilizzazione. In taluni casi, può essere determinante anche la capacità di contenere le infestanti e di contribuire alla riabilitazione di ambienti degradati e alla difesa, al miglioramento e alla stabilizzazione dei suoli. I popolamenti di singole specie sono più facili da gestire, ma i miscugli di leguminose e graminacee hanno maggiori probabilità di riempire tutte le nicchie ambientali e offrono spesso le migliori prestazioni complessive per pascoli e prati, aumentandone la produttività, migliorandone il valore nutritivo e allungando la stagione di utilizzo. I miscugli di due o tre essenze ben scelte sono generalmente più convenienti di quelli che ne includono cinque o sei. Una volta che le specie foraggere sono state selezionate, anche la scelta delle varietà può essere una decisione critica e dovrebbe basarsi sugli stessi criteri utilizzati per la selezione delle specie. Informazioni utili per orientare le scelte sono fornite dalle istituzioni preposte all'assistenza delle attività produttive, quali istituti di ricerca e sperimentazione, agenzie per lo sviluppo, organizzazioni di categoria e imprese commerciali. Saranno anche cruciali, per la verifica della validità delle scelte, le informazioni provenienti da zone dalle caratteristiche simili a quelle delle aree per le quali si sta pianificando la messa in valore. AlimentazioneValore alimentareLa qualità del foraggio dipende dalla composizione chimica, dal valore nutritivo e dall'appetibilità. La prima riguarda il contenuto in sostanza secca, fibra (carboidrati strutturali), proteine, glucidi, il secondo dipende dalla composizione chimica e dalla digeribilità e si identifica con l'energia netta; la terza, che può variare a seconda delle specie animali, dipende principalmente dal sapore e dalla consistenza che possono avere i foraggi delle diverse specie nei vari stadi vegetativi e a seguito del processo di conservazione. Il foraggio perde rapidamente qualità se non viene consumato (raccolto) o conservato allo stadio di crescita appropriato. Il valore alimentare del foraggio dipende da due elementi essenziali: il valore energetico e il contenuto di azoto. Il primo è espresso in unità foraggere (U.F.), mentre il secondo è caratterizzato dal suo contenuto di materia azotata digeribile (MAD in g/kg di di sostanza secca - S.S.). Altri costituenti sono rappresentati da minerali e vitamine. L’unità foraggera è un’unità convenzionale basata sull’equivalenza del valore nutritivo dei foraggi rispetto a 1 kg di granella standard (86% S.S.). I sistemi di espressione del valore energetico tengono conto della trasformazione dell'energia lorda dell'alimento in energia metabolizzabile e delle differenze di efficienza d'uso che portano all'energia netta. Questa energia netta viene utilizzata per coprire le esigenze di mantenimento, crescita o produzione di latte. L'unità foraggera viene utilizzata per calcolare la razione di un ruminante ed è distinta come segue: l'unità foraggera latte (UFL = 7,11MJ) equivalente all'energia netta di un chilogrammo di orzo standard, ovvero 1.700 kCal di energia netta per il mantenimento e la produzione di latte; l'unità foraggera carne (UFC = 7.62 MJ) corrispondente all'energia netta di un chilogrammo di orzo standard, ovvero 1.820 kCal di energia netta per il mantenimento e l'accrescimento (cioè per la produzione di carne). Nelle tabelle che seguono sono proposti i valori indicativi delle produzioni unitarie medie e corrispondenti unità foraggere per quintale di alcune colture foraggere e i fabbisogni energetici dei ruminanti (in UFL e UFC per capo per anno). Nota: I valori della tabella sono espressi in: unità foraggere tradizionali (U.F.); unità foraggere latte (U.F.L.); unità foraggere carne (U.F.C.) Fonte: Università degli studi di Perugia – Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e ambientali Fonte: Nutrizione e Alimentazione degli Allevamenti - Elvio Borgioli - Edagricole 1985LimitazioniLa pianta tossica è quella che, ingerita dall'animale per periodi brevi o prolungati, esercita il suo effetto nocivo facendolo ammalare e, in alcuni casi, provocandone la morte. Le specie tossiche o comunque potenzialmente dannose agli animali domestici sono molto numerose. Qui si considerano solamente le principali specie coltivate per servire di alimento al bestiame, per ciò che riguarda i possibili disturbi alimentari. I più importanti gruppi di sostanze tossiche sono i seguenti: gli alcaloidi, che possono compromettere seriamente il funzionamento del sistema nervoso e causare coma e morte per arresto respiratorio; i glicosidi, suddivisi nelle categorie seguenti: i) glicosidi cianogenici, che danno origine ad acido cianidrico, che interferisce con il trasferimento di ossigeno ai polmoni; ii) le saponine, che provocano inappetenza, apatia, perdita di peso, gastroenterite e diarrea; iii) le cumarine, che originano le dicumarine, anticoagulanti che possono causare emorragie interne fatali; e iv) i glucosinolati, che possono causare riduzione della crescita, danni ai reni e al fegato e provocare il gozzo nei bovini; i nitrati (per eccesso di concimazioni azotate), la cui riduzione durante la fermentazione ruminale può portare a un eccesso di nitriti nel flusso sanguigno e condurre l'animale alla morte; l’acido ossalico, la significativa ingestione del quale da parte dei ruminanti può provocare la formazione di cristalli di ossalato di calcio che andranno a ostruire i vasi sanguigni dei reni e, in casi estremi, causare la morte; varie sostanze contenute in alcune piante che, consumate fresche, affienate o insilate, rendono più sensibili gli animali al forte soleggiamento. I danni che ne derivano vanno dalla semplice scottatura e gonfiore delle zone sensibili alla formazione di ulcere. Tra i disturbi digestivi si ricorda l’ostruzione intestinale, che si può verificare nei bovini per eccessivo consumo di alcuni foraggi con accumulo di componenti di materiale vegetale indigeribile (fitobezoari). Alcuni cereali ricchi di amido, come mais e frumento, possono provocare acidosi lattica, se consumati da bestiame non adattato alle diete a base di cereali. Nel corso della fermentazione che avviene negli insilati di cereali si possono sviluppare funghi (Fusarium, Penicillium, Aspergillus) capaci di produrre micotossine che provocano danni al rumine e turbano l’assunzione di alimenti. Gli alimenti possono, inoltre, veicolare sostanze indesiderate acquisite quali pesticidi e contaminanti (ceneri, metalli pesanti, inquinanti organici, microorganismi).7 Il più delle volte l'intossicazione avviene per la presenza di fattori che la favoriscono e/o esaltano, a volte legati alla pianta ed altre all'animale. L'erba pascolata o consumata come foraggio fresco, fieno o insilato può contenere piante dannose per il bestiame. Generalmente, una mandria ben nutrita evita di consumare piante tossiche, a meno che non sia costretta a farlo, come nel caso di piante o semi inclusi nel foraggio somministrato in stalla, o indotta dalla insufficienza del pascolo. In molti casi, un foraggio tossico può essere dannoso se utilizzato come mangime principale o unico componente della dieta. Inoltre, le condizioni di stress (ad esempio la tosatura o il trasporto) possono aumentare la sensibilità dell’animale. Tra i fattori legati alla pianta, lo stato vegetativo stesso gioca un ruolo molto importante, poiché alcune specie sono più tossiche nella ricrescita, mentre altre lo sono quando fioriscono e/o fruttificano; alcune aumentano la loro tossicità quando crescono in terreni fertilizzati, altre lo fanno a seguito dell’incendio della vegetazione. Le piante tossiche non presentano lo stesso pericolo durante tutto il loro ciclo vegetativo. La loro tossicità può essere: permanente, quando è presente in qualsiasi momento del ciclo, sia vegetativo che riproduttivo; temporale, se la pianta è tossica solo (o soprattutto) quando è in crescita e crea problemi solo quando è giovane o sta ricacciando; circostanziale, quando le piante possono essere dannose crescendo in terreni molto fertili (in azoto in particolare), in condizioni di stress (da umidità, freddo, siccità, infestazioni di insetti, eccessivi pascolo o calpestio); parassita, quando pascoli e cereali da foraggio acquistano tossicità essendo parassitati da funghi di generi diversi (Claviceps, Acremonium, Pithomyces e Fusarium, tra gli altri). Graminacee e leguminose a confronto Nel quadro qui sotto sono riassunte proprietà e differenze di comportamento delle specie graminacee e leguminose in rapporto alla loro utilizzazione foraggera. Tipologie Spesso si utilizza come foraggio l'intera parte vegetativa di una pianta destinata, anche dopo alcune trasformazioni, ad alimentare il bestiame. Frutti e semi rientrano nel foraggio se sono raccolti insieme alla parte vegetativa, altrimenti se raccolti a parte sono considerati concentrati. Le specie vegetali che vengono utilizzate per la produzione di foraggio sono definite piante foraggere o colture foraggere. Viene spesso definito mangime un alimento per animali che in poco volume racchiude grande quantità di principî nutritivi. Le foraggere comprendono specie erbacee, quali i pascoli, i prati-pascoli, i prati e gli erbai, e legnose quali gli arbusti e gli alberi foraggeri. miniatura|destra|Sui pascoli da poco sfalciati e che potrebbero fornire anche un buon pascolo, insiste un piccolo fienile. Siamo tra i 1.330 e i 1.400 m s.l.m. nella Valle di Obernberg, in Alto Adige, Austria. Pascoli Per pascolo si intende una comunità vegetale naturale o naturalizzata, in equilibrio, la cui erba è consumata sul posto da animali pascolanti; per lo più queste specie sono perenni o vivaci. I pascoli, che rappresentano la forma meno intensiva di foraggicoltura, risultano per la maggior parte dal disturbo antropico: disboscamento e incendi nelle savane e nelle praterie. Oltre a sostenere la produzione di carne, latte, lana, pelli e lavoro, i pascoli rappresentano l'habitat della gran parte della selvaggina del pianeta e forniscono una copertura permanente al suolo, prevenendone l'erosione e migliorandone potenzialmente le proprietà chimiche e fisiche. Nei sistemi pastorali estensivi e semi-estensivi l'allevatore sfrutta le risorse naturali con investimenti scarsi o nulli. In alcune regioni, i diritti di utilizzo non sempre sono favorevoli al buon mantenimento e all'intensificazione, mentre la proprietà della terra o dei diritti di pascolo è essenziale per gli investimenti e la gestione sostenibile dei i pascoli. Nei sistemi di produzione commerciali, la terra è detenuta in proprietà o in locazione a lungo termine e gli allevatori possono, quindi, investire in infrastrutture, in particolare acqua e recinzioni. Il pascolo a rotazione in appezzamenti recintati è diffuso in aziende sufficientemente remunerative da rendere redditizio l'investimento in recinzioni e in eventuali miglioramenti della flora pabulare e consente modalità di gestione favorevoli all'intensificazione della produzione. Con questo metodo la regolazione del pascolo è più agevole e se ne può prevenire lo sfruttamento eccessivo. Prati-pascoli Sono foraggere la cui biomassa viene in parte pascolata e in parte falciata e asportata. I prati-pascoli possono essere coltivati in coltura pura o in consociazione con graminacee e leguminose, in generale si usa consociare una graminacea con due o tre leguminose. Nelle zone temperate e subtropicali, tra le principali graminacee coltivate si distinguono Bromus spp., Cynodon dactylon, Dactylis glomerata, Festuca arundinacea, Lolium spp. (L. multiflorum, L. perenne), Melilotus curvula, Panicum spp., Phleum pratense, Poa spp. e Setaria italica. Alcune di queste specie sono coltivate anche nelle zone tropicali di altitudine. Nelle consociazioni possono entrare, tra le altre, leguminose quali Lotus corniculatus, Medicago spp., Melilotus spp., Onobrychis viciifolia (lupinella) e Trifolium spp.. Tra le graminacee coltivate anche in zone a clima tropicale si distinguono Andropogon gayanus, Axonopus compressus, Cenchrus ciliaris, Dichanthium annulatum, Digitaria spp., Eragrostis curvula, Eragrostis tef e Paspalum spp. (P. conjugatum, P. dilatatum), che possono essere consociate con leguminose tra le quali Arachis pintoi, Chamaecrista rotundifolia, Macroptilium atropurpureum, Neonotonia wightii, Stylosanthes spp., Trifolium spp. e Vicia villosa. Tra le graminacee prevalentemente tropicali, Hyparrenia rufa, Melinis minutiflora, Pennisetum glaucum e Tripsacum laxum possono essere consociate con Centrosema molle, Desmodium spp., Macroptilium atropurpureum, Neonotonia wightii, Stylosanthes spp, Vigna parkeri ed arbusti quali Leucaena leucocephala e Sesbania sesban. Altre specie foraggere graminacee di rilievo comprendono le seguenti: Agrostis spp. (A. capillaris, A. stolonifera), Andropogon hallii, Arrhenatherum elatius, Bothriochloa spp. (B. bladhii, B. pertusa), Brachiaria spp. (B. decumbens, B. humidicola), Echinochloa pyramidalis, Entolasia imbricata, Heteropogon contortus, Hymenachne amplexicaulis, Leersia hexandra, Megathyrsus maximus, Phalaris arundinacea, Phleum pratense, Poa spp. (P. arachnifera, P. pratensis, P. trivialis), Setaria sphacelata, Themeda triandra e Thinopyrum intermedium.PratiI prati sono foraggere leguminose perlopiù poliennali che possono entrare nelle rotazioni e sono coltivate, per utilizzazione diretta o conservate sotto forma di fieno o di insilato, per assicurare la costante disponibilità di alimenti durante l'anno. Arachis pintoi, Cajanus cajan, Chamaecrista rotundifolia, Desmodium intortum, Hedysarum coronarium (sulla), Medicago sativa (erba medica), Onobrychis viciifolia, Stylosanthes spp. (S. humilis, S. scabra) e Trifolium spp. (T. hybridum, T. incarnatum, T. pratense, T. repens), che possono essere coltivate in coltura pura o consociate con altre leguminose o con graminacee dei generi Bromus, Cenchrus, Cynodon, Digitaria, Festuca (F. pratensis, F. rubra), Lolium, Panicum, Paspalum, Sorghum, sono le specie più comuni nelle zone temperate e subtropicali. Molte di queste, come Arachis pintoi, Desmodium intortum e Stylosanthes spp., sono coltivate anche in zone tropicali. Altre specie foraggere leguminose di rilievo comprendono le seguenti: Astragalus cicer, Clitoria ternatea, Kummerowia spp. (K. stipulacea, K. striata), Macroptilium bracteatum, Vicia spp. (V. articulata, V. ervilia, V. narbonensis, V. sativa).ErbaiDurante l'avvicendamento delle coltivazioni erbacee principali sullo stesso terreno, si verificano periodi che vanno dalla raccolta di una coltura alla semina di una coltura successiva. In questo lasso di tempo, il terreno rimane utilizzabile per la coltivazione di specie che abbiano breve durata. Queste coltivazioni, che si chiamano "intercalari", si eseguono per avere prodotti in granella o da utilizzare allo stato verde. Se le erbe vengono interrate per fertilizzare il terreno, si hanno gli erbai da sovescio, se invece vengono destinate all'alimentazione del bestiame, si tratta di erbai intercalari da foraggio. Gli erbai si distinguono in monofiti e polifiti e in primaverili, estivi, autunnali o autunno-invernali. Il posto che l'erbaio può trovare nella rotazione dipende dalle condizioni di clima, di terreno e dalle esigenze e caratteristiche delle aziende agrarie. Nelle regioni aride, è soprattutto la disponibilità di umidità nel terreno, in genere determinata dal regime pluviometrico, a condizionare la realizzazione degli erbai intercalari e la loro composizione e produzione. Le basse temperature sono, invece, il principale fattore limitante nelle regioni settentrionali. La riuscita dell'erbaio dipende, oltre che dalle disponibilità idriche durante il ciclo colturale e dalla fertilità naturale del terreno, dagli apporti di fertilizzante, calibrati sulle esigenze delle varie specie, dalle produzioni attese e dalla coltura seguente. Nei climi temperati e subtropicali, alcune delle graminacee sono anche coltivate per granella (Avena sativa, Hordeum vulgare, Lolium multiflorum, Panicum miliaceum, Pennisetum glaucum (miglio perlato), Secale cereale, Setaria spp., Sorghum vulgare, Triticum aestivum (frumento) e Zea mays (granturco). Tra le leguminose, alcune delle quali possono essere coltivate in consociazione con queste, sono comuni Lupinus albus, Pisum arvense (pisello), Trifolium (trifoglio) spp. e Vicia (veccia) spp.. Altre colture, appartenenti a varie famiglie, un tempo molto importanti, sono state in gran parte sostituite da mais e insilati di erba. Tra queste, Beta vulgaris, Brassica spp., Helianthus tuberosus (girasole), Rapa campestris, Sinapis spp. e Trigonella foenum-graecum (fieno greco). Tra le specie coltivate anche in zone a clima tropicale si ricordano le graminacee Cenchrus americanus, Chloris gayana, Cynodon dactylon, Digitaria eriantha, Melinis minutiflora, Pennisetum glaucum, Pennisetum purpureum, Sorghum spp. e le leguminose Calopogonium mucunoides, Chamaecrista rotundifolia, Cyamopsis tetragonoloba, Crotalaria juncea, Desmodium intortum, Lablab purpureus, Macroptilium atropurpureum, Mucuna pruriens, Phaseolus lathyroides, Stylosanthes hamata e Vigna unguiculata.Arbusti, alberi ed altre foraggereAlcuni arbusti ed alberi forniscono fogliame e talora frutti molto nutrienti, che vengono consumati sul posto o raccolti, soprattutto durante i periodi secchi e freddi quando le specie erbacee sono dormienti, e sono apprezzati soprattutto dai caprini, che li consumano tutto l'anno. Oltre a essere diffusi nelle savane e nelle boscaglie, si usano proficuamente per migliorare i pascoli e trovano utile impiego anche per la creazione di siepi antierosive e possono fornire buon legname e frutti per consumo umano. Specie dei generi Acacia, Albizia (A. canescens, A. lebbeck), Cajanus cajan, Desmanthus virgatus, Erythrina, Prosopis, Leucaena, Gliricidia, Faidherbia, Prosopis e Sesbania sono tra le più diffuse nelle zone a clima tropicale e subtropicale. Piccoli e grandi ruminanti delle aree temperate e subtropicali apprezzano le parti più tenere e nutrienti di specie appartenenti ai generi Alnus, Erica, Morus (gelso), Ligustrum, Olea, Populus (pioppo), Quercus, Sorbus e Ceratonia siliqua (carrubo). Piante foraggere cosmopolite di qualche interesse sono anche le piante acquatiche Azolla pinnata e Eichhornia crassipes e Opunzia ficus-indica (fico d'India), pianta succulenta arborescente. Gestione e utilizzazione Pascoli e prati Il miglioramento dei prati naturali di solito comporta la soppressione almeno temporanea della vegetazione esistente e diversi gradi di disturbo della superficie del suolo (che generalmente conviene contenere al massimo per motivi di ordine economico e ambientale); spesso si usa il fertilizzante e, quando le leguminose vengono introdotte in un'area per la prima volta, è bene procedere all'inoculazione del seme con l'appropriato Rhizobium. Critica la scelta delle specie e delle cultivar, da effettuare in base alle caratteristiche del clima e del suolo e all'uso del prodotto finale (ad esempio, piccoli o grandi ruminanti, produzione di carne o di latte). Classica è la trasemina di essenze leguminose come il trifoglio sotterraneo nei pascoli di graminacee. Spesso è necessaria una gestione accurata per assicurare la durata delle specie introdotte, non escludendo la fertilizzazione. La regolazione del carico animale e la gestione della distribuzione spaziale e temporale del bestiame sono alla base del governo del pascolo. Per mantenere a lungo un pascolo, occorre adottare carico animale e cicli di rotazione adeguati, rispettare un corretto periodo di riposo tra i periodi di pascolo e, più raramente, fertilizzare alla ripresa della vegetazione ed effettuare manutenzioni meccaniche e/o chimiche. La quantità di bestiame che una determinata area di pascolo può mantenere non dipende solo dalla sua composizione botanica, ma deve tenere conto anche degli obiettivi di gestione e della disponibilità e ubicazione di altre risorse prative. Nei sistemi estensivi, la disponibilità di acqua determina molti modelli di migrazione: durante la stagione secca infatti, nelle aree dipendenti dalle acque superficiali stagionali, quando le fonti si sono esaurite, le mandrie devono spostarsi in altre aree. Le alterazioni del pascolo riflettono squilibri che sono conseguenze sia di eventi climatici (siccità, eccesso d'acqua, ecc.), sia di incidenti (incendi) o attacchi fitosanitari o, più spesso di errori. Il più delle volte, basta correggerne la gestione; misure più radicali come rigenerazione (con sospensione totale del pascolamento) o rinnovamento (indispensabile per i pascoli che non presentano più la capacità a rigenerarsi spontaneamente) sono opportune, se il degrado è maggiore. L'eccessiva diffusione della vegetazione arbustiva - e gli arbusti meno graditi possono prevalere quando quelli più appetibili sono eccessivamente pascolati - di solito indica difetti nel sistema di gestione. Nei sistemi tradizionali, il fuoco è l'agente più comune per controllare alberi e arbusti; questo è un fattore importante nel determinare la composizione della vegetazione e un potente strumento nella gestione delle praterie, utilizzato per eliminare i resti poco appetibili della stagione precedente, facilitare la ricrescita della vegetazione erbacea e controllare quella legnosa. Gli incendi devono essere però attentamente programmati e controllati, per evitare seri danni all'intero ecosistema, in particolare alla fauna selvatica. La maggior parte (quasi il 70%) delle praterie è degradata. Indipendentemente dalla zona ecologica, il pascolo eccessivo è una delle principali cause di degrado. In particolare nelle zone subumide, semiaride o aride in cui predominano le praterie tropicali, il sovrappascolo induce la compattazione del suolo e l'idromorfismo; nei suoli aridi esso provoca principalmente la riduzione della copertura del suolo, le successive erosione (ad opera del vento o dell'acqua) e desertificazione. I prati e i pascoli possono immagazzinare quantità molto elevate di carbonio. Soluzioni che ne aumentano drasticamente il sequestro comprendono le seguenti: controllo del pascolo (intensità, frequenza, stagionalità) e migliore gestione degli incendi per controllare la crescita delle piante legnose; modifica della qualità delle graminacee e introduzione di specie più produttive con apparati radicali più profondi e più resistenti al degrado e di leguminose azotofissatrici; adozione di pratiche agronomiche che comportano una diminuzione della perdita di carbonio e un aumento dell'apporto di carbonio al suolo. L'utilizzazione dei pascoli è stagionale, determinata dalle condizioni atmosferiche (neve, ghiacci, allagamenti, siccità) ed è quindi spesso necessaria l'integrazione con sistemi che garantiscano l'alimentazione del bestiame tutto l'anno (pascolamento dei residui agricoli, transumanza verso zone ricche di disponibilità alimentari, fienagione, insilaggio, impiego di mangimi). Operazioni colturali Le operazioni per la coltivazione dei foraggi variano a seconda del sistema colturale e delle colture stesse. L'impiego di sistemi convenzionali di lavorazione del terreno che comportano livelli elevati di meccanizzazione e consumi massicci di energia fossile e l'esposizione prolungata del suolo agli agenti atmosferici contribuiscono fortemente al degrado delle risorse naturali e dell'ambiente. L'adozione della lavorazione minima o nulla permette di proteggere fisicamente il suolo dall'azione negativa del sole, della pioggia e del vento e favorisce lo sviluppo della fauna del suolo. Il risultato è una riduzione dell'erosione e un incremento della sostanza organica. L'elenco indicativo delle principali operazioni dalla preparazione del letto di semina alla raccolta fornito di seguito consente di avere un'idea delle tecnologie possibili. Decespugliamento, eliminazione di pietre, ceppi e termitai, per consentire il passaggio delle macchine per la raccolta Preparazione del letto di semina: aratura, erpicatura e/o vangatura o zappatura e livellamento (non necessario se si adotta la semina diretta sul sodo) Eventuale concimazione di fondo Sistemazione eventuale su terreni in pendenza nelle regioni semiaride Scarificazione eventuale delle sementi di leguminose Inoculazione eventuale con Rhizobium specifico in caso di semina di leguminose Semina a spaglio (prima di una leggera erpicatura) o a righe, con seminatrici manuali o meccaniche In alternativa, eventuale concimazione localizzata Contrasto eventuale delle infestanti (manuale, meccanico o con prodotto erbicida) Rullatura eventuale Irrigazione eventuale Concimazione eventuale (dopo ogni taglio) Falciatura manuale o meccanica per foraggiata fresca oppure Falciatura manuale e successivo arieggiamento per fienagione oppure Falciatura meccanica, andanatura e rivoltamento dell'andana, condizionamento eventuale (schiacciamento dell'erba), imballaggio, trasporto, immagazzinamento oppure Raccolta con raccogli-trincia-raccoglitrice, trasporto e insilaggio Pascolamento eventuale dei ricacci Scarificatura periodica eventuale Raccolta e conservazione La raccolta dei foraggi si effettua manualmente o utilizzando apposite attrezzature che differiscono principalmente per la destinazione del prodotto e del livello tecnologico delle imprese. In ambiente contadino - qui i foraggi sono destinati principalmente al consumo fresco o alla fienagione - tutte le operazioni, dal taglio al trasporto alla stalla sono effettuate manualmente o con l'ausilio del traino animale. Nel settore moderno – i foraggi possono essere destinati anche all'insilamento - le operazioni sono realizzate meccanicamente. La disponibilità di foraggio per gli animali in allevamento deve essere assicurata durante tutto l'anno, ma la produzione di erba è caratterizzata da marcata stagionalità. Il pascolo tutto l'anno è raramente praticabile in condizioni temperate con notevoli eccezioni in alcune parti della Nuova Zelanda, talvolta con l'ausilio di alberi da foraggio e arbusti nella stagione secca. In taluni sistemi, si ovvia alla stagionalità con la transumanza o l'alpeggio; nelle aree con stagione di crescita termica continua, come in gran parte dei tropici, gli allevatori cercano di mantenere l'alimentazione verde o il cosiddetto fieno in piedi. Nelle zone con inverno marcato, la conservazione è un'opzione necessaria, che si consegue con la fienagione (per le piante con stelo relativamente sottile) e l'insilaggio. Molte sono le specie di leguminose (erba medica in primis) e di graminacee (mais e sorgo sono le più impiegate), che si prestano all'affienamento ed all'insilaggio. Quest'ultimo è particolarmente adatto per la conservazione del foraggio ad alto contenuto in acqua. In sintesi: l'insilaggio si basa, mediante la trasformazione degli zuccheri solubili dei foraggi in acido lattico ad opera di enzimi e microrganismi (batteri), sull'instaurazione all'interno della biomassa vegetale di processi fermentativi anaerobici, finalizzati alla creazione di un ambiente acido avverso alla proliferazione di microrganismi degenerativi della massa organica; l'affienamento, che più comunemente si effettua in campo, consiste nell'abbassare il più rapidamente possibile il contenuto in acqua dell'erba (80%) fino a valori tali (12-15%) da inibire l'attività biologica dell'erba e dei microrganismi in essa presenti. Piante ausiliarie Le piante foraggere possono svolgere anche funzioni complementari tra cui la conservazione e il miglioramento del suolo, la pacciamatura e l'ombreggiatura. La copertura vegetativa, il maggese e il sovescio aumentano il tasso di infiltrazione dell'acqua, proteggono il suolo dall'erosione e forniscono residui di biomassa che aumenta la sostanza organica del terreno. Nel seguito sono segnalate le specie foraggere che assolvono a queste molteplici funzioni.Piante per la protezione del suolo e il miglioramento della fertilitàLa stabilizzazione dei terreni sciolti o sabbiosi si consegue attraverso l'impiego di arbusti dotati di un apparato radicale che arriva a utilizzare l'acqua in profondità e di piante erbacee dotate di vegetazione aerea e di radici fascicolate capaci di limitare i movimenti dei granelli di sabbia, meglio se a crescita rapida e tolleranti la salinità. Le specie di arbusti più comunemente utilizzate comprendono varie specie di Acacia e di Prosopis, mentre tra le specie erbacee sono utili Tephrosia purpurea e Vetiveria zizanioides. Nelle regioni umide, il degrado dei pascoli può ridurre la capacità del suolo di assorbire la pioggia, con erosione e trasporto a valle di particelle di terreno e sottrazione di elementi minerali e organici. Questi fenomeni si possono contrastare con la creazione di bande e siepi anti-erosive di vegetazione permanente lungo le curve di livello. Per l'inerbimento si possono usare graminacee stolonifere (ad esempio Digitaria umfolozi) mescolate a leguminose fittonanti (Flemingia congesta, Desmodium spp. e varie Stylosanthes). Altre specie di graminacee perenni sono le seguenti: Andropogon gayanus, Axonopus compressus, Brachiaria decumbens, Cenchrus ciliaris, Chloris gayana, Digitaria umfolozi, Panicum maximum, Tripsacum laxum, Vetiveria spp. e Pennisetum spp.. Tra gli arbusti usati per le siepi, le seguenti specie leguminose sono anche capaci di fornire una integrazione proteica al bestiame: Calliandra calothyrsus, Cajanus cajan, Ceratonia siliqua, Gliricidia sepium, Leucaena leucocephala, Lotus uliginosus, Sesbania sesban e Prosopis spp.. I generi e le specie erbacee usate per il maggese comprendono graminacee quali Andropogon gayanus, Brachiaria ruziziensis, Cenchrus ciliaris, Chloris gayana, Pennisetum purpureum e leguminose, tra cui: Cajanus cajan, Calopogonium mucunoïdes, Canavalia spp., Chromolaena odorata, Crotolaria spp., Desmodium uncinatum, Dolichos lablab, Flemingia congesta, Glycine wightii, Macrotyloma uniflorum, Mucuna spp., Pueraria phaseoloides, Sesbania sesban, Stylosanthes hamata, Tephrosia spp., Vigna unguiculata (fagiolo dall'occhio) e Zornia glochidiata. I più comuni generi delle foraggere legnose comprendono Acacia, Albizzia, Leucaena, Prosopis e specie come Faidherbia albida, Gliricidia sepium e Ziziphus mauritiana. Le specie più comunemente utilizzate per il sovescio nelle zone a clima temperato comprendono le leguminose Faba minor (favino), Lupinus spp., Medicago lupolina, Onobrychis viciifolia, Pisum sativum, Trifolium spp. e Vicia spp. e le graminacee Avena sativa, Fagopyrum esculentum, Hordeum vulgare, Lolium multiflorum e Secale cereale. Nelle zone tropicali, sono comunemente impiegate le leguminose Aeschynomene americana, Calopogonium mucunoides, Cyamopsis tetragonoloba, Gliciridia sepium, Pueraria phaseoloides, Crotalaria spp., Indigofera spp., Sesbania spp., Tephrosia spp. e Vigna spp.. Azolla pinnata è usata tradizionalmente in risicoltura sommersa in Cina e in Vietnam. Piante da copertura, da pacciamatura, da ombra e da recinzione Le piante da copertura si impiegano anche per proteggere i terreni coltivati evitando di lasciare il terreno scoperto negli intervalli tra colture principali e per contrastare le erbe infestanti. In questo caso, si tratta di specie annuali a crescita rapida quali Lablab purpureus, Vigna spp. ed alcune specie del genere Phaseolus. Le specie leguminose comprendono Aeschynomene americana, Arachis pintoi, Calopogonium mucunoides, Indigofera spicata, , Pueraria, Sesbania sesban, Stylosanthes guianensis e Vigna hosei, che possono anche fornire un buon foraggio; Mucuna pruriens e Mimosa invisa hanno una notevole capacità di contenere le infestanti, in particolare Imperata cylindrica. Specie di altre famiglie includono Axonopus compressus e Paspalum conjugatum. Particolarmente interessanti sono le leguminose Acacia spp., Calliandra calothyrsus, Crotalaria grahamiana e C. macrophylla, Gliricidia sepium, Leucaena leucocephala e Senna siamea, le cui potature succulente, ricche di azoto, che si decompongono rapidamente, svolgono anche le funzioni tipiche del sovescio. Le recinzioni vive non solo segnano i confini tra le proprietà, contengono o escludono il bestiame e gli animali selvatici dalle coltivazioni, ma forniscono anche ombra, legna da ardere, foraggio, materiale per pacciamatura e concime verde. La specie più utilizzata nelle regioni tropicali è probabilmente Leucaena leucocephala, altre specie comunemente utilizzate appartengono ai generi Acacia, Flemingia macrophylla e Gliricidia sepium. Molte colture arboree tropicali beneficiano dell'ombreggiamento nel periodo che segue il trapianto per ridurre la traspirazione delle giovani piantine fino alla completa radicazione, mentre per altre, come il cacao, il caffè e il tè, l'ombreggiamento è praticato durante tutto il ciclo. Gli alberi e arbusti da ombra comunemente usati comprendono piante agroforestali quali varie specie di Acacia e di Albizzia, Erythrina spp., Flemingia macrophylla, Gliricidia sepium, Grevillea robusta, Paraserianthes falcataria, Inga spp., Leucaena spp., Sesbania spp. e Tephrosia spp.. Residui delle colture L'integrazione dell'agricoltura con l'allevamento è comunemente considerata suscettibile di migliorare la produttività del suolo e mantenere la qualità dell'ambiente. In questo ambito, il pascolo dei residui colturali è una pratica importante, in particolare negli scenari di riduzione delle superfici a pascolo e aumento del costo dei mangimi. Le parti non commestibili di cereali e leguminose costituiscono circa la metà della biomassa colturale che rimane sul campo dopo la raccolta, la maggior parte della quale può essere trasformata dai ruminanti in prodotti di pregio economico. I residui colturali sono sempre stati un'importante fonte di alimentazione in molte aree, in particolare nei periodi di magra, soprattutto nei sistemi di produzione su piccola scala. I residui vegetali sono anche efficaci nel prevenire l'erosione e ridurre il ruscellamento. Con la gestione attenta dei residui colturali è inoltre possibile aumentare il contenuto organico del suolo. I principali residui colturali Nelle zone temperate, la paglia di cereali comuni (avena, frumento, miglio, orzo e riso) e di leguminose come arachidi, ceci, fagioli, fave, piselli e soia, è stata tradizionalmente utilizzata ed è ancora oggi estremamente importante nei paesi in via di sviluppo, nonostante la scarsa digeribilità e il basso contenuto proteico, mentre in Europa occidentale è considerata un alimento povero, da utilizzare solo in caso di emergenza. In India, ad esempio, la paglia di riso, frumento, miglio africano, mais, sorgo, miglio perlato e le cime di canna da zucchero sono tra i principali alimenti animali. I residui di mais e di sorgo, che hanno un valore nutritivo superiore a molte paglie, sono i più importanti per quantità e qualità. Dotati di un più elevato valore nutritivo, forniscono un buon foraggio anche i residui di molti legumi alimentari e importanti sono ugualmente le cime delle piante di canna da zucchero, la parte aerea della barbabietola da zucchero e delle patate dolci, la frutta e la verdura non commercializzabili, il fogliame di banana, così come le potature di alcuni alberi, tra i quali gli ulivi, e i gambi, le foglie, i germogli e le capsule immature di cotone, che costituiscono un buon alimento soprattutto per i piccoli ruminanti. Consumo diretto e conservazione I residui di mais possono essere pascolati direttamente, insilati o essiccati. Anche quelli di sorgo forniscono un buon foraggio, ma il loro pascolo è potenzialmente pericoloso per la possibilità che nei ricacci compaiano sostanze cianogeniche, mentre gli steli di cotone possono essere pascolati o portati nella stalla per l'alimentazione invernale a condizione che non siano stati usati pesticidi. Nei sistemi di agricoli tradizionali, gli stocchi e le paglie sono solitamente essiccati e ammucchiati nel campo o stoccati sui tetti delle case o nei fienili, mentre nell'agricoltura commerciale possono essere raccolti e insilati, con o senza trattamento con urea. Vengono insilate anche le parti verdi delle potature, della canna da zucchero, della barbabietola da zucchero e delle banane, così come frutta e verdura di scarto. I fieni grossolani e le paglie sono utilizzati in modo più efficiente se triturati e la loro appetibilità e digeribilità possono essere migliorate con semplici trattamenti con ammoniaca, la cui convenienza è soggetta a valutazione economica. Poiché i residui colturali di solito sono poveri in proteine, l'integrazione proteica può avvenire sotto forma di concentrati o fieno di leguminose, oppure di azoto non proteico, utilizzabile dalla microflora ruminale, come l'urea o il bicarbonato di ammonio, mentre la melassa e i blocchi di urea forniscono al tempo stesso azoto non proteico ed energia prontamente disponibile. Vantaggi e svantaggi Per quanto riguarda i residui che si asportano dal terreno per consumo diretto o conservazione, non si evidenziano svantaggi particolari, laddove le condizioni e le caratteristiche delle imprese agro-zootecniche ne permettano la corretta ed economica utilizzazione. Nei sistemi agro-zootecnici più avanzati, vantaggi e svantaggi del pascolo dei residui colturali sono difficili da valutare, compreso il costo del ritardo delle operazioni sul campo e il bilancio tra rimozione e apporti di nutrienti e materia organica. Rispetto alla raccolta e conservazione, il pascolo genera perdite di materiale, ma fa risparmiare manodopera e restituisce, con le deiezioni, sostanza organica al terreno. Inoltre, sul campo viene lasciato un residuo sufficiente a limitare l'erosione del suolo. Il pascolo dei residui può compattare il terreno diminuendone la permeabilità, ma ciò non si traduce in genere in una riduzione delle rese. Esso ha un effetto minimo o nullo sull'erosione del vento e dell'acqua e sulle proprietà idrauliche, ma per contro ha spesso un impatto positivo sui nutrienti del suolo. In effetti, il pascolo moderato può mantenere o aumentare la concentrazione di sostanza organica nel suolo, mentre il sovrappascolo può ridurre la concentrazione di materia organica, a lungo termine. Nel caso emblematico del mais, quando pascola i residui (stocchi, fogliame e pannocchie sfuggite alla raccolta), il bestiame seleziona e mangia prima la granella, poi le foglie e infine i tutoli e gli stocchi. All'aumentare del carico di capi per ettaro, il contenuto in nutrienti del residuo diminuisce più rapidamente. Il pascolo a sezioni o lo spostamento del bestiame da un campo all'altro, che permette di estendere il periodo di pascolo, garantisce un apporto di nutrienti più uniforme e previene il sovrappascolo, si può ottenere utilizzando recinzioni elettriche. Laddove, come in gran parte del Sahel e in molte altre aree marginali del continente africano, la maggior parte dei sistemi di produzione combina un'agricoltura manuale estensiva con la tendenza all'allevamento transumante, le deiezioni animali sono un fattore essenziale nella restituzione degli elementi nutritivi esportati dalle colture. Questi apporti derivano anche dal drenaggio di elementi fertilizzanti dai pascoli verso i coltivi, i cui residui colturali costituiscono mediamente un foraggio che, per quantità e qualità, risulta paragonabile a quello del pascolo naturale. Cambiamento climatico Cause ed effetti La progressiva conversione delle praterie e delle foreste in terre coltivate e pascoli ha provocato una generalizzata massiccia diminuzione del carbonio nel suolo. Inoltre, la maggior parte dei suoli del pianeta utilizzati per l'agricoltura è stata impoverita di sostanza organica negli ultimi cinquant'anni, in particolare a causa dall'intensificazione delle lavorazioni del terreno e dall'esposizione del suolo agli agenti atmosferici e alla conseguente erosione. Nel settore agricolo i principali fattori di degrado dell'ambiente, che contribuiscono ad aggravare il cambiamento climatico, sono i seguenti: il pascolo eccessivo (da parte del bestiame domestico o della fauna selvatica) nelle aree subumide, semi-aride o aride in cui predominano le praterie; il taglio di legna da ardere e, nelle zone a vegetazione più abbondante, gli incendi boschivi o annuali per rinnovare l'erba dei pascoli o ridurre la densità della vegetazione legnosa; la cattiva gestione del terreno e il ricorso a pratiche agricole che determinano un generale declino della sostanza organica nei suoli intensamente coltivati e il rilascio del carbonio presente nel suolo nell'atmosfera sotto forma di anidride carbonica; in una certa misura, l'agricoltura di sussistenza itinerante taglia-e-brucia, praticata da 300 a 500 milioni di piccoli agricoltori nelle regioni tropicali; l'adozione di sistemi e tecniche agricole che comportano livelli elevati di meccanizzazione e consumi massicci di energia fossile, soprattutto nelle regioni tecnologicamente ed economicamente più avanzate. Questo processo di deterioramento può essere contrastato attraverso la rigenerazione dei terreni degradati e l'adozione di pratiche agricole più sostenibili che riducono le emissioni di gas serra e migliorano il sequestro del carbonio. La diminuzione dell'erosione aumenta gli effetti benefici delle modalità di conservazione e gestione del suolo (copertura, minima lavorazione del terreno, aumento della sostanza organica). Le praterie hanno un alto potenziale di sequestro del carbonio; i terreni degradati o sovrapascolati possono essere restituiti a un'elevata produttività mediante misure tra le quali la semina a bande di leguminose e l'alternanza del pascolo con periodi di riposo. Agricoltura del carbonio L'agricoltura del carbonio (Carbon Farming'') ha lo scopo di ottimizzare la cattura del carbonio, implementando idonee tecniche agronomiche e colturali, per migliorare il processo con cui l'anidride carbonica viene rimossa dall'atmosfera e immagazzinata nel materiale vegetale e/o nella sostanza organica del suolo. Aumentare il contenuto di sostanza organica del suolo può favorire la crescita delle piante, migliorare la capacità di ritenzione idrica del suolo e ridurre l'uso di fertilizzanti, ma non sempre può risultare conveniente per il coltivatore adottare tecniche meno dannose per l'ambiente. L'agricoltura del carbonio si riferisce dunque anche al modello di business che mira a migliorare la mitigazione del clima pagando gli agricoltori per attuare pratiche di gestione agricola rispettose del clima. In Australia, dove questo sistema è in atto dal 2013, gli agricoltori possono ricevere contributi per aumentare il carbonio del suolo nei sistemi di pascolo. Tra gli altri (Stati Uniti, Canada, Cina, Corea del Sud, India, ecc.), la Commissione europea, per incoraggiare i settori agricolo e forestale a realizzare azioni per in difesa del clima, ha definito una politica di incentivi e sta mettendo a punto un sistema di monitoraggio e certificazione che prevede premi per gli agricoltori che adotteranno pratiche agricole in grado di rimuovere l'anidride carbonica dall'atmosfera. A questi agricoltori potranno essere riconosciuti premi sotto forma di “certificati verdi” o “crediti di carbonio”. Nel settore foraggero, le pratiche di coltivazione e sequestro del carbonio comprendono le seguenti: agro-forestazione e altre forme di agricoltura mista che combinano vegetazione legnosa con colture e/o sistemi di produzione animale sullo stesso terreno; colture intercalari e di copertura, agricoltura conservativa, protezione dei suoli, riduzione della perdita di suolo per erosione e recupero dei terreni degradati; conversione mirata di terreni coltivati a maggese e di aree fuori produzione o a riposo in prati permanenti. Il foraggio nella cultura e nell'arte Arte figurativa Le fotografie dei dipinti qui raccolte originano dalla grande raccolta Wikimedia Commons. La fienagione''' Galleria d'immagini Note Esplicative Bibliografiche Voci correlate Agricoltura Allevamento Alpeggio Bovinicoltura Cambiamento climatico Caprinicoltura Cattura e sequestro del carbonio Coltivazione itinerante Coltura foraggera Erbaio Degradazione del suolo Fieno Fienagione Insilato Meccanizzazione agraria Ovinicoltura Pascolo Pastorizia Popoli nomadi Prateria Prato (agricoltura) Savana Sistemi di produzione Sistemi pastorali Transumanza Trinciatura dei residui colturali Altri progetti Collegamenti esterni es:Forraje fr:Fourrage mk:Фуражни култури
