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La curva di Hubbert (o hubbertiana), così chiamata dal geologo M. King Hubbert è la derivata della funzione logistica. Un esempio della curva di Hubbert può essere espressa come: La curva è molto simile, ma non identica, ad una distribuzione normale. È stata inizialmente intesa come modello per la stima della quantità di petrolio estraibile da un giacimento. Secondo questo modello, la quantità del petrolio estratto, e quindi prodotto, è determinata dalla velocità nello scoprire nuovi giacimenti petroliferi. Superato il punto di massima della funzione (detto picco di Hubbert) si avrà un declino dell'estrazione di petrolio che tenderà infine a zero. Hubbert applicò per la prima volta il suo modello alla produzione petrolifera degli Stati Uniti, riuscendo a prevedere con dieci anni di anticipo che questa produzione avrebbe raggiunto il suo massimo all'inizio degli anni settanta. Tuttavia, l'applicabilità della curva di Hubbert presenta dei limiti poiché non tiene in considerazione gli effetti delle nuove tecnologie, delle manovre dei governi e di particolari congiunture economiche. Collegamenti esterni The Hubbert Curve: Its Strengths And Weaknesses articolo di Jean Laherrère. Hubbert Math considerazioni ulteriori da un professore di Stanford. M. Bibliografia di King Hubbert Picco del petrolio Economia dello sviluppo
La sua opera più nota è la prima edizione della Grammatica Albanese con le poesie rare del reverendo poeta Giulio Variboba di Mbusati, edito, per i tipi della Hoepli di Milano, nell'anno 1897. Biografia Vincenzo Librandi nacque a Vaccarizzo, da Michele Librandi, contadino e Adriana Scura, filatrice. Studiò al Collegio Italo greco di Sant'Andriano in San Demetrio Corone dall'età di undici anni (1878) sino al 1884. Qui, all'età di sedici anni, scrisse il suo primo libro Peripezie di uno studente Nel 1884, durante l'esame di maturità venne bocciato poiché il suo tema di italiano era risultato uguale a quello di un compagno, che aveva da lui copiato. Il giovane Librandi si infuriò per l'ingiustizia subita e aggredì con calci e pugni il commissario di maturità che l'aveva bocciato. Per questa aggressione fu espulso da tutte le scuole del regno. L'anno dopo Librandi lascerà la famiglia e, dopo esser riuscito ad ottenere l'autorizzazione a ripetere l'esame di maturità riuscì a terminare gli studi. Nel 1890/1891 trovò lavoro come istitutore a Barcellona Pozzo di Gotto e da lì iniziò ventidue anni di peregrinaggio "da un Istituto ad un altro della Penisola". Nel 1896, a Cremona diede alle stampe il suo secondo libro: Ai caduti d'Africa. Nel 1897 pubblicò per la casa editrice Hoepli la Grammatica albanese con le poesie rare di Variboba. La pubblicazione del suo quarto libro Antologia agraria per uso delle scuole avvenne a Torino nel 1907. Il 9 settembre 1911, sposò in Atri la studentessa Carolina Consorti, matrimonio da cui non nacquero figli. Trasferitosi ad Atri, nel 1912 scrisse il suo sesto libro: Come devo comportarmi in Collegio – Norme e consigli ai giovanetti. Nello stesso anno la moglie Carolina pubblicò il libro Il rito nuziale degli Albanesi d'Italia per i tipi De Arcangelis di Atri. La sua produzione letteraria continuò dopo alcuni anni, quando nel 1926 pubblicò il suo settimo libro: Rinnovellata di novella fronda: (l'Italia e il fascismo). Negli anni successivi si dedicò alla seconda edizione della sua Grammatica albanese con le poesie rare del Variboba, che fu completata e ripubblicata nel 1928. Il 17 agosto 1931 morì a Pineto, dove si era trasferito due anni prima. Opere Peripezie di uno studente, Cosenza, Tipi dell'Avanguardia, 1885. Ai caduti d'Africa. Versi, Cremona, Tip. Lit. Pace, 1896. Grammatica albanese con le poesie rare di Variboba, Milano, U. Hoepli, 1897. Antologia agraria per uso delle scuole, Torino, G. B. Paravia e C., 1907. Come devo comportarmi in Collegio. Norme e consigli ai giovanetti, Teramo, La Fiorita, 1910. Rinnovellata di novella fronda: (l'Italia e il fascismo), Maglie, Convitto Capece, 1926. Voci correlate Arbëreshë Vaccarizzo Albanese
Biografia Tra i suoi ruoli più noti, figurano quello di Lizzie Spaulding in Sentieri (Guiding Light, 2006-2009), quello di Abby Newman in Febbre d'amore (The Young and the Restless, 2010-2013) e quello di Lulu Spencer Falconeri in General Hospital (2013-...). Vita privata È la compagna dell'attore Don Money, dal quale ha avuto due figli, Jackson Robert (nato nel 2009) e Levi Thomas (nato nel 2011). Filmografia Cinema Armageddon for Andy - ruolo: Bethany Hopkins Ragazze nel pallone - Tutto o niente (Bring It On: All or Nothing), regia di Steve Rash (2006) - ruolo: Winnie Impulse Black (2011) - Skyler Frost Televisione Drake & Josh - serie TV, 1 episodio (2005) Sentieri (Guiding Light) - soap opera, 392 episodi (2006-2009) Febbre d'amore (The Young and the Restless) - soap opera, 221 episodi (2010-2013) $#*! My Dad Says - serie TV, 1 episodio (2011) CSI - Scena del crimine - serie TV, 1 episodio (2013) General Hospital - soap opera (2013 - in corso) Doppiatrici italiane Lara Parmiani, in: Sentieri Note Collegamenti esterni Biografia di Marcy "Emme Rylan" Faith Behrens su Soap Central Attori televisivi statunitensi Nati nella contea di Rowan (Carolina del Nord)
Il Gran consiglio o Junjichu (cinese tradizionale: 軍機處; cinese semplificato: 军机处; pinyin: Jūnjīchù; mancese latinizzato: coohai nashūn i ba), letteralmente "Consiglio dei segreti militari" dal mancese, fu un importante organismo di potere della dinastia Qing. Inizialmente si occupava solamente degli affari militari, ma ben presto il suo potere fu incrementato tanto da renderlo una sorta di consiglio privato per il sovrano, eclissando gradualmente lo Studio meridionale, rimanendo comunque un organismo non ufficiale nonostante il suo vasto potere. Era locato in un insignificante edificio appena al di fuori del palazzo della Purezza Celeste, nella Città Proibita. Storia Il Junjichu venne fondato nel 1729, quando l'jmperatore Yongzheng intraprese una spedizione militare contro gli dzungar; allora c'era la preoccupazione che la sede del gabinetto politico imperiale non assicurasse la massima segretezza militare. I membri del gabinetto più fidati vennero ammessi al nuovo Consiglio, anche se davvero pochi uomini ebbero questo privilegio. Allora il Junjichu aveva il nome di Ufficio dei segreti militari. Dopo la vittoria sugli dzungar, l'imperatore valutò che il Junjichu effettivamente aveva il vantaggio di superare l'inefficienza e la lentezza burocratiche che caratterizzavano il governo regolare; per questo l'ufficio passò dall'essere un'istituzione temporanea ad un vero e proprio Gran consiglio permanente, che si appropriò rapidamente dei poteri dello Studio meridionale, l'organismo che precedentemente aveva potere consultivo presso il sovrano e, di fatto, anche quello legislativo. Nel 1736, l'imperatore Qianlong volle restituire i poteri al governo regolare e abolì il Gran consiglio. Tuttavia, si rese conto ben presto che la burocrazia avrebbe ripreso il sopravvento e re-istituì il Junjichu nel 1738. Componenti Il numero dei componenti del Gran consiglio mutò varie volte nel tempo, passando da un minimo di tre consiglieri ad un numero superiore ai dieci consiglieri. Inizialmente vi furono ammessi solo cinesi Manciù, ma successivamente venne aperto anche agli han. Solitamente, i consiglieri erano cinque: due mancesi, due han e un membro della famiglia reale. A coordinare il Consiglio era un consigliere capo (領班軍機大臣, Lǐngbān jūnjī dàchén), anche se rimase sempre un titolo informale. Altri progetti Collegamenti esterni Governo dell'Impero cinese
Coury militò in altri gruppi, come nei Keel per pochi mesi, nei London o negli Arcade di Stephen Pearcy dei Ratt. Si ispirò a batteristi come Neil Peart, Peter Criss, Bobby Blotzer, Tommy Lee e Tommy Aldridge. Biografia I primi anni All'eta di 5 anni, Coury comincia a prendere lezioni di violino. A 6 anni si esibisce per la prima volta in pubblico. Tra i 7 e i 9 anni frequenta il conservatorio musicale di Beirut, Libano. All'età di 19 anni conosce anche la tromba, e all'età di 12 anni comincia a studiare batteria. In quel periodo vede Keith Moon degli Who esibirsi al CNE Stadium di Toronto, e ne rimane colpito. Fu il momento in cui Fred decise di dedicarsi pienamente alla batteria e diventare un batterista professionista. Dopo cinque anni, all'eta di 19 anni, Fred esordisce al primo concerto con i Cinderella. Anni di carriera Coury, prima di entrare nei Cinderella, suonò anche in altre band. Nel 1984 sostituì Bobby Marks nei Keel, ma durerà solo qualche mese, poi sostituito da Steve Riley (L.A. Guns, W.A.S.P.). Nel 1985 entrerà nella formazione dei London sostituendo lo stesso Bobby Marks, e con essi registrerà il debutto Non-Stop Rock (1985). L'anno successivo entrerà nei Cinderella a sostituzione del precedente Jim Drnec. Con la band di Philadelphia, Coury guadagnò un enorme successo. Nel 1988 sostituì per un breve periodo anche l'allora batterista dei Guns N' Roses, Steven Adler che a causa di problemi di salute, non poté continuare il tour. Ma nel 1991, dopo diversi successi lascia i Cinderella venendo sostituito da Kevin Valentine, per poi entrare nella band di Stephen Pearcy (Ratt) chiamata Arcade. Tuttavia, Coury tornò nei Cinderella dopo lo scioglimento degli Arcade. Nel 2000 suonerà nel primo album solista di Stephen Pearcy intitolato Before and Laughter mentre nel 2002 parteciperà al tribute album dei Guns N' Roses Welcome to the Jungle: A Tribute to Guns N'Roses. Discografia Con i Cinderella Album in studio 1986 - Night Songs 1988 - Long Cold Winter 1990 - Heartbreak Station 1994 - Still Climbing Album dal vivo 1991 - Live Train to Heartbreak Station 1999 - Live at the Key Club 2006 - Extended Versions 2009 - Live at the Mohegan Sun Raccolte 1997 - Once Upon A... 2005 - Rocked, Wired & Bluesed: The Greatest Hits Con i London 1985 - Non-Stop Rock Con i Chastain 1985 - Mystery Of Illusion Con gli Arcade 1993 - Arcade 1994 - A/2 2001 - A/3 - Live and Unreleased Con Stephen Pearcy 2000 - Before and Laughter Tribute album 1999 - Humanary Stew: A Tribute to Alice Cooper 2002 - Welcome to the Jungle: A Tribute to Guns N'Roses 2004 - Spin the Bottle: An All-Star Tribute to Kiss 2006 - '80s Metal - Tribute to Van Halen 2006 - Welcome to the Nightmare: An All Star Salute to Alice Cooper Collegamenti esterni Batteristi hair metal Batteristi hard rock Batteristi blues rock
La diocesi di Sioux Falls (in latino: Dioecesis Siouxormensis) è una sede della Chiesa cattolica negli Stati Uniti d'America suffraganea dell'arcidiocesi di Saint Paul e Minneapolis appartenente alla regione ecclesiastica VIII (MN, ND, SD). Nel 2020 contava 111.000 battezzati su 574.140 abitanti. È retta dal vescovo Donald Edward DeGrood. Territorio La diocesi comprende tutte le contee del Dakota del Sud ad est del fiume Missouri. Sede vescovile è la città di Sioux Falls, dove si trova la cattedrale di San Giuseppe. Il territorio si estende su 90.866 km² ed è suddiviso in 116 parrocchie, raggruppate in 7 decanati: Aberdeen/Mobridge, Brookings/Madison, Mitchell, Pierre/Huron, Sioux Falls, Watertown, Yankton. Storia Il vicariato apostolico del Dakota fu eretto il 12 agosto 1879, ricavandone il territorio dalla diocesi di Saint Paul (oggi arcidiocesi di Saint Paul e Minneapolis). In origine il vicariato comprendeva l'intero territorio del Dakota. Nel 1889 il territorio del Dakota venne ammesso fra gli Stati federati, suddiviso in Nord e Sud Dakota. Lo stesso anno, il 12 novembre, la Santa Sede decise la divisione del vicariato apostolico in due diocesi, con la bolla Quae catholico nomini di papa Leone XIII. L'antico vicariato fu eretto in diocesi con il nome attuale, e contestualmente cedette la parte comprensiva del Dakota del Nord per formare la nuova diocesi di Jamestown. Il 4 agosto 1902 ha ceduto una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Lead (oggi diocesi di Rapid City). Cronotassi dei vescovi Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati. Martin Marty, O.S.B. † (11 agosto 1879 - 21 gennaio 1895 nominato vescovo di Saint Cloud) Thomas O'Gorman † (24 gennaio 1896 - 18 settembre 1921 deceduto) Bernard Joseph Mahoney † (24 maggio 1922 - 20 marzo 1939 deceduto) William Otterwell Brady † (10 giugno 1939 - 16 giugno 1956 nominato arcivescovo coadiutore di Saint Paul) Lambert Anthony Hoch † (27 novembre 1956 - 13 giugno 1978 ritirato) Paul Vincent Dudley † (6 novembre 1978 - 21 marzo 1995 ritirato) Robert James Carlson (21 marzo 1995 succeduto - 29 dicembre 2004 nominato vescovo di Saginaw) Paul Joseph Swain † (31 agosto 2006 - 12 dicembre 2019 ritirato) Donald Edward DeGrood, dal 12 dicembre 2019 Statistiche La diocesi nel 2020 su una popolazione di 574.140 persone contava 111.000 battezzati, corrispondenti al 19,3% del totale. |- | 1950 || 74.294 || 491.852 || 15,1 || 168 || 128 || 40 || 442 || || 4 || 621 || 114 |- | 1966 || 95.000 || 465.200 || 20,4 || 201 || 134 || 67 || 472 || || 28 || 879 || 123 |- | 1968 || 100.350 || 475.000 || 21,1 || 199 || 126 || 73 || 504 || || 108 || 595 || 113 |- | 1976 || 99.372 || 482.000 || 20,6 || 181 || 117 || 64 || 549 || || 91 || 552 || 133 |- | 1980 || 100.245 || 484.000 || 20,7 || 186 || 129 || 57 || 538 || 2 || 83 || 487 || 174 |- | 1990 || 113.420 || 507.000 || 22,4 || 171 || 123 || 48 || 663 || 14 || 66 || 405 || 160 |- | 1999 || 122.950 || 503.000 || 24,4 || 160 || 120 || 40 || 768 || 22 || 12 || 430 || 156 |- | 2000 || 125.079 || 503.000 || 24,9 || 154 || 114 || 40 || 812 || 22 || 50 || 380 || 151 |- | 2001 || 125.120 || 503.000 || 24,9 || 151 || 113 || 38 || 828 || 24 || 50 || 405 || 151 |- | 2002 || 125.210 || 539.320 || 23,2 || 151 || 115 || 36 || 829 || 26 || 47 || 392 || 151 |- | 2003 || 125.282 || 524.153 || 23,9 || 144 || 110 || 34 || 870 || 27 || 45 || 392 || 152 |- | 2004 || 125.332 || 524.153 || 23,9 || 149 || 111 || 38 || 841 || 30 || 51 || 363 || 151 |- | 2010 || 135.600 || 550.000 || 24,7 || 144 || 115 || 29 || 941 || 36 || 37 || 299 || 150 |- | 2014 || 140.000 || 567.000 || 24,7 || 138 || 122 || 16 || 1.014 || 38 || 16 || 259 || 133 |- | 2017 || 114.985 || 592.076 || 19,4 || 119 || 106 || 13 || 966 || 39 || 14 || 234 || 119 |- | 2020 || 111.000 || 574.140 || 19,3 || 122 || 113 || 9 || 909 || 38 || 10 || 206 || 116 |} Note Bibliografia Breve Quae catholico nomini, in «Leonis XIII pontificis maximi acta», vol. IX, p. 249 Altri progetti Collegamenti esterni Annuario pontificio del 2021 e precedenti, in Sito ufficiale della diocesi Sioux Falls Sioux Falls
Biografia Fernanda Vasconcellos ha iniziato la sua carriera lavorando nel programma televisivo Fantasia, mentre nei primi anni 2000 è stata ballerina di Domingo Legal. Nel 2005 ha fatto il suo debutto come attrice in Malhação, su TV Globo, raggiungendo poi il successo come co-protagonista della telenovela Pagine di vita. Nel 2007 ha partecipato come concorrente a Dança dos Famosos e ha recitato nel ruolo della protagonista Laura in Desejo Proibido. In seguito è stata protagonista delle telenovele Tempos Modernos e A Vida da Gente. Tra il 2018 e il 2020 la Vasconcellos ha preso parte alle serie Netflix 3% e La cosa più bella e nello stesso periodo ha avuto ruoli da protagonista nei film Eu Sou Brasileiro, Volume Morto e A Cisterna. Filmografia Cinema Pequeno Dicionário Amoroso 2, regia di Sandra Werneck e Mauro Faria (2015) Eu Sou Brasileiro, regia di Alessandro Barros (2018) Volume Morto, regia di Kauê Telloli (2019) Boca de Ouro, regia di Daniel Filho (2019) A Cisterna, regia di Cristiano Vieira (2021) Televisione Malhação - serial TV, 272 episodi (2004-2005) Pagine di vita (Páginas da Vida) - serial TV, 52 episodi (2006-2007) Desejo Proibido - serial TV, 155 episodi (2007-2008) Casos e Acasos – serie TV, 1 episodio (2008) Tempos Modernos – serial TV, 26 episodi (2010) A vida da gente – serial TV, 131 episodi (2011-2012) Sangue Bom – serial TV, 159 episodi (2013) Didi e o Segredo dos Anjos - film TV (2014) Haja Coração – serial TV, 119 episodi (2016) 3% – serie TV, 25 episodi (2018-2020) La cosa più bella (Coisa Mais Linda) – serie TV, 9 episodi (2019-2020) Rádio Coisa Mais Linda - serie web, 1 episodio (2020) Rua do Sobe e Desce, Número que Desaparece - serie TV, 6 episodi (2020) Doppiaggio Saphira in Eragon (versione brasiliana) Alva in Klaus - I segreti del Natale (versione brasiliana) Videoclip Blame di Tiago Iorc (2008) Bungee Jump di Rafael Almeida (2014) Me Jogar di Marcella Fogaça (2017) Note Altri progetti Collegamenti esterni
Due piedipiatti acchiappafantasmi (Ghost Fever) è un film commedia del 1984 diretto da Lee Madden. A causa di svariati problemi di produzione è stato distribuito solamente nel 1987 e con la firma alla regia attribuita ad Alan Smithee, pseudonimo utilizzato dai registi di Hollywood per dissociarsi dai loro film. La pellicola è conosciuta anche con il titolo "Ghostbusters Cops - Due piedipiatti acchiappafantasmi". Trama A Greendale County, in Georgia, i due poliziotti Buford e Benny vengono incaricati di compiere alcune indagini in una vecchia costruzione da tutti conosciuta come "casa stregata". Durante lo svolgimento della loro missione i due colleghi scoprono che la dimora è veramente infestata da bizzarri mostri di ogni genere come zombi, vampiri e fantasmi, vissuti tutti nell'epoca della guerra civile. Per i due simpatici poliziotti l'impresa di sfrattare gli stravaganti inquilini non sarà per niente facile. Produzione Nel cast è da segnalare la presenza dell'attore Sherman Hemsley molto popolare ai tempi della realizzazione della pellicola per aver interpretato il ruolo di George Jefferson nella celebre serie televisiva I Jefferson dal 1975 al 1985. Distribuzione Il film è stato distribuito nelle sale statunitensi nel giugno del 1987. Edizioni home video Una videocassetta VHS con il codice identificativo 100 17 272 è stata distribuita in Italia dalla Eagle Pictures. Note Collegamenti esterni Film commedia fantastica Film sui fantasmi
Biografia Figlia di un ex militare, Jade Laroche cominciò molto presto l'attività di spogliarellista a Bordeaux e all'età di soli 19 anni vinse un concorso per un noto sito porno francese chiamato porntour. Qualche anno più tardi, l'attore e regista francese Fred Coppula, sempre nell'ambito dell'hard, la manda per la prima volta in copertina in una nota rivista porno francese, il magazine Chobix. Nell'aprile 2010 viene anche ingaggiata per un ampio servizio fotografico dal Marc Dorcel Magazine, venendo anche eletta come Dorcel Girl 2010. Sempre nello stesso anno, è apparsa nel videoclip del singolo Other City, del dj francese Tom Snare. Nel maggio 2010 è stata protagonista del film Une Mere e Sa Femme, girato a Los Angeles dal regista Paul Thomas e, alla fine dello stesso anno, è stata scritturata per recitare una parte nel film Mademoiselle de Paris, film co-prodotto da X Dorcel tramite Internet attraverso la piattaforma della comunità My Dorcel. Nel 2011 ha annunciato la sua temporanea uscita dal mondo del porno per lanciarsi nella carriera da DJ. Nel 2014 è tornata temporaneamente sulle scene hard, per ritirarsi definitivamente nel corso dello stesso anno . Filmografia L'été de mes 19 ans, regia di Hervé Bodilis (2009) Story of Jade, regia di Hervé Bodilis (2010) Jade: Pornochic 19, regia di Hervé Bodilis (2010) Une mère et sa fille, regia di Paul Thomas (2010) Une fille de bonne famille, regia di Max Candy (2010) Jade, Secretaire de Luxe, regia di Hervé Bodilis (2011) Mademoiselle de Paris, regia di Hervé Bodilis (2011) Ma première orgie, regia di Max Candy (2011) Femmes Fatales: Pornochic 22, regia di Hervé Bodilis (2012) Jade Laroche Infinity (2012) Fantasmes 4: Bourgeoises & Lesbiennes, regia di Hervé Bodilis (2012) Premi e riconoscimenti Venus Awards- 2010 Note Collegamenti esterni Spogliarellisti
La 16 hp è un'autovettura prodotta dall'Austin dal 1945 al 1949 in 35.434 esemplari. A parte il nome, non condivideva nulla con la precedente e quasi omonima Austin 16. Mentre impiegava un nuovo motore a quattro cilindri da 2.199 cm³ di cilindrata e valvole in testa, la 16 hp aveva installato la stessa carrozzeria pre-bellica dell'Austin 12, che continuò ad essere prodotta insieme all'Austin 8 e all'Austin 10. La sigla 16 hp nel nome del modello non indicava la potenza in CV del motore (in inglese "hp", cioè "horse power"), bensì la potenza fiscale, cioè l'indicatore per il pagamento della tassa di possesso del veicolo. Infatti, il motore del veicolo, che fu il primo dell'Austin a valvole in testa, erogava 67 CV di potenza a 3.800 giri al minuto. Il cambio era manuale a quattro rapporti. Il modello condivideva molte caratteristiche tecniche con la 12/4 "Low Loader" Taxi, tra cui il sistema integrato di sollevamento idraulico che agiva grazie ad una pompa posizionata sotto il cofano. La 16 hp fu disponibile con due carrozzerie, berlina quattro porte e familiare cinque porte. La 16 hp aveva buone prestazioni per l'epoca, ed infatti riusciva a raggiungere i 121 km/h di velocità massima. Durante il rigido inverno del 1947 Alan Hess e la sua squadra di piloti guidarono tre Austin 16 hp a scopo pubblicitario in un viaggio, che durò sette giorni, tra sette capitali del Nord Europa. Nonostante le grandi difficoltà dovute alle fitte nevicate, le vetture completarono l'avventura con successo. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni 16 hp
Giocatrice dal fisico importante, ma longilineo, tecnicamente completa (capace di giocare con efficacia sia in difesa che in attacco), si è formata sportivamente nel club della sua città natale, il Dordrecht, col quale ha giocato fino all'età di 15 anni. Dopo un ulteriore lustro trascorso al ZVL di Leida, nel 2017 si trasferisce in Spagna per giocare col di Barcellona, dove rimane fino al 2019, quando torna in patria e passa al Donk Gouda per due stagioni; fa seguito nel 2021 il trasferimento all'. Nel 2013 entra nel giro della nazionale giovanile. Due anni dopo prende parte al torneo dei Giochi europei a Baku. Nel 2016 fa parte della selezione Oranje che vince il titolo europeo juniores a L'Aia e pochi mesi dopo debutta nella nazionale maggiore, in occasione della World League 2017. Nel 2018 è convocata nuovamente per la World League (conclusa al secondo posto) e per gli Europei (poi vinti). Palmarès Europei Barcellona 2018: World League Kunshan 2018: Europei giovanili L'Aia 2016: Note Collegamenti esterni
La chiesa Madre di san Giovanni Battista, patrono di Chiaromonte, è un luogo di culto che si trova nella piazza principale del centro lucano, risalente al XII- XIII secolo. Interventi di restauro Gli edifici ecclesiastici che oggi è possibile vedere si sono conservati nel tempo subendo però diversi restauri che hanno comunque solo in parte modificato le loro originarie vestigia. Sembrerebbe, tuttavia, essere certa la loro funzione, sorti già da principio per assolvere agli impegni religiosi della Chiaromonte di piena età medievale. Le stesse fonti documentarie, a noi pervenute, ci informano di come essi si siano conservati, eccezion fatta per lievi modifiche che non hanno comunque stravolto l’assetto planimetrico originario. La chiesa è stata modificata più volte nella sua struttura, e l’aspetto attuale consegue agli interventi del 1790, nel corso dei quali fu rifatta quasi integralmente, con relativa consacrazione ad opera del vescovo Salvatore Vecchioni come risultava dalla lapide apposta presso l’ingresso della sagrestia. È opportuno rammentare, inoltre, che l’Arciprete D. Raffaele Pozzi nel 1902, come si poteva leggere su una lapide marmorea affissa a destra della porta della sacrestia, rinnovò il pavimento della chiesa e restaurò a sue spese, non solo l’antico coro ligneo intarsiato, ma anche l’organo, di cui fa menzione già l’Apprezzo del Gallarano nel XVII secolo. L’organo, fatto restaurare da D. Raffaele Pozzi, era databile al 1600 ed era stato donato dal vescovo Bernardo Giustiniani alla chiesa Madre; di esso si fa cenno anche nel verbale di visita pastorale del 1621 del vescovo Alfonso Giglioli: “In ecclesia ex[tat or]ganum exiguę formę, sed pręstantis, quod donavit Rev.mus Predecessor [Justinianus] cum onere imposito communitati sacerdotum, ut celebrent unam missam qualibet hebdomada, prout ex Instrumento” . Dopo gli interventi del 1790, del 1838, (ricostruzione del coro crollante), del 1855/56 (riparazioni generali), la volta della chiesa Madre, verso la metà del 1800, fu dipinta da Antonio Cascino, pittore lagonegrese. I dipinti rappresentano episodi della Vita di Gesù, del Battista e due Santi Bibliografia DE LAURO, G. 1660. Vita Beati Joannis a Caramola tolosani conversi Sagittariensis monasterii collecta, Napoli. ELEFANTE, F. 1988. Luoghi sacri, casali e feudi nella storia di Chiaromonte, Chiaromonte. PERCOCO, G. 1993. I Miracolati di S. Uopo, Ed. Figundio, Chiaromonte. Stigliano, G. 1996, L’apprezzo del Gallarano del 1660, in Bollettino della Biblioteca provinciale di Matera, fasc. 27-28. UGHELLI, F. 1717-22. Italia Sacra (rist. anast. Venetiis), Sez. Anglonenes et Tursienses episcopi, Tomo VII. VENTUROLI, P. (a cura di) 2004. Scultura lignea in Basilicata dalla fine del XII alla prima metà del XVI secolo, Catalogo della mostra (Matera, Palazzo Lanfranchi, 1 luglio-31 ottobre 2004). VITALE V. 2014. La Contea di Chiaromonte (Basilicata): fonti documentarie e persistenze archeologiche. Materiali per la ricostruzione storico-insediativa dall’età normanna al basso medioevo, in MEO, F., ZUCHTRIEGEL, G. (a cura di). Siris Herakleia Polichoron. Città e campagna tra antichità e medioevo, Atti del Convegno (Policoro, 12 luglio 2013), Siris, 14, pp. 215–233. VITALE, V. 2015. Edifici ecclesiastici urbani e palaziali nel centro della Contea di Chiaromonte, in VITALE, V., LISTA, M. (a cura di). La Contea di Chiaromonte. Ceti sociali ed istituzioni ecclesiastiche tra XIV e XVIII sec. d.C., Zaccara, Lagonegro, pp. 43–74. Chiese di Chiaromonte
Cosina Co., Ltd. (株式会社コシナ, Kabushiki-gaisha Koshina) è una fabbrica di fotocamere e obiettivi, con sede in Giappone a Nakano (nella Prefettura di Nagano). I prodotti Cosina sono distribuiti dalla giapponese Kenko Co., Ltd. Cosina nasce nel 1959 dalla Nikō, una società produttrice di obiettivi fotografici; nel 1973 viene assunto l'attuale nome Cosina. Nel 1990 acquisisce il marchio austro-tedesco Voigtländer. Storia Cosina nasce dall'azienda ottica Nikō (o Nikoh), costruttrice di lenti, nel 1959. Nel 1966, inizia la produzione di macchine fotografiche compatte 35 millimetri e cine camere 8 millimetri; nel 1968 inaugura una fabbrica di lenti e un anno più tardi inizia la produzione di reflex a obiettivo singolo 35 mm. Nikō cambiò il nome nel 1973 in Cosina, la prima parte del nome da Koshi-Nakano, provenienza del fondatore Kobayashi Bunjirō (小林文治郎). Voigtländer Le apparecchiature Voigtländer furono sempre molto considerate da Kobayashi Hirofumi 小林博文, presidente della Cosina dalla morte del padre, nel 1988, il fondatore Kobayashi Bunjirō. Il nome Cosina è presente su diverse lenti per diverse marche di macchine SLR, e a singolo nome Voigtländer su una parte minore del catalogo. Altri costruttori Cosina è nota per la fabbricazione di prodotti per altri costruttori su specifica, come la Canon T60, la Yashica FX-3 (1979), FX-3 Super, e Super 2000, la Nikon FM10 e FE10, la Olympus OM2000, Konica TC-X, e vari modelli Vivitar. Un modello Cosina del 1982, la Cosina CX-2, è stato copiato dalla russa LOMO e commercializzato come Lomo LC-A. Cosina fabbrica fotocamere Rollei 35 RF per la Rollei Fototechnic, e ha sviluppato e fabbricato le fotocamere per Epson come la R-D1. Cosina fabbrica lenti per macchine Carl Zeiss con Leica (ZM), Nikon (ZF), Pentax (ZK), Canon EOS (ZE), e attacco a filetto M42 (ZS). Note Voci correlate Voigtländer Altri progetti Collegamenti esterni Cosina instruction manuals from www.orphancameras.com Canon EOS Technoclopedia: Cosina AF Lenses for Canon EF - a lens chart with technical data, comments and test references Aziende fotografiche giapponesi
Il Campionato Italiano di Football 1901 è stata la 4ª edizione del campionato italiano di calcio, disputata tra il 14 aprile 1901 e il 5 maggio 1901 e conclusa con la vittoria del , al suo primo titolo. Capocannoniere del torneo è stato Umberto Malvano () con 4 reti. Stagione Il torneo fu il quarto campionato italiano di calcio organizzato dalla Federazione Italiana Football (FIF). Formula Non ricevendo nuove affiliazioni e preso atto dell'anno sabbatico deciso dalla la FIF organizzò nuovamente un torneo a eliminazione diretta. Il tabellone prevedeva un sistema di challenge round in base al quale i campioni in carica (quell'anno il ) accedevano direttamente alla finale. Si è ritenuto che fosse stata disputata una eliminatoria lombarda tra il e il (2-0), ma nelle fonti coeve non vi è alcun riferimento all'incontro neanche sul giornale Corriere dello Sport – La Bicicletta, designato dal Milan come organo ufficiale. Nel caso in cui si fosse svolto, risulterebbe pertanto essere un'amichevole. Avvenimenti Dopo il definitivo successo del dell'anno prima venne messo in palio un nuovo trofeo: la Coppa Fawcus. Al suo secondo anno di attività e con la vittoria della finale del 5 maggio, il riuscì a vincere il suo primo titolo nazionale. Artefici di questa prima vittoria sono i giocatori inglesi che costituivano l'asse portante di questa primigenia formazione del , mentre cinque dei tredici calciatori impiegati dal club erano di nazionalità italiana. Squadre partecipanti Risultati Tabellone Calendario Eliminatoria piemontese Semifinale Finale Verdetto campione d'Italia 1901. Squadra campione Note Bibliografia Altri progetti Calcio nel 1901 1901
Ha rappresentato la ai Giochi olimpici di , e . Biografia Nato nella regione del Savo meridionale, sin da giovane ha ottenuto risultati di rilievo. Nel 2012 si è qualificato ai Giochi olimpici estivi di , gareggiando nei 50 metri stile libero maschili, dove è stato eliminato nelle batterie. Ai campionati europei di nuoto in vasca corta di Chartres 2012 ha vinto la medaglia di bronzo nella staffetta mista 4x50 metri stile libero, gareggiando con i compagni di nazionale Hanna-Maria Seppälä, Laura Kurki, Andrei Tuomola e Lotta Nevalainen. o. Nel 2014 è stato il primo atleta in attività della nazionale di nuoto finlandese a fare coming out e dichiararsi omosessuale. Ai Giochi olimpici di si è classificato 24º nei 50 metri e 42º nei 100 metri stile libero. Alle Universiadi di Taipei 2017 ha vinto la medaglia d'oro nei 50 metri stile libero, battendo in finale di tre centesimi il brasiliano Italo Amaral Duarte e il giapponese Katsumi Nakamura, argento ad ex aequo. Agli europei di Budapest 2020, disputati alla Duna Aréna nel maggio 2021, si è laureato campione continentale nei 50 metri stile libero, precedendo sul podio il britannico Benjamin Proud e il greco Kristián Goloméev. All'Olimpiade di Tokyo 2020 è stato eliminato nelle batterie nei 100 m stile libero, con il quarantaseiesimo tempo. Palmarès Europei Berlino 2014: bronzo nei 50m sl. Budapest 2020: oro nei 50m sl. Europei in vasca corta Chartres 2012: bronzo nella 4x50m sl mista. Universiadi Taipei 2017: oro nei 50m sl. Note Altri progetti Collegamenti esterni Persone che hanno fatto coming out
PT. Airfast Indonesia è un vettore aereo con sede a Tangerang, Indonesia. È specializzata in operazioni ad hoc, servizi di gestione degli aerei e servizi charter per trasporto di passeggeri e merci per le industrie petrolifere, minerarie e per le costruzioni in Indonesia e in altri paesi dell'area. Si occupa anche di mappatura aerea, voli di rilevamento, eli-logging e servizi di evacuazione medica. La sua base principale è l'aeroporto Internazionale Soekarno-Hatta, Giacarta. Airfast Indonesia è elencata nella categoria 1 dall'autorità per l'aviazione civile indonesiana per la qualità della sicurezza aerea. Airfast Indonesia è una delle cinque compagnie aeree ora autorizzate a volare in Europa dall'Indonesia. Storia La compagnia aerea è stata fondata e ha iniziato le operazioni nel 1971 per fornire elicotteri e velivoli ad ala fissa all'industria di esplorazione petrolifera in Indonesia, inizialmente come una joint venture australiana-indonesiana, ma si è evoluta in una società completamente di proprietà indonesiana nel 1982 quando ha acquisito Zamrud Aviation Corp. Era di proprietà di Frank Reuneker (53%) e altri azionisti (47%). Servizi I servizi in elicottero includono il trasporto di passeggeri onshore e offshore, voli di evacuazione medica, trasporto di carichi interni ed esterni, spostamenti di piattaforme di perforazione, supporto alla costruzione e lavoro di rilevamento aereo. I servizi di ala fissa includono voli charter di passeggeri e merci, voli di evacuazione medica, operazioni di compagnie aeree non di linea e lavori di rilevamento aereo. Flotta Oltre a vari elicotteri, a dicembre 2022 la flotta di Airfast Indonesia è così composta: Flotta storica Nel corso degli anni Airfast Indonesia ha operato con i seguenti modelli di aeromobili: Incidenti Il 28 aprile 1981, un Douglas C-47, marche PK-OBK, precipitò durante l'avvicinamento a Pekanbaru. Le vittime furono 9 dei 17 a bordo. Il 15 agosto 1984, un Douglas C-47, marche PK-OBC, collise con una montagna all'altitudine di . Dei tre occupanti, solo uno sopravvisse. Il 25 gennaio 1990, un Hawker Siddeley HS 748, marche PK-OBW, si schiantò sul monte Rinjani. Mentre era in rotta verso Selaparang. Nessuno dei 19 a bordo sopravvisse. Note Altri progetti Collegamenti esterni Compagnie aeree indonesiane Compagnie aeree charter
Il XXII campionato europeo di pallavolo maschile si svolse a Ostrava, nella Repubblica Ceca, dall'8 al 16 settembre 2001. Al torneo parteciparono 12 squadre nazionali europee e la vittoria finale andò per la prima volta alla Repubblica Federale di Jugoslavia. Qualificazioni Al campionato europeo partecipano la nazionale del paese ospitante, le prime 5 squadre classificate nel campionato del 1999 (in questo caso partecipa la sesta classificata visto che la Repubblica Ceca, giunta quarta, è qualificata di diritto in quanto ospita la competizione) e 6 squadre provenienti dai gironi di qualificazione. Squadre già qualificate (Paese ospitante) (1º posto nel campionato europeo 1999) (2º posto nel campionato europeo 1999) (3º posto nel campionato europeo 1999) (5º posto nel campionato europeo 1999) (6º posto nel campionato europeo 1999) Gironi di qualificazione Squadre partecipanti Formazioni Gironi Prima fase Girone A - Ostrava Risultati Classifica Girone B - Ostrava Risultati Classifica Fase finale Finali 5º e 7º posto - Ostrava Risultati Finali 1º e 3º posto - Ostrava Risultati Podio Campione Jugoslavia(Primo titolo) Secondo posto Italia Terzo posto Russia Classifica finale Premi individuali Voci correlate Campionato europeo di pallavolo maschile Collegamenti esterni Pallavolo nel 2001 Campionati europei di pallavolo maschile
Fu membro della Casa Universale di Giustizia, il supremo organo direttivo della fede bahai, la religione fondata da Bahaullah, per il periodo 1963-2003 Biografia Nacque da Ali-Akbar Nakhjavani e da Fatimih Khanum, entrambi Bahai Dopo la morte del padre, nel 1921, 'Abdu'l-Bahá consigliò alla sua famiglia di trasferirsi a Haifa. Nel 1939 ottenne il diploma di Bachelor of Arts dalla Università americana di Beirut e nei primi anni 40 ritornò in Iran, risiedendo prima a Tehran, quindi a Tabriz e successivamente a Shiraz. Nel 1950 fu eletto membro dell'Assemblea Spirituale Nazionale iraniana, l'organo di governo bahai del paese. In Africa In 1951 Alí Nakhjavání e la sua famiglia si trasferirono in Uganda per aiutare la comunità locale a promuovervi lo sviluppo della religione bahai. In Uganda Alí Nakhjavání lavorò come insegnante: è di quel periodo il suo incontro con Enoch Olinga, che si convertì alla fede bahai. Nel 1953 con la moglie, con Olinga e con due altri Bahai andò in Camerun per promuovervi la fede bahai Dal 1954 al 1961 fu membro del Consiglio per lo sviluppo della fede in Africa e, dal 1956 al 1961, fu membro eletto dell'Assemblea Spirituale Nazionale per l'Africa centro-orientale, l'organo amministrativo bahai della regione. Nel Consiglio internazionale Bahai Nel 1961 Nakhjavání fu eletto membro del Consiglio internazionale bahai, l'istituzione precorritrice della Casa Universale di Giustizia, il supremo organo di governo mondiale della religione bahai, e per questo si trasferì a Haifa. Nella Casa Universale di Giustizia Nel 1963 fu eletto membro della Casa Universale di Giustizia nella sua prima inaugurazione e vi svolse la sua funzione fino al 2003. Vita personale Alí Nakhjavání sposò Violette Banani, dalla loro unione nacquero due figli, Bahiyyih e Mehran. Il 16 luglio 1999 Alí Nakhjavání e la moglie Violette Banani divennero naturalizzati cittadini del Granducato del Lussemburgo. È scomparso nell'ottobre 2019, a 100 anni e un mese. Opere Alí Nakhjavání pubblicò molti scritti su riviste bahai e tre libri: Note Bibliografia Bahá'u'lláh, Kitáb-i-Aqdas. Association for Bahá'í Studies, 1996. ISBN 090999191X. Bahá'u'lláh, The Hidden Words. Wilmette, Illinois, Bahá'í Publishing Trust, 2002. ISBN 193184707X. Bahá'u'lláh, Il libro della certezza. Roma, Edit. Bahai, 1955. Shoghi Effendi, The World Order of Bahá'u'lláh. Wilmette, Illinois, Bahá'í Publishing Trust. ISBN 0877432317. Shoghi Effendi, God Passes By, Baha'i Publishing Trust, U.S., 1975. ISBN 0877430209. J. E. Esslemont, Bahaullah e la nuova era. Roma, Edizioni bahai, 1954. Alessandro Bausani, Saggi sulla fede Bahá'í, Roma, Casa Editrice Bahá'í, 1991. ISBN 8872140064. Peter Smith, A concise encyclopedia of the Bahá'í Faith. Oxford, Oneworld Publications, 2000. ISBN 1851681841. Adib Taherzadeh, The Revelation of Bahá'u'lláh. Oxford, George Ronald, 1977. ISBN 0853980713. Voci correlate Bahá'u'lláh Religione bahai Consiglio Internazionale Bahai Casa Universale di Giustizia Bahai in Uganda Bahiyyih Nakhjavani Bahai
Biografia Nativa di Cariati ma cresciuta a Cirò Marina, ha esordito in televisione con la partecipazione a Miss Italia 2004, classificandosi al quinto posto. Nel 2004 ha partecipato in veste di corista alla trasmissione di Rai 1 I raccomandati condotta da Carlo Conti, che nello stesso anno l'ha voluta sul palco di Rimini per affiancarlo nel programma di fine anno L'anno che verrà. In seguito ha partecipato a Starflash e ad Assolutamente, trasmissioni targate RAI, e ha collaborato al programma L'eredità per tre anni consecutivi nel ruolo di valletta. In questi anni, ha avuto una relazione con il conduttore Carlo Conti, terminata nel 2011. Dopo L'eredità, per i tre anni successivi, è stata madrina fissa e valletta de I migliori anni su Rai 1. Il 15 giugno 2011 pubblica il suo primo album discografico, intitolato È soltanto una favola, trainato dal singolo Dubidoo scritto e prodotto da Fabio Cobelli. Dal settembre 2013, per quattro anni è stata co-conduttrice di Easy Driver. Dal 5 al 10 febbraio 2018, in occasione del Festival di Sanremo 2018, conduce per la web tv della rivista Panorama il talk show L'Italia in vetrina - Viva Sanremo. Nell'estate dello stesso anno conduce assieme a Dario Vergassola il programma Sei in un Paese meraviglioso, in onda su Sky Arte HD Nell'autunno 2018 inizia a condurre il programma del mezzogiorno di Rai 2, I fatti vostri, assieme a Giancarlo Magalli, fino al 2020. Dal 1° all'8 febbraio 2022 torna provvisoriamente a L'eredità nel ruolo di valletta. Nel gennaio 2023 al Campidoglio di Roma vince il Premio “Antenna d’Oro per la Tivvù”. Televisione Miss Italia (Rai 1, 2004) - concorrente L'eredità (Rai 1, 2006-2009, 2022-2023) - professoressa I migliori anni (Rai 1, 2009-2011) - madrina Easy Driver (Rai 1, 2013-2017) Sei in un Paese meraviglioso (Sky Arte, 2018) I fatti vostri (Rai 2, 2018-2020) Detto fatto (Rai 2, 2021) - rubrica musicale L'isola dei famosi (Canale 5, 2022) - concorrente Camper (Rai 1, dal 2022) Telethon (Rai 1, 2022) Sanremo a tavola (Food Network, 2023) Web L'Italia in vetrina - Viva Sanremo (Panorama.it, 2018) Discografia Album 2011 - È soltanto una favola Singoli 2011 - Dubidoo 2020 - A mano a mano (feat. Pierdavide Carone) Videoclip 2011 - Dubidoo Note Altri progetti Collegamenti esterni Concorrenti de L'isola dei famosi Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 2010
Cavaglio d'Agogna (Cavaj in piemontese) è un comune italiano di abitanti della provincia di Novara in Piemonte. Origini del nome L'origine del nome si fa risalire ad un documento del 1029 che denomina il paese "curtis Caballi Regis" cioè il luogo dove gli arimanni allevano i cavalli per il re. La seconda parte del nome, aggiunta nel 1863, fa riferimento al torrente Agogna che scorre nelle vicinanze. Storia Simboli Lo stemma del Comune di Cavaglio d'Agogna è stato concesso con regio decreto del 26 maggio 1942. Monumenti e luoghi d'interesse Riserva naturale orientata delle Baragge Chiesa di San Mamante Società Evoluzione demografica Istituzioni, enti e associazioni Banda musicale "La Cavagliese", è un'associazione composta da circa 30 elementi. Pro Loco Cavaglio d'Agogna A.S.D. Tennistavolo Cavaglio 1989, è un'associazione sportiva dilettantistica che milita nel Campionato Regionale Piemontese di tennistavolo. La squadra si allena e disputa gli incontri di campionato presso la palestra dell'Oratorio Don Bosco. Amministrazione Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. Note Altri progetti Collegamenti esterni ù
Allievo e amico di Marco Tullio Cicerone, che fu suo maestro nell'arte oratoria, si distinse durante la gioventù per aver intentato alcuni processi contro importanti esponenti dell'aristocrazia senatoria. Nel 56 a.C. fu però a sua volta accusato, anche dalla sua ex amante Clodia, di aver partecipato ad atti di violenza compiuti ai danni degli ambasciatori di Tolomeo XII Aulete, ma fu difeso dallo stesso Cicerone, che pronunciò l'orazione Pro Caelio, e assolto. Eletto al tribunato della plebe nel 52 a.C., rivestì poi altre magistrature e intraprese un importante scambio epistolare con lo stesso Cicerone, che durò fino al 48 a.C., quando Celio trovò la morte mentre era impegnato ad organizzare un tentativo di rivolta contro Gaio Giulio Cesare. Biografia La giovinezza Celio nacque forse a Interamnia Praetuttiorum, l'odierna Teramo nell'82 a.C. da una famiglia di ceto equestre; apprese l'arte retorica da Marco Licinio Crasso e in particolare da Marco Tullio Cicerone, con il quale strinse un legame di profonda amicizia. Grazie alle sue doti di oratore, con cui sperava di elevare la sua posizione sociale, decise dunque di intraprendere come homo novus la carriera politica. La condotta di Celio fu ambigua in occasione della congiura di Catilina, nel 63 a.C., a cui risulta probabile che il giovane avesse preso parte; tuttavia egli abbandonò i congiurati prima che tentassero di mettere in atto i loro progetti, allontanandosi da Roma e partendo per l'Africa con la spedizione di Q. Pompeo Rufo. Celio mise in luce le sue capacità oratorie nel 59 a.C., quando, ancora molto giovane, su indicazione di Gaio Giulio Cesare e di Gneo Pompeo Magno, accusò, con successo, di concussione e di lesa maestà Gaio Antonio Ibrida, che era appena rientrato a Roma dalla provincia di Macedonia, che aveva governato come proconsole dal 62 al 61 a.C. Da questo processo ottenne una grande fama, in quanto il difensore dell'accusato era lo stesso Cicerone. In quegli anni Celio Rufo abitò presso il Palatino nella casa di Publio Clodio Pulcro e intraprese una breve relazione amorosa con Clodia, sorella di Clodio Pulcro. La donna, più anziana di Celio di circa dieci anni, fu cantata da Gaio Valerio Catullo nel suo Liber Catullianus, ed è anche nota come Lesbia. Al principio del 56 a.C. Celio accusò Lucio Calpurnio Bestia de ambitu, ovvero per i brogli elettorali che questi avrebbe compiuto nella campagna elettorale per l'edilità del 57 a.C., ma in questa circostanza la difesa di Cicerone ebbe la meglio. Egli, tuttavia, accusò nuovamente, ancora nel 56 a.C., Calpurnio Bestia, imputandogli altri brogli elettorali effettuati, questa volta, nella campagna elettorale dello stesso 56 a.C., ma il processo non ebbe luogo in quanto il figlio di Calpurnio, L. Sempronio Atrantino, insieme a L. Erennio Balbo e Publio Clodio, accusò a sua volta Celio aprendo la quaestio de vi che lo vedeva accusato di aver partecipato agli atti di violenza contro gli ambasciatori alessandrini giunti a Roma per impedire che il re di Alessandria, Tolomeo XII Aulete, appena destituito, fosse ricondotto al potere grazie all'intervento dell'esercito di Pompeo. L'accusa de vi era molto grave e aveva precedenza su tutte le altre, tanto che il processo si tenne durante i ludi Megalenses (giochi in onore di Cibele). Al processo partecipò anche Clodia che, forse con l'intento di vendicarsi dell'amante, formulò contro di lui alcune accuse, sostenendo che Celio le avesse sottratto del denaro o dei gioielli, e che avesse in seguito tentato di avvelenarla. Nella difesa, dapprima intervenne lo stesso Celio, poi Crasso e infine Cicerone, che riuscì a ottenere l'assoluzione del suo assistito e amico pronunciando la famosa orazione Pro Caelio, in cui delineò un ritratto dell'imputato e della sua attività affascinante ma storicamente inesatto e distorto per ragioni di convenienza. L'attività politica Prosciolto dalle accuse, Celio ricoprì il primo incarico politico nel 52 a.C. come tribuno della plebe: coinvolto nelle vicende successive all'uccisione di Clodio per mano di Tito Annio Milone, tentò di favorire la difesa dello stesso Milone di fronte al popolo, e diffuse senza alcun risultato voci secondo le quali era stato lo stesso Clodio a provocare lo scontro in cui gli uomini di Milone lo avevano ucciso. Si pose tuttavia, in questo modo, al fianco del partito senatorio, osteggiando invece la politica di Pompeo. Nel 51 a.C., in occasione della sua partenza per il proconsolato in Cilicia, Cicerone chiese a Celio di tenerlo informato sugli avvenimenti dell'Urbe; le diciassette lettere che Celio inviò a Cicerone furono poi raccolte nell'VIII libro delle Epistulae ad familiares, e permettono di ricostruire con precisione la vita di Celio fino al febbraio del 48 a.C. Nel 51 a.C. fu inoltre eletto edile curule per l'anno successivo; in tali veci si occupò di organizzare pubblici giochi, per i quali richiese a Cicerone l'invio dalla provincia di alcune pantere, e si impegnò a risolvere gli abusi relativi all'erogazione delle acque pubbliche. Fu inoltre coinvolto in un reciproco scambio di accuse con il censore Appio Claudio Pulcro, che aveva in un primo momento appoggiato. Sebbene nelle lettere inviate a Cicerone avesse manifestato simpatia per l'aristocrazia senatoria e avversione per Cesare, Celio mutò con grande franchezza e cinismo i suoi orientamenti alla vigilia dello scoppio della guerra civile: il 1º gennaio del 49 a.C. in senato si propose di deliberare che Cesare dovesse lasciare il comando del suo esercito per non essere dichiarato nemico della patria, ma Celio si oppose al decreto, e in seguito al senatusconsultum ultimum del 7 gennaio lasciò Roma per raggiungere Cesare a Ravenna. La storiografia non ha accertato i motivi di questo repentino cambio di orizzonti politici, lo stesso Celio scrisse però a Cicerone di essere passato dalla parte dei Cesariani per via del risentimento che nutriva verso l'aristocratico Appio Claudio Pulcro e per l'amicizia che invece lo univa al cesariano Gaio Scribonio Curione. A solo un anno dalla sua adesione alla fazione cesariana Celio manifestava però già un profondo disprezzo per i suoi nuovi compagni. Tornato a Roma nel 48 a.C., assunse l'incarico di pretore peregrino; deluso da tale nomina e cosciente delle inclinazioni autocratiche che Cesare stava dimostrando, e venuto meno, con la morte di Curione e Appio Claudio Pulcro, il motivo della sua adesione al partito cesariano, Celio fece opposizione all'opera del pretore urbano Gaio Trebonio che tentava di applicare i provvedimenti presi in materia di economia da Cesare l'anno precedente. Fallita tale politica, Celio, come molti populares avevano fatto prima di lui, propose una prima legge che prevedesse il condono di un anno di pigione per i locatari, fino ad arrivare a chiedere la totale cancellazione dei debiti; si scatenarono dunque violenti disordini per i quali lo stesso Trebonio fu scacciato dal suo tribunale, ma il console Publio Servilio Vatia Isaurico radunò delle truppe a Roma e fece pressioni sul senato, circondando la curia, perché approvasse un senatusconsultum ultimum che gli affidasse la difesa della città. Celio fu dunque deposto dalla carica che rivestiva ed espulso per la sua condotta dal senato. Le leggi che egli aveva fatto approvare furono abrogate, e, mentre tentava di difendersi nel Foro, fu scaraventato giù dai rostri mentre la sua sella curule veniva distrutta. Adducendo come pretesto quello di voler esporre a Cesare l'accaduto per decidere il da farsi, Celio lasciò Roma per recarsi, in realtà, nel Sud Italia, dove aveva chiesto a Milone, che si trovava in esilio a Marsiglia fin dal tempo del processo per l'uccisione di Clodio, di raggiungerlo. In precedenza, infatti, Milone aveva organizzato ludi gladiatori nella zona, e vi possedeva ancora un certo numero di combattenti; Celio, dunque, una volta che l'esule si fu unito a lui, lo inviò a Thurii a tentare di sollevare le popolazioni afflitte da una grave recessione economica contro Cesare. Egli, intanto, si recò nel Casilino con l'intento di rientrare a Roma; contemporaneamente, tuttavia, i suoi uomini, che stavano organizzando delle manovre per tentare di prendere Napoli, furono scoperti: divenuti noti i suoi piani, Celio fu dichiarato nemico di Roma e gli fu impedito di rientrare nell'Urbe. Milone inviò lettere ai municipi vicini a Thurii sostenendo di agire per conto di Pompeo e invitando chi era oppresso dai debiti a sollevarsi. Poiché tuttavia non otteneva alcun risultato, decise dunque di liberare gli schiavi dagli ergastula e mosse all'attacco della città di Compsa; qui fu però raggiunto dal pretore Quinto Pedio, alla guida di una legione: negli scontri, Milone fu colpito da un sasso scagliato dalle mura della città e ucciso. Non appena gli giunse la notizia della morte dello stesso Milone, Celio si recò presso i Bruzi, nell'estremo tentativo di convincerli a rivoltarsi, ma, giunto a Thurii, fu trucidato dalla popolazione del luogo e dai cavalieri gallici e ispanici che presidiavano la città. Ritratto di Celio Il personaggio di Celio, che si distinse anche per un'attività oratoria di cui rimangono alcuni frammenti, fu variamente considerato e giudicato dagli autori antichi. Catullo e Clodia Risulta possibile, se - com'è opinione universalmente accettata - si identifica la Lesbia catulliana con Clodia, che Celio Rufo, amante della stessa Clodia dal 59 al 56 a.C., sia il Rufo di cui parlano i carmina 69 e 77 del Liber di Catullo; l'identità del cognomen è comunque un elemento troppo debole per consentire di identificare con certezza il Rufo catulliano, che presenta inoltre caratteristiche che mal si conciliano con gli altri dati di cui si dispone a proposito di Celio. Oggi è invece ritenuta falsa l'interpretazione che ha a lungo identificato il Celio dei carmina 58 e 100 con Celio Rufo; risulta infatti più probabile che il personaggio, definito «flos Veronensum iuvenum» («fiore dei giovani veronesi»), sia un amico veronese del poeta. Tali interpretazioni sono comunque fondate sul legame amoroso, palesato da Cicerone nella Pro Caelio, che sarebbe intercorso tra Celio e Clodia; risulta tuttavia possibile che tale relazione sia in realtà stata un'invenzione operata da Cicerone in funzione della sua strategia di patronus al processo. Gli altri autori Dell'attività oratoria di Celio restano pochissimi frammenti, tuttavia ci rimangono le testimonianze di Cicerone, Quintiliano e Tacito. Egli fu allievo di Cicerone, che lo definì «lectissimus adulescens», ovvero «giovane eccellente», perfettamente padrone dell'ars rethorica. Secondo la testimonianza di Marco Fabio Quintiliano, Celio era solito fare uso, nei suoi discorsi, di sarcasmo, mescolando serio e ridicolo e narrando, all'interno delle sue orazioni, aneddoti divertenti. Secondo Lucio Anneo Seneca, egli fu invece uomo particolarmente iracondo, tanto da attaccar briga con chiunque gli fosse vicino. Per Ambrogio Teodosio Macrobio, infine, Celio fu uomo noto alla folla della plebe, cui si mescolava per creare disordini. La forte personalità di Celio traspare chiaramente anche dall'VIII libro delle Epistulae ad familiares di Cicerone; tuttavia, per la tendenza tipicamente drammatica della lingua di Celio, le sue lettere, le peggio tramandate di tutta la raccolta, risultano spesso oscure e presentano comunque notevoli difficoltà interpretative per via dei continui rinvii ai Commentari rerum urbanarum, i resoconti della vita politica romana che Celio inviava a Cicerone assieme alle lettere, oggi perduti. Note Bibliografia Fonti primarie Catullo, Carmina Cesare, De bello civili Cicerone, Epistulae ad familiares Cicerone, In Verrem Cicerone, Pro Caelio Macrobio, Saturnalia Quintiliano, Institutio oratoria Seneca, De ira Fonti secondarie Alberto Cavarzere, Introduzione al libro VIII, in Luca Canali, Una giovinezza piena di speranze Altri progetti Collegamenti esterni
