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Apparecchiature a corto raggio, RLAN (WiFi), Internet degli oggetti, apparecchiature a banda ultralarga (UWB) e sistemi di trasporto intelligenti (STI) QUALI SONO GLI SCOPI DELLA DIRETTIVA E DELLE DECISIONI? Le decisioni di esecuzione riguardano principalmente l’armonizzazione, mentre altre riguardano specifiche bande di frequenza per scopi specifici, oltre ai limiti sulla potenza del segnale e alle interferenze dannose ove applicabile. Gli Stati membri sono responsabili della gestione dello spettro radio e le modifiche riflettono l’evoluzione dell’armonizzazione e degli accordi tecnici europei e internazionali. La direttiva «DECT» assegna la banda di frequenza 1 880-1 900 MHz per le comunicazioni digitali senza fili entro il 1o gennaio 1992 e obbliga gli Stati membri ad applicare le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative nazionali necessarie. PUNTI CHIAVE Le decisioni Le decisioni di esecuzione riguardano i dispositivi radio gestiti mediante autorizzazione generale o senza licenza o condivisi dagli utenti finali. Ciò comprende i dispositivi di rete ad accesso locale in radiofrequenza (WiFi) che hanno mostrato una forte crescita della domanda dello spettro radio, come riconosciuto dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche del 2018. Molti di questi atti sono decisioni di armonizzazione. Altri riguardano le bande di frequenza per scopi diversi, ad esempio un’enorme varietà di dispositivi a corto raggio, apparecchiature di Internet degli oggetti, apparecchiature a banda ultra larga, allarmi, apriporta, impianti medici, sistemi di trasporto intelligenti, dispositivi di identificazione a radiofrequenza ( RFID), radiodeterminazione, sondaggio del suolo e nuovi tipi di dispositivi da macchina a macchina, nonché apparecchiature per la realizzazione di programmi ed eventi speciali (PMSE) come collegamenti video senza fili o microfoni e telefoni digitali senza fili. Un’ulteriore banda con autorizzazione generale riguarda la sicurezza dei veicoli, in particolare il funzionamento dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS). Le varie decisioni di esecuzione riguardano i seguenti spettri radio, oltre ai limiti sulla potenza del segnale e alle interferenze dannose ove applicabili:banda di frequenza 5 GHz (5 150-5 350 MHz e 5 470-5 725 MHz) per i sistemi di accesso senza fili, comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS / RLAN - banda larga WiFi); banda di frequenza 3 400-3 800 MHz per i sistemi terrestri per «reti di comunicazione elettronica fisse, portatili e mobili»; banda di frequenze 5 875-5 935 MHz per applicazioni legate alla sicurezza dei sistemi di trasporto intelligenti; spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio; banda di spettro radio 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli; utilizzo dello spettro radio da parte delle apparecchiature audio senza fili per la realizzazione di programmi e di eventi speciali; banda di frequenza 2 010-2 025 MHz per collegamenti video senza fili portatili o mobili e videocamere senza fili per la realizzazione di programmi ed eventi speciali; bande di frequenze 900 MHz e 1 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche in relazione all’Internet degli oggetti; spettro radio per l’utilizzo di apparecchiature a corto raggio nelle bande di frequenza 874-876 MHz e 915-921 MHz; spettro radio per apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultra larga, ad esempio per il rilevamento della posizione di veicoli e aeromobili.Direttiva 91/287/CEE La direttiva impone agli Stati membri di assegnare la banda di frequenze 1 880-1 900 MHz alle comunicazioni digitali senza fili entro il 1o gennaio 1992. DA QUANDO SI APPLICANO LA DIRETTIVA E LE DECISIONI? Legislazione Data di applicazione Decisione di esecuzione (UE) 2020/1426 8 ottobre 2020 Decisione di esecuzione (UE) 2019/785 16 maggio 2019 Decisione di esecuzione (UE) 2018/1538 12 ottobre 2018 Decisione di esecuzione (UE) 2018/637 23 aprile 2018 Decisione di esecuzione (UE) 2017/2077 13 novembre 2017 Decisione di esecuzione (UE) 2017/1483 10 agosto 2017 Decisione di esecuzione (UE) 2016/339 9 marzo 2016 Decisione di esecuzione 2014/641/UE 2 settembre 2014 Decisione di esecuzione 2013/752/UE 12 dicembre 2013 Decisione di esecuzione 2011/829/UE 9 dicembre 2011 Decisione di esecuzione 2011/485/UE 1o agosto 2011 Decisione 2010/368/UE 1o luglio 2010 Decisione 2009/381/CE 14 maggio 2009 Decisione 2007/90/CE 12 febbraio 2007 Decisione 2008/411/CE 21 maggio 2008 Decisione 2005/513/CE 11 luglio 2005 Direttiva 91/287/CEE 5 giugno 1991 CONTESTO Per ulteriori informazioni consultare:Cos’è la politica dello spettro radio? (Commissione europea) Armonizzazione dello spettro radio per dispositivi a corto raggio (Commissione europea) Nuove disposizioni sulle telecomunicazioni nell’UE: migliorare la connettività e proteggere meglio gli utenti (Commissione europea) L’Internet degli oggetti (Commissione europea). DOCUMENTI PRINCIPALI Decisione di esecuzione (UE) 2020/1426 della Commissione del 7 ottobre 2020 relativa all’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 875-5 935 MHz per le applicazioni legate alla sicurezza dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e che abroga la decisione 2008/671/CE (GU L 328 del 9.10.2020, pag. 19). Decisione di esecuzione (UE) 2019/785 della Commissione, del 14 maggio 2019, relativa all’armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell’Unione, e che abroga la decisione 2007/131/CE (GU L 127 del 16.5.2019, pag. 23). Decisione di esecuzione (UE) 2018/1538 della Commissione, dell’11 ottobre 2018, relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo di apparecchiature a corto raggio nelle bande di frequenza 874-876 MHz e 915-921 MHz (GU L 257 del 15.10.2018, pag. 57). Decisione di esecuzione (UE) 2018/637 della Commissione, del 20 aprile 2018, che modifica la decisione 2009/766/CE della Commissione relativa all’armonizzazione delle bande di frequenze 900 MHz e 1 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche paneuropee nella Comunità per quanto riguarda le condizioni tecniche per l’Internet delle cose (GU L 105 del 25.4.2018, pag. 27). Decisione di esecuzione (UE) 2017/2077 della Commissione, del 10 novembre 2017, sulla modifica della decisione 2005/50/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio nella banda di frequenze 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli nella Comunità (GU L 295 del 14.11.2017, pag. 75). Decisione di esecuzione (UE) 2017/1483 della Commissione, dell’8 agosto 2017, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio e che abroga la decisione 2006/804/CE (GU L 214 del 18.8.2017, pag. 3). Decisione di esecuzione (UE)2016/339 della Commissione, dell’8 marzo 2016, relativa all’armonizzazione della banda di frequenza 2 010-2 025 MHz per collegamenti video senza fili portatili o mobili e videocamere senza fili per la realizzazione di programmi ed eventi speciali (GU L 63 del 10.3.2016, pag. 5). Decisione di esecuzione 2014/641/UE della Commissione, del 1o settembre 2014, relativa alle condizioni tecniche armonizzate per l’utilizzo dello spettro radio da parte delle apparecchiature audio senza fili per la realizzazione di programmi e di eventi speciali nell’Unione (GU L 263 del 3.9.2014, pag. 29). Decisione di esecuzione 2013/752/UE della Commissione, dell’11 dicembre 2013, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio e che abroga la decisione 2005/928/CE (GU L 334 del 13.12.2013, pag. 17). Decisione di esecuzione 2011/829/UE della Commissione, dell’8 dicembre 2011, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 329 del 13.12.2011, pag. 10). Decisione di esecuzione (UE) 2011/485/UE della Commissione, del 29 luglio 2011, sulla modifica della decisione 2005/50/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio nella banda di frequenze 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli nella Comunità (GU L 198 del 30.7.2011, pag. 71). Decisione 2010/368/UE della Commissione, del 30 giugno 2010, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 166 del 1.7.2010, pag. 33). Decisione 2009/381/CE della Commissione, del 13 maggio 2009, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 119 del 14.5.2009, pag. 32). Decisione 2007/90/CE della Commissione, del 12 febbraio 2007 ,recante modifica della decisione 2005/513/CE sull’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 GHz per l’implementazione di sistemi di accesso senza fili, comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS/RLAN) (GU L 41 del 13.2.2007, pag. 10). Decisione 2008/411/CE della Commissione, del 21 maggio 2008, relativa all’armonizzazione della banda di frequenze 3 400-3 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche nella Comunità (GU L 144 del 4.6.2008, pag. 77). Le successive modifiche alla decisione 2008/411/UE sono state incorporate nel documento originale. La versione consolidata ha esclusivamente valore documentale. Decisione 2005/513/CE della Commissione, dell’11 luglio 2005, sull’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 GHz per l’implementazione di sistemi di accesso senza fili comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS/RLAN) (GU L 187 del 19.7.2005, pag. 22). Si veda la versione consolidata. Direttiva 91/287/CEE del Consiglio, del 3 giugno 1991, sulla banda di frequenza da assegnare per l’introduzione coordinata nella Comunità di un sistema digitale di telecomunicazione senza filo (DECT) (GU L 144 dell’8.6.1991, pag. 45). DOCUMENTI CORRELATI Direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione) (GU L 321 del 17.12.2018, pag. 36). Si veda la versione consolidata. Decisione n. 676/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa a un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità europea (Decisione spettro radio) (GU L 108 del 24.4.2002, pag. 1).
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2019/785 DELLA COMMISSIONE del 14 maggio 2019 relativa all'armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell'Unione, e che abroga la decisione 2007/131/CE [notificata con il numero C(2019) 3461] (Testo rilevante ai fini del SEE) LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, vista la decisione n. 676/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa ad un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità europea (Decisione spettro radio) (1), in particolare l'articolo 4, paragrafo 3, considerando quanto segue: (1) La decisione 2007/131/CE della Commissione (2) armonizza le condizioni tecniche per l'uso dello spettro da parte delle apparecchiature radio basate sulla tecnologia a banda ultralarga (ultra-wideband, UWB) nell'Unione. Tale decisione garantisce la disponibilità di spettro radio in tutta l'Unione secondo condizioni armonizzate, elimina gli ostacoli all'adozione della tecnologia UWB ed è finalizzata alla creazione di un mercato unico efficace per i sistemi UWB, con notevoli economie di scala e vantaggi per i consumatori. (2) Benché i segnali trasmessi con la tecnologia a banda ultralarga abbiano di norma una potenza estremamente ridotta, la possibilità di interferenze dannose con gli attuali servizi di radiocomunicazione esiste e deve essere gestita. La presente decisione relativa all'armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature UWB dovrebbe pertanto evitare interferenze dannose (anche quando queste dovessero derivare dall'accesso allo spettro radio da parte di sistemi di radioastronomia, di esplorazione della Terra via satellite e di ricerca spaziale) e preservare un equilibrio tra gli interessi dei servizi esistenti e l'obiettivo strategico generale di instaurare condizioni favorevoli all'introduzione di tecnologie innovative a vantaggio della società. (3) Ai sensi della decisione n. 676/2002/CE, il 16 marzo 2017 la Commissione ha conferito alla Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni («CEPT») un mandato permanente al fine di individuare le condizioni tecniche per l'introduzione armonizzata di applicazioni radio basate sulla tecnologia UWB nell'Unione al fine di fornire condizioni tecniche aggiornate per tali applicazioni. (4) In risposta a tale mandato permanente, la CEPT ha adottato una relazione (3) nella quale sono state proposte quattro misure. In primo luogo, le condizioni tecniche dovrebbero fornire una descrizione più neutra dei dispositivi di rilevamento dei materiali in modo da consentire soluzioni innovative. In secondo luogo, dovrebbe essere possibile avvalersi delle condizioni per l'uso generico dell'UWB anche per le applicazioni di rilevamento dei materiali. In terzo luogo, è opportuno prevedere un limite di —65 dBm/MHz per tutti i dispositivi di rilevamento dei materiali, compresi quelli per l'analisi dei materiali da costruzione (building material analysis, BMA) nella banda 8,5-10,6 GHz. In quarto luogo, nelle bande di frequenze 3,8-4,2 GHz e 6-8,5 GHz è opportuno introdurre la possibilità di una tecnica di mitigazione trigger-before-transmit (attivazione prima della trasmissione) per i sistemi di controllo dell'accesso veicolare basati sulla tecnologia UWB. (5) La presente decisione dovrebbe sostenere l'armonizzazione generale del quadro normativo dell'UWB al fine di migliorare la coerenza dei limiti e delle tecniche di mitigazione tra i diversi regolamenti relativi alla banda ultralarga e consentire soluzioni innovative nel campo della tecnologia UWB. (6) La presente decisione stabilisce limiti normativi e individua tecniche di mitigazione per garantire un uso efficiente dello spettro, assicurando al tempo stesso la coesistenza con gli altri utenti dello spettro. L'evoluzione tecnologica può offrire altre soluzioni che garantiscano un livello di protezione dello spettro almeno equivalente. Per questo motivo l'uso di tecniche di mitigazione alternative, come le soluzioni contenute in eventuali norme armonizzate elaborate in futuro dalle organizzazioni europee di normazione, dovrebbe essere consentito a condizione che tali tecniche garantiscano un livello di prestazioni e di protezione dello spettro almeno equivalente e che rispettino in modo verificabile i requisiti tecnici stabiliti dal presente quadro normativo. (7) La decisione 2007/131/CE è stata modificata più volte. Per motivi di chiarezza giuridica è opportuno abrogare la decisione 2007/131/CE. (8) Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del Comitato dello spettro radio, HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE: Articolo 1 Scopo della presente decisione è armonizzare le condizioni tecniche per la disponibilità e l'uso efficiente dello spettro radio da parte di apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell'Unione. Articolo 2 Ai fini della presente decisione si applicano le seguenti definizioni: a) «apparecchiatura che utilizza la tecnologia a banda ultralarga»: un'apparecchiatura che contiene, come parte integrante o come accessorio, una tecnologia per le radiocomunicazioni a corto raggio implicante la generazione e la trasmissione intenzionali di energia di radiofrequenza che si diffonde su una gamma di frequenze di ampiezza superiore a 50 MHz, in grado di coprire più bande di frequenze attribuite ai servizi di radiocomunicazione; b) «su base di non interferenza e senza diritto a protezione»: nessuna interferenza dannosa può essere causata a qualsivoglia servizio di radiocomunicazione e nessuna richiesta può essere fatta per la protezione di queste apparecchiature da interferenze derivanti da servizi di radiocomunicazione; c) «in ambienti chiusi»: all'interno di edifici o luoghi la cui schermatura di norma garantisce l'attenuazione necessaria a proteggere i servizi di radiocomunicazione da interferenze dannose; d) «veicolo a motore»: lo stesso significato di cui all'articolo 3, paragrafo 11, della direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (4); e) «veicolo ferroviario»: lo stesso significato di cui all'articolo 3, paragrafo 1, punto 4 del regolamento (UE) 2018/643 del Parlamento europeo e del Consiglio (5); f) «e.i.r.p.» (equivalent isotropically radiated power): la potenza isotropica equivalente irradiata, ovvero il prodotto della potenza fornita all'antenna per il suo guadagno in una data direzione rispetto a un'antenna isotropica (guadagno assoluto o isotropico); g) «massimo della densità spettrale di potenza media»: la potenza media per unità di larghezza di banda (centrata su tale frequenza), irradiata nella direzione di massima irradiazione nelle condizioni di misurazione specificate e indicata come e.i.r.p. del dispositivo radio sottoposto a prova a una determinata frequenza; h) «potenza di picco»: la potenza contenuta in una larghezza di banda di 50 MHz alla frequenza in cui si ottiene la massima potenza media irradiata nella direzione di massima irradiazione nelle condizioni di misurazione specificate e indicata come e.i.r.p.; i) «densità spettrale di potenza totale»: la media dei valori della densità spettrale di potenza media misurata su una sfera comprendente lo scenario di misurazione con una risoluzione di almeno 15 gradi; j) «a bordo di aeromobili»: l'uso di collegamenti radio per comunicazioni all'interno di un aeromobile; k) «LT1»: i sistemi destinati alla localizzazione generale di persone e oggetti, che possono essere messi in servizio senza licenza. Articolo 3 Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente decisione, gli Stati membri designano e rendono disponibile, su base di non interferenza e senza diritto a protezione, lo spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga purché queste ultime rispettino le condizioni fissate nell'allegato e siano utilizzate in ambienti chiusi o, se utilizzate all'aperto, non siano collegate a un'installazione fissa, a un'infrastruttura fissa o a un'antenna esterna fissa. Le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga che rispetta le condizioni fissate nell'allegato sono autorizzate anche nei veicoli a motore e ferroviari. Articolo 4 Gli Stati membri monitorano l'uso delle bande elencate nell'allegato da parte delle apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga, in particolare per garantire che tutte le condizioni di cui all'articolo 3 della presente decisione continuino ad essere pertinenti, e riferiscono i risultati alla Commissione. Articolo 5 La decisione 2007/131/CE è abrogata. Articolo 6 Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione. Fatto a Bruxelles, il 14 maggio 2019 Per la Commissione Mariya GABRIEL Membro della Commissione (1) GU L 108 del 24.4.2002, pag. 1. (2) Decisione 2007/131/CE della Commissione, del 21 febbraio 2007, che autorizza l'uso armonizzato dello spettro radio da parte delle apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nella Comunità (GU L 55 del 23.2.2007, pag. 33). (3) Relazione 69 della CEPT — Relazione della CEPT alla Commissione europea in risposta al mandato Ultra-Wideband technology in view of a potential update of Commission Decision 2007/131/EC (La tecnologia della banda ultralarga in vista di un possibile aggiornamento della decisione 2007/131/CE della Commissione), approvata il 26 ottobre 2018 dal comitato per le comunicazioni elettroniche. (4) Direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che istituisce un quadro per l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (GU L 263 del 9.10.2007, pag. 1). (5) Regolamento (UE) 2018/643 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 aprile 2018, relativo alle statistiche dei trasporti ferroviari (GU L 112 del 2.5.2018, pag. 1). ALLEGATO 1. USO GENERICO DELLA BANDA ULTRALARGA (UWB) Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,1 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,1 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 36 dBm o 0 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 40 dBm o 0 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 30 dBm o 0 dBm 4,8 < f ≤ 6 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando DAA (2) – 25 dBm o 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2. SISTEMI DI GEOLOCALIZZAZIONE di tipo 1 (LT1) Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz – 40 dBm 3,8 < f ≤ 6,0 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando DAA (3) – 25 dBm o 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 3. DISPOSITIVI UWB INSTALLATI SU VEICOLI A MOTORE E FERROVIARI Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,1 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,1 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 36 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 40 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 30 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 4,8 < f ≤ 6 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 53,3 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + e.l. (7) – 13,3 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 25 dBm o ≤ 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm Nella tabella che segue sono definiti i requisiti tecnici da applicare all'interno delle bande 3,8-4,2 GHz e 6-8,5 GHz per i sistemi di accesso veicolare che utilizzano la tecnica di mitigazione trigger-before-transmit (attivazione prima della trasmissione). Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) 3,8 < f ≤ 4,2 GHz – 41,3 dBm/MHz con trigger-before-transmit e LDC ≤ 0,5 % (in 1 h) 0 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz con trigger-before-transmit e LDC ≤ 0,5 % (in 1 h) o TPC 0 dBm La mitigazione trigger-before-transmit è definita come una trasmissione UWB che viene avviata solo se necessario, in particolare quando il sistema segnala la presenza di dispositivi UWB nelle vicinanze. La comunicazione è attivata (triggered) da un utente o dal veicolo. La comunicazione successiva può essere considerata una «comunicazione attivata». Si applica la mitigazione LDC esistente (o, in alternativa, la mitigazione TPC nella gamma compresa tra 6 GHz e 8,5 GHz). Non deve essere applicato alcun requisito relativo al limite esterno quando si utilizza la tecnica di mitigazione trigger-before-transmit per i sistemi di accesso veicolare. Per i sistemi di accesso veicolare devono essere impiegate tecniche di mitigazione che forniscano un adeguato livello di prestazioni al fine di soddisfare i requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE. Qualora, nelle norme armonizzate o in parti di esse, siano descritte tecniche pertinenti i cui riferimenti sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea a norma della direttiva 2014/53/UE, occorre garantire prestazioni almeno equivalenti a tali tecniche, le quali devono rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. 4. DISPOSITIVI UWB A BORDO DI AEROMOBILI Nella tabella che segue sono elencati i valori del massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e della potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi a corto raggio che usano la tecnologia UWB, con o senza l'uso di tecniche di mitigazione. Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) Requisiti per le tecniche di mitigazione f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz – 40 dBm 3,8 < f ≤ 6,0 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6,0 < f ≤ 6,650 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 6,650 < f ≤ 6,6752 GHz – 62,3 dBm/MHz – 21 dBm per raggiungere il valore di – 62,3 dBm/MHz (8) occorre applicare un filtro notch di 21 dB 6,6752 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm da 7,25 a 7,75 GHz [protezione FSS e MetSat (da 7,45 a 7,55 GHz)] (8) (9) da 7,75 a 7,9 GHz (protezione MetSat) (8) (10) 8,5 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 5. DISPOSITIVI DI RILEVAMENTO DEI MATERIALI CHE USANO LA TECNOLOGIA UWB 5.1. Introduzione I dispositivi UWB di rilevamento dei materiali sono suddivisi in due classi: — dispositivi UWB di rilevamento dei materiali che funzionano per contatto, nei quali il trasmettitore UWB si accende solo in caso di contatto diretto con il materiale sotto esame; — dispositivi UWB di rilevamento dei materiali che funzionano senza contatto, nei quali il trasmettitore UWB si accende solo quando si trova vicino al materiale sotto esame ed è orientato nella direzione di quest'ultimo (ad esempio manualmente, grazie a un sensore di prossimità, o per via di un dispositivo meccanico). I dispositivi di rilevamento dei materiali basati sulla tecnologia UWB devono essere conformi al regolamento generico UWB basato sulle condizioni tecniche di cui alla sezione 1 del presente allegato, oppure rispettare i limiti specifici relativi ai dispositivi di rilevamento dei materiali definiti nelle sezioni 5.2 e 5.3. Il regolamento generico UWB esclude le installazioni fisse all'aperto. Le emissioni irradiate da un dispositivo di rilevamento dei materiali non devono superare i limiti del regolamento per l'uso generico dell'UWB di cui alla sezione 1. I dispositivi di rilevamento dei materiali devono soddisfare i requisiti delle tecniche di mitigazione per l'uso generico dell'UWB di cui alla sezione 1. I limiti specifici per i dispositivi di rilevamento dei materiali, comprese le tecniche di mitigazione, sono elencati nelle tabelle che seguono. Le emissioni irradiate dai dispositivi di rilevamento dei materiali autorizzate in forza della presente decisione devono essere mantenute al minimo e non possono comunque superare i limiti di emissione riportati nelle tabelle che seguono. Il rispetto dei limiti specifici deve essere garantito dal dispositivo posto su una struttura rappresentativa del materiale sotto esame. I limiti specifici di cui alle tabelle seguenti sono applicabili in qualsiasi ambiente ai dispositivi di rilevamento dei materiali, ad eccezione di quelli cui si applica la nota 5 di tali tabelle, la quale esclude le installazioni fisse all'aperto per determinate gamme di frequenze applicabili. 5.2. Dispositivi di rilevamento di materiali che funzionano per contatto I limiti specifici riferiti al massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e alla potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano per contatto sono definiti nella seguente tabella. Requisiti tecnici per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano per contatto Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,73 GHz – 85 dBm/MHz (11) – 45 dBm 1,73 < f ≤ 2,2 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm 2,2 < f ≤ 2,5 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 2,5 < f ≤ 2,69 GHz – 65 dBm/MHz (11) (12) – 25 dBm 2,69 < f ≤ 2,7 GHz (14) – 55 dBm/MHz (13) – 15 dBm 2,7 < f ≤ 2,9 GHz – 70 dBm/MHz (11) – 30 dBm 2,9 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz (11) (16) (17) – 30 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz (14) – 50 dBm/MHz (12) (16) (17) – 10 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 50 dBm/MHz (16) (17) – 10 dBm 4,8 < f ≤ 5,0 GHz (14) – 55 dBm/MHz (12) (13) – 15 dBm 5,0 < f ≤ 5,25 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,25 < f ≤ 5,35 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,35 < f ≤ 5,6 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,6 < f ≤ 5,65 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,65 < f ≤ 5,725 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,725 < f ≤ 6,0 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 6,0 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz (15) 0 dBm 8,5 < f ≤ 9,0 GHz – 65 dBm/MHz (17) – 25 dBm 9,0 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 5.3. Dispositivi di rilevamento di materiali che funzionano senza contatto I limiti specifici riferiti al massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e alla potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano senza contatto sono definiti nella seguente tabella. Requisiti tecnici per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano senza contatto Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,73 GHz – 85 dBm/MHz (18) – 60 dBm 1,73 < f ≤ 2,2 GHz – 70 dBm/MHz – 45 dBm 2,2 < f ≤ 2,5 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 2,5 < f ≤ 2,69 GHz – 65 dBm/MHz (18) (19) – 40 dBm 2,69 < f ≤ 2,7 GHz (21) – 70 dBm/MHz (20) – 45 dBm 2,7 < f ≤ 2,9 GHz – 70 dBm/MHz (18)) – 45 dBm 2,9 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz (18) (23) (24) – 45 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz (21) – 70 dBm/MHz (19) (23) (24) – 45 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 50 dBm/MHz (23) (24) – 25 dBm 4,8 < f ≤ 5,0 GHz (21) – 55 dBm/MHz (19) (20) – 30 dBm 5,0 < f ≤ 5,25 GHz – 55 dBm/MHz – 30 dBm 5,25 < f ≤ 5,35 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,35 < f ≤ 5,6 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,6 < f ≤ 5,65 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,65 < f ≤ 5,725 GHz – 65 dBm/MHz – 40 dBm 5,725 < f ≤ 6,0 GHz – 60 dBm/MHz – 35 dBm 6,0 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz (22) 0 dBm 8,5 < f ≤ 9,0 GHz – 65 dBm/MHz (24) – 25 dBm 9,0 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm Nella tabella che segue si definiscono i valori di soglia della potenza di picco riferiti al meccanismo LBT per garantire la protezione dei servizi radio elencati di seguito. Requisiti tecnici del meccanismo LBT per i dispositivi di rilevamento dei materiali Gamma di frequenze Servizio radio da rilevare Valore soglia della potenza di picco 1,215 < f ≤ 1,4 GHz Servizio di radiodeterminazione + 8 dBm/MHz 1,61 < f ≤ 1,66 GHz Servizio mobile via satellite – 43 dBm/MHz 2,5 < f ≤ 2,69 GHz Servizio mobile terrestre – 50 dBm/MHz 2,9 < f ≤ 3,4 GHz Servizio di radiodeterminazione – 70 dBm/MHz Requisiti supplementari per il rilevamento radar: ascolto continuo e spegnimento automatico entro 10 ms per la relativa gamma di frequenze se viene superato il valore soglia (tabella con meccanismo LTB). È necessario un tempo di silenzio di almeno 12 s, in ascolto continuo, prima che il trasmettitore possa accendersi nuovamente. Questo tempo di silenzio durante il quale è attivo solo il ricevitore LTB deve essere garantito anche dopo lo spegnimento del dispositivo. (1) All'interno della banda compresa fra 3,1 GHz e 4,8 GHz. La tecnica di mitigazione Low duty cycle (ciclo di lavoro ridotto, «LDC») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065–1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio e che abroga la direttiva 1999/5/CE (GU L 153 del 22.5.2014, pag. 62) e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (2) Nelle bande comprese fra 3,1 GHz e 4,8 GHz e fra 8,5 GHz e 9 GHz. La tecnica di mitigazione Detect and Avoid (rileva ed evita, «DAA») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (3) La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-2 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (4) La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (5) La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (6) La tecnica di mitigazione Transmit Power Control (controllo della potenza di trasmissione, «TPC») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.7.1.1, 4.7.1.2 e 4.7.1.3 della norma ETSI EN 302 065– 3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (7) È necessario un limite esterno (exterior limit, e.l.) ≤ – 53,3 dBm/MHz. Il limite esterno è definito nelle clausole 4.3.4.1, 4.3.4.2 e 4.3.4.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (8) Possono essere impiegate tecniche di mitigazione alternative, come l'uso di oblò schermati, purché garantiscano prestazioni almeno equivalenti. (9) Da 7,25 a 7,75 GHz (servizi satellitari fissi) e da 7,45 a 7,55 GHz (satelliti meteorologici): – 51,3 – 20 × log10 (10[km]/x[km])(dBm/MHz) per altezze da terra superiori a 1 000 m dove x è l'altezza da terra dell'aeromobile in km, e – 71,3 dBm/MHz per altezze da terra pari o inferiori a 1 000 m. (10) Protezione da 7,75 a 7,9 GHz (satelliti meteorologici): – 44,3 – 20 × log10 (10[km]/x[km])(dBm/MHz) per altezze da terra superiori a 1 000 m, dove x è l'altezza da terra dell'aeromobile in km, e – 64,3 dBm/MHz per altezze da terra pari o inferiori a 1 000 m. (11) I dispositivi che utilizzano il meccanismo Listen Before Talk (ascolta prima di trasmettere, «LBT») sono autorizzati a operare nella gamma di frequenze compresa tra 1,215 GHz e 1,73 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 70 dBm/GHz, e nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 2,7 GHz e 3,4 GHz con una densità spettrale di e.i.r.p. media massima di – 50 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di – 10 dBm/50 MHz. Il meccanismo LBT è definito nelle clausole 4.5.2.1, 4.5.2.2 e 4.5.2.3 della norma ETSI EN 302 065-4 V1.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (12) Per proteggere i servizi radio, le installazioni non fisse devono rispettare i seguenti requisiti per la potenza irradiata totale: a) nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 4,8 GHz e 5 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 10 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima; b) nella gamma di frequenze compresa tra 3,4 GHz e 3,8 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 5 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima. (13) Per proteggere i servizi di radioastronomia (RAS), nelle bande di frequenza comprese tra 2,69 e 2,70 GHz e tra 4,8 e 5 GHz la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore a – 65 dBm/MHz. (14) Limitazione del ciclo di lavoro a 10 % al secondo. (15) Non è consentita alcuna installazione fissa all'aperto. (16) Nella banda compresa fra 3,1 e 4,8 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione LDC sono autorizzati ad operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica LDC, si applica la nota 5. (17) Nelle bande di frequenza comprese fra 3,1 e 4,8 GHz e fra 8,5 e 9 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione DAA sono autorizzati ad operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica DAA, si applica la nota 5. (18) I dispositivi che utilizzano il meccanismo LBT sono autorizzati a operare nella gamma di frequenze compresa tra 1,215 GHz e 1,73 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 70 dBm/GHz e nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 2,7 GHz e 3,4 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 50 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di – 10 dBm/50 MHz. Il meccanismo LBT è definito nelle clausole 4.5.2.1, 4.5.2.2 e 4.5.2.3 della norma ETSI EN 302 065-4 V1.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (19) Per proteggere i servizi radio, le installazioni non fisse devono rispettare i seguenti requisiti per la potenza irradiata totale: a) nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 4,8 GHz e 5 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 10 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima; b) nella gamma di frequenze compresa tra 3,4 GHz e 3,8 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 5 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima. (20) Per proteggere i servizi di radioastronomia (RAS), nelle bande di frequenza comprese tra 2,69 e 2,70 GHz e tra 4,8 e 5 GHz la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore a – 65 dBm/MHz. (21) Limitazione del ciclo di lavoro a 10 % al secondo. (22) Non è consentita alcuna installazione fissa all'aperto. (23) Nella banda compresa fra 3,1 e 4,8 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione LDC sono autorizzati a operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica LDC, si applica la nota 5. (24) Nelle bande di frequenza comprese fra 3,1 e 4,8 GHz e fra 8,5 e 9 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione DAA sono autorizzati a operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica DAA, si applica la nota 5. Q: Puoi scrivere un riassunto appropriato per i paragrafi precedenti? A:
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2019/785 DELLA COMMISSIONE del 14 maggio 2019 relativa all'armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell'Unione, e che abroga la decisione 2007/131/CE [notificata con il numero C(2019) 3461] (Testo rilevante ai fini del SEE) LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, vista la decisione n. 676/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa ad un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità europea (Decisione spettro radio) (1), in particolare l'articolo 4, paragrafo 3, considerando quanto segue: (1) La decisione 2007/131/CE della Commissione (2) armonizza le condizioni tecniche per l'uso dello spettro da parte delle apparecchiature radio basate sulla tecnologia a banda ultralarga (ultra-wideband, UWB) nell'Unione. Tale decisione garantisce la disponibilità di spettro radio in tutta l'Unione secondo condizioni armonizzate, elimina gli ostacoli all'adozione della tecnologia UWB ed è finalizzata alla creazione di un mercato unico efficace per i sistemi UWB, con notevoli economie di scala e vantaggi per i consumatori. (2) Benché i segnali trasmessi con la tecnologia a banda ultralarga abbiano di norma una potenza estremamente ridotta, la possibilità di interferenze dannose con gli attuali servizi di radiocomunicazione esiste e deve essere gestita. La presente decisione relativa all'armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature UWB dovrebbe pertanto evitare interferenze dannose (anche quando queste dovessero derivare dall'accesso allo spettro radio da parte di sistemi di radioastronomia, di esplorazione della Terra via satellite e di ricerca spaziale) e preservare un equilibrio tra gli interessi dei servizi esistenti e l'obiettivo strategico generale di instaurare condizioni favorevoli all'introduzione di tecnologie innovative a vantaggio della società. (3) Ai sensi della decisione n. 676/2002/CE, il 16 marzo 2017 la Commissione ha conferito alla Conferenza europea delle amministrazioni delle poste e delle telecomunicazioni («CEPT») un mandato permanente al fine di individuare le condizioni tecniche per l'introduzione armonizzata di applicazioni radio basate sulla tecnologia UWB nell'Unione al fine di fornire condizioni tecniche aggiornate per tali applicazioni. (4) In risposta a tale mandato permanente, la CEPT ha adottato una relazione (3) nella quale sono state proposte quattro misure. In primo luogo, le condizioni tecniche dovrebbero fornire una descrizione più neutra dei dispositivi di rilevamento dei materiali in modo da consentire soluzioni innovative. In secondo luogo, dovrebbe essere possibile avvalersi delle condizioni per l'uso generico dell'UWB anche per le applicazioni di rilevamento dei materiali. In terzo luogo, è opportuno prevedere un limite di —65 dBm/MHz per tutti i dispositivi di rilevamento dei materiali, compresi quelli per l'analisi dei materiali da costruzione (building material analysis, BMA) nella banda 8,5-10,6 GHz. In quarto luogo, nelle bande di frequenze 3,8-4,2 GHz e 6-8,5 GHz è opportuno introdurre la possibilità di una tecnica di mitigazione trigger-before-transmit (attivazione prima della trasmissione) per i sistemi di controllo dell'accesso veicolare basati sulla tecnologia UWB. (5) La presente decisione dovrebbe sostenere l'armonizzazione generale del quadro normativo dell'UWB al fine di migliorare la coerenza dei limiti e delle tecniche di mitigazione tra i diversi regolamenti relativi alla banda ultralarga e consentire soluzioni innovative nel campo della tecnologia UWB. (6) La presente decisione stabilisce limiti normativi e individua tecniche di mitigazione per garantire un uso efficiente dello spettro, assicurando al tempo stesso la coesistenza con gli altri utenti dello spettro. L'evoluzione tecnologica può offrire altre soluzioni che garantiscano un livello di protezione dello spettro almeno equivalente. Per questo motivo l'uso di tecniche di mitigazione alternative, come le soluzioni contenute in eventuali norme armonizzate elaborate in futuro dalle organizzazioni europee di normazione, dovrebbe essere consentito a condizione che tali tecniche garantiscano un livello di prestazioni e di protezione dello spettro almeno equivalente e che rispettino in modo verificabile i requisiti tecnici stabiliti dal presente quadro normativo. (7) La decisione 2007/131/CE è stata modificata più volte. Per motivi di chiarezza giuridica è opportuno abrogare la decisione 2007/131/CE. (8) Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del Comitato dello spettro radio, HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE: Articolo 1 Scopo della presente decisione è armonizzare le condizioni tecniche per la disponibilità e l'uso efficiente dello spettro radio da parte di apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell'Unione. Articolo 2 Ai fini della presente decisione si applicano le seguenti definizioni: a) «apparecchiatura che utilizza la tecnologia a banda ultralarga»: un'apparecchiatura che contiene, come parte integrante o come accessorio, una tecnologia per le radiocomunicazioni a corto raggio implicante la generazione e la trasmissione intenzionali di energia di radiofrequenza che si diffonde su una gamma di frequenze di ampiezza superiore a 50 MHz, in grado di coprire più bande di frequenze attribuite ai servizi di radiocomunicazione; b) «su base di non interferenza e senza diritto a protezione»: nessuna interferenza dannosa può essere causata a qualsivoglia servizio di radiocomunicazione e nessuna richiesta può essere fatta per la protezione di queste apparecchiature da interferenze derivanti da servizi di radiocomunicazione; c) «in ambienti chiusi»: all'interno di edifici o luoghi la cui schermatura di norma garantisce l'attenuazione necessaria a proteggere i servizi di radiocomunicazione da interferenze dannose; d) «veicolo a motore»: lo stesso significato di cui all'articolo 3, paragrafo 11, della direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (4); e) «veicolo ferroviario»: lo stesso significato di cui all'articolo 3, paragrafo 1, punto 4 del regolamento (UE) 2018/643 del Parlamento europeo e del Consiglio (5); f) «e.i.r.p.» (equivalent isotropically radiated power): la potenza isotropica equivalente irradiata, ovvero il prodotto della potenza fornita all'antenna per il suo guadagno in una data direzione rispetto a un'antenna isotropica (guadagno assoluto o