Shaw è accreditata come la prima scienziata a dimostrare che i prodotti chimici ritardanti di fiamma bromurati utilizzati nei prodotti di consumo hanno contaminato i mammiferi marini e gli stock ittici commercialmente importanti nell'Oceano Atlantico nord-occidentale. È stata la prima scienziata a tuffarsi nella marea nera del Golfo del Messico nel 2010 dopo l'esplosione della piattaforma petrolifera BP Deepwater Horizon per indagare sugli impatti dei disperdenti chimici utilizzati in risposta alla fuoriuscita. Riconosciuta come una voce esplicita sui contaminanti emergenti come la plastica, Shaw ha viaggiato in tutto il mondo per aumentare la consapevolezza sull'eredità tossica delle sostanze chimiche prodotte dall'uomo e sull'impatto sulla salute pubblica e sull'ambiente. Biografia Shaw è nata a Dallas, in Texas, figlia di Edward Carrington e Lois (nata Bonner) Shaw. Ha conseguito un Bachelor of Arts presso l'Università del Texas nel 1967 con una specializzazione in Plan II, un programma interdisciplinare modellato sul programma della Harvard Society of Fellows. È stata selezionata per il programma di scambio UT-Chilean nel 1964 e ha trascorso un anno in Cile come borsista Fulbright. Shaw ha poi ottenuto presso la Columbia University una laurea in cinematografia nel 1970 e un dottorato in scienze della salute pubblica/ambientale (Dr.PH) nel 1999. Nel 1980, Ansel Adams le ha commissionato di scrivere Overexposure, pubblicato nel 1983 come primo libro a documentare i rischi per la salute causati dai prodotti chimici fotografici utilizzati nella camera oscura. Una seconda edizione del libro è stata pubblicata nel 1991. Shaw ha fondato lo Shaw Institute a Blue Hill, nel Maine, nel 1990, in seguito alla morte di 20.000 foche comuni che abitavano le acque inquinate dell'Europa nordoccidentale. Questo fatto è stato seguito da altre morie di massa di mammiferi marini nelle regioni marine inquinate. L'avanzamento della comprensione degli impatti delle sostanze chimiche tossiche sulla salute dei mammiferi marini è diventato l'obiettivo della ricerca dell'Istituto nei due decenni successivi.Nella missione dell'Istituto di "scoprire ed esporre le minacce ambientali alle persone e alla fauna selvatica attraverso la scienza innovativa", le sue aree di interesse sono l'esposizione umana, la plastica e la microplastica, l'esposizione della fauna marina, la risposta alla fuoriuscita di petrolio e il monitoraggio costiero del Maine. La marea nera del Golfo Nel maggio 2010, un mese dopo l'esplosione della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, Shaw si è tuffata nella marea nera per indagare sull'impatto del disperdente chimico Corexit che veniva utilizzato per contenere la fuoriuscita di petrolio. Le sue scoperte hanno fatto emergere i pericoli dell'uso di disperdenti chimici. Ha sostenuto che la miscela di olio disperdente era più tossica per la fauna selvatica e la salute umana rispetto al solo petrolio, a causa della maggiore esposizione agli idrocarburi nella colonna d'acqua e della tossicità sinergica del Corexit e dei componenti petroliferi combinati. Shaw è stata nominata membro dello Strategic Sciences Working Group (SSWG), convocato dal Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti, per valutare le conseguenze della fuoriuscita di petrolio e formulare raccomandazioni politiche alle agenzie federali. Nel settembre 2010, ha redatto una nota scientifica intitolata "Non si tratta di dosi" per conto del SSWG, affermando che non esiste un livello sicuro di esposizione agli idrocarburi cancerogeni nel petrolio. Il promemoria avvertiva che l'uso dei disperdenti Corexit, in combinazione con il petrolio greggio, avrebbe provocato danni a lungo termine alla fauna selvatica e alla salute umana nella regione del Golfo. Lo Shaw Institute ha successivamente lanciato Gulf EcoTox, un'indagine indipendente sugli effetti del petrolio e dei disperdenti chimici nella rete alimentare. Shaw ha predetto la decimazione del corallo di acque profonde, specie note per essere sensibili alla miscela di olio Corexit, e la morte dei delfini per l'inevitabile inalazione della miscela mentre emergevano per respirare. Da allora si sono verificati entrambi i risultati. Ha anche predetto con certezza la crisi della salute umana nel Golfo, affermando che una revisione scientifica ha rilevato che “cinque degli ingredienti Corexit sono collegati al cancro, 33 sono associati a irritazioni cutanee da eruzioni cutanee a ustioni, 33 sono collegati all'irritazione degli occhi, 11 sono (o sono sospettati) di essere potenziali tossine respiratorie o irritanti e 10 sono sospette tossine renali. Ha tenuto tre discorsi al TEDx discutendo dei danni a lungo termine all'ecosistema. È apparsa in film documentari sulla fuoriuscita di petrolio, tra cui Black Tide: Voices of the Gulf di Animal Planet e The Big Fix di Green Planet. Note Collegamenti esterni
Staines-upon-Thames, denominata Staines fino al 2012 è una città di 24.097 abitanti della contea del Surrey, sul fiume Tamigi, in Inghilterra. In precedenza la cittadina era parte della contea del Middlesex, contea abolita nel 1965. La cittadina risale all'epoca romana quando era identificata con il nome di "Ad Pontes" per indicare la presenza di uno dei pochi ponti sul fiume Tamigi presenti all'epoca. La prima menzione del nome risale a una bolla sassone (Saxon Charter) del 969. Nella Domesday Survey del 1086 il villaggio è registrato come soggetto alla proprietà dell'abate (Abbot) di St. Peter, Westminster. Nel medioeveo, in città si tenevano tre fiere annuali. Di particolare interesse storico è la London Stone, ovvero il monumento che indicava il confine più occidentale della giurisdizione della City di Londra sul fiume Tamigi. Immancabilmente, Staines è sempre stata associata al traffico fluviale sul Tamigi e come punto di attraversamento del fiume. Ci sono riferimenti del XIII secolo a lavori di riparazione del ponte di legno. Inoltre, un dipinto del 1792, mostra un ponte di legno che di li a poco sarà smantellato. Il ponte attuale, conosciuto come "Staines Bridge", fu disegnato da Sir John and George Rennie, ed è stato inaugurato nel 1832 dal re Guglielmo IV (William IV) e dalla regina Adelaide. Anche l'iconica Clarence Street venne costruita nello stesso periodo risultando in un ottimo esempio di cittadina mercato del periodo i cui edifici ancora oggi testimoniano la funzionale bellezza. Negli anni Novanta, Staines divenne molto celebre in Gran Bretagna e suo malgrado, per le gag comiche del personaggio Ali G impersonato dal comico britannico Sasha Baron Cohen. Ali G, il film, fu anche girato a Staines. La località ha diversi parchi e riserve d'acqua ben visibili dall'alto. A Staines si possono trovare inoltre tipici pub inglesi e centri commerciali ed è oggetto di una notevole estensione urbanistica grazie anche alla spinta che riceve dalla vicinanza con l'aeroporto di Heathrow e dalla sede di diverse multinazionali sul suo territorio. Da un punto di vista amministrativo è divisa tra il Local Council di Spelthorne e quello di Runnymede. Note Altri progetti Collegamenti esterni Parrocchie civili del Surrey
Biografia Nato a Trieste nel 1909, all'epoca parte dell'Impero austro-ungarico, dopo il diploma al liceo artistico, inizia a scrivere commedie per il teatro dialettale che, come ad esempio Ridere ridere ridere, vengono rappresentate dalla compagnia di Cecchelin; contemporaneamente negli anni trenta scrive racconti umoristici per pubblicazioni come il Bertoldo e battute pre vignette disegnate da altri come Giovanni Guareschi, Albertarelli e Steinberg. Arriva a vincere il premio della rivista Marc'Aurelio. Si trasferisce poi a Milano dove scrive per alcune compagnie teatrali di rivista, come quelle di Dapporto e Maresca. Nell'editoria, nel 1946 prende il posto di Rino Albertarelli nella realizzazione della serie a fumetti Bagonghi il pagliaccio pubblicata su Topolino della Mondadori, all'epoca chiamata Helicon Italiana e poi venne assunto dalla Editoriale Subalpino (poi divenuta Edizioni Alpe) per la quale disegnò fiabe e fumetti su testi di altri autori come ad esempio Jimmy and Johnny, del 1948, scritta da Antonio De Vita. Fu anche membro dello studio Bierecci di Luciano Bottaro e Giorgio Rebuffi. A fine anni 1940 creò un personaggio che verrà pubblicato solo nel 1952, Serafino, e lo stesso anno La Famiglia Chicchirichì, l'orsetto Gianni e il pinguino Marcello, questi ultimi due, in coppia saranno per anni presenti in molte testate della Alpe. Ha disegnato diverse copertine di altri personaggi dei fumetti, come Picchiarello e Tiramolla. Crea poi, nel 1963, la serie del Signor Giulivo che verrà ripreso successivamente per la testata Redipicche curata da Luciano Bottaro e Carlo Chendi. Lavora anche per il mercato francese realizzando vari episodi della serie Kiwi, ideata da Jean Cézard e pubblicati poi anche in Italia da Mini Comics; in Francia vengono anche pubblicate traduzioni dei suoi lavori italiani; dopo la chiusura della Alpe collabora con la Settimana Enigmistica. Morì a Milano nel 1995. Note
La prelatura territoriale di Chota (in latino: Praelatura Territorialis Chotensis) è una sede della Chiesa cattolica in Perù suffraganea dell'arcidiocesi di Piura. Nel 2021 contava 283.360 battezzati su 308.830 abitanti. È retta dal vescovo Víctor Emiliano Villegas Suclupe, O.A.R. Territorio La prelatura territoriale comprende due province della regione peruviana di Cajamarca: Chota e Cutervo. Sede prelatizia è la città di Chota, dove si trova la cattedrale di Ognissanti. Il territorio è suddiviso in 16 parrocchie. Storia La prelatura territoriale è stata eretta il 7 aprile 1963 con la bolla Pontificale munus di papa Giovanni XXIII, ricavandone il territorio dalla diocesi di Chiclayo. Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Trujillo, il 30 giugno 1966 è entrata a far parte della provincia ecclesiastica di Piura. Cronotassi dei vescovi Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Florentino Armas Lerena, O.A.R. † (7 aprile 1963 - 17 agosto 1976 ritirato) Sede vacante (1976-1979) José Arana Berruete, O.A.R. † (24 gennaio 1979 - 27 ottobre 1992 deceduto) Emiliano Antonio Cisneros Martínez, O.A.R. (7 dicembre 1993 - 27 marzo 2002 nominato vescovo di Chachapoyas) José Carmelo Martínez Lázaro, O.A.R. (27 marzo 2002 - 12 ottobre 2004 nominato vescovo di Cajamarca) Fortunato Pablo Urcey, O.A.R. (15 ottobre 2005 - 2 luglio 2022 ritirato) Víctor Emiliano Villegas Suclupe, O.A.R., dal 2 luglio 2022 Statistiche La prelatura territoriale nel 2021 su una popolazione di 308.830 persone contava 283.360 battezzati, corrispondenti al 91,8% del totale. |- | 1966 || 224.000 || 225.000 || 99,6 || 19 || 3 || 16 || 11.789 || || || 21 || 16 |- | 1970 || 230.000 || 232.000 || 99,1 || 23 || 2 || 21 || 10.000 || || 21 || 21 || 12 |- | 1976 || 250.000 || 260.000 || 96,2 || 18 || 1 || 17 || 13.888 || || 17 || 16 || 13 |- | 1980 || 290.000 || 310.000 || 93,5 || 17 || 1 || 16 || 17.058 || || 16 || 12 || 12 |- | 1990 || 378.000 || 405.000 || 93,3 || 17 || 6 || 11 || 22.235 || || 11 || 11 || 12 |- | 1999 || 294.000 || 330.000 || 89,1 || 30 || 22 || 8 || 9.800 || || 8 || 16 || 13 |- | 2000 || 310.000 || 320.000 || 96,9 || 30 || 22 || 8 || 10.333 || || 8 || 14 || 13 |- | 2001 || 310.000 || 320.000 || 96,9 || 32 || 24 || 8 || 9.687 || || 9 || 21 || 14 |- | 2002 || 311.000 || 322.000 || 96,6 || 30 || 22 || 8 || 10.366 || || 8 || 21 || 14 |- | 2003 || 315.000 || 337.000 || 93,5 || 30 || 22 || 8 || 10.500 || || 8 || 23 || 15 |- | 2004 || 316.000 || 338.000 || 93,5 || 31 || 24 || 7 || 10.193 || || 7 || 26 || 15 |- | 2013 || 353.000 || 379.000 || 93,1 || 40 || 35 || 5 || 8.825 || || 5 || 34 || 15 |- | 2016 || 290.000 || 320.000 || 90,6 || 43 || 38 || 5 || 6.744 || || 6 || 36 || 17 |- | 2019 || 288.000 || 318.325 || 90,5 || 53 || 49 || 4 || 5.433 || || 6 || 39 || 17 |- | 2021 || 283.360 || 308.830 || 91,8 || 54 || 50 || 4 || 5.247 || || 6 || 27 || 16 |} Bibliografia Bolla Pontificale munus, AAS 56 (1964), p. 321 Altri progetti Collegamenti esterni Annuario pontificio del 2022 e precedenti, in Scheda sul sito della Conferenza episcopale peruviana Scheda della diocesi su www.gcatholic.org Chota Chota Chota
Verrua Po (Vrǜa in dialetto oltrepadano) è un comune italiano di abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Si trova nell'Oltrepò Pavese, sulla riva destra del Po presso la confluenza del torrente Scuropasso. Origini del nome Il nome Verrua Po, deriva probabilmente da quello latino Verruca Viqueriensium ossia, "Verruca dei Vogheresi"; in latino, il termine "Verruca" vuol dire "escrescenza, porro" ma in questo caso, significa "dosso o poggio", cioè piccola altura. L'ipotesi più attendibile, sostiene che il nome del paese, fu dato proprio in riferimento a un'altura emersa, anticamente, sulla riva sinistra del fiume Po. Col passare dei secoli, a causa delle frequenti inondazioni periodiche del grande fiume, l'altura e il piccolo borgo sorto su di essa, scomparvero travolti dalle acque; fu così che gli abitanti di allora, furono costretti a trasferire il loro paese altrove, molto probabilmente nel luogo in cui si trova oggi. Storia Fino al XVII secolo il Po scorreva attorno all'attuale territorio di Verrua, lungo il tortuoso confine con gli altri comuni dell'Oltrepò (Rea, Pinarolo Po, Casanova Lonati ecc.). Verrua si trovava infatti a nord del fiume, su una sorta di penisola facente parte della regione del Siccomario. Se ne hanno notizie solo dal XVI secolo, quando era nel comune di Valbona (attuale frazione di Travacò Siccomario). Attorno al 1700 il Po mutò il suo corso, e la penisola di Verrua fu divisa dal Siccomario e lentamente andò saldandosi all'Oltrepò, quando la lanca che rimaneva del vecchio corso del fiume si andò prosciugando (cosa che avvenne prima della metà del XVIII secolo). Verrua divenne allora un comune e, essendo ora la sua campagna non più così pericolosamente esposta alla violenza del fiume, cominciò a prosperare; nel 1723 ebbe una propria parrocchia, separata da quella di Mezzano Siccomario. Fino al 1800 però continuò a far parte amministrativamente del Siccomario (che peraltro era unito all'Oltrepò), e si chiamò Verrua Siccomario fino al 1929. Allora, essendo stato soppresso e unito a Verrua il comune di Rea, prese il nome attuale (Rea peraltro fu separata da Verrua nel 1954). Monumenti e luoghi d'interesse Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista Società Evoluzione demografica Economia Al Censimento 2001 gli occupati sul totale della popolazione residente nel Comune di Verrua Po (1.177) sono 519, pari al 45%; 37 persone sono in cerca di occupazione, 57 studenti, 152 casalinghe, 301 ritirati dal lavoro e 111 in altra condizione. Sui 519 occupati 46 sono impegnati nell'agricoltura, 164 nell'industria e 309 in altre attività. L'agricoltura è l'attività economica prevalente. Alle tradizionali coltivazioni cerealicole e foraggere si è aggiunta, alla metà del Novecento, una coltura specializzata: quella del crisantemo. Dal 1968 Verrua Po organizza una Mostra del crisantemo che si tiene ogni anno nella seconda metà di ottobre. Sul territorio comunale sono presenti anche attività artigianali, industriali (produzione di abrasivi resinati, carpenteria metallica, trasportatori industriali) e terziarie (vendita di prodotti zootecnici e veterinari). Amministrazione Note Altri progetti Collegamenti esterni
Biografia Nacque a Târgu Jiu l’8 novembre 1889. Arruolatosi nell’esercito rumeno, a partire dal 1908 frequentò la Scuola ufficiali di Bucarest, uscendone nel 1910 con îl grado di sottotenente. Combatte nell seconda guerra balcanica dove ottenne la promozione a tenente, e dal 1916, come capitano, partecipò alla prima guerra mondiale, promosso al grado di maggiore nel 1917. Tra il 1919 e il 1921 frequentò i corsi presso la Scuola superiore di guerra Divenne tenente colonnello il 7 gennaio 1927, colonnello il 10 maggio 1934 e comandò il 3º Reggimento Dorobanti dal 1936 al 1937. Promosso generale di brigata il 25 ottobre 1939, il 10 gennaio 1941 fu nominato comandante della 1ª Brigata da montagna, considerata una unità militare d'elite della 3ª Armata. Il 22 giugno 1941 scattò l' Operazione Barbarossa (l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania nazista e dei suoi alleati), e al comando della 1ª Brigata di montagna entrò entrò nella Bucovina settentrionale. Da lì, lui e la sua unità si spostarono verso est, attraversando i fiumi Dniester, Bug e Dnieper. Si distinse durante la battaglia del Mare d'Azov, e la successiva battaglia di Crimea, rimanendo al comando della brigata da montagna fino al 10 febbraio 1942. L'11 marzo dello stesso anno, assunse il comando della 6ª Divisione anch’essa appartenente alla 3ª Armata, con cui partecipò alla battaglia di Stalingrado. Promosso generale di divisione il 25 ottobre 1942, fu catturato dall’Armata Rossa il 22 novembre 1942, trascorse gli anni dal 1943 all’agosto 1944 come prigioniero di guerra in Unione Sovietica. Recluso inizialmente nel campo di prigionia di Kranogor, fu poi trasferito in successione a Suzdal', a Ivanov e infine al Campo speciale n. 48, riservato agli ufficiali generali. Dopo che Re Michele I, aveva sostituito con un colpo di stato avvenuto il 23 agosto 1944 il capo del governo Maresciallo Ion Antonescu, e denunciato all’alleanza con i tedeschi, entrando nel campo degli alleati, aderì al comunismo. Il 12 aprile 1945 fu nominato comandante della Horia, Cloşca şi Crişan Division il cui commissario politico era l'attivista comunista Valter Roman. Promosso generale di corpo d'armata, il 12 settembre fu nominato comandante della 4ª Armata, divenendo in seguito capo della Commissione elettorale dell'Esercito, in anticipo sulle successive elezioni generali tenutesi il 19 novembre 1946. Dopo che la coalizione guidata dal Partito Comunista Rumeno vinse le elezioni ottenne la nomina a Ministro di Difesa. Mantenne questo incarico dal 29 novembre 1946 al 27 dicembre 1947 quando, caduto in disgrazia, fu sostituito da Emil Bodnăraş. Promosso generale d'armata (23 agosto 1947), dapprima ricoprì l’incarico di viceministro della difesa, e quindi l’incarico di Ispettore generale dell'esercito rumeno fino al 12 gennaio 1950, quando fu dimesso dal servizio attivo. Si spense a Bucarest il 24 luglio 1959. È ricordato anche perché il 7 giugno 1947, firmò il decreto che stabiliva la costituzione della squadra di calcio Asociaţia Sportivă a Armatei Bucureşti, nota ora come CSA Steaua Bucureşti. Onorificenze Onorificenze estere Note Annotazioni Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Cavalieri dell'Ordine della Croce di Ferro Croci di Ferro di prima classe Croci di Ferro di seconda classe Clubul Sportiv al Armatei Steaua București Ministri della Repubblica Socialista di Romania Rumeni della seconda guerra mondiale
exibart è una testata giornalistica di informazione dedicata ad arte, architettura, design, cinema, teatro di ricerca, musica e cultura generale, diffusa sia in formato digitale sia in formato cartaceo. Il suo slogan è: «Il marchio storico dell’arte contemporanea. Indispensabile per essere sempre informati». Storia 1996: la nascita del portale exibart exibart nasce come portale Internet nel 1996, su iniziativa di Giovanni Sighele, che affidò nel 1999 la direzione editoriale a Massimiliano Tonelli. Nel 2000, lo stesso Sighele creò la casa editrice EMMI - Edizioni multi modali italiane srl., trasformando Exibart in una piattaforma informativa multicanale.. 2002-2010: da exibart.onpaper ad exibart.tv Nel marzo 2002 uscì il primo numero di exibart.onpaper, un freepress distribuito ogni 90 giorni in 60.000/65.000 copie con un formato tabloid da 88 a 120 pagine a colori, a seconda dei numeri. Negli anni successivi, il giornale si affermò come una importante rivista italiane di informazione, approfondimento ed aggiornamento dedicate al mondo dell’arte e a quelli affini, con una serie di finestre sul panorama internazionale, notizie dal mercato e approfondimenti sulle più importanti questioni di attualità, moda, architettura, design, musica elettronica, teatro di ricerca, fumetto ed altro. Nel 2006 ha debuttato exibart.tv, fruibile sia dal web che da dispositivi mobili, con un palinsesto di servizi su mostre, eventi e protagonisti dell’art system. 2011-oggi: exibart.edizioni e nuovi progetti Adriana Polveroni ha coperto il ruolo di direttrice dal 2012 al 2017 anno in cui, a seguito della sua nomina a direttrice di ArtVerona, Matteo Bergamini e Cesare Biasini Selvaggi divengono rispettivamente Direttore Responsabile e Direttore Editoriale. Dal 1º dicembre 2022 Giulia Ronchi viene nominata direttrice responsabile, mentre Cesare Biasini Selvaggi è confermato direttore editoriale. Dal gennaio 2017 la rivista è invece edita da exibartlab srl. Lo stesso anno è stata fondata anche la exibart.edizioni. Al 2017 exibart registra 800.000 visualizzazioni al mese su exibart.com e 125.000 iscritti alla community, mentre exibart.tv ha più di 20.000 visualizzazioni per video, con un record di 600.000 visualizzazioni per un singolo video (dati Google Analytics). Sempre nel 2017 è stata lanciata l’app, disponibile sia per Android che per iOS, e la piattaforma exibart.service, confermando così la vocazione multicanale del progetto. Nel 2018 è stato pubblicato il numero 100. Pubblicazioni Cesare Biasini Selvaggi, 222 artisti emergenti su cui investire, 2018, Roma, ExibartLab s.r.l, 2017. ISBN 978-88-85553-01-9 Cesare Biasini Selvaggi, 222 artisti emergenti su cui investire, 2019, Roma, ExibartLab s.r.l, 2019. ISBN 978-88-85553-02-6 Cesare Biasini Selvaggi, 222 artisti emergenti su cui investire, 2021, Roma, ExibartLab s.r.l, 2021. ISBN 978-88-85553-03-3 Note Bibliografia Collegamenti esterni Trimestrali italiani Riviste d'arte italiane
L'Estate teatrale veronese è una rassegna di spettacoli di teatro, danza e musica che si tengono ogni estate a Verona, nella millenaria cornice del Teatro Romano. Nata nel 1948 per volontà del Comune di Verona per rendere omaggio a William Shakespeare e sottolineare il legame fra il drammaturgo e la città scaligera, presente non solo in Romeo e Giulietta ma anche ne La Bisbetica domata e I due gentiluomini di Verona, Estate Teatrale Veronese si conferma appuntamento imprescindibile nel panorama culturale nazionale. Storia La prima serata dell'Estate teatrale veronese si tenne la sera del 26 luglio 1948, e tra il pubblico spiccavano personalità come il presidente della repubblica Luigi Einaudi ed il sottosegretario Giulio Andreotti. Alla prima venne rappresentata la tragedia di Romeo e Giulietta. La versione della tragedia era quella di Salvatore Quasimodo, e gli interpreti di quella prima serata furono Edda Albertini nel ruolo di Giulietta, Giorgio De Lullo per Romeo, Gianni Santuccio per Tebaldo e Renzo Ricci nel ruolo di Mercuzio. Con un ruolo secondario era presente anche un giovane Nino Manfredi. Dagli anni sessanta si cominciarono ad esibire famose compagnie di danza, e negli anni settanta iniziarono le serate jazz, con personalità famose come Miles Davis, Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Ornette Coleman e Keith Jarret. Nel 2013 entra a far parte della programmazione dell'Estate Teatrale Veronese il Festival Rumors - Illazioni vocali con personalità famose come Tony Bennett, Patti Smith, Rufus Wainwright, Steven Wilson. Oggi sono parte del cartellone anche Verona Jazz e Venerazioni, rassegna dedicata all'universo femminile. La maggior parte degli spettacoli dell'Estate Teatrale Veronese sono andati in scena al Teatro Romano. Negli anni sono però stati proposti spettacoli anche al Giardino Giusti, in piazza dei Signori, nel cortile di Castelvecchio e nel chiostro di San Zeno. Nel 2019 termina la lunga direzione artistica di Gian Paolo Savorelli, iniziata sul finire degli Settanta. Dal 2020 il direttore artistico è Carlo Mangolini. Eventi Teatro, musica e danza. Cuore degli spettacoli di prosa è il Festival Shakespeariano. Una tradizione che a Verona si rinnova dal 1948. Romeo e Giulietta, Sogno di una notte di mezza estate, Riccardo III, Macbeth, sono solo alcune delle opere del Bardo che, nel corso degli anni, sono state portate in scena. Con un filo diretto che collega Verona a Stratford upon Avon e al Globe Theatre. La sezione dedicata alla danza ospita, da sempre, compagnie da tutto il mondo. Contemporanea, tango, classica, così come grandi performance di acrobati, sul palcoscenico del Teatro Romano sono state ospitate coreografie di tutti i generi. La danza a 360 gradi. La musica prevede tre sezioni: Verona Jazz, la cui storia è scandita da una straordinaria moltitudine di personalità rilevanti e dissimili abbracciate dallo stesso linguaggio che si rinnova e si arricchisce per accogliere dentro di sé nuove immagini; Rumors - illazioni vocali, la cui curatrice è Elisabetta Fadini, dedicato alla voce, alla vocalità e alle avanguardie artistiche. Punto focale del Festival è sempre stato l'unicità degli eventi, da ricordare il primo concerto italiano di Tony Bennett da solista con la consegna di riconoscimento da parte del console americano in Italia, Rumors consegna il primo premio istituzionale italiano a Patti Smith, negli anni artisti come Ute Lemper, Emanuele Salce, Vinicio Capossela con la prima dello spettacolo "Carnevale degli animali", Anna Calvi, Rufus Wainwright , Rag' n Bone Man che con il brano Human ha vinto 10 dischi di platino, la cantautrice Noa, il grande concerto di Steven Wilson. Venerazioni, organizzato da Box Office Live per esaltare la creatività femminile, in equilibrio fra la vicinanza ai temi dell’universo femminile e la capacità di emozionare il pubblico. Il titolo si riferisce al pianeta del nostro sistema solare che da sempre simboleggia l’energia femminile. Artisti famosi All'Estate teatrale veronese hanno partecipato molti artisti di grande fama, tra cui: Nino Manfredi Franco Zeffirelli Gigi Proietti Peter Brook Giorgio Albertazzi Vittorio Gassman Renzo Ricci Giancarlo Giannini Isabelle Huppert Paola Borboni Mariangela Melato Lino Patruno Alessandro Preziosi Michele Placido Vittorio Caprioli Paolo Rossi Claudio Bisio Sergio Rubini Isabella Ferrari Voci correlate Teatro romano di Verona Collegamenti esterni Sito ufficiale dell'Estate teatrale veronese Festival teatrali italiani Eventi a Verona
Biografia Nato a Civitella d'Agliano da una famiglia di origini orvietane, fu ammesso al seminario di Bagnoregio nel 1879 all'età di 12 anni. In seguito entrò a far parte dell'Accademia dei Nobili Ecclesiastici. Ordinato sacerdote a 22 anni il 5 giugno 1890, si fece apprezzare dai superiori per la sua spiccata intelligenza e le sue qualità umane, al punto che a soli 32 anni (il 19 aprile 1900) fu nominato vescovo di Gubbio da papa Leone XIII. La carriera ecclesiastica e diplomatica Il 7 dicembre 1906 papa Pio X lo nominò delegato apostolico per l'America Latina, il cui ambito comprendeva il Perù, l'Ecuador e la Bolivia. Fu promosso arcivescovo titolare di Nazianzo. Nel 1911 tornò in Italia per assumere il titolo di arcivescovo di Amalfi, dove rimase fino al giugno del 1914 quando fu nuovamente inviato come delegato apostolico a Costantinopoli. Il 13 novembre dello stesso anno fu nominato arcivescovo titolare di Gerapoli. Durante la sua permanenza in Turchia nei tumultuosi mesi della prima guerra mondiale si adoperò per assicurare rifugio e asilo ai membri delle comunità cristiane dei greci e degli armeni perseguitate dal governo ottomano ed accusate di connivenza rispettivamente con la Grecia e la Russia. Grazie alla sua mediazione tra il governo francese e quello ottomano fu evitata la distruzione di scuole, conventi, chiese ed altri luoghi di culto cristiani in Turchia. Il 14 dicembre 1922 fu nominato nunzio apostolico in Belgio, ma in seguito a sopraggiunte difficoltà non gli fu possibile raggiungere la nuova sede. Il 30 maggio 1923 fu pertanto nominato nunzio apostolico in Romania. La nomina cardinalizia Il 13 marzo del 1933 papa Pio XI lo elevò al rango di cardinale, nominandolo arciprete della basilica di Santa Maria Maggiore. Partecipò al conclave del 1939 che elesse papa Eugenio Pacelli. Morì il 13 settembre 1939 all'età di 72 anni. Genealogia episcopale e successione apostolica La genealogia episcopale è: Cardinale Scipione Rebiba Cardinale Giulio Antonio Santori Cardinale Girolamo Bernerio, O.P. Arcivescovo Galeazzo Sanvitale Cardinale Ludovico Ludovisi Cardinale Luigi Caetani Cardinale Ulderico Carpegna Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni Papa Benedetto XIII Papa Benedetto XIV Cardinale Enrico Enriquez Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj Papa Pio VIII Papa Pio IX Cardinale Raffaele Monaco La Valletta Cardinale Francesco Satolli Cardinale Angelo Maria Dolci La successione apostolica è: Arcivescovo Pedro Pascuál Francesco Farfán de los Godos (1907) Arcivescovo Pedro Manuel García Naranjó (1908) Vescovo Nikolaos Charichiopoulos (1917) Vescovo Giacinto Tonizza, O.F.M. (1919) Arcivescovo Pio Leonardo Navarra, O.F.M.Conv. (1921) Vescovo Augustin Pacha (1927) Vescovo István Fiedler (1930) Vescovo Cristoforo Arduino Terzi, O.F.M. (1934) Vescovo Camillo Vittorino Facchinetti, O.F.M. (1936) Arcivescovo Benigno Luciano Migliorini, O.F.M. (1937) Arcivescovo Florido Ambrogio Acciari, O.F.M. (1938) Altri progetti Collegamenti esterni Cardinali nominati da Pio XI Vescovi di Gubbio
Overcooked (stilisticamente reso come Overcooked!) è un videogioco gestionale di simulazione di cucina sviluppato da Ghost Town Games e pubblicato da Team17. Inizialmente pubblicato per le piattaforme Microsoft Windows, PlayStation 4 e Xbox One nell'agosto 2016, il gioco è stato successivamente pubblicato anche per Nintendo Switch nel luglio 2017. Versioni rimasterizzate per Xbox Series X/S/PlayStation 5 e Google Stadia sono state distribuite rispettivamente a novembre 2020 e maggio 2022 all'interno del bundle Overcooked! All You Can Eat in coppia con il seguito, Overcooked 2. I giocatori, controllando un numero variabile di chef, sono chiamati a soddisfare una serie di ordini preparando rapidamente dei pasti di varia composizione entro un tempo limite, muovendosi all'interno di cucine dalle configurazioni disparate e colme di ostacoli e rischi. Trama In un futuro non identificato, un manipolo di cuochi del Regno delle Cipolle deve fronteggiare la fine del mondo a seguito del risveglio della Bestia, un mostro insaziabile dalla forma di una gigantesca polpetta. Gli chef si dimostrano però impreparati: non riuscendo a porre fine alla fame della Bestia e salvare così il mondo, il Re Cipolla manda i cuochi indietro nel tempo e li invia in un percorso di addestramento per affinare le loro abilità e prepararli al futuro nuovo incontro con la Bestia. Modalità di gioco I giocatori assumono il ruolo di cuochi, i quali devono preparare una serie di pasti attraverso operazioni come la preparazione degli ingredienti, la cottura e l'impiattamento. Durante un singolo round, diverse comande da risolvere in una determinata finestra di tempo si presenteranno in successione, costringendo così i cuochi a collaborare per preparare i piatti in modo efficiente. Ogni ordine soddisfatto fa guadagnare un numero di monete variabile in funzione della velocità con cui è stato consegnato; lo scopo di ogni round è quindi raccogliere il maggior numero di monete completando gli ordini con rapidità. I giocatori vengono valutati con un giudizio da una a tre stelle a seconda del numero di monete guadagnate. La preparazione dei piatti è complicata dalla configurazione delle cucine, che cambia ad ogni livello così come la posizione di casse degli ingredienti, taglieri, fornelli e forni. I livelli possono inoltre presentare particolarità come postazioni semoventi, locali separati da porte o posizionati su camioncini, o crepacci di varia natura che richiedono al giocatore l'uso di movimenti accorti, pena l'eliminazione temporanea dall'attività. Accoglienza Overcooked ha ricevuto recensione generalmente positive dalla stampa, che ha apprezzato le divertenti dinamiche multigiocatore. Recensioni della versione per Nintendo Switch hanno tuttavia lamentato un framerate che raramente raggiunge i 30 fps. Il gioco ha ricevuto quattro nomination alla tredicesima edizione dei British Academy Video Games Awards nel 2017, vincendo nelle categorie Best British Game e Best Family Game. Note Collegamenti esterni
La Circoscrizione germanofona è una delle tre circoscrizioni elettorali del Belgio, per l'elezione del Parlamento europeo. Attualmente, elegge un solo europarlamentare con il sistema secondo il quale chi ottiene più voti, ottiene il seggio. La circoscrizione germanofona è la più piccola circoscrizione elettorale del Parlamento europeo, con un elettorato (aggiornato alle elezioni del 2004) di soli 46.914 persone. Dato che il collegio germanofono elegge un solo eurodeputato, il vincitore è colui che ottiene il maggior numero di preferenze all'interno della circoscrizione; questo fatto rende il collegio germanofono una delle due circoscrizioni europee senza rappresentanza proporzionale, insieme alla circoscrizione Cuiavia-Pomerania in Polonia. Estensione Il collegio corrisponde alla comunità germanofona del Belgio. Eurodeputato 1994-2014: Mathieu Grosch, Partito Cristiano Sociale dal 2014: Pascal Arimont, Partito Cristiano Sociale Voci correlate Circoscrizioni elettorali del Parlamento europeo Circoscrizione fiamminga Circoscrizione francofona Collegamenti esterni Germanofona Politica del Belgio
Il castello dei Paleologi è una struttura militare sorta nel XIV secolo a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria. Storia Il castello dei Paleologi fu eretto a Casale Monferrato nel 1352 da Giovanni II Paleologo, per rafforzare le fortificazioni già esistenti. Durante il periodo Visconteo, il castello fu dotato di armi da fuoco. Nel Quattrocento la struttura fu ampliata e trasformata da Guglielmo VIII Paleologo e Bonifacio V. Dopo la pace di Cateau-Cambrésis del 1559, passata la città in mano ai Gonzaga di Mantova, l'edificio perse la sua funzione di dimora e fu trasformato nuovamente in fortezza; vennero infatti potenziati i fianchi, le torri, furono aggiunti i rivellini (negli stessi anni ebbe inizio anche la costruzione della Cittadella). Fino alla metà del XIX secolo il castello mantenne inalterata la struttura impostata dai Gonzaga. Dal 1856, poi, a causa della necessità di nuovi spazi urbani, iniziò la demolizione dei rivellini. Tuttora il castello è in parte visitabile ed è diventato un contenitore culturale della città. Struttura L'edificio ha pianta esagonale asimmetrica con torrioni angolari ed è circondato da un fossato. Sul portone principale, come simbolo del potere signorile, è presente un bassorilievo marmoreo raffigurante le insegne gentilizie dei signori del Monferrato: Aleramo, Paleologi e Gonzaga. Degni di nota sono i cammini di ronda e gli spettacolari sotterranei dell´ala occidentale ricostruiti nel Settecento, entrambi visitabili. Note Altri progetti Collegamenti esterni Paleologi Architetture di Casale Monferrato Paleologi Residenze dei Gonzaga di Mantova Marchesato del Monferrato
I giustizieri del Kansas (Masterson of Kansas) è un film del 1954 diretto da William Castle. È un film western statunitense con George Montgomery (che interpreta Bat Masterson, sceriffo di Dodge City dal 1877 al 1880) Nancy Gates e, nel ruolo di Doc Holliday, James Griffith. Trama Produzione Il film, diretto da William Castle su una sceneggiatura e un soggetto di Douglas Heyes, fu prodotto da Sam Katzman per la Columbia Pictures Corporation e girato nel Bronson Canyon, nel ranch di Corriganville a Simi Valley, nell'Iverson Ranch a Chatsworth e nel Jack Ingram Ranch a Woodland Hills, in California, dal marzo all'aprile del 1954. Il titolo di lavorazione fu Bat Masterson, Bad Man. Distribuzione Il film fu distribuito con il titolo Masterson of Kansas negli Stati Uniti nel dicembre 1954 al cinema dalla Columbia Pictures. Altre distribuzioni: in Svezia il 18 aprile 1955 (Dödsfiender) in Belgio il 20 luglio 1956 (De schrik van de wetlozen e La terreur des sans-loi) in Germania Ovest il 24 maggio 1957 in Austria nell'agosto del 1957 (Gangster, Spieler und ein Sheriff) in Italia (I giustizieri del Kansas) in Brasile (Ases do Gatilho) in Spagna (Masterson de Kansas) in Francia (La terreur des sans-loi) in Grecia (O synenohos ton Indianon) in Italia (I giustizieri del Kansas) in Germania Ovest (Gangster, Spieler und ein Sheriff) Critica Secondo il Morandini il film è "". Promozione Le tagline sono: Toughest of All Lawmen! GUN-SLINGING LAWMAN! Nobody Draws Faster Than [Masterson of Kansas] Note Collegamenti esterni Film western Film diretti da William Castle
Sweeney Todd: The Demon Barber of Fleet Street è un musical scritto da Stephen Sondheim (musiche e testi) e Hugh Wheeler (libretto), vincitore di otto Tony Award nel 1979, basato sul dramma teatrale Sweeney Todd, the Demon Barber of Fleet Street di Christopher Bond del 1973, a sua volta ispirato al romanzo Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street (The String of Pearls) del 1846. Quest'ultimo aveva già visto una trasposizione teatrale nel 1847, con il nome di The String of Pearls; or, The Fiend of Fleet Street scritta da George Dibdin Pitt. L'edizione originale diretta da Harold Prince debuttò all'Uris Theatre il 1º marzo 1979, e le repliche si susseguirono ininterrottamente fino al 29 giugno 1980. Trama Prologo Durante il Prologo la compagnia commenta la storia di Sweeney Todd, mentre il suo corpo viene seppellito. Inspiegabilmente, Sweeney torna in vita, e racconta lui stesso la sua storia (The ballad of Sweeney Todd). Atto I Siamo a Londra nel 1846 e una nave mercantile giunge in porto: scendono il giovane marinaio Anthony e Sweeney Todd, un enigmatico individuo, salvato da Anthony da un naufragio. Todd sembra conoscere già Londra, e racconta ad Anthony la storia di un barbiere, arrestato e condannato con una falsa accusa da un giudice affinché potesse approfittare della sua bellissima moglie (The barber and his wife). Todd ringrazia Anthony e si allontana, verso Fleet Street, inveendo contro Londra. Egli infatti è il barbiere, Benjamin Barker, tornato dai lavori forzati dopo quindici anni a casa. Ma quando torna a Fleet Street, Mrs. Lovett, una sua vicina, proprietaria del negozio dei peggiori meat pies di Londra (per sua stessa ammissione), gli racconta che Lucy Barker, la moglie, dopo essere stata violentata dal Giudice Turpin aveva scelto di suicidarsi avvelenandosi; della neonata figlia Johanna si prese cura il giudice, ed ora la ragazza è una bella adolescente (Poor thing). Mrs. Lovett riconsegna a Todd i suoi vecchi rasoi, e il barbiere inizia già ad aspirare alla vendetta (My friends). Anthony, per le vie di Londra, scorge la bella Johanna mentre nutre degli uccellini (Green finch and linnet bird); invaghitosene, ne compra uno per regalarglielo, ma viene fermato e bloccato dal giudice e dal Messo Bamford, che gli intimano di non farsi più vedere presso la loro casa. Anthony tuttavia esprime il desiderio di rivederla e farla sua (Johanna). Intanto, al mercato, Todd e Mrs. Lovett assistono alla pubblicità fatta al fantomatico elisir del barbiere italiano Adolfo Pirelli (Pirelli Miracle Elixir). Todd afferma che si tratti di una truffa, e viene sfidato dal barbiere a chi farà una rasatura perfetta ad un cliente. Vince Todd, ma Pirelli giura di vendicarsi. Più tardi incontra l'usciere Bamford e lo convince a far venire il giudice Turpin da lui per un taglio. Il giudice propone a Johanna di sposarlo, con estremo disgusto e orrore di lei (Mea Culpa). Intanto Johanna ed Anthony si incontrano, e progettano la loro fuga (Kiss me), all'insaputa del giudice. Pirelli si reca a trovare Todd, e gli rivela di essere, in realtà, Daniel O'Higgins, un suo ex-garzone di origine irlandese. Detto ciò, Pirelli/O'Higgins minaccia di rivelare tutta la verità su di lui se non gli consegnerà periodicamenta la metà dei suoi guadagni. Todd prima lo aggredisce, poi gli taglia la gola, nascondendo il corpo in un baule. Il giudice si reca da Todd, per farsi bello per Johanna (Pretty women), e, proprio mentre Todd sta per colpirlo, entra Anthony correndo e gridando all'amico il piano per far scappare Johanna. Il giudice si indigna, giurando di non tornare più nel negozio. Todd furioso caccia Anthony, e, non potendo vendicarsi, decide di sfogare la sua rabbia sui clienti (Epiphany). Ad eliminare i corpi ci penserà Mrs. Lovett: si servirà dei clienti per farcire i suoi pasticci di carne (A Little Priest). Atto II Mrs. Lovett, dopo aver assunto l'assistente di Pirelli, Toby, come aiutante in negozio, si compiace del successo dei suoi pasticci (God, that's good) e Todd si compiace della nuova sedia da barbiere. Anthony pensa a Johanna (che è stata rinchiusa dal giudice nel manicomio del dottor Jonas Fogg), mentre Todd taglia la gola ai suoi clienti; una mendicante pazza continua ad affermare che il diavolo operi nel negozio di Mrs. Lovett (quartetto Johanna). Per il successo del negozio, Mrs. Lovett propone a Todd una vacanza al mare (By the Sea), a cui segue una richiesta di matrimonio, mancata, dato che entra Anthony, gridando che ha scoperto dove si trova Johanna. Con un pretesto, Anthony entrerà e rapirà la fanciulla, uccidendo il dottor Fogg, mentre Todd avviserà, con una lettera, il giudice Turpin della fuga di Johanna e Anthony. Intanto Toby esprime la sua preoccupazione a Mrs. Lovett, perché teme che Todd sia una persona pericolosa; Mrs. Lovett lo rassicura (Not While I'm Around), ma capisce che il ragazzo, benché ne sia affezionata, sa troppo, e lo chiude nello scantinato, per farlo uccidere da Todd. Intanto l'usciere Bamford si reca da Mrs. Lovett, lamentandosi del cattivo odore che esce dal suo negozio: Todd lo conduce nel suo negozio, dove lo uccide. Tramite un passaggio segreto il corpo dell'usciere (così come quello di tutti gli altri malcapitati clienti) finisce nello scantinato, terrorizzando Toby, già sconvolto dopo aver trovato un dito umano in un pasticcio di carne; il ragazzo fugge per le fogne. Intanto Anthony lascia Johanna, travestita da marinaio, momentaneamente da sola nel negozio di Todd; lì, la Mendicante entra, e sembra avere dei ricordi legati al posto. Viene scoperta da Todd, che, per evitare che il giudice Turpin li scopra, la uccide e la fa cadere nello scantinato. Il giudice arriva, e Todd lo convince a farsi radere: stavolta l'occasione non manca, e il giudice viene ucciso, non prima di aver riconosciuto in Todd l'antico rivale Benjamin Barker. Todd scopre Johanna, scambiandola per un ragazzo, e fa per ucciderla, ma si blocca, sentendo un grido di Mrs. Lovett nello scantinato. Todd ordina a Johanna di dimenticare il suo volto. Nello scantinato Mrs. Lovett era stata presa per la veste dal giudice Turpin, ormai morente. E, con orrore, sia lei, sia Todd riconoscono nella Mendicante la moglie di Todd, Lucy: ella non era morta, ma il veleno l'aveva resa pazza. Todd accusa Mrs. Lovett di avergli mentito, ma la donna afferma di aver fatto tutto solo per il suo bene. Apparentemente Todd la perdona, e torna a ballare con lei, ma poi la getta nel forno dei suoi pasticci di carne. Todd si accascia accanto al corpo della moglie, e viene ucciso con i suoi stessi rasoi da Toby, che ha perso il lume della ragione. Epilogo La compagnia riprende la ballata di Sweeney Todd. Personaggi Numeri musicali Atto I The Ballad of Sweeney Todd: compagnia No Place Like London: Anthony Hope, Sweeney Todd e la mendicante The Barber and His Wife: Sweeney Todd The Worst Pies in London: Mrs. Lovett Poor Thing: Mrs. Lovett My Friends: Sweeney Todd e Mrs. Lovett Green Finch and Linnet Bird: Johanna Ah, Miss: Anthony Hope e la mendicante Johanna: Anthony Hope Pirelli's Miracle Elixir: Tobias Ragg, Sweeney Todd, Mrs. Lovett e astanti The Contest: Pirelli Wait: Mrs. Lovett Kiss me: Johanna e Anthony Hope Ladies in Their Sensitivities: Beadle Quartet: Johanna, Anthony Hope, Beadle e il giudice Turpin Pretty Women: Sweeney Todd e il giudice Turpin Epiphany: Sweeney Todd A Little Priest: Sweeney Todd e Mrs. Lovett Atto II God, That's Good!: Tobias Ragg, Mrs. Lovett, Sweeney Todd, la mendicante e i clienti Johanna (Reprise): Anthony Hope, Sweeney Todd, Johanna