Search is not available for this dataset
text
stringlengths 444
83.8M
| language
stringclasses 2
values | celex
stringlengths 10
23
|
---|---|---|
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>8.12.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 333/30</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2016/2147 DELLA COMMISSIONE
del 7 dicembre 2016
che autorizza un aumento dei limiti di arricchimento del vino prodotto con uve raccolte nel 2016 in alcune regioni vinicole della Germania e in tutte le regioni vinicole dell'Ungheria
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l'articolo 91,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'allegato VIII, parte I, sezione A, punto 3, del regolamento (UE) n. 1308/2013 stabilisce che, negli anni caratterizzati da condizioni climatiche eccezionalmente sfavorevoli, gli Stati membri possono chiedere che i limiti dell'aumento del titolo alcolometrico volumico (arricchimento) del vino siano innalzati di una percentuale massima dello 0,5 %.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Germania e l'Ungheria hanno chiesto un aumento dei limiti di arricchimento del vino ottenuto da uve raccolte nel 2016 poiché, durante il periodo vegetativo, le condizioni climatiche sono state eccezionalmente sfavorevoli. L'Ungheria ha presentato tale richiesta per tutte le sue regioni viticole. La Germania ha chiesto l'aumento dell'arricchimento unicamente per i vini ottenuti da varietà di uve da vino rosso per le regioni di Baden, Ahr, Mittelrhein, Mosel, Nahe, Pfalz, Rheinhessen e Württemberg.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>A causa delle condizioni climatiche eccezionalmente sfavorevoli verificatesi nel 2016, i limiti fissati per l'aumento del titolo alcolometrico naturale nell'allegato VIII, parte I, sezione A, punto 2, del regolamento (UE) n. 1308/2013 non consentono, in alcune regioni viticole, di ottenere, utilizzando tutte o alcune varietà di uve, vini con un titolo alcolometrico totale adeguato per i quali esisterebbe, in linea di massima, una domanda di mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È pertanto opportuno autorizzare l'aumento dei limiti di arricchimento del vino ottenuto da tutte o da alcune varietà di uve da vino raccolte nel 2016 nelle regioni viticole della Germania e dell'Ungheria.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato per l'organizzazione comune dei mercati agricoli,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
In deroga all'allegato VIII, parte I, sezione A, punto 3, del regolamento (UE) n. 1308/2013, nelle regioni viticole, o in una loro parte, elencate nell'allegato del presente regolamento, e per tutte o per alcune varietà di uve da vino precisate nello stesso allegato, l'aumento del titolo alcolometrico volumico naturale delle uve fresche raccolte nel 2016, del mosto di uve, del mosto di uve parzialmente fermentato, del vino nuovo ancora in fermentazione e del vino ottenuti dalle uve raccolte nel 2016, non può superare i seguenti limiti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>3,5 % vol. nella zona viticola A di cui all'appendice I dell'allegato VII del regolamento (UE) n. 1308/2013;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>2,5 % vol. nella zona viticola B di cui all'appendice I dell'allegato VII del regolamento (UE) n. 1308/2013;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>2,0 % vol. nella zona viticola C di cui all'appendice I dell'allegato VII del regolamento (UE) n. 1308/2013.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 7 dicembre 2016
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
ALLEGATO
Varietà di uve da vino e regioni viticole o loro parti nelle quali è autorizzato un aumento del limite di arricchimento a norma dell'articolo 1
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Stato membro</p></td><td><p>Regioni viticole o loro parti (zone viticole)</p></td><td><p>Varietà</p></td></tr><tr><td><p>Germania</p></td><td><p>Regione viticola Baden (zona B)</p></td><td><p>Tutte le varietà di uve da vino rosso autorizzate</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Ahr (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Mittelrhein (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Mosel (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Nahe (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Pfalz (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Rheinhessen (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Regione viticola Württemberg (zona A)</p></td></tr><tr><td><p>Ungheria</p></td><td><p>Tutte le regioni viticole (zona C)</p></td><td><p>Tutte le varietà di uve autorizzate</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32016R2147 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>31.10.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 311/54</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE 2014/751/PESC DEL CONSIGLIO
del 30 ottobre 2014
che modifica la decisione 2010/573/PESC, concernente misure restrittive nei confronti della dirigenza della regione transdnestriana della Repubblica moldova
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 29,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 27 settembre 2010 il Consiglio ha adottato la decisione 2010/573/PESC<a> (<span>1</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>In base a un riesame della decisione 2010/573/PESC, è opportuno prorogare le misure restrittive nei confronti della dirigenza della regione transdnestriana della Repubblica di Moldova fino al 31 ottobre 2015.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno pertanto modificare di conseguenza la decisione 2010/573/PESC,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
All'articolo 4 della decisione 2010/573/PESC, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:
«2. La presente decisione si applica fino al 31 ottobre 2015. Essa è costantemente riesaminata. È prorogata o modificata, a seconda del caso, qualora il Consiglio ritenga che i suoi obiettivi non siano stati raggiunti.»
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 30 ottobre 2014
Per il Consiglio
Il presidente
S. GOZI
<note>
( 1 ) Decisione 2010/573/PESC del Consiglio, del 27 settembre 2010, concernente misure restrittive nei confronti della dirigenza della regione transdnestriana della Repubblica moldova ( GU L 253 del 28.9.2010, pag. 54 ).
</note> | ITA | 32014D0751 |
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><img/></td><td><p>Gazzetta ufficiale<br/>dell'Unione europea</p></td><td><p>IT</p><p>Serie L</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2023/2482</p></td><td><p>14.11.2023</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO (UE) 2023/2482 DELLA COMMISSIONE
del 13 novembre 2023
recante modifica del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la sostanza bis(2-etilesil) ftalato (DEHP) nei dispositivi medici
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE ( 1 ) , in particolare gli articoli 58 e 131,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2021/2045 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>, che modifica l'allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006, fissa il 27 maggio 2025 come data di scadenza e il 27 novembre 2023 come data entro cui devono pervenire le domande per gli usi della sostanza bis (2-etilesil) ftalato (DEHP) nei dispositivi medici. A norma dell'articolo 56, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1907/2006, tali usi del DEHP non sono consentiti dopo la data di scadenza, tranne nel caso in cui sia stata concessa un'autorizzazione per un uso particolare o a meno che una domanda di autorizzazione per un determinato uso sia stata presentata prima della data entro cui devono pervenire le domande e non sia ancora stata presa una decisione circa la domanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La data di scadenza e la data entro cui devono pervenire le domande relative al DEHP nel regolamento (UE) 2021/2045 sono state allineate alle disposizioni transitorie di cui ai regolamenti (UE) 2017/745 <a>(<span>3</span>)</a> e (UE) 2017/746 <a>(<span>4</span>)</a> del Parlamento europeo e del Consiglio. Tali disposizioni transitorie prevedevano che i dispositivi medici con un certificato valido rilasciato conformemente alle direttive 90/385/CEE <a>(<span>5</span>)</a> e 93/42/CEE <a>(<span>6</span>)</a> del Consiglio o alla direttiva 98/79/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a> potessero essere immessi sul mercato fino al 26 maggio 2024 e potessero continuare a essere messi a disposizione sul mercato o a essere messi in servizio fino al 26 maggio 2025.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Per alcuni dispositivi medico-diagnostici in vitro, il regolamento (UE) 2022/112 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a> ha prorogato il periodo transitorio di cui al regolamento (UE) 2017/746 al 26 maggio 2025 per i dispositivi diagnostici in vitro a rischio elevato, al 26 maggio 2026 per i dispositivi diagnostici in vitro a medio rischio, al 26 maggio 2027 per i dispositivi diagnostici in vitro a rischio inferiore e al 26 maggio 2028 per determinate disposizioni relative ai dispositivi fabbricati e utilizzati nelle istituzioni sanitarie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Inoltre, il regolamento (UE) 2023/607 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a> ha prorogato, a determinate condizioni, il periodo transitorio di cui al regolamento (UE) 2017/745 applicabile a determinati dispositivi medici al 31 dicembre 2027 per i dispositivi a rischio più elevato e al 31 dicembre 2028 per i dispositivi a rischio medio e inferiore. Detto regolamento ha altresì prorogato la validità dei certificati rilasciati a norma delle direttive 90/385/CEE e 93/42/CEE, se sono soddisfatte le condizioni giuridiche. Tali misure sono intese a garantire che gli organismi notificati possano effettuare la valutazione della conformità e rilasciare i certificati conformemente alle prescrizioni di cui al regolamento (UE) 2017/745, garantire un elevato livello di protezione della salute pubblica e di sicurezza dei pazienti ed evitare carenze di dispositivi medici necessari per i servizi sanitari e i pazienti, senza allentare le attuali prescrizioni in materia di qualità e sicurezza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 55 del regolamento (CE) n. 1907/2006, il DEHP deve essere progressivamente sostituito da idonee alternative. Conformemente alle disposizioni transitorie di cui ai regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746, in caso di cambiamenti significativi della progettazione o della destinazione d'uso del dispositivo, quali potrebbero risultare dalla sostituzione del DEHP con un'alternativa, deve cessare l'applicazione del periodo transitorio, compresa la proroga della validità dei certificati. Ciò potrebbe significare che un dispositivo medico, soggetto a cambiamenti significativi a causa della sostituzione del DEHP con una sostanza alternativa, potrebbe essere immesso sul mercato solo quando un organismo notificato rilascia un nuovo certificato a norma dei regolamenti (UE) 2017/745 o (UE) 2017/746. È pertanto di grande interesse per la salute pubblica e la sicurezza dei pazienti nell'Unione consentire la produzione di dispositivi medici contenenti DEHP fino al completamento della procedura di valutazione della conformità per i dispositivi medici privi di DEHP e finché gli organismi notificati non avranno rilasciato i pertinenti certificati entro i nuovi periodi transitori previsti dai regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>I ritardi causati dalla limitata capacità degli organismi notificati non dovrebbero penalizzare le imprese impegnate nella sostituzione del DEHP nei dispositivi medici. L'allineamento della data entro cui devono pervenire le domande e della data di scadenza di cui al regolamento (CE) n. 1907/2006 per gli usi del DEHP nei dispositivi medici è necessario per consentire alle imprese di soddisfare in primo luogo le prescrizioni del quadro normativo sui dispositivi medici, prima di decidere in merito alla necessità di una domanda di autorizzazione, che sarebbe necessaria solo nel caso in cui il dispositivo medico alternativo privo di DEHP non fosse pronto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Per mantenere la coerenza con l'intenzione del legislatore al momento in cui gli obblighi di autorizzazione sono diventati applicabili agli usi del DEHP nei dispositivi medici, è opportuno, a titolo eccezionale, posticipare la data entro cui devono pervenire le domande e la data di scadenza fissate per tali usi e allinearle nuovamente ai periodi transitori di cui ai regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza il regolamento (CE) n. 1907/2006.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Al fine di chiarire alle imprese che, a causa del rinvio della data entro cui devono pervenire le domande e della data di scadenza, può non essere più necessario preparare una domanda di autorizzazione per gli usi del DEHP nei dispositivi medici entro il prossimo termine del 27 novembre 2023, è opportuno garantire quanto prima l'entrata in vigore. Il presente regolamento dovrebbe entrare in vigore con urgenza il giorno successivo alla pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato istituito dall'articolo 133 del regolamento (CE) n. 1907/2006,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
L'allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 è modificato conformemente all'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 13 novembre 2023
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 396 del 30.12.2006, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (UE) 2021/2045 della Commissione, del 23 novembre 2021, che modifica dell'allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) ( GU L 418 del 24.11.2021, pag. 6 ).
( 3 ) Regolamento (UE) 2017/745 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2017, relativo ai dispositivi medici, che modifica la direttiva 2001/83/CE, il regolamento (CE) n. 178/2002 e il regolamento (CE) n. 1223/2009 e che abroga le direttive 90/385/CEE e 93/42/CEE del Consiglio ( GU L 117 del 5.5.2017, pag. 1 ).
( 4 ) Regolamento (UE) 2017/746 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2017, relativo ai dispositivi medico-diagnostici in vitro e che abroga la direttiva 98/79/CE e la decisione 2010/227/UE della Commissione ( GU L 117 del 5.5.2017, pag. 176 ).
( 5 ) Direttiva 90/385/CEE del Consiglio, del 20 giugno 1990, per il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi medici impiantabili attivi ( GU L 189 del 20.7.1990, pag. 17 ).
( 6 ) Direttiva 93/42/CEE del Consiglio, del 14 giugno 1993, concernente i dispositivi medici ( GU L 169 del 12.7.1993, pag. 1 ).
( 7 ) Direttiva 98/79/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 ottobre 1998, relativa ai dispositivi medico-diagnostici in vitro ( GU L 331 del 7.12.1998, pag. 1 ).
( 8 ) Regolamento (UE) 2022/112 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 gennaio 2022, che modifica il regolamento (UE) 2017/746 per quanto riguarda le disposizioni transitorie per determinati dispositivi medico-diagnostici in vitro e l'applicazione differita delle condizioni concernenti i dispositivi fabbricati internamente ( GU L 9 del 28.1.2022, pag. 3 ).
( 9 ) Regolamento (UE) 2023/607 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2023, che modifica i regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746 per quanto riguarda le disposizioni transitorie per determinati dispositivi medici e dispositivi medico-diagnostici in vitro ( GU L 80 del 20.3.2023, pag. 24 ).
ALLEGATO
Nella tabella dell’allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006, la voce n. 4 relativa alla sostanza bis(2-etilesil) flatato (DEHP) è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>nella colonna 4 «Data entro cui devono pervenire le domande», la lettera c) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«c)</p></td><td><p>In deroga alla lettera a):</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p> 1 gennaio 2029 per gli usi nei dispositivi medici che rientrano nell’ambito di applicazione dei regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746.»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>nella colonna 5 «Data di scadenza», la lettera c) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«c)</p></td><td><p>In deroga alla lettera a):</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p> 1 luglio 2030 per gli usi nei dispositivi medici che rientrano nell’ambito di applicazione dei regolamenti (UE) 2017/745 e (UE) 2017/746.».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
ELI: http://data.europa.eu/eli/reg/2023/2482/oj
ISSN 1977-0707 (electronic edition) | ITA | 32023R2482 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>10.12.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 415/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2020/2012 DELLA COMMISSIONE
del 5 agosto 2020
che modifica il regolamento delegato (UE) 2018/161 della Commissione che istituisce un’esenzione de minimis dall’obbligo di sbarco per alcune attività di pesca di piccoli pelagici nel Mar Mediterraneo per quanto riguarda il periodo di applicazione
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013, relativo alla politica comune della pesca, che modifica i regolamenti (CE) n. 1954/2003 e (CE) n. 1224/2009 del Consiglio e che abroga i regolamenti (CE) n. 2371/2002 e (CE) n. 639/2004 del Consiglio, nonché la decisione 2004/585/CE del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 15, paragrafo 7,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) n. 1380/2013 mira all’eliminazione progressiva dei rigetti in mare in tutte le attività di pesca dell’Unione mediante l’introduzione di un obbligo di sbarco per le catture di specie soggette a limiti di cattura. Nel Mar Mediterraneo esso si applica anche alle catture di specie soggette a taglie minime di riferimento per la conservazione di cui all’allegato IX del regolamento (UE) 2019/1241 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 15, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) n. 1380/2013, l’obbligo di sbarco si applica alla piccola pesca pelagica a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2015.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Per evitare costi sproporzionati della gestione delle catture indesiderate, il regolamento delegato (UE) n. 2018/161 della Commissione <a>(<span>3</span>)</a> consente il rigetto di una piccola percentuale delle catture di specie soggette a taglie minime di riferimento per la conservazione. Esso prevede un’esenzione de minimis combinata che si applica all’attività di pesca dei piccoli pelagici con reti da traino pelagiche e/o ciancioli per la cattura di acciuga, sardina, sgombro e suro nelle sottozone geografiche della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) 1, 2, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11.1, 11.2 e 12 (Mar Mediterraneo occidentale), 17 e 18 (Mar Adriatico) e 15, 16, 19, 20, 22, 23 e 25 (Mar Mediterraneo sudorientale).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il regolamento delegato (UE) 2018/161 si applica fino al 31 dicembre 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nel maggio 2020 il gruppo ad alto livello Pescamed degli Stati membri nel Mediterraneo occidentale (Spagna, Francia e Italia), il gruppo ad alto livello Adriatica nel Mar Adriatico (Croazia, Italia e Slovenia) e il gruppo ad alto livello Sudestmed nel Mediterraneo sudorientale (Grecia, Italia, Cipro e Malta) aventi un interesse di gestione diretto per l’attività di pesca di piccoli pelagici nel Mar Mediterraneo hanno presentato prove scientifiche per chiedere la proroga dell’esenzione de minimis di cui al regolamento delegato (UE) 2018/161.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Nel maggio 2020 un gruppo di esperti del comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP) ha esaminato le prove scientifiche presentate e ha ritenuto che la proroga dell’esenzione de minimis richiedesse prove supplementari, in particolare per quanto riguarda il livello dei rigetti comunicati nelle attività di pesca interessate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nel giugno 2020 i tre gruppi ad alto livello di Stati membri hanno presentato ulteriori elementi di prova in risposta alle osservazioni del gruppo di lavoro degli esperti dello CSTEP. Alla luce delle prove supplementari presentate, lo CSTEP <a>(<span>4</span>)</a> ha concluso che sono stati rispettati i criteri scientifici che giustificano la proroga dell’esenzione de minimis concessa a norma del regolamento delegato (UE) 2018/161.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>L’esenzione de minimis di cui al regolamento delegato (UE) 2018/161 si applica a diverse specie che sono catturate allo stesso tempo da pescherecci di piccole dimensioni e in quantitativi altamente variabili e sbarcate in diversi punti di sbarco ripartiti geograficamente lungo la costa, il che rende difficoltoso l’approccio per stock unico [?]. Tali specie sono soggette a taglie minime di conservazione di cui all’allegato IX del regolamento (UE) 2019/1241.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Sono state fornite informazioni migliori in merito ai costi sproporzionati della gestione delle catture indesiderate e ai livelli di catture indesiderate. Lo CSTEP osserva tuttavia che è ancora necessario migliorare la raccolta dei dati sui rigetti. In tale contesto e al fine di evitare costi sproporzionati della gestione delle catture indesiderate e l’interruzione delle attività di pesca in questione e delle attività economiche correlate, la Commissione ritiene opportuno prorogare il periodo di applicazione dell’esenzione de minimis di cui al regolamento delegato (UE) 2018/161.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza il regolamento delegato (UE) 2018/161.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Poiché le misure previste nel presente regolamento hanno ripercussioni dirette sulla pianificazione della campagna di pesca dei pescherecci dell’Unione e sulle relative attività economiche, è opportuno che il presente regolamento entri in vigore immediatamente dopo la pubblicazione. Ai fini della certezza del diritto e poiché il regolamento delegato (UE) 2018/161 scade il 31 dicembre 2020, il presente regolamento dovrebbe applicarsi a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
All’articolo 4 del regolamento delegato (UE) 2018/161, il secondo comma è sostituito dal seguente:
«Esso si applica fino al 31 dicembre 2023.»
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Esso si applica a decorrere dal 1 o gennaio 2021.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 5 agosto 2020
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 354 del 28.12.2013, pag. 22 .
( 2 ) Regolamento (UE) 2019/1241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativo alla conservazione delle risorse della pesca e alla protezione degli ecosistemi marini attraverso misure tecniche, che modifica i regolamenti (CE) n. 1967/2006, (CE) n. 1224/2009 del Consiglio e i regolamenti (UE) n. 1380/2013, (UE) 2016/1139, (UE) 2018/973, (UE) 2019/472 e (UE) 2019/1022 del Parlamento europeo e del Consiglio, e che abroga i regolamenti (CE) n. 894/97, (CE) n. 850/98, (CE) n. 2549/2000, (CE) n. 254/2002, (CE) n. 812/2004 e (CE) n. 2187/2005 del Consiglio ( GU L 198 del 25.7.2019, pag. 105 ).
( 3 ) Regolamento delegato (UE) 2018/161 della Commissione, del 23 ottobre 2017, che istituisce un’esenzione de minimis dall’obbligo di sbarco per alcune attività di pesca di piccoli pelagici nel Mar Mediterraneo ( GU L 30 del 2.2.2018, pag. 1 ).
( 4 ) Comitato scientifico, tecnico ed economico per la pesca (CSTEP), Evaluation of Joint Recommendations on the Landing Obligation and on the Technical Measures Regulation (STECF-20-04) (Valutazione delle raccomandazioni comuni sull’obbligo di sbarco e sul regolamento sulle misure tecniche). Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea, Lussemburgo, 2020, https://stecf.jrc.ec.europa.eu/documents/43805/2694823/STECF+20-04+-+Eval+JRs+LO+and+TM+Reg.pdf/d71aef4f-7366-48cb-9cdb-afcf58565ee6
</note> | ITA | 32020R2012 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.9.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 241/78</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2023/2087 DELLA COMMISSIONE
del 28 settembre 2023
che rilascia un’autorizzazione dell’Unione per la famiglia di biocidi «Lysoform IPA Surface» in conformità al regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi ( 1 ) , in particolare l’articolo 44, paragrafo 5, primo comma,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 25 novembre 2022 la società Lysoform Dr. Hans Rosemann GmbH ha presentato all’Agenzia europea per le sostanze chimiche («Agenzia»), conformemente all’articolo 43, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 528/2012 e all’articolo 4 del regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>, una domanda di autorizzazione per la stessa famiglia di biocidi, di cui all’articolo 1 di quest’ultimo regolamento, denominata «Lysoform IPA Surface», dei tipi di prodotto 2 e 4, quali descritti nell’allegato V del regolamento (UE) n. 528/2012. La domanda è stata registrata nel registro per i biocidi («registro») con il numero BC-DP082158-26. La domanda recava anche il numero di domanda relativo alla corrispondente famiglia di biocidi di riferimento «Lyso IPA Surface Disinfection», registrata nel registro con il numero BC-GX025200-35.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il principio attivo contenuto nella stessa famiglia di biocidi «Lysoform IPA Surface» è il propan-2-olo, che è inserito nell’elenco dell’Unione contenente i principi attivi approvati di cui all’articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 528/2012 per i tipi di prodotto 2 e 4.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 31 marzo 2023 l’Agenzia ha trasmesso alla Commissione un parere <a>(<span>3</span>)</a> e il progetto di sommario delle caratteristiche del biocida per «Lysoform IPA Surface», conformemente all’articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Nel parere si conclude che le differenze proposte tra la stessa famiglia di biocidi e la corrispondente famiglia di biocidi di riferimento sono limitate a informazioni che possono essere oggetto di una modifica amministrativa conformemente al regolamento di esecuzione (UE) n. 354/2013 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a> e che, sulla base della valutazione della corrispondente famiglia di biocidi di riferimento «Lyso IPA Surface Disinfection» e subordinatamente alla sua conformità al progetto di sommario delle caratteristiche del biocida, la stessa famiglia di biocidi soddisfa le condizioni di cui all’articolo 19, paragrafi 1 e 6, del regolamento (UE) n. 528/2012.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 31 marzo 2023 l’Agenzia ha trasmesso alla Commissione il progetto di sommario delle caratteristiche del biocida in tutte le lingue ufficiali dell’Unione, in conformità all’articolo 44, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 528/2012.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La Commissione concorda con il parere dell’Agenzia e ritiene quindi opportuno rilasciare un’autorizzazione dell’Unione per la stessa famiglia di biocidi «Lysoform IPA Surface».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>La data di scadenza della presente autorizzazione corrisponde alla data di scadenza della famiglia di biocidi di riferimento «Lyso IPA Surface Disinfection».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente sui biocidi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Alla società Lysoform Dr. Hans Rosemann GmbH è rilasciata un’autorizzazione dell’Unione per la messa a disposizione sul mercato e per l’uso della stessa famiglia di biocidi «Lysoform IPA Surface» con il numero di autorizzazione EU-0030790-0000 conformemente al sommario delle caratteristiche del biocida figurante nell’allegato.
L’autorizzazione dell’Unione è valida dal 19 ottobre 2023 al 30 novembre 2030.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 28 settembre 2023
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 167 del 27.6.2012, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013 della Commissione, del 6 maggio 2013, che precisa la procedura di autorizzazione di uno stesso biocida, conformemente alle disposizioni del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 125 del 7.5.2013, pag. 4 ).
( 3 ) Parere dell’ECHA del 31 marzo 2023 sull’autorizzazione dell’Unione per il biocida «Lysoform IPA Surface», https://echa.europa.eu/opinions-on-union-authorisation
( 4 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 354/2013 della Commissione, del 18 aprile 2013, sulle modifiche dei biocidi autorizzati a norma del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 109 del 19.4.2013, pag. 4 ).
ALLEGATO
Sommario delle caratteristiche della famiglia di biocidi
Lysoform IPA Surface
Tipo di prodotto 2 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali (disinfettanti)
Tipo di prodotto 4 - Settore dell’alimentazione umana e animale (disinfettanti)
Numero di autorizzazione: EU-0030790-0000
Numero dell’approvazione del R4BP: EU-0030790-0000
PARTE I
INFORMAZIONI DI PRIMO LIVELLO
1. INFORMAZIONI AMMINISTRATIVE
1.1. Nome della famiglia
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>Lysoform IPA Surface</p></td></tr></tbody></table>
1.2. Tipo/i di prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo/i di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p></td></tr></tbody></table>
1.3. Titolare dell’autorizzazione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome e indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Nome</p></td><td><p>Lysoform Dr. Hans Rosemann GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>Kaiser-Wilhelm-Str. 133, 12247 Berlin Germania</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0030790-0000</p></td></tr><tr><td><p><span>Numero dell’approvazione del R4BP</span></p></td><td><p>EU-0030790-0000</p></td></tr><tr><td><p>Data di rilascio dell’autorizzazione</p></td><td><p>19 ottobre 2023</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione</p></td><td><p>30 novembre 2030</p></td></tr></tbody></table>
1.4. Fabbricante/i dei biocidi
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Lysoform Dr. Hans Rosemann GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Kaiser-Wilhelm-Straße 133, 12247 Berlino Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Kaiser-Wilhelm-Straße 133, 12247 Berlino Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Imeco</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Boschstr. 5, 63768 Hösbach Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Boschstr. 5, 63768 Hösbach Germania</p><p>Neue Straße 2-4, 09471 Köningswalde Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>A.F.P. GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Otto Brenner Straße 16, 21337 Lüneburg Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Otto Brenner Straße 16, 21337 Lüneburg Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Sterisol AB</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Kronoängsgatan 3, 592 23 Vadstena Svezia</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Kronoängsgatan 3, 592 23 Vadstena Svezia</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>WHR GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Am Galgenturm 2, 97638 Mellrichstadt Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Am Galgenturm 2, 97638 Mellrichstadt Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Hygan GmbH | Srl</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Meucci-Str. 5, 39055 Leifers | Laives (BZ) Italia</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Meucci-Str. 5, 39055 Leifers | Laives (BZ) Italia</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Laboratoire Sarbec SA</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>10 rue du Vertuquet, 59960 Neuville-en-Ferrain Francia</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>10 rue du Vertuquet, 59960 Neuville-en-Ferrain Francia</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Dr. Schumacher GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Am Roggenfeld 3, 34323 Malsfeld Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Am Roggenfeld 3, 34323 Malsfeld Germania</p><p>Jeleniogórska 12, 59-800 Lubań Polonia</p></td></tr></tbody></table>
1.5. Fabbricante/i del/i principio/i attivo/i
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-2-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Ineos Solvents Germany GmbH (ex Sasol)</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Römerstraße 733, 47443 Moers Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Römerstraße 733, 47443 Moers Germania</p><p>Shamrockstr. 88, 44643 Herne Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-2-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>Shell Chemicals Europe B.V.</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Postbus 2334, 3000 CH Rotterdam Paesi Bassi</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Shell Nederland Raffinaderij B.V., Vondelingenweg 601, 3196 KK Rotterdam-Pernis Paesi Bassi</p></td></tr></tbody></table>
2. COMPOSIZIONE E FORMULAZIONE DELLA FAMIGLIA DI PRODOTTI
2.1. Informazioni qualitative e quantitative sulla composizione della famiglia
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Min</p></td><td><p>Max</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
2.2. Tipo/i di formulazione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Formulazione/i</p></td><td><p>Altro liquido (AL), pronto all’uso</p><p>Altro liquido (AL), pronto all’uso, salviette impregnate con formula disinfettante</p></td></tr></tbody></table>
PARTE II
INFORMAZIONI DI SECONDO LIVELLO - META SPC(S)
META SPC 1
1. META SPC 1 INFORMAZIONI AMMINISTRATIVE
1.1. Meta SPC 1 identificativo
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Identificativo</p></td><td><p>Superficid®</p></td></tr></tbody></table>
1.2. Suffisso del numero di autorizzazione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero</p></td><td><p>1-1</p></td></tr></tbody></table>
1.3. Tipo/i di prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo/i di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr></tbody></table>
2. META SPC 1 COMPOSIZIONE
2.1. Informazioni qualitative e quantitative sulla composizione dei meta SPC 1
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Min</p></td><td><p>Max</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
2.2. Tipo(i) di formulazione del meta SPC 1
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Formulazione/i</p></td><td><p>Altro liquido (AL), pronto all’uso</p></td></tr></tbody></table>
3. INDICAZIONI DI PERICOLO E CONSIGLI DI PRUDENZA DEL META SPC 1
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Indicazioni di pericolo</p></td><td><p>Liquido e vapori facilmente infiammabili.</p><p>Provoca grave irritazione oculare.</p><p>Può provocare sonnolenza o vertigini.</p><p>L’esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelle.</p></td></tr><tr><td><p>Consigli di prudenza</p></td><td><p>Tenere lontano da fonti di calore, superfici calde, scintille, fiamme libere o altre fonti di accensione. – Non fumare.</p><p>Tenere il recipiente ben chiuso.</p><p>Mettere a terra e a massa il contenitore e il dispositivo ricevente.</p><p>Utilizzare impianti elettrici/di illuminazione/di ventilazione a prova di esplosione.</p><p>Utilizzare utensili antiscintillamento.</p><p>Fare in modo di prevenire le scariche elettrostatiche.</p><p>Evitare di respirare i vapori.</p><p>Evitare di respirare gli aerosol.</p><p>Utilizzare soltanto all’aperto o in luogo ben ventilato.</p><p>Indossare occhiali protettivi.</p><p>IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI:Sciacquare accuratamente per parecchi minuti.Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare.</p><p>In caso di malessere contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.</p><p>Se l’irritazione degli occhi persiste:Consultare un medico.</p><p>Se l’irritazione degli occhi persiste:Consultare un medico.</p><p>In caso di incendio:Utilizzare schiuma resistente all’alcol, biossido di carbonio o nebbia d’acqua per estinguere.</p><p>Conservare in luogo ben ventilato.Conservare in luogo fresco.</p><p>Conservare sotto chiave.</p><p>Smaltire il prodotto in/il recipiente in un impianto autorizzato per lo smaltimento dei rifiuti.</p></td></tr></tbody></table>
4. USO(I) AUTORIZZATO(I) DEL META SPC 1
4.1. Descrizione dell’uso
Tabella 1
Uso # 1 – disinfezione delle superfici - applicazione a spruzzo
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici pulite non porose come piccole aree di lavoro in ambienti medicali e non medicali oltre a superfici in camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: Applicazione a spruzzo</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto verrà nebulizzato direttamente sulla superficie.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Pronto all’uso. Non applicare più di 25 ml/m<span>2</span>.</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bottiglia: 125-1 000  ml</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>Materiale tappo a scatto: PP; Nebulizzatore di nebbia sottile: sistema complesso (PE-LD, PP, PBT, POM, EVA, acciaio inossidabile); Testina di nebulizzazione: sistema complesso (PP, PE, POM, olio sintetico, olio siliconico)</p></td></tr></tbody></table>
4.1.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Nebulizzare il prodotto pronto all’uso sulle superfici e lasciare agire per almeno 1 minuto a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).
4.1.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Per la procedura di riempimento prendere in considerazione la seguente misura di mitigazione del rischio, a meno che possa essere sostituita da misure tecniche e/o organizzative: Usare occhiali di protezione durante la manipolazione del prodotto.
4.1.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.1.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.1.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.2. Descrizione dell’uso
Tabella 2
Uso # 2 – disinfezione delle superfici - strofinatura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici pulite non porose come piccole aree di lavoro in ambienti medicali e non medicali oltre a superfici in camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: Strofinatura</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto viene applicato su un panno versandolo, nebulizzandolo o per immersione e la superficie viene poi passata con cura con il panno imbevuto (panno umido).</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Pronto all’uso. Non applicare più di 25 ml/m<span>2</span>.</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bottiglia: 125-1 000  ml</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>Materiale tappo a scatto: PP</p><p>Nebulizzatore di nebbia sottile: sistema complesso (PE-LD, PP, PBT, POM, EVA, acciaio inossidabile);</p><p>Testina di nebulizzazione: sistema complesso (PP, PE, POM, olio sintetico, olio siliconico)</p><p>Contenitore: 5-30 l</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>materiale chiusura: HDPE</p></td></tr></tbody></table>
4.2.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Applicare il prodotto pronto all’uso su un panno versandolo, nebulizzandolo o per immersione e passare la superficie con cura con il panno imbevuto (panno umido). Lasciare agire per almeno 5 minuti a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).
4.2.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Per la procedura di riempimento prendere in considerazione la seguente misura di mitigazione del rischio, a meno che possa essere sostituita da misure tecniche e/o organizzative: Usare occhiali di protezione durante la manipolazione del prodotto.
4.2.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.2.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.2.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.3. Descrizione dell’uso
Tabella 3
Uso # 3 – disinfezione delle superfici a contatto con alimenti e mangimi - applicazione a spruzzo
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Virus</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici non porose pulite di cucine e nell’industria alimentare comprese camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: A spruzzo</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto verrà nebulizzato direttamente sulla superficie.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Pronto all’uso. Non applicare più di 25 ml/m<span>2</span>.</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bottiglia: 125-1 000  ml</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>Materiale tappo a scatto: PP</p><p>Nebulizzatore di nebbia sottile: sistema complesso (PE-LD, PP, PBT, POM, EVA, acciaio inossidabile)</p><p>Testina di nebulizzazione: sistema complesso (PP, PE, POM, olio sintetico, olio siliconico)</p></td></tr></tbody></table>
4.3.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Nebulizzare il prodotto pronto all’uso sulla superficie e lasciare agire a temperatura ambiente (20 ± 2 °C) per almeno 1 minuto (attività battericida e fermenticida) o 2 minuti (attività virucida).
4.3.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Per la disinfezione dei macchinari di lavorazione alimentare e la procedura di riempimento prendere in considerazione la seguente misura di mitigazione del rischio, a meno che possa essere sostituita da misure tecniche e/o organizzative: Usare occhiali di protezione durante la manipolazione del prodotto.
4.3.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.3.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.3.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.4. Descrizione dell’uso
Tabella 4
Uso # 4 – disinfezione delle superfici a contatto con alimenti e mangimi - strofinatura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Virus</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici non porose pulite di cucine e nell’industria alimentare comprese camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: Strofinatura</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto viene applicato su un panno versandolo, nebulizzandolo o per immersione e la superficie viene poi passata con cura con il panno imbevuto (panno umido).</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Pronto all’uso. Non applicare più di 25 ml/m<span>2</span>.</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bottiglia: 125-1 000  ml</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>Materiale tappo a scatto: PP</p><p>Nebulizzatore di nebbia sottile: sistema complesso (PE-LD, PP, PBT, POM, EVA, acciaio inossidabile)</p><p>Testina di nebulizzazione: sistema complesso (PP, PE, POM, olio sintetico, olio siliconico)</p><p>Contenitore: 5-30 l</p><p>materiale dell’imballaggio: HDPE</p><p>materiale chiusura: HDPE</p></td></tr></tbody></table>
4.4.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Applicare il prodotto pronto all’uso su un panno versandolo, nebulizzandolo o per immersione e passare la superficie con cura con il panno imbevuto (panno umido). Lasciare agire per almeno 5 minuti a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).
4.4.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Per la disinfezione dei macchinari di lavorazione alimentare e la procedura di riempimento prendere in considerazione la seguente misura di mitigazione del rischio, a meno che possa essere sostituita da misure tecniche e/o organizzative: Usare occhiali di protezione durante la manipolazione del prodotto.
4.4.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.4.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.4.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
5. ISTRUZIONI GENERALI D’USO ( 1 ) DEL META SPC 1
5.1. Istruzioni d’uso
Pulire la superficie con attenzione prima dell’uso.
Rimuovere l’acqua in eccesso dalla superficie prima della disinfezione, ove appropriato.
Non applicare più di 25 ml/m 2 .
Assicurarsi di inumidire completamente le superfici.
Le salviette usate devono essere smaltite in un contenitore chiuso.
5.2. Misure di mitigazione del rischio
Il prodotto deve essere applicato solo per la disinfezione di piccole superfici.
Garantire una ventilazione adeguata onde evitare la formazione di atmosfere pericolose.
Evitare il contatto con gli occhi.
Per il riempimento, applicare un imbuto.
Tenere fuori dalla portata di bambini e animali domestici.
Mantenere bambini e animali domestici lontano dagli ambienti in cui avviene la disinfezione. Fornire ventilazione adeguata prima che bambini e animali domestici entrino negli ambienti trattati. Questa precauzione non si applica alle camere di pazienti ospedalizzati.
5.3. Dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Primo soccorso:
In caso di incidente: contattare un centro antiveleni o un medico.
IN CASO DI INALAZIONE: trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione.
In caso di contatto con la pelle: lavare con acqua. In caso di irritazione della pelle: consultare un medico.
IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente per parecchi minuti. Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare. Se l’irritazione degli occhi persiste, consultare un medico.
IN CASO DI INGESTIONE accompagnata da malessere: contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.
5.4. Istruzioni per lo smaltimento sicuro del prodotto e del suo imballaggio
- 5.5. Condizioni di stoccaggio e durata di conservazione del prodotto in condizioni normali di stoccaggio
Durata di conservazione: 36 mesi
Tenere il recipiente ben chiuso.
Conservare in luogo ben ventilato.
Proteggere dai raggi solari.
Conservare a temperatura ambiente nel contenitore originale.
6. ALTRE INFORMAZIONI
Il prodotto contiene propan-2-olo (numero CAS: 67-63-0), per il quale è stato concordato un valore di riferimento europeo di 129,28 mg/m 3 per l’utilizzatore professionale, che è stato usato per la valutazione di rischio del prodotto.
7. INFORMAZIONI DI TERZO LIVELLO: SINGOLI PRODOTTI NEL META SPC 1
7.1. Denominazione/i commerciale/i, numero di autorizzazione e composizione specifica di ogni singolo prodotto
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione commerciale</p></td><td><p>Superficid®</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Desocid rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Neoseptin rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novosept rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novoseptin rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Lyorthol rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Cosmo rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Fordesin rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Saltero rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Prop70 rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Aldovet rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Vetfarm rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MDI rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica rapid</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Sterisol Surface</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MENNO® I-QUICK plus</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0030790-0001 1-1</p></td></tr><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
7.2. Denominazione/i commerciale/i, numero di autorizzazione e composizione specifica di ogni singolo prodotto
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione commerciale</p></td><td><p>Superficid® pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Desocid rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Neoseptin rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novosept rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novoseptin rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Lyorthol rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Cosmo rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Fordesin rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Saltero rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Prop70 rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Aldovet rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Vetfarm rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MDI rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica rapid pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Sterisol Surface pure</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>BTS 6000</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MENNO® I-QUICK</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>EWA® DES ready</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Kiehl-Rapinol</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Des A</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0030790-0002 1-1</p></td></tr><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
META SPC 2
1. META SPC 2 INFORMAZIONI AMMINISTRATIVE
1.1. Meta SPC 2 identificativo
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Identificativo</p></td><td><p>Descorapid®</p></td></tr></tbody></table>
1.2. Suffisso del numero di autorizzazione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero</p></td><td><p>1-2</p></td></tr></tbody></table>
1.3. Tipo/i di prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo/i di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr></tbody></table>
2. META SPC 2 COMPOSIZIONE
2.1. Informazioni qualitative e quantitative sulla composizione dei meta SPC 2
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Min</p></td><td><p>Max</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
2.2. Tipo(i) di formulazione del meta SPC 2
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Formulazione/i</p></td><td><p>Altro liquido (AL), pronto all’uso, salviette impregnate con formula disinfettante</p></td></tr></tbody></table>
3. INDICAZIONI DI PERICOLO E CONSIGLI DI PRUDENZA DEL META SPC 2
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Indicazioni di pericolo</p></td><td><p>Liquido e vapori facilmente infiammabili.</p><p>Provoca grave irritazione oculare.</p><p>Può provocare sonnolenza o vertigini.</p><p>L’esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelle.</p></td></tr><tr><td><p>Consigli di prudenza</p></td><td><p>Tenere lontano da fonti di calore, superfici calde, scintille, fiamme libere o altre fonti di accensione. – Non fumare.</p><p>Tenere il recipiente ben chiuso.</p><p>Mettere a terra e a massa il contenitore e il dispositivo ricevente.</p><p>Utilizzare impianti elettrici/di illuminazione/di ventilazione a prova di esplosione.</p><p>Utilizzare utensili antiscintillamento.</p><p>Fare in modo di prevenire le scariche elettrostatiche.</p><p>Evitare di respirare i vapori.</p><p>Evitare di respirare gli aerosol.</p><p>Utilizzare soltanto all’aperto o in luogo ben ventilato.</p><p>Indossare occhiali protettivi.</p><p>IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI:Sciacquare accuratamente per parecchi minuti.Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare.</p><p>In caso di malessere contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.</p><p>Se l’irritazione degli occhi persiste:Consultare un medico.</p><p>Se l’irritazione degli occhi persiste:Consultare un medico.</p><p>In caso di incendio:Utilizzare schiuma resistente all’alcol, biossido di carbonio o nebbia d’acqua per estinguere.</p><p>Conservare in luogo ben ventilato.Conservare in luogo fresco.</p><p>Conservare sotto chiave.</p><p>Smaltire il prodotto in/il recipiente in un impianto autorizzato per lo smaltimento dei rifiuti.</p></td></tr></tbody></table>
4. USO(I) AUTORIZZATO(I) DEL META SPC 2
4.1. Descrizione dell’uso
Tabella 5
Uso # 1 – disinfezione delle superfici - strofinatura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici pulite non porose come piccole aree di lavoro in ambienti medicali e non medicali oltre a superfici in camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: Strofinatura</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto verrà passato direttamente sulla superficie.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Salviette pronte all’uso</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bidone: 100-150 salviette</p><p>Imballaggio: HDPE</p><p>Materiale chiusura: HDPE</p><p>Confezione: 100-150 salviette</p><p>Imballaggio: PET/PE</p></td></tr></tbody></table>
4.1.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Passare con cura la superficie con la salvietta e lasciare agire per almeno 5 minuti a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).
4.1.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.1.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.1.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.1.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.2. Descrizione dell’uso
Tabella 6
Uso # 2 – disinfezione delle superfici a contatto con alimenti e mangimi - strofinatura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Batteri</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Lievito</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p><p>Nome scientifico: Virus</p><p>Nome comune: -</p><p>Fase di sviluppo: -</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Disinfezione di superfici non porose pulite di cucine e nell’industria alimentare comprese camere bianche (classe A/B)</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: Strofinatura</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Il prodotto verrà passato direttamente sulla superficie.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Salviette pronte all’uso</p><p>Diluizione (%): -</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>-</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Bidone: 100-150 salviette</p><p>Imballaggio: HDPE</p><p>Materiale chiusura: HDPE</p><p>Confezione: 100-150 salviette</p><p>Imballaggio: PET/PE</p></td></tr></tbody></table>
4.2.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Passare con cura la superficie con la salvietta e lasciare agire per almeno 5 minuti a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).
4.2.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.2.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
4.2.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
4.2.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Consultare le indicazioni generali di utilizzo.
5. ISTRUZIONI GENERALI D’USO ( 2 ) DEL META SPC 2
5.1. Istruzioni d’uso
Pulire la superficie con attenzione prima dell’uso.
Rimuovere l’acqua in eccesso dalla superficie prima della disinfezione, ove appropriato.
Assicurarsi di inumidire completamente le superfici.
Le salviette usate devono essere smaltite in un contenitore chiuso.
5.2. Misure di mitigazione del rischio
Il prodotto deve essere applicato solo per la disinfezione di piccole superfici.
Garantire una ventilazione adeguata onde evitare la formazione di atmosfere pericolose.
Evitare il contatto con gli occhi.
Tenere fuori dalla portata di bambini e animali domestici.
Mantenere bambini e animali domestici lontano dagli ambienti in cui avviene la disinfezione. Fornire ventilazione adeguata prima che bambini e animali domestici entrino negli ambienti trattati. Questa precauzione non si applica alle camere di pazienti ospedalizzati.
5.3. Dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Primo soccorso:
In caso di incidente: contattare un centro antiveleni o un medico.
IN CASO DI INALAZIONE: trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione.
In caso di contatto con la pelle: lavare con acqua. In caso di irritazione della pelle: consultare un medico.
IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: sciacquare accuratamente per parecchi minuti. Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare. Se l’irritazione degli occhi persiste, consultare un medico.
IN CASO DI INGESTIONE accompagnata da malessere: contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.
5.4. Istruzioni per lo smaltimento sicuro del prodotto e del suo imballaggio
- 5.5. Condizioni di stoccaggio e durata di conservazione del prodotto in condizioni normali di stoccaggio
Durata di conservazione: 24 mesi
Tenere il recipiente ben chiuso.
Conservare in luogo ben ventilato.
Proteggere dai raggi solari.
Conservare a temperatura ambiente nel contenitore originale.
6. ALTRE INFORMAZIONI
Il prodotto contiene propan-2-olo (numero CAS: 67-63-0), per il quale è stato concordato un valore di riferimento europeo di 129,28 mg/m 3 per l’utilizzatore professionale, che è stato usato per la valutazione di rischio del prodotto.
7. INFORMAZIONI DI TERZO LIVELLO: SINGOLI PRODOTTI NEL META SPC 2
7.1. Denominazione/i commerciale/i, numero di autorizzazione e composizione specifica di ogni singolo prodotto
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione commerciale</p></td><td><p>Descorapid® Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Desocid Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Neoseptin Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novosept Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novoseptin Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Lyorthol Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Cosmo Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Fordesin Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Saltero Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Prop70 Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Manosafe Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Dermoguard Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Dermosafe Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Aldovet Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Vetfarm Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MDI Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica Tücher</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MENNO®WIP</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Descorapid® wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Desocid wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Neoseptin wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novosept wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novoseptin wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Lyorthol wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Cosmo wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Fordesin wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Saltero wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Prop70 wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Manosafe wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Dermoguard wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Dermosafe wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Aldovet wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Vetfarm wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MDI wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0030790-0003 1-2</p></td></tr><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
7.2. Denominazione/i commerciale/i, numero di autorizzazione e composizione specifica di ogni singolo prodotto
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione commerciale</p></td><td><p>Superficid® pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Desocid rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Neoseptin rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novosept rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Novoseptin rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Lyorthol rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Cosmo rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Fordesin rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Saltero rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Prop70 rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Aldovet rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Vetfarm rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>MDI rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Antiseptica rapid pure wipes</p></td><td><p>Area di mercato: EU</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0030790-0004 1-2</p></td></tr><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>63,1</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Le istruzioni per l’uso, le misure di mitigazione del rischio e altre modalità d’uso di cui alla presente sezione sono valide per tutti gli usi autorizzati nel meta SPC 1.
( 2 ) Le istruzioni per l’uso, le misure di mitigazione del rischio e altre modalità d’uso di cui alla presente sezione sono valide per tutti gli usi autorizzati nel meta SPC 2.
</note> | ITA | 32023R2087 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>12.6.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 151/20</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2023/1144 DELLA COMMISSIONE
del 9 giugno 2023
che rilascia un’autorizzazione dell’Unione per il biocida singolo «Bacticid IPA-N» conformemente al regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all’uso dei biocidi ( 1 ) , in particolare l’articolo 44, paragrafo 5, primo comma,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 24 aprile 2019 la società Chemi-Pharm AS ha presentato all’Agenzia europea per le sostanze chimiche («Agenzia»), conformemente all’articolo 43, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 528/2012 e all’articolo 4 del regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>, una domanda di autorizzazione dell’Unione per lo stesso biocida singolo, di cui all’articolo 1 di quest’ultimo regolamento, denominato «Bacticid IPA-N», dei tipi di prodotto 2 e 4, quali descritti nell’allegato V del regolamento (UE) n. 528/2012. La domanda è stata registrata nel registro per i biocidi («registro») con il numero BC-SM051156-28. La domanda recava anche il numero di domanda relativo alla corrispondente famiglia di biocidi di riferimento «Knieler & Team Propanol Family», registrata nel registro con il numero BC-AQ050985-22.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>I principi attivi contenuti nello stesso biocida singolo «Bacticid IPA-N» sono il propan-1-olo e il propan-2-olo, che sono inseriti nell’elenco dell’Unione contenente i principi attivi approvati di cui all’articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 528/2012 per i tipi di prodotto 2 e 4.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L’8 dicembre 2021 l’Agenzia ha trasmesso alla Commissione un parere <a>(<span>3</span>)</a> e il progetto di sommario delle caratteristiche del biocida per «Bacticid IPA-N», conformemente all’articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Nel parere si conclude che le differenze proposte tra lo stesso biocida singolo e il corrispondente biocida di riferimento sono limitate a informazioni che possono essere oggetto di una modifica amministrativa conformemente al regolamento di esecuzione (UE) n. 354/2013 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a> e che, sulla base della valutazione della corrispondente famiglia di biocidi di riferimento «Knieler & Team Propanol Family» e subordinatamente alla sua conformità al progetto di sommario delle caratteristiche del biocida, lo stesso biocida singolo soddisfa le condizioni di cui all’articolo 19, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 528/2012.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 24 ottobre 2022 l’Agenzia ha trasmesso alla Commissione il progetto di sommario delle caratteristiche del biocida in tutte le lingue ufficiali dell’Unione, conformemente all’articolo 44, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 528/2012.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La Commissione concorda con il parere dell’Agenzia e ritiene pertanto opportuno rilasciare un’autorizzazione dell’Unione per lo stesso biocida singolo «Bacticid IPA-N».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente sui biocidi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Alla società Chemi-Pharm AS è rilasciata un’autorizzazione dell’Unione per la messa a disposizione sul mercato e per l’uso dello stesso biocida singolo «Bacticid IPA-N» con il numero di autorizzazione EU-0027679-0000, conformemente al sommario delle caratteristiche del biocida figurante nell’allegato.
L’autorizzazione dell’Unione è valida dal 2 luglio 2023 al 31 luglio 2032.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 9 giugno 2023
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 167 del 27.6.2012, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 414/2013 della Commissione, del 6 maggio 2013, che precisa la procedura di autorizzazione di uno stesso biocida, conformemente alle disposizioni del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 125 del 7.5.2013, pag. 4 ).
( 3 ) Parere dell’ECHA dell’8 dicembre 2021 sull’autorizzazione dell’Unione per il biocida «Bacticid IPA-N», https://echa.europa.eu/opinions-on-union-authorisation
( 4 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 354/2013 della Commissione, del 18 aprile 2013, sulle modifiche dei biocidi autorizzati a norma del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 109 del 19.4.2013, pag. 4 ).
ALLEGATO
Sommario delle caratteristiche del prodotto biocida
Bacticid IPA-N
Tipo di prodotto 2 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali (disinfettanti)
Tipo di prodotto 4 - Settore dell’alimentazione umana e animale (disinfettanti)
Numero di autorizzazione: EU-0027679-0000
Numero dell’approvazione del R4BP: EU-0027679-0000
1. INFORMAZIONI AMMINISTRATIVE
1.1. Nome(i) commerciale(i) del prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione commerciale</p></td><td><p>Bacticid IPA-N</p></td></tr></tbody></table>
1.2. Titolare dell’autorizzazione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome e indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Nome</p></td><td><p>Chemi-Pharm AS</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>Tänassilma tee 11, 76406 Tänassilma küla, Saku vald Estonia</p></td></tr><tr><td><p>Numero di autorizzazione</p></td><td><p>EU-0027679-0000</p></td></tr><tr><td><p><span>Numero dell’approvazione del R4BP</span></p></td><td><p>EU-0027679-0000</p></td></tr><tr><td><p>Data di rilascio dell’autorizzazione</p></td><td><p>2.7.2023</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione</p></td><td><p>31.7.2032</p></td></tr></tbody></table>
1.3. Fabbricante(i) del prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>AS Chemi-Pharm</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Tänassilma tee 11, 76406 Tänassilma küla, Saku vald, Harju maakond Estonia</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>AS Chemi-Pharm, Tänassilma tee 11, 76406 Tänassilma küla, Saku vald, Harju maakond Estonia</p></td></tr></tbody></table>
1.4. Fabbricante/i del/i principio/i attivo/i
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-1-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>OQ Chemicals GmbH (formerly Oxea GmbH)</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Rheinpromenade 4a, 40789 Monheim am Rhein Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>OQ Chemicals Corperation (formerly Oxea Coperation), 2001 FM 3057 TX, 77414 Bay City Stati Uniti</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-1-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>BASF SE</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Carl-Bosch-Str. 38, 67056 Ludwigshafen Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>BASF SE, Carl-Bosch-Str. 38, 67056 Ludwigshafen Germania</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-1-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>SASOL Chemie GmbH & Co. KG</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Secunda Chemical Operations, Sasol Place, 50 Katherine Street, 2090 Sandton Sudafrica</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>Secunda Chemical Operations, PDP Kruger Street, 2302 Secunda Sudafrica</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>Propan-2-olo</p></td></tr><tr><td><p>Nome del fabbricante</p></td><td><p>INEOS Solvent Germany GmbH</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del fabbricante</p></td><td><p>Römerstrasse 733, 47443 Moers Germania</p></td></tr><tr><td><p>Ubicazione dei siti produttivi</p></td><td><p>INEOS Solvent Germany GmbH, Römerstrasse 733, 47443 Moers Germania</p><p>INEOS Solvent Germany GmbH, Shamrockstrasse 88, 44623 Herne Germania</p></td></tr></tbody></table>
2. COMPOSIZIONE E FORMULAZIONE
2.1. Informazioni qualitative e quantitative sulla composizione del prodotto
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune</p></td><td><p>Nomenclatura IUPAC</p></td><td><p>Funzione</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Contenuto (%)</p></td></tr><tr><td><p>Propan-1-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>71-23-8</p></td><td><p>200-746-9</p></td><td><p>35,0</p></td></tr><tr><td><p>Propan-2-olo</p></td><td><p> </p></td><td><p>Principio attivo</p></td><td><p>67-63-0</p></td><td><p>200-661-7</p></td><td><p>35,0</p></td></tr></tbody></table>
2.2. Tipo di formulazione
AL - Altri liquidi
3. INDICAZIONI DI PERICOLO E CONSIGLI DI PRUDENZA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Indicazioni di pericolo</p></td><td><p>Liquido e vapori infiammabili.</p><p>Provoca gravi lesioni oculari.</p><p>Può provocare sonnolenza o vertigini.</p><p>L’esposizione ripetuta può provocare secchezza o screpolature della pelle.</p></td></tr><tr><td><p>Consigli di prudenza</p></td><td><p>Tenere lontano da fonti di calore, superfici calde, scintille, fiamme libere o altre fonti di accensione. – Non fumare.</p><p>Tenere il recipiente ben chiuso.</p><p>Evitare di respirare i vapori.</p><p>Utilizzare soltanto all’aperto o in luogo ben ventilato.</p><p>Indossare occhiali protettivi.</p><p>IN CASO DI INALAZIONE: Trasportare l’infortunato all’aria aperta e mantenerlo a riposo in posizione che favorisca la respirazione.</p><p>IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: Sciacquare accuratamente per parecchi minuti.Togliere le eventuali lenti a contatto se è agevole farlo. Continuare a sciacquare. Conservare in luogo ben ventilato.Conservare in luogo fresco.</p><p>Contattare immediatamente un CENTRO ANTIVELENI o un medico.</p><p>Conservare sotto chiave.</p><p>Smaltire il prodotto in un punto di raccolta rifiuti autorizzato.</p><p>Smaltire il recipiente in un punto di raccolta rifiuti autorizzato.</p></td></tr></tbody></table>
4. USO/I AUTORIZZATO/I
4.1. Descrizione dell’uso
Tabella 1.
Uso # 1 – Disinfezione delle piccole superfici dure non porose, prodotto pronto all’uso liquido
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 02 - Disinfettanti e alghicidi non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o animali</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>Non pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Nessun dato</p><p>Nome comune: Batteri</p><p>Fase di sviluppo: Nessun dato</p><p>Nome scientifico: Nessun dato</p><p>Nome comune: Lieviti</p><p>Fase di sviluppo: Nessun dato</p><p>Nome scientifico: Nessun dato</p><p>Nome comune: Virus (limitato spettro di attività virucida)</p><p>Fase di sviluppo: Nessun dato</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Strutture sanitarie e industria farmaceutica e cosmetica, ambiente vicino al paziente, postazioni/aree di lavoro, attrezzature generiche (escluse le superfici a contatto con gli alimenti):</p><p>disinfezione delle piccole superfici dure/non porose.</p><p>Solo per uso professionale.</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: applicazione manuale</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Disinfettante per superfici pronto all’uso a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).</p><p>Bagnare l’intera superficie da disinfettare versando o spruzzando il prodotto a breve distanza e successivamente strofinando accuratamente con un panno. La quantità di prodotto deve essere sufficiente (max. 50 ml/m<span>2</span>) per mantenere la superficie umida durante il tempo di contatto.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Tempo di esposizione minimo: • per il controllo dei batteri, dei lieviti e dei virus con involucro: 60 sec • per il controllo dei virus (attività virucida a spettro limitato): 5 min</p><p>Diluizione (%): Prodotto pronto all’uso</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>Una frequenza ragionevole di disinfezione nella camera del paziente è di 1-2 volte al giorno. Il numero massimo di applicazioni è 6 al giorno. Non sono necessari intervalli di sicurezza tra le fasi dell’applicazione.</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Flacone in polietilene ad alta densità (HDPE) trasparente/bianco da 100 ml, 500 ml, 750 ml e 1 000  ml con tappi flip top in polipropilene (PP) (accessorio: chiusura a vite in PP con testina di spruzzatura);</p><p>Contenitore HDPE trasparente/bianco da 5 000  ml con tappo avvitato HDPE.</p></td></tr></tbody></table>
4.1.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Le superfici devono essere sempre visibilmente pulite prima della disinfezione. Il numero massimo di applicazioni è 6 al giorno.
4.1.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.1.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.1.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.1.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.2. Descrizione dell’uso
Tabella 2.
Uso # 2 – Disinfezione delle piccole superfici dure non porose, prodotto pronto all’uso liquido
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di prodotto</p></td><td><p>Tipo di prodotto 04 - Settore dell’alimentazione umana e animale</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione esatta dell’uso autorizzato (se pertinente)</p></td><td><p>Non pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>Organismo/i bersaglio (compresa la fase di sviluppo)</p></td><td><p>Nome scientifico: Nessun dato</p><p>Nome comune: Batteri</p><p>Fase di sviluppo: Nessun dato</p><p>Nome scientifico: Nessun dato</p><p>Nome comune: Lieviti</p><p>Fase di sviluppo: Nessun dato</p></td></tr><tr><td><p>Campo di applicazione</p></td><td><p>In ambiente chiuso</p><p>Strutture sanitarie e dell’industria alimentare, preparazione e manipolazione di alimenti in cucine/ristoranti: disinfezione delle piccole superfici dure/non porose.</p><p>Solo per uso professionale.</p></td></tr><tr><td><p>Metodi di applicazione</p></td><td><p>Metodo: applicazione manuale</p><p>Descrizione dettagliata:</p><p>Disinfettante per superfici pronto all’uso a temperatura ambiente (20 ± 2 °C).</p><p>Bagnare l’intera superficie da disinfettare versando o spruzzando il prodotto a breve distanza e successivamente strofinando accuratamente con un panno. La quantità di prodotto deve essere sufficiente (max. 50 ml/m<span>2</span>) per mantenere la superficie umida durante il tempo di contatto.</p></td></tr><tr><td><p>Tasso(i) e frequenza di applicazione</p></td><td><p>Tasso di domanda: Tempo di esposizione minimo: per il controllo dei batteri e dei lieviti a 20 °C: 60 sec</p><p>Diluizione (%): Prodotto pronto all’uso</p><p>Numero e tempi di applicazione:</p><p>Il prodotto può essere usato quando necessario. Una frequenza ragionevole di disinfezione nelle cucine è di 1-2 volte al giorno. Non sono necessari intervalli di sicurezza tra le fasi dell’applicazione.</p></td></tr><tr><td><p>Categoria/e di utilizzatori</p></td><td><p>Industriale</p><p>Utilizzatore professionale</p></td></tr><tr><td><p>Dimensioni e materiale dell’imballaggio</p></td><td><p>Flacone in polietilene ad alta densità (HDPE) trasparente/bianco da 100 ml, 500 ml, 750 ml e 1 000  ml con tappi flip top in polipropilene (PP) (accessorio: chiusura a vite in PP con testina di spruzzatura);</p><p>Contenitore HDPE trasparente/bianco da 5 000  ml con tappo avvitato HDPE.</p></td></tr></tbody></table>
4.2.1. Istruzioni d’uso specifiche per l’uso
Le superfici devono essere sempre visibilmente pulite prima della disinfezione.
4.2.2. Misure di mitigazione del rischio specifiche per l’uso
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.2.3. Dove specifico per l’uso, i dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.2.4. Dove specifico per l’uso, le istruzioni per lo smaltimento in sicurezza del prodotto e del relativo imballaggio
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
4.2.5. Dove specifico per l’uso, le condizioni di stoccaggio e la durata di conversazione del prodotto in normali condizioni di stoccaggio.
Vedere le istruzioni generali per l’uso.
5. INDICAZIONI GENERALI PER L’USO ( 1 )
5.1. Istruzioni d’uso
Solo per uso professionale.
5.2. Misure di mitigazione del rischio
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
È obbligatorio l’uso di protezioni oculari durante la manipolazione del prodotto.
5.3. Dettagli dei probabili effetti negativi, diretti o indiretti e le istruzioni per interventi di pronto soccorso e le misure di emergenza per la tutela dell’ambiente
Misure generali di primo soccorso: Allontanare l’infortunato dall’area contaminata. In caso di malessere, consultare un medico. Se possibile, mostrare questo foglio.
IN CASO DI INALAZIONE: Portare il paziente all’aria aperta e tenerlo a riposo in una posizione che favorisca la respirazione. Contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.
IN CASO DI CONTATTO CON LA PELLE: Lavare immediatamente la pelle con acqua abbondante. Quindi togliere tutti gli indumenti contaminati e lavarli prima di indossarli nuovamente. Continuare a lavare la pelle con acqua per 15 minuti. Contattare un CENTRO ANTIVELENI o un medico.
IN CASO DI CONTATTO CON GLI OCCHI: Sciacquare immediatamente con acqua per diversi minuti. Rimuovere le lenti a contatto, se presenti e se è facile farlo. Continuare il risciacquo per almeno 15 minuti. Chiamare il 112/l’ambulanza per assistenza medica.
Informazioni per il personale sanitario/medico: Gli occhi devono inoltre essere risciacquati ripetutamente durante il tragitto verso l’ambulatorio medico in caso di esposizione a sostanze chimiche alcaline (pH > 11), ammine e acidi come acido acetico, acido formico o acido propionico.
IN CASO DI INGESTIONE: Sciacquare immediatamente la bocca. Se la persona esposta è in grado di deglutire, somministrare qualcosa da bere. NON provocare il vomito. Chiamare il 112/l’ambulanza per assistenza medica.
Misure in caso di rilascio accidentale: Arrestare le perdite se è possibile farlo in sicurezza. Rimuovere le fonti di accensione. Prestare particolare attenzione per evitare cariche elettrostatiche. Nessuna fiamma libera. Non fumare. Non rilasciare le sostanze nelle fognature e nelle acque pubbliche.
Pulire con materiale assorbente (per esempio un panno). Assorbire quanto prima le fuoriuscite con solidi inerti, come argilla o terra diatomacea. Raccogliere meccanicamente (spazzando, spalando). Smaltire in conformità alle normative locali in materia.
5.4. Istruzioni per lo smaltimento sicuro del prodotto e del suo imballaggio
Lo smaltimento deve essere effettuato in conformità alle normative ufficiali. Non svuotare negli scarichi. Non smaltire con i rifiuti domestici. Smaltire il contenuto/recipiente presso un punto di raccolta dei rifiuti autorizzato. Svuotare completamente la confezione prima dello smaltimento. Quando sono completamente vuoti, i contenitori sono riciclabili come qualsiasi altro imballaggio.
5.5. Condizioni di stoccaggio e durata di conservazione del prodotto in condizioni normali di stoccaggio
Stabilità: 24 mesi
Conservare in un luogo fresco, asciutto e ben ventilato. Tenere il contenitore ben chiuso. Tenere al riparo dalla luce solare diretta.
Temperatura di conservazione raccomandata: 0-30 °C
Non conservare a temperature inferiori a 0 °C
Non conservare vicino ad alimenti, bevande e alimenti per animali. Tenere lontano da materiali combustibili.
6. ALTRE INFORMAZIONI
<note>
( 1 ) Le istruzioni per l’uso, le misure di mitigazione del rischio e altre modalità d’uso di cui alla presente sezione sono valide per tutti gli usi autorizzati.
</note> | ITA | 32023R1144 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>21.11.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>C 440/15</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DELLA COMMISSIONE
del 17 novembre 2022
relativa ai giorni festivi riconosciuti per l'anno 2024 ai funzionari e agli altri agenti dell'Unione europea con sede di servizio a Bruxelles e Lussemburgo
(2022/C 440/05)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto lo statuto dei funzionari dell’Unione europea e il regime applicabile agli altri agenti dell’Unione europea (RAA), stabiliti dal regolamento (CEE, Euratom, CECA) n. 259/68 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 61 del suddetto statuto nonché gli articoli 16 e 91 del RAA,
vista la regolamentazione comune relativa alla fissazione dell’elenco dei giorni festivi dei funzionari delle Comunità europee ( 2 ) , in particolare l’articolo 1, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Ai sensi dell’articolo 61 dello statuto dei funzionari dell’Unione europea e degli articoli 16 e 91 del RAA, è opportuno fissare l’elenco dei giorni festivi riconosciuti per l’anno 2024 ai funzionari e agli altri agenti dell’Unione europea con sede di servizio a Bruxelles e Lussemburgo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Nel 2024 la domenica di Pasqua cade il 31 marzo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Nel 2024 il 24 dicembre cade di martedì.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il collegio dei capi dei servizi amministrativi è stato consultato per parere sull’elenco dei giorni festivi per l’anno 2024 in data 12 ottobre 2022,</p></td></tr></tbody></table>
DECIDE:
Articolo unico
I giorni festivi riconosciuti per l'anno 2024 ai funzionari e agli altri agenti con sede di servizio a Bruxelles e Lussemburgo sono fissati come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1° gennaio</p></td><td><p>Capodanno</p></td></tr><tr><td><p>2 gennaio</p></td><td><p>Giorno dopo Capodanno</p></td></tr><tr><td><p>28 marzo</p></td><td><p>Giovedì Santo</p></td></tr><tr><td><p>29 marzo</p></td><td><p>Venerdì Santo</p></td></tr><tr><td><p>1° aprile</p></td><td><p>Lunedì dell’Angelo</p></td></tr><tr><td><p>1° maggio</p></td><td><p>Festa del lavoro</p></td></tr><tr><td><p>9 maggio</p></td><td><p>Giovedì, anniversario della dichiarazione di Robert Schuman nel 1950 / Ascensione</p></td></tr><tr><td><p>10 maggio</p></td><td><p>Giorno dopo l’Ascensione</p></td></tr><tr><td><p>20 maggio</p></td><td><p>Lunedì di Pentecoste</p></td></tr><tr><td><p>15 agosto</p></td><td><p>Assunzione</p></td></tr><tr><td><p>1° novembre</p></td><td><p>Ognissanti</p></td></tr><tr><td><p>dal 23 dicembre al 31 dicembre</p></td><td><p>7 giorni per le feste di fine anno</p></td></tr><tr><td><p><span>TOTALE 2024</span></p></td><td><p><span>18 giorni</span></p></td></tr></tbody></table>
Fatto a Bruxelles, il 17 novembre 2022.
Per la Commissione
Il commissario
Johannes HAHN
<note>
( 1 ) GU L 56 del 4.3.1968, pag. 1 .
( 2 ) Versione consolidata dello statuto pubblicata dai servizi della Commissione nel gennaio 2003, p. IV-2.
</note> | ITA | 32022D1121(01) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.6.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 175/17</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/1100 DELLA COMMISSIONE
del 27 giugno 2019
relativo al mancato rinnovo dell'approvazione della sostanza attiva desmedipham, in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE ( 1 ) , in particolare l'articolo 20, paragrafo 1, e l'articolo 78, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La direttiva 2004/58/CE della Commissione <a>(<span>2</span>)</a> ha iscritto la sostanza attiva desmedipham nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Le sostanze attive iscritte nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE sono considerate approvate a norma del regolamento (CE) n. 1107/2009 e sono elencate nell'allegato, parte A, del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'approvazione della sostanza attiva desmedipham indicata nell'allegato, parte A, del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011, scade il 31 luglio 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Una domanda di rinnovo dell'approvazione del desmedipham è stata presentata in conformità all'articolo 1 del regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012 della Commissione <a>(<span>5</span>)</a> entro i termini previsti in tale articolo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il richiedente ha presentato i fascicoli supplementari richiesti in conformità all'articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012. La domanda è stata ritenuta completa dallo Stato membro relatore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Lo Stato membro relatore, dopo aver consultato lo Stato membro correlatore, ha redatto un rapporto valutativo per il rinnovo e il 21 dicembre 2016 l'ha presentato all'Autorità europea per la sicurezza alimentare («l'Autorità») e alla Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>L'Autorità ha trasmesso il rapporto valutativo per il rinnovo al richiedente e agli Stati membri per raccoglierne le osservazioni, che ha successivamente inoltrato alla Commissione. L'Autorità ha inoltre reso accessibile al pubblico il fascicolo supplementare sintetico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il 10 gennaio 2018 l'Autorità ha comunicato alla Commissione le sue conclusioni <a>(<span>6</span>)</a> sulla possibilità che il desmedipham soddisfi i criteri di approvazione di cui all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>L'Autorità ha constatato specifici problemi. In particolare, non è stato possibile escludere un'esposizione dei consumatori e/o degli allevamenti a residui contenenti anilina libera e/o coniugata (classificata come mutagena di categoria 2 e cancerogena di categoria 2) e un'esposizione dei consumatori a residui contenenti 4-amminofenolo (classificato come mutageno di categoria 2) tramite prodotti di origine animale. L'Autorità ha inoltre concluso che, per tutti gli impieghi rappresentativi, è stato individuato un elevato rischio a lungo termine per i mammiferi, eccetto per quelli insettivori, quando la modalità d'uso prevede una sola applicazione. È stato individuato un elevato rischio a lungo termine per gli uccelli, per gli impieghi rappresentativi nella barbabietola da zucchero/da foraggio, quando la modalità d'uso prevede due o tre applicazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>L'Autorità ha inoltre concluso che, sulla base delle informazioni disponibili, non è stato possibile completare la valutazione delle proprietà di interferente endocrino.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>La Commissione ha invitato il richiedente a presentare osservazioni sulle conclusioni dell'Autorità e, in conformità all'articolo 14, paragrafo 1, terzo comma, del regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012, in merito al progetto di relazione sul rinnovo. Il richiedente ha presentato le sue osservazioni, che sono state oggetto di un attento esame.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Nonostante le argomentazioni addotte dal richiedente, non è stato possibile dissipare i motivi di preoccupazione legati alla sostanza attiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Di conseguenza, per quanto riguarda uno o più impieghi rappresentativi di almeno un prodotto fitosanitario, non è stato accertato se i criteri di approvazione previsti all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009 siano soddisfatti. Non è pertanto opportuno rinnovare l'approvazione della sostanza attiva desmedipham in conformità all'articolo 20, paragrafo 1, lettera b), di detto regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Gli Stati membri dovrebbero disporre di un periodo di tempo sufficiente per revocare le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti desmedipham.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Qualora gli Stati membri concedano un periodo di tolleranza, in conformità all'articolo 46 del regolamento (CE) n. 1107/2009 per i prodotti fitosanitari contenenti desmedipham, tale periodo dovrebbe scadere il 1<span>o</span> luglio 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) 2019/707 della Commissione <a>(<span>7</span>)</a> ha prorogato fino al 31 luglio 2020 il periodo di approvazione del desmedipham, al fine di consentire il completamento della procedura di rinnovo prima della scadenza dell'approvazione di tale sostanza. Tuttavia, dato che la decisione sul mancato rinnovo dell'approvazione è stata presa prima di tale data di scadenza prorogata, il presente regolamento dovrebbe applicarsi quanto prima.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Il presente regolamento non preclude la presentazione di un'ulteriore domanda di approvazione del desmedipham a norma dell'articolo 7 del regolamento (CE) n. 1107/2009.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Mancato rinnovo dell'approvazione della sostanza attiva
L'approvazione della sostanza attiva desmedipham non è rinnovata.
Articolo 2
Modifica del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011
Nell'allegato, parte A, del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 la riga 86 relativa al desmedipham è soppressa.
Articolo 3
Misure transitorie
Gli Stati membri revocano le autorizzazioni dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva desmedipham entro il 1 o gennaio 2020.
Articolo 4
Periodo di tolleranza
L'eventuale periodo di tolleranza concesso dagli Stati membri a norma dell'articolo 46 del regolamento (CE) n. 1107/2009 scade entro il 1 o luglio 2020.
Articolo 5
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 27 giugno 2019
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 309 del 24.11.2009, pag. 1 .
( 2 ) Direttiva 2004/58/CE della Commissione, del 23 aprile 2004, che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio con l'iscrizione delle sostanze attive alpha-cypermethrin, benalaxyl, bromoxynil, desmedipham, ioxynil e phenmedipham ( GU L 120 del 24.4.2004, pag. 26 ).
( 3 ) Direttiva 91/414/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1991, relativa all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari ( GU L 230 del 19.8.1991, pag. 1 ).
( 4 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione, del 25 maggio 2011, recante disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'elenco delle sostanze attive approvate ( GU L 153 dell'11.6.2011, pag. 1 ).
( 5 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012 della Commissione, del 18 settembre 2012, che stabilisce le norme necessarie per l'attuazione della procedura di rinnovo dell'approvazione delle sostanze attive a norma del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari ( GU L 252 del 19.9.2012, pag. 26 ).
( 6 ) EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), 2018. Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance desmedipham , (Conclusioni sulla revisione inter pares della valutazione dei rischi della sostanza attiva desmedipham come antiparassitario), EFSA Journal 2018 ; 16(1):5150 https://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/5150.
( 7 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2019/707 della Commissione, del 7 maggio 2019, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 per quanto riguarda la proroga dei periodi di approvazione delle sostanze attive alpha-cypermethrin, beflubutamid, benalaxyl, benthiavalicarb, bifenazato, boscalid, bromoxynil, captan, ciazofamid, desmedipham, dimetoato, dimetomorf, diuron, etefon, etoxazole, famoxadone, fenamifos, flumiossazina, fluoxastrobin, folpet, foramsulfuron, formetanato, metalaxyl-m, metiocarb, metribuzin, milbemectin, Paecilomyces lilacinus ceppo 251, phenmedipham, fosmet, pirimifosmetile, propamocarb, prothioconazole, s-metolachlor e tebuconazolo ( GU L 120 dell'8.5.2019, pag. 16 ).
</note> | ITA | 32019R1100 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>18.5.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 125/27</p></td></tr></tbody></table>
DIRETTIVA (UE) 2017/845 DELLA COMMISSIONE
del 17 maggio 2017
che modifica la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda gli elenchi indicativi di elementi da prendere in considerazione ai fini dell'elaborazione delle strategie per l'ambiente marino
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino) ( 1 ) , in particolare l'articolo 24, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'allegato III della direttiva 2008/56/CE stabilisce gli elenchi indicativi di caratteristiche, pressioni e impatti che figurano rispettivamente all'articolo 8, paragrafo 1, all'articolo 9, paragrafi 1 e 3, all'articolo 10, paragrafo 1, all'articolo 11, paragrafo 1, e all'articolo 24 della direttiva stessa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>In base alla valutazione iniziale delle loro acque marine a norma dell'articolo 8, paragrafo 1, della direttiva 2008/56/CE, e nell'ambito del primo ciclo di attuazione delle strategie per l'ambiente marino, nel 2012 gli Stati membri hanno comunicato alla Commissione una serie di requisiti di buono stato ecologico e i rispettivi traguardi ambientali in conformità all'articolo 9, paragrafo 2 e all'articolo 10, paragrafo 2, della suddetta direttiva. La valutazione della Commissione<a> (<span>2</span>)</a> di tali relazioni degli Stati membri, intrapresa in conformità all'articolo 12 di tale direttiva, ha messo in luce l'urgenza di maggiori sforzi degli Stati membri e dell'Unione per conseguire il buono stato ecologico entro il 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Per garantire che il secondo ciclo di attuazione delle strategie per l'ambiente marino degli Stati membri contribuisca ulteriormente e al conseguimento degli obiettivi fissati dalla direttiva 2008/56/CE e consenta di giungere a definizioni più coerenti del buono stato ecologico, nella relazione sulla prima fase di attuazione la Commissione ha raccomandato che, a livello dell'Unione, i servizi della Commissione e gli Stati membri collaborino per rivedere, potenziare e migliorare la decisione 2010/477/UE della Commissione<a> (<span>3</span>)</a> entro il 2015, al fine di conseguire criteri e standard metodologici relativi al buono stato ecologico più chiari, semplici, concisi, coerenti e comparabili e, allo stesso tempo, riesaminare l'allegato III della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e, se necessario, rivederlo, nonché sviluppare orientamenti specifici volti ad assicurare, nel prossimo ciclo di attuazione, un'impostazione delle valutazioni più coerente e uniforme.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il riesame dell'allegato III della direttiva 2008/56/CE è necessario per completare il riesame della decisione 2010/477/UE. Inoltre, il rapporto tra l'allegato III della direttiva 2008/56/CE e i descrittori qualitativi per la determinazione del buono stato ecologico elencati nell'allegato I della medesima è solo implicito e, di conseguenza, non sufficientemente chiaro. In un documento di lavoro del 2011<a> (<span>4</span>)</a> la Commissione ha illustrato i rapporti tra i descrittori qualitativi di cui all'allegato I della direttiva 2008/56/CE, gli elementi di cui all'allegato III della medesima e i criteri e gli indicatori fissati nella decisione 2010/477/UE, ma ha potuto fornire una risposta solo parziale dato il loro contenuto intrinseco. È necessario rivedere l'allegato III della direttiva 2008/56/CE per chiarire ulteriormente tali rapporti e agevolare l'applicazione, collegando meglio gli elementi dell'ecosistema e le pressioni e gli impatti antropogenici sull'ambiente marino ai descrittori di cui all'allegato I della direttiva 2008/56/CE e ai risultati del riesame della decisione 2010/477/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nella direttiva 2008/56/CE l'allegato III dovrebbe indicare elementi di valutazione (articolo 8, paragrafo 1) in relazione al buono stato ecologico (articolo 9, paragrafo 1), elementi di monitoraggio (articolo 11, paragrafo 1), che sono complementari alla valutazione (per esempio, temperatura, salinità), ed elementi di cui tener conto nel fissare gli obiettivi (articolo 10, paragrafo 1). La pertinenza di questi elementi varierà secondo la regione e lo Stato membro a causa delle diverse caratteristiche regionali. Ciò significa che gli elementi devono essere passati al vaglio solo se sono ritenuti «elementi e caratteristiche essenziali» o «pressioni e impatti principali» di cui all'articolo 8, paragrafo 1, lettere a) e b), della direttiva 2008/56/CE, e se si verificano nelle acque territoriali dello Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>È importante garantire che gli elementi indicati nell'allegato III della direttiva 2008/56/CE siano chiaramente correlati ai descrittori qualitativi di cui all'allegato I della medesima e ai criteri e standard metodologici relativi al buono stato ecologico delle acque marine stabiliti dalla Commissione in base all'articolo 9, paragrafo 3 nonché alla loro applicazione in relazione agli articoli 8, 9, 10 e 11 della medesima. In tale contesto, gli elementi devono essere generici e generalmente applicabili in tutta l'Unione, dal momento che elementi più specifici possono essere stabiliti dalla Commissione in base all'articolo 9, paragrafo 3, della direttiva 2008/56/CE o nel contesto della determinazione di una serie di requisiti di buono stato ecologico ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 1, della direttiva stessa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nella direttiva 2008/56/CE le tabelle 1 e 2 dell'allegato III dovrebbero contenere un riferimento più chiaro agli elementi relativi allo stato (tabella 1) e agli elementi relativi alle pressioni e ai loro impatti (tabella 2), e collegare direttamente gli elementi contenuti nei rispettivi elenchi ai descrittori qualitativi di cui all'allegato I e, di conseguenza, ai criteri stabiliti dalla Commissione in base all'articolo 9, paragrafo 3, della direttiva stessa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Nella direttiva 2008/56/CE, al fine di orientare le valutazioni sugli usi delle acque marine a norma dell'articolo 8, paragrafo 1, lettera c), e sulle attività umane di cui all'articolo 8, paragrafo 1, lettera b), e sul relativo monitoraggio di cui all'articolo 11, nella tabella 2 dovrebbe essere incluso un elenco indicativo degli usi e delle attività umane al fine di garantirne una valutazione coerente in tutte le regioni o sottoregioni marine.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza l'allegato III della direttiva 2008/56/CE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente direttiva sono conformi al parere del comitato istituito a norma dell'articolo 25, paragrafo 1, della direttiva 2008/56/CE,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DIRETTIVA:
Articolo 1
L'allegato III della direttiva 2008/56/CE è sostituito dal testo dell'allegato della presente direttiva.
Articolo 2
1. Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 7 dicembre 2018. Essi ne informano immediatamente la Commissione.
Le disposizioni adottate dagli Stati membri contengono un riferimento alla presente direttiva o sono corredate di tale riferimento all'atto della pubblicazione ufficiale. Le modalità del riferimento sono decise dagli Stati membri.
2. Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni fondamentali di diritto interno che adottano nel settore disciplinato dalla presente direttiva.
3. L'obbligo di recepire la presente direttiva non si applica agli Stati membri privi di acque marine.
Articolo 3
La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Articolo 4
Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.
Fatto a Bruxelles, il 17 maggio 2017
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
( 1 ) GU L 164 del 25.6.2008, pag. 19 .
( 2 ) Relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo — Prima fase di attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino (2008/56/CE) Valutazione e orientamenti della Commissione europea (COM(2014)97 final del 20.2.2014).
( 3 ) Decisione della Commissione 2010/477/UE, del 1 o settembre 2010, sui criteri e gli standard metodologici relativi al buono stato ecologico delle acque marine ( GU L 232 del 2.9.2010, pag. 14 ).
( 4 ) Documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2011) 1255
ALLEGATO
« ALLEGATO III
Elenchi indicativi di elementi dell'ecosistema, pressioni antropogeniche e attività umane pertinenti per le acque marine
(di cui all'articolo 8, paragrafo 1, all'articolo 9, paragrafi 1 e 3, all'articolo 10, paragrafo 1, all'articolo 11, paragrafo 1, e all'articolo 24)
Tabella 1
Struttura, funzioni e processi degli ecosistemi marini
di particolare pertinenza per l'articolo 8, paragrafo 1, lettera a) e per gli articoli 9 e 11
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tema</p></td><td><p>Elementi dell'ecosistema</p></td><td><p>Parametri e caratteristiche possibili (nota 1)</p></td><td><p>Descrittori qualitativi pertinenti di cui all'allegato I (note 2 e 3)</p></td></tr><tr><td><p>Specie</p></td><td><p>Gruppi di specie (nota 4) di uccelli, mammiferi e rettili marini, pesci e cefalopodi della regione o sottoregione marina</p></td><td><p>Variazione spaziale e temporale per specie o popolazione:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>distribuzione, abbondanza e/o biomassa</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>struttura in base a età, dimensioni e sesso</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>tassi di fecondità, sopravvivenza e mortalità/lesioni</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>comportamento, compresi movimenti e migrazione</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>habitat delle specie (estensione, idoneità)</p></td></tr></tbody></table><p>composizione per specie del gruppo</p></td><td><p>1); 3)</p></td></tr><tr><td><p>Habitat</p></td><td><p>Tipi generali di habitat nella colonna d'acqua (pelagici) e sul fondo marino (bentonici) (nota 5) o altri tipi di habitat, comprese le comunità biologiche associate in tutta la regione o sottoregione marina</p></td><td><p>Per tipo di habitat:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>distribuzione e estensione degli habitat (e volume, se pertinente)</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>composizione per specie, abbondanza e/o biomassa (variazione spaziale e temporale)</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>struttura delle specie per dimensioni e per età (se pertinente)</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>caratteristiche fisiche, idrologiche e chimiche</p></td></tr></tbody></table><p>Inoltre, per gli habitat pelagici:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>concentrazione di clorofilla a</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>frequenza ed estensione territoriale delle fioriture di plancton</p></td></tr></tbody></table></td><td><p>1); 6)</p></td></tr><tr><td><p>Ecosistemi, comprese le reti trofiche</p></td><td><p>Struttura, funzioni e processi degli ecosistemi, comprendenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>caratteristiche fisiche e idrologiche</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>caratteristiche chimiche</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>caratteristiche biologiche</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>funzioni e processi</p></td></tr></tbody></table></td><td><p>Variazione spaziale e temporale di:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>temperatura e ghiaccio</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>idrologia (regimi del moto ondoso e delle correnti; risalita di acque profonde, mescolamento, tempo di residenza, apporto di acque dolci; livello del mare)</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>batimetria</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>torbidità (limo/carichi sedimentari), trasparenza, suoni</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>substrato e morfologia del fondo marino</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>salinità, nutrienti (N, P), carbonio organico, gas disciolti (pCO<span>2</span>, O<span>2</span>) e pH</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>collegamenti tra habitat e specie di uccelli, mammiferi e rettili marini, pesci e cefalopodi</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>struttura delle comunità pelagico-bentoniche</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produttività</p></td></tr></tbody></table></td><td><p>1); 4)</p></td></tr></tbody></table>
Note relative alla tabella 1
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 1:</p></td><td><p>È fornito un elenco indicativo dei parametri e caratteristiche pertinenti delle specie, degli habitat e degli ecosistemi, che tengono conto dei parametri soggetti alle pressioni di cui alla tabella 2 del presente allegato e che sono rilevanti per i criteri stabiliti a norma dell'articolo 9, paragrafo 3. I particolari parametri e caratteristiche da utilizzare a fini di monitoraggio e valutazione dovrebbero essere fissati conformemente ai requisiti della presente direttiva, con particolare riguardo agli articoli da 8 a 11.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 2:</p></td><td><p>I numeri in questa colonna si riferiscono alla numerazione dei punti nell'allegato I.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 3:</p></td><td><p>Nella tabella 1 sono elencati solo i descrittori qualitativi di stato 1), 3), 4) e 6) i cui criteri sono fissati conformemente all'articolo 9, paragrafo 3. Tutti gli altri descrittori qualitativi basati sulla pressione di cui all'allegato I possono essere pertinenti a ciascun tema.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 4:</p></td><td><p>Questi gruppi di specie sono ulteriormente precisati nell'allegato, parte II, della decisione (UE) 2017/848 della Commissione, del 17 maggio 2017, che definisce i criteri e le norme metodologiche relativi al buono stato ecologico delle acque marine nonché le specifiche e i metodi standardizzati di monitoraggio e valutazione, e che abroga la decisione 2010/477/UE (cfr. pagina 43 della presente Gazzetta ufficiale).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 5:</p></td><td><p>Questi tipi generali habitat sono ulteriormente precisati nell'allegato, parte II, della decisione (UE) 2017/848 della Commissione che definisce i criteri e gli standard metodologici relativi al buono stato ecologico e le specifiche e i metodi standardizzati di monitoraggio e valutazione e che abroga la decisione 2010/477/UE.</p></td></tr></tbody></table>
Tabella 2
Pressioni antropogeniche, usi e attività umane presenti nell'ambiente marino o che incidono su di esso
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2a.</p></td><td><span>Pressioni antropogeniche sull'ambiente marino</span><p>di particolare pertinenza per l'articolo 8, paragrafo 1, lettere a) e b), e per gli articoli 9, 10 e 11</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Tema</p></td><td><p>Pressione (Nota 1)</p></td><td><p>Parametri possibili</p></td><td><p>Descrittori qualitativi pertinenti di cui all'allegato I (note 2 e 3)</p></td></tr><tr><td><p>Biologico</p></td><td><p>Introduzione o diffusione di specie non indigene</p></td><td><p>Intensità e variazioni spaziali e temporali della pressione nell'ambiente marino e, se pertinente, alla fonte</p><p>Per la valutazione dell'impatto ambientale della pressione, selezionare gli elementi e i parametri pertinenti degli ecosistemi dalla tabella 1</p></td><td><p>2)</p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di patogeni microbici</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di specie geneticamente modificate e traslocazione di specie autoctone</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Perdita o alterazione di comunità biologiche naturali, dovute all'allevamento di specie animali o alla coltivazione di specie vegetali</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Perturbazione delle specie (per esempio dove si riproducono, riposano e si nutrono) dovuta alla presenza umana</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Prelievo di specie selvatiche o mortalità/lesioni a specie selvatiche (causate da pesca commerciale o ricreativa e altre attività)</p></td><td><p>3)</p></td></tr><tr><td><p>Fisico</p></td><td><p>Perturbazioni fisiche del fondo marino (temporanee o reversibili)</p></td><td><p>6); 7)</p></td></tr><tr><td><p>Perdita fisica (dovuta a cambiamento permanente del substrato o della morfologia del fondo marino e ad estrazione di substrati del fondo marino)</p></td></tr><tr><td><p>Cambiamenti delle condizioni idrologiche</p></td></tr><tr><td><p>Sostanze, rifiuti ed energia</p></td><td><p>Apporto di nutrienti — fonti diffuse, fonti puntuali, deposizione atmosferica</p></td><td><p>5)</p></td></tr><tr><td><p>Apporto di materiale organico — fonti diffuse e fonti puntuali</p></td></tr><tr><td><p>Apporto di altre sostanze (ad es. sostanze sintetiche, non sintetiche, radionuclidi) — fonti diffuse, fonti puntuali, deposizione atmosferica, eventi di crisi</p></td><td><p>8); 9)</p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di rifiuti (rifiuti solidi, compresi i microrifiuti)</p></td><td><p>10)</p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di suoni antropogenici (impulsivi, continui)</p></td><td><p>11)</p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di altre forme di energia (compresi campi elettromagnetici, luce e calore)</p></td></tr><tr><td><p>Introduzione di acqua — fonti puntuali (ad esempio salamoia)</p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2b.</p></td><td><span>Usi e attività umane presenti nell'ambiente marino o che incidono su di esso</span><p>di particolare pertinenza per l'articolo 8, paragrafo 1, lettere b) e c) (solo le attività contrassegnate con * sono pertinenti per l'articolo 8, paragrafo 1, lettera c)) e per gli articoli 10 e 13</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Tema</p></td><td><p>Attività</p></td></tr><tr><td><p>Ristrutturazione fisica di fiumi, coste o fondo marino (gestione delle risorse idriche)</p></td><td><p>Recupero di terreni</p></td></tr><tr><td><p>Opere di canalizzazione e altre modifiche dei corsi d'acqua</p></td></tr><tr><td><p>Opere di difesa costiera e di protezione contro le inondazioni *</p></td></tr><tr><td><p>Strutture in mare (escluse le strutture di estrazione di petrolio/gas e per le energie rinnovabili) *</p></td></tr><tr><td><p>Ristrutturazione della morfologia dei fondi marini, compresi il dragaggio e la deposizione dei materiali *</p></td></tr><tr><td><p>Estrazione di risorse non biologiche</p></td><td><p>Estrazione di minerali (roccia, minerali metalliferi, ghiaia, sabbia, conchiglie) *</p></td></tr><tr><td><p>Estrazione di petrolio e di gas, comprese le infrastrutture *</p></td></tr><tr><td><p>Estrazione di sale *</p></td></tr><tr><td><p>Estrazione di acqua *</p></td></tr><tr><td><p>Produzione di energia</p></td><td><p>Produzione di energia rinnovabile (energia eolica, del moto ondoso e delle maree), comprese le infrastrutture *</p></td></tr><tr><td><p>Produzione di energia non rinnovabile</p></td></tr><tr><td><p>Trasmissione di energia elettrica e comunicazioni (cavi) *</p></td></tr><tr><td><p>Estrazione di risorse biologiche</p></td><td><p>Cattura di pesci e molluschi (a scopo professionale, ricreativo) *</p></td></tr><tr><td><p>Trasformazione di pesci e molluschi *</p></td></tr><tr><td><p>Raccolta di flora marina *</p></td></tr><tr><td><p>Caccia e raccolta per altri scopi *</p></td></tr><tr><td><p>Coltura di risorse biologiche</p></td><td><p>Acquacoltura marina, comprese le infrastrutture *</p></td></tr><tr><td><p>Acquacoltura in acque dolci</p></td></tr><tr><td><p>Agricoltura</p></td></tr><tr><td><p>Silvicoltura</p></td></tr><tr><td><p>Trasporti</p></td><td><p>Infrastrutture dei trasporti *</p></td></tr><tr><td><p>Trasporti — marittimi *</p></td></tr><tr><td><p>Trasporti — aerei</p></td></tr><tr><td><p>Trasporti — terrestri</p></td></tr><tr><td><p>Usi urbani e industriali</p></td><td><p>Usi urbani</p></td></tr><tr><td><p>Usi industriali</p></td></tr><tr><td><p>Trattamento e smaltimento dei rifiuti *</p></td></tr><tr><td><p>Turismo e attività ricreative</p></td><td><p>Infrastrutture per turismo e attività ricreative *</p></td></tr><tr><td><p>Attività turistiche e ricreative *</p></td></tr><tr><td><p>Sicurezza/difesa</p></td><td><p>Operazioni militari (salvo l'articolo 2, paragrafo 2)</p></td></tr><tr><td><p>Istruzione e ricerca</p></td><td><p>Ricerca, indagini e attività didattiche *</p></td></tr></tbody></table>
Note relative alla tabella 2
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 1:</p></td><td><p>La valutazione delle pressioni dovrebbe vertere sui relativi livelli nell'ambiente marino e, se pertinente, sui tassi di immissione (da fonti terrestri o atmosferiche) nell'ambiente marino.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 2:</p></td><td><p>I numeri in questa colonna si riferiscono alla numerazione dei punti nell'allegato I.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nota 3:</p></td><td><p>Nella tabella 2a sono elencati solo i descrittori qualitativi basati sulla pressione: 2), 3), 5), 6), 7), 8), 9), 10) e 11) i cui criteri sono fissati conformemente all'articolo 9, paragrafo 3. Tutti gli altri descrittori qualitativi di stato di cui all'allegato I possono essere pertinenti a ciascun tema.»</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32017L0845 |
02021D1013 — IT — 06.02.2023 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>DECISIONE (PESC) 2021/1013 DEL CONSIGLIO</p><p>del 21 giugno 2021</p><p><a>che nomina il rappresentante speciale dell’Unione europea per l’Asia centrale</a></p><p>(GU L 222 del 22.6.2021, pag. 33)</p></td></tr></table>
Modificata da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>DECISIONE (PESC) 2023/260 DEL CONSIGLIO del 6 febbraio 2023</a></p></td><td><p>  L 35</p></td><td><p>25</p></td><td><p>7.2.2023</p></td></tr></table>
DECISIONE (PESC) 2021/1013 DEL CONSIGLIO
del 21 giugno 2021
che nomina il rappresentante speciale dell’Unione europea per l’Asia centrale
Articolo 1
Rappresentante speciale dell’Unione europea
Il mandato di Terhi HAKALA quale rappresentante speciale dell’Unione europea (RSUE) per l’Asia centrale è prorogato fino al 28 febbraio 2025. Il Consiglio può decidere che il mandato dell’RSUE termini in anticipo, sulla base di una valutazione del comitato politico e di sicurezza (CPS) e di una proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR).
Articolo 2
Obiettivi politici
Il mandato dell’RSUE si basa sugli obiettivi politici dell’Unione in Asia centrale. Tali obiettivi includono:
a) promuovere buone e strette relazioni tra l’Unione e i paesi dell’Asia centrale in base a valori e interessi comuni, come previsto nei pertinenti accordi;
b) contribuire a rafforzare la stabilità e la cooperazione tra i paesi nella regione;
c) contribuire a rafforzare la democrazia, lo Stato di diritto, la buona governance e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Asia centrale;
d) affrontare le minacce principali e, particolarmente, i problemi specifici aventi implicazioni dirette per l’Unione;
e) potenziare l’efficacia e la visibilità dell’Unione nella regione, anche mediante un più stretto coordinamento con altri pertinenti partner e organizzazioni internazionali quali l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e le Nazioni Unite (ONU).
Articolo 3
Mandato
1. Al fine di raggiungere gli obiettivi politici, l’RSUE ha il mandato di:
a) promuovere il coordinamento politico generale dell’Unione in Asia centrale e contribuire a garantire la coerenza delle azioni esterne dell’Unione nella regione;
b) contribuire al processo di attuazione della strategia dell’Unione per un nuovo partenariato con l’Asia centrale, integrato dalle pertinenti conclusioni del Consiglio e da successive relazioni sui progressi compiuti relativi all’attuazione della strategia dell’Unione per l’Asia centrale, formulare raccomandazioni e riferire periodicamente ai competenti organi del Consiglio;
c) assistere il Consiglio nell’ulteriore sviluppo di una politica globale nei confronti dell’Asia centrale;
d) seguire da vicino gli sviluppi politici in Asia centrale, sviluppando e mantenendo stretti contatti con i governi, i parlamenti, la magistratura, la società civile e i mezzi di comunicazione di massa;
e) incoraggiare il Kazakhstan, il Kirghizistan, il Tagikistan, il Turkmenistan e l’Uzbekistan a cooperare su questioni regionali di interesse comune;
f) sviluppare contatti e cooperazione appropriati con i principali attori interessati nella regione e con tutte le pertinenti organizzazioni regionali e internazionali;
g) contribuire all’attuazione della politica dell’Unione sui diritti umani nella regione in collaborazione con l’RSUE per i diritti umani, compresi gli orientamenti dell’Unione in materia, segnatamente gli orientamenti dell’Unione sui bambini e i conflitti armati nonché sulle violenze contro le donne e le ragazze e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti, e all’attuazione della politica dell’Unione relativa alla risoluzione 1325 (2000) del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulle donne, la pace e la sicurezza, anche tramite monitoraggi, relazioni sugli sviluppi e la formulazione di raccomandazioni al riguardo;
h) contribuire, in stretta cooperazione con l’ONU e l’OSCE, alla prevenzione e alla risoluzione dei conflitti sviluppando contatti con le autorità e gli altri attori locali, come organizzazioni non governative, partiti politici, minoranze, gruppi religiosi e loro dirigenti;
i) contribuire alla formulazione degli aspetti della politica estera e di sicurezza comune legati alla sicurezza energetica, alla sicurezza delle frontiere, alla lotta contro le forme gravi di criminalità comprese la droga e la tratta di esseri umani, e alla gestione delle risorse idriche, all’ambiente e ai cambiamenti climatici per quanto riguarda l’Asia centrale;
j) promuovere la sicurezza regionale in Asia centrale nel contesto della riduzione della presenza internazionale in Afghanistan.
2. L’RSUE sostiene l’operato dell’AR e mantiene una visione globale di tutte le attività dell’Unione nella regione.
Articolo 4
Esecuzione del mandato
1. L’RSUE è responsabile dell’esecuzione del mandato, sotto l’autorità dell’AR.
2. Il CPS è un interlocutore privilegiato dell’RSUE e ne costituisce il principale punto di contatto con il Consiglio. Il CPS fornisce all’RSUE un orientamento strategico e una direzione politica nell’ambito del mandato, fatte salve le competenze dell’AR.
3. L’RSUE coopera e lavora in stretto coordinamento con il servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e i suoi uffici competenti.
Articolo 5
Finanziamento
1. L’importo di riferimento finanziario destinato a coprire le spese connesse con il mandato dell’RSUE per il periodo dal 1 o luglio 2021 al 28 febbraio 2023 è pari a 1 885 000 EUR.
L’importo di riferimento finanziario destinato a coprire le spese connesse con il mandato dell’RSUE per il periodo dal 1 o marzo 2023 al 28 febbraio 2025 è pari a 2 665 000 EUR.
2. Le spese sono gestite nel rispetto delle procedure e delle norme applicabili al bilancio generale dell’Unione.
3. La gestione delle spese è oggetto di un contratto fra l’RSUE e la Commissione. L’RSUE è responsabile dinanzi alla Commissione di tutte le spese.
Articolo 6
Costituzione e composizione della squadra
1. Nei limiti del mandato dell’RSUE e dei corrispondenti mezzi finanziari messi a disposizione, l’RSUE è responsabile della costituzione di una squadra. La squadra dispone delle competenze necessarie su problemi politici specifici, secondo le esigenze del mandato. L’RSUE informa senza indugio il Consiglio e la Commissione della composizione della squadra.
2. Gli Stati membri, le istituzioni dell’Unione e il SEAE possono proporre il distacco di personale presso l’RSUE. La retribuzione di tale personale distaccato è a carico, rispettivamente, dello Stato membro o dell’istituzione dell’Unione interessati o del SEAE. Anche gli esperti distaccati dagli Stati membri presso le istituzioni dell’Unione o il SEAE possono essere assegnati all’RSUE. Il personale internazionale a contratto ha la cittadinanza di uno Stato membro.
3. Ciascun membro del personale distaccato resta alle dipendenze amministrative dello Stato membro o dell’istituzione dell’Unione che l’ha distaccato ovvero del SEAE e assolve i propri compiti e agisce nell’interesse del mandato dell’RSUE.
4. Il personale dell’RSUE è ubicato presso il competente ufficio del SEAE o presso le delegazioni dell’Unione per assicurare la coerenza e corrispondenza delle loro rispettive attività.
Articolo 7
Privilegi e immunità dell’RSUE e del personale dell’RSUE
I privilegi, le immunità e le altre garanzie necessarie per il compimento e il regolare svolgimento della missione dell’RSUE e del personale dell’RSUE sono convenuti con i paesi ospitanti, a seconda dei casi. Gli Stati membri e il SEAE forniscono tutto il sostegno necessario a tale scopo.
Articolo 8
Sicurezza delle informazioni classificate UE
L’RSUE e i membri della sua squadra rispettano i principi e le norme minime di sicurezza stabiliti dalla decisione 2013/488/UE del Consiglio ( 1 ).
Articolo 9
Accesso alle informazioni e supporto logistico
1. Gli Stati membri, la Commissione, il SEAE e il segretariato generale del Consiglio assicurano che l’RSUE abbia accesso a ogni pertinente informazione.
2. Le delegazioni dell’Unione nella regione e/o gli Stati membri, a seconda dei casi, forniscono il supporto logistico nella regione.
Articolo 10
Sicurezza
Conformemente alla politica dell’Unione in materia di sicurezza del personale schierato al di fuori dell’Unione nell’ambito di una capacità operativa ai sensi del titolo V del trattato, l’RSUE adotta tutte le misure ragionevolmente praticabili, in conformità del mandato dell’RSUE e della situazione di sicurezza nell’area di competenza, per garantire la sicurezza di tutto il personale sotto la diretta autorità dell’RSUE, in particolare:
a) stabilendo un piano di sicurezza specifico, basato su orientamenti forniti dal SEAE, che contempli le misure di sicurezza fisiche, organizzative e procedurali specifiche che regolano la gestione della sicurezza dei movimenti del personale verso l’area di competenza e al suo interno, nonché la gestione degli incidenti di sicurezza, e che includa un piano di emergenza e di evacuazione;
b) assicurando che tutto il personale schierato al di fuori dell’Unione abbia una copertura assicurativa contro i rischi gravi, tenuto conto delle condizioni esistenti nell’area di competenza;
c) assicurando che tutti i membri della squadra dell’RSUE schierati al di fuori dell’Unione, compreso il personale assunto a livello locale, abbiano ricevuto un’adeguata formazione in materia di sicurezza, prima o al momento del loro arrivo nell’area di competenza, sulla base dei livelli di rischio assegnati a tale area dal SEAE;
d) assicurando che siano attuate tutte le raccomandazioni formulate di comune accordo in seguito a valutazioni periodiche della sicurezza e presentando all’AR, al Consiglio e alla Commissione relazioni scritte sull’attuazione di tali raccomandazioni e su altre questioni di sicurezza nell’ambito delle relazioni periodiche sui progressi compiuti e della relazione finale ed esauriente sull’esecuzione del mandato.
Articolo 11
Relazioni
L’RSUE riferisce periodicamente all’AR e al CPS. Se necessario, l’RSUE riferisce anche ai gruppi di lavoro del Consiglio. Le relazioni periodiche sono diffuse mediante la rete COREU. L’RSUE può presentare relazioni al Consiglio «Affari esteri». L’RSUE può essere associato nel fornire informazioni al Parlamento europeo.
Articolo 12
Coordinamento
1. L’RSUE contribuisce all’unità, alla coerenza e all’efficacia dell’azione dell’Unione e concorre ad assicurare che tutti gli strumenti dell’Unione e le azioni degli Stati membri siano impiegati in un quadro coerente ai fini del raggiungimento degli obiettivi politici dell’Unione. Se del caso, si cerca di stabilire un coordinamento con gli Stati membri. Le attività dell’RSUE sono coordinate con quelle del competente ufficio geografico del SEAE e con la Commissione. L’RSUE informa regolarmente le missioni degli Stati membri e le delegazioni dell’Unione.
2. Sono mantenuti stretti contatti sul campo con i pertinenti capimissione degli Stati membri e i capi delle delegazioni dell’Unione. Essi si adoperano al massimo per assistere l’RSUE nell’esecuzione del mandato. L’RSUE mantiene stretti contatti anche con altri soggetti internazionali e regionali sul campo.
Articolo 13
Assistenza in relazione ai reclami
L’RSUE e il personale dell’RSUE contribuiscono a fornire elementi per rispondere a qualsiasi reclamo e obbligo derivante dai mandati dei precedenti RSUE per l’Asia centrale e forniscono assistenza amministrativa e accesso ai documenti rilevanti per tali finalità.
Articolo 14
Riesame
L’attuazione della presente decisione e la coerenza della stessa con altri contributi dell’Unione nella regione sono riesaminate periodicamente. L’RSUE presenta al Consiglio, all’AR e alla Commissione relazioni periodiche sui progressi compiuti e una relazione finale ed esauriente sull’esecuzione del mandato entro il 30 novembre 2024.
Articolo 15
Entrata in vigore
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
<note>
( 1 ) Decisione 2013/488/UE del Consiglio, del 23 settembre 2013, sulle norme di sicurezza per proteggere le informazioni classificate UE (GU L 274 del 15.10.2013, pag. 1).
</note> | ITA | 02021D1013-20230206 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>25.4.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 107/29</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2017/726 DELLA COMMISSIONE
del 24 aprile 2017
recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) ,
visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati ( 2 ) , in particolare l'articolo 136, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 prevede, in applicazione dei risultati dei negoziati commerciali multilaterali dell'Uruguay round, i criteri per la fissazione da parte della Commissione dei valori forfettari all'importazione dai paesi terzi, per i prodotti e i periodi indicati nell'allegato XVI, parte A, del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il valore forfettario all'importazione è calcolato ciascun giorno feriale, in conformità dell'articolo 136, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011, tenendo conto di dati giornalieri variabili. Pertanto il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
I valori forfettari all'importazione di cui all'articolo 136 del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 sono quelli fissati nell'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 24 aprile 2017
Per la Commissione,
a nome del presidente
Jerzy PLEWA
Direttore generale
Direzione generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1 .
ALLEGATO
Valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>(EUR/100 kg)</p></td></tr><tr><td><p>Codice NC</p></td><td><p>Codice dei paesi terzi<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Valore forfettario all'importazione</p></td></tr><tr><td><p>0702 00 00</p></td><td><p>EG</p></td><td><p>325,6</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>101,7</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>127,7</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>185,0</p></td></tr><tr><td><p>0707 00 05</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>79,4</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>156,1</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>117,8</p></td></tr><tr><td><p>0709 93 10</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>78,6</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>140,8</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>109,7</p></td></tr><tr><td><p>0805 10 22 , 0805 10 24 , 0805 10 28</p></td><td><p>EG</p></td><td><p>52,4</p></td></tr><tr><td><p>IL</p></td><td><p>130,6</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>68,9</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>71,4</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>80,8</p></td></tr><tr><td><p>0805 50 10</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>68,9</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>67,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>68,1</p></td></tr><tr><td><p>0808 10 80</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>88,6</p></td></tr><tr><td><p>BR</p></td><td><p>124,2</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>127,8</p></td></tr><tr><td><p>CN</p></td><td><p>147,6</p></td></tr><tr><td><p>NZ</p></td><td><p>152,4</p></td></tr><tr><td><p>US</p></td><td><p>116,7</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>86,9</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>120,6</p></td></tr><tr><td><p>0808 30 90</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>175,5</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>133,5</p></td></tr><tr><td><p>CN</p></td><td><p>113,2</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>123,8</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>136,5</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Nomenclatura dei paesi stabilita dal Regolamento (UE) n. 1106/2012 della Commissione, del 27 novembre 2012, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi, per quanto riguarda l'aggiornamento della nomenclatura dei paesi e territori ( GU L 328 del 28.11.2012, pag. 7 ). Il codice «ZZ» corrisponde a «altre origini».
</note> | ITA | 32017R0726 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>23.6.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 162/27</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2017/1113 DELLA COMMISSIONE
del 22 giugno 2017
che rinnova l'approvazione della sostanza attiva acido benzoico in conformità al regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari, e che modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE ( 1 ) , in particolare l'articolo 20, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La direttiva 2004/30/CE della Commissione<a> (<span>2</span>)</a> ha iscritto l'acido benzoico come sostanza attiva nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Le sostanze attive iscritte nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE sono considerate approvate a norma del regolamento (CE) n. 1107/2009 e sono elencate nell'allegato, parte A, del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione<a> (<span>4</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'approvazione della sostanza attiva acido benzoico, come previsto nell'allegato, parte A, del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011, scade il 31 gennaio 2018.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 1 del regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012 della Commissione<a> (<span>5</span>)</a>, è stata presentata, entro i termini previsti da tale articolo, una domanda di rinnovo dell'approvazione dell'acido benzoico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il richiedente ha presentato i fascicoli supplementari richiesti in conformità all'articolo 6 del regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012. La domanda è stata ritenuta completa dallo Stato membro relatore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Lo Stato membro relatore ha elaborato una relazione di valutazione sul rinnovo, in consultazione con lo Stato membro correlatore, e l'ha presentata all'Autorità europea per la sicurezza alimentare («l'Autorità») e alla Commissione il 4 gennaio 2016.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>L'Autorità ha trasmesso la relazione di valutazione sul rinnovo al richiedente e agli Stati membri per raccoglierne le osservazioni, che ha successivamente inoltrato alla Commissione. L'Autorità ha anche messo a disposizione del pubblico il fascicolo supplementare sintetico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il 30 novembre 2016 l'Autorità ha comunicato alla Commissione le sue conclusioni<a> (<span>6</span>)</a> sull'idoneità dell'acido benzoico a soddisfare i criteri di approvazione previsti all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009. Il 24 gennaio 2017 la Commissione ha presentato il progetto di relazione sul rinnovo dell'acido benzoico al comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Al richiedente è stata data la possibilità di presentare osservazioni riguardo alla relazione sul rinnovo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>In merito a uno o più impieghi rappresentativi di almeno un prodotto fitosanitario contenente acido benzoico è stato accertato che sono soddisfatti i criteri di approvazione previsti all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1107/2009.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>È pertanto opportuno rinnovare l'approvazione dell'acido benzoico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>La valutazione del rischio per il rinnovo dell'approvazione dell'acido benzoico si basa su un numero limitato di impieghi rappresentativi, che non limitano tuttavia gli impieghi per i quali i prodotti fitosanitari contenenti acido benzoico possono essere autorizzati. È pertanto opportuno non mantenere la restrizione al solo impiego come disinfettante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1107/2009, in combinato disposto con l'articolo 6 di tale regolamento e alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e tecniche, è tuttavia necessario fissare alcune condizioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 20, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1107/2009, in combinato disposto con l'articolo 13, paragrafo 4, di tale regolamento, l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 dovrebbe essere modificato di conseguenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) 2016/2016 della Commissione<a> (<span>7</span>)</a> ha prorogato il periodo di approvazione dell'acido benzoico fino al 31 gennaio 2018, al fine di consentire il completamento della procedura di rinnovo prima della scadenza dell'approvazione di detta sostanza. Dato tuttavia che una decisione sul rinnovo è già stata adottata prima di tale data di scadenza prorogata, è opportuno che il presente regolamento si applichi a decorrere dal 1<span>o</span> settembre 2017.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Rinnovo dell'approvazione della sostanza attiva
L'approvazione della sostanza attiva acido benzoico, specificata nell'allegato I, è rinnovata alle condizioni stabilite in tale allegato.
Articolo 2
Modifica del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011
L'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 è modificato conformemente all'allegato II del presente regolamento.
Articolo 3
Entrata in vigore e data di applicazione
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Esso si applica a decorrere dal 1 o settembre 2017.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 22 giugno 2017
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
( 1 ) ( GU L 309 del 24.11.2009, pag. 1 ).
( 2 ) Direttiva 2004/30/CE della Commissione, del 10 marzo 2004, che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio con l'iscrizione delle sostanze attive acido benzoico, flazasulfuron e pyraclostrobin ( GU L 77 del 13.3.2004, pag. 50 ).
( 3 ) Direttiva 91/414/CEE del Consiglio, del 15 luglio 1991, relativa all'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari ( GU L 230 del 19.8.1991, pag. 1 ).
( 4 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione, del 25 maggio 2011, recante disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'elenco delle sostanze attive approvate ( GU L 153 dell'11.6.2011, pag. 1 ).
( 5 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 844/2012 della Commissione, del 18 settembre 2012, che stabilisce le norme necessarie per l'attuazione della procedura di rinnovo dell'approvazione delle sostanze attive a norma del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari ( GU L 252 del 19.9.2012, pag. 26 ).
( 6 ) EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), 2016. Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance benzoic acid (Conclusioni sul riesame inter pares della valutazione del rischio della sostanza attiva acido benzoico come antiparassitario). EFSA Journal 2016;14(12):4657, 14 pp. doi:10.2903/j.efsa.2016.4657. Disponibile all'indirizzo: http://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/4657.
( 7 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2016/2016 della Commissione, del 17 novembre 2016, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 per quanto riguarda la proroga dei periodi di approvazione delle sostanze attive acetamiprid, acido benzoico, flazasulfuron, mecoprop-P, mepanipyrim, mesosulfuron, propineb, propoxycarbazone, propizamide, propiconazolo, pseudomonas chlororaphis ceppo: MA 342, pyraclostrobin, quinoxifen, thiacloprid, tiram, ziram e zoxamide ( GU L 312 del 18.11.2016, pag. 21 ).
ALLEGATO I
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune, numeri di identificazione</p></td><td><p>Denominazione IUPAC</p></td><td><p>Purezza<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Data di approvazione</p></td><td><p>Scadenza dell'approvazione</p></td><td><p>Disposizioni specifiche</p></td></tr><tr><td><p>Acido benzoico</p><p>N. CAS 65-85-0</p><p>N. CIPAC 622</p></td><td><p>Acido benzoico</p></td><td><p>≥ 990 g/kg</p></td><td><p>1<span>o</span> settembre 2017</p></td><td><p>31 agosto 2032</p></td><td><p>Per l'attuazione dei principi uniformi di cui all'articolo 29, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1107/2009, occorre tenere conto delle conclusioni sull'acido benzoico contenute nella relazione sul rinnovo, in particolare nelle appendici I e II.</p><p>In tale valutazione globale gli Stati membri devono prestare particolare attenzione alla protezione degli operatori, vigilando affinché le condizioni d'impiego prescrivano l'utilizzo di dispositivi di protezione personale adeguati.</p><p>Le condizioni d'impiego devono comprendere misure di attenuazione del rischio, se del caso.</p></td></tr></tbody></table>
( 1 ) Ulteriori dettagli sull'identità e sulle specifiche della sostanza attiva sono forniti nella relazione di riesame.
ALLEGATO II
L'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>nella parte A è soppressa la voce 79 relativa all'acido benzoico;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>nella parte B è inserita la voce seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero</p></td><td><p>Nome comune, numeri di identificazione</p></td><td><p>Denominazione IUPAC</p></td><td><p>Purezza<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Data di approvazione</p></td><td><p>Scadenza dell'approvazione</p></td><td><p>Disposizioni specifiche</p></td></tr><tr><td><p>«115</p></td><td><p>Acido benzoico</p><p>N. CAS 65-85-0</p><p>N. CIPAC 622</p></td><td><p>Acido benzoico</p></td><td><p>≥ 990 g/kg</p></td><td><p>1<span>o</span> settembre 2017</p></td><td><p>31 agosto 2032</p></td><td><p>Per l'attuazione dei principi uniformi di cui all'articolo 29, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1107/2009, occorre tenere conto delle conclusioni sull'acido benzoico contenute nella relazione sul rinnovo, in particolare nelle appendici I e II.</p><p>In tale valutazione globale gli Stati membri devono prestare particolare attenzione alla protezione degli operatori, vigilando affinché le condizioni d'impiego prescrivano l'utilizzo di dispositivi di protezione personale adeguati.</p><p>Le condizioni d'impiego devono comprendere misure di attenuazione del rischio, se del caso.»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Ulteriori dettagli sull'identità e sulle specifiche della sostanza attiva sono forniti nella relazione di riesame.
</note> | ITA | 32017R1113 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>15.7.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 251/94</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO (UE) 2021/1149 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 7 luglio 2021
che istituisce il Fondo Sicurezza interna
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 82, paragrafo 1, l’articolo 84 e l’articolo 87, paragrafo 2,
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo ( 1 ) ,
previa consultazione del Comitato delle regioni,
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria ( 2 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Benché la sicurezza nazionale resti di esclusiva competenza degli Stati membri, per proteggere tale sicurezza sono necessari una cooperazione e un coordinamento a livello dell’Unione. È opportuno che l’obiettivo dell’Unione di garantire un livello elevato di sicurezza in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia ai sensi dell’articolo 67, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sia raggiunto, tra l’altro, attraverso misure di prevenzione e lotta contro la criminalità e misure di coordinamento e cooperazione tra autorità di contrasto e altre autorità nazionali degli Stati membri, compreso il coordinamento e la cooperazione con le agenzie e gli altri organi dell’Unione pertinenti, nonché con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali pertinenti, nonché con l’aiuto del settore privato e della società civile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Per il periodo tra il 2015 e il 2020 la Commissione, il Consiglio dell’Unione europea e il Parlamento europeo hanno definito le priorità comuni fissate nell’agenda europea sulla sicurezza dell’aprile 2015, che sono state ribadite dal Consiglio nella rinnovata strategia di sicurezza interna del giugno 2015 e dal Parlamento europeo nella risoluzione del luglio 2015, segnatamente prevenire e combattere il terrorismo e la radicalizzazione, la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità, e la criminalità informatica. Tali priorità comuni sono state ribadite per il periodo 2020-2025 nella comunicazione del 24 luglio 2020 della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo «la strategia dell’UE per l’Unione della sicurezza».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Nella dichiarazione di Roma firmata il 25 marzo 2017, i leader di 27 Stati membri, il Consiglio europeo, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno ribadito il loro impegno ad operarsi per realizzare un’Europa sicura e a costruire un’Unione in cui tutti i cittadini si sentano sicuri e possano spostarsi liberamente, in cui le frontiere esterne siano protette, con una politica migratoria efficace, responsabile e sostenibile, nel rispetto delle norme internazionali, così come un’Europa determinata a combattere il terrorismo e la criminalità organizzata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il Consiglio europeo del 15 dicembre 2016 ha sollecitato il conseguimento di ulteriori risultati sull’interoperabilità dei sistemi di informazione e delle banche dati. Il Consiglio europeo del 23 giugno 2017 ha sottolineato la necessità di migliorare l’interoperabilità tra le banche dati, e il 12 dicembre 2017 la Commissione ha presentato una proposta di regolamento che istituisce un quadro per l’interoperabilità tra i sistemi d’informazione dell’UE (cooperazione giudiziaria e di polizia, asilo e migrazione).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Onde preservare l’acquis di Schengen e contribuire a garantire un elevato livello di sicurezza nell’Unione, dal 6 aprile 2017 gli Stati membri hanno l’obbligo di effettuare verifiche sistematiche nelle banche dati pertinenti sui cittadini dell’Unione che attraversano le frontiere esterne dell’Unione. La Commissione ha inoltre emesso una raccomandazione per gli Stati membri affinché facciano miglior uso dei controlli di polizia e della cooperazione transfrontaliera. I principi fondamentali che dovrebbero presiedere all’azione dell’Unione e degli Stati membri per sviluppare un’autentica ed efficace Unione della sicurezza sono la solidarietà tra gli Stati membri, la trasparenza sulla ripartizione dei compiti, il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto e una particolare attenzione alla prospettiva mondiale e alla necessaria coerenza con la dimensione esterna della sicurezza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Per conseguire questo obiettivo è opportuno intraprendere azioni a livello dell’Unione volte a proteggere la popolazione, gli spazi pubblici e le infrastrutture critiche da minacce di natura sempre più transnazionale e a sostenere il lavoro svolto dalle competenti autorità degli Stati membri. Il terrorismo, i reati gravi e di criminalità organizzata, la criminalità itinerante, il traffico illecito di armi e di droga, la corruzione, il riciclaggio dei proventi, la criminalità informatica, lo sfruttamento sessuale, compreso lo sfruttamento sessuale dei minori, le minacce ibride e le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, e la tratta di esseri umani, tra gli altri reati, costituiscono tuttora minacce persistenti alla sicurezza interna dell’Unione. La sicurezza interna è uno sforzo comune a cui dovrebbero contribuire congiuntamente le istituzioni e le agenzie pertinenti dell’Unione e gli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Per contribuire allo sviluppo e all’attuazione di un’autentica ed efficace Unione della sicurezza volta a garantire un livello elevato di sicurezza interna in tutta l’Unione, è opportuno istituire e gestire un Fondo Sicurezza interna («Fondo») al fine di dotare gli Stati membri di un adeguato sostegno finanziario dall’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È opportuno che i finanziamenti a carico del bilancio dell’Unione siano concentrati su azioni in cui l’intervento dell’Unione possa apportare un maggiore valore aggiunto rispetto all’azione isolata degli Stati membri. In linea con l’articolo 84 e l’articolo 87, paragrafo 2, TFUE, il Fondo dovrebbe sostenere misure per incentivare e sostenere l’azione degli Stati membri nel campo della prevenzione della criminalità, della formazione comune del personale nonché della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale che associa tutte le autorità competenti degli Stati membri e gli organismi dell’Unione per quanto riguarda, in particolare, lo scambio di informazioni, una maggiore cooperazione operativa e il sostegno agli sforzi necessari per potenziare le capacità di prevenire e combattere il terrorismo e i reati gravi e di criminalità organizzata. Il Fondo dovrebbe inoltre sostenere la formazione del personale competente e degli esperti, in linea con i principi generali del programma di formazione europea delle autorità di contrasto. Il Fondo non dovrebbe sostenere i costi operativi e le attività connesse alle funzioni essenziali degli Stati membri per il mantenimento dell’ordine pubblico e la salvaguardia della sicurezza interna nazionale conformemente all’articolo 72 TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe essere attuato nel pieno rispetto dei valori sanciti all’articolo 2 del trattato sull’Unione europea (TUE), dei diritti e dei principi sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea («Carta») e degli obblighi internazionali dell’Unione relativi ai diritti umani. In particolare, il Fondo dovrebbe essere attuato nel pieno rispetto dei diritti fondamentali, come il diritto alla dignità umana, il diritto alla vita, la proibizione della tortura e delle pene o dei trattamenti inumani o degradanti, il diritto alla protezione dei dati personali, i diritti dei minori e il diritto a un ricorso effettivo, nonché il pieno rispetto del principio della non discriminazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>In linea con l’articolo 3 TUE, il Fondo dovrebbe sostenere attività che garantiscano che i minori siano protetti contro la violenza, gli abusi, lo sfruttamento e l’incuria. Occorre che il Fondo sostenga misure di garanzia e assistenza dei minori testimoni e vittime, in particolare dei minori non accompagnati o che per altre ragioni necessitano di tutela.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>In linea con le priorità comuni individuate a livello dell’Unione per garantire un elevato livello di sicurezza nell’Unione, il Fondo dovrebbe sostenere azioni volte ad affrontare le principali minacce per la sicurezza e, in particolare, a prevenire e combattere il terrorismo e la radicalizzazione, i reati gravi e di criminalità organizzata e la criminalità informatica nonché a fornire assistenza e protezione alle vittime di reato. Il Fondo dovrebbe garantire che l’Unione e i suoi Stati membri siano anche ben attrezzati per affrontare le minacce emergenti e in evoluzione, come i traffici illeciti, anche tramite canali online, le minacce ibride e le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari, al fine di istituire un’autentica Unione della sicurezza. Tale obiettivo dovrebbe essere perseguito attraverso un’assistenza finanziaria che contribuisca a migliorare lo scambio di informazioni, che potenzi la cooperazione operativa e che rafforzi le capacità nazionali e collettive.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>L’assistenza finanziaria fornita dal Fondo dovrebbe in particolare sostenere lo scambio di informazioni, la cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale e la prevenzione per quanto riguarda i reati gravi e di criminalità organizzata, il traffico illecito di armi, la corruzione, il riciclaggio dei proventi, il traffico di droga, la criminalità ambientale, il terrorismo, la tratta di esseri umani, lo sfruttamento dei rifugiati e dei migranti irregolari, lo sfruttamento grave dei lavoratori, lo sfruttamento e gli abusi sessuali, compreso lo sfruttamento e gli abusi sessuali ai danni di minori e donne, la distribuzione di immagini di abusi sui minori e la pedopornografia nonché la criminalità informatica. Il Fondo dovrebbe inoltre sostenere la protezione della popolazione, degli spazi pubblici e delle infrastrutture critiche da incidenti di sicurezza nonché la preparazione ai rischi e alle crisi in materia di sicurezza e la loro gestione efficace, anche attraverso la formazione comune, lo sviluppo di politiche comuni quali strategie, cicli programmatici, programmi e piani d’azione) nonché della legislazione e della cooperazione pratica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe fornire un sostegno finanziario per far fronte alle sfide emergenti poste dal significativo aumento, negli ultimi anni, della portata di alcuni tipi di reato commessi via Internet, quali la frode nei pagamenti, lo sfruttamento sessuale dei minori e il traffico illecito di armi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe basarsi sui risultati e sugli investimenti realizzati grazie agli strumenti che lo hanno preceduto, segnatamente il programma «Prevenzione e lotta contro la criminalità» (ISEC), il programma «Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo e di altri rischi correlati alla sicurezza» (CIPS) per il periodo 2007-2013 e lo strumento per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi nell’ambito del Fondo Sicurezza interna per il periodo 2014-2020, istituito con regolamento (UE) n. 513/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>. L’ambito di applicazione del Fondo dovrebbe anche consentire di tenere conto di nuovi sviluppi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>È necessario ottimizzare l’impatto dei finanziamenti dell’Unione attraverso la mobilitazione, la messa in comune e l’impiego di risorse finanziarie pubbliche e private. In relazione al proprio obiettivo, il Fondo dovrebbe promuovere e incoraggiare il coinvolgimento attivi e significativi della società civile, comprese le organizzazioni non governative, e del settore industriale europeo nello sviluppo e nell’attuazione della politica di sicurezza, se del caso coinvolgendo anche altri soggetti pertinenti, organi e organismi dell’Unione, e organizzazioni internazionali. Occorre tuttavia garantire che il sostegno del Fondo non sia utilizzato per delegare compiti statutari o pubblici a soggetti privati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>La natura transfrontaliera del terrorismo e dei reati gravi e di criminalità organizzata richiede una risposta e una cooperazione coordinate negli Stati membri, tra gli Stati membri, e con gli organi e organismi competenti dell’Unione. Tutte le autorità competenti degli Stati membri, compresi i servizi di contrasto specializzati, possono detenere informazioni preziose per combattere efficacemente il terrorismo, i reati gravi e della criminalità organizzata. Per accelerare lo scambio di informazioni e migliorare la qualità delle informazioni condivise è fondamentale creare un clima di fiducia reciproca. È opportuno ricercare ed esaminare nuovi approcci alla cooperazione e allo scambio di informazioni, anche per quanto riguarda l’analisi delle minacce, tenendo conto dei quadri esistenti all’interno e al di fuori del quadro dell’Unione, come il Centro UE di situazione e intelligence (INTCEN), il Centro europeo antiterrorismo (ECTC) di Europol, il coordinatore antiterrorismo dell’UE e il gruppo Contro-terrorismo. Il Fondo dovrebbe sostenere le autorità competenti degli Stati membri incaricate della prevenzione o dell’individuazione dei reati e delle relative indagini di cui all’articolo 87 TFUE nella misura in cui le loro attività rientrano nell’ambito di applicazione del Fondo. Tutte le attività finanziate dovrebbero rispettare pienamente lo status giuridico delle diverse autorità competenti e delle diverse strutture europee come pure i necessari principi di titolarità delle informazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Al fine di beneficiare delle conoscenze e del know-how delle agenzie decentrate dell’Unione con competenze in materia di cooperazione e formazione delle autorità di contrasto, monitoraggio delle droghe e delle tossicodipendenze, diritti fondamentali, questioni riguardanti la giustizia e sistemi informatici su larga scala, la Commissione dovrebbe coinvolgere le pertinenti agenzie decentrate nei lavori del comitato per i fondi per gli affari interni istituito dal regolamento (UE) 2021/1148 del parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a>, in particolare all’inizio e al medio termine della fase di programmazione. Se del caso, la Commissione dovrebbe anche poter coinvolgere le pertinenti agenzie decentrate nella sorveglianza e nella valutazione, in particolare al fine di garantire che le azioni sostenute dal Fondo siano conformi al pertinente acquis dell’Unione e alle priorità concordate dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Nel quadro complessivo della strategia dell’Unione in materia di droga, che sostiene un approccio equilibrato basato sulla riduzione contemporanea dell’offerta e della domanda, l’assistenza finanziaria fornita nell’ambito del Fondo dovrebbe sostenere le azioni volte a prevenire e combattere il traffico di droga, attraverso la riduzione dell’offerta e della domanda, in particolare le misure aventi come bersaglio la produzione, la fabbricazione, l’estrazione, la vendita, il trasporto, l’importazione o l’esportazione di stupefacenti, nonché il possesso e l’acquisto finalizzati allo svolgimento di attività di traffico di droga. Il Fondo dovrebbe coprire inoltre gli aspetti preventivi della politica in materia di droga. Al fine di conseguire ulteriori sinergie e coerenza nel settore della droga, è opportuno che tali elementi degli obiettivi legati alla droga, che nel periodo 2014-2020 rientravano nel programma Giustizia, siano integrati nel Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Affinché contribuisca effettivamente ad aumentare il livello di sicurezza interna in tutta l’Unione e a contribuire in tal modo a sviluppare un’autentica Unione della sicurezza, il Fondo dovrebbe essere utilizzato in modo tale da apportare il massimo valore aggiunto dell’Unione alle azioni degli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe sostenere gli investimenti in attrezzature, mezzi di trasporto e strutture solo qualora tali investimenti presentino un chiaro valore aggiunto dell’Unione, e solo nella misura in cui detti investimenti siano necessari per conseguire gli obiettivi del Fondo. Ad esempio, tali investimenti potrebbero includere investimenti nelle attrezzature necessarie alla pratica forense, alla sorveglianza discreta, all’individuazione di esplosivi e droghe e per altre finalità specifiche che rientrino negli obiettivi del Fondo. Il Fondo non dovrebbe finanziare gli investimenti di rilevanza puramente nazionale o investimenti che sarebbero necessari alle attività quotidiane delle autorità competenti, quali uniformi, automobili, autobus, scooter, stazioni di polizia, centri di formazione non specializzata e attrezzature per l’ufficio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Nell’interesse della solidarietà all’interno dell’Unione e in uno spirito di ripartizione della responsabilità in materia di sicurezza nell’Unione, nel caso in cui siano individuati carenze o rischi, in particolare a seguito di una valutazione Schengen, lo Stato membro interessato dovrebbe affrontare in modo adeguato tali debolezze utilizzando le risorse del suo programma per attuare le raccomandazioni adottate ai sensi del regolamento (UE) n. 1053/2013 del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>Al fine di contribuire al raggiungimento dell’obiettivo strategico del Fondo, gli Stati membri dovrebbero assicurare che le priorità dei loro programmi perseguano tutti gli obiettivi specifici del Fondo, che le priorità scelte siano conformi alle misure di attuazione previste all’allegato II e che la ripartizione delle risorse tra gli obiettivi sia proporzionata alle sfide e alle esigenze e garantisca il conseguimento dell’obiettivo strategico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>In ottemperanza al principio di efficienza, è opportuno ricercare sinergie e garantire coerenza con altri fondi dell’Unione ed evitare sovrapposizioni tra le diverse azioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Al fine di massimizzare l’effettivo conseguimento di obiettivi strategici, sfruttare economie di scala e evitare sovrapposizioni tra azioni, il Fondo dovrebbe essere coerente e complementare con gli altri programmi finanziari dell’Unione nel settore della sicurezza. In particolare, è opportuno garantire sinergie con il Fondo Asilo, migrazione e integrazione e con il Fondo per la gestione integrata delle frontiere, composto dallo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti istituito con regolamento (UE) 2021/1148, e dallo Strumento di sostegno finanziario per le attrezzature di controllo doganale istituito con regolamento (UE) 2021/1077 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a>, nonché con i fondi della politica di coesione rientranti nell’ambito di applicazione del regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>,</p><p>la parte relativa alla ricerca in materia di sicurezza del programma Orizzonte Europa istituito con regolamento (UE) 2021/695 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a>, il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori istituito con regolamento (UE) 2021/692 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a>, il programma Giustizia istituito con regolamento (UE) 2021/693 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>10</span>)</a> il Programma Europa digitale istituito con regolamento (UE) 2021/694 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>11</span>)</a> e il programma InvestEU istituito con regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>12</span>)</a>. Le sinergie dovrebbero essere ricercate in particolare per quanto riguarda la sicurezza delle infrastrutture e degli spazi pubblici, la cibersicurezza, la protezione delle vittime e la prevenzione della radicalizzazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Nel tentativo di rafforzare le complementarità tra il Fondo e lo Strumento per la gestione delle frontiere e i visti, dovrebbe essere anche possibile utilizzare attrezzature multifunzionali e sistemi TIC il cui utilizzo principale sia conforme al presente regolamento per il conseguimento degli obiettivi dello Strumento per la gestione delle frontiere e i visti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>È opportuno che le azioni sostenute dal Fondo nei paesi terzi, e in relazione a tali paesi, siano attuate in sinergia e coerenza con altre azioni esterne all’Unione sostenute dai suoi strumenti, e completino tali azioni. In particolare, l’attuazione di tali azioni dovrebbe improntarsi alla piena coerenza con i principi e gli obiettivi generali fissati per l’azione esterna dell’Unione, la sua politica estera e la sua politica di aiuto allo sviluppo nei confronti del paese o della regione in questione. Per quanto riguarda la dimensione esterna del Fondo, il Fondo dovrebbe rafforzare la cooperazione con i paesi terzi nei settori di rilevanza per la sicurezza interna dell’Unione. In tale contesto, i finanziamenti a titolo dello strumento tematico dovrebbero essere utilizzati per sostenere azioni nei paesi terzi o in relazione a tali paesi, nell’ambito degli obiettivi del Fondo, in particolare per contribuire a combattere e prevenire la criminalità, tra cui il traffico di droga e la tratta di esseri umani, per contribuire alla lotta contro le reti criminali transfrontaliere di trafficanti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>Nell’attuare lo strumento tematico la Commissione dovrebbe garantire che i finanziamenti rispondano alle sfide e alle esigenze implicate nel conseguimento degli obiettivi del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>È opportuno che i finanziamenti a carico del bilancio dell’Unione siano concentrati su azioni per le quali l’intervento dell’Unione può apportare valore aggiunto rispetto alle azioni isolate degli Stati membri. La sicurezza ha una dimensione intrinsecamente transfrontaliera e richiede pertanto una risposta forte e coordinata dell’Unione. Il sostegno finanziario fornito dal presente regolamento dovrebbe contribuire in particolare a rafforzare le capacità nazionali e dell’Unione nel settore della sicurezza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Si può ritenere che uno Stato membro non rispetti il pertinente acquis dell’Unione in relazione al ricorso al sostegno operativo nell’ambito del Fondo se non ha ottemperato agli obblighi previsti dai trattati nel settore della sicurezza, se esiste un evidente rischio di violazione grave dei valori dell’Unione da parte di tale Stato membro nell’attuazione dell’acquis in materia di sicurezza, o se da una relazione di valutazione nel quadro del meccanismo di valutazione e monitoraggio di Schengen di cui al regolamento (UE) n. 1053/2013 emergono carenze nel settore in questione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe rispondere alla necessità di una maggiore flessibilità e semplificazione, rispettando nel contempo i requisiti relativi alla prevedibilità e garantendo che vi sia una distribuzione equa e trasparente delle risorse per realizzare gli obiettivi stabiliti dal presente regolamento. L’attuazione del Fondo dovrebbe ispirarsi ai principi di efficienza, efficacia, rilevanza, coerenza, valore aggiunto dell’Unione e qualità della spesa. Inoltre il Fondo dovrebbe essere attuato nel modo più facilmente fruibile possibile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>Al fine di ottimizzare il valore aggiunto degli investimenti finanziati integralmente o in parte dal bilancio dell’Unione, è opportuno cercare sinergie, in particolare, tra il Fondo e altri programmi dell’Unione, compresi quelli in regime di gestione concorrente. Per sfruttare al massimo tali sinergie è opportuno garantire meccanismi di facilitazione essenziali, tra cui il finanziamento cumulativo per un’azione del Fondo e da un altro programma dell’Unione. Tale finanziamento cumulativo non dovrebbe superare i costi ammissibili totali di tale azione. A tal fine, il presente regolamento dovrebbe stabilire norme appropriate, in particolare per quanto riguarda la possibilità di dichiarare gli stessi costi o le stesse spese proporzionalmente nell’ambito del Fondo e di un altro programma dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Nel promuovere le azioni sostenute dal Fondo, i destinatari dei finanziamenti dell’Unione dovrebbero fornire informazioni nella lingua o nelle lingue pertinenti per il pubblico destinatario. Al fine di garantire la visibilità dei finanziamenti dell’Unione, i destinatari di tali finanziamenti dovrebbero fare riferimento alla loro provenienza quando comunicano informazioni in merito alle azioni in questione. A tale scopo, i destinatari dovrebbero garantire che in tutte le comunicazioni destinate ai media e al pubblico figuri l’emblema dell’Unione e si menzioni esplicitamente il sostegno finanziario dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>La Commissione dovrebbe poter utilizzare le risorse finanziarie nell’ambito del Fondo per promuovere le migliori prassi e lo scambio di informazioni sull’attuazione del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>La Commissione dovrebbe pubblicare tempestivamente informazioni sul sostegno fornito dallo strumento tematico in regime di gestione diretta o indiretta e, se del caso, aggiornare tali informazioni. Dovrebbe essere possibile ordinare i dati per obiettivo specifico, nome del beneficiario, importo impegnato giuridicamente e natura e finalità della misura.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Il presente regolamento dovrebbe fissare gli importi iniziali da assegnare ai programmi degli Stati membri, calcolati sulla base dei criteri di cui all’allegato I.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Gli importi iniziali da assegnare ai programmi degli Stati membri dovrebbero costituire la base degli investimenti a lungo termine degli Stati membri in materia di sicurezza. Al fine di tener conto dei cambiamenti nelle minacce interne ed esterne per la sicurezza o nella situazione di partenza, un importo aggiuntivo dovrebbe essere assegnato agli Stati membri a metà del periodo di programmazione e dovrebbe essere basato su dati statistici in conformità dell’allegato I, tenendo conto dello stato di attuazione del programma degli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Poiché le sfide nel settore della sicurezza sono in continua evoluzione, è necessario adeguare l’assegnazione dei finanziamenti ai cambiamenti delle minacce interne ed esterne per la sicurezza e orientare i finanziamenti verso le priorità con il massimo valore aggiunto dell’Unione. Per rispondere alle esigenze impellenti e ai cambiamenti delle politiche e delle priorità dell’Unione, e per orientare i finanziamenti verso azioni con un livello elevato di valore aggiunto dell’Unione, una parte del finanziamento dovrebbe essere periodicamente destinata, attraverso uno strumento tematico, ad azioni specifiche, ad azioni dell’Unione e all’assistenza emergenziale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>È opportuno incoraggiare gli Stati membri a usare parte della dotazione assegnata ai loro programmi per finanziare le azioni elencate nell’allegato IV, accordando loro un contributo dell’Unione più elevato, principalmente in virtù del loro considerevole valore aggiunto per l’Unione o della notevole importanza che rivestono per l’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Parte delle risorse disponibili nell’ambito del Fondo potrebbe essere assegnata a programmi degli Stati membri volti all’attuazione di azioni specifiche che presuppongono cooperazione tra gli Stati membri, o l’attuazione di specifiche azioni in situazioni in cui nuovi sviluppi nell’Unione richiedono finanziamenti aggiuntivi da mettere a disposizione di uno o più Stati membri. È opportuno che la Commissione definisca tali azioni specifiche nei suoi programmi di lavoro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>Il Fondo dovrebbe contribuire a sostenere i costi operativi relativi alla sicurezza interna per consentire agli Stati membri di mantenere capacità che sono determinanti per l’intera Unione. Tale sostegno dovrebbe consistere nel rimborso integrale di costi specifici relativi agli obiettivi del Fondo e dovrebbe costituire parte integrante dei programmi degli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>Per completare l’attuazione dell’obiettivo strategico del Fondo svolta a livello nazionale mediante i programmi degli Stati membri, il Fondo dovrebbe sostenere anche azioni a livello di Unione. Tali azioni dovrebbero essere destinate a scopi strategici generali rientranti nell’ambito di intervento del Fondo, relativi all’analisi politica e all’innovazione, all’apprendimento reciproco a livello transnazionale e ai partenariati, e alla sperimentazione di nuove iniziative e azioni in tutta l’Unione o in alcuni Stati membri. Il Fondo dovrebbe sostenere gli sforzi compiuti dagli Stati membri, anche a livello locale, per scambiare le migliori prassi e promuovere la formazione comune, compresa la sensibilizzazione del personale di contrasto, riguardo alla radicalizzazione e a tutte le forme di discriminazione che potrebbero sfociare nella violenza, come l’antisemitismo, l’antiziganismo e altre forme di razzismo. A tal fine potrebbero essere finanziati programmi di scambio specializzati per i giovani membri del personale di contrasto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Al fine di rafforzare la capacità dell’Unione di reagire immediatamente a incidenti di sicurezza e alle nuove minacce emergenti per l’Unione, dovrebbe essere possibile fornire assistenza emergenziale conformemente al quadro istituito dal presente regolamento. L’assistenza emergenziale non dovrebbe essere fornita per sostenere misure puramente di emergenza o a lungo termine o per affrontare situazioni in cui l’urgenza di agire è conseguente all’inadeguatezza della pianificazione e dell’azione delle autorità competenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>Per garantire la necessaria flessibilità di azione e rispondere alle esigenze emergenti, è opportuno prevedere la possibilità per le agenzie decentrate di ricevere adeguati mezzi finanziari aggiuntivi per svolgere determinati compiti di emergenza. Qualora il compito da eseguire sia così urgente che non è possibile modificare in tempo la dotazione finanziaria, le agenzie decentrate dovrebbero poter beneficiare dell’assistenza emergenziale, anche sotto forma di sovvenzioni, coerentemente con le priorità e le iniziative individuate a livello dell’Unione dalle istituzioni dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>Alla luce della natura transnazionale delle azioni dell’Unione e al fine di promuovere un’azione coordinata per conseguire l’obiettivo di garantire il massimo livello di sicurezza nell’Unione, le agenzie decentrate dovrebbero, in via eccezionale, essere ammissibili quali beneficiari delle azioni dell’Unione, anche sotto forma di sovvenzioni, quando contribuiscono all’attuazione di azioni dell’Unione che rientrano fra le loro competenze e quando tali azioni non sono coperte dal contributo dell’Unione al bilancio di tali agenzie decentrate nel quadro del bilancio annuale. Per garantire un valore aggiunto dell’Unione, tale sostegno dovrebbe essere coerente con le priorità e le iniziative individuate a livello dell’Unione dalle istituzioni dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>L’obiettivo strategico del Fondo dovrebbe essere perseguito anche mediante gli strumenti finanziari e le garanzie di bilancio previsti dalle finestre delle politiche del programma InvestEU istituito dal regolamento (UE) 2021/523. Il sostegno finanziario dovrebbe essere utilizzato per ovviare alle carenze del mercato o a situazioni di investimento non ottimali in modo proporzionato, non dovrebbero duplicare i finanziamenti privati o sostituirvisi o falsare la concorrenza nel mercato interno. Le azioni dovrebbero avere un chiaro valore aggiunto dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>Le operazioni di finanziamento misto hanno carattere facoltativo e sono operazioni sostenute dal bilancio dell’Unione che combinano forme di sostegno non rimborsabili forme di sostegno rimborsabili, o entrambe, a titolo del bilancio dell’Unione con forme di sostegno rimborsabili di istituti di promozione, istituzioni di finanziamento allo sviluppo o altri istituti di finanziamento pubblici, nonché il sostegno da parte di istituti di finanziamento commerciali e investitori.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>Il presente regolamento stabilisce una dotazione finanziaria per il Fondo, che deve costituire, per il Parlamento europeo e il Consiglio, l’importo di riferimento privilegiato nel corso della procedura annuale di bilancio, ai sensi del punto 18 dell’accordo interistituzionale del 16 dicembre 2020 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria, nonché su nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia verso l’introduzione di nuove risorse proprie <a>(<span>13</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>Al Fondo si applica il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>14</span>)</a> («regolamento finanziario»). Il regolamento finanziario stabilisce le regole applicabili all’esecuzione del bilancio dell’Unione, in particolare alle sovvenzioni, ai premi, agli appalti, alla gestione indiretta, agli strumenti finanziari, alle garanzie di bilancio, all’assistenza finanziaria e al rimborso di esperti esterni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>Ai fini dell’attuazione delle azioni in regime di gestione concorrente, è opportuno che il Fondo si inserisca in un quadro coerente comprendente il presente regolamento, il regolamento finanziario e il regolamento (UE) 2021/1060.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2021/1060 stabilisce il quadro entro il quale si iscrive l’azione del Fondo europeo di sviluppo regionale, del Fondo sociale europeo Plus, del Fondo di coesione, del Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, del Fondo per una transizione giusta, del Fondo Asilo, migrazione e integrazione, del Fondo Sicurezza interna e dello Strumento per il sostegno finanziario per di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti, nell’ambito del Fondo per la gestione integrata delle frontiere, e fissa, in particolare, le regole di programmazione, di sorveglianza e valutazione, di gestione e di controllo per i fondi dell’Unione attuati in regime di gestione concorrente. Nel presente regolamento occorre inoltre specificare gli obiettivi del Fondo e stabilire disposizioni specifiche relative alle azioni che possono essere finanziate nell’ambito del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>Una modalità di prefinanziamento per il Fondo è stabilita nel regolamento (UE) 2021/1060 e nel presente regolamento è stabilito un tasso di prefinanziamento specifico. Inoltre, al fine di garantire che sia possibile reagire prontamente a situazioni di emergenza, è opportuno stabilire un tasso di prefinanziamento specifico per l’assistenza emergenziale. La modalità di prefinanziamento dovrebbe garantire che gli Stati membri abbiano i mezzi per fornire sostegno ai beneficiari fin dall’avvio dell’attuazione dei loro programmi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>Le tipologie di finanziamento e i metodi di esecuzione previsti dal presente regolamento dovrebbero essere scelti in base alla loro capacità di conseguire gli obiettivi specifici delle azioni e di produrre risultati, tenendo conto, in particolare, dei costi dei controlli, degli oneri amministrativi e del rischio di inottemperanza. Nel compiere tale scelta, dovrebbe essere preso in considerazione anche il ricorso a somme forfettarie, tassi fissi e costi unitari, nonché ai finanziamenti non collegati ai costi di cui all’articolo 125, paragrafo 1, del regolamento finanziario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(53)</p></td><td><p>Al fine di sfruttare al meglio il principio dell’audit unico, è opportuno stabilire norme specifiche in materia di controllo e audit dei progetti nei quali i beneficiari sono organizzazioni internazionali i cui sistemi di controllo interno sono stati valutati positivamente dalla Commissione. Per tali progetti le autorità di gestione dovrebbero poter limitare le loro verifiche di gestione, a condizione che il beneficiario fornisca tempestivamente tutti i dati e le informazioni necessari sullo stato di avanzamento del progetto e sull’ammissibilità delle spese sottostanti. Inoltre, qualora un progetto attuato da una siffatta organizzazione internazionale faccia parte di un campione di audit, l’autorità di audit dovrebbe poter svolgere la propria attività in linea con i principi della norma ISRS (<span>International Standard on Related Services</span>) 4400 —<span>Engagements to perform Agreed-upon Procedures regarding Financial Information</span>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(54)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 193, paragrafo 2, del regolamento finanziario, può essere attribuita una sovvenzione per un’azione già avviata solo se il richiedente può provare la necessità di avviare l’azione prima della firma della convenzione di sovvenzione. Tuttavia, i costi sostenuti prima della data di presentazione della domanda di sovvenzione non sono ammissibili al finanziamento dell’Unione, tranne in casi eccezionali debitamente giustificati. Al fine di evitare interruzioni del finanziamento dell’Unione suscettibili di arrecare pregiudizio agli interessi dell’Unione, dovrebbe essere possibile, per un periodo di tempo limitato all’inizio del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, che i costi sostenuti in relazione ad azioni già avviate che beneficiano di sostegno a norma del presente regolamento in regime di gestione diretta siano considerati ammissibili a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021, anche se sono stati sostenuti prima della presentazione della domanda di sovvenzione o della domanda di assistenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(55)</p></td><td><p>In conformità del regolamento finanziario, del regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>15</span>)</a>, dei regolamenti (CE, Euratom) n. 2988/95 <a>(<span>16</span>)</a>, (Euratom, CE) n. 2185/96 <a>(<span>17</span>)</a> e (UE) 2017/1939 <a>(<span>18</span>)</a> del Consiglio, gli interessi finanziari dell’Unione devono essere tutelati attraverso misure proporzionate, tra cui tra cui misure relative alla prevenzione, all’individuazione, alla rettifica e all’indagine delle irregolarità, comprese le frodi, al recupero dei fondi perduti, indebitamente versati o non correttamente utilizzati e, se del caso, all’irrogazione di sanzioni amministrative. In particolare, in conformità dei regolamenti (Euratom, CE) n. 2185/96 e (UE, Euratom) n. 883/2013, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha il potere di effettuare indagini amministrative, compresi controlli e verifiche sul posto, per accertare eventuali frodi, casi di corruzione o altri reati lesivi degli interessi finanziari dell’Unione. La Procura europea (EPPO) ha il potere, a norma del regolamento (UE) 2017/1939, di indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione secondo quanto disposto dalla direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>19</span>)</a>.</p><p>In conformità del regolamento finanziario, ogni persona o entità che riceve fondi dell’Unione deve cooperare pienamente alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, concedere i diritti necessari e l’accesso di cui hanno bisogno la Commissione, l’OLAF, la Corte dei conti e, rispetto a quegli Stati membri che partecipano a una cooperazione rafforzata ai sensi del regolamento (UE) 2017/1939, l’EPPO e garantire che i terzi coinvolti nell’esecuzione dei fondi dell’Unione concedano diritti equivalenti. Gli Stati membri dovrebbero cooperare pienamente e prestare tutta l’assistenza necessaria alle istituzioni, agli organi e agli organismi dell’Unione a tutela degli interessi finanziari dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(56)</p></td><td><p>Al presente regolamento si applicano le regole finanziarie orizzontali adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio in base all’articolo 322 TFUE. Tali regole sono stabilite nel regolamento finanziario, definiscono in particolare le modalità relative alla formazione e all’esecuzione del bilancio attraverso sovvenzioni, appalti, premi ed esecuzione indiretta e organizzano il controllo della responsabilità degli agenti finanziari. Le regole adottate in base all’articolo 322 TFUE comprendono anche un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(57)</p></td><td><p>A norma della decisione 2013/755/UE del Consiglio <a>(<span>20</span>)</a> le persone fisiche e i soggetti stabiliti nei paesi e territori d’oltremare sono ammissibili a fruire dei finanziamenti, fatte salve le regole e le finalità del Fondo e le eventuali disposizioni applicabili allo Stato membro cui il pertinente paese o territorio d’oltremare è connesso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(58)</p></td><td><p>In conformità dell’articolo 349 TFUE e in linea con la comunicazione della Commissione del 24 ottobre 2017 dal titolo «Un partenariato strategico rinnovato e rafforzato con le regioni ultraperiferiche dell’UE», approvata dal Consiglio nelle sue conclusioni del 12 aprile 2018, gli Stati membri interessati dovrebbero assicurare che i loro programmi tengano conto delle sfide specifiche cui devono far fronte le regioni ultraperiferiche. Il Fondo dovrebbe sostenere detti Stati membri con risorse adeguate per aiutare ove occorra le regioni ultraperiferiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(59)</p></td><td><p>In conformità dei punti 22 e 23 dell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 13 aprile 2016 <a>(<span>21</span>)</a>, è opportuno che il Fondo sia valutato in base a informazioni raccolte in forza di specifiche prescrizioni in materia di monitoraggio, evitando al contempo oneri amministrativi, in particolare a carico degli Stati membri, e l’eccesso di regolamentazione. È opportuno che tali prescrizioni includano, se del caso, indicatori misurabili che fungano da base per valutare gli effetti del Fondo sul terreno. Per misurare i risultati raggiunti dal Fondo, è opportuno istituire indicatori e relativi target finali in relazione a ciascuno dei suoi obiettivi specifici. Tali indicatori dovrebbero essere di natura qualitativa e quantitativa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(60)</p></td><td><p>Tramite indicatori e la rendicontazione finanziaria, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero sorvegliare l’attuazione del Fondo, in conformità delle disposizioni pertinenti del regolamento (UE) 2021/1060 recante disposizioni comuni per il periodo 2021-2027 e del presente regolamento. A partire dal 2023 gli Stati membri dovrebbero trasmettere alla Commissione relazioni annuali in materia di performance riguardanti l’ultimo periodo contabile. Le relazioni dovrebbero contenere informazioni sui progressi compiuti nell’attuazione dei programmi degli Stati membri. Gli Stati membri dovrebbero anche trasmettere alla Commissione delle sintesi di tali relazioni. La Commissione dovrebbe tradurre in tutte le lingue ufficiali dell’Unione tali sintesi e metterle a disposizione del pubblico sul suo sito web, insieme ai link ai siti web degli Stati membri di cui al regolamento (UE) 2021/1060.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(61)</p></td><td><p>Data l’importanza di lottare contro i cambiamenti climatici, in linea con gli impegni assunti dall’Unione per attuare l’accordo di Parigi, adottato nell’ambito della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici <a>(<span>22</span>)</a>, e realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, le azioni previste dal presente regolamento dovrebbero contribuire al conseguimento dell’obiettivo generale di destinare il 30 % di tutta la spesa del quadro finanziario pluriennale all’integrazione degli obiettivi climatici, nonché di adoperarsi per conseguire l’ambizioso traguardo di destinare il 7,5 % del bilancio nel 2024 e il 10 % nel 2026 e nel 2027 alle spese relative alla biodiversità, tenendo conto nel contempo delle sovrapposizioni esistenti tra obiettivi in materia di clima e di biodiversità. Il Fondo dovrebbe sostenere attività che rispettino le norme e le priorità climatiche e ambientali dell’Unione e non arrechino un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>23</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(62)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) n. 514/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>24</span>)</a> e qualsiasi altro atto applicabile al periodo di programmazione 2014-2020 dovrebbe continuare ad applicarsi ai programmi e ai progetti sostenuti a titolo dello strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi nell’ambito del Fondo sicurezza interna durante il periodo di programmazione 2014-2020. Poiché il periodo di attuazione del regolamento (UE) n. 514/2014 si sovrappone al periodo di programmazione del presente regolamento e al fine di garantire la continuità dell’attuazione di determinati progetti approvati a norma di detto regolamento, è opportuno stabilire disposizioni per l’esecuzione scaglionata dei progetti. Ogni singola fase del progetto dovrebbe essere attuata conformemente alle norme del periodo di programmazione nel cui quadro riceve il finanziamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(63)</p></td><td><p>Poiché gli obiettivi del presente regolamento non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri ma, a motivo della loro portata e dei loro effetti, possono essere conseguiti meglio a livello di Unione, quest’ultima può intervenire in base al principio di sussidiarietà sancito dall’articolo 5 TUE. Il presente regolamento si limita a quanto è necessario per conseguire tali obiettivi in ottemperanza al principio di proporzionalità enunciato nello stesso articolo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(64)</p></td><td><p>Al fine di integrare e modificare gli elementi non essenziali del presente regolamento, è opportuno delegare alla Commissione il potere di adottare atti conformemente all’articolo 290 TFUE riguardo all’elenco delle azioni ammissibili a tassi di cofinanziamento più elevati di cui all’allegato IV, al sostegno operativo di cui all’allegato VII e allo sviluppo ulteriore del quadro di sorveglianza e valutazione. È di particolare importanza che durante i lavori preparatori la Commissione svolga adeguate consultazioni, anche a livello di esperti, nel rispetto dei principi stabiliti nell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 13 aprile 2016. In particolare, al fine di garantire la parità di partecipazione alla preparazione degli atti delegati, il Parlamento europeo e il Consiglio ricevono tutti i documenti contemporaneamente agli esperti degli Stati membri, e i loro esperti hanno sistematicamente accesso alle riunioni dei gruppi di esperti della Commissione incaricati della preparazione di tali atti delegati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(65)</p></td><td><p>È opportuno attribuire alla Commissione competenze di esecuzione al fine di garantire condizioni uniformi di esecuzione del presente regolamento. È altresì opportuno che tali competenze siano esercitate conformemente al regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>25</span>)</a>. Si dovrebbe ricorrere alla procedura d’esame per l’adozione di atti di esecuzione che prevedono obblighi comuni agli Stati membri, in particolare per quanto attiene gli obblighi riguardanti la trasmissione di informazioni alla Commissione, mentre si dovrebbe ricorrere alla procedura consultiva per l’adozione di atti di esecuzione relativi alle modalità di trasmissione di informazioni alla Commissione nel quadro della programmazione e della rendicontazione, vista la loro natura puramente tecnica. È opportuno che la Commissione adotti atti di esecuzione immediatamente applicabili relativamente all’adozione di decisioni di concedere assistenza di emergenza prevista dal presente regolamento ove sussistano, in casi debitamente giustificati connessi alla natura e finalità di tale assistenza, imperativi motivi di urgenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(66)</p></td><td><p>A norma degli articoli 1 e 2 del protocollo n. 22 sulla posizione della Danimarca, allegato al TUE e al TFUE, la Danimarca non partecipa all’adozione del presente regolamento, non è da esso vincolata, né è soggetta alla sua applicazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(67)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 3 del protocollo n. 21 sulla posizione del Regno Unito e dell’Irlanda rispetto allo spazio di libertà, sicurezza e giustizia, allegato al TUE e al TFUE, l’Irlanda ha notificato che desidera partecipare all’adozione e all’applicazione del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(68)</p></td><td><p>È opportuno allineare il periodo di applicazione del presente regolamento a quello del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio <a>(<span>26</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(69)</p></td><td><p>Al fine di garantire la continuità del sostegno fornito nel pertinente settore e di consentire l’attuazione sin dall’inizio del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, il presente regolamento dovrebbe entrare in vigore con urgenza e applicarsi, con effetto retroattivo, a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021,</p></td></tr></tbody></table>
HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
CAPO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1
Oggetto
1. Il presente regolamento istituisce il Fondo Sicurezza interna («Fondo») per la durata del quadro finanziario pluriennale 2021-2027.