isotropico); g) «massimo della densità spettrale di potenza media»: la potenza media per unità di larghezza di banda (centrata su tale frequenza), irradiata nella direzione di massima irradiazione nelle condizioni di misurazione specificate e indicata come e.i.r.p. del dispositivo radio sottoposto a prova a una determinata frequenza; h) «potenza di picco»: la potenza contenuta in una larghezza di banda di 50 MHz alla frequenza in cui si ottiene la massima potenza media irradiata nella direzione di massima irradiazione nelle condizioni di misurazione specificate e indicata come e.i.r.p.; i) «densità spettrale di potenza totale»: la media dei valori della densità spettrale di potenza media misurata su una sfera comprendente lo scenario di misurazione con una risoluzione di almeno 15 gradi; j) «a bordo di aeromobili»: l'uso di collegamenti radio per comunicazioni all'interno di un aeromobile; k) «LT1»: i sistemi destinati alla localizzazione generale di persone e oggetti, che possono essere messi in servizio senza licenza. Articolo 3 Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente decisione, gli Stati membri designano e rendono disponibile, su base di non interferenza e senza diritto a protezione, lo spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga purché queste ultime rispettino le condizioni fissate nell'allegato e siano utilizzate in ambienti chiusi o, se utilizzate all'aperto, non siano collegate a un'installazione fissa, a un'infrastruttura fissa o a un'antenna esterna fissa. Le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga che rispetta le condizioni fissate nell'allegato sono autorizzate anche nei veicoli a motore e ferroviari. Articolo 4 Gli Stati membri monitorano l'uso delle bande elencate nell'allegato da parte delle apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga, in particolare per garantire che tutte le condizioni di cui all'articolo 3 della presente decisione continuino ad essere pertinenti, e riferiscono i risultati alla Commissione. Articolo 5 La decisione 2007/131/CE è abrogata. Articolo 6 Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione. Fatto a Bruxelles, il 14 maggio 2019 Per la Commissione Mariya GABRIEL Membro della Commissione (1) GU L 108 del 24.4.2002, pag. 1. (2) Decisione 2007/131/CE della Commissione, del 21 febbraio 2007, che autorizza l'uso armonizzato dello spettro radio da parte delle apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nella Comunità (GU L 55 del 23.2.2007, pag. 33). (3) Relazione 69 della CEPT — Relazione della CEPT alla Commissione europea in risposta al mandato Ultra-Wideband technology in view of a potential update of Commission Decision 2007/131/EC (La tecnologia della banda ultralarga in vista di un possibile aggiornamento della decisione 2007/131/CE della Commissione), approvata il 26 ottobre 2018 dal comitato per le comunicazioni elettroniche. (4) Direttiva 2007/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che istituisce un quadro per l'omologazione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, componenti ed entità tecniche destinati a tali veicoli (GU L 263 del 9.10.2007, pag. 1). (5) Regolamento (UE) 2018/643 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 aprile 2018, relativo alle statistiche dei trasporti ferroviari (GU L 112 del 2.5.2018, pag. 1). ALLEGATO 1. USO GENERICO DELLA BANDA ULTRALARGA (UWB) Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,1 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,1 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 36 dBm o 0 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 40 dBm o 0 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (1) o DAA (2) – 30 dBm o 0 dBm 4,8 < f ≤ 6 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando DAA (2) – 25 dBm o 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2. SISTEMI DI GEOLOCALIZZAZIONE di tipo 1 (LT1) Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz – 40 dBm 3,8 < f ≤ 6,0 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando DAA (3) – 25 dBm o 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 3. DISPOSITIVI UWB INSTALLATI SU VEICOLI A MOTORE E FERROVIARI Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,1 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,1 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 36 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 40 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 70 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 30 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 4,8 < f ≤ 6 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 53,3 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando LDC (4) + e.l. (7) o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + e.l. (7) – 13,3 dBm o ≤ 0 dBm o ≤ 0 dBm 8,5 < f ≤ 9 GHz – 65 dBm/MHz o – 41,3 dBm/MHz usando TPC (6) + DAA (5) + e.l. (7) – 25 dBm o ≤ 0 dBm 9 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm Nella tabella che segue sono definiti i requisiti tecnici da applicare all'interno delle bande 3,8-4,2 GHz e 6-8,5 GHz per i sistemi di accesso veicolare che utilizzano la tecnica di mitigazione trigger-before-transmit (attivazione prima della trasmissione). Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) 3,8 < f ≤ 4,2 GHz – 41,3 dBm/MHz con trigger-before-transmit e LDC ≤ 0,5 % (in 1 h) 0 dBm 6 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz con trigger-before-transmit e LDC ≤ 0,5 % (in 1 h) o TPC 0 dBm La mitigazione trigger-before-transmit è definita come una trasmissione UWB che viene avviata solo se necessario, in particolare quando il sistema segnala la presenza di dispositivi UWB nelle vicinanze. La comunicazione è attivata (triggered) da un utente o dal veicolo. La comunicazione successiva può essere considerata una «comunicazione attivata». Si applica la mitigazione LDC esistente (o, in alternativa, la mitigazione TPC nella gamma compresa tra 6 GHz e 8,5 GHz). Non deve essere applicato alcun requisito relativo al limite esterno quando si utilizza la tecnica di mitigazione trigger-before-transmit per i sistemi di accesso veicolare. Per i sistemi di accesso veicolare devono essere impiegate tecniche di mitigazione che forniscano un adeguato livello di prestazioni al fine di soddisfare i requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE. Qualora, nelle norme armonizzate o in parti di esse, siano descritte tecniche pertinenti i cui riferimenti sono stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea a norma della direttiva 2014/53/UE, occorre garantire prestazioni almeno equivalenti a tali tecniche, le quali devono rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. 4. DISPOSITIVI UWB A BORDO DI AEROMOBILI Nella tabella che segue sono elencati i valori del massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e della potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi a corto raggio che usano la tecnologia UWB, con o senza l'uso di tecniche di mitigazione. Requisiti tecnici Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) Requisiti per le tecniche di mitigazione f ≤ 1,6 GHz – 90 dBm/MHz – 50 dBm 1,6 < f ≤ 2,7 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 2,7 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz – 36 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz – 80 dBm/MHz – 40 dBm 3,8 < f ≤ 6,0 GHz – 70 dBm/MHz – 30 dBm 6,0 < f ≤ 6,650 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm 6,650 < f ≤ 6,6752 GHz – 62,3 dBm/MHz – 21 dBm per raggiungere il valore di – 62,3 dBm/MHz (8) occorre applicare un filtro notch di 21 dB 6,6752 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz 0 dBm da 7,25 a 7,75 GHz [protezione FSS e MetSat (da 7,45 a 7,55 GHz)] (8) (9) da 7,75 a 7,9 GHz (protezione MetSat) (8) (10) 8,5 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 5. DISPOSITIVI DI RILEVAMENTO DEI MATERIALI CHE USANO LA TECNOLOGIA UWB 5.1. Introduzione I dispositivi UWB di rilevamento dei materiali sono suddivisi in due classi: — dispositivi UWB di rilevamento dei materiali che funzionano per contatto, nei quali il trasmettitore UWB si accende solo in caso di contatto diretto con il materiale sotto esame; — dispositivi UWB di rilevamento dei materiali che funzionano senza contatto, nei quali il trasmettitore UWB si accende solo quando si trova vicino al materiale sotto esame ed è orientato nella direzione di quest'ultimo (ad esempio manualmente, grazie a un sensore di prossimità, o per via di un dispositivo meccanico). I dispositivi di rilevamento dei materiali basati sulla tecnologia UWB devono essere conformi al regolamento generico UWB basato sulle condizioni tecniche di cui alla sezione 1 del presente allegato, oppure rispettare i limiti specifici relativi ai dispositivi di rilevamento dei materiali definiti nelle sezioni 5.2 e 5.3. Il regolamento generico UWB esclude le installazioni fisse all'aperto. Le emissioni irradiate da un dispositivo di rilevamento dei materiali non devono superare i limiti del regolamento per l'uso generico dell'UWB di cui alla sezione 1. I dispositivi di rilevamento dei materiali devono soddisfare i requisiti delle tecniche di mitigazione per l'uso generico dell'UWB di cui alla sezione 1. I limiti specifici per i dispositivi di rilevamento dei materiali, comprese le tecniche di mitigazione, sono elencati nelle tabelle che seguono. Le emissioni irradiate dai dispositivi di rilevamento dei materiali autorizzate in forza della presente decisione devono essere mantenute al minimo e non possono comunque superare i limiti di emissione riportati nelle tabelle che seguono. Il rispetto dei limiti specifici deve essere garantito dal dispositivo posto su una struttura rappresentativa del materiale sotto esame. I limiti specifici di cui alle tabelle seguenti sono applicabili in qualsiasi ambiente ai dispositivi di rilevamento dei materiali, ad eccezione di quelli cui si applica la nota 5 di tali tabelle, la quale esclude le installazioni fisse all'aperto per determinate gamme di frequenze applicabili. 5.2. Dispositivi di rilevamento di materiali che funzionano per contatto I limiti specifici riferiti al massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e alla potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano per contatto sono definiti nella seguente tabella. Requisiti tecnici per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano per contatto Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,73 GHz – 85 dBm/MHz (11) – 45 dBm 1,73 < f ≤ 2,2 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm 2,2 < f ≤ 2,5 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 2,5 < f ≤ 2,69 GHz – 65 dBm/MHz (11) (12) – 25 dBm 2,69 < f ≤ 2,7 GHz (14) – 55 dBm/MHz (13) – 15 dBm 2,7 < f ≤ 2,9 GHz – 70 dBm/MHz (11) – 30 dBm 2,9 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz (11) (16) (17) – 30 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz (14) – 50 dBm/MHz (12) (16) (17) – 10 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 50 dBm/MHz (16) (17) – 10 dBm 4,8 < f ≤ 5,0 GHz (14) – 55 dBm/MHz (12) (13) – 15 dBm 5,0 < f ≤ 5,25 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,25 < f ≤ 5,35 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,35 < f ≤ 5,6 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,6 < f ≤ 5,65 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,65 < f ≤ 5,725 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 5,725 < f ≤ 6,0 GHz – 50 dBm/MHz – 10 dBm 6,0 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz (15) 0 dBm 8,5 < f ≤ 9,0 GHz – 65 dBm/MHz (17) – 25 dBm 9,0 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm 5.3. Dispositivi di rilevamento di materiali che funzionano senza contatto I limiti specifici riferiti al massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) e alla potenza di picco massima (e.i.r.p.) per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano senza contatto sono definiti nella seguente tabella. Requisiti tecnici per i dispositivi di rilevamento dei materiali che usano la tecnologia UWB e funzionano senza contatto Gamma di frequenze Massimo della densità spettrale di potenza media (e.i.r.p.) Potenza di picco massima (e.i.r.p.) (definita in 50 MHz) f ≤ 1,73 GHz – 85 dBm/MHz (18) – 60 dBm 1,73 < f ≤ 2,2 GHz – 70 dBm/MHz – 45 dBm 2,2 < f ≤ 2,5 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 2,5 < f ≤ 2,69 GHz – 65 dBm/MHz (18) (19) – 40 dBm 2,69 < f ≤ 2,7 GHz (21) – 70 dBm/MHz (20) – 45 dBm 2,7 < f ≤ 2,9 GHz – 70 dBm/MHz (18)) – 45 dBm 2,9 < f ≤ 3,4 GHz – 70 dBm/MHz (18) (23) (24) – 45 dBm 3,4 < f ≤ 3,8 GHz (21) – 70 dBm/MHz (19) (23) (24) – 45 dBm 3,8 < f ≤ 4,8 GHz – 50 dBm/MHz (23) (24) – 25 dBm 4,8 < f ≤ 5,0 GHz (21) – 55 dBm/MHz (19) (20) – 30 dBm 5,0 < f ≤ 5,25 GHz – 55 dBm/MHz – 30 dBm 5,25 < f ≤ 5,35 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,35 < f ≤ 5,6 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,6 < f ≤ 5,65 GHz – 50 dBm/MHz – 25 dBm 5,65 < f ≤ 5,725 GHz – 65 dBm/MHz – 40 dBm 5,725 < f ≤ 6,0 GHz – 60 dBm/MHz – 35 dBm 6,0 < f ≤ 8,5 GHz – 41,3 dBm/MHz (22) 0 dBm 8,5 < f ≤ 9,0 GHz – 65 dBm/MHz (24) – 25 dBm 9,0 < f ≤ 10,6 GHz – 65 dBm/MHz – 25 dBm f > 10,6 GHz – 85 dBm/MHz – 45 dBm Nella tabella che segue si definiscono i valori di soglia della potenza di picco riferiti al meccanismo LBT per garantire la protezione dei servizi radio elencati di seguito. Requisiti tecnici del meccanismo LBT per i dispositivi di rilevamento dei materiali Gamma di frequenze Servizio radio da rilevare Valore soglia della potenza di picco 1,215 < f ≤ 1,4 GHz Servizio di radiodeterminazione + 8 dBm/MHz 1,61 < f ≤ 1,66 GHz Servizio mobile via satellite – 43 dBm/MHz 2,5 < f ≤ 2,69 GHz Servizio mobile terrestre – 50 dBm/MHz 2,9 < f ≤ 3,4 GHz Servizio di radiodeterminazione – 70 dBm/MHz Requisiti supplementari per il rilevamento radar: ascolto continuo e spegnimento automatico entro 10 ms per la relativa gamma di frequenze se viene superato il valore soglia (tabella con meccanismo LTB). È necessario un tempo di silenzio di almeno 12 s, in ascolto continuo, prima che il trasmettitore possa accendersi nuovamente. Questo tempo di silenzio durante il quale è attivo solo il ricevitore LTB deve essere garantito anche dopo lo spegnimento del dispositivo. (1) All'interno della banda compresa fra 3,1 GHz e 4,8 GHz. La tecnica di mitigazione Low duty cycle (ciclo di lavoro ridotto, «LDC») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065–1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio e che abroga la direttiva 1999/5/CE (GU L 153 del 22.5.2014, pag. 62) e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (2) Nelle bande comprese fra 3,1 GHz e 4,8 GHz e fra 8,5 GHz e 9 GHz. La tecnica di mitigazione Detect and Avoid (rileva ed evita, «DAA») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (3) La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-2 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (4) La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (5) La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (6) La tecnica di mitigazione Transmit Power Control (controllo della potenza di trasmissione, «TPC») e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.7.1.1, 4.7.1.2 e 4.7.1.3 della norma ETSI EN 302 065– 3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (7) È necessario un limite esterno (exterior limit, e.l.) ≤ – 53,3 dBm/MHz. Il limite esterno è definito nelle clausole 4.3.4.1, 4.3.4.2 e 4.3.4.3 della norma ETSI EN 302 065-3 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (8) Possono essere impiegate tecniche di mitigazione alternative, come l'uso di oblò schermati, purché garantiscano prestazioni almeno equivalenti. (9) Da 7,25 a 7,75 GHz (servizi satellitari fissi) e da 7,45 a 7,55 GHz (satelliti meteorologici): – 51,3 – 20 × log10 (10[km]/x[km])(dBm/MHz) per altezze da terra superiori a 1 000 m dove x è l'altezza da terra dell'aeromobile in km, e – 71,3 dBm/MHz per altezze da terra pari o inferiori a 1 000 m. (10) Protezione da 7,75 a 7,9 GHz (satelliti meteorologici): – 44,3 – 20 × log10 (10[km]/x[km])(dBm/MHz) per altezze da terra superiori a 1 000 m, dove x è l'altezza da terra dell'aeromobile in km, e – 64,3 dBm/MHz per altezze da terra pari o inferiori a 1 000 m. (11) I dispositivi che utilizzano il meccanismo Listen Before Talk (ascolta prima di trasmettere, «LBT») sono autorizzati a operare nella gamma di frequenze compresa tra 1,215 GHz e 1,73 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 70 dBm/GHz, e nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 2,7 GHz e 3,4 GHz con una densità spettrale di e.i.r.p. media massima di – 50 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di – 10 dBm/50 MHz. Il meccanismo LBT è definito nelle clausole 4.5.2.1, 4.5.2.2 e 4.5.2.3 della norma ETSI EN 302 065-4 V1.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (12) Per proteggere i servizi radio, le installazioni non fisse devono rispettare i seguenti requisiti per la potenza irradiata totale: a) nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 4,8 GHz e 5 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 10 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima; b) nella gamma di frequenze compresa tra 3,4 GHz e 3,8 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 5 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima. (13) Per proteggere i servizi di radioastronomia (RAS), nelle bande di frequenza comprese tra 2,69 e 2,70 GHz e tra 4,8 e 5 GHz la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore a – 65 dBm/MHz. (14) Limitazione del ciclo di lavoro a 10 % al secondo. (15) Non è consentita alcuna installazione fissa all'aperto. (16) Nella banda compresa fra 3,1 e 4,8 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione LDC sono autorizzati ad operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica LDC, si applica la nota 5. (17) Nelle bande di frequenza comprese fra 3,1 e 4,8 GHz e fra 8,5 e 9 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione DAA sono autorizzati ad operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica DAA, si applica la nota 5. (18) I dispositivi che utilizzano il meccanismo LBT sono autorizzati a operare nella gamma di frequenze compresa tra 1,215 GHz e 1,73 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 70 dBm/GHz e nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 2,7 GHz e 3,4 GHz con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 50 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di – 10 dBm/50 MHz. Il meccanismo LBT è definito nelle clausole 4.5.2.1, 4.5.2.2 e 4.5.2.3 della norma ETSI EN 302 065-4 V1.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. (19) Per proteggere i servizi radio, le installazioni non fisse devono rispettare i seguenti requisiti per la potenza irradiata totale: a) nelle gamme di frequenze comprese tra 2,5 GHz e 2,69 GHz e tra 4,8 GHz e 5 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 10 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima; b) nella gamma di frequenze compresa tra 3,4 GHz e 3,8 GHz, la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore di 5 dB alla densità spettrale di e.i.r.p. massima. (20) Per proteggere i servizi di radioastronomia (RAS), nelle bande di frequenza comprese tra 2,69 e 2,70 GHz e tra 4,8 e 5 GHz la densità spettrale di potenza totale deve essere inferiore a – 65 dBm/MHz. (21) Limitazione del ciclo di lavoro a 10 % al secondo. (22) Non è consentita alcuna installazione fissa all'aperto. (23) Nella banda compresa fra 3,1 e 4,8 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione LDC sono autorizzati a operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione LDC e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.3.1, 4.5.3.2 e 4.5.3.