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Anche i social a volte smettono di essere alibi e diventano il luogo di una condivisione reale, dove l'umano si impasta con l'umano e la potenza della vita viene ad esigere il nostro tremante inchino «It’s been a blur», effettivamente è difficile da tradurre; ogni lingua ha delle parole così uniche da non trovare equivalenti nelle altre. C’è dentro l’idea della nebbia e del buio, dei contorni che si sfumano, dello spaesamento inerte. Ed è stato attraverso la parola «blur» che Chiara Ferragni, con le sue foto sempre bellissime, nitidissime, perfette, ha annunciato pubblicamente che la sua gravidanza sta conoscendo un momento imprevisto di incertezza. Puoi avere a disposizione un autista in ogni città del mondo, puoi essere la più grande influencer di moda, puoi essere bellissima e felicemente fidanzata, puoi fare una vita da sogno eppure non si sente di meno la botta allo stomaco quando il ginecologo ti dice che il figlio che porti in grembo non cresce bene perché la placenta ha dei problemi. Leggi anche: Giulia Michelini: «Mio figlio mi ha salvato la vita» Non esiste la regola «sei famosa e ti andrà bene» ed è riprovevole che molti abbiano gongolato o speculato su questa notizia divenuta subito virale. La scelta di condividere con milioni di fan la propria vita privata su Instagram suscita una caterva di giudizi negativi: è una forma estrema di vanità, è fonte di guadagno, è mancanza di pudore. Una semplice foto con didascalia può scatenare uno sciame di reazioni incontrollabili, perché dietro l’anonimato virtuale le viscere dell’umano danno il peggio di sé. La foto in cui Chiara ha raccontato il momento difficile della sua gravidanza ha ricevuto oltre diecimila commenti, in crescita. Tra questi: «Che scarpe orrende hai in questa foto»; «Pensavi forse di partorire in aereo tra una sfilata e l’altra?» (epurato dalle varie parolacce); «Hai visto cosa succede se non mangi per essere magra?». Contemporaneamente il mondo dell’informazione si strofinava le mani all’idea di poter titolare a lettere cubitali «Ferragni, gravidanza a rischio», spingendo sull’acceleratore del sensazionalismo. Si sa, gli avvoltoi svolazzano a tempo pieno e stomaco vuoto. Hanno fame, si saziano, hanno fame di nuovo. Ci si può fermare qui, fare spallucce e pensare ad altro. Oppure si può rovistare meglio in questo mercatino sovraffollato dei social networks e vedere se il benedetto e abusato nome di condivisione fa davvero il suo mestiere. Ed è così. È tra quei diecimila e più commenti che si trova il volto umano della realtà virtuale. Perché, volenti o nolenti, l’umano c’è davvero dietro le tastiere e se si mostra con autenticità anche solo per un frammento di secondo è bene non ignorarlo. Leggi anche: “Volevo solo vendere un lettino e invece ho aperto la porta a Romeo e Giulietta” «Blur» è una parola che un po’ fa tremare, è sentirsi persi in mezzo alla nebbia senza nessun navigatore. Ed è una delle parole migliori per descrivere l’impotenza (tutt’altro che passiva) di una madre durante una gravidanza, soprattutto se insorgono problemi. Ma come? È qui dentro la mia pancia, possibile che non possa aiutarlo io? I contorni si offuscano, anzi il tuo selfie di donna-quasi-madre non è per niente a fuoco; perché il centro della fotografia è qualcos’altro. Lo dice bene il commento di una fan di Chiara che scrive: «Sei dinamica, sei perfezionista, stacanovista e piena di energie, finché non diventi madre. Poi tutto cambia». Il tipo di energia personale di cui una donna fa esperienza in gravidanza è paradossale, passa attraverso una fase proficua di umiliazione: è protagonista nel momento in cui si abbandona a un’avventura che non può comandare, anche se accade dentro la sua pancia. Il verbo «fare» (… e tutti i suoi orgogliosi sinonimi «fare bene», «eccellere», «ottenere») va in ferie ed entra in scena a tempo indeterminato il nudo e puro verbo «esserci», cioè partecipare con la propria presenza alle mosse di un miracolo vertiginoso che non dipende dalle proprie sacrosantissime voglie. Il paradosso è che in questo offuscamento del proprio io, la persona si mette a fuoco meglio; perché non è più Ego ma relazione con l’Altro. Sì, dentro la pancia c’è nostro figlio, ma ci sono momenti in cui è chiarissimo che quel frugoletto grande come un fagiolo è il messaggero di chi comanda l’universo intero con una creatività incontenibile dalle nostre categorie mortali. Durante la gravidanza, la madre è testimone attendibile del mistero vitale e affettivo che tiene in piedi il mondo dal giorno della Creazione. Possiamo testimoniare piccole cose grandiose, dolorose, inaspettate, strampalate. Spulciando tra i commenti postati sotto la foto di Chiara che abbraccia Fedez, consapevole del momento critico che stanno vivendo, si trovano piccole storie comuni, tanto semplici quanto straordinarie. È cocciuta la vita. Smentisce le statistiche e fa a modo suo. Ci catapulta in un regno di coraggio che non avremmo pensato di avere, forse non è completamente nostro. L’egocentrismo ci farebbe forse svicolare su sentieri più nitidi e pavidi, per mantenere l’autocontrollo. Ma chi l’ha detto che se il timone non è in mano mia la nave naufraghi? «Dopo una settimana di contrazioni, quando ero di soli 5 mesi, fui ricoverata per stare a riposo forzato a letto. Quando la situazione migliorò fu dimessa, e due ore dopo ero di nuovo in ospedale. Mia figlia nacque l’indomani mattina. Le avevano dato il 5% di probabilità di sopravvivenza, ma la mia piccola guerriera ha battuto tutte le statistiche e ora è un’adorabile ragazza di 21 anni che ti ammira, cara Chiara». Leggi anche: Don Oreste Benzi: “Sii serena, la tua Susanna nascerà sana e libera” Quante parole sacre, dimenticate dai giornali blasonati, si trovano in questi messaggi, parole di gente comune alle prese con faccende così tremendamente reali da sapere lo spazio che la categoria dello stupore si merita nella vita. C’è addirittura chi osa alzare gli occhi e fare il gesto più spudorato e sano che una madre può fare, affidarsi. «Tu che porti il nome di una Santa eccezionale come S. Chiara d’Assisi, affidati a Lei e a Lei affida il vostro Leo: sicuramente sarà protetto e colmerà te e Fedez non solo della gioia propria di tutti i genitori che realmente si amano (e che vedono benedetto il frutto del proprio Amore) ma anche di quello speciale raggio luminoso, segno potente e confortante di Dio Padre che sempre veglia e accompagna ogni suo figlio». Tags: gravidanzastile di vita Sostieni Aleteia Se state leggendo questo articolo, è grazie alla vostra generosità e a quella di molte altre persone come voi che rendono possibile il progetto evangelizzatore di Aleteia. Ecco qualche dato: 20 milioni di utenti in tutto il mondo leggono Aleteia.org ogni mese. Aleteia viene pubblicato quotidianamente in sette lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, polacco e sloveno. Ogni mese, i nostri lettori visionano più di 50 milioni di pagine. Quasi 4 milioni di persone seguono le pagine di Aleteia sui social media. Ogni mese pubblichiamo 2.450 articoli e circa 40 video. Tutto questo lavoro è svolto da 60 persone che lavorano full-time e da altri circa 400 collaboratori (autori, giornalisti, traduttori, fotografi...). Come potete immaginare, dietro questi numeri c'è un grande sforzo. Abbiamo bisogno del vostro sostegno per poter continuare a offrire questo servizio di evangelizzazione a tutti, ovunque vivano e indipendentemente da quello che possono permettersi di pagare.
Hai mai pensato di poter comandare il tuo telefono Android a distanza per gestire le varie opzioni in remoto, magari se dimentici il cellulare a casa oppure, nel peggiore dei casi, se ti viene rubato e vuoi quindi spiare e intercettare il ladro? Sorvegliare il proprio cellulare Android é possibile. Ed é possibile anche andare ad agirvi: direttamente dal pc di casa tua puoi controllare il registro chiamate, fare partire telefonate, inviare sms, email e tanto altro ancora. Nella guida di seguito ti sarà spiegato un metodo per controllare a distanza il tuo smartphone e un metodo ancora più completo non solo per sorvegliarlo, ma anche comandarlo a distanza. Per spiare uno smartphone Android, puoi usare KidLogger, un’applicazione che offre la possibilità di controllare i messaggi sms, le telefonate, le app in uso e la cronologia web del tuo telefono. L’app é distribuita in versione gratis e in versione Pro. La versione gratis consente di controllare solo un device alla volta conservandone la cronologia per tre mesi. vediamo ora come scaricarla e usarla. Siccome si tratta di un’app non ancora distribuita ufficialmente sul Play Google Store, bisogna scaricarla dal suo sito di origine Kidlogger. Se non ti viene permesso il download é perche probabilmente non hai attivato sul tuo cellulare o tablet la possibilità di installare app da fonti diverse da Play Store. Per attivarla vai su Impostazioni del tuo telefono, poi su Applicazioni e spunta la voce Sorgenti sconosciute.Ora riprova a scaricare kidlogger dal sito e installala sul tuo device Android (scegli Kidlogger for Android, perchè come vedi é possibile scaricare l’app anche per iOS, per Windows Phone Nokia, etc.) Dopo aver installato Kidlogger, per potre controllare il cellulare dal pc, devi registrarti al sito della app. vai quindi a questa pagina Kidlogger signup e compila il modulo di registrazione con email, password e nome. Ricorda di accedere alla tua email per cliccare sul sul link di conferma registrazione. Adesso non ti resta che creare un codice ID dispositivo che ti permetterà di attivare l’applicazione sul cellulare, digitando una parola qualunque (per esempio CANE; GATTO, ROMA, etc.) nel campo di testo che trovi in alto a destra e cliccando su Add computer. Bene. ora hai tutto pronto per spiare il tuo cellulare: Avvia la app sul tuo telefono e scegli la voce Upload journal files, spunta la voce Upload journal, ora vai su Device ID e scrivi il codice ID dispositivo. Vai quindi su Settings dal menu principale di KidLoggere scegli se monitorare sms, call, email, etc. Per nascondere l’icona dell’applicazione nella barra di stato di Android, devi deselezionare l’opzione Show notification ico. Adesso dal tuo pc vai sul sito di KidLogger e selezionare il nome del telefono dalla Dashboard (es. CANE, GATTO, etc.) e ti sarà restituito il tracciamento delle attività del device, in remoto. NB: affinchè tu possa tracciare il telefono, é necessario che anch’esso sia connesso ad Internet. Non vuoi accontentarti di spiare, ma hai bisogno di andare ad agire sul telefono in remoto. Allora scarica Team Viever for Android, stavolta si tratta di un’app ufficiale gratis che puoi scaricare direttamente dal Play Google Store. Devi installare Team Viever sia sul tuo pc che sullo smartphone su cui intendi agire. Dopodichè, sullo smartphone occorre avviare Team Viever e avviarla anche sul tuo pc. Sullo smartphone apparirà una password che dovrai inserire sul Team Viever aperto sul pc e, dopo averla inserita, ti comparirà sullo schermo del computer tutto ciò che sta avvenendo sullo smartphone e tu potrai agirvi direttamente col mouse.
Gli immigrati si sono uniti per cercare di risolvere i propri problemi, a partire dalla burocrazia e dalla ricerca di un lavoro Ci sono volute solo un paio di settimane perché in Russia si costituisse l’Unione dei rifugiati ucraini. Fondata, insieme ad altri fratelli ed immigrati, da Oleg Tsarev, nativo ucraino di Dnipropetrovsk, ex deputato e sostenitore della cooperazione con Mosca. Nel maggio di quest'anno era candidato alle elezioni anticipate per eleggere il Presidente dell'Ucraina, e un mese più tardi è diventato il capo del Parlamento autoproclamato dell'Unione delle Repubbliche popolari "Nuova Russia", che comprende le Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk. L'iniziativa di Tsarev è stata accolta positivamente da Mosca. Le autorità russe hanno ufficialmente detto che non vi sono dei problemi con i rifugiati ucraini: questi ottengono lo status di asilo temporaneo, il permesso di lavoro e un posto in cui vivere; i loro figli vanno regolarmente a scuola e all’asilo. "Il fatto che gli stessi rifugiati abbiano creato tale Unione iniziando a risolvere da sé i propri problemi, è da ritenersi un bene”, ha detto il membro superiore del Consiglio dei diritti umani sotto la Presidenza della Federazione russa, Yevgeny Bobrov, che a lungo si è occupato dei problemi relativi all’inserimento dei rifugiati. Leggi tutti gli articoli sulla questione ucraina Anche il Consiglio della Federazione Russa ha sostenuto l’idea dell'istituzione dell'Unione dei rifugiati ucraini. "Stiamo monitorando la situazione dei rifugiati. E se la costituzione dell’Unione aiuterà le persone ad esprimere le proprie richieste, chiederemo ai nostri senatori di mettersi in contatto con essa e dare piena collaborazione”, ha detto alla fine di settembre il Vice Presidente del Consiglio della Federazione Yuri Vorobyev. Tsarev ha ricevuto il sostegno anche dai deputati della Duma di Stato. In tutto, a metà ottobre, sono arrivati a Mosca da diverse regioni della Russia, circa 100 dei profughi più attivi, diventati ormai la spina dorsale dell'organizzazione. Con le autorità russe esiste già un accordo di cooperazione. “Fanno parte del Consiglio direttivo dell'Unione Alelsandr Totoonov, membro del comitato di sostegno pubblico agli abitanti del sud-est dell'Ucraina nel Consiglio della Federazione, Sergey Obukhov, Vice Presidente del Comitato della Duma di Stato per le associazioni pubbliche e le organizzazioni religiose, Kazbek Taysaev, Vice Presidente del Comitato della Duma di stato per la politica economica, l'innovazione e l'imprenditorialità, Ruslan Gostev, membro della Commissione per le nazionalità e la Commissione contabile della Duma di stato e Yana Lantratova, membro del Consiglio e del gruppo di lavoro sul monitoraggio del rispetto dei diritti umani in Ucraina e Presidente del "Unione di volontari della Russia. Tutti hanno promesso di dare il proprio sostegno". Non appena l'Unione sarà operativa, identificherà le questioni di interesse per gli immigrati, così da trasmetterle alle autorità russe per arrivare ad una soluzione complessiva. "Il problema più urgente riguarda la complessità dei documenti nelle aree chiuse ai rifugiati”, afferma la Yarovaya, riferendosi a Mosca, alla regione di Mosca, San Pietroburgo e alla regione di Leningrado. "Le persone sono pronte a mantenersi lavorando. Le sovvenzioni non sono necessarie. Molti profughi possiedono una buona esperienza, sono professionisti qualificati. Ma in genere non lavorano in base alla loro specialità, perdendo la qualificazione”, ha detto.
Si chiude il primo RoadShow nei luoghi protagonisti delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali Per la prima volta le Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali si svilupperanno su un’area di 22mila km quadrati. Milano Cortina 2026 non sarà solo Milano o Cortina, ma anche due Regioni e due Province Autonome, e tutta l’Italia che verrà coinvolta diventando protagonista agli occhi del mondo. Il RoadShow È questo il messaggio che arriva dal RoadShow appena concluso dalla Fondazione sui territori che ospiteranno i Giochi: due gruppi di lavoro, rispettivamente guidati dal Presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, e dall’Amministratore Delegato, Vincenzo Novari, hanno attraversato Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. Le Tappe Da Anterselva a Cortina d’Ampezzo e Trento, da Sondrio a Verona, passando per Bormio: quattro giorni di dialogo e confronto con istituzioni, stakeholders, associazioni e persone che vivono quotidianamente le Terre Alte per costruire al meglio, insieme, le Olimpiadi e Paralimpiadi italiane. I due Governatori della Regione Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, i due Presidenti di Provincia, Arno Kompatscher e Maurizio Fugatti, insieme ai sindaci delle città coinvolte, hanno accolto e ospitato la delegazione della Fondazione. I Territori come cuore del progetto "I territori sono gli assoluti protagonisti di un appuntamento come questo – ha dichiarato il Presidente Giovanni Malagò nella prima giornata del Roadshow a Sondrio - Senza il valore e il supporto dei territori non avremmo mai raggiunto l'obiettivo. Abbiamo avuto l'intuizione e la capacità di far comprendere a chi doveva decidere, quanto uniche e inimitabili siano le eccellenze della Valtellina e delle altre aree geografiche che ospiteranno i Giochi invernali 2026". Tappa anche a Bormio, sede dello sci alpino maschile sulla storica Pista Stelvio, ma anche delle competizioni di sci alpinismo, la grande novità di Milano Cortina 2026. I Giochi diffusi I Giochi diffusi permetteranno di svolgere le gare negli scenari più belli al mondo e sfruttare gli impianti di eccellenza già presenti nelle Terre Alte: Anterselva, ad esempio, non poteva non essere la venue del biathlon. Il suo Stadio, sede da anni delle più alte competizioni a livello internazionale, è stato uno dei luoghi visitati dal Team della Fondazione nella tappa del Roadshow in Alto Adige. L'impegno per la sostenibilità La sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale sarà al centro del progetto: “Tutte le edizioni delle storia delle Olimpiadi avevano il 4 per cento di biglietteria sociale – ha dichiarato da Cortina d’Ampezzo il CEO Vincenzo Novari – Questo vuol dire che i residenti nelle aree dove si svolgevano i Giochi potevano accedere alle competizioni a un prezzo molto più basso. Noi abbiamo raddoppiato questa percentuale portandola dal 4 all’8 per cento”. Il Veneto è stato protagonista anche con Verona, l’Arena sarò la spettacolare sede della Cerimonia di Apertura della Paralimpiade e di Chiusura dell’Olimpiade di Milano Cortina 2026. Gli incontri con atleti, associazioni, istituzioni e stakeholders Il RoadShow si è chiuso in Trentino, e seduti in prima fila a Trento per incontrare e dialogare con il Team della Fondazione, c’erano i campioni degli sport invernali di ieri e di oggi come Franco Nones, prima medaglia d’oro Olimpica per l’Italia nel fondo ai Giochi di Grenoble, Giacomo Bertagnolli, otto volte campione Paralimpico di sci alpino e Arianna e Pietro Sighel – figli del campione del pattinaggio di velocità Roberto Sighel. “L’Italia non è un’eccellenza solo quando si parla di cibo, arte e cultura, mostreremo al mondo anche la nostra efficienza e capacità di organizzare le cose” ha dichiarato Vincenzo Novari nell’incontro conclusivo del Roadshow. “Il dialogo e il confronto con i territori e sui territori, proseguono e proseguiranno in maniera costante, per percorrere insieme la Road to the Games”.