2. Il presente regolamento stabilisce:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l’obiettivo strategico del Fondo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>gli obiettivi specifici del Fondo e le misure per attuare tali obiettivi specifici;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il bilancio per il periodo dal 1<span>o</span> gennaio 2021 al 31 dicembre 2027;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le forme di finanziamento dell’Unione e le regole di erogazione del finanziamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Definizioni
Ai fini del presente regolamento si applicano le definizioni seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>«operazione di finanziamento misto»: un’azione sostenuta dal bilancio dell’Unione, anche nell’ambito dei meccanismi di finanziamento misto ai sensi dell’articolo 2, punto 6), del regolamento finanziario che combina forme di aiuto non rimborsabile e/o strumenti finanziari del bilancio dell’Unione con forme di aiuto rimborsabile di istituzioni di finanziamento allo sviluppo o altri istituti di finanziamento pubblici, nonché di istituti di finanziamento commerciali e investitori;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>«autorità competenti»: tutte le autorità degli Stati membri responsabili in materia di prevenzione, individuazione dei reati e relative indagini di cui all’articolo 87, paragrafo 1, TFUE, compresi i servizi di polizia, i servizi delle dogane e altri servizi incaricati dell’applicazione della legge specializzati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>«prevenzione «: in relazione alla criminalità, tutte le misure che mirano, o altrimenti concorrono, a contrastare la criminalità e a diminuire il senso di insicurezza dei cittadini, ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 2, della decisione 2009/902/GAI del Consiglio <a>(<span>27</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4)</p></td><td><p>«infrastruttura critica»: un elemento, una rete, un sistema o parte di questo che è essenziale per il mantenimento di funzioni vitali della società, della salute, dell’incolumità, della sicurezza, del benessere economico o sociale della popolazione, e il cui danneggiamento, rottura o distruzione avrebbe ripercussioni rilevanti in uno Stato membro o nell’Unione a causa del mancato mantenimento di tali funzioni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5)</p></td><td><p>«criminalità informatica»: i reati la cui commissione implica necessariamente, come mezzo del reato o obiettivo principale del reato, i sistemi delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) (reati dipendenti dall’informatica), o i reati tradizionali le cui dimensioni o la cui portata possono essere aumentati mediante l’uso di computer, reti di computer o altri sistemi TIC (reati favoriti dall’informatica);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6)</p></td><td><p>«azione operativa del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT»: azione intrapresa nel quadro del ciclo programmatico dell’UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale, attraverso la piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità (EMPACT -<span>European Multidisciplinary Platform against Criminal Threats</span>) il cui scopo è affrontare le più importanti minacce poste all’Unione dai reati gravi e di criminalità organizzata incoraggiando la cooperazione tra gli Stati membri, le istituzioni, gli organi e organismi dell’Unione, nonché, se del caso, con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali pertinenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7)</p></td><td><p>«scambio di informazioni»: la raccolta, l’archiviazione, il trattamento, l’analisi e il trasferimento, e l’accesso sicuri delle informazioni pertinenti per le autorità di cui all’articolo 87 TFUE e per Europol e altri organismi dell’Unione pertinenti nei settori della prevenzione, individuazione, indagine e perseguimento di reati, in particolare quelli gravi e di criminalità organizzata transfrontaliera e di terrorismo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>8)</p></td><td><p>«reato di criminalità organizzata»: la condotta punibile relativa alla partecipazione a un’organizzazione criminale quale definita all’articolo 1, punto 1), nella decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio <a>(<span>28</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>9)</p></td><td><p>«preparazione»: qualsiasi azione specificamente volta a prevenire o ridurre i rischi collegati a possibili attentati terroristici o altri incidenti di sicurezza rientranti nell’ambito di applicazione del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>10)</p></td><td><p>«meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen»: il meccanismo di valutazione e monitoraggio di cui al regolamento (UE) n. 1053/2013;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>11)</p></td><td><p>«terrorismo»: qualsiasi atto intenzionale o reato di cui alla direttiva (UE) 2017/541 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>29</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>12)</p></td><td><p>«situazione di emergenza»: qualsiasi incidente di sicurezza, nuova minaccia emergente o nuova vulnerabilità individuata, rientrante nell’ambito di applicazione del presente regolamento, che ha o potrebbe avere gravi ripercussioni negative sulla sicurezza della popolazione, degli spazi pubblici e delle infrastrutture critiche in uno o più Stati membri;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>13)</p></td><td><p>«denaro “esca”»: vero e proprio contante che viene mostrato nel corso di un’indagine penale come prova di liquidità e solvibilità all’indagato o altra persona che dispone di informazioni sulla disponibilità o sulla consegna o che agisce in veste di intermediario, al fine di effettuare un acquisto fittizio volto ad arrestare l’indagato, individuare siti di produzione illegale o smantellare in altro modo un gruppo di criminalità organizzata;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>14)</p></td><td><p>«radicalizzazione»: un processo graduale e complesso che porta all’estremismo violento e al terrorismo, in cui un individuo o un gruppo di individui adotta un’ideologia o un credo radicale che accetta, utilizza o tollera la violenza, compresi gli atti di terrorismo, per raggiungere uno specifico obiettivo politico, religioso o ideologico;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>15)</p></td><td><p>«azioni specifiche»: progetti transnazionali o nazionali che apportano un valore aggiunto dell’Unione conformemente agli obiettivi del Fondo per i quali uno, più o tutti gli Stati membri ricevono una dotazione aggiuntiva per i rispettivi programmi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>16)</p></td><td><p>«sostegno operativo»: parte della dotazione di uno Stato membro che può essere usata per finanziare il sostegno alle autorità pubbliche responsabili della realizzazione dei compiti e la fornitura dei servizi che costituiscono un servizio pubblico per l’Unione nella misura in cui contribuiscono a garantire un livello elevato di sicurezza nell’Unione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>17)</p></td><td><p>«azioni dell’Unione»: progetti transnazionali o progetti di particolare interesse per l’Unione, attuati conformemente agli obiettivi del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
Obiettivi del Fondo
1. L’obiettivo strategico del Fondo è contribuire a garantire un elevato livello di sicurezza nell’Unione, in particolare prevenendo e combattendo il terrorismo e la radicalizzazione, i reati gravi e di criminalità organizzata e la criminalità informatica, fornendo assistenza e protezione alle vittime di reato, nonché preparandosi agli incidenti, ai rischi e alle crisi in materia di sicurezza che rientrano nell’ambito di applicazione del presente regolamento, proteggendosi dagli stessi e gestendoli efficacemente.
2. Nell’ambito dell’obiettivo strategico di cui al paragrafo 1, il Fondo contribuisce agli obiettivi specifici seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>migliorare e agevolare lo scambio di informazioni tra le autorità competenti degli Stati membri, all’interno delle stesse, e gli organi e organismi dell’Unione pertinenti e, se del caso, con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>migliorare e intensificare la cooperazione transfrontaliera, comprese le operazioni congiunte all’interno e tra le autorità competenti degli Stati membri in relazione al terrorismo e ai reati gravi e di criminalità organizzata con dimensione transfrontaliera; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sostenere il rafforzamento delle capacità degli Stati membri di prevenire e combattere la criminalità, il terrorismo e la radicalizzazione nonché gestire gli incidenti, i rischi e le crisi sicurezza, anche attraverso una maggiore cooperazione tra le autorità pubbliche, gli organi e organismi dell’Unione competenti, la società civile e i partner privati in diversi Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
3. Nell’ambito degli obiettivi specifici di cui al paragrafo 2, il Fondo è attuato mediante le misure di attuazione di cui all’allegato II.
Articolo 4
Rispetto dei diritti fondamentali
Le azioni finanziate a titolo del Fondo sono attuate nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana. In particolare, tali azioni sono conformi alla Carta, al diritto dell’Unione sulla protezione dei dati e alla Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). Nell’attuare le azioni a titolo del Fondo, ogniqualvolta possibile, gli Stati membri dedicano un’attenzione specifica all’assistenza e alla protezione delle persone vulnerabili, specialmente i bambini e i minori non accompagnati.
Articolo 5
Ambito di applicazione del sostegno
1. Nell’ambito dei suoi obiettivi e conformemente alle misure di attuazione elencate all’allegato II, il Fondo sostiene in particolare azioni come quelle elencate nell’allegato III.
2. Per conseguire i suoi obiettivi, il Fondo può sostenere, in linea con le priorità dell’Unione, e fatte salve adeguate misure di salvaguardia, le azioni di cui all’allegato III e in relazione ai paesi terzi, se del caso, in conformità dell’articolo 19.
3. Per quanto riguarda le azioni nei paesi terzi e in relazione a tali paesi, la Commissione e gli Stati membri, insieme al servizio europeo per l’azione esterna, assicurano, conformemente alle rispettive competenze, il coordinamento con le politiche, le strategie e gli strumenti pertinenti dell’Unione. Provvedono in particolare affinché le azioni nei paesi terzi e in relazione a tali paesi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>siano svolte in sinergia e in modo coerente con altre azioni esterne dell’Unione sostenute da altri strumenti dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>siano coerenti con la politica esterna dell’Unione, rispettino il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo e siano coerenti con i documenti di programmazione strategica per la regione o il paese in questione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>siano incentrate su misure non orientate allo sviluppo; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>servano gli interessi delle politiche interne dell’Unione e siano coerenti con le attività intraprese all’interno dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
4. Le attrezzature e i sistemi TIC finanziati a titolo del Fondo possono essere utilizzati nel settore complementare disciplinato dal regolamento (UE) 2021/1148. Tali attrezzature e sistemi TIC restano disponibili e utilizzabili per gli obiettivi del Fondo.
L’uso di attrezzature nel settore complementare di cui al primo comma non eccede il 30 % del periodo totale di utilizzo di tali attrezzature.
I sistemi TIC utilizzati nel settore complementare di cui al primo comma forniscono dati e servizi per la prevenzione, l’individuazione e le indagini relative ai reati.
Nelle relazioni annuali in materia di performance gli Stati membri informano la Commissione di eventuali usi aggiuntivi e del luogo di utilizzo delle attrezzature e dei sistemi TIC.
5. Non sono ammissibili le azioni seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le azioni limitate al mantenimento dell’ordine pubblico a livello nazionale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le azioni con finalità militari o di difesa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le attrezzature la cui finalità principale è il controllo doganale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le attrezzature coercitive, tra cui armi, munizioni, esplosivi e manganelli antisommossa, tranne se destinate all’addestramento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>le ricompense per gli informatori e il denaro «esca» al di fuori del quadro di un’azione operativa del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT.</p></td></tr></tbody></table>
In deroga al primo comma, nelle situazioni di emergenza le azioni di cui al primo comma, lettera a), possono essere considerate ammissibili.
CAPO II
QUADRO FINANZIARIO E DI ATTUAZIONE
SEZIONE 1
Disposizioni comuni
Articolo 6
Principi generali
1. Il sostegno fornito nel quadro del Fondo integra l’intervento nazionale, regionale e locale e mira ad apportare valore aggiunto dell’Unione al conseguimento degli obiettivi del Fondo.
2. La Commissione e gli Stati membri garantiscono che il sostegno fornito nel quadro del Fondo e dagli Stati membri sia coerente con le pertinenti azioni, politiche e priorità dell’Unione, e sia complementare al sostegno fornito nel quadro di altri strumenti dell’Unione.
3. Il Fondo è attuato in regime di gestione concorrente, diretta o indiretta in conformità dell’articolo 62, paragrafo 1, primo comma, lettere a), b) e c), del regolamento finanziario.
Articolo 7
Dotazione di bilancio
1. La dotazione finanziaria per l’attuazione del Fondo per il periodo compreso tra il 1 o gennaio 2021 al 31 dicembre 2027 è fissata a 1 931 000 000 EUR a prezzi correnti.
2. La dotazione finanziaria è così utilizzata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>1 352 000 000 EUR sono stanziati per i programmi degli Stati membri;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>579 000 000 EUR sono stanziati per lo strumento tematico di cui all’articolo 8.</p></td></tr></tbody></table>
3. Su iniziativa della Commissione, fino allo 0,84 % della dotazione finanziaria è destinato all’assistenza tecnica di cui all’articolo 35 del regolamento (UE) 2021/1060, per l’attuazione del Fondo.
4. A norma dell’articolo 26 del regolamento (UE) 2021/1060, fino al 5 % in totale della dotazione iniziale di uno Stato membro proveniente da uno qualsiasi dei fondi di cui a tale regolamento in regime di gestione concorrente può essere trasferito al Fondo in regime di gestione diretta o indiretta, a richiesta di tali Stati membri. La Commissione esegue tali risorse direttamente, in conformità dell’articolo 62, paragrafo 1, primo comma, lettera a), del regolamento finanziario, o indirettamente, in conformità della lettera c) di tale comma. Tali risorse sono utilizzate a beneficio dello Stato membro interessato.
Articolo 8
Disposizioni generali di attuazione dello strumento tematico
1. L’importo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, lettera b), è stanziato in maniera flessibile mediante uno strumento tematico in regime di gestione concorrente, diretta o indiretta, secondo quanto stabilito nei programmi di lavoro.
I finanziamenti dello strumento tematico sono usati per le sue componenti, che sono le seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le azioni specifiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le azioni dell’Unione; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>l’assistenza emergenziale di cui all’articolo 25.</p></td></tr></tbody></table>
L’assistenza tecnica su iniziativa della Commissione, di cui all’articolo 35 del regolamento (UE) 2021/1060, riceve sostegno anche dall’importo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, lettera b), del presente regolamento.
2. I finanziamenti dello strumento tematico sono usati per affrontare priorità con un elevato valore aggiunto dell’Unione o per rispondere a necessità urgenti, in linea con le priorità concordate dell’Unione di cui all’allegato II. I finanziamenti a titolo dello strumento tematico sono utilizzati per sostenere azioni nei paesi terzi o in relazione a tali paesi, nell’ambito degli obiettivi del Fondo, in particolare per contribuire a combattere e prevenire la criminalità, tra cui il traffico di droga, la tratta di esseri umani e la lotta contro le reti criminali transfrontaliere di trafficanti.
La ripartizione delle risorse dello strumento tematico tra le diverse priorità è il più possibile proporzionata alle sfide e alle necessità in modo da garantire che gli obiettivi del Fondo possano essere conseguiti.
3. La Commissione avvia un dialogo con le organizzazioni della società civile e le reti pertinenti, in particolare al fine di preparare e valutare i programmi di lavoro per le azioni dell’Unione finanziate a titolo del Fondo.
4. Quando i finanziamenti dello strumento tematico sono forniti agli Stati membri in regime di gestione diretta o indiretta, la Commissione garantisce che non siano selezionati progetti oggetto di un parere motivato emesso della Commissione a norma dell’articolo 258 TFUE relativo a procedure di infrazione che mettano in dubbio la legittimità e la regolarità delle spese o la performance di tali progetti.
5. Ai fini dell’articolo 23 e dell’articolo 24, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/1060, qualora i finanziamenti dello strumento tematico siano attuati in regime di gestione concorrente, gli Stati membri interessati garantiscono, e la Commissione si assicura, che le azioni previste non siano oggetto di un parere motivato emesso della Commissione a norma dell’articolo 258 TFUE che metta in dubbio la legittimità e la regolarità delle spese o la performance delle azioni.
6. La Commissione stabilisce l’importo totale da mettere a disposizione dello strumento tematico nell’ambito degli stanziamenti annuali del bilancio dell’Unione.
7. La Commissione adotta, mediante atti di esecuzione, decisioni di finanziamento di cui all’articolo 110 del regolamento finanziario riguardanti lo strumento tematico che identificano gli obiettivi e le azioni da sostenere e specificano gli importi di ciascuna componente di cui al paragrafo 1, secondo comma, del presente articolo. Le decisioni di finanziamento stabiliscono, se del caso, l’importo complessivo destinato alle operazioni di finanziamento misto. Le decisioni di finanziamento possono essere annuali o pluriennali e riguardare una o più componenti dello strumento tematico di cui al paragrafo 1, secondo comma, del presente articolo. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 3, del presente regolamento.
8. A seguito dell’adozione della decisione di finanziamento di cui al paragrafo 7, la Commissione può modificare di conseguenza i programmi degli Stati membri attuati in regime di gestione concorrente.
SEZIONE 2
Sostegno e attuazione in regime di gestione concorrente
Articolo 9
Ambito di applicazione
1. La presente sezione si applica all’importo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, lettera a), e alle risorse aggiuntive da attuare in regime di gestione concorrente conformemente alla decisione di finanziamento riguardante lo strumento tematico di cui all’articolo 8.
2. Il sostegno nell’ambito della presente sezione è attuato in regime di gestione concorrente in conformità dell’articolo 63 del regolamento finanziario e del regolamento (UE) 2021/1060.
Articolo 10
Risorse di bilancio
1. L’importo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, lettera a), è stanziato per i programmi degli Stati membri indicativamente come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>1 127 000 000 EUR conformemente all’allegato I;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>225 000 000 EUR per l’adeguamento delle dotazioni ai programmi degli Stati membri di cui all’articolo 14, paragrafo 1.</p></td></tr></tbody></table>
2. Qualora l’importo di cui al paragrafo 1, lettera b), del presente articolo non sia stanziato per intero, l’importo residuo può essere aggiunto all’importo di cui all’articolo 7, paragrafo 2, lettera b).
Articolo 11
Prefinanziamento
1. Conformemente all’articolo 90, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2021/1060, il prefinanziamento per il Fondo è versato in frazioni annuali prima del 1 o luglio di ogni anno, subordinatamente alla disponibilità di finanziamenti, come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>2021: 4 %</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>2022: 3 %</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>2023: 5 %</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>2024: 5 %</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>2025: 5 %</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>2026: 5 %</p></td></tr></tbody></table>
2. Se un programma di uno Stato membro è adottato dopo il 1 o luglio 2021, le frazioni precedenti sono versate nell’anno di adozione.
Articolo 12
Tassi di cofinanziamento
1. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione non supera il 75 % del totale delle spese ammissibili per un progetto.
2. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione può essere aumentato fino al 90 % del totale delle spese ammissibili per i progetti attuati nell’ambito di azioni specifiche.
3. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione può essere aumentato fino al 90 % del totale delle spese ammissibili per le azioni elencate all’allegato IV.
4. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione può essere aumentato fino al 100 % del totale delle spese ammissibili per il sostegno operativo.
5. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione può essere aumentato fino al 100 % del totale delle spese ammissibili per l’assistenza emergenziale di cui all’articolo 25.
6. Il contributo a carico del bilancio dell’Unione può essere aumentato fino al 100 % del totale delle spese ammissibili per l’assistenza tecnica su iniziativa degli Stati membri, entro i limiti di cui all’articolo 36, paragrafo 5, lettera b), punto vi), del regolamento (UE) 2021/1060.
7. La decisione della Commissione che approva il programma di uno Stato membro fissa il tasso di cofinanziamento e l’importo massimo del sostegno del Fondo per le tipologie di azioni contemplate dal contributo di cui ai paragrafi da 1 a 6.
8. La decisione della Commissione che approva il programma di uno Stato membro indica per ogni tipologia di azione se il tasso di cofinanziamento è applicato in relazione:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>al contributo totale, che comprende il contributo pubblico e il contributo privato; o</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>solo al contributo pubblico.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 13
Programmi degli Stati membri
1. Ciascuno Stato membro garantisce che le priorità affrontate nei propri programmi siano coerenti con le priorità e le sfide dell’Unione nel settore della sicurezza, rispondano a tali sfide e priorità e siano pienamente in linea con il pertinente acquis dell’Unione e le priorità concordate dell’Unione. Nel definire le priorità dei loro programmi, gli Stati membri garantiscono che questi tengano conto in modo adeguato delle misure di attuazione elencate all’allegato II.
La Commissione valuta i programmi degli Stati membri in conformità dell’articolo 23 del regolamento (UE) 2021/1060.
2. Ai fini del paragrafo 1, e fatto salvo il paragrafo 3 del presente articolo, ogni Stato membro assegna:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>almeno il 10 % delle risorse loro allocate ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 1, all’obiettivo di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a); e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>almeno il 10 % delle risorse stanziate ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 1, all’obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera b).</p></td></tr></tbody></table>
3. Uno Stato membro può stanziare una percentuale inferiore alla percentuale minima di cui al paragrafo 2 unicamente qualora motivi in maniera dettagliata la sua scelta nel programma spiegando i motivi per cui l’assegnazione di risorse inferiori a tale soglia non pregiudichi il conseguimento dell’obiettivo pertinente.
4. La Commissione garantisce che le conoscenze e le competenze delle pertinenti agenzie decentrate siano prese in considerazione, in una fase iniziale e in modo tempestivo, nello sviluppo dei programmi degli Stati membri.
5. Per evitare sovrapposizioni, gli Stati membri consultano i pertinenti organi e organismi dell’Unione riguardo alla progettazione delle loro azioni, specialmente quando attuano azioni operative del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT o azioni coordinate dalla task force di azione congiunta contro la criminalità informatica (J-CAT), e riguardo alla progettazione di attività di formazione.
6. Se del caso, la Commissione può coinvolgere le pertinenti agenzie decentrate nei compiti di sorveglianza e valutazione specificati alla sezione 5, in particolare per garantire che le azioni attuate con il sostegno del Fondo siano conformi al pertinente acquis dell’Unione e alle priorità concordate dell’Unione.
7. Una percentuale massima del 35 % della dotazione del programma di uno Stato membro può essere usata per l’acquisto di attrezzature e mezzi di trasporto o per la costruzione di strutture di sicurezza. Tale soglia può essere superata solo in casi debitamente giustificati.
8. I programmi degli Stati membri affrontano prioritariamente:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le priorità concordate dell’Unione e l’acquis nel settore della sicurezza, in particolare lo scambio efficiente di informazioni pertinenti e accurate e l’attuazione delle componenti del quadro per l’interoperabilità dei sistemi di informazione dell’UE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le raccomandazioni con implicazioni finanziarie formulate nel quadro del regolamento (UE) n. 1053/2013 che rientrano nell’ambito di applicazione del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le carenze specifiche per paese con implicazioni finanziarie riscontrate nel quadro delle valutazioni delle esigenze quali le raccomandazioni formulate nell’ambito del semestre europeo nel settore della corruzione.</p></td></tr></tbody></table>
9. Se necessario, il programma dello Stato membro in questione è modificato in conformità dell’articolo 24 del regolamento (UE) 2021/1060 recante disposizioni comuni per periodo 2021-2027 per tenere conto delle raccomandazioni di cui al paragrafo 8, lettera b), del presente articolo.
10. Nei loro programmi, gli Stati membri perseguono in particolare le azioni elencate nell’allegato IV. Per far fronte a circostanze impreviste o nuove e per garantire l’efficace esecuzione dei finanziamenti, alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 32 per modificare l’elenco delle azioni ammissibili a tassi di cofinanziamento più elevati di cui all’allegato IV.
11. Ogniqualvolta uno Stato membro che decida di attuare un progetto sostenuto dal Fondo con, o in relazione a, un paese terzo o in un paese terzo consulta la Commissione prima dell’approvazione del progetto.
12. La programmazione di cui all’articolo 22, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2021/1060 è basata sulle tipologie di intervento indicate nella tabella 2 dell’allegato VI del presente regolamento e comprende una ripartizione indicativa delle risorse programmate per tipologia di intervento nell’ambito di ciascun obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, del presente regolamento.
Articolo 14
Riesame intermedio
1. Nel 2024 la Commissione assegna ai programmi degli Stati membri interessati l’importo aggiuntivo di cui all’articolo 10, paragrafo 1, lettera b), conformemente ai criteri di cui all’allegato I, punto 2. Il finanziamento ha effetto a decorrere dal 1 o gennaio 2025.
2. Qualora almeno il 10 % della dotazione iniziale di un programma di cui all’articolo 10, paragrafo 1, lettera a), del presente regolamento, non è stato oggetto di domande di pagamento presentate conformemente all’articolo 91 del regolamento (UE) 2021/1060, lo Stato membro interessato non è ammesso a ricevere la dotazione aggiuntiva per il rispettivo programma di cui all’articolo 10, paragrafo 1, lettera b), del presente regolamento.
3. Nell’assegnazione dei fondi provenienti dallo strumento tematico di cui all’articolo 8 del presente regolamento a decorrere dal 1 o gennaio 2025, la Commissione tiene conto dei progressi compiuti dagli Stati membri nel raggiungimento dei target intermedi del quadro di riferimento dell’efficacia dell’attuazione di cui all’articolo 16 del regolamento (UE) 2021/1060 e delle lacune individuate in materia di attuazione.
Articolo 15
Azioni specifiche
1. Gli Stati membri possono ricevere finanziamenti per azioni specifiche in aggiunta alla loro dotazione a norma dell’articolo 10, paragrafo 1, purché tali finanziamenti siano conseguentemente stanziati come tali nel programma e siano usati per contribuire all’attuazione degli obiettivi del Fondo, ivi incluso per far fronte a nuove minacce emergenti.
2. Il finanziamento di specifiche azioni non può essere usato per altre azioni del programma dello Stato membro, tranne in casi debitamente giustificati e previa approvazione della Commissione mediante modifica del programma dello Stato membro.
Articolo 16
Sostegno operativo
1. Uno Stato membro può utilizzare fino al 20 % dell’importo stanziato per il suo programma a titolo del Fondo per finanziare il sostegno operativo alle autorità pubbliche responsabili della realizzazione dei compiti e della fornitura dei servizi che costituiscono un servizio pubblico per l’Unione.
2. Quando fanno uso del sostegno operativo, uno Stato membro si conforma all’acquis dell’Unione in materia di sicurezza.
3. Gli Stati membri illustrano nel programma dello Stato membro e nelle relazioni annuali in materia di performance, di cui all’articolo 30, in che modo l’uso del sostegno operativo contribuirà al conseguimento degli obiettivi del Fondo. Prima dell’approvazione del programma dello Stato membro, la Commissione valuta la situazione di partenza negli Stati membri che hanno espresso l’intenzione di avvalersi di un sostegno operativo, tenendo conto delle informazioni fornite da tali Stati membri e delle raccomandazioni risultanti dai meccanismi di controllo della qualità e di valutazione, quali il meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen e altri meccanismi di controllo della qualità e di valutazione, a seconda dei casi.
4. Il sostegno operativo si concentra sulle azioni contemplate dalle spese di cui all’allegato VII.
5. Per far fronte a circostanze impreviste o nuove o per garantire l’efficace esecuzione dei finanziamenti, alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 32 per modificare l’allegato VII in relazione alle spese ammissibili al sostegno operativo.
Articolo 17
Verifiche di gestione e audit dei progetti realizzati da organizzazioni internazionali
1. Il presente articolo si applica alle organizzazioni internazionali o loro agenzie di cui all’articolo 62, paragrafo 1, lettera c), punto ii), del regolamento finanziario i cui sistemi, norme e procedure sono stati valutati positivamente dalla Commissione a norma dell’articolo 154, paragrafi 4 e 7, di detto regolamento, ai fini dell’esecuzione indiretta di sovvenzioni finanziate a titolo del bilancio dell’Unione («organizzazioni internazionali»).
2. Fatti salvi l’articolo 83, primo comma, lettera a), del regolamento (UE) 2021/1060 e l’articolo 129 del regolamento finanziario, se l’organizzazione internazionale è un beneficiario ai sensi dell’articolo 2, punto 9), del regolamento (UE) 2021/1060, l’autorità di gestione non è tenuta ad effettuare le verifiche di gestione di cui all’articolo 74, paragrafo 1, primo comma, lettera a), del regolamento (UE) 2021/1060, a condizione che l’organizzazione internazionale trasmetta all’autorità di gestione i documenti di cui all’articolo 155, paragrafo 1, primo comma, lettere a), b) e c), del regolamento finanziario.
3. Fatto salvo l’articolo 155, paragrafo 1, primo comma, lettera c), del regolamento finanziario, la dichiarazione di gestione che l’organizzazione internazionale deve presentare conferma che il progetto rispetta il diritto applicabile e le condizioni per il suo sostegno.
4. Inoltre, se i costi devono essere rimborsati a norma dell’articolo 53, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) 2021/1060, la dichiarazione di gestione che l’organizzazione internazionale deve presentare conferma che:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le fatture e la prova del loro pagamento da parte del beneficiario sono state verificate;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le registrazioni contabili o i codici contabili tenuti dal beneficiario per le operazioni collegate alle spese dichiarate all’autorità di gestione sono stati verificati.</p></td></tr></tbody></table>
5. Se i costi devono essere rimborsati a norma dell’articolo 53, paragrafo 1, lettera b), c) o d), del regolamento (UE) 2021/1060, la dichiarazione presentata dall’organizzazione internazionale deve presentare conferma che sono state rispettate le condizioni per il rimborso delle spese.
6. I documenti di cui all’articolo 155, paragrafo 1, primo comma, lettere a) e c), del regolamento finanziario sono forniti all’autorità di gestione unitamente a ciascuna domanda di pagamento presentata dal beneficiario.
7. Ogni anno, entro il 15 ottobre, il beneficiario presenta i conti all’autorità di gestione. I conti sono corredati del parere di un organismo di audit indipendente, elaborato conformemente ai principi di audit riconosciuti a livello internazionale. Detto parere accerta se i sistemi di controllo istituiti funzionano correttamente e sono efficaci in termini di costi e se le operazioni sottostanti sono legittime e regolari. Il parere riferisce altresì se l’esercizio di audit mette in dubbio le asserzioni contenute nelle dichiarazioni di gestione presentate dall’organizzazione internazionale, comprese le informazioni sul sospetto di frode. Il parere fornisce la garanzia che le spese incluse nelle domande di pagamento presentate dall’organizzazione internazionale all’autorità di gestione sono legali e regolari.
8. Fatte salve le possibilità esistenti di effettuare ulteriori audit di cui all’articolo 127 del regolamento finanziario, l’autorità di gestione redige la dichiarazione di gestione di cui all’articolo 74, paragrafo 1, primo comma, lettera f), del regolamento (UE) 2021/1060. L’autorità di gestione vi procede sulla base dei documenti forniti dall’organizzazione internazionale ai sensi dei paragrafi da 2 a 5 e 7 del presente articolo, anziché basarsi sulle verifiche di gestione di cui all’articolo 74, paragrafo 1, di tale regolamento.
9. Il documento che specifica le condizioni per il sostegno di cui all’articolo 73, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2021/1060 comprende i requisiti di cui al presente articolo.
10. Il paragrafo 2 non si applica e di conseguenza l’autorità di gestione è tenuta a effettuare verifiche di gestione se:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l’autorità di gestione individua un rischio specifico di irregolarità o un’indicazione di frode in relazione a un progetto avviato o attuato dall’organizzazione internazionale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l’organizzazione internazionale non presenta all’autorità di gestione i documenti di cui ai paragrafi da 2 a 5 e 7; oppure</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>i documenti di cui ai paragrafi da 2 a 5 e 7 che sono stati presentati dall’organizzazione internazionale sono incompleti.</p></td></tr></tbody></table>
11. Se un progetto in cui un’organizzazione internazionale è beneficiaria ai sensi dell’articolo 2, punto 9), del regolamento (UE) 2021/1060 fa parte di un campione di cui all’articolo 79 di tale regolamento, l’autorità di audit può svolgere il proprio lavoro sulla base di un sottocampione di operazioni relative a tale progetto. Se nel sottocampione sono riscontrati errori, l’autorità di audit, se del caso, può chiedere al revisore dell’organizzazione internazionale di valutare l’intera portata e l’importo totale degli errori in tale progetto.
SEZIONE 3
Sostegno e attuazione in regime di gestione diretta o indiretta
Articolo 18
Ambito di applicazione
La Commissione dà attuazione al sostegno di cui alla presente sezione direttamente, in conformità dell’articolo 62, paragrafo 1, primo comma, lettera a), del regolamento finanziario, o indirettamente, in conformità della lettera c) di tale comma.
Articolo 19
Soggetti ammissibili
1. Sono ammissibili al finanziamento dell’Unione i soggetti seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i soggetti giuridici stabiliti in:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>uno Stato membro o un paese o territorio d’oltremare a esso connesso;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>un paese terzo elencato nel programma di lavoro, alle condizioni specificate al paragrafo 3;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i soggetti giuridici costituiti a norma del diritto dell’Unione o le organizzazioni internazionali pertinenti ai fini del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
2. Le persone fisiche non sono ammissibili al finanziamento dell’Unione.
3. I soggetti di cui al paragrafo 1, lettera a), punto ii), partecipano nell’ambito di un consorzio costituito da almeno due soggetti indipendenti, di cui almeno uno è stabilito in uno Stato membro.
I soggetti che partecipano nell’ambito di un consorzio di cui al primo comma del presente paragrafo garantiscono che le azioni a cui partecipano rispettino i principi sanciti dalla Carta e contribuiscano al conseguimento degli obiettivi del Fondo.
Articolo 20
Azioni dell’Unione
1. Su iniziativa della Commissione, il Fondo può essere utilizzato per finanziare azioni dell’Unione relative agli obiettivi del Fondo.
2. Le azioni dell’Unione possono concedere finanziamenti in tutte le forme previste dal regolamento finanziario, in particolare sovvenzioni, premi e appalti. Esse possono inoltre concedere finanziamenti sotto forma di strumenti finanziari nell’ambito di operazioni di finanziamento misto.
3. In via eccezionale, anche le agenzie decentrate possono essere ammissibili al finanziamento nell’ambito delle azioni dell’Unione quando contribuiscono all’attuazione di azioni dell’Unione che rientrano fra le loro competenze di tali agenzie decentrate e quando tali azioni non sono coperte dal contributo dell’Unione al bilancio di tali agenzie decentrate nel quadro del bilancio annuale.
4. Le sovvenzioni attuate in regime di gestione diretta sono concesse e gestite conformemente al titolo VIII del regolamento finanziario.
5. I membri del comitato di valutazione che valuta le proposte, di cui all’articolo 150 del regolamento finanziario, possono essere esperti esterni.
6. I contributi a un meccanismo di mutua assicurazione possono coprire il rischio associato al recupero dei fondi dovuti dai destinatari e sono considerati una garanzia sufficiente a titolo del regolamento finanziario. Si applica l’articolo 37, paragrafo 7, del regolamento (UE) 2021/695.
Articolo 21
Operazioni di finanziamento misto
Le operazioni di finanziamento misto a titolo del Fondo sono eseguite in conformità del regolamento (UE) 2021/523 e del titolo X del regolamento finanziario.
Articolo 22
Assistenza tecnica su iniziativa della Commissione
In conformità dell’articolo 35 del regolamento (UE) 2021/1060, il Fondo può sostenere l’assistenza tecnica attuata su iniziativa o per conto della Commissione a un tasso di finanziamento del 100 %.
Articolo 23
Audit
Gli audit sull’uso del contributo dell’Unione effettuati da persone o soggetti anche diversi da quelli autorizzati dalle istituzioni o dagli organi o organismi dell’Unione costituiscono la base della garanzia globale di affidabilità a norma dell’articolo 127 del regolamento finanziario.
Articolo 24
Informazione, comunicazione e pubblicità
1. I destinatari dei finanziamenti dell’Unione rendono nota l’origine degli stessi e ne garantiscono la visibilità, in particolare quando promuovono azioni e risultati, fornendo informazioni coerenti, efficaci, significative e proporzionate a destinatari diversi, compresi i media e il pubblico. È garantita la visibilità dei finanziamenti dell’Unione e sono fornite talli informazioni, eccetto in casi debitamente giustificati in cui non sia possibile o appropriato esporre tali informazioni pubblicamente o laddove la divulgazione di tali informazioni sia soggetta a restrizioni per legge, in particolare per ragioni di sicurezza, ordine pubblico, indagini penali o protezione dei dati personali. Al fine di garantire la visibilità dei finanziamenti dell’Unione, i destinatari di tali finanziamenti devono fare riferimento all’origine di tali finanziamenti quando comunicano pubblicamente informazioni in merito alle azioni in questione ed espongono l’emblema dell’Unione.
2. Al fine di raggiungere un pubblico il più ampio possibile, la Commissione realizza azioni di informazione e comunicazione sul Fondo, sulle sue azioni e sui risultati ottenuti.
Le risorse finanziarie destinate al Fondo contribuiscono anche alla comunicazione istituzionale delle priorità politiche dell’Unione nella misura in cui tali priorità si riferiscono agli obiettivi del Fondo.
3. La Commissione pubblica i programmi di lavoro dello strumento tematico di cui all’articolo 8. Per il sostegno fornito in regime di gestione diretta o indiretta, la Commissione pubblica le informazioni di cui all’articolo 38, paragrafo 2, del regolamento finanziario su un sito web accessibile al pubblico e aggiorna regolarmente tali informazioni. Tali informazioni sono pubblicate in un formato aperto e leggibile meccanicamente che consente di selezionare, ricercare, estrarre e comparare i dati.
SEZIONE 4
Sostegno e attuazione in regime di gestione concorrente, diretta o indiretta
Articolo 25
Assistenza emergenziale
1. Il Fondo fornisce sostegno finanziario per far fronte a necessità urgenti e specifiche nell’eventualità di situazioni di emergenza debitamente giustificate.
In risposta a tali situazioni di emergenza debitamente giustificate, la Commissione può fornire assistenza emergenziale entro i limiti delle risorse disponibili.
2. L’assistenza emergenziale può consistere in sovvenzioni accordate direttamente alle le agenzie decentrate.
3. L’assistenza emergenziale può essere assegnata ai programmi degli Stati membri in aggiunta alla dotazione di cui all’articolo 10, paragrafo 1, purché sia successivamente stanziata come tale nel programma. Tali finanziamenti non possono essere usati per altre azioni del programma dello Stato membro, tranne in casi debitamente giustificati e previa approvazione della Commissione mediante modifica del programma dello Stato membro. Il prefinanziamento per l’assistenza emergenziale può ammontare al 95 % del contributo dell’Unione, subordinatamente alla disponibilità di finanziamenti.
4. Le sovvenzioni attuate in regime di gestione diretta sono concesse e gestite conformemente al titolo VIII del regolamento finanziario.
5. Laddove necessario per realizzare le azioni, l’assistenza emergenziale può coprire le spese sostenute prima della data di presentazione della domanda di sovvenzione o della domanda di assistenza per tale azione, purché tali spese non siano state sostenute anteriormente al 1 o gennaio 2021.
6. Per imperativi motivi di urgenza debitamente giustificati e per garantire la tempestiva disponibilità di risorse per l’assistenza emergenziale, la Commissione può adottare separatamente una decisione di finanziamento di cui all’articolo 110 del regolamento finanziario per l’assistenza emergenziale mediante un atto di esecuzione immediatamente applicabile secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 4. Tale atto resta in vigore per un periodo non superiore a 18 mesi.
Articolo 26
Finanziamento cumulativo e alternativo
1. Un’azione che ha beneficiato di un contributo a titolo del Fondo può essere finanziata anche da un altro programma dell’Unione, compresi i fondi in regime di gestione concorrente, purché i contributi non riguardino gli stessi costi. Al corrispondente contributo fornito all’azione da un programma dell’Unione si applicano le norme che disciplinano il pertinente programma. Il finanziamento cumulativo non supera i costi totali ammissibili dell’azione. Il sostegno dei diversi programmi dell’Unione può essere calcolato proporzionalmente in conformità dei documenti che specificano le condizioni per il sostegno.
2. Conformemente all’articolo 73, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2021/1060, il Fondo europeo di sviluppo regionale o il Fondo sociale europeo plus possono sostenere azioni cui è stato assegnato un marchio di eccellenza quale definito all’articolo 2, punto 45), di tale regolamento. Per ottenere il marchio di eccellenza, le azioni devono soddisfare le condizioni cumulative seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state valutate nel quadro di un invito a presentare proposte nell’ambito del Fondo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sono conformi ai requisiti minimi di qualità indicati nell’invito a presentare proposte; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>non possono essere finanziate nel quadro dell’invito a presentare proposte a causa di vincoli di bilancio.</p></td></tr></tbody></table>
SEZIONE 5
Sorveglianza, rendicontazione e valutazione
Sottosezione 1
Disposizioni comuni
Articolo 27
Sorveglianza e rendicontazione
1. Conformemente agli obblighi di rendicontazione a norma dell’articolo 41, paragrafo 3, primo comma, lettera h), punto iii), del regolamento finanziario, la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio informazioni sugli indicatori di performance chiave elencati nell’allegato V del presente regolamento.
2. Alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 32 per modificare l’allegato V allo scopo di apportare le modifiche necessarie degli indicatori di performance chiave elencati in tale allegato.
3. Gli indicatori da utilizzare per rendere conto dei progressi del Fondo nel conseguire gli obiettivi specifici stabiliti all’articolo 3, paragrafo 2, figurano nell’allegato VIII. Per gli indicatori di output, i valori base sono fissati a zero. I target intermedi per il 2024 e i target finali per il 2029 sono cumulativi.
4. Il sistema di rendicontazione sulla performance garantisce che i dati per la sorveglianza dell’attuazione e i risultati del programma siano raccolti in modo efficiente, efficace e tempestivo. A tal fine, sono imposti obblighi di rendicontazione proporzionati ai destinatari dei finanziamenti dell’Unione e, se del caso, agli Stati membri.
5. Al fine di garantire una valutazione efficace dei progressi del Fondo nel conseguire i suoi obiettivi, alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 32 per modificare l’allegato VIII al fine di rivedere o completare gli indicatori, se ritenuto necessario, e di integrare il presente regolamento con disposizioni sull’istituzione di un quadro di sorveglianza e valutazione, anche in relazione alle informazioni sul progetto che gli Stati membri devono fornire. Un’eventuale modifica dell’allegato VIII si applica soltanto ai progetti selezionati dopo l’entrata in vigore della stessa.
Articolo 28
Rendicontazione sullo strumento tematico
La Commissione riferisce in merito all’uso e alla distribuzione dello strumento tematico di cui all’articolo 8 tra le sue componenti, compreso il sostegno fornito alle azioni nei paesi terzi o in relazione a tali paesi nell’ambito delle azioni dell’Unione. Quando, sulla base delle informazioni presentategli, il Parlamento europeo formula raccomandazioni per azioni da sostenere nell’ambito dello strumento tematico, la Commissione si adopera per tenerne conto.
Articolo 29
Valutazione
1. Entro il 31 dicembre 2024 la Commissione effettua una valutazione intermedia del presente regolamento. Oltre a quanto previsto all’articolo 45, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/1060, la valutazione intermedia esamina quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l’efficacia del Fondo, compresi i progressi compiuti nel conseguimento dei suoi obiettivi, tenendo conto di tutte le informazioni pertinenti disponibili, in particolare delle relazioni annuali in materia di performance di cui all’articolo 30 e degli indicatori di output e di risultato di cui all’allegato VIII;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l’efficienza nell’uso delle risorse assegnate al Fondo e delle misure di gestione e di controllo messe in atto per la sua attuazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il sussistere della pertinenza e dell’adeguatezza delle misure di attuazione elencati all’allegato II;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>il coordinamento, la coerenza e la complementarità tra le azioni sostenute nell’ambito del Fondo e il sostegno fornito da altri fondi dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>il valore aggiunto dell’Unione delle azioni attuate nell’ambito del Fondo.</p></td></tr></tbody></table>
Tale valutazione intermedia tiene conto dei risultati della valutazione retrospettiva riguardo agli effetti del Fondo Sicurezza interna per il periodo 2014-2020.
2. Oltre a quanto previsto all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2021/1060, la valutazione retrospettiva comprende gli elementi elencati al paragrafo 1 del presente articolo. Va inoltre valutato l’impatto del Fondo.
3. La valutazione intermedia e la valutazione retrospettiva sono effettuate con tempestività per contribuire al processo decisionale, compresa, se del caso, la revisione del presente regolamento.
4. La Commissione provvede affinché le valutazioni non comprendano informazioni la cui divulgazione possa compromettere le operazioni di sicurezza.
5. Nella valutazione intermedia e nella valutazione retrospettiva, la Commissione presta particolare attenzione alla valutazione delle azioni attuate con paesi terzi, in tali paesi o in relazione a essi, conformemente all’articolo 13, paragrafo 11, e all’articolo 19.
Sottosezione 2
Norme sulla gestione concorrente
Articolo 30
Relazioni annuali in materia di performance
1. Entro il 15 febbraio 2023 ed entro il 15 febbraio di ogni anno successivo fino al 2031 compreso, gli Stati membri trasmettono alla Commissione una relazione annuale in materia di performance di cui all’articolo 41, paragrafo 7, del regolamento (UE) 2021/1060.
Il periodo di riferimento copre l’ultimo periodo contabile, come definito all’articolo 2, punto 29), del regolamento (UE) 2021/1060, precedente l’anno di trasmissione della relazione. La relazione presentata entro il 15 febbraio 2023 copre il periodo che decorre dal 1 o gennaio 2021.
2. Le relazioni annuali in materia di performance contengono, in particolare, informazioni riguardanti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i progressi compiuti nell’attuazione del programma dello Stato membro e nel conseguimento dei target intermedi e target finali ivi stabiliti, tenuto conto dei dati più recenti secondo quanto disposto all’articolo 42 del regolamento (UE) 2021/1060;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>tutte le questioni che incidono sulla performance del programma dello Stato membro e le misure adottate per farvi fronte, ivi comprese informazioni su pareri motivati emessi dalla Commissione in relazione a procedure d’infrazione a norma dell’articolo 258 TFUE connessa all’attuazione del Fondo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la complementarità tra le azioni sostenute nell’ambito del Fondo e il sostegno fornito da altri fondi dell’Unione, in particolare quelle intraprese nei paesi terzi o in relazione a tali paesi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>il contributo del programma dello Stato membro all’attuazione dell’acquis e dei piani d’azione dell’Unione pertinenti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>l’attuazione di azioni di comunicazione e di visibilità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>il soddisfacimento delle condizioni abilitanti applicabili e la loro applicazione durante l’intero periodo di programmazione, in particolare il rispetto dei diritti fondamentali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>l’attuazione di progetti in un paese terzo o in relazione a un paese terzo.</p></td></tr></tbody></table>
La relazione annuale in materia di performance comprende una sintesi relativa a tutti i punti di cui al primo comma del presente paragrafo. La Commissione provvede affinché le sintesi fornite dagli Stati membri siano tradotte in tutte le lingue ufficiali dell’Unione e rese pubbliche.
3. La Commissione ha la facoltà di formulare osservazioni sulle relazioni annuali in materia di performance entro due mesi dalla data di ricezione. Qualora la Commissione non formuli osservazioni entro tale termine, la relazione s’intende accettata.
4. Sul suo sito web, la Commissione fornisce i link ai siti web degli Stati membri di cui all’articolo 49, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/1060.
5. Al fine di garantire condizioni uniformi di esecuzione del presente articolo, la Commissione adotta un atto di esecuzione che stabilisce il modello della relazione in materia di performance. Tale atto di esecuzione è adottato secondo la procedura consultiva di cui all’articolo 33, paragrafo 2.
Articolo 31
Sorveglianza e rendicontazione in regime di gestione concorrente
1. Per la sorveglianza e la rendicontazione di cui al titolo IV del regolamento (UE) 2021/1060 sono utilizzati, se del caso, i codici per le tipologie di intervento indicate all’allegato VI del presente regolamento. Per far fronte a circostanze impreviste o nuove e per garantire l’efficace esecuzione dei finanziamenti, alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 32 per modificare l’allegato VI.
2. Gli indicatori di cui all’allegato VIII del presente regolamento sono usati conformemente all’articolo 16, paragrafo 1, e agli articoli 22 e 42 del regolamento (UE) 2021/1060.
CAPO III
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
Articolo 32
Esercizio della delega
1. Il potere di adottare atti delegati è conferito alla Commissione alle condizioni stabilite nel presente articolo.
2. Il potere di adottare atti delegati di cui all’articolo 13, paragrafo 10, all’articolo 16, paragrafo 5, all’articolo 27, paragrafi 2 e 5, e all’articolo 31, paragrafo 1, è conferito alla Commissione fino al 31 dicembre 2027.
3. Il Parlamento europeo o il Consiglio possono revocare la delega di potere di cui all’articolo 13, paragrafo 10, all’articolo 16, paragrafo 5, all’articolo 27, paragrafi 2 e 5, e all’articolo 31, paragrafo 1, in qualsiasi momento. La decisione di revoca pone fine alla delega di potere ivi specificata. Gli effetti della decisione decorrono dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o da una data successiva ivi specificata. Essa non pregiudica la validità degli atti delegati già in vigore.
4. Prima dell’adozione dell’atto delegato la Commissione consulta gli esperti designati da ciascuno Stato membro nel rispetto dei principi stabiliti nell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 13 aprile 2016.
5. Non appena adotta un atto delegato, la Commissione ne dà contestualmente notifica al Parlamento europeo e al Consiglio.
6. L’atto delegato adottato ai sensi dell’articoli 13, paragrafo 10, dell’articolo 16, paragrafo 5, dell’articolo 27, paragrafi 2 e 5, o dell’articolo 31, paragrafo 1, entra in vigore solo se né il Parlamento europeo né il Consiglio hanno sollevato obiezioni entro il termine di due mesi dalla data in cui esso è stato loro notificato o se, prima della scadenza di tale termine, sia il Parlamento europeo che il Consiglio hanno informato la Commissione che non intendono sollevare obiezioni. Tale termine è prorogato di due mesi su iniziativa del Parlamento europeo o del Consiglio.
Articolo 33
Procedura di comitato
1. La Commissione è assistita dal comitato per i fondi per gli affari interni istituito dall’articolo 32 del regolamento (UE) 2021/1148. Esso è un comitato ai sensi del regolamento (UE) n. 182/2011.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l’articolo 4 del regolamento (UE) n. 182/2011.
3. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l’articolo 5 del regolamento (UE) n. 182/2011.
Qualora il comitato non esprima alcun parere, la Commissione non adotta il progetto di atto di esecuzione e si applica l’articolo 5, paragrafo 4, terzo comma, del regolamento (UE) n. 182/2011.
4. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l’articolo 8 del regolamento (UE) n. 182/2011, in combinato disposto con il suo articolo 5.
Articolo 34
Disposizioni transitorie
1. Il presente regolamento non pregiudica il proseguimento o la modifica delle azioni avviate ai sensi del dello strumento di polizia del Fondo Sicurezza interna per il periodo 2014-2020 («ISF Polizia»), istituito dal regolamento (UE) n. 513/2014, che continua pertanto ad applicarsi a tali azioni fino alla loro chiusura.
2. La dotazione finanziaria del Fondo può anche coprire le spese di assistenza tecnica e amministrativa necessarie per assicurare la transizione tra il Fondo e le misure adottate ai sensi dell’ISF Polizia.
3. A norma dell’articolo 193, paragrafo 2, secondo comma, lettera a), del regolamento finanziario, tenuto conto del ritardo nell’entrata in vigore del presente regolamento e al fine di garantire la continuità, per un periodo limitato, i costi sostenuti in relazione ad azioni già avviate che beneficiano di sostegno a norma del presente regolamento in regime di gestione diretta possono essere considerati ammissibili al finanziamento a decorrere dal 1 o gennaio 2021, anche se tali costi sono stati sostenuti prima della presentazione della domanda di sovvenzione o della domanda di assistenza.
4. Gli Stati membri possono continuare, dopo il 1 o gennaio 2021, a sostenere un progetto selezionato e avviato a norma del regolamento (UE) n. 513/2014, in conformità del regolamento (UE) n. 514/2014, purché siano soddisfatte tutte le condizioni seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il progetto presenta due fasi distinguibili sotto l’aspetto finanziario, e piste di controllo distinte;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il costo totale del progetto è superiore a 500 000 EUR;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>i pagamenti versati ai beneficiari dall’autorità responsabile per la prima fase del progetto sono inclusi nelle richieste di pagamento trasmesse alla Commissione a norma del regolamento (UE) n. 514/2014 e le spese per la seconda fase del progetto sono incluse nelle domande di pagamento a norma del regolamento (UE) 2021/1060;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>la seconda fase del progetto ottempera al diritto applicabile ed è ammissibile al sostegno del Fondo a norma del presente regolamento e del regolamento (UE) 2021/1060;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>lo Stato membro si impegna a completare il progetto, a renderlo operativo e a riferirne nella relazione annuale in materia di performance presentata entro il 15 febbraio 2024.</p></td></tr></tbody></table>
Le disposizioni del presente regolamento e del regolamento (UE) 2021/1060 si applicano alla seconda fase di un progetto di cui al primo comma del presente paragrafo.
Il presente paragrafo si applica solo ai progetti selezionati in regime di gestione concorrente a norma del regolamento (UE) n. 514/2014.
Articolo 35
Entrata in vigore e applicazione
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Esso si applica a decorrere dal 1 o gennaio 2021.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile negli Stati membri conformemente ai trattati.
Fatto a Strasburgo, il 7 luglio 2021
Per il Parlamento europeo
Il presidente
D. M. SASSOLI
Per il Consiglio
Il presidente
A. LOGAR
( 1 ) GU C 62 del 15.2.2019, pag. 189 .
( 2 ) Posizione del Parlamento europeo del 13 marzo 2019 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e posizione del Consiglio in prima lettura del 14 giugno 2021 ( GU C 268 del 6.7.2021, pag. 1 ). Posizione del Parlamento europeo del 5 luglio 2021 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale).
( 3 ) Regolamento (UE) n. 513/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che istituisce, nell’ambito del Fondo sicurezza interna, lo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi e che abroga la decisione 2007/125/GAI del Consiglio ( GU L 150 del 20.5.2014, pag. 93 ).
( 4 ) Regolamento (UE) 2021/1148 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che istituisce, nell’ambito del Fondo per la gestione integrata delle frontiere, lo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (cfr. pag. 48 della presente Gazzetta ufficiale).
( 5 ) Regolamento (UE) n. 1053/2013 del Consiglio, del 7 ottobre 2013, che istituisce un meccanismo di valutazione e di controllo per verificare l’applicazione dell’acquis di Schengen e che abroga la decisione del comitato esecutivo del 16 settembre 1998 che istituisce una Commissione permanente di valutazione e di applicazione di Schengen ( GU L 295 del 6.11.2013, pag. 27 ).
( 6 ) Regolamento (UE) 2021/1077 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, che istituisce, nell’ambito del Fondo per la gestione integrata delle frontiere, lo Strumento di sostegno finanziario relativo alle attrezzature per il controllo doganale ( GU L 234 del 2.7.2021, pag. 1 ).
( 7 ) Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti ( GU L 231 del 30.6.2021, pag. 159 ).
( 8 ) Regolamento (UE) 2021/695 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, che istituisce il programma quadro di ricerca e innovazione Orizzonte Europa e ne stabilisce le norme di partecipazione e diffusione, e che abroga i regolamenti (UE) n. 1290/2013 e (UE) n. 1291/2013 ( GU L 170 del 12.5.2021, pag. 1 ).
( 9 ) Regolamento (UE) 2021/692 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 aprile 2021 che istituisce il programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori e abroga il regolamento (UE) n. 1381/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 390/2014 del Consiglio ( GU L 156 del 5.5.2021, pag. 1 ).
( 10 ) Regolamento (UE) 2021/693 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, che istituisce il programma Giustizia e abroga il regolamento (UE) n. 1382/2013 ( GU L 156 del 5.5.2021, pag. 21 ).
( 11 ) Regolamento (UE) 2021/694 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2021, che istituisce il programma Europa digitale e abroga la decisione (UE) 2015/2240 ( GU L 166 dell’11.5.2021, pag. 1 ).
( 12 ) Regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021, che istituisce il programma InvestEU e che modifica il regolamento (UE) 2015/1017 ( GU L 107 del 26.3.2021, pag. 30 ).
( 13 ) GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 28 .
( 14 ) Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 ( GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 ).
( 15 ) Regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio ( GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1 ).
( 16 ) Regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità ( GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1 ).
( 17 ) Regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio dell’11 novembre 1996 relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità ( GU L 292 del 15.11.1996, pag. 2 ).
( 18 ) Regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio, del 12 ottobre 2017, relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata sull’istituzione della Procura europea («EPPO») ( GU L 283 del 31.10.2017, pag. 1 ).
( 19 ) Direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2017, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale ( GU L 198 del 28.7.2017, pag. 29 ).
( 20 ) Decisione 2013/755/UE del Consiglio, del 25 novembre 2013, relativa all’associazione dei paesi e territori d’oltremare all’Unione europea («Decisione sull’associazione d’oltremare») ( GU L 344 del 19.12.2013, pag. 1 ).
( 21 ) GU L 123 del 12.5.2016, pag. 1 .
( 22 ) GU L 282 del 19.10.2016, pag. 4 .
( 23 ) Regolamento (UE) 2020/852 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2020, relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili e recante modifica del regolamento (UE) 2019/2088 ( GU L 198 del 22.6.2020, pag. 13 ).
( 24 ) Regolamento (UE) n. 514/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, recante disposizioni generali sul Fondo asilo, migrazione e integrazione e sullo strumento di sostegno finanziario per la cooperazione di polizia, la prevenzione e la lotta alla criminalità e la gestione delle crisi ( GU L 150 del 20.5.2014, pag. 112 ).
( 25 ) Regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell’esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione ( GU L 55 del 28.2.2011, pag. 13 ).
( 26 ) Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio, del 17 dicembre 2020, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 ( GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 11 ).
( 27 ) Decisione 2009/902/GAI del Consiglio, del 30 novembre 2009, che istituisce una rete europea di prevenzione della criminalità (REPC) e che abroga la decisione 2001/427/GAI ( GU L 321 dell’8.12.2009, pag. 44 ).
( 28 ) Decisione quadro 2008/841/GAI del Consiglio, del 24 ottobre 2008, relativa alla lotta contro la criminalità organizzata ( GU L 300 dell’11.11.2008, pag. 42 ).
( 29 ) Direttiva (UE) 2017/541 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, sulla lotta contro il terrorismo e che sostituisce la decisione quadro 2002/475/GAI del Consiglio e che modifica la decisione 2005/671/GAI del Consiglio ( GU L 88 del 31.3.2017, pag. 6 ).
ALLEGATO I
CRITERI PER L’ASSEGNAZIONE DEI FINANZIAMENTI PER I PROGRAMMI DEGLI STATI MEMBRI
Le risorse di bilancio di cui all’articolo 10 sono ripartite tra gli Stati membri come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>un importo fisso una tantum di 8 000 000 EUR è allocato a ciascuno Stato membro all’inizio del periodo di programmazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>le risorse di bilancio residue di cui all’articolo 10 sono ripartite secondo i criteri seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il 45 % delle risorse di bilancio residue è allocato in misura inversamente proporzionale al prodotto interno lordo di ciascuno Stato membro (standard di potere d’acquisto per abitante),</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il 40 % delle risorse di bilancio residue è allocato in proporzione all’entità della popolazione di ciascuno Stato membro,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il 15 % delle risorse di bilancio residue è allocato in proporzione all’estensione del territorio di ciascuno Stato membro.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
La dotazione iniziale di tali risorse di bilancio residue di cui al primo comma, punto 2), si basa sui dati statistici annuali prodotti dalla Commissione (Eurostat) relativi all’anno 2019. Ai fini del riesame intermedio, le cifre di riferimento si basano sui dati statistici annuali prodotti dalla Commissione (Eurostat) relativi all’anno 2023. Qualora uno Stato membro non abbia fornito alla Commissione (Eurostat) i dati relativi a un determinato anno, la Commissione può utilizzare per tale Stato membro i più recenti dati statistici disponibili che precedono l’anno in questione.
ALLEGATO II
MISURE DI ATTUAZIONE
1. Il Fondo contribuisce al conseguimento dell’obiettivo specifico stabilito all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a), del presente regolamento tramite le misure di attuazione seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>garantendo l’applicazione uniforme dell’acquis dell’Unione in materia di sicurezza, sostenendo lo scambio di informazioni pertinenti, ad esempio nel quadro di Prüm, del PNR dell’UE e del SIS II, anche tramite l’attuazione delle raccomandazioni risultanti dai meccanismi di controllo della qualità e di valutazione, quali il meccanismo di valutazione Schengen e altri meccanismi di controllo e sorveglianza della qualità e di valutazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>istituendo, adattando e mantenendo sistemi di informazione dell’UE e decentralizzati pertinenti per la sicurezza, anche assicurandone l’interoperabilità, e sviluppando strumenti appropriati per colmare le lacune individuate;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>potenziando l’uso attivo dei sistemi e degli strumenti di informazione decentralizzati e dell’UE pertinenti per la sicurezza garantendo che siano alimentati con dati di qualità elevata; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>sostenendo le pertinenti misure nazionali, compresa l’interconnessione delle banche dati nazionali pertinenti per la sicurezza e la loro connessione alle banche dati dell’Unione ove previsto nelle pertinenti basi giuridiche, se utili per l’attuazione degli obiettivi specifici di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a).</p></td></tr></tbody></table>
2. Il Fondo contribuisce a conseguire l’obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera b), tramite le misure di attuazione seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>aumentando il numero delle operazioni di contrasto che coinvolgono due o più Stati membri, compreso, se del caso, operazioni che coinvolgono altri soggetti pertinenti, in particolare agevolando e migliorando l’uso delle squadre investigative comuni, dei pattugliamenti congiunti, degli inseguimenti, della sorveglianza discreta e degli altri meccanismi di cooperazione operativa nel contesto del ciclo programmatico dell’UE, con particolare riguardo alle operazioni transfrontaliere;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>migliorando il coordinamento e incrementando la cooperazione delle autorità competenti, negli Stati membri e tra gli Stati membri, e con altri soggetti pertinenti, ad esempio mediante reti di unità nazionali specializzate, reti e strutture di cooperazione dell’Unione, e centri dell’Unione; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>migliorando la cooperazione inter-agenzia a livello dell’Unione tra gli Stati membri e tra gli Stati membri e i pertinenti organi e organismi dell’Unione nonché a livello nazionale tra le autorità nazionali di ciascuno Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
3. Il Fondo contribuisce a conseguire l’obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera c), tramite le misure di attuazione seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>aumentando la formazione, le esercitazioni e l’apprendimento reciproco, i programmi di scambio specializzati e lo scambio delle migliori prassi negli Stati membri e tra gli Stati membri, anche a livello locale e con i paesi terzi e gli altri soggetti pertinenti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sfruttando le sinergie mettendo in comune risorse e conoscenze e scambiando le migliori prassi tra gli Stati membri e gli altri soggetti pertinenti, compresa la società civile, ad esempio creando centri di eccellenza comuni o sviluppando valutazioni del rischio comuni o centri di sostegno operativo comuni per le operazioni congiunte;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>promuovendo e sviluppando misure, garanzie, meccanismi e migliori prassi per la tempestiva identificazione, la protezione e il sostegno dei testimoni, degli informatori e delle vittime di reato, e sviluppando partenariati tra le autorità pubbliche e gli altri soggetti pertinenti a tale scopo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>acquisendo le attrezzature pertinenti e istituendo o migliorando le strutture di formazione specializzata e altre infrastrutture di sicurezza essenziali al fine di aumentare la preparazione, la resilienza, la sensibilizzazione del pubblico e la risposta adeguata alle minacce per la sicurezza; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>proteggendo le infrastrutture critiche da incidenti di sicurezza individuando, valutando e correggendo le vulnerabilità.</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO III
AMBITO DI APPLICAZIONE DEL SOSTEGNO
Nell’ambito dei suoi obiettivi, il Fondo Sicurezza può, tra l’altro, sostenere le tipologie di azioni seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>introduzione, adattamento e mantenimento di sistemi TIC che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi del presente regolamento, formazione sull’uso di tali sistemi, collaudi e miglioramento le componenti di interoperabilità e della qualità dei dati di tali sistemi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sorveglianza dell’attuazione del diritto dell’Unione e degli obiettivi strategici dell’Unione negli Stati membri nel settore dei sistemi di informazione pertinenti per la sicurezza, compresi la protezione dei dati, il rispetto della vita privata e la sicurezza dei dati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>azioni operative del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>azioni a sostegno di una risposta efficace e coordinata alle crisi e intese a creare un collegamento tra le esistenti capacità, competenze e centri di situazione settoriali, ivi compreso nel settore della salute, della protezione civile, del terrorismo e della criminalità informatica;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>azioni volte a sviluppare metodi innovativi o a utilizzare nuove tecnologie con un potenziale di trasferibilità verso altri Stati membri, in particolare progetti volti a verificare e convalidare i risultati dei progetti di ricerca finanziati dall’Unione nel settore della sicurezza;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>azioni atte a migliorare la resilienza alle minacce emergenti, tra cui i traffici illeciti tramite canali online, le minacce ibride, l’uso doloso di sistemi aerei senza pilota e le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>fornire sostegno alle reti tematiche o intertematiche di unità nazionali specializzate e punti di contatto nazionali inteso a migliorare la fiducia reciproca, lo scambio e la diffusione di know-how, informazioni, esperienze e migliori prassi e la messa in comune di risorse e competenze in centri comuni di eccellenza;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>istruzione e formazione del personale e degli esperti delle pertinenti autorità di contrasto e giudiziarie e delle agenzie amministrative, tenuto conto delle esigenze operative e dell’analisi del rischio e in cooperazione con la CEPOL e, se del caso, la rete europea di formazione giudiziaria, anche riguardo alle politiche di prevenzione con un’attenzione particolare ai diritti fondamentali e alla non discriminazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>cooperazione con il settore privato, ad esempio nella lotta contro la criminalità informatica, al fine di instaurare un clima di fiducia e migliorare il coordinamento, la pianificazione di emergenza e lo scambio e la diffusione delle informazioni e delle migliori prassi tra i soggetti pubblici e privati, compreso nel settore della protezione degli spazi pubblici e delle infrastrutture critiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>j)</p></td><td><p>azioni che permettono alle comunità di sviluppare approcci e politiche locali di prevenzione, e attività di sensibilizzazione e di comunicazione tra i portatori di interessi e il pubblico generale sulle politiche dell’Unione in materia di sicurezza;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>k)</p></td><td><p>finanziamento di attrezzature, mezzi di trasporto, sistemi di comunicazione e strutture di sicurezza;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>l)</p></td><td><p>finanziamento di costi relativi al personale che partecipa alle azioni finanziate dal Fondo o alle azioni che richiedono la partecipazione di personale per motivi tecnici o di sicurezza.</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO IV
AZIONI DI CUI ALL’ARTICOLO 12, PARAGRAFO 3, E ALL’ARTICOLO 13, PARAGRAFO 10
1) Progetti volti a prevenire e contrastare la radicalizzazione;
2) Progetti volti a migliorare l’interoperabilità dei sistemi di informazione dell’UE e dei sistemi TIC nazionali nella misura prevista dal diritto dell’Unione e degli Stati membri;
3) Progetti volti ad affrontare le più importanti minacce poste dai reati gravi e di criminalità organizzata, nel quadro delle azioni operative del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT;
4) Progetti volti a prevenire e contrastare la criminalità informatica, in particolare lo sfruttamento sessuale dei minori online, e i reati in cui Internet è la piattaforma principale per la raccolta delle prove;
5) Progetti volti a migliorare la sicurezza e la resilienza delle infrastrutture critiche.
ALLEGATO V
INDICATORI DI PERFORMANCE CHIAVE DI CUI ALL’ARTICOLO 27, PARAGRAFO 1
Obiettivo specifico 1 di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a) <table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Numero di sistemi TIC resi interoperabili negli Stati membri/con sistemi di informazione decentralizzati e dell’UE pertinenti per la sicurezza/con banche dati internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Numero di unità amministrative che hanno istituito nuovi meccanismi/procedure/strumenti/orientamenti per lo scambio di informazioni o adattato quelli esistenti, ai fini dello scambio di informazioni con altri Stati membri/organi e organismi dell’Unione//paesi terzi/organizzazioni internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che ritengono utile l’attività di formazione per il loro lavoro</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che, tre mesi dopo l’attività di formazione, riferiscono di utilizzare le abilità e le competenze acquisite durante l’attività di formazione</span></td></tr></tbody></table>
Obiettivo specifico 2 di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera b) <table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>Valore stimato dei beni congelati nell’ambito di operazioni transfrontaliere</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>Quantitativo di droghe illecite sequestrate nell’ambito di operazioni transfrontaliere per tipo di prodotto <a>(<span>1</span>)</a></span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Quantitativo di armi sequestrate nell’ambito di operazioni transfrontaliere per tipo di arma <a>(<span>2</span>)</a></span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>Numero di unità amministrative che hanno sviluppato meccanismi/procedure/strumenti/orientamenti per la cooperazione o adattato quelli esistenti, ai fini della cooperazione con altri Stati membri/organi e organismi dell’Unione/paesi terzi/organizzazioni internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>9.</p></td><td><span>Numero di membri del personale che partecipano a operazioni transfrontaliere</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>10.</p></td><td><span>Numero di raccomandazioni risultanti dalle valutazioni Schengen attuate</span></td></tr></tbody></table>
Obiettivo specifico 3 di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera c) <table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>11.</p></td><td><span>Numero di iniziative volte a prevenire la radicalizzazione che sono state sviluppate o ampliate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>12.</p></td><td><span>Numero di iniziative volte a proteggere o sostenere testimoni e informatori che sono state sviluppate o ampliate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>13.</p></td><td><span>Numero di infrastrutture critiche/spazi pubblici con strutture di protezione dai rischi per la sicurezza nuove/adattate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>14.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che ritengono utile l’attività di formazione per il loro lavoro</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>15.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che, tre mesi dopo aver concluso l’attività di formazione, riferiscono di utilizzare le abilità e le competenze acquisite durante l’attività di formazione</span></td></tr></tbody></table>
( 1 ) Ripartizione per tipo di droga (in base alle categorie utilizzate nelle relazioni sulle droghe illecite: la relazione sui mercati della droga dell’UE, la relazione europea sulla droga e il bollettino statistico dell’EMCDDA):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>cannabis;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>oppioidi, compresa l’eroina;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>cocaina;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>droghe sintetiche, compresi gli stimolanti tipo amfetamine (anche amfetamina e metamfetamina) e MDMA;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>nuove sostanze psicoattive;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre droghe illecite.</p></td></tr></tbody></table>
( 2 ) Ripartizione per tipo di arma (in base alla legislazione vigente, in particolare la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, del 18 giugno 1991, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. Le categorie proposte sono semplificate rispetto a quelle riportate nell’allegato I della direttiva 91/477/CEE e in linea con quelle contenute nel sistema di informazione Schengen, utilizzate dalle autorità nazionali):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>armi da guerra: armi da fuoco automatiche e armi da fuoco pesanti (anticarro, lanciarazzi, mortaio ecc.);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre armi da fuoco corte: rivoltelle e pistole (comprese armi da saluto o acustiche);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre armi da fuoco lunghe: fucili e armi ad avancarica (comprese armi da saluto o acustiche);</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO VI
TIPOLOGIE DI INTERVENTO
TABELLA 1: CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «CAMPO DI INTERVENTO»
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>001</p></td><td><p>TER-Lotta al finanziamento del terrorismo</p></td></tr><tr><td><p>002</p></td><td><p>TER-Prevenzione e contrasto della radicalizzazione</p></td></tr><tr><td><p>003</p></td><td><p>TER-Protezione e resilienza degli spazi pubblici e di altri obiettivi non strategici</p></td></tr><tr><td><p>004</p></td><td><p>TER-Protezione e resilienza delle infrastrutture critiche</p></td></tr><tr><td><p>005</p></td><td><p>TER-Sostanze chimiche, biologiche, radioattive, nucleari</p></td></tr><tr><td><p>006</p></td><td><p>TER-Sostanze esplosive</p></td></tr><tr><td><p>007</p></td><td><p>TER-Gestione delle crisi</p></td></tr><tr><td><p>008</p></td><td><p>TER-Altro</p></td></tr><tr><td><p>009</p></td><td><p>OC-Corruzione</p></td></tr><tr><td><p>010</p></td><td><p>OC-Criminalità economica e finanziaria</p></td></tr><tr><td><p>011</p></td><td><p>OC-Riciclaggio di proventi di reato</p></td></tr><tr><td><p>012</p></td><td><p>OC-Droghe</p></td></tr><tr><td><p>013</p></td><td><p>OC-Traffico di armi da fuoco</p></td></tr><tr><td><p>014</p></td><td><p>OC-Traffico di beni culturali</p></td></tr><tr><td><p>015</p></td><td><p>OC-Tratta di esseri umani</p></td></tr><tr><td><p>016</p></td><td><p>OC-Traffico di migranti</p></td></tr><tr><td><p>017</p></td><td><p>OC-Criminalità ambientale</p></td></tr><tr><td><p>018</p></td><td><p>OC-Reati organizzati contro il patrimonio</p></td></tr><tr><td><p>019</p></td><td><p>OC-Altro</p></td></tr><tr><td><p>020</p></td><td><p>CC-Criminalità informatica - Altro</p></td></tr><tr><td><p>021</p></td><td><p>CC-Criminalità informatica - Prevenzione</p></td></tr><tr><td><p>022</p></td><td><p>CC-Criminalità informatica - Agevolazione delle indagini</p></td></tr><tr><td><p>023</p></td><td><p>CC-Criminalità informatica - Assistenza alle vittime</p></td></tr><tr><td><p>024</p></td><td><p>CC-Sfruttamento sessuale di minori – Prevenzione</p></td></tr><tr><td><p>025</p></td><td><p>CC-Sfruttamento sessuale di minori - Agevolazione delle indagini</p></td></tr><tr><td><p>026</p></td><td><p>CC-Sfruttamento sessuale di minori - Assistenza alle vittime</p></td></tr><tr><td><p>027</p></td><td><p>CC-Sfruttamento sessuale di minori, compresa la distribuzione di immagini di abusi su minori e la pedopornografia</p></td></tr><tr><td><p>028</p></td><td><p>CC-Altro</p></td></tr><tr><td><p>029</p></td><td><p>GEN-Scambio di informazioni</p></td></tr><tr><td><p>030</p></td><td><p>GEN-Cooperazione di polizia o interforze (dogane, guardie di frontiera, servizi di intelligence)</p></td></tr><tr><td><p>031</p></td><td><p>GEN-Scienze forensi</p></td></tr><tr><td><p>032</p></td><td><p>GEN-Sostegno alle vittime</p></td></tr><tr><td><p>033</p></td><td><p>GEN-Sostegno operativo</p></td></tr><tr><td><p>034</p></td><td><p>TA-Assistenza tecnica - Informazione e comunicazione</p></td></tr><tr><td><p>035</p></td><td><p>TA-Assistenza tecnica - Preparazione, attuazione, sorveglianza e controllo</p></td></tr><tr><td><p>036</p></td><td><p>TA-Assistenza tecnica - Valutazione e studi, raccolta di dati</p></td></tr><tr><td><p>037</p></td><td><p>TA-Assistenza tecnica - Sviluppo delle capacità</p></td></tr></tbody></table>
TABELLA 2: CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TIPOLOGIA DI AZIONE»
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>001</p></td><td><p>Sistemi TIC, interoperabilità, qualità dei dati (escluse le attrezzature)</p></td></tr><tr><td><p>002</p></td><td><p>Reti, centri di eccellenza, strutture di cooperazione, azioni e operazioni congiunte</p></td></tr><tr><td><p>003</p></td><td><p>Squadre investigative comuni o altre operazioni congiunte</p></td></tr><tr><td><p>004</p></td><td><p>Distacco o invio di esperti</p></td></tr><tr><td><p>005</p></td><td><p>Formazione</p></td></tr><tr><td><p>006</p></td><td><p>Scambio di migliori prassi, laboratori, conferenze, eventi, campagne di sensibilizzazione, attività di comunicazione</p></td></tr><tr><td><p>007</p></td><td><p>Studi, progetti pilota, valutazioni dei rischi</p></td></tr><tr><td><p>008</p></td><td><p>Attrezzature</p></td></tr><tr><td><p>009</p></td><td><p>Mezzi di trasporto</p></td></tr><tr><td><p>010</p></td><td><p>Edifici, strutture</p></td></tr><tr><td><p>011</p></td><td><p>Realizzazione o altro follow-up di progetti di ricerca</p></td></tr></tbody></table>
TABELLA 3: CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE ATTUAZIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>001</p></td><td><p>Azioni contemplate dall’articolo 12, paragrafo 1</p></td></tr><tr><td><p>002</p></td><td><p>Azioni specifiche</p></td></tr><tr><td><p>003</p></td><td><p>Azioni elencate nell’allegato IV</p></td></tr><tr><td><p>004</p></td><td><p>Sostegno operativo</p></td></tr><tr><td><p>005</p></td><td><p>Assistenza emergenziale di cui all’articolo 25</p></td></tr></tbody></table>
TABELLA 4: CODICI RELATIVI ALLA DIMENSIONE «TEMI PARTICOLARI»
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>001</p></td><td><p>Cooperazione con paesi terzi</p></td></tr><tr><td><p>002</p></td><td><p>Azioni in relazione a paesi terzi</p></td></tr><tr><td><p>003</p></td><td><p>Attuazione delle raccomandazioni risultanti dalle valutazioni Schengen nel settore della cooperazione di polizia</p></td></tr><tr><td><p>004</p></td><td><p>Nessuno dei casi precedenti</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO VII
SPESE AMMISSIBILI AL SOSTEGNO OPERATIVO
1. Nell’ambito dell’obiettivo specifico stabilito all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a), il sostegno operativo nell’ambito dei programmi degli Stati membri copre:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la manutenzione e il servizio di assistenza dei sistemi TIC dell’Unione e, se del caso, nazionali pertinenti per la sicurezza che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i costi del personale che contribuisce al conseguimento degli obiettivi del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. Nell’ambito dell’obiettivo specifico stabilito all’articolo 3, paragrafo 2, lettera b), il sostegno operativo nell’ambito dei programmi degli Stati membri copre:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la manutenzione delle attrezzature tecniche o dei mezzi di trasporto usati per le azioni in materia di prevenzione, individuazione e indagine dei reati gravi e di criminalità organizzata con dimensione transfrontaliera;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i costi del personale che contribuisce al conseguimento degli obiettivi del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
3. Nell’ambito dell’obiettivo specifico stabilito all’articolo 3, paragrafo 2, lettera c), il sostegno operativo nell’ambito dei programmi degli Stati membri copre:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la manutenzione delle attrezzature tecniche o dei mezzi di trasporto usati per le azioni in materia di prevenzione, individuazione e indagine dei reati gravi e di criminalità organizzata con dimensione transfrontaliera;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i costi del personale che contribuisce al conseguimento degli obiettivi del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
4. Le spese relative ad azioni che non sono ammissibili a norma dell’articolo 5, paragrafo 5, non sono coperte.
ALLEGATO VIII
INDICATORI DI OUTPUT E INDICATORI DI RISULTATO DI CUI ALL’ARTICOLO 27, PARAGRAFO 3
Obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera a) Indicatori di output
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Numero di partecipanti alle attività di formazione</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Numero di riunioni di esperti/laboratori/visite di studio</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Numero di sistemi TIC istituiti/adattati/mantenuti</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>Numero di attrezzature acquistate</span></td></tr></tbody></table>
Indicatori di risultato
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>Numero di sistemi TIC resi interoperabili negli Stati membri/con sistemi di informazione decentralizzati e dell’UE pertinenti per la sicurezza/con banche dati internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>Numero di unità amministrative che hanno istituito nuovi meccanismi/procedure/strumenti/orientamenti per lo scambio di informazioni o hanno adattato quelli esistenti, ai fini dello scambio di informazioni con altri Stati membri/organi e organismi dell’Unione/paesi terzi/organizzazioni internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che ritengono utile la formazione per il loro lavoro</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che, tre mesi dopo l’attività di formazione, riferiscono di utilizzare le abilità e le competenze acquisite durante la formazione</span></td></tr></tbody></table>
Obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera b) Indicatori di output
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Numero di operazioni transfrontaliere, specificando separatamente:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.1.</p></td><td><p>numero di squadre investigative comuni</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.2.</p></td><td><p>numero di azioni operative del ciclo programmatico dell’UE/EMPACT</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Numero di riunioni di esperti/laboratori/visite di studio/esercitazioni comuni</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Numero di attrezzature acquistate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>Numero di mezzi di trasporto acquistati per operazioni transfrontaliere</span></td></tr></tbody></table>
Indicatori di risultato
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>Valore stimato dei beni congelati nell’ambito di operazioni transfrontaliere</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>Quantitativo di droghe illecite sequestrate nell’ambito di operazioni transfrontaliere per tipo di prodotto <a>(<span>1</span>)</a></span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Quantitativo di armi sequestrate nell’ambito di operazioni transfrontaliere per tipo di arma <a>(<span>2</span>)</a></span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>Numero di unità amministrative che hanno sviluppato meccanismi/procedure/strumenti/orientamenti o adattato quelli esistenti, ai fini della cooperazione con altri Stati membri/organi e organismi dell’Unione/paesi terzi/organizzazioni internazionali</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>9.</p></td><td><span>Numero di membri del personale che partecipano a operazioni transfrontaliere</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>10.</p></td><td><span>Numero di raccomandazioni risultanti dalle valutazioni Schengen osservate</span></td></tr></tbody></table>
Obiettivo specifico di cui all’articolo 3, paragrafo 2, lettera c) Indicatori di output
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Numero di partecipanti alle attività di formazione</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Numero di programmi di scambio/laboratori/visite di studio</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Numero di attrezzature acquistate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>Numero di mezzi di trasporto acquistati</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>Numero di infrastrutture/strutture di sicurezza/strumenti/meccanismi costruiti/acquistati/aggiornati</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>Numero di progetti di prevenzione della criminalità</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Numero di progetti di assistenza alle vittime di reato</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>Numero di vittime di reato assistite</span></td></tr></tbody></table>
Indicatori di risultato
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>9.</p></td><td><span>Numero di iniziative volte a prevenire la radicalizzazione che sono state sviluppate o ampliate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>10.</p></td><td><span>Numero di iniziative volte a proteggere o sostenere testimoni e informatori che sono state sviluppate o ampliate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>11.</p></td><td><span>Numero di infrastrutture critiche/spazi pubblici con strutture di protezione dai rischi per la sicurezza nuove/adattate</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>12.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che ritengono utile l’attività di formazione per il loro lavoro</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>13.</p></td><td><span>Numero di partecipanti che, tre mesi dopo aver concluso l’attività di formazione, riferiscono di utilizzare le abilità e le competenze acquisite durante l’attività di formazione</span></td></tr></tbody></table>
( 1 ) Ripartizione per tipo di droga (in base alle categorie utilizzate nelle relazioni sulle droghe illecite: la relazione sui mercati della droga dell’UE, la relazione europea sulla droga e bollettino statistico dell’EMCDDA):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>cannabis;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>oppioidi, compresa l’eroina;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>cocaina;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>droghe sintetiche, compresi gli stimolanti tipo amfetamine (anche amfetamina e metamfetamina) e MDMA;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>nuove sostanze psicoattive;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre droghe illecite.</p></td></tr></tbody></table>
( 2 ) Ripartizione per tipo di arma (in base alla legislazione vigente, in particolare la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, del 18 giugno 1991, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi. Le categorie proposte sono semplificate rispetto a quelle riportate nell’allegato I della direttiva 91/477/CEE e in linea con quelle contenute nel sistema di informazione Schengen, utilizzate dalle autorità nazionali):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>armi da guerra: armi da fuoco automatiche e armi da fuoco pesanti (anticarro, lanciarazzi, mortaio ecc.);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre armi da fuoco corte: rivoltelle e pistole (comprese armi da saluto o acustiche);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>altre armi da fuoco lunghe: fucili e armi ad avancarica (comprese armi da saluto o acustiche);</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021R1149 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>20.3.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 77/61</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/444 DELLA COMMISSIONE
del 19 marzo 2019
che modifica il regolamento (UE) 2015/2447 per quanto riguarda i formulari di impegno del garante e l'inclusione delle spese di trasporto aereo nel valore in dogana in vista del recesso del Regno Unito dall'Unione
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione ( 1 ) , in particolare l'articolo 6, paragrafo 3, lettera b), l'articolo 76, lettera a), e l'articolo 100, paragrafo 1, lettera b),
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 29 marzo 2017 il Regno Unito ha notificato l'intenzione di recedere dall'Unione a norma dell'articolo 50 del trattato sull'Unione europea. I trattati cesseranno di applicarsi al Regno Unito a decorrere dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni dopo la notifica, ossia dal 30 marzo 2019, salvo che il Consiglio europeo, d'intesa con il Regno Unito, decida all'unanimità di prorogare tale termine.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Se i trattati cessano di applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno, le merci introdotte nel territorio doganale dell'Unione dal Regno Unito saranno soggette a dazi doganali. Conformemente all'articolo 71 del regolamento (UE) n. 952/2013, le spese di trasporto fino al luogo di introduzione delle merci nel territorio doganale dell'Unione devono essere incluse nel valore in dogana delle merci importate. Le percentuali delle spese complessive di trasporto aereo da includere nel valore in dogana sono indicate nell'allegato 23-01 del regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>. Dopo il recesso dall'Unione, il Regno Unito dovrebbe essere aggiunto al pertinente elenco di paesi terzi figurante nel suddetto allegato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>I formulari di impegno del garante sono riportati negli allegati 32-01, 32-02 e 32-03 e nell'allegato 72-04, capi VI e VII. Tali formulari recano l'elenco degli Stati membri dell'Unione e delle altre parti contraenti della convenzione relativa a un regime comune di transito <a>(<span>3</span>)</a>, quale modificata dalla decisione n. 1/2017 del comitato congiunto UE-EFTA sul transito comune <a>(<span>4</span>)</a> («la convenzione»). Quando i trattati cesseranno di applicarsi al Regno Unito, quest'ultimo non dovrà più essere elencato tra gli Stati membri in tali formulari. Tuttavia il Regno Unito ha espresso l'intenzione di aderire alla convenzione quale parte contraente distinta a decorrere dalla data successiva a quella in cui i trattati cesseranno di applicarsi nei suoi confronti e al suo interno, e ha soddisfatto le condizioni per tale adesione. Se si realizza tale adesione, il Regno Unito dovrebbe essere elencato tra le altre parti contraenti della Convenzione nei formulari di impegno del garante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno che il presente regolamento entri in vigore con urgenza. Le disposizioni del presente regolamento riguardanti l'inclusione nel valore in dogana delle spese di trasporto aereo a partire dal Regno Unito e la soppressione dei riferimenti al Regno Unito nella parte dei formulari di impegno del garante dedicata agli Stati membri dovrebbero applicarsi a partire dal giorno seguente a quello in cui i trattati cessano di applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno, a meno che entro tale data sia entrato in vigore un accordo di recesso concluso con il Regno Unito. Le disposizioni relative all'inclusione dei riferimenti al Regno Unito nell'elenco delle altre parti contraenti della Convenzione nei formulari di impegno del garante dovrebbero applicarsi a decorrere dalla data di adesione del Regno Unito alla convenzione in quanto parte contraente distinta, a meno che, entro il giorno successivo a quello in cui i trattati cessano di applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno, sia entrato in vigore un accordo di recesso concluso con il Regno Unito.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Il regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>nell'allegato 23-01, nell'ultima riga della prima colonna della tabella («Zona Q») sono aggiunti i seguenti termini:</p><p>«, Regno Unito»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>nell'allegato 32-01, il punto 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>dopo i termini «dal Regno di Svezia», sono soppressi i termini «, dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>dopo i termini «della Repubblica di Turchia», sono inseriti i termini «, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>nell'allegato 32-02, il punto 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>dopo i termini «dal Regno di Svezia», sono soppressi i termini «, dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>dopo i termini «della Repubblica di Turchia», sono inseriti i termini «, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>nell'allegato 32-03, il punto 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>dopo i termini «dal Regno di Svezia», sono soppressi i termini «, dal Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>dopo i termini «della Repubblica di Turchia», sono inseriti i termini «, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>nell'allegato 72-04, la parte II è così modificata:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>al capo VI, nella casella 7, dopo il termine «Turchia —» sono inseriti i termini «Regno Unito —»;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>al capo VII, nella casella 6, dopo il termine «Turchia —» sono inseriti i termini «Regno Unito —».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
L'articolo 1, paragrafo 1, l'articolo 1, paragrafo 2, lettera a), l'articolo 1, paragrafo 3, lettera a), e l'articolo 1, paragrafo 4, lettera a), si applicano a decorrere dal giorno successivo a quello in cui i trattati cessano di applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno a norma dell'articolo 50, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea.
L'articolo 1, paragrafo 2, lettera b), l'articolo 1, paragrafo 3, lettera b), l'articolo 1, paragrafo 4, lettera b), e l'articolo 1, paragrafo 5, si applicano a decorrere dal giorno in cui il Regno Unito aderisce alla convenzione relativa a un regime comune di transito.
Tuttavia il presente regolamento non si applica se entro la data successiva a quella in cui i trattati cessano di applicarsi nei confronti del Regno Unito e al suo interno a norma dell'articolo 50, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea, entra in vigore un accordo di recesso concluso con il Regno Unito a norma dell'articolo 50, paragrafo 2, del trattato sull'Unione europea.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 19 marzo 2019
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 .
( 2 ) GU L 343 del 29.12.2015, pag. 558 .
( 3 ) GU L 226 del 13.8.1987, pag. 2 .
( 4 ) Decisione n. 1/2017 del comitato congiunto EU-EFTA sul transito comune, del 5 dicembre 2017, che modifica la convenzione del 20 maggio 1987 relativa ad un regime comune di transito ( GU L 8 del 12.1.2018, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32019R0444 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>11.12.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 314/62</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (PESC) 2018/1946 DEL CONSIGLIO
del 10 dicembre 2018
che attua la decisione (PESC) 2015/740 concernente misure restrittive in considerazione della situazione nel Sud Sudan
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato dell'Unione europea, in particolare l'articolo 31, paragrafo 2,
vista la decisione (PESC) 2015/740 del Consiglio, del 7 maggio 2015, concernente misure restrittive in considerazione della situazione nel Sud Sudan e che abroga la decisione 2014/449/PESC ( 1 ) , in particolare l'articolo 9,
vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 7 maggio 2015 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2015/740.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 21 novembre 2018 il comitato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite istituito a norma della risoluzione 2206 (2015) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha aggiornato le informazioni relative a una persona soggetta a misure restrittive.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno pertanto modificare di conseguenza l'allegato I della decisione (PESC) 2015/740,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
L'allegato I della decisione (PESC) 2015/740 è modificato come indicato nell'allegato della presente decisione.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 10 dicembre 2018
Per il Consiglio
La presidente
F. MOGHERINI
( 1 ) GU L 117 dell'8.5.2015, pag. 52 .
ALLEGATO
La voce relativa alla persona elencata in appresso è sostituita dalla seguente:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«1.</p></td><td><span>Gabriel JOK RIAK MAKOL [alias: a) Gabriel Jok b) Jok Riak c) Jock Riak]</span><p>Titolo: Tenente generale</p><p>Designazione: a) ex comandante del settore uno dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese (SPLA); b) Capo delle forze di difesa</p><p>Data di nascita: 1<span>o</span> gennaio 1966</p><p>Luogo di nascita: Bor, Sudan/Sud Sudan</p><p>Cittadinanza: Sud Sudan</p><p>Passaporto n.: D00008623, Sud Sudan</p><p>Numero di identificazione nazionale: M6600000258472</p><p>Indirizzo: a) Stato dell'Unità, Sud Sudan b) Wau, Bahr El Ghazal Occidentale, Sud Sudan</p><p>Data della designazione ONU: 1<span>o</span> luglio 2015</p><p><span>Altre informazioni:</span> nominato Capo delle forze di difesa il 2 maggio 2018. Comandante del settore uno dell'SPLA, operante principalmente nello Stato dell'Unità, dal gennaio 2013. In quanto comandante del settore uno dell'SPLA, ha esteso o prolungato il conflitto in Sud Sudan violando l'accordo sulla cessazione delle ostilità. L'SPLA, entità militare sud-sudanese, ha condotto attività che hanno prolungato il conflitto in Sud Sudan, comprese le violazioni dell'accordo sulla cessazione delle ostilità del gennaio 2014 e dell'accordo per una soluzione della crisi in Sud Sudan del 9 maggio 2014, che rappresentava un impegno rinnovato al rispetto dell'accordo sulla cessazione delle ostilità, e ha ostacolato le attività del meccanismo di monitoraggio e verifica dell'IGAD. Link all'avviso speciale INTERPOL-Consiglio di sicurezza dell'ONU: https://www.interpol.int/en/notice/search/un/5879060</p><p><span>Informazioni tratte dalla sintesi dei motivi dell'inserimento nell'elenco forniti dal comitato delle sanzioni:</span></p><p>Gabriel Jok Riak è stato inserito nell'elenco il 1<span>o</span> luglio 2015 a norma del punto 7, lettere a) e f), e del punto 8 della risoluzione 2206 (2015) per i seguenti motivi: “attività o politiche aventi lo scopo o l'effetto di estendere o prolungare il conflitto in Sud Sudan o ostacolare la riconciliazione, i colloqui o i processi di pace, comprese le violazioni dell'accordo sulla cessazione delle ostilità”; “ostacolo alle attività delle missioni internazionali di mantenimento della pace, diplomatiche o umanitarie in Sud Sudan, comprese quelle del meccanismo di monitoraggio e verifica dell'IGAD, ovvero alla fornitura o alla distribuzione dell'aiuto umanitario, o all'accesso allo stesso”; nonché in quanto responsabile “di entità, compresi governo sud-sudanese, partito di opposizione, milizia o altro gruppo, che hanno commesso, o i cui membri hanno commesso, le attività descritte ai punti 6 e 7”.</p><p>Gabriel Jok Riak è il comandante del settore uno dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese (SPLA), entità militare sud-sudanese che ha condotto attività che hanno prolungato il conflitto in Sud Sudan, comprese le violazioni dell'accordo sulla cessazione delle ostilità del gennaio 2014 e dell'accordo per una soluzione della crisi in Sud Sudan del 9 maggio 2014 (accordo di maggio), che rappresentava un impegno rinnovato al rispetto dell'accordo sulla cessazione delle ostilità.</p><p>Jok Riak è stato comandante del settore uno dell'SPLA, operante principalmente nello Stato dell'Unità, dal gennaio 2013. La terza, quarta e quinta divisione dell'SPLA fanno capo al settore uno e al comandante dello stesso, Jok Riak.</p><p>Jok Riak e le forze dei settori uno e tre sotto il suo comando generale hanno condotto una serie di attività, precisate in appresso, in violazione degli impegni assunti nel gennaio 2014 nel quadro dell'accordo sulla cessazione delle ostilità, di porre fine a ogni azione militare diretta contro le forze di opposizione nonché ad altre azioni provocatorie, di bloccare le forze nelle loro attuali posizioni e di astenersi da attività quali movimento delle forze o rifornimento di munizioni che potrebbero portare a un confronto militare.</p><p>Le forze dell'SPLA sotto il comando generale di Jok Riak hanno violato varie volte l'accordo sulla cessazione delle ostilità con veri e propri atti di ostilità.</p><p>Il 10 gennaio 2014, una forza dell'SPLA sotto il comando generale del comandante del settore uno, Jok Riak, ha conquistato Bentiu, precedentemente sotto il controllo dell'Esercito di liberazione del popolo sudanese all'opposizione (SPLM-IO) dal 20 dicembre 2013. La terza divisione dell'SPLA ha teso un agguato e bombardato combattenti dell'SPLM-IO nei pressi di Leer poco dopo la firma dell'accordo sulla cessazione delle ostilità del gennaio 2014 e ha conquistato Mayom a metà aprile 2014, uccidendo più di 300 uomini dell'SPLM-IO.</p><p>Il 4 maggio 2014, una forza dell'SPLA sotto il comando di Jok Riak ha riconquistato Bentiu. Un portavoce dell'SPLA annunciava alla televisione di Stato a Juba che le forze governative sotto il comando di Jok Riak avevano riconquistato Bentiu alle quattro del pomeriggio, aggiungendo che avevano partecipato all'operazione la terza divisione e una task force speciale dell'SPLA. Ad alcune ore dall'annuncio dell'accordo di maggio, le forze della terza e quarta divisione dell'SPLA attaccavano e respingevano i combattenti dell'opposizione, che avevano precedentemente attaccato posizioni dell'SPLA nei pressi di Bentiu e nelle regioni petrolifere settentrionali del Sud Sudan.</p><p>Inoltre, dopo la firma dell'accordo di maggio, truppe della terza divisione dell'SPLA hanno riconquistato Wang Kai e il comandante della divisione, Santino Deng Wol, ha autorizzato le sue forze a uccidere chiunque fosse armato o si nascondesse nelle case, ordinando loro di incendiare le case in cui si trovavano forze dell'opposizione.</p><p>Alla fine di aprile e nel maggio 2015 le forze del settore uno dell'SPLA comandate da Jok Riak hanno condotto un'offensiva militare su vasta scala contro le forze dell'opposizione nello Stato dell'Unità dallo Stato dei Laghi.</p><p>In violazione dei termini dell'accordo sulla cessazione delle ostilità illustrato sopra, Jok Riak avrebbe cercato di far riparare e adattare carri armati per utilizzarli contro le forze dell'opposizione all'inizio di settembre 2014. Alla fine di ottobre 2014, almeno 7 000 uomini e armi pesanti della terza e della quinta divisione dell'SPLA sono stati riassegnati per rafforzare la quarta divisione vittima di un attacco dell'opposizione nei pressi di Bentiu. Nel novembre 2014 l'SPLA ha posto sotto la responsabilità del settore uno armi e materiale militare nuovi, compresi veicoli corazzati da trasporto truppa, elicotteri, pezzi di artiglieria e munizioni, probabilmente per prepararsi a combattere contro l'opposizione. All'inizio di febbraio 2015 Jok Riak avrebbe ordinato di inviare a Bentiu veicoli corazzati da trasporto truppa, probabilmente per rispondere a recenti agguati dell'opposizione.</p><p>Successivamente all'offensiva di aprile e maggio 2015 nello Stato dell'Unità, il settore uno dell'SPLA ha negato le richieste del team di monitoraggio e verifica dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD-MVM) a Bentiu di indagare su tale violazione dell'accordo sulla cessazione delle ostilità, negando così all'IGAD-MVM la libertà di movimento per svolgere il suo mandato.</p><p>Inoltre, nell'aprile 2014 Jok Riak ha prolungato il conflitto in Sud Sudan in quanto avrebbe aiutato ad armare e mobilitare ben 1 000 giovani di etnia Dinka ad integrazione delle forze tradizionali dell'SPLA.»</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32018D1946 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>31.12.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 373/8</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) n. 1398/2014 DELLA COMMISSIONE
del 24 ottobre 2014
che stabilisce norme relative ai candidati volontari e ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 375/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, che istituisce il Corpo volontario europeo di aiuto umanitario («l'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario») ( 1 ) , in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Conformemente al regolamento (UE) n. 375/2014, la Commissione dovrebbe definire norme e procedure riguardanti le condizioni, le modalità e i requisiti necessari che le organizzazioni di invio e di accoglienza devono applicare nell'individuare, selezionare, preparare, gestire e mobilitare i candidati volontari e i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario per sostenere le azioni di assistenza umanitaria in paesi terzi. Il regolamento (UE) n. 375/2014 dispone che tali norme vengano adottate tramite atti delegati e stabilisce le procedure da adottare mediante atti di esecuzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Tutti i soggetti chiamati in causa dall'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, compresi i volontari stessi e le organizzazioni di invio e di accoglienza, dovrebbero essere incoraggiati a identificarsi collettivamente nell'iniziativa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno che il quadro delle competenze applicabile all'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario definisca le competenze trasversali richieste in molti settori del volontariato e del mondo del lavoro e stabilisca inoltre le competenze specifiche necessarie per l'iniziativa e per lavorare nel settore umanitario. Tale quadro dovrebbe inoltre fornire un elenco non esaustivo di competenze tecniche, in modo da contribuire a garantire una selezione e una preparazione dei candidati volontari efficaci e basate su necessità effettive e che si fondino su un quadro di competenze condiviso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Per far sì che competenze, esigenze di formazione e risultati ottenuti dai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario siano documentati e valutati, è opportuno che durante la loro partecipazione all'iniziativa essi seguano un agevole piano di apprendimento e sviluppo. Il piano sarà elaborato sulla base degli insegnamenti tratti dalle iniziative Youthpass<a> (<span>2</span>)</a> e Europass<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Partecipare all'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario può accrescere l'occupabilità dei volontari grazie all'acquisizione di conoscenze, abilità e competenze. La loro partecipazione sottolinea la solidarietà con le popolazioni in stato di necessità e l'impegno a promuovere in modo visibile un senso di cittadinanza europea. Le disposizioni specifiche dovrebbero pertanto agevolare, per quanto possibile, la convalida dell'apprendimento non formale e informale acquisito dai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, in linea con la raccomandazione del Consiglio del 20 dicembre 2012<a> (<span>4</span>)</a> su questo tipo di apprendimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Le norme sui partenariati tra le organizzazioni di invio e di accoglienza sono rilevanti sia per il settore umanitario sia per le organizzazioni di volontariato in quanto sostengono l'obiettivo di costruire partenariati tra le organizzazioni esecutive e riflettono la responsabilità reciproca di queste organizzazioni nel conseguire gli obiettivi dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e nei confronti dei Volontari in quanto individui. È necessario definire i principi alla base del partenariato e i requisiti minimi che l'accordo di partenariato deve soddisfare affinché i partner possano candidarsi a partecipare e possano gestire progetti che comportano la mobilitazione dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Il principio di pari opportunità e il principio di non discriminazione sono sanciti dal diritto nazionale e dell'Unione e andranno sempre rispettati e promossi dalle organizzazioni di invio e di accoglienza. Sono consentite tuttavia eccezioni specifiche, ove necessario, in merito alla definizione del ruolo e del profilo dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il rispetto della pertinente normativa nazionale, dell'Unione e del paese di accoglienza è d'importanza fondamentale e ricade sulle organizzazioni di invio e di accoglienza, che sono inoltre tenute ad informare i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario dei loro diritti e obblighi giuridici derivanti da tali normative e del diritto alla copertura assicurativa. La definizione di un chiaro status giuridico dei volontari è un prerequisito per la mobilitazione ed è quindi opportuno stabilirlo in un contratto di mobilitazione stipulato tra le organizzazioni di invio e i singoli Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario. Particolare attenzione va inoltre prestata alla protezione dei dati personali, alla necessità di agire con integrità, conformemente a un codice di condotta, e alla tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, anche stabilendo una politica di tolleranza zero contro le violenze sessuali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Al fine di assicurare una tempestiva attuazione dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, è necessario che il presente regolamento entri in vigore con urgenza in quanto stabilisce le disposizioni in base alle quali gli organismi attuatori mobilitano i volontari nei paesi terzi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
CAPO 1
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1
Oggetto
Il presente regolamento stabilisce norme relative ai candidati volontari e ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, con riferimento agli aspetti di cui all'articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 375/2014 elencati di seguito:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>un quadro di competenze per l'individuazione, la selezione e la preparazione dei volontari in quanto giovani professionisti o professionisti esperti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>disposizioni volte a garantire pari opportunità e l'assenza di discriminazioni nel processo di individuazione e selezione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>disposizioni volte a garantire il rispetto della pertinente normativa nazionale, dell'Unione e del paese di accoglienza da parte delle organizzazioni di invio e di accoglienza,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>norme relative ai partenariati tra le organizzazioni di invio e di accoglienza,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>disposizioni per il riconoscimento delle capacità e delle competenze acquisite dai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, in linea con le pertinenti iniziative dell'Unione già in essere.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Definizioni
Ai fini del presente regolamento si applicano le definizioni di cui all'articolo 3 del regolamento (UE) n. 375/2014 e le definizioni stabilite dal regolamento di esecuzione della Commissione da adottare sulla base dell'articolo 9, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 375/2014. Si applicano inoltre le seguenti definizioni:
a) «competenze» : secondo la definizione del documento «Competenze chiave per l'apprendimento permanente — Un quadro di riferimento europeo» ( 5 ) , una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto, che consenta ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario di contribuire alla fornitura di aiuti umanitari in risposta ai bisogni;
b) «competenze trasversali» : le competenze richieste in molti settori del volontariato e del mondo del lavoro e che non riguardano specificamente gli aiuti umanitari;
c) «competenze specifiche» : le competenze richieste per l'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e l'assistenza umanitaria in senso più generale;
d) «competenze tecniche» : le competenze risultanti da conoscenze specialistiche rilevanti nel contesto degli aiuti umanitari;
e) «risultati dell'apprendimento» : secondo la definizione di cui al quadro europeo delle qualifiche ( 6 ) , la descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo di apprendimento. I risultati sono definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze.
CAPO 2
QUADRO DELLE COMPETENZE
Articolo 3
Quadro delle competenze
1. Il quadro delle competenze applicabile all'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario si articola su tre piani:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>competenze trasversali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>competenze specifiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>competenze tecniche.</p></td></tr></tbody></table>
2. Il quadro delle competenze è calibrato su:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>giovani professionisti, in particolare recentemente diplomati con meno di cinque anni di esperienza professionale e meno di cinque anni di esperienza nell'azione umanitaria;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>professionisti esperti con almeno cinque anni di esperienza professionale in posizioni di responsabilità o in qualità di esperti.</p></td></tr></tbody></table>
3. Il quadro delle competenze promuove il processo continuo di sviluppo personale che i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario esperiscono nelle varie fasi della loro partecipazione all'iniziativa e ne valuta i progressi. I livelli raggiunti per ogni competenza sono valutati in linea con l'approccio del quadro europeo delle qualifiche e secondo la seguente ripartizione:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>livello 4: competenza eccellente;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>livello 3: competenza elevata;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>livello 2: competenza da migliorare;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>livello 1: competenza scarsa.</p></td></tr></tbody></table>
4. Le definizioni delle principali competenze utilizzate sono indicate nell'allegato.
Articolo 4
Piano di apprendimento e sviluppo
1. Il piano di apprendimento e sviluppo illustra i risultati dell'apprendimento che i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario devono conseguire e fornisce informazioni su competenze, esigenze di formazione e risultati attesi nelle varie fasi della loro partecipazione all'iniziativa.
2. Il piano di apprendimento e sviluppo fornisce le seguenti informazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>informazioni di base sulla figura di Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>informazioni di base sulla posizione di volontario e una descrizione dei compiti da svolgere;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le competenze stabilite nel quadro apposito e, in base ad esse, una valutazione delle prestazioni e dei risultati di apprendimento dei volontari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le esigenze di apprendimento e le attività di sviluppo previste, se del caso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>corsi seguiti durante la formazione o l'apprendistato;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>eventuali informazioni rilevanti.</p></td></tr></tbody></table>
3. Il ricorso ai diversi elementi del piano di apprendimento e sviluppo dipende dalle esigenze e dalle aspirazioni individuali dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, e va regolarmente aggiornato, soprattutto in fase di:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>selezione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>formazione, incluso l'apprendistato, se del caso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>mobilitazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>resoconto post-mobilitazione, se del caso.</p></td></tr></tbody></table>
CAPO 3
RICONOSCIMENTO DELLE CAPACITÀ E DELLE COMPETENZE ACQUISITE DAI VOLONTARI DELL'UNIONE PER L'AIUTO UMANITARIO
Articolo 5
Procedura di valutazione e di documentazione
1. La valutazione e la documentazione delle competenze acquisite dai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario durante la loro partecipazione all'iniziativa servono a:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>riconoscere le competenze acquisite che, spendibili in un contesto professionale, consentono di migliorare l'occupabilità dei volontari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>riconoscere socialmente il contributo dei volontari all'espressione dei valori di solidarietà dell'Unione con le popolazioni in stato di necessità e alla promozione visibile di un senso di cittadinanza europea.</p></td></tr></tbody></table>
2. Il processo e la portata della valutazione e della documentazione sono adattati e resi idonei ai giovani professionisti o ai professionisti esperti e variano in funzione delle esigenze e delle aspirazioni dei singoli Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario.
3. La valutazione e la documentazione delle esperienze di apprendimento riflettono il continuo processo di sviluppo dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, riconoscendo e sostenendo in tal modo l'apprendimento e lo sviluppo nelle diverse fasi in cui i volontari partecipano all'iniziativa. La valutazione e la documentazione si basano sul piano di apprendimento e sviluppo di cui all'articolo 4.
4. Le organizzazioni di invio e di accoglienza dimostrano un impegno costante nella valutazione e nella documentazione delle esperienze di apprendimento dei Volontari europei per l'aiuto umanitario, per facilitarne il riconoscimento professionale e sociale.
5. La Commissione e gli Stati membri dell'UE forniscono alle autorità nazionali competenti per la convalida dell'apprendimento non formale e informale le informazioni pertinenti circa l'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e la procedura di valutazione e documentazione al fine di facilitare il processo di convalida formale delle esperienze di apprendimento dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario nei rispettivi paesi di origine, se del caso.
Articolo 6
Riconoscimento professionale
1. I Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario ricevono, su richiesta, un certificato attestante che hanno completato la partecipazione all'iniziativa. Il certificato è rilasciato dalla Commissione e contiene almeno le seguenti informazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>date della missione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>denominazione e estremi delle organizzazioni di invio e di accoglienza;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>nomi e estremi della persona di riferimento e del superiore diretto del volontario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>nomi e estremi delle persone delle organizzazioni di invio e di accoglienza disposte a fornire delle referenze per il volontario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>principali compiti e responsabilità del Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>descrizione dei principali risultati conseguiti dal Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario nel corso della missione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>descrizione dei risultati di apprendimento raggiunti dal Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario nel corso delle diverse fasi della sua partecipazione all'iniziativa, valutati in conformità all'articolo 3, paragrafo 3, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. Su richiesta del Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario, al certificato può essere allegata una copia del piano di apprendimento e sviluppo.
Articolo 7
Riconoscimento sociale
1. Il riconoscimento sociale viene promosso attraverso le attività previste dal piano di comunicazione di cui all'articolo 17 del regolamento (UE) n. 375/2014. I Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario hanno l'opportunità di partecipare ad attività di comunicazione esterna intese a pubblicizzare l'iniziativa e l'impegno dei volontari.
2. Se del caso, la Commissione organizza eventi ad alto livello per sensibilizzare i cittadini dare più visibilità all'iniziativa.
3. Le organizzazioni di invio diffondono informazioni sulla rete dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e promuovono l'impegno a parteciparvi, evidenziando le opportunità che offre ai volontari di continuare a dedicarsi a temi legati agli aiuti umanitari e alla cittadinanza europea attiva, anche successivamente alla loro mobilitazione.
4. Le organizzazioni di invio e di accoglienza informano i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario circa le opportunità esistenti di continuare a dedicarsi a temi connessi agli aiuti umanitari e alla cittadinanza europea attiva. In particolare, incoraggiano i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario a partecipare a convegni e seminari organizzati a livello nazionale e dell'UE, in modo che possano condividere le loro esperienze con i rilevanti portatori di interesse.
CAPO 4
NORME RELATIVE AI PARTENARIATI TRA LE ORGANIZZAZIONI DI INVIO E DI ACCOGLIENZA
Articolo 8
Obiettivo del partenariato e suoi membri
1. Il partenariato tra organizzazioni di invio e di accoglienza stabilisce accordi tra i partner che si candidano a partecipare e gestire progetti implicanti la mobilitazione di Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario in paesi terzi e che possono anche includere attività connesse allo sviluppo della capacità e/o all'assistenza tecnica.
2. I membri del partenariato sono le organizzazioni di invio conformi alle disposizioni dell'articolo 10, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 375/2014 e le organizzazioni di accoglienza conformi alle disposizioni dell'articolo 10, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 375/2014.
3. Al momento di costituire un partenariato, le organizzazioni di invio e di accoglienza possono includervi come partner altre organizzazioni specializzate in settori rilevanti per gli obiettivi o le azioni dei progetti di cui al paragrafo 1, in modo che contribuiscano con le loro competenze specifiche.
4. Laddove i progetti prevedono attività relative allo sviluppo della capacità e/o di assistenza tecnica, sono considerate partner ammissibili anche le organizzazioni di accoglienza e di invio che non abbiano ottenuto la certificazione pur avendo già subito un processo di certificazione secondo quanto previsto dal regolamento di esecuzione della Commissione da adottare sulla base dell'articolo 10, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 375/2014, se tali organizzazioni sono dotate di una strategia per lo sviluppo della capacità e/o di assistenza tecnica basata sulle esigenze.
5. Se i progetti servono a sostenere azioni di risposta alle emergenze, il partenariato può essere costituito solo da organizzazioni di invio.
Articolo 9
Principi dei partenariati
Le attività dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario promuovono partenariati transnazionali tra le organizzazioni di accoglienza e di invio, basati sui seguenti principi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>uguaglianza,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>valori comuni e una visione condivisa,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>trasparenza,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>responsabilità, rendicontabilità e affidabilità,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>fiducia e rispetto reciproci,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>complementarità, nel rispetto dell'eterogeneità che caratterizza la comunità del volontariato e dell'aiuto umanitario, con un forte accento sullo sviluppo delle capacità locali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>flessibilità e adattabilità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>reciprocità nell'assegnazione delle risorse e nella definizione degli obiettivi.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 10
Accordo di partenariato e norme
1. Prima che le organizzazioni di invio e di accoglienza stringano un partenariato, le organizzazioni di accoglienza svolgono una valutazione dei bisogni, se opportuno in cooperazione con le organizzazioni di invio, tenendo conto della valutazione della Commissione circa il fabbisogno di aiuti umanitari.
2. La valutazione dei bisogni comprende, come minimo:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>una valutazione della vulnerabilità e del rischio del paese destinatario degli aiuti, che include una valutazione dei rischi legati alla sicurezza, agli spostamenti e alla salute cui sono esposti i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>una valutazione della capacità corrente dell'organizzazione di accoglienza di ospitare un Volontario europeo per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>un'analisi delle competenze e delle capacità di cui mancano in quel momento l'organizzazione di accoglienza e la comunità locale, che individui i bisogni e analizzi come soddisfarli nel modo più efficace;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>un'analisi del previsto valore aggiunto apportato dall'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e, se del caso, dal sostegno allo sviluppo delle capacità che si prevede di prestare all'organizzazione di accoglienza e alla comunità locale.</p></td></tr></tbody></table>
3. L'accordo di partenariato è sottoscritto da tutti i partner per garantire il rispetto delle seguenti norme di minima:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i partenariati si basano su un accordo sui valori condivisi e su una visione condivisa, in particolare per quanto riguarda il volontariato e l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sono definiti con chiarezza il valore aggiunto e il ruolo di ciascun partner;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>tutti i partner concordano gli obiettivi comuni del partenariato e i modi in cui il partenariato è gestito, in particolare:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>procedure decisionali e prassi lavorative;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>disposizioni finanziarie e gestione finanziaria;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>canali di comunicazione tra tutte le parti interessate; frequenza delle riunioni e delle visite sul posto da parte delle organizzazioni di invio;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>piano di lavoro e attività, incluso un calendario;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>ripartizione dei compiti, secondo il piano di comunicazione dell'iniziativa;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vi)</p></td><td><p>monitoraggio e valutazione del partenariato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vii)</p></td><td><p>contabilità e documentazione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>viii)</p></td><td><p>perfezionamento e finalizzazione della valutazione dei bisogni di cui al paragrafo 1;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ix)</p></td><td><p>formulazione e valutazione congiunte dei compiti assegnati ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>x)</p></td><td><p>ruoli e responsabilità dei candidati volontari e dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario nelle diverse fasi della loro partecipazione all'iniziativa;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>xi)</p></td><td><p>procedure per il trattamento dei reclami (sia quelli in seno al partenariato, sia quelli provenienti da parti esterne e pertinenti al lavoro del partenariato) e la risoluzione dei conflitti tra i partner;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>xii)</p></td><td><p>politiche e procedure riguardanti l'uscita da un partenariato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>xiii)</p></td><td><p>incidenze finanziarie;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>xiv)</p></td><td><p>conseguenze contrattuali (anche per quanto riguarda i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e le comunità interessate).</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>se del caso viene elaborata tra i partner una strategia di sviluppo delle capacità e/o di assistenza tecnica fondata sui bisogni, alla quale viene assegnata un'apposita dotazione di bilancio;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>i partner contribuiscono alle attività di apprendimento e si impegnano a realizzare azioni di comunicazione e visibilità conformemente al piano di comunicazione di cui all'articolo 17 del regolamento (UE) n. 375/2014.</p></td></tr></tbody></table>
CAPO 5
PARI OPPORTUNITÀ E NON DISCRIMINAZIONE
Articolo 11
Principi generali
1. L'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario è aperta a tutti i candidati ammissibili, indipendentemente da nazionalità, sesso, razza, origine etnica, età, condizione sociale, religione o convinzioni personali, stato civile, orientamento sessuale e disabilità.
2. Le organizzazioni di invio e di accoglienza si impegnano a rispettare i principi di parità di trattamento, pari opportunità e non discriminazione. Tali principi sono pienamente integrati nella procedura di individuazione, selezione e reclutamento e nella preparazione dei volontari, nonché nelle politiche e nelle pratiche di gestione delle prestazioni.
Articolo 12
Parità di trattamento, pari opportunità e non discriminazione
1. L'organizzazione di invio dispone di una dichiarazione di principio e di una politica che garantiscono che le pratiche di lavoro rispecchino i principi della parità di trattamento, delle pari opportunità e della non discriminazione, e promuove una cultura organizzativa inclusiva.
2. La politica sulla parità di trattamento, sulle pari opportunità e sulla non discriminazione, di cui al paragrafo 1, come minimo:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>è conforme alla pertinente legislazione dell'Unione e nazionale e si impegna a evitare, o a correggere ed eliminare, le politiche e le pratiche discriminatorie, ivi compresi gli eventuali ostacoli all'occupazione di tutti i gruppi individuati dalla suddetta legislazione e/o che siano notoriamente esposti a pregiudizi quando cercano lavoro e rischiano quindi di essere sottorappresentati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>comprende, senza limitarsi, tutti gli aspetti dell'esperienza del volontario, comprese le singole norme di comportamento, l'annuncio del posto di volontario, il reclutamento e la selezione, la formazione e lo sviluppo, la gestione delle prestazioni, le condizioni di lavoro, inclusa la retribuzione e le procedure di licenziamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>indica chiaramente i ruoli e le responsabilità dei membri del personale e dei volontari, dell'alta dirigenza e delle squadre di orientamento, dei dipartimenti risorse umane e di ogni altra parte in causa individuata dall'organizzazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>viene monitorata e rivista a intervalli regolari per garantirne la conformità alla legislazione pertinente e un'attuazione corretta ed efficace.</p></td></tr></tbody></table>
3. L'organizzazione di accoglienza conferma per iscritto all'organizzazione di invio il principio e la politica di parità di trattamento, pari opportunità e non discriminazione, e informa l'organizzazione di invio su eventuali eccezioni da prevedere, rese necessarie dal contesto specifico del suo lavoro, nel definire il ruolo e il profilo dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario.
4. L'organizzazione di invio sostiene l'organizzazione di accoglienza nell'attuazione della politica di parità di trattamento, pari opportunità e non discriminazione e, a titolo eccezionale, sostiene le organizzazioni di accoglienza nell'adeguare tali principi al contesto specifico, se necessario.
5. Ove possibile, l'organizzazione di invio fornisce a tutto il personale, su base regolare, formazioni e informazioni adeguate sulla politica e sui principi che la ispirano, al fine di garantire che tutti i soggetti partecipanti la comprendano, la sostengano e la attuino.
CAPO 6
RISPETTO DELLA NORMATIVA NAZIONALE, DELL'UNIONE E DEL PAESE DI ACCOGLIENZA
Articolo 13
Principi generali
1. Le organizzazioni di invio e di accoglienza garantiscono il rispetto delle leggi del paese di accoglienza e delle pertinenti normative nazionali e dell'Unione, tra cui:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il regolamento (UE) n. 375/2014, in particolare il rispetto dei principi generali di cui all'articolo 5;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la legislazione applicabile allo status giuridico dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la legislazione applicabile a condizioni di lavoro, salute, sicurezza e protezione dei volontari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>la legislazione in materia di parità di trattamento e non discriminazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>la legislazione sulla protezione dei dati personali.</p></td></tr></tbody></table>
2. Le organizzazioni di accoglienza e di invio informano i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario circa i loro diritti e gli obblighi giuridici derivanti dalle normative di cui al paragrafo 1 e circa i loro diritti in materia di copertura assicurativa di cui nel regolamento di esecuzione della Commissione da adottare sulla base dell'articolo 9, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 375/2014.
Articolo 14
Status giuridico dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario
1. L'organizzazione di invio rispetta la legislazione applicabile allo status giuridico dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario. Essa provvede pertanto a predisporre un contratto di mobilitazione, di cui all'articolo 14, paragrafo 5, del regolamento (UE) n. 375/2014, che viene firmato dall'organizzazione e dal volontario. Il contratto specifica la legge applicabile e il foro competente.
2. L'organizzazione di invio garantisce il rispetto del contratto da parte dell'organizzazione di accoglienza ed è responsabile della violazione delle disposizioni del contratto di mobilitazione da parte di quest'ultima.
Articolo 15
Obbligo di informare i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario in merito alla normativa fiscale
1. Prima della mobilitazione, l'organizzazione di invio informa il Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario su eventuali norme fiscali applicabili alle indennità giornaliere nel paese di stabilimento dell'organizzazione di invio e, se del caso, nel paese di mobilitazione.
2. Se un Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario non è residente nel paese di stabilimento dell'organizzazione di invio, questa lo informa circa l'obbligo che gli compete di prendere conoscenza della normativa fiscale del proprio paese di residenza applicabile alla sua situazione specifica.
Articolo 16
Protezione dei dati
1. Il trattamento dei dati personali da parte delle organizzazioni di invio e di accoglienza è conforme a quanto predisposto dalla direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio ( 7 ) e dal regolamento (CE) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 8 ) , se applicabili.
2. Le organizzazioni di invio e di accoglienza garantiscono che sia impedito l'abuso o l'uso improprio dei dati durante il trattamento, che comprende la raccolta, l'uso, la comunicazione e la cancellazione di tutti i dati personali riguardanti i candidati volontari e i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario. Ciò riguarda tutte le azioni relative ai candidati volontari e ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, in particolare:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il reclutamento e la selezione (inclusi i moduli di candidatura, le note prese durante i colloqui e i questionari di autovalutazione);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la preparazione e la gestione dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario (compresi i piani di apprendimento e sviluppo, la verifica delle prestazioni e la documentazione del tutoraggio, i controlli medici o eventuali questioni disciplinari).</p></td></tr></tbody></table>
3. Le organizzazioni di invio e di accoglienza garantiscono che siano trattati solo i dati pertinenti e che i dati personali quali nome, età, indirizzo e data di nascita, compresi i dati sensibili e le informazioni su reclutamento, impiego e prestazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>siano raccolti in modo adeguato e lecito, a fini legittimi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>siano trattati in modo equo e lecito;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>siano corretti o aggiornati, se del caso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>siano accessibili soltanto al personale autorizzato;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>siano accessibili, su richiesta, al candidato volontario o al Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario interessato;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>siano custoditi in modo sicuro;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>non siano conservati più a lungo del necessario.</p></td></tr></tbody></table>
4. Per trattare i dati di cui al paragrafo 3, le organizzazioni di invio e di accoglienza ottengono il consenso esplicito del Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario.
5. Le organizzazioni di accoglienza e di invio comunicano al candidato volontario o il Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario il diritto alla protezione dei dati personali, il diritto a sporgere reclamo e a utilizzare e accedere ai propri dati e il diritto a conoscere l'identità dei soggetti che hanno accesso ai dati personali che lo riguardano e a sapere a che tipo di dati può avere accesso ciascun soggetto.
Articolo 17
Integrità e codice di condotta
1. Le organizzazioni di invio e di accoglienza concordano una politica in materia di integrità volta a prevenire la corruzione attiva e passiva e un codice di condotta basato sulla politica di gestione dell'organizzazione di invio che sia idoneo e applicabile ai Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, con indicazioni sui comportamenti previsti, sulla correttezza e sull'integrità richieste durante la partecipazione all'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario.
2. Il codice di condotta è vincolante per i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e contiene, come minimo, i seguenti obblighi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l'impegno a sviluppare un senso di identità circa l'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, e a contribuire ai suoi obiettivi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il rispetto dell'altro e della dignità altrui e il rispetto del principio di non discriminazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il rispetto dei principi di aiuto umanitario di cui all'articolo 5, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 375/2014;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>l'impegno a tutelare i minori e a proteggere gli adulti vulnerabili, anche attraverso la tolleranza zero contro gli abusi sessuali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>tolleranza zero contro l'uso di droghe nel paese di mobilitazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>il rispetto delle leggi locali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>l'integrità, la lotta contro la frode e la corruzione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>il mantenimento di standard elevati di condotta professionale e personale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>il rispetto della sicurezza e delle procedure in materia di sicurezza e salute;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>j)</p></td><td><p>l'obbligo di segnalare violazioni e norme sugli informatori;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>k)</p></td><td><p>norme riguardanti il contatto con i mezzi di comunicazione e la gestione delle informazioni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>l)</p></td><td><p>norme che proibiscono l'uso improprio delle attrezzature dell'organizzazione.</p></td></tr></tbody></table>
3. Ogni violazione del codice di condotta da parte di un Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario è trattata conformemente alla politica di gestione dell'organizzazione di invio.
4. Se la violazione è considerata molto grave, essa comporta il rientro anticipato del Volontario dell'Unione per l'aiuto umanitario e, se necessario, la segnalazione del comportamento in questione a tutte le pertinenti autorità o organizzazioni professionali o legali.
Articolo 18
Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili e tolleranza zero contro gli abusi sessuali
1. Le organizzazioni di invio e di accoglienza si impegnano a seguire una politica di tolleranza zero contro qualsiasi forma di abuso sui minori e/o sugli adulti vulnerabili, compresi gli abusi sessuali. Tali organizzazioni sono in grado di denunciare gli abusi, trattare prontamente e adeguatamente eventuali episodi, dare sostegno alle vittime, prevenire la vittimizzazione degli informatori e perseguire i responsabili.
2. Le organizzazioni di invio e di accoglienza evitano il verificarsi di abusi grazie alla procedura di selezione dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, a alla loro introduzione propedeutica e formazione, creando una cultura di apertura e sensibilizzazione al tema e individuando chiare responsabilità di gestione e sorveglianza.
3. L'organizzazione di invio procede a tutti i controlli previsti dalla legge al fine di ottenere il nulla osta per i candidati volontari affinché possano lavorare con i gruppi vulnerabili.
4. Le organizzazioni di accoglienza e di invio informano i candidati volontari e i Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario in merito ai rischi e raccomandano misure di prevenzione, al fine di garantire che non si verifichino abusi.
CAPO 7
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 19
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 24 ottobre 2014
Per la Commissione
Il presidente
José Manuel BARROSO
( 1 ) GU L 122 del 24.4.2014, pag. 1 .
( 2 ) https://www.youthpass.eu/it/youthpass/
( 3 ) https://europass.cedefop.europa.eu/editors/it/esp/compose#
( 4 ) GU C 398 del 22.12.2012, pag. 1 .
( 5 ) GU L 394 del 30.12.2006, pag. 10 .
( 6 ) GU C 111 del 6.5.2008, pag. 1 .
( 7 ) Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati ( GU L 281 del 23.11.1995, pag. 31 ).
( 8 ) Regolamento (CE) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati ( GU L 8 del 12.1.2001, pag. 1 ).
ALLEGATO
Quadro delle competenze
1. Competenze trasversali richieste in molti settori del volontariato e del mondo del lavoro e non specifiche al settore degli aiuti umanitari
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Competenza</p></td><td><p>Descrizione</p></td></tr><tr><td><p>1)   <span>Sviluppare e intrattenere rapporti di collaborazione</span></p></td></tr><tr><td><p>Lavorare in gruppo</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere consapevoli e rispettosi dei diversi stili di lavoro e sapersi adattare.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere e accettare il proprio ruolo in seno al gruppo e contribuire in modo positivo e proattivo alla realizzazione dei suoi obiettivi.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Condividere informazioni e conoscenze utili con i colleghi e, se necessario, con più persone.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Prendere iniziative costruttive per risolvere conflitti che potrebbero eventualmente insorgere.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Comunicazione</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comunicare efficacemente con gli altri membri del gruppo e con i soggetti esterni.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Ascoltare con attenzione opinioni nuove e diverse provenienti da altri membri del gruppo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Avvalersi di un ventaglio di strumenti di comunicazione (di persona, per telefono o e-mail) adatti al contesto e alla situazione locale, inclusi quelli non verbali.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>2)   <span>Avere la mentalità del volontario</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Ritenere gratificante il volontariato.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere e avere un'opinione circa i concetti di volontariato e cittadinanza attiva e il loro ruolo sociale.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere pronti a offrire il proprio contributo senza ricevere un compenso economico in cambio.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Impegnarsi nei compiti assegnati e realizzarli al meglio delle proprie capacità, anche in assenza di compenso economico.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Impegnarsi a dare il proprio contributo in quanto volontari all'organizzazione e ad aiutare i beneficiari (ossia le comunità locali).</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>3)   <span>Sapersi gestire in un contesto estremamente esigente e in evoluzione</span></p></td></tr><tr><td><p>Consapevolezza di sé e resilienza</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Saper gestire lo stress e superare le difficoltà.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Individuare le fonti di stress e sapere come ridurne al minimo gli effetti negativi.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere disposti a verbalizzare lo stress e le difficoltà e chiedere aiuto quando necessario.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere capace di adattarsi a condizioni di vita dettate da risorse estremamente limitate e da un esiguo livello di comfort.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Adattarsi con calma e reagire in modo costruttivo a situazioni mutevoli e vincolanti.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere consapevoli dei propri punti forti e deboli e di come possono influenzare il proprio lavoro.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Autonomia</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Organizzare le proprie attività sul posto di lavoro e nel tempo libero in modo autonomo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Gestire la giornata lavorativa e stabilire le priorità in modo appropriato.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Riconoscere i limiti delle proprie responsabilità e rivolgersi alla gerarchia, se del caso.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Gestire le proprie aspettative</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Valutare realisticamente la portata del proprio contributo all'organizzazione e dell'assistenza che si è in grado di offrire ai beneficiari.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Adeguare le aspettative alle situazioni mutevoli.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Sensibilità interculturale</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Evitare gli stereotipi culturali.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere aperti alle differenze culturali e accoglierle.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Rispettare le altre culture e adeguare il proprio comportamento per evitare malintesi.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Prestare attenzione alla comunicazione non verbale in un contesto multiculturale.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Adottare un approccio neutro nei confronti delle diverse convinzioni e convenzioni sociali e dei diversi valori sociali.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dimostrare empatia e sensibilità.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>4)   <span>Dimostrare capacità di leadership</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Motivare gli altri membri del gruppo (locale o internazionale) allo svolgimento dei compiti assegnati.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dare spazio alle persone perché esercitino con responsabilità le proprie azioni.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Ascoltare gli altri con attenzione gli altri.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Ispirare fiducia negli altri.</p></td></tr></tbody></table><p>Per chi ricopre un ruolo di responsabilità:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Formulare chiaramente i compiti da svolgere e cosa ci si aspetta dagli altri.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Verificare che compiti e aspettative siano stati compresi.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Fornire un feedback e riconoscere il contributo apportato dagli altri.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Prendere decisioni che riflettono il livello di rischio insito in un'azione in rapporto alla sua urgenza.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>5)   <span>Conseguire risultati</span></p></td></tr><tr><td><p>Realizzare e comunicare i risultati immediati dell'iniziativa e i progressi compiuti in termini di sviluppo delle capacità</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Adottare un approccio positivo e dimostrare un atteggiamento proattivo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Individuare i miglioramenti cruciali necessari a garantire la sostenibilità dei risultati.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comunicare i risultati in modo efficace.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Individuare chi potrà trarre insegnamento dal contributo che si è dato e cercare di far capire il lavoro svolto a chi dovrà consolidare i risultati raggiunti.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Trovare soluzioni.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Intervenire per risolvere eventuali conflitti.</p></td></tr></tbody></table><p>Per chi ricopre un ruolo particolare nello sviluppo delle capacità:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Conoscere e applicare i diversi metodi per sviluppare le capacità organizzative in presenza di risorse limitate.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Conoscere e applicare i metodi e gli strumenti per valutare le esigenze, al fine di identificare i settori verso cui indirizzare il potenziamento delle capacità.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>Rendicontabilità</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Mirare a conseguire i risultati nei tempi stabiliti.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Chiedere feedback e agire in funzione del feedback ricevuto.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Rendere conto del proprio operato a chi di dovere.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Mettere in discussione decisioni e comportamenti che violano il codice di condotta dell'organizzazione e/o altre norme umanitarie rilevanti.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
2. Competenze specifiche richieste per l'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e per gli aiuti umanitari in senso più generale
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Competenza</p></td><td><p>Descrizione</p></td></tr><tr><td><p>6)   <span>Comprendere il contesto umanitario dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e applicare i principi umanitari</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dimostrare di comprendere il sistema degli aiuti umanitari, i diversi soggetti coinvolti e i legami tra questa e altre politiche estere, in particolare dal punto di vista dell'UE.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Partire dalla comprensione dei principi teorici e delle pratiche comuni alla base dell'azione umanitaria.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dimostrare di comprendere le norme rilevanti in materia di aiuti umanitari e codici di condotta, anche per quanto riguarda la rendicontabilità e la gestione della qualità, e il quadro giuridico degli aiuti umanitari.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dimostrare di comprendere le diverse fasi della risposta umanitaria: preparazione e prevenzione, riduzione dei rischi di catastrofi, gestione dei rischi di catastrofi, risposta e ripristino.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Dimostrare di comprendere il lato teorico e pratico dell'assistenza e dello sviluppo e l'approccio in materia di resilienza.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Tenere conto delle esigenze, delle competenze, delle capacità e dell'esperienza delle persone colpite da catastrofi o crisi umanitarie.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere gli obiettivi dell'iniziativa Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e le loro implicazioni sul lavoro sul campo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere il processo di selezione, formazione e mobilitazione.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere il ruolo del volontario e come bisogna agire prima, durante e dopo la mobilitazione.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Mettere in pratica la propria comprensione dello scopo dell'iniziativa nel più ampio contesto degli aiuti umanitari dell'UE.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>7)   <span>Operare in modo sicuro in qualsiasi momento</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere consapevoli dell'importanza di seguire le procedure di sicurezza stabilite dall'organizzazione durante la mobilitazione.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere e applicare il principio del «non nuocere».</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Individuare e prevenire i rischi nel corso di un progetto.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere in grado di intervenire nelle situazioni in cui sorge un pericolo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere in grado di gestire lo stress connesso a incidenti di sicurezza.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Possedere competenze di base di primo soccorso.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>8)   <span>Gestire progetti in contesti umanitari</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Essere in grado di descrivere e analizzare le varie fasi del ciclo di un progetto nel contesto degli aiuti umanitari, compresa la valutazione dei bisogni, l'elaborazione della proposta principale e del bilancio, la consegna, il monitoraggio e la valutazione del progetto.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere ed applicare i principi fondamentali per l'elaborazione del bilancio e la redazione di una proposta.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere ed applicare i principi fondamentali della gestione finanziaria dei progetti.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprende e mantenere la trasparenza dei processi di gestione dei progetti.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere ed applicare i principi fondamentali per la gestione, il monitoraggio e la valutazione delle prestazioni.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>9)   <span>Comunicare e sensibilizzare</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Conoscere e partecipare attivamente al piano di comunicazione dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario e fare la propria parte per realizzarlo.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Farsi paladino dei valori dell'organizzazione e dei Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario, se necessario.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Individuare, nei contesti umanitari locali, i portatori di interesse primari, secondari e critici.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Comprendere ed applicare, nel settore in cui si opera, gli strumenti che permettono di mobilitare il sostegno delle parti interessate locali e internazionali a favore degli aiuti umanitari.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Formulare motivazioni chiare e basate sui fatti per promuovere l'iniziativa, e sviluppare una strategia di comunicazione efficace.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
3. Competenze tecniche risultanti da conoscenze specialistiche rilevanti nel contesto degli aiuti umanitari
I Volontari dell'Unione per l'aiuto umanitario possono avere competenze nei seguenti ambiti (la lista non è esaustiva):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>finanza e contabilità</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>affari giuridici</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>amministrazione e gestione di progetti</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>monitoraggio e valutazione di progetti</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>comunicazione (comprese visibilità, pubbliche relazioni e campagne di sensibilizzazione)</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>logistica e trasporti</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>formazione e gestione delle risorse umane</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>sviluppo organizzativo e potenziamento delle capacità</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>definizione di politiche e pianificazione strategiche</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>tecnologie dell'informazione e della comunicazione sui rischi</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>acqua e servizi igienico-sanitari</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>protezioni e ripari</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>alimentazione, nutrizione e salute</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>rifugiati e sfollati interni</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>questioni di genere</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>tutela dei minori</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>mezzi di sussistenza</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>collegamento fra aiuti di emergenza, risanamento e sviluppo</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>gestione del rischio di catastrofi</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>rafforzamento della resilienza</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>dati e conoscenze in materia di catastrofi</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>valutazione e mappatura dei rischi e delle vulnerabilità e analisi dei conflitti e delle fragilità</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>adattamento ai cambiamenti climatici e gestione ecosistemica</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>istruzione e sensibilizzazione</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>resilienza urbana e pianificazione territoriale</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>sviluppo basato sulle comunità</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>reti di sicurezza e di protezione sociali</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>imprese e infrastrutture resilienti, compresa la protezione delle infrastrutture critiche</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>finanziamento del rischio</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>sistemi di allarme preventivo e monitoraggio</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>preparazione alle catastrofi e piani di emergenza</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>protezione civile e risposta alle emergenze</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>valutazione e ripresa post-catastrofi e post-conflitti</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>servizi medici e paramedici</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>ingegneria</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p><span>gestione dei volontari</span></p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32014R1398 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>6.12.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>C 488/6</p></td></tr></tbody></table>
Dichiarazioni relative al regolamento (UE) 2021/2117 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 dicembre 2021, che modifica i regolamenti (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, (UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, (UE) n. 251/2014 concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l'etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati e (UE) n. 228/2013 recante misure specifiche nel settore dell'agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell'Unione ( 1 )
(2021/C 488/03)
Dichiarazione congiunta del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione su un impegno proattivo a livello multilaterale riguardo all’applicazione delle norme sanitarie e ambientali dell’UE ai prodotti agricoli importati
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione riconoscono la necessità di ricercare una maggiore coerenza tra le norme sanitarie e ambientali che si applicano ai prodotti agricoli nell’Unione europea e quelle che si applicano ai prodotti agricoli importati, conformemente alle norme commerciali internazionali. Per affrontare le questioni dello sviluppo sostenibile, in particolare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, che sono problematiche di portata globale, e per rispondere alle aspettative dei cittadini in materia di alimenti di migliore qualità e più sostenibili, l’Unione europea ha costantemente innalzato tali norme per molti anni. Il Green Deal europeo e le sue strategie settoriali, compresa la comunicazione della Commissione dal titolo «Dal produttore al consumatore», si adoperano per conseguire tale obiettivo e si tradurranno in un ulteriore innalzamento di tali norme applicate all’interno dell’UE, anche, se del caso, per i prodotti importati.
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione riconoscono la necessità di impegnarsi proattivamente a livello multilaterale per aumentare l’ambizione in materia di obiettivi ambientali internazionali in sede di applicazione e miglioramento delle norme commerciali internazionali. Come indicato nella comunicazione della Commissione sul riesame della politica commerciale, è altresì opportuno che l’Unione europea, in determinate circostanze definite dalle regole dell’OMC, imponga che i prodotti agricoli importati rispettino determinati requisiti di produzione, in modo da garantire l’efficacia delle norme sanitarie, di benessere degli animali e ambientali che si applicano ai prodotti agricoli nell’Unione europea, e contribuire alla piena realizzazione delle comunicazioni sul Green Deal europeo e sulla strategia «Dal produttore al consumatore». Data l’importanza del suo mercato nel commercio internazionale, l’Unione europea può sfruttare la sua capacità di leva per innalzare le norme sanitarie e ambientali a livello mondiale e contribuire in tal modo al conseguimento degli obiettivi ambientali internazionali, come quelli dell’accordo di Parigi.
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione accolgono con favore l’approccio più ampio proposto nel riesame della politica commerciale per quanto riguarda la necessità di un maggiore impegno a livello multilaterale per affrontare questioni chiave quali gli stock strategici, in particolare perché il cibo è un bene essenziale. Migliorare la sicurezza alimentare globale significa ridurre l’instabilità dei mercati agricoli grazie a una maggiore cooperazione a livello multilaterale che vada oltre la riduzione delle distorsioni del mercato, un fattore necessario ma non sufficiente nella stabilizzazione dei mercati internazionali.
Dichiarazione comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione sulle disposizioni dell’OCM relative al settore dello zucchero dell’UE
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione riconoscono le difficoltà che il settore saccarifero deve affrontare dopo l’abolizione delle quote zucchero a ottobre 2017, caratterizzate da instabilità sui mercati internazionali, stagnazione del consumo e calo della produzione di barbabietola da zucchero e di zucchero. Tale situazione è fonte di preoccupazione per il settore dello zucchero dell’UE.
Lo stato attuale del settore e le sue strategie di adattamento saranno oggetto di una valutazione approfondita nel quadro di uno studio che sarà presentato in autunno 2021. Lo studio analizzerà gli strumenti politici europei e nazionali disponibili per il settore saccarifero, i rispettivi ruoli del settore privato e delle istituzioni pubbliche nel rispondere ai principali rischi che gravano sul settore e individuerà possibili strategie per migliorare la resilienza del settore saccarifero europeo.
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione esamineranno gli eventuali adeguati sviluppi politici futuri alla luce delle principali conclusioni e dei risultati ottenuti nel contesto del presente studio. Tali sviluppi politici futuri potrebbero comprendere tutte le pertinenti iniziative normative e non normative relative agli strumenti di gestione del mercato e delle crisi, alla trasparenza del mercato nella catena di approvvigionamento dello zucchero, alle relazioni contrattuali tra coltivatori e produttori di zucchero, al commercio internazionale e all’evoluzione della bioeconomia.
Dichiarazione congiunta del Parlamento europeo e del Consiglio sull’applicazione delle norme sanitarie e ambientali dell’UE ai prodotti agricoli importati
Il Parlamento europeo e il Consiglio invitano la Commissione a presentare, al più tardi nel giugno 2022, una relazione contenente una valutazione della logica e della fattibilità giuridica dell’applicazione delle norme sanitarie e ambientali dell’UE (comprese le norme in materia di benessere degli animali nonché i processi e i metodi di produzione) ai prodotti agricoli e agroalimentari importati, nonché a individuare iniziative concrete per garantire una migliore coerenza nella loro applicazione, conformemente alle norme dell’OMC. Tale relazione dovrebbe riguardare tutti i pertinenti settori di intervento pubblico, tra cui, ma non solo, la politica agricola comune, la politica in materia di salute e sicurezza alimentare, la politica ambientale e la politica commerciale comune.
Dichiarazione della Commissione sul riesame delle tolleranze all'importazione e dei limiti massimi di residui del Codex (CXL)
La Commissione europea continuerà a garantire che, a seguito di una valutazione approfondita delle informazioni scientifiche disponibili sulle sostanze attive nel contesto delle procedure previste dal regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 2 ) o dal regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 3 ) e in conformità alle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), le tolleranze all'importazione e i limiti massimi di residui del Codex (CXL) siano valutati e riesaminati per le sostanze attive che non sono, o non sono più, approvate nell'UE, in modo che eventuali residui negli alimenti o nei mangimi non presentino alcun rischio per i consumatori. Oltre agli aspetti concernenti la salute e le buone pratiche agricole attualmente oggetto di esame, nel valutare le domande di tolleranza all'importazione o nel riesaminare la tolleranza all'importazione delle sostanze attive non più approvate nell'UE la Commissione terrà conto, conformemente alle norme dell'OMC, anche delle preoccupazioni ambientali di natura globale. La presentazione da parte della Commissione della proposta relativa a un quadro legislativo per sistemi alimentari sostenibili costituirà un ulteriore passo fondamentale verso il pieno conseguimento di tale ambiziosa finalità, in linea con gli obiettivi del Green Deal.
Dichiarazione della Commissione sull'etichettatura nutrizionale e l'indicazione degli ingredienti del vino e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati
La Commissione ritiene che i prodotti con un titolo alcolometrico inferiore o pari all'1,2 % debbano continuare a essere disciplinati dal regolamento relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti (regolamento FIC), e si riserva il diritto di ritornare al quadro giuridico per l'etichettatura dei vini in occasione della prossima iniziativa per l'etichettatura di tutte le bevande alcoliche nell'ambito del piano dell'UE per la lotta contro il cancro.
La Commissione ritiene inoltre che l'attuale compromesso sull'etichettatura del vino e dei prodotti vitivinicoli aromatizzati per quanto riguarda l'elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale non possa essere considerato un precedente per future proposte legislative e negoziati e si riserva il diritto di allineare i requisiti di etichettatura per tutti i vini al piano dell'UE per la lotta contro il cancro.
<note>
( 1 ) GU L 435 del 6.12.2021, pag. 262 .
( 2 ) Regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE ( GU L 309 del 24.11.2009, pag. 1 ).
( 3 ) Regolamento (CE) n. 396/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 febbraio 2005, concernente i livelli massimi di residui di antiparassitari nei o sui prodotti alimentari e mangimi di origine vegetale e animale e che modifica la direttiva 91/414/CEE del Consiglio ( GU L 70 del 16.3.2005, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32021C1206(03) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.2.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 32/60</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (PESC) 2023/229 DEL CONSIGLIO
del 2 febbraio 2023
che modifica la decisione (PESC) 2022/339 relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 28, paragrafo 1, e l'articolo 41, paragrafo 2,
vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 28 febbraio 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/339 <a>(<span>1</span>)</a> che ha istituito una misura di assistenza con un importo di riferimento finanziario pari a 50 000 000 EUR destinato a coprire il finanziamento dell'erogazione di attrezzature e forniture non concepite per l'uso letale della forza, quali dispositivi di protezione individuale, kit di pronto soccorso e carburante, alle forze armate ucraine («<span>Ukrainian Armed Forces</span>» — UAF).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 23 marzo 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/472 <a>(<span>2</span>)</a>, che ha modificato la decisione (PESC) 2022/339 incrementando l'importo di riferimento finanziario a 100 000 000 EUR.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 13 aprile 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/637 <a>(<span>3</span>)</a>, che ha modificato la decisione (PESC) 2022/339 incrementando l'importo di riferimento finanziario a 150 000 000 EUR.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 23 maggio 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/810 <a>(<span>4</span>)</a>, che ha modificato la decisione (PESC) 2022/339 incrementando l'importo di riferimento finanziario a 160 000 000 EUR.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 21 luglio 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/1284 <a>(<span>5</span>)</a>, che ha modificato la decisione (PESC) 2022/339 incrementando l'importo di riferimento finanziario a 170 000 000 EUR.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il 17 ottobre 2022 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2022/1972 <a>(<span>6</span>)</a>, che ha modificato la decisione (PESC) 2022/339 incrementando l'importo di riferimento finanziario a 180 000 000 EUR.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Vista l'aggressione armata in atto da parte della Federazione russa nei confronti dell'Ucraina, è opportuno incrementare l'importo di riferimento finanziario di ulteriori 200 000 000 EUR per coprire il finanziamento dell'erogazione di attrezzature e forniture non concepite per l'uso letale della forza, quali dispositivi di protezione individuale, kit di pronto soccorso e carburante, alle UAF.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È opportuno modificare di conseguenza la decisione (PESC) 2022/339,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La decisione (PESC) 2022/339 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>all'articolo 1, il paragrafo 3 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«3.   Per conseguire l'obiettivo di cui al paragrafo 2, la misura di assistenza finanzia la fornitura, alle forze armate ucraine, di attrezzature e forniture non concepite per l'uso letale della forza, quali dispositivi di protezione individuale, kit di pronto soccorso e carburante, nonché la manutenzione, la riparazione e l'adattamento di attrezzature e forniture non concepite per l'uso letale della forza finanziate dall'EPF e di attrezzature identiche, come richiesto dall'Ucraina.»</p></div>;</td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>all'articolo 2, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«1.   L'importo di riferimento finanziario destinato a coprire le spese connesse alla misura di assistenza è pari a 380 000 000 EUR.»</p></div>;</td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>all'articolo 2, il paragrafo 3 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«3.   Conformemente all'articolo 29, paragrafo 5, della decisione (PESC) 2021/509, l'amministratore delle misure di assistenza può chiedere contributi a seguito dell'adozione della presente decisione fino a 380 000 000 EUR. I fondi richiesti dall'amministratore delle misure di assistenza sono utilizzati unicamente per pagare le spese nei limiti approvati dal comitato istituito dalla decisione (PESC) 2021/509 nei relativi bilanci rettificativi e annuali corrispondenti alla misura di assistenza.»</p></div>;</td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4)</p></td><td><p>all'articolo 2, il paragrafo 4 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«4.   Le spese relative all'attuazione della misura di assistenza sono ammissibili a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2022 e fino a una data che sarà stabilita dal Consiglio. L'importo massimo delle spese ammissibili sostenute prima dell'11 marzo 2022 è fissato a 50 000 000 EUR. L'importo di 220 000 000 EUR è ammissibile a decorrere dal 21 luglio 2022. Le spese relative alla manutenzione e alla riparazione sono ammissibili a decorrere dal 17 ottobre 2022. Le spese relative all'adattamento sono ammissibili a decorrere dal 2 febbraio 2023».</p></div></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.
Fatto a Bruxelles, il 2 febbraio 2023
Per il Consiglio
Il presidente
J. ROSWALL
<note>
( 1 ) Decisione (PESC) 2022/339 del Consiglio, del 28 febbraio 2022, relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 61 del 28.2.2022, pag. 1 ).
( 2 ) Decisione (PESC) 2022/472 del Consiglio, del 23 marzo 2022, che modifica la decisione (PESC) 2022/339, relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 96 del 24.3.2022, pag. 45 ).
( 3 ) Decisione (PESC) 2022/637 del Consiglio, del 13 aprile 2022, che modifica la decisione (PESC) 2022/339, relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 117 del 19.4.2022, pag. 36 ).
( 4 ) Decisione (PESC) 2022/810 del Consiglio, del 23 maggio 2022, che modifica la decisione (PESC) 2022/339 relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 145 del 24.5.2022, pag. 42 ).
( 5 ) Decisione (PESC) 2022/1284 del Consiglio, del 21 luglio 2022, che modifica la decisione (PESC) 2022/339, relativa a una misura di assistenza nell'ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 195 del 22.7.2022, pag. 91 ).
( 6 ) Decisione (PESC) 2022/1972 del Consiglio, del 17 ottobre 2022, che modifica la decisione (PESC) 2022/339 relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le forze armate ucraine ( GU L 270 del 18.10.2022, pag. 97 ).