I Cañari furono una civiltà precolombiana sudamericana che abitò l'Ecuador centro-meridionale tra il 400 d.C. e il 1532 d.C. Storia Furono conquistati dall'impero Inca durante la campagna di conquista verso nord di Huayna Cápac. Furono sottomessi al vasto impero con la forza, attraverso il massacro di migliaia di Cañari. La tribù occupava un'ampia zona attorno a Tumebamba, chiamata a volte la "seconda Cuzco" a causa della somiglianza con la capitale. Si dice che Tumebamba vantasse stupende architetture molto simili a quelle di Cuzco. Durante la guerra civile Inca combattuta tra i figli di Huayna Capac, i Cañari scelsero di appoggiare Huáscar, nonostante fossero stanziati nella parte settentrionale del regno, quella ereditata dal figlio ed erede illegittimo Atahualpa. All'inizio i generali di Huáscar, Atoc ed Hango, sembravano avere successo, sconfiggendo l'esercito di Atahualpa e conquistando le grandi città di Cajamarca e Tumipampa. Grazie all'aiuto dei generali fedeli al padre, però, Atahualpa riuscì a sconfiggere l'esercito di Huáscar nella battaglia di Mullihambato ed in quella di Chimborazo, respingendo i nemici a sud. Catturò e fece giustiziare i generali huascariani, e massacrò i Cañari non appena conquistata Tumebamba, radendo la città al suolo con un incendio e massacrando gli abitanti. Note Altri progetti Collegamenti esterni Culture sudamericane Storia dell'Ecuador
Il ghiozzo testagialla (Gobius xanthocephalus Heymer & Zander, 1992) è un pesce di mare appartenente alla Famiglia Gobiidae. Distribuzione e habitat A causa della sua recente scoperta il suo areale è poco noto. Sembra endemico del mar Mediterraneo. Nei mari italiani è comune. Vive su fondi duri, rocciosi e nel coralligeno fino a 30 metri di profondità. Descrizione È molto simile a Gobius bucchichi, a Gobius geniporus, a Gobius auratus e soprattutto a Gobius fallax, da cui non è sempre distinguibile. I principali caratteri distintivi sono: muso e guance gialle strie longitudinali di punti e trattini rossicci simili a quelli di Gobius fallax ma più evidenti sulla testa spesso una macchia nera sotto la pinna pettorale. Di solito non supera i 10 cm. Alimentazione, riproduzione Ignote. Biologia Molto schivo, schizza nella sua tana non appena sente un pericolo. Nota tassonomica Confuso fino al 1992 con Gobius auratus (a cui somiglia ben poco) e con Gobius fallax. Note Bibliografia Costa F. Atlante dei pesci dei mari italiani Mursia 1991 ISBN 88-425-1003-3 Louisy P., Trainito E. (a cura di) Guida all'identificazione dei pesci marini d'Europa e del Mediterraneo. Milano, Il Castello, 2006. ISBN 88-8039-472-X Altri progetti Collegamenti esterni Gobiidae
Gli Ancilia erano i dodici scudi (ovali e tagliati sui lati) sacri utilizzati dai fratelli Salii nelle loro processioni e nei loro riti della Roma arcaica. Origine del nome Autori differenti danno diverse etimologie. Per alcuni deriva dal greco , "curvo". Varrone lo fa derivare da ab Ancisu, essendo arcuato o tagliato dai due lati, come gli scudi traci, chiamati peltæ. Plutarco pensava che la parola derivasse dal greco , "gomito", essendo l'arma indossata sul gomito. Secondo Ovidio Storia Questi scudi erano di bronzo ma solo uno era l'originale inviato da Marte Gradivo a re Numa Pompilio come pegno dell'eterna invincibilità di Roma. La tradizione narra che durante una pestilenza uno scudo bilobato scese dal cielo e l'epidemia subito cessò. La ninfa Egeria aveva rivelato che chi avesse posseduto questo scudo sarebbe diventato molto potente, perciò Numa incaricò il fabbro Mamurio Veturio (della gens Veturia), di forgiare altri 11 scudi identici all'Ancile, così che fosse impossibile ai nemici di Roma sottrarre quello autentico, così come era avvenuto per il Palladio di Troia ad opera di Ulisse. L'Ancile divenne così uno dei sette pegni del comando (pignora imperii) di Roma. Numa affidò gli scudi a dodici giovani patrizi detti Salii che li custodirono nella Regia. Alle idi di marzo i Salii portavano gli ancilia in processione per le vie di Roma, percuotendoli con le loro aste e cantando inni a Marte danzando in ritmo a tre tempi, alla fine del mese venivano solennemente riposti, ed era vietato intraprendere operazioni militari prima di quella data. Otone, che partì in guerra senza attendere la deposizione degli ancilia, perse la guerra. Araldica Il termine ancile è anche utilizzato, in araldica, per indicare lo scudo ovale. Note Bibliografia Voci correlate Stemma di Roma Altri progetti Collegamenti esterni Mitologia romana Forme degli scudi
The Poughkeepsie Tapes è un film horror americano in stile falso documentario del 2007, scritto e diretto da John Erick Dowdle . Narra degli omicidi di un serial killer a Poughkeepsie (New York), raccontati attraverso interviste e filmati tratti dagli snuff dell'assassino. Il film è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival 2007, ma ha avuto una distribuzione travagliata: era originariamente previsto per l'uscita nelle sale da Metro-Goldwyn-Mayer nel febbraio 2008, ma è stato rimosso dal programma. Il film ha visto una breve distribuzione in video on demand nel 2014, ma è rimasto indisponibile sui media domestici. Nell'ottobre 2017 il film è stato distribuito in DVD e Blu-ray da Scream Factory. Trama Edward Carver è un brutale assassino, dedito alla violenza fisica, sessuale e psicologica sulle sue vittime, che opera a Poughkeepsie, New York. Quando la polizia irrompe in casa sua, senza trovarlo, scopre oltre 800 videocassette che presentano una registrazione dei suoi omicidi, girati per intero dal rapimento alla mutilazione post-mortem della vittima. Carver fa sempre attenzione a non mostrarsi nel film a meno che non sia completamente camuffato, portando la polizia e le forze dell'ordine a iniziare un'indagine sulla sua posizione e su quella delle sue vittime. Distribuzione The Poughkeepsie Tapes è stato presentato in anteprima al Tribeca Film Festival nel maggio 2007. L'uscita nelle sale era prevista per Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) l'8 febbraio 2008. Il film, tuttavia, è stato rimosso dal programma di rilascio, nonostante la pubblicità promozionale. Nel luglio 2014, il film ha avuto la sua prima uscita ufficiale come titolo video on demand disponibile tramite DirecTV . Successivamente è stato ritirato di nuovo meno di un mese dopo con Dowdle che suggeriva che MGM stesse considerando una versione più ampia. Accoglienza The Poughkeepsie Tapes ha un indice di approvazione del 67% su Rotten Tomatoes, basato su 6 recensioni, con una valutazione media di 6,06 / 10. Michael Gingold di Rue Morgue ha definito il film "un'esperienza inquietante ma frustrante", criticandolo per non aver fornito abbastanza "informazioni sui motivi per cui [il cattivo] ha brutalizzato e ucciso le sue vittime". Brian Orndorf di Blu-ray.com ha assegnato al film una valutazione di 4 stelle su 10, scrivendo che il film "anticipa alcune direzioni interessanti" ma "perde tensione quanto più a lungo ricicla gli stessi ritmi di angoscia, selezionando un modo economico per disturbare il suo pubblico." Bloody Disgusting ha dato al film un punteggio di 4 su 5, definendolo "uno dei migliori film indipendenti" del 2007 e scrivendo che "il film è spaventoso, inquietante, snervante, bizzarro e molto scomodo da guardare". Michele "Izzy" Galgana di Screen Anarchy lo ha definito "sicuramente non un film per tutti, in particolare per coloro che hanno una soglia bassa per la violenza e la tortura. Per coloro che amano il true crime e il found footage, [The Poughkeepsie Tapes] è un tesoro." Note Collegamenti esterni Film Metro-Goldwyn-Mayer Film found footage Film horror Film in stile falso documentario
Il grande balzo in avanti () fu un piano economico e sociale praticato dal governo della Repubblica Popolare Cinese dal 1958 al 1961, che si propose di mobilitare la vasta popolazione cinese per riformare rapidamente il paese, trasformando il sistema economico fino ad allora basato sull'agricoltura in una moderna e industrializzata società comunista, caratterizzata dalla collettivizzazione. Mao Zedong basò il suo programma sulla teoria delle forze produttive. Il Grande balzo si rivelò tuttavia un disastro economico, tale da condizionare la crescita del paese per diversi anni. È considerato dalla maggior parte degli autori come la principale causa della gravissima carestia (1959-1961), durante la quale morirono tra i 15 e i 55 milioni di persone (a seconda delle fonti).(cfr. §La carestia e le sue cause) Contesto storico Nell'ottobre 1949, dopo il ritiro del Kuomintang a Taiwan, il Partito Comunista Cinese proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese, assumendo il potere e divenendone l'unico partito. Una delle prime e più importanti azioni politiche fu la riforma agraria, attraverso la quale le terre dei grandi proprietari e dei contadini ricchi vennero assegnate ai contadini più poveri. Le "due linee" e la collettivizzazione All'interno del Partito coesistevano due visioni differenti sulla riforma agraria. Secondo i moderati, rappresentati da Liu Shaoqi, tra l'altro membro dell'Ufficio politico del PCC, avrebbe dovuto essere graduale e la collettivizzazione avrebbe dovuto attendere i progressi dell'industrializzazione, che avrebbe fornito all'agricoltura le macchine necessarie. Secondo la fazione più radicale, capeggiata da Mao Zedong, il modo migliore per finanziare l'industrializzazione era di ridurre l'agricoltura a regime di monopolio di stato, sia nella distribuzione, che nella fornitura dei prodotti agricoli; questo avrebbe consentito allo stato di acquistare a basso costo e vendere a un prezzo più alto, finanziando il capitale per le industrie. Siccome fu presto chiaro che tale politica era impopolare, fu proposta la creazione di collettivi per facilitare la condivisione delle risorse (strumenti e animali) e per portare i contadini sotto il controllo diretto del Partito. La collettivizzazione avvenne gradualmente, dal 1949 al 1958, prima attraverso le Squadre di mutuo aiuto (5-15 famiglie), poi nel 1953 con le Cooperative semplici (20-40 famiglie), infine nel 1956 con le Grandi cooperative (100-300 famiglie). Tali riforme, da alcuni chiamate Piccolo balzo in avanti, furono generalmente impopolari, e condussero a forti resistenze fra i contadini, costretti a partecipare a riunioni di villaggio di giorni o settimane, finché "volontariamente" non aderissero alla collettivizzazione; moltissimi capi d'allevamento furono abbattuti dai contadini, che preferirono mangiarli piuttosto che cederli alle cooperative. Il partito usò metodi coercitivi e requisì i raccolti con la forza; nel 1956 fu introdotto un passaporto interno per costringere i contadini a restare nelle campagne, notevolmente più povere delle città. La prima fase della collettivizzazione portò a risultati modesti e squilibrati, causando nel 1956 uno stato di carestia, sebbene la macchina di propaganda del Partito annunciasse notevoli progressi. Nel complesso il raccolto di grano nel periodo 1949-58 era inferiore a quello del periodo 1931-1937, mentre la produzione pro-capite era inferiore a quella del 1929-1933, anni in cui il nord del paese fu colpito da una grave carestia. Emerge la linea radicale I moderati, incluso Zhou Enlai, fecero appello per una marcia indietro. La posizione dei moderati fu rafforzata nel 1956 dal discorso di Nikita Chruščёv Sul culto della personalità e le sue conseguenze al XX Congresso del PCUS, che esponeva i crimini di Stalin e sottolineava il fallimento delle politiche agricole in Unione Sovietica, soprattutto della collettivizzazione. In seguito al discorso di Chruščёv e alle preoccupazioni suscitate dalla rivolta in Ungheria, Mao rispose alle tensioni nel Partito con la Campagna dei cento fiori, che apparentemente doveva essere un'apertura verso le critiche al regime. Tali critiche si rivelarono maggiori e più radicali del previsto, mettendo in discussione la stessa natura e legittimità del Partito Comunista. In retrospettiva, la campagna è considerata come un metodo per identificare i dissidenti fra gli intellettuali, successivamente destituiti durante la Campagna anti-destra organizzata da Mao Zedong. Almeno mezzo milione di tecnici e quadri furono allontanati dalle cariche direttive e, in gran parte, mandati a lavorare nei campi o nei laogai. L'opposizione al seguente Grande balzo in avanti fu di fatto ridotta al silenzio in ambito politico, e i tecnici non poterono controllare l'evolversi degli eventi né offrire suggerimenti. Nel 1957, al termine del primo piano quinquennale, fortemente plasmato sul modello sovietico, Mao cominciò a dubitare della collaborazione con l'Unione Sovietica: criticò la destalinizzazione e fu allarmato dalle rivolte in Germania dell'Est, Ungheria e Polonia e dalla politica di coesistenza pacifica dell'URSS nei confronti delle potenze occidentali. Mao si convinse che la Cina avrebbe dovuto cercare una via originale verso il comunismo. Grande balzo in avanti Grande balzo in avanti è anche il nome che in origine fu dato al secondo piano quinquennale, previsto per gli anni 1958-1963. Dopo il suo fallimento, il nome si riferisce ai primi tre anni del periodo. Mao rivelò il progetto a Nanning, nel gennaio del 1958. L'idea centrale consisteva in uno sviluppo rapido e parallelo di agricoltura e industria, in modo da evitare l'importazione dall'estero di macchinari pesanti, finanziando il settore industriale attraverso uno sfruttamento di massa del lavoro a basso costo, garantito dall'enorme disponibilità di manodopera contadina. Comuni popolari Mao spinse ulteriormente la collettivizzazione unendo le Grandi cooperative in gigantesche comuni popolari. La prima comune sperimentale fu creata a Chayashan, nella provincia dello Henan, nell'aprile del 1958. Gli appezzamenti privati furono aboliti e furono introdotte mense collettive. Il Politburo si riunì ad agosto e stabilì che le comuni sarebbero diventate la nuova forma di organizzazione economica e politica della Cina rurale. Per la fine del 1958 furono create 25.000 comuni, ognuna delle quali contava in media 5.000 famiglie. Le retribuzioni in denaro furono sostituite con punti lavoro. Le comuni erano relativamente autosufficienti: a fianco dei campi agricoli, sorsero dormitori, piccole industrie, scuole e le immancabili organizzazioni militari. Produzione di acciaio Mao considerava il grano e l'acciaio come i pilastri portanti dell'economia e dichiarò che entro 15 anni la Cina avrebbe raggiunto l'Inghilterra nella produzione di acciaio. Il Politburo stabilì che la produzione di acciaio sarebbe dovuta raddoppiare in un anno, soprattutto grazie all'introduzione di piccole fornaci "da cortile". Zeng Xisheng, primo segretario provinciale dell'Anhui, mostrò a Mao nel settembre del 1958 una di queste fornaci presso Hefei, dichiarando che l'acciaio così prodotto era di elevata qualità, sebbene fosse stato sicuramente prodotto altrove. Mao quindi incoraggiò la creazione di piccole fornaci in ogni comune e quartiere cittadino. Enormi sforzi furono richiesti a contadini, operai e singoli cittadini, al fine di produrre acciaio a partire da rifiuti e scarti di metallo. L'energia necessaria per alimentare le fornaci fu ricavata tagliando gli alberi. Per raggiungere le quote di produzione stabilite, la pressione sulla popolazione, in stragrande maggioranza contadini, fu pesantissima: gli oggetti più svariati, dalle reti dei letti agli utensili da cucina (ritenuti ormai inutili a causa dell'obbligo di mangiare alla mensa comune) furono requisiti e destinati alla fusione; mobili, porte e finestre furono sottratti per essere usati come combustibile. Decine di milioni di contadini, 60 milioni secondo le fonti più pessimistiche, furono allontanati dai lavori agricoli per produrre acciaio, così come gli operai, gli insegnanti e addirittura il personale degli ospedali. Come avrebbe potuto prevedere un qualunque tecnico con minime nozioni di metallurgia, l'acciaio prodotto nelle fornaci “da cortile” si rivelò inutilizzabile. Ad ogni modo, la mancanza di fiducia negli intellettuali, allontanati nel 1957, e la fede ideologica nel "potere delle masse", condussero Mao a spingere verso un progetto sconsiderato senza consultare tecnici ed esperti. L'esperienza della Campagna dei cento fiori impedì ogni accenno di dissenso. La produzione fu di gran lunga inefficiente se paragonata a quella industriale: Suzanne Labin nel 1959 stimò le persone mobilitate in appena due milioni e fece notare che la produzione di dieci milioni di tonnellate era trenta volte meno efficiente della produzione francese degli stessi anni, che ammontava a quindici milioni di tonnellate e impiegava centomila lavoratori. Secondo il suo medico privato, Li Zhisui, Mao visitò una tradizionale acciaieria in Manciuria nel gennaio del 1959, dove constatò come solo una grande fabbrica alimentata a carbone fosse in grado di produrre acciaio di qualità. Egli decise comunque di non bloccare il progetto delle piccole fornaci per non soffocare "l'entusiasmo rivoluzionario delle masse". Solamente dopo alcuni mesi, le direttive vennero rettificate. Opere idrauliche La realizzazione di grandi opere idrauliche per mezzo di lavoro coatto e massivo, caratterizza la natura stessa delle cosiddette "società idrauliche". L'impero cinese aveva realizzato in questo modo il Gran canale, in virtù della sua capacità di mobilitare masse di lavoratori. Gli argini del Fiume giallo richiedevano continue e ingenti manutenzioni, dal momento che il letto del fiume corre per centinaia di chilometri a un livello sopraelevato rispetto alle campagne circostanti. La mobilitazione delle masse era dunque l'unico modo per fronteggiare la forza della natura, che spesso causava la perdita di molte vite. La realizzazione dei lavori idraulici era parte integrante della figura dell'imperatore benevolo nei confronti del popolo. Il vuoto di potere politico della prima metà del XX secolo, causato dal crollo della Dinastia Qing, dai Signori della guerra e dalle guerre civili e con il Giappone, aveva lasciato la popolazione in balia degli elementi. Il Grande balzo assume quindi un forte significato simbolico e politico tradizionale. Si stima che circa 100 milioni di contadini furono mobilitati per trasformare le campagne cinesi, attraverso la costruzione di enormi e numerose dighe, bacini e canali di irrigazione. Ma, a differenza che in passato, la progettazione dei lavori fu affidata agli stessi contadini e ai quadri di partito locali, piuttosto che a tecnici qualificati, e la mobilitazione fu talmente spinta da impedire a milioni di contadini di coltivare i campi. Innovazioni tecniche La propaganda sovietica indusse la Cina a dare credito a pseudo-scienziati come Mičurin e Williams e alle stravaganti teorie di Trofim Lysenko, successivamente screditate. Furono incoraggiate la semina ravvicinata e l'aratura in profondità (fino a 3 metri), sostenendo che i semi di una stessa "classe" non sarebbero entrati in competizione e che le piante avrebbero sviluppato maggiori radici negli strati più fertili. Gli slogan di propaganda affermavano che il grano sarebbe cresciuto così fitto da permettere ai bambini di camminarci sopra. I contadini furono incoraggiati a sviluppare i tu fa (metodi della terra), realizzando fantasiosi quanto inutili marchingegni di legno derivati da quelli tradizionali. Lysenko avversava la genetica e sosteneva che era sufficiente che al terreno fosse unito il letame, per garantire raccolti copiosi. Secondo Olga Lepesienskaja, era possibile ottenere cellule viventi da materiale organico non vivente. La stampa diffuse notizie di eccezionali progressi scientifici, fra cui la scoperta di un "fertilizzante eterno" (un'alga in grado di assimilare l'azoto), la realizzazione di piante gigantesche e addirittura incroci fra maiali e bovini e fra cotone e pomodoro, che originava un cotone rosso. I cinesi erano convinti che la produttività sarebbe aumentata di dieci volte o più. Condizioni climatiche Per comprendere appieno il contesto in cui la politica del "Grande balzo" venne attuata, vanno considerate le condizioni climatiche che interessarono il periodo della sua applicazione. Nel 1958, il clima fu molto favorevole e lasciò prevedere il realizzarsi di un buon raccolto. Secondo alcune fonti, nel 1959 e nel 1960 il clima peggiorò notevolmente e siccità e alluvioni colsero diverse province del tutto impreparate. Nel luglio del 1959, il Fiume Giallo ruppe gli argini nella Cina orientale, uccidendo due milioni di persone, un evento che viene annoverato tra i 10 peggiori cataclismi naturali del XX secolo. Nel periodo 1958-1962, l'annuario dell'Enciclopedia Britannica riporta siccità e alluvioni - i dati riportati provengono da fonti del Governo cinese. Secondo la stampa cinese dell'epoca, nel 1960 siccità e clima sfavorevole colpirono il 55% di tutto il territorio coltivabile, mentre il 60% nel territorio del Nord non fu bagnato da alcuna pioggia. Invece secondo altre fonti, i meteorologi sostengono che dal 1959 al 1961 non vi fu alcuna calamità naturale e che anzi le condizioni climatiche furono buone, nonostante i media governativi divulgassero notizie catastrofiche. È legittimo sospettare che il governo cinese abbia alterato i rapporti sul clima per giustificare il fallimento quando, nel 1980, ha divulgato le statistiche demografiche relative al "Grande balzo". Gli anni peggiori dopo il 1949 furono il 1954 e il 1980, in cui non si verificò alcuna carestia. Secondo Marie-Claire Bergère le intemperie non possono giustificare né il carattere generalizzato né la durata della carestia, che colpì il paese anche nell'autunno 1958 quando i raccolti furono buoni ma vennero lasciati marcire nei campi. Alcuni testimoni locali riferiscono che nelle aree colpite dalla carestia in cui hanno vissuto non vi furono eventi climatici sfavorevoli. Oggi il governo cinese ammette che i disastri naturali non furono la principale causa della carestia, come fece l'allora presidente Liu Shaoqi, divenuto poi la prima vittima della Rivoluzione Culturale. Fine del Grande balzo Sia la politica del Grande balzo che la carestia continuarono fino al gennaio del 1961, quando il programma venne bloccato dal IX Plenum dell'VIII Comitato Centrale che adottò una differente politica, restaurando la normale produzione agricola. Le esportazioni di grano furono interrotte e sostituite da importazioni dal Canada e dall'Australia, che contribuirono a risolvere i problemi di alimentazione almeno nelle città costiere. La fallimentare politica agraria del Grande balzo, che ridusse le forniture alimentari a livelli da carestia, fu seguita da una graduale de-collettivizzazione negli anni sessanta e in seguito alle riforme di Deng Xiaoping dopo il 1978. Secondo Meredith Woo-Cumings: Conseguenze del Grande balzo L'impatto del Grande balzo in avanti sul paese è stato notevole ed ha condizionato fortemente gli anni seguenti sotto l'aspetto economico, politico e sociale. Secondo Jean-Luc Domenach (Aux origines du Grand Bond en avant, 1982), la storia cinese del dopoguerra è stata segnata da tre eventi principali: il Grande Balzo in Avanti, la Rivoluzione Culturale e la successione a Mao da parte di Deng Xiaoping: nonostante gli ultimi due eventi siano più studiati e conosciuti, sono stati determinati dal primo. Nel periodo del culto di Mao (anni sessanta e anni settanta), numerosi autori occidentali, fra cui molti "amici della Cina", scrissero della Rivoluzione Culturale enfatizzandone gli aspetti ideologici e talvolta sconfinando nell'apologia; non tennero conto del Grande Balzo e delle sue conseguenze, la cui gravità (in particolare l'ordine di grandezza del numero di vittime), fu conosciuta solo all'inizio degli anni ottanta. La carestia e le sue cause Fra il 1959 e il 1962 ebbe luogo una gravissima carestia che colpì l'intero paese provocando decine di milioni di morti. La cifra ufficiale riconosciuta in Cina è di 14 milioni, ma gli studiosi forniscono stime dai 20 ai 43 milioni. Nei primi anni ottanta, Judith Banister, impiegata del Governo USA, pubblicò un influente articolo in "China Quarterly", diffondendo fra i media statunitensi le sue stime di 30 milioni di morti. Sia all'interno del Partito Comunista che fra gli studiosi cinesi e occidentali, esistono due linee di pensiero che attribuiscono la principale causa della carestia rispettivamente ai disastri naturali o alla politica del Grande Balzo. Il periodo 1959-1962 fu inizialmente conosciuto come "I tre anni difficili" o "I tre anni di disastri naturali", nome attribuito dal Partito per sottolineare l'attribuzione di responsabilità alle condizioni climatiche, assolvendo il Partito stesso. Numerosi funzionari locali furono uccisi in esecuzioni pubbliche per aver diffuso informazioni errate. L'attribuzione di responsabilità alla politica della fazione maoista da parte della fazione moderata ha avuto notevoli ripercussioni sulla storia cinese degli anni successivi, determinando per esempio lo scoppio della Rivoluzione culturale (vedi Conseguenze politiche). Successivamente numerosi autori hanno considerato l'errore umano come principale causa della carestia. Un articolo del settimanale Time pubblicato il primo dicembre 1961 attribuì le cause della carestia, così definita da molti giornali occidentali mentre Mao parlò di semplice "periodo di scarsità", alla pianificazione politica invece che alle condizioni climatiche. Il 27 giugno 1981, il governo cinese ha precisato che la carestia fu dovuta "alla cattiva comprensione delle leggi dello sviluppo economico e dei fondamentali essenziali dell'economia cinese [...] al fatto che il compagno Mao Zedong insieme a molti compagni dirigenti... avevano perso la testa per i successi riportati [...] e volevano ottenere risultati immediati e portare all'estremo, il ruolo dei fattori soggettivi". La dislocazione di milioni di contadini per la produzione di acciaio e per le opere idrauliche, provocò in alcune aree l'abbandono dei raccolti. La campagna di eliminazione dei quattro flagelli e in particolare l'eliminazione dei passeri, causò lo sviluppo di parassiti che danneggiarono i raccolti. Sebbene i raccolti si fossero ridotti, i quadri locali, sotto le forti pressioni dalle autorità centrali, affinché riportassero esiti positivi del Grande balzo, entrarono in competizione fra loro nell'annunciare raccolti eccezionali ed esagerati. I dati irreali servirono da base per determinare la quantità di grano dovuta allo Stato, destinata sia alle città che all'esportazione verso le nazioni del blocco comunista, prima fra tutte l'Unione Sovietica, che reclamava il pagamento per l'assistenza tecnica fornita: nel periodo 1958-1960 la Cina continuò a esportare più grano di quanto ne importasse. A causa delle pressioni politiche e del passaporto interno introdotto nel 1956, che impediva ai contadini di recarsi alle fiere o di cercare lavoro fuori del villaggio senza permesso, vennero meno le tradizionali fonti d'informazione del mondo rurale: viandanti, venditori ambulanti, musicisti erranti e religiosi. Sia i contadini che gli stessi quadri di partito non poterono rendersi conto della reale portata della carestia, considerando il proprio come un caso isolato. La razione alimentare giornaliera fu ridotta, anche nelle città, ma fu nelle campagne che si raggiunse un livello di carestia gravissima. La distribuzione geografica della carestia fu sensibilmente diversa rispetto a quella delle carestie di origine naturale che storicamente colpivano la Cina. Nel 1960, furono colpite le province che adottarono le direttive di Mao con maggior enfasi (Anhui, Gansu, Henan); il Sichuan, una delle più popolose, conosciuta come "il granaio del cielo" per la sua fertilità e raramente colpita dalle carestie, soffrì il maggior numero di morti a causa dello zelo con cui il leader provinciale Li Jinquan promosse il Grande balzo. Conseguenze economiche Il Grande balzo in avanti è storicamente considerato, sia in Cina che all'estero, come un grande disastro economico, in pratica un grande balzo indietro capace di condizionare la Cina negli anni seguenti in cui venne attuato: le statistiche falsificate - secondo talune fonti - indussero le autorità a spostare le risorse umane dall'agricoltura all'industria. Durante il Grande balzo, l'economia cinese inizialmente crebbe: la produzione di acciaio aumentò del 45% nel 1958 e del 30% nei successivi due anni, ma crollò nel 1961 e non raggiunse il livello del 1957 prima del 1964. Conseguenze politiche L'impatto iniziale del Grande balzo fu discusso alla Conferenza di Lushan nei mesi di luglio-agosto 1959. Sebbene molti leader moderati nutrissero riserve contro tale politica, l'unico a esprimerle apertamente fu Peng Dehuai. Mao usò la conferenza contro Peng, accusando lui e i suoi sostenitori come "borghesi" e lanciando una campagna contro gli "opportunisti di destra". Peng fu rimosso dalla carica di ministro della difesa e sostituito da Lin Biao, che purgò l'esercito dai suoi sostenitori. Peng affermò che "mettere la politica al posto di comando" (ovvero promuovere la direzione da parte di funzionari ideologicamente zelanti invece che di tecnici preparati nelle università su modello occidentale) non poteva cambiare le leggi economiche e la politica reale; alcuni leader non identificati furono ammoniti per aver tentato di "saltare nel comunismo in un solo passo". Nonostante i rischi per le proprie carriere, alcuni membri del Partito Comunista criticarono il fallimento dei quadri locali, considerandolo come prova del fatto che la Cina aveva bisogno di maggiore istruzione, tecnici ed esperti. Per i maoisti, i lavoratori dovevano essere "più rossi e meno esperti", seguendo i metodi di sviluppo "delle masse" invece di quelli "borghesi".. Mao rinunciò alla carica di Presidente della Repubblica nel 1959, conservando quella di Presidente del Partito. Al suo posto fu eletto il moderato Liu Shaoqi. Nel 1962, quest'ultimo contraddisse Mao alla Conferenza dei settemila quadri, affermando che il disastro economico era causato principalmente da errori umani e non da catastrofi naturali. Liu Shaoqi e Deng Xiaoping (Segretario Generale del Partito) si occuparono di restaurare l'economia con politiche meno radicali; il contrasto fra Mao e Liu Shaoqi sarà la principale causa della Rivoluzione Culturale del 1966. Interpretazioni Se il messaggio della propaganda cinese sottolinea le motivazioni ideologiche che portarono al Grande Balzo, gli storici non cinesi, o in generale super partes, pongono l'accento su interpretazioni diverse che, in definitiva, potrebbero semplicemente coesistere. Ideologica - il Grande balzo in avanti è stato presentato come un'accelerazione del processo di trasformazione della società socialista in società comunista, attraverso la decentralizzazione delle unità produttive, militari, istituzionali e sociali, che avrebbe portato alla scomparsa dello Stato. Molta importanza è data alla ricerca di una "via cinese al comunismo" in contrapposizione al revisionismo dell'Unione Sovietica, considerato come tradimento del marxismo-leninismo. Militare - sotto la minaccia crescente della terza guerra mondiale, che vedeva un avvicinamento fra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti e un isolamento della Cina (negli anni sessanta, dopo la rottura dei rapporti con l'URSS, questa viene percepita come una minaccia anche maggiore degli Stati Uniti), la decentralizzazione avrebbe reso la Cina "impermeabile" a un attacco nucleare. Economica - le comuni e le grandi mobilitazioni di popolazioni rurali ebbero lo scopo di sfruttare i contadini (secondo alcuni al limite dei lavori forzati) per aumentare la produzione agricola, da cui provenivano le uniche merci da esportare verso l'Unione Sovietica in cambio di forniture industriali e soprattutto militari. La Cina avrebbe inoltre esportato i prodotti agricoli a diversi paesi del blocco comunista, per aumentare la propria influenza a danno dell'URSS. Note Bibliografia Voci correlate Storia della Repubblica Popolare Cinese Campagna delle terre vergini Grande carestia cinese Maoismo Riforma del pensiero in Cina Rivoluzione culturale Altri progetti Collegamenti esterni Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti - Studi sulle Nazioni - Cina Grande balzo in avanti
La Prowler è un'autovettura prodotta dalla Plymouth nel 1997 e dal 1999 al 2002. Derivò da un'omonima concept car del 1993. Dopo la soppressione del marchio Plymouth nel 2001, la vettura venne rinominata Chrysler Prowler. La Prowler è stata l'ultima Plymouth ad essere venduta in Canada. Il design La linea del modello era decisamente rétro e venne ispirata dalle vetture hot rod dell'epoca. Appartenente alla categoria delle vetture sport, il modello presentava una parte anteriore che richiamava il frontale scoperto delle auto da competizione della Formula Indy. Caratteristiche tecniche La Prowler era basata sul pianale PR del gruppo Chrysler ma aveva installato un gruppo motopropulsore derivante da quello montato sulla piattaforma LH del medesimo gruppo. Il motore era un V6 monoalbero a 24 valvole da 3,5 L che produceva 214 CV di potenza a 5.850 giri al minuto. Nel 1999 questo propulsore fu sostituito da un motore con caratteristiche simili ma che aveva installato un monoblocco in alluminio. Questa nuova versione erogava 253 CV a 6.400 giri. Entrambi i motori erano accoppiati ad un cambio automatico Autostick a quattro rapporti. La trasmissione era transaxle, e quindi la scatola del cambio era montata nel retrotreno in blocco con il differenziale per consentire un'ottimale ripartizione dei pesi del 50/50. Questa soluzione era già stata applicata su molti altri modelli a carattere sportivo come la Chevrolet Corvette, la Porsche 944 e l'Alfa Romeo 75. La Prowler è stato il primo modello della Plymouth a trazione posteriore dopo l'uscita di scena della Gran Fury nel 1989. Il modello venne criticato per il suo motore, che era giudicato troppo piccolo con i suoi sei cilindri. Questo propulsore aveva comunque una potenza paragonabile, o in qualche caso anche superiore, ai motori V8 commercializzati all'epoca dalla Chrysler. Inoltre, grazie alla sua leggerezza, questo propulsore permetteva al veicolo di avere ottime prestazioni, soprattutto in fatto di accelerazione. Era installato anteriormente. L'alluminio, oltre che nel motore, era utilizzato anche in altre parti del veicolo. Ad esempio, era impiegato nel telaio. I freni erano a disco sulle quattro ruote, mentre l'unica carrozzeria disponibile era roadster due porte. La produzione Il corpo vettura era realizzato a Shadyside, nell'Ohio, mentre la vettura completa era assemblata a Detroit. Gli esemplari prodotti furono: L'ultima Prowler è uscita dalle catene di montaggio il 15 febbraio 2002. Il modello è stato poi sostituito dalla Chrysler Crossfire nel 2004. L'eredità della Prowler Altri modelli di autovettura dallo stile retrò seguirono la commercializzazione della Prowler. Tra essi ci furono la Chrysler PT Cruiser, la Chevrolet SSR, la Chevrolet HHR, la Chevrolet Camaro del 2010, la Ford Thunderbird del 2002, la Ford Mustang del 2005 e la Dodge Challenger del 2008. Dalla Prowler è derivata anche la concept car Plymouth Howler, che è stata presentata nel 1999. A differenza della Prowler, la Howler aveva una carrozzeria pick-up. Come motore, questa concept car aveva installato un V8 Chrysler da 4,7 L, mentre come cambio aveva montato una trasmissione manuale a cinque rapporti. Bibliografia Altri progetti Prowler
La Venere Rokeby (o Venere e Cupido) è un dipinto a olio su tela (122,5x175 cm) di Diego Velázquez, databile agli anni 1647-1651 e conservato nella National Gallery di Londra. Storia La Venere Rokeby è uno degli ultimi dipinti realizzati dal maestro spagnolo, che pare avesse dipinto altri due nudi che sono andati perduti nel tempo. Si pensava che il committente dell'opera, sicuramente destinata a una fruizione privata, fosse stato Gaspar Méndez de Haro, marchese del Carpio e politico spagnolo che «amava i dipinti quasi quanto amava le donne»; degli studi condotti da Ángel Aterido nel 2001, tuttavia, hanno portato alla luce che il primo proprietario della tela è stato Domingo Guerra Coronel, e che Haro avrebbe messo le mani sull'opera solo nel 1652. Questa scoperta ha sollevato diverse domande: come e quando la Venere divenne proprietà di Coronel, e il motivo per cui il nome di Velázquez non sia citato nell'inventario di quest'ultimo. Il critico d'arte Javier Portús ha suggerito che quest'omissione possa essere avvenuta per la natura tendenzialmente erotica del dipinto, assai pericoloso in una Spagna che nel corso del Seicento era fortemente cattolica. Dopotutto gli unici nudi noti di tutta l'arte spagnola antica sono oggi la Venere, appunto, e La maja desnuda di Goya. La datazione del dipinto è altrettanto problematica. La tecnica pittorica ivi adottata non ci è di aiuto, anche se la forte enfasi messa sui colori suggerisce che l'opera sia stata realizzata nel pieno della sua maturità. Le elucubrazioni dei critici, in ogni caso, hanno datato la Venere tra il 1647 e il 1651, facendo sì che Velázquez l'abbia potuta completare o in Spagna o durante il suo ultimo soggiorno italiano. Pare che la modella fosse Flaminia Triva (1629 - post 1660), romana e anch'essa pittrice, amante di Velázquez. Da Haro il dipinto passò alla figlia Catalina de Haro y Guzmán e al genero Francisco Álvarez de Toledo. Nel 1802, Carlo IV ordinò alla famiglia di vendere la Venere, insieme ad altre opere, a Manuel Godoy, il nuovo favorito della corte di Spagna; nell'abitazione di Godoy il dipinto faceva pendant alla Maja vestida e alla Maja desnuda di Francisco Goya. Nel 1813 la tela venne portata in Inghilterra, dove venne acquistata per cinquecento sterline (29,000 nel 2016, al netto dell'inflazione) da John Morritt, che la inserì nella propria collezione privata a Rokeby Park, nello Yorkshire, donde il celebre soprannome del dipinto. Nel 1906 la Venere Rokeby venne acquistata dal National Art Collections Fund ed entrò a far parte delle collezioni della National Gallery di Londra, dove è tuttora esposta; l'acquisizione fu sostenuta con molto fervore da Edoardo VII, che si adoperò alla causa con un contributo anonimo di ottomila sterline (780,000 nel 2016). Il vandalismo del 1914 Il 10 marzo 1914 la Venere Rokeby fu sfregiata dalla suffragetta Mary Richardson, che con un coltello da macellaio produsse numerosi squarci, poi furono riparati col restauro condotto da Helmut Ruhemann. La suffragetta venne condannata a sei mesi di prigionia, ai sensi delle leggi allora vigenti circa il deturpamento delle opere d'arte. Richardson - che non gradiva «il modo in cui gli uomini guardavano l'opera a bocca spalancata tutto il giorno» - avrebbe poi giustificato il suo gesto in questo modo: La Slasher Mary (come venne sovente riportata dai giornali) sarebbe quindi stata motivata a sfregiare il dipinto dall'arresto di Emmeline Pankhurst, avvenuto la sera prima alla St. Andrew Hall di Glasgow; la Pankhurst era la fondatrice della Women's Social and Political Union, movimento che rivendicava i diritti delle donne e si batteva per il suffragio femminile. Descrizione e stile La Venere Rokeby raffigura la dea della bellezza, dell'amore, della fecondità e della natura primaverile adagiata languidamente su un letto tra lenzuola di raso, con la schiena rivolta verso l'osservatore e le ginocchia piegate. Quello della Venere vista di tergo è un motivo assai ricorrente nella produzione letteraria e pittorica dell'antichità; ciò malgrado, la dea è effigiata senza quegli accessori mitologici generalmente inclusi nelle raffigurazioni della scena; gioielli, rose, mirtilli sono elementi qui assenti (la Venere di Velázquez, tra l'altro, è castana, e non bionda come voleva la tradizione). Possiamo riconoscere Venere nella figura femminile, inoltre, grazie alla presenza del suo figlio, Cupido. Venere sta fissando uno specchio retto da Cupido, collocato di fronte a lei, che inconsuetamente è ritratto senza la faretra; in questo modo, la dea rivolge il proprio sguardo all'osservatore del dipinto mediante la sua immagine riflessa nello specchio. Ciononostante, il volto rispecchiato della Venere è appannato e rivela solo parzialmente le sue caratteristiche facciali. La critica d'arte Natasha Wallace ha ipotizzato che il volto indistinto della Venere costituisce la chiave d'interpretazione dell'opera, che in questo modo «non si tratta né di un nudo femminile specifico, né di un ritratto di Venere, bensì di un'immagine dell'egocentrismo della bellezza». La posizione dello specchio, comunque, non è coerente con lo scorcio e in realtà per vedere il volto della dea in quella posizione essa si dovrebbe trovare al posto dell'osservatore: si tratta di una licenza artistica. Sullo specchio troviamo dei fiocchi serici di colore rosa che si intrecciano. La funzione figurativa di questo elemento è stata soggetto di molti dibattiti; la speculazione suggerisce che si tratta di un'allusione al velo usato da Cupido per bendare gli amati, che era usato poco prima per sorreggere lo specchio, e eventualmente per avvolgere il volto di Venere. In tal senso, Julián Gallego rimase molto colpito dalla malinconia tenera e struggente del volto di Cupido, tanto da interpretare i fiocchi come bende che gli impediscono la visione della Bellezza e da conferire al dipinto il titolo di «Amore Conquistato dalla Bellezza». Le pieghe del lenzuolo su cui è adagiata la dea riproducono - e, in un certo senso, enfatizzano - le ampie curve del suo corpo. La composizione fa un ricorso massiccio a toni rossi, bianchi e grigi, utilizzati pure per la morbida carnagione di Venere; malgrado questo schema cromatico è stato altamente lodato, degli studi compiuti recentemente hanno fatto emergere che il lenzuolo in origine non era grigio, bensì di un intenso color viola poi scoloritosi. I colori luminescenti utilizzati per l'incarnato della dea, applicati con una «pennellata liscia, pastosa, amalgamata», contrastano con le tonalità grigio-nere del telo su cui è stesa, e con il marrone della parete. La Venere Rokeby è l'unico esempio superstite di un nudo femminile di Velázquez, che ne avrebbe realizzati altri tre, come attestato dagli inventari spagnoli del Seicento. Influenze I dipinti di nudi e di Venere furono una potente fonte d'ispirazione per Velázquez (Tintoretto, Tiziano e Rubens), che però - per usare le parole dello storico d'arte Andreas Prater - ha adottato «una concezione visuale assai indipendente che, pur avendo molti precursori, non ha un modello diretto». In ogni caso, Velázquez fu assai sensibile all'influenza di Tiziano, autore di diversi dipinti raffiguranti Venere (fra tutti, celebre la Venere di Urbino), alle pose languide delle donne di Jacopo Palma il Vecchio, e infine alla Venere dormiente di Giorgione. Per quanto riguarda lo specchio, la fantasia creatrice di Velázquez è stata probabilmente ispirata dal rinascimento italiano, animato da artisti - quali l'anzidetto Tiziano, Girolamo Savoldo e Lorenzo Lotto - che rendevano lo specchio un protagonista attivo delle proprie opere, elevandolo dallo status di accessorio utile solo a riempire lo spazio pittorico. Sia Tiziano che Rubens avevano comunque già realizzato dipinti raffiguranti Venere che si guarda in uno specchio, ed entrambi avevano molti rapporti con la corte spagnola; le loro tele non devono essere passate inosservate a Velázquez, meritevole però di aver dato vita a una «fanciulla con un punto vita stretto e un'anca sporgente» assai diversa dalle rotonde donne italiane. Un'altra innovazione apportata dalla Venere Rokeby, quando comparata ad altri nudi di grandi dimensioni, è la posa della Venere, che non rivolge lo sguardo all'osservatore. Questa soluzione compositiva era già stata adottata nelle stampe di Giulio Campagnola, Agostino Veneziano, Hans Sebald Beham, e Theodor de Bry, e in sculture come l'Ermafrodito dormiente e l'Arianna addormentata. Note Bibliografia Bull, Duncan and Harris, Enriqueta. "The companion of Velázquez's Rokeby Venus and a source for Goya's Naked Maja". The Burlington Magazine, Volume CXXVIII, No. 1002, settembre 1986. Carr, Dawson W. Velázquez. Ed. Dawson W. Carr; also Xavier Bray, Javier Portús and others. National Gallery Londra, 2006. ISBN 1-85709-303-8 Clark, Kenneth. The Nude: A Study in Ideal Form. Princeton University Press, 1990. ISBN 0-691-01788-3 Gamboni, Dario. The Destruction of Art: Iconoclasm and Vandalism since the French Revolution. Reaktion Books, 1997. ISBN 978-1-86189-316-1 Gudiol, José. The Complete Paintings of Velázquez. Greenwich House, 1983. ISBN 0-517-40500-8 Hagen, Rose-Marie and Rainer. What Great Paintings Say, 2 volumi. Taschen, 2005. ISBN 978-3-8228-4790-9 Harris, Enriqueta. Estudios completos sobre Velázquez: Complete Studies On Velázquez, CEEH, 2006. ISBN 84-934643-2-5 Haskell, Francis and Penny, Nicholas. Taste and the Antique: The Lure of Classical Sculpture, 1600–1900. Yale University Press, 1981. ISBN 0-300-02913-6 Langmuir, Erica. The National Gallery companion guide. National Gallery, Londra, 1997. ISBN 1-85709-218-X López-Rey, José. Velázquez: Catalogue Raisonné. Taschen, Wildenstein Institute, 1999. ISBN 3-8228-6533-8 MacLaren, Neil; revised Braham, Allan. The Spanish School, National Gallery Catalogues. National Gallery, Londra, 1970. pp. 125–9. ISBN 0-947645-46-2 Portús, Javier. Nudes and Knights: A Context for Venus, in Carr Prater, Andreas. Venus at Her Mirror: Velázquez and the Art of Nude Painting. Prestel, 2002. ISBN 3-7913-2783-6 White, Jon Manchip. Diego Velázquez: Painter and Courtier. Hamish Hamilton Ltd, 1969. Altri progetti Collegamenti esterni Dipinti nella National Gallery di Londra Dipinti di Diego Velázquez Dipinti su Venere Dipinti su Cupido Arte erotica Specchi nella pittura
Il mosaico di foresta e savana del Congo settentrionale è un'ecoregione dell'ecozona afrotropicale, definita dal WWF (codice ecoregione: AT0712), che si estende dal Camerun all'Uganda, passando per la Repubblica Centrafricana, la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan del Sud. Territorio È un'ecoregione di savana che copre un'area di 708.100 km² in Africa centrale. Forma parte della fascia di mosaico di foresta e savana che separa le foreste dell'Africa equatoriale dalle savane tropicali, e comprende le savane alberate più settentrionali dell'Africa. Si estende dai monti del Camerun ad ovest, attraverso il centro del Camerun e il sud della Repubblica Centrafricana, al sud-ovest del Sudan del Sud e al nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Include inoltre una ristretta zona del nord-ovest dell'Uganda. I fiumi Ubangui e Uele formano il confine meridionale dell'ecoregione, mentre il Bahr el Ghazal delimita quello orientale. Confina a nord e ad est con la savana sudanese orientale, a nord-est con le praterie inondabili del Sahara, ad ovest con il mosaico di foresta e savana della Guinea, le foreste degli altopiani del Camerun e le foreste costiere di Cross-Sanaga-Bioko, a sud-est con le foreste montane della faglia albertina, e a sud con le foreste di pianura del Congo nord-occidentale e le foreste di pianura del Congo nord-orientale. Il clima è tropicale di savana. In linea generale, presenta una stagione secca e una umida. Le precipitazioni annue medie, che aumentano procedendo verso sud, variano tra 1200 e 1600 mm. La maggior parte dell'ecoregione è costituita da un altopiano di circa 500 m di altitudine, che si eleva fino a 700 m nel settore occidentale. Flora La flora è molto varia; nell'ecoregione si trovano foreste a galleria, savane alberate e savane erbose, con specie tipiche delle savane sudanesi del nord o delle foreste del Congo, più a sud. Fauna I mammiferi caratteristici dell'ecoregione sono l'eland di Derby (Taurotragus derbianus), il bongo (Tragelaphus eurycerus), il cobo (Kobus ellipsiprymnus), il kob (Kobus kob), l'eritrocebo (Erythrocebus patas), l'antilope roana (Hippotragus equinus), il bufalo cafro (Syncerus caffer), l'ippopotamo (Hippopotamus amphibius), la giraffa (Giraffa camelopardalis), il leone (Panthera leo) e il leopardo (Panthera pardus). Le foreste a galleria del parco nazionale della Garamba sono state fino a pochi anni fa la roccaforte degli ultimi esemplari di rinoceronte bianco settentrionale (Ceratotherium simum cottoni), mentre l'ultima popolazione di rinoceronte nero occidentale (Diceros bicornis longipes), anch'essa estintasi recentemente, sopravviveva all'estremità occidentale dell'ecoregione. La zona ospita varie specie endemiche di rettili e anfibi. Tra i primi, il serpente cieco Letheobia sudanensis, la lucertola Ichnotropis chapini e il colubro Hapsidophrys smaragdinus; tra i secondi, le rane Amnirana longipes, Hymenochirus boulengeri, Phrynobatrachus albomarginatus, Phrynobatrachus scapularis e Ptychadena ingeri. Il coccodrillo del Nilo (Crocodylus niloticus) è presente nei corsi d'acqua del nord dell'ecoregione. Conservazione L'ecoregione è considerata in pericolo critico: l'instabilità politica, così come la crescita della popolazione, sono le principali minacce. Tra le aree protette dell'ecoregione vi sono il già ricordato parco nazionale della Garamba, nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1980, e il parco nazionale dello Mbam e Djerem, in Camerun. Note Voci correlate Lista delle ecoregioni terrestri Ecoregioni dell'ecozona afrotropicale
Nome Il cognome della sua famiglia è Fernandes; in quanto proprietario di terreni gli fu poi concesso di utilizzare il titolo di lavrador, che in portoghese significa letteralmente "agricoltore" ma anche "proprietario terriero". Spedizioni Da documenti e registri del porto della cittadina inglese di Bristol, sembra che João Fernandes Lavrador abbia navigato su tratte commerciali tra il Portogallo e Bristol sin dal 1486 e questo gli consentì probabilmente di entrare nel giro dei viaggi nelle Americhe non solo portoghesi ma anche inglesi. Egli prese probabilmente parte alla spedizione di Giovanni Caboto del 1497 e forse anche a quella del 1498, entrambe finanziate da re Enrico VII, durante la quale fu protagonista del primo avvistamento della costa orientale della Groenlandia e della mappatura di queste coste e di quelle di Terranova. La cosiddetta mappa di Weimar del 1530 riporta a fianco alla Groenlandia: "Questa terra fu scoperta dagli inglesi della città di Bristol ma non lì non vi era niente di valore. Poiché il primo a dare notizia dell'avvistamento fu un possidente ("Labrador") delle Azzorre, essi la rinominarono così.", mentre la cosiddetta mappa di Wolfenbüttel, risalente al 1532 e oggi attribuita al cartografo Diego Ribero, riporta, accanto alla costa groenlandese, una nota che recita "Poiché il primo ad avvistarlo è stato un possidente proveniente dalle isole Azzorre, a questo paese è rimasto assegnato tale nome". Di ritorno dalla spedizione (forse egli fu un superstite della spedizione di Caboto del 1498), João Fernandes mostrò le mappe realizzate a Enrico VII e ciò gli fece guadagnare tanta fama che, il 28 ottobre 1499, re Manuele I del Portogallo diede a Fernandes il permesso di esplorare la parte dell'oceano Atlantico che, secondo quanto sancito con il trattato di Tordesillas, spettava al Portogallo. Durante la sua spedizione nella regione nord-orientale dell'oceano Atlantico, nel 1499, Fernandes, assieme a Pêro de Barcelos, avvistò e cartografò la costa di quella che oggi è conosciuta come penisola del Labrador nonché le coste della Groenlandia sud-occidentale e della regione nord-orientale del continente nordamericano. Come detto, oggi si ritiene che queste coste abbiano preso il nome proprio da João Fernandes. In effetti, fino almeno agli anni settanta del sedicesimo secolo, il nome "Labrador" era utilizzato per indicare l'odierna Groenlandia (o in alcuni casi una l'intero territorio che oltre alla Groenlandia comprendeva anche la terra che pensava unisse la Groenlandia a Terranova) e solo in un periodo successivo e dopo ulteriori scoperte geografiche, esso fu spostato e utilizzato per indicare il territorio dell'odierna penisola del Labrador, la quale, nelle prime mappe, era indicata come "Terra Corterialis", dal nome dei fratelli Gaspar e Miguel Corte-Real. Dopo il suo ritorno dalla Groenlandia, Fernandes si diresse a Bristol, in Inghilterra, dove, nel marzo 1501, ricevette da Enrico VII una nuova licenza per salpare alla scoperta di nuove terre, questa volta in nome dell'Inghilterra. Poco si sa però di questa nuova spedizione, iniziata nel 1501. In effetti le notizie su Fernandes da qui in poi sono piuttosto rare, si sa che egli fu specificatamente escluso da una seconda licenza rilasciata da Enrico VII ai navigatori portoghesi il 9 dicembre 1502, mentre una lettera inviata al re portoghese da Barcelos e datata 1506 sembra far capire che in quell'anno egli fosse già morto. Fernandes ricevette diverse proprietà sulle terre da lui scoperte ed è considerato oggi il primo proprietario terriero europeo del Labrador. Curiosità Dato che il suo nome deriva da quello della penisola del Labrador, la popolare razza canina Labrador retriever deve indirettamente il suo nome a João Fernandes Lavrador. Note Collegamenti esterni