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica LDC, si applica la nota 5. (24) Nelle bande di frequenza comprese fra 3,1 e 4,8 GHz e fra 8,5 e 9 GHz, i dispositivi che applicano la tecnica di mitigazione DAA sono autorizzati a operare con un massimo della densità spettrale di potenza media di e.i.r.p. di – 41,3 dBm/MHz e con un'e.i.r.p. di picco massima di 0 dBm, definita in 50 MHz. La tecnica di mitigazione DAA e i suoi limiti sono definiti nelle clausole 4.5.1.1, 4.5.1.2 e 4.5.1.3 della norma ETSI EN 302 065-1 V2.1.1. È possibile ricorrere a tecniche di mitigazione alternative purché queste garantiscano prestazioni e un livello di protezione dello spettro almeno equivalenti al fine di soddisfare i corrispondenti requisiti essenziali della direttiva 2014/53/UE e rispettare i requisiti tecnici della presente decisione. Qualora sia attuata la tecnica DAA, si applica la nota 5. Q: Puoi scrivere un riassunto appropriato per i paragrafi precedenti? A: Apparecchiature a corto raggio, RLAN (WiFi), Internet degli oggetti, apparecchiature a banda ultralarga (UWB) e sistemi di trasporto intelligenti (STI) QUALI SONO GLI SCOPI DELLA DIRETTIVA E DELLE DECISIONI? Le decisioni di esecuzione riguardano principalmente l’armonizzazione, mentre altre riguardano specifiche bande di frequenza per scopi specifici, oltre ai limiti sulla potenza del segnale e alle interferenze dannose ove applicabile. Gli Stati membri sono responsabili della gestione dello spettro radio e le modifiche riflettono l’evoluzione dell’armonizzazione e degli accordi tecnici europei e internazionali. La direttiva «DECT» assegna la banda di frequenza 1 880-1 900 MHz per le comunicazioni digitali senza fili entro il 1o gennaio 1992 e obbliga gli Stati membri ad applicare le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative nazionali necessarie. PUNTI CHIAVE Le decisioni Le decisioni di esecuzione riguardano i dispositivi radio gestiti mediante autorizzazione generale o senza licenza o condivisi dagli utenti finali. Ciò comprende i dispositivi di rete ad accesso locale in radiofrequenza (WiFi) che hanno mostrato una forte crescita della domanda dello spettro radio, come riconosciuto dal Codice europeo delle comunicazioni elettroniche del 2018. Molti di questi atti sono decisioni di armonizzazione. Altri riguardano le bande di frequenza per scopi diversi, ad esempio un’enorme varietà di dispositivi a corto raggio, apparecchiature di Internet degli oggetti, apparecchiature a banda ultra larga, allarmi, apriporta, impianti medici, sistemi di trasporto intelligenti, dispositivi di identificazione a radiofrequenza ( RFID), radiodeterminazione, sondaggio del suolo e nuovi tipi di dispositivi da macchina a macchina, nonché apparecchiature per la realizzazione di programmi ed eventi speciali (PMSE) come collegamenti video senza fili o microfoni e telefoni digitali senza fili. Un’ulteriore banda con autorizzazione generale riguarda la sicurezza dei veicoli, in particolare il funzionamento dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS). Le varie decisioni di esecuzione riguardano i seguenti spettri radio, oltre ai limiti sulla potenza del segnale e alle interferenze dannose ove applicabili:banda di frequenza 5 GHz (5 150-5 350 MHz e 5 470-5 725 MHz) per i sistemi di accesso senza fili, comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS / RLAN - banda larga WiFi); banda di frequenza 3 400-3 800 MHz per i sistemi terrestri per «reti di comunicazione elettronica fisse, portatili e mobili»; banda di frequenze 5 875-5 935 MHz per applicazioni legate alla sicurezza dei sistemi di trasporto intelligenti; spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio; banda di spettro radio 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli; utilizzo dello spettro radio da parte delle apparecchiature audio senza fili per la realizzazione di programmi e di eventi speciali; banda di frequenza 2 010-2 025 MHz per collegamenti video senza fili portatili o mobili e videocamere senza fili per la realizzazione di programmi ed eventi speciali; bande di frequenze 900 MHz e 1 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche in relazione all’Internet degli oggetti; spettro radio per l’utilizzo di apparecchiature a corto raggio nelle bande di frequenza 874-876 MHz e 915-921 MHz; spettro radio per apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultra larga, ad esempio per il rilevamento della posizione di veicoli e aeromobili.Direttiva 91/287/CEE La direttiva impone agli Stati membri di assegnare la banda di frequenze 1 880-1 900 MHz alle comunicazioni digitali senza fili entro il 1o gennaio 1992. DA QUANDO SI APPLICANO LA DIRETTIVA E LE DECISIONI? Legislazione Data di applicazione Decisione di esecuzione (UE) 2020/1426 8 ottobre 2020 Decisione di esecuzione (UE) 2019/785 16 maggio 2019 Decisione di esecuzione (UE) 2018/1538 12 ottobre 2018 Decisione di esecuzione (UE) 2018/637 23 aprile 2018 Decisione di esecuzione (UE) 2017/2077 13 novembre 2017 Decisione di esecuzione (UE) 2017/1483 10 agosto 2017 Decisione di esecuzione (UE) 2016/339 9 marzo 2016 Decisione di esecuzione 2014/641/UE 2 settembre 2014 Decisione di esecuzione 2013/752/UE 12 dicembre 2013 Decisione di esecuzione 2011/829/UE 9 dicembre 2011 Decisione di esecuzione 2011/485/UE 1o agosto 2011 Decisione 2010/368/UE 1o luglio 2010 Decisione 2009/381/CE 14 maggio 2009 Decisione 2007/90/CE 12 febbraio 2007 Decisione 2008/411/CE 21 maggio 2008 Decisione 2005/513/CE 11 luglio 2005 Direttiva 91/287/CEE 5 giugno 1991 CONTESTO Per ulteriori informazioni consultare:Cos’è la politica dello spettro radio? (Commissione europea) Armonizzazione dello spettro radio per dispositivi a corto raggio (Commissione europea) Nuove disposizioni sulle telecomunicazioni nell’UE: migliorare la connettività e proteggere meglio gli utenti (Commissione europea) L’Internet degli oggetti (Commissione europea). DOCUMENTI PRINCIPALI Decisione di esecuzione (UE) 2020/1426 della Commissione del 7 ottobre 2020 relativa all’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 875-5 935 MHz per le applicazioni legate alla sicurezza dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e che abroga la decisione 2008/671/CE (GU L 328 del 9.10.2020, pag. 19). Decisione di esecuzione (UE) 2019/785 della Commissione, del 14 maggio 2019, relativa all’armonizzazione dello spettro radio per le apparecchiature che utilizzano la tecnologia a banda ultralarga nell’Unione, e che abroga la decisione 2007/131/CE (GU L 127 del 16.5.2019, pag. 23). Decisione di esecuzione (UE) 2018/1538 della Commissione, dell’11 ottobre 2018, relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo di apparecchiature a corto raggio nelle bande di frequenza 874-876 MHz e 915-921 MHz (GU L 257 del 15.10.2018, pag. 57). Decisione di esecuzione (UE) 2018/637 della Commissione, del 20 aprile 2018, che modifica la decisione 2009/766/CE della Commissione relativa all’armonizzazione delle bande di frequenze 900 MHz e 1 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche paneuropee nella Comunità per quanto riguarda le condizioni tecniche per l’Internet delle cose (GU L 105 del 25.4.2018, pag. 27). Decisione di esecuzione (UE) 2017/2077 della Commissione, del 10 novembre 2017, sulla modifica della decisione 2005/50/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio nella banda di frequenze 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli nella Comunità (GU L 295 del 14.11.2017, pag. 75). Decisione di esecuzione (UE) 2017/1483 della Commissione, dell’8 agosto 2017, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio e che abroga la decisione 2006/804/CE (GU L 214 del 18.8.2017, pag. 3). Decisione di esecuzione (UE)2016/339 della Commissione, dell’8 marzo 2016, relativa all’armonizzazione della banda di frequenza 2 010-2 025 MHz per collegamenti video senza fili portatili o mobili e videocamere senza fili per la realizzazione di programmi ed eventi speciali (GU L 63 del 10.3.2016, pag. 5). Decisione di esecuzione 2014/641/UE della Commissione, del 1o settembre 2014, relativa alle condizioni tecniche armonizzate per l’utilizzo dello spettro radio da parte delle apparecchiature audio senza fili per la realizzazione di programmi e di eventi speciali nell’Unione (GU L 263 del 3.9.2014, pag. 29). Decisione di esecuzione 2013/752/UE della Commissione, dell’11 dicembre 2013, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio e che abroga la decisione 2005/928/CE (GU L 334 del 13.12.2013, pag. 17). Decisione di esecuzione 2011/829/UE della Commissione, dell’8 dicembre 2011, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 329 del 13.12.2011, pag. 10). Decisione di esecuzione (UE) 2011/485/UE della Commissione, del 29 luglio 2011, sulla modifica della decisione 2005/50/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio nella banda di frequenze 24 GHz ai fini dell’uso limitato nel tempo di apparecchiature radar a corto raggio per autoveicoli nella Comunità (GU L 198 del 30.7.2011, pag. 71). Decisione 2010/368/UE della Commissione, del 30 giugno 2010, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 166 del 1.7.2010, pag. 33). Decisione 2009/381/CE della Commissione, del 13 maggio 2009, recante modifica della decisione 2006/771/CE relativa all’armonizzazione dello spettro radio per l’utilizzo da parte di apparecchiature a corto raggio (GU L 119 del 14.5.2009, pag. 32). Decisione 2007/90/CE della Commissione, del 12 febbraio 2007 ,recante modifica della decisione 2005/513/CE sull’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 GHz per l’implementazione di sistemi di accesso senza fili, comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS/RLAN) (GU L 41 del 13.2.2007, pag. 10). Decisione 2008/411/CE della Commissione, del 21 maggio 2008, relativa all’armonizzazione della banda di frequenze 3 400-3 800 MHz per i sistemi terrestri in grado di fornire servizi di comunicazioni elettroniche nella Comunità (GU L 144 del 4.6.2008, pag. 77). Le successive modifiche alla decisione 2008/411/UE sono state incorporate nel documento originale. La versione consolidata ha esclusivamente valore documentale. Decisione 2005/513/CE della Commissione, dell’11 luglio 2005, sull’uso armonizzato dello spettro radio nella banda di frequenze 5 GHz per l’implementazione di sistemi di accesso senza fili comprese le reti locali in radiofrequenza (WAS/RLAN) (GU L 187 del 19.7.2005, pag. 22). Si veda la versione consolidata. Direttiva 91/287/CEE del Consiglio, del 3 giugno 1991, sulla banda di frequenza da assegnare per l’introduzione coordinata nella Comunità di un sistema digitale di telecomunicazione senza filo (DECT) (GU L 144 dell’8.6.1991, pag. 45). DOCUMENTI CORRELATI Direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione) (GU L 321 del 17.12.2018, pag. 36). Si veda la versione consolidata. Decisione n. 676/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 marzo 2002, relativa a un quadro normativo per la politica in materia di spettro radio nella Comunità europea (Decisione spettro radio) (GU L 108 del 24.4.2002, pag. 1).
Sistema di scambio di quote di emissioni: norme del Fondo per l’innovazione QUAL È L’OBIETTIVO DEL REGOLAMENTO? Il Fondo per l’innovazione introdotto dalla direttiva 2003/87/CE è destinato a sostenere iniziative innovative nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS)*, una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell’Unione per contrastare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Il presente regolamento stabilisce norme dettagliate sul funzionamento del fondo. PUNTI CHIAVE Il regolamento stabilisce norme dettagliate per il Fondo per l’innovazione, tra cui:obiettivi operativi; forme di sostegno fornito; procedura di presentazione delle domande; modalità di selezione dei progetti; modalità di gestione del fondo; rendicontazione, monitoraggio, valutazione, controllo e pubblicità.Obiettivi e forme di sostegno Il fondo fornisce sostegno finanziario a progetti dimostrativi di tecnologie, processi o prodotti altamente innovativi con un potenziale significativo di riduzione delle emissioni di gas serra e che, nel contempo, attraggono risorse pubbliche e private aggiuntive. Il sostegno sarà erogato sotto forma di sovvenzioni o combinando le sovvenzioni UE con strumenti finanziari nell’ambito dello strumento unificato di sostegno agli investimenti (InvestEU), che sostituisce l’attuale Fondo europeo per gli investimenti strategici per il periodo 2021-2027. Il finanziamento può anche assumere qualsiasi altra forma prevista dal regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 (il «regolamento finanziario»), in particolare premi e appalti. Candidatura e selezione I candidati sono invitati a presentare domanda di sostegno finanziario per i progetti ammissibili a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato dalla Commissione europea previa consultazione con i paesi dell’Unione. I progetti sono selezionati in base a criteri che comprendono:potenziale di prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra; livello di innovazione dei progetti rispetto allo stato dell’arte; maturità dei progetti in termini di pianificazione, modello di business, struttura finanziaria e giuridica e possibilità di raggiungere la chiusura finanziaria entro un periodo di tempo predefinito non superiore a quattro anni; potenziale tecnico e di mercato di una vasta applicazione o di futuri abbattimenti dei costi; efficienza in termini di costi del progetto sulla base di una formula di bilanciamento dei costi rispetto alle emissioni di gas serra evitate, all’energia generata o alla CO2 stoccata (cattura e stoccaggio del carbonio) nei primi 10 anni di funzionamento.Governance e amministrazione La Commissione gestisce direttamente il funzionamento del Fondo, tranne nei casi in cui sono delegati organi esecutivi. I paesi dell’Unione sono consultati in merito ai progetti selezionati prima della decisione di assegnazione. Le entità beneficiarie pubblicano sui loro siti web informazioni sui progetti sostenuti a norma del presente regolamento, compreso un riferimento esplicito al sostegno del Fondo per l’innovazione ricevuto, e provvedono a divulgare a molteplici platee, in particolare i media e il grande pubblico, informazioni coerenti, efficaci e mirate sul sostegno ricevuto dal Fondo per l’innovazione. DA QUANDO VIENE APPLICATO IL REGOLAMENTO? Si applica dal 17 giugno 2019. CONTESTO Per ulteriori informazioni consultare:Fondo per l’innovazione (Commissione europea) InvestEU (Commissione europea) Sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS) (Commissione europea). TERMINI CHIAVE Sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS): il primo e di gran lunga il più grande sistema internazionale per il commercio delle quote di emissione di gas a effetto serra; interessa quasi 11 000 centrali elettriche e impianti di produzione nell’Unione, in Islanda, Norvegia e Liechtenstein, nonché le attività di aviazione. DOCUMENTO PRINCIPALE Regolamento delegato (UE) 2019/856 della Commissione, del 26 febbraio 2019, che integra la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il funzionamento del fondo per l’innovazione (GU L 140 del 28.5.2019, pag. 6). DOCUMENTI CORRELATI Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 (GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1). Decisione 2010/670/UE della Commissione, del 3 novembre 2010, che definisce i criteri e le misure per il finanziamento di progetti dimostrativi su scala commerciale mirati alla cattura e allo stoccaggio geologico del CO2 in modo ambientalmente sicuro, nonché di progetti dimostrativi relativi a tecnologie innovative per le energie rinnovabili nell’ambito del sistema di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità istituito dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 290 del 6.11.2010, pag. 39). Le successive modifiche alla decisione 2010/670/UE sono state incorporate nel testo originale. La versione consolidata ha esclusivamente valore documentale. Direttiva 2009/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, relativa allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio e recante modifica della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, delle direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 2000/60/CE, 2001/80/CE, 2004/35/CE, 2006/12/CE, 2008/1/CE e del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 140 del 5.6.2009, pag. 114). Si veda la versione consolidata. Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la Direttiva 96/61/CE del Consiglio (GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32). Si veda la versione consolidata.
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2019/856 DELLA COMMISSIONE del 26 febbraio 2019 che integra la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il funzionamento del fondo per l'innovazione (Testo rilevante ai fini del SEE) LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, vista la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio (1), in particolare l'articolo 10 bis, paragrafo 8, quarto comma, considerando quanto segue: (1) È opportuno stabilire norme dettagliate in merito al funzionamento del fondo per l'innovazione, tenendo conto degli insegnamenti tratti dal programma NER300 istituito ai sensi della direttiva 2003/87/CE ed attuato sulla base della decisione 2010/670/UE della Commissione (2); in particolare è opportuno tener conto delle conclusioni della Corte dei conti (3). (2) Dati la minore redditività e i maggiori rischi tecnologici dei progetti ammissibili rispetto alle tecnologie convenzionali, una buona parte del finanziamento nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbe essere erogata sotto forma di sovvenzioni. È opportuno pertanto stabilire norme dettagliate sull'erogazione delle sovvenzioni. (3) Poiché i rischi e la redditività dei progetti ammissibili possono variare tra i settori e le attività di detti progetti e possono anche mutare nel tempo, è opportuno che una parte del sostegno del fondo per l'innovazione sia fornito tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione, nonché sotto altre forme di cui al regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio («regolamento finanziario») (4). (4) È opportuno considerare costi pertinenti ai fini del finanziamento nell'ambito del fondo per l'innovazione la differenza tra i costi complessivi di un progetto ammissibile e i costi complessivi di un progetto analogo che impiega una tecnologia convenzionale. Tuttavia, al fine di evitare oneri amministrativi eccessivi per i progetti su piccola scala e tener conto delle particolari difficoltà che incontrano nell'ottenere finanziamenti, i costi pertinenti di un progetto su piccola scala dovrebbero corrispondere alla spesa complessiva in conto capitale di detto progetto. (5) Al fine di garantire la rapida disponibilità di adeguate risorse finanziarie a favore dei progetti ammissibili, l'erogazione delle sovvenzioni dovrebbe basarsi sul raggiungimento di determinate tappe principali. Per tutti i progetti, le tappe principali dovrebbero comprendere la chiusura finanziaria e l'entrata in esercizio. Poiché alcuni progetti potrebbero aver bisogno di ricevere il finanziamento in un diverso momento nel corso del tempo, è opportuno prevedere la possibilità di stabilire ulteriori tappe principali nella documentazione contrattuale. (6) Al fine di aumentare le probabilità di successo dei progetti dovrebbe essere prevista la possibilità di erogare una parte della sovvenzione prima dell'entrata in esercizio del progetto. L'erogazione delle sovvenzioni dovrebbe iniziare, in linea di principio, alla chiusura finanziaria e continuare nel corso dello sviluppo e della realizzazione del progetto. (7) La maggior parte del sostegno fornito nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbe essere subordinato alla prevenzione accertata di emissioni di gas a effetto serra. Pertanto, ove la prevenzione di emissioni di gas a effetto serra risulti essere significativamente inferiore a quanto previsto, ciò dovrebbe comportare la riduzione e il recupero dell'importo del finanziamento subordinato a tale prevenzione. Il meccanismo di riduzione e recupero del finanziamento dovrebbe tuttavia essere sufficientemente flessibile da tenere conto della natura innovativa dei progetti finanziati dal fondo per l'innovazione. (8) Le sovvenzioni erogate nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbero essere assegnate in seguito ad una procedura di gara, tramite inviti a presentare proposte. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi per i promotori dei progetti, dovrebbe essere istituita una procedura di presentazione delle domande in due fasi, che preveda la manifestazione di interesse e la domanda completa. (9) I progetti per i quali è chiesto il sostegno del fondo per l'innovazione dovrebbero essere valutati sulla base di criteri qualitativi e quantitativi. La combinazione di tali criteri dovrebbe garantire una valutazione completa del progetto in termini di potenziale tecnologico e commerciale. Per garantire una selezione giusta e meritocratica, i progetti dovrebbero essere selezionati sulla base degli stessi criteri di selezione, ma dovrebbero essere valutati e classificati dapprima rispetto ad altri progetti nello stesso settore e, successivamente, rispetto a progetti in altri settori. (10) I progetti la cui pianificazione, modello di business e struttura finanziaria e giuridica risultano non sufficientemente maturi, in particolare in quanto potrebbero non beneficiare del sostegno da parte degli Stati membri interessati o non disporre delle autorizzazioni nazionali necessarie, non dovrebbero essere selezionati per il sostegno del fondo per l'innovazione. Detti progetti, però, potrebbero essere promettenti. Pertanto, occorre prevedere la possibilità di fornire assistenza per il loro ulteriore sviluppo. L'assistenza allo sviluppo dei progetti dovrebbe favorire, in particolare, i progetti su piccola scala e i progetti negli Stati membri con i livelli di reddito più bassi al fine di contribuire a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. (11) È importante garantire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. Per evitare una situazione in cui alcuni Stati membri non siano sufficientemente rappresentati, è opportuno prevedere la possibilità di stabilire ulteriori criteri di selezione destinati a conseguire detto equilibrio geografico in un secondo invito o negli inviti a presentare proposte successivi. (12) La Commissione dovrebbe garantire l'attuazione del fondo per l'innovazione. Dovrebbe tuttavia beneficiare della possibilità di delegare ad organi esecutivi alcune attività di attuazione, quali l'organizzazione dell'invito a presentare proposte, la preselezione dei progetti o la gestione contrattuale delle sovvenzioni. (13) Le entrate del fondo per l'innovazione, comprese quelle derivanti dalle quote monetizzate sulla piattaforma d'asta comune a norma del regolamento (UE) n. 1031/2010 della Commissione (5), dovrebbero essere gestite in conformità con gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE. Pertanto, è opportuno che la Commissione esegua direttamente tale compito e che sia autorizzata a delegarlo alla Banca europea per gli investimenti. (14) La Commissione dovrebbe applicare regole diverse in funzione della modalità di attuazione del fondo per l'innovazione. Ove il fondo per l'innovazione sia attuato in regime di gestione diretta, le disposizioni del presente regolamento dovrebbero essere pienamente in linea con le disposizioni del regolamento finanziario. (15) Gli Stati membri dovrebbero avere un ruolo importante nell'attuazione del fondo per l'innovazione. In particolare, la Commissione dovrebbe consultare gli Stati membri in merito alle decisioni attuative chiave nonché allo sviluppo del fondo per l'innovazione. (16) Il fondo per l'innovazione dovrebbe essere attuato secondo i principi di sana gestione finanziaria stabiliti nel regolamento finanziario. (17) È necessario prevedere un sistema chiaro di comunicazione, rendicontabilità e controllo finanziario affinché la Commissione riceva informazioni complete e puntuali sull'avanzamento dei progetti finanziati dal fondo per l'innovazione, i soggetti preposti alla gestione del fondo per l'innovazione applichino i principi di sana gestione finanziaria e gli Stati membri siano informati prontamente in merito all'attuazione del fondo per l'innovazione, HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO: CAPO I Disposizioni generali Articolo 1 Oggetto Il presente regolamento stabilisce norme dettagliate che integrano la direttiva 2003/87/CE per quanto riguarda: a) gli obiettivi operativi del fondo per l'innovazione istituito dall'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE; b) le forme di sostegno previste nell'ambito del fondo per l'innovazione; c) la procedura di presentazione delle domande per ottenere il sostegno del fondo per l'innovazione; d) la procedura e i criteri per la selezione dei progetti nell'ambito del fondo per l'innovazione; e) l'erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione; f) la governance del fondo per l'innovazione; g) la comunicazione, il monitoraggio, la valutazione, il controllo e la pubblicità concernenti il funzionamento del fondo per l'innovazione. Articolo 2 Definizioni Ai fini del presente regolamento si applicano le definizioni seguenti: 1) «chiusura finanziaria»: il momento nel ciclo di sviluppo del progetto in cui sono stati sottoscritti tutti gli accordi progettuali e di finanziamento e sono state soddisfatte tutte le condizioni in essi previste; 2) «entrata in esercizio»: il momento nel ciclo di sviluppo del progetto in cui sono stati testati tutti gli elementi e i sistemi richiesti per funzionamento del progetto e sono state avviate attività che determinano la prevenzione effettiva di emissioni di gas a effetto serra; 3) «progetto su piccola scala»: un progetto la cui spesa complessiva in conto capitale non supera 7 500 000 EUR. Articolo 3 Obiettivi operativi Il fondo per l'innovazione persegue i seguenti obiettivi operativi: a) sostenere progetti dimostrativi di tecnologie, processi o prodotti altamente innovativi, che siano sufficientemente maturi e presentino un elevato potenziale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; b) offrire un sostegno finanziario adeguato alle esigenze di mercato e ai profili di rischio dei progetti ammissibili, attraendo nel contempo risorse pubbliche e private aggiuntive; c) provvedere a che le sue entrate siano gestite in conformità con gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE. Articolo 4 Forme di sostegno del fondo per l'innovazione Il sostegno fornito dal fondo per l'innovazione al progetto può assumere le seguenti forme: a) sovvenzioni; b) contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione; c) ove necessario per raggiungere gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE, qualsiasi altra forma di finanziamento prevista dal regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 («regolamento finanziario»), in particolare premi e appalti. CAPO II Disposizioni specifiche applicabili alle sovvenzioni Articolo 5 Costi pertinenti 1. Ai fini dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, terzo comma, quarta frase, della direttiva 2003/87/CE, i costi pertinenti sono i costi supplementari sostenuti dal promotore del progetto in conseguenza dell'applicazione della tecnologia innovativa per la riduzione o prevenzione di emissioni di gas a effetto serra. I costi pertinenti sono calcolati come la differenza tra la miglior stima della spesa complessiva in conto capitale, del valore attuale netto dei costi operativi e degli utili nei 10 anni dall'entrata in esercizio del progetto e il risultato dello stesso calcolo per una produzione convenzionale avente la medesima capacità in termini di produzione effettiva del prodotto finale in questione. Qualora la produzione convenzionale di cui al primo comma non esista, i costi pertinenti sono la miglior stima della spesa complessiva in conto capitale e del valore attuale netto dei costi operativi e degli utili nei 10 anni dall'entrata in esercizio del progetto. 2. I costi pertinenti di un progetto su piccola scala sono la spesa complessiva in conto capitale del progetto. Articolo 6 Erogazione delle sovvenzioni 1. Il sostegno del fondo per l'innovazione, ove fornito sotto forma di sovvenzione, è erogato al raggiungimento di tappe principali prestabilite. 2. Per tutti i progetti le tappe di cui al paragrafo 1 sono basate sul ciclo di sviluppo del progetto e sono almeno le seguenti: a) chiusura finanziaria; b) entrata in esercizio. 3. Alla luce della tecnologia impiegata e delle circostanze specifiche del settore o dei settori in cui essa è impiegata, nei documenti contrattuali possono essere stabilite ulteriori tappe specifiche. 4. Fino al 40 % dell'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione a favore di un determinato progetto, compresa l'assistenza per lo sviluppo, è erogato alla chiusura finanziaria oppure al raggiungimento di una specifica tappa che precede la chiusura finanziaria, ove sia stata stabilita a norma del paragrafo 3. 5. Nella misura in cui l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione a favore di un determinato progetto non sia stato erogato a norma del paragrafo 4, l'erogazione avviene successivamente alla chiusura finanziaria. Il sostegno può essere erogato parzialmente prima dell'entrata in esercizio e in frazioni annue dopo l'entrata in esercizio. 6. Ai fini dei paragrafi 4 e 5 l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione fornito ad un determinato progetto comprende l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione fornito a detto progetto sotto forma di assistenza allo sviluppo dello stesso a norma dell'articolo 13. Articolo 7 Disposizioni generali in materia di recuperi 1. La Commissione adotta provvedimenti opportuni volti a garantire che, nella realizzazione delle attività finanziate a norma del presente regolamento, gli interessi finanziari del fondo per l'innovazione siano tutelati mediante l'applicazione di misure preventive contro la frode, la corruzione e ogni altra attività illecita, mediante controlli efficaci e, ove fossero rilevate irregolarità, mediante il recupero delle somme indebitamente versate e, se del caso, sanzioni amministrative e pecuniarie effettive, proporzionate e dissuasive. 2. I recuperi sono effettuati conformemente al regolamento finanziario. 3. Le ragioni del recupero e le procedure di recupero sono precisate ulteriormente nella documentazione contrattuale. Articolo 8 Disposizioni particolari in materia di recuperi 1. L'importo del sostegno del fondo per l'innovazione erogato a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, successivamente alla chiusura finanziaria è subordinato alla prevenzione di emissioni di gas a effetto serra accertata sulla base di relazioni annuali trasmesse dal promotore del progetto per un periodo che va da 3 a 10 anni dall'entrata in esercizio. La relazione annuale finale presentata dal promotore del progetto comprende la quantità totale di emissioni di gas a effetto serra evitate durante l'intero periodo di riferimento. 2. Ove la quantità totale di emissioni di gas a effetto serra evitate durante l'intero periodo di riferimento sia inferiore al 75 % della quantità totale di emissioni di gas a effetto serra che si prevedeva di evitare, l'importo versato o da versare al promotore del progetto a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, è recuperato o ridotto in misura proporzionale. 3. Ove il progetto non entri in esercizio entro il termine prestabilito o il promotore del progetto non sia in grado di comprovare un'effettiva prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra, l'importo versato successivamente alla chiusura finanziaria a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, è recuperato integralmente. 4. Nel caso in cui si verifichino le situazioni di cui ai paragrafi 2 e 3 a causa di circostanze straordinarie che sfuggono al controllo del promotore del progetto e questi dimostri il potenziale del progetto di prevenire le emissioni di gas a effetto serra in misura superiore alla quantità indicata nella relazione, o il promotore del progetto dimostri che il progetto può ottenere benefici significativi in termini di innovazione a basse emissioni di carbonio, la Commissione può decidere di non applicare i meccanismi di recupero di cui ai paragrafi 2 e 3. 5. La ragione del recupero e le procedure di recupero sono precisate ulteriormente nella documentazione contrattuale. 6. Le disposizioni di cui ai paragrafi 3 e 4 lasciano impregiudicate le disposizioni generali in materia di recuperi di cui all'articolo 7. Articolo 9 Inviti a presentare proposte 1. I promotori dei progetti sono invitati a presentare domanda per il sostegno del fondo per l'innovazione tramite inviti aperti a presentare proposte pubblicati dalla Commissione. Prima di adottare la decisione concernente la pubblicazione di un invito a presentare proposte, la Commissione consulta gli Stati membri in relazione al progetto di decisione. 2. La decisione della Commissione concernente la pubblicazione dell'invito a presentare proposte contiene almeno quanto segue: a) l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'invito; b) l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto; c) i tipi di progetti o settori mirati; d) una descrizione della procedura di presentazione delle domande ed un elenco dettagliato delle informazioni e della documentazione da presentare in ciascuna fase della procedura di presentazione delle domande; e) informazioni dettagliate sulla procedura di selezione, compresa la metodologia di valutazione e classificazione; f) nel caso siano applicate procedure specifiche di presentazione delle domande e di selezione a norma dell'articolo 10, paragrafo 4, e dell'articolo 12, paragrafo 6, per progetti su piccola scala, le regole di tali procedure specifiche; g) ove la Commissione riservi ai progetti su piccola scala una parte dell'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'invito, l'ammontare di tale parte; h) ove siano applicati ulteriori criteri di selezione volti a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, l'indicazione di detti criteri. Articolo 10 Procedura di presentazione delle domande 1. L'organo esecutivo raccoglie le domande e organizza la relativa procedura di presentazione in due fasi successive: a) la manifestazione di interesse; b) la domanda completa. 2. Nella fase della manifestazione di interesse il promotore del progetto è tenuto a presentare una descrizione delle caratteristiche chiave del progetto in linea con i requisiti stabiliti nel relativo invito a presentare proposte, compresa una descrizione dell'efficacia, del livello di innovazione e della maturità del progetto a norma dell'articolo 11, paragrafo 1, lettere a), b) e c). 3. Nella fase di presentazione della domanda completa il promotore del progetto è tenuto a presentare una descrizione dettagliata del progetto e tutta la documentazione giustificativa, compreso il piano di condivisione delle conoscenze. 4. È possibile applicare una procedura semplificata di presentazione delle domande per i progetti su piccola scala. Articolo 11 Criteri di selezione 1. La selezione dei progetti per il sostegno del fondo per l'innovazione si basa sui seguenti criteri: a) efficacia in termini di potenziale di prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra, ove applicabile, rispetto ai parametri di riferimento di cui all'articolo 10 bis, paragrafo 2, della direttiva 2003/87/CE; b) livello di innovazione dei progetti rispetto allo stato dell'arte; c) maturità dei progetti in termini di pianificazione, modello di business, struttura finanziaria e giuridica e possibilità di raggiungere la chiusura finanziaria entro un periodo di tempo predefinito non superiore a quattro anni dalla decisione di assegnazione; d) potenziale tecnico e di mercato di una vasta applicazione e riproducibilità o di futuri abbattimenti dei costi; e) efficienza a livello dei costi pertinenti del progetto, dedotto qualsiasi contributo del promotore del progetto a tali costi, divisi per la quantità complessiva di emissioni di gas a effetto serra che si prevede di evitare, di energia che si prevede di produrre o stoccare o di CO2 che si prevede di stoccare nei primi 10 anni di funzionamento. 2. Ai fini della selezione dei progetti possono essere applicati ulteriori criteri volti a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. Articolo 12 Procedura di selezione 1. Sulla base delle domande pervenute nella fase della manifestazione di interesse, l'organo esecutivo valuta l'ammissibilità di ciascun progetto a norma dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE. L'organo esecutivo procede quindi alla selezione dei progetti ammissibili a norma dei paragrafi 2 e 3. 2. Sulla base delle domande pervenute nella fase della manifestazione di interesse, l'organo esecutivo predispone un elenco dei progetti che soddisfano i criteri di selezione di cui all'articolo 11, paragrafo 1, lettere a), b) e c), e invita i relativi promotori a presentare una domanda completa. Ove concluda che il progetto soddisfa i criteri di selezione di cui all'articolo 11, paragrafo 1, lettere a) e b), ma non il criterio di cui alla medesima disposizione, lettera c), l'organo esecutivo valuta se il progetto abbia il potenziale di soddisfare tutti i criteri di selezione qualora sia ulteriormente sviluppato. Se il progetto presenta tale potenziale, l'organo esecutivo può assegnare al progetto assistenza per lo sviluppo oppure, ove tale compito sia svolto dalla Commissione, può proporre alla Commissione di assegnare tale assistenza al progetto. 3. Sulla base della domanda completa pervenuta a norma del paragrafo 2 l'organo esecutivo procede alla valutazione e alla classificazione dei progetti sulla base di tutti i criteri di selezione di cui all'articolo 11. Ai fini della valutazione l'organo esecutivo raffronta i progetti sia con altri progetti nello stesso settore sia con progetti in altri settori e predispone un elenco dei progetti preselezionati. 4. L'elenco dei progetti preselezionati di cui al paragrafo 3 e, ove applicabile, la proposta di cui al paragrafo 2, secondo comma, sono comunicati alla Commissione e comprendono almeno quanto segue: a) una conferma del rispetto dei criteri di ammissibilità e selezione; b) dettagli sulla valutazione e classificazione dei progetti; c) i costi complessivi dei progetti e i costi pertinenti di cui all'articolo 5, in euro; d) l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione richiesto, in euro, e) la quantità prevista di emissioni di gas a effetto serra evitate; f) la quantità prevista di energia prodotta o stoccata; g) la quantità prevista di CO2 stoccato; h) informazioni sulla forma giuridica del sostegno del fondo per l'innovazione richiesta dal promotore del progetto. 5. Sulla base di quanto comunicato a norma del paragrafo 4, la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri a norma dell'articolo 21, paragrafo 2, adotta la decisione di assegnazione che indica il sostegno assegnato ai progetti selezionati e, ove opportuno, predispone un elenco di riserva. 6. È possibile applicare una specifica procedura di selezione per i progetti su piccola scala. Articolo 13 Assistenza allo sviluppo del progetto 1. La Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri a norma dell'articolo 21, paragrafo 2, lettera c), stabilisce l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto. 2. L'assistenza allo sviluppo del progetto è attribuita dalla Commissione o dall'organo esecutivo a norma dell'articolo 12, paragrafo 2, sotto forma di sovvenzione. 3. Le seguenti attività possono essere finanziate sotto forma di assistenza per lo sviluppo del progetto: a) miglioramento e sviluppo della documentazione progettuale, o di componenti dell'architettura progettuale, allo scopo di garantire la sufficiente maturità del progetto; b) valutazione della fattibilità del progetto, compresi studi tecnici ed economici; c) consulenza sulla struttura finanziaria e giuridica del progetto; d) sviluppo delle capacità del promotore del progetto. 4. Ai fini dell'assistenza per lo sviluppo del progetto i costi pertinenti sono tutti i costi associati allo sviluppo del progetto. Il fondo per l'innovazione può finanziare fino al 100 % dei costi pertinenti. CAPO III Disposizioni specifiche applicabili alle forme di sostegno del fondo per l'innovazione diverse dalle sovvenzioni Articolo 14 Sostegno del fondo per l'innovazione tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione 1. Ove la Commissione decida di erogare il sostegno del fondo per l'innovazione tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione, il sostegno del fondo per l'innovazione è attuato in conformità con le regole applicabili allo strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione. L'ammissibilità dei progetti è comunque valutata a norma dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE. 2. La Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, adotta una decisione che specifica se il contributo ad operazioni di finanziamento misto assuma la forma di un sostegno non rimborsabile o di un sostegno rimborsabile o entrambe le forme, e che specifica l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'erogazione tramite lo strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione. Articolo 15 Sostegno del fondo per l'innovazione in altra forma prevista dal regolamento finanziario 1. Ove decida di erogare il sostegno del fondo per l'innovazione in una forma prevista dal regolamento finanziario diversa dalle sovvenzioni, la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, adotta una decisione che specifica l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'erogazione in detta forma e le regole applicabili alla domanda di sostegno, alla selezione dei progetti e all'erogazione del sostegno. 2. I progetti destinatari del sostegno del fondo per l'innovazione a norma del presente articolo rispettano le norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato. Capo IV Governance Articolo 16 Attuazione del fondo per l'innovazione 1. La Commissione attua il fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta a norma delle relative disposizioni degli articoli da 125 a 153 del regolamento finanziario oppure in regime di gestione indiretta tramite gli organismi di cui all'articolo 62, paragrafo 1, lettera c), del regolamento finanziario. 2. I costi sostenuti per le attività di attuazione del fondo per l'innovazione, compresi i costi amministrativi e gestionali, sono finanziati dal fondo per l'innovazione. Articolo 17 Designazione degli organi esecutivi 1. Ove decida di delegare alcuni compiti relativi all'attuazione del fondo per l'innovazione ad un organo esecutivo, la Commissione adotta una decisione relativa alla designazione di detto organo esecutivo. La Commissione e l'organo esecutivo designato concludono un accordo che stabilisce i termini e le condizioni specifici per l'adempimento dei compiti da parte dell'organo esecutivo. 2. Ove attui il fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta e decida di delegare alcune attività di attuazione ad un organo esecutivo, la Commissione designa organo esecutivo un'agenzia esecutiva. 3. Ove attui il fondo per l'innovazione in regime di gestione indiretta, la Commissione designa organo esecutivo un organismo di cui all'articolo 62, paragrafo 1, lettera c), del regolamento finanziario. 