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28 febbraio 2019: Programmato abbattimento del platano all'ingresso del Castello Visconteo- - In programma nella settimana dall' 11 al 15 marzo 27 febbraio 2019 Pavia aderisce alla campagna “M’illumino di Meno”- - Venerdì 1 marzo verranno spente per un'ora le luci della facciata del Municipio, della facciata del Palazzo del Broletto e della Statua della Minerva 26 febbraio 2019 Varato il nuovo Regolamento dei Comitati di QuartiereAssessore Castagna: “Il culmine di un percorso condiviso nel segno della partecipazione” 26 febbraio 2019: Nuovo contratto per la gestione delle aree comunali di sosta a pagamentoLa gestione ad ASM per i prossimi 7 anni. Previsti 500mila euro di investimenti. 21 febbraio 2019 Premiazione del Concorso "Disegna e racconta la tua Battaglia di Pavia"Vincitrice la classe 3F della Scuola media "Casorati" di Pavia 22 febbraio 2019: presentazione rassegna "il Mio Film"Otto appuntamenti al Cineteatro Volta 23 febbraio 2019: Mostra "La Cina di Zeng Yi"Inaugurata presso i Musei Civici del Castello Visconteo 19 febbraio 2019: Rinasce la Statua d'ItaliaGrazie all'art bonus il Gruppo San Donato finanzia il restauro 13/12/2018 - Giornata della TrasparenzaDomani, venerdì 14 dicembre dalle ore 10, presso la Sala Consiglio di Palazzo Mezzabarba 19/11/2018 - “pagoPa”Aumentano le possibilità di pagare elettronicamente 19/11/2018 - Sospensione pagamenti con SisalPayA partire da oggi, lunedì 19 novembre 2018 30/10/2018 - Ordinanza di RegolamentazioneOrari di chiusura per alcuni locali 25/10/2018 - PM10Sospese le misure di primo livello 22/10/2018 - San Siro 2018Presentazione delle candidature 18/10/2018 - Qualità dell’ariaDa domani in vigore le misure di 1° livello 02/10/2018 - Pavia e le Città dell'Università'Giovedì 4 e venerdì 5 la V° tappa del road show Città Medie organizzato dall'Anci 27/09/2018 - A ottobre inizia il "Censimento Permanete della Popolazione 2018"Le famiglie "campione" scelte dall'istituto e intervistate da rilevatori comunali 25/09/2018 - La violenza di genere a Pavia e provinciaEcco i numeri e le nuove misure per combatterla 18/09/2018 - Pavia capitale dell'atletica giovanileLe gare finali riservate alle migliori 12 società italiane 18/09/2018 - “COMUNICHIAMO?”Ecco le prossime iniziative Pag. prev1234567891011121314151617181920212223242526272829303132333435363738394041424344454647484950next
Altissimo comfort per questa soluzione di grande valore: tra molteplici divani lineari di Marchisio, spicca per le sue doti di praticità e design. ... Bongo Un Divano Bongo di Marchisio in pelle, come il modello in foto, arreda un soggiorno di ogni tipo con classe, rendendolo di grande valore estetico e ... Eloise Nei Salotti delle case moderne i divani in pelle assecondano le specifiche aspettative della stanza dedicata al relax, allo svago e all'ospitalità. ... Kao-Kao Se quello che cerchi è un modello di imbottito dei migliori brand nel settore dell'arredo per impreziosire la tua casa, facci visita e troverai ciò ... Klauss Questa soluzione di charme in pelle, tra i differenti modelli lineari moderni, arreda i tuoi ambienti domestici coniugando funzionalità e stile. I ... Nikita Marchisio vi invita a ritagliarvi un momento per voi, sorseggiare un the o passare serate in compagnia nel vostro elegante e raffinato salotto ... Patrik La collezione di imbottiti del brand in questione presenta molteplici soluzioni peculiari per decorare il living all'insegna di funzionalità, comfort ... Spring Questa soluzione di grande valore estetico in pelle, tra i vari modelli con penisola moderni, arreda i tuoi interni unendo praticità e design. Se ... Sunnes Il living è l'ambiente di casa dove spesso ospiterai amici e parenti per serate in compagnia, perciò deve risultare sempre accogliente, spazioso e ... Fiss Sul mercato sono disponibili differenti rivestimenti di tendenza per i tuoi Salotti classici, cosicché le poltrone possano sempre abbinarsi al resto ... Lory Se sei un appassionato di proposte con mobili dai richiami moderni, proponiamo nel nostro showroom un'ampia offerta di poltrone in tessuto che fanno ... City-e-Baby Nelle case attuali, soprattutto nel living, le poltrone sono comodi pezzi d’arredo, necessari per assicurare il comfort tuo e di ogni possibile ... Marchisio Mobili Dal 1928 Marchisio Mobili produce mobili in legno massiccio. Oggi è un'azienda di riferimento nella produzione di mobili.
Pittura su porcellana, caccia al tesoro, spettacoli di burattini: ai visitatori più piccoli San Pietroburgo offre tanti modi divertenti per vivere la storia e la cultura russe. I bimbi potranno esprimere il proprio lato creativo con una visita alla storica Fabbrica Imperiale di Porcellana di San Pietroburgo. Qui avranno modo di esplorare e scoprire la storia della più antica fabbrica di porcellane della città e di visitare le botteghe degli artisti, prima di partecipare a una lezione di pittura su porcellana e creare così il loro capolavoro in ceramica. Gli artisti in erba ameranno Erarta, il più grande museo privato di arte contemporanea di Russia. Grazie all’interattività dell’esposizione e ai laboratori creativi, i bambini avranno tantissime opportunità di toccare l’arte con mano. Ma anche per genitori le occasioni di divertimento non mancano. Una visita al Bolshoi Puppet Theatre è un piacere per tutta la famiglia. I briosi spettacoli che vengono allestiti sono tratti da opere di A. A. Milne e Pushkin, ottimamente interpretate per un pubblico di famiglie. Oltre alle proposte creative, San Pietroburgo è ricchissima di attrazioni storiche che consentono di ripercorrere lo straordinario passato di questa città. Una nave storica sopravvissuta alla Rivoluzione Russa e alle due Guerre Mondiali, l’Aurora, è stata trasformata in un affascinante museo interattivo, perfetto per soddisfare la curiosità dei bambini. Non lontano dall’Aurora troverete un altro simbolo iconico di San Pietroburgo, la Fortezza di Pietro e Paolo. Se i bambini non fossero già abbastanza emozionati all’idea di esplorare una vera fortezza, resterebbero sicuramente colpiti dalla quantità di attività che vengono proposte. Dai laboratori agli spettacoli fino alle cacce al tesoro, per i piccoli avventurieri c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per prenotare la vostra vacanza con la famiglia a San Pietroburgo, chiamateci al numero +7 812 494 5770 o inviate un’e-mail a reservations.astoria@roccofortehotels.com.
Man mano che la quantità di collegamenti MIDI negli studi musicali diventava sempre più complessa, lunghe catene di connettori IN e THRU non erano più sufficienti. Il sistema di controllo di connessioni MIDI Yamaha MJC8 è stato progettato specificamente per facilitare l'assegnazione e il reindirizzamento del segnale MIDI anche con configurazioni MIDI altamente sofisticate. L'MJC8 dispone di otto terminali MIDI IN e otto MIDI THRU sul pannello posteriore. Ciascun terminale MIDI IN è assegnabile indipendentemente a qualsiasi terminale THRU per una grande flessibilità di collegamenti.. 50 diverse configurazioni di collegamenti di questo tipo possono essere salvate nella memoria interna dell'MJC8 per un richiamo istantaneo quando necessario. Purtroppo la mancanza di capacità di elaborazione e controllo remoto lo ha reso presto obsoleto rispetto ai router concorrenti. Caratteristiche L'MJC8 può gestire fino a 8 strumenti MIDI compatibili come master e 8 dispositivi MIDI compatibili come slave. È possibile programmare e memorizzare in modo permanente fino a 50 diverse "Impostazioni di connessione". Non è necessario ricrearle manualmente. Assegna semplicemente numeri di terminale MIDI IN a tua scelta ai MIDI THRU (terminali di uscita) desiderati. Le impostazioni di connessione si ottengono istantaneamente selezionando semplicemente un numero di patch preimpostato.
Come l’anno scorso, la pandemia e le conseguenti limitazioni influenzeranno il modo in cui festeggeremo questa amatissima ricorrenza. Ma noi ti offriamo la soluzione per goderti la Pasqua come sei abituato, con tutte le bontà che più la rappresentano come le uova di cioccolato e le colombe pasquali. E ti sveleremo anche come questi sono diventati i simboli di una delle festività più attese dagli italiani. Ormai è una certezza anche Pasqua andrà così: resteremo nelle nostre case, con poca possibilità di vederci con parenti e amici e rinunciando al divertimento e allo stare insieme. Senza parlare dei viaggi in Europa, da riporre nel cassetto e rimandare al prossimo anno, sperando si sia tornati alla normalità. Concerti, sagre, feste popolari, processioni religiose e celebrazioni di riti storici tramandatisi nei secoli fino ad oggi: tutte le attività all’aria aperta quest’anno dovranno subire molte limitazioni, se non essere cancellate del tutto. Quasi tutte le abitudini che da sempre ci accompagnano nel celebrare questa festività sembrerebbero da accantonare momentaneamente, e senza sapere esattamente per quanto. Ma allora come fare per godersi questa imminente Pasqua 2021 come siamo abituati? Beh, la soluzione ce l’abbiamo noi. I simboli e le celebrazioni Amatissima dai bambini e molto sentita dai devoti, Pasqua è una delle festività più importanti per gli italiani, e non solo. Nella tradizione nostrana, al giorno d’oggi questa ricorrenza viene rappresentata e celebrata attraverso tanti simboli diversi, che si mescolano tra paganità e religione. Infatti, se per i cristiani a Pasqua si celebra la resurrezione di Gesù Cristo, con l’inizio della Settimana Santa dal giovedì precedente ed una serie di avvenimenti storici importantissimi (l’Ultima Cena, la Lavanda dei Piedi, il Trasferimento all’Orto del Getsemani, il tradimento di Giuda con la cattura di Gesù, la Sepoltura etc), alcuni dei simboli più importanti provengono da altre culture parecchio differenti. Stiamo parlando ovviamente delle uova e delle colombe, due emblemi dal significato differente diventati poi i buonissimi dolci tipici di questa ricorrenza. L’uovo per la vita, la colomba per la pace Per scoprire il significato delle uova e delle colombe pasquali dobbiamo muoverci tra storia e leggende. Iniziamo dall’uovo, che porta con sé diverse metafore. Infatti, per alcune civiltà molto antiche, l’uovo rappresentava la congiunzione tra il cielo e la terra, mentre i filosofi egizi avevano individuato in esso i 4 elementi naturali principio di tutto: terra, acqua, aria e fuoco. Furono poi le culture pagane a fare dell’uovo il simbolo di rinascita della natura e di fertilità e collegarlo all’inizio della primavera che combacia con il periodo Pasquale. Per quanto riguarda la colomba, invece, la leggenda più diffusa ne ha fatto il simbolo della pace per eccellenza. Questa leggenda risale al ‘600 e narra che, quando il re longobardo Alboino si vide portare un soffice dolce a forma di colomba in segno di pace cessò l’assedio della città di Pavia. Le uova e le colombe sono anche il motivo per cui invece la Pasqua è sempre attesissima dai più piccoli. Sono tantissime le bontà che contraddistinguono questa festività e su tutte spiccano le buonissime uova di cioccolato con la sorpresa dentro e le soffici colombe, di cui il patrimonio gastronomico italiano è pieno di ricette uniche e speciali. Colomba pasquale Ma, quindi, per tornare al punto più importante del nostro articolo: come fare per festeggiare Pasqua 2021 nel rispetto delle tradizione? Vico Food Box porta la Pasqua a casa tua A tutto c’è una soluzione. Questo è da sempre uno dei nostri motti. E non potrebbe essere altrimenti per noi che abbiamo messo su questa azienda con tutta la voglia di risolvere un problema e soddisfare un bisogno: quello degli italiani all’estero che vogliono prodotti italiani, a prezzi italiani, in Europa. E ne abbiamo fatti felici di Italiani, un gruppo che continua a crescere giorno dopo giorno, il che ci rende molto fieri del lavoro fatto fin qui e ci sprona a continuare a dare il massimo per voi. A proposito, hai saputo della nostra iniziativa di beneficenza? Se fai la spesa online fai anche del bene! E ora che siamo specializzati nel rendere il bisogno di fare la spesa sempre più comodo, veloce ed economico, non potevamo tirarci indietro proprio di fronte all’esigenza presentata dalla Pasqua. La soluzione ce l’abbiamo noi e te la portiamo direttamente a casa. Acquistare uova di Pasqua online è finalmente possibile Ormai se ne inventano di tutti i tipi, e più se ne inventano più ne trovi nel nostro shop online. Infatti, quest’anno ci siamo superati e abbiamo aggiunto tra gli scaffali del nostro supermercato online ben 25 uova differenti dei migliori brand. Ora puoi acquistare le uova di pasqua online, come faresti in un supermercato italiano e riceverle a casa tua, in tutta Europa. Puoi scegliere quelle Lindt, dalla proverbiale scioglievolezza. Quelle Kinder, sia per lei che per lui, oppure quelle speciali come quelle al cioccolato bianco della Galak. Le trovi tutte nella sezione Vico in festa, o puoi aggiungerne qualcuna al carrello direttamente da qui sotto. Fiasconaro e Tre Marie, le colombe della Pasqua italiana E nella nostra sezione Vico in festa trovi anche le colombe pasquali, fatte con tante ricette diverse dai marchi tradizionali italiani come Fiasconaro e Tre Marie. Qualche esempio? La colomba Fiasconaro Oro Verde, farcita con una leggera crema al pistacchio, quella Mediterranea con ananas e albicocca e pistacchio e quella con i frutti di bosco. Non rinunciare alla tradizione, naviga tra i nostri scaffali virtuali e acquista i simboli della tradizione pasquale in tutta comodità, dove vuoi e quando vuoi.
“Il fiume è la strada” è stato un progetto dedicato ai temi Creatività e Cultura; Urbanizzazione e Sviluppo Rurale; Imprenditoria ed Innovazione Sociale, che si snoda lungo un training course per la formazione di una green economy “dal basso”, con modalità e strategie condivise a livello internazionale in ambito ambientale e di gestione del territorio. Al centro dell’operato ci saranno: la consapevolezza della relazione uomo-natura; la conoscenza e lo sviluppo delle tradizioni e della cultura materiale ed immateriale in ambito locale; l’imprenditoria sociale al servizio della rigenerazione di contesti periferici e marginali sia urbani che rurali. Gli obiettivi sono stati: 1. Delineare e rafforzare una “green strategy” europea fondata sul binomio tra ONG ed heritage locale; 2. Contribuire a dinamiche di sviluppo inclusivo e sostenibile nelle piccole realtà rurali e nelle periferie urbane; 3. Rafforzare il rapporto tra arte e territorio; 4. Rare peso alle competenze del singolo nell’ambito della comunità, e della comunità nel suo insieme; 5. Concentrarsi sulla tradizione, intesa come complesso di saperi materiali ed immateriali, e svilupparne riletture aperte al futuro; 6. Potenziare la visibilità e disseminazione dei progetti giovanili Erasmus+ e dei risultati raggiunti; 7. Informare i partecipanti sulle ulteriori possibilità intorno ad essi, a livello locale, ed in ambito europeo. DESTINATARI La formazione ha coinvolto 18 youthworkers, operatori sociali ed animatori culturali provenienti da Germania, Italia, Lituania, Polonia, Spagna e Turchia.
MelanomaOnline.net | OncoGinecologia.net | OncoImmunoterapia.net | OncologiaMedica.net | OncologiaOnline.net | TumoriOnline.net | TumoriRari.net | Risultati ricerca per "Afinitor" Lenvatinib più Pembrolizumab o Everolimus per il carcinoma a cellule renali avanzato Lenvatinib ( Lenvima ) in combinazione con Pembrolizumab ( Keytruda ) o Everolimus ( Afinitor ) ha attività contro il carcinoma a cellule renali avanzato. L'efficacia di questi regimi rispetto a que ... Esiti di qualità di vita per Cabozantinib ed Everolimus nei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico: studio METEOR Nello studio METEOR di fase III, 658 pazienti precedentemente trattati con carcinoma a cellule renali in stadio avanzato sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Cabozantinib ( Cabometyx ) o Ev ... Everolimus in pazienti con timoma e carcinoma timico precedentemente trattati con chemioterapia a base di Cisplatino Non sono disponibili trattamenti di salvataggio efficaci per i pazienti con timoma avanzato o recidivante o carcinoma timico che hanno progredito dopo chemioterapia a base di Platino. È stata valutat ... Qualità di vita correlata alla salute per Everolimus rispetto a placebo nei pazienti con tumori neuroendocrini gastrointestinali o polmonari ben differenziati, avanzati, non-funzionali: studio RADIANT-4 Nello studio di fase 3 RADIANT-4, Everolimus ( Afinitor ) ha aumentato la sopravvivenza libera da progressione rispetto al placebo nei pazienti con tumori neuroendocrini ( NET ) gastrointestinali o po ... Trattamento alternato con Pazopanib ed Everolimus versus Pazopanib continuo per ritardare la progressione della malattia nei pazienti con carcinoma renale a cellule chiare metastatico: studio ROPETAR È stato valutato un regime di trattamento alternato nel tentativo di ritardare la progressione della malattia nel carcinoma renale a cellule chiare. Si è ipotizzato che un programma a rotazione di ... Studio METEOR : Cabozantinib versus Everolimus nel carcinoma a cellule renali avanzato Cabozantinib ( Cabometyx ) è un inibitore orale della tirosin-chinasi che include MET, VEGFR e AXL. Lo studio randomizzato di fase 3 METEOR ha confrontato l'efficacia e la sicurezza di Cabozantinib ri ... Everolimus rispetto a Sunitinib nei pazienti con carcinoma renale metastatico non-a-cellule chiare I carcinomi renali a cellule non-chiare sono tumori renali istologicamente e geneticamente diversi con prognosi variabile, e il loro trattamento iniziale ottimale è sconosciuto. E’ stato messo a con ... Cabozantinib, come terapia di seconda linea, migliora la sopravvivenza libera da progressione nel carcinoma a cellule renali avanzato I risultati dello studio di fase 3, METEOR, hanno mostrato che il trattamento di seconda linea con Cabozantinib ( Cometriq ) ha ridotto il rischio di progressione o morte del 42% rispetto a Everolimu ... Eventi avversi fatali con gli inibitori di mTOR Una revisione di studi clinici ha trovato che gli eventi avversi ad esito fatale si sono verificati più spesso nei pazienti con tumore trattati con inibitori di mTOR.Complessivamente, gli studi hanno ... ASCO 2009: ricerca clinica in oncologia di Novartis Nel corso del Meeting dell’American Society of Clinical Oncology ( ASCO ) 2009, Novartis ha presentato dati su più di 15 farmaci sperimentali.La pipeline di Novartis Oncology è com ... Everolimus per astrocitoma subependimale a cellule giganti in pazienti con sclerosi tuberosa complessa Nello studio EXIST-1, avviato nel 2009, oltre il 35% dei pazienti con astrocitoma subependimale a cellule giganti ( SEGA ) associato alla sclerosi tuberosa aveva una riduzione di almeno il 50% del vol ... Il trattamento con Everolimus più Exemestano estende la sopravvivenza libera da progressione nel carcinoma lobulare invasivo Una sottoanalisi dello studio BOLERO-2 ha mostrato che l'aggiunta di Everolimus a Exemestano prolunga in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione in un sottogruppo di pazienti con tu ... Everolimus nel tumore alla mammella in stadio avanzato positivo per il recettore dell’ormone in post-menopausa La resistenza alla terapia endocrina nel carcinoma mammario è associata ad attivazione della via di segnalazione intracellulare del target della rapamicina nei mammiferi ( mTOR ).In alcuni stud ... Everolimus più Octreotide ad azione prolungata e ripetibile per il trattamento dei tumori neuroendocrini associati a sindrome da carcinoide Everolimus ( Afinitor ), un inibitore orale del target della rapamicina nei mammiferi ( mTOR ), ha mostrato attività antitumorale nei pazienti con tumori neuroendocrini pancreatici avanzati.È stato co ... Everolimus in somministrazione giornaliera per os nel tumore neuroendocrino pancreatico metastatico dopo fallimento della chemioterapia citotossica Non è ancora stato stabilito il trattamento ideale per la progressione dei tumori pancreatici neuroendocrini dopo fallimento della chemioterapia.Everolimus ( RAD001; Afinitor ), un inibitore or ...