Biografia È particolarmente attivo nella partecipazione a serie televisive, dove appare spesso come caratterista nel ruolo del cattivo. Filmografia Cinema Sudden Manhattan, regia di Adrienne Shelly (1996) Touch me, regia di H. Gordon Boos (1997) Three Kings, regia di David O. Russell (1999) Pallottole d'amore (Life Without Dick), regia di Bix Skahill (2001) Lei, la creatura (She Creature), regia di Sebastian Gutierrez (2001) Crocodile 2: Death Swamp, regia di Gary Jones (2002) Masked and Anonymous, regia di Larry Charles (2003) Talkers Are No Good Doers, regia di Julian Hoeber (2005) Captain America: The Winter Soldier regia di Anthony e Joe Russo (2014) Gifted - Il dono del talento, regia di Marc Webb (2017) Televisione Swift - Il giustiziere (Swift Justice) - serie TV, episodio 1x06 (1996) Chicago Hope - serie TV, episodio 4x02 (1997) NYPD - New York Police Department - serie TV, episodi 5x02, 10x08 (1997, 2002) Più forte ragazzi (Martial Law) - serie TV, episodio 1x02 (1998) E.R. - Medici in prima linea (ER) - serie TV, episodi 5x06, 15x03 (1998, 2008) Giudice Amy (Judging Amy) - serie TV, episodio 1x09 (1999) Ancora una volta (Once and Again) - serie TV, episodio 2x09 (1999) Law & Order - I due volti della giusitizia (Law & Order) - serie TV, episodio 12x06 (2001) The Guardian - serie TV, episodi 1x07, 1x12, 2x20 (2001-2003) The Agency - serie TV, episodi 1x08, 1x18 (2002) CSI - Scena del crimine (CSI: Crime Scene Investigation) - serie TV, episodio 3x05 (2002) CSI: Miami - serie TV, episodio 2x12 (2003) Boston Legal - serie TV, episodio 2x07 (2005) NCIS - Unità anticrimine (NCIS) - serie TV, episodio 2x18 (2005) The Comeback - serie TV, episodi 1x06, 1x13 (2005) Medium - serie TV, episodio 1x03 (2005) Nip/Tuck - serie TV, episodio 3x09 (2005) Bones - serie TV, episodio 2x13 (2006) In Justice - serie TV, episodio 1x06 (2006) Enemies - serie TV, episodio 1x01 (2006) Women's Murder Club - serie TV, episodio 1x02 (2007) Shark - Giustizia a tutti i costi (Shark) - serie TV, episodio 1x09 (2007) Journeyman - serie TV, episodio 1x13 (2007) Life - serie TV, episodio 1x01, 2x06, 2x12 (2007) Detective Monk - serie TV, episodio 7x04 (2008) The Beast - serie TV, episodio 1x10 (2009) The Cleaner - serie TV, episodio 2x08 (2009) The Mentalist - serie TV, episodio 2x14 (2009) 24 - serie TV, episodi 8x04-8x05 (2010) Lie to Me - serie TV, episodio 2x21 (2010) La strana coppia (The Good Guys) - serie TV, episodio 1x03 (2010) No Ordinary Family - serie TV, episodio 1x07 (2010) NCIS: Los Angeles - serie TV, episodio 2x01 (2010) Chuck - serie TV, episodio 4x18 (2011) The Closer - serie TV, episodio 7x08 (2011) Vegas - serie TV, episodio 1x13 (2013) Graceland - serie TV, 5 episodi (2014) Gotham - serie TV, episodio 2x09 (2015) Chicago P.D. - serie TV, episodio 3x04 (2015) Lucifer - serie TV, episodio 2x17 (2017) SEAL Team - serie TV, episodio 1x09 (2017) Truth Be Told - serie TV, episodio 1x06 (2019) The Goldbergs - serie TV, episodio 7x16 (2020) Sneakerheads - serie TV, episodio 1x05 (2020) The Rookie - serie TV, episodio 4x07 (2021) Doppiatori italiani Nelle versioni in italiano dei suoi film, è stato doppiato da: Emiliano Coltorti in NCIS - Unità Anticrimine Roberto Pedicini in Life Pasquale Anselmo in The Mentalist Luciano Roffi in Lie to Me Claudio Moneta in Sneakerheads Gianni Gaude in The Rookie Collegamenti esterni
Un videoproiettore è l'apparecchio elettronico per la visualizzazione del video che esegue tale visualizzazione su una superficie qualsiasi attraverso un processo di proiezione utilizzante la luce. Si contrappone al monitor che esegue invece tale visualizzazione non su una superficie qualsiasi ma su una propria superficie. Normalmente la visualizzazione del video avviene su quello che è chiamato schermo per videoproiettore il quale possiede caratteristiche adatte a tale visualizzazione. Il videoproiettore non va confuso con il retroproiettore nel quale la superficie su cui viene visualizzato il video attraverso un processo di proiezione utilizzante la luce è una superficie del retroproiettore stesso. Prestazioni Un videoproiettore full hd può visualizzare l'immagine video con dimensioni fino a decine di metri di diagonale, quindi anche di gran lunga superiori a quelle di un monitor o di un televisore. La luminosità dell'immagine video visualizzata è però fortemente dipendente dalla luminosità dell'ambiente, molto più di quanto lo sia l'immagine video visualizzata da un monitor o un televisore, tanto che è possibile ottenere una buona qualità dell'immagine solo in un ambiente oscurato. Schermo per videoproiettore Lo schermo per videoproiettore è un telo tenuto in tensione in modo da costituire una superficie piatta. Il telo può essere tenuto in tensione da una struttura rigida propria oppure da una struttura rigida non propria. Nel primo caso si tratta di schermi trasportabili con dimensioni fino a qualche metro di diagonale, il secondo caso invece normalmente riguarda schermi fino a decine di metri di diagonale come ad esempio quelli utilizzati nelle sale cinematografiche. Le proprietà che deve avere il telo sono: non alterare la cromaticità dell'immagine video alta riflettività della luce Tale componente permette una migliore fruizione del videoproiettore, ma non è obbligatorio per l'uso. Tipi di videoproiettore distinti per ambito di impiego Esistono videoproiettori specificatamente progettati per visualizzare i formati video utilizzati dalla televisione impiegati ad esempio nell'home cinema, videoproiettori specificatamente progettati per visualizzare i formati video utilizzati dai computer impiegati ad esempio nella categoria lavorativa SoHo. I videoproiettori vengono anche usati nel campo scolastico, attraverso l'uso delle lavagne interattve multimediali e ultimamente, con la nascita del cinema digitale, videoproiettori specificatamente progettati per il cinema. Tipi di retroilluminazione La retroilluminazione dei videoproiettori può essere molto eterogenea: Lampada ad alogenuri metallici Lampada UHP LED Laser Assente, quando la tecnologia del proiettore permette di generare direttamente un'immagine ad elevata luminosità non vi è l'uso di lampade aggiuntive, come nel caso dei videoproiettori CRT o alcuni modello laser o LED. Tipi di videoproiettori distinti per tecnologia di generazione dell'immagine In base alla tecnologia utilizzata per realizzare il videoproiettore, si distinguono attualmente sette tipi di videoproiettori: videoproiettore CRT (anche detto "videoproiettore a tubo catodico" o "videoproiettore tritubo") videoproiettore DLP (anche detto "videoproiettore a microspecchi") videoproiettore D-ILA videoproiettore ESLP videoproiettore SXRD videoproiettore LCD (anche detto "videoproiettore a cristalli liquidi") videoproiettore LCoS videoproiettore LED (fonte di illuminazione) videoproiettore Laser (fonte di illuminazione) videoproiettore LED/Laser (fonte di illuminazione) Videoproiettore Laser Vedi: Videoproiettore LED/Laser Videoproiettore LED La fonte di luce del proiettore è costituita da una lampada LED ad alta potenza. Videoproiettore LED/Laser La fonte di luce del proiettore è generata da chip multi LED di tipo "laser", ovvere con il fascio luminoso estremamente concentrato; questa tecnologia è sempre più diffusa per: la lunga durata della fonte luminosa (20/30.000 ore di lavoro garantite dai produttori), la maggiore silenziosità del proiettore, la minore dissipazione di calore (a parità di potenza luminosa prodotta, scalda molto meno), la possibilità di orientare il proiettore in tutte le direzioni senza compromettere il suo funzionamento. Videoproiettore DLP DLP, acronimo di Digital Light Processing, è una tecnologia brevettata dalla Texas Instruments nel 1987, in cui l'immagine è creata da microscopici specchi disposti in una matrice su un circuito integrato a semiconduttore, chiamato Digital Micromirror Device (DMD). Ogni piccolo specchio rappresenta un pixel e quindi il loro numero corrisponde alla risoluzione dell'immagine proiettata. Matrici 800×600, 1024×768, 1280×720 e 1920×1080 (HDTV) sono le più comuni. Questi specchi possono essere riposizionati rapidamente per riflettere la luce o attraverso la lente del proiettore o su un "assorbitore" di luce (un dissipatore). In tal modo varia l'intensità della luce che attraversa la lente, creando sfumature di grigio in combinazione col bianco (specchi in posizione parallela al fascio di luce) e col nero (specchi perpendicolari al fascio di luce). E allora come si formano tutti gli altri colori? In un proiettore con singolo DMD i colori si ottengono ponendo un piccolo disco rotante tra la lampada e il DMD stesso. Il disco è diviso in quattro parti diversamente colorate: rossa, verde, blu e una sezione vuota per regolare la luminosità. Al variare della velocità del disco, si ottengono diverse combinazioni di rosso, verde e blu, che andranno a formare gli altri colori. Poiché la sezione vuota riduce la saturazione del colore (cioè l'intensità), in alcuni modelli viene omessa. Al contrario, alcuni modelli utilizzano colori addizionali (come per esempio il giallo). Il DMD è sincronizzato con la rotazione del disco colorato, perciò, ad esempio, il verde corrisponde all'istante di tempo in cui la parte verde del disco attraversa il fascio di luce della lampada. Lo stesso vale per il blu e il rosso. La sovrapposizione di immagini rosse, blu e verdi ad un'opportuna velocità fa in modo che lo spettatore osservi l'immagine finale a colori. In alcuni modelli recenti, il disco gira a due o tre volte la velocità del frame, consentendo di avere un'immagine a colori più dettagliata, e altri ancora ripetono lo stesso colore in due sezioni distinte sul disco, dunque una stessa sequenza di colori può essere ripetuta fino a sei volte per frame. Va da sé che per ottenere un risultato migliore rispetto al disco con colori in sezioni singole, la velocità di rotazione dev'essere tanto più alta quanto più le sezioni sono divise, ciò vuol dire che anche gli altri componenti devono essere più precisi e in sostanza, il proiettore è più costoso, alcuni modelli DLP possono arrivare a costare quanto un'automobile. Videoproiettore LCD Il videoproiettore LCD contiene uno o, sempre più comunemente, tre pannelli separati di cristalli liquidi, uno per ogni componente del segnale video (rosso, verde e blu). La luce proveniente da una lampada, di solito a scarica (nei modelli migliori allo xeno), che emette un colore ideale con uno spettro il più ampio possibile, viene divisa da un prisma nei tre colori fondamentali. Questa lampada deve avere un'altissima luminosità, tra i 2000 e i 4000 ANSI lumen. Quando la luce attraversa i pannelli LCD, ogni pixel può essere aperto per lasciar passare la luce, o chiuso per bloccarla, come se fosse una veneziana. Ciò produce una modulazione della luce, cioè trasporta più informazione di quella di partenza. Proiettando su uno schermo le diverse sfumature ottenute, si ottiene l'immagine continua, il fotogramma finale. Videoproiettore CRT Mentre DLP e LCD ricostruiscono l'immagine in modo digitale, ovvero l'immagine è costituita da un numero fisso di pixel, che ne determina la risoluzione, il proiettore a tubo catodico (CRT) - in origine teleproiettore - funziona in modo analogo ai vecchi televisori, ovvero riproduce l'immagine linea dopo linea in modo analogico, cosa che gli permette una maggiore flessibilità nelle risoluzioni supportate: se, infatti, si vuole riprodurre ad esempio un'immagine di 576 linee pixel, con un videoproiettore digitale sarà possibile riprodurla fedelmente solo se il proiettore stesso supporta esattamente una risoluzione con 576 pixel verticali; in caso contrario, verrà attivato dal dispositivo un rescaler, ossia un circuito elettronico che ridimensiona l'immagine originale, sia essa più grande o più piccola, per ricondurla alla risoluzione supportata dal proiettore; questo può portare a uno sgranamento dell'immagine (perdita di risoluzione) se l'originale era più piccolo, o a una distorsione della stessa (perdita di dettaglio) se l'originale era più grande. Entrambi i fenomeni si verificano anche con proiettori analogici a tubo catodico, ma risultano meno visibili grazie alla continuità con cui il dispositivo analogico riproduce l'immagine. Videoproiettore LCoS LCoS è l'acronimo di Liquid Crystal on Silicon. Videoproiettore D-ILA D-ILA, acronimo di Digital Direct Drive - Image Light Amplifier, è una particolare implementazione della tecnologia LCoS. È stata sviluppata da JVC. Videoproiettore SXRD SXRD, acronimo di Silicon X-tal Reflective Display, è una particolare implementazione della tecnologia LCoS. È stata sviluppata da Sony. Vantaggi e svantaggi delle varie tecnologie Ognuna delle tre tecnologie sopraelencate presenta vantaggi e svantaggi nella riproduzione dell'immagine, oltre alla suddetta distinzione tra analogico e digitale: Nella tecnologia a LCD, i pixel appaiono sullo schermo separati l'uno dall'altro da un "reticolo" che, per quanto sottile, può risultare comunque visibile al di sotto di una certa distanza dell'osservatore dallo schermo; si parla in questo caso di effetto zanzariera (screendoor effect). Con le ultime matrici, a più alta risoluzione, l'effetto però è stato sensibilmente ridotto. Nella tecnologia Digital Light Processing (DLP), un osservatore particolarmente sensibile può osservare, nello spostare rapidamente lo sguardo da un punto all'altro dell'immagine, il cosiddetto "effetto arcobaleno" (rainbow effect), per cui i bordi di oggetti particolarmente contrastati appaiono, anziché netti, "sfumare" tra i colori dell'arcobaleno (o, più precisamente, tra i tre colori primari). La visibilità di questo effetto, oltre che dalla sensibilità ottica dell'osservatore, dipende anche dalla velocità delle ruote di colore usate nei proiettori DLP: per velocità oltre i 5× pare che nemmeno gli osservatori più sensibili osservino questo effetto. Tale effetto non risulta invece presente nei DLP a tre chip, che risultano però molto più costosi e ingombranti dei comuni DLP a singolo chip. Anche se in misura minore rispetto agli LCD, anche i DLP soffrono dell'"effetto zanzariera", maggiormente evidente nei modelli a più bassa risoluzione. Entrambi i tipi di proiettori digitali hanno una vita operativa piuttosto breve: ogni circa 2-3000 ore occorre cambiare la costosa lampada interna che nel tempo perde la sua luminosità, nei proiettori più recenti, dal 2015 in poi, si installano lampade con durata - in ECO - che arriva anche a 10000 ore. Un comune televisore a tubo catodico ha invece una vita (teorica) di circa ore, contro le circa di plasma e LCD: tale divario, dal 2005, risulta quasi azzerato. Inoltre dal 2016 in poi cominciano ad affermarsi fonti luminose come LED o LASER che risolvono il problema della durata della lampada, I proiettori di tipo CRT, essendo composti da tre tubi catodici distinti, uno per ogni colore primario, risultano molto pesanti e ingombranti e, soprattutto, bisogna collimare attentamente le tre lenti per correggere la differenza di parallasse: tale correzione è in funzione della distanza tra il proiettore e lo schermo (variando tale distanza, le tre immagini proiettate non coincidono più e i colori risulteranno quindi sfasati); per questo motivo, tali proiettori necessitano di un'installazione più accurata, e non possono essere agevolmente spostati successivamente. Mini videoproiettori Esistono mini proiettori, in formato tascabile, che si possono utilizzare soprattutto per riunioni, e quindi da collegare ai moderni smartphone o tablet, ma anche direttamente alla fotocamera digitale. Questi dispositivi, data la loro piccola dimensione, riescono a proiettare solo a limitate distanze, fino a 3 metri. Normalmente posseggono pochi lumen, per cui hanno bisogno di ambienti molto bui. Altri progetti Apparecchiature televisive Periferiche Elettrodomestici
Casa de mi padre è un film statunitense del 2012 in lingua spagnola con sottotitoli in inglese diretto da Matt Piedmont. Il protagonista e produttore è l'attore comico Will Ferrell. Il cast vede la partecipazione di Diego Luna e Gael García Bernal. Il film è una parodia delle telenovelas messicane e racconta la storia di Armando Álvarez intento a salvare il ranch di suo padre da un potente narcotrafficante. Trama Armando Álvarez (Will Ferrell) ha vissuto tutta la vita nel ranch messicano del padre. In un momento di difficoltà economica, il fratello minore di Armando, Raúl (Diego Luna) torna a casa con la sua nuova fidanzata Sonia (Génesis Rodríguez) promettendo di pagare tutti i debiti. Il successo di Raul come uomo d'affari potrebbe significare la salvezza del ranch, ma quando Armando si innamora di Sonia e si scopre che gli affari di Raúl sono legati al traffico di droga con gli Stati Uniti d'America, la famiglia Alvarez si ritroverà a fare i conti non solo con la DEA (agenzia federale americana antidroga) ma anche con il più temuto narcotrafficante messicano, La Onza (Gael García Bernal). Produzione Il budget del film è stato di circa 6 milioni di dollari. Le riprese del film sono state effettuate in California nel mese di settembre 2010 e sono durate 24 giorni. Colonna sonora Nella colonna sonora, la canzone di testa intitolata Casa de Mi Padre è scritta e interpretata da Christina Aguilera. Il brano ispirato al flamenco è stato presentato a The Voice USA prima dell'uscita del film. Altri pezzi inclusi nell'album sono stati cantati dal Will Ferrel. Durante il periodo promozionale del film è stato diffuso il video musicale di Yo No Se. Tracce Casa de Mi Padre (Christina Aguilera) – 2:51 Raul Drugs – 1:10 Whiter Shade – 3:27 Fuzzorama – 2:06 Wedding Massacre – 2:22 Ask for Marry Permission – 1:54 Hermano – 1:45 Lala – 0:39 Fight for Love (Will Ferrell & Génesis Rodríguez)– 2:57 Yo No Se (Will Ferrell, Efren Ramirez & Adrian Martinez) – 2:53 Car Burn – 2:27 Trip Out – 1:47 Sonia Pool – 2:31 Luv Butts – 1:31 Staredown – 0:18 Dad Dies – 3:23 Shellshock – 0:32 Chubby Duckling – 0:47 Del Cielo – 2:59 Raul Dies – 2:38 Riconoscimenti 2012 - Palm Springs International Film Festival Vinto premio al regista Matt Piedmont 2012 - Imagen Awards Vinto miglior attore non protagonista a Diego Luna Nomination miglior film Nomination miglior attore a Will Ferrell Nomination miglior attrice non protagonista a Génesis Rodríguez Note Collegamenti esterni Film commedia
Biografia I primi anni Colborne nacque a Lyndhurst nell'Hampshire e venne educato al Christ's Hospital di Londra dal 1785 al 1789 per poi passare al Winchester College dal 1789 al 1794. Egli entrò nel 1794 nel 20th (East Devonshire Regiment). La carriera militare Coinvolto nelle guerre rivoluzionarie contro la Francia venne coinvolto in una spedizione nel 1799 e promosso capitano nel gennaio del 1800, prendendo poi parte alla spedizione guidata da Sir Ralph Abercromby in Egitto nel 1801. Si distinse personalmente nella Battaglia di Maida, e poco dopo su proposta di Sir John Moore, divenne suo segretario militare dal gennaio del 1808. Con questa carica egli prese parte alla Battaglia di Corunna, occasione nel quale Moore, morente, gli conferì il titolo di Luogotenente-Colonnello che gli pervenne nell'estate del 1809 quando venne coinvolto nella Guerra d'indipendenza spagnola, prendendo quindi il comando del 2º battaglione del 66th Foot Regiment col quale prese parte alla Battaglia di Ocaña. Col 66th egli fu presente alla Battaglia di Busaco e mostrò le sue capacità strategiche difensive nelle linee di Torres Vedras, e nel luglio del 1811, dopo aver temporaneamente guidato una brigata durante la Battaglia di Albuera, venne nominato comandante del famoso 52nd (Oxfordshire) Regiment of Foot col quale si distinse grandemente conducendolo a Ciudad Rodrigo dove venne gravemente ferito nel 1812. Durante la sua convalescenza egli sposò Elizabeth Yonge di Puslinch, Devonshire. Sul finire del 1813, Colborne venne piazzato temporaneamente alla guida della 2ª brigata della Light Division che comandò nelle battaglie di Nivelle nel novembre 1813 e Nive il mese successivo. Egli ritornò al comando della 52nd e prese parte alla Battaglia di Orthez nel febbraio del 1814 e poi all'Assedio di Tolosa in quello stesso anno. Per i suoi meriti ottenne la Army Gold Cross con tre barrette. Alla sigla della pace, venne nominato Colonnello, aide-de-camp del principe reggente Giorgio del Regno Unito e nominato commendatore dell'Ordine del Bagno nel gennaio 1815. A seguito della fuga di Napoleone dall'Elba, Colborne assunse il comando nuovamente del 52nd. Il 18 giugno 1815 Colborne ed il 52nd presero parte alla Battaglia di Waterloo. Alle 21.00 di quel giorno Colborne di sua iniziativa prese il 52nd e si portò sull'ala sinistra dell'esercito francese. Il 52nd quindi fece fuoco diverse volte sul fianco della Guardia Imperiale portando disordine tra le file del nemico. Colborne fu col 52nd a Parigi come parte dell'esercito che occupò la capitale francese sino al gennaio del 1816. In Canada Colborne venne nominato Luogotenente Governatore di Guernsey nel luglio del 1821. Venne promosso Maggiore-Generale nel maggio del 1825. Egli prestò servizio anche come Luogotenente Governatore dell'Alto Canada dal 1828 al 1836, ottenendo nell'ottobre del 1836 Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Guelfo di Hannover. Come Luogotenente Governatore, Colborne raddoppiò la popolazione della provincia organizzando il sistema delle immigrazioni provenienti dalla madrepatria verso la colonia. Egli inoltre contribuì all'espansione degli insediamenti migliorando le strutture di comunicazione e i trasporti, costruendo strade e ponti. Egli apportò dei cambiamenti al consiglio legislativo ed alla sua struttura, incrementando l'autonomia fiscale ed incoraggiando l'indipendenza giudiziaria. Nel 1829, Colborne fondò l'Upper Canada College, un istituto basato sul modello delle scuole d'élite inglesi. Come membro del Family Compact, Colborne fu un forte sostenitore della chiesa anglicana e delle tradizioni inglesi, considerando dunque la provincia ancora inadatta per un governo responsabilmente indipendente. Il conflitto tra l'assemblea e l'esecutivo fiscale portò a delle situazioni economiche difficili che contribuirono alle Ribellioni del 1837 in Canada, occasione nella quale venne nominato comandante in capo delle forze e de facto Governatore Generale del Norda America Britannico. Colborne radunò anche una milizia locale da unire al contingente britannico dell'esercito regolare e riuscì a sopprimere le rivolte nel Basso Canada nel dicembre del 1837. Egli personalmente guidò l'offensiva nella Battaglia di Saint-Eustache nella parte meridionale del paese. In Canada la sua politica e le sue azioni gli valsero il soprannome di le vieux brûlot. Gli ultimi anni Colborne venne promosso Luogotenente Generale nel giugno del 1838 e nell'ottobre dell'anno successivo divenne Gran Croce dell'Ordine del Bagno, oltre ad ottenere il rango di Barone Seaton di Seaton nel Devonshire nel dicembre di quello stesso anno. Nel luglio del 1843 ottenne la nomina a Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Michele e Giorgio. Egli divenne Lord Alto Commissario delle Isole Ionie dal 1843 al 1849. Promosso Generale nel giugno del 1854, dal 1855 al 1860 fu Comandante in capo dell'Irlanda. Colborne venne promosso Feldmaresciallo nell'aprile del 1860, ritirandosi quindi a vita privata nella casa che aveva comprato a Beechwood, nel Devonshire. Colborne venne nominato Colonnello onorario del 2nd Life Guards ed ottenne il bastone d'oro di comandante nel marzo del 1854. Nominato Colonnello onorario della Rifle Brigade (95th) nel febbraio 1862 in successione al Principe Consorte per espresso volere della Regina Vittoria, morì poi a Torquay il 17 aprile 1863. La sua salma venne sepolta nella chiesa di Newton Ferrers nel Devonshire. In suo onore prese il nome di Port Colborne la parte a sud del Canale Welland, in Canada. Sempre dal suo governatorato traggono origine il villaggio di Colborne presso le coste a nord del Lago Ontario così come Colborne Street nella città di Brantford. Onorificenze Note Bibliografia Heathcote, T. A., The British Field Marshals 1736 - 1997, Leo Cooper, 1999, ISBN 0 850526965 Altri progetti Collegamenti esterni Nati nell'Hampshire John Colborne, I barone Seaton John Colborne, I barone Seaton John Colborne, I barone Seaton Governatori generali del Canada
Il Giro di Polonia 2022, settantanovesima edizione della corsa e valido come venticinquesima prova dell'UCI World Tour 2022 categoria 2.UWT, si è svolto in sette tappe dal 30 luglio al 5 agosto 2022 su un percorso di 1 209,4 km, con partenza da Kielce e arrivo a Cracovia, in Polonia. La vittoria finale è andata al britannico Ethan Hayter, che ha completato il percorso in 28h26'23", precedendo l'olandese Thymen Arensman e lo spagnolo Pello Bilbao. Al traguardo di Cracovia 127 ciclisti, dei 160 partiti da Kielce, hanno portato a termine la competizione. Tappe Squadre e corridori partecipanti Dettagli delle tappe 1ª tappa 30 luglio: Kielce > Lublino – 218,8 km Risultati 2ª tappa 31 luglio: Chełm > Zamość – 205,6 km Risultati 3ª tappa 1º agosto: Kraśnik > Przemyśl – 237,9 km Risultati 4ª tappa 2 agosto: Lesko > Sanok – 179,4 km Risultati 5ª tappa 3 agosto: Łańcut > Rzeszów – 178,1 km Risultati 6ª tappa 4 agosto: Nowy Targ (Gronków) > Stacja Narciarska Rusiński - Cronometro individuale – 11,8 km Risultati 7ª tappa 5 agosto: Valsir > Cracovia – 177,8 km Risultati Evoluzione delle classifiche Maglie indossate da altri ciclisti in caso di due o più maglie vinte Nella 2ª tappa Phil Bauhaus ha indossato la maglia bianca al posto di Olav Kooij. Nella 3ª tappa Piotr Brożyna ha indossato la maglia blu a pois al posto di Jonas Abrahamsen. Classifiche finali Classifica generale - Maglia gialla Classifica a punti - Maglia bianca Classifica scalatori - Maglia blu a pois Classifica combattività - Maglia blu Classifica a squadre Altri progetti Collegamenti esterni Giro di Polonia Ciclismo nel 2022
La cerimonia di premiazione della 2ª edizione dei Premi BAFTA si è tenuta il 29 maggio 1949 nella Leicester Square, nel quartiere londinese di Soho. Vincitori e candidati I vincitori sono indicati in grassetto. Miglior film internazionale (Best Film from any Source) Amleto (Hamlet), regia di Laurence Olivier (Gran Bretagna) 4 passi fra le nuvole, regia di Alessandro Blasetti (Italia) La città nuda (The Naked City), regia di Jules Dassin (USA) Idolo infranto (The Fallen Idol), regia di Carol Reed (Gran Bretagna) Monsieur Vincent (Monsieur Vincent), regia di Maurice Cloche (Francia) Odio implacabile (Crossfire), regia di Edward Dmytryk (USA) Paisà, regia di Roberto Rossellini (Italia) Miglior film britannico (Best British Film) Idolo infranto (The Fallen Idol), regia di Carol Reed Amleto (Hamlet), regia di Laurence Olivier Le avventure di Oliver Twist (Oliver Twist), regia di David Lean Once a Jolly Swagman, regia di Jack Lee La tragedia del capitano Scott (Scott of the Antarctic), regia di Charles Frend Scarpette rosse (The Red Shoes), regia di Michael Powell ed Emeric Pressburger Strada senza ritorno (The Small Voice), regia di Fergus McDonell Miglior documentario (Best Documentary Film) La storia della Louisiana (Louisiana Story), regia di Robert J. Flaherty (USA) Farrebique ou Les quatre saisons, regia di Georges Rouquier (Francia) Is Everybody Listening? (USA) Questi benedetti ragazzi (De pokkers unger), regia di Astrid Henning-Jensen e Bjarne Henning-Jensen (Danimarca) Shadow of the Ruhr Three Dawns to Sydney, regia di John Eldridge (Regno Unito) Premio UN (UN Award) Atomic Physics Hungry Minds, regia di Tom Daly (Canada) Tutto mi accusa (The Winslow Boy), regia di Anthony Asquith (Gran Bretagna) Premio Speciale (Special Award) Atomic Physics Bear That Got a Peacock's Tail (Unione Sovietica) En kluven värld, regia di Arne Sucksdorff (Svezia) Jerry pianista (The Cat Concerto), regia di Joseph Barbera e William Hanna (USA) Norman McLaren Abstract Reel (Canada) Paramount British Newsreel: Gandhi's Funeral (Gran Bretagna/USA) Rubens, regia di Paul Haesaerts e Henri Storck (Belgio) Your Children's Sleep, regia di Jane Massy (Regno Unito) Collegamenti esterni Televisione nel 1949 Cinema nel 1949 Premi BAFTA
Solon è la prima poesia della raccolta Poemi conviviali di Giovanni Pascoli. Adolfo De Bosis e il Convito Pascoli ammette, nella lettera ad Adolfo De Bosis del 24 aprile 1895, che Solon è un canto "troppo letterario", ricco di riferimenti al punto che "farebbe più per una dissertazione che per una poesia". L’autore dei Conviviali inoltre spiega che l’ispirazione per la composizione del proemio viene dalle due possibilità per il nome Sapphô, "clara" in greco: se la poetessa fosse un personaggio mitico, il suo nome rappresenterebbe la "chiarità crepuscolare" e se invece fosse stata una persona in carne ed ossa avrebbe scherzato sulla sua onomastica. Un'altra "forzatura etimologica" proposta dallo stesso Pascoli è quella sull’etimologia di Faone, che significa Sole, a completare la suggestiva immagine del tramonto oltre l’orizzonte della Rupe di Leucade. Il destinatario della lettera è anche strettamente connesso al titolo dell’opera. Come scrive Pascoli nella prefazione ai Conviviali "Adolfo, il tuo Convito non è terminato" facendo riferimento alla rivista fondata dall’amico, nella quale compare per la prima volta il poema nel 1895. Il tema del convivio ritorna con forza anche nel proemio come pretesto per introdurre il tema del canto, con una chiara derivazione da Omero, Od. IX, vv. 3-11. Per Solon infatti la poesia è estrema fonte di allegrezza del convito. Trama Il componimento Solon funge da proemio all’intera raccolta e rievoca il cosiddetto "convito" ovvero il ritrovo aristocratico, dal quale tradizionalmente si pensa abbia avuto origine la poesia. Il poeta Solone, "già vecchio" (v. 20), è ospitato da un vecchio amico, Phoco, con il quale interloquisce a proposito di poesia. Questo componimento è occasione, per Pascoli, di fare una riflessione sul valore eternatore della poesia, motivo per cui è evocata Saffo attraverso l’inserimento di frammenti dei suoi carmi e attraverso la figura di "una donna d’Eresso" (v. 27) che realizza il desiderio del vecchio Solone di imparare le poesie della famosa poetessa di Lesbo prima di morire ("Ch’io l’impari, e muoia." v. 85). La prima strofa, affidata ai pensieri di un "io" (v. 5) anonimo ma riconducibile a Solone, introduce il tema del banchetto, il quale sarebbe triste senza accompagnamento musicale. Successivamente, Pascoli dà la parola a Phoco, il quale pronuncia la traduzione di un frammento di Solone ("Beato / chi ama, chi cavalli ha solidunghi, / cani da preda, un ospite lontano." vv. 16-18). In questo componimento sono indicati i piaceri della vita che però ora mancano all’anziano padrone di casa. Giunge poi al convito una cantatrice proveniente da Eresso (forse la stessa Saffo); ella conosce due canti, "l’uno, d’amore, l’altro era di morte" (v. 34). Phoco le porge uno sgabello e l’arpa e la donna intona il canto dell'amore, nel quale è descritto il percorso del vento e viene paragonato l’amore stesso al sole "ma mi giunge al cuore, / come il sole" (vv. 50-51). Solone esclama "La Morte è questa" (v. 61) interpretando erroneamente il primo canto; la donna lo corregge dicendo "Questo [...] è [...] l’Amore" (vv. 61-62) e prosegue recitando quello della Morte. Qui viene celebrata l’immortalità della poesia e del poeta in quanto "non muore il canto [...] E il poeta fin che non muoia l’inno, / vive, immortale" (vv. 72-75). Amore e morte La Saffo pascoliana è la donna-rondine che partecipa al convito al momento delle Anthesterie, ovvero le feste floreali dell’esordio di primavera, assumendo il ruolo di portatrice di amore. In realtà in questa poesia la poetessa si fa oratrice recitando due canti, uno d’amore e l’altro di morte, come già anticipa la stessa ambientazione di Solon, la quale riprende la simbologia dei fiori che in Pascoli rappresenta insieme l’eros e il lutto. Il poeta introduce l’uguaglianza tra amore e morte, totalmente sconosciuta a Saffo ma congeniale per Pascoli, in cui questi due elementi si confondono l’uno con l’altro. Proprio per questo Solone scambia il canto dell’amore con quello della morte, perché Pascoli vede la forma di quest’ultima nel primo inno. Questa verità viene rivelata da Saffo, considerata la voce della poesia come rivelazione dell’Ignoto attraverso la descrizione dei sintomi aggressivi e dannosi della passione amorosa. Infatti Solone solo in apparenza fraintende il significato del canto, perché in realtà coglie in questo l’altra faccia complementare dell’amore. Saffo propone con la sua poesia una visione dell’amore ormai corrotta per Solone, che scorge invece le proiezioni delle grandi ombre dell’incapacità di amare e della morte, che riflettono la condizione affettiva di Pascoli. Il tempo senile diventa quindi come il tempo infantile, pieno di curiosità ma privo di possibilità di realizzarle. Poesia eternatrice Il canto della morte rappresenta, in realtà, un canto di eternità: sebbene tutto sia destinato a deperire e la condizione umana è tale che ogni uomo è destinato a morire, tuttavia "non muore il canto" (v. 72) e "il poeta finché non muoia l’inno, vive, immortale" (vv 74-75). Così muore l’atleta, muore l’eroe e anche il poeta, in quanto uomo, è destinato alla morte, ma nel momento in cui la sua poesia viene ricantata, rivive e si ripresenta di fronte a chi ascolta come unico immortale tra le generazioni, destinate invece a sparire. Secondo questo principio la "donna d’Eresso" (v. 27) si palesa di fronte a Solone e così Pascoli rievoca, anche nel suo tempo, l’antica classicità mediante i versi di una poesia che si eterna nei secoli e non muore mai. Solone, infine, è destinato a rassegnarsi di fronte al destino comune e riferito al canto della morte: "Ch’io l’impari e muoia" (v. 85). Il canto rimane, quindi, l’unico elemento in grado collegarlo al futuro e ai posteri e la sola via che gli permetta un’accettazione pacifica della morte. Reminiscenze classiche Il testo di Pascoli è pieno di "reminiscenze" che rievocano la poetessa Saffo e un distico di Teognide; in entrambi i casi il poeta arriva ad impersonificarsi "al punto da divinare magicamente, al di là dei millennii" i versi dei grandi poeti. Pascoli non si limita a riportare gli antichi frammenti, ma li rende eterni fondendo la classicità con una forma di poesia rivoluzionaria. Saffo Similmente Pascoli nel sesto paragrafo di Solon: Similmente Pascoli nel quarto paragrafo di Solon: Un'altra reminiscenza saffica è quella in cui Pascoli riprende la visione dell’amore che "scioglie le membra" che ritorna in più frammenti della poetessa di Mitilene (come il 31 e il 130 Voigt) e che già Catullo aveva utilizzato come modello, come lo stesso Pascoli ricorda nel commento in "Lyra romana" (pp. 44-45). Nei versi 45-46 di Solon, l’amore compare come vento che spira tra i monti e tra gli alberi in modo analogo al frammento saffico 47 Voigt da cui Pascoli ha, probabilmente, tratto ispirazione. Leopardi Sulla figura di Saffo sorgono opinioni contrastanti in ambito letterario; Pascoli definisce la poetessa "Saffo la bella" (v. 83) rovesciando l’immagine elargitale da Leopardi nell’Ultimo canto di Saffo dove la poetessa viene definita "dispregiata amante" (v. 25) della natura. Inoltre, nell’Ultimo canto di Saffo è presente il termine "doglio" (v. 63), un vaso sferico aperto sulla sommità, che Pascoli riprende in Solon ("fumeo doglio" v. 30). Teognide In modo analogo Pascoli, non solo si ispira a Teognide, ma lo interpreta dando un senso più profondo. Egli sostiene che il "tormento dell’artista", inteso come dolore esistenziale e profonda malinconia, ottiene comunque riscontri positivi e ciò permette ai lettori di godere appieno dell’opera. In sostanza seppure i sentimenti del poeta siano generati da un’infelicità intrinseca nella vita dell’uomo, hanno comunque un’origine nobile, com’è nobile tutto ciò che deriva dalla poesia: Note Bibliografia Voci correlate Poemi conviviali Giovanni Pascoli Giacomo Leopardi Saffo Teognide Altri progettiPoemi conviviali/Solon Raccolte poetiche di Giovanni Pascoli
Biografia Figlia della scrittrice Marianna Frigeni, ha interpretato film di costume, spaghetti Western e film del filone boccaccesco. Filmografia Non conosci il bel suol (1961) I soldi, regia di Gianni Puccini e Giorgio Cavedon (1965) Andremo in città, regia di Nelo Risi (1966) Troppo per vivere... poco per morire, regia di Michele Lupo (1967) Vado... l'ammazzo e torno, regia di Enzo G. Castellari (1967) Una vergine di seconda mano (Jungfrau aus zweiter Hand), registi vari (1967) Don Giovanni in Sicilia, regia di Alberto Lattuada (1967) Temptation, regia di Lamberto Benvenuti (1968) Quella sporca storia nel West, regia di Enzo G. Castellari (1968) La stirpe di Caino, regia di Lamberto Benvenuti (1971) Quando le donne si chiamavano madonne, regia di Pasquale Festa Campanile (1972) Dio, sei proprio un padreterno!, regia di Michele Lupo (1973) I piaceri della contessa Gamiani (Pourvu qu'on ait l'ivresse), regia di Reynald Bassi (1974) Il marito in collegio, regia di Maurizio Lucidi (1977) Lapo erzählt..., Serie tv, episodio Monna Giovanna und Federigo degli Alberighi (1981) Altri progetti Collegamenti esterni
Lo Studio fotografico Vasari è una delle più antiche dinastie italiane operanti nel campo della fotografia. Lo studio è conosciuto per la sua specializzazione in fotografie architettoniche e di opere d'arte e per aver documentato negli anni la trasformazione della Roma del ventennio e del dopoguerra. Collezioni delle foto Vasari sono custodite presso International Museum of Photography and Film at George Eastman House di Rochester (New York), il più antico museo del mondo dedicato alla fotografia, presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, e al Centro studi e archivio della comunicazione (CSAC) dell'Università degli Studi di Parma. Storia Il capostipite Cesare Vasari (Arezzo, 30 maggio 1846 - Roma, 31 maggio 1901) si trasferisce a Roma nel 1860 dove inizia la sua attività nel campo, lavorando inizialmente per fotografi professionisti. Diventa collaboratore della vedova di Tommaso Cuccioni, Isabella Bonafede; nel 1875 apre uno dei primi atelier per la produzione di fotografie d'arte ed architettura.. Dopo che Cesare si trasferisce a Firenze, l'atelier romano passa al nipote Alessandro (Roma, 1 luglio 1866 - 18 marzo 1929); il figlio di Alessandro, Tommaso (Roma, 21 marzo 1894 - 25 agosto 1971) documenta la vicenda artistica ed architettonica della Roma del Ventennio, diventando fornitore della Casa Reale, e completando la sua opera fotografica nella ricostruzione del dopoguerra. All'inizio il laboratorio per lo sviluppo e stampa delle fotografie si trovava a via della Mercede successivamente trasferito a via Ludovisi ed infine a via Condotti, dove venivano effettuate tutte le lavorazioni di trattamento dei negativi, la successiva stampa e ritoccatura finale A Tommaso, che ebbe due figli Laura e Giorgio, succederà Giorgio, dottore in chimica (Roma, 11 settembre 1931 - Filettino, 3 luglio 2004). Con Giorgio l'attività si sviluppa nei settori d'arte, architettura ed industria, tra cui la documentazione fotografica delle opere pubbliche per le Olimpiadi del 1960, le sedi delle maggiori aziende del "boom economico" italiano, oltre ad edizioni che trattano le più importanti basiliche, chiese e gallerie romane d'arte e antiquariato. Successivamente i figli di Giorgio (Alessandro, Andrea e Francesco) hanno continuato l'attività dello studio, costituendo l'Archivio Fotografico Vasari ed arricchendolo attraverso campagne fotografiche su commissione da parte di enti statali, musei, collezioni private ed editori nazionali ed internazionali. Oggi l'attività fotografica è condotta da Alessandro Vasari (Roma, 25 febbraio 1957). I Vasari e l'architettura La specializzazione nella fotografia di architettura inizia da subito con Cesare Vasari, ma saranno Tommaso e Giorgio a dare un forte impulso a questo genere di riprese prestando la loro opera per importanti architetti come Enrico Del Debbio, Pier Luigi Nervi, Luigi Walter Moretti e Giuseppe Vaccaro L'Archivio fotografico L'archivio storico dei Vasari composto da 5.024 lastre (in vetro 21x27 cm. ed altre 13x18 cm.), è attualmente consultabile presso la Calcografia-Istituto Nazionale per la Grafica. Dal 2023, 998 lastre in vetro di Alessandro Vasari (1866 - 1929), sono state catalogate e messe online per la visione pubblica. La produzione "conto terzi" dal 1910 ca. all'immediato dopoguerra, che consiste di 350.000 tra lastre e negativi in bianco e nero e a colori, è conservata presso il Centro studi e archivio della comunicazione (CSAC) dell'Università degli Studi di Parma. Un'ultima porzione più eterogenea consiste nell'archivio privato dei Vasari (circa 90.000 tra pellicole di vari formati positive, negative bianco/nero e colore, e file digitali ad alta risoluzione), questo fondo, in continua espansione, comprende la produzione fotografica dei Vasari ad oggi ed è consultabile su un database di ricerca per soggetto, autore ed ubicazione tramite il sito dello studio fotografico. Mostre sui fotografi Vasari Roma 1991: I Vasari: una dinastia di fotografi a Roma dal 1875 al 1991, 26 febbraio - 30 aprile, Biblioteca Vallicelliana dell'Oratorio dei Filippini Parma 1994: Il gesso e la creta: studio Vasari Roma, l'atelier Ximenes , a cura di Paolo Barbaro, testi di Marzio Pieri, CSAC dell'Università di Parma. Milano 2010: Walk the Stones - un viaggio lungo il tempo e le strade di Roma, Spazio ILEX di Archivolto - Milano, 14 - 30 aprile Stoccolma 16 ottobre - 6 novembre 2014: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Istituto Italiano di Cultura Berlino 12 novembre - 4 dicembre 2014: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Ambasciata d'Italia Skopje 11 dicembre 2014 - 21 gennaio 2015: Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina, Galleria Nazionale Macedone "Chifte Hamam" Galleria d'immagini Note Bibliografia Alberto Manodori, Alessandro Vasari, Roma mai più Roma: attraverso le fotografie di Alessandro Vasari, Edizioni Golden Series, 1983 Marina Miraglia, Cesare Vasari e il "genere" nella fotografia napoletana dell'Ottocento, in Bollettino d'Arte, serie VI, 33-34, pp. 199–296 Biblioteca Vallicelliana, I Vasari: una dinastia di fotografi a Roma dal 1875 al 1991, a cura della Biblioteca Vallicelliana, catalogo della mostra, Roma 1991 Paolo Barbaro, testi di Marzio Pieri, Il *gesso e la creta: studio Vasari Roma, l'atelier Ximenes, catalogo della mostra, CSAC dell'Università, Parma 1994, codice SBN BVE0084839 Anita Margiotta e M. Grazia Massafra, Un percorso fotografico a palazzo Braschi (1870-1987). Catalogo della mostra (anche e-book), pag. 129, Gangemi Editore, Roma 2012, ISBN 978-88-492-5253-8 Roberta Tucci, I suoni della campagna romana. Per una ricostruzione del paesaggio sonoro di un territorio del Lazio., con CD Audio, pag. 206, Rubettino Editore, Soveria Mannelli 2003, ISBN 978-88-498-0614-4 Francesca Recine, La documentazione fotografica dell'arte in Italia dagli albori all'epoca moderna, pp. 49 e 50, Edizioni Scriptaweb, Napoli 2006 Francesco Buranelli, Laocoonte: alle origini dei Musei Vaticani, pag. 80 e 136, Edizioni L'Erma di Bretschneider, Roma 2006, ISBN 978-88-8265-409-2 Marina Miraglia,Fotografi e pittori alla prova della modernità, Bruno Mondadori Editore, Milano 2012, ISBN 978-88-6159-657-3 Voci correlate Istituto Nazionale per la Grafica Centro studi e archivio della comunicazione George Eastman House Tommaso Cuccioni Collegamenti esterni Sito dell'Archivio Fotografico (vedi il menù l'Archivio) Dal 2023 l'Istituto Centrale per la Grafica di Roma mette online 998 lastre in vetro di Alessandro Vasari (1866 - 1929) Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione I Vasari, catalogo della mostra tenuta presso la Biblioteca Vallicelliana. Fotografie del fondo dello Studio Vasari presso Istituto nazionale per la grafica Fondo Vasari nell'Istituto Centrale per la Grafica, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MIBACT) Il Fondo Vasari nel Catalogo del Sistema Museale dell'Università di Parma Le Immagini dei Vasari all'International Museum of Photography and Film di Rochester Agenzie fotografiche Vasari, Studio Fornitori della Real Casa di Savoia
Caratteristiche tecniche Terzino molto abile negli inserimenti, dotato di grande velocità e buona tecnica di base. Carriera Club L'esordio al La Equidad e il passaggio allo Sporting Lisbona La sua carriera da calciatore professionista inizia nel 2009 quando viene acquistato dal per militare nel campionato colombiano di calcio. Dopo aver trascorso due stagioni con i biancoverdi, avendo all'attivo trentacinque presenze ed una sola rete, viene acquistato nel 2011 dallo , in Portogallo. Debutta con i Leões il 5 dicembre 2011 nel match di coppa nazionale contro il , conclusosi con il risultato di 2 a 0 in favore dei biancoverdi. Il passaggio al PSV Eindhoven Il 13 luglio 2013 il comunica di aver ingaggiato dallo Sporting, insieme a Stijn Schaars il giocatore, che ha firmato un contratto quadriennale. Il 1º novembre 2016 realizza la sua prima rete in Champions League, durante una partita della fase a gironi giocata contro il . Atlético Madrid Il 31 luglio 2018 si trasferisce all' per 11 milioni di €. Esordisce coi Colchoneros il 1º settembre 2018 in occasione della partita di campionato persa contro il per 2-0. Realizza il primo gol con i Rojiblancos il 19 gennaio 2019 in occasione della vittoriosa trasferta di Liga con l', fissando il momentaneo 2-0. Prestiti a Bayer Leverkusen e Granada Il 24 settembre 2020 viene ceduto in prestito con diritto di riscatto al . Tuttavia disputa soltanto una partita a causa di un infortunio alla tibia subito in nazionale il 9 ottobre contro il . Il 30 agosto 2021 viene ceduto in prestito al . Il 1º agosto 2022 dopo essere rientrato alla squadra risolve il contratto. L'approdo in MLS con il Cincinnati Il 9 febbraio 2023, dopo 7 mesi senza contratto, firmerà per il Cincinnati, club della Major League Soccer statunitense. Nazionale Nel 2011 viene convocato nell'Under-20 per prendere parte al campionato mondiale di calcio di categoria. Ha debuttato con la il 15 ottobre 2013 giocando da titolare nella partita valida alla qualificazione al mondiale 2014 contro il . Viene convocato per la Copa América Centenario negli Stati Uniti. Viene convocato per il in Russia. Statistiche Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 16 luglio 2020. Cronologia presenze e reti in nazionale Palmarès Club Competizioni nazionali PSV Eindhoven: 2014-2015, 2015-2016, 2017-2018 PSV Eindhoven: 2015, 2016 Competizioni internazionali Atlético Madrid: 2018 Note Altri progetti Collegamenti esterni Calciatori della Nazionale colombiana
La giovane Diana (The Young Diana) è un film muto del 1922 diretto da Albert Capellani e Robert G. Vignola. La sceneggiatura di Luther Reed si basa sul romanzo The Young Diana; An Experiment of the Future, a Romance di Marie Corelli. Trama Il padre della giovane Diana May vorrebbe per la figlia un matrimonio brillante, ma lei è innamorata di un ufficiale di marina, Richard Cleeve. Dimitrius, uno scienziato alla ricerca dell'elisir della giovinezza, corteggia Diana e le dice che il suo amato è andato via con un'altra donna, Lady Anne. Sono passati vent'anni: Diana è diventata una zitella amareggiata. In Svizzera, ritrova Dimitrius, che ha messo a punto il suo elisir. Il suo preparato gli permette di restituire a Diana la giovinezza. Riacquistata la sua bellezza, lei rivede Richard: l'uomo è sposato, ma vuole lasciare la moglie per lei... Ma niente è come pare: Diana si risveglia e scopre che è stato tutto un sogno. Richard non è fuggito come le aveva falsamente detto Dimitrius, ma aveva solo dovuto scortare Lady Anne, accompagnandola dal marito. La partenza della nave è stata spostata, e lui può restare con lei. Ora Diana può coronare il suo sogno d'amore e sposare l'uomo che ama. Produzione Il film fu prodotto dalla Cosmopolitan Productions di William Randolph Hearst. Distribuzione Distribuito dalla Famous Players-Lasky Corporation, il film fu presentato in prima il 7 agosto 1922, uscendo poi nelle sale cinematografiche USA il 27 agosto. Note Altri progetti Collegamenti esterni Film drammatici
Il lemang è un cibo tradizionale del sud-est asiatico a base di riso glutinoso, latte di cocco e sale, cotto in una canna di bambù scavata e foderata con foglie di banano al fine di impedire al riso di attaccarsi al bambù. Si trova comunemente nei paesi del sud-est asiatico marittimo, in particolare Brunei, Malesia, Singapore e Indonesia. La versione Minahasan di questo piatto è conosciuta come Nasi Jaha, ed è cotta con lo stesso metodo. Descrizione La porzione di bambù contenente il riso glutinoso, sale e latte di cocco è posta leggermente inclinata su un piccolo fuoco, con l'apertura rivolta verso l'alto e deve essere girata regolarmente per rendere uniforme la cottura. Ci vogliono circa 4–5 ore per cucinare il lemang. Il lemang viene comunemente mangiato per segnare la fine del digiuno quotidiano durante le feste musulmane annuali di Eid-ul-fitr e Eid-ul-adha ed è popolare in paesi come il Brunei, anche se originario della Malesia. Il metodo di cottura con un contenitore di bambù è comune tra diverse etnie tra cui malesi, minando, minahasa, dayak e tribù asli. Il popolo iban prepara il lemang per celebrazioni come la festa del raccolto di Hari Gawai, e di solito viene mangiato con piatti di carne come il pollo al curry. Il processo di cottura utilizzato nella produzione di lemang per molte carni diverse è noto anche come "pansoh/pansuh" nelle comunità dayak indigene. Galleria d'immagini Note Altri progetti Cucina indonesiana Cucina malaysiana Piatti a base di riso glutinoso