</note> | ITA | 32023D0229 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>31.10.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 311/80</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DELLA COMMISSIONE
del 29 ottobre 2014
concernente una misura, adottata dalla Germania a norma dell'articolo 7 della direttiva 89/686/CEE del Consiglio, di ritiro dal mercato e di divieto di immissione sul mercato degli indumenti anticalore «Hitzeschutzanzug FW Typ 3»
[notificata con il numero C(2014) 7977]
(2014/760/UE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
vista la direttiva 89/686/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1989, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale ( 1 ) , in particolare l'articolo 7,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Nel gennaio 2014 le autorità tedesche hanno notificato alla Commissione una misura di ritiro dal mercato e divieto di immissione sul mercato degli indumenti anticalore «Hitzeschutzanzug FW Typ 3» prodotti da KONTEX Textile Hitze- und Isolierprodukte GmbH, Olgastrasse 46-48, 73614 Schorndorf (Germania). I prodotti recavano il marchio CE, in conformità alla direttiva 89/686/CEE sui dispositivi di protezione individuale, essendo stati sottoposti a test e ad esami per la certificazione del tipo secondo la norma armonizzata EN 1486:2007<span>Indumenti di protezione per vigili del fuoco — Metodi di prova e requisiti per indumenti riflettenti per operazioni speciali di lotta contro l'incendio</span>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Gli indumenti di protezione per i vigili del fuoco sono dispositivi di protezione individuale (DPI) classificati come categoria di certificazione III. I DPI di questo tipo, concepiti per proteggere da pericoli mortali o rischi gravi e danni irreversibili per la salute, il cui effetto diretto secondo il fabbricante non è riconoscibile in tempo da parte degli utilizzatori, sono oggetto di un esame per l'omologazione CE del tipo e di un controllo CE volto a garantire la qualità, effettuati dall'organismo notificato incaricato dal fabbricante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'audit effettuato dall'Institut für Arbeitsschutz der Deutschen gesetzlichen Unfallversicherung (IFA —<span>Istituto per la salute e la sicurezza sul lavoro del Fondo di assicurazione tedesca obbligatoria contro gli infortuni</span>) di St. Augustin (prova n. 2013 22805, 7 agosto 2013) ha dimostrato che i valori del trasferimento di calore (calore radiante) ai sensi della sezione 6.2 e del trasferimento di calore (calore convettivo) ai sensi della sezione 6.3 della norma armonizzata di cui sopra non sono rispettati. Di conseguenza non sono soddisfatti i seguenti requisiti essenziali di salute e sicurezza di cui all'allegato II della direttiva 89/686/CEE:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>3.6.1.<span>Materiali costitutivi e altri componenti dei DPI</span>;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>3.6.2.<span>DPI completi, pronti per l'uso</span>.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Di conseguenza gli indumenti anticalore in questione presentano il rischio del trasferimento di calore durante l'intervento antincendio ed espongono i vigili del fuoco al pericolo di ustioni letali o al rischio di bruciare vivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>A giudizio delle autorità tedesche, poiché i requisiti essenziali in materia di protezione della salute e della sicurezza non sono rispettati e non è stato presentato alcun certificato valido di esame CE del tipo, gli indumenti anticalore non possono essere immessi sul mercato. In effetti gli indumenti anticalore non soddisfano i requisiti del regolamento tedesco sull'immissione sul mercato dei dispositivi di protezione individuale (8<span>a</span> ProdSV) e il loro utilizzo mette a repentaglio la sicurezza, la salute e la vita dei vigili del fuoco e di altri utilizzatori.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La Commissione ha invitato per iscritto il fabbricante a comunicare le sue osservazioni circa la misura adottata dalle autorità tedesche. Finora non è pervenuta alcuna risposta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Alla luce della documentazione disponibile la Commissione ritiene che gli indumenti anticalore «Hitzeschutzanzug FW Typ 3» non rispettino i punti 6.2. e 6.3 della norma armonizzata EN 1486:2007 in riferimento ai requisiti essenziali di salute e sicurezza 3.6.1<span>Materiali costitutivi e altri componenti dei DPI</span> e 3.6.2<span>DPI completi, pronti per l'uso</span> di cui all'allegato II della direttiva 89/686/CEE,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La misura adottata dalle autorità tedesche, consistente nel ritiro dal mercato e nel divieto di immissione sul mercato degli indumenti anticalore «Hitzeschutzanzug FW Typ 3», fabbricati da KONTEX Textile Hitze- und Isolierprodukte GmbH, è giustificata.
Articolo 2
Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 29 ottobre 2014
Per la Commissione
Ferdinando NELLI FEROCI
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 399 del 30.12.1989, pag. 18 .
</note> | ITA | 32014D0760 |
02004A1224(01) — IT — 01.01.2016 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p><a>▼M2</a></p><p>ACCORDO</p><p><a>tra l'Unione europea e il Principato del Liechtenstein sullo scambio automatico di informazioni finanziarie per migliorare l'adempimento fiscale internazionale</a></p><p><a>▼B</a></p><p>(GU L 379 del 24.12.2004, pag. 84)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a> M1</a></p></td><td><p><a>Lettera di notifica dell’Unione europea al Principato del Liechtenstein della modifica tecnica, a seguito dell’adesione della Bulgaria e della Romania il 1<span>o</span> gennaio 2007 e della Croazia il 1<span>o</span> luglio 2013, dell’allegato I dell’accordo tra la Comunità europea e il Principato del Liechtenstein che stabilisce misure equivalenti a quelle definite nella direttiva 2003/48/CE del Consiglio, del 3 giugno 2003, in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi </a></p></td><td><p>  L 8</p></td><td><p>8</p></td><td><p>11.1.2014</p></td></tr><tr><td><p><a>►M2</a></p></td><td><p><a>PROTOCOLLO DI MODIFICA dell'accordo tra la Comunità europea e il Principato del Liechtenstein che stabilisce misure equivalenti a quelle definite nella direttiva 2003/48/CE del Consiglio in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi</a></p></td><td><p>  L 339</p></td><td><p>3</p></td><td><p>24.12.2015</p></td></tr></table>
ACCORDO
tra l'Unione europea e il Principato del Liechtenstein sullo scambio automatico di informazioni finanziarie per migliorare l'adempimento fiscale internazionale
LA COMUNITÀ EUROPEA, in seguito denominata «la Comunità»,
e
IL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN, in seguito denominato «il Liechtenstein»
entrambi designati in seguito «parte contraente» o «parti contraenti»,
ribadendo l'interesse comune ad approfondire le relazioni privilegiate tra la Comunità e il Liechtenstein,
HANNO CONVENUTO QUANTO SEGUE:
Articolo 1
Definizioni
1. Ai fini del presente accordo:
<table><col/><col/><tr><td><p>a)</p></td><td><p>«Unione europea» : l'Unione ai sensi del trattato sull'Unione europea, vale a dire i territori in cui si applica il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, alle condizioni ivi precisate;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>b)</p></td><td><p>«Stato membro» : uno Stato membro dell'Unione europea;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>c)</p></td><td><p>«Liechtenstein» : il Principato del Liechtenstein;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>d)</p></td><td><p>«Autorità Competenti del Liechtenstein» e «Autorità Competenti degli Stati membri» : le autorità elencate nell'allegato III, alle lettere a) e da b) ad ac), rispettivamente. L'allegato III è parte integrante del presente accordo. L'elenco delle Autorità Competenti che figura nell'allegato III può essere modificato con una semplice notifica all'altra parte contraente da parte del Liechtenstein, per quanto riguarda l'autorità di cui alla lettera a) di tale allegato, e da parte dell'Unione europea per quanto riguarda le autorità di cui alle lettere da b) a ac) del medesimo;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>e)</p></td><td><p>«Ente Finanziario di uno Stato membro» : i) qualsiasi Ente Finanziario residente in uno Stato membro, a esclusione di qualsiasi succursale di tale Ente Finanziario che sia situata al di fuori di tale Stato membro, e ii) qualsiasi succursale di un Ente Finanziario non residente in tale Stato membro, se la succursale è situata in quello Stato membro;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>f)</p></td><td><p>«Ente Finanziario del Liechtenstein» : i) qualsiasi Ente Finanziario residente in Liechtenstein, a esclusione di qualsiasi succursale di tale Ente Finanziario che sia situata al di fuori del Liechtenstein, e ii) qualsiasi succursale di un Ente Finanziario non residente in Liechtenstein, se la succursale è situata in Liechtenstein;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>g)</p></td><td><p>«Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione» : qualsiasi Ente Finanziario di uno Stato membro o del Liechtenstein, a seconda dei casi, che non sia un Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>h)</p></td><td><p>«Conto Oggetto di Comunicazione» : un Conto Oggetto di Comunicazione di uno Stato membro o del Liechtenstein, a seconda dei casi, purché sia stato identificato in quanto tale secondo le procedure di adeguata verifica, conformi agli allegati I e II, in vigore nello Stato membro o in Liechtenstein;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>i)</p></td><td><p>«Conto Oggetto di Comunicazione di uno Stato membro» : un Conto Finanziario gestito da un Ente Finanziario del Liechtenstein tenuto alla comunicazione e detenuto da una o più Persone Oggetto di Comunicazione di uno Stato membro o da un'Entità non Finanziaria Passiva avente una o più Persone che Esercitano il Controllo che è una Persona Oggetto di Comunicazione di uno Stato membro;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>j)</p></td><td><p>«Conto Oggetto di Comunicazione del Liechtenstein» : un Conto Finanziario gestito da un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione di uno Stato membro e detenuto da una o più Persone del Liechtenstein oggetto di comunicazione o da un Entità non Finanziaria Passiva avente una o più Persone che Esercitano il Controllo che è una Persona del Liechtenstein oggetto di comunicazione;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>k)</p></td><td><p>«Persona di uno Stato membro» : una persona fisica o un'Entità identificata da un Ente Finanziario del Liechtenstein tenuto alla comunicazione come residente in uno Stato membro secondo le procedure di adeguata verifica, conformi agli allegati I e II, o il patrimonio di un de cuius che era residente in uno Stato membro;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>l)</p></td><td><p>«Persona del Liechtenstein» : una persona fisica o un'Entità identificata da un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione di uno Stato membro come residente in Liechtenstein secondo le procedure di adeguata verifica, conformi agli allegati I e II, o il patrimonio di un de cuius che era residente in Liechtenstein.</p></td></tr></table>
2. Ogni termine con iniziali maiuscole non altrimenti definito nel presente accordo avrà il significato che gli viene attribuito in quel momento i) per gli Stati membri, dalla direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale ( 1 ) oppure, ove pertinente, dal diritto nazionale dello Stato membro che applica l'accordo, e ii) per il Liechtenstein, dal suo diritto nazionale, coerentemente con il significato di cui agli allegati I e II.
Ogni termine non altrimenti definito nel presente accordo o negli allegati I o II avrà, a meno che il contesto non richieda un'altra interpretazione o che l'Autorità Competente di uno Stato membro e l'Autorità Competente del Liechtenstein non concordino un'interpretazione comune a norma dell'articolo 7 (compatibilmente con il diritto nazionale), il significato che gli viene attribuito in quel momento dalla legislazione della giurisdizione che applica il presente accordo i) per gli Stati membri, dalla direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale oppure, ove pertinente, dal diritto nazionale dello Stato membro interessato, e ii) per il Liechtenstein, dal diritto nazionale, tenendo presente che qualsiasi significato attribuito dalle leggi fiscali applicabili della giurisdizione interessata (uno Stato membro o il Liechtenstein) prevale sul significato attribuito al termine da altre leggi della stessa giurisdizione.
Articolo 2
Scambio automatico di informazioni in relazione ai Conti Oggetto di Comunicazione
1. Ai sensi del presente articolo e fatte salve le norme in materia di comunicazione e adeguata verifica in materia fiscale conformemente agli allegati I e II, che formano parte integrante del presente accordo, l'Autorità Competente del Liechtenstein scambia automaticamente ogni anno con le Autorità Competenti degli Stati membri, e ciascuna delle Autorità Competenti degli Stati membri scambia automaticamente ogni anno con l'Autorità Competente del Liechtenstein, le informazioni ottenute conformemente a tali norme e specificate al paragrafo 2.
2. Le informazioni da scambiare sono, nel caso di uno Stato membro in relazione a ciascun Conto Oggetto di Comunicazione del Liechtenstein e nel caso del Liechtenstein in relazione a ciascun Conto Oggetto di Comunicazione di uno Stato membro:
a) il nome, l'indirizzo, il NIF e, nel caso di persone fisiche, la data e il luogo di nascita per ciascuna Persona Oggetto di Comunicazione che è titolare di conto e, nel caso di un'Entità che è titolare di conto e che, dopo l'applicazione delle procedure di adeguata verifica in materia fiscale conformemente agli allegati I e II, è identificata come avente una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione, il nome, l'indirizzo e il NIF dell'Entità e il nome, l'indirizzo, il NIF e la data e il luogo di nascita di ogni Persona Oggetto di Comunicazione;
b) il numero di conto (o equivalente funzionale in assenza di un numero di conto);
c) il nome e l'eventuale numero di identificazione dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione;
d) il saldo o il valore del conto (compreso, nel caso di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita, il Valore Maturato o il valore di riscatto) alla fine del pertinente anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione oppure, se il conto è stato chiuso nel corso di tale anno o periodo, la chiusura del conto;
e) nel caso di un Conto di Custodia:
i) l'importo totale lordo degli interessi, l'importo totale lordo dei dividendi, nonché l'importo totale lordo degli altri redditi generati in relazione alle attività detenute nel conto che in ogni caso sono pagati o accreditati sul conto (o in relazione al conto) nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione, e
ii) gli introiti totali lordi derivanti dalla vendita o dal riscatto delle Attività Finanziarie pagati o accreditati sul conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione in relazione al quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione ha agito in qualità di custode, intermediario, intestatario o altrimenti come agente per il Titolare del Conto;
f) nel caso di un Conto di Deposito, l'importo totale lordo degli interessi pagati o accreditati sul conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione, e
g) nel caso di un conto non descritto al paragrafo 2, lettera e) o f), l'importo totale lordo pagato o accreditato al Titolare del Conto in relazione allo stesso nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione in relazione al quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è l'obbligato o il debitore, compreso l'importo complessivo di eventuali pagamenti di riscatto effettuati al Titolare del Conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione.
Articolo 3
Tempi e modalità dello scambio automatico di informazioni
1. Ai fini dello scambio di informazioni di cui all'articolo 2, l'importo e la qualificazione dei pagamenti effettuati in relazione a un Conto Oggetto di Comunicazione sono determinati conformemente alla legislazione fiscale della giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) che comunica le informazioni.
2. Ai fini dello scambio di informazioni di cui all'articolo 2, le informazioni scambiate identificano la valuta nella quale è denominato ciascun importo.
3. In relazione all'articolo 2, paragrafo 2, le informazioni devono essere scambiate fra il Liechtenstein, da un lato, e tutti gli Stati membri a eccezione dell'Austria, dall'altro, riguardo al primo anno a decorrere dall'entrata in vigore del protocollo di modifica firmato il 28 ottobre 2015 e a tutti gli anni successivi e saranno scambiate entro i nove mesi successivi al termine dell'anno solare a cui si riferiscono. Le informazioni devono essere scambiate fra il Liechtenstein, da un lato, e l'Austria, dall'altro, riguardo al secondo anno a decorrere dall'entrata in vigore del protocollo di modifica firmato il 28 ottobre 2015 e a tutti gli anni successivi e saranno scambiate entro i nove mesi successivi al termine dell'anno solare a cui si riferiscono.
In deroga al primo comma, gli Enti Finanziari del Liechtenstein applicano le norme di comunicazione e adeguata verifica conformemente agli allegati I e II riguardo a Persone Oggetto di Comunicazione di tutti gli Stati membri, compresa l'Austria, nel rispetto delle scadenze ivi previste.
4. Le Autorità Competenti scambiano automaticamente le informazioni di cui all'articolo 2 secondo uno standard comune di comunicazione in un linguaggio di marcatura estensibile (Extensible Markup Language).
5. Le Autorità Competenti concordano uno o più metodi di trasmissione dei dati, comprendenti standard di cifratura.
Articolo 4
Collaborazione ai fini della conformità e dell'applicazione
L'Autorità Competente di uno Stato membro informa l'Autorità Competente del Liechtenstein, e l'Autorità Competente del Liechtenstein informa l'Autorità Competente di uno Stato membro, quando la prima Autorità Competente (notificante) ha motivo di ritenere che un errore possa essere stato all'origine di una comunicazione inesatta o incompleta a norma dell'articolo 2 o che un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non abbia rispettato gli obblighi di comunicazione applicabili e le procedure di adeguata verifica conformemente agli allegati I e II. L'Autorità Competente notificata adotta tutte le misure previste dal diritto nazionale per ovviare agli errori o alla non conformità oggetto della notifica.
Articolo 5
Scambio di informazioni su richiesta
1. Fatte salve le disposizioni dell'articolo 2 e di qualsiasi altro accordo che preveda uno scambio di informazioni su richiesta tra il Liechtenstein e un qualsiasi Stato membro, l'Autorità Competente del Liechtenstein e l'Autorità Competente di un qualsiasi Stato membro si scambiano, su richiesta, informazioni prevedibilmente pertinenti per l'applicazione del presente accordo o per l'amministrazione o l'applicazione delle leggi nazionali relative alle imposte di ogni tipo e denominazione applicate per conto del Liechtenstein e degli Stati membri, delle loro suddivisioni politiche o delle loro autorità locali, nella misura in cui la tassazione che tali leggi prevedono non confligge con un accordo sulla doppia imposizione tra il Liechtenstein e lo Stato membro interessato.
2. Le disposizioni del paragrafo 1 del presente articolo e dell'articolo 6 non possono in nessun caso essere interpretate nel senso di imporre al Liechtenstein o a uno Stato membro l'obbligo di:
a) adottare provvedimenti amministrativi in deroga alla legislazione e alla prassi amministrativa del Liechtenstein o dello Stato membro, rispettivamente;
b) fornire informazioni che non potrebbero essere ottenute in base alla legislazione o nel quadro della normale prassi amministrativa del Liechtenstein o dello Stato membro, rispettivamente;
c) fornire informazioni che potrebbero rivelare segreti commerciali, di affari, industriali, professionali o un processo commerciale oppure informazioni la cui comunicazione sarebbe contraria all'ordine pubblico ( ordre public ).
3. Se le informazioni sono chieste da uno Stato membro o dal Liechtenstein, che agisce in qualità di giurisdizione richiedente a norma del presente articolo, il Liechtenstein o lo Stato membro, che agisce in qualità di giurisdizione interpellata, pone in atto, per ottenere le informazioni richieste, le misure previste a tale scopo, anche quando non necessita di dette informazioni per i propri fini fiscali. L'obbligo di cui alla frase precedente è soggetto alle limitazioni di cui al paragrafo 2, che tuttavia non possono in nessun caso essere interpretate nel senso di autorizzare la giurisdizione interpellata a rifiutare di fornire le informazioni per il solo motivo che queste ultime non presentano alcun interesse per tale giurisdizione.
4. Le disposizioni del paragrafo 2 non possono in nessun caso essere interpretate nel senso di autorizzare il Liechtenstein o uno Stato membro a rifiutare di fornire informazioni solamente perché tali informazioni sono detenute da una banca, da un altro Ente Finanziario, da una persona designata o che agisce in qualità di agente o fiduciario o perché si riferiscono agli interessi proprietari di una persona.
5. Le Autorità Competenti concordano i moduli standard da utilizzare e uno o più metodi di trasmissione dei dati, comprendenti standard di cifratura.
Articolo 6
Riservatezza e protezione dei dati
1. Oltre alle norme di riservatezza e altre salvaguardie di cui al presente articolo, tutti gli scambi di informazioni ai sensi del presente accordo sono soggetti alle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri e alle disposizioni legislative e regolamentari con le quali il Liechtenstein sta recependo la direttiva 95/46/CE.
Ai fini della corretta applicazione dell'articolo 5, gli Stati membri e il Liechtenstein limitano la portata degli obblighi e dei diritti previsti dall'articolo 10, dall'articolo 11, paragrafo 1, dall'articolo 12 e dall'articolo 21 della direttiva 95/46/CE nella misura in cui ciò sia necessario al fine di salvaguardare gli interessi di cui all'articolo 13, paragrafo 1, lettera e), della medesima.
In deroga al secondo comma, ciascuno Stato membro e il Liechtenstein provvedono affinché ciascun Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione sotto la loro giurisdizione informi ciascuna persona fisica che è Persona Oggetto di Comunicazione interessata del fatto che le informazioni di cui all'articolo 2 che la riguardano saranno raccolte e trasferite conformemmente al presente accordo e assicurano che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione trasmetta a tale persona tutte le informazioni cui ha diritto ai sensi delle disposizioni legislative e regolamentari nazionali di attuazione della direttiva 95/46/CE cui soggiace l'Ente stesso.
Le informazioni a norma della direttiva 95/46/CE sono trasmesse in tempo utile per consentire alla persona interessata l'esercizio dei propri diritti alla protezione dei dati e, in ogni caso, prima che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione interessato comunichi le informazioni di cui all'articolo 2 all'Autorità Competente della sua giurisdizione di residenza (uno Stato membro o il Liechtenstein).
Gli Stati membri e il Liechtenstein provvedono affinché a ciascuna persona fisica che è Persona Oggetto di Comunicazione sia notificata una violazione della sicurezza relativa ai suoi dati qualora tale violazione rischi di pregiudicare la protezione dei dati personali dell'interessato o della sua vita privata.
2. Le informazioni trattate conformemente al presente accordo sono conservate per un arco di tempo non superiore a quello necessario al conseguimento degli scopi del presente accordo e comunque conformemente alla normativa nazionale in materia di prescrizione di ciascun responsabile del trattamento dei dati.
Gli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione e le Autorità Competenti di ciascuno Stato membro sono considerati responsabili, a norma del presente accordo, del trattamento dei dati ai fini della direttiva 95/46/CE.
3. Qualsiasi informazione ottenuta da una giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) a norma del presente accordo è considerata riservata e tutelata allo stesso modo delle informazioni ottenute a norma del diritto nazionale di tale giurisdizione e, nella misura necessaria per conseguire il giusto livello di protezione dei dati personali, conformemente alle eventuali salvaguardie specificate dalle disposizioni legislative e regolamentari nazionali che recepiscono la direttiva 95/46/CE nella giurisdizione che fornisce le informazioni.
4. In ogni caso, queste informazioni sono comunicate soltanto alle persone o alle autorità (ivi compresi i tribunali e gli organi amministrativi o di vigilanza) incaricate dell'accertamento, della riscossione o del recupero delle imposte di tale giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein), delle procedure o azioni concernenti tali imposte, delle decisioni di ricorsi presentati per tali imposte o dei relativi controlli. Le informazioni possono essere utilizzate solo dalle persone o dalle autorità suddette, e unicamente per i fini specificati nella frase precedente. Fatte salve le altre disposizioni del presente articolo, le persone o le autorità possono rivelare le informazioni in udienze pubbliche dinanzi a tribunali o in decisioni giudiziali relative alle imposte in questione.
5. Fatte salve le disposizioni dei paragrafi precedenti, le informazioni ricevute da una giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) possono essere utilizzate per altri fini previsti dalle leggi della giurisdizione che fornisce le informazioni (rispettivamente il Liechtenstein o uno Stato membro) e autorizzati dall'Autorità Competente di tale giurisdizione. Le informazioni fornite da una giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) a un'altra giurisdizione (rispettivamente il Liechtenstein o uno Stato membro) possono essere trasmesse da quest'ultima a una terza giurisdizione (un altro Stato membro), nel rispetto delle salvaguardie di cui al presente articolo e previa autorizzazione dell'Autorità Competente della prima giurisdizione, cioè quella da cui provengono. Le informazioni fornite da uno Stato membro a un altro Stato membro conformemente alla sua legislazione che attua la direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale possono essere trasmesse al Liechtenstein previa autorizzazione dell'Autorità Competente dello Stato membro da cui provengono.
6. Ciascuna Autorità Competente di uno Stato membro o del Liechtenstein notifica immediatamente all'altra Autorità Competente, vale a dire quella del Liechtenstein o di tale Stato membro, qualsiasi violazione della riservatezza e qualsiasi disfunzionamento delle salvaguardie o altra violazione delle norme di protezione dei dati, nonché tutte le eventuali sanzioni e misure correttive applicate.
7. Il trattamento dei dati personali ai sensi del presente accordo è soggetto al controllo delle autorità nazionali di controllo della protezione dei dati istituite negli Stati membri e nel Liechtenstein dalle rispettive disposizioni legislative e regolamentari nazionali che recepiscono la direttiva 95/46/CE.
Articolo 7
Consultazioni e sospensione dell'accordo
1. In caso di problemi relativi all'applicazione o all'interpretazione del presente accordo, l'Autorità Competente del Liechtenstein o di un qualsiasi Stato membro può chiedere consultazioni tra l'Autorità Competente del Liechtenstein e le Autorità Competenti di uno o più Stati membri per definire misure atte a garantire la corretta attuazione del presente accordo. Le Autorità Competenti in questione informano immediatamente la Commissione europea e le Autorità Competenti degli altri Stati membri dell'esito delle consultazioni. Su richiesta di una qualsiasi delle Autorità Competenti, la Commissione europea può partecipare alle consultazioni per quanto riguarda le questioni relative all'interpretazione.
2. Se la consultazione riguarda una non conformità significativa rispetto alle disposizioni del presente accordo e la procedura di cui al paragrafo 1 non prevede modalità adeguate per risolverla, l'Autorità Competente di uno Stato membro o del Liechtenstein può sospendere lo scambio di informazioni, rispettivamente con il Liechtenstein o con un dato Stato membro, nell'ambito del presente accordo mediante comunicazione scritta all'altra Autorità Competente interessata. La sospensione ha effetto immediato. Ai fini del presente paragrafo, per non conformità significativa si intende, tra l'altro, l'inosservanza delle disposizioni del presente accordo relative alla riservatezza e alla salvaguardia dei dati o della direttiva 95/46/CE, la mancata comunicazione, da parte dell'Autorità Competente di uno Stato membro o del Liechtenstein, di informazioni tempestive o adeguate a norma del presente accordo oppure il fatto di definire lo status delle Entità come Enti Finanziari non Tenuti alla Comunicazione o i conti come Conti Esclusi, in modo tale da pregiudicare il conseguimento degli scopi del presente accordo.
Articolo 8
Modifiche
1. Le parti contraenti si consultano ogniqualvolta, a livello di OCSE, viene adottata una modifica sostanziale di uno degli elementi dello standard globale oppure, se lo ritengono necessario, al fine di migliorare il funzionamento tecnico del presente accordo o di valutare e rispecchiare altri sviluppi internazionali. Le consultazioni si svolgono entro un mese dalla richiesta di una delle parti contraenti oppure, in casi urgenti, il prima possibile.
2. Sulla base di questo contatto, le parti contraenti possono consultarsi al fine di valutare se siano necessarie modifiche del presente accordo.
3. Ai fini delle consultazioni di cui ai paragrafi 1 e 2, ciascuna parte contraente comunica all'altra parte contraente i possibili sviluppi che potrebbero incidere sul corretto funzionamento del presente accordo. Ciò comprende altresì ogni accordo pertinente fra una delle parti contraenti e uno Stato terzo.
4. In seguito alle consultazioni, il presente accordo può essere modificato mediante un protocollo o un nuovo accordo tra le parti contraenti.
5. Qualora una parte contraente abbia applicato una modifica, adottata dall'OCSE, allo standard globale e desideri applicare una modifica equivalente agli allegati I e/o II del presente accordo, lo comunica all'altra parte contraente. Entro un mese da tale comunicazione viene avviata una procedura di consultazione tra le parti contraenti. Fatto salvo il paragrafo 4, qualora durante la procedura di consultazione le parti contraenti raggiungano un accordo sulla modifica da apportare agli allegati I e/o II del presente accordo, la parte contraente che ha chiesto la modifica può applicare in via provvisoria, per il periodo necessario all'applicazione della modifica mediante una modifica formale del presente accordo, la versione riveduta degli allegati I e/o II del presente accordo, approvata mediante la procedura di consultazione, a decorrere dal 1 o gennaio dell'anno successivo alla conclusione della procedura stessa.
Si considera che una parte contraente abbia applicato una modifica, adottata dall'OCSE, allo standard globale:
a) per gli Stati membri: quando la modifica è stata inserita nella direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale;
b) per il Liechtenstein: quando la modifica è stata inserita in un accordo con uno Stato terzo o nel diritto nazionale.
Articolo 9
Denuncia
Ciascuna parte contraente può denunciare il presente accordo mediante notifica scritta all'altra parte contraente. La denuncia ha effetto il primo giorno del mese successivo allo scadere di un periodo di 12 mesi a decorrere dalla data della notifica. In caso di denuncia, tutte le informazioni precedentemente ricevute nell'ambito del presente accordo rimangono riservate e soggette alle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri e del Liechtenstein che recepiscono la direttiva 95/46/CE.
Articolo 10
Ambito di applicazione territoriale
Il presente accordo si applica, da una parte, ai territori degli Stati membri ai quali si applicano il trattato sull'Unione europea e il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, alle condizioni stabilite in tali trattati, e, dall'altra, al territorio del Liechtenstein.
EN FE DE LO CUAL, los plenipotenciarios abajo firmantes suscriben el presente Acuerdo.
NA DŮKAZ ČEHOŽ připojili níže podepsaní zplnomocnění zástupci k této smlouvě své podpisy.
TIL BEKRÆFTELSE HERAF har undertegnede befuldmægtigede underskrevet denne aftale.
ZU URKUND DESSEN haben die unterzeichneten Bevollmächtigten ihre Unterschriften unter dieses Abkommen gesetzt.
SELLE KINNITUSEKS on täievolilised esindajad käesolevale lepingule alla kirjutanud.
ΣΕ ΠΙΣΤΩΣΗ ΤΩΝ ΑΝΩΤΕΡΩ, οι υπογράφοντες πληρεξούσιοι έθεσαν την υπογραφή τους κάτω από την παρούσα συμφωνία.
IN WITNESS WHEREOF, the undersigned plenipotentiaries have hereunto set their hands.
EN FOI DE QUOI, les plénipotentiaires soussignés ont apposé leurs signatures au bas du présent accord.
IN FEDE DI CHE, i plenipotenziari sottoscritti hanno apposto la propria firma in calce al presente accordo.
TO APLIECINOT, attiecīgi pilnvarotas personas ir parakstījušas šo nolīgumu.
TAI PALIUDYDAMI, šį Susitarimą pasirašė toliau nurodyti įgaliotieji atstovai.
FENTIEK HITELÉÜL e megállapodást az alulírott meghatalmazottak alább kézjegyükkel látták el.
B'XIEHDA TA' DAN, il-Plenipotenzjari hawn taħt iffirmati ffirmaw dan il-Ftehim.
TEN BLIJKE WAARVAN de ondergetekende gevolmachtigden hun handtekening onder deze overeenkomst hebben geplaatst.
W DOWÓD CZEGO, niżej podpisani pełnomocnicy złożyli swoje podpisy.
EM FÉ DO QUE, os plenipotenciários abaixo assinados apuserem as suas assinaturas no final do presente Acordo.
NA DÔKAZ TOHO dolupodpísaní splnomocnení zástupcovia podpísali túto dohodu.
V POTRDITEV TEGA so spodaj podpisani pooblaščenci podpisali ta sporazum.
TÄMÄN VAKUUDEKSI allamainitut täysivaltaiset edustajat ovat allekirjoittaneet tämän sopimuksen.
TILL BEVIS HÄRPÅ har undertecknade befullmäktigade undertecknat detta avtal.
Hecho en Bruselas, el siete de diciembre del dos mil cuatro.
V Bruselu dne sedmého prosince dva tisíce čtyři.
Udfærdiget i Bruxelles, den syvende december to tusind og fire.
Geschehen zu Brüssel am siebten Dezember zweitausendundvier.
Kahe tuhande neljanda aasta detsembrikuu seitsmendal päeval Brüsselis.
Εγινε στις Βρυξέλλες, στις εφτά Δεκεμβρίου δύο χιλιάδες τέσσερα.
Done at Brussels on the seventh day of December in the year two thousand and four.
Fait à Bruxelles, le sept décembre deux mille quatre.
Fatto a Bruxelles, addì sette dicembre duemilaquattro.
Briselē, divi tūkstoši ceturtā gada septītajā decembrī.
Pasirašyta du tūkstančiai ketvirtųjų metų gruodžio septintą dieną Briuselyje.
Kelt Brüsszelben, a kettőezer negyedik év december hetedik napján.
Magħmul fi Brussel fis-seba' jum ta' Diċembru tas-sena elfejn u erbgħa.
Gedaan te Brussel, de zevende december tweeduizendvier.
Sporządzono w Brukseli dnia siódmego grudnia roku dwutysięcznego czwartego.
Feito em Bruxelas, em sete de Dezembro de dois mil e quatro.
V Bruseli siedmeho decembra dvetisícštyri.
V Bruslju, dne sedmega decembra leta dva tisoč štiri.
Tehty Brysselissä seitsemäntenä päivänä joulukuuta vuonna kaksituhattaneljä.
Som skedde i Bryssel den sjunde december tjugohundrafyra.
Por la Comunidad Europea
Za Evropské společenství
For Det Europæiske Fællesskab
Für die Europäische Gemeinschaft
Euroopa Ühenduse nimel
Για την Ευρωπαϊκή Κοινότητα
For the European Community
Pour la Communauté européenne
Per la Comunità europea
Eiropas Kopienas vārdā
Europos bendrijos vardu
az Európai Közösség részéről
Għall-Komunità Ewropea
Voor de Europese Gemeenschap
W imieniu Wspólnoty Europejskiej
Pela Comunidade Europeia
Za Európske spoločenstvo
za Evropsko skupnost
Euroopan yhteisön puolesta
På Europeiska gemenskapens vägnar
Für das Fürstentum Liechtenstein
ALLEGATO I
NORMA COMUNE IN MATERIA DI COMUNICAZIONE E ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE RELATIVA AI CONTI FINANZIARI («STANDARD COMUNE DI COMUNICAZIONE DI INFORMAZIONI»)
SEZIONE I
OBBLIGHI GENERALI DI COMUNICAZIONE
A. Fatte salve le parti da C a E, ciascun Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve trasmettere all'Autorità Competente della propria giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) le seguenti informazioni relative a ogni Conto Oggetto di Comunicazione registrato presso l'Ente Finanziario in questione:
1. il nome, l'indirizzo, la giurisdizione o le giurisdizioni di residenza (uno Stato membro o il Liechtenstein), il NIF o i NIF e, nel caso di persone fisiche, la data e il luogo di nascita per ciascuna Persona Oggetto di Comunicazione che è Titolare di Conto e, nel caso di un'Entità che è titolare di conto e che, dopo l'applicazione delle procedure di adeguata verifica in materia fiscale conformemente alle sezioni V, VI e VII, è identificata come avente una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione, il nome, l'indirizzo, la giurisdizione (uno Stato membro, il Liechtenstein o eventuali altre giurisdizioni) di residenza e il NIF o i NIF dell'Entità e il nome, l'indirizzo, la giurisdizione o le giurisdizioni di residenza (uno Stato membro o il Liechtenstein), il NIF o i NIF e la data e il luogo di nascita di ogni Persona Oggetto di Comunicazione;
2. il numero di conto (o equivalente funzionale in assenza di un numero di conto);
3. il nome e l'eventuale numero di identificazione dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione;
4. il saldo o il valore del conto (compreso, nel caso di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita, il Valore Maturato o il valore di riscatto) alla fine del pertinente anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione oppure, se il conto è stato chiuso nel corso di tale anno o periodo, la chiusura del conto;
5. nel caso di un Conto di Custodia:
a) l'importo totale lordo degli interessi, l'importo totale lordo dei dividendi, nonché l'importo totale lordo degli altri redditi generati in relazione alle attività detenute nel conto che in ogni caso sono pagati o accreditati sul conto (o in relazione al conto) nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione, e
b) gli introiti totali lordi derivanti dalla vendita o dal riscatto delle Attività Finanziarie pagati o accreditati sul conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione in relazione al quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione ha agito in qualità di custode, intermediario, intestatario o altrimenti come agente per il Titolare del Conto;
6. nel caso di un Conto di Deposito, l'importo totale lordo degli interessi pagati o accreditati sul conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione, e
7. nel caso di conti diversi da quelli di cui alla parte A, punti 5 e 6, l'importo totale lordo pagato o accreditato al Titolare del Conto in relazione al conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione in relazione al quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è l'obbligato o il debitore, compreso l'importo complessivo di eventuali pagamenti di riscatto effettuati al Titolare del Conto nel corso dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione.
B. Le informazioni trasmesse devono indicare la valuta nella quale è denominato ciascun importo.
C. Fatta salva la parte A, punto 1, in relazione a ciascun Conto Oggetto di Comunicazione che corrisponda a un Conto Preesistente non sussiste l'obbligo di comunicare il NIF o i NIF o la data di nascita se l'uno o l'altro di tali dati non compaiono negli archivi dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione e né il diritto nazionale né gli strumenti giuridici dell'Unione (se applicabili) ne impongono la raccolta da parte del suddetto ente. Tuttavia, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è tenuto a impegnarsi in misura ragionevole per ottenere il NIF o i NIF e la data di nascita in relazione a Conti Preesistenti entro la fine del secondo anno solare che segue l'anno in cui i Conti Preesistenti sono stati individuati come Conti Oggetto di Comunicazione.
D. Fatto salvo il paragrafo A, punto 1, non sussiste l'obbligo di comunicare il NIF se quest'ultimo non è rilasciato dallo Stato membro interessato, dal Liechtenstein o da un'altra giurisdizione di residenza.
E. Fatto salvo il paragrafo A, punto 1, non sussiste l'obbligo di comunicare il luogo di nascita a meno che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non sia altrimenti tenuto a ottenerlo e comunicarlo in base al diritto nazionale e tale luogo non sia disponibile tra i dati rintracciabili elettronicamente conservati dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione.
SEZIONE II
OBBLIGHI GENERALI DI ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE
A. Un conto è considerato come Conto Oggetto di Comunicazione a partire dalla data in cui è identificato in quanto a tale secondo le procedure di adeguata verifica in materia fiscale di cui alle sezioni da II a VII e, salvo disposizioni contrarie, le informazioni in relazione a un Conto Oggetto di Comunicazione devono essere trasmesse con cadenza annuale nel corso dell'anno solare seguente all'anno a cui si riferiscono.
B. Il saldo o il valore di un conto è determinato all'ultimo giorno dell'anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione.
C. Qualora occorra determinare una soglia per il saldo o il valore all'ultimo giorno di un anno solare, il saldo o il valore in questione deve essere determinato all'ultimo giorno del periodo di rendicontazione che finisce con o entro tale anno solare.
D. Ciascuno Stato membro o il Liechtenstein può autorizzare gli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione a fare ricorso a prestatori di servizi al fine di ottemperare agli obblighi di comunicazione e adeguata verifica in materia fiscale previsti dal diritto nazionale, ma la responsabilità per tali obblighi resta in capo ai suddetti enti finanziari.
E. Ciascuno Stato membro o il Liechtenstein può autorizzare gli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione ad applicare le procedure di adeguata verifica in materia fiscale previste per i Nuovi Conti ai Conti Preesistenti, nonché le procedure di adeguata verifica in materia fiscale previste per i Conti di Importo Rilevante ai Conti di Importo non Rilevante. Qualora uno Stato membro o il Liechtenstein consenta che le procedure di adeguata verifica in materia fiscale previste per i Nuovi Conti siano utilizzate per i Conti Preesistenti, rimangono di applicazione le norme altrimenti applicabili ai Conti Preesistenti.
SEZIONE III
ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE PER I CONTI PREESISTENTI DI PERSONE FISICHE
A. Introduzione. Le seguenti procedure si applicano ai fini dell'individuazione di Conti Oggetto di Comunicazione tra i Conti Preesistenti di Persone Fisiche.
B. Conti di Importo non Rilevante. Le seguenti procedure si applicano ai Conti di Importo non Rilevante.
1. Indirizzo di residenza. Qualora nei registri dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione sia riportato, in base a Prove Documentali, un indirizzo di residenza attuale della persona fisica Titolare del Conto, tale Ente Finanziario può considerare la persona fisica Titolare del Conto come residente ai fini fiscali nello Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra giurisdizione in cui si trovi l'indirizzo allo scopo di determinare se tale persona fisica Titolare del Conto sia una Persona Oggetto di Comunicazione.
2. Ricerca negli archivi elettronici. Qualora l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non disponga, in base a Prove Documentali, di un indirizzo di residenza attuale della persona fisica Titolare del Conto, come stabilito nella parte B, punto 1, tale Ente Finanziario deve verificare i dati rintracciabili elettronicamente da esso conservati per ciascuno dei seguenti indizi («indicia») e applicare la parte B, punti da 3 a 6:
a) identificazione del Titolare del Conto come residente di una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione;
b) attuale indirizzo postale o di residenza (compresa una casella postale) in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione;
c) uno o più numeri telefonici in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione e nessun numero di telefono in Liechtenstein o nello Stato membro dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, a seconda dei casi;
d) ordini di bonifico permanenti (diversi da quelli relativi al Conto di Deposito) a favore di un conto detenuto in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione;
e) procura o potestà di firma attualmente valida conferita a un soggetto con indirizzo in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, oppure
f) indirizzo di fermo posta o «c/o» in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione qualora l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non disponga di nessun altro indirizzo nel fascicolo relativo al Titolare del Conto.
3. Qualora nessuno degli indicia elencati nella parte B, punto 2, emerga dalla ricerca elettronica, non sono richiesti ulteriori adempimenti fino a quando non si verifichi un cambiamento di circostanze che porti all'associazione di uno o più indicia con il conto considerato o fino a che quest'ultimo non diventi un Conto di Importo Rilevante.
4. Qualora uno degli indicia elencati nella parte B, punto 2, lettere da a) a e), emerga dalla ricerca elettronica o qualora si verifichi un cambiamento di circostanze che porti all'associazione di uno o più indicia con il conto considerato, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il Titolare del Conto come residente ai fini fiscali in ciascuna Giurisdizione Oggetto di Comunicazione per cui emerga un indicium, a meno che esso decida di applicare la parte B, punto 6, e una delle eccezioni previste da tale punto sia applicabile al conto considerato.
5. Qualora un indirizzo di fermo posta o «c/o» emerga dalla ricerca elettronica e per il Titolare del Conto non siano identificati nessun altro indirizzo né altri indicia elencati nella parte B, punto 2, lettere da a) a e), l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve, nell'ordine più adeguato alle circostanze, effettuare una ricerca negli archivi cartacei, di cui alla parte C, punto 2, o cercare di ottenere dal Titolare del Conto un'autocertificazione o Prove Documentali per stabilire la residenza o le residenze ai fini fiscali di tale Titolare del Conto. Qualora la ricerca cartacea non riesca a individuare alcun indicium e il tentativo di ottenere un'autocertificazione o Prove Documentali non vada a buon fine, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve segnalare il conto all'Autorità Competente del proprio Stato membro o del Liechtenstein, a seconda dei casi, come conto non documentato.
6. Nonostante la rilevazione di indicia di cui alla parte B, punto 2, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non è obbligato a considerare un Titolare del Conto come residente di una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione se:
a) le informazioni relative al Titolare del Conto contengono un indirizzo postale o di residenza attuale nella Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, uno o più numeri di telefono in tale giurisdizione (e nessun numero di telefono in Liechtenstein o nello Stato membro dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, a seconda dei casi) o ordini di bonifico permanenti (in relazione a Conti Finanziari diversi da Conti di Deposito) a favore di un conto detenuto in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, e l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione acquisisce o ha precedentemente verificato, conservandone traccia in archivio, la seguente documentazione:
i) un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto della giurisdizione o delle giurisdizioni di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o altre giurisdizioni) di tale Titolare del Conto che non comprenda tali Giurisdizioni Oggetto di Comunicazione, e
ii) Prove Documentali che attestino lo status di non soggetto all'obbligo di comunicazione del Titolare del Conto;
b) le informazioni relative al Titolare del Conto contengono una procura o potestà di firma attualmente valida conferita a un soggetto con indirizzo nella Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, e l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione acquisisce o ha precedentemente verificato, conservandone traccia in archivio, la seguente documentazione:
i) un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto della giurisdizione o delle giurisdizioni di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o altre giurisdizioni) di tale Titolare del Conto che non comprenda tali Giurisdizioni Oggetto di Comunicazione, oppure
ii) Prove Documentali che attestino lo status di non soggetto all'obbligo di comunicazione del Titolare del Conto.
C. Procedure di verifica rafforzate per i Conti di Importo Rilevante. Le seguenti procedure di verifica rafforzate si applicano in relazione ai Conti di Importo Rilevante.
1. Ricerca negli archivi elettronici. Per quanto riguarda i Conti di Importo Rilevante, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve verificare i dati rintracciabili elettronicamente da esso conservati per verificare la presenza di uno o più indicia di cui alla parte B, punto 2.
2. Ricerca negli archivi cartacei. Se le banche dati interrogabili elettronicamente dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione prevedono appositi campi per tutte le informazioni di cui alla parte C, punto 3, e la loro l'acquisizione, non è necessaria un'ulteriore ricerca negli archivi cartacei. Se le banche dati elettroniche non acquisiscono la totalità di tali informazioni, relativamente ai Conti di Importo Rilevante, per individuare la presenza di uno o più indicia di cui alla parte B, punto 2, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve altresì verificare l'attuale anagrafica principale del cliente e, nella misura in cui non sono contenuti in tale anagrafica, i seguenti documenti associati al conto e acquisiti dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione nel corso degli ultimi cinque anni:
a) le più recenti Prove Documentali raccolte con riferimento al conto;
b) il più recente contratto di apertura del conto o la relativa documentazione;
c) la più recente documentazione acquisita dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione secondo le procedure antiriciclaggio (AML/KYC) o per altre finalità di legge;
d) eventuali procure o potestà di firma attualmente valide, e
e) eventuali ordini di bonifico permanenti (diversi da quelli collegati a un Conto di Deposito) attualmente operanti.
3. Eccezione applicabile nel caso in cui le banche dati elettroniche contengano informazioni sufficienti. Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non deve eseguire la ricerca negli archivi cartacei di cui alla parte C, punto 2, qualora le informazioni rintracciabili elettronicamente presso lo stesso comprendano i seguenti dati:
a) residenza del Titolare del Conto;
b) indirizzo postale e indirizzo di residenza del Titolare del Conto attualmente registrati presso l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione;
c) eventuale numero o eventuali numeri di telefono del Titolare del Conto attualmente registrati presso l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione;
d) nel caso di Conti Finanziari diversi da Conti di Deposito, presenza di ordini di bonifico permanenti a favore di un altro conto (ivi compreso un conto presso un'altra succursale dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione o un altro Ente Finanziario);
e) presenza di un indirizzo di fermo posta oppure «c/o» del Titolare del Conto, e
f) presenza di eventuali procure o potestà di firma sul conto.
4. Richiesta al responsabile del rapporto ai fini di una conoscenza effettiva. In aggiunta alle ricerche negli archivi cartacei ed elettronici di cui alla parte C, punti 1 e 2, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare come Conti Oggetto di Comunicazione tutti i Conti di Importo Rilevante affidati a un responsabile del rapporto (ivi compresi eventuali Conti Finanziari collegati a tali conti) se il responsabile del rapporto ha conoscenza effettiva del fatto che il Titolare del Conto è una Persona Oggetto di Comunicazione.
5. Effetti del rilevamento di indicia
a) Qualora nel corso della procedura di verifica rafforzata dei Conti di Importo Rilevante di cui alla parte C non venga rilevato nessuno degli indicia di cui alla parte B, punto 2, e il conto non sia identificato come detenuto da una Persona Oggetto di Comunicazione conformemente alla parte C, punto 4, non sono richiesti ulteriori adempimenti fino a quando non si verifichi un cambiamento di circostanze che porti all'associazione di uno o più indicia con il conto.
b) Qualora nel corso della procedura di verifica rafforzata dei Conti di Importo Rilevante di cui alla parte C vengano rilevati uno o più degli indicia elencati nella parte B, punto 2, lettere da a) a e), o qualora si produca un cambiamento di circostanze che porti all'associazione di uno o più indicia con il conto, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il conto come Conto Oggetto di Comunicazione per ciascuna Giurisdizione Oggetto di Comunicazione per cui sia identificato un indicium, a meno che esso decida di applicare la parte B, punto 6, e una delle eccezioni previste da tale punto si applichi al conto considerato.
c) Qualora nel corso della procedura di verifica rafforzata dei Conti di Importo Rilevante di cui alla parte C venga rilevato un indirizzo di fermo posta o «c/o» e per il Titolare del Conto non siano identificati nessun altro indirizzo né altri indicia elencati nella parte B, punto 2, lettere da a) a e), l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve acquisire dal Titolare del Conto un'autocertificazione o Prove Documentali per stabilire la residenza o le residenze ai fini fiscali dello stesso. Qualora l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non possa ottenere un'autocertificazione o Prove Documentali, esso deve segnalare il conto all'Autorità Competente del proprio Stato membro o del Liechtenstein, a seconda dei casi, come conto non documentato.
6. Se, al 31 dicembre 2015, un Conto Preesistente di persone fisiche non costituisce un Conto di Importo Rilevante, ma lo diventa entro l'ultimo giorno dell'anno solare successivo, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve completare le procedure di verifica rafforzata di cui alla parte C con riferimento a tale conto entro l'anno solare successivo all'anno in cui il conto diviene un Conto di Importo Rilevante. Qualora il conto considerato sia identificato come Conto Oggetto di Comunicazione in base a tale verifica, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve segnalare le informazioni richieste su tale conto relativamente all'anno in cui esso viene identificato come Conto Oggetto di Comunicazione e, per le annualità successive, con cadenza annuale, a meno che il Titolare del Conto non cessi di essere una Persona Oggetto di Comunicazione.
7. Una volta che un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione abbia applicato le procedure di verifica rafforzata di cui alla parte C a un Conto di Importo Rilevante, negli anni successivi esso non è tenuto ad applicare nuovamente tali procedure allo stesso Conto di Importo Rilevante, a eccezione della richiesta al responsabile del rapporto di cui alla parte C, punto 4, a meno che tale conto sia non documentato, nel qual caso occorre che detto Ente Finanziario riapplichi annualmente tali procedure fino a che il conto cessi di essere non documentato.
8. Qualora si verifichi un cambiamento di circostanze con riferimento a un Conto di Importo Rilevante a seguito del quale si associano al conto stesso uno o più degli indicia di cui alla parte B, punto 2, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il conto come Conto Oggetto di Comunicazione per ciascuna Giurisdizione Oggetto di Comunicazione per cui sia identificato un indicium, a meno che esso decida di applicare la parte B, punto 6, e una delle eccezioni previste da tale punto si applichi al conto considerato.
9. Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve mettere in atto procedure idonee a garantire che un responsabile del rapporto individui eventuali cambiamenti di circostanze riguardanti un conto. Ad esempio, qualora a un responsabile del rapporto sia comunicato che il Titolare del Conto ha un nuovo indirizzo postale in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il nuovo indirizzo come un cambiamento di circostanze e, nel caso in cui decida di applicare la parte B, punto 6, deve acquisire la documentazione appropriata dal Titolare del Conto.
D. La verifica dei Conti Preesistenti di Persone Fisiche di Importo Rilevante deve essere completata entro il 31 dicembre 2016. La verifica dei Conti Preesistenti di Persone Fisiche di Importo non Rilevante deve essere completata entro il 31 dicembre 2017.
E. I Conti Preesistenti di Persone Fisiche identificati come Conti Oggetto di Comunicazione in base alla presente sezione vanno considerati tali per tutti gli anni successivi, a meno che il Titolare del Conto cessi di essere una Persona Oggetto di Comunicazione.
SEZIONE IV
ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE PER NUOVI CONTI DI PERSONE FISICHE
Le seguenti procedure si applicano ai fini dell'individuazione di Conti Oggetto di Comunicazione tra i Nuovi Conti di Persone Fisiche.
A. Per i Nuovi Conti di Persone Fisiche, all'atto di apertura del conto l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve acquisire un'autocertificazione, che può essere parte della documentazione di apertura del conto, che consenta al suddetto Ente Finanziario di determinare la residenza o le residenze ai fini fiscali del Titolare del Conto e di confermare la ragionevolezza di tale autocertificazione in base alle informazioni ottenute dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione in connessione con l'apertura del conto, ivi compresa l'eventuale documentazione raccolta secondo le Procedure AML/KYC.
B. Se l'autocertificazione stabilisce che il Titolare del Conto è residente ai fini fiscali in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il conto come un Conto Oggetto di Comunicazione e l'autocertificazione deve includere anche il NIF del Titolare del Conto per quanto riguarda tale giurisdizione (fatta salva la parte D della sezione I) e la data di nascita.
C. Qualora si verifichi un cambiamento di circostanze con riferimento a un Nuovo Conto di Persona Fisica a causa del quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è a conoscenza o ha motivo di essere a conoscenza del fatto che l'autocertificazione originaria è inesatta o inattendibile, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non può utilizzare l'autocertificazione originaria e deve acquisire un'autocertificazione valida che stabilisca la residenza o le residenze ai fini fiscali del Titolare del Conto.
SEZIONE V
ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE PER I CONTI PREESISTENTI DI ENTITÀ
Le seguenti procedure si applicano ai fini dell'identificazione dei Conti Oggetto di Comunicazione tra i Conti Preesistenti di Entità.
A. Conti di Entità per i quali non sussiste l'obbligo di verifica, identificazione o comunicazione. A meno che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non decida altrimenti per quanto riguarda tutti i Conti Preesistenti di Entità o, separatamente, per ciascun gruppo chiaramente identificato di tali conti, un Conto Preesistente di Entità il cui saldo o valore aggregato non superi, al 31 dicembre 2015, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 250 000 USD non è soggetto a verifica, identificazione o comunicazione in quanto Conto Oggetto di Comunicazione fintanto che detto saldo o valore aggregato non superi tale importo all'ultimo giorno di qualsiasi anno solare successivo.
B. Conti di Entità soggetti a verifica. Un Conto Preesistente di Entità il cui saldo o valore aggregato superi, al 31 dicembre 2015, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 250 000 USD e un Conto Preesistente di Entità che non superi, al 31 dicembre 2015, tale importo ma il cui saldo o valore aggregato superi tale importo all'ultimo giorno di qualsiasi anno solare successivo sono soggetti a verifica secondo le procedure di cui alla parte D.
C. Conti di Entità per i quali sussiste l'obbligo di comunicazione. Per quanto riguarda i Conti Preesistenti di Entità di cui alla parte B, si considerano Conti Oggetto di Comunicazione solamente i conti detenuti da una o più Entità che sono Persone Oggetto di Comunicazione, o da Entità non Finanziarie Passive con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione.
D. Procedure di verifica per l'identificazione dei conti di Entità per i quali sussiste l'obbligo di comunicazione. Per i Conti Preesistenti di Entità di cui alla parte B, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve applicare le procedure di verifica seguenti per determinare se il conto è detenuto da una o più Persone Oggetto di Comunicazione o da Entità non Finanziarie Passive con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione.
1. Determinare se l'Entità è una Persona Oggetto di Comunicazione.
a) Verifica delle informazioni conservate per finalità di legge o in ragione dei rapporti con la clientela (ivi comprese le informazioni raccolte secondo le Procedure AML/KYC) per determinare se dette informazioni indicano che il Titolare del Conto è residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione. A tal fine, tra le informazioni che indicano che il Titolare del Conto è residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione rientrano un luogo di costituzione o organizzazione, o un indirizzo in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione.
b) Se le informazioni indicano che il Titolare del Conto è residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il conto come un Conto Oggetto di Comunicazione a meno che non acquisisca un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto o possa ragionevolmente determinare, in base alle informazioni in suo possesso o pubblicamente disponibili, che il Titolare del Conto non è una Persona Oggetto di Comunicazione.
2. Determinare se l'Entità è un'Entità Non Finanziaria Passiva con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione. Riguardo a un titolare di un Conto Preesistente di Entità (compresa un'Entità che è una Persona Oggetto di Comunicazione), l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione. Se una delle Persone che Esercitano il Controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione, il conto deve essere considerato come un Conto Oggetto di Comunicazione. Nell'effettuare tale determinazione l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve seguire le procedure di cui alla parte D, punto 2, lettere da a) a c), nell'ordine più appropriato alle circostanze.
a) Determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva. Al fine di determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve acquisire un'autocertificazione dal Titolare del Conto per determinare il suo status, a meno che, in base alle informazioni in suo possesso o pubblicamente disponibili, non possa ragionevolmente determinare che il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Attiva o un Ente Finanziario diverso da un'Entità di Investimento di cui alla parte A, punto 6, lettera b), della sezione VIII che non è un Ente Finanziario di una Giurisdizione Partecipante.
b) Determinare le Persone che Esercitano il Controllo sul Titolare del Conto. Ai fini della determinazione delle Persone che Esercitano il Controllo sul Titolare del Conto, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibili le informazioni raccolte e conservate secondo le Procedure AML/KYC.
c) Determinare se una Persona che Esercita il Controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione. Al fine di determinare se una Persona che Esercita il Controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibili:
i) le informazioni raccolte e conservate secondo le Procedure AML/KYC, nel caso di un Conto Preesistente di Entità detenuto da una o più Entità Non Finanziarie con un saldo o valore aggregato che non supera un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 1 000 000 USD, oppure
ii) un'autocertificazione, da parte del Titolare del Conto o di tale Persona che Esercita il Controllo, della giurisdizione o delle giurisdizioni (uno Stato membro, il Liechtenstein o altre giurisdizioni) in cui la Persona che Esercita il Controllo è residente ai fini fiscali.
E. Termini per le verifiche e procedure supplementari applicabili a Conti Preesistenti di Entità.
1. La verifica dei Conti Preesistenti di Entità con un saldo o valore aggregato che superi, al 31 dicembre 2015, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 250 000 USD deve concludersi entro il 31 dicembre 2017.
2. La verifica dei Conti Preesistenti di Entità con un saldo o valore aggregato che non superi, al 31 dicembre 2015, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 250 000 USD ma superi tale importo al 31 dicembre di un anno successivo deve concludersi entro l'anno solare successivo alla fine dell'anno in cui il saldo o valore aggregato del conto supera tale importo.
3. Qualora avvenga un cambiamento di circostanze con riferimento a un Conto Preesistente di Entità a motivo del quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è a conoscenza del fatto o ha motivo di essere a conoscenza che l'autocertificazione o altra documentazione associata al conto è inesatta o inattendibile, esso deve determinare nuovamente lo status del conto secondo le procedure di cui alla parte D.
SEZIONE VI
ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE PER I NUOVI CONTI DI ENTITÀ
Le seguenti procedure si applicano ai fini dell'identificazione dei Conti Oggetto di Comunicazione tra i Nuovi Conti di Entità.
A. Procedure di verifica per l'identificazione dei Conti di Entità per i quali sussiste l'obbligo di comunicazione. Per i Nuovi Conti di Entità, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve applicare le procedure di verifica seguenti per determinare se il conto è detenuto da una o più Persone Oggetto di Comunicazione, o da Entità non Finanziarie Passive con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione.
1. Determinare se l'Entità è una Persona Oggetto di Comunicazione.
a) Acquisire un'autocertificazione, che può essere parte dei documenti di apertura del conto, che consenta all'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione di determinare la residenza o le residenze ai fini fiscali del Titolare del Conto e di confermare la ragionevolezza di tale autocertificazione in base alle informazioni acquisite dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione in relazione all'apertura del conto, ivi compresa la documentazione raccolta secondo le Procedure AML/KYC. Se l'Entità certifica di non avere una residenza ai fini fiscali, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibile l'indirizzo della sede principale dell'Entità per determinare la residenza del Titolare del Conto.
b) Se l'autocertificazione indica che il Titolare del Conto è residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve considerare il conto come un Conto Oggetto di Comunicazione, a meno che non possa ragionevolmente determinare, in base alle informazioni in suo possesso o pubblicamente disponibili, che il Titolare del Conto non è una Persona Oggetto di Comunicazione per quanto riguarda detta giurisdizione.
2. Determinare se l'Entità è un'Entità Non Finanziaria Passiva con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione. Riguardo a un titolare di un Nuovo Conto di Entità (compresa un'Entità che è una Persona Oggetto di Comunicazione), l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva con una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione. Se una delle Persone che Esercitano il Controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione, il conto deve essere considerato come un Conto Oggetto di Comunicazione. Nell'effettuare tale determinazione l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve seguire le procedure di cui alla parte A, punto 2, lettere da a) a c), nell'ordine più appropriato alle circostanze.
a) Determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva. Al fine di determinare se il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Passiva, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve basarsi su un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto per determinare il suo status, a meno che, in base alle informazioni in suo possesso o pubblicamente disponibili, non possa ragionevolmente determinare che il Titolare del Conto è un'Entità non Finanziaria Attiva o un Ente Finanziario diverso da un'Entità di Investimento di cui alla parte A, punto 6, lettera b), della sezione VIII che non è un Ente Finanziario di una Giurisdizione Partecipante.
b) Determinare le Persone che Esercitano il Controllo sul Titolare del Conto. Al fine di determinare le Persone che Esercitano il Controllo su un Titolare del Conto, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibili le informazioni raccolte e conservate secondo le Procedure AML/KYC.
c) Determinare se una persona che esercita il controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione. Al fine di determinare se una persona che esercita il controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibile un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto o di detta persona che esercita il controllo.
SEZIONE VII
REGOLE SUPPLEMENTARI DI ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE
Nell'attuazione delle procedure di adeguata verifica in materia fiscale sopra descritte si applicano le regole supplementari seguenti.
A. Attendibilità delle autocertificazioni e delle Prove Documentali. Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non può considerare attendibili un'autocertificazione o Prove Documentali qualora esso sia a conoscenza o abbia motivo di essere a conoscenza che l'autocertificazione o le Prove Documentali sono inesatte o inattendibili.
B. Procedure alternative applicabili ai Conti Finanziari detenuti da persone fisiche che sono beneficiarie di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita e ai Contratti di Assicurazione di gruppo per i quali è misurabile un Valore Maturato o ai Contratti di Rendita di gruppo. Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può presumere che una persona fisica che sia il beneficiario (diverso dal proprietario) di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita che riceve un'indennità di decesso non sia una Persona Oggetto di Comunicazione e può considerare tale Conto Finanziario come diverso da un Conto Oggetto di Comunicazione, a meno che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non abbia effettiva conoscenza, o non abbia motivo di essere a conoscenza, del fatto che il beneficiario è una Persona Oggetto di Comunicazione. Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione ha motivo di essere a conoscenza che un beneficiario di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita è una Persona Oggetto di Comunicazione se le informazioni raccolte dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione e associate al beneficiario contengono indicia di cui alla parte B della sezione III. Se un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione ha effettiva conoscenza, o ha motivo di essere a conoscenza, del fatto che il beneficiario è una Persona Oggetto di Comunicazione, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve seguire le procedure di cui alla parte B della sezione III.
Un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare un Conto Finanziario che è una quota di un membro in un Contratto di Assicurazione di gruppo per il quale è misurabile un Valore Maturato o in un Contratto di Rendita di gruppo come un Conto Finanziario che non è un Conto Oggetto di Comunicazione fino alla data in cui un importo è dovuto al dipendente/titolare di un certificato o beneficiario, se il Conto Finanziario che è una quota di un membro in un Contratto di Assicurazione di gruppo per il quale è misurabile un Valore Maturato o in un Contratto di Rendita di gruppo soddisfa i seguenti requisiti:
a) il Contratto di Assicurazione di gruppo per il quale è misurabile un Valore Maturato o il Contratto di Rendita di gruppo è emesso nei confronti di un datore di lavoro e copre 25 o più dipendenti/titolari di certificato;
b) i dipendenti/titolari di certificato sono abilitati a ricevere qualsiasi valore contrattuale connesso alle loro quote e a nominare dei beneficiari per l'indennità dovuta al momento del decesso del dipendente e
c) l'importo aggregato dovuto a ciascun dipendente/titolare di certificato o beneficiario non supera un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 1 000 000 USD.
Per «Contratto di Assicurazione di gruppo per il quale è misurabile un Valore Maturato» si intende un Contratto di Assicurazione di gruppo che i) prevede una copertura per le persone fisiche che sono affiliate tramite un datore di lavoro, un'associazione professionale, un sindacato o un'altra associazione o un altro gruppo e ii) applica un premio a ciascun membro del gruppo (o membro di una categoria al suo interno) che è determinato indipendentemente dalle condizioni di salute del singolo a parte l'età, il genere e l'eventuale tabagismo del membro (o della categoria di membri) del gruppo.
Per «Contratto di Rendita di gruppo» si intende un Contratto di Rendita i cui beneficiari sono persone fisiche affiliate tramite un datore di lavoro, un'associazione professionale, un sindacato o un'altra associazione o un altro gruppo.
C. Regole per l'aggregazione del saldo del conto e in materia valutaria.
1. Aggregazione dei Conti di persone fisiche. Ai fini della determinazione del saldo o del valore aggregato dei Conti Finanziari detenuti da una persona fisica, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve aggregare tutti i Conti Finanziari gestiti presso l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, o presso un'Entità Collegata, ma solo nella misura in cui i sistemi informatici dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione colleghino i Conti Finanziari con riferimento a un dato, quale il numero di identificazione del cliente o il NIF, e consentano l'aggregazione dei saldi o valori dei conti. A ognuno dei titolari di un Conto Finanziario cointestato viene attribuito l'intero saldo o valore del Conto Finanziario cointestato ai fini dell'applicazione delle regole di aggregazione di cui al presente punto.
2. Aggregazione dei conti di Entità. Ai fini della determinazione del saldo o del valore aggregato dei Conti Finanziari detenuti da un'Entità, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve prendere in considerazione tutti i Conti Finanziari gestiti presso l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, o presso un'Entità Collegata, ma solo nella misura in cui i sistemi informatici dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione colleghino i Conti Finanziari con riferimento a un dato, quale il numero di identificazione del cliente o il NIF, e consentano l'aggregazione dei saldi o valori dei conti. A ognuno dei titolari di un Conto Finanziario cointestato viene attribuito l'intero saldo o valore del Conto Finanziario cointestato ai fini dell'applicazione delle regole di aggregazione di cui al presente punto.
3. Regola speciale di aggregazione applicabile ai responsabili del rapporto. Ai fini della determinazione del saldo o del valore aggregato dei Conti Finanziari detenuti da una persona per stabilire se un Conto Finanziario sia un Conto di Importo Rilevante, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve inoltre, nel caso di Conti Finanziari di cui un responsabile del rapporto è a conoscenza o ha motivo di essere a conoscenza che sono direttamente o indirettamente posseduti, controllati o costituiti (non in qualità di fiduciario) dalla stessa persona, aggregare la totalità di tali conti.
4. Inclusione negli importi dell'equivalente in altre valute. Tutti gli importi denominati nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein vanno intesi come inclusivi degli importi equivalenti in altre valute nazionali, come stabilito dal diritto nazionale.
SEZIONE VIII
DEFINIZIONI
Si applicano le definizioni seguenti:
A. Ente finanziario tenuto alla comunicazione
1. Per «Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione» si intende qualsiasi Ente Finanziario di uno Stato membro o del Liechtenstein, a seconda dei casi, che non sia un Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione;
2. Per «Ente Finanziario di una Giurisdizione Partecipante» si intende i) qualsiasi Ente Finanziario residente nella Giurisdizione Partecipante, a esclusione di qualsiasi succursale di tale Ente Finanziario che sia situata al di fuori della Giurisdizione Partecipante, e ii) qualsiasi succursale di un Ente Finanziario non residente nella Giurisdizione Partecipante, se tale succursale è situata in tale Giurisdizione Partecipante.
3. Per «Ente Finanziario» si intende un Ente di Custodia, un Ente di Deposito, un'Entità di Investimento o un'Impresa di Assicurazioni Specificata.
4. Per «Ente di Custodia» si intende ogni Entità che detiene, quale parte sostanziale della propria attività, Attività Finanziarie per conto di terzi. Un'Entità detiene Attività Finanziarie per conto di terzi quale parte sostanziale della propria attività se il reddito lordo dell'Entità attribuibile alla detenzione di Attività Finanziarie e servizi finanziari correlati è pari o superiore al 20 % del reddito lordo dell'Entità nel corso del minore tra: i) il periodo di tre anni che termina il 31 dicembre (oppure l'ultimo giorno di un esercizio non coincidente con l'anno solare) precedente all'anno in cui viene effettuata la determinazione o ii) il periodo nel corso del quale l'Entità è esistita.
5. Per «Ente di Deposito» si intende ogni Entità che accetta depositi nell'ambito della propria ordinaria attività bancaria o similare.
6. Per «Entità di Investimento» si intende ogni Entità:
a) che svolge quale attività economica principale una o più delle seguenti attività o operazioni per un cliente o per conto di un cliente:
i) negoziazione di strumenti del mercato monetario (assegni, cambiali, certificati di deposito, strumenti derivati ecc.), valuta estera, strumenti su cambi, su tassi d'interesse e su indici, valori mobiliari o negoziazione di future su merci quotate;
ii) gestione individuale e collettiva di portafoglio, oppure
iii) altre forme di investimento, amministrazione o gestione di Attività Finanziarie o denaro per conto di terzi,
oppure
b) il cui reddito lordo è principalmente attribuibile a investimenti, reinvestimenti o negoziazione di Attività Finanziarie, se l'Entità è gestita da un'altra Entità che è un Ente di Deposito, un Ente di Custodia, un'Impresa di Assicurazioni Specificata o un'Entità di Investimento di cui alla parte A, punto 6, lettera a).
Un'Entità è considerata come impegnata principalmente in una o più attività economiche di cui alla parte A, punto 6, lettera a), o il reddito lordo di un'Entità è attribuibile principalmente all'investimento, al reinvestimento o alla negoziazione di Attività Finanziarie ai fini della parte A, punto 6, lettera b), se il reddito lordo dell'Entità attribuibile alle attività pertinenti è pari o superiore al 50 % del reddito lordo dell'Entità nel corso del minore tra: i) il periodo di tre anni che termina il 31 dicembre precedente all'anno in cui viene effettuata la determinazione o ii) il periodo nel corso del quale l'Entità è esistita. L'espressione «Entità di Investimento» non include un'Entità che è un'Entità non Finanziaria Attiva perché tale Entità soddisfa uno dei criteri di cui alla parte D, punto 9, lettere da d) a g).
Il presente paragrafo va interpretato conformemente alla definizione di «Ente Finanziario» di cui alle raccomandazioni del gruppo di azione finanziaria internazionale (GAFI).
7. L'espressione «Attività Finanziaria» include valori mobiliari (ad esempio azioni o titoli di una società di capitali, partecipazioni o quote in qualità di beneficiario effettivo in società di persone o trust diffusi o quotati in borsa, pagherò, obbligazioni o altri titoli di credito), quote in società di persone, merci quotate, swap (ad esempio swap su tassi di interesse, swap di valute, swap di basi, cap di tasso di interesse, floor di tasso di interesse, swap su merci quotate, swap su titoli azionari, swap su indici azionari e accordi analoghi), Contratti di Assicurazione o Contratti di Rendita, o qualsiasi quota di partecipazione (inclusi contratti su future o forward od opzioni) in valori mobiliari, in società di persone, in merci quotate, in swap, in Contratti di Assicurazione o Contratti di Rendita. L'espressione «Attività Finanziaria» non include un interesse diretto e non debitorio in un bene immobiliare.
8. Per «Impresa di Assicurazioni Specificata» si intende ogni Entità che è un'impresa di assicurazioni (o la holding di un'impresa di assicurazioni) che emette Contratti di Assicurazione per i quali è Misurabile un Valore Maturato o Contratti di Rendita o è obbligata a effettuare pagamenti in relazione a tali contratti.
B. Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione
1. Per «Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione» si intende qualsiasi Ente Finanziario che è:
a) un'Entità Statale, un'Organizzazione Internazionale o una Banca Centrale, tranne per quanto riguarda un pagamento derivante da un obbligo detenuto in connessione con un tipo di Attività Finanziaria commerciale svolta da un'Impresa di Assicurazioni Specificata, un Ente di Custodia o un Ente di Deposito;
b) un Fondo Pensione ad Ampia Partecipazione, un Fondo Pensione a Partecipazione Ristretta, un fondo pensione di un'Entità Statale, di un'Organizzazione Internazionale o di una Banca Centrale o un Emittente Qualificato di Carte di Credito;
c) qualsiasi altra Entità che presenta un rischio ridotto di essere utilizzata a fini di evasione fiscale, ha caratteristiche sostanzialmente simili a quelle di una delle Entità di cui alla parte B, punto 1, lettere a) e b), è definita nel diritto nazionale come Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione, è contemplata dall'articolo 8, paragrafo 7 bis , della direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale e comunicata al Liechtenstein e, per il Liechtenstein, viene comunicata alla Commissione europea, a condizione che il suo status di Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione non pregiudichi il conseguimento degli scopi del presente accordo;
d) un Veicolo di Investimento Collettivo Esente, oppure
e) un trust, nella misura in cui il rispettivo trustee è un Ente Finanziario non Tenuto alla Comunicazione e comunica tutte le informazioni che devono essere comunicate a norma della sezione I in relazione a tutti i Conti Oggetto di Comunicazione del trust.
2. Per «Entità Statale» si intende il governo di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione, ogni suddivisione politica di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione (che, per evitare ogni ambiguità, include uno Stato, una provincia, una contea o un comune) e ogni agenzia o ente strumentale interamente detenuti da uno Stato membro, del Liechtenstein o da un'altra giurisdizione o da uno o più dei soggetti precedenti (ciascuno dei quali costituisce un'«Entità Statale»). Questa categoria comprende le parti integranti, le Entità controllate e le suddivisioni politiche di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione.
a) Una «parte integrante» di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione designa qualsiasi persona, organizzazione, agenzia, ufficio, fondo, ente strumentale o altro organismo comunque designato, che costituisce un'autorità direttiva di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione. Gli utili netti dell'autorità direttiva devono essere accreditati sul conto della stessa o su altri conti dello Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra giurisdizione, e nessuna frazione di tali utili può maturare a beneficio di un privato. Una parte integrante non comprende alcuna persona fisica che sia un rappresentante del governo, un funzionario o un amministratore che agisce a titolo privato o personale.
b) Per «Entità controllata» si intende un'Entità che è distinta nella forma dallo Stato membro, dal Liechtenstein o da un'altra giurisdizione o che costituisce altrimenti un'Entità giuridica distinta, a condizione che:
i) l'Entità sia interamente detenuta e controllata da una o più Entità governative, direttamente o attraverso una o più Entità controllate;
ii) gli utili netti dell'Entità siano accreditati sul conto della stessa o sui conti di una o più Entità governative, senza che nessuna parte del reddito maturi a beneficio di un privato, e
iii) il patrimonio dell'Entità sia attribuito a una o più Entità governative in caso di scioglimento.
c) Il reddito non matura a beneficio di privati se questi sono i previsti beneficiari di un programma pubblico e le attività del programma sono svolte per il grande pubblico nell'interesse generale o riguardano l'amministrazione di una parte del governo. Tuttavia, si considera che il reddito maturi a beneficio di privati se deriva dal ricorso a un'Entità Statale allo scopo di esercitare un'attività commerciale, come un servizio bancario a carattere commerciale, che offre servizi finanziari a privati.
3. Per «Organizzazione Internazionale» si intende qualsiasi Organizzazione Internazionale, agenzia o ente strumentale interamente detenuto dalla stessa. Questa categoria include qualsiasi organizzazione intergovernativa (compresa un'organizzazione sovranazionale) i) che è costituita principalmente da governi; ii) che ha concluso un accordo sulla sede o un accordo sostanzialmente simile con lo Stato membro, il Liechtenstein o l'altra giurisdizione; iii) il cui reddito non matura a beneficio di privati.
4. Per «Banca Centrale» si intende un'istituzione che è per legge o approvazione governativa la principale autorità, diversa dal governo dello Stato membro stesso, del Liechtenstein o dell'altra giurisdizione, che emette strumenti destinati a circolare come valuta. Tale istituzione può includere un ente strumentale distinto dal governo dello Stato membro, del Liechtenstein o dell'altra giurisdizione, detenuto o non detenuto, in tutto o in parte, dallo Stato membro, dal Liechtenstein o dall'altra giurisdizione.
5. Per «Fondo Pensione ad Ampia Partecipazione» si intende un fondo istituito per erogare benefici pensionistici, indennità di invalidità o di decesso, oppure una combinazione di essi, a beneficiari che sono, o sono stati, dipendenti (o persone designate da tali dipendenti) di uno o più datori di lavoro quale corrispettivo di servizi prestati, a condizione che il fondo:
a) non abbia un unico beneficiario avente diritto a più del 5 % delle attività del fondo;
b) sia soggetto alla regolamentazione pubblica e preveda la comunicazione delle informazioni alle autorità fiscali, e
c) soddisfi almeno uno dei seguenti requisiti:
i) il fondo è generalmente esente dall'imposta sui redditi da capitale, o l'imposizione di tali redditi è differita o assoggettata a un'aliquota ridotta, dato il suo status di regime pensionistico;
ii) il fondo riceve almeno il 50 % del totale dei suoi contributi (diversi dai trasferimenti di attività da altri piani pensionistici di cui alla parte B, punti da 5 a 7, o da conti pensionistici di cui alla parte C, punto 17, lettera a)] dai datori di lavoro che lo finanziano;
iii) le distribuzioni o i prelievi dal fondo sono ammessi solo se si verificano eventi specifici connessi al pensionamento, all'invalidità o al decesso (eccetto le distribuzioni di rinnovo ad altri fondi pensionistici di cui alla parte B, punti da 5 a 7, o a conti pensionistici di cui alla parte C, punto 17, lettera a)], o si applicano penalità a distribuzioni o prelievi effettuati prima di tali eventi specifici, oppure
iv) i contributi (diversi da determinati contributi di reintegro autorizzati) al fondo da parte dei dipendenti sono limitati con riferimento ai redditi da lavoro del dipendente o non possono superare annualmente un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 50 000 USD, applicando le norme di cui alla parte C della sezione VII relativa all'aggregazione di conti e alla conversione valutaria.
6. Per «Fondo Pensione a Partecipazione Ristretta» si intende un fondo istituito per erogare benefici pensionistici e indennità di invalidità o di decesso a beneficiari che sono, o sono stati, dipendenti (o persone designate da tali dipendenti) di uno o più datori di lavoro quale corrispettivo di servizi prestati, a condizione che:
a) il fondo abbia meno di 50 partecipanti;
b) il fondo sia finanziato da uno o più datori di lavoro che non sono Entità di Investimento o Entità Non Finanziarie Passive;
c) i contributi al fondo del dipendente e del datore di lavoro (diversi dai trasferimenti di attività dai conti pensionistici di cui alla parte C, punto 17, lettera a)] siano limitati con riferimento rispettivamente ai redditi da lavoro e alla remunerazione del dipendente;
d) i partecipanti che non sono residenti nella giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) in cui è stabilito il fondo non possano detenere più del 20 % delle attività del fondo, e
e) il fondo sia soggetto alla regolamentazione pubblica e preveda la comunicazione delle informazioni alle autorità fiscali.
7. Per «Fondo pensionistico di un'Entità Statale, di un'Organizzazione Internazionale o di una Banca Centrale» si intende un fondo istituito da un'Entità Statale, da un'Organizzazione Internazionale o da una Banca Centrale per erogare prestazioni pensionistiche e indennità di invalidità o di decesso ai beneficiari o ai partecipanti che sono, o sono stati, dipendenti (o a persone designate da tali dipendenti), o che non sono, o non sono stati, dipendenti, se le prestazioni erogate a tali beneficiari o partecipanti sono il corrispettivo di servizi personali eseguiti per l'Entità Statale, l'Organizzazione Internazionale o la Banca Centrale.
8. Per «Emittente Qualificato di Carte di Credito» si intende un Ente Finanziario che soddisfa i seguenti requisiti:
a) è un Ente Finanziario esclusivamente in quanto è un emittente di carte di credito che accetta depositi solo in contropartita di un pagamento del cliente eccedente il saldo dovuto a titolo della carta non restituendo immediatamente il pagamento in eccesso al cliente, e
b) a partire dal 1 o gennaio 2016 o anteriormente a tale data attua politiche e procedure per impedire che un cliente effettui pagamenti eccedenti un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 50 000 USD o per assicurare che qualsiasi pagamento di un cliente eccedente tale importo sia rimborsato al cliente entro 60 giorni, in entrambi i casi applicando le norme di cui alla parte C della sezione VII in materia di aggregazione dei conti e conversione valutaria. A tal fine, il deposito eccedente di un cliente non si computa nei saldi a credito se riferibile a contestazioni di addebiti ma include le compensazioni a credito risultanti dalla restituzione di merci.
9. Per «Veicolo di Investimento Collettivo Esente» si intende un'Entità di Investimento che è regolamentata come veicolo di investimento collettivo, a condizione che tutte le quote o azioni nel veicolo di investimento collettivo siano detenute da o attraverso persone fisiche o Entità che non sono Persone Oggetto di Comunicazione, escluse le Entità non Finanziarie Passive aventi Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione.
Un'Entità di Investimento regolamentata come veicolo di investimento collettivo non cessa di qualificarsi ai sensi della parte B, punto 9, come Veicolo di Investimento Collettivo Esente soltanto perché il veicolo di investimento collettivo ha emesso azioni fisiche nella forma al portatore, a condizione che:
a) il veicolo di investimento collettivo non abbia emesso, e non emetta, alcuna azione fisica nella forma al portatore dopo il 31 dicembre 2015;
b) il veicolo di investimento collettivo ritiri tutte queste azioni in caso di riscatto;
c) il veicolo di investimento collettivo attui le procedure di adeguata verifica di cui alle sezioni da II a VII e comunichi ogni informazione che deve essere comunicata relativamente a tali azioni, quando queste ultime sono presentate per il riscatto o per altro pagamento e
d) il veicolo di investimento collettivo disponga di politiche e procedure per garantire che tali azioni siano riscattate o immobilizzate al più presto, e comunque anteriormente al 1 o gennaio 2018.
C. Conto Finanziario
1. Per «Conto Finanziario» si intende un conto gestito presso un Ente Finanziario; tale espressione include un Conto di Deposito, un Conto di Custodia e:
a) nel caso di un'Entità di Investimento, le Quote nel Capitale di Rischio o nel capitale di debito dell'Ente Finanziario. Tuttavia, l'espressione «Conto Finanziario» non comprende le Quote nel Capitale di Rischio o nel capitale di debito di un'Entità che è un'Entità di Investimento unicamente perché i) presta consulenza in materia di investimenti e agisce per conto di, o ii) gestisce portafogli e agisce per conto di un cliente a fini di investimento, gestione o amministrazione di Attività Finanziarie depositate a nome del cliente presso un Ente Finanziario diverso da tale Entità;
b) nel caso di un Ente Finanziario non descritto nella parte C, punto 1, lettera a), le Quote nel Capitale di Rischio o nel capitale di debito dell'Ente Finanziario, se la categoria delle quote è stata istituita allo scopo di eludere le comunicazioni dovute ai sensi della sezione I, e
c) qualsiasi Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato e qualsiasi Contratto di Rendita emesso da o gestito presso un Ente Finanziario, diverso da una rendita vitalizia immediata, non trasferibile e non collegata a investimenti che è emessa nei confronti di una persona fisica e prevede la monetizzazione di una pensione o di un'indennità di invalidità prevista in base a un conto che è un Conto Escluso.
L'espressione «Conto Finanziario» non comprende alcun conto che sia un Conto Escluso.
2. L'espressione «Conto di Deposito» comprende qualsiasi conto commerciale, conto corrente, libretto di risparmio, conto a termine o Conto di Deposito a risparmio oppure un conto che è comprovato da un certificato di deposito, certificato di risparmio, certificato di investimento, certificato di debito, o altro strumento analogo gestito da un Ente Finanziario nell'ambito della propria ordinaria attività bancaria o similare. Un Conto di Deposito include anche un importo detenuto da un'impresa di assicurazioni sulla base di un contratto di investimento garantito o analogo accordo di pagamento o accredito dei relativi interessi.
3. Per «Conto di Custodia» si intende un conto (diverso da un Contratto di Assicurazione o da un Contratto di Rendita) che detiene una o più Attività Finanziarie a beneficio di un'altra persona.
4. Per «Quota nel Capitale di Rischio» si intende, nel caso di una società di persone che è un Ente Finanziario, una partecipazione al capitale o agli utili della società di persone. Nel caso di un trust che costituisce un Ente Finanziario, una Quota nel Capitale di Rischio si considera detenuta da qualsiasi persona considerata come un disponente o beneficiario di tutto o di una parte del trust, o qualsiasi altra persona fisica che, in ultima istanza, esercita il controllo effettivo sul trust. Una Persona Oggetto di Comunicazione è considerata un beneficiario di un trust se essa ha il diritto di ricevere dal trust, direttamente o indirettamente (ad esempio, attraverso un intestatario), una distribuzione obbligatoria o può ricevere, direttamente o indirettamente, una distribuzione discrezionale.
5. Per «Contratto di Assicurazione» si intende un contratto (diverso da un Contratto di Rendita) in base al quale l'emittente si impegna a pagare un importo al verificarsi di uno specifico evento che implichi mortalità, morbilità, infortuni, responsabilità o rischio patrimoniale.
6. Per «Contratto di Rendita» si intende un contratto in base al quale l'emittente si impegna a effettuare pagamenti per un periodo di tempo determinato in tutto o in parte facendo riferimento alle aspettative di vita di una o più persone fisiche. L'espressione comprende inoltre un contratto che si considera un Contratto di Rendita conformemente alle leggi, ai regolamenti o alla prassi della giurisdizione (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) in cui il contratto è stato emesso, e in base al quale l'emittente si impegna a effettuare pagamenti per un determinato numero di anni.
7. Per «Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato» si intende un Contratto di Assicurazione (diverso da un contratto di riassicurazione risarcitorio tra due imprese di assicurazioni) che ha un Valore Maturato.
8. Per «Valore Maturato» si intende il maggiore tra i) l'importo che l'assicurato ha il diritto di ricevere al momento del riscatto o della disdetta del contratto (determinato senza riduzione per qualsiasi commissione di riscatto o prestito su polizza) e ii) l'importo che l'assicurato può prendere a prestito in base o in riferimento al contratto. Fatto salvo quanto precede, l'espressione «Valore Maturato» non comprende gli importi dovuti in base al Contratto di Assicurazione:
a) unicamente in ragione del decesso di una persona fisica assicurata sulla base di un Contratto di Assicurazione sulla vita;
b) quale indennità per infortuni o malattia o altro assegno che fornisce un indennizzo per un danno economico subito al verificarsi dell'evento assicurato;
c) quale rimborso di un premio versato in precedenza (al netto del costo degli oneri assicurativi effettivamente imposti o meno) sulla base di un Contratto di Assicurazione (diverso da un Contratto di Assicurazione sulla vita o di rendita collegato a investimenti) in seguito ad annullamento o disdetta del contratto, riduzione del rischio nel corso del periodo effettivo del contratto, o derivante dalla rettifica di un errore di registrazione o di natura analoga riguardante il premio del contratto;
d) quale dividendo all'assicurato (diverso da un dividendo di disdetta) purché il dividendo si riferisca a un Contratto di Assicurazione ai sensi del quale i soli benefici pagabili sono descritti alla parte C, punto 8, lettera b), oppure
e) quale restituzione di un premio anticipato o di un premio a deposito per un Contratto di Assicurazione per cui il premio è pagabile almeno annualmente se l'importo del premio anticipato o del premio a deposito non supera il successivo premio annuale dovuto ai sensi del contratto.
9. Per «Conto Preesistente» si intende:
a) un Conto Finanziario intrattenuto presso un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione al 31 dicembre 2015;
b) qualsiasi Conto Finanziario di un Titolare di un Conto, a prescindere dalla data in cui tale Conto Finanziario è stato aperto, se:
i) il Titolare del Conto detiene altresì presso l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, o presso un'Entità Collegata nella stessa giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione, un Conto Finanziario che è un Conto Preesistente ai sensi della parte C, punto 9, lettera a);
ii) l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione e, se del caso, l'Entità Collegata nella stessa giurisdizione (uno Stato membro o il Liechtenstein) dell'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione considera entrambi i suddetti Conti Finanziari, nonché tutti gli altri Conti Finanziari del Titolare del Conto che sono considerati come Conti Preesistenti ai sensi della lettera b), come un unico Conto Finanziario ai fini dell'ottemperanza agli standard dei requisiti di conoscenza di cui alla parte A della sezione VII e ai fini della determinazione del saldo o del valore di uno qualsiasi dei detti Conti Finanziari al momento dell'applicazione delle soglie di conto;
iii) relativamente a un Conto Finanziario che è oggetto di Procedure AML/KYC, all'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è permesso ottemperare a tali procedure per il Conto Finanziario basandosi sulle Procedure AML/KYC espletate per il Conto Preesistente di cui alla parte C, punto 9, lettera a), e
iv) l'apertura del Conto Finanziario non richiede la fornitura di informazioni sul cliente nuove, aggiuntive o modificate da parte del Titolare del Conto se non ai fini del presente accordo.
10. Per «Nuovo Conto» si intende un Conto Finanziario gestito presso un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione aperto il 1 o gennaio 2016 o successivamente a tale data, a meno che esso non sia considerato come un Conto Preesistente ai sensi della parte C, punto 9.
11. Per «Conto Preesistente di Persona Fisica» si intende un Conto Preesistente detenuto da una o più persone fisiche.
12. Per «Nuovo Conto di Persona Fisica» si intende un Nuovo Conto detenuto da una o più persone fisiche.
13. Per «Conto Preesistente di Entità» si intende un Conto Preesistente detenuto da una o più Entità.
14. Per «Conto di Importo Non Rilevante» si intende un Conto Preesistente di Persona Fisica il cui saldo o valore aggregato non superi, al 31 dicembre 2015, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 1 000 000 USD.
15. Per «Conto di Importo Rilevante» si intende un Conto Preesistente di Persona Fisica il cui saldo o valore aggregato superi, al 31 dicembre 2015 o al 31 dicembre di un anno successivo, un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 1 000 000 USD.
16. Per «Nuovo Conto di Entità» si intende un Nuovo Conto detenuto da una o più Entità.
17. Per «Conto Escluso» si intende uno dei seguenti conti:
a) un conto pensionistico che soddisfi i seguenti requisiti:
i) il conto è soggetto a regolamentazione come conto pensionistico individuale o fa parte di un piano pensione registrato o regolamentato per l'accantonamento di benefici pensionistici (comprese indennità di invalidità o di decesso);
ii) il conto gode di agevolazioni fiscali (ossia i versamenti effettuati sul conto, che sarebbero altrimenti soggetti a imposta, sono deducibili o esclusi dal reddito lordo del Titolare del Conto o sono soggetti a un'aliquota ridotta, o la tassazione del reddito da capitale derivante dal conto è differita o è effettuata con un'aliquota ridotta);
iii) è prevista la comunicazione di informazioni alle autorità fiscali riguardo al conto;
iv) i prelievi sono subordinati al raggiungimento di una determinata età pensionabile, all'invalidità o al decesso, o si applicano penalità in caso di prelievi effettuati prima di tali eventi, e
v) alternativamente, i) i contributi annui sono limitati a un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein pari o inferiore a 50 000 USD oppure ii) vi è un limite massimo pari o inferiore a un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 1 000 000 USD per i contributi versabili sul conto nell'arco della vita, in entrambi i casi applicando le norme di cui alla parte C della sezione VII sull'aggregazione dei conti e la conversione valutaria.
Un Conto Finanziario che altrimenti soddisfa il requisito di cui alla parte C, punto 17, lettera a), punto v), non cesserà di soddisfare tale requisito unicamente in quanto può ricevere attività o fondi trasferiti da uno o più Conti Finanziari che soddisfano i requisiti di cui alla parte C, punto 17, lettere a) o b), o da uno o più fondi pensionistici che soddisfano i requisiti di cui alla parte B, punti da 5 a 7;
b) un conto che soddisfi i seguenti requisiti:
i) il conto è regolamentato come un veicolo d'investimento a fini non pensionistici ed è regolarmente scambiato su un mercato regolamentato di valori mobiliari, o il conto è regolamentato come meccanismo di risparmio a fini non pensionistici;
ii) il conto gode di agevolazioni fiscali (ossia i versamenti effettuati sul conto, che sarebbero altrimenti soggetti a imposta, sono deducibili o esclusi dal reddito lordo del Titolare del Conto o sono soggetti a un'aliquota ridotta, o la tassazione del reddito da capitale derivante dal conto è differita o è effettuata con un'aliquota ridotta);
iii) i prelievi sono subordinati al soddisfacimento di determinati criteri per quanto riguarda la finalità del conto di investimento o di risparmio (ad esempio l'erogazione di prestazioni educative o mediche), o sono applicate penalità ai prelievi effettuati prima che tali criteri siano soddisfatti, e
iv) i contributi annui sono limitati a importi uguali o inferiori a un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 50 000 USD, in applicazione delle norme di cui alla parte C della sezione VII in materia di aggregazione dei conti e di conversione valutaria.
Un Conto Finanziario che altrimenti soddisfa il requisito di cui alla parte C, punto 17, lettera b), punto v), non cesserà di soddisfare tale requisito unicamente in quanto può ricevere attività o fondi trasferiti da uno o più Conti Finanziari che soddisfano i requisiti di cui alla parte C, punto 17, lettere a) o b), o da uno o più fondi pensionistici che soddisfano i requisiti di cui alla parte B, punti da 5 a 7;
c) un Contratto di Assicurazione vita con un periodo di copertura che termina prima che l'assicurato raggiunga l'età di 90 anni, a condizione che il contratto soddisfi i seguenti requisiti:
i) sono dovuti premi periodici, non decrescenti nel tempo e da versare almeno annualmente fino alla data anteriore fra la data in cui termina il contratto e la data in cui l'assicurato compie 90 anni;
ii) la prestazione contrattuale non è accessibile da alcuna persona (mediante prelievo, prestito o altro) senza porre fine al contratto stesso;
iii) l'importo (a esclusione dell'indennità di decesso) da versare in seguito ad annullamento o disdetta del contratto non può essere superiore al valore aggregato dei premi pagati per il contratto, al netto della somma di mortalità e morbilità e delle spese (effettivamente imposte o meno) per il periodo o i periodi di durata del contratto e degli eventuali importi pagati prima dell'annullamento o della disdetta del contratto, e
iv) il contratto non è detenuto da un beneficiario a titolo oneroso;
d) un conto appartenente integralmente a un patrimonio se la documentazione relativa a tale conto include una copia del testamento del de cuius o del certificato di morte;
e) un conto aperto in relazione a:
i) un'ordinanza o una sentenza giudiziaria;
ii) la vendita, lo scambio o la locazione di beni immobili o mobili, a condizione che il conto soddisfi i seguenti requisiti:
— il conto è finanziato unicamente con una quota anticipata, una caparra, un deposito di ammontare adeguato a garantire un obbligo direttamente connesso alla transazione, o un pagamento simile, o è finanziato con Attività Finanziarie depositate sul conto in relazione alla vendita, allo scambio o alla locazione del bene;
— il conto è aperto e utilizzato unicamente per garantire l'obbligo dell'acquirente di pagare il prezzo di acquisto del bene, l'obbligo del venditore di pagare passività potenziali, o l'obbligo del locatore o del locatario di pagare eventuali danni relativi al bene locato come previsto nel contratto di locazione;
— le attività detenute nel conto, compreso il reddito da esse ricavato, saranno pagate o altrimenti distribuite a vantaggio dell'acquirente, del venditore, del locatore o del locatario (compreso per soddisfarne gli obblighi) al momento della vendita, dello scambio o della restituzione del bene, o alla scadenza del contratto di locazione;
— il conto non è un conto a margine o un conto simile aperto in relazione alla vendita o allo scambio di un'Attività Finanziaria, e
— il conto non è associato a un conto di cui alla parte C, punto 17, lettera f);
iii) l'obbligo di un Ente Finanziario che finanzia un prestito garantito da un bene immobile di accantonare una parte del pagamento con l'unico obiettivo di facilitare il successivo pagamento di imposte o assicurazioni relative al bene immobile;
iv) l'obbligo di un Ente Finanziario esclusivamente al fine di facilitare il successivo pagamento di imposte;
f) un Conto di Deposito che soddisfi i seguenti requisiti:
i) il conto esiste esclusivamente in quanto un cliente effettua un pagamento eccedente il saldo dovuto a titolo di una carta di credito o di un altro meccanismo di credito rinnovabile e il pagamento in eccesso non è immediatamente restituito al cliente, e
ii) a partire dal 1 o gennaio 2016 o anteriormente a tale data l'Ente Finanziario attua politiche e procedure per impedire che un cliente effettui pagamenti eccedenti un importo denominato nella valuta nazionale di ciascuno Stato membro o del Liechtenstein corrispondente a 50 000 USD o per assicurare che qualsiasi pagamento di un cliente eccedente tale importo sia rimborsato al cliente entro 60 giorni, in entrambi i casi applicando le norme di cui alla parte C della sezione VII in materia di conversione valutaria. A tal fine, il deposito eccedente di un cliente non si computa nei saldi a credito se riferibile a contestazioni di addebiti ma include le compensazioni a credito risultanti dalla restituzione di merci;
g) qualsiasi altro conto che presenta un rischio ridotto di essere utilizzato a fini di evasione fiscale, ha caratteristiche sostanzialmente simili a quelle di uno dei conti di cui alla parte C, punto 17, lettere da a) a f), è definito nel diritto nazionale come Conto Escluso, è contemplato, per gli Stati membri, dall'articolo 8, paragrafo 7 bis , della direttiva 2011/16/UE del Consiglio relativa alla cooperazione amministrativa nel settore fiscale e comunicato al Liechtenstein e, per il Liechtenstein, viene comunicato alla Commissione europea, a condizione che il suo status di Conto Escluso non pregiudichi il conseguimento degli scopi del presente accordo.
D. Conto Oggetto di Comunicazione
1. Per «Conto Oggetto di Comunicazione» si intende un conto detenuto da una o più Persone Oggetto di Comunicazione o da un'Entità non Finanziaria Passiva avente una o più Persone che Esercitano il Controllo che sono Persone Oggetto di Comunicazione, a condizione che sia stato identificato in quanto tale secondo le procedure di adeguata verifica in materia fiscale di cui alle sezioni da II a VII.
2. Per «Persona Oggetto di Comunicazione» si intende una Persona di una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione diversa da: i) una società di capitali i cui titoli sono regolarmente scambiati su uno o più mercati dei valori mobiliari regolamentati; ii) una società di capitali che è un'Entità Collegata di una società di capitali di cui al punto i); iii) un'Entità Statale; iv) un'Organizzazione Internazionale; v) una Banca Centrale o vi) un Ente Finanziario.
3. Per «Persona di una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione» si intende una persona fisica o un'Entità che è residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione ai sensi della normativa fiscale di tale giurisdizione, o il patrimonio di un de cuius che era residente in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione. A tal fine, un'Entità come una società di persone, una società a responsabilità limitata o un analogo dispositivo giuridico che non abbia un luogo di residenza ai fini fiscali è considerata come residente nella giurisdizione in cui è situata la sua sede di direzione effettiva.
4. Per «Giurisdizione Oggetto di Comunicazione» si intende il Liechtenstein, in relazione a uno Stato membro, o uno Stato membro, in relazione al Liechtenstein, nell'ambito dell'obbligo di fornire le informazioni specificate nella sezione I.
5. Per «Giurisdizione Partecipante» in relazione a uno Stato membro o al Liechtenstein si intende:
a) qualsiasi Stato membro per quanto riguarda le comunicazioni al Liechtenstein,
b) il Liechtenstein per quanto riguarda le comunicazioni a uno Stato membro o
c) qualsiasi altra giurisdizione i) con cui lo Stato membro in questione o il Liechtenstein, a seconda dei casi, ha concluso un accordo in base al quale l'altra giurisdizione fornirà le informazioni di cui alla sezione I e ii) che figura in un elenco pubblicato da tale Stato membro o dal Liechtenstein e notificato, rispettivamente, al Liechtenstein o alla Commissione europea;
d) per quanto riguarda gli Stati membri, qualsiasi altra giurisdizione i) con cui l'Unione europea ha concluso un accordo in base al quale l'altra giurisdizione fornirà le informazioni di cui alla sezione I, e ii) che figura in un elenco pubblicato dalla Commissione europea.
6. Per «Persone che Esercitano il Controllo» si intendono le persone fisiche che esercitano il controllo su un'Entità. Nel caso di un trust si intendono il disponente o i disponenti, il trustee o i trustee, l'eventuale protettore o gli eventuali protettori, il beneficiario o i beneficiari o la classe o le classi di beneficiari, e ogni altra persona fisica che, in ultima istanza, esercita il controllo effettivo sul trust; nel caso di un dispositivo giuridico diverso da un trust si intendono persone che sono in posizioni equivalenti o simili. L'espressione «Persone che Esercitano il Controllo» va interpretata conformemente alle raccomandazioni del GAFI.
7. Per «Entità non Finanziaria» si intende un'Entità che non è un Ente Finanziario.
8. Per «Entità Non Finanziaria Passiva» si intende: i) un'Entità non Finanziaria che non è un'Entità non Finanziaria Attiva; o ii) un'Entità di Investimento di cui alla parte A, punto 6, lettera b), che non è un Ente Finanziario di una Giurisdizione Partecipante.
9. Per «Entità non Finanziaria Attiva» si intende un'Entità non Finanziaria che soddisfa uno dei seguenti criteri:
a) meno del 50 % del reddito lordo dell'Entità non Finanziaria per l'anno solare precedente o altro adeguato periodo di rendicontazione è reddito passivo e meno del 50 % delle attività detenute dall'Entità non Finanziaria nel corso dell'anno solare precedente o altro adeguato periodo di rendicontazione sono attività che producono o sono detenute al fine di produrre reddito passivo;
b) il capitale dell'Entità non Finanziaria è regolarmente negoziato in un mercato regolamentato di valori mobiliari oppure l'Entità non Finanziaria è un'Entità Collegata di un'Entità il cui capitale è regolarmente negoziato in un mercato regolamentato di valori mobiliari;
c) l'Entità non Finanziaria è un'Entità Statale, un'Organizzazione Internazionale, una Banca Centrale o un'Entità interamente controllata da uno o più di detti soggetti;
d) tutte le attività dell'Entità non Finanziaria consistono essenzialmente nella detenzione (totale o parziale) delle consistenze dei titoli di una o più controllate impegnate nell'esercizio di un'attività economica o commerciale diversa dall'attività di un Ente Finanziario, e nella fornitura di finanziamenti e servizi a esse, salvo che un'Entità non sia idonea a questo status poiché funge (o si qualifica) come un fondo d'investimento, un fondo di private equity, un fondo di venture capital, un leveraged buyout fund o altro veicolo d'investimento la cui finalità è di acquisire o finanziare società per poi detenere partecipazioni in tali società come capitale fisso ai fini d'investimento;
e) l'Entità non Finanziaria non esercita ancora un'attività economica e non l'ha esercitata in passato, ma sta investendo capitale in alcune attività con l'intento di esercitare un'attività economica diversa da quella di un Ente Finanziario; l'Entità non Finanziaria non ha i requisiti per questa eccezione decorsi 24 mesi dalla data della sua organizzazione iniziale;
f) l'Entità non Finanziaria non è stata un Ente Finanziario negli ultimi cinque anni e sta liquidando le sue attività o si sta riorganizzando al fine di continuare o ricominciare a operare in un'attività economica diversa da quella di un Ente Finanziario;
g) l'Entità non Finanziaria si occupa principalmente di operazioni di finanziamento e operazioni di copertura con o per conto di Entità Collegate che non sono enti finanziari e non fornisce servizi di finanziamento o di copertura a Entità che non siano Entità Collegate, a condizione che il gruppo di tali Entità Collegate si occupi principalmente di un'attività economica diversa da quella di un Ente Finanziario, oppure
h) l'Entità Non Finanziaria soddisfa tutti i seguenti requisiti:
i) è stata costituita ed è gestita nella sua giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) esclusivamente per finalità religiose, caritatevoli, scientifiche, artistiche, culturali, sportive o educative, oppure è stata costituita ed è gestita nella sua giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) ed è un'organizzazione professionale, un'unione di operatori economici, una camera di commercio, un'organizzazione del lavoro, un'organizzazione agricola o orticola, un'unione civica o un'organizzazione attiva esclusivamente per la promozione dell'assistenza sociale;
ii) è esente dall'imposta sul reddito nella sua giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione);
iii) non ha azionisti o soci che hanno un interesse a titolo di proprietari o di beneficiari sul suo reddito o sul patrimonio;
iv) le leggi applicabili della giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) dell'Entità non Finanziaria o gli atti costitutivi dell'Entità non Finanziaria non consentono che il reddito o patrimonio dell'Entità non Finanziaria siano distribuiti o destinati a beneficio di un privato o di un'Entità non caritatevole, se non nell'ambito degli scopi di natura caritatevole dell'Entità, a titolo di pagamento di una remunerazione congrua per i servizi resi, oppure a titolo di pagamento del valore equo di mercato di beni acquistati dall'Entità non Finanziaria e
v) le leggi applicabili della giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) dell'Entità non Finanziaria o gli atti costitutivi dell'Entità non Finanziaria prevedono che, all'atto della liquidazione o dello scioglimento dell'Entità non Finanziaria, tutto il suo patrimonio sia distribuito a un'Entità Statale o altra organizzazione senza scopo di lucro, o sia devoluto al governo della giurisdizione di residenza (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) dell'Entità non Finanziaria o a una sua suddivisione politica.
E. Varie
1. Per «Titolare del Conto» si intende la persona elencata o identificata quale titolare del Conto Finanziario da parte dell'Ente Finanziario presso cui è detenuto il conto. Una persona, diversa da un Ente Finanziario, che detiene un Conto Finanziario a vantaggio o per conto di un'altra persona in qualità di agente, custode, intestatario, firmatario, consulente di investimento o intermediario non è considerata come detentrice del conto ai fini del presente allegato e tale altra persona è considerata come avente la titolarità del conto. Nel caso di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita, il Titolare del Conto è qualsiasi persona avente diritto di accedere al Valore Maturato o a modificare il beneficiario del contratto. Se nessuna persona può accedere al Valore Maturato o modificare il beneficiario, i Titolari del Conto sono tutte le persone nominate quali titolari nel contratto e tutte le persone che abbiano legittimamente diritto al pagamento ai sensi del contratto. Alla scadenza di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita, ciascuna persona avente diritto a ricevere un pagamento previsto dal contratto è considerata Titolare del Conto.
2. Per «Procedure AML/KYC» si intendono le procedure di adeguata verifica della clientela di un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione conformemente agli obblighi di antiriciclaggio e obblighi analoghi a cui tale Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è soggetto.
3. Per «Entità» si intende una persona giuridica o un dispositivo giuridico quale una società di capitali, una società di persone, un trust o una fondazione.
4. Un'Entità è un'«Entità Collegata» di un'altra Entità se: i) una delle due Entità controlla l'altra Entità, b) le due Entità sono soggette a gestione comune o c) le due Entità sono Entità di Investimento di cui alla parte A, punto 6, lettera b), sono soggette a gestione comune e tale gestione adempie gli obblighi di adeguata verifica in materia fiscale di tali Entità di Investimento. A tal fine, il controllo comprende il possesso diretto o indiretto di più del 50 % dei diritti di voto e del valore in un'Entità.
5. Per «NIF» si intende un codice di identificazione fiscale (o equivalente funzionale in assenza di un codice di identificazione fiscale).
6. Per «Prove Documentali» si intende uno dei documenti seguenti:
a) un certificato di residenza rilasciato da un ente pubblico autorizzato (per esempio lo Stato o un'agenzia dello stesso oppure un comune) della giurisdizione (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) in cui il beneficiario dei pagamenti afferma di essere residente;
b) con riferimento a una persona fisica, un documento d'identità valido rilasciato da un ente pubblico autorizzato (per esempio lo Stato o un'agenzia dello stesso oppure un comune), contenente il nome della persona fisica e che viene comunemente utilizzato ai fini identificativi;
c) con riferimento a un'Entità, la documentazione ufficiale rilasciata da un ente pubblico autorizzato (per esempio lo Stato o un'agenzia dello stesso, o un comune), contenente la denominazione dell'Entità nonché l'indirizzo della sua sede principale nella giurisdizione (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) di cui l'Entità dichiara di essere residente oppure la giurisdizione (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra giurisdizione) in cui l'Entità stessa è legalmente costituita o organizzata;
d) i bilanci sottoposti a revisione, le informative commerciali ai terzi, le istanze di fallimento o le relazioni dell'autorità di regolamentazione del mercato mobiliare.
Per quanto riguarda i Conti Preesistenti di Entità, gli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione possono utilizzare come Prove Documentali qualsiasi classificazione contenuta nei loro registri riguardante il Titolare del Conto determinata in base a un sistema standardizzato di codificazione industriale, registrata dall'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione secondo le sue consuete pratiche commerciali ai fini delle Procedure AML/KYC o per altre finalità di legge (diverse da quelle fiscali) e applicata da detto Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione prima della data utilizzata per classificare il Conto Finanziario come Conto Preesistente, a condizione che l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non sia a conoscenza o non abbia motivo di essere a conoscenza del fatto che tale classificazione è inesatta o non attendibile. Per «sistema standardizzato di codificazione industriale» si intende un sistema di codificazione utilizzato allo scopo di classificare le imprese in base alla tipologia di attività esercitata per finalità diverse da quelle fiscali.
SEZIONE IX
EFFICACE ATTUAZIONE
Ciascuno Stato membro e il Liechtenstein sono tenuti ad adottare norme e procedure amministrative intese ad assicurare l'efficace attuazione e il rispetto delle procedure in materia di comunicazione e di adeguata verifica in materia fiscale di cui sopra, comprese:
1. norme intese a evitare che gli Enti Finanziari, le persone o gli intermediari facciano ricorso a pratiche atte a eludere le procedure di comunicazione e di adeguata verifica in materia fiscale;
2. norme che impongono agli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione di conservare i dati informativi relativi alle azioni intraprese e le eventuali prove utilizzate per l'attuazione delle suddette procedure, nonché misure adeguate per l'ottenimento di tali dati;
3. procedure amministrative intese a verificare il rispetto delle procedure di comunicazione e di adeguata verifica in materia fiscale da parte degli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione; procedure amministrative intese a monitorare un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione nel caso di conti non documentati;
4. procedure amministrative intese a garantire che le Entità e i conti definiti nel diritto nazionale come Enti Finanziari non Tenuti alla Comunicazione e Conti Esclusi continuino a presentare un rischio ridotto di essere utilizzati a fini di evasione fiscale, e
5. efficaci disposizioni di attuazione per gestire i casi di non conformità.
SEZIONE X
DATE DI ATTUAZIONE PER QUANTO RIGUARDA GLI ENTI FINANZIARI TENUTI ALLA COMUNICAZIONE SITUATI IN AUSTRIA
Nel caso degli Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione situati in Austria, tutti i riferimenti al «2016» e al «2017» nel presente allegato si intendono fatti rispettivamente al «2017» e al «2018». Nel caso di Conti Preesistenti detenuti da Enti Finanziari Tenuti alla Comunicazione situati in Austria, tutti i riferimenti al «31 dicembre 2015» nel presente allegato si intendono fatti al «31 dicembre 2016».
ALLEGATO II
NORME COMPLEMENTARI DI COMUNICAZIONE E ADEGUATA VERIFICA IN MATERIA FISCALE RELATIVE AI CONTI FINANZIARI
1. Cambiamento di circostanze
Un «cambiamento di circostanze» comprende qualsiasi cambiamento risultante nell'aggiunta di informazioni allo status di una persona o che sia altrimenti in contraddizione con lo status di tale persona. Inoltre, un cambiamento di circostanze comprende qualsiasi cambiamento o aggiunta di informazioni riguardo al conto del Titolare del Conto (compresa l'aggiunta, la sostituzione o altra modifica riguardante un Titolare del Conto) o qualsiasi modifica o aggiunta di informazioni riguardo a qualsiasi conto associato a tale conto (in applicazione delle regole di aggregazione dei conti di cui all'allegato I, sezione VII, parte C, punti da 1 a 3 se tale modifica o aggiunta di informazioni influisce sullo status del Titolare del Conto.
Se un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione si è basato sulla verifica dell'indirizzo di residenza di cui all'allegato I, sezione III, parte B, punto 1, e avviene un cambiamento di circostanze a motivo del quale l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione è a conoscenza o ha motivo di essere a conoscenza del fatto che le Prove Documentali (o altra documentazione equivalente) originarie sono inesatte o inattendibili, l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione deve, entro l'ultimo giorno del pertinente anno solare o di altro adeguato periodo di rendicontazione, oppure 90 giorni dopo la notifica o la scoperta di tale cambiamento di circostanze, se questa data è posteriore, acquisire un'autocertificazione e nuove Prove Documentali per stabilire la residenza o le residenze del Titolare del Conto ai fini fiscali. Se l'Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione non è in grado di ottenere l'autocertificazione e nuove Prove Documentali entro tale data, esso deve applicare la procedura di ricerca negli archivi elettronici di cui all'allegato I, sezione III, parte B, punti da 2 a 6.
2. Autocertificazione per i Nuovi Conti di Entità
Per i Nuovi Conti di Entità, al fine di determinare se una persona che esercita il controllo su un'Entità non Finanziaria Passiva è una Persona Oggetto di Comunicazione, un Ente Finanziario Tenuto alla Comunicazione può considerare come attendibile soltanto un'autocertificazione da parte del Titolare del Conto o della persona che esercita il controllo.
3. Residenza di un Ente Finanziario
Un Ente Finanziario è «residente» in uno Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante se è soggetto alla giurisdizione di tale Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante (ossia se la Giurisdizione Partecipante è in grado di applicare le disposizioni in materia di rendicontazione da parte dell'Ente Finanziario). In generale, se un Ente Finanziario è residente ai fini fiscali in uno Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante esso è soggetto alla giurisdizione di tale Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante ed è pertanto un Ente Finanziario dello Stato membro, un Ente Finanziario del Liechtenstein o un Ente Finanziario di un'altra Giurisdizione Partecipante. Un trust che sia un Ente Finanziario (indipendentemente dal fatto che sia o meno residente ai fini fiscali in uno Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante) è considerato soggetto alla giurisdizione di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante se uno o più dei suoi trustee sono residenti in tale Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante, a meno che il trust fornisca tutte le informazioni richieste ai sensi del presente accordo o di un altro accordo che applichi lo standard globale in relazione ai Conti Oggetto di Comunicazione gestiti dal trust a un'altra Giurisdizione Partecipante (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra Giurisdizione Partecipante) in quanto è residente ai fini fiscali in tale altra Giurisdizione Partecipante. Tuttavia, se un Ente Finanziario (diverso da un trust) non è residente ai fini fiscali (ad esempio perché risulta trasparente sotto il profilo fiscale o è situato in una giurisdizione che non applica un'imposta sul reddito), esso è considerato soggetto alla giurisdizione di uno Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante ed è pertanto un Ente Finanziario dello Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante se:
a) è costituito ai sensi del diritto dello Stato membro, del Liechtenstein o di un'altra Giurisdizione Partecipante;
b) la sua sede di direzione (compresa l'effettiva direzione) è situata nello Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante, oppure
c) è soggetto a vigilanza finanziaria nello Stato membro, in Liechtenstein o in un'altra Giurisdizione Partecipante.
Se un Ente Finanziario (diverso da un trust) è residente in due o più giurisdizioni Partecipanti (uno Stato membro, il Liechtenstein o un'altra Giurisdizione Partecipante), esso è soggetto agli obblighi di comunicazione e adeguata verifica in materia fiscale della Giurisdizione Partecipante in cui gestisce il Conto Finanziario o i Conti Finanziari.
4. Conto gestito
In generale, il conto si considera gestito presso un Ente Finanziario:
a) nel caso di un Conto di Custodia, presso l'Ente Finanziario che detiene la custodia delle attività sul conto (compreso un Ente Finanziario che detiene attività per conto (in street name) del Titolare del Conto presso tale ente);
b) nel caso di un Conto di Deposito, presso l'Ente Finanziario che è tenuto a effettuare pagamenti in relazione al conto (esclusi gli agenti di un Ente Finanziario, indipendentemente dal fatto che tali agenti siano o meno un Ente Finanziario);
c) nel caso di Quote nel Capitale di Rischio o nel capitale di debito di un Ente Finanziario che costituiscono un Conto Finanziario, presso tale Ente Finanziario;
d) nel caso di un Contratto di Assicurazione per il quale è Misurabile un Valore Maturato o di un Contratto di Rendita, presso l'Ente Finanziario che è tenuto a effettuare pagamenti in relazione al contratto.
5. Trust che sono Entità non Finanziarie Passive
Un' Entità come una società di persone, una società a responsabilità limitata o un analogo dispositivo giuridico che non abbia un luogo di residenza ai fini fiscali ai sensi dell'allegato I, sezione VIII, parte D, punto 3, è trattata come residente nella giurisdizione in cui è situata la sua sede di direzione effettiva. A tal fine, una persona giuridica o un dispositivo giuridico sono considerati «simili» a una società di persone e a una società a responsabilità limitata se non sono trattati come soggetti fiscali in una Giurisdizione Oggetto di Comunicazione ai sensi della legislazione fiscale di tale giurisdizione. Tuttavia, al fine di evitare la duplicazione degli obblighi di informativa (tenuto conto dell'ampia portata dei termini «Persone che Esercitano il Controllo» nel caso dei trust), un trust che è un'Entità non Finanziaria Passiva può non essere considerato un siffatto dispositivo giuridico.
6. Indirizzo della sede principale dell'Entità
Uno dei requisiti di cui all'allegato I, sezione VIII, parte E, punto 6, lettera c), prevede che, con riferimento a un'Entità, la documentazione ufficiale comprenda l'indirizzo della sede principale dell'Entità nello Stato membro, in Liechtenstein o in altra giurisdizione in cui l'Entità stessa dichiara di essere residente o nello Stato membro, in Liechtenstein o in altra giurisdizione in cui essa è costituita o organizzata. L'indirizzo della sede principale dell'Entità è generalmente il luogo in cui è situata la sede di direzione effettiva. L'indirizzo dell'Ente Finanziario presso cui l'Entità ha un conto, una casella postale o un indirizzo utilizzato esclusivamente a fini postali non è l'indirizzo della sede principale dell'Entità, a meno che tale indirizzo sia l'unico utilizzato dall'Entità e figuri come sede legale nei documenti organizzativi dell'Entità stessa. Inoltre, un indirizzo fornito subordinatamente a istruzioni miranti a conservare tutta la posta all'indirizzo stesso non è l'indirizzo della sede principale dell'Entità.
ALLEGATO III
ELENCO DELLE AUTORITÀ COMPETENTI DELLE PARTI CONTRAENTI
Le Autorità Competenti ai fini del presente accordo sono:
a) nel Principato del Liechtenstein: die Regierung des Fürstentums Liechtenstein o un mandatario,
b) nel Regno del Belgio: De Minister van Financiën/Le ministre des Finances o un mandatario
c) nella Repubblica di Bulgaria: Изпълнителният директор на Националната агенция за приходите o un mandatario,
d) nella Repubblica ceca: Ministr financí o un mandatario,
e) nel Regno di Danimarca: Skatteministeren o un mandatario,
f) nella Repubblica federale di Germania: Der Bundesminister der Finanzen o un mandatario,
g) nella Repubblica di Estonia: Rahandusminister o un mandatario,
h) nella Repubblica ellenica: Ο Υπουργός Οικονομίας και Οικονομικών o un mandatario,
i) nel Regno di Spagna: El ministro de Economía y Hacienda o un mandatario,
j) nella Repubblica francese: Le ministre chargé du budget o un mandatario,
k) nella Repubblica di Croazia: Ministar financija o un mandatario,
l) in Irlanda: The Revenue Commissioners o il loro mandatario,
m) nella Repubblica italiana: Il direttore generale delle Finanze o un mandatario,
n) nella Repubblica di Cipro: Υπουργός Οικονομικών o un mandatario,
o) nella Repubblica di Lettonia: Finanšu ministrs o un mandatario,
p) nella Repubblica di Lituania: Finansų ministras o un mandatario,
q) nel Granducato di Lussemburgo: Le ministre des Finances o un mandatario,
r) in Ungheria: A pénzügyminiszter o un mandatario,
s) nella Repubblica di Malta: Il-Ministru responsabbli għall-Finanzi o un mandatario,
t) nel Regno dei Paesi Bassi: De Minister van Financiën o un mandatario,
u) nella Repubblica d'Austria: Der Bundesminister für Finanzen o un mandatario,
v) nella Repubblica di Polonia: Minister Finansów o un mandatario,
w) nella Repubblica portoghese: O ministro das Finanças o un mandatario,
x) in Romania: Președintele Agenției Naționale de Administrare Fiscală o un mandatario,
y) nella Repubblica di Slovenia: Minister za finance o un mandatario,
z) nella Repubblica slovacca: Minister financií o un mandatario,
aa) nella Repubblica di Finlandia: Valtiovarainministeriö/Finansministeriet o un mandatario,
ab) nel Regno di Svezia: Chefen för Finansdepartementet o un mandatario,
ac) nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e nei territori europei delle cui relazioni esterne è responsabile il Regno Unito: i Commissioners of Inland Revenue o i loro mandatari e le Autorità Competenti di Gibilterra, che il Regno Unito designerà conformemente agli Accordi conclusi con riguardo alle autorità di Gibilterra nel contesto degli strumenti dell'UE e della CE e dei relativi trattati, come notificati agli Stati membri e alle istituzioni dell'Unione europea il 19 aprile 2000, una copia dei quali viene notificata al Liechtenstein dal segretario generale del Consiglio dell'Unione europea ai fini dell'applicazione anche al presente accordo.
MEMORANDUM D'INTESA
tra la Comunità europea, il Regno del Belgio, la Repubblica ceca, il Regno di Danimarca, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica d'Estonia, la Repubblica ellenica, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, l'Irlanda, la Repubblica italiana, la Repubblica di Cipro, la Repubblica di Lettonia, la Repubblica di Lituania, il Granducato del Lussemburgo, la Repubblica d'Ungheria, la Repubblica di Malta, il Regno dei Paesi Bassi, la Repubblica d'Austria, la Repubblica di Polonia, la Repubblica portoghese, la Repubblica di Slovenia, la Repubblica slovacca, la Repubblica di Finlandia, il Regno di Svezia, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e il Principato del Liechtenstein
LA COMUNITÁ EUROPEA,
IL REGNO DEL BELGIO,
LA REPUBBLICA CECA,
IL REGNO DI DANIMARCA,
LA REPUBBLICA FEDERALE DI GERMANIA,
LA REPUBBLICA D'ESTONIA,
LA REPUBBLICA ELLENICA,
IL REGNO DI SPAGNA,
LA REPUBBLICA FRANCESE,
L'IRLANDA,
LA REPUBBLICA ITALIANA,
LA REPUBBLICA DI CIPRO,
LA REPUBBLICA DI LETTONIA,
LA REPUBBLICA DI LITUANIA,
IL GRANDUCATO DEL LUSSEMBURGO,
LA REPUBBLICA D'UNGHERIA,
LA REPUBBLICA DI MALTA,
IL REGNO DEI PAESI BASSI,
LA REPUBBLICA D'AUSTRIA,
LA REPUBBLICA DI POLONIA,
LA REPUBBLICA PORTOGHESE,
LA REPUBBLICA DI SLOVENIA,
LA REPUBBLICA SLOVACCA,
LA REPUBBLICA DI FINLANDIA,
IL REGNO DI SVEZIA,
IL REGNO UNITO DI GRAN BRETAGNA E IRLANDA DEL NORD
e
IL PRINCIPATO DEL LIECHTENSTEIN , in seguito denominato «il Liechtenstein»,
HANNO CONVENUTO QUANTO SEGUE:
1. INTRODUZIONE
Il Liechtenstein e la Comunità europea concludono un accordo che stabilisce misure equivalenti a quelle definite nella direttiva 2003/48/CE del Consiglio, del 3 giugno 2003, in materia di tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi (in seguito denominata la «direttiva»). Il presente memorandum d’intesa costituisce un complemento di tale accordo.
2. DISCUSSIONI CON ALTRI PAESI TERZI PER GARANTIRE L’ADOZIONE DI MISURE EQUIVALENTI
Nel corso del periodo transitorio previsto dalla direttiva, la Comunità europea avvia un dibattito con altri importanti centri finanziari onde promuovere l’adozione da parte di tali giurisdizioni di misure equivalenti a quelle applicate dalla Comunità.
3. DICHIARAZIONE D’INTENTI
I firmatari del presente memorandum d’intesa dichiarano di ritenere che l’accordo di cui al punto 1 e il presente memorandum costituiscano una soluzione accettabile ed equilibrata, tale da poter preservare gli interessi delle Parti. Di conseguenza, essi attueranno in buona fede le misure concordate e non avvieranno senza giusta causa azioni unilaterali che possano compromettere l’accordo.
Qualora una differenza significativa venisse individuata tra il campo di applicazione della direttiva, quale adottata il 3 giugno 2003, e il campo di applicazione dell’accordo, in particolare per quanto attiene all’articolo 6 di quest'ultimo, le Parti contraenti avvieranno immediate consultazioni conformemente all’articolo 13, paragrafo 1 dell’accordo al fine di assicurarsi che il carattere equivalente delle misure previste dall’accordo venga mantenuto.
Il Liechtenstein si impegna a fare il possibile, nel rispetto delle sue norme procedurali, per pronunciarsi senza indugio in merito all’accettabilità di una richiesta debitamente giustificata di scambio di informazioni ai sensi dell’articolo 10 dell'accordo.
L’Unione europea e i suoi Stati membri terranno conto nella loro cooperazione con il Principato, compresa quella nel settore fiscale, della decisione del Liechtenstein di stabilire misure equivalenti a quelle della direttiva. I firmatari convengono che nel contesto dei negoziati bilaterali sullo scambio di informazioni di cui all’articolo 10, paragrafo 4 dell’accordo, entrambe le parti coinvolte potranno sollevare altre questioni relative alla tassazione, tra cui quelle relative all’eliminazione della doppia imposizione sul reddito.
Fatto a Bruxelles il 7 dicembre 2004 in duplice esemplare, nelle lingue ceca, danese, estone, finlandese, francese, greca, inglese, italiana, lettone, lituana, olandese, polacca, portoghese, slovacca, slovena, spagnola, svedese, tedesca e ungherese, ciascun testo facente ugualmente fede.
La versione in lingua maltese è autenticata dalle Parti firmatarie mediante scambio di lettere. Essa fa ugualmente fede allo stesso titolo delle lingue di cui al comma precedente.
EN FE DE LO CUAL, los plenipotenciarios abajo firmantes suscriben el presente Acuerdo.
NA DŮKAZ ČEHOŽ připojili níže podepsaní zplnomocnění zástupci k této smlouvě své podpisy.
TIL BEKRÆFTELSE HERAF har undertegnede befuldmægtigede underskrevet denne aftale.
ZU URKUND DESSEN haben die unterzeichneten Bevollmächtigten ihre Unterschriften unter dieses Abkommen gesetzt.
SELLE KINNITUSEKS on täievolilised esindajad käesolevale lepingule alla kirjutanud.
ΣΕ ΠΙΣΤΩΣΗ ΤΩΝ ΑΝΩΤΕΡΩ, οι υπογράφοντες πληρεξούσιοι έθεσαν την υπογραφή τους κάτω από την παρούσα συμφωνία.
IN WITNESS WHEREOF, the undersigned Plenipotentiaries have hereunto set their hands.
EN FOI DE QUOI, les plénipotentiaires soussignés ont apposé leurs signatures au bas du présent accord.
IN FEDE DI CHE, i plenipotenziari sottoscritti hanno apposto la propria firma in calce al presente accordo.
TO APLIECINOT, attiecīgi pilnvarotas personas ir parakstījušas šo nolīgumu.
TAI PALIUDYDAMI, šį Susitarimą pasirašė toliau nurodyti įgaliotieji atstovai.
FENTIEK HITELÉÜL e megállapodást az alulírott meghatalmazottak alább kézjegyükkel látták el.
B'XIEHDA TA' DAN, il-Plenipotenzjari hawn taħt iffirmati ffirmaw dan il-Ftehim.
TEN BLIJKE WAARVAN de ondergetekende gevolmachtigden hun handtekening onder deze overeenkomst hebben geplaatst.
W DOWÓD CZEGO, niżej podpisani pełnomocnicy złożyli swoje podpisy.
EM FÉ DO QUE, os plenipotenciários abaixo assinados apuserem as suas assinaturas no final do presente Acordo.
NA DÔKAZ ČOHO dolupodpísaní splnomocnení zástupcovia podpísali túto dohodu.
V POTRDITEV TEGA so spodaj podpisani pooblaščenci podpisali ta sporazum.
TÄMÄN VAKUUDEKSI allamainitut täysivaltaiset edustajat ovat allekirjoittaneet tämän sopimuksen.
TILL BEVIS HÄRPÅ har undertecknade befullmäktigade undertecknat detta avtal.
Hecho en Bruselas, el siete de diciembre del dos mil cuatro.
V Bruselu dne sedmého prosince dva tisíce čtyři.
Udfærdiget i Bruxelles den syvende december to tusind og fire.
Geschehen zu Brüssel am siebten Dezember zweitausendundvier.
Kahe tuhande neljanda aasta detsembrikuu seitsmendal päeval Brüsselis.
Έγινε στις Βρυξέλλες, στις εφτά Δεκεμβρίου δύο χιλιάδες τέσσερα.
Done at Brussels on the seventh day of December in the year two thousand and four.
Fait à Bruxelles, le sept décembre deux mille quatre.
Fatto a Bruxelles, addì sette dicembre duemilaquattro.
Briselē, divi tūkstoši ceturtā gada septītajā decembrī.
Pasirašyta du tūkstančiai ketvirtų metų gruodžio septintą dieną Briuselyje.
Kelt Brüsszelben, a kettőezer negyedik év december hetedik napján.
Magħmul fi Brussel fis-seba' jum ta' Diċembru tas-sena elfejn u erbgħa.
Gedaan te Brussel, de zevende december tweeduizendvier.
Sporządzono w Brukseli dnia siódmego grudnia roku dwutysięcznego czwartego.
Feito em Bruxelas, em sete de Dezembro de dois mil e quatro.
V Bruseli siedmeho decembra dvetisícštyri.
V Bruslju, dne sedmega decembra leta dva tisoč štiri.
Tehty Brysselissä seitsemäntenä päivänä joulukuuta vuonna kaksituhattaneljä.
Som skedde i Bryssel den sjunde december tjugohundrafyra.
Pour le Royaume de Belgique
Voor het Koninkrijk België
Für das Königreich Belgien
Za Českou republiku
På Kongeriget Danmarks vegne
Für die Bundesrepublik Deutschland
Eesti Vabariigi nimel
Για την Ελληνική Δημοκρατία
Por el Reino de España
Pour la République française
Thar cheann Na hÉireann
For Ireland
Per la Repubblica italiana
Για την Κυπριακή Δημοκρατία
Latvijas Republikas vārdā
Lietuvos Respublikos vardu
Pour le Grand-Duché de Luxembourg
A Magyar Köztársaság részéről
Għar-Republikka ta' Malta
Voor het Koninkrijk der Nederlanden
Für die Republik Österreich
W imieniu Rzeczypospolitej Polskiej
Pela República Portuguesa
Za Republiko Slovenijo
Za Slovenskú republiku
Suomen tasavallan puolesta
För Republiken Finland
För Konungariket Sverige
For the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland
Por la Comunidad Europea
Za Evropské společenství
For Det Europæiske Fællesskab
Für die Europäische Gemeinschaft
Euroopa Ühenduse nimel
Για την Ευρωπαϊκή Κοινότητα
For the European Community
Pour la Communauté européenne
Per la Comunità europea
Eiropas Kopienas vārdā
Europos bendrijos vardu
az Európai Közösség részéről
Għall-Komunità Ewropea
Voor de Europese Gemeenschap
W imieniu Wspólnoty Europejskiej
Pela Comunidade Europeia
Za Európske spoločenstvo
za Evropske skupnost
Euroopan yhteisön puolesta
På Europeiska gemenskapens vägnar
Für das Fürstentum Liechtenstein
<note>
( 1 ) GU UE L 64 dell'11.3.2011, pag. 1.
</note> | ITA | 02004A1224(01)-20160101 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>11.7.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 184/11</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/1126 DELLA COMMISSIONE
del 10 luglio 2015
recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) ,
visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati ( 2 ) , in particolare l'articolo 136, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 prevede, in applicazione dei risultati dei negoziati commerciali multilaterali dell'Uruguay round, i criteri per la fissazione da parte della Commissione dei valori forfettari all'importazione dai paesi terzi, per i prodotti e i periodi indicati nell'allegato XVI, parte A, del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il valore forfettario all'importazione è calcolato ciascun giorno feriale, in conformità dell'articolo 136, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011, tenendo conto di dati giornalieri variabili. Pertanto il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
I valori forfettari all'importazione di cui all'articolo 136 del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 sono quelli fissati nell'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 10 luglio 2015
Per la Commissione,
a nome del presidente
Jerzy PLEWA
Direttore generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1 .
ALLEGATO
Valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>(EUR/100 kg)</p></td></tr><tr><td><p>Codice NC</p></td><td><p>Codice dei paesi terzi<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Valore forfettario all'importazione</p></td></tr><tr><td><p>0702 00 00</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>181,3</p></td></tr><tr><td><p>MK</p></td><td><p>43,8</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>112,6</p></td></tr><tr><td><p>0707 00 05</p></td><td><p>TR</p></td><td><p>116,3</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>116,3</p></td></tr><tr><td><p>0709 93 10</p></td><td><p>TR</p></td><td><p>119,7</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>119,7</p></td></tr><tr><td><p>0805 50 10</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>98,0</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>108,0</p></td></tr><tr><td><p>UY</p></td><td><p>76,8</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>135,1</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>104,5</p></td></tr><tr><td><p>0808 10 80</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>98,9</p></td></tr><tr><td><p>BR</p></td><td><p>106,0</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>131,8</p></td></tr><tr><td><p>NZ</p></td><td><p>147,1</p></td></tr><tr><td><p>US</p></td><td><p>173,4</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>122,1</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>129,9</p></td></tr><tr><td><p>0808 30 90</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>114,9</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>127,1</p></td></tr><tr><td><p>CN</p></td><td><p>86,2</p></td></tr><tr><td><p>NZ</p></td><td><p>235,9</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>124,0</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>137,6</p></td></tr><tr><td><p>0809 10 00</p></td><td><p>TR</p></td><td><p>239,3</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>239,3</p></td></tr><tr><td><p>0809 29 00</p></td><td><p>TR</p></td><td><p>239,3</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>239,3</p></td></tr><tr><td><p>0809 30 10, 0809 30 90</p></td><td><p>CL</p></td><td><p>181,4</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>181,4</p></td></tr><tr><td><p>0809 40 05</p></td><td><p>BA</p></td><td><p>95,4</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>126,8</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>111,1</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Nomenclatura dei paesi stabilita dal Regolamento (UE) n. 1106/2012 della Commissione, del 27 novembre 2012, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi, per quanto riguarda l'aggiornamento della nomenclatura dei paesi e territori ( GU L 328 del 28.11.2012, pag. 7 ). Il codice «ZZ» corrisponde a «altre origini».
</note> | ITA | 32015R1126 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>18.11.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 301/42</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/2069 DELLA COMMISSIONE
del 17 novembre 2015
che approva la sostanza di base idrogenocarbonato di sodio a norma del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e modifica l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive del Consiglio 79/117/CEE e 91/414/CEE ( 1 ) , in particolare l'articolo 23, paragrafo 5, in combinato disposto con l'articolo 13, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 26 marzo 2014 la Commissione ha ricevuto dall'Agenzia danese per la protezione ambientale una domanda di approvazione dell'idrogenocarbonato di sodio quale sostanza di base, in conformità all'articolo 23, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1107/2009. Tale domanda era corredata delle informazioni prescritte all'articolo 23, paragrafo 3, secondo comma.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Commissione ha chiesto assistenza scientifica all'Autorità europea per la sicurezza alimentare (di seguito «l'Autorità»), la quale ha presentato alla Commissione una relazione tecnica sulla sostanza in esame l'11 dicembre 2014<a> (<span>2</span>)</a>. Il 28 maggio 2015 la Commissione ha presentato al comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi il rapporto di riesame<a> (<span>3</span>)</a> e un progetto del presente regolamento in vista della riunione del 9 ottobre 2015 di tale comitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La documentazione fornita dal richiedente dimostra che l'idrogenocarbonato di sodio soddisfa i criteri di «prodotto alimentare», quale definito all'articolo 2 del regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>4</span>)</a>. Inoltre, pur non essendo utilizzato prevalentemente per scopi fitosanitari, esso è comunque utile a questi fini in un prodotto costituito dalla sostanza in esame e da acqua. Esso va pertanto considerato una sostanza di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Dagli esami effettuati risulta che l'idrogenocarbonato di sodio può essere considerato conforme, in generale, alle prescrizioni di cui all'articolo 23 del regolamento (CE) n. 1107/2009, in particolare per quanto riguarda gli impieghi esaminati e specificati nel rapporto di riesame della Commissione. È pertanto opportuno approvare l'idrogenocarbonato di sodio quale sostanza di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 13, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1107/2009, in combinato disposto con l'articolo 6 del medesimo regolamento e alla luce delle attuali conoscenze scientifiche e tecniche, per l'approvazione è tuttavia necessario introdurre determinate condizioni, specificate nell'allegato I del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 13, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 1107/2009, l'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione<a> (<span>5</span>)</a> dovrebbe essere modificato di conseguenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Approvazione di una sostanza di base
La sostanza idrogenocarbonato di sodio, specificata nell'allegato I, è approvata quale sostanza di base alle condizioni stabilite in detto allegato.
Articolo 2
Modifiche del regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011
Il regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 è modificato conformemente all'allegato II del presente regolamento.
Articolo 3
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 17 novembre 2015
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
( 1 ) GU L 309 del 24.11.2009, pag. 1 .
( 2 ) Autorità europea per la sicurezza alimentare, 2015; Outcome of the consultation with Member States and EFSA on the basic substance application for sodium hydrogen carbonate for use in plant protection as a fungicide for the control of mildews on a range of horticultural crops, apple scab and for post-harvest control of storage diseases of various fruits. Pubblicazione di supporto dell'EFSA 2015:EN-719. 30 pagg.
( 3 ) http://ec.europa.eu/food/plant/pesticides/eu-pesticides-database/public/?event=activesubstance.selection&language=IT
( 4 ) Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare ( GU L 31 dell'1.2.2002, pag. 1 ).
( 5 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 540/2011 della Commissione, del 25 maggio 2011, recante disposizioni di attuazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'elenco delle sostanze attive approvate ( GU L 153 dell'11.6.2011, pag. 1 ).
ALLEGATO I
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome comune, numeri d'identificazione</p></td><td><p>Denominazione IUPAC</p></td><td><p>Purezza<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Data di approvazione</p></td><td><p>Disposizioni specifiche</p></td></tr><tr><td><p>Idrogenocarbonato di sodio</p><p>N. CAS: 144-55-8</p></td><td><p>Idrogenocarbonato di sodio</p></td><td><p>Di qualità alimentare</p></td><td><p>8 dicembre 2015</p></td><td><p>L'idrogenocarbonato di sodio deve essere impiegato in conformità alle condizioni specifiche indicate nelle conclusioni del rapporto di riesame sull'idrogenocarbonato di sodio (SANTE/10667/2015), in particolare alle relative appendici I e II.</p></td></tr></tbody></table>
( 1 ) Ulteriori dettagli sull'identità, sulle specifiche e sulle modalità d'impiego della sostanza di base sono contenuti nel rapporto di riesame.
ALLEGATO II
Nell'allegato, parte C, del regolamento (UE) n. 540/2011 è aggiunta la seguente voce:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero</p></td><td><p>Nome comune, numeri d'identificazione</p></td><td><p>Denominazione IUPAC</p></td><td><p>Purezza<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Data di approvazione</p></td><td><p>Disposizioni specifiche</p></td></tr><tr><td><p>«9</p></td><td><p>Idrogenocarbonato di sodio</p><p>N. CAS: 144-55-8</p></td><td><p>Idrogenocarbonato di sodio</p></td><td><p>Di qualità alimentare</p></td><td><p>8 dicembre 2015</p></td><td><p>L'idrogenocarbonato di sodio deve essere impiegato in conformità alle condizioni specifiche indicate nelle conclusioni del rapporto di riesame sull'idrogenocarbonato di sodio (SANTE/10667/2015), in particolare alle relative appendici I e II.»</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Ulteriori dettagli sull'identità, sulle specifiche e sulle modalità d'impiego della sostanza di base sono contenuti nel rapporto di riesame.
</note> | ITA | 32015R2069 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>16.8.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 293/14</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2021/1360 DELLA COMMISSIONE
del 30 giugno 2021
che autorizza i Paesi Bassi ad applicare una proroga di determinati periodi di cui agli articoli 2 e 3 del regolamento (UE) 2021/267 del Parlamento europeo e del Consiglio
[notificata con il numero C(2021) 4640]
(Il testo in lingua inglese è il solo facente fede)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2021/267 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2021, recante misure specifiche e temporanee in considerazione del protrarsi della crisi COVID-19 riguardo al rinnovo o alla proroga di taluni certificati, licenze e autorizzazioni, al rinvio di determinate verifiche e attività formative periodiche in taluni settori della legislazione in materia di trasporti e alla proroga di determinati periodi di cui al regolamento (UE) 2020/698 ( 1 ) , in particolare l'articolo 2, paragrafo 8, e l'articolo 3, paragrafo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'articolo 2, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267 proroga i termini relativi alla partecipazione ad attività formative periodiche da parte del titolare di un certificato di idoneità professionale (CAP) che sarebbero altrimenti scaduti o che scadrebbero altrimenti nel periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021. L'articolo 2, paragrafo 3, di tale regolamento proroga la validità della corrispondente marcatura del codice armonizzato «95» dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>L'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267 proroga la validità delle patenti di guida che sarebbe altrimenti scaduta o che scadrebbe altrimenti nel periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Con lettera del 25 maggio 2021 i Paesi Bassi hanno presentato una richiesta motivata di autorizzazione ad applicare una proroga di determinati periodi di cui agli articoli 2 e 3 del regolamento (UE) 2021/267. I Paesi Bassi hanno fornito informazioni supplementari a sostegno della loro richiesta in data 7 giugno 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Attraverso la loro richiesta motivata i Paesi Bassi chiedono un'autorizzazione ad applicare una proroga di quattro mesi del periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021 di cui all'articolo 2, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267, ai fini di tale disposizione e dell'articolo 2, paragrafo 3, nonché un'autorizzazione ad applicare una proroga di quattro mesi del periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021 di cui all'articolo 3, paragrafo 1, di tale regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, si ritengono con ogni probabilità impraticabili nel paese la partecipazione alle attività formative periodiche e il rilascio della relativa certificazione, nonché l'apposizione della marcatura del codice armonizzato «95» dell'Unione anche dopo il 30 giugno 2021, a causa delle misure adottate per impedire o contenere la diffusione della COVID-19.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Secondo i Paesi Bassi, in ragione di tali misure, è stato necessario sospendere le attività formative periodiche tra il 15 dicembre 2020 e il 16 marzo 2021. Sebbene nel frattempo le attività formative periodiche siano riprese, rimane in vigore l'obbligo per ogni persona di mantenere una distanza di 1,5 metri da un'altra persona in qualsiasi circostanza. Le imprese private hanno attuato tali misure attraverso un protocollo comune.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>L'effetto principale di tali misure per le attività formative periodiche risiede nel fatto che le classi devono ora essere costituite da un numero decisamente inferiore di persone rispetto alle situazioni normali. Una parte considerevole delle attività formative periodiche comprende infatti un corso pratico obbligatorio, che attualmente può essere erogato soltanto a piccoli gruppi di persone. Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, tale circostanza riduce significativamente la capacità di formazione in tale Stato membro, non consentendo a un gran numero di conducenti di mezzi pesanti di completare entro i termini previsti le attività formative periodiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Secondo i Paesi Bassi, tale protocollo comune dovrà essere applicato dalle imprese private per i mesi a venire, il che significa che persisteranno nel prossimo futuro le limitazioni significative registrate nella capacità di formazione disponibile del mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, la maggior parte dei conducenti di mezzi pesanti in tale Stato membro deve rinnovare il proprio certificato di idoneità professionale («CAP») entro la fine del 2021. Secondo le informazioni fornite dall'autorità dei Paesi Bassi preposta alla registrazione delle attività formative [la CBR <a>(<span>2</span>)</a>], 150 000 conducenti devono ancora seguire, in media, due corsi di sette ore nel 2021, il che si traduce in un totale di 300 000 corsi che devono ancora essere frequentati dai conducenti di mezzi pesanti in tale Stato membro entro la fine dell'anno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Inoltre, sulla base dei dati forniti dai Paesi Bassi, un numero significativo di conducenti di autobus ha avuto notevoli difficoltà a completare la propria formazione prima del 10 settembre 2020, in ragione della situazione di confinamento nella quale si trovava tale Stato membro durante la primavera del 2020. Essendo stata loro concessa una proroga dei rispettivi CAP a norma del regolamento (UE) 2020/698 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, i conducenti di autobus devono attualmente ancora seguire circa 350 000 corsi, in un arco di tempo molto limitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Inoltre, secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, dovrebbe essere molto difficile riprendere con regolarità tutte le attività formative periodiche. Il numero di infezioni da COVID-19 rimane elevato nei Paesi Bassi e la maggior parte dei conducenti professionisti non è stata ancora vaccinata. Sulla base delle informazioni fornite da tale Stato membro, ciò significa che si registrano ancora infezioni nel contesto di tale gruppo di persone o dei loro contatti stretti, e tale circostanza li costringe a trascorrere del tempo in malattia o in quarantena. Ciò non significa soltanto che devono essere sostituiti da colleghi, ma anche che dispongono di minor tempo per seguire i corsi di formazione periodica. Dall'esperienza passata emerge altresì che i formatori disponibili devono cancellare numerosi giorni di formazione, una circostanza che non si verifica soltanto a causa del numero elevato di cancellazioni impreviste da parte dei conducenti, ma anche in ragione di infezioni e quarantene che continuano a verificarsi tra i formatori stessi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>I Paesi Bassi sostengono che stanno lavorando all'attuazione di un regime che consenta la formazione periodica CAP all'interno delle imprese, che consentirebbe ai conducenti di seguire la loro formazione all'interno delle loro "bolle lavorative" abituali. Tuttavia la necessaria certificazione di tali formatori dovrebbe iniziare soltanto a partire dal 1<span>o</span> luglio. Si prevede che nel periodo successivo numerosi formatori e conducenti avranno le loro vacanze estive, dato che di solito sono legati alle vacanze scolastiche di tale Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, si presume che il rinnovo delle patenti di guida in tale Stato membro resti impraticabile anche dopo il 30 giugno 2021 a causa delle misure adottate per impedire o contenere la diffusione della COVID-19.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>In base alle informazioni fornite dai Paesi Bassi, in tale Stato membro i CAP sono rilasciati sulla patente di guida. Anche le patenti di guida della maggior parte dei conducenti di mezzi pesanti il cui CAP sarebbe scaduto il 10 settembre 2021 sarebbero quindi in scadenza alla medesima data.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Secondo i Paesi Bassi una proroga del periodo in cui le patenti di guida altrimenti scadrebbero è necessaria in particolare per quelle persone che necessitano di un certificato rilasciato da un medico specialista per rinnovare la loro patente. Sulla base dei dati forniti da tale Stato membro, sono attualmente 61 687 i fascicoli per cui l'autorità nazionale d'esame dei Paesi Bassi sta ancora aspettando tali certificati da medici o specialisti. Ciò è dovuto al fatto che un numero significativo di conducenti non può ancora prendere appuntamenti medici in tempo, in ragione della pressione causata sul sistema sanitario dalla COVID-19.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, il numero di test risultati positivi e di nuovi ricoveri è diminuito in tale Stato membro e la velocità di vaccinazione rimane in linea con la media europea. Tuttavia la situazione generale della COVID-19 nei Paesi Bassi è ancora considerata preoccupante, dato che in questo momento 23 delle 25 regioni dello Stato membro sono classificate a un livello di rischio «critico», ossia il livello più elevato. Le altre due regioni sono invece classificate al livello inferiore, ossia il livello di rischio «grave». La pressione sul sistema sanitario è quindi ancora molto elevata. Di conseguenza è probabile che le misure adottate per impedire o contenere la diffusione di COVID-19 rimangano in vigore per diversi mesi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Secondo le stime dei Paesi Bassi, un periodo di quattro mesi per le proroghe richieste è necessario affinché i conducenti professionisti possano frequentare i loro corsi di aggiornamento entro i termini applicabili, nonché per consentire la gestione dell'arretrato al fine di non causare perturbazioni significative nel settore dei trasporti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Secondo le informazioni fornite dai Paesi Bassi, la maggior parte dei conducenti interessati deve soltanto completare i corsi di formazione che aveva già iniziato. Le proroghe richieste non dovrebbero pertanto generare rischi sproporzionati in termini di protezione e sicurezza dei trasporti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>I Paesi Bassi dovrebbero pertanto essere autorizzati ad applicare una proroga di quattro mesi dei periodi compresi tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021 di cui all'articolo 2, paragrafo 1, ai fini di tale disposizione, nonché dell'articolo 2, paragrafo 3, e dell'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>I Paesi Bassi hanno comunicato il loro consenso all'adozione e alla notifica della presente decisione in lingua inglese,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
I Paesi Bassi sono autorizzati ad applicare le seguenti proroghe dei periodi di cui all'articolo 2, paragrafi 1 e 3, e all'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>una proroga di quattro mesi del periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021 di cui all'articolo 2, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2021/267, ai fini dell'articolo 2, paragrafi 1 e 3, di tale regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>una proroga di quattro mesi del periodo compreso tra il 1<span>o</span> settembre 2020 e il 30 giugno 2021 di cui all'articolo 3, paragrafo 1, di tale regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il Regno dei Paesi Bassi è destinatario della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 30 giugno 2021
Per la Commissione
Adina-Ioana VĂLEAN
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 60 del 22.2.2021, pag. 1 .
( 2 ) Centraal Bureau Rijvaardigheidsbewijzen .
( 3 ) Regolamento (UE) 2020/698 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020, recante misure specifiche e temporanee in considerazione dell'epidemia di Covid-19 con riguardo al rinnovo o alla proroga di taluni certificati, licenze e autorizzazioni e al rinvio di talune verifiche e attività formative periodiche in taluni settori della legislazione in materia di trasporti ( GU L 165 del 27.5.2020, pag. 10 ).
