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Ruino (Arvén in dialetto oltrepadano) è un municipio del comune di Colli Verdi, nella provincia di Pavia, in Lombardia. Fino al 31 dicembre 2018 ha costituito un comune sparso autonomo, che al momento del suo scioglimento contava 700 abitanti. Il comune confinava con i comuni di Alta Val Tidone (PC), Borgoratto Mormorolo, Canevino, Fortunago, Montalto Pavese, Rocca de' Giorgi, Val di Nizza, Valverde e Zavattarello. La sede municipale è situata nella località di Pometo, già capoluogo dell'estinto comune di Ruino. Si trova nell'alta collina dell'Oltrepò Pavese, sul lato sinistro della valle del Tidone, nel nodo idrografico da cui si dipartono le principali dorsali collinari dell'Oltrepò. Nel territorio si trova il passo del Carmine, che mette in comunicazione le valli Coppa e Scuropasso con la Val Tidone. Storia Verso l'XI secolo venne incluso nel territorio dell'alta val Tidone soggetto al vescovo di Bobbio. Nel 1164 fu tra i centri dell'Oltrepò assegnati con diploma imperiale al dominio della città di Pavia; nonostante le successive conferme, forse Pavia non riuscì a consolidare il dominio su Ruino, che in effetti in seguito seguì le sorti di Zavattarello, capoluogo della valle, nelle infeudazioni da parte del vescovo di Bobbio ai Landi (1269), e ai Dal Verme conti di Bobbio e Voghera, signori di Borgonovo Val Tidone, Pianello Val Tidone, Castel San Giovanni, della val Tidone e altri feudi, che dal 1372 ne ebbero ininterrottamente la signoria fino all'abolizione del feudalesimo (1797). Non faceva parte dell'Oltrepò Pavese propriamente detto, ma della giurisdizione dei feudi vermeschi, aggregati al Principato di Pavia. Torre degli Alberi, già Torre d'Albera, faceva parte originariamente del feudo di Fortunago; quando i Dal Verme, feudatari anche di Fortunago, ne furono estromessi, poterono tenere Torre d'Albera, che cominciò così a orbitare sul feudo di Zavattarello e Ruino, pur restando un comune e feudo camerale dell'Oltrepò propriamente detto, non compreso nella giurisdizione dei feudi vermeschi. Nel 1817 fu aggregato al comune di Ruino. Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1848 come parte della provincia di Bobbio passò dalla Liguria al Piemonte, nel 1859 entrò a far parte nel circondario di Bobbio della provincia di Pavia e quindi della Lombardia, nel 1923, smembrato il circondario di Bobbio, passò alla provincia di Piacenza e quindi all'Emilia-Romagna. Questa divisione comportò numerose proteste degli abitanti dei centri dell'alta valle, desiderosi di rimanere sotto la giurisdizione pavese. Le proteste culminarono nella cosiddetta marcia su Bobbio e nell'indizione di alcuni referendum che, tenutisi il 27 febbraio 1925, videro la vittoria della fazione che chiedeva il ritorno in provincia di Pavia. Nel 1926 i comuni di Romagnese, Ruino e Zavattarello vennero annessi alla provincia di Pavia e alla Lombardia.Nel 1936 il comune di Ruino e quello di Canevino furono fusi nel nuovo comune di Pometo, dal nome della località scelta come nuovo capoluogo. Nel 1937 il territorio di Moncasacco, frazione del soppresso comune di Caminata, fu unito a Pometo. Nel 1938 il soppresso comune di Montù Berchielli fu spartito tra Montalto Pavese (cui andarono il capoluogo Cà del Fosso e la sede parrocchiale Villa Illibardi), Pometo (cui andò la località che dava il nome al comune e Montù Berchielli, con l'antico castello), e Rocca de' Giorgi). Montù Berchielli aveva sempre seguito le sorti di Montalto. Nel 1947 il comune di Pometo fu abolito e si riformarono i comuni di Canevino e Ruino. Tuttavia a Ruino restò il territorio di Montù Berchielli, e la sede comunale rimase a Pometo. Nel 1950 il territorio di Moncasacco fu restituito al ricostituito comune di Caminata, ora in provincia di Piacenza. Nel 2018 è stata decisa tramite referendum la fusione, a decorrere dal primo gennaio 2019, con i comuni di Canevino e Valverde per dare vita al nuovo comune di Colli Verdi, nel quale la località di Pometo ha mantenuto il ruolo di capoluogo. Simboli Lo stemma e il gonfalone del comune di Ruino sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 17 novembre 1992. Il gonfalone era costituito da un drappo di rosso. Monumenti e luoghi d'interesse Chiesa parrocchiale di San Pietro a Ruino, eretta nel 1612 venne riconsacrata nel 1790, e dipende con il titolo di prevostura dal vicariato di Bobbio, Alta Val Trebbia, Aveto e Oltre Penice della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Dalla Chiesa di Ruino dipendono: Santuario di Nostra Signora della Mercede di Montelungo Oratorio di San Felice da Cantalice al Carmine Oratorio della Medaglia Miracolosa a Canavera Chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate e di Nostra Signora di Fatima a Pometo, parrocchia eretta nel 1949 e sorta dopo lo smembramento da Ruino, dipende anch'essa dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio Società Evoluzione demografica Amministrazione Altre informazioni amministrative Il comune di Ruino era incluso nella fascia collinare della Comunità montana Oltrepò Pavese. Note Voci correlate Val Tidone Zavattarello Trebecco Romagnese Altri progetti Collegamenti esterni Comuni della Lombardia soppressi Colli Verdi
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti il Futbol'nyj Klub Rubin Kazan' nelle competizioni ufficiali della stagione 2008. Stagione Nella stagione 2008 il FK Rubin Kazan' ha disputato la Prem'er-Liga, massima serie del campionato russo di calcio, terminando il torneo al primo posto con 60 punti conquistati in 30 giornate, frutto di 18 vittorie, 6 pareggi e 6 sconfitte, vincendo il campionato russo per la prima volta nella sua storia. Il Rubin Kazan' conquistò la testa della classifica sin dall'inizio del campionato sfruttando la serie record di sette vittorie consecutive iniziali e mantenendola sino alla fine, grazie soprattutto a una solida difesa. Grazie a questo successo il Rubin Kazan' si qualificò all'edizione 2009-2010 della UEFA Champions League. Nell'autunno 2008 è sceso in campo a partire dal quinto turno della Kubok Rossii 2008-2009, raggiungendo nel corso della stagione 2009 la finale del torneo dove è stato sconfitto dal . Rosa Risultati Prem'er-Liga Coppa di Russia Statistiche Statistiche di squadra Note Collegamenti esterni 2008
Cintāmaṇi (Sanscrito; Devanagari: चिन्तामणि) anche Chintamani (o pietra Chintamani) è il gioiello che realizza qualsiasi desiderio sia nella tradizione indù che in quella buddhista e si dice sia l'equivalente della pietra filosofale dell'alchimia occidentale. Si tratta di uno dei diversi gioielli mani presenti nelle scritture buddhiste. Nel Buddismo è in bodhisattva, Avalokiteshvara e Kṣitigarbha. Si vede anche sul dorso del Lung ta (cavallo del vento), che è raffigurato sulle bandiere di preghiera tibetane. Recitando il Dhāraṇī di Cintamani, la tradizione buddista sostiene che si raggiunge la saggezza del Buddha, in grado di comprendere la verità e trasformare le afflizioni in Bodhi. Si dice che consenta di vedere il santo seguito di Amitabha Buddha e l'adunata sul letto di morte. Nella tradizione buddista tibetana il Chintamani è a volte raffigurato come una perla luminosa ed è in possesso di alcune delle diverse forme di Buddha. Nell'induismo è connessa agli dei Visnù e Ganesha ed è spesso dipinta come un favoloso gioiello in possesso del re Naga o sulla fronte di Makara. Lo Yoga Vasistha, del X secolo, contiene una storia sui cintamani. L'indù Vishnu Purana parla del "gioiello Syamantaka, che conferisce la prosperità al suo proprietario, scavalcando il sistema dei clan Yadu". Il Vishnu Purana è attribuito alla metà del primo millennio e si basa sulla religione antica o sul folklore. Storia Nel Buddhismo il Chintamani è detto essere una delle quattro reliquie cadute dal cielo in una cassa (molti Terma sono caduti dal cielo in cofanetti) durante il regno di re Lha Thothori Nyantsen del Tibet. Anche se il re non comprese lo scopo degli oggetti, li tenne con grande riverenza. Diversi anni dopo, due stranieri misteriosi giunti alla corte del re, spiegarono che le quattro reliquie comprendevano la ciotola del Buddha (forse una Campana tibetana) e una pietra Mani con il mantra Oṃ Maṇi Padme Hūṃ inciso su di essa. Questi pochi oggetti furono i portatori del Dharma in Tibet. Note Bibliografia Beer, Robert (1999). The Encyclopedia of Tibetan Symbols and Motifs (Hardcover). Shambhala. ISBN 1-57062-416-X, ISBN 978-1-57062-416-2 Altri progetti Mitologia buddhista Induismo
Gastrodia R.Br., 1810 è un genere di orchidee della sottofamiglia Epidendroideae (tribù Gastrodieae). Descrizione Il genere comprende orchidee terrestri, micoeterotrofiche, prive di foglie. Sono dotate di un rizoma orizzontale, tuberoso, cilindrico, talora leggermente coralloide. L'infiorescenza è eretta, terminale, di colore dal giallo al bruno. I sepali e i tepali sono fusi a formare una struttura tubulare aperta all'apice; il labello presenta un ginostemio colonnare, con due pollinii, granulari, friabili, privi di caudicola. Distribuzione e habitat Il genere è diffuso in Asia (Cina, estremo oriente della Russia, Giappone, Corea, sudest asiatico e subcontinente indiano), Australia, Nuova Zelanda, Africa tropicale, e in varie isole dell'oceano Pacifico e dell'Oceano Indiano, tra cui il Madagascar. Tassonomia Il genere comprende le seguenti specie: Gastrodia abscondita J.J.Sm. Gastrodia africana Kraenzl. Gastrodia albida T.C.Hsu & C.M.Kuo Gastrodia albidoides Y.H.Tan & T.C.Hsu Gastrodia amamiana Suetsugu Gastrodia angusta S.Chow & S.C.Chen Gastrodia appendiculata C.S.Leou & N.J.Chung Gastrodia arunachalensis S.N.Hegde & A.N.Rao Gastrodia ballii P.J.Cribb & Browning Gastrodia bambu Metusala Gastrodia boninensis Tuyama Gastrodia cajanoae Barcelona & Pelser Gastrodia callosa J.J.Sm. Gastrodia celebica Schltr. Gastrodia clausa T.C.Hsu, S.W.Chung & C.M.Kuo Gastrodia confusa Honda & Tuyama Gastrodia confusoides T.C.Hsu, S.W.Chung & C.M.Kuo Gastrodia cooperae Lehnebach & J.R.Rolfe Gastrodia crassisepala L.O.Williams Gastrodia crebriflora D.L.Jones Gastrodia crispa J.J.Sm. Gastrodia cunninghamii Hook.f. Gastrodia damingshanensis A.Q.Hu & T.C.Hsu Gastrodia dyeriana King & Pantl. Gastrodia effusa P.T.Ong & P.O'Byrne Gastrodia elata Blume Gastrodia entomogama D.L.Jones Gastrodia exilis Hook.f. Gastrodia falconeri D.L.Jones & M.A.Clem. Gastrodia fimbriata Suddee Gastrodia flavilabella S.S.Ying Gastrodia flexistyla T.C.Hsu & C.M.Kuo Gastrodia fontinalis T.P.Lin Gastrodia fujianensis Liang Ma, Xin Y.Chen & S.P.Chen Gastrodia gracilis Blume Gastrodia grandilabris Carr Gastrodia holttumii Carr Gastrodia huapingensis X.Y.Huang, A.Q.Hu & Yan Liu Gastrodia isabelensis T.C.Hsu Gastrodia javanica (Blume) Lindl. Gastrodia kachinensis X.H.Jin & L.A.Ye Gastrodia kaohsiungensis T.P.Lin Gastrodia kuroshimensis Suetsugu Gastrodia lacista D.L.Jones Gastrodia longitubularis Q.W.Meng, X.Q.Song & Y.B.Luo Gastrodia madagascariensis Schltr. ex H.Perrier Gastrodia major Aver. Gastrodia maliauensis Suetsugu, Suleiman & Tsukaya Gastrodia menghaiensis Z.H.Tsi & S.C.Chen Gastrodia minor Petrie Gastrodia mishmensis A.N.Rao, Harid. & S.N.Hedge Gastrodia molloyi Lehnebach & J.R.Rolfe Gastrodia nantoensis T.C.Hsu & C.M.Kuo ex T.P.Lin Gastrodia nipponica (Honda) Tuyama Gastrodia nipponicoides Suetsugu Gastrodia × nippouraiensis Suetsugu & T.C.Hsu Gastrodia okinawensis Suetsugu Gastrodia papuana Schltr. Gastrodia peichatieniana S.S.Ying Gastrodia phangngaensis Suddee, Sirim. & Chamch. Gastrodia procera G.W.Carr Gastrodia pubilabiata Sawa Gastrodia punctata Aver. Gastrodia putaoensis X.H.Jin Gastrodia queenslandica Dockrill Gastrodia rubinea T.P.Lin Gastrodia rwandensis Eb.Fisch. & Killmann Gastrodia sabahensis J.J.Wood & A.L.Lamb Gastrodia selabintanensis Tsukaya & A.Hidayat Gastrodia sesamoides R.Br. Gastrodia shimizuana Tuyama Gastrodia silentvalleyana C.S.Kumar, P.C.S.Kumar, Sibi & S.Anil Kumar Gastrodia similis Bosser Gastrodia solomonensis T.C.Hsu Gastrodia spatulata (Carr) J.J.Wood Gastrodia stapfii Hayata Gastrodia sui C.S.Leou, T.C.Hsu & C.R.Yeh Gastrodia surcula D.L.Jones Gastrodia taiensis Tuyama Gastrodia takeshimensis Suetsugu Gastrodia tembatensis P.T.Ong & P.O'Byrne Gastrodia theana Aver. Gastrodia tonkinensis Aver. & Averyanova Gastrodia tuberculata F.Y.Liu & S.C.Chen Gastrodia umbrosa B.Gray Gastrodia uraiensis T.C.Hsu & C.M.Kuo Gastrodia urceolata D.L.Jones Gastrodia verrucosa Blume Gastrodia vescula D.L.Jones Gastrodia wuyishanensis Da M.Li & C.D.Liu Gastrodia zeylanica Schltr. Note Bibliografia Voci correlate Tassonomia delle Orchidaceae Altri progetti Gastrodieae Taxa classificati da Robert Brown
Il 29 giugno 2015, degli uomini armati di Hamas aprirono il fuoco su un veicolo civile che si muoveva lungo l'Autostrada 60 israeliana vicino a Shvut Rahel, in Cisgiordania. 4 israeliani a bordo dell'auto furono feriti e portati d'urgenza in ospedale, dove uno morì. I sospetti vennero successivamente arrestati. Secondo i servizi di sicurezza israeliani, la stessa cellula militante di Hamas che aveva effettuato questo attentato, aveva sparato, 2 giorni prima, a diversi veicoli tra cui un'ambulanza su una strada vicino a Beitin, senza causare vittime. I gruppi militanti palestinesi Fath-Intifada, il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (comunisti) e le Brigate Ezzedin al-Qassam (l'ala militare di Hamas) affermarono ciascuno di aver effettuato la sparatoria. Abdallah As'hak e Faiz Ahmed furono incriminati per l'omicidio. L'arabo palestinese Amjad Hamad fu condannato all'ergastolo per essere a capo della cellula terroristica di 4 uomini di Hamas che effettuò la sparatoria. Note Voci correlate Attentati suicidi palestinesi Terrorismo palestinese Hamas Intifada silenziosa Attentati terroristici in Israele Terrorismo islamista Attentati terroristici del 2015 Terrorismo palestinese Hamas
Poliziotti alle Hawaii (Hawaiian Heat) è una serie televisiva statunitense in 10 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di una sola stagione nel 1984. La serie era stata preceduta da un film per la televisione pilota della durata di 93 minuti trasmesso il 14 settembre 1984 sulla ABC. Trama La serie poliziesca è incentrata sulle vicende di Mac Riley e Andy Senkowski, due poliziotti di Chicago che lasciano il loro lavoro per diventare detective alle Hawaii. I due sono costretti a trasferirsi dopo che il padre di Mac, che lavora anche lui nella polizia di Chicago, è coinvolto in un caso di corruzione. Episodi Personaggi e interpreti Mac Riley (10 episodi, 1984), interpretato da Robert Ginty. Andy Senkowski (10 episodi, 1984), interpretato da Jeff McCracken. Irene Gorley (10 episodi, 1984), interpretata da Tracy Scoggins.È l'elicotterista, vive nella stessa casa di Mac e Andy. Harker (10 episodi, 1984), interpretato da Branscombe Richmond. Maggiore Taro Oshira (10 episodi, 1984), interpretato da Mako.È il maggiore del dipartimento della polizia di Honolulu. Guest star Tra le guest star: Shelley Winters, Brianne Leary, Lorna Patterson, Donna Dixon, Jennifer Holmes, Marta Dubois, Cindy Morgan, Moe Keale, James Sloyan, Fritz Weaver, Tige Andrews, Pat Corley, Manu Tupou, John Fujioka, David Hemmings, Peter Donat, Charles Rocket. Produzione La serie, ideata da James D. Parriott, fu prodotta da Dean Zanetos, J. Daniel Nichols e Bill Schwartz e girata all'Hilton Hawaiian Village a Honolulu, alle Hawaii. Il pilota fu girato a Chicago. Le musiche furono composte da J.A.C. Redford. Tra i registi sono accreditati Victoria Tarazi, in 8 episodi (1984), e David Hemmings, in 2 episodi (1984). Tra gli sceneggiatori sono accreditati: Gregory S. Dinallo, George Geiger, Rob Gilmer, James D. Parriott, William A. Schwartz, Lee Shamberg e Nick Thiel. Distribuzione La serie fu trasmessa negli Stati Uniti dal 21 settembre 1984 al 21 dicembre 1984 sulla rete televisiva ABC. In Italia è stata trasmessa su Italia 1 con il titolo Poliziotti alle Hawaii. Note Collegamenti esterni Serie televisive della Universal Television
Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti del CGC Viareggio nelle competizioni ufficiali della stagione 2005-2006. Stagione Ventiseisema stagione di massima serie, A1. Il Viareggio, nel giro di tre anni, da quando è stato promosso, ha fatto un bel passo in avanti, come richiesto dal presidente Palagi. Ma il divario con le prime è ancora notevole: fanno fede la differenza di punti in classifica. Nei quarti play-off scudetto, i bianconeri affrontano ancora una volta, l'Hockey Novara. Tre partite tiratissime: sconfitta in Piemonte e doppia vittoria in casa, sempre con una differenza di un gol. Per la quarta volta nella sua storia, il CGC è in semifinale: l'avversario è il Follonica, che eliminerà i bianconeri in due partite. Per la terza volta nella sua storia gioca in Coppa CERS: viene eliminato al primo turno dalla squadra spagnola del Villanova, per una differenza reti di un goal. Maglie e sponsor Organigramma societario Organico Giocatori Dati tratti dal sito internet ufficiale della Federazione Italiana Sport Rotellistici. Staff tecnico 1º Allenatore: Alessandro Cupisti 2º Allenatore: n.a. Meccanico: Note Collegamenti esterni 2005-2006
Biografia Nato in una famiglia di agricoltori di Mirandola, ha studiato all'Istituto Tecnico Statale ad indirizzo agrario "Ignazio Calvi" di Finale Emilia. In seguito, ha conseguito la laurea triennale in Scienze e tecnologie delle produzioni animali presso l'Università di Bologna e la laurea magistrale in Economia e gestione del sistema agroalimentare presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Cremona. Guglielmo Golinelli lavora nell'azienda agricola di famiglia fondata nel 1948 dal bisnonno Attilio e dal nonno Ruggero, occupandosi in particolare dell'allevamento di maiali destinati alla produzione del prosciutto di Parma DOP. Dal novembre 2014 diventa rappresentante di zona e poi consigliere provinciale di Confagricoltura. Nel luglio 2016 viene nominato quale rappresentante italiano presso l'Osservatorio del mercato delle carni bovine e suine della Direzione generale per l'agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea a Bruxelles. Carriera politica Nel 2008 si iscrive alla Lega Nord, ricevendo la tessera da Mauro Manfredini (1942-2014), storico primo consigliere leghista al consiglio regionale dell'Emilia-Romagna. Alle elezioni comunali del 7 giugno 2009 viene eletto consigliere comunale a Mirandola, riconfermato poi nelle elezioni comunali del 25 maggio 2014, dove era anche candidato a Sindaco (9,11% dei voti). Nell'ottobre 2016, dopo la nomina all'osservatorio suinicolo di Bruxelles, si dimette dal consiglio comunale. Il 7 luglio 2017 viene nominato coordinatore regionale del Movimento Giovani Padani per l'Emilia. Alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 viene eletto deputato della XVIII legislatura nella lista della Lega nel collegio plurinominale Emilia-Romagna - 02 (Modena e Ferrara). Alle elezioni comunali del 26 maggio 2019 si candida come capolista della Lega a sostegno di Alberto Greco, poi eletto sindaco di Mirandola al ballottaggio del 9 giugno (primo sindaco del centrodestra dopo 74 anni di governo della sinistra). Golinelli ottiene 390 preferenze personali, risultando così il candidato consigliere con più preferenze. Note Altri progetti Collegamenti esterni Deputati della XVIII legislatura della Repubblica Italiana Persone legate a Mirandola Politici della Lega Nord Studenti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore Studenti dell'Università di Bologna
Arturo (Arthur) è un film del 1981 diretto da Steve Gordon. La trama, ambientata a New York, racconta la storia del milionario spaccacuori Arthur Bach, che prima di andare verso un matrimonio combinato con l'altrettanto ricca Susan Johnson, si innamora della povera cameriera Linda Marolla. Arturo incassò all'incirca 82 milioni di dollari al botteghino statunitense, piazzandosi alla quarta posizione degli incassi più alti per quell'anno. Degno di nota è anche il brano Best That You Can Do, cantato da Christopher Cross, che figura anche tra gli autori del pezzo. Trama Arthur Bach è un viziato ragazzo della New York City bene, alla costante ricerca di donne che non siano più che un'avventura. Ma tutto sembra cambiare quando gli viene proposto di sposare la ricca Susan Johnson, dal cui matrimonio, in cambio, potrebbe beneficiare dell'eredità di famiglia di 750 milioni di dollari. Lui non prova alcun sentimento per Susan, che secondo la famiglia Bach sarebbe la ragazza ideale, capace di renderlo responsabile, ma accetta comunque, malvolentieri, di maritarla. In questi giorni di frenesia, Arthur fa la conoscenza di Linda Marolla, una cameriera di bassa classe sociale proveniente dal Queens, della quale si innamorerà perdutamente. Ma si trova a un bivio: sposare Susan per denaro, mentendo ai sentimenti, o mettersi con Linda, deludendo le aspettative della propria famiglia. Arthur non sa cosa fare, e durante una visita a sua nonna Martha, le parla di questo intreccio amoroso sperando in un consiglio che possa aiutarlo; ma la nonna altro non gli dice, se non che perderà l'eredità se non sposerà la prescelta Susan. Entra quindi in scena Hobson, maggiordomo e secondo padre per Arthur, il quale gli consiglia di frequentare Linda, così da verificare realmente i sentimenti che prova e, in caso, annullare il matrimonio con Susan. Dopo che Hobson verrà ricoverato in ospedale, per poi morirci alcune settimane dopo, Arthur si dà all'alcool, vizio che mostra di avere nei precedenti trascorsi. Arriva il giorno del matrimonio, Arthur si dirige da Linda dichiarandole i suoi sentimenti e invitandola a un fidanzamento, ma prima di ciò deve liberarsi di Susan; si reca quindi da lei spiegandole la situazione, andando poi in chiesa e annullando il programmato evento. Ma le conseguenze non si fanno troppo attendere, e Burt Johnson, padre di Susan, aggredisce Arthur, arrivando quasi a ucciderlo con un coltello, fermato poi dall'intervento di Martha. Più tardi, Arthur e Linda discutono della loro vita futura, condotta molto probabilmente coi soldi del duro lavoro e del sudore della fronte, visto l'allontanamento finanziario della famiglia di Arthur dopo le vicende accadute. Martha fa un'ultima proposta al nipote, spiegandogli dell'importanza del denaro e dell'appoggio della famiglia, nonché delle difficoltà portate dalla vita che sceglierà di condurre, quella della classe operaia, non più agiata. I due parlano un'ultima volta in privato, e dopo aver rifiutato nuovamente l'invito della nonna, ne accetta comunque un piccolo pensiero in denaro, dirigendosi poi nell'auto dei Bach guidata dall'autista Bitterman, con Linda a Central Park. Distribuzione Il film è uscito negli Stati Uniti il 17 luglio 1981 mentre in Italia il 4 febbraio 1982. Accoglienza Arturo risulta alla decima posizione nella classifica "100 Funniest Movies" (let. "100 film più divertenti") del canale televisivo americano Bravo; e alla 53esima nell'AFI's 100 Years... 100 Laughs dell'American Film Institute. Sequel Nel 1988 è stato realizzato un seguito di minore visibilità, Arturo 2: On the Rocks, con il ritorno di Dudley Moore e Liza Minnelli nel cast. Il film si rivelò un fallimento in termini di incasso e vendite, venendo stroncato inoltre dalla critica cinematografica: la Minnelli si aggiudicò il Razzie Award alla peggior attrice protagonista alle premiazioni del 1988. Remake L'8 aprile 2011 è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il remake del film, intitolato nuovamente Arturo. Prodotto dalla Warner Bros., il film è diretto da Jason Winer e interpretato da Russell Brand, Helen Mirren e Jennifer Garner. Riconoscimenti 1982 - Premio Oscar Miglior attore non protagonista a John Gielgud Miglior canzone (Best That You Can Do) a Burt Bacharach, Carole Bayer Sager, Christopher Cross e Peter Allen Candidatura Miglior attore protagonista a Dudley Moore Candidatura Migliore sceneggiatura originale a Steve Gordon 1982 - Golden Globe Miglior film commedia o musicale Miglior attore in un film commedia o musicale a Dudley Moore Miglior attore non protagonista a John Gielgud Miglior canzone (Best That You Can Do) a Burt Bacharach, Carole Bayer Sager, Christopher Cross e Peter Allen Candidatura Miglior attrice in un film commedia o musicale a Liza Minnelli 1982 - Premio BAFTA Candidatura Miglior attore non protagonista a John Gielgud Candidatura Miglior colonna sonora a Burt Bacharach 1981 - Los Angeles Film Critics Association Award Miglior attore non protagonista a John Gielgud 1981 - New York Film Critics Circle Award Miglior attore non protagonista a John Gielgud Collegamenti esterni Film commedia romantica Golden Globe per il miglior film commedia o musicale Film ambientati a New York Film Warner Bros.
TA12 (Tomb of Amarna 12) è la sigla che identifica una delle Tombe dei nobili ubicate nell'area dell'antica Akhetaton, oggi nota come Amarna, capitale voluta e costruita dal faraone Amenhotep IV/Akhenaton della XVIII dinastia. La città venne abbandonata circa 30 anni dopo la sua fondazione; le tombe vennero abbandonate e in parte riutilizzate in epoca moderna come romitaggi di monaci copti. L'abbandono millenario e i danni causati dalla presenza umana hanno spesso reso irriconoscibili le strutture originarie e danneggiato pesantemente, quando non reso illeggibili, scene pittoriche e rilievi parietali. Titolare TA12 era la tomba di: Biografia Nessuna notizia biografica è ricavabile dalla tomba amarniana. È tuttavia probabile che Nakhtpaaten sia succeduto a Ramose, titolare della TT55, nella carica da costui ricoperta di visir, a Tebe, nell'ultimo periodo di permanenza della corte di Akhenaton in quella sede prima del definitivo trasferimento ad Akhetaton. Nakhtpaaten sarebbe inoltre rappresentato nella TA9, di Mahu, giacché a lui il comandante della polizia di Akhetaton, accompagnato da un ufficiale inferiore (Heqanefer), presenterebbe tre individui di cui due barbuti con i caratteri tipici con cui venivano rappresentati gli asiatici. L'abitazione di Nakhtpaaten sarebbe inoltre identificabile in quella contrassegnata dalla sigla K.50.1 dell'area meridionale dell'abitato di Akhetaton costituita da sale di ricevimento, da letto, un gabinetto e uffici vari. Architettonicamente, la casa disponeva di una grande loggia con pareti dipinte di bianco e soffitto in blu; centralmente una sala con colonne di circa 8 m2 che presentava su un lato un gradone in muratura (verosimilmente foderato di cuscini a creare un divano). Su una parete scena del re Akhenaton in adorazione dei cartigli di Aton. La tomba La tomba è incompiuta ed è costituita da un'unica sala rettangolare il cui soffitto, se fosse stata ultimata, sarebbe stato sorretto da quattro pilastri di cui tre, in fase di completamento, sorgono dal piano non completamente scavato. Unici reperti, frammenti di testo, molto danneggiati, provenienti dagli stipiti dell'ingresso. Note Annotazioni Fonti Bibliografia Altri progetti Tombe dei nobili (Amarna)
Americana è un album discografico del musicista rock canadese Neil Young pubblicato dall'etichetta Reprise Records nel giugno 2012. Album di brani tradizionali della musica popolare statunitense, si tratta della prima collaborazione tra Young e i Crazy Horse sin dai tempi dell'album Greendale e dei tour del 2003 e 2004. Tracce Oh Susannah (Stephen Collins Foster; Arrangiamento: Tim Rose) – 5:03 Clementine (Traditional; Arrangiamento: Young) – 5:42 Tom Dula (Traditional; Arrangiamento: Young) – 8:13 Gallows Pole (Traditional; Arrangiamento: Odetta Felious Gordon) – 4:15 Get a Job (Richard Lows/Earl Beal/Raymond Edwards/William Horton) – 3:01 Travel On (Traditional; Arrangiamento: Paul Clayton/Larry Ehrlich/David Lazar/Tom Six) – 6:47 High Flyin' Bird (Billy Edd Wheeler) – 5:30 Jesus' Chariot (She'll Be Coming Round the Mountain) (Traditional; Arrangiamento: Young) – 5:38 This Land Is Your Land (Woody Guthrie) – 5:26 Wayfarin' Stranger (Traditional; Arrangiamento: Burl Ives) – 3:07 God Save the Queen (Thomas Augustine Arne; Arrangiamento medley: Young) – 4:08 Formazione Neil Young – voce, chitarra Billy Talbot – basso, voce Ralph Molina – batteria, voce Frank "Poncho" Sampedro – chitarra, voce Personale aggiuntivo Dan Greco – piatti orchestrali, tamburello Coro Americana - voce Pegi Young – voce in This Land is Your Land Stephen Stills – voce in This Land is Your Land Note Collegamenti esterni
La rosticciana o rostinciana è un piatto tipico toscano e dell'Alto Lazio, a base di carne suina cucinata alla griglia su un fuoco di carbone o braci di legna. È costituita da costine di maiale insaporite con spezie varie (o solo con pepe e sale) distribuite sulla carne prima o dopo la cottura. In Toscana è una carne talmente comune da aver cambiato il nome del taglio di carne. Bibliografia Dizionario delle cucine regionali italiane, a cura di Paola Gho, 2008, Bra (CN), Slow Food Editore Sitografia http://blog.giallozafferano.it/incucinaconlaci/rosticciana-al-forno/ https://www.cookaround.com/ricetta/rosticciana-al-limone-e-origano-con-patate.html https://blog.giallozafferano.it/cucinaitalianaedintorni/rosticciana-sugo/ https://blog.giallozafferano.it/cookingtime/rosticciana/ http://blog.giallozafferano.it/lakambusa/rosticciana-salsa-barbecue/ http://blog.giallozafferano.it/squisitezze/rosticciana-in-umido-con-le-olive-3/ http://blog.giallozafferano.it/cuciniamoinsiemeconmary/rosticciana-e-salsiccia-al-sugo/ https://www.cookaround.com/ricetta/rosticciana-al-vino-bianco.html https://www.cookaround.com/ricetta/rosticciana-agrodolce-con-peperoni-e-ananas.html?refresh_cens Altri progetti Cucina toscana Piatti a base di maiale
Introduzione al cristianesimo è un libro di Joseph Ratzinger pubblicato nel 1968, che affronta un'introduzione alla fede cristiana a partire dal Simbolo apostolico. Il libro nacque dalle lezioni tenute dal professor Ratzinger nell'Università di Tubinga nel 1967. Contenuto «Io credo... Amen» Il libro si apre con una lunga introduzione sul concetto di "fede", svolta in due momenti: il problema del "credere" nel mondo moderno (in relazione alla mentalità tecnico-scientifica prevalente) e il problema della fede in rapporto con la Chiesa. Secondo Ratzinger, la fede «non è una forma incompleta di conoscenza» in quanto appartiene «all'ambito delle decisioni fondamentali, di cui l'uomo deve inevitabilmente assumersi la responsabilità»: La fede cristiana viene inoltre presentata a partire da una prospettiva personale: Infine, la presentazione della fede come "Parola" e come "Simbolo" porta a comprenderla come «essenzialmente collegata al 'tu' e al 'noi'»: Dio Ratzinger passa poi ad analizzare i contenuti del Simbolo apostolico, strutturato in tre parti fondamentali (Dio – Cristo – Spirito e Chiesa). La trattazione su Dio viene affrontata a partire dal problema di "Dio" nell'esperienza umana. Prosegue quindi con la rivelazione della Bibbia ebraica (in cui Dio è concepito contemporaneamente come «Dio personale» e «Essere assoluto») fino a giungere all'esperienza della Chiesa primitiva (che dovette confrontarsi con il Dio della filosofia greca). Nel mondo attuale, la fede nel Dio cristiano viene invece collegata a due scelte fondamentali: il «primato del Lògos» («la fede cristiana in Dio comporta innanzitutto la decisione per il primato del lògos sulla pura materia. [...] La fede implica che pensiero e significato non costituiscano solo un prodotto secondario e casuale dell'essere, ma che tutto l'essere sia prodotto del pensiero» il problema del Dio personale («la fede cristiana in Dio è un credere che il pensiero originario, di cui il mondo rappresenta il pensato, non sia una coscienza anonima e neutrale, ma sia libertà, amore creativo, Persona»). Da qui l'idea che «la suprema legge del mondo non è la necessità cosmica, ma la libertà». La concezione di Dio come Persona (che porta con sé «il primato del particolare sull'universale») apre quindi la trattazione del problema della Trinità, di cui si presenta uno sforzo di comprensione secondo tre "tesi" (il "paradosso" trinitario «riguarda significato originario di unità e molteplicità», «è in funzione del concetto di persona e va inteso come un'implicanza interna di tale concetto», «fa riferimento al problema di assoluto e relativo, ed evidenzia l'assolutezza del relazionale»). La professione di fede nella Trinità, secondo Ratzinger, apre quindi a una visione cristiana della realtà e dell'essere: Gesù Cristo La trattazione sulla professione di fede in Gesù parte dal problema del rapporto tra Gesù storico e Gesù della fede. Rispetto all'approccio della teologia moderna (che deve "scegliere" tra «Gesù o Cristo») Ratzinger argomenta la tesi che «Gesù sussiste soltanto come il Cristo e il Cristo non altrimenti che in Gesù», a partire dalla comprensione e dall'approfondimento dei contenuti della fede primitiva (in particolare, nella teologia giovannea) e del processo che portò alla nascita del dogma cristologico. Vengono quindi analizzate le vie della cristologia, che nascono dalla professione di fede in Gesù Cristo, e definiscono alcuni contenuti fondamentali della fede cristiana: il problema dell'incarnazione, il problema della redenzione (soteriologia) e il problema dell'escatologia (Cristo come «ultimo uomo» il nuovo adamo). Segue un consistente excursus in cui, a partire dalla professione di fede nella Trinità e in Gesù come Cristo, Ratzinger delinea alcune «strutture fondamentali dell'essere cristiano» e tenta di offrire una sintesi dell'«essenza del cristianesimo»: Infine, viene affrontato lo sviluppo della fede in Cristo presente nel Simbolo: il concepimento "per opera dello Spirito Santo" («il concepimento di Gesù [da Maria Vergine per opera dello Spirito Santo] non significa che nasce un nuovo Dio-Figlio, ma che Dio, in quanto Figlio nell'uomo-Gesù, attrae a sé la creatura uomo tanto da essere lui uomo [...] Dio ha posto dentro la sterile e disperata umanità un nuovo inizio, che non è un risultato della sua storia, bensì un dono dall'alto») la passione («Nel Nuovo Testamento, la croce appare primariamente come un movimento dall'alto in basso. Essa non è la prestazione propiziatrice che l'umanità offre al Dio sdegnato, bensì l'espressione di quel folle amore di Dio, che si abbandona senza riserve all'umiliazione per redimere l'uomo; è il suo modo di avvicinarsi a noi, non viceversa») da cui scaturisce il culto cristiano e il senso del sacrificio («Il sacrificio non consiste in un dare a Dio ciò che egli non avrebbe senza di noi, bensì nel diventare completamente accoglienti e nel lasciarci totalmente prendere da lui. Lasciare che Dio agisca in noi: ecco il sacrificio cristiano») la discesa agli inferi la resurrezione l'ascensione il Giudizio finale Lo Spirito e la Chiesa Degli ultimi articoli del Simbolo (riguardanti lo Spirito Santo e la Chiesa) viene innanzitutto sottolineata l'unità intrinseca, in quanto trattano del «prolungamento della storia di Cristo nel dono dello Spirito». Vengono quindi affrontati in particolare due problemi: quello della Chiesa (definita "santa" e "cattolica") e quello della «resurrezione della carne». Edizioni Joseph Ratzinger, Introduzione al cristianesimo. Lezioni sul simbolo apostolico, Queriniana, 2005, pp. 368, ISBN 9788839928511 Joseph Ratzinger, Einführung in das Christentum: (Vorlesungen über das apostolische Glaubensbekenntnis), München 1968, ISBN 3828949320 Voci correlate Gesù di Nazaret (saggio) Collegamenti esterni Papa Benedetto XVI Saggi di religione
Biografia Salvatore Pisani nasce il 20 luglio 1859 a Mongiana, sul massiccio montuoso delle Serre calabre, da Gabriele, sarto, e Teresa Pisani. Cresciuto all'ombra degli artisti che lavoravano presso l'antica fabbrica d'armi del paese natale, famosi per la perizia nei lavori di cesello e nelle damaschinature, attira l'attenzione di Giuseppe Albonico, un ingegnere sondrasco che esercitava la sua professione a Reggio Calabria. Questi lo segnala, tramite il fratello Luigi, parroco di Tirano, al mecenate Luigi Torelli, patriota e senatore valtellinese. Nel 1875 affronta la prima prova ufficiale di scultura a Roma dove, in un locale del Senato, sotto la direzione dell'artista Giulio Monteverde, alla presenza del pittore romano marchese Giuseppe Vitelleschi, modella un busto di Alessandro Manzoni. Nel 1876 si iscrive all'Accademia di belle arti di Brera. Nel 1880 realizza per l'ossario di Solferino i busti in gesso dei generali “Auger”, “Cler”, “Beuret”, “Espinasse” e “Dieu”. Nel 1883 frequenta il corso di “Modellatura”, tenuto da Francesco Barzaghi, e realizza due bassorilievi per la cappella funebre del pittore Francesco Hayez nel Cimitero Monumentale di Milano. Nel 1886 entra a far parte del giurì d'ammissione della “Permanente” assieme ad Enrico Butti, Luigi Secchi, Francesco Confalonieri, Donato Barcaglia, Enrico Cassi, Riccardo Ripamonti e Lodovico Pogliaghi. Nel 1892 realizza un Angelo per il gugliotto Vandoni del Duomo di Milano e nel 1893 scolpisce per il gugliotto Cesa-Bianchi del Duomo di Milano un Angelo e un Re di Giuda (Roboamo). Nel 1894 realizza il monumento in bronzo a Giovanni Battista Piatti, collocato a Milano, in Largo La Foppa, su un piedistallo disegnato dall'architetto Luca Beltrami. Nel 1906, all'esposizione internazionale di Milano, sotto l'alto patronato del Re d'Italia, in occasione dell'inaugurazione del valico del Sempione, espone il mezzobusto in gesso “Ritratto della marchesa Isimbardi-Taverna”. Muore a Milano il 18 settembre 1920. Bibliografia Domenico Pisani, “Salvatore Pisani scultore 1859 - 1920”, Pizzo Calabro, Edizioni Esperide, 2012. Vittore e Claudio Buzzi, “Le vie di Milano. Dizionario di toponomastica milanese”, Editore Ulrico Hoepli Milano, 2005 Enzo Le Pera, “Arte di Calabria tra Otto e Novecento. Dizionario degli artisti calabresi nati nell'Ottocento”, Rubbettino Editore, 2002
Biografia Mantzaros fu il fondatore della scuola musicale delle Isole Ionie. Di origini aristocratiche veneziane, apparteneva ad una delle più importanti famiglie del Libro d'oro di Corfù e non si è mai considerato un compositore professionale, bensì un nobile dilettante. Imparò musica nella sua città natale dai fratelli Stefano (pianoforte) e Gerolamo (violino) Pojago, Stefano Moretti da Ancona (contrappunto) e un certo 'cavaliere' Barbati, probabilmente un napoletano (contrappunto, composizione e strumentazione). Presentò le sue prime composizioni nel 1815 nel Teatro di San Giacomo a Corfù, e già nel 1819 fino al 1826 visitò l'Italia (Venezia, Milano, Napoli) dove incontrò altri compositori professionisti, come Niccolò Antonio Zingarelli. Compose anche musica sacra cattolica e ortodossa, musica strumentale, per pianoforte e per banda. Mise in musica il poema di Dionysios Solomos "Imnos tin eleuteria", destinato a diventare l'inno nazionale greco. Era amico di Niccolò Tommaseo, Severiano Fogacci, Vincenzo Nannuci, Paolo Costa e altri letterati italiani. Altri progetti Collegamenti esterni
Carriera Caratterista attiva dagli anni ottanta, ha avuto ruoli ricorrenti in diverse serie televisive. Prima di intraprendere la carriera di attrice, Mel Harris era apparsa più volte nel celebre game show Pyramid. Nominata nel 1989 da Harper's Bazaar come una delle "10 donne più belle d'America" (la celebre rivista le ha dedicato la copertina del numero dell'ottobre 1988), nello stesso anno è coprotagonista nella commedia di successo Un poliziotto a 4 zampe assieme a James Belushi. Tra le serie TV di successo a cui ha partecipato, si segnala il personaggio di Hope Murdoch Steadman in 85 episodi di In famiglia e con gli amici (1987-1991, serie vincitrice di numerosi Emmy Awards) e quello di Carly in Troppi in famiglia (1996-1998) Per il ruolo di Hope, la Harris è stata candidata al Golden Globe per la miglior attrice in una serie drammatica nel 1990. Più recentemente è nel cast di Saints & Sinners (2007) e in Shut Eye (2016). Filmografia parziale Cinema Wanted vivo o morto (Wanted: Dead or Alive), regia di Gary Sherman (1987) Un poliziotto a 4 zampe (K-9), regia di Rod Daniel (1989) La maledizione dell'impiccato (Hangman's Curse), regia di Rafal Zielinski (2003) Televisione In famiglia e con gli amici (Thirtysomething) - serie TV, 85 episodi (1987-1991) Troppi in famiglia (Something So Right) - serie TV, 37 episodi (1996-1998) Vagone letto con omicidio (South by Southwest) - film TV (1997) Dawson's Creek serie TV, 1 episodio 3x08 (1999) Stargate SG-1 - serie TV, 3 episodi (2002-2005) - Oma Desala Dr. House - Medical Division (House, M.D.) - serie TV, episodio 2x16 (2006) Saints & Sinners - serie TV, 61 episodi (2007) Shut Eye - serie TV, 9 episodi (2016) Doppiatrici italiane Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Mel Harris è stata doppiata da: Laura Boccanera in Troppi in famiglia, Cold Case - Delitti irrisolti Marina Tagliaferri in In famiglia e con gli amici Ida Sansone in Un poliziotto a 4 zampe Roberta Greganti in Dr. House - Medical Division Altri progetti Collegamenti esterni