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E' tradizione della Società Filarmonico Drammatica organizzare feste, cene, spettacoli con particolari facilitazioni per i soci. In tali occasioni viene aperto il prestigioso ingresso principale e dopo essere stati gentilmente accolti al guardaroba, si accede dallo splendido scalone d'onore ai fastosi locali del palazzo.Nel corso dell'anno sono appuntamenti oramai fissi: La festa di apertura e chiusura dell'anno sociale, La festa di Natale, Il veglione di San Silvestro e di Carnevale, La festa della Donna e quella con i doni per i figli dei soci all'Epifania. Le semifinali di sessanta concorrenti a Musicultura possono essere godute gratuitamente non solo dai soci. Nel corso dell'anno eventi teatrali sono organizzati gratuitamente per soci e familiari ed inoltre vari appuntamenti sono fissati con il tango argentino. AUDIZIONI MUSICULTURA piede © 1808 - 2021 Società Filarmonico Drammatica Via Gramsci, 30 62100 MACERATA - P.IVA IT00326200433 - T +39 0733 260797 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Barack Hussein Obama è stato – com’è risaputo dai più – il primo presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti d’America. L’esponente del Partito democratico è nato nel 1961, ad Honolulu, nello specifico presso il Kapiolani Medical Center for Women and Children. Una narrativa, peraltro alimentata in parte da Donald Trump, ha ventilato per qualche tempo un’ipotesi rivelatasi complottistica: l’ex presidente degli Stati Uniti non è originario del Kenya, come persino il fratellastro di Obama aveva prospettato. Nell’aprile del 2011, la Casa Bianca ha resto noto il certificato di nascita: l’ex Commander in chief è nato nella capitale delle Hawaii. La mossa della White House ha posto la parola “fine” attorno alla querelle, che è stata per lo più mediatica. La legge, del resto, prevede che solo un cittadino americano possa ricoprire l’incarico di vertice esecutivo. Per questo motivo, certi ambienti avevano provato a far saltare il banco. Ma Obama è stato molto di più di un semplice cittadino americano. Il piccolo Barack Obama (LaPresse) In termini narrativi, la vittoria alle presidenziali del 2008 ha assunto un valore inestimabile per il fronte progressista. Dal “sogno” realizzato di Martin Luther King al trionfo del popolo – quello che proviene dal basso – contro l’establishment partitica: Obama è riuscito, meglio di ogni altro leader politico post novecentesco, a incarnare un disegno che, almeno all’apparenza, sarebbe dovuto essere pienamente riformista. E questo soprattutto perché, stando ai prepositi decantati, Obama doveva essere in grado di risollevare le sorti di quelli che Federico Rampini ha chiamato i “penultimi”. “Yes we can”, in fin dei conti, avrebbe dovuto significare proprio questo: redistribuzione delle possibilità. Dal “basso” – è la dottrina politica di Obama stesso, con la sua singolare esperienza personalistica, che lo dimostra -, si può arrivare in “alto”, lì dove alberga chi governa i processi. I giovani, anche grazie ai metodi sperimentali utilizzati dal team di Obama nel corso delle campagne elettorali, hanno pensato di poter toccare con mano l’utopia egualitaria. Non solo le nuove generazioni di americani: molti occidentali hanno guardato ad Obama come al simbolo di un futuro compiuto. Quella di Obama, dal punto di vista di una sceneggiatura, è stata una scalata perfetta. Una fiaba delle meraviglie, che è iniziata però con una serie di eventi non proprio d’ausilio per il “Chicago boy”. Dalla tragedia familiare che ha coinvolto Obama senior, deceduto in un incidente stradale in Africa, a quello che per il leader mondiale sarebbe potuto essere un salto nel buio, ossia il percorso di studi iniziato alla Columbia University, dopo qualche prima e tiepida esperienza formativa ad Honolulu. A condire una storia personale quantomeno particolare c’è un elemento: nulla, nella vita di Obama, poteva essere dato per scontato in partenza. Il vertice del copione mitologico, è di certo rappresentato dal trionfo contro John McCain del 2008. Un trionfo, il primo dei tanti incompiuti da parte della “vincente” designata, che pensava di ottenere Hillary Clinton. Vale la pena segnalare, infine, come le parabole politiche di Obama e della Clinton abbiano viaggiato alla stregua di rette parallele. Una è arrivata a destinazione. L’altra, ad un certo punto, si è dovuta accontentare della segreteria di Stato. Il giovanilismo persistente “Eravate giovani e ci avete creduto”. Quando Obama ha lasciato la Casa Bianca ha scelto di salutare così le persone che hanno condiviso, con la moglie Michelle e gli altri membri della famiglia presidenziale, ben 8 anni di mandato. Il motto, che in quella circostanza è valso per il suo team, può essere riferito allo stesso Obama: era giovane e ci ha creduto. Anche quando nel 2000, nonostante la poca esperienza, che è tipica di un 39enne, ha partecipato, seppur perdendo, alle elezioni primarie valevoli per una candidatura alla Camera dei rappresentanti. Obama, pure in quella circostanza, non ha mollato. E la persistenza nelle intenzioni è stata una caratteristica che ha sempre accompagnato la carriera del politico progressista. Dalla preferenza per la pallacanestro alla predilezione per Spiderman: Obama, che ha appreso molto del suo stile quando ha maturato le prime esperienze lavorative a Chicago, rimane una figura connotata dalla tenacia del giovanilismo. E il suo fisico sportivo, in questo senso, lo ha aiutato parecchio. In questo elemento d’analisi, però, già risiede un paradosso: l’Harvard Istitute of Politics – nel corso del secondo mandato, come si può approfondire su Rivista Studio – ha segnalato come le riforme obamiane non abbiano persuaso le giovani generazioni, anzi. La sensazione diffusa è che Obama si sia presentato in maniera molto più rivoluzionaria rispetto a quanto poi abbia effettivamente disposto nelle politiche esecutive. E questo fattore, pensando pure a come sono andate a finire le presidenziali del 2016 (quelle per le quali Obama, nonostante non fosse candidato, si è speso eccome), può essere uno degli elementi utili a ridimensionare la portata di una presidenza verso cui, i cittadini americani, non sembrano poi nutrire troppa nostalgia. Le origini e la formazione Obama, insomma, è sempre stato un giovane. Almeno secondo le categorie dell’anima. I luoghi della sua formazione sono stati essenzialmente tre: la Columbia University, dove ha studiato Scienze politiche; l’Harvard Law School, per gli studi giuridici, quelli grazie a cui è divenuto un avvocato; Chicago, per i primi incarichi professionali. Ma è la sua storia familiare, davvero complessa, ad averlo accompagnato sin dalla venuta al mondo. Barack è figlio di un’antropologa e di un economista. Un dato – quest’ultimo – che spesso non viene evidenziato, ma che è centrale per comprendere i “topos” obamiani: l’empatia verso l’elettorato e i tentativi, per lo più non riusciti, di ridisegnare i rapporti sociali tra classi. Le professioni genitoriali hanno fatto la loro parte. Almeno in termini d’ispirazione. Ma sono stati i nonni a crescere l’ex presidente, che è rimasto orfano abbastanza presto. Per quanto i genitori siano venuti a mancare in due fasi distinte. Il padre – come anticipato – è rimasto vittima di un incidente stradale in Africa. Obama, che era soltanto un bambino, lo ha visto poche volte. La madre, Ann Dunham, è morta di cancro a metà degli anni Novanta, quando Barack aveva circa trent’anni. Una madre e un padre, dunque, ma anche un patrigno, con cui Ann Dunham ha contratto le seconde nozze. Lolo Soetoro era un agrimensore, ossia un misuratore scientifico di terreni agricoli. Tre genitori e due educatori quasi putativi (i nonni materni), quindi, per una strada che presupponeva l’esistenza di difficoltà poco scalabili, ma che il primo presidente afroamericano degli States ha percorso senza troppe battute d’arresto. Barack e Michelle Michelle e Barack Obama non si sono conosciuti all’Università, come è accaduto ai genitori di lui e come qualche pellicola ha raccontato. In Becoming, la biografia a firma dell’ex first lady, l’autrice non ha affatto omesso l’esistenza di una fase dubitativa. Agli inizi succede. Quella che poi sarebbe divenuta tra le coppie presidenziali più idolatrate dai media mainstream, – in specie per l’intesa naturale dimostrata – , ha iniziato a muovere qualche passo all’interno di uno studio legale di Chicago. Michelle, nel corso del secondo mandato, è diventata un riferimento per l’intero emisfero democratico. Barack e Michelle Obama (LaPresse) Per almeno un paio di anni, il partito degli asinelli ha chiesto a Michelle Obama di scendere in campo in vista delle primarie del 2020, ma non c’è stato nulla da fare. Qualcuno ha ipotizzato che la Robinson – questo è il cognome da nubile della moglie di Barack – non volesse emulare Hillary Clinton, che ha tentato in ogni modo di eguagliare il marito, senza riuscirci. Altri analisti hanno invece fatto presente come Michelle, prescindendo dalle campagne lanciate dalla posizione di first lady (quelle sulla corretta alimentazione da seguire sono abbastanza note), abbia sempre scansato l’impegno pubblico, preferendo l’opzione privata. Gli Obama hanno due figlie: Malia Ann (sì, come la madre di Barack) e Natasha. La discesa in campo Obama non è nato politico, ma ha sempre avuto la vocazione per la politica. Un’attitudine riconducibile al padre, che si era contraddistinto in gioventù per le lotte egualitarie, ma da semplice attivista. Il principio della vicenda politica obamiana va ricercato nella tipica spinta propulsiva di un qualunque volontario. Obama ha iniziato dando una mano in campagna elettorale. L’hawaiano ha bussato ad un comitato elettorale di Bill Clinton nel 1992. Colpi su una porta che avrebbero cambiato per sempre la storia del centrosinistra occidentale. Per quanto nessuno, all’epoca, potesse esserne consapevole. Sempre Chicago è stata il teatro di una militanza che è proseguita sino alla sconfitta sopracitata, che gli è stata inflitta dal dem Bobby Rush. Poi venne quello che in gergo si chiama “anno buono”, il 1996. Erano tempi, quelli, in cui il clintonismo la faceva da padrone. E Obama, sfruttando l’onda, è riuscito ad ottenere uno scranno senatoriale. Un po’ come successo ad Alexandria Ocasio Cortez anni dopo, ma per via dell’anti trumpismo dilagante di Brooklyn. Era sorta una stella del progressismo. Un astro mass-mediale che i giornali avrebbero definito “pop” o “cool” alla bisogna, ma nessuno poteva ancora immaginarlo. L'anno magico di Obama: il 2008 Non ci si candida a presidente degli Stati Uniti senza aver preparato il terreno in anticipo. Dall’elezione del 1996 in poi, Obama ha lavorato di fino sulla sua immagine di uomo del popolo. La natura immaginifica del suo percorso si è adagiata sul placet di tanti commentatori: sin dall’ingresso in Senato, Obama ha potuto contare su una stampa favorevole. La sua esplosione è circolata nell’aria per quattro anni. Poi, dopo la fine della seconda presidenza di George W.Bush, è arrivato il “momentum” del grande passo. Nel gennaio del 2008, sui cartelloni pubblicitari mostrati nelle arene americane, ha esordito “Yes we Can“. Le campagne elettorali, da quel momento in poi, non sarebbero più state le stesse. Dalla modernizzazione dei mezzi al linguaggio evocativo: Obama ha vinto le primarie del 2008, modificando di netto il paradigma comunicativo degli anni Novanta. Hillary Clinton, la sua rivale interna, non era pronta ad un cambiamento così. Le presidenziali dello stesso anno, paradossalmente, hanno presentato meno difficoltà: John McCain è stato un avversario molto meno problematico della Clinton. I problemi essenziali della narrativa Il primo mandato di Obama è stato connaturato da una luna di miele con l’elettorato dem. La sintonia non sarebbe durata otto anni. L’esponente degli asinelli ha raccolto gli Stati Uniti nel momento peggiore per l’economia. La crisi economica scoppiata nel 2007 era tutto fuorché alle spalle. E il primo problema da risolvere ha riguardato lo stato di salute delle banche, che Obama ha favorito, ma che poco avevano a che fare con le velleità del suo elettorato. C’è voluto un po’ di tempo, ma gli Stati Uniti, nell’estate nel 2016, hanno iniziato a comprendere la differenza sostanziale tra gli aspetti propagandistici e la realtà. Le operazioni programmate da Obama nei primi anni erano tese alla espansione economica e all’interventismo pubblico. Basta guardare all’incremento del debito pubblico che ha accompagnato l’azione obamiana. Gli interventi qualificanti sono stati soprattutto quelli “green”. Dalla Silicon Valley, in quelle fasi, è iniziato a risuonare il “learn to code”, ossia “impara a programmare”. I destinatari delle rimostranze dei giovani liberal erano gli operai bianchi che lavoravano nella Rust Belt. La contrapposizione tra l’America produttiva e quella creativa ed immateriale costerà la Casa Bianca ai Dem anni dopo. Chi, per primo, ha smesso di prestare il fianco ai rappresentanti democratici risiede in coloro che hanno rischiato seriamente di rimanere fuori da un’economia sempre più globalizzata e sempre meno centrata sul pragmatismo della quotidianità. Un atteggiamento – questo della distanza dalle classi operarie – che, nel primo mandato, era stato perdonato ad Obama. Nel secondo mandato, invece, gli operai si sono ribellati alla narrazione. Come? Non votando Clinton. E questa è già storia. L’obamania, comunque siano andate le due esperienze alla Casa Bianca, sembra destinata a superare Obama stesso. Forse perché un racconto allegorico di quella tipologia non è replicabile. Ma entrambe le presidenze di Barack Obama, reinterpretando le principali decisioni prese dal 2009 al 2016, non possono che essere calibrate sui fallimenti. La ricchezza, sulla base delle statistiche riguardanti anche la cosiddetta “accumulazione di capitale nelle mani dei pochi”, non è stata affatto redistribuita. Le statistiche dell’Oxfam, in questo senso, sono sempre state esaustive. E la cattiva gestione della globalizzazione – il vero “spettro” agitato da Donald Trump durante la sua corsa – ha inabissato le sorti di quei “penultimi” che Obama aveva promesso di risollevare. La dimostrazione di questi assunti può essere ricercata nelle statistiche, ma anche nel comportamento elettorale del Midwest nel 2016. Basta quello per avere contezza di come i lavoratori non abbiano gradito il favour hi-tech obamiano. Lo scollamento tra i ceti meno abbienti e il Partito democratico è derivato anche dalla riforma di Wall Street, che avrebbe dovuto limitare la “finanziarizzazione della economia”, ma che si è rivelato un appiattimento sui potentati. Una "scomodità" chiamata Hillary Clinton Obama ha ricevuto il premio Nobel quasi subito, nel 2009. Un premio che Oslo ha conferito sulla base di speranze, che poi non si sono concretizzate. Non è infatti facile comprendere la politica estera di Obama se non si analizza la squadra che ha predisposto. La Clinton è stata scelta da Obama come Segretario di Stato nel corso della prima presidenza. Un’opzione che ha influito molto sulla politica estera, com’era normale che fosse. Sappiamo quale siano le velleità geopolitiche della donna che, nel 2016, ha corso per le presidenziali. Con buone probabilità, Obama ha dovuto cedere alla Clinton per tenere unito il Partito democratico. Poi, una volta consolidata la leadership, è stato in grado di dirottare su John Kerry. Barack Obama e Hillary Clinton (LaPresse) È lecito dunque immaginare che il primo presidente afroamericano della storia degli States si sia dovuto appiattire sulla Clinton, quantomeno in prima battuta. Poi, con Kerry, la strategia è cambiata: Obama si è concentrato sull’accordo per il nucleare con l’Iran, compromettendo parzialmente l’armonia creata con Israele e introducendo quello che alcuni analisti hanno chiamato “senso di colpa degli americani”, una sorta di evitamento geopolitico dovuto al numero di conflitti bellici coadiuvati o alimentati nel mondo per via della “esportazione della democrazia”. A ben vedere, Trump ha poi sia destrutturato sia il “senso di colpa”, facendo di nuovo sentire gli americani alla stregua di una potenza senza freni, sia smesso di operare attraverso le cosiddette “missioni di pace”. Il tycoon ha infatti rifiutato il multilateralismo, preferendo gli accordi bilaterali. Ma non è tutto. Pare sufficiente la citazione di un esempio per cristallizzare la differenza di efficacia tra le due tattiche geopolitiche: Obama ha trattato con la Corea del Nord, retrocedendo quando Kim Jong-un è venuto meno agli accordi sui missili. Trump ha fatto la voce grossa con il dittatore coreano e gli effetti di una linea non ondivaga si sono visti. Il caos dovuto all'Obamacare Quando Trump ha deciso di rompere gli indugi per far sì che “l’America” tornasse “grande”, ha detto chiaro e tondo che avrebbe abolito l’Obamacare, la “perla” del riformismo obamiano, ossia la riforma del sistema sanitario. La conseguenza del disegno legislativo, per i Repubblicani, è stata una sola: l’esplosione dei costi, di cui si continua a discutere, in specie al Senato. Sulle tasse, Obama, è sempre stato abbastanza equilibrato. In quello specifico caso, però, non ha badato a spese. Basti pensare che, stando a quanto riportato da True Numbers, l’abolizione della Obamacare, in prospettiva, comporterebbe una riduzione pari a 550 milardi di dollari da qui al 2026. Obama avrebbe voluto che ogni cittadino americano fosse coperto, in maniera pubblica o privata, dal punto di vista assicurativo. Il Corriere della Sera ha ripercorso come, invece che estendere il numero dei cittadini immessi nella possibilità di assicurarsi, la riforma sanitaria obamiana abbia di fatto ridimensionato le statistiche inerenti agli assicurati: “…da 48 a 25 milioni”. Un fallimento su tutta la linea. E un altro scotto pagato dal Partito democratico alle presidenziali del 2016. La seconda presidenza, ossia il "mandato dei diritti" La visione del mondo di Obama è stata più fedele a se stessa nel corso del secondo mandato. Dalla battaglia Stato per Stato per la legalizzazione dei matrimoni omosessuali, al tentativo di combattere la diffusione delle armi. La seconda presidenza Obama è stata la più “leggera”. Se non altro perché, dopo la vittoria contro Mitt Romney nel 2012, l’ex Chief in commander aveva la consapevolezza di non doversi giocare più niente. E questo ha di sicuro giocato un ruolo decisivo. Ma non è che, grazie a quella sensazione, la risalita sia stata troppo visibile. I critici, che sostenevano che qualcosa sul medio-lungo termine, potesse migliorare, hanno dovuto registrare un’inversione di tendenza, che non hanno condotto a svolte significative. Le battaglie valoriali del mondo liberal hanno trovato compimento, ma quasi solo quelle. Le fratture createsi tra l’establishment e il popolo durante i primi quattro anni non sono state sanate. Se c’è una ragione per cui oggi Bernie Sanders è considerato spendibile, bisogna tornare indietro agli inizi del secondo decennio del 2000. Joe Biden Una nota di “merito”, in chiave “obamiana”, bisogna riservarla a Joe Biden, l’uomo scelto sin da principio per la vicepresidenza. Lo storico senatore del Delaware, forse più di Obama stesso, ha progettato tutte le battaglie volte alla tutela delle minoranze. Attenzione: la “piena occupazione”, anche per le etnie minoritarie su base statistica, è stata avvicinata solo da Trump. Ma va detto che gli Stati Uniti riconoscono forse a Biden di aver fatto qualcosa in più di Obama per il raggiungimento degli obiettivi che i progressisti avevano dato per assodati. La politica estera, ossia un fallimento su tutta la linea La politica estera di Obama – come premesso – va distinta in due fasi: una è attribuibile alla Clinton e una è ascrivibile alla gestione Kerry. Utilizzando però meno specificazioni circostanziali, è assai semplice citare quattro focus che hanno prodotto singoli fallimenti, che si sono concretizzati in un insuccesso generale: l’accordo di Parigi; il confuso ritiro dall’Iraq; l’accordo per il nucleare con l’Iran; l’oscillante linea messa in campo per sanare la questione siriana. Il fatto che alcuni tra questi dossier siano stati gestiti in modo deludente o abbiano contribuito ad alimentare una babilonia geopolitica è ormai pacifico. Sull’Iran di discute. Trump, però, non è disposto a parlarne. Sulla Siria e sull’Iraq, invece, come legge sull’Agi, il giudizio negativo è pervadente. L’Isis, per tenere a mente la più grave delle conseguenze della politica estera obamaniana, ha almeno sfruttato il disordine dovuto all’abbandono di quei territori da parte dei soldati statunitensi. Il dietrofront sulle armi chimiche che Bashar al Assad avrebbe usato in Siria, poi, è un grande classico delle disamine che si concentrano su come Obama, in fin dei conti, si sia schiacciato sul politicamente corretto e sulla narrativa dominante, non accontentando però né il fronte interventista né quello favorevole all’autodeterminazione del popolo siriano. Una via di mezzo pericolosa, che per più di un analista di esteri ha prodotto disgrazie. La battaglia “green” per il clima, ancora, si è rivelato un buco nell’acqua. Tralasciando il dibattimento su cosa sia il clima dal punto di vista scientifico – un aspetto che sarebbe comunque bene studiare a fondo – , è utile rimarcare come, a conti fatti, nessuna nazione facente parte del G20 abbia raggiunto i target imposti nella capitale transalpina nel 2015. Tanto da far sì che gli Stati Uniti, nel corso della gestione Trump, ritenessero quel trattato completamente inutile se non deleterio. E poi c’è Israele, con cui Barack Obama ha trovato una quadra iniziale. Poi, dopo l’accordo sul nucleare con l’Iran, l’asse è mutato. Le alleanze costruite dalla Clinton nel corso della sua segreteria di Stato, quando Kerry ha preso in mano le redini di quegli uffici, sono state in parte rinnegate. Così come le geometrie del mondo che erano state immaginate. Dacci ancora un minuto del tuo tempo! Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.