</note> | ITA | 32021D1360 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>23.3.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 81/45</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2018/493 DELLA COMMISSIONE
del 22 marzo 2018
che modifica l'allegato dell'accordo monetario tra l'Unione europea e il Principato di Andorra
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto l'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra, in particolare l'articolo 8, paragrafo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 8 dell'accordo monetario tra l'Unione europea e il Principato di Andorra (di seguito «accordo monetario») il Principato di Andorra è tenuto ad attuare gli atti dell'Unione in materia di banconote e monete in euro, di legislazione bancaria e finanziaria, di prevenzione del riciclaggio di denaro, della frode e della falsificazione di mezzi di pagamento in contante e diversi dal contante, di medaglie e gettoni e di obblighi di comunicazione di dati statistici. Gli atti in questione sono elencati nell'allegato dell'accordo monetario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Commissione deve modificare ogni anno l'allegato per prendere in considerazione i nuovi atti giuridici e norme pertinenti dell'Unione europea e le modifiche introdotte negli atti vigenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno aggiungere nell'allegato nuovi atti giuridici e norme pertinenti dell'Unione e le modifiche introdotte nei testi vigenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L'allegato dell'accordo monetario dovrebbe pertanto essere modificato di conseguenza,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
L'allegato dell'accordo monetario tra l'Unione europea e il Principato di Andorra è sostituito dall'allegato della presente decisione.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 22 marzo 2018
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
ALLEGATO
« ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Disposizioni giuridiche da attuare</p></td><td><p>Termine di attuazione</p></td></tr><tr><td> </td><td><p><span>Prevenzione del riciclaggio di denaro</span></p></td></tr><tr/><tr><td><p>1</p></td><td><p>Decisione Quadro 2005/212/GAI del Consiglio, del 24 febbraio 2005, relativa alla confisca di beni, strumenti e proventi di reato (<a>GU L 68 del 15.3.2005, pag. 49</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2015<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo (<a>GU L 309 del 25.11.2005, pag. 15</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Direttiva 2007/64/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recante modifica delle direttive 97/7/CE, 2002/65/CE, 2005/60/CE e 2006/48/CE, che abroga la direttiva 97/5/CE (<a>GU L 319 del 5.12.2007, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Direttiva 2008/20/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2008, che modifica la direttiva 2005/60/CE relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo, per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite alla Commissione (<a>GU L 76 del 19.3.2008, pag. 46</a>).</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Direttiva 2009/110/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, concernente l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attività degli istituti di moneta elettronica, che modifica le direttive 2005/60/CE e 2006/48/CE e che abroga la direttiva 2000/46/CE (<a>GU L 267 del 10.10.2009, pag. 7</a>).</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Direttiva 2010/78/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 120</a>).</p><p>integrata da:</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Decisione 2000/642/GAI del Consiglio, del 17 ottobre 2000, concernente le modalità di cooperazione tra le unità di informazione finanziaria degli Stati membri per quanto riguarda lo scambio di informazioni (<a>GU L 271 del 24.10.2000, pag. 4</a>).</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Decisione quadro 2001/500/GAI del Consiglio, del 26 giugno 2001, concernente il riciclaggio di denaro, l'individuazione, il rintracciamento, il congelamento o sequestro e la confisca degli strumenti e dei proventi di reato (<a>GU L 182 del 5.7.2001, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Regolamento (CE) n. 1889/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2005, relativo ai controlli sul denaro contante in entrata nella Comunità o in uscita dalla stessa (<a>GU L 309 del 25.11.2005, pag. 9</a>).</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Direttiva 2006/70/CE della Commissione, del 1<span>o</span> agosto 2006, recante misure di esecuzione della direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la definizione di persone politicamente esposte e i criteri tecnici per le procedure semplificate di adeguata verifica della clientela e per l'esenzione nel caso di un'attività finanziaria esercitata in modo occasionale o su scala molto limitata (<a>GU L 214 del 4.8.2006, pag. 29</a>).</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>Regolamento (CE) n. 1781/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 novembre 2006, riguardante i dati informativi relativi all'ordinante che accompagnano i trasferimenti di fondi (<a>GU L 345 dell'8.12.2006, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p>Decisione 2007/845/GAI del Consiglio, del 6 dicembre 2007, concernente la cooperazione tra gli uffici degli Stati membri per il recupero dei beni nel settore del reperimento e dell'identificazione dei proventi di reato o altri beni connessi (<a>GU L 332 del 18.12.2007, pag. 103</a>).</p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/42/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell'Unione europea (<a>GU L 127 del 29.4.2014, pag. 39</a>).</p></td><td><p>1<span>o</span> novembre 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) 2015/847</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e che abroga il regolamento (CE) n. 1781/2006 (<a>GU L 141 del 5.6.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>1<span>o</span> ottobre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>15</p></td><td><p><span>Direttiva (UE) 2015/849</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva 2006/70/CE della Commissione (<a>GU L 141 del 5.6.2015, pag. 73</a>).</p><p>integrata da:</p></td><td><p>1<span>o</span> ottobre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>16</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2016/1675 della Commissione, del 14 luglio 2016, che integra la direttiva (UE) 2015/849 del Parlamento europeo e del Consiglio individuando i paesi terzi ad alto rischio con carenze strategiche (<a>GU L 254 del 20.9.2016, pag. 1</a>).</p></td><td><p>1<span>o</span> dicembre 2017<a> (<span>5</span>)</a></p></td></tr><tr><td> </td><td><p><span>Prevenzione della frode e della falsificazione</span></p></td></tr><tr/><tr><td><p>17</p></td><td><p><span>Decisione quadro 2001/413/GAI</span> del Consiglio, del 28 maggio 2001, relativa alla lotta contro le frodi e le falsificazioni di mezzi di pagamento diversi dai contanti (<a>GU L 149 del 2.6.2001, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p><span>Regolamento (CE) n. 1338/2001</span> del Consiglio, del 28 giugno 2001, che definisce talune misure necessarie alla protezione dell'euro contro la falsificazione (<a>GU L 181 del 4.7.2001, pag. 6</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>19</p></td><td><p>Regolamento (CE) n. 44/2009 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, recante modifica del regolamento (CE) n. 1338/2001, che definisce talune misure necessarie alla protezione dell'euro contro la falsificazione (<a>GU L 17 del 22.1.2009, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>20</p></td><td><p><span>Decisione 2001/887/GAI</span> del Consiglio, del 6 dicembre 2001, relativa alla protezione dell'euro dalla falsificazione (<a>GU L 329 del 14.12.2001, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>21</p></td><td><p><span>Decisione 2003/861/CE</span> del Consiglio, dell'8 dicembre 2003, relativa all'analisi e alla cooperazione in materia di falsificazione delle monete in euro (<a>GU L 325 del 12.12.2003, pag. 44</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>22</p></td><td><p><span>Regolamento (CE) n. 2182/2004</span> del Consiglio, del 6 dicembre 2004, relativo a medaglie e gettoni simili alle monete metalliche in euro (<a>GU L 373 del 21.12.2004, pag. 1</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>23</p></td><td><p>Regolamento (CE) n. 46/2009 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che modifica il regolamento (CE) n. 2182/2004 relativo a medaglie e gettoni simili alle monete metalliche in euro (<a>GU L 17 del 22.1.2009, pag. 5</a>).</p></td></tr><tr><td><p>24</p></td><td><p><span>Decisione 2009/371/GAI del Consiglio</span>, del 6 aprile 2009, che istituisce l'Ufficio europeo di polizia (Europol)<span>(</span><a>GU L 121 del 15.5.2009, pag. 37</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>25</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/62/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, sulla protezione mediante il diritto penale dell'euro e di altre monete contro la falsificazione e che sostituisce la decisione quadro 2000/383/GAI del Consiglio (<a>GU L 151 del 21.5.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 giugno 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td> </td><td><p><span>Disposizioni sulle banconote e monete in euro</span></p></td></tr><tr/><tr><td><p>26</p></td><td><p><span>Regolamento (CE) n. 2532/98</span> del Consiglio, del 23 novembre 1998, sul potere della Banca centrale europea di irrogare sanzioni (<a>GU L 318 del 27.11.1998, pag. 4</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>27</p></td><td><p><span>Conclusioni del Consiglio</span> del 10 maggio 1999 sul sistema di gestione della qualità per le monete in euro</p></td><td><p>31 marzo 2013</p></td></tr><tr><td><p>28</p></td><td><p><span>Comunicazione 2001/C 318/03 della Commissione</span>, del 22 ottobre 2001, concernente la tutela dei diritti d'autore relativi ai disegni della faccia comune delle monete in euro<span>(COM(2001) 600 definitivo)</span> (<a>GU C 318 del 13.11.2001, pag. 3</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2013</p></td></tr><tr><td><p>29</p></td><td><p><span>Indirizzo BCE/2003/5 della Banca centrale europea</span>, del 20 marzo 2003, relativo all'applicazione dei provvedimenti diretti a contrastare le riproduzioni irregolari di banconote in euro e alla sostituzione e al ritiro di banconote in euro (<a>GU L 78 del 25.3.2003, pag. 20</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2013</p></td></tr><tr><td><p>30</p></td><td><p>Indirizzo BCE/2013/11 della Banca centrale europea, del 19 aprile 2013, che modifica l'indirizzo BCE/2003/5 relativo all'applicazione dei provvedimenti diretti a contrastare le riproduzioni irregolari di banconote in euro e alla sostituzione e al ritiro di banconote in euro (<a>GU L 118 del 30.4.2013, pag. 43</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>31</p></td><td><p><span>Raccomandazione 2009/23/CE</span> della Commissione, del 19 dicembre 2008, su orientamenti comuni per l'emissione di monete in euro destinate alla circolazione e loro relativa faccia nazionale (C(2008) 8625) (<a>GU L 9 del 14.1.2009, pag. 52</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2013</p></td></tr><tr><td><p>32</p></td><td><p><span>Decisione BCE/2010/14 della Banca centrale europea</span>, del 16 settembre 2010, relativa al controllo dell'autenticità e idoneità delle banconote in euro e al loro ricircolo (<a>GU L 267 del 9.10.2010, pag. 1</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>30 settembre 2013</p></td></tr><tr><td><p>33</p></td><td><p>Decisione BCE/2012/19 della Banca centrale europea, del 7 settembre 2012, che modifica la Decisione BCE/2010/14 relativa al controllo dell'autenticità e idoneità delle banconote in euro e al loro ricircolo (<a>GU L 253 del 20.9.2012, pag. 19</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>34</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1210/2010</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 2010, relativo all'autenticazione delle monete in euro e al trattamento delle monete non adatte alla circolazione (<a>GU L 339 del 22.12.2010, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2013</p></td></tr><tr><td><p>35</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1214/2011</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sul trasporto transfrontaliero professionale su strada di contante in euro tra gli Stati membri dell'area dell'euro (<a>GU L 316 del 29.11.2011, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2015<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>36</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 651/2012</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sull'emissione di monete in euro (<a>GU L 201 del 27.7.2012, pag. 135</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>37</p></td><td><p><span>Decisione BCE/2013/10</span> della Banca centrale europea, del 19 aprile 2013, relativa a tagli, specifiche, riproduzione, sostituzione e ritiro delle banconote in euro (<a>GU L 118 del 30.4.2013, pag. 37</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>38</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 729/2014</span> del Consiglio, del 24 giugno 2014, riguardante i valori unitari e le specificazioni tecniche delle monete metalliche in euro destinate alla circolazione (rifusione) (<a>GU L 194 del 2.7.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2014<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td> </td><td><p><span>Legislazione in materia bancaria e finanziaria</span></p></td></tr><tr/><tr><td><p>39</p></td><td><p><span>Direttiva 86/635/CEE</span> del Consiglio, dell'8 dicembre 1986, relativa ai conti annuali ed ai conti consolidati delle banche e degli altri istituti finanziari (<a>GU L 372 del 31.12.1986, pag. 1</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>40</p></td><td><p>Direttiva 2001/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, che modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE e 86/635/CEE per quanto riguarda le regole di valutazione per i conti annuali e consolidati di taluni tipi di società nonché di banche e di altre istituzioni finanziarie (<a>GU L 283 del 27.10.2001, pag. 28</a>).</p></td></tr><tr><td><p>41</p></td><td><p>Direttiva 2003/51/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 giugno 2003, che modifica le direttive 78/660/CEE, 83/349/CEE, 86/635/CEE e 91/674/CEE relative ai conti annuali e ai conti consolidati di taluni tipi di società, delle banche e altri istituti finanziari e delle imprese di assicurazione (<a>GU L 178 del 17.7.2003, pag. 16</a>).</p></td></tr><tr><td><p>42</p></td><td><p>Direttiva 2006/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2006, che modifica le direttive del Consiglio 78/660/CEE, relativa ai conti annuali di taluni tipi di società, 83/349/CEE, relativa ai conti consolidati, 86/635/CEE, relativa ai conti annuali e ai conti consolidati delle banche e degli altri istituti finanziari, e 91/674/CEE, relativa ai conti annuali e ai conti consolidati delle imprese di assicurazione (<a>GU L 224 del 16.8.2006, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>43</p></td><td><p><span>Direttiva 89/117/CEE del Consiglio</span>, del 13 febbraio 1989, relativa agli obblighi in materia di pubblicità dei documenti contabili delle succursali, stabilite in uno Stato membro, di enti creditizi ed istituti finanziari con sede sociale fuori di tale Stato membro (<a>GU L 44 del 16.2.1989, pag. 40</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>44</p></td><td><p><span>Direttiva 97/9/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 marzo 1997, relativa ai sistemi di indennizzo degli investitori (<a>GU L 84 del 26.3.1997, pag. 22</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>45</p></td><td><p><span>Direttiva 98/26/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 1998, concernente il carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli (<a>GU L 166 dell'11.6.1998, pag. 45</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>46</p></td><td><p>Direttiva 2009/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che modifica la direttiva 98/26/CE concernente il carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli e la direttiva 2002/47/CE relativa ai contratti di garanzia finanziaria per quanto riguarda i sistemi connessi e i crediti (<a>GU L 146 del 10.6.2009, pag. 37</a>).</p></td></tr><tr><td><p>47</p></td><td><p>Direttiva 2010/78/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 120</a>).</p></td></tr><tr><td><p>48</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 201 del 27.7.2012, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>49</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 909/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, relativo al miglioramento del regolamento titoli nell'Unione europea e ai depositari centrali di titoli e recante modifica delle direttive 98/26/CE e 2014/65/UE e del regolamento (UE) n. 236/2012 (<a>GU L 257 del 28.8.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2018, tranne che per l'articolo 3, paragrafo 1: 1<span>o</span> febbraio 2023 e 1<span>o</span> febbraio 2025<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>50</p></td><td><p><span>Direttiva 2001/24/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 aprile 2001, in materia di risanamento e liquidazione degli enti creditizi (<a>GU L 125 del 5.5.2001, pag. 15</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>51</p></td><td><p>Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>).</p></td></tr><tr><td><p>52</p></td><td><p><span>Direttiva 2002/47/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 giugno 2002, relativa ai contratti di garanzia finanziaria (<a>GU L 168 del 27.6.2002, pag. 43</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>53</p></td><td><p>Direttiva 2009/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che modifica la direttiva 98/26/CE concernente il carattere definitivo del regolamento nei sistemi di pagamento e nei sistemi di regolamento titoli e la direttiva 2002/47/CE relativa ai contratti di garanzia finanziaria per quanto riguarda i sistemi connessi e i crediti (<a>GU L 146 del 10.6.2009, pag. 37</a>).</p></td></tr><tr><td><p>54</p></td><td><p>Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>).</p></td></tr><tr><td><p>55</p></td><td><p><span>Direttiva 2002/87/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002, relativa alla vigilanza supplementare sugli enti creditizi, sulle imprese di assicurazione e sulle imprese di investimento appartenenti ad un conglomerato finanziario e che modifica le direttive 73/239/CEE, 79/267/CEE, 92/49/CEE, 92/96/CEE, 93/6/CEE e 93/22/CEE del Consiglio e le direttive 98/78/CE e 2000/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 35 dell'11.2.2003, pag. 1</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>56</p></td><td><p>Direttiva 2005/1/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 marzo 2005, che modifica le direttive 73/239/CEE, 85/611/CEE, 91/675/CEE, 92/49/CEE e 93/6/CEE del Consiglio e le direttive 94/19/CE, 98/78/CE, 2000/12/CE, 2001/34/CE, 2002/83/CE e 2002/87/CE al fine di istituire una nuova struttura organizzativa per i comitati del settore dei servizi finanziari (<a>GU L 79 del 24.3.2005, pag. 9</a>).</p></td></tr><tr><td><p>57</p></td><td><p>Direttiva 2008/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2008, che modifica la direttiva 2002/87/CE, relativa alla vigilanza supplementare sugli enti creditizi, sulle imprese di assicurazione e sulle imprese di investimento appartenenti ad un conglomerato finanziario, per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite alla Commissione (<a>GU L 81 del 20.3.2008, pag. 40</a>).</p></td></tr><tr><td><p>58</p></td><td><p>Direttiva 2010/78/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 120</a>).</p></td></tr><tr><td><p>59</p></td><td><p>Direttiva 2011/89/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, che modifica le direttive 98/78/CE, 2002/87/CE, 2006/48/CE e 2009/138/CE per quanto concerne la vigilanza supplementare sulle imprese finanziarie appartenenti a un conglomerato finanziario (<a>GU L 326 dell'8.12.2011, pag. 113</a>).</p></td></tr><tr><td><p>60</p></td><td><p>Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338</a>).</p><p>integrata da:</p></td><td><p>30 settembre 2017</p></td></tr><tr><td><p>61</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/2303 della Commissione, del 28 luglio 2015, che integra la direttiva 2002/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che precisano le definizioni e coordinano la vigilanza supplementare in tema di concentrazione dei rischi e operazioni infragruppo (<a>GU L 326 dell'11.12.2015, pag. 34</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>62</p></td><td><p><span>Direttiva 2004/39/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, relativa ai mercati degli strumenti finanziari, che modifica le direttive 85/611/CEE e 93/6/CEE del Consiglio e la direttiva 2000/12/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 93/22/CEE del Consiglio (<a>GU L 145 del 30.4.2004, pag. 1</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>63</p></td><td><p>Direttiva 2006/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, che modifica la direttiva 2004/39/CE relativa ai mercati degli strumenti finanziari per quanto riguarda talune scadenze (<a>GU L 114 del 27.4.2006, pag. 60</a>).</p></td></tr><tr><td><p>64</p></td><td><p>Direttiva 2007/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 settembre 2007, che modifica la direttiva 92/49/CEE del Consiglio e le direttive 2002/83/CE, 2004/39/CE, 2005/68/CE e 2006/48/CE per quanto riguarda le regole procedurali e i criteri per la valutazione prudenziale di acquisizioni e incrementi di partecipazioni nel settore finanziario (<a>GU L 247 del 21.9.2007, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>65</p></td><td><p>Direttiva 2008/10/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 marzo 2008, che modifica la direttiva 2004/39/CE relativa ai mercati degli strumenti finanziari, per quanto riguarda le competenze di esecuzione conferite alla Commissione (<a>GU L 76 del 19.3.2008, pag. 33</a>).</p></td></tr><tr><td><p>66</p></td><td><p>Direttiva 2010/78/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 120</a>).</p><p>integrata da:</p></td></tr><tr><td><p>67</p></td><td><p>Regolamento (CE) n. 1287/2006 della Commissione, del 10 agosto 2006, recante modalità di esecuzione della direttiva 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda gli obblighi in materia di registrazioni per le imprese di investimento, la comunicazione delle operazioni, la trasparenza del mercato, l'ammissione degli strumenti finanziari alla negoziazione e le definizioni di taluni termini ai fini di tale direttiva (<a>GU L 241 del 2.9.2006, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>68</p></td><td><p>Direttiva 2006/73/CE della Commissione, del 10 agosto 2006, recante modalità di esecuzione della direttiva 2004/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i requisiti di organizzazione e le condizioni di esercizio dell'attività delle imprese di investimento e le definizioni di taluni termini ai fini di tale direttiva (<a>GU L 241 del 2.9.2006, pag. 26</a>).</p></td></tr><tr><td><p>69</p></td><td><p><span>Direttiva 2007/64/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, recante modifica delle direttive 97/7/CE, 2002/65/CE, 2005/60/CE e 2006/48/CE, che abroga la direttiva 97/5/CE (<a>GU L 319 del 5.12.2007, pag. 1</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>70</p></td><td><p>Direttiva 2009/111/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, che modifica le direttive 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2007/64/CE per quanto riguarda gli enti creditizi collegati a organismi centrali, taluni elementi dei fondi propri, i grandi fidi, i meccanismi di vigilanza e la gestione delle crisi (<a>GU L 302 del 17.11.2009, pag. 97</a>).</p></td></tr><tr><td><p>71</p></td><td><p>Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>72</p></td><td><p><span>Regolamento (CE) n. 924/2009</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, relativo ai pagamenti transfrontalieri nella Comunità e che abroga il regolamento (CE) n. 2560/2001 (<a>GU L 266 del 9.10.2009, pag. 11</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2018</p></td></tr><tr><td><p>73</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 260/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2012, che stabilisce i requisiti tecnici e commerciali per i bonifici e gli addebiti diretti in euro e che modifica il regolamento (CE) n. 924/2009 (<a>GU L 94 del 30.3.2012, pag. 22</a>).</p></td></tr><tr><td><p>74</p></td><td><p><span>Direttiva 2009/110/CE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 settembre 2009, concernente l'avvio, l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attività degli istituti di moneta elettronica, che modifica le direttive 2005/60/CE e 2006/48/CE e che abroga la direttiva 2000/46/CE (<a>GU L 267 del 10.10.2009, pag. 7</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>75</p></td><td><p>Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>76</p></td><td><p>Direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE (<a>GU L 337 del 23.12.2015, pag. 35</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>77</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1093/2010</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/78/CE della Commissione (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 12</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>78</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 1022/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2013, recante modifica del regolamento (UE) n. 1093/2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), per quanto riguarda l'attribuzione di compiti specifici alla Banca centrale europea ai sensi del regolamento del Consiglio (UE) n. 1024/2013 (<a>GU L 287 del 29.10.2013, pag. 5</a>).</p></td></tr><tr><td><p>79</p></td><td><p>Direttiva 2014/17/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 febbraio 2014, in merito ai contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali e recante modifica delle direttive 2008/48/CE e 2013/36/UE e del regolamento (UE) n. 1093/2010 (<a>GU L 60 del 28.2.2014, pag. 34</a>).</p></td></tr><tr><td><p>80</p></td><td><p>Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>).</p></td></tr><tr><td><p>81</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 806/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2014, che fissa norme e una procedura uniformi per la risoluzione degli enti creditizi e di talune imprese di investimento nel quadro del meccanismo di risoluzione unico e del Fondo di risoluzione unico e che modifica il regolamento (UE) n. 1093/2010 (<a>GU L 225 del 30.7.2014, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>82</p></td><td><p>Direttiva (UE) 2015/2366 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE (<a>GU L 337 del 23.12.2015, pag. 35</a>).</p></td></tr><tr><td><p>83</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1095/2010</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/77/CE della Commissione (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 84</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>84</p></td><td><p>Direttiva 2011/61/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2011, sui gestori di fondi di investimento alternativi, che modifica le direttive 2003/41/CE e 2009/65/CE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009 e (UE) n. 1095/2010 (<a>GU L 174 dell'1.7.2011, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>85</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 258/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, che istituisce un programma dell'Unione per il sostegno di attività specifiche nel campo dell'informativa finanziaria e della revisione contabile per il periodo 2014-2020 e che abroga la decisione n. 716/2009/CE (<a>GU L 105 dell'8.4.2014, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>86</p></td><td><p>Direttiva 2014/51/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, che modifica le direttive 2003/71/CE e 2009/138/CE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009, (UE) n. 1094/2010 e (UE) n. 1095/2010 per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 153 del 22.5.2014, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>87</p></td><td><p><span>Direttiva 2010/78/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, recante modifica delle direttive 98/26/CE, 2002/87/CE, 2003/6/CE, 2003/41/CE, 2003/71/CE, 2004/39/CE, 2004/109/CE, 2005/60/CE, 2006/48/CE, 2006/49/CE e 2009/65/CE per quanto riguarda i poteri dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali) e dell'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) (<a>GU L 331 del 15.12.2010, pag. 120</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2016</p></td></tr><tr><td><p>88</p></td><td><p>Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>89</p></td><td><p>Direttiva 2014/65/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa ai mercati degli strumenti finanziari e che modifica la direttiva 2002/92/CE e la direttiva 2011/61/UE (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 349</a>).</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>90</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 648/2012</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 201 del 27.7.2012, pag. 1</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>91</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>92</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 1002/2013 della Commissione, del 12 luglio 2013, che modifica il Regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni per quanto riguarda l'elenco degli enti esonerati (<a>GU L 279 del 19.10.2013, pag. 2</a>).</p></td></tr><tr><td><p>93</p></td><td><p>Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>).</p></td></tr><tr><td><p>94</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 600/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, sui mercati degli strumenti finanziari e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 84</a>).</p></td></tr><tr><td><p>95</p></td><td><p>Direttiva (UE) 2015/849 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2015, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 2005/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e la direttiva 2006/70/CE della Commissione (<a>GU L 141 del 5.6.2015, pag. 73</a>).</p></td></tr><tr><td><p>96</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/1515 della Commissione, del 5 giugno 2015, che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la proroga del periodo transitorio per gli schemi pensionistici (<a>GU L 239 del 15.9.2015, pag. 63</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>97</p></td><td><p>Regolamento (UE) 2015/2365 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli e del riutilizzo e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 337 del 23.12.2015, pag. 1</a>).</p><p>integrato da:</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>98</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 1247/2012 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda il formato e la frequenza delle segnalazioni sulle negoziazioni ai repertori di dati sulle negoziazioni ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 352 del 21.12.2012, pag. 20</a>).</p></td></tr><tr><td><p>99</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 1248/2012 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda il formato della domanda di registrazione come repertorio di dati sulle negoziazioni ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 352 del 21.12.2012, pag. 30</a>).</p></td></tr><tr><td><p>100</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 1249/2012 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda il formato dei dati che le controparti centrali sono tenute a conservare ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 352 del 21.12.2012, pag. 32</a>).</p></td></tr><tr><td><p>101</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 148/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per precisare le informazioni minime da segnalare al repertorio di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 1</a>).</p></td></tr><tr><td><p>102</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 149/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione su accordi di compensazione indiretti, obbligo di compensazione, registro pubblico, accesso alla sede di negoziazione, controparti non finanziarie, tecniche di attenuazione dei rischi per i contratti derivati OTC non compensati mediante controparte centrale (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 11</a>).</p></td></tr><tr><td><p>103</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 150/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che specificano i dettagli della domanda di registrazione come repertorio di dati sulle negoziazioni (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 25</a>).</p></td></tr><tr><td><p>104</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 151/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che specificano le informazioni da pubblicare e mettere a disposizione in tali repertori e gli standard operativi richiesti per aggregare e comparare i dati tra i repertori e accedervi (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 33</a>).</p></td></tr><tr><td><p>105</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 152/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti patrimoniali delle controparti centrali (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 37</a>).</p></td></tr><tr><td><p>106</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 153/2013 della Commissione, del 19 dicembre 2012, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative ai requisiti per le controparti centrali (<a>GU L 52 del 23.2.2013, pag. 41</a>).</p></td></tr><tr><td><p>107</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 876/2013 della Commissione, del 28 maggio 2013, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui collegi per le controparti centrali (<a>GU L 244 del 13.9.2013, pag. 19</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>108</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 285/2014 della Commissione, del 13 febbraio 2014, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative ai contratti aventi un effetto diretto, rilevante e prevedibile nell'Unione e alla prevenzione dell'elusione delle norme e degli obblighi (<a>GU L 352 del 21.3.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>109</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 484/2014 della Commissione, del 12 maggio 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda il capitale ipotetico di una controparte centrale conformemente al regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 138 del 13.5.2014, pag. 57</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>110</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/880 della Commissione, del 4 giugno 2015, sulla proroga dei periodi transitori relativi ai requisiti di fondi propri per le esposizioni verso controparti centrali di cui ai regolamenti (UE) n. 575/2013 e (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 143 del 9.6.2015, pag. 7</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>111</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/2205 della Commissione, del 6 agosto 2015, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sull'obbligo di compensazione (<a>GU L 314 dell'1.12.2015, pag. 13</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>112</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2016/592 della Commissione, del 1<span>o</span> marzo 2016, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sull'obbligo di compensazione (<a>GU L 103 del 19.4.2016, pag. 5</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>113</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 575/2013</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 1</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>114</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/62 della Commissione, del 10 ottobre 2014, che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria (<a>GU L 11 del 17.1.2015, pag. 37</a>).</p><p>integrato da:</p></td></tr><tr><td><p>115</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 1423/2013 della Commissione, del 20 dicembre 2013, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sui requisiti di fondi propri degli enti ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 355 del 31.12.2013, pag. 60</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>116</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 183/2014 della Commissione, del 20 dicembre 2013, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento, per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che specificano le modalità di calcolo delle rettifiche di valore su crediti specifiche e generiche (<a>GU L 57 del 27.2.2014, pag. 3</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>117</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 241/2014 della Commissione, del 7 gennaio 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti (<a>GU L 74 del 14.3.2014, pag. 8</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>118</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/488 della Commissione, del 4 settembre 2014, che modifica il regolamento delegato (UE) n. 241/2014 per quanto riguarda i requisiti di fondi propri basati sulle spese fisse generali per le imprese (<a>GU L 78 del 24.3.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>119</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/850 della Commissione, del 30 gennaio 2015, che modifica il regolamento delegato (UE) n. 241/2014 che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti (<a>GU L 135 del 2.6.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>120</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/923 della Commissione, dell'11 marzo 2015, che modifica il regolamento delegato (UE) n. 241/2014 che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti (<a>GU L 150 del 17.6.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>121</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 342/2014 della Commissione, del 21 gennaio 2014, che integra la direttiva 2002/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per l'applicazione dei metodi di calcolo dei requisiti di adeguatezza patrimoniale per i conglomerati finanziari (<a>GU L 100 del 3.4.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>122</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 523/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione intese a determinare cosa costituisce la stretta corrispondenza tra il valore delle obbligazioni garantite dell'ente e il valore delle sue attività (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 4</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>123</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 525/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative alla definizione del termine “mercato” (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 15</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>124</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 526/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per determinare la variabile proxy del differenziale e il numero limitato di portafogli minori per il rischio di aggiustamento della valutazione del credito (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 17</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>125</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 528/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per i rischi delle opzioni diversi dal rischio delta nel metodo standardizzato per il rischio di mercato (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 29</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>126</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 529/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione in materia di valutazione della rilevanza delle estensioni e delle modifiche al metodo basato sui rating interni e al metodo avanzato di misurazione (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 36</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>127</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/942 della Commissione, del 4 marzo 2015, che modifica il regolamento delegato (UE) n. 529/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione in materia di valutazione del carattere sostanziale delle estensioni e delle modifiche ai metodi interni per il calcolo dei requisiti di fondi propri per il rischio di mercato (<a>GU L 154 del 19.6.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>128</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 625/2014 della Commissione, del 13 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per specificare i requisiti a carico degli enti che agiscono in qualità di investitori, promotori, prestatori originali e cedenti in relazione alle esposizioni al rischio di credito trasferito (<a>GU L 174 del 13.6.2014, pag. 16</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>129</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 della Commissione, del 16 aprile 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 191 del 28.6.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>130</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 602/2014 della Commissione, del 4 giugno 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per agevolare la convergenza delle prassi di vigilanza per quanto riguarda l'attuazione dei fattori aggiuntivi di ponderazione del rischio ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 166 del 5.6.2014, pag. 22</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>131</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 945/2014 della Commissione, del 4 settembre 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda gli indici pertinenti adeguatamente diversificati conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 265 del 5.9.2014, pag. 3</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>132</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 1030/2014 della Commissione, del 29 settembre 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda i modelli uniformi e la data per l'informativa sui valori utilizzati per individuare gli enti a rilevanza sistemica a livello globale conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 284 del 30.9.2014, pag. 14</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>133</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 1187/2014 della Commissione, del 2 ottobre 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione intese a determinare l'esposizione complessiva verso un cliente o un gruppo di clienti connessi per quanto concerne le operazioni su attività sottostanti (<a>GU L 324 del 7.11.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>134</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/61 della Commissione, del 10 ottobre 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il requisito di copertura della liquidità per gli enti creditizi (<a>GU L 11 del 17.1.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>135</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/79 della Commissione, del 18 dicembre 2014, che modifica, relativamente ad attività vincolate, modello unico di punti di dati (DPM) e regole di convalida, il regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 14 del 21.1.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>136</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/585 della Commissione, del 18 dicembre 2014, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per la specificazione dei periodi con rischio di margine (<a>GU L 98 del 15.4.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>137</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/227 della Commissione, del 9 gennaio 2015, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 48 del 20.2.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>138</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/233 della Commissione, del 13 febbraio 2015, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le valute nelle quali vi è una definizione estremamente restrittiva di stanziabilità presso la banca centrale ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 39 del 14.2.2015, pag. 11</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>139</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/923 della Commissione, dell'11 marzo 2015, che modifica il regolamento delegato (UE) n. 241/2014 che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sui requisiti di fondi propri per gli enti (<a>GU L 150 del 17.6.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>140</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/880 della Commissione, del 4 giugno 2015, sulla proroga dei periodi transitori relativi ai requisiti di fondi propri per le esposizioni verso controparti centrali di cui ai regolamenti (UE) n. 575/2013 e (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 143 del 9.6.2015, pag. 7</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>141</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/1555 della Commissione, del 28 maggio 2015, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione attinenti alla pubblicazione di informazioni in relazione alla conformità degli enti all'obbligo di detenere una riserva di capitale anticiclica a norma dell'articolo 440 (<a>GU L 244 del 19.9.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>142</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 2015/1556 della Commissione, dell'11 giugno 2015, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per il trattamento transitorio delle esposizioni in strumenti di capitale secondo il metodo IRB (<a>GU L 244 del 19.9.2015, pag. 9</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>143</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/1798 della Commissione, del 2 luglio 2015, recante rettifica del regolamento delegato (UE) n. 625/2014 che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per specificare i requisiti a carico degli enti che agiscono in qualità di investitori, promotori, prestatori originali e cedenti in relazione alle esposizioni al rischio di credito trasferito (<a>GU L 263 dell'8.10.2015, pag. 12</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>144</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/1278 della Commissione, del 9 luglio 2015, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza per quanto riguarda istruzioni, modelli e definizioni (<a>GU L 205 del 31.7.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>145</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/100 della Commissione, del 16 ottobre 2015, che stabilisce norme tecniche di attuazione che specificano la procedura di adozione della decisione congiunta per quanto riguarda la domanda per l'ottenimento di determinate autorizzazioni prudenziali conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 21 del 28.1.2016, pag. 45</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>146</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2016/101 della Commissione, del 26 ottobre 2015, che integra il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per la valutazione prudente a norma dell'articolo 105, paragrafo 14 (<a>GU L 21 del 28.1.2016, pag. 54</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>147</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2197 della Commissione, del 27 novembre 2015, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le valute strettamente correlate conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 313 del 28.11.2015, pag. 30</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>148</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2344 della Commissione, del 15 dicembre 2015, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le valute che presentano limitazioni alla disponibilità di attività liquide conformemente al regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 330 del 16.12.2015, pag. 26</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>149</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/322 della Commissione, del 10 febbraio 2016, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza relativamente al requisito di copertura della liquidità (<a>GU L 64 del 10.3.2016, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>150</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/200 della Commissione, del 15 febbraio 2016, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda l'informativa sul coefficiente di leva finanziaria degli enti ai sensi del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 39 del 16.2.2016, pag. 5</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>151</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/313 della Commissione, dal 1<span>o</span> marzo 2016, che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 per quanto riguarda le ulteriori metriche di controllo per le segnalazioni sulla liquidità (<a>GU L 60 del 5.3.2016, pag. 5</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>152</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/428 della Commissione, del 23 marzo 2016, recante modifica del regolamento di esecuzione (UE) n. 680/2014 che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le segnalazioni degli enti a fini di vigilanza, relativamente alla segnalazione del coefficiente di leva finanziaria (<a>GU L 83 del 31.3.2016, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>153</p></td><td><p><span>Direttiva 2013/36/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull'accesso all'attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE (<a>GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>154</p></td><td><p>Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>).</p><p>integrata da:</p></td></tr><tr><td><p>155</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 604/2014 della Commissione, del 4 marzo 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative ai criteri qualitativi e quantitativi adeguati per identificare le categorie di personale le cui attività professionali hanno un impatto sostanziale sul profilo di rischio dell'ente (<a>GU L 167 del 6.6.2014, pag. 30</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>156</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 524/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per specificare le informazioni che le autorità competenti dello Stato membro d'origine e dello Stato membro ospitante si forniscono reciprocamente (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 6</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>157</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 527/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione relative alla specificazione delle categorie di strumenti che riflettono in modo adeguato la qualità del credito dell'ente in modo continuativo e sono adeguati per essere utilizzati ai fini della remunerazione variabile (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 21</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>158</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 530/2014 della Commissione, del 12 marzo 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per definire ulteriormente le esposizioni rilevanti e le soglie per i metodi interni di calcolo del rischio specifico nel portafoglio di negoziazione (<a>GU L 148 del 20.5.2014, pag. 50</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>159</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 1152/2014 della Commissione, del 4 giugno 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sull'identificazione della localizzazione geografica delle esposizioni creditizie rilevanti ai fini del calcolo dei coefficienti anticiclici specifici dell'ente (<a>GU L 309 del 30.10.2014, pag. 5</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>160</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 620/2014 della Commissione, del 4 giugno 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda lo scambio di informazioni tra le autorità competenti dello Stato membro d'origine e dello Stato membro ospitante conformemente alla direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 172 del 12.6.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>161</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 650/2014 della Commissione, del 4 giugno 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda il formato, la struttura, l'elenco dei contenuti e la data di pubblicazione annuale delle informazioni che le autorità competenti sono tenute a pubblicare ai sensi della direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 185 del 25.6.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>162</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) n. 710/2014 della Commissione, del 23 giugno 2014, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le condizioni per l'applicazione della procedura di adozione della decisione congiunta sui requisiti prudenziali specifici dell'ente conformemente alla direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 188 del 27.6.2014, pag. 19</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>163</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) n. 1222/2014 della Commissione, dell'8 ottobre 2014, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione per precisare la metodologia per l'individuazione degli enti a rilevanza sistemica a livello globale e per la definizione delle sottocategorie di enti a rilevanza sistemica a livello globale (<a>GU L 330 del 15.11.2014, pag. 27</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>164</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2016/98 della Commissione, del 16 ottobre 2015, che integra la direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che specificano le condizioni generali del funzionamento dei collegi delle autorità di vigilanza (<a>GU L 21 del 28.1.2016, pag. 2</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>165</p></td><td><p>Regolamento di esecuzione (UE) 2016/99 della Commissione, del 16 ottobre 2015, che stabilisce norme tecniche di attuazione per determinare il funzionamento operativo dei collegi delle autorità di vigilanza ai sensi della direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 21 del 28.1.2016, pag. 21</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>166</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 596/2014</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, relativo agli abusi di mercato (regolamento sugli abusi di mercato) e che abroga la direttiva 2003/6/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e le direttive 2003/124/CE, 2003/125/CE e 2004/72/CE della Commissione (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 1</a>) e le relative pertinenti misure di livello 2</p><p>modificato da:</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>167</p></td><td><p>Regolamento (UE) 2016/1033 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 giugno 2016, che modifica il regolamento (UE) n. 600/2014 sui mercati degli strumenti finanziari, il regolamento (UE) n. 596/2014 relativo agli abusi di mercato e il regolamento (UE) n. 909/2014 relativo al miglioramento del regolamento titoli nell'Unione europea e ai depositari centrali di titoli (<a>GU L 175 del 30.6.2016, pag. 1</a>).</p><p>integrato da:</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>5</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>168</p></td><td><p>Direttiva di esecuzione (UE) 2015/2392 della Commissione, del 17 dicembre 2015, relativa al regolamento (UE) n. 596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e concernente la segnalazione alle autorità competenti di violazioni effettive o potenziali del suddetto regolamento (<a>GU L 332 del 18.12.2015, pag. 126</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>169</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2016/522 della Commissione, del 17 dicembre 2015, che integra il regolamento (UE) n. 596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l'esenzione di taluni organismi pubblici e delle banche centrali di paesi terzi, gli indicatori di manipolazioni del mercato, le soglie di comunicazione, l'autorità competente per le notifiche dei ritardi, il permesso di negoziare durante periodi di chiusura e i tipi di operazioni effettuate da persone che esercitano funzioni di amministrazione, di controllo o di direzione soggette a notifica (<a>GU L 88 del 5.4.2016, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>170</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/57/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, relativa alle sanzioni penali in caso di abusi di mercato (direttiva abusi di mercato) (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 179</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>171</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/49/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (rifusione) (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 149</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>172</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/59/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190</a>) e le relative pertinenti misure di livello 2</p><p>integrata da:</p></td><td><p>31 marzo 2018<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>173</p></td><td><p>Regolamento delegato (UE) 2015/63 della Commissione, del 21 ottobre 2014, che integra la direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i contributi ex ante ai meccanismi di finanziamento della risoluzione (<a>GU L 11 del 17.1.2015, pag. 44</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2018<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>174</p></td><td><p><span>Direttiva 2014/65/UE</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, relativa ai mercati degli strumenti finanziari e che modifica la direttiva 2002/92/CE e la direttiva 2011/61/UE (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 349</a>) e le relative pertinenti misure di livello 2</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>175</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 909/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, relativo al miglioramento del regolamento titoli nell'Unione europea e ai depositari centrali di titoli e recante modifica delle direttive 98/26/CE e 2014/65/UE e del regolamento (UE) n. 236/2012 (<a>GU L 257 del 28.8.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>176</p></td><td><p>Direttiva (UE) 2016/1034 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 giugno 2016, che modifica la direttiva 2014/65/UE relativa ai mercati degli strumenti finanziari (<a>GU L 175 del 30.6.2016, pag. 8</a>).</p></td><td><p>31 dicembre 2021<a> (<span>5</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>177</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 600/2014</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, sui mercati degli strumenti finanziari e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 173 del 12.6.2014, pag. 84</a>) e le relative pertinenti misure di livello 2</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>3</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>178</p></td><td><p>Regolamento (UE) 2016/1033 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 giugno 2016, che modifica il regolamento (UE) n. 600/2014 sui mercati degli strumenti finanziari, il regolamento (UE) n. 596/2014 relativo agli abusi di mercato e il regolamento (UE) n. 909/2014 relativo al miglioramento del regolamento titoli nell'Unione europea e ai depositari centrali di titoli (<a>GU L 175 del 30.6.2016, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>5</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>179</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 909/2014</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 luglio 2014, relativo al miglioramento del regolamento titoli nell'Unione europea e ai depositari centrali di titoli e recante modifica delle direttive 98/26/CE e 2014/65/UE e del regolamento (UE) n. 236/2012 (<a>GU L 257 del 28.8.2014, pag. 1</a>).</p></td><td><p>31 dicembre 2020<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>180</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) 2015/2365</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli e del riutilizzo e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 (<a>GU L 337 del 23.12.2015, pag. 1</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2019<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>181</p></td><td><p><span>Direttiva (UE) 2015/2366</span> del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, che modifica le direttive 2002/65/CE, 2009/110/CE e 2013/36/UE e il regolamento (UE) n. 1093/2010, e abroga la direttiva 2007/64/CE (<a>GU L 337 del 23.12.2015, pag. 35</a>).</p></td><td><p>30 settembre 2018<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td> </td><td><p><span>Legislazione sulla raccolta dei dati statistici</span><a> (<span>*1</span>)</a></p></td></tr><tr/><tr><td><p>182</p></td><td><p><span>Indirizzo BCE/2013/24 della Banca centrale europea</span>, del 25 luglio 2013, relativo agli obblighi di segnalazione statistica della Banca centrale europea nel settore dei conti finanziari trimestrali (<a>GU L 2 del 7.1.2014, pag. 34</a>).</p><p>modificata da:</p></td><td><p>31 marzo 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>183</p></td><td><p>Indirizzo (UE) 2016/66 della Banca centrale europea, del 26 novembre 2015, che modifica l'Indirizzo BCE/2013/24 relativo agli obblighi di segnalazione statistica della Banca centrale europea nel settore dei conti finanziari trimestrali (BCE/2015/40) (<a>GU L 14 del 21.1.2016, pag. 36</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>184</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1071/2013</span> della Banca centrale europea, del 24 settembre 2013, relativo al bilancio del settore delle istituzioni finanziarie monetarie (rifusione) (BCE/2013/33) (<a>GU L 297 del 7.11.2013, pag. 1</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>185</p></td><td><p>Regolamento (UE) n. 1375/2014 della Banca centrale europea, del 10 dicembre 2014, che modifica il regolamento (UE) n. 1071/2013 relativo al bilancio del settore delle istituzioni finanziarie monetarie (BCE/2013/33) (BCE/2014/51) (<a>GU L 366 del 20.12.2014, pag. 77</a>).</p></td></tr><tr><td><p>186</p></td><td><p><span>Regolamento (UE) n. 1072/2013</span> della Banca centrale europea, del 24 settembre 2013, relativo alle statistiche sui tassi di interesse applicati dalle istituzioni finanziarie monetarie (rifusione) (BCE/2013/34) (<a>GU L 297 del 7.11.2013, pag. 51</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>187</p></td><td><p>Regolamento n. 756/2014 della Banca centrale europea, dell'8 luglio 2014, che modifica il regolamento (UE) n. 1072/2013 (BCE/2013/34) relativo alle statistiche sui tassi di interesse applicati dalle istituzioni finanziarie monetarie (BCE/2014/30) (<a>GU L 205 del 12.7.2014, pag. 14</a>).</p></td></tr><tr><td><p>188</p></td><td><p><span>Indirizzo BCE/2014/15 della Banca centrale europea</span>, del 4 aprile 2014, relativo alle statistiche monetarie e finanziarie (rifusione) (<a>GU L 340 del 26.11.2014, pag. 1</a>).</p><p>modificato da:</p></td><td><p>31 marzo 2016<a> (<span>2</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>189</p></td><td><p>Indirizzo (UE) 2015/571 della Banca centrale europea, del 6 novembre 2014, che modifica l'Indirizzo BCE/2014/15 relativo alle statistiche monetarie e finanziarie (BCE/2014/43) (<a>GU L 93 del 9.4.2015, pag. 82</a>).</p></td></tr><tr><td><p>190</p></td><td><p>Indirizzo (UE) 2016/450 della Banca centrale europea, del 4 dicembre 2015, che modifica l'Indirizzo BCE/2014/15 relativo alle statistiche monetarie e finanziarie (BCE/2015/44) (<a>GU L 86 dell'1.4.2016, pag. 42</a>).</p></td><td><p>31 marzo 2017<a> (<span>4</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>191</p></td><td><p>Indirizzo (UE) 2017/148 della Banca centrale europea, del 16 dicembre 2016, che modifica l'Indirizzo BCE/2014/15 relativo alle statistiche monetarie e finanziarie (BCE/2016/45) (<a>GU L 26 del 31.1.2017, pag. 1</a>).</p></td><td><p>1<span>o</span> dicembre 2017<a> (<span>5</span>)</a></p></td></tr></tbody></table>
» ( 1 ) Termine fissato dal comitato misto del 2013 a norma dell'articolo 8, paragrafo 4, dell'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra.
<note>
( 2 ) Termine fissato dal comitato misto del 2014 a norma dell'articolo 8, paragrafo 4, dell'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra.
( 3 ) Termine fissato dal comitato misto del 2015 a norma dell'articolo 8, paragrafo 4, dell'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra.
( 4 ) Termine fissato dal comitato misto del 2016 a norma dell'articolo 8, paragrafo 4, dell'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra.
( 5 ) Termine fissato dal comitato misto del 2017 a norma dell'articolo 8, paragrafo 4, dell'accordo monetario del 30 giugno 2011 tra l'Unione europea e il Principato di Andorra.
( *1 ) Come stabilito dal modello per la presentazione semplificata dei dati statistici.
</note> | ITA | 32018D0493 |
2006R0601 — IT — 01.06.2014 — 001.001
Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO (CE) N. 601/2006 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 18 aprile 2006</p><p><a>recante disposizioni d’attuazione del regolamento (CE) n. 184/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il formato e la procedura di trasmissione dei dati</a></p><p>(GU L 106, 19.4.2006, p.7)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  No</p></td><td><p>page</p></td><td><p>date</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>Regolamento di esecuzione (UE) n. 228/2014 della Commissione del 10 marzo 2014</a></p></td><td><p>  L 70</p></td><td><p>16</p></td><td><p>11.3.2014</p></td></tr></table>
REGOLAMENTO (CE) N. 601/2006 DELLA COMMISSIONE
del 18 aprile 2006
recante disposizioni d’attuazione del regolamento (CE) n. 184/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda il formato e la procedura di trasmissione dei dati
LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea,
visto il regolamento (CE) n. 184/2005 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 gennaio 2005, relativo alle statistiche comunitarie inerenti alla bilancia dei pagamenti, agli scambi internazionali di servizi e agli investimenti diretti all’estero ( 1 ), in particolare l’articolo 7,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 184/2005 definisce un quadro comune per la produzione sistematica di statistiche comunitarie inerenti alla bilancia dei pagamenti, agli scambi internazionali di servizi e agli investimenti diretti all’estero.</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Occorre specificare il formato dei dati e la procedura di trasmissione degli stessi al fine di produrre dati comparabili e armonizzati fra gli Stati membri, ridurre il rischio di errori nella trasmissione e aumentare la velocità con la quale i dati raccolti sono elaborati e messi a disposizione degli utilizzatori. Occorre pertanto definire norme di attuazione per completare le istruzioni contenute nel vademecum di Eurostat sulla bilancia dei pagamenti, che viene riveduto annualmente.</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Le misure previste dal presente regolamento sono conformi al parere del comitato della bilancia dei pagamenti istituito dal regolamento (CE) n. 184/2005,</p></td></tr></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Trasmissione dei dati
Gli Stati membri trasmettono alla Commissione (Eurostat) dati in formato elettronico, tramite un punto unico d’ingresso, gestito dalla Commissione (Eurostat).
La Commissione (Eurostat) mette a disposizione una documentazione dettagliata relativa al punto unico d’ingresso e fornisce linee guida sulle relative modalità compatibili per effettuare la trasmissione dei dati.
Articolo 2
Formato dei dati
Gli Stati membri utilizzano formati dei dati conformi allo standard SDMX. La Commissione (Eurostat) mette a disposizione una documentazione dettagliata in merito a tali formati e fornisce linee guida sulle modalità della loro applicazione conformemente alle prescrizioni del presente regolamento.
—————
Articolo 4
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
—————
<note>
( 1 ) GU L 35 dell’8.2.2005, pag. 23.
</note> | ITA | 02006R0601-20140601 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.2.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 50/47</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2017/339 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 14 dicembre 2016
relativa alla mobilizzazione del margine per imprevisti nel 2016
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria ( 1 ) , in particolare il secondo comma del punto 14,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'articolo 13 del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013<a> (<span>2</span>)</a> del Consiglio ha fissato un margine per imprevisti che può arrivare fino allo 0,03 % del reddito nazionale lordo dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Conformemente all'articolo 6 di detto regolamento, la Commissione ha calcolato l'importo assoluto del margine per imprevisti per il 2016<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Dopo avere esaminato tutte le altre possibilità finanziarie per reagire alle circostanze impreviste entro il massimale d'impegno del 2016 per la rubrica 3 (<span>Sicurezza e cittadinanza</span>) del quadro finanziario pluriennale e dopo aver mobilizzato lo strumento di flessibilità per l'intero importo di 1 530 milioni di EUR disponibile nel 2016, appare necessario mobilizzare il margine per imprevisti per far fronte alle esigenze derivanti dalla crisi migratoria, dei rifugiati e della sicurezza con l'aumento degli stanziamenti d'impegno a titolo del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2016 oltre il massimale d'impegno della rubrica 3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Tenuto conto di questa situazione molto particolare, si considerano soddisfatte le condizioni per ricorrere allo strumento di ultima istanza di cui all'articolo 13, paragrafo 1, del regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013,</p></td></tr></tbody></table>
HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Nel quadro del bilancio generale dell'Unione per l'esercizio 2016, il margine per imprevisti è mobilizzato per erogare l'importo di 240,1 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno oltre il massimale d'impegno della rubrica 3 del quadro finanziario pluriennale.
Articolo 2
L'importo di 240,1 milioni di EUR in stanziamenti d'impegno di cui all'articolo 1 è detratto integralmente dal margine entro il massimale d'impegno della rubrica 5 ( Amministrazione ) del quadro finanziario pluriennale per l'esercizio 2016.
Articolo 3
La presente decisione è pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Strasburgo, il 14 dicembre 2016
Per il Parlamento europeo
Il presidente
M. SCHULZ
Per il Consiglio
Il presidente
I. KORČOK
<note>
( 1 ) GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884 ).
( 3 ) Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, del 22 maggio 2015, sull'adeguamento tecnico del quadro finanziario per il 2016 all'evoluzione dell'RNL [COM(2015) 0320].
</note> | ITA | 32017D0339 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>13.9.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 236/14</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/1404 DELLA COMMISSIONE
del 6 settembre 2019
relativo alla classificazione di talune merci nella nomenclatura combinata
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione ( 1 ) , in particolare l'articolo 57, paragrafo 4, e l'articolo 58, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Al fine di garantire l'applicazione uniforme della nomenclatura combinata allegata al regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>, è necessario adottare disposizioni relative alla classificazione delle merci di cui in allegato al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il regolamento (CEE) n. 2658/87 ha fissato le regole generali relative all'interpretazione della nomenclatura combinata. Tali regole si applicano inoltre a qualsiasi nomenclatura che la riprenda, totalmente o in parte, o che aggiunga eventuali suddivisioni e che sia stabilita da specifiche disposizioni dell'Unione per l'applicazione di misure tariffarie o di altra natura nell'ambito degli scambi di merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In applicazione di tali regole generali, le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante nell'allegato del presente regolamento dovrebbero essere classificate nel corrispondente codice NC indicato nella colonna 2, in virtù delle motivazioni indicate nella colonna 3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno disporre che le informazioni tariffarie vincolanti rilasciate per le merci interessate dal presente regolamento che non sono conformi al regolamento stesso possano continuare a essere invocate dal titolare per un determinato periodo, in conformità alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013. Tale periodo dovrebbe essere fissato a tre mesi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante in allegato sono classificate nella nomenclatura combinata nel codice NC indicato nella colonna 2 di detta tabella.
Articolo 2
Le informazioni tariffarie vincolanti che non sono conformi al presente regolamento possono continuare a essere invocate per un periodo di tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, in conformità alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 6 settembre 2019
Per la Commissione,
A nome del presidente
Stephen QUEST
Direttore generale
Direzione generale della Fiscalità e unione doganale
( 1 ) GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune ( GU L 256 del 7.9.1987, pag. 1 ).
ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Descrizione delle merci</p></td><td><p>Classificazione</p><p>(codice NC)</p></td><td><p>Motivazione</p></td></tr><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>(2)</p></td><td><p>(3)</p></td></tr><tr><td><p>Coppia di puntali in materia plastica e metallo (acciaio con punta di tungsteno) appositamente progettati per essere attaccati ai bastoncini per la camminata nordica con un sistema di aggancio a incastro.</p><p>Cfr. immagine<a> (<span>*1</span>)</a>.</p></td><td><p>9506 91 90</p></td><td><p>La classificazione è determinata dalle disposizioni delle regole generali 1 e 6 per l'interpretazione della nomenclatura combinata, dalla nota 3 del capitolo 95 e dal testo dei codici NC 9506 , 9506 91 e 9506 91 90 .</p><p>I bastoncini per la camminata nordica non possono essere considerati come i bastoni da passeggio e simili della voce 6602 . Le caratteristiche oggettive dei bastoncini per la camminata nordica sono diverse da quelle dei bastoni da passeggio della voce 6602 , in quanto essi sono concepiti per essere utilizzati in coppia al fine di imprimere al corpo un movimento propulsivo analogo a quello dello sci di fondo. Le impugnature prolungano i bastoncini in senso verticale analogamente a quelle dei bastoncini per lo sci di fondo, mentre le impugnature dei bastoni da passeggio prolungano i bastoni in senso orizzontale per consentire agli utilizzatori di sostenere il loro peso con il bastone.</p><p>La camminata nordica è diversa dalla camminata ordinaria in quanto la parte superiore del corpo lavora per spingere il corpo in avanti con l'aiuto dei bastoncini e, di conseguenza, può essere considerata educazione fisica ai sensi della voce 9506 .</p><p>I puntali presentano una forma e una progettazione caratteristiche e un sistema specifico di attacco che li rende riconoscibili come destinati esclusivamente o principalmente ai bastoncini per la camminata nordica (articoli della voce 9506 ) ai sensi della nota 3 del capitolo 95. La classificazione alla voce 6603 come parti di bastoni da passeggio della voce 6602 è pertanto esclusa in virtù della nota 1 c) del capitolo 66.</p><p>I puntali vanno pertanto classificati nel codice NC 9506 91 90 come parti di oggetti e attrezzi per l'educazione fisica.</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( *1 ) L'immagine è fornita a scopo puramente informativo.
</note> | ITA | 32019R1404 |
2005D0817 — IT — 28.11.2014 — 001.001
Trattandosi di un semplice strumento di documentazione, esso non impegna la responsabilità delle istituzioni
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>DECISIONE DELLA COMMISSIONE</p><p>del 21 novembre 2005</p><p>che autorizza la Repubblica di Lettonia ad utilizzare talune valutazioni approssimative per il calcolo della base delle risorse proprie provenienti dall'IVA</p><p>[notificata con il numero C(2005) 4424]</p><p>(Il testo in lingua lettone è il solo facente fede)</p><p><a>(2005/817/CE, Euratom)</a></p><p>(GU L 305, 24.11.2005, p.38)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  No</p></td><td><p>page</p></td><td><p>date</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>DECISIONE DI ESECUZIONE DELLA COMMISSIONE del 26 novembre 2014</a></p></td><td><p>  L 343</p></td><td><p>35</p></td><td><p>28.11.2014</p></td></tr></table>
DECISIONE DELLA COMMISSIONE
del 21 novembre 2005
che autorizza la Repubblica di Lettonia ad utilizzare talune valutazioni approssimative per il calcolo della base delle risorse proprie provenienti dall'IVA
[notificata con il numero C(2005) 4424]
(Il testo in lingua lettone è il solo facente fede)
(2005/817/CE, Euratom)
LA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica,
visto il regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89 del Consiglio, del 29 maggio 1989, concernente il regime uniforme definitivo di riscossione delle risorse proprie provenienti dall'imposta sul valore aggiunto ( 1 ), in particolare l'articolo 13,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 28, paragrafo 3, della sesta direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977, in materia di armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra d'affari — Sistema comune di imposta sul valore aggiunto, base imponibile uniforme (<a><span>2</span></a>), di seguito denominata «sesta direttiva», gli Stati membri possono continuare ad esentare o ad assoggettare ad imposta alcune operazioni. Per determinare la base delle risorse IVA occorre tenere conto di tali operazioni.</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Ai fini dell'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 28, paragrafo 3, della sesta direttiva, l'allegato VIII, sezione 7 (Fiscalità), paragrafo 1, dell'atto di adesione della Repubblica di Lettonia alle Comunità europee (<a><span>3</span></a>) autorizza tale Stato ad esentare alcune operazioni specificate nell'allegato F della sesta direttiva.</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La Repubblica di Lettonia non è in grado di calcolare precisamente la base delle risorse proprie IVA per alcune categorie di operazioni specificate nell'allegato F, punti 2 e 17, della sesta direttiva. Tale calcolo può comportare un onere amministrativo ingiustificato rispetto all'incidenza delle operazioni in questione sulla base complessiva delle risorse IVA della Repubblica in questione. La Repubblica di Lettonia è in grado di effettuare un calcolo utilizzando stime approssimative per dette categorie di operazioni previste nell'allegato F della sesta direttiva. La Repubblica di Lettonia deve essere pertanto autorizzata a calcolare la base IVA utilizzando valutazioni approssimative, conformemente all’articolo 6, paragrafo 3, secondo trattino, del regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89.</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il comitato consultivo delle risorse proprie ha approvato la relazione contenente i pareri dei suoi membri sulla presente decisione,</p></td></tr></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Per il calcolo della base delle risorse proprie provenienti dall’IVA a decorrere dal 1 o maggio 2004, la Repubblica di Lettonia è autorizzata, conformemente all’articolo 6, paragrafo 3, secondo trattino, del regolamento (CEE, Euratom) n. 1553/89, ad utilizzare valutazioni approssimative per le seguenti categorie di operazioni di cui all'allegato F della sesta direttiva:
1) Servizi forniti da autori, artisti e interpreti artistici (Allegato F, punto 2);
2) Trasporti di persone (Allegato F, punto 17).
Articolo 1 bis
In deroga all'articolo 1, paragrafo 1, della presente decisione, per il calcolo della base delle risorse proprie provenienti dall'IVA dal 1 o gennaio 2014 al 31 dicembre 2020, la Repubblica di Lettonia è autorizzata ad utilizzare lo 0,04 % della base intermedia per le operazioni di cui al punto 2 della parte B dell'allegato X (libere professioni), della direttiva 2006/112/CE del Consiglio ( 4 ).
Articolo 1 ter
In deroga all'articolo 1, paragrafo 2, della presente decisione, per il calcolo della base delle risorse proprie provenienti dall'IVA dal 1 o gennaio 2014 al 31 dicembre 2020, la Repubblica di Lettonia è autorizzata ad utilizzare lo 0,30 % della base intermedia per le operazioni di cui al punto 10 della parte B dell'allegato X (trasporto di persone), della direttiva 2006/112/CE del Consiglio.
Articolo 2
La Repubblica di Lettonia è destinataria della presente decisione.
<note>
( 1 ) GU L 155 del 7.6.1989, pag. 9. Regolamento modificato dal regolamento (CE) n. 807/2003 (GU L 122 del 16.5.2003, pag. 36).
( 2 ) GU L 145 del 13.6.1977, pag. 1. Direttiva modificata da ultimo dalla direttiva 2004/66/CE (GU L 168 dell’1.5.2004, pag. 35).
( 3 ) GU L 236 del 23.9.2003, pag. 830.
( 4 ) Direttiva 2006/112/CE del Consiglio, del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto (GU L 347 dell'11.12.2006, pag. 1).
</note> | ITA | 02005D0817-20141128 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>10.5.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>C 179/1</p></td></tr></tbody></table>
Stato delle entrate e delle spese di Eurojust per l’esercizio 2021
(2021/C 179/01)
ENTRATE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Titolo</p><p>Capitolo</p></td><td><p>Linea di bilancio</p></td><td><p>Esercizio 2021</p></td><td><p>Esercizio 2020</p></td><td><p>Esercizio 2019</p></td></tr><tr><td><p><span>5</span></p></td><td><p><span>ENTRATE DA OPERAZIONI AMMINISTRATIVE</span></p></td></tr><tr><td><p>5 2</p></td><td><p>INTERESSI BANCARI</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>0,96</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 5 — Totale</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>0,96</span></p></td></tr><tr><td><p><span>9</span></p></td><td><p><span>PROVENTI ANNUI</span></p></td></tr><tr><td><p>9 0</p></td><td><p>PROVENTI ANNUI</p></td><td><p>43 797 699</p></td><td><p>41 546 678</p></td><td><p>39 773 837,71</p></td></tr><tr><td><p>9 1</p></td><td><p>RICAVI DERIVANTI DA PROGETTI OPERATIVI BASATI SU ACCORDI</p></td><td><p>0</p></td><td><p>0</p></td><td><p>0 ,—</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 9 — Totale</span></p></td><td><p><span>43 797 699</span></p></td><td><p><span>41 546 678</span></p></td><td><p><span>39 773 837,71</span></p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p> </p></td><td><p><span>TOTALE GENERALE</span></p></td><td><p><span>43 797 699</span></p></td><td><p><span>41 546 678</span></p></td><td><p><span>39 773 838,67</span></p></td></tr></tbody></table>
SPESE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Titolo</p><p>Capitolo</p></td><td><p>Linea di bilancio</p></td><td><p>Stanziamenti 2021</p></td><td><p>Stanziamenti 2020</p></td><td><p>Esecuzione 2019</p></td></tr><tr><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>SPESE CONCERNENTI LE PERSONE IN RAPPORTO CON L'ISTITUZIONE</span></p></td></tr><tr><td><p>1 1</p></td><td><p>STIPENDI E INDENNITÀ</p></td><td><p>22 639 197</p></td><td><p>22 639 197</p></td><td><p>21 832 949</p></td><td><p>21 832 949</p></td><td><p>20 930 148,51</p></td><td><p>20 930 148,51</p></td></tr><tr><td><p>1 2</p></td><td><p>SPESE RELATIVE ALL'ASSUNZIONE DI PERSONALE</p></td><td><p>83 245</p></td><td><p>83 245</p></td><td><p>76 624</p></td><td><p>76 624</p></td><td><p>104 193,93</p></td><td><p>104 193,93</p></td></tr><tr><td><p>1 3</p></td><td><p>MISSIONI AMMINISTRATIVE</p></td><td><p>110 700</p></td><td><p>110 700</p></td><td><p>109 000</p></td><td><p>109 000</p></td><td><p>56 376,30</p></td><td><p>56 376,30</p></td></tr><tr><td><p>1 4</p></td><td><p>INFRASTRUTTURE DI CARATTERE MEDICO-SOCIALE</p></td><td><p>150 785</p></td><td><p>150 785</p></td><td><p>145 555</p></td><td><p>145 555</p></td><td><p>161 108,85</p></td><td><p>161 108,85</p></td></tr><tr><td><p>1 5</p></td><td><p>PRESTAZIONI ESTERNE</p></td><td><p>288 720</p></td><td><p>288 720</p></td><td><p>246 953</p></td><td><p>246 953</p></td><td><p>189 683,15</p></td><td><p>189 683,15</p></td></tr><tr><td><p>1 6</p></td><td><p>ASSISTENZA SOCIALE</p></td><td><p>37 468</p></td><td><p>37 468</p></td><td><p>26 250</p></td><td><p>26 250</p></td><td><p>46 298 ,—</p></td><td><p>46 298 ,—</p></td></tr><tr><td><p>1 7</p></td><td><p>RICEVIMENTI, EVENTI E RAPPRESENTANZA</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>85,25</p></td><td><p>85,25</p></td></tr><tr><td><p>1 8</p></td><td><p>FORMAZIONE E SVILUPPO PER IL PERSONALE</p></td><td><p>355 000</p></td><td><p>355 000</p></td><td><p>355 000</p></td><td><p>355 000</p></td><td><p>337 879,23</p></td><td><p>337 879,23</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 1 — Totale</span></p></td><td><p><span>23 665 115</span></p></td><td><p><span>23 665 115</span></p></td><td><p><span>22 792 331</span></p></td><td><p><span>22 792 331</span></p></td><td><p><span>21 825 773,22</span></p></td><td><p><span>21 825 773,22</span></p></td></tr><tr><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>INVESTIMENTI IMMOBILIARI, AFFITTO DI IMMOBILI E SPESE ACCESSORIE</span></p></td></tr><tr><td><p>2 0</p></td><td><p>AFFITTO DI IMMOBILI E SPESE ACCESSORIE</p></td><td><p>6 062 279</p></td><td><p>6 062 279</p></td><td><p>6 128 330</p></td><td><p>6 128 330</p></td><td><p>5 835 108,79</p></td><td><p>5 835 108,79</p></td></tr><tr><td><p>2 1</p></td><td><p>GESTIONE DELLE INFORMAZIONI E SPESE PER L'ELABORAZIONE DEI DATI</p></td><td><p>1 733 033</p></td><td><p>1 733 033</p></td><td><p>1 230 438</p></td><td><p>1 230 438</p></td><td><p>1 465 498,27</p></td><td><p>1 465 498,27</p></td></tr><tr><td><p>2 2</p></td><td><p>BENI MOBILI E SPESE ACCESSORIE</p></td><td><p>99 090</p></td><td><p>99 090</p></td><td><p>80 173</p></td><td><p>80 173</p></td><td><p>208 664,02</p></td><td><p>208 664,02</p></td></tr><tr><td><p>2 3</p></td><td><p>SPESE AMMINISTRATIVE CORRENTI</p></td><td><p>61 018</p></td><td><p>61 018</p></td><td><p>56 000</p></td><td><p>56 000</p></td><td><p>57 832,22</p></td><td><p>57 832,22</p></td></tr><tr><td><p>2 4</p></td><td><p>SPESE POSTALI E TELECOMUNICAZIONI</p></td><td><p>75 433</p></td><td><p>75 433</p></td><td><p>87 900</p></td><td><p>87 900</p></td><td><p>85 863,15</p></td><td><p>85 863,15</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 2 — Totale</span></p></td><td><p><span>8 030 853</span></p></td><td><p><span>8 030 853</span></p></td><td><p><span>7 582 841</span></p></td><td><p><span>7 582 841</span></p></td><td><p><span>7 652 966,45</span></p></td><td><p><span>7 652 966,45</span></p></td></tr><tr><td><p><span>3</span></p></td><td><p><span>SPESE D'ESERCIZIO</span></p></td></tr><tr><td><p>3 0</p></td><td><p>SPESE PER RIUNIONI, FORMAZIONE E SPESE DI RAPPRESENTANZA</p></td><td><p>3 144 955</p></td><td><p>3 144 955</p></td><td><p>2 989 356</p></td><td><p>2 989 356</p></td><td><p>2 747 550,16</p></td><td><p>2 747 550,16</p></td></tr><tr><td><p>3 1</p></td><td><p>MISSIONI OPERATIVE E DI ESPERTI</p></td><td><p>2 148 922</p></td><td><p>2 148 922</p></td><td><p>1 921 415</p></td><td><p>1 921 415</p></td><td><p>1 504 156,36</p></td><td><p>1 504 156,36</p></td></tr><tr><td><p>3 2</p></td><td><p>PUBBLICHE RELAZIONI E PUBBLICAZIONI</p></td><td><p>724 642</p></td><td><p>724 642</p></td><td><p>548 452</p></td><td><p>548 452</p></td><td><p>371 264,20</p></td><td><p>371 264,20</p></td></tr><tr><td><p>3 3</p></td><td><p>SPESE PER L’ELABORAZIONE DI DATI E DOCUMENTAZIONE</p></td><td><p>2 842 150</p></td><td><p>2 842 150</p></td><td><p>2 841 485</p></td><td><p>2 841 485</p></td><td><p>2 989 107,24</p></td><td><p>2 989 107,24</p></td></tr><tr><td><p>3 4</p></td><td><p>TRADUZIONE DI DOCUMENTI</p></td><td><p>744 192</p></td><td><p>744 192</p></td><td><p>536 627</p></td><td><p>536 627</p></td><td><p>118 700 ,—</p></td><td><p>118 700 ,—</p></td></tr><tr><td><p>3 5</p></td><td><p>SPESE PER PROGETTI DELLA RETE GIUDIZIARIA EUROPEA (RGE), RIUNIONI E ALTRE SPESE</p></td><td><p>435 000</p></td><td><p>435 000</p></td><td><p>435 000</p></td><td><p>435 000</p></td><td><p>433 181,04</p></td><td><p>433 181,04</p></td></tr><tr><td><p>3 6</p></td><td><p>RIUNIONI E SPESE DI RAPPRESENTANZA ACC</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>25 498,10</p></td><td><p>25 498,10</p></td></tr><tr><td><p>3 7</p></td><td><p>SPESE PER LE RIUNIONI DELLE SQUADRE INVESTIGATIVE COMUNI E ALTRE SPESE</p></td><td><p>2 000 870</p></td><td><p>2 000 870</p></td><td><p>1 991 678</p></td><td><p>1 838 356</p></td><td><p>1 346 586,31</p></td><td><p>1 346 586,31</p></td></tr><tr><td><p>3 8</p></td><td><p>SPESE PER LE RIUNIONI SUL GENOCIDIO E ALTRE SPESE</p></td><td><p>61 000</p></td><td><p>61 000</p></td><td><p>60 815</p></td><td><p>60 815</p></td><td><p>60 715,43</p></td><td><p>60 715,43</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 3 — Totale</span></p></td><td><p><span>12 101 731</span></p></td><td><p><span>12 101 731</span></p></td><td><p><span>11 324 828</span></p></td><td><p><span>11 171 506</span></p></td><td><p><span>9 596 758,84</span></p></td><td><p><span>9 596 758,84</span></p></td></tr><tr><td><p><span>4</span></p></td><td><p><span>SPESE DERIVANTI DA PROGETTI OPERATIVI</span></p></td></tr><tr><td><p>4 1</p></td><td><p>SPESE DERIVANTI DA PROGETTI OPERATIVI BASATI SU ACCORDI</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p>0 ,—</p></td><td><p>0 ,—</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 4 — Totale</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p><span>0 ,—</span></p></td><td><p><span>0 ,—</span></p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p> </p></td><td><p><span>TOTALE GENERALE</span></p></td><td><p><span>43 797 699</span></p></td><td><p><span>43 797 699</span></p></td><td><p><span>41 700 000</span></p></td><td><p><span>41 546 678</span></p></td><td><p><span>39 075 498,51</span></p></td><td><p><span>39 075 498,51</span></p></td></tr></tbody></table>
Tabella dell'organico
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Categoria e grado</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2021</p></td><td><p>2020</p></td></tr><tr><td><p>Autorizzati nel bilancio dell'Unione</p></td><td><p>Effettivamente coperti al 31 dicembre 2019</p></td><td><p>Autorizzati nel bilancio dell'Unione</p></td></tr><tr><td><p>Posti permanenti</p></td><td><p>Posti temporanei</p></td><td><p>Posti permanenti</p></td><td><p>Posti temporanei</p></td><td><p>Posti permanenti</p></td><td><p>Posti temporanei</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p>AD 16</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AD 15</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AD 14</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td></tr><tr><td><p>AD 13</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td></tr><tr><td><p>AD 12</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td></tr><tr><td><p>AD 11</p></td><td><p>—</p></td><td><p>5</p></td><td><p>—</p></td><td><p>2</p></td><td><p>—</p></td><td><p>5</p></td></tr><tr><td><p>AD 10</p></td><td><p>—</p></td><td><p>12</p></td><td><p>—</p></td><td><p>4</p></td><td><p>—</p></td><td><p>12</p></td></tr><tr><td><p>AD 9</p></td><td><p>—</p></td><td><p>22</p></td><td><p>—</p></td><td><p>15</p></td><td><p>—</p></td><td><p>22</p></td></tr><tr><td><p>AD 8</p></td><td><p>—</p></td><td><p>21</p></td><td><p>—</p></td><td><p>16</p></td><td><p>—</p></td><td><p>21</p></td></tr><tr><td><p>AD 7</p></td><td><p>—</p></td><td><p>29</p></td><td><p>—</p></td><td><p>16</p></td><td><p>—</p></td><td><p>29</p></td></tr><tr><td><p>AD 6</p></td><td><p>—</p></td><td><p>2</p></td><td><p>—</p></td><td><p>18</p></td><td><p>—</p></td><td><p>2</p></td></tr><tr><td><p>AD 5</p></td><td><p>—</p></td><td><p>6</p></td><td><p>—</p></td><td><p>8</p></td><td><p>—</p></td><td><p>6</p></td></tr><tr><td><p>Totale parziale AD</p></td><td><p>—</p></td><td><p>100</p></td><td><p>—</p></td><td><p>80</p></td><td><p>—</p></td><td><p>100</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p>AST 11</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST 10</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST 9</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td></tr><tr><td><p>AST 8</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST 7</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td></tr><tr><td><p>AST 6</p></td><td><p>—</p></td><td><p>5</p></td><td><p>—</p></td><td><p>7</p></td><td><p>—</p></td><td><p>5</p></td></tr><tr><td><p>AST 5</p></td><td><p>—</p></td><td><p>52</p></td><td><p>—</p></td><td><p>24</p></td><td><p>—</p></td><td><p>52</p></td></tr><tr><td><p>AST 4</p></td><td><p>—</p></td><td><p>48</p></td><td><p>—</p></td><td><p>33</p></td><td><p>—</p></td><td><p>48</p></td></tr><tr><td><p>AST 3</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>42</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST 2</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>16</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST 1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Totale parziale AST</p></td><td><p>—</p></td><td><p>107</p></td><td><p>—</p></td><td><p>124</p></td><td><p>—</p></td><td><p>107</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p>AST/SC 6</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST/SC 5</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST/SC 4</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST/SC 3</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST/SC 2</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>AST/SC 1</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Totale parziale AST/SC</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p><span>Totale</span></p></td><td><p><span>—</span></p></td><td><p><span>207</span></p></td><td><p><span>—</span></p></td><td><p><span>204</span></p></td><td><p><span>—</span></p></td><td><p><span>207</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Totale Generale</span></p></td><td><p><span>207</span></p></td><td><p><span>204</span></p></td><td><p><span>207</span></p></td></tr></tbody></table>
Stima del numero di agenti contrattuali (espressa in equivalenti a tempo pieno) ed esperti nazionali distaccati
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Posti da agente contrattuale</p></td><td><p>2021</p></td><td><p>2020</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p>FG IV</p></td><td><p>12</p></td><td><p>4</p></td></tr><tr><td><p>FG III</p></td><td><p>11</p></td><td><p>8</p></td></tr><tr><td><p>FG II</p></td><td><p>7</p></td><td><p>4</p></td></tr><tr><td><p>FG I</p></td><td><p>—</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Totale FG</p></td><td><p>30</p></td><td><p>16</p></td></tr><tr/><tr/><tr><td><p>Posti da esperto nazionale distaccato</p></td><td><p>21</p></td><td><p>21</p></td></tr><tr><td><p>Totale</p></td><td><p>51</p></td><td><p><span>37</span></p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021B0510(01) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.9.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 252/133</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2017/1624 DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 27 aprile 2017
sul discarico per l'esecuzione del bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015, sezione VII — Comitato delle regioni
IL PARLAMENTO EUROPEO,
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il bilancio generale dell'Unione europea per l'esercizio 2015,<a> (<span>1</span>)</a></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti i conti annuali consolidati dell'Unione europea relativi all'esercizio 2015 [COM(2016) 475 — C8-0275/2016]<a> (<span>2</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione annuale della Corte dei conti sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2015, accompagnata dalle risposte delle istituzioni<a> (<span>3</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni<a> (<span>4</span>)</a>, presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2015, a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l'articolo 314, paragrafo 10, e gli articoli 317, 318 e 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio<a> (<span>5</span>)</a>, in particolare gli articoli 55, 99, 164, 165 e 166,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l'articolo 94 e l'allegato IV del suo regolamento,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A8-0141/2017),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.</p></td><td><p>concede il discarico al segretario generale del Comitato delle regioni per l'esecuzione del bilancio del Comitato delle regioni per l'esercizio 2015;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2.</p></td><td><p>esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.</p></td><td><p>incarica il suo presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al Comitato delle regioni, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, alla Corte di giustizia dell'Unione europea, alla Corte dei conti, al Comitato economico e sociale europeo, al Mediatore europeo, al Garante europeo della protezione dei dati e al Servizio europeo per l'azione esterna, e di provvedere alla loro pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L)</span>.</p></td></tr></tbody></table>
Il presidente
Antonio TAJANI
Il segretario generale
Klaus WELLE
<note>
( 1 ) GU L 69 del 13.3.2015 .
( 2 ) GU C 380 del 14.10.2016, pag. 1 .
( 3 ) GU C 375 del 13.10.2016, pag. 1 .
( 4 ) GU C 380 del 14.10.2016, pag. 147 .
( 5 ) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1 .
</note> | ITA | 32017B1624 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>12.12.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 315/23</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/1957 DELLA COMMISSIONE
dell'11 dicembre 2018
che modifica il regolamento (UE) n. 885/2010 per quanto riguarda i termini dell'autorizzazione del preparato di narasin e nicarbazin come additivo per mangimi destinati a polli da ingrasso (titolare dell'autorizzazione Eli Lilly and Company Ltd)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1831/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, sugli additivi destinati all'alimentazione animale ( 1 ) , in particolare l'articolo 13, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 1831/2003 disciplina l'autorizzazione degli additivi destinati all'alimentazione animale e definisce i motivi e le procedure per il rilascio di tale autorizzazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>L'impiego del preparato di narasin e nicarbazin come additivo per mangimi destinati a polli da ingrasso è stato autorizzato per dieci anni dal regolamento (UE) n. 885/2010 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 13, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1831/2003 il titolare dell'autorizzazione ha proposto di modificare i termini dell'autorizzazione del preparato, presentando una domanda di modifica del tenore di microtracciante rosso da 11 g/kg a una quantità che varia da 4 a 11 g/kg. La domanda era corredata dei pertinenti dati giustificativi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Nel parere del 18 ottobre 2016 <a>(<span>3</span>)</a> l'Autorità europea per la sicurezza alimentare («l'Autorità») ha concluso che la riduzione del tenore di microtracciante rosso da 11 g/kg a una quantità che varia da 4 a 11 g/kg di additivo non ha alcuna incidenza sulle proprietà fisico-chimiche e biologiche dell'additivo. Essa è giunta quindi alla conclusione che la valutazione della sicurezza e dell'efficacia effettuata per la precedente formulazione con 11 g/kg di microtracciante rosso è valida anche per la nuova formulazione. L'Autorità non ritiene necessarie prescrizioni specifiche per il monitoraggio successivo all'immissione sul mercato. Essa ha verificato anche la relazione sul metodo di analisi dell'additivo per mangimi negli alimenti per animali presentata dal laboratorio di riferimento istituito dal regolamento (CE) n. 1831/2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 10 luglio 2018 la società Eli Lilly and Company Ltd ha inoltre presentato una domanda a norma dell'articolo 13, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1831/2003, in cui propone di modificare il nome del titolare dell'autorizzazione. Il richiedente ha sostenuto che, con effetto a decorrere dal 3 aprile 2018, la Elanco GmbH, una filiale della Eli Lilly and Company Ltd, è da considerarsi titolare dei diritti di commercializzazione del suddetto additivo. La domanda era corredata dei pertinenti dati giustificativi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La proposta di modifica dei termini dell'autorizzazione riguardante il nome del titolare dell'autorizzazione è di natura puramente amministrativa e non richiede una nuova valutazione dell'additivo in questione. L'Autorità è stata informata in merito alla domanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>La valutazione del preparato di narasin e nicarbazin con il nuovo tenore di microtracciante rosso dimostra che sono soddisfatte le condizioni di autorizzazione di cui all'articolo 5 del regolamento (CE) n. 1831/2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza il regolamento (UE) n. 885/2010.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Dato che non vi sono motivi di sicurezza che richiedano l'applicazione immediata delle modifiche apportate dal presente regolamento, è opportuno prevedere un periodo transitorio in cui le scorte esistenti dell'additivo per mangimi narasin e nicarbazin conformi alle disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore del presente regolamento possono continuare ad essere immesse sul mercato e utilizzate fino al loro esaurimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
L'allegato del regolamento (UE) n. 885/2010 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>nella colonna 2 il nome «Eli Lilly and Company Ltd» è sostituito da «Elanco GmbH»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>nella colonna 4 «Composizione, formula chimica, descrizione, metodo analitico», «<span>Composizione dell'additivo</span>», «Microtracciante rosso», il tenore «11 g/kg» è sostituito da «4-11 g/kg».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Le scorte esistenti di tale additivo che sono conformi alle disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore del presente regolamento possono continuare ad essere immesse sul mercato e utilizzate fino al loro esaurimento.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, l'11 dicembre 2018
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 29 .
( 2 ) Regolamento (UE) n. 885/2010 della Commissione, del 7 ottobre 2010, relativo all'autorizzazione del preparato di narasin e nicarbazin come additivo dei mangimi per polli da ingrasso (titolare dell'autorizzazione Eli Lilly and Company Ltd), che modifica il regolamento (CE) n. 2430/1999 ( GU L 265 dell'8.10.2010, pag. 5 ).
( 3 ) EFSA Journal 2016 ; 14(11):4614.
</note> | ITA | 32018R1957 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>20.2.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 51/23</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2023/369 DELLA COMMISSIONE
del 29 novembre 2022
recante rettifica della versione in lingua polacca del regolamento (UE) n. 139/2014 che stabilisce i requisiti tecnici e le procedure amministrative relativi agli aeroporti ai sensi del regolamento (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2018/1139 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2018, recante norme comuni nel settore dell’aviazione civile, che istituisce un’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea e che modifica i regolamenti (CE) n. 2111/2005, (CE) n. 1008/2008, (UE) n. 996/2010, (UE) n. 376/2014 e le direttive 2014/30/UE e 2014/53/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, e abroga i regolamenti (CE) n. 552/2004 e (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CEE) n. 3922/91 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 39, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La versione in lingua polacca dell’allegato IV del regolamento (UE) n. 139/2014 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a> contiene un errore alla norma ADR.OPS.B.080, lettera b), che limita la portata dell’esenzione prevista da detta disposizione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>È pertanto opportuno rettificare di conseguenza la versione in lingua polacca dell’allegato IV del regolamento (UE) n. 139/2014. La rettifica non riguarda le altre versioni linguistiche,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
(non riguarda la versione italiana)
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 29 novembre 2022
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 212 del 22.8.2018, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (UE) n. 139/2014 della Commissione, del 12 febbraio 2014, che stabilisce i requisiti tecnici e le procedure amministrative relativi agli aeroporti ai sensi del regolamento (CE) n. 216/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 44 del 14.2.2014, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32023R0369 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>30.10.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 360/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2020/1588 DELLA COMMISSIONE
del 25 giugno 2020
che modifica l’allegato I del regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio stabilendo le soglie relative ai volumi per i minerali di tantalio o niobio e loro concentrati, i minerali di oro e loro concentrati, gli ossidi e idrossidi di stagno, i tantalati e i carburi di tantalio
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2017/821 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che stabilisce obblighi in materia di dovere di diligenza nella catena di approvvigionamento per gli importatori dell’Unione di stagno, tantalio e tungsteno, dei loro minerali, e di oro, originari di zone di conflitto o ad alto rischio ( 1 ) , in particolare l’articolo 1, paragrafo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L’allegato I del regolamento (UE) 2017/821 contiene l’elenco dei minerali e metalli contemplati da tale regolamento e fissa alcune soglie relative ai volumi annui di importazione per quanto riguarda tali minerali e metalli.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Conformemente all’articolo 1, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2017/821, detto regolamento non si applica agli importatori dell’Unione, qualora il loro volume annuo di importazioni per ciascuno dei minerali o metalli interessati sia inferiore alle soglie di cui all’allegato I di detto regolamento. Tali soglie sono fissate a un livello tale da garantire che non meno del 95 % dei volumi totali importati nell’Unione di ciascun minerale e metallo sia soggetto agli obblighi degli importatori dell’Unione di cui al summenzionato regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Al momento dell’adozione del regolamento nel 2017 non vi erano codici della nomenclatura combinata sufficientemente disaggregati per quanto riguarda cinque degli specifici minerali e metalli elencati nell’allegato I. Ne consegue che i dati relativi alle importazioni di tali minerali e metalli non erano disponibili e pertanto cinque soglie relative ai volumi di cui all’allegato I devono ancora essere stabilite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L’articolo 1, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2017/821 dispone che la Commissione stabilisca le soglie relative ai volumi ancora da fissare nell’allegato I mediante l’adozione di un atto delegato, ai sensi degli articoli 18 e 19 del regolamento (UE) 2017/821, per modificare l’allegato I. Se fattibile, l’atto delegato dovrebbe essere adottato entro il 1<span>o</span> aprile 2020 e non oltre il 1<span>o</span> luglio 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Con regolamento (UE) 2017/821 sono state definite cinque nuove suddivisioni della Tariffa integrata delle Comunità europee («TARIC»), corrispondenti ai cinque minerali e metalli le cui soglie sono ancora da stabilire, in relazione alle quali le autorità doganali degli Stati membri hanno raccolto dati doganali fin dall’entrata in vigore del regolamento nel giugno 2017.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>L’articolo 18 del regolamento (UE) 2017/821 dispone che la Commissione si basi sulle informazioni relative alle importazioni per ciascun importatore dell’Unione fornite dagli Stati membri per quanto riguarda i due anni precedenti, quindi il 2018 e il 2019.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza l’allegato I del regolamento (UE) 2017/821,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
L’allegato I del regolamento (UE) 2017/821 è modificato conformemente all’allegato del presente regolamento delegato.
Articolo 2
Il presente regolamento delegato entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento delegato è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 25 giugno 2020
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 130 del 19.5.2017, pag. 1 .
ALLEGATO
L’allegato I del regolamento (UE) 2017/821 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>nella «Parte A: Minerali», la tabella è così modificata:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la terza riga è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>«Minerali di tantalio o niobio e loro concentrati</p></td><td><p>ex 2615 90 00</p></td><td><p>10</p></td><td><p>100 000 »</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la quarta riga è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>«Minerali di oro e loro concentrati</p></td><td><p>ex 2616 90 00</p></td><td><p>10</p></td><td><p>4 000 000 »</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>nella «Parte B: Metalli», la tabella è così modificata:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la seconda riga è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>«Ossidi e idrossidi di stagno</p></td><td><p>ex 2825 90 85</p></td><td><p>10</p></td><td><p>3 600 »</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la quinta riga è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>«Tantalati</p></td><td><p>ex 2841 90 85</p></td><td><p>30</p></td><td><p>30»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la settima riga è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>«Carburi di tantalio</p></td><td><p>ex 2849 90 50</p></td><td><p>10</p></td><td><p>770»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table> | ITA | 32020R1588 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.9.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 246/19</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/1584 DELLA COMMISSIONE
del 25 settembre 2019
che apre un'inchiesta sulla possibile elusione delle misure antidumping istituite dal regolamento di esecuzione (UE) n. 1343/2013 del Consiglio sulle importazioni di perossisolfati (persolfati) originari della Repubblica popolare cinese, e che dispone la registrazione di tali importazioni
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2016/1036 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'8 giugno 2016, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri dell'Unione europea ( 1 ) («il regolamento di base»), in particolare l'articolo 13, paragrafo 3, e l'articolo 14, paragrafo 5,
dopo aver informato gli Stati membri,
considerando quanto segue:
A. INCHIESTA D'UFFICIO
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La Commissione europea («la Commissione») ha deciso di propria iniziativa, conformemente all'articolo 13, paragrafo 3, e all'articolo 14, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2016/1036 («il regolamento di base»), di aprire un'inchiesta sulla possibile elusione delle misure antidumping istituite sulle importazioni di perossisolfati (persolfati) originari della Repubblica popolare cinese e di disporre la registrazione di tali importazioni.</p></td></tr></tbody></table>
B. PRODOTTO
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il prodotto oggetto della possibile elusione è costituito da perossisolfati (persolfati), compreso il perossimonosolfato solfato di potassio, attualmente classificati con i codici NC 2833 40 00 ed ex 2842 90 80 (codice TARIC 2842908020) e originari della Repubblica popolare cinese («il prodotto in esame»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il prodotto oggetto dell'inchiesta a causa di una possibile elusione è lo stesso descritto nel considerando precedente, attualmente classificato con gli stessi codici del prodotto in esame, importato con il codice aggiuntivo TARIC A820 («il prodotto oggetto dell'inchiesta»).</p></td></tr></tbody></table>
C. MISURE IN VIGORE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Le misure attualmente in vigore e potenzialmente oggetto di elusione sono le misure antidumping istituite dal regolamento di esecuzione (UE) n. 1343/2013 del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>. Un riesame in previsione della scadenza relativo a tali misure è stato avviato il 17 dicembre 2018 ed è tuttora in corso <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
D. MOTIVAZIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>La presente inchiesta sulla possibile elusione delle misure antidumping in vigore si basa su elementi di prova sufficienti a dimostrare che tali misure vengono eluse tramite una riorganizzazione dei modelli e dei canali di vendita del prodotto in esame.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Le misure in vigore variano tra il 24,5 % e il 71,8 %. Uno dei produttori esportatori, la società ABC Chemicals Co. Ltd Shanghai («ABC»), è soggetto a un dazio dello 0 %. Le statistiche sulle importazioni indicano una modificazione della configurazione degli scambi in seguito all'istituzione del dazio antidumping definitivo sul prodotto in esame. Tali statistiche indicano anche che le importazioni cinesi entrano attualmente nell'Unione soprattutto attraverso la società ABC. Dagli elementi di prova in possesso della Commissione emerge però che ABC non produce più il prodotto in esame. Risulta inoltre che la licenza di produzione di ABC è stata revocata nel luglio 2017, che non è stata rilasciata alcuna nuova licenza e che la società è classificata come impresa di distribuzione e non come fabbricante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Non sembra che vi sia alcuna motivazione o giustificazione economica per questo transito delle esportazioni a parte il dazio dello 0 % in vigore per ABC.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La Commissione dispone inoltre di sufficienti elementi di prova del fatto che gli effetti riparatori delle misure antidumping in vigore sul prodotto in esame risultano indeboliti in termini quantitativi e di prezzo. Volumi considerevoli di importazioni del prodotto oggetto dell'inchiesta sembrano aver sostituito le importazioni del prodotto in esame. La Commissione dispone inoltre di sufficienti elementi di prova del fatto che le importazioni del prodotto oggetto dell'inchiesta sono effettuate a prezzi inferiori al prezzo non pregiudizievole stabilito nell'inchiesta che ha determinato l'istituzione delle misure in vigore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Infine, la Commissione ha raccolto sufficienti elementi che comprovano che i prezzi del prodotto oggetto dell'inchiesta sono oggetto di dumping rispetto al valore normale stabilito in precedenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Qualora nel corso dell'inchiesta siano individuate altre pratiche di elusione contemplate all'articolo 13 del regolamento di base, oltre a quella sopra menzionata, l'inchiesta potrà riguardare anche tali pratiche.</p></td></tr></tbody></table>
E. PROCEDURA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Alla luce di quanto precede, la Commissione ha concluso che esistono elementi di prova sufficienti per giustificare l'apertura di un'inchiesta a norma dell'articolo 13, paragrafo 3, del regolamento di base e per disporre la registrazione delle importazioni dei prodotti oggetto dell'inchiesta in conformità all'articolo 14, paragrafo 5, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Le autorità della Repubblica popolare cinese saranno informate dell'apertura dell'inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
a) Termini
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Ai fini di una buona amministrazione è opportuno precisare i termini entro cui:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>le parti possono manifestarsi alla Commissione, presentare osservazioni per iscritto e inviare le risposte al questionario o qualsiasi altra informazione di cui occorre tener conto nel corso dell'inchiesta,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>le parti possono chiedere per iscritto di essere sentite dalla Commissione.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Si ricorda che le parti potranno esercitare i diritti procedurali stabiliti nel regolamento di base unicamente se si manifestano entro i termini indicati all'articolo 3 del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
b) Questionari
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Per ottenere le informazioni ritenute necessarie all'inchiesta, la Commissione invierà un questionario alla società ABC, la quale è invitata a rispondervi entro il termine fissato all'articolo 3, paragrafo 2, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
c) Raccolta di informazioni e audizioni
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Le parti interessate devono manifestarsi contattando la Commissione entro il termine fissato all'articolo 3, paragrafo 1, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Tutte le parti, compresi l'industria dell'Unione, gli importatori e qualsiasi associazione pertinente, sono invitate a comunicare le loro osservazioni per iscritto e a fornire elementi di prova, a condizione che tali comunicazioni pervengano entro il termine fissato all'articolo 3, paragrafo 2. La Commissione può inoltre sentire le parti, a condizione che ne facciano richiesta per iscritto e che dimostrino di avere particolari motivi per chiedere un'audizione.</p></td></tr></tbody></table>
F. REGISTRAZIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>In conformità all'articolo 14, paragrafo 5, del regolamento di base, le importazioni del prodotto oggetto dell'inchiesta sono sottoposte a registrazione al fine di garantire, qualora i risultati dell'inchiesta confermino l'elusione, che dazi antidumping per un importo adeguato possano essere riscossi a decorrere dalla data in cui è stata disposta la registrazione di tali importazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>L'eventuale pagamento di futuri dazi dipenderà dai risultati dell'inchiesta. In base alle informazioni disponibili nella fase attuale, in particolare le indicazioni secondo cui alcune società attualmente soggette al dazio residuo del 71,8 % (codice aggiuntivo TARIC A999) o le società soggette a un'aliquota del dazio individuale vendono i propri prodotti attraverso la società ABC (soggetta ad un dazio dello 0 %), l'importo dell'eventuale dazio futuro è fissato al livello del dazio residuo, vale a dire il 71,8 % ad valorem sul valore cif all'importazione del prodotto oggetto dell'inchiesta, importato con il codice aggiuntivo TARIC A820.</p></td></tr></tbody></table>
G. OMESSA COLLABORAZIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Qualora una parte interessata neghi l'accesso alle informazioni necessarie, non le comunichi entro i termini stabiliti oppure ostacoli gravemente l'inchiesta, possono essere stabilite conclusioni, positive o negative, in base ai dati disponibili, in conformità all'articolo 18 del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Se le informazioni fornite da una parte interessata risultano false o fuorvianti, tali informazioni non sono prese in considerazione e possono essere utilizzati i dati disponibili in conformità all'articolo 18 del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>Se una parte interessata non collabora o collabora solo parzialmente e le conclusioni si basano quindi sui dati disponibili in conformità all'articolo 18 del regolamento di base, l'esito dell'inchiesta può essere per tale parte meno favorevole di quanto sarebbe stato se avesse collaborato.</p></td></tr></tbody></table>
H. CALENDARIO DELL'INCHIESTA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 13, paragrafo 3, del regolamento di base, l'inchiesta sarà conclusa entro nove mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
I. TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Si ricorda che i dati personali raccolti nel corso della presente inchiesta saranno trattati in conformità al regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a> sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione e sulla libera circolazione di tali dati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Un'informativa sulla protezione dei dati per tutti gli interessati riguardante il trattamento dei dati personali nell'ambito delle attività di difesa commerciale della Commissione è disponibile sul sito web della DG Commercio: http://ec.europa.eu/trade/policy/accessing-markets/trade-defence/.</p></td></tr></tbody></table>
J. CONSIGLIERE-AUDITORE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>Per i procedimenti in materia commerciale le parti possono chiedere l'intervento del consigliere-auditore, che esamina le richieste di accesso al fascicolo, le controversie sulla riservatezza dei documenti, le richieste di proroga dei termini e qualsiasi altra richiesta concernente i diritti di difesa delle parti e di terzi che possono emergere nel corso del procedimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>Il consigliere-auditore può organizzare audizioni e mediare tra le parti e i servizi della Commissione al fine di garantire il pieno esercizio dei diritti di difesa delle parti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Le domande di audizione con il consigliere-auditore devono essere motivate e presentate per iscritto. Il consigliere-auditore esamina i motivi delle domande. Tali audizioni dovrebbero aver luogo solo se le questioni non sono state risolte a tempo debito con i servizi della Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Le domande devono essere presentate in tempo utile e senza indugio, in modo da non compromettere il regolare svolgimento del procedimento. A tal fine le parti dovrebbero chiedere l'intervento del consigliere-auditore il prima possibile dopo il verificarsi dell'evento che giustifichi tale intervento. In linea di principio i calendari indicati all'articolo 3 del presente regolamento per le domande di audizione con i servizi della Commissione si applicano mutatis mutandis alle domande di audizione con il consigliere-auditore. Se le domande di audizione non vengono presentate entro i calendari pertinenti, il consigliere-auditore esamina anche i motivi di tali domande tardive, la natura delle questioni sollevate e i loro effetti sui diritti di difesa, tenendo in debito conto l'interesse a una buona amministrazione e alla tempestiva conclusione dell'inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Per ulteriori informazioni e per le modalità di contatto, le parti possono consultare le pagine dedicate al consigliere-auditore sul sito web della direzione generale del Commercio: http://ec.europa.eu/trade/trade-policy-and-you/contacts/hearing-officer/,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
È aperta un'inchiesta a norma dell'articolo 13, paragrafo 3, al fine di stabilire se le importazioni nell'Unione di perossisolfati (persolfati), compreso il perossimonosolfato solfato di potassio, attualmente classificati con i codici NC 2833 40 00 ed ex 2842 90 80 (codice TARIC 2842908020) e originari della Repubblica popolare cinese, importati con il codice aggiuntivo TARIC A820, eludano le misure istituite dal regolamento di esecuzione (UE) n. 1343/2013 del Consiglio.
Articolo 2
1. Le autorità doganali degli Stati membri adottano, a norma dell'articolo 13, paragrafo 3, e dell'articolo 14, paragrafo 5, del regolamento di base, le opportune disposizioni per registrare le importazioni nell'Unione di cui all'articolo 1 del presente regolamento.
2. L'obbligo di registrazione scade dopo un periodo di nove mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
Articolo 3
1. Le parti devono manifestarsi contattando la Commissione entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
2. Affinché le loro osservazioni siano prese in considerazione durante l'inchiesta, le parti devono presentarle per iscritto e fornire qualsiasi altra informazione entro 37 giorni a decorrere dalla data di pubblicazione del presente regolamento nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea , salvo diverse disposizioni.
3. Le parti possono inoltre chiedere di essere sentite dalla Commissione entro tale termine di 37 giorni.
4. Le informazioni trasmesse alla Commissione ai fini delle inchieste di difesa commerciale devono essere esenti da diritti d'autore. Prima di presentare alla Commissione informazioni e/o dati oggetto di diritti d'autore di terzi, le parti devono chiedere un'autorizzazione specifica al titolare del diritto d'autore, che consenta esplicitamente alla Commissione a) di utilizzare le informazioni e i dati ai fini del presente procedimento di difesa commerciale e b) di fornire le informazioni e/o i dati alle parti dell'inchiesta in una forma che consenta loro di esercitare il proprio diritto di difesa.
5. Tutte le comunicazioni scritte delle parti, comprese le informazioni richieste nel presente regolamento, i questionari compilati e la corrispondenza, per le quali viene chiesto un trattamento riservato devono essere contrassegnate dalla dicitura « Limited » («Diffusione limitata») ( 5 ) . Le parti che presentano informazioni nel corso della presente inchiesta sono invitate a motivare la loro richiesta di trattamento riservato.
6. Le parti che trasmettono informazioni a «diffusione limitata» sono tenute a presentare, a norma dell'articolo 19, paragrafo 2, del regolamento di base, un riassunto non riservato delle stesse, contrassegnato dalla dicitura « For inspection by interested parties » («Consultabile dalle parti interessate»). Il riassunto deve essere sufficientemente dettagliato, in modo da consentire una comprensione adeguata della sostanza delle informazioni presentate a titolo riservato.
7. Se una parte che trasmette informazioni riservate non è in grado di motivare debitamente la richiesta di trattamento riservato o non fornisce un riassunto non riservato nel formato richiesto e della qualità richiesta, la Commissione potrà non prendere in considerazione tali informazioni, a meno che non possa essere dimostrato in modo convincente in base a fonti attendibili che tali informazioni sono corrette.
8. Le parti interessate sono invitate a presentare tutte le comunicazioni e le richieste tramite la piattaforma TRON.tdi (https://tron.trade.ec.europa.eu/tron/TDI), comprese le deleghe e certificazioni in forma scannerizzata, ad eccezione delle risposte voluminose che devono essere fornite su CD-R o DVD, a mano o per posta raccomandata.
Per poter accedere a TRON.tdi, le parti interessate devono disporre di un account EU Login. Le istruzioni complete per la registrazione e l'uso di TRON.tdi sono disponibili all'indirizzo https://webgate.ec.europa.eu/tron/resources/documents/gettingStarted.pdf.
Utilizzando TRON.tdi o la posta elettronica, le parti interessate esprimono la propria accettazione delle norme applicabili alle comunicazioni in forma elettronica contenute nel documento «CORRISPONDENZA CON LA COMMISSIONE EUROPEA NEI CASI DI DIFESA COMMERCIALE» pubblicato sul sito della direzione generale del Commercio: http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2014/june/tradoc_152574.pdf. Le parti interessate devono indicare il proprio nome, indirizzo postale, numero di telefono e un indirizzo di posta elettronica valido e assicurarsi che l'indirizzo di posta elettronica fornito sia un indirizzo ufficiale di lavoro, attivo e controllato quotidianamente. Una volta ricevuti i recapiti, la Commissione comunicherà con le parti interessate unicamente per posta elettronica, a meno che queste ultime non richiedano esplicitamente di ricevere dalla Commissione tutti i documenti tramite un altro mezzo di comunicazione o a meno che la natura del documento da inviare non richieda l'utilizzo della posta raccomandata. Per ulteriori regole e informazioni riguardanti la corrispondenza con la Commissione, compresi i principi che si applicano alle comunicazioni per posta elettronica, si invitano le parti interessate a consultare le istruzioni sopraindicate relative alla comunicazione con le parti interessate.
Indirizzo della Commissione per l'invio della corrispondenza:
<table><col/><tbody><tr><td><p>Commissione europea</p></td></tr><tr><td><p>Direzione generale del Commercio</p></td></tr><tr><td><p>Direzione H</p></td></tr><tr><td><p>Ufficio: CHAR 04/039</p></td></tr><tr><td><p>1049 Bruxelles/Brussel</p></td></tr><tr><td><p>BELGIO</p></td></tr><tr><td><p>TRON.tdi: https://tron.trade.ec.europa.eu/tron/TDI</p></td></tr><tr><td><p>E-mail: TRADE-R707@ec.europa.eu</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 4
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 25 settembre 2019
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 176 del 30.6.2016, pag. 21 .
( 2 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 1343/2013 del Consiglio, del 12 dicembre 2013, che istituisce un dazio antidumping definitivo sulle importazioni di perossisolfati (persolfati) originari della Repubblica popolare cinese a seguito di un riesame in previsione della scadenza a norma dell'articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1225/2009 ( GU L 338 del 17.12.2013, pag. 11 )
( 3 ) Avviso di apertura di un riesame in previsione della scadenza delle misure antidumping applicabili alle importazioni di perossisolfati (persolfati) originari della Repubblica popolare cinese (2018/C 454/06) ( GU C 454 del 17.12.2018, pag. 7 ).
( 4 ) Regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2018, sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione e sulla libera circolazione di tali dati, e che abroga il regolamento (CE) n. 45/2001 e la decisione n. 1247/2002/CE ( GU L 295 del 21.11.2018, pag. 39 ).
( 5 ) Un documento a «diffusione limitata» è un documento considerato riservato a norma dell'articolo 19 del regolamento (UE) 2016/1036 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 176 del 30.6.2016, pag. 21 ) e dell'articolo 6 dell'accordo dell'OMC sull'attuazione dell'articolo VI del GATT 1994 (accordo antidumping). Tale tipo di documento è anche protetto a norma dell'articolo 4 del regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 145 del 31.5.2001, pag. 43 ).
</note> | ITA | 32019R1584 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.1.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 25/12</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/132 DEL CONSIGLIO
del 28 gennaio 2019
che attua il regolamento (UE) n. 101/2011 concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Tunisia
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 101/2011 del Consiglio, del 4 febbraio 2011, concernente misure restrittive nei confronti di determinate persone, entità e organismi in considerazione della situazione in Tunisia ( 1 ) , in particolare l'articolo 12,
vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 4 febbraio 2011 il Consiglio ha adottato il regolamento (UE) n. 101/2011.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Sulla base di un riesame dell'elenco di cui all'allegato I del regolamento (UE) n. 101/2011, risulta opportuno depennare la voce relativa a una persona.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno pertanto modificare di conseguenza l'allegato I del regolamento (UE) n. 101/2011,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
L'allegato I del regolamento (UE) n. 101/2011 è modificato conformemente all'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 28 gennaio 2019
Per il Consiglio
Il presidente
P. DAEA
( 1 ) GU L 31 del 5.2.2011, pag. 1 .
ALLEGATO
Nell'allegato I del regolamento (UE) n. 101/2011 la voce 28 (Mohamed Marwan Ben Ali Ben Mohamed MABROUK) è soppressa. | ITA | 32019R0132 |
2015R2195 — IT — 13.06.2016 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2015/2195 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 9 luglio 2015</p><p><a>che integra il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda la definizione di tabelle standard di costi unitari e di importi forfettari per il rimborso da parte della Commissione agli Stati membri delle spese sostenute</a></p><p>(GU L 313 dell'28.11.2015, pag. 22)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2016/812 DELLA COMMISSIONE del 18 marzo 2016</a></p></td><td><p>  L 133</p></td><td><p>1</p></td><td><p>24.5.2016</p></td></tr></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2015/2195 DELLA COMMISSIONE
del 9 luglio 2015
che integra il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda la definizione di tabelle standard di costi unitari e di importi forfettari per il rimborso da parte della Commissione agli Stati membri delle spese sostenute
Articolo 1
Oggetto e campo di applicazione
Il presente regolamento stabilisce le tabelle standard di costi unitari e gli importi forfettari che la Commissione può usare per rimborsare le spese agli Stati membri.
Articolo 2
Tipi di operazioni
I tipi di operazioni per le quali è previsto il rimborso in base a tabelle standard di costi unitari e a importi forfettari in conformità all'articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1304/2013 sono indicati negli allegati.
Articolo 3
Definizione e quantificazione delle tabelle standard di costi unitari e degli importi forfettari
La definizione e la quantificazione delle tabelle standard di costi unitari e degli importi forfettari in conformità all'articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 1304/2013 per ogni tipo di operazione sono indicati negli allegati.
Articolo 4
Adeguamento di valori numerici
1. I valori numerici di cui agli allegati sono adeguati applicando i metodi esposti negli allegati stessi.
2. Gli importi adeguati in conformità al paragrafo 1 si applicano per il rimborso delle spese relative alle parti di un'operazione eseguite alla data dell'adeguamento e successivamente a questa.
Articolo 5
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
ALLEGATO I
Condizioni relative al rimborso alla Svezia delle spese in base a tabelle standard di costi unitari
1. Definizione delle tabelle standard di costi unitari
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di operazioni <a>(<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Denominazione dell'indicatore</p></td><td><p>Categoria di costo</p></td><td><p>Unità di misura dell'indicatore</p></td><td><p>Valori</p></td></tr><tr><td><p>1.  Operazioni finanziate nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Offerta di competenze» del Programma operativo (Nationellt socialfondsprogram för investering för tillväxt och sysselsättning 2014-2020) (CCI- 2014SE05M9OP001)</p></td><td><p>Ore lavorate</p></td><td><p>Salario del personale impiegato per l'operazione</p></td><td><p>Numero di ore lavorate <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>Categoria salariale</p><p>(codice SSYK) <a>(<span>3</span>)</a></p></td><td><p>Regione: Stoccolma (SE 11)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK <a>(<span>4</span>)</a></p></td><td><p>Tutte le regioni esclusa Stoccolma (SE da 12 a 33)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>1 (912 – 913 –919 -921)</p></td><td><p>229</p></td><td><p>234</p></td></tr><tr><td><p>2 (414 415 – 421 – 422 -512 – 513 – 514 – 515 – 522 –611 – 612 –613 – 614 –826)</p></td><td><p>257</p></td><td><p>254</p></td></tr><tr><td><p>3 (331 – 348 – 411 – 412 – 413 – 419 – 711 – 712 – 713 – 714 – 721 – 722 – 723 – 724 – 731 – 732 – 734 – 741 – 742 – 743 – 811 – 812 – 813 – 814 – 815 – 816 – 817 – 821 – 822 – 823 –824 – 825 – 827 –828 –829 –831 – 832 – 833 – 834 – 914 – 915 – 931 – 932 – 933)</p></td><td><p>297</p></td><td><p>282</p></td></tr><tr><td><p>4 (223 – 232 – 233 – 234 – 235 – 243 – 249 – 313 – 322 – 323 – 324 – 332 – 342 – 343 – 344 – 345 – 346 – 347 – 511 – 011)</p></td><td><p>338</p></td><td><p>313</p></td></tr><tr><td><p>5 (213 – 221 – 231 – 241 – 244 – 245 – 246 – 247 – 248 – 311 – 312 – 315 – 321 – 341)</p></td><td><p>419</p></td><td><p>366</p></td></tr><tr><td><p>6 (211 – 212 – 214 – 222 – 242 – 314)</p></td><td><p>554</p></td><td><p>517</p></td></tr><tr><td><p>7 A (121)</p></td><td><p>739</p></td><td><p>739</p></td></tr><tr><td><p>7 B (111–123)</p></td><td><p>801</p></td><td><p>625</p></td></tr><tr><td><p>7 C (131–122)</p></td><td><p>525</p></td><td><p>429</p></td></tr><tr><td><p>2.  Operazioni finanziate nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Offerta di competenze» del Programma operativo (Nationellt socialfondsprogram för investering för tillväxt och sysselsättning 2014-2020) (CCI- 2014SE05M9OP001)</p></td><td><p>Ore di partecipazione all'operazione</p></td><td><p>Salario del partecipante</p></td><td><p>Numero di ore di partecipazione <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>Regione: Stoccolma (SE 11)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK)</p></td><td><p>Tutte le regioni esclusa Stoccolma (SE da 12 a 33)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>229</p></td><td><p>234</p></td></tr><tr><td><p>3.  Operazioni finanziate nell'ambito dell'asse prioritario 2 «Maggiore transizione verso l'occupazione» e dell'asse prioritario 3 «Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile» del Programma operativo (Nationellt socialfondsprogram för investering för tillväxt och sysselsättning 2014-2020) (CCI- 2014SE05M9OP001)</p></td><td><p>Ore lavorate</p></td><td><p>Salario del personale impiegato per l'operazione</p></td><td><p>Numero di ore lavorate <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>Categoria di attività</p></td><td><p>Regione: Stoccolma (SE 11)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK)</p></td><td><p>Tutte le regioni esclusa Stoccolma (SE da 12 a 33)</p><p>(costo unitario per ora, valore espresso in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>Capo progetto, nelle operazioni per le quali l'importo totale ammissibile delle spese, come dichiarato nel documento che stabilisce le condizioni del finanziamento, è superiore a 20 milioni di SEK</p></td><td><p>535</p></td><td><p>435</p></td></tr><tr><td><p>Capo progetto, nelle operazioni per le quali l'importo totale ammissibile delle spese, come dichiarato nel documento che stabilisce le condizioni del finanziamento, è inferiore o uguale a 20 milioni di SEK/assistente del capo progetto, nelle operazioni per le quali l'importo totale ammissibile delle spese, come dichiarato nel documento che stabilisce le condizioni del finanziamento, è superiore a 20 milioni di SEK</p></td><td><p>478</p></td><td><p>405</p></td></tr><tr><td><p>Collaboratore del progetto</p></td><td><p>331</p></td><td><p>300</p></td></tr><tr><td><p>Economista del progetto</p></td><td><p>427</p></td><td><p>363</p></td></tr><tr><td><p>Amministratore</p></td><td><p>297</p></td><td><p>270</p></td></tr><tr><td><p>4.  Operazioni finanziate nell'ambito dell'asse prioritario 2 «Maggiore transizione verso l'occupazione» e dell'asse prioritario 3 «Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile» del Programma operativo (Nationellt socialfondsprogram för investering för tillväxt och sysselsättning 2014-2020) (CCI- 2014SE05M9OP001)</p></td><td><p>Ore di partecipazione all'operazione</p></td><td><p>Indennità riconosciuta al partecipante</p></td><td><p>Numero di ore di partecipazione <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>Assistenza finanziaria (costo unitario per ora)</p></td></tr><tr><td><p>Età</p></td><td><p>(in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>18-24 anni</p></td><td><p>32</p></td></tr><tr><td><p>25-29 anni</p></td><td><p>40</p></td></tr><tr><td><p>30-64 anni</p></td><td><p>46</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Sovvenzione per l'attività e indennità per lo sviluppo (costo unitario per ora)</p></td></tr><tr><td><p>Età</p></td><td><p>(in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>15-19 anni</p></td><td><p>17</p></td></tr><tr><td><p>20-24 anni</p></td><td><p>33</p></td></tr><tr><td><p>25-29 anni</p></td><td><p>51</p></td></tr><tr><td><p>30-44 anni</p></td><td><p>55</p></td></tr><tr><td><p>45-69 anni</p></td><td><p>68</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Contributi previdenziali e assicurazione malattie (costo unitario per ora)</p></td></tr><tr><td><p>Età</p></td><td><p>(in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>19-29 anni (contributi previdenziali e assicurazione malattie per tale fascia di età)</p></td><td><p>51</p></td></tr><tr><td><p>30-64 anni (contributi previdenziali e assicurazione malattie per tale fascia di età)</p></td><td><p>58</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Assistenza sanitaria, assicurazione malattie, prestazioni riabilitative e prestazioni per incidente sul lavoro o malattia professionale (costo unitario per ora)</p></td></tr><tr><td><p>Età</p></td><td><p>(in SEK)</p></td></tr><tr><td><p>– 19 anni</p></td><td><p>48</p></td></tr><tr><td><p>20-64 anni</p></td><td><p>68</p></td></tr><tr><td><p><a>(<span>1</span>)   </a>I valori numerici delle tabelle standard di costi unitari si applicano unicamente alle parti delle operazioni relative alle categorie di costi esposte nel presente allegato.</p><p><a>(<span>2</span>)   </a>Il numero totale delle ore dichiarate in un anno non può essere superiore al numero standard di ore lavorate all'anno in Svezia, pari a 1 862 ore.</p><p><a>(<span>3</span>)   </a>Codice delle attività lavorative in uso in Svezia.</p><p><a>(<span>4</span>)   </a>Valuta svedese.</p></td></tr></tbody></table>
2. Adeguamento degli importi
I costi unitari indicati nella tabella si applicano alle ore lavorate o di partecipazione nel 2015. Ad eccezione dei costi unitari relativi alle indennità riconosciute ai partecipanti (indicati al punto 4 della tabella), che non sono soggetti ad adeguamento, i valori indicati aumenteranno in modo automatico del 2 % al 1 o gennaio di ogni anno a partire dal 2016 e fino al 2023.
ALLEGATO II
Condizioni relative al rimborso alla Francia delle spese in base a tabelle standard di costi unitari
1. Definizione delle tabelle standard di costi unitari
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di operazioni</p></td><td><p>Denominazione dell'indicatore</p></td><td><p>Categoria di costo</p></td><td><p>Unità di misura dell'indicatore</p></td><td><p>Importi (in EUR)</p></td></tr><tr><td><p>«Garantie Jeunes» finanziata nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Accompagner les jeunes NEET vers et dans l'emploi» del programma operativo «PROGRAMME OPÉRATIONNEL NATIONAL POUR LA MISE EN ŒUVRE DE L'INITIATIVE POUR L'EMPLOI DES JEUNES EN METROPOLE ET OUTRE-MER» (CCI-2014FR05M9OP001)</p></td><td><p>Giovani NEET <a>(<span>1</span>)</a> che riportino risultati positivi nell'ambito della «Garantie Jeunes» entro e non oltre 12 mesi dall'inizio del tutoraggio</p></td><td><p>— indennità versate al partecipante;</p><p>— costi di attivazione sostenuti dalle «missions locales»</p></td><td><p>Numero di giovani NEET che riportano uno dei seguenti risultati entro e non oltre 12 mesi dall'inizio del tutoraggio:</p><p>— hanno iniziato una formazione professionale che ha per esito il rilascio di una certificazione, sia mediante:</p>— <p>— adesione ad una formazione professionale di «apprendimento permanente»; oppure</p><p>— iscrizione ad una formazione di base;</p><p>— oppure</p><p>— apertura di un'impresa; oppure</p><p>— assunzione; oppure</p><p>— occupazione durata minimo 80 giorni in un ambiente lavorativo (a titolo retribuito o gratuito)</p></td><td><p>3 600</p></td></tr><tr><td><p><a>(<span>1</span>)   </a>Giovane disoccupato o inattivo al di fuori di ogni ciclo di istruzione e formazione che partecipa ad un'operazione finanziata dal «PROGRAMME OPÉRATIONNEL NATIONAL POUR LA MISE EN ŒUVRE DE L'INITIATIVE POUR L'EMPLOI DES JEUNES EN METROPOLE ET OUTRE-MER».</p></td></tr></tbody></table>
2. Adeguamento degli importi
La tabella standard di costi unitari della tabella si basa in parte su una tabella standard di costi unitari finanziata interamente dalla Francia. L'importo complessivo di 3 600 EUR comprende 1 600 EUR corrispondenti alla tabella standard di costi unitari stabilita dall'«instruction ministérielle du 11 octobre 2013 relative à l'expérimentation Garantie Jeunes prise pour l'application du décret 2013-80 du 1 er octobre 2013 ainsi que par l'instruction ministérielle du 20 mars 2014» a fini di copertura dei costi sostenuti dai servizi per l'occupazione giovanile «Missions Locales» per assicurare il tutoraggio ad ogni giovane NEET che aderisce alla «Garantie Jeunes».
La tabella standard di costi unitari definita nella sezione 1 sarà adeguata dallo Stato membro applicando gli adeguamenti previsti dalla normativa nazionale alla tabella standard di costi unitari in relazione ai 1 600 EUR di cui al paragrafo 1, che coprono i costi sostenuti dai servizi per l'occupazione giovanile.
ALLEGATO III
Condizioni relative al rimborso alla Repubblica ceca delle spese in base a tabelle standard di costi unitari
1. Definizione delle tabelle standard di costi unitari
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di operazioni</p></td><td><p>Denominazione dell'indicatore</p></td><td><p>Categoria di costo <a>(<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Unità di misura dell'indicatore</p></td><td><p>Valori</p><p>(in moneta nazionale CZK)</p></td></tr><tr><td><p>1.  Apertura di una nuova struttura per l'infanzia nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Sostegno all'occupazione e all'adattabilità della forza lavoro» (Prioritní osa 1 Podpora zaměstnanosti a adaptability pracovní síly) del programma operativo per l'occupazione</p><p>(CCI 2014CZ05M9OP001)</p></td><td><p>Nuovo posto creato in una nuova struttura per l'infanzia</p></td><td><p>— Acquisto di attrezzature per una struttura per l'infanzia</p><p>— acquisto di attrezzature necessarie per l'educazione e l'istruzione dei bambini (giochi e strumenti educativi)</p><p>— gestione della fase del progetto relativa alla creazione della struttura</p></td><td><p>Numero di nuovi posti creati in una nuova struttura per l'infanzia <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>20 053 IVA inclusa, o 16 992 IVA esclusa</p></td></tr><tr><td><p>2.  Trasformazione di una struttura esistente in un «gruppo di bambini» nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Sostegno all'occupazione e all'adattabilità della forza lavoro» (Prioritní osa 1 Podpora zaměstnanosti a adaptability pracovní síly) del programma operativo per l'occupazione</p><p>(CCI 2014CZ05M9OP001)</p></td><td><p>Posto trasformato in un «gruppo di bambini» <a>(<span>3</span>)</a></p></td><td><p>— Acquisto di attrezzature per una struttura trasformata</p><p>— acquisto di materiale didattico</p><p>— gestione della fase del progetto relativa alla trasformazione della struttura</p></td><td><p>Numero di posti trasformati in un «gruppo di bambini» <a>(<span>4</span>)</a></p></td><td><p>9 518 IVA inclusa, o 8 279 IVA esclusa</p></td></tr><tr><td><p>3.  Esercizio di una struttura per l'infanzia nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Sostegno all'occupazione e all'adattabilità della forza lavoro» (Prioritní osa 1 Podpora zaměstnanosti a adaptability pracovní síly) del programma operativo per l'occupazione</p><p>(CCI 2014CZ05M9OP001)</p></td><td><p>Occupazione per posto in una struttura per l'infanzia</p></td><td><p>— Remunerazione del personale docente e non docente</p><p>— esercizio della struttura per l'infanzia</p><p>— gestione dell'esercizio</p></td><td><p>Tasso di occupazione <a>(<span>5</span>)</a></p></td><td><p>628 <a>(<span>6</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>4.  Miglioramento delle competenze degli assistenti nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Sostegno all'occupazione e all'adattabilità della forza lavoro» (Prioritní osa 1 Podpora zaměstnanosti a adaptability pracovní síly) del programma operativo per l'occupazione</p><p>(CCI 2014CZ05M9OP001)</p></td><td><p>Ottenimento di una qualifica di assistente in una struttura per l'infanzia</p></td><td><p>—  Formazione ed esame per la qualifica professionale</p></td><td><p>Numero di persone che ottengono un certificato di qualifica professionale di assistente in una struttura per l'infanzia</p></td><td><p>14 178</p></td></tr><tr><td><p>5.  Locazione di immobili per strutture per l'infanzia nell'ambito dell'asse prioritario 1 «Sostegno all'occupazione e all'adattabilità della forza lavoro» (Prioritní osa 1 Podpora zaměstnanosti a adaptability pracovní síly) del programma operativo per l'occupazione</p><p>(CCI 2014CZ05M9OP001)</p></td><td><p>Occupazione per posto in una struttura per l'infanzia</p></td><td><p>—  Affitto di immobili per una struttura per l'infanzia</p></td><td><p>Tasso di occupazione <a>(<span>5</span>)</a></p></td><td><p>56 <a>(<span>6</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p><a>(<span>1</span>)   </a>In tutti i casi sottoelencati le categorie di costi indicate comprendono tutti i costi connessi all'operazione, ad eccezione dei tipi di operazioni 1 e 2, che possono includere anche altre categorie di costi.</p><p><a>(<span>2</span>)   </a>Ossia i nuovi posti contabilizzati nella capacità della nuova struttura per l'infanzia, così come registrata dalla normativa nazionale, e per ognuno dei quali è disponibile un giustificativo relativo alle attrezzature distinto.</p><p><a>(<span>3</span>)   </a>Il «gruppo di bambini» si intende registrato come tale a norma della legislazione nazionale sull'erogazione dei servizi per l'infanzia in un «gruppo di bambini».</p><p><a>(<span>4</span>)   </a>Ossia i posti in una struttura esistente ri-registrata come «gruppo di bambini» in conformità alla legislazione nazionale compresi nella capacità ufficiale di tale gruppo, e per ognuno dei quali è disponibile un giustificativo relativo alle attrezzature distinto.</p><p><a>(<span>5</span>)   </a>Il tasso di occupazione è definito come il numero di bambini che frequentano la struttura per l'infanzia per mezza giornata durante 6 mesi diviso per la capacità massima della struttura per mezza giornata durante 6 mesi, moltiplicato per 100.</p><p><a>(<span>6</span>)   </a>L'importo è versato per ogni punto percentuale di occupazione per posto fino a un massimo del 75 % per un periodo di 6 mesi. Se il tasso di occupazione è inferiore al 20 % non è erogato alcun rimborso.</p></td></tr></tbody></table>
2. Adeguamento degli importi
Non pertinente.
ALLEGATO IV
Condizioni relative al rimborso al Belgio delle spese in base a tabelle standard di costi unitari
1. Definizione delle tabelle standard di costi unitari
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Tipo di operazioni</p></td><td><p>Denominazione degli indicatori</p></td><td><p>Categoria di costo</p></td><td><p>Unità di misura degli indicatori</p></td><td><p>Valori</p><p>(in EUR)</p></td></tr><tr><td><p>1.  Formazione professionale individuale (IBO) finanziata nell'ambito dell'asse prioritario 1 (priorità d'investimento 8.1) o dell'asse prioritario 3 (priorità d'investimento 9.1) del programma operativo FSE</p><p>(2014BE05SFOP002)</p></td><td><p>Partecipanti che completano con successo la formazione professionale individuale</p></td><td><p>Tutte le categorie di costi ammissibili per il processo IBO</p></td><td><p>Numero di partecipanti con una o più formazioni professionali individuali (registrate con un numero di contratto unico nell'applicazione online IBO)</p><p>— che hanno seguito un orientamento IBO (registrazione con un numero di serie unico nel fascicolo cliente MLP) e</p><p>— la cui formazione professionale individuale si è conclusa (secondo la registrazione nell'applicazione online IBO) nell'anno civile e</p><p>— che hanno lavorato (come lavoratore dipendente e/o autonomo) in un dato momento nell'arco dei tre mesi successivi alla conclusione della formazione professionale individuale (da ultimo completata)</p></td><td><p>1 439,55  <a>(<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p>2.  Formazione professionale del servizio fiammingo per l'occupazione e la formazione professionale (VDAB) finanziata nell'ambito dell'asse prioritario 1 (priorità d'investimento 8.1) o dell'asse prioritario 3 (priorità d'investimento 9.1) del programma operativo FSE</p><p>(2014BE05SFOP002)</p></td><td><p>Partecipanti che completano con successo la formazione professionale</p></td><td><p>Tutte le categorie di costi ammissibili per il processo della formazione professionale VDAB</p></td><td><p>Numero di partecipanti con una o più formazioni professionali (registrate con un numero di serie unico nel fascicolo cliente MLP)</p><p>— e la cui formazione professionale si è conclusa (ed è stata registrata nel fascicolo cliente MLP) nell'anno civile e</p><p>— che hanno lavorato, in base ai fascicoli Dimona e RSVZ (come lavoratore dipendente e/o autonomo), in un dato momento nell'arco dei tre mesi successivi alla conclusione della formazione professionale (da ultimo completata) <a>(<span>2</span>)</a></p></td><td><p>8 465,80  <a>(<span>1</span>)</a></p></td></tr><tr><td><p><a>(<span>1</span>)   </a>Ove applicabile, dall'importo è sottratto il sostegno di altri fondi SIE e di altri strumenti dell'Unione.</p><p><a>(<span>2</span>)   </a>Le attività di formazione delle sezioni «percorsi di sviluppo specifici per il gruppo di destinatari» e «sostegno linguistico» non sono considerate pertinenti.</p></td></tr></tbody></table>
2. Adeguamento degli importi
Non pertinente
<note>
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 470.
( 2 ) Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320).
</note> | ITA | 02015R2195-20160613 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.10.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 291/1</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2016/1884 DEL CONSIGLIO
del 18 ottobre 2016
relativa alla conclusione dell'accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica orientale dell'Uruguay, a norma dell'articolo XXIV, paragrafo 6, e dell'articolo XXVIII dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994, sulla modifica di concessioni nell'elenco della Repubblica di Croazia nel quadro della sua adesione all'Unione europea
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 207, paragrafo 4, primo comma, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 6, lettera a), punto v), secondo comma,
vista la proposta della Commissione europea,
vista l'approvazione del Parlamento europeo ( 1 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 15 luglio 2013 il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare negoziati con alcuni altri membri dell'Organizzazione mondiale del commercio a titolo dell'articolo XXIV, paragrafo 6, dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994, nel quadro dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>I negoziati sono stati condotti dalla Commissione nel quadro delle direttive di negoziato emanate dal Consiglio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Tali negoziati si sono conclusi e il 18 dicembre 2015 è stato siglato un accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica orientale dell'Uruguay, a norma dell'articolo XXIV, paragrafo 6, e dell'articolo XXVIII del GATT 1994, sulla modifica di concessioni nell'elenco della Repubblica di Croazia nel quadro della sua adesione all'Unione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L'accordo è stato firmato a nome dell'Unione europea il 16 giugno 2016, con riserva della sua conclusione in una data successiva, conformemente alla decisione (UE) 2016/581 del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>È opportuno approvare l'accordo,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
È approvato, a nome dell'Unione, l'accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica orientale dell'Uruguay, a norma dell'articolo XXIV, paragrafo 6, e dell'articolo XXVIII dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994, sulla modifica di concessioni nell'elenco della Repubblica di Croazia nel quadro della sua adesione all'Unione europea.
Il testo dell'accordo è allegato alla presente decisione.
Articolo 2
Il presidente del Consiglio designa la persona abilitata a procedere, a nome dell'Unione, alla notifica di cui all'accordo per esprimere il consenso dell'Unione ad essere vincolata dall'accordo ( 3 ) .
Articolo 3
La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.
Fatto a Lussemburgo, il 18 ottobre 2016
Per il Consiglio
Il presidente
M. LAJČÁK
<note>
( 1 ) Il Parlamento europeo ha approvato la conclusione dell'accordo il 13 settembre 2016.
( 2 ) Decisione (UE) 2016/581 del Consiglio, dell'11 aprile 2016, relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo in forma di scambio di lettere tra l'Unione europea e la Repubblica orientale dell'Uruguay, a norma dell'articolo XXIV, paragrafo 6, e dell'articolo XXVIII dell'accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) del 1994, sulla modifica di concessioni nell'elenco della Repubblica di Croazia nel quadro della sua adesione all'Unione europea ( GU L 101 del 16.4.2016, pag. 1 ).
( 3 ) La data di entrata in vigore dell'accordo sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea a cura del segretariato generale del Consiglio.
</note> | ITA | 32016D1884 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>27.7.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 198/22</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2022/1316 DELLA COMMISSIONE
del 25 luglio 2022
recante modifica della decisione 2008/911/CE che fissa un elenco di sostanze vegetali, preparati vegetali e loro combinazioni destinati a essere utilizzati in medicinali tradizionali di origine vegetale
[notificata con il numero C(2022) 4341]
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
vista la direttiva 2001/83/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 novembre 2001, recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano ( 1 ) , in particolare l’articolo 16 septies ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p><span>Achillea millefolium</span> L., herba può essere considerata una sostanza vegetale, un preparato vegetale o una loro combinazione ai sensi della direttiva 2001/83/CE ed è conforme ai requisiti fissati in tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>È pertanto opportuno includere<span>Achillea millefolium</span> L., herba nell’elenco di sostanze vegetali, preparati vegetali e loro combinazioni destinati a essere utilizzati in medicinali tradizionali di origine vegetale previsto dalla decisione 2008/911/CE della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La decisione 2008/911/CE dovrebbe pertanto essere modificata di conseguenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato permanente per i medicinali per uso umano,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Gli allegati I e II della decisione 2008/911/CE sono modificati conformemente all’allegato della presente decisione.
Articolo 2
Gli Stati membri sono destinatari della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 25 luglio 2022
Per la Commissione
Stella KYRIAKIDES
Membro della Commissione
( 1 ) GU L 311 del 28.11.2001, pag. 67 .
( 2 ) Decisione 2008/911/CE della Commissione, del 21 novembre 2008, che fissa un elenco di sostanze vegetali, preparati vegetali e loro combinazioni destinati a essere utilizzati in medicinali tradizionali di origine vegetale ( GU L 328 del 6.12.2008, pag. 42 ).
ALLEGATO
Gli allegati I e II della decisione 2008/911/CE sono così modificati:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>nell’allegato I, prima di<span>Calendula officinalis</span> L. è inserita la sostanza seguente:</p><p>«<span>Achillea millefolium</span> L., herba (Achillea millefoglie)»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>nell’allegato II, prima di «ELENCO COMUNITARIO CONCERNENTE<span>CALENDULA OFFICINALIS</span> L.» è inserito quanto segue:</p><p>«<span>VOCE DELL’ELENCO DELL’UNIONE RELATIVA A<span>ACHILLEA MILLEFOLIUM</span> L., HERBA</span></p><p><span>Nome scientifico della pianta</span></p><p><span>Achillea millefolium</span> L.</p><p><span>Famiglia botanica</span></p><p>Asteraceae</p><p><span>Sostanza vegetale</span></p><p>Millefolii herba</p><p><span><span>Nome comune della sostanza vegetale in tutte le lingue ufficiali dell’UE</span></span></p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>BG (bulgarski): Бял равнец, стрък</p><p>CS (čeština): Řebříčková nať</p><p>DA (dansk): Røllike</p><p>DE (deutsch): Schafgarbenkraut</p><p>EL (elliniká): Πόα αχιλλείας</p><p>EN (English): yarrow</p><p>ES (español): Milenrama, sumidades floridas de</p><p>ET (eesti keel): Raudrohuürt</p><p>FI (suomi): siankärsämö, verso</p><p>FR (français): Achillée millefeuille (parties aériennes d’)</p><p>GA (Gaeilge): Athair thalún</p><p>HR (hrvatski): Stolisnikova zelen</p><p>HU (magyar): Közönséges cickafark virágos hajtás</p></td><td><p>IT (italiano): Achillea millefoglie parti aeree</p><p>LT (lietuvių kalba): Kraujažolių žolė</p><p>LV (latviešu valoda): Pelašķu laksti</p><p>MT (Malti): Ħaxixa tal-morliti</p><p>NL (Nederlands): Duizendblad</p><p>PL (polski): Ziele krwawnika</p><p>PT (português): Milefólio</p><p>RO (română): Iarbă de coada şoricelului</p><p>SK (slovenčina): Vňať rebríčka</p><p>SL (slovenščina): Zel navadnega rmana</p><p>SV (svenska): Rölleka, ört</p><p>IS (íslenska):</p><p>NO (norsk): Ryllik</p></td></tr></tbody></table><p><span>Preparato(i) vegetale(i)</span></p><p>Sostanza vegetale sminuzzata</p><p>Estratto secco (DER 6-9:1), solvente di estrazione: acqua</p><p>Estratto secco (DER 5-10:1), solvente di estrazione: acqua</p><p><span>Riferimento alla monografia della farmacopea europea</span></p><p>Yarrow – Millefolii herba (07/2014:1382)</p><p><span>Indicazioni</span></p><p>Indicazione 1)</p><p>Medicinale tradizionale di origine vegetale utilizzato per la perdita temporanea di appetito.</p><p>Indicazione 2)</p><p>Medicinale tradizionale di origine vegetale per il trattamento sintomatico di disturbi gastrointestinali riferibili a spasmi di lieve intensità, tra cui meteorismo e flatulenza.</p><p>Indicazione 3)</p><p>Medicinale tradizionale di origine vegetale per il trattamento sintomatico degli spasmi di lieve intensità associati al ciclo mestruale.</p><p>Indicazione 4)</p><p>Medicinale tradizionale di origine vegetale per il trattamento di piccole ferite superficiali.</p><p>Il prodotto è un medicinale tradizionale di origine vegetale da utilizzare per indicazioni specifiche basate esclusivamente sull’impiego di lunga data.</p><p><span>Tipo di tradizione</span></p><p>europea</p><p><span>Dosaggio specifico</span></p><p>Consultare il paragrafo “Posologia specifica”.</p><p><span>Posologia specifica</span></p><p><span>Adolescenti, adulti e anziani</span></p><p>Dose singola</p><p>Indicazioni 1) e 2)</p><p>Tisana: 1,5-4 g di sostanza vegetale sminuzzata per un’infusione in 150-250 ml di acqua bollente 3-4 volte al giorno lontano dai pasti.</p><p>Dose giornaliera: 4,5-16 g.</p><p>Per l’indicazione 1), i preparati liquidi devono essere assunti 30 minuti prima dei pasti.</p><p>Indicazione 2)</p><p>Estratto secco (DER 6-9:1), solvente di estrazione: acqua, 334 mg di estratto secco 3-4 volte al giorno.</p><p>Dose giornaliera: 1,002-1,336 g.</p><p>Indicazione 3)</p><p>Tisana: 1-2 g di sostanza vegetale sminuzzata per un’infusione in 250 ml di acqua bollente 2-3 volte al giorno.</p><p>Dose giornaliera: 2-6 g.</p><p>Estratto secco (DER 5-10:1), solvente di estrazione: acqua, 250 mg di estratto secco 2-3 volte al giorno.</p><p>Dose giornaliera: 0,50-0,75 g.</p><p>Indicazione 4)</p><p>Sostanza vegetale sminuzzata per la preparazione di infusi per uso cutaneo: 3-4 g di sostanza vegetale sminuzzata in 250 ml di acqua bollente 2-3 volte al giorno.</p><p>Dose giornaliera: 6-12 g.</p><p>Non si consiglia l’impiego nei bambini con meno di 12 anni di età (vedere il paragrafo «Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego»).</p><p><span>Via di somministrazione</span></p><p>Indicazioni 1), 2) e 3)</p><p>Uso orale.</p><p>Indicazione 4)</p><p>Uso cutaneo: impregnare una benda da applicare sull’area interessata.</p><p><span>Durata d’impiego o limitazioni alla durata d’impiego</span></p><p>Indicazioni 1) e 2)</p><p>Se i sintomi persistono per più di due settimane durante l’impiego del medicinale, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.</p><p>Indicazioni 3) e 4)</p><p>Se i sintomi persistono per più di una settimana durante l’impiego del medicinale, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.</p><p><span>Ulteriori informazioni necessarie per l’uso sicuro</span></p><p><span>Controindicazioni</span></p><p>Ipersensibilità alle sostanze attive e ad altre piante della famiglia delle Asteraceae (Compositae).</p><p><span>Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego</span></p><p>Non si consiglia l’impiego nei bambini con meno di 12 anni a causa della mancanza di dati adeguati.</p><p>Indicazioni 1), 2) e 3)</p><p>Se i sintomi peggiorano durante l’impiego del medicinale, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.</p><p>Indicazione 4)</p><p>Se si osservano segni d’infezione cutanea, consultare un medico.</p><p><span>Interazioni con altri medicinali e altre forme d’interazione</span></p><p>Nessuna riferita.</p><p><span>Fertilità, gravidanza e allattamento</span></p><p>La sicurezza durante la gravidanza e l’allattamento non è stata accertata. In mancanza di dati sufficienti, non si consiglia l’uso durante la gravidanza e l’allattamento.</p><p>Non sono disponibili dati sulla fertilità.</p><p><span>Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari</span></p><p>Non sono stati effettuati studi sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari.</p><p><span>Effetti indesiderati</span></p><p>Sono state segnalate reazioni cutanee da ipersensibilità. La frequenza non è nota.</p><p>Nel caso in cui dovessero presentarsi reazioni avverse diverse da quelle sopra riportate, consultare un medico o un operatore sanitario qualificato.</p><p><span>Sovradosaggio</span></p><p>Non sono stati segnalati casi di sovradosaggio.</p><p><span>Informazioni farmaceutiche</span></p><p>Non pertinente.</p><p><span>Effetti farmacologici o efficacia verosimili in base all’esperienza e all’impiego di lunga data.</span></p><p>Non pertinente.».</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32022D1316 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>16.3.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 71/1</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2016/342 DEL CONSIGLIO
del 12 febbraio 2016
relativa alla conclusione, a nome dell’Unione, dell’accordo di stabilizzazione e di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica, da una parte, e il Kosovo ( * ) , dall’altra
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 37 in combinato disposto con l’articolo 31, paragrafo 1,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 217, in combinato disposto con l’articolo 218, paragrafo 7, con l’articolo 218, paragrafo 6, lettera a), punto i), e con l’articolo 218, paragrafo 8, secondo comma,
vista la proposta della Commissione europea,
vista l’approvazione del Parlamento europeo,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Conformemente alla decisione (UE) 2015/1988 del Consiglio<a> (<span>1</span>)</a>, l’accordo di stabilizzazione e di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica, e il Kosovo («accordo»), è stato firmato a nome dell’Unione il 22 ottobre 2015, fatta salva la sua conclusione in una data successiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>L’Unione e il Kosovo hanno forti legami e sono accomunati da valori e dal desiderio di consolidare tali legami e di instaurare relazioni strette e durature, basate sulla reciprocità e sul mutuo interesse, che consentano al Kosovo di rafforzare ed estendere ulteriormente le relazioni con l’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il «primo accordo sui principi che disciplinano la normalizzazione delle relazioni» è stato raggiunto il 19 aprile 2013 nel quadro del dialogo facilitato dall’UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L’accordo prevede l’istituzione di un’associazione tra l’Unione e il Kosovo caratterizzata da diritti ed obblighi reciproci, da azioni in comune e da procedure particolari. Contiene inoltre disposizioni che rientrano nell’ambito di applicazione del titolo V, capo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TUE) riguardante la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione. La decisione di concludere l’accordo dovrebbe pertanto fondarsi sulla base giuridica che prevede l’istituzione di un’associazione che consente all’Unione di assumere impegni in tutti i settori contemplati dai trattati e sulla base giuridica per gli accordi nei settori contemplati dal titolo V, capo 2, TUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Si tratta di un accordo che riguarda la sola UE. Gli impegni e la cooperazione dell’Unione ai sensi dell’accordo riguardano unicamente i settori coperti dall’acquis o dalle politiche esistenti dell’Unione. La firma e la conclusione dell’accordo come un accordo che riguarda esclusivamente l’UE non pregiudicano la natura e la portata di accordi analoghi che saranno negoziati in futuro. Non pregiudicano inoltre le competenze conferite alle istituzioni dell’UE dai trattati e le posizioni di dette istituzioni e degli Stati membri su tali competenze. L’accordo prevede una cooperazione di ampio respiro in vari ambiti politici, compreso il settore della giustizia e degli affari interni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La conclusione dell’accordo non pregiudica la posizione degli Stati membri sullo status del Kosovo, posizione che ciascuno di essi deciderà conformemente alla rispettiva prassi nazionale e al diritto internazionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Inoltre, nessuna parola, formulazione o definizione utilizzata nella presente decisione e nel testo dell’accordo allegato, né l’eventuale ricorso a tutte le basi giuridiche necessarie per la conclusione dell’accordo, costituiscono un riconoscimento del Kosovo come Stato indipendente da parte dell’Unione, né un riconoscimento del Kosovo come tale da parte di singoli Stati membri, laddove essi non si siano pronunciati precedentemente in tal senso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La conclusione dell’accordo per quanto riguarda le materie di competenza della Comunità europea dell’energia atomica è oggetto di una procedura distinta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>È opportuno approvare detto accordo,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
L’accordo di stabilizzazione e di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica, e il Kosovo, è approvato, a nome dell’Unione, per le parti che rientrano nell’ambito di applicazione del TUE e del trattato sul funzionamento dell’Unione europea.
Il testo dell’accordo è accluso alla presente decisione.
Articolo 2
Il presidente del Consiglio procede, a nome dell’Unione, alla notifica prevista all’articolo 144 dell’accordo. ( 2 )
Articolo 3
1. Il consiglio di stabilizzazione e di associazione è presieduto, per l’Unione, dall’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, conformemente alle responsabilità che le/gli derivano dai trattati e nella sua qualità di presidente del Consiglio «Affari esteri».
Il comitato di stabilizzazione e di associazione è presieduto da un rappresentante della Commissione.
2. La Commissione è autorizzata ad approvare a nome dell’Unione le modifiche all’accordo se quest’ultimo ne prevede l’adozione da parte del comitato di stabilizzazione e di associazione.
Articolo 4
La presente decisione lascia impregiudicata la posizione degli Stati membri e dell’Unione sullo status del Kosovo.
Articolo 5
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Fatto a Bruxelles, il 12 febbraio 2016
Per il Consiglio
Il presidente
J.R.V.A. DIJSSELBLOEM
<note>
( * ) Tale designazione non pregiudica le posizioni riguardo allo status ed è in linea con la risoluzione 1244 (1999) dell’UNSC e con il parere della CIG sulla dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
( 1 ) GU L 290 del 6.11.2015, pag. 4 .
( 2 ) La data di entrata in vigore dell’accordo sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea dal segretariato generale del Consiglio.
</note> | ITA | 32016D0342 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>4.7.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 177/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2022/1103 DELLA COMMISSIONE
del 28 giugno 2022
relativo alla classificazione di talune merci nella nomenclatura combinata
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione ( 1 ) , in particolare l'articolo 57, paragrafo 4, e l'articolo 58, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Al fine di garantire l'applicazione uniforme della nomenclatura combinata allegata al regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>, è necessario adottare disposizioni relative alla classificazione delle merci di cui in allegato al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il regolamento (CEE) n. 2658/87 ha fissato le regole generali relative all'interpretazione della nomenclatura combinata. Tali regole si applicano inoltre a qualsiasi nomenclatura che la riprenda, totalmente o in parte, o che aggiunga eventuali suddivisioni e che sia stabilita da specifiche disposizioni dell'Unione per l'applicazione di misure tariffarie o di altra natura nell'ambito degli scambi di merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In applicazione di tali regole generali, le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante nell'allegato del presente regolamento dovrebbero essere classificate nel corrispondente codice NC indicato nella colonna 2, in virtù delle motivazioni indicate nella colonna 3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno disporre che le informazioni tariffarie vincolanti rilasciate per le merci interessate dal presente regolamento che non sono conformi al regolamento stesso possano continuare a essere invocate dal titolare per un determinato periodo, conformemente alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013. Tale periodo dovrebbe essere fissato a tre mesi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante in allegato sono classificate nella nomenclatura combinata nel codice NC indicato nella colonna 2 di detta tabella.
Articolo 2
Le informazioni tariffarie vincolanti che non sono conformi al presente regolamento possono continuare a essere invocate per un periodo di tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, in conformità alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 28 giugno 2022
Per la Commissione
Gerassimos THOMAS
Direttore generale
Direzione generale della Fiscalità e unione doganale
( 1 ) GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune ( GU L 256 del 7.9.1987, pag. 1 ).
ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Descrizione delle merci</p></td><td><p>Classificazione (codice NC)</p></td><td><p>Motivazioni</p></td></tr><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>(2)</p></td><td><p>(3)</p></td></tr><tr><td><p>Farina di soia ottenuta da estrazione di solventi da semi di soia.</p><p>La farina di soia è ottenuta da semi di soia che vengono decorticati, triturati, riscaldati e ridotti in fiocchi prima dell'estrazione dell'olio con esano. Successivamente i fiocchi vengono essiccati e sottoposti a un processo di eliminazione del solvente e tostatura. I fiocchi vengono quindi essiccati con aria calda per ridurre il tenore di umidità. Nella fase finale della trasformazione i fiocchi vengono triturati e le bucce precedentemente scartate vengono riaggiunte per ottenere una farina che presenta le seguenti caratteristiche analitiche (approssimativamente, in peso):</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>47 % proteine;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>8 % acqua;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>5 % fibre;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>1,5 % grassi.</p></td></tr></tbody></table><p>La tostatura ha per effetto di eliminare il solvente residuo e di ridurre i fattori antinutrizionali, in particolare l'ureasi.</p><p>La farina di soia viene presentata per l'importazione in forma sfusa e può essere utilizzata direttamente come mangime per animali senza altra lavorazione.</p></td><td><p>2304 00 00</p></td><td><p>La classificazione è determinata dalla regola generale 1 per l’interpretazione della nomenclatura combinata e dal testo del codice NC 2304 00 00 .</p><p>La rimozione del solvente/tostatura e la standardizzazione del tenore di fibre con l'aggiunta delle bucce precedentemente rimosse sono processi tecnici normali nella produzione dell'olio di soia e della farina di soia. Il prodotto mantiene quindi le caratteristiche di un residuo derivante dall'estrazione dell'olio di soia, utilizzato come mangime (si veda anche la nota esplicativa generale del sistema armonizzato relativa al capitolo 23, paragrafo 1, e la nota esplicativa del sistema armonizzato della voce 2304 , primo paragrafo).</p><p>Di conseguenza il prodotto deve essere classificato con il codice NC 2304 00 00 fra gli altri residui solidi derivanti dall'estrazione dell'olio di soia.</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32022R1103 |
02014R0848 — IT — 30.07.2015 — 001.002
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 848/2014 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 4 agosto 2014</p><p>relativo all'autorizzazione dell'aminoacido L-valina ottenuto da<span>Corynebacterium glutamicum</span> come additivo per mangimi destinati a tutte le specie animali e recante modifica del regolamento (CE) n. 403/2009 per quanto riguarda l'etichettatura dell'additivo per mangimi L-valina</p><p><a>(Testo rilevante ai fini del SEE)</a></p><p>(GU L 232 del 5.8.2014, pag. 13)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/1114 DELLA COMMISSIONE del 9 luglio 2015</a></p></td><td><p>  L 182</p></td><td><p>18</p></td><td><p>10.7.2015</p></td></tr></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 848/2014 DELLA COMMISSIONE
del 4 agosto 2014
relativo all'autorizzazione dell'aminoacido L-valina ottenuto da Corynebacterium glutamicum come additivo per mangimi destinati a tutte le specie animali e recante modifica del regolamento (CE) n. 403/2009 per quanto riguarda l'etichettatura dell'additivo per mangimi L-valina
(Testo rilevante ai fini del SEE)
Articolo 1
Autorizzazione
La sostanza di cui all'allegato, appartenente alla categoria «additivi nutrizionali» e al gruppo funzionale «aminoacidi, loro sali e analoghi» è autorizzata quale additivo destinato all'alimentazione animale alle condizioni stabilite in detto allegato.
Articolo 2
Modifiche del regolamento (CE) n. 403/2009
Nella colonna 9 dell'allegato del regolamento (CE) n. 403/2009, è aggiunto il paragrafo seguente:
«Nel caso di dichiarazione volontaria dell'additivo sull'etichettatura delle materie prime per mangimi e dei mangimi composti, sono aggiunti i dati seguenti:
— nome e numero di identificazione dell'additivo,
— quantità di additivo aggiunta.»
Articolo 3
Misure transitorie
Le materie prime per mangimi e i mangimi composti di cui all'articolo 2 prodotti ed etichettati prima del 25 febbraio 2015 in conformità delle norme applicabili prima del 25 agosto 2014 possono continuare a essere immessi sul mercato e utilizzati fino ad esaurimento delle scorte esistenti. Per quanto riguarda i mangimi per animali da compagnia, il periodo per la produzione e l'etichettatura di cui alla prima frase termina il 25 agosto 2016.
Articolo 4
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero di identificazione dell'additivo</p></td><td><p>Nome del titolare dell'autorizzazione</p></td><td><p>Additivo</p></td><td><p>Composizione, formula chimica, descrizione, metodo di analisi</p></td><td><p>Specie animale o categoria di animali</p></td><td><p>Età massima</p></td><td><p>Tenore minimo</p></td><td><p>Tenore massimo</p></td><td><p>Altre disposizioni</p></td><td><p>Fine del periodo di autorizzazione</p></td></tr><tr><td><p>mg/kg di mangime completo con un tasso di umidità del 12 %</p></td></tr><tr><td><p><span>Categoria: additivi nutrizionali. gruppo funzionale: aminoacidi, loro sali e analoghi</span></p></td></tr><tr><td><p>3c370</p></td><td><p>—</p></td><td><p>L-valina</p></td><td><p><span>Composizione dell'additivo:</span></p><p>L-valina minimo 98 % (sulla sostanza secca)</p><p><span>Caratterizzazione della sostanza attiva:</span></p><p>L-valina (acido (2S) 2-ammino-3-metil-butanoico) ottenuto da<span>Corynebacterium glutamicum</span> (KCCM 80058)</p><p>Formula chimica: C<span>5</span>H<span>11</span>NO<span>2</span></p><p>Numero CAS: 72-18-4</p><p><span>Metodo analitico <a>(<span>1</span>)</a>:</span></p><p>Per la determinazione dell'aminoacido L-valina nell'additivo per mangimi: Food Chemical Codex «L-valine monograph».</p><p>Per la determinazione del tenore di valina in premiscele, mangimi composti e materie prime per mangimi: cromatografia a scambio ionico unita a derivatizzazione post-colonna e rilevazione fotometrica (HPLC/VIS) — regolamento (CE) n. 152/2009 della Commissione</p></td><td><p>Tutte le specie</p></td><td><p>—</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> 1.  Indicazioni che devono figurare sull'etichetta dell'additivo:</p><div><p>— tasso di umidità</p></div><span><a><span>►M1</span></a></span> <br/> 2.  Qualora sull'etichetta delle materie prime per mangimi e dei mangimi composti compaia l'indicazione volontaria relativa all'additivo, si devono aggiungere i dati seguenti:<div><p>— nome e numero di identificazione dell'additivo</p></div><div><p>— quantità di additivo aggiunta.</p></div><span> ◄</span></td><td><p>25 agosto 2024</p></td></tr><tr><td><p><a>(<span>1</span>)   </a>Informazioni dettagliate sui metodi analitici sono disponibili al seguente indirizzo del laboratorio di riferimento: https://ec.europa.eu/jrc/en/eurl/feed-additives/evaluation-reports</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 02014R0848-20150730 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>10.5.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>C 160/14</p></td></tr></tbody></table>
Stato delle entrate e delle spese dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare per l'esercizio 2019 — Bilancio rettificativo n. 1
(2019/C 160/04)
ENTRATE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Titolo</p><p>Capitolo</p></td><td><p>Linea di bilancio</p></td><td><p>Bilancio 2019</p></td><td><p>Bilancio rettificativo n. 1</p></td><td><p>Nuovo importo</p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>CONTRIBUTO DELL'UNIONE EUROPEA</span></p></td></tr><tr><td><p>1 0</p></td><td><p>CONTRIBUTO DELL'UNIONE EUROPEA</p></td><td><p>78 102 001</p></td><td><p>500 000</p></td><td><p>78 602 001</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 1 — Totale</span></p></td><td><p><span>78 102 001</span></p></td><td><p><span>500 000</span></p></td><td><p><span>78 602 001</span></p></td></tr><tr><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>PARTECIPAZIONE DI PAESI TERZI</span></p></td></tr><tr><td><p>2 0</p></td><td><p>PARTECIPAZIONE DI PAESI TERZI ALLE ATTIVITÀ DELL'AUTORITÀ</p></td><td><p>1 851 441</p></td><td><p> </p></td><td><p>1 851 441</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 2 — Totale</span></p></td><td><p><span>1 851 441</span></p></td><td><p> </p></td><td><p><span>1 851 441</span></p></td></tr><tr><td><p><span>3</span></p></td><td><p><span>ENTRATE PER SERVIZI FORNITI</span></p></td></tr><tr><td><p>3 0</p></td><td><p>ENTRATE PER SERVIZI FORNITI</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p> </p></td><td><p>p.m.</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 3 — Totale</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p> </p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td></tr><tr><td><p><span>4</span></p></td><td><p><span>ENTRATE DA OPERAZIONI AMMINISTRATIVE</span></p></td></tr><tr><td><p>4 0</p></td><td><p>ENTRATE DA OPERAZIONI AMMINISTRATIVE</p></td><td><p> </p></td><td><p>33 343,59</p></td><td><p>33 343,59</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 4 — Totale</span></p></td><td><p> </p></td><td><p><span>33 343,59</span></p></td><td><p><span>33 343,59</span></p></td></tr><tr><td><p><span>9</span></p></td><td><p><span>ENTRATE VARIE</span></p></td></tr><tr><td><p>9 0</p></td><td><p>ENTRATE VARIE</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p> </p></td><td><p>p.m.</p></td></tr><tr><td><p>9 1</p></td><td><p>ENTRATE VARIE A DESTINAZIONE SPECIFICA</p></td><td><p>p.m.</p></td><td><p> </p></td><td><p>p.m.</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 9 — Totale</span></p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td><td><p> </p></td><td><p><span>p.m.</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>TOTALE GENERALE</span></p></td><td><p><span>79 953 442</span></p></td><td><p><span>533 343,59</span></p></td><td><p><span>80 486 785,59</span></p></td></tr></tbody></table>
SPESE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Titolo</p><p>Capitolo</p></td><td><p>Linea di bilancio</p></td><td><p>Stanziamenti 2019</p></td><td><p>Bilancio rettificativo n. 1</p></td><td><p>Nuovo importo</p></td></tr><tr><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td><td><p>Impegni</p></td><td><p>Pagamenti</p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>PERSONALE</span></p></td></tr><tr><td><p>1 1</p></td><td><p>PERSONALE IN SERVIZIO</p></td><td><p>41 353 653</p></td><td><p>41 353 653</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>41 353 653</p></td><td><p>41 353 653</p></td></tr><tr><td><p>1 3</p></td><td><p>MISSIONI E TRASFERTE</p></td><td><p>295 000</p></td><td><p>295 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>295 000</p></td><td><p>295 000</p></td></tr><tr><td><p>1 4</p></td><td><p>INFRASTRUTTURE DI CARATTERE MEDICO-SOCIALE</p></td><td><p>900 000</p></td><td><p>900 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>900 000</p></td><td><p>900 000</p></td></tr><tr><td><p>1 5</p></td><td><p>SCAMBIO DI FUNZIONARI E DI ESPERTI</p></td><td><p>797 440</p></td><td><p>797 440</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>797 440</p></td><td><p>797 440</p></td></tr><tr><td><p>1 6</p></td><td><p>SERVIZIO SOCIALE</p></td><td><p>1 325 000</p></td><td><p>1 325 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>1 325 000</p></td><td><p>1 325 000</p></td></tr><tr><td><p>1 7</p></td><td><p>SPESE PER RICEVIMENTI E DI RAPPRESENTANZA</p></td><td><p>8 000</p></td><td><p>8 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>8 000</p></td><td><p>8 000</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 1 — Totale</span></p></td><td><p><span>44 679 093</span></p></td><td><p><span>44 679 093</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p><span>44 679 093</span></p></td><td><p><span>44 679 093</span></p></td></tr><tr><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>IMMOBILI, ATTREZZATURE E SPESE VARIE DI FUNZIONAMENTO LEGATE ALL'ATTIVITÀ DELL'AUTORITÀ</span></p></td></tr><tr><td><p>2 0</p></td><td><p>INVESTIMENTI IMMOBILIARI, AFFITTO DI IMMOBILI E SPESE ACCESSORIE</p></td><td><p>5 148 500</p></td><td><p>5 148 500</p></td><td><p>33 343,59</p></td><td><p>33 343,59</p></td><td><p>5 181 843,59</p></td><td><p>5 181 843,59</p></td></tr><tr><td><p>2 1</p></td><td><p>SPESE PER L'ELABORAZIONE DEI DATI</p></td><td><p>3 670 977</p></td><td><p>3 670 977</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>3 670 977</p></td><td><p>3 670 977</p></td></tr><tr><td><p>2 2</p></td><td><p>BENI MOBILI E SPESE ACCESSORIE</p></td><td><p>529 000</p></td><td><p>529 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>529 000</p></td><td><p>529 000</p></td></tr><tr><td><p>2 3</p></td><td><p>SPESE DI FUNZIONAMENTO AMMINISTRATIVO</p></td><td><p>159 500</p></td><td><p>159 500</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>159 500</p></td><td><p>159 500</p></td></tr><tr><td><p>2 4</p></td><td><p>SPESE POSTALI E DI TELECOMUNICAZIONI</p></td><td><p>304 563</p></td><td><p>304 563</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>304 563</p></td><td><p>304 563</p></td></tr><tr><td><p>2 5</p></td><td><p>SPESE PER INCONTRI FORMALI E DI ALTRO GENERE</p></td><td><p>80 000</p></td><td><p>80 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>80 000</p></td><td><p>80 000</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 2 — Totale</span></p></td><td><p><span>9 892 540</span></p></td><td><p><span>9 892 540</span></p></td><td><p><span>33 343,59</span></p></td><td><p><span>33 343,59</span></p></td><td><p><span>9 925 883,59</span></p></td><td><p><span>9 925 883,59</span></p></td></tr><tr><td><p><span>3</span></p></td><td><p><span>SPESE OPERATIVE RELATIVE ALL’ATTIVITÀ DELL'AUTORITÀ</span></p></td></tr><tr><td><p>3 0</p></td><td><p>VALUTAZIONE SCIENTIFICA DEI PRODOTTI REGOLAMENTATI</p></td><td><p>3 110 200</p></td><td><p>3 110 200</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>3 110 200</p></td><td><p>3 110 200</p></td></tr><tr><td><p>3 1</p></td><td><p>VALUTAZIONE DEL RISCHIO E ASSISTENZA SCIENTIFICA</p></td><td><p>2 629 350</p></td><td><p>2 629 350</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>2 629 350</p></td><td><p>2 629 350</p></td></tr><tr><td><p>3 2</p></td><td><p>COOPERAZIONE SCIENTIFICA DELL’EFSA</p></td><td><p>7 704 985</p></td><td><p>7 644 585</p></td><td><p>500 000</p></td><td><p>500 000</p></td><td><p>8 204 985</p></td><td><p>8 144 585</p></td></tr><tr><td><p>3 4</p></td><td><p>COMUNICAZIONE</p></td><td><p>1 437 000</p></td><td><p>1 437 000</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>1 437 000</p></td><td><p>1 437 000</p></td></tr><tr><td><p>3 5</p></td><td><p>OPERAZIONI ORIZZONTALI</p></td><td><p>10 500 274</p></td><td><p>10 560 674</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>10 500 274</p></td><td><p>10 560 674</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Titolo 3 — Totale</span></p></td><td><p><span>25 381 809</span></p></td><td><p><span>25 381 809</span></p></td><td><p><span>500 000</span></p></td><td><p><span>500 000</span></p></td><td><p><span>25 881 809</span></p></td><td><p><span>25 881 809</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>TOTALE GENERALE</span></p></td><td><p><span>79 953 442</span></p></td><td><p><span>79 953 442</span></p></td><td><p><span>533 343,59</span></p></td><td><p><span>533 343,59</span></p></td><td><p><span>80 486 785,59</span></p></td><td><p><span>80 486 785,59</span></p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32019B0510(04) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>13.1.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 8/6</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2016/25 DELLA COMMISSIONE
del 12 gennaio 2016
recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) ,
visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati ( 2 ) , in particolare l'articolo 136, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 prevede, in applicazione dei risultati dei negoziati commerciali multilaterali dell'Uruguay round, i criteri per la fissazione da parte della Commissione dei valori forfettari all'importazione dai paesi terzi, per i prodotti e i periodi indicati nell'allegato XVI, parte A, del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il valore forfettario all'importazione è calcolato ciascun giorno feriale, in conformità dell'articolo 136, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011, tenendo conto di dati giornalieri variabili. Pertanto il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
I valori forfettari all'importazione di cui all'articolo 136 del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 sono quelli fissati nell'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 12 gennaio 2016
Per la Commissione,
a nome del presidente
Jerzy PLEWA
Direttore generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1 .