e la mendicante By the Sea: Mrs. Lovett Not While I'm Around: Tobias Ragg e Mrs. Lovett Parlour Songs: Beadle e Mrs. Lovett Final Sequence: Anthony Hope, la mendicante, Sweeney Todd, giudice Turpin, Mrs. Lovett, Johanna e Tobias Ragg The Ballad of Sweeney Todd (Reprise): compagnia Tematiche Sweeney Todd, così come è stato scritto da Sondheim, è una storia di vendetta che si consuma per mezzo di un individuo tormentato. Sondheim stesso ha detto "…quello di cui il musical parla veramente è l'ossessione." Harold Prince, regista della produzione originale, ha detto che la trama è una metafora del capitalismo e dei suoi difetti. Ha detto: “L'ho capito leggendolo non con la chiave della vendetta, ma con quella della rivalsa sociale, della lotta contro i potenti corrotti e per uscire dalla classe in cui si nasce”. Produzioni Broadway La produzione originale di Broadway aprì all'Uris Theatre il 1º marzo 1979 e chiuse il 29 giugno 1980, dopo 557 repliche e 19 anteprime. Diretta da Harold Prince e coreografata da Larry Fuller, la produzione originale aveva le scenografie di Eugene Lee, i costumi di Franne Lee e le luci Ken Billington. Il cast originale includeva Angela Lansbury nel ruolo di Mrs. Lovett, Len Cariou in quello di Todd, Victor Garber in quello di Anthony, Sarah Rice in quello di Johanna, Merle Louise nella parte della Mendicante, Ken Jennings in quella di Tobias, Edmund Lyndeck in quella del giudice Turpin, Joaquin Romaguera in quella di Pirelli e Jack Eric Williams interpretava il messo Bamford. La produzione fu nominata a nove Tony Award, vincendone otto, tra cui quello per il Miglior musical. Dorothy Loudon e George Hearn rimpiazzarono la Lansbury e Cariou alla scadenza del loro contratto. Il primo tour statunitense del musical partì il 24 ottobre 1980 a Washington e terminò nell'agosto 1981 a Los Angeles. I ruoli dei due protagonisti erano ricoperti dalla Lansbury e da Hearn. La serata finale del tour è stata registrata e trasmessa in televisione 12 settembre 1982, ricevendo ottime recensioni. Il primo tour nel Nord America partì il 23 febbraio 1982 a Wilmington, Delaware e terminò il 17 giugno 1982 a Toronto. Il ruolo dei due protagonisti era ricoperto da June Havoc e Ross Petty. West End La prima produzione londinese del musical ha aperto il 2 giugno 1980 al Drury Lane Theatre, con Denis Quilley (Todd), Sheila Hancock (Lovett), Andrew C. Wadsworth (Anthony), Mandy More (Johanna), Michael Staniforth (Tobias), Austin Kent (Turpin), Dilys Watling (Mendicante), David Wheldon-Williams (Bamford), Oz Clarke (Jonas Fogg) e John Aron (Pirelli). Il musical rimase in scena per 157 repliche. Nonostante avesse ricevuto critiche contrastanti, il musical vinse nel 1980 il Laurence Olivier Award per il miglior musical. Revival di Broadway Il primo revival di Broadway del musical aprì al Circle in the Square Theatre il 14 settembre 1989, dove rimase in scena per un totale di 188 repliche e 47 anteprime. Questa produzione era prodotta da Theodore Mann e diretta da Susan H. Schulman. Il cast includeva Bob Gunton, Beth Fowler, Jim Walton, Eddie Korbich, Michael McCarty e David Barron. Il musical fu nominato a quattro Tony Awards (Miglior Revival, miglior attore, miglior attrice e miglior regia), senza vincerne nessuno. Revival del West End Nel 1993 Sweeney Todd è stato nuovamente messo in scena a Londra, al Royal National Theatre. Il cast includeva Alun Armstrong (Sweeney Todd), Julia McKenzie (Mrs Lovett; entrambi premiati con il Laurence Olivier Award per le loro interpretazioni), Adrian Lester (Antony), Adrian Lewis Morgan (Toby), Denis Quilley (Turpin), Sheila Reid (Lucy) e Barry James (Messo). Declan Donnellan, il regista, era stato ingaggiato direttamente da Sondheim per le sue doti. Questa produzione vinse il Laurence Olivier, oltre per i due attori già citati, per il miglior revival e altri due attori furono nominati come migliori attori non protagonisti; anche la regia di Donnellan è stata nominata all'Olivier Award. Los Angeles Nel 1994 la East West Players di Los Angeles ha allestito una nuova produzione del musical diretta da Tim Dang. La sala del teatro era di dimensioni modeste e poteva accogliere un pubblico di sole 99 persone. La produzione ha ricevuto cinque Ovation Awards tra cui quello per la miglior regia a Dang. Kennedy Center In quanto parte del “Sondheim Celebration”, Sweeney Todd ha replicato all'Eisenhower Theatre del Kennedy Center dal 10 maggio al 30 giugno 2002. Il cast comprendeva Brian Stokes Mitchell (Todd), Christine Baranski (Lovett), Hugh Panaro (Anthony), Mary Beth Peil (Mendicante), Walter Charles (Giudice Turpin; Charles era un membro del cast originale di Broadway) e Celia Keenan-Bolger (Johanna). La produzione era diretta da Christopher Ashley e coreografata da Daniel Pelzig. Secondo revival del West End Nel 2004 John Doyle ha diretto una nuova produzione del musical al Watermill Theatre di Newbury dal 27 giugno al 9 ottobre 2004. In seguito la produzione è stata trasferita al Trafalgar Studios e poi all'Ambassadors Theatre di Londra. La peculiarità di questa produzione era l'assenza di un'orchestra, e gli attori stessi dovevano, oltre a cantare, anche suonare la colonna sonora del musical. È stata il primo revival di Sweeney Todd a Londra dopo dieci anni. Il cast comprendeva Paul Hegarty (Todd), Karen Mann (Lovett), Rebecca Jackson (Mendicante), Sam Kenyon (Tobias), Rebecca Jenkins (Johanna), David Ricardo-Pearce (Anthony) e Colin Wakefield (Turpin). La produzione ha chiuso il 5 febbraio 2005. Terzo revival di Broadway La produzione di John Doyle è stata trasferita dal West End all'Eugene O'Neill Theatre di Broadway ed ha aperto con nuovo cast il 3 novembre 2005. Il cast, ancora una volta con funzione di orchestra, comprendeva: Patti LuPone (Mrs. Lovett/Tuba/Percussioni), Michael Cerveris (Todd/Chitarra), Manoel Felciano (Tobias/Violino/Clarinetto/Piano), Alexander Gemignani (Beadle/Piano/Tromba), Lauren Molina (Johanna/Violoncello), Benjamin Magnuson (Anthony/Violoncello/Piano), Mark Jacoby (Turpin/Tromba/Percussioni), Donna Lynne Champlin (Pirelli/Flauto/Piano), Diana DiMarzio (Mendicante/Clarinetto) e John Arbo (Fogg/Contrabbasso). La produzione è rimasta in scena 384 repliche ed è stata nominata a sei Tony Award, vincendone due: Miglior regia e migliori orchestrazioni. A causa della regia e della scenografia minimalista ed essenziale, la produzione è costata solo 3,5 milioni di dollari, poco a confronto di molti musical di Broadway. Il musical ha recuperato l'investimento iniziale in sole diciannove settimane. Un tour nazionale basato sulla produzione con la regia di Doyle è partito il 30 agosto 2007 con Judy Kaye (che aveva sostituito per breve tempo la LuPone a Broadway) e David Hess (Todd). Alexander Gemignani ha ricoperto il ruolo di Todd nel novembre 2007. Dublino Il tenore irlandese David Shannon ha ricoperto il ruolo del barbiere assassino nell'acclamata produzione dublinese del musical che ha replicato al Gate Theatre dall'aprile al giugno 2007. Questa produzione aveva un approccio minimalistico con un cast di circa 14 attori ed un'orchestra di 7 elementi. Il cast comprendeva, oltre a Shannon, Simon Morgan (Anthony), Camille O'Sullivan (Mendicante), Anita Reeves (Mrs. Lovett), Barry McGovern (Turpin), Kenneth O'Regan (Messo), Lisa Lambe (Johanna), Robert Bannon (Tobias) e Mark O'Regan (Pirelli/Fogg). Parigi Una nuova produzione del musical ha aperto al Theatre du Chatelet di Parigi, insieme ad un altro musical di Sondheim “A Little Night Music”. Sweeney Todd ha replicato dal 22 aprile al 21 maggio 2011. Questa produzione era diretta da Lee Blakeley, coreografata da Lorena Randi e con le scenografie di Tanya McAllin. Il ruolo di Todd era ricoperto da Rod Gilfry e Franco Pomponi, quello di Mrs. Lovett da Caroline O’Connor. Terzo revival del West End Michael Ball e Imelda Staunton hanno ricoperto i ruoli principali in una nuova produzione del musical al Chichester Festival Theatre dal 24 settembre al 5 novembre 2011. Nel cast della produzione, diretta da Jonathan Kent, ci sono: Ball (Todd), Staunton (Lovett), John Bowe (Turpin), Lucy May Barker (Johanna) e Peter Polycarpou (Bamford) . La produzione è stata apprezzata sia dal pubblico che dalla critica, tanto che si è deciso di trasferire la produzione all'Adelphi Theatre di Londra dal 10 marzo al 22 settembre 2012. Quarto revival del West End Nel 2015 il produttore Cameron Mackintosh ha prodotto un nuovo revival londinese del musical, andato in scena da marzo a maggio in uno spazio appositamente costruito in Shaftesbury Avenue. Fanno parte del cast: Jeremy Secomb (Sweeney Todd), Siobhán McCarthy (Mrs. Lovett), Nadim Naaman (Anthony), Ian Mowat (Beadle), Duncan Smith (Turpin), Kiara Jay (Pirelli), Joseph Taylor (Toby) e Zoe Doano (Johanna). Altre Los Angeles 1994: Edizione californiana diretta da Tim Dang. New York City Opera 2004: Revival della produzione originale di Harold Prince interpretato da Elaine Paige e Mark Delavan, poi ripresa l'anno successivo con Timothy Nolen nel ruolo del protagonista. Roma, 2011: Tradotto in italiano da Andrea Ascari, interpretato e prodotto da Andrea Croci (Sweeney Todd), Francesca Risoli (Johanna), Gianluca Spatti (Tobias Ragg) e Federica Ugolini (Mrs. Lovett); diretto da Dino Scuderi per la regia di Marco Simeoli. Compagnie operistiche Il musical è stato frequentemente messo in scena (spesso in forma semplificata) da compagnie d'opera di numerose nazioni, dando vita a produzioni di breve durata all'interno delle stagioni teatrali. Importanti baritoni come Bryn Terfel, Timothy Nolen o Thomas Allen hanno interpretato il ruolo principale. Concerti Numerose compagnie hanno realizzato, soprattutto negli ultimi anni, versioni dello spettacolo in forma concertistica o semiscenica. Tra essi spiccano le seguenti: Los Angeles 1999: Con Kelsey Grammer (Todd), Christine Baranski (Lovett), Davis Gaines (Anthony), Neil Patrick Harris (Tobias), Ken Howard (Turpin), Melissa Manchester (Mendicante), Roland Rusinek (Johanna) e Roland Rusinek (Messo). New York 2000: Con George Hearn, Patti LuPone, Neil Patrick Harris, Davis Gaines, Audra McDonald e Paul Plishka. Londra 2000: Con Len Cariou, Judy Kaye, Davis Gaines, John Owen-Jones. San Francisco, 2001: Con George Hearn, Patti LuPone, Neil Patrick Harris, Davis Gaines, Victoria Clark e Timothy Nolen Londra 2007: Con Bryn Terfel, Maria Friedman, Philip Quast, Daniel Evans, Rosemary Ashe, Emma Williams, Daniel Boys. New York, 2014: Con Bryn Terfel, Emma Thompson, Audra McDonald, Philip Quast, Jay Armstrong Johnson. Londra, 2015: Con Bryn Terfel, Emma Thompson, Philip Quast, John Owen-Jones, Rosalie Craig. Edizioni scolastiche La Music Theatre International ha recentemente adattato il musical in una versione che possa essere eseguita da studenti delle scuole superiori. Questa versione, sostanzialmente, consiste nell'eliminazione della canzone “Johanna” cantata dal Giudice Turpin e da un cambiamento dei dialoghi della Mendicante, resi meno volgari e sessualmente meno espliciti. Un'altra sostanziale differenza è che il musical è adattato in modo tale che nessun assassinio avvenga sulla scena. Tra le prime scuole ad aver rappresentato questa versione del musical ci sono: John Septimus Roe Anglican Community School (Perth, Australia), la Sunbeams School di Dacca (Bangladesh), la Ysgol Bryn Elian (Galles) e la Artestudio in Messico. Riconoscimenti Broadway West End Revival di Broadway Revival di Londra Secondo revival di Broadway Terzo revival del West End Adattamento cinematografico Nel 2007 il regista Tim Burton, appassionato di questa storia sin dall'infanzia, ha realizzato una trasposizione cinematografica del musical, apportandovi il proprio riconoscibile, personale stile "gotico" e tagliando o riducendo alcuni brani (come ad esempio il tema The ballad of Sweeney Todd) per rendere l'opera più scorrevole per il pubblico del cinema. Inoltre, il personaggio di Tobias, originariamente un giovane uomo affetto da ritardo mentale, viene riadattato: nel film, è un orfanello di circa 10 anni. Il film è stato interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Sweeney Todd, Helena Bonham Carter nel ruolo di Mrs. Lovett e Alan Rickman nel ruolo del giudice Turpin. Note Altri progetti Collegamenti esterni Musical di Broadway Musical del West End Musical di Stephen Sondheim Libretti di Hugh Wheeler Sweeney Todd Musical basati su opere teatrali Opere teatrali ambientate a Londra Cannibalismo Tony Award al miglior musical Laurence Olivier Award al miglior nuovo musical
Carriera Club La carriera di Maksim Buculjević inizia nella stagione 2009-10, quando debutta nella Superliga serba con la maglia della : resta legato al club per sette annate, conquistando cinque scudetti, quattro edizioni della Coppa di Serbia, venendo inoltre insignito del premio di MVP dell'edizione 2015-16, e altrettante della Supercoppa serba. Gioca per la prima volta all'estero nel campionato 2016-17, trasferendosi in Slovenia all', impegnata in 1. DOL, vincendo lo scudetto e la Middle European League. Nel campionato successivo partecipa alla Lentopallon Mestaruusliiga finlandese con l'. Nella stagione 2018-19 approda nella Efeler Ligi turca col , che lascia dopo pochi mesi, trasferendosi in Germania, dove partecipa alla 1. Bundesliga con il per il resto dell'annata, mentre nella stagione seguente si accasa nella Volley League greca con il . Per il campionato 2020-21 è nuovamente nella massima divisione turca, questa volta con la neopromossa , dove rimane per un biennio, facendo quindi ritorno in patria nell'annata 2022-23, quando si accasa nel , in Superliga. Nazionale Nel 2009 fa parte della nazionale serba Under-19 con cui si aggiudica l'argento al campionato europeo e l'oro al campionato mondiale. Nel 2010, con la nazionale Under-20, vince il bronzo al campionato europeo, mentre con quella Under-21 conquista il bronzo al campionato mondiale 2011. Nel 2015 riceve le prime convocazioni in nazionale maggiore, partecipando ai I Giochi europei. In seguito conquista la medaglia d'argento al Memorial Hubert Wagner 2016 e quella di bronzo al campionato europeo 2017. Palmarès Club 2011-12, 2012-13, 2013-14, 2014-15, 2015-16 2016-17 2010-11, 2012-13, 2013-14, 2015-16 2011, 2012, 2013, 2014 2016-17 Nazionale (competizioni minori) Campionato europeo Under-19 2009 Campionato mondiale Under-19 2009 Campionato europeo Under-20 2010 Campionato mondiale Under-21 2011 Memorial Hubert Wagner 2016 Premi individuali 2016 - Coppa di Serbia: MVP Note Collegamenti esterni
Biografia Nata a Manhattan nel 1900, Gladys Egan fu una diva bambina del cinema muto: nei sei anni della sua carriera, dal 1908 al 1914, girò ben 105 film. Debuttò a otto anni in The Adventures of Dollie, il primo film firmato da David W. Griffith. Messa sotto contratto dalla Biograph, in altri 92 dei suoi film sarà diretta sempre da Griffith.La sua ultima interpretazione fu in Men and Women di James Kirkwood, dove recita in un ruolo di orfanella accanto a Lionel Barrymore e Blanche Sweet. Dopo questo film del 1914, si ritirò dagli schermi. Morì l'8 marzo 1985 a Lemon Grove, California, USA a 84 anni. Riconoscimenti Young Hollywood Hall of Fame (1908-1919) Filmografia La filmografia, composta tutta di cortometraggi. secondo IMDb è completa. Quando manca il nome del regista, questo non viene riportato nei titoli. Il segno <> indica i film dei quali non si conosce l'esistenza di copie e che sono oggi considerati perduti. The Adventures of Dollie, regia di David W. Griffith e Billy Bitzer - cortometraggio (1908) <> Behind the Scenes, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) <> The Stolen Jewels, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) The Zulu's Heart, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) <> The Vaquero's Vow, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) Romance of a Jewess, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) After Many Years, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) An Awful Moment, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) <> The Christmas Burglars, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1908) The Heart of an Outlaw, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> One Touch of Nature, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Girls and Daddy, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Golden Louis, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> The Roue's Heart, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> I Did It, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Voice of the Violin, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> The Medicine Bottle, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> Jones and His New Neighbors, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) A Drunkard's Reformation, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) What Drink Did, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Lonely Villa, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Faded Lilies, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) Was Justice Served?, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Way of Man, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Message, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) Il medico di campagna (The Country Doctor), regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) Jealousy and the Man, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) A Convict's Sacrifice, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) <> The Slave, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) They Would Elope, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Seventh Day, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Children's Friend, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) A Fair Exchange, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) Wanted, a Child, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Little Teacher, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) His Lost Love, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) In the Watches of the Night, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) What's Your Hurry?, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) In the Window Recess, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) Through the Breakers, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) A Corner in Wheat, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) In a Hempen Bag, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) A Trap for Santa Claus, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) In Little Italy, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Rocky Road, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) On the Reef, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1909) The Call, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) One Night and Then, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) <> The Englishman and the Girl, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Newlyweds, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) Gold Is Not All, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) As It Is in Life, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) Thou Shalt Not, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) <> The Way of the World, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Unchanging Sea, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) A Child of the Ghetto, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) In the Border States, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) A Child's Impulse, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) A Child's Faith, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) As the Bells Rang Out!, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) Unexpected Help, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The House with Closed Shutters, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) A Salutary Lesson, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Usurer, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Sorrows of the Unfaithful, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) Little Angels of Luck, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) A Summer Tragedy co-regia Frank Powell e David W. Griffith - cortometraggio (1910) Rose O'Salem Town, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) Examination Day at School, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Iconoclast, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Broken Doll, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Banker's Daughters, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Passing of a Grouch, regia di Frank Powell - cortometraggio (1910) Waiter No. 5, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) The Troublesome Baby, regia di Frank Powell - cortometraggio (1910) A Child's Stratagem, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) His Sister-In-Law, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) His Trust, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1910) His Trust Fulfilled, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) Conscience, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) Paradise Lost, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) The Two Sides, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) The Crooked Road, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) A Romany Tragedy, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) Fighting Blood, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) Bobby, the Coward, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) The Last Drop of Water, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) The Ruling Passion, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) <> The Village Hero, regia di Mack Sennett - cortometraggio (1911) The Making of a Man, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1911) The Empty Crib (1911) Mrs. Matthews, Dressmaker, regia di F.J. Grandon (Francis J. Grandon) (1912) - cortometraggio The Sunbeam, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1912) The Romance of an Old Maid, regia di Otis Turner - cortometraggio (1912) All for Her, regia di Herbert Brenon - cortometraggio (1912) His Love of Children Votes for Women, regia di Hal Reid - cortometraggio (1912) The Heart of a Gypsy, regia di Herbert Brenon - cortometraggio (1912) <> A Child's Remorse, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1912) The Inner Circle, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1912) <> In the North Woods, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1912) The Painted Lady, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1912) Fate, regia di David W. Griffith - cortometraggio (1913) The Dream Home, regia di Lawrence B. McGill - cortometraggio (1913) McGann and His Octette, regia di Edward Dillon - cortometraggio (1913) <> Red and Pete, Partners, regia di Anthony O'Sullivan - cortometraggio (1913) Ten Nights in a Barroom, regia di Lee Beggs - cortometraggio (1913) Men and Women, regia di James Kirkwood - cortometraggio (1914) Note Altri progetti Collegamenti esterni Attori bambini statunitensi Cinema muto statunitense
La fabbrica del panico è un romanzo a sfondo sociale di Stefano Valenti, edito nel 2013. È incentrato sulla denuncia delle condizioni degli operai, esposti a moltissimi rischi, in particolare quello dell'amianto, nella Breda Siderurgica di Sesto San Giovanni. Il romanzo si è aggiudicato nel 2014 il Premio Campiello, il Premio Volponi, entrambi nella categoria Opera Prima, e, nel 2015, il Premio Bergamo.. Trama Il libro è narrato in prima persona dall'autore, figlio di un operaio che ha lavorato dall'età di vent'anni fino a quaranta nelle Fucine Breda di Sesto San Giovanni. Pur essendosi congedato dopo due decenni di servizio, il padre è stato colpito da mesotelioma pleurico, cancro ai polmoni causato dall'esposizione alle fibre di amianto. La morte del padre è avvenuta decenni dopo che questi aveva lasciato la fabbrica ed è l'ultimo e più doloroso dramma, tra quelli vissuti dall'uomo all'interno delle fucine. Così il figlio ne ripercorre tutte le tappe, passo per passo, soffrendo a sua volta di terribili crisi di panico. L'acciaieria è descritta come un meccanismo infernale: temperature troppo alte, vapori irrespirabili, turni distruttivi, paura di non reggere i ritmi imposti, paura dei sorveglianti e dei loro rapporti di lavoro alla direzione. In questo ambiente si era impiegato il padre dell'autore nei primi anni '50, giungendo dalla Valtellina e compiendo ogni giorno lunghissimi e lenti viaggi per non arrivare mai in ritardo al lavoro e per tornare a una casa che non meritava questo nome. Nel giovane operaio è acuta la consapevolezza di non poter aspirare a un destino migliore, a causa del basso livello di scolarizzazione. Eppure, con gli orari massacranti cui si deve sottoporre, egli riesce a perseguire il suo desiderio di diventare pittore, seguendo corsi all'Accademia di Brera e, raggiunto un servizio considerato sufficiente, si licenzia e dà vita al suo sogno. Nel tempo che trascorre fino all'implacabile malattia, padre e figlio dialogano a lungo e il figlio riesce a fare proprie le molte emozioni negative sofferte dal padre, che gli hanno causato disturbi cronici gastrointestinali e delle vie respiratorie. La diagnosi finale di cancro, la lunga degenza, l'agonia e la morte dell'ex operaio sono inaccettabili per l'autore che, sempre più sopraffatto dal dolore e dal ripetersi di crisi nervose debilitanti, si mette in contatto con gli amici e colleghi del padre. E ciò gli consente di ascoltare tutte le loro storie, di partecipare al processo intentato contro la direzione della fonderia, di scrivere un libro con intento di denuncia sulle infermità e soprattutto sulle morti che hanno colpito tanti lavoratori. Il racconto delle battaglie sostenute dagli operai e dai loro rappresentanti per ottenere condizioni migliori e risarcimenti si affianca all'agghiacciante descrizione dello stillicidio di fibre di amianto su tutto e tutti; utilizzato al fine di difendere i corpi dai getti di fiamma, nessuno ha sospettato per molto tempo quanto quel materiale fosse pericoloso e, per giunta, gli indumenti impregnati venivano lavati in casa, esponendo anche i membri delle famiglie al contatto. Uomini e donne si sono susseguiti negli anni, ma sempre è toccato ai più poveri accettare quel lavoro, gli italiani hanno visto subentrare molti immigrati nella grande fabbrica, anch'essi paganti lo stesso tributo di morte e menomazioni. Al processo, giunto troppo tardi, sono sfilati uomini e donne, italiani e stranieri, vecchi e giovani, vedove e orfani. Tutto si è concluso con l'assoluzione dei responsabili o con la caduta in prescrizione dei reati contestati. Chiusa nei primi anni '90, la fabbrica ha inghiottito persino la speranza della giustizia; a vivi e morti non sono rimasti che documenti e fotografie. Edizioni Stefano Valenti, La fabbrica del panico, Feltrinelli, Milano 2013 Note Fonti L'autore dichiara di essersi avvalso dei seguenti lavori per la redazione del libro: N. Montella, Siamo i sopravvissuti del reparto che uccideva, in "Diario", Milano, 24-30 settembre 1997. E. Partesana, La linea del fuoco, in "Collegamenti Wobbly", n. 4-5, Genova, nuova serie 1997-1998. L. Consonni, L. Pesatori, La lotta paga, Il papiro, Milano 1998. M. Michelino, La lotta di classe nelle grandi fabbriche di Sesto San Giovanni, Centro di iniziativa proletaria G. Tagarelli, Milano 2003. M. Michelino, D. Trolio, Operai, carne da macello, Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio, Milano 2005. Collegamenti esterni Romanzi di autori italiani
L'asso nella manica (Ace in the Hole) è un film drammatico statunitense del 1951, diretto da Billy Wilder. Trama Charles Chuck Tatum è un giornalista privo di scrupoli che, a causa dei suoi vizi (è un forte bevitore e un donnaiolo), viene licenziato dai più prestigiosi quotidiani di New York, Chicago e Detroit. Per necessità si trasferisce quindi ad Albuquerque, una piccola cittadina ancora mezza indiana e mezza messicana, nell'attesa di potere scrivere un articolo così importante da riportarlo negli ambienti che contano del giornalismo. Mandato a coprire un evento fuori città, si imbatte in una frana che ha intrappolato un uomo, Leo Minosa, sceso a saccheggiare le tombe indiane di una vecchia caverna. Sfoderando tutto il suo fiuto per la notizia, ma anche il suo cinismo, contro il parere del capocantiere Smollet che vorrebbe procedere più velocemente puntellando la caverna, concorda con lo sceriffo del luogo di ritardare il più possibile gli aiuti, facendo perforare la roccia dall'altura con una perforatrice, allo scopo di creare clamore attorno all'evento, in modo da assicurarsene l'esclusiva. In tutto ciò si assicura anche la complicità della moglie di Leo, Lorraine, che gestisce in loco una piccola fatiscente locanda. Stufa della misera vita che conduce, Lorraine compatisce e disprezza il marito e intende lasciarlo. Man mano che la squadra di soccorso monta la perforatrice sull'altura sopra la caverna e procede a perforare per raggiungere la caverna in cui è prigioniero Minosa, il sito del crollo si trasforma in un grottesco Luna Park con migliaia di curiosi affollati in roulotte e campeggi, giostre, baracconi, concerti country e quant'altro. La locanda di Lorraine, l'unica in zona, viene invasa dai turisti e fioccano inaspettati incassi. Tatum e lo Sceriffo Kretzer sfruttano la situazione fino all'ultimo e persino Herbie Cook, il giovane e ingenuo fotografo che accompagnava il reporter, inizia a sognare di fare il salto verso la metropoli e i grandi quotidiani insieme a lui. Purtroppo i giorni di immobilità al freddo e all'umido minano la pur solida salute di Leo, che contrae la polmonite; in extremis Tatum, sapendo che la sua gallina dalle uova d'oro ha meno di un giorno di vita, tenta di tornare al piano originario, ma il capocantiere Smollett lo avverte che le vibrazioni del maglio pneumatico hanno tanto indebolito la volta da rendere impraticabile quel sistema. Leo muore, i sogni di Tatum si infrangono, Kretzer e Smollett vanno incontro a inchieste e indagini sulla loro erronea gestione dell'incidente e in ultimo Lorraine, insultata e maltrattata dal giornalista, lo pugnala al fianco con un paio di forbici, lasciando poi la zona col denaro guadagnato nel corso della settimana. Produzione La trama del film è stata ispirata da due eventi della vita reale: Il primo coinvolse Floyd Collins, che nel 1925 rimase intrappolato all'interno di una cava di sabbia nel Kentucky a seguito di una frana. Un giornale di Louisville, il Courier-Journal, inviò sulla scena il suo giornalista William Burke Miller, il quale trasformò con il suo articolo il tragico episodio in un evento nazionale, cosa che gli fece guadagnare un Premio Pulitzer. Il nome di Collins è citato nel film come un esempio di una vittima di una frana che diventa un evento mediatico. Il secondo evento ha avuto luogo nell'aprile 1949. Kathy Fiscus di San Marino in California cadde in un pozzo abbandonato e nel corso dell'operazione di soccorso, che durò diversi giorni, migliaia di persone arrivarono da ogni parte per guardare lo svolgersi dell'azione. In entrambi i casi, le vittime morirono prima di essere salvate. Il set del film era uno dei più grandi fino ad allora costruiti, misurava 370 metri di altezza e 490 metri di profondità includendo una collina rocciosa dove era crollata la grotta. Inoltre vi erano numerose bancarelle lungo la strada, parcheggi, e un luna park. Le scene hanno occupato più di 1.000 comparse e oltre 400 automobili. Il costo finale del film è stato di 1.821.000 dollari, di cui 250.000 dollari come compenso a Wilder come scrittore, produttore, e regista. Critica Melodramma sulla macchinazione di un giornalista disposto a tutto pur di raggiungere lo scoop, con questo film il regista precorre il tema della spettacolarizzazione della cronaca, fino alla morte dei protagonisti, e delinea un amaro spaccato della società contemporanea, di cui dimostra di conoscere bene i meccanismi. Riconoscimenti Festival di Venezia 1951: Premio internazionale a Billy Wilder e Premio speciale per il miglior commento musicale a Hugo Friedhofer National Board of Review Awards 1951: miglior attrice (Jan Sterling) Nel 2017 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti Note Altri progetti Collegamenti esterni Film drammatici Film diretti da Billy Wilder Film sul giornalismo Film conservati nel National Film Registry
Chieri (Cher in piemontese, Carreum Potentia in latino) è un comune italiano di abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte, situata sulle propaggini sudorientali delle colline torinesi. Il nucleo urbano più antico presenta una tipica impronta medievale sia nella planimetria circolare con strade a raggiera convergenti sulla cattedrale, sia nell'aspetto architettonico e urbanistico di numerosi edifici. Geografia fisica Territorio La cittadina è situata ai piedi della collina torinese, a sud-est del capoluogo, sul margine meridionale delle colline del Po. Idrograficamente il territorio comunale ricade nei due bacini contigui del Banna e del Tepice. Quest'ultimo corso d'acqua attraversa la città, in parte ad alveo coperto. Storia Monumenti e luoghi d'interesse Architetture religiose Medioevo Il duomo è l'edificio religioso più antico ed importante della città, risalente al V secolo. La chiesa di San Giorgio, situata in una posizione dominante in cima all'omonimo colle, sorge sulle rovine di un antico castello del X secolo. All'inizio del XII fu eretta una chiesa in stile gotico, poi distrutta da un incendio nel 1412. La nuova chiesa venne ricostruita rivolta verso la città ed è affiancata da un campanile a pagoda. L'attuale facciata risale al 1752 ed è opera di Bernardo Antonio Vittone. Chiesa di San Domenico La chiesa di San Domenico, risalente al XIV secolo e unita al vicino Convento. Inizialmente era una chiesa architettura gotica a tre navate, ma nel corso del XIV secolo vennero costruite ai suoi fianchi numerose cappelle patrizie, se si osserva la facciata si può notare come non è lineare e piatta ma segue l'andamento delle antiche mura di protezione della città. La chiesa conserva diversi antichi tesori, tra cui pregiate opere del Moncalvo, la Resurrezione di Lazzaro e della Moltiplicazione dei pani, al quale fu affidata nel 1614 la decorazione del coro. Vi sono inoltre presenti opere dello Spanzotti. Di pregevole interesse è "La Madonna del latte" affrescata sulla prima colonna di sinistra, rappresenta l'allattamento del bambino da parte della Madonna. Chiesa di San Guglielmo La chiesa di San Guglielmo risale al XIII secolo, in cui nel 1328 si riunì il Consiglio di Credenza, l'organo più importante della Repubblica Chierese. Chiesa di San Leonardo La chiesa di San Leonardo, costruita nel Quattrocento, a tre navate con volta retta da colonne piriformi. Venduta durante l'occupazione francese, nell'Ottocento venne trasformata in officina, cappella inizialmente eretta dall'ordine dei cavalieri Templari come centro di assistenza ai pellegrini, successivamente dopo il 1313 (con la disfatta dell'ordine Templare) la cappella venne utilizzata dai cavalieri di Gerusalemme nati ai tempi della terza crociata con il compito di difendere i pellegrini nella città santa. In seguito a recenti restauri è possibile osservare, all'interno della cappella, la rappresentazione della passione di Cristo dipinta lungo le volte da autore ignoto. Periodo barocco Il santuario dell'Annunziata risale al secondo Seicento. Sorge sul luogo occupato in precedenza da una cappella quattrocentesca, costruita attorno ad un affresco raffigurante l'Annunciazione alla quale si attribuirono virtù miracolose, quando nel 1651 un giovane sordomuto riacquistò la parola dopo aver pregato di fronte ad esso. Grazie a questo episodio si decise la costruzione del moderno santuario, tra il 1651 ed il 1655 su progetto di Andrea Costaguta, architetto di Madama Reale Maria Cristina. Chiesa di San Filippo La chiesa di San Filippo risale anch'essa all'epoca barocca; costruita tra il 1664 ed il 1673] su disegni dell'architetto Antonio Bettini, mentre la facciata è risalente al secolo XVIII. La chiesa è ad una sola navata con quattro cappelle laterali; la decorazione a stucco è di Pietro Somazzi. Nella prima si trova una tela di Claudio Beaumont, raffigurante San Francesco di Sales che prega la Vergine. Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco La chiesa dei Santi Bernardino e Rocco realizzata tra il 1675 e 1683 ed ampliata nel 1694 su progetto di Bernardino Quadri, il quale morì prima di completare i lavori. Vennero ripresi solo nel 1740 quando Bernardo Antonio Vittone eresse la cupola, terminando i lavori nel 1792 con la facciata del Quarini. Nella chiesa sono conservate diverse opere del Moncalvo tra cui una Incoronazione della Madonna, nella quale il pittore ha raffigurato sullo sfondo Chieri, così come appariva alla fine del Cinquecento. Fra le altre chiese realizzate nel periodo barocco troviamo la chiesa di Santa Margherita, terminata nel 1671 su progetto di Francesco Lanfranchi, e la chiesa di Santa Maria della Pace terminata attorno al 1660. XVIII secolo La chiesa di Sant'Antonio Abate, venne edificata sul sito di una precedente chiesa gotica. Il progetto venne affidato prima al Juvarra, ma a causa delle scarse risorse economiche venne rimandato al 1767 e commissionata all'architetto Giuseppe Giacinto Bays, al quale si pose la condizione di rispettare il progetto juvarriano. La chiesa è a navata unica con cappelle laterali, la volta ornata con stucchi e centro dipinta con la Gloria di Sant'Antonio, opera del pittore Vittorio Blanseri, un allievo del Beaumont. Chiesa di Sant'Andrea La chiesa di Sant'Andrea, era considerata dallo stesso Filippo Juvarra uno dei suoi capolavori. Venne costruita tra il 1728 ed il 1733 accanto all'omonimo convento. Durante l'occupazione francese venne adibita a cotonificio. Fu distrutta nel 1811 per evitare che fosse nuovamente adibita al culto. Palazzi Tra i più importanti palazzi, archi, ville d'epoca possiamo annoverare: Palazzo Levi Palazzo Mercadillo, costruito nel Quattrocento, poi palazzo comunale, infine asilo Sant'Anna Palazzo Opesso, trasformato in carcere nel 1750 e rimasto tale fino al 1960 Palazzo Valfre Palazzo Biglione Palazzo Costa Palazzo Buschetti, detto il medioevale costruito nel XV secolo e restaurato nel Seicento Palazzo Visca, d'epoca rinascimentale Palazzo Broglia, tanto sontuoso da ospitare nel 1310 l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo. L'edificio non esiste più. Palazzo Tana, di aspetto tardo gotico, ma ampiamente rimaneggiato nel XVI secolo Palazzo Robbio, costruito nel 1615 Palazzo Benso Palazzo Pamparato, di cui è notevole il bel portale scolpito Torre di casa Ferrero, sita nei pressi dell'incrocio tra la centralissima via Vittorio Emanuele e piazza Cavour, è l'unica torre delle "centotorri" integralmente sopravvissuta sino ai giorni nostri Ospedale Maggiore di Santa Maria della Scala Museo di antichità aperto nel 1961 nel Municipio, l'antico convento di San Francesco Villa Luigina Villa Passatempo. La Moglia, edificio settecentesco, la sua costruzione fu voluta, sul sito di un'antica e rustica filanda, a metà del XVIII secolo dalla famiglia signorile dei Turinetti. Dai Turinetti la villa passò ai marchesi Federici che nel 1925 la cedettero, terreni adiacenti compresi, ai Salesiani che la destinarono a noviziato. Nel 1970 passò all'istituto agrario "Bonafous" e ancora nel 1987 alla Città di Torino. Oggi si presenta in stato di forte degrado dopo anni di furti e numerosi atti vandalici che ne hanno rovinato gli arredi e gli affreschi. Il Cipresso, villa collinare rimaneggiata da Bernardo Vittone nel Settecento L'arco di piazza Umberto I È una delle più note e tipiche costruzioni della città, conoscendo nei secoli diverse modificazioni. Eretto nel 1580, in onore di Emanuele Filiberto, il quale morì quando ancora l'arco non era terminato. Nel 1586, per la nascita di Filippo Emanuele, primogenito di Carlo Emanuele I, l'arco subì i primi restauri. Nel 1761 un nuovo crollo rese necessario un consistente rifacimento affidato al Vittone. Nel 1837, venne sottoposto ad un nuovo restauro e nel 1876 vi venne posto un orologio. Gli ultimi importanti restauri sono stati effettuati negli anni 2001-2002 Il museo enologico A Chieri, nella frazione Pessione, ha sede il Museo "Martini" di storia dell'Enologia, creato da Lando Rossi di Montelera, proprietario della Martini & Rossi, noto stabilimento famoso nel mondo per la produzione di vermut. Diviso in 16 sale i reperti sono organizzati in modo da permettere al visitatore di prendere visione delle forme e dei modi assunti dalla cultura del vino nelle diverse civiltà succedutesi dall'antichità ad oggi, per un arco di tempo di venticinque secoli. La comunità ebraica di Chieri Chieri fu sede, tra il XV e il XX secolo, di una delle più fiorenti comunità ebraiche del Piemonte. A testimonianza della presenza ebraica a Chieri rimangono, oltre all'edificio del ghetto, tre cimiteri (in vicolo Santo Stefano in più antico, poi quello di via Nostra Signora della Scala, che affacciava sulla strada statale n. 10 e quello contemporaneo nel Cimitero generale) e alcuni "passaggi segreti" che arrivano in vari punti della città. Nel 1802 venne eletto il primo sindaco membro della comunità ebraica della storia di Chieri, David Levi. Media La città e il suo circondario dispongono di un settimanale, il Corriere di Chieri e dintorni, fondato nel 1945 che alterna notizie di cronaca e di cultura locali. Istruzione In città sono presenti tre scuole superiori: Il Liceo "Augusto Monti", con indirizzi classico, scientifico, linguistico e scienze umane. L'istituto tecnico/professionale "Bernardo Vittone" Il Liceo Paritario "Blaise Pascal". Cultura Biblioteca La città è sede della biblioteca civica "Nicolò e Paola Francone". Il primo fondo viene creato nel settembre 1888 per conto del locale mutuo soccorso "Società di Previdenza e Istruzione", e gestito dall'universitario cattolicamente formato Nicolò Francone: rimarrà nella sua posizione anche dopo che il fondo verrà acquisito dal comune e la biblioteca diventerà civica, coaudivato dalla figlia Paola sino alla morte del padre nel 1963. La nuova sede è situata nell'ex-cotonificio Tabasso la cui restaurazione è stata affidata all'arch. Gianfranco Franchini, di Genova: l'ha rinnovata seguendo criteri di funzionalità e coniguando la Biblioteca con uno stile “anni cinquanta” tipico del luogo. La nuova sede è stata inaugurata il 18 ottobre 2004, ed è stata in seguito intitolata alle sue figure portanti. La biblioteca possiede il fondo Francone, una raccolta di cinquantine e molti libri del Seicento e Settecento a tema umanistico, una sezione di storia locale con oltre 8,000 titoli, di cui la maggior parte digitalizzati, e organizza diverse attività culturali. Archivio L'archivio di Chieri conserva documenti comunali prodotti a partire dal 1194, nonché d'altro genere quali disegni architettonici di Bernardo Antonio Vittone e Mario Ludovico Quarini. Dal 2016 è nella stessa sede della Biblioteca comunale, attiguamente alla sua sezione di storia locale. Economia Secondo il Censimento Istat del 2001, nel comune di Chieri sono presenti: 804 attività industriali con 4.231 addetti pari al 37,71 % del totale della forza lavoro, 1424 attività di servizio pari al 37,07% e 166 attività amministrative con 2.830 addetti pari al 25,22%. Complessivamente sono occupati 11.220 persone, pari al 34,140 % del numero totale degli abitanti. A Chieri, nel XV secolo, in città si produceva un tipo di fustagno di colore blu che veniva esportato attraverso il porto di Genova, dove questo tipo di tela era usata per confezionare i sacchi per le vele delle navi e per coprire le merci nel porto; il nome inglese Blue Jeans, deriverebbe, secondo alcuni, dal termine blue de Genes, ovvero blu di Genova, città nella quale sarebbe avvenuta la trasformazione da tela a indumento. Società Evoluzione demografica A partire dagli anni '70, la città ha avuto un decollo demografico che continua anche ai giorni nostri, nonostante la tendenza generale del territorio sia inversa, grazie al fatto di essere ormai un avamposto residenziale di Torino. Etnie e minoranze straniere Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2017, i cittadini stranieri residenti a Chieri sono , così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative: Romania, Moldavia, 391 Marocco, 225 Albania, 126 Bosnia ed Erzegovina, 54 Cina, 49 Perù, 44 Ucraina, 39 Brasile, 34 Regno Unito, 33 Infrastrutture e trasporti Autobus: la città è servita da autobus GTT Linea 30 con un collegamento diretto col capoluogo piemontese, linea 1 e linea 2 che servono il territorio urbano più diverse autolinee extraurbane che servono i comuni limitrofi Aereo: gli aeroporti più vicini sono quelli di Torino-Caselle (a 32 km) e Cuneo-Levaldigi (a 72 km). Autostrade: collegata tramite le uscite di Santena e Villanova d'Asti alla A21 e alla tangenziale sud di Torino Strade: la città è attraversata dalla Strada statale 10 Padana Inferiore, tra Torino e Asti Ferrovie: il comune dispone di due stazioni: una in Chieri (zona Campo Archero), che la collega con Trofarello; l'altra nella frazione di Pessione, che fa parte della ferrovia Torino-Genova Specialità gastronomiche Focaccia di Chieri La cittadina annovera fra le sue specialità la focaccia dolce, un alimento di origine casalinga che viene consumata a fine pasto. Per prepararla è necessario usare un impasto a base di acqua, farina, latte, uova, burro, zucchero e lievito di birra che viene messo a caramellare in forno. Oggi viene messa in commercio solo la versione tradizionale dal peso di mezzo chilo. Sport Pallavolo Dopo l'esperienza del Chieri Volley chiusasi nel 2013, oggi una nuova società di pallavolo femminile, il Chieri '76 Volleyball, milita nella serie A1 del campionato professionistico nazionale. Calcio La principale squadra di calcio è l'Associazione Sportiva Dilettantistica Chieri Calcio 1955 che, dopo la fusione con l'Unione Sportiva Dilettantistica Rivarolese 1919, dal 2009 milita in Serie D. Pallacanestro La principale società di pallacanestro del territorio è il BEA Chieri, fondato nel 2012, e che in pochi anni ha portato Chieri dal campionato di Promozione a quello di C Gold, dove BEA milita dalla stagione 2021-22 dopo aver vinto il torneo di C Silver della stagione precedente. Nella prima annata nel massimo campionato regionale, gli arancio-neri hanno subito raggiunto i play-off promozione con in palio il salto in Serie B. Anche a livello giovanile il movimento è in crescita, con BEA che riesce regolarmente a iscrivere più squadre a tutte le categorie giovanili e a partecipare ai campionati giovanili di Eccellenza, massimo livello nazionale. Scacchi Il club locale di scacchi, l'Arcotorre, ha vinto nel 2019 il girone B1 del Campionato Italiano a Squadre ottenendo la promozione alla divisione nazionale serie A2 per l'edizione che verrà disputata nel 2020 (rinviata al 2021). Curiosità Nel territorio del comune passa il 45º parallelo nord e la particolarità geografica è celebrata da un globo di acciaio su una rotatoria sulla Strada statale 10 Padana Inferiore, all'incrocio tra viale Fiume, Corso Bruno Buozzi e Corso Torino, appena fuori dall'abitato: l'opera è dell'artista chierese Silvio Vigliaturo. Amministrazione Gemellaggi , per affinità territoriali e culturali , dal 2001, nasce come strumento di cooperazione ed educazione interculturale , dal 2006, per istituzionalizzare un legame nato già negli anni '70 , dal 2010, per consolidare il rapporto nato negli anni '50 tra chieresi e adriesi, giunti a Chieri a seguito dell'alluvione del Polesine Note Bibliografia Il Piemonte paese per paese, Ed. Bonechi, 1993. I Castelli del Piemonte, Gribaudo-Lorenzo, Fornaca Editore Asti, 1999/2005. I Castelli della provincia di Torino, Sabina Fornaca-Gribaudo, L. Fornaca editore, Asti, 2005. Beatrice Bolandrini, I Somasso e i Papa. Due dinastie di stuccatori a Torino nel Sei e nel Settecento, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal Cinquecento ad oggi, «Arte&Storia», anno 11, numero 52, ottobre 2011, Edizioni Ticino Management, Lugano 2011. Voci correlate Stazione di Chieri Pessione Stazione di Pessione Filovia Torino-Chieri Altri progetti