Appena il 20 per cento dei gruppi bancari sarà controllato direttamente dalla Banca centrale europea. Degli altri si occuperanno le <span style="font-style:normal">authority</span> nazionali, coordinate a livello comunitario. Possibili diversità di vedute potrebbero innescare dei conflitti. E toccherà al Consiglio di vigilanza risolverli Edoardo Rulli Il dibattito sul sistema unico di vigilanza non si è sopito nel corso dell’estate. I tecnici della Bce hanno lavorato a pieno regime per portare a termine nei tempi previsti le c.d. “prove di stress” e l’esame della qualità degli attivi (Aqr). Le attività preparatorie non hanno però fornito risposta alla domanda che molti operatori del settore continuano a porsi: come saranno distribuiti i compiti tra il livello europeo e quello nazionale di vigilanza? È noto che alcune banche (le c.d. banche significative) saranno direttamente vigilate dalla Bce, mentre per le altre si prospetta l’adozione di un sistema di vigilanza su base nazionale anche se “coordinato” a livello europeo. Il sistema unico di vigilanza dovrebbe partire il prossimo 4 novembre 2014. Entro il 4 settembre – come ha dichiarato Danièle Nouy (Chair of the Supervisory Board of the Single Supervisory Mechanism) in una recente intervista al Sole 24 Ore – la Bce avrà stilato l’elenco delle banche significative. Si tratterà di circa 120 gruppi, per un totale di circa 1.200 banche, che saranno affidati alla supervisione diretta della Bce. Mentre l’attribuzione di compiti di controllo alla Bce è parso lo strumento migliore per vigilare sui grandi gruppi con attività transfrontaliera, la maggior parte dei soggetti vigilati con sede nei paesi dell’area Euro – circa 3.700 banche – resterà nella sfera di competenza delle autorità di vigilanza nazionali. Ciò che il legislatore europeo e la Bce auspicano è, però, che anche le banche meno significative vengano vigilate secondo standard e modalità comuni. A tale scopo, le autorità nazionali dovranno esercitare i propri compiti osservando un manuale di vigilanza comune a tutti i partecipanti al sistema unico. L’obiettivo è quello dare vita ad una cultura europea della vigilanza. Difficile metterlo in pratica, ma da qualche parte bisogna iniziare. Dalle dichiarazioni e dalle pubblicazioni recentemente apparse sul sito della Bce si hanno le prime indicazioni su come funzionerà in pratica la nuova vigilanza bancaria. Un ruolo centrale sarà affidato a gruppi di vigilanza congiunti, coordinati da un responsabile che risiederà a Francoforte. Ogni gruppo consterà di una decina di persone per i gruppi bancari più grandi e si coordinerà, anche per ottenere le informazioni necessarie, con dei responsabili al livello nazionale: in ogni paese dell’area Euro in cui opera una banca significativa sarà individuato un coordinatore locale. L’idea della Bce è di dare vita ad un processo dal basso verso l’alto, non dissimile da quello esistente in altri settori di attività della Banca centrale. Le decisioni più delicate in ordine alla vigilanza sulle banche significative spetteranno, comunque, al Consiglio di vigilanza della Bce. Questo aspetto ha destato alcune perplessità e merita la massima attenzione: quid agere in caso di disaccordo tra le diciotto autorità nazionali che partecipano al Consiglio? È vero che i membri della Bce partecipanti al Consiglio dispongono di un numero significativo di voti (6), ma la diversità di vedute a livello nazionale non assicura che saranno evitati conflitti tra autorità nazionali. La gestione degli equilibri interni agli organi con poteri decisionali è questione delicata: la speranza è che l’organizzazione di cui la Bce si sta dotando sia in grado affrontare – e risolvere – i problemi che derivano dall’attribuzione dei nuovi compiti di vigilanza. Sul punto non resta che attendere la prova dei fatti.
Wonderglass è un marchio fondato nel 2013 da Maurizio e Christian Mussati con l’obiettivo di coniugare la tradizione dell’artigianalità italiana con il design contemporaneo sviluppato in collaborazione con molti diversi architetti e designer. Quest’anno, in occasione della Milano Design Week 2018, Wonderglass ha svelato due progetti realizzati in collaborazione con Ronan and Erwan Bourroulec, Fornasetti e con lo studio londinese Raw Edges. Innanzitutto, presso l’Istituto dei Ciechi di Milano, l’esperienza multisensoriale Kosmos ha dato il benvenuto ai visitatori in una scintillante installazione arricchita dalle ultime collezioni dell’azienda, mentre allo Spazio Krizia è stata presentata una serie di 30 lampade mobili firmate da Raw Edges, sviluppate e realizzate in collaborazione con Wonderglass. Alcova dei fratelli Bourroulec è una collezione di oggetti geometrici fatti a mano in tre diverse forme: i vasi e le nicchie sono fatti di vetro spesso e possono essere esposti accostati o singolarmente; nello stesso spazio, Through the Clouds di Fornasetti è un’installazione onirica che unisce metallo laccato e stampato con il vetro soffiato. Oltre a Kosmos, la serie di 30 lampade mobili di Raw Edges è stata realizzata da Wonderglass e appartiene alla collezione Horah, che prende il nome dalla danza popolare israeliana, principale riferimento di questa indimenticabile installazione.
Sul profilo Twitter di Habbo è stata annunciata una nuova competizione stanza globale a tema dinosauri! https://twitter.com/Habbo/status/1545292077151535104 Tutto quello che devi fare è costruire un museo che includa uno dei nuovi scheletri di dinosauri (Plesiosaur, Mosasaur, Stegosaurus, Brachiosaurus, Spinosaurus, Ittiosauro, Velociraptor o Carnotaurus) e pubblicarlo su Twitter. Sceglieremo 20 voci valide casuali che riceveranno un badge! Regole: Fai uno screenshot della tua stanza con la finestra delle informazioni della stanza visibili Pubblicalo su Twitter inserendo il link della stanza, taggando @Habbo e usando l'hashtag #HabboMuseum
Si è appena conclusa la “Settimana dell’aria pulita”, ma c’è ancora tempo per partecipare all’iniziativa. Dal 22 al 28 novembre 2021 cittadini, enti, associazioni, aziende e scuole del Bacino padano sono stati chiamati ad entrare in azione per realizzare piccole grandi azioni concrete che possono migliorare la qualità dell’aria. Continua a leggere... INAIL - Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio - Focus sulla misura S.10 del Codice di prevenzione incendi. Scopri di più! Negli ultimi 12 mesi, quante volte ti sei addormentato al volante? La stanchezza del conducente è ampiamente riconosciuta come un importante fattore di rischio che riduce la sicurezza stradale e costituisce una minaccia non solo per i conducenti, ma per tutti gli utenti della strada... Continua a leggere... INAIL - Lavori in prossimità di linee elettriche aeree - Valutazione del rischio e misure di prevenzione. Secondo quanto definito dal Testo Unico sulla Sicurezza del lavoro (d.lgs. 81/2008 e s.m.i., artt. 83 e 117), è fatto obbligo al datore di lavoro di provvedere affinché i lavori svolti in vicinanza di parti attive. Scopri di più! INAIL: gli Stati generali della salute e sicurezza sul lavoro nel segno della prevenzione partecipata. La battaglia contro le morti sul lavoro si vince tutti insieme: lavoratori, datori di lavoro, aziende, associazioni, sindacati e istituzioni. Continua a leggere... Atti Convegno Safap 2021 - Sicurezza ed affidabilità delle attrezzature a pressione. Scopri di più! Responsabilità penale d'impresa per i reati ambientali - 01/12/2021 ore 14.30 - 16.30. Seminario Online. L’Albo Nazionale Gestori Ambientali in collaborazione con la Sezione Regionale Toscana e la Camera di Commercio di Firenze organizzano un webinar volto ad approfondire la responsabilità penale d'impresa per i reati ambientali. Continua a leggere...
Pakistan: aboliti i test di verginità. Sono una violazione dei diritti umani senza alcuna attendibilità medica. Il mio articolo su Il salotto di Ceci Simo per #ifatti #fattiesocietà #fattienotizie Pakistan: aboliti i test di verginità. Sono una violazione dei diritti umani senza alcuna attendibilità medica. Pubblicato daCecilia S.D. Rossi 18 gennaio 2021 17 gennaio 2021 Pubblicato in: Cultura, I Fatti, I miei articoli, Il SalottoTag:Adele Ross, Africa, ASIA, AYESHA MALIK, BELGIO, DIRITTI UMANI, Europa, FATTI E NOTIZIE, FATTI E SOCIETÀ, Francia, Il salotto di Ceci Simo, LAHORE, MEDIO ORIENTE, OLANDA, OMS, ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ, PAKISTAN, PUNJAB, REGNO UNITO, Stati Uniti, SVEZIA, TEST DELLA VERGINITÀ, TEST DELLE DUE DITA, VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANILascia un commento su Pakistan: aboliti i test di verginità. Sono una violazione dei diritti umani senza alcuna attendibilità medica. NOTA. Questo sito non rappresenta una testata giornalistica e viene aggiornato senza alcuna periodicità. Pertanto, non può essere considerato in alcun modo un prodotto editoriale ai sensi della L. n. 62 del 07.03.2001. Tutte le immagini sono copyright degli aventi diritto. Vengono qui utilizzate solo a scopi conoscitivi e divulgativi. ADELE ROSS writer, Crea un sito web o un blog su WordPress.com Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Prezzo Colore Le Collezioni Masterpieces Oro Argento Corallo Perle Semipreziosi Preziosi Cosmetica Orologi Ametista Ametista. L'ametista è una varietà del quarzo chiamata anche quarzo ametista, il suo colore viola è dovuto dalla presenza del ferro. Maxgioie impiega per i propri gioielli ametista di prima scelta extra.Maggiori informazioni sono consultabili nel Portale del Gioiello di MaxGioie. MaxGioie seleziona i migliori prodotti, nel magazzino ha un'ampia scelta, i prezzi sono concorrenziali in quanto non ci sono intermediazioni commerciali.Per qualsiasi domanda inerente alla nostra gioielleria, particolari lavorazioni, MaxGioie è in grado di fornire preventivi competitivi. Email info@maxgioie.com Comparazione prodotto (0) Ordina per: Predefinito Nome (A - Z) Nome (Z - A) Prezzo (basso > alto) Prezzo (alto > basso) Punteggio (Il più alto) Punteggio (Il più basso) Modello (A - Z) Modello (Z - A)
Come impostazione predefinita, l’integrazione WooCommerce di Huboo crea una nota privata con il numero di tracciamento del tuo ordine: Includere numeri di tracciamento e link nelle e-mail per i clienti da WooCommerce Puoi includere sia il numero di tracciamento sia il link di tracciamento completo nelle e-mail di notifica che WooCommerce invia ai clienti. Per abilitare questa opzione, devi acquistare e installare l’applicazione ufficiale WooCommerce Shipment Tracking che è supportata dall’integrazione di Huboo. Acquista e installa il plugin nel tuo negozio WooCommerce e comunica al tuo Business Development Manager di Huboo o al nostro Servizio Clienti che desideri che il supporto del plugin Shipment Tracking sia aggiunto al tuo account Huboo (incluso il tuo numero di riferimento Huboo a 4 cifre). Quanto tempo richiede l’attivazione del supporto al plugin di tracciamento delle spedizioni? L’abilitazione del supporto per il plugin di tracciamento delle spedizioni comporta una piccola modifica da apportare alla tua integrazione da parte del nostro team tecnico. Per questo motivo, le richieste di attivazione possono richiedere dai 14 ai 21 giorni per essere completate. Cosa succede una volta che il supporto del plugin è attivato? Una volta che il nostro team tecnico ha abilitato il supporto del plugin di tracciamento delle spedizioni sul tuo account, le informazioni di tracciamento che trasmettiamo a WooCommerce saranno indirizzate al plugin – che vedrai a destra dei tuoi ordini all’interno di WooCommerce: L’applicazione di monitoraggio della spedizione includerà quindi le informazioni di monitoraggio all’interno delle e-mail di notifica che WooCommerce invia ai tuoi clienti ogni volta che lo stato dell’ordine viene aggiornato. Attenzione: gli ordini che sono stati importati e spediti da Huboo prima dell’installazione del plugin e dell’attivazione del supporto per il plugin non saranno aggiornati retroattivamente. Questa risposta ti è stata utile? Sì No Invia feedback Siamo spiacenti di non essere riusciti ad aiutarti. Aiutaci a migliorare questo articolo con il tuo feedback.
La Clinica Oculistica Universitaria di Pisa fa parte del Dipartimento di Neuroscienze dell'Università degli Studi di Pisa e ospita la Scuola di Specializzazione in Oftalmologia. La Clinica Oculistica è facilmente raggiungibile sia i treno che in auto. L'aeroporto "Galileo Galilei" di Pisa dista solo 4 Km dal complesso ospedaliero. Presso la U.O. Oculistica Universitaria vengono eseguiti migliaia di interventi chirurgici ogni anno, con particolare riguardo per gli interventi a carico del segmento anteriore (trapianti di cornea, glaucoma e cataratta) e per quelli di chirurgia refrattiva. La maggior parte dell'attività chirurgica viene effettuata in regime di Day-Surgery e Ambulatoriale. Anche nella nuova sede di Cisanello sono inoltre aperti numerosi ambulatori ultraspecialistici che si distinguono a livello nazionale ed internazionale per la qualità del servizio offerto. La U.O. Oculistica Universitaria si distingue non solo per l'attività clinica assistenziale, ma anche per l'attività di ricerca e di aggiornamento. Periodicamente vengono organizzate Riunioni Scientifiche per Medici Specialisti e per Medici Generici. La nuova sede della Clinica Oculistica di Pisa a cura del Dr. Umberto Benelli Dopo numerosi anni di attesa la Clinica Oculistica Universitaria di Pisa si è trasferita presso il nuovo polo di Cisanello. L'inaugurazione è avvenuta il 13 Dicembre 2009 e, dopo i primi prevedibili disagi, l'attività ambulatoriale e quella operatoria sono regolarmente ripartite. Nei prossimi mesi è prevista l'apertura, sempre nella stessa sede, di un nuovo "braccio" dove verranno aperti degli ambulatori "specialistici" dotati di apparecchiature all'avanguardia.