È il presidente e il fondatore di Rainbow ed è noto soprattutto per essere il creatore del cartone animato Winx Club. Biografia Inizia la propria carriera in Italia come scrittore e disegnatore in diverse riviste e case editrici; ha disegnato un episodio di Nick Raider di Sergio Bonelli Editore. Successivamente, Straffi comincia a dedicarsi all'animazione e si reca in Francia e in Lussemburgo dove lavora in diversi lungometraggi di animazione. Rientrato in Italia, Straffi mette a frutto l'esperienza acquisita e fonda il gruppo Rainbow a Loreto nel 1995. Comincia quindi a ideare e dirigere diverse serie TV d'animazione, da Tommy & Oscar, primo cartone animato di Rainbow, a Winx Club, divenuto un vero e proprio fenomeno a livello mondiale fin dalla prima apparizione in TV nel 2004. Il cartone animato ha ottenuto un grande successo televisivo, soprattutto tra il pubblico femminile infantile e adolescenziale, diventando un cult dall'Europa agli Stati Uniti fino all'Asia. Le sei fate protagoniste della serie TV rappresentano inoltre un vero e proprio caso di scuola di merchandising dei personaggi di fantasia. Dopo Winx Club, Straffi ha ideato e diretto altre serie TV d'animazione tra cui Huntik - Secrets & Seekers. Inoltre dal 2011 egli è autore del cartone animato misto a live action Mia and Me mentre dal 2016 della prima serie TV totalmente in live action Maggie & Bianca Fashion Friends creata da Rainbow. Straffi è il creatore ed il regista anche del film d'animazione in CGI Gladiatori di Roma del 2012. Vita privata È sposato con Joanne Lee, vicepresidente della Rainbow, incontrata durante un viaggio in Singapore, dalla quale ha avuto una figlia, Isotta Straffi. Altri progetti Collegamenti esterni Fondatori di impresa Rainbow
Allegria (Allotria) è un film del 1936 scritto e diretto da Willi Forst. Commedia romantica dai toni farseschi, Allotria imbastisce la storia di due amici che si ripromettono di non innamorarsi mai della stessa donna, dando la stura a un vortice di equivoci e di complicazioni che alla fine porterà alla formazione di tre coppie felici. Trama Produzione Il film fu prodotto dalla Cine-Allianz Tonfilmproduktions GmbH. Venne girato a Berlino e a Montecarlo. Cast Renate Müller: è uno degli ultimi film - la sua ultima commedia - dell'attrice che morirà l'anno seguente a soli trentun anni. Adolf Wohlbrück. Nel 1936, in Germania uscirono i suoi ultimi film tedeschi, Allotria e Port Arthur: l'attore, omosessuale, anti nazista e Halbjude (mezzo ebreo), lasciò il paese, rifugiandosi all'estero, dove continuò la sua carriera cambiando il nome Adolf in Anton e assumendo quindi quello di Anton Walbrook. Hilde Hildebrand: canta nel film la canzone Komm' spiel' mit mir Blindekuh (parole di Hans Fritz Beckmann, musica di Peter Kreuder). Distribuzione Venne presentato in prima al Gloria-Palast di Berlino il 12 giugno 1936. Note Bibliografia Cinzia Romani, Le dive del terzo Reich, Gremese editore, Roma maggio 1981 Gregor Ball/Eberhard Spiess, Heinz Rühmann und seine Filme - Goldmann Verlag München, 1982 ISBN 3-442-10213-8 Collegamenti esterni Film commedia
Marte () è, nella religione romana e italica, il dio della guerra e dei duelli e, secondo la mitologia più arcaica, anche del tuono, della pioggia e della fertilità. Simile alla divinità greca Ares e al dio nordico Tyr. Culto È una divinità sia etrusca che italica (Mamers nei dialetti sabellici); nella religione romana (dove era considerato padre del primo re Romolo) era il dio guerriero per eccellenza, in parte associato a fenomeni atmosferici come la tempesta e il fulmine. Assieme a Quirino e Giove, faceva parte della cosiddetta "Triade arcaica", che in seguito, su influsso della cultura etrusca, sarà invece costituita da Giove, Giunone e Minerva. Più tardi, identificandolo con il greco Ares, venne detto figlio di Giunone e Giove e inserito in un contesto mitologico ellenizzato. Alcuni studiosi del passato (Wilhelm Roscher, Hermann Usner, e soprattutto Alfred von Domaszewski) hanno parlato di Marte anche nei termini di divinità "agraria", legata all'agricoltura, soprattutto sulla scorta del testo di una preghiera rimastaci nel De agri cultura di Catone, che lo invoca per proteggere i campi da ogni tipo di sciagura e malattia. Secondo Georges Dumézil tuttavia il collegamento fra Marte e l'ambito campestre non farebbe di lui una divinità legata alla terra, in quanto il suo ruolo sarebbe esclusivamente di difensore armato dei campi da mali umani e soprannaturali, senza diversificazione dalla sua natura intrinsecamente guerresca. Marte, nella società romana, assunse un ruolo molto più importante della sua controparte greca (Ares), probabilmente perché considerato il padre del popolo romano e di tutti gli Italici in generale: Marte, accoppiatosi con la vestale Rea Silvia generò Romolo e Remo, che fondarono Roma. Di conseguenza Marte era considerato il padre del popolo romano e i romani si chiamavano tra loro Figli di Marte. I suoi più importanti discendenti, oltre a Romolo e Remo, furono Pico e Fauno. Marte comparve spesso sulla monetazione romana, sia repubblicana che imperiale, con vari titoli: Marti conservatori (protettore), Marti patri (padre), Mars ultor (vendicatore), Marti pacifero (portatore di pace), Marti propugnatori (difensore), Mars victor (vincitore). Il mese di marzo, il giorno di martedì, i nomi Marco, Marcello, Martino, il pianeta Marte, il popolo dei Marsi e il loro territorio Martia Antica (la contemporanea Marsica) devono a lui il loro nome. Leggenda sulla nascita di Marte Secondo il mito, Giunone era invidiosa del fatto che Giove avesse concepito da solo Minerva senza la sua partecipazione. Chiese quindi aiuto a Flora che le indicò un fiore che cresceva nelle campagne in Etolia che permetteva di concepire al solo contatto. Così diventò madre di Marte, che fece allevare da Priapo, il quale gli insegnò l'arte della guerra. La leggenda è di tradizione tarda come dimostra la discendenza di Minerva da Giove, che ricalca il mito greco. Flora, al contrario, testimonia una tradizione più antica: l'equivalente norreno Thor nasce dalla terra, Jǫrð e così le molte divinità elleniche. Nomi Marte era venerato con numerosi nomi dagli stessi latini, dagli Etruschi e da altri popoli italici: Maris, nome Etrusco da cui deriva il nome del Dio Romano; Mars, nome Romano; Marmar; Marmor; Mamers, nome con cui era venerato dai popoli italici di stirpe osca; Marpiter; Marspiter; Mavors. Epiteti Diuum deus: 'dio degli dei', nome con cui viene designato nel Carmen Saliare. Gradivus: 'colui che va', con valore spesso di 'colui che va in battaglia', ma può essere collegato anche al ver sacrum, quindi 'colui che guida, che va'. Leucesios: epiteto del Carmen Saliare che significa 'lucente', 'dio della luce', questo epiteto può essere anche legato alla sua caratteristica di dio del tuono e del lampo. Silvanus: in Catone, nel libro De agri cultura, 83 Marte viene soprannominato Silvanus in riferimento ai suoi aspetti legati alla natura e collegandolo con Fauno. Ultor: epiteto tardo, dato da Augusto in onore della vendetta per i cesaricidi (da ultor, -oris: vendicatore). Rappresentazioni Gli antichi monumenti rappresentano il dio Marte in maniera piuttosto uniforme; quasi sempre Marte è raffigurato con indosso l'elmo, la lancia o la spada e lo scudo, raramente con uno scettro talvolta è ritratto nudo, altre volte con l'armatura e spesso ha un mantello sulle spalle. A volte è rappresentato con la barba ma, nella maggior parte dei casi, è sbarbato. È raffigurato a piedi o su un carro trainato da due cavalli imbizzarriti, ma ha sempre un aspetto combattivo. Gli antichi Sabini lo adoravano sotto l'effigie di una lancia chiamata "Quiris" da cui si racconta derivi il nome del dio Quirino, spesso identificato con Romolo. Bisogna dire che il nome Quirinus, come il nome Quirites, deriva da *co-uiria, cioè assemblea del popolo e indicava il popolo in quanto corpus di cittadini, da distinguere con Populus (dal verbo populari = devastare), che indica il popolo in armi. Il ruolo di Marte a Roma A Roma Marte era onorato in modo particolare. A partire dal regno di Numa Pompilio, venne istituito un consiglio di sacerdoti, scelti tra i patrizi, chiamati Salii, chiamati a vigilare su dodici scudi sacri, gli Ancilia, di cui si dice che uno sia caduto dal cielo. Questi sacerdoti erano riconoscibili dal resto del popolo per la loro tunica purpurea. I sacerdoti Salii, in realtà erano un'istituzione ben più antica di Numa Pompilio, risalivano addirittura al re-dio Fauno, che li creò in onore di Marte, costituendo così i primi culti iniziatici latini. Nella capitale dell'impero, vi era anche una fontana consacrata al dio Marte e venerata dai cittadini. L'imperatore Nerone, una volta, si bagnò in quella fontana, gesto che fu interpretato dal popolo come un sacrilegio e che gli alienò la simpatia popolare. A partire da quel giorno, l'imperatore iniziò ad avere problemi di salute, secondo la gente dovuta alla vendetta del dio. Festività Era venerato fastosamente in marzo, il primo mese dell'anno nel calendario romano, che segnava la ripresa delle attività militari dopo l'inverno e che portava il suo nome, con le feriae Martis, Equirria, agonium martiale, Quinquatrus e tubilustrum. Altre cerimonie importanti avvenivano in febbraio e in ottobre. Gli Equirria si tenevano il 27 febbraio e il 14 marzo. Erano giorni sacri con significato religioso e militare; i romani vi mettevano molta enfasi per sostenere l'esercito e rafforzare la morale pubblica. I sacerdoti tenevano riti di purificazione dell'esercito. Si tenevano corse di cavalli nel Campo Marzio. Le feriae Martis si tenevano dal 1º marzo al 24 marzo. Durante le feriae Martis i dodici Salii Palatini percorrevano la città in processione, portando ciascuno un Ancile, uno dei dodici scudi sacri, e fermandosi ogni notte ad una stazione diversa (mansio). Nel percorso i Salii eseguivano una danza con un ritmo di tre tempi (tripudium) e cantavano l'antico e misterioso Carmen Saliare. Il 19 marzo si teneva il Quinquatrus, durante il quale gli scudi venivano ripuliti. Il 23 marzo si teneva il Tubilustrium, dedicato alla purificazione delle trombe usate dai Salii e alla preparazione delle armi dopo la pausa invernale. Il 24 marzo gli ancilia venivano riposti nel sacrario della Regia. L'October Equus si teneva alle idi di ottobre (15 ottobre). Si svolgeva una corsa di bighe e veniva sacrificato a Marte il cavallo di destra del trio vincente tramite un colpo di lancia del Flamine marziale. La coda veniva tagliata e il suo sangue sparso nel cortile della Regia. C'era una battaglia tradizionale tra gli abitanti della Suburra che volevano la coda per portarla alla Turris Mamilia e quelli della Via Sacra che la volevano per la Regia. Il 19 ottobre si teneva l'Armilustrium, dedicato alla purificazione delle armi e alla loro conservazione per l'inverno. Ogni cinque anni si tenevano in Campo Marzio le Suovetaurilia, dove davanti all'altare di Marte (Ara Martis) il censo veniva accompagnato da un rito di purificazione tramite il sacrificio di un bue, un maiale e una pecora. Luoghi di culto Tra le popolazioni italiche, si sa di un antico tempio dedicato al dio Marte a Suna, antica città degli Aborigeni, e di un oracolo del dio, nella città aborigena di Tiora. Animali e oggetti sacri Lupo: si ricorda il nipote Fauno, il lupo per eccellenza è la lupa che ha allattato Romolo e Remo Picchio: il picchio è l'uccello del tuono e della pioggia oracolare, ha nutrito Romolo e Remo insieme alla lupa Cavallo: simbolo della guerra (si ricorda Nettuno e gli Equirria) Toro: altro animale molto importante per il ver sacrum e per tutti i popoli italici Hastae Martiae: sono le lance di Marte che si scuotevano in caso di gravi pericoli, tenute nel sacrario della Regia Lapis manalis: la pietra della pioggia, in quanto dio della pioggia Offerte A Marte si offrivano come vittime sacrificali vari tipi di animali: dei tori, dei maiali, delle pecore e, più raramente, cavalli, galli, lupi e picchi verdi, molti dei quali gli erano consacrati. Le matrone romane gli sacrificavano un gallo il primo giorno del mese a lui dedicato che, fino al tempo di Gaio Giulio Cesare, era anche il primo dell'anno. Identificazioni con dei celtici Mars Alator: Fusione con il dio celtico Alator Mars Albiorix, Mars Caturix o Mars Teutates: Fusione con il dio celtico Toutatis Mars Barrex: Fusione con il dio celtico Barrex, di cui si ha notizia solo da un'iscrizione a Carlisle Mars Belatucadrus: Fusione con il dio celtico Belatu-Cadros. Questo epiteto è stato trovato in cinque iscrizioni nell'area del Vallo di Adriano Mars Braciaca: Fusione con il dio celtico Braciaca, trovato in un'iscrizione a Bakewell Mars Camulos: Fusione con il dio della guerra celtico Camulo Mars Capriociegus: Fusione con il dio celtico gallaico Capriociegus, trovato in due iscrizioni a Pontevedra Mars Cocidius: Fusione con il dio celtico Cocidio Mars Condatis: Fusione con il dio celtico Condatis Mars Lenus: Fusione con il dio celtico Leno Mars Loucetius: Fusione con il dio celtico Leucezio Mars Mullo: Fusione con il dio celtico Mullo Mars Nodens: Fusione con il dio celtico Nodens Mars Ocelus: Fusione con il dio celtico Ocelus Mars Olloudius: Fusione con il dio celtico Olloudio Mars Segomo: Fusione con il dio celtico Segomo Mars Visucius: Fusione con il dio celtico Visucio Marte nell'arte Pittura Marte, di Diego Velázquez (1640) Marte che spoglia Venere con amorino e cane, di Paolo Veronese Marte e Venere sorpresi da Vulcano, di François Boucher (1754) Minerva protegge la Pace da Marte, di Pieter Paul Rubens (1629-1630) Venere e Marte, di Sandro Botticelli Note Bibliografia (L'archeologo Andrea Carandini dà la definitiva rivalutazione del dio Marte). (Libro del grande storico delle religioni, che per primo rivalutò Marte da feroce dio emulo di Ares a divinità più originale e importante). (Un libro che dimostra come questo dio sia presente nelle guerre contemporanee). Voci correlate Ares Divinità della guerra Flamine marziale Fauno Marte (astronomia) Mamerte Pico (mitologia) Hachiman Altri progetti Collegamenti esterni Divinità romane Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno) Divinità della guerra Ares
La croce al merito dell'Esercito è una decorazione di merito della Repubblica Italiana. Storia La medaglia venne istituita con legge n. 330 del 26 luglio 1974 con l'intento di "ricompensare il concorso particolarmente intelligente, ardito ed efficace ad imprese e studi di segnalata importanza, volti allo sviluppo ed al progresso dell'Esercito italiano, da cui siano derivati a quest'ultimo spiccato lustro e decoro". La croce al merito dell'Esercito può essere concessa "alla memoria". Gradi oro argento bronzo Insegne La medaglia è costituita da una croce decussata d'oro, argento o bronzo a seconda della classe, avente in centro un tondo riportante sul diritto la corona turrita, mentre sul retro si trova la scritta "AL MERITO DELL'ESERCITO" incisa sulle due braccia orizzontali. Sotto la scritta, nel braccio verticale, si trova il monogramma della Repubblica Italiana: "R I". Il nastro è blu attorniato da una striscia gialla e una rossa per parte e con al centro una corona cittadina di materiale differente a seconda del grado (oro, argento). La medaglia di bronzo non riporta la corona turrita sul nastrino. Note Collegamenti esterni Esercito italiano Medaglia al merito di Forza armata italiane
Biografia Nata nel 1990 a Kiev, nell'allora Ucraina sovietica, crebbe fino a 14 anni a Pescara, in Italia, dove suo padre, istruttore di tennis, fu chiamato a lavorare; successivamente fu a Tirrenia per un biennio e in seguito in altre parti d'Italia alla ricerca di luoghi d'allenamento; vive a Beinasco, nel torinese, nel cui locale circolo tennistico si allena . Carriera Esordiente nel circuito ITF nel 2007, ottenne la sua prima vittoria nel 2009 a Pesaro contro la ceca Kristýna Plíšková; nel 2011 esordì in WTA in singolare a Palermo grazie a una wild card, dopo aver già tentato le qualificazioni nello stesso torneo l'anno precedente; venne sconfitta da Flavia Pennetta. La wild card le venne confermata anche l'anno successivo ma fu di nuovo estromessa dalla Cabeza Candela nel 2013 a Båstad, agli Open di Svezia, partecipò per la prima volta a un torneo WTA da qualificata al tabellone principale ma venne sconfitta per 6-3, 5-7, 6-1 dalla Curenko. Nel 2013 vinse la medaglia d'argento ai XVII Giochi del Mediterraneo in doppio insieme a Federica Di Sarra. Torna a conquistare il main draw di un torneo del circuito maggiore a Marrakech nel 2014: eliminata all'ultimo turno delle qualificazioni, viene ripescata come lucky loser ma viene battuta da Romina Oprandi in tre set. Nello stesso anno ha conquistato il primo titolo ITF da 25.000 dollari a Beinasco. Dopo aver conquistato due finali titoli consecutivi ad Hammamet ad inizio 2016, è rimasta a lungo digiuna di vittorie in singolare, e, dopo un periodo di recupero fisico che ha coinciso anche con il suo matrimonio, è tornata alle gare nel maggio 2017, aggiudicandosi a fine anno il torneo di Cordenons grazie alla vittoria in finale contro Lisa Sabino per 6-2, 6-0. Dopo un lungo periodo d'inattività, si aggiudica l'ITF di 25.000$ di Pescara. Statistiche ITF Singolare Vittorie (19) Note Altri progetti Collegamenti esterni
Biografia King nacque da William King, un carbonaio, e da Eleanor Armstrong, pasticcera e proprietaria di un negozio. Cresciuto a Durham, studiò a Sunderland e lavorò come apprendista di un fabbro, un libraio e di un bibliotecario, e si interessò presto di fossili. Lavorò, inoltre, al museo di Newcastle nel 1841, occupazione che abbandonò dopo sei anni a causa di conflitti con i suoi datori di lavoro. Nel 1849 entrò a far parte del Queen's College di Galway e, durante la sua lunga carriera, pubblicò circa 70 pubblicazioni, fondò un museo e tenne un corso di geologia per le arti, l'agricoltura e le facoltà di ingegneria, come esaminatore per l'Università. La sua ricerca includeva argomenti come la struttura del guscio dei Brachiopodi, la scissione della roccia e il sollevamento del Burren. La sua opera più famosa è The reputed fossil man of the Neanderthal, pubblicata nel 1864, nel quale scrisse di aver notato, nei fossili di Homo neanderthalensis, differenze nelle costole ricurve, attaccamento dei muscoli del cranio, suggerendo che esso fosse una specie diversa dall'uomo moderno. Sostenne, inoltre, una versione alternativa proposta ne L'origine delle specie da Charles Darwin, ma diede grande enfasi a collocare l'uomo di Neanderthal su una "scala inferiore" rispetto agli uomini di Andamane e agli aborigeni australiani e suggerì, che come loro, era "incapace di concezione morale e teologica". La sua teoria sulle loro convinzioni teologiche, tuttavia, ricevette critiche da parte di contemporanei come Charles Carter Blake. Nel 1839 King sposò Jane Nicholson e uno dei loro figli, William King Jr., lavorò nel Geological Survey of India, divenendone il direttore, e nella Geological Society of France, ricevendo un D.Sc. dalla Queen's University nel 1870. King si dimise nel 1883 dopo un ictus, rimanendo come professore emerito. Morì a Glenoir, Galway, il 24 giugno 1886. Opere Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni
La Feralpisalò è una società calcistica italiana che rappresenta le città di Salò (dove ha sede) e Lonato del Garda, entrambe in provincia di Brescia. È stata fondata nel 2009 a seguito della fusione tra due club preesistenti: lA.C. Salò Valsabbia, sorta nel 1985, e lAssociazione Calcio Feralpi Lonato di Lonato del Garda, nata nel 1963 con il nome di Pejo Lonato. Quest'ultima fu rinominata dieci anni dopo a seguito dell'acquisizione da parte del gruppo Feralpi (holding bresciana attiva nel settore siderurgico), che ha poi supervisionato l'unione tra i due club e ne ha finanziato la progressiva crescita. Nella stagione 2022-2023 ha colto il maggior successo della propria storia, vincendo il girone A della Serie C (terzo livello del campionato italiano di calcio) e ottenendo così per la prima volta il diritto a partecipare alla Serie B. Storia La società nasce nell'estate del 2009 a seguito della fusione tra i biancoverdi dellAssociazione Calcio Feralpi Lonato di Lonato del Garda e i biancoblù dellAssociazione Calcio Salò Valsabbia di Salò, due compagini della provincia bresciana, entrambe reduci dal campionato di Serie D 2008-2009. L'unione delle tinte sociali del club diede origine all'accostamento verde e azzurro del nuovo club, che assunse la denominazione ufficiale di Feralpisalò. L'iniziativa venne patrocinata dalla proprietà del Lonato, l'industria siderurgica Feralpi, il cui patron Giuseppe Pasini assunse pertanto la presidenza del club unito. Poiché Lonato del Garda non era dotata di un campo omologato per disputare la massima categoria dilettantistica (la Feralpi infatti giocava le proprie gare interne al campo polisportivo "Tre Stelle-Francesco Ghizzi" di Desenzano del Garda), il nuovo sodalizio optò per basarsi allo stadio Lino Turina di Salò. Della società salodiana venne mantenuta la matricola federale, valida per iscriversi alla Seconda Divisione (cui l'A.C. Salò Valsabbia era stato ammesso dopo il quarto posto nel girone D della Serie D e la sessione di play-off terminata al secondo posto dopo la e a seguito della contestuale estromissione della ). Alla sua prima stagione, nel campionato di Lega Pro Seconda Divisione 2009-2010, la nuova squadra verdeblù disputa un ottimo campionato chiudendo al quarto posto con sole cinque sconfitte. Ai play-off sarà battuta dal in semifinale (sconfitta 2-1 in casa e pareggio 0-0 in trasferta). Nella stagione seguente la formazione lombarda riesce a ottenere la promozione in Prima Divisione, grazie alla vittoria sulla in finale play-off (3-2 per i bresciani il risultato aggregato). Alla sua prima stagione in terza serie, nel 2011-2012, la squadra riesce a evitare i play-out all'ultima giornata, chiudendo il torneo al tredicesimo posto. Nella stagione seguente si salva tranquillamente, arrivando decima. Nel 2013-2014 riesce ad arrivare nona e, grazie alle regole in vigore in quella stagione, ottiene la qualificazione ai play-off, dove viene eliminata al primo turno, perdendo per 3-0 sul campo della . Nella stagione seguente si piazza sesta, poi ottiene due ottavi posti consecutivi, nel 2015-2016 e nel 2016-2017. Nel 2017-2018 è sesta nel girone B della Serie C e ottiene l'accesso ai play-off, dove elimina a sorpresa l' prima di essere eliminata dal ai quarti di finale. L’anno seguente la squadra arriva quarta nel girone B e arriva fino alla semifinale play-off venendo eliminata dalla . Nel 2019-2020 arriva al sesto posto e viene eliminata dal al secondo turno dei play-off del girone B. Nel 2020-2021 si classifica al quinto posto qualificandosi ai play off. Dopo avere eliminato la nel turno preliminare, accede alla fase nazionale eliminando il al primo turno, venendo poi eliminata dall' al secondo turno. Nel 2021-2022, dopo il terzo posto nel girone A, arriva fino alla semifinale play-off venendo eliminata dal dopo aver eliminato il e la nei turni precedenti dei play-off nazionali. Per la stagione 2022-2023 i verdazzurri di Stefano Vecchi iniziano l'annata in maniera altalenante, dopodiché dalla 12ª giornata s'insediano stabilmente nelle posizioni di vertice e salgono finanche al primo posto, in un contesto di girone estremamente livellato che vede diverse squadre di rilievo (, , , ) rendere a livelli anche molto inferiori rispetto alle attese, mentre emerge a sorpresa la competitività di squadre quali e . Proprio quest'ultima si rivela l'avversaria più tenace per il primato in stagione regolare; il confronto si risolve l'8 aprile 2023, quando a seguito della vittoria della Feralpisalò in casa contro la e della contestuale sconfitta sestese a , i gardesani vincono il girone con due giornate d'anticipo, assicurandosi la prima, storica promozione in Serie B. Ciò fa della Feralpisalò la prima squadra della provincia di Brescia (esclusa quella del capoluogo) a ottenere l'accesso a un campionato di seconda serie nazionale. Cronistoria Colori e simboli Colori I colori societari sono il blu e il verde, a rimarcare l'unione tra le due preesistenti società, in quanto la Feralpi Lonato adottava i colori bianco e verde, mentre il sfoggiava una divisa a tinte bianche e blu. Per i primi anni di vita il club ha vestito una maglia interna partita nei due colori sociali; nel 2017-2018 venne invece adottata una divisa dove le due tinte sfumavano l'una nell'altra con una divisione diagonale. Due stagioni dopo, dal 2019, la società ha iniziato a produrre in proprio le divise da gioco (senza affidarsi a uno sponsor tecnico), scegliendo di privilegiare il blu (con una tonalità sensibilmente più scura rispetto al passato) e di relegare il verde ai complementi. Le maglie di cortesia adottano come colori di base il bianco o il nero, relegando le tinte sociali alle finiture; sono altresì state adottate divise color oro e arancione, nonché verde scuro e giallo. Simboli ufficiali Stemma Il primo stemma, adottato nel 2009, era costituito da uno scudo francese antico partito verde-azzurro, all'interno del quale vi sono due leoni rampanti affrontati aurei, che sorreggono un pallone da calcio; i due animali sono mutuati dagli stemmi araldici comunali di Lonato del Garda e Salò (quest'ultimo si distingue perché reca nella zampa anche un ramoscello d'olivo). Più in basso è riportato l'anno di fondazione del club. Il bordo dello scudetto (che reca in capo una fascia contenente la scritta FERALPISALÒ, a caratteri stampatelli bianchi) è dorato. Nel 2019 è subentrato un nuovo simbolo, sotto forma di scudetto dalla forma oblunga non riconducibile a canoni araldici classici: i due terzi superiori sono blu e recano all'interno il disegno stilizzato di due teste di leone bianche che guardano verso destra; il terzo inferiore, verde, contiene la ragione sociale a caratteri stampatelli bianchi e il disegno (parimenti stilizzato in bianco) di un pallone da calcio. Inno L'inno ufficiale della Feralpisalò è il brano Forza Feralpisalò!, scritto e cantato da Giansebastiano Chiodaroli. Strutture Stadio La squadra gioca le gare interne allo stadio Lino Turina di Salò, impianto polisportivo capace di ospitare 2.364 spettatori, dedicato alla memoria di un infermiere salodiano attivo per molti anni come allenatore di squadre calcistiche giovanili. Il terreno è in erba naturale, misura 105m x 65m ed è circondato da una pista d'atletica leggera a 8 corsie. Nella stagione 2012-2013, a causa del mancato adeguamento del Turina ai nuovi standard del campionato di terza serie (che imponevano una capienza minima di posti), la società decise di trasferire il suo campo casalingo presso lo stadio Mario Rigamonti di Brescia, in condivisione con la squadra cittadina. Una deroga emanata poco prima dell'inizio del campionato, successivamente ratificata dalla riduzione della capienza minima ammessa a posti, consentì tuttavia ai verdazzurri di continuare ad usufruire dello stadio di Salò. Società Organigramma societario Aggiornato al 22 novembre 2022. Sponsor Allenatori e presidenti Di seguito la cronologia degli allenatori e dei presidenti. Calciatori Capitani Cristian Quarenghi (2009-2011) Omar Leonarduzzi (2011-2013) Andrea Bracaletti (2013-feb. 2014) Alex Pinardi (feb. 2014) Omar Leonarduzzi (2014-2016) Andrea Bracaletti (2016-2017) Emerson Ramos Borges (2017-2018) Andrea Caracciolo (2018-2020) Elia Legati (2020-2023) Maglie ritirate Al termine della stagione 2022-2023, la società ha deciso di ritirare la maglia numero 13 appartenuta a Elia Legati. Palmarès Competizioni nazionali 2022-2023 (girone A) Competizioni giovanili 2017-2018 (torneo Serie C) Altri piazzamenti Secondo posto: 2010-2011 (girone A) Semifinalista: 2019-2020 Finalista: 2018 Statistiche e record Partecipazione ai campionati Partecipazione alle coppe Statistiche individuali Statistiche aggiornate al 2 aprile 2023. In grassetto i giocatori ancora in attività con il club. Tifoseria Storia Data l'origine e la natura della Feralpisalò (fondata nel 2009 e rappresentante due comuni la cui popolazione combinata non raggiunge le 30 000 unità), il suo seguito di tifosi risulta essere alquanto ridotto e molto localizzato. Le presenze medie di pubblico alle gare interne oscillano tra le 500 e le 600 unità circa, con estemporanei picchi di 2000 spettatori in occasione di gare particolarmente prestigiose. Tale dato esiguo (sostanzialmente confermato anche nella stagione 2022-2023, conclusa con la promozione in Serie B) è peraltro da ritenersi influenzato dalla vicinanza geografica alle sedi di altri club professionistici più antichi, prestigiosi e seguiti, quali e Hellas Verona. Oltre a quanto sopra si osserva come, a dispetto dell'intento della società di rappresentare due territori comunali, la tifoseria a seguito dei verdazzurri sia di matrice quasi unicamente salodiana, giacché qualche anno dopo la fusione del 2009 Lonato del Garda è stata nuovamente dotata di un club proprio (la Virtus Feralpi Lonato), il quale ha ri-attratto a sé la propria tifoseria. Il nerbo della tifoseria organizzata dei verdeblù risulta essere dunque costituito dal piccolo gruppo Vecchia Guardia Feralpi Salò (già Vecchia Guardia Salò), che segue la squadra sia in casa che in trasferta. A esso si è successivamente aggiunta la "sigla" Fossa dei Pirati, o Fossa Salò. Gemellaggi e rivalità La tifoseria verdazzurra intrattiene longevi rapporti d'amicizia con i tifosi del e del ; i play-off del campionato di Serie C 2021-2022 hanno poi visto nascere un analogo legame coi sostenitori del Palermo. Buoni rapporti sono altresì segnalati con la tifoseria del . Rapporti di inimicizia o rivalità si registrano invece nei confronti dei collettivi al seguito di , , e . Dal 2018 la tifoseria del Brescia ha mostrato acrimonia nei confronti del patron del club salodiano, Giuseppe Pasini, e del corpo dirigente verdazzurro, in riferimento alle parole di stima espresse da Pasini per l'Atalanta: l'imprenditore si fece finanche ritrarre in una foto con la divisa da gioco della squadra bergamasca, rivale storica delle "rondinelle". Le contestazioni in seguito si sono rafforzate in conseguenza al diniego, da parte di Pasini, di accordare sostegno economico in favore del Brescia. Organico Rosa Aggiornata al 25 febbraio 2023 Staff tecnico Di seguito lo staff tecnico, tratto dal sito internet ufficiale della società. Note Annotazioni Fonti Voci correlate A.C. Salò Valsabbia Salò Lonato del Garda Sport in Lombardia Altri progetti Collegamenti esterni
La quinta stagione della serie televisiva Better Call Saul, composta da 10 episodi, è stata trasmessa negli Stati Uniti dal 23 febbraio al 20 aprile 2020 sul canale via cavo AMC. In Italia la stagione è stata pubblicata su Netflix con un episodio a settimana a partire dal giorno successivo alla messa in onda americana. Uomo magico Titolo originale: Magic Man Diretto da: Bronwen Hughes Scritto da: Peter Gould Trama Nel prologo della stagione, ambientato come di consueto nella linea temporale successiva a Breaking Bad, Saul Goodman (ora Gene) teme di essere stato riconosciuto dal tassista che lo ha riaccompagnato verso il centro commerciale dove lavora, all'inizio della precedente stagione. Egli passa diversi giorni assente dal lavoro ad intercettare la radio della polizia del Nebraska, che però non fa menzione di lui; quando però torna al suo lavoro al centro commerciale incontra lo stesso tassista che afferma di aver vissuto ad Albuquerque e di averlo riconosciuto, di essere un suo ex ammiratore e lo spinge ad esclamare il suo vecchio slogan, "Better call Saul". Gene contatta Ed l'estrattore, inizialmente intenzionato a chiedere una nuova identità, ma poi cambia repentinamente idea, dicendogli che affronterà la situazione da solo. Nel 2004, Jimmy McGill ha comunicato di voler esercitare la professione di avvocato sotto il nome di Saul Goodman; Kim non è affatto convinta della decisione di Jimmy, ma alla fine la accetta, e il cambio di nome avviene ufficialmente. Jimmy quindi inizia la nuova fase della sua carriera pubblicizzando il suo mestiere di legale alle persone a cui vende i cellulari usa-e-getta, ottenendo grande successo, e informa i suoi clienti di praticare per due settimane uno sconto del 50% sulla sua parcella per imputati di reati non violenti. Nel frattempo Lalo Salamanca cerca informazioni su Werner Ziegler e su Mike da Nacho e dal suo assistente Domingo, senza tuttavia ottenerle; Nacho riferisce a Lalo delle lamentele di alcuni clienti riguardo alla droga a loro venduta, e così Salamanca decide di controllarla personalmente, accorgendosi che in effetti alcune dosi della droga sono diverse da quelle prodotte dal cartello. Lalo chiede spiegazioni a Gus, che in un incontro con lui e Don Bolsa decide di addossarsi la responsabilità del disguido, fornendo una piena confessione delle vicende legate a Ziegler per sviare i sospetti di Lalo, a conoscenza della vicenda dell'ingegnere tedesco. Gus, però, afferma (ovviamente mentendo) che Werner stava supervisionando un progetto di raffreddamento per i capannoni dei polli, aveva scoperto il giro di droga ed era fuggito dopo aver rubato due panetti di cocaina, che Fring stesso aveva sostituito con meth di scarsa qualità. Gus mostra a Bolsa e Lalo gli operai tedeschi che inscenano la costruzione del sistema di raffreddamento, e presenta Mike a Lalo. Bolsa chiude la questione ammonendo Gus sulla vicenda, ma prima di andare via Lalo fa capire a Gus di sapere che Ziegler stesse costruendo qualcosa di diverso dal refrigeratore. Bolsa redarguisce Lalo sulla sua condotta, tra cui il pedinamento di Mike e l'omicidio dell'impiegato del money-transfer, affermando che Gus, per quanto estraneo alla famiglia Salamanca, è pur sempre un elemento prezioso per i loro affari. Tuttavia Lalo gli espone la teoria dello zio Hector, ovvero che Gus abbia dei risentimenti a causa dell'omicidio del suo compagno Max da parte di Hector stesso, e fa riferimento a un fatto avvenuto a Santiago del Cile. Gus è costretto a interrompere i lavori al laboratorio; gli operai, al corrente dell'uccisione di Werner, vengono quindi rispediti a casa da Mike, che si toglie la soddisfazione di un pugno al codardo Kai, per poi incassare a sua volta le durissime parole di Casper. Mike accoglie con assoluta contrarietà l'interruzione dei lavori e il fatto di continuare a essere pagato per non fare nulla, ma soprattutto il trattamento riservato alla vedova Ziegler. Mentre Jimmy continua a pubblicizzarsi anche in tribunale e in presenza di una falsa intervista televisiva, Kim cerca di convincere un suo cliente ad accettare un patteggiamento di cinque mesi di carcere, ma il giovane rimane fermo sulla sua decisione di affrontare un processo, nella vana speranza di un'assoluzione totale. A risolvere la situazione sono ancora i modi al limite del lecito di Jimmy, che nel parlare con Kim a breve distanza dal ragazzo si finge un inflessibile procuratore distrettuale; Kim si dice inizialmente non disposta a utilizzare questi mezzi, ma poi sta al gioco di Jimmy e il suo cliente si convince ad accettare il patteggiamento. Guest star: Robert Forster (Ed Galbraith), Lavell Crawford (Huell Babineaux), Max Arciniega (Krazy-8/Domingo), Javier Grajeda (Don Vicente Bolsa), Donald Patrick Harvey (Jeff, il tassista), Ben Bela Bohm (Kai), Stefan Kapicic (Casper), Roland Buck III (Bobby) Note: L'episodio è dedicato a Robert Forster, interprete di Ed l'estrattore, deceduto nell'ottobre del 2019; la scena era stata girata nel 2019 assieme alle riprese de El Camino - Il film di Breaking Bad. Ascolti USA: telespettatori 50% di sconto Titolo originale: 50% Off Diretto da: Norberto Barba Scritto da: Alison Tatlock Trama Lo sconto del 50% proposto da Saul ai suoi clienti induce due teppisti a una notte di furti, atti vandalici e rapine, così da poter acquistare droga dagli spacciatori di Domingo: i due non si preoccupano delle conseguenze delle loro azioni, sicuri che Saul li tirerà fuori dai guai in caso di problemi con la giustizia. La notte stessa Nacho viene costretto da Gus, sotto la minaccia di far del male a suo padre, a guadagnarsi la fiducia di Lalo per poter scoprire i suoi piani e riferirglieli. La mattina Kim, infastidita dall'esuberanza di Jimmy nella sua attività legale, viene portata da quest'ultimo a visitare una possibile casa da acquistare insieme. Nel corso della visita Jimmy le racconta di aver messo in pratica la sua trovata dello sconto nonostante il suo consiglio contrario, e Kim gli dice di non voler più raggirare i suoi clienti. Dopo uno scherzo fatto a Jimmy nella doccia, all'uscita Kim è molto più tranquilla riguardo alle sue frettolose ambizioni sull'acquisto della casa. Lalo confida a suo zio Hector i sospetti che nutre su Gus, ed Hector, sempre esprimendosi col suo campanello, concorda sul fatto che finché Gus porta soldi al cartello resta intoccabile. Dopo una nottata passata a bere, Mike bada a Kaylee mentre la nuora Stacey è al lavoro; la piccola gli inizia a fare domande sul padre Matt e sul fatto che Mike gli avesse insegnato ad essere un bravo poliziotto. Tornatogli in mente il suo passato da poliziotto corrotto, Mike risponde a monosillabi e cerca di cambiare discorso, alla domanda sulla morte del figlio maltratta la nipote e la manda via. Quando Stacey torna, Mike le dice che Kaylee è stata tutto il giorno in camera e va via senza dare spiegazioni. Durante la sera i due teppisti del prologo tornano a comprare altra droga da alcuni degli spacciatori di Domingo, ma le bustine restano incastrate nella grondaia utilizzata per consegnarle ai clienti; del fatto viene avvertito Domingo, impegnato in una partita a poker con Lalo e Nacho in cui lo stesso Lalo gli affibbia il nomignolo "Ocho Loco" (Krazy-8 in spagnolo). Domingo si reca alla base per risolvere la situazione salendo su una scala nel tentativo di disincagliare le bustine, sfortunatamente arriva una volante della polizia e tutti scappano, lasciandolo solo: proprio allora la droga cade fuori dalla grondaia e viene scoperto in flagrante. Lalo e Nacho accorrono sul posto e sorvegliano l'edificio da lontano insieme ai due spacciatori, mentre la polizia si sta preparando per fare irruzione. Nella base è rimasta quasi tutta la partita di droga, che sta per essere sequestrata. Nacho, ricordandosi di doversi guadagnare la confidenza di Lalo, esce dalla macchina, sale su un edificio adiacente, salta sul tetto dell'edificio circondato e recupera la droga, riuscendo a saltare da una finestra prima che i poliziotti entrino; Lalo rimane molto soddisfatto di Nacho e comincia a fidarsi di lui. Contemporaneamente l'attività di avvocato di Saul procede bene, ma vuole spingersi oltre cercando di parlare con la procuratrice Suzanne e di ammorbidire la sua posizione riguardo a 15 dei suoi clienti. Dopo aver incontrato Howard e aver accettato un invito a pranzo, non riesce a convincere l'irreprensibile Suzanne per discutere dei casi. Quando i due si ritrovano di nuovo in un ascensore bloccato, Jimmy riesce a convincerla; si scopre tuttavia che è stato lo stesso Jimmy ad orchestrare il guasto dell'ascensore, corrompendo un operaio dietro compenso e la promessa di occuparsi del caso di suo fratello. Nacho invece inizia a occuparsi di Krazy-8, arrestato dalla polizia e che Lalo teme possa riferire delle attività illegali dei Salamanca; l'episodio si conclude con Nacho che raggiunge Saul in auto (rincontrandolo dopo due anni) e lo costringe a salire sulla vettura con lui. Guest star: Mark Margolis (Hector Salamanca), Kerry Condon (Stacey Ehrmantraut), Max Arciniega (Krazy-8), Ray Campbell (Tyrus), Julie Pearl (Suzanne Ericsen), Juan Carlos Cantu (Manuel Varga), Jeremiah Bitsui (Victor), Sasha Feldman (teppista), KeiLyn Durrel Jones (teppista). Ascolti USA: telespettatori L'uomo che fa al caso nostro Titolo originale: The Guy For This Diretto da: Michael Morris Scritto da: Ann Cherkis Trama Saul e Nacho arrivano da Lalo, che si presenta come cugino di Tuco (spaventando ulteriormente Jimmy). Il messicano spiega la situazione in cui si trova Krazy-8 e assolda Saul come suo avvocato, dicendogli di andare in carcere e riferire a Krazy-8 cosa confessare alla polizia. La sera, Mike è in un bar dove continua a bere, ad un certo punto nota sul muro una cartolina dell'Opera House di Sydney; ricordandosi che Ziegler gli aveva detto che suo padre aveva lavorato al progetto, preso dai sensi di colpa chiede al barista di staccarla dalla parete. Mentre Mike torna a casa a piedi, incontra una gang che vuole rapinarlo, tuttavia rompe il braccio ad uno di loro, spaventando così gli altri. Nacho riceve la visita di suo padre Manuel a casa sua: l'uomo gli racconta che un suo amico gli ha fatto un'offerta per rilevare la sua officina, ma ha offerto molto di più del valore reale. Il figlio gli consiglia di accettare, a quel punto il padre capisce che è stato proprio Nacho a dare i soldi all'amico, in modo da farlo ritirare per poi scappare con lui. Manuel dice al figlio di affrontare le conseguenze delle sue azioni e di andare dalla polizia e che non ha nessuna intenzione di fuggire con lui. Intanto Kim è in tribunale, dove sta affrontando diversi casi pro bono, ma viene chiamata dal suo capo Rick che la obbliga a recarsi a Tucumcari per aiutare la Mesa Verde in una disputa territoriale. Saul si reca da Krazy-8 in prigione e gli fa memorizzare le informazioni da riferire nell'interrogatorio. Più tardi, il detenuto riceve la visita degli agenti della DEA Hank Schrader e Steve Gomez, che cominciano ad interrogarlo; lo spacciatore comincia a raccontare di far parte di una grossa operazione, ma viene interrotto dall'arrivo di Saul. L'avvocato e il ragazzo fanno credere agli agenti che quest'ultimo voglia patteggiare contro il parere di Saul. In questo modo, si arriva ad un accordo: se le informazioni fornite da Krazy-8 saranno vere e porteranno ad arresti, verrà scagionato e sarà protetto dalla DEA da tentativi di vendetta, in caso contrario si saprà in giro che è una spia. Inoltre, viene stabilito che Domingo sarà l'informatore personale di Hank e Steve, e non di altri. A quel punto, come voluto da Lalo, il ragazzo rivela i punti di scambio di denaro di Gus. Kim arriva a Tucumcari, dove la Mesa Verde vuole costruire un call center, tuttavia il proprietario di una casa che sorge sul lotto non vuole intascare il denaro che gli spetta e andarsene, nonostante abbia solo affittato il terreno in questione e il giudice abbia deciso a favore della banca. Dopo aver subito pesanti accuse di ipocrisia e falsità da parte dell'uomo, Kim lo affronta minacciandolo di farlo cacciare. La sera, di sua spontanea volontà Kim torna dall'uomo, mostrandogli diverse case dove potrà trasferirsi e raccontandogli dei numerosi traslochi affrontati da bambina, ma non riesce ancora a convincerlo. Una volta a casa, la donna si sfoga rompendo bottiglie di vetro con Jimmy. Più tardi Nacho incontra Gus e gli rivela il piano di Lalo a danno dei suoi punti di scambio; Gus, anziché correre ai ripari, decide di non intervenire e sacrificare i suoi punti di scambio con tutto il denaro per non far capire a Lalo che vi è una talpa tra i suoi. Guest star: Dean Norris (Hank Schrader), Steven Michael Quezada (Steven Gomez), Max Arciniega (Krazy-8), Ray Campbell (Tyrus), Juan Carlos Cantu (Manuel Varga), Dennis Boutsikaris (Richard Schweikart), Cara Pifko (Paige Novick), Barry Corbin (Acker). Ascolti USA: telespettatori Namasté Titolo originale: Namaste Diretto da: Gordon Smith Scritto da: Gordon Smith Trama Nelle vesti di Saul Goodman, Jimmy si occupa dei due teppisti della seconda puntata, finiti in prigione, riuscendo a convincerli a non utilizzare un avvocato d'ufficio nonostante la sua parcella di ben 4000 dollari. Al termine del colloquio, Jimmy si reca a pranzo con Howard, che gli dice di essersi pentito di non aver avuto polso nelle volte in cui alla HHM avevano deciso di non assumerlo e stavolta gli offre un posto di lavoro, dicendosi ammirato per il suo temperamento. Howard gli chiede di considerare seriamente la sua offerta e Jimmy si dimostra abbastanza turbato. Nel frattempo, alla Mesa Verde, Kim cerca di convincere Paige e Kevin ad acquistare un altro terreno su cui edificare il proprio call center e mantenere quello che la banca ha già acquistato, evitando anche problemi di reputazione dovuti al fatto di dover cacciare il proprietario della casa che rifiuta di andarsene. Riceve però parere negativo, e si reca allora in tribunale ad assistere ad un processo dove Saul riesce a scagionare un suo cliente, presunto colpevole di una rapina in un negozio: l'avvocato sostituisce il cliente con un suo sosia munito di alibi e dimostra quindi che il negoziante accusatore non è in grado di riconoscere il vero rapinatore. Al termine del processo, Kim chiede a Saul di fare da avvocato ad Acker, proprietario della casa edificata sul terreno della Mesa Verde. Mentre Mike si reca da Stacey per badare a Kaylee ma viene da lei allontanato e invitato a riguardarsi, gli agenti della DEA, coordinati da Hank e Gomez, pattugliano l'ultimo dei posti di scambio di Gus, segnalati da Krazy-8; Gus attende febbrilmente notizie nel suo locale, Los Pollos Hermanos, in cui ha trattenuto uno dei suoi dipendenti per pulire meglio le friggitrici (probabilmente per avere un alibi). Al posto di scambio, l'uomo di Fring incaricato di prelevare il denaro sa già della presenza dei federali e scappa, lasciando il denaro sul posto; la DEA recupera così settecentomila dollari destinati a Gus, ma Hank resta deluso dal fatto di aver arrestato solo tre persone che avevano consegnato il denaro e non l'anello superiore della catena, cioè chi prelevava i soldi. In effetti, il braccio destro di Gus, Victor, informa il suo capo che è andato tutto secondo il suo piano. Gus rompe il telefono, suo gesto caratteristico, e manda a casa il suo dipendente. Saul si reca da Acker a Tucumcari e, utilizzando una colorita metafora, afferma di volerlo assistere nel contrastare e sconfiggere la Mesa Verde, e così il burbero uomo accetta. La sera stessa, Jimmy danneggia l'automobile di Howard (targata Namasté, da cui il titolo della puntata) utilizzando delle palle da bowling. Mike, invece, viene malmenato e accoltellato dalla gang con cui si era scontrato nella puntata precedente; dopo l'aggressione, egli si risveglia, già medicato, in una sconosciuta casa di campagna. Guest star: Dean Norris (Hank Schrader), Steven Michael Quezada (Steven Gomez), Kerry Condon (Stacey Ehrmantraut), Cara Pifko (Paige Novick) Rex Linn (Kevin Wachtell) Barry Corbin (Acker), Jeremiah Bitsui (Victor). Ascolti USA: telespettatori Dedicato a Max Titolo originale: Dedicado a Max Diretto da: Jim McKay Scritto da: Heather Marion Trama Mike scopre di trovarsi in un piccolo villaggio in Messico e intuisce di essere stato portato lì per conto di Gus. Infastidito, decide di allontanarsi a piedi dal luogo, tuttavia è troppo lontano da altri centri abitati e la sua ferita ben presto si riapre; mentre riposa, il dottor Barry Goodman lo raggiunge e lo riporta indietro. Mentre il medico cura Mike, gli ricorda che, pur essendo libero di farlo, egli non ha effettivamente possibilità di fuga, non essendo in condizione di arrivare da solo alla prima fermata di autobus, distante chilometri; Mike quindi, seppur con ritrosia, decide di attendere che Gus si faccia vivo. Nel frattempo, egli si rende conto che l'intero ranch è in realtà un luogo destinato a persone bisognose, che ospita anche una scuola; Gus lo ha dedicato a Max Arciniega, il suo compagno e socio ucciso da Hector Salamanca. Saul Goodman, con la complicità di Acker, cambia l'indirizzo della casa di quest'ultimo, ritardando l'inizio dei lavori di demolizione. Kim riferisce a Kevin Wachtell che Acker ha assunto Jimmy e gli dice di non voler più avere a che fare con il progetto del call center per evitare conflitti di interesse, tuttavia (come Kim sperava) Kevin non si mostra preoccupato dalla cosa e vuole continuare con lei. Dopo aver liquidato in fretta la chiamata di Howard che gli ricorda dell'offerta di lavoro, Saul continua il suo piano contro la Mesa Verde: sotterra dei cocci davanti a casa di Acker, costringendo degli archeologi a delimitare l'area per qualche giorno per farli valutare. L'avvocato riesce a causare molti altri rinvii, per esempio spargendo materiale radioattivo oppure simulando un'apparizione religiosa nei pressi della casa. A quel punto Kim, Rich e Paige tentano di convincere Kevin a spostare il call center nell'altro lotto, ma l'uomo si impunta e non demorde. Così Kim convince Saul a fare un pericoloso passo: indagare sulla vita privata di Kevin; dopo aver contattato Mike, che ovviamente essendo in Messico si dichiara non disponibile, Saul ottiene, tramite Caldera, l'aiuto di un losco individuo che si fa chiamare semplicemente Mr. X. Egli afferma che Kevin non ha scheletri nell'armadio, e a prova della qualità del suo lavoro, presenta a Saul e Kim delle foto scattate in casa di Kevin, in cui Mr.X è entrato abusivamente. In queste foto, Kim nota un dettaglio che potrebbe essere compromettente per Kevin; mentre le analizza al suo studio, però, viene sottilmente minacciata da Rich, che afferma di aver capito come l'idea di affidare Acker a Saul Goodman sia partita da lei; Kim lo affronta e nega tutto. Mentre Mike si rende utile aiutando la domestica che lo assiste nei lavori di casa, riceve finalmente la visita di Fring che lo aspetta in silenzio di fronte alla fontana dedicata al compagno. Gustavo propone a Mike, in alternativa allo squallore in cui è piombata la vita dell'ex poliziotto, di diventare il suo braccio armato nella guerra ai Salamanca, affermando di essere diverso da loro e in cerca di vendetta. Guest star: JB Blanc (Barry Goodman), Dennis Boutsikaris (Richard Schweikart), Cara Pifko (Paige Novick), Rex Linn (Kevin Wachtell), Barry Corbin (Acker), Keiko Agena (Viola Goto), Steven Ogg (Mr. X), John DiMaggio (capocantiere). Ascolti USA: telespettatori Wexler contro Goodman Titolo originale: Wexler v. Goodman Diretto da: Michael Morris Scritto da: Thomas Schnauz Trama Nel prologo viene mostrato il difficile rapporto che Kim da ragazzina aveva con la madre; quando questa passa a prenderla a scuola con molto ritardo, Kim, nonostante l'insistenza della madre, vedendo che ha bevuto, decide di tornare a casa a piedi. Con un cast di attori improvvisati e l'aiuto tecnico dei soliti studenti, Jimmy prepara una serie di filmati per contrastare la Mesa Verde; tuttavia Kim per non compromettere il suo rapporto con Rich, chiede al compagno di fermare il loro piano e di offrire un risarcimento di 75000 dollari ad Acker, che pagherà parzialmente di tasca sua. Jimmy sembra accettare, così il giorno seguente Kim va a scusarsi con Rich e accetta il suo invito a pranzo. Nacho riceve la visita di Gus, Victor e Mike, a cui riferisce che Lalo farà di tutto per compromettere le attività, sia legali che illegali, di Gus, utilizzando anche la collaborazione con la DEA di Krazy-8 per far arrestare i suoi uomini, finché i boss del cartello, visti i problemi, non decideranno di smettere di fare affari con Fring. Dopo aver dato mandato a Victor di sostituire gli attuali spacciatori con uomini appena reclutati, Gus fa sapere a Nacho che dovrà fare rapporto a Mike. Quando il boss e Victor si allontanano, Nacho rinfaccia a Mike il fatto di lavorare per Gus, per quello che è stato fatto a lui e per le minacce rivolte al padre. Mike invita Nacho a continuare a contrastare Lalo, per poi occuparsi del resto. Mentre Jimmy paga due prostitute, che ha appena difeso in un processo, per mettere in imbarazzo Howard di fronte a Clifford Main, Mike si finge un investigatore privato per parlare con una bibliotecaria, che si era recata al money-transfer il giorno in cui Lalo aveva ucciso l'impiegato. La signora aveva visto Lalo all'interno, ma non lo aveva saputo identificare alla polizia. Mike riesce a manipolarla e le fa comunicare alla polizia di ricordarsi l'automobile sul luogo del delitto, identificandola con quella di Lalo; la polizia collega la nuova testimonianza con quella dell'agente del casello distrutto dallo stesso Lalo mezz'ora prima. Alla Mesa Verde si riuniscono Kevin, gli avvocati della banca con Kim in prima fila e Saul Goodman, che chiede inaspettatamente un risarcimento per Acker di 4 milioni di dollari, ottenendo un'ovvia reazione di sconcerto e indignazione soprattutto da parte di Kim. Saul va oltre, mostrando i video filmati a inizio episodio malgrado avesse detto a Kim di non procedere nel piano; essi mostrano dei finti clienti truffati dalla Mesa Verde. Malgrado l'assurdità dei video, Kevin ammette che qualora essi girassero, la reputazione della banca ne uscirebbe indelebilmente macchiata, ma Saul non si ferma e mostra che il logo della Mesa Verde è preso da una fotografia scattata anni prima, di cui l'avvocato ha contattato l'autrice ultranovantenne, e che la banca usa senza pagare i