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Biografia Cresciuto a Fermo, studiò con Nicola Antonio Zingarelli e Saverio Mercadante per poi proseguire con Teodulo Mabellini a Firenze. Rimase molti anni nel capoluogo toscano: Mabellini lo assunse come insegnante di canto al Conservatorio di Firenze e lo volle con sé come membro della Società filarmonica. Nel 1890 si trasferì a Roma dove aprì una sua scuola di canto. Opere e fonti Il suo lavoro è in gran parte derivato dalla sua attività di insegnante vocale (scrisse molte canzoni, stornelli e duetti canori), ma si dedicò anche alla musica sacra. La mancanza di studi specifici non ci permette di quantificare e localizzare suoi autografi. Copie manoscritte Esigue sono le copie manoscritte di suoi lavori pervenuteci. Si conservano: nelle Marche: la Biblioteca Federiciana di Fano e la Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata hanno canzonette ballabili per voce e pianoforte; a Pistoia: l'Archivio Capitolare possiede i suoi compiti studenteschi relativi al periodo di apprendistato con Mabellini: il maestro faceva ridurre agli allievi le sue messe per poi ricorreggerle e tra le carte mabelliniane a Pistoia vi sono anche gli esercizi svolti da Palloni (vedi anche Copie manoscritte di Mabellini); a Roma: al Conservatorio e all'Accademia di Santa Cecilia hanno pezzi per canto e pianoforte; i conservatori di Brescia e Como hanno canzoni con accompagnamento pianistico. Alcuni suoi pezzi manoscritti risultano di proprietà di privati e antiquari. Edizioni a stampa Molto più cospicue sono le edizioni stampate della sua musica: abbiamo notizia di quasi 300 suoi pezzi pubblicati, quasi la metà editi da Ricordi, disseminati in ogni parte d'Italia. La Biblioteca del Conservatorio di Milano è l'istituzione che ne conserva il maggior numero, seguono il Conservatorio di Roma, la Biblioteca Nazionale di Firenze, l'Accademia Santa Cecilia di Roma, la Fondazione Levi di Venezia, il Liceo Musicale di Pesaro e la Biblioteca Reale di Torino. Da segnalare la capillare circolazione delle sue canzoni nelle province toscane: la Biblioteca Guerrazzi di Livorno, la Biblioteca Bettarini della Scuola Verdi di Prato e l'Archivio Storico Musicale dell'Opera Primaziale Pisana conservano tutte più esemplari stampati dei pezzi di Palloni. Discografia Si ha notizia di una registrazione del 1917, dell'etichetta americana Victor, della sua canzone Domani eseguita da Florence Hinkle, di cui però non risultano essere sopravvissute copie. Note Altri progetti Collegamenti esterni Centro Documentazione Musicale della Toscana
Un diagramma di De Finetti è un grafico a triangolo usato in genetica delle popolazioni. È chiamato così dal nome dello statistico italiano Bruno De Finetti (1906-1985) ed è usato per mettere a grafico le frequenze del genotipo delle popolazioni, quando ci sono due alleli e la popolazione è diploide. È basato su un triangolo equilatero, e sul teorema di Viviani che stabilisce che, da qualsiasi punto all'interno del triangolo, la somma delle lunghezze dei tre segmenti partenti da quel punto e perpendicolari ai lati del triangolo è uguale all'altezza del triangolo. Questa lunghezza è fissata ad 1. Applicazione in genetica Il diagramma di De Finetti è stato portato ad un uso esteso alla genetica delle popolazioni da A.W.F. Edwards nel suo libro Fondamenti della genetica matematica. Nella sua forma più semplice il diagramma può essere usato per mostrare la gamma di frequenze del genotipo perché l'equilibrio di Hardy-Weinberg sia soddisfatto. A.W.F. Edwards e Chris Cannings estesero il suo uso per dimostrare i cambiamenti che capitano nelle frequenze alleliche sotto la selezione naturale. Bibliografia Cannings C., Edwards A.W.F. (1968) "Natural selection and the de Finetti diagram" Ann Hum Gen 31:421-428 Edwards, A.W.F. (2000) Foundations of Mathematical Genetics 2nd Edition, Cambridge University Press. ISBN 9780521775441 Voci correlate Diagramma ternario Collegamenti esterni Generatore online di diagrammi di De Finetti per la genetica delle popolazioni (calcola anche le statistiche per l'equilibrio di Hardy-Weinberg) Genetica delle popolazioni Matematica per la genetica De Finetti
È uno dei primi e più importanti produttori di musica dubstep e ha contribuito allo sviluppo del genere. Il suo primo album, Skream!, è uscito nel 2006, ed è stato seguito nel 2010 da Outside the box. Skream è anche membro del gruppo dubstep Magnetic Man, insieme a Benga e Artwork. Il primo omonimo album del gruppo è uscito l'8 ottobre 2010. Storia Jones è nato a West Wickham, Bromley, Londra. Da ragazzo lavorava alla Big Apple Records, un negozio di dischi situato a Croydon, che è stato al centro della scena dubstep; ancor prima, Oliver aveva stretto amicizia con Hatcha, un altro pioniere del genere dubstep. Proprio grazie a questa amicizia, Hatcha fu uno dei primi a suonare la musica di Skream. Skream cominciò a produrre musica all'età di 15 anni (utilizzando il software Fruity Loops), e sostiene di avere circa 800 brani inediti contenenti anche sfumature disco e funk. Le sue prime produzioni comunque erano nettamente più oscure e meno melodiche dei suoi brani più recenti. Discografia Solista Album Skream! (2006) Outside the box (2010) Con i Magnetic Man Album Magnetic Man (2010) Note Altri progetti Collegamenti esterni
Umbonata spinosissima () è un ragno appartenente alla famiglia Araneidae. È l'unica specie nota del genere Umbonata. Etimologia Il nome deriva dal latino tardo umbonatus, cioè provvisto di umbone, a sua volta proveniente dal latino umbo, umbonis, umbone, che indica delle sporgenze coniche o appuntite dell'opistosoma presenti in questi ragni. Distribuzione La specie è stata rinvenuta in Tanzania. Tassonomia Per la determinazione delle caratteristiche della specie tipo sono stati considerati gli esemplari di Mangora spinosissima (). Dal 1971 non sono stati esaminati altri esemplari, né sono state descritte sottospecie al 2014. Note Bibliografia Tullgren, A., 1910 - Araneae. In Wissenschaftliche Ergebnisse der Schwedischen Zoologischen Expedition nach dem Kilimandjaro, dem Meru und dem Umbegenden Massaisteppen Deutsch-Ostafrikas 1905-1906 unter Leitung von Prof. Dr Yngve Sjöstedt. Stockholm, vol.20 n.(6), pp. 85–172. Grasshoff, M., 1971b - Die Tribus Mangorini, IV. Die Mangora-Gruppe (Arachnida: Araneae: Araneidae-Araneinae). Senckenberg. biol. vol.52, pp. 293–311. Altri progetti Collegamenti esterni Araneidae Taxa classificati da Albert Tullgren
La lista di Stati e dipendenze per densità di popolazione: abitanti per km². L'elenco include gli stati sovrani riconosciuti dalle Nazioni Unite (193 più Taiwan e la Città del Vaticano) e le 43 dipendenze permanentemente abitate. Le cifre sulla superficie (area) tengono conto dei bacini d'acqua interni (laghi, fiumi). Le cifre rappresentano la semplice divisione della popolazione stimata per la superficie totale e quindi non riflettono né la densità urbana, né la capacità di un territorio di supportare notevoli popolazioni. Il mondo e l'Unione europea sono inseriti a soli fini statistici e quindi senza posizione. La "Striscia di Gaza" e la "Cisgiordania" fanno parte della Palestina. Lista di stati e dipendenze, ordinate in base alla densità Nota: I territori dipendenti sono scritti in corsivo. La prima classifica riflette la posizione dei soli Stati indipendenti (195, ossia i 193 membri delle Nazioni Unite (ONU) oltre a Vaticano e Taiwan), la seconda classifica comprende anche le posizioni delle dipendenze. Tuttavia, per avere una reale visione di quella che dovrebbe essere la corretta densità di popolazione, sarebbe opportuno calcolare la stessa in base alle risorse della nazione in oggetto, ovvero quelle minerarie, le aree pascolabili e coltivabili, le aree non abitabili o quelle a rischio alluvioni, frane, ecc. Statistica del 2012 Questa tabella è stata sviluppata dalle Nazioni Unite e illustra la densità di popolazione del 2012. Fonte Note Voci correlate Densità di popolazione Stati del mondo Densità di popolazione Demografia per stato
Rivincita è un brano musicale hip hop del rapper italiano Marracash, pubblicato come secondo singolo estratto dall'album Fino a qui tutto bene. Il brano figura il featuring di Giusy Ferreri Nel brano entrambi gli artisti fanno uso dell'Auto-Tune. Il brano Scritto da Marracash e prodotto da Deleterio, Rivincita è il terzo singolo ad essere estratto da Fino a qui tutto bene, secondo album di Marracash, pubblicato nel 2010. Il brano è stato reso disponibile per il download digitale e per l'airplay radiofonico a partire dal 1º ottobre 2010. Prima ancora della pubblicazione come singolo, il brano aveva attirato molta attenzione anche per via della partecipazione della cantante Giusy Ferreri. Il significato del brano, come l'autore stesso ha detto, sono le numerose difficoltà (povertà, difficoltà con la scuola e nella socializzazione ecc...) e i sacrifici che l'artista di Barona ha dovuto superare prima di diventare famoso. Va infatti ricordato, che, prima di avere successo come rapper, egli svolgeva la professione di magazziniere. Come spesso accade nella musica rap, il brano fa diversi riferimenti a personaggi ed aspetti della cultura pop. Marracash cita nel brano l'agente di spettacolo Lele Mora, il cantante Povia, Sting, il gruppo dei Police ed il marchio di abbigliamento Gucci Jeans. Nella parte finale del brano, il testo ricalca quello di Adesso tu di Eros Ramazzotti, che è infatti citato fra gli autori del brano. Marracash in un'intervista concessa a Radio Kiss Kiss ha commentato il brano di Eros Ramazzotti definendolo: Il video Il video musicale prodotto per Rivincita è stato presentato in anteprima il 7 ottobre 2010, sul canale YouTube di Marracash. Il video è diretto dal regista Cosimo Alemà. Tracce Download digitale Rivincita - 5:38 Note Singoli di Giusy Ferreri
2Di seguito una lista di asteroidi dal numero 28001 al 29000 con data di scoperta e scopritore. 28001-28100 |- | 28001 - | | 29 novembre 1997 | LINEAR |- | 28002 - | | 29 novembre 1997 | LINEAR |- | 28003 - | | 29 novembre 1997 | LINEAR |- | 28004 Terakawa | 1997 XA | 2 dicembre 1997 | M. Akiyama |- | 28005 - | 1997 XC | 1 dicembre 1997 | R. Linderholm |- | 28006 - | | 3 dicembre 1997 | T. Kagawa, T. Urata |- | 28007 Galhassin | | 7 dicembre 1997 | A. Boattini, M. Tombelli |- | 28008 - | | 5 dicembre 1997 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28009 - | | 21 dicembre 1997 | T. Kobayashi |- | 28010 - | | 24 dicembre 1997 | T. Kobayashi |- | 28011 - | | 22 dicembre 1997 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28012 - | | 23 dicembre 1997 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28013 - | | 24 dicembre 1997 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28014 - | | 25 dicembre 1997 | T. Kobayashi |- | 28015 - | | 26 dicembre 1997 | S. P. Laurie |- | 28016 - | | 30 dicembre 1997 | T. Kobayashi |- | 28017 - | | 31 dicembre 1997 | T. Kobayashi |- | 28018 - | 1998 AG | 4 gennaio 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28019 Warchal | | 14 gennaio 1998 | L. Šarounová |- | 28020 - | | 22 gennaio 1998 | Spacewatch |- | 28021 - | | 22 gennaio 1998 | P. Antonini |- | 28022 - | | 25 gennaio 1998 | NEAT |- | 28023 - | | 23 gennaio 1998 | LINEAR |- | 28024 - | | 25 gennaio 1998 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28025 - | | 25 gennaio 1998 | NEAT |- | 28026 - | | 6 febbraio 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28027 - | | 6 febbraio 1998 | E. W. Elst |- | 28028 - | | 22 febbraio 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28029 - | | 20 febbraio 1998 | F. B. Zoltowski |- | 28030 - | | 26 febbraio 1998 | Kleť |- | 28031 - | | 23 febbraio 1998 | Spacewatch |- | 28032 - | | 17 febbraio 1998 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28033 - | | 5 marzo 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28034 - | | 1 marzo 1998 | E. W. Elst |- | 28035 - | | 21 marzo 1998 | Spacewatch |- | 28036 - | | 20 marzo 1998 | LINEAR |- | 28037 Williammonts | | 20 marzo 1998 | LINEAR |- | 28038 Nicoleodzer | | 20 marzo 1998 | LINEAR |- | 28039 Mauraoei | | 24 marzo 1998 | LINEAR |- | 28040 - | | 24 marzo 1998 | LINEAR |- | 28041 - | | 24 marzo 1998 | LINEAR |- | 28042 Mayapatel | | 24 marzo 1998 | LINEAR |- | 28043 Mabelwheeler | | 24 marzo 1998 | LINEAR |- | 28044 - | | 31 marzo 1998 | LINEAR |- | 28045 Johnwilkins | | 31 marzo 1998 | LINEAR |- | 28046 - | | 24 aprile 1998 | NEAT |- | 28047 - | | 21 aprile 1998 | LINEAR |- | 28048 Camilleyoke | | 21 aprile 1998 | LINEAR |- | 28049 Yvonnealex | | 21 aprile 1998 | LINEAR |- | 28050 Asekomeh | | 21 aprile 1998 | LINEAR |- | 28051 Bruzzone | | 25 aprile 1998 | LONEOS |- | 28052 Lowellputnam | | 18 maggio 1998 | LONEOS |- | 28053 Kimberlyputnam | | 22 maggio 1998 | LONEOS |- | 28054 - | | 23 maggio 1998 | LINEAR |- | 28055 - | 1998 MX | 16 giugno 1998 | LINEAR |- | 28056 - | | 20 giugno 1998 | Spacewatch |- | 28057 Hollars | | 24 giugno 1998 | LONEOS |- | 28058 - | 1998 NF | 1 luglio 1998 | J. Broughton |- | 28059 Kiliaan | | 26 luglio 1998 | E. W. Elst |- | 28060 - | | 26 luglio 1998 | E. W. Elst |- | 28061 - | | 26 luglio 1998 | E. W. Elst |- | 28062 - | | 22 luglio 1998 | J. Broughton |- | 28063 - | | 26 luglio 1998 | E. W. Elst |- | 28064 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28065 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28066 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28067 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28068 Stephbillings | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28069 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28070 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28071 - | | 25 agosto 1998 | Višnjan Observatory |- | 28072 Lindbowerman | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28073 Fohner | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28074 Matgallagher | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28075 Emilyhoffman | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28076 - | | 17 agosto 1998 | LINEAR |- | 28077 Hard | | 27 agosto 1998 | LONEOS |- | 28078 Mauricehilleman | | 26 agosto 1998 | ODAS |- | 28079 - | | 24 agosto 1998 | LINEAR |- | 28080 - | | 24 agosto 1998 | LINEAR |- | 28081 Carriehudson | | 24 agosto 1998 | LINEAR |- | 28082 - | | 24 agosto 1998 | LINEAR |- | 28083 - | | 28 agosto 1998 | LINEAR |- | 28084 - | | 28 agosto 1998 | LINEAR |- | 28085 - | | 28 agosto 1998 | LINEAR |- | 28086 - | | 26 agosto 1998 | E. W. Elst |- | 28087 - | | 26 agosto 1998 | E. W. Elst |- | 28088 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28089 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28090 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28091 Mikekane | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28092 Joannekear | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28093 Staceylevoit | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28094 Michellewis | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28095 Seanmahoney | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28096 Kathrynmarsh | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28097 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28098 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28099 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28100 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |} 28101-28200 |- | 28101 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28102 - | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28103 Benmcpheron | | 14 settembre 1998 | LINEAR |- | 28104 - | | 16 settembre 1998 | ODAS |- | 28105 Santallo | | 18 settembre 1998 | ODAS |- | 28106 - | | 16 settembre 1998 | ODAS |- | 28107 Sapar | | 22 settembre 1998 | L. Šarounová |- | 28108 Sydneybarnes | | 17 settembre 1998 | LONEOS |- | 28109 - | | 18 settembre 1998 | Spacewatch |- | 28110 - | | 19 settembre 1998 | Spacewatch |- | 28111 - | | 20 settembre 1998 | Spacewatch |- | 28112 - | | 21 settembre 1998 | Spacewatch |- | 28113 - | | 23 settembre 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28114 - | | 23 settembre 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28115 - | | 26 settembre 1998 | Spacewatch |- | | | 17 settembre 1998 | LONEOS |- | 28117 Mort | | 17 settembre 1998 | LONEOS |- | 28118 Vaux | | 17 settembre 1998 | LONEOS |- | 28119 - | | 21 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28120 - | | 21 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28121 - | | 21 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28122 - | | 21 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28123 - | | 21 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28124 - | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28125 Juliomiguez | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28126 Nydegger | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28127 Ogden-Stenerson | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28128 Cynthrossman | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28129 Teresummers | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28130 Troemper | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28131 Dougwelch | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28132 Karenzobel | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28133 Kylebardwell | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28134 - | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28135 - | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28136 Chasegross | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28137 Helenyao | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28138 - | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28139 - | | 26 settembre 1998 | LINEAR |- | 28140 - | | 20 settembre 1998 | E. W. Elst |- | 28141 ten Brummelaar | 1998 TC | 2 ottobre 1998 | LONEOS |- | 28142 - | 1998 TU | 12 ottobre 1998 | Spacewatch |- | 28143 - | | 13 ottobre 1998 | K. Korlević |- | 28144 - | | 13 ottobre 1998 | Spacewatch |- | 28145 - | | 14 ottobre 1998 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28146 Nackard | | 11 ottobre 1998 | LONEOS |- | 28147 Colbath | | 11 ottobre 1998 | LONEOS |- | 28148 Fuentes | | 14 ottobre 1998 | LONEOS |- | 28149 Arieldaniel | | 14 ottobre 1998 | LONEOS |- | 28150 - | | 17 ottobre 1998 | P. Pravec |- | 28151 Markknopfler | | 22 ottobre 1998 | ODAS |- | 28152 - | | 24 ottobre 1998 | T. Kobayashi |- | 28153 - | | 29 ottobre 1998 | K. Korlević |- | 28154 - | | 18 ottobre 1998 | E. W. Elst |- | 28155 Chengzhendai | | 28 ottobre 1998 | LINEAR |- | 28156 McColl | | 28 ottobre 1998 | LINEAR |- | 28157 - | | 11 novembre 1998 | ODAS |- | 28158 - | | 12 novembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28159 Giuricich | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28160 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28161 Neelpatel | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28162 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28163 Lorikim | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28164 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28165 Bayanmashat | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28166 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28167 Andrewkim | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28168 Evanolin | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28169 Cathconte | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28170 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28171 Diannahu | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28172 - | | 10 novembre 1998 | LINEAR |- | 28173 Hisakichi | | 11 novembre 1998 | N. Sato |- | 28174 Harue | | 12 novembre 1998 | N. Sato |- | 28175 - | | 15 novembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28176 - | | 15 novembre 1998 | Spacewatch |- | 28177 - | | 14 novembre 1998 | LINEAR |- | 28178 - | | 18 novembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28179 - | | 18 novembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28180 - | | 18 novembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28181 - | | 19 novembre 1998 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28182 Chadharris | | 21 novembre 1998 | LINEAR |- | 28183 Naidu | | 21 novembre 1998 | LINEAR |- | 28184 Vaishnavirao | | 21 novembre 1998 | LINEAR |- | 28185 - | | 21 novembre 1998 | LINEAR |- | 28186 - | | 21 novembre 1998 | LINEAR |- | 28187 - | | 23 novembre 1998 | LINEAR |- | 28188 - | | 25 novembre 1998 | LINEAR |- | 28189 - | | 18 novembre 1998 | LINEAR |- | 28190 - | | 25 novembre 1998 | LINEAR |- | 28191 - | | 25 novembre 1998 | LINEAR |- | 28192 - | | 25 novembre 1998 | LINEAR |- | 28193 Italosvevo | | 29 novembre 1998 | Farra d'Isonzo |- | 28194 - | | 21 novembre 1998 | Spacewatch |- | 28195 - | | 12 dicembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28196 Szeged | | 15 dicembre 1998 | K. Sárneczky, L. Kiss |- | 28197 - | | 15 dicembre 1998 | D. K. Chesney |- | 28198 - | | 15 dicembre 1998 | K. Korlević |- | 28199 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28200 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |} 28201-28300 |- | 28201 Lifubin | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28202 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28203 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28204 Liyakang | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28205 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28206 Haozhongning | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28207 Blakesmith | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28208 Timtrippel | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28209 Chatterjee | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28210 Howardfeng | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28211 - | | 14 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28212 - | | 15 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28213 - | | 15 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28214 - | 1998 YW | 16 dicembre 1998 | T. Kobayashi |- | 28215 - | | 16 dicembre 1998 | T. Kagawa |- | 28216 - | | 17 dicembre 1998 | K. Korlević |- | 28217 - | | 18 dicembre 1998 | Kleť |- | 28218 - | | 17 dicembre 1998 | K. Korlević |- | 28219 - | | 23 dicembre 1998 | K. Korlević |- | 28220 York | | 28 dicembre 1998 | J. Tichá, M. Tichý |- | 28221 - | | 22 dicembre 1998 | Spacewatch |- | 28222 Neilpathak | | 16 dicembre 1998 | LINEAR |- | 28223 - | | 27 dicembre 1998 | M. Hirasawa, S. Suzuki |- | 28224 - | 1999 AJ | 5 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28225 - | 1999 AS | 7 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28226 - | | 9 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28227 - | | 9 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28228 - | | 9 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28229 - | | 9 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28230 - | | 10 gennaio 1999 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28231 - | | 10 gennaio 1999 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28232 - | | 12 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28233 - | | 12 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28234 - | | 13 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28235 Kasparvonbraun | | 7 gennaio 1999 | LONEOS |- | 28236 - | | 14 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28237 - | | 10 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28238 - | | 11 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28239 - | | 13 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28240 - | | 14 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28241 - | | 10 gennaio 1999 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28242 Mingantu | | 6 gennaio 1999 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28243 - | | 15 gennaio 1999 | T. Kobayashi |- | 28244 - | | 14 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28245 Cruise | | 14 gennaio 1999 | LONEOS |- | 28246 - | | 18 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28247 - | | 19 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28248 Barthélémy | | 19 gennaio 1999 | ODAS |- | 28249 - | | 21 gennaio 1999 | ODAS |- | 28250 - | | 22 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28251 Gerbaldi | | 20 gennaio 1999 | ODAS |- | 28252 - | | 26 gennaio 1999 | K. Korlević |- | 28253 - | | 16 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28254 Raghrama | | 16 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28255 - | | 18 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28256 - | | 18 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28257 - | | 18 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28258 - | | 18 gennaio 1999 | LINEAR |- | 28259 - | | 17 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28260 - | | 18 gennaio 1999 | Spacewatch |- | 28261 - | 1999 CJ | 4 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28262 - | | 8 febbraio 1999 | K. Korlević |- | 28263 - | | 8 febbraio 1999 | K. Korlević |- | 28264 - | | 12 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28265 - | | 12 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28266 - | | 12 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28267 - | | 15 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28268 - | | 8 febbraio 1999 | N. Kawasato |- | 28269 - | | 15 febbraio 1999 | K. Korlević |- | 28270 - | | 15 febbraio 1999 | K. Korlević |- | 28271 - | | 6 febbraio 1999 | K. Korlević |- | 28272 Mikejanner | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28273 Maianhvu | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28274 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28275 Quoc-Bao | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28276 Filipnaiser | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28277 Chengherngyi | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28278 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28279 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28280 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28281 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28282 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28283 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28284 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28285 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28286 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28287 Osmanov | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28288 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28289 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28290 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28291 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28292 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28293 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28294 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28295 Heyizheng | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28296 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28297 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28298 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28299 Kanghaoyan | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28300 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |} 28301-28400 |- | 28301 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28302 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28303 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28304 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28305 Wangjiayi | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28306 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28307 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28308 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28309 Ericfein | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28310 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28311 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28312 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28313 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28314 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28315 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28316 - | | 10 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28317 Aislinndeely | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28318 Janecox | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28319 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28320 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28321 Arnabdey | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28322 Kaeberich | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28323 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28324 Davidcampeau | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28325 - | | 12 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28326 - | | 11 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28327 - | | 11 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28328 - | | 11 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28329 - | | 13 febbraio 1999 | Spacewatch |- | 28330 - | | 12 febbraio 1999 | Spacewatch |- | 28331 Dianebérard | | 14 febbraio 1999 | LONEOS |- | 28332 - | | 18 febbraio 1999 | NEAT |- | 28333 - | | 18 febbraio 1999 | NEAT |- | 28334 - | | 19 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28335 - | | 19 febbraio 1999 | T. Kobayashi |- | 28336 - | | 17 febbraio 1999 | LINEAR |- | 28337 - | | 9 marzo 1999 | Spacewatch |- | 28338 - | | 10 marzo 1999 | Spacewatch |- | 28339 - | | 10 marzo 1999 | J. Broughton |- | 28340 Yukihiro | | 13 marzo 1999 | H. Abe |- | 28341 Bingaman | | 13 marzo 1999 | R. A. Tucker |- | 28342 Haverhals | | 19 marzo 1999 | LONEOS |- | 28343 Florcalandra | | 20 marzo 1999 | LONEOS |- | 28344 Tallsalt | | 22 marzo 1999 | LONEOS |- | 28345 Akivabarnun | | 22 marzo 1999 | LONEOS |- | 28346 Kent | | 19 marzo 1999 | C. W. Juels |- | 28347 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28348 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28349 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28350 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28351 Andrewfeldman | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28352 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28353 Chrisnielsen | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28354 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28355 - | | 19 marzo 1999 | LINEAR |- | 28356 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28357 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28358 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28359 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28360 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28361 - | | 20 marzo 1999 | LINEAR |- | 28362 - | | 7 aprile 1999 | Y. Shimizu, T. Urata |- | 28363 - | | 14 aprile 1999 | F. B. Zoltowski |- | 28364 Bruceelmegreen | | 7 aprile 1999 | LONEOS |- | 28365 - | | 15 aprile 1999 | LINEAR |- | 28366 Verkuil | | 9 aprile 1999 | LINEAR |- | 28367 - | | 15 aprile 1999 | LINEAR |- | 28368 - | | 15 aprile 1999 | LINEAR |- | 28369 - | | 15 aprile 1999 | LINEAR |- | 28370 - | | 6 aprile 1999 | LINEAR |- | 28371 - | | 12 aprile 1999 | LINEAR |- | 28372 - | 1999 HU | 18 aprile 1999 | F. B. Zoltowski |- | 28373 - | | 18 aprile 1999 | CSS |- | 28374 - | | 17 aprile 1999 | LINEAR |- | 28375 - | 1999 JC | 2 maggio 1999 | K. Korlević |- | 28376 Atifjaved | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28377 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28378 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28379 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28380 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28381 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28382 Stevengillen | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28383 - | | 12 maggio 1999 | LINEAR |- | 28384 - | | 10 maggio 1999 | LINEAR |- | 28385 - | | 12 maggio 1999 | LINEAR |- | 28386 - | | 13 maggio 1999 | LINEAR |- | 28387 - | | 13 maggio 1999 | LINEAR |- | 28388 - | | 12 maggio 1999 | LINEAR |- | 28389 - | | 12 maggio 1999 | LINEAR |- | 28390 Demjohopkins | | 13 maggio 1999 | LINEAR |- | 28391 - | | 9 giugno 1999 | LINEAR |- | 28392 - | | 13 luglio 1999 | LINEAR |- | 28393 - | | 7 settembre 1999 | LINEAR |- | 28394 Mittag-Leffler | | 13 settembre 1999 | P. G. Comba |- | 28395 - | | 3 settembre 1999 | R. H. McNaught |- | 28396 Eymann | | 13 settembre 1999 | A. Klotz |- | 28397 Forrestbetton | | 7 settembre 1999 | LINEAR |- | 28398 Ericthomas | | 7 settembre 1999 | LINEAR |- | 28399 - | | 9 settembre 1999 | LINEAR |- | 28400 Morgansinko | | 9 settembre 1999 | LINEAR |} 28401-28500 |- | 28401 - | | 9 settembre 1999 | LINEAR |- | 28402 Matthewkim | | 8 settembre 1999 | LINEAR |- | 28403 - | 1999 TY | 1 ottobre 1999 | K. Korlević |- | 28404 - | | 1 ottobre 1999 | K. Korlević, M. Jurić |- | 28405 - | | 10 ottobre 1999 | T. Urata |- | 28406 - | | 2 ottobre 1999 | LINEAR |- | 28407 Meghanarao | | 6 ottobre 1999 | LINEAR |- | 28408 van Baalen | | 2 ottobre 1999 | LONEOS |- | 28409 - | | 3 ottobre 1999 | Spacewatch |- | 28410 - | | 8 ottobre 1999 | CSS |- | 28411 Xiuqicao | | 9 ottobre 1999 | LINEAR |- | 28412 - | | 29 ottobre 1999 | CSS |- | 28413 - | | 30 ottobre 1999 | CSS |- | 28414 - | | 31 ottobre 1999 | CSS |- | 28415 Yingxiong | | 3 novembre 1999 | LINEAR |- | 28416 Ngqin | | 3 novembre 1999 | LINEAR |- | 28417 Leewei | | 3 novembre 1999 | LINEAR |- | 28418 Pornwasu | | 4 novembre 1999 | LINEAR |- | 28419 Tanpitcha | | 4 novembre 1999 | LINEAR |- | 28420 - | | 4 novembre 1999 | LINEAR |- | 28421 - | | 6 novembre 1999 | CSS |- | 28422 - | | 13 novembre 1999 | CSS |- | 28423 - | | 28 novembre 1999 | T. Kobayashi |- | 28424 - | 1999 XA | 1 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28425 Sungkanit | | 6 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28426 Sangani | | 6 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28427 Gidwani | | 7 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28428 Ankurvaishnav | | 7 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28429 - | | 7 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28430 - | | 7 dicembre 1999 | CSS |- | 28431 - | | 13 dicembre 1999 | C. W. Juels |- | 28432 - | | 10 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28433 Samarquez | | 10 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28434 - | | 10 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28435 - | | 13 dicembre 1999 | LINEAR |- | 28436 Davesawyer | | 7 dicembre 1999 | LONEOS |- | 28437 - | | 31 dicembre 1999 | Spacewatch |- | 28438 Venkateswaran | | 3 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28439 Miguelreyes | | 3 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28440 - | | 3 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28441 - | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28442 Nicholashuey | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28443 Crisara | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28444 Alexrabii | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28445 - | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28446 Davlantes | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28447 Arjunmathur | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28448 - | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28449 Ericlau | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28450 Saravolz | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28451 Tylerhoward | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28452 Natkondamuri | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28453 Alexcecil | | 6 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28454 - | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28455 - | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28456 - | | 4 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28457 Chloeanassis | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28458 - | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28459 - | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28460 Ariannepapa | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28461 - | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28462 - | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28463 - | | 7 gennaio 2000 | Farpoint |- | 28464 - | | 8 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28465 Janesmyth | | 5 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28466 - | | 7 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28467 Maurentejamie | | 7 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28468 Shichangxu | | 12 gennaio 2000 | Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- | 28469 - | | 29 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28470 - | | 28 gennaio 2000 | Spacewatch |- | 28471 - | | 27 gennaio 2000 | T. Kobayashi |- | 28472 - | | 28 gennaio 2000 | T. Kobayashi |- | 28473 - | | 31 gennaio 2000 | T. Kobayashi |- | 28474 Bustamante | | 30 gennaio 2000 | LINEAR |- | 28475 Garrett | 2000 CU | 1 febbraio 2000 | CSS |- | 28476 - | | 2 febbraio 2000 | T. Kobayashi |- | 28477 - | | 5 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28478 - | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28479 Varlotta | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28480 Seojinyoung | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28481 Shindongju | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28482 Bauerle | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28483 Allenyuan | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28484 Aishwarya | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28485 Dastidar | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28486 - | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28487 - | | 5 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28488 Gautam | | 5 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28489 - | | 5 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28490 - | | 5 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28491 - | | 5 febbraio 2000 | Farpoint |- | 28492 Marik | | 1 febbraio 2000 | JAS, K. Sárneczky, K. Sziládi |- | 28493 Duncan-Lewis | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28494 Jasmine | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28495 - | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28496 - | | 1 febbraio 2000 | Spacewatch |- | 28497 - | | 1 febbraio 2000 | Spacewatch |- | 28498 - | | 7 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28499 - | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28500 - | | 10 febbraio 2000 | K. Korlević |} 28501-28600 |- | 28501 - | | 8 febbraio 2000 | Spacewatch |- | 28502 - | | 8 febbraio 2000 | Spacewatch |- | 28503 Angelazhang | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28504 Rebeccafaye | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28505 Sagarrambhia | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28506 - | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28507 - | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28508 Kishore | | 4 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28509 Feddersen | | 6 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28510 - | | 8 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28511 Marggraff | | 2 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28512 Tanyuan | | 6 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28513 Guo | | 5 febbraio 2000 | M. W. Buie |- | 28514 - | | 26 febbraio 2000 | J. M. Roe |- | 28515 - | | 27 febbraio 2000 | K. Korlević, M. Jurić |- | 28516 Möbius | | 27 febbraio 2000 | P. G. Comba |- | 28517 - | | 29 febbraio 2000 | T. Kobayashi |- | 28518 - | | 29 febbraio 2000 | T. Kobayashi |- | 28519 Sweetman | | 26 febbraio 2000 | CSS |- | 28520 - | | 29 febbraio 2000 | K. Korlević |- | 28521 Mattmcintyre | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28522 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28523 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28524 Ebright | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28525 Andrewabboud | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28526 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28527 Kathleenrose | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28528 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28529 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28530 Shiyimeng | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28531 Nikbogdanov | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28532 - | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28533 Iansohl | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28534 Taylorwilson | | 28 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28535 Sungjanet | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28536 Hunaiwen | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28537 Kirapowell | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28538 Ruisong | | 29 febbraio 2000 | LINEAR |- | 28539 - | | 3 marzo 2000 | LINEAR |- | 28540 - | | 4 marzo 2000 | J. Broughton |- | 28541 - | | 2 marzo 2000 | Spacewatch |- | 28542 Cespedes-Nano | | 3 marzo 2000 | LINEAR |- | 28543 Solis-Gozar | | 3 marzo 2000 | LINEAR |- | 28544 - | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28545 - | | 7 marzo 2000 | K. Korlević |- | 28546 - | | 7 marzo 2000 | K. Korlević |- | 28547 Johannschröter | | 3 marzo 2000 | CSS |- | 28548 - | | 8 marzo 2000 | Spacewatch |- | 28549 - | | 8 marzo 2000 | Spacewatch |- | 28550 - | | 8 marzo 2000 | Spacewatch |- | 28551 Paulomi | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28552 - | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28553 Bhupatiraju | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28554 Adambowman | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28555 Jenniferchan | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28556 Kevinchen | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28557 Lillianchin | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28558 Kathcordwell | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28559 Anniedai | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28560 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28561 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28562 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28563 Dantzler | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28564 Gunderman | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28565 - | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28566 - | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28567 - | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28568 Jacobjohnson | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28569 Kallenbach | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28570 Peterkraft | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28571 Hannahlarson | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28572 Salebreton | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28573 - | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28574 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28575 McQuaid | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28576 - | | 12 marzo 2000 | LINEAR |- | 28577 - | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28578 - | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28579 - | | 10 marzo 2000 | LINEAR |- | 28580 - | | 14 marzo 2000 | K. Korlević |- | 28581 Dyerlytle | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28582 Haileyosborn | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28583 Mehrotra | | 8 marzo 2000 | LINEAR |- | 28584 - | | 8 marzo 2000 | NEAT |- | 28585 - | | 8 marzo 2000 | NEAT |- | 28586 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28587 Mundkur | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28588 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28589 Nisley | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28590 Kyledilger | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28591 Racheldilger | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28592 O'Leary | | 11 marzo 2000 | LINEAR |- | 28593 Ryanhamilton | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28594 Ronaldballouz | | 11 marzo 2000 | LONEOS |- | 28595 - | | 12 marzo 2000 | LINEAR |- | 28596 - | | 7 marzo 2000 | LINEAR |- | 28597 - | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28598 Apadmanabha | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28599 Terenzoni | | 11 marzo 2000 | CSS |- | 28600 Georgelucas | | 2 marzo 2000 | CSS |} 28601-28700 |- | 28601 Benton | | 4 marzo 2000 | CSS |- | 28602 Westfall | | 4 marzo 2000 | CSS |- | 28603 Jenkins | | 4 marzo 2000 | CSS |- | 28604 - | | 5 marzo 2000 | NEAT |- | 28605 - | | 6 marzo 2000 | NEAT |- | 28606 - | | 6 marzo 2000 | NEAT |- | 28607 Jiayipeng | | 9 marzo 2000 | LINEAR |- | 28608 Sblomquist | | 12 marzo 2000 | LONEOS |- | 28609 Tsirvoulis | | 12 marzo 2000 | LONEOS |- | 28610 Stephenriggs | | 12 marzo 2000 | LONEOS |- | 28611 Liliapopova | | 5 marzo 2000 | LINEAR |- | 28612 - | | 25 marzo 2000 | Spacewatch |- | 28613 - | | 29 marzo 2000 | T. Kobayashi |- | 28614 Vejvoda | | 25 marzo 2000 | Kleť |- | 28615 - | | 31 marzo 2000 | J. Broughton |- | 28616 - | | 28 marzo 2000 | LINEAR |- | 28617 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28618 Scibelli | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28619 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28620 - | | 27 marzo 2000 | LONEOS |- | 28621 - | | 27 marzo 2000 | LONEOS |- | 28622 - | | 27 marzo 2000 | LONEOS |- | 28623 - | | 27 marzo 2000 | LONEOS |- | 28624 - | | 28 marzo 2000 | LINEAR |- | 28625 Selvakumar | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28626 Meghanshea | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28627 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28628 Kensenshi | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28629 Solimano | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28630 Mayuri | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28631 Jacktakahashi | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28632 Christraver | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28633 Ratripathi | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28634 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28635 - | | 28 marzo 2000 | LINEAR |- | 28636 Vasudevan | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28637 