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Arriva a Roma il Festival del Cibo di Strada, la manifestazione che animerà il quartiere Garbatella celebrando la tradizione del mangiar per strada. Una quattro giorni, dal 29 settembre al 2 ottobre, per raccontare e assaggiare lo street food italiano e non solo. Un percorso del gusto snocciolato su 300 metri. 15 postazioni avvolgeranno le strade dell’intero quartiere di Roma Garbatella di aromi e profumi di ogni sorta. 5 assaggi imperdibili al Festival del Cibo di Strada a Roma Ma cosa scegliere tra le tante proposte del Festival del Cibo di Strada di Roma? Noi siamo andati a curiosare in anteprima e abbiamo selezionato per voi 5 realtà. Prendete nota. 1. Bracevia a Tutta Pecora Dall’Abruzzo arriva al festival del cibo di strada di Roma Braceria a Tutta Pecora. Da provare gli arrosticini di pecora tagliati a mano (4 pz 8 €). E gli arrosticini di fegato sempre tagliati a mano (4 pz 8 €) cotti rigorosamente su fornacelle a carbone e girati a mano come tradizione vuole. Se proprio volete esagerare assaggiate l’hamburger 100% pecora (10 €) con hamburger di pecora da 200 g, pecorino canestrato, pera d’Abruzzo, rucola e pomodoro. 2. Il Gusto online Il Gusto online gioca in casa, vengono infatti dritti dritti dai Castelli Romani. Qui quindi è d’obbligo il panino con la porchetta di Ariccia IGP (5 €) e le coppiette di suino (5 pz 5 €). In alternativa pizza e mortadella artigianale (5 €). 3. L’Antica Focacceria San Francesco L’Antica Focacceria San Francesco è il tempio del cibo di strada palermitano dal 1834 che porta nella capitale i grandi classici dello street food siciliano. Pani ca’ meusa (4 € piccolo, 6 € grande), Arancine (4 € carne, burro e Norma, 5 € mortadella di suino nero dei Nebrodi e pistacchio), Pani panelle e cazzilli (3 € piccolo, 5 € grande). Accompagnati dai vini del territorio. 4. Il cibo di strada di Golocious da Napoli a Roma Dal Vomero Napoli sbarca a Garbatella Golocious. Il food porn partenopeo propone due panini. Crispy (7 € singolo, 10 € doppio, 12 € triplo) con sbamburger – smash burger – bacon, cheddar e salsa crispy. E ItalyFoodPorn (10 €) con pulled pork bacon, cheddar e salsa crispy. 5. Madagascar – L’Origine del Cioccolato Una nota dolce al Festival del Cibo di Strada di Roma. Diverse le proposte della cioccolateria e pasticceria Madagascar – L’Origine del Cioccolato di Fregene: tiramisù (4 €), babà (3,50 €), pasticciotti (3,00 €). Interessante l’idea di abbinare ad ogni cioccolato artigianale (5 € la tavoletta) un rum o altro liquore (1,50 € il bicchierino). Non solo cibo di strada Al Festival del Cibo di Strada di Roma però sarà possibile assistere e partecipare a show cooking, approfondimenti sul mondo del cibo, presentazione di libri e a sfide culinarie.
Lacrime di delusione per Clemente Russo che ha vinto la medaglia d'argento nel torneo olimpico di pugilato, categoria 91 kg. Il campione delle Fiamme oro ha perso 4 a 2 l'incontro decisivo per l'oro, nella ripetizione della finale mondiale di Chicago. E il russo Rakhim Chakhkeiv si è preso la sua rivincita conquistando il gradino più alto del podio. Clemente non è riuscito a trovare la chiave di lettura dell'incontro. Dopo essersi trovato sul 2 a 0, il pugile del Gruppo sportivo della Polizia di Stato pareggia i conti chiudendo la terza ripresa sul 2 a 2. Il durissimo e poco spettacolare combattimento contro un avversario attendista, ha avuto la svolta nell'ultimo quarto durante il quale l'azzurro ha snaturato le sue caratteristiche forzando i suoi attacchi e permettendo al russo di andare subito sul 3 a 2 con un sinistro d'incontro, senza riuscire a controbattere. A pochi secondi dalla fine Chakhkeiv colpisce ancora chiudendo sul definitivo 4 a 2. Podio senza sorriso per Clemente Russo che conquista comunque la sesta medaglia olimpica per gli atleti delle Fiamme oro. E tutti gli sportivi che hanno tifato per lui condividono il pensiero espresso all'angolo dal tecnico azzurro, Francesco Damiani: "Clemente, sei un campione".
I veri nerd lo sono ovunque… anche in cucina. E proprio per questo abbiamo voluto individuare 5 gadget da comprare nel mese di ottobre per stupire gli amici e, forse, anche se stessi. Vediamoli insieme! Tagliere di precisione Se amate la precisione come noi, questo tagliere ultra dettagliato fa per voi. Il tagliere è di solido legno, con diverse scale di misura per tutti i tagli più accurati. Preparatevi a dare l’addio ai tagli meno accurati e imprecisi: con questo tagliere otterrete la perfezione assoluta, per la gioia del vostro palato e dei vostri occhi. Portafazzoletti cubo di Rubik È uno dei simboli ludici degli anni ’80, e non solo. Parliamo naturalmente del cubo di Rubik, rompicapo che ha diviso le generazioni tra coloro che riuscivano in pochi istanti a realizzarlo, e coloro che oggi sono ancora alle prese con il primo tentativo di completamento. Nel dubbio, vi ricordiamo che qualcuno ha avuto la bella idea di farne un portafazzoletti da cucina, ovviamente ricaricabile. Tazza con teletrasporto a calore È una delle tazze più nerd che abbiamo visto negli ultimi tempi. Dedicata a Star Trek, con due stampe, ha la particolarità di cambiare colore con il calore. L’effetto è straordinario: quando la tazza si surriscalda a dovere, i personaggi vengono teletrasportati sull’altro lato. Per una buona manutenzione di questo gadget per veri nerd, ricordate di non lavarlo in lavastoviglie, ma solamente a mano. Portacoltelli Samurai Stanchi dei portacoltelli di vostra nonna, anonimi e così fuori moda? Ora c’è qualcosa che sembra pronto per poter soddisfare ogni vostra ambizione: un bel portacoltelli in stile Samurai, in grado di caricarvi per ogni battaglia contro tagli più o meno delicati. Questo set di coltelli multiuso non teme nemici: pane, carne, verdure, formaggi e altri alimenti possono infatti essere affrontati con i migliori auspici grazie a questi coltellini di grande qualità. Ognuno ha il suo coprilama in alluminio rosso, e poggia sull’apposito stand. Sale e pepe Darth Vader e Stormtrooper Concludiamo questa serie di gadget da cucina con la saliera e la pepiera di Darth Vader e Stormtrooper. Un binomio fondamentale per poter dare il giusto condimento ai vostri piatti, caratterizzando il tavolo da cucina con una personalità che non teme alcun tipo di confronto!
Le zone di privacy sono disponibili solo per le telecamere Blink Video Doorbell, Indoor (gen 2), e Outdoor. Una zona di privacy è un'area che selezioni e Blink regola il firmware della videocamera in modo da non consentire ad alcuna informazione video o avviso di movimento di lasciare la videocamera. Esempi del motivo per cui potresti utilizzare le zone di privacy potrebbero essere l'esclusione della porta o della finestra di un vicino dalla visualizzazione o dalla registrazione della videocamera. È possibile impostare fino a due zone di privacy e sono facilmente riconoscibili come aree grigie dello schermo. Per utilizzare questa funzione, accedi alle impostazioni della videocamera che desideri modificare. Dalle impostazioni della videocamera, tocca Zone. Vengono visualizzate le opzioni per le Zone di attività e le Zone di privacy. Fai clic qui per informazioni su come configurare le Zone di attività. Tocca il pulsante Zone di privacy per visualizzare lo schermo. Ora vedi la miniatura della telecamera con un motivo a griglia. Puoi anche toccare il pulsante Aggiorna foto per aggiornare l'immagine in miniatura. Toccando Reimposta zone di privacy vengono eliminate le zone esistenti. Le zone di privacy non possono essere modificate, ma solo eliminate (ripristinate) e ricreate. Tocca e trascina sullo schermo per disegnare fino a due zone che desideri selezionare all'interno dell'immagine in miniatura. Una volta create, le zone possono essere spostate e ridimensionate trascinando i punti blu agli angoli di ciascuna. Quando hai tracciato le zone, tocca Operazione completata per salvarle. Quindi, vieni riportato alla schermata Impostazioni e il motivo a griglia ora rispecchia le aree appena configurate. È possibile toccare Salva per applicare tutte le modifiche alle impostazioni ed essere inviato alla schermata Home. Se tocchi nuovamente Zone, la schermata Zone ora mostra le Zone di privacy in nero per aiutare a contrastare con le zone di attività, che sono grigie nella vista Zona attiva.
Creata per accompagnare i giocatori nella loro preparazione atletica prima delle partite in casa, questa maglia da calcio adidas Tiro combina la morbidezza della spugna con il comfort della tecnologia antiumidità AEROREADY. Taglio regolare, mezza zip e cappuccio. Spugna, 100% poliestere riciclato. FELPA DA ALLENAMENTO TIRO 21 JUVENTUS Creata per accompagnare i giocatori nella loro preparazione atletica prima delle partite in casa, questa maglia da calcio adidas Tiro combina la morbidezza della spugna con il comfort della tecnologia antiumidità AEROREADY. Taglio regolare, mezza zip e cappuccio. Spugna, 100% poliestere riciclato. Taglie Seleziona la tua taglia tabella taglie Felpe adidas UOMO 21/22 Prendi la misura appoggiando un tuo capo su una superficie PIANA. (Se stai indossando il capo, prendi le misure a diretto contatto con il corpo.) Poi trova la taglia corrispondente nella tabella sottostante. Se hai dubbi, prendi la misura più grande! MAGLIE e FELPE B: Larghezza spalle, da cucitura a cucitura dell'attaccatura superiore delle maniche C: Lunghezza maglia, la misurazione viene effettuata della cucitura più alta del colletto al fondo del capo d'abbigliamento D: Larghezza Torace, la misurazione viene effettuata dalla cucitura del cavo ascellare di destra a quello di sinistra
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Abbiamo appreso oggi delle dimissioni dal gruppo di maggioranza di due consiglieri, avvenute ieri pomeriggio. Non siamo stupiti di ciò che è accaduto nel gruppo che “guida” l’amministrazione comunale di Budrio. L’uscita simultanea dal gruppo Effetto Budrio di due consiglieri comunali è lo specchio fedele di come questo sindaco non sappia affrontare e risolvere le difficoltà che si parano sul suo cammino. Un dato prevale su tutto: l’incapacità di dare risposte – anche le più semplici – ai cittadini e l’impossibilità di mettere in campo il tanto vituperato progetto di miglioramento e di cambiamento per Budrio. Parliamo di ciò che è il cuore dell’attività amministrativa: la gestione quotidiana e la costruzione del futuro. Su entrambi i fronti Mazzanti non c’è e non c’è mai stato. Lo diciamo con rammarico perché amiamo Budrio e perché l’ondata di rinnovamento civico portava con sé anche elementi positivi e interessanti. Ricordiamo a tutti che, nel nostro ordinamento, i sindaci e le giunte si reggono sui numeri dei consigli comunali. Oggi la maggioranza di Mazzanti si riduce ai minimi termini, perché il sindaco non è stato capace né di tenere unito il gruppo, né di condividere un lavoro di cui nessuno vede la direzione di marcia. L’assenza di risposte ai cittadini e alla comunità riguarda anche tutti i consiglieri comunali: le conoscenze parziali dei problemi e delle opportunità sono evidenti nelle discussioni consiliari e non consentono a chi dovrebbe dare l’indirizzo al comune di svolgere in pieno il proprio compito. Il caso, al limite dello scandalo, della biciclettata sulla Ciclovia delle paludi ne è la dimostrazione: dal sindaco spiegazioni risibili, dalla maggioranza consigliare (da noi interpellata) un silenzio assordante e comprensibile: segnali di un forte disorientamento di fronte a scelte indigeribili per chiunque, se non quei pochi che da quelle scelte hanno tratto un qualche tipo di beneficio. A questo punto ci chiediamo: ➡ dov’è il sindaco mentre il gruppo va in pezzi? ➡ cosa dirà per spiegare ai budriesi ciò che sta accadendo in “casa sua”? Difficilmente potrà incolpare altri della situazione. Sicuramente dovrà assumersi qualche responsabilità. Noi continueremo a denunciare ciò che non funziona, le contraddizioni degli amministratori, le scelte sbagliate, l’assenza di progetti. Entriamo in una fase delicata per Budrio e il suo comune: vi terremo aggiornati su come evolverà.
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In anteprima per la stampa interazionale a ISE, alcuni dati preliminari sul mercato AV europeo oggi e nei prossimi sei anni frutto della partnership tra InfoComm e IHS Markit … Focus sul mercato AV: rosee previsioni per gli anni a venire ReferencesDi GRN-Admin 16 Marzo 2022 Lascia un commento In anteprima per la stampa interazionale a ISE, alcuni dati preliminari sul mercato AV europeo oggi e nei prossimi sei anni frutto della partnership tra InfoComm e IHS Markit … ©2006 Connessioni.biz è un progetto editoriale di Pentastudio S.r.l. registrato al Tribunale di Pesaro 540/9/10/2066
Miercom conferma che Insight Pro offre ai Managed Service Provider (MSP) e VAR vantaggi superiori rispetto agli standard del settore NETGEAR®, Inc. (NASDAQ:NTGR), il principale fornitore di prodotti di rete al servizio delle piccole e medie imprese (PMI) moderne, ha annunciato che la principale società indipendente di test, Miercom, dopo i test estensivi commissionati da NETGEAR ha concluso che le funzionalità di gestione della rete Insight Pro sono rappresentative dell’ampio spostamento del settore verso le soluzioni basate su cloud che riducono i costi e forniscono più valore, ottenendo così la certificazione di eccellenza Miercom Performance Verified. Miercom ha testato NETGEAR Insight Pro rispetto alle offerte del settore Network as a Service (NaaS) circa le capacità degli applicativi nel gestire le esigenze specifiche dei Managed Service Provider (MSP) nel mantenere più account cliente. L’indipendente Miercom ha inoltre rilevato che Insight Pro è “la soluzione multifunzionale a portata di mano ideale e a basso costo che consente agli amministratori di mantenere un controllo semplice e senza sforzo su un sistema complesso”. L’analisi Miercom ha seguito un elenco di domande che gli MSP avrebbero posto nel valutare una nuova infrastruttura di servizi e condiviso i risultati ottenuti. Le domande includevano categorie come gestione, implementazione, reporting, supporto e costo totale di proprietà: NETGEAR Insight ha ottenuto un punteggio “eccellente” sulla maggior parte delle voci, in netto contrasto con le altre offerte valutate. Le domande si sono concentrate su quale sia l’esigenza percepita dagli MSP e i loro clienti di piccole imprese nel gestire le loro reti in modo adeguato e sicuro in remoto. “Sulla base delle nostre osservazioni, abbiamo concluso che la linea di prodotti NETGEAR Insight Pro e il controllo basato su cloud hanno fornito il miglior valore e un’efficiente multi-locazione e multi utente per la gestione centralizzata delle PMI“, ha affermato Robert Smithers, CEO Miercom. “Le funzionalità di gestione della rete di Insight Pro sono un esempio lampante dell’ampio spostamento verso soluzioni basate su cloud che riducono i costi fornendo più valore dei suoi concorrenti e per questo si guadagnando la certificazione Miercom Performance Verified”. Di seguito alcuni esempi delle evidenze più importanti del report Miercom. Nella valutazione della quantità di tempo necessario per installare il sistema, Miercom ha determinato che Insight Pro eccelleva in questa area in cui erano necessari solo 10-15 minuti per avere le piene funzionalità di gestione per una determinata rete alla prima installazione. Con una procedura guidata di configurazione intuitiva Insight può essere attivo in dieci minuti e l’aggiunta di nuove location impiega solo ulteriori cinque minuti. Insight Pro eccelle anche nella sua modalità di reporting e monitoraggio tramite i log delle attività e attraverso la rete per tutti i dispositivi, utenti e applicazioni collegate. NETGEAR offre la più semplice e ricca visualizzazione delle informazioni sulla rete di un cliente e non ha eguali tra i concorrenti. Un amministratore di Insight Pro ha visibilità su organizzazioni, ubicazioni, stato del dispositivo, impostazioni wireless tra cui SSID, larghezza di banda, connessione client a punti di accesso e configurazioni, nonché VLAN cablata, pianificazione PoE, stato di archiviazione in rete e aggiornamenti firewall per qualsiasi posizione. Per quanto riguarda la sicurezza, Insight non richiede porte aperte per consentire l’accesso remoto. Inoltre, l’autenticazione a due fattori viene implementata sia per il portale cloud sia per l’app mobile Insight Pro, garantendo che un amministratore possa gestire la rete in modo indipendentemente dalla posizione. In breve, Miercom ha anche stabilito che il costo totale di implementazione di Insight è il più basso nel confronto con la concorrenza. Leggi il rapporto completo per ulteriori informazioni su Miercom.com: NETGEAR Insight Pro valutazione competitiva di Network as a Service (NaaS). Con l’ultima versione di Insight Pro, NETGEAR ha incluso diverse nuove ed entusiasmanti funzionalità per aiutare i MSP a fornire il miglior supporto ai loro clienti con: Espansione del portfolio di dispositivi Insight: aggiunta continua del nuovo supporto per dispositivi Insight per includere il punto di accesso WAC540 ai nuovi switch GS. Report personalizzati: funzioni di reporting avanzate, con numerosi nuovi report, parametri personalizzabili e branding personalizzabile. Configurazione copia/incolla a livello di rete: Insight Pro ora consente agli amministratori di creare e salvare configurazioni di dispositivi e impostazioni di rete pronti per essere applicati ad altre reti. Backup e ripristino dei dispositivi: gli MSP possono ora risparmiare tempo quando impostano più dispositivi applicando le stesse configurazioni di un dispositivo a un altro o ripristinando rapidamente le impostazioni perse direttamente sul portale cloud sul Web.
Oggetto: Previdenza – Manovra economica – D.L. 31.5.2010, n. 78, su S.O. alla G.U. n. 125 del 31.5.2010. Si segnalano le principali disposizioni di materia previdenziale contenute nella manovra economica del Governo di 25 miliardi di euro. Pensioni (Art. 12, commi da 1 a 6) – Dal prossimo anno saranno unificate le decorrenze delle pensioni di vecchiaia e di anzianità (cosiddette “finestre”). Dal 2011 infatti per i lavoratori dipendenti la decorrenza della pensione scatterà 12 mesi (18 mesi per i lavoratori autonomi) dopo la data di effettiva maturazione dei requisiti, con uno slittamento rispetto ad oggi che potrà arrivare in alcuni casi fino a 9 mesi. Le finestre attuali continueranno in via transitoria ad applicarsi ai lavoratori in periodo di preavviso al 30 giugno 2010 che maturino i requisiti pensionistici entro la data di cessazione del rapporto di lavoro nonché, nei limiti di 10 mila beneficiari, ai lavoratori collocati in mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati prima del 30 aprile scorso. Detassazione premi di produttività (art. 53) – E’ stata estesa a tutto il 2011 la detassazione sui premi di produttività previsti da accordi collettivi (aziendali o territoriali), già prorogata per l’anno in corso dall’ultima legge finanziaria n. 191/2009. La disposizione in esame non precisa l’ammontare dell’agevolazione (attualmente consistente nell’imposta del 10% sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali) rinviando ad un successivo provvedimento da emanarsi entro l’anno. La detassazione si applicherà, entro il limite complessivo di 6 mila euro lordi per ciascun beneficiario, ai lavoratori con reddito imponibile annuo non superiore a 40 mila euro (attualmente 35 mila euro). Sempre per il 2011 sui premi di produttività sarà confermato anche lo sgravio dei contributi dovuti sia dall’azienda che dal lavoratore. S.r.l. inquadrate previdenzialmente nel terziario (art. 12, comma 11) – Com’è noto, interpretando in maniera restrittiva la legge 662/96 l’INPS da sempre ritiene che i soci amministratori di società a responsabilità limitata inquadrate previdenzialmente nel terziario siano tenuti a versare due distinte contribuzioni: una alla gestione commercianti e una alla gestione separata dei lavoratori autonomi. Tale interpretazione, contro la quale fin dal principio si sono opposte le organizzazioni imprenditoriali dei vari settori (tra cui la Confetra) e che ha generato un contenzioso con l’INPS durato 14 anni, sembrava finalmente avviata verso un ripensamento a seguito di diverse sentenze della Cassazione che avevano escluso la duplicità di contribuzione. Il decreto in esame, nella chiara intenzione di fare cassa, ha però ribaltato la situazione a favore dell’INPS prevedendo una norma di interpretazione autentica che, ignorando completamente l’orientamento giurisprudenziale, conferma il doppio inquadramento previdenziale per i soci amministratori con conseguente obbligo di versare i contributi alle due suddette gestioni. Fabio Marrocco Per riferimenti confronta circ.ri conf.li n. 2/2010, 11/2008 e 31/1999 Responsabile di Area Allegato uno © CONFETRA – La riproduzione totale o parziale è consentita esclusivamente alle organizzazioni aderenti alla Confetra.