diritti di copyright. Di fronte alle minacce di Saul, e nonostante il parere contrario di Kim, Kevin cede, decidendo di spostare il call center in un altro lotto, risarcire ugualmente Acker per danni morali e pagare l'autrice della fotografia. Su indicazione anonima di Mike, la polizia rintraccia Lalo sulla sua auto e il messicano viene arrestato, anche se sotto la falsa identità di Jorge de Guzman. La sera, Kim affronta Jimmy, dicendogli che averla tenuta all'oscuro delle sue intenzioni non è stato per proteggerla dai sospetti di Rich o aiutarla, ma per se stesso. Kim afferma quindi che la loro relazione è giunta a un punto di non ritorno e che ora possono solo lasciarsi o, in alternativa, sposarsi. Guest star: Ed Begley Jr. (Clifford Main), Dennis Boutsikaris (Richard Schweikart), Cara Pifko (Paige Novick), Rex Linn (Kevin Wachtell), Keiko Agena (Viola Goto), Nigel Gibbs (Tim Roberts), Jeremiah Bitsui (Victor). Ascolti USA: telespettatori Nota: il detective Roberts, mentre riceve la nuova testimonianza della bibliotecaria, parla al telefono con qualcuno riguardo alla possibile presenza di un opossum intrappolato sotto il portico in giardino. Nell'episodio Fly di Breaking Bad, Jesse racconta a Walt lo stesso episodio, che coinvolgeva la zia del ragazzo. JMM Titolo originale: JMM Diretto da: Melissa Bernstein Scritto da: Alison Tatlock Trama Il giorno dopo Jimmy e Kim si sposano con un breve rito civile, chiamando Huell come testimone di nozze; come unica promessa, Jimmy si impone di dire qualsiasi cosa a Kim, soprattutto se sente che è qualcosa che non può dirle. Kim diventa così la terza moglie di James, che ha in precedenza divorziato due volte. Jimmy comunque conferma anche a Huell che è un atto puramente formale, compiuto per evitare che Kim possa essere costretta a testimoniare contro di lui in caso di necessità gravi. All'uscita dal tribunale dove si è celebrato il rito, Jimmy viene chiamato da Nacho per difendere Lalo, sotto il falso nome di Jorge de Guzman; il giudice sembra irremovibile sul non concedere la cauzione a Lalo, ma in un colloquio privato quest'ultimo esorta Saul a ottenerla nonostante le pesanti accuse, in modo tale da diventare "amico del cartello" e prospettando una collaborazione molto remunerativa per l'avvocato. Kim sistema le cose con Kevin dopo lo scontro con lo stesso Saul, rinfacciandogli di non aver ascoltato i consigli suoi e di Rich riguardo al caso Acker; Kim riesce così a conservare il suo lavoro. La sera, Jimmy, mantenendo fede alla sua promessa, confida a Kim la sua situazione con Lalo, affermando che, seppur la prospettiva sia di guadagnare tantissimo, non vuole diventare alleato del cartello messicano. Nel frattempo Lalo riceve un cellulare in carcere, con cui incarica Nacho di bruciare uno dei ristoranti Los Pollos Hermanos di Gus. Del fatto viene informato anche Mike, che dopo aver appianato la sua situazione familiare riappacificandosi con Stacey, ha un confronto con lo stesso Nacho in cui gli ricorda che Lalo non è fuori gioco, e che quindi Nacho deve continuare ad eseguire gli ordini di Gus nonostante abbia detto di voler uscire dal giro. Gus è ad un meeting della Madrigal e dopo di esso si incontra in un albergo con Lydia e il CEO della Madrigal Peter Schuler; questi è estremamente preoccupato per i ritardi nei lavori al laboratorio perché teme che i revisori possano scoprire il suo finanziamento alla costruzione. Gus attribuisce lo stallo alla presenza di Lalo, che inoltre crea problemi alle sue attività, e aggiunge che non può essere colpito in territorio americano perché il cartello lo incolperebbe subito. Fring chiede all'amico di rimanere forte, ricordandogli di averlo aiutato quando in Cile erano in una situazione critica. Saul viene raggiunto da Mike, che gli impone di far ottenere la cauzione a Lalo su indicazioni di Gus, e gli consegna i documenti relativi al colloquio con la bibliotecaria. Nonostante un momento di indecisione e tristezza a causa della presenza al processo della famiglia dell'impiegato ucciso, Saul riesce nel suo compito; oltre a provare che la testimone che incastra Lalo è stata condizionata da un misterioso uomo (Mike), porta infatti in tribunale una finta famiglia di Lalo. Il giudice cede parzialmente, fissando una cauzione da 7 milioni di dollari in contanti; per Lalo però non è un problema pagarla, ma dice a Saul che dovrà andare a prendere i soldi. Gus decide ancora una volta di stare al gioco di Lalo per non far scoprire Nacho, e con quest'ultimo fa personalmente incendiare uno dei suoi ristoranti. All'uscita dal tribunale, mentre in preda ai sensi di colpa sta ancora fissando la famiglia dell'impiegato, Saul incontra Howard. I due hanno un aspro confronto: Howard lo accusa di avergli danneggiato l'auto e di averlo messo in imbarazzo al pranzo di lavoro e ritira l'offerta per assumerlo alla HHM, dicendo che evidentemente tale offerta lo ha turbato; Saul reagisce in maniera piccata, prima accusando Howard di essere responsabile della morte di Chuck, e poi urlandogli che per lui la HHM non è che un incarico insignificante, in quanto lui ha raggiunto un livello, a suo dire, infinitamente superiore. Guest star: Laura Fraser (Lydia Rodarte-Quayle), Kerry Condon (Stacey Ehrmantraut), Lavell Crawford (Huell Babineaux), Dennis Boutsikaris (Richard Schweikart), Rex Linn (Kevin Wachtell), Cara Pifko (Paige Novick), Nigel Gibbs (Tim Roberts), Norbert Weisser (Peter Schuler). Ascolti USA: telespettatori Portantino Titolo originale: Bagman Diretto da: Vince Gilligan Scritto da: Gordon Smith Trama Nel prologo, Leonel e Marco Salamanca si trovano in uno stabile del Cartello intenti a prelevare i 7 milioni di dollari necessari per pagare la cauzione di loro cugino Lalo. Quando partono, il gestore del luogo informa telefonicamente qualcuno della visita dei cugini. Nel carcere Saul incontra Lalo Salamanca, il quale gli fornisce delle istruzioni per incontrare i suoi cugini e prelevare la somma; l'incontro si terrà nel deserto del Messico, al di là del confine. Saul, in un primo momento restio all'idea, convince Lalo a pagargli una commissione di 100.000 dollari, ed accetta l'incarico. Una volta tornato a casa, l'avvocato tiene fede al suo patto con Kim dicendole dell'incarico che dovrà portare a termine e incontrando l'opposizione di quest'ultima, ma le promette che tutto filerà liscio. Il giorno seguente Saul si trova nel deserto vicino a un pozzo e incontra i due silenziosi cugini Salamanca, i quali gli lasciano due borse piene di contanti per poi tornare in Messico. Sulla via del ritorno, Saul viene fermato con delle auto da alcuni uomini armati e privato delle borse; uno degli uomini si appresta a ucciderlo ma un attimo prima viene colpito a morte da un cecchino a distanza: inizia una sparatoria feroce che vede i rapinatori avere la peggio; infatti un solo uomo riesce a fuggire a bordo di un pick-up. Saul è sotto shock e viene avvicinato dal cecchino che si rivela essere Mike: questi lo stava seguendo con un segnalatore per assicurarsi che tutto andasse bene. I due caricano nuovamente le borse nell'auto di Saul e si dirigono verso nord, ma dopo non molto l'auto si ferma perché danneggiata durante la sparatoria. Mike e Saul sono costretti a disfarsi del mezzo e proseguire a piedi non seguendo la strada in quanto l'uomo fuggito li sta cercando. Provati dal caldo e dalla scarsa riserva d'acqua, si fermano all'ombra di un albero e Saul propone di sotterrare le borse con i soldi e poi tornare a prenderli, ma Mike si oppone dicendogli che poi sarà impossibile ritrovarli. Saul inoltre non riesce a chiamare Kim perché non c'è campo. I due si accampano per la notte senza accendere un fuoco per non essere individuati; mentre chiacchierano Jimmy confida a Mike che Kim è al corrente del suo compito. La mattina seguente una Kim preoccupata fa visita in carcere a Lalo Salamanca, dicendogli di sapere del lavoro che aveva commissionato a Saul. Lalo, in un primo momento stizzito dal fatto che Saul avesse raccontato la cosa, viene tranquillizzato da Kim, che gli spiega che sono coperti dal segreto coniugale e che quindi Saul non ha tradito la sua fiducia. Kim chiede a Lalo di dirle dove ha mandato Saul, in modo che lei possa trovare suo marito e Lalo i suoi soldi. Lalo si dimostra molto più tranquillo di Kim e le dice che è inutile agitarsi, sia nel caso in cui Saul fosse vivo, sia nel caso in cui fosse morto. Nel deserto Mike controlla la poca acqua raccolta grazie all'umidità notturna e consiglia a Saul di urinare nella sua borraccia. Provati dalla disidratazione, i due fanno fatica a tirare avanti: quando viene punto da un cactus, Saul raggiunge il culmine della sopportazione e si lascia cadere a terra affranto. Mike lo incoraggia a rialzarsi e Saul gli domanda come faccia a continuare a camminare nonostante la situazione disperata. Mike gli risponde che lo fa perché c'è la sua famiglia, ignara dei suoi reali traffici, che lo aspetta e che tutto quello che fa è per garantire a quelle persone un futuro migliore. Proprio in quel momento, Mike nota nuovamente il pick-up che si aggira nel deserto e ordina a Saul di rimanere basso per non essere scoperti. Saul però si incammina verso la strada per farsi notare dall'uomo a bordo del pick-up e dice a Mike di tirare fuori il suo fucile da cecchino. L'uomo nota Saul e guida a grande velocità verso di lui mentre Mike è nascosto fra le rocce pronto ad uccidere l'uomo per poter rubare il mezzo e tornare verso nord. Mike spara all'uomo uccidendolo ma, a causa dell'alta velocità, il mezzo si ribalta varie volte distruggendosi. I due, dopo aver trovato la borraccia dell'uomo esplosa e senza una goccia d'acqua, si incamminano in silenzio a testa bassa. Guest star: Luis Moncada (Marco Salamanca), Daniel Moncada (Leonel Salamanca). Ascolti USA: telespettatori Note: il regista Vince Gilligan in un'intervista ha raccontato che per le riprese nel deserto poteva disporre delle ottiche del film Lawrence d'Arabia, ma che preferì non utilizzarle per timore di romperle. Strade cattive Titolo originale: Bad Choice Road Diretto da: Thomas Schnauz Scritto da: Thomas Schnauz Trama La traversata nel deserto di Saul e Mike si allieta quando Saul si accorge di poter contattare Kim col cellulare; più tardi i due uomini arrivano a una stazione di servizio, dove vengono prelevati in macchina e riportati in città da Victor e Tyrus. Mentre Saul e Mike preparano la versione dei fatti da raccontare a Lalo, Tyrus manda due camion a eliminare le tracce della sparatoria nel deserto. Saul giunge in tribunale dove paga la cauzione di Lalo e prende i soldi rimasti come parcella, ma incontra il sospetto di una delle avvocatesse sulla reale identità di Jorge de Guzman; Lalo viene comunque scarcerato, ma Saul lo mette al corrente dei sospetti nei suoi confronti, dopo avergli raccontato della sua disavventura dicendo che la sua automobile è semplicemente andata in panne. Lalo quindi decide di ritornare in Messico prima che sia scoperto: Gus ne viene informato da Mike e chiama Juan Bolsa, che gli rammenta le ultime, sfortunate vicende capitategli. Gus intuisce dalla descrizione di Mike dei tatuaggi che in realtà gli uomini colombiani che hanno aggredito Saul nel deserto sono stati mandati proprio da Bolsa per tenere Lalo in prigione e proteggere gli interessi suoi e di Gus, e quindi afferma che le sue mosse successive dovranno essere irreprensibili. Mike chiede a Gus se Nacho, dopo l'uscita di scena di Lalo, potrà essere svincolato, evidenziando la minaccia verso suo padre; Gus tuttavia ribatte seccamente che per lui Nacho è una risorsa ancora irrinunciabile, e che va trattato con fermezza, essendo "un cane che morde ogni suo padrone" (con riferimento ai suoi tentativi di disfarsi prima di Tuco e poi di Hector). Così, quando Nacho informa Tyrus che sarà lui a scortare Lalo al confine col Messico, Tyrus non può fare altro che dirgli di eseguire gli ordini. Jimmy cerca di rimettersi in sesto con le cure di Kim, che però nota, nella borsa dei soldi, la sua borraccia con un foro di proiettile. Il giorno dopo Lalo visita suo zio Hector per salutarlo prima di partire per il Messico, assicurandogli che quando le acque si saranno calmate riprenderà la loro battaglia contro Gus, che in Messico egli potrà stare più a contatto col boss Don Eladio, e che in 11 mesi Tuco uscirà dal carcere e sarà lui a continuare ad occuparsi degli affari nel New Mexico. Dopo aver rivolto un ultimo triste sguardo allo zio, passato dall'essere un temuto boss all'umiliazione di partecipare alle feste di compleanno nella casa di riposo, Lalo si fa accompagnare da Nacho verso sud; i due sono controllati da Victor tramite un segnalatore GPS sull'auto. A colazione Jimmy inizia ad avvertire i sintomi del disturbo da stress post-traumatico, che lo condizionano anche quando prova a rimettersi al lavoro, perdendo una causa praticamente già vinta e viene quindi sbeffeggiato da un collega. Mentre Kim si dimette dal suo impiego alla Schweikart & Cokely e molla la Mesa Verde, svuotando il suo ufficio e congedandosi dalla sua segretaria, Jimmy prova a confidarsi con Mike, che però gli rammenta che tutto ciò che gli accade è conseguenza delle sue scelte, da cui lui non può più tirarsi indietro. Lalo invece, mentre aspetta i cugini che lo porteranno in Messico, ha un'intuizione e chiede a Nacho di farsi riportare indietro per cercare l'auto di Saul e verificare che fosse effettivamente andata in panne. Egli trova l'auto, ma i fori di proiettile lo convincono del fatto che l'avvocato gli ha mentito. La sera Kim comunica a Jimmy di essersi dimessa e di voler continuare a lavorare come avvocato pro bono; quando Jimmy la redarguisce e cerca animatamente di farle cambiare idea, Kim gli risponde di accettare la sua decisione, come lei ha accettato quella di Jimmy McGill di diventare Saul Goodman. Durante la discussione Saul ignora le telefonate di Mike, rispondendogli appena prima che Lalo si presenti alla porta; Mike gli dice di tenere il cellulare in chiamata e nascosto, in modo che egli possa ascoltare ciò che succede. Lalo entra in casa e chiede a Saul di raccontargli nuovamente cos'è successo nel deserto, e l'avvocato nota che Lalo è armato; non lontano dalla casa si apposta Mike, pronto a intervenire con il fucile da cecchino. Saul racconta la stessa storia più volte fino a quando Lalo gli dice di aver trovato la sua macchina con un foro di proiettile, facendogli capire di sapere che gli sta mentendo. Kim interviene nella discussione e affronta senza paura Lalo, dicendogli che dell'auto abbandonata chiunque può averne fatto quel che voleva e che Saul ha rischiato la vita per lui, rinfacciandogli il fatto di essersi rivolto al suo avvocato perché in realtà non ha nessuno di cui potersi fidare, nonché intimandogli di lasciarlo in pace e cercare piuttosto qualcun altro di cui si fidi. Il discorso di Kim fa presa su Lalo, che si allontana in silenzio e chiede a Nacho di essere portato in Messico, stavolta oltre la frontiera. Guest star: Mark Margolis (Hector Salamanca) Dennis Boutsikaris (Richard Schweikart), Ray Campbell (Tyrus Kitt), Javier Grajeda (Juan Bolsa), Jeremiah Bitsui (Victor), Saidah Arrika Ekulona (avvocato Gina Khalil), Peter Diseth (Bill Oakley), Katerina Tannenbaum (Amber, la segretaria). Ascolti USA: telespettatori Qualcosa di imperdonabile Titolo originale: Something Unforgivable Diretto da: Peter Gould Scritto da: Peter Gould e Ariel Levine Trama Appena Lalo va via, Saul prende il telefono e chiede a Mike se avesse sentito, questi risponde di sì ma non aggiunge altro e chiude la chiamata. Kim gli chiede con chi stesse parlando e Saul le racconta la verità su quanto accaduto nel deserto con Mike e i rapinatori, dopodiché i due concordano di passare la notte in un albergo per sicurezza. Qui Kim raccomanda a Jimmy di non superare ancora il suo limite. Il giorno dopo Mike avvisa Gus che Lalo si sta dirigendo verso casa sua in Messico con Nacho, Mike si dice sicuro che Nacho non sia stato scoperto ma che piuttosto Lalo lo voglia promuovere. Gus, che ha organizzato l'assassinio di Lalo, decide quindi di sfruttare Nacho come infiltrato per aiutare i suoi sicari. Arrivati nel Chihuahua, Lalo accoglie Nacho nella sua hacienda e lo presenta alla sua gente, principalmente anziani e uomini di guardia. Kim, nonostante Jimmy tema ancora qualche azione sconsiderata di Lalo e le consigli di restare in albergo, non si preoccupa e va al lavoro in tribunale, dove decide di scegliere una ventina di casi difficili da avvocato d'ufficio. In seguito incontra Howard e gli dice di aver lasciato Schweikart & Cokely e la Mesa Verde: Howard è molto sorpreso e le chiede di parlarle in privato. L'avvocato racconta di aver offerto a Jimmy un lavoro alla HHM e di come in risposta avesse ricevuto la macchina distrutta e la figuraccia con le prostitute al ristorante: Kim scoppia a ridere ma Hamlin la avverte che Jimmy è fuori controllo e ha bisogno di aiuto. Howard aggiunge che lasciare la Mesa Verde è stato poco saggio e che sicuramente la vicinanza a Jimmy le ha fatto prendere quella decisione: Kim si difende dicendo di saper decidere da sola e di conoscere bene Jimmy, ma Howard ribatte seccamente che Chuck era l'unico a conoscerlo per davvero. Lalo prepara Nacho per un incontro con Don Eladio; quando Varga si allontana per qualche minuto riceve una chiamata: un uomo gli ordina di aprire un cancello blindato sul retro della villa di Lalo quella notte alle 3:00 e di fuggire da lì. Nacho raccomanda di non fare male a nessun altro durante l'agguato. Nel frattempo Saul va a casa di Mike e gli chiede con insistenza spiegazioni sul perché delle bugie dette a Lalo e su chi fosse interessato a nascondere la verità al messicano, dicendo di essere preoccupato che qualcosa possa succedere a Kim. Mike cede e rassicura Saul: pur non menzionando Gus, gli dice che non è interessato a lui e che Lalo sarà ucciso la sera stessa. Lalo porta il tributo a Don Eladio, presentandogli Nacho come l'uomo che gestirà gli affari dei Salamanca oltre il confine. Lalo presenta il suo notevole tributo all'interno di una Ferrari 308, cosa che Don Eladio gradisce tantissimo, e sminuisce il tributo di Bolsa, inferiore al solito a causa dei contraccolpi subiti da Gus. Nel colloquio con Don Eladio, Nacho gli spiega le sue intenzioni di espandere il suo territorio ai danni delle gang di biker e di farsi rispettare, riuscendo così a impressionare il boss. Intanto Kim torna da Jimmy e gli riferisce della chiacchierata con Howard, approvando le azioni del compagno. Allora i due, principalmente Kim, cominciano a scherzare immaginando di giocare brutti tiri ai danni di Howard, compreso danneggiare gravemente la sua reputazione costringendo così la HHM e la Davis & Main ad accettare subito il patteggiamento della Sandpiper. Quella notte, poco prima delle 3:00, Nacho esce dall'abitazione per aprire il cancello ma inaspettatamente in giardino trova Lalo sveglio che gli rivela di dormire poco. Disperato, Nacho torna in cucina a prendere da bere e mette a scaldare una padella piena d'olio, poco dopo Lalo nota il fumo e corre dentro incolpando una delle guardie, Nacho allora apre il cancello, fa entrare gli uomini di Gus e scappa. Lalo nota all'ultimo momento uno dei killer che sta per sparargli e usa una guardia come scudo umano, subito dopo due sicari entrano ma Lalo getta l'olio bollente in faccia a uno e sfugge ai colpi dell'altro, recupera una pistola e scappa attraverso un cunicolo segreto all'esterno del muro di cinta, mentre gli assassini dentro fanno una strage. Rientrato nella villa, Lalo sorprende e uccide un mercenario e con una mitragliatrice spara agli altri due che stavano seguendo il passaggio segreto lasciato aperto di proposito da Lalo. Kim e Jimmy continuano a fare progetti nel caso in cui ricevessero subito la quota multimilionaria del caso Sandpiper; Jimmy però mette termine alle loro fantasie dicendo che Howard non merita di essere rovinato e che comunque sarebbe un'azione estremamente rischiosa e facendo notare a Kim che la sua idea non è da lei. Jimmy però si accorge che Kim non sta affatto scherzando e si rende conto appieno del suo cambiamento. In Messico, Lalo cattura l'ultimo killer rimasto vivo, che gli riferisce di non sapere chi sia il mandante, essendoci un intermediario: Lalo fa comunicare a quest'ultimo che l'agguato è riuscito. Notando che di Nacho non c'è alcuna traccia, Lalo scopre che questi lo ha tradito e si incammina con rabbia e sete di vendetta fuori dalla scena. Guest star: Javier Grajeda (Juan Bolsa), Steven Bauer (Don Eladio Vuente). Ascolti USA: telespettatori Note Collegamenti esterni
Biografia Murray è figlio di Craig Harland Murray e Vivienne Bellisario. Ha un fratello, Chad W. Murray (produttore di NCIS: Los Angeles), e sette sorelle acquisite, tra cui Troian Bellisario, figlia di Donald P. Bellisario (produttore delle serie televisive JAG - Avvocati in divisa e NCIS). È a sua volta il figlio acquisito del produttore televisivo statunitense Donald P. Bellisario, che ha sposato la madre in quarte nozze. Ha frequentato Bonita Vista Junior High (ora Bonita Medio Vista) a Chula Vista, in California. Ha preso parte al terzo episodio della quarta stagione di JAG - Avvocati in divisa (Fiore di Loto) impersonando l'imputato, e ad alcuni episodi della sesta stagione, impersonando il figlio tossicodipendente della fidanzata dell'Ammiraglio Chegwidden. A partire dalla prima stagione fa parte del cast di NCIS - Unità anticrimine, dove interpreta l'Agente Speciale Timothy McGee. Ha partecipato al film Hocus Pocus. Suo fratello Chad W. Murray ha preso parte al quarto episodio della prima stagione di NCIS (Gli immortali), impersonando il marinaio MacDonald, trovato morto all'inizio dell'episodio. Risiede a Sherman Oaks, California. Il 26 novembre 2005 ha sposato Carrie James. La coppia ha due figli, Caitlyn Melissa, nata nel 2007, e River James, nato nel 2010. Filmografia Cinema Backfield in Motion, regia di Richard Michaels (1991) Voglia di ricominciare (This Boy's Life), regia di Michael Caton-Jones (1993) Hocus Pocus, regia di Kenny Ortega (1993) Televisione Civil Wars - serie TV, 1 episodio (1991) Too Romantic - cortometraggio, regia di Todd Field (1992) River of Rage: The Taking of Maggie Keene - film TV (1993) Harts of the West - serie TV, 5 episodi (1994) E.R. - Medici in prima linea (E.R.) - serie TV, episodio 2x10 (1995) Due poliziotti a Palm Beach (Silk Stalkings) - serie TV, episodio 5x03 (1995) Trial by Fire - film TV (1995) Una ragazza in trappola (Fall Into Darkness) - film TV, regia di Merk Sobel (1996) For My Daughter's Honor - film TV, regia di Alan Metzger (1996) The Lottery - film TV, regia di Anthony Spinner (1996) Delitto senza movente (The Sleepwalker Killing) - film TV, regia di John Cosgrove (1997) JAG - Avvocati in divisa (JAG) - serie TV, 7 episodi (1998-2001) Il tocco di un angelo (Touched by an Angel) - serie TV, episodio 5x02 (1999) Boston Public - serie TV, episodio 1x03 (2000) Spring Break Lawyer - film TV, regia di Alan Cohn (2001) The Random Years - serie TV, 7 episodi (2002) NCIS - Unità anticrimine (NCIS) - serie TV (2003-In corso) NCIS: New Orleans - serie TV, episodio 3x14 (2017) Note Altri progetti Collegamenti esterni
La memoria dell'altro è un film del 1913 diretto da Alberto Degli Abbati. Trama La giovane aviatrice Lyda si nega alla corte del principe di Sèvre e si innamora del giornalista Mario Alberti. Costui è già fidanzato con Cesarina, ma si reca a casa di Lyda per un incontro. Cesarina, avendolo seguito di nascosto, assiste alla scena d'amore fra i due e successivamente riesce a convincere Mario a lasciare l'aviatrice. Quest'ultima, rimasta sola, accetta l'amore del principe e con lui qualche tempo dopo compie un viaggio a Venezia. Qui in un teatro avviene un incontro casuale fra Lyda e Mario, riaccendendo "la memoria dell'altro". I due fuggono insieme a Parigi, ma presto Mario si ammala e rimane a letto per diversi mesi: la coppia si riduce in miseria e Lyda è costretta a danzare in una taverna. Quando torna a casa, Mario è morto. Disperata e anche lei ammalata, muore in ospedale dopo aver ricordato per l'ultima volta il suo amore. Accoglienza Il film uscì dopo pochissimi mesi dalla rivelazione di Ma l'amor mio non muore, per la stessa casa di produzione torinese e quasi con lo stesso cast. L'accoppiata con Mario Bonnard e le riprese in esterni a Venezia contribuirono al lancio della pellicola e ad accrescere il fascino divistico della protagonista, che volle interpretare la parte di un'aviatrice perché ella stessa amava il volo. Del regista Alberto Degli Abbati, che curiosamente prende il nome da un santo siciliano di epoca medioevale, non sono disponibili ulteriori notizie, eccetto la direzione di altri film tra il 1913 e il 1914. Il film, restaurato a cura del Centro sperimentale di cinematografia di Roma a partire da una copia nitrato d'epoca non più disponibile, è stato proiettato in pubblico nell'ottobre 2018 nell'ambito delle Giornate del cinema muto di Pordenone. Bibliografia Barbara Deana (a cura di), Lyda Borelli, diva ritrovata, catalogo della mostra, La Spezia, 2001, pp. 27-28, Marcello Seregni, La memoria dell'altro, scheda del film in Le giornate del cinema muto - 37ª edizione, catalogo della mostra, 2017. pp. 138-139, Film drammatici
I Sip Song Chu Tai o Sip Song Chao Thai (letteralmente: dodici principi o principati tai; in vietnamita: Mười hai xứ Thái; in thai: สิบสองจุไทย o สิบสองเจ้าไท; in lao: ສິບສອງຈຸໄຕ o ສິບສອງເຈົ້າໄຕ; in cinese: 泰族十二州) sono stati una regione storica e una federazione di 12 principati (in lingua lao: ເມືອງ, traslitterato mueang) formata da alcuni popoli tai, in particolare dai tai dam, tai khao e tai daeng, nella zona montana comprendente le odierne province di Son La, Lao Cai, Lai Chau e Dien Bien del Vietnam nord-occidentale. Storia Migrazione dei popoli Tai La progressiva espansione degli Han cinesi nei territori a sud del Fiume Azzurro a partire dal VI secolo a.C. ebbe luogo in un lungo arco di tempo e costrinse le popolazioni autoctone a emigrare. Buona parte di tali popolazioni era formata da proto-Tai che si spostarono per fuggire alla dominazione Han e per cercare nuovi terreni coltivabili. Gli Han completarono la conquista delle coste meridionali nei primi secoli dell'era cristiana e vi fu un'ulteriore emigrazione verso ovest dei Tai, che si stanziarono in un ampio arco di territori compresi tra l'odierno Guangxi e la valle del Brahmaputra. Si arricchirono nelle nuove terre in virtù delle avanzate tecniche di coltura del riso e di irrigazione che possedevano. Stanziamenti Tai nella valle del fiume Nero È stato ipotizzato che i primi proto-Tai stanziatisi lungo la valle del fiume Nero e nei territori corrispondenti alle zone di confine tra gli odierni Laos del nord-est e Cina del sud-ovest fossero arrivati inizialmente nella zona dove si trova Dien Bien Phu, conosciuta anticamente come Mueang Thaeng. Questi Tai possono essere considerati i progenitori di thai, laotiani e di tutti gli altri popoli tai del Sud-est asiatico che si vennero a formare. I proto-Tai si espansero nei secoli successivi ai danni di pre-esistenti e disorganizzate tribù di aborigeni Austronesiani e Austroasiatici, fondando lungo i fiumi una serie di villaggi che si consociarono in piccoli principati conosciuti come mueang, nome inizialmente attribuito al maggiore di questi villaggi e allo stesso principato, retto da un signore conosciuto come chao (in lao: ເຈົ້າ). L'arrivo nella zona di Dien Bien Phu e l'espansione successiva viene ricordata nella leggenda di Khun Borom, mitico capo-stipite dei popoli tai. Nella zona montana dei fiumi Nero e Rosso, nei primi secoli dopo Cristo Cinesi e Vietnamiti tentarono di espandersi e i locali Tai, soprattutto per difendersi, si associarono nelle mueang, in cui gli abitanti dei villaggi minori ricambiavano la protezione garantita dal chao con prodotti locali o prestazione lavorative. Cinesi e Vietnamiti preferirono concentrarsi nelle più grandi e fertili valli, stimando di poca importanza la conquista di quei territori, e riconobbero i chao locali in cambio di tributi annui. I popoli Tai più rappresentativi dei Sip Song Chu Tai sono i Dam, i Khao e i Daeng, che rimasero relativamente isolati e si differenziarono rispetto agli altri popoli Tai formatisi ad ovest e a sud tra l'VIII e l'XI secolo. Formazione e sviluppo dei Sip Song Chu Tai In seguito, le popolazioni Tai delle valli montane dei fiumi Rosso e Nero resistettero alle invasioni mongole del XIII secolo e mantennero la propria autonomia nei secoli successivi pagando tributi ai Cinesi, ai Dai Viet e ai laotiani di Lan Xang. Risalendo i fiumi Rosso e Nero, i Tai della zona intensificarono i commerci con le province cinesi dello Yunnan e del Guangxi. In mancanza di documenti ufficiali, si è ipotizzato che la confederazione di Sip Song Chu Thai sia stata formalizzata da questi popoli nel XVII secolo, se non prima. Dopo l'istituzione, la confederazione fu tributaria a turno del Regno di Luang Prabang, uno dei tre Stati laotiani formatisi dal frazionamento di Lanxang, della Birmania e del Dai Viet con capitale a Huế, in particolar modo con l'avvento della dinastia Nguyễn, che unificò il Dai Viet all'inizio del XIX secolo. Nella seconda metà dell'Ottocento i britannici conquistarono la Birmania e i francesi la Cambogia e il Dai Viet, il Regno di Luang Prabang, passato alla fine del Settecento sotto il controllo siamese, divenne quindi di grande importanza strategica, ambito da entrambe le potenze europee che intendevano espandere ulteriormente la propria influenza. In quel periodo una banda di rifugiati cinesi denominata esercito della bandiera nera iniziò le sue scorrerie in entrambi i lati della frontiera tra Luang Prabang e il Vietnam. I siamesi stentavano a controllare questi ribelli e nel 1886 permisero ai francesi di aprire un consolato a Luang Prabang per contribuire a risolvere il problema e per demarcare le frontiere tra Vietnam e Laos. Fu l'inizio della penetrazione nei territori laotiani dei francesi. Protettorato francese Nel 1885, con la fine della guerra franco-cinese, i francesi avevano portato a termine la colonizzazione dell'intero Vietnam e i siamesi, allarmati dalla pressione che ne risultava su Luang Prabang e per stabilire confini favorevoli, nel 1886 occuparono le mưeang dei Sip Song Chu Tai, reprimendo le bandiere nere che avevano là le loro basi. Le bandiere nere si allearono con il potente chao dei Tai khao di Lai Chau Đèo Văn Trị e le loro truppe congiunte devastarono Luang Prabang nel giugno 1887; il re laotiano fu messo in salvo dai francesi e sulla via del ritorno i ribelli occuparono e annetterono ai Sip Song Chu Tai diverse municipalità. Nel 1888 i francesi cacciarono i siamesi dopo essersi alleati con le bandiere nere ed occuparono a loro volta la zona siglando nel 1889 un accordo con Đèo Văn Trị riconoscendolo capo dei Tai locali e Seigneur de Lai Chau. I Sip Song Chu Tai divennero un protettorato autonomo chiamato Pays Thaï. I francesi allontanarono definitivamente l'influenza del Siam dai territori laotiani sconfiggendolo nella guerra franco-siamese del 1893, con la quale il re di Bangkok Rama V fu costretto a cedere agli europei tutti i territori sulla riva sinistra del Mekong. Nel 1948 la confederazione Tai fu riconosciuta come Stato indipendente con il nome Fédération Thaï all'interno dell'Unione francese, l'organismo coloniale globale che aveva sostituito le colonie locali dopo la fine della seconda guerra mondiale. Membri della Fédération Thaï furono ufficialmente schierati con i francesi durante la guerra d'Indocina, in particolare i tai khao del clan di Đèo Văn Trị, mentre una parte della popolazione combatté a fianco dei comunisti nord-vietnamiti Viet Minh. Da federazione di principati a regione autonoma Con la disfatta francese del 1954 nella battaglia di Dien Bien Phu e il trionfo dei Viet Minh, che fondarono il Vietnam del Nord, buona parte dei thái collaborazionisti si rifugiarono in Francia, Australia o Stati Uniti. Tra questi vi fu Đèo Văn Long, figlio di Đèo Văn Trị, che ne aveva raccolto l'eredità ed era stato a capo della confederazione Tai e della Fédération Thaï. Il territorio della Fédération Thaï fu nel 1955 assegnato alla Regione autonoma dei thái-mèo (in lingua viet Khu tự trị Thai-Mèo) che nel 1961 fu ribattezzata Regione autonoma del Nordovest. Alla fine della guerra del Vietnam, nel 1975 la regione fu abolita. In seguito, i popoli che facevano parte dei Sip Song Chu Tai sono stati uniti in un unico gruppo chiamato thái, uno dei 54 gruppi etnici in Vietnam riconosciuti dal governo centrale. Le etnie di questo gruppo sono i tai dam, i tai khao, i phu thai, i tai daeng, i tai thanh e i tai hang tong, che fanno parte dei popoli tai e parlano ognuna un proprio idioma compreso nelle lingue tai sud-occidentali. Note Bibliografia Altri progetti Stati asiatici scomparsi Stati dissolti negli anni 1950 Storia della Cina Storia del Laos Storia della Thailandia Storia del Vietnam
La Capital è uno storico quotidiano argentino fondato a Rosario nel 1867. È il più antico quotidiano del paese ancora in circolazione. Storia Il quotidiano fu fondato il 15 novembre 1867 su iniziativa dei giornalisti Ovidio Lagos ed Eudoro Carrasco. In quegli anni la politica argentina stava dibattendo sull'opportunità di spostare la capitale da Buenos Aires ad un'altra località. Lagos e Carrasco iniziarono così, attraverso le colonne del giornale, una battaglia affinché la scelta ricadesse proprio su Rosario, città che in quegli anni stava vivendo un vero boom economico. Il 31 ottobre 2017, in occasione del 150º anniversario della fondazione de La Capital, il senato argentino insignì il giornale del premio Domingo Faustino Sarmiento. Nella stessa occasione la municipalità di Rosario ha reso omaggio al quotidiano con una cerimonia culminata con la consegna all'editore di un diploma. Nel marzo 2019 il giornale, che dagli anni novanta apparteneva al Grupo América, fu venduto ad una cordata guidata dall'imprenditore Gustavo Scaglione. Note Collegamenti esterni Periodici fondati nel 1867 Periodici argentini in lingua spagnola Quotidiani argentini
Monkeyshines, anche conosciuto come Monkeyshines, No. 1, è un cortometraggio del 1889, o secondo altre fonti, del 1890, realizzato da William Dickson e da William Heise durante la loro attività di ricerca nei laboratori della Edison; è il primo esempio di immagine in movimento e viene ritenuto in assoluto il primo film girato negli Stati Uniti d'America. Storia William Dickson e William Heise realizzarono questo primo esperimento per testare il kinetoscopio dei laboratori Edison, precursore del successivo proiettore cinematografico; Dickson e i suoi assistenti sperimentrono l'utilizzo di strisce di pellicola flessibile contenenti una serie di immagini consecutive che si avvolgevano intorno ad un tamburo. La prima sequenza, poi nota come ''Monkeyshines n. 1'', durava pochi secondi. Nello stesso laboratorio ne vennero realizzati altri due, Monkeyshines 2 e Monkeyshines 3, sempre di pochi secondi. Questi primi esperimenti sono caratterizzati da una visuale opaca di una figura umana, ma le tecnologie sviluppate per questi film saranno poi alla base della costruzione dei moderni apparecchi di fotografia. Secondo gli studiosi di cinema, non è sicuro che Monkeyshines sia stato filmato nel 1889, poiché le date di produzione sono anacronistiche: alcune segnano il giugno 1889 con John Ott protagonista, e altre date indicano il periodo il 21 e il 27 novembre 1890 con la partecipazione di Giuseppe Sacco Albanese. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Film diretti da William Kennedy Laurie Dickson Film diretti da William Heise
L'Albatros L 100 fu un aereo da competizione monomotore ad ala bassa a semisbalzo, realizzato dalla tedesca Albatros Flugzeugwerke GmbH negli anni trenta per partecipare alla Europarundflug del 1930. L'L 100 aveva una struttura convenzionale. La fusoliera era a sezione quadrata, dotata di cabina di pilotaggio chiusa che integrava il posto di guida e due sedili per i passeggeri. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva. L'ala era montata bassa, controventata superiormente, collegata alla fusoliera tramite una robusta struttura a V realizzata in tubi d'acciaio. Il carrello d'atterraggio era convenzionale, fisso, integrato posteriormente da un pattino d'appoggio. La propulsione era affidata ad un motore Argus As 8, a 4 cilindri in linea invertito raffreddato ad aria capace di 80 CV (60 kW). Dopo la competizione venne acquistato nel 1932 dall'Aero Club von Deutschland. Bibliografia Taylor, Michael J. H.; Jane's Encyclopedia of Aviation. London: Studio Editions (1989). Altri progetti Collegamenti esterni } Aerei civili tedeschi Aeroplani da primato e competizione
Caratteristiche tecniche Centravanti mancino e fisicamente minuto, era considerato un opportunista sottorete oltreché un abile rigorista. Carriera Giocatore Club Cresciuto nelle giovanili della , nel 1978 viene ceduto alla Mestrina, con cui disputa tre campionati di Serie C2 nei quali realizza globalmente 29 reti. Nell'estate 1981 viene acquistato dal , dove è chiamato a sostituire Massimo Palanca ceduto al : esordisce nella massima serie sul campo dei partenopei, trasformando all'ultimo minuto il rigore del definitivo 1-1. Nella sua prima stagione nella massima serie realizza 12 reti (tra cui quella della vittoria a San Siro contro il ), ed è il secondo miglior marcatore del campionato dietro Roberto Pruzzo; la formazione calabrese conclude la stagione al settimo posto e raggiunge la semifinale di Coppa Italia. Nella stagione successiva rimane coinvolto nell'annata negativa del Catanzaro, che termina all'ultimo posto in classifica retrocedendo in Serie B, e le reti scendono a 3. Riconfermato per il campionato 1983-1984, segna 14 gol (uno in meno del capocannoniere Marco Pacione); la squadra finisce ancora all'ultimo posto e retrocede Serie C1. Nel 1984 passa al , neopromosso in Serie B, per 4 miliardi di lire: affiancato da Alberto Bergossi nel ruolo di seconda punta, vince con 20 reti la classifica cannonieri grazie anche a 11 calci di rigore (su 12 tentativi) e contribuisce alla promozione in Serie A dei baresi. Nelle due successive stagioni (una nella massima serie e una in Serie B) lo spazio in prima squadra si riduce, anche a causa dell'acquisto dell'attaccante Paul Rideout, e realizza complessivamente 4 reti. In scadenza di contratto con il Bari, nel 1987 si trasferisce alla in cambio di un indennizzo di 800 milioni di lire. Con gli alabardati segna 10 gol, e la squadra retrocede in Serie C, anche a causa di una penalizzazione di 5 punti; l'anno successivo passa alla Cremonese. Con i grigiorossi realizza 14 reti e ottiene la sua seconda promozione in Serie A, dopo lo spareggio vinto ai rigori contro la ; non viene riconfermato dalla società nella massima serie, e viene ceduto al . Nella formazione brianzola mette a segno 14 reti, tra cui la doppietta che consente di battere il all'ultima giornata raggiungendo lo spareggio-salvezza contro il Messina, perso poi per 1-0 con conseguente retrocessione in Serie C. Nell'estate 1990 passa al , dove resterà quattro anni. Rivitalizzato da Giovanni Galeone, ottiene nella stagione 1991-1992 la sua terza promozione nella massima serie con 12 reti all'attivo, come attaccante centrale nel tridente con Rocco Pagano e Frederic Massara. Dopo un'ultima stagione nella massima serie finita con una retrocessione (campionato 1992-1993, concluso con 3 reti realizzate e l'ultimo posto in classifica), lascia il Pescara nel 1994 per concludere la carriera agonistica nelle serie inferiori, con Giorgione, , , Ortona e Imolese. Ha totalizzato complessivamente 93 presenze con 20 reti in Serie A e 274 presenze con 92 reti in B. Nazionale Nella sua prima stagione al Catanzaro viene convocato da Azeglio Vicini nella nazionale Under-21, nella quale disputa 3 partite. Alla vigilia del fa parte del gruppo dei 40 azzurrabili selezionati da Enzo Bearzot; in fase di compilazione della lista definitiva, tuttavia, gli viene preferito il cagliaritano Franco Selvaggi. Allenatore Stabilitosi definitivamente a Pescara, intraprende la carriera di allenatore guidando diverse formazioni dilettantistiche abruzzesi. Dopo l'esordio alla guida del Castelnuovo Vomano (retrocesso nel campionato di Eccellenza Abruzzo 2002-2003), nel maggio 2004 viene chiamato sulla panchina del , in Serie D, retrocedendo dopo i play-out persi contro il Monterotondo. Nel gennaio 2007 è subentrato alla guida dell'Hatria, squadra di Eccellenza abruzzese, con la quale ha ottenuto un quinto posto finale e poi raggiunto e perso la finale regionale dei play-off promozione contro il Notaresco. Nella stagione 2007-2008 ha allenato la Pro Vasto, squadra di Serie D, venendo esonerato dopo 6 giornate nelle quali aveva raccolto 6 punti. Nella stagione 2011-2012 viene chiamato alla guida dell'Atletico Boville; anche in questo caso viene esonerato dopo poche giornate. Palmarès Giocatore Capocannoniere della Serie B: 1 1984-1985 (20 gol) Note Bibliografia Collegamenti esterni
LAbbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro è stato un luogo di culto sede del monastero benedettino dal VI al XVI secolo d.C. Storia Nel 490 d.C. il sito dove fu eretta l'abbazia era noto come Monte Dodoneo, consacrato al culto pagano di Giove. Secondo una antichissima tradizione, dopo l'apparizione dell'Arcangelo Michele nella grotta di Monte Sant'Angelo, il vescovo di Siponto San Lorenzo Maiorano, e i prelati della zona si recarono sul Monte e ne distrussero i simulacri dedicando l'abbazia alla SS.Trinità. Da quel momento il luogo assunse la denominazione di Monte Sacro. L'abbazia viene citata per la prima volta in una bolla del pontefice Stefano IX nel 1058. Grazie all'impulso del letterato e fiduciario del Papa l'abate Gregorio di Montesacro al secolo Petrus Carus (1220-1248) si costituì una vasta biblioteca, che contribuì a far diventare l'abbazia uno dei più importanti centri culturali della Puglia del Medioevo. In conseguenza di tre distinti terremoti l'abbazia fu abbandonata alla fine del XVI secolo. Descrizione L'impianto originario del monastero benedettino venne dotato di nuove strutture e di un raffinato impianto ornamentale. Il complesso abbaziale comprendeva fabbriche, magazzini, il battistero, il chiostro, la chiesa e il nartece. Diviso in tre vani quadrati da arcate a tutto sesto, sostenute da colonne con capitelli a foglie d'acanto, rosette e altri motivi floreali, il nartece è oggi l'ambiente meglio conservato. Una delle semicolonne addossate alla parete presenta un capitello raffigurante tre aquile ad ali spiegate, i cui artigli trattengono due serpenti dalle teste di drago con le fauci aperte nel tentativo di addentare della colombe. Inoltre, una parete del nartece presenta ancora lacerti di affresco, raffiguranti una Madonna con Bambino e due santi benedettini. L'impostazione della arcate lascia presupporre una copertura con volta a crociera. Nel primo e nel secondo ambiente del nartece vi sono le porte d'accesso alla prima e alla navata centrale della chiesa basilicale romanica. Sono ancora visibili basamenti delle tre navate della chiesa e della torre campanaria, lembi della pavimentazione del chiostro, le arcate del refettorio e i muri perimetrali . L'abbazia Monte Sacro si è classificata terza nel 6º Censimento 2012 I Luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano con il totale di 50.071 preferenze. Galleria d'immagini Note Bibliografia Salvatore Prencipe, L'abbazia benedettina di Monte Sacro nel Gargano, Santa Maria Capua Vetere (Caserta) 1953 Altri progetti Collegamenti esterni Abbazia della Santissima Trinità di Monte Sacro, su cartapulia.it Chiese romaniche della Puglia Architetture della provincia di Foggia
LAlleanza dei Progressisti era una coalizione elettorale italiana costituita il 1º febbraio 1994. Nelle elezioni politiche di quell'anno, rappresentò l'ala sinistra dello schieramento politico italiano. Storia Precursori: le elezioni amministrative del 1993 I diretti precursori di quella che sarebbe divenuta l'Alleanza dei Progressisti possono essere individuati nelle elezioni amministrative che si svolsero tra il giugno e il novembre-dicembre del 1993. Infatti la nuova legge elettorale che prevedeva l'elezione diretta dei presidenti di provincia e dei sindaci dei comuni con oltre 15.000 abitanti permetteva che più partiti potessero coalizzarsi per indicare un candidato comune. Accadde quindi che forze dalla collocazione politica affine si alleassero a questo scopo. Nella tornata di giugno, si vide per il comune di Milano la convergenza di tutte le forze della sinistra (escluso eventualmente il PSI) sulla candidatura di Nando Dalla Chiesa, de La Rete; a Torino si registrò invece una frattura tra la sinistra moderata, che con parte del centro appoggiava Valentino Castellani, e l'alleanza Rete-Rifondazione Comunista, che presentava Diego Novelli. Lo stesso accadde a Catania, con Enzo Bianco contrapposto a Claudio Fava. In autunno le coalizioni di sinistra vinsero in tutte le grandi città al ballottaggio: Adriano Sansa divenne sindaco di Genova, Massimo Cacciari di Venezia, Riccardo Illy di Trieste, Francesco Rutelli di Roma, Antonio Bassolino di Napoli; Leoluca Orlando era stato eletto sindaco di Palermo già al primo turno. In quasi tutti i casi, seppur con la notevole eccezione della capitale economica del paese, ad uscire sconfitti furono i candidati leghisti o missini. La sconfitta alle elezioni politiche Fu perciò con grandi auspici di vittoria da parte dei fondatori che fu presentata l'Alleanza dei Progressisti, che riuniva i seguenti soggetti politici: Alleanza Democratica (AD): soggetto trasversale di centrosinistra di natura laico-riformista, guidata da Willer Bordon; Cristiano Sociali: forza riformista, situata all'ala sinistra del filone culturale cattolico, guidati da Pierre Carniti; Federazione dei Verdi: forza di stampo ambientalista, guidata da Carlo Ripa di Meana; La Rete: movimento che si caratterizzava per un forte impegno contro la mafia e a favore della legalità, guidata da Leoluca Orlando; Partito della Rifondazione Comunista (PRC): forza di ideologia euro-comunista, guidato da Fausto Bertinotti; Partito Democratico della Sinistra (PDS): partito-guida della coalizione, di natura post-comunista, guidato da Achille Occhetto; Partito Socialista Italiano (PSI) (fino al 1994): ciò che rimaneva del PSI, guidato da Ottaviano del Turco; Rinascita Socialista: forza politica nata da una scissione della sinistra socialista dal PSI, guidata da Enzo Mattina. Il simbolo era dato dalla scritta PROGRESSISTI su sfondo bianco con una striatura tricolore. Nella quota proporzionale della Camera erano presenti i simboli di AD, Verdi, Rete, PRC, PDS e PSI; quest'ultimo presentò propri candidati in alcuni collegi uninominali dell'Italia meridionale, in concorrenza con quelli della coalizione (in particolare, per via del veto di Leoluca Orlando, contrario alla partecipazione dei socialisti siciliani all'alleanza), mentre la Rete si presentò da sola in Sardegna. Dopo l'insuccesso alle elezioni politiche del 27 e 28 marzo 1994, l'alleanza cessò praticamente di esistere. Alla ricerca di nuove alleanze I partiti che furono parte della coalizione progressista, tuttavia mantennero tra di loro un certo legame grazie all'opposizione al governo Berlusconi I. In particolare il PDS, passato dalla segretaria di Achille Occhetto a quella di Massimo D'Alema, avviò un processo di confronto con le forze del centro italiano, che in buona parte erano raccolte nella coalizione del Patto per l'Italia, anch'essa in cerca di nuove alleanze in seguito all'insuccesso elettorale del 1994. Per un certo periodo parve esserci una comunione d'intenti con il PPI di Rocco Buttiglione, con l'operazione che portò alla poltrona di sindaco di Brescia l'ex segretario democristiano Mino Martinazzoli. Dopo la prima caduta di Berlusconi nel dicembre 1994, l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati dall'ex ministro del tesoro Lamberto Dini, che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistra formata da Progressisti (meno Rifondazione Comunista), PPI e Lega Nord. Questo schieramento pareva destinato a porre candidature comuni per le elezioni regionali del 1995, ma Buttiglione decise di entrare nell'alleanza di centro-destra provocando una scissione nel suo partito, mentre la Lega presentò propri candidati alle presidenze delle regioni, pur alleandosi con altri partiti della maggioranza in molte province e comuni. Una ricomposizione del fronte progressista avvenne su base locale: in Campania e nelle Marche si riformarono coalizioni di sinistra con l'inclusione di Rifondazione Comunista e l'esclusione dei Popolari. In Calabria il PDS e altri partiti di sinistra si ripresentarono col simbolo del 1994. La fine del Governo Dini e il fallimento del tentativo di Maccanico nel 1996 portarono dunque a nuove elezioni, nelle quali lo stesso Dini si presentò con un suo partito di natura moderata e centrista: Rinnovamento Italiano, che scelse fin dall'inizio di entrare nella costituenda alleanza di centro-sinistra. Dall'unione della maggior parte delle forze di centro (esclusi solo i settori centristi di Forza Italia ed il CCD-CDU) e quello che fu lo schieramento della sinistra, nacque una nuova coalizione di "centro-sinistra", formata da partiti moderato-riformisti di centro e centrosinistra (PPI, RI, AD, La Rete, PSI) alleati con partiti collocati nell'ambito della sinistra moderata e democratica (Rinascita Socialista, Verdi, Cristiano Sociali, PDS): era nata la coalizione de L'Ulivo. Tale coalizione riconobbe come proprio leader l'ex Presidente dell'IRI ed ex Ministro dell'Industria Romano Prodi, economista da sempre vicino ai settori riformisti e morotei della Democrazia Cristiana e perciò ben visto tanto dai settori centristi quanto da quelli di sinistra dello schieramento. Questi dunque, come leader del centro-sinistra italiano siglò accordi di desistenza con il principale partito dell'area della sinistra radicale (PRC) e portò la sua coalizione alla vittoria nelle elezioni politiche del 1996. Alle elezioni politiche del 1996 infatti, in alcune circoscrizioni, il Partito della Rifondazione Comunista presentò candidati con il simbolo dei Progressisti e con l'appoggio esterno dei partiti dell'Ulivo, in base a reciproci accordi di desistenza. Risultati elettorali Note
Biografia Carriera sciistica Originario di Combloux e attivo in gare FIS dal dicembre del 1997, Nocenti esordì in Coppa Europa il 5 marzo 2002 a Tignes in discesa libera (56º) e in Coppa del Mondo il 28 dicembre 2006 a Bormio nella medesima specialità, senza completare la prova. Sempre in discesa libera nel massimo circuito internazionale conquistò il miglior piazzamento, il 10 marzo 2007 a Kvitfjell (18º), e prese per l'ultima volta il via, il 5 dicembre 2008 a Beaver Creek (47º); si ritirò al termine di quella stessa stagione 2008-2009 e la sua ultima gara fu un supergigante FIS disputato il 31 marzo a Tignes, chiuso da Nocenti al 15º posto. In carriera non prese parte a rassegne olimpiche o iridate. Carriera da allenatore Dopo il ritiro è divenuto allenatore nei quadri della Federazione sciistica della Francia. Palmarès Coppa del Mondo Miglior piazzamento in classifica generale: 125º nel 2007 Coppa Europa Miglior piazzamento in classifica generale: 79º nel 2006 South American Cup Miglior piazzamento in classifica generale: 14º nel 2004 1 podio: 1 secondo posto Campionati francesi 1 medaglia: 1 bronzo (discesa libera nel 2007) Collegamenti esterni
Saint Paul (lingua inglese, corrispondente all'italiano San Paolo), anche nella forma St. Paul, può riferirsi a: Geografia Saint Paul – fiume che scorre nell'Africa occidentale (Liberia e Guinea) Antigua e Barbuda Saint Paul – parrocchia di Antigua e Barbuda Canada Saint Paul – città dell'Alberta Dominica Saint Paul – parrocchia Stati Uniti St. Paul – città della Census Area delle Aleutine occidentali, Alaska St. Paul – città della Contea di Madison, Arkansas St. Paul – città della Contea di Lee, Iowa St. Paul – città della Contea di Decatur, Indiana St. Paul – città della Contea di Neosho, Kansas Saint Paul – capitale del Minnesota St. Paul – città della Contea di Saint Charles, Missouri St. Paul – città della Contea di Howard, Nebraska St. Paul – città della Contea di Marion, Oregon St. Paul – città della Contea di Collin, Texas St. Paul – census-designated place della Contea di San Patricio, Texas St. Paul – città della Contea di Wise, Virginia St. Paul – una delle isole Pribilof, Alaska Persone Lara Saint Paul – cantante italiana Pagine correlate Sankt Paul