La 46ª edizione dei Directors Guild of America Award si è tenuta il 5 marzo 1994 al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills e al Russian Tea Room di New York e ha premiato i migliori registi nel campo cinematografico, televisivo e pubblicitario del 1993. La cerimonia di Beverly Hills è stata presentata da Carl Reiner, mentre quella di New York da Charlie Rose. Le nomination per il cinema sono state annunciate il 24 gennaio 1994,, quelle per la tv il 31 gennaio 1994, mentre quelle per la pubblicità sono state annunciate il 2 febbraio 1994. Cinema Film Steven Spielberg – Schindler's List - La lista di Schindler (Schindler's List) Jane Campion – Lezioni di piano (The Piano) Andrew Davis – Il fuggitivo (The Fugitive) James Ivory – Quel che resta del giorno (The Remains of the Day) Martin Scorsese – L'età dell'innocenza (The Age of Innocence) Documentari Barbara Kopple – Fallen Champ: The Untold Story of Mike Tyson (film tv) Shari Cookson – Skinheads USA: Soldiers of the Race War (film tv) Bruce Kuerten and John DiJulio – From Fields of Promise (film tv) Susan Raymond – I Am a Promise: The Children of Stanton Elementary School Susan Steinberg – American Masters per la puntata Paul Simon: Born at the Right Time (film tv) Televisione Serie drammatiche Gregory Hoblit – NYPD - New York Police Department (NYPD Blue) per l'episodio Quindicesimo distretto (Pilot) Lou Antonio – La famiglia Brock (Picket Fences) per l'episodio The Dancing Bandit Charles Haid – NYPD - New York Police Department (NYPD Blue) per l'episodio Confessioni a rischio (True Confessions) Eric Laneuville – NYPD - New York Police Department (NYPD Blue) per l'episodio La promozione (From Hare to Eternity) Barry Levinson – Homicide (Homicide: Life on the Street) per l'episodio Partners (Gone for Goode) Serie commedia James Burrows – Frasier per l'episodio Il bravo figliolo (The Good Son) Peter Bonerz – Murphy Brown per l'episodio Angst for the Memory Tom Cherones – Seinfeld per l'episodio Vero o finto (The Mango) Michael Lange – Un medico tra gli orsi (Northern Exposure) per l'episodio Preghiera per qualcuno che abbiamo amato (Kaddish for Uncle Manny) Betty Thomas – Dream On per l'episodio Parto di Natale (Silent Night, Holy Cow) Film tv e miniserie Michael Ritchie – The Positively True Adventures of the Alleged Texas Cheerleader-Murdering Mom Emile Ardolino – Gypsy Robert Butler – Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman (Lois & Clark: The New Adventures of Superman) per l'episodio pilota (prima e seconda parte) (Pilot (Part 1&2)) Ian Sander – I'll Fly Away: Then and Now Roger Spottiswoode – Guerra al virus (And the Band Played On) Soap opera Jill Mitwell – Una vita da vivere (One Life to Live) per la 6356ª puntata Bruce S. Barry – Sentieri (Guiding Light) per l'11644ª puntata Joseph Behar – General Hospital per la 7819ª puntata Brian Mertes – Sentieri (Guiding Light) per l'11563ª puntata Michael Stich – Beautiful (The Bold and the Beautiful) per la puntata del 17 dicembre 1993 Trasmissioni musicali e d'intrattenimento Jeff Margolis – 65ª edizione della cerimonia dei Premi Oscar Humphrey Burton – Leonard Bernstein Place Hal Gurnee – Late Night with David Letterman Louis J. Horvitz – Kennedy Center Honors Don Scardino – Tracey Ullman Takes On New York Pubblicità James Gartner – spot per FedEx (Applause; Golden Package), AT&T (Baseball & Piroshki) Mark Coppos – spot per UPS (Drivers; The Office), Reebok (Kick/Farmer-Patrick), MasterCard (Supermarket), Infiniti (Walkaround/Rehearsal) Daniel Duchovny – spot per Wachovia (Crown Account), Pine Street Inn (I'll Be Home For Christmas), Foundation Health (Otters), Harvard Community Health Plan (Scott) Peter Goldschmidt – spot per Air France (Speed of Sound) Joe Pytka – spot per Pepsi (Playground), Nike (Barkley of Seville) Premi speciali Premio D.W. Griffith Robert Altman Premio Frank Capra Peter A. Runfolo Premio Franklin J. Schaffner James Wall Robert B. Aldrich Service Award Burt Bluestein Note Collegamenti esterni Cinema nel 1993 Televisione nel 1993 1994
Indoeuropeista, diede fondamentali contributi allo sviluppo della teoria delle laringali e fu tra i primi sostenitori di un legame genetico tra le lingue indoeuropee e quelle semitiche. Biografia Nato nella parrocchia danese di Hjerpsted, presso Tønder adesso nella regione di Syddanmark, nel 1864 Möller divenne suddito tedesco in seguito alla Seconda guerra dello Schleswig; compì quindi i suoi studi superiori in Germania. Nel 1883 iniziò a insegnare filologia germanica all'Università di Copenaghen, incarico che tenne per oltre trentacinque anni. Gli studi In Das altenglische Volksepos in der ursprünglichen strophischen Form ("L'epica popolare in antico inglese nella sua forma metrica originale", 1883) sostenne che originariamente il Beowulf aveva uno schema metrico fisso, che sarebbe stato corrotto in seguito da altri poeti. La principale opera di Möller, Vergleichendes indogermanisch-semitisches Wörterbuch ("Dizionario comparativo indoeuropeo-semitico"), fu pubblicata nel 1911; in essa il linguista propose la sua teoria, secondo la quale le famiglie linguistiche indoeuropea e semitica sarebbero filogeneticamente correlate; tale formulazione dell'ipotesi non ha riscontrato il consenso della comunità scientifica degli indoeuropeisti, anche se il problema della correlazione tra indoeuropeo e semitico è rimasto oggetto di dibattito come parte della più ampia teoria nostrasista. All'epoca, comunque, la proposta di Möller riscosse il consenso di importanti linguisti come Holger Pedersen e Louis Trolle Hjelmslev, secondo il quale, anzi, «che vi sia una relazione genetica tra indoeuropeo e camito-semitico è stato dimostrato nel dettaglio dal linguista danese Hermann Möller»; le sue ricerche in quest'ambito furono continuate dal francese Albert Cuny e, più recentemente, dallo statunitense Saul Levin. A Möller si deve anche una nuova versione della teoria delle laringali già ipotizzata da Ferdinand de Saussure nel 1878; il linguista danese espose la sua teoria in Die semitisch-vorindogermanischen laryngalen Konsonanten ("La laringale semitico-preindoeuropea", 1917). . Opere Saggi Das altenglische Volksepos in der ursprünglichen strophischen Form, Kiel-Lipsia, Lipsius & Tischer, 1883 Zur althochdeutschen Allitterationspoesie, Kiel-Lipsia, Lipsius & Tischer, 1888 Semitisch und Indogermanisch. Teil l. Konsonanten [opera incompiuta, vol. I], Copenaghen, H. Hagerup, 1906. Ora in: Semitisch und Indogermanisch. Teil l. Konsonanten, Hildesheim-New York, Georg Olms, 1978 ISBN 3487066696 Indoeuropaeisk-semitisk sammenlignende glossarium, Copenaghen, Trykt i Universitetsbogtrykkeriet, 1909 Vergleichendes indogermanisch-semitisches Wörterbuch, Gottinga, Vandenhoeck & Ruprecht, 1911. Ora in: Vergleichendes indogermanisch-semitisches Wörterbuch [1970], Gottinga, Vandenhoeck & Ruprecht, 1997 ISBN 3525261152 Die semitisch-vorindogermanischen laryngalen Konsonanten, Copenaghen, Andr. Fred. Høst., 1917 Curatele e scritti vari Den Ældre Edda, 2 voll., Copenaghen, Steen, 1870 (?) La preposizione tedesca gegen, Bologna, Tip. Gamberini e Parmeggiani, 1915 (?) Sul problema della parentela delle lingue: Lettere ad A. Meillet, Bologna, Tip. Gamberini e Parmeggiani, 1915 Note Bibliografia Trad. it.: Ora in: Voci correlate Indoeuropeistica Popoli indoeuropei Lingue indoeuropee Linguistica comparativa Teoria delle laringali Altri progetti Collegamenti esterni Indoeuropeisti
Carriera Daniel Teklehaimanot conseguì la prima vittoria nel circuito UCI Africa Tour nel 2007, quando si impose nella sesta tappa del Tour de l'Érythrée. L'anno successivo diventò campione d'Eritrea su strada e, alla fine della stagione, anche campione africano nella cronometro under-23 (fu secondo nella prova in linea). Negli ultimi mesi del 2008, la squadra polacca Amore & Vita-McDonald's gli offrì un posto da stagista, ma dovette rifiutare a causa di problemi con la federazione eritrea. Nel 2009 partecipò al Tour de l'Avenir con la squadra mista del Centre Mondial du Cyclisme, terminando sesto. L'anno dopo vinse una tappa alla Coupe des Nations Ville de Saguenay, gara valida per la Coppa delle Nazioni U23; prese quindi parte nuovamente al Tour de l'Avenir, ma pur essendo tra i favoriti per il successo finale dovette ritirarsi durante la sesta tappa. Nel finale di stagione gareggiò come stagista per il Cervélo TestTeam. In novembre riuscì a vincere i cinque titoli dei campionati africani – in linea e a cronometro sia Under-23 che Elite e la cronosquadre – e successivamente ad aggiudicarsi il Tour du Rwanda. Nel 2011 ottiene altri due titoli continentali, a cronometro e nella cronometro a squadre, oltre al secondo posto (alle spalle del marocchino Adil Jelloul) nella classifica finale del circuito UCI Africa Tour. Nel 2012 debutta ufficialmente da professionista tra le file della neonata formazione World Tour australiana Orica-GreenEDGE. In quella stagione partecipa alla prova in linea dei Giochi olimpici di Londra, classificandosi 73º; partecipa e porta a termine poi la Vuelta a España. Nel 2013, sempre tra le file dell'Orica-GreenEDGE, ottiene il primo successo da professionista in Europa, aggiudicandosi la Prueba Villafranca de Ordizia in Spagna. Per la stagione 2014 gareggia tra le file della MTN-Qhubeka, formazione sudafricana con licenza Professional Continental. Durante l'anno partecipa alla Vuelta a España, concludendola al 47º posto. Nel 2015 vince il titolo nazionale a cronometro, e conquista la classifica scalatori al Critérium du Dauphiné. Al seguente Tour de France conquista la maglia a pois di leader della classifica scalatori al termine della sesta tappa: è il primo ciclista africano ad indossarla. Porta tale maglia per cinque giorni, e conclude la corsa al 49º posto. Partecipa al Giro d'Italia 2017, suo debutto nella "corsa rosa", vestendo la maglia blu di capoclassifica dei Gran premi della montagna durante la seconda e terza tappa. Nel 2018 si accasa nella squadra francese Cofidis, ma a fine stagione non viene confermato. Palmarès 2007 (dilettanti) 6ª tappa Tour de l'Érythrée 2008 (dilettanti) Campionati africani, Prova a cronometro Under-23 Campionati eritrei, Prova in linea 2009 (dilettanti) 1ª tappa Tour de l'Érythrée 3ª tappa Tour de l'Érythrée 2010 (dilettanti) Campionati africani, Prova in linea Under-23 Campionati africani, Prova a cronometro Under-23 Campionati africani, Prova in linea Campionati africani, Prova a cronometro 2ª tappa Coupe des Nations Ville de Saguenay 2ª tappa Tour du Rwanda Classifica generale Tour du Rwanda 2011 (dilettanti) 4ª tappa La Tropicale Amissa Bongo (Lambaréné) 1ª tappa Kwita Izina Cycling Tour 2ª tappa Kwita Izina Cycling Tour 3ª tappa Kwita Izina Cycling Tour Classifica generale Kwita Izina Cycling Tour Campionati eritrei, Prova a cronometro 5ª tappa Tour d'Algérie Campionati africani, Prova a cronometro 2012 (GreenEDGE, tre vittorie) Campionati eritrei, Prova in linea Campionati eritrei, Prova a cronometro Campionati africani, Prova a cronometro 2013 (Orica-GreenEDGE, due vittorie) Prueba Villafranca de Ordizia Campionati africani, Prova a cronometro 2015 (MTN-Qhubeka, una vittoria) Campionati eritrei, Prova a cronometro 2016 (Team Dimension Data, due vittorie) Campionati eritrei, Prova in linea Campionati eritrei, Prova a cronometro Altri successi 2010 (dilettanti) Campionati africani, Cronometro a squadre 2011 (dilettanti) Campionati africani, Cronometro a squadre 2012 (GreenEDGE) Campionati africani, Cronometro a squadre 2013 (Orica-GreenEDGE) Campionati africani, Cronometro a squadre 2015 (MTN-Qhubeka) Campionati africani, Cronometro a squadre Classifica scalatori Critérium du Dauphiné 2016 (Team Dimension Data) Classifica scalatori Critérium du Dauphiné 2017 (Team Dimension Data) Classifica Traguardi Volanti Giro d'Italia Piazzamenti Grandi Giri Giro d'Italia 2017: 111º Tour de France 2015: 49º 2016: 85º Vuelta a España 2012: 146º 2014: 47º Classiche monumento Milano-Sanremo 2014: ritirato 2018: 163º Liegi-Bastogne-Liegi 2014: 125º 2015: ritirato 2016: ritirato Giro di Lombardia 2013: ritirato Competizioni mondiali Campionati del mondo Melbourne 2010 - In linea Under-23: 61º Copenaghen 2011 - In linea Elite: 143º Toscana 2013 - Cronometro Elite: 54º Toscana 2013 - In linea Elite: ritirato Doha 2016 - In linea Elite: ritirato Innsbruck 2018 - Cronometro Elite: non partito Yorkshire 2019 - In linea Elite: ritirato Giochi olimpici Londra 2012 - In linea: 73º Rio de Janeiro 2016 - In linea: 43º Note Altri progetti Collegamenti esterni Nati in Eritrea
Seven Kingdoms (七王國 in cinese, Qī Wáng Guó in pinyin) è un videogioco strategico in tempo reale sviluppato da Trevor Chan della Enlight Software e pubblicato nel 1997 per Windows. Il gioco permette di sfidare fino a 6 regni avversari in un'unica partita, conquistandoli distruggendo tutti i loro edifici e le loro città o facendoli arrendere in cambio di denaro. Il gioco ha avuto, l'8 giugno 1998, una patch/espansione chiamata Ancient Adversaries, che aggiunge 3 nuove civiltà alle 7 preesistenti. La serie è inoltre proseguita con un sequel chiamato Seven Kingdoms II: The Fryhtan Wars del 1999 e uno spinoff chiamato Seven Kingdoms: Conquest del 2008. Modalità di gioco Il gameplay di Seven Kingdoms si discosta molto dalla classica tattica consistente nel raccogliere risorse, costruire edifici ed eserciti ed attaccare, tattica perpetuata in vari giochi di strategia in tempo reale come Starcraft, Command & Conquer e Age of Empires. La parte economica del gioco rappresenta piuttosto una somiglianza con vari giochi di strategia a turni, come ad esempio Total War. Prima di tutto, esistono due risorse: cibo e oro. Il cibo si può guadagnare grazie al lavoro dei contadini, mentre l'oro si guadagna mediante commercio, saccheggio e tasse. Esiste anche un parametro chiamato reputazione, che può incrementare ogni anno (ma anche diminuire) in base alle scelte fatte in tutta la partita, siano essi tassazioni o regali ai paesani oppure infrazioni di accordi con altri regni. Una reputazione molto alta può rendere il popolo molto più leale verso il proprio signore, e i propri specialisti molto più leali. Un modo efficiente per un'economia stabile è la raccolta di materiali grezzi (vale a dire rame, ferro e argilla) attraverso l'utilizzo delle miniere, che richiedono 8 posti di lavoro. Tali materiali possono essere lavorati dalle industrie e convertiti in prodotti che si possono vendere al mercato. Il gioco possiede un sistema di spionaggio che permette al giocatore di allenare e controllare spie individualmente, con un'abilità di spionaggio che incrementa col tempo. Effettivamente, il giocatore sarà responsabile nel catturare spie nel proprio territorio. Le taverne, una volta costruite, consentono di reclutare mercenari di varie nazioni, occupazioni ed abilità. Un'abile spia appartenente ad una nazione nemica può essere molto utile ed essenziale per un programma di spionaggio ben condotto, e in ogni caso il giocatore può migliorare la propria economia, il proprio esercito o la propria scienza reclutando un abile guerriero o assegnando uno specialista alle proprie miniere, industrie e torri di scienza dandole un bonus. As esempio, un abile generale Persiano può rendere la cattura e la guardia ad un villaggio indipendente molto più facile. Il sistema di diplomazia nel gioco è abbastanza simile a quello di vari giochi di strategia a turni, poiché dà la possibilità, una volta ricevuta un'offerta o una richiesta di diplomazia, di accettare o di rifiutare. È possibile fare trattati di pace, amicizia, commercio, guerra ed alleanza, offerte o richieste di cibo o denaro, scambio di tecnologie o anche la cessione del proprio trono ad un giocatore superiore. Si può anche vedere, nella schermata "Ranking", una classifica dei giocatori attivi e visualizzare i propri livelli militari ed economici, rendendo naturale un'alleanza con le fazioni più forti. È possibile visualizzare la leadership e la lealtà dei soldati e dei generali nella loro apposita schermata. A proposito di lealtà, il massimo di lealtà di ogni insediamento è di 100, mentre il minimo consigliato è di 40; se si scende sotto tale livello minimo, c'è il rischio di ribellione. Le tasse, a prezzo di una buona porzione di lealtà, permettono di ricevere oro dall'insediamento, mentre regalare denaro permette di diminuirne il rischio di insubordinazione. Si può anche fare un ciclo di tassazione e di regali all'insediamento cliccando col tasto destro del mouse sull'icona desiderata e selezionando il livello massimo consentito da tale funzione, valido sia per le tasse sia per i regali. Nel caso il proprio re cada, servirebbe un generale dal livello di leadership più alto nel gioco, in modo da poter ridurre il rischio di ribellioni in tutto l'impero. L'allenamento di unità militari può essere impegnativo e richiedere molto tempo e molte risorse, il che spiega il motivo per cui esistono assedi nel gioco in cui vengono impiegate varie macchine d'assedio, come Catapulte, Porcospini ed Unicorni (nuova macchina da guerra introdotta nell'espansione). Le macchine d'assedio, che possono potenziarsi dal Mark I al Mark III (tranne i Porcospini) sono le seguenti: Le catapulte sono le armi di base per la difesa d'assedio. Quando raggiungono i livelli Mark II e III possono lanciare proiettili alla naftalite infiammata invece di pietre. Le balliste possono attaccare tutti i bersagli provenienti da ogni dove, terra, mare o aria che siano. I cannoni possono attaccare tutti i bersagli provenienti da ogni dove, terra, mare o aria che siano. La disponibilità richiede la ricerca Ballista Mark II. I porcospini sono armi strane e terrificanti, poiché sono in realtà pieni di esplosivi. Per essere attivati, bisogna bersagliarli con catapulte, cannoni o sputafuoco. Quando un porcospino esplode accanto ad un altro, avverrà una reazione a catena. La loro disponibilità richiede la ricerca dello sputafuoco Mark II. Gli sputafuoco possono, non a caso, distruggere praticamente tutto grazie alle loro lingue di fuoco. Richiedono la ricerca Catapulta Mark II. Gli unicorni sono esseri indomabili, e ineguagliabili nella distruzione a fuoco rapido. Richiedono la ricerca Porcospino Mark I. È inoltre possibile iniziare scambi commerciali marittimi o anche trasportare truppe via mare attraverso un apposito porto. I commercianti, già disponibili, possono trasportare fino a 250 materiali grezzi o beni finiti, ma non soldati, lavoratori o paesani. I trasporti, anch'essi già disponibili, possono portare fino a 9 persone o armi (anche in combinazione), ma sono completamente vulnerabili in battaglia. Le caravelle sono più avanzate rispetto ai commercianti dato che possono anche difendersi da soli con i loro cannoni. Possono sia trasportare 250 materiali grezzi o beni finiti, sia 9 persone o armi (anche combinate). La loro ricerca si sblocca ricercando il Cannone Mark I. I galeoni sono i veri re dei mari. Possono sia trasportare 250 materiali grezzi o beni finiti, sia 9 persone o armi (anche combinate). Possono difendersi con un cannone in battaglia. La loro ricerca si sblocca ricercando la Caravella. Esistono diversi edifici in tutto il gioco: Forte: richiede un abitante esperto in leadership, in genere un soldato, che va promosso a generale. Consente di reclutare fino a 8 soldati per forte al comando di un generale (o del re) Miniera: va piazzata sopra un materiale grezzo, che verrà poi trasportato nelle industrie. Industria: è lì dove i materiali grezzi vanno convertiti in beni finiti. Con un insieme di industrie riempite al massimo, la scorta di beni sarà praticamente infinita, rendendo possibile la dominazione economica. Mercato: punto focale dell'economia di un impero, lì si possono acquistare e vendere beni, e quindi generare i soldi necessari per costruire un imponente impero. Taverna: consente di reclutare mercenari, esiliati dalle loro terre, o in cerca di avventura o di denaro; possono essere grandi generali, abili artigiani, folli scienziati o formidabili spie. Industria d'assedio: consente di costruire le armi d'assedio, cioè le catapulte, le balliste, i cannoni, i porcospini, gli sputafuoco e gli unicorni. Torre della scienza: la scienza è fondamentale per tenere il proprio impero in testa all'inevitabile corsa alle armi. Porto: consente di stabilire rotte commerciali marittime e di creare navi da trasporto per le truppe. Seggio del potere: consente di evocare un Grande Essere (in genere un Dio) che concede un beneficio diverso a seconda della civiltà che lo evoca. Civiltà Nel gioco standard vanilla appaiono 7 civiltà giocabili, ognuna con le proprie armi uniche e i propri stili di gioco: I Greci eccellono nel loro uso di spade, a cui sono allenati fin dalla loro infanzia, il che li rende esperti nel combattimento corpo al corpo dell'arte della guerra. Non possono guadagnare nuove abilità, ma possono comunque rinforzare quelle già presenti. Possiedono una spada lunga (danno 5-8) e uno scudo capace di bloccare le frecce (ma solo quelle provenienti da una sola direzione). Conosciuti per le loro abilità nelle arti marziali, i Cinesi possiedono un attacco ben bilanciato e devastante. La loro arma base è l'alabarda (danno 6-16), e possono usare l'arco con frecce (danno 5-8) a partire dal livello 30 di combattimento. I Giapponesi sono spadaccini abili e veloci nell'attacco. Quando infervorati da una sete di sangue, possono addirittura eliminare un nemico in un colpo solo. Possiedono una katana (danno 5-8) come arma principale, e nessuna arma aggiuntiva dato che la usano a due mani. Ogni 90 secondi possono scatenare un attacco Berseker (danno 32) una volta raggiunto il livello 55 di combattimento. I Persiani nascono arcieri; al contrario dei soldati delle altre nazioni, che devono allenarsi per l'uso dell'arco, i Persiani entrano al servizio del loro signore già abili in quell'arma. La loro arma base è la lancia (danno 3-6) arma poco efficace, ma il loro arco con frecce (danno 6-12) può essere efficace in battaglia, soprattutto con un grandioso esercito. I Vichinghi sono guerrieri brutali grazie alle loro grandi asce, ideali per massacri a distanza avvicinata, e quando allenati a dovere, possono infuriarsi abbastanza e seminare il caos tra le file nemiche. Oltre alle loro asce pesanti (danno 6-12), arma molto pesante di intervallo d'attacco d 4 secondi, il loro attacco speciale Berseker, sbloccabile al livello 50 di combattimento, infliggerà 35 punti danno ogni 2 minuti. Il punto forte dei guerrieri Normanni è la versatilità. Oltre alla sua spada lunga, un singolo guerriero normanno è capace di difendersi col suo scudo, e seminare distruzione a distanza grazie alla sua balestra. I Normanni possiedono uno spadone come arma primaria (danno 5-10), una balestra come arma a distanza (danno 7-10) sbloccabile al livello di combattimento 50 e uno scudo capace di bloccare tutte le frecce di una direzione, sbloccabile al livello 30 di combattimento. Abili nella lotta con la loro mazza chiamata Zanna di Giaguaro, i Maya sono devastanti nel combattimento ravvicinato. La loro unica arma è appunto la suddetta mazza (danno 8-14), che, essendo pesante, richiede un intervallo di tempo di 3 secondi. Nell'espansione Ancient Adversaries si aggiungono altre 3 civiltà: Con tradizioni militari di 3000 anni or sono, gli Egizi sono maestri di tante abilità. La loro arma base è il khopesh (danno 5-9), e possono usare l'arco con frecce (danno 6-9) a partire dal livello 40 di combattimento. Tuttavia, possiedono anche un attacco potente chiamato Frecce di Ra (danno 25) che si sblocca al livello 70 di combattimento, attacco speciale eseguibile ogni 2 minuti. gli Zulu possono scagliare una devastante pioggia di lance. Oltre alla loro arma base, gli assegai (danno 4-7), gli Zulu possono lanciare le loro lance (danno 10-18) ogni 15 secondi una volta raggiunto il livello 30 di combattimento. Quando tale livello raggiunge il livello 50, possono anche bloccare attacchi a distanza quando non stanno lanciando le loro lance. I Moghul possiedono la scimitarra (danno 5-11), un'arma pesante di intervallo d'attacco di 3 secondi, e anche un attacco Berseker (danno 30), di intervallo d'attacco 100 secondi, che si può eseguire quando si raggiunge il livello 60 di combattimento. Grandi Esseri Ogni civiltà possiede anche una propria struttura chiamata "Seggio del potere", dove potrà invocare il proprio "Grande Essere" (Greater Being), ognuno con i propri poteri speciali. Per fare ciò, serve un'apposita pergamena, trovabile nei covi dei Fritani. Jing Nung: Grande Essere dei Cinesi. È capace di sputare palle di fuoco che seminano morte e distruzione nei ranghi nemici. Fenice: Grande Essere Greco. Raddoppia il raggio d'azione e di visione di ogni unità, consente di svelare ogni identità di eventuali spie, e fa vedere tutte le strutture della mappa. Signore della guarigione: Grande Essere dei Persiani. È capace di ristabilire la salute di ogni soldato, paesano e anche arma d'assedio nelle vicinanze. Dragone: Grande Essere dei Normanni. È capace di sputare palle di fuoco che seminano morte e distruzione nelle città nemiche. Tornitori di menti: Grande Essere dei Giapponesi. Al comando dell'invocatore, soldati, operai e paesani nemici verranno colpiti dalla sua magia e subiranno un calo di lealtà, anche al punto di ribellione. Kukulcan: Grande Essere dei Maya. È capace di alzare i livelli combattivi dei soldati a livelli devastanti. Thor: Grande Essere dei Vichinghi. Grazie al suo aiuto, l'invocatore può portare tempeste e tornado addosso al nemico. Iside: Grande Essere degli Egizi. Grazie al suo potere della fertilità, Iside potrà incrementare la popolazione del villaggio, del borgo o della città che ne viene colpita. L'Anzianissimo: Grande Essere degli Zulu. Il suo potere consente di incrementare le abilità di comando dei generali. Djinni: Grande Essere dei Moghul. È capace di incutere terrore nel cuore dei nemici, tale da far provare risentimento nei confronti del loro signore, perfino al punto di tradimento. Fritani I Fritani (Frithans) sono creature uniche nell'universo della serie Seven Kingdoms. Ne esistono varie razze, abitano in covi particolari e alcuni possiedono addirittura le "Pergamene del potere" che permettono di invocare i "Grandi Esseri". Sono piuttosto potenti, e possono anche attaccare i regni dei giocatori e dei computer. Broosken: gli aculei che crescono sul loro corpo sono armi pericolose. Quando uccisi, le loro pelli possono diventare stuoie di benvenuto e cinture di castità. Deezboanz: sorgono di continuo dalle tombe dei guerrieri morti, senza però possederne né la carne ne i sentimenti. Hanno mantenuto e talvolta migliorato le loro abilità in battaglia. Doink: hanno lo stesso nome del suono fatto quando sono colpiti in testa. Sono facilmente eliminabili con una spada dritta nelle budella. Droog: quando questi terrori giganti dalla faccia di cane triturano le ossa dei nemici non è per sfamarsi, è per svagarsi. Haubudam: due mazze, due teste, due respiri che stordirebbero un bue. È meglio colpirli al corpo, perché quando perdono una testa, possono comunque vivere con l'altra. Holgh: senza cuore, senza testa, senz'anima, sono sempre alla ricerca di carne fresca con la quale riempire temporaneamente il vuoto che hanno dentro. Ick: detti anche Yuck, sono di taglia ridotta, il che gli consente un accesso facile a regioni sotto la cintura a colpi di spada arrugginita. Karrotten: sono in realtà un esperimento malriuscito di un mago. Quando tagliati a fette o a cubetti, sono un'ottima aggiunta allo stufato di Pfith. Pfith parte tartaruga, parte lucertola, parte locusta, godono di una vita lunga, di numeri spaventosi e di una pietà a malapena esistente. Possono però essere uccisi con facilità, e preparati in un gustoso stufato. Rattus: migliaia di anni e migliaia di tonnellate di veleno per topi hanno creato queste creature, resistenti a tutto tranne che a una testa mozzata. Rokken: nati dai terremoti e dalle valanghe, questi esseri rocciosi saranno poco intelligenti, ma basta un solo pugno per mettere fuori gioco anche il più abile guerriero. Sauroidi: fossili viventi che hanno camminato su questa terra per innumerevoli ere, guardano ancora gli umani come guardavano i nostri antenati: piccoli esseri pelosi, buoni solo per un gustoso spuntino. Wyrm: fango, melma e liquami sono il loro cibo preferito, ma possono anche divorare volentieri le interiora di guerrieri abbastanza stupidi da infastidirli. Ancient Adversaries Pubblicato nel 1998 (l'8 giugno in Europa), il pacchetto d'espansione Ancient Adversaries aggiunge 3 nuove civiltà, ovvero gli Egiziani, i Mughal e gli Zulu, e una nuova arma d'assedio, il Porcospino. Pubblicazioni Nel 2010 il gioco è stato reso disponibile sui sistemi Linux nella versione 1.2 di Simple DirectMedia Layer. La versione ufficiale della versione Linux è uscita il 19 gennaio 2012. Il 19 maggio 2015 il gioco ha ricevuto la versione 2.14.5 pubblicata dal progetto open source. Questa versione apporta la correzione di alcuni bug e miglioramenti al gioco multiplayer. Da allora il gioco ha continuato a ricevere aggiornamenti, soprattutto riguardanti il multigiocatore. Accoglienza Vendite Commercialmente, Seven Kingdoms è stato oscurato da altri strategici in tempo reale come Age of Empires, Total Annihilation e Dark Reign, come testimoniato anche da Allen Rausch di CNET Gamecenter. Il gioco è stato battuto soprattutto da Age of Empires, stando a T. Liam McDonald di PC Gamer US, che ha biasimato Seven Kingdoms di "una campagna marketing indifferente e grafiche deboli". Ma sia Rausch che McDonald hanno notato che il gioco ha ricevuto una serie di fan nel 1999, e Rausch ha commentato le "buone vendite" del gioco. Negli Stati Uniti, il gioco ha venduto almeno copie a novembre 1999, stando a PC Data. In tutto il mondo, il gioco, la sua espansione e il suo sequel hanno superato le copie nel 2000. Seven Kingdoms Seven Kingdoms ha ricevuto un'accoglienza "favorevole" stando alle recensioni aggregate sul sito web GameRankings (anche se quasi tutte appartenenti al sequel e non all'originale). Il gioco fu finalista al premio "Miglior Strategico" del 1997 di GameSpot, vinto da Total Annihilation. Stando agli editori, "Anche alla luce della feroce concorrenza delle altre uscite strategiche di prim'ordine di quest'anno, Seven Kingdoms si erge come un prodotto divertente e creativo destinato a essere ricordato." Vinse in compenso il premio "Miglior Gioco Giocato da Nessuno" sempre di GameSpot. Nel 1999, Computer Games Strategy Plus nominò Seven Kingdoms come finalista nella lista "10 Strategici in Tempo Reale Essenziali" Steve Bauman ha scritto "Il combattimento non è niente di entusiasmante, ma pochi giochi RTS hanno una fase di costruzione migliore, con una perfetta rappresentazione visiva del commercio e dell'economia." Ancient Adversaries L'espansione Ancient Adversaries ha ricevuto un'accoglienza "favorevole" su GameRankings. Note Bibliografia Voci correlate Seven Kingdoms II: The Fryhtan Wars Videogioco strategico in tempo reale Collegamenti esterni
Il Cephaloscyllium ventriosum è uno squalo della famiglia Scyliorhinidae. Areale Vivono nella zona subtropicale orientale dell'Oceano Pacifico, nella fascia di latitudini compresa tra 40° N e 37° S. Habitat Preferiscono la parte di oceano al di sopra della piattaforma continentale scegliendo quella a pendenza maggiore in tutta la zona compresa tra la spiaggia e le profondità più grandi. Il loro habitat preferito prevede un fondale roccioso, ricoperto di alghe o da altre piante. Abitano le acque tra la superficie ed i 460 metri di profondità, anche se prediligono quelle comprese tra i 5 ed i 37 metri. Aspetto Raggiunge lunghezze di circa un metro, e può ingrandire il suo corpo gonfiandosi di aria o acqua per ingannare i predatori. Nel 2014 è stato scoperto che la pelle di questo squalo è fluorescente e assume una debole luminosità verde quando il pesce nuota in acque profonde (fin dove arrivano gli ultimi raggi di luce blu). Comportamento Si tratta di un animale notturno. Nel loro ambiente naturale, si possono riunire in gruppo durante il riposo, a volte impilati uno sopra l'altro. Dieta Si nutrono di pesci ossei sia vivi che morti e probabilmente anche di crostacei. Riproduzione Il loro metodo di riproduzione è oviparo. Una volta accoppiati questi animali depongono degli involucri simili a sacche sul fondo del mare. Ogni sacca contiene l'embrione di uno squalo. Dopo diversi mesi la sacca si apre e lo squalo neonato è pronto per uscire. Interazioni con l'uomo Normalmente, di fronte agli esseri umani, questi squali rimangono immobili, ma se minacciati si gonfiano fino a raggiungere il doppio delle loro dimensioni. Possono vivere in acquario per diversi anni e le femmine riescono a deporre uova in cattività. Sono a volte catturati da pescatori sportivi, ma la loro carne non si mangia. Note Bibliografia Animal, Smithsonian Institution, 2005 Altri progetti Scyliorhinidae Taxa classificati da Samuel Garman
L'XI dinastia fa parte della fase della storia dell'Antico Egitto detta Medio Regno e comprende un arco di tempo dal 2150 a.C. al 1990 a.C. Con l'avvento dell'XI dinastia l'Egitto ritrova la sua unità dando vita ad una nuova fase storica che vede una espansione in ambito territoriale e l'affermarsi di nuove forme di tecnologia e di arte. Storia La storia dell'XI dinastia è la storia della lotta di Tebe, e dei suoi governanti, per elevarsi da semplice capoluogo del suo nomo a città dominante su tutto l'Egitto. Con il dissolvimento dell'unità statale seguito alla fine del Antico Regno, il dominio ed il titolo di Re dell'Alto e Basso Egitto passò da Menfi ad Eracleopoli. I primi due sovrani elencati nella Lista di Karnak non assunsero mai, durante la loro vita, alcun titolo legato alla sovranità sull'Egitto nel suo complesso anche se Horo Tepia viene citato con i titoli regali nella lista di sovrani nota come Sala degli Antenati proveniente dal tempio di Karnak. La vittoria definitiva su Eracleopoli giunse con Horo Wah-ankh e con Horo Samtawy, che riconquistò le regioni del delta del Nilo, occupate da genti provenienti dalla Libia e dalla penisola del Sinai, e riunificò l'Egitto dando inizio al periodo chiamato appunto Medio Regno. Lista dei sovrani Esistono inoltre tre sovrani, attestati solamente da riscontri archeologici, che regnarono, presumibilmente in contemporanea, sulle regioni della Nubia sotto il controllo egizio dopo la morte di Montuhotep IV: La durata complessiva di tali regni non dovrebbe aver superato i dieci anni. Note Bibliografia Cimmino, Franco - Dizionario delle dinastie faraoniche - Bompiani, Milano 2003 - ISBN 88-452-5531-X Gardiner, Alan - La civiltà egizia - Oxford University Press 1961 (Einaudi, Torino 1997) - ISBN 88-06-13913-4 Hayes, W.C. - Il Medio Regno in Egitto: dall'ascesa dei sovrani di Herakleopolis alla morte di Ammenemes III - Storia antica del Medio Oriente 1,4 parte seconda - Cambridge University 1971 (Il Saggiatore, Milano 1972) Wilson, John A. - Egitto - I Propilei volume I -Monaco di Baviera 1961 (Arnoldo Mondadori, Milano 1967) Altri progetti Collegamenti esterni http://www.digitalegypt.ucl.ac.uk//Welcome.html http://www.ancient-egypt.org/index.html http://www.eglyphica.de 11
Biografia Dal 1990 al 1994 è stato vicepresidente dell'Unione nazionale comuni comunità enti montani (UNCEM). Nel 1996 e nel 2001 è stato eletto alla Camera dei deputati nel Collegio uninominale di Lavis. È stato vicepresidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle responsabilità relative alla tragedia del Cermis dal 20 gennaio 2000 allo scioglimento. È stato segretario della V Commissione (bilancio, tesoro e programmazione) dal 21 giugno 2001 al 27 aprile 2006. Il 20 marzo 2008 viene nominato dal Governo Prodi Commissario dell'Ente Italiano della Montagna - EIM. Prorogato dal Governo Berlusconi porterà a compimento la sua opera con la nomina dei nuovi organi di governo dell'EIM. Dall'agosto 2010 al luglio 2015 è stato Assessore per le Politiche sociali e per la salute della comunità di Valle delle Giudicarie. Da novembre 2017 è presidente di Autostrada del Brennero S.p.A.. È sposato e ha tre figli . Note Altri progetti Collegamenti esterni Politici dei Democratici di Sinistra Politici del Partito Democratico (Italia) Deputati della XIII legislatura della Repubblica Italiana Deputati della XIV legislatura della Repubblica Italiana
Ha raggiunto la celebrità negli anni novanta come conduttore provocatorio e sopra le righe grazie al suo stile molto esplicito e talvolta polemico. Nel 2006 ha firmato un contratto in esclusiva per la Sirius XM Radio, un'emittente satellitare per soli abbonati. Biografia Stern aspirava a lavorare nel mondo della radio sin dall'età di cinque anni. Mentre frequentava l'Università di Boston ha lavorato presso l'emittente del campus, la WTBU, spostandosi poi per un breve periodo presso la WNTN di Newton, in Massachusetts. Ha sviluppato poi il proprio particolare stile di conduzione presso altre emittenti. Nel 1981 ha lavorato per la prima volta con la sua attuale co-conduttrice e addetta al notiziario Robin Quivers alla WWDC di Washington, prima di ottenere la conduzione dello spazio pomeridiano della WNBC di New York, spazio tenuto fino all'improvviso licenziamento avvenuto nel 1985. Nello stesso anno è stato ingaggiato dalla WXRK dove poi, grazie a vent'anni di permanenza nell'etere, è diventato uno dei conduttori radiofonici più popolari del paese. Detiene anche il record di conduttore maggiormente multato dalla Federal Communications Commission (FCC) che ha inflitto a lui e all'emittente ammende per 2.5 milioni di dollari per oscenità e volgarità. Stern ha vinto per otto volte il premio della rivista Billboard come personaggio radiofonico dell'anno a livello nazionale (1994-2002) ed è diventato uno dei personaggi radiofonici più pagati dopo aver sottoscritto nel 2004 un accordo con la Sirius per 500 milioni di dollari. Si definisce il Re di tutti i media per i suoi successi anche al di fuori del panorama radiofonico. A partire dal 1987 ha condotto numerosi programmi televisivi di tarda serata o in pay per view e nel 1994 si è candidato a Governatore di New York impegnandosi per cinque mesi in un'aggressiva campagna elettorale. I suoi due libri Private Parts (1993) e Miss America (1995) sono arrivati al primo posto della classifica di vendite del New York Times. Nel 1997 dal primo di questi, Private Parts è stato tratto l'omonimo film comico-biografico, interpretato dallo stesso Stern e dai suoi collaboratori; il film ha riscosso un buon successo con un incasso di 41.2 milioni di dollari nei soli Stati Uniti. Dal 2012 al 2015 è stato uno dei giudici del talent show televisivo America's Got Talent, prendendo il posto di Piers Morgan. Note Altri progetti Collegamenti esterni Fotografi statunitensi Showgirl e showman statunitensi
Il Primo moto è un affresco (120x105 cm) di Raffaello Sanzio, databile al 1508 e facente parte della decorazione della volta della Stanza della Segnatura nei Musei Vaticani. Storia Il Primo moto è di solito indicata come la prima scena dipinta nella volta da Raffaello, quindi la prima scena in assoluto dipinta da lui nelle Stanze Vaticane. Si trova nell'angolo nord-ovest della volta. Descrizione e stile Su uno sfondo a finto mosaico dorato è rappresentata una volta celeste sormontata da una figura femminile allegorica protesa sopra di essa e da due putti con libri sottobraccio su nuvolette ai lati, delle forme pressoché simmetriche. La scena è stata variamente interpretata come un'allegoria dell'inizio dell'Universo o come l'oggetto di studio della filosofia o ancora come personificazione della scienza astronomica che contempla il globo celeste. Urania, musa dell'Astronomia, regge con la mano il globo celeste, su cui è rappresentata la Terra e la configurazione del cielo al 31 ottobre 1503, giorno dell'elezione al soglio di san Pietro di Giulio II, tre ore dopo il tramonto sotto il segno dello Scorpione. Nel complesso di rispondenze tra il soffitto e le lunette laterali il Primo moto si inserisce nell'asse della parete est, con la Filosofia e la Scuola di Atene. Note Bibliografia Pierluigi De Vecchi, Raffaello, Rizzoli, Milano 1975. Matilde Battistini, Simboli e Allegorie, Electa, Milano 2002. ISBN 9788843581740 Astrologia nell'arte Stanze di Raffaello Dipinti a soggetto simbolico