4. Nella misura in cui non siano delegati ad un organo esecutivo, i compiti relativi all'attuazione del fondo per l'innovazione sono svolti dalla Commissione. Articolo 18 Mansioni dell'organo esecutivo L'organo esecutivo designato a norma dell'articolo 17, paragrafo 1, può essere incaricato della gestione complessiva dell'invito a presentare proposte, dell'erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione e del monitoraggio dell'attuazione dei progetti selezionati. A tal fine, all'organo esecutivo possono essere assegnati i seguenti compiti: a) organizzazione dell'invito a presentare proposte; b) organizzazione della procedura di presentazione delle domande, compresa la raccolta delle domande e l'analisi di tutti i documenti giustificativi; c) organizzazione della selezione dei progetti, comprese la valutazione dei progetti o la valutazione di dovuta diligenza e la classificazione dei progetti; d) consulenza alla Commissione sui progetti ai quali assegnare il sostegno del fondo per l'innovazione e sui progetti da includere nell'elenco di riserva; e) assegnazione o prestazione di assistenza per lo sviluppo del progetto; f) sottoscrizione delle convenzioni di sovvenzione e di altri contratti in funzione della forma del sostegno del fondo per l'innovazione; g) predisposizione e gestione della documentazione contrattuale relativa ai progetti finanziati; h) verifica del rispetto delle condizioni del finanziamento e erogazione delle entrate del fondo per l'innovazione ai promotori dei progetti; i) monitoraggio dell'attuazione dei progetti; j) comunicazione con i promotori dei progetti; k) rendicontazione alla Commissione, anche in materia di orientamento generale per l'ulteriore sviluppo del fondo per l'innovazione; l) informativa finanziaria; m) azioni di informazione, comunicazione e promozione, compresa la produzione di materiali promozionali e lo sviluppo del logo del fondo per l'innovazione; n) gestione della condivisione delle conoscenze; o) sostegno agli Stati membri per le loro attività di promozione del fondo per l'innovazione e di comunicazione coi promotori dei progetti. p) qualsiasi altro compito relativo all'attuazione del fondo per l'innovazione. Articolo 19 Disposizioni specifiche applicabili all'attuazione del fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta 1. Ove la Commissione designi organo esecutivo un'agenzia esecutiva a norma dell'articolo 17, paragrafo 1, la decisione della Commissione in tal senso è subordinata all'esito dell'analisi costi-benefici di cui all'articolo 3 del regolamento (CE) n. 58/2003 del Consiglio (6) e l'accordo di cui all'articolo 17, paragrafo 1, secondo comma, assume la forma di atto di delega a norma del regolamento (CE) n. 58/2003. 2. Ove gli importi erogati in regime di gestione diretta siano recuperati a norma degli articoli 7 e 8, gli importi recuperati costituiscono entrate con destinazione specifica a norma dell'articolo 21 del regolamento finanziario e sono destinati a finanziare le operazioni del fondo per l'innovazione. 3. Per tutti i compiti di attuazione svolti dalla Commissione, anche tramite un'agenzia esecutiva, le entrate del fondo per l'innovazione costituiscono entrate con destinazione specifica esterne ai sensi dell'articolo 21, paragrafi 1 e 5, del regolamento finanziario. Dette entrate con destinazione specifica coprono anche tutti i costi amministrativi per l'attuazione del fondo per l'innovazione. La Commissione può utilizzare al massimo il 5 % della dotazione del fondo per l'innovazione per coprire i propri costi di gestione. 4. Il progetto che ha beneficiato del sostegno del fondo per l'innovazione può essere finanziato anche da un altro programma dell'Unione, ivi compresi i fondi in gestione concorrente, purché i contributi non riguardino gli stessi costi. Il finanziamento cumulativo non supera l'importo totale dei costi ammissibili del progetto e il sostegno nell'ambito dei vari programmi dell'Unione è calcolato su base proporzionale. Articolo 20 Gestione delle entrate del fondo per l'innovazione 1. La Commissione provvede a che le quote destinate al fondo per l'innovazione siano vendute all'asta secondo i principi e le modalità di cui all'articolo 10, paragrafo 4, della direttiva 2003/87/CE e gestisce le entrate del fondo per l'innovazione in conformità con gli obiettivi della medesima direttiva. 2. La Commissione provvede a che le entrate di cui al paragrafo 1 siano trasferite tempestivamente all'organo esecutivo per il finanziamento dei costi delle attività di attuazione e per l'erogazione ai progetti selezionati. 3. La Commissione può delegare la monetizzazione delle quote e la gestione delle entrate del fondo per l'innovazione alla Banca europea per gli investimenti (BEI). Ai fini della delega la Commissione e la BEI concludono un accordo che stabilisce i termini e le condizioni specifici per l'esecuzione dei compiti relativi alla gestione delle entrate del fondo per l'innovazione da parte della BEI. 4. Fatte salve le disposizioni della direttiva 2003/87/CE, le entrate residue del fondo per l'innovazione al termine del periodo di ammissibilità dei progetti finanziati sono utilizzate per finanziare nuovi progetti che soddisfano i criteri di ammissibilità di cui all'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE fino a che tutte le entrate sono spese per obiettivi del fondo per l'innovazione. I nuovi progetti sono selezionati tramite nuovi inviti a presentare proposte a norma dell'articolo 9 o sono finanziati a norma dell'articolo 14 o 15. Articolo 21 Ruolo degli Stati membri 1. Nell'attuazione del fondo per l'innovazione la Commissione consulta gli Stati membri ed è assistita da essi. 2. Gli Stati membri sono consultati in merito ai seguenti aspetti: a) l'elenco dei progetti preselezionati, compreso l'elenco di riserva, e l'elenco dei progetti proposti per l'assistenza allo sviluppo del progetto a norma dell'articolo 12, paragrafo 2, prima dell'assegnazione del sostegno; b) i progetti di decisioni della Commissione di cui all'articolo 9, paragrafo 1, all'articolo 14, paragrafo 2, e all'articolo 15, paragrafo 1; c) l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione da rendere disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto. 3. Ove richiesto dalla Commissione, gli Stati membri forniscono consulenza e assistono la Commissione: a) nel delineare gli orientamenti generali del fondo per l'innovazione; b) nell'affrontare problemi esistenti o emergenti in relazione all'attuazione dei progetti; c) nell'affrontare qualsiasi altra questione relativa all'attuazione dei progetti. 4. La Commissione riferisce agli Stati membri sull'andamento dell'attuazione del presente regolamento, in particolare sull'attuazione delle decisioni di assegnazione di cui all'articolo 12, paragrafo 5. Articolo 22 Ruolo dei portatori di interessi La Commissione può coinvolgere i portatori di interessi nelle discussioni relative all'attuazione del fondo per l'innovazione, anche in ordine alle questioni di cui all'articolo 21, paragrafo 3. CAPO V Monitoraggio, rendicontazione e valutazione Articolo 23 Monitoraggio e rendicontazione 1. L'organo esecutivo monitora il funzionamento del fondo per l'innovazione, compresi gli importi del relativo sostegno erogato. 2. Affinché i dati per il monitoraggio di cui al paragrafo 1 e i relativi esiti siano raccolti in modo efficace, efficiente e puntuale, possono essere imposti ai promotori dei progetti requisiti di rendicontazione proporzionati. Le relazioni dei promotori dei progetti comprendono le informazioni sulle azioni di condivisione delle conoscenze intraprese ai sensi dell'articolo 27. 3. L'organo esecutivo riferisce periodicamente alla Commissione sullo svolgimento delle mansioni assegnategli. 4. L'organo esecutivo riferisce alla Commissione sull'intero ciclo di erogazione del sostegno, informandola in particolare in merito all'organizzazione degli inviti a presentare proposte e alla firma dei contratti con i promotori dei progetti. 5. Successivamente a ciascun invito a presentare proposte la Commissione riferisce agli Stati membri sulla relativa attuazione. 6. La Commissione riferisce ogni anno al Parlamento europeo e al Consiglio sull'andamento dell'attuazione del fondo per l'innovazione. 7. Gli organi esecutivi diversi dalle agenzie esecutive e i soggetti cui è stata delegata la gestione delle entrate del fondo per l'innovazione a norma dell'articolo 20, paragrafo 3, trasmettono alla Commissione quanto segue: a) entro il 15 febbraio, i rendiconti finanziari non sottoposti ad audit relativi all'esercizio precedente, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, in relazione alle attività ad essi delegate; b) entro il 15 marzo dell'anno di trasmissione dei rendiconti finanziari non sottoposti ad audit, i rendiconti finanziari sottoposti ad audit relativi all'esercizio precedente, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, in relazione alle attività ad essi delegate. La Commissione predispone i conti annuali del fondo per l'innovazione per ciascun esercizio, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, sulla base dei rendiconti finanziari forniti a norma del primo comma. Detti conti sono sottoposti a un audit esterno indipendente. I rendiconti finanziari e i conti previsti nel presente paragrafo sono compilati nel rispetto delle norme contabili di cui all'articolo 80 del regolamento finanziario. Articolo 24 Valutazione 1. Nel 2025, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione effettua una valutazione del funzionamento del fondo per l'innovazione. La valutazione si incentra, tra l'altro, sulle sinergie tra il fondo per l'innovazione e gli altri programmi pertinenti dell'Unione nonché sulla procedura di erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione. 2. Sulla base degli esiti delle valutazioni di cui al paragrafo 1, la Commissione presenta ove opportuno proposte atte a far sì che il fondo per l'innovazione progredisca verso il raggiungimento degli obiettivi di cui alla direttiva 2003/87/CE e all'articolo 3 del presente regolamento. 3. Al termine dell'attuazione del fondo per l'innovazione, ma non oltre il 2035, la Commissione effettua una valutazione finale del funzionamento del fondo per l'innovazione. 4. La Commissione pubblica gli esiti delle valutazioni effettuate a norma dei paragrafi 1, 2 e 3. CAPO VI Audit, pubblicità e condivisione delle conoscenze Articolo 25 Audit 1. Gli audit sull'utilizzo del sostegno del fondo per l'innovazione eseguiti da revisori esterni indipendenti, anche diversi da quelli incaricati dalle istituzioni o dagli organi dell'Unione, costituiscono la base della garanzia globale di cui all'articolo 26. 2. La persona o il soggetto che riceve il sostegno del fondo per l'innovazione accetta per iscritto di concedere i diritti necessari e l'accesso previsti all'articolo 129 del regolamento finanziario. Articolo 26 Riconoscimento reciproco degli audit Fatte salve le possibilità esistenti di effettuare altri audit, qualora un revisore indipendente abbia realizzato sui rendiconti finanziari e sulle relazioni che illustrano l'utilizzo di un contributo dell'Unione un audit fondato sui principi di audit riconosciuti a livello internazionale che fornisce una ragionevole garanzia di affidabilità, tale audit costituisce la base della garanzia globale, come ulteriormente specificato, ove opportuno, nella normativa settoriale, purché siano sufficientemente comprovate l'indipendenza e la competenza del revisore. La relazione del revisore indipendente e la relativa documentazione di audit sono messe a disposizione, su richiesta, del Parlamento europeo, della Commissione, della Corte dei conti e delle autorità di audit degli Stati membri. Articolo 27 Comunicazione, condivisione delle conoscenze e pubblicità 1. I promotori dei progetti pubblicano sui propri siti web, in modo proattivo e sistematico, informazioni relative ai progetti finanziati a norma del presente regolamento. Tali informazioni comprendono un riferimento esplicito al sostegno ricevuto dal fondo per l'innovazione. 2. I promotori dei progetti provvedono a divulgare a molteplici platee, in particolare i media e il grande pubblico, informazioni coerenti, efficaci e mirate sul sostegno ricevuto dal fondo per l'innovazione. 3. Il logo del fondo per l'innovazione o altri elementi promozionali richiesti nella documentazione contrattuale sono utilizzati per tutte le attività di comunicazione e condivisione delle conoscenze e compaiono su bacheche collocate in punti strategici visibili al pubblico. 4. I promotori dei progetti forniscono, nel piano di condivisione delle conoscenze trasmesso a norma dell'articolo 10, paragrafo 3, informazioni dettagliate sulle azioni programmate a norma dei paragrafi 1 e 2 del presente articolo. 5. L'organo esecutivo svolge attività di informazione, comunicazione e promozione relative al sostegno del fondo per l'innovazione e agli esiti conseguiti. L'organo esecutivo organizza seminari o workshop specifici o, ove appropriato, altri tipi di attività per facilitare lo scambio di esperienze, conoscenze e migliori pratiche relative alla progettazione, elaborazione e attuazione di progetti nonché all'efficacia del finanziamento fornito nell'ambito dell'assistenza per lo sviluppo dei progetti. CAPO VII Disposizioni finali Articolo 28 Entrata in vigore Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. Fatto a Bruxelles, il 26 febbraio 2019 Per la Commissione Il presidente Jean-Claude JUNCKER (1) GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32. (2) Decisione 2010/670/UE della Commissione, del 3 novembre 2010, che definisce i criteri e le misure per il finanziamento di progetti dimostrativi su scala commerciale mirati alla cattura e allo stoccaggio geologico del CO2 in modo ambientalmente sicuro, nonché di progetti dimostrativi relativi a tecnologie innovative per le energie rinnovabili nell'ambito del sistema di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità istituito dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 290 del 6.11.2010, pag. 39). (3) Relazione speciale n. 24/2018 del 5 settembre 2018: Dimostrazione delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio e delle fonti rinnovabili innovative su scala commerciale nell'UE: i progressi attesi non sono stati realizzati negli ultimi dieci anni, disponibile sul sito della Corte dei conti: https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR18_24/SR_CCS_IT.pdf (4) Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 (GU L 193, del 30.7.2018, pag. 1). (5) Regolamento (UE) n. 1031/2010 della Commissione, del 12 novembre 2010, relativo ai tempi, alla gestione e ad altri aspetti della vendita all'asta delle quote di emissioni dei gas a effetto serra a norma della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità (GU L 302 del 18.11.2010, pag. 1). (6) Regolamento (CE) n. 58/2003 del Consiglio, del 19 dicembre 2002, che definisce lo statuto delle agenzie esecutive incaricate dello svolgimento di alcuni compiti relativi alla gestione dei programmi comunitari (GU L 11 del 16.1.2003, pag. 1). Q: Puoi scrivere un riassunto appropriato per i paragrafi precedenti? A:
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2019/856 DELLA COMMISSIONE del 26 febbraio 2019 che integra la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il funzionamento del fondo per l'innovazione (Testo rilevante ai fini del SEE) LA COMMISSIONE EUROPEA, visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, vista la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nell'Unione e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio (1), in particolare l'articolo 10 bis, paragrafo 8, quarto comma, considerando quanto segue: (1) È opportuno stabilire norme dettagliate in merito al funzionamento del fondo per l'innovazione, tenendo conto degli insegnamenti tratti dal programma NER300 istituito ai sensi della direttiva 2003/87/CE ed attuato sulla base della decisione 2010/670/UE della Commissione (2); in particolare è opportuno tener conto delle conclusioni della Corte dei conti (3). (2) Dati la minore redditività e i maggiori rischi tecnologici dei progetti ammissibili rispetto alle tecnologie convenzionali, una buona parte del finanziamento nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbe essere erogata sotto forma di sovvenzioni. È opportuno pertanto stabilire norme dettagliate sull'erogazione delle sovvenzioni. (3) Poiché i rischi e la redditività dei progetti ammissibili possono variare tra i settori e le attività di detti progetti e possono anche mutare nel tempo, è opportuno che una parte del sostegno del fondo per l'innovazione sia fornito tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione, nonché sotto altre forme di cui al regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio («regolamento finanziario») (4). (4) È opportuno considerare costi pertinenti ai fini del finanziamento nell'ambito del fondo per l'innovazione la differenza tra i costi complessivi di un progetto ammissibile e i costi complessivi di un progetto analogo che impiega una tecnologia convenzionale. Tuttavia, al fine di evitare oneri amministrativi eccessivi per i progetti su piccola scala e tener conto delle particolari difficoltà che incontrano nell'ottenere finanziamenti, i costi pertinenti di un progetto su piccola scala dovrebbero corrispondere alla spesa complessiva in conto capitale di detto progetto. (5) Al fine di garantire la rapida disponibilità di adeguate risorse finanziarie a favore dei progetti ammissibili, l'erogazione delle sovvenzioni dovrebbe basarsi sul raggiungimento di determinate tappe principali. Per tutti i progetti, le tappe principali dovrebbero comprendere la chiusura finanziaria e l'entrata in esercizio. Poiché alcuni progetti potrebbero aver bisogno di ricevere il finanziamento in un diverso momento nel corso del tempo, è opportuno prevedere la possibilità di stabilire ulteriori tappe principali nella documentazione contrattuale. (6) Al fine di aumentare le probabilità di successo dei progetti dovrebbe essere prevista la possibilità di erogare una parte della sovvenzione prima dell'entrata in esercizio del progetto. L'erogazione delle sovvenzioni dovrebbe iniziare, in linea di principio, alla chiusura finanziaria e continuare nel corso dello sviluppo e della realizzazione del progetto. (7) La maggior parte del sostegno fornito nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbe essere subordinato alla prevenzione accertata di emissioni di gas a effetto serra. Pertanto, ove la prevenzione di emissioni di gas a effetto serra risulti essere significativamente inferiore a quanto previsto, ciò dovrebbe comportare la riduzione e il recupero dell'importo del finanziamento subordinato a tale prevenzione. Il meccanismo di riduzione e recupero del finanziamento dovrebbe tuttavia essere sufficientemente flessibile da tenere conto della natura innovativa dei progetti finanziati dal fondo per l'innovazione. (8) Le sovvenzioni erogate nell'ambito del fondo per l'innovazione dovrebbero essere assegnate in seguito ad una procedura di gara, tramite inviti a presentare proposte. Al fine di ridurre gli oneri amministrativi per i promotori dei progetti, dovrebbe essere istituita una procedura di presentazione delle domande in due fasi, che preveda la manifestazione di interesse e la domanda completa. (9) I progetti per i quali è chiesto il sostegno del fondo per l'innovazione dovrebbero essere valutati sulla base di criteri qualitativi e quantitativi. La combinazione di tali criteri dovrebbe garantire una valutazione completa del progetto in termini di potenziale tecnologico e commerciale. Per garantire una selezione giusta e meritocratica, i progetti dovrebbero essere selezionati sulla base degli stessi criteri di selezione, ma dovrebbero essere valutati e classificati dapprima rispetto ad altri progetti nello stesso settore e, successivamente, rispetto a progetti in altri settori. (10) I progetti la cui pianificazione, modello di business e struttura finanziaria e giuridica risultano non sufficientemente maturi, in particolare in quanto potrebbero non beneficiare del sostegno da parte degli Stati membri interessati o non disporre delle autorizzazioni nazionali necessarie, non dovrebbero essere selezionati per il sostegno del fondo per l'innovazione. Detti progetti, però, potrebbero essere promettenti. Pertanto, occorre prevedere la possibilità di fornire assistenza per il loro ulteriore sviluppo. L'assistenza allo sviluppo dei progetti dovrebbe favorire, in particolare, i progetti su piccola scala e i progetti negli Stati membri con i livelli di reddito più bassi al fine di contribuire a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. (11) È importante garantire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. Per evitare una situazione in cui alcuni Stati membri non siano sufficientemente rappresentati, è opportuno prevedere la possibilità di stabilire ulteriori criteri di selezione destinati a conseguire detto equilibrio