ALLEGATO
Valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>(EUR/100 kg)</p></td></tr><tr><td><p>Codice NC</p></td><td><p>Codice dei paesi terzi<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Valore forfettario all'importazione</p></td></tr><tr><td><p>0702 00 00</p></td><td><p>EG</p></td><td><p>120,0</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>72,0</p></td></tr><tr><td><p>TN</p></td><td><p>87,8</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>105,5</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>96,3</p></td></tr><tr><td><p>0707 00 05</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>73,1</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>154,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>113,7</p></td></tr><tr><td><p>0709 93 10</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>72,3</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>145,5</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>108,9</p></td></tr><tr><td><p>0805 10 20</p></td><td><p>EG</p></td><td><p>50,3</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>65,7</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>78,1</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>74,1</p></td></tr><tr><td><p>ZW</p></td><td><p>44,1</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>62,5</p></td></tr><tr><td><p>0805 20 10</p></td><td><p>IL</p></td><td><p>167,2</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>85,6</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>126,4</p></td></tr><tr><td><p>0805 20 30, 0805 20 50, 0805 20 70, 0805 20 90</p></td><td><p>IL</p></td><td><p>127,6</p></td></tr><tr><td><p>JM</p></td><td><p>147,1</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>83,5</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>119,4</p></td></tr><tr><td><p>0805 50 10</p></td><td><p>EG</p></td><td><p>98,7</p></td></tr><tr><td><p>MA</p></td><td><p>94,2</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>92,9</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>95,3</p></td></tr><tr><td><p>0808 10 80</p></td><td><p>CA</p></td><td><p>156,8</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>86,6</p></td></tr><tr><td><p>US</p></td><td><p>105,7</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>116,4</p></td></tr><tr><td><p>0808 30 90</p></td><td><p>CN</p></td><td><p>80,0</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>132,0</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>106,0</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Nomenclatura dei paesi stabilita dal Regolamento (UE) n. 1106/2012 della Commissione, del 27 novembre 2012, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi, per quanto riguarda l'aggiornamento della nomenclatura dei paesi e territori ( GU L 328 del 28.11.2012, pag. 7 ). Il codice «ZZ» corrisponde a «altre origini».
</note> | ITA | 32016R0025 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>11.12.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 417/249</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2020/1916 DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 13 maggio 2020
sul discarico per l'esecuzione del bilancio dell'Agenzia di sostegno al BEREC (prima del 20 dicembre 2018: Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) per l'esercizio 2018
IL PARLAMENTO EUROPEO,
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti i conti annuali definitivi dell'Agenzia di sostegno al BEREC relativi all'esercizio 2018,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle agenzie dell'UE per l'esercizio finanziario 2018, corredata delle risposte delle agenzie <a>(<span>1</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni <a>(<span>2</span>)</a> presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2018 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la raccomandazione del Consiglio del 18 febbraio 2020 sul discarico da dare all'Agenzia per l'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2018 (05761/2020 — C9-0061/2020),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, in particolare l'articolo 208,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 <a>(<span>4</span>)</a>, in particolare l'articolo 70,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (CE) n. 1211/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009, che istituisce l'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) e l'Ufficio <a>(<span>5</span>)</a>, in particolare l'articolo 13,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE) 2018/1971 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, che istituisce l'Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC) e l'Agenzia di sostegno al BEREC (Ufficio BEREC), modifica il regolamento (UE) 2015/2120 e abroga il regolamento (CE) n. 1211/2009 <a>(<span>6</span>)</a> e in particolare l'articolo 28,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) n. 1271/2013 della Commissione, del 30 settembre 2013, che stabilisce il regolamento finanziario quadro degli organismi di cui all’articolo 208 del regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>, in particolare l'articolo 108,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) 2019/715 della Commissione, del 18 dicembre 2018, relativo al regolamento finanziario quadro degli organismi istituiti in virtù del TFUE e del trattato Euratom, di cui all'articolo 70 del regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a>, in particolare l'articolo 105,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l'articolo 100 e l'allegato V del suo regolamento,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0050/2020),</p></td></tr></tbody></table>
1. concede il discarico al direttore dell'Agenzia di sostegno al BEREC per l'esecuzione del bilancio dell'Agenzia per l'esercizio 2018;
2. esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;
3. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al direttore dell'Agenzia di sostegno al BEREC, al Consiglio, alla Commissione e alla Corte dei conti, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
Il presidente
David Maria SASSOLI
Il segretario generale
Klaus WELLE
<note>
( 1 ) GU C 417 dell'11.12.2019, pag. 1 .
( 2 ) GU C 417 dell'11.12.2019, pag. 34 .
( 3 ) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1 .
( 4 ) GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 .
( 5 ) GU L 337 del 18.12.2009, pag. 1 .
( 6 ) GU L 321 del 17.12.2018, pag. 1 .
( 7 ) GU L 328 del 7.12.2013, pag. 42 .
( 8 ) GU L 122 del 10.5.2019, pag. 1 .
</note> | ITA | 32020B1916 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>18.3.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 79/35</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO (UE) N . 271/2014 DEL CONSIGLIO
del 17 marzo 2014
recante modifica del regolamento (CE) n. 1183/2005 che istituisce misure restrittive specifiche nei confronti delle persone che violano l'embargo sulle armi per quanto riguarda la Repubblica democratica del Congo
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 215,
vista la decisione 2010/788/PESC del Consiglio, del 20 dicembre 2010, concernente misure restrittive nei confronti della Repubblica democratica del Congo e che abroga la posizione comune 2008/369/PESC ( 1 ) ,
vista la proposta congiunta dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 1183/2005 del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a> attua le misure previste dalla decisione 2010/788/PESC. Nell'allegato I del regolamento (CE) n. 1183/2005 figura l'elenco delle persone fisiche e giuridiche, delle entità e degli organismi a cui si applica il congelamento dei fondi e delle risorse economiche a norma del regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) 2136 (2014) del 30 gennaio 2014 ha modificato i criteri per la designazione delle persone e delle entità da assoggettare alle misure restrittive di cui ai paragrafi 9 e 11 dell'UNSCR 1807 (2008) del 31 marzo 2008.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Questa misura rientra nell'ambito di applicazione del trattato sul funzionamento dell'Unione europea e, pertanto, la sua attuazione richiede un'azione normativa a livello dell'Unione al fine di garantirne l'applicazione uniforme da parte degli operatori economici di tutti gli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Occorre pertanto modificare opportunamente il regolamento (CE) n. 1183/2005,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
All'articolo 2 bis del regolamento (CE) n. 1183/2005, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente:
"1. L'allegato I comprende le persone fisiche o giuridiche, le entità o gli organismi designati dal comitato per le sanzioni o dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite come:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>persone o entità che violano l'embargo sulle armi e le misure connesse di cui all'articolo 1 della decisione 2010/788/ PESC del Consiglio<a> (<span>3</span>)</a> e all'articolo 2 del regolamento (CE) n. 889/2005 del Consiglio<a> (<span>4</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>capi politici e militari dei gruppi armati stranieri attivi nella Repubblica democratica del Congo (RDC) che impediscono il disarmo e il rimpatrio volontario o il reinsediamento dei combattenti appartenenti a tali gruppi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>capi politici e militari delle milizie congolesi, compresi quelli che ricevono sostegno dall'estero e che impediscono ai combattenti di tali milizie di partecipare al processo di disarmo, smobilitazione e reinserimento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>persone o entità che operano nella RDC e che reclutano o impiegano bambini nel conflitto armato in violazione del diritto internazionale applicabile;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>persone o entità che operano nella RDC e sono coinvolte nella pianificazione, nella direzione o nella partecipazione ad atti contro i bambini o le donne in situazioni di conflitto armato, tra cui uccisioni e menomazioni, stupri e altre violenze sessuali, sequestri, trasferimenti forzati e attacchi contro scuole e ospedali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>persone o entità che ostacolano l'accesso agli aiuti umanitari o la distribuzione di questi ultimi nella RDC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>persone o entità che sostengono i gruppi armati nella RDC attraverso il commercio illecito di risorse naturali, compresi l'oro, la flora e la fauna selvatiche e i prodotti della flora e della fauna selvatiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>persone o entità che agiscono per conto o sotto la direzione di una persona o di un'entità designata o che agiscono per conto o sotto la direzione di un'entità posseduta o controllata da una persona o da un'entità designata;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>persone o entità che pianificano, dirigono, finanziano o partecipano ad attacchi contro gli operatori della missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione della RDC (MONUSCO);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>j)</p></td><td><p>persone o entità che forniscono un supporto finanziario, materiale o tecnologico, oppure beni o servizi, destinati a una persona o a un'entità designata o a sostegno di una persona o di un'entità designata.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 17 marzo 2014
Per il Consiglio
Il presidente
C. ASHTON
<note>
( 1 ) GU L 336 del 21.12.2010, pag. 30 .
( 2 ) Regolamento (CE) n. 1183/2005 del Consiglio, del 18 luglio 2005, che istituisce misure restrittive specifiche nei confronti delle persone che violano l'embargo sulle armi per quanto riguarda la Repubblica democratica del Congo ( GU L 193 del 23.7.2005, pag. 1 ).
( 3 ) Decisione 2010/788/PESC del Consiglio, del 20 dicembre 2010, concernente misure restrittive nei confronti della Repubblica democratica del Congo e che abroga la posizione comune 2008/369/PESC ( GU L 336 del 21.12.2010, pag. 30 ).
( 4 ) Regolamento (CE) n. 889/2005 del Consiglio, del 13 giugno 2005, che istituisce misure restrittive nei confronti della Repubblica democratica del Congo e abroga il regolamento (CE) n. 1727/2003 ( GU L 152 del 15.6.2005, pag. 1 ).".
</note> | ITA | 32014R0271 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>12.5.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 168/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2021/763 DELLA COMMISSIONE
del 23 aprile 2021
che stabilisce norme tecniche di attuazione per l’applicazione del regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e della direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la segnalazione a fini di vigilanza e l’informativa al pubblico in materia di requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 ( 1 ) , in particolare l’articolo 430, paragrafo 7, quinto comma, e l’articolo 434 bis , quinto comma,
vista la direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio ( 2 ) , in particolare l’articolo 45 decies , paragrafi 5 e 6,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2019/876 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a> che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 ha introdotto nella legislazione dell’Unione il livello minimo armonizzato per la capacità totale di assorbimento delle perdite (TLAC) previsto dallo standard «TLAC» per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) («requisito della TLAC»). Modifiche mirate della direttiva 2014/59/UE introdotte dalla direttiva (UE) 2019/879 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a> hanno stabilito la maggiorazione specifica per ente per i G-SII e il requisito specifico per ente per gli enti non G-SII denominato requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL). Gli obblighi di segnalazione e informativa sia per lo standard «TLAC» sia per il MREL sono ora inclusi rispettivamente nel regolamento (UE) n. 575/2013 e nella direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Dato che lo standard «TLAC» e il MREL perseguono il medesimo obiettivo di garantire che gli enti e i soggetti stabiliti nell’Unione dispongano di una sufficiente capacità di assorbimento delle perdite e di ricapitalizzazione, i due requisiti dovrebbero essere elementi di un quadro comune. È pertanto opportuno stabilire un insieme di modelli per la segnalazione e l’informativa al pubblico in merito alle informazioni armonizzate sul requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII e le filiazioni significative di G-SII non UE (TLAC) e sul MREL specifico per ente applicabile a tutti gli enti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 434 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 i progetti di norme tecniche di attuazione elaborati dall’Autorità bancaria europea (ABE) per stabilire modelli per l’informativa mirano a mantenere la coerenza di questi ultimi con le norme internazionali in materia di informativa al fine di agevolare la comparabilità delle informazioni. Nel dicembre 2018 il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (CBVB) ha pubblicato obblighi di informativa del terzo pilastro aggiornati, compresi quelli relativi alla TLAC. È pertanto opportuno che i modelli di informativa e le relative istruzioni di cui al presente regolamento siano coerenti con tali obblighi di informativa aggiornati del CBVB.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Per garantire che i costi di conformità per gli enti non aumentino in modo irragionevole e che sia mantenuta la qualità dei dati, gli obblighi di segnalazione e informativa dovrebbero essere quanto più possibile allineati nella loro sostanza, anche in termini di frequenza. Inoltre, l’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 5, terzo comma, e l’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 6, terzo comma, della direttiva 2014/59/UE prevedono esplicitamente un allineamento delle norme tecniche di attuazione agli obblighi di segnalazione e informativa sulla TLAC e sul MREL. È pertanto opportuno stabilire in un unico regolamento norme applicabili alla segnalazione e all’informativa sia sulla TLAC che sul MREL. Nel contempo, il grado di dettaglio e la frequenza della segnalazione e dell’informativa dovrebbero essere opportunamente adeguati, tenendo conto dei requisiti stabiliti nel regolamento (UE) n. 575/2013 e nella direttiva 2014/59/UE, e della necessità di garantire che gli enti soddisfino sempre tali requisiti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>La direttiva 2014/59/UE prevede che le informazioni sul MREL siano segnalate sia alle autorità competenti che alle autorità di risoluzione. Il regolamento (UE) n. 575/2013 prevede che le informazioni sulla TLAC siano segnalate solo alle autorità competenti. Tuttavia, a norma dell’articolo 45 <span>quinquies</span>, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE, il MREL di un’entità soggetta a risoluzione che è un G-SII o fa parte di un G-SII consiste nel requisito della TLAC e in qualsiasi maggiorazione aggiuntiva. È pertanto opportuno garantire che le autorità di risoluzione ottengano informazioni sulla TLAC dai G-SII nell’ambito delle segnalazioni sul MREL. Ciò non dovrebbe pregiudicare gli accordi conclusi dalle autorità competenti e dalle autorità di risoluzione per ridurre al minimo i flussi di dati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Per motivi di comparabilità e certezza del diritto, l’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE prevede che i progetti di norme tecniche di attuazione elaborati dall’ABE stabiliscano una modalità standardizzata per fornire le informazioni sul rango dei fondi propri e delle passività sottoponibili al bail-in applicabile nelle procedure di insolvenza nazionali in ciascuno Stato membro. È pertanto opportuno che le rispettive autorità di risoluzione mettano a disposizione degli enti soggetti alla loro giurisdizione informazioni standardizzate sulle gerarchie relative alle procedure di insolvenza in ciascuno Stato membro e sugli aggiornamenti tempestivi delle stesse. Tali informazioni dovrebbero seguire una presentazione standardizzata di tali gerarchie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Per quanto riguarda le passività sottoponibili al bail-in disciplinate dalle leggi di un paese terzo, l’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE prevede inoltre che i progetti di norme tecniche di attuazione elaborati dall’ABE stabiliscano una modalità standardizzata per fornire le informazioni che indichino il paese terzo le cui leggi disciplinano tali passività e, per ogni paese terzo individuato, se tali passività contengano clausole contrattuali che ne riconoscono l’assoggettabilità ai poteri di svalutazione o di conversione ai sensi di tale direttiva. Data la necessità di valutare il grado di dettaglio per la segnalazione di tali elementi, l’ABE elaborerà e presenterà alla Commissione relative istruzioni e modelli separatamente e a tempo debito, così da consentire alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione di accedere con regolarità a tali informazioni. L’assenza di tali limitati elementi aggiuntivi non influenzerà né ritarderà l’applicazione degli obblighi di segnalazione di cui al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Nel valutare se le informazioni sono rilevanti, esclusive o riservate ai sensi dell’articolo 432 del regolamento (UE) n. 575/2013, è opportuno che i soggetti che le pubblicano tengano conto degli orientamenti pertinenti emanati dall’ABE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Conformemente all’articolo 3, paragrafo 3, secondo comma, del regolamento (UE) 2019/876, dal 27 giugno 2019 si applica l’obbligo di segnalare e rendere pubbliche le informazioni sulla TLAC di cui all’articolo 430, paragrafo 1, lettera b), all’articolo 437 <span>bis</span> e all’articolo 447, lettera h), del regolamento (UE) n. 575/2013. Di conseguenza, una volta entrato in vigore il presente regolamento, i G-SII e le filiazioni significative di G-SII non UE dovrebbero rendere immediatamente pubbliche le informazioni sulla TLAC utilizzando i modelli e seguendo le istruzioni di cui al presente regolamento. Per contro, al fine di fornire agli enti e alle autorità competenti il tempo sufficiente per attuare i requisiti pertinenti, la segnalazione del requisito della TLAC a norma del presente regolamento dovrebbe iniziare ad applicarsi solo a partire dal 28 giugno 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Per quanto riguarda il MREL, gli obblighi di segnalazione di cui alla direttiva 2014/59/UE si applicano al più tardi dal 28 dicembre 2020. Tuttavia, per le stesse ragioni valide per la TLAC, tutti gli enti dovrebbero segnalare le informazioni sul MREL utilizzando i modelli e seguendo le istruzioni di cui al presente regolamento a partire dal 28 giugno 2021. Per contro, la data di applicazione degli obblighi di informativa sul MREL dovrebbe coincidere con la fine del periodo di transizione stabilito dall’articolo 45 <span>quaterdecies</span>, paragrafo 1, terzo comma, della direttiva 2014/59/UE, ossia al più presto il 1<span>o</span> gennaio 2024.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Data la necessità per gli enti, le autorità competenti e le autorità di risoluzione di adeguare i propri sistemi elettronici e di segnalazione ai requisiti stabiliti dal presente regolamento, la data d’invio per la segnalazione trimestrale dei dati relativi alla data di riferimento del 30 giugno 2021 dovrebbe essere al più tardi il 30 settembre 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Il presente regolamento si basa sui progetti di norme tecniche di attuazione che l’ABE ha presentato alla Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>L’ABE ha condotto consultazioni pubbliche aperte sui progetti di norme tecniche di attuazione sui quali è basato il presente regolamento, ha analizzato i potenziali costi e benefici collegati e ha chiesto il parere del gruppo delle parti interessate nel settore bancario istituito ai sensi dell’articolo 37 del regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
TITOLO I
SEGNALAZIONI A FINI DI VIGILANZA
Articolo 1
Date di riferimento per le segnalazioni
I soggetti per cui sono previsti gli obblighi di segnalazione sulla capacità totale di assorbimento delle perdite (TLAC) e sul requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL) su base individuale o su base consolidata («soggetti segnalanti») trasmettono alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione le informazioni al loro stato nelle seguenti date di riferimento per le segnalazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>per le segnalazioni trimestrali: 31 marzo, 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>per le segnalazioni semestrali: 30 giugno e 31 dicembre;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>per le segnalazioni annuali: 31 dicembre.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Date d’invio per le segnalazioni
1. I soggetti segnalanti trasmettono le informazioni alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione entro l’orario di chiusura delle attività delle seguenti date d’invio:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>per le segnalazioni trimestrali: il 19 maggio, il 18 agosto, il 18 novembre e il 18 febbraio, ad eccezione dei dati relativi alla data di riferimento del 30 giugno 2021, per i quali la data d’invio è al più tardi il 30 settembre 2021;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>per le segnalazioni semestrali: 18 agosto e 18 febbraio;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>per le segnalazioni annuali: 18 febbraio.</p></td></tr></tbody></table>
2. Qualora la data d’invio coincida con un sabato, con una domenica o con una festività nazionale dello Stato membro dell’autorità competente o dell’autorità di risoluzione destinataria delle informazioni di cui al paragrafo 1, tali informazioni sono trasmesse entro l’orario di chiusura delle attività del giorno lavorativo successivo.
3. I soggetti segnalanti possono trasmettere dati che non hanno ricevuto il parere di un revisore esterno («dati non sottoposti a revisione contabile»). Qualora i dati verificati da un revisore esterno che esprime un parere al riguardo («dati sottoposti a revisione contabile») si discostino da quelli non sottoposti a revisione contabile trasmessi, i soggetti segnalanti trasmettono senza indebito ritardo i dati rivisti sottoposti a revisione contabile.
4. I soggetti segnalanti trasmettono senza indebito ritardo ogni altra rettifica alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione.
Articolo 3
Formato e frequenza delle segnalazioni delle entità soggette a risoluzione su base individuale
1. Le entità soggette a risoluzione senza filiazioni soggette ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 sexies di tale direttiva trasmettono le informazioni su base individuale alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sulle metriche principali specificate nella colonna 0010 del modello 1 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0010 del modello 2 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le informazioni sulla struttura di finanziamento delle passività ammissibili specificate nel modello 4 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.3, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le informazioni sugli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo specificate nel modello 7 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 4, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. Le entità soggette a risoluzione trasmettono alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione le informazioni sulla ripartizione dei fondi propri e delle passività in base al rango in caso di insolvenza specificate nel modello 6 dell’allegato I su base individuale con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 3.2.
3. Oltre alle informazioni di cui ai paragrafi 1 e 2, le entità soggette a risoluzione soggette ai requisiti di cui all’articolo 92 bis del regolamento (UE) n. 575/2013 su base individuale conformemente all’articolo 6, paragrafo 1 bis , di tale regolamento trasmettono le informazioni su base individuale alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sulle metriche principali specificate nella colonna 0020 del modello 1 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nelle colonne 0020 e 0030 del modello 2 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.1, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 4
Formato e frequenza delle segnalazioni delle entità soggette a risoluzione su base consolidata
1. Le entità soggette a risoluzione soggette ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE su base consolidata conformemente all’articolo 45 sexies di tale direttiva trasmettono le informazioni su base consolidata alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sulle metriche principali specificate nella colonna 0010 del modello 1 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0010 del modello 2 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le informazioni sulla struttura di finanziamento delle passività ammissibili specificate nel modello 4 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.3, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le informazioni sugli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo specificate nel modello 7 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 4, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. Oltre alle informazioni di cui al paragrafo 1, le entità soggette a risoluzione soggette ai requisiti di cui all’articolo 92 bis del regolamento (UE) n. 575/2013 su base consolidata conformemente all’articolo 11, paragrafo 3 bis , di tale regolamento trasmettono le informazioni su base consolidata alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sulle metriche principali specificate nella colonna 0020 del modello 1 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 1, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nelle colonne 0020 e 0030 del modello 2 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.1, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 5
Formato e frequenza delle segnalazioni su base individuale di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione e di filiazioni significative di enti a rilevanza sistemica a livello globale non UE
1. I soggetti che non sono entità soggette a risoluzione per i quali sono previsti i requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE su base individuale conformemente all’articolo 45 septies di tale direttiva trasmettono le informazioni su base individuale alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sull’importo e sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0010 del modello 3 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.2, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla struttura di finanziamento delle passività ammissibili specificate nel modello 4 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.3, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le informazioni sugli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo specificate nel modello 7 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 4, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. I soggetti che non sono entità soggette a risoluzione trasmettono alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione le informazioni sulla ripartizione dei fondi propri e delle passività in base al rango in caso di insolvenza specificate nel modello 5 dell’allegato I su base individuale con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 3.1.
3. Oltre alle informazioni di cui ai paragrafi 1 e 2, i soggetti che sono filiazioni significative di enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) non UE e per i quali sono previsti i requisiti di cui all’articolo 92 ter del regolamento (UE) n. 575/2013 su base individuale conformemente all’articolo 6, paragrafo 1 bis , di tale regolamento trasmettono alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione le informazioni sull’importo e sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0020 del modello 3 dell’allegato I del presente regolamento su base individuale con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.2, del presente regolamento.
Articolo 6
Formato e frequenza delle segnalazioni su base consolidata di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione e di filiazioni significative di enti a rilevanza sistemica a livello globale non UE
1. I soggetti che non sono entità soggette a risoluzione per i quali sono previsti i requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE su base consolidata conformemente all’articolo 45 septies di tale direttiva trasmettono le informazioni su base consolidata alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informazioni sull’importo e sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0010 del modello 3 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.2, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informazioni sulla struttura di finanziamento delle passività ammissibili specificate nel modello 4 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.3, del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le informazioni sugli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo specificate nel modello 7 dell’allegato I del presente regolamento sono segnalate con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 4, del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
2. Oltre alle informazioni di cui al paragrafo 1, i soggetti che sono filiazioni significative di G-SII non UE e per i quali sono previsti i requisiti di cui all’articolo 92 ter del regolamento (UE) n. 575/2013 su base consolidata conformemente all’articolo 11, paragrafo 3 bis , di tale regolamento trasmettono alle autorità competenti e alle autorità di risoluzione le informazioni sull’importo e sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili specificate nella colonna 0020 del modello 3 dell’allegato I del presente regolamento su base consolidata con frequenza trimestrale conformemente alle istruzioni di cui all’allegato II, parte II, punto 2.2, del presente regolamento.
Articolo 7
Formati per lo scambio di dati e informazioni associate alle trasmissioni
1. I soggetti segnalanti trasmettono le informazioni conformemente al presente regolamento con i formati e la configurazione specificati dalle autorità competenti e dalle autorità di risoluzione per lo scambio di dati, e conformemente alla definizione dei punti di dati inclusa nell’apposito modello e alle formule di convalida di cui all’allegato III del presente regolamento.
2. Nel trasmettere le informazioni conformemente al presente regolamento, i soggetti segnalanti osservano quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>nei dati comunicati non sono incluse le informazioni non richieste o non applicabili;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i dati numerici sono comunicati come segue:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>i punti di dati del tipo di dati «monetario» sono comunicati utilizzando una precisione minima equivalente a migliaia di unità;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>i punti di dati del tipo di dati «percentuale» sono espressi in unità con una precisione minima equivalente a quattro decimali;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>i punti di dati del tipo di dati «numero intero» sono comunicati senza utilizzare decimali e con una precisione equivalente alle unità;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>gli enti sono identificati esclusivamente dall’identificativo della persona giuridica (LEI). I soggetti giuridici e le controparti diversi dagli enti sono identificati dal LEI se disponibile.</p></td></tr></tbody></table>
3. Le informazioni trasmesse dai soggetti segnalanti conformemente al presente regolamento sono corredate delle seguenti informazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>data e periodo di riferimento per le segnalazioni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>valuta utilizzata per le segnalazioni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>principio contabile;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>LEI dell’ente segnalante;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>ambito del consolidamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 8
Presentazione standardizzata del rango degli elementi in caso di insolvenza
1. Le autorità di risoluzione raccolgono informazioni sul rango degli elementi nelle procedure nazionali di insolvenza nel formato standardizzato specificato nell’allegato IV. Senza indebito ritardo, esse aggiornano tali informazioni in caso di modifiche.
2. Le autorità di risoluzione pubblicano le informazioni di cui al paragrafo 1 per metterle a disposizione degli enti soggetti alla loro vigilanza.
TITOLO II
INFORMATIVA AL PUBBLICO DA PARTE DEGLI ENTI
Articolo 9
Frequenza e date dell’informativa
1. L’informativa di cui all’articolo 10, paragrafo 1, è fornita su base trimestrale. L’informativa di cui all’articolo 10, paragrafo 2, è fornita su base semestrale.
2. L’informativa di cui all’articolo 11, paragrafo 1, e all’articolo 14, paragrafo 1, è fornita su base semestrale. L’informativa di cui all’articolo 11, paragrafo 2, e all’articolo 14, paragrafo 2, è fornita su base annuale.
3. L’informativa di cui all’articolo 12, paragrafo 1, è fornita su base trimestrale. L’informativa di cui all’articolo 12, paragrafo 2, è fornita su base semestrale.
4. L’informativa di cui all’articolo 13, paragrafo 1, è fornita su base semestrale. L’informativa di cui all’articolo 13, paragrafo 2, è fornita su base annuale.
5. L’informativa di cui all’articolo 15 è fornita come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>su base semestrale se il soggetto che pubblica l’informativa è un grande ente;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>su base annuale se il soggetto che pubblica l’informativa non è né un grande ente né un ente piccolo e non complesso.</p></td></tr></tbody></table>
6. Ai fini dell’informativa al pubblico, i soggetti che pubblicano l’informativa osservano quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le informative annuali sono pubblicate alla stessa data in cui l’ente pubblica il bilancio, o il prima possibile dopo tale data;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le informative semestrali e trimestrali sono pubblicate alla stessa data in cui l’ente pubblica la relazione finanziaria per il periodo corrispondente, se del caso, o il prima possibile dopo tale data;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il periodo intercorrente tra la data di pubblicazione delle informative richieste ai sensi del presente titolo e dei pertinenti bilanci è ragionevole e, comunque, non supera i termini fissati dalle autorità competenti a norma dell’articolo 106 della direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 10
Informativa di entità soggette a risoluzione sulle metriche principali relative ai fondi propri e alle passività ammissibili e sui requisiti di fondi propri e passività ammissibili
1. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che sono G-SII o fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa di cui all’articolo 447, lettera h), del regolamento (UE) n. 575/2013 e all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettere a) e c), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU KM2 di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
2. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che non sono né G-SII né fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettere a) e c), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU KM2 di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
Articolo 11
Informativa di entità soggette a risoluzione sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili
1. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che sono G-SII o fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa di cui all’articolo 437 bis , lettere a), c) e d), del regolamento (UE) n. 575/2013 e l’informativa sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC1 di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
2. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che non sono né G-SII né fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC1 di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
Articolo 12
Informativa di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione sulle metriche principali e sulla capacità interna di assorbimento delle perdite
1. I soggetti che sono filiazioni significative di G-SII non UE e che non sono entità soggette a risoluzione pubblicano la seguente informativa conformemente al modello EU ILAC di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>informativa di cui all’articolo 437 <span>bis</span>, lettere a), c) e d), del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>informativa di cui all’articolo 447, lettera h), del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>informativa di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettere a) e c), della direttiva 2014/59/UE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>informativa sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table>
2. I soggetti diversi da filiazioni significative di G-SII non UE che non sono entità soggette a risoluzione pubblicano la seguente informativa conformemente al modello EU ILAC di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>informativa di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettere a) e c), della direttiva 2014/59/UE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>informativa sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 13
Informativa di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione sul rango nella graduatoria dei creditori
1. I soggetti che sono filiazioni significative di G-SII non UE e che non sono entità soggette a risoluzione pubblicano l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 437 bis , lettere a) e b), del regolamento (UE) n. 575/2013 e all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC2a di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
2. I soggetti diversi da filiazioni significative di G-SII non UE che non sono entità soggette a risoluzione pubblicano l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC2b di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
I soggetti di cui al primo comma del presente paragrafo possono scegliere di utilizzare il modello EU TLAC2a al posto del modello EU TLAC2b per pubblicare l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.
Articolo 14
Informativa di entità soggette a risoluzione sul rango nella graduatoria dei creditori
1. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che sono G-SII o fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 437 bis , lettere a) e b), del regolamento (UE) n. 575/2013 e l’informativa di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC3a di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
2. I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che non sono né G-SII né fanno parte di G-SII pubblicano l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE conformemente al modello EU TLAC3b di cui all’allegato V del presente regolamento e alle istruzioni pertinenti di cui all’allegato VI del presente regolamento.
I soggetti di cui al primo comma del presente paragrafo possono scegliere di utilizzare il modello EU TLAC3a al posto del modello EU TLAC3b per pubblicare l’informativa sul profilo di durata e sul rango nelle procedure ordinarie di insolvenza di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.
Articolo 15
Informativa sulle caratteristiche principali dei fondi propri e delle passività ammissibili
I soggetti identificati come entità soggette a risoluzione che sono G-SII o fanno parte di G-SII e i soggetti che sono filiazioni significative di G-SII non UE e che non sono entità soggette a risoluzione pubblicano l’informativa di cui all’articolo 437 bis , lettera a), del regolamento (UE) n. 575/2013, conformemente all’atto di esecuzione di cui all’articolo 434 bis di tale regolamento.
Articolo 16
Norme generali sull’informativa
1. Quando i soggetti che pubblicano l’informativa possono omettere una o più informazioni conformemente all’articolo 432 del regolamento (UE) n. 575/2013, le righe o colonne pertinenti dei modelli o delle tabelle di cui al presente regolamento possono essere lasciate vuote e la numerazione delle righe o colonne successive non viene modificata.
2. I soggetti che pubblicano l’informativa indicano chiaramente nel modello o nella tabella pertinenti le righe o le colonne vuote e il motivo dell’omissione dell’informazione pertinente.
3. La descrizione qualitativa e ogni altra informazione complementare necessaria che accompagnano le informazioni quantitative conformemente all’articolo 431 del regolamento (UE) n. 575/2013 sono adeguatamente chiare ed esaustive, così da consentire agli utilizzatori delle informazioni di comprendere le informazioni quantitative, e sono poste accanto ai modelli che esse descrivono.
4. Per quanto riguarda i valori numerici comunicati, i soggetti che pubblicano l’informativa osservano quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i dati monetari quantitativi sono comunicati utilizzando una precisione minima equivalente a milioni di unità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i dati quantitativi comunicati come «percentuale» sono espressi in unità con una precisione minima equivalente a quattro decimali.</p></td></tr></tbody></table>
5. All’informativa pubblicata i soggetti che pubblicano l’informativa accompagnano quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>data e periodo di riferimento per l’informativa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>valuta utilizzata per l’informativa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>nome e, se del caso, LEI del soggetto che pubblica l’informativa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>se del caso, principio contabile; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>se del caso, ambito del consolidamento.</p></td></tr></tbody></table>
TITOLO III
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 17
Entrata in vigore e applicazione
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il titolo I si applica a decorrere dal 28 giugno 2021.
Il titolo II si applica a decorrere dal 1 o giugno 2021 per quanto riguarda l’informativa di cui all’articolo 437 bis e all’articolo 447, lettera h), del regolamento (UE) n. 575/2013, e a decorrere dalla data di applicazione degli obblighi di informativa di cui all’articolo 3, paragrafo 1, terzo comma, della direttiva (UE) 2019/879 per quanto riguarda l’informativa di cui all’articolo 45 decies , paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 23 aprile 2021
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 176 del 27.6.2013, pag. 1 .
( 2 ) GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190 .
( 3 ) Regolamento (UE) 2019/876 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, che modifica il regolamento (UE) n. 575/2013 per quanto riguarda il coefficiente di leva finanziaria, il coefficiente netto di finanziamento stabile, i requisiti di fondi propri e passività ammissibili, il rischio di controparte, il rischio di mercato, le esposizioni verso controparti centrali, le esposizioni verso organismi di investimento collettivo, le grandi esposizioni, gli obblighi di segnalazione e informativa e il regolamento (UE) n. 648/2012 ( GU L 150 del 7.6.2019, pag. 1 ).
( 4 ) Direttiva (UE) 2019/879 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, che modifica la direttiva 2014/59/UE per quanto riguarda la capacità di assorbimento di perdite e di ricapitalizzazione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e la direttiva 98/26/CE ( GU L 150 del 7.6.2019, pag. 296 ).
( 5 ) Regolamento (UE) n. 1093/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l’Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/78/CE della Commissione ( GU L 331 del 15.12.2010, pag. 12 ).
( 6 ) Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE ( GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338 ).
ALLEGATO I
SEGNALAZIONE DEL REQUISITO MINIMO DI FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>MODELLI PER IL MREL E LA TLAC</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Numero del modello</span></p></td><td><p><span>Codice del modello</span></p></td><td><p><span>Nome del modello/gruppo di modelli</span></p></td><td><p><span>Nome abbreviato</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p><span>IMPORTI: PRINCIPALI METRICHE PER IL MREL E LA TLAC</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>M 01.00</p></td><td><p>Principali metriche per il MREL e la TLAC (gruppi/entità soggetti a risoluzione)</p></td><td><p>KM2</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p><span>COMPOSIZIONE E DURATA</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>M 02.00</p></td><td><p>Composizione e capacità per il MREL e la TLAC (gruppi/entità soggetti a risoluzione)</p></td><td><p>TLAC1</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>M 03.00</p></td><td><p>MREL interno e TLAC interna</p></td><td><p>ILAC</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>M 04.00</p></td><td><p>Struttura di finanziamento delle passività ammissibili</p></td><td><p>LIAB-MREL</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p><span>RANGO NELLA GRADUATORIA DEI CREDITORI</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>M 05.00</p></td><td><p>Rango nella graduatoria dei creditori (soggetto che non è un'entità soggetta a risoluzione)</p></td><td><p>TLAC2</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>M 06.00</p></td><td><p>Rango nella graduatoria dei creditori (entità soggetta a risoluzione)</p></td><td><p>TLAC3</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p><span>INFORMAZIONI SPECIFICHE PER CONTRATTO</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>M 07.00</p></td><td><p>Strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo</p></td><td><p>MTCI</p></td></tr></tbody></table>
M 01.00 - Principali metriche per il MREL e la TLAC (gruppi/entità soggetti a risoluzione) (KM2)
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Importo complessivo dell'esposizione al rischio e misura dell'esposizione complessiva</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>IMPORTO COMPLESSIVO DELL'ESPOSIZIONE AL RISCHIO (TREA)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>MISURA DELL'ESPOSIZIONE COMPLESSIVA (TEM)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p>Di cui disciplinati dal diritto di un paese terzo</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione di cui all'articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p></td></tr><tr><td><p>0250</p></td><td><p><span>ALTRE PASSIVITÀ SOTTOPONIBILI AL BAIL-IN</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0260</p></td><td><p>Di cui disciplinati dal diritto di un paese terzo</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0270</p></td><td><p>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione a norma dell'articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0280</p></td><td><p>Durata residua < 1 anno</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0285</p></td><td><p>Durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0290</p></td><td><p>Durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rapporti e deroghe per subordinazione</span></p></td></tr><tr><td><p>0300</p></td><td><p><span>FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI IN PERCENTUALE DEL TREA</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0310</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0320</p></td><td><p><span>FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI IN PERCENTUALE DELLA TEM</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0330</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0340</p></td><td><p>Si applica la deroga per subordinazione di cui all'articolo 72 ter, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013? (deroga 5 %)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0350</p></td><td><p>Importo complessivo degli strumenti di passività ammissibili non subordinate consentiti se si applica la facoltà di subordinazione di cui all'articolo 72 ter, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 (deroga 3,5 % massimo)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0360</p></td><td><p>Quota delle passività non subordinate totali incluse nei fondi propri e nelle passività ammissibili</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 02.00 – Composizione e capacità per il MREL e la TLAC (gruppi/entità soggetti a risoluzione) (TLAC1)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p></td><td><p><span>Voce per memoria: importi ammissibili ai fini del MREL ma non della TLAC</span></p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td><td><p>0030</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Fondi propri (ammissibili)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Capitale primario di classe 1</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0040</p></td><td><p><span>Capitale aggiuntivo di classe 1 (ammissibile)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0050</p></td><td><p><span>Capitale di classe 2 (ammissibile)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0060</p></td><td><p><span>Passività ammissibili</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0070</p></td><td><p><span>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0080</p></td><td><p>Di cui passività ammissibili considerate strutturalmente subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0090</p></td><td><p>Passività ammissibili subordinate a passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili emessi direttamente dall'entità soggetta a risoluzione (non soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili emessi da altri soggetti all'interno del gruppo soggetto a risoluzione (non soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0120</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili emessi prima del 27 giugno 2019</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0130</p></td><td><p>Strumenti di classe 2 con una durata residua di almeno un anno, nella misura in cui non sono considerati elementi di classe 2</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0140</p></td><td><p>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0150</p></td><td><p>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse (non soggette alla clausola grandfathering pre-massimale)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0160</p></td><td><p>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse emesse prima del 27 giugno 2019 (pre-massimale)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0170</p></td><td><p>Importi ammissibili dopo l'applicazione del massimale di cui all'articolo 72 ter, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 (non soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0180</p></td><td><p>Importi ammissibili, dopo l'applicazione del massimale di cui all'articolo 72 ter, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, di elementi emessi prima del 27 giugno 2019</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0190</p></td><td><p>(-)<span>Deduzioni</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p>(-) Esposizioni tra gruppi soggetti a risoluzione con punto di avvio multiplo (MPE)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p>(-) Investimenti in altri strumenti di passività ammissibili</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p><span>Eccesso di deduzioni dalle passività ammissibili rispetto alle passività ammissibili (deduzioni dal capitale di classe 2)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>VOCI PER MEMORIA</span></p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>CET1 (%) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale (%)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p>Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0440</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0450</p></td><td><p>Di cui riserva per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0460</p></td><td><p><span>Investimenti in passività subordinate ammissibili di altri enti</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0470</p></td><td><p>Investimenti in passività subordinate ammissibili di G-SII</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0480</p></td><td><p>Investimenti in passività subordinate ammissibili di O-SII</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0490</p></td><td><p>Investimenti in passività subordinate ammissibili di altri enti</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Passività escluse</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 03.00 – MREL interno e TLAC interna (ILAC)
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>MREL interno</span></p></td><td><p><span>TLAC interna</span></p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>Livello di applicazione</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Importo complessivo dell'esposizione al rischio e misura dell'esposizione complessiva</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell'esposizione al rischio (TREA)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>Misura dell'esposizione complessiva (TEM)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p>Capitale primario di classe 1 (CET1)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p>Capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0240</p></td><td><p>Capitale di classe 2 ammissibile</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0250</p></td><td><p><span>Passività ammissibili e garanzie</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0260</p></td><td><p>Passività ammissibili (escluse le garanzie)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0270</p></td><td><p>Garanzie fornite dall'entità soggetta a risoluzione e consentite dall'autorità di risoluzione</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0280</p></td><td><p>Voce per memoria: parte garantita della garanzia</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0290</p></td><td><p>(-)<span>Deduzioni o equivalenti</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rapporti dei fondi propri ammissibili e delle passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p>Di cui garanzie consentite</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p>Di cui garanzie consentite</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0440</p></td><td><p><span>CET1 (%) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Voci per memoria</span></p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale (%)</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0510</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0520</p></td><td><p>Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0530</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0540</p></td><td><p>Di cui riserva per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0550</p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0560</p></td><td><p>Di cui disciplinati dal diritto di un paese terzo</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0570</p></td><td><p>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione a norma dell'articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0580</p></td><td><p>Durata residua < 1 anno</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0590</p></td><td><p>Durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0600</p></td><td><p>Durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0610</p></td><td><p><span>Passività escluse</span></p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 04.00 – Struttura di finanziamento delle passività ammissibili (LIAB MREL)
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Importo ammissibile per il MREL/per il MREL interno</span></p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>PASSIVITÀ AMMISSIBILI</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>Depositi, non protetti e non preferenziali >= 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p>Di cui emessi da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0300</p></td><td><p><span>Passività garantite non coperte da garanzia reale > = 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0310</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0320</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0330</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>Obbligazioni strutturate > = 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Passività di primo rango (senior) non garantite > = 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0510</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0520</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0530</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0600</p></td><td><p><span>Passività di primo rango (senior) non privilegiate > = 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0610</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0620</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0630</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0700</p></td><td><p><span>Passività subordinate (non riconosciute come fondi propri) > = 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0710</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0720</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0730</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0800</p></td><td><p><span>Altre passività ammissibili MREL >= 1 anno</span></p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0810</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0820</p></td><td><p>Di cui durata residua >= 2 anni</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>0830</p></td><td><p>Di cui emesse da filiazioni</p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 05.00 – Rango nella graduatoria dei creditori (soggetto che non è un'entità soggetta a risoluzione) (TLAC2)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Tipo di creditore</span></p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Di cui passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività ammissibili ai fini del MREL interno</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Di cui con durata residua di</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td></tr><tr><td><p>≥ 1 anno</p><p>< 2 anni</p></td><td><p>≥ 2 anni</p><p>< 5 anni</p></td><td><p>≥ 5 anni</p><p>< 10 anni</p></td><td><p>≥ 10 anni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td><td><p>0030</p></td><td><p>0040</p></td><td><p>0050</p></td><td><p>0060</p></td><td><p>0070</p></td><td><p>0080</p></td><td><p>0090</p></td><td><p>0100</p></td><td><p>0110</p></td><td><p>0120</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 06.00 – Rango nella graduatoria dei creditori (entità soggette a risoluzione) (TLAC3)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Di cui passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività ammissibili potenzialmente ammissibili ai fini del MREL</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Di cui con durata residua di</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td></tr><tr><td><p>≥ 1 anno</p><p>< 2 anni</p></td><td><p>≥ 2 anni</p><p>< 5 anni</p></td><td><p>≥ 5 anni</p><p>< 10 anni</p></td><td><p>≥ 10 anni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td><td><p>0030</p></td><td><p>0040</p></td><td><p>0050</p></td><td><p>0060</p></td><td><p>0070</p></td><td><p>0080</p></td><td><p>0090</p></td><td><p>0100</p></td><td><p>0110</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
M 07.00 – Strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo (MTCI)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Soggetto emittente</span></p></td><td><p><span>Identificativo del contratto</span></p></td><td><p><span>Diritto applicabile (paese terzo)</span></p></td><td><p><span>Riconoscimento contrattuale dei poteri di svalutazione e di conversione</span></p></td><td><p><span>Trattamento regolamentare</span></p></td><td><p><span>Importo</span></p></td><td><p><span>Rango nelle procedure ordinarie di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Scadenza</span></p></td><td><p><span>(Prima) data di call</span></p></td><td><p><span>Regulatory call (Sì/No)</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Nome</span></p></td><td><p><span>Codice</span></p></td><td><p><span>Tipo di codice</span></p></td><td><p><span>Tipo di fondi propri o passività ammissibili</span></p></td><td><p><span>Tipo di strumento</span></p></td><td><p><span>Diritto applicabile</span></p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p>0020</p></td><td><p>0030</p></td><td><p>0040</p></td><td><p>0050</p></td><td><p>0060</p></td><td><p>0070</p></td><td><p>0080</p></td><td><p>0090</p></td><td><p>0100</p></td><td><p>0110</p></td><td><p>0120</p></td><td><p>0130</p></td><td><p>0140</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO II
SEGNALAZIONE DEL REQUISITO MINIMO DI FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI - ISTRUZIONI
PARTE I: ISTRUZIONI DI CARATTERE GENERALE
1. Struttura e convenzioni
1.1. Struttura
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Questo quadro per le segnalazioni sul MREL e sulla TLAC è costituito da quattro gruppi di modelli:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>importi: principali metriche del MREL e della TLAC;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>composizione e scadenza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>rango nella graduatoria dei creditori;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>informazioni specifiche per contratto.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Per ciascun modello sono indicati i riferimenti giuridici. In questa parte del regolamento sono incluse ulteriori informazioni dettagliate sugli aspetti più generali della segnalazione di ciascun insieme di modelli e istruzioni riguardanti posizioni specifiche.</span></td></tr></tbody></table>
1.2. Convenzione di numerazione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Nel citare le colonne, le righe e le celle dei modelli, il documento si attiene alla convenzione di etichettatura di cui alle lettere da a) a d). Tali codici numerici sono utilizzati ampiamente nelle formule di convalida definite conformemente all’allegato III.</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>Viene seguita la seguente notazione generale: {modello;riga;colonna}.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>I riferimenti all’interno di un modello non includono un’indicazione del modello stesso: {riga;colonna}.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>Nei modelli con una sola colonna, sono indicate soltanto le righe: {modello;riga}.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>Un asterisco segnala che il riferimento corrisponde a righe o a colonne specificate in precedenza.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
1.3. Convenzione dei segni
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>Sono segnalati come cifre positive tutti gli importi che aumentano i fondi propri e le passività ammissibili, gli importi dell’esposizione ponderati per il rischio, la misura dell’esposizione del coefficiente di leva finanziaria o i requisiti. Al contrario, sono segnalati come cifre negative tutti gli importi che riducono i fondi propri e le passività ammissibili, gli importi dell’esposizione ponderati per il rischio, la misura dell’esposizione del coefficiente di leva finanziaria o i requisiti. Se l’intestazione della voce è preceduta da un segno negativo (-), significa che per quella voce non è prevista la segnalazione di cifre positive.</span></td></tr></tbody></table>
1.4. Abbreviazioni
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>Ai fini degli allegati del presente regolamento si applicano le seguenti abbreviazioni:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>«MREL» fa riferimento al requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE <a>(<span>1</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>«TLAC» fa riferimento ai requisiti di fondi propri e passività ammissibili per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 <a>(<span>2</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>«TLAC interna» fa riferimento al requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>«MREL interno» fa riferimento al MREL applicato ai soggetti che non sono entità soggette a risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
PARTE II: ISTRUZIONI RELATIVE AI MODELLI
1. Importi: M 01.00 – Principali metriche per il MREL e la TLAC (KM2)
1.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>La colonna relativa al requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL) è compilata dai soggetti per cui è previsto il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE. Solo i soggetti tenuti a rispettare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 segnalano le voci relative al requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</span></td></tr></tbody></table>
1.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonne</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p><p>Articoli 45 e 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p><p>Articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Riga</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0100 - 0120</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio e misura dell’esposizione complessiva</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio (TREA)</span></p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE, articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>L’importo complessivo dell’esposizione al rischio segnalato in questa riga è l’importo complessivo dell’esposizione al rischio che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>Misura dell’esposizione complessiva (TEM)</span></p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2014/59/UE, articolo 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>La misura dell’esposizione complessiva segnalata in questa riga è la misura dell’esposizione complessiva che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>0200 - 0230</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili</span></p><p><span>MREL</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del MREL è segnalato come la somma:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>dei fondi propri ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e dell’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>delle passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC) è l’importo di cui all’articolo 72 <span>terdecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, costituito da:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>dei fondi propri ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e dell’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le passività ammissibili di cui all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili computato ai fini del MREL è segnalato come la somma:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>dei fondi propri ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e dell’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>delle passività ammissibili incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>delle passività incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p><span>Di cui disciplinati dal diritto di un paese terzo</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili disciplinati dal diritto di un paese terzo di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p><span>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione a norma dell’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili disciplinate dal diritto di un paese terzo contenenti una clausola di svalutazione e di conversione di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0250 - 0290</p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p><p>I soggetti che, alla data di segnalazione di tali informazioni, detengono fondi propri e passività ammissibili pari ad almeno il 150 % del requisito di cui all’articolo 45, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE sono esentati dalla segnalazione delle informazioni di cui alle righe da 0250 a 0290. Tali soggetti possono decidere di segnalare tali informazioni nel presente modello su base volontaria.</p></td></tr><tr><td><p>0250</p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p><p>L’importo delle passività sottoponibili al bail-in ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71, della direttiva 2014/59/UE che non sono incluse nei fondi propri e nelle passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>ter</span> di tale direttiva.</p><p>Tale importo corrisponde alla differenza tra le passività non escluse dal bail-in segnalate in {r0300, c0090} del modello Z 02.00 di cui all’allegato I del regolamento di esecuzione (UE) 2018/1624 della Commissione<a> (<span>3</span>)</a> e le passività ammissibili segnalate in {r0200} del presente modello.</p></td></tr><tr><td><p>0260</p></td><td><p><span>Di cui disciplinate dal diritto di un paese terzo</span></p><p>L’importo di altre passività sottoponibili al bail-in disciplinate dal diritto di un paese terzo di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0270</p></td><td><p><span>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione a norma dell’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</span></p><p>L’importo di altre passività sottoponibili al bail-in disciplinate dal diritto di un paese terzo contenenti una clausola di svalutazione e di conversione di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0280 – 0290</p></td><td><p><span>Ripartizione delle altre passività sottoponibili al bail-in per durata residua</span></p></td></tr><tr><td><p>0280</p></td><td><p>Durata residua < 1 anno</p></td></tr><tr><td><p>0285</p></td><td><p>Durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td></tr><tr><td><p>0290</p></td><td><p>Durata residua >= 2 anni</p></td></tr><tr><td><p>0300 - 0360</p></td><td><p><span>Rapporti e deroghe per subordinazione</span></p></td></tr><tr><td><p>0300</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili segnalato nella riga 0200 è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0310</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili segnalato nella riga 0210 è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0320</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili segnalato nella riga 0200 è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0330</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili segnalato nella riga 0210 è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0340</p></td><td><p><span>Si applica la deroga per subordinazione di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013? (deroga 5 %)</span></p><p>Questa riga è segnalata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</p><p>Se l’autorità di risoluzione consente che le passività siano considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013, il soggetto segnalante indica «sì» nella colonna 0020.</p><p>Se l’autorità di risoluzione non consente che le passività siano considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013, il soggetto segnalante indica «no» nella colonna 0020.</p><p>Dato che le deroghe di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi 3 e 4, del regolamento (UE) n. 575/2013 si escludono a vicenda, questa riga non deve essere compilata se il soggetto segnalante ha compilato {r0350}.</p></td></tr><tr><td><p>0350</p></td><td><p><span>Importo complessivo degli strumenti di passività ammissibili non subordinate consentiti se si applica la facoltà di subordinazione di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 (deroga 3,5 % massimo)</span></p><p>Importo complessivo delle passività non subordinate che l’autorità di risoluzione consente che siano considerate strumenti di passività ammissibili ai fini del requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC) conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 o che sono considerate tali conformemente all’articolo 494, paragrafo 3, di tale regolamento.</p><p>Fino al 31 dicembre 2021 l’importo segnalato in questa riga è quello dopo l’applicazione dell’articolo 494, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 (massimale del 2,5 %).</p><p>Dato che le deroghe di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi 3 e 4, del regolamento (UE) n. 575/2013 si escludono a vicenda, questa riga non deve essere compilata se il soggetto segnalante indica «sì» in {r0340,c0020}.</p></td></tr><tr><td><p>0360</p></td><td><p><span>Quota delle passività non subordinate totali incluse nei fondi propri e nelle passività ammissibili</span></p><p>Questa riga è segnalata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</p><p>Se si applica la deroga per subordinazione con massimale di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, i soggetti segnalano:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>l’importo delle passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 ed è incluso nell’importo segnalato nella riga 0200 (dopo l’applicazione del massimale),</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>diviso per l’importo delle passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 e che sarebbe incluso nella riga 0200 se il massimale non fosse applicato.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
2. Composizione e durata
2.1. M 02.00 – Composizione e capacità per il MREL e la TLAC (gruppi/entità soggetti a risoluzione) (TLAC1)
2.1.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Il modello M 02.00 – Capacità e composizione MREL e TLAC (gruppi ed entità soggetti a risoluzione) (TLAC1) fornisce dettagli ulteriori sulla composizione dei fondi propri e delle passività ammissibili.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>La colonna relativa al requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL) è compilata dai soggetti per cui è previsto il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE. Solo i soggetti tenuti a rispettare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 segnalano le voci relative al requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</span></td></tr></tbody></table>
2.1.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonna</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p><p>Articoli 45 e 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p><p>Articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Voce per memoria: importi ammissibili ai fini MREL ma non TLAC</span></p><p>Questa colonna è compilata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</p><p>Questa colonna riporta la differenza tra gli importi dei fondi propri e delle passibilità ammissibili per soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE, conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva, e l’importo dei fondi propri e delle passibilità ammissibili per soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Riga</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>FONDI PROPRI E PASSIVITÀ AMMISSIBILI</span></p><p>Fondi propri e passività ammissibili ai fini dell’articolo 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE e dell’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p><span>MREL</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del MREL è segnalato come la somma:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>dei fondi propri ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e dell’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>delle passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del requisito dei fondi propri e delle passività ammissibili per i G-SII (TLAC) è l’importo di cui all’articolo 72 <span>terdecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, costituito da:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>dei fondi propri ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e dell’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le passività ammissibili di cui all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Fondi propri (ammissibili)</span></p><p>Articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Per quanto riguarda il MREL, gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga e nelle righe 0040 e 0050 solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Capitale primario di classe 1</span></p><p>Articolo 50 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0040</p></td><td><p><span>Capitale aggiuntivo di classe 1 (ammissibile)</span></p><p>Articolo 61 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0050</p></td><td><p><span>Capitale di classe 2 (ammissibile)</span></p><p>Articolo 71 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0060</p></td><td><p><span>Passività ammissibili</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE; in caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili di cui all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0070</p></td><td><p><span>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE; in caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0080</p></td><td><p><span>Di cui passività ammissibili considerate strutturalmente subordinate</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE perché emesse da un’entità soggetta a risoluzione che è una società di partecipazione e perché non vi sono passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 di rango pari o inferiore rispetto agli strumenti di passività ammissibili.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Questa riga comprende anche le passività ammissibili che soddisfano le condizioni perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività che:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, in particolare il requisito di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), punto iii), di tale regolamento, ma non i requisiti di cui alla lettera d), punto i) o ii), di tale paragrafo, o</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e che le autorità di risoluzione hanno consentito si considerassero strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento.</p></td></tr></tbody></table><p>Questa riga comprende anche le passività ammissibili che soddisfano le condizioni perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0090</p></td><td><p><span>Passività ammissibili subordinate a passività escluse</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Le passività ammissibili incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e le passività incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>Strumenti di passività ammissibili emessi direttamente dall’entità soggetta a risoluzione (non soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e sono emesse direttamente dall’entità soggetta a risoluzione. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 ed emesse direttamente dall’entità soggetta a risoluzione, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento.</p><p>Questa riga non include né la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con una durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013) né le passività ammissibili soggette a clausola grandfathering di cui all’articolo 494 <span>ter</span> di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>Strumenti di passività ammissibili emessi da altri soggetti all’interno del gruppo soggetto a risoluzione (non soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili incluse nell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono emesse da filiazioni e incluse nel MREL conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento, emesse da filiazioni e aventi i requisiti per essere incluse negli strumenti di passività ammissibili consolidati di un soggetto conformemente all’articolo 88 <span>bis</span> di tale regolamento.</p><p>Questa riga non include né la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con una durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013) né le passività ammissibili soggette a clausola grandfathering di cui all’articolo 494 <span>ter</span> di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>0120</p></td><td><p><span>Elementi di passività ammissibili emessi prima del 27 giugno 2019</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, della direttiva 2014/59/UE;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sono incluse nei fondi propri e nelle passività ammissibili conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>in caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sono conformi all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>0130</p></td><td><p><span>Strumenti di classe 2 con una durata residua di almeno un anno, nella misura in cui non sono considerati elementi di classe 2</span></p><p>Articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Questa riga include la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con una durata residua superiore a un anno. In questa riga è segnalato solo l’importo non riconosciuto nei fondi propri, ma che soddisfa tutti i criteri di ammissibilità di cui all’articolo 72 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Per quanto riguarda il MREL, gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0140</p></td><td><p><span>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE e che non sono interamente subordinate ai crediti derivanti dalle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività che soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e riconosciute come passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento. Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, l’importo segnalato è quello successivo all’applicazione del massimale stabilito in tale articolo.</p></td></tr><tr><td><p>0150</p></td><td><p><span>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse (non soggette alla clausola grandfathering pre-massimale)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafi da 1 a 3, della direttiva 2014/59/UE e che non sono interamente subordinate ai crediti derivanti dalle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività che soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e a cui può essere concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale regolamento o a cui è concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento.</p><p>Nei casi in cui si applicano l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, o l’articolo 494, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013, in questa riga è segnalato l’intero importo senza l’applicazione dei massimali pari rispettivamente a 3,5 % e 2,5 %.</p><p>Questa riga non comprende gli eventuali importi riconoscibili in via transitoria conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0160</p></td><td><p><span>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse emesse prima del 27 giugno 2019 (pre-massimale)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafi da 1 a 3, della direttiva 2014/59/UE e non sono interamente subordinate ai crediti derivanti dalle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e a cui può essere concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale regolamento o a cui è concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>Nei casi in cui si applicano l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, o l’articolo 494, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013, in questa riga è segnalato l’intero importo senza l’applicazione dei massimali pari rispettivamente a 3,5 % e 2,5 %.</p></td></tr><tr><td><p>0170</p></td><td><p><span>Importi ammissibili dopo l’applicazione del massimale di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 (non soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, dopo l’applicazione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi da 3 a 5, di tale regolamento, escluse le passività riconosciute come soggette alla clausola grandfathering di cui all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento.</p><p>Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 e fino al 31 dicembre 2021, l’importo segnalato in questa riga è quello successivo all’applicazione dell’articolo 494, paragrafo 2, di tale regolamento (massimale del 2,5 %).</p></td></tr><tr><td><p>0180</p></td><td><p><span>Importi ammissibili, dopo l’applicazione del massimale di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, di elementi emessi prima del 27 giugno 2019</span></p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, dopo l’applicazione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi da 3 a 5, di tale regolamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 e fino al 31 dicembre 2021, l’importo segnalato in questa riga è quello successivo all’applicazione dell’articolo 494, paragrafo 2, di tale regolamento (massimale del 2,5 %).</p></td></tr><tr><td><p>0190</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(-)</p></td><td><span>Deduzioni</span></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(-)</p></td><td><span>Esposizioni tra gruppi soggetti a risoluzione con punto di avvio multiplo (MPE)</span></td></tr></tbody></table><p><span>TLAC</span></p><p>Questa riga riporta le deduzioni delle esposizioni tra gruppi di G-SII soggetti a risoluzione con MPE che corrispondono a strumenti di fondi propri o di passività ammissibili detenuti direttamente, indirettamente o sinteticamente di uno o più filiazioni che non appartengono allo stesso gruppo soggetto a risoluzione dell’entità soggetta a risoluzione, conformemente all’articolo 72 <span>sexies</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(-)</p></td><td><span>Investimenti in altri strumenti di passività ammissibili</span></td></tr></tbody></table><p><span>TLAC</span></p><p>I soggetti segnalano le deduzioni degli investimenti in altri strumenti di passività ammissibili di cui all’articolo 72 <span>sexies</span>, paragrafi da 1 a 3, e agli articoli da 72 <span>septies</span> a 72 <span>undecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, dove l’importo da dedurre dagli elementi di passività ammissibili è determinato conformemente alla parte due, titolo I, capo 5 <span>bis</span>, sezione 2, di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p><span>Eccesso di deduzioni dalle passività ammissibili rispetto alle passività ammissibili</span></p><p>Le passività ammissibili non possono essere negative, ma è possibile che le deduzioni dalle passività ammissibili siano superiori alle passività ammissibili. In tal caso, le passività ammissibili sono pari a zero e l’eccesso di deduzioni è dedotto dagli elementi di classe 2 conformemente all’articolo 66, lettera e), del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Con questa voce si ottiene che le passività ammissibili segnalate nella riga 0060 non sono mai inferiori a zero.</p></td></tr><tr><td><p>0400 - 0500</p></td><td><p><span>Voci per memoria</span></p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>CET1 (%) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</span></p><p>L’importo di capitale primario di classe 1 (CET1), pari a zero o positivo, disponibile dopo aver soddisfatto ciascuno dei requisiti di cui all’articolo 141 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettere a), b) e c), della direttiva 2013/36/UE<a> (<span>4</span>)</a> e il maggiore tra:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>se del caso, il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC) di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, se calcolato conformemente al paragrafo 1, lettera a), di tale articolo;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE, se calcolato conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera a), di tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table><p>Il CET1 disponibile è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio secondo quanto segnalato nella riga 0100 del modello M 01.00.</p><p>Il valore segnalato è identico sia nella colonna MREL sia nella colonna TLAC.</p><p>Esso tiene conto dell’effetto di disposizioni transitorie sui fondi propri e sulle passività ammissibili, sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio e sui requisiti stessi. Non sono considerati né gli orientamenti sui fondi propri aggiuntivi di cui all’articolo 104 <span>ter</span> della direttiva 2013/36/UE né il requisito combinato di riserva di capitale di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale (%)</span></p><p>Articolo 128, primo comma, punto 6, della direttiva 2013/36/UE.</p><p>Il requisito combinato di riserva di capitale è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio.</p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p><span>Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di conservazione del capitale.</p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p><span>Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito anticiclico di riserva di capitale.</p></td></tr><tr><td><p>0440</p></td><td><p><span>Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico.</p></td></tr><tr><td><p>0450</p></td><td><p><span>Di cui riserva per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva per i G-SII o gli O-SII.</p></td></tr><tr><td><p>0460</p></td><td><p><span>Investimenti in passività subordinate ammissibili di altri enti</span></p><p>Le posizioni segnalate in questa riga e nelle righe da 0470 a 0490 sono determinate tenendo conto dei principi di cui all’articolo 72 <span>nonies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 (posizioni lunghe nette, metodo look-through).</p></td></tr><tr><td><p>0470</p></td><td><p><span>Investimenti in passività subordinate ammissibili di G-SII</span></p><p>Importo degli strumenti di passività ammissibili detenuti, di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013, esclusi gli strumenti di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi da 3 a 5, di tale regolamento, emessi da G-SII.</p></td></tr><tr><td><p>0480</p></td><td><p><span>Investimenti in passività subordinate ammissibili di O-SII</span></p><p>Importo degli strumenti di passività ammissibili detenuti di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 emessi da O-SII.</p><p>Gli investimenti in passività subordinate ammissibili degli O-SII che sono anche G-SII non sono segnalati in questa riga, ma solo nella riga 0470.</p></td></tr><tr><td><p>0490</p></td><td><p><span>Investimenti in passività subordinate ammissibili di altri enti</span></p><p>Importo degli strumenti di passività ammissibili detenuti di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 emessi da enti che non sono né G-SII né O-SII.</p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Passività escluse</span></p><p>Articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table>
2.2. M 03.00 – MREL interno e TLAC interna (ILAC)
2.2.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>9.</p></td><td><span>Il modello M 03.00 espone i fondi propri e le passività ammissibili ai fini:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>del requisito di fondi propri e passività ammissibili di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE (MREL interno); e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>del requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE applicabile alle filiazioni significative di G-SII di paesi terzi conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 (TLAC interna).</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>10.</p></td><td><span>La colonna relativa al MREL interno è compilata dai soggetti per cui è previsto il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili conformemente agli articoli 45 e 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE. Solo i soggetti tenuti a rispettare il requisito di cui all«articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 segnalano le voci relative al requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC).</span></td></tr></tbody></table>
2.2.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonne</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>MREL interno</span></p><p>Articoli 45 e 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>TLAC interna</span></p><p>Articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Riga</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Livello di applicazione</span></p><p>Il soggetto indica «individuale» se è soggetto a MREL interno e, se del caso, a TLAC interna, su base individuale.</p><p>Il soggetto indica «consolidata» se è soggetto a MREL interno e, se del caso, a TLAC interna, su base consolidata.</p></td></tr><tr><td><p>0100 - 0110</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio e misura dell’esposizione complessiva</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio (TREA)</span></p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE, articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>L’importo complessivo dell’esposizione al rischio segnalato in questa riga è l’importo complessivo dell’esposizione al rischio che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui rispettivamente all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE e all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>Misura dell’esposizione complessiva (TEM)</span></p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2014/59/UE, articolo 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>La misura dell’esposizione complessiva segnalata in questa riga è la misura dell’esposizione complessiva che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui rispettivamente all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE e all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>0200 – 0270</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Somma di fondi propri ammissibili, passività ammissibili e garanzie consentiti ai fini del MREL interno conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE, tenendo conto anche, se del caso, dell’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, di tale direttiva.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p>L’importo segnalato in questa riga è quello a seguito delle deduzioni o equivalenti richiesti conformemente al metodo stabilito dal regolamento delegato di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 6, della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili consentiti ai fini della TLAC interna conformemente all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafi 2 e 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili</span></p><p>Somma di CET1, capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile e capitale di classe 2 ammissibile.</p><p>Per quanto riguarda il MREL interno, gli strumenti di cui all’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, della direttiva 2014/59/UE sono inclusi in questa riga e nelle righe 0230 e 0240, se si applica tale paragrafo. Gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga e nelle righe 0230 e 0240 solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p><span>Capitale primario di classe 1 (CET1)</span></p><p>Articolo 50 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p><span>Capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile</span></p><p>Articolo 61 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p><span>MREL interno</span></p><p>Si considerano solo gli strumenti che soddisfano i criteri di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera b), punto ii), della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Si considerano solo gli strumenti che soddisfano i criteri di cui all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0240</p></td><td><p><span>Capitale di classe 2 ammissibile</span></p><p>Articolo 71 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p><span>MREL interno</span></p><p>Si considerano solo gli strumenti che soddisfano i criteri di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera b), punto ii), della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Si considerano solo gli strumenti che soddisfano i criteri di cui all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0250</p></td><td><p><span>Passività ammissibili e garanzie</span></p></td></tr><tr><td><p>0260</p></td><td><p><span>Passività ammissibili (escluse le garanzie)</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE, tenendo conto anche, se del caso, dell’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, di tale direttiva.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>L’importo delle passività ammissibili è calcolato conformemente all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 se tali passività soddisfano le condizioni di cui all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>0270</p></td><td><p><span>Garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione e consentite dall’autorità di risoluzione</span></p><p>Se l’autorità di risoluzione della filiazione consente al soggetto segnalante di soddisfare con garanzie il requisito MREL interno, è segnalato l’importo delle garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformi a tutte le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0280</p></td><td><p><span>Voce per memoria: parte garantita della garanzia</span></p><p>La parte della garanzia segnalata nella riga 0270 che è assistita da garanzia reale mediante un contratto di garanzia finanziaria di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, lettera c), della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0290</p></td><td><p><span>(-) Deduzioni o equivalenti</span></p><p>Deduzioni o equivalenti richiesti conformemente al metodo stabilito dal regolamento delegato di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 6, della direttiva 2014/59/UE. Questa riga è compilata solo dopo l’entrata in applicazione del regolamento delegato.</p></td></tr><tr><td><p>0400 - 0440</p></td><td><p><span>Rapporti dei fondi propri ammissibili e delle passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p><p>Gli importi di fondi propri ammissibili, passività ammissibili e garanzie consentite del soggetto segnalante ai fini di, rispettivamente, MREL interno e TLAC interna espressi in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p><span>Di cui garanzie consentite</span></p><p>Gli importi di fondi propri ammissibili, passività ammissibili e garanzie consentite del soggetto segnalante che sono garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione e che sono riconosciute dall’autorità di risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE, che contano ai fini del MREL interno espressi in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p><p>Gli importi di fondi propri ammissibili e passività ammissibili del soggetto segnalante ai fini di, rispettivamente, MREL interno e TLAC interna espressi in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente agli articoli 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p><span>Di cui garanzie consentite</span></p><p>Gli importi di fondi propri ammissibili e passività ammissibili del soggetto segnalante che sono garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione e che sono riconosciute dall’autorità di risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE, che contano ai fini del MREL interno espressi in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente agli articoli 429, paragrafo 4, e 429 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0440</p></td><td><p><span>CET1 (%) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</span></p><p>L’importo di CET1, pari a zero o positivo, disponibile dopo aver soddisfatto ciascuno dei requisiti di cui all’articolo 141 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettere a), b) e c), della direttiva 2013/36/UE e il maggiore tra:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>se del caso, il requisito TLAC interna di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, se calcolato conformemente all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 1, di tale regolamento come il 90 % del requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera a), di tale regolamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il requisito MREL interno di cui all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE, se calcolato conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera a), di tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table><p>Il CET1 disponibile è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio secondo quanto segnalato nella riga 0100.</p><p>Il valore segnalato è identico sia nella colonna MREL interno sia nella colonna TLAC interna.</p><p>Esso tiene conto dell’effetto di disposizioni transitorie sui fondi propri e sulle passività ammissibili, sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio e sui requisiti stessi. Non sono considerati né gli orientamenti sui fondi propri aggiuntivi di cui all’articolo 104 <span>ter</span> della direttiva 2013/36/UE né il requisito combinato di riserva di capitale di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>0500 – 0550</p></td><td><p><span>Voci per memoria</span></p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale (%)</span></p><p>Articolo 128, primo comma, punto 6, della direttiva 2013/36/UE.</p><p>Il requisito combinato di riserva di capitale è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio.</p></td></tr><tr><td><p>0510</p></td><td><p><span>Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di conservazione del capitale.</p></td></tr><tr><td><p>0520</p></td><td><p><span>Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito anticiclico di riserva di capitale.</p></td></tr><tr><td><p>0530</p></td><td><p><span>Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico.</p></td></tr><tr><td><p>0540</p></td><td><p><span>Di cui riserva per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva per i G-SII o gli O-SII.</p></td></tr><tr><td><p>0550 - 0600</p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p><p>I soggetti che, alla data di segnalazione di tali informazioni, detengono fondi propri e passività ammissibili pari ad almeno il 150 % del requisito di cui all’articolo 45, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE sono esentati dalla segnalazione delle informazioni di cui alle righe da 0550 a 0600. Tali soggetti possono decidere di segnalare tali informazioni nel presente modello su base volontaria.</p></td></tr><tr><td><p>0550</p></td><td><p><span>Altre passività sottoponibili al bail-in</span></p><p>L’importo delle passività sottoponibili al bail-in ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71, della direttiva 2014/59/UE che non sono ammissibili per soddisfare i requisiti di cui agli articoli 45 e 45 <span>septies</span> di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>0560</p></td><td><p><span>Di cui disciplinati dal diritto di un paese terzo</span></p><p>L’importo di altre passività sottoponibili al bail-in disciplinate dal diritto di un paese terzo di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0570</p></td><td><p><span>Di cui contenenti una clausola di svalutazione e di conversione di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE</span></p><p>L’importo di altre passività sottoponibili al bail-in disciplinate dal diritto di un paese terzo contenenti una clausola di svalutazione e di conversione di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0580 – 0600</p></td><td><p><span>Ripartizione delle altre passività sottoponibili al bail-in per durata residua</span></p></td></tr><tr><td><p>0580</p></td><td><p>Durata residua < 1 anno</p></td></tr><tr><td><p>0590</p></td><td><p>Durata residua >= 1 anno e < 2 anni</p></td></tr><tr><td><p>0600</p></td><td><p>Durata residua >= 2 anni</p></td></tr><tr><td><p>0610</p></td><td><p><span>Passività escluse</span></p><p>Articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table>
2.3. M 04.00 – Struttura di finanziamento delle passività ammissibili (LIAB-MREL)
2.3.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>11.</p></td><td><span>Questo modello richiede informazioni sulla struttura di finanziamento delle passività ammissibili di soggetti per cui è previsto il MREL. Le passività ammissibili sono suddivise per tipo e scadenza.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>12.</p></td><td><span>In questo modello i soggetti segnalano solo le passività ammissibili per soddisfare il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL/MREL interno) stabilito nella direttiva 2014/59/UE.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>13.</p></td><td><span>Se il soggetto segnalante è un’entità soggetta a risoluzione, sono segnalate le passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE. In caso di passività ammissibili disciplinate dal diritto di un paese terzo, le passività sono incluse solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>14.</p></td><td><span>Se il soggetto segnalante è un soggetto diverso da un’entità soggetta a risoluzione, esso segnala in questo modello le passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE, tenendo conto anche, se del caso, dell’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, di tale direttiva. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 di tale direttiva.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>15.</p></td><td><span>La ripartizione per tipo di passività si basa sullo stesso insieme di tipi di passività utilizzato nelle segnalazioni ai fini della pianificazione della risoluzione conformemente al regolamento (UE) 2018/1624. Sono forniti i riferimenti a tale regolamento per definire i diversi tipi di passività.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>16.</p></td><td><span>Se è richiesta una ripartizione per durata, la durata residua è il tempo fino alla scadenza contrattuale o, conformemente alle condizioni di cui all’articolo 72 <span>quater</span>, paragrafo 2 o 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, la data più vicina alla quale è possibile esercitare l’opzione. In caso di pagamenti intermedi del capitale, esso è suddiviso e ripartito nelle corrispondenti categorie di scadenza. Se del caso, la scadenza è considerata separatamente per l’importo del capitale e per gli interessi maturati.</span></td></tr></tbody></table>
2.3.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Riga</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>PASSIVITÀ AMMISSIBILI</span></p></td></tr><tr><td><p>0200</p></td><td><p><span>Depositi, non protetti e non preferenziali >= 1 anno</span></p><p>Depositi, non protetti e non preferenziali, quali definiti ai fini della riga 0320 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0210</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0220</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0230</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0300</p></td><td><p><span>Passività garantite non coperte da garanzia reale > = 1 anno</span></p><p>Passività garantite non coperte da garanzia reale, quali definite ai fini della riga 0340 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0310</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0320</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0330</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0400</p></td><td><p><span>Obbligazioni strutturate > = 1 anno</span></p><p>Obbligazioni strutturate, quali definite ai fini della riga 0350 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0410</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0420</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0430</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0500</p></td><td><p><span>Passività di primo rango (senior) non garantite > = 1 anno</span></p><p>Passività di primo rango (senior) non garantite, quali definite ai fini della riga 0360 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0510</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0520</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0530</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0600</p></td><td><p><span>Passività di primo rango (senior) non privilegiate > = 1 anno</span></p><p>Passività di primo rango (senior) non privilegiate, quali definite ai fini della riga 0365 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0610</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0620</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0630</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0700</p></td><td><p><span>Passività subordinate (non riconosciute come fondi propri) > = 1 anno</span></p><p>Passività subordinate (non riconosciute come fondi propri), quali definite ai fini della riga 0370 del modello Z 02.00 dell’allegato I del regolamento (UE) 2018/1624, ammissibili ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0710</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0720</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0730</p></td><td><p><span>di cui: emesse da filiazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>0800</p></td><td><p><span>Altre passività ammissibili MREL >= 1 anno</span></p><p>Qualsiasi altro strumento ammissibile ai fini dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0810</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 1 anno e < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0820</p></td><td><p><span>Di cui durata residua >= 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0830</p></td><td><p><span>Di cui emesse da filiazioni</span></p></td></tr></tbody></table>
3. Rango nella graduatoria dei creditori
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>17.</p></td><td><span>I modelli M 05.00 e M 06.00 riportano il rango delle passività ammissibili nella gerarchia dei creditori. Entrambi i modelli sono sempre compilati a livello individuale.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>18.</p></td><td><span>In caso di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione, l’importo attribuibile a ciascun rango è ripartito ulteriormente in importi dovuti all’entità soggetta a risoluzione e, se del caso, altri importi non dovuti all’entità soggetta a risoluzione.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>19.</p></td><td><span>La graduatoria è presentata in ordine di rango, dal più basso al più elevato. Le righe relative ai ranghi sono aggiunte fino a quando sono stati segnalati lo strumento ammissibile di rango più elevato e tutte le passività di pari rango.</span></td></tr></tbody></table>
3.1. M 05.00 – Rango nella graduatoria dei creditori (soggetto che non è un’entità soggetta a risoluzione)
3.1.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>20.</p></td><td><span>I soggetti per cui è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 segnalano in questo modello i fondi propri e le passività ammissibili ai fini del MREL interno, nonché le altre passività sottoponibili al bail-in. Le passività escluse dal bail-in sono incluse nella misura in cui hanno rango pari o inferiore a qualsiasi strumento incluso nell’importo delle passività ammissibili ai fini del MREL interno.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>21.</p></td><td><span>I soggetti per cui non è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ma che sono soggetti all’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> di tale direttiva, segnalano in questo modello i fondi propri e le passività ammissibili ai fini del MREL interno, nonché le altre passività sottoponibili al bail-in. In deroga a quanto sopra, i soggetti possono scegliere di segnalare lo stesso ambito di fondi propri e passività specificato al paragrafo 20.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>22.</p></td><td><span>I soggetti che, alla data di segnalazione di tali informazioni, detengono fondi propri e passività ammissibili pari ad almeno il 150 % del requisito di cui all’articolo 45, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE sono esentati dalla segnalazione delle informazioni relative ad altre passività sottoponibili al bail-in. Tali soggetti possono decidere di segnalare le informazioni relative ad altre passività sottoponibili al bail-in nel presente modello su base volontaria.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>23.</p></td><td><span>La combinazione delle colonne 0010 e 0020 è un identificativo di riga unico per tutte le righe del modello.</span></td></tr></tbody></table>
3.1.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonne</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p><p>È segnalato il numero del rango in caso di insolvenza nella gerarchia dei creditori del soggetto segnalante, a partire dal rango più basso.</p><p>Il rango in caso di insolvenza è uno di quelli inclusi nella graduatoria in caso di insolvenza pubblicata dall’autorità di risoluzione di tale giurisdizione.</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Tipo di creditore</span></p><p>Il tipo di creditore è uno dei seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>«Entità soggetta a risoluzione»:</p><p>questa voce è selezionata per segnalare gli importi detenuti direttamente o indirettamente da un’entità soggetta a risoluzione attraverso soggetti lungo la catena del controllo, se del caso.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>«Soggetti diversi da entità soggette a risoluzione»:</p></td></tr></tbody></table><p>questa voce è selezionata per segnalare gli importi detenuti da altri creditori, se del caso.</p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza</span></p><p>La descrizione inclusa nella graduatoria in caso di insolvenza pubblicata dall’autorità di risoluzione di tale giurisdizione, se è disponibile un elenco standardizzato contenente tale descrizione. Altrimenti, una descrizione del rango in caso di insolvenza fornita dall’ente stesso che indichi almeno il tipo principale di strumento nel rispettivo rango in caso di insolvenza.</p></td></tr><tr><td><p>0040</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p><p>È segnalato l’importo di fondi propri, passività ammissibili e, se del caso, altre passività sottoponibili al bail-in appartenente al rango in caso di insolvenza indicato nella colonna 0010.</p><p>Se del caso, questa colonna include anche le passività escluse dal bail-in nella misura in cui sono di rango pari o inferiore a quello dei fondi propri e delle passività ammissibili.</p><p>In caso di soggetti di cui al paragrafo 21, prima frase, questa colonna è lasciata vuota, a meno che tali entità non scelgano di applicare la deroga di cui al paragrafo 21, ultima frase.</p></td></tr><tr><td><p>0050</p></td><td><p><span>Di cui passività escluse</span></p><p>Importo delle passività escluse conformemente all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 o all’articolo 44, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE. Se l’autorità di risoluzione ha deciso di escludere passività conformemente all’articolo 44, paragrafo 3, di tale direttiva, tali passività escluse sono segnalate in questa riga.</p><p>In caso di soggetti di cui al paragrafo 21, prima frase, questa colonna è lasciata vuota, a meno che tali entità non scelgano di applicare la deroga di cui al paragrafo 21, ultima frase.</p></td></tr><tr><td><p>0060</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p><p>È segnalato l’importo delle passività e dei fondi propri segnalato nella colonna 0040 diminuito dell’importo delle passività escluse segnalato nella colonna 0050.</p></td></tr><tr><td><p>0070</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività ammissibili ai fini del MREL interno</span></p><p>È segnalato l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili conteggiato ai fini del MREL interno conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>0080 – 0110</p></td><td><p><span>Di cui con durata residua di</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili conteggiato ai fini del MREL interno segnalato nella colonna 0070 è ripartito per durata residua dei diversi strumenti ed elementi. In tale ripartizione non sono considerati gli strumenti ed elementi a carattere perpetuo, che sono invece segnalati separatamente nella colonna 0120.</p></td></tr><tr><td><p>0080</p></td><td><p><span>≥ 1 anno < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0090</p></td><td><p><span>≥ 2 anni < 5 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>≥ 5 anni < 10 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>≥ 10 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0120</p></td><td><p><span>Di cui titoli perpetui</span></p></td></tr></tbody></table>
3.2. M 06.00 – Rango nella graduatoria dei creditori (entità soggetta a risoluzione) (RANK)
3.2.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>24.</p></td><td><span>I soggetti per cui è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 segnalano in questo modello i fondi propri e le passività ammissibili ai fini del MREL e le altre passività sottoponibili al bail-in. Le passività escluse dal bail-in sono incluse nella misura in cui hanno rango pari o inferiore a qualsiasi strumento incluso nell’importo delle passività ammissibili ai fini del MREL.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>25.</p></td><td><span>I soggetti per cui non è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ma che sono soggetti all’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva, segnalano in questo modello i fondi propri e le passività ammissibili ai fini del MREL, nonché le altre passività sottoponibili al bail-in. Tali soggetti possono scegliere di segnalare lo stesso ambito di fondi propri e passività specificato al paragrafo 24.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>26.</p></td><td><span>I soggetti che, alla data di segnalazione di tali informazioni, detengono fondi propri e passività ammissibili pari ad almeno il 150 % del requisito di cui all’articolo 45, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE sono esentati dalla segnalazione delle informazioni relative ad altre passività sottoponibili al bail-in. Tali soggetti possono decidere di segnalare le informazioni relative ad altre passività sottoponibili al bail-in nel presente modello su base volontaria.</span></td></tr></tbody></table>
3.2.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonne</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p><p>Cfr. istruzioni sulla colonna 0010 del modello M 05.00.</p><p>Questa colonna è un identificativo di riga unico per tutte le righe del modello.</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza</span></p><p>Cfr. istruzioni sulla colonna 0030 del modello M 05.00.</p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p><p>È segnalato l’importo dei fondi propri, delle passività ammissibili e, se del caso, di altre passività sottoponibili al bail-in appartenente al rango in caso di insolvenza indicato nella colonna 0010.</p><p>Se del caso, questa colonna include anche le passività escluse dal bail-in nella misura in cui sono di rango pari o inferiore a quello delle passività ammissibili.</p><p>In caso di soggetti di cui al paragrafo 25, prima frase, questa colonna è lasciata vuota, a meno che tali entità non scelgano di applicare la deroga di cui al paragrafo 25, ultima frase.</p></td></tr><tr><td><p>0040</p></td><td><p><span>Di cui passività escluse</span></p><p>Importo delle passività escluse conformemente all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 o all’articolo 44, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE.</p><p>In caso di soggetti di cui al paragrafo 25, prima frase, questa colonna è lasciata vuota, a meno che tali entità non scelgano di applicare la deroga di cui al paragrafo 25, seconda frase.</p></td></tr><tr><td><p>0050</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p><p>È segnalato l’importo delle passività e dei fondi propri segnalato nella colonna 0030 diminuito dell’importo delle passività escluse segnalato nella colonna 0040.</p></td></tr><tr><td><p>0060</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività potenzialmente ammissibili ai fini del MREL</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili ai fini dei requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>0070 – 0100</p></td><td><p><span>Di cui con durata residua di</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili ai fini dei requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva segnalato nella colonna 0060 è ripartito per durata residua dei diversi strumenti ed elementi. In tale ripartizione non sono considerati gli strumenti ed elementi a carattere perpetuo, che sono invece segnalati separatamente nella colonna 0110.</p></td></tr><tr><td><p>0070</p></td><td><p><span>≥ 1 anno < 2 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0080</p></td><td><p><span>≥ 2 anni < 5 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0090</p></td><td><p><span>≥ 5 anni < 10 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0100</p></td><td><p><span>≥ 10 anni</span></p></td></tr><tr><td><p>0110</p></td><td><p><span>Di cui titoli perpetui</span></p></td></tr></tbody></table>
4. M 07.00 – Strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo (MTCI)
4.1. Osservazioni generali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>27.</p></td><td><span>Il modello M 07.00 presenta una ripartizione per singolo contratto degli strumenti considerati fondi propri e passività ammissibili ai fini del MREL. Nel modello sono segnalati solo gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>28.</p></td><td><span>Per quanto riguarda le passività ammissibili che non sono subordinate a passività escluse, i soggetti segnalano solo i titoli che sono strumenti finanziari fungibili e negoziabili, esclusi prestiti e depositi.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>29.</p></td><td><span>Nel caso di strumenti che rientrano parzialmente in due classi differenti di fondi propri e passività ammissibili, lo strumento è segnalato due volte per riflettere separatamente gli importi appartenenti alle differenti classi di capitale.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>30.</p></td><td><span>La combinazione delle colonne 0020 (codice del soggetto emittente), 0040 (identificativo del contratto) e 0070 (tipo di fondi propri o passività ammissibili) costituisce un identificativo di riga che è unico per ciascuna riga segnalata nel modello.</span></td></tr></tbody></table>
4.2. Istruzioni relative a posizioni specifiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Colonne</p></td><td><p>Riferimenti giuridici e istruzioni</p></td></tr><tr><td><p>0010 - 0030</p></td><td><p><span>Soggetto emittente</span></p><p>Se le informazioni sono segnalate con riferimento a un gruppo soggetto a risoluzione, è indicato il soggetto del gruppo che ha emesso il rispettivo strumento. Se le informazioni sono segnalate con riferimento a una singola entità soggetta a risoluzione, il soggetto emittente è il soggetto segnalante.</p></td></tr><tr><td><p>0010</p></td><td><p><span>Nome</span></p><p>Nome del soggetto che ha emesso lo strumento di fondi propri o lo strumento di passività ammissibili</p></td></tr><tr><td><p>0020</p></td><td><p><span>Codice</span></p><p>Codice del soggetto che ha emesso lo strumento di fondi propri o lo strumento di passività ammissibili</p><p>Il codice come parte di un identificativo di riga deve essere unico per ciascuna entità segnalata. Per gli enti, il codice è il codice LEI. Per altri soggetti il codice è il codice LEI o, se non disponibile, un codice nazionale. Il codice è unico e utilizzato in modo coerente in tutti i modelli e nel corso del tempo. Il codice deve sempre contenere un valore.</p></td></tr><tr><td><p>0030</p></td><td><p><span>Tipo di codice</span></p><p>Gli enti identificano il tipo di codice segnalato nella colonna 0020 come «codice LEI» o «codice non-LEI». Indicare sempre il tipo di codice.</p></td></tr><tr><td><p>0040</p></td><td><p><span>Identificativo del contratto</span></p><p>È segnalato l’identificativo del contratto dello strumento, ad esempio identificativo CUSIP, ISIN o Bloomberg per il collocamento privato.</p><p>Questa voce è parte dell’identificativo di riga.</p></td></tr><tr><td><p>0050</p></td><td><p><span>Diritto applicabile (paese terzo)</span></p><p>Indicare il paese terzo (paesi diversi dai paesi del SEE) il cui diritto disciplina il contratto o parti di quest’ultimo.</p></td></tr><tr><td><p>0060</p></td><td><p><span>Riconoscimento contrattuale dei poteri di svalutazione e di conversione</span></p><p>Indicare se il contratto contiene clausole contrattuali di cui all’articolo 55, paragrafo 1, della direttiva 2014/59/UE, all’articolo 52, paragrafo 1, lettere p) e q), e all’articolo 63, lettere n) e o), del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>0070 - 0080</p></td><td><p><span>Trattamento regolamentare</span></p></td></tr><tr><td><p>0070</p></td><td><p><span>Tipo di fondi propri e passività ammissibili</span></p><p>Tipo di fondi propri e passività ammissibili in cui lo strumento rientra alla data di riferimento. Sono prese in considerazione le disposizioni transitorie sull’ammissibilità degli strumenti. Gli strumenti che rientrano in più classi di capitale sono segnalati una volta per classe di capitale applicabile.</p><p>Il tipo di fondi propri e passività ammissibili è uno dei seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>CET1</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Capitale aggiuntivo di classe 1</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Capitale di classe 2</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Passività ammissibili</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>0080</p></td><td><p><span>Tipo di strumento</span></p><p>Il tipo di strumento da specificare dipende dal diritto applicabile allo strumento emesso.</p><p>Nel caso di strumenti CET1, il tipo di strumento è selezionato dall’elenco degli strumenti di capitale primario di classe 1 pubblicato dall’ABE conformemente all’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Nel caso di fondi propri diversi dal CET1, il tipo di strumento è selezionato da un elenco di strumenti corrispondenti pubblicato dall’ABE, dalle autorità competenti o dalle autorità di risoluzione, se tale elenco è disponibile. Se non è disponibile alcun elenco, il soggetto segnalante stesso specifica il tipo di strumento.</p></td></tr><tr><td><p>0090</p></td><td><p><span>Importo</span></p><p>È segnalato l’importo riconosciuto nei fondi propri o nelle passività ammissibili considerando il livello a cui si riferisce la segnalazione, nel caso di strumenti inclusi su più livelli. L’importo è quello rilevante alla data di riferimento, considerando l’effetto delle disposizioni transitorie.</p></td></tr><tr><td><p>0100 – 0110</p></td><td><p><span>Rango nelle procedure ordinarie di insolvenza</span></p><p>È segnalato il rango dello strumento nelle procedure ordinarie di insolvenza.</p><p>Esso è composto dal codice ISO a due lettere del paese la cui legge disciplina il rango del contratto (colonna 0100), che è la legge di uno Stato membro, e dal numero del rango in caso di insolvenza pertinente (colonna 0110).</p><p>Il rango in caso di insolvenza pertinente è determinato sulla base della graduatoria in caso di insolvenza pubblicata dalle autorità di risoluzione o da altre autorità, se tale elenco standardizzato è disponibile.</p></td></tr><tr><td><p>0120</p></td><td><p><span>Scadenza</span></p><p>La scadenza dello strumento è segnalata nel formato seguente: gg/mm/aaaa. Nel caso di strumenti perpetui, la cella viene lasciata vuota.</p></td></tr><tr><td><p>0130</p></td><td><p><span>(Prima) data di call</span></p><p>Se l’emittente possiede un’opzione call, è segnalata la prima data alla quale il call può essere esercitato.</p><p>Se la prima data di call si è verificata prima della data di riferimento, tale data è segnalata se il call è ancora esercitabile. Se non è più esercitabile, è segnalata la data successiva alla quale il call può essere esercitato.</p><p>Nel caso di opzioni call dell’emittente senza una data di esercizio specifica o nel caso di opzioni call attivate da eventi specifici, è segnalata la probabile data di call stimata in modo prudente.</p><p>Le opzioni regulatory call o tax call non sono prese in considerazione ai fini di questa colonna.</p></td></tr><tr><td><p>0140</p></td><td><p><span>Regulatory call (Sì/No)</span></p><p>Indicare se l’emittente possiede un’opzione call esercitabile al verificarsi di un evento regolamentare che incide sull’ammissibilità del contratto ai fini MREL.</p></td></tr></tbody></table>
( 1 ) Direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese di investimento e che modifica la direttiva 82/891/CEE del Consiglio, e le direttive 2001/24/CE, 2002/47/CE, 2004/25/CE, 2005/56/CE, 2007/36/CE, 2011/35/UE, 2012/30/UE e 2013/36/UE e i regolamenti (UE) n. 1093/2010 e (UE) n. 648/2012, del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 173 del 12.6.2014, pag. 190 ).
( 2 ) Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, relativo ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012 ( GU L 176 del 27.6.2013, pag. 1 ).
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2018/1624 della Commissione, del 23 ottobre 2018, che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le procedure e i moduli e modelli standard per la presentazione di informazioni ai fini dei piani di risoluzione per gli enti creditizi e le imprese di investimento ai sensi della direttiva 2014/59/UE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga il regolamento di esecuzione (UE) 2016/1066 della Commissione ( GU L 277 del 7.11.2018, pag. 1 ).
( 4 ) Direttiva 2013/36/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, sull’accesso all’attività degli enti creditizi e sulla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento, che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE ( GU L 176 del 27.6.2013, pag. 338 ).
ALLEGATO III
Parte I: modello unico di punti di dati (DPM)
Tutte le voci (data item) di cui agli allegati I e II sono trasformate in un modello unico di punti di dati, che costituisce la base per sistemi informatici uniformi di enti, autorità competenti e autorità di risoluzione.
Il DPM risponde ai criteri seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>fornisce una rappresentazione strutturata di tutte le voci (data item) riportate nell’allegato I;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>indica tutti i fenomeni aziendali di cui agli allegati I e II;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>fornisce un dizionario di dati che definisca le etichette di: tabella, riga, colonna, dominio, dimensione e membro;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>presenta metriche che determinino proprietà o importo dei punti di dati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>prevede definizioni dei punti di dati espresse come somma di caratteristiche che identificano in modo univoco il fenomeno;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>riporta tutte le specifiche tecniche necessarie allo sviluppo di soluzioni informatiche da applicare alle segnalazioni che permettano di ottenere dati di vigilanza uniformi.</p></td></tr></tbody></table>
Parte II: regole di convalida
Alle voci riportate negli allegati I e II si applicano regole di convalida che assicurino la qualità e la coerenza dei dati.
Le regole di convalida devono rispondere ai criteri seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>stabiliscono il nesso logico tra punti di dati pertinenti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>prevedono filtri e condizioni preliminari che definiscono la serie di dati cui si applica la regola di convalida;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>verificano la coerenza dei dati segnalati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>verificano l’esattezza dei dati segnalati;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>fissano i valori predefiniti applicabili nei casi in cui l’informazione non sia stata segnalata.</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO IV
Presentazione standardizzata della graduatoria in caso di insolvenza
Graduatoria nazionale in caso di insolvenza
Stato membro:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Rango</span><a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p><span>Nome</span></p></td><td><p><span>Descrizione</span></p></td><td><p><span>Base giuridica</span></p></td><td><p><span>Osservazioni</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>15</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>16</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>17</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>19</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>20</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
( 1 ) La graduatoria inizia con gli strumenti ed elementi di rango più basso. Se nella giurisdizione sono presenti meno di 20 diversi ranghi in caso di insolvenza, le righe corrispondenti ai ranghi in caso di insolvenza non esistenti sono lasciate vuote.
ALLEGATO V
MODELLI PER L'INFORMATIVA SUL MREL E SULLA TLAC
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Codice del modello</span></p></td><td><p><span>Nome del modello</span></p></td></tr><tr><td><p>EU KM2</p></td><td><p>Metriche principali - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII</p></td></tr><tr><td><p>EU TLAC1</p></td><td><p>Composizione - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII</p></td></tr><tr><td><p>EU iLAC</p></td><td><p>Capacità interna di assorbimento delle perdite - MREL interno e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE</p></td></tr><tr><td><p>EU TLAC2</p></td><td><p>Rango nella graduatoria dei creditori - Soggetto che non è un'entità soggetta a risoluzione</p></td></tr><tr><td><p>EU TLAC3</p></td><td><p>Rango nella graduatoria dei creditori - Entità soggetta a risoluzione</p></td></tr></tbody></table>
EU KM2 Metriche principali - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>a</span></p></td><td><p><span>b</span></p></td><td><p><span>c</span></p></td><td><p><span>d</span></p></td><td><p><span>e</span></p></td><td><p><span>f</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p></td></tr><tr><td><p><span>T</span></p></td><td><p><span>T</span></p></td><td><p><span>T-1</span></p></td><td><p><span>T-2</span></p></td><td><p><span>T-3</span></p></td><td><p><span>T-4</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili, rapporti e componenti</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-1a</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Importo complessivo dell'esposizione al rischio (TREA) del gruppo soggetto a risoluzione</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-3a</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Misura dell'esposizione complessiva (TEM) del gruppo soggetto a risoluzione</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-5a</p></td><td><p>Di cui fondi propri o passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6a</p></td><td><p>Si applica la deroga per subordinazione di cui all'articolo 72 ter, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR)? (deroga 5 %)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6b</p></td><td><p>Importo complessivo degli strumenti di passività non subordinate ammissibili consentiti se si applica la facoltà di subordinazione conformemente all'articolo 72 ter, paragrafo 3, del CRR (deroga 3,5 % massimo)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6c</p></td><td><p>Se si applica la deroga per subordinazione con massimale conformemente all'articolo 72 ter, paragrafo 3, del CRR, l'importo di passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse e incluso nella riga 1, diviso per le passività emesse che hanno rango pari a quello delle passività escluse e che sarebbero incluse nella riga 1 se non fosse applicato alcun massimale (%)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-7</p></td><td><p>MREL espresso in percentuale del TREA</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-8</p></td><td><p>Di cui da soddisfare con fondi propri o passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-9</p></td><td><p>MREL espresso in percentuale della TEM</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-10</p></td><td><p>Di cui da soddisfare con fondi propri o passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU TLAC1 Composizione - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>a</span></p></td><td><p><span>b</span></p></td><td><p><span>c</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII (TLAC)</span></p></td><td><p><span>Voce per memoria: importi ammissibili ai fini del MREL, ma non della TLAC</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili e rettifiche</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Capitale primario di classe 1 (CET1)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Capitale di classe 2 (T2)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>Fondi propri ai fini dell'articolo 92 bis del CRR e dell'articolo 45 della direttiva 2014/59/UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili: elementi del capitale non regolamentare</span></p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili emessi direttamente dall'entità soggetta a risoluzione subordinati a passività escluse (non soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-12a</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili emessi da altri soggetti all'interno del gruppo soggetto a risoluzione subordinati a passività escluse (non soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-12b</p></td><td><p>Strumenti di passività ammissibili subordinati a passività escluse emessi prima del 27 giugno 2019 (subordinati soggetti alla clausola grandfathering)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-12c</p></td><td><p>Strumenti di classe 2 con una durata residua di almeno un anno, nella misura in cui non sono considerati elementi di classe 2</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse (non soggette alla clausola grandfathering pre-massimale)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-13a</p></td><td><p>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse emesse prima del 27 giugno 2019 (pre-massimale)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p>Importo degli strumenti di passività non subordinate ammissibili, se applicabile dopo l'applicazione dell'articolo 72 ter, paragrafo 3, del CRR</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>15</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>16</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>17</p></td><td><p>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-17a</p></td><td><p>Di cui elementi di passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili: rettifiche a elementi del capitale non regolamentare</span></p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p>Elementi di fondi propri e passività ammissibili prima delle rettifiche</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>19</p></td><td><p>(Deduzione di esposizioni tra gruppi soggetti a risoluzione con punto di avvio multiplo (MPE))</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>20</p></td><td><p>(Deduzione di investimenti in altri strumenti di passività ammissibili)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>21</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>22</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili dopo le rettifiche</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-22a</p></td><td><p>Di cui: fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Importo dell'esposizione ponderato per il rischio e misura dell'esposizione della leva finanziaria del gruppo soggetto a risoluzione</span></p></td></tr><tr><td><p>23</p></td><td><p>Importo complessivo dell'esposizione al rischio (TREA)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>24</p></td><td><p>Misura dell'esposizione complessiva (TEM)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Rapporto dei fondi propri e delle passività ammissibili:</span></p></td></tr><tr><td><p>25</p></td><td><p>fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-25a</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>26</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-26a</p></td><td><p>Di cui fondi propri e passività subordinate</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>27</p></td><td><p>CET1 (in percentuale del TREA) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del gruppo soggetto a risoluzione</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>28</p></td><td><p>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>29</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>30</p></td><td><p>Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>31</p></td><td><p>Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-31a</p></td><td><p>Di cui riserva di capitale degli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o degli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Voci per memoria</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-32</p></td><td><p>Importo complessivo delle passività escluse di cui all'articolo 72 bis, paragrafo 2, del CRR</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU iLAC Capacità interna di assorbimento delle perdite - MREL interno e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>a</span></p></td><td><p><span>b</span></p></td><td><p><span>c</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL interno)</span></p></td><td><p><span>Requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE (TLAC interna)</span></p></td><td><p><span>Informazioni qualitative</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Requisito applicabile e livello di applicazione</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-1</p></td><td><p>È previsto per il soggetto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE? (Sì/No)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-2</p></td><td><p>Se la risposta a EU-1 è "Sì", il requisito si applica su base consolidata o individuale? (C/I)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-2a</p></td><td><p>È previsto per il soggetto il MREL interno? (Sì/No)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-2b</p></td><td><p>Se la risposta a EU-2a è "Sì", il requisito si applica su base consolidata o individuale? (C/I)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-3</p></td><td><p>Capitale primario di classe 1 (CET1)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-4</p></td><td><p>Capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-5</p></td><td><p>Capitale di classe 2 ammissibile</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-6</p></td><td><p>Fondi propri ammissibili</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-7</p></td><td><p>Passività ammissibili</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-8</p></td><td><p>Di cui garanzie consentite</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-9a</p></td><td><p>(Rettifiche)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-9b</p></td><td><p>Elementi di fondi propri e passività ammissibili dopo le rettifiche</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Importo complessivo dell'esposizione al rischio e misura dell'esposizione complessiva</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-10</p></td><td><p>Importo complessivo dell'esposizione al rischio (TREA)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-11</p></td><td><p>Misura dell'esposizione complessiva (TEM)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Rapporto dei fondi propri e delle passività ammissibili:</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-12</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-13</p></td><td><p>Di cui garanzie consentite</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-14</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-15</p></td><td><p>Di cui garanzie consentite</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-16</p></td><td><p>CET1 (in percentuale del TREA) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-17</p></td><td><p>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Requisiti</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-18</p></td><td><p>Requisito espresso in percentuale del TREA</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-19</p></td><td><p>Di cui parte del requisito che può essere soddisfatta con garanzie</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-20</p></td><td><p>Requisito espresso in percentuale della TEM</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>EU-21</p></td><td><p>Di cui parte del requisito che può essere soddisfatta con garanzie</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p><span>Voci per memoria</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-22</p></td><td><p>Importo complessivo delle passività escluse di cui all'articolo 72 bis, paragrafo 2, del CRR</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU TLAC2a Rango nella graduatoria dei creditori - Soggetto che non è un'entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Somma da 1 a n</span></p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>…</span></p></td><td><p><span>n</span></p></td><td><p><span>n</span></p></td></tr><tr><td><p>(rango più basso)</p></td><td><p>(rango più basso)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>(rango più elevato)</p></td><td><p>(rango più elevato)</p></td></tr><tr><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td><td><p><span>…</span></p></td><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Passività e fondi propri</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Di cui passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Passività e fondi propri meno passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Sottoinsieme di passività e fondi propri meno passività escluse che sono fondi propri e passività ammissibili ai fini [scegliere a seconda del caso tra: MREL interno/TLAC interna]</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 10 anni, esclusi titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU TLAC2b Rango nella graduatoria dei creditori - Soggetto che non è un'entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Somma da 1 a n</span></p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p>…</p></td><td><p>n</p></td><td><p>n</p></td></tr><tr><td><p>(rango più basso)</p></td><td><p>(rango più basso)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>(rango più elevato)</p></td><td><p>(rango più elevato)</p></td></tr><tr><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td><td><p><span>…</span></p></td><td><p><span>Entità soggetta a risoluzione</span></p></td><td><p><span>Altro</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Fondi propri e passività ammissibili ai fini del MREL interno</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 10 anni, esclusi titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU TLAC3a Rango nella graduatoria dei creditori - Entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Somma da 1 a n</span></p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>…</span></p></td><td><p><span>n</span></p></td></tr><tr><td><p>(Rango più basso)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>(Rango più elevato)</p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Passività e fondi propri</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Di cui passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Passività e fondi propri meno passività escluse</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Sottoinsieme di passività e fondi propri meno passività escluse che sono fondi propri e passività potenzialmente ammissibili ai fini [scegliere a seconda del caso tra: MREL/TLAC]</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 10 anni, esclusi titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
EU TLAC3b Rango nella graduatoria dei creditori - Entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Rango in caso di insolvenza</span></p></td><td><p><span>Somma da 1 a n</span></p></td></tr><tr><td><p><span>1</span></p></td><td><p><span>2</span></p></td><td><p><span>…</span></p></td><td><p><span>n</span></p></td></tr><tr><td><p>(Rango più basso)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>(Rango più elevato)</p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Campo vuoto nell'UE</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Fondi propri e passività potenzialmente ammissibili ai fini del MREL</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Di cui durata residua ≥ 10 anni, esclusi titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Di cui titoli perpetui</p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO VI
Istruzioni per i modelli per l’informativa
1. Istruzioni di carattere generale: struttura e convenzioni
1.1. Struttura
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>1.</p></td><td><span>Questo quadro per l’informativa sul MREL e sulla TLAC è costituito da tre gruppi di modelli:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>MREL e TLAC di gruppi soggetti a risoluzione ed entità soggette a risoluzione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>MREL e TLAC di entità non soggette a risoluzione e filiazioni significative di enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) non UE;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>rango nella graduatoria dei creditori per i soggetti emittenti.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2.</p></td><td><span>Per ciascun modello sono indicati i riferimenti giuridici. Nel presente allegato sono incluse ulteriori informazioni dettagliate sugli aspetti più generali della segnalazione di ciascun insieme di modelli e istruzioni riguardanti posizioni specifiche.</span></td></tr></tbody></table>
1.2. Abbreviazioni
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>3.</p></td><td><span>Ai fini degli allegati del presente regolamento si applicano le seguenti abbreviazioni:</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>«MREL» fa riferimento al requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili conformemente all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>«TLAC» fa riferimento ai requisiti di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII conformemente all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>«TLAC interna» fa riferimento al requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>«MREL interno» fa riferimento al MREL applicato ai soggetti che non sono entità soggette a risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
2. EU KM2 Metriche principali - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>4.</p></td><td><span>I soggetti spiegano nella descrizione che accompagna il modello qualsiasi differenza significativa tra gli importi dei fondi propri comunicati e l’importo IFRS 9 fully loaded a livello di gruppo soggetto a risoluzione. Essi spiegano inoltre qualsiasi differenza significativa tra l’importo IFRS 9 fully loaded a livello di gruppo soggetto a risoluzione e l’importo IFRS 9 fully loaded a livello di gruppo prudenziale.</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Colonne</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>a</p></td><td><p>I soggetti indicano in questa colonna le informazioni sul MREL pertinenti conformemente agli articoli 45 e 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p><p>I soggetti indicano il valore alla data di fine del periodo di informativa.</p></td></tr><tr><td><p>Da b a f</p></td><td><p>I soggetti che sono G-SII per cui è previsto il requisito della TLAC conformemente all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 indicano in queste colonne le informazioni pertinenti a tale requisito.</p><p>I periodi di informativa T, T-1, T-2, T-3 e T-4 sono periodi trimestrali. I soggetti indicano le date corrispondenti ai periodi di informativa. I soggetti che pubblicano tali informazioni su base trimestrale forniscono dati per i periodi T, T-1, T-2, T-3 e T-4; i soggetti che pubblicano tali informazioni su base semestrale forniscono dati per i periodi T, T-2 e T-4; i soggetti che pubblicano tali informazioni su base annuale forniscono dati per i periodi T e T-4.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Righe</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili</span></p><p>Pari ai valori indicati nel modello d’informativa EU TLAC1, riga 22.</p></td></tr><tr><td><p>EU-1a</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili - Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Pari ai valori indicati nel modello d’informativa EU TLAC1, riga EU-22a.</p><p>Fondi propri, passività ammissibili incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e le passività incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio (TREA) del gruppo soggetto a risoluzione</span></p><p>Pari al valore indicato nel modello d’informativa EU TLAC1, riga 23.</p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE, articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p><p>Pari ai valori indicati nel modello d’informativa EU TLAC1, riga 25.</p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili indicato nella riga 1 è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-3a</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA - Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Pari ai valori indicati nel modello d’informativa EU TLAC1, riga EU-25 a.</p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili comunicato nella riga EU-1a è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p><span>Misura dell’esposizione complessiva (TEM) del gruppo soggetto a risoluzione</span></p><p>Pari al valore indicato nel modello d’informativa EU TLAC1, riga 24.</p><p>Articolo 45, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2014/59/UE, articolo 429, paragrafo 4, e articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p><p>Pari al valore indicato nel modello d’informativa EU TLAC1, riga 26.</p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili comunicato nella riga 1 è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-5a</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM - Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Pari ai valori indicati nel modello d’informativa EU TLAC1, riga EU-26 a.</p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili comunicato nella riga EU-1a è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>6a</p></td><td><p><span>Si applica la deroga per subordinazione di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013? (deroga 5 %)</span></p><p>Questa riga è compilata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII.</p><p>Se l’autorità di risoluzione consente che le passività siano considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013, il soggetto segnalante indica «sì».</p><p>Se l’autorità di risoluzione non consente che le passività siano considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013, il gruppo soggetto a risoluzione o l’entità soggetta a risoluzione indica «no».</p><p>Dato che le deroghe di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi 3 e 4, del regolamento (UE) n. 575/2013 si escludono a vicenda, questa riga viene lasciata vuota se il soggetto segnalante ha compilato la riga 6b.</p></td></tr><tr><td><p>6b</p></td><td><p><span>Importo complessivo degli strumenti di passività non subordinate ammissibili consentiti se si applica la facoltà di subordinazione conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013 (deroga 3,5 % massimo)</span></p><p>Questa riga è compilata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII.</p><p>L’importo complessivo degli strumenti di passività non subordinate ammissibili che l’autorità di risoluzione consente che siano considerate strumenti di passività ammissibili ai fini della TLAC conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Dato che le deroghe di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafi 3 e 4, del regolamento (UE) n. 575/2013 si escludono a vicenda, questa riga viene lasciata vuota se il soggetto indica «sì» nella riga 6a.</p></td></tr><tr><td><p>6c</p></td><td><p><span>Se si applica la deroga per subordinazione con massimale conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, l’importo di passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse e incluso nella riga 1, diviso per le passività emesse che hanno rango pari a quello delle passività escluse e che sarebbero incluse nella riga 1 se non fosse applicato alcun massimale (%)</span></p><p>Questa riga è compilata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII.</p><p>Questa riga informa i proprietari di debiti di primo rango (senior) emessi dall’entità soggetta a risoluzione in merito alla percentuale di debiti di primo rango (senior) non esclusi che è stata considerata ammissibile, in modo che, se del caso, possano applicare il regime di deduzioni di cui all’articolo 72 <span>sexies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Se si applica la deroga per subordinazione con massimale di cui all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, i soggetti segnalano:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l’importo di passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 ed è incluso nell’importo segnalato nella riga 1;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>diviso per l’importo di passività emesse che ha rango pari a quello delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 e che sarebbe incluso nella riga 1 se non fosse applicato alcun massimale.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili (MREL)</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-7</p></td><td><p><span>MREL espresso in percentuale del TREA</span></p><p>Il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili del soggetto determinato dall’autorità di risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-8</p></td><td><p><span>MREL espresso in percentuale del TREA - Di cui soddisfatto con fondi propri o passività subordinate</span></p><p>Se del caso, la parte del MREL che, conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafi da 4 a 8, della direttiva 2014/59/UE, l’autorità di risoluzione ha prescritto che sia rispettata utilizzando fondi propri e strumenti subordinati ammissibili, o passività di cui al paragrafo 3 di tale articolo, espressa in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-9</p></td><td><p><span>MREL espresso in percentuale della TEM</span></p><p>Il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili del soggetto segnalante determinato dall’autorità di risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-10</p></td><td><p><span>MREL espresso in percentuale della TEM - Di cui soddisfatto con fondi propri o passività subordinate</span></p><p>Se del caso, la parte del MREL che, conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafi da 4 a 8, della direttiva 2014/59/UE, l’autorità di risoluzione ha prescritto che sia rispettata utilizzando fondi propri e strumenti subordinati ammissibili, o passività di cui al paragrafo 3 di tale articolo, espressa in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
3. EU TLAC1 Composizione - MREL e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>5.</p></td><td><span>La posizione di fondi propri e passività ammissibili relativa al gruppo soggetto a risoluzione comprende solo strumenti di capitale e passività ammissibili emessi dall’entità soggetta a risoluzione e, se conforme all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 88 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei cassi, dalle filiazioni dell’entità soggetta a risoluzione, ad esclusione dei soggetti esterni al gruppo soggetto a risoluzione. Analogamente, la posizione di fondi propri e passività ammissibili si basa sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio (corretto come consentito dall’articolo 45 <span>nonies</span>, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE) e sulla misura dell’esposizione complessiva calcolati a livello del gruppo soggetto a risoluzione.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>6.</p></td><td><span>Per quanto riguarda le rettifiche regolamentari, i soggetti pubblicano le deduzioni dai fondi propri e dalle passività ammissibili come cifre negative e le aggiunte ai fondi propri e alle passività ammissibili come cifre positive.</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Colonne</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>a</p></td><td><p>I soggetti indicano in questa colonna le informazioni sul MREL pertinenti conformemente agli articoli 45 e 45 <span>sexies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>b</p></td><td><p>I soggetti che sono G-SII per cui è previsto un requisito della TLAC conformemente all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 indicano in questa colonna le informazioni pertinenti a tale requisito.</p></td></tr><tr><td><p>c</p></td><td><p>Questa colonna è compilata solo dai soggetti per cui è previsto il requisito TLAC.</p><p>Questa colonna riporta la differenza tra gli importi applicabili nel contesto del requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE e gli importi applicabili nel contesto del requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Riga</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p><span>Capitale primario di classe 1 (CET1)</span></p><p>CET1 del gruppo soggetto a risoluzione, calcolato conformemente all’articolo 50 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p><span>Capitale aggiuntivo di classe 1 (AT1)</span></p><p>AT1 del gruppo soggetto a risoluzione, calcolato conformemente all’articolo 61 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Per quanto riguarda il MREL, gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p><span>Capitale di classe 2 (T2)</span></p><p>Capitale di classe 2 del gruppo soggetto a risoluzione, calcolato conformemente all’articolo 71 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Per quanto riguarda il MREL, gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p><span>Fondi propri ai fini dell’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 e dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE</span></p><p>Fondi propri ai fini dell’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 e dell’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE, calcolati come somma di riga 1, riga 2 e riga 6.</p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p><span>Strumenti di passività ammissibili emessi direttamente dall’entità soggetta a risoluzione subordinati a passività escluse (non soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e sono emesse direttamente dall’entità soggetta a risoluzione.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 ed emesse direttamente dall’entità soggetta a risoluzione, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento.</p><p>Questa riga non include né la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con una durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013) né passività ammissibili soggette a clausola grandfathering di cui all’articolo 494 <span>ter</span> di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>EU-12a</p></td><td><p><span>Strumenti di passività ammissibili emessi da altri soggetti all’interno del gruppo soggetto a risoluzione subordinati a passività escluse (non soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono emesse da filiazioni e incluse nel MREL conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento, emesse da filiazioni e aventi i requisiti per essere incluse negli strumenti di passività ammissibili consolidati di un soggetto conformemente all’articolo 88 <span>bis</span> di tale regolamento.</p><p>Questa riga non include né la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con una durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013) né passività ammissibili soggette a clausola grandfathering di cui all’articolo 494 <span>ter</span> di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>EU-12b</p></td><td><p><span>Strumenti di passività ammissibili subordinati a passività escluse emessi prima del 27 giugno 2019 (subordinati soggetti alla clausola grandfathering)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, della direttiva 2014/59/UE;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono incluse nei fondi propri e nelle passività ammissibili conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono conformi all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>EU-12c</p></td><td><p><span>Strumenti di classe 2 con una durata residua di almeno un anno, nella misura in cui non sono considerati elementi di classe 2</span></p><p>Parte ammortizzata degli strumenti T2 con durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013).</p><p>In questa riga è comunicato solo l’importo non riconosciuto nei fondi propri, ma che soddisfa tutti i criteri di ammissibilità di cui all’articolo 72 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Per quanto riguarda il MREL, gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi in questa riga solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p><span>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse (non soggette alla clausola grandfathering pre-massimale)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE e che non sono interamente subordinate ai crediti derivanti dalle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività che soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e a cui può essere concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale regolamento o a cui è concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento.</p><p>Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, o l’articolo 494, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013, in questa riga è indicato l’intero importo senza l’applicazione dei massimali pari rispettivamente a 3,5 % e 2,5 %.</p><p>Questa riga non comprende gli eventuali importi riconoscibili in via transitoria conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-13a</p></td><td><p><span>Passività ammissibili non subordinate a passività escluse emesse prima del 27 giugno 2019 (pre-massimale)</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE e non sono interamente subordinate ai crediti derivanti dalle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono state emesse prima del 27 giugno 2019;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>soddisfano i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ad eccezione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 2, lettera d), di tale regolamento, e a cui può essere concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale regolamento o a cui è concesso di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>sono considerate passività ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table><p>Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, o l’articolo 494, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013, in questa riga è segnalato l’intero importo senza l’applicazione dei massimali pari rispettivamente a 3,5 % e 2,5 %.</p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p><span>Importo degli strumenti di passività non subordinate ammissibili dopo l’applicazione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Questa riga è uguale alla somma della riga 13 e della riga EU-13a.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Nei casi in cui si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, questa riga riporta la somma degli importi indicati nelle righe 13 e 13a di cui sopra dopo l’applicazione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, o dell’articolo 494, paragrafo 2, di tale regolamento.</p><p>Nei casi in cui non si applica l’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013, ma il soggetto beneficia dell’applicazione dell’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 4, di tale regolamento, questa riga è uguale alla somma della riga 13 e della riga EU-13a.</p></td></tr><tr><td><p>17</p></td><td><p><span>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche</span></p><p>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche. Da calcolare come la somma di riga 12, riga EU-12a, riga EU-12b, riga EU-12c e riga 14.</p></td></tr><tr><td><p>EU-17a</p></td><td><p><span>Elementi di passività ammissibili prima delle rettifiche - Di cui elementi di passività subordinate</span></p><p><span>MREL</span></p><p>Le passività ammissibili incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e le passività emesse da filiazioni incluse nel MREL conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>Passività ammissibili conformi a tutti i requisiti di cui agli articoli da 72 <span>bis</span> a 72 <span>quinquies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, eccetto quelle a cui è stato consentito di essere considerate strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>ter</span>, paragrafo 3 o 4, di tale regolamento.</p><p>Questa riga comprende le passività subordinate che sono ammissibili perché soggette alla clausola grandfathering conformemente all’articolo 494 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 e la parte ammortizzata degli strumenti di classe 2 con durata residua superiore a un anno (articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 575/2013).</p><p>Da calcolare come la somma di riga 12, riga EU-12a, riga EU-12b e riga EU-12c.</p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p><span>Elementi di fondi propri e passività ammissibili prima delle rettifiche</span></p><p>Elementi di fondi propri e passività ammissibili prima delle rettifiche Da calcolare come la somma della riga 11 e della riga 17.</p></td></tr><tr><td><p>19</p></td><td><p><span>(Deduzione di esposizioni tra gruppi soggetti a risoluzione con punto di avvio multiplo (MPE)]</span></p><p>Importo negativo</p><p>Deduzioni delle esposizioni tra gruppi di G-SII soggetti a risoluzione con MPE, che corrispondono a strumenti di fondi propri o di passività ammissibili detenuti direttamente, indirettamente o sinteticamente di una o più filiazioni che non appartengono allo stesso gruppo soggetto a risoluzione dell’entità soggetta a risoluzione, conformemente all’articolo 72 <span>sexies</span>, paragrafo 4, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>20</p></td><td><p><span>(Deduzione di investimenti in altri strumenti di passività ammissibili)</span></p><p>Importo negativo</p><p>Deduzioni di investimenti in altri strumenti di passività ammissibili conformemente all’articolo 72 <span>sexies</span>, paragrafi da 1 a 3, e agli articoli 72 <span>septies</span>, 72 <span>octies</span>, 72 <span>nonies</span>, 72 <span>decies</span> e 72 <span>undecies</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013. Importo da dedurre dagli elementi di passività ammissibili conformemente alla parte 2, titoli I, capo 5 <span>bis</span>, sezione 2, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>22</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili dopo le rettifiche</span></p><p>Fondi propri e passività ammissibili ai sensi dell’articolo 72 <span>terdecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013. Da calcolare come la somma di riga 18, riga 19 e riga 20.</p><p><span>MREL</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del MREL è pari alla somma di:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>fondi propri di cui all’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e all’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>passività ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>bis</span>, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC</span></p><p>L’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini della TLAC è l’importo di cui all’articolo 72 <span>terdecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, costituito da:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>i fondi propri di cui all’articolo 4, paragrafo 1, punto 118, e all’articolo 72 del regolamento (UE) n. 575/2013;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le passività ammissibili di cui all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr><tr><td><p>EU-22a</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Fondi propri e passività ammissibili incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>ter</span> della direttiva 2014/59/UE che sono strumenti subordinati ammissibili ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, punto 71 <span>ter</span>, di tale direttiva e le passività incluse nell’importo di fondi propri e passività ammissibili conformemente all’articolo 45 <span>ter</span>, paragrafo 3, di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>23</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio (TREA)</span></p><p>Importo complessivo dell’esposizione al rischio del gruppo soggetto a risoluzione conformemente all’articolo 18, paragrafo 1, ultimo comma, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>L’importo complessivo dell’esposizione al rischio indicato in questa riga è l’importo complessivo dell’esposizione al rischio che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>24</p></td><td><p><span>Misura dell’esposizione complessiva (TEM)</span></p><p>Conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2014/59/UE, la misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>La misura dell’esposizione complessiva segnalata in questa riga è la misura dell’esposizione complessiva che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>25</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p><p>Ai fini di questa riga, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera a), della direttiva 2014/59/UE e dell’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del MREL o della TLAC, a seconda dei casi, è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Da calcolare dividendo la riga 22 per la riga 23.</p></td></tr><tr><td><p>EU-25a</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili computato ai fini del MREL è espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio calcolato conformemente all’articolo 92, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Da calcolare dividendo la riga 22a per la riga 23.</p></td></tr><tr><td><p>26</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p><p>Ai fini di questa riga, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera b), della direttiva 2014/59/UE e dell’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, l’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili computato ai fini del MREL o della TLAC, a seconda dei casi, è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Da calcolare dividendo la riga 22 per la riga 24.</p></td></tr><tr><td><p>EU-26a</p></td><td><p><span>Di cui fondi propri e passività subordinate</span></p><p>Ai fini di questa riga l’importo dei fondi propri e delle passività subordinate ammissibili computato ai fini del MREL è espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva calcolata conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Da calcolare dividendo la riga 22a per la riga 24.</p></td></tr><tr><td><p>27</p></td><td><p><span>CET1 (in percentuale del TREA) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del gruppo soggetto a risoluzione</span></p><p>L’importo di CET1, in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio, pari a zero o positivo, disponibile dopo aver soddisfatto ciascuno dei requisiti di cui all’articolo 141 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettere a), b) e c), della direttiva 2013/36/UE e il maggiore tra:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>se del caso, il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, se calcolato conformemente al paragrafo 1, lettera a), di tale articolo e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE, se calcolato conformemente al paragrafo 2, lettera a), di tale articolo.</p></td></tr></tbody></table><p>Il valore indicato è identico sia nella colonna del MREL sia nella colonna della TLAC.</p><p>Esso tiene conto dell’effetto di disposizioni transitorie sui fondi propri e sulle passività ammissibili, sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio e sui requisiti stessi. Non sono considerati né gli orientamenti sui fondi propri aggiuntivi di cui all’articolo 104 <span>ter</span> della direttiva 2013/36/UE né il requisito combinato di riserva di capitale di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>28</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente</span></p><p>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, della direttiva 2013/36/UE, espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio, applicabile al gruppo soggetto a risoluzione conformemente al primo comma, punto 6, di tale articolo.</p></td></tr><tr><td><p>29</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente - Di cui requisito di riserva di conservazione del capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di conservazione del capitale.</p></td></tr><tr><td><p>30</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente - Di cui requisito anticiclico di riserva di capitale</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito anticiclico di riserva di capitale.</p></td></tr><tr><td><p>31</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente - Di cui requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva di capitale a fronte del rischio sistemico.</p></td></tr><tr><td><p>EU-31a</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente - Di cui riserva per gli enti a rilevanza sistemica a livello globale (G-SII) o per gli altri enti a rilevanza sistemica (O-SII)</span></p><p>L’importo della riserva combinata di capitale specifica dell’ente (espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio) che si riferisce al requisito di riserva per i G-SII o gli O-SII.</p></td></tr><tr><td><p>EU-32</p></td><td><p><span>Importo complessivo delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013</span></p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
4. EU iLAC Capacità interna di assorbimento delle perdite - MREL interno e, se del caso, requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE (TLAC interna)
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>7.</p></td><td><span>Questo modello contiene le informazioni su fondi propri e passività ammissibili di soggetti che non sono entità soggette a risoluzione ai fini del requisito di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE (MREL interno), nonché del requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE applicabile alle filiazioni significative di G-SII di paesi terzi di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 (TLAC interna).</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Colonne</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>a</p></td><td><p>I soggetti indicano in questa colonna le informazioni sul MREL interno pertinenti conformemente agli articoli 45 e 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>b</p></td><td><p>I soggetti che sono filiazioni significative di G-SII non UE conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 indicano in questa colonna le informazioni sulla TLAC interna pertinenti conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>c</p></td><td><p>Informazioni qualitative relative al requisito applicabile e al livello di applicazione.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Riga</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>EU-1</p></td><td><p><span>È previsto per il soggetto il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE? (Sì/No)</span></p><p>Se per il soggetto è previsto il requisito di TLAC interna conformemente all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-2</p></td><td><p><span>Se la risposta a EU-1 è «Sì», il requisito si applica su base consolidata o individuale? (C/I)</span></p><p>Se per il soggetto è previsto il requisito di TLAC interna su base consolidata o individuale, conformemente all’articolo 18 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>Se il requisito è su base consolidata, l’intero modello è compilato su base consolidata. In tutti gli altri casi il presente modello è compilato su base individuale.</p></td></tr><tr><td><p>EU-2a</p></td><td><p><span>È previsto per il soggetto il MREL interno? (Sì/No)</span></p><p>Se per il soggetto è previsto il MREL conformemente agli articoli 45 e 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-2b</p></td><td><p><span>Se la risposta a EU-2a è «Sì», il requisito si applica su base consolidata o individuale? (C/I)</span></p><p>Se per il soggetto è previsto il MREL interno su base consolidata o individuale.</p><p>Se il requisito è su base consolidata, l’intero modello è compilato su base consolidata. In tutti gli altri casi il presente modello è compilato su base individuale.</p></td></tr><tr><td><p>EU-3</p></td><td><p><span>Capitale primario di classe 1 (CET1)</span></p><p>Articolo 50 del regolamento (UE) n. 575/2013</p><p>CET1 su base individuale o consolidata, a seconda dei casi, calcolato conformemente all’articolo 50 del regolamento (UE) n. 575/2013.</p></td></tr><tr><td><p>EU-4</p></td><td><p><span>Capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile</span></p><p>Articolo 61 del regolamento (UE) n. 575/2013</p><p>Gli strumenti aggiuntivi di classe 1 sono considerati solo se soddisfano i criteri di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 e all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera b), punto ii), della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Per quanto riguarda il MREL interno, gli strumenti di cui all’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, della direttiva 2014/59/UE sono inclusi se si applica tale paragrafo. Gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-5</p></td><td><p><span>Capitale di classe 2 ammissibile</span></p><p>Articolo 71 del regolamento (UE) n. 575/2013</p><p>Gli strumenti di classe 2 sono considerati solo se soddisfano i criteri di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 e all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, lettera b), punto ii), della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Per quanto riguarda il MREL interno, gli strumenti di cui all’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, della direttiva 2014/59/UE sono inclusi se si applica tale paragrafo. Gli strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo sono inclusi solo se soddisfano i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-6</p></td><td><p><span>Fondi propri ammissibili</span></p><p>Somma di CET1, capitale aggiuntivo di classe 1 ammissibile e capitale di classe 2 ammissibile.</p></td></tr><tr><td><p>EU-7</p></td><td><p><span>Passività ammissibili</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Passività ammissibili che soddisfano le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE, tenendo conto anche, se del caso, dell’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, di tale direttiva.</p><p>In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Se l’autorità di risoluzione della filiazione consente al soggetto di soddisfare con garanzie il MREL interno, è incluso in questa riga anche l’importo delle garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformi a tutte le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>L’importo delle passività ammissibili è calcolato conformemente all’articolo 72 <span>duodecies</span> del regolamento (UE) n. 575/2013 se tali passività soddisfano le condizioni di cui all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 2, di tale regolamento.</p></td></tr><tr><td><p>EU-8</p></td><td><p><span>Passività ammissibili - Di cui garanzie consentite</span></p><p>Se l’autorità di risoluzione della filiazione consente al soggetto di soddisfare con garanzie il MREL interno, l’importo delle garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformi a tutte le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-9a</p></td><td><p><span>(Rettifiche)</span></p><p>Importo negativo</p><p>Deduzioni o equivalenti richiesti conformemente al metodo stabilito dal regolamento delegato di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 6, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-9b</p></td><td><p><span>Elementi di fondi propri e passività ammissibili dopo le rettifiche</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Importi di fondi propri ammissibili e passività ammissibili del soggetto, al netto delle rettifiche, conteggiati ai fini del MREL interno conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE, tenendo conto anche, se del caso, dell’articolo 89, paragrafo 2, quarto comma, di tale direttiva. In caso di strumenti disciplinati dal diritto di un paese terzo, lo strumento è incluso in questa riga solo se soddisfa i requisiti di cui all’articolo 55 della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Da calcolare come la somma di riga EU-6, riga EU-7 e riga EU-9a.</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Fondi propri ammissibili e passività ammissibili conteggiati ai fini del requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE di cui all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013. Da calcolare come la somma della riga EU-6 e della riga EU-7.</p></td></tr><tr><td><p>EU-10</p></td><td><p><span>Importo complessivo dell’esposizione al rischio (TREA)</span></p><p>Importo complessivo dell’esposizione al rischio del soggetto individuale o del gruppo consolidato al cui livello sono stati stabiliti i requisiti, a seconda dei casi, conformemente all’articolo 18, paragrafo 1, ultimo comma, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>L’importo complessivo dell’esposizione al rischio segnalato in questa riga è l’importo complessivo dell’esposizione al rischio che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>EU-11</p></td><td><p><span>Misura dell’esposizione complessiva (TEM)</span></p><p>Misura dell’esposizione complessiva (denominatore del coefficiente di leva finanziaria) del soggetto individuale o del gruppo consolidato al cui livello sono stati stabiliti i requisiti, a seconda dei casi, conformemente all’articolo 429, paragrafo 4, e all’articolo 429 <span>bis</span>, del regolamento (UE) n. 575/2013.</p><p>La misura dell’esposizione complessiva segnalata in questa riga è la misura dell’esposizione complessiva che costituisce la base per la conformità ai requisiti di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE o all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, a seconda dei casi.</p></td></tr><tr><td><p>EU-12</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA</span></p><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio.</p><p>Da calcolare dividendo la riga EU-9b per la riga EU-10.</p></td></tr><tr><td><p>EU-13</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale del TREA - Di cui garanzie consentite</span></p><p>Se l’autorità di risoluzione della filiazione consente al soggetto di soddisfare con garanzie il MREL interno, l’importo delle garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformi a tutte le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE, in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio.</p><p>Da calcolare dividendo la riga EU-8 per la riga EU-10.</p></td></tr><tr><td><p>EU-14</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM</span></p><p>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della misura dell’esposizione complessiva.</p><p>Da calcolare dividendo la riga EU-9b per la riga EU-11.</p></td></tr><tr><td><p>EU-15</p></td><td><p><span>Fondi propri e passività ammissibili in percentuale della TEM - Di cui garanzie consentite</span></p><p>Se l’autorità di risoluzione della filiazione consente al soggetto di soddisfare con garanzie il MREL interno, l’importo delle garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformi a tutte le condizioni di cui all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE, in percentuale della misura dell’esposizione complessiva.</p><p>Da calcolare dividendo la riga EU-8 per la riga EU-11.</p></td></tr><tr><td><p>EU-16</p></td><td><p><span>CET1 (in percentuale del TREA) disponibile dopo aver soddisfatto i requisiti del soggetto</span></p><p>L’importo CET1, pari a zero o positivo, disponibile dopo aver soddisfatto ciascuno dei requisiti di cui all’articolo 141 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettere a), b) e c), della direttiva 2013/36/UE e il maggiore tra:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>se del caso, il requisito di fondi propri e passività ammissibili per i G-SII non UE di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, se calcolato conformemente all’articolo 92 <span>ter</span>, paragrafo 1, di tale regolamento come il 90 % del requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span>, paragrafo 1, lettera a), di tale regolamento e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il requisito minimo di fondi propri e passività ammissibili di cui all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE, se calcolato conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, lettera a), di tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table><p>Il valore indicato è identico sia nella colonna del MREL sia nella colonna della TLAC.</p><p>Esso tiene conto dell’effetto di disposizioni transitorie sui fondi propri e sulle passività ammissibili, sull’importo complessivo dell’esposizione al rischio e sui requisiti stessi. Non sono considerati né gli orientamenti sui fondi propri aggiuntivi di cui all’articolo 104 <span>ter</span> della direttiva 2013/36/UE né il requisito combinato di riserva di capitale di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, di tale direttiva.</p></td></tr><tr><td><p>EU-17</p></td><td><p><span>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente</span></p><p>Requisito combinato di riserva di capitale specifico per ente di cui all’articolo 128, primo comma, punto 6, della direttiva 2013/36/UE, espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio, applicabile al soggetto conformemente al primo comma, punto 6, di tale articolo.</p></td></tr><tr><td><p>EU-18</p></td><td><p><span>Requisito espresso in percentuale del TREA</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Requisito di fondi propri e passività ammissibili applicabile al soggetto conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE, espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio (a livello individuale o consolidato, a seconda dei casi).</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Requisito di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio (a livello individuale o consolidato, a seconda dei casi).</p></td></tr><tr><td><p>EU-19</p></td><td><p><span>Requisito espresso in percentuale del TREA - parte del requisito che può essere soddisfatta con garanzie</span></p><p>Se del caso, parte del requisito di fondi propri e passività ammissibili espresso in percentuale dell’importo complessivo dell’esposizione al rischio che può essere soddisfatta con garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-20</p></td><td><p><span>Requisito espresso in percentuale della TEM</span></p><p><span>MREL interno</span></p><p>Requisito di fondi propri e passività ammissibili applicabile al soggetto conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> della direttiva 2014/59/UE, espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva (a livello individuale o consolidato a livello di impresa madre nell’UE, a seconda dei casi).</p><p><span>TLAC interna</span></p><p>Requisito di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva (a livello individuale o consolidato, a seconda dei casi).</p></td></tr><tr><td><p>EU-21</p></td><td><p><span>Requisito espresso in percentuale della TEM - parte del requisito che può essere soddisfatta con garanzie</span></p><p>Se del caso, parte del requisito di fondi propri e passività ammissibili espresso in percentuale della misura dell’esposizione complessiva che può essere soddisfatta con garanzie fornite dall’entità soggetta a risoluzione conformemente all’articolo 45 <span>septies</span>, paragrafo 5, della direttiva 2014/59/UE.</p></td></tr><tr><td><p>EU-22</p></td><td><p><span>Importo complessivo delle passività escluse di cui all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013</span></p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
5. EU TLAC2 Rango nella graduatoria dei creditori - Soggetto che non è un’entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>8.</p></td><td><span>Le informazioni incluse nel modello EU TLAC2 sono pubblicate a livello di singolo soggetto.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>9.</p></td><td><span>Il modello EU TLAC2 esiste in due versioni, EU TLAC2a e EU TLAC2b. Il modello EU TLAC2a comprende tutte le passività che hanno rango pari o inferiore rispetto agli strumenti ammissibili ai fini del MREL, inclusi fondi propri e altri strumenti di capitale. Il modello EU TLAC2b riporta solo i fondi propri e le passibilità ammissibili per soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> di tale direttiva.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>10.</p></td><td><span>Conformemente all’articolo 13, paragrafo 2, del presente regolamento, i soggetti per cui non è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>ter</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ma che sono soggetti all’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>septies</span> di tale direttiva, possono scegliere se utilizzare il modello EU TLAC2a o EU TLAC2b per conformarsi agli obblighi di informativa di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>11.</p></td><td><span>A partire dalla data di applicazione dell’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE, i soggetti emittenti indicano nel modello TLAC2a le passività potenzialmente ammissibili ai fini dei requisiti del MREL interno e della TLAC interna. Prima di tale data, i soggetti emittenti pubblicano le passività potenzialmente ammissibili ai fini del requisito di TLAC interna.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>12.</p></td><td><span>Gli importi indicati nelle righe sono ripartiti in base al rango in caso di insolvenza sulla base della normativa in materia di insolvenza del soggetto emittente, indipendentemente dal diritto che disciplina lo strumento.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>13.</p></td><td><span>Il rango in caso di insolvenza è quello comunicato dall’autorità di risoluzione competente conformemente alla presentazione standardizzata di cui all’articolo 8 del presente regolamento.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>14.</p></td><td><span>I ranghi sono presentati in ordine dal più basso al più elevato. Le colonne relative ai ranghi sono aggiunte fino a quando sono stati comunicati gli strumenti potenzialmente ammissibili di rango più elevato.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>15.</p></td><td><span>L’importo attribuibile a ciascun rango è ripartito ulteriormente in importi di proprietà dell’entità soggetta a risoluzione, compresi gli importi detenuti direttamente o indirettamente da tale entità attraverso soggetti lungo la catena del controllo, se del caso; e importi non di proprietà dell’entità soggetta a risoluzione, se del caso. L’importo complessivo di ciascuna riga è inserito nell’ultima colonna della rispettiva riga.</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Righe</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p><span>Campo vuoto nell’UE</span></p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</span></p><p>Il numero dei ranghi in caso di insolvenza (n) nella gerarchia dei creditori dipenderà dall’insieme delle passività del soggetto emittente. La descrizione specifica anche i tipi di crediti che rientrano in tale rango in caso di insolvenza (ad esempio, CET1 o strumenti di classe 2).</p><p>Sono presenti una colonna per ciascun rango in caso di insolvenza, il cui importo è detenuto interamente dall’entità soggetta a risoluzione, compresi gli importi detenuti direttamente o indirettamente da tale entità attraverso soggetti lungo la catena del controllo, se del caso, e una seconda colonna per la parte dell’importo per rango che è detenuta anche da proprietari che non sono l’entità soggetta a risoluzione.</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p><p>L’importo di fondi propri, passività ammissibili e passività di rango pari o inferiore rispetto ai fondi propri e alle passività ammissibili.</p><p>Comprende anche le passività escluse dal bail-in.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC2b.</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri - Di cui passività escluse</span></p><p>Ripartizione delle passività escluse conformemente all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 o all’articolo 44, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE e, se del caso, all’articolo 44, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC2b.</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p><p>Passività e fondi propri al netto delle passività escluse.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC2b.</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p><span>Sottoinsieme di passività e fondi propri meno passività escluse che sono fondi propri e passività ammissibili ai fini del MREL interno o della TLAC interna</span></p><p>Ripartizione dell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili ai fini del MREL interno o ai fini della TLAC interna, a seconda dei casi, conformemente al precedente paragrafo 11.</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 6 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 6 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 6 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 10 anni, ma esclusi titoli perpetui</span></p><p>Sottoinsieme della riga 6 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p><span>Di cui titoli perpetui</span></p><p>Sottoinsieme della riga 6 costituito da titoli perpetui.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
6. EU TLAC3 Rango nella graduatoria dei creditori - Entità soggetta a risoluzione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>16.</p></td><td><span>Le informazioni incluse nel modello EU TLAC3 sono pubblicate a livello di singolo soggetto.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>17.</p></td><td><span>Il modello EU TLAC3 esiste in due versioni, EU TLAC3a e EU TLAC3b. Il modello TLAC3a comprende tutte le passività che hanno rango pari o inferiore rispetto agli strumenti potenzialmente ammissibili ai fini del MREL, inclusi fondi propri e altri strumenti di capitale. Gli importi che non sono ammissibili unicamente a causa dei requisiti di subordinazione sono inclusi integralmente nella riga corrispondente al pertinente rango in caso di insolvenza, cioè senza applicare i massimali. Il modello EU TLAC3b riporta solo i fondi propri e le passibilità ammissibili per soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>18.</p></td><td><span>Conformemente all’articolo 14, paragrafo 2, del presente regolamento, i soggetti per cui non è previsto l’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 92 <span>bis</span> del regolamento (UE) n. 575/2013, ma che sono soggetti all’obbligo di soddisfare il requisito di cui all’articolo 45 della direttiva 2014/59/UE conformemente all’articolo 45 <span>sexies</span> di tale direttiva, possono scegliere se utilizzare il modello EU TLAC3a o EU TLAC3b per conformarsi agli obblighi di informativa di cui all’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, lettera b), della direttiva 2014/59/UE.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>19.</p></td><td><span>A partire dalla data di applicazione dell’articolo 45 <span>decies</span>, paragrafo 3, della direttiva 2014/59/UE, i soggetti emittenti indicano nel modello TLAC3a le passività potenzialmente ammissibili ai fini dei requisiti del MREL e della TLAC. Prima di tale data, i soggetti emittenti pubblicano le passività potenzialmente ammissibili ai fini del requisito di TLAC interna.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>20.</p></td><td><span>Gli importi indicati nelle righe da 2 a 10 sono ripartiti in base al rango in caso di insolvenza sulla base della normativa in materia di insolvenza del soggetto emittente, indipendentemente dal diritto che disciplina lo strumento.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>21.</p></td><td><span>I ranghi in caso di insolvenza sono quelli comunicati dall’autorità di risoluzione competente conformemente alla presentazione standardizzata specificata nel modello di segnalazione pertinente.</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>22.</p></td><td><span>I ranghi sono presentati in ordine dal più basso al più elevato. Le colonne relative ai ranghi sono aggiunte fino a quando sono stati comunicati gli strumenti potenzialmente ammissibili di rango più elevato.</span><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Righe</span></p></td><td><p><span>Riferimenti giuridici e istruzioni</span></p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p><span>Descrizione del rango in caso di insolvenza (testo libero)</span></p><p>Il numero dei ranghi in caso di insolvenza (n) nella gerarchia dei creditori dipenderà dall’insieme delle passività del soggetto. È presente una colonna per ciascun rango in caso di insolvenza. La descrizione specifica anche i tipi di crediti che rientrano in tale rango in caso di insolvenza (ad esempio, CET1 o strumenti di classe 2).</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri</span></p><p>L’importo di fondi propri, passività ammissibili e passività di rango pari o inferiore rispetto ai fondi propri e alle passività ammissibili.</p><p>Comprende anche le passività escluse dal bail-in.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC3b.</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri - Di cui passività escluse</span></p><p>Ripartizione delle passività escluse conformemente all’articolo 72 <span>bis</span>, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 575/2013 o all’articolo 44, paragrafo 2, della direttiva 2014/59/UE e, se del caso, all’articolo 44, paragrafo 3, di tale direttiva.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC3b.</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p><span>Passività e fondi propri meno passività escluse</span></p><p>Passività e fondi propri al netto delle passività escluse.</p><p>Questa riga non si applica nel modello EU TLAC3b.</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p><span>Sottoinsieme di passività e fondi propri meno passività escluse che sono fondi propri e passività potenzialmente ammissibili ai fini del MREL o della TLAC</span></p><p>Ripartizione dell’importo dei fondi propri e delle passività ammissibili ai fini del MREL o ai fini della TLAC, a seconda dei casi, conformemente al precedente paragrafo 19, senza l’applicazione dei massimali sul riconoscimento delle passività non subordinate.</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 1 anno e < 2 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 5 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 2 anni e < 5 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 5 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 5 anni e < 10 anni</span></p><p>Sottoinsieme della riga 5 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p><span>Di cui durata residua ≥ 10 anni, ma esclusi titoli perpetui</span></p><p>Sottoinsieme della riga 5 con la durata residua pertinente.</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p><span>Di cui titoli perpetui</span></p><p>Sottoinsieme della riga 5 costituito da titoli perpetui.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021R0763 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>20.11.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 390/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2020/1732 DELLA COMMISSIONE
del 18 settembre 2020
che integra il regolamento (UE) 2017/2402 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le commissioni imposte ai repertori di dati sulle cartolarizzazioni dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2017/2402 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2017, che stabilisce un quadro generale per la cartolarizzazione, instaura un quadro specifico per cartolarizzazioni semplici, trasparenti e standardizzate e modifica le direttive 2009/65/CE, 2009/138/CE e 2011/61/UE e i regolamenti (CE) n. 1060/2009 e (UE) n. 648/2012 ( 1 ) , in particolare l’articolo 16, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 16 del regolamento (UE) 2017/2402, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati («ESMA») impone ai repertori di dati sulle cartolarizzazioni il pagamento di commissioni che coprono totalmente le spese necessarie dell’ESMA in relazione alla registrazione e alla vigilanza dei repertori stessi. L’ESMA sosterrà costi più elevati per il trattamento delle domande di registrazione dei repertori di dati sulle cartolarizzazioni che intendono offrire servizi accessori. Tali costi, tuttavia, saranno inferiori se il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni è già registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a> o del regolamento (UE) 2015/2365 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>. La commissione di registrazione a carico del soggetto che presenta domanda di registrazione dovrebbe pertanto tenere specificamente conto del tipo di servizi che il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni deve fornire e del fatto che tale repertorio sia già registrato o meno come repertorio di dati sulle negoziazioni. Poiché le spese sostenute dall’ESMA per la valutazione della domanda di registrazione sono le stesse, indipendentemente dalle dimensioni del richiedente, e dipendono unicamente dal tipo di servizi da fornire, è opportuno che la commissione di registrazione sia fissa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Se un soggetto che non è già registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni presenta contemporaneamente una domanda di registrazione come repertorio di dati sulle negoziazioni e una domanda di registrazione come repertorio di dati sulle cartolarizzazioni, i costi sostenuti dall’ESMA per il trattamento simultaneo di tali domande sarebbero inferiori grazie alle sinergie. Se tali domande sono presentate simultaneamente, il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni dovrebbe pagare per intero la commissione a norma del regolamento (UE) n. 648/2012 o del regolamento (UE) 2015/2365, a seconda dei casi, per la registrazione come repertorio di dati sulle negoziazioni, mentre dovrebbe corrispondere una commissione per l’estensione della registrazione ridotta per la registrazione come repertorio di cartolarizzazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La commissione di registrazione o la commissione per l’estensione della registrazione dovuta da un repertorio di dati sulle cartolarizzazioni che offre servizi accessori dopo la registrazione dovrebbe tenere conto di tali servizi accessori. Di converso, al repertorio di dati sulle cartolarizzazioni che cessa di offrire servizi accessori dopo la registrazione non dovrebbe essere rimborsata la commissione di registrazione o la commissione per l’estensione della registrazione, poiché l’ESMA avrà già sostenuto i costi per la valutazione della domanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Al fine di scoraggiare domande inconsistenti, le commissioni di registrazione o le commissioni per l’estensione della registrazione non dovrebbero essere rimborsate qualora l’ESMA abbia rifiutato la registrazione e dovrebbero essere rimborsate solo parzialmente nel caso in cui il richiedente ritiri la propria domanda durante il processo di registrazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Al fine di garantire un’equa ripartizione delle commissioni di vigilanza e assicurare che le commissioni imposte riflettano i costi effettivi sostenuti dall’ESMA in relazione a ciascun soggetto sottoposto a vigilanza, la commissione annuale di vigilanza dovrebbe essere calcolata sulla base del fatturato generato da ciascun repertorio di dati sulle cartolarizzazioni. Nel caso in cui non siano disponibili dati storici sul fatturato di un repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato, la commissione annuale di vigilanza dovrebbe essere basata sul fatturato atteso del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Le commissioni annuali di vigilanza a carico di ciascun repertorio di dati sulle cartolarizzazioni dovrebbero essere proporzionate al fatturato generato da tale repertorio nel corso di un determinato esercizio finanziario in rapporto al fatturato totale generato da tutti i repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati e sottoposti a vigilanza nel medesimo esercizio finanziario. È inoltre opportuno imporre a ciascun repertorio di dati sulle cartolarizzazioni il pagamento di una commissione minima annuale di vigilanza, dal momento che taluni costi amministrativi fissi si applicano alla vigilanza di tutti i repertori di dati sulle cartolarizzazioni, indipendentemente dall’importo del fatturato generato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Poiché nel corso dell’esercizio finanziario successivo alla registrazione sarà disponibile solo un numero limitato di dati sull’attività del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni, la commissione annuale di vigilanza per quell’anno dovrebbe essere calcolata sulla base della commissione di registrazione e dell’impegno profuso dall’ESMA nel vigilare su tale repertorio nel corso dell’anno. L’impegno di vigilanza nei primi mesi successivi alla registrazione è simile all’impegno necessario per valutare la registrazione del richiedente. Pertanto, nel primo anno di funzionamento del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni, la commissione di vigilanza dovrebbe basarsi sulla commissione di registrazione pagata dal richiedente, adeguata in funzione di un coefficiente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>In considerazione della procedura annuale di bilancio dell’ESMA e del tempo necessario per stimare i costi della vigilanza, non sarà possibile tenere conto dei repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati il 1<span>o</span> ottobre di un determinato esercizio o successivamente a tale data ai fini del calcolo del costo annuale totale della vigilanza per l’anno successivo. Pertanto la commissione annuale di vigilanza per un repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato il 1<span>o</span> ottobre dell’anno precedente o in data successiva dovrebbe essere pari alla rispettiva commissione di registrazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Le autorità nazionali competenti sostengono costi quando svolgono attività a norma del regolamento (UE) 2017/2402 e, in particolare, quando svolgono compiti delegati in conformità dell’articolo 14, paragrafo 1, del medesimo regolamento. È opportuno che le commissioni che l’ESMA impone ai repertori di dati sulle cartolarizzazioni coprano anche questi costi. Per assicurare che le autorità competenti non subiscano perdite né realizzino profitti svolgendo compiti loro delegati o prestando assistenza all’ESMA, quest’ultima rimborsa alle autorità nazionali competenti solo i costi effettivamente sostenuti a tale riguardo,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Recupero integrale dei costi di vigilanza
Le commissioni a carico dei repertori di dati sulle cartolarizzazioni coprono:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>tutti i costi sostenuti in relazione alla registrazione e alla vigilanza dei repertori di dati sulle cartolarizzazioni da parte dell’ESMA in conformità del regolamento (UE) 2017/2402, compresi i costi derivanti dall’estensione della registrazione dei repertori di dati sulle negoziazioni già registrati ai sensi del titolo VI, capo 1, del regolamento (UE) n. 648/2012 o del capo III del regolamento (UE) 2015/2365;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>tutti i costi per il rimborso delle autorità competenti che abbiano svolto attività ai sensi del regolamento (UE) 2017/2402 e a seguito di una delega di compiti a norma dell’articolo 14, paragrafo 1, del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Fatturato applicabile
1. Il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato unicamente ai sensi del regolamento (UE) 2017/2402 tiene conti sottoposti a revisione contabile ai fini del presente regolamento che operino una distinzione tra i proventi generati dai seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>i servizi di base inerenti a cartolarizzazione, come definiti all’articolo 1, punto 3, del regolamento delegato (UE) 2020/1230 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>i servizi accessori inerenti a cartolarizzazione, come definiti all’articolo 1, punto 4, del regolamento delegato (UE) 2020/1230 della Commissione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(c)</p></td><td><p>eventuali altri servizi forniti.</p></td></tr></tbody></table>
2. Il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato ai sensi del regolamento (UE) 2017/2402 che è registrato anche come repertorio di dati sulle negoziazioni ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 o del regolamento (UE) 2015/2365 tiene conti sottoposti a revisione contabile ai fini del presente regolamento che operino una distinzione tra i proventi generati dai seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>la fornitura di servizi di base inerenti a cartolarizzazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>la fornitura di servizi accessori inerenti a cartolarizzazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(c)</p></td><td><p>le funzioni di base di raccolta e conservazione in modo centralizzato delle registrazioni sui derivati ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(d)</p></td><td><p>la fornitura di servizi accessori che sono direttamente collegati alla raccolta e alla conservazione in modo centralizzato delle registrazioni sui derivati ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(e)</p></td><td><p>le funzioni di base di raccolta e conservazione in modo centralizzato delle registrazioni sulle operazioni di finanziamento tramite titoli ai sensi del regolamento (UE) 2015/2365;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(f)</p></td><td><p>la fornitura di servizi accessori che sono direttamente collegati alla raccolta e alla conservazione in modo centralizzato delle registrazioni sulle operazioni di finanziamento tramite titoli ai sensi del regolamento (UE) 2015/2365;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(g)</p></td><td><p>la fornitura di servizi accessori combinati direttamente collegati ai seguenti elementi:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>le attività di cui alle lettere a) e c);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le attività di cui alle lettere a) ed e);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>le attività di cui alle lettere c) ed e);</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(h)</p></td><td><p>eventuali altri servizi forniti.</p></td></tr></tbody></table>
3. Il fatturato applicabile del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni per un determinato anno n è costituito dalla somma dei seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>i proventi del repertorio, o i proventi attesi ove si applichi il paragrafo 5, generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera a), come indicati nei conti dell’anno n-2 sottoposti a revisione contabile;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>i proventi del repertorio generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera b), e la quota applicabile dei proventi generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera g), punti i) e ii), come indicati nei conti dell’anno n-2 sottoposti a revisione contabile.</p></td></tr></tbody></table>
4. La quota applicabile dei proventi di cui al paragrafo 3, lettera b), è pari ai proventi generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera a), divisi per la somma dei proventi generati dalle attività di cui:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>al paragrafo 2, lettera a);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>al paragrafo 2, lettera c);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(c)</p></td><td><p>al paragrafo 2, lettera e).</p></td></tr></tbody></table>
5. Se non sono disponibili conti sottoposti a revisione contabile per l’anno n-2, l’ESMA utilizza i proventi attesi per l’anno n previsti nei piani aziendali presentati all’ESMA ai sensi dell’articolo 13, paragrafo 3, del regolamento delegato (UE) 2020/1230. Tali proventi attesi sono suddivisi come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>proventi attesi generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera a);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>proventi attesi generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera b);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(c)</p></td><td><p>proventi attesi generati dalle attività di cui al paragrafo 2, lettera g), punti i) e ii).</p></td></tr></tbody></table>
Il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni che decide di fornire all’ESMA un aggiornamento dei proventi attesi per l’anno n vi provvede entro il 30 settembre dell’anno n-1.