È stata la compagna della ginecologa tedesca Elisabeth Winterhalter. Biografia Roederstein è nata in Svizzera ed era la seconda figlia di un uomo d'affari tedesco che si era trasferito per lavorare come rappresentante di un'azienda tessile svizzera. Fu attratta per la prima volta dalla pittura quando il pittore svizzero Eduard Pfyffer (1836-1899) venne a casa sua per dipingere ritratti di famiglia e questo interesse è cresciuto grazie alle visite ai musei locali. Per una donna, la formazione come pittrice sarebbe stata contraria alle convenzioni sociali dell'epoca. La madre era contraria ai suoi desideri, nonostante ciò la perseveranza portò il padre a sostenerla e, nel 1876, poté studiare con Pfyffer, il pittore citato in precedenza. Il suo talento per la ritrattistica divenne presto evidente e superò rapidamente gli altri pittori. La sua opportunità di carriera si presentò quando la sorella Johanna sposò un uomo d'affari berlinese. Johanna e suo marito accettarono di farla vivere con loro e lei trovò posto come studentessa in una classe speciale per donne tenuta da Karl Gussow. Nel 1882, la sua prima mostra con un mercante d'arte a Zurigo fu ben accolta. Nello stesso anno seguì un'amica a Parigi, dove trovò lavoro presso gli studi di Carolus-Duran e Jean-Jacques Henner. Nel 1887 era in grado di mantenersi da sola grazie a vendite e commissioni e non doveva più dipendere dai genitori. Partecipò al Salon di Parigi e vinse la medaglia d'argento all'Exposition Universelle (1889). Espose le sue opere nel Woman's Building della World's Columbian Exposition del 1893 a Chicago, Illinois. Dopo il 1890 si trasferì a Francoforte per stare con la sua compagna, Elisabeth Winterhalter, viaggiò molto (compreso un viaggio in Africa nel 1913) tuttavia non perse mai di vista le sue radici svizzere e, nel 1902, divenne cittadina onoraria di Zurigo. Cinque anni dopo, lei ed Elisabetta si stabilirono a Hofheim am Taunus (un sobborgo di Francoforte). Tra le sue modelle d'ispirazione per i ritratti c'era Gwen John. Il dipinto di Roederstein, intitolato "La lettera" che la ritrae fu esposto al salone della Société Nationale des Beaux-Arts nel 1908. Nello stesso anno, Roederstein e la sua partner contribuirono a fondare la Schillerschule, la prima scuola femminile di Francoforte. Dopo la guerra, realizzò diversi ritratti di donne rimaste vedove di guerra Continuò a esporre regolarmente fino al 1931. Morì il 26 novembre del 1937. Note Altri progetti Collegamenti esterni
L'istituto di istruzione secondaria superiore (I.I.S.S.) Sebastiano Mottura, già istituto tecnico industriale (ITI) Sebastiano Mottura (noto semplicemente come Mottura o Industriale) è una scuola secondaria superiore di Caltanissetta istituita con Regio Decreto n° 940 del 30 ottobre 1862; fu la prima scuola italiana finalizzata alla formazione di Tecnici Minerari cui poi seguirono quella in Sardegna, in Veneto, in Toscana e in Lombardia. Storia Origini La città di Caltanissetta fu scelta per la sua posizione centrale e quindi strategica, su un'area ad elevata produttività solfifera. La nascita e prima direzione venne affidata all'ingegnere piemontese Sebastiano Mottura. Sedi La prima sede provvisoria fu il Convento dei Frati Agostiniani, la seconda sede fu in Via Berengario Gaetani "Casa Palmeri". La terza e attuale sede è sita in Viale della Regione 71. Dal 1945 al 1980 Istituto Tecnico Industriale con due indirizzi: Minerario ed Elettrotecnico. L'indirizzo Elettrotecnico nasce nel 1970. Dal 1980 ad oggi L'I.I.S.S. "S.Mottura" oggi vanta 6 indirizzi: elettronica ed elettrotecnica, indirizzo costruzioni, ambiente e territorio articolazione geotecnico; indirizzo meccanica e meccatronica; indirizzo chimica, materiali e biotecnologie; liceo scientifico opzione scienze applicate; progetto Sirio serale. Telemottura - Web Television Telemottura nasce nel 2011 da un'idea dell'allora dirigente scolastico come modalità per documentare e diffondere le numerose attività curricolari ed extracurricolari dell'istituto. Nel 2014, la redazione allestisce un proprio sito e vi trasmettere i notiziari, il programma Mottura Report, le dirette in streaming e organizza il MuMiMottura Music Festival. Note Bibliografia Voci correlate Sebastiano Mottura Museo mineralogico di Caltanissetta Regola del Mottura Collegamenti esterni Scuole in Sicilia Cultura a Caltanissetta
Il riarrangiamento di Brook in chimica organica è una reazione di riarrangiamento dove un gruppo organosilile scambia la posizione con un protone idrossile su un legame covalente carbonio-ossigeno sotto l'influenza di una base. Prende il nome dal chimico Canadese Adrian Gibbs Brook (1924–2013). Il prodotto della reazione è un sililetere. I sostituenti sililici possono essere alifatici (metilici) o aromatici (fenilici) e l'alcol è secondario o terziario con gruppi alifatici o arilici. La base (reagente) è un'ammina, idrossido di sodio, un reattivo organo-litio o una lega metallo alcalino come sodio/potassio. Quando il reattivo è un sililmetanolo la reazione è un 1,2-riarrangiamento di Brook ma sono possibili anche riarrangiamenti su scheletri di carbonio più grandi. Meccanismo della reazione Il meccanismo della reazione procede in diversi step: Con l'astrazione protonica del gruppo idrossile tramite una base sull'anione alcossido. Questo nucleofilo attacca l'atomo di silicio in una sostituzione nucleofila con il gruppo metilene come gruppo uscente. Lo stato di transizione proposto in questo passo è un anello a tre-membri con il grado di produzione del legame Si-O identico con il processo di rottura del legame Si-C. La coppia di elettroni aggiuntiva viene ora trasferita dall'ossigeno a un carbanione che rapidamente astrae un protone da una fonte di protoni, come quelli nel solvente, per formare il composto finale sililetere. Quando il reagente è (trifenilsilil)metilfenilmetanolo l'energia di attivazione risulta essere bassa mentre l'entropia di attivazione ha un valore negativo alto che indica la struttura ciclica dello stato di transizione. I risultati di Hammett per un gruppo di fenil-metanoli para-sostituiti confermano che il gruppo di prelievo elettronico aiuta a stabilizzare la carica negativa accumulata nell'intermedio carbanionico. La forza motrice termodinamica per questa reazione è la formazione di un legame di ossigeno al silicio. I costi per la scissione del legame Si-C e di quello O-H in termini di energia di dissociazione di legame sono di 451 + 427 = 878 kJ/mole mentre i guadagni sono 809 (Si-O) + 338 (C-H) = 1147 kJ/mole. Il riarrangiamento di Brook si verifica con conservazione della configurazione come mostra il seguente ciclo di Walden: L'enantiomero (+)- silil idruro reagisce con il cloro per formare il silil cloruro con ritenzione dello stereocentro. La successiva sostituzione nucleofila del cloro con difenilmetil litio si verifica con inversione. I due passi successivi convertono il gruppo difenilmetino attraverso la bromurazione con NBS (o N-bromosuccinimmide) e l'idrolisi con acetato d'argento in un gruppo difenilmetanolo senza alcun cambiamento nella configurazione. Il successivo riarrangiamento a silil etere e la riduzione con tetraidroalluminato di litio si verificano con ritenzione in modo che il prodotto finale di reazione sia l'enantiomero opposto del composto di partenza con segno opposto per rotazione specifica. Applicazioni I riarrangiamenti di Brook sono noti negli acilsilani e con particolari silil eteri sono possibili anche riarrangiamenti di brook inversi. È stato anche riportato un riarrangiamento di Brook con fosfati nello studio degli 1-idrossifosfonati. Note Altri progetti Brook Brook
L'E-Prix di Berlino è un evento automobilistico con cadenza annuale destinato alle vetture a trazione interamente elettrica del campionato di Formula E, tenuto a Berlino, Germania. È stato disputato per la prima volta il 23 maggio 2015, quale ottava gara della prima stagione del campionato. Circuiti Aeroporto Tempelhof L'E-Prix di Berlino 2015 ha avuto luogo presso il circuito dell'aeroporto di Berlino-Tempelhof, lungo 2,469 km con 17 curve. Poiché nel 2016 l'aeroporto venne utilizzato per accogliere i rifugiati, la seconda edizione è stata disputata presso il circuito cittadino di Berlino. Dalla successiva stagione 2016-2017 si è tornati a correre presso l'aeroporto con un tracciato modificato, per un totale di 2.250 m. Circuito cittadino di Berlino L'E-Prix di Berlino 2016 è stato disputato presso il circuito cittadino di Berlino ricavato nel centro della città, intorno a Strausberger Platz. Il circuito era lungo 1.927 m con 11 curve, con la corsia dei box situata lungo la Karl-Marx-Allee. Albo d'oro Note Altri progetti Collegamenti esterni
L'Asian Rugby Championship 1982 () fu l'8º campionato asiatico di rugby a 15 organizzato dall'ARFU, organismo continentale di governo della disciplina. Si tenne tra il 20 e il a Singapore e per la prima volta fu vinto dalla , che interruppe la serie di sette vittorie consecutive giapponesi nelle altrettante precedenti edizioni del torneo. Secondo formula ormai consolidata, il campionato si tenne tra otto squadre (incidentalmente, le stesse otto dell'edizione precedente) divise su due gironi da quattro squadre ciascuno, la prima classificata di ognuno dei quali avrebbe disputato la finale per il titolo, mentre la seconda classificata si sarebbe conteso il terzo posto nella finale di consolazione. e si incontrarono allo stadio Jalan Besar per la finale e per la prima volta i coreani ebbero la meglio al termine di una partita condotta fino ai supplementari e terminata 9-9 all'ottantesimo minuto: fu un calcio in drop di Moon Young chan a quattro minuti dalla fine del secondo tempo supplementare a dare la vittoria alla sua squadra e a permetterle di iscrivere il suo nome nel palmarès della competizione. A conquistare il terzo posto fu invece , che con una meta nel finale riuscì a battere 10-4 il . Squadre partecipanti Fase a gironi Girone A Classifica Girone B Classifica Finali Finale per il 3º posto Finale Note Collegamenti esterni 1982 Competizioni di rugby a 15 a Singapore
Biografia Fratello maggiore dell'arbitro Giovanni Mauro, fu uno dei massimi dirigenti federali F.I.G.C. degli anni a cavallo del primo conflitto mondiale. Fu Presidente del Comitato Regionale Laziale della F.I.G.C. nella stagione 1914-1915. Nella stessa stagione aveva ricoperto la carica di Vicepresidente della Federazione. Durante la stagione 1919-1920, in coppia con Nino Resegotti, è stato membro della Commissione Tecnica dell', vincitrice del suo secondo scudetto. Sempre nel 1920 divenne presidente del club, mantenendo la carica fino al 1923. Allo scoppio della Grande Guerra, avocò a sé il titolo di Reggente pro tempore della Federazione, senza peraltro fosse stato nominato da alcun'assemblea, visto il perdurare delle ostilità. Non arruolato perché aveva già svolto il servizio militare obbligatorio quale ufficiale essendo laureato, e avendo un'attività professionale propria, preferì non partire volontario come fece il fratello Giovanni e rimase alla guida della F.I.G.C. durante tutto il periodo del Commissariamento iniziato all'inizio della stagione 1916-1917. All'inizio della stagione 1917-1918 mise in palio un trofeo patrocinando in Lombardia la Coppa Mauro riservata alle squadre di Prima Categoria, torneo culminato con la mancata assegnazione del premio al a seguito delle roventi accuse mosse a lui ed ai collaboratori del Commissario Lombardo Mario Trinchieri, arbitro e segretario-dirigente dell'A.I.A., e del suo collaboratore Gian Guido Piazza,ex Legnano ed a quel momento dirigente del , in occasione del pasticcio causato dall'annullamento della partita Legnano-Internazionale (1-0) per (coatta) ammissione dell'irregolare rete segnata su fuorigioco dall'arbitro Rigoletto Trezzi di Milano. Il pasticcio causò le paventate dimissioni di diverse società lombarde (Legnano, Enotria e Saronno) che misero a disposizione all'U.L.I.C. i propri giocatori e campi sportivi, malgrado il divieto fatto dall'Ingegnere, pena la radiazione dai ruoli federali. Alla prima Assemblea Federale del 13 aprile 1919, a guerra ultimata, fu proprio il Legnano a chiedere la testa dell'ingegnere, che peraltro dette le proprie dimissioni per fine mandato, dimissioni che furono respinte dall'Assemblea a pieni voti. Oltre a essere stato presidente dell'Inter, ricoprì la stessa carica nel C.O.N.I. dal 1921 al 1923 e, nello stesso periodo, fu commissario della F.I.G.C.. Nel 1948 in occasione del 50º anniversario della F.I.G.C. fu insignito del titolo di "pioniere del calcio italiano". Note Bibliografia Varie cronache pubblicate da La Gazzetta dello Sport. F.I.G.C. - Bollettino Ufficiale n. 15 datato 15 febbraio 1952 - "La morte di Francesco Mauro". F.I.G.C. - 60 anni di vita (1958). C.R. Lazio una vita lunga 95 anni - F.I.G.C. L.N.D. Comitato Regionale Lazio (2004) di Roberto Avantaggiato e Rolando Mignini. Voci correlate Presidenti del Football Club Internazionale Milano Collegamenti esterni Presidenti del CONI Membri del CONI Presidenti del F.C. Internazionale Milano Presidenti della FIGC Deputati della XXVI legislatura del Regno d'Italia
Sotto il nome di domenica di sangue (in tedesco Blutsonntag o Bozner Blutsonntag) si intendono gli scontri avvenuti tra i partecipanti ad una sfilata in costume tirolese e squadre d'azione fasciste a Bolzano, in occasione dell'apertura della "Fiera di primavera" (Bozner Frühjahrsmesse) nel 1921, la prima del dopoguerra. I fatti Il 24 aprile 1921 a Innsbruck si tenne un plebiscito per ottenere l'annessione della provincia del Tirolo alla Germania, per cui dei gruppi fascisti italiani temevano, strumentalmente e senza fondamenta, che analogamente a Bolzano si organizzasse una consultazione da tenersi all'interno della fiera campionaria, che sancisse la separazione dall'Italia. Inoltre dalla fiera sarebbero stati esclusi tutti gli operatori di lingua italiana. Nel quadro delle manifestazioni della Fiera di Bolzano, mentre diverse centinaia di persone sfilavano in costume tradizionale, una squadra d'azione fascista, proveniente soprattutto da Verona e agli ordini di Achille Starace, assaltò con armi da fuoco e bombe a mano il corteo in piazza delle erbe (Obstplatz). Quarantacinque persone rimasero sul terreno ferite, alcune gravemente. Franz Innerhofer, un maestro elementare di Marlengo che accompagnava i suoi scolari durante una processione tradizionale, rimase ucciso da colpi di armi da fuoco, mentre cercava riparo in un portone del vicino palazzo Stillendorf assieme ad uno scolaro, nel tentativo di proteggerlo dagli scontri. L'esercito intervenne in ritardo e si limitò a scortare i fascisti alla stazione, soltanto due furono i fascisti tratti in arresto, ma non vennero mai processati. Nonostante Luigi Credaro, commissario generale civile della Venezia Tridentina, e lo stesso Giovanni Giolitti, allora presidente del consiglio, avessero promosso delle indagini, non si arrivò mai ad identificare i colpevoli. Anche il tentativo della vedova di avere giustizia o almeno il pagamento dei danni dopo la caduta del fascismo e la fine della guerra non ebbe alcun esito, perché, come riporta Romano Bracalini, a suo tempo la pratica venne "insabbiata". L'inadempienza delle autorità nel 1921 portò a vivaci proteste della giunta comunale di Bolzano guidata dal borgomastro Julius Perathoner, il quale però nell'ottobre dell'anno seguente fu rimosso dal suo incarico dopo un ulteriore assalto fascista che si concluse con l'occupazione del municipio di Bolzano. La società civile reagisce all'aggressione fascista il 25 aprile con un raduno di protesta in piazza Mercato (Viehmarktplatz), l'odierna piazza Verdi, alla quale partecipano ca 8.000 persone e dove parlano politici e sindacalisti sia tedeschi che italiani (Franz Tappeiner e Carlo Biamino, entrambi socialdemocratici, ed Eduard Reut-Nicolussi del Deutscher Verband); essi si recano anche dal commissario generale per la Venezia Tridentina, Luigi Credaro, per deporre la loro protesta congiunta. Uno sciopero generale dei ferrovieri di entrambi i gruppi linguistici fa sì che tutti i treni restano fermi - la protesta si allarga su altre città fino a Trieste. Il 26 aprile 1921 si tiene un imponente corteo funebre di migliaia di persone, al quale partecipa anche Luigi Credaro, che condusse il feretro di Innerhofer per le vie di Bolzano e attraverso la val d'Adige a Marlengo, suo paese natale e luogo di sepoltura. Il 25 aprile 2011, nel novantesimo anniversario della morte di Innerhofer, il Comune di Bolzano gli ha intitolato una piazza, posta a sud della Libera Università di Bolzano nel centro cittadino e nel luogo, dove già il corte funebre del 1921 era passato innanzi. Note Bibliografia Voci correlate Squadrismo Italianizzazione fascista Achille Starace Domenica di sangue di Marburgo Altri progetti Collegamenti esterni Storia dell'Alto Adige Storia di Bolzano Fascismo (movimento) Guerra nel 1921
Burning the Daze è un album discografico di Marc Cohn, pubblicato dalla casa discografica Atlantic Records nel marzo del 1998. Tracce Musicisti Already Home Marc Cohn - chitarra acustica, percussioni, voce John Leventhal - basso, chitarre, tastiere, percussioni, armonica Rick DePofi - sassofono tenore Chris Botti - tromba Shawn Pelton - batteria Patty Griffin - armonie vocali John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al Big House Studios, 12th Street Studios ed al New York Noise di New York Mark Plati e John Leventhal - ingegneri delle registrazioni Mixaggio effettuato da Kevin Killen al Sony Music Studios di New York, NY Girl of Mysterious Sorrow Marc Cohn - chitarra acustica, voce John Leventhal - basso, chitarra elettrica, chitarra (con corde nylon), tamboura, tastiere, percussioni Shawn Pelton - batteria John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al Big House Studios e 12th Street Studios di New York Mark Plati e John Leventhal - ingegneri delle registrazioni Mixaggio effettuato da Kevin Killen al Sony Music Studios di New York, NY Providence Marc Cohn - chitarra acustica, voce John Leventhal - basso, chitarre, tastiere, glockenspiel Rick DePofi - marimba Shawn Pelton - batteria Martin Sexton - armonie vocali Patty Griffin - accompagnamento vocale, cori Catherine Russell - accompagnamento vocale, cori John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al Big House Studios, 12th Street Studios ed al New York Noise di New York Mark Plati e John Leventhal - ingegneri delle registrazioni Mixaggio effettuato da Kevin Killen al Sony Music Studios di New York, NY Healing Hands Marc Cohn - pianoforte, voce, accompagnamento vocale, cori John Leventhal - chitarre, organo Mark Plati - basso Shawn Pelton - batteria, percussioni Patty Griffin - armonie vocali Kenny White - accompagnamento vocale, cori Curtis King Jr. - accompagnamento vocale, cori Frank Floyd - accompagnamento vocale, cori Kenny White - arrangiamento strumenti ad arco, conduttore strumenti ad arco John Leventhal, Paul Samwell-Smith e Marc Cohn - produttori Registrato al Looking Glass di New York (Mark Plati ingegnere delle registrazioni) Registrato al RPM Studios e Sound on Sound (Frank Filipetti ingegnere delle registrazioni) Mixaggio effettuato da Kevin Killen al Sony Music Studios di New York, NY Registrazioni aggiunte di John Leventhal al New York Noise, New York, NY Lost You in the Canyon Marc Cohn - chitarra, pianoforte tack, voce John Leventhal - chitarre, tastiere, percussioni, mandolino, voce Mark Plati - basso Shawn Pelton - batteria Rodney Crowell - battito delle mani (handclaps) Rick DePofi - battito delle mani (handclaps) John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al 12th Street Studios ed al Looking Glass di New York John Leventhal e Mark Plati - ingegneri delle registrazioni Mixato da Bob Clearmountain al Mix This di Los Angeles, California Registrazioni aggiunte di Rick DePofi al New York Noise di New York, NY Saints Preserve Us Marc Cohn - pianoforte, voce Bill Dillon - chitarre Malcolm Burn - organo, percussioni Rick DePofi - sassofono tenore Larry Farrell - trombone Toby Myers - basso Aaron Comess - batteria John Leventhal - arrangiamenti strumenti a fiato Malcolm Burn, John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al RPM Studios di New York, NY Malcolm Burn - ingegnere delle registrazioni Mixato da Mark Plati e John Leventhal al Sony Music Studios di New York, NY Registrazioni aggiunte di Mark Plati al Sony Music Studios di New York, NY Olana Marc Cohn - pianoforte, voce John Leventhal - basso, chitarre, tastiere, percussioni, mandolino Chris Botti - flicorno Shawn Pelton - batteria Rosanne Cash - voce John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al Big House Studios ed al New York Noise di New York, NY Mark Plati e John Leventhal - ingegneri delle registrazioni Mixato da Kevin Killen al Sony Music Studios di New York, NY Turn to Me Marc Cohn - chitarra acustica, voce John Leventhal - chitarre, pianoforte, melodica, percussioni Mark Plati - basso Brady Blade - batteria Malcolm Burn - accompagnamento vocale, cori Darryl Johnson - accompagnamento vocale, cori John Leventhal, Marc Cohn e Malcolm Burn - produttori Registrato e mixato al Looking Glass di New York, NY Mark Plati - ingegnere delle registrazioni e del mixaggio Registrazioni aggiunte effettuate da Malcolm Burn al Bearsville Studios di Bearsville, NY Valley of the Kings Marc Cohn - national slide guitar, voce T-Bone Walk - cittern, basso, accordion Shawn Pelton - batteria Kenny White - percussioni Paul Samwell-Smith e Marc Cohn - produttori Registrato al RPM Studios di New York, NY Frank Filipetti - ingegnere delle registrazioni e del mixaggio Mixaggio effettuato al Right Track Studios di New York, NY Turn on Your Radio Marc Cohn - voce, percussioni John Leventhal - basso, chitarre, tastiere, percussioni Peter Gordon - corno francese John Leventhal e Marc Cohn - produttori Registrato al 12th Street Studios di New York, NY John Leventhal - ingegnere delle registrazioni Mixato da Kevin Killen al Magic Shop di New York, NY Ellis Island Marc Cohn - chitarra acustica, voce Larry Campbell - chitarra acustica John Leventhal - chitarra (high string guitar) Jon Brion - harmonium Jane Scarpentoni - violoncello Marc Cohn - produttore John Leventhal - produttore aggiunto Registrato al Marc's House Mathew Knobel - ingegnere delle registrazioni Mixato da John Leventhal al 12th Street Studios di New York, NY Ingegneri delle registrazioni aggiunti: Suzanne Dyer (Manhattan Center Studios, NY); Frank Filipetti (Right Track Studios, NY); John Leventhal (12th Street Studios, NY) Note aggiuntive Thomas Bricker - art direction, design Viktor Koen - illustrazioni Frank Ockenfels e Cynthia Levine - fotografie Note Collegamenti esterni
I Mogollon furono un'antica popolazione americana diffusa dal 300 a.C. al 1300 d.C. Devono il loro nome ai Monti Mogollón, così chiamati in onore di Juan Ignacio Flores Mogollón, governatore del Vicereame della Nuova Spagna dal 1712 al 1715. Tale nome fu scelto e definito nel 1936 dall'archeologo Emil Haury. Storia Vivevano sulle montagne in particolari costruzioni fatte di fango e legno, occupavano anche parte del sottosuolo dando un calore maggiore all'abitazione. La popolazione era estesa tra il Nuovo Messico e l'Arizona, vivevano di agricoltura coltivando mais, zucche, fagioli e tabacco; erano dediti anche alla caccia e non avevano animali da condurre al pascolo, data l'inesistenza in tutto il nord e centro America di grossi erbivori addomesticabili. Si racconta poi che fossero uno dei primi popoli a forgiare stoviglie; si dedicavano anche a decorazioni dei loro prodotti artigianali, nel periodo tardo le loro lavorazioni con argilla erano notevoli. Dipingevano utilizzando colori presi da estratti di piante secche che venivano applicati con un pennello tratto dalla yucca. Famosa era la loro abilità nel creare raffigurazioni su vasi, essi ritraevano la natura e tutto ciò che osservavano, avevano sviluppato una rudimentale tecnica di scrittura quasi animata: dividevano una storia, fra i casi più noti quella di una vita di coppia in diverse figure disegnate in più vasi che mostravano l'intera opera una volta messi uno vicino all'altro. Tecnica utilizzata soprattutto dai nativi del fiume Mimbres. La popolazione si estinse fra il 1200 ed il 1400. Note Altri progetti Collegamenti esterni Culture e civiltà nordamericane
La Quattro Giorni di Dunkerque 2004, cinquantesima edizione della corsa, si svolse in sei tappe dal 5 al 9 maggio 2004, per un percorso totale di 863,5 km. Fu vinta dal francese Sylvain Chavanel che terminò la gara in 21h23'43". Tappe Squadre e corridori partecipanti Dettagli delle tappe 1ª tappa 5 maggio: Dunkerque > Steenvoorde – 181 km Risultati Descrizione e riassunto La prima tappa si aprì sotto il maltempo. Procedette tra insidie e cadute causate proprio dal maltempo che costrinsero alcuni corridori ad un ritiro anticipato. Quando mancavano 55 chilometri al traguardo, scattarono Nazon e Casper, raggiungendo un vantaggio massimo di 5 minuti. Il gruppo lasciò andare la fuga per un po' e recuperò poi verso gli ultimi chilometri, anche se non in maniera definitiva, in quanto restarono 13" secondi di vantaggio ai due fuggitivi, che così riuscirono ad arrivare al traguardo, dove fu Casper ad imporsi nello sprint a due. 2ª tappa 6 maggio: Hem > Saint-Pol-sur-Mer – 183,9 km Risultati Descrizione e riassunto Successo in solitaria di Streel che dopo 80 km di fuga raggiunse vittorioso il traguardo di Saint-Paul-sur-Mer e si aggiudicò anche la maglia di leader. Il gruppo, dopo aver lasciato più di dieci minuti di vantaggio, cucì notevolmente lo strappo ma non raggiunse Streel; lo sprint del gruppo andò a Nazon, secondo anche il giorno precedente. 3ª tappa 7 maggio: Hondschoote > Longuenesse – 203,1 km Risultati Descrizione e riassunto La tappa si decise intorno al km 115, quando Rous allungò sul gruppo insieme ad altri cinque, rimanendo poi da solo in avanscoperta con un vantaggio non troppo elevato. Dopo pochi chilometri Chavanel riuscì a raggiungere il compagno di squadra dandogli manforte e, anche se il vantaggio non crebbe mai oltre il minuto, fu sufficiente affinché i due riuscissero ad arrivare al traguardo. 4ª tappa 8 maggio: Neufchâtel-Hardelot > Boulogne-sur-Mer – 186 km Risultati Descrizione e riassunto La quarta tappa fu la più dura della corsa e la Brioches La Boulangère mise subito un ottimo ritmo per fiaccare la resistenza di Streel e favorire Rous o Chavanel balzati in seconda e terza posizione dopo la tappa del giorno precedente. Nel circuito finale si staccò Devolder, il gruppo si selezionò ulteriormente ed in tre rimasero all'inseguimento del belga della US Postal: Chavanel, Brochard e Fedrigo. Streel non resse il passo ed uscì definitivamente dalla classifica, i tre non riuscirono ad agguantare Devolder che vinse. Nella volata a tre Chavanel fu solo quarto ma bastò per passare al comando. 5ª tappa 9 maggio: Dunkerque – Cronometro individuale – 12 km Risultati Descrizione e riassunto Hondo riuscì ad aggiudicarsi la breve cronometro, che non cambiò la situazione in classifica. Chavanel perse poco più di una dozzina di secondi da Brochard, nuovamente secondo, ma non cedette il primato. 6ª tappa 9 maggio: Dunkerque > Dunkerque – 97,5 km Risultati Descrizione e riassunto Circuito finale con arrivo in volata a Dunkerque. Si impone Max Van Heeswijk mentre Nazon per la terza volta arrivò secondo. Chavanel controllò con la sua squadra e riuscì a bissare il successo finale del 2002. Evoluzione delle classifiche Classifiche finali Classifica generale - Maglia rosa Classifica a punti - Maglia verde Classifica scalatori Classifica giovani Collegamenti esterni Ciclismo nel 2004 Quattro Giorni di Dunkerque
Bisaccia, scoglio Bisaghe o le Bissaghe (in croato: Bisaga) è un isolotto disabitato della Croazia situato nel mare Adriatico, vicino alla costa dalmata settentrionale, a sud-est di Morter. Appartiene all'arcipelago di Sebenico. Amministrativamente, assieme alle isolette circostanti, fa parte del comune Stretto, nella regione di Sebenico e Tenin. Geografia L'isolotto, di forma irregolare, è situato nella parte sud-orientale del canale di Morter (Murterski kanal), tra la parte sud-est dell'isola di Morter e la costa dalmata: a sud-est di val Gessera (uvala Jezera), chiamato anche porto Gesserà e circa 570 m da punta Obinus Piccola (rt Obinuš mali). L'isolotto ha una lunghezza di 630 m circa; ha una superficie di 0,087 km², uno sviluppo costiero di 1,62 km e un'altezza di 21,6 m. Isole adiacenti Boronigo (Borovnik), isolotto 840 m a nord-ovest. Gerbosniac (Hrbošnjak), a ovest, tra Bisaccia e Morter. Oliveto (Maslinjak), a sud di Bisaccia. Mimognago, Mimognac o Mimognak (Mimonjak), isolotto rotondo tra Bisaccia e la costa dalmata: dista 160 m da punta Obinus Piccola. Ha una superficie di 0,024 km², uno sviluppo costiero di 0,55 km e un'altezza di 23 m . Note Bibliografia Cartografia Fondo Miscellanea cartografica catastale, Archivio di Stato di Trieste. Voci correlate Isole della Croazia Bisaccia Regione di Sebenico e Tenin Isole disabitate della Croazia
Carriera professionistica Rosenfels fu scelto nel corso del quarto giro del Draft 2001 dai Washington Redskins. Nella sua stagione da rookie non scese mai in campo e nella successiva fu scambiato coi Miami Dolphins. Nel 2005, Rosenfels guidò Miami alla maggior rimonta dal 1974, quando entrò nella gara della settimana 13 contro i Buffalo Bills nel terzo quarto al posto dell'infortunato Gus Frerotte, coi Dolphins in svantaggio 23–3. Rosenfels guidò a la squadra e segnare in 4 drive nel quarto periodo, passando 272 yard e 2 touchdown, battendo i Bills, 24–23. Due settimane dopo, entrato dopo l'intervallo, guidò la squadra a un'altra vittoria in rimonta contro i New York Jets. Passato ai Texans nel 2007, nella gara contro i Tennessee Titans entrò dalla panchina e pareggiò il record NFL passando quattro touchdown nel quarto periodo di gioco, riuscendo quasi a guidare la squadra alla vittoria dopo essere entrato coi Texans in svantaggio di 25 punti. In tre stagioni trascorse a Houston, il suo record come titolare fu di 6 vittorie e 4 sconfitte. Nel 2009 Rosenfels passò ai Minnesota Vikings ma fu relegato al ruolo di terzo quarterback dietro Brett Favre e Tarvaris Jackson. La stagione seguente passò ai New York Giants come riserva di Eli Manning, giocando anche come holder nei tentativi di kickoff ed extra-point. Il 4 ottobre 2011 fu svincolato dai Giants e fece ritorno ai Dolphins ma a causa degli infortuni fu svincolato nel dicembre dello stesso anno. Il giorno successivo tornò a firmare per i Vikings. Fu svincolato il 31 agosto 2012. Vittorie e premi Nessuno Statistiche Statistiche aggiornate alla stagione 2012 Note Altri progetti Collegamenti esterni
Conte di Gosford è un titolo nobiliare inglese nella Parìa d'Irlanda. Storia Il titolo venne creato nel 1806 per Arthur Acheson, II visconte Gosford. La famiglia Acheson discende dallo statista scozzese Sir Archibald Acheson, I baronetto di Edimburgo, che poi si insediò a Markethill, nella Contea di Armagh. Questi fu Solicitor General di Scozia e Senatore del Collegio di Giustizia (col titolo di lord Glencairn), ed Extraordinary Lord of Session come 'Lord Glencairn', nonché Segretario di Stato per la Scozia. Nel 1628 venne creato baronetto nel Baronettaggio della Nuova Scozia con la possibilità di trasmettere il titolo unicamente agli eredi maschi. Venne succeduto dal figlio avuto dal primo matrimonio, il II baronetto, il quale si sposò ma morì senza eredi in giovane età e venne pertanto succeduto dal suo fratellastro George, III baronetto, che si insediò in Irlanda come High Sheriff per le contee di Armagh e Tyrone. Suo figlio, il IV baronetto, rappresentò la Contea di Armagh nella camera dei comuni irlandese. Alla sua morte i titolo passarono a suo figlio, il V baronetto, il quale fu membro del parlamento irlandese per la costituente di Mullingar. Suo figlio, il VI baronetto, rappresentò l'Università di Dublino e Enniskillen alla Camera dei Comuni irlandese. Nel 1776 venne elevato alla parìa d'Irlanda come Barone Gosford, di Market Hill nella Contea di Armagh, e nel 1785 venne onorato del titolo di Visconte Gosford, di Market Hill nella Contea di Armagh, sempre nella Parìa d'Irlanda. Venne succeduto dal figlio, il II visconte. Questi sedette al parlamento per Old Leighlin dal 1783 al 1790. Nel 1806 venne creato Conte di Gosford nella parìa d'Irlanda col titolo di cortesia per i suoi eredi di Visconte Acheson. Suo figlio, il II conte, sedette col partito Whig alla camera dei lord come rappresentante irlandese dal 1811 al 1849 e prestò servizio sotto Lord Melbourne come Capitano degli Yeomen della Guardia dal 1834 al 1835. Tra il 1835 ed il 1838 fu Governatore Generale del Canada. Lord Gosford sposò Mary, figlia di Robert Sparrow di Worlingham Hall nel Suffolk. Nel 1835 venne creato Barone Worlingham, di Beccles nella Contea di Suffolk, nella Parìa del Regno Unito, fatto che concesse a lui ed ai suoi discendenti un seggio automatico alla camera dei lords britannica. Venne succeduto da suo figlio, il III conte, il quale rappresentò la Contea di Armagh alla camera dei comuni dal 1831 al 1847. In quest'ultimo anno, due anni prima di succedere al padre nella contea, venne elevato nella parìa del Regno Unito col titolo di Barone Acheson, di Clancairny nella Contea di Armagh. Suo figlio, il IV conte, prestò servizio come Lord Luogotenente della Contea di Armagh e fu anche Lord of the Bedchamber del principe del Galles nonché vice ciambellano della regina Alessandra. Venne succeduto dal figlio primogenito, il V conte, che fu colonnello nelle Coldstream Guards e combatté nella Seconda Guerra boera e nella prima guerra mondiale. Il figlio primogenito di questi, il VI conte, sedette tra i conservatori alla camera dei lords e fu Lord-in-Waiting del governo di Harold Macmillan dal 1958 al 1959. Attualmente i titoli sono passati a suo figlio, il VII conte, il quale è succeduto al padre nel 1966. La sede di famiglia è il Castello di Gosford, presso Markethill, nella Contea di Armagh. Baronetti Acheson, di Glencairny (1628) Sir Archibald Acheson, I baronetto (m. 1634) Sir Patrick Acheson, II baronetto (c. 1611–1638) Sir George Acheson, III baronetto (1629–1685) Sir Nicholas Acheson, IV baronetto (c. 1656–1701) Sir Arthur Acheson, V baronetto (1688–1749) Sir Archibald Acheson, VI baronetto (1718–1790) (creato Visconte Gosford nel 1785) Visconti Gosford (1785) Archibald Acheson, I visconte Gosford (1718–1790) Arthur Acheson, II visconte Gosford (circa 1745–1807) (creato Conte di Gosford nel 1806) Conti di Gosford (1806) Arthur Acheson, I conte di Gosford (c. 1745–1807) Archibald Acheson, II conte di Gosford (1776–1849) Archibald Acheson, III conte di Gosford (1806–1864) Archibald Acheson, IV conte di Gosford (1841–1922) Archibald Charles Montagu Brabazon Acheson, V conte di Gosford (1877–1954) Archibald Alexander John Stanley Acheson, VI conte di Gosford (1911–1966) Charles David Alexander John Sparrow Acheson, VII conte di Gosford (n. 1942). Gosford
L'Atari MMU è un chip MMU di tipo custom impiegato negli home computer della famiglia Atari 8-bit. Abilita l'accesso ai registri hardware sui chip ANTIC, GTIA, POKEY e 6520 PIA. Il chip MMU sugli home computer della linea XL/XE (C061618) seleziona il sistema operativo su ROM, la ROM dell'Atari BASIC, la ROM per la diagnostica di sistema (detta self test) e i LED nel modello 1200XL. L'utente non può manipolare direttamente l'Atari MMU ma per selezionare le varie ROM occorre agire attraverso un registro hardware mappato in memoria e chiamato PORTB (5401710 o D30116). A partire dalla linea XL dei propri home computer Atari ha cambiato il registro PORTB trasformandolo da porta di ingresso sulle macchine 400/800 in porta di uscita sulle macchine XL/XE. Così facendo sulle macchine XL/XE sono presenti solamente due porte per il joystick anziché quattro come sulle macchine della serie 400/800. Impostando o azzerando specifici bit sulla PORTB l'utente può accedere sia alle ROM che alle locazioni di memoria su RAM. Nessuna sincronizzazione è richiesta perché accesso alle varie zone di memoria è gestito direttamente dal sistema operativo. L'assegnazione dei bit per la PORTB sulle macchine della linea XL/XE è la seguente: Note: Il modello 1200XL non è dotato internamente su ROM del linguaggio BASIC. Bibliografia Ian Chadwick, Mapping the Atari Revised Edition, COMPUTE! Publications, Inc., 1985. ISBN 0-87455-004-1 Voci correlate Atari FREDDIE EMMU Collegamenti esterni jindroush site(archived) informazioni sul chip MMU Famiglia Atari 8-bit
Si definisce estinzione o estirpazione locale la condizione in cui una specie (o altro taxon ) cessa di esistere in una specifica area geografica di studio scelta, sebbene esista ancora altrove. Le estinzioni locali sono in contrasto con le estinzioni globali. Le estinzioni locali possono essere seguite da una sostituzione delle specie prelevate da altre località; la reintroduzione del lupo ne è un esempio. Le estinzioni locali segnano un cambiamento nell'ecologia di un'area. Animali in estinzione locale Esempi di stock e popolazioni valutati dalla IUCN per la minaccia di estinzione locale: Cervo di palude (tre sottopopolazioni valutate) Balenottera azzurra, stock del Pacifico settentrionale e stock del Nord Atlantico Balena Bowhead, Balaena mysticetus (cinque sottopopolazioni valutate), da in pericolo critico a LR / cd Lago di storione , fulvescens Acipenser , Mississippi e Missouri Bacini sottopopolazione valutata come vulnerabili Carpa comune selvatica , Cyprinus carpio (sottopopolazione del Danubio) Petrogale nero fiancheggiato, Petrogale lateralis (MacDonnell Ranges sottopopolazione e occidentale Kimberly sottopopolazione) Voci correlate Estinzione Locale
Biografia Anche il fratello Massimiliano Notari è stato un calciatore professionista. Carriera Calciatore Muove calcisticamente i primi passi nelle giovanili della Polisportiva Libertas San Bartolomeo, squadra della omonima Parrocchia di Como dove è cresciuto anche Gigi Meroni. A 12 anni passa nelle giovanili del Milan dove trascorre sei stagioni, laureandosi per due volte campione italiano vincendo lo scudetto Allievi nelle stagioni 1994-95 e 1995-96. Nella stagione 1998-99, il Milan lo gira in prestito all'Atletico Catania, dove gioca 18 partite e inizia a fare parte della Nazionale di Serie C sotto la guida di Roberto Boninsegna. Nell'estate del 1999 va in prestito al Novara, dove viene riscattato alla fine del primo anno di contratto. Vi rimane per altre due stagioni, totalizzando 57 presenze, play-out e play-off esclusi. Nella stagione 2002-03 viene acquistato dal ; l'anno successivo ne diviene capitano, ruolo che riveste per ben sette anni. È uno dei protagonisti della cavalcata che in tre anni porta il Mantova dalla serie C2 fino alla finale play-off per la serie A, persa contro il Torino. Questa lunga e proficua militanza lo ha reso uno dei simboli della squadra biancorossa. Nella prima giornata del campionato di Serie B 2007-2008, segna il suo primo e unico gol in carriera con un potente sinistro da fuori area, durante l'incontro -, successivamente conclusosi 1-1. A seguito del fallimento del si accasa al , squadra del massimo campionato belga. Nel luglio del 2012 si trasferisce al Castiglione, società di Seconda Divisione, militante in Lega Pro. Dopo essere riuscito coi rossoblu a ottenere già a gennaio una salvezza anticipata, finisce la stagione con 32 presenze e miglior difesa del torneo. Dirigente Durante l'estate dello stesso anno, l'amico Paolo Poggi lo coinvolge nel progetto Udinese Academy. Durante le tre stagioni in Friuli, Notari assume il ruolo dì coordinatore tecnico, curando lo sviluppo del settore giovanile udinese dai Piccoli Amici agli Allievi Nazionali e delle quasi 130 società italiane dilettantistiche a esso collegato. Nell'estate del 2016 passa alla , occupandosi di scouting italiano ed estero per la fascia Under 15 - Under 20. Il 16 giugno 2022 viene ufficializzato il suo passaggio al nel ruolo di responsabile del settore giovanile. Palmarès Club Competizioni nazionali Mantova: 2003-2004 Note Collegamenti esterni Calciatori italiani