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28638 Joywang | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28639 - | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28640 Cathywong | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28641 - | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28642 Zbarsky | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28643 Kellyzhang | | 30 marzo 2000 | LINEAR |- | 28644 Michaelzhang | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28645 - | | 29 marzo 2000 | LINEAR |- | 28646 - | | 26 marzo 2000 | LONEOS |- | 28647 - | 2000 GW | 2 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28648 - | 2000 GY | 2 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28649 - | | 4 aprile 2000 | C. W. Juels |- | 28650 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28651 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28652 Andybramante | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28653 Charliebrucker | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28654 Davidcaine | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28655 Erincolfax | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28656 Doreencurtin | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28657 Briandempsey | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28658 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28659 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28660 Derbes | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28661 Jimdickens | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28662 Ericduran | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28663 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28664 Maryellenfay | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28665 Theresafultz | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28666 Trudygessler | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28667 Whithagins | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28668 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28669 Bradhelsel | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28670 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28671 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28672 Karolhiggins | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28673 Valholmes | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28674 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28675 Suejohnston | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28676 Bethkoester | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28677 Laurakowalski | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28678 Lindquester | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28679 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28680 Sandralitvin | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28681 Loseke | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28682 Newhams | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28683 Victorostrik | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28684 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28685 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28686 Tamsenprofit | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28687 Reginareals | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28688 Diannerister | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28689 Rohrback | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28690 Beshellem | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28691 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28692 Chanleysmall | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28693 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28694 - | | 3 aprile 2000 | LINEAR |- | 28695 Zwanzig | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28696 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28697 Eitanacks | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28698 Aakshi | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28699 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28700 Balachandar | | 4 aprile 2000 | LINEAR |} 28701-28800 |- | 28701 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28702 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28703 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28704 - | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28705 Michaelbecker | | 4 aprile 2000 | LINEAR |- | 28706 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28707 Drewbecker | | 6 aprile 2000 | LINEAR |- | 28708 - | | 6 aprile 2000 | LINEAR |- | 28709 - | | 6 aprile 2000 | LINEAR |- | 28710 Rebeccab | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28711 Oliverburnett | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28712 Elizabethcorn | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28713 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28714 Gandall | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28715 Garimella | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28716 Calebgonser | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28717 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28718 Rivergrace | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28719 Sahoolahan | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28720 Krystalrose | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28721 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28722 Dhruviyer | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28723 Cameronjones | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28724 Stott | | 2 aprile 2000 | LONEOS |- | 28725 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28726 Kailey-Steiner | | 6 aprile 2000 | LINEAR |- | 28727 - | | 6 aprile 2000 | LINEAR |- | 28728 - | | 6 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28729 Moivre | | 11 aprile 2000 | P. G. Comba |- | 28730 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28731 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28732 Rheakamat | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28733 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28734 Austinmccoy | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28735 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28736 - | | 12 aprile 2000 | NEAT |- | 28737 Mohindra | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28738 Carolinolan | | 8 aprile 2000 | LINEAR |- | 28739 Julisauer | | 8 aprile 2000 | LINEAR |- | 28740 Nathansperry | | 12 aprile 2000 | LINEAR |- | 28741 - | | 12 aprile 2000 | LINEAR |- | 28742 Hannahsteele | | 12 aprile 2000 | LINEAR |- | 28743 - | | 7 aprile 2000 | LONEOS |- | 28744 - | | 7 aprile 2000 | LONEOS |- | 28745 - | | 7 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28746 - | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28747 Swintosky | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28748 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28749 - | | 7 aprile 2000 | LINEAR |- | 28750 Brennawallin | | 5 aprile 2000 | LINEAR |- | 28751 - | | 4 aprile 2000 | LONEOS |- | 28752 - | | 3 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28753 - | 2000 HA | 18 aprile 2000 | L. Kornoš, A. Galád |- | 28754 - | | 25 aprile 2000 | K. Korlević |- | 28755 - | | 27 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28756 - | | 24 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28757 Seanweber | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28758 - | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28759 Joshwentzel | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28760 Grantwomble | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28761 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28762 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28763 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28764 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28765 Katherinewu | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28766 Monge | | 29 aprile 2000 | P. G. Comba |- | 28767 - | | 24 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28768 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28769 - | | 24 aprile 2000 | LONEOS |- | 28770 Sarahrines | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28771 - | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28772 - | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28773 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28774 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28775 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28776 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28777 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28778 Michdelucia | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28779 Acthieke | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28780 Lisadeaver | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28781 Timothylohr | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28782 Mechling | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28783 - | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28784 Deringer | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28785 Woodjohn | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28786 - | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28787 Peterpinko | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28788 Hayes-Gehrke | | 24 aprile 2000 | LONEOS |- | 28789 - | | 24 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28790 - | | 24 aprile 2000 | Spacewatch |- | 28791 Edithsykeslowell | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28792 Davidlowell | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28793 Donaldpaul | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28794 Crowley | | 26 aprile 2000 | LONEOS |- | 28795 - | | 26 aprile 2000 | LONEOS |- | 28796 - | | 26 aprile 2000 | LONEOS |- | 28797 - | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28798 - | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28799 - | | 25 aprile 2000 | LONEOS |- | 28800 Speth | | 27 aprile 2000 | LINEAR |} 28801-28900 |- | 28801 Maryanderson | | 27 aprile 2000 | LINEAR |- | 28802 Boborino | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28803 Roe | | 28 aprile 2000 | LONEOS |- | 28804 - | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28805 - | | 30 aprile 2000 | LONEOS |- | 28806 - | | 30 aprile 2000 | NEAT |- | 28807 Lisawaller | | 29 aprile 2000 | LINEAR |- | 28808 Ananthnarayan | | 28 aprile 2000 | LINEAR |- | 28809 - | | 27 aprile 2000 | LONEOS |- | 28810 Suchandler | | 1 maggio 2000 | LINEAR |- | 28811 - | | 4 maggio 2000 | LINEAR |- | 28812 - | | 3 maggio 2000 | LINEAR |- | 28813 Jeffreykurtz | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28814 - | | 5 maggio 2000 | LINEAR |- | 28815 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28816 Kimneville | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28817 Simoneflood | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28818 Kellyryan | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28819 Karinritchey | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28820 Sylrobertson | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28821 Harryanselmo | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28822 Angelabarker | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28823 Archibald | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28824 Marlablair | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28825 Bryangoehring | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28826 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28827 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28828 Aalamiharandi | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28829 Abelsky | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28830 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28831 Abu-Alshaikh | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28832 Akana | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28833 Arunachalam | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28834 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28835 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28836 Ashmore | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28837 Nibalachandar | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28838 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28839 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28840 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28841 Kelseybarter | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28842 Bhowmik | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28843 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28844 - | | 9 maggio 2000 | LINEAR |- | 28845 - | | 9 maggio 2000 | LINEAR |- | 28846 - | | 9 maggio 2000 | LINEAR |- | 28847 - | | 9 maggio 2000 | LINEAR |- | 28848 Nicolemarie | | 9 maggio 2000 | LINEAR |- | 28849 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28850 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28851 Londonbolsius | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28852 Westonbraun | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28853 Bukhamsin | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28854 Budisteanu | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28855 Burchell | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28856 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28857 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28858 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28859 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28860 Cappelletto | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28861 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28862 - | | 5 maggio 2000 | LINEAR |- | 28863 - | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28864 - | | 1 maggio 2000 | LONEOS |- | 28865 - | | 4 maggio 2000 | Spacewatch |- | 28866 Chakraborty | | 6 maggio 2000 | LINEAR |- | 28867 - | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28868 Rianchandra | | 7 maggio 2000 | LINEAR |- | 28869 Chaubal | | 5 maggio 2000 | LINEAR |- | 28870 - | | 2 maggio 2000 | LINEAR |- | 28871 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28872 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28873 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28874 Michaelchen | | 28 maggio 2000 | LINEAR |- | 28875 - | | 28 maggio 2000 | LINEAR |- | 28876 - | | 28 maggio 2000 | LINEAR |- | 28877 - | | 28 maggio 2000 | LINEAR |- | 28878 Segner | | 26 maggio 2000 | P. Kušnirák |- | 28879 - | | 28 maggio 2000 | LINEAR |- | 28880 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28881 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28882 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28883 - | | 24 maggio 2000 | LONEOS |- | 28884 Youngjunchoi | | 27 maggio 2000 | LONEOS |- | 28885 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28886 Ericajawin | | 24 maggio 2000 | LONEOS |- | 28887 - | | 24 maggio 2000 | LONEOS |- | 28888 - | | 25 maggio 2000 | LONEOS |- | 28889 - | | 26 maggio 2000 | LONEOS |- | 28890 - | | 27 maggio 2000 | LONEOS |- | 28891 - | | 27 maggio 2000 | LINEAR |- | 28892 - | | 4 giugno 2000 | LINEAR |- | 28894 Ryanchung | | 6 giugno 2000 | Spacewatch |- | 28894 - | | 5 giugno 2000 | LINEAR |- | 28895 - | | 6 giugno 2000 | LINEAR |- | 28896 - | | 1 giugno 2000 | LINEAR |- | 28897 - | | 1 giugno 2000 | LINEAR |- | 28898 - | | 4 giugno 2000 | LINEAR |- | 28899 - | | 4 giugno 2000 | LINEAR |- | 28900 - | | 4 giugno 2000 | LINEAR |} 28901-29000 |- | 28901 - | | 6 giugno 2000 | LINEAR |- | 28902 - | | 4 giugno 2000 | NEAT |- | 28903 - | | 1 giugno 2000 | NEAT |- | 28904 - | 2000 ML | 20 giugno 2000 | NEAT |- | 28905 - | 2000 MQ | 24 giugno 2000 | NEAT |- | 28906 - | | 24 giugno 2000 | NEAT |- | 28907 - | | 25 giugno 2000 | Spacewatch |- | 28908 - | | 4 luglio 2000 | Spacewatch |- | 28909 - | | 7 luglio 2000 | LINEAR |- | 28910 - | | 10 luglio 2000 | P. R. Holvorcem |- | 28911 - | | 5 luglio 2000 | LONEOS |- | 28912 Sonahosseini | | 4 luglio 2000 | LONEOS |- | 28913 - | 2000 OT | 23 luglio 2000 | J. Broughton |- | 28914 - | | 23 luglio 2000 | LINEAR |- | 28915 - | | 23 luglio 2000 | LINEAR |- | 28916 Logancollins | | 31 luglio 2000 | LINEAR |- | 28917 Zacollins | | 24 agosto 2000 | LINEAR |- | 28918 - | | 24 agosto 2000 | LINEAR |- | 28919 - | | 24 agosto 2000 | LINEAR |- | 28920 - | | 25 agosto 2000 | LINEAR |- | 28921 - | | 25 agosto 2000 | LINEAR |- | 28922 - | | 26 agosto 2000 | LINEAR |- | 28923 - | | 31 agosto 2000 | LINEAR |- | 28924 Jennanncsele | | 31 agosto 2000 | LINEAR |- | 28925 - | | 31 agosto 2000 | LINEAR |- | 28926 - | | 20 agosto 2000 | LONEOS |- | 28927 - | | 1 settembre 2000 | LINEAR |- | 28928 - | | 1 settembre 2000 | LINEAR |- | 28929 - | | 1 settembre 2000 | LINEAR |- | 28930 - | | 1 settembre 2000 | LINEAR |- | 28931 - | | 3 settembre 2000 | LINEAR |- | 28932 - | | 5 settembre 2000 | LONEOS |- | 28933 - | | 25 settembre 2000 | K. Korlević |- | 28934 Meagancurrie | | 24 settembre 2000 | LINEAR |- | 28935 Kevincyr | | 24 settembre 2000 | LINEAR |- | 28936 Dalapati | | 23 settembre 2000 | LINEAR |- | 28937 - | | 21 settembre 2000 | NEAT |- | 28938 - | | 27 settembre 2000 | LINEAR |- | 28939 - | | 4 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28940 - | | 22 ottobre 2000 | K. Korlević |- | 28941 - | | 24 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28942 Yennydieguez | | 24 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28943 - | | 24 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28944 - | | 25 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28945 Taideding | | 24 ottobre 2000 | LINEAR |- | 28946 - | | 3 novembre 2000 | LINEAR |- | 28947 - | | 22 novembre 2000 | NEAT |- | 28948 Disalvo | | 20 novembre 2000 | LINEAR |- | 28949 - | | 21 novembre 2000 | LINEAR |- | 28950 Ailisdooner | | 19 novembre 2000 | LINEAR |- | 28951 - | | 29 novembre 2000 | NEAT |- | 28952 Ericepstein | | 30 dicembre 2000 | LINEAR |- | 28953 Hollyerickson | | 30 dicembre 2000 | LINEAR |- | 28954 Feiyiou | | 30 dicembre 2000 | LINEAR |- | 28955 Kaliadeborah | | 30 dicembre 2000 | LINEAR |- | 28956 - | | 15 gennaio 2001 | T. Kobayashi |- | 28957 Danielfulop | | 21 gennaio 2001 | LINEAR |- | 28958 Binns | | 13 febbraio 2001 | LINEAR |- | 28959 - | | 19 febbraio 2001 | LINEAR |- | 28960 - | | 22 febbraio 2001 | Spacewatch |- | 28961 - | | 19 marzo 2001 | LINEAR |- | 28962 - | | 19 marzo 2001 | LINEAR |- | 28963 Tamyiu | | 29 marzo 2001 | W. K. Y. Yeung |- | 28964 - | | 23 marzo 2001 | LONEOS |- | 28965 - | | 30 marzo 2001 | NEAT |- | 28966 Yuyingshih | | 26 aprile 2001 | W. K. Y. Yeung |- | 28967 Gerhardter | | 27 aprile 2001 | LINEAR |- | 28968 Gongmiaoxin | | 29 aprile 2001 | LINEAR |- | 28969 Youngminjeongahn | | 25 aprile 2001 | LONEOS |- | 28970 - | | 15 maggio 2001 | NEAT |- | 28971 - | | 18 maggio 2001 | LINEAR |- | 28972 - | | 22 maggio 2001 | LINEAR |- | 28973 - | | 21 maggio 2001 | LINEAR |- | 28974 - | | 26 maggio 2001 | LINEAR |- | 28975 - | | 22 maggio 2001 | LONEOS |- | 28976 - | | 24 maggio 2001 | LONEOS |- | 28977 - | | 24 maggio 2001 | LINEAR |- | 28978 Ixion | | 22 maggio 2001 | Deep Ecliptic Survey |- | 28979 - | 2001 LW | 13 giugno 2001 | LINEAR |- | 28980 Chowyunfat | | 15 giugno 2001 | W. K. Y. Yeung |- | 28981 - | | 13 giugno 2001 | LINEAR |- | 28982 - | | 15 giugno 2001 | LINEAR |- | 28983 Omergranek | | 15 giugno 2001 | LINEAR |- | 28984 - | | 16 giugno 2001 | NEAT |- | 28985 - | | 17 giugno 2001 | NEAT |- | 28986 - | | 23 giugno 2001 | NEAT |- | 28987 - | | 28 giugno 2001 | LONEOS |- | 28988 - | | 27 giugno 2001 | NEAT |- | 28989 - | | 16 giugno 2001 | LONEOS |- | 28990 Ariheinze | | 20 giugno 2001 | LONEOS |- | 28991 - | | 21 giugno 2001 | LINEAR |- | 28992 - | | 27 giugno 2001 | LONEOS |- | 28993 - | | 13 luglio 2001 | NEAT |- | 28994 - | | 17 luglio 2001 | LONEOS |- | 28995 - | | 16 luglio 2001 | LONEOS |- | 28996 - | | 21 luglio 2001 | NEAT |- | 28997 - | 2020 P-L | 24 settembre 1960 | C. J. van Houten, I. van Houten-Groeneveld, T. Gehrels |- | 28998 - | 2184 P-L | 24 settembre 1960 | C. J. van Houten, I. van Houten-Groeneveld, T. Gehrels |- | 28999 - | 2505 P-L | 24 settembre 1960 | C. J. van Houten, I. van Houten-Groeneveld, T. Gehrels |- | 29000 - | 2607 P-L | 24 settembre 1960 | C. J. van Houten, I. van Houten-Groeneveld, T. Gehrels |} Collegamenti esterni 0028001
Cip e Ciop (Chip 'n Dale) sono due personaggi immaginari dei cartoni animati e dei fumetti della Disney. Caratterizzazione dei personaggi Il nome inglese Chip 'n' Dale è un gioco di parole basato sul nome del celebre mobiliere "Chippendale". Fu suggerito da Bill "Tex" Henson, uno degli artisti della Walt Disney. Sono due scoiattoli striati antropomorfi. Nella loro prima apparizione — nel cortometraggio Pluto soldato — erano sia fisicamente che caratterialmente molto simili ma già dalla successiva acquisirono ciascuno delle peculiarità specifiche. Cip ha un piccolo naso nero e la voce più acuta, mentre Ciop ha un grande naso rosso e due denti molto sporgenti; Cip è la "mente" del duo, prende sempre l'iniziativa ed è l'ideatore dei piani mentre Ciop è invece pigro e imbranato, con un'indole più ingenua e bonaria. I due scoiattoli abitano all'interno di un albero cavo alla periferia di Paperopoli, ma qualche volta si spingono in città o nella fattoria di nonna Papera. Filmografia Esordirono nel corto Pluto soldato del 1943, dove si contrapponevano a Pluto, giocandogli dei brutti scherzi. Assunsero i nomi propri e le differenti connotazioni solo con il corto Chip an' Dale del 1947, dove si contrapponevano a Paperino. Essi continuarono a comparire nei cartoni animati, di solito importunando e terrorizzando Paperino fino alla metà degli anni 1950. In L'uovo, questo sconosciuto sono intenti a raccogliere ghiande e Ciop si avvicina a delle uova scambiandole per ghiande più grandi: quando se ne schiude uno, Ciop sarà costretto a fingersi anche lui un pulcino per sottrarsi all'ira del gallo. In Due scoiattoli e una miss, del 1951, Cip e Ciop si contendono le grazie della scoiattolina Clarice, un'artista della Acorn Club. Dopo una dura lotta, Clarice li considererà a pari merito. In Il bandito dell'albero solitario si ritrovano nel vecchio West e cercano di assicurare alla giustizia Pietro Gambadilegno. Elenco dei cortometraggi La recluta Pluto (Private Pluto, 1943) I cacciatori cacciati (Squatter's Rights, 1946) Paperino ha freddo (Chip an' Dale, 1947) La colazione di Paperino (Three for Breakfast, 1948) I monelli della foresta (Winter Storage, 1949) Operazione noci (All in a Nutshell, 1949) Battaglia tra i giocattoli (Toy Tinkers, 1949) L'asso del velocipede (Crazy Over Daisy, 1950) Paperino e gli scoiattoli (Trailer Horn, 1950) Motivo per bisticciare (Food for Feudin''', 1950) Paperino il potente potatore (Out on a Limb, 1950) L'uovo, questo sconosciuto (Chicken in the Rough, 1951) La battaglia del granturco (Corn Chips, 1951) Paperino pilota razzo (Test Pilot Donald, 1951) Paperino express (Out of Scale, 1951) Paperino e le mele (Donald Applecore, 1952) Due scoiattoli e una miss (Two Chips and a Miss, 1952) Topolino e i folletti di Natale (Pluto's Christmas Tree, 1952) I pirati dello zoo (Working for Peanuts, 1953) Il bandito dell'albero solitario (The Lone Chipmunks, 1954) Il drago e i paladini (Dragon Around, 1954) Il diabolico tronco (Up a Tree, 1955) Due scoiattoli in barca (Chips Ahoy, 1956) Serie televisive animate Cip & Ciop agenti speciali (1989): in qualità di agenti, fanno squadra con i due topi, Scheggia (una inventrice da cui Cip e Ciop sono attratti) e Monterey Jack (un panciuto topo australiano che ha paura dei gatti e con la voglia continua di formaggio) e con il moscerino Zipper; i loro avversari comprendono un gatto, capo malavitoso, il perfido Gattolardo e i suoi scagnozzi, un gatto di strada, Sgrinfia, una lucertola, Wart, una talpa, Mole e un ratto, Snout. Incontrano anche un folle scienziato, il professor Norton Nimnul (in italiano Pandemonium). Le differenze nelle loro personalità diventano più pronunciate con Cip più serio e responsabile e Ciop più sciocco e indolente. È anche la prima volta in cui presentano voci diverse: mentre Cip conserva la voce originale dai toni acuti, quella di Ciop diventa più profonda e stridula. Per la prima volta, compaiono anche i vestiti, con Cip che indossa un giubbotto imbottito e una fedora (simile a quella di Indiana Jones) e Ciop che indossa una camicia hawaiana gialla e rossa (simile a quella di "Thomas Sullivan Magnum IV", il protagonista della serie Magnum, P.I.). Cip e Ciop Stories (2017): Cip e Ciop sono protagonisti di una serie spin-off di Topolino - Strepitose avventure. Cip e Ciop - Al parco (2021): Cip e Ciop sono due piccoli scoiattoli piantagrane che vivono mille avventure in un parco cittadino. Sempre alla ricerca di cibo, i due protagonisti sono spalleggiati da Pluto, Butch e altri personaggi Disney, mentre cercano di sfuggire dalle grinfie dei bulli. A differenza delle precedenti iterazioni dei personaggi, la serie è non verbale. Film Cip & Ciop agenti speciali (2022) Storia editoriale In Italia la rivista intitolata a Cip & Ciop è stata pubblicata da Walt Disney Company Italia dal novembre 1989 fino al 2012. Mensile dedicato a bambini in età prescolare, conteneva giochi e storie a fumetti, di cui almeno una dedicata ai due scoiattoli, che comparivano sempre in copertina. Nei fumetti, soprattutto di produzione statunitense, i due piccoli scoiattoli sono raffigurati come nei cartoni animati, ovvero dispettosi nei confronti di Paperino a cui combinano ripetuti scherzi. Altri media Videogiochi Cip e Ciop appaiono in Chip 'n Dale Rescue Rangers, prodotto dalla Capcom per il Nintendo Entertainment System e per il Game Boy nel 1990. Il sequel fu distribuito nel 1993. Cip e Ciop appaiono in Chip 'n Dale Rescue Rangers: The Adventure in Nimnul's Castle, prodotto dalla Hi Tech Expressions per MS-DOS nel 1990. Cip e Ciop sono i protagonisti di Walt Disney World Quest: Magical Racing Tour, un simulatore di guida del 2000 per diverse piattaforme. Nella serie Kingdom Hearts, Cip e Ciop risiedono nel Castello Disney, all'interno del garage delle Gummiship. Dopo aver fatto un cameo all'interno del primo episodio, svolgono un ruolo più importante in Kingdom Hearts II e appaiono in Kingdom Hearts Birth by Sleep''. Sono assenti nel terzo capitolo nonostante appaiono le loro biografie. Altri progetti Collegamenti esterni Personaggi dell'universo di Paperino Personaggi dell'universo di Topolino Personaggi delle serie televisive d'animazione Disney Personaggi dei cortometraggi d'animazione Disney Scoiattoli immaginari Coppie di personaggi immaginari
Questa è la lista degli episodi dell'anime Black Lagoon, realizzato da Madhouse e basato sull'omonimo manga di Rei Hiroe. Diretto da Sunao Katabuchi e prodotto da Geneon Entertainment, l'opera consiste in tre stagioni, le prime due trasmesse in televisione e la terza realizzata esclusivamente per il mercato home video. La prima serie, intitolata semplicemente Black Lagoon, è stata trasmessa in Giappone su Chiba TV dall'8 aprile al 24 giugno 2006, per un totale di 12 episodi. La seconda stagione, Black Lagoon: The Second Barrage, composta sempre da 12 puntate, è andata in onda sulle emittenti Sendai Television e Kyushu Asahi Broadcasting dal 2 ottobre al 18 dicembre 2006. La terza serie intitolata Roberta's Blood Trail è costituita da un OAV di 5 episodi, pubblicati per il mercato home video dal 17 luglio 2010 al 22 giugno 2011. La storia dell'anime segue le avventure di Rokuro Okajima, un impiegato giapponese che è prima rapito e poi entra a far parte di un gruppo di contrabbandieri conosciuti come "Lagoon Company", con il nuovo nome "Rock". In Italia la prima serie è stata trasmessa da MTV a partire dal 4 dicembre 2007, all'interno dell'Anime Night e la seconda è uscita direttamente in tre DVD per conto della Panini Video nel 2008. La terza serie è stata pubblicata dell'editore francese Kazé in un unico box di due Blu-ray/DVD, in vendita dal 16 maggio 2012. Il doppiaggio italiano di quest'ultima è stato realizzato dallo studio francese Wantake con un cast di voci diverso dalle due serie precedenti e utilizzando doppiatori non-professionisti di nazionalità italo-francese, scatenando così numerose proteste. Le prime due serie usano come sigla introduttiva Red Fraction della cantante Mell e come sigla finale Don't Look Behind degli EDISON. Le uniche eccezioni sono rappresentate dalla puntata 15, che presenta The World of Midnight di Minako Obata come ending, e dall'episodio 24, che non ha opening e utilizza Peach Headz Addiction dei Breath Frequency come sigla conclusiva. Roberta's Blood Trail presenta in apertura Red Fraction IO Drive mix, cantata da Mell, e in chiusura When Johnny Comes Marching Home degli EDISON, tranne per l'ultima puntata che è sprovvista di ending. Black Lagoon Black Lagoon: The Second Barrage Black Lagoon: Roberta's Blood Trail Note Black Lagoon Black Lagoon
Il museo etnografico siciliano Giuseppe Pitrè, fondato nel 1909 dallo studioso siciliano Giuseppe Pitrè, è un ente di diritto pubblico di proprietà del comune di Palermo. Ha due sedi: una in viale Duca degli Abruzzi, nel parco della Favorita, e l'altra in via delle Pergole nel palazzo Tarallo, nel quartiere dell'Albergheria. Le sedi La sede originaria consisteva in quattro sale all'interno di una vecchia costruzione scolastica di via Maqueda, il collegio dell'Assunta, dove però i reperti non poterono essere ordinati secondo quella che era l'idea di allestimento del suo fondatore. Dopo la morte del Pitrè (1916), per anni le collezioni rimasero inaccessibili al pubblico, fino a quando, nel 1935, Giuseppe Cocchiara riorganizzò e trasferì il museo in una delle dipendenze della Casina Cinese nel parco della Favorita. In questo luogo, le collezioni hanno trovato opportuna collocazione, con una nuova suddivisione dei reperti in sezioni, rispondenti a criteri di maggiore scientificità, nel rispetto delle impostazioni a suo tempo desiderate - ma mai concretizzate - da Pitrè. Cocchiara offrì un largo resoconto di tale sistemazione nell'opera che ha per titolo: La vita e l'arte del popolo siciliano nel Museo Pitrè. Al momento nel Museo sono in corso lavori di restauro di parte delle collezioni, pertanto alcune sale risultano chiuse ai visitatori. La struttura è composta da un edificio, antistante ad uno spiazzo, diviso da un piano terra che è sede delle sale di esposizione ed un primo piano che è sede degli uffici e dei depositi. All'interno sulla destra la biglietteria, riferimento anche per le informazioni e l'eventuale invio al personale addetto. Il Museo si trova all'interno di un ampio e curato giardino visitabile gratuitamente. Il Museo risulta così strutturato: un baglio al centro di un crocevia di cortili, costeggiato da una fuga di 30 sale. Dal 2007 è stata inaugurata la seconda sede del museo, nello storico palazzo Tarallo di Ferla - Cottone d'Altamira, nel quartiere dell'Albergheria. L'esposizione permanente, allestita nel piano nobile del palazzo, ospita portantine e mobili settecenteschi, il teatrino dell'Opera dei Pupi, la "stanza della memoria", dedicata a Giuseppe Pitrè, e parte dei volumi della biblioteca, in particolare i fondi riguardanti le tradizioni popolari, la storia e l'architettura siciliana. Nel 2014 è stato inaugurato il nuovo allestimento nella sede principale presso la Palazzina Cinese nel Parco della Favorita di Palermo. La collezione Nelle sale del museo, articolate in 20 sezioni, trovano documentazione gli usi e i costumi del popolo siciliano, compresa la minoranza etnolinguistica albanese, e le credenze, i miti, le consuetudini, le tradizioni di Sicilia (la casa, filatura e tessitura, arredi e corredi, i costumi, le ceramiche, l'arte dei pastori, caccia e pesca, agricoltura e pastorizia, arti e mestieri, i veicoli, il carretto siciliano, i pupi, il carro del festino, le pitture su vetro, le confraternite, i presepi, tra i quali spicca l'opera dell'artista trapanese Matera, i giochi fanciulleschi, la magia, gli ex voto, pani e dolci festivi). Inoltre, in una sala troviamo la grande cucina dei Borbone che, a prescindere dalla superficie, ben rappresenta le cucine tradizionali siciliane. Il Museo abbraccia circa 4.000 oggetti provenienti da un nucleo originario costituito dal Pitrè di circa 1.500 reperti, dalle collezioni etnografiche cedute dall'ex Museo nazionale di Palermo e da donazioni private. L'attuale ordinamento dei reperti rispecchia quella curata da Giuseppe Cocchiara, direttore del museo dal 1935 al 1965. I reperti sono esposti in vetrine tematiche e ciascuno è accompagnato da didascalie che forniscono informazioni relative al nome del reperto, alla sua provenienza, all'epoca di appartenenza, al suo uso, al numero di inventario, ecc. Le vetrine, così allestite, sono concentrate nelle varie sale, dedicate ciascuna al tema generale di riferimento delle singole vetrine. L'illuminazione è esterna alle bacheche. All'interno di ogni sala anche una locandina che descrive il tema rappresentato dai reperti lì contenuti. I grossi reperti sono esposti al di fuori dalle teche, così come le statuette del presepe sistemate in banchi sovrapposti, in una sala appositamente illuminata da faretti direzionali. Il percorso museale inizia con alcune rappresentazioni di abitazioni sia rurali che urbane. Fra questi, il più remoto 'u pagghiaru, forma primitiva dell'architettura rustica siciliana. Gli altri archetipi di abitazione contadina sono dimostrazione della differente disposizione dello spazio domestico, in rapporto alle diverse possibilità di quel ceto. Perciò, le abitazioni più povere erano caratterizzate da un unico ambiente nel quale si trovavano a convivere uomini e animali e all'interno del quale erano svolte tutte le attività domestiche. Maggiore agiatezza si rivela invece nell'abitazione in due piani suddivisa da un rudimentale soppalco che fungeva da zona letto, talvolta suddiviso in due o tre locali minori. Gli archetipi sono completi anche delle miniature delle suppellettili necessarie: il giaciglio ('u jazzu) nel pagliaio, il letto, formato da trispiti e tavole, nelle case in muratura, semplici sgabelli, sedie e tavoli, strumenti da lavoro ed il caratteristico settimino. Tessitura e filatura L'archetipo del telaio che i pastori dell'interno della Sicilia abbellivano per le loro donne, immettono nella sezione delle attività tradizionali tipicamente femminili: la filatura e la tessitura. Tali attività, di antichissime origini, vengono ulteriormente rappresentate da altri tipici utensili, pettine, fusi, rocchie, nespi, conocchie e dall'evoluzione di questi segnata da filatoi a puleggia che, per così dire, accorparono la funzione dei singoli e più rudimentali attrezzi. La memoria siciliana di ascendenza popolare ci ha lasciato splendidi esemplari di tessuti particolarmente resistenti, realizzati in cotone, lino, canapa, ma anche morbidi tessuti di lana, rallegrati dalle coloriture vegetali utilizzate per le frazzate, ossia le coperte e per le bisacce da mulo. Qui di ausilio probabilmente arabo sono i segreti della bachicoltura. Un vasto campionario delle stoffe tradizionali di Sicilia è offerto in visione all'interno degli espositori. Le fattezze bizantine sono visibili e nella fastosa presenza dell'oro che lussuosamente decora l'abito tradizionale albanese di Piana degli Albanesi. Nel museo alcune delle eredità, normanne delle nobiles officinae e probabilmente anche le precedenti arabe, il termine tiraz sostituto del precedente ergastérion bizantino, con cui si indicava il laboratorio ove le donne si dedicavano al ricamo, alla filatura, alla tessitura. Qui venivano prodotte vesti sfarzose, rese preziose dall'uso di filati pregiati e di perle. Il quartiere di Palermo Kalsa divenne sede esclusiva dove, fino alla metà del '900, centinaia di ricamatrici realizzavano opere eccellenti dell'arte della tessitura. Arredi e corredi Nel prosieguo del percorso si arriva alla sezione dedicata agli arredi e corredi. Tra questi ultimi domina il letto in ferro battuto del '600, tipica lavorazione siciliana che, nata nell'isola, si diffuse poi su tutto il territorio nazionale. Il corredo nuziale, frutto di esperto e paziente lavoro, rispondeva alle esigenze della nascente famiglia. La biancheria, finemente ricamata, era considerata bene familiare di massimo valore e, di effetto, anche il telaio era ritenuto elemento prezioso dei beni assegnati in dote alla fanciulla. Così anche il pettine da telaio, intriso di valore simbolico, diveniva elemento vicariante di più chiare richieste di fidanzamento. La dote rappresentava ragione di vanto ma anche di inquietudine e preoccupazione per ogni famiglia, come se dal valore dei beni potesse in qualche modo derivare la qualità del matrimonio. Tra i corredi riservati al neonato, spicca la naca, culla proveniente da Partanna (TP) realizzata in stoffa, che veniva appesa al soffitto e alla quale era legata una corda che la madre si annodava al polso o alla caviglia in modo da poter dondolare il piccolo senza trascurare le tantissime occupazioni casalinghe. I costumi La sezione inerente ai costumi si apre con gli abiti degli uomini. Il più primitivo è quello dei pastori costituito da una giubba (giubbini) e dai calzoni (vrachi) formati con pelli di capra. Di pelle d'animale anche la tasca, portata a tracolla, dove venivano collocati vino e cibo, e le tipiche calzature, i scarpi di pilu. Vari i modelli di costume festivo di cui i calzoni (càusi), il panciotto ('u cileccu), la giacca, il berretto (birritta) sono alcuni degli elementi tipici. Il museo possiede diversi tipi di cappelli, legati alla vita di strada e dei campi, come ad esempio il cappeddu di curina, lavorato con filamenti di paglia. Le camicie e le mutande fanno parte di un corredo più recente. Di lino finissimo, la camicia è ampia e larga, mentre le mutande sono sempre lunghe e bianche. La base di capi più pesanti, tra cui lo scappularu, il lungo mantello dotato di cappuccio, era costituita dall'orbace, una stoffa pesante di lana di lenta e impegnativa lavorazione, che in Sicilia veniva quasi sempre colorata in nero. Di orbace per esempio è il costume tipico dei contadini di Modica. In mostra nel museo si trovano disparati costumi femminili semplici per i tessuti e per il taglio, sontuosi per i broccati e per le fogge. Quelli delle contadine erano in genere composti da un busto di cotone (spenseri), dalla sottana (baschina) e da un grembiule (falaro). In siddetti costumi, a volte, il busto si chiude con un colletto piuttosto alto mentre spesso, un pezzo di merletto arricchisce le scollature. Di grande bellezza e particolarità le applicazioni di macramè, cioè una trina di fili annodati che copre la scollatura, lasciata dal busto di seta rossa, con ricami di vari colori. Realizzati ad ago, i merletti a reticella, in Sicilia, prendono il nome di cartillio. In un'atmosfera tutta particolare bisogna porre il costume tradizionale albanese delle donne di Piana degli Albanesi. Si tratta di un costume che ha profonda origine nelle fogge bizantine, infatti questo costume ha una derivazione e una datazione precisa: appartiene al mondo albanese rifugiatosi in Italia in seguito alle oppressioni turche, alla fine del XV secolo, e conserva il suo carattere orientale nelle forme, nelle caratteristiche, nei significati e nei colori. Vi sono varie tipologie del costume di Piana degli Albanesi: l'abito nuziale è il più ricco, e rileva la ricchezza e lo sfarzo dei vari indumenti che lo compongono. Le ragazze e le donne di Piana degli Albanesi hanno conservato nei secoli l'arte del ricamo, e impiegano interi anni per ricamare la gonna o la camicia, quando esse non le ricevono in dote dalla madre che le ebbe dalla nonna. Il costume delle donne albanesi di Sicilia si compone, innanzitutto, dalla nzilona, una ricca veste rossa, verde o bianca, ricamata interamente in oro. Vien, poi, il Krashëtë, un bustino ricamato di seta quasi sempre scura, e le mëngëtë, cioè le maniche, anch'esse ricamate. Il brezi è una grande cintura d'argento che raffigura i santi patroni della chiesa bizantina di Piana degli Albanesi: SS. Odigitria, San Giorgio, San Demetrio Megalomartire, San Nicola o San Vito. Sono eloquenti esempi dell'inimitabile e fastosa arte tessile e orafa di Piana degli Albanesi, incentrata sulla tradizione del filo d'oro e dai gioielli del costume. Nel museo sono inoltre esposti esemplari di mandilina, che sono fra i copricapi specifici dell'abbigliamento. I costumi, essendo molto antichi ed esposti perennemente, senza determinata protezione, si sono negli ultimi tempi consumati, e richiederebbero un restauro, che, sarebbe esclusivamente possibile dalla grande abilità artigianale delle ricamatrici arbëreshe di Piana degli Albanesi, che mantengono gelosamente questa tradizione. Le ceramiche Molteplici sono le testimonianze relative all'evoluzione dell'arte della ceramica in Sicilia. Dalle prime produzioni realizzate in argilla seccata al sole e cotta in appositi forni, ai modelli invetriati, vale a dire stagnati, e arricchiti dei più svariati motivi decorativi. Con l'invetriatura policroma sono rivestiti i vrichi e le cannate. Il vricu è un vaso che ha il becco posto in uno dei suoi lati, in alto. La cannata è spezzettata da un cerchio formato da una serie di linee che si incrociano. Da Santo Stefano di Camastra provengono alcune zuppiere che, pur riagganciandosi a prototipi greci, tradiscono le forme sicule e conservano due manici e il coperchio campanulato e stralucido, come la scodella ansata di Caltagirone. Bellissimi sono anche i boccali e le burnìe (usate per conservare l'estratto di pomodoro) con la loro splendida policromia, le bottiglie antropomorfe (di tradizione iconografica risalente ad età primitiva) e la curiosa cannata cu lu 'ngannu che sottolinea l'aspetto ludico del bere in compagnia. Caratteristica la collezione di lucerne: la lumera granni è formata da un piano in cui sono poste numerose cannili. Si formano così le ninfe a diversi moccoli. Decorative sono anche le cannili cu li pedi, provenienti da Caltagirone, nelle quali troviamo attaccati i manici, mentre il beccuccio è diviso da due occhi. Tipiche le lucerne a figura umana con diverso concepimento del colore a seconda del paese di appartenenza. Esse rappresentano uomini e donne di diverse classi sociali nei loro costumi, nelle loro arti e nei loro mestieri, spesso sotto forma caricaturale. Ricca la collezione di acquesantiere la cui indispensabile presenza nelle case contadine rispondeva ad un'esigenza sia religiosa che apotropaica. La biblioteca Al museo si trova annessa una ricca biblioteca, che conserva oltre 30.000 volumi, numerosi libretti popolari che “il popolino siciliano legge o si fa leggere”; 1.500 tesi di laurea, le opere manoscritte di Giuseppe Pitrè e 7.000 lettere autografe di diversi studiosi italiani e stranieri che con Pitrè, tra il 1870 e il 1915 intrattennero corrispondenza. Una notevole raccolta di stampe, incisioni, immaginette sacre, fotografie, (di particolare rilievo la serie concernente i briganti siciliani del secolo scorso e la documentazione relativa alla vecchia Palermo), completano il panorama riguardante il patrimonio della biblioteca, aperta giornalmente al pubblico. Galleria d'immagini del Museo Note Voci correlate Giuseppe Pitrè Palazzina Cinese (Palermo) Altri progetti Collegamenti esterni Sito ufficiale Etnografico Siciliano Giuseppe Pitrè Siciliano Pitrè Pitrè Tradizioni popolari della Sicilia Opera dei pupi
Palmarès Strada 2010 (Juniores, una vittoria) Campionati serbi, Prova a cronometro Junior 2011 (Juniores, una vittoria) Campionati serbi, Prova in linea Elite 2014 (Juniores, due vittorie) Campionati serbi, Prova a cronometro Elite Campionati serbi, Prova in linea Elite 2016 (BTC City Ljubljana, due vittorie) Campionati serbi, Prova a cronometro Elite Campionati serbi, Prova in linea Elite 2017 (BTC City Ljubljana, due vittorie) Campionati serbi, Prova a cronometro Elite Campionati serbi, Prova in linea Elite 2018 (Cylance Pro Cycling, due vittorie) Campionati serbi, Prova a cronometro Elite Campionati serbi, Prova in linea Elite 2019 (Alé Cipollini, tre vittorie) Campionati serbi, Prova a cronometro Elite Campionati serbi, Prova in linea Elite 2ª tappa - parte a BeNe Ladies Tour (Sluis > Watervliet) 2021 (Movistar Team Women, una vittoria) Campionati serbi, Prova in linea Elite 2022 (Movistar Team Women, due vittorie) 3ª tappa Vuelta a Andalucía femminile (Fuengirola > Castellar de la Frontera) Campionati serbi, Prova in linea Elite Cross 2009-2010 Campionati serbi, Elite Piazzamenti Grandi Giri Giro d'Italia 2017: 110ª 2018: non partita (9ª tappa) 2019: 78ª 2020: 54ª 2022: 43ª Competizioni mondiali Campionati del mondo su strada Toscana 2013 - In linea Junior: 31ª Ponferrada 2014 - In linea Junior: 8ª Richmond 2015 - In linea Elite: 64ª Doha 2016 - In linea Elite: 24ª Bergen 2017 - In linea Elite: ritirata Innsbruck 2018 - In linea Elite: ritirata Fiandre 2021 - In linea Elite: 110ª Wollongong 2022 - In linea Elite: 52ª Competizioni europee Campionati europei su strada Olomouc 2013 - Cronometro Junior: 23ª Olomouc 2013 - In linea Junior: 15ª Nyon 2014 - In linea Junior: 39ª Plumelec 2016 - In linea Elite: 95ª Herning 2017 - In linea Under-23: 23ª Monaco di Baviera 2022 - In linea Elite: 87ª Giochi europei Minsk 2019 - In linea: 36ª Altri progetti Collegamenti esterni
La Traghetti delle Isole S.p.A. è una compagnia di navigazione specializzata nei collegamenti marittimi con le isole minori della Sicilia occidentale. Storia Nata nel 1969 a Trapani per mano di un gruppo di imprenditori e manager guidati da Mariano Minore e da Nino Castiglione, noto imprenditore dell'industria ittica poi in seguito uscito dalla società. Il suo azionariato si è quindi frazionato. Dal 1988 al 1991 ha effettuato un collegamento Civitavecchia - Ustica - Trapani. La sua base principale è il porto di Trapani. Nel dicembre 2015 si è aggiudicata il bando di gara indetto dalla Regione Siciliana per i collegamenti Trapani - Pantelleria e Porto Empedocle - Isole Pelagie per il quinquennio 2016-2020. Nel marzo 2017 il 50,9% della compagnia è stato acquisito dalla Liberty Lines, quota ceduta nel dicembre del 2018 al gruppo Caronte & Tourist. Nel novembre 2020 viene annunciato dalla Regione Sicilia la proroga fino al 31 dicembre 2021 dei collegamenti Trapani - Pantelleria e Porto Empedocle - Isole Pelagie in scadenza il 31 dicembre 2020. Flotta Rotte Pantelleria Curiosità Nella fiction Il commissario Montalbano si vede Salvo Montalbano con Livia Burlando che viaggiano sul traghetto Vulcano. Note Voci correlate Siremar Liberty Lines Collegamenti esterni Aziende di Trapani Compagnie di navigazione italiane Trasporti in Sicilia Liberty Lines