Articolo 3
Commissione di registrazione e commissione per l’estensione della registrazione
1. Se il richiedente non è registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni né ai sensi del titolo VI, capo 1, del regolamento (UE) n. 648/2012 né ai sensi del capo III del regolamento (UE) 2015/2365, la commissione di registrazione ammonta a:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>100 000 EUR, se il repertorio intende fornire servizi accessori di cui all’articolo 2, paragrafo 2, lettera b), lettera g), punto i), o lettera g), punto ii);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>65 000 EUR, se la lettera a) non si applica.</p></td></tr></tbody></table>
2. Se il richiedente è registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni ai sensi del titolo VI, capo 1, del regolamento (UE) n. 648/2012 o del capo III del regolamento (UE) 2015/2365, la commissione per l’estensione della registrazione ammonta a:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(a)</p></td><td><p>50 000 EUR, se il repertorio intende fornire servizi accessori di cui all’articolo 2, paragrafo 2, lettera b), lettera g), punto i), o lettera g), punto ii);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(b)</p></td><td><p>32 500 EUR, se la lettera a) non si applica.</p></td></tr></tbody></table>
3. Se il richiedente non è registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni né ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 né ai sensi del regolamento (UE) 2015/2365 e presenta simultaneamente domande di registrazione sia ai sensi del regolamento (UE) 2017/2402 che ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 o del regolamento (UE) 2015/2365, il richiedente versa per intero la commissione di registrazione dovuta a norma dell’articolo 6 del regolamento delegato (UE) n. 1003/2013 della Commissione ( 5 ) o dell’articolo 5, paragrafo 1, del regolamento delegato (UE) 2019/360 della Commissione ( 6 ) , a seconda dei casi, e la commissione per l’estensione della registrazione dovuta a norma del paragrafo 3.
4. Se il richiedente non è registrato come repertorio di dati sulle negoziazioni né ai sensi del regolamento (UE) n. 648/2012 né ai sensi del regolamento (UE) 2015/2365 e presenta simultaneamente domande di registrazione ai sensi sia del regolamento (UE) n. 648/2012 che del regolamento (UE) 2015/2365 e del regolamento (UE) 2017/2402, il richiedente versa per intero la commissione di registrazione dovuta a norma dell’articolo 6 del regolamento delegato (UE) n. 1003/2013, la commissione per l’estensione della registrazione dovuta a norma dell’articolo 5, paragrafo 5, del regolamento delegato (UE) 2019/360 e la commissione per l’estensione della registrazione dovuta a norma del paragrafo 3.
5. Il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni che offre servizi accessori dopo la registrazione e, di conseguenza, è tenuto a versare una commissione di registrazione o una commissione per l’estensione della registrazione più elevata rispetto alla commissione di registrazione o alla commissione per l’estensione della registrazione pagata inizialmente paga la differenza tra la commissione di registrazione o la commissione per l’estensione della registrazione pagata inizialmente e la commissione di registrazione o la commissione per l’estensione della registrazione più elevata applicabile.
Articolo 4
Commissioni annuali di vigilanza per i repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati e i repertori di dati sulle negoziazioni che hanno esteso la registrazione
1. La commissione annuale di vigilanza per tutti i repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati per l’anno n è pari alla stima dei costi per la vigilanza delle attività di tali repertori di dati sulle cartolarizzazioni inclusi nel bilancio dell’ESMA per l’anno in questione.
2. La commissione annuale di vigilanza a carico del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni per l’anno in cui il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni è stato registrato è pari alla commissione di registrazione dovuta a norma dell’articolo 5, moltiplicata per il numero di giorni lavorativi dalla data di registrazione del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni fino alla fine di tale anno e divisa per 250.
3. La commissione annuale di vigilanza per un determinato anno n a carico di un repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato il 1 o ottobre dell’anno precedente o in data successiva è pari alla commissione di registrazione dovuta a norma dell’articolo 5.
4. La commissione annuale di vigilanza per un determinato anno n a carico di un repertorio di dati sulle cartolarizzazioni registrato prima del 1 o ottobre dell’anno precedente è pari alla commissione annuale di vigilanza di cui al paragrafo 1, divisa tra tutti i repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati anteriormente al 1 o ottobre di quell’anno precedente in proporzione al fatturato applicabile per ciascun repertorio di dati sulle cartolarizzazioni calcolato conformemente all’articolo 2, paragrafo 3.
5. Fatta eccezione per la commissione annuale di vigilanza da pagare a norma del paragrafo 2, la commissione annuale di vigilanza non è mai inferiore a 30 000 EUR.
Articolo 5
Modalità generali di pagamento
1. Tutte le commissioni sono pagate in euro. Le modalità di pagamento sono specificate agli articoli 6, 7 e 8.
2. I ritardi di pagamento comportano una penalità giornaliera pari allo 0,1 % dell’importo dovuto.
Articolo 6
Pagamento delle commissioni di registrazione e rimborsi
1. La commissione di registrazione e la commissione per l’estensione della registrazione di cui all’articolo 3 sono pagate per intero all’atto della presentazione della domanda di registrazione o di estensione della registrazione da parte del repertorio di dati sulle cartolarizzazioni.
2. Se il repertorio di dati sulle cartolarizzazioni ritira la domanda di registrazione o di estensione della registrazione prima che l’ESMA abbia inviato al repertorio di dati sulle cartolarizzazioni notifica della completezza della domanda a norma dell’articolo 10, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2017/2402, viene rimborsata metà dell’importo della commissione di registrazione o della commissione per l’estensione della registrazione pagato dal repertorio di dati sulle cartolarizzazioni.
3. La commissione di registrazione e la commissione per l’estensione della registrazione non sono rimborsate dopo che l’ESMA ha inviato al repertorio di dati sulle cartolarizzazioni notifica della completezza della domanda a norma dell’articolo 10, paragrafo 6, del regolamento (UE) 2017/2402.
Articolo 7
Pagamento della commissione annuale di vigilanza
La commissione annuale di vigilanza di cui all’articolo 4 è pagata in un’unica rata, entro la fine del mese di marzo dell’anno al quale si riferisce, fatta eccezione per la commissione annuale di vigilanza di cui ai paragrafi 2 e 3 di detto articolo.
L’ESMA invia a tutti i repertori di dati sulle cartolarizzazioni registrati una nota di addebito che specifica l’importo della commissione annuale almeno 30 giorni di calendario prima del giorno in cui devono essere pagate le commissioni annuali.
Articolo 8
Rimborso alle autorità competenti
1. Soltanto l’ESMA impone il pagamento della commissione di registrazione, della commissione per l’estensione della registrazione e della commissione annuale di vigilanza.
2. L’ESMA rimborsa alle autorità competenti i costi effettivamente sostenuti per lo svolgimento di compiti ai sensi del regolamento (UE) 2017/2402 e a seguito di una delega di compiti a norma dell’articolo 74 del regolamento (UE) n. 648/2012, dell’articolo 9, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2015/2365 e dell’articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2017/2402.
Articolo 9
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 18 settembre 2020
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 347 del 28.12.2017, pag. 35 .
( 2 ) Regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 4 luglio 2012, sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni ( GU L 201 del 27.7.2012, pag. 1 ).
( 3 ) Regolamento (UE) 2015/2365 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli e del riutilizzo e che modifica il regolamento (UE) n. 648/20126 ( GU L 337 del 23.12.2015, pag. 1 ).
( 4 ) Regolamento delegato (UE) 2020/1230 della Commissione, del 29 novembre 2019, che integra il regolamento (UE) 2017/2402 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione che specificano i dettagli della domanda di registrazione dei repertori di dati sulle cartolarizzazioni e i dettagli della domanda semplificata di estensione della registrazione dei repertori di dati sulle negoziazioni ( GU L 289 del 3.9.2020, pag. 345 ).
( 5 ) Regolamento delegato (UE) n. 1003/2013 della Commissione, del 12 luglio 2013, che integra il regolamento (UE) n. 648/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le commissioni imposte ai repertori di dati sulle negoziazioni dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati ( GU L 279 del 19.10.2013, pag. 4 ).
( 6 ) Regolamento delegato (UE) 2019/360 della Commissione, del 13 dicembre 2018, che integra il regolamento (UE) 2015/2365 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le commissioni imposte ai repertori di dati sulle negoziazioni dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati ( GU L 81 del 22.3.2019, pag. 58 ).
</note> | ITA | 32020R1732 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>20.4.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 101/18</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/603 DELLA COMMISSIONE
del 12 aprile 2018
relativo alla classificazione di talune merci nella nomenclatura combinata
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione ( 1 ) , in particolare l'articolo 57, paragrafo 4, e l'articolo 58, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Al fine di garantire l'applicazione uniforme della nomenclatura combinata allegata al regolamento (CEE) n. 2658/87<a> (<span>2</span>)</a> del Consiglio, è necessario adottare disposizioni relative alla classificazione delle merci di cui in allegato al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il regolamento (CEE) n. 2658/87 ha fissato le regole generali relative all'interpretazione della nomenclatura combinata. Tali regole si applicano inoltre a qualsiasi nomenclatura che la riprenda, totalmente o in parte, o che aggiunga eventuali suddivisioni e che sia stabilita da specifiche disposizioni dell'Unione per l'applicazione di misure tariffarie o di altra natura nell'ambito degli scambi di merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In applicazione di tali regole generali, le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante nell'allegato del presente regolamento dovrebbero essere classificate nel corrispondente codice NC indicato nella colonna 2, in virtù delle motivazioni indicate nella colonna 3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno disporre che le informazioni tariffarie vincolanti rilasciate per le merci interessate dal presente regolamento che non sono conformi al regolamento stesso possano continuare a essere invocate dal titolare per un determinato periodo, conformemente alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013. Tale periodo dovrebbe essere fissato a tre mesi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante in allegato sono classificate nella nomenclatura combinata nel codice NC indicato nella colonna 2 di detta tabella.
Articolo 2
Le informazioni tariffarie vincolanti che non sono conformi al presente regolamento possono continuare a essere invocate per un periodo di tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, in conformità alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 12 aprile 2018
Per la Commissione,
a nome del Presidente,
Stephen QUEST
Direttore generale
Direzione generale della Fiscalità e unione doganale
( 1 ) GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune ( GU L 256 del 7.9.1987, pag. 1 ).
ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Descrizione delle merci</p></td><td><p>Classificazione</p><p>(codice NC)</p></td><td><p>Motivazioni</p></td></tr><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>(2)</p></td><td><p>(3)</p></td></tr><tr><td><p>Un cuscino gonfiabile di plastica (cosiddetto «cuscino per sedia a rotelle»), avente dimensioni approssimative di 40 × 40 cm, costituito da due camere rettangolari interconnesse riempite d'aria. Ciascuna camera contiene un sacchetto di plastica riempito d'aria ricoperto da un sottile strato di silicone.</p><p>Il cuscino è regolabile in funzione del livello di gonfiaggio delle due camere, che fa variare la posizione del sacchetto di plastica in ciascuna camera quando l'utilizzatore si siede sul cuscino.</p><p>Il cuscino ha una fodera amovibile antiscivolo in materiale tessile sulla cui parte inferiore sono applicate due strisce di velcro.</p><p>L'articolo è destinato a evitare l'insorgenza di piaghe da decubito nell'utilizzatore. Esso dà sollievo all'ischio e migliora il comfort per l'utilizzatore.</p><p>Cfr. immagini<a> (<span>*1</span>)</a></p></td><td><p>3926 90 97</p></td><td><p>La classificazione è determinata a norma delle regole generali per l'interpretazione della nomenclatura combinata 1, 3 b) e 6 nonché dal testo dei codici NC 3926 , 3926 90 e 3926 90 97 .</p><p>La classificazione dell'articolo alla voce 9404 (oggetti letterecci ed oggetti simili) è esclusa in quanto i cuscini pneumatici sono esclusi dalla suddetta voce ai sensi della nota 1 a) del capitolo 94 e, di conseguenza, i cuscini pneumatici di materie plastiche sono classificati nella voce 3926 [cfr. anche le note esplicative del sistema armonizzato relative alla voce 9404 , ultimo paragrafo, lettera b)].</p><p>Anche la classificazione nel codice NC 8714 20 00 in quanto parti ed accessori di carrozzelle o di altri veicoli simili per invalidi è esclusa poiché l'articolo non si può considerare destinato esclusivamente o principalmente a carrozzelle per invalidi ai sensi della nota 3 della sezione XVII. Tenuto conto delle sue caratteristiche oggettive, l'articolo può essere utilizzato su un gran numero di sedie e sedili oltre che su sedili di sedie a rotelle. Per esempio, l'articolo non è progettato per essere utilizzato con un sedile specifico in quanto non presenta dispositivi di fissazione particolari che ne indichino l'uso con un sedile specifico. La fodera antiscivolo e le strisce di velcro possono essere utilizzate su molti tipi diversi di sedili. Pertanto non vi è nessun elemento che renda l'articolo riconoscibile come destinato ad essere utilizzato con un determinato tipo di sedile [cfr. anche le note esplicative del SA relative alla voce 8714 , primo paragrafo, lettera i)].</p><p>Inoltre, la classificazione nel codice NC 8714 20 00 in quanto parti ed accessori di carrozzelle o di altri veicoli simili per invalidi è esclusa in quanto l'articolo non è indispensabile per il funzionamento della sedia a rotelle, non la rende atta a un particolare lavoro, non le conferisce possibilità supplementari e non la mette in grado di assicurare un servizio supplementare in relazione alla funzione principale, che è quella di consentire a una persona disabile di muoversi (cfr. sentenza della Corte del 16 giugno 2011,<span>Unomedical</span>, C-152/10, ECLI:EU:C:2011:402, punti 29, 30 e 36). Una sedia a rotelle funziona nello stesso modo con o senza il cuscino, che si limita a renderla più comoda e sopportabile per l'utilizzatore.</p><p>Anche se l'articolo è costituito da diversi componenti (il cuscino di materie plastiche e la fodera di materie tessili), l'articolo deve essere classificato come se consistesse del cuscino di materie plastiche, poiché è il cuscino che conferisce all'articolo il suo carattere essenziale ai sensi della regola generale 3, lettera b). Il componente tessile costituisce solo una fodera che protegge e mantiene in posizione il componente essenziale. L'articolo va pertanto classificato in base alla sua materia costitutiva nel codice NC 3926 90 97 come «altri lavori di materie plastiche».</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( *1 ) Le immagini sono fornite a scopo puramente informativo.
</note> | ITA | 32018R0603 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>9.8.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>C 261/67</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
dell'11 luglio 2017
sul programma nazionale di riforma 2017 del Lussemburgo e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2017 del Lussemburgo
(2017/C 261/15)
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche ( 1 ) , in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato per l’occupazione,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato per la protezione sociale,
visto il parere del comitato di politica economica,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 16 novembre 2016 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita, segnando l’inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2017. Il Consiglio europeo del 9 e 10 marzo 2017 ha approvato le priorità indicate nell’analisi annuale della crescita. Il 16 novembre 2016 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui il Lussemburgo non è stato annoverato tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha anche adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 9 e 10 marzo 2017. Il 21 marzo 2017 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro («raccomandazione per la zona euro»)<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>In quanto Stato membro la cui moneta è l’euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell’Unione economica e monetaria, il Lussemburgo dovrebbe assicurare l’attuazione piena e tempestiva della raccomandazione per la zona euro, come riflessa nella raccomandazione di cui al punto 2.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 22 febbraio 2017 è stata pubblicata la relazione per paese relativa al Lussemburgo 2017. Nella relazione sono stati valutati i progressi compiuti dal Lussemburgo nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal Consiglio il 12 luglio 2016, il seguito dato alle raccomandazioni specifiche per paese adottate negli anni precedenti e i progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 28 aprile 2017 il Lussemburgo ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2017 e il suo programma di stabilità 2017. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle relative correlazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>La programmazione dei fondi strutturali e d’investimento europei (fondi SIE) per il periodo 2014-2020 ha tenuto conto delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese. Come previsto dall’articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>4</span>)</a>, ove necessario per sostenere l’attuazione delle pertinenti raccomandazioni del Consiglio, la Commissione può chiedere allo Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo contratto di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull’applicazione delle misure per collegare l’efficacia dei fondi SIE a una sana gestione economica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il Lussemburgo è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita. Nel suo programma di stabilità 2017 il governo prevede un calo del saldo nominale dall’1,6 % del PIL nel 2016 allo 0,2 % del PIL nel 2017, seguito da un costante aumento, per raggiungere un avanzo pari all’1,2 % del PIL nel 2021. L’obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un disavanzo strutturale pari allo 0,5 % del PIL, continuerà ad essere rispettato con un margine durante l’intero periodo programmatico. Secondo il programma di stabilità 2017, il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe rimanere nettamente al di sotto del valore di riferimento del 60 % del PIL stabilito dal trattato. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è plausibile, fatta eccezione per il 2018, in cui è nettamente favorevole, e per il 2021, in cui è nettamente prudente. Sulla base delle previsioni di primavera 2017 della Commissione, il saldo strutturale dovrebbe registrare un avanzo pari allo 0,4 % del PIL nel 2017 e allo 0,1 % del PIL nel 2018, sostanzialmente in linea con il programma di stabilità 2017 e al di sopra dell’obiettivo di bilancio a medio termine. Nel complesso il Consiglio ritiene che il Lussemburgo rispetterà le disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2017 e nel 2018.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Permangono le preoccupazioni circa la sostenibilità delle finanze pubbliche a lungo termine, dato il previsto aumento dei costi dell’invecchiamento. Nell’ambito della riforma delle pensioni del 2012, ogni cinque anni dall’adozione della riforma si dovrebbe procedere a un esercizio di monitoraggio e valutazione della sostenibilità del sistema pensionistico. Il governo ha anticipato la prima valutazione al 2016. Sebbene il riesame abbia concluso che il sistema pensionistico registra ancora un avanzo ricorrente che ha consentito di accumulare importanti riserve pensionistiche, il sistema pensionistico dovrebbe registrare un saldo operativo negativo dal 2023 in termini di spesa per le prestazioni in relazione ai contributi. Secondo la recente revisione delle proiezioni demografiche dell’Eurostat, l’aumento di popolazione stimato sarà meno significativo di quanto previsto in precedenza, il che inciderà sull’indice di dipendenza, che aumenterà più velocemente di quanto previsto in precedenza, traducendosi in un maggiore aumento della spesa pensionistica. Non si sono registrati progressi nel collegamento dell’età pensionale stabilita per legge alla speranza di vita, come raccomandato in precedenza dal Consiglio nel 2016. Il Lussemburgo si distingue come l’unico Stato membro che non ha previsto di innalzare l’età pensionabile stabilita per legge per il periodo 2013-2060. Il Lussemburgo presenta l’aumento previsto più elevato dell’Unione della quota di popolazione dipendente entro il 2060. Il Lussemburgo ha compiuto progressi limitati in materia di prepensionamento. Nel luglio 2015 è stato presentato al Parlamento, dove giace in attesa di approvazione, un progetto di legge che modifica i regimi di prepensionamento. Nel complesso, il prepensionamento resta molto diffuso e gli incentivi a lavorare più a lungo sono limitati. In seguito alla revisione delle proiezioni demografiche, il Lussemburgo si trova ad affrontare ulteriori rischi connessi alla spesa per le cure di lunga durata. Si tratta già di uno dei livelli più elevati fra gli Stati membri in termini di quota del PIL e dovrebbe aumentare dall’1,5 % al 3,2 % del PIL entro il 2060, il che rappresenta più del doppio del livello attuale. In sede parlamentare è in fase di discussione un progetto di riforma dell’assicurazione per le cure di lunga durata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Le autorità lussemburghesi hanno adottato un’ampia riforma fiscale, entrata in vigore nel gennaio 2017. La riforma ha introdotto modifiche principalmente nel settore della tassazione diretta, sia per le persone fisiche che per le società, volta a ridurre gradualmente l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società (con l’obiettivo di aumentare la competitività) e ad aumentare la progressività dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (con l’obiettivo di aumentare l’equità). Nel contempo, l’aumento di alcune agevolazioni fiscali comporta il rischio di restringere la base imponibile. Per migliorare la prevedibilità del gettito fiscale, esiste un margine di ulteriore ampliamento della base imponibile, in particolare rivedendo l’attuale basso livello di tassazione degli alloggi e ricorrendo maggiormente a fonti alternative, fra cui una maggiore coerenza fra la tassazione ambientale e la diversificazione degli obiettivi economici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Da diversi decenni le autorità lussemburghesi si impegnano attivamente per diversificare l’economia, riconoscendo i rischi associati alla forte dipendenza dal settore finanziario. Ridurre la dipendenza dell’economia del settore finanziario resta una sfida fondamentale a lungo termine. A tal fine l’analisi di diversificazione deve tradursi in misure specifiche con un calendario ben definito. Tenuto conto dell’elevato costo del lavoro nel paese, le attività a maggior valore aggiunto hanno il potenziale di sbloccare fonti di crescita alternative. Il successo della diversificazione dell’economia nazionale dipende quindi in gran parte dai settori meno sensibili ai livelli del costo del lavoro. Essi si fondano largamente sulla ricerca e l’innovazione che tendono a presentare un’elevata intensità di tecnologia e conoscenze. La riduzione o l’eliminazione delle barriere agli investimenti e all’innovazione che limitano lo sviluppo economico consentirebbe di sbloccare il potenziale innovante e stimolerebbe la diversificazione. Mentre gli investimenti pubblici sono superiori alla media della zona euro, gli investimenti privati sono invece inferiori alla media. Sostenere un elevato livello di investimenti è essenziale per mantenere le prospettive di crescita.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Un’ulteriore espansione del settore dei servizi non finanziari, che già conosce un gran successo, potrebbe anch’essa contribuire a diversificare l’economia. Restano elevati gli ostacoli regolamentari nel settore dei servizi alle imprese, in particolare per gli esperti contabili, gli architetti, gli ingegneri e gli avvocati. Per queste professioni, il tasso di fatturato delle imprese è inferiore sia alla media dell’Unione, sia al tasso medio dell’economia nel suo insieme. Le restrizioni a tali professioni possono quindi pregiudicare la competitività delle imprese in Lussemburgo. Tali ostacoli comprendono l’ampia portata delle attività riservate agli architetti, i compiti semplici quali le attività di gestione del libro paga o la preparazione di dichiarazioni fiscali riservate a professionisti altamente qualificati, le consulenze giuridiche di esclusiva competenza degli avvocati e la forma giuridica nonché i requisiti in materia di partecipazioni, le norme sull’incompatibilità e le restrizioni multidisciplinari per gli avvocati, che possono essere sproporzionati rispetto ai principi fondamentali, come l’indipendenza della professione, e le corrispondenti disposizioni di supervisione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Per evitare impatti negativi, sono necessari politiche attive del mercato del lavoro e programmi di apprendimento permanente mirati in particolare al sostegno dei lavoratori più anziani, il cui tasso di occupazione rimane tra i più bassi dell’Unione. Sono state adottate misure per migliorarne l’occupabilità e il collegamento con il mercato del lavoro. Dal 1<span>o</span> gennaio 2016 è entrata in vigore la legge sulla riclassificazione dei lavoratori con disabilità lavorative, affinché questi possano restare più a lungo sul mercato del lavoro. Deve tuttavia ancora essere presentata una strategia globale, a seguito di consultazioni con le parti sociali. Il «patto delle età», un progetto di legge inteso a incoraggiare le imprese con più di 150 dipendenti a mantenere in attività i lavoratori più anziani, presentato al Parlamento nell’aprile 2014, non è stato ancora adottato. Le opportunità di sviluppo delle competenze mediante politiche attive del mercato del lavoro e programmi di apprendimento permanente mirati a sostenere i lavoratori più anziani continueranno a costituire elementi importanti per il buon esito di tali politiche. Investire nelle competenze è fondamentale per sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione e mantenere la competitività.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Per affrontare l’offerta carente di immobili è stato adottato un consistente pacchetto di misure, ma il suo impatto reale non è ancora visibile. L’incapacità di accedere ai terreni edificabili, per la maggior parte di proprietà di privati cittadini, sembra essere uno degli ostacoli principali all’aumento dell’offerta di alloggi. L’offerta limitata di alloggi residenziali, abbinata a una forte domanda, si è tradotta in un incremento costante dei prezzi delle abitazioni, che contribuisce a spiegare la tendenza all’aumento dell’indebitamento delle famiglie, principalmente connesso ai mutui. Inoltre, nonostante i notevoli investimenti nelle infrastrutture di trasporto, la lotta contro la congestione del traffico resta una sfida. Ciò è tanto più vero in quanto le moderne prassi di lavoro, come il telelavoro, nel caso dei lavoratori frontalieri sono scoraggiate dalle politiche di bilancio dei paesi vicini. Gli alloggi e la mobilità costituiscono sfide in grado di incidere sugli sforzi per diversificare l’economia e aumentare la competitività e potrebbero inoltre fungere da ostacoli al mercato del lavoro nell’attirare lavoratori altamente qualificati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Nell’ambito del semestre europeo 2017, la Commissione ha effettuato un’analisi completa della politica economica del Lussemburgo, che ha pubblicato nella relazione per paese 2017. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2017, il programma nazionale di riforma 2017, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte al Lussemburgo negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica del Lussemburgo, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell’Unione, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell’Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell’Unione per le future decisioni nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2017 ed è del parere<a> (<span>5</span>)</a> che il Lussemburgo dovrebbe rispettare il patto di stabilità e crescita,</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDA che il Lussemburgo adotti provvedimenti nel 2017 e nel 2018 al fine di:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.</p></td><td><p>rafforzare la diversificazione dell’economia, anche mediante la rimozione degli ostacoli agli investimenti e all’innovazione; sopprimere le restrizioni regolamentari nel settore dei servizi alle imprese;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2.</p></td><td><p>garantire la sostenibilità del sistema pensionistico sul lungo termine, limitare i prepensionamenti e aumentare il tasso di occupazione dei lavoratori più anziani.</p></td></tr></tbody></table>
Fatto a Bruxelles, l'11 luglio 2017
Per il Consiglio
Il presidente
T. TÕNISTE
<note>
( 1 ) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici ( GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25 ).
( 3 ) GU C 92 del 24.3.2017, pag. 1 .
( 4 ) Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320 ).
( 5 ) A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.
</note> | ITA | 32017H0809(15) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.9.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 252/186</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2017/1647 DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 27 aprile 2017
sulla chiusura dei conti dell'accademia europea di polizia (ora Agenzia dell'unione europea per la formazione delle autorità di contrasto) (CEPOL) per l'esercizio 2015
IL PARLAMENTO EUROPEO,
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti i conti annuali definitivi dell'Accademia europea di polizia relativi all'esercizio 2015,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell'Accademia europea di polizia relativi all'esercizio 2015, corredata della risposta dell'Accademia<a> (<span>1</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni<a> (<span>2</span>)</a>, presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2015 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la raccomandazione del Consiglio del 21 febbraio 2017 sullo scarico da dare all'Accademia sull'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2015 (05873/2017 — C8-0064/2017),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio<a> (<span>3</span>)</a>, in particolare l'articolo 208,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la decisione 2005/681/GAI del Consiglio, del 20 settembre 2005, che istituisce l'Accademia europea di polizia (CEPOL) e che abroga la decisione 2000/820/GAI<a> (<span>4</span>)</a>, in particolare l'articolo 16,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE) 2015/2219 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, sull'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto (CEPOL) e che sostituisce e abroga la decisione 2005/681/GAI del Consiglio<a> (<span>5</span>)</a>, in particolare l'articolo 20,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) n. 1271/2013 della Commissione, del 30 settembre 2013, che stabilisce il regolamento finanziario quadro degli organismi di cui all'articolo 208 del regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>6</span>)</a>, in particolare l'articolo 108,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l'articolo 94 e l'allegato IV del suo regolamento,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (A8-0081/2017),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.</p></td><td><p>approva la chiusura dei conti dell'Accademia europea di polizia relativi all'esercizio 2015;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2.</p></td><td><p>incarica il suo presidente di trasmettere la presente decisione al direttore esecutivo dell'Agenzia dell'Unione europea per la formazione delle autorità di contrasto, al Consiglio, alla Commissione e alla Corte dei conti, e di provvedere alla sua pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span> (serie L).</p></td></tr></tbody></table>
Il presidente
Antonio TAJANI
Il segretario generale
Klaus WELLE
<note>
( 1 ) GU C 449 dell'1.12.2016, pag. 36 .
( 2 ) Cfr. nota 1.
( 3 ) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1 .
( 4 ) GU L 256 dell'1.10.2005, pag. 63 .
( 5 ) GU L 319 del 4.12.2015, pag. 1 .
( 6 ) GU L 328 del 7.12.2013, pag. 42 .
</note> | ITA | 32017B1647 |
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><img/></td><td><p>Gazzetta ufficiale<br/>dell'Unione europea</p></td><td><p>IT</p><p>Serie L</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>2023/2598</p></td><td><p>20.11.2023</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2023/2598 DELLA COMMISSIONE
dell’11 settembre 2023
che rettifica la versione in lingua slovena del regolamento delegato (UE) 2022/2104 della Commissione che integra il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme di commercializzazione dell’olio di oliva
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 75, paragrafo 2, e l’articolo 78, paragrafo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La versione in lingua slovena del regolamento delegato (UE) 2022/2104 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a> contiene un errore all’articolo 8, paragrafo 6, per quanto riguarda i requisiti relativi al luogo di origine. Tale errore incide sulla sostanza della disposizione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>È quindi opportuno rettificare di conseguenza la versione in lingua slovena del regolamento delegato (UE) 2022/2104. La rettifica non riguarda le altre versioni linguistiche,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
(non riguarda la versione italiana)
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, l’11 settembre 2023
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) Regolamento delegato (UE) 2022/2104 della Commissione, del 29 luglio 2022, che integra il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme di commercializzazione dell’olio di oliva e che abroga il regolamento (CEE) n. 2568/91 della Commissione e il regolamento di esecuzione (UE) n. 29/2012 della Commissione ( GU L 284 del 4.11.2022, pag. 1 ).
ELI: http://data.europa.eu/eli/reg_del/2023/2598/oj
ISSN 1977-0707 (electronic edition) | ITA | 32023R2598 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>27.9.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 249/238</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2019/1487 DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 26 marzo 2019
sulla chiusura dei conti dell'Agenzia europea per i medicinali per l'esercizio 2017
IL PARLAMENTO EUROPEO,
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti i conti annuali definitivi dell'Agenzia europea per i medicinali relativi all'esercizio 2017,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione della Corte dei conti sui conti annuali dell'Agenzia europea per i medicinali relativi all'esercizio 2017, corredata della risposta dell'Agenzia <a>(<span>1</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la dichiarazione attestante l'affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni <a>(<span>2</span>)</a> presentata dalla Corte dei conti per l'esercizio 2017 a norma dell'articolo 287 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la raccomandazione del Consiglio del 12 febbraio 2019 sul discarico da dare all'Agenzia per l'esecuzione del bilancio per l'esercizio 2017 (005825/2019 – C8-0075/2019),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto l'articolo 319 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, in particolare l'articolo 208,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 <a>(<span>4</span>)</a>, in particolare l'articolo 70,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (CE) n. 726/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, che istituisce procedure comunitarie per l'autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano e veterinario, e che istituisce l'agenzia europea per i medicinali <a>(<span>5</span>)</a>, in particolare l'articolo 68,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) n. 1271/2013 della Commissione, del 30 settembre 2013, che stabilisce il regolamento finanziario quadro degli organismi di cui all'articolo 208 del regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a>, in particolare l'articolo 108,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l'articolo 94 e l'allegato IV del suo regolamento,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti la relazione della commissione per il controllo dei bilanci e il parere della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (A8-0135/2019),</p></td></tr></tbody></table>
1. approva la chiusura dei conti dell'Agenzia europea per i medicinali relativi all'esercizio 2017;
2. incarica il Suo Presidente di trasmettere la presente decisione al direttore esecutivo dell'Agenzia europea per i medicinali, al Consiglio, alla Commissione e alla Corte dei conti, e di provvedere alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea (serie L).
Il Presidente
Antonio TAJANI
Il Segretario generale
Klaus WELLE
<note>
( 1 ) GU C 434 del 30.11.2018, pag. 141 .
( 2 ) GU C 434 del 30.11.2018, pag. 141 .
( 3 ) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1 .
( 4 ) GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 .
( 5 ) GU L 136 del 30.4.2004, pag. 1 .
( 6 ) GU L 328 del 7.12.2013, pag. 42 .
</note> | ITA | 32019B1487 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.11.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 369/3</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2020/1637 DEL CONSIGLIO
del 3 novembre 2020
relativa alla posizione da adottare a nome dell’Unione europea in sede di Forum mondiale per l’armonizzazione dei regolamenti sui veicoli della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite per quanto riguarda le proposte di modifica dei regolamenti UNECE nn. 0, 13, 16, 17, 44, 55, 83, 93, 94, 95, 100, 115, 137, 144, 151, 152 e 153, le proposte di modifica dei regolamenti tecnici mondiali nn. 7, 15 e 18, la proposta di modifica della Mutual Resolution M.R.3, le proposte di due nuovi regolamenti UNECE relativi ai dispositivi di retromarcia e ai sistemi di monitoraggio alla partenza del veicolo e la proposta di un nuovo regolamento tecnico mondiale relativo alla determinazione della potenza dei veicoli elettrici
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 114, in combinato disposto con l’articolo 218, paragrafo 9,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Con la decisione 97/836/CE del Consiglio <a>(<span>1</span>)</a> l’Unione ha aderito all’accordo della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) relativo all’adozione di prescrizioni tecniche uniformi applicabili ai veicoli a motore, agli accessori e alle parti che possono essere installati e/o utilizzati sui veicoli a motore e alle condizioni del riconoscimento reciproco delle omologazioni rilasciate sulla base di tali prescrizioni («accordo del 1958 riveduto»). L’accordo del 1958 riveduto è entrato in vigore il 24 marzo 1998.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Con la decisione 2000/125/CE del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a> l’Unione ha aderito all’accordo sull’approvazione di regolamenti tecnici applicabili a livello mondiale ai veicoli a motore, agli accessori e alle parti che possono essere installati e/o utilizzati sui veicoli a motore («accordo parallelo»). L’accordo parallelo è entrato in vigore il 15 febbraio 2000.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2018/858 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a> stabilisce le disposizioni amministrative e le prescrizioni tecniche per l’omologazione e l’immissione sul mercato di tutti i nuovi veicoli, dei sistemi, dei componenti e delle entità tecniche indipendenti. Tale regolamento integra i regolamenti adottati a norma dell’accordo del 1958 riveduto («regolamenti UNECE») nel sistema UE di omologazione, in quanto prescrizioni per l’omologazione o alternative alla legislazione dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 1 dell’accordo del 1958 riveduto e dell’articolo 6 dell’accordo parallelo, il Forum mondiale dell’UNECE per l’armonizzazione dei regolamenti sui veicoli (WP.29 dell’UNECE) può adottare proposte di modifica dei regolamenti UNECE, dei regolamenti tecnici mondiali (GTR) UNECE e delle risoluzioni UNECE, nonché proposte di nuovi regolamenti UNECE, di nuovi GTR UNECE e di nuove risoluzioni UNECE riguardanti l’omologazione dei veicoli. Conformemente a tali disposizioni, il WP.29 dell’UNECE può inoltre adottare proposte di autorizzazione all’elaborazione di modifiche ai GTR UNECE o di nuovi GTR UNECE e può adottare proposte di estensione dei mandati dei GTR UNECE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nella 182<span>a</span> sessione del Forum mondiale, che si terrà il 10 novembre 2020, il WP.29 dell’UNECE è chiamato ad adottare proposte di modifica dei regolamenti UNECE nn. 0, 13, 16, 17, 44, 55, 83, 93, 94, 95, 100, 115, 137, 144, 151, 152 e 153, la proposta di un nuovo regolamento UNECE relativo all’omologazione dei dispositivi di retromarcia e dei veicoli a motore per quanto riguarda la sensibilizzazione dei conducenti verso la possibile presenza di utenti vulnerabili della strada dietro il veicolo, la proposta di un nuovo regolamento UNECE relativo all’omologazione dei veicoli a motore per quanto riguarda il sistema di monitoraggio alla partenza del veicolo per il rilevamento di pedoni e ciclisti, la proposta di un nuovo regolamento UNECE relativo ai registratori di dati di evento, le proposte di modifica dei GTR UNECE nn. 7, 15 e 18, la proposta di un nuovo regolamento tecnico mondiale relativo alla determinazione della potenza dei veicoli elettrici e la proposta di emendamenti alla<span>Mutual Resolution</span> M.R.3 relativa alla qualità dell’aria all’interno del veicolo. Il WP.29 dell’UNECE è inoltre chiamato ad adottare le proposte di autorizzazione all’elaborazione di una modifica del GTR UNECE n. 8 e di un nuovo GTR UNECE sulla durata delle batterie di bordo dei veicoli.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>È opportuno stabilire la posizione da adottare a nome dell’Unione in sede di WP.29 dell’UNECE riguardo all’adozione di tali proposte, poiché i regolamenti UNECE vincoleranno l’Unione e, unitamente ai regolamenti tecnici mondiali UNECE e alla<span>Mutual Resolution</span>, saranno tali da incidere in modo determinante sul contenuto del diritto unionale nel settore dell’omologazione dei veicoli.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Alla luce dell’esperienza e degli sviluppi tecnici occorre modificare o integrare le prescrizioni relative ad alcuni elementi o caratteristiche di cui ai regolamenti UNECE nn. 0, 13, 16, 17, 44, 55, 83, 93, 94, 95, 100, 115, 137, 144, 151, 152 e 153 e alla<span>Mutual Resolution</span> M.R.3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Occorre inoltre modificare alcune disposizioni dei GTR UNECE nn. 7, 15 e 18.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Al fine di tener conto del progresso tecnico e migliorare la sicurezza dei veicoli e il controllo delle emissioni, è necessario adottare due nuovi regolamenti UNECE, di cui uno relativo all’omologazione dei dispositivi di retromarcia e dei veicoli a motore per quanto riguarda la sensibilizzazione dei conducenti verso la possibile presenza di utenti vulnerabili della strada dietro il veicolo e uno relativo all’omologazione dei veicoli a motore per quanto riguarda il sistema di monitoraggio alla partenza del veicolo per il rilevamento di pedoni e ciclisti. Parallelamente deve essere adottato un nuovo regolamento tecnico mondiale relativo alla determinazione della potenza dei veicoli elettrici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Per permettere l’ulteriore elaborazione delle prescrizioni tecniche, è necessaria l’adozione delle proposte di autorizzazione all’elaborazione di una modifica del GTR UNECE n. 8 e di un nuovo GTR UNECE relativo alla durata delle batterie di bordo dei veicoli sulla base delle richieste delle parti contraenti dell’UNECE che sostengono i lavori riguardanti i GTR dell’UNECE o degli appositi organi sussidiari del WP.29 dell’UNECE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Al fine di garantire la coerenza dell’interpretazione dei regolamenti UNECE nn. 155 e 156, è opportuno adottare le proposte di documenti di interpretazione relativi a entrambi i regolamenti nonché la proposta di orientamenti sull’uso della banca dati per lo scambio di omologazioni di cui al regolamento UNECE n. 155.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Il 16 giugno 2020 il Consiglio ha adottato la decisione (UE) 2020/848 <a>(<span>4</span>)</a> relativa alla posizione da adottare in merito al GTR UNECE n. 7 e alle proposte di autorizzazione all’elaborazione di una modifica del GTR UNECE n. 8 e di un nuovo GTR UNECE relativo alla durata delle batterie di bordo dei veicoli riferita alla 181<span>a</span> sessione del WP.29 dell’UNECE che si è tenuta il 24 giugno 2020. Il WP.29 non è stato tuttavia in grado di esprimere un voto in tale sessione e ha deciso di ripresentare le proposte per la votazione nella sessione di novembre,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La posizione da adottare a nome dell’Unione nella 182 a sessione del Forum mondiale dell’UNECE per l’armonizzazione dei regolamenti sui veicoli, che si terrà il 10 novembre 2020, per quanto riguarda le proposte di modifica dei regolamenti UNECE nn. 0, 13, 16, 17, 44, 55, 83, 93, 94, 95, 100, 115, 137, 144, 151, 152 e 153, le proposte di modifica dei regolamenti tecnici mondiali nn. 7, 15 e 18, la proposta di modifica della Mutual Resolution M.R.3, le proposte di due nuovi regolamenti UNECE relativi ai dispositivi di retromarcia e ai sistemi di monitoraggio alla partenza del veicolo e la proposta di un nuovo regolamento tecnico mondiale relativo alla determinazione della potenza dei veicoli elettrici ( 5 ) è quella di votare a favore.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Fatto a Bruxelles, il 3 novembre 2020
Per il Consiglio
Il presidente
M. ROTH
<note>
( 1 ) Decisione 97/836/CE del Consiglio, del 27 novembre 1997, ai fini dell’adesione della Comunità europea all’accordo della commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite relativo all’adozione di prescrizioni tecniche uniformi applicabili ai veicoli a motore, agli accessori ed alle parti che possono essere installati e/o utilizzati sui veicoli a motore ed alle condizioni del riconoscimento reciproco delle omologazioni rilasciate sulla base di tali prescrizioni («Accordo del 1958 riveduto») ( GU L 346 del 17.12.1997, pag. 78 ).
( 2 ) Decisione 2000/125/CE del Consiglio, del 31 gennaio 2000, relativa alla conclusione dell’accordo sull’approvazione di regolamenti tecnici applicabili a livello mondiale ai veicoli a motore, agli accessori e alle parti che possono essere installati e/o utilizzati sui veicoli a motore («accordo parallelo») ( GU L 35 del 10.2.2000, pag. 12 ).
( 3 ) Regolamento (UE) 2018/858 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, relativo all’omologazione e alla vigilanza del mercato dei veicoli a motore e dei loro rimorchi, nonché dei sistemi, dei componenti e delle entità tecniche indipendenti destinati a tali veicoli, che modifica i regolamenti (CE) n. 715/2007 e (CE) n. 595/2009 e abroga la direttiva 2007/46/CE ( GU L 151 del 14.6.2018, pag. 1 ).
( 4 ) Decisione (UE) 2020/848 del Consiglio, del 16 giugno 2020, relativa alla posizione da adottare a nome dell’Unione europea in seno al Forum mondiale per l’armonizzazione dei regolamenti sui veicoli della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite per quanto riguarda le proposte di modifica dei regolamenti UNECE n. 13, 14, 16, 22, 30, 41, 78, 79, 83, 94, 95, 101, 108, 109, 117, 129, 137, 138, 140 e 152, le proposte di modifica dei regolamenti tecnici mondiali n. 3, 6, 7, 16 e 19, la proposta di modifica della risoluzione consolidata R.E.3. e le proposte di cinque nuovi regolamenti UNECE concernenti la sicurezza, le emissioni e l’automazione nel settore dei veicoli a motore ( GU L 196 del 19.6.2020, pag. 5 ).
( 5 ) Cfr. documento ST 11850/20 al seguente indirizzo http://register.consilium.europa.eu.
</note> | ITA | 32020D1637 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.7.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 168/27</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (PESC) 2023/1344 DEL CONSIGLIO
del 26 giugno 2023
a sostegno del potenziamento dell’efficacia operativa dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW)
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 28, paragrafo 1, e l’articolo 31, paragrafo 1,
vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 12 dicembre 2003 il Consiglio europeo ha adottato la strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa («strategia dell’UE»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La strategia dell’UE sottolinea il ruolo cruciale della convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione («CWC») e dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche («OPCW») per liberare il mondo dalle armi chimiche. Nell’ambito della strategia dell’UE, l’Unione si è impegnata ad adoperarsi per l’adesione universale ai principali trattati e accordi in materia di disarmo e non proliferazione, tra i quali la CWC.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Dal 2004 l’UE sostiene le attività dell’OPCW mediante le decisioni 2009/569/PESC <a>(<span>1</span>)</a>; 2012/166/PESC <a>(<span>2</span>)</a>; (PESC) 2015/259 <a>(<span>3</span>)</a>; (PESC) 2019/538 <a>(<span>4</span>)</a>; (PESC) 2021/1026 <a>(<span>5</span>)</a> e (PESC) 2021/2073 del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a> e le azioni comuni 2004/797/PESC <a>(<span>7</span>)</a>, 2005/913/PESC <a>(<span>8</span>)</a> e 2007/185/PESC del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È necessaria la prestazione costante da parte dell’Unione di assistenza intensiva e mirata all’OPCW nel contesto dell’attuazione pratica del capitolo III della strategia dell’UE. In particolare, sono necessarie ulteriori attività per potenziare l’efficacia operativa dell’OPCW e la capacità degli Stati parte della CWC di adempiere ai loro obblighi. È pertanto opportuno che l’Unione adotti la presente decisione al fine di fornire tale assistenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il segretariato tecnico dell’OPCW dovrebbe essere incaricato dell’esecuzione tecnica delle attività da realizzare a norma della presente decisione,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
1. In vista dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, l’UE sostiene l’attuazione e l’universalizzazione della convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione (“CWC») attraverso un’azione operativa.
2. L’azione di cui al paragrafo 1 ha gli obiettivi seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>verificare l’eliminazione delle scorte di armi chimiche e degli impianti di produzione, in funzione delle misure di verifica contenute nella CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>prevenire la ricomparsa e ridurre la minaccia rappresentata dall’uso di armi chimiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>rispondere in modo efficace e credibile all’uso e al presunto uso di armi chimiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>assicurare la preparazione tramite la fornitura di assistenza e protezione contro le armi chimiche, il loro uso, o la minaccia di uso, in conformità delle disposizioni dell’articolo X della CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>promuovere gli usi pacifici della chimica nello sviluppo economico e tecnologico mediante la cooperazione internazionale nel settore delle attività chimiche per gli scopi non vietati dalla CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>adoperarsi per l’adesione universale alla CWC; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>garantire che l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (‘OPCW‘) continui a rispondere allo scopo di gestire le sfide e le opportunità generate dai progressi scientifici e tecnologici.</p></td></tr></tbody></table>
3. L’azione di cui al paragrafo 1 è esposta in dettaglio nell’allegato della presente decisione.
Articolo 2
1. L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza («alto rappresentante») è responsabile dell’attuazione della presente decisione.
2. L’esecuzione tecnica dell’azione di cui all’articolo 1 è affidata al segretariato tecnico dell’OPCW.
3. L’OPCW svolge il compito di cui al paragrafo 2 sotto la supervisione dell’alto rappresentante. A tal fine l’alto rappresentante conclude gli accordi necessari con l’OPCW.
Articolo 3
1. L’importo di riferimento finanziario per l’esecuzione dell’azione di cui all’articolo 1 è pari a 5 350 000 EUR.
2. Le spese finanziate con l’importo di riferimento di cui al paragrafo 1 sono gestite secondo le norme e le procedure applicabili al bilancio generale dell’Unione.
3. La Commissione vigila sulla corretta gestione delle spese finanziate con l’importo di riferimento di cui al paragrafo 1. A tal fine essa conclude un accordo di contributo con l’OPCW. L’accordo di contributo prevede che l’OPCW assicuri la visibilità del contributo dell’Unione in funzione della sua entità.
4. La Commissione si adopera per concludere l’accordo di cui al paragrafo 3 non appena possibile a decorrere dall’entrata in vigore della presente decisione. Essa informa il Consiglio di ogni difficoltà in tale procedimento e della data di conclusione dell’accordo.
Articolo 4
1. L’alto rappresentante riferisce al Consiglio in merito all’attuazione della presente decisione sulla scorta delle relazioni periodiche dell’OPCW. Le relazioni dell’alto rappresentante formano la base della valutazione effettuata dal Consiglio.
2. La Commissione trasmette informazioni sugli aspetti finanziari dell’attuazione dell’azione di cui all’articolo 1.
Articolo 5
1. La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
2. La presente decisione cessa di produrre effetti 36 mesi dopo la conclusione dell’accordo di cui all’articolo 3, paragrafo 3. Tuttavia, essa cessa di produrre effetti sei mesi dopo la data di entrata in vigore se non è stato concluso alcun accordo entro tale termine.
Fatto a Lussemburgo, il 26 giugno 2023
Per il Consiglio
Il presidente
J. BORRELL FONTELLES
( 1 ) Decisione 2009/569/PESC del Consiglio, del 27 luglio 2009, a sostegno delle attività svolte dall’OPCW nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 197 del 29.7.2009, pag. 96 ).
( 2 ) Decisione 2012/166/PESC del Consiglio, del 23 marzo 2012, a sostegno delle attività svolte dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 87 del 24.3.2012, pag. 49 ).
( 3 ) Decisione (PESC) 2015/259 del Consiglio, del 17 febbraio 2015, a sostegno delle attività svolte dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 43 del 18.2.2015, pag. 14 ).
( 4 ) Decisione (PESC) 2019/538 del Consiglio, del 1 o aprile 2019, a sostegno delle attività svolte dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 93 del 2.4.2019, pag. 3 ).
( 5 ) Decisione (PESC) 2021/1026 del Consiglio, del 21 giugno 2021, a sostegno del programma di cibersicurezza e ciberresilienza e di garanzia di sicurezza delle informazioni dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 224 del 24.6.2021, pag. 24 ).
( 6 ) Decisione (PESC) 2021/2073 del Consiglio, del 25 novembre 2021, a sostegno del potenziamento dell’efficacia operativa dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) mediante immagini satellitari ( GU L 421 del 26.11.2021, pag. 65 ).
( 7 ) Azione comune 2004/797/PESC del Consiglio, del 22 novembre 2004, sul sostegno alle attività svolte dall’OPCW nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 349 del 25.11.2004, pag. 63 ).
( 8 ) Azione comune 2005/913/PESC del Consiglio, del 12 dicembre 2005, a sostegno delle attività svolte dall’OPCW nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 331 del 17.12.2005, pag. 34 ).
( 9 ) Azione comune 2007/185/PESC del Consiglio, del 19 marzo 2007, a sostegno delle attività svolte dall’OPCW nell’ambito dell’attuazione della strategia dell’UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa ( GU L 85 del 27.3.2007, pag. 10 ).
ALLEGATO
Sostegno dell'Unione europea al potenziamento dell'efficacia operativa dell'OPCW — UE 2023
1. Contesto
Nel dicembre 2003 l'Unione europea (UE) ha adottato la strategia dell'UE contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa (strategia dell'UE), in cui ha riconosciuto la minaccia che le armi di distruzione di massa rappresentano per la pace e la sicurezza internazionali. La strategia dell'UE sottolinea il ruolo cruciale della convenzione sulle armi chimiche (CWC) e dell'OPCW per liberare il mondo dalle armi chimiche. Gli obiettivi della strategia dell'UE sono complementari a quelli della CWC. Dall'adozione della strategia dell'UE, l'UE e l'OPCW hanno proseguito la cooperazione, anche attraverso una serie di azioni comuni e decisioni del Consiglio ( 1 ) .
L'OPCW ha ricevuto il sostegno costante dell'UE nell'attuazione del suo mandato, il che riflette il continuo impegno a favore della piena attuazione della CWC, anche mediante 38,2 milioni di EUR di contributi volontari erogati attraverso il bilancio della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dal 2004. L'OPCW accoglie con favore il continuo impegno dell'UE a sostenere l'OPCW nei suoi sforzi per conseguire l'obiettivo della convenzione: liberare il mondo dalle armi chimiche, contribuendo in tal modo alla pace e alla sicurezza internazionali. Inoltre, riconoscendo le sfide emergenti, l'OPCW accoglie altresì con favore l'interesse di lunga data dell'UE a rafforzare il suo sostegno alle squadre tecniche dell'OPCW, che nel quadro della convenzione, se necessario, forniscono agli Stati parte assistenza nell'attuazione pratica dei capitoli II e III della strategia dell'UE.
Un contesto di sicurezza internazionale dinamico rende la missione dell'OPCW quanto mai pertinente. La quinta conferenza di revisione, l'imminente traguardo della distruzione completa delle scorte dichiarate di armi chimiche nonché l'apertura del nuovo Centro per la chimica e la tecnologia presentano opportunità ma presentano anche sfide per l'OPCW. Affinché l'Organizzazione possa mantenere la sua rilevanza nella fase successiva alla distruzione, l'impegno strategico è essenziale. Il rapporto di partenariato e il sostegno attraverso il bilancio della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell'UE si sono dimostrati fondamentali per aiutare l'OPCW nella promozione e nell'attuazione dei suoi obiettivi principali, amplificando altresì l'impatto delle attività dell'OPCW.
2. Finalità del progetto
2.1. Obiettivi generali del progetto
L'obiettivo generale del progetto è garantire che il segretariato sia in grado di agevolare e migliorare l'attuazione della convenzione ad opera degli Stati parte. Tale sostegno contribuirebbe alla pace e alla sicurezza internazionali attraverso un'efficace attuazione del mandato dell'OPCW. Contribuirebbe inoltre a prevenire la ricomparsa di armi chimiche, promuovendo nel contempo usi pacifici della chimica. L'attuazione del progetto, ove applicabile nelle attività proposte, terrà in debita considerazione la diversità di genere.
2.2. Obiettivi specifici
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Verificare l'eliminazione delle scorte di armi chimiche e degli impianti di produzione, in funzione delle misure di verifica contenute nella CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>prevenire la ricomparsa e ridurre la minaccia di uso mediante la non proliferazione delle armi chimiche nonché l'applicazione delle misure di verifica e attuazione previste nella convenzione, che contribuiscono altresì a rafforzare la fiducia tra gli Stati parte;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>rispondere in modo efficace e credibile all'uso e al presunto uso di armi chimiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>assicurare la preparazione mediante la fornitura di assistenza e protezione contro le armi chimiche, il loro uso o la minaccia di uso in conformità delle disposizioni dell'articolo X della CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>promuovere usi pacifici della chimica nello sviluppo economico e tecnologico mediante la cooperazione internazionale nel settore delle attività chimiche per scopi non vietati dalla CWC, in conformità delle disposizioni dell'articolo XI della CWC;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>promuovere l'adesione universale alla CWC; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>garantire iniziative sostanziali in materia di sviluppo delle capacità, nonché un'organizzazione che continui a essere in grado di gestire le sfide e le opportunità generate dai progressi scientifici e tecnologici.</p></td></tr></tbody></table>
2.3. Risultati perseguiti
Il progetto contribuisce a perseguire i seguenti risultati:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>una risposta efficace agli sviluppi scientifici e tecnologici per rafforzare il regime di verifica dell'OPCW;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la prevenzione della ricomparsa e il contrasto/la riduzione della minaccia rappresentata dall'uso di armi chimiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>risposte efficaci al presunto uso di armi chimiche;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il rafforzamento delle capacità degli Stati parte di adempiere agli obblighi di cui all'articolo X;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il rafforzamento della leadership globale e della voce autorevole dell'OPCW in materia di non proliferazione e disarmo delle armi chimiche; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la promozione dell'adesione universale alla CWC.</p></td></tr></tbody></table>
3. Descrizione delle attività
Attività connesse al risultato 1 — Una risposta efficace agli sviluppi scientifici e tecnologici per rafforzare il regime di verifica dell'OPCW
Tali attività riguarderanno in particolare i seguenti aspetti: porre in atto le attività del segretariato attraverso il ricorso a un Centro di chimica e tecnologia adeguato allo scopo e integrato; fornire una piattaforma per un più ampio dialogo in materia di capacità e usi pacifici della chimica, quali, tra l'altro, gemellaggi tra laboratori, formazioni in laboratorio, ricerca scientifica (ad esempio sviluppando metodologie per i laboratori di polizia scientifica); rafforzare la preparazione dell'OPCW nella gestione dei progressi scientifici e tecnologici, anche attraverso l'attuazione di determinate raccomandazioni prioritarie formulate dal comitato scientifico consultivo dell'OPCW; rafforzare le capacità operative dell'OPCW per la preparazione e il dispiegamento delle missioni, come la sperimentazione, la convalida di nuove tecnologie/attrezzature e la formazione al riguardo.
Attività connesse al risultato 2 — Prevenzione della ricomparsa e contrasto/riduzione della minaccia rappresentata dall'uso di armi chimiche
Tali attività si concentreranno sui seguenti aspetti: rafforzare le capacità degli Stati parte e di altri pertinenti portatori di interessi di rispondere alla minaccia delle armi chimiche attraverso formazioni e seminari dedicati riguardanti, tra l'altro, le capacità di prima risposta e il controllo delle frontiere; consentire l'attuazione di determinate raccomandazioni prioritarie formulate, tra l'altro, dal gruppo di lavoro aperto sul terrorismo, anche attraverso esercizi di simulazione a tavolino; ampliare il dialogo con l'industria e il commercio di prodotti chimici attraverso meccanismi di coordinamento quali i gruppi di lavoro e i comitati IUPAC.
Attività connesse al risultato 3 — Risposte efficaci al presunto uso di armi chimiche
Tali attività saranno incentrate sul rafforzamento delle pertinenti misure di verifica e dell'attuazione delle decisioni applicabili (tra cui EC-M-33/DEC.1, UNSC-R2118 (2013), C-SS-4/DEC.3, EC-94/DEC.2 e C-25/DEC.9) riguardo alle modalità per affrontare la minaccia derivante dall'uso di armi chimiche, nonché sull'ulteriore sviluppo delle capacità di risposta alle richieste di assistenza degli Stati parte in relazione al presunto uso.
Attività connesse al risultato 4 — Rafforzamento delle capacità degli Stati parte di adempiere agli obblighi di cui all'articolo X
Tali attività mireranno ad aumentare le capacità di risposta degli Stati parte, ai sensi dei requisiti pertinenti di cui all'articolo X in materia di assistenza e protezione; a migliorare la pianificazione della protezione a livello nazionale; a intensificare gli effetti deterrenti, ad esempio attraverso il sostegno ai preparativi in materia di CBRNE in vista di importanti eventi pubblici.
Attività connesse al risultato 5 — Rafforzamento della leadership globale e della voce autorevole dell'OPCW in materia di non proliferazione e disarmo delle armi chimiche
Tali attività rafforzeranno il ruolo dell'OPCW volto a promuovere gli usi pacifici e autorizzati della chimica presso un pubblico sempre più diversificato attraverso appositi strumenti online; a intensificare il dialogo con i portatori di interessi esterni, come le donne, i giovani e i dirigenti; a individuare i destinatari, tra cui la società civile e le ONG, per iniziative specifiche di sviluppo delle capacità; a sviluppare e attuare ulteriormente un partenariato UE-OPCW più approfondito.
Attività connesse al risultato 6 — Promozione di una maggiore adesione alla CWC
Tali attività sosterranno gli sforzi dell'OPCW per giungere alla piena adesione di uno o di tutti i restanti quattro Stati che non sono parte della convenzione; garantiranno ulteriormente la capacità e i preparativi dell'OPCW mediante la creazione di scenari e potenzieranno le capacità e gli strumenti del segretariato per rafforzare l'attuazione del regime di verifica della convenzione in caso di adesione di uno Stato detentore.
4. Beneficiari
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 1
Personale e squadre del segretariato dell'OPCW e parti interessate della CWC, compresi, tra l'altro, gli Stati parte, le autorità nazionali, la società civile, le unità di protezione civile, le università, i laboratori partner, le organizzazioni internazionali e intergovernative, il pubblico.
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 2
Personale e squadre del segretariato dell'OPCW e parti interessate della CWC, compresi, tra l'altro, gli Stati parte, le autorità nazionali, l'industria, le organizzazioni internazionali e intergovernative e il pubblico.
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 3
Personale e squadre del segretariato dell'OPCW e parti interessate della CWC, compresi, tra l'altro, gli Stati parte, le autorità nazionali, le organizzazioni internazionali e intergovernative e il pubblico.
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 4
Parti interessate della CWC, compresi, tra l'altro, gli Stati parte, le autorità nazionali, le unità di protezione civile e il pubblico.
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 5
Personale e squadre del segretariato dell'OPCW e parti interessate della CWC, compresi, tra l'altro, gli Stati parte, le autorità nazionali, la società civile, le università e il pubblico.
Beneficiari delle attività nell'ambito del risultato 6
Personale e squadre del segretariato dell'OPCW e parti interessate della CWC, compresi gli Stati parte e gli Stati che non sono parte della convenzione .
5. Durata
L'azione sarà attuata nell'arco di un periodo di 36 mesi, ad eccezione delle attività nell'ambito del risultato 3, che saranno attuate nell'arco di un periodo di 12 mesi.
6. Organismo incaricato dell'attuazione
L'attuazione tecnica delle suddette proposte di attività è affidata al segretariato dell'OPCW. La responsabilità finale dell'attuazione di tali attività dinanzi alla Commissione spetta all'OPCW.
<note>
( 1 ) Tra cui l'azione comune 2004/797/PESC (scaduta), l'azione comune 2005/913/PESC (scaduta), l'azione comune 2007/185/PESC (scaduta), la decisione 2009/569/PESC (scaduta), l'azione comune 2012/166/PESC (scaduta), la decisione 2015/259 (prorogata con la decisione 2018/294, scaduta), la decisione 2017/2302 (prorogata con la decisione 2019/1092, scaduta), la decisione 2017/2303 (prorogata con la decisione 2018/1943 e la decisione 2019/2112, scaduta), la decisione 2019/538 (in vigore fino ad aprile 2023), la decisione 2021/1026 (in vigore fino ad agosto 2023) e la decisione 2021/2073 (in vigore fino a dicembre 2025).
</note> | ITA | 32023D1344 |
02013R1321 — IT — 19.04.2022 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 1321/2013 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 10 dicembre 2013</p><p>che istituisce un elenco dell’Unione di prodotti primari aromatizzanti di affumicatura autorizzati all’utilizzo come tali nei o sui prodotti alimentari e/o per la produzione di aromatizzanti di affumicatura derivati</p><p><a>(Testo rilevante ai fini del SEE)</a></p><p>(GU L 333 del 12.12.2013, pag. 54)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2022/502 DELLA COMMISSIONE del 29 marzo 2022</a></p></td><td><p>  L 102</p></td><td><p>6</p></td><td><p>30.3.2022</p></td></tr></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 1321/2013 DELLA COMMISSIONE
del 10 dicembre 2013
che istituisce un elenco dell’Unione di prodotti primari aromatizzanti di affumicatura autorizzati all’utilizzo come tali nei o sui prodotti alimentari e/o per la produzione di aromatizzanti di affumicatura derivati
(Testo rilevante ai fini del SEE)
Articolo 1
L’elenco dei prodotti primari autorizzati aromatizzanti di affumicatura, con l’esclusione di tutti gli altri nell’Unione, destinati ad essere utilizzati nei o sui prodotti alimentari e/o per la produzione di aromatizzanti di affumicatura derivati, come stabilito all’articolo 6 del regolamento (CE) n. 2065/2003, figura nell’allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
L’elenco degli aromatizzanti di affumicatura autorizzati si applica a decorrere dal 1 o gennaio 2014.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
ALLEGATO
Elenco dell’Unione di prodotti primari aromatizzanti di affumicatura autorizzati all’utilizzo come tali nei o sui prodotti alimentari e/o per la produzione di aromatizzanti di affumicatura derivati
Nota 1: I tenori massimi si riferiscono ai tenori nei o sui prodotti alimentari commercializzati. In deroga a tale principio, per gli alimenti essiccati e/o concentrati che devono essere ricostituiti, i tenori massimi si applicano ai prodotti alimentari ricostituiti secondo le istruzioni indicate sull’etichetta, tenendo conto del fattore minimo di diluizione. Se i prodotti primari sono utilizzati per la produzione di aromatizzanti di affumicatura derivati, i tenori massimi vanno adeguati di conseguenza.
Nota 2: Se si utilizzano combinazioni di aromatizzanti di affumicatura nei o sui prodotti alimentari, i singoli tenori vanno ridotti proporzionalmente.
Nota 3: Nei casi in cui l’impiego di aromatizzanti di affumicatura è consentito nelle carni trasformate (categoria di alimenti 8.2) o nel pesce e nei prodotti della pesca trasformati (categoria di alimenti 9.2) e tali alimenti sono affumicati in una camera di affumicatura con la rigenerazione di fumo e utilizzando questi aromatizzanti di affumicatura consentiti, l’impiego deve essere conforme alle buone prassi di fabbricazione.
Nota 4: La presenza di aromatizzanti di affumicatura è autorizzata:
a) in un alimento composto diverso da quelli figuranti nell’allegato, se il prodotto primario è consentito in uno degli ingredienti dell’alimento composto;
b) in un alimento destinato a essere utilizzato soltanto nella preparazione di un alimento composto, a condizione che l’alimento composto sia conforme al presente regolamento.
Ciò non si applica ad alimenti per lattanti, alimenti di proseguimento, alimenti a base di cereali, alimenti per la prima infanzia e alimenti dietetici per fini medici speciali destinati ai lattanti e ai bambini, di cui alla direttiva 2009/39/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, relativa ai prodotti alimentari destinati a un’alimentazione particolare ( 1 ).
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-001</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Scansmoke PB 1110</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p><span><a><span>►M1</span></a></span> proFagus GmbH<span> ◄</span></p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p><span><a><span>►M1</span></a></span> <br/> Uslarer Str. 30<br/> 37194 Bodenfelde<br/> GERMANIA<span> ◄</span></p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>90 % faggio (<span>Fagus sylvatica</span>), 10 % quercia (<span>Quercus alba</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 1–2,9</p></div><div><p>— Acqua: 7,0-56,0 %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 8 - 12 %</p></div><div><p>— Composti carbonilici: 17 - 25 %</p></div><div><p>— Fenoli (syringol, mg/g): 0,5 – 20,1</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo mg/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>0,002</p></td></tr><tr><td><p>3.  Gelati</p></td><td><p>0,005</p></td></tr><tr><td><p>5.  Prodotti di confetteria</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>1</span>)</a></p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>2,3</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,23</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>12.7.  Insalate e pasta da spalmare a base di aromi</p></td><td><p>0,23</p></td></tr><tr><td><p>14.1.  Bevande analcoliche</p></td><td><p>0,02</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,02</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr><tr><td><div><a>(<span>1</span>)   </a><p>GU L 139 del 30.4.2004, pag. 55.</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-002</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Zesti Smoke Code 10</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Mastertaste</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Draycott Mills</p><p>Cam</p><p>Dursley</p><p>Gloucestershire GL11 5NA</p><p>REGNO UNITO</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiale di base</p><p>50-60 % hickory (<span>Carya ovata</span>), 40-50 % quercia (<span>Quercus alba</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH:2,0-2,5</p></div><div><p>— Acqua: 62,3-65,7 %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 10,5-11 %</p></div><div><p>— Composti carbonilici (g/100 ml): 15–25</p></div><div><p>— Fenoli (mg/ml): 12-22</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>0,50</p></td></tr><tr><td><p>1.8.  Prodotti sostitutivi dei prodotti lattiero-caseari, compresi i preparati per la macchiatura di bevande</p></td><td><p>0,50</p></td></tr><tr><td><p>4.2.  Ortofrutticoli trasformati</p></td><td><p>0,30</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,30</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>12.9.  Prodotti a base di proteine, tranne i prodotti di cui alla categoria 1.8</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-003</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Smoke concentrate 809045</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Symrise AG</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Mühlenfeldstraße 1</p><p>37603 Holzminden</p><p>GERMANIA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiale di base</p><p>Faggio (<span>Fagus sylvatica</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 2-3</p></div><div><p>— Acqua: 5-15 %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 8-15 %</p></div><div><p>— Composti carbonilici 10-20 %</p></div><div><p>— Fenoli: 0,2-0,6 %</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.  Prodotti lattieri e prodotti analoghi</p></td><td><p>0,50</p></td></tr><tr><td><p>4.2.  Ortofrutticoli trasformati</p></td><td><p>0,30</p></td></tr><tr><td><p>6.4.5.  Ripieni di paste alimentari farcite (ravioli e prodotti analoghi)</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>7.1.  Pane e panini</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>7.2.  Prodotti da forno fini</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>8.  Carni</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>12.7.  Insalate e pasta da spalmare a base di aromi</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>12.9.  Prodotti a base di proteine, tranne i prodotti di cui alla categoria 1.8</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-004</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Scansmoke SEF 7525</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Azelis Denmark A/S</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Lundtoftegaardsvej 95</p><p>2800 Lyngby</p><p>DANIMARCA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>35 % quercia rossa (<span>Quercus rubra</span>), 35 % quercia bianca (<span>Quercus alba</span>), 10 % acero (<span>Acer saccharum</span>), 10 % faggio (<span>Fagus grandifolia</span>) e 10 % hickory (<span>Carya ovata</span>).</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— Acqua: 0,3–0,9 wt%</p></div><div><p>— Acido (espresso in acido acetico): 0,09–0,25 meq/g</p></div><div><p>— Composti carbonilici 1,2-3,0 wt %</p></div><div><p>— Fenoli: 8–12 wt %</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.  Prodotti lattieri e prodotti analoghi</p></td><td><p>0,16</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>4.2.  Ortofrutticoli trasformati</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>5.  Prodotti di confetteria</p></td><td><p>0,08</p></td></tr><tr><td><p>6.  Cereali e prodotti a base di cereali</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>7.1.  Pane e panini</p></td><td><p>0,08</p></td></tr><tr><td><p>7.2.  Prodotti da forno fini</p></td><td><p>0,08</p></td></tr><tr><td><p>8.  Carni</p></td><td><p>0,16</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>0,16</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>0,16</p></td></tr><tr><td><p>10.2.  Uova e ovoprodotti trasformati</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>0,18</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>12.7.  Insalate e pasta da spalmare a base di aromi</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>12.9.  Prodotti a base di proteine, tranne i prodotti di cui alla categoria 1.8</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>14.1.  Bevande analcoliche</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,05</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>0,08</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-005</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>SmokEz C-10</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Red Arrow Products Company LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>P.O. Box 1537</p><p>633 South 20th Street</p><p>Manitowoc, WI 54221-1537</p><p>USA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><div><p>Acero (<span>Acer saccharum</span>): 25-60 %</p></div><div><p>Quercia (<span>Quercus alba</span>): 10-40 %</p></div><div><p>Hickory (<span>Carya ovata</span>): 10-25 %</p></div><div><p>Frassino (<span>Fraxinus americana</span>), betulla (<span>Betula papyrifera</span> e<span>Betula alleghanisensis</span>), ciliegio (<span>Prunus serotina</span>), faggio (<span>Facus grandifolia</span>): 0-15 % (in totale)</p></div><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 2,1–2,6</p></div><div><p>— Acqua: 60,7-65,1 %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 10,5–12,0 wt %</p></div><div><p>— Composti carbonilici 12,0-17,0 wt %</p></div><div><p>— Fenoli: 10,0–15,0 mg/ml</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>0,20</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse e prodotti simili</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>3,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-006</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>SmokEz Enviro-23</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Red Arrow Products Company LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>P.O. Box 1537</p><p>633 South 20th Street</p><p>Manitowoc, WI 54221- 1537</p><p>USA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><div><p>Acero (<span>Acer saccharum</span>): 25-65 %</p></div><div><p>Quercia (<span>Quercus alba</span>): 20-75 %</p></div><div><p>Hickory (<span>Carya ovata</span>), frassino (<span>Fraxinus americana</span>), betulla (<span>Betula papyrifera</span> e<span>Betula alleghanisensis</span>), ciliegio (<span>Prunus serotina</span>), faggio (<span>Facus grandifolia</span>): 0 - 15 % (in totale)</p></div><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 2,8–3,2</p></div><div><p>— Acqua: 57,0-64,4 %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 6,0–7,0 wt %</p></div><div><p>— Composti carbonilici 16,0-24,0 wt %</p></div><div><p>— Fenoli: 10,0–16,0 mg/ml</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>5,0</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>5,0</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>2,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-007</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Tradismoke<span>TM</span> A MAX</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Nactis</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>36, rue Gutenberg — ZI La Marinière</p><p>91070 Bondoufle</p><p>FRANCIA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>Faggio (<span>Fagus grandifolia</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 1,5–2,5</p></div><div><p>— Acqua: 50-58 wt %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 13–16 wt %</p></div><div><p>— Composti carbonilici: 17-22 wt %</p></div><div><p>— Fenoli: 30–45 mg/ml</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.4.  Prodotti aromatizzati a base di latte fermentato, compresi i prodotti trattati termicamente</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>1.6.3.  Altri tipi di panna</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>1.7.3.  Croste di formaggio commestibili</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>1.7.5.  Formaggi fusi</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,50</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>14.1.  Bevande analcoliche</p></td><td><p>0,10</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,10</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>1,0</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-008</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>proFagus-Smoke R709</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>ProFagus Gmbh</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Uslarer Strasse 30</p><p>37194 Bodenfelde</p><p>GERMANIA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>90 % faggio (<span>Fagus sylvatica</span>), 10 % quercia (<span>Quercus alba</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— pH: 2,0–2,5</p></div><div><p>— Acqua: 76,7-83,5 %</p></div><div><p>— Acido (espresso in acido acetico): 10,5–12,5 meq/g</p></div><div><p>— Composti carbonilici: 5–10 wt %</p></div><div><p>— Fenoli: 5–10 wt %</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>0,002</p></td></tr><tr><td><p>3.  Gelati</p></td><td><p>0,005</p></td></tr><tr><td><p>4.2.  Ortofrutticoli trasformati</p></td><td><p>0,55</p></td></tr><tr><td><p>5.  Prodotti di confetteria</p></td><td><p>0,10</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>4,0</p></td></tr><tr><td><p>12.4.  Senape</p></td><td><p>0,10</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,28</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>1,5</p></td></tr><tr><td><p>12.7.  Insalate e pasta da spalmare a base di aromi</p></td><td><p>0,40</p></td></tr><tr><td><p>14.1.  Bevande analcoliche</p></td><td><p>0,10</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,02</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>2,5</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-009</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>Fumokomp</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Kompozíció Kft</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Kompozíció Kft</p><p>2053 Herceghalom</p><p>UNGHERIA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>85 % faggio (<span>Fagus sylvatica</span>), 15 % carpino (<span>Carpinus betulus</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— Tenore di acqua: < 2 w/w %</p></div><div><p>— Acido % (espresso in acido acetico): 1–8 w/w %</p></div><div><p>— Composti carbonilici: 25–30 w/w %</p></div><div><p>— Fenoli: 15–60 w/w %</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.4.  Prodotti aromatizzati a base di latte fermentato, compresi i prodotti trattati termicamente</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>1.6.3.  Altri tipi di panna</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>1.8.  Prodotti sostitutivi dei prodotti lattiero-caseari, compresi i preparati per la macchiatura di bevande</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>3.  Gelati</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>4.2.  Ortofrutticoli trasformati</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>5.  Prodotti di confetteria</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>6.3.  Cereali per prima colazione</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>6.4.5.  Ripieni di paste alimentari farcite (ravioli e prodotti analoghi)</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>6.5.  Tagliatelle</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>6.6.  Pastelle</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>6.7.  Cereali precotti o trasformati</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>7.1.  Pane e panini</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>7.2.  Prodotti fini da forno</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>8.  Carni</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>10.2.  Uova e ovoprodotti trasformati</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.2.  Erbe aromatiche, spezie e condimenti</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.3.  Aceto</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.4.  Senape</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.5.  Zuppe, minestre e brodi</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.6.  Salse</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.7.  Insalate e pasta da spalmare a base di aromi</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>12.9.  Prodotti a base di proteine, tranne i prodotti di cui alla categoria 1.8</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>13.3.  Alimenti dietetici contro l’aumento di peso, che sostituiscono l’alimentazione quotidiana o un pasto</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>13.4.  Alimenti adatti alle persone intolleranti al glutine, quali definiti dal regolamento (CE) n. 41/2009 della Commissione <a>(<span>1</span>)</a></p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>14.1.4.  Bevande aromatizzate</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>14.1.5.2.  Altro</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>16.  Dessert, tranne i prodotti compresi nelle categorie 1, 3 e 4</p></td><td><p>0,06</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr><tr><td><div><a>(<span>1</span>)   </a><p>GU L 16 del 21.1.2009, pag. 3.</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Codice univoco</p></td><td><p>SF-010</p></td></tr><tr><td><p>Denominazione del prodotto</p></td><td><p>AM 01</p></td></tr><tr><td><p>Nome del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>AROMARCO, S.r.o</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo del titolare dell’autorizzazione</p></td><td><p>Mlynská 15</p><p>929 01 Dunajská Streda</p><p>SLOVACCHIA</p></td></tr><tr><td><p>Descrizione e caratterizzazione del prodotto</p></td><td><p>1.  Materiali di base:</p><p>Faggio (<span>Fagus sylvatica</span>)</p><p>2.  Specifiche:</p><div><p>— Solvente: Miscela etanolo/acqua (circa 60/40 wt %)</p></div><div><p>— Acido (espresso in acido acetico): 3,5–5,2 g/kg</p></div><div><p>— Composti carbonilici: 6,0–10,0 g/kg</p></div><div><p>— Fenoli: 8,0–14,0 g/kg</p></div><p>3.  Criteri di purezza:</p><div><p>— Piombo: < 5,0 mg/kg</p></div><div><p>— Arsenico: < 3,0 mg/kg</p></div><div><p>— Cadmio: < 1,0 mg/kg</p></div><div><p>— Mercurio: < 1,0 mg/kg</p></div></td></tr><tr><td><p>Condizioni d’impiego</p></td><td><p>Categoria di alimenti</p></td><td><p>Tenore massimo g/kg</p></td></tr><tr><td><p>1.4.  Prodotti aromatizzati a base di latte fermentato, compresi i prodotti trattati termicamente</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>1.6.3.  Altri tipi di panna</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>1.7.  Formaggio e prodotti caseari</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>1.8.  Prodotti sostitutivi dei prodotti lattiero-caseari, compresi i preparati per la macchiatura di bevande</p></td><td><p>0,60</p></td></tr><tr><td><p>2.  Oli e grassi ed emulsioni di oli e grassi</p></td><td><p>0,40</p></td></tr><tr><td><p>8.1.2.  Preparazioni di carni, quali definite dal regolamento (CE) n. 853/2004</p></td><td><p>0,85</p></td></tr><tr><td><p>8.2.  Carne trasformata</p></td><td><p>0,85</p></td></tr><tr><td><p>9.2.  Pesce e prodotti della pesca trasformati, compresi molluschi e crostacei</p></td><td><p>0,80</p></td></tr><tr><td><p>9.3.  Uova di pesce</p></td><td><p>0,80</p></td></tr><tr><td><p>14.2.  Bevande alcoliche, comprese le bevande analoghe analcoliche e a basso tenore alcolico</p></td><td><p>0,02</p></td></tr><tr><td><p>15.  Salatini e snack pronti al consumo</p></td><td><p>1,30</p></td></tr><tr><td><p>Data d'inizio della validità dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2014</p></td></tr><tr><td><p>Data di scadenza dell’autorizzazione del prodotto</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2024</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) GU L 124 del 20.5.2009, pag. 21.
</note> | ITA | 02013R1321-20220419 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.7.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>C 304/14</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO
del 18 giugno 2021
che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2021 della Danimarca
(2021/C 304/04)
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche ( 1 ) , in particolare l'articolo 9, paragrafo 2,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
previa consultazione del comitato economico e finanziario,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 20 marzo 2020 la Commissione ha adottato una comunicazione sull'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita. La clausola di salvaguardia generale di cui all'articolo 5, paragrafo 1, all'articolo 6, paragrafo 3, all'articolo 9, paragrafo 1, e all'articolo 10, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 1466/97 e all'articolo 3, paragrafo 5, e all'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a> facilita il coordinamento delle politiche di bilancio in tempi di grave recessione economica. In tale comunicazione la Commissione ha considerato che, tenuto conto della prevista grave recessione economica dovuta alla pandemia di COVID-19, fossero soddisfatte le condizioni per attivare la clausola di salvaguardia generale. Il 23 marzo 2020 i ministri delle Finanze degli Stati membri hanno concordato con la valutazione della Commissione. La clausola di salvaguardia generale ha permesso agli Stati membri la flessibilità di bilancio per far fronte alla crisi COVID-19. Essa ha facilitato il coordinamento delle politiche di bilancio in tempi di grave recessione economica. La sua attivazione consente una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine di ciascuno Stato membro, a condizione che la sostenibilità di bilancio a medio termine non ne risulti compromessa. Il 17 settembre 2020, nella comunicazione sulla strategia annuale per la crescita sostenibile 2021, la Commissione ha annunciato che la clausola di salvaguardia generale sarebbe rimasta attiva nel 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 20 luglio 2020 il Consiglio ha adottato una raccomandazione <a>(<span>3</span>)</a> («raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020»). Ha raccomandato alla Danimarca di attuare, in linea con la clausola di salvaguardia generale, tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di COVID-19 e sostenere l'economia e la successiva ripresa. Ha inoltre raccomandato alla Danimarca, quando le condizioni economiche lo consentano, di perseguire politiche di bilancio volte a conseguire posizioni di bilancio a medio termine prudenti e ad assicurare la sostenibilità del debito, migliorando nel contempo gli investimenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Next Generation EU, in particolare il dispositivo per la ripresa e la resilienza, garantirà una ripresa sostenibile, inclusiva ed equa. Il regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a> che ha istituito il dispositivo per la ripresa e la resilienza è entrato in vigore il 19 febbraio 2021. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza fornirà sostegno finanziario per l'attuazione delle riforme e degli investimenti, con uno stimolo di bilancio finanziato dall'Unione. Contribuirà alla ripresa economica e all'attuazione di investimenti e riforme sostenibili e propizi per la crescita, in particolare per promuovere la transizione verde e digitale, e rafforzerà la resilienza e la crescita potenziale delle economie degli Stati membri. Aiuterà quindi anche le finanze pubbliche a tornare su posizioni più favorevoli a breve termine, contribuirà al rafforzamento delle finanze pubbliche sostenibili e alla crescita e alla creazione di posti di lavoro nel medio e lungo periodo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 3 marzo 2021 la Commissione ha adottato una comunicazione che dà orientamenti politici per agevolare il coordinamento delle politiche di bilancio e la preparazione dei programmi di stabilità e convergenza degli Stati membri. In considerazione dei bilanci nazionali e del dispositivo per la ripresa e la resilienza, l'orientamento generale della politica di bilancio dovrebbe continuare a sostenere la ripresa nel 2021 e nel 2022. Allo stesso tempo, data la prospettiva di una graduale normalizzazione dell'attività economica nella seconda metà del 2021, le politiche di bilancio degli Stati membri dovrebbero differenziarsi ulteriormente nel 2022. Le politiche di bilancio degli Stati membri dovrebbero tenere conto dello stato della ripresa, della sostenibilità di bilancio e della necessità di ridurre le divergenze economiche, sociali e territoriali. Data la necessità di favorire una ripresa sostenibile per l'Unione, gli Stati membri che presentano bassi rischi per la sostenibilità dovrebbero orientare il bilancio verso il mantenimento di una politica di bilancio a sostegno della ripresa nel 2022, tenendo conto dell'impatto del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Gli Stati membri con livelli di debito elevati dovrebbero perseguire politiche di bilancio prudenti, preservando allo stesso tempo gli investimenti finanziati a livello nazionale e utilizzando le sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza per finanziare nuovi progetti di investimento di elevata qualità e riforme strutturali. Per il periodo successivo al 2022 le politiche di bilancio dovrebbero continuare a tenere conto della solidità della ripresa, del grado di incertezza economica e delle considerazioni relative alla sostenibilità di bilancio. Il riorientamento delle politiche di bilancio verso posizioni di bilancio prudenti a medio termine, anche attraverso l'eliminazione graduale delle misure di sostegno a tempo debito, contribuirà a garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nella comunicazione del 3 marzo 2021, la Commissione ha inoltre ritenuto che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell'economia, prendendo come criterio quantitativo principale il livello di attività economica nell'Unione o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi (fine 2019). Sulla base delle previsioni di primavera 2021 della Commissione, il 2 giugno 2021 la Commissione ha considerato soddisfatte le condizioni per mantenere la clausola di salvaguardia generale nel 2022 e per disattivarla a partire dal 2023. Dopo la disattivazione della clausola di salvaguardia generale si continuerà a tenere debito conto della situazione specifica di ciascun paese.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il 29 aprile 2021 la Danimarca ha presentato il suo programma di convergenza 2021, in linea con l'articolo 8 del regolamento (CE) n. 1466/97.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nel 2020, sulla base dei dati convalidati da Eurostat, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche della Danimarca è stato pari all'1,1 % del prodotto interno lordo (PIL) mentre il debito pubblico è salito al 42,2 % del PIL. La variazione annuale del saldo primario è stata pari al 5,1 % del PIL, comprese misure di bilancio discrezionali pari al 2,8 % del PIL a sostegno dell'economia e il funzionamento degli stabilizzatori automatici. La Danimarca ha inoltre fornito alle imprese e alle famiglie un sostegno alla liquidità stimato al 28,4 % del PIL (ad esempio sotto forma di garanzie e differimenti delle imposte che non hanno un impatto diretto e immediato sul bilancio); la Commissione stima che l'utilizzo effettivo delle garanzie pubbliche nel 2020 sia stato inferiore a ½ % del PIL.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il 2 giugno 2021 la Commissione ha pubblicato una relazione a norma dell'articolo 126, paragrafo 3, del trattato. Tale relazione esamina la situazione di bilancio della Danimarca, poiché nel 2020 il disavanzo delle amministrazioni pubbliche superava il valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato. La relazione concludeva che il criterio del disavanzo era soddisfatto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio è prudente per il 2021 e realistico per il 2022. Il programma di convergenza 2021 prevede una crescita del PIL reale del 2,1 % nel 2021 e del 3,8 % nel 2022. A titolo di confronto, le previsioni di primavera 2021 della Commissione prospettano una crescita del PIL reale pari al 2,9 % nel 2021 e al 3,5 % nel 2022. Le principali differenze sono legate alle ipotesi sull'andamento della pandemia di COVID-19 e relative restrizioni nel 2021.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Nel suo programma di convergenza 2021 il governo pianifica un aumento del disavanzo delle amministrazioni pubbliche, che passerebbe dal -1,1 % del PIL nel 2020 al -3,3 % del PIL nel 2021, e una diminuzione del rapporto debito/PIL al 40,7 % nel 2021. Secondo il programma di convergenza 2021, nel 2021 la variazione del saldo primario rispetto ai livelli precedenti la crisi (2019) sarà pari al - 7 % del PIL, per effetto di misure discrezionali di bilancio pari all'1,2 % del PIL a sostegno dell'economia e del funzionamento degli stabilizzatori automatici. Le previsioni di primavera 2021 della Commissione prospettano un disavanzo inferiore nel 2021, che riflette uno scenario macroeconomico più forte e previsioni di entrate più ottimistiche derivanti dall'imposta sui rendimenti dei fondi pensione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>In risposta alla pandemia di COVID-19 e alla recessione economica da essa derivante, la Danimarca ha adottato misure di bilancio per rafforzare la capacità del suo sistema sanitario, contenere la pandemia di COVID-19 e sostenere le persone e i settori particolarmente colpiti. Questa vigorosa risposta politica ha attenuato la contrazione del PIL, riducendo, di conseguenza, l'aumento del disavanzo e del debito pubblico. Le misure di bilancio dovrebbero massimizzare il sostegno alla ripresa senza pregiudicare la futura traiettoria di bilancio. Le misure dovrebbero pertanto evitare di creare un onere permanente sulle finanze pubbliche. Qualora introducano misure permanenti, gli Stati membri dovrebbero finanziarle adeguatamente in modo da garantire la neutralità di bilancio a medio termine. Le misure adottate dalla Danimarca nel 2020 e nel 2021 sono in linea con la raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020. Le misure discrezionali di bilancio adottate dal governo nel 2020 e nel 2021 sono temporanee o accompagnate da misure di compensazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Il programma di convergenza 2021 ipotizza investimenti e riforme finanziati da sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza pari allo 0,2 % del PIL nel 2021, allo 0,2 % nel 2022, allo 0,1 % nel 2023, allo 0,1 % nel 2024 e allo 0,03 % nel 2025. Le previsioni di primavera 2021 della Commissione includono tali sovvenzioni nelle proiezioni di bilancio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Gli indicatori dell'aggiustamento di bilancio stabiliti nel regolamento (CE) n. 1466/97 devono essere considerati nel contesto delle attuali circostanze. In primo luogo, una notevole incertezza circonda le stime del divario tra prodotto effettivo e potenziale. In secondo luogo, è necessario che la politica di bilancio sia pronta ad adattarsi rapidamente all'evoluzione della pandemia di COVID-19, passando dagli aiuti di emergenza a misure più mirate una volta diminuiti i rischi per la salute. In terzo luogo, il contesto attuale è caratterizzato da una significativa risposta sul piano delle politiche a sostegno dell'attività economica. In presenza di consistenti trasferimenti dal bilancio dell'Unione (come quelli dal dispositivo per la ripresa e la resilienza), gli indicatori stabiliti non danno un quadro completo dello stimolo che le politiche di bilancio imprimono all'economia. Alla luce di quanto precede, il saldo strutturale non sembra pertanto un indicatore adeguato nelle circostanze attuali. Dal canto suo anche il parametro di riferimento per la spesa deve essere adattato <a>(<span>5</span>)</a> e integrato da informazioni supplementari al fine di valutare appieno l'orientamento della politica di bilancio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Analogamente all'approccio adottato per la valutazione dei documenti programmatici di bilancio 2021, sono state escluse dalla spesa aggregata le misure temporanee di emergenza. Tali misure temporanee di emergenza connesse alla crisi sostengono i sistemi sanitari e compensano i lavoratori e le imprese per la perdita di reddito dovuta a chiusure e interruzioni della catena di approvvigionamento; esse saranno revocate dalle autorità pubbliche una volta che la situazione dell'economia e della sanità pubblica sarà tornata alla normalità. Per valutare l'orientamento generale della politica di bilancio nella congiuntura attuale, è opportuno che i consistenti trasferimenti dal bilancio dell'Unione (come quelli dal dispositivo per la ripresa e la resilienza) siano inclusi nella spesa aggregata pertinente. La misura dell'orientamento generale della politica di bilancio è quindi data dalla variazione della spesa primaria (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate ed escluse le misure temporanee di emergenza connesse alla crisi), compresa la spesa finanziata da sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione.</p><p>Oltre all'orientamento generale della politica di bilancio, l'analisi mira anche a valutare se la politica di bilancio nazionale sia prudente e la sua composizione favorevole a una ripresa sostenibile in linea con la transizione verde e digitale. Per questo motivo è dedicata particolare attenzione all'evoluzione della spesa primaria corrente e degli investimenti finanziati a livello nazionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Nel programma di convergenza 2021 la Danimarca pianifica di ridurre il disavanzo delle amministrazioni pubbliche allo 0,9 % del PIL nel 2022, principalmente a causa della cessazione delle misure di sostegno temporanee adottate nel 2020 e nel 2021. Si prevede che il rapporto debito pubblico/PIL aumenti al 41,3 % nel 2022. Tali proiezioni sono in linea con le previsioni di primavera 2021 della Commissione. Sulla base delle previsioni di primavera 2021 della Commissione, e sulla base della metodologia specifica che rispecchia le sfide summenzionate, l'orientamento generale della politica di bilancio come definito in precedenza, che comprende anche l'impatto sulla domanda aggregata nel 2022 degli investimenti finanziati sia dal bilancio nazionale che dal bilancio dell'Unione, in particolare dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, è stimato a +1,6 % del PIL <a>(<span>6</span>)</a>. Secondo le proiezioni il contributo positivo della spesa finanziata dalle sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione rimarrà invariato. Si prevede che gli investimenti finanziati a livello nazionale daranno un contributo neutro <a>(<span>7</span>)</a>. Si prevede che la spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate) porterà un contributo restrittivo di 1,0 punti percentuali di PIL.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>La qualità delle misure di bilancio degli Stati membri riveste particolare importanza. Le riforme strutturali di bilancio volte a migliorare la composizione dei bilanci nazionali possono sostenere la crescita potenziale, creare un indispensabile margine di bilancio e contribuire a garantire la sostenibilità di bilancio nel lungo periodo, anche nella prospettiva dei cambiamenti climatici e delle sfide sanitarie. Sul versante delle entrate la crisi COVID-19 ha accresciuto l'importanza delle riforme volte a conseguire sistemi di entrate pubbliche più efficienti e più equi. Sul versante della spesa è diventato ancora più cruciale innalzare il livello e la qualità degli investimenti sostenibili e propizi per la crescita, in modo coerente a servire gli obiettivi di rafforzamento del potenziale di crescita, della resilienza economica e sociale e della duplice transizione verde e digitale. I piani nazionali per la ripresa e la resilienza consentiranno di migliorare la composizione dei bilanci nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Secondo i piani di bilancio a medio termine del programma di convergenza 2021, il disavanzo delle amministrazioni pubbliche diminuirà passando dallo 0,7 % del PIL nel 2023 allo 0,6 % del PIL nel 2024, per raggiungere il pareggio nel 2025. Sulla base del programma di convergenza 2021, l'orientamento generale della politica di bilancio, che comprende anche l'impatto sulla domanda aggregata degli investimenti finanziati sia dal bilancio nazionale che dal bilancio dell'Unione, in particolare dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, è stimato in media allo 0,2 % del PIL nel 2023 e nel 2024. Secondo le proiezioni il contributo positivo della spesa finanziata dalle sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e altri fondi dell'Unione diminuirà di 0,1 punti percentuali di PIL e gli investimenti finanziati a livello nazionale forniranno un contributo restrittivo di 0,1 punti percentuali di PIL <a>(<span>8</span>)</a>. Si prevede che la spesa primaria corrente finanziata a livello nazionale (al netto delle misure discrezionali sul lato delle entrate) porterà un contributo neutro. L'attuale stima della crescita potenziale nominale media su 10 anni è pari al 3 ½ % <a>(<span>9</span>)</a>. Tale stima non comprende però l'impatto delle riforme inserite nel piano per la ripresa e la resilienza, che potrebbero pertanto dare impulso alla crescita potenziale della Danimarca.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Il rapporto debito pubblico/PIL diminuirà, secondo il programma di convergenza 2021, dal 41,6 % del PIL nel 2023 al 41,3 % del PIL nel 2024. Alla luce dell'ultima analisi della sostenibilità del debito, si ritiene che la Danimarca si troverà ad affrontare rischi bassi per la sostenibilità di bilancio nel medio periodo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>In considerazione dell'attuale grado di incertezza ancora eccezionalmente elevato, gli orientamenti in materia di politica di bilancio dovrebbero rimanere principalmente qualitativi. Nel 2022, se il grado di incertezza si sarà ridotto per allora in misura sufficiente, dovrebbero essere predisposti orientamenti di natura quantitativa più precisi per gli anni successivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Il Consiglio ha valutato il programma di convergenza 2021 e il seguito dato dalla Danimarca alla raccomandazione del Consiglio del 20 luglio 2020,</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDA ALLA DANIMARCA DI:
1. mantenere nel 2022 un orientamento di bilancio a sostegno della ripresa, segnatamente l'impulso impresso dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, e preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale;
2. quando le condizioni economiche lo consentano, perseguire una politica di bilancio volta a conseguire posizioni di bilancio prudenti e sostenibilità a medio termine; incrementare nel contempo gli investimenti per stimolare il potenziale di crescita;
3. prestare particolare attenzione alla composizione delle finanze pubbliche, tanto sul lato delle entrate quanto su quello della spesa, e alla qualità delle misure di bilancio, al fine di garantire una ripresa sostenibile e inclusiva; dare priorità agli investimenti sostenibili e propizi per la crescita, sostenendo in particolare investimenti a favore della transizione verde e digitale; privilegiare le riforme strutturali di bilancio che contribuiranno al finanziamento delle priorità delle politiche pubbliche e alla sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche, anche, se del caso, rafforzando la copertura, l'adeguatezza e la sostenibilità dei sistemi sanitari e di protezione sociale per tutti.
Fatto a Lussemburgo, il 18 giugno 2021
Per il Consiglio
Il presidente
J. LEÃO
<note>
( 1 ) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CE) n. 1467/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per l'accelerazione e il chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi ( GU L 209 del 2.8.1997, pag. 6 ).
( 3 ) Raccomandazione del Consiglio, del 20 luglio 2020, sul programma nazionale di riforma 2020 della Danimarca e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza 2020 della Danimarca ( GU C 282 del 26.8.2020, pag. 22 ).
( 4 ) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza ( GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17 ).
( 5 ) In particolare, la distribuzione su quattro anni degli investimenti su cui si basa il parametro di riferimento per la spesa non consente di valutare adeguatamente il sostegno di bilancio alla ripresa fornito dagli investimenti finanziati a livello nazionale.
( 6 ) Un segno negativo dell'indicatore corrisponde a un eccesso di crescita della spesa primaria rispetto alla crescita economica a medio termine, il che indica una politica di bilancio espansiva.
( 7 ) Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo restrittivo di 0,6 punti percentuali di PIL.
( 8 ) Secondo le proiezioni l'altra spesa in conto capitale finanziata a livello nazionale darà un contributo neutro.
( 9 ) Stima della Commissione in conformità della metodologia concordata.
</note> | ITA | 32021H0729(04) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.8.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 223/10</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/1427 DELLA COMMISSIONE
del 25 agosto 2015
recante fissazione dei valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) ,
visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati ( 2 ) , in particolare l'articolo 136, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 prevede, in applicazione dei risultati dei negoziati commerciali multilaterali dell'Uruguay round, i criteri per la fissazione da parte della Commissione dei valori forfettari all'importazione dai paesi terzi, per i prodotti e i periodi indicati nell'allegato XVI, parte A, del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il valore forfettario all'importazione è calcolato ciascun giorno feriale, in conformità dell'articolo 136, paragrafo 1, del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011, tenendo conto di dati giornalieri variabili. Pertanto il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
I valori forfettari all'importazione di cui all'articolo 136 del regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 sono quelli fissati nell'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 25 agosto 2015
Per la Commissione,
a nome del presidente
Jerzy PLEWA
Direttore generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1 .
ALLEGATO
Valori forfettari all'importazione ai fini della determinazione del prezzo di entrata di taluni ortofrutticoli
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>(EUR/100 kg)</p></td></tr><tr><td><p>Codice NC</p></td><td><p>Codice dei paesi terzi<a> (<span>1</span>)</a></p></td><td><p>Valore forfettario all'importazione</p></td></tr><tr><td><p>0702 00 00</p></td><td><p>MA</p></td><td><p>166,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>166,2</p></td></tr><tr><td><p>0709 93 10</p></td><td><p>TR</p></td><td><p>125,4</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>125,4</p></td></tr><tr><td><p>0805 50 10</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>140,4</p></td></tr><tr><td><p>BO</p></td><td><p>152,6</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>171,8</p></td></tr><tr><td><p>UY</p></td><td><p>134,1</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>144,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>148,6</p></td></tr><tr><td><p>0806 10 10</p></td><td><p>BA</p></td><td><p>74,4</p></td></tr><tr><td><p>EG</p></td><td><p>216,9</p></td></tr><tr><td><p>MK</p></td><td><p>68,5</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>157,9</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>129,4</p></td></tr><tr><td><p>0808 10 80</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>124,0</p></td></tr><tr><td><p>BR</p></td><td><p>64,0</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>142,7</p></td></tr><tr><td><p>NZ</p></td><td><p>149,0</p></td></tr><tr><td><p>US</p></td><td><p>162,3</p></td></tr><tr><td><p>UY</p></td><td><p>170,8</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>125,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>134,0</p></td></tr><tr><td><p>0808 30 90</p></td><td><p>AR</p></td><td><p>131,9</p></td></tr><tr><td><p>CL</p></td><td><p>179,2</p></td></tr><tr><td><p>CN</p></td><td><p>85,3</p></td></tr><tr><td><p>NZ</p></td><td><p>210,1</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>126,5</p></td></tr><tr><td><p>ZA</p></td><td><p>141,7</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>145,8</p></td></tr><tr><td><p>0809 30 10, 0809 30 90</p></td><td><p>MK</p></td><td><p>53,8</p></td></tr><tr><td><p>TR</p></td><td><p>136,2</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>95,0</p></td></tr><tr><td><p>0809 40 05</p></td><td><p>BA</p></td><td><p>57,7</p></td></tr><tr><td><p>MK</p></td><td><p>24,5</p></td></tr><tr><td><p>ZZ</p></td><td><p>41,1</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Nomenclatura dei paesi stabilita dal Regolamento (UE) n. 1106/2012 della Commissione, del 27 novembre 2012, che attua il regolamento (CE) n. 471/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo alle statistiche comunitarie del commercio estero con i paesi terzi, per quanto riguarda l'aggiornamento della nomenclatura dei paesi e territori ( GU L 328 del 28.11.2012, pag. 7 ). Il codice «ZZ» corrisponde a «altre origini».
</note> | ITA | 32015R1427 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>7.5.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 160/106</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (PESC) 2021/748 DEL CONSIGLIO
del 6 maggio 2021
relativa alla partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 46 paragrafo 6,
vista la decisione (PESC) 2017/2315 del Consiglio, dell’11 dicembre 2017, che istituisce la cooperazione strutturata permanente (PESCO) e fissa l’elenco degli Stati membri partecipanti ( 1 ) , in particolare l’articolo 9, paragrafo 2,
Vista la decisione (PESC) 2020/1639 del Consiglio, del 5 novembre 2020, che stabilisce le condizioni generali in base alle quali gli Stati terzi possono essere invitati in via eccezionale a partecipare a singoli progetti PESCO ( 2 ) , in particolare l’articolo 2, paragrafo 4,
vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L’articolo 9, paragrafo 2, della decisione (PESC) 2017/2315 dispone che qualora gli Stati membri partecipanti che partecipano a un progetto desiderino invitare uno Stato terzo a parteciparvi, il Consiglio decide conformemente all’articolo 46, paragrafo 6, del trattato se tale Stato terzo soddisfi i requisiti definiti dal Consiglio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 6 marzo 2018 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2018/340 <a>(<span>3</span>)</a>. L’articolo 1 di tale decisione dispone che un progetto denominato «Mobilità militare» («progetto PESCO Mobilità militare») sia elaborato nell’ambito della PESCO dai 24 membri del progetto, compresi i Paesi Bassi in qualità di coordinatore del progetto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 5 novembre 2020 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2020/1639 che ha stabilito le condizioni generali in base alle quali gli Stati terzi possono essere invitati in via eccezionale a partecipare a singoli progetti PESCO. L’articolo 2, paragrafo 4, di tale decisione dispone che, sulla base di una notifica da parte del coordinatore o dei coordinatori di un progetto PESCO, e in seguito a un parere del comitato politico e di sicurezza (CPS), il Consiglio decide a norma dell’articolo 46, paragrafo 6, del trattato e dell’articolo 9, paragrafo 2, della decisione (PESC) 2017/2315, se la partecipazione dello Stato terzo a tale progetto soddisfa le condizioni di cui all’articolo 3 della decisione (PESC) 2020/1639.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 15 febbraio 2021 il Canada ha inviato al coordinatore del progetto PESCO Mobilità militare la sua richiesta di partecipazione a tale progetto, conformemente all’articolo 2, paragrafo 1, della decisione (PESC) 2020/1639. I membri del progetto hanno quindi valutato, sulla base delle informazioni fornite dal Canada, se quest’ultimo soddisfa le condizioni generali, conformemente all’articolo 2, paragrafo 2, di tale decisione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 17 marzo 2021 il coordinatore del progetto PESCO Mobilità militare ha notificato al Consiglio e all’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, conformemente all’articolo 2, paragrafo 3, della decisione (PESC) 2020/1639, che i membri di tale progetto hanno, a tale data, concordato all’unanimità di voler invitare il Canada a partecipare a tale progetto. I membri del progetto hanno inoltre concordato all’unanimità sulla portata, la forma e le pertinenti fasi della partecipazione del Canada a tale progetto e, che il Canada soddisfa le condizioni generali di cui all’articolo 3 di tale decisione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il 30 marzo 2021 il CPS ha approvato un parere sulla notifica riguardante la richiesta del Canada di partecipare al progetto PESCO Mobilità militare. In particolare, il CPS ha preso atto della descrizione di tale progetto che figura nella notifica, compresi i suoi obiettivi, la sua organizzazione e il suo processo decisionale nonché i suoi settori di lavoro prioritari. Il CPS ha altresì rilevato che, nell’ambito di tale progetto, non sono condivise informazioni classificate o sensibili dell’UE e che il progetto non è attuato con il sostegno dell’Agenzia europea per la difesa ai sensi dell’articolo 3, lettera g), della decisione (PESC) 2020/1639. Il CPS ha inoltre rilevato che il progetto PESCO Mobilità militare non comprende l’approvvigionamento degli armamenti, la ricerca e lo sviluppo di capacità, oppure l’uso e l’esportazione di armi o di capacità e tecnologie, e che non coinvolge entità, investimenti, finanziamenti degli Stati membri partecipanti alla PESCO o richieste di finanziamenti dell’Unione per attività del progetto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nel suo parere, il CPS ha inoltre approvato la portata, la forma e l’ampiezza proposte della partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare, quali descritte nella notifica. Ha constatato che il Canada aveva dichiarato di sostenere pienamente la portata di tale progetto quale definita nella notifica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Nello stesso parere, il CPS ha confermato l’opinione concordata all’unanimità dai membri del progetto PESCO Mobilità militare secondo cui il Canada soddisfa le condizioni generali di cui all’articolo 3 della decisione (PESC) 2020/1639, come segue:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il Canada soddisfa la condizione di cui all’articolo 3, lettera a), che richiede di condividere i valori su cui si fonda l’Unione, stabiliti all’articolo 2 del trattato, i principi di cui all’articolo 21, paragrafo 1, del trattato, nonché gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune (PESC) di cui all’articolo 21, paragrafo 2, lettere a), b), c) e h), del trattato; di non contravvenire agli interessi di sicurezza e difesa dell’Unione e dei suoi Stati membri, incluso il rispetto del principio delle relazioni di buon vicinato con gli Stati membri, e di intrattenere un dialogo politico con l’Unione, che dovrebbe anche riguardare gli aspetti di sicurezza e difesa allorché partecipa al progetto PESCO Mobilità militare;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>per quanto riguarda la condizione di cui all’articolo 3, lettera b), sul valore aggiunto sostanziale del Canada al progetto PESCO Mobilità militare, la notifica fornisce una presentazione dettagliata del contributo del Canada, anche per quanto riguarda la portata, la forma e l’ampiezza della sua partecipazione a tale progetto, che dimostra il soddisfacimento di tale condizione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>per quanto riguarda la condizione di cui all’articolo 3, lettera c), la partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare contribuirà a rafforzare la politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) e il livello di ambizione dell’Unione, anche a sostegno delle missioni e operazioni PSDC, come anche indicato nella notifica;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>per quanto riguarda la condizione di cui all’articolo 3, lettera d), il progetto PESCO Mobilità militare non comporta l’approvvigionamento degli armamenti, la ricerca e lo sviluppo di capacità, oppure l’uso e l’esportazione di armi o di capacità e tecnologie. Non sviluppa alcuna capacità o tecnologia. Pertanto, la partecipazione del Canada a tale progetto non porterà a dipendenze dal Canada, né a restrizioni imposte da quest’ultimo nei confronti di qualsiasi Stato membro;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>è altresì rispettata la necessaria coerenza di cui all’articolo 3, lettera e), della partecipazione del Canada ai pertinenti impegni PESCO più vincolanti, anche per quanto riguarda la schierabilità e l’interoperabilità delle forze che il presente progetto contribuisce a realizzare, che figurano nell’allegato della decisione (PESC) 2017/2315, come indicato più in dettaglio nella notifica. Poiché il progetto PESCO Mobilità militare non è un progetto orientato alle capacità, la condizione secondo cui la partecipazione del Canada deve contribuire alla realizzazione delle priorità derivanti dal piano di sviluppo delle capacità e dalla revisione coordinata annuale sulla difesa o avere un impatto positivo sulla base industriale e tecnologica di difesa europea non è applicabile in tale contesto;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il requisito di cui all’articolo 3, lettera f), è soddisfatto in quanto un accordo sulla sicurezza delle informazioni tra l’Unione e il Canada <a>(<span>4</span>)</a> è in vigore dal 1<span>o</span> giugno 2018;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la condizione di cui all’articolo 3, lettera g), non è applicabile in questo caso, in quanto il progetto PESCO Mobilità militare non è attuato con il sostegno dell’Agenzia europea per la difesa e non è pertanto richiesto un accordo amministrativo che abbia preso effetto con tale Agenzia;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>per quanto riguarda la condizione di cui all’articolo 3, lettera h), il Canada ha assunto l’impegno di cercare di concludere un accordo amministrativo specifico per il progetto e di elaborare qualsiasi altra documentazione necessaria per il progetto conformemente alle decisioni (PESC) 2017/2315 e (PESC) 2018/909 <a>(<span>5</span>)</a> del Consiglio.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Nel suo parere del 30 marzo 2021, il CPS ha raccomandato al Consiglio di prendere una decisione favorevole in merito alla questione se la partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare soddisfi le condizioni di cui all’articolo 3 della decisione (PESC) 2020/1639.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Pertanto, è opportuno che il Consiglio decida che la partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare soddisfa le condizioni di cui all’articolo 3 della decisione (PESC) 2020/1639. Successivamente, il coordinatore del progetto trasmette un invito a partecipare a tale progetto al Canada, a nome dei membri del progetto. Il Canada aderisce a tale progetto a decorrere dalla data specificata nell’accordo amministrativo che deve essere concluso tra i membri del progetto e il Canada, conformemente all’articolo 2, paragrafo 7, della decisione (PESC) 2020/1639, e gode dei diritti ed è soggetto agli obblighi stabiliti in tale accordo amministrativo, conformemente all’ articolo 4, paragrafo 1, di tale decisione. Il Consiglio esercita la sua sorveglianza conformemente all’articolo 5, paragrafo 2, della decisione (PESC) 2020/1639 e, nei casi di cui all’articolo 6, paragrafi 2 e 3, di tale decisione, il Consiglio può prendere altre decisioni,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La partecipazione del Canada al progetto PESCO Mobilità militare soddisfa le condizioni di cui all’articolo 3 della decisione (PESC) 2020/1639.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Fatto a Bruxelles, il 6 maggio 2021
Per il Consiglio
Il presidente
J. BORRELL FONTELLES
<note>
( 1 ) GU L 331 del 14.12.2017, pag. 57 .
( 2 ) GU L 371 del 6.11.2020, pag. 3 .
( 3 ) Decisione (PESC) 2018/340 del Consiglio, del 6 marzo 2018, che fissa l’elenco dei progetti da sviluppare nell’ambito della PESCO ( GU L 65 dell’8.3.2018, pag. 24 ).
( 4 ) Accordo tra il Canada e l’Unione europea sulle procedure di sicurezza per lo scambio e la protezione di informazioni classificate ( GU L 333 del 15.12.2017, pag. 2 ).
( 5 ) Decisione (PESC) 2018/909 del Consiglio, del 25 giugno 2018, che stabilisce un insieme di regole di governanza per i progetti PESCO ( GU L 161 del 26.6.2018, pag. 37 ).
</note> | ITA | 32021D0748 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>19.4.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 103/37</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2016/599 DELLA COMMISSIONE
del 15 aprile 2016
relativa alla coerenza di taluni obiettivi inclusi nei piani nazionali rivisti o nei piani per i blocchi funzionali di spazio aereo presentati a norma del regolamento (CE) n. 549/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione per il secondo periodo di riferimento
[notificata con il numero C(2016) 2140]
(I testi in lingua bulgara, ceca, croata, italiana, portoghese, rumena, slovacca, slovena, spagnola, tedesca e ungherese sono i soli facenti fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 549/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2004, che stabilisce i principi generali per l'istituzione del cielo unico europeo («regolamento quadro») ( 1 ) , in particolare l'articolo 11, paragrafo 3, lettera c),
visto il regolamento di esecuzione (UE) n. 390/2013 della Commissione, del 3 maggio 2013, che istituisce un sistema di prestazioni per i servizi di navigazione aerea e le funzioni di rete ( 2 ) , in particolare l'articolo 15, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma del regolamento (CE) n. 549/2004, gli Stati membri adottano i piani nazionali o i piani per i blocchi funzionali di spazio aereo («FAB»), comprendenti obiettivi nazionali o obiettivi a livello di FAB a carattere vincolante, garantendo la coerenza con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione. Tale regolamento prevede inoltre che la Commissione valuti la coerenza di questi obiettivi sulla base dei criteri di valutazione di cui all'articolo 11, paragrafo 6, lettera d). Norme dettagliate al riguardo sono indicate nel regolamento di esecuzione (UE) n. 390/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Con la decisione di esecuzione 2014/132/UE della Commissione<a> (<span>3</span>)</a> sono stati adottati obiettivi prestazionali a livello dell'Unione nei settori essenziali di prestazione, ovvero la sicurezza, l'ambiente, la capacità e l'efficienza economica per il secondo periodo di riferimento (2015-2019).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 2 marzo 2015 la Commissione ha adottato la decisione di esecuzione (UE) 2015/347<a> (<span>4</span>)</a> relativa all'incoerenza di taluni obiettivi inclusi nei piani iniziali di miglioramento delle prestazioni con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione, che formula raccomandazioni per la revisione di tali obiettivi. Sono destinatari della suddetta decisione: Belgio, Bulgaria, Repubblica ceca, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Portogallo, Romania, Slovenia e Repubblica slovacca; la decisione chiede la revisione di obiettivi nei settori essenziali di prestazione concernenti la capacità e/o l'efficienza economica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il Belgio, la Bulgaria, la Repubblica ceca, la Germania, la Grecia, la Spagna, la Francia, la Croazia, l'Italia, Cipro, il Lussemburgo, l'Ungheria, Malta, i Paesi Bassi, l'Austria, il Portogallo, la Romania, la Slovenia e la Repubblica slovacca hanno presentato entro il 2 luglio 2015 piani nazionali o per i blocchi funzionali di spazio aereo comprendenti gli obiettivi prestazionali rivisti. Il 4 febbraio 2016 la Spagna e il Portogallo hanno presentato un emendamento al piano per i blocchi funzionali di spazio aereo comprendente obiettivi prestazionali ulteriormente rivisti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>L'organo di valutazione delle prestazioni, che è incaricato di assistere la Commissione nell'attuazione del sistema di prestazioni a norma dell'articolo 3 del regolamento di esecuzione (UE) n. 390/2013, ha presentato alla Commissione la relazione di valutazione il 15 ottobre 2015.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La valutazione degli obiettivi prestazionali rivisti per quanto riguarda la coerenza con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione è stata effettuata utilizzando i medesimi criteri di valutazione e metodi usati per la valutazione degli obiettivi prestazionali presentati inizialmente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Per quanto riguarda il settore essenziale di prestazione concernente la capacità, è stata valutata la coerenza degli obiettivi rivisti presentati dagli Stati membri interessati in relazione al ritardo ATFM (Air traffic flow management: gestione dei flussi di traffico aereo) di rotta, in conformità al principio di cui al punto 4 dell'allegato IV del regolamento di esecuzione (UE) n. 390/2013, utilizzando i rispettivi valori di riferimento FAB per la capacità che, se applicati, garantiscono che l'obiettivo prestazionale dell'Unione, calcolato dal gestore della rete e definito nel piano operativo della rete (2014-2018/2019) nella sua versione più recente di giugno 2014 («piano operativo della rete»), sia raggiunto a livello dell'Unione. Tale valutazione ha dimostrato che gli obiettivi rivisti presentati da Austria, Croazia, Repubblica ceca, Ungheria, Repubblica slovacca e Slovenia per quanto riguarda il FABCE, da Portogallo e Spagna per quanto riguarda il FAB SW, e da Bulgaria e Romania per quanto riguarda il FAB Danube sono coerenti con gli obiettivi prestazionali pertinenti a livello dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Per quanto riguarda il settore essenziale di prestazione concernente l'efficienza economica, sono stati valutati gli obiettivi espressi in termini di costi unitari determinati di rotta presentati dagli Stati membri interessati, in conformità ai principi di cui al punto 5, in combinato disposto con il punto 1, dell'allegato IV del regolamento di esecuzione (UE) n. 390/2013, tenendo conto della tendenza dei costi unitari determinati di rotta nel corso del secondo periodo di riferimento e nel periodo combinato del primo e del secondo periodo di riferimento (2012-2019), del numero di unità di servizio (previsioni di traffico) e del livello dei costi unitari determinati di rotta rispetto ad altri Stati membri con un ambiente economico e operativo simile. Tale valutazione ha dimostrato che gli obiettivi rivisti presentati da Austria e Repubblica slovacca, come previsto nel piano di miglioramento delle prestazioni rivisto FABCE, e dall'Italia come stabilito nel piano di miglioramento delle prestazioni rivisto per il FAB Blue Med sono coerenti con gli obiettivi prestazionali pertinenti a livello dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato per il cielo unico,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Gli obiettivi inclusi nei piani di miglioramento delle prestazioni rivisti presentati ai sensi del regolamento (CE) n. 549/2004, elencati nell'allegato, sono coerenti con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione per il secondo periodo di riferimento stabiliti nella decisione di esecuzione 2014/132/UE.
Articolo 2
La Repubblica di Bulgaria, la Repubblica ceca, il Regno di Spagna, la Repubblica di Croazia, la Repubblica italiana, l'Ungheria, la Repubblica d'Austria, la Repubblica portoghese, la Romania, la Repubblica di Slovenia e la Repubblica slovacca sono destinatari della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 15 aprile 2016
Per la Commissione
Violeta BULC
Membro della Commissione
( 1 ) GU L 96 del 31.3.2004, pag. 1 .
( 2 ) GU L 128 del 9.5.2013, pag. 1 .
( 3 ) Decisione di esecuzione della Commissione 2014/132/UE, dell'11 marzo 2014, che stabilisce gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione per la rete di gestione del traffico aereo e le soglie di allarme per il secondo periodo di riferimento 2015-2019 ( GU L 71 del 12.3.2014, pag. 20 ).
( 4 ) Decisione di esecuzione (UE) 2015/347 della Commissione, del 2 marzo 2015, relativa all'incoerenza di taluni obiettivi inclusi nei piani nazionali o piani per i blocchi funzionali di spazio aereo presentati a norma del regolamento (CE) n. 549/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione per il secondo periodo di riferimento, che formula raccomandazioni per la revisione di tali obiettivi ( GU L 60 del 4.3.2015, pag. 48 ).
ALLEGATO
Obiettivi prestazionali per i settori essenziali di prestazione concernenti la capacità e l'efficienza economica inclusi nei piani nazionali o nei piani per i blocchi funzionali di spazio aereo rivisti, presentati ai sensi del regolamento (CE) n. 549/2004, giudicati coerenti con gli obiettivi prestazionali a livello dell'Unione per il secondo periodo di riferimento
SETTORE ESSENZIALE DI PRESTAZIONE CONCERNENTE LA CAPACITÀ
Ritardo ATMF (Air Traffic Flow Management) di rotta espresso in min/volo
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>STATO MEMBRO</p></td><td><p>FAB</p></td><td><p>OBIETTIVO FAB DI CAPACITÀ DURANTE LA ROTTA</p></td></tr><tr><td><p>2015</p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>2019</p></td></tr><tr><td><p>Repubblica ceca</p></td><td><p>FAB-CE</p></td><td><p><span>0,29</span></p></td><td><p><span>0,29</span></p></td><td><p><span>0,28</span></p></td><td><p><span>0,28</span></p></td><td><p><span>0,27</span></p></td></tr><tr><td><p>Croazia</p></td></tr><tr><td><p>Ungheria</p></td></tr><tr><td><p>Austria</p></td></tr><tr><td><p>Slovenia</p></td></tr><tr><td><p>Slovacchia</p></td></tr><tr><td><p>Bulgaria</p></td><td><p>Danubio</p></td><td><p><span>0,03</span></p></td><td><p><span>0,03</span></p></td><td><p><span>0,03</span></p></td><td><p><span>0,03</span></p></td><td><p><span>0,04</span></p></td></tr><tr><td><p>Romania</p></td></tr><tr><td><p>Portogallo</p></td><td><p>SW</p></td><td><p><span>0,30</span></p></td><td><p><span>0,31</span></p></td><td><p><span>0,31</span></p></td><td><p><span>0,30</span></p></td><td><p><span>0,30</span></p></td></tr><tr><td><p>Spagna</p></td></tr></tbody></table>
SETTORE ESSENZIALE DI PRESTAZIONE CONCERNENTE L'EFFICIENZA ECONOMICA
Legenda:
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Voce</p></td><td><p>Unità</p></td></tr><tr><td><p>(A)</p></td><td><p>Totale dei costi determinati di rotta</p></td><td><p>(in divisa nazionale e in termini nominali)</p></td></tr><tr><td><p>(B)</p></td><td><p>Tasso d'inflazione</p></td><td><p>(%)</p></td></tr><tr><td><p>(C)</p></td><td><p>Indice di inflazione</p></td><td><p>(100 = 2009)</p></td></tr><tr><td><p>(D)</p></td><td><p>Totale dei costi determinati di rotta</p></td><td><p>(in divisa nazionale e in termini di prezzi reali del 2009)</p></td></tr><tr><td><p>(E)</p></td><td><p>Unità di servizi di rotta totali</p></td><td><p>(TSU)</p></td></tr><tr><td><p>(F)</p></td><td><p>Costo unitario determinato (DUC) per i servizi di rotta</p></td><td><p>(in divisa nazionale e in termini di prezzi reali del 2009)</p></td></tr></tbody></table>
BLOCCO FUNZIONALE DI SPAZIO AEREO (FAB) BLUE MED
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Zona tariffaria: Italia — Divisa: EUR</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>2015</p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>2019</p></td></tr><tr><td><p>(A)</p></td><td><p>674 742 285</p></td><td><p>693 557 255</p></td><td><p>711 992 044</p></td><td><p>710 883 664</p></td><td><p>707 016 612</p></td></tr><tr><td><p>(B)</p></td><td><p>1,0 %</p></td><td><p>1,1 %</p></td><td><p>1,3 %</p></td><td><p>1,5 %</p></td><td><p>1,6 %</p></td></tr><tr><td><p>(C)</p></td><td><p>110,8</p></td><td><p>112,0</p></td><td><p>113,5</p></td><td><p>115,2</p></td><td><p>117,0</p></td></tr><tr><td><p>(D)</p></td><td><p>609 005 804</p></td><td><p>619 176 790</p></td><td><p>627 477 336</p></td><td><p>617 241 895</p></td><td><p>604 216 765</p></td></tr><tr><td><p>(E)</p></td><td><p>8 557 964</p></td><td><p>8 866 051</p></td><td><p>9 207 393</p></td><td><p>9 553 591</p></td><td><p>9 897 521</p></td></tr><tr><td><p>(F)</p></td><td><p><span>71,16</span></p></td><td><p><span>69,84</span></p></td><td><p><span>68,15</span></p></td><td><p><span>64,61</span></p></td><td><p><span>61,05</span></p></td></tr></tbody></table>
BLOCCO FUNZIONALE DI SPAZIO AEREO (FAB) CE
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Zona tariffaria: Austria — Divisa: EUR</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>2015</p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>2019</p></td></tr><tr><td><p>(A)</p></td><td><p>188 243 000</p></td><td><p>194 934 000</p></td><td><p>204 696 000</p></td><td><p>209 564 000</p></td><td><p>207 200 000</p></td></tr><tr><td><p>(B)</p></td><td><p>1,7 %</p></td><td><p>1,7 %</p></td><td><p>1,7 %</p></td><td><p>1,7 %</p></td><td><p>1,7 %</p></td></tr><tr><td><p>(C)</p></td><td><p>114,2</p></td><td><p>116,1</p></td><td><p>118,1</p></td><td><p>120,1</p></td><td><p>122,1</p></td></tr><tr><td><p>(D)</p></td><td><p>164 901 573</p></td><td><p>167 908 470</p></td><td><p>173 369 786</p></td><td><p>174 525 859</p></td><td><p>169 672 673</p></td></tr><tr><td><p>(E)</p></td><td><p>2 693 000</p></td><td><p>2 777 000</p></td><td><p>2 850 000</p></td><td><p>2 928 000</p></td><td><p>3 014 000</p></td></tr><tr><td><p>(F)</p></td><td><p><span>61,23</span></p></td><td><p><span>60,46</span></p></td><td><p><span>60,83</span></p></td><td><p><span>59,61</span></p></td><td><p><span>56,29</span></p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Zona tariffaria: Repubblica slovacca — Divisa: EUR</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>2015</p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>2019</p></td></tr><tr><td><p>(A)</p></td><td><p>59 272 906</p></td><td><p>61 912 217</p></td><td><p>62 981 088</p></td><td><p>66 300 093</p></td><td><p>67 598 994</p></td></tr><tr><td><p>(B)</p></td><td><p>0,0 %</p></td><td><p>1,4 %</p></td><td><p>1,7 %</p></td><td><p>1,8 %</p></td><td><p>2,0 %</p></td></tr><tr><td><p>(C)</p></td><td><p>110,3</p></td><td><p>111,8</p></td><td><p>113,7</p></td><td><p>115,7</p></td><td><p>118,1</p></td></tr><tr><td><p>(D)</p></td><td><p>53 754 368</p></td><td><p>55 355 807</p></td><td><p>55 381 628</p></td><td><p>57 279 434</p></td><td><p>57 253 112</p></td></tr><tr><td><p>(E)</p></td><td><p>1 078 000</p></td><td><p>1 126 000</p></td><td><p>1 186 000</p></td><td><p>1 250 000</p></td><td><p>1 312 000</p></td></tr><tr><td><p>(F)</p></td><td><p><span>49,86</span></p></td><td><p><span>49,16</span></p></td><td><p><span>46,70</span></p></td><td><p><span>45,82</span></p></td><td><p><span>43,64</span></p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32016D0599 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>27.2.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 55/50</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (PESC) 2018/293 DEL CONSIGLIO
del 26 febbraio 2018
che modifica la decisione (PESC) 2016/849 relativa a misure restrittive nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea
Il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 29,
vista la decisione (PESC) 2016/849 del Consiglio, del 27 maggio 2016, relativa a misure restrittive nei confronti della Repubblica popolare democratica di Corea e che abroga la decisione 2013/183/PESC ( 1 ) ,
vista la proposta dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 27 maggio 2016 il Consiglio ha adottato la decisione (PESC) 2016/849.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 22 dicembre 2017 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite («UNSC») ha adottato la risoluzione 2397 (2017), in cui esprime la più profonda preoccupazione per il lancio di un missile balistico effettuato dalla Repubblica popolare democratica di Corea («RPDC») il 28 novembre 2017 in violazione delle vigenti risoluzioni dell'UNSC e per il pericolo che ciò rappresenta per la pace e la stabilità nella regione e oltre, e ha stabilito che continua a sussistere una chiara minaccia per la pace e la sicurezza internazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'UNSC ha riconosciuto che i proventi del commercio di merci settoriali della RPDC nonché le entrate generate dai lavoratori nordcoreani all'estero, fra l'altro, contribuiscono ai programmi della RPDC legati alle armi nucleari e ai missili balistici, e ha espresso grave preoccupazione per il fatto che tali programmi deviano risorse essenziali a danno della popolazione della RPDC, con un costo elevatissimo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L'UNSC ha deciso di incrementare le misure restrittive esistenti in una serie di settori, fra cui la fornitura alla RPDC di petrolio greggio e di tutti i prodotti petroliferi raffinati, e ha introdotto nuovi divieti in una serie di settori, fra cui la fornitura da parte della RPDC di prodotti alimentari e agricoli, macchinari e apparecchi elettrici, terre e pietre, nonché legno, e divieti sulla fornitura alla RPDC di tutti i macchinari industriali, veicoli di trasporto, nonché ghisa, ferro, acciaio e altri metalli.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>L'UNSC ha previsto inoltre la facoltà di sequestrare, ispezionare e congelare qualsiasi nave che si ritenga coinvolta nella violazione delle vigenti risoluzioni dell'UNSC, e di chiedere il rimpatrio di tutti i lavoratori della RPDC all'estero, a norma del diritto nazionale e internazionale applicabile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Le voci relative a tre persone e a un'entità designate dall'UNSC e incluse nell'allegato I della decisione (PESC) 2016/849 dovrebbero essere cancellate dall'elenco riguardante le persone e le entità designate autonomamente dal Consiglio di cui all'allegato II di tale decisione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>È necessario un ulteriore intervento dell'Unione per attuare alcune misure della presente decisione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È opportuno pertanto modificare di conseguenza la decisione (PESC) 2016/849,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La decisione (PESC) 2016/849 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>all'articolo 9, i paragrafi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:</p><p>«2.   Sono vietati la fornitura, la vendita o il trasferimento diretti o indiretti di tutti i prodotti petroliferi raffinati alla RPDC da parte di cittadini degli Stati membri, attraverso il territorio degli Stati membri o in provenienza da esso, ovvero mediante navi, aeromobili, oleodotti, linee ferroviarie o veicoli battenti bandiera degli Stati membri, siano o meno tali prodotti petroliferi raffinati originari dei territori di tali Stati membri.</p><p>3.   In deroga al divieto di cui al paragrafo 2, qualora il volume dei prodotti petroliferi raffinati, compresi il diesel e il cherosene, forniti, venduti o trasferiti alla RPDC non superi i 500 000 barili durante un periodo di dodici mesi a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2018 e, successivamente, per periodi di dodici mesi, l'autorità competente di uno Stato membro può autorizzare, caso per caso, la fornitura, la vendita o il trasferimento alla RPDC di prodotti petroliferi raffinati qualora l'autorità competente abbia stabilito che tale fornitura, vendita o trasferimento hanno esclusivamente scopi umanitari e a condizione che:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>lo Stato membro notifichi al comitato delle sanzioni ogni trenta giorni il volume di tale fornitura, vendita o trasferimento di prodotti petroliferi raffinati alla RPDC, unitamente a informazioni su tutte le parti dell'operazione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la fornitura, la vendita o il trasferimento di detti prodotti petroliferi raffinati non coinvolgano persone o entità associate ai programmi della RPDC legati al nucleare o ai missili balistici o ad altre attività vietate dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017), comprese le persone o le entità designate; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la fornitura, la vendita o il trasferimento di prodotti petroliferi raffinati non siano collegati alla generazione di introiti per programmi della RPDC connessi al nucleare o ai missili balistici o per altre attività vietate dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017).»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>all'articolo 9 <span>bis</span>, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente:</p><p>«1.   È vietata ai cittadini degli Stati membri l'acquisizione nella RPDC, o mediante navi o aeromobili battenti bandiera degli Stati membri, di prodotti ittici, siano tali beni originari o meno del territorio della RPDC, nonché l'acquisto di diritti di pesca della RPDC.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>l'articolo 9 <span>ter</span> è sostituito dal seguente:</p><p>«Articolo 9 ter</p><p>1.   Sono vietati la fornitura, la vendita o il trasferimento diretti o indiretti di tutto il petrolio greggio alla RPDC da parte di cittadini degli Stati membri, o attraverso il territorio degli Stati membri o in provenienza da esso, ovvero mediante navi, aeromobili, oleodotti, linee ferroviarie o veicoli degli Stati membri, siano tali beni originari o meno del territorio degli Stati membri.</p><p>2.   In deroga al paragrafo 1, il divieto di cui al paragrafo 1 non si applica nel caso in cui uno Stato membro stabilisca che la fornitura, la vendita o il trasferimento di petrolio greggio alla RPDC hanno esclusivamente scopi umanitari e il comitato delle sanzioni abbia approvato preventivamente il carico, secondo una valutazione caso per caso, conformemente al paragrafo 4 della UNSCR 2397 (2017).</p><p>3.   L'Unione adotta le misure necessarie per determinare i prodotti pertinenti contemplati dal presente articolo.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4)</p></td><td><p>sono inseriti gli articoli seguenti:</p><p>«Articolo 9 quinquies</p><p>1.   È vietato ai cittadini degli Stati membri approvvigionarsi, in modo diretto o indiretto, nella RPDC o mediante navi o aeromobili battenti bandiera degli Stati membri, di prodotti alimentari e agricoli, macchinari e apparecchi elettrici, terre e pietre, comprese magnesite e magnesia, legno e navi, siano tali beni originari o meno del territorio della RPDC.</p><p>2.   Il divieto di cui al paragrafo 1 non pregiudica l'esecuzione fino al 21 gennaio 2018 di contratti conclusi prima del 22 dicembre 2017. I dettagli relativi a qualsiasi carico sono notificati al comitato delle sanzioni entro il 5 febbraio 2018.</p><p>3.   L'Unione adotta le misure necessarie per determinare i prodotti pertinenti contemplati dal paragrafo 1.</p><p>Articolo 9 sexies</p><p>1.   Sono vietati la fornitura, la vendita o il trasferimento diretti o indiretti alla RPDC da parte di cittadini degli Stati membri o attraverso il territorio degli Stati membri, ovvero mediante navi, aeromobili, oleodotti, linee ferroviarie o veicoli di questi ultimi, di tutti i macchinari industriali, veicoli di trasporto, nonché ghisa, ferro, acciaio e altri metalli, siano tali beni originari o meno del loro territorio.</p><p>2.   In deroga al paragrafo 1, il divieto di cui al paragrafo 1 non si applica qualora uno Stato membro stabilisca che la fornitura di pezzi di ricambio è necessaria per garantire l'impiego in sicurezza degli aeromobili per passeggeri della RPDC.</p><p>3.   L'Unione adotta le misure necessarie per determinare i prodotti pertinenti contemplati dal presente articolo.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5)</p></td><td><p>l'articolo 16 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il paragrafo 4 è sostituito dal seguente:</p><p>«4.   Gli Stati membri cooperano, conformemente alla loro legislazione nazionale, alle ispezioni ai sensi dei paragrafi da 1 a 3.</p><p>Gli Stati membri cooperano, quanto più tempestivamente possibile e in modo appropriato con un altro Stato che dispone di informazioni che lo portano a sospettare che la RPDC stia cercando di fornire, vendere o trasferire o acquisire, in modo diretto o indiretto, merci illecite, qualora tale Stato richieda ulteriori informazioni marittime e sul carico, al fine, fra l'altro, di determinare se il bene, la merce o il prodotto in questione sia originario della RPDC.».</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il paragrafo 6 è sostituito dal seguente:</p><p>«6.   Gli Stati membri adottano le misure necessarie per sequestrare e smaltire, ad esempio distruggendoli, rendendoli inutilizzabili, stoccandoli o trasferendoli a uno Stato diverso da quello di origine o destinazione a fini di smaltimento, i prodotti di cui sono vietati la fornitura, la vendita, il trasferimento o l'esportazione dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017), che sono individuati durante le ispezioni, nel rispetto degli obblighi loro incombenti ai sensi del diritto internazionale applicabile.»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6)</p></td><td><p>è inserito l'articolo seguente:</p><p>«Articolo 18 ter</p><p>1.   Gli Stati membri sequestrano, ispezionano e confiscano qualsiasi nave nei loro porti e possono ispezionare, sequestrare e confiscare qualsiasi nave soggetta alla loro giurisdizione nelle rispettive acque territoriali se esistono motivi ragionevoli di ritenere che la nave sia stata utilizzata per attività, o per il trasporto di prodotti, vietati dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) or 2397 (2017).</p><p>2.   Le disposizioni per la confisca delle navi di cui al paragrafo 1 cessano di applicarsi sei mesi dopo la data in cui tale nave è stata confiscata se il comitato delle sanzioni decide, in base a una valutazione caso per caso e su richiesta di uno Stato di bandiera, che siano state prese misure adeguate per evitare che la nave contribuisca a future violazioni delle UNSCR di cui al paragrafo 1.</p><p>3.   Gli Stati membri revocano la registrazione di una nave qualora vi siano fondati motivi di ritenere che la nave sia stata coinvolta in attività, o nel trasporto di prodotti, vietati ai sensi delle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017).</p><p>4.   È vietata la prestazione, da parte di cittadini degli Stati membri o a partire dai territori degli Stati membri, di servizi di classificazione alle navi elencate nell'allegato VI, se non preventivamente approvata dal comitato delle sanzioni secondo una valutazione caso per caso.</p><p>5.   È vietata la prestazione, da parte di cittadini degli Stati membri o a partire dai territori degli Stati membri, di servizi di assicurazione o riassicurazione di navi elencate nell'allegato VI.</p><p>6.   I paragrafi 4 e 5 non si applicano qualora il comitato delle sanzioni stabilisca, secondo una valutazione caso per caso, che la nave è impegnata in attività svolte esclusivamente per scopi di sussistenza, che non saranno utilizzate da persone o entità della RPDC per generare entrate, o esclusivamente per scopi umanitari.</p><p>7.   L'allegato VI contiene le navi di cui ai paragrafi da 4 e 5 del presente articolo se esistono motivi ragionevoli di ritenere che la nave sia stata utilizzata per attività, o per il trasporto di prodotti, vietati dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017).»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7)</p></td><td><p>l'articolo 21 è sostituito dal seguente:</p><p>«Articolo 21</p><p>Gli Stati membri revocano la registrazione di qualsiasi nave la cui proprietà, controllo o esercizio sia della RPDC e non registrano alcuna delle navi la cui registrazione sia stata revocata da un altro Stato a norma del paragrafo 24 della UNSCR 2321 (2016), del paragrafo 8 della UNSCR 2375 (2017), o del paragrafo 12 della UNSCR 2397 (2017), se non previa approvazione del comitato delle sanzioni, secondo una valutazione caso per caso.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>8)</p></td><td><p>all'articolo 26 <span>bis</span> è inserito il paragrafo seguente:</p><p>«5.   Gli Stati membri rimpatriano nella RPDC tutti i cittadini nordcoreani che percepiscono redditi in tale Stato membro e tutti gli addetti alla sicurezza del governo della RPDC che controllano i lavoratori nordcoreani all'estero immediatamente, e comunque entro il 21 dicembre 2019, a meno che lo Stato membro stabilisca che un cittadino della RPDC sia cittadino di uno Stato membro o che si tratti di un cittadino della RPDC il cui rimpatrio è vietato in base al diritto nazionale e internazionale applicabile, compreso il diritto internazionale dei rifugiati e il diritto internazionale dei diritti umani, nonché dall'accordo sulla sede delle Nazioni Unite e dalla Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>9)</p></td><td><p>l'articolo 32 è sostituito dal seguente:</p><p>«Articolo 32</p><p>Non è concesso alcun diritto, in relazione a contratti o operazioni sulla cui esecuzione hanno inciso, direttamente o indirettamente, del tutto o in parte, le misure istituite ai sensi delle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017), comprese le misure dell'Unione o di qualsiasi Stato membro adottate in attuazione delle pertinenti decisioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, richieste da tale attuazione o a essa connesse, o le misure contemplate dalla presente decisione, anche a fini di indennizzo o diritto analogo, ad esempio un diritto di compensazione o un diritto coperto da garanzia, segnatamente una proroga o il pagamento di una garanzia o di una controgaranzia, in particolare finanziaria, indipendentemente dalla sua forma, se la richiesta è presentata da:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>persone o entità designate di cui agli allegati I, II, III, IV, V o VI;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>qualsiasi altra persona o entità nella RPDC, compresi il governo della RPDC, e i suoi enti, imprese e agenzie pubblici;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>qualsiasi persona o entità che agisce tramite o per conto di una di tali persone o entità di cui alle lettere a) o b); o</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>qualsiasi armatore o noleggiatore di una nave che sia stata sequestrata o confiscata ai sensi del dell'articolo 18 <span>ter</span>, paragrafo 1, o cancellata dal registro ai sensi dell'articolo 18 <span>ter</span>, paragrafo 3, o elencata nell'allegato VI».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>10)</p></td><td><p>è inserito l'articolo seguente:</p><p>«Articolo 32 bis</p><p>Le misure imposte dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) e 2397 (2017) se impediscono in qualsiasi modo le attività delle missioni diplomatiche o consolare nella RPDC a norma delle convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e consolari.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>11)</p></td><td><p>all'articolo 33, i paragrafi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:</p><p>«1.   Il Consiglio esegue le modifiche degli allegati I e IV sulla scorta di quanto determinato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite o dal comitato delle sanzioni.</p><p>2.   Il Consiglio, deliberando all'unanimità su proposta degli Stati membri o dell'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, redige gli elenchi contenuti negli allegati II, III, V e VI e adotta le relative modifiche.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>12)</p></td><td><p>all'articolo 34, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><p>«2.   Qualora il Consiglio decida di applicare a una persona o entità le misure di cui all'articolo 18 <span>ter</span>, paragrafi 4 o 5, all'articolo 23, paragrafo 1, lettere b) o c), o all'articolo 27, paragrafo 1, lettere b), c) o d), modifica di conseguenza gli allegati II, III, V o VI.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>13)</p></td><td><p>l'articolo 36 <span>bis</span> è sostituito dal seguente:</p><p>«Articolo 36 bis</p><p>In deroga alle misure imposte dalle UNSCR 1718 (2006), 1874 (2009), 2087 (2013), 2094 (2013), 2270 (2016), 2321 (2016), 2356 (2017), 2371 (2017), 2375 (2017) o 2397 (2017), purché il comitato delle sanzioni abbia accertato che la deroga è necessaria per agevolare il lavoro delle organizzazioni internazionali e non governative che svolgono attività di assistenza e di soccorso nella RPDC a favore della popolazione civile della RPDC o per qualsiasi altra finalità coerente con gli obiettivi delle UNSCR, l'autorità competente di uno Stato membro concede l'autorizzazione necessaria.»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>14)</p></td><td><p>l'allegato II è modificato in conformità con l'allegato I della presente decisione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>15)</p></td><td><p>l'allegato IV è sostituito dal testo di cui all'allegato II della presente decisione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>16)</p></td><td><p>è aggiunto, come allegato VI, il testo di cui all'allegato III della presente decisione.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 26 febbraio 2018
Per il Consiglio
Il presidente
F. MOGHERINI
( 1 ) GU L 141 del 28.5.2016, pag. 79 .
ALLEGATO I
Le voci relative alle seguenti persone ed entità sono cancellate dall'elenco di cui all'allegato II della decisione (PESC) 2016/849:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>I.</p></td><td><p>Persone ed entità responsabili dei programmi della RPDC legati al nucleare, ai missili balistici o ad altre armi di distruzione di massa, o persone o entità che agiscono per loro conto o sotto la loro direzione, ovvero entità da esse possedute o controllate.</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>A.</p></td><td><p>Persone</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>23.</p></td><td><p>PAK Yong Sik</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>31.</p></td><td><p>KIM Jong Sik</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>B.</p></td><td><p>Entità</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.</p></td><td><p>Ministero delle forze armate popolari</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>II.</p></td><td><p>Persone ed entità che forniscono servizi finanziari che potrebbero contribuire ai programmi della RPDC legati al nucleare, ai missili balistici o ad altre armi di distruzione di massa</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.</p></td><td><p>CHOE Chun-Sik.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO II
« ALLEGATO IV
ELENCO DELLE NAVI DI CUI ALL'ARTICOLO 18 bis , PARAGRAFO 6
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>A.</p></td><td><p>Navi la cui bandiera è stata dismessa</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>B.</p></td><td><p>Navi dirette a un porto</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>C.</p></td><td><p>Navi la cui registrazione è stata revocata</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>D.</p></td><td><p>Navi a cui è vietato l'ingresso nei porti</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.</p></td><td><p><span>Nome</span>: PETREL 8</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 9562233. MMSI: 620233000</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2.</p></td><td><p><span>Nome</span>: HAO FAN 6</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 8628597. MMSI: 341985000</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.</p></td><td><p><span>Nome</span>: TONG SAN 2</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 8937675. MMSI: 445539000</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4.</p></td><td><p><span>Nome</span>: JIE SHUN</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 8518780. MMSI: 514569000</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.</p></td><td><p><span>Nome</span>: BILLIONS NO. 18</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 9191773</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6.</p></td><td><p><span>Nome</span>: UL JI BONG 6</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 9114555</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7.</p></td><td><p><span>Nome</span>: RUNG RA 2</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 9020534</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>8.</p></td><td><p><span>Nome</span>: RYE SONG GANG 1</p><span>Informazioni supplementari</span><p>IMO: 7389704</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>E.</p></td><td><p>Navi a cui si applica il congelamento dei beni</p></td></tr></tbody></table>
» ALLEGATO III
«ALLEGATO VI
ELENCO DELLE NAVI DI CUI ALL'ARTICOLO 18 ter , PARAGRAFO 7 » | ITA | 32018D0293 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.2.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 55/70</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2022/325 DELLA COMMISSIONE
del 24 febbraio 2022
che modifica le decisioni di esecuzione (UE) 2015/698, (UE) 2017/2448, (UE) 2017/2452, (UE) 2018/1109, (UE) 2018/1110, (UE) 2019/1304, (UE) 2019/1306 e (UE) 2021/1388 per quanto riguarda il titolare dell’autorizzazione e il suo rappresentate nell’Unione per l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da alcuni organismi geneticamente modificati
[notificata con il numero C(2022) 1049]
(Il testo in lingua neerlandese è il solo facente fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati ( 1 ) , in particolare l’articolo 9, paragrafo 2, e l’articolo 21, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Pioneer Overseas Corporation, con sede in Belgio, è il rappresentante nell’Unione di Pioneer Hi-Bred International Inc., con sede negli Stati Uniti, per quanto riguarda le autorizzazioni all’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da determinati organismi geneticamente modificati rilasciate con decisioni di esecuzione (UE) 2015/698 <a>(<span>2</span>)</a>, (UE) 2017/2448 <a>(<span>3</span>)</a>, (UE) 2017/2452 <a>(<span>4</span>)</a>, (UE) 2018/1109 <a>(<span>5</span>)</a>, (UE) 2018/1110 <a>(<span>6</span>)</a>, (UE) 2019/1304 <a>(<span>7</span>)</a>, (UE) 2019/1306 <a>(<span>8</span>)</a> e (UE) 2021/1388 <a>(<span>9</span>)</a>della Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Dow AgroSciences Distribution S.A.S., con sede in Francia, è il rappresentante nell’Unione di Dow AgroSciences LLC, con sede negli Stati Uniti, per quanto riguarda le autorizzazioni all’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da determinati organismi geneticamente modificati rilasciate con decisioni di esecuzione (UE) 2017/2452, (UE) 2018/1109 e (UE) 2019/1306.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Con lettera del 22 marzo 2021, Corteva Agriscience LLC ha informato la Commissione che dal 1<span>o</span> gennaio 2021 Dow AgroSciences LLC aveva cambiato il proprio nome in Corteva Agriscience LLC.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Con lettera del 1<span>o</span> novembre 2021, Pioneer Hi-Bred International, Inc. ha chiesto alla Commissione di trasferire a Corteva Agriscience LLC i diritti e gli obblighi di Pioneer Hi-Bred International, Inc. riguardanti tutte le autorizzazioni e le domande pendenti per i prodotti geneticamente modificati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Con lettera del 1<span>o</span> novembre 2021 Corteva Agriscience LLC ha informato la Commissione che dal 1<span>o</span> novembre 2021 Corteva Agriscience Belgium BV, con sede in Belgio, diventava il proprio rappresentante nell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Le modifiche richieste sono di natura puramente amministrativa e non comportano quindi una nuova valutazione dei prodotti interessati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza le decisioni di esecuzione (UE) 2015/698, (UE) 2017/2448, (UE) 2017/2452, (UE) 2018/1109, (UE) 2018/1110, (UE) 2019/1304, (UE) 2019/1306 e (UE) 2021/1388.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2015/698
La decisione di esecuzione (UE) 2015/698 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2017/2448
La decisione di esecuzione (UE) 2017/2448 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2017/2452
La decisione di esecuzione (UE) 2017/2452 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 4
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2018/1109
La decisione di esecuzione (UE) 2018/1109 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 5
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2018/1110
La decisione di esecuzione (UE) 2018/1110 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 10 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 10</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 6
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2019/1304
La decisione di esecuzione (UE) 2019/1304 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 7
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2019/1306
La decisione di esecuzione (UE) 2019/1306 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 8
Modifiche della decisione di esecuzione (UE) 2021/1388
La decisione di esecuzione (UE) 2021/1388 è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>l’articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Titolare dell’autorizzazione</p><p>Il titolare dell’autorizzazione è Corteva Agriscience LLC, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><p>Destinatario</p><p>Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>nell’allegato, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p><span>Richiedente e titolare dell’autorizzazione</span></p><table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Corteva Agriscience LLC</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti,</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><p>rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio.».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 9
Destinatario
Corteva Agriscience LLC, 9330 Zionsville Road Indianapolis, Indiana 46268-1054, Stati Uniti, rappresentata nell’Unione da Corteva Agriscience Belgium BV, Bedrijvenlaan 9, 2800 Mechelen, Belgio, è destinataria della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 24 febbraio 2022
Per la Commissione
Stella KYRIAKIDES
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 1 .
( 2 ) Decisione di esecuzione (UE) 2015/698 della Commissione, del 24 aprile 2015, che autorizza l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti da soia geneticamente modificata 305423 (DP-3Ø5423-1) a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 112 del 30.4.2015, pag. 71 ).
( 3 ) Decisione di esecuzione (UE) 2017/2448 della Commissione, del 21 dicembre 2017, che autorizza l’immissione in commercio dei prodotti contenenti, costituiti od ottenuti da soia geneticamente modificata 305423 × 40-3-2 (DP-3Ø5423-1 × MON-Ø4Ø32-6) in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati ( GU L 346 del 28.12.2017, pag. 6 ).
( 4 ) Decisione di esecuzione (UE) 2017/2452 della Commissione, del 21 dicembre 2017, che rinnova l’autorizzazione di immissione in commercio dei prodotti contenenti, costituiti od ottenuti da granturco geneticamente modificato 1507 (DAS-Ø15Ø7-1) in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 346 del 28.12.2017, pag. 25 ).
( 5 ) Decisione di esecuzione (UE) 2018/1109 della Commissione, del 1 agosto 2018, che rinnova l’autorizzazione di immissione in commercio dei prodotti contenenti, costituiti od ottenuti da granturco geneticamente modificato 59122 (DAS-59122-7) in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 203 del 10.8.2018, pag. 7 ).
( 6 ) Decisione di esecuzione (UE) 2018/1110 della Commissione, del 3 agosto 2018, che autorizza l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da granturco geneticamente modificato 1507 × 59122 × MON 810 × NK603 e da granturco geneticamente modificato che combina due o tre dei singoli eventi 1507, 59122, MON 810 e NK603, e che abroga le decisioni 2009/815/CE, 2010/428/UE e 2010/432/UE ( GU L 203 del 10.8.2018, pag. 13 ).
( 7 ) Decisione di esecuzione (UE) 2019/1304 della Commissione, del 26 luglio 2019, che autorizza l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da granturco geneticamente modificato 4114 (DP-ØØ4114-3) in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 204 del 2.8.2019, pag. 65 ).
( 8 ) Decisione di esecuzione (UE) 2019/1306 della Commissione, del 26 luglio 2019, che rinnova l’autorizzazione all’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti da o prodotti a partire da granturco geneticamente modificato 1507 × NK603 (DAS-Ø15Ø7-1 × MON-ØØ6Ø3-6) in conformità del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 204 del 2.8.2019, pag. 75 ).