Biografia Nata a Teheran, in Iran, è cresciuta presso Irvine, in California, dopo essere emigrata negli Stati Uniti nel 1984. Ha una sorella, Nina, scrittrice di commedie. Debutta in televisione nel 2006 aderendo alla nota serie televisiva Una mamma per amica per un solo episodio. Ha successivamente coperto il ruolo dell'infermiera Suri in E.R. - Medici in prima linea. Nel 2009 ottiene il suo più importante ingaggio, quello per cui oggi è meglio nota: prende infatti parte al cast di repertorio del Saturday Night Live divenendo la prima attrice proveniente dal Medio Oriente dello show. Entrerà poi a far parte del cast principale dell'SNL nel 2011 e vi resterà fino al 2014, quando deciderà di lavorare per la sitcom Mulaney dell'omonimo John Mulaney stand-up comedian e collega dell'SNL. Grazie al suo aspetto e alla sua capacità interpretava spesso sia ruoli di signore anziane che di ragazzi o bambine. Si esibiva spesso nelle imitazioni di personaggi della politica o dello spettacolo tra cui: Kim Kardashian, Arianna Huffington, Barbara Walters, Kelly Ripa, Aziz Ansari, Nicki Minaj, Michelle Malkin, Sonia Sotomayor, Christina Aguilera, Vanessa Hudgens, Lea Michele, Alicia Keys, Shakira, Mary-Kate Olsen, Gloria Allred, Bobby Jindal e altri. Nel 2012 appare nel film Il dittatore, e l'anno dopo dà voce a Jillian in Cattivissimo me 2. Nel 2015 lavora nuovamente per la televisione: dalla quarta stagione recita in New Girl. Viene inserita nel cast della commedia horror Scream Queens nel ruolo di Gigi Caldwell. Nel 2019 recita in Aladdin, remake live action dell'omonimo film d'animazione Disney del 1992, diretto da Guy Ritchie. Filmografia Attrice Cinema Amici, amanti e... (No Strings Attached), regia di Ivan Reitman (2011) Il dittatore (The Dictator), regia di Larry Charles (2012) Cooties, regia di Jonathan Milton (2014) Aladdin, regia di Guy Ritchie (2019) Animali da ufficio (Corporate Animals), regia di Patrick Brice (2019) Desperados, regia di LP (2020) Televisione Una mamma per amica (Gilmore Girls) – serie TV, episodio 6x16 (2006) E.R. - Medici in prima linea (ER) – serie TV, 9 episodi (2007-2009) C'è sempre il sole a Philadelphia (It's Always Sunny in Philadelphia) – serie TV, episodio 5x05 (2009) Saturday Night Live – programma televisivo, 109 episodi (2009-2014) New Girl – serie TV, 28 episodi (2014-2018) Scream Queens – serie TV, 11 episodi (2015) The Mindy Project – serie TV, episodio 5x02 (2016) Curb Your Enthusiasm – serie TV, episodio 7x01 (2017) Brooklyn Nine-Nine – serie TV, episodio 5x17 (2018) Chad – serie TV, 10 episodi (2021) Just Beyond – serie TV, episodio 1x01 (2021) Doppiatrice Lorax - Il guardiano della foresta (Dr. Seuss' The Lorax), regia di Chris Renaud (2012) Cattivissimo me 2 (Despicable Me 2), regia di Pierre Coffin e Chris Renaud (2013) Big Mouth – serie animata, episodio 1x05 (2017) The Boys presenta: Diabolico! (The Boys Presents: Diabolical) – serie animata, episodio 1x04 (2023) Doppiatrici italiane Nelle versioni in italiano dei suoi film, Nasim Pedrad è stata doppiata da: Loretta Di Pisa in New Girl Chiara Colizzi in Scream Queens Angela Brusa in Aladdin Ilaria Latini in Desperados Da doppiatrice è sostituita da: Paola Valentini in Lorax - Il guardiano della foresta Ilaria Latini in Cattivissimo me 2 Altri progetti Collegamenti esterni
La Lactofilia (chiamata anche feticismo del latte) o lattofilia è una parafilia consistente nel desiderio e nell'eccitazione sessuale derivante dall'osservazione di una donna che allatta, dall'allattare un adulto, dall'essere allattati al seno (in età adulta) o dal piacere di succhiare il latte dalle mammelle di una donna quando questa è nel suo periodo di lattazione. Queste pratiche sono spesso ritratte in alcuni film a sfondo erotico o pornografici nei quali, ad esempio, si può vedere la donna spruzzare latte dai capezzoli in una tazza con caffè o cioccolata per poi successivamente bere la bevanda formatasi. Tali pratiche sessuali sono attinenti alla cosiddetta "sfera del feticismo" mentre la pratica specifica di farsi allattare al fine di eccitarsi e/o provare piacere sessuale viene comunemente definita lattazione erotica. L'atto di farsi allattare in età adulta, da parte di una giovane donna, è stato inoltre rappresentato sovente attraverso opere artistiche ispirate alla storia leggendaria della Caritas romana. Note Parafilie
La Predappio-Roma 1933, sesta e ultima edizione della corsa, si svolse dal 21 al 23 aprile 1933 su un percorso di 629,4 km con partenza da Predappio e arrivo a Roma. Aperta a professionisti e indipendenti, fu vinta dall'italiano Allegro Grandi, che completò il percorso in 20h58'05" precedendo i connazionali Armando Zucchini e Giovanni Firpo. Dei 48 ciclisti al via, conclusero la prova in 28. Percorso Organizzata dal quotidiano sportivo romano Il Littoriale, la sesta edizione della Predappio-Roma fu la prima tenuta non come corsa di un giorno, ma in due tappe. La prima tappa, di , prese il via da Predappio Nuova e transitò nell'ordine da Forlì, Faenza, Imola, Bologna (km 80,1), Marzabotto, Bagni della Porretta, Le Piastre (km 167,2, ), Pistoia, Prato, Passo Croci (km 217, ), Dicomano, Pontassieve, per giungere infine allo Stadio Berta a Firenze. La seconda tappa, di ben , ebbe avvio a Firenze proseguendo verso Bagno a Ripoli, Figline Valdarno, Montevarchi, Arezzo (km 77,1), Castiglion Fiorentino, Passignano sul Trasimeno e Perugia (km 155); da lì, transito per Foligno, Spoleto, il Valico della Somma (km 227,6, ), Terni, Narni, Civita Castellana (km 291,8) e Rignano Flaminio. Si entrò a Roma passando da Ponte Milvio, con traguardo posto al trotter di Villa Glori. Tappe Dettagli delle tappe 1ª tappa 21 aprile: Predappio > Firenze – 286,2 km Risultati 2ª tappa 23 aprile: Firenze > Roma – 343,2 km Risultati Ordine d'arrivo (Top 10) Note Collegamenti esterni Ciclismo nel 1933 Predappio-Roma
Indicata prevalentemente come Jean M. Auel – talvolta come Jean Auel – l'autrice è nota per la sua serie di romanzi storici I figli della Terra ambientati nell'Europa preistorica. Biografia Seconda dei cinque figli di Neil Solomon Untinen e Martha Wirtanen, sposa, all'età di 18 anni (il 19 marzo 1954), Ray B. Auel, dal quale ha cinque figli nei successivi sei anni: RaeAnn, Karen, Lenore, Kendall e Marshall. I suoi impegni domestici le impediscono qualsiasi altra attività, ma una volta che i figli diventano più indipendenti decide di frequentare dei corsi universitari presso la Portland State University e la University of Portland, laureandosi in economia aziendale nel 1976. Fa parte del Mensa dal 1964 e ha ricevuto un laurea ad honorem dalla University of Maine e dal Mount Vernon College for Women. La vera passione della Auel è però la scrittura. Nel 1977 inizia una intensiva ricerca bibliografica sull'Era glaciale e la paleoantropologia in genere. Partecipa a un corso di sopravvivenza per imparare come abitare una caverna, come accendere un fuoco, lavorare la pelle e la pietra. Arriva così a scrivere il primo libro di quella che è comunemente chiamata la saga de I figli della Terra. La serie di romanzi, che ha venduto circa 45 milioni di copie, è terminata col sesto e conclusivo libro della serie, The Land of Painted Caves, pubblicato il 29 marzo 2011. Opere I figli della Terra 1980 - Ayla figlia della Terra (The Clan of the Cave Bear) (Longanesi, ISBN 8830420417) 1982 - La valle dei cavalli (The Valley of Horses) (Longanesi, ISBN 8830408271) 1985 - Gli eletti di Mut (The Mammoth Hunters) (Longanesi, ISBN 8830407658) 1990 - Le pianure del passaggio (The Plains of Passage) (Longanesi, ISBN 883041039X) 2002 - Focolari di pietra (The Shelters of Stone) (Longanesi, ISBN 8830419850) 2012 - La terra delle caverne dipinte (The Land of Painted Caves) (Longanesi, ISBN 9788830432123) Cinema Nel 1986, John Sayles adatta il primo romanzo della serie dei "Figli della Terra" per il film Cro Magnon: odissea nella preistoria (The Clan of the Cave Bear), diretto da Michael Chapman ed interpretato da Daryl Hannah nel ruolo di Ayla. Note Voci correlate Paleoantropologia Altri progetti Collegamenti esterni Autori fantasy Mensani
Biografia Preisner ha fatto studi di storia e filosofia a Cracovia. Non avendo mai avuto una formazione musicale, è del tutto autodidatta. È uno dei più importanti autori di colonne sonore cinematografiche viventi. La sua lunga collaborazione con il regista polacco Krzysztof Kieślowski e il suo sceneggiatore, Krzysztof Piesiewicz, lo ha portato alla ribalta internazionale. In memoria del regista, dopo la di lui morte, ha scritto una "meditazione in musica", Requiem for My Friend, i cui temi s'ispirano a tematiche cristiane e a stili di musica religiosa occidentale e orientale. Con Kieślowski ha realizzato le colonne sonore di film quali Il Decalogo, La doppia vita di Veronica, e la trilogia di Film blu, Film bianco e Film rosso. Ha vinto un César nel 1996 per il suo lavoro (con Michel Colombier e Serge Gainsbourg) su Élisa di Jean Becker. Vinse anche un altro César nel 1995 per Film rosso, e l'orso d'argento del Festival di Berlino nel 1997 per L'isola in via degli Uccelli. Colonne sonore Cinema Prognoza pogody, regia di Antoni Krauze (1983) Senza fine (Bez konca), regia di Krzysztof Kieślowski (1985) Lubie nietoperze, regia di Grzegorz Warchol (1986) Kolysanka, regia di Efraim Sevela (1986) Breve film sull'uccidere (Krótki film o zabijaniu), regia di Krzysztof Kieślowski (1988) Non desiderare la donna d'altri (Krótki film o milosci), regia di Krzysztof Kieślowski (1988) Kocham kino, regia di Piotr Lazarkiewicz (1988) Dziewczynka z hotelu Excelsior, regia di Antoni Krauze (1988) Decalogo (Dekalog), regia di Krzysztof Kieślowski (1988-1989) Ostatni dzwonek, regia di Magdalena Lazarkiewicz (1989) Europa Europa, regia di Agnieszka Holland (1990) W srodku Europy, regia di Piotr Lazarkiewicz (1990) L'esercizio del potere (Eminent Domain), regia di John Irvin (1990) La doppia vita di Veronica (La double vie de Véronique), regia di Krzysztof Kieślowski (1991) Giocando nei campi del Signore (At Play in the Fields of the Lord), regia di Héctor Babenco (1991) Zwolnieni z zycia, regia di Waldemar Krzystek (1992) Olivier, Olivier, regia di Agnieszka Holland (1992) Il danno (Damage), regia di Louis Malle (1992) Il giardino segreto (The Secret Garden), regia di Agnieszka Holland (1993) Tre colori - Film blu (Trois couleurs: Bleu), regia di Krzysztof Kieślowski (1993) O Fio do Horizonte, regia di Fernando Lopes (1993) Tre colori - Film bianco (Trois couleurs: Blanc), regia di Krzysztof Kieślowski (1994) Mouvements du désir, regia di Léa Pool (1994) Amarsi (When a Man Loves a Woman), regia di Luis Mandoki (1994) Tre colori - Film rosso (Trois couleurs: Rouge), regia di Krzysztof Kieślowski (1994) Kouarteto se 4 kiniseis, regia di Loukia Rikaki (1994) Élisa, regia di Jean Becker (1995) Festa di luglio (Feast of July), regia di Christopher Menaul (1995) L'isola in via degli Uccelli (The Island on Bird Street), regia di Søren Kragh-Jacobsen (1997) Favole (FairyTale: A True Story), regia di Charles Sturridge (1997) Cuore illuminato (Corazón iluminado), regia di Héctor Babenco (1998) Last September (The Last September), regia di Deborah Warner (1999) Una passione spezzata (Dreaming of Joseph Lees), regia di Eric Styles (1999) Aberdeen, regia di Hans Petter Moland (2000) Weiser, regia di Wojciech Marczewski (2001) Cuori estranei (Between Strangers), regia di Edoardo Ponti (2002) Le forze del destino (It's All About Love), regia di Thomas Vinterberg (2003) Effroyables jardins - I giardini crudeli della vita (Effroyables jardins), regia di Jean Becker (2003) SuperTex, regia di Jan Schütte (2003) Un bellissimo paese (The Beautiful Country), regia di Hans Petter Moland (2004) Harrys döttrar, regia di Richard Hobert (2005) Sportman van de Eeuw, regia di Mischa Alexander (2006) Un secret, regia di Claude Miller (2007) Anonyma - Eine Frau in Berlin, regia di Max Färberböck (2008) Aglaja, regia di Krisztina Deák (2012) A História da Eternidade, regia di Camilo Cavalcante (2014) Angelica, regia di Mitchell Lichtenstein (2015) Shi gu, regia di Sanyuan Peng (2015) Wang chao de nu ren: Yang Gui Fei, regia di Shiqing Cheng, Tian Zhuangzhuang e Zhang Yimou (2015) Meu Amigo Hindu, regia di Héctor Babenco (2015) The Queen of Spain (La reina de España), regia di Fernando Trueba (2016) Skyggenes dal, regia di Jonas Matzow Gulbrandsen (2017) Lies We Tell, regia di Mitu Misra (2017) La nostra storia (El olvido que seremos), regia di Fernando Trueba (2020) Lian Qu 1980, regia di Feng Mei (2020) Man of God, regia di Yelena Popovic (2021) Altri progetti Collegamenti esterni Compositori di musiche per film Premi César per la migliore musica da film
The Voice Within è un brano musicale di Christina Aguilera, estratto come quinto ed ultimo singolo dall'album Stripped. La canzone è stata scritta dalla Aguilera insieme a Glen Ballard, che si è occupato anche della produzione del singolo. Pubblicato nel 2003, il singolo ha raggiunto la posizione 33 della Billboard Hot 100, diventando l'undicesimo disco della Aguilera in top 40. Il singolo invece è entrato nella top ten nel Regno Unito e in Australia. Stranamente, il brano è stato inserito soltanto come bonus track del greatest hits della Aguilera pubblicato nel 2008, Keeps Gettin' Better - A Decade of Hits. Il video The Voice Within è principalmente conosciuto per il suo video, girato in bianco e nero e in un'unica sequenza. Il video fu nominato per tre MTV Video Music Awards nel 2004: "miglior video femminile", "scelta dello spettatore" e "miglior fotografia". Regista del video è David LaChapelle. Il video si apre con un primo piano della cantante avvolta in una vestaglia e seduta su un pilastro nello scenario desolato di un deposito di materiale di scena. Christina Aguilera si fa strada correndo per altre stanze, esce dal palazzo e si distende su un letto luminoso. Tracce CD Maxi-single Remix ufficiali Almighty Remix – 8:01 [a.k.a. Almighty Definitive Mix & Almighty 12" Club Mix] Almighty PA – 8:01 Almighty Dub – 7:57 Almighty Radio [Edit 1] – 3:31 Almighty Radio [Edit 2] – 4:01 Almighty Mix Show Successo commerciale Il brano ha riscosso un discreto successo nelle classifiche di Paesi in Europa e Oceania, arrivando in top ten in più Stati. Nella ARIA Charts, il singolo ha esordito alla numero 9, nella classifica redatta il 1º febbraio 2004. La settimana dopo, il singolo ha raggiunto la numero 8. Ha ceduto alla numero 9 nella terza settimana ed è stato otto settimane nella top cinquanta. Nella Swiss Singles Chart, il singolo si è piazzato alla numero 3 divenendo il singolo più alto in questa classifica estratto da Stripped, insieme a Dirrty. Il singolo ha raggiunto la numero trentatré nella Billboard Hot 100, divenendo l'undicesimo singolo della cantante a piazzarsi nella top quaranta. Classifiche Classifiche di fine anno Note Collegamenti esterni
Piccole canaglie (The Little Rascals) è un film del 1994 diretto da Penelope Spheeris. Il film, prodotto da Amblin Entertainment e Universal Pictures, prende spunto dalla serie di cortometraggi Simpatiche canaglie (Our Gang) che andò avanti con vari interpreti, dal 1922 al 1944, completando la sua fortuna nei decenni successivi con la riproposizione nelle televisioni di tutto il mondo. Il film è interpretato da Travis Tedford nel ruolo di Spanky, Bug Hall nel ruolo di Alfalfa e Ross Bagley nel ruolo di Buckwheat; vanta inoltre la partecipazione di Donald Trump, Mel Brooks, delle gemelle Olsen, di Whoopi Goldberg, Reba McEntire e Raven-Symoné. Trama All'inizio del film, l'intero club partecipa ad un incontro per una gara di corsa alla quale si era iscritto. Quando scoprono che manca Alfalfa, lo trovano, e rimangono stupefatti alla scoperta che lui e Darla sono innamorati e fidanzati: loro sono fortemente maschilisti, e hanno giurato di non amare mai nessuna ragazza. Alfalfa mostra a Darla la sede del club e le regala un anello. Ma l'appuntamento finisce male quando Alfalfa scopre che l'intera gang sta origliando l'appuntamento. Così prova ad allontanare gli amici. Mentre Alfalfa cerca di convincerli ad andarsene, Darla esce dalla sede del club e tutti capiscono che la casa ha preso fuoco. Dopo aver spento il fuoco, la gang punisce Alfalfa proibendogli di fidanzarsi con qualsiasi ragazza per il resto della sua vita. Oltre al danno, però, per il bambino c'è anche la beffa: non riesce a non guardare segretamente Darla mentre flirta con un ricco bambino di nome Waldo. Dopo un tentativo di riconquistarla, Alfalfa si dimette dal gruppo in uno scatto d'ira. Però lui e Spanky si chiariscono, e Alfalfa sarà il pilota nella gara. Durante la gara, Waldo si mostrerà molto scortese. Darla non lo sopporta più e lo scarica dall'auto. Dopo varie vicissitudini il Blur II (kart delle canaglie) vince la gara e il premio. Alfalfa riconquista Darla, il club viene ricostruito, e diventa addetto alle ragazzine. Henry poi rivela di avere un vocabolario molto vasto, ma di non averlo mai usato, preferendo sempre dire "uh-huh". Produzione Cast I bambini Travis Tedford è George "Spanky" McFarland - Presidente del Club Bug Hall è Carl "Alfalfa" Switzer - Fidanzato di Darla Brittany Ashton Holmes è Darla Hood - Fidanzata di Alfalfa Blake McIver Ewing è Waldo Aloysius Johnston III - Ricco bambino che esce con Darla Kevin Jamal Woods è Matthew "Stymie" Beard Jordan Warkol è Billy "Froggy" Laughlin - Bambino con la voce rauca Zachary Mabry è Eugene "Porky" Lee Ross Bagley è William "Buckwheat" Thomas Courtland Mead è Henry "Uh-Huh" Rogers - Bambino che dice sempre "uh-huh" Sam Saletta è Tommy "Butch" Bond - Il bullo che prende di mira la gang Blake Jeremy Collins è Woim - Migliore amico di Butch e bullo insicuro Juliette Brewer è Mary Ann - Amica di Darla Heather Karasek è Jane - Amica di Darla Elizabeth Daily è Billy "Froggy" Laughlin (voce) Partecipazioni importanti Mel Brooks è Mr. Welling Whoopi Goldberg è Mrs. Thomas - Mamma di Buckwheat Daryl Hannah è Miss Crabtree - Insegnante di scuola della gang Reba McEntire è A.J. Ferguson - Miglior pilota Mary-Kate Olsen è Gemella #1 Ashley Olsen è Gemella #2 Raven-Symoné è Fidanzata di Stymie Lea Thompson è Ms. Roberts - Insegnante Donald Trump è Mr. Johnston - Papà di Waldo George Wendt è Lumberyard Clerk Differenze tra film e serie Il nome ufficiale della gang non viene menzionato nella serie. Nel film Waldo è un nemico della gang mentre nella serie è loro amico. Nel doppiaggio italiano della serie Stymie è chiamato Sammy, nel film è chiamato con il suo nome originale. Collegamenti esterni Film commedia Simpatiche canaglie Film Amblin Entertainment Film diretti da Penelope Spheeris Film sui bambini
À bout d'souffle è un singolo del gruppo rap francese Sexion d'Assaut, pubblicato nel 2011 e proveniente dall'album Les chroniques du 75 Vol. 2 (contenuto anche in En attendant L'Apogée: Les Chroniques du 75). Il singolo ha debuttato al 67º posto nella classifica francese, raggiungendo la posizione massima, la 27ª, il 14 maggio 2011. Video musicale Il video musicale mostra quattro membri del gruppo che cantano, accompagnati da alcuni fumetti che raccontano diversi fatti accaduti ad ognuno di loro: Maître Gims, mentre guida con eccesso di velocità, viene fermato dalla polizia e sorpreso senza patente; Maska si alza tardi perché non aveva sentito la sveglia, perde l'autobus e non riesce a raggiungere il posto di lavoro, cercando successivamente di avvisare invano il suo capo (la batteria del suo cellulare risulta scarico), finendo così di essere licenziato; Lefa, dopo una lunga fila al supermercato, paga i suoi acquisti con la carta di credito, ma il pagamento viene rifiutato, e intanto vede un carro attrezzi portarsi via la sua macchina; JR O Chrome, tornando a casa, trova alcune persone che portano via i suoi mobili. Classifica Note Collegamenti esterni
L'Aston Martin AMR21 è una monoposto di Formula 1 realizzata dalla scuderia Aston Martin per prendere parte al campionato mondiale di Formula 1 2021. Presentazione La vettura è stata presentata il 3 marzo 2021. Livrea Complice il cambio di denominazione da Racing Point ad Aston Martin, la livrea della AMR21 si distacca completamente dalle livree del team di Silverstone utilizzate negli anni passati, poiché riprende il colore verde britannico tipico della Aston Martin e delle vetture da corsa inglesi. Tra i vari nuovi sponsor, spicca il title sponsor del team Cognizant, che domina le fiancate e l'ala posteriore e lo si ritrova anche sul mainplane dell'ala anteriore. Il logo BWT, non più nel ruolo di title sponsor, viene ridimensionato e non occupa più tutto il cofano motore, ma viene riposizionato nella zona del cambio. La pinna è caratterizzata dalla presenza dello sponsor Peroni Libera 0.0, mentre i loghi della Aston Martin sono stati posizionati sulle paratie laterali e sui flap dell'ala anteriore, dietro l'ala posteriore e ai lati della cella del pilota. Della livrea delle vetture precedenti è ripreso in una minima parte il colore rosa; infatti sul fondo delle fiancate e sul bordo anteriore dell'ala frontale corre una striscia rosea derivante dalla sponsorizzazione della BWT. Nelle gare del Gran Premio di Francia e del Gran Premio di Stiria vengono aggiunti sull'Halo congiuntamente una striscia arcobaleno e il logo di Cognizant, come supporto al mese del Pride da parte della scuderia e del title-sponsor. Per il Gran Premio di Gran Bretagna viene aggiunta una bandiera britannica su entrambi i lati della cellula di sicurezza del pilota sotto i loghi Aston Martin per celebrare il Gran Premio di casa. Per il Gran Premio d'Italia i loghi Aston Martin ai lati della cellula di sicurezza del pilota vengono sostituiti con i simboli del franchise di 007, in concomitanza con l'uscita di No Time to Die, film di James Bond. Caratteristiche La AMR21 riprende la nomenclatura delle vetture da competizione Aston Martin, in particolare degli sportprototipi come la AMR1. La vettura non differisce molto dalla precedente Racing Point RP20, essendo i regolamenti del 2021 molto restrittivi in termini di evoluzione dell’auto, ma, come imposto dal regolamento, è dotata di un nuovo fondo che è ridotto nella parte posteriore e di un diffusore e delle prese dei freni posteriori con appendici aerodinamiche anch’esse ridotte nelle dimensioni. Presenta il cambio e la sospensione posteriore mutuati dalla Mercedes W11, dal momento che è possibile acquistare queste componenti da un fornitore esterno. Le pance laterali sono più sciancrate e presentano nella zona alta una protuberanza, caratteristica tipica del nuovo motore Mercedes M12, presente infatti anche sulla Mercedes W12. Dal momento che per la stagione 2021 gli aggiornamenti alla vettura sono limitati con due gettoni da poter investire in componenti della vettura, l'Aston Martin ha investito i gettoni per modificare una parte del telaio, in particolare la cella di sicurezza del pilota, dove sono presenti nuovi elementi di assorbimento degli urti, più bassi, cosa che hanno consentito la progettazione di prese d'aria di forma differente. Al Gran Premio dell'Emilia-Romagna vengono portate delle pance di forma diversa, leggermente più larghe di quelle viste all'esordio, per permettere un raffreddamento migliore del motore, nel Gran Premio d'Azerbaigian invece vengono modificati i componenti aereodinamici posizionati sull'Halo. Scheda tecnica Carriera agonistica Test Stagione La nuova AMR21 si rivela molto meno competitiva della sua antenata, infatti Lance Stroll e Sebastian Vettel (che prende il posto di Sergio Pérez passato alla Red Bull) hanno non poche difficoltà a portare risultati concreti al team segnando solo 5 punti nelle prime quattro gare del campionato. A Baku, però, Vettel si mette in mostra: partito undicesimo, l'ex ferrarista rimonta fino al secondo posto finale, tornando sul podio dopo 7 mesi e ottenendo il primo podio di sempre per la Aston Martin. Il prosieguo della stagione è ancora un calvario, la vettura è competitiva solo in poche occasioni e ottiene risultati solo con l'aiuto di alcune circostanze favorevoli, tra queste l'Ungheria dove, grazie a una carambola iniziale causata da Stroll e Valtteri Bottas al via, Vettel si ritrova a contendersi la vittoria con l'Alpine di Esteban Ocon uscendone però sconfitto. La beffa, però, arriva alcune ore dopo la fine del Gran Premio: viene infatti trovata un'irregolarità alla vettura del pluricampione mondiale da parte dei tecnici FIA che decidono dunque di squalificare la vettura dall'ordine d'arrivo perdendo, di fatto, i punti guadagnati. Il campionato non riserverà altre sorprese al team che chiuderà al 7º posto finale nel campionato costruttori, venendo sopravanzato nel giro di un anno dalle più competitive Ferrari, McLaren, Alpine e persino AlphaTauri. Piloti Risultati in Formula 1 * – Indica il pilota ritirato, ma ugualmente classificato, avendo coperto come previsto dal regolamento almeno il 90% della distanza di gara. Nel Gran Premio del Belgio non è stato coperto il 75% della distanza prevista, quindi i punti assegnati sono la metà di quelli previsti per la distanza completa; i giri più veloci non sono stati riconosciuti nella classifica finale del Gran Premio. Note Altri progetti Collegamenti esterni Vetture di Formula 1 2021 Vetture di Formula 1 Aston Martin F1 Team
La Primrose International Viola Competition (PIVC), nota anche come Primrose Memorial Scholarship Competition (PMSC), è un concorso di interpretazione violistica istituito dalla American Viola Society e dedicato al celebre virtuoso William Primrose. La PIVC è il primo concorso di interpretazione violistica, istituito nel 1979. Si svolge con regolarità dal 1987, spesso in concomitanza con il North American Viola Congress. L'evento è diventato triennale dal 2005, con sede permanente a Albuquerque. È aperta ai violisti di ogni nazionalità, al di sotto dei trenta anni di età. Il concorso è strutturato in tre turni, nell'arco di una settimana, nei quali i candidati eseguono brani scelti dal repertorio violistico e dalle trascrizioni per viola realizzate da Primrose. In alcune edizioni è richiesta anche l'esecuzione di un brano d'obbligo prestabilito dalla commissione. Edizioni Note Voci correlate Lionel Tertis International Viola Competition Maurice Vieux International Viola Competition Tokyo International Viola Competition Jan Rakowski Viola Competition Collegamenti esterni Concorsi violistici
Carriera Giocatore Club Stavrum iniziò la carriera nel Clausenengen. Fu poi acquistato dal Brann ed in seguito dal Molde. Proprio al Molde, assieme a Ole Gunnar Solskjær e Ole Bjørn Sundgot, formò il tridente che fu soprannominato tre S-ene (in italiano, le tre S). Giocò una stagione allo Stabæk, prima di passare agli svedesi dell'Helsingborg. Sotto la guida di Åge Hareide, divenne (primo straniero a riuscire nell'impresa) capocannoniere della Allsvenskan 1998. L'anno successivo, passò agli scozzesi dell'Aberdeen. Nella prima stagione, segnò 12 reti in 32 apparizioni. In quella successiva, fu capocannoniere della squadra con 17 gol. Pur essendo popolare tra i tifosi, lasciò la squadra per via di una clausola inserita sul suo contratto che prevedeva la partenza del norvegese in cambio del pagamento di una clausola rescissoria. Passò allora ai turchi del Beşiktaş. Fu una sorpresa amara per i tifosi dell'Aberdeen, perché videro una foto del calciatore con la nuova maglia prima che il trasferimento fosse ufficializzato. L'avventura con il Beşiktaş, però, durò un solo anno. Dopo una breve esperienza al Magonza, tornò al Molde. Chiuse la carriera nel 2004. Nazionale Stavrum giocò 2 partite per la . Allenatore Stavrum, al termine della sua carriera da calciatore, diventò allenatore. Nel 2005 fu infatti nominato tecnico del Bærum. Dopo aver raggiunto una posizione rispettabile in classifica, fu chiamato a ricoprire lo stesso ruolo al Molde, che però retrocesse al termine della Tippeligaen 2006. Stavrum fu allora esonerato e, a dicembre 2007, accettò un contratto biennale offertogli dallo Skeid. Nel 2008, debuttò come scrittore pubblicando la novella 31 år på gress. Palmarès Giocatore Competizioni nazionali Molde: 1994 Helsingborg: 1999 Helsingborg: 1998 Note Altri progetti Collegamenti esterni Calciatori della Nazionale norvegese
Biografia Giovanni Zannacchini nacque a Livorno nel 1884, nello stesso anno di Amedeo Modigliani, del quale diventerà amico. Autodidatta, si dedicò da prima all'incisione dando vita a numerose acqueforti e xilografie che gli valsero la fama nazionale e con le quali partecipò alle più importanti manifestazioni italiane ed estere di questo specifico settore, nel 1916 viene invitato all'Esposizione d'Incisione Italiana, organizzata nella sede della Royal Society of British Artists a Londra dove espone delle acqueforti. Trascorse la sua vita lavorativa alle dipendenze della casa editrice Belforte e nei primi decenni del secolo è uno degli xilografi di Livorno più impegnati nella decorazione di prodotti editoriali; per Belforte realizzò il disegno del francobollo commemorativo della visita di Benito Mussolini a Livorno l'11 maggio 1930, francobollo che ebbe validità solo per quel giorno e che è passato alla storia come il "Mussolini Rosa". In un secondo tempo passò alla pittura, prima con disegni colorati, quindi alla pittura vera e propria con tecnica ad olio. Anche in questo genere d'arte si affermò rapidamente ed infatti non vi fu manifestazione artistica, a lui contemporanea, dove non fosse presente un'opera di Giovanni Zannacchini. Fu, insieme a Renato Natali e Gino Romiti, fondatore del Gruppo Labronico, Segretario provinciale Professionisti ed Artisti, e membro di numerose giurie nazionali. Zannacchini è presente all'Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia nel 1920, 1922, 1924, 1928 come lo sarà poi alle Biennali del 1930, 1932, 1934 e 1936. Di lui parlarono i critici più autorevoli dell'epoca: Ugo Ojetti, Vittorio Pica, Raffaello Franchi, Antonio Maraini, Carlo G. Ciappei, Guido Vivarelli, Gastone Razzaguta e molti altri. Sue opere furono acquistate dalla Galleria d'Arte Moderna di Roma, dalla Galleria d'Arte Moderna di Firenze a Palazzo Pitti, dal Museo civico Giovanni Fattori di Livorno, dal Museo di Tokio ed altri ancora. Morì nel 1939 all'età di 55 anni. Il comune di Livorno gli ha dedicato una strada. Alcune mostre 1920 Venezia, "Biennale di Venezia" 1920 Livorno, "Gruppo Labronico" Palace Hotel 1921 Livorno, "Gruppo Labronico" Liceo Niccolini 1922 Venezia "Biennale di Venezia" 1922 San Remo "Gruppo Labronico" I Esposizione Internazionale d'Arte di San Remo 1922 Roma, "Gruppo Labronico" 90ª Esposizione degli amatori e cultori di Belle Arti di Roma 1922 Livorno "Gruppo Labronico" Liceo Niccolini 1923 Livorno, "Gruppo Labronico" Liceo Niccolini 1924 Livorno, "Gruppo Labronico" Liceo Niccolini 1924 Milano, "Gruppo Labronico" Galleria Pesaro 1930 Venezia "Biennale di Venezia" 1965 Livorno "Zannacchini", Bottega d'arte 2005 Venezia, "Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi", Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia 2005 Cagliari, "Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi", Castello di San Michele, Cagliari 2005 Domodossola, "Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi", Sala Motta, Domodossola Bibliografia XIII Biennale di Venezia Internazionale d'arte 1922, Bestetti & Tumminelli, catalogo ufficiale. Gino Saviotti, Catalogo Galleria Pesaro Milano - VIII esposizione Gruppo Labronico 1924, Bestetti & Tumminelli XVII Biennale di Venezia Internazionale d'arte 1930, Pietro Orsi, Antonio Maraini e Romolo Bazzoni, Catalogo ufficiale. XVII Biennale di Venezia Internazionale d'arte 1930, guida della Biennale XVII 1930 Venezia. XVII Biennale di Venezia Internazionale d'arte 1930, Ugo Nebbia e Antonio Maraini, Catalogo ufficiale. Gastone Razzaguta, Virtù degli artisti labronici, Editrice Nuova Fortezza, Livorno. I quaderni di Bottega d'Arte, Mostra Zannacchini Livorno 1965. Luciano Bonetti, Arte Labronica, Edizioni il Telegrafo Livorno (senza data ma si presume fine anni sessanta). Luciano Bonetti - Annuario degli artisti labronici 1976 Christian Parisot, Modigliani a Venezia, tra Livorno e Parigi, Carlo Delfino Editore 2005. Alice Barontini, Livorno 900: La grafica dei Maestri, da Leonetto Cappiello a Renato Natali, Benvenuti & Cavaciocchi editore 2010. Altri progetti
L'oratorio di San Rocco è un edificio di culto cattolico che si trova ad Arceto, frazione di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia e diocesi di Reggio Emilia-Guastalla; fa parte del vicariato della Valle del Secchia. Esso è un oratorio sussidiario e si trova entro le mura del Castello di Arceto. Storia L'oratorio è stato eretto dalla famiglie Thiene nel 1857. Successivamente fu restaurato nel 1863 e ancora nel 1844. Architettura La facciata dell'edificio è tripartita e la parte centrale termina con un frontone appena accennato. Sopra la porta di ingresso è presente un’iscrizione dedicatoria al santo titolare. L'edificio presenta un'aula unica, con due cappelle laterali dedicate una alla Madonna di Lourdes e l’altra a San Lodovico Re e San Pellegrino Re in adorazione della Madonna della Ghiara. L’area presbiteriale è rialzata di un gradino e non è presente l’abside. Sulla parete di fondo è collocato l'altare maggiore con una pala che raffigura la Madonna con San Rocco e San Giovanni Evangelista. Note Altri progetti Collegamenti esterni Chiese di Scandiano Chiese della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla
Il Bartini-Beriev VVA-14 () fu un rivoluzionario velivolo ibrido, militare e multiruolo, sviluppato in Unione Sovietica durante gli anni settanta su progetto dell'italiano naturalizzato sovietico Roberto Bartini e rimasto allo stadio di prototipo. Definito come aereo anfibio a decollo verticale, fu concepito per volare sia ad elevate altitudini a grande velocità sia poco al di sopra del livello del mare, sfruttando l'effetto suolo sulla superficie acquatica: per questa sua innovativa e rivoluzionaria caratteristica, il VVA-14 rappresenta il primo esempio di aereo ad incorporare le caratteristiche e le capacità di un ekranoplano. Storia del progetto Nella seconda parte degli anni cinquanta, in piena Guerra fredda, al fine di ottenere una supremazia spostando l'equilibrio del terrore a proprio favore, gli Stati Uniti d'America iniziarono lo sviluppo di un nuovo missile balistico a testata multipla in grado di trasportare testate nucleari con cui equipaggiare i sottomarini della United States Navy, gli UGM-27 Polaris. La nuova potenziale minaccia costrinse l'Unione Sovietica ad elaborare efficaci strategie di difesa, esortando lo sviluppo di contromisure atte ad annullare la capacità strategica di tale arma offensiva occidentale. A tale scopo, nel 1959, Roberto Bartini iniziò lo sviluppo di un velivolo dalle notevoli proporzioni, indicato nella bibliografia in lingua inglese come M. Seaborne, capace di effettuare missioni di lotta antisommergibile, individuando e affondando le unità navali potenzialmente ostili. Durante lo sviluppo preliminare il progetto venne indicato con differenti denominazioni, da 2500, dal suo peso in tonnellate, a M-62 o MVA-62. Allo scopo di affrontare adeguatamente lo sviluppo di tale velivolo venne coinvolto l'ufficio di progettazione Beriev, al quale venne commissionata la costruzione di un prototipo di ekranoplano, che si concretizzerà nel Beriev Be-1, con il quale acquisire esperienza sul comportamento delle superfici portanti in un'aerodina ibrida. Il Be-1, incorporando le caratteristiche tipiche dell'idrovolante e dell'aliscafo, era destinato ad operare volando a pochi metri dalla superficie dell'acqua sfruttando per il sostentamento l'effetto suolo. Bartini, in collaborazione con Beriev, intese sviluppare il progetto del VVA-14 in tre fasi, costruendo tre diversi prototipi che costituivano . Il VVA-14M1 era destinato a svolgere la funzione di laboratorio volante sul quale provare le tecnologie e la migliore configurazione aerodinamica del modello definitivo, inizialmente con galleggianti rigidi nel centro della fusoliera che sarebbero stati sostituiti da galleggianti gonfiabili. Il VVA-14M1 venne completato nel 1972 e venne portato in volo per la prima volta da una pista convenzionale il 4 settembre. Il VVA-14M2 era più avanzato, con due motori a prua per il decollo corto, analoghi a quelli utilizzati dagli ekranoplani in fase di decollo, ed usava sistemi di controllo fly-by-wire. Il VVA-14M3 vedeva il veicolo VTOL completamente equipaggiato con armamento e sistema computerizzato ASW Burevestnik (), con il Bor-1 MAD, e altro equipaggiamento operativo. Nel 1974 vennero installati i galleggianti gonfiabili, anche se la loro installazione portò a molti problemi. Seguirono il galleggiamento ed il movimento sull'acqua, che culminarono nei test di volo l'11 giugno 1975. I galleggianti gonfiabili vennero più avanti sostituiti da galleggianti rigidi, mentre la fusoliera venne allungata. Questa modifica ebbe la designazione VVA-14M1P. Tuttavia, l'ufficio addetto alle forniture non consegnò le 12 batterie RD-36-35PR che avrebbe dovuto fornire, e questo impedì i test di volo VTOL. Dopo la morte di Bartini, nel 1974, il progetto rallentò e successivamente venne interrotto dopo aver effettuato 107 voli con un totale di 103 ore di volo. L'unico VVA-14 rimasto, il No. 19172, venne ritirato al Museo dell'aviazione russa di Monino nel 1987. L'aereo è ancora situato al museo in condizioni di smantellamento, dove è presente e visibile il numero '10687' e la scritta della compagnia aerea Aeroflot con la quale venne immatricolato ed utilizzato per le prove. Nella cultura di massa Il modello compare nel videogioco della Konami Metal Gear Solid 3, alcuni WIG (così chiamati) compaiono sulla pista d'atterraggio della base di Groznyj Grad, ed è sempre lo stesso tipo di aereo con cui il protagonista Naked Snake ed EVA fuggono dalla Russia all'Alaska. La celebre foto dell'esemplare senza ali è stata utilizzata come copertina del romanzo Magellan di Alan D.Altieri. Note Bibliografia Riviste Altri progetti Collegamenti esterni Aerei militari sovietici-russi Ekranoplani
L’Accademia palatina, o in latino Schola palatina (con riferimento alla scuola greca e a quella platonica), era un cenacolo di intellettuali provenienti da ogni parte dell'impero carolingio. Fu fondata da Alcuino di York, Eginardo e Paolo Diacono intorno al 780. Si riuniva presso la corte di Carlo Magno ad Aquisgrana, nel Palazzo Imperiale. Le personalità più eminenti del gruppo, oltre ai tre fondatori, furono il friulano Paolino di Aquileia, il franco Angilberto, l'intellettuale di origine ispano-visigota Teodulfo di Orleans (probabile autore dei Libri Carolini), l'abate franco e cugino di Carlo Magno Adelardo di Corbie, autore del trattato De ordine palatii (che ispirerà l'omonimo trattato di Incmaro di Reims) e l'irlandese Dungal. Questo ambiente internazionale, nel corso del IX secolo, fonda una cultura che, nonostante riprenda canoni di matrice classica, mostra caratteri di originalità: il rapporto con l'antico risulta innovativo in quanto fusione della reinterpretazione della cultura classica da parte di ogni rappresentante, influenzato, nell'approccio con l'ellenismo, da canoni etnico-culturali differenti. Note Cultura della Germania Sacro Romano Impero Aquisgrana
Biografia Comazone era un commediante e un danzatore. Sotto l'imperatore Commodo iniziò la carriera militare in Tracia, come soldato semplice; in questo periodo fu punito dal governatore Tiberio Claudio Attalo Patercoliano, che lo inviò alle galee e che in seguito, una volta giunto al potere, mandò a morte. A seguito dell'ascesa di Settimio Severo, Comazone fece rapidamente carriera, giungendo, nel 218, a essere il prefetto della Legio II Parthica, di stanza in Siria; si alleò allora con Gannys, tutore di Eliogabalo, nell'organizzazione del colpo di mano militare che destituì l'imperatore Macrino, uccidendolo, e mise sul trono il giovane membro della dinastia dei Severi. Durante il regno di Eliogabalo, Comazone venne elevato al rango di cavaliere e ricevette la prefettura del pretorio, e persino i consularia ornamenta. Nel 220 divenne console ordinario, con Eliogabalo come collega; nello stesso anno ricevette la prefettura del pretorio per la seconda volta. Malgrado il suo stretto legame con Eliogabalo, Comazone sopravvisse alla caduta del giovane imperatore, ottenendo dal suo successore Alessandro Severo la prefettura per la terza volta. Il suo contemporaneo Cassio Dione Cocceiano afferma che Comazone fu praefectus urbi per tre volte, ma la cronologia di questa magistratura non è chiara; il parere del senatore e storico sul generale di umili origini non è lusinghiero: Cassio Dione afferma che Comazone era un personaggio viziato senza alcuna esperienza militare o nell'amministrazione civile, che malgrado ciò ottenne sia il consolato che la prefettura urbana. Note Bibliografia Fonti primarie Cassio Dione Cocceiano, Storia romana Erodiano, Storia dell'impero dopo Marco Aurelio Fonti secondarie PIR 1 V 42 Consoli imperiali romani Prefetti del pretorio Comazone Eutichiano, Publio