SBATTITI PRINT la stampa fotografica che rappresenta persone omologate e la cima di una montagna, insieme alla grafica di “SBATTITI FATTI CREPA ”, creano un gioco visivo che ha l’intento di muoverci verso la manifestazione della nostra unicità.    Top long-sleeve alla raglan, collo alto con abbottonatura dietro e chiusura a goccia. Sviluppato e prodotto in Italia.   SBATTITI PRINT è una stampa grafica originale sviluppata da BOREDOM™STUDIO a Verona e prodotta da una piccola azienda Lombarda su tessuti di recupero. 
BANDO PER LA CONCESSIONE DEL CONTRIBUTO REGIONALE "BUONO-LIBRI E CONTENUTI DIDATTICI ALTERNATIVI". ANNO SCOLASTICO-FORMATIVO 2022-2023. Si rende noto che, con Deliberazione di Giunta Regionale n. 918 del 26/07/2022, sono stati fissati i criteri e le modalità di concessione del contributo regionale "Buono-libri e contenuti didattici alternativi" per l'anno scolastico 2022/2023. Possono chiederlo le famiglie: degli studenti residenti nella Regione del Veneto, che frequentano, nell’anno 2022-2023: - Istituzioni scolastiche: secondarie di I e II grado, statali, paritarie, non paritarie (incluse nell’Albo regionale delle “Scuole non paritarie”); - Istituzioni formative accreditate dalla Regione del Veneto che erogano percorsi triennali di istruzione e formazione professionale per il conseguimento della qualifica professionale e/o percorsi di quarto anno per il conseguimento del diploma professionale ai sensi dell'articolo 15 del D.Lgs. 17 ottobre 2005, n.226, compresi i percorsi del sistema duale attivati in attuazione dell’Accordo in Conferenza Stato-Regioni del 24/09/2015. che hanno il seguente ISEE 2021: - Fascia 1: da € 0 a € 10.632,94 – contributo massimo concedibile € 200,00, - Fascia 2: da € 10.632,95 a € 15.748,78 – contributo massimo concedibile € 150,00 L’importo effettivo del contributo sarà determinato sulla scorta dei suindicati importi massimi concedibili, in relazione al numero delle domande validamente presentate e in rapporto proporzionale alle risorse disponibili. Le domande devono essere presentate esclusivamente via WEB (http://www.regione.veneto.it/istruzione/buonolibriweb) dal 16/09/2022 entro il termine perentorio delle ore 12.00 del 17/10/2022, pena l’esclusione dal beneficio. Dopo aver presentato la domanda, è necessario portare in Comune la domanda firmata, l'ISEE 2022 e la documentazione fiscale comprovante la spesa dichiarata (scontrini e/o fatture) possibilmente su appuntamento. email: infodesk@comune.mussolente.vi.it - tel. 0424/578451 In alternativa è possibile inviare la documentazione tramite: - e-mail: cultura@comune.mussolente.vi.it - PEC: protocollo@pec.comune.mussolente.vi.it - raccomandata (al fine del rispetto del termine farà fede la ricevuta dell’ufficio postale accettante); Per ulteriori informazioni, consultate i documenti in allegato o rivolgetevi all'Ufficio Cultura e Pubblica Istruzione del Comune (tel. 0424/578442 - mail: cultura@comune.mussolente.vi.it) Chi non possiede un PC può utilizzare quelli a disposizione presso la Biblioteca comunale ESCLUSIVAMENTE SU APPUNTAMENTO - Via Firenze 11/A - telefonando al n. 0424/578480
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Date una buona occhiata a praticamente qualsiasi uccello terrestre maschio, come un gallo, un falco o anche un’aquila calva, e scoprirete che mancano di qualcosa che la maggior parte degli animali maschi attraverso la fecondazione interna che hanno. Un pene, per essere precisi. Gli uccelli terrestri maschi, con poche eccezioni (come gli struzzi, le anatre e le oche), non hanno organi sessuali esterni. Invece di utilizzare il loro pene per fecondare le uova della femmina durante l’accoppiamento, scaricano lo sperma direttamente nella cloaca della femmina (un’apertura utilizzata anche per espellere l’urina e le feci) (il gesto è noto come il commovente e romantico “bacio cloacale”). La base evolutiva per la mancanza di peni di questi uccelli è sconosciuta. Tuttavia, uno studio recente ha rivelato gli elementi genetici che impediscono agli uccelli terrestri maschi di sviluppare il pene quando invecchiano. I ricercatori dell’Università della Florida e di altre istituzioni hanno scoperto che la maggior parte delle varietà di uccelli terrestri hanno peni nelle loro prime fasi embrionali, secondo un rapporto pubblicato oggi in Current Biology. Poi, man mano che crescono, un gene chiamato Bmp4 fa partire una catena di segnali chimici che inducono le cellule del pene in crescita a morire e appassire. I ricercatori hanno studiato lo sviluppo embrionale di due tipi di uccelli terrestri che non hanno peni (polli e quaglie) con due specie di uccelli acquatici che hanno peni arrotolati che possono essere estesi, guidati da Martin Cohn e dalla studentessa laureata Anna Herrera (oche e anatre). Usando un microscopio elettronico, gli scienziati hanno scoperto che gli embrioni maschi di entrambe queste popolazioni possedevano precursori del pene nelle prime fasi dello sviluppo. Prima che il gene Bmp4 si attivi e faccia morire le cellule dell’embrione di pollo, un’immagine al microscopio elettronico del pene in crescita in un embrione di pollo (mostrato in rosa). Immagine per gentile concessione dell’Università della Florida, A.M. Herrera e M.J. Cohn. Il gene Bmp4 si attiva nelle cellule sulle punte dei peni in crescita nelle galline e nelle quaglie poco dopo. Questo gene causa la produzione di una proteina chiamata Bmp4 (proteina morfogenetica ossea 4), che fa morire le cellule in questa posizione in modo regolato. Il pene si riduce mentre il resto dell’embrione dell’uccello cresce, creando alla fine il piccolo proto-fallo visto sugli uccelli adulti. Per stabilire l’importanza del gene Bmp4, i ricercatori hanno interrotto il percorso di segnalazione chimica che causa la morte cellulare negli embrioni di pollo, e hanno scoperto che gli embrioni hanno sviluppato peni completi. Inoltre, i ricercatori hanno usato embrioni di anatra per intraprendere l’esperimento inverso, attivando artificialmente il segnale Bmp4 nelle cellule sulla punta del pene in via di sviluppo, e hanno scoperto che così facendo il pene ha smesso di crescere e svanire, proprio come accade nei polli. La maggior parte degli uccelli maschi, come i polli e le quaglie, non hanno il pene, mentre le anatre e le oche hanno peni arrotolati che possono raggiungere una lunghezza di 9 pollici. Quando non sono in uso, possono essere ritratti. Immagine per gentile concessione di Herrera et al. in Current Biology. L’assenza di peni nel genoma di questi uccelli non spiega quale vantaggio evolutivo possa fornire, ma i ricercatori hanno alcune teorie. Le anatre maschio, per esempio, sono note per forzare il sesso con le femmine; le femmine, d’altra parte, hanno una maggiore scelta sul loro destino riproduttivo poiché la maggior parte degli uccelli terrestri non hanno il pene. Questo potrebbe ipoteticamente permettere loro di essere più selettivi nella selezione del partner, ottenendo uomini di qualità superiore. Naturalmente, tutto questo può farvi dubitare se la ricerca dei peni mancanti degli uccelli sia effettivamente utile. Come evidenziato dopo il clamore per lo studio finanziato a livello federale sui peni delle anatre qualche mese fa, la ricerca su elementi apparentemente oscuri della biologia – e, in effetti, del mondo naturale nel suo complesso – può produrre vantaggi a lungo termine molto genuini per l’umanità. In questo scenario, una maggiore comprensione della genetica e dei segnali chimici necessari per la crescita dell’organo potrebbe avere implicazioni di vasta portata oltre il pene dell’anatra. Molti aspetti dello sviluppo embrionale, come il gene Bmp4 e la relativa proteina, sono evolutivamente conservati, il che implica che sono condivisi da una vasta gamma di specie, compresi gli uccelli e gli esseri umani. Così, studiare lo sviluppo embrionale di animali che sono molto distanti dall’uomo, come gli uccelli, potrebbe un giorno aiutarci a capire meglio cosa succede nell’utero degli embrioni umani, permettendoci di trattare le anomalie congenite e altre malformazioni. Giuliano Fresoni Dopo estenuanti ricerche sull’argomento prostata, penso di avere un’idea chiara in merito a cosa funziona e cosa non funziona per risolvere i problemi associati – in questo sito web il mio obbiettivo è quello di condividere informazioni utili, esperienza ed opinioni per aiutare gli uomini in difficoltà.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha rilevato che nel mondo, ogni anno, le morti per incidenti sul lavoro si attestano intorno ai 2,8 milioni; circa 400 milioni di lavoratori sono vittime di infortuni mortali e 2,4 milioni sono le morti causate da malattie professionali. Una stima reale del fenomeno non può essere eseguita a causa delle mancate denunce, e quindi calcolare gli impatti economici e sociali della salute e della sicurezza sul lavoro è estremamente difficile. Tuttavia, i dati forniti dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia fornisce un quadro abbastanza chiaro circa gli effetti sociali ed economici degli infortuni e delle malattie sul lavoro. I dati divulgati dall’Inail, relativi al 2007, presentano una situazione poco rosea anche nel nostro paese, in cui il danno economico e sociale provocato dagli infortuni ha sfiorato i 48 miliardi di euro. La commissione si è soffermata sulle molteplici implicazioni di questo fenomeno che toccano svariati ambiti. L’analisi dei dati è indispensabile per mettere in campo strategie che migliorino le condizioni di lavoro. Riguardo ai costi per le imprese, questi aumentano nel breve periodo e alla lunga diminuiscono anche i profitti per la mancanza di produttività dovuta alle assenze, alle misure per la riorganizzazione del lavoro e alla sostituzione del lavoratore. Sono soprattutto le piccole e medie imprese ad accusare gli effetti di questo fenomeno, infatti l’82% di tutti gli infortuni sul lavoro e il 90% degli infortuni mortali avvengono proprio all’interno di queste realtà. Per quel che concerne l’impatto sociale, esso può essere rintracciato negli effetti sulle abilità della persona vittima di infortunio nel portare avanti tanto le sue attività sociali quanto quelle lavorative. Gli effetti si estendono alla cerchia dell’interessato e in base al ruolo sociale che ricopre possono interessare anche altri contesti in cui si trova ad agire.
Scene obiettivamente belle, costose e importanti ma senza un significato preciso. Cos’è esattamente? Matrix, un manicomio? La Standa invasa da impiegati in vena di sciopero? Va bene così, è "moderno". L’ascensore va su e giù, non può far altro , via vai delle comparse. Appare la Netrebko, sfumazzante. Voce gonfiata oltre misura, a tratti sembra un tenore. Nell’aria d’entrata, affaticata, si ode una microstecca e il pubblico fa “buuu” alla fine, ricevendone da Lei in cambio una espressione a metà strada tra la stizza e il “chi se ne frega”. Luca Salsi si agita morchioso, cerca di creare accenti e colori aggiuntivi ma basterebbero sulla carta quelli previsti da Verdi. Nel 1 atto è vestito come Don Pasquale, in vète -de-chambre, l’ascensore continua a fare su e giù. Brutti i costumi, al punto da sembrare la Netrebko una domatrice del Circo Orfei , quasi la leggendaria Moira. La Netrebko prende troppi fiati, a volte si ode la presa di fiato al pari della nota musicale, effetto fastidiosissimo. Abdrazakov il migliore, ha classe , fraseggia con gusto, la voce è chiara ma ben emessa. Lo stesso il tenore Meli, che chiude benissimo la sua prima entrata. L’aria “La luce langue” viene eseguita dalla Netrebko in maniera verista, con clamorose note di petto che nel registro più grave si spengono nel nulla: è in fondo una Susanna che finge di cantare da soprano drammatico. Diciamo pure una SUPER- Susanna . Nel III atto il Coro assume definitivamente le sue movenze manicomiali. Il regista spiega in Tv e in Radio che quel Coro siamo tutti noi….in effetti viviamo in un manicomio a cielo aperto, ha perfettamente ragione a rappresentarci come una manica di dementi. Arrivano i Ballabili , splendidamente diretti da Chailly: buona l’idea di rimpiazzare il classico Corpo di Ballo dai cantanti stessi, anche se l’apparizione di Banco, ormai defunto è un pò fuori luogo. La Netrebko, novella Salomé, partecipa come può oggi alle danze e lo fa con il massimo impegno ma con effetto un pò triste. Sono lontani i tempi degli sfrenati balletti durante “Meine Lippen” , non resta che l’ombra di quella scatenata silfide. Mi commuovo nel vederla così, c’è un che di Sabba infernale. Salsi cerca di interpretare e lo fa con lena e impegno, ma la voce suona spesso chiusa tra naso e gola, motivo per cui i pochi acuti riservati a Macbeth suonano ovattati. Tentativo di "scopata" di ascensore tra Lady e il marito, non ben riuscito: sensualità ZERO, parevano due rinoceronti. La scena delle apparizioni è una seduta spiritica , buona intuizione di Livermore: Salsi un pò troppo sospiroso , la frase più bella dell’opera “Ah, che non hai tu vita” non ha l’efficacia dei Taddei, dei Bruson e dei Nucci. La Netrebko si riscatta sul Sonnambulismo e riguadagna punti risolvendo sul puro lirismo. Meli trionfa nella grande aria di Macduff, surclassando il secondo tenore nella cabaletta . Finale con Coro un pò stanco per tutta la ginnastica effettuata nei quattro atti . Applausi per tutti, fischi e contestazioni (quindi successo pieno) per la regia . Arrivederci e grazie. PESARO FESTEGGIA I 25 ANNI CON FLOREZ News Domenica 22 Agosto 2021 20:16 Pesaro 2021 . Juan Diego Florez , il più grande tenore belcantista dei nostri tempi, festeggia i 25 anni dal debutto a Pesaro e lo fa da par suo, esibendo la consueta forma vocale che è il felice connubio tra tecnica e stile. Il programma è, ça va sans dire, interamente rossiniano e circondato da alcuni ottimi colleghi Florez va a coronare un quarto di secolo all’insegna della grandezza . Quello che poteva e secondo me doveva essere un assoluto trionfo è in assai inficiato dalla parte protocollare , con le mascherine che appaiono e scompaiono a seconda dei casi, tristissimo orpello di questo 2021 che ci affretteremo a dimenticare il più presto possibile. Un piccolo inciso per non essere frainteso: chi scrive fa uso delle mascherine sanitarie da oltre 20 anni, utilizzate per viaggi in aereo e in treno o per non diffondere raffreddori e influenze varie, quindi non sono contrario, anzi . Quello che a mio avviso è insopportabile è la confusione italiana (degna di un finale primo di Italiana in Algeri) , per cui a tutt’oggi non si sa nulla di certo sulle cure, sui vaccini, sul virus stesso ma si assiste quotidianamente a una oscena passerella di scienziati televisivi e dibattiti che dicono tutto e il contrario di tutto. Vorrei che questo concetto fosse chiaro, molto chiaro, perché la baruffa tra no- e pro- genera grottesche sceneggiate da una parte e dall’altra, oltre a non risolvere nulla sotto il profilo sanitario. Ciò detto il plauso va tutto a Juan Diego Florez che ha eseguito da par suo la seconda aria di Idreno dalla Semiramide, con do diesis che erano folgori oltre alla fitta coloratura, e alcuni duetti e concertati dal suo repertorio d’elezione: Comte Ory, Matilde di Shabran, Viaggio a Reims. Per i suoi 25 anni a Pesaro avremmo desiderato un paio di arie in più …ma non si può avere tutto. Al suo fianco hanno brillato soprattutto Giorgio Caoduro, magnifico baritono di agilità nella difficile aria tratta dalla Gazzetta, e Pietro Spagnoli, perfetto nell’aria di Don Profondo dal Viaggio a Reims. Entrambi superlativi. Modesto il contributo del tenore Sergey Romanovsky che pur superando gli scogli della tessitura grave è naufragato nell’aria di Pirro dall’Ermione, steccando quasi tutti gli acuti. Peccato. Modesta anche la vocina esile di Marina Monzò che in tutti i suoi interventi ha svolto un compito molto scolastico e in alcuni casi insufficiente. Brava la Pluda nei suoi precisi interventi e gli altri solisti di contorno. Orchestra e Coro guidati da un giovane preciso , Michele Spotti, laddove però non basta solo la precisione ma occorre una verve più partecipe e soprattutto la scelta e il dosaggio dei colori nell’orchestra : la Sinfonia di Semiramide non può essere come quella dell’Italiana, allegra e cinguettante , ci vuole una differenziazione netta tra un’opera buffa e un’opera seria, altrimenti -come si dice a Roma: “è un cavolo e tutt’uno”. Pubblico gelido all’inizio, come purtroppo spesso succede (ci si va a divertire con la paura addosso dei vari TG MORTE) ma poi via via più caloroso, grazie all’esecuzione di alcuni brani trascinanti. Chiusura un pò scontata, senza bis, con il Guglielmo Tell, fine delle trasmissioni. TEARTRO VERDI di PISA: la NEW WAVE News Martedì 10 Agosto 2021 12:07 (in foto: Giuseppe Altomare, Tea Purtseladze, Dario Di Vietri, Gaetano Triscari) (il soprano Tea Purtseladze) Si è conclusa con grande successo di pubblico la produzione-lampo di Tosca al Giardino Scotto di Pisa. Vi sono varie ragioni , da direttore artistico, per essere più che soddisfatto e vorrei farvene partecipi con queste mie riflessioni. 