La Serie A1 2010-2011 si è svolta dal 28 settembre 2010 al 6 giugno 2011: al torneo hanno partecipato dodici squadre di club italiane e la vittoria finale è andata per l'ottava volta al . Regolamento Formula Le squadre hanno disputato un girone all'italiana, con gare di andata e ritorno, per un totale di ventidue giornate; al termine della regular season: Le prime dieci classificate hanno acceduto ai play-off scudetto, strutturati in ottavi di finale, a cui hanno preso parte solo le formazioni classificate dal settimo al decimo posto, quarti di finale, entrambi giocati al meglio di due vittorie su tre gare, semifinali e finale, entrambe giocate al meglio di tre vittorie su cinque gare. Le ultime due classificate sono retrocesse in Serie A2. Criteri di classifica Se il risultato finale è stato di 3-0 o 3-1 sono stati assegnati 3 punti alla squadra vincente e 0 a quella sconfitta, se il risultato finale è stato di 3-2 sono stati assegnati 2 punti alla squadra vincente e 1 a quella sconfitta. L'ordine del posizionamento in classifica è stato definito in base a: Punti; Numero di partite vinte; Ratio dei set vinti/persi; Ratio dei punti realizzati/subiti. Squadre partecipanti Al campionato di Serie A1 2010-11 hanno partecipato dodici squadre: quelle neopromosse dalla Serie A2 sono state l', vincitrice della regular season, e l', vincitrice dei play-off promozione; due squadre che hanno avuto il diritto di partecipazione, ossia il e l'Aprilia, hanno, la prima, rinunciato all'iscrizione, la seconda, esclusa per inadempienze finanziarie: la prima ha ceduto il titolo sportivo alla , mentre al posto della seconda è stato ripescato il . Torneo Regular season Risultati Classifica Legenda:       Qualificata ai quarti di finale play-off scudetto.       Qualificata agli ottavi di finale play-off scudetto.       Retrocessa in Serie A2. Play-off scudetto Tabellone Risultati Ottavi di finale Quarti di finale Semifinali Finale Verdetti Statistiche NB: I dati sono riferiti esclusivamente alla regular season. Note Collegamenti esterni Pallavolo nel 2010 Pallavolo nel 2011 2010-2011
Microman è una linea giapponese di giocattoli prodotta dalla Takara (dal 2006 Takara-Tomy) a partire dal 1974 e successivamente dalla Romando. Caratteristiche I personaggi della serie rappresentano dei cyborg umani, di circa 9 cm di altezza (da cui il termine "Micro") molto snodabili. Storia La linea G.I. Joe venne importata in Giappone dalla Takara con il nome di Combact Joe. Successivamente l'azienda giapponese produsse gli stessi personaggi in plastica trasparente mostrando all'interno dei circuiti e meccanismi, quindi vendendoli come guerrieri cyborg nella linea Henshin Cyborg del 1972. Sia Combact Joe che Henshin Cyborg erano di altezza variabile tra 20 e 30 cm. Microman Successivamente la Takara ideò una nuova linea degli stessi personaggi, ma più piccoli, in modo da poter creare anche dei playset: i personaggi da 30 cm infatti risultavano troppo ingombranti per le piccole abitazioni giapponesi; nacque così nel 1974 la linea Microman. La linea Microman comprende le serie: Microman Zone (1974) Project Victory (1975) Spy Magician (1976) Command (1977) Police Keeper (1978) Rescue Team (1979) Punch & Blizzard Man (1980) New Microman Dopo il 1980 la Takara decise di rinnovare la linea, che non fu più composta da semplici soldatini spaziali, ma da veri esseri biomeccanici con mezzi che potevano trasformarsi in veicoli o armi, in modo da essere maggiormente apprezzati dalle nuove generazioni. Le serie di New Microman: New Microman (1981) Micro Robot (1982) Micro Change (1983) Transformers (1984) Dal 1984 la serie si fuse per volontà della Hasbro, che acquisì i diritti sui vari robot trasformabili, con altre linee minori sempre di robot trasformabili, per diventare i Transformers. Alcuni dei Transformers più noti provenienti dalla linea Microman sono Megatron e Soundwave (Memor in Italia). Micro21 Nel 1996, la Romando acquisì temporaneamente i diritti per la produzione della linea Microman, ristampando i vecchi personaggi classici in occasione del ventunesimo anniversario della serie. Per quell'anno e il successivo i Microman tornarono quindi sugli scaffali dei negozi, nelle loro vesti originali sotto il nome di Micro21. Microman Millennium Nel 1999 la Takara decise di rimettere in produzione la linea Microman, chiamandola Microman Millennium. Creò quindi due serie: Magne Powers e Replica Microman. La prima prevedeva nuovi personaggi della serie, ridisegnati e con uno stile adeguato ai nuovi tempi, stavolta accompagnati per la prima volta anche da una serie animata. Replica Microman invece prevedeva la riproduzione dei personaggi classici, con varianti nei colori. Microman 2003 Nel 2003, spinta dal calo di popolarità della linea Microman, la Takara ideò una nuova serie, chiamata semplicemente Microman 2003, con dei personaggi maggiormente snodabili indirizzata soprattutto agli adulti e ai collezionisti. La nuova serie include anche numerosi personaggi dei fumetti, sia americani (DC Comics), che giapponesi. I nuovi Microman ebbero un grande riscontro di mercato e la produzione della linea prosegue tuttora. Anime Una serie TV anime ad essi dedicata è stata prodotta dalla Pierrot nel 1999 col titolo Chiisana Kyojin Microman (小さな巨人ミクロマン, Il Piccolo Gigante, Microman). Voci correlate G.I. Joe Micronauti Collegamenti esterni Microman in The pre-Transformers page Giocattoli Action figure
Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue è un film commedia italiano del 1969, diretto da Luciano Salce e interpretato da Alberto Sordi. È il seguito del Medico della mutua (1968) di Luigi Zampa, ancora con Sordi protagonista. Trama Il professor Guido Tersilli, primario di una prestigiosa clinica, tiene in particolare considerazione spese, bilanci e convenzioni, cosicché le cure migliori diventano appannaggio esclusivo dei malati ricchi o comunque disposti a pagare profumatamente, con totale disinteresse per chi, invece, è costretto a ricorrere alla convenzione mutualistica. L'avidità di Tersilli, sostenuta anche dalla madre, non conosce limiti e nulla riesce a scalfirla, neppure la disapprovazione di medici e collaboratori che alla fine, per la salute dei pazienti ed anche per loro tornaconto, decidono di abbandonare la clinica lasciando solo il primario. Messo ormai alle corde dalle mille difficoltà, Tersilli medita per un momento di lasciare l'incarico per tornare a curare i mutuati quando il ritorno della madre da un intervento di chirurgia estetica in una clinica svizzera apre di fronte al dottore un'allettante prospettiva: trasformare Villa Celeste in un'attrezzata e lussuosa clinica di chirurgia estetica e centro estetico per il benessere psicofisico dando voce allo slogan «La vecchiaia e la bruttezza sono malattie dalle quali si può e si deve guarire». Produzione e distribuzione Il titolo originale del film era: Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste delle Piccole Ancelle dell'Amore Misericordioso convenzionata con le mutue che poi, per motivi di distribuzione, fu leggermente abbreviato. Qui, come nella prima pellicola, le scene in cui recitano insieme Alberto Sordi e Pupella Maggio hanno il sonoro in presa diretta, non sono quindi state doppiate. Luoghi delle riprese La clinica del film è la Casa di cura Pio XI che si trova a Roma in via Aurelia 559. L'aspetto esterno mostrato è diverso da quello visibile oggi, i celebri corridoi in cui il dottor Tersilli prima passeggia con i medici e poi volteggia con le assistenti nella scena finale sono gli stessi. Colonna sonora La colonna sonora è di Piero Piccioni; il brano che accompagna i movimenti dell'équipe medica lungo i corridoi della clinica è la "Marcia di Esculapio". II lungo e incalzante assolo di batteria che fa da intro è suonato dal batterista Pierino Munari. Canto e vocalizzi di Lydia MacDonald. Incassi Il film è stato il terzo maggiore incasso nella stagione cinematografica italiana 1969-70 con £ 2.283.525.000. Note Voci correlate Il medico della mutua Altri progetti Collegamenti esterni Film commedia all'italiana Film diretti da Luciano Salce Film ambientati a Roma Film girati all'Eur
Le Olimpiadi internazionali della fisica (International Physics Olympiad, IPhO) sono una competizione annuale per studenti delle scuole superiori. È una delle olimpiadi scientifiche. La prima Olimpiade della fisica si è tenuta a Varsavia nel 1967. In Italia la squadra rappresentativa destinata a partecipare alle Olimpiadi internazionali della fisica è formata dagli studenti che hanno inizialmente partecipato con impegno alle gare organizzate dal progetto Olimpiadi della fisica. Ogni delegazione nazionale, risultato di una selezione locale, è composta da cinque studenti e due leader a cui si aggiungono talvolta degli osservatori. La competizione è individuale e si basa su due prove di cinque ore ciascuna: una prova sulla teoria, composta da tre problemi, e una prova sperimentale, composta da uno o due problemi. Le prove sono preparate dalla nazione ospitante. La "giuria" è composta dai leader di ciascuna nazione e da coordinatori della nazione ospitante. Le medaglie (oro, argento e bronzo) e le menzioni d'onore sono attribuite nel seguente modo: il migliore 8% dei partecipanti riceve la medaglia d'oro; il migliore 25% quella di argento; il migliore 50% quella di bronzo; il migliore 67% riceve la menzione di onore. Sono quindi premiati circa i 2/3 dei partecipanti. Vi sono inoltre dei premi speciali: miglior punteggio, migliore prova teorica, migliore prova sperimentale, soluzione più originale, etc. Storia Le prime Olimpiadi della Fisica si sono tenute nel 1967 a Varsavia, con la partecipazione di quattro soli Paesi oltre a quello organizzatore, la Polonia. Le nazioni interessate furono, oltre alla Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Bulgaria e Romania.. Si trattava di un progetto che aveva lo scopo di dare una formazione di eccellenza preuniversitaria nel campo della fisica a ragazzi appartenenti al Patto di Varsavia, inoltre si tendeva a sviluppare un progetto di amicizia fra questi Paesi. Si cercò di replicare il successo delle Olimpiadi Internazionali della Matematica, la cui prima edizione si era tenuta nel 1959, anche se la presenza della prova sperimentale rendeva le Olimpiadi della fisica più costose in caso di partecipazione di un grande numero di Paesi. La gara fu organizzata sul modello di una precedente gara di fisica che si teneva in Polonia, e che prevedeva un giorno di problemi di fisica teorica e successivamente un giorno di problemi di fisica sperimentale. Ovviamente era necessario del tempo per la correzione della prova teorica, perciò fra la prima e la successiva si rese necessario organizzare per i partecipanti giorni di pausa con conferenze ed escursioni. Nel 1972 venne invitato il Primo Paese non europeo, Cuba, e il primo Paese occidentale, la Francia. Nel 1974 venne invitata la Repubblica Federale di Germania, in questo caso l'invito assunse una rilevanza anche politica essendo anni di guerra fredda. Il primo Paese Occidentale ad organizzare le Olimpiadi fu la Repubblica Federale di Germania nel 1982, in quell'anno il vincitore assoluto fu per la prima volta un occidentale, un tedesco. La prima partecipazione italiana fu nel 1989; la manifestazione si svolse a Padova e fu organizzata dall'AIF. Nel 2012 alle Ipho estoni diede una conferenza il Premio Nobel per la chimica Harold Kroto. Alle Olimpiadi del 2016 tenute a Zurigo, in Svizzera, i Paesi partecipanti furono circa 90. La 47ª Olimpiade si è tenuta a Zurigo, in Svizzera, dal 10 al 17 luglio 2016, mentre la 48ª si è svolta in Indonesia, dal 9 al 16 luglio 2017. Edizioni delle Olimpiadi internazionali della fisica Lista delle Olimpiadi Note Altri progetti Collegamenti esterni Istituzioni per la fisica Olimpiadi scientifiche
Sebbene sia nata e cresciuta in una zona del Gaeltacht nell'ovest della contea di Donegal nella Repubblica d'Irlanda, è stata politicamente attiva nell'Irlanda del Nord, dove era vice-leader del Partito Social Democratico e Laburista (SDLP) e membro dell'Assemblea dell'Irlanda del Nord per Upper Bann. Carriera politica Rodgers ha studiato a Monaghan e all'University College di Dublino e vive nell'Irlanda del Nord dal 1960. È stata coinvolta nella Northern Ireland Civil Right Association dal 1965. È stata membro fondatore dell'SDLP, diventando presidente nel 1978 e segretario generale nel 1981. Nel 1983 è stata nominata al Seanad Éireann dal Taoiseach Garret FitzGerald, dove è rimasta fino al 1987. Rodgers è stata leader del gruppo SDLP nei colloqui che hanno portato all'accordo del Venerdì Santo. È stata eletta all'Assemblea dell'Irlanda del Nord per il collegio elettorale di Upper Bann nel giugno 1998. È stata nominata nel primo esecutivo dell'Irlanda del Nord nel novembre 1999 come ministro dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, e rimase in quella posizione fino alla sospensione dell'esecutivo nell'ottobre 2002. È diventata vice-leader dell'SDLP nel novembre 2001. Si è dimessa da membro dell'Assemblea dell'Irlanda del Nord alle elezioni dell'Assemblea del novembre 2003 e da vice-leader nel febbraio 2004, quando è stata sostituita da Alasdair McDonnell. Vita privata Rodgers è sposata con Antoin Rodgers, insieme hanno sei figli. È una lontana parente del mafioso irlandese americano Vincent Coll. Parla correntemente irlandese, francese e italiano. Note
Il Cincinnati Masters 2005 (conosciuto anche come Western & Southern Financial Group Masters e Western & Southern Financial Group Women's Open per motivi di sponsorizzazione) è stato un torneo di tennis giocato sul cemento. È stata la 104ª edizione del Cincinnati Masters, che fa parte della categoria ATP Masters Series nell'ambito dell'ATP Tour 2005, e della categoria Tier III nell'ambito del WTA Tour 2005. Sia il torneo maschile che quello femminile si sono giocati al Lindner Family Tennis Center di Mason, vicino a Cincinnati in Ohio negli USA, Il torneo maschile si è giocato dall'15 al 22 agosto 2005, quello femminile dal 18 al 24 luglio 2005. Campioni Singolare maschile Roger Federer ha battuto in finale Andy Roddick, 6–4, 7–5 Singolare femminile Patty Schnyder ha battuto in finale Akiko Morigami 6–4, 6–0 Doppio maschile Jonas Björkman / Maks Mirny hanno battuto in finale Wayne Black / Kevin Ullyett, 7-6(3) 6-2 Doppio femminile Laura Granville / Abigail Spears hanno battuto in finale Květa Peschke / María Emilia Salerni 3-6, 6-2, 6-4 Collegamenti esterni ATP Tour 2005 WTA Tour 2005
Il solfuro di magnesio è il sale binario di magnesio dell’acido solfidrico con formula MgS. È un materiale cristallino bianco ma spesso si presenta in forma impura, come una polvere marrone e non cristallina. È generato industrialmente nella produzione di ferro metallico. Ha la particolarità di essere fosforescente e di emettere colori differenti in base alle impurità che gli vengono aggiunte (argento, ferro ...). Caratteristiche Il MgS è formato dalla reazione di zolfo o idrogeno solforato con il magnesio. Le proprietà chimiche del MgS assomigliano a quelle dei solfuri ionici correlati come quelli di sodio, bario o calcio. Reagisce con l'ossigeno per formare il solfato di magnesio. L'MgS reagisce con l'acqua per formare l'idrogeno solforato e l'idrossido di magnesio. Nel processo di produzione dell'acciaio BOS, lo zolfo è il primo elemento da rimuovere. Lo zolfo viene rimosso dal ferro impuro con l'aggiunta di parecchie centinaia di chilogrammi di polvere di magnesio. Si forma poi il solfuro di magnesio, che poi galleggia sul ferro fuso e viene rimosso. MgS è un materiale semiconduttore che emette radiazioni blu-verde, una proprietà che è stata conosciuta fin dai primi anni del 1900. Questa proprietà consente anche l'uso del MgS come fotorivelatore per luce ultravioletta a lunghezza d'onda corta. Oltre ad essere un componente di alcune scorie, MgS è presente in alcune meteoriti. Il MgS si trova anche negli involucri circumstellari di alcune stelle di carbonio. MgS reagisce a contatto con l'umidità e si trasforma in idrogeno solforato. Note Altri progetti Composti del magnesio magnesio
Le domande a opzione multipla sono una tipologia di domande a risposta chiusa, usata nei test per l'educazione, nelle elezioni (bisogna scegliere tra più candidati, partiti), nelle ricerche di mercato e in molti altri campi, per rispondere alle quali si chiede di selezionare una o più opzioni di risposta da una lista data con un numero finito di opzioni. Nel caso in cui sia possibile selezionare una e una sola opzione di risposta si parla di "domanda a scelta multipla" (multiple choice question), mentre nel caso in cui si possano selezionare più opzioni attraverso checkbox ("caselle di spunta" o "caselle di controllo") si parla di "domanda a risposta multipla" (multiple response question); nel caso in cui sia data la possibilità di integrare le opzioni di risposta presenti nell'elenco di base (solitamente attraverso l'opzione "altro (da precisare)") si tratta di una domanda semi-chiusa. La creazione delle domande a opzione multipla è attribuita a Frederick J. Kelly nel 1914 alla Kansas University. Uno dei primi utilizzi delle suddette domande fu per stimare la potenzialità delle reclute militari della prima guerra mondiale. Coloro che scrivono i test hanno spesso una preparazione nella tassonomia di Bloom. Vantaggi Ci sono molti vantaggi nello stile delle domande a risposta multipla. Se gli autori delle domande sono ben preparati e la qualità delle domande è assicurata, allora la struttura sarà sicuramente efficace. È stato provato che, se gli studenti vengono istruiti sul funzionamento delle domande a opzione multipla e il mito che circonda il tipo di valutazione viene distrutto, allora avranno risultati migliori nel test. Molti hanno espresso il giudizio secondo il quale la credibilità dei test sta nel fatto che ci siano più voci (risposte) da scegliere, e con una buona campionatura e cura dei casi specifici la credibilità potrebbe essere anche maggiore. Le domande a opzione multipla spesso richiedono meno tempo, rispetto alle domande a risposta aperta, per gestire una data quantità di materiale. Un'efficienza ancora maggiore si può ottenere utilizzando un software per la consegna on-line dell'esame. Le domande a opzione multipla si prestano allo sviluppo di elementi obiettivi di valutazione; tuttavia, senza un'adeguata preparazione da parte dell'autore, le domande possono risultare soggettive per natura. Poiché questo stile di test non richiede che un insegnante assegni un voto alle risposte date, chi fa il test è valutato semplicemente sulla base delle sue scelte, rendendo meno probabile che un pregiudizio (bias) insegnante-studente influenzi i risultati. Infine, se coloro che fanno i test sono informati su come usare i fogli da contrassegnare e/o le caselle da spuntare negli esami on line si può fare affidamento sulla chiarezza delle loro risposte. Svantaggi I test a risposta multipla hanno effettivamente degli svantaggi. Uno di questi è l'ambiguità: non riuscire a interpretare l'informazione nel modo in cui intendeva l'autore del test può dare come risultato una risposta "sbagliata", anche se la risposta di chi fa il test è potenzialmente valida. Per descrivere questo scenario è stato utilizzato il termine "congettura multipla" (multiple guess), perché chi fa il test potrebbe tentare di indovinare piuttosto che determinare la risposta corretta. Viceversa, un test a risposta libera permette a chi lo affronta di portare argomentazioni a sostegno del suo punto di vista e potenzialmente di ottenere credito. Inoltre, anche se uno studente ha una qualche conoscenza dell'argomento di una domanda, se seleziona la risposta sbagliata non ottiene alcun credito per il fatto che conosce quelle informazioni. Tuttavia, le domande a risposta libera possono consentire a coloro che sostengono la prova di dimostrare la loro comprensione della materia e di ottenere un parziale credito. Infine, chi affronta il test potrebbe essere in grado di scartare delle risposte perché inverosimili. In alcuni casi può anche verificare singolarmente ogni risposta, specialmente quando si tratta di matematica, aumentando in tal modo la possibilità di fornire una risposta corretta senza effettivamente conoscere l'argomento. D'altro canto, specialmente nei test di matematica, alcune risposte sono incluse per incoraggiare effettivamente chi fa il test a scartare le risposte stesse in modo logico. Un esempio sarebbe di proporre l'equazione e di chiedere a che cosa equivale . Chi svolge il test dovrebbe essere in grado di eliminare tutte le risposte rappresentate da un numero negativo. L'uso delle domande a opzione multipla in certi campi educativi è a volte contestato, a causa di alcuni degli aspetti negativi, sia effettivi che percepiti, ma la formula rimane popolare per la sua utilità e la sua efficienza in termini di costo. Un altro svantaggio degli esami a risposta multipla è che uno studente incapace di rispondere ad una particolare domanda può semplicemente scegliere una risposta a caso e avere ancora la possibilità di ottenere un voto per essa. Si sa che gli studenti che non hanno più tempo a disposizione danno a tutte le domande rimanenti risposte a caso nella speranza di farne almeno qualcuna giusta. Alcuni esami, come la Gara australiana di matematica (Australian Mathematics Competition), adottano sistemi per vanificare questa possibilità, in questo caso rendendo più vantaggioso non dare una risposta che darne una sbagliata. Comunque lo svantaggio maggiore riscontrato nella pratica sta nel fatto che è uno dei tipi di prova più facili da copiare, vanificando in alcuni casi la sua praticabilità. Struttura Una domanda a opzione multipla del tipo basato sulla conoscenza effettiva consiste di due parti: la domanda (stem) e le opzioni di risposta. Per contrasto, una domanda a opzione multipla del tipo basato sulla conoscenza applicata consta di tre parti: la radice, la domanda d'apertura e le opzioni di risposta. La radice può essere una vignetta o una descrizione dettagliata che contiene più elementi. La sua lunghezza è quella necessaria ad assicurare la massima validità ed autenticità al problema in discussione. La domanda d'apertura descrive cosa deve fare colui che sostiene l'esame. Per esempio in un test medico la domanda d'apertura potrebbe essere "Qual è la diagnosi più probabile?" oppure "Quale agente patogeno è più probabile che sia la causa di una malattia?". L'opzione o l'insieme delle opzioni corrispondenti a risposte corrette è detta "chiave (di risposta)", mentre le opzioni corrispondenti a risposte errate sono dette "distrattori". Ogni domanda di valutazione a opzione multipla equivale ad una batteria di domande vero/falso, nella quale la chiave corrisponde ad (una, nel caso di domande a scelta multipla, o più, nel caso di domande a risposta multipla) affermazioni vere, mentre tutti i distrattori corrispondono ad affermazioni false. Esempi Data l'equazione , stabilire il valore di x.A) 4B) 10C) 0.5D) 1.5E) 8 Qual è la superpotenza dell'informatica in India?A) Bangalore B) MumbaiC) MysoreD) Chennai Test importanti con sezioni a opzione multipla SAT AP PSAT GRE MCAT LSAT IB Diploma Programme science subject exams ASVAB TOEIC Multistate Bar Examination Note Voci correlate Test Altri progetti Collegamenti esterni Writing assessment questions for online delivery: Principles and guidelines, University of Bristol Psicometria Psicodiagnostica
Biografia Antonio Magliabechi nacque a Firenze il 29 ottobre 1633. Dopo la morte del padre nel 1640, fu garzone presso un gioielliere, alla morte della madre, nel 1673, riprese gli studi sotto Michele Ermini, bibliotecario di Leopoldo de' Medici, acquistando ben presto grande fama per l'ampia erudizione e la conoscenza del latino, del greco e dell'ebraico. Il granduca Cosimo III de' Medici gli affidò la custodia della Biblioteca Palatina (la biblioteca di Palazzo Pitti, confluita nella Biblioteca Medicea Laurenziana per i manoscritti e nella BNCF per le opere a stampa), nella quale gli succedette con lo stesso incarico, l'amico, Benedetto Bresciani. Negli ultimi anni si ritirò nel convento domenicano di Santa Maria Novella, dove morì e fu sepolto. Originale fu la vita e il carattere del Magliabechi, che, deforme e trasandato, volle sempre star solo in mezzo a vere cataste di libri. Questa sua natura strana, a cui si aggiungeva una sottile malignità, gli procurò molti nemici; ma egli riscosse anche la più viva ammirazione di tutti i dotti di Europa con cui era in corrispondenza attivissima, e alle cui richieste rispondeva con prodigiosa ricchezza di notizie, specialmente per la storia letteraria. Tra i suoi corrispondenti, l'astronomo e storico Pietro Maria Cavina, con cui scambiò lettere per vent'anni, dal 1670 al 1690, e che beneficiò largamente dell'erudizione del Magliabechi. Non scrisse nulla di proprio; pubblicò solo alcune opere latine medievali e compilò un catalogo dei codici arabi, persiani, ebraici della Laurenziana; ma, oltre all'aiuto dato ai dotti di tutta Europa, fu benemerito degli studi ordinando che la sua biblioteca privata, messa insieme in lunghi anni e ricchissima anche di codici, fosse aperta al pubblico. Così nel 1747 si aprì la Magliabechiana, che con successivi accrescimenti e con l'unione alla Palatina è diventata la Biblioteca Nazionale di Firenze. La passione della sua vita fu la bibliofilia: per questo, a parte un ampio epistolario con eruditi e scienziati del tempo, tra cui Leibniz gli sono attribuite soltanto le Notizie letterarie e istoriche intorno agli uomini illustri dell'Accademia fiorentina, edite a Firenze nel 1700. Note Carteggio Lettere e carte Magliabechi. Regesto, I-II, a cura di Manuela Doni Garfagnini, Roma 1981; Regesto del carteggio Magliabechi: dimensioni dell'impresa e sue prospettive di realizzazione, a cura di Manuela Doni Garfagnini, in Critica storica, XIX (1982), pp. 107-123; Lettere e carte Magliabechi. Inventario cronologico, a cura di Manuela Doni Garfagnini, Roma 1988; Giovanni Targioni Tozzetti, Clarorum Belgarum, Germanorum, Venetorum epistolae ad Antonium Magliabechium nonnullosque alios epistolae ex autographis in Bibliotheca Magliabechiana adservatis descriptae, I-V, Florentiae 1745-46; Paolo Galluzzi, Lettere di G.A. Borelli ad A. Magliabechi, in Physis, XII (1970), pp. 267-298; Michelangelo Fardella, Lettere ad Antonio Magliabechi (1691-1709), a cura di Salvatore Femiano, Cassino 1978; Joseph Anna Guillaume Tans, Un bibliothécaire dans la république des lettres. Correspondance d'Antonio Magliabechi et de Pasquier Quesnel, in Uit Bibliotheektuin en informatieveld, a cura di H.F. Hofmann et al., Utrecht 1978, pp. 75-95; Lettere dal Regno ad Antonio Magliabechi, a cura di A. Quondam, M. Rak, Napoli 1978-79; Carteggio Magliabechi. Lettere di Borde, Arnaud e associati lionesi ad Antonio Magliabechi (1661-1700), a cura di S. Ussia, Firenze 1980; Stefano De Rosa, Tre lettere inedite di Francesco Bindi "stampatore archiepiscopale" in Pisa ad Antonio Magliabechi, in La Bibliofilia, LXXXVI (1984), pp. 235-24 Alfonso Mirto, Lettere di Andries Fries ad Antonio Magliabechi, 1659-1675, in Lias, XIV (1987), pp. 61-100; Cristina Wis Murena, Le lettere di Francesco Negri ad Antonio Magliabechi dal giugno 1678 al 1696, in Atti dell'Accademia Pontaniana, XXXVII (1988), pp. 161-190; Alfonso Mirto, Henk Th. van Veen, Pieter Blaeu: lettere ai fiorentini Antonio Magliabechi, Leopoldo e Cosimo III de' Medici e altri, 1660-1705, Firenze 1993; Jean Le Clerc, Epistolario (1706-1718), a cura di M.G. Sina, M. Sina, III, Firenze 1994, pp. 38, 66, 213, 223, 240; Alfonso Mirto, Lettere di Antonio Magliabechi a Bernardo Benvenuti, in Studi secenteschi, XXXIX (1998), pp. 205-242; Alfonso Mirto, Antonio Magliabechi e Carlo Dati: lettere, in Studi secenteschi, XLII (2001), pp. 381-433; Alfonso Mirto, Lettere di A. Magliabechi ad É. Baluze, ibid., XLVI (2005), pp. 319-342; Alfonso Mirto, Il carteggio degli Huguetan con Antonio Magliabechi e la corte medicea, Soveria Mannelli 2005 Alfonso Mirto, Lettere di Antonio Magliabechi a Leopoldo de' Medici, Roma, aracne, 2012 Alfonso Mirto, Pietro Paolo Bosca: Lettere ad Antonio Magliabechi, "Studi secenteschi", LIV, 2013, pp. 260-333 Bibliografia Lodovico Frati, Antonio Magliabechi e le Memorie di Trévoux, in Riv. delle biblioteche e degli archivi, IX (1898), pp. 33-37; Edoardo Benvenuti, Per la biografia di Antonio Magliabechi, ibid., XXV (1914), pp. 1-9; Alfredo Baccelli, Antonio Magliabechi nel III centenario della nascita, in Nuova Antologia, 16 ott. 1933, pp. 590-599; Carlo Frati, Dizionario bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, Firenze 1934, pp. 311-314 (aggiornato da M. Parenti, Aggiunte al Dizionario, II, Firenze 1952, p. 206); La Biblioteca nazionale centrale di Firenze e le sue insigni raccolte, a cura di D. Fava, Milano 1939, passim; Gaetano Gasperoni, Antonio Magliabechi nei carteggi dei secoli XVII e XVIII, in Accademie e biblioteche d'Italia, XVI (1941), pp. 23-34; Mario Battistini, Antonio Magliabechi e la sua collaborazione all'Opera Bollandiana, in Bulletin de l'Institut historique belge de Rome, XXII (1942-43), pp. 113-258; Gottfried Wilhelm von Leibniz, Allgemeiner politischer und historischer Briefwechsel, VI, a cura di K. Muller, G. Schech, G. Gerber, Berlin 1957, ad ind.; Nicola Carranza, Antonio Magliabechi e Alessandro Marchetti, in Boll. stor. pisano, XXVIII-XXIX (1959-60), pp. 394-446; Johan Nordström, A. Magliabechi och N. Steno. Ur Magliabechis brev till J. Gronovius (A. Magliabechi e N. Stenone; una lettera del M. a J. Gronovius), in Lychnos, XX (1962), pp. 1-42; Salvo Mastellone, Antonio Magliabechi: un libertino fiorentino?, in Il Pensiero politico, VIII (1975), pp. 33-53; Manuela Doni Garfagnini, Antonio Magliabechi fra erudizione e cultura. Primi risultati dal regesto del carteggio, in Critica storica, XIV (1977), pp. 371-409; Maurizio Torrini, Dopo Galileo. Una polemica scientifica (1684-1711), Firenze 1979; Maura Scarlino Rolih, Manoscritti magliabechiani non elencati nei cataloghi in uso. Ipotesi sull'accaduto e primo contributo all'inventario, in Accademie e biblioteche d'Italia, XLVIII (1980), pp. 75-108; Françoise Waquet, Antonio Magliabechi: nouvelles publications, nouvelles questions, nouveaux problèmes, in Nouvelles de la république des lettres, I (1982), pp. 173-188; Piero Innocenti, Il bosco e gli alberi: storie di libri, storie di biblioteche, storie di idee, I-II, Firenze 1984, passim; Raffaele De Magistris, Il mercante e il bibliotecario. La circolazione del libro nelle lettere di Gilles de Gastines a Magliabechi (1661-1709), in Biblioteche oggi, III (1985), pp. 93-113; "Code magliabechiane". Un gruppo di manoscritti della Biblioteca nazionale centrale di Firenze fuori inventario, a cura di M. Scarlino Rolih, Firenze 1985; Giovanni Bianchini, Sui rapporti tra Federigo Nomi e Antonio Magliabechi (1670-1705). Con lettere inedite del Nomi, in Studi secenteschi, XXVIII (1987), pp. 227-293; Antonio Borrelli, "Intrighi di corte": due lettere di Antonio Magliabechi a Geminiano Montanari, in Giornale critico della filosofia italiana, VII (1987), pp. 534-54 Alfonso Mirto, Stampatori, editori, librai nella seconda metà del Seicento. Parte prima, Firenze 1989, passim; Id., La biblioteca del card. Leopoldo de' Medici: catalogo, Firenze 1990; Stefano Caroti, Nel segno di Galileo: erudizione, filosofia e scienza a Firenze nel secolo XVII. I "Trattati accademici" di V. Capponi, Firenze 1993, pp. 53-60; Giuseppina Totaro, Antonio Magliabechi e i libri, in Bibliothecae selectae da Cusano a Leopardi, a cura di E. Canone, Firenze 1993, pp. 549-570; Manuela Doni Garfagnini, A. Magliabechi ed il suo epistolario. La corrispondenza con P. Burman, filologo di Utrecht, in Medioevo e Rinascimento, n.s., VIII (1994), pp. 183-213; Alfonso Mirto, Stampatori, editori, librai nella seconda metà del Seicento. Parte seconda. I grandi fornitori di Antonio Magliabechi e della corte medicea, Firenze 1994, ad ind.; Luigi Guerrini, Una lettera inedita del Carcavi al Magliabechi con un parere sul Redi, in Giorn. critico della filosofia italiana, XVI (1996), pp. 180-184; L'Archivio Magliabechiano della Biblioteca nazionale centrale di Firenze, a cura di P. Pirolo, I. Truci, Firenze 1996; Pina Totaro, Libri e circolazione libraria nelle lettere di Antonio Magliabechi a corrispondenti olandesi, in Lexicon philosophicum. Quaderni di terminologia filosofica e storia delle idee, X (1999), pp. 173-195; Caroline Callard, Diogène au service des princes: Antonio Magliabechi à la cour de Toscane (1633-1714), in Histoire, économie et société, XIX (2000), pp. 85-103; Maria Mannelli Goggioli, La Biblioteca Magliabechiana. Libri, uomini, idee per la prima biblioteca pubblica a Firenze, Firenze 2000 Corrado Viola, Vecchia e nuova erudizione: Muratori e Magliabechi, "Studi secenteschi", LIV, 2013, pp. 97-115 Antonio Magliabechi nell’Europa dei saperi, a cura di Jean Boutier, Maria Pia Paoli e Corrado Viola, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, 2017 Altri progetti Collegamenti esterni Bibliofili
Nel calcolo letterale, precisamente nelle scomposizione dei polinomi, il trinomio notevole è un polinomio che può essere espresso nella forma: e per il quale esiste un metodo noto per scomporlo come prodotto di due binomi di primo grado. Metodo di scomposizione Si possono distinguere i due casi in cui il coefficiente del termine di secondo grado sia uguale o diverso da . Caso a = 1 Nel caso in cui il coefficiente del termine di secondo grado sia uguale a , il trinomio si presenta nella forma: in questo caso può essere scomposto nel prodotto di due binomi di primo grado nella forma: , dove e sono due termini con le seguenti due proprietà: . Eseguendo i conti infatti si ottiene: Un metodo pratico per trovare e può essere quello di trovare le due radici del polinomio. Infatti se , allora: Per trovare le radici del trinomio notevole basta quindi utilizzare la formula risolutiva per le equazioni di secondo grado: Caso a ≠ 1 Nel caso in cui il coefficiente del termine di secondo grado sia diverso da il polinomio si scompone nel modo seguente: , dove e possiedono le seguenti proprietà: . Anche in questo caso la scomposizione può essere dimostrata nel modo seguente: Come nel caso precedente, e possono essere trovati cercando le radici del polinomio utilizzando la formula per le equazioni di secondo grado. Trinomi di grado superiore a 2 Più in generale se consideriamo il trinomio: questo può essere scomposto utilizzando la sostituzione di variabili così da ottenere il trinomio: , che può essere scomposto utilizzando i metodi descritti sopra e successivamente riapplicando al contrario la sostituzione. Note Bibliografia Polinomi
Il diamante di Porter è un modello economico teorizzato da Michael Porter nel suo trattato The Competitive Advantage of Nations del 1990. Il modello può essere utilizzato per individuare i fattori chiave che portano al successo di una particolare nazione in un settore industriale, ed è stato successivamente ampiamente adottato nel mondo accademico. Per creare il modello, Porter ha prima individuato gruppi di imprese d'eccellenza operanti nello stesso settore all'interno di 10 nazioni. L'economista statunitense ha poi proceduto ad un'analisi storica per individuare le motivazioni che hanno portato al successo delle imprese selezionate. Egli ha ricavato sei fattori principali: le condizioni dei fattori, un insieme di risorse e infrastrutture presenti in modo significativo nello Stato prescelto le condizioni della domanda, una forte domanda interna per prodotti e servizi che porta all'innovazione rapida e all'introduzione periodica di nuovi prodotti in modo da mantenere il vantaggio competitivo: i settori industriali correlati e di supporto, che risultano particolarmente avanzati e partecipano attivamente all'innovazione, stimolando la crescita la strategia, struttura e rivalità delle imprese, che risulta molto avanzata, provocando una forte competizione interna che stimola il settore il governo, che può influenzare tutti e quattro i fattori suddetti, favorendo la produzione e la domanda in modo da ottenere un beneficio economico interno ed anche una maggiore esportazione il caso, un insieme di fattori esterni incontrollabili dalle singole aziende che provocano il successo o il decadimento del settore Uno degli esempi tipici di applicazione del diamante di Porter è nel settore della moda italiana, dove diversi fattori come l'abbondanza di risorse e di manodopera specializzata, forte domanda per oggetti di lusso, competizione fra le diverse case di moda e anche l'aiuto del governo hanno permesso all'industria di fiorire nel campo internazionale. Note Voci correlate Modello delle cinque forze competitive di Porter Catena del valore Vantaggio competitivo Gestione d'azienda Gestione strategica
Biografia La famiglia d'origine Maximilian apparteneva alla nobile famiglia assiana dei baroni di Edelsheim. Suo padre era Franz Reichsfreiherr von Edelsheim (1853-1947) e sua madre Theda von Frerichs (1869-1954). Suo padre si era laureato in storia medievale dell'Europa centrale all'Università di Vienna e in diritto internazionale all'Università di Tubinga. Era poi stato segretario di legazione e successivamente consigliere di legazione presso le ambasciate tedesche di Vienna, Copenaghen e Stoccolma, e professore di storia militare all'Università di Berlino; quale esperto di sottomarini, nel 1901 fu autore di Operationen über See, uno dei primi manuali per la guerra sottomarina. Franz ed Theda ebbero sette figli, dei quali Maximilian era il quinto. Gli altri erano Ignatz (1889-1975) che fu diplomatico di carriera, Rupprecht (1891-1887), cappellano dei gesuiti, Karolina (1893-1959) che sposò Carl-Heinz von Mallinckrodt, Valerie (1895-1979) che sposò Willibald Freiherr von Langermann und Erlecamp, Leopold (1900-1918) che cadde durante la prima guerra mondiale e Karin (1904-1948) che sposò Bernhard von Plettenberg. Lo zio di suo padre era il generale conte Leopold Edelsheim. I primi anni Maximilian studiò alla scuola militare di Wahlstadt e partecipò alla prima guerra mondiale dall'11 agosto 1914 come Fahnenjuncker nel 2. Garde-Ulanen-Regiment e combatté sul fronte orientale, venendo promosso Fähnrich il 30 marzo 1915 e il 15 dicembre sottotenente. Dal marzo 1916 si trasferì in fanteria nell'Infanterie-Ersatz-Regiment Nr. 59, fino alla fine della guerra. Nel gennaio 1919 entrò come ufficiale degli ulani nel Freikorps Hülsen. Reintegrato in cavalleria, divenne ufficiale della Reichswehr nel 4. (Preußisches) Reiter-Regiment a Potsdam. Il 31 luglio 1925 fu promosso tenente e dal 1º ottobre 1926 divenne insegnante dalla Kavallerieschule di Hannover. Nel 1929 entrò nello stato maggiore del 2. (Preußisches) Reiter-Regiment a Osterode in Ostpreußen e nel 1931 fu promosso capitano di cavalleria (Rittermeister) e divenne capo del IV squadrone del 4. Reiter-Regiment a Perleberg. Nel 1936 fu promosso maggiore. La seconda guerra mondiale Nel novembre 1938 entrò nella 1. Kavallerie-Brigate e nel 1939 fu promosso tenente colonnello, partecipando all'invasione della Polonia e della Francia, guadagnandosi nel 1941 il grado di colonnello. Dopo la battaglia di Stalingrado entrò nella riserva e nel marzo 1943 al comando della 24. Panzer-Division in Francia con il grado di maggior generale. Il 20 maggio 1944 Edelsheim fu promosso tenente generale, comandante delle poste militari e poi comandante del IIL. Panzerkorps, divenendo comandante generale delle Panzertruppe nel dicembre dello stesso anno. Nel maggio 1945 Edelsheim si arrese alla XII Armata dell'esercito americano, scontando due anni di prigionia in campo per ufficiali ad Amburgo, dove erano incarcerati anche i generali Christoph zu Stolberg-Stolberg e Hans von Obstfelder e venne rilasciato senza accuse di crimini di guerra il 31 marzo 1947. Successivamente un giurì d'onore lo classificò idoneo per assumere un comando nella Bundeswehr, ma Edelsheim rifiutò di assumerlo e si ritirò a vita privata, stabilendosi sul Lago di Costanza. Il giurì d'onore era composto anche da alcuni aristocratici ufficiali: il generale Fridolin von Senger und Etterlin, il colonnello barone Bernd Freytag von Loringhoven, l'ex tenente barone Philipp von Boeselager, i colonnelli conte Wolf Graf Baudissin e conte Johann Adolf von Kielmansegg. Nel 1932 Edelsheim aveva sposato Beatrix zu Hohenlohe-Oehringen (1897-1984), figlia di Giovanni di Hohenlohe-Oehringen e di Henrietta von Merveldt, figlia del conte Felix von Merveldt. Ebbero nove figli, quattro maschi e cinque femmine. Onorificenze Onorificenze tedesche Onorificenze straniere Bibliografia Alman, Karl (2008). Panzer vor - Die dramtische Geschichte der deutschen Panzerwaffe und ihre tapferen Soldaten. Würzburg, Germany: Flechsig Verlag. ISBN 978-3-88189-638-2. Berger, Florian (2000). Mit Eichenlaub und Schwertern. Die höchstdekorierten Soldaten des Zweiten Weltkrieges (With oak leaves and swords: the highest decorated soldiers of World War II). Selbstverlag Florian Berger. ISBN 3-9501307-0-5. Fellgiebel, Walther-Peer (2000). Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 (The holders of the Knight's Cross of the Iron Cross, 1939–1945). Friedburg, Germany: Podzun-Pallas. ISBN 3-7909-0284-5. Schaulen, Fritjof (2003). Eichenlaubträger 1940 - 1945 Zeitgeschichte in Farbe I Abraham - Huppertz (in German). Selent, Germany: Pour le Mérite. ISBN 3-932381-20-3. Scherzer, Veit (2007). Ritterkreuzträger 1939 - 1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives (in German). Jena, Germany: Scherzers Militaer-Verlag. ISBN 978-3-938845-17-2. Collegamenti esterni Maximilian von Edelsheim @ lexikon-der-wehrmacht.de
SPHERE (Spectro-Polarimetric High-contrast Exoplanet REsearch) è un sistema ottico spettrografico ad alto contrasto installato sull'unità 3 (UT3) del Very Large Telescope, presso l'osservatorio del Paranal, gestito dall'ESO. Lo strumento, dotato di ottica adattiva avanzata e coronografia, opera congiuntamente a tre sottosistemi ottimizzati per fornire un'alta qualità dell'immagine e prestazioni di contrasto in un campo visivo ristretto: ZIMPOL (Zurich Imaging Polarimeter): un polarimetro che produce immagini vicine al valore di diffrazione limitante e immagini polarimetriche differenziali (DPI) con una risoluzione di 15 mas nello spettro visibile. IFS: un'unita spettroscopica a campo integrale che produce un cubo di dati (datacube) di 38 immagini contemporanee monocromatiche. IRDIS (infra-red dual imaging and spectrograph): un visualizzatore (imager) e spettrografo a doppia banda a infrarossi Ricerca e risultati scientifici Grazie a SPHERE, a luglio 2020 è stata effettuata la prima fotografia comprendente più pianeti in un sistema multiplanetario. Il sistema suddetto dista 310 anni luce ed è costituito da due pianeti gioviani orbitanti intorno ad una stella, TYC 8998-760-1, simile al sole. I due pianeti, aventi massa di 14 e 6 volte quella di Giove distano rispettivamente circa 160 e 320 volte la distanza Terra-Sole. Note Bibliografia Voci correlate HARPS Collegamenti esterni Ricerca esoplanetaria European Southern Observatory Spettrografi
Biografia Pieter Steenwijck (citato a volte Pieter Evertz (van) Steenwyck), pittore olandese del Secolo d'oro, era fratello minore di Harmen Steenwijck, anch'egli pittore. Scarse sono le informazione biografiche che lo riguardano. Si distinse per dipinti di natura morta di grande impatto emotivo, in cui espresse abilità pittorica e anche una vasta cultura. Le sue opere sono caratterizzata da un attento esame dei significati allegorici, delle forme e delle proporzioni degli oggetti. I due fratelli Steenwijck si formarono a Leida, nella bottega dello zio David Bailly (1584-1657). Nell'anno 1642 Pieter Steenwijck è identificato come un membro della Corporazione di San Luca di Delft e nel 1644 della Corporazione di San Luca di Leida. Svolse quindi la sua attività anche a Delft, nuovamente a Leida nel 1644, poi anche a L'Aia, fra il 1652 e il 1654. La sua firma compare su una Natura morta datata 1656, a conferma che in questa data era vivente. Bibliografia Voci correlate Pittura con spartito musicale Altri progetti
Juiz de Fora (conosciuta anche come "J.F.") è un comune del Brasile nello Stato del Minas Gerais, parte della mesoregione della Zona da Mata e della microregione di Juiz de Fora. La collocazione della città è stata determinante per il suo sviluppo economico e demografico, essendo situata tra i tre centri finanziari più importanti (nonché maggiormente popolosi) del Brasile sudorientale: Rio de Janeiro (189 km), Belo Horizonte (260 km) e San Paolo (486 km). Le maggiori arterie autostradali connettono Juiz de Fora con queste tre grandi aree metropolitane; la più importante - e cruciale per la recente crescita della città - è la BR 040, che connette Brasilia, Rio de Janeiro, e Belo Horizonte. Il fiume Paraibuna, uno dei maggiori affluenti del fiume Paraíba do Sul, taglia la città in due; nel suo bacino è concentrata la presenza dell'industria pesante e ad alta tecnologia della città. Geografia fisica Territorio Clima Sebbene la città si trovi a latitudini tropicali, il clima è relativamente mite. L'altitudine variabile tra i 700 e i 900 metri rende il clima spesso più freddo e piovoso delle zone che giacciono al di sotto della città. Sono presenti due distinte stagioni, una calda e decisamente piovosa (tra ottobre e aprile) e una più fresca e secca (tra maggio e settembre). La temperatura annuale media si aggira attorno ai 19 °C, con punte di 24 °C e minimi di 15 °C. In ogni caso l'umidità tocca picchi dell'80%. Il livello di precipitazioni annuale varia tra i 1.300 mm e i 1.500 mm. Industria, commercio e cultura Juiz de Fora è il secondo più importante centro industriale nello Stato di Minas Gerais, nonostante quest'ultimo sia solamente il quarto in termini di popolazione. Un tempo era la città più grande dello Stato, ma ha perso la leadership all'inizio del ventesimo secolo. Ci sono importanti fabbriche d'acciaio e d'automobili (ad esempio Mercedes-Benz); inoltre vi sono numeroso fabbriche del settore tessile. La città è inoltre un importante centro commerciale, con un'area d'influenza considerevole. Sono presenti tre centri commerciali, numerosi ipermercati e miriadi di negozietti che vendono vestiti e attraggono clienti da una vasta area intorno alla città. La presenza massiccia d'immigrati, specialmente da Italia, Germania, Siria e Libano, ha fornito alla città uno spirito cosmopolita e una cucina che spazia tra molte tradizioni. Camminando per Avenida Rio Branco (un largo corso e lungo parecchi chilometri), si possono trovare piatti tipici dei succitati paesi, oltre a quelli portoghesi e indiani. La città è un importante centro culturale regionale ed è l'unica città nella zona sudorientale dello Stato di Minas Gerais ad avere cinema, teatri, festival musicali e spettacoli pirotecnici per tutto l'anno. Nella città è presente un museo di rilevanza nazionale (Museu Mariano Procópio) e un'orchestra filarmonica. Inoltre la città ospita un festival annuale di musica classica (Festival Internacional de Música Brasileira Colonial e Música Antiga). Inoltre i "Meninos Cantores da Academia", secondo coro di questo tipo più vecchio in Brasile, ha sede a Juiz de Fora. La vita culturale è inoltre vivacizzata da un'università federale e molti college privati, rendendola una meta ambita per gli studenti. Società Evoluzione demografica La popolazione, che ammontava a 238.510 unità nel 1970, di cui il 7,6% viveva in aree rurali, è cresciuta fino a 513.619 unità nel 2005, di cui meno dell'1% in aree rurali. Seguendo questo trend di crescita, le stime parlano di un superamento entro il 2010 di 570.000 individui. Sport Juiz de Fora è la sede del Tupi Football Club. Tupi è il campione runner-up del 1932 della Minas Gerais State Cup e ha vinto numerosi campionati cittadini. Tupi ha vinto il Campionato di Prima Divisione 2001 del Minas Gerais Modulo II, è stato il 3 ° posto nel Campeonato Mineiro 2008 e nel 2008 Taça Minas Gerais. È ampiamente considerato come una delle squadre più importanti dello stato, nonostante manchi di prestigio nazionale. Note Altri progetti Collegamenti esterni *