geografico in un secondo invito o negli inviti a presentare proposte successivi. (12) La Commissione dovrebbe garantire l'attuazione del fondo per l'innovazione. Dovrebbe tuttavia beneficiare della possibilità di delegare ad organi esecutivi alcune attività di attuazione, quali l'organizzazione dell'invito a presentare proposte, la preselezione dei progetti o la gestione contrattuale delle sovvenzioni. (13) Le entrate del fondo per l'innovazione, comprese quelle derivanti dalle quote monetizzate sulla piattaforma d'asta comune a norma del regolamento (UE) n. 1031/2010 della Commissione (5), dovrebbero essere gestite in conformità con gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE. Pertanto, è opportuno che la Commissione esegua direttamente tale compito e che sia autorizzata a delegarlo alla Banca europea per gli investimenti. (14) La Commissione dovrebbe applicare regole diverse in funzione della modalità di attuazione del fondo per l'innovazione. Ove il fondo per l'innovazione sia attuato in regime di gestione diretta, le disposizioni del presente regolamento dovrebbero essere pienamente in linea con le disposizioni del regolamento finanziario. (15) Gli Stati membri dovrebbero avere un ruolo importante nell'attuazione del fondo per l'innovazione. In particolare, la Commissione dovrebbe consultare gli Stati membri in merito alle decisioni attuative chiave nonché allo sviluppo del fondo per l'innovazione. (16) Il fondo per l'innovazione dovrebbe essere attuato secondo i principi di sana gestione finanziaria stabiliti nel regolamento finanziario. (17) È necessario prevedere un sistema chiaro di comunicazione, rendicontabilità e controllo finanziario affinché la Commissione riceva informazioni complete e puntuali sull'avanzamento dei progetti finanziati dal fondo per l'innovazione, i soggetti preposti alla gestione del fondo per l'innovazione applichino i principi di sana gestione finanziaria e gli Stati membri siano informati prontamente in merito all'attuazione del fondo per l'innovazione, HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO: CAPO I Disposizioni generali Articolo 1 Oggetto Il presente regolamento stabilisce norme dettagliate che integrano la direttiva 2003/87/CE per quanto riguarda: a) gli obiettivi operativi del fondo per l'innovazione istituito dall'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE; b) le forme di sostegno previste nell'ambito del fondo per l'innovazione; c) la procedura di presentazione delle domande per ottenere il sostegno del fondo per l'innovazione; d) la procedura e i criteri per la selezione dei progetti nell'ambito del fondo per l'innovazione; e) l'erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione; f) la governance del fondo per l'innovazione; g) la comunicazione, il monitoraggio, la valutazione, il controllo e la pubblicità concernenti il funzionamento del fondo per l'innovazione. Articolo 2 Definizioni Ai fini del presente regolamento si applicano le definizioni seguenti: 1) «chiusura finanziaria»: il momento nel ciclo di sviluppo del progetto in cui sono stati sottoscritti tutti gli accordi progettuali e di finanziamento e sono state soddisfatte tutte le condizioni in essi previste; 2) «entrata in esercizio»: il momento nel ciclo di sviluppo del progetto in cui sono stati testati tutti gli elementi e i sistemi richiesti per funzionamento del progetto e sono state avviate attività che determinano la prevenzione effettiva di emissioni di gas a effetto serra; 3) «progetto su piccola scala»: un progetto la cui spesa complessiva in conto capitale non supera 7 500 000 EUR. Articolo 3 Obiettivi operativi Il fondo per l'innovazione persegue i seguenti obiettivi operativi: a) sostenere progetti dimostrativi di tecnologie, processi o prodotti altamente innovativi, che siano sufficientemente maturi e presentino un elevato potenziale di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; b) offrire un sostegno finanziario adeguato alle esigenze di mercato e ai profili di rischio dei progetti ammissibili, attraendo nel contempo risorse pubbliche e private aggiuntive; c) provvedere a che le sue entrate siano gestite in conformità con gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE. Articolo 4 Forme di sostegno del fondo per l'innovazione Il sostegno fornito dal fondo per l'innovazione al progetto può assumere le seguenti forme: a) sovvenzioni; b) contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione; c) ove necessario per raggiungere gli obiettivi della direttiva 2003/87/CE, qualsiasi altra forma di finanziamento prevista dal regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 («regolamento finanziario»), in particolare premi e appalti. CAPO II Disposizioni specifiche applicabili alle sovvenzioni Articolo 5 Costi pertinenti 1. Ai fini dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, terzo comma, quarta frase, della direttiva 2003/87/CE, i costi pertinenti sono i costi supplementari sostenuti dal promotore del progetto in conseguenza dell'applicazione della tecnologia innovativa per la riduzione o prevenzione di emissioni di gas a effetto serra. I costi pertinenti sono calcolati come la differenza tra la miglior stima della spesa complessiva in conto capitale, del valore attuale netto dei costi operativi e degli utili nei 10 anni dall'entrata in esercizio del progetto e il risultato dello stesso calcolo per una produzione convenzionale avente la medesima capacità in termini di produzione effettiva del prodotto finale in questione. Qualora la produzione convenzionale di cui al primo comma non esista, i costi pertinenti sono la miglior stima della spesa complessiva in conto capitale e del valore attuale netto dei costi operativi e degli utili nei 10 anni dall'entrata in esercizio del progetto. 2. I costi pertinenti di un progetto su piccola scala sono la spesa complessiva in conto capitale del progetto. Articolo 6 Erogazione delle sovvenzioni 1. Il sostegno del fondo per l'innovazione, ove fornito sotto forma di sovvenzione, è erogato al raggiungimento di tappe principali prestabilite. 2. Per tutti i progetti le tappe di cui al paragrafo 1 sono basate sul ciclo di sviluppo del progetto e sono almeno le seguenti: a) chiusura finanziaria; b) entrata in esercizio. 3. Alla luce della tecnologia impiegata e delle circostanze specifiche del settore o dei settori in cui essa è impiegata, nei documenti contrattuali possono essere stabilite ulteriori tappe specifiche. 4. Fino al 40 % dell'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione a favore di un determinato progetto, compresa l'assistenza per lo sviluppo, è erogato alla chiusura finanziaria oppure al raggiungimento di una specifica tappa che precede la chiusura finanziaria, ove sia stata stabilita a norma del paragrafo 3. 5. Nella misura in cui l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione a favore di un determinato progetto non sia stato erogato a norma del paragrafo 4, l'erogazione avviene successivamente alla chiusura finanziaria. Il sostegno può essere erogato parzialmente prima dell'entrata in esercizio e in frazioni annue dopo l'entrata in esercizio. 6. Ai fini dei paragrafi 4 e 5 l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione fornito ad un determinato progetto comprende l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione fornito a detto progetto sotto forma di assistenza allo sviluppo dello stesso a norma dell'articolo 13. Articolo 7 Disposizioni generali in materia di recuperi 1. La Commissione adotta provvedimenti opportuni volti a garantire che, nella realizzazione delle attività finanziate a norma del presente regolamento, gli interessi finanziari del fondo per l'innovazione siano tutelati mediante l'applicazione di misure preventive contro la frode, la corruzione e ogni altra attività illecita, mediante controlli efficaci e, ove fossero rilevate irregolarità, mediante il recupero delle somme indebitamente versate e, se del caso, sanzioni amministrative e pecuniarie effettive, proporzionate e dissuasive. 2. I recuperi sono effettuati conformemente al regolamento finanziario. 3. Le ragioni del recupero e le procedure di recupero sono precisate ulteriormente nella documentazione contrattuale. Articolo 8 Disposizioni particolari in materia di recuperi 1. L'importo del sostegno del fondo per l'innovazione erogato a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, successivamente alla chiusura finanziaria è subordinato alla prevenzione di emissioni di gas a effetto serra accertata sulla base di relazioni annuali trasmesse dal promotore del progetto per un periodo che va da 3 a 10 anni dall'entrata in esercizio. La relazione annuale finale presentata dal promotore del progetto comprende la quantità totale di emissioni di gas a effetto serra evitate durante l'intero periodo di riferimento. 2. Ove la quantità totale di emissioni di gas a effetto serra evitate durante l'intero periodo di riferimento sia inferiore al 75 % della quantità totale di emissioni di gas a effetto serra che si prevedeva di evitare, l'importo versato o da versare al promotore del progetto a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, è recuperato o ridotto in misura proporzionale. 3. Ove il progetto non entri in esercizio entro il termine prestabilito o il promotore del progetto non sia in grado di comprovare un'effettiva prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra, l'importo versato successivamente alla chiusura finanziaria a norma dell'articolo 6, paragrafo 5, è recuperato integralmente. 4. Nel caso in cui si verifichino le situazioni di cui ai paragrafi 2 e 3 a causa di circostanze straordinarie che sfuggono al controllo del promotore del progetto e questi dimostri il potenziale del progetto di prevenire le emissioni di gas a effetto serra in misura superiore alla quantità indicata nella relazione, o il promotore del progetto dimostri che il progetto può ottenere benefici significativi in termini di innovazione a basse emissioni di carbonio, la Commissione può decidere di non applicare i meccanismi di recupero di cui ai paragrafi 2 e 3. 5. La ragione del recupero e le procedure di recupero sono precisate ulteriormente nella documentazione contrattuale. 6. Le disposizioni di cui ai paragrafi 3 e 4 lasciano impregiudicate le disposizioni generali in materia di recuperi di cui all'articolo 7. Articolo 9 Inviti a presentare proposte 1. I promotori dei progetti sono invitati a presentare domanda per il sostegno del fondo per l'innovazione tramite inviti aperti a presentare proposte pubblicati dalla Commissione. Prima di adottare la decisione concernente la pubblicazione di un invito a presentare proposte, la Commissione consulta gli Stati membri in relazione al progetto di decisione. 2. La decisione della Commissione concernente la pubblicazione dell'invito a presentare proposte contiene almeno quanto segue: a) l'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'invito; b) l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto; c) i tipi di progetti o settori mirati; d) una descrizione della procedura di presentazione delle domande ed un elenco dettagliato delle informazioni e della documentazione da presentare in ciascuna fase della procedura di presentazione delle domande; e) informazioni dettagliate sulla procedura di selezione, compresa la metodologia di valutazione e classificazione; f) nel caso siano applicate procedure specifiche di presentazione delle domande e di selezione a norma dell'articolo 10, paragrafo 4, e dell'articolo 12, paragrafo 6, per progetti su piccola scala, le regole di tali procedure specifiche; g) ove la Commissione riservi ai progetti su piccola scala una parte dell'importo totale del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'invito, l'ammontare di tale parte; h) ove siano applicati ulteriori criteri di selezione volti a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, l'indicazione di detti criteri. Articolo 10 Procedura di presentazione delle domande 1. L'organo esecutivo raccoglie le domande e organizza la relativa procedura di presentazione in due fasi successive: a) la manifestazione di interesse; b) la domanda completa. 2. Nella fase della manifestazione di interesse il promotore del progetto è tenuto a presentare una descrizione delle caratteristiche chiave del progetto in linea con i requisiti stabiliti nel relativo invito a presentare proposte, compresa una descrizione dell'efficacia, del livello di innovazione e della maturità del progetto a norma dell'articolo 11, paragrafo 1, lettere a), b) e c). 3. Nella fase di presentazione della domanda completa il promotore del progetto è tenuto a presentare una descrizione dettagliata del progetto e tutta la documentazione giustificativa, compreso il piano di condivisione delle conoscenze. 4. È possibile applicare una procedura semplificata di presentazione delle domande per i progetti su piccola scala. Articolo 11 Criteri di selezione 1. La selezione dei progetti per il sostegno del fondo per l'innovazione si basa sui seguenti criteri: a) efficacia in termini di potenziale di prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra, ove applicabile, rispetto ai parametri di riferimento di cui all'articolo 10 bis, paragrafo 2, della direttiva 2003/87/CE; b) livello di innovazione dei progetti rispetto allo stato dell'arte; c) maturità dei progetti in termini di pianificazione, modello di business, struttura finanziaria e giuridica e possibilità di raggiungere la chiusura finanziaria entro un periodo di tempo predefinito non superiore a quattro anni dalla decisione di assegnazione; d) potenziale tecnico e di mercato di una vasta applicazione e riproducibilità o di futuri abbattimenti dei costi; e) efficienza a livello dei costi pertinenti del progetto, dedotto qualsiasi contributo del promotore del progetto a tali costi, divisi per la quantità complessiva di emissioni di gas a effetto serra che si prevede di evitare, di energia che si prevede di produrre o stoccare o di CO2 che si prevede di stoccare nei primi 10 anni di funzionamento. 2. Ai fini della selezione dei progetti possono essere applicati ulteriori criteri volti a conseguire una distribuzione geograficamente equilibrata del sostegno del fondo per l'innovazione. Articolo 12 Procedura di selezione 1. Sulla base delle domande pervenute nella fase della manifestazione di interesse, l'organo esecutivo valuta l'ammissibilità di ciascun progetto a norma dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE. L'organo esecutivo procede quindi alla selezione dei progetti ammissibili a norma dei paragrafi 2 e 3. 2. Sulla base delle domande pervenute nella fase della manifestazione di interesse, l'organo esecutivo predispone un elenco dei progetti che soddisfano i criteri di selezione di cui all'articolo 11, paragrafo 1, lettere a), b) e c), e invita i relativi promotori a presentare una domanda completa. Ove concluda che il progetto soddisfa i criteri di selezione di cui all'articolo 11, paragrafo 1, lettere a) e b), ma non il criterio di cui alla medesima disposizione, lettera c), l'organo esecutivo valuta se il progetto abbia il potenziale di soddisfare tutti i criteri di selezione qualora sia ulteriormente sviluppato. Se il progetto presenta tale potenziale, l'organo esecutivo può assegnare al progetto assistenza per lo sviluppo oppure, ove tale compito sia svolto dalla Commissione, può proporre alla Commissione di assegnare tale assistenza al progetto. 3. Sulla base della domanda completa pervenuta a norma del paragrafo 2 l'organo esecutivo procede alla valutazione e alla classificazione dei progetti sulla base di tutti i criteri di selezione di cui all'articolo 11. Ai fini della valutazione l'organo esecutivo raffronta i progetti sia con altri progetti nello stesso settore sia con progetti in altri settori e predispone un elenco dei progetti preselezionati. 4. L'elenco dei progetti preselezionati di cui al paragrafo 3 e, ove applicabile, la proposta di cui al paragrafo 2, secondo comma, sono comunicati alla Commissione e comprendono almeno quanto segue: a) una conferma del rispetto dei criteri di ammissibilità e selezione; b) dettagli sulla valutazione e classificazione dei progetti; c) i costi complessivi dei progetti e i costi pertinenti di cui all'articolo 5, in euro; d) l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione richiesto, in euro, e) la quantità prevista di emissioni di gas a effetto serra evitate; f) la quantità prevista di energia prodotta o stoccata; g) la quantità prevista di CO2 stoccato; h) informazioni sulla forma giuridica del sostegno del fondo per l'innovazione richiesta dal promotore del progetto. 5. Sulla base di quanto comunicato a norma del paragrafo 4, la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri a norma dell'articolo 21, paragrafo 2, adotta la decisione di assegnazione che indica il sostegno assegnato ai progetti selezionati e, ove opportuno, predispone un elenco di riserva. 6. È possibile applicare una specifica procedura di selezione per i progetti su piccola scala. Articolo 13 Assistenza allo sviluppo del progetto 1. La Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri a norma dell'articolo 21, paragrafo 2, lettera c), stabilisce l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto. 2. L'assistenza allo sviluppo del progetto è attribuita dalla Commissione o dall'organo esecutivo a norma dell'articolo 12, paragrafo 2, sotto forma di sovvenzione. 3. Le seguenti attività possono essere finanziate sotto forma di assistenza per lo sviluppo del progetto: a) miglioramento e sviluppo della documentazione progettuale, o di componenti dell'architettura progettuale, allo scopo di garantire la sufficiente maturità del progetto; b) valutazione della fattibilità del progetto, compresi studi tecnici ed economici; c) consulenza sulla struttura finanziaria e giuridica del progetto; d) sviluppo delle capacità del promotore del progetto. 4. Ai fini dell'assistenza per lo sviluppo del progetto i costi pertinenti sono tutti i costi associati allo sviluppo del progetto. Il fondo per l'innovazione può finanziare fino al 100 % dei costi pertinenti. CAPO III Disposizioni specifiche applicabili alle forme di sostegno del fondo per l'innovazione diverse dalle sovvenzioni Articolo 14 Sostegno del fondo per l'innovazione tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione 1. Ove la Commissione decida di erogare il sostegno del fondo per l'innovazione tramite contributi ad operazioni di finanziamento misto nell'ambito dello strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione, il sostegno del fondo per l'innovazione è attuato in conformità con le regole applicabili allo strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione. L'ammissibilità dei progetti è comunque valutata a norma dell'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE. 2. La Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, adotta una decisione che specifica se il contributo ad operazioni di finanziamento misto assuma la forma di un sostegno non rimborsabile o di un sostegno rimborsabile o entrambe le forme, e che specifica l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'erogazione tramite lo strumento di sostegno agli investimenti dell'Unione. Articolo 15 Sostegno del fondo per l'innovazione in altra forma prevista dal regolamento finanziario 1. Ove decida di erogare il sostegno del fondo per l'innovazione in una forma prevista dal regolamento finanziario diversa dalle sovvenzioni, la Commissione, dopo aver consultato gli Stati membri, adotta una decisione che specifica l'importo del sostegno del fondo per l'innovazione disponibile per l'erogazione in detta forma e le regole applicabili alla domanda di sostegno, alla selezione dei progetti e all'erogazione del sostegno. 2. I progetti destinatari del sostegno del fondo per l'innovazione a norma del presente articolo rispettano le norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato. Capo IV Governance Articolo 16 Attuazione del fondo per l'innovazione 1. La Commissione attua il fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta a norma delle relative disposizioni degli articoli da 125 a 153 del regolamento finanziario oppure in regime di gestione indiretta tramite gli organismi di cui all'articolo 62, paragrafo 1, lettera c), del regolamento finanziario. 2. I costi sostenuti per le attività di attuazione del fondo per l'innovazione, compresi i costi amministrativi e gestionali, sono finanziati dal fondo per l'innovazione. Articolo 17 Designazione degli organi esecutivi 1. Ove decida di delegare alcuni compiti relativi all'attuazione del fondo per l'innovazione ad un organo esecutivo, la Commissione adotta una decisione relativa alla designazione di detto organo esecutivo. La Commissione e l'organo esecutivo designato concludono un accordo che stabilisce i termini e le condizioni specifici per l'adempimento dei compiti da parte dell'organo esecutivo. 2. Ove attui il fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta e decida di delegare alcune attività di attuazione ad un organo esecutivo, la Commissione designa organo esecutivo un'agenzia esecutiva. 