È stato deputato dal 2001 al 2008 e senatore dal 2008 al 2018. Biografia Proveniente da una famiglia di medici, ha proseguito la tradizione laureandosi in medicina. Attività accademica È medico e ricercatore universitario in Malattie infettive (s.s.d. MED/17) al Policlinico dell'Università Federico II di Napoli Villari ha coordinato i lavori sulla vaccinazione anti epatite B in collaborazione con l'istituto Pasteur di Parigi, lavori diretti dal Prof. Marcello Piazza con la collaborazione del Prof.Picciotto. Piazza M, Picciotto L, Villari R, et al. Hepatitis B immunization with a reduced number of doses in newborn babies and children. Lancet 1985; i: 949-951. Piazza M, Picciotto L, Villari R, et al. Two doses hepatitis B immunization regimen for infants. Lancet 1985; ii: 1120-1121. Tale studio ha favorito l'adozione di un regime di vaccinazione neonatale contro l'epatite B (Schema Piazza). Attività politica Ha iniziato a fare politica alla fine degli anni '80, nell'entourage democristiano di Vincenzo Scotti. Allo scoppio di Tangentopoli, entra a far parte della giunta di salute pubblica del Comune di Napoli, per soli tre mesi, come assessore alla Cultura. Nel 1994 entra nel Partito Popolare Italiano di Rocco Buttiglione, seguendolo poi nei Cristiani Democratici Uniti. Alle elezioni politiche del 1996 è candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Campania 1, nel collegio uninominale nº2 (Napoli-Vomero) sostenuto dal Polo delle Libertà (in quota CDU), risultando sconfitto per poco più di 1.400 voti dal candidato de L'Ulivo Vincenzo Siniscalchi. Secondo quanto raccontato da Mastella fu l'ex ministro a convincerlo a trasferirsi nell'UDEUR, nominandolo segretario regionale del partito. Consigliere regionale della Campania Alle elezioni regionali in Campania del 2000 viene eletto consigliere nelle liste dell'UDEUR (nella coalizione di centro-sinistra di Antonio Bassolino) in provincia di Napoli. Elezione a deputato Alle elezioni politiche del 2001 è ricandidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Campania 1, questa volta nel collegio uninominale di Pomigliano D'Arco sostenuto da L'Ulivo (in quota UDEUR), venendo eletto deputato della XIV Legislatura. Nel 2002 i partiti fino ad allora federati, decisero di sciogliersi per costituire la Margherita-D.L. . I Democratici di Prodi, Rinnovamento di Dini, i Popolari di Bianco diedero vita al nuovo partito mentre Mastella decise di non proseguire e non sciolse l'Udeur. Villari e tra gli altri, Enzo Carra, Salvatore Cardinale, Agazio Loiero, rappresentarono un pezzo di Udeur che, diversamente da Mastella, confluì nella Margherita partecipandone alla fondazione. Nel 2004 Villari si candidó alla carica di segretario regionale della Margherita in Campania contro Ciriaco De Mita; il congresso fu vinto dal leader irpino che in seguito lo propose senza successo come candidato sindaco di Napoli. L'allora Segretario nazionale Rutelli lo nominò responsabile nazionale per il Mezzogiorno della Margherita e quindi componente dell'Esecutivo Nazionale. Alle elezioni politiche del 2006 viene rieletto deputato, nella circoscrizione Campania 1, nelle liste de L'Ulivo. Elezione a senatore Alle elezioni politiche del 2008 viene invece eletto al Senato della Repubblica, in regione Campania, nelle liste del Partito Democratico.Il 13 novembre del 2008 viene eletto con 23 voti presidente della Commissione di vigilanza Rai: le preferenze gli arrivano principalmente da esponenti del PdL, mentre l'opposizione (PD, IdV e UDC), a cui tradizionalmente tocca la scelta dell'incaricato, si era schierata con Leoluca Orlando con la sola eccezione di due votanti. Non accettando di dare le dimissioni in seguito all'accordo raggiunto fra le due parti sul nome di Sergio Zavoli, viene espulso dal Partito Democratico; passo così al gruppo misto. In seguito allo scioglimento della Commissione di Vigilanza RAI avvenuta il 21 gennaio 2009 da parte dei presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, Villari perde la presidenza della Vigilanza stessa. Nel gennaio 2009 si iscrive a Radicali Italiani diventando una "doppia tessera" e, in quanto parlamentare, membro di diritto del Comitato Nazionale del Partito. Villari era già stato vicino ai Radicali, avendo avuto la tessera del Partito Radicale Transnazionale dal 2004. In seguito all'espulsione dal PD aderisce al Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo, che il 3 dicembre 2009 lo candida alla presidenza della Regione Campania, nell'ambito dell'elezione che si tiene nell'aprile successivo; in seguito però la candidatura salta, perché la sua nuova formazione politica decide infine di appoggiare la candidatura di Stefano Caldoro. Il 22 dicembre 2009 è nominato commissario regionale dell'MpA in Campania, carica da cui si dimette il 14 luglio 2010, in seguito alla sua uscita dal partito. Il 2 marzo 2011 abbandona il gruppo misto e aderisce a Coesione Nazionale, gruppo parlamentare di centro-destra schierato a sostegno della maggioranza del governo Berlusconi. Il 5 maggio 2011 viene nominato Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali del Governo Berlusconi IV. Dopo la decisione da parte della Lega Nord di voler aprire delle sedi di rappresentanza di alcuni Ministeri al Nord, Villari decide di aprire una sede di rappresentanza del Ministero dei Beni Culturali a Castel dell'Ovo a Napoli. In qualità di Sottosegretario ai Beni Culturali con delega su Pompei contribuisce al l'approvazione del Grande Progetto che destina al sito archeologico 105 milioni di fondi europei la cui assegnazione sembrava compromessa. A tale positiva iniziativa del Governo Berlusconi il successivo Presidente del Consiglio Monti riconoscerà pubblicamente a Napoli la buona pratica giunta al traguardo positivamente. Alle elezioni politiche del 2013 è rieletto al Senato della Repubblica, nelle liste del Popolo della Libertà. Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia.. Il 10 febbraio 2016 abbandona Forza Italia e si iscrive come indipendente al gruppo parlamentare "Grandi Autonomie e Libertà-Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro" . Lascia il Parlamento nel 2018, non ricandidandosi più alle elezioni politiche del 4 marzo. Note Voci correlate Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi Altri progetti Collegamenti esterni Senatori della XVI legislatura della Repubblica Italiana Senatori della XVII legislatura della Repubblica Italiana Deputati della XIV legislatura della Repubblica Italiana Deputati della XV legislatura della Repubblica Italiana Governo Berlusconi IV Consiglieri regionali della Campania
Biografia Elizeu si è sposato cinque volte ed ha avuto cinque figli; lasciato il calcio giocato rimane a vivere a Salvador. Carriera Club Di ruolo centrocampista offensivo, Elizeu si forma nelle giovanili del , per poi passare al . Dopo aver giocato in varie squadre brasiliane, Elizeu tenta l'avventura negli Stati Uniti d'America, ingaggiato dai per giocare nella prima edizione della NASL. Con i Generals ottenne il terzo posto dell'Atlantic Division, non accedendo alla fase finale del torneo. Dopo un breve ritorno al si trasferisce in Belgio per giocare nell'. Dopo una breve parentesi in patria, torna in Europa per giocare con i portoghesi del , con cui ottiene nella stagione 1973-1974 il quinto posto finale, a cui seguì il sesto in quella seguente. Con il Belenenses gioca anche nella Coppa UEFA 1973-1974, da cui sarà eliminato con la sua squadra ai trentaduesimi di finale dagli inglesi del . Chiuse la carriera agonistica in patria, in forza al . Nazionale Elizeu venne convocato nella nazionale olimpica verde-oro per disputare il torneo calcistico della Olimpiade del 1964. Con la sua nazionale giocò tre incontri, segnando due reti nella vittoria contro la Corea del Sud, non superando però la fase a gironi. Note Collegamenti esterni
La chiesa di Santa Maria si trova a Marciola nel comune di Scandicci. Risalente al XIV secolo, ha un aspetto determinato dagli interventi di gusto neoromanico, a cui si riconducono anche varie decorazioni robbiane. All'interno si conserva un'interessante "Assunzione", grande tela di Piero Dandini (XVII secolo), caratterizzata dall'iconografia singolare e dalla composizione figurativa ricca di significati. Le figure sono infatti disposte in un movimento ascensionale, sottolineato dagli sguardi, che vede alla sommità le tre persone della Trinità; in basso, invece, è raffigurato il mondo, con l'Italia in primo piano, per il quale la Vergine intercede. Tale dipinto era custodito nella chiesetta della ex-città di Torri. Verso fine anni '50, inizio anni '60, in questa chiesa veniva celebrata la S.Messa almeno una volta al mese dal parroco della chiesa di S.Maria a Marciola. Più volte questo parroco fece presente lo stato di abbandono della chiesetta di Torri alle autorità religiose competenti, al che ne fu autorizzato il trasferimento nella chiesa di Marciola. Tutto questo fu fatto onde evitarne il furto che probabilmente non fu risparmiato al coro ligneo che si trovava ai lati della porta d'ingresso della chiesetta di Torri. Bibliografia Voci correlate Chiese di Scandicci Collegamenti esterni Maria Chiese dedicate a Maria
La Cabra Mecánica (in italiano La capra meccanica) è un gruppo pop rock spagnolo formato da Miguel Ángel Hernando (detto Lichis) e altri musicisti che sono cambiati durante gli anni, ed è caratterizzato da una musica che unisce molti stili diversi. Opere Il primo disco, uscito nel 1997, intitolato Cuando me suenan las tripas (quando mi suona la pancia), prodotto da Cataldo Torelli per la casa discografica Discos Radiactivos Organizados (DRO), viene ben accolto dalla critica e il singolo Reina de la Mantequilla (regina del burro) raggiunge le trasmissioni radiofoniche. Nel 1999 esce il secondo disco, intitolato Cabrón (caprone), prodotto da Juanjo Melero, che ottiene dalla critica una accoglienza molto più modesta, tuttavia il gruppo Celtas Cortos chiama La Cabra Mecánica come gruppo di supporto per il suo tour del 2000, dando loro la possibilità di provare le proprie canzoni dal vivo. Il terzo disco, del 2001, intitolato Vestidos de domingo (vestiti della domenica), prodotto da Alejo Stivel, è un notevole successo, soprattutto il primo singolo La lista de la compra (la lista della spesa), in collaborazione con María Jiménez. Nel 2003 pubblicano il loro primo disco live, intitolato Ni jaulas ni peceras (né gabbie né acquari), registrato il 25 e 28 novembre nel teatro Jacinto Benavente in Galapagar, che include buona parte delle loro canzoni più conosciute più quattro inediti. Sono presenti anche vari guest, tra cui Ismael Serrano e i Fito & Fitipaldis. Il disco contiene come bonus track la canzone No me llames iluso, che è stata la colonna sonora dello spot della lotteria di beneficenza ONCE nel 2003. Nel 2005 esce quello che fino ad adesso è l'ultimo disco, intitolato Hotel Lichis, in cui appaiono 13 inediti. Discografia Cuando me suenan las tripas (1997) Cabrón (1999) Vestidos de domingo (2001) Ni jaulas ni peceras (2003) Hotel Lichis (2005) Carne de canción (2009) Voci correlate Celtas Cortos Collegamenti esterni
Carriera Dopo gli studi debutta nel mondo del cinema come semplice consulente in film come Scontri stellari oltre la terza dimensione, L'Impero colpisce ancora e Uragano di fuoco. L'inizio della collaborazione con il regista Steven Spielberg segna il suo passaggio a tecnico del suono in E.T. l'extra-terrestre con cui vince anche il premio oscar di categoria. Negli anni seguenti sarà nominato al premio anche per L'impero del sole e Chi ha incastrato Roger Rabbit senza tuttavia vincere. Nel 1983 e nel 1984 riceverà anche la nomination al Premio BAFTA senza tuttavia vincere. In televisione ha curato il suono in alcuni episodi di varie serie, miniserie e film per la televisione tra cui si ricordano Buffy l'ammazzavampiri, Beverly Hills 90210, Law & Order, I Griffin, The Practice - Professione avvocati, Grey's Anatomy e Shining. Nel corso della sua carriera è stato tecnico del suono in quasi duecento opere tra film e serie televisive. Filmografia (parziale) 1982 - Lui è mio 1982 - E.T. l'extra-terrestre 1982 - L'ospedale più pazzo del mondo 1982 - Ufficiale e gentiluomo 1983 - Tuono blu 1983 - Tavolo per cinque 1983 - Cavalli di razza 1983 - Flashdance 1983 - Una poltrona per due 1983 - Scarface 1984 - All'inseguimento della pietra verde 1984 - Per vincere domani - The Karate Kid 1985 - Witness - Il testimone 1985 - Tutto in una notte 1985 - Due volte nella vita 1985 - Il sole a mezzanotte 1985 - Il colore viola 1986 - Nostalgia di un amore 1986 - Karate Kid II - La storia continua... 1986 - Manhunter - Frammenti di un omicidio 1986 - Il tempio di fuoco 1987 - L'impero del sole 1988 - Chi ha incastrato Roger Rabbit 1988 - Schegge di follia 1989 - Faccia di rame 1989 - Karate Kid III - La sfida finale 1989 - Seduzione pericolosa 1990 - I delitti del gatto nero 1990 - Mille modi per nascondere un cadavere 1990 - Il falò delle vanità 1991 - Una pallottola spuntata 2½ - L'odore della paura Paura d'amare (Frankie and Johnny), regia di Garry Marshall (1991) 1993 - Guerra o morte 1993 - La ragazza della porta accanto 1994 - L'uomo ombra 1995 - Genio e follia 1997 - Segreti 1998 - Paulie - Il pappagallo che parlava troppo 1999 - La storia di Agnes Browne 2006 - L'amore si fa largo 2009 - Segreti fatali Collegamenti esterni
Gold Digger è una miniserie televisiva britannica creata e sceneggiata da Marnie Dickens e vede protagonisti Julia Ormond e Ben Barnes. Ha debuttato il 12 novembre 2019 su BBC One. In Italia è andata in onda su Sky Serie dall'8 al 22 settembre 2021. Trama Dopo aver messo la propria vita dietro le vite di chiunque attorno a lei, una sessantenne benestante inizia una relazione con un uomo con la metà dei suoi anni. I suoi figli la allarmano che potrebbe essere un cacciatore di dote. Puntate Personaggi e interpreti Principali Julia Day, interpretata da Julia Ormond, doppiata da Tiziana Avarista.Ricca sessantenne che si innamora di un uomo più giovane. Benjamin Greene, interpretato da Ben Barnes, doppiato da Emiliano Coltorti.Fidanzato trentaseienne di Julia. Patrick Day, interpretato da Sebastian Armesto, doppiato da Marco Vivio.Avvocato e figlio maggiore di Julia e Ted. Della Day, interpretata da Jemima Rooper, doppiata da Perla Liberatori.Stand-up comedian e figlia di Julia e Ted. Leo Day, interpretato da Archie Renaux, doppiato da Danny Francucci.Figlio venticinquenne di Julia e Ted, che vive con sua madre. Cali Okello, interpretata da Karla-Simone Spence.Figlia di Marsha, turbata per la morte del padre. Hazel, interpretata da Julia McKenzie.Madre di Ted. Marsha, interpretata da Nikki Amuka-Bird.Ex migliore amica di Julia che ha una relazione con Ted. Edward "Ted" Day, interpretato da Alex Jennings, doppiato da Franco Mannella.Ex marito di Julia. Ricorrenti Eimear Day, interpretata da Yasmine Akram, doppiata da Roberta De Roberto.Moglie di Patrick. Charlotte Day, interpretata da Indica Watson.Figlia di Patrick e nipote di Julia. Kieran, interpretato da David Leon, doppiato da Francesco Pezzulli.Fratellastro di Benjamin. Produzione Nell'agosto 2018 è stato annunciato che Julia Ormond e Ben Barnes sarebbero stati i protagonisti di una miniserie in sei puntate commissionata da BBC. Il cast ricorrente include Alex Jennings, Jemima Rooper e Sebastian Armesto. Le prime tre puntate sono state dirette da Vanessa Caswill. La lavorazione iniziò nel settembre 2018 con le riprese avvenute tra il Devon e Londra. Note Collegamenti esterni
Apodemus () è un genere di Roditori della famiglia dei Muridi. Descrizione Dimensioni Al genere Apodemus appartengono roditori di piccole dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra 60 e 150 mm, la lunghezza della coda tra 70 e 145 mm e un peso fino a 50 g. Caratteristiche craniche e dentarie Il cranio presenta una scatola cranica larga, un rostro allungato, le arcate zigomatiche sottili e le bolle timpaniche non particolarmente rigonfie. Le ossa nasali si estendono leggermente oltre la linea degli incisivi. Il palato è largo e con i fori anteriori ampi. Alcune specie presentano creste sopra-orbitali sviluppate. I molari presentano cuspidi ben sviluppate, il primo e secondo superiore sono provvisti di una cuspide posteriore sul lato interno assente invece nel genere Mus. Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria: Aspetto La pelliccia è generalmente soffice, le parti dorsali variano dal brunastro al grigiastro, quelle ventrali sono principalmente bianche. In una specie è presente una striscia dorsale scura mentre in diverse altre specie è presente una macchia arancione sul petto. Il muso è lungo ed appuntito, gli occhi e le orecchie sono grandi. Le zampe anteriori sono di dimensioni e forma normali, i piedi sono lunghi e notevolmente sottili, con le tre dita centrali allungate e quelle esterne non ridotte. La coda è ricoperta moderatamente di peli ed è di solito lunga quanto la testa ed il corpo. Le femmine hanno 6-8 mammelle. Distribuzione Sono roditori terricoli diffusi in gran parte dell'Ecozona paleartica, dall'Islanda al Giappone; nella Ecozona orientale settentrionale, e nell'Africa settentrionale. Tassonomia Il genere comprende 21 specie. Sottogenere Apodemus - Creste sopra-orbitali presenti. Le femmine hanno 2 paia di mammelle pettorali e 2 paia inguinali. Apodemus agrarius Apodemus argenteus Apodemus chevrieri Apodemus draco Apodemus gurkha Apodemus latronum Apodemus peninsulae Apodemus semotus Apodemus speciosus Sottogenere Sylvaemus () - Creste sopra-orbitali assenti. Le femmine hanno un paio di mammelle pettorali e 2 paia inguinali. Apodemus alpicola Apodemus avicennicus Apodemus epimelas Apodemus flavicollis Apodemus hyrcanicus Apodemus mystacinus Apodemus pallipes Apodemus ponticus Apodemus rusiges Apodemus sylvaticus Apodemus uralensis Apodemus witherbyi Note Bibliografia Ronald M. Novak, Walker's Mammals of the World, 6th edition, Johns Hopkins University Press, 1999. ISBN 9780801857898 Altri progetti Collegamenti esterni Miomorfi
Biografia Nato a Monaco di Baviera da genitori italiani originari di Novi Velia (in provincia di Salerno), è stato testimonial della lotta contro il cancro. Caratteristiche tecniche Gioca principalmente come centrocampista di fascia o trequartista nel 4-2-3-1, o ala sinistra nel 4-3-3 e nel 3-4-2-1. La sua rapidità, abbinata a un’ottima tecnica di base, lo rende un avversario molto temibile nell’uno contro uno e abile nel fornire assist. Risulta molto pericoloso quando riesce ad accentrarsi per liberare il suo destro. Predilige servire i compagni piuttosto che concludere in prima persona, e questo ha determinato la sua non eccelsa media realizzativa. Viene molto apprezzato dai suoi allenatori per la sua utilità tattica e per lo spirito di sacrificio, oltre che per la sua capacità di generare situazioni di superiorità numerica saltando l'uomo. Carriera Club Inizi Sansone inizia nella scuola calcio SV Neuperlach, quindi a undici anni entra nel settore giovanile del Bayern Monaco. Viene convocato più volte in prima squadra senza esordire. Dal 2008 al 2010 gioca 30 partite con la formazione Under-19, segnando 20 reti, e prende parte a 4 incontri della squadra riserve in 3. Liga nella seconda di queste due stagioni. Nella stagione 2010-2011 è in pianta stabile nella seconda squadra, disputando 28 partite con 2 gol all'attivo. Parma, Crotone e Sassuolo Nel 2011 passa da svincolato alla squadra italiana del Parma, che lo cede subito dopo in prestito al Crotone, in Serie B, con cui disputa 35 partite segnando 5 reti, esordendo alla terza giornata di campionato in Crotone-Juve Stabia. A completamento della stagione c'è un gol nell'unica partita in Coppa Italia della sua squadra, che perde per 4-2 il quarto turno contro il Bologna. Nel 2012 fa così ritorno al Parma, esordendo in Serie A alla quinta giornata di campionato pareggiata per 1-1 in casa del Genoa. Segna la sua prima rete nella massima serie italiana alla nona giornata, in Torino-Parma (1-3). È particolarmente ricordato in questa stagione per aver segnato a quasi tutte le grandi di questa stagione vale a dire contro Inter, Juventus, Napoli e Milan. L'8 dicembre 2013 segna la sua prima doppietta in campionato contro l'Inter (3-3). Il 21 gennaio 2014 viene ceduto, in comproprietà, al Sassuolo decide di indossare la maglia numero 17. Il 26 gennaio fa il suo debutto con la nuova maglia nella sconfitta esterna contro il (3-1). Il 16 marzo segna la sua prima rete con la maglia del Sassuolo nella sfida vinta contro il per 3-1. Il 6 aprile segna la prima doppietta con i neroverdi contro l'Atalanta. ll 19 giugno 2014 il Sassuolo comunica di aver risolto a proprio favore la compartecipazione in essere col Parma, oltre a quella di Chibsah. Villarreal Il 7 agosto 2016 viene comunicata la sua cessione a titolo definitivo al Villarreal per una cifra intorno ai 14 milioni di euro. Il 10 settembre 2016, nella gara Malaga-Villareal valevole per la terza giornata della Liga 2016-2017, mette a segno il gol del definitivo 0-2, sua prima rete nel campionato di calcio spagnolo. Il 18 settembre realizza entrambi i gol nella partita vinta 2-1 contro la Real Sociedad, dei quali il secondo un tiro da 52 metri. Il 5 novembre 2017 corona la sua cinquantesima presenza con la maglia del Submarino Amarillo con una doppietta ai danni del Malaga. Bologna Il 4 gennaio 2019 viene ufficializzato il suo passaggio al in prestito con obbligo di riscatto fissato a 9 milioni. Il 12 gennaio debutta con i felsinei giocando da titolare la sfida di Coppa Italia contro la Juventus (0-2) Il 18 febbraio segna il primo gol con i rossoblù allo stadio Olimpico contro la Roma, nella partita persa per 2-1. Il 6 giugno il Bologna comunica di averlo riscattato. Nazionale Sansone ha vestito la maglia della nazionale azzurra fin dall'Under-17, ottenendo presenze anche con tutte le successive selezioni. Esordisce nel 2007 giocando un doppio incontro in un’amichevole contro l’Ucraina con l'Under-17, mentre due anni dopo gioca la sua unica partita con l'Under-18 contro la Danimarca, segnando anche un gol. Nel biennio 2009-2010 fa parte dell'Under-19, con cui assomma 6 presenze segnando un gol. Nel 2012 esordisce prima con la formazione Under-20 contro la Germania, e in seguito con la massima rappresentanza giovanile, l'Under-21. Il 28 maggio 2013 il CT Devis Mangia lo convoca per gli Europei Under-21 disputatisi in Israele. Partecipa per la prima volta ad uno stage con la nazionale maggiore dal 2 al 4 giugno 2015 a Coverciano; il raduno viene organizzato dal CT Antonio Conte in vista della partita contro la Croazia del 12 giugno a Spalato, valevole per il sesto turno della fase a gironi delle qualificazioni all'Europeo 2016 e della partita amichevole del 16 giugno contro il Portogallo a Ginevra, partita in cui Sansone fa il suo esordio. Il 27 agosto 2016 viene convocato dal nuovo CT azzurro Gian Piero Ventura per le gare di qualificazione al Mondiale di Russia 2018. Il 9 ottobre torna in campo al posto di Federico Bernardeschi, subentratogli al 64' nel match contro la a Skopje, vinta dagli Azzurri per 3-2. Statistiche Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 28 maggio 2023. Cronologia presenze e reti in nazionale Note Altri progetti Collegamenti esterni Calciatori della Nazionale italiana Italo-tedeschi
I Got It Bad (and That Ain't Good) è un brano jazz di Duke Ellington con il testo di Paul Francis Webster, pubblicata nel 1941. Cover Al Aarons John "Johnny" Adriano Acea Cannonball Adderley Jamey Aebersold Harry Allen Carl Anderson Ernestine Anderson Ivie Anderson Susie Arioli Louis Armstrong Benny Bailey Guy Barker Bruce Barth Count Basie BBC Big Band Tobias Beecher Madeline Bell Joe Benjamin Tony Bennett Big Miller Paul Bley Betty Bonney con Les Brown e la sua orchestra Carolyn Breuer Marvin Gaye Charles Brown Sandy Brown Beryl Bryden Kenny Burrell Charlie Byrd Donald Byrd Ann Hampton Callaway Harry Carney Benny Carter Cher June Christy Rosemary Clooney Nat King Cole John Coltrane Doris Day con Les Brown e la sua orchestra Yvonne De Carlo Bill Evans Eileen Farrell Ella Fitzgerald Sara Gazarek Earl Grant Roy Hamilton Johnny Hodges Billie Holiday Shirley Horn Lena Horne Phyllis Hyman Joe Jackson Ahmad Jamal Etta James Keith Jarrett Molly Johnson Stacey Kent Stan Kenton Dayna Kurtz Peggy Lee Chuck Loeb Julie London Margaret Jane Monheit Thelonious Monk Vaughn Monroe Berl Olswanger The Oscar Peterson Trio Lou Rawls Della Reese Dianne Reeves Carly Simon Nina Simone Frank Sinatra Jo Stafford Donna Summer Toni Tennille US Navy Band Commodores Jazz Ensemble Dinah Washington Ben Webster Collegamenti esterni
Il Pisa Sporting Club, meglio noto come Pisa, è una società calcistica italiana con sede nella città di Pisa. Milita in Serie B, la seconda divisione del campionato italiano. Fondato nel 1909 e successivamente ricostituito in due occasioni (nel 1994 come Associazione Calcio Pisa, poi Pisa Calcio, e nel 2009 come Associazione Calcio Pisa 1909), vanta 7 partecipazioni alla Serie A e 35 alla Serie B; nella stagione 1920-1921 ha, inoltre, partecipato alla finalissima per il titolo nazionale di massima serie. Annovera nel proprio palmarès due Coppe Mitropa, due campionati di Serie B e una Coppa Italia Serie C. Storia Nata nel 1909, la squadra si affilia alla FIGC e sfiora il titolo italiano nel campionato di Prima Categoria 1920-1921: dopo aver vinto il proprio girone, e una successiva fase a gironi, batte il nella finale centro-meridionale e si gioca la vittoria del campionato nella finalissima con la , perdendo 2-1. Nel 1926 retrocede nella serie cadetta e tre stagioni più tardi, retrocede nella terza categoria. Nel 1934, il Pisa ritorna in seconda divisione e dopo aver sfiorato la promozione in A, all'inizio degli anni cinquanta fa prima ritorno in Serie C, poi retrocede in quarta divisione. Dopo aver riconquistato la Serie C, negli anni sessanta la formazione toscana approda nuovamente in Serie B. Nel 1968, per un solo anno, il Pisa milita in Serie A prima di tornare in terza serie negli anni settanta. Nel 1978 Romeo Anconetani rileva la presidenza della squadra e risolleva il Pisa dalla C alla A, portandolo fino alla semifinale di Coppa Italia nel 1989 e a vincere anche le sue prime storiche competizioni europee: nel 1986 e nel 1988, i toscani s'impongono in Coppa Mitropa. Per volontà dello stesso Anconetani, nel 1989 si gioca l'unica edizione della Supercoppa Mitropa tra le ultime due vincenti temporali della Mitropa: il Pisa affronta i cecoslovacchi del , perdendo il doppio confronto. Dopo diversi anni nella massima serie, negli anni novanta il Pisa retrocede in B, quindi fallisce una prima volta e riparte dall'Eccellenza. Negli anni duemila torna tra i professionisti, vince una Coppa Italia di Serie C nel 2000 e ritorna a giocare in Serie B, tuttavia fallisce nuovamente nel 2009 e riparte dalla Serie D. Nella stagione 2015-2016 viene promosso a seguito del doppio confronto con il , giocando in Serie B per una sola stagione, prima di tornare in terza serie. Nel 2019, grazie alla vittoria per 3-1 nell'ultimo turno dei play-off sul campo della , viene di nuovo promosso in cadetteria. Termina la stagione 2021-2022 al terzo posto, sfiorando la promozione nella massima serie, sfumata solo nella doppia finale dei play-off contro il . Cronistoria Colori e simboli Colori Alla sua nascita, nel 1909, i colori ufficiali del Pisa erano il bianco e il rosso, presi in prestito dal gonfalone cittadino. Sopravvissero pochi mesi poiché, in onore della vittoria dell' nel campionato italiano del 1909-1910, lasciarono il posto al nero e all'azzurro del club meneghino. Da allora le due tinte divennero quindi anche quelle della squadra pisana, quasi sempre disposte sulla maglia casalinga in strisce verticali, la cui ampiezza può variare di stagione in stagione; la società toscana derogò alla tradizione solo sul finire degli anni 1980 quando, seguendo le mode del tempo, adottò una casacca ripartita esattamente a metà con sottili righe nere e blu nella parte sinistra, e azzurre e celesti nella zona destra. Per quanto concerne il resto della tenuta, inizialmente alla maglia nerazzurra erano abbinati pantaloncini bianchi, che in seguito divennero neri o blu a seconda delle esigenze, così come le calze. Nei completi da trasferta, principalmente si sono alternati soprattutto gli storici colori delle origini, ovvero il bianco (con inserti nerazzurri) e il rosso. Nel corso dei decenni non sono tuttavia mancate le più diverse sperimentazioni cromatiche, su tutti il giallo; proprio il rosso e il giallo sono due tinte storicamente legate al territorio pisano, in quanto mutuate rispettivamente, dagli stemmi civico e provinciale. Simboli ufficiali Simboli iconicamente associati al club nerazzurro sono la torre pendente cittadina e la bandiera rossa con croce bianca patente, ritrinciata e pomata (comunemente definita "Pisana", simbolo araldico civico e retaggio del periodo indipendentista della repubblica marinara) o come secondo stemma in abbinamento a quello sociale. Stemma I suddetti simboli sono dunque ricorrenti negli stemmi che il Pisa si è dato nel corso dei decenni. Tra gli esempi più antichi conosciuti si annoverano: l'ancile palato nero e azzurro, caricato dello scudo svizzero rosso alla croce pisana bianca nella parte superiore, dell'epigrafe PISA S.C. in quella inferiore. l'ancile palato nero e azzurro caricato dello scudo svizzero rosso alla croce pisana bianca, con fascia bianca di bordura recante la dicitura PISA SPORTING CLUB e sei stelle a cinque punte. lo scudo circolare rosso alla croce pisana bianca, chiuso esternamente da una doppia fascia nera e azzurra recante l'epigrafe PISA S.C. lo scudo circolare partito a sinistra di rosso alla croce pisana bianca, a destra alla palatura nero-azzurra, chiuso esternamente da una fascia bianca recante l'epigrafe SPORTING CLUB PISA. l'ancile palato nero e azzurro per due terzi, col capo bianco recante il nome S.C. PISA. Nei primi anni di attività della squadra, le maglie da gioco portavano bensì ricamato sul petto lo stemma araldico cittadino "al naturale", senza particolari aggiunte o finiture non di rado inoltre, anche dopo l'adozione di stemmi differenti, lo scudo rosso-crociato ha comunque continuato ad apparire sulle divise dei calciatori pisani. Celebre è poi il logotipo adottato negli anni 1980, in concomitanza con la presidenza di Romeo Anconetani: in un inconsueto "scudo" dalle linee geometriche estremamente semplici erano inscritti i disegni stilizzati della torre pendente (colorata in nero e azzurro) e della croce pisana (in rosso), con la denominazione PISA SC collocata in basso a sinistra. Nel 1994 il club (frattanto dissolto e rifondato con nuova denominazione) si dotò di un nuovo stemma: venne recuperato l'ancile palato nero e azzurro (doppiamente bordato in bianco ed oro), all'interno del quale venne collocato un complesso disegno in cui le lettere P e C (acronimo societario) s'intrecciavano attorno al disegno stilizzato della torre pendente (inconsuetamente piegata verso sinistra). Al di sotto di esso appariva la denominazione PISA CALCIO e uno scudetto rotondo con la croce pisana. Il fallimento del 2009 e la successiva rifondazione imposero la necessità di individuare un nuovo logotipo: si optò per mantenere l'ancile, che divenne bianco con bordo azzurro; all'interno venne collocato il disegno stilizzato della torre pendente (sotto forma di nastro spiroidale azzurro all'esterno e nero all'interno) "basato" sopra la croce pisana in campo rosso. La nuova denominazione A.C. PISA 1909 trovò posto nella parte superiore dell'insieme. Tale stemma non venne mai particolarmente apprezzato dall'opinione pubblica legata al club, che alludendo alla forma del disegno della torre civica coniò l'ironico soprannome di mollone. Nella primavera del 2017 la società riacquisì i diritti d'uso dello storico marchio Pisa Sporting Club: ciò non si riflesse nell'immediato in un cambio ufficiale di denominazione, pur se dalla stagione 2017-2018 il club iniziò a utilizzare prettamente il succitato marchio nella sua corporate identity. In tal senso, vennero commissionate alcune proposte di rebranding inerenti allo stemma, poi sottoposte al giudizio della tifoseria tramite web. Il logo così scelto mantiene la forma ovale e recupera la blasonatura di base palata nero-azzurra: la parte superiore è tuttavia integralmente nera, onde contenere la denominazione Pisa Sporting Club, mentre in posizione centrale appare il disegno stilizzato della torre pendente sovrapposta alla croce pisana in campo rosso; nel capo inferiore è riportato l'anno di fondazione. Dall'estate 2021, con il completamento del relativo iter burocratico, dopo ventisette anni la società riprende definitivamente la storica denominazione di Pisa Sporting Club. Mascotte La mascotte del Pisa è Vituperio, personificazione della Torre di Pisa (tipicamente a braccia conserte e dall'aria arrabbiata e minacciosa) vestita con la maglia sociale nerazzurra. Ideata da due studenti dell'Istituto d'Arte della città toscana, trae il proprio nome dall'invettiva contro Pisa del XXXIII Canto dellInferno di Dante Alighieri. Inno Lo storico inno della squadra nerazzurra si intitola Pisa come ai vecchi tempi, cantato da Funel e risalente all'inizio degli anni 1980. Strutture Stadio Dal 1919 il Pisa gioca le sue gare casalinghe all'Arena Garibaldi, impianto sito nel quartiere di Porta a Lucca, alle porte della città. Una prima inaugurazione avvenne il 26 ottobre di quell'anno, con la gara amichevole Pisa- (5-1). Lo stadio fu inaugurato nuovamente l'8 novembre 1931 con l'autarchico nome di Campo del Littorio, alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena; in quella occasione si disputò l'amichevole Pisa-, terminata 3-1 in favore dei padroni di casa. Alla caduta del regime fascista, lo stadio riprese la denominazione originaria. Il "cuore" del tifo nerazzurro, la curva Nord, fu costruita alla fine degli anni 1950. Nel 1978 venne chiuso l'anello, col prolungamento delle due curve a ridosso della tribuna e della gradinata. Nell'estate del 1982 l'allora presidentissimo Romeo Anconetani – il cui nome verrà affiancato, il 9 dicembre 2001, alla titolazione dello stadio – fece ristrutturare la vecchia tribuna coperta, abbattendo la copertura originaria. Lo stadio è arrivato, tra il 1982 e il 1994, a ospitare fino a 35000 spettatori, mentre nel ventunesimo secolo è abilitato per circa presenze. Nel 1999, a seguito della scomparsa del tifoso Maurizio Alberti, la curva Nord è stata intitolata alla sua memoria, mentre al calciatore pisano Gianluca Signorini, scomparso il 6 novembre 2002 a causa della SLA, fu intitolata la gradinata il 23 aprile 2005. La Nazionale Italiana ha giocato quattro partite all'Arena rispettivamente contro: la il 23 settembre 1987, la il 22 febbraio 1989, la il 10 febbraio 1999 e l' il 6 giugno 2009. Ha inoltre ospitato due finali di Coppa Mitropa, 1985 e 1988, due finali del Torneo di Viareggio, 1959 e 2015 e il terzo turno preliminare della UEFA Champions League 1998-1999 tra l' e i Lettoni dello . Centro di allenamento Nella stagione 2014-2015 la squadra usufruisce del centro sportivo di proprietà della 46ª Brigata aerea dell'Aeronautica Militare, sito all'interno dell'aeroporto di Pisa-San Giusto. A partire dalla stagione 2015-2016, dopo il periodo iniziale presso il campo sportivo di Filettole, mediante un accordo con l'Università di Pisa la società usufruisce del centro sportivo sito a San Piero a Grado. Il settore giovanile nerazzurro si allena invece a Fornacette, presso il Biancoforno Camp. Società Fino al 14 agosto 2015, Carlo Battini deteneva il 99% delle quote societarie dal 2011, quando Piero Camilli, insieme al quale nel 2009 aveva acquistato la nuova società creatasi dopo la scomparsa del Pisa Calcio, ha deciso di tirarsi indietro e cedergli le sue quote. In data 14 agosto 2015 l'80% delle quote passano a Fabrizio Lucchesi, il 19% rimane in mano a Carlo Battini, mentre l'1% rimanente appartiene al comitato Vecchio Cuore Nerazzurro composto dal centro coordinamento Pisa clubs, tifosi diversamente abili e ai gruppi organizzati "Curva Nord Maurizio Alberti", rappresentati nelle sedi opportune dall'avvocato Andrea Bottone. il 22 dicembre 2016, la Magico Srl ha acquisito le quote della società dalla Carrara Holding della famiglia Petroni, Giuseppe Corrado è il nuovo presidente del club. Da gennaio 2021, il Pisa ha un nuovo patron, ossia il magnate Alexander Knaster; Corrado e la sua famiglia manterrano tuttavia il 25% delle quote della società. Organigramma societario Dal sito web ufficiale della società. Sponsor Di seguito la cronologia di fornitori tecnici e sponsor del Pisa. Settore giovanile Il settore giovanile nerazzurro ha ottenuto il suo unico titolo italiano vincendo nel 1972 il Campionato nazionale Dante Berretti riservato alle squadre di Serie C. Durante gli anni ha partecipato 4 volte al Torneo di Viareggio: 3 sotto la gestione Anconetani e 1 sotto la gestione Covarelli nel 2008, tutte terminate con l'eliminazione al primo turno. A causa del doppio fallimento in meno di un ventennio è stato rifondato più volte nel corso degli anni. Tra i prodotti del settore giovanile nerazzurro tra gli altri vi furono: Marco Tardelli, lanciato in prima squadra nel campionato di Serie C 1972-1973 e ribattezzato in quel periodo dai veterani col nomignolo di "Puce", futuro Campione del Mondo con la Nazionale a Spagna '82 e vincitore con la della Coppa dei Campioni 1984-1985, e di 5 Campionati di serie A; Gionatha Spinesi, lanciato in prima squadra nel Campionato Nazionale Dilettanti 1995-1996, capocannoniere con l' del Campionato di Serie B 2004-2005 e autore di 33 reti in Serie A con e . Dalla stagione 2014-2015 si è instaurata una collaborazione tra l'azienda Biancoforno S.p.A e la società A.C. Pisa 1909 per la gestione del settore giovanile mettendo a disposizione dello staff e dei ragazzi una nuova struttura operativa situata a Fornacette e attuando un progetto di affiliazione di varie piccole società giovanili della Provincia (Pisa Academy). Per la stagione calcistica 2014-15 il settore giovanile nerazzurro poteva contare su 6 formazioni: Berretti, Allievi Nazionali, Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Professionisti. Giovanissimi Professionisti B ed Esordienti. Il Pisa nella cultura di massa Nel 1921, dopo la vittoria del Pisa nella finale del Campionato dell'Italia Centro Meridionale, la squadra si preparava ad affrontare i bianchi della nella finale nazionale; in città c'è grande attesa e, tra la varie iniziative prese per attendere il giorno dell'importante partita, ci fu la pubblicazione di un periodico chiamato Nero-azzurro. Da quel giorno e fino al 2009 (anno del fallimento del Pisa Calcio), pur se con qualche breve periodo di non pubblicazione e alcuni cambi di grafica e di titolo, accompagnerà gli sportivi pisani ad ogni partita casalinga della squadra. Nel 1982 il Pisa conquisterà la Serie A ed entrerà anche nelle case dei cittadini grazie all'allora TV locale Canale 55, e successivamente alla nuova televisione nata in quegli anni, 50 Canale. Il presidente dell'epoca, Romeo Anconetani, era ospite di una trasmissione a cadenza settimanale incentrata su di lui, Parliamo con Romeo, ma in un certo senso anche co-conduttore della stessa: in un mondo ancora lontano dalla rivoluzione dei social network si trattò di un unicum del suo genere, dato che un presidente di una società sportiva interagiva settimanalmente con giornalisti e tifosi, i quali gli rivolgevano domande telefoniche in diretta. Grazie a questa nuova interattività l'allora presidentissimo divenne molto popolare anche al di fuori dei confini cittadini, infatti la trasmissione era seguita con simpatia anche dalle province vicine. Uno spezzone di intervista del "vulcanico" presidente era presente nella sigla del 1992 del programma satirico-calcistico