Il Gran Premio di Monaco 1994, quarta prova del campionato mondiale di Formula 1 1994, si svolse il 15 maggio a Montecarlo, sull'omonimo tracciato cittadino. Le prove videro la prima pole position in carriera per Michael Schumacher, che dominò poi la gara, grazie anche alla prematura uscita di scena dei rivali più pericolosi. Sul podio insieme al tedesco salirono Martin Brundle e Gerhard Berger. Dopo i gravissimi incidenti che avevano funestato il precedente Gran Premio di San Marino, cominciarono ad essere introdotti provvedimenti atti ad aumentare la sicurezza in gara. L'evento fu tuttavia segnato da un nuovo grave incidente, avvenuto durante le prove libere, che provocò gravissime ferite al pilota austriaco Karl Wendlinger. Vigilia Aspetti sportivi La Formula 1 arrivò a Montecarlo sull'onda delle pubbliche discussioni riguardanti i fatti luttuosi del Gran Premio di San Marino. La FIA decise di appellarsi a considerazioni di sicurezza, per imporre una serie di modifiche regolamentari, tese a diminuire le prestazioni delle vetture, già a partire dalla gara monegasca. Venne infatti imposto un limite di velocità alle vetture in corsia box, anche durante la gara, di 80 km/h. Venne anche annunciato il calendario per l'introduzione delle successive modifiche, ai Gran Premi di Spagna, Canada e Germania, per dare modo alle squadre di modificare le proprie vetture. Sempre sul fronte della sicurezza, la rinata GPDA, l'associazione portavoce delle richieste dei piloti, cominciò a riunirsi, eleggendo come rappresentanti Gerhard Berger, Michael Schumacher e Christian Fittipaldi, mentre la direzione fu affidata a Niki Lauda. Vennero anche definiti i piloti che sarebbero stati responsabili dell'ispezione dei circuiti teatro dei Gran Premi successivi, per verificarne la sicurezza e proporre eventuali correzioni. Riguardo ai piloti, la Williams decise di schierare una sola vettura, per Damon Hill, e lo stesso fece la Simtek, che corse con il solo David Brabham. In casa Ferrari, Jean Alesi tornò al volante della vettura numero 27; e sulla Jordan, Andrea De Cesaris sostituiva per la seconda volta Eddie Irvine, mentre tornava al volante Rubens Barrichello, anche se ancora non si era completamente ripreso dopo l'incidente di Imola. La gara venne preceduta da un minuto di silenzio, e sulle due posizioni della prima fila, rimaste vuote, vennero dipinti i nomi e le bandiere nazionali dei due piloti scomparsi ad Imola. Prove libere Resoconto Nel corso della prima sessione di prove, Karl Wendlinger perse il controllo della sua Sauber all'uscita del tunnel, andando violentemente a sbattere contro le barriere esterne alla Nouvelle Chicane. Successive indagini appurarono che, a causa di un eccessivo ritardo nella frenata, la vettura si era scomposta ed era divenuta incontrollabile; anche a causa dei bordi dell'abitacolo molto bassi (caratteristica comune delle monoposto di Formula 1 in quegli anni), che offrivano scarsa protezione a collo e capo dei piloti, Wendlinger sbatté il capo direttamente contro le barriere di protezione, scarsamente protette da una fila di "cuscini" riempiti d'acqua. La situazione apparve subito grave: i soccorritori estrassero il pilota (ridotto in stato di semincoscenza) dalla monoposto, lo stabilizzarono e quindi lo trasportarono all'ospedale Saint-Roch di Nizza, dove venne posto in coma farmacologico per favorire il riassorbimento delle gravi lesioni alla testa. A seguito dell'incidente la Sauber decise di non prendere parte alle successive sessioni di qualifica ed alla gara, ritirando anche la vettura di Heinz-Harald Frentzen. Risultati Nella prima sessione di giovedì, si verificò la seguente situazione: Nella seconda sessione del sabato mattina, si verificò la seguente situazione: Qualifiche Resoconto Le qualifiche del sabato confermarono quanto emerso il giovedì: Schumacher ottenne la prima pole position della sua carriera in Formula 1, abbassando il limite della sessione precedente e stabilendo il nuovo record del tracciato. Alle sue spalle, a quasi un secondo di distanza, il finlandese Mika Häkkinen, la cui McLaren aveva tratto grande giovamento dagli adattamenti specifici per il tracciato monegasco. Martin Brundle, a differenza del suo compagno di squadra, non riuscì ad approfittarne per un problema al differenziale che ne pregiudicò il tempo nel giro di qualifica. A seguito del ritiro della Sauber, e della partecipazione di una sola vettura per Williams e Simtek, tutti i piloti che avevano preso parte alle sessioni ufficiali si qualificarono. Risultati Pre gara In segno di rispetto per le premature scomparse di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger, deceduti durante il precedente evento di Imola, la FIA decise di lasciare vuote le prime due posizioni in griglia, dipingendole rispettivamente con i colori delle bandiere brasiliana ed austriaca. Per la prima volta dal Gran Premio degli Stati Uniti 1959, non vi fu presente in gara un pilota in precedenza campione del mondo e nemmeno un ex vincitore del Gran Premio di Monaco. Tutt'al più, vi furono presenti soltanto quattro piloti vincitori di precedenti gare: Michael Schumacher, Damon Hill, Gerhard Berger e Michele Alboreto. Gara Al semaforo verde Schumacher si avviò al comando, mentre alle sue spalle Hill cercò di sopravanzare Häkkinen nel tratto che arriva alla curva di St.Devote. Le vetture si toccarono: il finlandese fu subito costretto al ritiro dopo aver rovinato il musetto della sua macchina, rimbalzata sul guardrail; l'inglese percorse alcune centinaia di metri ma venne costretto a ritirarsi per la rottura dello sterzo, danneggiato irrimediabilmente nel contatto con la ruota posteriore di Häkkinen. L'eliminazione dei principali concorrenti rese la corsa poco interessante e relativamente facile per Schumacher, che corse un grosso rischio solo quando scivolò sull'olio lasciato dalla vettura di Blundell e rischiò andare a tamponare il muro alla St.Devote. Lo stesso olio fu invece un problema per Berger, che finì in testacoda e perse del tempo. Ciò favorì il sorpasso ai suoi danni di Martin Brundle che conquistò così la seconda piazza. In evidenza anche De Cesaris, a punti con la Jordan, e Alboreto, che portò a punti la Minardi per la prima volta in questa stagione. Chiuse la gara, in difficoltà, al quinto posto Jean Alesi, fisicamente in ripresa dopo le assenze nei due gran premi precedenti e costretto ad una sosta supplementare per un danno al musetto della sua Ferrari. Risultati Dopo gara L'incidente di Wendlinger convinse la Federazione di aver intrapreso la giusta direzione per implementare al più presto severe misure per limitare le prestazioni e aumentare la sicurezza delle vetture. Nel corso del fine settimana, dopo le prove del sabato, venne annunciato anche che la Benetton aveva acquistato il controllo della Ligier, cosa che avrebbe portato l'anno successivo a una stretta collaborazione tra le due scuderie. Classifiche Piloti Costruttori Note Altri progetti 04
Il modello binomiale per la valutazione delle opzioni (noto anche con il termine di "modello reticolo"), fu proposto per la prima volta da William Sharpe nel 1978, ma in genere è associato all'articolo di Cox-Ross-Rubistein nel 1979. Il modello Il modello si fonda sull'ipotesi che il processo di sviluppo di un prezzo non sia continuo, ma venga descritto nel discreto da una distribuzione binomiale. La distribuzione binomiale o albero binomiale, definisce nel discreto il possibile percorso dell'attività finanziaria sottostante un'opzione, e consente di determinare ad un istante il prezzo di un'opzione. Dal punto di vista degli intervalli temporali possiamo avere due differenti tipi di analisi: Modello monoperiodale Modello bi- o multiperiodale In ogni caso un periodo di tempo viene diviso in intervalli di tempo intermedi, in modo da descrivere i possibili sentieri di prezzi. Lo scopo del modello binomiale è la valutazione del prezzo di una opzione, non tenendo conto dei possibili rischi. Bibliografia John C. Hull, Opzioni, futures e altri derivati, Pubblicato da Pearson Paravia Bruno Mondad, 2006 ISBN 8871922883 Mario Onorato, Gli strumenti derivati, Pubblicato da ETASLIBRI, 1998 ISBN 8845309126 Opzioni (finanza)
Biografia Figlio di Giovanni e Idalide Abbrighi frequentò giovanissimo l'Accademia di Brera seguendo gli insegnamenti di Antonio Ambrogio Alciati e diplomandosi nel 1922. Nel 1923 iniziò la sua carriera artistica condividendo lo studio di Piazzale Asso con Umberto Lilloni. Nel 1929 si trasferì nello studio degli artisti di Via Solferino e diede vita con gli amici Umberto Lilloni, Francesco De Rocchi, Adriano Spilimbergo, Cristoforo De Amicis e la presenza del critico Edoardo Persico ad nuova esperienza pittorica definita "Chiarismo". Nel 1928 gli venne conferito a Milano il “Premio Fondazione Fumagalli” e nello stesso anno partecipò alla XVI Biennale di Venezia e alle successive sette edizioni. Nel 1934 ottenne sempre a Milano il “Premio Principe Umberto”. Nel 1935 venne nominato insegnante di ruolo nella cattedra di "Figura" presso il liceo artistico di Brera e nel 1941 fu insegnante di "Figura" presso l'Accademia di Brera. Nel 1937 gli fu attribuito il “Premio Lecco” alla Quadriennale di Lecco. Nel 1944 si sposò con Jolanda Villa. Fra il 1933 e il 1942 frequentò Castiglione delle Stiviere, ospite dei pittori Oreste Marini ed Ezio Mutti. Fu ospite a Castel Goffredo per diversi soggiorni artistici di Maddalena Nodari, che lo considerava suo maestro. Le permanenze nella zona offrirono nuovi spunti ai suoi paesaggi chiaristi: le colline e il Lago di Garda, con Sirmione e Bardolino. Alla fine di questo periodo si applicò alla figura, al ritratto e alla natura morta. Nel 1941 ottenne il “Premio Bergamo” alla IV Mostra Bergamo e nel 1942 l'ambito “Premio Ministero” del Ministero Educazione Nazionale a Roma. Nel 1950 venne colto da paresi e all'Accademia di Brera fu sostituito da Cristoforo De Amicis. Morì a Desio il 10 giugno 1952 dopo aver ricevuto il “Premio Desio” dieci giorni prima. Nel 1954 la Biennale di Venezia gli rese omaggio dedicandogli una sala, allestita dal pittore Domenico Cantatore. Opere Bambina alla finestra, 1931, Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano - Gazoldo degli Ippoliti Casetta bianca, 1932, Museo del Novecento Milano Autoritratto, 1935, Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano - Gazoldo degli Ippoliti Paesaggio a San Siro con cavaliere, Museo d'Arte Moderna dell'Alto Mantovano - Gazoldo degli Ippoliti Nevicata, 1937, Fondazione Banca Agricola Mantovana - Mantova Montagna di Lecco, 1937, Musei Civici di Lecco - Galleria Comunale d'Arte Lecco Fiori, 1950, Museo MA*GA - Gallarate Fiori Gialli, 1952, Museo MA*GA - Gallarate Bibliografia Marina De Stasio - Elena Pontiggia, Angelo Del Bon, Milano, Galleria San Fedele, 1998 . AAVV, Angelo del Bon, Milano, Electa, 1981 . Giampiero Giani, Angelo Del Bon, Lecce, Edizioni Grifo, 1961 Altri progetti Collegamenti esterni Chiarismo lombardo Studenti dell'Accademia di belle arti di Brera
La V-League 2016-2017 si è svolta dal 15 ottobre 2016 al 3 aprile 2017: al torneo hanno partecipato 7 squadre di club sudcoreane e la vittoria finale è andata per terza volta agli . Regolamento Le squadre hanno disputato un girone all'italiana, composta da sei round, scontrandosi con ciascun'avversaria per tre volte in casa e per tre volte fori casa, per un totale di trenta giornate; al termine della regular season: La prima classificata ha avuto accesso diretto alla finale dei play-off scudetto, giocata al meglio delle cinque gare; La seconda e la terza classificata ha avuto accesso alla semifinale dei play-off scudetto, giocata al meglio delle tre gare. Squadre partecipanti Al campionato di V-League 2016-2017 partecipano sette squadre di club sudcoreane. Campionato Regular season Risultati Classifica Legenda:       Ammessa in finale play-off.       Ammesse in semifinale play-off. Play-off scudetto Semifinale Finale Premi individuali Classifica finale Statistiche Collegamenti esterni Pallavolo nel 2016 Pallavolo nel 2017 V-League (maschile)
Biografia Originario di Sasso Marconi, nipote dell'arcivescovo Ersilio Menzani, prese parte alla Resistenza combattendo come partigiano con il nome di tenente "Bologna", nell'area di Bologna e poi in val Tidone, nella divisione "Piacenza" quale comandante della decima brigata alpini. Laureato in economia e commercio, svolse la professione di commercialista a Piacenza, città dove si trasferì e ricoprì numerosi incarichi in città: direttore dell'Istituto Alfieri e della scuola Nereo Bosi, membro del comitato provinciale di assistenza e beneficenza e della Commissione provinciale delle imposte, fiduciario provinciale del Totocalcio, segretario dell'ANPI, sindaco della società per l'autostrada Cremona-Brescia. Esponente della Democrazia Cristiana, fu per molti anni consigliere comunale a Piacenza, e ricoprì più volte la carica di assessore alle finanze e tributi, nella giunte di Angelo Faggi (1956-1957), Giancarlo Montani (1957-1960) e Alberto Spigaroli (1960-1963). L'11 aprile 1963 fu eletto sindaco di Piacenza. Dopo l'esperienza da sindaco, terminata nel novembre 1964, tornò assessore alle finanze nella giunta presieduta da Giovanni Cerlesi (1965-1966). Dal 1968 fu presidente degli Ospizi civili di Piacenza. Malato di cuore, morì il 19 maggio 1970 a Piacenza, nella sua abitazione di viale Abbadia, e venne tumulato nella cappella di famiglia nel cimitero di Sasso Marconi. Note Politici della Democrazia Cristiana
Investito del titolo di Principe della Corona dal fratello Rashid Bey, il 3 settembre 1756, gli succedette al trono alla sua morte il 12 febbraio 1759. Il suo regno venne caratterizzato da un generale riassesto del paese e da un incremento notevole del commercio: la Tunisia conobbe così una certa prosperità in particolare grazie ai profitti tratti dal commercio con gli stati europei, intensificando nello specifico i contatti con la Francia, la Spagna ed il Portogallo. Alcuni contrasti sotto il suo regno, nacquero in occasione dell'insurrezione della Corsica contro la Repubblica di Genova nel 1768. A seguito degli intrighi di un certo Pacciola, Luogotenente di Paoli (capo dell'insurrezione corsa), Ali rifiutò di riconoscere la nazionalità francese delle navi corse e le fece catturare da corsari tunisini al suo servizio. Questo provocò una guerra tra Tunisia e Francia che portò quest'ultima a dare una dimostrazione del proprio potere in uno dei principali porti tunisini nel giugno del 1770, al quale seguì a breve un trattato di pace siglato tra i due Stati. Il 9 febbraio 1777, ammalatosi gravemente, concesse la reggenza al figlio maggiore Hammūda che la mantenne sino alla di lui morte, nel 1782, quando poté ufficialmente ascendere al trono tunisino. Bey di Tunisi Husaynidi
IC 434 è una nebulosa ad emissione visibile nella costellazione di Orione; grazie alla sua presenza è possibile osservare la celebre Nebulosa Testa di Cavallo, una nube oscura che le si sovrappone sulla nostra linea di vista. Osservazione La nebulosa si può osservare subito a sud della brillante stella Alnitak, della Cintura di Orione, e si mostra nelle foto a lunga posa o CCD con telescopi di medie dimensioni come una lunga striscia a forma di lama, che si dirige in direzione sud assottigliandosi verso la punta. La parte orientale è oscurata in un punto da una nebulosa oscura che si sovrappone alla scia luminosa di IC 434, e assume una forma così caratteristica che le ha valso il nome di Nebulosa Testa di Cavallo. Fa parte del complesso nebuloso molecolare di Orione, un vasto sistema di nebulosità ed associazioni stellari a cui appartengono anche la Nebulosa di Orione e l'Anello di Barnard. Grazie alla sua posizione equatoriale può essere osservata da tutte le aree popolate della Terra. Caratteristiche Si tratta di una regione H II che si estende a sud di Alnitak, sul bordo sudoccidentale della grande nube Orion B; presenta una forma molto allungata in senso nord-sud e riceve il vento ionizzante direttamente dalla stella , un brillante membro della grande associazione Orion OB1. La nebulosa raggiunge i 70' di lunghezza e si mostra con facilità nelle foto a lunga posa o nelle riprese CCD, sebbene il suo spessore sia di pochi primi d'arco. La temperatura della regione è stata misurata tramite varie metodologie e sfruttando vari rapporti di radiazione, ottenendo inizialmente dei valori compresi fra gli 8000 K e i 7600 K; successivamente questo valore fu ridotto a 3360 K e anche meno a seconda della mappa presa come riferimento. Uno studio sulla temperatura elettronica condotto nel 1992 ha invece fornito un valore più simile ai precedenti, che si aggira sui 6000 K. Note Bibliografia Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0, William-Bell inc., ISBN 0-943396-14-X Voci correlate Oggetti non stellari nella costellazione di Orione Collegamenti esterni IC 0434 0434 Complesso di Orione Braccio di Orione
Mozilla Firefox 3 è la terza versione del browser Mozilla Firefox. È stato pubblicato il 17 giugno 2008 ed è stato mantenuto da Mozilla con aggiornamenti di sicurezza fino a marzo 2010. Storia Lo sviluppo di Firefox 3 - nome in codice Gran Paradiso - è iniziato il 13 agosto 2005, qualche mese prima di quello di Firefox 2. Guinness dei primati Il 17 giugno 2008, in contemporanea con il rilascio della versione 3.0, è stato lanciato il Download Day. In questa data si è cercato di stabilire il record (per il Guinness dei primati) per il maggior numero di download di un programma effettuati in un solo giorno. Gli obiettivi dichiarati dal team Mozilla nei giorni che hanno preceduto questa data sono stati il superamento del numero di download effettuati il giorno del rilascio di Firefox 2 (1,6 milioni) e il raggiungimento della soglia minima di 5 milioni di download unici. Il Download Day è iniziato ufficialmente alle 11:16 PDT (equivalenti alle 20.16 in Italia) del 17 giugno e si è concluso alle 18:16 UTC (le 20:16 in Italia) del 18 giugno.Al termine delle 24 ore il browser era stato scaricato 8.002.530 volte. Il 3 luglio il comitato dei Guinness World Record ha riconosciuto il raggiungimento del record. Caratteristiche Barra degli indirizzi intelligente La richiesta di memorizzazione delle password avviene senza finestre popup Creazione di segnalibri con un solo click Supporto per il controllo parentale di Windows Vista Zoom applicato anche alle immagini e agli altri elementi della pagina Possibilità di salvare le schede aperte al momento della chiusura del browser per ricaricarle al riavvio del browser Supporto per la visualizzazione delle immagini APNG Grafica Firefox 3 possiede un nuovo tema grafico che cambia aspetto a seconda del sistema operativo dove il browser è installato. Versioni Versioni preliminari Le versioni di test pubblicate sono: Gran Paradiso Alpha 1 (3.0a1) - 8 dicembre 2006 Gran Paradiso Alpha 2 (3.0a2) - 7 febbraio 2007 Gran Paradiso Alpha 3 (3.0a3) - 23 marzo 2007 Gran Paradiso Alpha 4 (3.0a4) - 27 aprile 2007 Gran Paradiso Alpha 5 (3.0a5) - 6 giugno 2007 Gran Paradiso Alpha 6 (3.0a6) - 2 luglio 2007 Gran Paradiso Alpha 7 (3.0a7) - 3 agosto 2007 Gran Paradiso Alpha 8 (3.0a8) - 20 settembre 2007 Mozilla Firefox Beta 1 (3.0b1) - 20 novembre 2007 Mozilla Firefox Beta 2 (3.0b2) - 18 dicembre 2007 Mozilla Firefox Beta 3 (3.0b3) - 12 febbraio 2008 Mozilla Firefox Beta 4 (3.0b4) - 10 marzo 2008 Mozilla Firefox Beta 5 (3.0b5) - 2 aprile 2008 Mozilla Firefox (3.0RC1) - 16 maggio 2008 Mozilla Firefox (3.0RC2) - 4 giugno 2008 Mozilla Firefox (3.0RC3) - 11 giugno 2008 Versioni finali Il rilascio della versione finale era inizialmente previsto per novembre 2007, ma è stato posticipato al 17 giugno 2008 visti i ritardi accumulati.La versione finale conta, al 2 luglio 2008, download. Dall'uscita della versione finale, sono state pubblicate le seguenti versioni stabili: Mozilla Firefox (3.0) - 17 giugno 2008 Mozilla Firefox (3.0.1) - 16 luglio 2008 Mozilla Firefox (3.0.2) - 23 settembre 2008 Mozilla Firefox (3.0.3) - 26 settembre 2008 Mozilla Firefox (3.0.4) - 12 novembre 2008 Mozilla Firefox (3.0.5) - 16 dicembre 2008 Mozilla Firefox (3.0.6) - 3 febbraio 2009 Mozilla Firefox (3.0.7) - 4 marzo 2009 Mozilla Firefox (3.0.8) - 27 marzo 2009 Mozilla Firefox (3.0.9) - 21 aprile 2009 Mozilla Firefox (3.0.10) - 27 aprile 2009 Mozilla Firefox (3.0.11) - 11 giugno 2009 Mozilla Firefox (3.0.12) - 21 luglio 2009 Mozilla Firefox (3.0.13) - 3 agosto 2009 Mozilla Firefox (3.0.14) - 9 settembre 2009 Mozilla Firefox (3.0.15) - 27 ottobre 2009 Mozilla Firefox (3.0.16) - 15 dicembre 2009 Mozilla Firefox (3.0.17) - 5 gennaio 2010 Mozilla Firefox (3.0.18) - 17 febbraio 2010 Mozilla Firefox (3.0.19) - 30 marzo 2010 Dopo la versione 3.0.19 Mozilla ha annunciato che non verranno rilasciati ulteriori aggiornamenti per Firefox 3.0. Note Altri progetti Collegamenti esterni 3
La Prima Categoria 1959-1960 è stata la massima espressione a livello regionale e dilettantistico del campionato italiano di calcio in quell'annata, e il primo torneo con questo nome dopo la riforma voluta da Bruno Zauli nel 1958. Rispetto alla vecchia Promozione, caratteristica di questa nuova competizione era la quasi totale deregolamentazione a livello regionale: uno vincolo imposto dalla FIGC era quello di proporre i diciotto campioni regionali all'analisi della Lega Semiprofessionisti per l'ammissione in Serie D, ogni altro aspetto essendo lasciato alla discrezionalità dei singoli comitati regionali. Seguendo i dettami economici lasciati in eredità da Zauli, la promozione non era più automatica: le candidate potevano essere respinte dalla lega di Firenze qualora fossero giudicate inadatte per risorse finanziarie, attrattività di pubblico o caratteristiche del campo da gioco. Al termine dei campionati rimaneva in vigore una fase nazionale a puro carattere onorifico, destinata a laureare il campione italiano dei dilettanti, in un quadrangolare disputato a Rimini. Campionati Prima Categoria Abruzzi e Molise 1959-1960 Prima Categoria Basilicata 1959-1960 Prima Categoria Calabria 1959-1960 Prima Categoria Campania 1959-1960 Prima Categoria Emilia-Romagna 1959-1960 Prima Categoria Friuli-Venezia Giulia 1959-1960 Prima Categoria Lazio 1959-1960 Prima Categoria Liguria 1959-1960 Prima Categoria Lombardia 1959-1960 Prima Categoria Marche 1959-1960 Prima Categoria Piemonte-Valle d'Aosta 1959-1960 Prima Categoria Puglia 1959-1960 Prima Categoria Sardegna 1959-1960 Prima Categoria Sicilia 1959-1960 Prima Categoria Toscana 1959-1960 Prima Categoria Tridentina 1959-1960 Prima Categoria Umbria 1959-1960 Prima Categoria Veneto 1959-1960 Campionato Nazionale Dilettanti Raggruppamento del Nord Ottavi di finale Ponziana- 4-2; 0-1 Merano Sportiva - Aurora Desio 0-0; 1-2 Finale Ligure - Chieri 7-5; 2-3 Argentana - Pietrasanta 0-1; 0-3 Quarti di finale Aurora Desio - Ponziana 0-0; 1-4 Pietrasanta - Finale Ligure 1-2; 1-5 Raggruppamento del Sud Turno eliminatorio Grifo - Ortona 0-0; 2-4 Mazara - E. Morrone 2-1; 1-3 Ottavi di finale Calangianus - A.Be.Te. 2-1; 2-2 dopo i tempi supplementari Ortona - Falco 1-1; 1-2 Scafatese - Libertas Invicta 4-0; 3-0 Nota: E. Morrone passa al turno successivo per rinuncia della squadra pugliese dell'Andria. Quarti di finale Calangianus - Falco 4-1; 1-2 E. Morrone - Scafatese 1-1; 0-5 Quadrangolare di Rimini Venne disputato a Rimini, il 14 luglio ed il 17 luglio. Semifinali Scafatese - Calangianus 2-1 dopo i tempi supplementari Ponziana - Finale Ligure 3-1 Finalina 3º posto Finale Ligure - Calangianus 3-1 Finale La Ponziana viene dichiarata vincitrice per sorteggio e si laurea campione d'Italia di Prima Categoria. Note In questa stagione a parità di punteggio non era prevista alcuna discriminante: le squadre a pari punti erano classificate a pari merito. Nella necessità di assegnazione di un titolo sportivo, sia per la promozione che per la retrocessione, era previsto uno spareggio in campo neutro. Fonti e bibliografia Libri: 100 anni di calcio a Conegliano 1907-2008 di Carlo Fontanelli, Union CSV e Circolo Sostenitori Calcio Conegliano - Geo Edizioni. Frammenti di mezzo secolo di calcio a Galatone - Il Cinquantenario dell'Unione Sportiva (1954-2004), Editrice Salentina, Galatina - pubblicato nel 2004. Storia della Unione Sportiva Valenzana di Pier Giorgio Maggiora. Una passione, una squadra, una città - Storia dell'Unione Sportiva Cairese di G.Caviglia - R.Grillo - M.Oniceto - I.E.E. Editoriale Europea. La storia del Nettuno Calcio di Silvano Casaldi - Cicconi editore. L'Unione che forza! 90 anni con l'U.S.Lavagnese di Gianluigi Raffo, Carlo Fontanelli - Geo Edizioni. Orbetello 1908 - Un secolo di pallone in laguna di Alessandro Orrù, Carlo Fontanelli, Iano Caporali - Geo Edizioni. Almanacco canarino - 1945/2005 - 60 anni con la Sanromanese di Carlo Fontanelli - Geo Edizioni. Emozioni in rete - Storia fotografica della Scafatese dal 1922 al 2002 di Guglielmo Formisano - Edizioni GM-Calamos. Savoia - Storia e Leggenda - Dall'Oncino al Giraud di C. Calvelli, G. Lucibelli, R. Schettino - Edizioni Stampa Democratica '95. Almanacco Illustrato del Calcio 1961, edizioni de "Il Calcio Illustrato" - Rizzoli, 1960. che contiene i risultati e tutte le classifiche ufficiali dei campionati trentino-altoatesini dal 1948 al 1993 (esclusa la Terza Categoria). Giornali: Archivio della Gazzetta dello Sport, stagione 1959-60, consultabile presso le Biblioteche: Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze; Biblioteca Nazionale Centrale di Roma; Biblioteca Civica Berio di Genova; e presso Emeroteca del C.O.N.I. di Roma (non è online ma è da consultare in sede). Siti online:
I suoi metodi, tuttavia, gli valsero l'infamia come pirata e devastatore: i frontoni in rovina degli edifici bruciati vennero chiamati "mitre di Knolly". Guerra di successione bretone Nato nel Cheshire, Knolles appare per la prima volta come capitano in diversi castelli in Bretagna alla metà del XIV secolo, compresi quelli di Fougeray, La Gravelle e Chateaublanc. Fu uno dei cavalieri inglesi presenti al Combattimento dei Trenta nel 1351, dove venne catturato. Nel 1356, assieme a 800 uomini, contribuì alla chevauchée di Enrico Plantageneto attraverso la Normandia, una campagna diversiva per attirare il re Giovanni II di Francia a nord e quindi lasciare Edoardo il Principe Nero libero di imbarcarsi nella famosa campagna di Poitiers. Con la Francia in disordine dopo la Battaglia di Poitiers, il re Carlo II di Navarra assunse il comando della ribellione a Parigi, e Knolles si unì all'esercito del fratello di Carlo, Filippo mentre detenevano temporaneamente la capitale contro il Delfino di Francia nel 1358. I tempi migliori di Knolles dovevano venire quell'autunno quando guidò una Grande Compagnia di 2.000-3.000 anglo-guasconi nella Valle della Loira, stabilendo diverse guarnigioni in città importanti come Châteauneuf-Val-de-Bargis. Avanzò poi nel Nivernese, che fu difeso senza successo, per Margherita III delle Fiandre, dall'arciprete Arnaud de Cervole, l'avventuriero che aveva creato la prima Grande Compagnia l'anno precedente. Nel 1359 Knolles raggiunse Auxerre, che cadde dopo un assedio di due mesi il 10 marzo. Dopo che la città si era arresa, Knolles divenne cavaliere investito da due subordinati, in quanto in precedenza formalmente era uno scudiero. Il sacco di Auxerre procedette con poca violenza e distruzione, visto che Knolles e i suoi soldati erano professionisti che intendevano massimizzare i loro profitti. La città venne accuratamente saccheggiata degli oggetti di valore e i cittadini valutati accuratamente per il riscatto. Alla fine venne estorto un enorme riscatto per non aver distrutto la città, anche se fu pagato solo in parte. Il mese successivo tornò a Chateauneuf per tracciare l'invasione della valle del Rodano con Hugh Calveley. Verso sud, una base avanzata fu fondata sul fiume Allier a Pont-du-Château, da dove lanciarono l'invasione del Velay. Knolles si riunì poi con Calveley per assediare l'importante città di Le Puy, che cadde nel luglio del 1359. Mentre proseguivano fino alla città papale di Avignone, il loro cammino venne sbarrato dall'esercito di Thomas de la Marche, inviato da Luigi II di Borbone, e a quel punto entrambi i comandanti inglesi si ritirarono e dissolsero le loro compagnie. Al culmine della guerra di successione bretone partecipò all'assedio di Giovanni di Montfort alla città di Auray nel luglio 1364, preludio della decisiva vittoria di Giovanni alla Battaglia di Auray a settembre. Si unì al Principe Nero alla Battaglia di Nájera del 1367. Campagna francese Nel 1370 gli fu concessa una grossa somma di denaro e sostanziosi appezzamenti di terra per creare un esercito per invadere la Francia settentrionale. Approdò a Calais in agosto con 6.000 uomini a cavallo e effettuò un'incursione nel territorio francese, bruciando villaggi alla periferia di Parigi ma non riuscendo a far uscire in campo aperto il re francese Carlo V. Poi si rivolse verso la Guascogna e iniziò a catturare e fortificare castelli e chiese nella regione tra i fiumi Loir e Loira. Tuttavia dovette far fronte a molte critiche da parte dei suoi comandanti subordinati più giovani come Sir John Minsterworth sul fatto che stava rovinando una battaglia. Quando si seppe che gli eserciti francesi, sotto il comando di Bertrand du Guesclin, si stavano avvicinando, Knolles propose di ritirarsi in Bretagna ma la maggior parte dell'esercito rifiutò. Quindi si ritirò con il suo seguito, lasciando il grosso dell'esercito dove si trovava, e che venne sconfitto e massacrato completamente alla Battaglia di Pontvallain il 4 dicembre. Knolles trascorse l'inverno nel suo castello a Derval sulla Marca bretone e in seguito tentò di evacuare i suoi uomini e quelli di Minsterworth, che erano riusciti ad unirsi a lui con gli uomini sopravvissuti, dal porto di Saint-Mathieu. Tuttavia, per mancanza di navi la maggior parte dei soldati inglesi dovettero essere lasciati sulla riva, per essere spazzati via dai francesi al comando di Olivier V de Clisson. Nel 1372 Knolles fu accusato dal Consiglio del re della responsabilità di questo disastro, fu spogliato delle terre che gli erano state date come compenso per la creazione dell'esercito e multato di 10.000 marchi. Morte Nominò Thomas Knollys come amministratore delle sue proprietà nel 1389 e morì nella sua residenza di Sculthorpe, Norfolk, il 15 agosto 1407. Aveva fondato il Trinity Hospital di Pontefract e partecipato alla soppressione della rivolta dei contadini. Lo stemma di Knolles decora la postierla della torre del Castello di Bodiam, Sussex. Fu una dichiarazione di lealtà a Knolles da parte del suo costruttore, Edward Dalyngrigge che aveva servito sotto Knolles in una libera compagnia durante la guerra dei cent'anni. Note Bibliografia Altri progetti Cavalieri britannici
Erythrina L. è un genere di piante della famiglia delle Fabacee (sottofamiglia Faboideae, tribù Phaseoleae). Descrizione Comprende oltre un centinaio di specie, in prevalenza arboree o arbustive, raramente erbacee, caratterizzate da vistose infiorescenze racemose di colore generalmente rosso acceso (ma alcune specie, come p.es. Erythrina sandwicensis, esibiscono infiorescenze bianche, rosa, gialle o verdi). Le foglie, alterne, pinnate, compaiono in epoca successiva alla fioritura. Il frutto è un baccello oblungo, spesso ricurvo, che contiene da 1 a 14 semi ovoidali, simili a fagioli, di colore dal bianco al rosso e al marrone, spesso con una macchia nera in corrispondenza dell'ilo. Distribuzione e habitat Le specie di questo genere sono presenti nelle regioni tropicali e subtropicali del globo terrestre, estendosi sino alla zona temperata. Tassonomia Il genere comprende le seguenti specie: Erythrina abyssinica DC. Erythrina acanthocarpa E.Mey. Erythrina acunae Borhidi Erythrina addisoniae Hutch. & Dalziel Erythrina amazonica Krukoff Erythrina americana Mill. Erythrina ankaranensis Du Puy & Labat Erythrina arborescens Roxb. Erythrina atitlanensis Krukoff & Barneby Erythrina barqueroana Krukoff & Barneby Erythrina batolobium Barneby & Krukoff Erythrina baumii Harms Erythrina berenices Krukoff & Barneby Erythrina berteroana Urb. Erythrina bogotensis W.Bull Erythrina breviflora Moc. & Sessé ex DC. Erythrina brucei Schweinf. Erythrina buchii Urb. Erythrina burana Chiov. Erythrina burttii Baker f. Erythrina caffra Thunb. Erythrina calcicola Tetsana & Poopath Erythrina caribaea Krukoff & Barneby Erythrina castillejiflora Krukoff & Barneby Erythrina chiapasana Krukoff Erythrina chiriquensis Krukoff Erythrina cobanensis Krukoff & Barneby Erythrina cochleata Standl. Erythrina × coddii Krukoff & Barneby Erythrina corallodendron L. Erythrina coralloides DC. Erythrina costaricensis Micheli Erythrina crista-galli L. Erythrina cubensis C.Wright Erythrina decora Harms Erythrina droogmansiana De Wild. & T.Durand Erythrina × dyeri Hennessy Erythrina edulis Micheli Erythrina eggersii Krukoff & Moldenke Erythrina elenae R.A.Howard & W.R.Briggs Erythrina euodiphylla Hassk. Erythrina excelsa Baker Erythrina falcata Benth. Erythrina flabelliformis Kearney Erythrina florenciae Krukoff & Barneby Erythrina folkersii Krukoff & Moldenke Erythrina fusca Lour. Erythrina gibbosa Cufod. Erythrina globocalyx Porsch & Cufod. Erythrina goldmanii Standl. Erythrina greenwayi Verdc. Erythrina grisebachii Urb. Erythrina guatemalensis Krukoff Erythrina haerdii VerDC. Erythrina hazomboay Du Puy & Labat Erythrina × hennessyae Krukoff & Barneby Erythrina herbacea L. Erythrina hondurensis Standl. Erythrina horrida DC. Erythrina huehuetenangensis Krukoff & Barneby Erythrina humeana Spreng. Erythrina insularis Bailey Erythrina × johnsoniae Hennessy Erythrina lanata Rose Erythrina lanceolata Standl. Erythrina × lanigera P.A.Duvign. & R.Majot-Rochez Erythrina latissima E.Mey. Erythrina leptopoda Urb. & Ekman Erythrina leptorhiza DC. Erythrina linearifoliata Areces Erythrina livingstoniana Baker Erythrina longipes Moc. & Sessé ex DC. Erythrina lysistemon Hutch. Erythrina macrophylla DC. Erythrina madagascariensis Du Puy & Labat Erythrina melanacantha Harms Erythrina mendesii Torre Erythrina merrilliana Krukoff Erythrina mexicana Krukoff Erythrina microcarpa Koord. & Valeton Erythrina mildbraedii Harms Erythrina mitis Jacq. Erythrina mulungu Mart. ex Benth. Erythrina nigrorosea (Krukoff & Barneby) G.L.Nesom Erythrina numerosa A.R.Bean Erythrina oaxacana (Krukoff) Barneby Erythrina oliviae Krukoff Erythrina orophila Ghesq. Erythrina pallida Britton Erythrina perrieri R.Vig. Erythrina peruviana Krukoff Erythrina petraea Brandegee Erythrina poeppigiana (Walp.)O.F.Cook Erythrina polychaeta Harms Erythrina pudica Krukoff & Barneby Erythrina pygmaea Torre Erythrina resupinata Roxb. Erythrina rubrinervia Kunth Erythrina sacleuxii Hua Erythrina salviiflora Krukoff & Barneby Erythrina sandwicensis Degener Erythrina santamartensis Krukoff & Barneby Erythrina schimpfii Diels Erythrina schliebenii Harms Erythrina senegalensis DC. Erythrina sierra G.L.Nesom Erythrina sigmoidea Hua Erythrina similis Krukoff Erythrina smithiana Krukoff Erythrina sousae Krukoff & Barneby Erythrina speciosa Andrews Erythrina standleyana Krukoff Erythrina steyermarkii Krukoff & Barneby Erythrina stricta Roxb. Erythrina suberosa Roxb. Erythrina subumbrans (Hassk.)Merr. Erythrina tahitensis Nadeaud Erythrina tajumulcensis Krukoff & Barneby Erythrina tholloniana Hua Erythrina thyrsiflora Gomez-Laur. & L.D.Gomez Erythrina tuxtlana Krukoff & Barneby Erythrina ulei Harms Erythrina variegata L. Erythrina velutina Willd. Erythrina verna Vell. Erythrina vespertilio Benth. Erythrina vogelii Hook.f. Erythrina wieringae Maesen Erythrina williamsii Krukoff & Barneby Erythrina zeyheri Harv. Usi Per le loro vistose fioriture, le specie di questo genere sono spesso utilizzate come piante ornamentali. In Messico, alcune specie di Erythrina, localmente note come tsité, sono considerate come alberi divinatori, e i loro semi utilizzati per la preparazione di bevande allucinogene.. I semi erano inoltre utilizzati nel patolli, un gioco rituale diffuso in buona parte delle culture mesoamericane precolombiane.. Note Altri progetti Collegamenti esterni Phaseoleae Taxa classificati da Linneo
È stato campione olimpico, mondiale ed europeo, ha gareggiato principalmente nella categoria dei pesi leggeri (fino a 67,5 kg.) e, per un breve periodo, dei pesi medi (fino a 75 kg.). Carriera Sin da giovane Kunz apparteneva all'élite mondiale della categoria dei pesi leggeri. Nel 1979 ha cominciato a raccogliere i primi risultati importanti nelle grandi manifestazioni internazionali, vincendo la medaglia d'argento ai campionati europei di Varna e, pochi mesi dopo, ai campionati mondiali di Salonicco. In entrambe le occasioni è stato battuto dal bulgaro Janko Rusev, dominatore in quegli anni della categoria. Nel 1980 ha partecipato alle Olimpiadi di Mosca, conquistando un'altra medaglia d'argento alle spalle di Rusev, valevole anche come medaglia d'argento del campionato mondiale disputato in competizione unica con la gara olimpica. L'anno seguente ha vinto la medaglia d'oro ai campionati mondiali di Lilla, valevoli anche come campionati europei. Ai campionati mondiali di Mosca 1983, valevoli anch'essi come campionati europei, ha vinto la sua seconda medaglia d'oro mondiale, battendo questa volta Rusev per 2,5 kg. Kunz non ha partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles 1984, ove sarebbe stato uno dei favoriti per il podio, a causa del boicottaggio dei Paesi dell'Est europeo in quell'edizione dei Giochi Olimpici. Dal 1985 al 1987 ha raccolto medaglie ai campionati europei: argento a Katowice 1985 nei pesi medi e bronzo a Karl-Marx-Stadt 1986 e Reims 1987, entrambe nei pesi leggeri. Nel 1988 Kunz, sempre nei pesi leggeri, ha partecipato dapprima ai campionati europei di Cardiff, vincendo la medaglia d'argento alle spalle del sovietico Valery Yurov, successivamente ha preso parte alle Olimpiadi di Seul. Ha terminato la gara olimpica con 340 kg. nel totale, eguagliando il suo record personale nei pesi leggeri, classificandosi al 2º posto dietro al bulgaro Angel Genchev, campione europeo in carica dei pesi medi, sceso di categoria in occasione dei Giochi Olimpici. In seguito a un controllo antidoping, però, il bulgaro è risultato positivo alla furosemide, pertanto squalificato e privato della medaglia d'oro che è stata di conseguenza assegnata a Joachim Kunz, con avanzamento alla medaglia d'argento del sovietico Israyel Militosyan ed alla medaglia di bronzo del cinese Li Jinhe. Quella vinta da Kunz è stata la prima ed unica medaglia d'oro olimpica vinta dalla ex Germania Est nel sollevamento pesi. Nel 1989 Kunz partecipa ai campionati mondiali di Atene, classificandosi al 6º posto con 320 kg. nel totale. È stata, questa, la sua ultima apparizione in una competizione internazionale di rilievo, in quanto ha deciso di ritirarsi dall'attività agonistica nel 1990. Alcuni anni dopo è diventato un imprenditore nel settore alimentare. Nel corso della sua carriera Kunz ha stabilito nove record del mondo, tutti nei pesi leggeri, di cui quattro nello strappo, tre nello slancio e due nel totale. Altri progetti Collegamenti esterni Vincitori di medaglia d'oro olimpica per la Germania Est Vincitori di medaglia d'argento olimpica per la Germania Est
Biografia È noto soprattutto come autore di volumi di pregio dell'editore Franco Maria Ricci, del quale ha anche curato le collane Biblioteca di Babele (1975-1985), Guide Impossibili (1985-2002), Antichi Stati, Signorie e Principati, Il Sogno di FMR e Tesori d’Italia. Ha scritto la voce Storia di Parma dell'Enciclopedia di Parma. È stato condirettore del mensile Le Vie del Mondo del Touring Club Italiano. Ha tradotto opere di celebri scrittori di lingua spagnola, tra cui Isabel Allende, Jorge Luis Borges e Gabriel García Márquez. Grande appassionato di viaggi, ha scritto diversi libri per l'editore White Star, tra cui La scoperta del Nilo, La Cina rivelata e La magia del Mar Rosso. Coralli e deserti, tradotti in diverse lingue. Pubblicazioni Selezione di pubblicazioni: Dizionario dei luoghi fantastici (con Alberto Manguel), ed. Archinto, 1980 (2ª ed. 2010) Orienti. Viaggiatori scrittori dell'Ottocento (a cura di), Feltrinelli, 1989 Milano e la Lombardia, ed. Silvana, 1989 I Signori del Po - Dal Monviso a Cremona, Franco Maria Ricci, 2000 Parma. Ediz. a colori (con Marzio Dall'Acqua), Franco Maria Ricci, 2000 (2ª ed. 2020) Mosca: le chiese riemerse (con Tatjana Vorobjeva), ed. in italiano e inglese, Bellavite Editore, 2000 La scoperta del Nilo, ediz. illustrata, Edizioni White Star, 1998 (2ª ed. 2008) Sahara an ocean of sand, ed. illustrata (con Paolo Novaresio), White Star, 2000 La magia del Mar Rosso. Coralli e deserti (con Giorgio Mesturini), White Star, 2002 La Cina rivelata. L'Occidente incontra il Celeste Impero, White Star, 2003 La Sacra Bibbia. Luoghi e storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, White Star, 2003 Bears, ediz. illustrata (con Eric Baccega), White Star, 2003 Superga segreta. Il Mausoleo dei Savoia (con Gabriele Reina), ed. Omega, 2008 I grandi tesori, ediz. illustrata, White Star, 2008 Gatto felice fa troppe storie, ed. Ediplan, 2008 Firenze e Toscana, ediz. illustrata (con Antonio Attini), White Star, 2008 Traduzioni Piano di evasione, di Adolfo Bioy Casares, Bompiani, 1969 Come leggere Paperino. Ideologia e politica nel mondo di Disney, di Ariel Dorfman, Feltrinelli, 1972 Racconti brevi e straordinari, di Adolfo Bioy Casares, Franco Maria Ricci, 1973 L'alienista, di Joaquim Machado de Assis, Franco Maria Ricci, 1976 Il mistero della cripta stregata, di Eduardo Mendoza, Feltrinelli, 1990 Eva Luna racconta, di Isabel Allende, Feltrinelli, 1992 (2ª ed. 2020) Paula, di Isabel Allende, Feltrinelli, 1997 Storia dell'eternità, di Jorge Luis Borges, Adelphi, 1997 La verità sul caso Savolta, di Eduardo Mendoza, Feltrinelli, 1998 Periodismo militante, di Gabriel Garcia Marquez, ed. Fuoridallerotte, 2006 Respirazione artificiale, di Ricardo Piglia, ed. Sur, 2012 Note Collegamenti esterni
Totò il buono è un libro di Cesare Zavattini nato come soggetto per un film con Totò protagonista. Il 29 settembre Zavattini pubblicava infatti sulla rivista Cinema il soggetto cinematografico Totò il buono, e lo faceva firmare anche ad Antonio de Curtis (Totò). Era pensando a lui che aveva scritto il soggetto, e il sogno di Zavattini sarebbe stato di dirigere lui stesso il film e imporre Totò come protagonista. Questo soggetto per varie ragioni non sarà mai realizzato. Nel frattempo Zavattini trasformava il soggetto in romanzo e il 14 maggio 1942 ne iniziava la pubblicazione in otto puntate sulla rivista Tempo. Il 10 maggio 1943, usciva come pubblicazione autonoma (era il suo quarto libro) Totò il Buono. Romanzo per ragazzi (che possono leggere anche gli adulti). Il sottotitolo era stato inserito dall'editore Bompiani. L'8 febbraio 1951 usciva il film di Vittorio De Sica Miracolo a Milano, con soggetto di Zavattini, tratto dal suo "romanzo" Totò il buono per la sceneggiatura di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica, in collaborazione con altri autori (Adolfo Franci, Suso Cecchi D'Amico, Mario Chiari). Trama Il romanzo vede come protagonista un uomo nato sotto un cavolo. Nella storia si inseriscono anche due angeli custodi che danno all'uomo il potere di compiere miracoli per un giorno. Suoi comprimari sono Rap, Eleuterio e Bib, che condividono con lui una surreale quanto povera esistenza. Il racconto è ambientato nella cittadina di Bamba, molto simile in tanti aspetti alle controverse metropoli italiane dell'epoca, con i loro borghetti di baracche e i loro moderni edifici residenziali. Collegamenti esterni Totò Romanzi fantastici
Ha descritto numerose nuove specie di anfibi del Madagascar tra cui: Anodonthyla rouxae Blommersia blommersae Blommersia domerguei Boophis erythrodactylus Boophis laurenti Boophis pauliani Boophis williamsi Cophyla alticola Cophyla milloti Cophyla tsaratananaensis Madecassophryne truebae Mantella nigricans Mantidactylus bertini Mantidactylus blanci Mantidactylus blommersae Mantidactylus domerguei Mantidactylus eiselti Mantidactylus elegans Mantidactylus grandisonae Mantidactylus klemmeri Mantidactylus leucomaculatus Mantidactylus madecassus Mantidactylus microtis Mantidactylus pauliani Mantidactylus pseudoasper Mantidactylus tricinctus Mantidactylus wittei Paradoxophyla palmata Phrynobatrachus alticola Phrynobatrachus guineensis Phrynobatrachus villiersi Plethodontohyla bipunctata Plethodontohyla guentherpetersi Plethodontohyla minuta Plethodontohyla serratopalpebrosa Rhinoleptus Rhombophryne grandis Rhombophryne roseifemoralis Rhombophryne tridactyla Le rane Boophis guibei, Mantidactylus guibei e Ptychadena guibei, il camaleonte Calumma guibei ed il geco Lygodactylus guibei sono stati dedicati al suo nome. Bibliografia Bour, 2006 : Professeur Jean Guibe (1910-1999) : biographie et bibliographie Alytes 24 pp. 133-146.