( 9 ) Decisione di esecuzione (UE) 2021/1388 della Commissione, del 17 agosto 2021, che autorizza l’immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da granturco geneticamente modificato 1507 × MIR162 × MON810 × NK603 e da granturco geneticamente modificato che combina due o tre dei singoli eventi 1507, MIR162, MON810 e NK603 in conformità al regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 300 del 24.8.2021, pag. 22 ).
</note> | ITA | 32022D0325 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>30.8.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 260/1</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DEL CONSIGLIO
del 16 giugno 2014
relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra
(2014/492/UE)
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo 37 e l'articolo 31, paragrafo 1, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 5, e l'articolo 218, paragrafo 8, secondo comma, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 217, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 5, con l'articolo 218, paragrafo 8, secondo comma, e con l'articolo 218, paragrafo 7,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 15 giugno 2009 il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare negoziati con la Repubblica di Moldova per la conclusione di un nuovo accordo tra l'Unione e la Repubblica di Moldova destinato a sostituire l'accordo di partenariato e di cooperazione <a>(<span>1</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Tenendo conto dello stretto legame storico e dei rapporti sempre più stretti tra le parti, nonché del loro desiderio di rafforzare e ampliare le relazioni in un'ottica ambiziosa e innovativa, i negoziati sull'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra («l'accordo») sono stati portati a termine con successo mediante la sigla dell'accordo in data 29 novembre 2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'accordo dovrebbe essere firmato a nome dell'Unione e applicato in parte prima della sua entrata in vigore in via provvisoria conformemente all'articolo 464 dell'accordo, in attesa dell'espletamento delle procedure relative alla sua conclusione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L'applicazione provvisoria di parti dell'accordo fa salva la ripartizione delle competenze tra l'Unione e i suoi Stati membri conformemente ai trattati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 218, paragrafo 7, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è opportuno che il Consiglio abiliti la Commissione ad approvare le modifiche all'accordo che devono essere adottate dal comitato di associazione, riunito nella formazione «Commercio», di cui all'articolo 438, paragrafo 4, dell'accordo, in base a proposte del sottocomitato per le indicazioni geografiche ai sensi dell'articolo 306 dell'accordo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>È opportuno definire le procedure pertinenti alla protezione delle indicazioni geografiche che in forza dell'accordo sono oggetto di tale protezione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>L'accordo non dovrebbe essere inteso in modo tale da conferire diritti o imporre obblighi che possano essere invocati direttamente dinanzi agli organi giurisdizionali dell'Unione o degli Stati membri,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
1. La firma a nome dell'Unione dell'accordo di associazione tra l'Unione europea e la Comunità europea dell'energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Moldova, dall'altra, è autorizzata, con riserva della conclusione di detto accordo.
2. Il testo dell'accordo è accluso alla presente decisione.
Articolo 2
Il presidente del Consiglio è autorizzato a designare la persona o le persone abilitate a firmare l'accordo a nome dell'Unione.
Articolo 3
1. A norma dell'articolo 464 dell'accordo e subordinatamente alle notifiche ivi previste, le seguenti parti dell'accordo sono applicate in via provvisoria tra l'Unione e la Repubblica di Moldova, in attesa dell'entrata in vigore dell'accordo, ma solo nella misura in cui riguardano materie di competenza dell'Unione, incluse quelle per definire e attuare una politica estera e di sicurezza comune:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>titolo I;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>titolo II: articoli 3, 4, 7 e 8;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>titolo III: articoli 12 e 15;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>titolo IV: capitoli 5, 9 e 12 [fatta eccezione per l'articolo 68, lettera h)], capitolo 13 [fatta eccezione per l'articolo 71 nella misura in cui riguarda la governance marittima e fatta eccezione per l'articolo 73, lettere b) ed e), e l'articolo 74], capitolo 14 [fatta eccezione per l'articolo 77, lettera i)], capitolo 15 [fatta eccezione per l'articolo 81, lettere a) ed e), e l'articolo 82, paragrafo 2)], capitolo 16 [fatta eccezione per l'articolo 87, l'articolo 88, lettera c), e l'articolo 89, lettere a) e b), nella misura in cui tale lettera b) riguarda la tutela dei suoli], capitoli 26 e 28, nonché gli articoli 30, 37, 46, 57, 97, 102 e 116;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>titolo V (fatta eccezione per l'articolo 278 nella misura in cui riguarda gli aspetti penali connessi ai diritti di proprietà intellettuale, e fatta eccezione per gli articoli 359 e 360 nella misura in cui si applicano alle procedure, ai riesami e ai ricorsi amministrativi a livello di Stato membro);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>titolo VI;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>titolo VII (fatta eccezione per l'articolo 456, paragrafo 1, nella misura in cui le disposizioni di tale titolo sono limitate al fine di garantire l'applicazione provvisoria dell'accordo come stabilito nel presente paragrafo);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>allegati da II a XIII, da XV a XXXV, nonché protocolli da I a IV.</p></td></tr></tbody></table>
2. La data a decorrere dalla quale l'accordo sarà applicato in via provvisoria sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea a cura del segretariato generale del Consiglio.
Articolo 4
Ai fini dell'articolo 306 dell'accordo, le modifiche dell'accordo operate tramite decisioni del sottocomitato per le indicazioni geografiche sono approvate dalla Commissione a nome dell'Unione. In caso di mancato accordo tra le parti interessate in seguito a obiezioni relative a un'indicazione geografica, la Commissione adotta una posizione in merito secondo la procedura di cui all'articolo 57, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 2 ) .
Articolo 5
1. Le denominazioni protette a norma del titolo V, capitolo 9, sottosezione 3 «Indicazioni geografiche», dell'accordo possono essere utilizzate da qualsiasi operatore che commerci prodotti agricoli, prodotti alimentari, vini, vini aromatizzati o bevande spiritose conformi alla specifica corrispondente.
2. A norma dell'articolo 301 dell'accordo, gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione applicano la protezione di cui agli articoli da 297 a 300 dell'accordo, anche su richiesta di una parte interessata.
Articolo 6
L'accordo non dovrebbe essere inteso in modo tale da conferire diritti o imporre obblighi che possano essere invocati direttamente dinanzi agli organi giurisdizionali dell'Unione o degli Stati membri.
Articolo 7
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla sua adozione.
Fatto a Lussemburgo, il 16 giugno 2014
Per il Consiglio
Il presidente
G. KARASMANIS
<note>
( 1 ) Accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri e la Repubblica di Moldova ( GU L 181 del 24.6.1998, pag. 3 ).
( 2 ) Regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32014D0492 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.1.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 26/44</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2021/66 DELLA COMMISSIONE
del 22 gennaio 2021
che autorizza l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio
[notificata con il numero C(2021) 285]
(Il testo in lingua neerlandese è il solo facente fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativo agli alimenti e ai mangimi geneticamente modificati ( 1 ) , in particolare l'articolo 7, paragrafo 3, e l'articolo 19, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 17 dicembre 2015 Monsanto Europe N.V. ha presentato all'autorità nazionale competente dei Paesi Bassi, per conto di Monsanto Company, Stati Uniti, e conformemente agli articoli 5 e 17 del regolamento (CE) n. 1829/2003, una domanda relativa all'immissione in commercio di alimenti, ingredienti alimentari e mangimi contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 («la domanda»). La domanda riguardava anche l'immissione in commercio di prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 per usi diversi dagli alimenti e dai mangimi, ad eccezione della coltivazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Conformemente all'articolo 5, paragrafo 5, e all'articolo 17, paragrafo 5, del regolamento (CE) n. 1829/2003 la domanda comprendeva le informazioni e conclusioni sulla valutazione del rischio effettuata conformemente ai principi di cui all'allegato II della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>. Essa comprendeva inoltre le informazioni richieste negli allegati III e IV di tale direttiva nonché un piano di monitoraggio degli effetti ambientali conformemente all'allegato VII della medesima direttiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Con lettera del 27 agosto 2018 Monsanto Europe N.V. ha informato la Commissione di aver modificato la propria forma giuridica e cambiato il proprio nome in Bayer Agriculture BVBA, Belgio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>L'11 novembre 2019 l'Autorità europea per la sicurezza alimentare («l'Autorità») ha espresso un parere favorevole conformemente agli articoli 6 e 18 del regolamento (CE) n. 1829/2003 <a>(<span>3</span>)</a>. L'Autorità ha concluso che la soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788, come descritta nella domanda, è sicura quanto la sua versione tradizionale e le varietà di riferimento non geneticamente modificate sottoposte a test per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute umana e animale e sull'ambiente ed è ad esse equivalente sotto il profilo nutrizionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nel suo parere l'Autorità ha preso in considerazione tutte le domande e le preoccupazioni sollevate dagli Stati membri nell'ambito della consultazione delle autorità nazionali competenti, come previsto all'articolo 6, paragrafo 4, e all'articolo 18, paragrafo 4, del regolamento (CE) n. 1829/2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>L'Autorità ha inoltre concluso che il piano di monitoraggio degli effetti ambientali presentato dal richiedente, che consiste in un piano generale di sorveglianza, è conforme agli usi cui sono destinati i prodotti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Tenendo conto di tali conclusioni, è opportuno autorizzare l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 per gli usi elencati nella domanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Con lettera del 28 luglio 2020 Bayer Agriculture BVBA, Belgio, ha informato la Commissione che dal 1<span>o</span> agosto 2020 avrebbe cambiato il proprio nome in Bayer Agriculture BV, Belgio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Con lettera del 28 luglio 2020 Bayer Agriculture BVBA, Belgio, in rappresentanza di Monsanto Company, Stati Uniti, ha informato la Commissione che dal 1<span>o</span> agosto 2020 Monsanto Company, Stati Uniti, avrebbe modificato la propria forma giuridica e cambiato il proprio nome in Bayer CropScience LP, Stati Uniti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Alla soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 dovrebbe essere assegnato un identificatore unico conformemente al regolamento (CE) n. 65/2004 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Per i prodotti oggetto della presente decisione non risultano necessari requisiti specifici in materia di etichettatura diversi da quelli di cui all'articolo 13, paragrafo 1, e all'articolo 25, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003 e all'articolo 4, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1830/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a>. Tuttavia, al fine di garantire che l'uso di tali prodotti rimanga entro i limiti dell'autorizzazione rilasciata con la presente decisione, sull'etichettatura dei prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788, ad eccezione dei prodotti alimentari, dovrebbe figurare una dicitura che indichi chiaramente che essi non sono destinati alla coltivazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Il titolare dell'autorizzazione dovrebbe presentare relazioni annuali sull'attuazione e sui risultati delle attività previste dal piano di monitoraggio degli effetti ambientali. Tali risultati dovrebbero essere presentati conformemente ai requisiti stabiliti dalla decisione 2009/770/CE della Commissione <a>(<span>6</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Il parere dell'Autorità non giustifica l'imposizione di condizioni specifiche o di restrizioni all'immissione in commercio, all'uso e alla manipolazione, compresi i requisiti relativi al monitoraggio successivo all'immissione in commercio per quanto riguarda il consumo degli alimenti e dei mangimi contenenti, costituiti o derivati dalla soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 o per la tutela di particolari ecosistemi/ambienti o aree geografiche, secondo quanto disposto dall'articolo 6, paragrafo 5, lettera e), e dall'articolo 18, paragrafo 5, lettera e), del regolamento (CE) n. 1829/2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Tutte le informazioni pertinenti relative all'autorizzazione dei prodotti<span>oggetto della presente decisione</span> dovrebbero essere iscritte nel registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati di cui all'articolo 28, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1829/2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>La presente decisione deve essere notificata attraverso il centro di scambio di informazioni sulla biosicurezza (<span>Biosafety Clearing House</span>) alle parti del protocollo di Cartagena sulla biosicurezza della Convenzione sulla diversità biologica, in conformità all'articolo 9, paragrafo 1, e all'articolo 15, paragrafo 2, lettera c), del regolamento (CE) n. 1946/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Il comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi non ha espresso alcun parere entro il termine fissato dal suo presidente. Il presente atto di esecuzione è stato ritenuto necessario e il presidente lo ha sottoposto al comitato di appello per una nuova delibera. Il comitato di appello non ha espresso alcun parere,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Organismo geneticamente modificato e identificatore unico
Alla soia geneticamente modificata ( Glycine max (L.) Merr.) MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788, come specificata nell'allegato, lettera b), della presente decisione, è assegnato l'identificatore unico MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1 conformemente al regolamento (CE) n. 65/2004.
Articolo 2
Autorizzazione
I seguenti prodotti sono autorizzati ai fini dell'articolo 4, paragrafo 2, e dell'articolo 16, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003, conformemente alle condizioni stabilite nella presente decisione:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>alimenti e ingredienti alimentari contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>mangimi contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1 per usi diversi da quelli indicati alle lettere a) e b), ad eccezione della coltivazione.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
Etichettatura
1. Ai fini dei requisiti in materia di etichettatura di cui all'articolo 13, paragrafo 1, e all'articolo 25, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003, nonché all'articolo 4, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1830/2003, il «nome dell'organismo» è «soia».
2. La dicitura «non destinato alla coltivazione» figura sull'etichetta dei prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1, ad eccezione dei prodotti di cui all'articolo 2, lettera a), e nei documenti che li accompagnano.
Articolo 4
Metodo di rilevamento
Per il rilevamento della soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1 di cui all'articolo 1 si applica il metodo indicato alla lettera d) dell'allegato.
Articolo 5
Monitoraggio degli effetti ambientali
1. Il titolare dell'autorizzazione provvede affinché sia avviato e attuato il piano di monitoraggio degli effetti ambientali di cui alla lettera h) dell'allegato.
2. Il titolare dell'autorizzazione presenta alla Commissione relazioni annuali sull'attuazione e sui risultati delle attività previste dal piano di monitoraggio, conformemente al formulario istituito dalla decisione 2009/770/CE.
Articolo 6
Registro comunitario
Le informazioni indicate nell'allegato sono inserite nel registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati di cui all'articolo 28, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1829/2003.
Articolo 7
Titolare dell'autorizzazione
Il titolare dell'autorizzazione è Bayer CropScience LP, Stati Uniti, rappresentata nell'Unione da Bayer Agriculture BV, Belgio.
Articolo 8
Validità
La presente decisione si applica per un periodo di dieci anni a decorrere dalla data di notifica.
Articolo 9
Destinatario
Bayer Agriculture BV, Scheldelaan 460, 2040 Anversa, Belgio, è destinataria della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 22 gennaio 2021
Per la Commissione
Stella KYRIAKIDES
Membro della Commissione
( 1 ) GU L 268 del 18.10.2003, pag. 1 .
( 2 ) Direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la direttiva 90/220/CEE del Consiglio ( GU L 106 del 17.4.2001, pag. 1 ).
( 3 ) Gruppo di esperti scientifici dell'EFSA sugli organismi geneticamente modificati (OGM), 2019. Scientific Opinion on the assessment of genetically modified soybean MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 for food and feed uses, under Regulation (EC) No 1829/2003 (Parere scientifico sulla valutazione della soia geneticamente modificata MON 87751 × MON 87701 × MON 87708 × MON 89788 a fini di alimentazione umana e animale a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003) (domanda EFSA-GMO-NL-2016-128). EFSA Journal 2019;17(11):5847, 31 pagg. https://doi.org/10.2903/j.efsa.2019.5847.
( 4 ) Regolamento (CE) n. 65/2004 della Commissione, del 14 gennaio 2004, che stabilisce un sistema per la determinazione e l'assegnazione di identificatori unici per gli organismi geneticamente modificati ( GU L 10 del 16.1.2004, pag. 5 ).
( 5 ) Regolamento (CE) n. 1830/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, concernente la tracciabilità e l'etichettatura di organismi geneticamente modificati e la tracciabilità di alimenti e mangimi ottenuti da organismi geneticamente modificati, nonché recante modifica della direttiva 2001/18/CE ( GU L 268 del 18.10.2003, pag. 24 ).
( 6 ) Decisione 2009/770/CE della Commissione, del 13 ottobre 2009, che istituisce formulari standard per la comunicazione dei risultati del monitoraggio dell'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati, come prodotti o all'interno di prodotti, ai fini della loro immissione sul mercato, ai sensi della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 275 del 21.10.2009, pag. 9 ).
( 7 ) Regolamento (CE) n. 1946/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2003, sui movimenti transfrontalieri degli organismi geneticamente modificati ( GU L 287 del 5.11.2003, pag. 1 ).
ALLEGATO
a) Richiedente e titolare dell'autorizzazione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome</p></td><td><p>:</p></td><td><p>Bayer CropScience LP</p></td></tr><tr><td><p>Indirizzo</p></td><td><p>:</p></td><td><p>800 N. Lindbergh Boulevard, St. Louis, Missouri 63167, Stati Uniti</p></td></tr></tbody></table>
Rappresentata nell'Unione da Bayer Agriculture BV, Scheldelaan 460, 2040 Anversa, Belgio.
b) Designazione e specifica dei prodotti
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>Alimenti e ingredienti alimentari contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>mangimi contenenti, costituiti o derivati da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1 per usi diversi da quelli indicati ai punti 1) e 2), ad eccezione della coltivazione.</p></td></tr></tbody></table>
La soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1 esprime il gene dmo , che conferisce tolleranza agli erbicidi a base di dicamba, il gene cp4 epsps , che conferisce tolleranza agli erbicidi a base di glifosato, e i geni cry1Ac, cry2Ab2 e cry1A.105 , che conferiscono protezione da determinate specie di lepidotteri nocivi.
c) Etichettatura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>Ai fini dei requisiti in materia di etichettatura stabiliti all'articolo 13, paragrafo 1, e all'articolo 25, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003, nonché all'articolo 4, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1830/2003, il «nome dell'organismo» è «soia»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>la dicitura «non destinato alla coltivazione» figura sull'etichetta dei prodotti contenenti o costituiti da soia geneticamente modificata MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1, ad eccezione dei prodotti di cui alla lettera b), punto 1), e nei documenti che li accompagnano.</p></td></tr></tbody></table>
d) Metodo di rilevamento
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>I metodi quantitativi di rilevamento evento-specifici basati su PCR sono quelli convalidati individualmente per gli eventi della soia geneticamente modificata MON-87751-7, MON 877Ø1-2, MON-877Ø8-9 e MON-89788-1 e ulteriormente verificati nella soia contenente eventi multipli MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>metodo convalidato dal laboratorio di riferimento dell'UE istituito con regolamento (CE) n. 1829/2003, pubblicato all'indirizzo http://gmo-crl.jrc.ec.europa.eu/StatusOfDossiers.aspx;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>materiale di riferimento: AOCS 0215(per MON-87751-7), AOCS 0809 (per MON 877Ø1-2), AOCS 0311 (per MON-877Ø8-9) e AOCS 0906 (per MON-89788-1) accessibili tramite la<span>American Oil Chemists Society</span> (AOCS) all'indirizzo https://www.aocs.org/crm.</p></td></tr></tbody></table>
e) Identificatore unico
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>MON-87751-7 × MON 877Ø1-2 × MON-877Ø8-9 × MON-89788-1.</p></td></tr></tbody></table>
f) Informazioni richieste a norma dell'allegato II del protocollo di Cartagena sulla biosicurezza della Convenzione sulla diversità biologica
Centro di scambio di informazioni sulla biosicurezza ( Biosafety Clearing House ), numero di registro: [ pubblicato alla notifica nel registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati ].
g) Condizioni o restrizioni per l'immissione in commercio, l'utilizzo o la manipolazione dei prodotti
Non applicabile.
h) Piano di monitoraggio degli effetti ambientali
Piano di monitoraggio degli effetti ambientali conformemente all'allegato VII della direttiva 2001/18/CE.
[Link: piano pubblicato nel registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati ].
i) Requisiti relativi al monitoraggio successivo all'immissione in commercio dell'utilizzo degli alimenti destinati al consumo umano
Non applicabile.
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Nota</span></p></td><td><p>:</p></td><td><p>in futuro potrà essere necessario modificare i link ai documenti pertinenti. Tali modifiche saranno rese pubbliche mediante aggiornamento del registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati.</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021D0066 |
2013D0678 — IT — 15.11.2016 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>DECISIONE DI ESECUZIONE DEL CONSIGLIO</p><p>del 15 novembre 2013</p><p>che autorizza la Repubblica italiana a continuare ad applicare una misura speciale di deroga all’articolo 285 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto</p><p><a>(2013/678/UE)</a></p><p>(GU L 316 dell'27.11.2013, pag. 35)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2016/1988 DEL CONSIGLIO dell'8 novembre 2016</a></p></td><td><p>  L 306</p></td><td><p>11</p></td><td><p>15.11.2016</p></td></tr></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE DEL CONSIGLIO
del 15 novembre 2013
che autorizza la Repubblica italiana a continuare ad applicare una misura speciale di deroga all’articolo 285 della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto
(2013/678/UE)
Articolo 1
In deroga all’articolo 285 della direttiva 2006/112/CE, l’Italia è autorizzata a esentare dall’IVA i soggetti passivi il cui volume d’affari annuo non supera i 65 000 EUR.
L’Italia è autorizzata ad aumentare tale soglia al fine di mantenere il valore dell’esenzione in termini reali.
Articolo 2
Gli effetti della presente decisione decorrono dal giorno della sua notifica.
La presente decisione si applica fino all'entrata in vigore di una direttiva che modifichi gli articoli da 281 a 294 della direttiva 2006/112/CE relativi al regime speciale per le piccole imprese o fino al 31 dicembre 2019, se questa data è anteriore.
Articolo 3
La Repubblica italiana è destinataria della presente decisione. | ITA | 02013D0678-20161115 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>24.5.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 136/69</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2023/1013 DEL CONSIGLIO
del 16 maggio 2023
relativa a una deroga alla decisione 2013/471/UE relativa alla concessione delle indennità giornaliere e al rimborso delle spese di viaggio ai membri del Comitato economico e sociale europeo nonché ai supplenti e abroga la decisione (UE) 2021/1072
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 301, terzo comma,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La decisione (UE) 2021/1072 del Consiglio <a>(<span>1</span>)</a> ha introdotto una deroga temporanea agli articoli 2, 3 e 4 della decisione 2013/471/UE del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a> per quanto riguarda il versamento delle indennità giornaliere e il rimborso delle spese di viaggio ai membri del Comitato economico e sociale europeo («Comitato») e ai loro supplenti (denominati congiuntamente «beneficiari»), che consente ai beneficiari che partecipano alle riunioni a distanza per via elettronica un’indennità giornaliera.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La deroga temporanea è stata ritenuta necessaria al fine di garantire che le attività del Comitato possano svolgersi in modo adeguato e sostenibile in ogni momento per assicurare la continuità istituzionale per il periodo in cui persistevano difficoltà di viaggio o restrizioni sanitarie alle riunioni in presenza dovute alla pandemia di COVID-19 nell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Le relazioni presentate dal Comitato in ordine all’applicazione della deroga temporanea hanno evidenziato i benefici di bilancio e ambientali offerti da un’indennità giornaliera per i beneficiari che partecipano alle riunioni a distanza per via elettronica, nonché i vantaggi e i miglioramenti in termini di efficienza in relazione alla continuità istituzionale e operativa del Comitato. Tali benefici restano pertinenti indipendentemente dalle difficoltà di viaggio dovute alla pandemia di COVID-19 nell’Unione, come dimostrato dalla richiesta presentata dal Comitato al Consiglio per una soluzione strutturale che consenta di concedere un’indennità giornaliera per i beneficiari che partecipano a determinati tipi di riunioni del Comitato a distanza per via elettronica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È pertanto opportuno sostituire la deroga temporanea introdotta dalla decisione (UE) 2021/1072 con una soluzione strutturale che consenta di concedere un’indennità giornaliera ai beneficiari che partecipano a distanza per via elettronica alle riunioni debitamente autorizzate conformemente alle norme interne del Comitato, ad eccezione delle riunioni dell’Ufficio di presidenza, delle sessioni plenarie dell’Assemblea o delle riunioni delle sezioni o della commissione consultiva per le trasformazioni industriali. È inoltre opportuno che, in circostanze eccezionali debitamente giustificate, ove risulti impossibile organizzare riunioni del Comitato completamente in presenza, l’indennità giornaliera per la partecipazione a distanza per via elettronica sia concessa in relazione a ogni altra riunione del Comitato debitamente autorizzata essenziale per garantire la continuità istituzionale e operativa dello stesso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le spese amministrative effettivamente sostenute da un beneficiario che partecipa a una riunione a distanza per via elettronica sono inferiori all’importo dell’indennità giornaliera attualmente applicabile per la partecipazione alle riunioni in presenza, mentre il tempo trascorso da un beneficiario rimane lo stesso. Si rende pertanto opportuno adeguare di conseguenza l’indennità giornaliera concessa ai beneficiari che partecipano alle riunioni a distanza per via elettronica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il Comitato dovrebbe stabilire norme dettagliate relative alla concessione dell’indennità giornaliera per i beneficiari che partecipano a distanza per via elettronica alle riunioni, al fine di massimizzare i benefici derivanti dalla partecipazione a distanza, garantendo nel contempo che ciò non comporti un aumento ingiustificato del numero di riunioni organizzate dal Comitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Il Comitato dovrebbe presentare al Consiglio relazioni periodiche sull’applicazione dell’indennità giornaliera per i beneficiari che partecipano a distanza per via elettronica alle riunioni in modo da consentire al Consiglio di valutarne l’impatto, in linea con i requisiti in materia di presentazione di relazioni di cui alla decisione 2013/471/UE. Le relazioni dovrebbero in particolare indicare l’evoluzione del numero di riunioni a distanza per via elettronica del Comitato e la loro durata, nonché i risparmi di bilancio e ambientali associati a tali riunioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La presente decisione dovrebbe rientrare in una futura revisione generale della decisione 2013/471/UE, da intraprendersi prima della fine dell’attuale mandato del Comitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>La decisione (UE) 2021/1072 dovrebbe essere abrogata,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
1. In deroga agli articoli 2, 3 e 4 della decisione 2013/471/UE, i beneficiari che partecipano alle riunioni del Comitato a distanza per via elettronica hanno diritto soltanto a un’indennità giornaliera fissata a 145 EUR.
2. La concessione dell’indennità giornaliera di cui al paragrafo 1 si applica soltanto alle riunioni autorizzate conformemente alle norme interne del Comitato, ad eccezione delle riunioni dell’Ufficio di presidenza, delle sessioni plenarie dell’Assemblea delle riunioni delle sezioni e delle riunioni della commissione consultiva per le trasformazioni industriali.
3. In circostanze eccezionali debitamente giustificate, l’indennità giornaliera di cui al paragrafo 1 è concessa anche per ogni altra riunione del Comitato debitamente autorizzata diversa da quelle per cui l’indennità giornaliera è concessa in conformità del paragrafo 2, a condizione che tale riunione non possa essere organizzata completamente in presenza e che sia essenziale per garantire la continuità istituzionale e operativa del Comitato.
Articolo 2
Il Comitato adotta disposizioni dettagliate che attuano l’articolo 1 entro il 26 luglio 2023.
Articolo 3
Le relazioni sull’applicazione dell’indennità giornaliera di cui all’articolo 1 sono incluse nei requisiti in materia di presentazione di relazioni di cui all’articolo 9 della decisione 2013/471/UE.
Articolo 4
La decisione (UE) 2021/1072 è abrogata.
Articolo 5
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 16 maggio 2023
Per il Consiglio
Il presidente
E. SVANTESSON
<note>
( 1 ) Decisione (UE) 2021/1072 del Consiglio, del 28 giugno 2021, recante deroga temporanea alla decisione 2013/471/UE relativa alla concessione delle indennità giornaliere e al rimborso delle spese di viaggio ai membri del Comitato economico e sociale europeo nonché ai supplenti alla luce delle difficoltà di viaggio dovute alla pandemia di COVID-19 nell’Unione ( GU L 230 del 30.6.2021, pag. 30 ).
( 2 ) Decisione 2013/471/UE del Consiglio, del 23 settembre 2013, relativa alla concessione delle indennità giornaliere e al rimborso delle spese di viaggio ai membri del Comitato economico e sociale europeo nonché ai supplenti ( GU L 253 del 25.9.2013, pag. 22 ).
</note> | ITA | 32023D1013 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.11.2018   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 303/69</p></td></tr></tbody></table>
DIRETTIVA (UE) 2018/1808 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 14 novembre 2018
recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi), in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 53, paragrafo 1, e l'articolo 62,
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo ( 1 ) ,
visto il parere del Comitato delle regioni ( 2 ) ,
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria ( 3 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'ultima modifica sostanziale della direttiva 89/552/CEE del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a>, successivamente codificata dalla direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a>, era stata apportata nel 2007 con l'adozione della direttiva 2007/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a>. Da allora il mercato dei servizi di media audiovisivi ha subito un'evoluzione significativa e rapida a causa dell'attuale convergenza tra la televisione e i servizi internet. L'evoluzione tecnica ha reso possibili nuovi tipi di servizi ed esperienze per gli utenti. Le abitudini dei telespettatori, in particolare delle giovani generazioni, sono cambiate notevolmente. Nonostante lo schermo televisivo principale conservi un ruolo importante nella condivisione delle esperienze audiovisive, molti telespettatori sono passati ad altri dispositivi, portatili, per la visione di contenuti audiovisivi. I contenuti televisivi tradizionali rappresentano ancora una quota considerevole del tempo medio giornaliero di visione.</p><p>Tuttavia nuovi tipi di contenuti, come i videoclip o i contenuti generati dagli utenti, hanno acquisito crescente importanza e si sono affermati nuovi operatori, fra cui i fornitori di servizi di video a richiesta e di piattaforme per la condivisione di video. Tale convergenza dei media esige un quadro giuridico aggiornato onde riflettere l'evoluzione del mercato e raggiungere un equilibrio tra l'accesso ai servizi di contenuti online, la tutela dei consumatori e la competitività.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 6 maggio 2015 la Commissione ha adottato una comunicazione dal titolo «Strategia per il mercato unico digitale in Europa», in cui ha annunciato il riesame della direttiva 2010/13/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La direttiva 2010/13/UE dovrebbe rimanere applicabile unicamente ai servizi la cui finalità principale è la fornitura di programmi destinati a informare, intrattenere o istruire. Il requisito della finalità principale dovrebbe essere considerato soddisfatto anche se il servizio ha un contenuto e una forma audiovisivi distinguibili dall'attività principale del fornitore del servizio, come le parti autonome dei quotidiani online che propongono programmi audiovisivi o i video generati dagli utenti ove tali parti possano essere considerate distinguibili dall'attività principale. Un servizio dovrebbe essere considerato un semplice complemento indistinguibile dall'attività principale a causa dei legami tra l'offerta audiovisiva e l'attività principale, come la fornitura di notizie per iscritto. I canali o altri servizi audiovisivi sotto la responsabilità editoriale di un fornitore possono essi stessi costituire servizi di media audiovisivi, anche se sono offerti su una piattaforma per la condivisione di video caratterizzata dall'assenza di responsabilità editoriale. In questi casi spetterà ai fornitori la responsabilità editoriale di conformarsi alla direttiva 2010/13/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>I servizi di piattaforma per la condivisione di video forniscono contenuti audiovisivi a cui il grande pubblico e in particolare i giovani accedono con frequenza sempre maggiore. Ciò vale anche per i servizi dei media sociali, che sono diventati un importante mezzo per condividere informazioni, intrattenere e istruire, anche dando accesso a programmi e video generati dagli utenti. Tali servizi di media sociali devono essere inclusi nell'ambito di applicazione della direttiva 2010/13/UE perché sono in concorrenza con i servizi di media audiovisivi per lo stesso pubblico e le stesse entrate. Inoltre, hanno anche un impatto significativo in quanto facilitano la possibilità che gli utenti modellino e influenzino i pareri di altri utenti. Di conseguenza, al fine di proteggere i minori da contenuti nocivi e tutti i cittadini dall'istigazione all'odio, alla violenza e al terrorismo, tali servizi dovrebbero essere disciplinati dalla direttiva 2010/13/UE nella misura in cui rispondono alla definizione di servizio di piattaforma per la condivisione di video.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Sebbene l'obiettivo della direttiva 2010/13/UE non sia disciplinare i servizi dei media sociali in quanto tali, tali servizi dovrebbero essere disciplinati se la fornitura di programmi e di video generati dagli utenti costituisce una loro funzionalità essenziale. La fornitura di programmi e di video generati dagli utenti potrebbe essere considerata una funzionalità essenziale del servizio di media sociale se i contenuti audiovisivi non sono semplicemente collaterali alle attività del servizio di media sociale in questione o non ne costituiscono una parte minore. Al fine di garantire la chiarezza, l'efficacia e la coerenza dell'attuazione, laddove necessario e previa consultazione del comitato di contatto la Commissione dovrebbe pubblicare orientamenti relativi all'applicazione pratica del criterio di funzionalità essenziale della definizione di «servizio di piattaforma per la condivisione di video». Tali orientamenti dovrebbero essere redatti nel rispetto degli obiettivi di interesse pubblico generale da conseguire mediante le misure che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video devono adottare e del diritto alla libertà di espressione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Se una sezione distinguibile di un servizio costituisce un servizio di piattaforma per la condivisione di video ai sensi della direttiva 2010/13/UE, soltanto tale sezione dovrebbe essere disciplinata da tale direttiva, e soltanto per quanto concerne i programmi e i video generati dagli utenti. I videoclip integrati nel contenuto editoriale delle versioni elettroniche di quotidiani e riviste e le immagini animate come le GIF non dovrebbero essere disciplinati dalla direttiva 2010/13/UE. La definizione di servizio di piattaforma per la condivisione di video non dovrebbe comprendere attività non economiche, come la fornitura di contenuti audiovisivi su siti web privati e le comunità di interessi non commerciali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Al fine di assicurare un'efficace attuazione della direttiva 2010/13/UE, è essenziale che gli Stati membri istituiscano e tengano aggiornati registri dei fornitori di servizi di media e dei fornitori di piattaforme per la condivisione di video sotto la loro giurisdizione e condividano periodicamente questi dati con le autorità o gli organismi di regolamentazione indipendenti competenti e con la Commissione. Tali registri dovrebbero comprendere informazioni sui criteri su cui è basata la giurisdizione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Per stabilire la giurisdizione è necessario valutare le situazioni di fatto alla luce dei criteri stabiliti nella direttiva 2010/13/UE. La valutazione di tali situazioni di fatto può condurre a risultati contrastanti. Nell'applicazione delle procedure di cooperazione previste da tale direttiva è importante che la Commissione possa fondare le sue constatazioni su fatti affidabili. È pertanto opportuno conferire al gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (<span>European Regulators Group for Audiovisual Media Services</span> – ERGA) il potere di formulare pareri sulla giurisdizione su richiesta della Commissione. Qualora decida di consultare l'ERGA nell'applicazione di tali procedure di cooperazione, la Commissione dovrebbe informare il comitato di contatto, anche in merito alle notifiche ricevute dagli Stati membri ai sensi di tali procedure di cooperazione e al parere dell'ERGA.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Le procedure e le condizioni per limitare la libertà di fornire e ricevere servizi di media audiovisivi dovrebbero essere le stesse sia per i servizi lineari sia per quelli non lineari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea («Corte»), è possibile limitare la libera prestazione dei servizi sancita dal trattato per motivi imperativi di interesse pubblico generale, ad esempio il conseguimento di un elevato livello di tutela dei consumatori, a condizione che le limitazioni in questione siano giustificate, proporzionate e necessarie. Di conseguenza, uno Stato membro dovrebbe poter adottare talune misure al fine di garantire il rispetto delle proprie norme in materia di tutela dei consumatori che non rientrano nei settori coordinati dalla direttiva 2010/13/UE. Le misure adottate da uno Stato membro per attuare il proprio regime nazionale in materia di tutela dei consumatori, anche per quanto concerne la pubblicità del gioco d'azzardo, dovrebbero essere giustificate, proporzionate all'obiettivo perseguito e necessarie ai sensi della giurisprudenza della Corte. In ogni caso, uno Stato membro ricevente non deve adottare misure che ostino alla ritrasmissione, sul proprio territorio, di trasmissioni televisive provenienti da un altro Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Se uno Stato membro notifica alla Commissione che un fornitore di servizi di media si è stabilito nello Stato membro che esercita la giurisdizione per eludere, nei settori coordinati dalla direttiva 2010/13/UE, le norme più rigorose che gli sarebbero applicabili se fosse stabilito nello Stato membro notificante, dovrebbe addurre prove credibili e debitamente documentate a tal fine. Tali prove dovrebbero dettagliare una serie di fatti probanti che consentano di stabilire con ragionevole certezza l'elusione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Nella comunicazione al Parlamento europeo e al Consiglio «Legiferare meglio per ottenere risultati migliori – Agenda dell'UE», la Commissione ha sottolineato che, nel vagliare le soluzioni politiche, avrebbe preso in considerazione sia gli strumenti normativi sia quelli non normativi, basati sul modello della prassi comunitaria e sui principi per legiferare e colegiferare meglio. Numerosi codici di condotta esistenti nei settori coordinati dalla direttiva 2010/13/UE hanno dimostrato di essere ben concepiti, in linea con i principi per legiferare e colegiferare meglio. L'esistenza di un meccanismo di sostegno legislativo è stato considerato un fattore di successo importante nel promuovere il rispetto di un codice di autoregolamentazione o di coregolamentazione. È altrettanto importante che tali codici stabiliscano obiettivi e finalità specifici che consentano un monitoraggio e una valutazione periodici, trasparenti e indipendenti degli obiettivi fissati dai codici di condotta. I codici di condotta dovrebbero altresì prevedere un'applicazione efficace. Tali principi dovrebbero essere corroborati da codici di autoregolamentazione e coregolamentazione adottati nei settori coordinati dalla direttiva 2010/13/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>L'esperienza ha mostrato che gli strumenti di autoregolamentazione e di coregolamentazione, attuati nel rispetto delle diverse tradizioni giuridiche degli Stati membri, possono entrambi svolgere un ruolo importante nel garantire un elevato livello di tutela dei consumatori. Le misure dirette a conseguire gli obiettivi di interesse pubblico generale nel settore dei servizi di media audiovisivi emergenti sono più efficaci se adottate con il sostegno attivo dei fornitori dei servizi stessi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>L'autoregolamentazione costituisce un tipo di iniziativa volontaria che permette agli operatori economici, alle parti sociali, alle organizzazioni non governative e alle associazioni di adottare fra di loro e per sé stessi orientamenti comuni. Spetta a loro sviluppare, monitorare e garantire il rispetto di tali orientamenti. Gli Stati membri, nel rispetto delle loro diverse tradizioni giuridiche, dovrebbero riconoscere il ruolo che può svolgere un'efficace autoregolamentazione a complemento dei meccanismi legislativi, giudiziari e amministrativi in vigore, come pure il suo utile contributo al conseguimento degli obiettivi della direttiva 2010/13/UE. Tuttavia, se l'autoregolamentazione può essere uno strumento complementare per attuare determinate disposizioni della direttiva 2010/13/UE, non dovrebbe sostituirsi ai compiti del legislatore nazionale. La coregolamentazione, nella sua forma minima, fornisce un collegamento giuridico tra l'autoregolamentazione e il legislatore nazionale, in conformità delle tradizioni giuridiche degli Stati membri. Nella coregolamentazione le parti interessate e il governo o le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione condividono il ruolo di regolamentazione. Il ruolo delle autorità pubbliche competenti comprende il riconoscimento del regime di coregolamentazione, l'audit dei suoi processi e il suo finanziamento. La coregolamentazione dovrebbe consentire l'intervento statale qualora i suoi obiettivi non siano conseguiti. Fatti salvi gli obblighi formali degli Stati membri in materia di recepimento, la direttiva 2010/13/UE incoraggia il ricorso all'autoregolamentazione e alla coregolamentazione. Ciò non dovrebbe né obbligare gli Stati membri a istituire regimi di autoregolamentazione o coregolamentazione, o entrambi, né ostacolare o mettere a repentaglio le iniziative di coregolamentazione che siano già in corso negli Stati membri e si stiano dimostrando efficaci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>La trasparenza della proprietà dei media è direttamente connessa alla libertà di espressione, fondamento dei sistemi democratici. Fornire informazioni in merito all'assetto proprietario dei fornitori di servizi di media, nei casi in cui tale proprietà si traduce nel controllo del contenuto dei servizi forniti o nell'esercizio di un'influenza significativa su tale contenuto, consente agli utenti di elaborare un giudizio informato circa tale contenuto. È opportuno che gli Stati membri abbiano la facoltà di determinare se e in quale misura le informazioni in merito all'assetto proprietario di un fornitore di servizi di media debbano essere accessibili agli utenti, a condizione che sia rispettata l'essenza dei diritti e delle libertà fondamentali in questione e che tali misure siano necessarie e proporzionate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Tenuto conto della natura specifica dei servizi di media audiovisivi, in particolare dell'influenza che tali servizi esercitano sul modo in cui il pubblico si forma le proprie opinioni, gli utenti hanno un interesse legittimo a sapere chi è responsabile del contenuto dei servizi. Al fine di rafforzare la libertà di espressione e, per estensione, promuovere il pluralismo dei media ed evitare i conflitti di interesse, è importante che gli Stati membri assicurino che gli utenti abbiano in ogni momento un accesso facile e diretto alle informazioni sul fornitore di servizi di media. Spetta a ciascuno Stato membro decidere, in particolare per quanto riguarda le informazioni che possono essere fornite in merito ad assetto proprietario e proprietari effettivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Al fine di garantire coerenza e certezza del diritto alle imprese e alle autorità degli Stati membri, la nozione di «istigazione alla violenza o all'odio» dovrebbe essere intesa, nella misura appropriata, ai sensi della decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Tenendo conto dell'evoluzione dei mezzi di diffusione dei contenuti attraverso le reti di comunicazione elettronica, è importante proteggere il grande pubblico dall'istigazione al terrorismo. La direttiva 2010/13/UE dovrebbe pertanto garantire che i servizi di media audiovisivi non contengano pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo. Al fine di assicurare la coerenza e la certezza del diritto alle imprese e alle autorità degli Stati membri, la nozione di «pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo» dovrebbe essere intesa ai sensi della direttiva (UE) 2017/541 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Al fine di permettere ai telespettatori, compresi i genitori e i minori, di prendere decisioni informate sui contenuti da guardare, è necessario che i fornitori di servizi di media offrano informazioni sufficienti sui contenuti che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito, ad esempio, mediante un sistema di descrittori di contenuti, un'avvertenza acustica, un simbolo visivo o qualsiasi altro mezzo che descriva la natura del contenuto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Le opportune misure per la protezione dei minori applicabili ai servizi di trasmissione televisiva si dovrebbero anche applicare ai servizi di media audiovisivi a richiesta, il che dovrebbe aumentare il livello di protezione. L'approccio di armonizzazione minima consente agli Stati membri di prevedere un livello più elevato di protezione dai contenuti che potrebbero nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori. I contenuti maggiormente nocivi che potrebbero nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori ma che non costituiscono necessariamente reato dovrebbero essere soggetti alle misure più rigorose quali la criptazione e controlli parentali efficaci, ferma restando la possibilità per gli Stati membri di adottare misure più severe.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a> riconosce che i minori meritano una specifica protezione relativamente al trattamento dei loro dati personali. L'istituzione di meccanismi di protezione dei minori da parte dei fornitori di servizi di media comporta inevitabilmente il trattamento dei dati personali dei minori. Dal momento che tali meccanismi mirano alla protezione dei minori, i dati personali dei minori trattati nel contesto delle misure tecniche di protezione dei minori non dovrebbero essere utilizzati a fini commerciali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>Garantire l'accessibilità dei contenuti audiovisivi è un requisito essenziale nel contesto degli impegni assunti nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Nell'ambito della direttiva 2010/13/UE, il termine «persone con disabilità» dovrebbe essere interpretato alla luce della natura dei servizi contemplati da tale direttiva, ossia dei servizi di media audiovisivi. Il diritto delle persone con una disabilità e degli anziani a partecipare e a essere integrati nella vita sociale e culturale dell'Unione è legato alla fornitura di servizi di media audiovisivi accessibili. Pertanto, gli Stati membri dovrebbero garantire senza indugio che i fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione cerchino attivamente di rendere i contenuti accessibili alle persone con disabilità, in particolare visiva o uditiva. I requisiti di accessibilità dovrebbero essere soddisfatti attraverso un processo progressivo e continuo, tenendo conto dei vincoli pratici e inevitabili che potrebbero impedire la piena accessibilità, come i programmi o gli eventi trasmessi in tempo reale. Al fine di misurare i progressi compiuti dai fornitori di servizi di media per rendere i propri servizi progressivamente accessibili alle persone con disabilità visiva o uditiva, gli Stati membri dovrebbero richiedere ai fornitori di servizi di media stabiliti nel loro territorio di presentare loro una relazione su base regolare.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>I mezzi con cui ottenere l'accessibilità ai servizi di media audiovisivi ai sensi della direttiva 2010/13/UE dovrebbero comprendere, tra gli altri, la lingua dei segni, la sottotitolazione per i non udenti e gli ipoudenti, i sottotitoli audio e l'audiodescrizione. Tuttavia, detta direttiva non contempla caratteristiche o servizi che forniscono accesso a servizi di media audiovisivi né le caratteristiche di accessibilità delle guide elettroniche ai programmi (<span>electronic programme guides</span> – EPG). Essa non pregiudica pertanto il diritto dell'Unione volto ad armonizzare l'accessibilità dei servizi che forniscono accesso ai servizi di media audiovisivi, come i siti web, le applicazioni online e le EPG, o la fornitura di informazioni sull'accessibilità e in formati accessibili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>In alcuni casi potrebbe non essere possibile fornire informazioni di emergenza in modo accessibile per le persone con disabilità. Tali casi eccezionali, tuttavia, non dovrebbero impedire di rendere pubbliche le informazioni di emergenza attraverso i servizi di media audiovisivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>La direttiva 2010/13/UE non pregiudica la facoltà degli Stati membri di imporre obblighi intesi ad assicurare l'adeguato rilievo dei contenuti di interesse generale nell'ambito di obiettivi definiti di interesse generale quali il pluralismo dei media, la libertà di espressione e la diversità culturale. Tali obblighi dovrebbero essere imposti solo se risultano necessari per conseguire obiettivi di interesse generale chiaramente definiti dagli Stati membri in conformità con il diritto dell'Unione. Se decidono di imporre norme in materia di adeguato rilievo, gli Stati membri dovrebbero imporre solo obblighi proporzionati alle imprese, per legittime considerazioni di interesse pubblico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>Al fine di tutelare la responsabilità editoriale dei fornitori di servizi di media, nonché la catena del valore del settore audiovisivo, è fondamentale poter assicurare l'integrità dei programmi e dei servizi di media audiovisivi offerti dai fornitori di servizi di media. Programmi e servizi di media audiovisivi non dovrebbero essere trasmessi in forma abbreviata, alterata o con interruzioni, oppure con sovrimpressioni a fini commerciali senza il consenso esplicito del fornitore di servizi di media audiovisivi. Gli Stati membri dovrebbero assicurare che le sovrimpressioni avviate o autorizzate soltanto dal destinatario di un servizio per uso privato, quali le sovrimpressioni risultanti da servizi di comunicazione individuale, non richiedano il consenso del fornitore di servizi di media. Gli elementi di controllo dell'interfaccia utente necessari al funzionamento del dispositivo o alla navigazione del programma, quali barre del volume, funzioni di ricerca, menù di navigazione o elenchi dei canali, non dovrebbero essere contemplati. Non dovrebbero essere contemplate neanche le sovrimpressioni legittime come le informazioni di allarme, le informazioni di interesse pubblico generale, i sottotitoli o le sovrimpressioni di comunicazioni commerciali che provengono dal fornitore di servizi. Fatto salvo l'articolo 3, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2015/2120 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>10</span>)</a>, non dovrebbero essere contemplate neanche le tecniche di compressione dei dati che riducono le dimensioni di un file di dati e altre tecniche volte a adattare il servizio ai mezzi di distribuzione (quali risoluzione e codifica) senza alcuna modifica del contenuto.</p><p>Misure intese a tutelare l'integrità dei programmi e dei servizi di media audiovisivi dovrebbero essere imposte solo se risultano necessarie per conseguire obiettivi di interesse generale chiaramente definiti dagli Stati membri in conformità del diritto dell'Unione. Tali misure dovrebbero imporre alle imprese obblighi proporzionati per legittime considerazioni di interesse pubblico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>Ad eccezione della sponsorizzazione e dell'inserimento di prodotti, le comunicazioni commerciali audiovisive per bevande alcoliche nei servizi di media audiovisivi a richiesta dovrebbero conformarsi ai criteri applicabili alla pubblicità televisiva e alle televendite per bevande alcoliche previsti dalla direttiva 2010/13/UE. I criteri più dettagliati applicabili alla pubblicità televisiva e alle televendite per bevande alcoliche sono limitati agli spot pubblicitari, che per loro natura sono separati dal programma e non includono quindi altre comunicazioni commerciali che sono connesse al programma o ne costituiscono parte integrante, quali la sponsorizzazione e l'inserimento di prodotti. Di conseguenza, tali criteri non dovrebbero applicarsi alla sponsorizzazione e all'inserimento di prodotti nei servizi di media audiovisivi a richiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>A livello nazionale e internazionale esistono orientamenti nutrizionali ampiamente riconosciuti, quali il modello di profilo nutrizionale dell'ufficio regionale dell'Organizzazione mondiale della Sanità per l'Europa, finalizzati a differenziare gli alimenti sulla base della loro composizione nutrizionale nell'ambito degli annunci pubblicitari televisivi di prodotti alimentari destinati ai bambini. Gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati ad assicurare che la coregolamentazione e l'autoregolamentazione, anche mediante codici di condotta, siano utilizzate per ridurre effettivamente l'esposizione dei bambini alle comunicazioni commerciali audiovisive relative a prodotti alimentari e a bevande ad alto contenuto di sale, zuccheri, grassi, grassi saturi o acidi grassi trans o comunque non conformi a tali orientamenti nutrizionali nazionali o internazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Analogamente, gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati ad assicurare che i codici di condotta di autoregolamentazione e di coregolamentazione siano utilizzati per ridurre effettivamente l'esposizione di bambini e minori alle comunicazioni commerciali audiovisive relative alle bevande alcoliche. A livello dell'Unione e nazionale esistono alcuni regimi di autoregolamentazione o di coregolamentazione allo scopo di commercializzare in modo responsabile le bevande alcoliche, anche nelle comunicazioni commerciali audiovisive. Tali regimi dovrebbero essere ulteriormente promossi, in particolare quelli volti a garantire che messaggi di consumo responsabile accompagnino le comunicazioni commerciali audiovisive delle bevande alcoliche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>È importante tutelare efficacemente i minori dall'esposizione a comunicazioni commerciali audiovisive connesse alla promozione del gioco d'azzardo. In tale contesto, a livello dell'Unione e nazionale esistono vari regimi di autoregolamentazione o di coregolamentazione intesi a promuovere il gioco d'azzardo responsabile, anche nelle comunicazioni commerciali audiovisive.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>Al fine di rimuovere gli ostacoli alla libera circolazione dei servizi transfrontalieri nell'Unione è necessario garantire l'efficacia delle misure di autoregolamentazione e coregolamentazione volte in particolare a tutelare i consumatori o la salute pubblica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Il mercato dell'emittenza televisiva si è evoluto ed è ora necessaria una maggiore flessibilità per le comunicazioni commerciali audiovisive, in particolare per le norme quantitative concernenti i servizi di media audiovisivi lineari e l'inserimento di prodotti. L'emergere di nuovi servizi, anche senza pubblicità, ha ampliato la scelta per i telespettatori, che possono facilmente passare a offerte alternative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>La liberalizzazione dell'inserimento di prodotti non ha portato alla diffusione prevista di questa forma di comunicazione commerciale audiovisiva. In particolare, il divieto generale di inserimento di prodotti, seppure con alcune eccezioni, non ha assicurato la certezza del diritto ai fornitori di servizi di media. L'inserimento di prodotti dovrebbe pertanto essere consentito, salvo eccezioni, in tutti i servizi di media audiovisivi e servizi di piattaforma per la condivisione di video.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>L'inserimento di prodotti non dovrebbe essere consentito durante i notiziari e i programmi di attualità, i programmi per i consumatori, i programmi religiosi e i programmi per bambini. In particolare, l'esperienza ha dimostrato che l'inserimento di prodotti e la pubblicità integrata possono influenzare il comportamento dei bambini, in quanto essi spesso non sono in grado di riconoscere i contenuti commerciali. È pertanto necessario continuare a vietare l'inserimento di prodotti nei programmi per bambini. I programmi per i consumatori offrono consigli o presentano indagini sull'acquisto di prodotti e servizi. Se l'inserimento di prodotti in tali programmi fosse consentito, verrebbe meno la distinzione tra pubblicità e contenuti editoriali per il pubblico, che da tali programmi può attendersi un'indagine autentica e onesta di prodotti o servizi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>I fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta dovrebbero promuovere la produzione e la distribuzione delle opere europee garantendo che i loro cataloghi contengano una quota minima di opere europee e che a queste sia dato sufficiente rilievo. Dovrebbe essere incoraggiata l'etichettatura nei metadati dei contenuti audiovisivi che si qualificano come opere europee, in modo che tali metadati siano a disposizione dei fornitori di servizi di media. Dare rilievo comporta la promozione delle opere europee agevolando l'accesso a tali opere. È possibile dare rilievo mediante vari mezzi, quali una sezione dedicata alle opere europee accessibile dalla pagina principale del servizio, la possibilità di ricercare opere europee con lo strumento di ricerca messo a disposizione da tale servizio, l'uso di opere europee nelle campagne pubblicitarie di tale servizio o la promozione di una percentuale minima di opere europee in catalogo, utilizzando ad esempio banner o strumenti simili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Al fine di garantire livelli adeguati di investimenti a favore delle opere europee, gli Stati membri dovrebbero avere la facoltà di imporre obblighi finanziari ai fornitori di servizi di media stabiliti nel loro territorio. Tali obblighi possono assumere la forma di contributi diretti alla produzione di opere europee e all'acquisizione di diritti sulle stesse. Gli Stati membri potrebbero anche imporre prelievi da versare in un fondo, sulla base delle entrate generate dai servizi di media audiovisivi forniti e destinati al loro territorio. La presente direttiva chiarisce che, dato il legame diretto tra gli obblighi finanziari e le diverse politiche culturali degli Stati membri, uno Stato membro è autorizzato a imporre tali obblighi finanziari ai fornitori di servizi di media stabiliti in un altro Stato membro che forniscono servizi destinati al suo territorio. In tale caso, gli obblighi finanziari dovrebbero essere imposti soltanto sulle entrate generate dal pubblico di tale Stato membro destinatario dei servizi. I fornitori di servizi di media che sono tenuti a contribuire ai programmi di finanziamento di produzioni cinematografiche in uno Stato membro destinatario dovrebbero poter beneficiare in modo non discriminatorio, persino in mancanza di un luogo di stabilimento in tale Stato membro, degli aiuti disponibili a titolo dei rispettivi programmi di finanziamento di produzioni cinematografiche per i fornitori di servizi di media.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Attualmente le emittenti investono più nelle opere audiovisive europee rispetto ai fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta. Pertanto, ove uno Stato membro destinatario scelga di imporre un obbligo finanziario a un'emittente che rientra nella giurisdizione di un altro Stato membro, è opportuno tenere conto - prestando la debita considerazione al principio di proporzionalità - dei contributi diretti da parte di tale emittente alla produzione di opere europee e all'acquisizione di diritti sulle stesse, in particolare per quanto riguarda le coproduzioni. È fatta salva la competenza degli Stati membri a stabilire, conformemente alla propria politica culturale e in funzione della compatibilità con le norme in materia di aiuti di Stato, il livello dei contributi finanziari che devono essere versati dai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>Nel valutare, caso per caso, se un servizio di media audiovisivo a richiesta stabilito in un altro Stato membro sia destinato al pubblico nel proprio territorio, uno Stato membro dovrebbe fare riferimento a indicatori quali la pubblicità o altre promozioni specificamente dirette a clienti nel suo territorio, la lingua principale del servizio o l'esistenza di contenuti o comunicazioni commerciali rivolti specificamente al pubblico nello Stato membro di ricezione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Qualora uno Stato membro imponga contributi finanziari ai fornitori di servizi di media, tali contributi dovrebbero esser finalizzati a un'adeguata promozione delle opere europee, evitando nel contempo i rischi di doppia imposizione per i fornitori di servizi di media. In tal modo, se lo Stato membro in cui è stabilito il fornitore di servizi di media impone tale contributo finanziario, dovrebbe tenere conto dei contributi finanziari imposti dagli Stati membri destinatari dei servizi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>Al fine di garantire che gli obblighi relativi alla promozione delle opere europee non compromettano lo sviluppo del mercato e al fine di permettere l'ingresso di nuovi operatori sul mercato, i fornitori che non hanno una presenza significativa sul mercato non dovrebbero essere soggetti a tali requisiti. Ciò vale in particolare per i fornitori con un fatturato o un pubblico di modesta entità. Un pubblico di modesta entità può essere determinato, ad esempio, sulla base del tempo di visione o delle vendite, a seconda della natura del servizio, mentre la determinazione del fatturato di modesta entità dovrebbe tenere conto delle diverse dimensioni dei mercati audiovisivi negli Stati membri. Potrebbe inoltre essere inappropriato imporre tali obblighi nei casi in cui, data la natura o il tema dei servizi di media audiovisivi, essi risulterebbero impossibili da mettere in pratica o ingiustificati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>È importante che le emittenti dispongano di maggiore flessibilità e possano decidere quando trasmettere la pubblicità al fine di massimizzare la domanda degli inserzionisti e il flusso dei telespettatori. È altresì necessario, tuttavia, mantenere un livello sufficiente di tutela dei consumatori in materia, dal momento che una siffatta flessibilità potrebbe esporre il pubblico a una quantità eccessiva di pubblicità in prima serata. Dovrebbero pertanto applicarsi limiti specifici nelle fasce orarie comprese tra le 6.00 e le 18.00 e tra le 18.00 e le 24.00.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Gli schermi neutri separano il contenuto editoriale dagli spot televisivi pubblicitari o di televendita e separano i singoli spot. Consentono al telespettatore di distinguere chiaramente la fine e l'inizio dei diversi tipi di contenuto audiovisivo. È necessario chiarire che gli schermi neutri sono esclusi dal limite quantitativo stabilito per la pubblicità televisiva al fine di garantire che il tempo occupato dagli schermi neutri non incida sul tempo utilizzato per la pubblicità e che non siano pregiudicate le entrate da essa generate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>Il tempo di trasmissione dedicato agli annunci effettuati dall'emittente in relazione ai propri programmi e ai prodotti collaterali da questi direttamente derivati ovvero ad annunci di servizio pubblico e appelli a scopo di beneficenza trasmessi gratuitamente, ad eccezione dei costi sostenuti per la trasmissione di questi ultimi, non dovrebbe essere incluso nel tempo di trasmissione massimo concesso per la pubblicità televisiva e la televendita. Inoltre numerose emittenti fanno parte di grandi gruppi di emittenti e trasmettono annunci che riguardano non soltanto i propri programmi e i prodotti collaterali direttamente derivati da tali programmi, ma anche i programmi e i servizi di media audiovisivi di altre entità appartenenti allo stesso gruppo di emittenti. Neanche il tempo di trasmissione dedicato a tali annunci dovrebbe essere incluso nella durata massima del tempo di trasmissione che può essere concesso per la pubblicità televisiva e la televendita.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>I fornitori di piattaforme per la condivisione di video di cui alla direttiva 2010/13/UE forniscono servizi della società dell'informazione ai sensi della direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>11</span>)</a>. Tali fornitori sono pertanto soggetti alle disposizioni sul mercato interno di tale direttiva se sono stabiliti in uno Stato membro. È opportuno garantire che le stesse norme si applichino anche ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video che non sono stabiliti in uno Stato membro al fine di salvaguardare l'efficacia delle misure per la tutela dei minori e del grande pubblico stabilite nella direttiva 2010/13/UE e garantire per quanto possibile condizioni di parità, se tali fornitori dispongono di un'impresa madre o di un'impresa figlia stabilita in uno Stato membro o se sono parte di un gruppo e un'altra impresa di tale gruppo è stabilita in uno Stato membro. Pertanto, le definizioni stabilite nella direttiva 2010/13/UE dovrebbero essere fondate su principi e fare in modo che un'impresa non possa sottrarsi all'ambito di applicazione di tale direttiva mediante la creazione di una struttura di gruppi contenente più strati di imprese stabilite all'interno o all'esterno dell'Unione. In conformità delle norme in materia di stabilimento di cui alle direttive 2000/31/CE e 2010/13/UE, la Commissione dovrebbe essere informata in merito ai fornitori soggetti alla giurisdizione di ciascuno Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>Nuove sfide si presentano, in particolare in relazione alle piattaforme per la condivisione di video, su cui gli utenti, in particolare i minori, fruiscono in misura crescente di contenuti audiovisivi. In tale contesto, i contenuti nocivi e i discorsi di incitamento all'odio messi a disposizione sui servizi di piattaforma per la condivisione di video destano crescente preoccupazione. Al fine di proteggere i minori e il grande pubblico da siffatti contenuti, è necessario stabilire norme proporzionate su tali aspetti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>Le comunicazioni commerciali sui servizi di piattaforma per la condivisione di video sono già disciplinate dalla direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>12</span>)</a>, che vieta le pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori, comprese le pratiche ingannevoli e aggressive utilizzate nei servizi della società dell'informazione.</p><p>Per quanto riguarda le comunicazioni commerciali sui prodotti del tabacco e i prodotti correlati nelle piattaforme per la condivisione di video, i divieti esistenti di cui alla direttiva 2003/33/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>13</span>)</a>, nonché i divieti applicabili alle comunicazioni commerciali riguardanti le sigarette elettroniche e i contenitori di liquido di ricarica a norma della direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>14</span>)</a>, garantiscono una sufficiente protezione dei consumatori nei confronti dei prodotti del tabacco e prodotti correlati. Dal momento che gli utenti si affidano sempre di più a servizi di piattaforma per la condivisione di video per accedere ai contenuti audiovisivi, è necessario garantire un livello sufficiente di tutela dei consumatori allineando le norme in materia di comunicazioni commerciali audiovisive, nella misura adeguata, tra tutti i fornitori. È quindi importante che le comunicazioni commerciali audiovisive sulle piattaforme per la condivisione di video siano individuate con chiarezza e rispettino un complesso minimo di requisiti qualitativi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>Una quota significativa dei contenuti messi a disposizione sui servizi di piattaforma per la condivisione di video non è sotto la responsabilità editoriale del fornitore di piattaforme per la condivisione di video. Tali fornitori, tuttavia, in genere determinano l'organizzazione dei contenuti, ossia programmi, video generati dagli utenti e comunicazioni commerciali audiovisive, anche in modo automatizzato o con algoritmi. Essi dovrebbero pertanto essere tenuti ad adottare le misure appropriate per tutelare i minori dai contenuti che possono nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale. Dovrebbero inoltre essere tenuti ad adottare le misure appropriate per tutelare il grande pubblico dai contenuti che istigano alla violenza o all'odio nei confronti di un gruppo o di un membro di un gruppo per uno dei motivi di cui all'articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea («Carta») o la cui diffusione costituisce reato ai sensi del diritto dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>In considerazione della natura del coinvolgimento dei fornitori nei contenuti messi a disposizione sui servizi di piattaforma per la condivisione di video, le misure appropriate per tutelare i minori e il grande pubblico dovrebbero riguardare l'organizzazione dei contenuti e non i contenuti in quanto tali. I requisiti al riguardo stabiliti dalla direttiva 2010/13/UE dovrebbero pertanto applicarsi fatti salvi gli articoli da 12 a 14 della direttiva 2000/31/CE, che prevede un'esenzione dalla responsabilità per le informazioni illecite trasmesse, ovvero memorizzate in maniera automatica, intermedia e temporanea, ovvero memorizzate da taluni fornitori di servizi della società dell'informazione. Nelle prestazioni di servizi di cui agli articoli da 12 a 14 della direttiva 2000/31/CE, tali requisiti dovrebbero applicarsi anche fatto salvo l'articolo 15 di tale direttiva, che non impone ai fornitori un obbligo generale di sorveglianza di tali informazioni né un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino la presenza di attività illecite, senza tuttavia riguardare gli obblighi di sorveglianza in casi specifici e, in particolare, lasciando impregiudicate le ordinanze emesse dalle autorità nazionali secondo il diritto nazionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>È opportuno coinvolgere il più possibile i fornitori di piattaforme per la condivisione di video all'atto dell'attuazione delle misure appropriate da adottare ai sensi della direttiva 2010/13/UE. La coregolamentazione dovrebbe pertanto essere incoraggiata. I fornitori di piattaforme per la condivisione di video dovrebbero inoltre continuare ad avere la possibilità di adottare misure più rigorose su base volontaria, conformemente al diritto dell'Unione e nel rispetto della libertà di espressione e informazione nonché del pluralismo dei media.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>Il diritto a un ricorso effettivo e il diritto a un giudice imparziale sono diritti fondamentali sanciti dall'articolo 47 della Carta. Le disposizioni della direttiva 2010/13/UE non dovrebbero pertanto essere interpretate in un modo che impedisca alle parti di esercitare il loro diritto di accesso al sistema giudiziario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>Nell'adottare le misure appropriate per tutelare i minori dai contenuti nocivi e per tutelare il grande pubblico da contenuti che istigano alla violenza, all'odio e al terrorismo, in conformità della direttiva 2010/13/UE, dovrebbero essere attentamente bilanciati i diritti fondamentali applicabili, quali stabiliti nella Carta. Si tratta in particolare, a seconda dei casi, del diritto al rispetto della vita privata e della vita familiare e alla protezione dei dati personali, della libertà di espressione e d'informazione, della libertà d'impresa, del divieto di discriminazione e dei diritti del minore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>Il comitato di contatto mira a facilitare un'attuazione efficace della direttiva 2010/13/UE e dovrebbe essere consultato periodicamente in merito a eventuali problemi pratici derivanti dalla sua applicazione. Il lavoro del comitato di contatto non dovrebbe limitarsi alle questioni di politica audiovisiva esistenti, ma dovrebbe altresì contemplare i pertinenti sviluppi emergenti nel settore. Il comitato è composto di rappresentanti delle pertinenti autorità degli Stati membri. Al momento della nomina dei rispettivi rappresentanti gli Stati membri sono incoraggiati a promuovere la parità di genere nella composizione del comitato di contatto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(53)</p></td><td><p>Gli Stati membri dovrebbero assicurare che le proprie autorità o i propri organismi nazionali di regolamentazione siano giuridicamente indipendenti dal governo. Ciò non dovrebbe tuttavia impedire agli Stati membri di esercitare una supervisione conformemente al proprio diritto costituzionale nazionale. Si dovrebbe considerare che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione degli Stati membri abbiano conseguito il livello di indipendenza richiesto, compresi quelli costituiti quali autorità o organismi pubblici, se dispongono dell'indipendenza funzionale ed effettiva dai rispettivi governi e da eventuali altri organismi pubblici o privati. Ciò è considerato essenziale al fine di assicurare l'imparzialità delle decisioni prese da un'autorità o un organismo nazionale di regolamentazione. Il requisito dell'indipendenza dovrebbe lasciare impregiudicata la possibilità per gli Stati membri di istituire autorità di regolamentazione che esercitino la vigilanza in diversi settori, come il settore audiovisivo e quello delle telecomunicazioni. Le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione dovrebbero essere dotati dei poteri di esecuzione e delle risorse necessarie per lo svolgimento dei loro compiti in termini di personale, competenze e mezzi finanziari. Le attività delle autorità o degli organismi nazionali di regolamentazione stabilite dalla direttiva 2010/13/UE dovrebbero assicurare il rispetto degli obiettivi di pluralismo dei mezzi di informazione, diversità culturale, tutela dei consumatori, buon funzionamento del mercato interno e promozione della concorrenza leale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(54)</p></td><td><p>Poiché uno degli scopi dei servizi di media audiovisivi è operare nell'interesse dei singoli e plasmare l'opinione pubblica, è essenziale che tali servizi possano informare i singoli e la società nel modo più completo possibile e con il più elevato livello di eterogeneità. Tale obiettivo può essere conseguito soltanto se le decisioni editoriali non subiscono interferenze statali o influenze delle autorità o degli organismi nazionali di regolamentazione che non si limitano alla mera applicazione del diritto e che non servono a salvaguardare un diritto giuridicamente tutelato, il quale deve essere protetto indipendentemente da una determinata opinione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(55)</p></td><td><p>A livello nazionale dovrebbero esistere meccanismi di ricorso efficaci. Il pertinente organo di ricorso dovrebbe essere indipendente dalle parti in causa. Tale organo può essere un tribunale. La procedura di ricorso non dovrebbe pregiudicare la ripartizione delle competenze all'interno dei sistemi giudiziari nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(56)</p></td><td><p>Al fine di garantire un'applicazione coerente del quadro di regolamentazione del settore audiovisivo dell'Unione in tutti gli Stati membri, la Commissione ha istituito l'ERGA con decisione del 3 febbraio 2014 <a>(<span>15</span>)</a>. Compito dell'ERGA è offrire alla Commissione competenza tecnica nel suo lavoro inteso a garantire un'attuazione coerente della direttiva 2010/13/UE in tutti gli Stati membri dell'Unione e facilitare la cooperazione fra le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione e fra le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione e la Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(57)</p></td><td><p>L'ERGA ha fornito un contributo utile a una prassi regolamentare coerente e ha prestato consulenza di alto livello alla Commissione su questioni di attuazione. È pertanto opportuno procedere al riconoscimento formale e al rafforzamento del suo ruolo nella direttiva 2010/13/UE. L'ERGA dovrebbe pertanto essere costituito in virtù di tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(58)</p></td><td><p>La Commissione dovrebbe avere la facoltà di consultare l'ERGA su qualsiasi questione relativa ai servizi di media audiovisivi e alle piattaforme per la condivisione di video. L'ERGA dovrebbe assistere la Commissione offrendo competenza e consulenza tecniche e agevolando lo scambio di migliori prassi, anche in materia di codici di condotta di autoregolamentazione e coregolamentazione. In particolare, la Commissione dovrebbe consultare l'ERGA nell'applicazione della direttiva 2010/13/UE al fine di facilitarne l'attuazione convergente. Su richiesta della Commissione, l'ERGA dovrebbe formulare pareri non vincolanti sulla giurisdizione, sulle misure che derogano alla libertà di ricezione e sulle misure volte a combattere l'elusione della giurisdizione. L'ERGA dovrebbe altresì essere in grado di fornire consulenza tecnica relativamente a eventuali questioni di regolamentazione connesse al quadro dei servizi di media audiovisivi, anche in materia di incitamento all'odio e di tutela dei minori, oltre che in merito al contenuto delle comunicazioni commerciali audiovisive dei prodotti alimentari a elevato contenuto di grassi, sale o sodio e zuccheri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(59)</p></td><td><p>L'«alfabetizzazione mediatica» si riferisce alle competenze, alle conoscenze e alla comprensione che consentono ai cittadini di utilizzare i media in modo efficace e sicuro. Al fine di consentire ai cittadini di accedere alle informazioni, usare, analizzare criticamente e creare in modo responsabile e sicuro contenuti mediatici occorre che essi dispongano di un livello avanzato di competenze di alfabetizzazione mediatica. L'alfabetizzazione mediatica non dovrebbe essere limitata all'apprendimento in materia di strumenti e tecnologie, ma dovrebbe mirare a dotare i cittadini delle capacità di riflessione critica necessarie per elaborare giudizi, analizzare realtà complesse e riconoscere la differenza tra opinioni e fatti. È pertanto necessario che sia i fornitori di servizi di media sia i fornitori di piattaforme per la condivisione di video, in cooperazione con tutti i soggetti interessati pertinenti, promuovano lo sviluppo dell'alfabetizzazione mediatica in tutti i settori della società, per i cittadini di tutte le età, e per tutti i media, e che se ne verifichino attentamente i progressi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(60)</p></td><td><p>La direttiva 2010/13/UE lascia impregiudicato l'obbligo degli Stati membri di rispettare e proteggere la dignità umana. Rispetta i diritti fondamentali e osserva i principi sanciti segnatamente nella Carta. In particolare, la direttiva 2010/13/UE è volta a garantire il pieno rispetto del diritto alla libertà di espressione, della libertà d'impresa e del diritto al controllo giurisdizionale, nonché a promuovere l'applicazione dei diritti dei minori sanciti dalla Carta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(61)</p></td><td><p>Ogni eventuale misura adottata dagli Stati membri a norma della direttiva 2010/13/UE deve rispettare la libertà di espressione e informazione e il pluralismo dei media, nonché la diversità culturale e linguistica, in linea con la convenzione dell'Unesco sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(62)</p></td><td><p>Il diritto di accedere a programmi di informazione politica è essenziale per tutelare la libertà fondamentale di essere informati e per assicurare che gli interessi dei telespettatori nell'Unione siano pienamente e adeguatamente protetti. Data la crescente importanza dei servizi di media audiovisivi per la società e la democrazia, i programmi di attualità politica dovrebbero, per quanto possibile e fatte salve le norme sul diritto d'autore, essere messi a disposizione a livello transfrontaliero nell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(63)</p></td><td><p>La direttiva 2010/13/UE non riguarda le norme di diritto internazionale privato, in particolare quelle che disciplinano la giurisdizione dei tribunali e la legge applicabile alle obbligazioni contrattuali ed extracontrattuali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(64)</p></td><td><p>Conformemente alla dichiarazione politica comune del 28 settembre 2011 degli Stati membri e della Commissione sui documenti esplicativi <a>(<span>16</span>)</a>, gli Stati membri si sono impegnati ad accompagnare, in casi giustificati, la notifica delle loro misure di recepimento con uno o più documenti che chiariscano il rapporto tra gli elementi costitutivi di una direttiva e le parti corrispondenti degli strumenti nazionali di recepimento. Per quanto riguarda la presente direttiva, il legislatore ritiene che la trasmissione di tali documenti sia giustificata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(65)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza la direttiva 2010/13/UE,</p></td></tr></tbody></table>
HANNO ADOTTATO LA PRESENTE DIRETTIVA:
Articolo 1
La direttiva 2010/13/UE è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>all'articolo 1, il paragrafo 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><p>«a)   <span>“servizio di media audiovisivo”</span>:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>un servizio quale definito agli articoli 56 e 57 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, ove l'obiettivo principale del servizio stesso o di una sua sezione distinguibile sia la fornitura di programmi al grande pubblico, sotto la responsabilità editoriale di un fornitore di servizi di media, al fine di informare, intrattenere o istruire, attraverso reti di comunicazioni elettroniche ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della direttiva 2002/21/CE; per siffatto servizio di media audiovisivo si intende o una trasmissione televisiva come definita alla lettera e) del presente paragrafo o un servizio di media audiovisivo a richiesta come definito alla lettera g) del presente paragrafo;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>una comunicazione commerciale audiovisiva;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>è inserita la lettera seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a bis)</p></td><td><p>“servizio di piattaforma per la condivisione di video”, un servizio quale definito agli articoli 56 e 57 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, ove l'obiettivo principale del servizio stesso, di una sua sezione distinguibile o di una sua funzionalità essenziale sia la fornitura di programmi, video generati dagli utenti o entrambi per il grande pubblico, per i quali il fornitore della piattaforma per la condivisione di video non ha responsabilità editoriale, al fine di informare, intrattenere o istruire attraverso reti di comunicazioni elettroniche ai sensi dell'articolo 2, lettera a), della direttiva 2002/21/CE e la cui organizzazione è determinata dal fornitore della piattaforma per la condivisione di video, anche con mezzi automatici o algoritmi, in particolare mediante visualizzazione, attribuzione di tag e sequenziamento;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la lettera b) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b)</p></td><td><p>“programma”, una serie di immagini animate, sonore o non, che costituiscono un singolo elemento, indipendentemente dalla sua durata, nell'ambito di un palinsesto o di un catalogo stabilito da un fornitore di servizi di media, comprensivo di lungometraggi, videoclip, manifestazioni sportive, commedie di situazione (sitcom), documentari, programmi per bambini e fiction originali;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>sono inserite le lettere seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b bis)</p></td><td><p>“video generato dall'utente”, una serie di immagini animate, sonore o non, che costituiscono un singolo elemento, indipendentemente dalla sua durata, creato da un utente e caricato su una piattaforma per la condivisione di video dal medesimo o da un qualunque altro utente;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b ter)</p></td><td><p>“decisione editoriale”, una decisione presa periodicamente al fine di esercitare la responsabilità editoriale e collegata al funzionamento quotidiano del servizio di media audiovisivo;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>è inserita la lettera seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«d bis)</p></td><td><p>“fornitore della piattaforma per la condivisione di video”, la persona fisica o giuridica che fornisce un servizio di piattaforma per la condivisione di video;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>la lettera h) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«h)</p></td><td><p>“comunicazione commerciale audiovisiva”, le immagini, sonore o non, destinate a promuovere, direttamente o indirettamente, i beni, i servizi o l'immagine di una persona fisica o giuridica che esercita un'attività economica; tali immagini accompagnano o sono inserite in un programma o in un video generato dall'utente dietro pagamento o altro compenso o a fini di autopromozione. Tra le forme di comunicazione commerciale audiovisiva figurano, tra l'altro, la pubblicità televisiva, la sponsorizzazione, la televendita e l'inserimento di prodotti;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>la lettera k) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«k)</p></td><td><p>“sponsorizzazione”, ogni contributo di imprese pubbliche o private o di persone fisiche non impegnate nella fornitura di servizi di media audiovisivi o di servizi di piattaforma per la condivisione di video o nella produzione di opere audiovisive al finanziamento di servizi di media audiovisivi, di servizi di piattaforma per la condivisione di video, di video generati dagli utenti o di programmi al fine di promuoverne il nome, il marchio, l'immagine, le attività o i prodotti;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>la lettera m) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«m)</p></td><td><p>“inserimento di prodotti”, ogni forma di comunicazione commerciale audiovisiva che consiste nell'inserire o nel fare riferimento a un prodotto, a un servizio o al relativo marchio così che appaia all'interno di un programma o di un video generato dall'utente dietro pagamento o altro compenso;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>il titolo del capo II è sostituito dal seguente:</p><p>«<span>DISPOSIZIONI GENERALI RELATIVE AI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI</span>»</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>l'articolo 2 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>al paragrafo 3, la lettera b) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b)</p></td><td><p>se un fornitore di servizi di media ha la sede principale in uno Stato membro ma le decisioni editoriali sul servizio di media audiovisivo sono prese in un altro Stato membro, detto fornitore si considera stabilito nello Stato membro in cui opera una parte significativa degli addetti allo svolgimento dell'attività di servizio di media audiovisivo collegata ai programmi. Se una parte significativa degli addetti allo svolgimento dell'attività di servizio di media audiovisivo collegata ai programmi opera in ciascuno di tali Stati membri, il fornitore di servizi di media si considera stabilito nello Stato membro in cui si trova la sua sede principale. Se in nessuno di tali Stati membri opera una parte significativa degli addetti allo svolgimento dell'attività di servizio di media audiovisivo collegata ai programmi, il fornitore di servizi di media si considera stabilito nel primo Stato membro in cui ha iniziato la sua attività nel rispetto dell'ordinamento giuridico di tale Stato membro, purché mantenga un legame stabile ed effettivo con l'economia di tale Stato membro;»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sono inseriti i paragrafi seguenti:</p><div><p>«5 bis.   Gli Stati membri assicurano che i fornitori di servizi di media informino le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione competenti di qualsiasi modifica che possa influire sulla determinazione della giurisdizione in conformità dei paragrafi 2, 3 e 4.</p></div><div><p>5 ter.   Gli Stati membri istituiscono e mantengono aggiornato un elenco dei fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione e indicano su quali dei criteri di cui ai paragrafi da 2 a 5 si fonda la loro giurisdizione. Gli Stati membri comunicano alla Commissione tale elenco e gli eventuali aggiornamenti.</p><p>La Commissione assicura che tali elenchi siano messi a disposizione in una banca dati centralizzata. In caso di incoerenze tra gli elenchi, la Commissione contatta gli Stati membri interessati per trovare una soluzione. La Commissione assicura che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione abbiano accesso a tale banca dati. La Commissione mette le informazioni della banca dati a disposizione del pubblico.</p></div><div><p>5 quater.   Qualora, nell'applicazione dell'articolo 3 o dell'articolo 4, gli Stati membri interessati non concordino in merito a quale Stato membro abbia la giurisdizione, essi sottopongono senza indugio la questione alla valutazione della Commissione. La Commissione può chiedere al gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (<span>European Regulators Group for Audiovisual Media Services</span> – ERGA) di formulare in merito un parere conformemente all'articolo 30 ter, paragrafo 3, lettera d). L'ERGA fornisce tale parere entro 15 giorni lavorativi dalla presentazione della richiesta da parte della Commissione. La Commissione tiene debitamente informato il comitato di contatto istituito dall'articolo 29.</p><p>Quando adotta una decisione a norma dell'articolo 3, paragrafo 2 o 3, ovvero dell'articolo 4, paragrafo 5, la Commissione decide anche quale Stato membro abbia la giurisdizione.»</p></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4)</p></td><td><p>l'articolo 3 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 3</p><div><p>1.   Gli Stati membri assicurano la libertà di ricezione e non limitano la ritrasmissione sul proprio territorio di servizi di media audiovisivi provenienti da altri Stati membri per ragioni pertinenti ai settori coordinati dalla presente direttiva.</p></div><div><p>2.   Uno Stato membro può derogare in via provvisoria al paragrafo 1 del presente articolo se un servizio di media audiovisivo erogato da un fornitore di servizi di media sotto la giurisdizione di un altro Stato membro viola in maniera evidente, grave e seria l'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), o l'articolo 6 bis, paragrafo 1, ovvero pregiudica o presenta un rischio serio e grave di pregiudizio per la salute pubblica.</p><p>La deroga di cui al primo comma è subordinata alle condizioni seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>nel corso dei 12 mesi precedenti il fornitore di servizi di media ha già tenuto in almeno due occasioni uno o più dei comportamenti descritti al primo comma;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>lo Stato membro interessato ha notificato per iscritto al fornitore di servizi di media, allo Stato membro avente giurisdizione su tale fornitore e alla Commissione le presunte violazioni e le misure proporzionate che intende adottare in caso di nuove violazioni;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>lo Stato membro interessato ha rispettato il diritto di difesa del fornitore di servizi di media e, in particolare, gli ha concesso la possibilità di esprimere le sue opinioni in merito alle presunte violazioni; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le consultazioni con lo Stato membro avente giurisdizione sul fornitore di servizi di media e con la Commissione non hanno condotto a una soluzione amichevole entro un mese dalla ricezione, da parte della Commissione, della notifica di cui alla lettera b).</p></td></tr></tbody></table><p>Entro tre mesi dalla ricezione della notifica delle misure adottate dallo Stato membro interessato e dopo aver richiesto all'ERGA di formulare un parere conformemente all'articolo 30 ter, paragrafo 3, lettera d), la Commissione adotta una decisione sulla compatibilità di tali misure con il diritto dell'Unione. La Commissione tiene debitamente informato il comitato di contatto. Se decide che tali misure non sono compatibili con il diritto dell'Unione, la Commissione chiede allo Stato membro interessato di porvi fine con urgenza.</p></div><div><p>3.   Uno Stato membro può derogare in via provvisoria al paragrafo 1 del presente articolo se un servizio di media audiovisivo erogato da un fornitore di servizi di media sotto la giurisdizione di un altro Stato membro viola in maniera evidente, grave e seria l'articolo 6, paragrafo 1, lettera b), ovvero pregiudica o presenta un rischio grave e serio di pregiudizio per la pubblica sicurezza, compresa la salvaguardia della sicurezza e della difesa nazionale.</p><p>La deroga di cui al primo comma è subordinata alle condizioni seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>nel corso dei 12 mesi precedenti il comportamento di cui al primo comma si è verificato in almeno un'occasione;</p><p>e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>lo Stato membro interessato ha notificato per iscritto al fornitore di servizi di media, allo Stato membro avente giurisdizione su tale fornitore e alla Commissione la presunta violazione e le misure proporzionate che intende adottare in caso di nuove violazioni.</p></td></tr></tbody></table><p>Lo Stato membro interessato rispetta il diritto di difesa del fornitore di servizi di media interessato e, in particolare, gli concede la possibilità di esprimere le sue opinioni in merito alle presunte violazioni.</p><p>Entro tre mesi dalla ricezione della notifica delle misure adottate dallo Stato membro interessato e dopo aver richiesto all'ERGA di formulare un parere conformemente all'articolo 30 ter, paragrafo 3, lettera d), la Commissione adotta una decisione sulla compatibilità di tali misure con il diritto dell'Unione. La Commissione tiene debitamente informato il comitato di contatto. Se decide che tali misure non sono compatibili con il diritto dell'Unione, la Commissione chiede allo Stato membro interessato di porvi fine con urgenza.</p></div><div><p>4.   I paragrafi 2 e 3 fanno salva l'applicazione di qualsiasi procedimento, rimedio giuridico o sanzione contro tali violazioni nello Stato membro che esercita la propria giurisdizione sul fornitore di servizi di media interessato.</p></div><div><p>5.   In casi urgenti gli Stati membri possono, entro un mese dopo la presunta violazione, derogare alle condizioni di cui al paragrafo 3, lettere a) e b). Le misure adottate sono allora notificate al più presto alla Commissione e allo Stato membro alla cui giurisdizione è soggetto il fornitore di servizi di media, insieme ai motivi dell'urgenza. La Commissione verifica con la massima rapidità la compatibilità delle misure notificate con il diritto dell'Unione. Se giunge alla conclusione che le misure sono incompatibili con il diritto dell'Unione, la Commissione chiede allo Stato membro interessato di porvi fine con urgenza.</p></div><div><p>6.   Qualora non disponga delle informazioni necessarie per adottare una decisione a norma del paragrafo 2 o 3, la Commissione richiede allo Stato membro interessato, entro un mese dalla ricezione della notifica, tutte le informazioni necessarie per prendere tale decisione. Il termine entro il quale la Commissione deve adottare la decisione è sospeso fino a quando lo Stato membro non abbia fornito le informazioni necessarie. In ogni caso la sospensione del termine non eccede un mese.</p></div><div><p>7.   Gli Stati membri e la Commissione si scambiano regolarmente esperienze e migliori prassi relative alla procedura stabilita al presente articolo nell'ambito del comitato di contatto e dell'ERGA.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5)</p></td><td><p>l'articolo 4 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 4</p><div><p>1.   Gli Stati membri conservano la facoltà di richiedere ai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione di rispettare norme più particolareggiate o più rigorose nei settori coordinati dalla presente direttiva, purché tali norme siano conformi al diritto dell'Unione.</p></div><div><p>2.   Ove uno Stato membro:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>abbia esercitato la facoltà ai sensi del paragrafo 1 di adottare norme più particolareggiate o più rigorose di interesse pubblico generale; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>ritenga che un fornitore di servizi di media soggetto alla giurisdizione di un altro Stato membro fornisca un servizio di media audiovisivo in tutto o per la maggior parte destinato al suo territorio;</p></td></tr></tbody></table><p>può chiedere allo Stato membro che esercita la giurisdizione di affrontare eventuali problemi individuati in relazione al presente paragrafo. Entrambi gli Stati membri cooperano lealmente e tempestivamente al fine di conseguire una soluzione reciprocamente soddisfacente.</p><p>Dopo aver ricevuto una richiesta motivata a norma del primo comma, lo Stato membro che esercita la giurisdizione chiede al fornitore di servizi di media di ottemperare alle norme di interesse pubblico generale in questione. Lo Stato membro che esercita la giurisdizione informa periodicamente lo Stato membro richiedente circa i provvedimenti adottati per affrontare i problemi individuati. Nel caso in cui non sia stata trovata una soluzione, entro due mesi dalla ricezione della richiesta lo Stato membro che esercita la giurisdizione informa lo Stato membro richiedente e la Commissione dei risultati ottenuti e illustra i motivi di tale esito.</p><p>Ciascuno degli Stati membri può invitare il comitato di contatto a esaminare il caso in ogni momento.</p></div><div><p>3.   Lo Stato membro interessato può adottare misure appropriate nei confronti del fornitore dei servizi di media interessato qualora:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>ritenga che i risultati conseguiti attraverso l'applicazione del paragrafo 2 non siano soddisfacenti; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>abbia addotto prove da cui risulti che il fornitore di servizi di media in questione si è stabilito nello Stato membro che esercita la giurisdizione per eludere, nei settori coordinati dalla presente direttiva, le norme più rigorose che gli sarebbero applicabili se fosse stabilito nello Stato membro interessato; tali prove consentono di stabilire con ragionevole certezza tale forma di elusione, senza che sia necessario dimostrare l'intenzione del fornitore di servizi di media di eludere tali norme più rigorose.</p></td></tr></tbody></table><p>Siffatte misure devono essere obiettivamente necessarie, applicate in modo non discriminatorio e proporzionate agli obiettivi perseguiti.</p></div><div><p>4.   Uno Stato membro può adottare misure in applicazione del paragrafo 3 solo se sono rispettate le condizioni seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>ha notificato alla Commissione e allo Stato membro nel quale il fornitore di servizi di media è stabilito la propria intenzione di adottare tali misure, adducendo i motivi sui quali fonda la sua valutazione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>ha rispettato il diritto di difesa del fornitore di servizi di media interessato e, in particolare, gli ha concesso la possibilità di esprimere le sue opinioni in merito alle presunte violazioni e alle misure che lo Stato membro notificante intende adottare; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>previa richiesta all'ERGA di formulare un parere conformemente all'articolo 30 ter, paragrafo 3, lettera d), la Commissione ha deciso che le misure sono compatibili con il diritto dell'Unione e, in particolare, che le valutazioni dello Stato membro che le adotta ai sensi dei paragrafi 2 e 3 del presente articolo sono correttamente motivate; la Commissione tiene debitamente informato il comitato di contatto.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>5.   Entro tre mesi dalla ricezione della notifica di cui al paragrafo 4, lettera a), la Commissione adotta la decisione sulla compatibilità di tali misure con il diritto dell'Unione. Se decide che le misure in questione non sono compatibili con il diritto dell'Unione, la Commissione chiede allo Stato membro interessato di astenersi dall'adottare le misure previste.</p><p>Qualora non disponga delle informazioni necessarie per adottare la decisione a norma del primo comma, la Commissione richiede allo Stato membro interessato, entro un mese dalla ricezione della notifica, tutte le informazioni necessarie per prendere tale decisione. Il termine entro il quale la Commissione deve adottare la decisione è sospeso fino a quando tale Stato membro non abbia fornito le informazioni necessarie. In ogni caso la sospensione del termine non eccede un mese.</p></div><div><p>6.   Gli Stati membri assicurano, con i mezzi appropriati, nell'ambito del loro diritto interno, che i fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione rispettino effettivamente la presente direttiva.</p></div><div><p>7.   La direttiva 2000/31/CE si applica fuorché ove altrimenti previsto nella presente direttiva. In caso di conflitto tra la direttiva 2000/31/CE e la presente direttiva, prevale la presente direttiva, salvo quanto diversamente disposto in quest'ultima.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6)</p></td><td><p>è inserito l'articolo seguente:</p><div><p>«Articolo 4 bis</p><div><p>1.   Gli Stati membri incoraggiano il ricorso alla coregolamentazione e la promozione dell'autoregolamentazione tramite codici di condotta adottati a livello nazionale nei settori coordinati dalla presente direttiva nella misura consentita dai loro ordinamenti giuridici. Tali codici:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sono concepiti in modo da essere ampiamente accettati dai principali soggetti interessati negli Stati membri;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>stabiliscono chiaramente e senza ambiguità i loro obiettivi,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>forniscono un monitoraggio e una valutazione regolari, trasparenti e indipendenti degli obiettivi fissati; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>prevedono un'applicazione effettiva, comprensiva altresì di sanzioni effettive e proporzionate.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Gli Stati membri e la Commissione possono promuovere l'autoregolamentazione mediante codici di condotta dell'Unione elaborati da fornitori di servizi di media, da fornitori di servizi di piattaforma per la condivisione di video o da organizzazioni che li rappresentano, in cooperazione, se necessario, con altri settori interessati quali industria, commercio, associazioni o organizzazioni professionali e di consumatori. Tali codici sono concepiti in modo da essere ampiamente accettati dai principali soggetti interessati a livello dell'Unione e sono conformi al paragrafo 1, lettere da b) a d). I codici di condotta dell'Unione lasciano impregiudicati i codici di condotta nazionali.</p><p>La Commissione agevola, in cooperazione con gli Stati membri, la messa a punto di codici di condotta dell'Unione, ove appropriato, conformemente ai principi di sussidiarietà e di proporzionalità.</p><p>I firmatari dei codici di condotta dell'Unione presentano alla Commissione i progetti di tali codici, unitamente alle relative modifiche. La Commissione consulta il comitato di contatto in merito ai progetti di tali codici o alle relative modifiche.</p><p>La Commissione mette i codici di condotta dell'Unione a disposizione del pubblico e può darne adeguata pubblicità.</p></div><div><p>3.   Gli Stati membri conservano la facoltà di richiedere ai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione di rispettare norme più particolareggiate o più rigorose conformi alla presente direttiva e al diritto dell'Unione, anche nei casi in cui le loro autorità o i loro organismi nazionali di regolamentazione indipendenti concludano che un codice di condotta o parti di esso non si sono rivelati sufficientemente efficaci. Gli Stati membri comunicano senza indugio tali norme alla Commissione.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7)</p></td><td><p>il titolo del capo III è sostituito dal seguente:</p><p>«<span>DISPOSIZIONI APPLICABILI AI SERVIZI DI MEDIA AUDIOVISIVI</span>»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>8)</p></td><td><p>l'articolo 5 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 5</p><div><p>1.   Ciascuno Stato membro assicura che un fornitore di servizi di media soggetto alla sua giurisdizione offra ai destinatari di un servizio un accesso facile, diretto e permanente almeno alle seguenti informazioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il suo nome;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l'indirizzo geografico di stabilimento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>i dettagli, compresi il suo indirizzo di posta elettronica o il sito internet, che permettono di contattarlo rapidamente e in maniera diretta ed efficace;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>lo Stato membro avente giurisdizione su di esso e le autorità o gli organismi di regolamentazione o gli organismi di vigilanza competenti.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Gli Stati membri possono adottare misure legislative in cui si prevede che, oltre alle informazioni di cui al paragrafo 1, i fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione rendano accessibili informazioni sul loro assetto proprietario, compresi i proprietari effettivi. Tali misure rispettano i diritti fondamentali in questione, quali quelli relativi alla vita privata e alla vita familiare dei proprietari effettivi. Tali misure devono essere necessarie e proporzionate e mirare al perseguimento di un obiettivo di interesse generale.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>9)</p></td><td><p>l'articolo 6 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 6</p><div><p>1.   Fermo restando l'obbligo degli Stati membri di rispettare e proteggere la dignità umana, gli Stati membri assicurano mediante appositi mezzi che i servizi di media audiovisivi erogati dai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione non contengano:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>istigazione alla violenza o all'odio nei confronti di un gruppo di persone o un membro di un gruppo sulla base di uno dei motivi di cui all'articolo 21 della Carta;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>alcuna pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo di cui all'articolo 5 della direttiva (UE) 2017/541.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Le misure adottate ai fini del presente articolo devono essere necessarie e proporzionate e rispettare i diritti e i principi sanciti dalla Carta.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>10)</p></td><td><p>è inserito l'articolo seguente:</p><div><p>«Articolo 6 bis</p><div><p>1.   Gli Stati membri adottano misure atte a garantire che i servizi di media audiovisivi forniti dai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori siano messi a disposizione del pubblico solo in maniera tale da garantire che i minori, di regola, non li vedano o ascoltino. Tali misure possono includere la scelta dell'ora di trasmissione, strumenti per la verifica dell'età o altre misure tecniche. Esse devono essere proporzionate alla potenziale nocività del programma.</p><p>I contenuti più nocivi, come la violenza gratuita e la pornografia, sono soggetti alle più rigorose misure.</p></div><div><p>2.   I dati personali dei minori raccolti o altrimenti generati dai fornitori di servizi di media a norma del paragrafo 1 non sono trattati a fini commerciali, quali marketing diretto, profilazione e pubblicità mirata sulla base dei comportamenti.</p></div><div><p>3.   Gli Stati membri assicurano che i fornitori di servizi di media forniscano ai telespettatori informazioni sufficienti in merito a contenuti che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori. A tal fine i fornitori di servizi di media si avvalgono di un sistema che descriva la natura potenzialmente nociva del contenuto di un servizio di media audiovisivo.</p><p>Ai fini dell'attuazione del presente paragrafo, gli Stati membri incoraggiano ad avvalersi della coregolamentazione di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 1.</p></div><div><p>4.   La Commissione invita i fornitori di servizi di media a scambiarsi le migliori prassi relative ai codici di condotta di coregolamentazione. Gli Stati membri e la Commissione possono promuovere l'autoregolamentazione, ai fini del presente articolo, tramite i codici di condotta dell'Unione di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 2.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>11)</p></td><td><p>l'articolo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 7</p><div><p>1.   Gli Stati membri assicurano, senza indebito ritardo, che i servizi forniti dai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione siano resi costantemente e progressivamente più accessibili alle persone con disabilità, mediante misure proporzionate.</p></div><div><p>2.   Gli Stati membri assicurano che i fornitori di servizi di media riferiscano su base regolare alle autorità o agli organismi nazionali di regolamentazione in merito all'attuazione delle misure di cui al paragrafo 1. Entro il 19 dicembre 2022 e successivamente ogni tre anni, gli Stati membri presentano alla Commissione una relazione sull'attuazione del paragrafo 1.</p></div><div><p>3.   Gli Stati membri incoraggiano i fornitori di servizi di media a sviluppare piani d'azione sull'accessibilità finalizzati a rendere costantemente e progressivamente più accessibili i loro servizi alle persone con disabilità. Tali piani d'azione sono comunicati alle autorità o agli organismi nazionali di regolamentazione.</p></div><div><p>4.   Ciascuno Stato membro designa un unico punto di contatto online facilmente accessibile, anche per le persone con disabilità, e disponibile al pubblico per fornire informazioni e raccogliere reclami sulle questioni relative all'accessibilità di cui al presente articolo.</p></div><div><p>5.   Gli Stati membri assicurano che le informazioni di emergenza, inclusi i comunicati e gli annunci pubblici in situazioni di catastrofi naturali, messe a disposizione del pubblico mediante i servizi di media audiovisivi siano fornite in maniera accessibile alle persone con disabilità.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>12)</p></td><td><p>sono aggiunti gli articoli seguenti:</p><div><p>«Articolo 7 bis</p><p>Gli Stati membri possono adottare misure volte a garantire che si dia debito rilievo ai servizi di media audiovisivi di interesse generale.</p></div><div><p>Articolo 7 ter</p><p>Gli Stati membri adottano misure adeguate e proporzionate per garantire che i servizi di media audiovisivi erogati dai fornitori di servizi di media non siano dissimulati a fini commerciali o modificati senza il consenso esplicito di tali fornitori.</p><p>Ai fini del presente articolo gli Stati membri specificano i dettagli normativi, comprese le eccezioni, in particolare in relazione alla salvaguardia dei legittimi interessi degli utenti, tenendo conto al tempo stesso dei legittimi interessi dei fornitori di servizi di media che hanno fornito originariamente i servizi di media audiovisivi.»</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>13)</p></td><td><p>l'articolo 9 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 9</p><div><p>1.   Gli Stati membri assicurano che le comunicazioni commerciali audiovisive fornite dai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione rispettino le seguenti prescrizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le comunicazioni commerciali audiovisive sono prontamente riconoscibili come tali; sono proibite le comunicazioni commerciali audiovisive occulte;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>le comunicazioni commerciali audiovisive non utilizzano tecniche subliminali;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le comunicazioni commerciali audiovisive:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>non pregiudicano il rispetto della dignità umana;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>non comportano né promuovono discriminazioni fondate su sesso, razza o origine etnica, nazionalità, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>non incoraggiano comportamenti pregiudizievoli per la salute o la sicurezza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>non incoraggiano comportamenti gravemente pregiudizievoli per la protezione dell'ambiente;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>è vietata qualsiasi forma di comunicazione commerciale audiovisiva per sigarette e altri prodotti a base di tabacco, come pure per sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>le comunicazioni commerciali audiovisive per le bevande alcoliche non si rivolgono specificatamente ai minori né incoraggiano il consumo smodato di tali bevande;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>sono vietate le comunicazioni commerciali audiovisive dei medicinali e delle cure mediche che si possono ottenere esclusivamente su prescrizione medica nello Stato membro alla cui giurisdizione è soggetto il fornitore di servizi di media;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>le comunicazioni commerciali audiovisive non arrecano pregiudizio fisico, mentale o morale ai minori; non esortano pertanto direttamente i minori ad acquistare o prendere in locazione un prodotto o un servizio sfruttando la loro inesperienza o credulità, né li incoraggiano direttamente a persuadere i loro genitori o altri ad acquistare i beni o i servizi pubblicizzati, né sfruttano la particolare fiducia che i minori ripongono nei genitori, negli insegnanti o in altre persone, né mostrano senza motivo minori che si trovano in situazioni pericolose.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Le comunicazioni commerciali audiovisive relative a bevande alcoliche in servizi di media audiovisivi a richiesta, a eccezione della sponsorizzazione e dell'inserimento di prodotti, si conformano ai criteri elencati all'articolo 22.</p></div><div><p>3.   Gli Stati membri incoraggiano il ricorso alla coregolamentazione e la promozione dell'autoregolamentazione attraverso codici di condotta di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 1, concernenti le comunicazioni commerciali audiovisive non appropriate relative a bevande alcoliche. Tali codici sono intesi a ridurre efficacemente l'esposizione dei minori alle comunicazioni commerciali audiovisive di bevande alcoliche.</p></div><div><p>4.   Gli Stati membri incoraggiano il ricorso alla coregolamentazione e la promozione dell'autoregolamentazione tramite codici di condotta di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 1, concernenti le comunicazioni commerciali audiovisive non appropriate che accompagnano programmi per bambini o vi sono incluse, relative a prodotti alimentari o bevande che contengono sostanze nutritive e sostanze con un effetto nutrizionale o fisiologico, in particolare i grassi, gli acidi grassi trans, gli zuccheri, il sodio o il sale, la cui assunzione eccessiva nella dieta generale non è raccomandata.</p><p>Tali codici sono intesi a ridurre efficacemente l'esposizione dei bambini alle comunicazioni commerciali audiovisive per tali bevande e prodotti alimentari. Essi mirano a garantire che tali comunicazioni audiovisive commerciali non accentuino la qualità positiva degli aspetti nutrizionali di tali alimenti e bevande.</p></div><div><p>5.   Gli Stati membri e la Commissione possono promuovere l'autoregolamentazione, ai fini del presente articolo, tramite i codici di condotta dell'Unione di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 2.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>14)</p></td><td><p>l'articolo 10 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«2.   I servizi di media audiovisivi o i programmi non sono sponsorizzati da imprese la cui attività principale è la produzione o la vendita di sigarette e altri prodotti a base di tabacco, come pure sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica.»</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il paragrafo 4 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«4.   I notiziari e i programmi di attualità non sono sponsorizzati. Gli Stati membri possono proibire la sponsorizzazione dei programmi per bambini. Gli Stati membri possono scegliere di proibire che si mostri il logo di una sponsorizzazione durante i programmi per bambini, i documentari e i programmi religiosi.»</p></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>15)</p></td><td><p>l'articolo 11 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 11</p><div><p>1.   Il presente articolo si applica solo ai programmi prodotti dopo il 19 dicembre 2009.</p></div><div><p>2.   L'inserimento di prodotti è consentito in tutti i servizi di media audiovisivi, fatta eccezione per i notiziari e i programmi di attualità, i programmi per i consumatori, i programmi religiosi e i programmi per bambini.</p></div><div><p>3.   I programmi che contengono inserimento di prodotti rispettano le seguenti prescrizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il loro contenuto e l'organizzazione all'interno di un palinsesto, nel caso di trasmissioni televisive, o all'interno di un catalogo, nel caso di servizi di media audiovisivi a richiesta, non sono in alcun caso influenzati in modo da compromettere la responsabilità e l'indipendenza editoriale del fornitore di servizi di media;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>non incoraggiano direttamente l'acquisto o la locazione di beni o servizi, in particolare facendo specifici riferimenti promozionali a tali beni o servizi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>non danno indebito rilievo ai prodotti in questione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>i telespettatori sono chiaramente informati dell'esistenza dell'inserimento di prodotti tramite apposita identificazione all'inizio e alla fine della trasmissione e quando il programma riprende dopo un'interruzione pubblicitaria, per evitare ogni possibile confusione da parte del telespettatore.</p></td></tr></tbody></table><p>Gli Stati membri possono disapplicare le prescrizioni di cui alla lettera d), eccetto nel caso di programmi prodotti o commissionati da un fornitore di servizi di media o da un'impresa legata a tale fornitore di servizi di media.</p></div><div><p>4.   In ogni caso i programmi non contengono inserimento di:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>sigarette e altri prodotti a base di tabacco, come pure sigarette elettroniche e contenitori di liquido di ricarica, o prodotti di imprese la cui attività principale è la produzione o la vendita di tali prodotti;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>specifici medicinali o cure mediche che si possono ottenere esclusivamente su prescrizione nello Stato membro alla cui giurisdizione è soggetto il fornitore di servizi di media.»</p></td></tr></tbody></table></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>16)</p></td><td><p>il titolo del capo IV è soppresso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>17)</p></td><td><p>l'articolo 12 è soppresso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>18)</p></td><td><p>l'articolo 13 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 13</p><div><p>1.   Gli Stati membri assicurano che i fornitori di servizi di media audiovisivi a richiesta soggetti alla loro giurisdizione garantiscano che i loro cataloghi contengano almeno il 30 % di opere europee e che queste siano poste in rilievo.</p></div><div><p>2.   Nel caso in cui gli Stati membri chiedano ai fornitori di servizi di media soggetti alla loro giurisdizione di contribuire finanziariamente alla produzione di opere europee, anche attraverso investimenti diretti nei contenuti e contributi ai fondi nazionali, possono anche chiedere ai fornitori di servizi di media che si rivolgono al pubblico nei loro territori pur essendo stabiliti in altri Stati membri di contribuire finanziariamente con contributi proporzionati e non discriminatori.</p></div><div><p>3.   Nel caso di cui al paragrafo 2, i contributi finanziari sono basati esclusivamente sulle entrate provenienti dagli Stati membri destinatari dei servizi. Se lo Stato membro in cui è stabilito il fornitore di servizi di media impone siffatto contributo finanziario, esso tiene conto degli eventuali contributi finanziari imposti dagli Stati membri destinatari dei servizi. I contributi finanziari devono essere conformi al diritto dell'Unione, in particolare alle norme in materia di aiuti di Stato.</p></div><div><p>4.   Gli Stati membri presentano alla Commissione, entro il 19 dicembre 2021 e, in seguito, ogni due anni, una relazione sull'attuazione dei paragrafi 1 e 2.</p></div><div><p>5.   Sulla base delle informazioni comunicate dagli Stati membri e di uno studio indipendente, la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull'applicazione dei paragrafi 1 e 2, tenendo conto degli sviluppi commerciali e dei progressi tecnologici nonché dell'obiettivo della diversità culturale.</p></div><div><p>6.   L'obbligo imposto ai sensi del paragrafo 1 e la prescrizione relativa ai fornitori di servizi di media che si rivolgono al pubblico in altri Stati membri di cui al paragrafo 2 non si applicano ai fornitori di servizi di media aventi un fatturato o un pubblico di modesta entità. Gli Stati membri possono altresì disapplicare tali obblighi o prescrizioni nei casi in cui questi sarebbero impraticabili o ingiustificati a causa della natura o dell'oggetto dei servizi di media audiovisivi.</p></div><div><p>7.   Dopo aver consultato il comitato di contatto, la Commissione pubblica orientamenti relativi al calcolo della percentuale di opere europee di cui al paragrafo 1 e alla definizione di pubblico di modesta entità e fatturato di modesta entità di cui al paragrafo 6.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>19)</p></td><td><p>all'articolo 19, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«2.   Gli spot televisivi pubblicitari e di televendita isolati sono ammessi negli eventi sportivi. Gli spot televisivi pubblicitari e di televendita isolati, salvo se inseriti in trasmissioni di eventi sportivi, costituiscono eccezioni.»</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>20)</p></td><td><p>all'articolo 20, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«2.   La trasmissione di film prodotti per la televisione (ad esclusione delle serie, dei film a episodi e dei documentari), opere cinematografiche e notiziari può essere interrotta da pubblicità televisiva, televendite o entrambi una volta per ogni periodo programmato di almeno trenta minuti. La trasmissione di programmi per bambini può essere interrotta da pubblicità televisiva una volta per ogni periodo programmato di almeno trenta minuti, purché la durata programmata della trasmissione sia superiore a trenta minuti. La trasmissione di televendite è proibita durante i programmi per bambini. Nelle funzioni religiose non si inseriscono né pubblicità televisiva né televendite.»</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>21)</p></td><td><p>l'articolo 23 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 23</p><div><p>1.   La percentuale di spot televisivi pubblicitari e di spot di televendita nella fascia oraria compresa fra le ore 06.00 e le ore 18.00 non supera il 20 % di tale fascia oraria. La percentuale di spot televisivi pubblicitari e di spot di televendita nella fascia oraria compresa fra le ore 18.00 e le ore 24.00 non supera il 20 % di tale fascia oraria.</p></div><div><p>2.   Il paragrafo 1 non si applica:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>agli annunci effettuati dall'emittente in relazione ai propri programmi e ai prodotti collaterali da questi direttamente derivati ovvero in relazione a programmi e servizi di media audiovisivi di altre entità appartenenti al medesimo gruppo di emittenti;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>agli annunci di sponsorizzazione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>agli inserimenti di prodotti;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>agli schermi neutri tra il contenuto editoriale e gli spot televisivi pubblicitari o di televendita, e tra i singoli spot.»</p></td></tr></tbody></table></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>22)</p></td><td><p>il capo VIII è soppresso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>23)</p></td><td><p>è inserito il capo seguente:</p><p>«CAPO IX BIS</p><p><span>DISPOSIZIONI APPLICABILI AI SERVIZI DI PIATTAFORMA PER LA CONDIVISIONE DI VIDEO</span></p><div><p>Articolo 28 bis</p><div><p>1.   Ai fini della presente direttiva un fornitore di piattaforme per la condivisione di video stabilito sul territorio di uno Stato membro ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2000/31/CE è soggetto alla giurisdizione di tale Stato membro.</p></div><div><p>2.   Un fornitore di piattaforme per la condivisione di video che non è stabilito sul territorio di uno Stato membro a norma del paragrafo 1 si considera stabilito sul territorio di uno Stato membro ai fini della presente direttiva se:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>ha l'impresa madre o un'impresa figlia stabilita sul territorio dello Stato membro in questione; oppure</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>fa parte di un gruppo e un'altra impresa di detto gruppo è stabilita sul territorio dello Stato membro in questione.</p></td></tr></tbody></table><p>Ai fini del presente articolo si intende per:</p><p>a)   <span>“impresa madre”</span>: un'impresa che controlla una o più imprese figlie;</p><p>b)   <span>“impresa figlia”</span>: un'impresa controllata da un'impresa madre, incluse le imprese figlie di un'impresa madre capogruppo;</p><p>c)   <span>“gruppo”</span>: l'impresa madre, tutte le sue imprese figlie e tutte le altre imprese aventi legami organizzativi, economici e giuridici con esse.</p></div><div><p>3.   Ai fini dell'applicazione del paragrafo 2, nel caso in cui l'impresa madre, l'impresa figlia o le altre imprese del gruppo sono stabilite in Stati membri diversi, il fornitore di piattaforme per la condivisione di video è considerato stabilito nello Stato membro in cui è stabilita la sua impresa madre o, in assenza di tale stabilimento, nello Stato membro in cui è stabilita la sua impresa figlia o, in assenza di tale stabilimento, nello Stato membro dove è stabilita l'altra impresa del gruppo.</p></div><div><p>4.   Ai fini dell'applicazione del paragrafo 3, nel caso in cui vi siano varie imprese figlie e ciascuna di esse sia stabilita in uno Stato membro differente, il fornitore di piattaforme per la condivisione di video è considerato stabilito nello Stato membro in cui una delle imprese figlie ha avviato per prima la propria attività, a condizione che mantenga un collegamento effettivo e stabile con l'economia di detto Stato membro.</p><p>Nel caso in cui vi siano varie altre imprese facenti parte del gruppo e ciascuna di esse sia stabilita in uno Stato membro differente, il fornitore di piattaforme per la condivisione di video è considerato stabilito nello Stato membro in cui una di tali imprese ha avviato per prima la propria attività, a condizione che mantenga un collegamento effettivo e stabile con l'economia di detto Stato membro.</p></div><div><p>5.   Ai fini della presente direttiva, ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video considerati stabiliti in uno Stato membro a norma del paragrafo 2 del presente articolo si applicano l'articolo 3 e gli articoli da 12 a 15 della direttiva 2000/31/CE.</p></div><div><p>6.   Gli Stati membri compilano e mantengono aggiornato un elenco dei fornitori di piattaforme per la condivisione di video stabiliti o considerati stabiliti sul loro territorio e indicano su quale dei criteri di cui ai paragrafi da 1 a 4 si fondi la loro giurisdizione. Gli Stati membri comunicano alla Commissione tale elenco e gli eventuali aggiornamenti.</p><p>La Commissione assicura che tali elenchi siano messi a disposizione in una banca dati centralizzata. In caso di incoerenze tra gli elenchi, la Commissione contatta gli Stati membri interessati per trovare una soluzione. La Commissione assicura che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione abbiano accesso a tale banca dati. La Commissione mette le informazioni della banca dati a disposizione del pubblico.</p></div><div><p>7.   Qualora, nell'applicazione del presente articolo, gli Stati membri interessati non concordino in merito a quale Stato membro abbia la giurisdizione, essi sottopongono senza indugio la questione alla valutazione della Commissione. La Commissione può chiedere all'ERGA di formulare un parere in merito conformemente all'articolo 30 ter, paragrafo 3, lettera d). L'ERGA formula tale parere entro 15 giorni lavorativi dalla presentazione della richiesta da parte della Commissione. La Commissione tiene debitamente informato il comitato di contatto.</p></div></div><div><p>Articolo 28 ter</p><div><p>1.   Fatti salvi gli articoli da 12 a 15 della direttiva 2000/31/CE, gli Stati membri assicurano che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video soggetti alla loro giurisdizione adottino misure adeguate per tutelare:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i minori da programmi, video generati dagli utenti e comunicazioni commerciali audiovisive che possano nuocere al loro sviluppo fisico, mentale o morale a norma dell'articolo 6 bis, paragrafo 1;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il grande pubblico da programmi, video generati dagli utenti e comunicazioni commerciali audiovisive che istighino alla violenza o all'odio nei confronti di un gruppo di persone o un membro di un gruppo sulla base di uno dei motivi di cui all'articolo 21 della Carta;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il grande pubblico da programmi, video generati dagli utenti e comunicazioni commerciali audiovisive che includano contenuti la cui diffusione costituisce un'attività che rappresenta un reato ai sensi del diritto dell'Unione, in particolare la pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo ai sensi dell'articolo 5 della direttiva (UE) 2017/541, reati di pedopornografia ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 4, della direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>*1</span>)</a> e reati di stampo razzista o xenofobo ai sensi dell'articolo 1 della decisione quadro 2008/913/GAI.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Gli Stati membri assicurano che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video soggetti alla loro giurisdizione si conformino ai requisiti di cui all'articolo 9, paragrafo 1, relativamente alle comunicazioni commerciali audiovisive promosse commercialmente, vendute o organizzate da detti fornitori.</p><p>Gli Stati membri assicurano che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video soggetti alla loro giurisdizione adottino misure adeguate per conformarsi ai requisiti di cui all'articolo 9, paragrafo 1, relativamente alle comunicazioni commerciali audiovisive non promosse commercialmente, vendute o organizzate da detti fornitori, tenendo conto del limitato controllo esercitato da tali piattaforme per la condivisione di video su tali comunicazioni commerciali audiovisive.</p><p>Gli Stati membri assicurano che i fornitori di piattaforme per la condivisione di video informino chiaramente gli utenti nel caso in cui i programmi e i video generati dagli utenti contengano comunicazioni commerciali audiovisive, a condizione che tali comunicazioni siano dichiarate a norma del paragrafo 3, terzo comma, lettera c), o il fornitore sia a conoscenza di tale fatto.</p><p>Gli Stati membri incoraggiano il ricorso alla coregolamentazione e la promozione dell'autoregolamentazione tramite i codici di condotta di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 1, finalizzati a ridurre efficacemente l'esposizione dei bambini alle comunicazioni commerciali audiovisive relative a prodotti alimentari o bevande che contengono sostanze nutritive e sostanze con un effetto nutrizionale o fisiologico, in particolare i grassi, gli acidi grassi trans, gli zuccheri, il sodio o il sale, la cui assunzione eccessiva nella dieta generale non è raccomandata. Tali codici mirano a garantire che queste comunicazioni audiovisive commerciali non accentuino la qualità positiva degli aspetti nutrizionali di tali alimenti e bevande.</p></div><div><p>3.   Ai fini dei paragrafi 1 e 2, le misure adeguate sono determinate alla luce della natura del contenuto in questione, del danno che possono causare, delle caratteristiche della categoria di persone da tutelare nonché di tutti i diritti e gli interessi legittimi, compresi quelli dei fornitori della piattaforma per la condivisione di video e degli utenti che hanno creato o caricato contenuti, nonché dell'interesse pubblico generale.</p><p>Gli Stati membri assicurano che tutti i fornitori di piattaforme per la condivisione di video sotto la loro giurisdizione applichino tali misure. Tali misure devono essere praticabili e proporzionate, tenendo conto delle dimensioni della piattaforma per la condivisione di video e della natura del servizio offerto. Tali misure non conducono a misure di controllo ex ante o al filtraggio dei contenuti nel momento in cui vengono caricati che non siano conformi all'articolo 15 della direttiva 2000/31/CE. Ai fini della tutela dei minori di cui al paragrafo 1, lettera a), del presente articolo, i contenuti maggiormente nocivi sono soggetti alle più rigorose misure di controllo dell'accesso.</p><p>Tali misure consistono, a seconda del caso, nelle attività seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>includere e applicare, nei termini e nelle condizioni dei servizi di piattaforme per la condivisione di video, i requisiti di cui al paragrafo 1;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>includere e applicare, nei termini e nelle condizioni dei servizi di piattaforme per la condivisione di video, i requisiti di cui all'articolo 9, paragrafo 1, per le comunicazioni commerciali audiovisive non promosse commercialmente, vendute o organizzate dai fornitori di piattaforme per la condivisione di video;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>avere una funzionalità che consente agli utenti che caricano video generati dagli utenti di dichiarare se tali video contengano comunicazioni commerciali audiovisive di cui sono a conoscenza o si possa ragionevolmente presumere siano a conoscenza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>istituire e applicare meccanismi trasparenti e di facile uso affinché gli utenti delle piattaforme per la condivisione di video possano segnalare o indicare al fornitore di piattaforme per la condivisione di video interessato i contenuti di cui al paragrafo 1 forniti sulla sua piattaforma;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>istituire e applicare sistemi mediante i quali i fornitori di piattaforme per la condivisione di video spiegano agli utenti di tali piattaforme quale seguito sia stato dato alla segnalazione e all'indicazione di cui alla lettera d);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>istituire e applicare sistemi per verificare l'età degli utenti delle piattaforme di condivisione di video per quanto attiene ai contenuti che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>istituire e applicare sistemi di facile uso che consentano agli utenti delle piattaforme per la condivisone di video di valutare i contenuti di cui al paragrafo 1;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>dotarsi di sistemi di controllo parentale sotto la vigilanza dell'utente finale per quanto attiene ai contenuti che possano nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>istituire e applicare procedure trasparenti, di facile uso ed efficaci per la gestione e la risoluzione dei reclami degli utenti nei confronti dei fornitori di piattaforme per la condivisione di video in relazione all'attuazione delle misure di cui alle lettere da d) a h);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>j)</p></td><td><p>predisporre misure e strumenti efficaci di alfabetizzazione mediatica e sensibilizzare gli utenti in merito a tali misure e strumenti.</p></td></tr></tbody></table><p>I dati personali dei minori raccolti o altrimenti generati dai fornitori di piattaforme per la condivisione di video a norma del terzo comma, lettere f) ed h), non sono trattati a fini commerciali, quali marketing diretto, profilazione e pubblicità mirata sulla base dei comportamenti.</p></div><div><p>4.   Ai fini dell'attuazione delle misure di cui ai paragrafi 1 e 3 del presente articolo, gli Stati membri incoraggiano il ricorso alla coregolamentazione come disposto dall'articolo 4 bis, paragrafo 1.</p></div><div><p>5.   Gli Stati membri si dotano dei meccanismi necessari per valutare l'adeguatezza delle misure di cui al paragrafo 3 adottate dai fornitori di piattaforme per la condivisione di video. Gli Stati membri affidano la valutazione di tali misure alle autorità o agli organismi nazionali di regolamentazione.</p></div><div><p>6.   Gli Stati membri possono imporre ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video misure più dettagliate o più rigorose di quelle di cui al paragrafo 3 del presente articolo. Nell'adozione di tali misure gli Stati membri si conformano ai requisiti stabiliti dal diritto dell'Unione applicabile, quali quelli di cui agli articoli da 12 a 15 della direttiva 2000/31/CE o all'articolo 25 della direttiva 2011/93/UE.</p></div><div><p>7.   Gli Stati membri assicurano che siano disponibili meccanismi di ricorso extragiudiziale per la risoluzione delle controversie fra utenti e fornitori di piattaforme per la condivisione di video concernenti l'applicazione dei paragrafi 1 e 3. Tali meccanismi permettono una composizione imparziale delle controversie e non privano gli utenti della tutela legale loro garantita dal diritto nazionale.</p></div><div><p>8.   Gli Stati membri provvedono affinché gli utenti possano far valere i propri diritti dinanzi a un giudice in relazione ai fornitori di piattaforme per la condivisione di video a norma dei paragrafi 1 e 3.</p></div><div><p>9.   La Commissione invita i fornitori di piattaforme per la condivisione di video a scambiare le migliori prassi relative ai codici di condotta di coregolamentazione di cui al paragrafo 4.</p></div><div><p>10.   Gli Stati membri e la Commissione possono promuovere l'autoregolamentazione tramite i codici di condotta dell'Unione di cui all'articolo 4 bis, paragrafo 2.</p></div></div><p><a>(<span>*1</span>)</a>  Direttiva 2011/93/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, e che sostituisce la decisione quadro 2004/68/GAI del Consiglio (<a>GU L 335 del 17.12.2011, pag. 1</a>)»."</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>24)</p></td><td><p>il titolo del capo XI è sostituito dal seguente:</p><p>«<span>AUTORITÀ E ORGANISMI DI REGOLAMENTAZIONE DEGLI STATI MEMBRI</span>»;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>25)</p></td><td><p>l'articolo 30 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 30</p><div><p>1.   Ciascuno Stato membro designa una o più autorità, uno o più organismi nazionali di regolamentazione o entrambi. Gli Stati membri ne assicurano l'indipendenza giuridica dal governo e l'indipendenza funzionale dai rispettivi governi e da qualsiasi altro organismo pubblico o privato. È fatta salva la possibilità per gli Stati membri di istituire regolatori incaricati della vigilanza di diversi settori.</p></div><div><p>2.   Gli Stati membri assicurano che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione esercitino i loro poteri in modo imparziale e trasparente nonché conformemente agli obiettivi della presente direttiva, in particolare per quanto attiene al pluralismo dei media, alla diversità culturale e linguistica, alla tutela dei consumatori, all'accessibilità, alla non discriminazione, al buon funzionamento del mercato interno e alla promozione della concorrenza leale.</p><p>Le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione non chiedono né ricevono istruzioni da nessun altro organismo in merito all'espletamento delle mansioni loro assegnate a norma della normativa nazionale di attuazione del diritto dell'Unione. Ciò non osta alla supervisione a norma del diritto costituzionale nazionale.</p></div><div><p>3.   Gli Stati membri assicurano che le competenze e i poteri delle autorità o degli organismi nazionali di regolamentazione nonché le modalità di responsabilizzazione siano chiaramente definiti nell'ordinamento giuridico.</p></div><div><p>4.   Gli Stati membri assicurano che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione dispongano di risorse finanziarie e umane nonché di poteri di esecuzione sufficienti per svolgere le loro funzioni in modo efficace e contribuire ai lavori dell'ERGA. Gli Stati membri assicurano che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione dispongano di loro bilanci annuali, che sono resi pubblici.</p></div><div><p>5.   Gli Stati membri definiscono nel loro diritto interno le condizioni e le procedure per la nomina e la rimozione dei capi delle autorità e degli organismi nazionali di regolamentazione o dei membri dell'organo collegiale che svolge tale funzione, compresa la durata del mandato. Le procedure sono trasparenti, non discriminatorie e garantiscono il grado di indipendenza richiesto. Il capo di un'autorità o di un organismo nazionale di regolamentazione o i membri dell'organo collegiale che svolge tale funzione nell'ambito di un'autorità o di un organismo nazionale di regolamentazione possono essere licenziati se non soddisfano più le condizioni richieste ai fini dell'esecuzione dei loro doveri stabiliti in anticipo a livello nazionale. Una decisione di licenziamento è debitamente giustificata, soggetta a un preavviso e resa disponibile al pubblico.</p></div><div><p>6.   Gli Stati membri assicurano l'esistenza di meccanismi di ricorso efficaci a livello nazionale. L'organo di ricorso, che può essere un organo giurisdizionale, è indipendente dalle parti interessate dall'appello.</p><p>In attesa dell'esito del ricorso, resta in vigore la decisione dell'autorità o organismo nazionale di regolamentazione, a meno che non siano concesse misure provvisorie conformemente al diritto nazionale.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>26)</p></td><td><p>sono aggiunti gli articoli seguenti:</p><div><p>«Articolo 30 bis</p><div><p>1.   Gli Stati membri assicurano che le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione adottino le misure necessarie per scambiare tra loro e comunicare alla Commissione le informazioni necessarie ai fini dell'applicazione della presente direttiva, in particolare degli articoli 2, 3 e 4.</p></div><div><p>2.   Nel contesto dello scambio di informazioni ai sensi del paragrafo 1, quando le autorità o gli organismi nazionali di regolamentazione ricevono da un fornitore di servizi di media soggetto alla loro giurisdizione informazioni in merito alla sua intenzione di fornire un servizio destinato in tutto o per la maggior parte al pubblico di un altro Stato membro, l'autorità o l'organismo nazionale di regolamentazione nello Stato membro avente giurisdizione informa l'autorità o l'organismo nazionale di regolamentazione dello Stato membro destinatario.</p></div><div><p>3.   Se l'autorità o l'organismo di regolamentazione dello Stato membro il cui territorio è destinatario di un fornitore di servizi di media soggetto alla giurisdizione di un altro Stato membro invia una richiesta relativa alle attività di tale fornitore all'autorità o all'organismo di regolamentazione dello Stato membro avente giurisdizione su di esso, quest'ultima autorità o quest'ultimo organismo di regolamentazione si adopera al massimo per rispondere alla richiesta entro un termine di due mesi, fatti salvi eventuali limiti di tempo più rigorosi applicabili a norma della presente direttiva. Su richiesta, l'autorità o l'organismo di regolamentazione dello Stato membro destinatario fornisce all'autorità o all'organismo di regolamentazione dello Stato membro avente giurisdizione tutte le informazioni che potrebbero essergli utili per rispondere alla richiesta.</p></div></div><div><p>Articolo 30 ter</p><div><p>1.   È istituito il gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi (<span>European Regulators Group for Audiovisual Media Services</span> – ERGA).</p></div><div><p>2.   L'ERGA si compone di rappresentati delle autorità o degli organismi nazionali di regolamentazione nel settore dei servizi di media audiovisivi la cui principale responsabilità è la supervisione dei servizi di media audiovisivi o, se non vi sono autorità o organismi nazionali di regolamentazione, di altri rappresentanti selezionati secondo le procedure proprie. Un rappresentante della Commissione partecipa alle riunioni ERGA.</p></div><div><p>3.   L'ERGA ha le seguenti mansioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>offrire alla Commissione competenza tecnica:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>nel suo compito di assicurare un'attuazione coerente della presente direttiva in tutti gli Stati membri;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>nelle questioni relative ai servizi di media audiovisivi che rientrano nelle sue competenze;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>per scambiare esperienze e migliori prassi in merito all'applicazione del quadro normativo per i servizi di media audiovisivi, anche riguardo all'accessibilità e all'alfabetizzazione mediatica;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>per collaborare e fornire ai membri le informazioni necessarie per applicare la presente direttiva, in particolare per quanto attiene agli articoli 3, 4 e 7;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>per formulare pareri su richiesta della Commissione in merito agli aspetti tecnici e pratici delle questioni di cui all'articolo 2, paragrafo 5 quater, all'articolo 3, paragrafi 2 e 3, all'articolo 4, paragrafo 4, lettera c), e all'articolo 28 bis, paragrafo 7.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>4.   L'ERGA adotta il proprio regolamento interno.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>27)</p></td><td><p>l'articolo 33 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 33</p><p>La Commissione monitora l'applicazione della presente direttiva da parte degli Stati membri.</p><p>Al più tardi entro il 19 dicembre 2022 e successivamente ogni tre anni, la Commissione presenta al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo una relazione sull'applicazione della presente direttiva.</p><p>Al più tardi entro il 19 dicembre 2026, la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una valutazione ex post, corredata se del caso di proposte per il riesame, dell'impatto della direttiva e del relativo valore aggiunto.</p><p>La Commissione tiene il comitato di contatto e l'ERGA debitamente informati in merito ai rispettivi lavori e attività.</p><p>La Commissione assicura che le informazioni ricevute dagli Stati membri su eventuali misure adottate nei settori coordinati dalla presente direttiva siano comunicate al comitato di contatto e all'ERGA.»</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>28)</p></td><td><p>è inserito l'articolo seguente:</p><div><p>«Articolo 33 bis</p><div><p>1.   Gli Stati membri promuovono lo sviluppo dell'alfabetizzazione mediatica e adottano misure a tal fine.</p></div><div><p>2.   Entro il 19 dicembre 2022 e successivamente ogni tre anni, gli Stati membri presentano alla Commissione una relazione sull'attuazione del paragrafo 1.</p></div><div><p>3.   La Commissione, previa consultazione del comitato di contatto, emana orientamenti relativi all'ambito di applicazione di tali relazioni.»</p></div></div></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
1. Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 19 settembre 2020. Essi comunicano immediatamente alla Commissione il testo di tali disposizioni.
Le disposizioni adottate dagli Stati membri contengono un riferimento alla presente direttiva o sono corredate di tale riferimento all'atto della pubblicazione ufficiale. Le modalità del riferimento sono stabilite dagli Stati membri.
2. Gli Stati membri comunicano alla Commissione il testo delle disposizioni fondamentali di diritto interno che adottano nel settore disciplinato dalla presente direttiva.
Articolo 3
La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Articolo 4
Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.
Fatto a Strasburgo, il 14 novembre 2018
Per il Parlamento europeo
Il presidente
A. TAJANI
Per il Consiglio
La presidente
K. EDTSTADLER
<note>
( 1 ) GU C 34 del 2.2.2017, pag. 157 .
( 2 ) GU C 185 del 9.6.2017, pag. 41 .
( 3 ) Posizione del Parlamento europeo del 2 ottobre 2018 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e decisione del Consiglio del 6 novembre 2018.
( 4 ) Direttiva 89/552/CEE del Consiglio, del 3 ottobre 1989, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive ( GU L 298 del 17.10.1989, pag. 23 ).
( 5 ) Direttiva 2010/13/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 marzo 2010, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi) ( GU L 95 del 15.4.2010, pag. 1 ).
( 6 ) Direttiva 2007/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica la direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive ( GU L 332 del 18.12.2007, pag. 27 ).
( 7 ) Decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale ( GU L 328 del 6.12.2008, pag. 55 ).
( 8 ) Direttiva (UE) 2017/541 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, sulla lotta contro il terrorismo e che sostituisce la decisione quadro 2002/475/GAI del Consiglio e che modifica la decisione 2005/671/GAI del Consiglio ( GU L 88 del 31.3.2017, pag. 6 ).
( 9 ) Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) ( GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1 ).
( 10 ) Regolamento (UE) 2015/2120 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, che stabilisce misure riguardanti l'accesso a un'Internet aperta e che modifica la direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e di servizi di comunicazione elettronica e il regolamento (UE) n. 531/2012 relativo al roaming sulle reti pubbliche di comunicazioni mobili all'interno dell'Unione ( GU L 310 del 26.11.2015, pag. 1 ).
( 11 ) Direttiva 2000/31/CE del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2000 relativa a taluni aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, in particolare il commercio elettronico, nel mercato interno ( GU L 178 del 17.7.2000, pag. 1 ).
( 12 ) Direttiva 2005/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 maggio 2005, relativa alle pratiche commerciali sleali tra imprese e consumatori nel mercato interno e che modifica la direttiva 84/450/CEE del Consiglio e le direttive 97/7/CE, 98/27/CE e 2002/65/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 2006/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio («direttiva sulle pratiche commerciali sleali») ( GU L 149 dell'11.6.2005, pag. 22 ).
( 13 ) Direttiva 2003/33/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 maggio 2003, sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di pubblicità e di sponsorizzazione a favore dei prodotti del tabacco ( GU L 152 del 20.6.2003, pag. 16 ).
( 14 ) Direttiva 2014/40/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 aprile 2014, sul ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati e che abroga la direttiva 2001/37/CE ( GU L 127 del 29.4.2014, pag. 1 ).
( 15 ) Decisione C(2014) 462 final della Commissione, del 3 febbraio 2014, che istituisce il gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi.
( 16 ) GU C 369 del 17.12.2011, pag. 14 .
</note> | ITA | 32018L1808 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>9.6.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 149/81</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (PESC) 2023/1136 DEL CONSIGLIO
dell’8 giugno 2023
relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace a sostegno delle forze armate nigerine con materiali militari concepiti per l’uso letale della forza
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 28, paragrafo 1, e l’articolo 41, paragrafo 2,
vista la proposta dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>La decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio <a>(<span>1</span>)</a> istituisce lo strumento europeo per la pace (<span>European Peace Facility</span> — EPF) per il finanziamento, da parte degli Stati membri, delle azioni dell’Unione nell’ambito della politica estera e di sicurezza comune al fine di preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, a norma dell’articolo 21, paragrafo 2, lettera c), del trattato. In particolare, a norma dell’articolo 1, paragrafo 2, della decisione (PESC) 2021/509, l’EPF deve essere utilizzato per il finanziamento di misure di assistenza come le azioni volte a rafforzare le capacità degli Stati terzi e delle organizzazioni regionali e internazionali nel settore militare e della difesa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Repubblica del Niger svolge un ruolo importante nel quadro delle principali iniziative regionali, europee e internazionali volte a rafforzare la pace e lo sviluppo nel Sahel, tra cui la strategia integrata dell’Unione nel Sahel, la coalizione per il Sahel e il partenariato per la sicurezza e la stabilità nel Sahel (P3S) come pure l’Alleanza per il Sahel. La comunità internazionale, compresa l’Unione, ha profuso notevoli sforzi per sostenere la Repubblica del Niger nella sua lotta contro il terrorismo nell’ultimo periodo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 10 giugno 2022 l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ha ricevuto una richiesta dalla Repubblica del Niger affinché l’Unione assista le forze armate nigerine (<span>Forces armées nigériennes</span> — FAN) nell’approvvigionamento di attrezzature essenziali al fine di rafforzare la capacità di supporto aereo ravvicinato della forza aerea nigerina (<span>Armée de l’air du Niger</span> — AAN). Il 4 aprile 2023 è stata ricevuta una richiesta riveduta da parte della Repubblica del Niger che rispecchia i risultati di una valutazione delle esigenze effettuata dall’Unione nel febbraio 2023.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>La presente decisione relativa a una misura di assistenza nell’ambito dell’EPF a sostegno delle forze armate nigerine con materiali militari concepiti per l’uso letale della forza è integrata dalla decisione del Consiglio (PESC) 2023/1137 <a>(<span>2</span>)</a>. È opportuno che le due decisioni siano attuate contemporaneamente, ma gestite separatamente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di assistenza devono essere attuate tenendo conto dei principi e dei requisiti di cui alla decisione (PESC) 2021/509, in particolare il rispetto della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, e in conformità delle norme per l’esecuzione delle entrate e delle spese finanziate a titolo dell’EPF.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il Consiglio ribadisce la sua determinazione a proteggere, promuovere e rispettare i diritti umani, le libertà fondamentali e i principi democratici, come anche a rafforzare lo Stato di diritto e il buon governo, in conformità della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale, in particolare il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Istituzione, obiettivi, ambito di applicazione e durata
1. È istituita una misura di assistenza a favore della Repubblica del Niger («beneficiario»), da finanziare a titolo dello strumento europeo per la pace (EPF) («misura di assistenza»).
2. L’obiettivo della misura di assistenza è potenziare la capacità delle forze armate nigerine ( Forces armées nigériennes — FAN) per difendere l’integrità territoriale e la sovranità della Repubblica del Niger e migliorare la protezione della popolazione civile, anche dalla crescente minaccia terroristica, nel pieno rispetto del diritto internazionale pertinente, in particolare il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario.
3. Per conseguire l’obiettivo di cui al paragrafo 2, la misura di assistenza finanzia la fornitura di munizioni aria-suolo (ML4 nell’elenco comune delle attrezzature militari dell’UE) per gli elicotteri MI-35 e MI-171.
4. L’attuazione della misura di assistenza è integrata da attività volte a garantire l’uso, la manutenzione, lo stoccaggio e il monitoraggio adeguati delle munizioni aria-suolo, da finanziare nell’ambito della decisione (PESC) 2023/1137.
5. La durata della misura di assistenza è di 30 mesi a decorrere dalla data di adozione della presente decisione.
Articolo 2
Disposizioni finanziarie
1. L’importo di riferimento finanziario destinato a coprire le spese connesse alla misura di assistenza è di 4 702 998 EUR.
2. Tutte le spese sono gestite in conformità della decisione (PESC) 2021/509 e delle norme per l’esecuzione delle entrate e delle spese finanziate a titolo dell’EPF.
Articolo 3
Accordi con il beneficiario
1. L’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza («alto rappresentante») conclude con il beneficiario gli accordi necessari per garantire il rispetto delle condizioni e dei requisiti stabiliti dalla presente decisione, quale condizione per la concessione del sostegno nell’ambito della misura di assistenza.
2. Gli accordi di cui al paragrafo 1 comprendono disposizioni che obbligano il beneficiario a garantire:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il rispetto, da parte della forza aerea nigerina, del pertinente diritto internazionale, in particolare il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l’uso corretto ed efficiente di tutti i mezzi forniti nell’ambito della misura di assistenza ai fini per i quali sono stati forniti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la manutenzione sufficiente di tutti i mezzi forniti nell’ambito della misura di assistenza per garantirne la fruibilità e la disponibilità operativa durante il loro ciclo di vita;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>che tutti i mezzi forniti nell’ambito della misura di assistenza non siano abbandonati o trasferiti senza il consenso del comitato dello strumento istituito nell’ambito della decisione (PESC) 2021/509 a persone o entità diverse da quelle individuate negli accordi, al termine del loro ciclo di vita.</p></td></tr></tbody></table>
3. Gli accordi di cui al paragrafo 1 comprendono disposizioni relative alla sospensione e alla cessazione del sostegno nell’ambito della misura di assistenza qualora risulti che il beneficiario abbia violato gli obblighi di cui al paragrafo 2.
Articolo 4
Attuazione
1. L’alto rappresentante è responsabile di assicurare l’attuazione della presente decisione conformemente alla decisione (PESC) 2021/509 e alle norme per l’esecuzione delle entrate e delle spese finanziate a titolo dell’EPF, in linea con il quadro metodologico integrato per la valutazione e l’individuazione delle misure e dei controlli necessari per le misure di assistenza nell’ambito dell’EPF.
2. L’attuazione delle attività di cui all’articolo 1, paragrafo 3, è affidata a Défense Conseil International — DCI Group.
Articolo 5
Sorveglianza, controllo e valutazione
1. L’alto rappresentante sorveglia il rispetto, da parte del beneficiario, degli obblighi di cui all’articolo 3. Tale sorveglianza è utilizzata per conoscere il contesto e i rischi di violazione degli obblighi stabiliti in conformità dell’articolo 3 e contribuire a prevenire tali violazioni, comprese le violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario da parte della forza aerea nigerina.
2. Il controllo post-spedizione delle attrezzature e forniture è organizzato come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>verifica della consegna, nella quale i certificati di consegna sono firmati dalle forze dell’utilizzatore finale al momento del trasferimento della proprietà;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>presentazione di relazioni, in base alla quale il beneficiario deve riferire annualmente sulle attività svolte con le attrezzature, i servizi e le infrastrutture forniti nell’ambito della misura di assistenza e sull’inventario degli elementi designati, fino a quando tali relazioni non saranno più ritenute necessarie dal comitato politico e di sicurezza (CPS);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>ispezioni in loco, nelle quali il beneficiario concede l’accesso all’alto rappresentante per effettuare controlli in loco su richiesta.</p></td></tr></tbody></table>
3. L’alto rappresentante effettua una valutazione finale al termine della misura di assistenza per stabilire se questa abbia contribuito al raggiungimento dell’obiettivo enunciato all’articolo 1, paragrafo 2.
Articolo 6
Relazioni
Durante il periodo di attuazione l’alto rappresentante presenta al CPS relazioni semestrali sull’attuazione della misura di assistenza, conformemente all’articolo 63 della decisione (PESC) 2021/509. L’amministratore delle misure di assistenza informa regolarmente il comitato dello strumento istituito dalla decisione (PESC) 2021/509 in merito all’esecuzione delle entrate e delle spese a norma dell’articolo 38 di tale decisione, anche fornendo informazioni sui fornitori e sui subappaltatori interessati.
Articolo 7
Sospensione e cessazione
1. Il CPS può decidere di sospendere, in tutto o in parte, l’attuazione della misura di assistenza conformemente all’articolo 64 della decisione (PESC) 2021/509.
2. Il CPS può anche raccomandare al Consiglio la cessazione della misura di assistenza.
Articolo 8
Entrata in vigore
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Fatto a Lussemburgo, l’8 giugno 2023
Per il Consiglio
Il presidente
M. MALMER STENERGARD
<note>
( 1 ) Decisione (PESC) 2021/509 del Consiglio, del 22 marzo 2021, che istituisce uno strumento europeo per la pace, e abroga la decisione (PESC) 2015/528 ( GU L 102 del 24.3.2021, pag. 14 ).
( 2 ) Decisione (PESC) 2023/1137 del Consiglio, dell’8 giugno 2023, relativa a una misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace a sostegno delle forze armate nigerine (Cfr. pagina 85 della presente Gazzetta ufficiale).
( 3 ) Posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio, dell’8 dicembre 2008, che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari ( GU L 335 del 13.12.2008, pag. 99 ).
</note> | ITA | 32023D1136 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.11.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 387/58</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2021/1898 DELLA COMMISSIONE
del 20 luglio 2021
che integra il regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio specificando il numero e i titoli delle variabili per il dominio statistico «Utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» per l’anno di riferimento 2022
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2019/1700 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 ottobre 2019, che istituisce un quadro comune per le statistiche europee sulle persone e sulle famiglie, basate su dati a livello individuale ottenuti su campioni, che modifica i regolamenti (CE) n. 808/2004, (CE) n. 452/2008 e (CE) n. 1338/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, e che abroga il regolamento (CE) n. 1177/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 577/98 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 6, paragrafo 1,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Al fine di soddisfare le esigenze in campo statistico relative alle pertinenti tematiche dettagliate di cui all’allegato I del regolamento (UE) 2019/1700, la Commissione dovrebbe specificare il numero e i titoli delle variabili per il set di dati del dominio «Utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» per l’anno di riferimento 2022.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il numero delle variabili da rilevare in applicazione del presente regolamento non deve superare di oltre il 5 % il numero di variabili rilevate per il dominio «Utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» al momento dell’entrata in vigore del regolamento (UE) 2019/1700,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Il numero e i titoli delle variabili per il dominio «Utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» per l’anno di riferimento 2022 sono indicati nell’allegato.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 20 luglio 2021
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 261 I del 14.10.2019, pag. 1 .