1. Una sfida vinta. Al Giardino Scotto non si faceva opera da circa 40 anni, si trattava di ripristinare una situazione logisticamente nuova e irta di problematiche: un'infinità di cavi da portare ovunque, la sistemazione di luci e proiettori estremamente pericolosa in caso di acquazzone , l'organizzazione di palco e camerini non facile (anche se la presenza degli arsenali sotterranei , immensi, ha potuto rimediare all'assenza di veri e propri spazi per i camerini) , le soluzioni optate per l'acustica . Tutto ciò in un periodo funestato dalla pandemia e dai decreti relativi, l'organizzazione interna ha saputo fronteggiare benissimo ogni necessità, allestendo una infermeria per i tamponi rapidi all'interno dei sotterranei , comodissima per tutti. Sfida vinta dunque, e devo ringraziare per questo l'amministrazione comunale nella persona in primis di Maria Punzo, che si è letteralmente prodigata per la miglior riuscita dell'evento, oltre all'assessore alla cultura Pierpaolo Magnani, all'ufficio produzione con Vincenzo Toti e Manuela Papi costantemente al lavoro nonostante il periodo di ferie. Lo staff messo in piedi dall'ufficio produzione è stato ESEMPLARE: dal direttore di scena Lorenzo Giossi, perfetto, all'assistente Luca Corsi, immancabile e infallibile, alla maestra alle luci (e ai cannoni) Arianna, ai maestri collaboratori TUTTI, allo staff trucco parrucco sarte , impegnatissimi e instancabili. Con queste premesse faremo il prossimo anno un vero e proprio Festival, aggiungendo titoli e creando a Pisa un polo estivo straordinario. 2. Budget contenuto Alla base di ogni programmazione , oltre alle idee (e forse prima di quelle) ci vogliono i danari. Dura lex sed lex. Pisa al momento non dispone di fondi aggiuntivi provenienti da sponsorizzazioni private (diciamo pure che domina in città una certa tendenza a tener ben serrate borse e portafogli, quando si tratta di investire in Arte e Cultura). Abbiamo fatto tutto utilizzando il budget previsto per la normale stagione al chiuso, già al limite per il resto della programmazione (che da agosto a dicembre prevede la bellezza di 6 eventi operistici più concerti e serate speciali , mai successo prima nella storia del Teatro). Per restare nei limiti del budget bisogna operare una sorta di piccola rivoluzione e invertire le abitudini: a) diminuire il numero delle prove (non serve a nulla provare un mese di fila, occorrono prove razionali e giuste con gente che sa il fatto suo); b) rendere gli organici più razionali in modo tale da aumentare il lavoro durante l’anno per i musicisti , con più titoli, senza condensare tutto in un paio di situazioni in cui magari si è costretti a piazzare elementi in esubero nei palchi (soprattutto adesso in cui vige il distanziamento sociale) ; c) eliminare costi inutili di produzione, spese superflue dovute a regìe strampalate e stupidamente onerose facendo leva sulle risorse interne del teatro, che sono tante e tutte da scoprire (arredi, elementi scenici, costumi, attrezzeria); d) puntare sulla “tecnologia nella tradizione” , con progetti che seguano il rispetto dell’opera ma con l’impiego dei più innovativi mezzi tecnologici, senza faraoniche costruzioni sceniche (che andrebbero al macero dopo l’esecuzione). Con questo sistema una produzione costa la META’ rispetto a una dispendiosa “nuova produzione” , e con pari se non superiore effetto (se si è bravi). Per la Tosca abbiamo avuto il grande apporto di due valenti videomakers, Andrea e Matteo di Eventi e Cultura , che hanno dimostrato quanto contino la creatività e l'entusiasmo IN PRIMIS, affiancati da un professionista come Michele Della Mea alle luci, il quale in pochissimi giorni ha creato un gioiello. 3. Cast: non solo “nomi” ma soprattutto BRAVI Qui torno a un concetto che mi è particolarmente caro. Avere un NOME non significa necessariamente essere BRAVO: in un’epoca contraddistinta dall’uso spregiudicato della pubblicità e della comunicazione , molto spesso le due cose non coincidono. Chi è bravo sul serio , vocalmente e interpretativamente , può benissimo non avere il cosiddetto altisonante “NOME” e , viceversa, esistono parecchi “nomi” che sono tali ma non sono “bravi”. Compito di una direzione artistica seria e competente è quello di selezionare per i cast artisti in grado di eseguire la propria parte vocalmente e interpretativamente al meglio. Per questa ragione ho avviato una procedura di audizioni dedicate ai talenti , presenti o non presenti nei roster delle varie agenzie: i ruoli vengono assegnati in base alle caratteristiche ideali per ogni singola parte, dopo aver esaminato la vocalità, il colore , la capacità di saper cantare piano e non solo forte, lo stile, l’arte scenica, il TALENTO (che è quel “quid” che va al di là di ogni considerazione , o ce l’hai o non ce l’hai). Quindi largo a CHI MERITA perché è bravo. Sono particolarmente felice del cast di Tosca, che in sole 4 prove (!!!) ha dimostrato quanto sia importante il talento rispetto a tante chiacchiere: una protagonista proveniente dalla grande scuola georgiana, Tea Purtseladze , cioè da un paese in cui il Canto si studia sul serio nel prestigioso Conservatorio di Tbilisi. Il gusto di saper cantare piano e pianissimo dove richiesto (e Tosca è TUTTO un ricamo, non è opera da urlare) , legando , ponendo accenti drammatici per raggiungere quel “bel canto nel Verismo” che è il non plus ultra. Unendo a ciò una naturale avvenenza che, per un ruolo così carismatico, non solo “non guasta” ma è proprio richiesta. Una Tosca che è stata delicata e ferina , dolce , estremamente femminile (Tosca non è una virago ) , senza mai trascendere ma con le “lame” al loro posto. Al suo fianco sono particolarmente felice di aver avuto la disponibilità del tenore italiano Dario Di Vietri, che domina la tessitura pucciniana con una voce molto ampia e squillante, in cui l’asso nella manica è costituito da acuti solidissimi . Abbiamo sentito arrancare tenori conclamati su “La vita mi costasse” nel primo atto, sul “Vittoria , vittoria” nel secondo e persino nell’aria del terzo atto, trasformatasi in un terribile “e lucevan le steCCHe” , persino in teatri importanti. Di Vietri svetta con sicurezza e solo per questo è già una garanzia, ma sa anche giocare sui suoni più cordiali e si impegna a realizzare quelle nuances di cui la parte è disseminata. Il barone Scarpia era Giuseppe Altomare, un baritono elegante nella figura e roccioso nella vocalità, che sa risolvere nell’essenzialità del gesto , nella precisione e nella musicalità una parte così importante nella storia dell’Opera. Sono molto contento della sua calma e della sua professionalità, mi ci ritrovo appieno poiché a mio parere il Teatro è sovente ritrovo di schizzati : la calma , la riflessione, il contegno…portano ai migliori risultati. Per i ruoli minori (che non esistono: esistono solo grandi artisti o piccoli artisti) ho scelto un gruppo di cantanti dotati di importanti vocalità: Antonio Pannunzio, Spoletta di forte impatto e di pronto intuito scenico, Gaetano Triscari, una vera rivelazione come Sciarrone (poche frasi ma finalmente eseguite con la voce!) , giovane brillante e bravissimo anche scenicamente, Adriano Gramigni nella parte di Angelotti, anche lui molto giovane e presente vocalmente , senza dimenticare lo storico Sagrestano di Angelo Nardinocchi, cantore della Cappella Giulia in Vaticano, aduso a frequentare Papi e Cardinali e quindi particolarmente esperto nel muoversi all’interno di Sant’Andrea della Valle. A capo di tutto il maestro Hiro Yoshida, che ha portato una ventata di saggezza e calma giapponese, compiendo il miracolo con sole due letture e quattro prove (di cui una saltata per pioggia) assieme alla compagine Arché , che da circa 10 anni è attiva presso il Teatro Verdi. Ai signori musicisti dell’Orchestra e del Coro , capitanato dal maestro Bargagna (vecchia scuola, quella giusta) , un plauso e un ringraziamento particolare, perché non era facile eppure…si è giunti in porto alla grande. Ora: sotto con la Trilogia di Verdi per settembre e avanti tutta! TRAVIATA PANDEMICA, UN'OCCASIONE MANCATA News Venerdì 09 Aprile 2021 22:10 Non posso nascondere una profonda delusione dopo l’ascolto e la visione su Rai3 della Traviata realizzata all’Opera di Roma e appena trasmessa in differita. Martone, il regista, non ripete il buon risultato del precedente Barbiere di Siviglia , ma Rossini non è Verdi e dove la “folle journée” riesce a travolgere e coinvolgere tutto (e tutti) anche in casi tristi come il lockdown precedente, in Traviata il gioco non funziona se non si animano le due feste, se le luci sono mal disposte in molte scene (risultando talvolta buie e poco definite), se il dramma non riesce a risultare credibile a causa di talune strane isterie della protagonista , se la post produzione che pur dovrebbe assicurare una fattura più dinamica, estrosa, fantasiosa e tecnicamente coinvolgente, si riduce alla sola ripresa esterna del duello tra Alfredo e il barone (francamente kitsch) e della scontatissima festa del Bue grasso con poche comparse sulla strada che costeggia il Teatro, col passaggio degli autobus sullo sfondo. L' impressione è stata quella di una Traviata "pandemica" , dove alla tragedia si sostituiva il senso del macabro. Assai più riuscita a mio parere la meno strombazzata Traviata in streaming del Teatro Bellini di Catania, realizzata con mezzi infinitamente inferiori e con costi decisamente più contenuti. Alla fine ha trionfato il meraviglioso lampadario del Teatro, sfruttato in tutta la sua gigantesca magnificenza, fatto scendere giù dalla sua naturale collocazione e unica fonte di luce e di bellezza in uno spettacolo che, purtroppo, di bellezza non ha brillato. Peccato per questa occasione mancata, perché di idee carine ce n’erano anche: il duetto “Un dì felice” cantato sulle scale del teatro, le tele dipinte staccate una a una da Gérmont durante il duetto del II atto e che poteva rappresentare molto efficacemente i sogni di Violetta che si infrangono miseramente, la scena della Borsa veemente e con stacchi cinematografici giusti. Abbiamo trovato anche un piccolo plagio e cioè la fuga di Alfredo in carrozza durante la cabaletta “O mio rimorso” , un copia/incolla del famoso film di Patroni Griffi prodotto da Andermann con Josè Cura nella parte di Alfredo. Vorrei velocemente e pietosamente commentare la parte musicale, cercando di non infierire troppo . I cantanti hanno fatto tutto ciò che era nelle loro possibilità per tentare di non naufragare a causa della direzione schizofrenica del maestro Gatti, che sono certo darà il meglio di sé stesso nel prossimo incarico sinfonico presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Una direzione incomprensibile che ricalca quella già discutibile del Rigoletto ma peggiorando persino la situazione: tempi a volte lentissimi ( Preludio del I e III atto, aria di Alfredo, Coro delle Zingarelle, finale ) e improvvisamente rapidissimi , come l’assurdo “Dite alla giovine” , “Alfredo, Alfredo” , “Amami Alfredo”, che -è vero- in alcune edizioni rasentavano il fermo immagine ma che in questa hanno purtroppo ricordato Ridolini. Traviata non è opera facile da concertare e su tutti i direttori aleggia il fantasma di Toscanini e di quella, invero brutta (a mio giudizio) edizione radiofonica. Ma qui si è raggiunto un nuovo record negativo e i solisti sono stati messi più volte in difficoltà. Credo anche che la resa audio abbia nuociuto non poco e ne parlò molto dettagliatamente il tenore Saimir Pirgu in Barcaccia, un paio di settimane fa, lamentando l’enorme fatica per raggiungere un livello ottimale. Qualcuno poi dovrà spiegare PERCHE' il Marchese rivolgendosi a Flora durante la festa dice testualmente "CHE DIAMCIN vi pensate, l'accusa è falsità" invece di "CHE DIAMIN" , trasformando un evidente e famoso errore di stampa della Ricordi (DIANCI è scritto, invece di DIAMIN) in un nuovo testo italo-cinese , scritto persino nei sottotitoli! Lisette Oropesa non mi è parsa in gran forma: una voce troppo leggera sebbene controllata da una solida tecnica, con un vibrato eccessivo in molti passaggi tanto da sfiorare il tremolo, mi bemolle francamente inutile se così eseguito, meglio nel secondo atto ma decisamente debole nella lettura della lettera e nell’Addio del passato dove i “zum zum” degli archi bassi che dovrebbero essere delicatissimi venivano paurosamente amplificati dal missaggio e rievocavano i fasti della Banda di Conversano. Pirgu ha cantato molto bene la cabaletta , la scena della Borsa e l’atto finale, dove appoggiava la voce senza spoggiare i suoni per non urtare il microfono , ma tutte le volte che “accennava” perdeva di autorità e dava l’effetto della candela quando, esaurita la cera, si squaglia sul suo supporto. Frontali ha sostenuto la parte con autorevolezza e vigore, a parte qualche piccolo slittamento di intonazione qua e là. Mi è piaciuta moltissimo Annina, Angela Schisano,voce timbricamente migliore rispetto alla stessa Violetta e il Giuseppe puntuale di Michael Alfonsi. Un velo si stenda sugli altri, lodando ovviamente il loro impegno. La consueta domanda: perché direttore e orchestra con mascherine? Non avevano fatto i tamponi? Risultavano contagiosi? Sono i misteri della fede sanitaria che prima o poi (o forse mai) qualcuno ci svelerà. Coro e Orchestra sono oggi tra i migliori in Italia e molti assoli sono stati di pregevolissima fattura. Risale il lampadario , speriamo che illumini presto una sala con poltrone, spettatori in carne e ossa e congiunti nei palchi, almeno al 60% della capienza come pare si voglia fare a breve.
Martedì 7 dicembre abbiamo siglato l’accordo ufficiale per l’apertura di un nuovo Point Acrobatico nell’area di Garda Ovest. A entrare nella Famiglia Acrobatica è Alessandro, titolare di un’agenzia immobiliare, che ha deciso di sposare questo progetto e di lanciarsi in questa nuova e sfidante avventura imprenditoriale, con il supporto di EdiliziAcrobatica che, con più di 100 sedi operative in Italia, Francia e Spagna, lo potrà supportare al meglio con tutto il Know-How necessario per vincere. Un’avventura che inizia a Desenzano, la città dove ha scelto di aprire il suo Point. E che ha come obiettivo concreto la creazione, sul territorio, di nuovi posti di lavoro e, naturalmente, di un nuovo servizio edilizio, utile a chiunque viva in (o graviti intorno) a un edificio. Con l’esperienza e l’attenzione al cliente che contraddistinguono EdiliziAcrobatica e i vantaggi innegabili delle ristrutturazioni su corda, i cittadini dell’area di Garda Ovest potranno avvalersi di molte opportunità interessanti, tra nuovi e vantaggiosi servizi edili e la creazione di posti di lavoro (in particolare per muratori, geometri, architetti e ingegneri del territorio). Una bella e nuova sfida per Alessandro, a cui abbiamo fatto alcune domande farci dire qualcosa in più sulla sua scelta imprenditoriale. Intanto scopriamo qualcosa di più su di te: età, formazione, esperienza e naturalmente… hobbies e passioni! Raccontaci. Anni 31, sposato, con un figlio di 3 anni e una di 1 mese. Ho studiato al liceo scientifico e poi ho conseguito la laurea in ingegneria edile. Ho lavorato un anno come Ingegnere, cambiando diverse posizioni ,con l’obiettivo di imparare il più possibile, con due progetti alternativi: o scalare una grande società di ingegneria o fondare uno studio mio. Dopo aver cambiato 5 diversi studi di architettura e ingegneria, alcuni anche prestigiosi, ho capito che in questo settore non avrei mai avuto la possibilità di guadagnare abbastanza da comprarmi una casa e avere una famiglia prima dei trent’anni. Così ho deciso di prendermi una pausa dal mio settore e ho provato a lavorare nell’agenzia immobiliare di famiglia. Mi ci è voluto poco per capire che in questo settore invece c’erano delle opportunità pazzesche che attendevano soltanto di essere colte, così, con l’aiuto ed il sostegno di mio padre, mi sono applicato e ho industrializzato ed ingegnerizzato i processi dell’agenzia immobiliare portando la nostra Srl da 2 a 27 collaboratori in 4 anni e registrando circa un + 1000% in termini di fatturato. Ora sto avviando parallelamente altre imprese per creare sinergie e fare business sul territorio Perché hai scelto di aprire un franchising point di EdiliziAcrobatica? E cosa ti ha attratto maggiormente nell’offerta di EdiliziAcrobatica? Dovevo costruirmi casa e dopo aver visto un paio di preventivi di imprese ho detto: ”con questi prezzi meglio aprirne una!” così ho cominciato a cercare qualcuno che mi vendesse il know-how per farlo. Così, cercando, ho conosciuto EdiliziAcrobatica, che però non decisamente nulla a che fare con l’impresa tradizionale. Tuttavia ho visto una ditta che è riuscita a scavarsi una nicchia facendo dei lavori che i clienti richiedono e che i competitor non forniscono. E la parte migliore è che lo fanno con alta marginalità, ma con costi bassi. Praticamente un sistema che appaga l’investitore, soddisfa il cliente, non danneggia la concorrenza e dà un’ottima retribuzione e formazione agli operai. Quale sarà, secondo te, il contributo che darai alla realtà imprenditoriale del tuo territorio? Per quanto abbia subito adorato il sistema EA per me la condizione era una: essere sul nostro territorio. Sarei potuto andare a lavorare e vivere a Milano o all’estero, ma ho sempre scelto di stare a casa mia, sul lago di Garda, la terra che amo. Se da tutto il mondo vengono qua, perché dovrei andare via io? E così ora rendiamo questo posto ancora più bello, sistemando qualche facciata. Consiglieresti ad altri, ovviamente in altre parti d’Italia, di fare la sua stessa scelta e di aprire un franchising point Acrobatico?