Iota Cancri (ι Cnc, ι Cancri; 48 Cnc, 48 Cancri) è un sistema binario situato nella costellazione del Cancro e che si trova a circa 298 anni luce dal Sistema Solare. Le due componenti distano tra loro circa 30,6 secondi d'arco, permettendo di essere risolte anche da telescopi non particolarmente potenti. Osservazione Grazie alla sua posizione non fortemente boreale, può essere osservata dalla gran parte delle regioni della Terra, sebbene gli osservatori dell'emisfero nord siano più avvantaggiati. Nei pressi del circolo polare artico appare circumpolare, mentre resta sempre invisibile solo in prossimità dell'Antartide. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra dicembre e maggio; da entrambi gli emisferi il periodo di visibilità rimane indicativamente lo stesso, grazie alla posizione della stella non lontana dall'equatore celeste. Caratteristiche fisiche Il sistema è formato da Iota Cancri A, una stella gigante brillante gialla, di magnitudine +4,02 la cui classe spettrale è stata variamente classificata come G8Iab, G7,5IIIa o G8II; possiede una temperatura superficiale di 5000 K, una massa 3,5 volte quella solare e una luminosità circa 215 volte la luminosità solare. Iota Cancri A possiede un nucleo di elio che si sta riscaldando: la sua età è stimata essere di circa 260 milioni di anni, e fino a un milione di anni fa la stella doveva essere una stella bianco-azzurra di sequenza principale di classe B. La stella compagna, Iota Cancri B, è invece una stella bianca di sequenza principale di classe spettrale A3V di magnitudine +6,57, la cui temperatura è risultata essere 8800 kelvin; possiede una massa appena superiore a quella del Sole e una luminosità 16 volte quella della nostra stella. La distanza minima tra le due stelle è di circa 2800 UA, indicando un periodo orbitale di almeno 65000 anni. Note Voci correlate Stelle principali della costellazione del Cancro Stella binaria Collegamenti esterni ι Cnc A SIMBAD ι Cnc B SIMBAD Stelle della costellazione del Cancro Stelle binarie Stelle di classe spettrale A Stelle di classe spettrale G Giganti brillanti gialle Stelle bianche di sequenza principale
Corneto (Curnitë in dialetto acquasantano) è una frazione del comune di Acquasanta Terme in provincia di Ascoli Piceno. La frazione è situata sulla via Salaria, in prossimità delle rive del fiume Tronto dove è in funzione la centrale idroelettrica di Venamartello e una diga. La costruzione della diga forma un bacino. Nel corso del 2005, sulle rive del fiume Tronto è stata attrezzata un'area verde con dei tavoli e panchine per pic-nic. Lungo le rive del fiume Tronto è possibile svolgere la pesca. La frazione è nata a seguito della nascita di diverse cave di travertino (oggi ne rimane solo una attiva) e dei laboratori dove venivano lavorati i travertini. Geografia fisica Territorio Clima Il clima è di tipo subappenninico, trovandosi a ridosso di importanti catene montuose. Gli inverni sono umidi e abbastanza rigidi, e quando le correnti di aria fredda provenienti dall'appennino, si assiste a precipitazioni nevose ed un forte abbassamento della temperatura. Sono frequenti gelate notturne e anche il fenomeno della nebbia non è raro, soprattutto lungo il corso del fiume Tronto. Le estati risultano calde e con precipitazioni poco frequenti per lo più dovute ad improvvisi e a volte violenti temporali pomeridiani. Il paese trovandosi in una conca, nei giorni più caldi si possono raggiungere temperature di 37 °C - 38 °C. La temperatura media nei mesi invernali si attesta sui 0 °C - 2 °C mentre quella nei mesi estivi sui 24 °C - 25 °C. Fiumi e torrenti Fiume Tronto, Torrente Marzola. Sport Vicino alla zona artigianale è presente un piazzale che era stato concesso in uso ad una società sportiva dilettantistica (S.S.D.), la quale aveva realizzato un circuito per minimoto, denominato "Diabolik". Dopo il grave terremoto che ha colpito il capoluogo abruzzese L'Aquila, l'area è stata riconsegnata al comune, il quale l'ha destinata all'uso di base logistica, in caso di calamità naturali. A causa dei sismi del 24 agosto 2016, 26 ottobre 2016 e 30 ottobre 2016 che ha interessato il centro Italia, si sono verificati diversi danni a stalle e aziende agricole della zona. A seguito di tale gravità, il comune di Acquasanta Terme ha destinato l'area al deposito e stoccaggio di rotoli di fieno riservati alle aziende colpite dai sisma. Note Voci correlate Acquasanta Terme Quintodecimo Tronto Comunità Montana del Tronto Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Provincia di Ascoli Piceno Collegamenti esterni Frazioni di Acquasanta Terme
Monte Spinarda - Rio Nero è un sito di interesse comunitario della Regione Liguria, nell'ambito della Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat). Designato anche come designato come Zona Speciale di Conservazione, comprende un'area di 943 ettari nel territorio dei comuni di Bardineto e Calizzano, in Provincia di Savona. Territorio Il SIC comprende, oltre ai versanti liguri del Monte Spinarda, alcune vallette tre le quali quella del Rio Nero, che assieme alla montagna dà il nome all'area protetta. Tipiche del sito sono le rocce di tipo anfibolitico (le anfiboliti di Monte Spinarda); sono inoltre presenti graniti e migmatiti. La zona è tutt'ora piuttosto selvaggia, con estesi boschi e poche abitazioni localizzate in particolare sul fondo delle valli scavate da alcuni corsi d'acqua che attraversano la zona. Flora e vegetazione Nell'area protetta si alternano boschi di diverse tipologie: vasti castagneti, faggete e alcuni tratti a conifere; nelle aree di fondovalle, più umide, sono presenti alneti e saliceti, di particolare pregio ambientale. Numerose sono le specie di orchidee presenti. Fauna Oltre alle specie di vertebrati tipiche delle Prealpi Liguri (cinghiali, caprioli, tassi, volpi ...) sono presenti nel sito alcune interessanti specie di invertebrati come ad esempio Austropotamobius pallipes (il gambero di fiume), una specie in forte regressione legata a corsi d'acqua in buono stato ambientale. Tra gli insetti si può ricordare la presenza del coleottero endemico Parabathyscia sbordonii. Attività La zona attorno al monte Spinarda è percorsa da vari itinerari escursionistici. Tra questi quelli che salgono alla cima della montagna partendo dal Colle del Quazzo o da Calizzano. Note Voci correlate Siti di interesse comunitario della Liguria Altri progetti Collegamenti esterni Siti di interesse comunitario della Liguria Alpi Liguri Aree naturali protette della provincia di Savona
Stalemate è un brano musicale del gruppo britannico dei Ben's Brother con la cantautrice statunitense Anastacia, pubblicato il 26 ottobre 2009 nel Regno Unito ed Irlanda come terzo singolo tratto dal secondo album del gruppo, Battling Giants, del 2009. Nella versione album, il brano è in duetto con Joss Stone ed è contenuto anche nell'album Colour Me Free! e nella raccolta The Best of Joss Stone 2003-2009 della cantante inglese. La canzone In un primo momento la canzone è stata programmata per far nascere una collaborazione tra la band inglese e Joss Stone, ma alla fine la sua casa discografica (la EMI) le comunicò che il suo contratto discografico non le permetteva di intraprendere collaborazioni musicali con artisti esterni alla casa discografica stessa. Per cui, dopo un'accurata ricerca nel mondo della musica per assicurarsi una voce dello stesso calibro della Stone, il pezzo viene proposto alla statunitense Anastacia che si dice subito entusiasta della canzone. La versione con Joss Stone è comunque stata pubblicata sul suo quarto album, Colour Me Free!. Sulla canzone, Anastacia ha detto: "Me ne sono innamorata nel momento in cui l'ho ascoltata e sono emozionata di poterla registrare e lavorare con Jamie." Jamie Hartman ha rivelato come è stato lavorare con Anastacia: "Anastacia è una cantante incredibile e una grande performer—è stato un grande piacere lavorare con lei e attendo con ansia l'opportunità di cantare con lei dal vivo!" Il video La clip è piuttosto semplice: la location è uno stanza londinese dove Jamie canta la prima parte del pezzo. A poco a poco compaiono in scena i restanti membri della band con Anastacia che lo accompagna nella seconda parte per poi terminare in un duetto "voce a voce". Promozione I Ben's Brother e Anastacia hanno presentato il loro live ufficiale in televisione il 28 ottobre 2009 nella trasmissione This Morning ed il 2 novembre 2009 all'O2 Shepherd's Bush Empire. Tracce UK promo CD single European digital single Official versions "Stalemate" (Album Version featuring Joss Stone) – 4:18 "Stalemate" (Album Version featuring Anastacia) – 4:21 "Stalemate" (Radio Edit) – 3:45 "Stalemate" (Video) – 3:56 "Stalemate" (Demo) – 4:30 Classifiche Date di distribuzione Note Collegamenti esterni
L'espressione Gukurahundi designa la repressione militare attuata dalla Zimbabwe National Army in un periodo compreso tra il 1980 ed il 1988 nella regione del Matabeleland. Storia Si ritiene che l'operazione, organizzata con l'intento di tacitare gli oppositori di Robert Mugabe e dello ZANU-PF, abbia causato tra i 10.000 ai 30.000 morti, in stragrande maggioranza civili e non oppositori politici. Il massacro, che ha interessato prevalentemente civili di etnia Ndebele, è stato definito da diversi studiosi un genocidio, con conseguenti richieste di accertamento delle responsabilità. Note Bibliografia Dumisani Ngwenya, "Healing the Wounds of Gukurahundi in Zimbabwe: A Participatory Action Research Project", Springer, 2017 Blessing-Miles Tendi, "Making History in Mugabe's Zimbabwe: Politics, Intellectuals and the Media", Peter Lang, 2010 L. E. Andor; Jacqueline Kalley; Elna Schoeman, "Southern African Political History: A Chronology of Key Political Events from Independence to Mid-1997", Greenwood Press, 1999 Adam Jones, "Genocide: A Comprehensive Introduction", Routledge, 2017 Scott Straus, "Making and Unmaking Nations: War, Leadership, and Genocide in Modern Africa", Cornell University Press, 2015 Stragi Storia dello Zimbabwe
Le qualificazioni del singolare femminile del Western & Southern Open 2013 sono state un torneo di tennis preliminare per accedere alla fase finale della manifestazione. I vincitori dell'ultimo turno sono entrati di diritto nel tabellone principale. In caso di ritiro di uno o più giocatori aventi diritto a questi sono subentrati i lucky loser, ossia i giocatori che hanno perso nell'ultimo turno ma che avevano una classifica più alta rispetto agli altri partecipanti che avevano comunque perso nel turno finale. Teste di serie Urszula Radwańska (primo turno) Madison Keys (ritirata) Monica Niculescu (ultimo turno, Lucky Loser) Annika Beck (qualificata) Stefanie Vögele (primo turno) Andrea Petković (qualificata) Mónica Puig (qualificata) Ayumi Morita (primo turno) Lourdes Domínguez Lino (ultimo turno) Jie Zheng (primo turno) Francesca Schiavone (primo turno) Karin Knapp (qualificata) Eugenie Bouchard (qualificata) Kimiko Date-Krumm (ultimo turno) Donna Vekić (primo turno) Cvetana Pironkova (primo turno) Chanelle Scheepers (ultimo turno) Johanna Larsson (ultimo turno) Sílvia Soler Espinosa (primo turno) Paula Ormaechea (primo turno) Karolína Plíšková (ultimo turno) Irina-Camelia Begu (primo turno) Ol'ga Govorcova (ultimo turno) Marina Eraković (qualificata) Qualificate Petra Martić Eugenie Bouchard Vania King Annika Beck Sofia Arvidsson Andrea Petković Mónica Puig Jana Čepelová Polona Hercog Anna Tatišvili Marina Eraković Karin Knapp Lucky Loser Monica Niculescu Tabellone Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Sezione 5 Sezione 6 Sezione 7 Sezione 8 Sezione 9 Sezione 10 Sezione 11 Sezione 12 Collegamenti esterni Western & Southern Open 2013 WTA Tour 2013
Questa è la data del primo lancio orbitale di ogni nazione. Mentre un grosso numero di nazioni ha costruito satelliti, solo pochi Paesi, la multinazionale intergovernativa ESA e la compagnia privata Sea Launch hanno mandato oggetti in orbita usando i propri sistemi di lancio. In tutti i casi in cui una nazione ha condotto lanci umani, questi lanci erano preceduti da satelliti senza equipaggio umano. La competizione per il lancio del primo satellite è stata disputata strettamente tra Unione Sovietica e Stati Uniti e fu l'inizio della gara per la conquista dello spazio. Il lancio di satelliti, che contribuisce tuttora al prestigio di una nazione, è un'attività economica significativa, con vettori pubblici e privati che competono per il lancio che richiedono sempre meno spese ed offrono maggiore affidabilità. Lista dei primi lanci orbitali di ogni nazione con il proprio razzo vettore Non inclusi Lanci effettuati con vettori non propri Lanci effettuati da altri paesi Lanci non confermati L'Iraq ha sviluppato e testato il lanciatore Al-Abid con un carico il 5 dicembre 1989. Secondo un comunicato stampa dell'Iraqi News Agency, la testata ha completato 6 orbite, ma ciò non è mai stato confermato. Lanci falliti Il Brasile non ha ancora lanciato un satellite in orbita con un proprio razzo vettore. Il suo programma spaziale ha subito tre lanci di satelliti falliti. Nell'ultimo, la prematura esplosione di un vettore VLS-1 il 22 agosto 2003 al Cosmodromo di Alcântara ha provocato 21 vittime. La Bielorussia ha tentato di lanciare il suo primo satellite BelKA il 26 luglio 2006 con il vettore ucraino Dnepr dal cosmodromo di Baikonur, ma il lancio è fallito. La Corea del Sud ha effettuato il lancio del primo vettore sudcoreano, il Naro-1, con a bordo il satellite STSAT-2, il 25 agosto del 2009 dal cosmodromo di Naro, ma per un guasto al razzo vettore il satellite non è entrato in orbita. Un nuovo lancio con lo stesso vettore, effettuato il 10 giugno del 2010, per la messa in orbita del satellite STSAT-2B, si è concluso con un nuovo insuccesso, per un guasto al razzo vettore. Progetti abbandonati Il Sudafrica ha sviluppato il lanciatore RSA-3 negli anni ottanta; il vettore è stato provato tre volte senza satelliti a bordo nel 1989 e nel 1990. Il programma è stato cancellato nel 1994. La Germania ha realizzato dopo la seconda guerra mondiale dei progetti preliminari di numerosi lanciatori e sistemi di lancio riutilizzabili, tuttavia nessuno di questi progetti è stato mai portato a compimento. Inoltre tra i tardi anni settanta e i primi anni ottanta la compagnia privata tedesca OTRAG tentò di realizzare dei lanciatori commerciali a basso costo; tuttavia vennero fatti soltanto dei voli sub-orbitali di prova. Il Canada ha sviluppato negli anni sessanta i lanciatori Martlet e GLO come parte del progetto congiunto HARP con gli Stati Uniti, tuttavia questi vettori non sono mai stati testati. La Spagna ha realizzato il lanciatore Capricornio negli anni novanta, ma non è mai stato provato. Progetti futuri Lanciatori propri La Corea del Sud continuerà lo sviluppo del suo programma spaziale con la costruzione di nuovi lanciatori. Il Brasile ha annunciato che è in progetto il lancio del vettore VLS-1 dal cosmodromo di Alcântara nel 2018. Il Brasile ha anche stretto un accordo con l'Ucraina per il lancio del suo Cyklon-4 dal cosmodromo di Alcântara se l'Ucraina ritirerà la sua flotta di Cyklon-3 in favore dei lanciatori russi Angara. La compagnia privata rumena ARCA sta sviluppando diversi sistemi di lancio orbitale (Haas, Stabilo, Orizont) che saranno probabilmente lanciati da basi militari sul Mar Nero. L'Indonesia ha intenzione di sviluppare i lanciatori RPS-420 e RX-550. L'Ucraina possiede già diversi lanciatori di derivazione sovietica (Cyklon, Zenit, Dnepr e Mayak) ma non dispone di una propria base di lancio, che è in progetto. L'Australia sta sviluppando un proprio vettore denominato Ausroc. Il Kazakistan ha in programma di sviluppare un proprio sistema di lancio spaziale in cooperazione con la Russia. Il Pakistan ha sviluppato negli ultimi anni due razzi balistici militari (Ghauri e Shaheen) che in futuro potrebbero essere convertiti in vettori spaziali. Taiwan sta sviluppando un proprio lanciatore da diversi anni. La Malaysia ha annunciato nel 2006 l'intenzione di sviluppare un proprio vettore nell'immediato futuro. La Turchia ha annunciato nel 2007 l'intenzione di sviluppare un proprio lanciatore in un futuro più lontano. L'Argentina sta sviluppando un proprio lanciatore, il Tronador. In Sudafrica una compagnia privata ha in progetto di sviluppare il lanciatore Cheetah-1 e ha chiesto allo scopo fondi governativi. Lanciatori non propri L'Afghanistan ha annunciato nell'aprile 2012 che sta progettando di lanciare il suo primo satellite in orbita con una compagnia privata. La Birmania ha in programma di spendere 200 milioni di dollari statunitensi per un proprio satellite per comunicazioni. La Cambogia ha intenzione di lanciare un satellite per le comunicazioni con un costo di 250-350 milioni di dollari; il lancio era previsto per i primi mesi del 2013, ma è stato rinviato. La Croazia ha l'obiettivo di costruire un satellite. Il lancio, da effettuarsi con un vettore straniero, era previsto per il 2018 ma è stato rinviato. La Moldavia ha in programma di costruire di un satellite per il telerilevamento presso il centro spaziale dell'Università Tecnica Nazionale. Alcune organizzazioni non governative serbe hanno progettato e costruito il primo satellite serbo, Tesla-1, nel 2009, ma non è ancora stato lanciato. La Slovenia ha in programma di lanciare un satellite, il Trisat, in corso di sviluppo da parte dell'Università di Maribor. L'Irlanda ha in corso di sviluppo il satellite EIRSAT-1, che dovrebbe essere lanciato nel 2021. La Tunisia sta sviluppando il suo primo satellite, ERPSat01. Si tratta di un cubesat di 1 kg di massa ed è stato costruito dall'Università di Sfax. Il lancio era previsto per il 2013 ma è stato rinviato. L'ente spaziale uzbeco ha annunciato nel 2001 l'intenzione di lanciare nel 2002 il primo satellite per il telerilevamento, ma ciò non fu fatto. Nel 2004 fu annunciato che due satelliti (uno per il telerilevamento e uno per telecomunicazioni) sarebbero stati costruiti dalla Russia per 60-70 milioni di dollari ciascuno. Note Voci correlate Cronologia dei voli spaziali Lista dei voli spaziali con equipaggio umano Esplorazione spaziale
Biografia Debutta come attore all'età di 22 anni, interpretando il protagonista del film Ovosodo (1997), regia di Paolo Virzì. È conosciuto anche per aver recitato nello spot pubblicitario Nescafé, insieme a Camila Raznovich. Nel 2001 dirige e partecipa al videoclip Tre parole di Valeria Rossi. Nel 2003 al Festival di Cannes viene presentato il film B.B. e il cormorano, di cui è regista e nel quale riveste il ruolo di Mario. In precedenza aveva recitato nei film Baci e abbracci (1999) e Tutta la vita davanti (2008), tutti diretti da Paolo Virzì. Nel 2008 recita una piccola parte nella miniserie tv di Canale 5 I liceali, dove interpreta il ruolo di Filippo, compagno gay di un liceale di 13 anni più giovane. Inoltre è nel cast dei film Il mattino ha l'oro in bocca. Sempre nel 2008 recita nel film di Luca Guadagnino: Io sono l'amore. Filmografia Attore Cinema Ovosodo, regia di Paolo Virzì (1997) Baci e abbracci, regia di Paolo Virzì (1999) B.B. e il cormorano, regia di Edoardo Gabbriellini (2003) Ora o mai più, regia di Lucio Pellegrini (2003) Non pensarci, regia di Gianni Zanasi (2008) Tutta la vita davanti, regia di Paolo Virzì (2008) Il mattino ha l'oro in bocca, regia di Francesco Patierno (2008) Io sono l'amore, regia di Luca Guadagnino (2009) Figli delle stelle, regia di Lucio Pellegrini (2010) C'è chi dice no, regia di Giambattista Avellino (2011) The cricket, regia di Stefano Lorenzi (2011) Meredith - The Face of an Angel, regia di Michael Winterbottom (2014) Banat - Il viaggio, regia di Adriano Valerio (2015) Guida romantica a posti perduti, regia di Giorgia Farina (2020) Televisione Padri, regia di Riccardo Donna – miniserie TV (2002) Gino Bartali - L'intramontabile, regia di Alberto Negrin – miniserie TV (2005) I liceali – serie TV, 8 episodi (2008-2009) Il mostro di Firenze, regia di Antonello Grimaldi – miniserie TV, 1 episodio (2009) Regista Cinema B.B. e il cormorano (2003) Padroni di casa (2012) Kemp - documentario (2019) Televisione Dov'è Mario? (2016) In treatment – alcuni episodi (2013-2017) Note Altri progetti Collegamenti esterni Attori cinematografici italiani Attori televisivi italiani Registi cinematografici italiani Registi televisivi italiani
Biografia Nasce a Firenze, nella cui Università consegue la laurea in Scienze Biologiche e poi, con un progetto di ricerca sull’ecologia e l'etologia di due specie di Velia, il dottorato di ricerca in Etologia, Ecologia animale e Antropologia. Ha collaborato con il Museo di Storia Naturale di Firenze, il Corpo Forestale dello Stato e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), presso il quale è attualmente ricercatore. I suoi principali campi di studio sono la tassonomia e la faunistica degli Hemiptera Heteroptera acquatici, di cui è specialista a livello mondiale, ma si è occupato anche di vari altri gruppi, di insetti e non solo. È autore di oltre un centinaio di contributi scientifici e ha descritto alcune specie nuove per la scienza, tra cui Etruscodytes nethuns, l’unico ditiscide freatobio conosciuto in Italia. Svolge attività di referee per numerose riviste scientifiche ed è l'Editor-in-chief della rivista European Journal of Taxonomy. È stato anche l’Editor-in-chief della rivista entomologica Onychium. Pubblicazioni (selezione) Cianferoni F., 2012. The Ochteridae of Ecuador, with new records and an identification key (Hemiptera: Heteroptera: Nepomorpha). Zootaxa, 3260: 62-68. DOI: 10.11646/zootaxa.3260.1.6 Cianferoni F. & Buzzetti F.M., 2012. The genus Hydrometra Latreille in Ecuador with description of a new species (Hemiptera: Heteroptera: Gerromorpha: Hydrometridae). Zootaxa, 3274: 55-62. DOI: 10.11646/zootaxa.3274.1.6 Cianferoni F. & Santini G., 2012. Ecology and life cycle of two Alpine-Apenninic species of Velia Latreille (Hemiptera: Heteroptera: Veliidae). European Journal of Entomology, 109: 427-434. DOI: 10.14411/eje.2012.055 Cianferoni F. & Mazza G., 2012. The aquatic Heteroptera (Insecta: Hemiptera) of the “Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna” National Park (Central Italy). Zootaxa, 3568: 36-52. DOI: 10.11646/zootaxa.3568.1.2 Cianferoni F., Rocchi S. & Terzani F., 2013. Nepomorpha, Gerromorpha and Leptopodomorpha (Hemiptera: Heteroptera) of the Tuscan Archipelago (Italy). Zootaxa, 3669 (3): 302-320. DOI: 10.11646/zootaxa.3669.3.6 Mazza G., Cianferoni F. & Rocchi S., 2013. Etruscodytes nethuns n. gen., n. sp.: the first phreatic water beetle from Italy (Coleoptera, Dytiscidae, Hydroporinae). Italian Journal of Zoology, 80 (2): 233-241. DOI: 10.1080/11250003.2013.783633 Cianferoni F. & Santini G., 2014. Comparative description of the hairy structures in two endemic Velia species (Hemiptera: Heteroptera: Gerromorpha: Veliidae): V. currens (Fabricius, 1794) and V. gridellii Tamanini, 1947. Acta Zoologica, 95 (3): 347-357. [first published online: 26 April 2013] DOI: 10.1111/azo.12032 Mazza G., Pennacchio F., Gargani E., Franceschini I., Roversi P.F. & Cianferoni F., 2014. First report of Ricania speculum (Walker, 1851) in Europe (Hemiptera: Fulgoromorpha: Ricaniidae). Zootaxa, 3861 (3): 297-300. DOI: 10.11646/zootaxa.3861.3.7 Audisio P., Alonso Zarazaga M., Slipinski A., Nilsson A., Jelínek J., Taglianti A., Turco F., Otero C., Canepari C., Kral D., Liberti G., Sama G., Nardi G., Löbl I., Horak J., Kolibac J., Háva J., Sapiejewski † M., Jäch M., Bologna M., Biondi M., Nikitsky N., Mazzoldi P., Zahradnik P., Wegrzynowicz P., Constantin R., Gerstmeier R., Zhantiev R., Fattorini S., Tomaszewska W., Rücker W., Vazquez-Albalate X., Cassola F., Angelini F., Johnson C., Schawaller W., Regalin R., Baviera C., Rocchi S., Cianferoni F., Beenen R., Schmitt M., Sassi D., Kippenberg H., Zampetti M., Trizzino M., Chiari S., Carpaneto G., Sabatelli S. & de Jong Y., 2015. Fauna Europaea: Coleoptera 2 (excl. series Elateriformia, Scarabaeiformia, Staphyliniformia and superfamily Curculionoidea). Biodiversity Data Journal, 3: e4750. DOI: 10.3897/BDJ.3.e4750 Cianferoni F., Buzzetti F.M. & Zettel H., 2016. The “Italian hebrid”, Hebrus franzi (Wagner, 1957): disentangling a half-century dilemma (Hemiptera: Heteroptera: Gerromorpha). Zootaxa, 4132 (1): 127-134. DOI: 10.11646/zootaxa.4132.1.11 Boggero A., Pierri C., Alber R., Austoni M., Barbone E., Bartolozzi L., Bertani I., Campanaro A., Cattaneo A., Cianferoni F., Colangelo P., Corriero G., Dörr A.M., Elia A.C., Ficetola G.F., Fontaneto D., Gaino E., Goretti E., Kamburska L., La Porta G., Lauceri R., Lorenzoni M., Ludovisi A., Manca M., Morabito G., Nonnis Marzano F., Oggioni A., Riccardi N., Rossetti G., Tagliolato P., Thaler B., Ungaro N., Volta P., Zaupa S., Rosati I., Fiore N., Basset A. & Marchetto A., 2016. Datapaper: A geographic distribution data set of biodiversity on Italian freshwaters. Biogeographia, 31: 55-72. DOI: 10.21426/B631132737 Csabai Z., Soós N., Berchi G.M., Cianferoni F., Boda P. & Móra A. 2017. Aquatic and semiaquatic Heteroptera (Nepomorpha and Gerromorpha) fauna of Greek holiday islands (Rhodes, Crete and Corfu) with first records of three species from Europe and Greece. Zootaxa, 4231 (1): 51-69. DOI: 10.11646/zootaxa.4231.1.3 Terzani F., Ceccolini F., Hájek J. & Cianferoni F. 2017. Taxonomic review of the genus Dascillus Latreille, 1797 in the Western Palaearctic (Coleoptera: Dascillidae). Zootaxa, 4282 (2): 255-268. DOI: 10.11646/zootaxa.4282.2.2 Berchi G., Copilaş‐Ciocianu D., Kment P., Buzzetti F., Petrusek A., Rákosy I., Cianferoni  F. & Damgaard J. 2018. Molecular phylogeny and biogeography of the West‐Palaearctic Velia (Heteroptera: Gerromorpha: Veliidae). Systematic Entomology, 43 (2): 262-276. [First published online: 17 October 2017] DOI: 10.1111/syen.12273 Lunghi E., Cianferoni F., Ceccolini F., Mulargia M., Cogoni R., Barzaghi B., Cornago L., Avitabile D., Veith M., Manenti R., Ficetola G.F. & Corti C., 2018. Field-recorded data on the diet of six species of European Hydromantes cave salamanders. Scientific Data, 5:180083. DOI: 10.1038/sdata.2018.83 Cianferoni F., Graziani F., Dioli P. & Ceccolini F., 2018. Review of the occurrence of Halyomorpha halys (Hemiptera: Heteroptera: Pentatomidae) in Italy, with an update of its European and World distribution. Biologia, 73: 599-607. DOI: 10.2478/s11756-018-0067-9 Lunghi E., Cianferoni F., Ceccolini F., Veith M., Manenti R., Mancinelli G., Corti C. & Ficetola G.F., 2018. What shapes the trophic niche of European plethodontid salamanders? PLoS ONE, 13 (10): e0205672. DOI: 10.1371/journal.pone.0205672 Cianferoni F., 2019. Review of the aquatic Hemiptera from Cephalonia, with a checklist for the Ionian Islands, Greece (Heteroptera: Gerromorpha, Nepomorpha, Leptopodomorpha). Zootaxa, 4576 (1): 46-60. DOI: 10.11646/zootaxa.4576.1.2 Lunghi E., Cianferoni F., Ceccolini F., Zhao Y., Manenti R., Corti C., Ficetola G.F. & Mancinelli G., 2020. Same diet, different strategies: variability of individual feeding habits across three populations of Ambrosi’s Cave Salamander (Hydromantes ambrosii). Diversity, 12 (5): 180. Cianferoni F., Ceccolini F., 2021. A new species of Petalon Schönherr, 1833 from central Vietnam (Coleoptera: Dascillidae). Oriental Insects, DOI: 10.1080/00305316.2021.1902875 Taxa descritti Hydrometra aequatoriana Cianferoni & Buzzetti, 2012 (Arthropoda: Insecta: Hemiptera: Hydrometridae) Etruscodytes Mazza, Cianferoni & Rocchi, 2013 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Dytiscidae) Etruscodytes nethuns Mazza, Cianferoni & Rocchi, 2013 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Dytiscidae) Petalon vietnamensis Cianferoni & Ceccolini, 2021 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Dascillidae) Taxa dedicati Pharceonus cianferonii Monte & Mascagni, 2012 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Elmidae) Coenonica florentinorum Pace, 2013 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Staphylinidae) Pandinurus cianferonii Rossi, 2015 (Arthropoda: Arachnida: Scorpiones: Scorpionidae) Metocinus cianferonii Bordoni, 2018 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Staphylinidae) Laccophilus cianferonii Bilardo & Rocchi, 2019 (Arthropoda: Insecta: Coleoptera: Dytiscidae) Nomi sostitutivi Nell'ambito dei nomi regolati dal Codice internazionale di nomenclatura zoologica l'autore ha proposto diversi nomi sostitutivi ("nomen novum"). Per maggiori dettagli consultare le relative pagine su Wikispecies e ZooBank. Note Altri progetti Collegamenti esterni
PayScale, Inc. o payscale.com è un'impresa statunitense di cloud computing che dà informazioni sugli stipendi delle attività lavorative nel mondo attraverso il suo sito internet, lanciato il primo gennaio 2002. Fu fondata da Joe Giordano, ex manager Microsoft e da John Gaffney. Il 14 aprile 2014 Warburg Pincus investe fino a 100.000.000 di dollari per una quota di proprietà di maggioranza della società. Il 25 aprile 2019, Francisco Partners ha annunciato un investimento di maggioranza in PayScale per un valore aziendale di $ 325 milioni. Servizi PayScale.com è stato sviluppato per aiutare le persone e le aziende a ottenere informazioni accurate e in tempo reale sulla compensazione del mercato del lavoro. Mentre PayScale ha iniziato con il crowdsourcing dei dati sui compensi dai dipendenti per alimentare i suoi prodotti per i datori di lavoro, le sue offerte Software as a Service si sono evolute per consentire alle aziende di utilizzare più fonti di dati sulla retribuzione, tra cui Crowd Sourced e Company Sourced di PayScale e dati di altri fornitori. I clienti possono anche gestire la loro strategia e struttura retributiva dei dipendenti all'interno della piattaforma ed eseguire svariate analisi retributive. Per i dipendenti, il servizio funziona tramite Internet consentendo alle persone di inviare il proprio profilo professionale e i dati salariali, che vengono poi confrontati con altri delle stesse caratteristiche. Ricevono un rapporto gratuito sul loro valore di mercato. L'azienda genera profitti vendendo abbonamenti SaaS, dati di retribuzione e servizi ai datori di lavoro, per aiutare a determinare le corrette tariffe di mercato per l'assunzione, il benchmarking e il budget e mediante pubblicità mirata ai dipendenti che visitano il suo sito web. Note Collegamenti esterni Aziende commerciali statunitensi
In informatica gli sfondi sono immagini poste a scopo decorativo sullo sfondo della scrivania di un computer in un qualsiasi desktop environment (KDE o GNOME per quanto riguarda i sistemi operativi Unix-like) o in un qualsiasi sistema operativo con interfaccia grafica inclusa nel kernel (Microsoft Windows, OS/2, macOS, ecc) o come immagine di sfondo del browser Safari su iOS 15 e iPadOS 15. Generalmente gli sfondi sono distribuiti in varie dimensioni che ricalcano la risoluzione dei comuni monitor, in modo tale da avere sul desktop l'immagine riprodotta a risoluzione reale (nessuna perdita di qualità). Sono in genere personalizzabili su scelta dell'utente. Storia Il sistema X Window è stato uno dei primi sistemi a includere il supporto per un'immagine arbitraria come sfondo tramite il programma xsetroot, che almeno fin dalla versione X10R3 nel 1985 poteva affiancare lo schermo con qualsiasi colore solido o qualsiasi immagine binaria X BitMap file. Nel 1989 fu rilasciato un programma software gratuito chiamato xgifroot che consentiva di utilizzare un'immagine GIF a colori arbitraria come sfondo e nello stesso anno fu rilasciato il programma gratuito xloadimage che poteva visualizzare una varietà di formati di immagine (comprese le immagini a colori in SunFormato file raster) come sfondo del desktop. Successivamente, sono stati rilasciati numerosi programmi che hanno aggiunto il supporto per sfondi per formati immagine aggiuntivi e altre funzionalità, come il programma xpmroot (rilasciato nel 1993 come parte di fvwm) e il software xv (rilasciato nel 1994). Il sistema operativo Macintosh originale consentiva solo una selezione di modelli affiancati di immagini binarie 8 × 8 pixel; la capacità di utilizzare piccoli motivi di colore è stata aggiunta nel Sistema 5 nel 1987. Mac OS 8 nel 1997 è stata la prima versione per Macintosh a includere il supporto integrato per l'utilizzo di immagini arbitrarie come immagini desktop, piuttosto che piccoli motivi ripetuti. Windows 3.0 nel 1990 è stata la prima versione di Microsoft Windows a fornire il supporto per la personalizzazione dello sfondo e ha utilizzato il termine "sfondo" per questa funzionalità. Sebbene Windows 3.0 fosse fornito solo con 7 piccoli motivi (2 in bianco e nero e 5 a 16 colori), l'utente poteva fornire altre immagini nel formato file BMP con colori fino a 8 bit (sebbene il sistema fosse teoricamente in grado di gestire immagini a colori a 24 bit, lo ha fatto eseguendo il dithering su una tavolozza a 8 bit) per fornire funzionalità di sfondo simili altrimenti mancanti in quei sistemi. Una funzione di sfondo è stata aggiunta in una versione beta di OS / 2 2.0 nel 1991. A causa dell'uso diffuso dei personal computer, alcuni sfondi sono diventati immensamente riconoscibili e hanno acquisito uno status culturale iconico. Bliss, lo sfondo predefinito di Microsoft Windows XP, è diventato la fotografia più vista degli anni 2000. Sfondi animati Gli sfondi animati (a volte indicati come sfondi animati o sfondi dinamici ) si riferiscono a sfondi che presentano un'immagine in movimento o una scena 2D / 3D come sfondo del sistema operativo piuttosto che un'immagine statica, può anche riferirsi a sfondi che vengono ciclati in una playlist, spesso con determinati effetti di transizione. Alcuni sistemi operativi, come il sistema operativo Android, forniscono il supporto nativo per gli sfondi animati. Microsoft Windows I moderni sistemi Windows possono essere configurati per scorrere le immagini da una cartella a intervalli regolari. Windows non supporta nativamente gli sfondi animati, tuttavia, è possibile installare software di terze parti per avere il pieno supporto per l'inserimento di immagini animate, file video, scene 2D o 3D e pagine web come sfondi. È possibile trovare funzionalità simili nella funzionalità Active Desktop di Windows 98 e versioni successive. Google Android Gli sfondi animati sono stati introdotti in Android 2.0 (Eclair) per fornire il supporto nativo per gli sfondi animati. Da un punto di vista tecnico, gli sfondi animati sono applicazioni software che forniscono un'immagine di sfondo in movimento e possono consentire l'interazione dell'utente o utilizzare altre funzionalità hardware e software all'interno del dispositivo (accelerometro, GPS, accesso alla rete, ecc.). Apple macOS macOS ha il supporto integrato, tramite il pannello Desktop e salvaschermo nelle Preferenze di Sistema, per scorrere una raccolta di cartelle di immagini in un intervallo di tempo o quando si accede o si risveglia dalla sospensione. Da macOS Mojave, l'utente può anche selezionare un "Desktop dinamico" che si aggiorna automaticamente per corrispondere visivamente all'ora del giorno. Inoltre, macOS ha la capacità nativa di eseguire uno screen saver sul desktop; in questa configurazione, lo screen saver appare sotto le icone del desktop al posto dello sfondo del sistema. Tuttavia, macOS non è dotato di un'interfaccia incorporata per farlo; deve essere eseguito tramite i comandi del terminale o varie applicazioni di terze parti. iOS e iPadOS Gli sfondi animati dinamicamente sono stati introdotti anche in iOS 7 e versioni successive. È possibile scegliere un'immagine predefinita da Apple oppure una delle proprie foto. Per cambiare lo sfondo dell'iPhone sono offerti due sistemi: o agendo tramite l'app Impostazioni, o utilizzando l'apposita opzione fornita dall'app Foto. Linux / Unix GNOME GNOME 2 può anche essere impostato per scorrere le immagini da una cartella a intervalli regolari, in modo simile a Windows 7. KDE KDE versione 4 e successive forniscono vari sfondi dinamici, inclusa una presentazione e altre opzioni fornite dai plugin, come i frattali e la mappa della Terra. Enlightenment Enlightenment v17 supporta sequenze di immagini, sfondi desktop animati e interattivi nella sua configurazione predefinita. Note Altri progetti Terminologia informatica
Il Teatro Giuseppe Garibaldi è un teatro situato a San Piero in Bagno, frazione del comune di Bagno di Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena. Storia Dalla "Decima granducale" del 1765 conservata presso l'archivio storico di Firenze si ricava l'esistenza, in quella data, di un Teatro a San Piero "con palco per le recite e stanza di sotto et platea per udienze, con scenario e suoi resedi". Era di proprietà di un'accademia che, da un poemetto locale inedito del 1704, sappiamo chiamarsi "Accademia degli Ardenti": la proprietà privata dunque lasciò traccia di sé solo nelle tasse che annualmente pagava all'erario di Firenze. Da Stradari del 1785 presenti nell'archivio storico comunale di Bagno di Romagna sappiamo che il vecchio teatro era ubicato nell'allora via della Posta (attuale via del Teatro). Il Repetti, nel Dizionario geografico fisico e storico della Toscana edito a Firenze nel 1833-1843, alla voce "San Piero in Bagno", lo ricorda, come pure il Mini. Poco o nulla si sa anche dell'attività dell'Accademia degli Ardenti: dal poemetto inedito La Sampieraide di Girolamo Maria Volpini del 1704 si apprende solo che fu fondata da Agostino Fabbri che vi rappresentava le sue composizioni. Nel 1886 è registrato che il Teatro era di proprietà del Circolo Popolare Sampierano, che l'aveva recentemente restaurato "sia per ragioni d'estetica che per le guarentigie di stabilità e sicurezza"; in particolare: Un altro documento del 1897 ci informa come il "balcone o loggiato" fosse diviso "in due piani; il primo sorretto da 4 colonnette di pietra sulle quali posa l'intelaiatura del pavimento del loggiato" illuminato da due finestre. Nel marzo del 1900 la "Società di mutuo soccorso tra gli operai ed artigiani di San Piero, fondata nel 1866 ed una delle più attive del Circondario di Rocca San Casciano, acquistò il teatro dagli ultimi "accademici", tra cui la nobil signora Teresa Spighi Rivalta. L'archivio di tale Società, in parte recuperato, fornisce alcune informazioni, pur incomplete: annesso allo stabile vi era pure la residenza del custode e che il teatro, nonostante i lavori precedenti, non era in buone condizioni e su di esso gravava "un legato di culto" alla Parrocchia di San Piero. Agli inizi del 1901 terminarono i primi interventi: racconciatura del tetto, imbiancatura, rifacimento conci di porte e finestre, bussole e infissi. Nel 1904 è ancora chiuso per altri interventi indicati dalla Commissione di Vigilanza sui pubblici locali, che però concede, non avendo ancora steso la perizia definitiva, solo permessi per "feste da ballo in forma privata" per il carnevale del 1905. In quell'anno, da un verbale della Commissione di vigilanza apprendiamo che "il locale in parola non è un Teatro vero e proprio ma una semplice sala teatrale ad uso di spettacoli, spoglia di suppellettili, di tendaggi, di mobilio e di apparati scenici". Contrariamente ad una perizia del 1904, la Commissione sostiene che "il loggione ricorrente al principio della platea" è alquanto sicuro essendo "fatto di tutto materiale e sostenuto da solidissime colonne in pietra nonché da due grosse muraglie che ne assicurano l'assoluta stabilità. Inoltre la "bocca d'opera è stata completamente ricostruita in muratura ampliando la sala e aprendo due porte che a mezzo di scalette laterali mettono in comoda e diretta comunicazione la platea col palcoscenico". Nel locale non c'è alcun sistema d'illuminazione in attesa che sia compiuta la rete elettrica in corso di costruzione. Nel 1907 vengono collocate sui due ingressi di via Cavour le lapidi con la scritta "Teatro Garibaldi" e "Società Operaia", ordinate alla ditta Poerio Castellucci di Arezzo. Il teatro, intestato a Giuseppe Garibaldi, presidente onorario del sodalizio, divenne subito luogo di rappresentazioni e spettacoli: il 18 settembre 1903 vi è una "rappresentazione di Cinematografo", il marionettista Bruto Pedua vi si ferma a lungo più volte (1907 e 1914), come la Compagnia "Arte e Diletto" di Santa Sofia o Romeo Montanari, altro marionettista di Bologna. Sono piccoli spettacoli, compagnie del circondario, attori singoli che propongono "dizione d'autori italiani e dialettali" (e che forse stanno a testimoniare la scarsa capienza del palcoscenico e del teatro). Per cui le attività preminenti, e che forniscono congrue entrate alla Società Operaia, sono le feste da ballo, i veglioni carnevaleschi, l'esibizione della locale filarmonica, le tombole, i saggi finali delle scuole. I terremoti dell'Appennino forlivese del novembre 1918, che tanti danni fecero al paese, ridussero il teatro "alle sole mura, per miracolo in piedi". Dopo un periodo di scoramento in cui si pensa di trasformare quelle mura in case popolari, nel 1920 si formò una Commissione incaricata di trovare i soldi necessari alla ristrutturazione del teatro: sottoscrizioni, fondi dal Corpo reale del Genio civile per il servizio del terremoto tosco-romagnolo, tombole. Nel 1923 la Cooperativa di Lavoro, nata da una costola della Società Operaia, ultimò i lavori. Sulla nuova struttura interna non c'è documentazione: solo alcuni anziani ricordano un palcoscenico e una platea, con due ordini di palchi a semicerchio o a ferro di cavallo. Quello inferiore, più grande e lungo, partiva quasi a ridosso del palcoscenico e nella parte centrale era sostenuto da colonnine in ghisa rivestite di gesso od altro materiale simile. Il secondo palco, detto pomposamente "loggione", posava sul precedente con altre colonnine simili ma era più piccolo e corto. Entrambi erano aperti e bordati da una ringhiera in ferro battuto o ghisa molto lavorata. Nei pochi documenti ritrovati su tali lavori dal 1923 al 1926, si accenna a decorazioni con le quali si voleva ornare il "teatrino": vengono presi contatti con la ditta "Giuseppe Fattini e C. - Pittori e decoratori fiorentini", di un concittadino che abita a Conegliano, per "sopra la bocca d'opera rappresentare in stucco la figura di Garibaldi sorretta da Vittorie alate, simbolo d'ogni vittoria e d'arte". Il bozzetto fu commissionato al professor Bruno Mazzoni di Forlì, ma poi non se ne fece nulla, forse per motivi economici. Successivamente è il dottor Giuseppe Zaghi della "scuola d'arte applicata" di Modigliana ad essere incaricato di decorazioni "in gesso e stampi". Il pittore Armando Spadini, che spesso veniva a San Piero ove aveva sposato Pasqualina Cervone, negli ultimi anni della sua vita (morì nel 1925) dipinse, usando una scopa, un fondale per uno spettacolo della Filodrammatica. Dopo tale ristrutturazione il teatrino (200 posti a sedere, buffet e guardaroba) decollò definitivamente: ora da ogni parte d'Italia capocomici e compagnie drammatiche inviavano proposte di spettacoli e repertori, giunti fino a noi per documentare la significativa presenza dell'attività teatrale: la troupe italiana di prosa e canto di Vittorio Fanelli di Ozzano Taro (Parma), venne varie volte con pianista, suggeritore, macchinista, trovarobe e con un ampio repertorio di canti, canzonette, arie d'opera, duetti, commedie brillanti; la Compagnia Drammatica della Città di Firenze, la Compagnia Drammatica del teatro veneto di A. Mazzetti, la Filodrammatica Ermete Novelli di Cesena, la Prima Compagnia italiana di prosa D'Origlia - Palmi, la Compagnia drammatica di stato diretta da Armando Patroni, e altre compagnie proposero un classico repertorio di drammoni popolari e commedie in costume. Nel 1923 Spallicci portò i suoi canterini e c'è chi ricorda anche uno spettacolo di Totò. Dai primissimi anni 1930 è il cinematografo, che prima aveva fatto sporadiche apparizioni, a prendere il sopravvento: lo testimoniano i contratti, numerosissimi, di noleggio di pellicole dall'Istituto Luce, dalla Nova-film, dalla Metro Goldwyn Mayer (che ha lo slogan "Nomi squillanti, danari sonanti"), i borderò ed un registro "Gestione cinema". Un complessino suonava per le strade ad annunciare ed invitare al cinema. La ditta "Bettandi & Baiocchi" di Firenze nel 1939 installò un nuovo macchinario per proiezioni. Nel corso degli anni nel teatro si sono tenuti conferenze, dibattiti, adunate e saggi. Altre notizie sul teatro e sull'attività, dal 1926 al primo dopoguerra, si potrebbero ricavare spulciando la marea di articoli scritti da Umberto Console, corrispondente locale di vari quotidiani e riviste. Nel 1953, anche per il venir meno della Società Operaia, il teatro venne ristrutturato nella forma attuale: via i due ordini di palchi e spazio ad una galleria in cemento armato. Concesso in gestione pluriennale, funzionò essenzialmente come cinema fino alla sua definitiva chiusura. Lo stabile, rimasto a lungo abbandonato, fatiscente e pericolante, è stato donato dagli ultimi Soci della Società Operaia al Comune di Bagno di Romagna, che nel 1998 ne ha avviato il recupero. I lavori di restauro, conclusi nel febbraio 2001, grazie anche al contributo del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, a Romagna Acque S.p.a. e alla Comunità Europea, hanno consentito di restituire alla popolazione una sala dotata di palcoscenico e con vani accessori, versatile e polivalente, atta ad ospitare spettacoli di prosa, concerti, cineforum, nonché attività congressuale. Teatro dei Ravviati È andato perduto invece il vicino Teatro dei Ravviati di Bagno di Romagna, le cui origini risalivano al XVIII secolo. Sito in prossimità delle Terme di Sant'Agnese, fu fondato da alcuni facoltosi possidenti locali riuniti nell'Accademia dei Ravviati e la sua esistenza è attestata precedentemente al 1774. Ristrutturato completamente a metà dell'Ottocento ebbe una vivace attività teatrale, anche grazie alla presenza dei rinomati bagni termali. Nel 1963, dopo essere stato ceduto alle Terme vicine fu abbattuto per consentire l'ampliamento di queste ultime, nonostante fossero stati espressi i vincoli di tutela del patrimonio artistico e ambientale dall'autorità competente. Note Bibliografia Altri progetti Bagno di Romagna Teatri della provincia di Forlì-Cesena Architetture moderniste dell'Emilia-Romagna
Ai Giochi della XXXII Olimpiade la competizione del Salto in alto maschile si è svolta dal 30 luglio al 1º agosto 2021 presso lo Stadio nazionale di Tokyo. In seguito ad un pareggio inaspettato a 2,37 m tra l'italiano Gianmarco Tamberi ed il qatariota Mutaz Essa Barshim, gli atleti hanno accettato di condividere la medaglia d'oro, raro caso nella storia delle Olimpiadi. In caso di mancato accordo, i due atleti avrebbero dovuto ripetere il salto nello spareggio. Presenze ed assenze dei campioni in carica Graduatoria mondiale In base alla classifica della Federazione mondiale, i migliori atleti iscritti alla gara erano i seguenti: La gara In Qualificazione il campione europeo in carica Mateusz Przybylko ha una controprestazione. È l'unico tra gli atleti maggiormente accreditati a rimanere fuori dalla finale. Maksim Nedasekaŭ, il campione europeo indoor, fa un errore al primo salto (2,19). Tutti gli altri pretendenti al titolo non falliscono. Non ci sono sorprese a 2,24 e a 2,27. A 2,30 Ivanjuk sbaglia il primo salto. Alla misura successiva Brandon Starc deve ricorrere al terzo salto, mentre Ivanjuk è eliminato. Dai 2,33 la successione è di due cm in due cm. 2,35: Barshim, Tamberi, Starc e il giovane coreano Woo Sang-hyeok centrano la misura alla prima prova. Nedasekaŭ sbaglia e si riserva i due salti rimanenti alla misura successiva. 2,37: Barshim e Tamberi vanno su alla prima prova; Nedasekaŭ non fallisce. Sbagliano Starc e Woo. Entrambi decidono di salire alla misura successiva. 2,39: tentano questa misura in 6. Non era mai successo. Di solito a quest'altezza le gare sono già terminate. A Rio, per esempio, la gara era terminata a 2,38 con tre concorrenti rimasti. Durante la stagione agonistica nessuno è arrivato a questa misura. I 2,39 si rivelano anche a Tokyo un'altezza insuperabile per tutti. A questo punto i giudici stilano la classifica. In tre hanno saltato 2,37 metri. Nedasekaŭ ha commesso due errori, mentre Barshim e Tamberi hanno fatto percorso netto. Barshim e Tamberi decidono di comune accordo di non disputare i salti di spareggio. La medaglia d'oro, quindi, va ad entrambi. Brandon Starc ha eguagliato la miglior misura mai raggiunta (2,35) da un atleta classificatosi al quinto posto in gare mondiali. Il giovane statunitense JuVaughn Harrison ha saltato la miglior misura per il settimo posto. Risultati Qualificazioni Si qualificano alla finale gli atleti che superano l'asticella posta a 2,30 m () o i migliori 12 atleti (). Finale Note Collegamenti esterni Atletica leggera maschile ai Giochi della XXXII Olimpiade 2020
Il monte Matutum è uno stratovulcano attivo costituito di andesite situato nel territorio di Cotabato, nella parte più meridionale della grande isola di Mindanao, nell'estremo sud dell'arcipelago delle Filippine. Affacciato sulla città di General Santos, si erge per 2 286 m sopra il livello del mare ed è caratterizzato sulla sommità dal residuo di un cratere largo 320 metri e profondo 120 coperto di vegetazione e interrotto da tre gole. Intorno all'edificio vulcanico sono osservabili depositi piroclastici silicei. A circa 5 chilometri a Ovest-sud-ovest del vulcano si trovano le fonti di acqua calda Akmoan e Linan. Attività eruttive storiche L'attività vulcanica storica del Monte Matutum non è chiaramente ricostruibile, ma vi è certezza di una eruzione avvenuta intorno all'anno 1290; testimonianze riportano inoltre di una intensa emissione di fumo nel marzo del 1911.. Nel 2011, cento anni dopo l'episodio del 1911, le popolazioni locali espressero viva preoccupazione per alcuni segnali che sarebbero stati prodromici a una nuova eruzione del Matutum: tremori del suolo, sbuffi di fumo dal cratere, vegetazione bruciata e discesa a valle di animali selvatici. Tuttavia una ricognizione di specialisti del PHIVOLCS rassicurò i residenti che nessuno di quei segni sarebbero stati precursori di nuove attività vulcaniche. Area paesaggistica protetta del monte Matutum Il vulcano è compreso nell'Area paesaggistica protetta del monte Matutum, creata nel 1995 dall'allora presidente delle Filippine Fidel Valdez Ramos: l'area protetta si estende intorno al vulcano su un'area di 156 chilometri quadrati. Nel 2006 il Governo filippino, per mezzo del DENR ha fatto richiesta che l'area rientri nella lista dei patrimoni dell'Umanità. Fauna Nel 2013 l'International Network for Natural Sciences (INNSPUB) del Bangladesh ha condotto uno studio in loco sui ragni presenti sulle falde del Matutum: lo studio, pubblicato sul Journal of Biodiversity and Environmental Sciences, ha evidenziato l'esistenza di 23 specie diverse di ragni appartenenti a 19 generi e 9 famiglie: sei specie sono state definite probabilmente sconosciute. La specie più comune è stata osservata essere Leucauge decorata. Il Matutum è uno dei due soli luoghi dove si trova Tarsomys echinatus, roditore della famiglia dei muridi. Note Altri progetti Collegamenti esterni La scheda del vulcano sul sito della Smithsonian Institution La scheda del vulcano sul sito del Volcano Global Risk Identification and Analysis Project (VOGRIPA) Matutum Matutum Matutum