Si fece subito notare nei circuiti underground ed entrò a far parte dei Black Oak Arkansas quando aveva soltanto quattordici anni. È conosciuto soprattutto per il suo album solista Powers of Ten e il suo lavoro con Jonas Hellborg, l'ex bassista di John McLaughlin. L'elevato tasso tecnico delle sue composizioni e in particolare l'eccezionale velocità di esecuzione hanno contribuito a rendere Lane uno dei più grandi virtuosi della chitarra elettrica di tutti i tempi. Shawn Lane è stato definito dall'American Guitar Institute il miglior chitarrista di sempre. Carriera All'età di otto anni, Shawn già accompagnava sua sorella al pianoforte, ma non incominciò lo studio della chitarra fino al compimento dei dieci anni. I suoi progressi molto rapidi lo convinsero a pensare che la chitarra fosse il suo strumento naturale. A tredici anni, incrementò il suo studio e la sua pratica, sviluppando le sue abilità tecniche. In quel periodo iniziò quindi a girar voce a Memphis riguardo ad un giovane chitarrista talentuoso e a quattordici anni Shawn fece un provino per il ruolo di chitarra solista nei Black Oak Arkansas, band country rock molto popolare in passato ma la cui popolarità era in declino al tempo in cui Shawn entrò nel gruppo. All'età di quindici anni, Shawn assistette ad un concerto in Inghilterra di Allan Holdsworth e questa fu l'ispirazione per sviluppare un proprio metodo di tecnica chitarristica. Nei successivi quattro anni, Shawn girò in tour con i Black Oak Arkansas. Quando i membri originali della band abbandonarono il progetto, Shawn reclutò alcuni musicisti che conosceva dal tempo del liceo e iniziò a suonare uno stile più vicino alla fusion che al country rock con il quale la band era conosciuta. A diciotto anni, Shawn Lane lasciò il tour con i Black Oak Arkansas per prendersi una pausa e continuare gli studi di musica. Nei successivi otto anni studiò musica e composizione da autodidatta e principalmente si dedicò al pianoforte. Molto del materiale di Powers of Ten fu scritto sul suo pianoforte, considerato da Lane il suo strumento compositivo principale. Sviluppò velocemente la sua tecnica anche sulle tastiere, influenzato da pianisti come Liszt, Tatum e Cziffra. Cominciò poi a registrare alcune demo che incontrarono l'interesse della Warner Brothers Music. Quest'ultima offrì a Lane un contratto di registrazione. Fatta eccezione di una cover, Lane scrisse tutte le canzoni e suonò tutti gli strumenti nel suo album di debutto. Le vendite andarono bene e l'album vinse numerosi premi di riviste del settore. Durante la produzione dell'album Lane continuò ad esibirsi dal vivo e prese parte anche alla registrazione dell'album Centrifugal Funk (uscito a nome Mark Varney Project's ) insieme a Brett Garsed e Frank Gambale. Lane poi pubblicò solo altri due album da solista: Powers of Ten Live!, registrato live nel 1993, e The Tri-Tone Fascination. Quando Lane incontrò Jonas Hellborg, si venne a creare una relazione musicale intensa. Entrambi erano appassionati di musica classica, rock, musica pakistana e indiana e diedero il via ad una jam band insieme al batterista Jeff Sipe chiamata HLS (Hellborg, Lane, Sipe). Sipe era già conosciuto nella scena come il batterista originale dei Aquarium Rescue Unit e aiutò gli HLS a raggiungere fama in tutto il mondo. Successivamente, Lane e Hellborg formarono una band fusion con i musicisti indiani V. Selvaganesh and Umamahesh. Nel febbraio 2003, Lane e Hellborg girarono l'India in tour con il batterista Andrea Marchesini. L'ultimo concerto di Shawn Lane fu a Smilefest, nel Nord Carolina, con Hellborg e Jim Britt. Morte Lane soffrì di psoriasi durante tutta la sua vita, così come di artrite psoriasica dall'età di tredici anni. Questo non gli impedì di suonare ma gli causò difficoltà nel camminare e richiese un trattamento di steroidi che fecero aumentare notevolmente il suo peso, tanto che negli anni prima della sua morte, Shawn era arrivato a pesare oltre 150 kg (nonostante fosse stato magro in gioventù). Il 26 settembre 2003, Shawn Lane morì in un ospedale di Memphis, poco dopo aver saputo che sarebbe rimasto intubato per il resto della sua vita. È sepolto nel Memorial Park Cemetery di Memphis. Discografia Da solista 1992 - West Side Boogie (Promo Single) 1992 - Powers of Ten (Warner Bros.) 1999 - The Tri-Tone Fascination 2001 - Powers of Ten: Live! Con Jonas Hellborg 1996 - Temporal Analogues of Paradise 1997 - Time is the Enemy 1999 - Zenhouse 2000 - Good People in Times of Evil 2002 - Personae 2003 - Icon Note Collegamenti esterni Steppin Out, articolo del 2005 sul Memphis Flyer
L'algoritmo di Tomasulo è un algoritmo sviluppato dal ricercatore dell'IBM Robert Tomasulo per permettere l'esecuzione fuori ordine delle istruzioni. La sua prima implementazione si è avuta nell'unità in virgola mobile del IBM 360/91. Questo algoritmo si differenzia dallo scoreboarding per l'utilizzo della rinominazione dei registri; mentre lo scoreboarding risolve le Write-after-Write (WAW) e le Write-after-Read (WAR) con gli stalli, l'algoritmo di Tomasulo permette l'esecuzione di altre istruzioni; inoltre l'algoritmo di Tomasulo prevede un bus comune per fornire i valori calcolati a tutte le reservation station. L'algoritmo migliora l'esecuzione parallela delle istruzioni e fornisce prestazioni migliori dello scoreboarding. Robert Tomasulo ha ricevuto il premio Eckert-Mauchly nel 1997 per il suo algoritmo. Bibliografia An Efficient Algorithm for Exploiting Multiple Arithmetic Units, IBM Journal, 11(1):25-33, January 1967. WebHASE: Tomasulo's Algorithm: HASE Java applet simulation of the Tomasulo's Algorithm, Institute for Computing Systems Architecture, Edinburgh University. Voci correlate Buffer di riordino Instruction processing
L'amore ucciso (Forbidden Love) è un romanzo del 2003 scritto da Norma Khouri. L'autrice ha inizialmente dichiarato che il libro raccontasse un evento realmente accaduto ma si è poi scoperto che era una storia inventata. Il libro non è tradotto in italiano. Trama Il romanzo racconta la vita di Dalia, una giovane donna musulmana che vive in Giordania. Quando si innamora di Michael, un giovane cattolico dell'esercito britannico, è costretta a mantenere segreto il rapporto. Il padre, appena scopre la sua relazione, si infuria con Dalia e la uccide due mesi dopo il suo ventiseiesimo compleanno. Scandalo I sospetti sulla storia di Norma Khouri e le relative domande emersero quasi subito. Molti lettori condivisero su internet la sensazione che gran parte del libro non fosse autentico, individuando tra l'altro diversi errori, per esempio: raffigurazioni "fantasiose" della città di Amman, affermazioni errate sulla giurisprudenza giordana e la presenza di banconote che non erano mai state stampate nel momento in cui il libro venne scritto. La stessa Khouri aveva anche lei destato sospetti, perché parlava perfettamente l'inglese americano, nonostante sostenesse di non aver mai vissuto negli Stati Uniti. Inoltre, aveva promesso di donare la maggior parte del ricavato all'Associazione nazionale giordana, ma aveva inviato solo 100 dollari. Nel luglio del 2004, un anno dopo l'uscita del libro, l'editore letterario di Sydney Morning Herald Malcolm Knox scrisse una serie di articoli che accusavano la Khouri di essere una truffatrice. Un'indagine di diciotto mesi, concluse che la Khouri aveva inventato la storia. Inoltre non viveva in Giordania dal 1973, ma aveva vissuto a Chicago per la maggior parte della sua vita, ed era sposata con due figli. La sua famiglia non aveva più avuto sue notizie dal 2000, quando lasciò improvvisamente Chicago per scrivere il libro. L'autrice continuò ad insistere di aver raccontato una storia vera, anche quando si trovava di fronte a registri pubblici che dimostravano oltre ogni dubbio che aveva trascorso la maggior parte della sua vita negli Stati Uniti. L'editrice Knox aveva portato prove che suggerivano che La Khouri aveva lasciato Chicago quando si sono presentati problemi legali dovuti a diverse transazioni immobiliari. Forbidden Lie Nel settembre del 2007, è stato pubblicato un documentario intitolato, Forbidden Lie ("Bugia proibita"). La regista Anna Broinowski racconta la storia di come il libro di Norma Khouri sia diventato un best seller. Poiché Khouri insiste ancora che la sua storia è vera, Broinowski le dà l'opportunità di dimostrare che è totalmente o almeno in parte narrativa; tuttavia, le prove scoperte da Broinowski indicano che la storia del suo libro è immaginaria e che la Khouri aveva commesso diverse truffe anche prima della scrittura del libro. Edizioni Norma Khouri, Forbidden love, Bantam books, London 2004 Note Collegamenti esterni Publishers Weekly. City Journal. Falsi letterari Romanzi del 2003
La losa (in patois valdostano labie (pron. AFI: ), in lombardo pioda, in lunigiano piagna) è una lastra di pietra, generalmente utilizzata in edilizia come tegola o per la pavimentazione. Etimologia Secondo il linguista Pierre-Yves Lambert il termine losa (in francese lauze) deriverebbe dal celtico lausa. Nel dictionnaire de la langue française, noto come Littré (1867), il termine lause è fatto derivare dall'antico termine provenzale lauza, « lastra, pietra piatta ». In occitano, lausa sta a indicare la pietra piatta usata come copertura per i tetti oppure per lastricare; il diminutivo è lauseta, l'accrescitivo lausàs, mentre lausar indica l'operazione di lastricare o coprire un tetto di lose e il lausaire è colui che compie tali operazioni. In piemontese, lòsa indica una lastra di pietra piana e sottile. Materia prima Le rocce dalle quali vengono ricavate le lose sono di natura scistosa, ovvero fratturabili lungo il piano orizzontale e quindi relativamente facili da suddividere in lastre. A seconda dell'area vengono utilizzati per la produzione delle lose materiali diversi quali ortogneiss (ad esempio in Piemonte), serpentini scistosi (ad esempio in Valtellina), gneiss (ad esempio in Val Chiavenna o in Ticino) o anche ardesia, come in Liguria (chiamata comunemente pietra di Lavagna) e nell'Alta Val Brembana (con piode di metarenarie/argillite anchimetamorfica, detta anche ardesia porfiroide). Nella Bassa Valle valdostana, caratterizzata da rocce eclogitiche, sono presenti le antiche cave delle varietà "granito verde argento" e "losa di Courtil" per ricavare i lastroni di marmo eclogitico adatti a coperture, rivestimenti e pavimentazioni. Messa in opera La copertura di un tetto con le lose avviene tradizionalmente in tre fasi distinte: posizionamento, squadratura e fissaggio. L'artigiano sceglie le pietre più grandi per coprire le file più basse, risalendo poi verso l'alto sugli spioventi del tetto con le lastre di dimensioni minori. Dopo essere stata posizionata in modo che risulti sovrapposta alle pietre sottostanti per almeno una quindicina di cm la pietra viene squadrata con una mazzetta da muratore in modo da smussarla lateralmente. Infine con un trapano vengono praticati due fori in prossimità del bordo nei quali sono inseriti dei chiodi metallici per il fissaggio. Nel caso il fissaggio con chiodi non venga effettuato è necessario aumentare l'area di sovrapposizione tra le lose contigue; a volte le lose vengono fissate non con chiodi ma con grappe metalliche. La posa del tetto Diffusione Le lose vengono tradizionalmente utilizzate nelle aree dove esisteva una disponibilità di materia prima o, in generale, nelle quali il costo delle tegole laterizie risultava maggiore di quello delle lose. Francia Nell'altopiano dei Vosgi, tra il dipartimento omonimo e quello dell'Haute-Saône, si utilizzano come lose lastre di arenaria localmente chiamate « laves ». A Viens, nel dipartimento della Vaucluse, sono ancora presenti granai del XVII e XVIII secolo con tetti a due falde coperti di lose calcaree poggiate su volte a botte. In Borgogna le lastre di copertura dei tetti in lose poggiano direttamente sulla volta o sono sostenute da travature in legno. L'appoggio diretto sulla volta è in genere limitato ad edifici secondari. In Savoia come nell'Alta Moriana e nell'Alta Tarantasia per molti anni la copertura in lose è stata prescritta per legge in tutte le nuove costruzioni; a fronte di tale obbligo era però previsto un contributo economico del dipartimento e dei comuni. Italia In Valle d'Aosta per molti anni la copertura in lose è stata prescritta per legge in tutte le nuove costruzioni; a fronte di tale obbligo era però previsto un contributo economico da parte della regione autonoma. Tale obbligo a partire dal 2012 è rimasto solo nelle zone classificate come centri storici e in genere dove ciò sia prescritto dagli strumenti urbanistici in vigore. In questa regione la posa delle lose è un'arte tramandata di padre in figlio e rimane ad oggi una delle pochissime regioni dove attualmente il mestiere è in sviluppo. La losa è la tegola tipica della tradizionale casa walser, come testimoniato dagli edifici storici in Valsesia. La diffusione delle coperture in lose nelle Alpi piemontesi è testimoniata, tra l'altro, da una serie di toponimi di centri abitati (es. Losa, Luserna San Giovanni...), di montagne (Monte Losetta, Cima delle Lose ...) o di valichi (Passo delle Lose, Colle della Losa...). Molto nota per la produzione di lose è la pietra di Luserna, usata come materiale da costruzione da tempi remoti ed estratta in varie da cave situate tra la Val Pellice e la Valle Po. Una simile copertura era adoperata per i rifugi dei pastori sulle montagne dell'Appennino centrale (Abruzzo e Molise); il materiale utilizzato erano lastre di pietra calcarea, tipica della zona. Spagna In Spagna esistono parecchi piccoli centri abitati caratterizzati dalla arquitectura negra - ad esempio nei pressi di Guadalajara - nei quali vengono utilizzate lose per la copertura dei tetti nonché pietre di diversa natura per la costruzione di muri portanti delle case. Tradizioni architettoniche simili sono presenti anche nei dintorni di Granada, sui Pirenei e nelle zone montane della Galizia. Altri usi Oltre che per coprire i tetti e come pavimentazione le lose, scaldate in genere con brace o fiamma viva, vengono utilizzate come piastra di cottura per carni o altri tipi di cibo. Note Bibliografia Les toits de lauses en Ardèche, Haute-Loire et Lozère, Michel Carlat in L'architecture rurale en pierre sèche, tomo 2, 1978, pagg. 88-93 Les toits de lauses du plateau de Crémieu et le dernier couvreur spécialisé dans ce genre de toiture, Michel Carlat in Evocations, Bulletin du Groupe d'études historiques et géographiques du Bas-Dauphiné, anno 21, 1978, num.4, pagg. 125-131 Les toitures de lauses, Robert Guinot in Périgord-Magazine, num.197, giugno 1982, pagg. 8-9 Voci correlate Tetto Pietra di Luserna Altri progetti Collegamenti esterni Coperture Pietra Tecnologia delle costruzioni Architetture in pietra
Island in the Sun è il secondo singolo estratto dal terzo album dei Weezer, Weezer (The Green Album) Inizialmente non era prevista la presenza della canzone nell'album, di cui il produttore fu Rick Ocasek. Nonostante ciò il singolo figurò sul prodotto finale e divenne una delle più grandi hit degli Weezer al di fuori degli Stati Uniti, raggiungendo la Top 40 nel Regno Unito (# 31), nella Top 20 in Francia (# 17) e Triple J Hottest 100 (# 7) in Australia. Video musicali Esistono due video per questa canzone dei Weezer. Versione 1: Matrimonio spagnolo Il video, diretto da Marcos Siega, è ambientato durante un matrimonio spagnolo. I membri della band suonano nel bel mezzo di una festa colorata dove aleggia un clima di felicità e allegria. Questa versione è la meno conosciuta delle due, tuttavia rimane comunque scaricabile da iTunes. Versione 2: Animali Il video segna il ritorno di Spike Jonze a sette anni di distanza dal videoclip di successo Buddy Holly. Nel video sono presenti solo Rivers Cuomo, Brian Bell e Patrick Wilson a causa del ricovero ospedaliero dell'allora bassista Mikey Welsh. Il video vede gli Weezer giocare con animali selvatici, tra cui scimmie (scimpanzé), orsi bruni, cuccioli di leone, gatti, scoiattoli, cani, farfalle (Danaus plexippus: monarca), pantere nere, giraffe, ecc. Girato a breve distanza da Los Angeles, il video dà l'impressione di essere ambientato in una savana o in luogo comunque molto remoto. È la versione che ha ricevuto più consensi, diventando video standard di Island in the Sun ed una delle più belle canzoni degli Weezer grazie alla sua leggera melodia di chitarra. Formazione Rivers Cuomo - voce e chitarra Brian Bell - chitarra Mikey Welsh - basso Patrick Wilson - batteria Note Collegamenti esterni Videoclip diretti da Spike Jonze
Biografia Sebbene sia stato uno dei massimi pittori svizzeri d'ogni tempo, le notizie su Konrad Witz, che si presume padre di Hans, scarseggiano. Lo si sa d'origine sveva ma cittadino di Basilea dal 1435 e autore delle ante del Petrusaltar per l'altar maggiore della cattedrale di Ginevra, firmate Conradus de Sapientis e datate 1444. Si sa anche che alla sua morte, avvenuta tra l'inverno del 1445 e la primavera del 1446, lasciò cinque figli, che l'anno successivo furono affidati alla tutela di Hans Witz, loro nonno paterno e pittore anch'egli. È lecito ipotizzare che a uno dei cinque figli fosse stato imposto lo stesso nome del nonno e che Hans Witz il giovane abbia appreso il mestiere dal padre. Di fatto, gli studiosi attuali sono orientati a parlare di una cerchia dei Witz, tanto è arduo districarsi nel labirinto delle attribuzioni. Per la Crocefissione di New York, nella Frick Collection, databile attorno al 1440, un tempo ascritta a Konrad Witz, si è ora propensi per un'attribuzione ad Hans, come per quella alla Gemaeldegalerie di Berlino e per la Sacra famiglia all'interno di una chiesa conservata al Museo di Capodimonte, a Napoli. Secondo l'uso del tempo, Hans Witz latinizzò il proprio nome, ma, pare, adottando più di una versione: Johannes Sapiens, o de Sapientis, o de Sapientibus, o de Savii, come risulta citato in una lettera databile attorno al 1477 che Branda Castiglioni, vescovo di Como, indirizzò a Bona di Savoia, nipote di Amedeo VIII, parlando di un “magistro Zohanni de Savii depintore de Savoya” attivo nel ducato milanese e che lo stesso vescovo aveva ospitato in casa propria dal marzo 1476 per quasi un anno. Sulla base di tale lettera, ad Hans Witz viene attribuito l'affresco di Cristo davanti a Pilato nell'oratorio di San Bernardo, all'ingresso dell'abbazia di Chiaravalle milanese, della quale era commendatario in quegli anni un fratello minore del duca Galeazzo Maria, il futuro cardinale Ascanio Maria Sforza. La corte sabauda di Amedeo VIII vide una grande fioritura delle arti, e in tutto il territorio piemontese nel secondo Quattrocento s'impose il gusto fiammingo: Hans e Konrad Witz furono tra i protagonisti dell'affermazione di tale Ars nova. Bona di Savoia sposò nel 1468 il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza e divenne madre di Gian Galeazzo Maria, in nome del quale fu duchessa reggente dopo che il coniuge fu assassinato, il giorno di Santo Stefano dell'anno 1476. Hans Witz risulta aver operato come pittore di corte a Milano dal luglio 1478 (la carica si era resa vacante nel 1476, alla morte di Zanetto Bugatto; nel 1480 la reggente fu estromessa dal potere ad opera del cognato Ludovico, detto il Moro). Di Hans Witz s'ipotizza la possibile paternità anche della vetrata di Sant'Agostino nella Certosa di Pavia. Permane una grande incertezza, alimentata dalla penuria di notizie e documenti, dalle omonimie e dalla confusione derivante dall'uso di pseudonimi e soprannomi. Risulta tuttavia accertata l'attività di Hans Witz tra il 1440 e il 1491 tra Chambéry, Ginevra e Milano. Note Bibliografia Evelyn Samuels Welch, “Un artista di Ginevra nella casa di Branda Castiglioni, vescovo di Como”, in Arte Lombarda, 70-71, Milano, 1984 Archivio di Stato di Milano, Fondo Sforzesco, Autografi n. 8 e 102 Le Duché de Milan et les commanditaires français (1499-1521), a cura di Frédéric Elsig e Mauro Natale, Roma, 2013 Konrad Witz, voce del Dictionnaire de la peinture, Parigi, Larousse Konrad Witz, mostra al Kunstmuseum di Basilea, marzo-luglio 2011 (catalogo e recensioni) “Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi Occidentali”, mostra a Torino, Promotrice delle Belle Arti, fino a maggio 2006 (catalogo e recensioni) "Présences septentrionales en Lombardie au temps des Sforza (1450-1535)", Convegno all'Università di Ginevra, 12-13 aprile 2013. Collegamenti esterni
La battaglia di Chalk Bluff La battaglia di Chalk Bluff è stata un episodio della guerra di secessione americana durante la quale il brigadiere generale nordista William Vandever (comandante della seconda divisione dell'Armata della Frontiera) venne respinto nel tentativo di impedire alla cavalleria sudista del brigadiere generale Marmaduke di attraversare il fiume Saint Francis. Nonostante ciò Vandever inflisse pesanti perdite alle truppe di Marmaduke che fu così costretto a sospendere la sua seconda spedizione in Missouri e a fare ritorno in Arkansas. Contesto Il 27 aprile 1863, a seguito della sconfitta subita nella battaglia di Cape Girardeau, Marmaduke iniziò a ritirarsi verso Helena (Arkansas), inseguito dalle forze nordiste di Vandever. Marmaduke incaricò la sua retroguardia di proteggere il lavoro dei suoi uomini mentre questi costruivano un ponte per attraversare il fiume. La retroguardia costruì dunque delle trincee nel tentativo di fermare l'attacco nordista. La battaglia Il 1º maggio 1863 Vandever raggiunse i sudisti e, nonostante una battaglia durata quasi due giorni, non riuscì ad impedire che gli uomini di Marmaduke attraversassero il Saint Francis. Tuttavia i sudisti subirono forti perdite e dunque Marmaduke dovette porre fine alla spedizione in Missouri e a ritirarsi verso il suo campo base in Arkansas. Note Bibliografia Wright, V.C., & Laud Payne, "The Battle of Chalk Bluff" Piggott, Arkansas: 1953. Collegamenti esterni Chalk Bluff Guerra nel 1863 Missouri nella guerra di secessione americana
Target è una serie televisiva britannica in 17 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di 2 stagioni dal 1977 al 1978. È una serie poliziesca incentrata sulle vicende della 13th Regional Crime Squad di Southampton. Era la risposta della BBC alla serie di grande successo della ITV L'ispettore Regan. Fu cancellata dopo la seconda stagione nel 1978 e fu sostituita dalla serie Eddie Shoestring, detective privato. Trama Personaggi e interpreti Personaggi principali Detective Steve Hackett (17 episodi, 1977-1978), interpretato da Patrick Mower. Detective Tate (17 episodi, 1977-1978), interpretato da Philip Madoc. Detective Sergente Frank Bonney (17 episodi, 1977-1978), interpretato da Brendan Price. Detective Sergente Louise Colbert (17 episodi, 1977-1978), interpretato da Vivien Heilbron. Personaggi secondari Ros (5 episodi, 1977), interpretato da Ania Marson. Detective Dukes (4 episodi, 1977), interpretato da Carl Rigg. Detective Fletcher (3 episodi, 1978), interpretato da Grahame Mallard. Detective Sergente Andrews (2 episodi, 1977-1978), interpretato da Stephen Bent. Alan Ziegler (2 episodi, 1977-1978), interpretato da Derek Martin. Produzione La serie, ideata da Graham Williams, fu prodotta da Philip Hinchcliffe per la British Broadcasting Corporation Registi Tra i registi sono accreditati: Terry Green in 3 episodi (1977-1978) Ben Bolt in 2 episodi (1977-1978) Christopher Menaul in 2 episodi (1977-1978) Mike Vardy in 2 episodi (1977-1978) David Wickes in 2 episodi (1977-1978) Douglas Camfield in 2 episodi (1977) Sceneggiatori Tra gli sceneggiatori sono accreditati: Bob Baker in 4 episodi (1977-1978) Dave Martin in 4 episodi (1977-1978) David Wickes in 2 episodi (1977-1978) Ray Jenkins in 2 episodi (1977) Graham Williams Distribuzione La serie fu trasmessa nel Regno Unito dal 9 settembre 1977 al 10 novembre 1978 sulla rete televisiva BBC One. Episodi Note Collegamenti esterni Scheda su Target di TVRage Serie televisive ambientate in Inghilterra
La Congregazione dei confini (1627-1847), ufficialmente in latino Congregatio de confinibus Status Ecclesiastici, era un organismo della Curia romana, oggi soppresso. Istituzione Papa Urbano VIII (1623-1644) creò questo dicastero con la costituzione Debitum pastoralis officii il 1º ottobre 1627. Funzioni Allo scopo di tutelare l'integrità dello Stato Ecclesiastico, tale istituto intendeva evitare cessioni illegali, sia risolvendo controversie interne e con gli Stati esteri limitrofi, sia cercando nel contempo di recuperare territori irregolarmente e precedentemente perduti. Storia Costituita inizialmente da prelati e presieduta da un cardinale, il prefetto dei confini, nel tempo perse valore, si riunì sempre meno, salvo che nei momenti critici per gli equilibri delle potenze europee, e delegò i suoi compiti, in parte alla Sacra Consulta, in parte alla Congregazione del Buon Governo, lasciando comunque la figura del segretario dei confini. Urbano VIII designò il cardinale Bernardino Spada prefetto dei confini e tra i prelati della congregazione, mons. Francesco Vitelli e Gaspare Mattei che in seguito divenne cardinale: il primo risultato concreto del lavoro di questo istituto fu l'annessione allo Stato Ecclesiastico nel 1631 del Ducato di Urbino, estintasi la discendenza diretta nella famiglia al governo, i Della Rovere. L'ultimo rappresentante di questa congregazione fu mons. Pier Filippo Boatti, nominato da Gregorio XVI (1831-1846) dapprima segretario dei confini (1831), incarico che conservò per tutto il suo pontificato, successivamente nel 1838 suo plenipotenziario, insieme al cardinale Tommaso Bernetti: questi ultimi definirono, con la controparte napoletana rappresentata dal marchese Francesco Saverio del Carretto ed il conte Giuseppe Costantino Ludolf, la spinosa questione della frontiera tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie, siglando a Roma (26 settembre 1840) il Trattato di Confinazione tra i due Stati limitrofi. Dissoluzione La Congregazione dei confini fu abolita nel 1847 con le prime riforme di papa Pio IX (1846-1878). Cronotassi dei prefetti Cardinale Marzio Ginetti (1º ottobre 1627 - 2 ottobre 1629 nominato Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma) Cardinale Bernardino Spada (2 ottobre 1629 - 10 novembre 1661 deceduto) Cardinale Flavio Chigi (29 novembre 1661 - 13 settembre 1693 deceduto) Vacante (1693-1701) Cardinale Fabrizio Spada (1º gennaio 1701 - 15 giugno 1717 deceduto) Vacante (1717-1719) Cardinale Michelangelo Conti (1º gennaio 1719 - 8 maggio 1721 eletto papa con il nome di Innocenzo XIII) Cardinale Nicola Gaetano Spinola (8 maggio 1721 - 12 aprile 1735 deceduto) Cardinale Domenico Riviera (12 aprile 1735 - 2 novembre 1752 deceduto) Voci correlate Bernardino Spada Congregazione del buon governo Ducato di Urbino Sacra Consulta Stato Pontificio Papa Urbano VIII Congregazioni soppresse Stato Pontificio
Sebbene abbia iniziato il suo regno in qualità di vassallo di Ludovico il Germanico, re dei Franchi orientali, consolidò il suo governo al punto che dopo l'855 riuscì a respingere una serie di attacchi dell'esercito straniero. Su sua iniziativa, due fratelli, Cirillo e Metodio, furono inviati nella sua terra dall'imperatore bizantino Michele III nell'863, con il compito di diffondere il cristianesimo e, inoltre, di tradurre i più importanti testi liturgici cristiani in slavo antico. Rastislav andò detronizzato da suo nipote Svatopluk I, che lo consegnò ai Franchi: morì imprigionato nell'870. Primi anni Secondo gli Annali di Fulda, Rastislav era nipote di Mojmír I, il primo sovrano di cui si ha notizia della Moravia. Gli eventi che lo riguardano prima dell'846 risultano sconosciuti, ma è plausibile che abbia giocato un ruolo da ostaggio per suo zio alla corte di Ludovico il Germanico. Quando quest'ultimo invase la Moravia nell'846, privò Mojmír I del suo trono e insediò Rastislav come nuovo duca di Moravia, con l'intento di piazzare un fantoccio. Pare che Rastislav fosse già cristiano quando divenne duca, ma non vi è dubbio che fu battezzato almeno dall'846 come parte delle condizioni per il ricevimento del titolo nobiliare. Verso l'indipendenza Nei primi otto anni del regno di Rastislav non si rintracciano testimonianze di ribellioni morave, circostanza la quale suggerisce che essi rimasero fedeli a Ludovico il Germanico. In quel periodo, forse Rastislav acquisì nuovi territori nell'est e stabilì un confine con il Primo Impero bulgaro. Secondo gli Annales Bertiniani, nell'853 Carlo il Calvo, re dei Franchi occidentali, corruppe i bulgari per allearsi con gli slavi (in particolare, i moravi) e attaccare congiuntamente il regno di Ludovico il Germanico. Nel corso dell'attacco bulgaro e moravo, Ludovico il Germanico depose il suo prefetto della Marca di Pannonia, Ratpot, che presto si alleò con Rastislav. La volontà di cooperare suggerisce che, in quella fase, Rastislav si sentiva sicuro abbastanza da sfidare la sovranità dei Franchi. Nell'855, il re dei Franchi orientali radunò un grande esercito per invadere la Moravia. Ad ogni modo, la sua armata si arenò davanti alle mura di una delle roccaforti di Rastislav, forse Mikulčice (oggi nella Repubblica Ceca), verosimilmente ricostruita negli anni precedenti. Impreparato per reggere un assedio prolungato, il re fu costretto a ritirarsi dalla regione. Mentre il monarca si stava ritirando, i suoi uomini surclassarono una grande forza morava che attaccò il suo accampamento. Tuttavia, l'armata di Rastislav seguì i Franchi e saccheggiò molti dei loro possedimenti sul fiume Danubio. Nell'856, Ludovico il Germanico affidò il comando delle marche sudorientali del suo regno a suo figlio, Carlomanno con il compito di tenere sotto controllo i moravi. Stando agli Annali di Fulda, Carlomanno guidò una nuova spedizione contro Rastislav nell'858, ma anche questa campagna si rivelò un fallimento, poiché Rastislav non si placò. Carlomanno strinse persino un'intesa con Rastislav contro suo padre. Pribina, il dux slavo di Bassa Pannonia, morì in combattimento contro i moravi nell'861, lasciando dedurre che anche Carlomanno avesse concesso questa provincia a Rastislav. In risposta alla lizza in corso tra suo figlio e Rastislav, Ludovico negoziò un'alleanza in chiave anti-morava con Boris I di Bulgaria. Il re fece sembrare che stesse guidando una nuova campagna contro Rastislav, ma all'ultimo momento si mosse contro Carlomanno, il quale non ebbe a quel punto altra scelta che arrendersi. Missione dei Santi Cirillo e Metodio Rastislav desiderava indebolire lo strapotere culturale e l'influenza dei sacerdoti cristiani franchi orientali nel suo regno, poiché perseguivano gli interessi della terra da cui provenivano. Per aumentare la sua manovrabilità, Rastislav tentò di limitare le attività dei missionari rivolgendosi intorno all'861/862 alla Santa Sede e chiese al pontefice di spedire clerici in Moravia che sapessero esprimersi nella lingua slava. Non avendo ricevuto risposta da Roma, Rastislav si rivolse all'imperatore bizantino Michele III con la stessa richiesta. Su sua richiesta, l'imperatore inviò in Moravia due fratelli di Salonicco che parlavano l'idioma slavo, Costantino e Metodio (i futuri santi Cirillo e Metodio), nell'863. La Vita di Costantino narra che studiò un primo alfabeto e tradusse il Vangelo in slavo ecclesiastico antico in quel lasso temporale. Il clero franco si rese presto conto che le attività dei due fratelli bizantini rappresentavano una minaccia alla loro influenza. Poiché i missionari bizantini godevano della protezione di Rastislav, Ludovico il Germanico inviò Salomone I di Costanza a Roma dove descrisse come la diocesi di Passavia fosse stata "frammentata e ridotta in rovina" dalla defezione dei moravi. Ludovico il Germanico stava anche pianificando di lanciare una grande campagna contro Rastislav con l'appoggio di Boris I di Bulgaria. Anche se all'ultimo minuto quest'ultimo abbandonò la campagna, la nuova spedizione di Ludovico contro Rastislav terminò con un successo. Nell'agosto 864, Ludovico il Germanico invase la Moravia, attraversando il Danubio per assediare la civitas Dowina (identificato, anche se non unanimemente, con il castello di Devín in Slovacchia). Si crede che il re colse di sorpresa Rastislav, lasciandolo impossibilitato ad allestire meglio le difese e intrappolandolo di fatto all'interno della fortezza. Non potendo sfuggire all'assedio franco, Rastislav si arrese, consegnò numerosi ostaggi di alto rango e prestò un nuovo giuramento di fedeltà. La campagna del re, tuttavia, non portò alla sottomissione di Rastislav. Nell'865, secondo gli Annales Bertiniani, Ludovico il Germanico spedì i suoi uomini contro i "Venditi" (slavi) e gli Annali di Fulda riportano per lo stesso anno che Werner, conte dell'Alta Pannonia, era stato convocato davanti al re con l'accusa di aver cospirato con Rastislav. Alla fine dell'866, Costantino e Metodio partirono dalla Moravia per Venezia, dove gli inviati del papa li persuasero a recarsi a Roma. In quell'occasione, papa Adriano II approvò le loro traduzioni slave delle Scritture, consacrò i loro discepoli slavi come sacerdoti e promise persino loro di celebrare una messa con la liturgia slava nelle chiese di Roma. Ultimi anni All'inizio dell'868 Carlomanno, figlio di Ludovico il Germanico, combatté due vittoriosi scontri contro Rastislav e tornò con il bottino. In agosto, il monarca stesso stava progettando di invadere di nuovo la Moravia, ma improvvisamente si ammalò. Il figlio più giovane del re, Carlo il Grosso, avanzò allora verso la roccaforte di Rastislav e bruciò tutte le sue fortificazioni, si appropriò di un ampio bottino e sconfisse tutti coloro che osarono pararsi davanti per ostacolarlo. A quel tempo, secondo gli Annali di Fulda, Rastislav, che aveva in precedenza concesso la sua "città vecchia" a suo nipote Svatopluk, governava dalla sua non meglio precisata fortezza, da taluni identificata con Mikulčice (Repubblica Ceca). Nell'869, papa Adriano II, che aveva deciso di ripristinare l'arcidiocesi di Illyricum, consacrò Metodio come arcivescovo di Sirmio (oggi Sremska Mitrovica, in Serbia) e il legato pontificio di tutti gli slavi che vivevano nei territori governati da Rastislav, Svatopluk e il figlio di Pribina, Kocel. Svatopluk, nel frattempo, entrò in trattative con Carlomanno all'insaputa di Rastislav, accettando la signoria di Carlomanno sulla sua persona e sul suo regno. Quando seppe del tradimento di suo nipote, "accecato dalla rabbia", Rastislav architettò un piano con cui si prevedeva che gli assassini strangolassero Svatopluk a un banchetto. Nel corso dei festeggiamenti, tuttavia, il giovane fu avvertito del piano e impedì che accadesse l'agguato dicendo di voler allontanarsi per praticare la falconeria. Quando Rastislav partì con i suoi soldati per dare la caccia a suo nipote, Svatopluk catturò suo zio e lo mandò in catene alla corte di Carlomanno. Rastislav fu inviato sotto scorta a Ratisbona (capitale di Ludovico) mentre Carlomanno invadeva il regno del moravo e soggiogava tutte le sue fortezze. Ludovico il Germanico vide giungere Rastislav legato con una pesante catena, così come quando era stato imprigionato. Mentre i franchi, i bavaresi riuniti e gli slavi condannarono Rastislav a morte per tradimento, il re commutò la sua punizione con accecamento e reclusione. Fu proprio nelle segrete che Rastislav perì nell'870. Rastislav è stato canonizzato nel 1994 dalla Chiesa ortodossa ceca e slovacca a Prešov. Note Esplicative Bibliografiche Bibliografia Fonti primarie Fonti secondarie Voci correlate Grande Moravia Ludovico il Germanico Mojmír I Santi Cirillo e Metodio Svatopluk I Teorie alternative sulla collocazione della Grande Moravia Altri progetti Grande Moravia
La contea di Orange è una contea del sud-est dello Stato di New York negli Stati Uniti. È parte dell'area metropolitana di New York. Geografia fisica La contea confina a nord con la contea di Ulster, ad est il confine è segnato dal fiume Hudson, che la separa dalle contee di Putnam e di Westchester, a sud confina con la contea di Rockland e con le contee di Passaic e Sussex del New Jersey, a sud-ovest confina con la contea di Pike della Pennsylvania ed a ovest con la contea di Sullivan. Il territorio è pianeggiante nel nord-est, dove si stende la valle dell'Hudson, e nell'area centro-settentrionale dove scorrono verso nord i fiumi Wallkill, Dwarr Kill e Shawanunk. Quest'ultimo segna il confine nord-occidentale. Nell'area centro-orientale e nel sud-est si elevano i rilievi montuosi delle Hudson Highlands che raggiungono la quota più alta nella Scunemunk Mountain. È questa un'area ricoperta da moltissimi laghi e parte di essa ricade nellHarriman-Bear Mountain State Park. Nel sud-est al confine con il New Jersey si estende il lago di Greenwood. Ad ovest si elevano i rilievi montuosi delle Shawangunk Mountains. Nell'estremo sud-ovest la contea si affaccia sulla valle del Delaware che segna il tratto di confine con la Pennsylvania. Le città principali sono Newburgh (posta sul fiume Hudson), Middletown e Port Jervis (posta sul fiume Delaware). Nella contea orientale, in prossimità dell'Hudson, ha sede l'Accademia militare di West Point. Storia Esistono prove che i primi nativi americani vissero nella regione a partire da anni fa. Nel 1609, Henry Hudson risalì il fiume che da lui prese il nome e ancorò la sua nave, la "Half Moon", nella baia di Cornwall, nel territorio dell'attuale contea. La contea è una delle 12 contee originarie istituite dalla Provincia di New York'' nel 1683. Fu nominata Orange''' in onore di Guglielmo III d'Orange. Durante la guerra d'indipendenza, George Washington dimorò a lungo a Newburgh. Nel 1798 dal territorio della contea fu staccata la parte sud-orientale che sarebbe divenuta la contea di Rockland. Comuni Cities Middletown Newburgh Port Jervis Towns Blooming Grove Chester Cornwall Crawford Deerpark Goshen Greenville Hamptonburgh Balmville Beaverdam Lake-Salisbury Mills Central Valley Firthcliffe Fort Montgomery Gardnertown Highlands Minisink Mount Hope New Windsor Town of Newburgh Tuxedo Wallkill Wawayanda Villages Chester Cornwall-on-Hudson Florida Goshen Greenwood Lake Harriman Highland Falls Kiryas Joel Maybrook Monroe Montgomery Otisville South Blooming Grove Tuxedo Park Unionville Walden Warwick Washingtonville Woodbury Hamlets (CDP) Highland Mills Mechanicstown Orange Lake Pine Bush Scotchtown Vails Gate Walton Park Washington Heights West Point Altri progetti Collegamenti esterni
La Lentopallon Mestaruusliiga 2015-2016 si è svolta dal 26 settembre 2015 al 19 aprile 2016: al torneo hanno partecipato undici squadre di club finlandesi e la vittoria finale è andata per la terza volta, la seconda consecutiva, al Lentopalloseura Kokkolan Tiikerit. Regolamento Formula Le squadre hanno disputato un girone all'italiana, sfidandosi per tre volte; al termine della regular season: Le prime otto classificate hanno acceduto ai play-off scudetto, strutturati in quarti di finale, semifinali, entrambe giocate al meglio di tre vittorie su cinque gare, finale per il terzo posto, giocata al meglio di due vittorie su tre gare, e finale, giocata al meglio di tre vittorie su cinque gare. Le ultime due classificate e due squadre della Lentopallon 1-sarja hanno acceduto ai play-out, strutturati in una finale, giocata al meglio di tre vittorie su cinque gare: se a vincere è stata la squadra di Lentopallon Mestaruusliiga questa rimane in Lentopallon Mestaruusliiga, invece se a vincere è stata la squadra di Lentopallon 1-sarja questa è promossa in Lentopallon Mestaruusliiga, mentre la squadra di Lentopallon Mestaruusliiga è retrocessa in Lentopallon 1-sarja. Criteri di classifica Se il risultato finale è stato di 3-0 o 3-1 sono stati assegnati 3 punti alla squadra vincente e 0 a quella sconfitta, se il risultato finale è stato di 3-2 sono stati assegnati 2 punti alla squadra vincente e 1 a quella sconfitta. L'ordine del posizionamento in classifica è stato definito in base a: Punti; Numero di partite vinte; Ratio dei set vinti/persi; Ratio dei punti realizzati/subiti. Squadre partecipanti Torneo Regular season Risultati Classifica Play-off scudetto Tabellone Risultati Play-out Verdetti Statistiche NB: I dati sono riferiti esclusivamente alla regular season. Note Collegamenti esterni Pallavolo nel 2015 Pallavolo nel 2016 2015-2016