condotto dalla Gialappa's Band, Mai dire Gol, in cui le provocazioni di Anconetani verso i giornalisti erano spesso umoristicamente prese di mira dai conduttori del programma. Dalla sua nascita diversi libri sono stati scritti sulla storia nerazzurra, alcuni dedicati alle promozioni storiche, altri in occasioni degli anniversari. Per il centenario dalla nascita del club nel 2009, sono usciti quattro volumi, di diversi autori e case editrici, che raccontano la storia dei nerazzurri attraverso immagini ed aneddoti vari sulla secolare attività calcistica cittadina. Allenatori e presidenti Di seguito un elenco comprendente tutti gli Allenatori e tutti i presidenti della storia del club. Sono 88 gli allenatori che hanno assunto la guida tecnica del Pisa. Il primo allenatore professionista ingaggiato dal club fu József Ging. L'ungherese è colui che è rimasto in carica più a lungo, per quindici anni, in periodi diversi fra il 1920 e il 1951. Ging fu inoltre l'allenatore della finalissima per il titolo nazionale di massima serie del 1921 persa contro la Pro Vercelli per la conquista dello scudetto. Di contro, Giuseppe Pillon, sulla panchina del Pisa per sette giorni, è l'allenatore rimasto in carica più brevemente. Entra di diritto nella storia della società anche Renato Lucchi, che nel 1968 ha conquistato con il Pisa la prima storica promozione in Serie A. Gli altri allenatori ad aver conseguito una promozione nella massima serie sono stati Aldo Agroppi, Luigi Simoni (due volte nel 1985 e nel 1987) e Luca Giannini. Nell'ambito dei trofei internazionali sono da menzionare Vincenzo Guerini e Giuseppe Materazzi che hanno conquistato le Mitropa Cup rispettivamente del 1986 e del 1988. Sono stati sia giocatori sia allenatori del Pisa, in ordine cronologico: Manlio Mattiello, Aldo Vettori, György Orth, Angelo Pasolini, Aristide Viale, Mario Nicolini, Umberto Mannocci, Roberto Balestri, Ugo Pozzan, Luciano Filippelli, Giampaolo Piaceri, Giuseppe Chiappella, Luca Giannini, Felice Secondini, Ilario Salvadori, Alessandro Mannini, Antonio Baldoni, Marco Masi, Ferruccio Mariani, Stefano Cuoghi e Christian Amoroso. In più di 100 anni di storia societaria alla guida del Pisa si sono avvicendati 33 presidenti. Il primo presidente della società fu Enrico Canti, che faceva parte del gruppo di ragazzi che fondò il club. Romeo Anconetani è invece il presidente più longevo della storia nerazzurra, avendo guidato il club dal 1978 al 1994. La gestione Anconetani è anche la più vincente della storia pisana, con il ritorno in Serie A dopo tredici anni, le diverse partecipazioni alla massima serie e le conquiste di due Mitropa Cup. Da segnalare anche Giacomo Picchiotti, in carica per tredici anni in due periodi diversi (dal 1914 al 1924 e dal 1946 al 1949) che contribuì in maniera determinante alla costruzione della squadra che raggiunse la finalissima per il titolo nazionale di massima serie nel 1921. Nel 1968 Giuseppe Donati fu il presidente che portò il Pisa alla prima storica promozione nella Serie A a girone unico. Calciatori Hall of Fame Il 10 aprile 2014 presso il Terminal 3 dell'Aeroporto Galilei di Pisa, alla presenza del presidente Battini, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione dell'"Arca della gloria" nerazzurra. I primi ingressi nella "Hall of Fame" del Pisa dovrebbero avvenire nel corso della stagione 2015-2016. Vincitori di titoli Sergio Bertoni Carlo Biagi Henrik Larsen Diego Pablo Simeone Il Pisa e le nazionali di calcio Giovanni Moscardini, oriundo di origine scozzese, fu il primo calciatore del Pisa ad essere convocato nella Nazionale azzurra, giocò una sola partita contro la nel 1925 e segnò una doppietta nella vittoria dell' per 7-0. Nel 1936 Sergio Bertoni e Carlo Biagi furono convocati per le Olimpiadi di Berlino, l'Italia portò a casa la medaglia d'oro e i due azzurri furono protagonisti: Bertoni colleziono tre presenze e Biagi quattro, segnando anche quattro gol nella partita vinta per 8-0 contro il . Bertoni due anni più tardi fu anche convocato per il Campionato mondiale di calcio 1938 e se pur non scese mai in campo gli azzurri portarono a casa un altro successo. Sessantanove anni più tardi, nel 2007, Alessio Cerci fece il suo esordio nella Nazionale Under-21 dell', durante il suo periodo di militanza con la casacca nerazzurra collezionò con gli azzurrini tre presenze condite da un gol. Per quanto riguarda i calciatori stranieri, Klaus Berggreen, Wim Kieft, Henrik Larsen e Diego Pablo Simeone hanno fatto parte del giro delle rispettive Nazionali durante il loro periodo di militanza nella squadra toscana. Berggreen partecipò con la sua Nazionale ai campionati europei del 1984 arrivando fino alla semifinale, inoltre nell'estate antecedente al suo passaggio alla , nel 1986, partecipò al campionato mondiale in Messico dove la venne eliminata agli ottavi di finale. Miglior sorte toccò a Simeone e Larsen, che vinsero rispettivamente, la Coppa America del 1991 e il campionato europeo del 1992 con le rispettive Nazionali. Anche Kieft vinse un europeo, precisamente quello del 1988, quando però già da diversi anni aveva lasciato la casacca nerazzurra. Palmarès Competizioni internazionali 1985-1986, 1987-1988 Competizioni giovanili 1971-1972 (torneo Serie C) Onorificenze Coppa Disciplina FIGC 1980-1981, 1984-1985 Stella d'oro CONI al merito sportivo 1985 Altre competizioni Campionato dell'Italia Centro Meridionale: 1 1920-1921 1984-1985, 1986-1987 1999-2000 1933-1934 (girone finale B) 1964-1965 (girone B) 1998-1999 (girone A) 1995-1996 (girone A) 2009-2010 (girone D) 1957-1958 (Seconda Categoria, girone E) Coppa Toscana: 3 1914-1915, 1919-1920, 1920-1921 1956-1957 (Girone B) Statistiche e record Partecipazione ai campionati Campionati nazionali In 105 stagioni sportive disputate dall'esordio in una competizione ufficiale, sono esclusi i tornei non ufficiali giocati nei periodi bellici dal 1916 al 1919 e dal 1944 al 1946. Statistiche di squadra Il miglior risultato della storia nerazzurra nelle competizioni nazionali è il 2º posto nel Campionato di Prima Categoria 1920-1921, massima serie dell'epoca. Il Pisa è anche al 18º posto nella speciale classifica perpetua del campionato italiano di calcio pre-serie A a girone unico. Per quanto riguarda la serie A a girone unico, ha giocato sette campionati e il massimo risultato raggiunto è l'11º posto nella stagione 1982-1983, mentre il peggiore è il 17° del 1988-1989. Il maggior numero di segnature è di 34 reti e risale alla stagione 1990-1991, mentre il minore è di 20 nel campionato 1983-1984; sempre alla stagione 1990-1991 risale anche il primato di reti subite con 60, mentre la stagione 1982-1983 detiene anche il primato del minor numero di reti subite con 27. Al campionato 1990-1991 appartengono altri due primati, quelli del maggiore numero di vittorie e di sconfitte, rispettivamente di 8 vittorie e 20 sconfitte, mentre nella stagione 1983-1984 si è avuto anche, sia il minor numero di vittorie (3), sia il minor numero di sconfitte con 11 in concomitanza con il campionato 1982-1983. In serie B invece il miglior risultato, da quando è stata istituita nel 1929, sono i 2 primi posti nel 1984-1985 e 1986-1987, il peggiore è il 22° del 2016-2017. Il maggior numero di segnature (63) risale al campionato 1948-1949, mentre il minore e di 23 nel 2016-2017, alla stagione 1939-1940 appartiene il primato delle reti subite con 62, mentre nella stagione 1989-1990 si ha il minor numero di reti subite con 23. Al campionato 2016-2017 appartiene il primato del minor numero di vittorie con 6, mentre la stagione vittoriosa del 1984-1985 detiene il primato del minor numero di sconfitte con 5. Il maggior numero di vittorie stagionali appartiene alla stagione 1947-1948 con 19, mentre nella stagione 2008-2009 si ha anche il maggior numero di sconfitte con 18. Nelle coppe nazionali giocate, la prima risale all'edizione 1935-1936, il miglior risultato è la semifinale del 1988-1989; inoltre il Pisa è riuscito a conquistare un'edizione della Coppa Italia Serie C nella stagione 1999-2000. La squadra ha partecipato a sette edizioni di competizioni internazionali europee non UEFA (Coppa Mitropa, Coppa Anglo-Italiana e Supercoppa Mitropa) vincendo due edizioni della Coppa Mitropa, precisamente quella del 1985-1986 e quella del 1987-1988. Il club vanta la 34ª miglior tradizione sportiva in Italia secondo i parametri della FIGC. Statistiche individuali Enzo Loni è il cannoniere più prolifico della storia nerazzurra, 15 delle sue 78 reti contribuirono alla serie A sfiorata nel campionato di serie B 1947-1948, ha giocato nel Pisa per 10 stagioni suddivise tra serie B, serie C e IV Serie, concludendo la sua carriera con la retrocessione nel campionato di Promozione nella stagione 1955-1956. Fabrizio Barontini detiene il record di presenze, ha indossato la maglia del Pisa per 318 volte in 14 stagioni, divise tra Serie B, Serie C e una di Serie A nella stagione 1968-1969, che ne fanno una delle più grandi bandiere della società toscana, da segnalare Klaus Berggreen il quale è, con 124 gettoni, lo straniero con più presenze. In Serie A a girone unico Alessandro Mannini detiene il record di presenze con 89 gettoni, mentre il già citato Klaus Berggreen quello delle reti, con 19 segnature. Per quanto riguarda i record in una singola stagione, Enrico Ribechini segnò 32 reti nel campionato di Promozione Toscana 1956-1957. In massima serie invece, Danilo Sbrana mise a segno 21 gol in 21 partite nel campionato di Prima Divisione 1921-1922, mentre Michele Padovano con 11 centri nel campionato 1990-1991 è il massimo cannoniere in una singola stagione di serie A. In Serie B José Ignacio Castillo con 21 reti nella stagione 2007-2008 ha battuto il precedente primato di 18 gol di Lamberto Piovanelli. Christian Puggioni invece con 594 minuti senza subire reti, detiene il record di imbattibilità nerazzurro in un campionato professionistico, precisamente nel campionato di Serie C1 2006-2007. Di seguito i primi 10 giocatori per presenze e reti, con la maglia del Pisa, nei massimi campionati, coppe escluse. Tifoseria I gruppi organizzati della tifoseria pisana si riuniscono nella curva Nord "Maurizio Alberti", intitolata a un tifoso pisano entrato in coma a causa di un arresto cardiaco durante una trasferta a La Spezia e morto due settimane dopo, l'8 febbraio 1999; mentre la gradinata "Gianluca Signorini" ospita un folto gruppo non organizzato, composto soprattutto da vecchi ultras. La tifoseria segue da sempre un'ideologia politica di estrema sinistra, ispirata dalla storia culturale cittadina. Il tifo organizzato nerazzurro è inoltre molto impegnato nel sociale, durante diverse partite dell'anno vengono effettuate raccolte fondi per varie iniziative benefiche. Gemellaggi e rivalità La tifoseria organizzata ha rapporti di gemellaggio con la tifoseria del , risalente agli anni 1980, ha varie radici tra cui la vicinanza delle due città, le rivalità in comune e anche per il fatto che molti viareggini seguivano con simpatia il Pisa in quegli anni. La curva pisana è anche gemellata con gli austriaci dello , i tedeschi del e con la tifoseria della squadra svizzera di Hockey su ghiaccio dell'Ambrì Piotta. Vi furono anche due forti gemellaggi con le tifoserie organizzate di e , entrambi molto longevi ma sciolti per divergenze riguardanti le norme anti-violenza instaurate dopo la morte dell'ispettore Filippo Raciti il 2 febbraio 2007. Il gemellaggio con la Reggiana ebbe inizio all'ultima giornata del campionato di Serie B 1981-1982, quando un pareggio per 0-0 permise ai nerazzurri di essere promossi in Serie A e ai granata di mantenere la cadetteria. Altro gemellaggio longevo fu quello con il terminato nel 2004 dopo una partita tra i rossoblu e il Livorno, stesso discorso con gli ultras del con i quali intorno agli anni 2000 si interruppe il rapporto di gemellaggio. Un capitolo a parte merita la rivalità tra Pisa e Livorno: le radici di questa rivalità risalgono addirittura al 1284, quando la flotta pisana fu sconfitta da quella genovese al largo di Livorno, all'epoca porto pisano, fra gli scogli delle melorie sancendo l'inizio della fine della Repubblica Marinara. Nemmeno un secolo dopo il porto livornese diventò, da piccolo scalo sottomesso, uno dei principali porti della Toscana. Arrivando ai giorni nostri questa rivalità non si è mai sopita: girando per il mondo non è raro vedere scritte di scherno tra le due opposte fazioni nei luoghi più disparati. Tra le due tifoserie nel corso degli anni non sono mancati scontri violenti, come nel 1999 o come nel 2001. Anche Romeo Anconetani, che durante la sua presidenza espresse chiaramente l'idea di unire le due città sotto un'unica squadra chiamata Pisorno, si dovette ricredere vedendo le proteste che scaturirono dalle due città. Nel 2012 l'allora presidente del consiglio Mario Monti propose l'accorpamento di varie province italiane e tra queste vi erano proprio Pisa e Livorno, pure in questo caso ne scaturì un pandemonio di proteste e sfottò nelle due città. Anche la rivalità tra il Pisa e la ha radici molto lontane risalenti anch'esse al medioevo, infatti le due città patteggiavano per due opposte fazioni: Pisa per i Ghibellini e Firenze per i Guelfi. Inoltre Firenze, fulcro dell'economia toscana ma senza sbocco marittimo, fu costretta a pagare dazi onerosi ai pisani per effettuare scambi commerciali marittimi fino a quando non decise di puntare tutto su Livorno, scavalcando Pisa ed aumentando l'odio tra le due città. Nel 2015 questa rivalità è tornata in auge con la notizia della fusione tra l'aeroporto pisano e quello fiorentino scatenando le proteste della piazza pisana. Anche qui come per il derby con il ci sono stati vari scontri nel corso degli anni, soprattutto, vista la differenza di categoria, all'epoca della Serie A nerazzurra. Rivalità per motivi campanilistici regionali si hanno con quasi tutte le restanti compagini toscane, escluse le già citate Viareggio e Carrarese, ma la più sentita, sia per la vicinanza, sia per le opposte idee politiche e per il profondo odio fra le due città che affonda le proprie radici nel medioevo, è quella con la . Fuori dai confini regionali una fra le rivalità più sentite è quella con gli ultras dello con i quali, a cavallo tra la fine degli anni 1990 e primi anni 2000, militando quasi sempre nella stessa categoria vi è stata spesso occasione di contatto. Da segnalare infine le rivalità di tipo politico: essendo la tifoseria pisana principalmente di sinistra, vi è rivalità con quasi tutte le tifoserie di destra presenti nel panorama calcistico nazionale. Organico Rosa 2022-2023 Rosa e numerazione aggiornate al 31 gennaio 2023. Staff tecnico Staff aggiornato al 19 settembre 2022. Note Bibliografia Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972. Renzo Castelli et al., Romeo Anconetani: un uomo di calcio, Ospedaletto (PI), Pacini, 2009. Renzo Castelli, Il sogno nerazzurro: storia del Pisa Sporting Club, Pisa, Tacchi, 1982. Sergio Carlesi, Oltre la rete: fatti e personaggi del Pisa Sporting Club e del pianeta calcio, Pisa, Pacini, 1982. Gabriele Masotti, Il giorno perfetto: 17 giugno 2007; i pensieri, la tensione, la passione e la gioia per la promozione in Serie B nei racconti dei tifosi che hanno vissuto quella memorabile giornata, Ghezzano (PI), Felici, 2007. Alessandro Melis et al., L'arena Garibaldi: stadio Romeo Anconetani, Pisa, ETS, 2007. Voci correlate Derby calcistici in Toscana Sport in Toscana Storia delle prime società calcistiche in Italia Altri progetti Collegamenti esterni
Filmografia Attore La canzone del negoziante Kalašnikov (Pesn' pro kupca Kalašnikova), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1909) Un matrimonio russo nel XVI secolo (Russkaja svad'ba XVI stoletija), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1909) Mazepa (Мазепа), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1909) La maga (Čarodejka), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1909) Van'ka il dispensiere (Ванька-ключник), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1909) Il nobile Orša (Bojarin Orša), regia di Pёtr Čardynin – cortometraggio (1909) L'idiota (Idiot), regia di Pёtr Ivanovič Čardynin – cortometraggio (1909) La sirena (Русалка), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1910) Vadim (Вадим), regia di Pёtr Ivanovič Čardynin – cortometraggio (1910) La dama di picche (Pikovaja dama), regia di Pёtr Ivanovič Čardynin – cortometraggio (1910) Korobejniki (Коробейники), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov – cortometraggio (1910) Oborona Sevastopolja (Оборона Севастополя), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov e Aleksandr Alekseevič Chanžonkov (1911) 1812 (1812 год), regia di Vasilij Michajlovič Gončarov (1912) Djadjuškina kvartira (Дядюшкина квартира), regia di Pёtr Ivanovič Čardynin – cortometraggio (1913) Nemye svideteli (Немые свидетели), regia di Evgenij Francevič Bauėr (1914) Ruslan i Ljudmila (Руслан и Людмила), regia di Władysław Starewicz (1914) Portret (Портрет), regia di Władysław Starewicz (1915) Miraži (Миражи), regia di Pёtr Ivanovič Čardynin (1915) Priključenie Liny v Soči (Приключение Лины в Сочи), regia di Evgenij Francevič Bauėr (1916) Umirajuščij lebed' (Умирающий лебедь), regia di Evgenij Francevič Bauėr (1917) Collegamenti esterni
Biografia Nato nel 1971 a Città del Guatemala vive e lavora nel Nebraska. Trasferitosi negli Stati Uniti con la famiglia a dieci anni, dopo gli studi d'ingegneria industriale all'Università statale della Carolina del Nord, è tornato nella città natale dove ha insegnato letteratura all'Universidad Francisco Marroquín per 8 anni. Selezionato nel 2007 tra i 39 scrittori latino-americani sotto i 40 anni più promettenti (Bogotá39), è autore di sedici libri tra romanzi, racconti e opere per ragazzi tradotti in inglese, tedesco, italiano, serbo, francese e portoghese. Nel 2018 la sua raccolta di racconti Duelo è stata inisgnita del Prix du Meilleur livre étranger nella categoria Romanzo. Opere principali Romanzi Esto no es una pipa (2003) De cabo roto (2003) L'angelo letterario (El ángel literario, 2004), Roma, Cavallo di ferro, 2012 traduzione di Marta Barajas Alonso, Maria Paola Fortuna e Maria Assunta Palluzzi ISBN 978-88-7907-104-8. La pirueta (2010) Monasterio (2014) Racconti Clases de dibujo (2007) Siete minutos de desasosiego (2007) Clases de hebreo (2008) Il pugile polacco (El boxeador polaco, 2008), Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014 traduzione di Maria Pina Iannuzzi ISBN 978-88-498-3994-4. Morirse un poco (2009) Los espacios irónicos (2010) Mañana nunca lo hablamos (2011) Elocuencias de un tartamudo (2012) Signor Hoffmann (2015) Oh ghetto amore mio, Firenze, Giuntina, 2017 traduzione di Vincenzo Barca ISBN 978-88-8057-707-2. Duelo (2017) Biblioteca bizarra (2018) Letteratura per l'infanzia Los tragadores de cosas bonitas (2013) Premi e riconoscimenti Guggenheim Fellowship: 2011 Prix Roger-Caillois: 2015 Prix du Meilleur livre étranger - Romanzo: 2018 per Duelo Premio Nacional de Literatura de Guatemala: 2018 Note Altri progetti Collegamenti esterni
Un vajazzle (chiamato anche vagazzle) è una forma di decorazione genitale, costituita dall'applicazione di decorazioni di cristallo sul monte di Venere o pube, depilato, di una donna. Il processo è noto come vajazzling, una parola macedonia formata da "vajayjay" (un eufemismo di vagina) e "bedazzle" (abbagliare). Il fenomeno fu reso popolare dall'attrice Jennifer Love Hewitt, che dedicò un capitolo del suo libro The Day I Shot Cupid al vajazzling. Durante un'intervista promozionale al Lopez Tonight, un talk show statunitense, nel gennaio 2010, lei incoraggiò le donne del suo pubblico "to vajazzle their vajayjays". Vajazzle divenne la parola più cercata su Google del giorno seguente. Nel Regno Unito il concetto fu reso popolare quando l'estetista Amy Childs comparve nello show televisivo The Only Way Is Essex nel 2010. Il vajazzling viene tipicamente eseguito nei saloni di bellezza. Inizialmente tutti i peli pubici vengono rimossi dal monte di Venere, tipicamente con una ceretta bikini, dopodiché vengono incollati sulla zona strass, cristalli Swarovski o gemme. Il risultato può durare fino a sette giorni. Lo scopo del vajazzling è estetico. Non ci sono benefici in termini di piacere sessuale. Lividi o tagli possono verificarsi a causa dei cristalli durante i rapporti sessuali. Se la colla viene applicata troppo presto dopo la depilazione pubica, può causare una reazione allergica o un'infezione batterica. Il vajazzling può aumentare il rischio di infezioni se non rimosso correttamente. Note Altri progetti Modificazione corporea Cosmetici Nudità
Il Football Club International Turku, noto anche come Inter Turku, è una società calcistica finlandese con sede nella città di Turku. Fondata nel 1990, la formazione gioca nella prima divisione finlandese, la Veikkausliiga, dal 1999. Ha una "squadra B", il Sinimustat, che attualmente milita nella Kakkonen, il terzo livello del campionato finlandese di calcio. Gestisce inoltre 14 squadre giovanili ed un'accademia, in associazione con la città di Turku. Il derby locale è giocato contro il Turun Palloseura, società anch'essa di Turku, con cui l'Inter condivide il Veritas-stadion. Storia Il Football Club International Turku venne fondato nel 1990 da Stefan Håkans, l'Amministratore delegato della compagnia di rimorchi marini Alfons Håkans. Il nome e i colori sociali prendono spunto dalla mancata impresa della futura rivale cittadina, il TPS, che andando a vincere a San Siro contro l'Inter 0-1 nella Coppa UEFA 1987-1988, perse poi in casa nel ritorno per 0-2, venendo eliminata dalla competizione dopo aver sfiorato un passaggio storico. Per questo il club scelse i colori nerazzurri dell'Inter. Il club iniziò come squadra giovanile, ma nel 1992 venne fondata una squadra "Senior" che entrò nella Kolmonen, il quarto livello del campionato finlandese di calcio. L'anno seguente, prese il posto del club locale Turun Toverit, afflitto da problemi finanziari, nella Kakkonen, la terza serie. Il manager Timo Sinkkonen investì in nuovi giocatori ed il club terminò il campionato al primo posto, venendo promosso in Ykkönen. Nel 1995 terminò al primo posto in Ykkönen, venendo promosso per la prima volta in Veikkausliiga, e raggiunse la semifinale della Coppa di Finlandia. La squadra venne rafforzata con nuovi giocatori e nel 1996 entrambe le squadre di Turku, si trovarono a disputare la Veikkausliiga. Nel derby con il TPS il precedente record di spettatori viene superato, con un totale di 8200 spettatori. Nel 1997, l'Inter retrocedette terminando all'ultimo posto della Veikkausliiga, ma riconquistò la promozione la stagione successiva. Nuovi giocatori stranieri vennero acquistati per rinforzare la squadra, come Richard Teberio e Fernando Della Sala, e nelle successive sette stagioni il club terminò sempre tra il settimo ed il quarto posto in campionato e mantenne un buon afflusso di giocatori stranieri ma anche di giovani dall'accademia giovanile. Durante la stagione 2006 venne licenziato il manager Kari Virtanen ed assunto l'olandese René van Eck. Al termine del campionato van Eck tornò in Svizzera ad allenare il Wohlen ed un altro allenatore olandese, Job Dragtsma, prese il suo posto. Nel 2008 si mantenne in testa al campionato sin dalle prime giornate e conquistò il suo primo titolo nazionale finlandese, battendo lo Jaro all'ultima giornata e distanziando l'Honka, che l'aveva raggiunto a due gare dal termine. Nel 2008 vinse anche il primo trofeo della propria storia, la Coppa di Lega finlandese, battendo in finale il TPS. L'anno seguente conquistò anche la sua prima Suomen Cup, battendo in finale per 2-1 il Tampere United. Tornò in finale di Suomen Cup altre due volte, nel 2014 e nel 2015, senza però riuscire a vincere nuovamente il trofeo. L’attesa è breve ed il club trionfa nuovamente in Suomen Cup 2017-2018, la seconda della propria storia. Partecipa alla UEFA Conference League 2022-2023 in cui perde al primo turno contro il Drita; dopo aver vinto l'andata in casa 1-0 perde al ritorno 0-3 ed è così la prima squadra eliminata dalle competizioni europee nella stagione 2022-2023. Cronistoria Allenatori Calciatori Palmarès Competizioni nazionali 2008 2008 2009, 2017-2018 1995 Altri piazzamenti Finalista: 2022 Semifinalista: 2021 Finalista: 2022 Statistiche Risultati nelle coppe europee Record di squadra Miglior posizione in campionato: 1° (2008) Record di giocatori Miglior marcatore: Tero Forss, 74 reti (1993-2001) Giocatore con il maggior numero di presenze: Petri Lehtonen, 227 partite (1993-2002) Organico Rosa 2019 Rosa e numeri come da sito ufficiale, aggiornata al 21 aprile 2019. Note Collegamenti esterni
__EXPECTED_UNCONNECTED_PAGE__ Allenatori di pallacanestro (1) Sam Barry, allenatore di pallacanestro, allenatore di football americano e allenatore di baseball statunitense (Aberdeen, n.1892 - Berkeley, † 1950) Altisti (1) Trevor Barry, altista bahamense (Nassau, n.1983) Architetti (2) Charles Barry, architetto inglese (Londra, n.1795 - Londra, † 1860) Edward Middleton Barry, architetto inglese (Londra, n.1830 - Londra, † 1880) Artisti (1) Robert Barry, artista statunitense (New York, n.1936) Astronauti (1) Daniel Barry, ex astronauta statunitense (Norwalk, n.1953) Attori (11) Bruce Barry, attore australiano (Gympie, n.1934 - Sydney, † 2017) Dave Barry, attore, comico e doppiatore statunitense (New York, n.1918 - Beverly Hills, † 2001) Don "Red" Barry, attore statunitense (Houston, n.1912 - Hollywood, † 1980) Gene Barry, attore statunitense (New York, n.1919 - Los Angeles, † 2009) Glen Barry, attore irlandese (Dublino, n.1982) Jason Barry, attore irlandese (Dublino, n.1972) Matthew Barry, attore statunitense (New York, n.1962) Patricia Barry, attrice statunitense (Davenport, n.1922 - Los Angeles, † 2016) Raymond J. Barry, attore statunitense (Hempstead, n.1939) Viola Barry, attrice statunitense (Evanston, n.1894 - Hollywood, † 1964) Wesley Barry, attore, regista e produttore cinematografico statunitense (Los Angeles, n.1907 - Fresno, † 1994) Attori teatrali (1) Elizabeth Barry, attrice teatrale inglese (n.1658 - † 1713) Calciatori (10) Abdourahmane Barry, calciatore francese (Courbevoie, n.2000) Boubacar Barry, ex calciatore ivoriano (Abidjan, n.1979) Ousmane Barry, calciatore guineano (Conakry, n.1991) Ernest Barry, ex calciatore maltese (n.1967) Gareth Barry, ex calciatore inglese (Hastings, n.1981) Hadji Barry, calciatore guineano (Conakry, n.1992) Hamza Barry, calciatore gambiano (Banjul, n.1994) Rahmane Barry, calciatore senegalese (Dakar, n.1986) Roy Barry, ex calciatore e allenatore di calcio scozzese (Edimburgo, n.1942) Shawn Barry, calciatore portoricano (Miramar, n.1990) Cantanti (1) Claudja Barry, cantante giamaicana (n.1952) Cestisti (6) Brent Barry, ex cestista statunitense (Hempstead, n.1971) Canyon Barry, cestista statunitense (Fort Wayne, n.1994) Drew Barry, ex cestista statunitense (Oakland, n.1973) Jon Barry, ex cestista statunitense (Oakland, n.1969) Rick Barry, ex cestista e allenatore di pallacanestro statunitense (Elizabeth, n.1944) Rémi Barry, ex cestista francese (Tremblay-en-France, n.1991) Chirurghi (1) James Miranda Barry, chirurgo britannico (Irlanda - Inghilterra, † 1865) Ciclisti su strada (2) Deirdre Demet Barry, ex ciclista su strada e ex pattinatrice di velocità su ghiaccio statunitense (Milwaukee, n.1972) Michael Barry, ex ciclista su strada canadese (Toronto, n.1975) Comici (1) Todd Barry, comico, attore e doppiatore statunitense (The Bronx, n.1964) Direttori della fotografia (1) Maurice Barry, direttore della fotografia e sceneggiatore francese (Parigi, n.1910 - Parigi, † 1984) Drammaturghi (2) Philip Barry, commediografo statunitense (Rochester, n.1896 - New York, † 1949) Sebastian Barry, drammaturgo, scrittore e poeta irlandese (Dublino, n.1955) Fumettisti (2) Lynda Barry, fumettista statunitense (Richland Center, n.1956) Sy Barry, fumettista statunitense (New York, n.1928) Giocatori di football americano (1) Norman Barry, giocatore di football americano e allenatore di football americano statunitense (Chicago, n.1897 - Chicago, † 1988) Kickboxer (1) Pat Barry, kickboxer e ex artista marziale misto statunitense (New Orleans, n.1979) Militari (1) Jean du Barry, militare francese (Château Renaud, † 1560) Pallavolisti (1) Evan Barry, pallavolista statunitense (San Diego, n.1990) Pittori (2) François Pierre Barry, pittore francese (Marsiglia, n.1813 - Saint-Laurent-du-Var, † 1905) James Barry, pittore irlandese (Cork, n.1741 - † 1806) Politici (1) Marion Barry, politico statunitense (Itta Bena, n.1936 - Washington, † 2014) Pugili (1) Jimmy Barry, pugile statunitense (Chicago, n.1870 - † 1943) Rugbisti a 15 (1) De Wet Barry, rugbista a 15 sudafricano (Ceres, n.1978) Scenografi (1) John Barry, scenografo britannico (Londra, n.1935 - Londra, † 1979) Scrittori (3) Dave Barry, scrittore statunitense (Armonk, n.1947) Kevin Barry, scrittore irlandese (Limerick, n.1969) Max Barry, scrittore australiano (n.1973) Sociologi (1) Kathleen Barry, sociologa statunitense (Syracuse, n.1941) Barry
La formula dell'area di Gauss, che prende il nome dal matematico tedesco Carl Friedrich Gauss, è una formula matematica utilizzata per determinare l'area di un poligono i cui vertici siano descritti in coordinate cartesiane. Formula La formula può essere rappresentata dall'espressione: dove è l'area del poligono, il numero di lati , con sono i vertici del poligono. Oppure, servendosi delle sommatorie: , dove e indicano rispettivamente e . Dimostrazione La dimostrazione della formula si basa sul concetto di forma differenziale: il calcolo dell'area della figura è infatti la generalizzazione dell'integrazione utilizzata per il calcolo di una superficie. Sia l'insieme dei punti appartenenti al poligono. L'area è , dove è una 2-forma definita come . Sia , con Grazie a questa sostituzione, ma, per il teorema di Green risulterà: Il bordo della varietà considerata corrisponde all'unione dei segmenti che uniscono i vari punti: dove è il segmento che unisce il punto a . Perciò Sostituendo per , sarà e, parametrizzando, L'integrazione porta al risultato che, semplificato con un po' di algebra elementare è Q.E.D. Esempi Si prenda un triangolo con vertici di coordinate . Si prenda la prima e la si moltiplichi per la seconda e così via. Si arriverà alla formula dove e rappresentano le coordinate di un punto. Ma questo vale solo per i triangoli. Usando la formula, si trova che l'area del triangolo descritto sopra è uguale al valore assoluto della metà di , che è uguale a . E così l'area del pentagono diventerà e per il quadrilatero sarà Si consideri il poligono di vertici , , , e illustrato qui sotto: L'area del poligono vale: Utilizzo con le matrici Se si costruisce una matrice rettangolare dove siano indicate, su ogni riga, le coordinate di ogni vertice, avendo cura di riportare il primo vertice alla fine della lista, l'applicazione della formula risulterà notevolmente più semplice. Sia il triangolo , , . La matrice da utilizzare sarà: Innanzitutto si disegneranno dei trattini che uniscano, in diagonale i punti da sinistra a destra verso il basso, e viceversa (da destra a sinistra sempre verso il basso) e si moltiplicheranno i due numeri connessi dalle linee, poi si calcolerà la somma dei prodotti Lo stesso andrà fatto con le diagonali secondarie. da cui si ha Ora i due numeri vanno sottratti tra loro, e va considerato il valore assoluto della differenza (non esistono aree negative!): . Infine, dimezzando il risultato si ottiene l'area: . Da questo sistema la formula prende il nome del "laccio di scarpa": infatti i trattini disegnati sulla matrice sembrano proprio i lacci di una scarpa. Fonti Note Formule matematiche Geometria analitica
Ha rappresentato il suo paese all'Eurovision Song Contest 1994 con To nie ja classificandosi al secondo posto. Si tratta di una delle poche cantanti polacche ad avere avuto successi di vendita a livello internazionale. Discografia 1995 - Dotyk 1997 - Edyta Górniak 1999 - Live '99 2002 - Perła 2003 - Invisible 2004 - Dotyk - Złota Kolekcja 2006 - Dyskografia 2007 - E·K·G 2012 - My Singoli Once In A Lifetime - To nie ja (Edel Germany, 1994) Jestem kobietą (Pomaton EMI, 1994) Dotyk (Pomaton EMI, 1995) Love Is On The Line (Pomaton EMI, 1996) To Atlanta (Pomaton EMI, 1996) When You Come Back To Me (EMI, 06.10.1997) Kiss me, feel me (Toshiba EMI Ltd, 1997) Hope For Us (Pomaton EMI, 1998) Lustro (Pomaton EMI, 1998) Dumka na dwa serca (Pomaton EMI, 1998) Stop! (Pomaton EMI, 1999) Anything (EMI, 1998) One & One (Toshiba EMI 1997; EMI, 1999) Linger (EMI, 1999) Hunting High & Low (Pomaton EMI, 2000) Jak Najdalej (Pomaton EMI, 2002) Nie proszę o więcej (Pomaton EMI, 2002) Słowa jak motyle (Pomaton EMI, 2002) Perła (Pomaton EMI, 2002) Impossible (Virgin Germany, 2003) The Story So Far (Virgin Germany, 2003) Whatever It Takes (Virgin Germany, 2003) Make It Happen (Virgin, 2003) Nieśmiertelni (Pomaton EMI, 2003) Nie było – Sweet Noise (Pomaton EMI, 2004) Krople chwil (Cisowianka, 2004) Lunatique (EG.Production, 2005) Ona i on (Polskie Radio S.A. 2006) Sexuality (EG.Production, 2006) Loving You (Sony BMG Poland, 2006) List (Agora SA, 2007) Dziekuję ci (Agora SA, 2008) To nie tak jak myślisz (Sony BMG, 2008) Teraz-Tu (Jazzboy Records, 2011) On The Run (Jazzboy Records, 2011) Curiosità Nei Mondiali di Calcio 2002, prima della partita contro la Corea del Sud, Edyta Górniak cantò l'inno polacco. Altri progetti Collegamenti esterni Rom
Xylophagidae è una piccola famiglia di Insetti dell'ordine dei Ditteri (sottordine Brachycera). Tradizionalmente annoverati fra il raggruppamento dei Brachiceri primitivi, gli Orthorrhapha, nella classificazione filogenetica rappresentando l'unica famiglia dell'infraordine Xylophagomorpha. Devono il loro nome all'habitat delle larve, che si rinvengono nel legno di alberi morti o deperiti. Descrizione L'adulto è di piccole o medie dimensioni, con corpo lungo da 2 a 25 mm, esile e slanciato (es. Xylophagus) oppure piuttosto robusto (es. Coenomyia). La livrea ha in genere colore nerastro, talvolta nero e giallo o nero e bruno, oppure uniformemente giallastro. Gli adulti del genere Xylophagus, per la loro forma e la livrea, ricordano gli Imenotteri Icneumonidi. Il tegumento è rivestito da una corta peluria ma sono del tutto assenti le setole. Il capo è provvisto di ocelli e grandi occhi, oloptico o dicoptico nei maschi, dicoptico nelle femmine. Le antenne sono in genere del tipo primitivo, composte da 9-10 articoli e con flagellomeri a forma di anello; l'ultimo flagellomero breve e arrotondato. In Dialysis, il flagello è aristato, mentre in Rachicerus, comprendente la maggior parte delle specie della famiglia, le antenne hanno una conformazione inusuale fra i Brachiceri: sono infatti composte da oltre 20 segmenti e hanno una conformazione del tipo pettinato, per la presenza di un breve processo in corrispondenza di ogni antennomero. L'apparato boccale, di tipo lambente-succhiante, presenta vistosi palpi mascellari di forma clavata. Il torace è dorsalmente convesso, porta zampe provviste di speroni in tutte le tibie e ali membranose, in fase di riposo ripiegate orizzontalmente sull'addome e reciprocamente sovrapposte. L'addome è largo e affusolato (es. Coenomyia) oppure più o meno sottile e allungato (es. Xylophagus). La nervatura alare mostra la costa sviluppata sull'intero margine ad eccezione di Rachicerus, in cui si estende solo fino all'apice dell'ala. subcosta strettamente ravvicinata alla radio. Quest'ultima è suddivisa in quattro branche, con vena R2+3 indivisa, biforcazione R4+5 con rami nettamente divergenti e R5 confluente all'apice dell'ala. media suddivisa in quattro branche distinte, con vena trasversa media (m-m) che chiude una cellula discale e cellula m3 aperta. Fa eccezione il genere Rachicerus, nel quale i rami M3 e M4 convergono in una breve vena terminale delimitando perciò una cellula m3 chiusa. La cubito e la prima anale convergenti in una breve vena terminale in prossimità del margine. La larva è apoda ed eucefala, con capo di forma conico-allungata e fortemente sclerotizzato. Sono inoltre presenti placche sclerificate sul torace e sull'ultimo segmento addominale. La pupa è anoica. Biologia L'habitat degli Xylophagidae è forestale, spesso in prossimità di corsi d'acqua. Le larve, predatrici, si sviluppano sotto la corteccia degli alberi morti o deperiti e si ritiene si nutrano di insetti xilofagi. Gli adulti frequentano lo stesso habitat, in prossimità dei siti di sviluppo, ed hanno regime dietetico glicifago. Sistematica e filogenesi La posizione sistematica e la suddivisione di questa famiglia, storicamente, è stata alquanto incerta, in particolare per quanto concerne le relazioni tassonomiche e le affinità morfologiche fra gli Ortorrafi associati al legno (Xylomyidae, Xylophagidae e, entro certi limiti, Pantophthalmidae). Solo l'analisi filogenetica ha dato migliori informazioni separando distintamente gli Xylophagidae dagli Stratiomyomorpha. Dal punto di vista filogenetico, gli Xylophagidae sono in relazione con i Tabanomorpha, con i quali formano un clade monofiletico in base ad alcune sinapomorfie relative agli organi genitali esterni del maschio. Questo clade è a sua volta in relazione con quello corrispondente all'infraordine degli Stratiomyomorpha distinguendo il complesso dei Brachiceri inferiori dai Muscomorpha. La famiglia comprende circa 130 specie. Sotto l'aspetto tassonomico, in passato ricorrevano schemi tassonomici che separavano diversi generi in più famiglie, ma la maggior parte degli Autori concorda attualmente nell'inquadramento della famiglia degli Xylophagidae come unico gruppo sistematico compreso nella superfamiglia degli Xylophagoidea e nell'infraordine degli Xylophagomorpha. Alcune fonti tendono tuttavia a considerare distinta la sottofamiglia dei Coenomyiinae e scorporata in più taxa al rango di famiglie. La suddivisione interna più accreditata contempla tre sottofamiglie oltre ad un genere monotipico di collocazione incerta: Sottofamiglia Coenomyiinae. Comprende 36 specie ripartite fra 5 generi: Arthropeas (6 specie), Coenomyia (4), Dialysis (17), Exeretonevra (4), Odontosabula (5 specie). Sottofamiglia Rachicerinae. Comprende 70 specie, tutte appartenenti all'unico genere Rachicerus. Sottofamiglia Xylophaginae. Comprende il solo genere Xylophagus con 26 specie. Incertae sedis. Concerne il genere Heterostomus comprendente una sola specie. Le poche specie fossili descritte in questa famiglia risalgono al Cenozoico. Distribuzione La famiglia ha un'ampia distribuzione, comprendendo specie rappresentate in quasi tutte le regioni, con l'eccezione della Nuova Zelanda e della Regione afrotropicale. La più ampia distribuzione si ha per il genere Rachicerus, rappresentato principalmente nelle regioni tropicali della regione orientale, della regione neotropicale e di quella australasiana, ma presente anche nella regione oloartica, con sei specie paleartiche e nove neartiche. Il genere Xylophagus ha distribuzione oloartica, con l'eccezione di una specie neotropicale. Distribuzione oloartica hanno anche i generi Dialysis e Arthropeas. Gli altri generi hanno invece diffusione limitata a specifiche regioni: Odontosabula e Coenomyia sono prevalentemente asiatiche, con l'eccezione di Coenomyia ferruginea, presente in Nordamerica ed Europa, Heterostomus è endemico del Cile, Eterexonevra endemico dell'Australia e della Tasmania. In Europa sono presenti solo sei specie, di cui cinque appartenenti al genere Xylophagus, oltre alla già citata Coenomyia ferruginea. La presenza della famiglia in Italia non è documentata dalla banca dati di Checklist of Italian Fauna, ma Fauna Europaea segnala la presenza, nella sola penisola, di Coenomyia ferruginea, Xylophagus cinctus e Xylophagus kowarzi. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Xylophagomorpha Taxa classificati da Carl Fredrik Fallén
The Burlington Magazine è una rivista accademica mensile di belle arti e arti decorative. Fondata nel 1903, è la più longeva rivista d'arte in lingua inglese. Dal 1986 viene pubblicato da un'organizzazione di beneficenza. Storia La rivista venne fondata nel 1903 da un gruppo di storici ed esperti d'arte del quale facevano parte Roger Fry, Herbert Horne, Bernard Berenson e Charles Holmes. I direttori più importanti sono stati Roger Fry (1909-19), Herbert Read (1933-39) e Benedict Nicolson (1948-78). La struttura della rivista è basata su quella di un altro periodico contemporaneo, il Connoisseur, che era rivolto soprattutto ai collezionisti ed aveva un forte legame con il mondo del commercio d'arte. The Burlington Magazine, ispirandosi alle più importanti riviste accademiche tedesche, aggiunse alla critica dell'arte vittoriana, che era orientata verso il mercato, nuovi elementi di ricerca storica, creando così una formula che si è conservata quasi intatta fino ad oggi: una ricerca storico-artistica, basata sulla combinazione tra ricerche d'archivio ed un approccio più formalista, si affianca ad articoli su opere appartenenti a collezioni private e note sulle ultime notizie del mondo dell'arte, mostre e vendite. La fastosità della pubblicazione, che era pubblicata con materiali di alta qualità, creò fin da subito dei problemi finanziari e nel gennaio 1905 Fry intraprese un tour negli Stati Uniti alla ricerca di finanziatori per assicurare la sopravvivenza della rivista, riconoscendo in essa uno strumento per lo sviluppo dello studio della storia dell'arte. Contenuto Fin dal suo primo editoriale The Burlington Magazine si presentò come una sintesi di due opposte tradizioni (storica, estetica ed accademica da un lato, commerciale dall'altro) definendosi come esponente di un «austero epicureismo». A differenza delle altre riviste del panorama contemporaneo, The Burlington Magazine agiva da guida disincantata, spostando l'attenzione del pubblico verso un'arte di alta qualità, offrendo una prospettiva sia istituzionale che di mercato ed educando i propri lettori sull'elevata qualità dell'arte antica. I direttori e i contributori della rivista erano sì parte del mondo dei musei e di quello accademico, ma, contrariamente ai loro omologhi tedeschi, erano anche parte del mondo delle gallerie commerciali che stava emergendo in quegli anni. The Burlington Magazine rimase indipendente da qualsiasi istituzione e fu fondamentale nel costituire una storia dell'arte nel mondo accademico britannico: la sua dinamica dialettica tra mercato ed istituzioni contribuì alla creazione di una pubblicazione originale e sfaccettata. The Burlington Magazine venne fondato come una rivista di arte antica ma già dalla prima decade, specialmente negli anni di Fry, gli articoli sull'arte contemporanea alla rivista divennero prominenti. Tra gli argomenti trattati nel dettaglio figuravano Paul Cézanne e il post-impressionismo in un dibattito tra Fry e il critico d'arte scozzese Dugald Sutherland MacColl, un dibattito su un busto che venne attribuito a Leonardo da Vinci (poi rivelatosi un falso), e i ruolo della ricerca d'archivio nella ricostruzione della storia dell'arte, con contributi di Herbert Percy Horne e Constance Jocelyn Ffoulkes. Specialmente nei suoi primi dieci anni la rivista era concentrata nel definire e sviluppare un'analisi formale e una conoscenza delle arti visive, e contribuì all'attribuzione di opere di vari artisti, tra cui Rembrandt, Poussin, and Caravaggio. Tra i contributori del giornale figurano anche molti artisti, come Walter Sickert su Edgar Degas. Produzione Il giornale è un mensile ed ospita un'ampia gamma di contributori. Il primo numero è stato stampato su carta di altissima qualità, con caratteri eleganti disegnati da Herbert Horne ed era riccamente illustrato con fotografie in bianco e nero, molte delle quali scattate da Emery Walker. Direttori Robert Dell: marzo–dicembre 1903 Charles Holmes e Robert Dell: gennaio 1904–ottobre 1906 Charles Holmes: ottobre 1906–settembre 1909 Harold Child vice caporedattore col supporto di un comitato consultivo: ottobre e novembre 1909 Roger Fry e Lionel Cust: dicembre 1909–dicembre 1913 Roger Fry, Lionel Cust, e More Adey: gennaio 1914–maggio 1919 John Hope-Johnstone: luglio 1919–dicembre 1920 Robert R. Tatlock: 1921–1933 Herbert Read: 1933–39 Albert C. Sewter: 1939–40 Tancred Borenius: 1940–44 Edith Hoffmann: (vice caporedattore): 1944–45 Ellis Waterhouse direttore pro tempore (la rivista era ufficialmente senza un direttore): 1945–47 Benedict Nicolson: 1947–luglio 1978 Consiglio editoriale dei Direttori: agosto–ottobre 1978 Terence Hodgkinson: novembre 1978–agosto 1981 Neil MacGregor: settembre febbraio 1987 Caroline Elam: marzo 1987–luglio 2002 Andrew Hopkins: agosto 2002–dicembre 2002 Richard Shone e Bart Cornelis (joint editors): gennaio 2003–marzo 2003 Richard Shone: marzo 2003–settembre 2015 Frances Spalding: settembre 2015–agosto 2017 Jane Martineau: direttore pro tempore agosto-maggio 2017 Michael Hall: maggio 2017 ad oggi Note Altri progetti Collegamenti esterni Sito ufficiale Articoli gratuiti della rivista Burlington Magazine Burlington Magazine Mensili britannici