Husk è un film del 2011 diretto da Brett Simmons. Si tratta del remake del film Scarecrows del 1998. Trama Scott, Chris, Johnny, Brian e la sua ragazza Natalie sono in viaggio attraverso lo stato del Nebraska per trascorrere alcuni giorni tutti insieme nei pressi di un lago. Mentre attraversano una strada remota ai limiti di un campo di grano, uno stormo di corvi impazziti si schianta sulla loro auto provocando così un incidente stradale che fa perdere loro i sensi. I ragazzi non hanno subito danni ma al loro risveglio si accorgono che uno di essi, Johnny, è scomparso. In cerca di aiuto i giovani attraversano l'immenso campo di grano e si dirigono verso una vecchia fattoria. all'interno della quale trovano il corpo senza vita del loro amico. Nel frattempo scende la notte e gli spaventapasseri presenti nel campo di grano iniziano a vivere di vita propria... Produzione Nel 2005 il regista Brett Simmons presentò al Sundance Film Festival un cortometraggio horror intitolato Husk che trattava di un gruppo di giovani intrappolati in una casa colonica da una forza soprannaturale. Dopo aver trovato i soldi necessari per l'impresa, il regista decise di trarre un film da quel cortometraggio modificandone il soggetto solamente in parte. Il film venne girato in soli 18 giorni nell'agosto del 2009, ma non è stato distribuito nei cinema fino al 2011. Note Collegamenti esterni Film horror
Biografia Mario Oddone, così all'anagrafe, nacque a Rovigo da Pacifico e Regina Bianchini, in una benestante famiglia dell'aristocrazia israelita veneziana trasferitasi nel capoluogo polesano. Giovanissimo si trasferì a Padova, dove risiedette con la famiglia dal 1900 al 1917. Mostrò ben presto una predisposizione all'arte e dal 1905 si formò sotto la guida del pittore Giovanni Vianello. In quell'ambiente conobbe Felice Casorati, suo compagno di studi fino al 1908, ed entrambi vennero iniziati alle tecniche della pittura a olio e ad affresco del quale il loro maestro era profondo conoscitore. Due anni più tardi, Cavaglieri approfondì la tecnica pittorica presso l'atelier di Cesare Laurenti. Nel frattempo si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Padova, tuttavia ben presto abbandonò gli studi per dedicarsi alla carriera artistica. Iniziò a esporre nel 1907, appena ventenne, a Roma, oltre che a Milano, inserito tra i giovani talenti presenti alla mostra della "Società amatori e cultori di belle arti della capitale d'Italia". Due anni più tardi fu presente con tre dipinti all'Opera Bevilacqua La Masa, ente veneziano che dalla fine del secolo precedente aveva deciso di promuovere l'arte contemporanea con mostre, ubicate a Ca' Pesaro, che esponevano opere giovanili d'avanguardia in contrapposizione alle prime Biennali, giudicate eccessivamente accademiche. In quella stessa sede, nella mostra collettiva del 1910, espose ben quattordici opere affiancate a quelle di altri giovani artisti che lavoravano allora nel Veneto e alle personali di Umberto Boccioni, Teodoro Wolf Ferrari e Tullio Garbari. In quegli anni evolve il suo personale stile, fatto di visioni d'interni traendo una forte ispirazione – come già notava Roberto Longhi nel 1919 – dai post-impressionisti come Vuillard e il primo Matisse. Interni pervasi dalla nostalgica attenzione ai dettagli – che fa pensare a Proust o Gozzano – in cui si muovono o giacciono le sue figure di donna, manifestando comunque un accenno di substrato liberty e una sensibilità del colore tipicamente veneta. Ugualmente sarà importante il rapporto con la sua musa ispiratrice e futura moglie Giulietta Catellini, che egli frequentò dal 1911 e sposò a Piacenza nel 1921. Giulietta rimase una figura ricorrente nelle sue opere. Trasferitosi a Parigi nel 1911, l'anno successivo tornò a esporre a Ca' Pesaro nella collettiva annuale, dove ottenne la sua seconda mostra personale di diciannove opere; nel contempo figurò nella selezione delle opere scelte dalla Biennale in rappresentanza dei giovani emergenti, presenza che poi risulterà costante ininterrottamente dal 1912 al 1924. Si ritirò nella campagna francese nel 1925 e acquistata la "maison de Peyloubère", vicino a Pavie, vi si trasferì immediatamente e vi risiedette fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Cercando di sfuggire all'invasione tedesca tornò in Italia, ma a causa dell'emanazione delle leggi razziali fasciste la sua famiglia era stata costretta a vendere la casa e alcuni membri vennero deportati. Cavaglieri ritornò in Francia nel 1946, nella sua "maison", abitazione che nel 1996 è stata resa Monumento Storico. Da allora Cavaglieri si alternò tra Parigi e Pavie, mantenendo la casa fino alla sua morte, avvenuta il 23 settembre 1969. La sua prima retrospettiva è stata organizzata dal Musée des Augustins di Tolosa nel 1974, mentre nel 2007 la sua città natale, Rovigo, ha organizzato una grande retrospettiva internazionale a Palazzo Roverella. Diverse sue opere sono ora esposte al Musée des Amériques di Auch. Note Bibliografia Altri progetti Collegamenti esterni Morti a Pavie
Biografia Appartenente ad un'antica famiglia patrizia di Lugano originaria di Torricella, figlio di Francesco Antonio, fu apprendista nella bottega dello zio Giuseppe Antonio con il fratello Rocco, con il quale iniziò l'attività artistica nel 1785, dipingendo la facciata della chiesa di Sant'Antonio abate a Casale Monferrato. Dal 1786 al 1790 i due fratelli furono impegnati nella realizzazione della decorazione pittorica di Palazzo Grosso a Riva di Chieri, commissionata dalla contessa Faustina Mazzetti di Montalero. Da 1792 alla fine del 1795 i due artisti furono attivi nel castello di Rivoli, dove curarono la decorazione di numerose sale. Bibliografia Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 10. Edoardo Agustoni, I fratelli Torricelli e Giuseppe Antonio Petrini: contatti, influenze e divergenze, in «Archivio Storico Ticinese», Edizioni Casagrande, Bellinzona 1998, 124, 201-232. AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 25, 334. 400. Edoardo Agustoni, I Torricelli in Piemonte. I luganesi Giuseppe Antonio Maria e Giovanni Antonio, Antonio Maria e Rocco Torricelli, due coppie di fratelli attivi nella seconda metà del XVIII secolo, in Giorgio Mollisi (a cura di), «Arte&Storia», Svizzeri a Torino nella storia, nell'arte, nella cultura e nell'economia, anno 11, numero 52, ottobre 2011, Società Editrice Ticino Management SA, Lugano 2011, 444-455. Voci correlate Giuseppe Antonio Maria Torricelli Giovanni Antonio Torricelli Rocco Torricelli
Il Merrimack College venne fondato nel 1947, dall'Ordine di Sant'Agostino. I primi studenti ad iscriversi furono i veterani tornati dai campi di battaglia della seconda guerra mondiale. La loro iscrizione fu finanziata dal GI Bill. Il college offre diplomi di laurea in affari, istruzione, scienza, ingegneria, e arti liberali. Il Merrimack College ha in attivo più di 70 programmi di studio, nel campo delle biotecnologie, nella criminologia, negli studi ambientali e di sostenibilità, nella tecnologia dell'informazione, nella gestione dello sport. Il Merrimack College è inoltre all'avanguardia nei programmi di studio di educazione cooperativa tra studenti. Nel College sono presenti 50, tra club e organizzazioni studentesche a disposizione degli studenti. Attraverso programmi ricreativi e popolari, gli studenti possono scegliere fra 15 diversi campionati e una serie di società sportive, che spaziano dal rugby al lacrosse. The Merrimack Beacon, fondata nel 2002, è un'associazione di riferimento per tutti gli studenti quale fonte di notizie sul College. L'Annuario della scuola viene chiamato Merrimackan. Storia Gli Agostiniani Irlandesi sbarcarono negli Stati Uniti nel 1796. Un piccolo numero di frati Agostiniani fondò la Provincia di San Tommaso. Nel 1842, la provincia ha istituito il Villanova College, situato a circa 19 chilometri a ovest di Filadelfia. Nel 1947, la Provincia di San Tommaso ha istituito nel comune di North Andover, Massachusetts, il Merrimack College. Nel marzo 1947, il Commonwealth of Massachusetts concesse la presenza di un volo charter per raggiungere l'" Augustinian College of the Merrimack Valley". Il primo presidente fu padre Vincent A. Mc Quade, nativo di Lawrence, Massachusetts. Dal 1947, il Merrimack College è stato ampliato fino a raggiungere la superficie di 90 ettari ed ha condotto alla laurea quasi 22 000 studenti. Note Altri progetti Collegamenti esterni
Single ma non troppo (How To Be Single) è un film del 2016 diretto da Christian Ditter. Basato sul romanzo di Liz Tuccillo, da cui prende lo stesso nome, vede come protagoniste Dakota Johnson, Rebel Wilson, Alison Brie, Leslie Mann, Nicholas Braun, Jason Mantzoukas e Damon Wayans, Jr.. Trama Alice decide di prendersi un periodo di pausa dal suo ragazzo Josh, il suo dolce compagno da quando frequentavano il college. Si trasferisce a New York, lavora come assistente legale e va a vivere con la sorella Meg, ginecologa. Alice stringe amicizia con una collega piuttosto folle di nome Robin che trascorre le sue serate tra feste e storie poco importanti. Le due escono insieme e Robin le presenta Tom, un barista scapolo che ha avuto molte relazioni casuali. Convinta da Robin, Alice passa la notte con lui, ma Tom le spiega di non volere una relazione seria. La ragazza, non interessata a legami superficiali, rimane turbata e decide quindi di incontrare Josh in un ristorante per dirgli che è pronta a tornare insieme a lui. L'ex fidanzato, dal canto suo, le rivela che non è più possibile una loro riconciliazione perché ormai sta frequentando un'altra ragazza. Nel frattempo, la sorella maggiore di Alice, Meg, capisce di volere un figlio, ma essendo single decide di farlo mediante un donatore di sperma. Rimane così incinta, ma poco tempo dopo inizia una relazione con un collega della sorella, Ken, al quale nasconde la sua gravidanza. Intanto, nel bar di Tom, Lucy, una cliente e amica del barista, è decisa a trovare l'uomo della sua vita, perciò ha una serie di incontri con uomini conosciuti su siti web, che sfortunatamente finiscono tutti male. Tom assiste a tutto ciò all'inizio con curiosità, ma pian piano capisce di provare qualcosa per l'amica Lucy. Alice è disperata dopo essere stata lasciata da Josh, e nel tentativo di riprendersi, decide di partecipare al Wesleyan Alunni Networking Event, il ritrovo degli ex alunni della Wesleyan, dove incontra un uomo di nome David. Qualche tempo dopo, Alice e Robin partecipano a un party invernale organizzato da Josh e guardandolo ballare e baciare la sua nuova ragazza Michelle, Alice comincia a sentire la sua mancanza. La ragazza lascia la festa e decide di andare a vedere l'albero di Natale del Rockefeller Center. Camminando per la strada, la ragazza si imbatte in David, l'uomo che aveva incontrato alla rimpatriata e lo invita a vedere l'albero del Rockefeller Center assieme a lei, ma David le dice che prima vuole mostrarle qualcosa. Arrivano così in un edificio in fase di costruzione, che appartiene a David e mostra alla ragazza una finestra dalla quale si ha una vista mozzafiato proprio sull'albero di Natale. Alice lo ringrazia e i due iniziano poco dopo una relazione. Tre mesi più tardi David sente Alice mentre canta insieme alla sua figlioletta Phoebe e molto arrabbiato chiede ad Alice di non farlo più perché lei non è sua madre. Alice è molto confusa e spiega a David che non era sua intenzione turbarlo e gli chiede il motivo per cui non vuole affrontare l'argomento sulla morte della madre di sua figlia; David però si arrabbia ancora di più e i due si lasciano. Nel frattempo Lucy ha una relazione con un certo Paul, il quale solo dopo tre settimane la lascia confessandole di voler vedere altre persone. Lucy è molto provata e comincia a dedicarsi unicamente al volontariato. Un giorno, leggendo ai bambini favole con storie di principi che lasciano le loro principesse, fa una scenata nella libreria dove si sta tenendo l'attività. George, impiegato della libreria, interviene tranquillizzandola e da ciò i due iniziano a frequentarsi. Alice nel frattempo accetta l'offerta di Tom di ubriacarsi con lui, i due parlano delle loro frustrazioni e dei loro sentimenti per Josh e Lucy, e finiscono per andare di nuovo a letto assieme nel tentativo di pensare ad altro. Il ragazzo di Meg, dopo aver scoperto della gravidanza, desidera stare ancora di più al suo fianco e aiutarla. Meg però decide di lasciarlo preoccupata del fatto che il loro rapporto peggiorerà dopo la nascita del bambino. Arriva il giorno della festa di compleanno di Alice, alla quale Robin ha invitato Tom, David e Josh senza aver avvertito prima la sua amica. Alla presenza di tutti e tre gli uomini, Alice è sconvolta e comincia a litigare con Robin. Per l'occasione, Tom confessa i suoi sentimenti a Lucy, impegnata però con George, e lo respinge in malo modo. Alice, uscita per andare a prendere una boccata d'aria, viene raggiunta da Josh. Tra i due c'è un forte momento di passione ma si fermano quando Alice, inorridita, apprende che Josh si è fidanzato ufficialmente con la sua ragazza. Così Alice lascia definitivamente Josh e si dirige verso casa. Il taxi su cui Alice sta viaggiando investe Robin. Anche Meg se ne va dal party e le si rompono le acque. Alice e Meg corrono quindi in ospedale e Meg partorisce una bambina. Arriva l'ex ragazzo di Meg che, rassicurandola, la convince a tornare insieme a lui. Alice impara così cosa significa essere single, rispettando se stessa e non cercando di soddisfare i desideri degli altri, ma soprattutto non avendo paura di rimanere sola. Va a casa di Robin per risolvere la loro lite e rimane sorpresa nel vedere quanto l'appartamento della sua amica sia grande e pieno di oggetti costosi. Robin le rivela di essere ricca, pur non avendo mai pagato il conto quando uscivano insieme. Le due amiche si riconciliano e trascorrono il resto della giornata insieme a casa di Robin. Il film si chiude con Alice che fa un'escursione sul Grand Canyon a Capodanno, come aveva sempre sognato, riflettendo nuovamente sul tempo che ha dedicato a se stessa e sull'importanza delle diverse sfumature dell'essere single. Assapora quel momento, lasciando intuire la possibile presenza di un ragazzo insieme a lei. Produzione Le riprese principali del film sono iniziate il 20 aprile 2015 a New York City, finite il 15 agosto 2015. Distribuzione Il film è uscito nelle sale americane il 12 febbraio 2016, mentre in quelle italiane un giorno d'anticipo, l'11, tramite la Warner Bros. Accoglienza Incassi Il film ha ricevuto una grande accoglienza da parte del pubblico di tutto il mondo. Single ma non troppo ha incassato un totale di $ 111.8 milioni in tutto il mondo, contro un budget di $ 38 milioni. Critica Single ma non troppo ha ricevuto recensioni contrastanti da parte della critica. Su Rotten Tomatoes, il film ha ricevuto una valutazione del 46%, sulla base di 78 recensioni con una valutazione media di 5,3 / 10. Su Metacritic, il film ha un punteggio di 52 su 100, sulla base di 29 critici, che indica "recensioni contrastanti o medie". Il pubblico intervistato da CinemaScore ha dato al film una media di "B" su una scala da A + a F.Richard Roeper ha dato al film 3.5 su 4 stelle, lodandone il cast di coprimari e la sceneggiatura. Note Collegamenti esterni Film commedia Film ambientati a New York Film girati a New York Film Metro-Goldwyn-Mayer Film New Line Cinema Film Warner Bros.
Nella scala dei tempi geologici, il Givetiano rappresenta il secondo dei due stadi stratigrafici o età in cui è suddiviso il Devoniano medio, la prima delle tre epoche del periodo Devoniano, che a sua volta è il quarto dei sei periodi in cui è suddivisa l'era del Paleozoico. Il Givetiano è compreso tra 391,8 ± 2,7 e 385,3 ± 2,6 milioni di anni fa (Ma), preceduto dall'Eifeliano e seguito dal Frasniano, il primo stadio del successivo Devoniano superiore. Etimologia Il nome dello stadio Givetiano deriva da quello del comune francese di Givet, nelle Ardenne. La denominazione e lo stadio furono proposti nel 1839 dal geologo belga Jean Baptiste d'Omalius d'Halloy. Definizioni stratigrafiche e GSSP Il confine tra Eifeliano e Givetiano coincide con il livello in cui il conodonte Polygnathus pseudofoliatus cambia in Polygnathus hemiansatus. Il livello corrisponde anche alla base delle goniatiti della specie Maenioceras Stufe, utilizzata come limite del Devoniano medio, e con la prima comparsa della dacrioconaride Nowakia otomari. Il Polygnathus hemiansatus si trova anche nelle montagne della Cantabria, in Spagna, nella Montagne Noire, in Francia, nelle Ardenne, in Belgio, e nelle colline dell'Eifel, in Germania. GSSP Il GSSP, il profilo stratigrafico di riferimento della Commissione Internazionale di Stratigrafia, è localizzato alla base del letto 123, in una sezione di Jebel Mech Irdane, 25 km a SSO di Erfoud e 12 km a SO di Rissani, nel Trafilat, in Marocco. Suddivisioni Il Givetiano contiene cinque biozone a conodonti: Zona del Palmatolepis norrisi Zona del Klapperina disparilis Zona del Schmidtognatus hermanni Zona del Polygnathus varcus Zona del Polygnathus hemiansatus Note Bibliografia Felix M. Gradstein, James G. Ogg and Alan G. Smith: A Geologic Time Scale 2004. Cambridge University Press, 2004 ISBN 9780521786737. Otto H. Walliser, Pierre Bultynck, Karsten Weddige, R. Thomas Becker and Michael R. House: Definition of the Eifelian-Givetian Stage Boundary. Episodes, 18(3): pag.107–115, Beijing 1995. Schemi Voci correlate Scala dei tempi geologici Collegamenti esterni Devoniano
Cingia de' Botti (Singia in dialetto cremonese) è un comune italiano di 1 146 abitanti della provincia di Cremona, in Lombardia. Storia Simboli Lo stemma e il gonfalone del comune di Cingia de' Botti sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 25 ottobre 1999. Lo stemma riprende quello del ramo della famiglia Botti (o Botta) di Cingia, originaria di Cremona, che si blasonava d'azzurro, alla fascia scaccata di argento e di rosso, accompagnata da tre stelle d'oro a otto raggi; al capo d'oro, caricato di un'aquila coronata di nero. Il campanile raffigurato è quello di Pieve Gurata, che la tradizione fa risalire all'anno 876, uno dei più antichi esempi di architettura gotica nel territorio della diocesi di Cremona, la cui sagoma è assurta a simbolo della località. Il gonfalone è un drappo di rosso. Società Evoluzione demografica Infrastrutture e trasporti Tra il 1888 e il 1954 Cingia de' Botti era servita da una stazione della tranvia Cremona-Casalmaggiore, gestita in ultimo dalla società Tramvie Provinciali Cremonesi. Amministrazione Note Voci correlate Carletti di Cingia de' Botti - famiglia italiana Altri progetti Collegamenti esterni Comuni della provincia di Cremona
La Lingua apache di pianura (o Kiowa-Apache) è una lingua athabaska, della famiglia linguistica delle lingue na-dene, parlata in Oklahoma (Stati Uniti), nella contea DI Caddo. La lingua forma un sottogruppo all'interno delle lingue apache (o lingue athabaska meridionali). Si è estinta nel 2008,con la morte dell'ultimo madrelingua. I Kiowa-Apache Il nome di Kiowa-Apache era stato dato ad un piccolo gruppo di apache per il fatto che essi vivevano anticamente, in simbiosi con i Kiowa, formando un clan all'interno di questa nazione, mantenendo tuttavia la loro differenza linguistica. Oggigiorno si preferisce la definizione di apache delle pianure, anche se si tratta di una lingua in via d'estinzione, infatti al censimento del 1990, solo 18 persone dichiararono di parlarla. Fonologia Consonanti Di seguito la lista dei fonemi consonantici dell'apache delle pianure, accompagnato dalla loro pronuncia : Note Bibliografia William E. Bittle, Kiowa-apache, Studies in the Athapaskan Languages, Harry Hoijer (éditeur), pp. 76–101, University of California Publications in Linguistics, Volume 29, Berkeley, University of California Press, 1963. Collegamenti esterni Lingue apache Lingue degli Stati Uniti d'America
Divenne noto per la sua ferrea direzione della Polizia nazionale filippina tra il 1999 ed il 2001, durante l'amministrazione di Joseph Estrada. Nel corso del suo mandato contribuì ad abbassare il tasso di criminalità nella Regione Capitale Nazionale, venendo allo stesso tempo coinvolto nel discusso caso Dacer-Corbito nel novembre 2000. A seguito della rivoluzione EDSA II fu rimosso dal suo incarico per ordine del nuovo governo di Gloria Macapagal-Arroyo. Nel giugno 2001 iniziò la propria carriera politica venendo eletto Senatore, incarico che avrebbe ricoperto sino al giugno 2013. Si candidò inoltre alle elezioni presidenziali del 2004, dove fu sconfitto dal Presidente in carica Gloria Arroyo. Nel 2010 ricevette lo stato di latitante per essere fuggito dalle Filippine in seguito ad un ordine di arresto, per il suo coinvolgimento nel caso Dacer-Corbito. Dopo oltre 14 mesi, fece il suo ritorno in patria nel marzo 2011, senza però subire alcun processo. Nel 2016 fu rieletto nuovamente senatore. Biografia Panfilo Lacson nacque nella città di Imus, Cavite, il 1º giugno 1948. Frequentò la scuola elementare di Bayan Luna sino al 1960 ed in seguito l'Istituto di Imus sino al 1964. Si iscrisse quindi al Lyceum of the Philippines University, ottenendo una laurea in filosofia. Nel 1967 entrò nell'Accademia Militare Filippina, dove Gregorio Honasan fu uno dei suoi colleghi. L'8 settembre 2021 annunciò formalmente la propria candidatura alle presidenziali del 2022, selezionando come suo vice il collega al Senato Vicente Sotto III e divenendo il primo a ufficializzare la sua corsa alla massima carica politica. Note Altri progetti Collegamenti esterni Sito web ufficiale
Carriera Dal 1983 al 1988 è stato assistente allenatore alla Università del Kansas, vincendo il titolo 1988 come vice di Larry Brown. Dalla stagione successiva ha seguito lo stesso Brown ai San Antonio Spurs, mantenendo l'incarico per 4 stagioni; tra i suoi collaboratori figuravano anche Gregg Popovich, Alvin Gentry e Ed Manning. Dopo il trasferimento Larry Brown ai Los Angeles Clippers, anche Buford ha compiuto lo stesso passo, e sempre con l'incarico di assistente. Nel 1993 ha lasciato la NBA per una sola stagione, trasferendosi alla University of Florida come vice di Lon Kruger. Nel 1994, con l'arrivo di Gregg Popovich ai San Antonio Spurs in qualità di general manager, viene assunto come capo degli osservatori. Nel 1999 è nominato assistente general manager, e tre anni più tardi viene scelto come GM a tutti gli effetti. Dal suo arrivo agli Spurs come dirigente, la squadra ha vinto 5 titoli: 1999, 2003, 2005, 2007 e 2014. Dalla stagione 2019-2020 viene promosso al ruolo di CEO, venendo sostituito da Brian Wright nel suo ruolo precedente. Lo stesso Buford ha vinto il premio NBA Executive of the Year Award nel 2014, e di nuovo nel 2016. Note Collegamenti esterni Scheda su R.C. Buford (executive) di Basketball-reference.com San Antonio Spurs
L'elenalina è un lattone sesquiterpenico che si ritrova nell'Arnica montana e nell'Arnica chamissonis foliosa. L'elenalina è un composto altamente tossico e soprattutto i tessuti epatici e linfatici sono vulnerabili ai suoi effetti. Si ritiene che sia responsabile della tossicità e dell'irritazione a carico della pelle associato all'arnica. Se una quantità sufficiente della pianta viene ingerita, l'elenalina produce gravi effetti gastroenterici ed emorragia interna del tratto digestivo. L'elenalina ha una varietà di effetti farmacologici osservati in vitro, comprese attività antinfiammatorie ed antitumorali. L'elenalina ha dimostrato di inibire selettivamente il fattore di trascrizione NF-κB, che svolge un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria. In vitro si è dimostrata anche un potente e selettivo inibitore della telomerasi umana e questo può in parte spiegare i suoi effetti antitumorali. Possiede anche attività antitripanosomica ed è tossico per Plasmodium falciparum. Farmacologia Lattoni
Dopo una lunga carriera, è stato scelto, dal Ministero della Cultura e dell'educazione spagnolo, quale direttore della Compañía Nacional de Danza de España nel 1990. Biografia Ha studiato alla Rambert School di Londra e quindi con Maurice Béjart alla Mudra School di Bruxelles per poi passare all'Alvin Ailey American Dance Theater di New York City. Ha iniziato la sua attività professionale al Cullberg Ballet di Stoccolma e l'anno successivo è passato al Nederlands Dans Theater, sotto la guida del direttore artistico Jiří Kilián, dove è rimasto per dieci anni. Durante questo periodo, si è rivelato essere uno dei danzatori più importanti del panorama europeo e ha realizzato la coreografia del balletto Jardí tancat (Giardino chiuso) nel 1983, su musiche di Maria del Mar Bonet, che venne premiata con il primo premio all'Internationaler Choreographischer Wettbewerb di Colonia. Nel 1988 venne nominato coreografo stabile al Nederlands Dans Theater assieme a Hans van Manen e Jiří Kilián. Sue coreografie sono state inserite in molte prestigiose compagnie internazionali quali Cullberg Ballet e Nederlands Dans Theater, American Ballet Theatre, The Australian Ballet, Les Grands Ballets Canadiens, Stuttgart Ballet, Ballet Gulbenkian, San Francisco Ballet, Royal Ballet e Balletto dell'Opéra di Parigi. Coreografie Ucelli (Respighi) Synaphai (Xenakis/Vangelis) Bolero (Ravel) Arenal (Bonet) Chansons Madecasses (Ravel) Raptus (Wagner Wesendonck Lieder) Compañía Nacional de Danza: Concierto Madrigal (Rodrigo) Opus Piat (Beethoven) Empty (collage di musiche di Kobayashi, Glass, Hendrix, Sculthorpe, Shankar, Marta y Camille Saint-Saëns) Coming Together (Rzewski) Mediterrania (collage di musiche di Jerónimo Maesso, Bonet, Peter Griggs, Lisa Gerrard, Perry, Juan A. Arteche e Javier Paxariño) Cautiva (Iglesias) Alone, for a Second (Satie) Tabulae (Iglesias) Ecos (Micus) Cero sobre cero (Iglesias) Por vos muero (Musiche spagnole del XV e XVI secolo) Self (Iglesias) Remansos (Granados) Romeo y Julieta (Sergei Prokofiev) Without Words (Schubert) Multiplicity. Forms of Silence and Emptiness (Johann Sebastian Bach) Herrumbre (Pedro Alcalde e Sergio Caballero) Diecisiete (Pedro Alcalde e Sergio Caballero) Hevel (Pedro Alcalde e Sergio Caballero). Jardi Tancat 1983 Premi e riconoscimenti 1983: Internationaler Choreographischer Wettbewerb, Colonia, Primo premio per Jardí tancat. 1987: VSCD Gouden Dansprije per la sua attività 1995: Onorificenza di Chevalier dans l'Ordre des Arts et des Lettres 1998: Gold Medal for Merit in the Fine Arts Spagna 2000: Benois de la Danse dall'International Dance Association all'Opera di Stoccarda, per la sua coreografia Multiplicity. Forms of Silence and Emptiness. 2003: Premio Nacional de Danza per la coreografia in Spagna. Note Altri progetti Collegamenti esterni Sito ufficiale di Nacho Duato Nederlands Dans Theater Nederlands Dans Theater Compañía Nacional de Danza
Durante gli anni '80 militava nelle file della SAS e dal 1996 lavora come doppiatrice in esclusiva per la CVD. Doppiaggio Film Maria Conchita Alonso in Ricercati: ufficialmente morti Michelle Nicastro in Harry, ti presento Sally... Brenda Bakke in Hot Shots! 2 Dolly Parton in Dalle 9 alle 5... orario continuato, Linea diretta - Un'occasione unica Greta Scacchi in Misfatto bianco, I protagonisti Angela Bassett in Tina - What's Love Got to Do with It, Supernova Verónica Castro in Angelino e il Papa Nadia Bengala in Pierino torna a scuola Debra Feuer in Il burbero Sarah Berry in La casa 2 Tia Carrere in Resa dei conti a Little Tokyo Mia Farrow in La rosa purpurea del Cairo Melanie Griffith in Qualcosa di travolgente Yuriko Hoshi in L'ultima guerra Valérie Kaprisky in La medusa Michela Miti in Pierino contro tutti, Pierino colpisce ancora Sarah Jessica Parker in Navigator Deborah Rennard in Lionheart - Scommessa vincente Seka in Dolce Alice Anna Nicole Smith in Una pallottola spuntata 33⅓ - L'insulto finale Antonella Vitale in Grandi magazzini Kristin Chenoweth in Conciati per le feste, Hit and Run Diane Lane in Charlot Diane Venora in Insider - Dietro la verità Vinessa Shaw in Eyes Wide Shut Kim Swann in La signora ammazzatutti Joie Lee in Lola Darling Sally Field in Fuga a quattro zampe, Quattro Zampe a San Francisco Samaire Armstrong in Baciati dalla sfortuna Dorothy Lamour in La principessa di Bali (ridoppiaggio) Film d'animazione Sassy ne In fuga a quattro zampe Gnoma bambola in Gnomeo e Giulietta Televisione Verónica Castro in Angelino e il Papa Demetra Hampton in Valentina Nancy McKeon in L'albero delle mele Jane Lynch e Amy Aquino in Desperate Housewives Jewel Staite in Firefly Melinda Culea in A-Team Mariana Prommel in Incorreggibili Siwan Morris in Skins Teresa Caputo in Long Island Medium Wendy Hoopes in LAX Cartoni animati Sara Clifton ne Il postino Pat Note Collegamenti esterni
Biografia Nato a Londra nel 1935, ha studiato all'Eton College. Dopo aver lavorato per due anni in uno studio legale si è arruolato nell'esercito prima di congedarsi nel 1958 per dedicarsi all'attività di scrittore. Autore di un romanzo, alcuni saggi e tre opere autobiografiche, è principalmente noto per aver pubblicato numerose biografie tra le quali si ricordano i 3 volumi dedicati ad Augustus John, i 5 libri su George Bernard Shaw e i 4 su Lytton Strachey. Nominato Commendatore dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 1989 e Cavaliere nel 2007, nel corso della sua carriera ha ottenuto numerosi riconoscimenti, l'ultimo dei quali è stato il James Tait Black Memorial Prize per la migliore biografia con A Strange Eventful History. Vita privata Sposatosi nel 1982 con la scrittrice Margaret Drabble, la coppia vive in case separate. Opere (parziale) Saggi/Biografie Lytton Strachey: A Critical Biography volume 1: The Unknown Years (1880-1910) (1967) Lytton Strachey: A Critical Biography volume 2: The Years of Achievement (1910-1932) (1968) Unreceived Opinions (1973) Augustus John: A Biography volume 1: The Years of Innocence (1974) The Art of Augustus John con Malcolm Easton (1974) Augustus John: A Biography volume 2: The Years of Experience (1975) Bernard Shaw volume 1: 1856-1898: The Search for Love (1988) Bernard Shaw volume 2: 1898-1918: The Pursuit of Power (1989) Bernard Shaw volume 3: 1918-1950: The Lure of Fantasy (1991) Bernard Shaw volume 4: 1950-1991: The Last Laugh (1992) The Shaw Companion (1992) Lytton Strachey: l'arte di vivere a Bloomsbury (Lytton Strachey: The New Biography, 1994), Milano, Il Saggiatore, Collana La Cultura n.738, 2011 traduzione di Luca Fusari ISBN 978-88-428-1502-0. Augustus John: The New Biography (1996) Bernard Shaw (1997) Works on Paper: The Craft of Biography and Autobiography (2002) A Strange Eventful History: The Dramatic Lives of Ellen Terry, Henry Irving and their Remarkable Families (2008) On Wheels (2013) Romanzi A Dog's Life (1969) Memoir Basil Street Blues (1999) Mosaic (2004) A Book of Secrets: Illegitimate Daughters, Absent Fathers (2010) Adattamenti cinematografici Carrington, regia di Christopher Hampton (1995) Premi e riconoscimenti Prix du Meilleur livre étranger 1996 vincitore nella categoria "Saggio" con Carrington Premio David Cohen 2005 alla carriera James Tait Black Memorial Prize 2008 vincitore nella categoria "Biografia" con A Strange Eventful History Note Collegamenti esterni
La battaglia di Palestro è un episodio della seconda guerra d'indipendenza italiana. Fu combattuta il 31 maggio 1859 a Palestro e fu preceduta da uno scontro minore il giorno prima. Le truppe piemontesi di re Vittorio Emanuele II di Savoia il 30 maggio 1859 conquistarono Palestro e alcuni comuni vicini presso Vercelli. Il loro scopo era quello di coprire un'ampia manovra dell’esercito francese alleato, comandato da Napoleone III di Francia, che si svolgeva più a nord e che puntava su Milano. Il giorno seguente gli austriaci del generale Fredrick Zobel tentarono di riconquistare le posizioni perdute e furono respinti presso Palestro dalla 4ª Divisione piemontese di Enrico Cialdini efficacemente supportata dal 3º Reggimento Zuavi francese. La vittoria franco-piemontese del 31 maggio aumentò il disorientamento degli austriaci e consentì a Napoleone III di attuare la sua manovra verso Milano. Le due battaglie, quella del 30 e quella del 31 maggio, costituiscono un unico evento bellico. Tuttavia la storiografia definisce come battaglia di Palestro solo quella decisiva del 31. Da Montebello a Palestro Il 20 maggio 1859 la fanteria francese, appoggiata dalla cavalleria piemontese, aveva fermato e respinto una disordinata azione di ricognizione armata austriaca nella battaglia di Montebello. Da questa località le forze del generale austriaco Ferenc Gyulay si sarebbero dovute spingere fino alla non lontana Voghera, ma furono costrette a ripiegare. A seguito di questo che fu il primo scontro della guerra, il comandante delle forze franco-piemontesi, l’imperatore francese Napoleone III, dopo una serie di ordini e contrordini, il 26 maggio decise una grande manovra aggirante dell’ala destra dell’esercito nemico da nord. L’azione si doveva svolgere in senso orario da Montebello lungo il Sesia per Vercelli e Novara a proseguire verso est su Milano. Ma per consentire ai francesi di effettuare questa manovra, 4 delle 5 divisioni piemontesi (1ª, 2ª, 3ª e 4ª) avrebbero dovuto impegnare gli austriaci presso Vercelli. Così, mentre Giuseppe Garibaldi a capo di oltre 3.000 volontari precedeva la manovra francese passando il Ticino già il 23 maggio, il 27 l’esercito franco-piemontese si mosse. Sfruttando per la prima volta la ferrovia in una vasta operazione di trasferimento di truppe, i soldati percorsero in treno circa cento chilometri e furono fatti scendere a Vercelli, da dove proseguirono a piedi. Sull’altro fronte, il comandante della 2ª Armata austriaca, Gyulai, si trovava in difficoltà, poiché la sua situazione strategica vacillava. In Toscana erano infatti sbarcati i francesi del principe Giuseppe Napoleone provocando la fuga del granduca Leopoldo e il passaggio della Toscana alla causa sabauda. Ciò lo aveva costretto a stanziare un Corpo d’armata lungo il medio corso del Po a difesa della sua ala sinistra (lo schieramento austriaco era disposto in Lombardia rivolto verso sud-ovest). Inoltre, il pericolo di un altro sbarco francese, questa volta in Adriatico, lo costringeva a tenere bloccato un Corpo d’armata in Istria. E per finire Gyulai dovette inviare un’intera divisione, quella del generale Karl von Urban, contro Garibaldi, mentre un terzo di tutte le sue forze erano mobilitate per fare fronte ad eventuali moti rivoluzionari. Gli errori di valutazione di Gyulai Nello stesso tempo in cui Garibaldi avanzava con i suoi cacciatori delle Alpi oltre il Sesia e il Ticino appena a sud delle montagne, Gyulai pensò che Napoleone III avrebbe attaccato a sud forzando il Po a Frassineto (poco a est di Casale Monferrato) e a Valenza. I francesi invece stavano iniziando la loro manovra più a nord, protetti prima dal Po e poi dal Sesia, superato il quale presso Vercelli avrebbero cominciato l’aggiramento dell'ala destra austriaca. Da ciò l'importanza dell'azione di copertura affidata ai piemontesi che avrebbero dovuto impegnare e bloccare gli austriaci al centro e consentire l'aggiramento francese. Così, tra il 29 e il 30 maggio 1859 le 4 divisioni comandate da re Vittorio Emanuele II passarono il Sesia e si disposero per lo scontro. La 1ª Divisione si diresse su Casalino (tra Vercelli e Novara), la 2ª più a sud su Confienza (a est di Vercelli), la 3ª su Vinzaglio (poco a sud ovest) e la 4ª su Palestro (ancora più a sud). La 5ª Divisione piemontese, invece, stanziava di riserva nella zona di Frassineto, proprio dove gli austriaci si aspettavano partisse l’offensiva nemica. Nonostante questo grande movimento di truppe nemiche non passasse inosservato, gli austriaci ritenevano ancora che l’attacco principale sarebbe stato sferrato da Casale Monferrato e da Frassineto (sulla sponda destra del Po) in direzione di Candia. Tutto questo trambusto più a nord, secondo Gyulai e il comandante del 7º Corpo di Friedrich Zobel non era altro che una manovra diversiva nemica. Per precauzione, comunque, nella notte tra il 29 e il 30 Gyulai si spostò in una posizione più avanzata e centrale, trasferendosi con il suo capo di stato maggiore, Franz Kuhn von Kuhnenfeld, da Garlasco a Mortara. La conquista piemontese di Palestro Azione dimostrativa o no, i movimenti piemontesi sul Sesia cominciarono a insospettire Gyulai che la mattina del 30 maggio 1859 decise di vederci più chiaro ordinando a due divisioni, una del 7º Corpo e una del 2° di attaccare il nemico sul fiume. Intanto la 4ª Divisione piemontese del generale Enrico Cialdini raggiungeva da nord Palestro occupata dagli austriaci. Palestro si trova in posizione strategica sopra un altopiano che emergeva in una zona di canali e risaie. Da nord una sola strada raggiungeva il paese, attraverso il ponte della Roggia Gamarra, che era un fossato che comunicava con il Sesia. Proprio su questo ponte si trovava una postazione austriaca, mentre l’area del paese era difesa da una brigata di fanteria e una batteria di cannoni. Cialdini prese il ponte con i bersaglieri e lanciò su Palestro due dei loro battaglioni: uno a destra e l’altro a sinistra del villaggio. Al centro, sulla strada, attivò una sezione di artiglieria e due squadroni del Reggimento di cavalleria “Alessandria”. Immediatamente si accese un intenso fuoco di artiglieria al centro e di fucileria a destra; al che Cialdini rinforzò sia il centro inviando altri cannoni, che le ali impiegando i battaglioni del 9º Reggimento della Brigata “Regina”. Più indietro, pronte a intervenire, le rimanenti forze della brigata e l’altra brigata, la “Savona”, di cui era composta la divisione. Sulla destra dello schieramento piemontese si ebbero gli scontri più cruenti; precisamente presso la posizione fortificata della Fornace, conquistata la quale gli uomini di Cialdini penetrarono nella zona occidentale del paese (attaccavano da nord). Nel centro abitato la superiorità numerica dei piemontesi ebbe la meglio sui pochi austriaci che si batterono strenuamente. Inizialmente infatti difendeva Palestro un solo battaglione e mezzo del 53º Reggimento “Arciduca Leopoldo” della Brigata del generale Leopold von Weigl della 6ª Divisione di Karl Clemens Lilia von Westegg. Ma unità del 22º Reggimento “Wimpffen” della brigata del generale Ferdinand Anton von Dondorf della stessa divisione furono inviate subito di rinforzo. All'arrivo di queste nuove truppe Cialdini fu costretto a impiegare tutte le sue forze: lanciò sulla strada la cavalleria appoggiata dall'artiglieria e ai due lati la riserva del 9º Reggimento e tutto il 10° della “Regina” che attaccò alla baionetta. Ciò che portò, dopo una valorosa resistenza, a un ripiegamento ordinato degli austriaci. Appena fuori Palestro però gli uomini di Gyulai si trovarono a contatto con la Brigata “Savona”, per cui la ritirata si trasformò quasi in una fuga verso Robbio (a sud est di Palestro). Poco lontano, mentre accadeva tutto questo, si combatteva analogamente per la conquista di Vinzaglio e Confienza. Alla fine del 30 i tre villaggi erano nelle mani dei piemontesi. La battaglia del 31 maggio Ci si aspettava a questo punto un contrattacco austriaco per la ripresa della testa di ponte sulla riva sinistra del Sesia (cioè la sponda est, dato che il fiume scorre da nord verso sud). Anzi, in campo alleato lo si sperava, dato che bisognava dare il tempo al grosso dell’esercito francese di attuare la sua manovra da nord. Così la sera del 30 maggio 1859 alla 4ª Divisione di Cialdini si aggiunse il 3º Reggimento Zuavi francese del colonnello Bertrand de Chabron (1806-1889). Intanto, proprio all’altezza di Palestro, il Genio di Napoleone III aveva fatto costruire due ponti di barche per favorire le manovre delle unità alleate. Gli schieramenti e l’attacco austriaco La mattina del 31, di fronte agli austriaci, i piemontesi schieravano la 4ª Divisione di Cialdini che aveva preso il giorno prima Palestro e che occupava il centro del paese con una brigata. La appoggiava il 3º Reggimento Zuavi francese accampato poco a sud tra il Sesia e il canale della Cascina. Nelle file degli alleati, quindi, circa 11.000 uomini avrebbero contrastato l'assalto austriaco su Palestro. Tuttavia, pronte a dare manforte, erano le altre unità piemontesi schierate a nord est di Plaestro: la 1ª Divisione del generale Angelo Bongiovanni di Castelborgo, la 2ª di Manfredo Fanti e la 3ª di Giovanni Durando. Quanto ai francesi, essi erano pronti a intervenire sulla sponda destra del Sesia con il 3º Corpo del generale François de Canrobert. Considerando che il Corpo di Zobel poteva contare al massimo su 13.000 uomini, sussisteva un leggero vantaggio numerico delle forze austriache su Palestro, ma una schiacciante superiorità degli alleati nell’area. Nonostante ciò, Zobel, la mattina del 31 decise di riconquistare i tre avamposti perduti e alle ore 10 mosse da Robbio al comando di 11.000 uomini suddivisi in 4 brigate. Due brigate furono fatte avanzare al centro, un’altra verso nord ovest e l’ultima verso sud ovest. Le due brigate centrali erano comandate rispettivamente dai generali Dondorf (che aveva già partecipato allo scontro del giorno prima) e Rudolf von Koudelka (1810-1871), per complessivi 5.800 uomini e 14 cannoni. Verso nord si mosse la brigata del generale Weigl (anch’essa entrata a contatto con il nemico il giorno prima) e verso sud la brigata del generale Anton Szabó (1803-1869). Vittorio Emanuele e il 3º Reggimento Zuavi Al cannoneggiamento austriaco del ponte sul fiume Sesia e al tentativo della brigata Szabó di aggirare da sud Palestro, gli zuavi, accampati sulla sponda sinistra del fiume, guadarono il canale della Cascina e assaltarono il nemico alla baionetta catturando subito tre cannoni. Vittorio Emanuele II, di fronte a questo spettacolo, si portò fra loro incitando tutte le truppe all’assalto. Ma visto il pericolo a cui si esponeva il sovrano, i francesi cercarono di trattenerlo. Il re di Sardegna, invece, spronò il suo cavallo e si portò all’assalto con i bersaglieri di Cialdini e gli zuavi. Nonostante la locale superiorità numerica degli austriaci, altri due cannoni furono presi dai francesi nell’azione più cruenta: l’assalto al ponte della Brida, sopra il quale gli uomini della brigata di Szabó si stavano ritirando. A vittoria avvenuta gli zuavi proclamarono re Vittorio Emanuele II loro caporale d’onore. Il contrattacco piemontese al centro La brigata austriaca del generale Szabó fu così sbaragliata e uguale sorte subirono le altre tre. L’esempio di Vittorio Emanuele rinvigorì le truppe piemontesi che contrattaccarono le colonne austriache. Dopo un leggero sbandamento iniziale dei piemontesi, infatti, le due brigate centrali di Zobel furono respinte dalla 4ª Divisione di Cialdini, della quale, due battaglioni del 16º Reggimento, il 15º Reggimento della Brigata “Savona” (colonnello Luigi Bianchis di Pomaretto) oltre al 9° e al 10° della “Regina” del generale Bernardino di Villamarina e al 7º Battaglione d’artiglieria «si superarono per il coraggio dei loro brillanti attacchi, dieci volte rinnovati con un’eroica perseveranza». Completarono l’opera i cavalleggeri del Reggimento “Alessandria” che caricarono gli austriaci sbaragliati, di cui 400 furono catturati. Quanto a Vittorio Emanuele, una fonte coeva francese ne parla in termini esaltanti: «all’apice della mischia, il re di Piemonte si fece ammirare per la sua calma non meno che per il suo coraggio. Al centro della battaglia, impassibile e invincibile (sic) nel mezzo di una spaventosa pioggia di colpi che cadeva attorno a lui, egli non cessò di dirigere i movimenti delle sue truppe con un sangue freddo meraviglioso». Contemporaneamente, più a nord, la brigata di Weigl in manovra aggirante, fu bloccata e ricacciata indietro da una brigata della 2ª Divisione del generale Fanti. Alle 14 tutto era finito. Nonostante le sue truppe si fossero comportate con estremo valore, per Zobel fu uno smacco. Ma le perdite furono pesanti per entrambe le parti, soprattutto i francesi ne lamentarono un notevole numero in rapporto agli uomini utilizzati. I piemontesi contarono 700 fra morti e feriti, i francesi 270 e gli austriaci 1.140. Ma questi ultimi dovettero registrare anche la perdita di 400 prigionieri. Il disorientamento degli austriaci Neanche dopo lo scontro il generale Gyulai cambiò idea sul fatto che i francesi avrebbero attaccato da sud. Il giorno prima, intanto, e cioè il 30 maggio 1859, era giunto da Vienna il comando supremo austriaco, che aveva portato il suo quartier generale a Verona per osservare la campagna militare (e controllare Gyulai) più da vicino. Il parere sulle intenzioni del nemico degli ufficiali convenuti assieme a Francesco Giuseppe corrispondeva a quanto supposto da Gyulai: si trattava di una doppia manovra diversiva, consistente in un primo finto attacco alle pendici delle Alpi da parte di Garibaldi e di un secondo dei piemontesi nella zona di Palestro. Tutti dedussero quindi che l’azione principale dei francesi doveva svilupparsi da sud verso nord-est con l’attraversamento del Po. Il risultato fu che le forze austriache si stavano disperdendo in tutta la pianura Padana. Oltre alla divisione inviata contro Garibaldi, Gyulai fu costretto a stanziare una brigata a Bergamo per non rischiare di perdere il collegamento ferroviario Verona-Milano e a dirigere altre forze a protezione di Milano nell’eventualità che questa fosse stata attaccata dai piemontesi e da Garibaldi. Vacillava così la certezza che si trattasse solo di manovre diversive. Gyulai mantenne comunque uno schieramento nord ovest-sud est rivolto verso sud ovest le cui forze andavano man mano però rafforzando l’ala destra. Gli austriaci, infatti, cominciarono a pensare che l’imminente attacco sul Po non sarebbe stato così consistente. Il grosso della 2ª Armata austriaca risultò così dispiegato fra Mortara e Piacenza, presso la quale l’ala sinistra era costituita dal solo 9º Corpo. L’intenzione austriaca di attaccare di nuovo Per avere le mani libere sul Po, Gyulai decise di rinnovare l’attacco ai piemontesi e ai francesi nella zona di Palestro. Dispose quindi per il 2 giugno 1859 una nuova manovra offensiva con 10 brigate e cioè con 5 divisioni. Per quanto più consistente della precedente, la nuova forza d’attacco difficilmente avrebbe potuto avere la meglio sugli alleati. Costoro infatti disponevano in zona oltre che delle 4 divisioni piemontesi (con il morale molto alto e ben disposte in difesa), delle 3 divisioni del 3º Corpo francese di Canrobert e, poco distante, di altre 3 del 1º Corpo francese del generale Achille Baraguey d'Hilliers. Ma già la sera del 31 maggio Gyulai ricevette informazioni riguardanti spostamenti di truppe francesi a nord di Vercelli, ciò che gli fece decidere di spostare di qualche giorno la seconda azione contro Palestro. Il 1º giugno, poi, ebbe la prova che Napoleone III stava aggirando la sua ala destra: più di 50.000 soldati francesi erano giunti a Novara. Iniziò così per lui un periodo di angoscia, esasperato dalle interferenze dell’alto comando austriaco, che lo porterà, alla fine, alla grave sconfitta della battaglia di Magenta. Ordine di Battaglia Austriaci Corpo d’Armata al comando del generale Friedrich Zobel 8ª Divisione al comando del generale Georg Jelačić von Bužim Brigata al comando del generale Anton Szabó (1803-1869) 7º Battaglione Cacciatori 12º Reggimento “Arciduca Guglielmo” Reggimento di cavalleria Ulani “Re delle Due Sicilie”' Batteria di artiglieria a cavallo Brigata al comando del generale Rudolf von Koudelka (1810-1871) 21º Battaglione Cacciatori 3 Battaglioni del 46º Reggimento “Jella” Batteria di artiglieria a cavallo 6ª Divisione al comando del generale Karl Clemens Lilia von Westegg Brigata al comando del generale Leopold von Weigl (1806-1887) 3 Battaglioni del 53º Reggimento “Arciduca Leopoldo” Batteria di artiglieria da campo Brigata al comando del generale Ferdinand Anton von Dondorf (1806-1882) 2º Battaglione Granatieri “Ottocaner” 3 Battaglioni del 22º Reggimento “Wimpffen” Batteria di artiglieria da campo Per un totale di circa 13.000 uomini. Franco-Piemontesi 4ª Divisione al comando del generale Enrico Cialdini Brigata “Regina” al comando del generale Bernardino Pes di Villamarina del Campo 9º Reggimento di linea 10º Reggimento di linea 7º Battaglione bersaglieri Brigata “Savona” 15º Reggimento di linea 16º Reggimento di linea 6º Battaglione bersaglieri Batteria di artiglieria pesante Batteria di artiglieria da campo Reggimento di cavalleria “Alessandria” 3º Reggimento Zuavi francese al comando del colonnello Bertrand de Chabron (1806-1889) Per circa 11.000 uomini, ai quali vanno aggiunti circa 4.000 uomini di una brigata intervenuta della 2ª Divisione del generale Fanti. Ricordo della battaglia Negli anni 1892-1893 venne realizzato l'ossario di Palestro per raccogliere i resti dei caduti piemontesi, francesi ed austriaci. Ogni anno, l'ultima domenica di maggio si celebra presso l'ossario di Palestro l'anniversario della battaglia alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, oltre che varie associazioni di ex militari e del comune di Montebello della Battaglia (gemellato con Palestro). La Battaglia di Palestro è raffigurata in un altorilievo in pietra lavica dello scultore tarantino Francesco Bruno (Taranto 1839-Taranto 1923) situata nel municipio di Taranto. La battaglia è altresì raffigurata in un altorilievo in bronzo collocato sul basamento del Monumento a Vittorio Emanuele II, situato a Venezia in Riva degli Schiavoni e realizzato nel 1887. Note Bibliografia Edizione originale (in francese): Histoire de la guerre d'Italie, Paris, Gustave Barba, 1859. Edizione originale (in inglese): The Second War of Italian Unification, Oxford, Osprey Publishing, 2010. Altri progetti Palestro Guerra nel 1859 Palestro Storia della Lombardia Battaglie che coinvolgono i bersaglieri Legione straniera francese Battaglie che coinvolgono il Regno di Sardegna