L’orogenesi est africana è un episodio di orogenesi risalente al Neoproterozoico che fa parte dell'orogenesi dell'Africa orientale. L'orogenesi si sviluppò a partire da un processo accrezionario che coinvolse l'amalgamazione di archi e sfociò in un'orogenesi collisionale quando il continente neoproterozoico Azania entrò in collisione con il blocco Congo-Tanzania-Bangweulu circa 640 milioni di anni fa. L'orogenesi est africana è il primo dei due processi orogenetici susseguitisi nell'Africa dell'Est e fu seguito tra l'Ediacarano e il Cambriano dall'orogenesi Kuunga. L'orogenesi est africana diede luogo alla formazione di un'enorme catena montuosa, nota come Transgondwanan Supermountain, lunga più di 8000 km e larga 1000 km. La deposizione sedimentaria proveniente da questa catena montuosa, nota come superconoide del Gondwana, superava il 1.000.000 km3 (in grado di ricoprire l'intero territorio degli USA con uno spessore di 10 km di sedimenti), durò per 260 milioni di anni e coincise con l'esplosione cambriana, la grande radiazione di specie viventi avvenuta circa 550 milioni di anni fa. Questa enorme deposizione sedimentaria senza precedenti, contribuì all'evoluzione delle prime specie viventi. Note Bibliografia Geologia dell'Africa est africana Processi geologici
La Bestia è uno dei protagonisti della fiaba popolare La bella e la bestia. Versione Disney Adattamenti Cinema Beauty and the Beast (1912): interpretato da Phillips Smalley La bella e la bestia (1919) La bella e la bestia (La Belle et la Bête) (1946): interpretato da Jean Marais, doppiato in italiano da Giulio Panicali (doppiaggio del 1947) e Michele Kalamera (ridoppiaggio) Alenkiy tsvetochek (1952) Beauty and the Beast (1962): interpretato da Mark Damon Bella e la bestia (Beauty and the Beast) (1976): interpretato da George C. Scott, Il fiore scarlatto (Alenkiy tsvetochek) (1977): interpretata da Aleksandr Abdulov, doppiato in italiano da Alberto Mancioppi Giulia e il mostro (Panna a Netvor) (1978): interpretata da Vlastimil Harapes La bella e la bestia (Beauty and the Beast) (1987): interpretato da John Savage, doppiato in italiano da Roberto Pedicini La bella e la bestia (Beauty and the Beast) (1991), doppiato da Massimo Corvo Beauty and the Beast (2003): interpretato da David Dukas Beastly (2011): interpretato da Alex Pettyfer, doppiato in italiano da Andrea Mete Die Schöne und das Biest (2012): interpretato da Maximilian Simonischek La bella e la bestia (La belle et la bête) (2014): interpretato da Vincent Cassel, doppiato in italiano da Roberto Pedicini La bella e la bestia (Beauty and the Beast) (2017): interpretato da Dan Stevens, doppiato in italiano da Andrea Mete (dialoghi) e da Luca Velletri (canto). Televisione Nel regno delle fiabe (Shelley Duvall's Faerie Tale Theatre) (1984): interpretata in un episodio da Klaus Kinski Le fiabe son fantasia (Grimm Meisaku Gekijou) (1987): doppiato in italiano da Pietro Ubaldi La bella e la bestia (Beauty and the Beast) (1987): interpretato da Ron Perlman, doppiato in italiano da Raffaele Uzzi Le fiabe più belle (Anime Sekai no Dowa) (1995): doppiato in originale da Yuusaku Yara e Ryou Horikawa, in italiano da Pietro Ubaldi e Luca Semeraro Simsalagrimm (Simsala Grimm) (2010) C'era una volta (2011): interpretato da Robert Carlyle, doppiato in italiano da Alberto Bognanni Beauty and the Beast (2012): interpretato da Jay Ryan, doppiato in italiano da Fabio Boccanera La bella e la bestia (2014): interpretato da Alessandro Preziosi Descendants (2015): interpretato da Dan Payne Regal Academy (2016) Ever After High - Epic Winter (2016) Descendants 2 (2017): interpretato da Dan Payne Descendants 3 (2019): interpretato da Dan Payne Note Altri progetti Collegamenti esterni Personaggi de La bella e la bestia Principi immaginari
La Bowery Street, più comunemente detta “the Bowery”, è una celebre via della “circoscrizione” (borough) di Manhattan, a New York. Approssimativamente delimita i quartieri di Chinatown e Little Italy su un lato, mentre dall'altro il Lower East Side. Storia The Bowery fu uno dei primi insediamenti della città; sorse ai margini del porto ed era il quartiere dei marinai e degli immigrati appena arrivati negli Stati Uniti; man mano che questi facevano fortuna, si trasferivano sempre più a nord, lasciando spazio a nuovi arrivi. Nella seconda metà dell'Ottocento, con "the Bowery" veniva indicata una vasta zona compresa tra Broadway e i docks dell'East Side; era considerata il regno delle gang, della povertà, della prostituzione, del gioco d'azzardo, delle fumerie di oppio, della corruzione della polizia e dei politici. Ciò nonostante, vi sorsero e prosperarono teatri che diedero vita, in concorrenza con Broadway che era sinonimo di classicismo e di raffinatezza, ad un genere di rappresentazioni popolari che contribuì ad avvicinare vasti strati della popolazione al teatro, a lanciare negli Stati Uniti la moda del varietà e del musical, a creare uno stile originale, che più tardi avrebbe trionfato anche a Broadway, scalzandone gli spettacoli europei. Alla fine dell'Ottocento, con l'avvento di una prima ondata moralizzatrice nell'amministrazione della città, the Bowery fu parzialmente ripulita, iniziò il recupero edilizio e cominciò ad insediarvisi anche la piccola borghesia. La via divenne il simbolo della depressione economica e la zona s'impoverì negli anni venti e trenta. Negli anni quaranta il quartiere guadagnò la reputazione d'essere mal frequentato, specialmente da ubriachi e senzatetto. Tra il 1960 e il 1980 lungo la Bowery e dintorni vi era il tasso di criminalità più alto di tutta la parte meridionale di Manhattan, insieme agli affitti più bassi. Nel 1955 il Five Spot Café, gestito dai fratelli Joe e Iggy Termini, cominciò a programmare musica jazz e contribuì in modo decisivo a lanciare la carriera di Thelonious Monk e, più tardi, di Ornette Coleman. Molti sono i dischi di jazz famosi incisi dal vivo nel locale negli anni cinquanta e anni sessanta. Negli anni settanta vi sorse anche il CBGB, un locale di riferimento per la musica punk e New wave, da allora fino alla chiusura nel 2006. Nei locali di Bowery Street emersero importanti icone del punk come Patti Smith, i Blondie, i Ramones e i Talking Heads ed altri ancora. La musica punk fu suonata ed ascoltata per le prime volte in quel locale. Negli anni novanta la via ed il Lower East Side sono stati riqualificati ed una popolazione più agiata ha iniziato ad investire nel quartiere cosicché il prezzo degli affitti risulta tuttora elevato. Si sono formati altri locali che ospitano band emergenti jazz, folk ed Hip hop, come il Bowery Poetry Club. Trasporti La strada è servita dalla metropolitana di New York attraverso l'omonima stazione della linea BMT Nassau Street, dove fermano i treni delle linee J e Z. Note Altri progetti Strade di Manhattan
Gli anni amari è un film italiano del 2019 diretto da Andrea Adriatico ed incentrato sulla storia dell'attivista e scrittore Mario Mieli. Trama Un ragazzo al liceo, nei primi anni '70. Un tema per parlare di sé e uno svolgimento che stupisce la classe: “Mi chiamo Mario. O se preferite, Maria”. Figlio di ricchi imprenditori comaschi della seta, di origine ebraica, e penultimo di sette figli, Mario Mieli vive un rapporto complicato con il padre Walter e la madre Liderica a causa della sua esuberanza e della sua omosessualità. Il liceo classico Parini di Milano, la vita notturna segnata dal sesso e dalla droga, il gruppo dei giovani poeti, e improvvisamente la scoperta di un’altra possibilità: in un viaggio a Londra scopre l’attivismo inglese del Gay Liberation Front, la possibilità di fare attivismo politico per i diritti degli omosessuali, con forza e senza rinunciare al travestimento, anzi usando il travestimento proprio come arma politica. Con questa consapevolezza, a soli 20 anni, partecipa a Sanremo nel 1972 alla prima manifestazione pubblica del Fuori! – Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani, contro un congresso di sessuologia, diventando ben presto un punto di riferimento nelle riunioni a casa di Fernanda Pivano, con il fondatore del movimento Angelo Pezzana, Alfredo Cohen, Marc de Pasquali e l’architetto Corrado Levi con cui nasce una profonda amicizia. Al punto che la rivista del “Fuori” porta come recapito della redazione milanese l’indirizzo di casa Mieli, cosa che provoca un ennesimo scontro in famiglia. Tornato a Londra, in mezzo ai continui viaggi all’estero di cui parla nella rivista, conosce il pittore Piero Fassoni, con cui ha una intensa storia d’amore, rafforzata anche dalla sua origine egiziana, che rafforza in Mario la convinzione di essere un discendente dei Faraoni. Intanto conosce anche Ivan Cattaneo, aspirante cantante, per il quale scrive una canzone in vista dell’esibizione al Festival dei giovani proletari organizzato dalla rivista “Re Nudo” al Parco Lambro di Milano nel 1976. Ma la malattia psichica è in agguato in attacchi sempre più frequenti, che lo portano al ricovero. Cosa che non gli impedisce di laurearsi e di riuscire nel 1977 a pubblicare la sua tesi con il prestigioso editore Einaudi, con il titolo “Elementi di critica omosessuale”, portando alla luce le sue teorie sulla transessualità e sulla liberazione sessuale come via per la liberazione totale dell’Uomo. Un libro che lo porta immediatamente alla ribalta, anche in trasmissioni televisive nel canale pubblico della Rai. Parallelamente all’impegno come attivista omosessuale, che lo vede sempre più allontanarsi dal Fuori, Mario si impegna nel teatro, portando in scena il primo esempio di teatro politico gay. Intanto, nella vita privata entra con prepotenza il rapporto con il giovanissimo Umberto Pasti: un amore in cui a momenti di grande passione succedono le intemperanze e gli sbalzi di umore di Mario che portano a scontri. Sempre più lacerato dai suoi fantasmi, Mario alterna l’immagine pubblica di provocatore, anche in trasmissioni della Rai, e la scrittura di un romanzo autobiografico nel quale vuole svelare i segreti della sua vita e della famiglia. Ma la scrittura è tormentata dai dubbi, dai conflitti familiari, finché Mario decide di annullare il contratto con Einaudi. E poco dopo si suicida a neanche 31 anni, nel 1983. Sarà Umberto a ottenere dal fratello maggiore di Mario la bozza inedita del romanzo prima della distruzione voluta dalla famiglia. Produzione Le riprese del film sono iniziate il 20 agosto 2018 tra Milano, Bologna, Modena, Sanremo, Lecce e Londra. Prodotto da Nicoletta Mantovani e Saverio Peschechera, il film è una produzione di Cinemare con Rai Cinema e Pavarotti International 23 srl, ed è realizzato con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e con il contributo di Emilia Romagna Film Commission e Apulia Film Commission. Distribuzione Il film è stato presentato in anteprima il 16 ottobre 2019 nella serata di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma e distribuito nelle sale italiane da I Wonder Pictures. Originariamente l'uscita era prevista per il 12 marzo 2020, nell'anniversario della morte di Mario Mieli, ma a causa della pandemia di COVID-19 è stato posticipato al 2 luglio 2020. Note Collegamenti esterni Film ambientati a Bologna Film ambientati a Londra Film ambientati a Milano Film ambientati a Roma Film ambientati a Torino Film ambientati negli anni 1970 Film ambientati negli anni 1980 Film ambientati nel Lazio Film a tematica LGBT Film biografici sugli scrittori Film drammatici Film girati a Bologna Film girati a Londra Film girati a Milano Film girati in Liguria Film girati in Puglia Film sull'omosessualità adolescenziale Film sul suicidio
In idrogeologia per falda idrica () si intende una zona di rocce permeabili dove è presente acqua in grado di fluire per effetto della forza di gravità. La parola falda, che deriva dal termine tedesco falte che vuol dire piega, indica un deposito idrico tra gli strati (pieghe) del terreno. Descrizione Origine Le acque meteoriche che cadono sulla superficie terrestre in parte ritornano all'atmosfera per effetto dell'evaporazione, in parte alimentano le acque superficiali e in parte attraverso le fratture/porosità delle formazioni rocciose permeabili superficiali riescono a penetrare nel suolo. Una parte di questa va a ricostruire l'acqua di detenzione che si è ridotta a seguito dell'evapo-traspirazione, la rimanente percola in profondità fino a quando non incontra una formazione impermeabile (es. formazione argillosa o rocciosa compatta) che ne arresta il movimento di percolazione. Man mano l'acqua si deposita e va a saturare i vuoti contenuti nelle formazione permeabile formando zone di terreno saturo dette rocce-serbatoio o rocce acquifere. Tali depositi di acque sotterranee possono essere fermi o in movimento a seconda della permeabilità e giacitura degli strati del terreno e della conformazione geometrica degli strati impermeabili confinanti con la falda stessa. Natura dell'acqua del sottosuolo L'acqua contenuta nel sottosuolo, oltre a quella di costituzione, si trova nelle seguenti forme: acqua di adsorbimento (o igroscopica) - costituisce un primo film continuo a contatto con il granulo, con uno spessore dell'ordine di un decimo di micron. Tale acqua è legata ai grani di terreno con legami dipolari ed elettrochimici e non può essere spostata allo stato liquido; acqua pellicolare - rappresenta una pellicola dello spessore dell'ordine del micron e può spostarsi alla superficie dei grani sotto l'azione dell'attrazione delle vicine molecole d'acqua; acqua anulare - è l'acqua che occupa parzialmente o totalmente i vuoti tra i granuli e ha menischi concavi; anch'essa è soggetta a tensione superficiale; è detta isolata se occupa solo in parte i vuoti e continua se li riempie completamente, formando la cosiddetta frangia capillare, il cui spessore è tanto maggiore quanto più piccoli sono i meati; acqua gravifica - è l'acqua che può fluire nel sottosuolo sotto l'azione della forza fisica e costituisce la falda idrica. Solamente questa circola negli acquiferi, sotto l'azione di gradienti ed alimenta le opere di captazione e le sorgenti. Distribuzione dell'acqua nel sottosuolo Il sottosuolo può essere suddiviso in due zone: la zona insatura (o zona di aerazione) e la zona satura. Nella zona insatura parte dei vuoti è riempita da aria, nella zona satura tutti i vuoti sono riempiti da acqua. Suddivisione della zona insatura La zona insatura può essere a sua volta suddivisa in tre zone: zona di evapotraspirazione: è la zona che sta a contatto con la superficie; la circolazione dell'acqua è sempre verticale e può essere in due direzioni: sia in ingresso, quindi in alimentazione della falda, sia in uscita per azione combinata dell'evaporazione e della traspirazione, normalmente denominata evapotraspirazione.Lo spessore di questa zona è molto variabile a seconda del clima e della vegetazione, normalmente è attorno ai 2 metri. La saturazione in questa zona varia tra il 75% ed il 100%. zona di transizione: la zona di transizione si trova al centro della zona insatura; in questa zona le acque circolano solo verso la falda. Questa zona non ha alcun legame idraulico con la zona satura. frangia capillare: è la zona che sta immediatamente al di sopra della zona satura ed ha con essa un legame stretto, infatti alle oscillazioni della zona satura, il movimento delle acque è verticale e bidirezionale a seconda dei movimenti della falda. Può essere suddivisa in frangia capillare satura, vicina alla falda freatica, e frangia capillare non satura. Classificazione degli acquiferi In base al tipo di permeabilità Le diverse rocce entro cui può scorrere acqua di falda si possono suddividere in base al tipo di permeabilità: Rocce permeabili per fessurazione: si tratta di rocce cristalline o sedimentarie compatte; le acque di falda circolano prevalentemente lungo fratture e discontinuità dell'ammasso roccioso; Rocce permeabili per carsismo: si tratta delle rocce sedimentarie carbonatiche (o gessose) interessate da dissoluzione carsica; le acque di falda scorrono nelle fratture ma anche all'interno di cavità e condotti carsici; Rocce permeabili per porosità: si tratta delle rocce sciolte (terre); le acque vanno a riempire i vuoti presenti tra un granulo e l'altro. In base al grado di confinamento Gli acquiferi possono essere classificati sulla base di due categorie principali: Acquiferi non confinati; Acquiferi confinati; Esiste anche l'acquifero semiconfinato che ha caratteristiche intermedie rispetto ai due tipi principali. Falda freatica Una falda freatica (o libera) è limitata superiormente da una superficie in corrispondenza della quale l'acqua è alla pressione atmosferica; tale superficie viene chiamata superficie freatica. La superficie freatica di norma non coincide con la zona satura, infatti nei meati più piccoli l'acqua risale per capillarità portandosi al di sopra della superficie freatica formando la cosiddetta frangia capillare satura. In funzione delle dimensioni dei meati della formazione permeabile la frangia capillare può variare da pochi decimetri fino anche ad alcuni metri nel caso di terreni molto minuti (es. limi). Per prelevare acqua da una falda freatica è necessario realizzare un pozzo (freatico) e dotarlo di pompa. Falda artesiana Le falde confinate, o in pressione, sono caratterizzate dal fatto che l'acqua occupa tutto lo spessore della formazione permeabile, che è racchiusa fra due formazioni impermeabili chiamate: letto della falda la formazione inferiore; tetto della falda la formazione superiore. Nella falda confinata l'acqua è in pressione: pertanto se si dovesse forare il tetto della falda, ad esempio con una trivellazione di un pozzo, il livello dell'acqua si porterebbe ad una quota superiore al tetto stesso, raggiungendo il livello della superficie piezometrica. Se la superficie piezometrica è superiore a quella del piano di campagna la falda è detta falda artesiana; realizzando un pozzo (artesiano) l'acqua può risalire fino in superficie senza alcun ausilio di pompe. Utilizzo della falda Le falde idriche rivestono un ruolo sia ecologico (alimentano le sorgenti, le zone umide e i corsi d'acqua) sia di approvvigionamento idrico (acqua potabile, acqua per irrigazione, acqua per uso industriale, ecc.). Note Voci correlate Acque di superficie Pozzo artesiano Energia o cogenerazione da acqua di falda Aquiclude Altri progetti Collegamenti esterni Idrogeologia Ingegneria ambientale
Le Engstligenfälle (in italiano Cascate dell'Engstligen) sono le seconde più alte cascate della Svizzera. Si sviluppano sull'Engstligenalp, rilievo montuoso di circa 2.000 m s.l.m. situato nel comune di Adelboden, nell'Oberland Bernese. Le cascate, fra le più rilevanti delle Alpi per volume d'acqua, sono presenti nella lista svizzera dei paesaggi d'interesse nazionale. I numerosi ruscelli dell'Engstligen si uniscono vicino al limite nord delle cascate, che scendono in due riprese sulle rocce nella valle dell'Engstligen, precipitando per un dislivello di 600 m e dando inizio al fiume, che si snoda verso valle per numerosi chilometri. La cascata superiore è parzialmente visibile dalla funivia dell'Engstligenalp ed è raggiungibile tramite lo scosceso sentiero montano che sale il rilievo. Quella inferiore è accessibile tramite un sentiero più agevole dalla stazione inferiore della funivia stessa. Entrambe le cascate, con un colpo d'occhio che le fa sembrar come unite, sono visibili da tutta la valle. Durante l'inverno le cascate sono una frequentata meta di arrampicata su ghiaccio. Galleria d'immagini Altri progetti Cascate della Svizzera Geografia di Adelboden
Carriera Club Muove i suoi primi passi nelle giovanili dell', prima di trasferirsi al nel 1997. Il 27 luglio 2001 firma un quadriennale con il . Esordisce in Premier League il 26 agosto 2001 contro l'. Il 31 ottobre esordisce in Champions League contro il nell'ultima giornata della fase a gironi. L'esperienza a Manchester - in cui si è alternato tra i pali a Fabien Barthez e Tim Howard - caratterizzata da alcuni errori, si conclude nel 2005. Ha giocato poi per il e per i . Il 27 gennaio 2012 firma un contratto di un anno e mezzo con i greci dell'. Il 4 agosto 2014 torna in Inghilterra, firmando un contratto annuale con il . Il 24 maggio 2016 viene tesserato dal . Il 29 maggio 2019 - alle prese con un grave infortunio al ginocchio - lascia la società in scadenza di contratto. Nazionale Esordisce in nazionale il 21 maggio 1997 in un'amichevole disputata a Bangkok contro la , subentrando nella ripresa al posto di Aidan Davison. Il 21 maggio 2012 il CT O'Neill decide di convocarlo in vista dell'amichevole contro i - disputerà i secondi 45' di gara, subentrando a inizio ripresa al posto di Lee Camp - tornando in nazionale a distanza di sei anni dalla sua ultima apparizione. Viene convocato per gli Europei 2016 in Francia, in qualità di secondo portiere alle spalle di Michael McGovern. Statistiche Presenze e reti nei club Statistiche aggiornate al 29 maggio 2021. Presenze e reti in nazionale Palmarès Club Wigan: 1996-1997 Wigan: 1998-1999 Manchester United: 2002-2003 Manchester United: 2003 Manchester United: 2003-2004 Olympiakos: 2011-2012, 2012-2013, 2013-2014 Olympiakos: 2011-2012, 2012-2013 Linfield: 2016-2017 Linfield: 2016-2017 Linfield: 2017 Individuale Second Division PFA Team of the Year: 1 1999-2000 Miglior portiere dell'anno nel campionato danese: 1 Odense: 2009 NIFWA Goalkeeper of the Year: 1 2017 Note Altri progetti Collegamenti esterni Calciatori nordirlandesi Calciatori della Nazionale nordirlandese
Biografia Nato a Crema, abbandonò da giovane l'occupazione di operaio per dedicarsi alla pittura. Frequentò il pittore Carlo Martini insieme ad altri giovani artisti cremaschi, fra cui Carlo Fayer e Federico Boriani. Nel frattempo si iscrisse all'Accademia Carrara di Bergamo, dove fu allievo di Contardo Barbieri. All'attività pittorica affiancò l'interessamento per la promozione dell'arte e della cultura cremasca. In particolare fu tra gli artefici della creazione del Museo civico di Crema e del Cremasco, avvenuta nel 1960. Affiancando l'architetto Amos Edallo, Biondini curò l'allestimento della sezione folkloristica (oggi confluita nella "Casa cremasca"), di quella artigianale e soprattutto di quella artistica, ancor oggi fra le più importanti del patrimonio museale. Nel 1965 fu curatore della nuova sezione archeologica e della saletta dedicata ai cimeli garibaldini. Fu anche curatore di due esposizioni organizzate presso il Museo stesso nel 1969, dedicate al cremasco Luigi Manini e al milanese Luigi Veronesi. Produzione artistica Se la pittura dei suoi primi anni rivelava una forte adesione alla tradizione lombarda, al chiarismo e all'impressionismo tipici dello stile di Martini, dagli anni Cinquanta si cominciò a delineare un allontanamento dall'insegnamento di quest'ultimo: l'abbandono della ricerca luministica e coloristica per le sperimentazioni formali di quel periodo furono preludio ad un'ultima fase artistica, costituita da una pittura informale ed espressionistica, a tratti persino geometrica ed astratta, «incandescente nella scelta del colore e corrosiva nella stesura» e nella quale l'immagine «si affaccia dalle profondità di un lirismo matematico e allucinatorio». Fra le esposizioni a cui Biondini prese parte si ricordano in particolare la XX Biennale di Milano (1957) e la Biennale nazionale d'arte di Verona (1963). Nel 1962 partecipò al Premio nazionale di paesaggio "Autostrada del Sole", organizzato a Roma dalla Quadriennale. Gli furono dedicate antologiche postume a Crema (1986 e 1995) e a Cremona (1998). Alcune sue opere sono conservate presso il Museo civico di Crema e del Cremasco. Note Bibliografia Altri progetti
La Giunta regionale della Sardegna è composta da: il presidente della Regione; 12 assessori, nominati e revocabili dal presidente della Regione. Il presidente è eletto direttamente dai cittadini residenti in Sardegna ogni 5 anni, in concomitanza dell'elezione del Consiglio regionale. Composizione attuale Struttura della Regione Gli assessorati regionali sono così organizzati: Assessorato degli Affari Generali, Personale e Riforma della Regione Direzione generale degli affari generali; Direzione generale dell'organizzazione e metodo e del personale Ufficio del controllo interno di gestione. Presso l'Assessorato ha sede anche il Comitato per la rappresentanza negoziale della regione sarda - CO.RA.N., quale articolazione regionale dell'ARAN, Agenzia per la rappresentanza negoziale della Pubblica Amministrazione. Assessorato dell'Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale Direzione generale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale Assessorato della Difesa dell'Ambiente Direzione generale della difesa dell'ambiente; Direzione generale del corpo forestale e di vigilanza ambientale; Assessorato degli Enti Locali, Finanze e Urbanistica Direzione generale enti locali e finanze; Direzione generale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia; Assessorato Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale Direzione generale della sanità; Direzione generale delle politiche sociali; Assessorato dell'Industria Direzione generale dell'industria Assessorato dei Lavori Pubblici Direzione generale dei lavori pubblici; Assessorato Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale Direzione generale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale; Assessorato della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio Direzione generale della programmazione, bilancio e assetto del territorio Centro regionale di programmazione Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport Direzione generale dei beni culturali, informazione, spettacolo e sport; Direzione generale della pubblica istruzione; Assessorato dei Trasporti Direzione generale dei trasporti; Direzione generale per il trasporto pubblico locale; Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio Direzione generale del turismo, artigianato e commercio. Agenzie regionali Le Agenzie, sotto il controllo dell'esecutivo regionale, curano settori particolari: Agenzia regionale Conservatoria delle Coste della Sardegna; Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna; Agenzia governativa regionale Osservatorio Economico; Agenzia per la ricerca in agricoltura - AGRIS Sardegna; Agenzia regionale per il Lavoro; Agenzia regionale per l'attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale - LAORE Sardegna; Agenzia regionale per la Gestione e l'Erogazione degli Aiuti in Agricoltura - ARGEA Sardegna; Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente della Sardegna - ARPAS; Azienda regionale per l'Edilizia Abitativa - AREA. Enti regionali Sono enti della Regione Autonoma della Sardegna: Azienda per la Tutela della Salute della Sardegna (ATS) che include: ASSL di Cagliari; ASSL di Oristano; ASSL di Nuoro; ASSL di Sassari; ASSL di Olbia; ASSL di Lanusei; ASSL di Carbonia; ASSL di Sanluri; ARST S.p.a. - Agenzia Regionale Sarda Trasporti; FORESTAS - Agenzia forestale regionale per lo sviluppo del territorio e dell'ambiente della Sardegna; ENAS - Ente acque della Sardegna; ERSU - Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario: ERSU Cagliari; ERSU Sassari; ISRE - Istituto Superiore Regionale Etnografico; IZS - Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Note Voci correlate CRS4 Conservatoria delle coste della Sardegna Ente foreste della Sardegna Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofelica in Sardegna Collegamenti esterni Politica della Sardegna S
The Mystery Ship è un serial del 1917 diretto da Francis Ford, Harry Harvey, Henry MacRae. Trama Produzione Il serial fu prodotto dalla Universal Film Manufacturing Company. Distribuzione Distribuito dalla Universal Film Manufacturing Company, il primo episodio del serial, The Crescent Scar, uscì nelle sale il 1º dicembre 1917. In Portogallo, prese il titolo di O Navio Fantasma. Episodi The Crescent Scar (1 dicembre 1917) The Grip of Hate (8 dicembre 1917) Adrift (15 dicembre 1917) The Secret of the Tomb (22 dicembre 1917) The Fire God (29 dicembre 1917) Treachery (5 gennaio 1918) One Minute to Live (12 gennaio 1918) Hidden Hands (19 gennaio 1918) The Black Masks (26 gennaio 1918) The Rescue (2 febbraio 1918) The Line of Death(9 febbraio 1918) The Rain of Fire (16 febbraio 1918) The Underground House (23 febbraio 1918) The Masked Riders (2 marzo 1918) The House of Trickery (9 marzo 1918) The Forced Marriage (16 marzo 1918) The Deadly Torpedo (23 marzo 1918) The Fight in Mid-Air (30 marzo 1918) In Portogallo, uscì con il titolo O Navio Fantasma. Non si conoscono copie ancora esistenti della pellicola che viene considerata presumibilmente perduta Note Voci correlate Serial cinematografico Altri progetti Collegamenti esterni Film d'azione Serial cinematografici
La baia Zolotoj Rog (; in italiano "baia del corno d'oro") è un'insenatura situata nella parte meridionale della penisola di Murav'ëv-Amurskij, in Russia. Compresa nel golfo di Pietro il Grande, si affaccia sul mar del Giappone, nei pressi di Vladivostok, e appartiene al Territorio del Litorale (Circondario federale dell'Estremo Oriente). Geografia La baia Zolotoj Rog s'inoltra lunga e stretta nella città di Vladivostok, sulla riva settentrionale del Bosforo orientale, a nord della penisola Sapërnyj (la parte nord-orientale dell'isola Russkij). L'ingresso alla baia, largo 1,2 miglia nautiche, è tra capo Tigrovyj (мыс Тигровый) e capo Goldobina (мыс Голдобина), rispettivamente ad ovest e a nord-est. La baia è delimitata a nord-ovest dalla penisola di Škot (полуостров Шкота). La profondità massima di 27 m, all'ingresso, diminuisce negli ancoraggi interni a 15–5 m. Storia La baia era nota ai cinesi con il nome del cetriolo di mare. La prima nave europea che approdò nella baia, nel 1852, era una baleniera francese. Durante la guerra di Crimea, nel 1856, la nave britannica Winchester entrò nella baia durante la ricerca di uno squadrone russo. I marinai britannici la chiamavano Port May. Nel 1859, il conte Murav'ëv-Amurskij, governatore generale della Siberia Orientale, le diede il suo nome attuale alludendo al Corno d'Oro, di forma simile, di Costantinopoli. Iniziato a costruire nel 2008 e inaugurato l'11 agosto 2012, il ponte Zolotoj attraversa la baia nella parte settentrionale. Note Altri progetti Collegamenti esterni Mappa: K-52-XII (Rilevata nel 1972-83, ed 1990) Zolotoj Rog Geografia del Territorio del Litorale
Carriera Sax fu scelto nel draft 1978 dai Los Angeles Dodgers nel corso del nono giro. Debuttò nel finale della stagione 1981, disputando 29 gare. L'anno successivo fu premiato come Rookie dell'anno della National League quando batté 180 valide, 4 fuoricampo e 47 punti battuti a casa. Nel corso della carriera fu convocato per cinque All-Star Game, tenendo una media battuta superiore a .300 in tre annate. Si distinse anche come corridore, rubando oltre 40 basi in sei stagioni, per un totale in carriera di 444. Stabilì inoltre il record di franchigia dei New York Yankees per il maggior numero di singoli in una stagione (171 nel 1989). Sax vinse per due volte le World Series, entrambe con i Los Angeles Dodgers, nel 1981 nel 1988. Fu anche un membro di alto profilo dell'Associazione Giocatori, affermando che i giocatori della MLB non avrebbero dovuto parlare o assistere i giocatori di riserva durante lo sciopero della stagione 1994. Espresse anche l'opinione che a tali giocatori avrebbe dovuto essere negata la pensione dal sindacato. Palmarès Club World Series: 2 Los Angeles Dodgers: 1981, 1988 Individuale MLB All-Star: 5 1982, 1983, 1986, 1989, 1990 Silver Slugger Award: 1 1986 Rookie dell'anno della National League - 1981 Sax nella cultura di massa Sax nel 1992 ha partecipato come guest star in un episodio de I Simpson, intitolato Homer alla battuta, insieme ad altre otto stelle dell'epoca della MLB. Note Altri progetti Collegamenti esterni
Carriera professionistica Houston Texans Mitchell fu scelto nel corso del terzo giro del Draft 2010 dagli Houston Texans. Nella sua stagione da rookie disputò 15 partite, nessuna delle quali come titolare, mettendo a segno 28 tackle e un sack, Nella stagione 2011 giocò tutte le 16 partite della stagione regolare, mai come titolare, mettendo a referto 27 tackle e un altro sack. Nella stagione 2012, Mitchell disputò le prime 3 gare come titolare su 16 presenze, facendo registrare 31 tackle, tre passaggi deviati e forzando un fumble. Nella successiva divenne stabilmente titolare della difesa dei Texans terminando con i nuovi primati in carriera per tackle (48) e sack (1,5). Miami Dolphins L'11 marzo 2014, dopo essere diventato free agent, Mitchell firmò un contratto quadriennale del valore di 16 milioni di dollari con i Miami Dolphins. San Francisco 49ers Nel 2017 Mitchell firmò con i San Francisco 49ers dove giocò per due stagioni. Seattle Seahawks Il 24 luglio 2019, Mitchell firmò con i Seattle Seahawks. Il 7 novembre 2019 annunciò il ritiro dalla NFL. San Francisco 49ers Il 1º gennaio 2020 Mitchell fece ritorno sui suoi passaggi rifirmando con i San Francisco 49ers. Il 2 febbraio 2020 scese in campo nel Super Bowl LIV in cui mise a segno un tackle e un sack condiviso con il compagno DeForest Buckner ma i 49ers furono sconfitti per 31-20 dai Kansas City Chiefs. Note Altri progetti Collegamenti esterni Sportivi afroamericani
La Televisione centrale coreana, in sigla TCC () e nota in inglese come Korean Central Television (KCTV), è il principale canale televisivo della Corea del Nord, avente sede nella capitale Pyongyang. Fa parte del Sistema centrale coreano delle trasmissioni radiotelevisive, la sola azienda radiotelevisiva del paese al 100% di proprietà pubblica che gestisce altre tre reti televisive ed alcune stazioni radiofoniche. Storia La rete fu fondata il 1º settembre 1953 col nome di Rete televisiva di Pyongyang, subito dopo la fine della guerra di Corea. La decisione di creare una Tv di stato fu presa direttamente dal presidente Kim Il-sung, ma le trasmissioni iniziarono sperimentalmente solo nel settembre 1961, sotto il nome di Sistema centrale di trasmissione televisiva. Il canale iniziò il regolare servizio di trasmissioni televisive il 3 marzo 1963 alle ore 19:00 KST (ora locale) dagli studi di Pyongyang: le emissioni duravano inizialmente due ore, dalle 19:00 alle 21:00 KST, ed erano limitate ai giorni feriali. Successivamente furono estese a 4 e poi a 6 ore. Il primo evento trasmesso in diretta fu il V congresso del Partito dei Lavoratori di Corea, il 1º ottobre 1970. L'emittente assunse il suo nome attuale alle ore 17:00 KST del 3 gennaio 1973. Nello stesso anno partirono i test per la conversione al colore. Il 1º luglio 1974 partirono le trasmissioni a colori parziali: i Giochi Asiatici di Teheran vennero diffusi con il nuovo sistema dal 1º settembre 1974. Il 1º settembre 1977 tutte le trasmissioni televisive erano a colori. Dal 1975 furono introdotte le trasmissioni nei giorni festivi, mentre dal 1º marzo 1981 il canale è attivo anche nei giorni di festa nazionale. Dal 19 luglio 1980, con l'apertura dei Giochi della XXII Olimpiade, l'emittente è in grado di ricevere eventi dall'estero via satellite. Negli ultimi anni l'emissione satellitare è stata progressivamente migliorata in qualità: dal 19 gennaio 2015, la Televisione Centrale Coreana ha iniziato a trasmettere in via sperimentale in HD. Nonostante sempre più programmi fossero prodotti originalmente in 16:9, l'emissione rimaneva nativa in 4:3 (per poi essere convertita in 16:9 dal satellite): così molte trasmissioni andavano in onda con bande nere sui lati in formato pillarbox o addirittura windowbox. Inoltre solo pochi programmi, come l'annuncio di apertura o le attività di Kim Jong-un, erano effettivamente ripresi in HD, mentre il resto dell'emissione era in definizione standard. Il 4 dicembre 2017 sono infine iniziate le trasmissioni stabili in 16:9, alta definizione ed audio stereofonico: per l'occasione la grafica del canale è stata modificata ed aggiornata. Quanto alla trasmissione interna alla Corea del Nord, sembra che dal 2012 siano iniziati test per il digitale terrestre, e al 2019 i quattro canali televisivi nordcoreani risultano ricevibili in standard DVB-T2 a Pyongyang e in altre città. Tuttavia, non risulta fissata alcuna data per il passaggio definitivo al digitale terrestre e l'emittente è generalmente disponibile solo in analogico. Programmazione La programmazione è in gran parte improntata alla glorificazione nazionale e alla propaganda politica e patriottica, in favore del governante Partito dei Lavoratori di Corea, dell'Armata Popolare Coreana e della classe dirigente dello stato nordcoreano. Ciò influenza gran parte del palinsesto, specie i notiziari (in tre edizioni, pomeridiana, serale e di "tarda serata"), le serie e i film trasmessi (in gran parte di produzione locale) e i documentari storici, che narrano perlopiù la vita di Kim Jong-il, Kim Il-sung, la potenza e la "prosperità" nazionale e l'ideologia Juche. I fatti e le notizie sono sottoposti a censura, atta ad esaltare la nazione e denigrare i "nemici" (primi fra tutti gli Stati Uniti d'America). Il canale trasmette anche alcuni programmi per bambini, in particolare cortometraggi o serie animate prodotte dallo Studio SEK, tipicamente (ma non solo) dopo il notiziario delle 17:00. Inoltre, a partire dagli anni 2010, la Televisione Centrale Coreana trasmette in quantità crescente brevi documentari e programmi informativi su argomenti vari (attualità locale, economia e industria, salute, letteratura e altro); è aumentata anche la copertura di eventi sportivi, presentati solitamente in differita e in versione condensata. A causa della presenza di trasmissioni di genere e target variabili, il palinsesto è perciò da ritenersi generalista. Non viene trasmessa alcuna pubblicità in senso proprio (solo talvolta vengono dedicati servizi estesi a nuove produzioni di aziende statali): gli intervalli tra un programma e l'altro sono occupati da video musicali di vario tipo, che includono la trascrizione a schermo del testo del brano che li accompagna. Curiosamente le schermate di servizio non sono nere, ma di colore rosso o blu. Notiziari Il notiziario della TCC è denominato in coreano 보도 (lett. Podo, traducibile in italiano come bollettino). Si tratta di fatto di un organo ufficiale del regime nordcoreano, fortemente condizionato dalla censura, che dà ampio spazio alla cronaca interna e solo marginalmente a quella estera. Uno dei tratti distintivi degli speaker e dei conduttori della rete è il loro stile di presentazione, molto "melodrammatico". Il tono di voce usato è sempre accuratamente studiato ed adattato alle circostanze, risultando sempre molto solenne. Non a caso una delle speaker più note del canale, Ri Chun-hee, è diplomata in performance art. L'abbigliamento e il taglio dei capelli dei "volti" del canale è anch'esso estremamente standardizzato: giacca e cravatta dai colori poco appariscenti per gli uomini, abito tradizionale rosa oppure tailleur bigio per le donne. All'altezza del cuore è inoltre applicata una spilla con i volti di Kim Il-sung e Kim Jong-il. Ogni edizione del notiziario si apre con la formula celebrativa «위대한 령도자 김[...]