Il sito di lancio di SpaceX South Texas indicato da SpaceX come Starbase e anche conosciuto come sito di lancio di Boca Chica, è un impianto privato di produzione di razzi, sito di test e spazioporto per SpaceX, situato a Boca Chica a circa 32 km (20 miglia) a est di Brownsville, in Texas, negli Stati Uniti. Quando concettualizzato, il suo scopo dichiarato era "fornire a SpaceX un sito di lancio esclusivo che consentisse all'azienda di soddisfare finestre di lancio". Il sito di lancio era originariamente destinato a supportare i lanci di Falcon 9 e Falcon Heavy e "una varietà di veicoli di lancio suborbitali riutilizzabili" ma nel 2018, SpaceX ha annunciato un cambio di programma, affermando che il sito di lancio sarebbe stato utilizzato esclusivamente per il veicolo di lancio di prossima generazione di SpaceX, Starship. Nel 2019 e nel 2020, il sito ha raggiunto una significativa produzione di razzi e capacità di test. Il CEO di SpaceX Elon Musk ha indicato nel 2014 che si aspettava che "astronauti commerciali, astronauti privati, sarebbero partiti dal Texas meridionale" prevedendo il lancio di veicoli spaziali su Marte da Boca Chica. e ha previsto di lanciare veicoli spaziali su Marte da questo sito. Tra il 2012 e il 2014, SpaceX ha considerato sette potenziali località negli Stati Uniti per la nuova struttura di lancio commerciale. In generale, per i lanci orbitali un sito ideale avrebbe un percorso di sorvolo sull'acqua orientale per sicurezza e sarebbe situato il più a sud possibile per sfruttare la velocità di rotazione della Terra. Per gran parte di questo periodo, un appezzamento di terreno adiacente alla spiaggia di Boca Chica vicino a Brownsville, in Texas, è stata la principale località candidata, durante un lungo periodo mentre la Federal Aviation Administration (FAA) degli Stati Uniti ha condotto un'ampia valutazione ambientale sull'uso del luogo come sito di lancio. Sempre durante questo periodo, SpaceX ha iniziato ad acquisire terreni nell'area, acquistando circa 41 acri (170.000 m2) e affittando 57 acri (230.000 m2) entro luglio 2014. SpaceX annunciò nell'agosto 2014 di aver scelto la posizione vicino a Brownsville come posizione per il nuovo sito di lancio non governativo, dopo il completamento della valutazione ambientale finale e la conclusione degli accordi ambientali entro luglio 2014. Quando avrà luogo il primo lancio della Starship, diventerà la quarta struttura di lancio attiva di SpaceX, dopo tre luoghi di lancio che sono stati presi in affitto dal governo degli Stati Uniti. SpaceX ha condotto una cerimonia di posa della prima pietra del nuovo impianto di lancio nel settembre 2014 e la preparazione del terreno è iniziata nell'ottobre 2015. La prima antenna di localizzazione è stata installata nell'agosto 2016 e il primo serbatoio di propellente è arrivato a luglio 2018. Alla fine del 2018, la costruzione è aumentata notevolmente e il sito ha visto la produzione del primo veicolo di prova prototipo di 9 m di diametro, Starhopper, che è stato testato e ha volato da marzo ad agosto 2019. Da settembre 2019 vengono costruiti ulteriori prototipi di veicoli di volo per i test ad altitudini più elevate. A marzo 2020, c'erano oltre 500 persone impiegate presso la struttura, con la maggior parte della forza lavoro coinvolta nelle operazioni di produzione 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Storia Discussioni private tra SpaceX e vari funzionari statali su un futuro sito di lancio privato sono iniziate almeno nel 2011, e il CEO di SpaceX Elon Musk ha menzionato l'interesse per un sito di lancio privato per i loro lanci commerciali in un discorso nel settembre 2011. La società ha annunciato pubblicamente nell'agosto 2014 di aver scelto il Texas come luogo per il loro nuovo sito di lancio non governativo. I lavori sul suolo del sito sono iniziati nel 2015, ma la costruzione principale di strutture è iniziata solo alla fine del 2018, con test sui motori a razzo con test di volo a partire dal 2019. Selezione del sito e valutazioni ambientali Già nell'aprile 2012, almeno cinque potenziali località erano pubblicamente note, tra cui "siti in Alaska, California, Florida, Texas e Virginia". Nel settembre 2012, anche Georgia e Porto Rico erano tra i siti papabili per la nuova struttura di lancio. Nel novembre 2012 la contea di Camden, Georgia, votò all'unanimità per "esplorare lo sviluppo di una struttura aerospaziale" in un sito costiero atlantico per supportare le operazioni di lancio sia orizzontale che verticale. Il principale sito di Porto Rico preso in considerazione all'epoca era la terra che in precedenza era stata la stazione navale di Roosevelt Roads. Entro settembre 2012, SpaceX stava considerando un totale di sette potenziali posizioni per la nuova piattaforma di lancio commerciale negli Stati Uniti. Per la maggior parte del tempo da allora, la principale località candidata per la nuova struttura era un lotto di terreno adiacente alla spiaggia di Boca Chica vicino a Brownsville, in Texas. All'inizio del 2013, il Texas rimase il principale candidato per l'ubicazione della nuova struttura di lancio commerciale di SpaceX, sebbene anche Florida, Georgia e altre località fossero rimaste in corsa. Il Texas si adoperò dal punto di vista legislativo per consentire la chiusura temporanea delle spiagge statali durante i lanci, limitare la responsabilità per il rumore e alcuni altri rischi specifici del volo spaziale commerciale, oltre a considerare un pacchetto di incentivi, da 15 milioni di dollari, per incoraggiare SpaceX a localizzarsi a Brownsville. Le stime economiche del 2013 mostrarono che SpaceX aveva investito circa 100 milioni di dollari nello sviluppo e nella costruzione della struttura. Nell'aprile 2012, l'Ufficio del trasporto spaziale commerciale della FAA avviò una valutazione sull'impatto ambientale dell'intervento dal quale si evinceva che il sito del Texas avrebbe supportato fino a 12 lanci commerciali all'anno, inclusi due lanci Falcon Heavy. La commissione individuò tre appezzamenti di terreno, per un totale di 12,4 acri (5,0 ettari), che sarebbero stati teoricamente utilizzati per il centro di controllo. Inoltre, SpaceX aveva affittato 56,6 acri (22,9 ettari) di terreno adiacente al capolinea della Texas State Highway 4, 20 acri (8,1 ettari) dei quali sarebbero stati utilizzati per sviluppare l'area di lancio verticale; il resto sarebbe rimasto spazio aperto intorno alla struttura di lancio. Nel luglio 2014, la FAA rilasciò l'esito della sua valutazione rivelando che "la proposta delle Space Exploration Technologies di Elon Musk non avrebbe avuto un impatto significativo sull'ambiente", approvando la proposta. Nel settembre 2013, il General Land Office (GLO) dello Stato del Texas e la contea di Cameron firmarono un accordo che delineava come sarebbero state gestite le chiusure delle spiagge per supportare un futuro programma di lancio di SpaceX. L'accordo aveva lo scopo di consentire lo sviluppo economico nella contea di Cameron e proteggere il diritto del pubblico di avere accesso alle spiagge dello stato del Texas. Secondo il piano del Texas del 2013, le chiusure delle spiagge sarebbero state consentite ma non ci si aspettava che superassero un massimo di 15 ore per data di chiusura, con non più di tre voli spaziali programmati tra il sabato precedente al Memorial Day e il Labor Day. Nel 2019, la FAA completò una rivalutazione delle strutture SpaceX nel sud del Texas. A maggio e agosto 2019, la FAA ha pubblicato un rapporto scritto con la decisione che non sarebbe stata richiesta una nuova dichiarazione di impatto ambientale (EIS) supplementare. L'acquisizione dei terreni Prima di una decisione finale sull'ubicazione dello spazioporto, SpaceX iniziò ad acquistare una serie di proprietà immobiliari nella contea di Cameron, in Texas, a partire da giugno 2012. A luglio 2014, SpaceX aveva acquistato circa 41 acri (170.000 m2) e affittato 57 acri (230.000 m2) vicino al villaggio di Boca Chica e alla spiaggia di Boca Chica attraverso una società denominata Dogleg Park LLC, un riferimento al tipo "dogleg" di traiettoria che i razzi lanciati da Boca Chica dovranno seguire. Prima di maggio 2013, erano stati acquistati cinque lotti nella sottodivisione Spanish Dagger nel villaggio di Boca Chica, adiacente all'autostrada 4 che conduce al sito di lancio proposto. Nel maggio 2013, SpaceX ha acquistato altri tre lotti, aggiungendo un altro acro (4.000 m2), più altri quattro lotti per un totale di 1.9 acri (7.700 m2) nel luglio 2013, per un totale di 12 lotti acquistati. Nel corso del 2014 furono fatte altre acquisizioni che portarono SpaceX a possedere 87 lotti pari a più di 100 acri. Ulteriori acri furono acquistati alla fine del 2013, aumentando il totale di SpaceX "da 72 lotti non sviluppati a 80 lotti per un totale di circa 26 acri." Alla fine del 2013, SpaceX completò il frazionamento di 13 lotti per un totale di 8,3 acri (34.000 m2) in una suddivisione che fu chiamata "Mars Crossing". Nel febbraio 2014, furono acquistati 28 lotti aggiuntivi che circondano il complesso di Boca Chica Beach, aumentando il terreno di proprietà di SpaceX a circa 36 acri (150.000 m2) oltre al contratto di locazione di 56 acri (230.000 m2). Gli investimenti di SpaceX nella contea di Cameron sono continuati nel marzo 2014, con l'acquisto di più appezzamenti di terreno, portando il numero totale di lotti che ora possiede a 90. I registri pubblici hanno mostrato che la superficie totale che SpaceX possedeva allora attraverso Dogleg Park LLC era di circa 37 acri (150.000 m2). Questo si aggiunge ai 56,5 acri (229.000 m2) che SpaceX aveva allora in locazione. Entro settembre 2014, Dogleg Park completò il frazionamento di lotti per un totale di 49,3 acri (200.000 m2) in una seconda suddivisione, questa denominata "Launch Site Texas", composta da diversi lotti di proprietà precedentemente acquistati. Questo è il sito del sito di lancio stesso, mentre la struttura di controllo del lancio fu prevista due miglia a ovest nella suddivisione di Mars Crossing. Dogleg Park continuò ad acquistare terreni a Boca Chica, arrivando a possedere un totale di "87 lotti pari a più di 100 acri". SpaceX ha anche acquistato e sta modificando diverse proprietà residenziali nel villaggio di Boca Chica, ma a quanto pare sta pianificando di lasciarle ad uso residenziale, a circa 2 miglia (3,2 km) a ovest del sito di lancio. Nel settembre 2019, SpaceX ha esteso un'offerta per l'acquisto di ciascuna delle case nel villaggio di Boca Chica per tre volte il valore equo di mercato insieme a un'offerta di inviti VIP a futuri eventi di lancio. Si diceva che l'offerta fosse "non negoziabile". Costruzione Le principali attività di costruzione iniziarono nel 2016, con la preparazione del terreno del sito per la rampa di lancio. Entro settembre 2019, il sito era stato "trasformato in un sito di lancio operativo - dotato delle apparecchiature di supporto a terra necessarie per supportare i voli di prova dei veicoli Starship alimentati a metano". Già nel 2014, era iniziata la realizzazione di recinzioni e edifici temporanei nell'area del centro di controllo. Il progetto presentato nel 2003, prevedeva un'area di lancio verticale di 20 acri (81.000 m2) e un'area di 12,2 acri (49.000 m2) per un centro di controllo del lancio e una piattaforma di lancio direttamente adiacente al capolinea orientale dell'Autostrada 4. A partire dal 2014, SpaceX prevedeva di spendere circa 100 milioni di dollari in tre o quattro anni per costruire la struttura del Texas, mentre il governo dello stato del Texas prevedeva di spendere 15 milioni di dollari per estendere le utenze e le infrastrutture per supportare il nuovo spazioporto. La fase di progettazione dell'impianto è stata completata entro marzo 2015. La costruzione, tuttavia, fu ritardata dalla distruzione di una delle due strutture di lancio di SpaceX in Florida nell'esplosione del Falcon 9 del settembre 2016, che bloccò il team di progettazione e costruzione del sito di lancio di Boca Chica per oltre un anno. Al fine di stabilizzare il terreno impregnato d'acqua nel sito costiero, gli ingegneri di SpaceX hanno stabilito che sarebbe stato necessario un processo noto come sovraccarico del suolo. Affinché ciò accadesse, tra ottobre 2015 e gennaio 2016 furono trasportati su camion circa 240.000 m3 di nuovo terreno alla struttura. Nel gennaio 2016, a seguito di ulteriori test del suolo che rivelarono problemi alle fondamenta, SpaceX riferì che non intendeva completare la costruzione fino al 2017 e che il primo lancio da Boca Chica non era previsto fino alla fine del 2018. Nel febbraio 2016, il presidente e COO di SpaceX Gwynne Shotwell dichiarò che la costruzione era stata ritardata dalla scarsa stabilità del suolo nel sito e che sarebbero stati necessari "due anni di lavoro sporco" prima che SpaceX potesse costruire la struttura di lancio, con costi di costruzione previsti superiori a quanto stimato in precedenza. Due antenne di stazione di tracciamento in banda S da 9 m (30 piedi) furono installate nel sito nel 2016-2017, mentre nel 2018 una centrale fotovoltaica di proprietà di SpaceX di 26.000 m2 fu installata in loco per fornire energia elettrica off-grid vicino al centro di controllo. Nel gennaio 2018, il COO Shotwell affermò che il pad sarebbe potuto essere utilizzato per i "primi test sui veicoli" entro la fine del 2018 o all'inizio del 2019, ma che sarebbe stato necessario un lavoro aggiuntivo per renderlo un sito di lancio completo. Alla fine del 2018, il sito ha visto lo sviluppo di una grande fattoria di serbatoi di propellente, una torcia a gas, più uffici e una piccola piattaforma di lancio quadrata. Il prototipo Starhopper è stato trasferito sul pad nel marzo 2019 e ha volato per la prima volta alla fine di luglio 2019. Nel sito di produzione, invece, oltre a diversi capannoni e servizi per il personale, furono realizzati due edifici di grandi dimensioni (simili al Vehicle Assembly Building del John F. Kennedy Space Center) per l'assemblaggio dei prototipi. Nel 2020, SpaceX stava cercando personale per la progettazione di un resort nel nuovo complesso di lancio e ingegneri esperti in strutture offshore per la realizzazione di una piattaforma di lancio nel golfo del Messico. Operazioni di produzione e lancio Il sito di lancio del Texas meridionale è il quarto impianto di lancio suborbitale attivo di SpaceX e la sua prima struttura privata. A partire dal 2019, SpaceX ha affittato tre siti di lancio di proprietà del governo degli Stati Uniti: Vandenberg SLC 4 in California e Cape Canaveral SLC-40 e Kennedy Space Center LC39A entrambi in Florida. Il sito di lancio dovrebbe essere ottimizzato per l'attività commerciale, nonché utilizzato per pilotare veicoli spaziali su traiettorie interplanetarie. I lanci su traiettorie orbitali da Brownsville avranno una traiettoria di volo limitata, a causa delle isole dei Caraibi e del gran numero di piattaforme petrolifere nel Golfo del Messico. Sebbene i piani iniziali di SpaceX per il sito di lancio di Boca Chica fossero di trasportare veicoli spaziali su orbite geosincrone, Elon Musk riferì nel settembre 2014 che "la prima persona ad andare su un altro pianeta potrebbe lanciare da [il sito di lancio di Boca Chica]", ma non indicò quale veicolo di lancio sarebbe stato utilizzato. Nel maggio 2018, Elon Musk chiarì che il sito di lancio del Texas meridionale verrà utilizzato esclusivamente per Starship. Entro marzo 2019, erano in costruzione due articoli di prova di Starship e tre entro maggio. Il prototipo Starhopper fu il primo ad essere sottoposto a test nell'estate del 2019, con salti di prova di 150 metri e il primo utilizzo di motori Raptor su veicoli di lancio. Le attività di costruzione e collaudo dei prototipi sono proseguite, con ritmi serrati, per tutto il 2020. Entro marzo 2020, SpaceX aveva il numero di dipendenti in loco per la produzione, i test e le operazioni di Starship da gennaio, con oltre 500 dipendenti che lavoravano nel sito. Quattro turni lavorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in turni di 12 ore per consentire la produzione continua di Starship con lavoratori e attrezzature specializzati per ogni attività di produzione seriale di Starship. Note Altri progetti Collegamenti esterni Contea di Cameron (Texas) Siti di lancio e atterraggio SpaceX
È figlio naturale di Marc Cécillon, ex rugbista e capitano del fino al 1999, benché tale circostanza sia stata resa pubblica solo nel 2015. Biografia Nato a Bourgoin-Jallieu, cittadina dell'Isère, da Carole Dumoulin, ragazza madre, che crebbe la famiglia insieme al suo partner, l'ex rugbista Xavier Montméat, Alexandre Dumoulin si formò sportivamente tra la sua città natale e Villefranche-sur-Saône (Rodano). Esordiente in prima squadra al nel 2008, fu notato nel 2011 da Pierre Berbizier, all'epoca allenatore del che lo volle nella squadra parigina; le prime due stagioni furono problematiche perché Dumoulin si ruppe il quadricipite femorale e il giocatore non scese mai in campo nel suo primo anno nel nuovo club; nella seconda stagione ebbe un graduale reinserimento e alfine, nel 2013-14, acquistò regolarità fino a competere per il posto da titolare con il gallese Jamie Roberts. Con la stagione 2014-15 arrivò anche la chiamata di Philippe Saint-André in Nazionale, in cui Dumoulin esordì nel corso di un test-match autunnale contro ; indisponibile per il Sei Nazioni successivo a causa della rottura del tendine di Achille, fu in campo in tempo per guadagnarsi la convocazione alla nel corso della quale prese parte a quattro incontri, al 2017 i suoi internazionali più recenti. La stagione successiva fu quella che lo vide laurearsi campione di Francia con il (nome nel frattempo assunto dalla squadra), ma anche affrontare una nuova esperienza professionale, avendo già deciso nel novembre 2015 che la stagione che iniziava sarebbe stata la sua ultima a Parigi; Dumoulin aveva infatti firmato un contratto triennale con il a partire dalla stagione 2016-17. Vita privata Dumoulin era a conoscenza fin dall'infanzia del fatto che Xavier Montméat non era suo padre, e conobbe l'identità del suo genitore naturale, l'ex rugbista internazionale Marc Cécillon, nel 2006, quando questi fu al centro del caso giudiziario che lo vide imputato dell'omicidio di sua moglie Chantal nel 2004 e per il quale fu condannato a 20 anni, poi ridotti a 14 e condonati a 7 per buona condotta: sua madre, infatti, fu tra i testimoni chiamati al processo e nel corso della sua deposizione rivelò di avere avuto a 19 anni un figlio da Cécillon e di averlo chiamato Alexandre. Seppure in forma ufficiosa non era, quindi, un mistero che Dumoulin fosse il figlio naturale di Cécillon ma, a gennaio 2015, dopo avere informato sua madre, lo stesso Cécillon e le due figlie di quest'ultimo nate dal matrimonio con Chantal, decise di rendere ufficialmente noto, al fine di evitare speculazioni, dell'identità del suo genitore biologico. Palmarès Racing 92: 2015-16 Note Altri progetti Collegamenti esterni
e membro del Senato della Società Max Planck dal giugno 2020. Biografia Nguyen-Kim, i cui genitori vengono dal Vietnam, ha frequentato il liceo Bergstrasse a Hemsbach, nel Baden-Württemberg. Dopo la maturità, ha studiato chimica all'università Johannes Gutenberg di Magonza e al Massachusetts Institute of Technology (MIT) dal 2006 al 2012. Dal 2012 ha lavorato come dottoranda presso la RWTH di Aquisgrana, l'Università di Harvard e l'Istituto Fraunhofer e nel 2017 ha ricevuto un dottorato all'Università di Potsdam con una tesi su Idrogel fisici a base di poliuretano (Physikalische Hydrogele auf Polyurethan-Basis). Nguyen-Kim è sposata con Matthias Leiendecker e ha un figlio nato nel 2020. Educazione scientifica su YouTube e in TV Nel 2015, Nguyen-Kim ha lanciato il canale YouTube The Secret Life Of Scientists per mettere in discussione gli stereotipi di scienziati (naturali) e secchioni e per trasmettere argomenti scientifici a un pubblico giovane. IInoltre, nell'ottobre 2016, il suo canale YouTube Schönschlau è andato online, prodotto da Funk, un'offerta congiunta delle emittenti tedesche ARD e ZDF per giovani e giovani adulti. A volte ha anche moderato il canale Auf Klo e apprendendo video per le materie chimica e matematica nel formato mussewissen prodotto per Funk. Il tuo canale schönschlau è stato rinominato maiLab nel 2018 e all'inizio di settembre 2020 aveva oltre un milione di abbonati. maiLab è prodotto dalla Südwestrundfunk per Funk. Nguyen-Kim è moderatrice del progetto WiD Die Debatte e fa parte del team Terra X Lesch & Co. con Harald Lesch, Jasmina Neudecker e Suzanna Randall, alternandosi a Ralph Caspers (moderato anche lui con Ranga Yogeshwar fino alla sua partenza nel novembre 2018), ha presentato dal maggio 2018 al 2021 lo spettacolo Quarks da WDR. Il suo libro Komisch, alles chemisch!, Pubblicato a marzo 2019 è nella lista dei bestseller di Spiegel da novembre 2019 e un libro in italiano chiamato Questione di chimica è stato pubblicato nello stesso mese. Nel marzo 2021 ha pubblicato il suo secondo libro Die kleinste gemeinsame Wirklichkeit, che è arrivato al numero uno in Germania nel marzo 2021 e sarà tradotto in italiano nel prossimo futuro. All'inizio di aprile 2020, MaiLab ha realizzato un video sulla pandemia di coronavirus più di 4 milioni di visualizzazioni in quattro giorni e talvolta il numero 1 delle tendenze di YouTube in Germania (A partire dal 16 aprile 2020 oltre 5.630.000 visualizzazioni). Come annunciato a dicembre 2020, Corona geht gerade erst los! (Il coronavirus è appena iniziato!) Con oltre sei milioni di visualizzazioni fino ad oggi, è il Video Top Trending del 2020 su YouTube in Germania. Il 7 aprile 2020, ha parlato con il commento Tagesthemen di ARD sullo stesso argomento. A metà aprile, ha analizzato la comunicazione di noti virologi in un altro video. Questo video è entrato anche nelle tendenze di YouTube in Germania e ha raggiunto quasi 2 milioni di visualizzazioni in una settimana (dal 27 aprile 2020) Nguyen-Kim è stata ospite in vari altri formati multimediali, inclusi talk show televisivi tedeschi. Alla fine di maggio 2020, in una conversazione con la Deutsche Presse-Agentur GmbH, ha chiesto maggiore alfabetizzazione per fonti e media e ha criticato le teorie del complotto sulla pandemia di coronavirus. Vede anche deficit nelle scienze naturali e lavoro scientifico nell'istruzione generale. È anche un'attivista di supporto per Scientists for Future. Dall'aprile 2021, il giornalista scientifico sarà impegnato esclusivamente in numerosi formati ZDF. Farà il suo debutto con la serie in tre parti di Terra X Wunderwelt Chemie, che sarà trasmessa su ZDF dal 10 ottobre 2021. I tre episodi Die Bausteine der Natur, Die Magie der Verwandlung e Die Elemente des Lebens sono stati girati in gran parte nel laboratorio storico del Liebig Museum di Giessen. In questi episodi interagisce, tra l'altro, in brevi scene con chimici della storia della Germania, interpretati da attori. Mai Thi Nguyen-Kim presenta lo spettacolo ZDFneo MAITHINK X - Die Show dal 24 ottobre 2021. Pubblicazioni Questione di chimica (In tedesco: Komisch, alles chemisch!) Sonzogno, Venezia 2019, . Die kleinste gemeinsame Wirklichkeit. Droemer Verlag, Monaco di Baviera 2021, . Premi 2012: Terzo posto alla Falling Walls Conference di Berlino per la presentazione Breaking the Wall of the Human Cell 2014: Vincere Science-Slams ad Aquisgrana e Bochum 2014: Conferenza alla conferenza TEDxBerlin vincitrice del concorso Spotlight@TEDxBerlin 2015: Vincitore del Bullshit Slam di Colonia con una presentazione sui cambiamenti climatici 2016: Primo posto nella categoria Scitainment con il contributo Trust me, I'm a Scientist nel concorso di video web Fast Forward Science 2016 (organizzato da Wissenschaft im Dialog e Stifterverband für die Deutsche Wissenschaft) 2018: Grimme Online Award nella categoria Conoscenza ed educazione, nonché il Grimme Online Award per il pubblico 2018: Premio Georg von Holtzbrinck per il giornalismo scientifico 2018: Primo posto a Fast Forward Science nella categoria Substanz, primo posto al Community Award e un Webvideo Excellence Award 2018: Vincitore Webvideopreis Deutschland 2018: Giornalista dell'anno 2018 nella categoria scientifica, premiato dal Medium Magazin 2019: Premio Hanns Joachim Friedrichs 2020: Vincitore del premio Heinz Oberhummer per la comunicazione scientifica 2020: Vincitore del Goldene Kamera Digital Award nella categoria "Best of Information" 2020: Merit Cross on Ribbon (Croce di Cavaliere) dell'Ordine al merito di Germania 2020: UmweltMedienpreis 2020 di Deutsche Umwelthilfe nella categoria online per il canale YouTube "maiLab". 2020: Giornalista dell'anno Medium Magazin 2020: Premio dell'Accademia tedesca per la televisione nella categoria intrattenimento televisivo con Quarks della WDR 2020: Nomina: Premio Nannen nella categoria Storia dell'anno 2021: Premio Grimme per il suo Trasferimento di conoscenze sul Coronavirus nella categoria Risultati giornalistici 2021: Premio Nannen nella categoria Storia dell'anno 2021: Medaglia Leibniz dell'Accademia delle scienze di Berlino-Brandeburgo 2021: Premio per giornalisti e scrittori della Società chimica tedesca 2021: Medaglia Theodor Heuss 2021: Premio Cultura dell'Assia, insieme a Sandra Ciesek, per "i suoi servizi nella pandemia di coronavirus" 2021: Premio d'oro dei lettori di LovelyBooks nella categoria saggistica e guide per Die kleinste gemeinsame Wirklichkeit Note Altri progetti Collegamenti esterni Mai Thi Nguyen-Kim su YouTube: MaiLab e The Secret Life of Scientists Kim Greis: About Nerd , Lëtzebuerger Journal, 26 settembre 2016 Maggio Thi Nguyen-Kim: Chemist and YouTuber, Terra X, 1 marzo 2017 Anant Agarwala: Mai Thi Nguyen-Kim: She's on it, Zeit Campus No. 4/2019, 4 June 2019
Leda e il cigno è un dipinto a olio su tela (167x221 cm) di Jacopo Tintoretto, databile al 1550-1560 circa e conservato negli Uffizi di Firenze. Storia L'opera alla fine del Settecento si trovava nelle collezioni del Duca d'Orléans a Parigi, passando poi a Londra, presso il duca di Bridgwater, e, nel 1857, a Paul Norton. Fu infine donata al museo da Arturo De Noè Walker nel 1895. I dubbi sull'autografia furono sciolti dal restauro del 1988 (ritoccato nel 1994), che ne riscoprì le notevoli qualità pittoriche. Dell'opera gli Uffizi conservano un'altra versione nei depositi (147,5x147,5 cm), proveniente dalle collezioni di Alessandro Contini-Bonacossi, che fu tagliata in epoca imprecisata asportando la servitrice, di cui resta un lembo della veste. Anche questa versione, di notevole qualità pittorica, è ritenuta autografa, e probabilmente fu il prototipo, oggi mutilo, dell'opera in galleria. La datazione è sempre stata una questione discorde per la critica, anche se oggi prevale l'accostamento a opere mitologiche come Marte e Venere sorpresi da Vulcano dell'Alte Pinakothek o bibliche come quelle del Prado (Giuseppe e la moglie di Putifarre e Giuditta e Oloferne) Descrizione e stile La scena è ambientata in un interno dove Leda, nuda e semisdraiata, sfiora il cigno che proviene da destra, guardando tuttavia l'ancella, che sta in piedi a sinistra, vicino a una gabbia contenente un'anatra. Altri animali corredano la scena, come il cagnolino che guizza verso la padroncina, il pappagallo nella gabbietta sullo sfondo, o il gatto che guarda verso lo spettatore. La bella protagonista indossa solo perle, nel collier e nella raffinata capigliatura. La composizione è giocata sulla linea diagonale del corpo di Leda, candidissimo anche per il contrasto della tenda rossa dietro di lei, che chiude il letto a baldacchino di cui si vede solo un angolo. A questa forte direttrice che va dal basso a sinistra all'alto a destra fa da contrapposto la linea di forza della serva, di direzione opposta, generando un raffinato schema a "V", estremamente dinamico. La stesura pittorica è particolarmente sciolta, accesa da improvvisi bagliori sapientemente accostanti a parte più scure e opache, e senza il ricorso a linee di contorno nette: le figure sembrano invece fondersi dolcemente con lo sfondo, condividendone qualche riflesso luminoso. Bibliografia Gloria Fossi, Uffizi, Giunti, Firenze 2004. ISBN 88-09-03675-1 Collegamenti esterni Dipinti negli Uffizi Dipinti su Leda Dipinti del Tintoretto Opere basate su Le metamorfosi (Ovidio)
Il Campionato europeo di calcio Under-19 2012 è la 60ª edizione del torneo organizzato dalla UEFA. La fase finale si è svolta in Estonia dal 3 al 15 luglio 2012. La Spagna ha vinto il titolo per la nona volta, la seconda consecutiva. Al torneo potevano partecipare solo i giocatori nati dopo il 1º gennaio 1993. Qualificazioni Il primo turno di qualificazione si è disputato tra il 21 settembre e il 15 novembre 2011: 48 rappresentative sono state divise in 12 gironi di 4 squadre. Si sono qualificate alla seconda fase le prime due di ogni girone più la migliore terza, escludendo il risultato della partita contro l'ultima classificata del proprio girone. Francia, Inghilterra e Spagna sono qualificate automaticamente al Turno Elite. Nel Turno Elite, in programma tra il 23 e il 31 maggio 2012, le 28 squadre rimaste sono state divise in sette gironi, le cui vincenti si sono qualificate per la fase finale del torneo. Squadre qualificate 1 Contate solo le partecipazioni con l'Under-19 (in grassetto campione dell'edizione, in corsivo nazione ospitante) Ufficiali di gara La UEFA ha nominato sei arbitri e otto assistenti per il torneo. Inoltre sono stati scelti due arbitri estoni come quarto uomo per la fase a gruppi. Stadi Fase a gironi Il sorteggio è avvenuto il 6 giugno 2012 a Tallinn. Le vincenti e le seconde di ogni gruppo si sono qualificate per le semifinali. Inoltre, le tre migliori di ogni gruppo si sono qualificate per il Mondiale Under-20 2013. In caso di arrivo a pari punti, si applicavano i seguenti criteri: i punti conseguiti negli incontri diretti fra tutte le squadre della classifica avulsa la differenza tra reti segnate e reti subite nei medesimi incontri; il maggior numero di reti segnate nelle partite dei gironi; se, dopo aver applicato i suddetti criteri, due squadre erano ancora a pari punti, gli stessi criteri venivano riapplicati per determinare la classifica finale delle due squadre. Se questa procedura non portava a nessuna decisione, si applicavano i seguenti criteri: risultati di tutte le partite: la differenza tra reti segnate e reti subite; il maggior numero di reti segnate; Classifica Fair play Sorteggio Se due squadre avevano gli stessi punti e lo stesso numero di gol segnati e, giocando tra di loro l'ultima partita del girone, fossero rimaste ancora in parità, la classifica finale sarebbe stata determinata dai calci di rigore e non dai criteri sopra menzionati. Girone A Girone B Fase a eliminazione diretta Tabellone Semifinali Finale Altri progetti Collegamenti esterni Calcio nel 2012
Shepherd è anche cofondatore dell'etichetta discografica Eglo Records. Dopo aver pubblicato numerosi EP, singoli e apparizioni live, Shepherd ha presentato il primo album in studio dei Floating Points, Elaenia, nel novembre del 2015, ricevendo dalla critica consensi unanimemente positivi. Ha debuttato nel febbraio 2009 con For You/Radiality (Eglo records) e nel corso del tempo ha consolidato la sua posizione come uno dei personaggi di spicco dell'odierno movimento dance mondiale, guadagnandosi il rispetto dei colleghi, come Theo Parrish, Kyle Hall, Benji B e Ramadanman. Biografia Nato a Manchester, Shepherd ha studiato pianoforte alla Chetham's School of Music prima di laurearsi in neuroscienze ed epigenetica alla University College London. La formazione musicale di Shepherd ha inizio durante gli anni della high school: all'inizio, infatti, Shepherd, studiando pianoforte classico, si concentrava principalmente sulla musica classica, e in particolare sui grandi impressionisti francesi (Debussy, Messiaen, Mouray); in quegli anni, il suo insegnante gli fece ascoltare Bill Evans e Kenny Wheeler, e Shepherd ne rimase piacevolmente colpito, al punto che in seguito, spinto dalla musiqué concrete di questi autori, cominciò ad ascoltare artisti come Stockhausen e ad utilizzare l'S950 e il computer Atari contenuti in una piccola stanzetta inutilizzata della sua scuola. A casa, la musica di Shepherd riempiva tutte le stanze, trasformandole in una specie di studio di registrazione improvvisato che permetteva alla sua mente agile e curiosa di esplorare i meandri della musica che amava. C'era una batteria in salotto e un violoncello in cucina, più un groviglio di fili elettrici che riempivano ogni angolo della cosa, per poi portare alla sua camera da letto. Nel 2009, quando ancora era impegnato con i suoi studi, Shepherd trovò il tempo per duettare con Alexander Nut, un dj di Rinse FM, e per formare la Eglo Records, un'etichetta discografica che negli anni 2010 ha avuto grande fortuna, grazie soprattutto agli importanti endorsement di artisti come Fatima, amica, tra l'altro, di Shepherd. Floating Points Ensemble Shepherd, prima di imbarcarsi sul suo nuovo progetto, si è esibito con una versione dal vivo di Floating Points della portata di 16 pezzi, con il nome di Floating Points Ensemble. La band ha vinto un premio per la "Miglior BBC Radio 1 Maida Vale Session". Progetti Elaenia Elaenia, uscito nel 2015, è l'album-risultato di cinque, lunghi, travagliati anni di lavoro, che Shepherd, oltre che per curare la parte musicale dell'album, ha speso per completare il suo dottorato in neuroscienze. La title track, Elaenia, deriva, verosimilmente, da un sogno: un uccello migratore si allontana dal suo stormo e viene inghiottito dalla foresta, nel modo in cui i nostri atomi vengono assorbiti dal tessuto dell'universo quando moriamo. Potremmo ritrovarci, afferma Shepherd, "reincarnati in una SIM a Singapore, o in uno scarabeo in Scozia". La canzone è stata registrata la mattina seguente, completamente improvvisata. La strumentazione è composta esclusivamente da un piano elettrico Fender Rhodes e da un paio di sintetizzatori eterocliti. Reflections Nel 2016 Floating Points ha pubblicato un nuovo cortometraggio/colonna sonora, corredato di nuove canzoni inedite e registrato nel deserto del Mojave in California (l'etichetta è la Pluto Records). Il film, realizzato in collaborazione con la regista Anna Diaz Ortuño, vede la band contestualizzata all'interno di un'incredibile esplorazione sonora dell'ambiente circostante, sotto un immenso cielo desertico. Reflections - Mojave Desert inizia con un giro di accordi suonato su un Rhodes Chroma e registrato con un microfono di prossimità. Nel corso delle riprese, sono stati piazzati numerosi microfoni all'interno del paesaggio, per catturare le naturali grafiche sonore del deserto: l'ondeggiante suono del vento, il richiamo di un uccello, il fruscio dei cespugli, ecc. ecc. L'Evening Standard, per fare un esempio, non lo classifica come un "continuo" di Elaenia, ma come una "registrazione ambientale". Discografia Album in studio Elaenia (2015) Crush (2019) Promises (2021) - con Pharoah Sanders & London Symphony Orchestra EP Shadows (2011) Vacuum Boogie (2009) Kuiper (2016) Singoli For Marmish Part II (2016) Kuiper (2016) Nuits Sonores / Nectarines (2014) Sparkling Controversy (2014) King Bromeliad / Montparnasse (2014) Danger (2011) Marilyn (2011) Sais (Dub) (2011) Post Suite / Almost in Profile (2010) (released under Floating Points Ensemble) People's Potential / Shark Chase (2010) For You (2009) Love Me Like This (2009) J&W Beat (2009) Note Altri progetti Collegamenti esterni
La fisica di Feynman (titolo originale in lingua inglese The Feynman Lectures on Physics) è un corso universitario di fisica pubblicato in più volumi nel 1965, a cura di Richard Feynman, Robert B. Leighton e Matthew Sands, basato su una serie di lezioni universitarie tenute da Feynman negli anni accademici 1961–62 e 1962-63 al California Institute of Technology (Caltech) e rivolte a studenti dei primi anni dei corsi universitari in scienze matematiche, fisiche e naturali e ingegneria. Le lezioni date dal fisico americano furono oggetto di registrazioni audio in previsione della loro trascrizione, effettuata da un team di fisici e di dottorandi, ed un resoconto della loro genesi è raccontato da Sands nella memoria "Capturing the Wisdom of Feynman", pubblicata sul Physics Today nel 2005 Contenuti Il corso comprende lezioni sulla matematica, la meccanica classica, le onde e la radiazione elettromagnetica, l'elettromagnetismo in generale, la fisica quantistica (quest'ultima caratterizzata da un particolare approccio didattico), fisica statistica, termodinamica e discussioni sui rapporti della fisica con altre scienze. Sei capitoli più accessibili sono stati in seguito raccolti in una pubblicazione autonoma, Six Easy Pieces: Essentials of Physics Explained by Its Most Brilliant Teacher (trad. it.: Sei pezzi facili, Adelphi, 2000), altri sei, più impegnativi, in Six Not So Easy Pieces: Einstein's Relativity, Symmetry and Space-Time (trad. it.: Sei pezzi meno facili, Adelphi, 2004). Feynman's Lost Lecture: The Motion of Planets Around the Sun All'interno del progetto didattico, fu sviluppata e impartita in aula anche un'originale trattazione elementare del moto dei pianeti intorno al Sole, basata su due metodologie alternative: una prima strada argomentativa si serve degli schemi dimostrativi geometrici usati da Isaac Newton; un secondo approccio, alternativo, si basa su tecniche dimostrative elaborate da Ugo Fano per l'illustrazione, in un suo libro di fisica atomica e molecolare, della collisione tra particelle cariche. La lezione non fu però inclusa nella pubblicazione delle Lectures perché il relativo materiale (appunti preparatori e fotografie degli schemi dimostrativi alla lavagna) era andato perduto. Gli appunti sono stati in seguito ritrovati mentre i diagrammi alla lavagna sono stati ricostruiti sulla base di alcuni appunti privati redatti da Feynman. Questo ha permesso la pubblicazione della lezione nel libro Feynman's Lost Lecture: The Motion of Planets Around the Sun del 1996, tradotto in italiano nel 1997, per la collana Le Ellissi di Zanichelli, come Il moto dei pianeti intorno al Sole. Una lezione inedita di Richard Feynman. Volumi Il primo volume si concentra su meccanica, calore e termodinamica, onde elettromagnetiche e radiazione, quest'ultimo argomento con un'angolazione alternativa molto particolare, che non richiede il consueto formalismo delle equazioni differenziali alle derivate parziali che si incontra nelle presentazioni delle onde elettromagnetiche a partire dalle equazioni di Maxwell. Il secondo volume è incentrato principalmente su elettromagnetismo (con una trattazione più convenzionale, questa volta basata sulle equazioni di Maxwell) e materia. Il terzo volume presenta la fisica quantistica ancora una volta attraverso un approccio innovativo: partendo dall'esposizione teorica del celebre esperimento della doppia fenditura, si mostra come in esso siano presenti le componenti essenziali della meccanica quantistica. Nel 2005 fu pubblicato anche un quarto volume, Feynman's Tips on Physics, curato da Michael A. Gottlieb e Ralph Leighton, che raccoglie quattro delle lezioni di Feynman inizialmente non incluse nel testo principale (tre sulla soluzione dei problemi fisici e una sulla guida inerziale), una memoria di Matthew Sands sulla genesi delle Feynman Lectures on Physics, oltre agli esercizi (con risposte) sottoposti agli studenti, durante le esercitazioni del corso, da Robert B. Leighton e Rochus Vogt. In quello stesso anno, il 2005, è stata pubblicata la l'edizione completa e definitiva (The Definitive and Extended Edition) che include il quarto volume e delle correzioni al testo originario. Edizione on line Il 13 settembre 2013, con un'email indirizzata ai membri del Feynman Lectures online forum, Michael A. Gottlieb ha annunciato il lancio di un nuovo sito del Caltech per offrire un'edizione on line, libera e di alta qualità, del testo delle lezioni, ospitata dal The Feynman Lectures Website e da un mirror (in genere più veloce) sul sito del Caltech: l'iniziativa ha preso avvio con la messa in linea del primo volume, all'indirizzo feynmanlectures.caltech.edu, a cui ha fatto seguito il terzo volume, in attesa della pubblicazione del secondo volume. L'edizione online intende fornire un'esperienza di lettura indipendente dal dispositivo hardware, sfruttando tecnologie come HTML5, SVG, e MathJax per presentare testo, figure, ed equazioni, con una qualità grafica indipendente dalla scala d'ingrandimento Note Voci correlate Feynman's Lost Lecture: The Motion of Planets Around the Sun La fisica di Berkeley Corso di fisica teorica Collegamenti esterni Opere di Richard Feynman Testi e manuali di fisica
Operation Hormuz è un videogioco sparatutto di combattimento aereo pubblicato nel 1989 per i computer Amstrad CPC, Atari ST, Commodore 64, MS-DOS e ZX Spectrum. Fu il primo titolo pubblicato dalla Again Again, un marchio del produttore britannico Alternative Software/Tiger Developments. In Nordamerica venne pubblicato con il titolo Harrier 7 dalla Avantage Software, etichetta a basso costo della Accolade, per Commodore 64 e MS-DOS. Venne sviluppato dalla Durell Software e ha somiglianze con altri titoli della Durell, Harrier Attack e Spitfire. Modalità di gioco Il giocatore pilota un McDonnell Douglas VTOL statunitense in missione sullo Stretto di Hormuz contro un imprecisato esercito nemico che sta minacciando i pozzi petroliferi da sette basi missilistiche. L'area di gioco è a scorrimento libero in orizzontale e, se si cambia altitudine, in verticale. L'aereo del giocatore decolla da una portaerei, in una zona di mare con piattaforme petrolifere, e deve raggiungere e distruggere i sili delle basi nemiche a terra. Il particolare sistema di controllo prevede i comandi direzionali su/giù per cambiare quota rollando e rimanendo orizzontali, e destra/sinistra per inclinare l'aereo verso l'alto o verso il basso a 360°. Le armi a disposizione sono mitragliatrici frontali, bombe, missili autoguidati antiaereo e antinave. Si possono inoltre sganciare flare per ingannare i missili autoguidati avversari. Il nemico attacca continuamente con caccia MiG-21 e con navi dotate di contraerea. Raggiunta la terraferma si affronta la contraerea delle basi. Si devono evitare gli ostacoli a bassa quota, mentre non è possibile sbattere contro la terra o il mare perché l'aereo li evita automaticamente. Si deve proteggere anche la propria portaerei dai missili Exocet, che il nemico lancia periodicamente e devono essere intercettati al volo. Ogni volta che la portaerei viene colpita si perde uno degli aerei di riserva ovvero una vita, e infine affonda la portaerei stessa. Una volta distrutta una base è necessario, o è possibile quando lo si desidera, ritornare alla portaerei per rifornirsi di carburante e munizioni e per riparare i danni. L'atterraggio avviene con pilota automatico quando ci si avvicina. Il pannello informativo sotto la visuale contiene tra l'altro un radar dei bersagli in avvicinamento e un'area messaggi che avvisa ad esempio dell'arrivo di un Exocet o di un missile da fermare con i flare. Si può mettere il gioco in pausa visualizzando la mappa del golfo e del progresso fatto. Note Bibliografia Collegamenti esterni Include trascrizione del manuale in italiano.