Il Circolo Eridano è uno dei più antichi club remieri d'Italia. La sua sede si trova a Torino, sulla sponda destra del fiume Po, nell'area precollinare compresa tra il ponte Umberto I e il ponte Franco Balbis. La sua attività sportiva e ricreativa si svolge ininterrottamente dal 1864, anno della sua fondazione. Dal 1896 ha stretto un sodalizio con il Circolo degli Artisti di Torino. Storia Le origini Il Circolo Eridano è uno dei circoli sportivi remieri più antichi d'Italia e il secondo a Torino, dopo la Reale Società Canottieri Cerea. Il suo nome è un omaggio all'antico appellativo del fiume Po e la sua fondazione ebbe origine in concomitanza della risistemazione del Parco del Valentino, che ebbe inizio nel 1863 su progetto del sindaco di Torino Ernesto Balbo Bertone di Sambuy. La sua prima sede, infatti, vide la sua originaria collocazione nel 1864 proprio sulla sponda fluviale opposta, quella sinistra del Po, a poca distanza dal Castello del Valentino e accanto alla storica sede della Reale Società Canottieri Cerea. Il 16 luglio 1865 il Circolo Eridano, insieme alla Reale Società Canottieri Cerea, organizzò la prima regata competitiva sul Po. L'evento radunò un folto pubblico e portò alla ribalta per la prima volta in città la nuova pratica sportiva del canottaggio. Nel 1868 il Circolo Eridano ottenne l'autorizzazione per dotarsi di una sede più grande e prestigiosa, progettata dall'ingegnere capo dell'ufficio tecnico di Torino Edoardo Pecco, che ideò una singolare struttura ottagonale a pagoda in larice rosso e vetro affacciata sul fiume, caratterizzata da un elegante portico perimetrale con colonne binate che, oltre a ospitare le attività sportive e la pratica remiera, venne regolarmente utilizzata anche come sede di alcune prime attività conviviali e ricreative. Nel luglio dello stesso anno il Circolo Eridano organizzò un'iniziativa di grande rilievo, alla quale parteciparono tutti i circoli remieri torinesi, ovvero la prima regata Torino-Venezia. Il sodalizio con il Circolo degli Artisti Dopo quasi trent'anni di attività e la cessazione del sodalizio con l'Accademia Filarmonica, il 6 agosto 1896 il Circolo Eridano venne rilevato dal Circolo degli Artisti di Torino, che ne fece sede alternativa di mostre, banchetti e scenografiche feste sul Po, a partire da quella del 12 settembre 1896 che si svolse su una zattera galleggiante ormeggiata sul fiume, un rituale che divenne costante e caratteristico dei primi tempi di attività del Circolo Eridano. Nel corso degli ultimi anni dell'Ottocento il circolo ampliò la propria attività sportiva, diversificandola e affiancando alla tradizionale attività di canottaggio e canoa anche l'organizzazione di gare di nuoto, di atletica e tornei di bocce. Il sodalizio con il Circolo degli Artisti, che prosegue fruttuosamente tuttora, fece del Circolo Eridano la meta preferita di molti artisti e intellettuali torinesi, tra cui spicca il nome del conte Edoardo Scarampi di Villanova, che fu anche il primo presidente del Rowing Club Italiano. Nel 1911 al Circolo Eridano, alla vicina Reale Società Canottieri Cerea e agli altri circoli remieri torinesi sorti successivamente, tra cui la Società Canottieri Armida e il Circolo Canottieri Caprera, venne intimato lo sfratto dalle loro sedi site sulla sponda sinistra del Po a causa degli imminenti lavori per l'Esposizione Internazionale del 1911. Tutti i circoli remieri, non senza un malcontento piuttosto diffuso, dovettero trasferirsi sulla sponda destra del fiume in nuove sedi provvisorie che il comune concesse di costruire e che finanziò in parte. Mentre le sedi in muratura della Reale Società Canottieri Cerea e della Società Canottieri Armida vennero mantenute e tornarono a ospitare la storica attività sportiva al termine dello storico evento espositivo, la pagoda ottagonale del Circolo Eridano venne irremediabilmente abbattuta. Lo spostamento e la nuova sede Malgrado ciò, lo spostamento sulla sponda opposta spinse il Circolo Eridano verso un nuovo processo di rinnovamento che culminò con la realizzazione dell'attuale sede a spese della municipalità cittadina presso l'area dell'allora Barriera di Piacenza, costruita nel 1914 su progetto dell'architetto Giuseppe Velati Bellini, artefice del caratteristico châlet dalle forme tardo liberty tipiche dell'epoca. I lavori presso la nuova sede raggiunsero un costo complessivo di 25.000 lire, finanziati interamente dal Comune di Torino per volere del sindaco, nonché membro del Circolo degli Artisti, Teofilo Rossi di Montelera e vennero completati nel 1919 con la decorazione e l'allestimento degli ambienti interni affidata al pittore Giuseppe Bozzalla e allo scultore Giovanni Riva. Con l'acquisizione della nuova sede, che sorge sull'area che ospitò il padiglione della Francia durante l'Esposizione Internazionale del 1911, e la presenza di maggiori spazi verdi a disposizione, il Circolo Eridano ebbe modo di diversificare ulteriormente l'offerta della propria attività sportiva dotandosi di nuovi campi da bocce e da tennis, oltre a un nuovo pontile e al grande hangar per il ricovero delle numerose imbarcazioni. Nella nuova sede l'attività del Circolo Eridano crebbe, tanto da vedere l'istituzione di nuove competizioni, la più famosa delle quali fu il Trofeo Eridano, che venne disputato annualmente come sfida remiera fra tutte le società sportive del Po dal 1922 al 1950. L'asilo di guerra Il 18 giugno 1915, allo scoppiare della prima guerra mondiale, il direttivo del Circolo Eridano votò a favore per ospitare nei nuovi locali i figli dei militari richiamati al fronte. Seppur la struttura non fosse ancora inaugurata e in fase di allestimento, fu tuttavia in grado di ospitare circa una decina di bambini, offrendo un apprezzabile contributo sociale alla città. Dal secondo dopoguerra a oggi A seguito della drammatica parentesi bellica della seconda guerra mondiale, che vide una drastica interruzione delle attività artistiche del Circolo Eridano, ma la sola sopravvivenza di quelle sportive, il circolo riprese la propria attività a pieno regime dal dopoguerra, quando l'edificio perse la sua originaria simmetria per realizzare l'ampliamento dell'ala sinistra con l'aggiunta di nuove sale e dell'ampia terrazza al piano superiore. Dai primi anni sessanta del Novecento il Circolo Eridano si è dotato di un ristorante proprio e dal 1982 ai primi anni novanta la struttura è stata anche sede del CRAL SIP (e poi CRAL Telecom), la di cui azienda ha contribuito a una profonda ristrutturazione degli esterni e degli ambienti interni. Nel corso dei decenni il Circolo Eridano ha ospitato svariate competizioni sportive, ma anche numerose feste ed eventi ricreativi, manifestazioni teatrali amatoriali e rappresentazioni artistiche di varia natura. Nel corso degli anni il Circolo Eridano è stato sede di alcuni set cinematografici, l'ultimo dei quali, nell'estate 2006, ha ospitato le riprese di alcuni episodi della serie televisiva La stagione dei delitti 2 con Barbara De Rossi e Cristina Moglia, prodotto da Rai Due. Oggi il Circolo Eridano continua il suo sodalizio con il Circolo degli Artisti e continua a essere sede dell'associazione sportivo/culturale non a scopo di lucro. È dotato di campi da tennis, da bocce e di un imbarcadero per attività di canoa e canottaggio gestiti dai rispettivi gruppi, a cui occorre essere iscritti per il loro utilizzo. Oltre alla normale attività del ristorante Eridano 88, nelle altre sale si svolgono regolarmente mostre, proiezioni, conferenze, concerti, corsi di pittura su tela, su ceramica, corsi di yoga, danza, giardinaggio, attività per i ragazzi e per la terza età. Architettura Esterno La struttura sorge sulla riva destra del Po ed è inserita nel contesto di verde pubblico comunale del Parco Caduti nei Lager Nazisti che costeggia corso Moncalieri, nell'area compresa tra il ponte Umberto I e il ponte Franco Balbis. L'edificio è uno dei pochi esemplari superstiti di châlet "alla svizzera", tipici del periodo tardo liberty torinese, nonché emblema della moda più ricorrente riguardo agli edifici dedicati al loisir della borghesia del tempo. Alla palazzina, caratterizzata originariamente da una planimentria regolare e simmetrica, si accede scendendo una scalinata in pietra a doppia rampa che percorre il dislivello del giardino roccioso antistante. Essa è costituita da un corpo centrale a due piani con copertura a doppia falda e affiancato da due ali longitudinali scandite da coppie di finestre quadrangolari. L'attuale asimmetria della struttura è dovuta al raddoppio postumo dell'ala sinistra che ospita la maggior parte dei locali a uso dei soci e che è sovrastata anch'essa da un'ampia terrazza di copertura delimitata dalla lunga balaustra verde; lo stesso colore è riproposto per le travature a vista, in contrasto con il rivestimento esterno giallo pallido. L'accesso principale è caratterizzato da un portale tripartito che in origine costituiva una sorta di pronao che precedeva il portale d'ingresso posto all'interno. Dalla fine degli anni settanta l'ingresso è caratterizzato dalle vetrate brunite che sono state collocate in corrispondenza dei tre fòrnici ed è sormontato da una balconata d'onore, sulla cui facciata superiore si può notare lo stemma monocromatico del Circolo degli Artisti realizzato a graffito nel 1919. Il prospetto opposto affacciato sul fiume è dominato dalla grande terrazza panoramica a uso del ristorante, preceduta da un portico semicircolare con sei colonnine realizzato interamente in legno dipinto e con capriate a vista. Una coppia di scalinate semicircolari che affiancano la terrazza quadrangolare conducono al piano fluviale, dove trovano luogo la banchina che precede il molo galleggiante raggiungibile percorrendo un'ultima gradinata che termina a filo dell'acqua, con accanto un pregevole argano in ferro battuto coevo dell'edificio; dalla banchina si può anche accedere all'hangar per il ricovero delle imbarcazioni. L'area verde circostante è piantumata con esemplari di ippocastani, platani e altri alberi secolari che contornano lo spazio dedicato ai tre campi da tennis, ai due campi da bocce, all'area boschiva e al parcheggio ombreggiato da cui si accede tramite un cancello carrabile. All'interno del vasto giardino è presente anche una statua di Nettuno in litocemento, unico elemento superstite dell'apparato decorativo relativo al padiglione della Francia dell'Esposizione Internazionale del 1911 che sorgeva sull'area. Interni A seguito dell'ultima ristrutturazione dei primi anni ottanta del Novecento i locali sono stati fortemente rimaneggiati, tuttavia sono stati preservati i dettagli più preziosi come l'ampio salone quadrangolare di circa cento metri quadri affacciato sulla terrazza che conserva ancora i serramenti originali, il pavimento a parquet e dove si può ammirare la volta a pagoda scandita da trentasei lesene in gesso, opera dello scultore Giovanni Riva, inserite alla base delle travature bianche a vista, nonché l'affresco di Giuseppe Bozzalla nella lunetta che sovrasta il portale d'accesso principale e che raffigura il vascello degli Argonauti in navigazione. Uno dei pochi arredi superstiti presenti negli ambienti del piano terra è un pianoforte Steinway & Sons gran coda. Le due ali laterali ospitano svariati locali, tra cui: le cucine del ristorante, locali tecnici, bagni, un salotto a disposizione dei soci, una sala riunioni e un piccolo ufficio adibito a segreteria. Il piano interrato è a esclusivo uso dei soci, con accesso agli appositi spogliatoi, all'area palestra e all'ampio hangar per il ricovero delle imbarcazioni, da cui si accede anche dalla banchina esterna. Note Note al testo Fonti Bibliografia AA. VV., Esposizione Internazionale di Torino (Estratto dell'Almanacco Italiano 1911), Firenze, R. Bemporad & figlio Editori A. Malerba e G. Mola di Nomaglio (a cura di),Torino internazionale. Le grandi expo tra otto e novecento, Torino, 2015, ISBN 978-88-96074-90-9 D. Mabellini, E. Petrosino (a cura di), Circolo Eridano 1864-2014, Torino, 2014, Circolo degli Artisti di Torino D. Rebaudengo, Vecchia Torino, Torino, 1965, Edizioni dell'Albero Voci correlate Circolo degli Artisti di Torino Liberty a Torino Esposizione Internazionale del 1911 Altri progetti Collegamenti esterni Canottaggio a Torino Erid
Carriera Nippon Professional Baseball (NPB) Proveniente dalla scuola superiore Sano Nihondai, Sawamura si iscrisse successivamente all'Università di Chuo nella città di Hachiōji. Nel 2011 debuttò nella NPB con gli Yomiuri Giants di Tokyo, squadra con cui giocò, nel ruolo di lanciatore, per dieci stagioni dal 2011 al il 2020. Il 7 settembre 2020, i Giants scambiarono Sawamura con i Chiba Lotte Marines per Kazuya Kazuki. Divenne free agent a fine stagione. Major League Baseball (MLB) Il 16 febbraio 2021, Sawamura firmò un contratto biennale dal valore di 3 milioni di dollari con i Boston Red Sox della Major League Baseball. Debuttò il 2 aprile 2021 al Fenway Park di Boston contro i Baltimore Orioles. Schierato come lanciatore di chiusura nell'ultimo inning, segnò il suo primo strikeout e concesse una valida (un doppio). Nazionale Sawamura venne convocato dalla nazionale giapponese per partecipare al World Baseball Classic 2013, in cui ottenne la medaglia di bronzo. Nel 2015 disputò con la nazionale il WBSC Premier 12, ottenendo nuovamente una medaglia di bronzo. Palmares Individuale Esordiente dell'anno della Central League: 1 2011 Nazionale World Baseball Classic: Medaglia di Bronzo Team Giappone: 2013 WBSC Premier 12: Medaglia di Bronzo Team Giappone: 2015 Note Altri progetti Collegamenti esterni
Il termine getto, a seconda dell'ambito nel quale viene usato, può indicare cose diverse, ma tutte accomunate più o meno direttamente da un denominatore comune: il flusso di un fluido che fuoriesce da un ugello. Metallurgia Nella metallurgia il getto è il prodotto finale del processo di fusione e colata. Indipendentemente dal processo di fusione impiegato, si ottiene un getto convogliando il metallo fuso in uno stampo mediante appositi sistemi che variano a seconda della tecnologia impiegata. Il getto solitamente è un semilavorato che prima di poter essere utilizzabile deve subire una serie di processi di finitura che partono dallo stacco della materozza, la sbavatura per arrivare in alcuni casi a lavorazioni meccaniche con tolleranze molto strette. Edilizia Il getto in edilizia è sia l'azione di versare il calcestruzzo nella cassaforma che l'opera realizzata (gettata di cemento). Fisica e ingegneria aerospaziale In fisica un getto è il flusso di un fluido che fuoriesce ad alta velocità da un ugello. Il termine è spesso utilizzato ad esempio per indicare i motori a getto dove la spinta viene generata per reazione da un getto di gas supersonico. Quando il fluido in questione è costituito da acqua si parla di idrogetto. In questo caso il riferimento può essere ad un tipo di motore marino che spinge l'imbarcazione mediante un getto d'acqua o alla tecnica del taglio ad acqua. Altri progetti Fonderia Edilizia Fluidodinamica
Questa voce raccoglie l'elenco completo dei concistori per la creazione di nuovi cardinali presieduti da papa Benedetto XII, con l'indicazione di tutti i cardinali creati su cui si hanno informazioni documentarie (6 nuovi cardinali in 1 concistoro). I nomi sono posti in ordine di creazione. 18 dicembre 1338 (I) Gozzio Battaglia, patriarca titolare di Costantinopoli dei Latini; creato cardinale presbitero di Santa Prisca (morto nel giugno 1348) Bertrand de Déaulx, arcivescovo di Embrun; creato cardinale presbitero di San Marco (morto nell'ottobre 1355) Pierre Roger, O.S.B., arcivescovo di Rouen; creato cardinale presbitero dei Santi Nereo e Achilleo; poi eletto Papa Clemente VI il 7 maggio 1342 (morto nel dicembre 1352) Guillaume Court, O.Cist., vescovo di Albi; creato cardinale presbitero dei Santi Quattro Coronati (morto nel giugno 1361) Bernardo d'Albi, vescovo di Rodez; creato cardinale presbitero di San Ciriaco alle Terme Diocleziane (morto nel novembre 1350) Guillaume d'Aure, O.S.B., abate del monastero di Montolieu (Carcassonne); creato cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio (morto nel dicembre 1353) Voci correlate Cardinale Concistoro Papa Benedetto XII Collegamenti esterni Benedetto 12 Papa Benedetto XII
Watch Your Step è un film muto del 1922 diretto da William Beaudine. La sceneggiatura di Julien Josephson si basa su un soggetto scritto per il cinema dallo stesso Josephson. Trama Elmer Slocum scappa via su un treno merci per andare nel West dopo avere provocato un incidente nel quale crede di avere ucciso uno dei poliziotti che inseguivano la sua auto. Elmer correva come un matto per aiutare un medico che, mentre andava da un paziente, era rimasto a piedi a causa di un guasto della sua macchina. Inseguito dagli agenti che lo avevano visto passare sfrecciando come un fulmine, il giovanotto non si era fermato anche perché era appena uscito di prigione dopo avere scontato una pena di sei giorni a cui era stato condannato proprio per una precedente infrazione per eccesso di velocità. Ora, credendo di essere un ricercato, Elmer trova un lavoro in una cittadina dello Iowa, nel negozio di Russ Weaver. Incontra Margaret Andrews, la figlia dell'uomo più ricco del luogo, ma sia suo padre che Lon Kimball, un suo pretendente, hanno dei sospetti sul nuovo venuto. E, quando un investigatore, mandato sulle sue tracce da suo padre, finalmente lo trova, Lon è felice di togliersi dai piedi quello scomodo rivale. Ma Elmer, invece, viene a sapere che l'agente - supposto morto - è vivo e vegeto e che lui adesso è libero di corteggiare la bella Margaret.. Produzione Il film fu prodotto dalla Goldwyn Pictures Corporation. Motion Picture News del 29 ottobre 1921 riportava la notizia della fine delle riprese del film che "introduceva" la diciassettenne "Patsy" Ruth Miller, qui al "suo esordio sullo schermo". In realtà, la giovane attrice aveva già partecipato ad almeno altri due film, incluso La signora delle camelie che era già in distribuzione l'11 settembre, ben prima della fine delle riprese di Watch Your Step che, allora, aveva ancora come titolo quello di The City Feller. Distribuzione Il copyright del film, richiesto dalla Goldwyn, fu registrato l'11 febbraio 1922 con il numero LP17544. Distribuito dalla Goldwyn Pictures Corporation, il film uscì nelle sale statunitensi febbraio 1922. In Danimarca, uscì il 16 marzo 1923 con il titolo Ingen undgår sin skæbne; in Finlandia, il 29 ottobre 1923. In Francia, prese il titolo Le Crime de Roger Sanders. Copia della pellicola si trova ancora conservata in una collezione al di fuori degli Stati Uniti. Note Altri progetti Collegamenti esterni Film commedia
Who Are You/Had Enough è un singolo del gruppo rock inglese The Who pubblicato nel Regno Unito nel 1978. Il disco Venne pubblicato come singolo a "doppio lato A" in quanto entrambi i brani erano estratti dall'album Who Are You. Accoglienza Fu uno dei più grandi successi della band in Nord America, raggiungendo la 14° negli Stati Uniti; divenne anche uno dei brani più suonati durante i concerti del gruppo. Il piano in pista è suonato da Rod Argent. Tracce Singolo 7" Who Are You - 5:01 (Pete Townshend) Had Enough - 4:27 (John Entwistle) I brani Who Are You Il brano fu scritto e composto da Pete Townshend. Townshend una notte incontrò in un bar Steve Jones e Paul Cook, membri dei Sex Pistols, che gli espressero la loro ammirazione ma anche che, per loro, lui e il resto del gruppo rappresentavano il vecchio ed erano ormai finiti. Uscendo ubriaco dal bar, Townshend cadde finendo addormentato appoggiato a un portone dove venne svegliato da un poliziotto al quale disse "Who are you?", ovvero "Chi sei?". La canzone inizia appunto così, rifacendo la domanda ai due giovani musicisti che aveva incontrato nel bar e che, secondo l'interpretazione dell'autore, non sarebbero diventati tali se lui non avesse iniziato a suonare oltre un decennio prima. Video Venne prodotto un videoclip promozionale, girato il 9 maggio 1978, per il documentario The Kids Are Alright; la versione del brano presente nel video originariamente avrebbe dovuto essere ottenuta dalla band che suonava in playback e con il solo Roger Daltrey che sovraincideva il canto dal vivo, ma poi furono registrate nuovamente anche le chitarre, le voci di supporto, la batteria e il piano e solo il basso e il supporto del sintetizzatore sono rimasti quelli della versione originale. Nella cultura di massa Il brano è impiegato nelle seguenti opere: In una scena del film Bad Timing di Nicolas Roeg. Tema musicale per la serie televisiva CSI - Scena del crimine. Una versione modificata è stata usata nella serie televisiva Due uomini e mezzo, nell'episodio "Fish in a Drawer". Nel videogame Rock Band. Ne viene suonata una cover in un episodio della serie TV Scrubs. Louis C.K. canta il brano nell'episodio "Country Drive" della serie TV Louie. Sigla del varietà di Rai 1 Il cantante mascherato. Note Collegamenti esterni CSI - Scena del crimine
Il vangelo secondo Precario - Storie di ordinaria flessibilità è un film del 2005 diretto da Stefano Obino e interpretato dagli attori dell'associazione culturale ARCI "I Mostri". Il film è stato prodotto con il patrocinio dell'Assessorato al Lavoro e dell'Assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Milano ed ha avuto un costo di soli 40.000 euro. Reazioni Il film è stato oggetto di attenzione in ambito politico e sindacale, affrontando in tema del precariato e della legge Biagi. Il segretario della CGIL Guglielmo Epifani ha commentato così il film: «In questo titolo c'è un'assonanza con Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini. Perché intanto un santo? È una metafora della sacralità, perché la condizione di precario è considerata la condizione degli ultimi, nei quali però non c'è rassegnazione, piuttosto ansia di riscatto». Di segno opposto l'opinione di Forza Italia, che tramite il sito Ragionpolitica.it ha definito il film «disinformazione allo stato puro per fini squisitamente politici». Note Collegamenti esterni Film drammatici
Gli Ingarikó (nella loro lingua, A'murugok: popolo delle sorgenti) sono un gruppo etnico del Brasile, della Guyana e del Venezuela che ha una popolazione stimata in circa 4.000 individui (1990). Insediamenti Vivono nello stato brasiliano di Roraima, in Guyana e in Venezuela, nella zona del monte Roraima, un punto in cui i tre paesi confinano. La loro terra fa parte del territorio indigeno Raposa Serra do Sol, in cui vivono con i Patamona e gli Akawaio, sottogruppi del più ampio gruppo definito Kapon Storia Nel 1998 reclamano alla corte suprema della Guyana il loro diritto di coltivare la terra, usurpato a loro dire dai numerosi cercatori d'oro. Nel 2013 Survival International rende noto che il governo della Guyana vorrebbe costruire una diga per una centrale idroelettrica sul fiume Mazaruni inondando la valle dove vivono e senza il consenso degli indigeni stessi. Note Voci correlate Popoli indigeni del Brasile Popoli indigeni del Venezuela Popoli indigeni della Guyana Nativi americani Mazaruni (fiume) Amaila (Cascate) Centrale idroelettrica di Amaila (AFHP) Collegamenti esterni Languages of Brazil su ethnologue.com da Ethnologue Gruppi etnici in Brasile Gruppi etnici nativi dell'America Meridionale
Il Premio Gandhi per la pace è un premio consegnato annualmente dal 1960 dall'organizzazione Promoting Enduring Peace a individui per "contributi fatti nella promozione della pace internazionale e della buona volontà". È intitolato a Mohandas Karamchand Gandhi, ma non ha alcun legame personale con Mohandas Gandhi o con un membro della sua famiglia. I recenti vincitori del premio includono Rabbis Arik Ascherman e Ehud Bandel di Rabbis for Human Rights (2011), Amy Goodman of Democracy Now! (2012), Bill McKibben di 350.org (2013), Medea Benjamin di Code Pink (2014), Tom BK Goldtooth (2015), Kathy Kelly di Voices for Creative Nonviolence (2015), Omar Barghouti (2017), Ralph Nader (2017) e Jackson Browne (2018). Dal 1960, quando il primo premio fu ritirato da Eleanor Roosevelt, il premio è stato consegnato personalmente agli "eroi della pace" che hanno esemplificato ai membri del Promoting Enduring Peace il coraggio della resistenza nonviolenta ai soprusi del potere, ai conflitti armati, all'oppressione violenta e alla negligenza ambientale. Il Premio intende inoltre riconoscere le persone che hanno contribuito in modo significativo, con mezzi cooperativi e non violenti nello spirito di Gandhi, alla lotta per raggiungere una civiltà mondiale sostenibile fondata su una pace internazionale duratura. Nel XXI secolo, il Premio è stato concepito dai suoi presentatori per onorare coloro la cui vita e le cui opere esemplificano il principio secondo cui la pace internazionale, la giustizia socioeconomica universale e l'armonia ambientale planetaria siano interdipendenti e inseparabili, e tutte e tre sono essenziali per la sopravvivenza della civiltà. Il Premio stesso è simboleggiato da un pesante medaglione e da un certificato con un'iscrizione che riassume l'opera del destinatario. Il medaglione, forgiato da Peace Bronze (un metallo ricavato da sistemi di comando missilistici nucleari dismessi, che evoca "spade in vomeri"), presenta il profilo di Gandhi e le sue parole "Love Ever Suffers / Never Revenges Itself" fuse in bronzo. Il premio viene consegnato nel corso di una cerimonia che si tiene generalmente una volta all'anno a New York o New Haven, durante la quale il destinatario è invitato a presentare un messaggio di sfida e di speranza. Storia Il Premio Gandhi per la pace è stato ideato dal fondatore di Promoting Enduring Peace, il professor Jerome Davis di Yale. Davis propose per la prima volta il premio al comitato per la promozione della pace duratura il 13 marzo 1959, con un nome che intendeva rendere omaggio al principale sostenitore della resistenza non violenta dell'era moderna e, in parte, contribuire a rettificare il fallimento del Comitato Nobel nell'assegnare il premio per la pace a Gandhi prima della sua morte nel 1948. Il Premio viene assegnato dal 1960, da quando fu consegnato per la prima volta a Eleanor Roosevelt, e consiste in un certificato, una cerimonia e la consegna di un medaglione di bronzo su cui è incisa una citazione di Gandhi: "Love Ever Suffers / Never Revenges Itself (L'amore non soffre mai / non si vendica mai). Un importante scultore di New York, Don Benaron/Katz, fu incaricato per creare un'opera d'arte che fungesse da simbolo del Premio. Dopo essersi documentato su Gandhi presso la biblioteca dell'India House a New York City e nel 1960 scolpì un sorprendente ritratto in bassorilievo in legno del fondatore del movimento internazionale per il cambiamento non violento del secolo. Sul medaglione che ha creato scrisse: "Ho scolpito la parola gujarati per la pace su un lato e sull'altro un simbolico vomere e un gancio da potatura ispirato a Isaia 2:4 Batteranno le loro spade in aratri e le loro lance in uncini da potatura; la nazione non alzerà più la spada contro la nazione, e non impareranno più la guerra. Premiati notevoli Il vincitore nel 2018 è stato Jackson Browne. È il primo artista a ricevere il premio. Nel 2017 i vincitori sono stati Ralph Nader e Omar Barghouti . Nel 2015 il Premio è stato consegnato a Tom BK Goldtooth e Kathy Kelly. Il Promoting Enduring Peace annunciò nel gennaio 2014 che il Premio Gandhi per la pace di quell'anno sarebbe stato consegnato da Medea Benjamin . Il Premio 2013 è stato consegnato a Bill McKibben, uno dei leader più noti del movimento ambientalista negli Stati Uniti. Il suo primo libro è stato The End of Nature, pubblicato nel 1989. Attivista e giornalista, il suo lavoro è apparso su The Atlantic Monthly, Harper's Magazine, Mother Jones e Rolling Stone. Nel 2012 il premio è stato assegnato ad Amy Goodman per il suo contributo alla promozione di una pace sostenibile attraverso la promozione di un giornalismo trasparente e veritiero, la cui parte essenziale è la denuncia della vera natura e delle conseguenze a lungo termine della guerra. Goodman è una giornalista televisiva di fama internazionale, editorialista sindacale, giornalista investigativa, autrice, conduttrice e co-fondatrice di Democracy Now!, un programma di notizie globale indipendente trasmesso quotidianamente alla radio, alla televisione e via Internet. Nel 2011 il Premio è stato assegnato ai rabbini Ehud Bandel e Arik Ascherman per la loro leadership di Rabbini per i diritti umani e per la loro resistenza non violenta alla persecuzione dei palestinesi nei territori occupati. Nel 1989 il Premio fu assegnato a Cesar Chavez, fondatore della United Farm Workers of America, per l'uso di tattiche non violente, tra cui il boicottaggio nazionale dei consumatori, per migliorare le condizioni e i compensi dei lavoratori agricoli migranti. Vincitori del Premio Gandhi per la pace Note Collegamenti esterni Sito ufficiale, su pepeace.org Ganghi Peace Award sul sito del Ministero della Cultura indiano Premi Premi per la pace Premi negli Stati Uniti d'America Nonviolenza
I Verdi Verdi sono un partito politico italiano ambientalista, liberal-ambientalista e liberal-democratico. Pur presentandosi spesso a livello nazionale, ha radicamento pressoché esclusivo in Piemonte. Storia del partito Anni novanta: fuori dai poli Il partito è stato fondato il 14 gennaio 1991 da Maurizio Lupi. Lupi (omonimo di un altro famoso politico), nato a Torino il 18 gennaio 1961, laureato in Scienze motorie e docente di educazione fisica, con un passato nella Democrazia Cristiana, viene candidato alle elezioni comunali di Torino del 1990 nella Federazione delle Liste Verdi; una volta eletto però lascia la Lista Verde ed entra nella maggioranza che sostiene il sindaco Valerio Zanone, denunciando un'eccessiva radicalizzazione delle posizioni a sinistra delle Liste Verdi; diventa assessore all'ambiente e fonda i Verdi Verdi. Il partito ha iniziato a presentarsi ufficialmente alle elezioni politiche nel 1992, con risultati modesti rispetto alla Federazione dei Verdi, partito erede delle Liste Verdi. Negli anni successivi, con l'introduzione nel 1993 del maggioritario, ha continuato a partecipare alle consultazioni popolari autonomamente, senza accordi di coalizione con le principali formazioni nazionali. I Verdi Verdi sono sempre stati una componente regionale presente in Piemonte. Il contenitore nazionale che ha rappresentato l'ambientalismo liberale è stato incarnato in tempi non sospetti dai Verdi liberaldemocratici promosso e costituito a metà degli anni novanta da esponenti del mondo ex verde e non. I soci fondatori del movimento dei Verdi liberaldemocratici sono stati Silvano Vinceti, ex fondatore e coordinatore dei verdi del sole che ride, Roberto De Santis, coordinatore nazionale Associazione Ambientalista Kronos, Lele Rizzo ex portavoce nazionale dei Verdi del sole che Ride e Federico Clavari ex tesoriere dei Verdi del sole che ride. Al movimento dei Verdi liberaldemocratici si federarono i Verdi Verdi del Piemonte di Maurizio Lupi e Balducci di Ambiente Club e consigliere regionale in Puglia. In occasione delle elezioni politiche del 1996 i Verdi liberaldemocratici, guidati dall'ex presidente dell'associazione ambientalista Kronos 1991 di Silvano Vinceti e con Roberto De Santis Segretario Nazionale, si sono federati con Forza Italia. I verdi Liberal democratici costituiscono con Silvano Vinceti e Roberto De Santis il Comitato Ambiente del Polo, a cui partecipano i vari Responsabili ambiente del Polo camera e senato, delle diverse forse politiche, tra cui Alleanza Nazionale, il Ccd, Forza Italia ed altri. L obiettivo comune era di rilanciare una politica comune in materia di ambiente. Il simbolo dei Verdi Liberaldemocratici era una anemone azzurra. I Verdi liberaldemocratici si sono sciolti definitivamente nel 1999: la loro corrente, guidata da Roberto De Santis, confluirà nei Verdi Verdi - di cui lo stesso De Santis viene eletto segretario nazionale - garantendo così a questi ultimi una presenza più capillare sul territorio ed una maggiore diffusione. Nel 1997, alle elezioni comunali di Torino, i Verdi Verdi candidano Maurizio Lupi a sindaco: otterrà 4.093 voti e lo 0,74%; la lista 3.663 voti e lo 0,81%. I Verdi Verdi nel frattempo presentano la lista ed alle elezioni provinciali di Torino candidano Alessandro Lupi, che ottiene lo 0,8%. Anni duemila: alleanza col centrodestra Nel 2003 i Verdi Verdi laziali candidano alle elezioni provinciali di Roma il Segretario Nazionale dei Verdi Verdi Roberto De Santis: egli ottenne 6.083 voti e lo 0.51%; la lista 5.418 voti e lo 0.56%, Roberto De Santis fu il terzo Presidente più votato. La sua candidatura scaturì in quanto I Verdi Verdi sottoscrissero ed accettarono il programma portato in dote dai Verdi Liberaldemocratici, e tale accordo permise alla componente regionale dei Verdi Verdi di acquisire una precisa identità ed un respiro ed una presenza non più localistica. Nel 2004 il partito si candida sia alle elezioni europee che in molte elezioni amministrative. Alle europee il movimento ha formato la Lista per l'Abolizione dello Scorporo e contro i Ribaltoni-Federazione Nazionale Verdi Verdi-Verdi Federalisti insieme ai Verdi Federalisti, riutilizzando il simbolo della lista del Abolizione Scorporo, già legata alla Casa delle Libertà alle politiche del 2001, cosa che ha permesso loro di evitare la raccolta delle firme necessarie. Nelle circoscrizioni dell'Italia Settentrionale furono candidati sia Maurizio Lupi che suo fratello Alessandro, nell'Italia Centro-Meridionale il segretario dei Verdi Verdi Roberto De Santis e la presidente dei Verdi Federalisti Laura Scalabrini. La lista ottenne solo 158.988 voti con lo 0,49%. Alle elezioni della provincia di Torino la lista dei Verdi Verdi appoggia il candidato del centro-destra Franco Botta, anche se Maurizio Lupi si candida autonomamente con la lista Pace-No inceneritore. Nel 2005 si sono presentati alle elezioni regionali piemontesi all'interno della Casa delle Libertà appoggiando il presidente uscente Enzo Ghigo; la lista ottiene 23.761 voti e l'1,16% e soprattutto risulta eletto al consiglio regionale il segretario Maurizio Lupi. Nel Lazio, invece, si consuma la scissione della componente verde liberaldemocratica, che forma il Movimento Politico degli Ecologisti ed alle elezioni regionali del Lazio appoggia il candidato del centro-destra Francesco Storace. La scissione scaturì in quanto vi fu un tentativo di Maurizio Lupi di accordarsi con i Verdi Verdi. Lupi dichiarò infatti in una intervista a Repubblica di aver tentato un accordo con i Verdi del Sole che Ride Tale accordo chiaramente contrastava con l'accordo politico sottoscritto tra Lupi e De Santis, in quanto così facendo per questioni semplicemente elettorali, i Verdi Verdi si accordavano con i Verdi del sole che ride tradendo il programma sottoscritto con la componente dei Verdi liberaldemocratici agli inizi degli anni 2000, rappresentata dal Segretario Nazionale Roberto de Santis. Chiaramente tale scissione indebolì la componente dei Verdi Verdi che da quel momento venne ricacciata e confinata nel suo alveo di origine, il Piemonte. Alle elezioni europee del 2004,gli ex Verdi liberaldemocratici Lele Rizzo e Federico Clavari, propongono a Roberto de Santis, segretario nazionale dei Verdi verdi, un incontro. Roberto de Santis aveva la delega per il centro Italia delle candidature alle Europee. Nell'incontro Lele Rizzo e Federico Clavari, sondano la possibilità di una candidatura dell ex leader storico dei Verdi del sole che ride e presidente di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana. L incontro finisce in un nulla di fatto in quanto il Segretario dei Verdi Verdi, Roberto De Santis chiese preliminarmente la sottoscrizione del programma di chiara ispirazionei liberale e solidale e di governo dell ambiente. Ovviamente la trattativa si interruppe bruscamente. La candidatura di Ripa di Meana avrebbe dato un maggiore respiro e visibilità ai Verdi verdi. Roberto de Santis segretario nazionale non accettò tale penetrazione, che poi si ripresento l anno dopo con il tentato accordo di desistenza, tra i Verdi verdi ed i verdi del sole che ride che comportò la fuoriuscita della componente autenticamente verde e liberale rappresentata da de Santis che costituì il nuovo soggetto politico degli Ecologisti. (fonte da una grigia ad una verde politica di Roberto de Santis, https://www.ibs.it/da-grigia-ad-verde-politica-libro-roberto-de-santis/e/9788862591294) . Sempre alle Europee del 2004, l. On Pino Rauti, bussò alla porta dei Verdi Verdi chiedendo di potersi candidare. Roberto de Santis avendo ben compreso il tentativo di riciclarsi di Rauti in una componente verde, trasformandola in un soggetto di destra, negò ogni possibilità pur sapendo che con tale sostegno, i Verdi Verdi avrebbero eletto un deputato. La conferma non tardò ad arrivare e l'anno dopo, Vincenzo Galizia dirigente del MSI e legato all'on Rauti, costituì il movimento politico Fronte Verde. Lo slogan "L'ambiente non ha colore" di Roberto de Santis, non poteva permettere a movimenti di estrema destra, come era già successo per movimenti di estrema sinistra, di riciclarsi in un soggetto ambientalista, di programmi, che storicamente si era presentato, fuori dalle vecchie ideologie, superando le vecchie logiche, con un programma che aveva decretato l incredibile successo elettorale delle prime liste verdi! Fonte da una grigia ad una verde politica di Roberto De Santis. Alle elezioni politiche del 2006, dove si sono nuovamente apparentati con la Casa delle Libertà appoggiando Silvio Berlusconi, ai Verdi Verdi viene bocciato dalla Corte di Cassazione il simbolo elettorale che è stato presentato, dal momento che la scritta "Verdi" presentava gli stessi caratteri del simbolo della lista della Federazione dei Verdi; il movimento ha quindi deciso di presentarsi sotto il nome di Ambienta-Lista Ecologisti Democratici. Alle politiche del 2008 il movimento non si candida, ma appoggia ancora una volta Silvio Berlusconi ed Alessandro Lupi, fratello di Maurizio, è stato candidato alla Camera dei deputati per il Popolo della Libertà nella circoscrizione Piemonte 1, ma non è stato eletto per via della bassa posizione occupata nella lista elettorale. Il simbolo e la dicitura dei Verdi Verdi si sono rivisti alle elezioni provinciali di Torino del 2009, con una lista in appoggio al candidato presidente Renzo Rabellino, leader del movimento No Euro, che si presenta al di fuori dei due poli; la lista ha raccolto lo 0,38% dei voti. In occasione delle elezioni regionali del 2010 i Verdi Verdi si sono presentati in Piemonte nella coalizione di centrodestra che candida il leghista Roberto Cota, poi risultato vincente. Con l'1,76% dei voti hanno conservato il loro seggio in consiglio regionale e, per la prima volta, hanno ottenuto un risultato superiore a quello della Federazione dei Verdi, ferma allo 0,76%. Lupi nel Consiglio Regionale del Piemonte ha formato il gruppo consiliare chiamato "VERDI-VERDI-WWFF-L'AMBIENTALISTA PER COTA". Successivamente a questo risultato, Maurizio Lupi rafforza il suo coordinamento nazionale con l'ingresso del suo collaboratore Fabio Sanfilippo, nominandolo coordinatore del partito. Alle elezioni regionali in Piemonte del 2014 si schierano all'interno della coalizione di centro destra ma i risultati non sono buoni: con lo 0,27% di voti perdono l'unico seggio che avevano. Il Segretario Nazionale Roberto De Santis, nel 2007 avendo compreso che l'istanza verde era ormai ridotta ai minimi termini e non più rappresentativa di quel progetto culturale che avrebbe dovuto rappresentare un nuovo modello che avrebbe dovuto approcciarsi con modelli di economia ecologica di mercato, rifiutando una deriva animalista e protezionista figlia di un biocentrismo assoluto antitetico a modelli culturali occidentali, pubblicò un libro di analisi politica e di storia del movimento verde in Italia, Da una grigia ad una verde politica. La storia della disputa dei simboli dei Verdi liberaldemocratici, dei Verdi del Sole che ride e dei Verdi Verdi è stata raccolta ed oggetto di un libro da Gabriele Maestri, pubblicista e dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l'Università La sapienza di Roma, autore tra l'altro di numerosi libri. Valori I Verdi Verdi proclamano la purezza dei valori ambientalisti e si oppongono alle posizioni progressiste proprie della Federazione dei Verdi. Sostengono, invece, che tali valori debbano ritrovarsi con il cattolicesimo liberale e con la tradizione liberale, laica, repubblicana e dei diritti civili. Il partito propone un ambientalismo liberista, contrario all'ecosocialismo in quanto favorevole al mercato ed all'ecologia di mercato. Risultati elettorali Note Collegamenti esterni Partiti politici piemontesi Liberalismo verde Partiti liberali italiani Partiti ambientalisti
Dal 2013 è inoltre una deputata presso il Bundestag, il parlamento federale tedesco. Dall'8 dicembre 2021 ricopre la carica di ministro degli affari esteri nel governo Scholz, prima donna ad assumere l'incarico. Biografia Nasce ad Hannover, nello stato della Bassa Sassonia. Ha studiato dal 2000 al 2004 scienze politiche e diritto pubblico presso l'Università di Amburgo. Nel 2005 si è laureata con un master in diritto pubblico internazionale alla Scuola di Economia e Scienze Politiche di Londra. Nello stesso anno svolge un tirocinio presso l'Istituto britannico di Diritto internazionale e comparato. Dal 2005 al 2008 ha lavorato nell'ufficio dell'eurodeputata verde Elisabeth Schroedter. Dal 2008 al 2009, ha lavorato come consigliera per gli affari esteri e le politiche di sicurezza per il gruppo parlamentare del partito Alleanza 90/I Verdi al Bundestag. Carriera politica Baerbock si è iscritta al partito Alleanza 90/I Verdi nel 2005. Nell'ottobre del 2008 è stata eletta nel Consiglio di amministrazione della sezione di Brandeburgo del suo partito, per poi essere eletta presidente di tal Consiglio, carica mantenuta fino al 2013. In più ha fatto parte del Consiglio amministrativo del Partito Verde Europeo dal 2009 al 2012. Deputata del Bundestag Baerbock si è candidata, senza successo, alle elezioni per il Bundestag nel 2009. Tuttavia riuscì ad essere eletta durante le elezioni del 2013. Durante il suo primo mandato, Baerbock ha fatto parte del Comitato per gli Affari economici ed energetici e del Comitato per gli Affari europei. Ha anche presieduto all'interno del suo gruppo parlamentare le discussioni sulle politiche climatiche. Per questo motivo ha partecipato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Varsavia (nel 2013), a Lima (nel 2014), a Parigi (nel 2015) e a Marrakech (nel 2016). Baerbock è stata anche vice-presidente del Circolo parlamentare per l'amicizia Berlino-Taipei. Durante le elezioni del 2017 è stata la candidata principale nello stato del Brandeburgo e fu nuovamente eletta. Dopo le tornate elettorali, Baerbock ha preso parte al team del Partito Verde per dialogare, benché senza successo, con la CDU/CSU e l'FDP affinché i verdi potessero entrare nella coalizione di governo. Co-presidente del Partito Verde Nel gennaio 2018 Baerbock è stata eletta co-presidente federale del Partito Verde assieme a Robert Habeck con il 64% dei voti, più della sua sfidante Anja Piel. Ad una convention del partito nel 2019, è stata confermata (insieme a Habeck) per altri due anni di mandato con il 97,1%, il risultato più alto di sempre per una presidente del partito. Candidata a Cancelliere (2021) Il 19 aprile 2021 è stata scelta come candidata dei Verdi alle elezioni del 26 settembre per la Cancelleria che apre il dopo Merkel. Baerbock è la seconda donna dopo la Merkel a candidarsi per la più alta carica governativa. Il giorno delle elezioni, aveva solo 12 giorni in più di Guido Westerwelle nel 2002, il più giovane candidato cancelliere di sempre. Il 12 giugno 2021, Baerbock è stata confermata come candidata a cancelliere dopo aver ricevuto il 98,5% del voto di conferma. Nelle elezioni federali tedesche del 2021, si è nuovamente candidata nella circoscrizione di Potsdam – Potsdam-Mittelmark II – Teltow-Fläming II, questa volta contro il collega candidato cancelliere Olaf Scholz. Ha perso il collegio elettorale contro Scholz per oltre 15.000 voti, ma è stata eletta al Bundestag attraverso la lista dei Verdi nel Brandeburgo. Secondo studi condotti dal German Marshall Fund e dall'Institute for Strategic Dialogue, fonti statali tedesche e russe hanno preso di mira Baerbock con una grande quantità di disinformazione, da false ipotesi preconcette sui Verdi a sessismo esplicito. Sotto la guida di Baerbock, i Verdi hanno ottenuto il 14,8% dei voti e 118 seggi al Bundestag, il miglior risultato nella storia del partito, ma la performance è stata considerata un po' 'deludente' in quanto è arrivato terzo dopo aver guidato alcuni sondaggi all'inizio dell'anno. Ministro degli Esteri, 2021-presente A seguito delle elezioni del 2021, i Verdi hanno accettato di entrare al governo con l'FDP e i socialdemocratici, come parte di una coalizione guidata da Olaf Scholz. Baerbock è stata nominata ministro degli Esteri ed è entrata in carica l'8 dicembre 2021, la prima donna in assoluto a ricoprire il ruolo. Baerbock ha visitato Varsavia nel dicembre 2021 per incontrare il ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau. I due hanno discusso della controversia della Polonia con l'UE sullo Stato di diritto e sulla superiorità del diritto dell'Unione europea. Baerbock ha sostenuto gli sforzi della Polonia per fermare il flusso di migranti in cerca di ingresso dalla Bielorussia. Ha poi rifiutato l'idea di pagare le riparazioni della seconda guerra mondiale alla Polonia. La Germania afferma ancora che la Polonia ha rinunciato a tutti i diritti di riparazione con l'accordo del 1953 e che la controversia è risolta. La Polonia respinge questa visione, affermando che il governo polacco era allora sotto l'influenza dell'Unione Sovietica e che il suo rifiuto del 1953 non è vincolante. Il 23 dicembre 2021, Baerbock ha avvertito che l'Afghanistan si sta "dirigendo verso la peggiore catastrofe umanitaria del nostro tempo", con i principali settori economici al collasso e oltre 24 milioni di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria. Ha detto: "Non possiamo permettere che centinaia di migliaia di bambini muoiano perché non vogliamo agire". Ha anche promesso di accelerare l'evacuazione di oltre 15.000 afghani vulnerabili, tra cui il personale che lavorava per la Germania e i loro familiari. Ha promosso la restituzione di circa manufatti alla Nigeria, sottratti come bottino di guerra durante il periodo coloniale britannico, in parte venduti in Germania e conservati in diversi musei ed istituzioni culturali tedesce. Il 20 dicembre 2022 si è recata ad Abuja per partecipare alle cerimonia di consegna di 20 bronzi del Benin, realizzati tra il XII secolo ed il XVII secolo nel Regno del Benin, divenuto protettorato dell'Impero britannico nel 1897. Vita privata Sposata con Daniel Holefleisch, ha due figlie e vive a Potsdam. Ex atleta nel trampolino elastico, in gioventù ha vinto per tre volte la medaglia di bronzo ai campionati nazionali di ginnastica. Pochi giorni dopo la nomina a ministro, il marito Daniel ha lasciato il lavoro alle poste tedesche per aiutare la moglie in casa con le figlie. Posizioni politiche Politica energetica, climatica e ambientale Baerbock ha chiesto un'eliminazione graduale del carbone entro il 2030, un limite di velocità di 130 chilometri all'ora, e "al più tardi dal 2030" solo l'immatricolazione di nuove auto a zero emissioni in modo da ridurre i gas serra del 70% rispetto al 1990 e ritiene che le tariffe climatiche siano concepibili. Propone di fissare a 60 euro la tonnellata il costo delle emissioni di CO2 già dal 2023 contro i 55 euro nel< 2025 indicati dalla maggioranza Cdu-Csu/Spd. "Le sovvenzioni agricole dovrebbero basarsi sul bene comune, non sulla regione. Gli agricoltori dovrebbero essere in grado di guadagnare dalla protezione del clima", e le popolazioni animali e la produzione di carne dovrebbero essere "significativamente ridotte". Inoltre nuove regole per gli allevamenti: lotta alla carne low cost e ogni allevamento non potrà tenere capi di bestiame per più di mille chili ogni ettaro di superficie. Per loro, "la politica climatica non è una contraddizione con l'economia" e si tratta di "portare la Germania nel 21º secolo come luogo industriale - alla luce dell'accordo sul clima di Parigi". Entro il 2035 i voli interni tedeschi diventeranno nei tragitti brevi superflui migliorando la rete ferroviaria. Infine i Verdi hanno il "principio di apertura alla tecnologia". Politica europea per i migranti In occasione della giornata mondiale contemporanea dei rifugiati e del vertice UE, Baerbock ha chiesto il 20 giugno 2019 ai capi di Stato e di governo di "decidere finalmente una quota generosa per il volo legale verso l'Europa", nonché una distribuzione congiunta dei rifugiati e un programma immediato per istituire una missione europea di salvataggio marittimo. Dopo un grave incendio nel campo profughi greco di Moria nel 2020, Baerbock ha chiesto alla Germania di accogliere 5.000 persone vulnerabili, e che i campi greci siano evacuati e le persone portate in salvo. Ha aggiunto che "la Germania deve agire non solo da oggi, ma per anni". Ha inoltre proposto l'istituzione di strutture di prima accoglienza alle frontiere esterne dell'UE, dove i rifugiati possano essere "rapidamente registrati, sottoposti a un controllo di sicurezza e all'abbinamento dei dati" in modo che possano essere distribuiti il più rapidamente possibile nell'UE e quindi avviare procedure di asilo. Politica estera Baerbock chiede "un più forte impegno comune europeo per la politica di difesa". Ha detto: "L'Europa gira da anni, l'amministrazione Trump ha voltato le spalle al mondo. Il divario che si è creato è colmato da Stati autoritari". Quindi, se l'Occidente non vuole lasciare il campo a Stati come Cina, Russia o Turchia, l'Europa deve prendere più sul serio il suo "ruolo di pace" nel mondo. Baerbock chiede anche il ritiro di tutte le armi nucleari degli Stati Uniti dall'Europa. Nel gennaio 2021, Baerbock ha criticato la fondazione ambientale statale del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, che dovrebbe anche proteggere l'ulteriore costruzione del gasdotto del Mar Baltico Nord Stream 2 dalle interferenze degli Stati Uniti. Nella FAZ, ha detto: "È semplicemente scandaloso che i fondi russi vengano utilizzati per finanziare una fondazione sotto le spoglie della protezione del clima, che è solo per il completamento del gasdotto. Non solo in termini di politica climatica, ma soprattutto geostrategicamente". Politica economica La "località industriale Germania" dovrebbe essere mantenuta, ma la crescita deve avvenire "nel senso di un'economia di mercato sociale-ecologica, all'interno dei confini planetari". Occorre introdurre una tassa sui grandi patrimoni e aumentare il salario minimo garantito a 12 euro. Gli obiettivi di protezione del clima devono essere "interconnessi" con la politica economica e promossi, tra le altre cose, il sostegno alle start-up, la digitalizzazione, una più rapida espansione delle infrastrutture e delle reti. Gestione della pandemia Al fine di migliorare l'apprendimento scolastico dei bambini durante la pandemia di COVID-19, Baerbock ha presentato un "piano in 8 punti" nel novembre 2020, in cui ha proposto, tra l'altro: filtri dell'aria mobili per le aule, modelli changing anche per gli scuolabus, test rapidi per il COVID, riunioni di apprendimento a distanza per gli insegnanti, un adattamento "a misura di bambino" delle regole di quarantena, un'apertura anche per i fornitori stranieri di reti a banda larga, l'istituzione di un "Centro federale per l'educazione digitale e mediatica", il reclutamento di "contatti digitali" nelle scuole, l'uso di biblioteche e musei come spazio di apprendimento per i bambini socialmente svantaggiati. Ha anche chiesto il diritto all'assistenza all'infanzia per i genitori single, l'assistenza di emergenza in tutte le scuole e asili nido e un "benefit COVID per ogni bambino". Onorificenze Onorificenze straniere Note Altri progetti Collegamenti esterni Politici di Alleanza 90/I Verdi Dame di Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica
Stage Beauty è un film del 2004 diretto da Richard Eyre. Trama Nell'Inghilterra di Carlo II la scena teatrale è occupata esclusivamente da attori di sesso maschile, perché è impedito per legge alle donne di esibirsi in spettacoli pubblici. Fra gli attori ve ne sono alcuni votati esclusivamente a interpretare i ruoli femminili nelle opere teatrali. Kynaston è uno di questi attori, anzi è il più famoso di Londra. La sua sarta e assistente personale, Maria, lo studia segretamente tutte le sere, quando questi interpreta la Desdemona nell'Otello di Shakespeare. Contravvenendo al divieto imposto dalla legge, Maria interpreta il ruolo di Desdemona in una piccola locanda, riuscendo a impressionare il pubblico presente e a farsi invitare a corte per la sera successiva. Essendo venuto a conoscenza dal suo amante, il Duca di Buckingham, che una donna è salita sulle scene per interpretare il ruolo di Desdemona, Kynaston ottiene di accompagnarlo alla corte del re, dove Maria gli viene presentata come attrice: lo stupore dei due, incontrandosi, sarà grande, e spingerà Kynaston a mettere al corrente il Re dell'occupazione di Maria. Quest'ultimo, invece di indignarsi, si sente stuzzicato dalla novità e abolisce la legge che vietava alle donne di esibirsi in teatro. I palcoscenici di Londra vengono così assediati da stuoli di donne che vogliono avere la possibilità di recitare, anche se non tutte ovviamente sono dotate. Kynaston e tutti gli attori specializzati in ruoli femminili si trovano così in grande difficoltà, in quanto il Re ha inoltre vietato agli uomini di interpretare ruoli femminili. Molti suoi colleghi, per questo, sono stati costretti a ripiegare su lavori più umili. Ma Kynaston ha anche un conto in sospeso con Sir Charles, che tempo addietro aveva viste negate con forza le proprie profferte sessuali, e così il giovane attore si ritrova velocemente in miseria. Intanto Maria riscuote un notevole successo, divenendo una stella del teatro londinese. Ma lo stesso soffre della disgrazia in cui è caduto il suo tanto amato Kynaston, così lo spinge a interpretare ruoli maschili, piuttosto che non recitare affatto. Ma l'attore è nato per "essere donna" e si rifiuta di cambiare. Anche Maria, però, con il tempo vede appannare la propria fama. È vero, è stata la prima attrice donna a calcare pubblicamente un palcoscenico, e rimarrà famosa per questo, ma ora che non è più l'unica, ora che molte bravi attrici si stanno affermando, nel confronto non ne esce completamente vittoriosa. La situazione peggiora quando il Re vuole vederla nel personaggio di Desdemona, ruolo che lei sa interpretare solo alla maniera di Kynaston. Dovrà allora accettare l'aiuto di Kynaston, dandogli così la forza di affrontare un personaggio maschile, Otello, che le permetterà di offrire la migliore interpretazione possibile della morte di Desdemona. Tra Kynaston e Maria si creerà infine, grazie anche all'unione data dal personaggio di Desdemona, un idillo d'amore. Cast L'attrice Claire Danes si era già cimentata con un ruolo shakespeariano, interpretando nel 1996 la parte di Giulietta nel Romeo + Giulietta di Baz Luhrmann. Anche Rupert Everett, nel 1999, interpretò il ruolo shakespeariano di Oberon nel Sogno di una notte di mezza estate di Michael Hoffman. Distribuzione Il film, girato a Londra, esce in anteprima negli USA l'8 maggio 2004, al Tribeca Film Festival. In patria debutta il 3 settembre dello stesso anno, mentre in Italia arriva il 6 maggio 2005. Riconoscimenti Phoenix Film Critics Society Awards Voci correlate William Shakespeare Teatro Elisabettiano Collegamenti esterni Film commedia Film ambientati nel XVII secolo Film che trattano il tema della bisessualità