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Modalità di trattamento e tempi di conservazione dei dati I dati raccolti saranno trattati mediante strumenti elettronici o comunque automatizzati, informatici e telematici, o mediante elaborazioni manuali con logiche strettamente correlate alle finalità per le quali i dati personali sono stati raccolti e, comunque, in modo da garantire in ogni caso la sicurezza dei medesimi. I dati vengono conservati per il tempo strettamente necessario alla gestione delle finalità per le quali i dati stessi sono raccolti nel rispetto delle norme vigenti e degli obblighi di legge. In ogni caso i titolari praticano regole che impediscono la conservazione dei dati a tempo indeterminato e limita quindi il tempo di conservazione nel rispetto del principio di minimizzazione del trattamento dei dati. 5. Soggetti autorizzati al trattamento, responsabili e comunicazione dei dati Il trattamento dei dati raccolti è effettuato da personale interno di Associazione Oshoba e Zen Promotion a tal fine individuato e autorizzato del trattamento secondo specifiche istruzioni impartite nel rispetto della normativa vigente. 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Sento il bisogno di dare il mio saluto al Signor Sindaco, eletto da poco ma già con questo “carico” di curare e avere attenzione per tutti i cittadini; ma anche a padre Piero, che da qualche anno ha seminato, e tanti frutti non vede perché è un uomo di speranza e ne vuol vedere ogni giorno sempre di più. Grazie, padre Piero. Grazie, signor Sindaco. Grazie a tutte le autorità civili e militari. Mi accodo – o meglio confermo – a tutti i ringraziamenti espressi dal Direttore dell’Ufficio Tecnico e dall’impresa: dall’operaio più semplice o manovale fino al progettista o direttore dei lavori o ai nostri uffici tecnici; anche a chi, insieme con padre Piero e su sua idea progettuale, ha voluto dare le finiture e proporre l’arredo sacro – che poi non è “arredo” ma la parte principale della vita della chiesa – cioè il crocifisso, l’ambone e l’altare, dove si celebra il sacrificio, ovvero l’architetto Sciotto con tutti gli altri collaboratori. Devo dire, veramente un “gioco di squadra”! E se si tratta di un “gioco” è fatica perché si lavora, ma esprime la gioia del cuore, proprio perché ci si apre al servizio a favore di tutti i fedeli che oggi qui sono convenuti e che in questo quartiere vivono. Vorrei mettere in evidenza alcuni aspetti, in maniera breve. In modo particolare, intendo sottolineare che cos’è una chiesa. La chiesa è la casa del Signore, dove “abita” il Signore; è la casa di Dio. Ecco perché la ditta Baglione è così orgogliosa: perché ne hanno fatto case per gli uomini, a non finire; forse anche una strada per camminarci su… ma addirittura avere il privilegio di aver dato una casa al buon Dio… è una cosa bella! Anche perché quella casa, fatta per il Signore, è casa per tutti coloro che sono membra vive del corpo di Cristo, cioè tutti i fedeli battezzati. È casa che accoglie Gesù in tutti i suoi membri, ma anche che “allarga il cuore” – come dice papa Francesco nell’ultima enciclica – perché tutti siam chiamati ad essere fratelli. La casa di Dio, in un territorio e in un quartiere, è un luogo significativo e identitario, di aggregazione, che consente ad una popolazione di prendere coscienza di essere popolo che si appartiene l’un l’altro, che può scoprire la bellezza della propria identità solo attraverso la fraternità e la comunione con il Signore per i credenti, e la fraternità e la comunione con tutti quelli che il Signore mette sul nostro cammino e comunque vivono in questa “casa dalle porte aperte”, in questa “casa allargata”. Parlerò un po’ di me, ma in quell’esperienza che ho vissuto e che prima di diventare Vescovo mi ha appassionato (e voi ve ne siete accorti di quanto ero appassionato per le cose dette con simpatia e fermezza!) ho capito che un elemento importante è l’identificazione del luogo di culto. Una chiesa non si confonde con un albergo, una sala da ballo o un centro commerciale… si deve identificare per quello che è: casa di Dio! E chi è che la identifica, solo l’arredo interno ed esterno? La identifica il popolo santo di Dio che, incontrando Gesù nel luogo costruito come chiesa, comincia a sognare di incontrare Gesù in quella che è la “Chiesa dalle porte aperte”, cioè al di fuori di essa, nella carità e nella testimonianza. Ciò che è stato nutrimento e fonte di vita venendo verso Gesù, ascoltando la sua Parola, diventi fortemente testimonianza ed annuncio. Per questo abbiamo pensato ad una chiesa che fosse un luogo da poter chiaramente identificare. Si riconosce anche da lontano, si intercetta anche dall’asse viario. E se per fare atterrare gli aerei sono necessarie le torri di controllo e per far entrare le navi in porto occorrono i fari rossi e verdi, per incontrare il Signore è necessario che ci sia un punto ben preciso, visibile; e quella visibilità ha bisogno di diventare luogo di incontro e, da lì, una opportunità di annuncio e testimonianza. Questa chiesa è la casa di questo quartiere, un quartiere in espansione. Dal punto di vista urbanistico? Riguarda l’ufficio comunale. Dal punto di vista infrastrutturale? Riguarderà l’amministrazione comunale. Come luogo di crescita della vita nella dignità della persona umana e nel rispetto delle persone, luogo che si possa caratterizzare con una sua identità? Questo compito, in modo particolare, riguarda il parroco, i suoi fedeli e tutti coloro che qui si mettono in ginocchio davanti a Gesù per scoprire la bellezza dell’amore di Dio e contagiare di amore tutti coloro che stanno attorno a questa casa. Cosa possiamo chiedere ancora al Signore? Quello che la parola di Dio oggi ci ha detto: che questa comunità diventi, in maniera un po’ metaforica, “luogo di culto”. Questa comunità sia fatta da veri adoratori in spirito e verità. Abbiamo ascoltato il brano della Samaritana che è una grande provocazione. Noi abbiamo bisogno di luoghi di culto nei quali adorare Dio: un monte, a Gerusalemme… ma gli adoratori adoreranno Dio in spirito e verità! Vedete come si fa forte, impellente e urgente, senza perdita di tempo, con entusiasmo e gioia, la necessità di dare testimonianza alla verità, a Gesù. Perché la verità non è quella che ricercano i giudici nei tribunali e che a volte risulta falsata; né tantomeno quella che offrono gli storici che talvolta pensano di esaltare se stessi dicendo quanto sono dotti e conoscitori. La verità non è oggetto di studio, né è il risultato di una ricerca. La verità ha un nome ed è una persona, è colui che rispecchia pienamente il volto di Dio, e questa persona si chiama Gesù: «Io sono via, verità e vita». Dove insiste un luogo di culto? In mezzo alle vie. Volete che queste vie diventino un labirinto? O che queste vie abbiano un punto di riferimento che illumina e dà senso ogni cammino? Come bisogna camminare, brancolando? Cercando verità che poi sono né più né meno surrogati di vita? Vogliamo adorare Gesù ritagliando una fetta di tempo e uno spazio fisico dove “addormentare” il nostro cuore? No, l’incontro con Gesù ci sveglia, non ci addormenta. Non è un’attività di ipnosi, ma una provocazione continua dove il dono di grazia provoca in noi il dono di generare vita nuova. Signor Sindaco, c’è bisogno di generare vita nuova in questo quartiere? Cittadini… o meglio fedeli, c’è bisogno di generare vita nuova? Ma non era Gesù che era “via, verità e vita”? Siete capaci di venire a pregare, ad attingere qui, a nutrirvi dell’eucaristia, della parola di Dio e contagiare attorno per ridare splendore, per far sentire questo luogo come un luogo che genera vita nuova in tutto questo territorio e anche oltre, attraverso un’esperienza di fraternità che papa Francesco guarda nello splendore della sua universalità? «Io sono via, verità e vita». Dove bisogna adorare Dio in spirito e verità? Questa chiesa deve diventare il luogo – non il mito di avere il giocattolo più bello sul territorio come manufatto – e l’opportunità di quest’incontro continuo con il Signore, altrimenti continueremo a brancolare nel buio, non troveremo Gesù che è luce per noi. Noi oggi consacreremo questo luogo. Mi piacerebbe se, quando ungo l’altare, ognuno di voi si sentisse unto e crismato dall’amore di Dio, come se quest’unzione di altare richiamasse un po’ in ognuno di noi quello che gli apostoli e i padri ci hanno insegnato. Che quest’altare possa diventare il simbolo vero di Gesù, che è vittima e altare al contempo; e se noi siamo membra vive del Signore, il profumo di incenso possa scaturire da noi perché stiamo bruciando e ci stiamo “consumando”, offrendo la nostra vita. Questo è il senso del profumo. E possiamo farlo solo con Gesù, come membra vive del corpo di Cristo, e diventare – nella preghiera “principe” di ringraziamento che è la preghiera eucaristica – insieme con lui, altare sacrificale e offerta. Ho benedetto i fedeli, ho benedetto le mura, consacreremo l’altare… ma siamo noi che ci consacriamo su quell’altare, insieme a Gesù! Facciamo il nostro proposito di dire: sì, Signore, noi vogliamo arredare questa casa con il dono della fraternità nella quale, in Cristo, tu ci hai chiamato. Vogliamo che la nostra vita sia “ambone” dal quale si annuncia la tua parola. Vogliamo che la nostra vita sia “altare” sul quale la nostra vita si offre totalmente. Che il “battistero” sia il luogo in cui inizialmente ci immergiamo totalmente nella tua vita o ci lasciamo bagnare e rivestire totalmente da te, indossando quella veste candida che è lavata dal sangue dell’Agnello, per diventare offerta pura, santa e gradita a Dio. Non per l’aspetto del sacrificio, ma per la gioia dell’offerta. E allora i nostri piccoli sacrifici, i momenti bui della nostra vita, le difficoltà che incontriamo… ci scoraggiano? Ci deprimono? Soffocano la speranza? Per il cristiano non può esserci spazio per questo, ma la perenne certezza che l’incontro con Gesù dà forza e vita nuova e noi, membra vive del suo corpo, diventiamo portatori di questa esperienza di grazia e di fedeltà dell’amore di Dio. Ecco cosa significa essere Chiesa e fare della nostra vita un luogo abitato da Dio. Voi siete dimora dello Spirito Santo, siete dimora e casa di Dio. Se Dio abita in noi, oggi non stiamo consacrando solo la chiesa della Trasfigurazione ma, aprendo il cuore assieme a Gesù, ci stiamo trasfigurando per trasfigurare come pienezza di luce tutte le case e le famiglie che, attorno a questo luogo, troveranno l’opportunità e la gioia per condividere il suo amore con i fratelli.
Da Ugo Maria Tassinari Pubblicato il 18 Febbraio 2015 Scritto in la battaglia della memoria Nessun commento Tagged with antonella beccaria, filippo ceccarelli, giovanni bianconi, paolo persichetti, perdono, pista palestinese, riconciliazione, sandro padula, testimoni, ugo maria tassinari Questa lettera di ringraziamento l’ho tenuta qualche giorno “in caldo”. Perché mi sento sempre più inadeguato a sostenere la sfida intellettuale che ogni volta mi ripropongo Anna Di Vittorio e GianCarlo Calidori. Perché fatico a trovare le parole giuste che … Strage di Bologna: Anna Di Vittorio e Giancarlo Calidori rendono grazie Continua a leggere » Sono nato a Napoli nel 1956 e cresciuto a Posillipo. Proseguendo la lunga marcia in direzione sud, mi sono trasferito recentemente da Potenza a San Marco Argentano. Sposato da 40 anni, ho una figlia e due nipoti. Sono sempre stato infedele alla professione giornalistica che esercito da 35 anni e mi definisce nella carta d'identità: ho praticato la ricerca storica, l'insegnamento scolastico e universitario, la formazione dei giornalisti sulle nuove tecnologie digitali. Per 15 anni ho lavorato nei quotidiani locali napoletani (tutta la trafila al Giornale di Napoli, poi redattore capo al Mezzogiorno e Cronache di Napoli, capocronista a Senza Prezzo). A fine secolo la svolta, con l’arrivo a Potenza per dirigere la Nuova Basilicata. Negli ultimi quindici anni il principale impegno professionale è stata la comunicazione istituzionale. Ha curato l’ufficio stampa dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo, che ha conquistato nel 2013 l’Oscar della Pubblica Amministrazione per la sanità pubblica, assegnato dalla Ferpi. Nel 2019 ho lavorato e vissuto a Matera capitale europea della cultura Ho continuato a esercitare il giornalismo collaborando con diverse testate web nazionali (Misteri d’Italia, Notte Criminale, Tiscali.it) e scrivendo centinaia di articoli per i miei blog Fascinazione e L’alter Ugo di destra radicale, terrorismo nero, criminalità organizzata e memoria degli anni 70. Sono stato ospite di numerose trasmissioni radiotelevisive e intervistato decine di volte da quotidiani nazionali e produzioni video. Oltre ai testi sulla “fascisteria” (il titolo del suo libro più noto è oggi un nuovo lemma della Treccani) ho pubblicato volumi sul ‘68 (con Oreste Scalzone), sul terrorismo religioso in Usa, sulla lotta di Scanzano (con José Mazzei), sulle rivolte in Basilicata, sulle sette assassine, sulla vita di Antonio Luongo. Cerca per: L'alter-Ugo è la superfetazione del blog Fascinazione, chiuso alla fine di febbraio 2013, quando ha superato il milione di visitatori e poi riaperto e affidato alla cura del discepolo più devoto. Perché 25 anni di ricerca e osservazione sulla fascisteria bastano e avanzano anche a un maniaco compulsivo come me. Questo sito si occuperà ancora di politica e movimenti sociali ma offrirà pure una robusta documentazione d'archivio delle mie precedenti attività giornalistiche e costituirà lo snodo per accedere a tutti i miei canali del web 2.0 (blog, anobii, youtube, flickr)
Il 20 ottobre apre le sue porte in Calabria FaRo – Fabbrica dei saperi a Rosarno, tra i cinque selezionati con l'edizione 2017 del bando culturabilty – rigenerare spazi da condividere, che ha contribuito a trasformare l'ex mediateca comunale in un centro di formazione, produzione e accesso alla cultura con servizi utili e nuovi per la cittadinanza. FaRo nasce da un'idea di Erica Astolfi, Angelo Carchidi, Francesco Gaglianese, Maria Carmela Greco ed Ettore Guerriero con la collaborazione di Antonella Agnoli, con l'intento di creare nuovi spazi di comunità a base culturale a partire da un percorso innovativo che coinvolga realtà locali e nazionali: cittadini, associazioni e istituzioni. Nel 2017, il team, riunitosi poi attorno alla Cooperativa Kiwi, ha partecipato alla call promossa dalla Fondazione Unipolis, ottenendo un contributo di 50 mila euro e un percorso di accompagnamento per affinare la proposta e arrivare alla riapertura dello spazio a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. Il progetto è inoltre presente all'interno di Arcipelago Italia la mostra curata da Mario Cucinella per il Padiglione Italia alla Biennale di Architettura di Venezia 2018. Tre gli ambiti di intervento previsti: Mediateca, Piazza e Fabbrica. Un luogo dove creare, leggere un libro, ascoltare musica, vedere un film, partecipare a laboratori e stare assieme. Un'offerta culturale multiforme, che nasce da un processo avviato con Kiwi, deliziosa guida di Rosarno, guida turistica e racconto di comunità scritto da cittadini, professionisti, studiosi e viaggiatori. In occasione dell'apertura, sabato 20 ottobre è in programma una grande festa cittadina dal titolo Ora si che faro! che prenderà il via alla mattina con un grande foglio bianco a disposizione dei più piccoli, da riempire con disegni e testi per immaginare la città del futuro. Nel pomeriggio la musica della Banda Giovanile di Laureana anticiperà l'inaugurazione degli spazi rigenerati. Interverranno il Sindaco della Città di Rosarno Giuseppe Idà, l'assessore regionale al lavoro e welfare Angela Robbe, il consigliere regionale Giovanni Arruzzolo, l'assessore alla cultura del comune di Lecce Antonella Agnoli e il professore di sociologia urbana all'Università di Catania Carlo Colloca. La festa proseguirà con il concerto dei Savant, alternative band rock. Il percorso di rigenerazione è realizzato in collaborazione con il Comune di Rosarno, del Museo Archeologico di Medma, Legacoop Calabria, Associazione Tuo Museo, Coccole Books, Associazione Gutenberg e l'Accademia Musicale Medmea. JavaScript non è abilitato nel browser. Attivare JavaScript e riprovare. JavaScript non è abilitato nel browser. Attivare JavaScript e riprovare. A Rosarno apre FaRo con culturability A Rosarno apre FaRo con culturability 17/04/2018 22:00:00 Stories 2018-04-17T22:00:00.0000000Z https://culturability.org/notizie/a-rosarno-apre-faro-con-culturability 13/03/2020 14:38:07 0 28516 Chi siamo Bandi News Eventi Stories Partner Contatti Torna alle notizie Torna alle notizie Il 20 ottobre apre le sue porte in Calabria FaRo – Fabbrica dei saperi a aspx 2335 html False aspx <img alt="" src="/PublishingImages/News/5.png" style="BORDER:0px solid;" /> Il 20 ottobre apre le sue porte in Calabria FaRo – Fabbrica dei saperi a Rosarno, tra i cinque Nasce Kiwi, la cooperativa che crea spazi di comunità a Rosarno Nasce Kiwi, la cooperativa che crea spazi di comunità a Rosarno 06/11/2017 23:00:00 Stories 2017-11-06T23:00:00.0000000Z https://culturability.org/notizie/nasce-kiwi-la-cooperativa-che-crea-spazi-di-comunita-a-rosarno 16/03/2020 11:51:41 0 28480 Chi siamo Bandi News Eventi Stories Partner Contatti Torna alle notizie Torna alle notizie Si è costituita la scorsa settimana in Calabria Kiwi, la cooperativa che aspx 2920 html False aspx <img alt="" src="/PublishingImages/News/18.png" style="BORDER:0px solid;" /> ​Si è costituita la scorsa settimana in Calabria Kiwi, la cooperativa che gestirà FaRo – Fabbrica dei saperi a Rosarno I 15 finalisti di #culturability4 L'intervista a FaRo I 15 finalisti di #culturability4 L'intervista a FaRo 02/08/2017 22:00:00 Stories 2017-08-02T22:00:00.0000000Z https://culturability.org/notizie/i-15-finalisti-di-culturability4-lintervista-a-faro 17/03/2020 10:23:41 0 28459 Chi siamo Bandi News Eventi Stories Partner Contatti Torna alle notizie Torna alle notizie Scheda del progettoSegui FaRo su FacebookScopri i 15 finalisti aspx 1979 html False aspx <img alt="" src="/PublishingImages/News/31.png" style="BORDER:0px solid;" /> Riaprire la mediateca comunale di Rosarno, chiusa di recente dopo 16 anni di attività, per trasformarla da semplice spazio di consultazione a centro di formazione, produzione e accesso alla cultura e all’informazione, offrendo servizi utili e nuovi per la cittadinanza.
SIAMO MADE IN ITALY: Procuriamo, creiamo e produciamo capi di abbigliamento, interamente in Italia, per alcune delle più rinomate case di moda del mondo. PORTIAMO AVANTI LA TRADIZIONE SARTORIALE ED ARTIGIANALE: da oltre vent’anni. IL NOSTRO TEAM OFFRE SUPPORTO TECNICO E CREATIVO DI ALTISSIMO LIVELLO: Lavoriamo per far diventare realtà le vostre idee, grazie anche alla nostra consulenza creativa e avvalendoci delle migliori tecnologie presenti sul mercato. CREDIAMO NEL LAVORO DI SQUADRA E NELLA CREATIVITÀ: Lavoriamo fianco a fianco con voi, contribuendo a perfezionare il vostro lavoro. APPREZZIAMO LA RICERCA E L’INNOVAZIONE: Siamo sempre alla ricerca di soluzioni innovative per rendere il vostro concetto esteticamente impeccabile e pratico. ADOTTIAMO PRATICHE TRASPARENTI: La nostra priorità è mantenere una comunicazione chiara e trasparente, in modo da poter sempre soddisfare le vostre aspettative. GARANTIAMO PRIVACY E RISERVATEZZA: La privacy e la riservatezza sono essenziali per noi di Rebby. Abbiamo adottato un Codice Etico i cui valori sono condivisi tra dipendenti, management e fondatori. SUPPORTIAMO LA SOSTENIBILITÀ: Il rispetto per l'ambiente e un uso efficiente dell'energia fanno parte delle nostre attività quotidiane. In Rebby abbiamo a cuore le generazioni future. EREDITÀ L'importanza di preservare il patrimonio, le tradizioni e il know-how è uno dei punti di differenziazione di Rebby. Ogni persona e collaboratore è per noi un pezzo fondamentale del nostro metodo, dove, il lavoro di squadra e la creatività sono una parte fondamentale. Siamo orgogliosi della nostra qualità artigianale eccellente e ci assicuriamo di applicare gli stessi standard qualitativi in ogni lavoro che portiamo avanti. Via Caozocco, 21 31020 San Zenone degli Ezzelini TV Phone: +39 0423 969708 Email: info@rebbycs.com Privacy policy - ITA Privacy policy - EN Codice etico ed ambientale - Enviromental and ethics policy Visit our FacebookVisit our Instagram Copyright 2020 REBBY CLOTHING SERVICE S.N.C. di Rebesco Silvia & C. | P. IVA: IT03498090269 | Realizzato da Simone Marcon linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram
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