Il Nu gaze è un genere musicale sviluppatosi nel Regno Unito verso la metà degli anni duemila. Gli artisti afferenti al genere propongono il recupero delle sonorità shoegaze. Storia Ispirati dal lavoro di gruppi quali The Jesus and Mary Chain, My Bloody Valentine e Ride, verso la metà di questa decade, tutta una nuova serie di nuove band hanno riportato in voga le sonorità del genere shoegaze, . Gruppi come Amusement Parks on Fire, Deerhunter, The Horrors, The Pains of Being Pure at Heart, A Place to Bury Strangers, Ulrich Schnauss, Silversun Pickups, Van She sono tra i maggiori esponenti di questo revival. L'origine del termine "nu gaze" si deve a Som Wardner, leader della formazione My Vitriol, che in un'intervista del 2001 ha negato che il proprio gruppo appartenesse al genere shoegaze, dichiarando ironicamente: «I guess you could call us nu gaze» («Penso che ci potremmo definire nu gaze»). Secondo un articolo de The Oxford Student, la musica di questo genere contiene "riff ronzanti, voci tenui e muri di chitarre distorte e sporche o sintetizzatori". Lo stile della musica si basa sull'utilizzo di vari effetti come il looping, pedaliere e sintetizzatori al fine di distorcere la musica. Il revival dello shoegaze trae pesantemente ispirazione da esso, ma incorpora molte sonorità moderne. A proposito del genere nu gaze Ulrich Schnauss, musicista elettronico e produttore tedesco, afferma: Note Voci correlate Shoegaze Collegamenti esterni
Biografia Anche suo figlio Neale è calciatore professionista. Carriera Giocatore Club Nativo di Kirkby, nel Lancashire (oggi nel Merseyside), giocò come centrocampista avanzato nelle giovanili delle varie squadre della sua zona prima di essere messo sotto contratto dal , squadra nella quale si mise in mostra e dalla quale, nel 1973, il lo prelevò. Giocò proprio contro il Liverpool la prima finale della sua carriera, quella della Coppa d'Inghilterra del 1974 a Wembley, finale che il Liverpool vinse 3-0 ma che gli valse l'attenzione del tecnico Bob Paisley, che aveva appena sostituito Bill Shankly alla guida della squadra. Paisley portò McDermott a Liverpool nel novembre di quello stesso anno. Nonostante la vittoria nel campionato inglese nel 1976, McDermott non ebbe molte occasioni di mettersi in mostra, tanto che non fu neppure mai presente nella squadra che vinse la Coppa UEFA nello stesso anno. Nella stagione 1976-1977 fu utilizzato con più frequenza: La finale fu raggiunta e il Liverpool fu battuto dal Manchester Utd.; arrivò invece il secondo titolo inglese consecutivo e la prima Coppa dei Campioni, allo Stadio Olimpico di Roma vinta battendo 3-1 il Borussia Mönchengladbach, impresa ripetuta l'anno successivo battendo a Wembley il . Nelle sue otto stagioni al Liverpool, McDermott vinse quattro campionati (1976-1977, 1978-1979, 1979-1980, 1981-1982), tre Coppe dei Campioni (1977, 1978, 1981), due Coppe di Lega (1981, 1982) e una Supercoppa d'Europa (1977). Nel 1982 lasciò il Liverpool per tornare a giocare nel Newcastle Utd. in seconda divisione, insieme al suo vecchio compagno di squadra Kevin Keegan. La squadra tornò in Prima Divisione alla fine della stagione e, nel 1984, McDermott lasciò l'Inghilterra per giocare prima in Irlanda nel Cork City, poi nella formazione cipriota dell', dopodiché, nel 1986, si ritirò dal calcio giocato. Nazionale In Nazionale, McDermott esordì nel 1977 contro la Svizzera. Prese parte agli incontri di qualificazione per il campionato del mondo 1978 e giocò le fasi finali del campionato d'Europa 1980 in Italia e del campionato del mondo 1982 in Spagna. Allenatore Quando Keegan divenne allenatore del Newcastle Utd. nel 1994, chiamò McDermott come suo secondo. Nell'occasione i due mancarono per pochissimo la conquista del titolo inglese nel 1996, a beneficio del Manchester United McDermott rimase a fare il secondo di Kenny Dalglish dopo le dimissioni di Keegan, ma quando arrivò Ruud Gullit dovette lasciare il posto. Nel 2005 fu chiamato di nuovo a Newcastle come secondo di Graeme Souness, incarico che mantenne anche dopo il licenziamento del tecnico scozzese. In seguito è diventato l'allenatore in seconda di Glenn Roeder. Palmarès Giocatore Club Competizioni nazionali Liverpool: 1976, 1977, 1979, 1980 Liverpool: 1976-1977, 1978-1979, 1979-1980, 1981-1982 Liverpool: 1980-1981, 1981-1982 APOEL: 1985-1986 Competizioni internazionali Liverpool: 1975-1976 Liverpool: 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981 Liverpool: 1977 Newcastle: 1973 Individuale Giocatore dell'anno della FWA: 1 1980 Giocatore dell'anno della PFA: 1 1980 Collegamenti esterni Allenatori di calcio inglesi Calciatori campioni d'Europa di club Calciatori inglesi Calciatori della Nazionale inglese
Direttrice principale dell’Antwerp Symphony Orchestra dalla stagione concertistica 2019-2020, è stata nominata direttore ospite principale della Royal Scottish National Orchestra a partire dalla stagione 2018-2019. Studi Elim Chan cantava in un coro di bambini a Hong Kong e ha iniziato a suonare il piano a sei anni. Ha ottenuto il Bachelor of Music presso lo Smith College nel Massachusetts. In seguito, ha studiato presso l’Università del Michigan dove è diventata direttore musicale dell’University of Michigan Campus Symphony Orchestra e della Michigan Pops Orchestra. Ha ottenuto dei master e il dottorato in conduzione di orchestra e si è laureata come direttore d’orchestra nell’anno 2014. Chan ha ottenuto la Bruno Walter Conducting Scholarship nel 2013 e nel 2015 ha frequentato alcune master class con Bernard Haitink a Lucerna. Carriera musicale Nel dicembre 2014, all’età di 28 anni, Chan ha vinto la Donatella Flick Conducting Competition. Come conseguenza di questa vittoria, è stata nominata direttore assistente della London Symphony Orchestra per la stagione 2015-2016. Nella stagione 2016-2017, ha partecipato al Dudamel Fellowship Program con la Los Angeles Philharmonic. Nel 2018-2019, Elim Chan è diventata direttore ospite permanente della Royal Scottish National Orchestra, succedendo così a Thomas Søndergård. Dalla stagione 2019-2020, Chan è direttore principale della Antwerp Symphony Orchestra, la cui sede permanente è la Queen Elisabeth Hall (Koningin Elisabethzaal) ad Anversa. Chan, che ha seguito le orme, per citarne alcuni, di Edo de Waart e Jaap van Zweden, è il direttore principale più giovane che sia mai stato nominato dall’Antwerp Symphony Orchestra. Inoltre, Elim Chan è stata anche direttore ospite della Mariinsky Orchestra, della Hong Kong Philharmonic Orchestra, della London Symphony Orchestra, della Koninklijk Concertgebouworkest, della Orchestre Philharmonique de Luxembourg, della Philharmonia Orchestra, della Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, della Frankfurt Radio Symphony Orchestra, della Orchestre National de Lyon, della Rotterdam Philharmonic Orchestra, della Houston Symphony e della Music Academy of the West. Ha diretto altresì la National Arts Centre Orchestra a Ottawa e l’Orchestre de la Francophonie, come parte del NAC Summer Music Institute nel 2012 e ha così collaborato con Pinchas Zukerman. Ha partecipato al Musical Olympus Festival a San Pietroburgo e ha seguito alcuni workshop con la Cabrillo Festival Orchestra e la Baltimore Symphony Orchestra (con Marin Alsop, Gerard Schwarz e Gustav Meier). Vita privata Elim Chan è fidanzata con il percussionista olandese Dominique Vleeshouwers, che ha vinto il Dutch Music Prize (Nederlandse Muziekprijs) nel 2020. Note Collegamenti esterni Sito web Elim Chan Harrison Parrott, pagina su Elim Chan L’Antwerp Symphony Orchestra nomina Elim Chan nuovo direttore principale
Il Predicatore della Casa Pontificia, o Predicatore Apostolico, è il membro della Famiglia Pontificia che ha il compito di dettare (settimanalmente, in tempo di Avvento e di Quaresima) una meditazione in presenza del papa, dei cardinali, dei vescovi, dei prelati e dei superiori generali degli ordini religiosi. Storia La consuetudine di affidare ai procuratori generali dei quattro ordini mendicanti (Francescani, Domenicani, Carmelitani ed Eremitani di Sant'Agostino) l'incarico di predicare a turno, nelle domeniche d'Avvento e di Quaresima, davanti alla corte papale risale all'età medievale. L'ufficio del predicatore Apostolico come figura stabile risale invece al pontificato di Paolo IV (1555-1559), nel corso del tempo ai vari ordini venne delegato l'incarico di designare un loro esponente a tale carica. Papa Benedetto XIV, con il breve Inclytum Fratrum Minorum (1743), riservò questo titolo esclusivamente ad un membro dell'Ordine dei frati minori cappuccini. Nel 1980 papa Giovanni Paolo II ha nominato predicatore apostolico il teologo Raniero Cantalamessa. Attualmente le prediche si tengono tutti i venerdì di Quaresima e di Avvento nella cappella Redemptoris Mater del Palazzo Apostolico; inoltre il predicatore tiene l'omelia della celebrazione della Passione del Signore presieduta dal papa nel pomeriggio del Venerdì Santo nella basilica di San Pietro. Collegamenti esterni Curia romana
In carriera, durante l'era amatoriale, ha raggiunto in totale sei finali Slam: tre in singolare, due in doppio (vincendo il Roland Garros 1939 insieme a Simonne Mathieu) e una in doppio misto. Nell'Era Open, tra le tenniste polacche, verrà eguagliata da Agnieszka Radwańska, giunta alla finale di Wimbledon 2012 e da Iga Świątek, vincitrice dell'Open di Francia 2020. Per quanto riguarda il ranking la Jędrzejowska rientrò fra le prime dieci del mondo dal 1936 al 1939, raggiungendo la terza posizione nel 1937. Biografia Cresciuta davanti ai campi da tennis dell'Academic Sports Association di Cracovia da genitori poveri di classe operaia, iniziò ad appassionarsi al tennis come raccattapalle, poiché il tennis era considerato uno sport per i più benestanti. Fin da piccola, inizia a scambiare qualche battuta quando i campi sono vuoti con una racchetta presa in prestito. Nonostante la madre nutra forti dubbi sul futuro della figlia, il padre la appoggia e le costruisce una racchetta in legno. All'età di 12 anni comincia già a guadagnare giocando a tennis, ma non riesce a entrare nelle grazie di Wanda Dubieńska, campionessa nazionale, e di Maria Boniecka. Inoltre, le racchette e i vestiti rigorosamente bianchi erano molto costosi, tant'è che veniva aiutata dal suo club per acquistarli. Vinse il torneo di doppio misto alle Internazionali d'Italia nel 1935 in coppia con Harry Hopman. riuscendo ad avere la meglio su Evelyn Dearman e Pat Hughes per 6-3, 1-6, 6-3 Continuando a giocare, raggiunge la sua prima finale Slam in carriera a Wimbledon 1937, dove viene sconfitta da Dorothy Round Little con il punteggio di 6-2 2-6 7-5, dopo essersi trovata avanti per 4-2 nel terzo parziale, anche se alcune fonti sostengono che il vantaggio di Jadwiga fosse di 4-1, ovvero di "otto punti dalla vittoria". In seguito, gli organizzatori le diedero un assegno di 3,5 dollari e il titolo di "runner-up" (tradotto in italiano: finalista). A fine torneo, la stampa britannica definirà questo match come il più drammatico di tutte le finali di Wimbledon. Successivamente, prende parte all'ultimo torneo del Grande Slam della stagione, U.S. National Championships, dove raggiunge la seconda finale Slam consecutiva. Qui è costretta ad arrendersi alla cilena Anita Lizana, numero uno del mondo all'epoca. L'anno seguente raggiunge la finale a New York, stavolta in doppio con Simonne Mathieu. Le due vengono sconfitte in rimonta dalle statunitensi Sarah Palfrey Cooke e Alice Marble con il punteggio di 6-8 6-4 6-3. La Marble si è aggiudicata, in quell'annata, il titolo in tutte e tre le specialità: singolo, doppio femminile e doppio misto. Nel 1939, nuovamente in coppia con Simonne Mathieu, si aggiudica gli Internazionali di Francia 1939, quello che sarà per la polacca l'unico titolo Slam della carriera costellata da trofei. Riescono nell'impresa ai danni delle jugoslave Alice Florian e Hella Kovac. Sempre a Parigi, raggiunge la sua ultima finale Slam in singolare, dove viene sconfitta in due parziali dalla compagna di doppio, Simonne Mathieu, per 6-3 8-6. Scoppia la seconda guerra mondiale e il re Gustavo V di Svezia, accortosi del suo talento dopo aver giocato con lei, le promettere asilo a Stoccolma, ma Ja-ja (così chiamata per il suo cognome difficile da pronunciare) rinuncia, nonostante il consenso della Gestapo. La tennista polacca ammetterà, dopo la fine della guerra, che i tedeschi l'avrebbero costretta a giocare sotto la loro bandiera se avesse continuato a disputare i tornei tennistici. Difatti, il tennis era uno sport proibito per la popolazione polacca durante l'occupazione di Hitler. Jadwiga è costretta, così, al ritiro e inizia a lavorare in una fabbrica di scarpe, vivendo e mangiando male. Insieme a sua sorella Syrardw fugge dai tedeschi nel corso dell'Insurrezione di Varsavia. Tenta di tornare nella cittadina natale, ma con grande rammarico scopre che è stata rasa al suolo. Terminato il conflitto mondiale, ritorna in campo e al successo vincendo numerosi titoli in patria, in totale 65, spartiti nella sua carriera durata quattro decenni (1928-1964), terminata a 56 anni. Tuttavia, sui campi internazionali non riuscì mai più a eguagliare i successi degli anni 1936-1939. Da sottolineare è la vittoria del torneo nazionale polacco nel 1938, dove non concesse nemmeno un game alle avversarie. Tuttavia, Jadwiga riuscirà a raggiungere una sola finale a livello internazionale, ovvero agli Internazionali di Francia 1947, nel doppio misto con il moldavo Christian Caralulis. In questo match, vengono sconfitti con un doppio bagel dai sudafricani Sheila Piercey Summers ed Eric Sturgess. Muore all'età di 68 anni il 28 febbraio 1980 a Katowice, per un cancro dovuto alle numerose sigarette consumate. Risultati in progressione nei tornei del Grande Slam Singolare Note Altri progetti Collegamenti esterni
Nato a Rouen, in Francia, si trasferisce all'età di tre anni a Lilla con la famiglia. Entrato nel conservatorio di Lilla e dopo nel Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris, studia con Rémi Corazza, Isabelle Aboulker e Nicole Broissin. È anche il direttore artistico dell'International Albert Roussel Festival e membro dellIstituto Musica Judaica di Barletta. Composizioni Per piano solo Esperando el Maestro Fauré Boguetelle Toccata Haliotide Musica da camera Duo pour flûte et harpe T'Karillon van Kassel per tromba e organo (2005) Thème et variations, versione per organo e tromba Haliotide, trio per clarinetto, violoncello e pianoforte (2004) Musica vocale La rivière de Cassis (Arthur Rimbaud), Cher Jardin (Charlotte Thiriet), La petite Madeleine, chanson (anonimo), Deux poèmes d'Andrée Brunin, Mélodies avec flûte et piano, 1993 Complainte Fille du vent S'Avonds als ik slapen ga (anonimo del XV secolo), 1998 Beau Sapin (Andrée Brunin), per voce e pianoforte (o organo) Tombe la neige, Mélodie per soprano e violoncello (Andrée Brunin) Le poème du joug, per contralto (o mezzosoprano) e percussioni (Marguerite Yourcenar) Etiquette (Jean Yamasaki Toyama), La Couronne et la Lyre (7 melodie su versi di Marguerite Yourcenar), 2002 Dickinson songs (Emily Dickinson) 2004, Before I got my eye put out It was given to me Inside the kingdom of sentiment, 3 canzoni (Kathryn Klingebiel) 2006, Annabel Lee (Edgar Allan Poe), per basso-baritono e pianoforte, 2006, Musica corale Auprès de la fontaine (François Villon) Kyrie Stabat Mater per soprano, coro e orchestra Colonne sonore Haliotide, cortometraggio di Véronique Humbert (2004) Discografia Jules Massenet, Poème d'avril, Poème du Souvenir, Poème d'hiver, Expressions Lyriques BNL 1992 David August von Apell, Il trionfo della musica, Naxos 2001 Edmond de Coussemaker, Romances et chansons, RCP 2003 Émile Goué, mélodies, Recital 2006 Claude Guillon-Verne, mélodies, Azur 2010 Albert Roussel, mélodies, Azur, 2010 Émile Goué, mélodies avec quatuor, Azur 2010 Bibliografia Albert Roussel, Un marin musicien, Séguier, 2000 René de Castéra, Un compositeur landais au cœur de la musique française (con Anne de Beaupuy e Claude Gay), Séguier, 2004 Rachmaninov, L'âme exilée, Bleu Nuit, 2010 Emile Goué, Un alchimiste des sons, Bleu Nuit, 2010
Biografia Nato a Marcianise in provincia di Caserta, Nico Desideri inizia la sua carriera nel 1992, con il primo lavoro discografico intitolato Amore ... cocco ... cola e melodia. Due anni più tardi, nel 1994 realizza invece l'album Una donna una storia. Nel 1996 Nico Desideri pubblica l'album Sò é miez a via. Nel 1998 pubblica Crescerai, dedicato al figlio Salvatore e Non cambierò. Nel 2003 il cantante è ospite al Festival di Napoli. Dopo quasi 4 anni dalla sua ultima pubblicazione, Nico Desideri torna poi con l'album Rieccomi, mentre dal 2011 va in scena con i suoi due figli Salvatore e Giuliano, coi quali incide diversi brani unendo il loro genere pop - rap alla sua voce melodica come ad esempio in Senza ce penza e Made in Napoly. Nel 2014 pubblica l'album Start e nel 2015 Hey zio. Nel 2017 propone Chest è Napule. Discografia Solista 1992 - Amore cocco cola e melodia 1994 - Una donna e una vita 1996 - Sò é miez a via 1998 - Crescerai 1999 - Non cambierò 2002 - Salvami l'anima 2003 - E M'Annamoro Dei Miei Successi 2005 - Cappuccetto rosso 2009 - Rieccomi Con Nico e I suoi Desideri 2014 - Start 2015 - Hey zio Solista 2019 - Puortame cu Te Note Voci correlate Canzone napoletana Clementino Collegamenti esterni
Biografia Evagora nacque a Salamina a Cipro da stirpe reale, che si vantava di discendere dall'eroe Teucro figlio di Telamone. Dovette lasciare l'isola dopo che i Fenici si erano impossessati del suo regno nel 415 a.C.. Tornato di nascosto uccise il re Abdemone e nel 411 a.C. diventò re, seguendo una politica filoateniese. Diede rifugio al generale ateniese Conone dopo la sconfitta nella battaglia di Egospotami (404 a.C.) contro Sparta e riuscì a fargli avere il comando della flotta persiana a vantaggio degli Ateniesi. Evagora riuscì ad avere il controllo su tutta Cipro, protettorato sotto i Persiani, ed entrò in guerra contro di essi. Intanto gli Ateniesi, che non potevano intervenire a causa della pace di Antalcida non riuscirono a soccorrerlo e, nonostante Acoris, re d'Egitto, fosse suo alleato, perse la guerra contro la Persia, che gli fece riconsegnare tutta l'isola ad eccezione della sola Salamina. Morì assassinato da un familiare nel IV secolo a.C. ed Isocrate gli dedicò l'orazione funebre Evagora. Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Re dell'antica Cipro Morti a Salamina (Cipro) Nati a Salamina (Cipro)
21 Jump Street è un film del 2012 diretto da Phil Lord e Chris Miller, adattamento cinematografico dell'omonima serie televisiva andata in onda a cavallo tra gli anni ottanta e novanta e primo film della saga. Trama Nel 2005, lo studente accademico Morton Schmidt e il popolare atleta, con risultati insufficienti, Greg Jenko perdono il ballo di fine anno, Schmidt è stato rifiutato dalla ragazza con la quale avrebbe voluto parteciparci, e a Jenko è stato impedito di partecipare a causa dei voti negativi. Sette anni dopo, i due si incontrano di nuovo all'accademia di polizia, diventando amici e compagni di pattuglia in bicicletta. Successivamente arrestano Domingo, il leader di una banda di motociclisti, ma sono costretti a rilasciarlo dopo che non gli hanno letto i suoi diritti. Il duo viene riassegnato a uno schema rianimato dagli anni '80, specializzato nell'infiltrazione nelle scuole superiori. Il capitano Dickson li incarica di contenere la diffusione di una droga sintetica chiamata SFM (Santa Fottuta Merda) alla Sagan High School. Dà loro nuove identità e li iscrive come studenti, dando loro orari delle lezioni adatti ai loro precedenti risultati accademici; Jenko frequenta principalmente arti e discipline umanistiche e Schmidt frequenta principalmente lezioni di scienze, ma i due confondono le loro identità. Schmidt ottiene una pista sulla SFM dalla compagna di classe Molly, e lui e Jenko incontrano il principale commerciante della scuola, il popolare studente Eric. I due prendono la SFM davanti a lui per mantenere la loro copertura. Dopo aver sperimentato gli effetti del farmaco, i due scoprono che l'intelligenza di Schmidt rende il ragazzo popolare, mentre l'atteggiamento di Jenko lo porta a non essere apprezzato da quelli più popolari. Eric prende in simpatia Schmidt, che sviluppa un interesse romantico per Molly. Jenko diventa amico degli studenti della sua classe di chimica avvanzata e si scopre sempre più interessato agli hobby scientifici e alle attività accademiche. Schmidt e Jenko organizzano una festa a casa dei genitori di Schmidt, dove vivono durante il loro incarico, e invitano Eric. Durante la festa, scoppia una rissa tra Schmidt, Jenko e alcuni partecipanti alla festa. Schmidt vince la battaglia, consolidando il suo status sociale e guadagnandosi la fiducia di Eric. Gli amici di Jenko hackerano il telefono di Eric per consentire loro di ascoltare le sue conversazioni. A una festa a casa di Eric, usando l'hack del telefono, Jenko ed i suoi amici ascoltano informazioni su un incontro imminente tra Eric e il suo fornitore, ma scoprono anche Schmidt che fa commenti denigratori su Jenko. La spaccatura tra i due cresce mentre la loro nuova vita scolastica si intromette nel loro lavoro ufficiale di polizia. Schmidt e Jenko rintracciano Eric in uno scambio con i distributori di SFM - la banda di motociclisti del parco - e ne consegue un inseguimento in autostrada. Tornano a scuola e alla fine iniziano a litigare, il che interrompe la recita scolastica, alla quale Schmidt e Molly stavano partecipando. Vengono espulsi dalla scuola e licenziati dal programma Jump Street. Eric, stressato e terrorizzato, recluta Schmidt e Jenko come sicurezza per un accordo che avrà luogo al ballo di fine anno della scuola. Mentre si vestono per il ballo di fine anno, Schmidt e Jenko riaccendono la loro amicizia. Al ballo di fine anno scoprono che il fornitore è l'insegnante di educazione fisica, il signor Walters, che ha creato il farmaco e ha iniziato a venderlo agli studenti per integrare il suo stipendio; dopo aver sorpreso Eric a fumare marijuana, è stato in grado di convincerlo a diventare così il suo spacciatore. La banda di motociclisti arriva per l'accordo, ma Molly li interrompe e inizia a discutere con Schmidt. Di conseguenza, il leader della banda Domingo riconosce Schmidt e Jenko e ordina ai suoi uomini di ucciderli. Due dei membri della banda si rivelano due agenti della DEA sotto copertura, Tom Hanson e Doug Penhall, ex membri del programma 21 Jump Street. Nel successivo scambio di colpi di arma da fuoco, Hanson e Penhall vengono entrambi colpiti a colpi di arma da fuoco e feriti a morte. Il signor Walters ed Eric scappano con i soldi e Molly come ostaggio; la banda, Schmidt e Jenko seguono da vicino. Jenko crea una bomba fatta in casa e la usa per uccidere la banda. Il signor Walters spara a Schmidt ma Jenko prende il proiettile al braccio, risparmiando la vita di Schmidt. In risposta, Schmidt spara al signor Walters, recidendogli involontariamente il pene. Arrestano il signor Walters ed Eric, dicendo con successo i suoi diritti. Schmidt e Molly si scambiano un bacio. Entrambi gli ufficiali vengono congratulati e reintegrati nel programma Jump Street poiché Dickson dà loro un nuovo incarico: infiltrarsi in un college. Produzione Nella primavera del 2011 la Sony annunciò di voler produrre un adattamento cinematografico della nota serie televisiva. Nell'aprile dello stesso anno, Johnny Depp rivelò che sarebbe comparso nel film, vestendo nuovamente i panni di Tom Hanson. Promozione Il primo trailer del film è stato diffuso online il 3 novembre 2011, mentre in occasione del Super Bowl è stato proiettato uno spot incentrato sulla figura dei due protagonisti. Distribuzione Il film è stato distribuito nelle sale americane il 16 marzo 2012, mentre in Italia è uscito il 15 giugno 2012. Accoglienza Incassi Il film, a fronte di una spesa di 42 milioni di dollari, ha incassato complessivamente 201 milioni di dollari. Critica Il film ha riscontrato anche un successo di critica, riscuotendo l'85% delle critiche positive sul sito Rotten Tomatoes. Riconoscimenti MTV Movie Awards 2012: miglior musica (Party Rock Anthem di LMFAO) 2012: Teen Choice Award Miglior film commedia Sequel A fronte del successo riscontrato, nel 2014 è stato realizzato un sequel, 22 Jump Street. Alla regia sono stati riconfermati Phil Lord e Chris Miller e come protagonisti Channing Tatum e Jonah Hill. Curiosità Nel film fanno la loro apparizione gli attori, ed i personaggi, più importanti di quella che fu l'omonima serie televisiva: Johnny Depp, attraverso un cameo, porta sul grande schermo il personaggio della serie da lui interpretato, Tom Hanson, adesso agente sotto copertura con l'amico di sempre Doug Penhall. Lo stesso Tom, nei suoi pochi minuti sullo schermo, racconta che i due amici prima di essere poliziotti infiltrati in una banda, avevano fatto parte, come i protagonisti del film, del dipartimento speciale 21 Jump Street; Sempre nel cameo dove compare Johnny Depp il personaggio sotto copertura che interpreta si chiama Donnie Brasco, chiaro riferimento all'omonimo film dove anche lì Johnny Depp prende la parte di un agente dell'FBI sotto copertura. Peter DeLuise, anch'esso in un cameo non accreditato, è ancora Doug Penhall, l'amico e collega da sempre di Tom Hanson Holly Robinson Peete è ancora Judith "Judy" Hoffs, nel film non più ragazzina del 21 Jump Street, ma poliziotta. Appare consegnando una nuova auto ai due protagonisti del film, prima che questi si infiltrino nel liceo. Il professore Mr. Walters (Rob Riggle) che produce lo stupefacente viene chiamato Walt ed è un chiaro riferimento a Walter White della serie televisiva Breaking Bad. Note Altri progetti Collegamenti esterni Film commedia d'azione Film basati su serie televisive Film ambientati a New Orleans
Biografia Nata a St. Paul, nel Minnesota, nel 1868, era sorella della sceneggiatrice Mary H. O'Connor. Cominciò a recitare per il cinema quando aveva già quarantacinque anni. Non più giovanissima, le vennero affidati ruoli da caratterista, come quelli di madre o zia dei protagonisti. Dal 1913 al 1922, Loyola O'Connor apparve in circa cinquanta film, lavorando per la Vitagraph Company of America e poi anche con David W. Griffith. Morì a Los Angeles, il 26 dicembre 1931, all'età di 63 anni. Filmografia After the Honeymoon, regia di R.S. Sturgeon (Rollin S. Sturgeon) (1913) The Courage of the Commonplace, regia di Rollin S. Sturgeon (1913) The Fortune Hunters of Hicksville, regia di Robert Thornby (1913) When Friendship Ceases, regia di Robert Thornby (1913) Sleuths Unawares, regia di Robert Thornby (1913) Tangled Threads, regia di Robert Thornby (1913) A Pair of Prodigals, regia di Robert Thornby (1913) Any Port in a Storm, regia di William J. Bauman (1913) The Face of Fear, regia di William J. Bauman (1913) Her Husband's Friend, regia di Hardee Kirkland (1913) Secret of the Bulb, regia di William J. Bauman (1914) Francine, regia di Ulysses Davis (1914) Tainted Money, regia di Burton L. King The Way to Heaven, regia di Ulysses Davis (1914) Auntie, regia di Burton King (Burton L. King) (1914) The Kiss, regia di Ulysses Davis (1914) A Little Madonna, regia di Ulysses Davis (1914) Out in Happy Hollow, regia di Ulysses Davis (1914) Hunger Knows No Law, regia di Ulysses Davis (1914) The Mystery of the Hidden House, regia di Ulysses Davis (1914) A False Move, regia di Robert Thornby (1914) The Wall Between, regia di Robert Z. Leonard (1914) The Country Boy Beautiful Love The Secret Orchard, regia di Frank Reicher (1915) Fuori dal buio (Out of the Darkness), regia di George Melford (1915) The Lily and the Rose, regia di Paul Powell (1915) The Missing Links Hoodoo Ann A Child of the Paris Streets Stranded, regia di Lloyd Ingraham (1916) Intolerance, regia di David W. Griffith (1916) Le colonne della società (Pillars of Society), regia di Raoul Walsh (1916) The Little Liar Atta Boy's Last Race The Children Pay Nina, the Flower Girl, regia di Lloyd Ingraham (1917) An Old Fashioned Young Man, regia di Lloyd Ingraham (1917) Cheerful Givers, regia di Paul Powell (1917) Amore sulle labbra (True Heart Susie), regia di D.W. Griffith (1919) The Love Burglar, regia di James Cruze (1919) Soft Money, regia di Hal Roach e Vincent Bryan (1919) The Tree of Knowledge, regia di William C. de Mille (1920) Harriet and the Piper Eyes of the Heart Old Dad, regia di Lloyd Ingraham (1920) Life in the Orange Groves, regia di George L. Cox (1920) The Faith Healer, regia di George Melford (1921) The Infidel, regia di James Young (1922) Altri progetti Collegamenti esterni Cinema muto statunitense
La ferrovia Limerick–Foynes è una linea ferroviaria irlandese che attraversa la contea di Limerick collegando il capoluogo al villaggio e porto di Foynes. Dal 1963 è priva di servizio passeggeri. La Iarnród Éireann (IÉ) è responsabile dell'esercizio. Storia La linea fu progettata dalla Limerick & Foynes Railway che nel corso del 1853 fu assorbita dalla Waterford and Limerick Railway (WLR). Il primo tronco ad essere completato fu il Limerick–Ballingrane, il 12 luglio 1856. Askeaton fu raggiunta il 12 maggio 1857, mentre la linea completa fu aperta il 29 aprile 1858. Nel 1862 da Patrickswell si diramò la linea per Charleville costruita dalla Cork and Limerick Direct Railway, poi assorbita nel 1871 dalla Great Southern and Western Railway (GS&WR). Nel 1867 da Ballingrane si diramò la linea per Newcastle West, costruita dalla Rathkeale and Newcastle Junction ed esercita dalla WLR. La ferrovia seguì le vicende del gruppo WLR: passò alla GS&WR nel 1901, quindi alla Great Southern Railways (GSR) nel 1925 e alla Córas Iompair Éireann (CIÉ) nel 1944. Fu quest'ultima a decidere di sopprimere il servizio viaggiatori il 2 febbraio 1963. Per gli scali intermedi, il servizio merci fu attivo fino al 1974, quando rimase operativo solo Foynes. Caratteristiche La linea è una ferrovia con scartamento di 1600 mm, lo standard delle strade ferrate irlandesi. Il binario è doppio tra la stazione di Limerick Colbert e Kilteragh, un sobborgo meridionale di Limerick. Da questo punto si dirama un raccordo, a binario semplice, per le cave di Castlemungret: al 2011 il raccordo e il tronco Limerick–Kilteragh sono gli unici che risultano in esercizio regolare. Il resto del tracciato è a binario semplice. Percorso Note Limerick-Foynes
The Pentagon è un album discografico dell'omonimo gruppo jazz capitanato dal pianista Cedar Walton e dal sassofonista Clifford Jordan, pubblicato dall'etichetta discografica giapponese East Wind Records nel 1976. Tracce Lato A Lato B Musicisti Cedar Walton - pianoforte Clifford Jordan - sassofono tenore Sam Jones - contrabbasso Billy Higgins - batteria Ray Mantilla - congas (brani: Una Mas e He Is a Hero) Note aggiuntive Kiyoshi Itoh e Yasohachi Itoh - produttori Toshinari Koinuma - produttore esecutivo Registrato il 17 maggio 1976 al Media Sound Studios di New York David Baker - ingegnere delle registrazioni Yoshihiro Suzuki, Bob Clearmountain e Michael Barbiero - assistenti ingegnere delle registrazioni Joe Gastwirt - ingegnere (cutting) Ivan Waiters - assistente ingegnere (cutting) Eiko Ishioka e Motoko Naruse - design album Tadayuki Naitoh - fotografie Shigenari Ohnishi - Illustrazione copertina album Note Collegamenti esterni (LP: titoli autori e durata brani - musicisti - produttori - data e luogo registrazione) (Musicisti - luogo e data pubblicazione - titoli brani) (Anno pubblicazione LP: 1976)
Militando nelle file del Partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi (attuale Unione Democratica di Centro) è stato consigliere federale dal 1966 al 1979 e Presidente della Confederazione nel 1971 e nel 1976. Biografia Figlio di Gottfried, contadino e fondatore del Partito dei contadini, degli artigiani e dei borghesi, e di Verena von Allmen. Studi superiori a Bienne e di diritto all'università di Berna dove nel 1943 conseguì il brevetto di avvocato, nel 1945 entrò nel segretariato del partito fondato da suo padre attuale UDC. Fu Consigliere di Stato del canton Berna dal 1952 al 65. L'8 dicembre del 1965 venne eletto consigliere federale. Diresse fino al 1967 il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni e in seguito quello militare come capo di questo dipartimento sciolse la cavalleria e compì la revisione del codice penale militare, l'esercito si dotò del sistema di sorveglianza dello spazio aereo Florida e del missile anticarro teleguidato Dragon e l'aereo da caccia Tiger, si occupò anche del accusato di tradimento che coinvolse il comandante della protezione aerea Jean-Louis Jeanmaire. Fu presidente della confederazione nel 1971 e nel 1976. Nell'esercito di milizia raggiunse il grado maggiore. Onorificenze Onorificenze straniere Note Altri progetti Collegamenti esterni Membri del Consiglio federale svizzero Presidenti della Confederazione svizzera
Duna Verde è una località del comune di Caorle, in provincia di Venezia. È il centro balneare più recente del comune, sorto tra gli anni 1960 e 70 tra la frazione di Eraclea Mare e la località di Porto Santa Margherita. Le prime lottizzazioni portavano i nomi di Duna Verde e Duna Fiorita, a cui si aggiunse quella di Duna Rossa, risalente agli anni '90. Nonostante la realizzazione di numerosi appartamenti adibiti a seconde case Duna Verde ha mantenuto importanti aspetti naturalistici: la spiaggia si caratterizza per la presenza di dune e di una pineta (donde il toponimo), tutelate dall'Azienda regionale delle Foreste, che rappresentano uno dei pochi esempi (insieme con la frazione di Brussa) delle antiche selve che circondavano il territorio di Caorle fin dall'antichità. Il paese conta qualche decina di residenti fissi ma, nel periodo di apertura della stagione estiva e degli stabilimenti balneari la popolazione cresce notevolmente. È inoltre una dei tratti del litorale caorlotto costantemente premiati con la Bandiera Blu della FEE dal 1992, insieme con i lidi di levante, ponente, Brussa e Porto Santa Margherita. Vi si trova la chiesa della Madonna delle Dune, in cui viene officiato nel periodo turistico; del resto, la località fa riferimento alla parrocchia della Croce Gloriosa con sede a Porto Santa Margherita. Durante il periodo estivo vengono spesso organizzati eventi serali negli spazi pubblici, con lo scopo di intrattenere i turisti. Tra questi, un mercatino costituito da diverse bancarelle . Note Frazioni di Caorle
In alcuni film, apparve semplicemente come Miss Courtot. Biografia Nata nel New Jersey da famiglia di origine francese, Marguerite Courtot da piccola lavorò come modella. Nel 1912, ancora quattordicenne, andò a lavorare per la Kalem Company. Nel marzo del 1913, girò il suo primo film, The War Correspondent diretto da Robert G. Vignola. Tra il 1913 e il 1916, fece 37 film per la Kalem, incluso The Ventures of Marguerite, un serial avventuroso di cui fu protagonista. Dopo aver lasciato la Kalem, Courtot interpretò The Dead Alive per la Gaumont. Fece numerosi film per la Famous Players Film Company di Jesse L. Lasky e per case di produzione più piccole. La maggior parte del 1918, Marguerite la passò a promuovere gli sforzi bellici degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale. Alla fine della guerra, ritornò al cinema, alla Pathé. Ebbe dei ruoli secondari nei serial The Sky Ranger e The Yellow Arm. Nel 1922, mentre stava lavorando a I maestri di rampone, Marguerite iniziò una relazione con un collega, l'attore Raymond McKee. I due si sposarono il 23 aprile 1923: dopo aver completato due film, Marguerite si ritirò dalle scene, dedicandosi alla famiglia. Il loro matrimonio durò più di sessant'anni: Raymond morì nel 1984, Marguerite due anni dopo a Long Beach a 89 anni. Vennero sepolti insieme al Riverside National Cemetery di Riverside, in California. Riconoscimenti Young Hollywood Hall of Fame (1908-1919) Filmografia La filmografia è completa. Quando manca il nome del regista, questo non viene riportato nei titoli Attrice The War Correspondent, regia di Robert G. Vignola - cortometraggio (1913) The Grim Toll of War, regia di Kenean Buel - cortometraggio (1913) The Wartime Siren, regia di George Melford - cortometraggio (1913) The American Princess, regia di Marshall Neilan - cortometraggio (1913) The Fire-Fighting Zouaves, regia di George Melford - cortometraggio (1913) The Fighting Chaplain, regia di George Melford (1913) Man's Greed for Gold, regia di Robert G. Vignola - cortometraggio (1913) The Infamous Don Miguel, regia di Kenean Buel (1913) Shenandoah, regia di Kenean Buel (1913) Breaking Into the Big League (1913) The Fatal Legacy (1913) The Riddle of the Tin Soldier (1913) The Vampire, regia di Robert G. Vignola (1913) The Octoroon, regia di Sidney Olcott (1913) The Hand Print Mystery, regia di Robert G. Vignola (1914) Chest of Fortune (1914) The Swamp Fox (1914) Neptune's Daughter, regia di Herbert Brenon (1914) A Celebrated Case, regia di George Melford (1914) Home Run Baker's Double, regia di Kenean Buel (1914) The Show Girl's Glove, regia di Robert G. Vignola (1914) Through the Flames, regia di Robert G. Vignola (1914) Kit, the Arkansaw Traveler, regia di Kenean Buel (1914) The Green Rose, regia di Kenean Buel (1914) The Barefoot Boy, regia di Robert G. Vignola (1914) The Dancer, regia di Robert G. Vignola (1914) Fate's Midnight Hour, regia di Kenean Buel (1914) The Girl and the Stowaway, regia di Kenean Buel (1914) The Riddle of the Green Umbrella, regia di Kenean Buel (1914) The Girl and the Explorer, regia di Tom Moore (1914) The Prodigal, regia di Tom Moore (1914) The Price of Silence, regia di Kenean Buel (1914) The Black Sheep, regia di Tom Moore (1914) Our Daily Bread (1915) The Adventure at Briarcliff, regia di Tom Moore (1915) The Cabaret Singer, regia di Tom Moore - cortometraggio (1915) The Secret Room, regia di Tom Moore (1915) The First Commandment, regia di Tom Moore (1915) Poison, regia di Tom Moore (1915) The Girl and the Bachelor, regia di Tom Moore (1915) The Third Commandment, regia di Tom Moore (1915) The Black Ring, regia di Tom Moore (1915) Prejudice, regia di Tom Moore (1915) The Seventh Commandment, regia di Tom Moore (1915) In Double Harness, regia di Tom Moore (1915) For High Stakes, regia di Harry O. Hoyt (1915) The Vanderhoff Affair, regia di Robert G. Vignola (1915) The Pretenders, regia di Robert G. Vignola (1915) By Whose Hand?, regia di Hamilton Smith - cortometraggio (1915) The Ventures of Marguerite (serial), regia di Robert Ellis, John Mackin e Hamilton Smith (1915) The Lurking Peril, regia di Robert Ellis (1916) The Dead Alive, regia di Henry J. Vernot (1916) Feathertop, regia di Henry J. Vernot (1916) Rolling Stones, regia di Dell Henderson (1916) The Kiss, regia di Dell Henderson (1916) Crime and Punishment, regia di Lawrence B. McGill (1917) The Natural Law, regia di Charles H. France (1917) The Unbeliever, regia di Alan Crosland (1918) The Perfect Lover, regia di Ralph Ince (1919) Globe trotter per amore (Bound and Gagged), regia di George B. Seitz (1919) The Teeth of the Tiger, regia di Chester Withey (1919) The Undercurrent, regia di Wilfrid North (1919) L'oro dei pirati (Pirate Gold), regia di George B. Seitz (1920) Velvet Fingers, regia di George B. Seitz (1920) La rosa di Cadice (Rogues and Romance), regia di George B. Seitz (1920) The Yellow Arm, regia di Bertram Millhauser (1921) Oltre l'arcobaleno (Beyond the Rainbow), regia di William Christy Cabanne (Christy Cabanne) (1922) The Cradle Buster, regia di Frank Tuttle (1922) Silas Marner, regia di Frank P. Donovan (1922) I maestri di rampone (Down to the Sea in Ships), regia di Elmer Clifton (1922) Jacqueline, or Blazing Barriers, regia di Dell Henderson (1923) Outlaws of the Sea, regia di Jack Okey (1923) The Steadfast Heart, regia di Sheridan Hall (1923) Men, Women and Money (1924) Film o documentari dove appare Marguerite Courtot Tom Moore, Episodio TV di "This Is Your Life" (1954) Note Altri progetti Collegamenti esterni Nati in New Jersey Cinema muto statunitense
La chiesa di San Miguel de Lillo è una chiesa della città spagnola di Oviedo (Asturie), situata sulla falda meridionale del monte Naranco, a tre chilometri da Oviedo. È considerata Bene d'interesse culturale spagnolo dall'8 giugno 1917 e fa parte del Patrimonio dell'umanità "Monumenti di Oviedo e del Regno delle Asturie". Storia Costruita verso l'848, sotto il re Ramiro I, dall'architetto Tioda, detto el maestro de Naranco, dal nome della collina. Probabilmente, secondo la Cronaca d'Albelda, questo monarca la fece costruire contemporaneamente al suo palazzo, avendo così la funzione di chiesa palatina. Allora fu consacrata a Santa Maria e a San Michele arcangelo. Nel gennaio del 2009 è stato notato un imminente crollo dell'edificio e un deterioramento quasi irreparabile dell'insieme, e dei dipinti in particolare, a causa della grande umidità del luogo.. Nel 2011 sono stati intrapresi lavori di restauro. Attualmente la chiesa è dedicata San Michele Arcangelo. Architettura All'origine si trattava di una basilica a tre navate, ma si conserva solo un terzo della sua lunghezza : in effetti essa fu deteriorata fin dal XIII secolo o dall'inizio del XIV a causa della cattiva qualità del terreno. Si è conservato soltanto il vestibolo e l'inizio delle tre navate. Al primo piano si trova la tribuna regia e da entrambi i lati due piccole cappelle. La copertura è costituita da un sistema complesso di mezze volte a botte. Le navate sono separate da archi che poggiano su colonne; il pilastro utilizzato come supporto è inusuale nella misura e per l'arte asturiana. Le colonne poggiano su alte basi quadre decorate con sculture che inquadrano figure umane. È costruita in gran parte con blocchi di pietra e angoli e contrafforti sono in conci. Molte finestre del tipo a divisorio traforato, tagliate in pietra, si sono conservate. La costruzione si rivela svelta e mostra un certo interesse da parte del proprio autore per le proporzioni, poiché la sua altezza è tre volte la larghezza delle sue navate. Decorazione scultorea Notevole è la decorazione scultorea in rilievo, specialmente quella degli stipiti della porta d'ingresso, probabilmente ispirate da un dittico consolare bizantino del VI secolo, appartenente al console Areobindo, che è conservato nel museo di San Pietroburgo. Esso presenta scene di un circo con un saltimbanco che fa acrobazie e di un domatore di leoni. Tutta la decorazione scultorea degli stipiti, delle basi e dei capitelli denota una forte influenza bizantina, orientale e anche lombarda e presenta un certo incanto primitivo. Decorazione pittorica Sono ancora conservati resti della decorazione pittorica murale nella quale si possono distinguere due fasi. Quella che imita l'epoca di Alfonso II, detto il Casto è visibile a San Julián de los Prados, ma esistono altre decorazioni totalmente nuove aventi come soggetto principale delle figure umane. Questi affreschi sono visibili sui muri sud ed est della navata. Note Altri progetti Collegamenti esterni Miguel Lillo