Windows Sidebar o Gadget di Windows è un gestore di gadget che risiede in Windows Vista e Windows 7. Con questa funzionalità è possibile personalizzare il desktop con oggetti che possono essere utili per esempio l'orologio, visualizzatore di mappe, motori di ricerca ecc. Questi oggetti, denominati gadget, sono ancorati in una barra laterale ma è possibile spostarli cliccandoci sopra con il mouse e trascinarli in altre aree del desktop, sebbene ciò non sia possibile con tutti i gadget. La funzionalità è disponibile in tutte le edizioni di Windows Vista e Windows 7. Il ritiro Dopo aver conosciuto un periodo di grande diffusione tra gli utenti di Windows, Microsoft nel 2013 ne ha sconsigliato l'utilizzo, pubblicando un avviso di sicurezza online nel quale si evidenziava che l'applicativo mostrava alcune vulnerabilità che potevano essere sfruttate da un utente malintenzionato per assumere il controllo del computer e fare danni, o rubare le credenziali di posta. In un'informativa sulla sicurezza pubblicata dalla stessa Microsoft si leggevano queste testuali parole: "I gadget possono essere sfruttati per danneggiare il tuo computer, accedere ai file nel computer, visualizzare contenuti di cattivo gusto o modificare il proprio comportamento in qualsiasi momento. Un utente malintenzionato potrebbe addirittura usare un gadget per assumere il pieno controllo del PC." Sviluppo di terze parti Sviluppatori di terze parti crearono degli installer di Windows Sidebar, con la stessa meccanica di linguaggio (html) dell'originale, stessa finestra per l'aggiunta dei gadget e collegamento nel Pannello di Controllo, permettendo quindi di avere i gadget su Windows 8, 10 e 11. Note Voci correlate Windows SideShow Dock Collegamenti esterni Gadget Corner — official Windows Sidebar and Microsoft Gadgets team blog Microsoft Windows
Amanti è un film del 1968 diretto da Vittorio De Sica. Trama Julia è una donna americana affetta da un tumore maligno e consapevole di morire ben presto. Di fronte all'inesorabilità della sua condizione decide di trascorrere i suoi ultimi giorni in Italia, prima del suo ricovero in Ospedale. Julia si appresta a compiere l'ultimo viaggio nella residenza di una sua amica marchesa a Legnaro nel Veneto. Appena arrivata nella lussuosa villa, vede in un programma televisivo, un giovane uomo che ricorda di aver conosciuto un giorno in Aeroporto, durante uno dei suoi precedenti viaggi in Italia, che infatuato di lei, le aveva lasciato il proprio recapito telefonico. Valerio è un giovane ingegnere, sposato non felicemente. Julia propone a quest'ultimo di passare due giorni insieme. I due si innamorano vivendo così momenti di passione e struggimento. I due amanti passano giornate di felicità e di giocosi scherzi romantici in una baita a Cortina d’Ampezzo Dolomiti. La nobildonna però non rivela il suo segreto a Valerio, per non rovinare i loro momenti felici e soprattutto per non ricevere pietà da quest'ultimo. Un giorno però dopo aver passato una passionale notte d'amore, Valerio viene a sapere accidentalmente da un'amica di Julia del male incurabile di lei e del poco tempo che le rimane da vivere. Dopo un primo momento di doloroso smarrimento ed un confronto tra i due, Valerio decide di non abbandonare Julia e restarle accanto in ogni momento. Produzione Il film è stato girato a Maser in provincia di Treviso nella villa Barbaro. Altre scene sono state girate ad Asolo e Caorle, oltre che a Cortina d'Ampezzo. Il circuito di Formula Uno è quello Circuito di Monza. Faye Dunaway e Marcello Mastroianni dopo essersi conosciuti sul set di Amanti hanno avuto una relazione dal 1968 al 1970. L'automobile della coppia è una Fiat 124 Sport Spider, quella che usano a Cortina è un Fiat Campagnola. L'aereo che fa servizio tra Cortina e Milano è un Pilatus PC-6. Distribuzione Il 19 dicembre 1968 venne pubblicato in Italia. In Francia il 17 settembre 1969. Critica Nel 1978 il film è stato inserito nella lista dei 50 peggiori film di sempre nel libro The Fifty Worst Films of All Time. Note Collegamenti esterni Film drammatici Film diretti da Vittorio De Sica Film sceneggiati da Cesare Zavattini
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti l'Olympique de Marseille nelle competizioni ufficiali della stagione 1993-1994. Stagione In apertura di stagione la squadra venne colpita dalle sanzioni comminate dalle federazioni in seguito alla scoperta dell'episodio di corruzione nota come affaire VA-OM: inizialmente si espresse la UEFA, che il 6 settembre dispose la squalifica per un anno della squadra dalle competizioni europee, impedendole di difendere la Champions League vinta pochi mesi prima. Congiuntamente con la FIFA, il 27 settembre la UEFA decise di revocare ai marsigliesi anche i diritti acquisiti con la vittoria del titolo continentale, vale a dire la partecipazione alla supercoppa europea e alla coppa Intercontinentale. Pochi giorni prima, su sollecito delle confederazioni internazionali, la FFF aveva revocato alla squadra anche il titolo nazionale. Vistisi diminuire notevolmente gli impegni stagionali programmati, per tutta la durata del campionato i marsigliesi occuparono stabilmente la seconda posizione, senza riuscire a ostacolare il capolista. Il 22 aprile, con lOM ancora matematicamente ancora in corsa per il titolo, giunse la decisione della federazione di retrocedere la squadra, a causa del pesante passivo venutosi a formare in seguito alle vicende giudiziarie, e soprattutto per il diretto coinvolgimento nel caso del presidente Tapie, obbligato a cedere la società in seguito alla sua incriminazione. Venne tuttavia stabilito che, in caso di risultato favorevole, la squadra avrebbe potuto accedere regolarmente alle competizioni europee: al termine della stagione i marsigliesi guadagnarono quindi la qualificazione in Coppa UEFA. Il cammino della squadra in Coppa di Francia si fermò ai quarti di finale, contro i futuri finalisti del : la gara di andata, originariamente programmata lo stesso giorno della sentenza sulla permanenza dellOM in massima divisione, venne peraltro rinviata per motivi di sicurezza. Nei turni successivi la squadra aveva eliminato alcune squadre di prima divisione come il e il , segnando una sola rete. Maglie e sponsor Lo sponsor tecnico per la stagione 1993-1994 è Adidas, mentre gli sponsor ufficiali sono Eurest per il campionato e TF1 per le coppe nazionali. Organigramma societario Area direttiva Presidente: Bernard Tapie Vice presidente: Jean-Louis Levreau Area tecnica Allenatore: Marc Bourrier Rosa Calciomercato Sessione estiva Sessione invernale Risultati Division 1 Girone di andata Girone di ritorno Coppa di Francia Statistiche Statistiche aggiornate al 21 maggio 1994. Statistiche di squadra Andamento in campionato Statistiche dei giocatori Note Collegamenti esterni 1993-1994
Ritorno al mondo di Oz (Tin Man) è una miniserie televisiva statunitense del 2007 che rivisita in chiave contemporanea e steampunk-fantasy il romanzo Il meraviglioso mago di Oz di L. Frank Baum. Divisa in tre puntate, è prodotta da Imagiquest Entertainment, RHI Entertainment, Reunion Pictures e Tinman Productions, ed è costata . La miniserie è stata trasmessa per la prima volta in Italia domenica 25 maggio 2008 alle ore 14:00 su Italia 1 all'interno del ciclo "Fantastica Avventura" in una versione ridotta di 180 minuti. Successivamente è stata acquistata in versione completa da Sky (che l'ha ridoppiata mantenendo gli stessi doppiatori ma adattando i dialoghi a una versione più vicina all'originale), che l'ha trasmessa su Sky Atlantic dal 2 al 6 gennaio 2018, rendendola poi disponibile on demand. Il doppiaggio è stato diretto da Sonia Scotti su dialoghi adattati da Vittorio e Matteo Amandola. Trama Prima puntata DG è una ragazza ventenne che lavora come cameriera in una piccola cittadina del Kansas, vive nella fattoria dei suoi genitori (Hank ed Emily) e desidera una vita diversa da quella che ha poiché la vede priva di prospettive. DG inizia a fare strani sogni su un reame incantato e una misteriosa donna dagli occhi «color fior di lavanda» che l'avverte di un'imminente tempesta: infatti una sera Azkadellia, la tirannica sovrana di OZ (Outher Zone, Altra Parte) invia mediante una tempesta alcuni suoi scagnozzi per uccidere la ragazza. Hank ed Emily ordinano a DG di gettarsi nel mezzo del tornado dicendole che deve farlo «perché è il momento», gettandovisi subito dopo. Il mattino seguente DG si risveglia in un bosco dove viene catturata da alcuni bizzarri indigeni che l'accusano di essere una spia al servizio di Azkadellia, la quale è alla ricerca dello Smeraldo dell'eclissi, uno speciale manufatto che può portare la luce o l'oscurità in tutta OZ. Nella gabbia in cui è tenuta prigioniera DG fa amicizia con lo strampalato Glitch (sulla cui testa ha una vistosa cerniera lampo avuta dopo che i dottori di Azkadellia gli hanno asportato il cervello) che afferma di conoscere la strada verso la capitale Central City, dove dovrebbero trovarsi i suoi genitori. I due approfittano di un'irruzione degli scagnozzi della strega per fuggire, ma il generale Zero trova il pendaglio della ragazza dentro cui ci sono i ritratti della sua famiglia. Mentre attraversano il Sentiero Mattonato (l'unico che attraversa tutto OZ), DG e Glitch raggiungono una capanna dove disattivano un macchinario che proietta ologrammi e liberano un uomo intrappolato in uno scafandro: l'uomo, di nome Wyatt Cain, vuole vendicarsi dell'uccisione di moglie e figlio a opera degli uomini di Azkadellia (fatto che veniva continuamente proiettato attraverso gli ologrammi) in quanto suoi oppositori. Da una cassetta estrae un cavallino-giocattolo appartenuto al figlio e una stella di latta che lo identifica come sceriffo (Tin Man) di Central City, dove accetta di accompagnare i suoi liberatori. Nel frattempo Azkadellia, servendosi di Lylo (uno schiavo con poteri extrasensoriali), scopre dell'arrivo nel suo regno della giovane intrusa. Durante il loro cammino attraverso una zona morta della foresta, il gruppo si trova ad affrontare delle orrende creature chiamate Papai e una di queste, azzannando Cain alla gamba, lo ferisce gravemente; tuttavia Raw, un visionario metà umano e metà leone come Lylo che i tre hanno incontrato per caso, riesce a guarire la ferita di Cain e, poiché non ha alcun posto dove andare, viene accolto nel loro gruppo. Azkadellia sfrutta nuovamente Lylo e sembra riconoscere DG, quindi ordina la riapertura di una tomba che scopre con grande disappunto essere vuota; in seguito affronta Occhi di Lavanda, sua prigioniera, accusandola di averle mentito sulla morte della ragazza, e invia le sue Scimmie Arpie per spiare DG. Il gruppo raggiunge la decadente cittadina di Milltown, dove DG scopre che quelli che credeva essere i suoi genitori biologici sono in realtà degli androidi, i quali avevano capito dai suoi sogni che il suo ritorno ad OZ era prossimo; inoltre viene a sapere dal sindaco che la sua vera madre è Occhi di Lavanda, la quale gliela affidò chiedendogli di metterla in salvo e di darle un segno, che le imprime sul palmo sinistro, per accompagnarla nel viaggio. Il sindaco, dopo averle parlato di un incidente di 15 anni prima in cui sua madre la perse, rivela l'esistenza di Mystic Man (un potente mago ex collaboratore di Cain) e le indica la strada da percorrere per raggiungere Central City; il gruppo riesce dopo molte peripezie a incontrare il famoso mago che ora lavora in un night club, il quale indica una nuova destinazione da raggiungere, l'Isola del Nord, e si lascia arrestare dai soldati di Azkadellia per permettere loro di scappare. Nelle congelate terre del Nord, attraverso una tormenta di neve, il gruppo trova i resti di un grande castello ricoperto dal ghiaccio. Una volta al suo interno Glitch si ricorda di essere stato il consigliere della regina, mentre DG scopre non solo che la crudele Azkadellia è sua sorella maggiore, ma che loro madre era la precedente regina di OZ. Raw mostra tutti una visione di 15 anni prima in cui Azkadellia uccide la sorellina, addormentatasi con una ninna nanna (che DG ha sentito anche nei suoi sogni) cantatale dalla madre la quale, scoprendo il fatto, usa sulla figlia la propria magia per riportarla in vita: una volta risvegliata, le sussurra che lo Smeraldo dell'eclissi fermerà Azkadellia. La tiranna giunge a sua volta nel castello e sguinzaglia contro il gruppo le sue terribili Scimmie Arpie: mentre Glitch viene messo rapidamente al tappeto, DG e Raw vengono catturati e trascinati via; Cain, dopo un violento combattimento contro il generale Zero, viene colpito al cuore da quest'ultimo e precipita oltre una finestra finendo in un fiume ghiacciato. Seconda puntata Glitch estrae dal fiume Cain, salvatosi dallo sparo grazie al cavallino-giocattolo del figlio. Intanto Azkadellia, che riconosce in DG la sorella perduta, cerca in tutti i modi possibili, talvolta anche brutali, di farle tornare la memoria per scoprire dove si trovi il misterioso Smeraldo, ma senza riuscirci. Mystic Man, prigioniero insieme alla ragazza, le rivela che Azkadellia ha bisogno dello Smeraldo per far funzionare una macchina durante la doppia eclissi. Le parla anche di un luogo a Sud che deve assolutamente raggiungere, prima di essere giustiziato a sangue freddo da Azkadellia. Aiutata dal suo vecchio istitutore Tutor (in grado di trasformarsi in un cagnolino e prigioniero a sua volta nella torre), DG riesce a scappare e a ricongiungersi con i suoi amici. Tutor le rivela che sua madre sigillò la sua memoria nel caso si fosse imbattuta in cattive compagnie. Mentre s'incamminano verso Sud, Tutor comincia a far cadere degli oggetti per tracciare la strada essendo stato ricattato da Azkadellia, che in cambio gli ha promesso la libertà. Dopo aver attraversato il regno del Sud aiutando la gente oppressa da Azkadellia, sviluppando i propri poteri sopiti e ricordando sempre più avvenimenti della sua infanzia, DG raggiunge finalmente Finacqua, il luogo indicatole da Mystic Man. Restituito l'antico splendore a quello che una volta era il castello in cui viveva, la ragazza si addentra all'interno di una grotta dove i suoi ricordi finalmente si ridestano: in realtà Azkadellia era una persona altruista e gentile come lei, fino a quando un'orrenda strega liberata per errore dalla stessa DG penetrò nel suo corpo corrompendole l'anima, dopo che la sorella l'aveva lasciata sola scappando impaurita. Per la giovane principessa questo è un boccone amarissimo da mandare giù, e non può fare altro che scoppiare in lacrime davanti allo sguardo impotente dei suoi compagni di viaggio. Terza puntata DG ascolta un messaggio lasciato da sua madre in cui spiega che la crudele Strega delle Tenebre ha preso possesso della sorella (per questo non ha potuto renderla parte del suo piano e ha affidato il segreto dello Smeraldo a lei sola), dicendole inoltre di recarsi al Reame dei Fuggiaschi dove troverà suo padre Ahamo, il quale l'accompagnerà fino alla Fonte di Gale, dove si trova lo Smeraldo. Il mattino seguente Cain scopre che Tutor stava lasciando per terra dei segnali per Azkadellia: Tutor confessa la sua alleanza forzata con Azkadellia (in caso di rifiuto, lei lo avrebbe ucciso) sperando che, dandole un minimo di informazioni, DG riuscisse a trovare i suoi poteri magici: quei segnali concedono tempo al gruppo per allontanarsi. Nonostante Cain voglia eliminarlo, DG accetta il suo pentimento a patto che prosegua il viaggio sotto forma di cagnolino chiamato Toto. Raggiunto finalmente il Reame dei Fuggiaschi (una baraccopoli sotterranea piena di feccia e criminali), DG e gli altri entrano in contatto con un misterioso Cacciatore, che sembra conoscere molto bene Ahamo. Purtroppo i soldati di Azkadellia tendono loro una trappola riuscendo a catturarli, a eccezione di DG che fugge insieme al Cacciatore, che scopre essere suo padre: l'uomo le spiega che ha dovuto inventarsi un'altra identità per tenersi al sicuro, e le consegna una bussola appartenuta alla madre che l'aiuterà a raggiungere la Fonte di Gale. Lungo il tragitto verso la torre Cain, Glitch e Raw vengono tratti in salvo da alcuni membri della Resistenza comandati da un ragazzo di nome Jeb, che si rivela essere il figlio sopravvissuto di Cain. Il generale Zero viene fatto prigioniero e portato nell'accampamento dei ribelli per essere interrogato sul piano di Azkadellia: minacciato di mutilazione, Zero rivela che la macchina di Glitch (un Seminatore Solare originariamente pensato per rallentare i due soli e ampliare la stagione di crescita) emetterà un raggio di energia che concentrerà il potere dello Smeraldo durante la doppia eclissi, puntandolo dritto sulla luna e bloccando i due soli dietro di lei, facendo di conseguenza cadere il mondo nell'oscurità perenne. Per disattivare il macchinario servono le informazioni contenute nel cervello di Glitch, conservato nella torre di Azkadellia. Quella notte Cain, ancora tormentato dagli incubi, imprigiona Zero nello scafandro in cui egli stesso lo aveva rinchiuso tempo prima; il giorno successivo lo mostra a Jeb dicendogli che, se riusciranno a fermare Azkadellia, Zero verrà processato per i suoi crimini, altrimenti rimarrà lì per un po' di tempo, facendogli allo stesso tempo comprendere che la vendetta è inutile e che se si è privi di pietà non si ha niente. Mentre viaggiano insieme su una mongolfiera, Ahamo rivela che fu proprio lui, su suggerimento della moglie, ad affidarla ai suoi genitori adottivi quando era ancora una bambina: la Strega delle Tenebre, dopo essersi impadronita totalmente di Azkadellia, aveva percepito i grandi poteri custoditi dalla sua sorellina e l'aveva aggredita nel sonno convincendosi di averla tolta di mezzo; sua madre però la salvò dalla morte e, intuendo i pericoli ai quali il regno di OZ stava andando incontro, sigillò i ricordi di DG con uno speciale incantesimo affinché potesse crescere al sicuro lontano dalla minaccia della strega e tornare al momento giusto per intervenire e salvare tutti. Lui è rimasto a OZ per proteggere il segreto dello Smeraldo in attesa del ritorno della figlia. Padre e figlia raggiungono la Fonte di Gale dove, entrando nel mausoleo della stirpe reale di OZ grazie al simbolo che porta sul palmo sinistro, la ragazza scopre di essere una diretta discendente di Dorothy Gale: entrando nella tomba della trisavola, DG si ritrova in una rappresentazione in bianco e nero della sua fattoria nel Kansas, ricevendo lo Smeraldo dalla stessa Dorothy; purtroppo giunge anche Azkadellia, la quale ruba lo Smeraldo, imprigiona la sorella in un sarcofago e rapisce il padre. Tuttavia DG riesce a liberarsi usando i suoi poteri e si ricongiunge agli amici, infiltrandosi appena in tempo nella torre per fermare il piano di Azkadellia: DG riesce a far breccia nel cuore della sorella ricordandole il loro splendido rapporto passato, stringendole la mano e tirandola a sé, permettendo alla sua vera personalità di emergere; contemporaneamente, i suoi amici invertono il flusso del macchinario disintegrando per sempre la strega. DG può finalmente ricongiungersi con la sorella e i genitori, mentre i due soli emergono dietro la luna e irradiano OZ. Note Collegamenti esterni Serie televisive basate su Il mago di Oz Miniserie televisive basate su opere letterarie
Di seguito una lista di asteroidi dal numero 344001 al 345000 con data di scoperta e scopritore. 344001-344100 |- |344001 - || || || Spacewatch |- |344002 - || || || LINEAR |- |344003 - || || || Pan-STARRS1 |- |344004 - || || || Spacewatch |- |344005 - || || || Spacewatch |- |344006 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344007 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344008 - || || || LINEAR |- |344009 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344010 - || || || Spacewatch |- |344011 - || || || Spacewatch |- |344012 - || || || Spacewatch |- |344013 - || || || Spacewatch |- |344014 - || || || Spacewatch |- |344015 - || || || Spacewatch |- |344016 - || || || Siding Spring Survey |- |344017 - || || || Spacewatch |- |344018 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344019 - || || || LINEAR |- |344020 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344021 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344022 - || || || Spacewatch |- |344023 - || || || Spacewatch |- |344024 - || || || CSS |- |344025 - || || || Spacewatch |- |344026 - || || || Spacewatch |- |344027 - || || || NEAT |- |344028 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344029 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344030 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344031 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344032 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344033 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344034 - || || || LONEOS |- |344035 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344036 - || || || NEAT |- |344037 - || || || Spacewatch |- |344038 - || || || Spacewatch |- |344039 - || || || Mt. Lemmon Survey |- | 344040 Davidiactor || || || Wasserman, L. H. |- |344041 - || || || NEAT |- |344042 - || || || Lulin |- |344043 - || || || Spacewatch |- |344044 - || || || LINEAR |- |344045 - || || || LINEAR |- |344046 - || || || Spacewatch |- |344047 - || -L || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344048 - || -L || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344049 - || -L || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344050 - || -2 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344051 - || -2 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344052 - || -2 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344053 - || -2 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344054 - || -3 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344055 - || -3 || || van Houten, C. J., van Houten-Groeneveld, I., Gehrels, T. |- |344056 - || || || San Pedro Martir |- |344057 - || || || Elst, E. W. |- |344058 - || || || Elst, E. W. |- |344059 - || || || Spacewatch |- |344060 - || || || Pravec, P. |- |344061 - || || || Spacewatch |- |344062 - || || || Spacewatch |- |344063 - || || || Spacewatch |- |344064 - || || || Spacewatch |- |344065 - || || || Kobayashi, T. |- |344066 - || || || Spacewatch |- |344067 - || || || Spacewatch |- |344068 - || || || Spacewatch |- |344069 - || || || Spacewatch |- |344070 - || || || Spacewatch |- |344071 - || || || Spacewatch |- |344072 - || || || Spacewatch |- |344073 - || || || Spacewatch |- |344074 - || || || NEAT |- |344075 - || || || Spacewatch |- |344076 - || || || LINEAR |- |344077 - || || || Spacewatch |- |344078 - || || || Sarounova, L. |- |344079 - || || || Spacewatch |- |344080 - || || || LINEAR |- |344081 - || || || Spacewatch |- |344082 - || || || Spacewatch |- |344083 - || || || Spacewatch |- |344084 - || || || Spacewatch |- |344085 - || || || Spacewatch |- |344086 - || || || Spacewatch |- |344087 - || || || Veillet, C. |- |344088 - || || || Spacewatch |- |344089 - || || || LINEAR |- |344090 - || || || LINEAR |- |344091 - || || || Spacewatch |- |344092 - || || || LINEAR |- |344093 - || || || LONEOS |- |344094 - || || || LINEAR |- |344095 - || || || LINEAR |- |344096 - || || || CSS |- |344097 - || || || Spacewatch |- |344098 - || || || LINEAR |- |344099 - || || || LINEAR |- |344100 - || || || LINEAR |} 344101-344200 |- |344101 - || || || Spacewatch |- |344102 - || || || LINEAR |- |344103 - || || || LINEAR |- |344104 - || || || LINEAR |- |344105 - || || || LINEAR |- |344106 - || || || Spacewatch |- |344107 - || || || CSS |- |344108 - || || || LINEAR |- |344109 - || || || Spacewatch |- |344110 - || || || CSS |- |344111 - || || || Spacewatch |- |344112 - || || || CSS |- |344113 - || || || Spacewatch |- |344114 - || || || LINEAR |- |344115 - || || || Eskridge |- |344116 - || || || Spacewatch |- |344117 - || || || Spacewatch |- |344118 - || || || Spacewatch |- |344119 - || || || Spacewatch |- |344120 - || || || Spacewatch |- |344121 - || || || Spacewatch |- |344122 - || || || Spacewatch |- |344123 - || || || LINEAR |- |344124 - || || || LINEAR |- |344125 - || || || LINEAR |- |344126 - || || || LINEAR |- |344127 - || || || LINEAR |- |344128 - || || || LINEAR |- |344129 - || || || Spacewatch |- |344130 - || || || Spacewatch |- |344131 - || || || Spacewatch |- |344132 - || || || LINEAR |- |344133 - || || || LINEAR |- |344134 - || || || LINEAR |- |344135 - || || || Spacewatch |- |344136 - || || || LINEAR |- |344137 - || || || LINEAR |- |344138 - || || || NEAT |- |344139 - || || || LONEOS |- |344140 - || || || LINEAR |- |344141 - || || || Spacewatch |- |344142 - || || || LONEOS |- |344143 - || || || LINEAR |- |344144 - || || || LINEAR |- |344145 - || || || Spacewatch |- |344146 - || || || LONEOS |- |344147 - || || || LINEAR |- |344148 - || || || LINEAR |- |344149 - || || || Uppsala-DLR Asteroid Survey |- |344150 - || || || LINEAR |- |344151 - || || || LINEAR |- |344152 - || || || LINEAR |- |344153 - || || || LINEAR |- |344154 - || || || LONEOS |- |344155 - || || || LINEAR |- |344156 - 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|| || || LONEOS |- |344191 - || || || Pravec, P., Kusnirak, P. |- |344192 - || || || LINEAR |- |344193 - || || || NEAT |- |344194 - || || || NEAT |- |344195 - || || || NEAT |- |344196 - || || || NEAT |- |344197 - || || || Spacewatch |- |344198 - || || || NEAT |- |344199 - || || || NEAT |- |344200 - || || || LINEAR |} 344201-344300 |- |344201 - || || || LINEAR |- |344202 - || || || LINEAR |- |344203 - || || || LINEAR |- |344204 - || || || NEAT |- |344205 - || || || NEAT |- |344206 - || || || LONEOS |- |344207 - || || || Spacewatch |- |344208 - || || || LINEAR |- |344209 - || || || NEAT |- |344210 - || || || NEAT |- |344211 - || || || LINEAR |- |344212 - || || || LINEAR |- |344213 - || || || NEAT |- |344214 - || || || LINEAR |- |344215 - || || || NEAT |- |344216 - || || || LINEAR |- |344217 - || || || LINEAR |- |344218 - || || || LINEAR |- |344219 - || || || LINEAR |- |344220 - || || || LONEOS |- |344221 - || || || LONEOS |- |344222 - || || || LINEAR |- |344223 - || || || LINEAR |- |344224 - 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K. Y. |- |344437 - || || || LINEAR |- |344438 - || || || LINEAR |- |344439 - || || || LINEAR |- |344440 - || || || NEAT |- |344441 - || || || LINEAR |- |344442 - || || || Spacewatch |- |344443 - || || || NEAT |- |344444 - || || || LINEAR |- |344445 - || || || Spacewatch |- |344446 - || || || LINEAR |- |344447 - || || || LINEAR |- |344448 - || || || LINEAR |- |344449 - || || || LINEAR |- |344450 - || || || NEAT |- |344451 - || || || NEAT |- |344452 - || || || NEAT |- |344453 - || || || LINEAR |- |344454 - || || || LINEAR |- |344455 - || || || Ball, L. |- |344456 - || || || LINEAR |- |344457 - || || || NEAT |- |344458 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344459 - || || || Spacewatch |- |344460 - || || || LINEAR |- |344461 - || || || CINEOS |- |344462 - || || || NEAT |- |344463 - || || || NEAT |- |344464 - || || || Spacewatch |- |344465 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344466 - || || || NEAT |- |344467 - || || || NEAT |- |344468 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344469 - || || || Spacewatch |- |344470 - || || || NEAT |- |344471 - || || || LINEAR |- |344472 - || || || NEAT |- |344473 - || || || LINEAR |- |344474 - || || || LINEAR |- |344475 - || || || NEAT |- |344476 - || || || Buie, M. W. |- |344477 - || || || Hoenig, S. F. |- |344478 - || || || Lowe, A. |- |344479 - || || || NEAT |- |344480 - || || || NEAT |- |344481 - || || || NEAT |- |344482 - || || || NEAT |- |344483 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344484 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344485 - || || || Spacewatch |- |344486 - || || || NEAT |- |344487 - || || || Hoenig, S. F. |- |344488 - || || || NEAT |- |344489 - || || || NEAT |- |344490 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344491 - || || || Beijing Schmidt CCD Asteroid Program |- |344492 - || || || NEAT |- |344493 - || || || NEAT |- |344494 - || || || NEAT |- |344495 - || || || NEAT |- |344496 - || || || NEAT |- |344497 - || || || NEAT |- |344498 - || || || NEAT |- |344499 - || || || NEAT |- |344500 - || || || NEAT |} 344501-344600 |- |344501 - || || || NEAT |- |344502 - || || || LONEOS |- |344503 - || || || Charleston |- |344504 - || || || Spacewatch |- |344505 - || || || Spacewatch |- |344506 - || || || LINEAR |- |344507 - || || || NEAT |- |344508 - || || || LINEAR |- |344509 - || || || LINEAR |- |344510 - || || || LINEAR |- |344511 - || || || LINEAR |- |344512 - || || || NEAT |- |344513 - || || || NEAT |- |344514 - || || || LONEOS |- |344515 - || || || Matson, R. |- |344516 - || || || NEAT |- |344517 - || || || NEAT |- |344518 - || || || NEAT |- |344519 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344520 - || || || NEAT |- |344521 - || || || NEAT |- |344522 - || || || NEAT |- |344523 - || || || NEAT |- |344524 - || || || LONEOS |- |344525 - || || || NEAT |- |344526 - || || || NEAT |- |344527 - || || || LONEOS |- |344528 - || || || NEAT |- |344529 - || || || NEAT |- |344530 - || || || NEAT |- |344531 - || || || NEAT |- |344532 - || || || LINEAR |- |344533 - || || || NEAT |- |344534 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344535 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344536 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344537 - || || || NEAT |- |344538 - || || || NEAT |- |344539 - || || || NEAT |- |344540 - || || || NEAT |- |344541 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344542 - || || || NEAT |- |344543 - || || || NEAT |- |344544 - || || || LONEOS |- |344545 - || || || LINEAR |- |344546 - || || || LINEAR |- |344547 - || || || LINEAR |- |344548 - || || || LINEAR |- |344549 - || || || LINEAR |- |344550 - || || || LINEAR |- |344551 - || || || NEAT |- |344552 - || || || NEAT |- |344553 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344554 - || || || Hoenig, S. F. |- |344555 - || || || Mt. Lemmon Survey |- |344556 - || || || NEAT |- |344557 - || || || NEAT |- |344558 - || || || NEAT |- |344559 - || || || NEAT |- |344560 - || || || LINEAR |- |344561 - || || || LINEAR |- |344562 - || || || LINEAR |- |344563 - || || || Yeung, W. K. Y. |- |344564 - || || || LINEAR |- |344565 - || || || LINEAR |- |344566 - || || || Spacewatch |- |344567 - || || || LINEAR |- |344568 - || || || LINEAR |- |344569 - || || || Sloan Digital Sky Survey |- |344570 - || || || NEAT |- |344571 - || || || NEAT |- |344572 - || || || Clingan, R. |- |344573 - || || || Zoltowski, F. B. |- |344574 - || || || LINEAR |- |344575 - || || || LINEAR |- |344576 - || || || LINEAR |- |344577 - || || || Spacewatch |- |344578 - || || || LINEAR |- |344579 - || || || LINEAR |- |344580 - || || || LINEAR |- |344581 Albisetti || || || Sormano |- |344582 - || || || LONEOS |- |344583 - || || || LONEOS |- |344584 - || || || NEAT |- |344585 - || || || LINEAR |- |344586 - || || || Spacewatch |- |344587 - || || || NEAT |- |344588 - || || || LINEAR |- |344589 - || || || LINEAR |- |344590 - || || || LONEOS |- |344591 - || || || NEAT |- |344592 - || || || NEAT |- |344593 - || || || NEAT |- |344594 - || || || LINEAR |- |344595 - || || || Young, J. 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Le qualificazioni del singolare del Bloomage International Kunming Tennis Open 2018 sono state un torneo di tennis preliminare per accedere alla fase finale della manifestazione. Le vincitrici dell'ultimo turno sono entrate di diritto nel tabellone principale. In caso di ritiro di una o più giocatrici aventi diritto a queste sono subentrate le lucky loser, ossia le giocatrici che hanno perso nell'ultimo turno ma che avevano una classifica più alta rispetto alle altre partecipanti che avevano comunque perso nel turno finale. Teste di serie Olivia Tjandramulia (spostata nel tabellone principale) Natalija Kostić (qualificata) Sun Xuliu (ultimo turno) Aleksandrina Naydenova (qualificata) <li> Gai Ao (ultimo turno) <li> Nagi Hanatani (qualificata) <li> Ye Qiu Yu (primo turno) Nika Kukharchuk (qualificata) Qualificate Nika Kukharchuk Natalija Kostić Nagi Hanatani Aleksandrina Naydenova Tabellone Sezione 1 Sezione 2 Sezione 3 Sezione 4 Collegamenti esterni Bloomage International Kunming Tennis Open 2018
Il Palazzo dell'Acquedotto Pugliese è uno storico edificio di Bari situato nel centrale Quartiere Umbertino. Storia Il palazzo venne eretto tra il 1927 e il 1932 per dare una sede amministrativa, tecnica e di rappresentanza all'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese. Secondo la visione dei committenti, il palazzo avrebbe dovuto essere un monumento alla storica conquista dell'acqua, risorsa di cui la Puglia era sempre stata carente. Per la progettazione dell'edificio, l'ente si rivolse nel 1924 all'ingegnere Cesare Vittorio Brunetti, allora trentunenne, da poco assunto. La struttura in cemento armato, tra le prime nella città di Bari, fu progettata da un altro ingegnere dello stesso Ente, Michele Salvati, che in seguito fu professore di scienza delle costruzioni e contribuì alla fondazione della facoltà di Ingegneria dell'Università di Bari. Il progetto esecutivo - dell'importo complessivo di lire - fu appaltato nel 1927 e affidato alla ditta Provera Carrassi e C. di Roma, che fu l'unica a rispondere all'invito dell'Ente autonomo. L'edificio, disposto su quattro piani e comprensivo di sotterranei, fu terminato nel 1932, con l'eccezione di alcuni ambienti destinati agli appartamenti del presidente dell'ente, che vennero completati due anni più tardi. Nel 2000 il primo piano del palazzo è stato trasformato per consentire l'apertura di un museo della Storia dell'Acquedotto Pugliese, una sala conferenze e una biblioteca con archivi multimediali e fotografici. Nella porzione restante continuano ad essere ospitate la presidenza di Acquedotto Pugliese S.p.A. e una parte degli uffici amministrativi. Descrizione Il palazzo sorge nel quartiere Umbertino di Bari, compreso tra il quartiere Murattiano e il lungomare, e occupa l'intero fronte su via Salvatore Cognetti dell'isolato compreso fra via Fiume e via Giuseppe Bozzi. È pertanto prospiciente alla facciata posteriore del teatro Petruzzelli. L'edificio presenta uno stile neoromanico pugliese che richiama la tradizione architettonica locale. I richiami ai più celebri monumenti architettonici pugliesi sono presenti sia nelle diverse decorazioni sia nei materiali, come la pietra di Trani impiegata nel rivestimento esterno. All'aspetto severo della facciata bugnata si contrappongono gli interni tardo-liberty, disegnati da Duilio Cambellotti: il tema dominante è quello dell'acqua, che viene proposto nei grandi affreschi della Sala del Consiglio, nei pavimenti, negli intarsi in legno e madreperla degli oltre 140 mobili originari. Note Altri progetti Acquedotto Pugliese
Bharat, inoltre, è consigliere fondatore di Grokstyle Inc, una società di ricerca visiva acquisita da Facebook, e Laserlike Inc., una startup di motori di ricerca basata su Machine Learning che è stata acquisita da Apple. Per la società Google, con sede a Mountain View, ha guidato un team che ha sviluppato Google News, un servizio che indicizza automaticamente oltre 25.000 siti web di notizie in più di 35 lingue. Afferma di averlo creato a seguito degli attentati dell'11 settembre 2001 al Word Trade Center per tenersi al corrente con gli sviluppi della vicenda. Tra gli altri progetti, ha aperto il centro di ricerca e sviluppo di Google in India a Bangalore. Fa parte del Board of Visitors della Columbia Journalism School e della John S. Knight Journalism Fellowships di Stanford. Biografia Krishna Bharat è cresciuto a Bangalore, una corporazione municipale dell'India meridionale. Ha completato gli studi presso la St. Joseph's Boys' High School di Bangalore e ha conseguito una laurea in informatica presso l'Indian Institute of Technology di Madras (Chennai). Successivamente ha conseguito un dottorato di ricerca al Georgia Institute of Technology in Human Computer Interaction. Prima di entrare in Google nel 1999, ha lavorato presso il DEC Systems Research Center dove, con George A. Mihăilă, ha sviluppato l'algoritmo Hilltop. In Google ha sviluppato il cosiddetto LocalRank, che può essere considerato un adattamento di Hilltop. Ha lavorato alla ricerca web e all'estrazione di informazioni presso Google tra il 1999 e il 2015, anno in cui ha lasciato la società per diventare consigliere-fondatore di Laserlike, una startup di software di apprendimento automatico. Bharat è tornato a far parte di Google a luglio 2019 come ricercatore. Premi Nel 2003 ha ricevuto il World Technology Award per i media e il giornalismo. Nel 2015 ha ricevuto il Distinguished Alumnus Award dall'Indian Institute of Technology Madras. Note
La stazione meteorologica di Novara Cameri è la stazione meteorologica di riferimento per il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e per l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia, relativa alla località di Cameri nei pressi della città di Novara. Caratteristiche La stazione meteorologica si trova nell'Italia nord-occidentale, in Piemonte, nel comune di Cameri, a 169 metri s.l.m. e alle coordinate geografiche . Oltre ad essere un punto di riferimento per la navigazione aerea, la stazione effettua osservazioni orarie sullo stato del cielo (nuvolosità in chiaro) e su temperatura, precipitazioni, umidità relativa, eliofania, pressione atmosferica con valore normalizzato al livello del mare, direzione e velocità del vento. Medie climatiche ufficiali Dati climatologici 1971-2000 In base alle medie climatiche del periodo 1971-2000, le più recenti in uso, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +1,4 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +22,1 °C; mediamente si contano 89 giorni di gelo all'anno e 23 giorni con temperatura massima uguale o superiore ai +30 °C. I valori estremi di temperatura registrati nel medesimo trentennio sono i -17,0 °C del gennaio 1985 e i +36,0 °C del luglio 1983. Le precipitazioni medie annue si attestano a 1.037 mm, mediamente distribuite in 80 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in primavera per gli accumuli. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 75,8 % con minimo di 71 % a luglio e massimi di 83 % a novembre e a dicembre; mediamente si contano 88 giorni di nebbia all'anno. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trantennio 1971-2000 e pubblicati nell'Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare relativo al medesimo trentennio. Dati climatologici 1961-1990 In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, ancora in uso per l'Organizzazione meteorologica mondiale e definita Climate Normal (CLINO), la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +1,0 °C; quella del mese più caldo, luglio, è di +21,9 °C. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -17,0 °C nel gennaio 1985 (media delle minime assolute annue di -11,8 °C), mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +36,0 °C nel luglio 1983 (media delle massime assolute annue di +33,0 °C). La nuvolosità media annua si attesta a 4,1 okta giornalieri, con minimo di 3 okta giornalieri a luglio e massimo di 5 okta giornalieri a novembre. Le precipitazioni medie annue sfiorano i 1.000 mm e presentano un minimo in inverno, un picco primaverile e massimi secondari in estate ed autunno. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 78% con minimo di 73% a marzo e massimi di 84% a novembre e a dicembre. Valori estremi Temperature estreme mensili dal 1960 ad oggi Nella tabella sottostante sono riportate le temperature massime e minime assolute mensili, stagionali ed annuali dal 1960 ad oggi, con il relativo anno in cui si queste si sono registrate. La massima assoluta del periodo esaminato di +36,6 °C risale all'agosto 2003 e al luglio 2022, mentre la minima assoluta di -19,4 °C risale al gennaio 1960. Note Voci correlate Novara Cameri Clima italiano Stazione meteorologica Collegamenti esterni Novara Novara Cameri Cameri
L'UCR è un apparato della rete telefonica fissa che permette di creare una sorta di piccola centrale che si appoggia alle centrali vere e proprie. Gli UCR vengono usati per collegare, in situazioni particolari, nuovi doppini telefonici a una centrale, in piccoli centri o in una zona periferica che è cresciuta a grande velocità, senza dover costruire una nuova centrale. In Italia circa il 30% degli utenti telefonici fissi è sotto UCR o MUX. Questi apparecchi sono in uso dagli anni settanta e in un primo momento hanno impedito in modo tassativo la trasmissione di dati a banda larga su alte frequenze, di fatto l'ADSL; in un secondo momento però Telecom Italia (ora TIM) ha iniziato a montare i cosiddetti "zainetti" vicino ai MUX collegati alla centrale tramite fibra ottica per fornire il servizio ADSL per massimo 48 utenze ogni MUX. MUX e UCR servono a fornire il servizio voce e dati a zone molto distanti dalla centrale telefonica o a centri abitati che hanno subito una rapida crescita delle utenze. Sono stati adottati come una soluzione economica per far fronte agli obblighi di copertura imposti dalla legge sul servizio universale: inizialmente fornivano solo il servizio voce, e negli anni un numero crescente di servizi, includendo le connessioni ISDN. MUX e UCR sono centraline collegate in remoto a una centrale telefonica più grande, tramite rame o fibra ottica. Il flusso dati e voce sono compressi in un rapporto di 30 canali in ingresso per una coppia in rame uscente, e di un centinaio per una fibra ottica. La costruzione di una nuova centrale telefonica ha un costo circa 10 volte maggiore rispetto all'installazione di uno di questi apparati. MUX e UCR funzionano con la multiplazione di frequenza, fra l'apparato e la centrale telefonica ATM. Perciò, hanno problemi di compatibilità con l'ADSL, dovendo garantire con un singolo doppino una banda di 1-2 Megabit a più di un utente. Per portare connettività VDSL2 in zone servite da MUX attualmente si sta dotando la zona di un DSLAM VDSL2 (posizione in un cabinet spesso affiancato al MUX stesso). Le utenze che chiedono tale servizio vengono spostate dalle coppie proveniente dal MUX a quelle del blocchetto proveniente dal DSLAM VDSL2. Collegamenti esterni Telefonia
Sospesi nel tempo (The Frighteners) è un film commedia horror del 1996 diretto da Peter Jackson; il film venne distribuito negli Stati Uniti d'America il 19 luglio 1996 e in Italia il 28 maggio 1997. Trama Frank Bannister è un architetto la cui moglie Debra è morta in un incidente stradale. Frank ha abbandonato la sua professione (lasciando incompiuta la casa dei sogni che stava costruendo per se stesso e per Debra) in quanto dal giorno dell'incidente ha assunto la capacità di vedere i fantasmi, facendo amicizia con tre di loro: Cyrus, un gangster afroamericano degli anni settanta, Stuart, un secchione degli anni cinquanta e "il Giudice", un decrepito pistolero del vecchio West. Frank si guadagna da vivere mandando i fantasmi a terrorizzare la gente per poi sbarazzarsene con un falso esorcismo. Durante una di queste operazioni, Frank conosce Ray Lynskey, un uomo ossessionato dalla ginnastica e dal benessere, e sua moglie Lucy, medico. Prima di andarsene, Frank nota un numero luminoso sulla fronte di Ray e poco tempo dopo egli muore per un inspiegato attacco cardiaco. Frank inizia a notare che una strana entità oscura simile al Cupo Mietitore sta uccidendo la gente prendendola per il cuore, e prima di farlo incide un numero sulla fronte della sua vittima; Frank si ricorda che anche Debra lo aveva. Le capacità di Frank di prevedere chi sarà ucciso insospettiscono la polizia e il paranoico agente dell'FBI Milton Dammers, il quale è convinto che Frank sia il responsabile e lo arresta quando viene incolpato della morte di Magda Rees-Jones, la caporedattrice del giornale cittadino che lo aveva diffamato per la sua professione. Lucy, che vuole aiutare Frank, si mette a investigare sulle morti e così facendo diventa il prossimo bersaglio del Cupo Mietitore. Viene attaccata mentre visita Frank in prigione, ma entrambi riescono a scappare mentre il Cupo Mietitore viene trattenuto da Cyrus e Stuart, che vengono eliminati da esso. Per poter affrontare il Cupo Mietitore, Frank decide di diventare temporaneamente un fantasma sottoponendosi a un'esperienza ai confini della morte; si fa somministrare una dose di barbiturici da Lucy per arrestare il cuore e si mette in ipotermia chiudendosi in una cella frigorifera. Lucy viene sequestrata dall'agente Dammers, che rivela di essere stato una vittima di Charles Manson. Intanto Frank, divenuto fantasma, segue il Cupo Mietitore e al termine di un combattimento scopre che egli è il fantasma di Johnny Bartlett, l'infame portantino di un ospedale psichiatrico che trent'anni prima assassinò dodici persone per "battere Starkweather" venendo poi arrestato e giustiziato. Lucy si libera da Dammers e resuscita Frank, poi si recano a incontrare Patricia Bradley, che da adolescente fu etichettata come complice infervorata di Bartlett e che vive attualmente in libertà vigilata sotto il controllo dell'anziana madre autoritaria. Scoprono che Patricia è ancora innamorata di Bartlett e collabora con il suo fantasma uccidendo la madre e cercando di fare altrettanto con loro. Frank riesce a intrappolare il fantasma di Bartlett nell'urna delle sue ceneri e si reca nella cappella del manicomio abbandonato per mandare la sua anima all'inferno. Patricia insegue Frank e Lucy fino alle rovine del manicomio tentando di fucilarli e a peggiorare le cose interviene Dammers, che libera Bartlett dalle sue ceneri prima di essere ucciso da Patricia. Frank scopre che il fantasma di Bartlett e Patricia sono stati i veri assassini di Debra, marchiando il numero sulla sua fronte dopo l'incidente. Rimasta senza pallottole, Patricia strangola Frank, ma egli, mentre sale in cielo, la uccide tirandole fuori il fantasma dal corpo. Bartlett cerca invano di aiutare la compagna afferrandola per il braccio. Frank li molla quando raggiunge il Paradiso, dove incontra Cyrus, Stuart e Debra, mentre Bartlett e Patricia vengono ingoiati dalla bocca dell'inferno, un'entità gigante simile a un verme, che li conduce negli inferi. Frank viene a sapere che non è ancora arrivata la sua ora. Prima di tornare nel mondo dei viventi, Debra gli chiede di essere felice. Nel finale, Frank e Lucy (che ora è capace di vedere i fantasmi dopo le esperienze macabre che ha vissuto) si innamorano e iniziano una nuova vita, cominciando con il far demolire la vecchia casa incompiuta. Mentre pranzano nel loro giardino, Frank e Lucy vedono il fantasma di Dammers sul sedile posteriore dell'auto dello sceriffo che li fissa arrabbiato. Produzione Sospesi nel tempo nasce nel 1992 da un'idea di Peter Jackson e sua moglie Fran Walsh mentre stavano ultimando la scrittura di Creature del cielo. I due, convinti del successo che potrebbe guadagnare la storia, concepiscono due pagine di sceneggiatura e la inviano a Robert Zemeckis, che opta inizialmente a utilizzare il materiale per un episodio della famosa serie televisiva I racconti della cripta. Nel 1993, su pressione di Jackson, Zemeckis si convince a produrre un lungometraggio tratto dal breve racconto e contatta gli Universal Studios per un loro coinvolgimento nella distribuzione cinematografica e parte della produzione. Zemeckis è però impegnato alla regia di Forrest Gump e riesce a leggere la sceneggiatura di Jackson e Walsh solo dopo l'entrata in post-produzione del primo film. Ammaliato dai temi trattati e dall'umorismo nero presente dà semaforo verde dando inizio alla pre-produzione. Lavorazione La decisione di riprendere il film in Nuova Zelanda viene presa da Peter Jackson, natio del posto. Zemeckis si occupa di accordarsi con gli Universal Studios per finanziare la lavorazione nel paese oceanico, il contratto viene accettato a patto che Jackson ricrei gli ambienti tipici del Mid-West americano. Le riprese iniziano il 14 maggio 1995 e terminano il 16 novembre seguente, il periodo di lavorazione più lungo mai approvato dagli Universal. Gli esterni si filmano nella capitale Wellington e a Lyttelton per tre settimane. Gli interni si riprendono in Australia, presso i Camperdown Studios a Camperdown. Camei Nella scena che vede Michael J. Fox uscire da un edificio prima di rischiare di finire sotto una macchina, si scontra con il regista Peter Jackson, vestito da punk. Hiles, il severissimo fantasma a guardia del cimitero locale, è interpretato da Ronald Lee Ermey; tale personaggio richiama il sergente maggiore Hartman del film Full Metal Jacket, interpretato dallo stesso Ermey. Accoglienza In Italia arriva ad incassare ₤ e $ negli USA, per un totale di $. Slogan promozionali «Dead Yet?» «Death is No Way to Make a Living.» «No Rest for the Wicked.» «Alla fine della vita c'è soltanto la morte?» Home video Nel 1998, la Universal pubblicò una "Special Edition" in laser disc con più di quattro ore di contenuti speciali. Edizione italiana Nel dicembre 2005, in concomitanza dell'uscita del film King Kong dello stesso regista, è stata distribuita una terza edizione in DVD (questa volta composta da 3 dischi) contenente, oltre ad una breve introduzione di Peter Jackson, i precedenti extra. L'edizione in Blu-ray ha gli stessi contenuti (non sottotitolati nel nostro idioma) ma, ancora, non la celeberrima Director's Cut. Note Voci correlate Oltretomba Altri progetti Collegamenti esterni Film diretti da Peter Jackson Film commedia horror Film sui fantasmi Film girati in Nuova Zelanda
Die Cleveren è una serie televisiva tedesca di genere poliziesco ideata da Johannes W. Betz e prodotta dal 1998 al 2007 da RTL Television e da Studio Hamburg Filmproduktion. Protagonisti della serie sono Hans-Werner Meyer, Astrid M. Fünderich e Barbara M. Ahren. La serie si compone di 5 stagioni, per un totale di 48 episodi più l'episodio pilota. In Germania la serie è stata trasmessa in prima visione dall'emittente televisiva RTL Television: l'episodio pilota, intitolato Du stirbst, wie ich es will!, fu trasmesso in prima visione il 10 marzo 1998; all'episodio pilota ha fatto seguito poi la prima stagione vera e propria, inaugurato dall'episodio Der Polizeifan andato in onda il 9 novembre 1999. L'ultimo, intitolato Der Todeskuss, fu trasmesso in prima visione il 5 aprile 2008. Trama Protagonisti delle vicende sono il Dottor Dominik Born ed Eva Glaser, rispettivamente psicologo e commissario di una sezione della BKA: i due si propongono di risolvere i casi attraverso l'analisi psicologica degli indiziati. Episodi Note Collegamenti esterni