3. Ove attui il fondo per l'innovazione in regime di gestione indiretta, la Commissione designa organo esecutivo un organismo di cui all'articolo 62, paragrafo 1, lettera c), del regolamento finanziario. 4. Nella misura in cui non siano delegati ad un organo esecutivo, i compiti relativi all'attuazione del fondo per l'innovazione sono svolti dalla Commissione. Articolo 18 Mansioni dell'organo esecutivo L'organo esecutivo designato a norma dell'articolo 17, paragrafo 1, può essere incaricato della gestione complessiva dell'invito a presentare proposte, dell'erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione e del monitoraggio dell'attuazione dei progetti selezionati. A tal fine, all'organo esecutivo possono essere assegnati i seguenti compiti: a) organizzazione dell'invito a presentare proposte; b) organizzazione della procedura di presentazione delle domande, compresa la raccolta delle domande e l'analisi di tutti i documenti giustificativi; c) organizzazione della selezione dei progetti, comprese la valutazione dei progetti o la valutazione di dovuta diligenza e la classificazione dei progetti; d) consulenza alla Commissione sui progetti ai quali assegnare il sostegno del fondo per l'innovazione e sui progetti da includere nell'elenco di riserva; e) assegnazione o prestazione di assistenza per lo sviluppo del progetto; f) sottoscrizione delle convenzioni di sovvenzione e di altri contratti in funzione della forma del sostegno del fondo per l'innovazione; g) predisposizione e gestione della documentazione contrattuale relativa ai progetti finanziati; h) verifica del rispetto delle condizioni del finanziamento e erogazione delle entrate del fondo per l'innovazione ai promotori dei progetti; i) monitoraggio dell'attuazione dei progetti; j) comunicazione con i promotori dei progetti; k) rendicontazione alla Commissione, anche in materia di orientamento generale per l'ulteriore sviluppo del fondo per l'innovazione; l) informativa finanziaria; m) azioni di informazione, comunicazione e promozione, compresa la produzione di materiali promozionali e lo sviluppo del logo del fondo per l'innovazione; n) gestione della condivisione delle conoscenze; o) sostegno agli Stati membri per le loro attività di promozione del fondo per l'innovazione e di comunicazione coi promotori dei progetti. p) qualsiasi altro compito relativo all'attuazione del fondo per l'innovazione. Articolo 19 Disposizioni specifiche applicabili all'attuazione del fondo per l'innovazione in regime di gestione diretta 1. Ove la Commissione designi organo esecutivo un'agenzia esecutiva a norma dell'articolo 17, paragrafo 1, la decisione della Commissione in tal senso è subordinata all'esito dell'analisi costi-benefici di cui all'articolo 3 del regolamento (CE) n. 58/2003 del Consiglio (6) e l'accordo di cui all'articolo 17, paragrafo 1, secondo comma, assume la forma di atto di delega a norma del regolamento (CE) n. 58/2003. 2. Ove gli importi erogati in regime di gestione diretta siano recuperati a norma degli articoli 7 e 8, gli importi recuperati costituiscono entrate con destinazione specifica a norma dell'articolo 21 del regolamento finanziario e sono destinati a finanziare le operazioni del fondo per l'innovazione. 3. Per tutti i compiti di attuazione svolti dalla Commissione, anche tramite un'agenzia esecutiva, le entrate del fondo per l'innovazione costituiscono entrate con destinazione specifica esterne ai sensi dell'articolo 21, paragrafi 1 e 5, del regolamento finanziario. Dette entrate con destinazione specifica coprono anche tutti i costi amministrativi per l'attuazione del fondo per l'innovazione. La Commissione può utilizzare al massimo il 5 % della dotazione del fondo per l'innovazione per coprire i propri costi di gestione. 4. Il progetto che ha beneficiato del sostegno del fondo per l'innovazione può essere finanziato anche da un altro programma dell'Unione, ivi compresi i fondi in gestione concorrente, purché i contributi non riguardino gli stessi costi. Il finanziamento cumulativo non supera l'importo totale dei costi ammissibili del progetto e il sostegno nell'ambito dei vari programmi dell'Unione è calcolato su base proporzionale. Articolo 20 Gestione delle entrate del fondo per l'innovazione 1. La Commissione provvede a che le quote destinate al fondo per l'innovazione siano vendute all'asta secondo i principi e le modalità di cui all'articolo 10, paragrafo 4, della direttiva 2003/87/CE e gestisce le entrate del fondo per l'innovazione in conformità con gli obiettivi della medesima direttiva. 2. La Commissione provvede a che le entrate di cui al paragrafo 1 siano trasferite tempestivamente all'organo esecutivo per il finanziamento dei costi delle attività di attuazione e per l'erogazione ai progetti selezionati. 3. La Commissione può delegare la monetizzazione delle quote e la gestione delle entrate del fondo per l'innovazione alla Banca europea per gli investimenti (BEI). Ai fini della delega la Commissione e la BEI concludono un accordo che stabilisce i termini e le condizioni specifici per l'esecuzione dei compiti relativi alla gestione delle entrate del fondo per l'innovazione da parte della BEI. 4. Fatte salve le disposizioni della direttiva 2003/87/CE, le entrate residue del fondo per l'innovazione al termine del periodo di ammissibilità dei progetti finanziati sono utilizzate per finanziare nuovi progetti che soddisfano i criteri di ammissibilità di cui all'articolo 10 bis, paragrafo 8, della direttiva 2003/87/CE fino a che tutte le entrate sono spese per obiettivi del fondo per l'innovazione. I nuovi progetti sono selezionati tramite nuovi inviti a presentare proposte a norma dell'articolo 9 o sono finanziati a norma dell'articolo 14 o 15. Articolo 21 Ruolo degli Stati membri 1. Nell'attuazione del fondo per l'innovazione la Commissione consulta gli Stati membri ed è assistita da essi. 2. Gli Stati membri sono consultati in merito ai seguenti aspetti: a) l'elenco dei progetti preselezionati, compreso l'elenco di riserva, e l'elenco dei progetti proposti per l'assistenza allo sviluppo del progetto a norma dell'articolo 12, paragrafo 2, prima dell'assegnazione del sostegno; b) i progetti di decisioni della Commissione di cui all'articolo 9, paragrafo 1, all'articolo 14, paragrafo 2, e all'articolo 15, paragrafo 1; c) l'importo massimo del sostegno del fondo per l'innovazione da rendere disponibile per l'assistenza allo sviluppo del progetto. 3. Ove richiesto dalla Commissione, gli Stati membri forniscono consulenza e assistono la Commissione: a) nel delineare gli orientamenti generali del fondo per l'innovazione; b) nell'affrontare problemi esistenti o emergenti in relazione all'attuazione dei progetti; c) nell'affrontare qualsiasi altra questione relativa all'attuazione dei progetti. 4. La Commissione riferisce agli Stati membri sull'andamento dell'attuazione del presente regolamento, in particolare sull'attuazione delle decisioni di assegnazione di cui all'articolo 12, paragrafo 5. Articolo 22 Ruolo dei portatori di interessi La Commissione può coinvolgere i portatori di interessi nelle discussioni relative all'attuazione del fondo per l'innovazione, anche in ordine alle questioni di cui all'articolo 21, paragrafo 3. CAPO V Monitoraggio, rendicontazione e valutazione Articolo 23 Monitoraggio e rendicontazione 1. L'organo esecutivo monitora il funzionamento del fondo per l'innovazione, compresi gli importi del relativo sostegno erogato. 2. Affinché i dati per il monitoraggio di cui al paragrafo 1 e i relativi esiti siano raccolti in modo efficace, efficiente e puntuale, possono essere imposti ai promotori dei progetti requisiti di rendicontazione proporzionati. Le relazioni dei promotori dei progetti comprendono le informazioni sulle azioni di condivisione delle conoscenze intraprese ai sensi dell'articolo 27. 3. L'organo esecutivo riferisce periodicamente alla Commissione sullo svolgimento delle mansioni assegnategli. 4. L'organo esecutivo riferisce alla Commissione sull'intero ciclo di erogazione del sostegno, informandola in particolare in merito all'organizzazione degli inviti a presentare proposte e alla firma dei contratti con i promotori dei progetti. 5. Successivamente a ciascun invito a presentare proposte la Commissione riferisce agli Stati membri sulla relativa attuazione. 6. La Commissione riferisce ogni anno al Parlamento europeo e al Consiglio sull'andamento dell'attuazione del fondo per l'innovazione. 7. Gli organi esecutivi diversi dalle agenzie esecutive e i soggetti cui è stata delegata la gestione delle entrate del fondo per l'innovazione a norma dell'articolo 20, paragrafo 3, trasmettono alla Commissione quanto segue: a) entro il 15 febbraio, i rendiconti finanziari non sottoposti ad audit relativi all'esercizio precedente, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, in relazione alle attività ad essi delegate; b) entro il 15 marzo dell'anno di trasmissione dei rendiconti finanziari non sottoposti ad audit, i rendiconti finanziari sottoposti ad audit relativi all'esercizio precedente, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, in relazione alle attività ad essi delegate. La Commissione predispone i conti annuali del fondo per l'innovazione per ciascun esercizio, che inizia il 1o gennaio e termina il 31 dicembre, sulla base dei rendiconti finanziari forniti a norma del primo comma. Detti conti sono sottoposti a un audit esterno indipendente. I rendiconti finanziari e i conti previsti nel presente paragrafo sono compilati nel rispetto delle norme contabili di cui all'articolo 80 del regolamento finanziario. Articolo 24 Valutazione 1. Nel 2025, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione effettua una valutazione del funzionamento del fondo per l'innovazione. La valutazione si incentra, tra l'altro, sulle sinergie tra il fondo per l'innovazione e gli altri programmi pertinenti dell'Unione nonché sulla procedura di erogazione del sostegno del fondo per l'innovazione. 2. Sulla base degli esiti delle valutazioni di cui al paragrafo 1, la Commissione presenta ove opportuno proposte atte a far sì che il fondo per l'innovazione progredisca verso il raggiungimento degli obiettivi di cui alla direttiva 2003/87/CE e all'articolo 3 del presente regolamento. 3. Al termine dell'attuazione del fondo per l'innovazione, ma non oltre il 2035, la Commissione effettua una valutazione finale del funzionamento del fondo per l'innovazione. 4. La Commissione pubblica gli esiti delle valutazioni effettuate a norma dei paragrafi 1, 2 e 3. CAPO VI Audit, pubblicità e condivisione delle conoscenze Articolo 25 Audit 1. Gli audit sull'utilizzo del sostegno del fondo per l'innovazione eseguiti da revisori esterni indipendenti, anche diversi da quelli incaricati dalle istituzioni o dagli organi dell'Unione, costituiscono la base della garanzia globale di cui all'articolo 26. 2. La persona o il soggetto che riceve il sostegno del fondo per l'innovazione accetta per iscritto di concedere i diritti necessari e l'accesso previsti all'articolo 129 del regolamento finanziario. Articolo 26 Riconoscimento reciproco degli audit Fatte salve le possibilità esistenti di effettuare altri audit, qualora un revisore indipendente abbia realizzato sui rendiconti finanziari e sulle relazioni che illustrano l'utilizzo di un contributo dell'Unione un audit fondato sui principi di audit riconosciuti a livello internazionale che fornisce una ragionevole garanzia di affidabilità, tale audit costituisce la base della garanzia globale, come ulteriormente specificato, ove opportuno, nella normativa settoriale, purché siano sufficientemente comprovate l'indipendenza e la competenza del revisore. La relazione del revisore indipendente e la relativa documentazione di audit sono messe a disposizione, su richiesta, del Parlamento europeo, della Commissione, della Corte dei conti e delle autorità di audit degli Stati membri. Articolo 27 Comunicazione, condivisione delle conoscenze e pubblicità 1. I promotori dei progetti pubblicano sui propri siti web, in modo proattivo e sistematico, informazioni relative ai progetti finanziati a norma del presente regolamento. Tali informazioni comprendono un riferimento esplicito al sostegno ricevuto dal fondo per l'innovazione. 2. I promotori dei progetti provvedono a divulgare a molteplici platee, in particolare i media e il grande pubblico, informazioni coerenti, efficaci e mirate sul sostegno ricevuto dal fondo per l'innovazione. 3. Il logo del fondo per l'innovazione o altri elementi promozionali richiesti nella documentazione contrattuale sono utilizzati per tutte le attività di comunicazione e condivisione delle conoscenze e compaiono su bacheche collocate in punti strategici visibili al pubblico. 4. I promotori dei progetti forniscono, nel piano di condivisione delle conoscenze trasmesso a norma dell'articolo 10, paragrafo 3, informazioni dettagliate sulle azioni programmate a norma dei paragrafi 1 e 2 del presente articolo. 5. L'organo esecutivo svolge attività di informazione, comunicazione e promozione relative al sostegno del fondo per l'innovazione e agli esiti conseguiti. L'organo esecutivo organizza seminari o workshop specifici o, ove appropriato, altri tipi di attività per facilitare lo scambio di esperienze, conoscenze e migliori pratiche relative alla progettazione, elaborazione e attuazione di progetti nonché all'efficacia del finanziamento fornito nell'ambito dell'assistenza per lo sviluppo dei progetti. CAPO VII Disposizioni finali Articolo 28 Entrata in vigore Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri. Fatto a Bruxelles, il 26 febbraio 2019 Per la Commissione Il presidente Jean-Claude JUNCKER (1) GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32. (2) Decisione 2010/670/UE della Commissione, del 3 novembre 2010, che definisce i criteri e le misure per il finanziamento di progetti dimostrativi su scala commerciale mirati alla cattura e allo stoccaggio geologico del CO2 in modo ambientalmente sicuro, nonché di progetti dimostrativi relativi a tecnologie innovative per le energie rinnovabili nell'ambito del sistema di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità istituito dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 290 del 6.11.2010, pag. 39). (3) Relazione speciale n. 24/2018 del 5 settembre 2018: Dimostrazione delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio e delle fonti rinnovabili innovative su scala commerciale nell'UE: i progressi attesi non sono stati realizzati negli ultimi dieci anni, disponibile sul sito della Corte dei conti: https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/SR18_24/SR_CCS_IT.pdf (4) Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 (GU L 193, del 30.7.2018, pag. 1). (5) Regolamento (UE) n. 1031/2010 della Commissione, del 12 novembre 2010, relativo ai tempi, alla gestione e ad altri aspetti della vendita all'asta delle quote di emissioni dei gas a effetto serra a norma della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità (GU L 302 del 18.11.2010, pag. 1). (6) Regolamento (CE) n. 58/2003 del Consiglio, del 19 dicembre 2002, che definisce lo statuto delle agenzie esecutive incaricate dello svolgimento di alcuni compiti relativi alla gestione dei programmi comunitari (GU L 11 del 16.1.2003, pag. 1). Q: Puoi scrivere un riassunto appropriato per i paragrafi precedenti? A: Sistema di scambio di quote di emissioni: norme del Fondo per l’innovazione QUAL È L’OBIETTIVO DEL REGOLAMENTO? Il Fondo per l’innovazione introdotto dalla direttiva 2003/87/CE è destinato a sostenere iniziative innovative nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS)*, una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell’Unione per contrastare i cambiamenti climatici riducendo le emissioni di gas a effetto serra. Il presente regolamento stabilisce norme dettagliate sul funzionamento del fondo. PUNTI CHIAVE Il regolamento stabilisce norme dettagliate per il Fondo per l’innovazione, tra cui:obiettivi operativi; forme di sostegno fornito; procedura di presentazione delle domande; modalità di selezione dei progetti; modalità di gestione del fondo; rendicontazione, monitoraggio, valutazione, controllo e pubblicità.Obiettivi e forme di sostegno Il fondo fornisce sostegno finanziario a progetti dimostrativi di tecnologie, processi o prodotti altamente innovativi con un potenziale significativo di riduzione delle emissioni di gas serra e che, nel contempo, attraggono risorse pubbliche e private aggiuntive. Il sostegno sarà erogato sotto forma di sovvenzioni o combinando le sovvenzioni UE con strumenti finanziari nell’ambito dello strumento unificato di sostegno agli investimenti (InvestEU), che sostituisce l’attuale Fondo europeo per gli investimenti strategici per il periodo 2021-2027. Il finanziamento può anche assumere qualsiasi altra forma prevista dal regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 (il «regolamento finanziario»), in particolare premi e appalti. Candidatura e selezione I candidati sono invitati a presentare domanda di sostegno finanziario per i progetti ammissibili a seguito di un invito a presentare proposte pubblicato dalla Commissione europea previa consultazione con i paesi dell’Unione. I progetti sono selezionati in base a criteri che comprendono:potenziale di prevenzione delle emissioni di gas a effetto serra; livello di innovazione dei progetti rispetto allo stato dell’arte; maturità dei progetti in termini di pianificazione, modello di business, struttura finanziaria e giuridica e possibilità di raggiungere la chiusura finanziaria entro un periodo di tempo predefinito non superiore a quattro anni; potenziale tecnico e di mercato di una vasta applicazione o di futuri abbattimenti dei costi; efficienza in termini di costi del progetto sulla base di una formula di bilanciamento dei costi rispetto alle emissioni di gas serra evitate, all’energia generata o alla CO2 stoccata (cattura e stoccaggio del carbonio) nei primi 10 anni di funzionamento.Governance e amministrazione La Commissione gestisce direttamente il funzionamento del Fondo, tranne nei casi in cui sono delegati organi esecutivi. I paesi dell’Unione sono consultati in merito ai progetti selezionati prima della decisione di assegnazione. Le entità beneficiarie pubblicano sui loro siti web informazioni sui progetti sostenuti a norma del presente regolamento, compreso un riferimento esplicito al sostegno del Fondo per l’innovazione ricevuto, e provvedono a divulgare a molteplici platee, in particolare i media e il grande pubblico, informazioni coerenti, efficaci e mirate sul sostegno ricevuto dal Fondo per l’innovazione. DA QUANDO VIENE APPLICATO IL REGOLAMENTO? Si applica dal 17 giugno 2019. CONTESTO Per ulteriori informazioni consultare:Fondo per l’innovazione (Commissione europea) InvestEU (Commissione europea) Sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS) (Commissione europea). TERMINI CHIAVE Sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS): il primo e di gran lunga il più grande sistema internazionale per il commercio delle quote di emissione di gas a effetto serra; interessa quasi 11 000 centrali elettriche e impianti di produzione nell’Unione, in Islanda, Norvegia e Liechtenstein, nonché le attività di aviazione. DOCUMENTO PRINCIPALE Regolamento delegato (UE) 2019/856 della Commissione, del 26 febbraio 2019, che integra la direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il funzionamento del fondo per l’innovazione (GU L 140 del 28.5.2019, pag. 6). DOCUMENTI CORRELATI Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 (GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1). Decisione 2010/670/UE della Commissione, del 3 novembre 2010, che definisce i criteri e le misure per il finanziamento di progetti dimostrativi su scala commerciale mirati alla cattura e allo stoccaggio geologico del CO2 in modo ambientalmente sicuro, nonché di progetti dimostrativi relativi a tecnologie innovative per le energie rinnovabili nell’ambito del sistema di scambio delle quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità istituito dalla direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 290 del 6.11.2010, pag. 39). Le successive modifiche alla decisione 2010/670/UE sono state incorporate nel testo originale. La versione consolidata ha esclusivamente valore documentale. Direttiva 2009/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 aprile 2009, relativa allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio e recante modifica della direttiva 85/337/CEE del Consiglio, delle direttive del Parlamento europeo e del Consiglio 2000/60/CE, 2001/80/CE, 2004/35/CE, 2006/12/CE, 2008/1/CE e del regolamento (CE) n. 1013/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 140 del 5.6.2009, pag. 114). Si veda la versione consolidata. Direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 ottobre 2003, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la Direttiva 96/61/CE del Consiglio (GU L 275 del 25.10.2003, pag. 32). Si veda la versione consolidata.
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