동지께서», ovvero in italiano Il grande leader, compagno Kim [nome]. Lo studio originariamente mostrava alle spalle del presentatore un'immagine fissa variabile (talora il panorama di Pyongyang e del fiume Taedong, oppure una boiserie o ancora una vista del monte Baekdu). Tale sfondo fu rinnovato nel marzo 2012, con una nuova videografica computerizzata, che faceva apparire accanto ad una delle spalle del presentatore un riquadro con un'immagine descrittiva della notizia. Nel settembre 2012 lo studio fu nuovamente riallestito, con una scenografia fissa molto simile a quella in uso allora alla CCTV (che contribuì economicamente con 800.000 $ all'operazione). Alle spalle del conduttore è posto un videowall. Dalla primavera 2019 i notiziari della TCC hanno aumentato e rimodernato l'utilizzo delle grafiche a schermo. Orario delle trasmissioni Dagli anni '70 fino al 2013, la rete trasmetteva ogni giorno dalle 17:00 alle 23:00 circa (con monoscopio a partire dalle 16:30) nei giorni feriali, e dalle 9:00 alle 23:00 circa nei giorni festivi e di vacanze. A partire da aprile 2013 in alcuni giorni e definitivamente da luglio, l'orario di inizio delle trasmissioni risulta fissato alle 15:00 (con monoscopio a partire dalle 14:30 o 14:25) per i giorni feriali, alle 9:00 nei finesettimana e anche nei giorni 1, 11 e 21 di ogni mese e alle 8:00 nei giorni di festa nazionale; i programmi terminano quasi sempre intorno alle 22:30. In caso di eventi speciali improvvisi, i programmi dedicati alla loro copertura possono tuttavia andare in onda senza preavviso a qualunque ora. Dal 15 maggio 2022 la Televisione Centrale Coreana inizia le trasmissioni tutti i giorni alle 9:00 (si mantiene comunque l'anticipazione alle 8:00 nei principali festivi), per terminarle sempre poco dopo le 22:30. Negli orari di inattività, il canale trasmette di solito barre colorate e tono audio continuo. Esempio di palinsesto feriale {| class="wikitable" |- ! Orario (KST) ! Programma ! Durata |- | 14:30 - 15:00 | Versione modificata di un monoscopio Philips PM5544 contenente orologio digitale e loghi, con sottofondo musicale e infine segnale orario | 30 minuti |- | 15:00 - 15:10 |Inno nazionale, annuncio di inizio programmi, esecuzione dell'inno di Kim Il-sung e dell'inno di Kim Jong-il, lettura del palinsesto | 10 minuti |- |15:10 - 16:20 |Riassunto di eventi speciali |70 minuti |- |16:20 - 17:00 |Documentari |40 minuti |- | 17:00 - 17:20 | Notiziario del pomeriggio (보도 - Podo) | 20 minuti |- | 17:20 - 17:25 | Meteo | 5 minuti |- | 17:25 - 17:30 | Rassegna stampa | 5 minuti |- | 17:30 - 18:00 | Programmazione per bambini (cartoni ecc.) | 30 minuti |- | 18:00 - 18:20 | Informazioni legali | 20 minuti |- | 18:20 - 18:40 | Esibizioni di militari (coro, orchestra, parate, esercitazioni ecc...) | 20 minuti |- | 18:40 - 19:10 | Notizie sportive | 30 minuti |- | 19:10 - 19:25 | Notiziario serale (보도 - Podo) | 15 minuti |- | 19:25 - 19:30 | Meteo | 5 minuti |- | 19:30 - 20:00 |Sitcom o serie TV | 30 minuti |- | 20:00 - 20:50 | Teatro | 50 minuti |- | 20:50 - 22:10 | Film | 80 minuti |- | 22:10 - 22:25 | Notiziario notturno: "Tra le notizie di oggi" (오늘의 보도중에서 - Oneul'ui bodojeung'eseo) | 15 minuti |- | 22:25 - 22:30 | Meteo | 5 minuti |- | 22:30 - 22:35 | Video musicali | 5 minuti |- | 22:35 - 22:50 | Lettura del palinsesto per l'indomani, annuncio di fine trasmissioni, saluto alla bandiera e musica | 15 minuti |- | 22:50 - 14:30 | Inizialmente schermo nero, poi monoscopio a barre verticali colorate con segnale acustico a 1 kHz fino alla ripresa delle trasmissioni | 16 ore e 40 minuti |} Apertura e chiusura delle trasmissioni Apertura Mezz'ora prima dell'apertura delle trasmissioni, l'emittente inizia a trasmettere un monoscopio Philips PM5544 modificato nei colori e nell'aspetto, provvisto di orologio digitale in un rettangolo nero in basso ed accompagnato da una selezione musicale. Dagli anni '80 fino al 3 dicembre 2017 il monoscopio aveva la parte superiore del cerchio centrale azzurra, con il disegno stilizzato del Chollima (un cavallo alato il cui mito è assai diffuso nelle culture orientali) affiancato sui lati dai due fonemi coreani che compongono la parola "Pyongyang". Dal 4 dicembre 2017 il monoscopio è riadattato al formato 16:9 e modificato: il cerchio centrale è più ristretto e ha nella parte superiore il Lago Paradiso del Monte Paektu, la montagna sacra ai coreani, sempre su sfondo celeste, accompagnato dalla dicitura in chosŏngŭl "Televisione Centrale Coreana". Un minuto prima dell'inizio delle trasmissioni, la musica sfuma e viene trasmesso quattro volte lo stesso segnale d'intervallo della Voce di Corea, costituito dall'inizio dell'Inno a Kim Il-sung in versione sintetizzata. La sequenza di apertura delle trasmissioni del canale, rimasta concettualmente simile nel corso degli ultimi decenni nonostante periodici aggiornamenti, comprende: l'esecuzione strumentale dell'inno nazionale: il video è composto da inquadrature del monte Paektu, seguite da una ripresa della bandiera nordcoreana che sventola, sopra la quale compare una riproduzione della statua del Chollima. Al termine compare il nome dell'emittente in chosŏngŭl; l'annuncio di inizio dei programmi letto da una speaker. Dopo la prima frase, spesso la speaker farà una pausa per un piccolo inchino al pubblico; l'esecuzione strumentale dell'inno a Kim Il-sung: dopo una breve inquadratura del monte Paektu, viene mostrato su sfondo rosso un piccolo ritratto di Kim Il-sung di forma ovale che si ingrandisce progressivamente; l'esecuzione dell'inno a Kim Jong-il: negli anni '90 e 2000 veniva trasmessa la registrazione di un'esecuzione dal vivo in versione cantata; in seguito questa è stata sostituita da un video analogo al precedente, accompagnato dall'inno in versione strumentale; la presentazione per esteso del palinsesto del giorno. Fino agli anni '90 questa era posizionata tra l'annuncio di inizio e l'inno a Kim Il-sung. Chiusura Le trasmissioni terminano (ad oggi, solitamente tra le 22:30 e le 23:00.KST circa) con la presentazione per esteso del palinsesto del giorno dopo, l'annuncio di fine dei programmi e un "omaggio alla bandiera", composto da un video della bandiera nordcoreana che sventola accompagnato dal brano La patria splendente (). Subito dopo partono le prove tecniche di trasmissione, durante le quali viene proposto il monoscopio: si tratta di un modello EBU, costituito da barre verticali colorate. Soltanto nella ripetizione satellitare in 4:3, sulle barre viene sovrapposta la scritta "Pyongyang D P R of Korea" generata con una titolatrice. Solitamente è accompagnato da un tono continuo. Tale schermata resta invariata fino a mezz'ora prima dell'inizio delle trasmissioni, quando compare il monoscopio descritto sopra. Diffusione La Televisione centrale coreana trasmette in Corea del Nord in tecnica analogica PAL, Inoltre il canale è visibile via cavo (nelle zone dove è disponibile l'allacciamento, soprattutto a Pyongyang) e sul servizio IPTV Manbang destinato al mercato interno, che rende disponibile on demand anche l'intera programmazione dell'ultima settimana. Almeno al 2019 il canale è disponibile anche in digitale terrestre in standard DVB-T2 a Pyongyang e in altre città. I televisori e le radio in vendita in Corea del Nord sono modificati in maniera tale da poter ricevere le sole reti nazionali, e marchiati con un apposito sigillo. Il cittadino nordcoreano scoperto a modificare il suo apparecchio è soggetto a pene molto severe, che arrivano all'internamento in un campo di lavoro. Al di fuori della Corea del Nord La TCC è trasmessa in tecnica satellitare dal 1980; dal 1º agosto 2010 fino a inizio 2020 si è appoggiata al satellite Thaicom 5, risultando pertanto ricevibile in Asia sud-occidentale, Australasia, Medio Oriente, Africa ed Europa. A partire da aprile 2015 l'emittente è divenuta disponibile anche sul satellite Intelsat 21 (58,0°W), per rivolgersi alle aree lasciate scoperte dal precedente, come parte dell'Europa occidentale ed America. Su quest'ultimo satellite, a differenza che sul Thaicom 5 in cui l'emissione è passata in 16:9 HD dal 2017, il canale va ancora in onda in 4:3 SD: la gran parte della programmazione ora prodotta in 16:9 è quindi trasmessa in letterbox. Da marzo 2019 la Televisione centrale coreana, assieme alle due principali radio di Stato (la Voce di Corea e la Stazione di trasmissione centrale coreana), è trasmessa anche sul satellite di servizio sudcoreano Koreasat-5A (113°E) in versione criptata in 16:9 HD. In seguito, il satellite Thaicom 5 ha cessato l'attività il 26 febbraio 2020 a causa di problemi tecnici presenti dal mese di dicembre che non è stato possibile risolvere: la Televisione Centrale Coreana e le due radio sono state quindi trasferite, già dal 18 gennaio, sul satellite ChinaSat 12 (87,5°E). Il 13 novembre 2020 la Televisione Centrale Coreana ha cambiato frequenza sul satellite Intelsat 21, passando dai 3840 MHz (in DVB-S) ai 4080 MHz (in DVB-S2). Il notiziario della TCC in passato era inoltre distribuito online con sottotitoli in giapponese. La rete è visibile in streaming online sul sito di notizie e ricerche nordcoreane KCNA Watch, che offre inoltre un vasto archivio di registrazioni delle trasmissioni. Questa ritrasmissione proviene dal segnale satellitare di Intelsat 21 in 4:3. Dal 2022 il canale Twitch "kctv_elufa" offre un altro streaming continuativo, stavolta in 16:9. Inoltre diversi programmi singoli oppure streaming sporadici o non completi dell'intero palinsesto sono o erano reperibili su YouTube sul canale dell'emittente (non più esistente) e su quelli collegati a siti web sponsorizzati dal governo nordcoreano, spesso con sede in Cina (ad esempio Uriminzokkiri o DPRK Today): tuttavia questi canali vengono spesso oscurati. Esistono comunque molti altri canali amatoriali che caricano trasmissioni varie di solito registrate dal segnale satellitare, per fini di ricerca o per simpatia verso la Corea del Nord. Logo Fino almeno alla metà degli anni '90, la TCC andava in onda senza logo. Il logo di rete è stato introdotto negli anni successivi e da allora è presente in sovrimpressione, in alto a sinistra, ininterrottamente da mezz'ora prima dell'inizio delle trasmissioni fino al loro termine. Esso rappresenta una stilizzazione della torre Juche di Pyongyang, con ai lati due caratteri in hangŭl: (traslitterato Chosŏn, il nome della Corea usato in Corea del Nord), il tutto racchiuso in un ovale. Canali affiliati Alla Televisione Centrale Coreana si affiancano altri tre canali televisivi, l'ultimo dei quali è nato nel 2015. Tutti sono disponibili per il servizio on demand Manbang, via cavo e in alcune zone via etere in formato DVB-T2 con le stesse modalità della Televisione centrale; solo la televisione di Ryongnamsan e quella sportiva sono trasmesse anche via etere in analogico (con copertura più modesta di quella del canale principale e limitata alle principali città). Nessuno di essi è visibile via satellite o in generale all'esterno della Corea del Nord. Televisione di Ryongnamsan Questo canale ha più volte cambiato nome e programmi: venne fondata come Stazione televisiva di Kaesŏng il 1º aprile 1971 e passò al colore nel 1991. Un rinnovamento dell'emittente è avvenuto nel febbraio 1997: il nome dell'emittente è diventato "Rete culturale ed educativa coreana" e la programmazione ha acquisito carattere più tematizzato. Il canale trasmetteva da Pyongyang dalle 17:00 alle 22:00 nei giorni feriali e dalle 12:00 alle 22:00 nei finesettimana e nei giorni festivi. Negli anni '90 era spesso attivo un trasmettitore sperimentale dell'emittente a Kaesong, che funzionava in formato NTSC sulla frequenza 8 (a differenza degli altri, attivi in PAL sulla frequenza 9) e mandava in onda un palinsesto destinato al pubblico sudcoreano con fini di propaganda della cultura locale. Dal 5 settembre 2012 il canale ha ricevuto il nome attuale ed un cambio al palinsesto: l'emittente è dedicata principalmente agli studenti delle università di Pyongyang e trasmette principalmente programmi di approfondimento scientifico e culturale oppure dedicati all'apprendimento di inglese, cinese e russo (inclusi alle volte film stranieri). Inizialmente trasmetteva dalle 19:00 alle 22:00 il lunedì, mercoledì e venerdì; al 2019, i programmi invece vanno tutti i giorni feriali dalle 18:00 alle 22:00, ma il canale è inattivo nei finesettimana. Televisione di Mansudae Il terzo canale televisivo nordcoreano è nato come Stazione televisiva di Mansudae il 4 dicembre 1983 (molte fonti riportano la data del 1º dicembre 1973, ma è probabilmente un errore): trasmetteva via etere solo il sabato dalle 19:00 alle 22:00 e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 22:00. Era celebre per la scelta di dedicare parte della programmazione alla cinematografia estera, specialmente cinese e dell'Europa dell'est: nel 1991 avrebbe trasmesso per la prima volta in Corea del Nord un film giapponese. Le trasmissioni via etere dell'emittente risultano improvvisamente cessate nel luglio 2015 per motivi non chiari, anche se sono state ipotizzate controversie sulla programmazione di origine estera. Il canale risulta riacceso nel 2016 o a fine 2015 esclusivamente via cavo e poi anche attraverso il sistema Manbang e in digitale terrestre in DVB-T2, rinunciando alla trasmissione in analogico; le trasmissioni sono state estese anche al venerdì (sempre dalle 19:00 alle 22:00) e al 2019 includono principalmente film, trasmissioni culturali e sportive. A marzo 2018 risulta che l'allacciamento per la visione dell'emittente è offerto a pagamento per le zone al momento non raggiunte dalla rete via cavo o dal sistema Manbang, ad un prezzo di 650 yuan: il fatto che non si possa adoperare per il pagamento lo won nordcoreano è stato interpretato come stratagemma per incamerare valuta straniera sfruttando la richiesta crescente di contenuti esteri. Al 2020 la sequenza di apertura della Televisione di Mansudae era concettualmente affine a quella della TCC, ma con alcune differenze, fra cui l'assenza di un annuncio in studio dell'inizio delle trasmissioni. Nell'ultimo minuto di monoscopio viene ripetuto tre volte un estratto di 20 secondi dell'inno a Kim Jong-il in versione sintetizzata; un altro brano costituisce la sigla di apertura vera e propria, accompagnata da immagini di monumenti di Pyongyang e simboli del Partito del Lavoro di Corea. Seguono gli inni a Kim Il-sung e Kim Jong-il nelle stesse versioni trasmesse sulla TCC e la lettura del palinsesto. Televisione sportiva La Televisione sportiva, la più recente emittente coreana, è stata attivata il 15 agosto 2015 sulla frequenza 5 da Pyongyang da poco liberata dalla stazione di Mansudae. Trasmette competizioni sportive di atleti nordcoreani e programmi sulla storia e sullo sviluppo dello sport in Corea del Nord e nel mondo. Il canale è attivo dalle 19:00 (o dalle 18:00) alle 22:00 il sabato e la domenica. Frequenze televisive in Corea del Nord Per le trasmissioni analogiche via etere, la Corea del Nord usa lo standard PAL e il sistema canali VHF dell'Europa orientale. Al 2012, secondo il World Radio TV Handbook, le tre emittenti televisive nordcoreane all'epoca attive utilizzavano (almeno a Pyongyang) le frequenze: VHF 5 (93,25 MHz) per la Televisione di Mansudae; VHF 9 (199,25 MHz) per la Televisione di Ryongnamsan; VHF 12 (223,25 MHz) per la Televisione centrale coreana. Tuttavia è stato notato che il tablet nordcoreano Samjiyon, presentato e venduto da fine 2012, che integra un sintonizzatore televisivo analogico, permette di scansionare soltanto le frequenze VHF 5 e 12 e UHF 25 e 31: quindi è possibile che il piano qui sopra non sia aggiornato. Volti noti Ri Chun-hee Note Voci correlate Torre della televisione di Pyongyang Voce di Corea Korean Broadcasting System Altri progetti Collegamenti esterni Aziende fondate nel 1953 Aziende nordcoreane Reti televisive nordcoreane
So Hard è un singolo del gruppo musicale britannico Pet Shop Boys, il primo estratto dal quarto album in studio Behaviour e pubblicato il 24 settembre 1990. Il brano ha riscosso un buon successo a livello mondiale, raggiungendo la quarta posizione della classifica britannica dei singoli. La canzone La canzone narra di «due persone che vivono assieme; entrambe sono totalmente infedeli al proprio partner ma, nonostante ciò, fingono di essere fedeli e di non stare con altre persone». Video musicale Il videoclip del brano fu diretto dal fotografo Eric Watson e fu girato a Newcastle e nel North Tyneside. Fra le location del videoclip compaiono il Bigg Market, Newcastle Quayside, la stazione Terrace di Wallsend, Byker, Whitley Bay e la Tyne and Wear Metro. Il video è girato in bianco e nero e compare fra le attrici la sorella del celebre Paul Gascoigne. Fra le b-side del singolo è presente il brano inedito It Must Be Obvious, mentre nella versione pubblicata negli Stati Uniti è presente il remix di Paninaro originariamente inserito come lato A dell'omonimo singolo e nell'album di remix Disco (1986). I remix di So Hard sono stati commissionati a Julian Mendelsohn, David Morales e The KLF. Questi ultimi realizzarono anche un remix per il brano It Must Be Obvious, incluso nell'edizione speciale di So Hard intitolata "The KLF vs Pet Shop Boys". Tracce CD singolo (Regno Unito) "So Hard" - 3:56 "It Must Be Obvious" - 4:21 "So Hard (Extended Dance Mix)" - 6:30 45 giri (Regno Unito) "So Hard" - 3:56 "It Must Be Obvious" - 4:21 33 giri (Regno Unito) "So Hard (Extended Dance Mix)" - 6:30 "It Must Be Obvious" - 4:21 "So Hard (Dub Mix)" - 7:30 33 giri (Regno Unito) – singolo accreditato a The KLF vs. Pet Shop Boys "So Hard" (KLF vs. Pet Shop Boys) - 5:27 "It Must Be Obvious" (UFO mix) - 9:22 CD singolo (Germania) "So Hard (12" Remix)" - 6:20 "So Hard (Radio Mix)" - 3:25 "So Hard (David Morales Red Zone Mix)" - 7:42 "So Hard (Eclipse mix)" - 4:00 CD singolo (Stati Uniti) "So Hard (Extended Dance Mix)" - 6:30 "So Hard (Single)" - 3:56 "So Hard (Dub)" - 7:30 "It Must Be Obvious" - 4:21 "Paninaro (Italian Remix)" - 8:40 Classifiche Note Collegamenti esterni
Il pennello è uno strumento utilizzato per dipingere o, a volte, per scrivere, e in generale per stendere sostanze liquide o viscose su di una superficie (per esempio colla, smalto per unghie, ecc.). Ha forma allungata e ad un'estremità si trova un ciuffo di peli (o altro materiale) che permette l'assorbimento di inchiostro o materia colorante. Viene utilizzato soprattutto per pittura, verniciatura, illustrazione, disegno, trucco, ma anche per la calligrafia europea o cinese (il nome cinese del pennello è 毛笔 (máobĭ), letteralmente "matita pelosa"). Il manico è solitamente di legno, mentre i peli (setole) possono essere di diverse origini animali o sintetiche. Storia I pennelli sono stati usati dall'uomo già nel Paleolitico circa 2,5 milioni di anni fa per applicare pigmenti al fine di creare pitture rupestri. Erano realizzati con piume e peli di animali legati in cima a dei rami o incastrati all’interno di ossa di animali. I pennelli dell'antico Egitto erano fatti di foglie di palma usati per abbellire l'ambiente circostante. In Cina, nel settimo millennio avanti Cristo, si usavano dei pennelli con lunghi peli di animali a scopo di scrittura. A dare la forma al pennello così come lo si conosce in epoca moderna potrebbe essere stato Meng Tian, un famoso generale di Qin Shi Huang, il primo imperatore della dinastia Qin che unì la Cina nel 221 a.C.. Durante la rivoluzione industriale venne introdotta la ghiera metallica al fine di rendere i pennelli più resistenti. L'applicazione del manico ai peli graduati è stata in gran parte eseguita a mano fino al 18º secolo. Nel Novecento iniziarono a diffondersi le prime setole sintetiche per pennelli. I materiali artificiali come il rayon e il nylon vengono in epoca moderna utilizzati e assemblati a macchina per una produzione di pennelli meno costosa e maggiore in termini di quantità. Setole Animale fibre naturali Mangusta Martora Kolinsky, Ussuri e rossa Puzzola russa Bue Capra (utilizzata nei pennelli cinesi) Tasso (utilizzata soprattutto nei pennelli a punta tonda) Pony (utilizzata soprattutto nei pennelli a punta piatta) Lupo (utilizzata nei pennelli cinesi) Donnola Scoiattolo (in particolare per i pennelli da acquerello) penne di gallina (alcuni tipi di pennelli cinesi) setola di maiale o di cinghiale Cavallo Sintetica peli sintetici (ad esempio di nylon) punte di caucciù morbido spugna sintetica (in uso per la calligrafia cinese ad acqua). Le diverse caratteristiche di ognuno di questi tipi di pelo (durata, morbidezza, nervosità, assorbimento…) sono appropriate per i diversi usi di un pennello. Forma delle setole A seconda dell'uso, i pennelli possono avere diverse forme e diverse dimensioni: per i pennelli più grandi, adatti a verniciare pareti o grandi superfici, si usa il termine pennellessa, mentre per quelli più sottili, usati in cosmetica, si parla di "pennellini da trucco". Tondo, sezione tonda, con punta conica, con punta al centro della sezione tonda. Piatto, sezione piatta rettangolare o ellittica allungata, con punta piatta uniforme. Lingua di gatto, sezione rettangolare o ellittica allungata, con punta piatta con sezione ad angoli smussati accentuati. A ventaglio, sezione a ventaglio Dentellata, simile ad una forchetta, i cui denti sono sezioni tondi di setole. Esistono anche pennelli a serbatoio (pennelli a stilo), dal funzionamento analogo a quello delle penne stilografiche, alimentati da cartucce vuoi per usi scrittori, vuoi per usi cosmetici o di altro tipo. Pennelli per pittura commerciale non artistica I pennelli per l'uso nella pittura commerciale non artistica sono orientati all'applicazione di uno strato uniforme di vernice su aree relativamente grandi. I manici riconosciuti a livello mondiale dei pennelli da pittore commerciale sono: Manico a zucca: design ergonomico che riduce lo stress sul polso e sulla mano durante la pittura. Manico corto: il manico più corto offre una maggiore precisione quando si dipingono piccoli spazi come angoli, rifiniture e aree di dettaglio. Manico piatto a coda di castoro: questa forma è arrotondata e leggermente appiattita per adattarsi perfettamente al palmo della mano durante la pittura. Manico quadrato: il manico quadrato con angoli smussati è presente principalmente nei pennelli per rifiniture o telai ed è comodo da tenere durante la verniciatura. Manico a coda di topo: questo manico è più lungo e più sottile dello standard, il che lo rende facile da impugnare per dare un maggiore controllo. Manico lungo: arrotondato e sottile, un manico lungo è facile da impugnare come una matita, offrendo grande controllo e precisione durante il taglio e la pittura di spazi difficili. Pennelli per artisti I pennelli con manico corto vengono solitamente utilizzati per superfici di lavoro piatte o leggermente inclinate come la pittura ad acquerello e la pittura a inchiostro, mentre i pennelli con manico lungo vengono tenuti orizzontalmente mentre si lavora su una tela verticale come per la pittura a olio o la pittura acrilica. Forme Gli stili di punta del pennello usati più comunemente sono: Rotonda: punta appuntita, setole lunghe e ravvicinate per i dettagli. Piatta: per stendere la vernice in modo rapido e uniforme su una superficie. Hanno peli più lunghi rispetto alla loro controparte bright. Bright: più corti rispetto ai pennelli a forma piatta. Pennelli piatti con setole corte e rigide, ideali per inserire la vernice nella trama di una tela con applicazioni di pittura più sottili, nonché stili di pittura più spessi come il lavoro a impasto. Nocciola: pennelli piatti con estremità bombate. Consentono una buona copertura e la capacità di eseguire alcuni lavori di dettaglio. Ventaglio: per sfumare ampie aree di pittura. Angolo: come la nocciola, questi tipi di punta sono versatili e possono essere usati sia nell'applicazione di pittura generale che in alcuni lavori di dettaglio. Mop: un pennello di formato più grande con un bordo arrotondato per un'applicazione ampia e morbida della vernice, nonché per ottenere smalti più sottili su strati di vernice già essiccati senza danneggiare gli strati inferiori per proteggere il pennello. Rigger: pennelli rotondi con peli lunghi, tradizionalmente utilizzate per dipingere le manovre nelle immagini delle navi. Sono utili per le linee sottili e sono versatili sia per oli che per acquerelli. Stippler e stippler a zampa di cervo: pennelli corti e tozzi. Liner: pennelli tondi allungati. Pugnale: ha peli lunghi come il pennello ad angolo ed è usato per dipingere attraverso la tecnica One Stroke, che consiste nel mettere sul pennello due colori separati e ottenere l'ombreggiatura e l'evidenziazione del soggetto in un colpo solo. Script: pennello con punte tonde molto allungate. Egbert: simile alla tipologia nocciola con peli extra lunghi, usata per la pittura a olio. Sumi: simile nello stile ad alcuni pennelli per acquerelli, anche con un manico generalmente spesso in legno o metallo. Scritto anche Sumi-e (墨絵, pittura a inchiostro). Nasello (刷毛): uno stile asiatico di pennello con un grande manico di legno largo e un pelo morbido estremamente fine usato in contrappunto ai tradizionali pennelli Sumi per coprire grandi aree. Spesso fatto di pelo di capra. Spotter: ha punte rotonde con poche setole corte. Questi pennelli sono comunemente usati per lavorare su stampe fotografiche. Stencil: un pennello rotondo con una parte superiore piatta utilizzato sugli stampini per garantire che le setole non entrino al di sotto di esso. Utilizzato anche per creare texture. Dimensioni Ai pennelli degli artisti vengono solitamente assegnate dimensioni numerate, sebbene non esista uno standard esatto per le loro dimensioni fisiche. Dal più piccolo al più grande, le dimensioni sono: 20/0, 12/0, 10/0, 7/0, 6/0, 5/0, 4/0 (scritto anche 0000), 000, 00, 0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 16, 18, 20, 22, 24, 25, 26, 28, 30, 2 pollici, 4 pollici, 6 pollici e 8 pollici. I pennelli fino al 30/0 sono prodotti da grandi aziende, ma non hanno dimensioni comuni. Le taglie da 000 a 20 sono le più comuni. Lunghezza delle setole In base alla lunghezza delle setole, si diversificano in: Extra corti Corti Medi Lunghi Informatica Alcuni software e app di disegno e grafica (ad esempio Photoshop, Illustrator, Inkscape e Gimp) hanno strumenti che emulano le punte dei vari tipi di pennelli fisici. L'utente può creare pennelli personali, scegliere la durezza, la dimensione, il colore e così via. Solitamente tali software hanno pennelli standard pre-installati e l'utente può scaricarne altri dal web gratuitamente o a pagamento. Galleria d'immagini Note Voci correlate Pennello da barba Altri progetti Collegamenti esterni Pittura Scrittura Cancelleria
Il Giro dei Paesi Baschi 2018, cinquantottesima edizione della corsa e valida come quattordicesima prova dell'UCI World Tour 2018 categoria 2.UWT, si svolse in sei tappe dal 2 al 7 aprile 2018 su un percorso di 819,9 km, con partenza da Zarautz e arrivo a Arrate, in Spagna. La vittoria fu appannaggio dello sloveno Primož Roglič, il quale completò il percorso in 20h53'47", alla media di 39,236 km/h, precedendo gli spagnoli Mikel Landa e Ion Izagirre. Sul traguardo di Arrate 99 ciclisti, su 153 partiti da Zarautz, portarono a termine la competizione. Tappe Squadre e corridori partecipanti Dettagli delle tappe 1ª tappa 2 aprile: Zarautz > Zarautz – 162,1 km Risultati 2ª tappa 3 aprile: Zarautz > Bermeo – 166,7 km Risultati 3ª tappa 4 aprile: Bermeo > Valdegovía – 184,8 km Risultati 4ª tappa 5 aprile: Lodosa > Lodosa – Cronometro individuale – 19,4 km Risultati 5ª tappa 6 aprile: Vitoria-Gasteiz > Eibar – 164,7 km Risultati 6ª tappa 7 aprile: Eibar > Arrate – 122,2 km Risultati Evoluzione delle classifiche Maglie indossate da altri ciclisti in caso di due o più maglie vinte Dalla 2ª alla 4ª tappa Primož Roglič ha indossato la maglia verde al posto di Julian Alaphilippe. Nella 6ª tappa Julian Alaphilippe ha indossato la maglia verde al posto di Primož Roglič. Classifiche finali Classifica generale - Maglia gialla Classifica a punti - Maglia verde Classifica scalatori - Maglia a pois Classifica giovani - Maglia blu Classifica a squadre Note Altri progetti Collegamenti esterni Giro dei Paesi Baschi Ciclismo nel 2018
Biografia Nato probabilmente nel 1598, a Stratford-on-Avon, località dove con molta probabilità venne anche battezzato, sebbene non esistano nei locali registri parrocchiali tracce del suo nome, dal momento che suo padre era vicario della locale parrocchia al momento della sua nascita. Nato dalla seconda moglie del padre, di cui non abbiamo notizia, aveva come fratellastro Nicholas Byfield, che sarebbe diventato uno dei predicatori più influenti nell'Inghilterra di Giacomo I. Nel giorno di San Michele Arcangelo, ovvero il 29 settembre, del 1615, entrò al Queen's College di Oxford, forse con il grado di servitor, ovvero di uno studente che riceveva vitto e alloggio gratuitamente ed era esentato dal pagamento delle lezioni. Il 19 ottobre 1619 ricevette il baccalaureato ed il 29 ottobre 1622 il Master of Arts. Fu predicatore o curato ad Isleworth, probabilmente durante l'incarico di suo fratello Nicholas. Svolse altre mansioni di scarso interesse prima di essere presentato al suo futuro mecenate, Sir John Evelyn nel 1630, il quale gli fece ottenere il vicariato di Long Ditton, nel Surrey. Opere Alcune delle opere scritte dal fratellastro Nicholas Byfield sono state attribuite per errore a Richard, dal momento che ne aveva curato l'edizione. Le opere scritte da Richard Byfield sono: The Light of Faith and Way of Holiness, 1630 The Doctrine of the Sabbath Vindicated, in Confutation of a Treatise of the Sabbath written by Mr. Edward Brerewood against Mr. Nicholas Byfield, 1631 A Brief Answer to a lae Treatise of the Sabbath Day, 1636? The Power of the Christ of God, 1641 Zion's Answer to the Nation's Ambassador's, 1645 Temple Defilers defiled, 1645 'A message sent from . . . Scotland to ... the Prince of Wales, 1648 'The Gospel's Glory without prejudice to the Law, 1659 The real Way to good Works: a Treatise of Charity Note Collegamenti esterni
Beatrice Fairfax Episode 7: A Name for a Baby è un episodio di Beatrice Fairfax, serial del 1916 diretto da Leopold Wharton e Theodore Wharton. Trama Produzione Girato a Ithaca nello stato di New York dove si trovavano gli Studi della Wharton, fu prodotto dai fratelli Wharton con la loro compagnia di produzione e la International Film Service. Distribuzione Copia del film è conservata nella collezione Marion Davies alla Library of Congress. Date di uscita IMDb e Silent Era DVD USA 18 settembre 1916 (episodio 7) Episodi del serial Beatrice Fairfax Episode 1: The Missing Watchman Beatrice Fairfax Episode 2: Adventures of the Jealous Wife Beatrice Fairfax Episode 3: Billie's Romance Beatrice Fairfax Episode 4: The Stone God Beatrice Fairfax Episode 5: Mimosa San Beatrice Fairfax Episode 6: The Forbidden Room Beatrice Fairfax Episode 7: A Name for a Baby Beatrice Fairfax Episode 8: At the Ainsley Ball Beatrice Fairfax Episode 9: Outside the Law Beatrice Fairfax Episode 10: Playball Beatrice Fairfax Episode 11: The Wages of Sin Beatrice Fairfax Episode 12: Curiosity Beatrice Fairfax Episode 13: The Ringer Beatrice Fairfax Episode 14: The Hidden Menace Beatrice Fairfax Episode 15: Wristwatches Collegamenti esterni Beatrice Fairfax
La Decorazione al merito del Vorarlberg (in tedesco: Ehrenzeichen des Landes Vorarlberg) è un'onorificenza concessa dallo stato federato austriaco del Vorarlberg. Storia La decorazione della Vorarlberg è stata istituita nel 1963 per premiare quanti abbiano compiuto servizi speciali nel campo dei lavori pubblici e privati nonché per il benessere generale, per impegni in campo culturale o che comunque abbiano contribuito a promuovere lo sviluppo del Vorarlberg. Classi La medaglia dispone di due classi di benemerenza: Medaglia d'oro Medaglia d'argento La medaglia è costituita da una croce d'argento smaltata coi colori del Vorarlberg (bianca bordata di rosso) con al centro lo stemma del Vorarlberg smaltato. Per tenente ha una croce intrecciata in argento. Il nastro della medaglia è bianco e rosso. Le onorificenze hanno la particolarità di non poter essere trattenute dalla famiglia dell'insignito dopo la morte di queste, ma devono essere restituite al governo del Vorarlberg. Insigniti notabili Opilio Rossi Franz König Gerd Bacher Hermann Gmeiner Kassian Lauterer Erwin Kräutler Bibliografia Walter A. Schwarz, Hab' die Ehre…50 Jahre Ehrenzeichen für Verdienste um die Republik Österreich 1952–2002. Ausstellungskatalog, Vienna, 2002. Peter Diem, Die Symbole Österreichs. Verlag Krenmayr & Scheriau, Vienna, 1995, p. 224–226. Onorificenze austriache
I XXIII Giochi olimpici invernali (in coreano: 제23회 동계 올림픽, Jeisipsamhoe Donggye Ollimpik), noti anche come Pyeongchang 2018, si sono svolti nella contea di Pyeongchang, nella Corea del Sud, dal 9 al 25 febbraio 2018. Nella stessa località si sono tenuti anche i XII Giochi paralimpici invernali. Assegnazione L'elezione della città organizzatrice dei giochi si è tenuta il 6 luglio 2011 a Durban (Sudafrica), durante la 123ª sessione del Comitato Olimpico Internazionale. Le tre finaliste erano state Annecy, Monaco di Baviera e Pyeongchang. Quest’ultima raggiunse la maggioranza assoluta dei voti alla prima votazione, venendo così scelta immediatamente. Sedi di gara Le gare sono state ospitate in due sedi: un comprensorio sciistico montano e la città costiera di Gangneung. Nel primo si sono svolte le prove sciistiche e le gare di bob, skeleton e slittino, nella seconda le gare di pattinaggio e i tornei di hockey e curling. Altre sedi Villaggio olimpico di Pyeongchang Villaggio olimpico di Gangneung Paesi partecipanti 92 nazioni hanno preso parte ai Giochi olimpici. Ecuador, Eritrea, Kosovo, Malesia, Nigeria e Singapore hanno preso parte per la prima volta nella storia ai Giochi olimpici invernali. (2) (5) (6) (3) (169) (51) (105) (1) (21) (1) (21) (33) (2) (4) (9) (227) (7) (81) (1) (4) (19) (35) (2) (121) (17) (1) (1) (22) (2) (106) (107) (1) (4) (156) (3) (59) (124) (1) (2) (10) (5) (4) (5) (122) (46) (1) (1) (1) (3) (3) (9) (34) (1) (3) (1) (1) (2) (2) (4) (2) (2) Monaco (4) (3) (3) (109) (21) (34) (2) (62) (2) (1) (1) (95) (27) (4) (1) (59) (71) (12) (242) (1) (199) (170) Taipei Cinese (4) (4) (1) (2) (1) (8) (33) (19) (2) Discipline olimpiche Il programma olimpico prevedeva competizioni in 15 discipline: Calendario Quello che segue è il programma originario: durante la manifestazione, infatti, diverse gare di sci alpino, biathlon e snowboard hanno subito dei rinvii a causa del forte vento. Risultati Medagliere Di seguito le prime dieci posizioni del medagliere: Protagonisti Con le cinque medaglie conquistate, la fondista norvegese Marit Bjørgen supera il connazionale biatleta Ole Einar Bjørndalen e diviene l'atleta più medagliato della storia dei Giochi olimpici invernali. La ceca Ester Ledecká, campionessa di snowboard (prima nello slalom gigante parallelo), vince l'oro anche nel supergigante femminile dello sci alpino: è la prima atleta a riuscire in tale impresa. Anche l'olandese Jorien ter Mors riesce nell'impresa di andare a medaglia in due diverse discipline, il pattinaggio di velocità e lo short track. La britannica Lizzy Yarnold è la prima skeletonista ad aver doppiato il titolo olimpico, impresa mai riuscita nella specialità maschile. Il giapponese Yuzuru Hanyū è il primo pattinatore di figura a vincere due ori nel singolo maschile dalla vittoria di Richard Button a . Il fondista svizzero Dario Cologna conquista per la terza volta consecutiva l'oro nella 15 km. Arianna Fontana, vincitrice di tre medaglie nello short track (oro sui 500 metri, argento in staffetta, bronzo sui 1500), diventa con 8 allori la seconda italiana più medagliata nei Giochi Olimpici Invernali e la più medagliata nella storia olimpica dello Short track femminile. Note Voci correlate XII Giochi paralimpici invernali III Giochi olimpici giovanili estivi Altri progetti Collegamenti esterni
L'ischemia (dal greco ἰσχαιμία, isch-: riduzione, -emia: sangue) è la totale o parziale assenza di afflusso di sangue in un organo. Essa può essere totale o parziale (cioè un insufficiente apporto di sangue rispetto alle necessità di ossigenazione del tessuto) e si accompagna ad ipossia, nella forma di ipossia ischemica, da carente apporto di sangue ossigenato al tessuto ischemico. Eziologia Le cause alla base dell'inadeguatezza del flusso sanguigno possono essere molteplici: Tachicardia: battito cardiaco eccessivamente rapido che non permette un adeguato complesso d'ossigeno Ipotensione: bassa pressione sanguigna che non irrora tutti i distretti corporei Vasocostrizione: restringimento vascolare causato da agenti esogeni o endogeni Compressione extravasale: il vaso viene costretto da corpi o masse esterne Aterosclerosi: ostruzione del lume vascolare da parte di placche lipidiche Tromboembolia: ostruzione del lume vascolare da parte di trombi Embolia: ostruzione del lume del vaso da parte di emboli gassosi o di liquido amniotico, lipidi, batteri, tumori Briglie aderenziali: a seguito di infiammazioni croniche o interventi chirurgici Le patologie alla base di questi deficit sono varie; da citare sono i tumori, le leucemie, le anemie, l'infarto del miocardio, l'embolia gassosa arteriosa, granulomi, obesità. Patogenesi Il principale effetto di una carenza o totale assenza di sangue in un qualsiasi tessuto, è l'alterazione della respirazione cellulare, ed in particolare la diminuzione dell'ATP intracellulare, in favore di un accumulo di ipoxantina; quest'ultima, infatti, è il prodotto ultimo della degradazione metabolica dell'adenosina. Viene prodotto ATP anche tramite glicolisi anaerobia, ma con produzione e accumulo di acido lattico e conseguente acidosi; inoltre l'ischemia compromette l'arrivo dei substrati per la glicolisi, quindi questo tipo di respirazione viene compromesso rapidamente. L'accumulo di tali prodotti porta di conseguenza ad un'alterazione della distribuzione ionica (ed in particolare del calcio intracellulare), del potenziale di membrana, disorganizzazione citoscheletrica, rigonfiamento cellulare ed infine necrosi. A livello tissutale si denotano l'espressione di geni per agenti bioattivi quali citochine, molecole d'adesione leucocitaria, endotelina, trombossani, e la repressione di prodotti protettivi ossido nitrico sintasi, ossido nitrico, trombomodulina e prostacicline. L'ischemia è anche causa di mancato apporto di fattori trofici (fattori di crescita) che mediano un segnale di sopravvivenza e conseguente attivazione del processo apoptotico. Il processo apoptotico è attivato anche dall'influsso di calcio nella cellula causato da ipossia o altri meccanismi come l'eccitotossicità (nel tessuto nervoso). Se le cellule andranno in necrosi o apoptosi dipenderà dalla quantità di ATP, necessario perché quest'ultima si possa realizzare. Quindi la possibilità che la cellula attivi la modalità di morte preferenziale ossia l'apoptosi (che non attiva infiammazione) dipende dal grado di ischemia. Questo è stato ampiamente dimostrato nel tessuto nervoso nel caso dello stroke. Importante nella definizione del danno da ischemia sono, oltre l'entità ischemica, la velocità di comparsa, il tempo di esposizione ed il tessuto colpito. Un'ischemia lenta e progressiva ha un decorso più lento, un adattamento cellulare migliore, si risolve maggiormente in un'atrofia cellulare e si manifesta con spasmo: un esempio è il comune formicolio da compressione. Maggiore è il periodo ischemico minore è la possibilità di reversibilità: generalmente un danno ischemico diventa irreversibile oltre i 30 minuti; da tenere in considerazione il tipo di tessuto: i tessuti particolarmente sensibili all'inadeguato afflusso di sangue sono in ordine cervello (il danno irreversibile si presenta dopo 4-5 minuti), cuore e reni. Strettamente collegati sono i danni da riperfusione. Segni e sintomi Un'ischemia si può manifestare tramite cianosi, formicolii, spasmi, brividi, svenimento, angina pectoris in caso di ischemia cardiaca. Note Bibliografia Oxford Reference: Concise Medical Dictionary (1990, 3rd ed.), Oxford University Press, Market House Books. Voci correlate Infarto Sindrome da rivascolarizzazione Altri progetti Collegamenti esterni Malattie dell'apparato cardiocircolatorio