Cyrix è stata una società dedita alla progettazione e alla vendita di CPU, fondata nel 1988 da Jerry Rogers e composta da uno staff che in precedenza aveva lavorato per la Texas Instruments. Era un'azienda fabless; ovvero, per la realizzazione dei prodotti si rivolgeva alla stessa Texas Instruments, a SGS Thompson (ora STMicroelectronics) e a IBM. Talvolta i processori Cyrix venivano marchiati e venduti anche dalla società produttrice. Prodotti La società cominciò a produrre coprocessori matematici ad alte prestazioni per sistemi 286 e 386, mentre le prime CPU prodotte da Cyrix furono la 486SLC e la 486DLC, messe in commercio nel 1992; ad ogni modo, potevano essere montate sulle schede madri rispettivamente dei processori 386SX e DX. Nonostante aggiungessero una cache di primo livello sul chip e il set di istruzioni dei 486, le loro performance li ponevano tra i 386 e i 486. Questi processori venivano utilizzati soprattutto per aggiornare il sistema, sia da utenti che volevano migliorare le prestazioni di un 386, sia dai rivenditori, che potevano trasformare una macchina 386 ormai fuori dal mercato in un 486 economico semplicemente cambiando processore. Questi processori furono ampiamente criticati nelle recensioni del prodotto perché non offrivano le prestazioni suggerite dal loro nome, e per la confusione causata dalla somiglianza del nome con i prodotti della linea SL di Intel e con la SLC di IBM, CPU ben diverse dai SLC di Cyrix. Questi chip furono utilizzati in PC e laptop a basso costo. Più avanti Cyrix mise in commercio il Cyrix 486SRX2 e il 486DRX2, che non erano altro che versioni dei SLC e DLC con clock doppio, destinate esclusivamente agli utenti che desiderassero passare dal 386 al 486. Alla fine Cyrix riuscì a produrre un 486 che potesse essere montato sulle stesse schede madri delle sue controparti Intel. Tuttavia, questi chip arrivarono sul mercato più tardi dei 486 della AMD ed erano di poco più lenti dei concorrenti, relegandoli al mercato degli aggiornamenti e del basso costo. Mentre AMD riuscì a vendere alcuni dei suoi 486 a dei grossi produttori di computer, come Acer e Compaq, Cyrix non ne fu capace. I chip della Cyrix furono acquistati principalmente da chi voleva migliorare il computer che già possedeva, perché le loro CPU 486 a 50-, 66- e 80-MHz funzionavano a 5 volt, invece che ai 3.3 volt della AMD, quindi potevano essere usati con le prime schede madri per 486. Nel 1995 Cyrix non aveva ancora terminato il suo clone del processore Pentium, perciò mise sul mercato ancora una volta un processore, il Cyrix 5x86, che poteva essere montato sulla scheda madre dei 486, con clock di 100, 120 o 133 MHz, e forniva prestazioni paragonabili a quelle di un Pentium a 75 MHz. Benché il clone di AMD, l'Am5x86, fosse poco più di un 486 con clock quadruplicato, il 5x86 di Cyrix era fornito di alcune caratteristiche del Pentium. Più tardi, nello stesso anno, Cyrix produsse il suo chip più conosciuto, il 6x86, che era la prima CPU Cyrix ad avere prestazioni superiori al chip Intel cui doveva fare concorrenza. Inizialmente Cyrix cercò di tenere un prezzo più alto per le sue elevate prestazioni, ma il coprocessore matematico del 6x86 era più lento di quello del Pentium. A causa della diffusione crescente dei giochi 3D in prima persona, Cyrix fu costretta ad abbassare i suoi prezzi. Nonostante l'apprezzamento per il 6x86 da parte di rivenditori indipendenti e appassionati, il chip non venne considerato favorevolmente dai grandi produttori di computer. Il 6x86L, uscito in seguito, era un 6x86 migliorato che consumava meno energia, e il 6x86MX aggiunse le istruzioni MMX e una cache più grande di secondo livello. Il MII, basato sul design del 6x86MX, era poco più di un cambio di nome, inteso a rendere il chip un più chiaro concorrente del Pentium II. Alcuni produttori di schede madri misero sul mercato modelli ottimizzati per questi processori, come la Soyo SY-5EHM che supportava il "Linear burst". Questo consentiva un aumento di prestazioni di circa il 2%. Nel 1996 Cyrix produsse la CPU MediaGX, che integrava tutte le più importanti componenti di un PC, inclusi audio e video, in un solo chip. Era basata inizialmente sulla vecchia tecnologia 5x86 con un clock di 120 o 133 MHz. Le prestazioni di questo processore integrato furono largamente criticate, ma il suo basso prezzo lo rese comunque un successo. Con MediaGX, Cyrix ottenne la sua prima grande conquista: Compaq lo utilizzò nei suoi computer di fascia bassa Presario. Questo portò a nuovi accordi per l'utilizzo di MediaGX nei computer Packard Bell e ad una maggiore credibilità di Cyrix, cosicché poco tempo dopo Packard Bell e eMachines adottarono i suoi 6x86. Versioni successive del MediaGX funzionavano a 333 MHz con il supporto a MMX. A queste versioni fu aggiunto un secondo chip per estenderne le capacità nella riproduzione video. Rating PR Cyrix e la concorrente AMD co-progettarono il controverso PR rating nel tentativo di confrontare i loro prodotti favorevolmente rispetto a quelli Intel. Infatti il 6x86 era più efficiente sulla singola istruzione del Pentium di Intel, dato che talvolta Cyrix utilizzava una maggiore velocità di bus rispetto ad Intel e ad AMD. Un 6x86 a 133 MHz era in genere leggermente più rapido di un Pentium a 166 MHz, e per questo il 6x86 a 133 MHz venne venduto come 6x86-P166+. Le azioni legali da parte di Intel, che obiettò all'utilizzo delle sigle "P166" e "P200" in prodotti non-Pentium, portò la Cyrix all'aggiunta della lettera "R" a tali nomi. Il rating PR era controverso perché, mentre i chip Cyrix generalmente superavano le prestazioni degli Intel nell'esecuzione di applicazioni di produttività, a parità di clock i loro chip erano più lenti nelle operazioni a virgola mobile, per cui il rating PR fallì nel predire le prestazioni nel caso dei giochi più recenti. Inoltre, dato che il prezzo del 6x86 incoraggiava il suo uso in sistemi economici, le prestazioni potevano scadere ulteriormente quando comparate a quelle di sistemi Pentium dotati di dischi, schede video, audio e modem più rapidi. Anche se AMD utilizzò il rating PR nei suoi primi K5, presto abbandonò il sistema, pur riutilizzando in seguito un concetto analogo nella vendita delle successive CPU. Partner di produzione Cyrix è sempre stata una società produttrice di semiconduttori fabless: ovvero Cyrix progettava e vendeva i propri chip, ma l'effettiva produzione dei semiconduttori era delegata a società esterne. Agli inizi, Cyrix sfruttò principalmente gli stabilimenti di produzione di Texas Instruments (TI) e SGS Thompson (ora STMicroelectronics). Nel 1994, a seguito di una serie di disaccordi con TI e di problemi di produzione con SGS Thompson, Cyrix si rivolse a IBM Microelectronics, la cui tecnologia di produzione rivaleggiava con quella Intel. Come parte dell'accordo di produzione fra le società, IBM ricevette il diritto di costruire e vendere le CPU progettate da Cyrix con il marchio IBM. Mentre alcuni nell'industria specularono che questo avrebbe portato ad un esteso utilizzo della CPU 6x86 nella sua linea di prodotti, migliorando quindi la reputazione Cyrix, IBM continuò ad utilizzare CPU Intel (e in misura minore, di AMD) nella maggior parte dei casi, relegando i prodotti Cyrix a pochi modelli di fascia bassa, venduti perlopiù al di fuori degli Stati Uniti. Per contro IBM vendette i suoi chip 6x86 sul mercato aperto, competendo direttamente contro Cyrix, talvolta con prezzi inferiori. Problemi legali A differenza di AMD, Cyrix non produsse né vendette mai progetti Intel sotto licenza. I progetti di Cyrix erano il risultato di un meticoloso processo di reverse engineering. In questo modo, mentre i 386 e 486 della AMD contenevano del software scritto da Intel nei dispositivi microprogrammabili, i progetti di Cyrix erano completamente indipendenti. Intel condusse per anni delle battaglie legali contro Cyrix, sostenendo che il loro 486 violasse i brevetti Intel, con l'obbiettivo di liberarsi di un potenziale concorrente (Intel si comportò in questo modo con tutti gli altri produttori di CPU fino al 1998). Intel perse la causa, ma si giunse ad un accordo extra-giudiziale: Intel accettava che Cyrix avesse il diritto di produrre i loro progetti x86 designs in tutte le fabbriche che avevano ottenuto la licenza da Intel. Entrambe le società si avvantaggiarono dell'accordo: Cyrix poteva continuare a produrre le sue CPU presso Texas Instruments, SGS Thomson, o IBM (tutte società che avevano accordi con Intel); Intel evitò una potenziale ed imbarazzante sconfitta. Nel 1997 le parti si invertirono: ora Cyrix sosteneva che il Pentium Pro e il Pentium II della Intel violassero i loro brevetti - in particolare, su power management e tecniche di register renaming. Il caso poteva trascinarsi per anni, invece le parti raggiunsero quasi subito un accordo, con uno scambio di licenze reciproco. Intel e Cyrix ora avevano accesso completo e libero ai brevetti di entrambi. L'accordo non spiegava se il Pentium Pro infrangesse i brevetti di Cyrix o no, semplicemente permetteva a Intel di continuare a produrli in ogni caso: esattamente come il primo accordo, si accantonava ogni accusa di violazione di brevetti. La fusione con National Semiconductor Nell'agosto 1997, mentre le cause legali erano ancora in corso, Cyrix si fuse con National Semiconductor (che già possedeva una licenza di produzione Intel). Questo fornì alla Cyrix una maggiore visibilità e l'accesso agli stabilimenti di produzione National, costruite in origine per la produzione di RAM e apparecchiature di telecomunicazione ad alta velocità. Dato che i processi produttivi di RAM e CPU sono simili, gli analisti industriali pensarono che l'accordo avesse un senso. L'accordo di produzione con IBM rimase, ma alla fine Cyrix spostò tutta la produzione negli stabilimenti National. La fusione migliorò la base finanziaria di Cyrix e diede a loro accesso a migliori stabilimenti di ricerca. La fusione portò inoltre ad un cambio di enfasi: la priorità di National era un dispositivo economico quale il MediaGX, piuttosto di chip ad alte prestazioni quali il 6x86 ed il MII, un 6x86 revisionato inteso a competere direttamente con l'Intel Pentium II. Se National dubitò dell'abilità di Cyrix di produrre chip ad alte prestazioni o temette la competizione di Intel sulla fascia alta del mercato è incerto. Il MediaGX, senza alcun diretto concorrente nel mercato e con la continua richiesta degli OEM per la produzione di PC a costi inferiori, sembrò la scelta più sicura. National Semiconductor incorse in problemi economici poco dopo la fusione e questi problemi influenzarono anche la Cyrix. Nel 1999, AMD ed Intel rivaleggiavano sulla velocità di clock, raggiungendo 450 MHz ed oltre, mentre Cyrix impiegò quasi un anno a portare il MII da PR-300 a PR-333. Nessuno dei due girava in realtà a 300 MHz. Un problema sofferto da molti dei modelli MII era l'utilizzo di un bus non standard a 83 MHz. La grande maggioranza delle piastre Socket 7 utilizzava un divisore fisso per due per cloccare il bus PCI, generalmente a 30 o 33 MHz. Con un bus a 83 MHz, il bus PCI andava fuori specifiche, a 41.5 MHz. A quella velocità molti dispositivi PCI divenivano instabili o non funzionavano. Alcune piastre supportavano un divisore per 3, con un bus PCI quindi a 27.7 MHz. Era molto più stabile ma influiva negativamente sulle prestazioni del sistema. Il problema è stato risolto solo negli ultimi modelli, con un bus a 100 MHz. Nel frattempo il MediaGX si confrontava con i chip di fascia bassa di Intel e AMD, che continuavano a diventare sempre più economici fornendo prestazioni di gran lunga superiori. Cyrix, i cui prodotti erano considerati prestanti nel 1996 era caduta all'entry level ed in pericolo di perdere completamente il mercato. L'ultimo microprocessore marchiato Cyrix fu il Cyrix MII-433 con frequenza di clock a 300 MHz (100x3) e con prestazioni superiori ad un AMD K62-300 nei calcoli in virgola mobile (misurato con Dr. Hardware). Il problema è che questo chip veniva regolarmente confrontato con i processori rivali con frequenza di clock reale di 433 MHz, rendendo il paragone sfavorevole. National Semiconductor si allontanò dal mercato delle CPU, e senza guida gli ingegneri Cyrix se ne andarono uno dopo l'altro. Quando National vendette Cyrix a VIA Technologies, il gruppo di ricerca già non esisteva più, né tanto meno il mercato per il MII. VIA utilizzò il nome Cyrix con un chip progettato da Centaur Technology, visto che VIA credeva che Cyrix fosse un marchio migliore rispetto a Centaur o forse persino di VIA. National Semiconductor mantenne il progetto MediaGX ancora per alcuni anni, rinominandolo Geode e sperando di venderlo come processore integrato. Dopodiché vendettero Geode ad AMD nel 2003. Eredità Nonostante la sua breve esistenza e il fatto che il marchio non sia più utilizzato dal proprietario attuale, la concorrenza con AMD ha posto le basi per il mercato delle CPU a basso costo, che abbassarono il prezzo medio dei PC e costrinsero Intel a produrre la sua linea di processori economici, i Celeron, e ad abbassare i prezzi dei suoi processori più potenti, per poter essere competitiva. Inoltre, l'acquisizione della proprietà intellettuale di Cyrix fu utilizzata da VIA per difendersi dai problemi legali con Intel, anche dopo che VIA Technologies smise di utilizzare il nome Cyrix. VIA iniziò a produrre una serie di processori VIA C3 progettati per un consumo di energia molto basso, ideali per computer silenziosi e mini-notebook. I processori Cyrix vennero realizzati dalla IBM, ed erano processori "cloni" degli Intel. Nella tabella riassuntiva è possibile leggerne le caratteristiche principali. CPU Mod. Numb. BUS / Freq.Cpu 6x86 P200+ 75 / 150 MHz 6x86 P166+ 66 / 133 MHz 6x86 P150+ 60 / 120 MHz 6x86 P133+ 55 / 110 MHz 6x86 P120+ 50 / 100 MHz Altri progetti Collegamenti esterni Produttori hardware statunitensi
Col termine incubo (dal latino incubare, "giacere sopra"), nella tradizione romana veniva indicata una creatura malefica di aspetto maschile che giaceva sui dormienti, dando loro un senso di soffocamento o congiungendosi carnalmente con essi. Tale creatura trova rispondenza in figure analoghe quali l'Efialte (᾽Εϕιάλτης) nella tradizione greca, il Pahad Layla ebraico ("terrore della notte") e più divinità demoniache mesopotamiche come il sumero Irdu Lili o Lilū, la cui controparte femminile è Ardat Lili o la più nota Lilith nonché l'accadico Kiel-lillal. Una versione femminile di questa creatura è chiamata succubo. Miti e testimonianze Tradizione romana Indicati come una sorta di geni malefici, opprimevano la persona nel sonno, soprattutto se in uno stato febbrile e venivano reputati come causa degli incubi, del pavor nocturnus e della paralisi ipnagogica. Le fonti, sporadiche e piuttosto tarde, le identificavano anche con divinità rurali (fauni, insieme ad altri come Fatuus, Fatuclus e Inuus), quali causa delle gravidanze indesiderate. Già la religione greca e romana considerava la possibilità che uomini eccezionali siano generati da esseri soprannaturali. Secondo Svetonio in Vite dei Cesari, Augusto sarebbe il figlio di Atia Balba Cesonia visitata nel sonno da Apollo sotto le sembianze di un serpente. La interpretatio romana era piuttosto varia e forniva una certa varietà di fisionomie. Mentre Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia parla del loro potere di generare incubi dopo l'accoppiamento con uomini e donne, compresi gli animali, ma poi assume un approccio medico e descrive i rimedi, offerti dalla medicina popolare, per tutelarsi da incubi ricorrenti, all'opposto Petronio nel Satyricon descrive un Incubus che perde il suo berretto conico mentre folleggiava. Colui che trovava uno di questi acquistava il potere di scoprire tesori nascosti. Nel Somnium Scipionis di Macrobio gli Incubus erano dei fantasmi che entravano nella mente del malcapitato nel momento di passaggio tra il sonno e il dormiveglia, mentre nel De Civitate Dei di sant'Agostino è un termine sinonimo di fauno. Prosecuzione del mito nel Medioevo Gli incubi continuarono a essere presenti nelle leggende medievali dove la loro figura diventó più malvagia. L'incubo sottrae energia dalla persona con cui giace per trarne nutrimento, uccidendo la sua vittima o lasciandola quasi soffocata. Tale demone è citato nel trattato per gli esorcismi Malleus Maleficarum e nel Daemonologie di Giacomo I d'Inghilterra. Mitologia nordica Nella tradizione anglosassone, nel Historia Regum Britanniae il mago Merlino è descritto come figlio di una donna e di un Incubus. Nel contesto della mitologia norrena, il poema Ynglingatal, del IX secolo, la Saga degli Ynglingar e l'Historia Norvegiæ del XIII secolo, raccontano della morte di re Vanlandi soffocato alle porte del sonno (sonno ipnopompico) a causa del peso di un Incubus inviato da una vǫlva (strega/sacerdotessa). La stessa creatura era nota come Mahr nella tradizione germanica. Contesti mitologici extraeuropei Analogamente, la paralisi del sonno è causata dai jinn in Egitto e dal demone Kanashibari (金縛り, letteralmente "legato col metallo"), in Giappone. Folclore italiano Un mito anch'esso nato come tentativo di interpretazione popolare della paralisi ipnagogica è quello delle pandafeche, presente nel folclore abruzzese e marchigiano; per difendersi da esse è necessario dormire in posizione supina, posizionare una scopa accanto al letto o sistemare un sacchetto di sabbia, che le distrarrebbe costringendole a contare tutti i granelli. Un mito simile si ritrova anche nella tradizione tirolese e ladina, in cui è presente la Trud, una strega che penetra nottetempo nelle camere da letto passando per il buco della serratura, si siede sul petto delle persone e impedisce loro di respirare. In questo caso, per difendersi basterebbe farsi il segno della croce, che però risulta difficile in una situazione di paralisi. Nell'area del Beneventano, la strega che agisce in questo modo prende il nome di Janara. In Sardegna, in tempi non troppo remoti i pastori sostenevano l'esistenza di creature notturne capaci di "disturbare" chi dorme provocando inevitabilmente incubi. A volte, secondo queste credenze, assumono l'aspetto di esseri muniti d'artigli, quindi facilmente ricollegabili come aspetto a lupi o cani di proporzioni gigantesche, analogamente all'Ammuntadore sardo (il quale capita venga raffigurato in maniere differenti e spesso discordi tra loro); altre volte, però, assumono l'aspetto di folletti (ad es. il Laurieddhu salentino), il cui unico scopo è custodire tesori e disturbare i dormienti (generalmente sedendosi sul loro petto impedendo una respirazione regolare) che, dopo essersi dimostrati pazienti nei loro riguardi, possono entrare in possesso di immense ricchezze. Influenze culturali Arte Gli Incubus furono il soggetto di una serie fortunata di oli su tela di Johann Heinrich Füssli, noti come Incubo. Letteratura In Faust Goethe fa apparire Mefistofele con l'aspetto di un cane con un'invocazione che termina con "Incubus! Incubus!". Saghe contemporanee La leggenda è stata ripresa dalla scrittrice Stephenie Meyer per la sua saga di Twilight: nella saga gli Incubi sono vampiri che seducono le donne prima di ucciderle. Dato che in genere si ritiene che la Meyer non si sia sufficientemente documentata e le sue conoscenze siano generiche, non è detto che la fonte diretta sia la mitologia e la leggenda qui citate o piuttosto la letteratura vampiresca (per esempio Carmilla di Sheridan Le Fanu e non solo, in cui di fatto il vampiro che attacca la vittima, donna o bambino, nel sonno, di fatto sta su di lui e gli preme addosso) o viceversa. Anime In Fate/stay night il mago Merlino è figlio di una donna e di un Incubus, dal quale ne derivano i poteri magici e in particolare la chiaroveggenza, nonché l'interesse per l'amore. Altre apparizioni moderne degli incubi si trovano in vari giochi fantasy come D&D e Magic, in cui assumono però l'aspetto di cavalli diabolici. Note Bibliografia Voci correlate Succubo Trauco Pandafeche Ammuntadore Altri progetti Collegamenti esterni Creature leggendarie Mitologia romana
Jaywick (talvolta noto come Jaywick Sands) è un villaggio situato presso la parrocchia civile di Clacton-on-Sea, nell'Essex, lungo il litorale del mare del Nord. Nato in origine come stabilimento balneare per i londinesi, il villaggio è costituito principalmente di abitazioni fabbricate precariamente, essendo destinate a soggiorni brevi. Con il passare del tempo, tuttavia, un crescente numero di persone ha cominciato a trasferirsi e stabilirsi permanentemente nel villaggio di Jaywick, grazie ai bassi prezzi degli immobili: così molte delle case-vacanza del villaggio sono diventate residenze permanenti, le quali giacciono in un pessimo stato. Secondo l'"indice di privazione" del 2010, parte di Jaywick, in particolare la zona orientale, nota come Brooklands, è l'area più povera d'Inghilterra; nei primi mesi del 2013, l'attenzione dei mass-media è tornata a focalizzarsi sul villaggio, in particolare sullo stato di povertà in cui versa Jaywick. Storia Il villaggio di Jaywick è stato progettato da Frank Stedman come un economico rifugio per le vacanze dei londinesi negli anni trenta. Molte delle case originali divennero, tuttavia, residenze permanenti e la popolazione comprende, ora, un gran numero di pensionati e di lavoratori, grazie al basso costo degli immobili: una relazione del 2009, infatti, ha rilevato che quattro delle dieci tra le strade più economiche dell'Inghilterra orientale in cui acquistare immobili si trovano a Jaywick; in particolare la media del valore delle proprietà in vendita lungo Tamarisk Way è di £. La zona orientale di Jaywick è stata riconosciuta come l'area più povera in Inghilterra secondo l'"indice di deprivazione" del 2010, sulla base di diversi fattori tra cui la popolazione che vive sotto la soglia di povertà, la criminalità, i livelli d'istruzione e di competenza, la disoccupazione e il settore residenziale. Statistiche risalenti al 2012 hanno dimostrato, inoltre, che Jaywick ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile del Regno Unito. Alcuni edifici dell'area di Brooklands, ovvero la zona orientale di Jaywick, saranno sottoposti a demolizione, in particolare le proprietà in rovina, e, grazie alla nuova normativa, torneranno a essere spazi verdi; infatti, a causa di direttive come l'"Articolo 4", considerato che la zona di Jaywick è a rischio alluvione, non è possibile né la costruzione di nuove proprietà, neanche in sostituzione di edifici demoliti, né l'ampliamento o la modifica delle proprietà esistenti. Il Consiglio distrettuale di Tendring, oltre a lavorare con i residenti dell'area di Brooklands circa il miglioramento della zona, sta cercando di acquistare alcuni dei terreni edificabili di Jaywick per costruire nuove abitazioni popolari. Inondazione del 1953 Durante l'inondazione del 1953, il villaggio di Jaywick è stato inondato, causando la morte di 35 persone. Dopo questo disastro, opere di difesa costiera sono state erette e molte precauzioni sono state prese per evitare ulteriori inondazioni. metri cubi di sabbia dragata sono stati posti sulla spiaggia di Jaywick come parte di un progetto di riqualifica del valore di £9,4 milioni. Luoghi notevoli Una delle principali attrazioni del villaggio di Jaywick è la Torre martello di Jaywick, utilizzata ora come centro artistico e del patrimonio della comunità. La torre è stata costruita nel 1809 ed era una delle ventinove torri martello della costa orientale dell'Inghilterra, costruite per difendere il paese contro la minaccia di invasione da parte di Napoleone Bonaparte e il suo esercito. I mattoni utilizzati per le torri della costa orientale sono stati fabbricati a Grays nell'Essex, usando l'argilla di Londra e trasportati in ogni sito con chiatte. Come le altre torri martello della costa orientale, i muri di mattoni della torre martello di Jaywick sono spessi tra i 2 e i 3 metri, per un'altezza di 10 metri. Sul tetto della torre martello di Jaywick sono ancora presenti i perni originali per i tre cannoni che si trovavano su ogni torre martello in direzione del mare. Il 46 Gardens Brooklands è un'opera d'arte temporanea di Nathan Coley, che per tre mesi è stata eretta sul terreno di una proprietà privata che si trovava nella zona centrale di Brooklands. Una lancia di legno risalente al paleolitico inferiore è stata trovata presso Jaywick, vicino a un'area soggetta a erosione della costa. Questo è il più antico oggetto artificiale in legno conosciuto, trovato nelle isole britanniche. Cultura Il film del 2006, Il quiz dell'amore, è stato parzialmente girato presso Jaywick. Alcune scene del film giallo Essex Boys sono state girate nella zona Brooklands di Jaywick. Nel film appare il segnale stradale della Essex Avenue, oltre ad alcune delle abitazioni locali. Trasporto Jaywick Sands è raggiungibile attraverso strade locali che collegano il villaggio con località attigue, quali Clacton-on-Sea e St. Osyth. Alcune linee di autobus, operate da First (linee 10/11, 12, 19), da Hedingham (linea 130) e da Stephenson Essex (linea 703) servono il villaggio. Una ferrovia a scartamento ridotto (460 mm) ha operato a Jaywick dal 1936 al 1939. La locomotiva era un modello di GNR Stirling 4-2-2. Galleria d'immagini Note Altri progetti Collegamenti esterni Jaywick sands - Jaywick come un hobby Villaggi dell'Essex
Un sistema binario in astronomia indica un sistema di due oggetti (di solito stelle, ma anche pianeti, galassie o asteroidi) così vicini tra loro da essere legati dalla reciproca attrazione gravitazionale, orbitando attorno ad un centro di massa comune. Spesso, come nel caso delle stelle doppie o dei pianeti doppi, il centro di massa ricade all'esterno di entrambe le componenti del sistema. Un sistema multiplo è invece un sistema formato da più componenti. Per esempio, prendendo in considerazione la Terra e la Luna, essi formano un sistema binario ed entrambi ruotano in un centro comune che si trova all'interno della Terra ma non è il centro della Terra. Moto di due corpi Quando in un sistema binario è possibile misurare i periodi di rivoluzione e le dimensioni delle orbite, che generalmente sono ellittiche, è facile risalire al valore della massa totale dello stesso. Il problema, del moto di due corpi materiali, in questo tipo di sistema, è che entrambi sono soggetti alla reciproca attrazione gravitazionale che, secondo la legge di Newton, risulta proporzionale al prodotto delle due masse ed inversamente al quadrato delle loro distanze secondo la nota espressione: dove: F è la forza di attrazione; G è la costante di gravitazione universale; m1 è la massa del primo corpo; m2 è la massa del secondo corpo; r è la distanza fra i due corpi. Nane brune binarie La rivista scientifica Nature ha pubblicato uno studio fatto dal team di astronomi: Jeff Valenti dello (Space Telescope Science Institute (STScI), Robert Mathieu dell'Università del Wisconsin-Medison e Keivan Stassun dell'Università di Vanderbilt, nel quale studio si sono potuti determinare i valori di massa e le dimensioni di due nane brune orbitanti fra loro in un sistema binario. Gli scienziati sono rimasti sorpresi nel constatare che una aveva una massa equivalente a 55 volte quella di Giove e l'altra 35 volte, quando per qualificarsi stelle, in modo che possa avvenire la fusione nucleare dell'idrogeno, la loro massa non doveva essere inferiore a 80 volte quella gioviana. I due corpi hanno orbite così strette che dalla Terra si avvistano come un unico oggetto; grazie alle reciproche eclissi e alle variazioni di luminosità è stato possibile stabilire le loro orbite e quindi risalire ai dati prima espressi grazie alle leggi del moto di Newton. Con la variazione dello spettro si è determinato le temperature superficiali, la teoria prevede che la compagna di maggior massa abbia un valore più elevato, invece si è trovato un valore minore: 2650 K contro i 2790 K della più piccola. Una spiegazione plausibile è che i due oggetti abbiano diverse età e che uno sia stato catturato dalla forza gravitazionale dell'altro, diversamente dai modelli teorici che prevedono che le nane brune si formino dalla stessa nube interstellare e la loro formazione avvenga nello stesso periodo. Relatività di Einstein in un sistema binario Ultimamente è stato preso in esame un sistema stellare doppio che consiste in una coppia di stelle di neutroni, dette anche pulsar, e delle quali è stato possibile dalla Terra captare i segnali radio; i dati ricevuti confermano uno degli effetti predetti dalla teoria di Einstein sulla relatività generale. Le due stelle, superdense, in esame sono PSR J0737-3039A e B, il loro studio durato 4 anni durante i quali gli scienziati hanno utilizzato il National Science Foundation's Robert C. Byrd Green Bank Telescope (GBT), e grazie ad una favorevole coincidenza, quella dell'allineamento del piano orbitale con la linea di vista, tanto che i corpi erano in eclisse, confermò la suddetta teoria che prevede che in un sistema binario di due oggetti massicci e vicini essi dovrebbero oscillare simili a trottole mentre si muovono nello spazio-tempo curvo delle reciproche orbite; e le osservazioni avvalorarono questa ipotesi della quale ancora non si era avuto riscontro; è stata definita la geometria del sistema binario e si è potuto tracciare le variazioni dell'asse di rotazione delle pulsar. Le teorie di Newton e di Einstein non sono molto dissimili se si considerano zone ristrette come il Sistema solare, ma le differenze diventano evidenti in quelle dove i campi gravitazionali sono enormemente intensi; perciò il risultato ottenuto è stato oltremodo utile ed importante. 47Tuc W Nella zona di 47 Tuc W è stata individuata una stella di neutroni che impiega solamente 2,35 millisecondi per compiere una rotazione; si ritiene che nell'ammasso esistano una dozzina di questi oggetti definiti pulsar millisecondo, e dallo studio effettuato sui dati inviati dall'osservatorio Chandra sembra che sia stata individuata la causa di questa enorme velocità: questa pulsar farebbe parte di un sistema binario del quale la seconda componente, una normale stella, verrebbe depredata del proprio materiale e sarebbe la caduta a spirale di questo che imprimerebbe una costante accelerazione alla pulsar in accrescimento. I comportamenti di due corpi in un sistema binario sono molto diversi, a causa della natura delle componenti, del luogo in cui si trovano e di altre variabili che fanno in modo che le molte osservazioni fatte differiscano le une dalle altre e determinino un comportamento che non è lo stesso per tutti i casi, quindi ogni osservazione va considerata singolarmente ed i parametri usati per una possono non essere gli stessi per l'altra. Bibliografia Astronomy: A Visual Guide by Mark A. Garlick Voci correlate Accrescimento Asteroide binario Stella doppia Pianeta doppio Oggetti astronomici
La Società degli alpinisti tridentini (SAT) è un'associazione alpinistica italiana operante nella provincia di Trento. È la più vasta sezione del Club Alpino Italiano. Storia La SAT venne fondata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872 con il nome di Società alpina del Trentino. I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e l'italianità del Trentino. I mezzi per perseguire tali scopi erano: la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, finanziamenti agli albergatori, organizzazione delle guide alpine, ascensione di cime e pubblicazione di scritti geografici e alpinistici. Primo presidente fu Prospero Marchetti (Bolbeno, 1822 – Arco, 1884), vicepresidente Nepomuceno Bolognini (Pinzolo, 24 marzo 1823 – Milano, 18 luglio 1900). Venne assunta quale motto sociale una poesia di Henry Wadsworth Longfellow: Excelsior! I soci venivano convocati due volte l'anno in un ritrovo primaverile e in uno estivo — i congressi — nel corso dei quali venivano presentate relazioni alpinistiche, geografiche, naturalistiche, storiche e veniva tracciato l'andamento dell'associazione. Il primo congresso si svolse a Madonna di Campiglio nel 1872, nel 1994 si celebrò a Trento il 100°. È da sottolineare come la SAT non era nata da un gruppo di alpinisti o escursionisti provetti, ma da un gruppo di borghesi irredentisti, che volevano attuare "l'appropriazione culturale e la presa di possesso materiale della patria". E infatti la Società il 4 agosto 1876 venne sciolta dalle autorità austriache per attività filo-italiane. Poi, nel 1877, rinacque col nome di Società degli alpinisti tridentini, nome che porta ancora. Il carattere nazionalista della SAT portò alla cosiddetta guerra dei rifugi, uno scontro che si esprimeva nella toponomastica della montagna, fra le bandiere inalberate di nascosto sulle vette, e nella costruzioni di rifugi "doppi", costruiti cioè uno accanto all'altro. Per esempio, durante l'inaugurazione del rifugio Quintino Sella nel 1906 i partecipanti poterono osservare il cantiere del concorrente tedesco Rifugio Tuckett; o ancora si ricorda quando, nel 1910 la SAT reclamò come proprio il terreno sul quale il rifugio Bremer-Hütte era sorto: la questione finì a Vienna, in tribunale, dove la Corte di Giustizia Superiore diede ragione ai trentini. L'anno precedente, il 4 aprile del 1909, i giovani universitari Mite Ghezzer, Bruno Bonfioli e Ferrante Giordani fondarono la SUSAT, la sezione universitaria, che è la più antica sezione del sodalizio. Ma poco dopo scoppiò la grande guerra e la SAT fu sciolta di nuovo. Molti suoi militanti furono internati o costretti al confino. Altri si rifugiarono in Italia o si arruolarono tra le file degli italiani, come il tipografo del quotidiano Il popolo Cesare Battisti e il giovane studente roveretano Damiano Chiesa. Nel 1920 la SAT divenne sezione del Club Alpino Italiano (CAI), mantenendo caratteristiche di autonomia. Il 7 gennaio 1921 si forma la sottosezione operaia della SOSAT, gruppo alpinistico operaio su iniziativa di Nino Peterlongo, che già nel 1919 a Trento aveva fondato una sezione della UOEI (Unione operai escursionisti italiani). Nel 2012 la SAT conta oltre 27.000 soci, suddivisi in 82 sezioni e 10 gruppi; possiede 34 rifugi, 12 bivacchi e vari punti d'appoggio e capanne sociali, cura la segnaletica e la manutenzione di oltre 6.000 km di sentieri; il suo soccorso alpino, fondato nel 1952, conta 800 volontari suddivisi in 37 stazioni sparse sul territorio provinciale con un'unità cinofila ed una speleologica. La SAT ha pubblicato dalla sua fondazione ventisei annuari e oltre 400 pubblicazioni sociali, commemorative e scientifiche. Dal 1904 pubblica il Bollettino sociale. La sede centrale dell'associazione si trova a Trento nel palazzo Saracini-Cresseri (sec. XVI) che ospita oltre all'organizzazione centrale, il museo della SAT, l'archivio storico, Biblioteca della montagna-SAT, la sezione SAT di Trento, la S.U.S.A.T. (Sezione universitaria), il coro della SAT, il collegio provinciale delle Guide alpine, il gruppo rocciatori SAT e la scuola di alpinismo e sci alpinismo "Giorgio Graffer". La SAT svolge attività di volontariato sulle Dolomiti e le montagne del Trentino. Note Altri progetti Collegamenti esterni Club Alpino Italiano Sport a Trento
Biografia Fu senatore del Regno d'Italia nella XVIII legislatura. Avviato come faccendiere per le antiche fornaci Giorgi di Ferentino, si diresse verso gli studi giuridici, arrivando a tenere gli uffici di giudice di tribunale civile e di commercio, e fu consigliere di Corte d'appello. Autore d'importanti volumi di diritto civile e di numerosi saggi civili ed amministrativi, sarà nominato senatore del Regno nel 1892; fu anche nominato prima presidente di sezione del Consiglio di Stato nel novembre 1896 e poi presidente dell'intero consesso. Onorificenze Note Altri progetti Collegamenti esterni Consiglieri di Stato (Italia) Studiosi di diritto civile del XIX secolo Studiosi di diritto civile del XX secolo Studiosi di diritto amministrativo del XIX secolo Studiosi di diritto amministrativo del XX secolo Cavalieri dell'Ordine della Corona d'Italia Commendatori dell'Ordine della Corona d'Italia Cavalieri dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Ufficiali dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Commendatori dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Cavalieri dell'Ordine civile di Savoia Grandi ufficiali dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Castrisch (, toponimo romancio; in tedesco Kästris, ufficiale fino al 1943, desueto) è una frazione di 389 abitanti del comune svizzero di Ilanz/Glion, nella regione Surselva (Canton Grigioni). Geografia fisica Storia Già comune autonomo che si estendeva per 7,19 km², il 1º gennaio 2014 è stato aggregato agli altri comuni soppressi di Duvin, Ilanz, Ladir, Luven, Pigniu, Pitasch, Riein, Rueun, Ruschein, Schnaus, Sevgein e Siat per formare il nuovo comune di Ilanz/Glion. Monumenti e luoghi d'interesse Chiesa riformata di San Giorgio, attestata dall'840; Rovine della fortezza di Casti. Società Evoluzione demografica L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella: Lingue e dialetti Nel 2000 il 48,5% della popolazione parlava la lingua romancia, il 48,1% la lingua tedesca. Infrastrutture e trasporti Castrisch è servito dall'omonima stazione della Ferrovia Retica (linea Reichenau-Disentis). Note Bibliografia AA. VV., Storia dei Grigioni, 3 volumi, Collana «Storia dei Grigioni», Edizioni Casagrande, Bellinzona 2000 Altri progetti Collegamenti esterni Frazioni di Ilanz/Glion Comuni del Canton Grigioni soppressi Località del Canton Grigioni
Industria Automobilistica Ellenica (ELVO) è un produttore di veicoli greco con sede a Salonicco. Storia Ha iniziato l'attività come Steyr Hellas SA assemblando e producendo camion, motociclette e trattori agricoli (modelli Steyr e Puch). Ordini significativi per camion e autobus da parte dell'esercito greco e delle autorità statali hanno presto dato slancio all'azienda. La divisione trattori è diminuita negli anni '80, poiché l'azienda si è concentrata sui veicoli militari; nel 1986 ha cambiato nome in Hellenic Vehicle Industry S.A.. I primi progetti originali dell'azienda greca furono un camion da 3 tonnellate nel 1980 (non prodotto industrialmente) e un autobus militare (telaio e carrozzeria) nel 1981. Nello stesso anno iniziò la costruzione del "proprio" veicolo blindato per il personale Leonidas (in infatti il modello 4K 7FA di Steyr costruito con piccole modifiche, sempre con contenuto locale in progressivo aumento). Nel 1987 l'industria automobilistica ellenica ha introdotto Leonidas-2, questa volta con modifiche significative. Ne furono costruite centinaia, mentre furono proposte diverse versioni. Negli anni seguenti, l'industria automobilistica ellenica divenne un importante produttore di camion militari e civili per una varietà di usi (tutti basati su modelli Steyr), motori (tipi Steyr, molti per l'esportazione nella stessa azienda austriaca), Jeep militari (Mercedes -Benz Classe G su licenza), veicoli e macchinari personalizzati e autobus, con esportazioni significative. La produzione di autobus di solito prevedeva la costruzione di carrozzerie su telai importati; solo pochi modelli includevano effettivamente la progettazione e la costruzione completa del telaio ELVO, tra cui i modelli Midas ed Europe del 1993 e un certo numero di tipi di autobus militari. Gli autobus Scania L113 con carrozzeria ELVO esportati a Trans-Island Bus Services, Singapore nel 1996, sono stati accolti dalla stampa di quel paese come i primi autobus a pianale ribassato nella regione più ampia. Non sono stati realizzati numerosi piani ambiziosi per lo sviluppo dell'azienda e nuovi prodotti, poiché il carattere statale dell'azienda lo collegava agli effetti dei cambiamenti del governo e della cattiva gestione. Sebbene si sia ritirata da un accordo del 1988 con Steyr per lo sviluppo di un veicolo da combattimento di fanteria corazzato, l'industria dei veicoli ellenici ha piuttosto sorpreso molti nel 1998, introducendo un veicolo da combattimento di fanteria corazzato particolarmente avanzato di propria progettazione e sviluppo, chiamato Kentaurus. Tuttavia, il veicolo fino a questa data non è stato ordinato dall'esercito greco a causa di budget ridotti. Un altro passo verso sviluppi originali è stata la sua iniziativa per la creazione di un'auto sportiva leggera, che è stata assegnata a TWT (società di ingegneria creata in Germania dall'ingegnere greco Dimitris Vartziotis, con stabilimenti in Germania e Grecia). Il prototipo della ELVO Aletis (che significa "vagabondo" in greco), un'attraente vettura disegnata da Pininfarina con motore Volkswagen, è stata presentata all'Internationale Automobil-Ausstellung di Francoforte nel 2001, ma non è mai stata prodotta. Nel 2000, l'Industria Automobilistica Ellenica è stata parzialmente privatizzata, quando il gruppo metalmeccanico e metalmeccanico greco Mytilineos ha acquisito il 43% e ha assunto la direzione dell'azienda. L'azienda ha dovuto affrontare gravi problemi finanziari a causa della riduzione degli ordini nel 2009, dopo che la produzione (in collaborazione con diverse società greche) di 140 MBT Leopard 2 Hel su licenza di Krauss-Maffei Wegmann (KMW) era stata completata. La gestione dell'azienda è tornata allo stato greco nel 2010. Lo stato greco ha presentato una petizione per mettere in amministrazione controllata l'industria automobilistica ellenica nel gennaio 2014. Entro il 2015, la società era in procinto di essere sciolta. Tuttavia, nell'aprile 2015 lo scioglimento era stato congelato poiché il governo greco cercava di trovare un acquirente privato per l'azienda, adducendo la sua importanza strategica per la base industriale della difesa greca. Nel 2019 il governo greco ha lanciato una gara internazionale per la vendita della quota di Hellenic Vehicle Industry. Nel 2020, la vendita dell'azienda a un consorzio di interesse israeliano che comprendeva Plasan Sasa Ltd, Naska Industries – SK Group e l'imprenditore ellenico Aristidis Glinis sembra essersi conclusa con successo. Secondo le fonti, è stato annunciato che il consorzio israeliano è stato considerato il miglior offerente nella gara pubblica per la vendita delle attività di ELVO e il consorzio israeliano si è impegnato a investire tra 95 e 135 milioni di euro in ELVO nei prossimi cinque anni. L'acquisizione è stata completata il 14 febbraio 2021 con il consorzio israeliano che ha assunto il controllo della produzione dei veicoli ELVO, a cui erano interessate le forze armate elleniche. Stanno valutando la possibilità di produrre veicoli militari e veicoli regolari per la Grecia e successivamente per l'Europa, come ELVO Aletis, che era una concept car negli anni 2010. Galleria d'immagini Note Altri progetti Collegamenti esterni Case automobilistiche greche
Caratteristiche tecniche È un centrocampista centrale tenace e abile in entrambe le fasi di gioco. Carriera Club Cresciuto nel settore giovanile del , il 23 luglio 2019 è stato ceduto in prestito annuale al , dove ha disputato una stagione da titolare collezionando 36 presenze e segnando una rete in Football League Championship. Terminato il prestito fa ritorno al Brighton, con cui debutta in prima squadra il 4 ottobre 2020 in Carabao Cup nella sconfitta per 0-3 contro il Manchester United. Il debutto in Premier arriva il 21 novembre seguente nel successo per 1-2 contro l'. Non trovando molto spazio a Brighton, il 5 gennaio 2021 viene ceduto in prestito al Preston North End. Il 27 agosto 2021 viene ceduto in prestito al . Nazionale Dopo avere rappresentato le selezioni giovanili irlandesi, nel 2020 è stato convocato dalla nazionale maggiore per disputare gli incontri di UEFA Nations League in programma il 3 ed il 6 settembre rispettivamente contro e , facendo il proprio debutto proprio nel secondo dei due match. Note Collegamenti esterni Calciatori della Nazionale irlandese
La stazione Federico Lacroze (in spagnolo: Estación Federico Lacroze) è una delle principali stazioni ferroviarie della capitale argentina Buenos Aires. Sorge nel quartiere di Chacarita, a breve distanza dal celebre cimitero della Chacarita. La stazione prende il nome dall'imprenditore argentino che nel 1884 ottenne la concessione per costruire il Ferrocarril Central de Buenos Aires, una linea di omnibus che connetteva Buenos Aires con la cittadina di Pilar. Storia Una prima stazione temporanea, chiamata Chacarita, sorse nel 1888 e funzionò come terminal per la linea di omnibus di proprietà dei fratelli Lacroze. Successivamente uno dei due Lacroze, Federico, progettò per la sua ferrovia una nuova stazione di testa, questa volta però sotterranea. Il progetto venne utilizzato per realizzare la fermata della Linea B della metropolitana di Buenos Aires. L'odierno edificio, costruito in stile razionalista, venne progettato nel 1951 dagli architetti argentini Santiago e Carlos Mayaud-Maisonneuve e fu inaugurato sei anni più tardi. Movimento Federico Lacroze è una delle due stazioni di testa della ferrovia suburbana Urquiza. I treni che transitano dalla stazione sono gestiti dalla Metrovías. I treni suburbani della Urquiza giungono sino alla stazione di San Miguel General Lemos, nella parte nord-occidentale della conurbazione bonaerense. Sino al novembre 2011 la compagnia Trenes Especiales Argentinos operava da Federico Lacroze treni per Posadas, capoluogo della provincia di Misiones, nell'estremo nord-est del paese. Interscambio La stazione Federico Lacroze è servita da una linea della metropolitana (Linea B) e da numerose linee di autobus urbani e interurbani. È presente anche una stazione taxi. Note Altri progetti Fede
La 29ª edizione dei Premi Robert si è svolta a Copenaghen il 5 febbraio 2012. Il film trionfatore è stato Melancholia di Lars von Trier, vincitore di dieci riconoscimenti, fra cui miglior film e miglior regista. En Familie di Pernille Fischer Christensen, che aveva raccolto il maggior numero di candidature (sedici), non ha invece conquistato nessun premio. Vincitori e candidati I vincitori sono indicati in grassetto, a seguire gli altri candidati. Miglior film Melancholia, regia di Lars von Trier En Familie, regia di Pernille Fischer Christensen Dirch, regia di Martin P. Zandvliet Superclásico, regia di Ole Christian Madsen Rosa Morena, regia di Carlos Augusto de Oliveira Miglior film per ragazzi Frit fald, regia di Heidi Maria-Faisst Orla Frøsnapper, regia di Peter Dodd e Gert Fredholm Den Kæmpestore Bjørn, regia di Esben Toft Jacobsen Ronal Barbaren, regia di Thorbjørn Christoffersen, Philip Einstein Lipski e Kresten Vestbjerg Andersen Bora Bora, regia di Hans Fabian Wullenweber Miglior regista Lars von Trier - Melancholia Carlos Augusto de Oliveira - Rosa Morena Martin P. Zandvliet - Dirch Ole Christian Madsen - Superclásico Pernille Fischer Christensen - En Familie Miglior attore protagonista Nikolaj Lie Kaas - Dirch Anders W. Berthelsen - Superclásico Anders W. Berthelsen - Rosa Morena Jesper Christensen - En Familie Nicolas Bro - Beast Miglior attrice protagonista Kirsten Dunst - Melancholia Barbara Garcia - Rosa Morena Frederikke Dahl Hansen - Frit fald Lena Maria Christensen - En Familie Tuva Novotny - ID:A Miglior attore non protagonista Lars Ranthe - Dirch Alexander Skarsgård - Melancholia David Dencik - Rosa Morena David Dencik - Værelse 304 Pilou Asbæk - En Familie Miglior attrice non protagonista Charlotte Gainsbourg - Melancholia Adriana Mascialino - Superclásico Anne Louise Hassing - En Familie Anne Sofie Espersen - Frit fald Line Kruse - En Familie Miglior sceneggiatura Lars von Trier - Melancholia Anders Frithiof August e Martin P. Zandvliet - Dirch Kim Fupz Aakeson e Pernille Fischer Christensen - En Familie Morten Kirkskov, Carlos Augusto de Oliveira e Jens Dahl - Rosa Morena Ole Christian Madsen e Anders Frithiof August - Superclásico Miglior fotografia Manuel Alberto Claro - Melancholia András Nagy - Juan Jacob Ihre - En Familie Jesper Tøffner Rasmussen - Dirch Jørgen Johansson - Superclásico Miglior montaggio Molly Malene Stensgaard - Melancholia Bodil Kjærhauge - ID:A Janus Billeskov Jansen e Anne Østerud - En Familie My Thordal - Beast Per Sandholt - Dirch Miglior scenografia Jette Lehmann - Melancholia Peter Grant e Charlotte Garnov - Dirch Rasmus Thjellesen - En Familie Steffen Aarfing - Juan Søren Schwartzberg - Superclásico Migliori costumi Stine Gudmundsen-Holmgreen - Dirch Cássio Brasil - Rosa Morena Manon Rasmussen - Melancholia Marie í Dali - Juan Signe Sejlund - En Familie Miglior musica Sune Martin - Dirch Frithjof Toksvig - Rosa Morena Lulu Rouge - Frit Fald Nicklas Schmidt - Den Kæmpestore Bjørn Sebastian Öberg - En Familie Miglior canzone Lille frk. Himmelblå di Jeppe Kaas - Dirch Catch the Straw di CODY - En Familie In the Open di Lulu Rouge e Alice Carreri Pardeihan - Frit Fald Barbarian Rhapsody di Mads Storm e Trond Clements - Ronal Barbaren A ésta invitación di Jonas Struck - Superclásico Miglior sonoro Kristian Eidnes Andersen - Melancholia Hans Møller - Juan Hans Møller - Superclásico Johannes Elling Dam - Dirch Peter Schultz - En Familie Miglior trucco Lis Kasper Bang - Dirch Anne Cathrine Sauerberg, Thomas Foldberg e Morten Jacobsen - En Familie Dennis Knudsen e Linda Boije af Gennäs - Melancholia Louise Hauberg - Juan Pernille Holm - Frit Fald Migliori effetti speciali Hummer Højmark e Peter Hjorth - Melancholia David Ryberg Lessel e Dan Dirckinck-Holmfeld - Superclásico Søren Hvam e Johannes Sverrisson - ID:A Martin Riello, Martin Madsen e Christian Kitter - Magi i Luften Thomas Foldberg e Morten Jacobsen - Dirch Miglior film statunitense Drive, regia di Nicolas Winding Refn Il cigno nero (Black Swan), regia di Darren Aronofsky Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno (The Adventures of Tintin), regia di Steven Spielberg The Tree of Life, regia di Terrence Malick Un gelido inverno (Winter's Bone), regia di Debra Granik Miglior film straniero non statunitense Il discorso del re (The King's Speech), regia di Tom Hooper Another Year, regia di Mike Leigh Il cavallo di Torino (A torinói ló), regia di Béla Tarr Uomini di Dio (Des hommes et des dieux), regia di Xavier Beauvois Una separazione (Jodāyi-e Nāder az Simin), regia di Asghar Farhadi Miglior documentario Ambassadøren, regia di Mads Brügger ½ revolution, regia di Omar Shargavi Svend, regia di Anne Wivel Testamentet, regia di Christian Sønderby Jepsen Miglior cortometraggio di finzione o d'animazione Girl in the Water, regia di Jeppe Rønde e Woo Ming Jin Bosporus, regia di Martin Werner At se sorg, regia di Martin Winther Miglior cortometraggio documentario Den tid vi har, regia di Mira Jargil Gadnathistorier fra ondskabens akse, regia di Vibeke Bryld Mødet med min far Kasper Højhat, regia di Lea Glob Premio Robert onorario Henning Carlsen Note Collegamenti esterni Premi Robert 2012 sull'Internet Movie Database Cinema nel 2012 Premi Robert
La IATO (Industria Automobili TOscana o Industria Automobilistica Torinese Officine) è stata una fabbrica automobilistica nata nel 1985 che ha prodotto un solo modello fino al 1993. Storia dell'azienda Fondata dal fotografo Francesco Cavallini nel 1985 a Pontedera (PI) con l'intenzione di sostituire la Fiat Campagnola nelle forniture dell'esercito e di seguire la moda iniziata dalla Suzuki SJ, ideò un fuoristrada con telaio in acciaio, carrozzeria in vetroresina e motori Fiat. Partner dell'operazione Finmotor (gruppo Piaggio), Metalli e Derivati (gruppo Finmetal) e un finanziamento pubblico per ottenere il quale la sede viene individuata in un capannone ex Vecam nella zona terremotata irpina di Nusco (AV). La vettura nasce nel 1990 con meccanica Fiat e motori della Croma, trazione integrale Oto Trasm e altre componenti della Oto Breda Sud, carrozzeria realizzata dalla bulgara Passat. Lunga 406 cm, ha trazione posteriore (anteriore inseribile), cambio a 5 marce, differenziale posteriore autobloccante a slittamento controllato e mozzi a ruota libera anteriori, sospensioni a ponte rigido con balestre longitudinali; aria condizionata e servosterzo sono di serie. Versioni disponibili al lancio Versioni disponibili al termine della produzione Dopo sole 182 vetture, la produzione cessa nel 1993 con il fallimento della società. Una delle ragioni commerciali sono gli elevati costi di produzione che si riflettono in prezzi di listino elevati rispetto a quelli della più spartana e piccola concorrente (i prezzi della contemporanea Suzuki nel 1990 vanno da 14,7 a 19 milioni circa). Il capannone è attualmente di proprietà dello Stato che dovrà provvedere alla bonifica di sostanze inquinanti versate per anni prima della sua costruzione. Attualmente nell'ex opificio IATO, dopo la relativa bonifica, si è insidiata una società di produzione ponteggi e materiali edili. Note Altri progetti Case automobilistiche italiane Case automobilistiche del passato italiane
Andrea 'Andie' McPhee è un personaggio della serie televisiva Dawson's Creek. È interpretata dall'attrice Meredith Monroe ed è doppiata nella versione italiana da Barbara De Bortoli. Descrizione del personaggio Si trasferisce a Capeside nel New England da Rhode Island, assieme al timido fratello Jack e alla madre. La ragazza deve affrontare una realtà familiare complicata. Suo fratello maggiore Tim è morto, la madre soffre di gravi turbe psichiche e suo padre ha abbandonato il nucleo familiare. Dopo una breve relazione con Joey, il fratello scopre di essere omosessuale attirandosi maldicenze e cattiverie. Appena arrivata a Capeside, instaura immediatamente un rapporto d'odio-amore con Pacey, che sfocerà ben presto in una travolgente love story da cui Pacey ne uscirà completamente migliorato e maturato. Ma la morte di Abby, cattiva ragazza di Capeside intacca l'equilibrio mentale di Andie. La ragazza inizia quindi a parlare col fratello morto. Nonostante l'aiuto di Pacey viene ricoverata in una clinica psichiatrica e ne uscirà solo dopo alcuni mesi. Nonostante l'amore di Pacey, Andie, "guarita almeno temporaneamente" gli confessa di averlo tradito durante la sua permanenza in clinica: il ragazzo non la perdona e la lascia. Andie soffrirà molto di questa sua decisione e alla fine si trasferirà in Italia per ritrovare il suo definitivo equilibrio. Nella puntata finale, si apprende dal fratello che sta studiando per diventare medico. Personaggi di Dawson's Creek
Biografia Originaria di Stanford, ha studiato ingegneria matematica presso l'università locale. Dopo un infortunio riportato nell'ottobre 2018, che le aveva causato una commozione cerebrale, contrasse la depressione; proprio per via di tale disturbo, si è suicidata nel marzo 2019. La circostanza è stata poi confermata dai familiari nei giorni successivi. Carriera Ciclista d'inseguimento, ha ottenuto buoni risultati con la squadra statunitense: vinse infatti tre titoli mondiali consecutivi, dal 2016 al 2018, aggiudicandosi inoltre l'argento olimpico a Rio 2016. Individualmente, aveva poi conquistato due medaglie di bronzo. Poco prima del suicidio, era stata esclusa dalla squadra che avrebbe gareggiato ai Campionati del mondo 2019 in Polonia. Palmarès Ciclismo su pista Olimpiadi 1 medaglia: 1 argento (inseguimento a squadre a ). Mondiali 5 medaglie: 3 ori (inseguimento a squadre a Londra 2016; inseguimento a squadre a Hong Kong 2017; inseguimento a squadre ad Apeldoorn 2018); 2 bronzi (inseguimento individuale a Hong Kong 2017; inseguimento individuale ad Apeldoorn 2018). Giochi panamericani 1 medaglia: 1 argento (inseguimento a squadre a Toronto 2015). Campionati panamericani 3 medaglie: 2 ori (inseguimento a squadre a Santiago 2015; inseguimento individuale ad Aguascalientes 2016); 1 argento (inseguimento individuale a Santiago 2015). Ciclismo su strada Giochi panamericani 1 medaglia: 1 oro (cronometro a Toronto 2015). Note Altri progetti Collegamenti esterni Morti per suicidio Ciclisti deceduti nel periodo di attività