L'Apollo Victoria Theatre è un teatro situato nella città di Westminster, nel West End di Londra di fronte alla stazione di Londra Victoria. Il teatro nacque come cinema nel 1930 e rimase adibito a quella funzione fino al 1976, prima di essere riconvertito a teatro nel 1981. Da allora il teatro ha ospitato diversi allestimenti di musical di successo e dal 2006 il musical Wicked è in cartellone all'Apollo Victoria Theatre. Storia Progettato dall'architetto William Edward Trent, l'Apollo Victoria Theatre aprì al pubblico nel 1930 come New Victoria Cinema per la catena Gaumont British Picture Corporation. Il teatro fu costruito con due facciate identiche, una su Wilton Road e l'altra su Vauxhall Bridge Road.Le decorazioni degli interni sono in art deco. Il palco misure 22,6m x 7,3m e il backstage conta dieci camerini per il cast e due suites per gli attori principali. Il cinema aprì al pubblico il 15 ottobre 1930 e la sala era provvista anche in un organo da teatro per il cinema muto e il varietà. Il teatro chiuse brevemente dal settembre 1940 al maggio 1941, ma non subì significativi danni durante la battaglia di Inghilterra e il cinema riaprì velocemente. Durante gli anni cinquanta si pensò di demolire il teatro, ma una fitta programmazione di balletti, spettacoli dal vivo e film evitarono il fallimento dell'attività. L'edificio continuò come cinema per gran parte degli anni settanta, prima di chiudere nel 1976. Dopo cinque anni di inattività, il teatro fu trasformato in una sala da concerti rock, a volte usate per le prove da Led Zeppelin. L'Apollo Victoria fu definitivamente convertito a teatro nel 1981, quando fu inaugurato con un concerto di Shirley Bassey. Il teatro cominciò quindi ad ospitare diversi musical, a partire da The Sound of Music, a cui seguirono revival di Camelot (1982-1983) e Fiddler on the Roof (1983). Nel 1984 il teatro fu ristrutturato per ospitare l'elaborato allestimento del musical di Andrew Lloyd Webber Starlight Express. Il musical fu un trionfo di pubblico, tanto da rimanere in scena per quasi diciotto anni e oltre settemila rappresentazioni. Successivamente, il teatro ospitò Bombay Dreams per due anni, tra il 2002 e il 2004, mentre tra il 2004 e il 2006 un adattamento musicale de La febbre del sabato sera rimase in scena all'Apollo Victoria. Dal 2006 il teatro è occupato dal musical Wicked. Note Altri progetti Collegamenti esterni Teatri stabili Teatri di Londra Monumenti classificati di secondo grado
La chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione di Èze (Notre-Dame de l'Assomption d'Èze) è una chiesa di stile neoclassico del XVIII secolo dedicata all'assunzione di Maria. L'edificio è stato classificato come monumento storico di Francia nel 1984. Storia La chiesa è stata ricostruita su una precedente struttura che era crollata fra il 1764 e il 1778 dall'architetto italiano Antonio Spinelli su richiesta del duca Carlo Emanuele III di Savoia e fu consacrata il 17 maggio 1779. La torre dell'orologio fu edificata nel XIX secolo e fu più volte distrutta da incendi che fecero sparire la cupola originaria. Il colore blu sul quadrante dell'orologio richiama il colore della Vergine. L'aspetto neoclassico della facciata della chiesa contrasta con l'interno barocco. Architettura La facciata ocra è di stile neoclassico ad eccezione del rosone centrale e di due doppie colonne greche che terminano con capitelli di stile corinzio. Una unica navata di stile barocca è ritmata da cappelle laterali riccamente decorate. Note Voci correlate Diocesi di Nizza Altri progetti Chiese delle Alpi Marittime Chiese neoclassiche della Francia Chiese barocche della Francia Eza Èze Monumenti storici di Provenza-Alpi-Costa Azzurra
Holothuria impatiens (Forskal, 1775) è una specie della famiglia Holothuriidae. Distribuzione e habitat Specie cosmopolita, vive in quasi tutti i mari tropicali e nel Mar Mediterraneo. Descrizione Ha un corpo cilindrico allungato, molto flessibile e cosparso da tubercoli radi e disposti senz'ordine. Può raggiungere circa 40 cm di lunghezza, ma gli esemplari mediterranei non superano i 16 cm circa. La colorazione è molto varia, con tonalità che vanno dal rossiccio, al marrone, al grigio e di norma il corpo è attraversato da righe orizzontali più scure, o macchie scure, o complessi motivi screziati. La parte ventrale è molto simile da quella dorsale, di norma presenta una colorazione leggermente più chiara, con gli stessi tubercoli del lato dorsale. L'aspetto più peculiare è la bocca che è munita di tentacoli molto particolari, traslucidi, dall'aspetto simile a fiori. Quando l'animale è a riposo questi tentacoli non sono visibili ma quando è in movimento risultano evidenti e rendono l'animale inconfondibile, per lo meno per distinguere questa oloturia dai congeneri mediterranei. Questa oloturia possiede i Tubi di Cuvier, che sono dei lunghi filamenti appiccicosi che vengono espulsi a scopo difensivo, ma in questa specie vengono espulsi molto difficilmente. Specie affini Nel Mediterraneo vivono altre sei specie di Holothuria: Holothuria forskali, Holothuria helleri, Holothuria poli, Holothuria mammata, Holothuria tubulosa, Holothuria sanctori. Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Holothuroidea
Un bianco vestito per Marialé è un film del 1972, diretto da Romano Scavolini. Trama La giovane e bella Marialé è tenuta segregata in casa dal marito Paolo. La coppia abita in un castello, in parte diroccato, circondato da un grande parco. Paolo, in accordo col domestico Osvaldo, impone alla moglie l'assunzione di potenti psicofarmaci: in caso di rifiuto, le vengono somministrati a forza. Un giorno Marialé riesce a manomettere il telefono, bloccato da un lucchetto, invita al castello tre coppie di vecchi amici, che giungono qualche giorno dopo, e tra loro c'è anche Massimo, l'ex fidanzato di Marialé. Paolo, all'oscuro dell'invito, riceve gli ospiti mantenendo un freddo distacco nei loro confronti. Dopo una festa in maschera, un misterioso assassino inizia a uccidere gli ospiti. Questi sono eliminati nelle maniere più disparate: accoltellati, massacrati a martellate, affogati in piscina, sbranati dai cani da guardia, finiti a rasoiate. Il cerchio si stringe attorno a Marialé: al termine restano in vita solo Paolo, Massimo e la stessa Marialé. A questo punto Paolo svela l'arcano: Marialé era tenuta segregata in casa e sedata in quanto pazza, ed è stata lei a uccidere tutti gli ospiti. Colonna sonora In un brano della colonna sonora composta dal maestro Fiorenzo Carpi dal titolo Pelle di luna, è possibile ascoltare una rivisitazione del celebre riff di basso e chitarra elettrica del brano degli Iron Butterfly In a gadda da vida, molto popolare negli anni '70. La stessa cosa, con lo stesso brano degli Iron Butterfly, si riscontra anche nel film L'uomo più velenoso del cobra musicato da Stelvio Cipriani. Collegamenti esterni Film diretti da Romano Scavolini Film gialli
La stagione dei Cleveland Browns è stata la 69ª della franchigia, la 65ª nella National Football League e la seconda con Hue Jackson come capo-allenatore. Avendo terminato col peggior record della lega nella stagione precedente (1-15), i Browns erano in possesso della prima scelta assoluta nel Draft NFL 2017, con cui scelsero il defensive end da Texas A&M Myles Garrett. I Browns sono stati la prima squadra ad essere matematicamente eliminata dalla corsa ai playoff nella settimana 12, estendendo il loro record di franchigia con la 15ª stagione consecutiva senza raggiungere la post-season. La squadra ha terminato al quarto e ultimo posto della AFC North per la settima stagione consecutiva e concluderà la decima stagione consecutiva con un record negativo. Con la sconfitta nel penultimo turno contro i Chicago Bears, i Browns si sono assicurati il peggior record della lega per il secondo anno consecutivo, ottenendo nuovamente la prima scelta assoluta nel Draft NFL 2018. La settimana seguente la squadra è diventata la seconda della storia a terminare con un bilancio di 0-16 dopo i Detroit Lions del 2008. Scelte nel Draft 2017 Staff Roster Calendario Il calendario della stagione è stato annunciato il 20 aprile 2017. Note Gli avversari della propria division sono in grassetto. Premi individuali Pro Bowler Nessun giocatore dei Browns è stato inizialmente convocato per il Pro Bowl 2018. Successivamente, dopo la defezione per infortunio di Ryan Shazier, è stato chiamato il linebacker al secondo anno Joe Schobert che aveva guidato la NFL a pari merito con 144 tackle. Note Altri progetti Collegamenti esterni 2017
Biografia Manishtushu (il cui nome significa "Chi è con lui?") è il figlio di Sargon di Akkad e il padre di Naram-Sin. Succedette al fratello, probabilmente gemello, Rimuš (il cui nome significa "Suo dono", "Suo amato"), a seguito di una congiura di palazzo. Il suo fu regno di pace e tranquillità e ciò è deducibile dal fatto che egli poté allontanarsi molto dalla città di Akkad e affrontare delle spedizioni sia nell'Elam che nel Golfo Persico. Quest'ultima spedizione è stata confermata dal ritrovamento di "tombe" di circa 180 uomini che sono stati uccisi in modo violento e poi però sepolti in modo ordinato. Egli abbandonò il titolo di "Re di Accad" e di lugal-kalam-ma, "Re del paese" (Sumer), e prese il nome di lugal-kiš, da interpretare come "re della totalità" e non re della città di Kiš. Centinaia di anni dopo, nel VII secolo a.C., gli scribi neo-babilonesi dell'ambiente sacerdotale di Sippar, ai tempi del re Nabopolassar, elaborarono un falso testuale, il cosiddetto "Monumento cruciforme di Manishtushu", appartenente al gusto arcaizzante dell'epoca. Note Bibliografia Voci correlate Sargon di Akkad Altri progetti Collegamenti esterni
Carriera La carriera di Adriano Paolucci inizia a livello giovanile nel Roma VBC e poi nella Roma Volley. Fa il suo esordio da professionista nella stagione 1997-98, quando viene promosso in prima squadra e debutta in Serie A1: resta nel club capitolino per cinque stagioni, fino al suo scioglimento nel 2002, vincendo nella stagione 1999-00 lo scudetto e la Coppa CEV. Nel campionato 2002-03 passa all'API Pallavolo Verona, ma lascia il club dopo pochi mesi, terminando la stagione con la Pallavolo Reima Crema, in Serie A2. Continua a giocare dal 2003-04 al 2005-06 nel campionato cadetto per il Salento d'Amare Taviano, vincendo una Coppa Italia di Serie A2. Nelle tre stagioni successive cambia altrettante volte club, giocando nell'ordine per la Marconi Volley Spoleto, la Materdomini Volley di Castellana Grotte ed il Top Team Volley Mantova. Nel campionato 2009-10 viene ingaggiato dalla M. Roma Volley, vincendo la seconda Coppa Italia di Serie A2 della sua carriera ed ottenendo la promozione nella massima serie; continua poi a giocare per il club fino alla sua scomparsa, al termine del campionato 2011-12. Nella stagione 2012-13 torna a giocare in Serie A2, firmando per l'Argos Volley di Sora, mentre nella stagione successiva è ancora una volta nella massima serie con la Sir Safety Umbria Volley di Perugia, dove resta per due annate prima di passare, per il campionato 2015-16 al Junior Volley Civita Castellana, nel campionato cadetto. Nella stagione 2016-17 veste la maglia del BluVolley Verona, in Serie A1. Dopo due annate in massima serie con la formazione scaligera, nel corso del campionato 2018-19 torna a disputare la Serie A2, stavolta con la . Palmarès Club 1999-00 2005-06, 2009-10 1999-00 Altri progetti Collegamenti esterni
Antroponimo Penelope – nome proprio di persona femminile italiano Astronomia Penelope – Asteroide della fascia principale Penelope – cratere da impatto sulla superficie di Teti Cinema Penelope, la magnifica ladra (Penelope) – film del 1966 diretto da Arthur Hiller Penelope – film del 2006 diretto da Mark Palansky Geografia Penelope – località statunitense del Texas Mitologia Penelope – Figura della mitologia greca, moglie di Ulisse. Penelope – Figura della mitologia greca, ninfa madre di Pan. Musica Penelope – opera di Domenico Cimarosa Penelope – opera di Antonio Draghi Pénélope – opera di Gabriel Fauré Penelope – opera di Nicola Jommelli Pénélope – opera di Niccolò Piccinni Penelope – canzone di Lorenzo Jovanotti Penelope – opera di Rolf Liebermann Penelope – singolo di William con la partecipazione di Clever del 2020 Software Penelope – Versione open-source del programma di posta elettronica Eudora, sviluppato insieme alla Fondazione Mozilla Zoologia Penelope – Genere di uccelli dell'ordine dei galliformes
L'ecoregione della taiga della Siberia nord-orientale (codice ecoregione: PA0604) è un'area di «taiga sparsa» situata tra i fiumi Lena e Kolyma in Siberia nord-orientale (Russia). I confini interni dell'ecoregione formano una sorta di mosaico che comprende la parte meridionale della pianura della Siberia orientale, così come le pianure intorno agli altopiani della Siberia orientale, escludendo pertanto le creste e le cime dei monti di Verchojansk e dei monti Čerskij. A sud l'ecoregione è delimitata dalla costa settentrionale del mare di Ochotsk, dove si trovano foreste boreali marittime e foreste continentali situate nell'entroterra. L'ecoregione costituisce uno dei più estesi tratti di foresta boreale vergine del mondo, grazie alla popolazione molto scarsa e alla difficile accessibilità. Si estende principalmente nella Repubblica di Sacha (Jacuzia). Geografia L'ecoregione copre un'area che si estende per circa km da est ad ovest e km da nord a sud. A occidente è delimitata dal fiume Lena, al di là del quale si trova l'ecoregione della taiga della Siberia orientale; a oriente ne segna il confine il fiume Kolyma, che la separa dall'ecoregione della tundra di Bering. A nord di essa si trova una fascia di tundra costiera artica, della larghezza di circa 100 km, che costituisce l'ecoregione della tundra costiera della Siberia nord-orientale. Il mare di Ochotsk, a sud, ne completa i confini, ma all'interno di quest'area i monti di Verchojansk e i monti Čerskij (che costituiscono l'ecoregione della «tundra di montagna Čerskij-Kolyma») limitano la sua estensione alle vallate e alle pianure. La regione appartiene all'ecozona paleartica (nello specifico alla regione euro-siberiana) e copre una superficie di km². I monti di Verchojansk sono una catena montuosa a forma di «L» che corre lungo la riva orientale della Lena prima di svoltare in direzione est-ovest attraverso la parte meridionale dell'ecoregione. I monti Čerskij corrono in direzione nord-ovest/sud-est attraverso la parte centrale della regione. Le loro pendici superiori e le cime sono troppo fredde e asciutte per consentire lo sviluppo delle foreste e della vegetazione di pianura tipiche dell'ecoregione della taiga della Siberia nord-orientale. A est e a nord delle montagne si estende il bacino del fiume Kolyma. Oltre a questo, nell'ecoregione scorrono anche i fiumi Indigirka e Jana. Clima La regione è caratterizzata da un clima della tundra (ET secondo la classificazione dei climi di Köppen), con inverni lunghi e molto freddi e una breve estate calda. Le condizioni sono così estreme da consentire a malapena lo sviluppo di una foresta d'alto fusto. Le precipitazioni sono relativamente scarse e variano dai 150-200 mm annui nella Jacuzia centrale ai 400-500 mm sulle montagne. Flora Le specie arboree dominanti sono il larice (Larix gmelinii) e la betulla bianca (Betula pendula), mentre il sottobosco è costituito da pino nano siberiano (Pinus pumila) e licheni. L'ulteriore sviluppo della foresta è ostacolato dallo strato di permafrost del terreno, dagli inverni terribilmente freddi e dalle precipitazioni relativamente basse. La regione costituisce un grosso serbatoio di anidride carbonica atmosferica. Nelle pianure alluvionali si incontrano comunità floristiche tipiche della steppa, con piante di festuca (Festuca), avena alpina (Helictotrichon), cinquefoglie (Potentilla tollii), Orostachys spinosa, Carex pediformis, ecc. L'ecoregione è una delle regioni floristiche della regione circumboreale. Fauna Gli uccelli acquatici migratori sono comuni nelle zone settentrionali al confine con la tundra: tra questi vi sono l'orchetto marino (Melanitta nigra), l'oca granaiola (Anser fabalis) e l'alzavola del Baikal (Sibirionetta formosa). Al largo della costa rocciosa del mare di Ochotsk si trovano importanti aree di nidificazione per gli uccelli marini. In quest'area sono stati avvistati oltre un milione di esemplari appartenenti a 15 specie diverse e i terreni di nidificazione del chiurlo minore (Numenius minutus) e della rarissima gru siberiana (Leucogeranus leucogeranus) si trovano solo qui. La taiga siberiana ospita anche galliformi, come la pernice bianca nordica (Lagopus lagopus) e la pernice bianca (L. muta), presenti nelle aree di tundra aperta. Le popolazioni di gallo cedrone orientale (Tetrao urogalloides) e di francolino di monte (Tetrastes bonasia) tendono invece ad abitare habitat forestali. Tra i mammiferi più comuni ricordiamo l'alce (Alces alces), il tamia siberiano (Eutamias sibiricus), la lince (Lynx lynx), la donnola siberiana (Mustela sibirica), la volpe rossa (Vulpes vulpes) e l'orso bruno (Ursus arctos). Popolazione L'area è scarsamente popolata; l'unica città è Magadan, sul mare di Ochotsk, mentre più frequenti sono i villaggi di minatori e di taglialegna. Conservazione La regione è relativamente incontaminata e ospita una delle più grandi foreste vergini del mondo. Tuttavia, alcune aree sono destinate all'estrazione mineraria e all'industria del legname. Come per quasi tutte le foreste boreali, gli incendi costituiscono una seria minaccia in estate. Aree protette In questa ecoregione si trovano varie aree protette, tra cui la riserva naturale di Magadan, un'area protetta integrale (zapovednik) che copre una superficie di 782 km². Note Voci correlate Lista delle ecoregioni terrestri Ecoregioni dell'ecozona paleartica
È stato inoltre membro della Westside Connection, trio di hardcore hip hop assieme a Ice Cube e WC, e di conseguenza è stato coinvolto nella rivalità (beef) con il gruppo dei Cypress Hill. Biografia La sua vera e propria carriera da rapper inizia nel 1995 con la firma di un contratto con la Priority Records, all'epoca etichetta numero uno nel panorama delle produzioni West Coast hip hop e gangsta rap. Il 1995 segna anche il suo debutto con l'omonimo album Mack 10, che fissa la sua autorità nel mondo del gangsta rap, anche grazie al singolo Foe Life, scritto e cantato con il rapper Ice Cube, diventato poi un grande street-anthem e seguito dall'altro singolo On Them Thangs. Nel 1996 nasce la Westside Connection, i cui componenti avevano già realizzato primo brano, Westside Slaughterhouse, proprio nell'album di esordio di Mack 10. Ufficializzata la Westside Connection, uno dei primi brani registrati è "Bow Down", dedicato all'inimicizia tra east e west coast. Il secondo progetto solista di Mack 10 è Based On A True Story, del 1997, accompagnato dal singolo Backyard Boogie che aiuta il disco a salire fino alla numero 14 della Billboard Album Chart. Dai critici e dagli ascoltatori amanti dell'hip hop l'album è considerato il miglior prodotto di Mack 10, anche grazie a collaborazioni rade ma pesanti: Ice Cube, Snoop Dogg, E-40; le produzioni sono di Ant Banks o Soopafly. Nel 1998 Mack 10 pubblica Recipe, che inverte la precedente tendenza farcendo il disco di featuring: Mystikal, Master P, Jermaine Dupri, Ol' Dirty Bastard ed altri nomi, tanto che solo in un brano il rapper californiano canta da solo. Fonda poi la Hoo Bangin', label di sua proprietà, e nel 1998 promuove la pubblicazione di Mack 10 Presents The Hoo Bangin' Mix Tape Vol. 1, contenente esponenti della sua etichetta, ma il tentativo di promozione ottiene scarso successo e viene considerato l'atto iniziale di una parabola discendente che ha come altri passi fondamentali la scarsa considerazione di critica e pubblico per il suo terzo album The Paper Route, e lo scioglimento del contratto con la Priority. Mack 10 firma successivamente per la Cash Money Records, ma l'influenza del Dirty South sul rapper californiano crea una confusione che riceve pareri freddi, come nel 2001 all'uscita del suo Bang Or Ball, malgrado alcuni brani ben congegnati. Dopo una serie di collaborazioni (Deviossi, Custeau, Techniec e K-Mec) ritrova la via del successo con L.A. For Ya, diventato uno dei brani più rappresentativi dell'intera west coast, passato in radio e persino durante le partite dei Lakers e dei Clippers. Tra il 2002 ed il 2005 ha realizzato ancora tre album: Mack 10 Presents Da Hood, Ghetto, Gutter and Gangster ed Hustla's Handbook, che non hanno superato la posizione numero 65 della classifica statunitense. Discografia Mack 10 (1995) Based on a True Story (1997) The Recipe (1998) The Paper Route (2000) Bang or Ball (2001) Mack 10 Presents da Hood (2002) - collaborativo Ghetto, Gutter & Gangsta (2003) Hustla's Handbook (2005) Soft White (2009) Filmografia I'm Bout It (1997) come Cugino di Perry Random Acts of Violence (2002) come Lynch Thicker Than Water (1999) come DJ Cutthroat Alley (2003) come Brian Stokes Halloween House Party (2005) Apocalypse and the Beauty Queen (2005) come D.K. Collegamenti esterni Biografia di Mack 10 su allmusic.com Biografia di Mack 10 su NNDB
La boza, anche bosa (dal turco: boza), è una bevanda fermentata popolare in Turchia, Kazakistan, Kirghizistan, Albania, Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, parti della Romania, Serbia, Ucraina, Polonia e Lituania. È una bevanda di malto, originariamente a base di miglio, ingrediente base ancora usato (insieme al grano) in Bulgaria e Romania: si produce anche con mais e grano in Albania, e con grano fermentato in Turchia. Essa possiede una bassa gradazione alcolica (di solito circa l'1%). Ci sono diversi tipi di boza, i più importanti dei quali sono la boza turca (densa e dolce), e quelle bulgara e albanese (diluite e più acidule). Etimologia Etimologicamente, si presume che la parola boza abbia un'origine turco-chagatai o persiana (mentre in turco-chagatai boza significa 'bevanda fatta di latte di cammello', büze è il termine persiano usato per miglio). L'etimo bulgaro boza, noto anche dalla bevanda proto-bulgara buzá, "una bevanda grigia come il kvas", è preso in prestito dal turco e forse la fonte dell'inglese booze, "una bevanda alcolica" attraverso la lingua romaní (cfr. anche turco-chagatai, turco ottomano, ecc., boza e chuvash pora, la sua controparte in turco oghuro, che potrebbe in definitiva essere la fonte della parola germanica beer). Abbastanza notevolmente, il greco moderno μπούζα búza, ovviamente un prestito tardivo, si riferisce all'arbusto Viburnum opulus. Esso potrebbe essere un prestito dallo slavo meridionale (anche se le forme slave meridionali sembrano riflettere solo * bьзь (* b'z ')), oppure potrebbe provenire direttamente dal turco con un significato non ivi attestato, dopo aver sostituito il nome per la stessa pianta come precedentemente accadde in slavo. Storia La determinazione accurata dell'origine della boza è difficile, poiché bevande alcoliche a base di miglio erano già note ad alcune civiltà antiche (Babilonesi, Egizi). Bevande fermentate di cereali (generalmente miglio) furono prodotte dagli abitanti dell'Anatolia e della Mesopotamia fin dal IX o l'VIII millennio a.C., e Senofonte menzionò nel IV secolo a.C. come la gente del posto conservava e raffreddava i preparati in vasi di terracotta che venivano sepolti. Ci sono riferimenti che menzionano una "bevanda fermentata (macinata) di miglio "simile alla boza" in testi accadi e sumeri; si dice che la bevanda si chiamasse rispettivamente arsikku e ar-zig. Nel caso della Boza, vari autori spesso si riferiscono a un'origine centroasiatica. Da qui la bevanda fu portata in Anatolia da tribù nomadi. Fra queste, i turchi selgiuchidi chiamavano bevande simili alla birra bekni. Il viaggiatore arabo Ibn Battuta riferì della boza dei turchi dell'Asia centrale quando nel XIV secolo visitò la regione. Nell'impero ottomano, la produzione di boza era un'importante attività commerciale, e furono fondati molti locali di produzione e di consumo (chiamate bozahâne). Lo scrittore di viaggi ottomano Evliya Çelebi, il quale percorse quasi in tutto il mondo allora conosciuto, ha spiegato nel primo volume ("Istanbul") del suo Seyahatname ("Diari di viaggio"), che solo a Istanbul c'erano 300 negozi di boza che impiegavano oltre un migliaio di persone. La boza era anche la bevanda preferita dei giannizzeri. La bevanda conteneva solo un basso livello di alcol, quindi fintanto che non veniva consumato in quantità sufficiente a causare ubriachezza, era tollerato come bevanda per riscaldare e rinforzare i soldati. Ancora Evliya Çelebi scrive: "Questi produttori di boza sono numerosi nell'esercito: bere abbastanza boza per provocare l'intossicazione è peccaminoso ma, a differenza del vino, in piccole quantità non è condannato. " In tempo di guerra, un bozacı - il produttore di boza - seguiva sempre le truppe e quindi ne assicurava la fornitura. Sotto Selim III venne lanciata sul mercato una versione con oppio, la cosiddetta "boza tartara": a questo proposito, sempre Evliya Çelebi racconta di persone divenute dipendenti a causa della Boza, le quali "non venivano mai morse da cani randagi", perché avevano sempre con sé un bastone da passeggio a causa della loro andatura instabile. Sotto Mehmed IV, tutte le bevande alcoliche, comprese quelle a basso tenore di alcol come la boza, vennero vietate, anche se senza successo. Il sultano inoltre fece chiudere tutti i negozi di boza. Questo divieto venne rafforzato e poi allentato più volte nel corso della storia dell'impero. Con il dominio ottomano, la boza arrivò nei Balcani, soprattutto in Bulgaria e Romania dove è conosciuta rispettivamente come боза e bragă. Prima della diffusione dei negozi di dolciumi bulgari (sladkarnitsa), dove la boza veniva spillata da grandi contenitori in capaci bicchieri, i venditori ambulanti di Boza erano diventati parte di ogni strada cittadina. Poiché molti di questi venditori ambulanti erano albanesi, in Bulgaria si crede che la boza sia una bevanda albanese. Nella città bulgara di Radomir, che nel XVIII secolo era uno dei centri della produzione di boza, c'è un monumento in onore dei venditori ambulanti di boza. Anche nelle province ottomane mediorientali come per esempio l'Egitto si consumava boza. Qui essa viene prodotta in parte con una maggiore percentuale di alcol (fino al 7%), e a volte viene chiamata boza una bevanda simile a base di liquirizia. Nel diciannovesimo secolo, la boza dolce e non alcolica preferita nel palazzo imperiale ottomano divenne sempre più popolare, mentre il tipo aspro e alcolico di boza passò di moda. Nel 1876, i fratelli Haci Ibrahim e Haci Sadik fondarono un negozio di boza, il Vefa bozacısı, nel quartiere storico di Vefa a Istanbul, vicino all'allora centro di intrattenimento, Direklerarası. Questa boza, con la sua consistenza densa e il sapore dolce, divenne famosa in tutta la città: essa veniva consumata in passato nel palazzo imperiale e, non ultimo, da Mustafa Kemal Atatürk. L'azienda è ora gestita dai pronipoti di Haci Sadik e di Haci Ibrahim, ed è l'unico negozio di boza risalente a quel periodo ancora in attività oggi. A differenza della versione spesso piuttosto acida e diluita, prodotta ancora fra l'altro in Bulgaria o Albania, questo tipo della boza è più densa e più dolce. Insieme a essa si mangiano spesso ceci arrostiti, che si possono acquistare in un negozio di fronte. L'autore turco Orhan Pamuk ha immortalato la boza nel suo romanzo La stranezza che ho nella testa. Il protagonista, Mevlut, arriva dalla provincia anatolica a Istanbul negli anni '60. Qui si guadagna da vivere per sé e la sua famiglia con la vendita ambulante di boza. Produzione e consumo Originariamente la boza veniva preparata con il miglio. Tuttavia, possono essere utilizzati tutti i tipi di cereali. La fermentazione produce acido lattico ed etanolo, il prodotto finito contiene tra 0,6 e 1% di alcol. La qualità delle porzioni è diversa, poiché l'agente di fermentazione è abbastanza eterogeneo nelle proporzioni batteri / lievito. A seconda della variante essa viene anche ulteriormente addolcita. Misurando campioni di boza ottenuti da farina di mais, grano e riso, ricercatori hanno determinato una media del 12,3% di zucchero totale, 1,06% di proteine e 0,07% di grassi. A seconda della consistenza, la boza ha un colore bianco-marrone e una consistenza liquida o viscosa. La bevanda è molto nutriente e viene offerta a prezzi ragionevoli. I più vecchi poster pubblicitari in Bulgaria avevano come soggetto bambini ben nutriti e con le guance rosse per il consumo di boza. Nei Balcani si beve in ogni stagione, specialmente a colazione insieme alla Banitsa. In Turchia, fino all'introduzione della tecnologia della refrigerazione essa era una tipica bevanda invernale. Adesso si può comprare al supermercato tutto l'anno, ma a causa del suo (anche se basso) contenuto di alcol non è certificata ḥalāl. Note Altri progetti Bevande alcoliche Bevande a base di cereali Bevande turche Cucina ottomana Cucina kirghisa Cucina kazaka
La furia di un uomo - Wrath of Man (Wrath of Man) è un film del 2021 diretto da Guy Ritchie. Remake del film francese del 2004 Le Convoyeur, diretto da Nicolas Boukhrief, la pellicola segna la quarta collaborazione tra il regista Ritchie ed il protagonista Jason Statham dopo Lock & Stock - Pazzi scatenati (1998), Snatch - Lo strappo (2000) e Revolver (2005). Trama A Los Angeles, una rapina a un furgone blindato lascia due guardie e un passante morti. Questo innesca una reazione a catena di eventi Cinque mesi dopo la rapina, Patrick Hill si unisce alla Fortico Security come guardia di un camion blindato. Il suo manager Terry elogia le sue referenze e l'allenatore della compagnia "Bullet" lo soprannomina "H". Hill supera a malapena il suo addestramento e inizia in modo difficile con i suoi colleghi, tra cui "Boy Sweat" Dave e Dana Curtis. Durante un ritiro di oltre 2 milioni di dollari in contanti, Bullet viene preso in ostaggio. Hill convince un Dave in preda al panico a soddisfare le richieste dei ladri, prima di sbarazzarsi dell'intero equipaggio con abilità di tiro esperta ed efficienza spietata. Interrogato dagli agenti dell'FBI che indagano sulla prima rapina, Hill viene assegnato al lavoro d'ufficio per precauzione, ma l'amministratore delegato di Fortico lo riporta a lavorare sul campo. Gli investigatori lo identificano con il loro superiore, l'agente King, come qualcuno a cui l'FBI dà la caccia da 25 anni, ma King dice loro di lasciare in pace Hill. Un socio consegna a Hill un dossier con i file dei dipendenti Fortico, le foto della famiglia di Dana e un rapporto dell'autopsia. Tre mesi dopo, Hill e Bullet vengono assaliti a Chinatown, ma i ladri fuggono alla vista di Hill. Bullet e Dave condividono i loro sospetti su Hill, che interroga Dana sotto la minaccia delle armi sulla sua scorta di 125.000 dollari. Afferma di aver rubato i soldi da un ritiro in un negozio di liquori e Hill mostra le sue foto dei suoi genitori, minacciandoli se nasconde informazioni. Cinque mesi prima di entrare in Fortico, il giorno della prima rapina, Hill è con il figlio Dougie. Rivelato di lavorare con una squadra di rapinatori, Hill accetta a malincuore di monitorare il percorso del camion blindato, lasciando Dougie in macchina. Un altro gruppo di ladri dirotta il camion e individua Dougie nelle vicinanze. Tornando di corsa da suo figlio, Hill osserva mentre Dougie viene giustiziato e viene colpito a sua volta e lasciato per morto. Tre settimane dopo, Hill si sveglia in ospedale. Incolpandolo per la morte di Dougie, sua moglie lo lascia. Si incontra con King, che gli fornisce un elenco di possibili sospetti e accetta di chiudere temporaneamente un occhio. Hill è in realtà Mason Hargreaves, un famigerato Signore del crimine; determinati a trovare l'assassino di Dougie, Hargreaves ei suoi uomini - guidati da Mike, Brendan e Moggy - uccidono quasi tutti sulla lista di King, senza risultati. Mike esprime le sue preoccupazioni per le ritorsioni e Hargreaves accetta di rimanere nascosto a Londra, ma invece assume l'identità di Patrick Hill e si unisce a Fortico per continuare lui stesso la caccia. È stato lo stesso equipaggio di Hargreaves a tentare la rapina a Chinatown, finché Mike non lo ha riconosciuto. Qualche tempo prima della prima rapina, un gruppo di scontenti veterani dell'Afghanistan - Carlos, Sam, Brad, Tom, Jan e il loro ex sergente Jackson - decidono di diventare ladri. Derubano il ricco cliente di Carlos, ottenendo solo poche centinaia di migliaia di dollari. Con l'aiuto di una guardia non identificata che ha prestato servizio sotto Jackson, portano a termine una rapina più ambiziosa di un camion blindato. Successivamente, Hargreaves ed i suoi uomini li aiutano a organizzare la rapina al Fortico; ignaro dell'identità di Hargreaves, Jan spara inutilmente alle guardie, Dougie e Hargreaves, che vede la faccia di Jan. Cinque mesi dopo, i veterani si riuniscono per rubare oltre 150 milioni di dollari dal deposito di Fortico durante il weekend del Black Friday. Bullet rivela ad Hargreaves di essere l'uomo interno di Jackson, minacciandolo di collaborare. L'equipaggio prende in ostaggio il deposito, ma scatta un allarme; nello scontro a fuoco che ne segue, Bullet uccide Dana e Dave, e Hargreaves uccide molti dei ladri. Fuggendo con Bullet e Jackson, Jan li uccide per scappare da solo con i soldi. Jan trova un telefono in uno dei sacchi di denaro, messo da Hargreaves per rintracciarne la posizione. Hargreaves lo affronta con il rapporto dell'autopsia di Dougie, sparandogli negli stessi punti in cui ha sparato a Dougie. Abbandonando i soldi, Hargreaves dice a King che il suo compito è terminato e viene portato via da uno dei suoi uomini. Produzione Nell'ottobre 2019 viene annunciato il remake del film francese del 2004 Le Convoyeur con Guy Ritchie alla regia e Jason Statham protagonista. Le riprese del film sono iniziate nel novembre 2019 e si sono svolte tra Londra e Los Angeles. Promozione Il primo trailer del film è stato diffuso il 29 marzo 2021. Distribuzione Il film, inizialmente previsto per il 15 gennaio 2021, è stato posticipato a causa della pandemia di COVID-19, prima al 23 aprile 2021, poi definitivamente al 7 maggio 2021. In Italia arriva direttamente su Prime Video dal 27 dicembre 2021. Accoglienza Incassi Nel primo fine settimana di programmazione nelle sale statunitensi, il film si posiziona al primo posto del botteghino con un incasso di 8,1 milioni di dollari. Critica Sull'aggregatore Rotten Tomatoes il film riceve il 66% delle recensioni professionali positive con un voto medio di 6,2 su 10 basato su 248 critiche, mentre su Metacritic ottiene un punteggio di 57 su 100 basato su 38 critiche. Riconoscimenti 2022 - Critics' Choice Awards Candidatura per il miglior film d'azione Note Collegamenti esterni Film thriller d'azione Film remake Film diretti da Guy Ritchie Film girati a Londra Film girati in California Film Metro-Goldwyn-Mayer Film ambientati a Los Angeles
Soprannominato Il Professore per la sua carriera accademica, è stato docente universitario di Economia e politica industriale all'Università di Bologna, nel 1978 Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato nel Governo Andreotti IV, presidente dell'IRI dal 1982 al 1989 e dal 1993 al 1994, presidente della Commissione europea dal 1999 al 2004 (Commissione Prodi) e dal 17 gennaio al 6 febbraio 2008 Ministro della giustizia ad interim. Fondatore e leader de L'Ulivo, dal 23 maggio 2007 è stato presidente del Comitato nazionale per il Partito Democratico, e con la fondazione di quest'ultimo ne è stato Presidente dell'Assemblea Costituente Nazionale dal 14 aprile 2007 al 16 aprile 2008. Il 1º settembre 2008 ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli. Dal 12 settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Nell'ottobre 2012 è stato nominato Inviato Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per il Sahel. Dal 21 febbraio 2014 è presidente dell'International advisory board (Iab) di Unicredit. Collabora come editorialista con Il Messaggero. Biografia Note familiari È l'ottavo dei nove figli di Mario Prodi, ingegnere, e di Enrichetta Franzoni, maestra elementare. La famiglia era composta da sette fratelli e da due sorelle: Giovanni (1925-2010), Maria Pia (1926), Giorgio (1928-1987), Fosca (1931), Paolo (1932-2016), Quintilio (1935-2023), Vittorio (1937) e Franco (1941). La maggior parte dei fratelli sono, o sono stati, docenti universitari: Giovanni Prodi di analisi matematica, Vittorio Prodi di fisica (oltre che europarlamentare), Paolo Prodi di storia moderna, Franco Prodi di fisica dell'atmosfera, Giorgio Prodi di patologia generale. Nel 1969 si è sposato, in una celebrazione presieduta dall'allora sacerdote (e poi cardinale) Camillo Ruini, con Flavia Franzoni, a quel tempo studentessa e in seguito divenuta economista e docente universitaria. Dal matrimonio sono nati due figli, Giorgio e Antonio. Attività accademica e culturale Iniziò i suoi studi al liceo classico Ariosto di Reggio Emilia. Dopo aver vinto una borsa di studio per il Collegio Augustinianum, s'iscrisse all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano dove si laureò poi con lode nel 1961 in Giurisprudenza, presentando una tesi sul protezionismo nello sviluppo dell'industria italiana con Siro Lombardini. Approfondì i suoi studi a Milano, Bologna e alla London School of Economics, sotto la supervisione di Basil Yamey. Nel 1963 iniziò la sua carriera accademica come assistente di Beniamino Andreatta alla cattedra di economia politica della facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bologna. Con quest'ultimo, fece parte del comitato scientifico dell'Istituto lombardo di studi economici e sociali, quale ricercatore. Nel 1973 all'Università degli Studi di Trento, il cui rettore era all'epoca il fratello Paolo Prodi, ebbe l'incarico per l'insegnamento di "Economia e politica industriale", l'anno successivo l'Università di Harvard negli Stati Uniti lo chiamò come visiting professor. Come professore ordinario, tenne la cattedra di "Economia politica e industriale" all'Università di Bologna fino al 1999. È stato anche visiting professor presso lo Stanford Research Institute. Ha insegnato presso il Johns Hopkins University - SAIS - Bologna Center. Il 6 febbraio 2009 è stato nominato professore presso l'Istituto di Studi Internazionali della Brown University. I temi delle sue ricerche hanno riguardato principalmente lo sviluppo delle piccole e medie imprese, dei distretti industriali e la politica contro i monopoli. In un secondo momento si è anche interessato delle relazioni fra Stato e Mercato e della dinamica dei diversi modelli di capitalismo. Fra il 1974 e il 1978 ha presieduto la casa editrice il Mulino, nel 1982 divenne direttore delle riviste Energia e L'Industria. Nel 1981 ha fondato Nomisma, una società di studi economici e consulenza. Ha collaborato con i maggiori quotidiani nazionali tra cui il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore con numerosi articoli ed editoriali e inoltre è stato conduttore nel 1992 di una serie di trasmissioni su Rai Uno: Il tempo delle scelte, in cui teneva delle vere e proprie lezioni di economia. È membro del comitato consultivo del Torino World Affairs Institute (T.wai). Il 6 giugno 2021, in occasione della commemorazione della morte di Camillo Benso Conte di Cavour, è stata annunciata l'assegnazione del Premio Cavour 2021 a Prodi. Attività politica e amministrativa Nel 1963 si affacciò per la prima volta in politica, venendo eletto consigliere comunale a Reggio Emilia per la Democrazia Cristiana, ma dopo poco tempo lasciò per le difficoltà a conciliare l'impegno amministrativo con quello accademico a Bologna. Negli anni settanta ebbe un primo incarico manageriale come presidente della Maserati e della società nautica Callegari e Ghigi, imprese in difficoltà gestite dall'istituto finanziario pubblico GEPI allo scopo di risanarle. Successivamente è stato Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato dal novembre 1978 fino al marzo 1979, nel quarto Governo Andreotti. Promosse da ministro un decreto legge che porta il suo nome (legge Prodi), volto a regolamentare la procedura di amministrazione straordinaria dello Stato per il salvataggio delle grandi imprese in crisi. Nominato da Giovanni Spadolini, nel periodo dal 1982 fino al 1989 fu presidente dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI), allora il maggiore ente pubblico che controllava varie società di rilievo operanti nel mercato in diversi settori economici e che in quel momento si trovava in forti difficoltà economiche. La nomina di un economista (seppur sempre politicamente di area democristiana, come il predecessore Pietro Sette) alla guida dell'IRI costituiva in effetti un segno di discontinuità rispetto al passato. La ristrutturazione dell'IRI durante la presidenza Prodi portò a: la cessione di 29 aziende del gruppo, tra le quali la più grande fu l'Alfa Romeo, privatizzata nel 1986; la diminuzione dei dipendenti, grazie alle cessioni e a numerosi prepensionamenti, soprattutto nella siderurgia e nei cantieri navali; la liquidazione di Finsider, Italsider e Italstat; lo scambio di alcune aziende tra STET e Finmeccanica; la tentata vendita della SME al gruppo CIR di Carlo De Benedetti, operazione che venne fortemente ostacolata dal governo di Bettino Craxi. Fu organizzata una cordata di imprese, comprendente anche Silvio Berlusconi, che avanzarono un'offerta alternativa per bloccare la vendita. L'offerta non venne poi onorata per carenze finanziarie, ma intanto la vendita della SME sfumò. Prodi fu accusato di aver stabilito un prezzo troppo basso (vedi vicenda SME). Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi si fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò Enrico Cuccia affermò: È comunque indubbio che in quegli anni l'IRI aveva per lo meno cessato di crescere e di allargare il proprio campo di attività, come invece aveva fatto nel decennio precedente, e per la prima volta i governi cominciarono a parlare di "privatizzazioni". Nel 1993, in seguito alla caduta del primo governo Amato, fu in lizza, assieme a Mario Segni e Carlo Azeglio Ciampi, per l'incarico di Presidente del Consiglio a capo di un governo tecnico. Tale carica fu però assegnata all'allora Governatore della Banca d'Italia Ciampi, che richiamò Prodi a guidare l'IRI, allora settimo conglomerato al mondo per dimensioni con oltre 67 miliardi di dollari di fatturato, nonostante la prima fase di smobilitazione delle sue partecipazioni. Alla guida dell'Iri Prodi operò una serie di privatizzazioni di diverse società del gruppo. È inoltre membro del comitato esecutivo dell'Aspen Institute Italia. Esordi in politica Allievo di Beniamino Andreatta, aderì alle correnti riformiste della Democrazia Cristiana ed ebbe buoni rapporti con Giulio Andreotti. Fu proprio quest'ultimo che lo scelse nel 1978 come Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato. Anche se non volle mai diventare un vero e proprio militante dello Scudo Crociato (il suo risultava infatti un ministero "tecnico") Prodi, così come i capi della corrente "morotea" (Aldo Moro e Benigno Zaccagnini su tutti) e come Amintore Fanfani, non fu ostile né al Compromesso storico tra DC e PCI né alla partecipazione diretta dei comunisti al governo. La sua azione economico-manageriale trovò l'appoggio del governo guidato da Ciriaco De Mita. Fu Giovanni Spadolini a collocare Romano Prodi ai vertici dell'IRI nel 1982. Il 25 maggio 1994 Prodi si reca a Palazzo Chigi per un colloquio di un'ora col nuovo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il presidente dell'IRI ha probabilmente deciso di dimettersi ritenendo esaurito l'incarico di risanamento ricevuto l'anno prima da Ciampi, ma le dimissioni saranno formalizzate il 31 e rese effettive dal 22 luglio. Dopo l'IRI, l'11 agosto Prodi annuncia alla Gazzetta di Reggio l'intenzione di entrare in politica: «Adesso ho mente e animo liberi. Un impegno in politica diventa un dovere, vista la situazione». Pochi mesi prima aveva rifiutato la proposta del neonato PPI di candidarsi alle elezioni europee. Nascita de L'Ulivo La politica italiana, in seguito alla scomparsa dei principali partiti di riferimento che ne avevano segnato la storia repubblicana, come la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano, volgeva in quegli anni ormai verso la prospettiva del bipolarismo, dopo l'esperienza delle elezioni politiche del 1994, in cui aveva prevalso la coalizione guidata da Silvio Berlusconi, andata in crisi dopo pochi mesi. A tale alleanza di centro-destra si opponevano una coalizione centrista Patto per l'Italia (PPI-Segni-PSDI-PRI) ed una di sinistra Alleanza dei Progressisti (PDS-PRC-PSI-Verdi-RS-CS-AD). In seguito alla sconfitta del '94 tra i partiti della sinistra riformista e le forze del centro italiano, si svilupparono rapporti di consultazione politica. Dopo la caduta del Governo Berlusconi I nel dicembre 1994, tuttavia, l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati da Lamberto Dini, che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistra formata da Progressisti (meno Rifondazione Comunista), PPI e Lega Nord. La fine del Governo Dini nel 1996 portò dunque a nuove elezioni, nelle quali lo stesso Dini si presentò con un suo partito di natura moderata e centrista: Rinnovamento Italiano, che scelse di entrare subito nel nascente schieramento di centro-sinistra. Dall'unione della maggior parte delle forze di centro (esclusi solo i settori centristi di Forza Italia e il CCD-CDU) e le forze della sinistra riformista, nacque una nuova coalizione di "centro-sinistra". Questa era così formata da partiti moderato-riformisti di centro e centrosinistra (PPI, RI, AD, La Rete, PSI) alleati con partiti collocati nell'ambito della sinistra moderata e democratica (Rinascita Socialista, Verdi, Cristiano Sociali, PDS). Tale coalizione riconobbe come proprio leader l'ex Presidente dell'IRI ed ex Ministro dell'industria Prodi, da sempre vicino ai settori riformisti e "morotei" della Democrazia Cristiana e perciò ben visto tanto dai settori centristi quanto da quelli di sinistra dello schieramento. Il 13 febbraio 1995 Prodi lanciò quindi il suo movimento, L'Ulivo, che nel giro di un anno divenne il nome di un'alleanza fra il centro e la sinistra e che vide proprio nella candidatura di Prodi a Presidente del Consiglio l'espressione di quel dialogo fra cattolici e laici che s'intendeva proporre al Paese in alternativa alle destre. Ottenne subito l'adesione alla sua candidatura di Mariotto Segni (con la formazione di un gruppo parlamentare dedicato all'unione proposta di più forze politiche, riunente liberali, repubblicani, socialisti), quindi del Partito Democratico della Sinistra di Massimo D'Alema, del Partito Popolare Italiano di Gerardo Bianco, dei Verdi. Questi dunque, come leader del centro-sinistra italiano, siglò accordi di desistenza con il principale partito dell'area della sinistra radicale, PRC (che comunque rimaneva fuori dall'alleanza) e portò la sua coalizione alla vittoria nelle elezioni politiche del 1996. Così per la prima volta in Italia si creava un unico blocco, che oltre ai tradizionali eredi delle culture socialista, socialdemocratica, cattolico-popolare e liberale, coinvolgeva anche i post-comunisti e gli ambientalisti. Il Governo Prodi I che si formò ebbe una composizione ulivista e d'indipendenti e si avvalse di un appoggio esterno da parte di Rifondazione Comunista. Primo governo Prodi Il programma politico di Prodi prevedeva la continuazione del lavoro di risanamento della situazione economico-finanziaria italiana, che i predecessori Amato, Ciampi e Dini avevano iniziato. Con l'obiettivo di includere l'Italia al progetto della moneta unica europea, che richiedeva il rispetto di precisi parametri economici, difficile da raggiungere poiché l'Italia era da qualche anno uscita dal Sistema Monetario Europeo (vi rientrò nel novembre del 1996 dopo le politiche di risanamento dei ministri Visco e Ciampi). Visco varò una complessa riforma fiscale che eliminava alcune imposte (fra cui la patrimoniale sulle imprese) e tutti i contributi sanitari, introduceva l'Irap razionalizzava il sistema sanzionatorio, cambiava la riscossione e introduceva il modello di dichiarazione Unico che consentiva la compensazione fra debiti e crediti di imposta, procedette a una radicale riorganizzazione dell'amministrazione finanziaria, istituendo le Agenzie fiscali (Entrate, Dogane, Territorio e Demanio) rendendo autonoma l'Amministrazione dei Monopoli di Stato e varando la normativa di privatizzazione della produzione di sigari e sigarette. Visco condusse una campagna contro l'evasione fiscale che consentì il recupero di quote significative di imposte occultate, dall'altro gli costò l'ostilità di alcune categorie di contribuenti abituate alla tradizionale tolleranza. Queste politiche consentirono al Governo Prodi una drastica riduzione del disavanzo pubblico, portato sotto la soglia prescritta del 3 per cento (fu del 2,7) grazie anche ad un recupero di evasione fiscale pari a 0,5 punti di Pil in assenza del quale il disavanzo sarebbe stato del 3,2 per cento. Si riuscì quindi a raggiungere il principale parametro del Trattato di Maastricht. Per rientrare nei parametri europei fu anche deciso un contributo straordinario, chiamato anche "eurotassa" o "tassa per l'Europa", commisurata ai redditi delle persone, che venne in seguito per il 60% restituita nel 1999. Col cosiddetto pacchetto Treu il governo guidato da Prodi inaugurò una stagione di continue riforme del mercato e del diritto del lavoro favorite anche dall'utilizzo del sistema della concertazione introdotta nell'azione di governativa dal precedente governo presieduto da Ciampi. Con questa legge il lavoro interinale e altre forme contrattuali di lavoro atipico ottennero il riconoscimento legislativo da parte dell'ordinamento italiano. Grazie all'azione del Ministro delle poste e delle telecomunicazioni Antonio Maccanico, sotto il governo di Prodi venne varata una nuova Authority indipendente, denominata Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Nel gennaio 1997 il Ministro della pubblica istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica Luigi Berlinguer propose un Documento di discussione sulla riforma dei cicli di istruzione; allo stesso anno risale la riforma dell'esame di maturità. Da ricordare l'operato del Ministro dell'ambiente Edoardo Ronchi del governo Prodi che, tramite l', introdusse la prima legge quadro italiana sulla regolamentazione del settore rifiuti con l'istituzione del formulario di identificazione dei rifiuti e al modello unico di dichiarazione ambientale. Ad opera del Ministro per i beni culturali e ambientali Walter Veltroni venne varato il meccanismo di assegnazione delle risorse provenienti dalle estrazioni del Lotto per finanziare il restauro dei beni culturali lanciando inoltre l'apertura dei musei anche la sera; il governo procedette poi ad un riassetto della pubblica amministrazione tramite le diverse leggi Bassanini (promosse dall'allora ministro Franco Bassanini). Nel 1998 fu approntata la nuova normativa in materia di commercio che, nel rivedere la legge del 1971, dispose l'abolizione delle tabelle merceologiche e, per la maggioranza degli esercizi, la soppressione dell'obbligo di iscrizione al Registro Esercenti il Commercio (REC). Il testo, difeso dall'allora ministro dell'industria Pier Luigi Bersani, fu criticato dalle opposizioni, secondo le quali la riforma avrebbe avvantaggiato soprattutto la grande distribuzione organizzata. Sempre nel 1998 fu approvata la riforma della disciplina dell'immigrazione, la legge Turco-Napolitano (proposta dal Ministro dell'interno Giorgio Napolitano e dal ministro della solidarietà sociale Livia Turco); la legge, peraltro, introdusse nell'ordinamento il reato di reingresso illegale nel territorio dello Stato da parte dello straniero in precedenza espulso. Con Beniamino Andreatta ministro della difesa si operò la riforma degli Stati Maggiori e si ricevette dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il ruolo di guida durante la Missione Alba (un'operazione di peacekeeping e d'aiuto umanitario all'Albania interamente gestita da forze europee), fu abolita la leva obbligatoria modificando anche il servizio civile. Venne proposta l'idea di creare una forza di difesa internazionale europea. Fine del governo Il suo governo si concluse nell'ottobre 1998 sfiduciato per un voto alla Camera dei deputati in seguito al ritiro dell'appoggio di una parte del gruppo di Rifondazione Comunista, in rottura con la linea politica della coalizione dell'Ulivo, durante le fasi di approvazione della nuova legge finanziaria. La crisi di governo si risolse con la successione a Massimo D'Alema, mantenendo una continuità di indirizzo politico e con diversi ministri che vennero confermati nel proprio ruolo. L'esclusione di Prodi creò una crisi all'interno della coalizione dell'Ulivo, e nel febbraio 1999 Prodi fondò I Democratici, un movimento politico avente lo scopo di unire in un unico partito coloro che si riconoscono nell'Ulivo. Nel marzo del 1999 Romano Prodi fu nominato Presidente della Commissione europea, lasciando quindi la guida del nuovo movimento, che partecipando all'elezioni europee raccolse il 7,8% dei consensi. Commissione Europea e ritorno in Italia Designato dai governi europei alla Commissione europea, venne accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei popolari e socialdemocratici. Durante la sua presidenza avvennero alcune innovazioni nell'Unione: il 1º gennaio 2002, l'entrata in vigore dell'Euro come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1º maggio 2004 l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Ungheria; il 29 ottobre 2004, la firma a Roma della Costituzione europea. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi, in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "mandato d'arresto europeo"). Terminato il suo mandato, Prodi ritornò a dedicarsi alla politica italiana, e venne scelto da tutti i partiti della coalizione del centro-sinistra come leader dell'Unione e candidato a Presidente del Consiglio alla convention del 14 febbraio 2004 al PalaLottomatica di Roma. Questa coalizione debuttò vittoriosamente in occasione delle elezioni regionali del 2005: nelle quali l'Unione si affermò in 12 delle 14 regioni interessate al voto. Secondo governo Prodi Elezioni politiche del 2006 Il 16 ottobre 2005 si svolsero le elezioni primarie per la scelta "ufficiale" del capo della coalizione per le elezioni dell'anno seguente. Prodi propose questo tipo di consultazione, mai prima di allora avvenuta in Italia, pur godendo del sostegno degli apparati burocratici dei maggiori partiti dell'Unione, per avere un'investitura diretta da parte dell'elettorato di centro sinistra come guida della coalizione e quindi futuro presidente del consiglio. Prodi si impose con una forte maggioranza, ottenendo il 74,1% dei consensi (su oltre 4 milioni di voti) e distanziando gli altri sei candidati, ottenendo un indiscusso successo nei confronti dei settori politici della coalizione più avversi alla sua leadership. Il 16 febbraio 2005 creò a Bologna la "Fabbrica del Programma" che consisteva fisicamente in un capannone in cui chiunque poteva portare un contributo per una sua valutazione e inclusione nel programma finale da presentare nella successiva elezioni politica. La coalizione guidata da Romano Prodi vinse le elezioni politiche del 2006 con uno scarto inferiore ai voti alla Camera, mentre al Senato ottenne due seggi grazie al voto degli italiani all'estero. Il limitato margine di vantaggio con cui L'Unione prevalse nelle elezioni diede adito a numerosi reclami e ricorsi, respinti dalla Cassazione il 20 aprile, che confermò la vittoria di Prodi. Governo Romano Prodi ha ricevuto l'incarico dal presidente Giorgio Napolitano il giorno 16 maggio 2006, accettando con riserva. Il giorno dopo, 17 maggio 2006 ha sciolto la riserva, comunicando la lista del Consiglio dei ministri: curiosamente, ciò è avvenuto esattamente 10 anni dopo la data d'inizio del suo primo governo. Ha inizio il governo Prodi II che fu il primo governo repubblicano a vedere la partecipazione diretta dei partiti Rifondazione Comunista e Radicali italiani, divenendo così l'unico governo sostenuto dall'intera sinistra parlamentare (cosa che non accadeva più dal Governo De Gasperi III). L'indagine mondiale sulla libertà di stampa (Freedom of the Press 2004 Global Survey) uno studio annuale pubblicato dall'organizzazione americana Freedom House, ha promosso l'Italia al grado di "libera" (Free) dopo averla per due anni consecutiva retrocessa al grado di "parziale libertà" motivando questo avanzamento al Governo Prodi, che avrebbe permesso maggiore libertà mediatica ed eliminato le barriere che erano state apposte dal precedente Governo Berlusconi contro giornalisti sgraditi al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Nel corso dell'attività del secondo governo Prodi e su iniziativa dello stesso è stata ripresentata all'ONU una risoluzione relativa alla moratoria universale della pena di morte. Tale risoluzione, non vincolante ma dal forte significato simbolico, è stata approvata il 18 dicembre 2007 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Prodi introdusse una nuova linea in politica estera, ritirando le truppe italiane dall'Iraq e criticando il conflitto. Ebbe un ruolo chiave nella creazione di una forza di pace multinazionale in seguito al conflitto tra Israele e Libano del 2006. Si preoccupò di modificare o cancellare alcuni provvedimenti del precedente esecutivo in materia di pensioni e giustizia, inoltre portò avanti un programma di liberalizzazioni. Il governo Prodi II fu anche responsabile: della proposta di legge DICO promossa dal Ministro per le politiche della famiglia Rosy Bindi concernete le coppie omosessuali; di un decreto legge recante misure per prevenire e arginare la violenza negli stadi; il ddl costituzionale Boato sulla cancellazione dell'ultimo residuo di previsione della pena di morte dalla Costituzione; di un accordo con le parti sociali sulla riforma del welfare; del varo, grazie all'azione del Ministro dell'economia e delle finanze Tommaso Padoa-Schioppa della legge finanziaria 2007: manovra di notevole portata, etichettata da alcuni come coraggiosa e necessaria per risollevare uno Stato che versava in condizioni economiche non positive e da altri come esagerata e non necessaria, che rimodulò anche l'imposizione sui redditi (IRPEF) con le relative deduzioni per le persone con disabilità a carico del contribuente reintroducendo il sistema della detrazione di importi variabili a seconda del reddito per i figli e i familiari a carico. Il risultato della manovra produsse il cosiddetto "tesoretto", ovvero l'extra-gettito nelle casse statali, dovuto in parte a entrate fiscali non previste e, dall'altra, alla lotta contro l'evasione fiscale che vide un netto incremento di "entrate recuperate" rispetto all'anno precedente. L'anno successivo venne varata la legge contenente, tra gli altri, un provvedimento che ridusse l'ICI sulla prima casa, introducendo un'ulteriore detrazione della base imponibile dell'1,33 per mille sino a un massimo di 200 euro; della controversa pubblicazione, poi sospesa dal Garante della Privacy, delle dichiarazioni dei redditi del 2005 di ogni cittadino italiano sul sito internet dell'Agenzia delle Entrate; della sospensione della fusione tra la Società Autostrade e la spagnola Abertis da parte del Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, secondo cui l'operazione, vista anche la mancata comunicazione di un piano di investimenti, avrebbe costituito un danno economico per lo Stato. del cosiddetto "pacchetto liberalizzazioni" proposto dal Ministro dello Sviluppo Economico Pier Luigi Bersani diviso in due parti: la prima contenuta nel Decreto Bersani-Visco (decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 convertito poi dalla legge 4 agosto 2006, n. 248) contenente l'abolizione del tariffario dagli ordini professionali, la riforma delle licenze dei tassisti e l'introduzione della vendita dei farmaci da banco nei supermercati e nelle parafarmacie, la seconda contenuta nel Decreto Bersani bis (decreto legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito poi dalla legge 2 aprile 2007, n. 40) contenente nuove norme in materia di RCA (abrogando l'esclusiva di dieci anni per i contratti assicurativi, azzerando le spese a carico del cliente per il cambio di assicurazione e abolendo l'esclusiva degli agenti assicurativi monomandatari), l'abolizione dei costi fissi di ricarica per i cellulari, l'istituzione dell'obbligo di pagamento con carta di credito, nuove norme sulle transazioni bancarie e il controllo monetario, nuove norme in materia di trasparenza delle tariffe aeree e nuove norme sul recesso anticipato in materia di operatori di telefonia, reti televisive e comunicazione elettronica indipendentemente dalla tecnologia utilizzata. Il governo Prodi II è il governo più numeroso nella storia della Repubblica (102 tra ministri, viceministri e sottosegretari). Con l'elezione di Franco Marini alla presidenza del Senato e il passaggio all'opposizione del senatore eletto nelle liste di Italia dei Valori, Sergio De Gregorio, al Senato la situazione è diventata di 157 a 157 (infatti il Presidente del Senato, per prassi, non vota) diventando determinante il voto dei senatori a vita e dell'indipendente Luigi Pallaro. Con tale situazione creatasi al Senato, il governo è andato in minoranza in alcune votazioni in Aula e in commissione e in un caso, anche in una votazione sulla fiducia. Il voto favorevole di alcuni dei sette senatori a vita (Andreotti, Ciampi, Colombo, Cossiga, Levi-Montalcini, Pininfarina, Scalfaro) è stato spesso decisivo. In seguito al comportamento dei senatori a vita in alcune votazioni, la Casa delle Libertà ha aperto una polemica nella quale metteva in discussione le prerogative che la Costituzione della Repubblica Italiana, nell'articolo 59, assegna agli stessi. Crisi di governo e dimissioni Romano Prodi, nel corso del suo secondo esecutivo, si è trovato ad affrontare due crisi di governo: la prima nel febbraio 2007, risoltasi con il rinvio del governo alle camere da parte del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il rinnovo della fiducia, la seconda, invece, nel gennaio 2008, questa volta fatale per l'esecutivo. Il 21 febbraio 2007 Romano Prodi ha rimesso il suo mandato di Presidente del Consiglio dei ministri nelle mani del Presidente della repubblica, dopo che al Senato la risoluzione della maggioranza di centro-sinistra per l'approvazione delle linee guida di politica estera, appena illustrate all'assemblea dal Ministro degli affari esteri Massimo D'Alema, non aveva ottenuto il quorum di maggioranza. Pur non essendo questo voto costituzionalmente vincolante all'apertura di una crisi di governo, di fatto essa si è verificata. All'evento hanno fatto seguito numerose critiche sollevate dall'opposizione, anche al riguardo dello stesso D'Alema - il quale, il giorno precedente, aveva dichiarato che un voto contrario al Senato sulla politica estera avrebbe costretto il governo alle dimissioni. Prodi si è così recato al Palazzo del Quirinale e ha rimesso il proprio mandato nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Quest'ultimo, dopo le formali consultazioni come da prassi costituzionale, il 24 febbraio ha rifiutato le dimissioni di Prodi, rinviando il Governo alle Camere per il voto di fiducia. Il 28 febbraio il Senato, con 162 voti a favore e 156 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo Prodi. Determinante è stato, in questo caso, il passaggio alla maggioranza del senatore Marco Follini. La prima crisi di governo si è definitivamente chiusa il 2 marzo seguente con il voto di fiducia alla Camera, con 342 voti a favore, 253 contrari e due astensioni. La seconda e definitiva crisi di governo si è verificata il 24 gennaio 2008: a seguito dell'uscita del ministro della Giustizia Clemente Mastella e della propria lista Udeur dalla maggioranza a causa della mancata difesa del ministro da parte del governo in seguito a un'inchiesta che coinvolse la moglie del ministro Mastella, Sandra Lonardo, veniva chiesto alle Camere il voto di fiducia. Dopo il voto favorevole alla Camera avvenuto il 23 gennaio, il II Governo Prodi non ha ottenuto la fiducia al Senato, con 156 sì, 161 no e un astenuto, su un totale di 319 votanti. Oltre al voto contrario dell'Udeur (fatta eccezione per il senatore Stefano Cusumano), contrari anche alcuni senatori di altre liste: Lamberto Dini, Domenico Fisichella e Franco Turigliatto. Dopo la mancata fiducia a Palazzo Madama, il Presidente del Consiglio si è recato nella serata del 24 gennaio al Quirinale per rassegnare le dimissioni nelle mani del capo dello Stato, Giorgio Napolitano. I doni ricevuti da Prodi in qualità di primo ministro italiano sono andati all'asta nel novembre 2009 a favore di associazioni benefiche (Libera, la Casa Santa Chiara di Bologna e Medici con l'Africa Cuamm). Dopo la caduta del governo Prodi II Il 9 marzo 2008, nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche anticipate, dichiarò in un'intervista: «Io ho chiuso con la politica italiana e forse con la politica in generale». Successivamente, dopo le elezioni politiche, Romano Prodi annunciò di lasciare la presidenza del PD. La decisione, già comunicata al segretario Veltroni a marzo, venne resa nota il 16 aprile 2008. Il 1º settembre 2008 creò la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli che ha come scopo la promozione e lo studio delle problematiche sociali, culturali, economiche, politiche del mondo, al fine di favorire la nascita e la discussione di nuove proposte di collaborazione nel contesto internazionale. In un editoriale scritto per Il Messaggero del 15 agosto 2009, l'ex presidente del Consiglio svolse una critica piuttosto severa al riformismo di stampo blairista accusato di aver imitato nella prassi di governo le politiche dei conservatori. Molti commentatori politici, ricordando Romano Prodi come uno dei massimi esponenti dell'Ulivo mondiale, hanno letto in questa analisi una profonda autocritica rispetto all'operato dei governi da lui presieduti. Altri, invece, vi hanno trovato la conferma del tramonto delle concezioni politiche prodiane, leggendo in tale esternazione una schietta ammissione del proprio fallimento. Il 12 settembre 2008, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha conferito a Prodi l'incarico di presiedere un nuovo Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana per studiare il rafforzamento delle missioni di peacekeeping svolte dall'UA su mandato ONU, istituito dalla risoluzione 1809 del Consiglio di Sicurezza. La finalità era quella di rendere più proficui e stretti i rapporti tra l'ONU e l'Unione Africana, grazie anche all'esperienza maturata da Prodi in ambito internazionale. Nel giugno 2010 alcuni giornali hanno segnalato che Prodi avrebbe accettato di far parte di un gruppo incaricato di curare l'immagine della BP, crollata dopo il disastro ambientale del Golfo del Messico. L'ufficio stampa dell'ex-presidente ha in seguito chiarito che Prodi faceva parte dell'Advisory Board della società da più di un anno e che la marea nera non era di loro competenza e ha annunciato una querela al Giornale e Libero, accusati di aver voluto ledere la sua immagine. Il 15 marzo 2011 l'Università degli Studi di Bologna lo insignì del Sigillum Magnum insieme a Jean-Claude Juncker, e Helmut Kohl per il suo ruolo nel Trattato di Maastricht. A ottobre 2011 la rete televisiva LA7 trasmette un ciclo di tre lezioni di economia intitolate Il mondo che verrà - tenute da Prodi insieme alla giornalista Natascha Lusenti - registrate all'Archiginnasio di Bologna. Il 6 ottobre 2012, il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, ha conferito a Prodi un nuovo incarico, ovvero quello di Inviato speciale dell'Organizzazione per la crisi nel Sahel, con particolare riferimento alla situazione di guerra interna presente nel Mali. Candidatura alla presidenza della Repubblica Italiana e attività dopo l'uscita dal PD La mattina del 19 aprile 2013, l'assemblea dei grandi elettori del Partito Democratico prese all'unanimità la decisione di candidare Romano Prodi – che quel giorno si trovava a Bamako nell'ambito del suo incarico ONU – al quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica. Nonostante il dichiarato appoggio unanime dei democratici, alla quarta votazione Prodi ottenne solo 395 voti sui 504 necessari, e analisi giornalistiche calcolarono che 101 delegati democratici su 496 avevano fatto mancare il loro voto. Questo ha determinato il fallimento della candidatura e le conseguenti dimissioni dei vertici del partito, tra cui il segretario Pier Luigi Bersani e la presidente Rosy Bindi. In seguito, Prodi decide di non rinnovare più la propria tessera di partito, rinunciando così al diritto (da ex presidente del Consiglio) di fare parte della direzione nazionale. Alle elezioni politiche del 2018 ha manifestato il suo sostegno alla lista elettorale Italia Europa Insieme. Nell'agosto 2020, a poche settimane dal referendum costituzionale sul taglio del numero di parlamentari legato alla riforma avviata dal governo Conte I guidato dal Movimento 5 Stelle assieme alla Lega e concluso dal governo Conte II guidato dalla coalizione tra M5S e Partito Democratico Prodi annuncia il suo voto contrario, discostandosi nettamente dalla scelta del suo ex partito e del segretario Nicola Zingaretti, schierati per il "Sì". Governi presieduti Governo Prodi I, dal 17 maggio 1996 al 21 ottobre 1998. Governo Prodi II, dal 17 maggio 2006 all'8 maggio 2008. Vertici G7 e G8 presenziati 22º vertice G7 a Lione (Francia) nel 1996, come Presidente del Consiglio italiano 23º vertice G8 a Denver (Stati Uniti d'America) nel 1997, come Presidente del Consiglio italiano 24º vertice G8 a Birmingham (Regno Unito) nel 1998, come Presidente del Consiglio italiano 26º vertice G8 a Nago (Giappone) nel 2000, come Presidente della Commissione europea 27º vertice G8 a Genova (Italia) nel 2001, come Presidente della Commissione europea 28º vertice G8 a Kananaskis (Canada) nel 2002, come Presidente della Commissione europea 29º vertice G8 a Évian-les-Bains (Francia) nel 2003, come Presidente della Commissione europea 30º vertice G8 a Sea Island (Stati Uniti d'America) nel 2004, come Presidente della Commissione europea 32º vertice G8 a San Pietroburgo (Russia) nel 2006, come Presidente del Consiglio italiano 33º vertice G8 a Heiligendamm (Germania) nel 2007, come Presidente del Consiglio italiano Procedimenti giudiziari Romano Prodi è stato coinvolto in alcuni procedimenti giudiziari, senza mai subire sentenze di condanna in alcun grado di giudizio. Prodi è stato riconosciuto non colpevole dalle accuse e non si è andati oltre le udienze preliminari: in alcuni casi è stata disposta l'archiviazione, in un caso si è prodotta sentenza, dichiarando il «non luogo a procedere» perché «il fatto non sussiste». Nel 2008 Prodi è stato indagato per abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta Why Not condotta dall'allora sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Luigi de Magistris. La procura di Roma, dopo aver avocato l'indagine a de Magistris, ne ha chiesto l'archiviazione, che è stata ottenuta nel novembre 2009. Presidenza dell'IRI e vendita della SME Le vicende riguardanti la vendita, risalente al 1993, da parte dell'IRI delle proprie società alimentari, facenti capo principalmente alla finanziaria SME, sono state oggetto d'indagini da parte della magistratura, quindi Romano Prodi, in quanto presidente dell'IRI durante la privatizzazione, è stato oggetto d'investigazione, insieme al consiglio d'amministrazione dell'IRI. L'IRI, durante il primo mandato di Prodi, nel 1985 fallì nell'intento di cedere la SME a privati. Dopo aver ottenuto per l'intero assetto della società solo l'offerta d'acquisto della Buitoni di Carlo De Benedetti, con essa siglò un'intesa preliminare, da far approvare dal proprio Cda e dal governo. L'accordo prevedeva la vendita dell'intera partecipazione dell'IRI, pari al 64% del capitale, della SME e la cessione della Sidalm, a un prezzo in linea con quanto stabilito dalle perizie effettuate su richiesta dell'ente pubblico a soggetti terzi. Tale accordo non portò però ai suoi effetti. Nonostante l'approvazione all'unanimità del consiglio dell'IRI, fermamente intenzionata a uscire dal settore alimentare, decisione appoggiata anche dal Comitato interministeriale per la Politica Industriale (CIPI), quanto stabilito non si realizzò perché, alla fine, venne meno l'appoggio del governo, presieduto allora da Bettino Craxi, che aveva come ministro per le Partecipazioni statali Clelio Darida, a cui il presidente dell'IRI aveva, fino alla stipula dell'accordo, relazionato sulla vicenda. Vi fu così un primo rinvio della decisione, causato dall'arrivo di un'offerta anonima superiore del 10% di quella di De Benedetti poco prima dei termini a disposizione, seguita da un'ulteriore offerta, da parte di Barilla, Berlusconi e Ferrero, davanti un'altra scadenza e da quelle di altri imprenditori. De Benedetti volle portare la questione con l'IRI in tribunale perché si sentì discriminato e pensò di poter far valere come contratto l'accordo firmato con Prodi. Dalla sentenza di primo grado, che diede torto alla Buitoni, scaturì il Processo SME, che vide imputati Silvio Berlusconi e altri per corruzione di giudici. Ciò nonostante, la sentenza in appello venne confermata, seppur criticandone le motivazioni addotte, e così anche in cassazione. Toccata da problematiche giudiziarie, da dispute politiche e senza un esplicito assenso governativo, la questione della privatizzazione della SME venne nei successivi anni messa completamente da parte, nel 1988 un nuovo intervento del CIPI riconsiderò strategico il mantenimento del gruppo. A distanza di molto tempo Berlusconi, nel corso del suo processo per corruzione di magistrati, durante il suo mandato di presidente del Consiglio, è intervenuto in sua difesa con delle dichiarazioni spontanee che hanno richiamato l'attenzione di Prodi. Qui ha sostenuto di aver fatto un'opera meritoria con il suo intervento, risparmiando allo Stato un cattivo affare, introducendo dubbi sulla correttezza della cessione a De Benedetti e al valore reale della partita. Ciò ha portato a una reazione di Prodi, allora presidente della Commissione, con la pubblicazione di comunicati stampa e documentazione in difesa del suo operato. La vendita della SME avvenne solo tra il 1993 e il 1996, senza essere venduta per intero, ma suddivisa in varie parti. I procedimenti giudiziari che hanno coinvolto Prodi sono stati quattro, in tre è presente l'ipotesi di reato d'abuso d'ufficio. Il primo è iniziato dalle denunce contro ignoti di Giovanni Fimiani, un imprenditore condannato per bancarotta, che ha attribuito il fallimento delle proprie imprese al comportamento assunto dall'IRI. Richiamante l'intesa preliminare del 1985 per la cessione della SME dall'IRI alla Buitoni, venne archiviato nel 1997, ritenendo i magistrati prive di attendibilità le accuse di complotto ai suoi danni e i motivi avanzati dal denunciante sottostanti al fallimento delle proprie aziende. Per la vendita della Italgel alla Nestlé i magistrati convennero nell'archiviazione (1999), il reato ipotizzato venne escluso e si riconobbe che il prezzo pagato dal compratore era stato determinato secondo le procedure richieste. Gli ultimi due casi riguardarono la cessione della Cirio-Bertolli-De Rica e di parte di questa dalla Fisvi all'Unilever, che portò a una sentenza d'assoluzione nell'udienza preliminare, e delle consulenze che Prodi avrebbe svolto per Goldman Sachs e General Electric durante il mandato all'IRI, indagini seguite in conseguenza di un articolo della stampa, che parlava anche di evasione fiscale, di cui la magistratura convenne nel disporre l'archiviazione nel 2002. Il caso Cirio Nell'ambito delle indagini per la vendita della Cirio-Bertolli-De Rica, Romano Prodi era indagato per abuso d'ufficio. Prodi era stato nel 1990 advisory director della Unilever NV (Rotterdam) e della Unilever PLC (Londra), gruppo che secondo le indagini aveva gestito la trattativa attraverso la Fisvi. Secondo l'accusa quindi Prodi avrebbe favorito la Fisvi, sebbene questa non avesse i mezzi finanziari per acquistare la Cirio-Bertolli-De Rica, in modo da agevolare indirettamente l'Unilever, aggirando così l'obbligo di conseguimento del miglior prezzo previsto dalle direttive CIPE. L'inchiesta fu nota dal 23 febbraio 1996 e portò a una sentenza di non luogo a procedere nell'udienza preliminare il 22 dicembre 1997, con la più ampia formula di proscioglimento «perché il fatto non sussiste». Il GUP Eduardo Landi citò nelle motivazioni anche la riforma dell'abuso d'ufficio, varata pochi mesi prima (il 10 luglio) su iniziativa dell'Ulivo e votata anche dalla coalizione avversaria. La riforma dell'abuso di ufficio era prevista nei programmi di tutte le forze politiche presentatesi alle elezioni del 1996. Il lavoro su questo argomento era già stato avviato da diversi gruppi parlamentari e dal Governo Dini fino alle elezioni dell'aprile '96. Il provvedimento nasceva quindi non per iniziativa governativa ma per iniziativa parlamentare. La riforma, fu, fin dal maggio del '96, oggetto di un confronto con i sindaci di tutti gli orientamenti politici che sollecitavano provvedimenti tesi a far superare difficoltà, resistenze e ostacoli che appesantivano il lavoro delle amministrazioni locali. L'abuso di ufficio, così com'era allora configurato, conferiva ai giudici un ampio potere discrezionale di giudizio nei confronti delle scelte degli amministratori locali, determinando sovente rallentamenti anche molto rilevanti delle attività delle amministrazioni, per questo la necessità di provvedere a questa riforma raccoglieva il consenso unanime degli amministratori locali sia di centrodestra sia di centrosinistra. Il giudice pronunciò una sentenza di non luogo a procedere con la più ampia formula di proscioglimento (il fatto non sussiste) e con l'acquisizione di una perizia d'ufficio che accertò la congruità del prezzo di vendita della parte della SME ceduta. La sentenza confermò la regolarità del procedimento seguito per la vendita e il Giudice accertò inoltre che Prodi non aveva avuto rapporti con Unilever e aveva comunque già cessato il proprio rapporto con Goldman Sachs nel periodo in cui era avvenuta la cessione di CBD a favore di Fisvi, cui seguì quella parziale per il settore "olio" in favore di Unilever. Alcuni hanno criticato tale riforma e la sua relazione con l'indagine su Prodi. I giornalisti Peter Gomez e Marco Travaglio definirono «per certi versi imbarazzante» il fatto che tra le motivazioni ci fosser un riferimento alla legge varata dall'Ulivo, ma riconobbero che tale riferimento «non fu affatto decisivo per quella sentenza» in quanto Prodi fu prosciolto perché il fatto non sussisteva. Secondo Silvio Berlusconi invece «Prodi s'è salvato grazie all'amnistia e alla modifica dell'abuso d'ufficio. Quelle sì che furono leggi ad personam, quando lui doveva rispondere davanti a un GIP dei finanziamenti che le sue partecipazioni statali davano alla DC» (21 gennaio 2006). Tuttavia Romano Prodi non ha usufruito dell'amnistia e non è stato indagato per finanziamento illecito. Consulenze Nomisma In seguito alla sua prima elezione alla presidenza IRI nel 1982, a Prodi venne contestato di non aver abbandonato il ruolo di dirigente in Nomisma, configurando un potenziale conflitto di interessi. Negli anni successivi l'IRI stipulò alcuni contratti di consulenza con la società, che portarono a dubitare sulla trasparenza dell'operazione: in un primo processo, concluso nel 1988, Romano Prodi venne assolto con formula piena in quanto alla luce delle indagini non si configurava reato nel suo comportamento. Il giudice Francesco Paolo Casavola che lo assolse dichiarò che «L'idea che le commesse siano state affidate perché a richiederle erano il presidente dell'IRI e il suo assistente alle società collegate è verosimile, ma non assume gli estremi di reato». Una seconda questione venne sollevata riguardo ad alcune consulenze nel settore dell'alta velocità svolte da Nomisma tra il 1992 e il 1993. Prodi era stato scelto a partire dal 16 gennaio 1992 come "Garante del sistema alta velocità" dai vertici delle Ferrovie dello Stato, con il compito di effettuare le valutazioni di impatto economico e ambientale legate alla costruzione della nuova rete TAV italiana. Una seconda commissione ("Comitato Nodi") composta dal professor Carlo Maria Guerci, da Giuseppe De Rita e dall'architetto Renzo Piano e presieduta da Susanna Agnelli, venne incaricata di elaborare un piano di riqualificazione delle strutture e dei servizi delle Ferrovie. Prodi lasciò l'incarico di garante il 20 maggio 1993 per tornare alla presidenza dell'IRI su richiesta dell'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi. Nel 1996 un'inchiesta sulla questione portò a una serie di 40 perquisizioni della Guardia di Finanza e al sequestro di numerosi documenti riguardanti la TAV, operazione disposta dal PM di Roma Giuseppa Geremia, e a un'imputazione per concorso in abuso d'ufficio verso Ercole Incalza (ex amministratore della TAV) ed Emilio Maraini (ex dirigente Italfer). Prodi non venne coinvolto direttamente in questa seconda inchiesta. In seguito a un articolo polemico apparso sul Daily Telegraph il 4 maggio 1999 a firma Ambrose Evans-Pritchard, l'Unione Europea ritenne di dover precisare la posizione di Prodi sulla questione, dichiarando che: Controversie La seduta spiritica nel caso Aldo Moro Il 10 giugno 1981, Romano Prodi fu chiamato a testimoniare davanti alla Commissione Moro perché aveva dichiarato di aver partecipato, il 2 aprile 1978, a una seduta spiritica, durante un pranzo familiare in campagna (a Zappolino, nei pressi di Bologna) con alcuni amici, tra i quali gli economisti Mario Baldassarri e Alberto Clò, quest'ultimo propositore dell'esperimento divinatorio e proprietario della casa. I commensali raccontarono agli inquirenti che nel corso della seduta spiritica, iniziata per gioco, alla domanda "dov'è tenuto prigioniero Aldo Moro?", il piattino utilizzato avrebbe composto varie parole: prima alcune senza senso, poi Viterbo, Bolsena e Gradoli. Aldo Moro, rapito 17 giorni prima, il 16 marzo 1978, era al momento tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse. Il professor Prodi, in seguito alla seduta, si recò a Roma il 4 aprile, e raccontò dell'indicazione al proprio conoscente Umberto Cavina, capo ufficio stampa dell'on. Benigno Zaccagnini. Così riferì Prodi nel corso della testimonianza: L'informazione fu ritenuta attendibile dal momento che, il 6 aprile, la questura di Viterbo, su ordine del Viminale, operò una perlustrazione sistematica del borgo medievale di Gradoli sito sulle rive del lago di Bolsena, alla ricerca della prigione di Moro. La vedova di Moro affermò di aver più volte indicato l'esistenza a Roma di una via Gradoli agli inquirenti, senza che questi estendessero le ricerche anche in quella direzione; circostanza confermata anche da altri parenti dello statista, ma energicamente smentita da Francesco Cossiga, all'epoca dei fatti ministro dell'interno. Fallito il blitz conseguente alla seduta spiritica, il 18 aprile i vigili del fuoco, a causa di una perdita d'acqua, scoprirono a Roma, in via Gradoli 96, un covo delle Brigate Rosse da poco abbandonato, che si sarebbe rivelato come la base operativa del capo della colonna romana delle BR, Mario Moretti, il quale aveva preso parte all'agguato di via Fani. Il caso venne riaperto nel 1998 dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e le stragi. Il fine della commissione era accertare se la vicenda della seduta spiritica fosse in realtà un modo per celare la vera fonte del nome "Gradoli" (per esempio un informatore vicino alle BR) e capire se il nome "Gradoli" fosse stato comunicato con tanta celerità alle forze dell'ordine con lo scopo di salvare Moro. L'allora presidente del Consiglio Prodi, dati gli impegni politici di poco precedenti alla caduta del suo governo nell'ottobre 1998, si disse indisponibile per ripetere l'audizione; si dissero disponibili Mario Baldassarri e Alberto Clò. Entrambi, pur ammettendo di non credere allo spiritismo e di non aver più effettuato sedute spiritiche dopo quella, confermarono la genuinità del risultato della seduta (alla critica sul fatto che qualcuno avrebbe potuto guidare il piattino, Clò sostenne che la parola "Gradoli", così come "Bolsena" e "Viterbo", si erano formate più volte e con partecipanti diversi) e dichiararono che né loro, né, per quanto ne sapevano, nessuno dei presenti (partecipanti al gioco del piattino o no) aveva conoscenze nell'ambiente dell'Autonomia bolognese o negli ambienti vicini alle BR. Successivamente si scoprirà che l'appartamento era già stato segnalato e tenuto sotto controllo dall'UCIGOS per diversi anni, in quanto frequentato precedentemente da esponenti di Potere Operaio e Autonomia Operaia. Si scoprirà anche che alcuni esponenti della 'ndrangheta, contattati nel tentativo di trovare la prigione di Moro, avevano comunicato che la zona di via Gradoli era una "zona calda", e che questo avvertimento era già stato comunicato sia ai vertici della Democrazia Cristiana sia agli organi di polizia. Telekom Serbia Con il nome giornalistico di Affare Telekom Serbia si intende la vicenda giudiziaria che riguarda l'acquisto di azioni dell'azienda telefonica Telekom Serbia da parte di Telecom Italia. Secondo la ricostruzione basata sulle dichiarazioni del faccendiere svizzero Igor Marini, nel corso di tale compravendita sarebbero state pagate delle tangenti a esponenti del centrosinistra, tra le quali una supposta tangente di dollari versata a Romano Prodi e Lamberto Dini. Tali accuse si rivelarono totalmente infondate e le prove chiave prodotte a loro supporto si rivelarono dei falsi. . Nel 2005 l'indagine della Procura di Torino aperta nel 2001 sui vertici di Telecom del 1997 venne archiviata. Il 10 novembre 2011 il Tribunale di Roma ha condannato Igor Marini a dieci anni di carcere per associazione per delinquere, finalizzata alla ricettazione di documentazione falsa e contraffatta, e calunnia nei confronti di Romano Prodi, condannandolo inoltre a un risarcimento provvisionale di all'ex Presidente del Consiglio. Presunti rapporti col KGB L'indicazione secondo la quale Romano Prodi sarebbe stato un uomo di riferimento del KGB in Italia si rifà alle affermazioni dell'eurodeputato inglese Gerald Batten dell'United Kingdom Independence Party, che sosteneva di averla ricevuta dalla spia russa Alexander Litvinenko, morto il 26 novembre 2006 per avvelenamento. Batten, richiedendo un'inchiesta, dichiarava il 3 aprile 2006 davanti al Parlamento Europeo a Strasburgo: Questo venne confermato dallo stesso Litvinenko in un documento video registrato nel febbraio 2006 Dopo la morte di Litvinenko, il 26 novembre, Carlo Bonini pubblicò sul quotidiano La Repubblica un'intervista, che questi aveva rilasciato il 3 marzo 2005, un anno prima delle dichiarazioni di Batten. Secondo lo stesso Bonini, l'intervista, che dovrebbe essere on the record non è registrata su alcun supporto audio o video, ma è stenografata. In cui l'ex agente del KGB affermava che Mario Scaramella, il quale lo stava interrogando per conto della commissione Mitrokhin, insisteva per avere informazioni che potessero legare Prodi al rapimento di Moro o al KGB, ma che lui non aveva mai sentito parlare di Prodi e che non conosceva alcun dettaglio sul sequestro: In un'intervista a La Repubblica che Oleg Gordievsky, ex agente del KGB e poi collaboratore del MI6 definì fabbricata al 90%, è stato scritto che Gordievsky sostenne di aver partecipato a un incontro con Litvinenko e Scaramella in cui il primo avrebbe riportato le parole pronunciate da Anatoly Trofimov ("Prodi è un nostro uomo"). Gordievskij nell'intervista aggiunse che secondo lui Litvinenko stava mentendo e che l'informazione era stata attribuita a una fonte, Anatolij Trofimov, che non avrebbe potuto in ogni caso smentirla in quanto era stato ucciso, sottolineando più volte la scarsa attendibilità dello stesso Scaramella. Gordievskij afferma anche che sia Scaramella, sia Paolo Guzzanti (presidente della commissione parlamentare d'inchiesta Mitrokhin), oltre ad alcuni eurodeputati inglesi, stavano facendo pressioni su di lui per avere informazioni che potessero legare Prodi e altri politici della sinistra italiana al KGB (informazioni che lui non possedeva), e che Litvinenko, a causa di continue difficoltà economiche, aveva probabilmente deciso di riferire a Scaramella quello che quest'ultimo voleva sentirsi dire. Lo stesso Gordievskij ha confermato, in un'intervista telefonica pubblicata al programma televisivo La storia siamo noi del dicembre 2006 ha affermato di non aver mai saputo nulla su possibili legami tra Prodi e il KGB e di non aver quindi mai parlato di questo con Scaramella (da lui ritenuto poco affidabile), ritenendo che la fonte del consulente della commissione Mitrokin potesse essere stato Litvinienko. L'ex agente sovietico ha sostenuto nella stessa che anche gli inglesi avevano fatto pressioni per ottenere informazioni su Prodi, ma che neanche a loro non aveva mai fornito informazioni al riguardo, non sapendone nulla. In un'intervista del 14 gennaio 2007 Gordievskij ha poi dichiarato: Dal momento che molte delle accuse mosse a Prodi non sono poi state supportate da prove reali i suoi sostenitori ritengono che vi sia in realtà stata, da parte dei suoi nemici politici, una precisa strategia volta a causare danni alla credibilità dello stesso Prodi attaccandone la reputazione (strategia che in inglese viene indicata come character assassination). Questo è quanto sarebbe emerso dalle intercettazioni telefoniche di Mario Scaramella, membro della commissione Mitrokhin il quale è stato successivamente arrestato per ordine della magistratura per i reati di traffico internazionale di armi e violazione del segreto d'ufficio. Secondo tale posizione uno strumento democratico come una Commissione parlamentare sarebbe stato utilizzato come mezzo di lotta politica. Il 22 gennaio 2008 la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato, rispondendo alle richieste del GIP di Roma, ha però ritenuto non utilizzabili in quanto illegali le intercettazioni telefoniche che riguardano Paolo Guzzanti, tra cui quelle tra questo e Mario Scaramella. Lo stesso Scaramella nel febbraio 2008 è stato condannato (con un patteggiamento) a quattro anni di carcere per concorso in importazione, detenzione e porto di munizionamento da guerra, esplosivo e armi, e per quello che riguarda il reato di calunnia nei confronti dell'ex agente del KGB Alexander Talik, accusato di voler organizzare un attentato contro di lui, il suo interprete e Paolo Guzzanti. Opere Pubblicazioni accademiche Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l'industria della ceramica per l'edilizia, Franco Angeli, Milano, 1966 Concorrenza dinamica e potere di mercato. Politica industriale e fusioni d'impresa, Franco Angeli, Milano, 1967 La diffusione dell'innovazione nell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1973 Sistema economico e sviluppo industriale in Italia, Il Mulino, Bologna, 1973 Italy, in Big Business and the State: Changing Relations in Western Europe, a cura di R. Vernon, Harvard University Press, Cambridge Mass., 1974 Le trasformazioni dei modi di produrre e delle dimensioni delle imprese, in Quali imprese e quali uomini per la società degli anni ottanta, ed. C. Pastore, Milano, 1977 Un diverso modello per uscire dalla crisi, in Industria in crisi: soluzione nazionale o europea?*, ed. F. Grassini, Franco Angeli, Milano, 1978 Italia in L'intervento pubblico nell'industria: Un'analisi comparata, a cura di R. Vernon, Il Mulino, Bologna, 1978 Per una riconversione e ristrutturazione dell'industria italiana, Il Mulino, Bologna, 1980 La crisi delle partecipazioni statali: Conseguenze economiche di faticosi processi di decisione, L'Industria, n. 1, 1990 La dimensione economica dei nuovi equilibri europei (discorso di inaugurazione dell'anno accademico 1989-90, Università di Bologna), L'Industria, n. 1, 1990 C'è un posto per l'Italia fra i due capitalismi?, Il Mulino, n. 1, 1991 Una crisi non solo politica: L'industria italiana a rischio, Il Mulino, n. 5, 1991 Modello strategico per le privatizzazioni, Il Mulino, n. 5, 1992 Il tempo delle scelte, Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 1992 (II edizione 1995) Privatizzazioni e sviluppo delle piccole e medie imprese: Due grandi occasioni per rifondare la politica industriale in Italia, Rivista di politica economica, X (ottobre 1992), in collaborazione con Daniele de Giovanni La società istruita. Perché il futuro italiano si gioca in classe, Il Mulino, n. 2, 1993 Istituzioni economiche, istituzioni politiche, Il Mulino, n. 6, 1995, in collaborazione con Franco Mosconi Economia e istituzioni nella società di fine secolo, in collaborazione con Franco Mosconi, in *"Cambiamento delle istituzioni e nuovo sviluppo in Italia e in Europa", ed. P. Bianchi, supplemento alla rivista L'Industria, Il Mulino, Bologna, 1996 Il capitalismo ben temperato, Il Mulino, Bologna, 1995 Pubblicazioni politiche Governare l'Italia. Manifesto per il cambiamento, Donzelli, Roma, 1995. L'Italia che vogliamo, Donzelli, Roma, 1995. Un'idea dell'Europa, Il Mulino, Bologna, 1999 (edizione inglese: Europe as I see it, Blackwell/Polity, Oxford, 2000). Insieme (con Flavia Franzoni), San Paolo, 2005. Ci sarà un'Italia. Dialogo sulle elezioni più importanti per la democrazia italiana (con Furio Colombo), Feltrinelli, 2006. La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa, Il Mulino, Bologna, 2008. Futuro Cercasi, Aliberti, 2011. Dieci anni con l'Euro in tasca, Aliberti, 2011. Capire il Mondo, Cittadella, 2012. Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia, Laterza, 2015, ISBN 9788858119365. Il piano inclinato. Crescita senza uguaglianza, Il Mulino, 2017, ISBN 8815273344 Strana vita, la mia (con Marco Ascione), Solferino, 2021, ISBN 9788828206408 L'Europa, Mondadori, 2021, ISBN 9788891831835 Riconoscimenti Lauree Laurea in Giurisprudenza (110 e lode) Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1961) Lauree honoris causa Romano Prodi ha ricevuto trentanove lauree honoris causa: Università di Madras (India, gennaio 1998) Università di Sofia (Bulgaria, febbraio 1998) Università politecnica della Catalogna (Spagna, dicembre 1998) Brown University (Stati Uniti, 1999) Università del Michigan (Stati Uniti, 1999) Accademia degli studi economici di Bucarest (Romania, 2000) Università Cattolica di Lovanio (Belgio, 2000) Università di Malta (2000) Università di Modena e Reggio Emilia (Italia, 2000) Università di Ottawa (Canada, 2000) Università di San Gallo (Svizzera, 2000) Università Kyung Hee, (Corea del Sud, 2000) Università di Pisa (Italia, 2001) Università di Tirana (Albania, 2001) Carleton University (Canada, 2001) Instituto de Empresa di Madrid (Spagna, 2002) Università di Oxford (Regno Unito, 2002) Università di Pavia, (Italia, 2002) Università di Skopje, (Macedonia del Nord, febbraio 2003) Università di Tunisi (Tunisia, marzo 2003) Università della Calabria (Italia, ottobre 2003) Università di Torino (Italia, 2004) Università Cattolica di Lublino (Polonia, 2004) Università Tongji (Shanghai, settembre 2006) Università Cattolica di Milano (Italia, 2007) Università di Addis Abeba (gennaio 2007) Università di Kolkata (febbraio 2007) Università di Friburgo (marzo 2008) Università MIRBIS di Mosca (Russia, febbraio 2009) Accademia nazionale di amministrazione (CAG) (Repubblica Popolare Cinese, giugno 2010) Università di Nova Gorica (ottobre 2010) Università Nankai (Repubblica Popolare Cinese, gennaio 2011) Università di Halle (Germania, novembre 2011) Università di Economia di Izmir (Turchia, settembre 2012) Università Mohamed V Agdal di Rabat, (dottorato honoris causa, Marocco, novembre 2012) Università per le relazioni internazionali Mgimo di Mosca, Russia (dottorato honoris causa, febbraio 2013) Università Internazionale di Stamford, Thailandia (dottorato honoris causa, marzo 2013) Università del Bourkina Faso (dottorato honoris causa, novembre 2013) Università dell'Ovest di Timișoara (doctor honoris causa beneficiorum publicorum, aprile 2015) Tributi Membro onorario della London School of Economics and Political Science (1989) Membro onorario della Real Academia de Ciencias Morales y Politicas di Madrid (1997) Premio Schumpeter della Società Schumpeter di Vienna (1999) Medaglia d'oro per l'economia dall'Università di Pavia (2002) Onorato con il "Südtiroler Verdienstkreuz" a Bolzano (2010) Premio Internazionale per l'Economia di Santa Margherita Ligure (2011) per l'articolo "EuroUnionBond per la nuova Europa" Sigillum Magnum dell'Università di Bologna (la massima onorificenza accademica concessa dalla più antica università del mondo) (2012) Onorificenze Onorificenze italiane Onorificenze straniere Note Voci correlate Commissario europeo dell'Italia Commissione Prodi Elezioni politiche in Italia del 1996, 2006 Governo Prodi I, II I Democratici IRI Legge Prodi L'Ulivo L'Unione Nomisma (azienda) Partito Democratico (Italia) Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Presidenti del Consiglio europeo Presidenti della Commissione europea Vicenda SME Altri progetti Collegamenti esterni Schede personali alla Camera dei deputati: di Romano Prodi è conservato presso gli a Firenze Commissione Prodi Deputati della XIII legislatura della Repubblica Italiana Deputati della XV legislatura della Repubblica Italiana Direttori di periodici italiani Dirigenti d'azienda italiani Dirigenti pubblici italiani Governo Andreotti IV Governo Prodi I Governo Prodi II Laureati honoris causa dell'Università di Pisa Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato della Repubblica Italiana Politici de I Democratici Politici della Democrazia Cristiana Politici del Partito Democratico (Italia) Presidenti del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Presidenti della Commissione europea Professori dell'Università degli Studi di Trento Professori dell'Università di Bologna Studenti della London School of Economics and Political Science Studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Studenti dell'Università degli Studi di Milano Studenti dell'Università di Bologna Cavalieri di gran croce OMRI Gran croce della Legion d'onore Cavalieri di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica Cavalieri di I Classe dell'Ordine del Sol Levante
L'Australian Open 1982 è stata la 71ª edizione dell'Australian Open e ultima prova stagionale dello Slam per il 1982. Si è disputato dal 29 novembre al 13 dicembre 1982 sui campi in erba del Kooyong Stadium di Melbourne in Australia. Il singolare maschile è stato vinto dallo statunitense Johan Kriek, che si è imposto sul connazionale Steve Denton in 3 set. Il singolare femminile è stato vinto dalla statunitense Chris Evert, che ha battuto in 2 set la connazionale Martina Navrátilová. Nel doppio maschile si è imposta la coppia formata da John Alexander e John Fitzgerald, mentre nel doppio femminile hanno trionfato Martina Navrátilová e Pam Shriver. Il doppio misto non si è disputato. Risultati Singolare maschile Johan Kriek ha battuto in finale Steve Denton 6–3, 6–3, 6–2 Singolare femminile Chris Evert ha battuto in finale Martina Navrátilová 6–3, 2–6, 6–3 Doppio maschile John Alexander / John Fitzgerald hanno battuto in finale Andy Andrews / John Sadri 6–4, 7–6 Doppio femminile Martina Navrátilová / Pam Shriver hanno battuto in finale Claudia Kohde Kilsch / Eva Pfaff 6–4, 6–2 Doppio misto Il doppio misto non è stato disputato tra il 1970 e il 1985. Junior Singolare ragazzi Mark Kratzmann defeated Simon Youl 6–3, 7–5 Singolare ragazze Amanda Brown defeated Pascale Paradis 6–3, 6–4 Doppio ragazzi Torneo iniziato nel 1983. Doppio ragazze Torneo iniziato nel 1983. Collegamenti esterni