Ophichthus è un genere di pesci anguilliformi della famiglia Ophichthidae. Specie Ophichthus altipennis (Kaup, 1856) Ophichthus apachus McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus aphotistos McCosker & Chen, 2000 Ophichthus apicalis Ophichthus arneutes McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus asakusae Jordan & Snyder, 1901 Ophichthus bonaparti (Kaup, 1856) Ophichthus brachynotopterus Karrer, 1982 Ophichthus brasiliensis (Kaup, 1856) Ophichthus brevicaudatus Chu, Wu & Jin, 1981 Ophichthus celebicus (Bleeker, 1856) Ophichthus cephalozona Bleeker, 1864 Ophichthus cruentifer (Goode & Bean, 1896) Ophichthus cylindroideus (Ranzani, 1839) Ophichthus echeloides (D'Ancona, 1928) Ophichthus erabo (Jordan & Snyder, 1901) Ophichthus evermanni Jordan & Richardson, 1909 Ophichthus exourus McCosker, 1999 Ophichthus frontalis Garman, 1899 Ophichthus genie McCosker, 1999 Ophichthus gomesii (Castelnau, 1855) Ophichthus grandoculis (Cantor, 1849) Ophichthus hyposagmatus McCosker & Böhlke, 1984 Ophichthus karreri Blache, 1975 Ophichthus kunaloa McCosker, 1979 Ophichthus leonensis Blache, 1975 Ophichthus limkouensis Chen, 1929 Ophichthus longipenis McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus macrochir (Bleeker, 1853) Ophichthus macrops Günther, 1910 Ophichthus maculatus (Rafinesque, 1810) Ophichthus madagascariensis Fourmanoir, 1961 Ophichthus manilensis Herre, 1923 Ophichthus marginatus (Peters, 1855) Ophichthus mecopterus McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus megalops Asano, 1987 Ophichthus melanoporus Kanazawa, 1963 Ophichthus melope McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus menezesi McCosker & Böhlke, 1984 Ophichthus mystacinus McCosker, 1999 Ophichthus omorgmus McCosker & Böhlke, 1984 Ophichthus ophis (Linnaeus, 1758) Ophichthus parilis (Richardson, 1848) Ophichthus polyophthalmus Bleeker, 1865 Ophichthus puncticeps (Kaup, 1860) Ophichthus regius (Richardson, 1848) Ophichthus remiger (Valenciennes, 1842) Ophichthus rex Böhlke & Caruso, 1980 Ophichthus roseus Tanaka, 1917 Ophichthus rotundus Lee & Asano, 1997 Ophichthus rufus (Rafinesque, 1810) Ophichthus rugifer Jordan & Bollman, 1890 Ophichthus rutidoderma (Bleeker, 1853) Ophichthus rutidodermatoides (Bleeker, 1853) Ophichthus serpentinus Seale, 1917 Ophichthus singapurensis Bleeker, 1864-65 Ophichthus spinicauda (Norman, 1922) Ophichthus stenopterus Cope, 1871 Ophichthus tchangi Tang & Zhang, 2002 Ophichthus tetratrema McCosker & Rosenblatt, 1998 Ophichthus triserialis (Kaup, 1856) Ophichthus tsuchidae Jordan & Snyder, 1901 Ophichthus unicolor Regan, 1908 Ophichthus urolophus (Temminck & Schlegel, 1846) Ophichthus woosuitingi Chen, 1929 Ophichthus zophochir Jordan & Gilbert, 1882 Altri progetti Collegamenti esterni Ophichthidae
Fratello minore di Nick Carter, aprì alcuni concerti dei Backstreet Boys per poi intraprendere una carriera musicale in prima persona pubblicando cinque album in studio tra il 1997 e il 2018. Suonava vari strumenti: il pianoforte, la batteria, la chitarra e il sassofono. Aveva una passione per lo sport e il ballo, curando infatti spesso le coreografie delle sue stesse esibizioni. Biografia Aaron crebbe a Tampa, Florida. La famiglia era originaria di New York, dove nacque suo fratello Nick. Aveva una sorella gemella e altre due sorelle, Bobbie Jean Carter e Leslie Carter (morta la notte del 30 gennaio 2012 all'età di 25 anni) e anche una sorellastra di nome Ginger, nata dal primo matrimonio di suo padre, e un fratellastro, Kanden, nato nel 2005. Aveva inoltre un'altra sorellastra, Taelyn, figlia della nuova moglie di suo padre. Carriera musicale Iniziò la sua carriera musicale all'età di sette anni, trascorrendo due anni come cantante del gruppo musicale "Dead End" dalla quale si dissociò per incomprensioni riguardante lo stile musicale. Aveva nove anni quando fece la sua prima apparizione pubblica cantando Crush On You e aprendo così il concerto dei Backstreet Boys a Berlino nel marzo 1997. La performance fu seguita da un contratto record, e nell'autunno del 1997 Aaron pubblicò la canzone come singolo, seguito poi dal suo primo eponimo album Aaron Carter. L'album seguente, Aaron's Party (Come Get It), pubblicato il 26 settembre 2000, fu realizzato negli Stati Uniti sotto l'etichetta Jive. Il disco riscosse un notevole successo a livello mondiale e ricevette tre dischi di platino e uno d'oro per le 3.5 milioni di copie vendute, di cui 1.5 milione solo negli Stati Uniti, raggiungendo il quarto posto come album più venduto negli USA nella prestigiosa classifica statunitense Billboard 200. Aaron's Party fu accompagnato da un DVD contenente video musicali, uscito il 10 ottobre 2000, e da un DVD Live, pubblicato il 31 luglio 2001. Nel luglio del 2000 sua madre pubblicò anche un libro per i fans di Aaron Carter, The Little Prince of Pop, contenente la sua biografia. All'età di 13 anni, Aaron registrò l'album Oh Aaron, pubblicato poi il 7 agosto 2001, che si apriva con un duetto insieme al fratello Nick. Oh Aaron fu accompagnato anch'esso da un omonimo DVD, uscito il 26 marzo successivo, che conteneva un suo recente concerto svoltosi a Baton Rouge in Louisiana, interviste e video musicali. L'azienda di giocattoli Play Along Toys creò anche una bambola rappresentante Aaron Carter in occasione dell'uscita dell'album. Il lavoro successivo fu Another Earthquake, pubblicato il 3 settembre 2002, che rappresentò una lieve svolta nel genere musicale, orientato verso il pop rock e il rap. L'album conteneva la canzone dal tema patriottico America A O e la romantica Do You Remember. Most Requested Hits, il suo primo greatest hits, fu pubblicato il 3 novembre del 2003 e conteneva, oltre alle sue hit, anche il singolo di traino One Better. Aaron pubblicò il singolo Saturday Night il 22 marzo 2005 e lo promosse durante il suo "Remix Tour" dell'estate 2005. La canzone era anche contenuta nella colonna sonora del film Pop Star. Carter collaborò anche a molte altre colonne sonore, come quella di Pokémon: The First Movie (1999), Rugrats In Paris: The Movie (2000), Jimmy Neutron: Ragazzo genio (2001), e Pretty Princess (2001). Intervenne poi nel reality show House of Carters, che raccontava le vicende della sua famiglia, Aaron e Nick fondarono poi la loro casa discografica personale chiamata "Carter Bros". A inizio 2016 pubblicò il singolo Fool's Gold che ottenne un buon successo negli USA. Questa canzone entrò poi a far parte dell'EP Løve pubblicato l'anno dopo, da cui venne estratto un altro singolo, Sooner or Later. Carriera cinematografica Aaron intraprese anche la carriera di attore. Le sue apparizioni in televisione inclusero i telefilm come Lizzie McGuire, Sabrina, vita da strega, e Settimo cielo. Nell'aprile 2001 Aaron debuttò a Broadway in Seussical the Musical di Lynn Ahrens e Stephen Flaherty, con la parte di "JoJo the Who." Aaron ottenne nel 2004 una piccola parte nella commedia Il mio grasso grosso amico Albert. Il suo primo vero ruolo importante fu però nel film Popstar (2005), storia ispirata alla sua vera vita. Ebbe poi il ruolo di un pilota di motocross nel film Supercross (2005). Morte È morto il 5 novembre 2022, all'età di 34 anni, nella sua abitazione di Lancaster, in California. Il sito TMZ riporta che Aaron è stato ritrovato privo di vita nella sua vasca da bagno, presumibilmente annegato. Per individuare le cause della morte è stata comunque avviata un'indagine. Vita privata Nell'agosto 2017 fece coming out dichiarandosi bisessuale attraverso un messaggio su Twitter in cui affermava di aver compreso sin dall'età di 13 anni di essere attratto anche dai ragazzi. Nel 2017 Carter dichiarò di essere affetto da disturbo bipolare. Nello stesso periodo, il cantante accusò suo fratello Nick Carter di aver abusato di lui e di un membro femminile della loro famiglia, suscitando la dura smentita da parte di un rappresentante legale di Nick. Quest'ultimo successivamente ottenne un ordine restrittivo nei confronti del fratello, affermando che questi avesse minacciato di voler uccidere sua moglie Lauren Kitt-Carter, a quel tempo incinta. Fidanzato ufficialmente da gennaio 2020 con Melanie Martin, nacque il suo unico figlio, Prince Lyric Carter, il giorno 22 novembre del 2021. Dopo la nascita del loro bambino si separano per poi riavvicinarsi a giugno del 2022. Nel settembre 2018 aveva avuto una relazione con la pittrice russa naturalizzata statunitense Lina Valentina per poi lasciarsi a luglio 2019. Ha anche frequentato Madison Parker da cui si è separato nel 2017 e gli si attribuiscono altre relazioni, tra cui quella con Hilary Duff nel 2001 fino al 2010 e anche una breve frequentazione con Lindsay Lohan nel mezzo di quegli anni dopo essersi lasciato momentaneamente con la Duff. Premi Nickelodeon Kid's Choice Awards 2001 - Miglior artista esordiente Teen Choice Awards 2001 - Artista maschio dell'anno, vincitore. Guiness World Records - Più giovane artista ad avere quattro singoli consecutivi nella top 10 Discografia Album 1997 - Aaron Carter 2000 - Aaron's Party (Come Get It) 2001 - Oh Aaron 2002 - Another Earthquake 2003 - Most Requested Hits 2006 - Come Get It: The Very Best of Aaron Carter 2006 - 2 Good 2 Be True 2015 - The Music Never Stopped - EP 2017 - LøVë - EP 2018 - LØVË Singoli 1997 - Crush On You - #9 UK 1998 - Crazy Little Party Girl - #7 UK 1998 - I'm Gonna Miss You Forever - #24 UK 1998 - Surfin' USA - #18 UK 1999 - Let The Music Hear Your Soul 2000 - I Want Candy - #31 UK 2000 - Aaron's Party (Come Get It...) - #51 UK 2000 - That's How I Beat Shaq - (2001 rilascio) #96 US 2000 - The Clapping Song 2001 - Oh, Aaron 2001 - Leave It Up To Me - #22 UK 2001 - Not Too Young, Not Too Old 2001 - I'm All About You 2002 - Another Earthquake 2002 - Summertime 2005 - Saturday Night 2009 - I Ain't Gonna Take No More 2009 - Dance with Me 2017 - Fool's Gold Colonne sonore Pokémon il film - Mewtwo colpisce ancora (1999) - "(Have Some) Fun With The Funk" The Little Vampire (2000) - "Iko Iko" Rugrats In Paris: The Movie (2000) - "Life Is A Party" Jimmy Neutron, Ragazzo genio (2001) - "Leave It Up To Me," "AC's Alien Nation," "Go Jimmy Jimmy" Pretty Princess (2001) - "Little Bitty Pretty One" Popstar (2005) - "Saturday Night" (live), "Enough Of Me," "I Want Candy" (live), "One Better" (live), "Do You Remember" (live) Filmografia Grand Stand (2007) I Want Someone To Eat Cheese With (2007) House of Carters (2006) Penn & Teller: Off the Deep End (2005) Supercross (2005) Popstar (2005) Ella Enchanted - Il magico mondo di Ella (2004) Settimo cielo (2004) - 2 episodi Il mio grasso grosso amico Albert (2004) Affari di famiglia (2003) - 1 episodio 48 Hours Mystery (2002) - 1 episodio Liberty's Kids (2002) (TV) (voice) Sabrina, vita da strega (2001) - 1 episodio Lizzie McGuire (2001) - 1 episodio Figure it Out (1998) - 1 episodio Note Altri progetti Collegamenti esterni Persone che hanno fatto coming out Polistrumentisti statunitensi Personaggi televisivi statunitensi
Fu tra i massimi conoscitori di letteratura spagnola e latinoamericana in Italia. Biografia Nato a Chivasso nel 1936, è figlio di un pescatore del Po, un mestiere di antica tradizione del quale egli andava orgoglioso, e di una maestra, e per un certo periodo anch'egli insegna nella scuola elementare della cittadina piemontese, prima di proseguire la carriera accademica ed esercitare la docenza di letteratura spagnola presso l'Università di Torino. Dotato di una cultura elevatissima, Cesare Acutis trascinava con sé uomini e donne coinvolgendoli nell’emozione e nel piacere della conoscenza, condividendo le sue letture, i progetti di ricerca, i suoi itinerari critici nell’ampio universo della letteratura spagnola, dal medioevo, alla poesia drammatica di Federico Garcìa Lorca, ai grandi narratori del Novecento latinoamericano, da Julio Cortazar, a Jorge Luis Borges, a Gabriel Garcia Marquez. Vita privata All'Università di Sassari conobbe negli anni Settanta la medievista, traduttrice e scrittrice torinese Laura Mancinelli, che poi divenne sua compagna fino alla morte. Opere Saggistica Cancioneros musicali spagnoli in Italia 1585-1635, Milano, Ist. Editoriali e Poligrafici, 1978. La contessa traditrice: morti e vite esemplari, Torino, La Rosa, 1984. L' America dei lumi, Torino, La Rosa, 1989. La leggenda degli infanti di Lara. Due forme epiche nel Medioevo occidentale, Torino, Einaudi. ISBN 978-88-06-01263-2 Claridad alarmada, Torino, Edizioni dell'Orso. ISBN 978-88-76-94176-4 Traduzioni Curatele Note Voci correlate Letteratura spagnola Letteratura latinoamericana Collegamenti esterni Professori dell'Università degli Studi di Torino Traduttori italiani Traduttori dallo spagnolo
Biografia Beata Naigambo ha esordito con la nazionale namibiana nel 1999. Ha preso parte a numerose manifestazioni internazionali gareggiando nella maratona, come i Giochi olimpici dal 2008 al 2016. Palmarès Altre competizioni internazionali 2009 alla Maratona di Marakkech ( Marrakech) - 2h39'11" alla Maratona di Eindhoven ( Eindhoven) - 2h31'01" 2010 alla Maratona di Windhoek ( Windhoek) - 2h56'13" alla Maratona di Amburgo ( Amburgo) - 2h33'00" 2011 7ª alla Maratona di Amsterdam ( Amsterdam) - 2h32'12" 2013 alla Maratona di Valencia ( Valencia) - 2h30'48" 2014 alla Maratona di Rotterdam ( Rotterdam) - 2h31'00" alla Maratona di Valencia ( Valencia) - 2h30'34" 2015 alla Maratona di Amburgo ( Amburgo) - 2h27'28" alla Maratona di Valencia ( Valencia) - 2h26'57" 2017 12ª alla Maratona di Seul ( Seul) - 2h40'58" 7ª alla Maratona di Istanbul ( Istanbul) - 2h40'45" 2018 5ª alla Maratona di Taipei ( Taipei) - 2h38'31" 2019 alla Maratona di Dakar ( Dakar) - 2h43'55" Altri progetti Collegamenti esterni
Janine Melnitz è un personaggio di finzione dei film: Ghostbusters - Acchiappafantasmi, Ghostbusters II e Ghostbusters: Legacy, e delle serie animate dedicate ai personaggi dell'omonima serie. Interpreti Nei film è stata interpretata da Annie Potts e doppiata nei cartoni da Laura Summer e Kath Soucie. Nel primo film, il personaggio ha la voce italiana di Emanuela Giordano, mentre nel secondo ha la voce di Cristiana Lionello. In Extreme Ghostbusters ha le voci di Pat Musick in originale e di Stefania Patruno in italiano. In Ghostbusters: Il videogioco, Janine ha nuovamente la voce di Annie Potts, mentre in italiano è doppiata da Cinzia Massironi. Caratteristiche del personaggio Janine è la segretaria del gruppo di ex scienziati che esercitano la professione di catturatori paranormali. Come carattere appare diligente ma anche fredda e apatica verso l'attività del gruppo (e pure nelle risposte alle frecciatine di Peter Venkman), tuttavia dimostra di tenere molto al suo lavoro, vista la sua esultanza per l'arrivo dei primi clienti. Nel primo film e nelle due serie animate Janine dimostra di avere una cotta mal celata per Egon Spengler, mentre nel secondo film si dimostra attratta da Louis Tully, commercialista del gruppo. In Ghostbusters: Legacy si scopre che è rimasta una grande amica di Egon, fino alla sua morte. Collegamenti esterni Janine Melnitz su GhostbustersWiki Personaggi di Ghostbusters Segretari immaginari
Castel Giorgio è un comune italiano di abitanti della provincia di Terni in Umbria. È situato sull'Altopiano dell'Alfina, al confine con il Lazio. Castel Giorgio è considerata la "Capitale Europea del Football Americano" poiché è sede dello stadio Vince Lombardi, primo impianto in Italia e in Europa ideato e realizzato per lo sport della "palla ovale". Geografia fisica Territorio Il paese di Castel Giorgio, che si trova ad un'altitudine di 559 metri sul livello del mare, si estende sull'Altopiano dell'Alfina, all'estremo sud-ovest della Regione Umbria, ai confini con Lazio e Toscana. Il paese, che fa parte del comprensorio Orvietano, è vicinissimo al lago di Bolsena e non lontano dal Monte Amiata. All'interno del territorio comunale è situato il Poggio del Torrone, la vetta più alta dei Monti Volsini, 690 m. slm. catena collinare di origine vulcanica situata intorno al bacino del Lago di Bolsena. Castel Giorgio fa parte della Comunità Montana Orvietano Narnese Amerino Tuderte. Clima Classificazione climatica: zona E, 2382 GR/G Storia Castel Giorgio viene fondato nel 1477 dall'allora Vescovo di Orvieto, Giorgio della Rovere, originario di Parma, che da quella città portò una colonia di agricoltori per popolare la zona fino ad allora disabitata, anche se insediamenti urbani erano esistenti fin già dal periodo etrusco e medioevale. Si hanno notizie infatti di rinvenimenti di tombe etrusche in località Fattoraccio, nella necropoli etrusca del Lacuscello (III-II secolo a.C.), al Citerno e al poggio del Torrone. Abitazioni e coloni erano presenti anche intorno ai Castelli di Montalfina e Pecorone, preesistenti già intorno all'anno 1100. Il territorio ha avuto successivamente una frequentazione romana come testimoniano i ruderi di alcune ville e i resti del tracciato della Via Traiana Nova e Via Cassia a seguito degli spostamenti della popolazione verso Velzna Volsinii (Orvieto-Bolsena) e verso Chiusi. Castel Giorgio nasce nel Piviere di San Donato, antica Rettoia all'interno della quale si trovava la Villa Vallochi che potrebbe essere considerata la vecchia chiesa di Castel Giorgio. Giorgio della Rovere dunque, fece edificare un castello, poi distrutto da guerre e terremoti che fu fatto riedificare, come palazzo, nel 1620, dal cardinale Giacomo Sannesio, per essere adibito a residenza estiva di Vescovo e prelati orvietani e adiacente alla Chiesa Parrocchiale. Fino al 1550 circa, infatti, i parenti del della Rovere, con lo scopo di allargare i propri possedimenti intorno a Castel Giorgio iniziarono una serie di guerre con i paesi limitrofi (Castel Rubello, Castel Viscardo, Benano, etc.), portando spesso tali guerre, al saccheggio ad a parziale distruzione del Castello originario. Nel 1581 la Comunità venne dotata di un proprio Statuto pur continuando a rimanere, fino praticamente all'unificazione al Regno d'Italia, sotto la baronia dei Vescovi orvietani. Per la sua posizione strategica Castel Giorgio ospitò nel 1642 personaggi storici illustri per un tentativo di componimento delle vicende belliche della guerra per il Ducato di Castro. Nel 1695 un violento terremoto sconvolse il paese allarmando tutta la popolazione che al tempo era di circa mille abitanti. Nel 1743 il paese subì il passaggio delle truppe spagnole dirette a Napoli. Nel 1798 Castel Giorgio viene invaso dalle truppe francesi ed inserito nel "Cantone di Orvieto" della Repubblica romana; la dominazione napoleonica sul paese durò fino al 1814 quando il Comune fu inserito nel distretto della Delegazione di Viterbo. La consistenza urbanistica del paese, all'epoca, era formata dalla Chiesa Parrocchiale con l'annesso Palazzo Vescovile e da case sparse su tutto il territorio. L'11 settembre 1860 Castel Giorgio fu liberato dalla denominazione pontificia anche se solo l'anno successivo fu proclamata l'annessione al Regno d'Italia dopo un periodo di governo provvisorio. Nel 1876 fu edificato l'attuale palazzo comunale e il paese andò acquistando la configurazione topografica come attualmente. Nel 1970, per volere del sindaco Giuseppe Calistri, è stato costruito lo stadio Vince Lombardi, primo impianto in Italia e in Europa destinato allo sport del football americano; grazie ad esso Castel Giorgio è diventato per antonomasia "Capitale Europea del Football Americano". Monumenti e luoghi d'interesse Palazzo Sannesio Fu eretto nel 1477 (data della fondazione del paese), come castello costruito da Giorgio della Rovere. Negli anni subì molte vicissitudini che lo danneggiarono: dalla guerra con Castel Rubello nei primi anni dopo la costruzione al passaggio delle truppe di Carlo VIII, all'incendio del 1497 e al forte terremoto negli anni 1505 e 1511. Fu il cardinale Giacomo Sannesio, nel 1610, che decise di ristrutturare completamente l'edificio, rendendolo sede di villeggiatura per i porporati e i prelati che volevano ristorarsi dal caldo di Orvieto come risulta dalla lapide posta sul retro del Palazzo stesso. La funzione del "palazzo Sannesio" è durata fino agli anni '50 del secolo scorso: dopo tale funzione, ha ospitato le scuole medie fino al 2007, mentre adesso è sede della biblioteca comunale con annessa sala al piano terra per riunioni e incontri. Chiesa di San Pancrazio Martire La chiesa parrocchiale di Castel Giorgio, databile al XVII secolo, ubicata al centro del paese in Piazza Giorgio della Rovere, è dedicata al culto del patrono San Pancrazio Martire. L'interno ha una sola navata con cappelle laterali ed abside semicircolare, un arco trionfale separa l'area absidale dal resto della chiesa, nella terza cappella laterale si trova l'altare in granito proveniente da Orvieto. La rossa facciata è suddivisa da quattro lesene poste, a gruppi di due, a sostegno del timpano aggettante di coronamento. In basso si apre un semplice portale architravato e, al centro, una piccola finestra quadrata, entrambi ornati da una cornice in stucco. In seguito agli eventi sismici del maggio 2016, la facciata è stata restaurata. Fontana della Piazza del Comune Nel 1910 l'allora sindaco Vittorio Davoli espletò un bando per la costruzione di un nuovo acquedotto: il progetto vincitore prevedeva di portare l'acqua necessaria dalla sorgente di Trischi, molto al di sotto del livello del paese. L'ing. Raniero Mengarelli progettualizzò allora il sistema detto "a colpo d'ariete", sistema idraulico che spingeva l'acqua in alto e che rimase in vigore fino agli anni intorno al 1930 (poi sostituito con motori a scoppio). Il lavoro fu ultimato ed inaugurato nel 1913 unitamente alla fontana in piazza, realizzata con il contributo economico della famiglia Prudenzi. L'inaugurazione della citata fontana, che ancora oggi rappresenta un emblema del paese, avvenne nella circostanza della festività del compatrono san Giorgio nel contesto di una coinvolgente festa di popolo. La fontana ha subito lavori di restauro negli anni 2013 - 2014. Pietre lanciate Le Pietre lanciate sono formazioni vulcaniche di natura piroclastica accessibili solo agli esperti del trekking. Società Evoluzione demografica Tradizioni e folclore Antica tradizione del maggio - Il pomeriggio dell'11 maggio di ogni anno, in occasione della festa patronale di san Pancrazio, si alza l'albero del maggio, un palo di legno alto circa 20 metri ripulito della corteccia. Precedentemente avviene il trasporto dell'albero che sfila per le vie del paese trainato da buoi. L'arzata avviene a mani, con funi, forcine, cavi, pali. Il giorno successivo - giorno del patrono - dopo la processione si ranca sul palo per acquisirne i doni che sono in cima. La tradizione del "maggio" risale al 1600 ed è legata - come altre tradizioni dell'albero della cuccagna - ai culti arborei. (Per una più esaustiva descrizione della tradizione castelgiorgese del maggio è opportuna la lettura della pubblicazione della locale biblioteca "La festa del maggio"). Amministrazione Gemellaggi Il Comune di Castel Giorgio ha firmato un patto di amicizia con il Comune di Parma in data 18 settembre 1977. Economia Le attività produttive sono legate al settore terziario. Il paese è coinvolto da un fenomeno di pendolarismo verso i centri limitrofi. Il paesaggio ha permesso la fioritura di attività destinate al soggiorno turistico e residenziale. Altre attività produttive sono collegate al commercio della legna. Amministrazione Il sindaco in carica dal giugno 2016 è Andrea Garbini. Sport Football Americano Nello stadio Vince Lombardi di Castel Giorgio, realizzato in tempi record dall'allora sindaco Giuseppe Calistri con la collaborazione del nipote Gianfranco Calistri e di Marcello Loprencipe, si svolse, dal 19 luglio al 21 settembre 1980, il primo campionato italiano di football americano organizzato dalla Lega Italiana Football (LIF). Tra le squadre, i Gladiatori Roma, i Lupi Roma, i Diavoli Milano e i Tori Torino. La prima partita della nazionale si svolse il 14 giugno 1981 nello stesso stadio, con il risultato di Italia 0 - Germania 12; sempre nello stesso stadio, nel 1983, la nazionale azzurra vinse il primo campionato europeo. Lo stadio di Castel Giorgio fu il primo stadio italiano ad essere fornito delle porte originali a "Y" usate anche nella NFL in America donate dalla squadra americana dei Green Bay Packers. È per questo motivo che Castel Giorgio è stato per antonomasia "Capitale Europea del Football Americano". Dopo un periodo di inattività durato circa 30 anni (dal 1985 al 2015) in cui lo stadio non è stato più utilizzato da squadre di football americano ma convertito in campo da calcio per le squadre locali, nel 2016, grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale e FIDAF, il "Vince Lombardi" è tornato ad essere il tempio europeo del football americano per una tre giorni di eventi chiamata "Il Ritorno dei Supermen". Per l'occasione è stato realizzato anche il "MUFA", il museo del football americano, unico in Italia. Long Casting Castel Giorgio ha ospitato negli anni 2013 e 2014 i campionati mondiali di Long Casting (lancio tecnico) presso il campo federale in località "La Torraccia". Nel 2015, nel medesimo campo, si sono tenuti i campionati italiani. Note Bibliografia Enzo Prudenzi, Castel Giorgio e i suoi 500 anni, 1977. Enzo Prudenzi ed autori vari, Castel Giorgio tra storia e cronaca, Comune di Castel Giorgio, 1989. Autori vari, La festa del maggio, Quaderno di Studi e Ricerche - Biblioteca comunale C. Giorgio, 1997. Paolo Bruschetti, Castel Giorgio, Il Territorio dell'Alfina tra Orvieto e Bolsena, aprile 1999. Abramo Ambrosini, Castel Giorgio: giochi, tifo e sport dei padri, giugno 1999. Enzo Prudenzi, Castel Giorgio: frammenti di vita contadina, 2001. Autori vari, La Canzone dell'Adelina, Quaderno di Studi e Ricerche - Biblioteca comunale C. Giorgio, 2003. Enzo Prudenzi, La viabilità antica nell'Alfina, Quaderno di Studi e Ricerche - Biblioteca comunale C. Giorgio, 2007. Marco Morucci, Castel Giorgio Storia ed evoluzione, La Caravella editrice, 2008. Marco Morucci, Castel Giorgio: nascita di un paese, Intermedia editore, 2010. Enzo Prudenzi, Cronaca risorgimentale tra Castel Giorgio, l'Alfina e l'Orvietano, Biblioteca comunale C. Giorgio, 2011. Voci correlate Giacomo Sannesio Vince Lombardi Altri progetti Collegamenti esterni
La nazionale di pallanuoto maschile montenegrina è la rappresentativa pallanuotistica del Montenegro nelle competizioni internazionali, ed è controllata dalla Vaterpolo i plivački savez Crne Gore. La nazionale esiste dal 2006, anno in cui Montenegro ha sciolto la federazione con la Serbia, ed ha disputato la sua prima partita ufficiale nel dicembre dello stesso anno in un match vinto contro l'Italia a Trieste con il risultato di 11-10. Nel marzo 2007 ha ottenuto la vittoria più larga della sua storia battendo la Svizzera per 30-3. La squadra ha vinto la sua prima manifestazione internazionale ufficiale, l'Europeo B del 2007, e l'anno successivo ha conquistato il campionato maggiore. Al suo debutto olimpico (Pechino 2008) ha raggiunto il 4º posto e nel 2009 ha ospitato il suo primo evento internazionale, vincendo le finali di World League. Nel 2012 alle olimpiadi di Londra conferma il 4º posto conquistato nell'edizione precedente e si aggiudica la medaglia d'argento agli Europei di Eindhoven. L'anno successivo conquista l'argento ai Mondiali di Barcellona (la prima medaglia in un mondiale) e il bronzo nella World League di Čeljabinsk (dopo l'oro del 2009 e l'argento del 2010). Risultati Massime competizioni Olimpiadi 2008 4º 2012 4º 2016 4º 2020 8º Mondiali 2009 9º 2011 7° 2013 2015 5º 2019 10º 2022 8º Europei 2008 2010 5º 2012 2014 4º 2016 2018 6º 2020 2022 7º Europeo B 2007 Altre World League 2007 Turno di qualificazione 2008 4º 2009 2010 2011 5º 2013 2014 2015 Turno di qualificazione 2016 Turno di qualificazione 2018 2019 Turno di qualificazione 2021 2022 6º Giochi del Mediterraneo 2009 5º 2018 2022 Formazioni Europei - Malaga 2008 - Oro: Draško Brguljan, Damjan Danilović, Vladimir Gojković, Aleksandar Ivović, Mlađan Janović, Nikola Janović, Predrag Jokić, Vjekoslav Pasković, Zdravko Radić, Miloš Šćepanović, Milan Tičić, Filip Trajković, Veljko Uskoković, Nikola Vukčević, Boris Zloković. C.T.: Petar Porobić. Olimpiadi - Pechino 2008 - 4º posto: Zdravko Radić, Draško Brguljan, Vjekoslav Pasković, Nikola Vukčević, Nikola Janović, Milan Tičić, Mlađan Janović, Veljko Uskoković, Aleksandar Ivović, Boris Zloković, Vladimir Gojković, Predrag Jokić, Miloš Šćepanović. C.T.: Petar Porobić World League - Podgorica 2009 - Oro: Zdravko Radić, Antonio Petrović, Aleksandar Radović, Filip Trajković, Damjan Danilović, Milan Tičić, Mlađan Janović, Nikola Janović, Aleksandar Ivović, Boris Zloković, Vladimir Gojković, Predrag Jokić, Miloš Šćepanović. Mondiali - Roma 2009 - 9º posto: Zdravko Radić, Draško Brguljan, Vjekoslav Pasković, Nikola Vukčević, Aleksandar Radović, Milan Tičić, Mlađan Janović, Nikola Janović, Aleksandar Ivović, Boris Zloković, Vladimir Gojković, Predrag Jokić, Miloš Šćepanović. Europei - Zagabria 2010 - 5º posto: Zdravko Radić, Antonio Petrović, Vjekoslav Pasković, Damjan Danilović, Nikola Vukčević, Milan Tičić, Mlađan Janović, Nikola Janović, Aleksandar Ivović, Boris Zloković, Vladimir Gojković, Predrag Jokić, Denis Šefik. Europei - Eindhoven 2012 - Argento: Zdravko Radić, Draško Brguljan, Vjekoslav Pasković, Antonio Petrović, Filip Klikovac, Aleksandar Radović, Mlađan Janović, Nikola Janović, Aleksandar Ivović, Boris Zloković, Vladimir Gojković, Predrag Jokić, Miloš Šćepanović. C.T.: Ranko Perović Europei - Belgrado 2016 - Argento: Dejan Lazović, Draško Brguljan, Vjekoslav Pasković, Antonio Petrović, Darko Brguljan, Aleksandar Radović, Mlađan Janović, Nikola Janović, Aleksandar Ivović, Sasa Misić, Nikola Vukcević, Predrag Jokić, Miloš Šćepanović. C.T.: Vladimir Gojković Europei - Budapest 2020 - Bronzo: Dejan Lazović, Draško Brguljan, Duro Radović, Marko Petković, Uros Cucković, Dimitrije Obradović, Stefan Vidović, Bogdan Durdić, Aleksandar Ivović, Vladan Spaić, Dragan Drasković, Stefan Pjesivać, Petar Tesanović. C.T.: Vladimir Gojković Incontri Rosa attuale Convocati per i mondiali di Budapest 2017. Sono riportate le squadre di militanza di ciascun giocatore nel momento dell'inizio della manifestazione. Voci correlate Nazionale della Serbia e Montenegro Altri progetti Collegamenti esterni Montenegro maschile Pallanuoto in Montenegro Pallanuoto
Biografia Dopo essersi laureato nel 1865 preso l'Università di Pavia, sotto la supervisione del professor Giovanni Cantoni, con una tesi dal titolo Sull'espansione delle gocce liquide, dal 1866 al 1870 Marangoni lavorò al Museo di Fisica di Firenze come assistente di Carlo Matteucci e come assistente di meteorologia dell'Istituto di Studi superiori, e successivamente al Liceo Ginnasio Dante, come insegnante di fisica per 45 anni, fino al pensionamento nel 1916. È noto per il numero adimensionale che porta il suo nome, per i suoi contributi nello studio dei capillari, dei liquidi, delle tensioni superficiali, nella meteorologia, per aver inventato il Nefoscopio per osservare le nuvole e per l'effetto Marangoni, che descrive il trasferimento di una massa su o dentro uno strato di liquido, causato dalla differenza di tensione superficiale. Questo studio fu discusso da Marangoni durante la sua dissertazione per il dottorato ed i risultati furono pubblicati nel 1865. Voci correlate Nuovo Cimento Numero di Marangoni Collegamenti esterni
La lettera del 1597 fu la prima, e per i dodici anni seguenti anche l'unica, che Galileo scrisse a Keplero. Nell'estate dello stesso anno, infatti, Galileo aveva ricevuto da Paul Homberger una copia del Mysterium Cosmographicum, la prima opera di Keplero. Fu probabilmente lo stesso Keplero, desideroso di far conoscere il suo lavoro, a chiedere a Homberger di consegnarne una copia allo Studio di Padova, ovvero a chi a quel tempo occupava la cattedra in una delle università più prestigiose d'Europa. Così ebbe inizio, in maniera quasi casuale, la corrispondenza tra due dei più importanti scienziati dell'epoca, sostenitori della teoria copernicana. Testo A Giovanni Keplero Padova, 4 agosto 1597 Illustrissimo Signore, Soltanto poche ore fa ho ricevuto il libro inviatomi da V.S. per mezzo di Paolo Hamberger: e poiché il signor Paolo mi ha accennato al suo ritorno in Germania, ho ritenuto che avrei dato prova di ingratitudine se non avessi ringraziato V.S. con questa mia lettera. Perciò La ringrazio e torno a ringraziarla vivamente per essersi Ella degnata di offrirmi in tale occasione la Sua amicizia. Del libro non ho visto altro che la prefazione, dalla quale tuttavia ho colto ogni Sua intenzione: le sono apertamente e grandemente grato perché nella ricerca del vero ho un compagno così illustre e così desideroso del vero medesimo. Certo, è mortificante che siano così rari gli uomini amanti della verità, i quali per di più non perseguano modi erronei di ricerca. Ma poiché non è qui il caso di deplorare le miserie del nostro tempo, ma piuttosto di congratularmi con la S.V. per le bellissime scoperte nella conferma del vero, così questo soltanto aggiungerò e prometterò, che leggerò il Suo libro con animo sereno, con la certezza di trovarvi cose bellissime. Farò ciò tanto più volentieri, perché già da molti anni ho aderito alla teoria copernicana e anche perché, partendo da tale posizione, ho scoperto le ragioni di molti fenomeni naturali, che sono, senza motivo alcuno di dubbio, inesplicabili in base alla corrente opinione. Ho già scritto molte argomentazioni e molte critiche delle tesi avverse, ma finora non ho osato pubblicarle, spaventato dalla fortuna dello stesso Copernico, nostro maestro, il quale, pur avendo conseguito presso alcuni studiosi fama immortale, presso molti altri invece - tanto grande è il numero degli stolti - apparve ridicolo e da respingersi. Troverei il coraggio di rendere pubbliche le mie considerazioni, se ci fossero molti come S.V.; ma poiché non se ne trovano, soprassederò ad un simile negozio. Sono ora pressato dalla ristrettezza del tempo e dal desiderio di leggere il Suo libro; perciò, ponendo fine a questa lettera, mi dichiaro Suo devotissimo amico, a Sua disposizione per qualsiasi circostanza. Nel salutarLa, mi auguro di ricevere presto Sue liete notizie. Padova, 4 agosto 1597 Galileo Galilei Matematico dell'Università di Padova. Contenuto Riguardo al Mysterium, Galileo confessa di non aver ancora avuto modo di leggerlo, ma di essersi limitato, almeno per il momento, a guardarne la prefazione. Tuttavia, lo scienziato ritiene che questa sua prima analisi sia sufficiente per carpire l'intenzione dell'intera opera. Tant'è che rivolge al suo corrispondente sentite parole di stima, definendolo compagno nella ricerca della verità. Tenendo in considerazione il contesto storico e culturale di quel tempo, in cui ben pochi sostenevano apertamente la teoria eliocentrica, è facile capire il motivo dell'entusiasmo di Galileo di fronte a un'opera che invece riconosce in quello copernicano il vero sistema con cui il mondo si muove, adducendo a sostegno di questa teoria anche nuove prove empiriche. Un diverso approccio alla teoria copernicana Galileo mostra tuttavia di guardare alla teoria copernicana da una prospettiva diversa rispetto a Keplero. L'intento dell'astronomo tedesco è quello di portare a compimento la rivoluzione astronomica iniziata da Copernico, superando i limiti di una teoria incompiuta perché unicamente fondata su ragioni matematiche e incapace da sola di spiegare fino in fondo il movimento dei corpi celesti. Egli ritiene necessario spingersi oltre Copernico, per giungere a una cosmologia sì copernicana, ma fondata su altre ragioni, fisiche e metafisiche, indispensabile per conoscere le vere cause del moto orbitale dei pianeti e la loro vera posizione e distanza dal Sole. Per Galileo invece ciò che per Keplero è un limite diventa il punto di forza, il fulcro attorno al quale costruire una nuova e potente filosofia della natura. Non si tratta, per lui, di giungere a un livello più profondo di comprensione dei fenomeni celesti e naturali. Abbandonata ogni forma di pseudoconoscenza sensibile, soltanto le ragioni matematiche – come ha mostrato sapientemente Copernico – sono le uniche e vere ragioni necessarie per comprendere la costituzione reale dell'universo, oltre le quali non c'è nient'altro da cercare o da indagare. Galileo ribadisce questa sua posizione anche ventisei anni più tardi, quando nel 1623 scrive in una delle sue opere più celebri, il Saggiatore:“La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.” Copernico, l'ideatore di una nuova filosofia Da questi lettera si intuisce che, agli occhi di Galileo, Copernico rappresenta ben più di una concezione astronomica. Egli arriva a definirlo “noster praeceptor”, non semplicemente un astronomo, ma il maestro di una nuova filosofia della natura. Nessun altro astronomo o filosofo dell'epoca era mai giunto alla conclusione che la rivoluzione copernicana fosse qualcosa di ben più complesso di una semplice ipotesi matematica, soltanto Galileo vede in essa l'origine di una “filosofia capace da sola di sconvolgere il sistema della natura e l'assoluta perfezione del cosmo aristotelici”. Se Giordano Bruno lo definisce nella Cena delle ceneri “Più studioso della matematica che della natura”, per Galileo egli“spoliatosi l'abito di puro astronomo e vestitosi quello di contemplatore della natura, si pose ad esaminare se questa già introdotta supposizione da gli astronomi [la teoria tolemaica], […] potesse anco re vera sussistere nel mondo e nella natura; e trovando che in maniera alcuna non poteva essere una tale ordinazione di parti, delle quali, ben che in sé stessa ciascuna fosse assai proporzionata, nel congiugnerle poi insieme si veniva a formare una mostruosissima chimera. […] Non è, dunque, introdotta questa posizione per satisfare al puro astronomo, ma per satisfare alla necessità della natura.”Galileo, dunque, dimostra che la concezione astronomica ideata da Copernico non è una semplice teoria matematica, ma una necessaria conseguenza, di carattere filosofico, a un sistema in contrasto con la natura stessa. Da questa lettera si evince quindi che a partire dal 1597 – anzi, già da molti anni prima – Galileo è seguace di Copernico, matematico e filosofo, e tale vorrà essere chiamato lui stesso al suo ritorno a Firenze, nel 1610, dopo essere diventato, inaspettatamente, il protagonista assoluto del dibattito scientifico e filosofico europeo. Le maree Nella lettera Galileo dice di aver “scoperto le ragioni di molti fenomeni naturali”, riferendosi, con molta probabilità, alla teoria che esporrà poi nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, secondo cui il fenomeno delle maree è dovuto al moto di rotazione della Terra. Di questo è convinto lo stesso Keplero, che l'anno successivo, in riferimento alla lettera di Galileo, scrive a Herwart von Hohenburg:“Quando poco tempo fa Galileo, il matematico di Padova, mi ha scritto di aver dedotto dalle ipotesi d Copernico la causa di molti fenomeni naturali (che altri non erano in grado di spiegare con le ipotesi comuni) senza tuttavia menzionarne alcuna n modo specifico, ho avuto il sospetto che s riferisse al flusso del mare”.È lo stesso Galileo a dare conferma di questo sospetto in una lettera inviata a George Fortescue nel 1630, dicendo che:“partorisco ora il grande sistema del mondo che portavo in seno da trenta anni […]. In quest'opera ricerco ed espongo mirabilmente, se il mio amor proprio non mi tradisce, le cause più nascoste dei ribollimenti del mare, nel cui tentativo di comprensione gli ingegni dei filosofi fino ai nostri giorni ribollirono più che il mare stesso”.Già nel 1597, trentacinque anni prima di pubblicare il Dialogo, Galileo ha quindi già posto le basi per le teorie che lo porteranno a raggiungere il suo ruolo di massima importanza nella rivoluzione astronomica. La critica a Tycho Brahe Quando Galileo scrive di aver “già scritto molte argomentazioni e molte critiche delle tesi avverse” non si riferisce soltanto alle argomentazioni classiche di Aristotele, Tommaso e Tolomeo, ma anche a una voce altrettanto autorevole all'epoca, quella di Tycho Brahe, che nel 1588 aveva proposto un terzo sistema, che vedeva la Terra ferma al centro, e attorno a essa ruotare la Luna e il Sole, attorno al quale tutti gli altri pianeti compivano il loro moto di rivoluzione. Questo sistema, che apparentemente conciliava la semplicità matematica della teoria copernicana con le evidenze empiriche dell'immobilità della Terra, ebbe largo consenso tra i filosofi e gli astronomi dell'epoca. Galileo invece lo considera assurdo, tant'è che nella sua opera più importante, il Dialogo sui massimi sistemi del mondo, tolemaico e copernicano, non lo cita neppure. Proprio nel Dialogo egli risponderà alle obiezioni di Brahe circa l'impossibilità che la Terra ruoti, giacché se così fosse il suo moto rotatorio influenzerebbe quello degli oggetti lanciati o in caduta libera, dicendo che un corpo apparentemente in riposo può essere dotato di movimento se il sistema di riferimento di cui è parte si muove anch'esso. Questo principio, da lui formulato e dimostrato empiricamente, prende il nome di relatività galileiana. Note Bibliografia Massimo Bucciantini, Galileo e Keplero: filosofia, cosmologia e teologia nell'Età della Controriforma, Giulio Einaudi Editore, 2003, ISBN 978-88-06-18625-8 Opere di Galileo Galilei Comunicazioni epistolari