Il volo Wuhan Airlines 343 era un volo passeggeri di linea tra l'aeroporto di Enshi Xujiaping e l'aeroporto di Wuhan Wangjiadun, entrambi nella provincia di Hubei, Cina. Il 22 giugno 2000, uno Xian Y-7 della Wuhan Airlines in volo sulla rotta, registrazione B-3479, si schiantò dopo aver incontrato un'area di maltempo; l'aereo era stato colpito da un fulmine e da un wind shear. Immediatamente dopo l'incidente, la Cina ordinò la messa a terra di tutti gli Xian Y-7 della compagnia. Ripresero servizio solo un mese dopo l'incidente. La causa venne attribuita alle condizioni meteorologiche avverse incontrate dall'aereo, in particolare da un fulmine che aveva colpito la fusoliera. L'incidente rimane il peggiore coinvolgente uno Xian Y-7 ed è il 12° per numero di vittime nella storia della Cina. L'incidente Lo Xian Y-7 della Wuhan Airlines partì dall'aeroporto di Enshi, il 22 giugno 2000, diretto all'aeroporto di Wuhan Wangjiadun. Mentre l'aereo si avvicinava a Wuhan, l'equipaggio venne informato delle condizioni meteorologiche avverse nell'area dell'aeroporto; i piloti decisero di rimanere in un circuito di attesa per circa 30 minuti, aspettando che il tempo migliorasse. Durante questo periodo, discussero se deviare verso un altro aeroporto, ma il comandante decise di continuare a provare ad atterrare a Wuhan. Le stazioni meteorologiche registrarono 451 tuoni in dieci minuti durante il periodo in cui l'aereo stava girando sopra l'aeroporto. Intorno alle 15:00 ora locale, l'aereo venne colpito prima da un wind shear e poi da un fulmine, prima di schiantarsi nel villaggio di Sitai, nel comune di Yongfeng. La fusoliera si spezzò in due sezioni e cadde tra 20 chilometri e 30 chilometri da Wuhan; metà dell'aereo finì su una diga sul fiume Han, l'altra metà su una fattoria. Tutti i 40 passeggeri e quattro membri dell'equipaggio rimasero uccisi, insieme a sette persone a terra. Le indagini Gli investigatori appurarono che un fulmine aveva colpito la fusoliera mentre l'aereo attraversava un'area di forte maltempo; questo ne aveva causato l'esplosione e lo schianto al suolo. Conseguenze All'indomani dell'incidente, l'Amministrazione dell'aviazione civile della Cina (CAAC) ordinò che tutti gli altri sei Xian Y-7 di Wuhan Airlines fossero messi a terra fino a quando non fosse stata determinata la causa dell'incidente. A luglio venne consentito loro di tornare in servizio dopo che vennero effettuate alcune ispezioni di sicurezza. La CAAC ordinò comunque che tutti gli Xian Y-7 fossero rimossi dal servizio passeggeri di linea entro il 1º giugno 2001. Note Voci correlate Volo LANSA 508 Volo Pan Am 214 Incidenti aerei di voli commerciali Xian Y-7 Wuhan Airlines Wuhan Airlines 343 343 Wuhan Airlines 343 Wuhan Airlines 343 Wuhan Airlines 343
Gli elementi del gruppo 8 sono: ferro (Fe), rutenio (Ru), osmio (Os) e hassio (Hs). Il gruppo 8 fa parte del blocco d della tavola periodica e i suoi componenti sono metalli di transizione. Il ferro è il metallo di maggior importanza tecnologica ed è molto comune sulla crosta terrestre, mentre rutenio e osmio sono rarissimi e hanno usi molto più limitati. L'hassio è un elemento artificiale radioattivo; ne sono stati prodotti solo un centinaio di atomi e le sue proprietà chimiche sono poco note. Nella nomenclatura precedente questo gruppo era denominato VIIIA o VIIIB a seconda di diverse convenzioni usate rispettivamente in Europa e negli Stati Uniti d'America. Il gruppo 8 non deve essere confuso con le vecchie denominazioni di gruppo "VIIIB" (sistema europeo) o "VIIIA" (sistema americano) che corrispondono adesso al gruppo 18. A temperatura ambiente questi elementi sono tutti solidi; il colore rosso per il numero atomico indica che l'elemento è sintetico e non si trova in natura. Fonti Il ferro è molto comune sulla crosta terrestre, essendo il quarto elemento per abbondanza dopo ossigeno, silicio e alluminio. Il ferro è anche il maggior costituente del nucleo terrestre, per un raggio di circa 3500 km. I minerali più importanti per ricavare ferro sono ematite (Fe2O3), magnetite (Fe3O4), goethite (FeO(OH)) e siderite (FeCO3). Ogni anno si lavorano circa 2,4 miliardi di tonnellate di minerali di ferro. Il rutenio è uno dei metalli più rari: risulta il settantaquattresimo elemento per abbondanza sulla crosta terrestre. Esistono alcuni minerali di rutenio, ma non sono utili per ricavare il metallo, che si ottiene come sottoprodotto della raffinazione del nichel o dalla lavorazione dei metalli del gruppo del platino. Ogni anno si producono circa 12 tonnellate di rutenio. L'osmio è ancora più raro del rutenio, essendo l'ottantunesimo elemento per abbondanza sulla crosta terrestre. Si trova in forma metallica, spesso in lega con l'iridio (osmiridio). La produzione annua è di meno di 100 kg, ottenuti in primo luogo come sottoprodotto della raffinazione del nichel. Tossicità e ruolo biologico Il ferro è essenziale per tutti gli esseri viventi. Nell'uomo è presente in molte biomolecole, tra le quali transferrina ed emoglobina; un corpo umano contiene circa di ferro. Il fabbisogno dell'organismo viene ampiamente coperto da una dieta normale. Un eventuale deficit di ferro provoca anemia, una malattia molto comune. Danni dovuti alla presenza di un eccesso di ferro nell'organismo sono rari, tuttavia alcuni composti di ferro possono essere tossici. Rutenio e osmio non hanno ruoli biologici. Sono elementi talmente rari che la quantità contenuta in un corpo umano è così piccola da non essere nota con precisione. Rutenio e osmio metallici non sono pericolosi, ma alcuni composti come RuO4 e OsO4 sono fortemente tossici. Applicazioni Il ferro continua ad essere il metallo più importante per l'umanità a partire all'incirca dal 1500 A.C. Il ferro puro è troppo tenero per usi pratici, e viene impiegato in una gran varietà di leghe con altri elementi per modificarne le proprietà e renderlo adatto a innumerevoli applicazioni (ponti, edifici, automobili, navi, armi, posate...) Catalizzatori a base di ferro sono usati dall'industria chimica nel processo Haber-Bosch per la produzione di ammoniaca e fertilizzanti, e nel processo Fischer-Tropsch per produrre combustibile sintetico. Rispetto al ferro, l'importanza economica di rutenio e osmio è ridottissima. Il rutenio è usato principalmente per la sua resistenza all'ossidazione in vari componenti elettrici ed elettronici (ad esempio, in anodi per la produzione elettrochimica di cloro), e come catalizzatore nell'industria chimica. Alcuni composti di rutenio sono usati in celle fotoelettrochimiche particolari (Dye-sensitized solar cells) per la raccolta dell'energia solare. L'osmio ha un utilizzo ancora più limitato: si usa in alcune leghe e come catalizzatore nell'industria chimica. Il tetrossido OsO4 è impiegato per colorare tessuti biologici in microscopia. Proprietà degli elementi Ferro, rutenio e osmio sono elementi tipicamente metallici, con aspetto lucido e argenteo. Il ferro puro è piuttosto tenero, mentre rutenio e osmio sono molto più duri. L'osmio è l'elemento con la maggior densità, circa 22,6 g/cm3 (il ferro ha densità 7,87 g/cm3). Gli elementi di questo gruppo hanno otto elettroni nei sei orbitali esterni d ed s; la necessità di accoppiare più elettroni fa calare il numero di elettroni spaiati da usare in legami con atomi vicini. Di conseguenza cala la forza del legame metallico, come segnalato dai valori del punto di fusione e di ebollizione, in calo rispetto ai massimi che si osservano nel gruppo 6. Spostandosi a destra nel blocco d le dimensioni degli elementi continuano progressivamente a calare. Rutenio e osmio, i due elementi più pesanti, hanno dimensioni quasi identiche come conseguenza della contrazione lantanidica. Reattività chimica e andamenti nel gruppo Analogamente a quanto osservato nei gruppi precedenti, anche nel gruppo 8 ci sono forti differenze tra il ferro e i due congeneri più pesanti, sia per le proprietà dell'elemento che per la loro chimica. Il ferro è decisamente più reattivo: è piroforico se finemente suddiviso e si scioglie in acidi diluiti per dare composti di Fe(II), mentre viene passivato da acidi ossidanti, come HNO3 concentrato, che formano una pellicola superficiale di ossido Fe2O3 così da proteggere il metallo sottostante. Rutenio e osmio sono praticamente inattaccabili da acidi non ossidanti, mentre sono attaccabili con HNO3 concentrato o con la fusione alcalina ossidante, formando rutenati e osmati ([RuO4]2– e [OsO2(OH)4]2–). Rutenio e osmio sono stabili anche all'atmosfera, mentre il ferro si corrode formando ruggine. Per quanto riguarda gli stati di ossidazione, il ferro è il primo elemento della serie di transizione che non arriva allo stato di ossidazione massimo teorico del gruppo (+8). Il suo più alto stato di ossidazione è +6 nello ione ferrato, [FeO4]2–, specie che si riduce molto facilmente, come si può vedere dal diagramma di Frost. Rutenio e osmio invece con RuO4 e OsO4 riescono a raggiungere lo stato di ossidazione massimo del gruppo, +8, e sono gli ultimi elementi di transizione a riuscirci; +8 è anche il più elevato degli stati di ossidazione noti. Lo stato di ossidazione minimo è –2 in composti tipo [M(CO)4]2–. Gli stati di ossidazione più comuni sono invece +2 e +3 per il ferro, +3 per il rutenio e +4 per l'osmio; viene quindi rispettato l'andamento usuale con un aumento di stabilità degli stati di ossidazione elevati scendendo lungo un gruppo. Per quanto riguarda la chimica di coordinazione, procedendo verso destra nel blocco d le dimensioni atomiche sono diminuite rendendo poco comuni i numeri di coordinazione maggiori di 6, osservabili solo con leganti piccoli come F– e CO. Note Bibliografia Altri progetti Gruppi della tavola periodica
Biografia Nacque a Fourneaux, in diocesi di San Giovanni di Moriana, il 18 febbraio 1867 da Vincenzo e da Charlotte Genoulaz. Fu ordinato sacerdote il 21 settembre 1889 e divenne canonico teologale della cattedrale di Susa. Nominato vescovo di Aosta il 7 maggio 1920 da papa Benedetto XV, venne consacrato l'11 luglio successivo dal vescovo Giuseppe Castelli, co-consacranti i vescovi Albino Pella e Costanzo Castrale. Fece il suo ingresso in diocesi il 17 ottobre. Morì il 7 maggio 1932 ad Aosta. Genealogia episcopale La genealogia episcopale è: Cardinale Scipione Rebiba Cardinale Giulio Antonio Santori Cardinale Girolamo Bernerio, O.P. Arcivescovo Galeazzo Sanvitale Cardinale Ludovico Ludovisi Cardinale Luigi Caetani Cardinale Ulderico Carpegna Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni Papa Benedetto XIII Papa Benedetto XIV Cardinale Enrico Enriquez Arcivescovo Manuel Quintano Bonifaz Cardinale Buenaventura Córdoba Espinosa de la Cerda Cardinale Giuseppe Maria Doria Pamphilj Papa Pio VIII Papa Pio IX Cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst Arcivescovo Salvatore Magnasco Cardinale Gaetano Alimonda Cardinale Agostino Richelmy Vescovo Giuseppe Castelli Vescovo Claudio Angelo Giuseppe Calabrese Note Collegamenti esterni Vescovi di Aosta
KDELibs è il modulo di KDE che raccoglie le librerie e le infrastrutture fondamentali usate da ogni programma KDE assieme alle librerie Qt. Librerie Il pacchetto KDELibs è composto dalle seguenti librerie: libkdecore raccolta di classi base di KDE e della rete libkdeui classi dell'interfaccia utente di KDE libkabc classi della rubrica di KDE libknewstuff classi di interfaccia KDE al sistema Get Hot New Stuff libkspell2 classi per il controllo ortografico libkutils classi di varia utilità Framework Si trovano inoltre i seguenti componenti: DCOP Desktop COmmunication Protocol fornisce la comunicazione interprocesso KDE Input Output (KIO) è il sottosistema di input/output generalizzato di KDE KParts infrastruttura per la creazione e l'uso di componenti KHTML il motore HTML usato dalle applicazioni di KDE kimgio gestisce il caricamento delle immagini KJS è il motore JavaScript usato da KHTML KDEPrint Sottosistema di stampa di KDE KWallet gestisce il portafoglio di KDE (memorizzazione password, completamento moduli ecc.) Voci correlate KDE KDE4 Collegamenti esterni KDE
Biografia Fondò e diresse il trisettimanale "Mezzogiorno Sportivo", tra le riviste calcistiche all'epoca più seguite in tutto il meridione. Come giornalista sportivo scrisse articoli per Il Littoriale, il Roma, lo Sport Fascista ed il Ciclismo d'Italia. Il 23 giugno 1929 effettuò la prima radiocronaca di un incontro di calcio del Napoli. Dal balcone della sede del Mezzogiorno Sportivo, comunicava alla folla sottostante le fasi salienti dello spareggio giocato a Milano contro la Lazio, riferitegli da un inviato telefonicamente. A suo nome sono state intitolate la Piscina Felice Scandone a Napoli, la Felice Scandone Basket Avellino ed il gruppo regionale dell'U.S.S.I. Campania. Carriera militare Arruolato come tenente pilota della Regia Aeronautica, morì durante un'azione di guerra, ai comandi del suo Savoia-Marchetti S.M.79, sui cieli di Marsa Matruh, abbattuto dagli inglesi nella zona di Tobruk e risultando poi disperso. Onorificenze Nel 1941 è stato insignito della medaglia di bronzo al valor militare per le sue azioni durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943 è stato insignito della Medaglia d'Argento al Valor Militare per l'azione che lo ha portato alla morte Carriera sportiva Fu un pioniere del calcio napoletano al pari di Alfredo Reichlin, dei fratelli Scarfoglio e di Mario Argento. Da giovane giocò nel ruolo di portiere nelle file del Naples F.B.C.. Nel 1917 a Roma, prese parte all'amichevole vinta per 3-1 contro la Juventus Roma, mentre nel 1918 partecipò alla Coppa Internazionale. Nel campionato 1927-1928, insieme a Mario Argento affiancò dapprima il tecnico Jean Steiger e poi il successore Ferenc Molnár. Note Bibliografia Giornalisti sportivi italiani Direttori di periodici italiani Fondatori di quotidiani Piloti della Regia Aeronautica Medaglie di bronzo al valor militare Medaglie d'argento al valor militare Dirigenti sportivi italiani Dirigenti della S.S.C. Napoli
Il è stata una società calcistica giapponese attiva fino al 1999, con sede a Kitakyūshū. Fondata nel 1950, ha al suo attivo la vittoria dell'edizione 1964 della Coppa dell'Imperatore. Fa inoltre parte delle otto squadre fondatrici della Japan Soccer League, ottenendo come miglior piazzamento il secondo posto nelle prime due edizioni della competizione. Storia Fondata nel 1950 in seguito alla confluenza di otto squadre nel club sportivo aziendale della Yahata Iron & Steel (da cui prese il nome), la squadra si mise in evidenza in Coppa dell'Imperatore dove raggiunse la finale nelle edizioni 1956 e 1958. Nel corso del decennio successivo la squadra (che fornì diversi giocatori alle formazioni della nazionale giapponese che parteciparono alle Olimpiadi 1964 e 1968) ottenne il suo primo e unico titolo, condiviso con il Furukawa Electric in seguito al pareggio nella finale di Coppa dell'Imperatore 1964, e fu inclusa tra gli otto membri fondatori della prima edizione della Japan Soccer League in cui ottenne, nei primi due anni, due secondi posti consecutivi alle spalle del Toyo Kogyo. Assunto nel 1970 il nome di Nippon Steel in seguito alla fusione della Yahata Iron & Steel con la Fuji Steel, la squadra attraversò un lungo periodo di declino che si concretizzò con la retrocessione in Division 2 al termine della stagione 1981 e culminò nella stagione 1990-1991, in cui la squadra lasciò definitivamente la Japan Soccer League. Dopo aver disputato sette stagioni piazzandosi tra le prime posizioni della Japan Regional League, il Nippon Steel concluse definitivamente la sua attività nel 1999. Cronistoria Allenatori e presidenti Calciatori Palmarès Competizioni nazionali 1964 Altri piazzamenti Secondo posto: 1956, 1958, 1964, 1965 Secondo posto: 1965, 1966 Statistiche e record Partecipazione ai campionati Note
Biografia Giovanissimo inizia a recitare a Roma, sua città natale, nelle compagnie teatrali. Conseguita la maturità, studia recitazione con Beatrice Bracco e Michael Margotta. Dopo aver recitato vari anni in teatro, nel 2007 appare per la prima volta in televisione come coprotagonista, nel ruolo di Renato Musso, nel serial tv di Rai Uno, Incantesimo 9. Nello stesso anno è coprotagonista di alcune fiction televisive, tra cui Questa è la mia terra - Vent'anni dopo (2008), regia di Raffaele Mertes, in cui ha il ruolo di Pietro De Santis, figlio dei protagonisti che hanno il volto di Kasia Smutniak e Roberto Farnesi, invecchiati per l'occasione. Alla fine del 2007 gira il suo primo film per il grande schermo, La casa sulle nuvole, diretto da Claudio Giovannesi, nelle sale nel 2009, in cui è protagonista, nel ruolo di Lorenzo Raggi, insieme ad Adriano Giannini. Il 19 ottobre 2008 ritorna su Rai Uno con il film tv, ambientato in Thailandia, Ovunque tu sia regia di Ambrogio Lo Giudice, in cui ha il ruolo di Marco. Successivamente appare su SKY Cinema nella serie tv Romanzo criminale - La serie, diretta da Stefano Sollima, in cui interpreta un piccolo ruolo. Nel 2009, è protagonista del film Questo piccolo grande amore, regia di Riccardo Donna, ispirato all'omonimo concept album di Claudio Baglioni del 1972. Nel 2010 è ancora sul grande schermo con i film La vita è una cosa meravigliosa, diretto da Carlo Vanzina, e Una canzone per te di Herbert Simone Paragnani, in cui è protagonista insieme a Michela Quattrociocche e Agnese Claisse. Nello stesso anno gira il videoclip della canzone L'applauso del cielo del gruppo italiano dei Lost che fa parte della colonna sonora del film Una canzone per te. Nel 2011 è uno dei protagonisti della fiction televisiva Non smettere di sognare, in onda su Canale 5, interpretando il ruolo del cantante Simone Belfiglio. Nello stesso anno Umberto Marino lo sceglie per interpretare Dino, un ragazzo diversamente abile, nella miniserie tv Sposami, in onda nel 2012 su Rai Uno. Successivamente gira quattro fiction, sempre targate Rai Uno: Rosso San Valentino, di Fabrizio Costa, Trilussa - Storia d'amore e di poesia, di Lodovico Gasparini, Il restauratore 2, di Enrico Oldoini, e Gli anni spezzati - Il commissario, di Graziano Diana. Nel 2014 lavora in un'altra miniserie di Rai Uno, Madre, aiutami, con Virna Lisi, diretta dal regista Gianni Lepre. All'inizio del 2016 gira il film per il cinema Fuori c'è un mondo, diretto da Giovanni Galletta e recita nella serie Il bello delle donne... alcuni anni dopo per Canale 5. Carriera Teatro San Francesco d'Assisi, regia di A. Rossi (2002) Caino e Abele, regia di L. Restuccia (2003) Inseguendo Evita Peron, regia di P. Scotto di Tella (2004) Grease, regia di L. Restuccia (2004) Uguali ma diversi, regia di G. Seno (2004) Sogno di una notte di mezza estate, regia di C. Jankowski (2005) Romeo e Giulietta, regia di G. Seno (2005) Cinema Questo piccolo grande amore, regia di Riccardo Donna (2009) La casa sulle nuvole, regia di Claudio Giovannesi (2009) La vita è una cosa meravigliosa, regia di Carlo Vanzina (2010) Una canzone per te, regia di Herbert Simone Paragnani (2010) Matrimonio a Parigi, regia di Claudio Risi (2011) Fuori c'è un mondo, regia di Giovanni Galletta (2017) Morrison, regia di Federico Zampaglione (2020) Chi ha incastrato Babbo Natale?, regia di Alessandro Siani (2021) Televisione Incantesimo 9, registi vari - Serie TV (2007) Un dottore quasi perfetto, regia di Raffaele Mertes - Film TV (2007) Questa è la mia terra - Vent'anni dopo, regia di Raffaele Mertes - Miniserie TV (2008) Distretto di polizia - Serie TV (2008) - Stagione 8 - Ep. 2 Ovunque tu sia, regia di Ambrogio Lo Giudice - Film TV (2008) Romanzo criminale - La serie - Serie TV (2008) - Ep. 8 ed Ep.11 Codice Aurora, regia di Paolo Bianchini - Miniserie TV (2008) - Inedita Non smettere di sognare, regia di Roberto Burchielli - Serie TV (2011) Sposami, regia di Umberto Marino - Miniserie TV (2012) Rosso San Valentino, regia di Fabrizio Costa - Miniserie TV (2012) Trilussa - Storia d'amore e di poesia, regia di Lodovico Gasparini - Miniserie TV (2012) Il restauratore 2, regia di Enrico Oldoini - Serie TV (2013) - Ep. 1 Gli anni spezzati - Il commissario, regia di Graziano Diana - Miniserie TV (2014) Madre, aiutami, regia di Gianni Lepre - Miniserie TV (2014) Il bello delle donne... alcuni anni dopo, regia di Eros Puglielli (2016) Che Dio ci aiuti 5, regia di Francesco Vicario (2018) ep. 10 ("Non c’è peggior cieco di chi non vuole amare") Videoclip L'applauso del cielo dei Lost (2010) Premi e riconoscimenti Premio Agis Scuola Nazionale - Festival La Primavera del Cinema Italiano (2009) Young Talent Award 2009 - Ritirato al Giffoni Film Festival Note Collegamenti esterni Attori teatrali italiani Attori cinematografici italiani Attori televisivi italiani
Il Petrarca è stato un traghetto ro-ro passeggeri della classe Poeta, in servizio con questo nome per la Tirrenia di Navigazione dal 1971 al 1999. Caratteristiche In configurazione originale, il Petrarca era lungo 131 metri, largo 20 e aveva una stazza lorda di tonnellate. Spinto da due eliche quadripala a passo variabile mosse da motori Diesel FIAT 9 cilindri, ciascuno in grado di erogare cavalli, aveva una velocità di servizio di 20 nodi. Poteva trasportare fino a un massimo di 1200 passeggeri, per i quali erano disponibili 66 cabine di prima classe e 95 di seconda classe, per un totale di 506 posti letto. I servizi di bordo comprendevano un ristorante, una tavola calda, tre bar (un soggiorno - bar per la prima classe, uno per la seconda classe e un bar - veranda) e una piscina esterna con lido. In aggiunta alle cabine passeggeri, erano presenti a bordo anche due cabine, rispettivamente da otto e quattro posti, per eventuali detenuti e i carabinieri della scorta. Tutti gli spazi dedicati a passeggeri ed equipaggio erano dotati di aria condizionata. Il garage, accessibile dal portellone poppiero e da due portelloni prodieri laterali, era diviso su due ponti: su quello superiore potevano essere trasportate 70 automobili, su quello inferiore 170 automobili o, in alternativa, 10 automobili e 41 semirimorchi. Nel 1981 il traghetto fu sottoposto a dei primi interventi di ristrutturazione: la piscina e il lido furono rimossi e sostituiti da una tuga chiusa contenente un cinema, le cui poltrone potevano essere all'occorrenza utilizzate come sistemazione per i passeggeri; altre due sale poltrone sostituirono il soggiorno - bar di seconda classe, che fu spostato dove prima era ubicato il bar - veranda, nei pressi della piscina. Nei primi mesi del 1991 il Petrarca fu sottoposto, presso i cantieri navali San Giorgio del Porto di Genova, ad un intervento di radicale trasformazione: la tuga contenente il ponte di comando fu estesa verso poppa e su di essa furono aggiunti tre ulteriori ponti, due dedicati a sistemazioni passeggeri e l'ultimo contenente gli impianti di aerazione e di aria condizionata. Il notevole innalzamento richiese l'installazione di controcarene sulle fiancate della nave, per rispettare i requisiti di stabilità; la larghezza complessiva aumentò quindi a 23,4 metri. Inoltre, per migliorare la manovrabilità, vista la notevole superficie esposta al vento, il singolo timone centrale fu sostituito con due posti dietro a ciascuna elica, e fu aumentata la potenza dell'elica prodiera. Grazie alle modifiche, dal discutibile impatto estetico, la capacità passeggeri aumentò a 1300, mentre i posti letto complessivi passarono a 887, dei quali 473 in cabine di prima classe dotate di servizi privati. Infine, nel garage principale furono aggiunti dei car deck mobili, che aumentarono a 320 il massimo numero di automobili trasportabili, mentre i due portelloni di accesso a prua furono saldati. Servizio Penultimo della prima serie di sei traghetti della classe Poeta ad entrare in servizio, il Petrarca fu costruito presso i cantieri navali di Palermo, dove fu impostato il 16 aprile 1968 e varato il 12 dicembre 1970. Iniziò le prove a mare il 5 giugno 1971, mantenendo una velocità media di 22,97 nodi per nove ore. Consegnata alla Tirrenia di Navigazione il 19 luglio 1971, entrò in servizio tre giorni più tardi sul collegamento Napoli - Catania - Siracusa - Malta - Tripoli. Il 26 marzo 1972 il Petrarca si incagliò per un errore umano nei pressi di Scilla. I 12 passeggeri a bordo furono evacuati senza incidenti, ma la nave riportò ingenti danni e fu liberata solo una settimana dopo, dopo che erano state effettuate delle riparazioni di emergenza allo scafo. Il Petrarca fu quindi rimorchiato ai cantieri di Palermo per le riparazioni definitive, rientrando in servizio il 22 agosto 1972. Nel 1974 il Petrarca fu destinato, insieme al gemello Pascoli, al nuovo collegamento Napoli - Palermo - Tunisi - Cagliari - Genova - Porto Torres. Tra febbraio e maggio 1981 il traghetto fu sottoposto a lavori presso gli Stabilimenti dei Bacini di Napoli, durante i quali furono revisionati i motori principali e fu rimossa la piscina posta a poppa, sostituita da una tuga chiusa contenente un cinema le cui poltrone potevano essere utilizzate, all'occorrenza, per il pernottamento dei passeggeri. Nel Novembre 1984 il traghetto fu nuovamente sottoposto a lavori (in bacino di carenaggio) presso gli Stabilimenti dei Bacini di Napoli. A inizio 1991 il Petrarca fu trasferito ai cantieri San Giorgio del Porto di Genova, dove fu sottoposto agli importanti lavori di ristrutturazione sopra descritti. Rientrato in servizio il 19 maggio dello stesso anno, rimase attivo per la Tirrenia fino all'ottobre 1997, quando fu posto in disarmo a Palermo. L'8 gennaio 1999 la nave fu venduta alla Al Salam Shipping and Trading, prendendo bandiera panamense e venendo rinominata Al Salam Petrarca 90. Il 22 giugno 2002 si sviluppò un violento incendio sul traghetto, in navigazione tra Duba e Safaga con a bordo 896 passeggeri e 68 membri dell'equipaggio. L'incidente causò una vittima e dieci feriti, ma la nave riuscì a fare rientro in porto, consentendo l'evacuazione di passeggeri ed equipaggio; in seguito la Al Salam Petrarca 90 fu rimorchiata fuori dal porto, dove affondò. Quattro anni più tardi fu recuperata e avviata alla demolizione. Navi gemelle Boccaccio Carducci Leopardi Manzoni Pascoli Deledda Verga Note Bibliografia Voci correlate Classe Poeta Traghetti della Tirrenia di Navigazione Naufragi e incidenti marittimi Navi costruite dai Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti Francesco Petrarca
L'assedio di Tlemcen è stato condotto dal sultano merinide del Maghreb al-Aqsa Abū Yaʿqūb Yūsuf al-Nāṣr contro la città di Tlemcen, capitale del Regno di Tlemcen (Maghreb centrale) della dinastia degli Zayyanidi. L'assedio finì con il ritiro merinide a seguito dell'assassinio del sultano e a causa dello scoppio di pericolose rivolte nei domini Merinidi. Storia Dopo la caduta della dinastia degli Almohadi (dinastia che governò su tutto il Maghreb e sulla Spagna islamica) in Maghreb nacquero delle dinastie locali in lotta tra di loro per imporre la propria autorità su tutto il Maghreb. Gli Zayyanidi del Maghreb centrale e i Merinidi del Maghreb occidentale entrarono in conflitto tra di loro fin dall'inizio della storia delle rispettive dinastie. Nel 1299, dopo che il sultano Abū Yaʿqūb Yūsuf al-Nāṣr ebbe finito le sue campagne in al-Andalus, era pronto ad iniziare, nel 1295, una guerra contro gli Zayyanidi. Preparando un numeroso e variegato esercito composto da cavalieri tribali berberi e arabi, balestrieri granadini, mercenari castigliani (Farfanes), aragonesi, curdi, turkmeni e Oghuz, guidò una grossa spedizione contro il Regno di Tlemcen. Le armate merinidi conquistarono Taourirt nel 1295, Oujda nel 1296, Taount e Nedroma nel 1297, prima di arrivare davanti a Tlemcen nel maggio 1299. Il sultano zayyanide Abū Saʿīd stava assediando l'importante città portuale di Béjaïa quando venne a sapere che l'esercito merinide aveva raggiunto la sua capitale, si affrettò quindi a raggiungere Tlemcen. Abū Yaʿqūb eresse un campo d'assedio che si trasformò presto in una vera e propria città, nota come al-Maḥalla al-Manṣūra ('Il campo vittorioso'), con mercati, bagni pubblici, palazzi e moschee. Da qui, diresse l'assedio contro Tlemcen, mentre altri contingenti vennero mandati a conquistare i possedimenti costieri del sultanato zayyanide. Tuttavia, la città di Tlemcen non cedette all'assedio, vedendo che le fortificazioni della città erano troppo resistenti, Abū Yaʿqūb vole far affamare e stremare gli abitanti della città. Il sultano zayyanide Abū Saʿīd morì il 6 giugno del 1304, il quinto anno d'assedio, a causa di un ictus nella piscina del suo palazzo. La morte del sultano indusse la città stremata a cercare un accordo per una capitolazione, ma il successore di Abū Saʿīd, Abū Zayyān, convinse la città a resistere ancora e formò un nuovo esercito continuandone la difesa. Per cercare di mandare via gli assedianti, gli ambasciatori di Abū Zayyān convinsero il nuovo sultano nasride del Sultanato di Granada, Muḥammad III, a fomentare una rivolta di un pretendente al trono merinide, un certo ʿUthmān ibn Idrīs, che sbarcò in Maghreb con un esercito granadino e conquistò Ceuta nel 1306, proclamandosi sultano del Marocco. Il sultano Abū Yaʿqūb ignorò tuttavia la minaccia che era scoppiata nel nord del suo regno, preferendo portare avanti l'assedio di Tlemcen, ormai stremata, che pareva stesse per cedere. Le truppe di ʿUthmān b. Idrīs, incontrastate, riuscirono a conquistare le città di Assilah, Larache e gran parte della regione Ghomara. Nel mese di maggio 1307, il sultano Abū Yaʿqūb Yūsuf fu assassinato nel campo di assedio da un eunuco per motivi non chiari, probabilmente per motivi legati a complotti interni del suo harem. Gli succedette il nipote, Abu Thabit 'Amir che, saggiamente, scelse di porre fine all'assedio di Tlemcen per andare ad affrontare il ribelle ʿUthmān b. Idrīs a Ceuta. Gli Zayyanidi riuscirono così a recuperare tutti loro possedimenti in Maghreb centrale. Tlemcen verrà conquistata decenni dopo, nel 1337, dal merinide Abū al-Ḥasan ʿAlī ibn ʿUthmān. Note Bibliografia Ibn Khaldun, Histoire des Berbères et des dynasties musulmanes de l'Afrique septemtrionale, vol. III, Alger, Berti Editions, 2010, ISBN 9789961691885), p. 472 Voci correlate Storia dell'Algeria Merinidi Zayyanidi Assedio di Tlemcen (1335-1337) Merinidi Guerre che coinvolgono l'Algeria Tlemcen Tlemcen
La Fenice Volley Isernia è un'ex società pallavolistica maschile di Isernia; durante i suoi trascorsi in serie A2 è stata una delle maggiori espressioni sportive della regione Molise. Storia della società Fondata nel 1972 per iniziativa dei Vigili del Fuoco, l'Isernia Volley militò per un trentennio nei campionati regionali, prima di esordire in Serie B1 nel 2000 e di conquistare la promozione in Serie A2 nel 2004. La stagione dell'esordio tra i professionisti (2004-05) si chiuse con la retrocessione della squadra molisana, ma la rinuncia dello Schio portò al reintegro dei pentri. Nel 2007 cambiamenti all'interno dei quadri dirigenziali della società portarono all'attuale denominazione, e da allora la squadra ha guadagnato in competitività. Con sponsor Olio Pignatelli, disputò per la prima volta i play-off per la promozione in A1 nel 2007-08; nella stessa stagione organizzò la final four di Coppa Italia A2. Nel 2008-09 ottenne nuovamente la qualificazione alla post-season col 6º posto. L'anno dopo invece finì 11°, fuori dai play-off ma salva senza passare dai play-out. Nel 2012, dopo essersi salvata, chiude i battenti per la mancanza di sostegno più volte denunciata dal patron Mimmo Cicchetti. Due anni dopo, grazie all'interesse di alcuni imprenditori, e al sostegno dell'Unilever, riparte dalla B2 con il nome Svelto Isernia. Cronistoria Campionati Nazionali Collegamenti esterni Isernia Sport a Isernia
Il Partito del Libero Commercio (ufficialmente Associazione Australiana Liberale e del Libero Commercio), rinominato nel 1906 quale Partito Anti-Socialista, fu un partito politico australiano, costituitosi formalmente nel 1889 e sciolto nel 1909. Supportò politiche rivolte all'abolizione di dazi doganali o altre restrizioni al commercio, sostenendo che tali politiche avrebbero portato una maggiore ricchezza. Ebbe le sue basi elettorali nel Nuovo Galles del Sud, dove i suoi leader furono Sir Henry Parkes e Sir George Reid, i quali dominarono la politica coloniale nella regione prima di arrivare alla federazione. Nelle elezioni per il primo parlamento, i liberisti formarono il secondo gruppo più grande alla Camera dei rappresentanti con 25 seggi. Reid fu il primo leader dell'opposizione con William McMillan come suo vice; più tardi lo stesso Reid divenne primo ministro. Joseph Cook divenne vicepresidente del partito quando McMillan si ritirò dalla scena politica. Dopo aver definito ampiamente l'idea del partito per ciò che riguardava i dazi doganali, Reid necessitò di ulteriori politiche per giustificare l'esistenza del movimento, ed è per questo che focalizzò l'attenzione sull'opposizione al socialismo, volta a criticare sia il Partito Laburista sia il Partito Protezionista, guidato allora da Alfred Deakin, che diede il supporto al primo in un governo di minoranza. Il partito del libero commercio fu quindi rinominato poco prima delle elezioni del 1906, assumendo il nuovo nome di Partito Anti-Socialista. I laburisti e il nuovo partito continuarono a crescere elettoralmente ai danni del partito protezionista, il quale si indeboliva anche internamente a causa di deputati che lo abbandonavano per prender parte ad una delle due fazioni maggiori. Reid si ritirò nel 1908, lasciando la leadership a Joseph Cook, il quale si accordò con i protezionisti per formare il nuovo Partito Liberale del Commonwealth, nel 1909. Altri progetti
Biografia Guiraud iniziò gli studi in Louisiana con il padre, Jean-Baptiste-Louis Guiraud, che aveva vinto il Prix de Rome nel 1827. All'età di 15 anni, scrisse un libretto su Re Davide da adattare ad una musica che lui e suo padre avevano trovato in un loro viaggio a Parigi. Il risultato fu David, un'opera in tre atti, che ebbe un certo successo al Théâtre d'Orléans a New Orleans nel 1853. Nel dicembre dello stesso anno, Guiraud tornò in Francia per continuare gli studi musicali. Studiò pianoforte con Marmontel e composizione con Halévy al Conservatoire de Paris. Molto premiato ancora studente, vinse un primo premio ad un concorso per pianoforte nel 1858. Vinse poi il Prix de Rome l'anno seguente, realizzando così un evento mai verificatosi; padre e figlio vinsero quel premio. Divenne intimo amico di Camille Saint-Saëns, Emile Paladilhe, Théodore Dubois, e specialmente di Georges Bizet. Guiraud iniziò la sua carriera professionale scrivendo un'opera in un atto che venne eseguita come pezzo di apertura negli spettacoli pomeridiani. IL suo primo importante lavoro fu, Sylvie, la cui prima rappresentazione venne data all'Opéra Comique nel 1864. L'opera ebbe grande successo e contribuì a fargli ottenere grande reputazione nell'ambiente musicale parigino. Nell'agosto 1870, l'impatto dello scoppio della guerra franco-prussiana colpì Parigi mentre la sua opera Le Kobold era soltanto alla diciottesima replica. Tutti i teatri chiusero le programmazioni e Guiraud combatté nell'esercito francese fino alla fine della guerra nel 1871. Anche se la principale occupazione di Guiraud fu la composizione di opere, molte di queste non furono dei successi. Madame Turlupin (1872) fu un successo che venne stemperato da un libretto vecchio stile. Piccolino, la sua opéra comique in tre atti venne data nel 1876 e rappresentò il culmine della sua carriera. Una bella sorrentino cantata da Célestine Galli-Marié, nota come Galli-Marié, ed un brillante ed efficace balletto intitolato Carnaval (un movimento dalla sua "First Orchestral Suite") consentì al lavoro una lunga serie di rappresentazioni. L'opera, comunque, non mai più ripresa. Dopo la morte di Bizet, Guiraud raccolse le opere di Bizet e fece pubblicare ed eseguire la fortunata seconda suite tratta dalle musiche di scena per 'L'Arlésienne. Guiraud è più famoso per aver composto i recitativi — lodati e criticati — che sostituirono i dialoghi parlati esistenti nella prima stesura dell'opera Carmen. Scrisse anche i recitativi per completare Les contes d'Hoffmann di Jacques Offenbach, lasciata incompiuta dall'autore. La versione di Guiraud fu molto popolare all'epoca ma non fu sempre eseguita in quanto Offenbach aveva lasciato un vasto materiale che venne utilizzato, da vari compositori, per ulteriori messe in scena dell'opera. Il numero delle opere di Guiraud è abbastanza modesto, probabilmente per il suo desiderio di aiutare gli amici musicisti o anche per la sua carriera di docente. Fra le sue opere figurano il balletto Le Forgeron de Gretna Green, dato al Théâtre de l'Académie Royale de Musique (1873), Caprice per violino e orchestra (1885), e Chasse fantastique, un poema sinfonico (1887). A partire dal 1876, Guiraud insegnò al Conservatoire de Paris. Egli fu uno dei fondatori della Société Nationale de Musique e autore di un eccellente trattato sulla strumentazione. Nel 1891, Guiraud venne eletto membro dell'Académie des beaux-arts e nominato professore di composizione al Conservatoire in sostituzione di Victor Massé. Il metodo di insegnamento di Guiraud per armonia (musica)|armonia e orchestrazione fu molto ben visto nei circoli musicali parigini. Le sue teorie musicali ebbero una forte influenza sulla musica di Claude Debussy, le cui note vennero pubblicate da Maurice Emmanuel nel suo libro dedicato a Pelléas et Mélisande. Paul Dukas, Erik Satie, Mel Bonis e André Gedalge figurarono fra i suoi allievi. Guiraud dedicò gli anni dal 1891 al 1892 per completare l'orchestrazione di Kassya, un'opera in cinque atti di Léo Delibes. Il lavoro rimase comunque incompleto a seguito della sua improvvisa morte che lo colpì a Parigi all'età di 54 anni. Opere David, opera (3 atti, su un lavoro di A. Soumet & F. Mallefille: Le roi David), f.p. 14 aprile 1853, Théâtre d'Orléans, New Orleans, USA. Gli avventurieri, melodramma giocoso (1 atto), ms. 1861, non rappresentata. Sylvie, opéra comique (1 atto, da J. Adenis & J. Rostaing), f.p. 11 maggio 1864, Opéra Comique (Favart), Paris. Le coupe du roi de Thulé, opera (3 atti, L. Gallet & E. Blau), ms. 1869-69, non rappresentata. En prison, opéra comique (1 atto, T. Chaigneau & C. Boverat), f.p. 5 marzo 1869, Théâtre Lyrique, Paris. Le Kobold, opéra-ballet (1 atto, Gallet & Charles-Louis-Etienne Nuitter), f.p. 26 luglio 1870, Opéra Comique (Favart), Paris. Madame Turlupin, opéra comique (2 atti, E. Cormon & C. Grandvallet), f.p. 23 novembre 1872, Théâtre Athénée, Paris. Piccolino, opéra comique (3 atti, V. Sardou & Nuitter, su un lavoro di Sardou), f.p. 11 aprile 1876, Opéra Comique (Favart), Paris. Le feu, opera (E. Gondinet), incompleta, f.p. 9 marzo 1879, Paris. Galante Aventure, opéra comique (3 atti, L. Davyl & A. Silvestre), f.p. 23 marzo 1882, Opéra Comique (Favart), Paris. Frédégonde, dramma lirico (5 atti, Gallet, su un lavoro di A. Thierry: Les récits des temps mérovingiens), incompleta; Acts 1–3 orch. da Paul Dukas, Acts 4–5 & ballet completati da Camille Saint-Saëns; f.p. 18 dicembre 1895, Opéra, Paris. Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Compositori d'opera Compositori di balletti Vincitori del Prix de Rome
Biografia Bolognese d'adozione, ha studiato con Ezio Raimondi e Raffaele Spongano (con cui si è laureato nel 1971) all'Università di Bologna, dove è stato a lungo professore ordinario di Letteratura italiana e Letteratura italiana medievale. In pensione dal 2017, dal 2021 riveste la qualifica di "Professore dell'Alma Mater Università di Bologna". Dal 2002 al 2008 e dal 2010 al 2015 è stato Direttore del Dipartimento di Italianistica, divenuto dal 2012 Dipartimento di Filologia classica e Italianistica. Dopo la laurea (in Lettere classiche) è stato borsista all'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli. Il suo primo insegnamento, alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna, è stato di Letteratura umanistica. Ha insegnato anche Latino medievale e Filologia medievale e umanistica presso il Corso di laurea in Beni culturali con sede a Ravenna, corso di cui è stato tra i fondatori. È stato inoltre tra i fondatori della Facoltà di Scienze della Formazione dell'Ateneo di Bolzano con sede in Bressanone, dove per molti anni ha tenuto l'incarico di Lingua italiana.Ha ricoperto anche per vari anni l'insegnamento di "Cibo e media" presso l'Università di Parma. Ha collaborato e collabora con le principali case editrici italiane e con editori stranieri, dirigendo collane di saggistica e di classici e partecipando alla direzione o ai comitati scientifici di prestigiose riviste nazionali e internazionali (fra cui ricordiamo "Ecdotica", "Italique", "la Biblioteca di via Senato" e "Machiavelliana"). È tra i fondatori e condirettori di riviste letterarie online ad ampia diffusione internazionale, Griseldaonline, Ossigeno nascente: atlante dei poeti italiani contemporanei, DNA-Di Nulla Academia.Rivista di studi camporesiani . Socio di diverse istituzioni scientifiche e culturali, tra cui l'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna, la Renaissance Society of America e la Commissione per i testi di lingua con sede a Bologna in Casa Carducci, è stato membro del Consiglio di amministrazione dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, presidente della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, presidente del Centro di Studi Alfieriani in Asti nonché Segretario per due mandati dell'ADI (Associazione degli Italianisti italiani). È membro del Consiglio di amministrazione della Biblioteca Classense di Ravenna. Tra i suoi interessi, la cultura medievale (fra cui spiccano diversi e importanti contributi danteschi), la letteratura umanistica e rinascimentale (ha curato, tra l'altro, le principali opere di Niccolò Machiavelli, di cui è tra i maggiori esperti , nonché testi di Francesco Guicciardini, antologie delle Lettere di Pietro Aretino e dei Lirici europei del Cinquecento), la cultura e l'arte del Settecento, la storia della storiografia , la periodizzazione della letteratura, la letteratura comparata, la storia della critica, la letteratura in rapporto ai nuovi media, la didattica della letteratura con la curatela di manuali e antologie di successo. In particolare ha ideato e coordinato con Ezio Raimondi una fortunata Antologia della letteratura italiana in due diverse Edizioni ( Tempi e immagini della letteratura e Leggere, come io l'intendo, Bruno Mondadori/Pearson) per il triennio delle Scuole superiori. Ha al suo attivo centinaia di pubblicazioni. Ha collaborato, con vari saggi, alla Letteratura italiana edita da Einaudi e diretta da Alberto Asor Rosa. Ha fatto parte del Comitato direttivo dell'Enciclopedia Machiavelli Treccani per la quale, fra l'altro, ha redatto la fondamentale voce dedicata al Principe. Ha tenuto corsi e conferenze in molti paesi europei ed extraeuropei e suoi lavori sono stati tradotti in varie lingue. Ha partecipato e partecipa a molte attività culturali (di cui sovente è egli stesso promotore) e collabora con alcune trasmissioni della Rai. Nel 2021 gli è stata assegnata la "Targa Volponi" per la Letteratura. Opere principali Ricerche sul Machiavelli storico, Pisa, Pacini, 1979 Umanisti, storici e traduttori, Bologna, CLUEB, 1981 Le frontiere degli umanisti, Bologna, CLEUB, 1988 Il tempo ritrovato. Padania e Umanesimo tra erudizione e storiografia, Modena, Mucchi, 1992 Galeotto Marzio ed il De homine fra umanesimo bolognese ed europeo (con E.Boldrini), Quaderno degli Annali Istituto Gramsci Emilia-Romagna, 3/1995-1996. La saggezza della letteratura. Una nuova cronologia per la letteratura italiana, Milano, B. Mondadori, 1998 Una geografia letteraria tra Emilia e Romagna (con A. Bertoni), Bologna, CLUEB, 1998 Profilo storico della letteratura italiana, Milano, Sansoni, 2001 Mappe della letteratura europea e mediterranea, 3 voll., Milano, B.Mondadori, 2000-2001 Gli universi paralleli della letteratura. Metamorfosi e saperi tra Rinascimento e crisi del Novecento, Roma, Carocci, 2003 L' età dell'Umanesimo e del Rinascimento. Le radici italiane dell'Europa moderna, Roma, Carocci, 2008 Letteratura e civiltà tra Medioevo e Umanesimo, Roma, Carocci, 2011 Narrare storia e storie. Narrare il mondo, Milano, Franco Angeli, 2013 Leggere Machiavelli, Bologna, Pàtron, 2014 L'immaginario e la ragione. Letteratura italiana e modernità, Roma, Carocci, 2017 Itinerari nella letteratura italiana. Da Dante al Web (coordinamento), Roma, Carocci, 2018 (prima ed.2013) L'approdo della letteratura. Percorsi della narrazione da Dante a Game of Thrones, Roma, Carocci, 2018 Humana feritas. Studi con Gian Mario Anselmi, a cura di L.Chines, E.Menetti, A.Severi, C.Varotti, Bologna, Pàtron, 2018 Leggere i classici italiani. Un'antologia (con L.Chines), Bologna, Pàtron, 2019 Illuminismo e Settecento Riformatore. Un lessico per la contemporaneità (con G.Ruozzi e S.Scioli), Bologna, BUP, 2020 I passaggi e la cronologia ragionata della letteratura italiana (con F.Tomasi), Bologna, Pàtron, 2021 Dante, il Medioevo e il nostro tempo, Bologna, Pàtron, 2022 White Mirror. Le Serie TV nello specchio della letteratura, Roma, Salerno Editrice, 2022 Note Collegamenti esterni Professori dell'Università di Bologna Studenti dell'Università di Bologna
Biografia Chiamato anche Giovanni d'Asia; storico siro e importante rappresentante della chiesa monofisita. Nato nel 507 circa a Amida (Diyarbakır), città del nord della Mesopotamia (oggi nel sud della Turchia), di lingua siriaca, venne consacrato diacono nel 529. Sappiamo di un suo viaggio in Palestina nel 534 e a Costantinopoli nel 535, forse a seguito di persecuzioni. Circa nel 540 era ad Amida durante la dura persecuzione dei monofisiti attuata da Efrem patriarca di Antiochia (528-546) e Abramo, vescovo di Amida (520-541); e lasciò la città probabilmente a causa dell'epidemia detta peste di Giustiniano del 542, per trasferirsi a Costantinopoli dove conosce Giacomo Baradeo, fondatore della Chiesa ortodossa siriaca chiamata in suo onore "Chiesa giacobita". Guadagnata la fiducia dell'Imperatore Giustiniano, svolse, dal 542, una campagna in Asia Minore contro i resti del paganesimo e la presenza degli Zoroastriani. La compagna portò alla conversione alla fede cristiana di 70.000 anime in Asia, Caria, Lidia e Frigia e alla costruzione di 41 chiese a spese dei convertiti, mentre altre 55 furono donate dall'imperatore in Lidia, Caria e Frigia. Le chiese furono in genere costruite sopra templi pagani. Fu anche costruito, tra gli altri, il grande monastero di Tralles (oggi Aydın) su una collina che domina la valle del Meandro. In quegli anni guidò una spedizione a Pepuza, città della Frigia ancora non ben localizzata, considerata dai Montanisti la nuova Gerusalemme, per reprimere la setta, distruggere il locale tempio con le tombe dei fondatori Montano, Priscilla e Massimilla e bruciarne i resti. Nel 722 Leone III Isaurico emanò un editto per imporre il battesimo ad Ebrei, Manichei e Montanisti; si tratta dell'unica traccia dei Montanisti successiva alla repressione di Giovanni, ma più probabilmente non riguarda propriamente i Montanisti ma altre eresie, i Pauliciani ad esempio. Ritornò a Costantinopoli nel 546 per preoccuparsi, su incarico di Giustiniano, della repressione delle tradizioni pagane nelle classi elevate (grammatici, sofisti, medici e soprattutto Foca, prefetto della città); cosa che fece con incarcerazioni, umiliazioni e con roghi di libri e di immagini di idoli (testimonianza di Giovanni Malalas per il 558). Nel 558 fu ordinato vescovo della Chiesa monofisita di Efeso da Giacomo Baradeo Nel 565 egli stesso ci dice che era il principale responsabile delle entrate della Chiesa Monofisita. Le sue fortune cambiarono con la morte di Giustiniano (565) e la salita al trono di Giustino II. Nel 571, con l'appoggio dell'Imperatore, il patriarca di Costantinopoli, Giovanni III Scolastico iniziò una dura persecuzione dei capi della Chiesa Monofisita. Giovanni né subì le pesanti conseguenze con la perdita dei diritti civili e la prigione, come egli stesso narra. Gli ultimi eventi narrati nella sua storia sono relativi al 588; non sappiamo nulla della sua morte, probabilmente avvenuta poco dopo. Opere Giovanni da Efeso fu autore di due opere, entrambe scritte in lingua siriaca: Biografie di santi dell'Est Furono scritte circa nel 569 e contengono una serie di ritratti di religiosi monofisiti. Storia della Chiesa, divisa tre parti, che inizia con Giulio Cesare per terminare nel 588, probabile anno della morte. 1. Non ci sono rimaste tracce della prima parte. 2. La seconda parte, da Teodosio II ai primi anni di Giustino II, è stata ritrovata in manoscritti del British Museum e nel Codex Zuquenensis conservato in Vaticano. L'autore segnala tra i primi l'apparizione degli Slavi: 3. La terza parte riguarda, in dettaglio, gli eventi dal 571 al 588 ed è preziosa per le informazioni sul movimento monofisita. Esiste una copia del VII secolo al British Museum; un'altra copia è stata ritrovata nel convento della Madonna Deipara nel deserto di Scete in Egitto. Note Bibliografia Fonti primarie Robert Payne Smith (Oxford, 1860) The third part of the Ecclesiastical History of John bischop of Ephesus Testo Completo Amir Harrak, The Chronicle of Zuqnin, Parts III and IV (Pontifical Institute of Mediaeval Studies, 1999) ISBN 0-88844-286-6 Jan Pieter Nicolaas Land, Anecdota syriaca testo completo Giovanni da Efeso, Storia della Chiesa: III parte; traduzione in: www.tertullian.org. Include indicazioni sulla vita individuate in "Chronicle of the Jacobite Patriarch, Dionysius" Giovanni Malalas, Cronographia in DocumentaCatholicaOmnia Fonti secondarie Articolo John of Asia Enciclopedia Britannica, 11ª edizione Articolo John of Ephesus della Catholic Encyclopedia in newadvent.org Susan Ashbrook-Harvey, Asceticism and Society in Crisis: John of Ephesus and the "Lives of the Eastern Saints. EScholarship, California Digital Library, 2002. Consultazione parziale Jan Jacob van Ginkel, John of Ephesus. A Monophysite Historian in Sixth-century Byzantium. Groningen, 1995 (Tesi). Voci correlate Eresia Eresie dei primi secoli Letteratura siriaca Altri progetti Collegamenti esterni Scrittori ecclesiastici Scrittori siri Vescovi del VI secolo