ALLEGATO
Numero e titoli delle variabili per il dominio «Utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione» per l’anno di riferimento 2022
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Tematica</span></p></td><td><p><span>Tematica dettagliata</span></p></td><td><p><span>Identificativo della variabile</span></p></td><td><p><span>Titolo della variabile/descrizione della variabile</span></p></td></tr><tr><td><p><span>01. Aspetti di carattere tecnico — 15 variabili tecniche obbligatorie</span></p><p><span>— 2 variabili tecniche facoltative</span></p></td><td><p>Informazioni sulla rilevazione di dati</p></td><td><p>REFYEAR</p></td><td><p>Anno dell’indagine</p></td></tr><tr><td><p>Informazioni sulla rilevazione di dati</p></td><td><p>INTDATE</p></td><td><p>Data di riferimento — data della prima intervista</p></td></tr><tr><td><p>Informazioni sulla rilevazione di dati</p></td><td><p>STRATUM_ID</p></td><td><p>Strato</p></td></tr><tr><td><p>Informazioni sulla rilevazione di dati</p></td><td><p>PSU</p></td><td><p>Unità primaria di campionamento</p></td></tr><tr><td><p>Dati di identificazione</p></td><td><p>HH_ID</p></td><td><p>ID della famiglia</p></td></tr><tr><td><p>Dati di identificazione</p></td><td><p>IND_ID</p></td><td><p>ID dell’individuo</p></td></tr><tr><td><p>Dati di identificazione</p></td><td><p>HH_REF_ID</p></td><td><p>ID della famiglia a cui appartiene l’individuo</p></td></tr><tr><td><p>Pesi</p></td><td><p>HH_WGHT</p></td><td><p>Peso della famiglia</p></td></tr><tr><td><p>Pesi</p></td><td><p>IND_WGHT</p></td><td><p>Peso dell’individuo</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche dell’intervista</p></td><td><p>TIME</p></td><td><p>Durata dell’intervista</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche dell’intervista</p></td><td><p>INT_TYPE</p></td><td><p>Tipo di intervista</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>COUNTRY</p></td><td><p>Paese di residenza</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>GEO_NUTS1</p></td><td><p>Regione di residenza</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>GEO_NUTS2</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Regione di residenza (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>GEO_NUTS3</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Regione di residenza</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>DEG_URBA</p></td><td><p>Grado di urbanizzazione</p></td></tr><tr><td><p>Localizzazione</p></td><td><p>GEO_DEV</p></td><td><p>Ubicazione geografica</p></td></tr><tr><td><p><span>02. Caratteristiche della persona e della famiglia</span></p><p><span>— 7 variabili rilevate</span></p><p><span>— 1 variabile derivata — 7 variabili facoltative</span></p></td><td><p>Demografia</p></td><td><p>SEX</p></td><td><p>Sesso</p></td></tr><tr><td><p>Demografia</p></td><td><p>YEARBIR</p></td><td><p>Anno di nascita</p></td></tr><tr><td><p>Demografia</p></td><td><p>PASSBIR</p></td><td><p>Compleanno già trascorso al momento dell’intervista</p></td></tr><tr><td><p>Demografia</p></td><td><p>AGE</p></td><td><p>Età in anni compiuti</p></td></tr><tr><td><p>Cittadinanza e provenienza da un contesto migratorio</p></td><td><p>CITIZENSHIP</p></td><td><p>Paese della cittadinanza principale</p></td></tr><tr><td><p>Cittadinanza e provenienza da un contesto migratorio</p></td><td><p>CNTRYB</p></td><td><p>Paese di nascita</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_POP</p></td><td><p>Dimensione della famiglia (numero di componenti della famiglia)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_POP_16_24 (facoltativo)</p></td><td><p>Numero di componenti della famiglia di età compresa tra i 16 e i 24 anni (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_POP_16_24S (facoltativo)</p></td><td><p>Numero di studenti della famiglia di età compresa tra i 16 e i 24 anni</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_POP_25_64 (facoltativo)</p></td><td><p>Numero di componenti della famiglia di età compresa tra i 25 e i 64 anni (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_POP_65_MAX (facoltativo)</p></td><td><p>Numero di componenti della famiglia di età superiore o pari a 65 anni (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_CHILD</p></td><td><p>Numero di minori di età inferiore a 16 anni</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_CHILD_14_15</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Numero di minori di età compresa tra i 14 e i 15 anni</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_CHILD_5_13</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Numero di minori di età compresa tra i 5 e i 13 anni (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Composizione della famiglia</p></td><td><p>HH_CHILD_LE_4</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Numero di minori di età inferiore o pari a 4 anni (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p><span>03. Partecipazione al mercato del lavoro</span></p><p><span>— 5 variabili rilevate</span></p><p><span>— 3 variabili facoltative</span></p></td><td><p>Condizione lavorativa principale (autodefinita)</p></td><td><p>MAINSTAT</p></td><td><p>Condizione lavorativa principale (autodefinita)</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>STAPRO</p></td><td><p>Posizione nella professione, occupazione principale</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>NACE1D</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Attività economica dell’unità locale per l’occupazione principale</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>ISCO2D</p></td><td><p>Professione nell’occupazione principale</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>OCC_ICT</p></td><td><p>Professionista delle TIC o non professionista delle TIC</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>OCC_MAN</p></td><td><p>Lavoratore manuale o lavoratore non manuale</p></td></tr><tr><td><p>Caratteristiche principali del lavoro</p></td><td><p>EMPST_WKT</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Occupazione principale a tempo pieno o a tempo parziale (autodefinita)</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Durata del contratto</p></td><td><p>EMPST_CONTR</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Stabilità dell’occupazione principale</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p><span>04. Percorso formativo e livello di istruzione conseguito</span></p><p><span>— 1 variabile rilevata</span></p><p><span>— 1 variabile derivata</span></p></td><td><p>Livello di istruzione conseguito</p></td><td><p>ISCEDD</p></td><td><p>Livello di istruzione conseguito (titolo di studio più elevato conseguito)</p></td></tr><tr><td><p>Livello di istruzione conseguito</p></td><td><p>ISCED</p></td><td><p>Livello di istruzione conseguito aggregato</p></td></tr><tr><td><p><span>5. Salute: stato di salute e disabilità, accesso all’assistenza sanitaria nonché disponibilità e uso della stessa e determinanti della salute</span></p><p><span>— 1 variabile rilevata</span></p></td><td><p>Elementi del modulo minimo europeo sulla salute</p></td><td><p>GALI</p></td><td><p>Limitazioni nelle attività a causa di problemi di salute</p></td></tr><tr><td><p><span>06. Redditi, consumi ed elementi relativi al patrimonio, compresi i debiti</span></p><p><span>— 1 variabile rilevata</span></p></td><td><p>Reddito mensile totale delle famiglie</p></td><td><p>HH_IQ5</p></td><td><p>Reddito mensile corrente netto medio totale</p></td></tr><tr><td><p><span>07. Partecipazione alla società dell’informazione</span></p><p><span>— 119 variabili rilevate</span></p><p><span>— 3 variabili derivate</span></p><p><span>— 14 variabili facoltative</span></p></td><td><p>Accesso alle TIC</p></td><td><p>IACC</p></td><td><p>Accesso della famiglia a internet dalla propria abitazione (tramite qualsiasi dispositivo)</p></td></tr><tr><td><p>Uso e frequenza d’uso delle TIC</p></td><td><p>IU</p></td><td><p>Ultima connessione a internet, in qualsiasi luogo, tramite qualsiasi dispositivo</p></td></tr><tr><td><p>Uso e frequenza d’uso delle TIC</p></td><td><p>IFUS</p></td><td><p>Frequenza media dell’utilizzo di internet negli ultimi tre mesi</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUEM</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per spedire o ricevere e-mail</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUPH1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per effettuare chiamate (comprese videochiamate) via internet</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUSNET</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per partecipare a social network (creare un profilo utente, postare messaggi o altro)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUCHAT1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per utilizzare programmi di messaggistica istantanea (scambi di messaggi)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUIF</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per cercare informazioni su beni o servizi</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUNW1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per accedere a siti di informazioni o leggere quotidiani e riviste online</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUPOL2</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per esprimere opinioni su temi politici o civili su siti web o sui social media</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUVOTE</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per partecipare a consultazioni online o per votare in merito a temi politici o civili (ad esempio urbanistica, firma di una petizione)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUMUSS1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per ascoltare musica (ad esempio una web radio o musica in streaming) o scaricare musica</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUSTV</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per guardare la televisione in streaming (in diretta o in differita) da emittenti televisive (ad esempio [esempi nazionali])</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUVOD</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per guardare video on demand da servizi commerciali</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUVSS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per guardare contenuti video da servizi di condivisione</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUPDG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per accedere a programmi di giochi o per scaricarli</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUPCAST</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per ascoltare o scaricare podcast</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IHIF</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per cercare informazioni attinenti alla salute (ad esempio riguardo a traumi, malattie, alimentazione, miglioramento della salute)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUMAPP</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per fissare un appuntamento con un medico tramite un sito web o un’app (ad esempio di un ospedale o di un centro di cura)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUAPR</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per accedere alle cartelle cliniche personali online</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOHC</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per fruire di altri servizi sanitari tramite siti web o app anziché recarsi in ospedale o da un medico (ad esempio per ottenere una ricetta o per una consultazione online)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUSELL</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per vendere beni o servizi tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUBK</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopo privato per internet banking (compreso mobile banking)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOLC</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a fini formativi per motivi di istruzione, professionali o privati, seguendo un corso online</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOLM</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a fini formativi per motivi di istruzione, professionali o privati, utilizzando sussidi online diversi da un corso completo online (ad esempio tutorial video, webinar, libri di testo elettronici, app o piattaforme per l’apprendimento)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOCIS1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a fini formativi per motivi di istruzione, professionali o privati, comunicando con educatori o discenti tramite strumenti audio o video online</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOFE</p></td><td><p>Attività di apprendimento a cui ha partecipato il rispondente negli ultimi tre mesi nell’ambito dell’istruzione formale (ad esempio, scuola o università)</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOW</p></td><td><p>Attività di apprendimento a cui ha partecipato il rispondente negli ultimi tre mesi per motivi professionali/correlati all’attività lavorativa</p></td></tr><tr><td><p>Attività su internet</p></td><td><p>IUOPP</p></td><td><p>Attività di apprendimento a cui ha partecipato il rispondente negli ultimi tre mesi a scopo privato</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVIP</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nell’accesso da parte del rispondente a informazioni che lo riguardano archiviate da amministrazioni pubbliche o da servizi pubblici</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVIDB</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nell’accesso da parte del rispondente a informazioni provenienti da banche dati o registri pubblici (quali informazioni sulla disponibilità di libri in biblioteche pubbliche, registri catastali, registri delle imprese)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOV12IF</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nell’ottenimento da parte del rispondente di informazioni (ad esempio su servizi, prestazioni, diritti, leggi, orari di apertura)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVIX</p></td><td><p>Il rispondente non ha avuto accesso a dati personali o banche dati né ha ottenuto informazioni tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi a scopo privato</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOV12FM</p></td><td><p>Operazioni di download/stampa di moduli ufficiali da siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici effettuate dal rispondente negli ultimi dodici mesi a scopo privato</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVAPR</p></td><td><p>Appuntamenti fissati o prenotazioni effettuate dal rispondente tramite siti web o app presso amministrazioni pubbliche o servizi pubblici (ad esempio prenotazione di un libro in una biblioteca pubblica, appuntamento con un funzionario pubblico o un prestatore di assistenza sanitaria pubblico) negli ultimi dodici mesi a scopo privato</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVPOST</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Ricevimento da parte del rispondente di comunicazioni o documenti ufficiali inviati dalle amministrazioni pubbliche tramite l’account del rispondente su un sito web o un’app (nome del servizio, se applicabile nel paese) di un’amministrazione pubblica o di un servizio pubblico (ad esempio notifiche di ammende o fatture, lettere, atti di citazione, atti giudiziari, [esempi nazionali]) negli ultimi dodici mesi a scopo privato L’utilizzo di messaggi informativi o notifiche via e-mail o SMS per segnalare la disponibilità di un documento dovrebbe essere escluso (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVTAX1</p></td><td><p>Presentazione della dichiarazione dei redditi del rispondente tramite un sito web o un’app negli ultimi dodici mesi a scopo privato</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVODC</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nella richiesta da parte del rispondente di documenti ufficiali o certificati (ad esempio certificati di laurea, nascita, matrimonio, divorzio, morte, residenza, casellari giudiziari, [esempi nazionali])</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVBE</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nella richiesta da parte del rispondente di prestazioni o diritti (ad esempio prestazioni pensionistiche, di disoccupazione, per figli a carico, iscrizione a scuole, università, [esempi nazionali])</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVRCC</p></td><td><p>Attività a scopo privato svolte negli ultimi dodici mesi tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici e consistenti nella presentazione da parte del rispondente di altre richieste, domande o denunce (ad esempio denuncia di furto alla polizia, avvio di un ricorso, richiesta del gratuito patrocinio, avvio di un procedimento civile dinanzi a un tribunale, [esempi nazionali])</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVNN</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — il rispondente non ha dovuto richiedere documenti o presentare domande</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVLS</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — insufficienza di competenze o conoscenze (ad esempio incapacità del rispondente di utilizzare il sito web o l’app o utilizzo giudicato troppo complicato)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVSEC</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — timori circa la sicurezza dei dati personali o riluttanza a effettuare pagamenti online (indebito utilizzo di carte di credito)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVEID</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — mancanza di firma elettronica, di identificazione elettronica attivata (e-ID) o di qualsiasi altro strumento per l’utilizzo dell’e-ID (necessario per la fruizione dei servizi) [esempi nazionali] (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVOP</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — operazioni effettuate per conto del rispondente da parte di un terzo (ad esempio consulente, parente)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IRGOVOTH</p></td><td><p>Motivi per cui non sono stati richiesti documenti ufficiali o non sono state presentate domande tramite siti web o app di amministrazioni pubbliche o di servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — altri motivi</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IGOVANYS</p></td><td><p>Il rispondente ha interagito con le amministrazioni pubbliche</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVDU</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi —</p><p>sito web o app difficile da utilizzare (ad esempio non facilmente fruibile, linguaggio non chiaro, procedura non spiegata adeguatamente)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVTP</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi —</p><p>problemi tecnici in occasione dell’utilizzo del sito web o dell’app (ad esempio tempi di caricamento lunghi, sito web bloccato)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVEID</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi —</p><p>problemi nell’utilizzo della firma elettronica o dell’identificazione elettronica (e-ID) (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVPAY</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — il rispondente non ha potuto effettuare pagamenti tramite il sito web o l’app (ad esempio per mancanza di accesso ai metodi di pagamento richiesti) (facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVMOB</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi — il rispondente non ha potuto accedere al servizio da smartphone o tablet (ad esempio versione del dispositivo non compatibile o applicazioni non disponibili)</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVOTH</p></td><td><p>Problemi incontrati in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi —</p><p>altri problemi</p></td></tr><tr><td><p>Interazione con le amministrazioni pubbliche</p></td><td><p>IIGOVX</p></td><td><p>Il rispondente non ha incontrato problemi in occasione dell’utilizzo di siti web o app di amministrazioni pubbliche o servizi pubblici negli ultimi dodici mesi</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>IBUY</p></td><td><p>Ultimo acquisto o ordine di beni o servizi via internet a scopi privati</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BCLOT1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare capi di abbigliamento (compreso abbigliamento sportivo), calzature o accessori (ad esempio borse, gioielli) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BSPG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare articoli sportivi (escluso abbigliamento sportivo) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BCG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare giocattoli per bambini o articoli di puericultura (ad esempio pannolini, biberon, passeggini) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFURN1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare mobili, accessori per la casa (ad esempio tappeti, tende) o prodotti da giardinaggio (ad esempio attrezzi, piante) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BMUSG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare musica su CD, vinili ecc. da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFLMG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare film o serie TV su DVD, Blu-ray ecc. da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BBOOKNLG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare libri, riviste o giornali da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BHARD1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare computer, tablet, telefoni cellulari o accessori da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BEEQU1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare prodotti di elettronica di consumo (ad esempio televisori, stereo, videocamere, barre sonore o altoparlanti intelligenti, assistenti virtuali) o elettrodomestici (ad esempio lavatrici) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BMED1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare farmaci o integratori alimentari come vitamine (escluso rinnovo delle ricette online) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFDR</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per ordinare cibo a domicilio da ristoranti, catene di fast food e servizi di catering di imprese o privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFDS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare alimenti o bevande da fornitori di meal kit o esercizi di imprese o privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BCBW</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare prodotti cosmetici, di bellezza o benessere da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BCPH</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare prodotti per la pulizia o per l’igiene personale (ad esempio spazzolini, fazzoletti, detersivi, strofinacci) da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BBMC</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare biciclette, ciclomotori, automobili o altri veicoli o i loro pezzi di ricambio da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BOPG</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare altri beni fisici da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_ANY</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare uno qualsiasi dei beni fisici elencati da imprese o privati (compresi beni usati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_DOM</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi per acquistare beni da venditori nazionali (da imprese o privati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_EU</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi per acquistare beni da venditori di altri paesi dell’UE (da imprese o privati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_WRLD</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi per acquistare beni da venditori del resto del mondo (da imprese o privati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_UNK</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi per acquistare beni da venditori il cui paese d’origine è sconosciuto (da imprese o privati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BPG_PP</p></td><td><p>Beni acquistati da privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BMUSS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare musica come servizio di streaming o download tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFLMS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare film o serie TV come servizio di streaming o download tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BBOOKNLS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare libri elettronici, riviste online o quotidiani online tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BGAMES</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare giochi online o come download per smartphone, tablet, computer o console tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BSOFTS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare software informatico o altro software come download (compresi aggiornamenti) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BHLFTS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare app relative a salute o fitness (escluse app gratuite) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BAPP</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per abbonarsi o acquistare altre app (ad esempio app per apprendimento delle lingue, viaggi, meteo, escluse app gratuite) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BSTICK</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare biglietti per eventi sportivi tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BCTICK</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare biglietti per eventi culturali o di altro tipo (ad esempio biglietti per cinema, concerti, fiere) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BSIMC</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per sottoscrivere abbonamenti a internet o a connessioni di telefonia mobile tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BSUTIL</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per sottoscrivere abbonamenti per la fornitura di energia elettrica, acqua o riscaldamento, per lo smaltimento dei rifiuti o servizi analoghi tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BHHS</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare servizi per la casa (ad esempio pulizie, baby-sitting, lavori di riparazione, giardinaggio; anche in caso di acquisto da privati) tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BHHS_PP</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare servizi per la casa da privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BTPS_E</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare servizi di trasporto quali corse in taxi o biglietti aerei, ferroviari o di autobus locali da un’impresa di trasporti tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BTPS_PP</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare servizi di trasporto da privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BRA_E</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per affittare alloggi da imprese come alberghi o agenzie di viaggio tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BRA_PP</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per affittare alloggi da privati tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BOTS (facoltativo)</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare altri servizi (esclusi servizi finanziari e assicurativi) tramite siti web o app</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFIN_IN1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare polizze assicurative, comprese quelle di viaggio, anche come pacchetto associato ad esempio a un biglietto aereo, tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFIN_CR1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per ottenere un prestito, un mutuo o un credito da banche o da altri fornitori di servizi finanziari tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Commercio elettronico</p></td><td><p>BFIN_SH1</p></td><td><p>Utilizzo di internet negli ultimi tre mesi a scopi privati per acquistare o vendere azioni, obbligazioni, quote di fondi o altre attività finanziarie tramite siti web o app</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DEM</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di termostati, contatori, luci, prese o altre soluzioni connesse a internet per la gestione energetica dell’abitazione del rispondente</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DSEC</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di sistemi antifurto, rilevatori di fumo, telecamere di videosorveglianza, serrature o altre soluzioni di sicurezza connesse a internet per l’abitazione del rispondente</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DHA</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di elettrodomestici connessi a internet come aspirapolvere robot, frigoriferi, forni o macchine da caffè</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DVA</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di un assistente virtuale sotto forma di altoparlante intelligente o di app</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DX</p></td><td><p>Il rispondente non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BDK</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — il rispondente ignorava l’esistenza di tali dispositivi o sistemi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BNN</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — il rispondente non aveva necessità di utilizzare tali dispositivi o sistemi connessi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BCST</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — costi troppo elevati</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BLC</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — mancanza di compatibilità con altri dispositivi o sistemi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BLSK</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — insufficienza di competenze per l’utilizzo di tali dispositivi o sistemi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BCPP</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — timori circa la riservatezza e la protezione dei dati relativi al rispondente generati da tali dispositivi o sistemi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BCSC</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — timori relativi alla sicurezza (ad esempio circa la vulnerabilità del dispositivo o del sistema ad attacchi di pirateria informatica)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BCSH</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — timori relativi alla sicurezza o alla salute (ad esempio circa la possibilità di infortuni, lesioni o problemi di salute derivanti dall’utilizzo del dispositivo o del sistema)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_BOTH</p></td><td><p>Motivi per cui non ha utilizzato a scopi privati nessuno dei dispositivi di gestione energetica connessi a internet, nessuna delle soluzioni di sicurezza connesse a internet, nessuno degli elettrodomestici connessi a internet o assistenti virtuali — altri motivi</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_IUTV</p></td><td><p>Utilizzo di internet a scopi privati tramite un televisore connesso a internet nell’abitazione del rispondente</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_IUGC</p></td><td><p>Utilizzo di internet a scopi privati tramite una console per videogiochi connessa a internet nell’abitazione del rispondente</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_IUHA</p></td><td><p>Utilizzo di internet a scopi privati tramite altoparlanti intelligenti o un sistema audio domestico connesso a internet nell’abitazione del rispondente</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DCS</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di fitness band e smartwatch connessi a internet, occhiali o cuffie connessi a internet, localizzatori di sicurezza, accessori, capi di abbigliamento o calzature connessi a internet</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DHE</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di dispositivi connessi a internet per il controllo di pressione arteriosa, glicemia, peso corporeo (come le bilance intelligenti) o altri dispositivi per la salute e cure mediche connessi a internet</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DTOY</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di giocattoli connessi a internet, come i giocattoli robot (compresi quelli didattici) o le bambole</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_DCAR</p></td><td><p>Utilizzo a scopi privati di un’automobile con connessione a internet senza fili integrata</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_USE</p></td><td><p>Il rispondente ha utilizzato l’internet degli oggetti</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_PSEC</p></td><td><p>Problemi incontrati con i suddetti dispositivi o sistemi connessi a internet — problemi di sicurezza o di riservatezza (ad esempio attacchi di pirateria informatica subiti dal dispositivo o dal sistema, problemi di protezione delle informazioni relative al rispondente e alla sua famiglia generate da tali dispositivi o sistemi)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_PSHE</p></td><td><p>Problemi incontrati con i suddetti dispositivi o sistemi connessi a internet — problemi di sicurezza o di salute (ad esempio infortuni, lesioni o problemi di salute derivanti dall’utilizzo del dispositivo o del sistema)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_PDU</p></td><td><p>Problemi incontrati con i suddetti dispositivi o sistemi connessi a internet — difficoltà nell’utilizzo del dispositivo (ad esempio configurazione, installazione, connessione, abbinamento del dispositivo)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_POTH</p></td><td><p>Problemi incontrati con i suddetti dispositivi o sistemi connessi a internet — altri problemi (ad esempio problemi di connessione, problemi di assistenza)</p></td></tr><tr><td><p>Connessione a internet da qualsiasi luogo</p></td><td><p>IOT_PX</p></td><td><p>Il rispondente non ha incontrato alcun problema con i suddetti dispositivi o sistemi connessi a internet</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_DMOB</p></td><td><p>Azioni intraprese dal rispondente riguardo al telefono cellulare o allo smartphone che ha sostituito o non utilizza più</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_DLT</p></td><td><p>Azioni intraprese dal rispondente riguardo al computer portatile o al tablet che ha sostituito o non utilizza più</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_DPC</p></td><td><p>Azioni intraprese dal rispondente riguardo al computer da tavolo che ha sostituito o non utilizza più</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PP</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — prezzo</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PHD</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — caratteristiche del disco rigido (memoria, velocità), velocità del processore</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PECD</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — progettazione ecocompatibile del dispositivo, ad esempio modelli durevoli, aggiornabili e riparabili che richiedono meno materiali; uso di materiali ecologici per l’imballaggio ecc.</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PEG</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — possibilità di prolungare la durata di vita utile del dispositivo acquistando una garanzia supplementare</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PEE</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — efficienza energetica del dispositivo</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PTBS</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — un sistema di ritiro offerto dal fabbricante o dal venditore (ossia il fabbricante o il venditore ritira gratuitamente il dispositivo divenuto obsoleto o offre sconti al cliente per l’acquisto di un altro dispositivo)</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PX</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — il rispondente non ha preso in considerazione nessuna delle caratteristiche suddette</p><p>(facoltativo)</p></td></tr><tr><td><p>Effetto dell’uso</p></td><td><p>ECO_PBX</p><p>(facoltativo)</p></td><td><p>Caratteristiche considerate importanti dal rispondente in occasione dell’acquisto più recente di un telefono cellulare o smartphone, tablet, computer portatile o computer da tavolo — il rispondente non ha mai acquistato nessuno di questi dispositivi</p><p>(facoltativo)</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021R1898 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>11.12.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 417/444</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2020/1975 DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 13 maggio 2020
sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) per l’esercizio 2018
IL PARLAMENTO EUROPEO,
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti i conti annuali definitivi dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera relativi all’esercizio 2018,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione annuale della Corte dei conti sulle agenzie dell’UE per l’esercizio finanziario 2018, corredata delle risposte delle agenzie <a>(<span>1</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la dichiarazione attestante l’affidabilità dei conti nonché la legittimità e la regolarità delle relative operazioni <a>(<span>2</span>)</a> presentata dalla Corte dei conti per l’esercizio 2018, a norma dell’articolo 287 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la raccomandazione del Consiglio del 18 febbraio 2020 sul discarico da dare all’Agenzia per l’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2018 (05761/2020 — C9-0050/2020),</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto l’articolo 319 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione e che abroga il regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, in particolare l’articolo 208,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 <a>(<span>4</span>)</a>, in particolare l’articolo 70,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE) 2016/1624 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 settembre 2016, relativo alla guardia di frontiera e costiera europea che modifica il regolamento (UE) 2016/399 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga il regolamento (CE) n. 863/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, il regolamento (CE) n. 2007/2004 del Consiglio e la decisione 2005/267/CE del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a>, in particolare l’articolo 76,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento (UE) 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2019, relativo alla guardia di frontiera e costiera europea e che abroga i regolamenti (UE) n. 1052/2013 e (UE) 2016/1624 <a>(<span>6</span>)</a>, in particolare l’articolo 116,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) n. 1271/2013 della Commissione, del 30 settembre 2013, che stabilisce il regolamento finanziario quadro degli organismi di cui all’articolo 208 del regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>, in particolare l’articolo 108,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il regolamento delegato (UE) 2019/715 della Commissione, del 18 dicembre 2018, relativo al regolamento finanziario quadro degli organismi istituiti in virtù del TFUE e del trattato Euratom, di cui all’articolo 70 del regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a>, in particolare l’articolo 105,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visti l’articolo 100 e l’allegato V del suo regolamento,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>visto il parere della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>vista la relazione della commissione per il controllo dei bilanci (A9-0072/2020),</p></td></tr></tbody></table>
1. concede il discarico al direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia per l’esercizio 2018;
2. esprime le sue osservazioni nella risoluzione in appresso;
3. incarica il suo presidente di trasmettere la presente decisione e la risoluzione che ne costituisce parte integrante al direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, al Consiglio, alla Commissione e alla Corte dei conti, e di provvedere alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (serie L).
Il presidente
David Maria SASSOLI
Il segretario generale
Klaus WELLE
<note>
( 1 ) GU C 417 dell’11.12.2019, pag. 1 .
( 2 ) GU C 417 dell’11.12.2019, pag. 1 .
( 3 ) GU L 298 del 26.10.2012, pag. 1 .
( 4 ) GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 .
( 5 ) GU L 251 del 16.9.2016, pag. 1 .
( 6 ) GU L 295 del 14.11.2019, pag. 1 .
( 7 ) GU L 328 del 7.12.2013, pag. 42 .
( 8 ) GU L 122 del 10.5.2019, pag. 1 .
</note> | ITA | 32020B1975 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>14.12.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 422/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2020/1987 DELLA COMMISSIONE
del 14 luglio 2020
che integra il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda la costituzione e lo svincolo di cauzioni nella gestione dei contingenti tariffari secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 186,
visto il regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 485/2008 ( 2 ) , in particolare l’articolo 66, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) n. 1308/2013 stabilisce le norme riguardanti la gestione dei contingenti tariffari e il trattamento speciale delle importazioni da paesi terzi. Esso conferisce inoltre alla Commissione il potere di adottare i relativi atti delegati e atti di esecuzione ai fini della gestione ordinata dei contingenti tariffari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Ai fini della semplificazione amministrativa, i contingenti tariffari sottoutilizzati per i prodotti agricoli sono gestiti secondo il principio «primo arrivato, primo servito» conformemente agli articoli da 49 a 54 del regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 della Commissione <a>(<span>3</span>)</a>, che disciplinano la gestione dei contingenti tariffari destinati ad essere usati in base all’ordine cronologico delle date di accettazione delle dichiarazioni in dogana.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>È opportuno prevedere che la partecipazione a tali contingenti tariffari possa essere subordinata alla costituzione di una cauzione a garanzia del rispetto di alcuni requisiti relativi al trattamento, all’uso finale, alle norme di qualità dei prodotti nonché alla macellazione e all’ingrasso degli animali. I requisiti sono stabiliti in dettaglio, per ciascuno dei contingenti tariffari corrispondenti, in un atto di esecuzione adottato a norma dell’articolo 187 del regolamento (UE) n. 1308/2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Per semplificare la procedura e la legislazione è opportuno sostituire i diversi atti dell’Unione che contengono le norme vigenti di gestione dei contingenti tariffari secondo il metodo basato sul principio «primo arrivato, primo servito» con un atto unico. È quindi opportuno abrogare i regolamenti (CE) n. 440/96 <a>(<span>4</span>)</a>, (CE) n. 1831/96 <a>(<span>5</span>)</a>, (CE) n. 2133/2001 <a>(<span>6</span>)</a>, (CE) n. 2094/2004 <a>(<span>7</span>)</a>, (CE) n. 937/2006 <a>(<span>8</span>)</a>, (CE) n. 437/2009 <a>(<span>9</span>)</a>, (CE) n. 438/2009 <a>(<span>10</span>)</a>, (CE) n. 933/2009 <a>(<span>11</span>)</a>, (CE) n. 1064/2009 <a>(<span>12</span>)</a>, (UE) n. 1085/2010 <a>(<span>13</span>)</a> e (UE) n. 59/2011 <a>(<span>14</span>)</a> della Commissione e i regolamenti di esecuzione (UE) n. 1354/2011 <a>(<span>15</span>)</a>, (UE) n. 481/2012 <a>(<span>16</span>)</a>, (UE) n. 988/2014 <a>(<span>17</span>)</a>, (UE) n. 989/2014 <a>(<span>18</span>)</a>, (UE) n. 1233/2014 <a>(<span>19</span>)</a>, (UE) 2015/2405 <a>(<span>20</span>)</a>, (UE) 2017/1466 <a>(<span>21</span>)</a> e (UE) 2018/567 <a>(<span>22</span>)</a> della Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Per agevolare la transizione verso le norme del presente regolamento e rispettare l’obbligo di notificare le nuove norme all’Organizzazione mondiale del commercio prima di applicarle, è opportuno differire l’applicazione del presente regolamento ai periodi contingentali che iniziano a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Ambito di applicazione
Il presente regolamento stabilisce le norme che integrano i regolamenti (UE) n. 1308/2013 e (UE) n. 1306/2013 per quanto riguarda la costituzione e lo svincolo di cauzioni nella gestione dei contingenti tariffari secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande.
Articolo 2
Costituzione di cauzioni
L’ammissibilità al dazio ridotto sulle importazioni nell’ambito di un contingente tariffario basato sull’ordine cronologico di presentazione delle domande può essere subordinata alla costituzione di una cauzione presso le autorità competenti.
Gli operatori costituiscono la cauzione contestualmente alla presentazione della domanda di autorizzazione per il regime di uso finale a norma dell’articolo 211 del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 23 ) o quando presentano la dichiarazione in dogana per l’immissione in libera pratica delle merci, secondo i casi.
Il tasso di cambio è fissato conformemente all’articolo 106 del regolamento (UE) n. 1306/2013.
Articolo 3
Svincolo e incameramento di cauzioni
1. La cauzione è svincolata immediatamente dopo che l’autorità competente ha ricevuto la prova che i requisiti legati alla cauzione sono soddisfatti.
2. Se i requisiti pertinenti non sono pienamente soddisfatti, la cauzione è svincolata proporzionalmente al quantitativo che soddisfa i requisiti. L’importo della cauzione che non è svincolata è incamerato conformemente all’articolo 24 del regolamento delegato (UE) n. 907/2014 della Commissione ( 24 ) .
Articolo 4
Abrogazioni
I regolamenti (CE) n. 440/96, (CE) n. 1831/96, (CE) n. 2133/2001, (CE) n. 2094/2004, (CE) n. 937/2006, (CE) n. 437/2009, (CE) n. 438/2009, (CE) n. 933/2009, (CE) n. 1064/2009, (UE) n. 1085/2010 e (UE) n. 59/2011 e i regolamenti di esecuzione (UE) n. 1354/2011, (UE) n. 481/2012, (UE) n. 988/2014, (UE) n. 989/2014, (UE) n. 1233/2014, (UE) 2015/2405, (UE) 2017/1466 e (UE) 2018/567 sono abrogati con effetto dal 1 o gennaio 2021.
Essi continuano tuttavia ad applicarsi ai periodi contingentali che a tale data non sono ancora conclusi.
Articolo 5
Entrata in vigore e applicazione
Il presente regolamento entra in vigore il settimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento si applica ai periodi contingentali che iniziano a decorrere dal 1 o gennaio 2021.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 14 luglio 2020
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 .
( 2 ) GU L 347 del 20.12.2013, pag. 549 .
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2447 della Commissione, del 24 novembre 2015, recante modalità di applicazione di talune disposizioni del regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il codice doganale dell’Unione ( GU L 343 del 29.12.2015, pag. 558 ).
( 4 ) Regolamento (CE) n. 440/96 della Commissione, dell’11 marzo 1996, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari comunitari per taluni miscugli di radichette di malto e residui della vagliatura dell’orzo ( GU L 61 del 12.3.1996, pag. 2 ).
( 5 ) Regolamento (CE) n. 1831/96 della Commissione, del 23 settembre 1996, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari comunitari consolidati al GATT per taluni ortofrutticoli e per taluni prodotti trasformati a base di ortofrutticoli a partire dal 1996 ( GU L 243 del 24.9.1996, pag. 5 ).
( 6 ) Regolamento (CE) n. 2133/2001 della Commissione, del 30 ottobre 2001, recante apertura e modalità di gestione di alcuni contingenti tariffari comunitari e di massimali tariffari del settore dei cereali, nonché abrogazione dei regolamenti (CE) n. 1897/94, (CE) n. 306/96, (CE) n. 1827/96, (CE) n. 1970/96, (CE) n. 1405/97, (CE) n. 1406/97, (CE) n. 2492/98, (CE) n. 2809/98 e (CE) n. 778/1999 ( GU L 287 del 31.10.2001, pag. 12 ).
( 7 ) Regolamento (CE) n. 2094/2004 della Commissione, dell’8 dicembre 2004, recante apertura e modalità di gestione di un contingente tariffario di 10 000 tonnellate di cereali di avena altrimenti lavorati di cui al codice NC 1104 22 98 ( GU L 362 del 9.12.2004, pag. 12 ).
( 8 ) Regolamento (CE) n. 937/2006 della Commissione, del 23 giugno 2006, recante apertura e modalità di gestione di un contingente tariffario comunitario di glutine di granturco originario degli Stati Uniti d’America ( GU L 172 del 24.6.2006, pag. 9 ).
( 9 ) Regolamento (CE) n. 437/2009 della Commissione, del 26 maggio 2009, recante apertura e modalità di gestione di un contingente tariffario comunitario per l’importazione di giovani bovini maschi destinati all’ingrasso ( GU L 128 del 27.5.2009, pag. 54 ).
( 10 ) Regolamento (CE) n. 438/2009 della Commissione, del 26 maggio 2009, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari comunitari per l’importazione di tori, vacche e giovenche, diversi da quelli destinati alla macellazione, di alcune razze alpine e di montagna ( GU L 128 del 27.5.2009, pag. 57 ).
( 11 ) Regolamento (CE) n. 933/2009 della Commissione, del 6 ottobre 2009, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 779/98 del Consiglio per quanto concerne l’apertura e le modalità di applicazione di taluni contingenti relativi all’importazione nella Comunità di prodotti del settore del pollame originari di Israele ( GU L 263 del 7.10.2009, pag. 9 ).
( 12 ) Regolamento (CE) n. 1064/2009 della Commissione, del 4 novembre 2009, recante apertura e modalità di gestione del contingente tariffario comunitario di importazione di orzo da birra proveniente dai paesi terzi ( GU L 291 del 7.11.2009, pag. 14 ).
( 13 ) Regolamento (UE) n. 1085/2010 della Commissione, del 25 novembre 2010, recante apertura e modalità di gestione di taluni contingenti tariffari annui per l’importazione di patate dolci, di manioca, di fecola di manioca e di altri prodotti dei codici NC 0714 90 11 e NC 0714 90 19 e recante modifica del regolamento (UE) n. 1000/2010 ( GU L 310 del 26.11.2010, pag. 3 ).
( 14 ) Regolamento (UE) n. 59/2011 della Commissione, del 25 gennaio 2011, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell’Unione per i vini originari della Repubblica di Serbia ( GU L 22 del 26.1.2011, pag. 1 ).
( 15 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 1354/2011 della Commissione, del 20 dicembre 2011, recante apertura di contingenti tariffari annui dell’Unione relativamente a ovini, caprini, carni ovine e carni caprine ( GU L 338 del 21.12.2011, pag. 36 ).
( 16 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 481/2012 della Commissione, del 7 giugno 2012, che stabilisce regole per la gestione di un contingente tariffario per le carni bovine di alta qualità ( GU L 148 dell’8.6.2012, pag. 9 ).
( 17 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 988/2014 della Commissione, del 18 settembre 2014, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell’Unione per i prodotti agricoli originari della Repubblica di Moldova ( GU L 278 del 20.9.2014, pag. 12 ).
( 18 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 989/2014 della Commissione, del 19 settembre 2014, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell’Unione per i prodotti agricoli originari della Georgia ( GU L 278 del 20.9.2014, pag. 16 ).
( 19 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 1233/2014 della Commissione, del 18 novembre 2014, che modifica il regolamento (CE) n. 2597/2001 recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari comunitari per taluni vini originari della Repubblica di Croazia e dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia ( GU L 332 del 19.11.2014, pag. 11 ).
( 20 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2015/2405 della Commissione, del 18 dicembre 2015, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell’Unione per prodotti agricoli originari dell’Ucraina ( GU L 333 del 19.12.2015, pag. 89 ).
( 21 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2017/1466 della Commissione, dell’11 agosto 2017, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari dell’Unione per i vini originari del Kosovo ( GU L 209 del 12.8.2017, pag. 8 ).
( 22 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2018/567 della Commissione, del 12 aprile 2018, recante apertura e modalità di gestione di contingenti tariffari di importazione di insaccati e di carne suina originari dell’Islanda ( GU L 95 del 13.4.2018, pag. 11 ).
( 23 ) Regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell’Unione ( GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 ).
( 24 ) Regolamento delegato (UE) n. 907/2014 della Commissione, dell’11 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda gli organismi pagatori e altri organismi, la gestione finanziaria, la liquidazione dei conti, le cauzioni e l’uso dell’euro ( GU L 255 del 28.8.2014, pag. 18 ).
</note> | ITA | 32020R1987 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.6.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 175/31</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/1103 DELLA COMMISSIONE
del 27 giugno 2019
che modifica il regolamento (CE) n. 1210/2003 del Consiglio relativo a talune specifiche restrizioni alle relazioni economiche e finanziarie con l'Iraq
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1210/2003 del Consiglio, del 7 luglio 2003, relativo a talune specifiche restrizioni alle relazioni economiche e finanziarie con l'Iraq e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 2465/1996 ( 1 ) , in particolare l'articolo 11, lettera b),
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'allegato III del regolamento (CE) n. 1210/2003 elenca gli enti pubblici, le entità giuridiche e le agenzie, le persone fisiche e giuridiche, gli organismi e le entità dell'ex governo iracheno a cui si applica, a norma di detto regolamento, il congelamento dei fondi e delle risorse economiche situati fuori dell'Iraq il 22 maggio 2003.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 24 giugno 2019 il comitato per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di cancellare 17 voci dall'elenco delle persone o delle entità a cui si applica il congelamento dei fondi e delle risorse economiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'allegato III del regolamento (CE) n. 1210/2003 dovrebbe essere pertanto modificato di conseguenza,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
L'allegato III del regolamento (CE) n. 1210/2003 è modificato conformemente all'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 27 giugno 2019
Per la Commissione,
a nome del presidente
Capo del Servizio degli strumenti di politica estera
( 1 ) GU L 169 dell'8.7.2003, pag. 6 .
ALLEGATO
Nell'allegato III del regolamento (CE) n. 1210/2003 del Consiglio sono soppresse le seguenti voci:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«18.</p></td><td><span>AUTOMOBILE STATE ENTERPRISE. Indirizzo: Near Andulus Square, off Nidal Street, P.O. Box 3270, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«30.</p></td><td><span>DIRECTORATE-GENERAL OF MEDICAL SUPPLIES (<span>alias</span> DIRECTORATE-GENERAL OF MEDICAL APPLIANCES). Indirizzi: (a) P.O. Box 17041, Baghdad, Iraq; (b) P.O. Box 17014, Al-Hurriya, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«33.</p></td><td><span>DIRECTORATE OF TRANSFORMERS PROJECT. Indirizzo: P.O. Box 21, Baquba, Diala, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«60.</p></td><td><span>IRAQI COMPANY FOR CARTON MANUFACTURIES. Indirizzo: P.O. Box 29029, Za'Faraniya, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«66.</p></td><td><span>IRAQI REFRESHMENT COMPANY. Indirizzo: P.O. Box 2339, Alwiyah, Za'Faraniya, Industrial Area, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«82.</p></td><td><span>MISHRAQ SULPHUR STATE ENTERPRISE. Indirizzo: P.O. Box 54, Al Ishraq-Ninawa, Mosul, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«103.</p></td><td><span>NORTHERN CEMENT STATE ENTERPRISE. Indirizzo: P.O. Box 1, Sulaimaniyah, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«114.</p></td><td><span>STATE BATTERY MANUFACTURING ESTABLISHMENT (<span>alias</span> STATE BATTERY MANUFACTURING ENTERPRISE). Indirizzo: P.O. Box 190, Al-Waziriyah, Safi El-Din, Al-Hilli St., Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«120.</p></td><td><span>STATE COMPANY FOR PLASTIC BAGS INDUSTRIES IN TIKRIT. Indirizzo: P.O. Box 12, Muhafadha Salah Aldin, Tikrit, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«136.</p></td><td><span>STATE ENTERPRISE FOR GLASS AND CERAMIC INDUSTRIES. Indirizzo: Ramadi, Al Anbar, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«148.</p></td><td><span>STATE ENTERPRISE FOR RAW BUILDING MATERIALS. Indirizzo: P.O. Box 5890, Alwiya, near Unknown Soldier, Saadoun Street, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«154.</p></td><td><span>STATE ENTERPRISE FOR WOOD INDUSTRIES. Indirizzi: (a) Abu Sukhair, P.O. Box 20, Najaf, Iraq; (b) Manadhira, Al-Najaf, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«182.</p></td><td><span>STATE ORGANISATION FOR INDUSTRIAL DEVELOPMENT. Indirizzo: Khullani Square, Khulafa St., Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«187.</p></td><td><span>STATE ORGANISATION FOR ROADS AND BRIDGES (<span>alias</span> (a) STATE ESTABLISHMENT OF BRIDGES CONSTRUCTION, (b) STATE ESTABLISHMENT FOR MIDDLE AREA (ROADS), (c) STATE ESTABLISHMENT OF CONSTRUCTION OF ROADS (SOUTHERN AREA), (d) STATE ESTABLISHMENT OF CONSTRUCTION OF ROADS (NORTHERN AREA), (e) STATE ESTABLISHMENT OF CONSTRUCTION OF ROADS (MIDDLE AREA AROUND ELPHURATE), (f) STATE ESTABLISHMENT OF EXPRESSWAY ROADS). Indirizzi: (a) Karradat Mariam, Karkh, P.O. Box 917, Baghdad, Iraq; (b) Nassiryah, Iraq; (c) Kirkuk, Iraq; (d) Hilla, Iraq; (e) Yousufia, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«185.</p></td><td><span>STATE ORGANISATION FOR MINERALS. Indirizzo: P.O. Box 2330, Sa'doon Street, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«27.</p></td><td><span>DIRECTORATE-GENERAL OF GENERATION AND TRANSMISSION OF ELECTRICITY. Indirizzo: P.O. Box 1058, Al-Masbah, Building 4/356, Baghdad, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«89.</p></td><td><span>NASSIRITYAH THERMAL POWER STATION. Indirizzo: P.O. Box 31, Nassiriyah, Iraq.»</span></td></tr></tbody></table> | ITA | 32019R1103 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>21.11.2014   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 334/10</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 1241/2014 DELLA COMMISSIONE
del 7 novembre 2014
recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Westfälischer Pumpernickel (IGP)]
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( 1 ) , in particolare l'articolo 52, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012, la domanda di registrazione della denominazione «Westfälischer Pumpernickel» presentata dalla Germania è stata pubblicata nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span><a> (<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la denominazione «Westfälischer Pumpernickel» deve essere registrata,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
La denominazione «Westfälischer Pumpernickel» (IGP) è registrata.
La denominazione di cui al primo comma identifica un prodotto della classe 2.3. Prodotti di panetteria, pasticceria, confetteria o biscotteria dell'allegato XI del regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione ( 3 ) .
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 7 novembre 2014
Per la Commissione,
a nome del presidente
Phil HOGAN
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1 .
( 2 ) GU C 196 del 26.6.2014, pag. 20 .
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione, del 13 giugno 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( GU L 179 del 19.6.2014, pag. 36 ).
</note> | ITA | 32014R1241 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>24.9.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 244/4</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2019/1578 DEL CONSIGLIO
del 20 settembre 2019
relativa alla posizione da adottare a nome dell'Unione europea in sede di comitato per il commercio e lo sviluppo sostenibile istituito dall'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, per quanto riguarda il gruppo di esperti di cui all'articolo 13.15 dell'accordo
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 207, paragrafo 4, primo comma, in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 9,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Con la decisione 2011/265/UE <a>(<span>1</span>)</a> il Consiglio ha approvato la firma, a nome dell'Unione europea, dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra <a>(<span>2</span>)</a> («accordo»). L'accordo è stato firmato il 6 ottobre 2010 ed è stato applicato in via provvisoria dal 1<span>o</span> luglio 2011.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>L'accordo è stato concluso dall'Unione con la decisione (UE) 2015/2169 del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a> ed è entrato in vigore il 13 dicembre 2015.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Con decisione n. 2/2012 del 27 giugno 2012 <a>(<span>4</span>)</a>, il comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile («comitato») ha stabilito un elenco di esperti che possono fungere da membri del gruppo di esperti ai fini dell'articolo 13.15 dell'accordo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 30 luglio 2019 la Repubblica di Corea ha informato l'Unione della sua intenzione di sostituire i nomi di alcuni esperti coreani presenti nell'elenco di esperti di cui all'allegato della decisione n. 2/2012. Affinché possa avere efficacia, l'elenco di esperti modificato dovrebbe essere sottoposto quanto prima possibile all'approvazione del comitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>È pertanto opportuno stabilire la posizione da adottare a nome dell'Unione nel comitato sulla base del progetto di decisione accluso, al fine di garantire l'effettiva attuazione dell'accordo,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La posizione da adottare a nome dell'Unione in sede di comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile, istituito dall'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra, in riferimento all'elenco di esperti disposti e atti a fungere da membri del gruppo di esperti in conformità dell'articolo 13.15 dell'accordo, è basata sul progetto di decisione del comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile accluso alla presente decisione.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.
Fatto a Bruxelles, il 20 settembre 2019
Per il Consiglio
La presidente
S. MARIN
( 1 ) Decisione 2011/265/UE del Consiglio, del 16 settembre 2010, relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra ( GU L 127 del 14.5.2011, pag. 1 ).
( 2 ) GU L 127 del 14.5.2011, pag. 6 .
( 3 ) Decisione (UE) 2015/2169 del Consiglio, del 1 o ottobre 2015, relativa alla conclusione dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra ( GU L 307 del 25.11.2015, pag. 2 ).
( 4 ) Decisione n. 2/2012 del comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile, del 27 giugno 2012, relativa alla costituzione di un gruppo di esperti di cui all'articolo 13.15 dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra ( GU L 331 dell'1.12.2012, pag. 54 ).
DECISIONE N. [X/2019] DEL COMITATO UE-COREA PER IL COMMERCIO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
del …
relativa a un elenco riveduto di esperti disposti e atti a fungere da membri del gruppo di esperti in conformità dell'articolo 13.15 dell'accordo
IL COMITATO UE-COREA PER IL COMMERCIO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE,
visto l'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra («accordo»), in particolare l'articolo 13.15, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 13.15, paragrafo 3, dell'accordo, le parti devono designare un elenco di almeno quindici persone disposte e atte a fungere da membri del gruppo di esperti per quanto riguarda le questioni attinenti al capo 13 sul commercio e lo sviluppo sostenibile e competenti nelle questioni oggetto di tale capo. Di tali persone, almeno cinque non devono essere cittadini né dell'una né dell'altra parte e presiederanno il gruppo di esperti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 27 giugno 2012 il comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile ha adottato la decisione n. 2/2012 <a>(<span>1</span>)</a> che stabilisce un elenco di 18 esperti che possono fungere da membri del gruppo di esperti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La Repubblica di Corea ha espresso l'intenzione di sostituire alcuni dei cittadini coreani compresi nell'elenco di esperti. Affinché tale modifica possa avere efficacia, l'elenco di esperti riveduto dovrebbe essere approvato dal comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Le parti hanno pertanto riveduto l'elenco di esperti stabilito dalla decisione n. 2/2012 ed è opportuno adottare l'elenco di esperti riveduto, quale specificato nell'allegato,</p></td></tr></tbody></table>
DECIDE:
Articolo 1
L'elenco di esperti che possono fungere da membri del gruppo di esperti ai fini dell'articolo 13.15 dell'accordo, stabilito nell'allegato della decisione n. 2/2012, è sostituito dall'elenco di esperti stabilito nell'allegato della presente decisione.
Articolo 2
La presente decisione ha efficacia a decorrere dal giorno dell'adozione.
Fatto a …,
Per il COMITATO UE-COREA PER IL COMMERCIO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE
( 1 ) Decisione n. 2/2012 del comitato UE-Corea per il commercio e lo sviluppo sostenibile, del 27 giugno 2012, relativa alla costituzione di un gruppo di esperti di cui all'articolo 13.15 dell'accordo di libero scambio tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Corea, dall'altra ( GU L 331 dell'1.12.2012, pag. 54 ).
ALLEGATO
ELENCO DI ESPERTI DISPOSTI E ATTI A FUNGERE DA MEMBRI DEL GRUPPO DI ESPERTI PER QUANTO RIGUARDA LE QUESTIONI ATTINENTI AL CAPO 13 (COMMERCIO E SVILUPPO SOSTENIBILE) DELL'ACCORDO
Esperti nominati dalla Repubblica di Corea:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Sung Wook LEE</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Jaemin LEE</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Chang Young KWON</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Suh-Yong CHUNG</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Taek-Whan HAN</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Won-Mog CHOI</p></td></tr></tbody></table>
Esperti nominati dall'Unione europea:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Eddy LAURIJSSEN</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Jorge CARDONA</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Karin LUKAS</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Hélène RUIZ FABRI</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Laurence BOISSON DE CHAZOURNES</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Geert VAN CALSTER</p></td></tr></tbody></table>
Presidenti (cittadini di nessuna delle parti):
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Thomas P. PINANSKY</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Nguyen Van TAI</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Le HA THANH</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Jill MURRAY</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Ricardo MELÉNDEZ-ORTIZ</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Nathalie BERNASCONI-OSTERWALDER</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32019D1578 |
02016R0679 — IT — 04.05.2016 — 000.003
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO (UE) 2016/679 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO</p><p>del 27 aprile 2016</p><p>relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati)</p><p><a>(Testo rilevante ai fini del SEE)</a></p><p>(GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1)</p></td></tr></table>
Rettificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p><a>►C1</a></p></td><td><p><a>Rettifica, GU L 314, 22.11.2016, pag.  72 (2016/679)</a></p></td></tr><tr><td><p><a>►C2</a></p></td><td><p><a>Rettifica, GU L 127, 23.5.2018, pag.  3 (2016/679)</a></p></td></tr><tr><td><p><a>►C3</a></p></td><td><p><a>Rettifica, GU L 074, 4.3.2021, pag.  35 (2016/679)</a></p></td></tr></table>
REGOLAMENTO (UE) 2016/679 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 27 aprile 2016
relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
CAPO I
Disposizioni generali
Articolo 1
Oggetto e finalità
1. Il presente regolamento stabilisce norme relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché norme relative alla libera circolazione di tali dati.
2. Il presente regolamento protegge i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche, in particolare il diritto alla protezione dei dati personali.
3. La libera circolazione dei dati personali nell'Unione non può essere limitata né vietata per motivi attinenti alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali.
Articolo 2
Ambito di applicazione materiale
1. Il presente regolamento si applica al trattamento interamente o parzialmente automatizzato di dati personali e al trattamento non automatizzato di dati personali contenuti in un archivio o destinati a figurarvi.
2. Il presente regolamento non si applica ai trattamenti di dati personali:
a) effettuati per attività che non rientrano nell'ambito di applicazione del diritto dell'Unione;
b) effettuati dagli Stati membri nell'esercizio di attività che rientrano nell'ambito di applicazione del titolo V, capo 2, TUE;
c) effettuati da una persona fisica per l'esercizio di attività a carattere esclusivamente personale o domestico;
d) effettuati dalle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento o perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, incluse la salvaguardia contro minacce alla sicurezza pubblica e la prevenzione delle stesse.
3. Per il trattamento dei dati personali da parte di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell'Unione, si applica il regolamento (CE) n. 45/2001. Il regolamento (CE) n. 45/2001 e gli altri atti giuridici dell'Unione applicabili a tale trattamento di dati personali devono essere adeguati ai principi e alle norme del presente regolamento conformemente all'articolo 98.
4. Il presente regolamento non pregiudica pertanto l'applicazione della direttiva 2000/31/CE, in particolare le norme relative alla responsabilità dei prestatori intermediari di servizi di cui agli articoli da 12 a 15 della medesima direttiva.
Articolo 3
Ambito di applicazione territoriale
1. Il presente regolamento si applica al trattamento dei dati personali effettuato nell'ambito delle attività di uno stabilimento da parte di un titolare del trattamento o di un responsabile del trattamento nell'Unione, indipendentemente dal fatto che il trattamento sia effettuato o meno nell'Unione.
2. Il presente regolamento si applica al trattamento dei dati personali di interessati che si trovano nell'Unione, effettuato da un titolare del trattamento o da un responsabile del trattamento che non è stabilito nell'Unione, quando le attività di trattamento riguardano:
a) l'offerta di beni o la prestazione di servizi ai suddetti interessati nell'Unione, indipendentemente dall'obbligatorietà di un pagamento dell'interessato; oppure
b) il monitoraggio del loro comportamento nella misura in cui tale comportamento ha luogo all'interno dell'Unione.
3. Il presente regolamento si applica al trattamento dei dati personali effettuato da un titolare del trattamento che non è stabilito nell'Unione, ma in un luogo soggetto al diritto di uno Stato membro in virtù del diritto internazionale pubblico.
Articolo 4
Definizioni
Ai fini del presente regolamento s'intende per:
<table><col/><col/><tr><td><p>1)</p></td><td><p>«dato personale» : qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile («interessato»); si considera identificabile la persona fisica che può essere identificata, direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un identificativo come il nome, un numero di identificazione, dati relativi all'ubicazione, un identificativo online o a uno o più elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica, genetica, psichica, economica, culturale o sociale;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>2)</p></td><td><p>«trattamento» : qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o senza l'ausilio di processi automatizzati e applicate a dati personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la registrazione, l'organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l'adattamento o la modifica, l'estrazione, la consultazione, l'uso, la comunicazione mediante trasmissione, diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il raffronto o l'interconnessione, la limitazione, la cancellazione o la distruzione;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>3)</p></td><td><p>«limitazione di trattamento» : il contrassegno dei dati personali conservati con l'obiettivo di limitarne il trattamento in futuro;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>4)</p></td><td><p>«profilazione» : qualsiasi forma di trattamento automatizzato di dati personali consistente nell'utilizzo di tali dati personali per valutare determinati aspetti personali relativi a una persona fisica, in particolare per analizzare o prevedere aspetti riguardanti il rendimento professionale, la situazione economica, la salute, le preferenze personali, gli interessi, l'affidabilità, il comportamento, l'ubicazione o gli spostamenti di detta persona fisica;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>5)</p></td><td><p>«pseudonimizzazione» : il trattamento dei dati personali in modo tale che i dati personali non possano più essere attribuiti a un interessato specifico senza l'utilizzo di informazioni aggiuntive, a condizione che tali informazioni aggiuntive siano conservate separatamente e soggette a misure tecniche e organizzative intese a garantire che tali dati personali non siano attribuiti a una persona fisica identificata o identificabile;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>6)</p></td><td><p>«archivio» : qualsiasi insieme strutturato di dati personali accessibili secondo criteri determinati, indipendentemente dal fatto che tale insieme sia centralizzato, decentralizzato o ripartito in modo funzionale o geografico;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>7)</p></td><td><p>«titolare del trattamento» : la persona fisica o giuridica, l'autorità pubblica, il servizio o altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali; quando le finalità e i mezzi di tale trattamento sono determinati dal diritto dell'Unione o degli Stati membri, il titolare del trattamento o i criteri specifici applicabili alla sua designazione possono essere stabiliti dal diritto dell'Unione o degli Stati membri;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>8)</p></td><td><p>«responsabile del trattamento» : la persona fisica o giuridica, l'autorità pubblica, il servizio o altro organismo che tratta dati personali per conto del titolare del trattamento;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>9)</p></td><td><p>«destinatario» : la persona fisica o giuridica, l'autorità pubblica, il servizio o un altro organismo che riceve comunicazione di dati personali, che si tratti o meno di terzi. Tuttavia, le autorità pubbliche che possono ricevere comunicazione di dati personali nell'ambito di una specifica indagine conformemente al diritto dell'Unione o degli Stati membri non sono considerate destinatari; il trattamento di tali dati da parte di dette autorità pubbliche è conforme alle norme applicabili in materia di protezione dei dati secondo le finalità del trattamento;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>10)</p></td><td><p>«terzo» : la persona fisica o giuridica, l'autorità pubblica, il servizio o altro organismo che non sia l'interessato, il titolare del trattamento, il responsabile del trattamento e le persone autorizzate al trattamento dei dati personali sotto l'autorità diretta del titolare o del responsabile;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>11)</p></td><td><p>«consenso dell'interessato» : qualsiasi manifestazione di volontà libera, specifica, informata e inequivocabile dell'interessato, con la quale lo stesso manifesta il proprio assenso, mediante dichiarazione o azione positiva inequivocabile, che i dati personali che lo riguardano siano oggetto di trattamento;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>12)</p></td><td><p>«violazione dei dati personali» : la violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l'accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>13)</p></td><td><p>«dati genetici» : i dati personali relativi alle caratteristiche genetiche ereditarie o acquisite di una persona fisica che forniscono informazioni univoche sulla fisiologia o sulla salute di detta persona fisica, e che risultano in particolare dall'analisi di un campione biologico della persona fisica in questione;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>14)</p></td><td><p>«dati biometrici» : i dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona fisica che ne consentono o confermano l'identificazione univoca, quali l'immagine facciale o i dati dattiloscopici;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>15)</p></td><td><p>«dati relativi alla salute» : i dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza sanitaria, che rivelano informazioni relative al suo stato di salute;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>16)</p></td><td><p>«stabilimento principale» :</p><div><div><span>a) </span></div><div><p>per quanto riguarda un titolare del trattamento con stabilimenti in più di uno Stato membro, il luogo della sua amministrazione centrale nell'Unione, salvo che le decisioni sulle finalità e i mezzi del trattamento di dati personali siano adottate in un altro stabilimento del titolare del trattamento nell'Unione e che quest'ultimo stabilimento abbia facoltà di ordinare l'esecuzione di tali decisioni, nel qual caso lo stabilimento che ha adottato siffatte decisioni è considerato essere lo stabilimento principale;</p></div></div><div><div><span>b) </span></div><div><p>con riferimento a un responsabile del trattamento con stabilimenti in più di uno Stato membro, il luogo in cui ha sede la sua amministrazione centrale nell'Unione o, se il responsabile del trattamento non ha un'amministrazione centrale nell'Unione, lo stabilimento del responsabile del trattamento nell'Unione in cui sono condotte le principali attività di trattamento nel contesto delle attività di uno stabilimento del responsabile del trattamento nella misura in cui tale responsabile è soggetto a obblighi specifici ai sensi del presente regolamento;</p></div></div></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>17)</p></td><td><p>«rappresentante» : la persona fisica o giuridica stabilita nell'Unione che, designata dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento per iscritto ai sensi dell'articolo 27, li rappresenta per quanto riguarda gli obblighi rispettivi a norma del presente regolamento;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>18)</p></td><td><p>«impresa» : la persona fisica o giuridica, indipendentemente dalla forma giuridica rivestita, che eserciti un'attività economica, comprendente le società di persone o le associazioni che esercitano regolarmente un'attività economica;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>19)</p></td><td><p>«gruppo imprenditoriale» : un gruppo costituito da un'impresa controllante e dalle imprese da questa controllate;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>20)</p></td><td><p>«norme vincolanti d'impresa» : le politiche in materia di protezione dei dati personali applicate da un titolare del trattamento o responsabile del trattamento stabilito nel territorio di uno Stato membro al trasferimento o al complesso di trasferimenti di dati personali a un titolare del trattamento o responsabile del trattamento in uno o più paesi terzi, nell'ambito di un gruppo imprenditoriale o di un gruppo di imprese che svolge un'attività economica comune;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>21)</p></td><td><p>«autorità di controllo» : l'autorità pubblica indipendente istituita da uno Stato membro ai sensi dell'articolo 51;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>22)</p></td><td><p>«autorità di controllo interessata» :</p><p>un'autorità di controllo interessata dal trattamento di dati personali in quanto:</p><div><div><span>a) </span></div><div><p>il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento è stabilito sul territorio dello Stato membro di tale autorità di controllo;</p></div></div><div><div><span>b) </span></div><div><p>gli interessati che risiedono nello Stato membro dell'autorità di controllo sono o sono probabilmente influenzati in modo sostanziale dal trattamento; oppure</p></div></div><div><div><span>c) </span></div><div><p>un reclamo è stato proposto a tale autorità di controllo;</p></div></div></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>23)</p></td><td><p>«trattamento transfrontaliero» :</p><div><div><span>a) </span></div><div><p>trattamento di dati personali che ha luogo nell'ambito delle attività di stabilimenti in più di uno Stato membro di un titolare del trattamento o responsabile del trattamento nell'Unione ove il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento siano stabiliti in più di uno Stato membro; oppure</p></div></div><div><div><span>b) </span></div><div><p>trattamento di dati personali che ha luogo nell'ambito delle attività di un unico stabilimento di un titolare del trattamento o responsabile del trattamento nell'Unione, ma che incide o probabilmente incide in modo sostanziale su interessati in più di uno Stato membro;</p></div></div></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>24)</p></td><td><p>«obiezione pertinente e motivata» : un'obiezione al progetto di decisione sul fatto che vi sia o meno una violazione del presente regolamento, oppure che l'azione prevista in relazione al titolare del trattamento o responsabile del trattamento sia conforme al presente regolamento, la quale obiezione dimostra chiaramente la rilevanza dei rischi posti dal progetto di decisione riguardo ai diritti e alle libertà fondamentali degli interessati e, ove applicabile, alla libera circolazione dei dati personali all'interno dell'Unione;</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>25)</p></td><td><p>«servizio della società dell'informazione» : il servizio definito all'articolo 1, paragrafo 1, lettera b), della direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio (<a><span>1</span></a>);</p></td></tr></table>
<table><col/><col/><tr><td><p>26)</p></td><td><p>«organizzazione internazionale» : un'organizzazione e gli organismi di diritto internazionale pubblico a essa subordinati o qualsiasi altro organismo istituito da o sulla base di un accordo tra due o più Stati.</p></td></tr></table>
CAPO II
Principi
Articolo 5
Principi applicabili al trattamento di dati personali
1. I dati personali sono:
a) trattati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell'interessato («liceità, correttezza e trasparenza»);
b) raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime, e successivamente trattati in modo che non sia incompatibile con tali finalità; un ulteriore trattamento dei dati personali a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici non è, conformemente all'articolo 89, paragrafo 1, considerato incompatibile con le finalità iniziali («limitazione della finalità»);
c) adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati («minimizzazione dei dati»);
d) esatti e, se necessario, aggiornati; devono essere adottate tutte le misure ragionevoli per cancellare o rettificare tempestivamente i dati inesatti rispetto alle finalità per le quali sono trattati («esattezza»);
e) conservati in una forma che consenta l'identificazione degli interessati per un arco di tempo non superiore al conseguimento delle finalità per le quali sono trattati; i dati personali possono essere conservati per periodi più lunghi a condizione che siano trattati esclusivamente a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici, conformemente all'articolo 89, paragrafo 1, fatta salva l'attuazione di misure tecniche e organizzative adeguate richieste dal presente regolamento a tutela dei diritti e delle libertà dell'interessato («limitazione della conservazione»);
f) trattati in maniera da garantire un'adeguata sicurezza dei dati personali, compresa la protezione, mediante misure tecniche e organizzative adeguate, da trattamenti non autorizzati o illeciti e dalla perdita, dalla distruzione o dal danno accidentali («integrità e riservatezza»).
2. Il titolare del trattamento è competente per il rispetto del paragrafo 1 e in grado di comprovarlo («responsabilizzazione»).
Articolo 6
Liceità del trattamento
1. Il trattamento è lecito solo se e nella misura in cui ricorre almeno una delle seguenti condizioni:
a) l'interessato ha espresso il consenso al trattamento dei propri dati personali per una o più specifiche finalità;
b) il trattamento è necessario all'esecuzione di un contratto di cui l'interessato è parte o all'esecuzione di misure precontrattuali adottate su richiesta dello stesso;
c) il trattamento è necessario per adempiere un obbligo legale al quale è soggetto il titolare del trattamento;
d) il trattamento è necessario per la salvaguardia degli interessi vitali dell'interessato o di un'altra persona fisica;
e) il trattamento è necessario per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento;
f) il trattamento è necessario per il perseguimento del legittimo interesse del titolare del trattamento o di terzi, a condizione che non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà fondamentali dell'interessato che richiedono la protezione dei dati personali, in particolare se l'interessato è un minore.
La lettera f) del primo comma non si applica al trattamento di dati effettuato dalle autorità pubbliche nell'esecuzione dei loro compiti.
2. Gli Stati membri possono mantenere o introdurre disposizioni più specifiche per adeguare l'applicazione delle norme del presente regolamento con riguardo al trattamento, in conformità del paragrafo 1, lettere c) ed e), determinando con maggiore precisione requisiti specifici per il trattamento e altre misure atte a garantire un trattamento lecito e corretto anche per le altre specifiche situazioni di trattamento di cui al capo IX.
3. La base su cui si fonda il trattamento dei dati di cui al paragrafo 1, lettere c) ed e), deve essere stabilita:
a) dal diritto dell'Unione; o
b) dal diritto dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento.
La finalità del trattamento è determinata in tale base giuridica o, per quanto riguarda il trattamento di cui al paragrafo 1, lettera e), è necessaria per l'esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse o connesso all'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento. Tale base giuridica potrebbe contenere disposizioni specifiche per adeguare l'applicazione delle norme del presente regolamento, tra cui: le condizioni generali relative alla liceità del trattamento da parte del titolare del trattamento; le tipologie di dati oggetto del trattamento; gli interessati; i soggetti cui possono essere comunicati i dati personali e le finalità per cui sono comunicati; le limitazioni della finalità, i periodi di conservazione e le operazioni e procedure di trattamento, comprese le misure atte a garantire un trattamento lecito e corretto, quali quelle per altre specifiche situazioni di trattamento di cui al capo IX. Il diritto dell'Unione o degli Stati membri persegue un obiettivo di interesse pubblico ed è proporzionato all'obiettivo legittimo perseguito.
4. Laddove il trattamento per una finalità diversa da quella per la quale i dati personali sono stati raccolti non sia basato sul consenso dell'interessato o su un atto legislativo dell'Unione o degli Stati membri che costituisca una misura necessaria e proporzionata in una società democratica per la salvaguardia degli obiettivi di cui all'articolo 23, paragrafo 1, al fine di verificare se il trattamento per un'altra finalità sia compatibile con la finalità per la quale i dati personali sono stati inizialmente raccolti, il titolare del trattamento tiene conto, tra l'altro:
a) di ogni nesso tra le finalità per cui i dati personali sono stati raccolti e le finalità dell'ulteriore trattamento previsto;
b) del contesto in cui i dati personali sono stati raccolti, in particolare relativamente alla relazione tra l'interessato e il titolare del trattamento;
c) della natura dei dati personali, specialmente se siano trattate categorie particolari di dati personali ai sensi dell'articolo 9, oppure se siano trattati dati relativi a condanne penali e a reati ai sensi dell'articolo 10;
d) delle possibili conseguenze dell'ulteriore trattamento previsto per gli interessati;
e) dell'esistenza di garanzie adeguate, che possono comprendere la cifratura o la pseudonimizzazione.
Articolo 7
Condizioni per il consenso
1. Qualora il trattamento sia basato sul consenso, il titolare del trattamento deve essere in grado di dimostrare che l'interessato ha prestato il proprio consenso al trattamento dei propri dati personali.
2. Se il consenso dell'interessato è prestato nel contesto di una dichiarazione scritta che riguarda anche altre questioni, la richiesta di consenso è presentata in modo chiaramente distinguibile dalle altre materie, in forma comprensibile e facilmente accessibile, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro. Nessuna parte di una tale dichiarazione che costituisca una violazione del presente regolamento è vincolante.
3. L'interessato ha il diritto di revocare il proprio consenso in qualsiasi momento. La revoca del consenso non pregiudica la liceità del trattamento basata sul consenso prima della revoca. Prima di prestare il proprio consenso, l'interessato è informato di ciò. Il consenso è revocato con la stessa facilità con cui è accordato.
4. Nel valutare se il consenso sia stato liberamente prestato, si tiene nella massima considerazione l'eventualità, tra le altre, che l'esecuzione di un contratto, compresa la prestazione di un servizio, sia condizionata alla prestazione del consenso al trattamento di dati personali non necessario all'esecuzione di tale contratto.
Articolo 8
Condizioni applicabili al consenso dei minori in relazione ai servizi della società dell'informazione
1. Qualora si applichi l'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), per quanto riguarda l'offerta diretta di servizi della società dell'informazione ai minori, il trattamento di dati personali del minore è lecito ove il minore abbia almeno 16 anni. Ove il minore abbia un'età inferiore ai 16 anni, tale trattamento è lecito soltanto se e nella misura in cui tale consenso è prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale.
Gli Stati membri possono stabilire per legge un'età inferiore a tali fini purché non inferiore ai 13 anni.
2. Il titolare del trattamento si adopera in ogni modo ragionevole per verificare in tali casi che il consenso sia prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale sul minore, in considerazione delle tecnologie disponibili.
3. Il paragrafo 1 non pregiudica le disposizioni generali del diritto dei contratti degli Stati membri, quali le norme sulla validità, la formazione o l'efficacia di un contratto rispetto a un minore.
Articolo 9
Trattamento di categorie particolari di dati personali
1. È vietato trattare dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l'appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all'orientamento sessuale della persona.
2. Il paragrafo 1 non si applica se si verifica uno dei seguenti casi:
a) l'interessato ha prestato il proprio consenso esplicito al trattamento di tali dati personali per una o più finalità specifiche, salvo nei casi in cui il diritto dell'Unione o degli Stati membri dispone che l'interessato non possa revocare il divieto di cui al paragrafo 1;
b) il trattamento è necessario per assolvere gli obblighi ed esercitare i diritti specifici del titolare del trattamento o dell'interessato in materia di diritto del lavoro e della sicurezza sociale e protezione sociale, nella misura in cui sia autorizzato dal diritto dell'Unione o degli Stati membri o da un contratto collettivo ai sensi del diritto degli Stati membri, in presenza di garanzie appropriate per i diritti fondamentali e gli interessi dell'interessato;
c) il trattamento è necessario per tutelare un interesse vitale dell'interessato o di un'altra persona fisica qualora l'interessato si trovi nell'incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso;
d) il trattamento è effettuato, nell'ambito delle sue legittime attività e con adeguate garanzie, da una fondazione, associazione o altro organismo senza scopo di lucro che persegua finalità politiche, filosofiche, religiose o sindacali, a condizione che il trattamento riguardi unicamente i membri, gli ex membri o le persone che hanno regolari contatti con la fondazione, l'associazione o l'organismo a motivo delle sue finalità e che i dati personali non siano comunicati all'esterno senza il consenso dell'interessato;
e) il trattamento riguarda dati personali resi manifestamente pubblici dall'interessato;
f) il trattamento è necessario per accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria o ogniqualvolta le autorità giurisdizionali esercitino le loro funzioni giurisdizionali;
g) il trattamento è necessario per motivi di interesse pubblico rilevante sulla base del diritto dell'Unione o degli Stati membri, che deve essere proporzionato alla finalità perseguita, rispettare l'essenza del diritto alla protezione dei dati e prevedere misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi dell'interessato;
h) il trattamento è necessario per finalità di medicina preventiva o di medicina del lavoro, valutazione della capacità lavorativa del dipendente, diagnosi, assistenza o terapia sanitaria o sociale ovvero gestione dei sistemi e servizi sanitari o sociali sulla base del diritto dell'Unione o degli Stati membri o conformemente al contratto con un professionista della sanità, fatte salve le condizioni e le garanzie di cui al paragrafo 3;
i) il trattamento è necessario per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica, quali la protezione da gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero o la garanzia di parametri elevati di qualità e sicurezza dell'assistenza sanitaria e dei medicinali e dei dispositivi medici, sulla base del diritto dell'Unione o degli Stati membri che prevede misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti e le libertà dell'interessato, in particolare il segreto professionale;
j) il trattamento è necessario a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici in conformità dell'articolo 89, paragrafo 1, sulla base del diritto dell'Unione o nazionale, che è proporzionato alla finalità perseguita, rispetta l'essenza del diritto alla protezione dei dati e prevede misure appropriate e specifiche per tutelare i diritti fondamentali e gli interessi dell'interessato.
3. I dati personali di cui al paragrafo 1 possono essere trattati per le finalità di cui al paragrafo 2, lettera h), se tali dati sono trattati da o sotto la responsabilità di un professionista soggetto al segreto professionale conformemente al diritto dell'Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti o da altra persona anch'essa soggetta all'obbligo di segretezza conformemente al diritto dell'Unione o degli Stati membri o alle norme stabilite dagli organismi nazionali competenti.
4. Gli Stati membri possono mantenere o introdurre ulteriori condizioni, comprese limitazioni, con riguardo al trattamento di dati genetici, dati biometrici o dati relativi alla salute.
Articolo 10
Trattamento dei dati personali relativi a condanne penali e reati
Il trattamento dei dati personali relativi alle condanne penali e ai reati o a connesse misure di sicurezza sulla base dell'articolo 6, paragrafo 1, deve avvenire soltanto sotto il controllo dell'autorità pubblica o se il trattamento è autorizzato dal diritto dell'Unione o degli Stati membri che preveda garanzie appropriate per i diritti e le libertà degli interessati. Un eventuale registro completo delle condanne penali deve essere tenuto soltanto sotto il controllo dell'autorità pubblica.
Articolo 11
Trattamento che non richiede l'identificazione
1. Se le finalità per cui un titolare del trattamento tratta i dati personali non richiedono o non richiedono più l'identificazione dell'interessato, il titolare del trattamento non è obbligato a conservare, acquisire o trattare ulteriori informazioni per identificare l'interessato al solo fine di rispettare il presente regolamento.
2. Qualora, nei casi di cui al paragrafo 1 del presente articolo, il titolare del trattamento possa dimostrare di non essere in grado di identificare l'interessato, ne informa l'interessato, se possibile. In tali casi, gli articoli da 15 a 20 non si applicano tranne quando l'interessato, al fine di esercitare i diritti di cui ai suddetti articoli, fornisce ulteriori informazioni che ne consentano l'identificazione.
CAPO III
Diritti dell'interessato
Sezione 1
Trasparenza e modalità
Articolo 12
Informazioni, comunicazioni e modalità trasparenti per l'esercizio dei diritti dell'interessato
1. Il titolare del trattamento adotta misure appropriate per fornire all'interessato tutte le informazioni di cui agli articoli 13 e 14 e le comunicazioni di cui agli articoli da 15 a 22 e all'articolo 34 relative al trattamento in forma concisa, trasparente, intelligibile e facilmente accessibile, con un linguaggio semplice e chiaro, in particolare nel caso di informazioni destinate specificamente ai minori. Le informazioni sono fornite per iscritto o con altri mezzi, anche, se del caso, con mezzi elettronici. Se richiesto dall'interessato, le informazioni possono essere fornite oralmente, purché sia comprovata con altri mezzi l'identità dell'interessato.
2. Il titolare del trattamento agevola l'esercizio dei diritti dell'interessato ai sensi degli articoli da 15 a 22. Nei casi di cui all'articolo 11, paragrafo 2, il titolare del trattamento non può rifiutare di soddisfare la richiesta dell'interessato al fine di esercitare i suoi diritti ai sensi degli articoli da 15 a 22, salvo che il titolare del trattamento dimostri che non è in grado di identificare l'interessato.
3. Il titolare del trattamento fornisce all'interessato le informazioni relative all'azione intrapresa riguardo a una richiesta ai sensi degli articoli da 15 a 22 senza ingiustificato ritardo e, comunque, al più tardi entro un mese dal ricevimento della richiesta stessa. Tale termine può essere prorogato di due mesi, se necessario, tenuto conto della complessità e del numero delle richieste. Il titolare del trattamento informa l'interessato di tale proroga, e dei motivi del ritardo, entro un mese dal ricevimento della richiesta. Se l'interessato presenta la richiesta mediante mezzi elettronici, le informazioni sono fornite, ove possibile, con mezzi elettronici, salvo diversa indicazione dell'interessato.
4. Se non ottempera alla richiesta dell'interessato, il titolare del trattamento informa l'interessato senza ritardo, e al più tardi entro un mese dal ricevimento della richiesta, dei motivi dell'inottemperanza e della possibilità di proporre reclamo a un'autorità di controllo e di proporre ricorso giurisdizionale.
5. Le informazioni fornite ai sensi degli articoli 13 e 14 ed eventuali comunicazioni e azioni intraprese ai sensi degli articoli da 15 a 22 e dell'articolo 34 sono gratuite. Se le richieste dell'interessato sono manifestamente infondate o eccessive, in particolare per il loro carattere ripetitivo, il titolare del trattamento può:
a) addebitare un contributo spese ragionevole tenendo conto dei costi amministrativi sostenuti per fornire le informazioni o la comunicazione o intraprendere l'azione richiesta; oppure
b) rifiutare di soddisfare la richiesta.
Incombe al titolare del trattamento l'onere di dimostrare il carattere manifestamente infondato o eccessivo della richiesta.
6. Fatto salvo l'articolo 11, qualora il titolare del trattamento nutra ragionevoli dubbi circa l'identità della persona fisica che presenta la richiesta di cui agli articoli da 15 a 21, può richiedere ulteriori informazioni necessarie per confermare l'identità dell'interessato.
7. Le informazioni da fornire agli interessati a norma degli articoli 13 e 14 possono essere fornite in combinazione con icone standardizzate per dare, in modo facilmente visibile, intelligibile e chiaramente leggibile, un quadro d'insieme del trattamento previsto. Se presentate elettronicamente, le icone sono leggibili da dispositivo automatico.
8. Alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all'articolo 92 al fine di stabilire le informazioni da presentare sotto forma di icona e le procedure per fornire icone standardizzate.
Sezione 2
Informazione e accesso ai dati personali
Articolo 13
Informazioni da fornire qualora i dati personali siano raccolti presso l'interessato
1. In caso di raccolta presso l'interessato di dati che lo riguardano, il titolare del trattamento fornisce all'interessato, nel momento in cui i dati personali sono ottenuti, le seguenti informazioni:
a) l'identità e i dati di contatto del titolare del trattamento e, ove applicabile, del suo rappresentante;
b) i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati, ove applicabile;
c) le finalità del trattamento cui sono destinati i dati personali nonché la base giuridica del trattamento;
d) qualora il trattamento si basi sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera f), i legittimi interessi perseguiti dal titolare del trattamento o da terzi;
e) gli eventuali destinatari o le eventuali categorie di destinatari dei dati personali;
f) ove applicabile, l'intenzione del titolare del trattamento di trasferire dati personali a un paese terzo o a un'organizzazione internazionale e l'esistenza o l'assenza di una decisione di adeguatezza della Commissione o, nel caso dei trasferimenti di cui all'articolo 46 o 47, o all'articolo 49, paragrafo 1, secondo comma, il riferimento alle garanzie appropriate o opportune e i mezzi per ottenere una copia di tali garanzie o il luogo dove sono state rese disponibili.
2. In aggiunta alle informazioni di cui al paragrafo 1, nel momento in cui i dati personali sono ottenuti, il titolare del trattamento fornisce all'interessato le seguenti ulteriori informazioni necessarie per garantire un trattamento corretto e trasparente:
a) il periodo di conservazione dei dati personali oppure, se non è possibile, i criteri utilizzati per determinare tale periodo;
b) l'esistenza del diritto dell'interessato di chiedere al titolare del trattamento l'accesso ai dati personali e la rettifica o la cancellazione degli stessi o la limitazione del trattamento dei dati personali che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento, oltre al diritto alla portabilità dei dati;
c) qualora il trattamento sia basato sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), oppure sull'articolo 9, paragrafo 2, lettera a), l'esistenza del diritto di revocare il consenso in qualsiasi momento senza pregiudicare la liceità del trattamento basata sul consenso prestato prima della revoca;
d) il diritto di proporre reclamo a un'autorità di controllo;
e) se la comunicazione di dati personali è un obbligo legale o contrattuale oppure un requisito necessario per la conclusione di un contratto, e se l'interessato ha l'obbligo di fornire i dati personali nonché le possibili conseguenze della mancata comunicazione di tali dati;
f) l'esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione di cui all'articolo 22, paragrafi 1 e 4, e, almeno in tali casi, informazioni significative sulla logica utilizzata, nonché l'importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l'interessato.
3. Qualora il titolare del trattamento intenda trattare ulteriormente i dati personali per una finalità diversa da quella per cui essi sono stati raccolti, prima di tale ulteriore trattamento fornisce all'interessato informazioni in merito a tale diversa finalità e ogni ulteriore informazione pertinente di cui al paragrafo 2.
4. I paragrafi 1, 2 e 3 non si applicano se e nella misura in cui l'interessato dispone già delle informazioni.
Articolo 14
Informazioni da fornire qualora i dati personali non siano stati ottenuti presso l'interessato
1. Qualora i dati non siano stati ottenuti presso l'interessato, il titolare del trattamento fornisce all'interessato le seguenti informazioni:
a) l'identità e i dati di contatto del titolare del trattamento e, ove applicabile, del suo rappresentante;
b) i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati, ove applicabile;
c) le finalità del trattamento cui sono destinati i dati personali nonché la base giuridica del trattamento;
d) le categorie di dati personali in questione;
e) gli eventuali destinatari o le eventuali categorie di destinatari dei dati personali;
f) ove applicabile, l'intenzione del titolare del trattamento di trasferire dati personali a un destinatario in un paese terzo o a un'organizzazione internazionale e l'esistenza o l'assenza di una decisione di adeguatezza della Commissione o, nel caso dei trasferimenti di cui all'articolo 46 o 47, o all'articolo 49, paragrafo 1, secondo comma, il riferimento alle garanzie adeguate o opportune e i mezzi per ottenere una copia di tali garanzie o il luogo dove sono state rese disponibili.
2. Oltre alle informazioni di cui al paragrafo 1, il titolare del trattamento fornisce all'interessato le seguenti informazioni necessarie per garantire un trattamento corretto e trasparente nei confronti dell'interessato:
a) il periodo di conservazione dei dati personali oppure, se non è possibile, i criteri utilizzati per determinare tale periodo;
b) qualora il trattamento si basi sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera f), i legittimi interessi perseguiti dal titolare del trattamento o da terzi;
c) l'esistenza del diritto dell'interessato di chiedere al titolare del trattamento l'accesso ai dati personali e la rettifica o la cancellazione degli stessi o la limitazione del trattamento dei dati personali che lo riguardano e di opporsi al loro trattamento, oltre al diritto alla portabilità dei dati;
d) qualora il trattamento sia basato sull'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), oppure sull'articolo 9, paragrafo 2, lettera a), l'esistenza del diritto di revocare il consenso in qualsiasi momento senza pregiudicare la liceità del trattamento basata sul consenso prima della revoca;
e) il diritto di proporre reclamo a un'autorità di controllo;
f) la fonte da cui hanno origine i dati personali e, se del caso, l'eventualità che i dati provengano da fonti accessibili al pubblico;
g) l'esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione di cui all'articolo 22, paragrafi 1 e 4, e, almeno in tali casi, informazioni significative sulla logica utilizzata, nonché l'importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l'interessato.
3. Il titolare del trattamento fornisce le informazioni di cui ai paragrafi 1 e 2:
a) entro un termine ragionevole dall'ottenimento dei dati personali, ma al più tardi entro un mese, in considerazione delle specifiche circostanze in cui i dati personali sono trattati;
b) nel caso in cui i dati personali siano destinati alla comunicazione con l'interessato, al più tardi al momento della prima comunicazione all'interessato; oppure
c) nel caso sia prevista la comunicazione ad altro destinatario, non oltre la prima comunicazione dei dati personali.
4. Qualora il titolare del trattamento intenda trattare ulteriormente i dati personali per una finalità diversa da quella per cui essi sono stati ottenuti, prima di tale ulteriore trattamento fornisce all'interessato informazioni in merito a tale diversa finalità e ogni informazione pertinente di cui al paragrafo 2.
5. I paragrafi da 1 a 4 non si applicano se e nella misura in cui:
a) l'interessato dispone già delle informazioni;
b) comunicare tali informazioni risulta impossibile o implicherebbe uno sforzo sproporzionato; in particolare per il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici, fatte salve le condizioni e le garanzie di cui all'articolo 89, paragrafo 1, o nella misura in cui l'obbligo di cui al paragrafo 1 del presente articolo rischi di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento delle finalità di tale trattamento. In tali casi, il titolare del trattamento adotta misure appropriate per tutelare i diritti, le libertà e i legittimi interessi dell'interessato, anche rendendo pubbliche le informazioni;
c) l'ottenimento o la comunicazione sono espressamente previsti dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento e che prevede misure appropriate per tutelare gli interessi legittimi dell'interessato; oppure
d) qualora i dati personali debbano rimanere riservati conformemente a un obbligo di segreto professionale disciplinato dal diritto dell'Unione o degli Stati membri, compreso un obbligo di segretezza previsto per legge.
Articolo 15
Diritto di accesso dell'interessato
1. L'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la conferma che sia o meno in corso un trattamento di dati personali che lo riguardano e in tal caso, di ottenere l'accesso ai dati personali e alle seguenti informazioni:
a) le finalità del trattamento;
b) le categorie di dati personali in questione;
c) i destinatari o le categorie di destinatari a cui i dati personali sono stati o saranno comunicati, in particolare se destinatari di paesi terzi o organizzazioni internazionali;
d) quando possibile, il periodo di conservazione dei dati personali previsto oppure, se non è possibile, i criteri utilizzati per determinare tale periodo;
e) l'esistenza del diritto dell'interessato di chiedere al titolare del trattamento la rettifica o la cancellazione dei dati personali o la limitazione del trattamento dei dati personali che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento;
f) il diritto di proporre reclamo a un'autorità di controllo;
g) qualora i dati non siano raccolti presso l'interessato, tutte le informazioni disponibili sulla loro origine;
h) l'esistenza di un processo decisionale automatizzato, compresa la profilazione di cui all'articolo 22, paragrafi 1 e 4, e, almeno in tali casi, informazioni significative sulla logica utilizzata, nonché l'importanza e le conseguenze previste di tale trattamento per l'interessato.
2. Qualora i dati personali siano trasferiti a un paese terzo o a un'organizzazione internazionale, l'interessato ha il diritto di essere informato dell'esistenza di garanzie adeguate ai sensi dell'articolo 46 relative al trasferimento.
3. Il titolare del trattamento fornisce una copia dei dati personali oggetto di trattamento. In caso di ulteriori copie richieste dall'interessato, il titolare del trattamento può addebitare un contributo spese ragionevole basato sui costi amministrativi. Se l'interessato presenta la richiesta mediante mezzi elettronici, e salvo indicazione diversa dell'interessato, le informazioni sono fornite in un formato elettronico di uso comune.
4. Il diritto di ottenere una copia di cui al paragrafo 3 non deve ledere i diritti e le libertà altrui.
Sezione 3
Rettifica e cancellazione
Articolo 16
Diritto di rettifica
L'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la rettifica dei dati personali inesatti che lo riguardano senza ingiustificato ritardo. Tenuto conto delle finalità del trattamento, l'interessato ha il diritto di ottenere l'integrazione dei dati personali incompleti, anche fornendo una dichiarazione integrativa.
Articolo 17
Diritto alla cancellazione («diritto all'oblio»)
1. L'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha l'obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali, se sussiste uno dei motivi seguenti:
a) i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali sono stati raccolti o altrimenti trattati;
b) l'interessato revoca il consenso su cui si basa il trattamento conformemente all'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), o all'articolo 9, paragrafo 2, lettera a), e se non sussiste altro fondamento giuridico per il trattamento;
c) l'interessato si oppone al trattamento ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 1, e non sussiste alcun motivo legittimo prevalente per procedere al trattamento, oppure si oppone al trattamento ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 2;
d) i dati personali sono stati trattati illecitamente;
e) i dati personali devono essere cancellati per adempiere un obbligo giuridico previsto dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento;
f) i dati personali sono stati raccolti relativamente all'offerta di servizi della società dell'informazione di cui all'articolo 8, paragrafo 1.
2. Il titolare del trattamento, se ha reso pubblici dati personali ed è obbligato, ai sensi del paragrafo 1, a cancellarli, tenendo conto della tecnologia disponibile e dei costi di attuazione adotta le misure ragionevoli, anche tecniche, per informare i titolari del trattamento che stanno trattando i dati personali della richiesta dell'interessato di cancellare qualsiasi link, copia o riproduzione dei suoi dati personali.
3. I paragrafi 1 e 2 non si applicano nella misura in cui il trattamento sia necessario:
a) per l'esercizio del diritto alla libertà di espressione e di informazione;
b) per l'adempimento di un obbligo giuridico che richieda il trattamento previsto dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento o per l'esecuzione di un compito svolto nel pubblico interesse oppure nell'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento;
c) per motivi di interesse pubblico nel settore della sanità pubblica in conformità dell'articolo 9, paragrafo 2, lettere h) e i), e dell'articolo 9, paragrafo 3;
d) a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici conformemente all'articolo 89, paragrafo 1, nella misura in cui il diritto di cui al paragrafo 1 rischi di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento degli obiettivi di tale trattamento; o
e) per l'accertamento, l'esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria.
Articolo 18
Diritto di limitazione di trattamento
1. L'interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la limitazione del trattamento quando ricorre una delle seguenti ipotesi:
a) l'interessato contesta l'esattezza dei dati personali, per il periodo necessario al titolare del trattamento per verificare l'esattezza di tali dati personali;
b) il trattamento è illecito e l'interessato si oppone alla cancellazione dei dati personali e chiede invece che ne sia limitato l'utilizzo;
c) benché il titolare del trattamento non ne abbia più bisogno ai fini del trattamento, i dati personali sono necessari all'interessato per l'accertamento, l'esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria;
d) l'interessato si è opposto al trattamento ai sensi dell'articolo 21, paragrafo 1, in attesa della verifica in merito all'eventuale prevalenza dei motivi legittimi del titolare del trattamento rispetto a quelli dell'interessato.
2. Se il trattamento è limitato a norma del paragrafo 1, tali dati personali sono trattati, salvo che per la conservazione, soltanto con il consenso dell'interessato o per l'accertamento, l'esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria oppure per tutelare i diritti di un'altra persona fisica o giuridica o per motivi di interesse pubblico rilevante dell'Unione o di uno Stato membro.
3. L'interessato che ha ottenuto la limitazione del trattamento a norma del paragrafo 1 è informato dal titolare del trattamento prima che detta limitazione sia revocata.
Articolo 19
Obbligo di notifica in caso di rettifica o cancellazione dei dati personali o limitazione del trattamento
Il titolare del trattamento comunica a ciascuno dei destinatari cui sono stati trasmessi i dati personali le eventuali rettifiche o cancellazioni o limitazioni del trattamento effettuate a norma dell'articolo 16, dell'articolo 17, paragrafo 1, e dell'articolo 18, salvo che ciò si riveli impossibile o implichi uno sforzo sproporzionato. Il titolare del trattamento comunica all'interessato tali destinatari qualora l'interessato lo richieda.
Articolo 20
Diritto alla portabilità dei dati
1. L'interessato ha il diritto di ricevere in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da dispositivo automatico i dati personali che lo riguardano forniti a un titolare del trattamento e ha il diritto di trasmettere tali dati a un altro titolare del trattamento senza impedimenti da parte del titolare del trattamento cui li ha forniti qualora:
a) il trattamento si basi sul consenso ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 1, lettera a), o dell'articolo 9, paragrafo 2, lettera a), o su un contratto ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 1, lettera b); e
b) il trattamento sia effettuato con mezzi automatizzati.
2. Nell'esercitare i propri diritti relativamente alla portabilità dei dati a norma del paragrafo 1, l'interessato ha il diritto di ottenere la trasmissione diretta dei dati personali da un titolare del trattamento all'altro, se tecnicamente fattibile.
3. L'esercizio del diritto di cui al paragrafo 1 del presente articolo lascia impregiudicato l'articolo 17. Tale diritto non si applica al trattamento necessario per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all'esercizio di pubblici poteri di cui è investito il titolare del trattamento.
4. Il diritto di cui al paragrafo 1 non deve ledere i diritti e le libertà altrui.
Sezione 4
Diritto di opposizione e processo decisionale automatizzato relativo alle persone fisiche
Articolo 21
Diritto di opposizione
1. L'interessato ha il diritto di opporsi in qualsiasi momento, per motivi connessi alla sua situazione particolare, al trattamento dei dati personali che lo riguardano ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 1, lettere e) o f), compresa la profilazione sulla base di tali disposizioni. Il titolare del trattamento si astiene dal trattare ulteriormente i dati personali salvo che egli dimostri l'esistenza di motivi legittimi cogenti per procedere al trattamento che prevalgono sugli interessi, sui diritti e sulle libertà dell'interessato oppure per l'accertamento, l'esercizio o la difesa di un diritto in sede giudiziaria.
2. Qualora i dati personali siano trattati per finalità di marketing diretto, l'interessato ha il diritto di opporsi in qualsiasi momento al trattamento dei dati personali che lo riguardano effettuato per tali finalità, compresa la profilazione nella misura in cui sia connessa a tale marketing diretto.
3. Qualora l'interessato si opponga al trattamento per finalità di marketing diretto, i dati personali non sono più oggetto di trattamento per tali finalità.
4. Il diritto di cui ai paragrafi 1 e 2 è esplicitamente portato all'attenzione dell'interessato ed è presentato chiaramente e separatamente da qualsiasi altra informazione al più tardi al momento della prima comunicazione con l'interessato.
5. Nel contesto dell'utilizzo di servizi della società dell'informazione e fatta salva la direttiva 2002/58/CE, l'interessato può esercitare il proprio diritto di opposizione con mezzi automatizzati che utilizzano specifiche tecniche.
6. Qualora i dati personali siano trattati a fini di ricerca scientifica o storica o a fini statistici a norma dell'articolo 89, paragrafo 1, l'interessato, per motivi connessi alla sua situazione particolare, ha il diritto di opporsi al trattamento di dati personali che lo riguardano, salvo se il trattamento è necessario per l'esecuzione di un compito di interesse pubblico.
Articolo 22
Processo decisionale automatizzato relativo alle persone fisiche, compresa la profilazione
1. L'interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione, che produca effetti giuridici che lo riguardano o che incida in modo analogo significativamente sulla sua persona.
2. Il paragrafo 1 non si applica nel caso in cui la decisione:
a) sia necessaria per la conclusione o l'esecuzione di un contratto tra l'interessato e un titolare del trattamento;
b) sia autorizzata dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento, che precisa altresì misure adeguate a tutela dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi dell'interessato;
c) si basi sul consenso esplicito dell'interessato.
3. Nei casi di cui al paragrafo 2 , lettere a) e c), il titolare del trattamento attua misure appropriate per tutelare i diritti, le libertà e i legittimi interessi dell'interessato, almeno il diritto di ottenere l'intervento umano da parte del titolare del trattamento, di esprimere la propria opinione e di contestare la decisione.
4. Le decisioni di cui al paragrafo 2 non si basano sulle categorie particolari di dati personali di cui all'articolo 9, paragrafo 1, a meno che non sia d'applicazione l'articolo 9, paragrafo 2, lettere a) o g), e non siano in vigore misure adeguate a tutela dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi dell'interessato.
Sezione 5
Limitazioni
Articolo 23
Limitazioni
1. Il diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento può limitare, mediante misure legislative, la portata degli obblighi e dei diritti di cui agli articoli da 12 a 22 e 34, nonché all'articolo 5, nella misura in cui le disposizioni ivi contenute corrispondano ai diritti e agli obblighi di cui agli articoli da 12 a 22, qualora tale limitazione rispetti l'essenza dei diritti e delle libertà fondamentali e sia una misura necessaria e proporzionata in una società democratica per salvaguardare:
a) la sicurezza nazionale;
b) la difesa;
c) la sicurezza pubblica;
d) la prevenzione, l'indagine, l'accertamento e il perseguimento di reati o l'esecuzione di sanzioni penali, incluse la salvaguardia contro e la prevenzione di minacce alla sicurezza pubblica;
e) altri importanti obiettivi di interesse pubblico generale dell'Unione o di uno Stato membro, in particolare un rilevante interesse economico o finanziario dell'Unione o di uno Stato membro, anche in materia monetaria, di bilancio e tributaria, di sanità pubblica e sicurezza sociale;
f) la salvaguardia dell'indipendenza della magistratura e dei procedimenti giudiziari;
g) le attività volte a prevenire, indagare, accertare e perseguire violazioni della deontologia delle professioni regolamentate;
h) una funzione di controllo, d'ispezione o di regolamentazione connessa, anche occasionalmente, all'esercizio di pubblici poteri nei casi di cui alle lettere da a), a e) e g);
i) la tutela dell'interessato o dei diritti e delle libertà altrui;
j) l'esecuzione delle azioni civili.
2. In particolare qualsiasi misura legislativa di cui al paragrafo 1 contiene disposizioni specifiche riguardanti almeno, se del caso:
a) le finalità del trattamento o le categorie di trattamento;
b) le categorie di dati personali;
c) la portata delle limitazioni introdotte;
d) le garanzie per prevenire abusi o l'accesso o il trasferimento illeciti;
e) l'indicazione precisa del titolare del trattamento o delle categorie di titolari;
f) i periodi di conservazione e le garanzie applicabili tenuto conto della natura, dell'ambito di applicazione e delle finalità del trattamento o delle categorie di trattamento;
g) i rischi per i diritti e le libertà degli interessati; e
h) il diritto degli interessati di essere informati della limitazione, a meno che ciò possa compromettere la finalità della stessa.
CAPO IV
Titolare del trattamento e responsabile del trattamento
Sezione 1
Obblighi generali
Articolo 24
Responsabilità del titolare del trattamento
1. Tenuto conto della natura, dell'ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento, nonché dei rischi aventi probabilità e gravità diverse per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare, che il trattamento è effettuato conformemente al presente regolamento. Dette misure sono riesaminate e aggiornate qualora necessario.
2. Se ciò è proporzionato rispetto alle attività di trattamento, le misure di cui al paragrafo 1 includono l'attuazione di politiche adeguate in materia di protezione dei dati da parte del titolare del trattamento.
3. L'adesione ai codici di condotta di cui all'articolo 40 o a un meccanismo di certificazione di cui all'articolo 42 può essere utilizzata come elemento per dimostrare il rispetto degli obblighi del titolare del trattamento.
Articolo 25
Protezione dei dati fin dalla progettazione e protezione dei dati per impostazione predefinita
1. Tenendo conto dello stato dell'arte e dei costi di attuazione, nonché della natura, dell'ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del trattamento, come anche dei rischi aventi probabilità e gravità diverse per i diritti e le libertà delle persone fisiche costituiti dal trattamento, sia al momento di determinare i mezzi del trattamento sia all'atto del trattamento stesso il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate, quali la pseudonimizzazione, volte ad attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati, quali la minimizzazione, e a integrare nel trattamento le necessarie garanzie al fine di soddisfare i requisiti del presente regolamento e tutelare i diritti degli interessati.
2. Il titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che siano trattati, per impostazione predefinita, solo i dati personali necessari per ogni specifica finalità del trattamento. Tale obbligo vale per la quantità dei dati personali raccolti, la portata del trattamento, il periodo di conservazione e l'accessibilità. In particolare, dette misure garantiscono che, per impostazione predefinita, non siano resi accessibili dati personali a un numero indefinito di persone fisiche senza l'intervento della persona fisica.
3. Un meccanismo di certificazione approvato ai sensi dell'articolo 42 può essere utilizzato come elemento per dimostrare la conformità ai requisiti di cui ai paragrafi 1 e 2 del presente articolo.
Articolo 26
Contitolari del trattamento
1. Allorché due o più titolari del trattamento determinano congiuntamente le finalità e i mezzi del trattamento, essi sono contitolari del trattamento. Essi determinano in modo trasparente, mediante un accordo interno, le rispettive responsabilità in merito all'osservanza degli obblighi derivanti dal presente regolamento, con particolare riguardo all'esercizio dei diritti dell'interessato, e le rispettive funzioni di comunicazione delle informazioni di cui agli articoli 13 e 14, a meno che e nella misura in cui le rispettive responsabilità siano determinate dal diritto dell'Unione o dello Stato membro cui i titolari del trattamento sono soggetti. Tale accordo può designare un punto di contatto per gli interessati.
2. L'accordo di cui al paragrafo 1 riflette adeguatamente i rispettivi ruoli e i rapporti dei contitolari con gli interessati. Il contenuto essenziale dell'accordo è messo a disposizione dell'interessato.
3. Indipendentemente dalle disposizioni dell'accordo di cui al paragrafo 1, l'interessato può esercitare i propri diritti ai sensi del presente regolamento nei confronti di e contro ciascun titolare del trattamento.
Articolo 27
Rappresentanti di titolari del trattamento o dei responsabili del trattamento non stabiliti nell'Unione
1. Ove si applichi l'articolo 3, paragrafo 2, il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento designa per iscritto un rappresentante nell'Unione.
2. L'obbligo di cui al paragrafo 1 del presente articolo non si applica:
a) al trattamento se quest'ultimo è occasionale, non include il trattamento, su larga scala, di categorie particolari di dati di cui all'articolo 9, paragrafo 1, o di dati personali relativi a condanne penali e a reati di cui all'articolo 10, ed è improbabile che presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche, tenuto conto della natura, del contesto, dell'ambito di applicazione e delle finalità del trattamento; oppure
b) alle autorità pubbliche o agli organismi pubblici.
3. Il rappresentante è stabilito in uno degli Stati membri in cui si trovano gli interessati e i cui dati personali sono trattati nell'ambito dell'offerta di beni o servizi o il cui comportamento è monitorato.
4. Ai fini della conformità con il presente regolamento, il rappresentante è incaricato dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento a fungere da interlocutore, in aggiunta o in sostituzione del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento, in particolare delle autorità di controllo e degli interessati, per tutte le questioni riguardanti il trattamento.
5. La designazione di un rappresentante a cura del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento fa salve le azioni legali che potrebbero essere promosse contro lo stesso titolare del trattamento o responsabile del trattamento.
Articolo 28
Responsabile del trattamento
1. Qualora un trattamento debba essere effettuato per conto del titolare del trattamento, quest'ultimo ricorre unicamente a responsabili del trattamento che presentino garanzie sufficienti per mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate in modo tale che il trattamento soddisfi i requisiti del presente regolamento e garantisca la tutela dei diritti dell'interessato.
2. Il responsabile del trattamento non ricorre a un altro responsabile senza previa autorizzazione scritta, specifica o generale, del titolare del trattamento. Nel caso di autorizzazione scritta generale, il responsabile del trattamento informa il titolare del trattamento di eventuali modifiche previste riguardanti l'aggiunta o la sostituzione di altri responsabili del trattamento, dando così al titolare del trattamento l'opportunità di opporsi a tali modifiche.
3. I trattamenti da parte di un responsabile del trattamento sono disciplinati da un contratto o da altro atto giuridico a norma del diritto dell'Unione o degli Stati membri, che vincoli il responsabile del trattamento al titolare del trattamento e che stipuli la materia disciplinata e la durata del trattamento, la natura e la finalità del trattamento, il tipo di dati personali e le categorie di interessati, gli obblighi e i diritti del titolare del trattamento. Il contratto o altro atto giuridico prevede, in particolare, che il responsabile del trattamento:
a) tratti i dati personali soltanto su istruzione documentata del titolare del trattamento, anche in caso di trasferimento di dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale, salvo che lo richieda il diritto dell'Unione o nazionale cui è soggetto il responsabile del trattamento; in tal caso, il responsabile del trattamento informa il titolare del trattamento circa tale obbligo giuridico prima del trattamento, a meno che il diritto vieti tale informazione per rilevanti motivi di interesse pubblico;
b) garantisca che le persone autorizzate al trattamento dei dati personali si siano impegnate alla riservatezza o abbiano un adeguato obbligo legale di riservatezza;
c) adotti tutte le misure richieste ai sensi dell'articolo 32;
d) rispetti le condizioni di cui ai paragrafi 2 e 4 per ricorrere a un altro responsabile del trattamento;
e) tenendo conto della natura del trattamento, assista il titolare del trattamento con misure tecniche e organizzative adeguate, nella misura in cui ciò sia possibile, al fine di soddisfare l'obbligo del titolare del trattamento di dare seguito alle richieste per l'esercizio dei diritti dell'interessato di cui al capo III;
f) assista il titolare del trattamento nel garantire il rispetto degli obblighi di cui agli articoli da 32 a 36, tenendo conto della natura del trattamento e delle informazioni a disposizione del responsabile del trattamento;
g) su scelta del titolare del trattamento, cancelli o gli restituisca tutti i dati personali dopo che è terminata la prestazione dei servizi relativi al trattamento e cancelli le copie esistenti, salvo che il diritto dell'Unione o degli Stati membri preveda la conservazione dei dati; e
h) metta a disposizione del titolare del trattamento tutte le informazioni necessarie per dimostrare il rispetto degli obblighi di cui al presente articolo e consenta e contribuisca alle attività di revisione, comprese le ispezioni, realizzati dal titolare del trattamento o da un altro soggetto da questi incaricato.
Con riguardo alla lettera h) del primo comma, il responsabile del trattamento informa immediatamente il titolare del trattamento qualora, a suo parere, un'istruzione violi il presente regolamento o altre disposizioni, nazionali o dell'Unione, relative alla protezione dei dati.
4. Quando un responsabile del trattamento ricorre a un altro responsabile del trattamento per l'esecuzione di specifiche attività di trattamento per conto del titolare del trattamento, su tale altro responsabile del trattamento sono imposti, mediante un contratto o un altro atto giuridico a norma del diritto dell'Unione o degli Stati membri, gli stessi obblighi in materia di protezione dei dati contenuti nel contratto o in altro atto giuridico tra il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento di cui al paragrafo 3, prevedendo in particolare garanzie sufficienti per mettere in atto misure tecniche e organizzative adeguate in modo tale che il trattamento soddisfi i requisiti del presente regolamento. Qualora l'altro responsabile del trattamento ometta di adempiere ai propri obblighi in materia di protezione dei dati, il responsabile iniziale conserva nei confronti del titolare del trattamento l'intera responsabilità dell'adempimento degli obblighi dell'altro responsabile.
5. L'adesione da parte del responsabile del trattamento a un codice di condotta approvato di cui all'articolo 40 o a un meccanismo di certificazione approvato di cui all'articolo 42 può essere utilizzata come elemento per dimostrare le garanzie sufficienti di cui ai paragrafi 1 e 4 del presente articolo.
6. Fatto salvo un contratto individuale tra il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento, il contratto o altro atto giuridico di cui ai paragrafi 3 e 4 del presente articolo può basarsi, in tutto o in parte, su clausole contrattuali tipo di cui ai paragrafi 7 e 8 del presente articolo, anche laddove siano parte di una certificazione concessa al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento ai sensi degli articoli 42 e 43.
7. La Commissione può stabilire clausole contrattuali tipo per le materie di cui ai paragrafi 3 e 4 del presente articolo e secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
8. Un'autorità di controllo può adottare clausole contrattuali tipo per le materie di cui ai paragrafi 3 e 4 del presente articolo in conformità del meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63.
9. Il contratto o altro atto giuridico di cui ai paragrafi 3 e 4 è stipulato in forma scritta, anche in formato elettronico.
10. Fatti salvi gli articoli 82, 83 e 84, se un responsabile del trattamento viola il presente regolamento, determinando le finalità e i mezzi del trattamento, è considerato un titolare del trattamento in questione.
Articolo 29
Trattamento sotto l'autorità del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento
Il responsabile del trattamento, o chiunque agisca sotto la sua autorità o sotto quella del titolare del trattamento, che abbia accesso a dati personali non può trattare tali dati se non è istruito in tal senso dal titolare del trattamento, salvo che lo richieda il diritto dell'Unione o degli Stati membri.
Articolo 30
Registri delle attività di trattamento
1. Ogni titolare del trattamento e, ove applicabile, il suo rappresentante tengono un registro delle attività di trattamento svolte sotto la propria responsabilità. Tale registro contiene tutte le seguenti informazioni:
a) il nome e i dati di contatto del titolare del trattamento e, ove applicabile, del contitolare del trattamento, del rappresentante del titolare del trattamento e del responsabile della protezione dei dati;
b) le finalità del trattamento;
c) una descrizione delle categorie di interessati e delle categorie di dati personali;
d) le categorie di destinatari a cui i dati personali sono stati o saranno comunicati, compresi i destinatari di paesi terzi od organizzazioni internazionali;
e) ove applicabile, i trasferimenti di dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale, compresa l'identificazione del paese terzo o dell'organizzazione internazionale e, per i trasferimenti di cui al secondo comma dell'articolo 49, la documentazione delle garanzie adeguate;
f) ove possibile, i termini ultimi previsti per la cancellazione delle diverse categorie di dati;
g) ove possibile, una descrizione generale delle misure di sicurezza tecniche e organizzative di cui all'articolo 32, paragrafo 1.
2. Ogni responsabile del trattamento e, ove applicabile, il suo rappresentante tengono un registro di tutte le categorie di attività relative al trattamento svolte per conto di un titolare del trattamento, contenente:
a) il nome e i dati di contatto del responsabile o dei responsabili del trattamento, di ogni titolare del trattamento per conto del quale agisce il responsabile del trattamento, del rappresentante del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento e, ove applicabile, del responsabile della protezione dei dati;
b) le categorie dei trattamenti effettuati per conto di ogni titolare del trattamento;
c) ove applicabile, i trasferimenti di dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale, compresa l'identificazione del paese terzo o dell'organizzazione internazionale e, per i trasferimenti di cui al secondo comma dell'articolo 49, la documentazione delle garanzie adeguate;
d) ove possibile, una descrizione generale delle misure di sicurezza tecniche e organizzative di cui all'articolo 32, paragrafo 1.
3. I registri di cui ai paragrafi 1 e 2 sono tenuti in forma scritta, anche in formato elettronico.
4. Su richiesta, il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento e, ove applicabile, il rappresentante del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento mettono il registro a disposizione dell'autorità di controllo.
5. Gli obblighi di cui ai paragrafi 1 e 2 non si applicano alle imprese o organizzazioni con meno di 250 dipendenti, a meno che il trattamento che esse effettuano possa presentare un rischio per i diritti e le libertà dell'interessato, il trattamento non sia occasionale o includa il trattamento di categorie particolari di dati di cui all'articolo 9, paragrafo 1, o i dati personali relativi a condanne penali e a reati di cui all'articolo 10.
Articolo 31
Cooperazione con l'autorità di controllo
Il titolare del trattamento, il responsabile del trattamento e, ove applicabile, il loro rappresentante cooperano, su richiesta, con l'autorità di controllo nell'esecuzione dei suoi compiti.
Sezione 2
Sicurezza dei dati personali
Articolo 32
Sicurezza del trattamento
1. Tenendo conto dello stato dell'arte e dei costi di attuazione, nonché della natura, dell'oggetto, del contesto e delle finalità del trattamento, come anche del rischio di varia probabilità e gravità per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento mettono in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza adeguato al rischio, che comprendono, tra le altre, se del caso:
a) la pseudonimizzazione e la cifratura dei dati personali;
b) la capacità di assicurare su base permanente la riservatezza, l'integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento;
c) la capacità di ripristinare tempestivamente la disponibilità e l'accesso dei dati personali in caso di incidente fisico o tecnico;
d) una procedura per testare, verificare e valutare regolarmente l'efficacia delle misure tecniche e organizzative al fine di garantire la sicurezza del trattamento.
2. Nel valutare l'adeguato livello di sicurezza, si tiene conto in special modo dei rischi presentati dal trattamento che derivano in particolare dalla distruzione, dalla perdita, dalla modifica, dalla divulgazione non autorizzata o dall'accesso, in modo accidentale o illegale, a dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
3. L'adesione a un codice di condotta approvato di cui all'articolo 40 o a un meccanismo di certificazione approvato di cui all'articolo 42 può essere utilizzata come elemento per dimostrare la conformità ai requisiti di cui al paragrafo 1 del presente articolo.
4. Il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento fanno sì che chiunque agisca sotto la loro autorità e abbia accesso a dati personali non tratti tali dati se non è istruito in tal senso dal titolare del trattamento, salvo che lo richieda il diritto dell'Unione o degli Stati membri.
Articolo 33
Notifica di una violazione dei dati personali all'autorità di controllo
1. In caso di violazione dei dati personali, il titolare del trattamento notifica la violazione all'autorità di controllo competente a norma dell'articolo 55 senza ingiustificato ritardo e, ove possibile, entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza, a meno che sia improbabile che la violazione dei dati personali presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche. Qualora la notifica all'autorità di controllo non sia effettuata entro 72 ore, è corredata dei motivi del ritardo.
2. Il responsabile del trattamento informa il titolare del trattamento senza ingiustificato ritardo dopo essere venuto a conoscenza della violazione.
3. La notifica di cui al paragrafo 1 deve almeno:
a) descrivere la natura della violazione dei dati personali compresi, ove possibile, le categorie e il numero approssimativo di interessati in questione nonché le categorie e il numero approssimativo di registrazioni dei dati personali in questione;
b) comunicare il nome e i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati o di altro punto di contatto presso cui ottenere più informazioni;
c) descrivere le probabili conseguenze della violazione dei dati personali;
d) descrivere le misure adottate o di cui si propone l'adozione da parte del titolare del trattamento per porre rimedio alla violazione dei dati personali e anche, se del caso, per attenuarne i possibili effetti negativi.
4. Qualora e nella misura in cui non sia possibile fornire le informazioni contestualmente, le informazioni possono essere fornite in fasi successive senza ulteriore ingiustificato ritardo.
5. Il titolare del trattamento documenta qualsiasi violazione dei dati personali, comprese le circostanze a essa relative, le sue conseguenze e i provvedimenti adottati per porvi rimedio. Tale documentazione consente all'autorità di controllo di verificare il rispetto del presente articolo.
Articolo 34
Comunicazione di una violazione dei dati personali all'interessato
1. Quando la violazione dei dati personali è suscettibile di presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento comunica la violazione all'interessato senza ingiustificato ritardo.
2. La comunicazione all'interessato di cui al paragrafo 1 del presente articolo descrive con un linguaggio semplice e chiaro la natura della violazione dei dati personali e contiene almeno le informazioni e le misure di cui all'articolo 33, paragrafo 3, lettere b), c) e d).
3. Non è richiesta la comunicazione all'interessato di cui al paragrafo 1 se è soddisfatta una delle seguenti condizioni:
a) il titolare del trattamento ha messo in atto le misure tecniche e organizzative adeguate di protezione e tali misure erano state applicate ai dati personali oggetto della violazione, in particolare quelle destinate a rendere i dati personali incomprensibili a chiunque non sia autorizzato ad accedervi, quali la cifratura;
b) il titolare del trattamento ha successivamente adottato misure atte a scongiurare il sopraggiungere di un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati di cui al paragrafo 1;
c) detta comunicazione richiederebbe sforzi sproporzionati. In tal caso, si procede invece a una comunicazione pubblica o a una misura simile, tramite la quale gli interessati sono informati con analoga efficacia.
4. Nel caso in cui il titolare del trattamento non abbia ancora comunicato all'interessato la violazione dei dati personali, l'autorità di controllo può richiedere, dopo aver valutato la probabilità che la violazione dei dati personali presenti un rischio elevato, che vi provveda o può decidere che una delle condizioni di cui al paragrafo 3 è soddisfatta.
Sezione 3
Valutazione d'impatto sulla protezione dei dati e consultazione preventiva
Articolo 35
Valutazione d'impatto sulla protezione dei dati
1. Quando un tipo di trattamento, allorché prevede in particolare l'uso di nuove tecnologie, considerati la natura, l'oggetto, il contesto e le finalità del trattamento, può presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche, il titolare del trattamento effettua, prima di procedere al trattamento, una valutazione dell'impatto dei trattamenti previsti sulla protezione dei dati personali. Una singola valutazione può esaminare un insieme di trattamenti simili che presentano rischi elevati analoghi.
2. Il titolare del trattamento, allorquando svolge una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati, si consulta con il responsabile della protezione dei dati, qualora ne sia designato uno.
3. La valutazione d'impatto sulla protezione dei dati di cui al paragrafo 1 è richiesta in particolare nei casi seguenti:
a) una valutazione sistematica e globale di aspetti personali relativi a persone fisiche, basata su un trattamento automatizzato, compresa la profilazione, e sulla quale si fondano decisioni che hanno effetti giuridici o incidono in modo analogo significativamente su dette persone fisiche;
b) il trattamento, su larga scala, di categorie particolari di dati personali di cui all'articolo 9, paragrafo 1, o di dati relativi a condanne penali e a reati di cui all'articolo 10; o
c) la sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico.
4. L'autorità di controllo redige e rende pubblico un elenco delle tipologie di trattamenti soggetti al requisito di una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati ai sensi del paragrafo 1. L'autorità di controllo comunica tali elenchi al comitato di cui all'articolo 68.
5. L'autorità di controllo può inoltre redigere e rendere pubblico un elenco delle tipologie di trattamenti per le quali non è richiesta una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati. L'autorità di controllo comunica tali elenchi al comitato.
6. Prima di adottare gli elenchi di cui ai paragrafi 4 e 5, l'autorità di controllo competente applica il meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63 se tali elenchi comprendono attività di trattamento finalizzate all'offerta di beni o servizi a interessati o al monitoraggio del loro comportamento in più Stati membri, o attività di trattamento che possono incidere significativamente sulla libera circolazione dei dati personali all'interno dell'Unione.
7. La valutazione contiene almeno:
a) una descrizione sistematica dei trattamenti previsti e delle finalità del trattamento, compreso, ove applicabile, l'interesse legittimo perseguito dal titolare del trattamento;
b) una valutazione della necessità e proporzionalità dei trattamenti in relazione alle finalità;
c) una valutazione dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati di cui al paragrafo 1; e
d) le misure previste per affrontare i rischi, includendo le garanzie, le misure di sicurezza e i meccanismi per garantire la protezione dei dati personali e dimostrare la conformità al presente regolamento, tenuto conto dei diritti e degli interessi legittimi degli interessati e delle altre persone in questione.
8. Nel valutare l'impatto del trattamento effettuato dai relativi titolari o responsabili è tenuto in debito conto il rispetto da parte di questi ultimi dei codici di condotta approvati di cui all'articolo 40, in particolare ai fini di una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati.
9. Se del caso, il titolare del trattamento raccoglie le opinioni degli interessati o dei loro rappresentanti sul trattamento previsto, fatta salva la tutela degli interessi commerciali o pubblici o la sicurezza dei trattamenti.
10. Qualora il trattamento effettuato ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 1, lettere c) o e), trovi nel diritto dell'Unione o nel diritto dello Stato membro cui il titolare del trattamento è soggetto una base giuridica, tale diritto disciplini il trattamento specifico o l'insieme di trattamenti in questione, e sia già stata effettuata una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati nell'ambito di una valutazione d'impatto generale nel contesto dell'adozione di tale base giuridica, i paragrafi da 1 a 7 non si applicano, salvo che gli Stati membri ritengano necessario effettuare tale valutazione prima di procedere alle attività di trattamento.
11. Se necessario, il titolare del trattamento procede a un riesame per valutare se il trattamento dei dati personali sia effettuato conformemente alla valutazione d'impatto sulla protezione dei dati almeno quando insorgono variazioni del rischio rappresentato dalle attività relative al trattamento.
Articolo 36
Consultazione preventiva
1. Il titolare del trattamento, prima di procedere al trattamento, consulta l'autorità di controllo qualora la valutazione d'impatto sulla protezione dei dati a norma dell'articolo 35 indichi che il trattamento presenterebbe un rischio elevato in assenza di misure adottate dal titolare del trattamento per attenuare il rischio.
2. Se ritiene che il trattamento previsto di cui al paragrafo 1 violi il presente regolamento, in particolare qualora il titolare del trattamento non abbia identificato o attenuato sufficientemente il rischio, l'autorità di controllo fornisce, entro un termine di otto settimane dal ricevimento della richiesta di consultazione, un parere scritto al titolare del trattamento e, ove applicabile, al responsabile del trattamento e può avvalersi dei poteri di cui all'articolo 58. Tale periodo può essere prorogato di sei settimane, tenendo conto della complessità del trattamento previsto. L'autorità di controllo informa il titolare del trattamento e, ove applicabile, il responsabile del trattamento di tale proroga, unitamente ai motivi del ritardo, entro un mese dal ricevimento della richiesta di consultazione. La decorrenza dei termini può essere sospesa fino all'ottenimento da parte dell'autorità di controllo delle informazioni richieste ai fini della consultazione.
3. Al momento di consultare l'autorità di controllo ai sensi del paragrafo 1, il titolare del trattamento comunica all'autorità di controllo:
a) ove applicabile, le rispettive responsabilità del titolare del trattamento, dei contitolari del trattamento e dei responsabili del trattamento, in particolare relativamente al trattamento nell'ambito di un gruppo imprenditoriale;
b) le finalità e i mezzi del trattamento previsto;
c) le misure e le garanzie previste per proteggere i diritti e le libertà degli interessati a norma del presente regolamento;
d) ove applicabile, i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati;
e) la valutazione d'impatto sulla protezione dei dati di cui all'articolo 35; e
f) ogni altra informazione richiesta dall'autorità di controllo.
4. Gli Stati membri consultano l'autorità di controllo durante l'elaborazione di una proposta di atto legislativo che deve essere adottato dai parlamenti nazionali o di misura regolamentare basata su detto atto legislativo relativamente al trattamento.
5. Nonostante il paragrafo 1, il diritto degli Stati membri può prescrivere che i titolari del trattamento consultino l'autorità di controllo, e ne ottengano l'autorizzazione preliminare, in relazione al trattamento da parte di un titolare del trattamento per l'esecuzione, da parte di questi, di un compito di interesse pubblico, tra cui il trattamento con riguardo alla protezione sociale e alla sanità pubblica.
Sezione 4
Responsabile della protezione dei dati
Articolo 37
Designazione del responsabile della protezione dei dati
1. Il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento designano sistematicamente un responsabile della protezione dei dati ogniqualvolta:
a) il trattamento è effettuato da un'autorità pubblica o da un organismo pubblico, eccettuate le autorità giurisdizionali quando esercitano le loro funzioni giurisdizionali;
b) le attività principali del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento consistono in trattamenti che, per loro natura, ambito di applicazione e/o finalità, richiedono il monitoraggio regolare e sistematico degli interessati su larga scala; oppure
c) le attività principali del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento consistono nel trattamento, su larga scala, di categorie particolari di dati personali di cui all'articolo 9 o di dati relativi a condanne penali e a reati di cui all'articolo 10 .
2. Un gruppo imprenditoriale può nominare un unico responsabile della protezione dei dati, a condizione che un responsabile della protezione dei dati sia facilmente raggiungibile da ciascuno stabilimento.
3. Qualora il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento sia un'autorità pubblica o un organismo pubblico, un unico responsabile della protezione dei dati può essere designato per più autorità pubbliche o organismi pubblici, tenuto conto della loro struttura organizzativa e dimensione.
4. Nei casi diversi da quelli di cui al paragrafo 1, il titolare del trattamento, il responsabile del trattamento o le associazioni e gli altri organismi rappresentanti le categorie di titolari del trattamento o di responsabili del trattamento possono o, se previsto dal diritto dell'Unione o degli Stati membri, devono designare un responsabile della protezione dei dati. Il responsabile della protezione dei dati può agire per dette associazioni e altri organismi rappresentanti i titolari del trattamento o i responsabili del trattamento.
5. Il responsabile della protezione dei dati è designato in funzione delle qualità professionali, in particolare della conoscenza specialistica della normativa e delle prassi in materia di protezione dei dati, e della capacità di assolvere i compiti di cui all'articolo 39.
6. Il responsabile della protezione dei dati può essere un dipendente del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento oppure assolvere i suoi compiti in base a un contratto di servizi.
7. Il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento pubblica i dati di contatto del responsabile della protezione dei dati e li comunica all'autorità di controllo.
Articolo 38
Posizione del responsabile della protezione dei dati
1. Il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento si assicurano che il responsabile della protezione dei dati sia tempestivamente e adeguatamente coinvolto in tutte le questioni riguardanti la protezione dei dati personali.
2. Il titolare e del trattamento e il responsabile del trattamento sostengono il responsabile della protezione dei dati nell'esecuzione dei compiti di cui all'articolo 39 fornendogli le risorse necessarie per assolvere tali compiti e accedere ai dati personali e ai trattamenti e per mantenere la propria conoscenza specialistica.
3. Il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento si assicurano che il responsabile della protezione dei dati non riceva alcuna istruzione per quanto riguarda l'esecuzione di tali compiti. Il responsabile della protezione dei dati non è rimosso o penalizzato dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento per l'adempimento dei propri compiti. Il responsabile della protezione dei dati riferisce direttamente al vertice gerarchico del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento.
4. Gli interessati possono contattare il responsabile della protezione dei dati per tutte le questioni relative al trattamento dei loro dati personali e all'esercizio dei loro diritti derivanti dal presente regolamento.
5. Il responsabile della protezione dei dati è tenuto al segreto o alla riservatezza in merito all'adempimento dei propri compiti, in conformità del diritto dell'Unione o degli Stati membri.
6. Il responsabile della protezione dei dati può svolgere altri compiti e funzioni. Il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento si assicura che tali compiti e funzioni non diano adito a un conflitto di interessi.
Articolo 39
Compiti del responsabile della protezione dei dati
1. Il responsabile della protezione dei dati è incaricato almeno dei seguenti compiti:
a) informare e fornire consulenza al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento nonché ai dipendenti che eseguono il trattamento in merito agli obblighi derivanti dal presente regolamento nonché da altre disposizioni dell'Unione o degli Stati membri relative alla protezione dei dati;
b) sorvegliare l'osservanza del presente regolamento, di altre disposizioni dell'Unione o degli Stati membri relative alla protezione dei dati nonché delle politiche del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento in materia di protezione dei dati personali, compresi l'attribuzione delle responsabilità, la sensibilizzazione e la formazione del personale che partecipa ai trattamenti e alle connesse attività di controllo;
c) fornire, se richiesto, un parere in merito alla valutazione d'impatto sulla protezione dei dati e sorvegliarne lo svolgimento ai sensi dell'articolo 35;
d) cooperare con l'autorità di controllo; e
e) fungere da punto di contatto per l'autorità di controllo per questioni connesse al trattamento, tra cui la consultazione preventiva di cui all'articolo 36, ed effettuare, se del caso, consultazioni relativamente a qualunque altra questione.
2. Nell'eseguire i propri compiti il responsabile della protezione dei dati considera debitamente i rischi inerenti al trattamento, tenuto conto della natura, dell'ambito di applicazione, del contesto e delle finalità del medesimo.
Sezione 5
Codici di condotta e certificazione
Articolo 40
Codici di condotta
1. Gli Stati membri, le autorità di controllo, il comitato e la Commissione incoraggiano l'elaborazione di codici di condotta destinati a contribuire alla corretta applicazione del presente regolamento, in funzione delle specificità dei vari settori di trattamento e delle esigenze specifiche delle micro, piccole e medie imprese.
2. Le associazioni e gli altri organismi rappresentanti le categorie di titolari del trattamento o responsabili del trattamento possono elaborare i codici di condotta, modificarli o prorogarli, allo scopo di precisare l'applicazione del presente regolamento, ad esempio relativamente a:
a) il trattamento corretto e trasparente dei dati;
b) i legittimi interessi perseguiti dai titolari del trattamento in contesti specifici;
c) la raccolta dei dati personali;
d) la pseudonimizzazione dei dati personali;
e) l'informazione fornita al pubblico e agli interessati;
f) l'esercizio dei diritti degli interessati;
g) l'informazione fornita e la protezione del minore e le modalità con cui è ottenuto il consenso dei titolari della responsabilità genitoriale sul minore;
h) le misure e le procedure di cui agli articoli 24 e 25 e le misure volte a garantire la sicurezza del trattamento di cui all'articolo 32;
i) la notifica di una violazione dei dati personali alle autorità di controllo e la comunicazione di tali violazioni dei dati personali all'interessato;
j) il trasferimento di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali; o
k) le procedure stragiudiziali e di altro tipo per comporre le controversie tra titolari del trattamento e interessati in materia di trattamento, fatti salvi i diritti degli interessati ai sensi degli articoli 77 e 79.
3. Oltre all'adesione ai codici di condotta approvati ai sensi del paragrafo 5 del presente articolo e aventi validità generale a norma del paragrafo 9 del presente articolo da parte di titolari o responsabili soggetti al presente regolamento, possono aderire a tali codici di condotta anche i titolari del trattamento o i responsabili del trattamento che non sono soggetti al presente regolamento ai sensi dell'articolo 3, al fine di fornire adeguate garanzie nel quadro dei trasferimenti di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali alle condizioni di cui all'articolo 46, paragrafo 2, lettera e). Detti titolari del trattamento o responsabili del trattamento assumono l'impegno vincolante e azionabile, mediante strumenti contrattuali o di altro tipo giuridicamente vincolanti, di applicare le stesse adeguate garanzie anche per quanto riguarda i diritti degli interessati.
4. Il codice di condotta di cui al paragrafo 2 del presente articolo contiene i meccanismi che consentono all'organismo di cui all'articolo 41, paragrafo 1, di effettuare il controllo obbligatorio del rispetto delle norme del codice da parte dei titolari del trattamento o dei responsabili del trattamento che si impegnano ad applicarlo, fatti salvi i compiti e i poteri delle autorità di controllo competenti ai sensi degli articoli 55 o 56.
5. Le associazioni e gli altri organismi di cui al paragrafo 2 del presente articolo che intendono elaborare un codice di condotta o modificare o prorogare un codice esistente sottopongono il progetto di codice, la modifica o la proroga all'autorità di controllo competente ai sensi dell'articolo 55. L'autorità di controllo esprime un parere sulla conformità al presente regolamento del progetto di codice, della modifica o della proroga e approva tale progetto, modifica o proroga, se ritiene che offra in misura sufficiente garanzie adeguate.
6. Qualora il progetto di codice, la modifica o la proroga siano approvati ai sensi dell'articolo 55, e se il codice di condotta in questione non si riferisce alle attività di trattamento in vari Stati membri, l'autorità di controllo registra e pubblica il codice.
7. Qualora il progetto di codice di condotta si riferisca alle attività di trattamento in vari Stati membri, prima di approvare il progetto, la modifica o la proroga, l'autorità di controllo che è competente ai sensi dell'articolo 55 lo sottopone, tramite la procedura di cui all'articolo 63, al comitato, il quale formula un parere sulla conformità al presente regolamento del progetto di codice, della modifica o della proroga o, nel caso di cui al paragrafo 3 del presente articolo, sulla previsione di adeguate garanzie.
8. Qualora il parere di cui al paragrafo 7 confermi che il progetto di codice di condotta, la modifica o la proroga è conforme al presente regolamento o, nel caso di cui al paragrafo 3, fornisce adeguate garanzie, il comitato trasmette il suo parere alla Commissione.
9. La Commissione può decidere, mediante atti di esecuzione, che il codice di condotta, la modifica o la proroga approvati, che le sono stati sottoposti ai sensi del paragrafo 8 del presente articolo, hanno validità generale all'interno dell'Unione. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
10. La Commissione provvede a dare un'adeguata pubblicità dei codici approvati per i quali è stata decisa la validità generale ai sensi del paragrafo 9.
11. Il comitato raccoglie in un registro tutti i codici di condotta, le modifiche e le proroghe approvati e li rende pubblici mediante mezzi appropriati.
Articolo 41
Controllo dei codici di condotta approvati
1. Fatti salvi i compiti e i poteri dell'autorità di controllo competente di cui agli articoli 57 e 58, il controllo della conformità con un codice di condotta ai sensi dell'articolo 40 può essere effettuato da un organismo in possesso del livello adeguato di competenze riguardo al contenuto del codice e del necessario accreditamento a tal fine dell'autorità di controllo competente.
2. L'organismo di cui al paragrafo 1 può essere accreditato a controllare l'osservanza di un codice di condotta se esso ha:
a) dimostrato in modo convincente all'autorità di controllo competente di essere indipendente e competente riguardo al contenuto del codice;
b) istituito procedure che gli consentono di valutare l'ammissibilità dei titolari del trattamento e dei responsabili del trattamento in questione ad applicare il codice, di controllare che detti titolari e responsabili ne rispettino le disposizioni e di riesaminarne periodicamente il funzionamento;
c) istituito procedure e strutture atte a gestire i reclami relativi a violazioni del codice o il modo in cui il codice è stato o è attuato da un titolare del trattamento o un responsabile del trattamento e a rendere dette procedure e strutture trasparenti per gli interessati e il pubblico; e
d) dimostrato in modo convincente all'autorità di controllo competente che i compiti e le funzioni da esso svolti non danno adito a conflitto di interessi.
3. L'autorità di controllo competente presenta al comitato il progetto di requisiti per l'accreditamento dell'organismo di cui al paragrafo 1 del presente articolo, ai sensi del meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63.
4. Fatti salvi i compiti e i poteri dell'autorità di controllo competente e le disposizioni del capo VIII, un organismo di cui al paragrafo 1 del presente articolo adotta, stanti garanzie appropriate, le opportune misure in caso di violazione del codice da parte di un titolare del trattamento o responsabile del trattamento, tra cui la sospensione o l'esclusione dal codice del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento. Esso informa l'autorità di controllo competente di tali misure e dei motivi della loro adozione.
5. L'autorità di controllo competente revoca l'accreditamento dell'organismo di cui al paragrafo 1, se i requisiti per l'accreditamento non sono, o non sono più, rispettati o se le misure adottate dall'organismo violano il presente regolamento.
6. Il presente articolo non si applica al trattamento effettuato da autorità pubbliche e da organismi pubblici.
Articolo 42
Certificazione
1. Gli Stati membri, le autorità di controllo, il comitato e la Commissione incoraggiano, in particolare a livello di Unione, l'istituzione di meccanismi di certificazione della protezione dei dati nonché di sigilli e marchi di protezione dei dati allo scopo di dimostrare la conformità al presente regolamento dei trattamenti effettuati dai titolari del trattamento e dai responsabili del trattamento. Sono tenute in considerazione le esigenze specifiche delle micro, piccole e medie imprese.
2. Oltre all'adesione dei titolari del trattamento o responsabili del trattamento soggetti al presente regolamento, i meccanismi, i sigilli o i marchi approvati ai sensi del paragrafo 5 del presente articolo possono essere istituiti al fine di dimostrare la previsione di garanzie appropriate da parte dei titolari del trattamento o responsabili del trattamento non soggetti al presente regolamento ai sensi dell'articolo 3, nel quadro dei trasferimenti di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali alle condizioni di cui all'articolo 46, paragrafo 2, lettera f). Detti titolari del trattamento o responsabili del trattamento assumono l'impegno vincolante e azionabile, mediante strumenti contrattuali o di altro tipo giuridicamente vincolanti, di applicare le stesse adeguate garanzie anche per quanto riguarda i diritti degli interessati.
3. La certificazione è volontaria e accessibile tramite una procedura trasparente.
4. La certificazione ai sensi del presente articolo non riduce la responsabilità del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento riguardo alla conformità al presente regolamento e lascia impregiudicati i compiti e i poteri delle autorità di controllo competenti a norma degli articoli 55 o 56.
5. La certificazione ai sensi del presente articolo è rilasciata dagli organismi di certificazione di cui all'articolo 43 o dall'autorità di controllo competente in base ai criteri approvati da tale autorità di controllo competente ai sensi dell'articolo 58, paragrafo 3, o dal comitato, ai sensi dell'articolo 63. Ove i criteri siano approvati dal comitato, ciò può risultare in una certificazione comune, il sigillo europeo per la protezione dei dati.
6. Il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento che sottopone il trattamento effettuato al meccanismo di certificazione fornisce all'organismo di certificazione di cui all'articolo 43 o, ove applicabile, all'autorità di controllo competente tutte le informazioni e l'accesso alle attività di trattamento necessarie a espletare la procedura di certificazione.
7. La certificazione è rilasciata al titolare del trattamento o responsabile del trattamento per un periodo massimo di tre anni e può essere rinnovata alle stesse condizioni purché continuino a essere soddisfatti i criteri pertinenti. La certificazione è revocata, se del caso, dagli organismi di certificazione di cui all'articolo 43 o dall'autorità di controllo competente, a seconda dei casi, qualora non siano o non siano più soddisfatti i criteri per la certificazione.
8. Il comitato raccoglie in un registro tutti i meccanismi di certificazione e i sigilli e i marchi di protezione dei dati e li rende pubblici con qualsiasi mezzo appropriato.
Articolo 43
Organismi di certificazione
1. Fatti salvi i compiti e i poteri dell'autorità di controllo competente di cui agli articoli 57 e 58, gli organismi di certificazione in possesso del livello adeguato di competenze riguardo alla protezione dei dati, rilasciano e rinnovano la certificazione, dopo averne informato l'autorità di controllo al fine di consentire alla stessa di esercitare i suoi poteri a norma dell'articolo 58, paragrafo 2, lettera h), ove necessario. Gli Stati membri garantiscono che tali organismi di certificazione siano accreditati da uno o entrambi dei seguenti organismi:
a) dall'autorità di controllo competente ai sensi degli articoli 55 o 56;
b) dall'organismo nazionale di accreditamento designato in virtù del regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 2 ) conformemente alla norma EN-ISO/IEC 17065/2012 e ai requisiti aggiuntivi stabiliti dall'autorità di controllo competente ai sensi degli articoli 55 o 56.
2. Gli organismi di certificazione di cui al paragrafo 1 sono accreditati in conformità di tale paragrafo solo se:
a) hanno dimostrato in modo convincente all'autorità di controllo competente di essere indipendenti e competenti riguardo al contenuto della certificazione;
b) si sono impegnati a rispettare i criteri di cui all'articolo 42, paragrafo 5, e approvati dall'autorità di controllo competente ai sensi degli articoli 55 o 56 o dal comitato, ai sensi dell'articolo 63;
c) hanno istituito procedure per il rilascio, il riesame periodico e la revoca delle certificazioni, dei sigilli e dei marchi di protezione dei dati;
d) hanno istituito procedure e strutture atte a gestire i reclami relativi a violazioni della certificazione o il modo in cui la certificazione è stata o è attuata dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento e a rendere dette procedure e strutture trasparenti per gli interessati e il pubblico; e
e) hanno dimostrato in modo convincente all'autorità di controllo competente che i compiti e le funzioni da loro svolti non danno adito a conflitto di interessi.
3. L'accreditamento degli organi di certificazione di cui ai paragrafi 1 e 2 del presente articolo ha luogo in base ai requisiti approvati dall'autorità di controllo competente ai sensi degli articoli 55 o 56 o dal comitato, ai sensi dell'articolo 63. In caso di accreditamento ai sensi del paragrafo 1, lettera b), del presente articolo, tali requisiti integrano quelli previsti dal regolamento (CE) n. 765/2008 nonché le norme tecniche che definiscono i metodi e le procedure degli organismi di certificazione.
4. Gli organismi di certificazione di cui al paragrafo 1 sono responsabili della corretta valutazione che comporta la certificazione o la revoca di quest'ultima, fatta salva la responsabilità del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento riguardo alla conformità al presente regolamento. L'accreditamento è rilasciato per un periodo massimo di cinque anni e può essere rinnovato alle stesse condizioni purché l'organismo di certificazione soddisfi i requisiti.
5. L'organismo di certificazione di cui al paragrafo 1 trasmette all'autorità di controllo competente i motivi del rilascio o della revoca della certificazione richiesta.
6. I requisiti di cui al paragrafo 3 del presente articolo e i criteri di cui all'articolo 42, paragrafo 5, sono resi pubblici dall'autorità di controllo in forma facilmente accessibile. Le autorità di controllo provvedono a trasmetterli anche al comitato.
7. Fatto salvo il capo VIII, l'autorità di controllo competente o l'organismo nazionale di accreditamento revoca l'accreditamento di un organismo di certificazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo, se le condizioni per l'accreditamento non sono, o non sono più, rispettate o se le misure adottate da un organismo di certificazione violano il presente regolamento.
8. Alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all'articolo 92 al fine di precisare i requisiti di cui tenere conto per i meccanismi di certificazione della protezione dei dati di cui all'articolo 42, paragrafo 1.
9. La Commissione può adottare atti di esecuzione per stabilire norme tecniche riguardanti i meccanismi di certificazione e i sigilli e marchi di protezione dei dati e le modalità per promuovere e riconoscere tali meccanismi di certificazione, i sigilli e marchi di protezione dei dati. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
CAPO V
Trasferimenti di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali
Articolo 44
Principio generale per il trasferimento
Qualunque trasferimento di dati personali oggetto di un trattamento o destinati a essere oggetto di un trattamento dopo il trasferimento verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale, compresi trasferimenti successivi di dati personali da un paese terzo o un'organizzazione internazionale verso un altro paese terzo o un'altra organizzazione internazionale, ha luogo soltanto se il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento rispettano le condizioni di cui al presente capo, fatte salve le altre disposizioni del presente regolamento. Tutte le disposizioni del presente capo sono applicate al fine di assicurare che il livello di protezione delle persone fisiche garantito dal presente regolamento non sia pregiudicato.
Articolo 45
Trasferimento sulla base di una decisione di adeguatezza
1. Il trasferimento di dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale è ammesso se la Commissione ha deciso che il paese terzo, un territorio o uno o più settori specifici all'interno del paese terzo, o l'organizzazione internazionale in questione garantiscono un livello di protezione adeguato. In tal caso il trasferimento non necessita di autorizzazioni specifiche.
2. Nel valutare l'adeguatezza del livello di protezione, la Commissione prende in considerazione in particolare i seguenti elementi:
a) lo stato di diritto, il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la pertinente legislazione generale e settoriale (anche in materia di sicurezza pubblica, difesa, sicurezza nazionale, diritto penale e accesso delle autorità pubbliche ai dati personali), così come l'attuazione di tale legislazione, le norme in materia di protezione dei dati, le norme professionali e le misure di sicurezza, comprese le norme per il trasferimento successivo dei dati personali verso un altro paese terzo o un'altra organizzazione internazionale osservate nel paese o dall'organizzazione internazionale in questione, la giurisprudenza nonché i diritti effettivi e azionabili degli interessati e un ricorso effettivo in sede amministrativa e giudiziaria per gli interessati i cui dati personali sono oggetto di trasferimento;
b) l'esistenza e l'effettivo funzionamento di una o più autorità di controllo indipendenti nel paese terzo o cui è soggetta un'organizzazione internazionale, con competenza per garantire e controllare il rispetto delle norme in materia di protezione dei dati, comprensiva di adeguati poteri di esecuzione, per assistere e fornire consulenza agli interessati in merito all'esercizio dei loro diritti e cooperare con le autorità di controllo degli Stati membri; e
c) gli impegni internazionali assunti dal paese terzo o dall'organizzazione internazionale in questione o altri obblighi derivanti da convenzioni o strumenti giuridicamente vincolanti come pure dalla loro partecipazione a sistemi multilaterali o regionali, in particolare in relazione alla protezione dei dati personali.
3. La Commissione, previa valutazione dell'adeguatezza del livello di protezione, può decidere, mediante atti di esecuzione, che un paese terzo, un territorio o uno o più settori specifici all'interno di un paese terzo, o un'organizzazione internazionale garantiscono un livello di protezione adeguato ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo. L'atto di esecuzione prevede un meccanismo di riesame periodico, almeno ogni quattro anni, che tenga conto di tutti gli sviluppi pertinenti nel paese terzo o nell'organizzazione internazionale. L'atto di esecuzione specifica il proprio ambito di applicazione geografico e settoriale e, ove applicabile, identifica la o le autorità di controllo di cui al paragrafo 2, lettera b), del presente articolo. L'atto di esecuzione è adottato secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
4. La Commissione controlla su base continuativa gli sviluppi nei paesi terzi e nelle organizzazioni internazionali che potrebbero incidere sul funzionamento delle decisioni adottate a norma del paragrafo 3 del presente articolo e delle decisioni adottate sulla base dell'articolo 25, paragrafo 6, della direttiva 95/46/CE.
5. Se risulta dalle informazioni disponibili, in particolare in seguito al riesame di cui al paragrafo 3 del presente articolo, che un paese terzo, un territorio o uno o più settori specifici all'interno di un paese terzo, o un'organizzazione internazionale non garantiscono più un livello di protezione adeguato ai sensi del paragrafo 2 del presente articolo, la Commissione revoca, modifica o sospende nella misura necessaria la decisione di cui al paragrafo 3 del presente articolo mediante atti di esecuzione senza effetto retroattivo. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2, o, in casi di estrema urgenza, secondo la procedura di cui all'articolo 93, paragrafo 3.
Per imperativi motivi di urgenza debitamente giustificati, la Commissione adotta atti di esecuzione immediatamente applicabili secondo la procedura di cui all'articolo 93, paragrafo 3.
6. La Commissione avvia consultazioni con il paese terzo o l'organizzazione internazionale per porre rimedio alla situazione che ha motivato la decisione di cui al paragrafo 5.
7. Una decisione ai sensi del paragrafo 5 del presente articolo lascia impregiudicato il trasferimento di dati personali verso il paese terzo, il territorio o uno o più settori specifici all'interno del paese terzo, o verso l'organizzazione internazionale in questione, a norma degli articoli da 46 a 49.
8. La Commissione pubblica nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea e sul suo sito web l'elenco dei paesi terzi, dei territori e settori specifici all'interno di un paese terzo, e delle organizzazioni internazionali per i quali ha deciso che è o non è più garantito un livello di protezione adeguato.
9. Le decisioni adottate dalla Commissione in base all'articolo 25, paragrafo 6, della direttiva 95/46/CE restano in vigore fino a quando non sono modificate, sostituite o abrogate da una decisione della Commissione adottata conformemente al paragrafo 3 o 5 del presente articolo.
Articolo 46
Trasferimento soggetto a garanzie adeguate
1. In mancanza di una decisione ai sensi dell'articolo 45, paragrafo 3, il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento può trasferire dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale solo se ha fornito garanzie adeguate e a condizione che gli interessati dispongano di diritti azionabili e mezzi di ricorso effettivi.
2. Possono costituire garanzie adeguate di cui al paragrafo 1 senza necessitare di autorizzazioni specifiche da parte di un'autorità di controllo:
a) uno strumento giuridicamente vincolante e avente efficacia esecutiva tra autorità pubbliche o organismi pubblici;
b) le norme vincolanti d'impresa in conformità dell'articolo 47;
c) le clausole tipo di protezione dei dati adottate dalla Commissione secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2;
d) le clausole tipo di protezione dei dati adottate da un'autorità di controllo e approvate dalla Commissione secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2;
e) un codice di condotta approvato a norma dell'articolo 40,unitamente all'impegno vincolante ed esecutivo da parte del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento nel paese terzo ad applicare le garanzie adeguate, anche per quanto riguarda i diritti degli interessati; o
f) un meccanismo di certificazione approvato a norma dell'articolo 42, unitamente all'impegno vincolante ed esigibile da parte del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento nel paese terzo ad applicare le garanzie adeguate, anche per quanto riguarda i diritti degli interessati.
3. Fatta salva l'autorizzazione dell'autorità di controllo competente, possono altresì costituire in particolare garanzie adeguate di cui al paragrafo 1:
a) le clausole contrattuali tra il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento e il titolare del trattamento, il responsabile del trattamento o il destinatario dei dati personali nel paese terzo o nell'organizzazione internazionale; o
b) le disposizioni da inserire in accordi amministrativi tra autorità pubbliche o organismi pubblici che comprendono diritti effettivi e azionabili per gli interessati.
4. L'autorità di controllo applica il meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63 nei casi di cui al paragrafo 3 del presente articolo.
5. Le autorizzazioni rilasciate da uno Stato membro o dall'autorità di controllo in base all'articolo 26, paragrafo 2, della direttiva 95/46/CE restano valide fino a quando non vengono modificate, sostituite o abrogate, se necessario, dalla medesima autorità di controllo. Le decisioni adottate dalla Commissione in base all'articolo 26, paragrafo 4, della direttiva 95/46/CE restano in vigore fino a quando non vengono modificate, sostituite o abrogate, se necessario, da una decisione della Commissione adottata conformemente al paragrafo 2 del presente articolo.
Articolo 47
Norme vincolanti d'impresa
1. L'autorità di controllo competente approva le norme vincolanti d'impresa in conformità del meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63, a condizione che queste:
a) siano giuridicamente vincolanti e si applichino a tutti i membri interessati del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune, compresi i loro dipendenti;
b) conferiscano espressamente agli interessati diritti azionabili in relazione al trattamento dei loro dati personali; e
c) soddisfino i requisiti di cui al paragrafo 2.
2. Le norme vincolanti d'impresa di cui al paragrafo 1 specificano almeno:
a) la struttura e le coordinate di contatto del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune e di ciascuno dei suoi membri;
b) i trasferimenti o il complesso di trasferimenti di dati, in particolare le categorie di dati personali, il tipo di trattamento e relative finalità, il tipo di interessati cui si riferiscono i dati e l'identificazione del paese terzo o dei paesi terzi in questione;
c) la loro natura giuridicamente vincolante, a livello sia interno che esterno;
d) l'applicazione dei principi generali di protezione dei dati, in particolare in relazione alla limitazione della finalità, alla minimizzazione dei dati, alla limitazione del periodo di conservazione, alla qualità dei dati, alla protezione fin dalla progettazione e alla protezione per impostazione predefinita, alla base giuridica del trattamento e al trattamento di categorie particolari di dati personali, le misure a garanzia della sicurezza dei dati e i requisiti per i trasferimenti successivi ad organismi che non sono vincolati dalle norme vincolanti d'impresa;
e) i diritti dell'interessato in relazione al trattamento e i mezzi per esercitarli, compresi il diritto di non essere sottoposto a decisioni basate unicamente sul trattamento automatizzato, compresa la profilazione ai sensi dell'articolo 22, il diritto di proporre reclamo all'autorità di controllo competente e di ricorrere alle autorità giurisdizionali competenti degli Stati membri conformemente all'articolo 79, e il diritto di ottenere riparazione e, se del caso, il risarcimento per violazione delle norme vincolanti d'impresa;
f) il fatto che il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento stabilito nel territorio di uno Stato membro si assume la responsabilità per qualunque violazione delle norme vincolanti d'impresa commesse da un membro interessato non stabilito nell'Unione; il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento può essere esonerato in tutto o in parte da tale responsabilità solo se dimostra che l'evento dannoso non è imputabile al membro in questione;
g) le modalità in base alle quali sono fornite all'interessato le informazioni sulle norme vincolanti d'impresa, in particolare sulle disposizioni di cui alle lettere d), e) e f), in aggiunta alle informazioni di cui agli articoli 13 e 14;
h) i compiti di qualunque responsabile della protezione dei dati designato ai sensi dell'articolo 37 o di ogni altra persona o entità incaricata del controllo del rispetto delle norme vincolanti d'impresa all'interno del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune e il controllo della formazione e della gestione dei reclami;
i) le procedure di reclamo;
j) i meccanismi all'interno del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune per garantire la verifica della conformità alle norme vincolanti d'impresa. Tali meccanismi comprendono verifiche sulla protezione dei dati e metodi per assicurare provvedimenti correttivi intesi a proteggere i diritti dell'interessato. I risultati di tale verifica dovrebbero essere comunicati alla persona o entità di cui alla lettera h) e all'organo amministrativo dell'impresa controllante del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune e dovrebbero essere disponibili su richiesta all'autorità di controllo competente;
k) i meccanismi per riferire e registrare le modifiche delle norme e comunicarle all'autorità di controllo;
l) il meccanismo di cooperazione con l'autorità di controllo per garantire la conformità da parte di ogni membro del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune, in particolare la messa a disposizione dell'autorità di controllo dei risultati delle verifiche delle misure di cui alla lettera j);
m) i meccanismi per segnalare all'autorità di controllo competente ogni requisito di legge cui è soggetto un membro del gruppo imprenditoriale o del gruppo di imprese che svolgono un'attività economica comune in un paese terzo che potrebbe avere effetti negativi sostanziali sulle garanzie fornite dalle norme vincolanti d'impresa; e
n) l'appropriata formazione in materia di protezione dei dati al personale che ha accesso permanente o regolare ai dati personali.
3. La Commissione può specificare il formato e le procedure per lo scambio di informazioni tra titolari del trattamento, responsabili del trattamento e autorità di controllo in merito alle norme vincolanti d'impresa ai sensi del presente articolo. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
Articolo 48
Trasferimento o comunicazione non autorizzati dal diritto dell'Unione
Le sentenze di un'autorità giurisdizionale e le decisioni di un'autorità amministrativa di un paese terzo che dispongono il trasferimento o la comunicazione di dati personali da parte di un titolare del trattamento o di un responsabile del trattamento possono essere riconosciute o assumere qualsivoglia carattere esecutivo soltanto se basate su un accordo internazionale in vigore tra il paese terzo richiedente e l'Unione o un suo Stato membro, ad esempio un trattato di mutua assistenza giudiziaria, fatti salvi gli altri presupposti di trasferimento a norma del presente capo.
Articolo 49
Deroghe in specifiche situazioni
1. In mancanza di una decisione di adeguatezza ai sensi dell'articolo 45, paragrafo 3, o di garanzie adeguate ai sensi dell'articolo 46, comprese le norme vincolanti d'impresa, è ammesso il trasferimento o un complesso di trasferimenti di dati personali verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale soltanto se si verifica una delle seguenti condizioni:
a) l'interessato abbia esplicitamente acconsentito al trasferimento proposto, dopo essere stato informato dei possibili rischi di siffatti trasferimenti per l'interessato, dovuti alla mancanza di una decisione di adeguatezza e di garanzie adeguate;
b) il trasferimento sia necessario all'esecuzione di un contratto concluso tra l'interessato e il titolare del trattamento ovvero all'esecuzione di misure precontrattuali adottate su istanza dell'interessato;
c) il trasferimento sia necessario per la conclusione o l'esecuzione di un contratto stipulato tra il titolare del trattamento e un'altra persona fisica o giuridica a favore dell'interessato;
d) il trasferimento sia necessario per importanti motivi di interesse pubblico;
e) il trasferimento sia necessario per accertare, esercitare o difendere un diritto in sede giudiziaria;
f) il trasferimento sia necessario per tutelare gli interessi vitali dell'interessato o di altre persone, qualora l'interessato si trovi nell'incapacità fisica o giuridica di prestare il proprio consenso;
g) il trasferimento sia effettuato a partire da un registro che, a norma del diritto dell'Unione o degli Stati membri, mira a fornire informazioni al pubblico e può esser consultato tanto dal pubblico in generale quanto da chiunque sia in grado di dimostrare un legittimo interesse, solo a condizione che sussistano i requisiti per la consultazione previsti dal diritto dell'Unione o degli Stati membri.
Se non è possibile basare il trasferimento su una disposizione dell'articolo 45 o 46, comprese le disposizioni sulle norme vincolanti d'impresa, e nessuna delle deroghe in specifiche situazioni a norma del primo comma del presente paragrafo è applicabile, il trasferimento verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale sia ammesso soltanto se non è ripetitivo, riguarda un numero limitato di interessati, è necessario per il perseguimento degli interessi legittimi cogenti del titolare del trattamento, su cui non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà dell'interessato, e qualora il titolare e del trattamento abbia valutato tutte le circostanze relative al trasferimento e sulla base di tale valutazione abbia fornito garanzie adeguate relativamente alla protezione dei dati personali. Il titolare del trattamento informa del trasferimento l'autorità di controllo. In aggiunta alla fornitura di informazioni di cui agli articoli 13 e 14, il titolare del trattamento informa l'interessato del trasferimento e degli interessi legittimi cogenti perseguiti.
2. Il trasferimento di cui al paragrafo 1, primo comma, lettera g), non può riguardare la totalità dei dati personali o intere categorie di dati personali contenute nel registro. Se il registro è destinato a essere consultato da persone aventi un legittimo interesse, il trasferimento è ammesso soltanto su richiesta di tali persone o qualora tali persone ne siano le destinatarie.
3. Il primo comma, lettere a), b) e c), e il secondo comma del paragrafo 1 non si applicano alle attività svolte dalle autorità pubbliche nell'esercizio dei pubblici poteri.
4. L'interesse pubblico di cui al paragrafo 1, primo comma, lettera d), è riconosciuto dal diritto dell'Unione o dal diritto dello Stato membro cui è soggetto il titolare del trattamento.
5. In mancanza di una decisione di adeguatezza, il diritto dell'Unione o degli Stati membri può, per importanti motivi di interesse pubblico, fissare espressamente limiti al trasferimento di categorie specifiche di dati verso un paese terzo o un'organizzazione internazionale. Gli Stati membri notificano tali disposizioni alla Commissione.
6. Il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento attesta nel registro di cui all'articolo 30 la valutazione e le garanzie adeguate di cui al paragrafo 1, secondo comma, del presente articolo.
Articolo 50
Cooperazione internazionale per la protezione dei dati personali
In relazione ai paesi terzi e alle organizzazioni internazionali, la Commissione e le autorità di controllo adottano misure appropriate per:
a) sviluppare meccanismi di cooperazione internazionale per facilitare l'applicazione efficace della legislazione sulla protezione dei dati personali;
b) prestare assistenza reciproca a livello internazionale nell'applicazione della legislazione sulla protezione dei dati personali, in particolare mediante notificazione, deferimento dei reclami, assistenza alle indagini e scambio di informazioni, fatte salve garanzie adeguate per la protezione dei dati personali e gli altri diritti e libertà fondamentali;
c) coinvolgere le parti interessate pertinenti in discussioni e attività dirette a promuovere la cooperazione internazionale nell'applicazione della legislazione sulla protezione dei dati personali;
d) promuovere lo scambio e la documentazione delle legislazioni e prassi in materia di protezione dei dati personali, compresi i conflitti di giurisdizione con paesi terzi.
CAPO VI
Autorità di controllo indipendenti
Sezione 1
Indipendenza
Articolo 51
Autorità di controllo
1. Ogni Stato membro dispone che una o più autorità pubbliche indipendenti siano incaricate di controllare l'applicazione del presente regolamento al fine di tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche con riguardo al trattamento e di agevolare la libera circolazione dei dati personali all'interno dell'Unione («autorità di controllo»).
2. Ogni autorità di controllo contribuisce alla coerente applicazione del presente regolamento in tutta l'Unione. A tale scopo, le autorità di controllo cooperano tra loro e con la Commissione, conformemente al capo VII.
3. Qualora in uno Stato membro siano istituite più autorità di controllo, detto Stato membro designa l'autorità di controllo che rappresenta tali autorità nel comitato e stabilisce il meccanismo in base al quale le altre autorità si conformano alle norme relative al meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63.
4. Ogni Stato membro notifica alla Commissione le disposizioni di legge adottate ai sensi del presente capo al più tardi entro il 25 maggio 2018, e comunica senza ritardo ogni successiva modifica.
Articolo 52
Indipendenza
1. Ogni autorità di controllo agisce in piena indipendenza nell'adempimento dei propri compiti e nell'esercizio dei propri poteri conformemente al presente regolamento.
2. Nell'adempimento dei rispettivi compiti e nell'esercizio dei rispettivi poteri previsti dal presente regolamento, il membro o i membri di ogni autorità di controllo non subiscono pressioni esterne, né dirette, né indirette, e non sollecitano né accettano istruzioni da alcuno.
3. Il membro o i membri dell'autorità di controllo si astengono da qualunque azione incompatibile con le loro funzioni e per tutta la durata del mandato non possono esercitare alcuna altra attività incompatibile, remunerata o meno.
4. Ogni Stato membro provvede affinché ogni autorità di controllo sia dotata delle risorse umane, tecniche e finanziarie, dei locali e delle infrastrutture necessari per l'effettivo adempimento dei suoi compiti e l'esercizio dei propri poteri, compresi quelli nell'ambito dell'assistenza reciproca, della cooperazione e della partecipazione al comitato.
5. Ogni Stato membro provvede affinché ogni autorità di controllo selezioni e disponga di proprio personale, soggetto alla direzione esclusiva del membro o dei membri dell'autorità di controllo interessata.
6. Ogni Stato membro provvede affinché ogni autorità di controllo sia soggetta a un controllo finanziario che non ne pregiudichi l'indipendenza e disponga di bilanci annuali, separati e pubblici, che possono far parte del bilancio generale statale o nazionale.
Articolo 53
Condizioni generali per i membri dell'autorità di controllo
1. Gli Stati membri dispongono che ciascun membro delle rispettive autorità di controllo sia nominato attraverso una procedura trasparente:
— dal rispettivo parlamento;
— dal rispettivo governo;
— dal rispettivo capo di Stato; oppure
— da un organismo indipendente incaricato della nomina a norma del diritto dello Stato membro.
2. Ogni membro possiede le qualifiche, l'esperienza e le competenze, in particolare nel settore della protezione dei dati personali, richieste per l'esercizio delle sue funzioni e dei suoi poteri.
3. Il mandato dei membri cessa alla scadenza del termine o in caso di dimissioni volontarie o di provvedimento d'ufficio, a norma del diritto dello Stato membro interessato.
4. Un membro è rimosso solo in casi di colpa grave o se non soddisfa più le condizioni richieste per l'esercizio delle sue funzioni.
Articolo 54
Norme sull'istituzione dell'autorità di controllo
1. Ogni Stato membro prevede con legge tutte le condizioni seguenti:
a) l'istituzione di ogni autorità di controllo;
b) le qualifiche e le condizioni di idoneità richieste per essere nominato membro di ogni autorità di controllo;
c) le norme e le procedure per la nomina del membro o dei membri di ogni autorità di controllo;
d) la durata del mandato del membro o dei membri di ogni autorità di controllo non inferiore a quattro anni, salvo per le prime nomine dopo il 24 maggio 2016, alcune delle quali possono avere una durata inferiore qualora ciò sia necessario per tutelare l'indipendenza dell'autorità di controllo mediante una procedura di nomina scaglionata;
e) l'eventuale rinnovabilità e, in caso positivo, il numero di rinnovi del mandato del membro o dei membri di ogni autorità di controllo;
f) le condizioni che disciplinano gli obblighi del membro o dei membri e del personale di ogni autorità di controllo, i divieti relativi ad attività, professioni e benefici incompatibili con tali obblighi durante e dopo il mandato e le regole che disciplinano la cessazione del rapporto di lavoro.
2. Il membro o i membri e il personale di ogni autorità di controllo sono tenuti, in virtù del diritto dell'Unione o degli Stati membri, al segreto professionale in merito alle informazioni riservate cui hanno avuto accesso nell'esecuzione dei loro compiti o nell'esercizio dei loro poteri, sia durante che dopo il mandato. Per tutta la durata del loro mandato, tale obbligo del segreto professionale si applica in particolare alle segnalazioni da parte di persone fisiche di violazioni del presente regolamento.
Sezione 2
Competenza, compiti e poteri
Articolo 55
Competenza
1. Ogni autorità di controllo è competente a eseguire i compiti assegnati e a esercitare i poteri a essa conferiti a norma del presente regolamento nel territorio del rispettivo Stato membro.
2. Se il trattamento è effettuato da autorità pubbliche o organismi privati che agiscono sulla base dell'articolo 6, paragrafo 1, lettera c) o e), è competente l'autorità di controllo dello Stato membro interessato. In tal caso, non si applica l'articolo 56.
3. Le autorità di controllo non sono competenti per il controllo dei trattamenti effettuati dalle autorità giurisdizionali nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali.
Articolo 56
Competenza dell'autorità di controllo capofila
1. Fatto salvo l’articolo 55, l’autorità di controllo dello stabilimento principale o dello stabilimento unico del titolare del trattamento o responsabile del trattamento è competente ad agire in qualità di autorità di controllo capofila per i trattamenti transfrontalieri effettuati dal suddetto titolare del trattamento o responsabile del trattamento, secondo la procedura di cui all’articolo 60.
2. In deroga al paragrafo 1, ogni autorità di controllo è competente per la gestione dei reclami a essa proposti o di eventuali violazioni del presente regolamento se l'oggetto riguarda unicamente uno stabilimento nel suo Stato membro o incide in modo sostanziale sugli interessati unicamente nel suo Stato membro.
3. Nei casi indicati al paragrafo 2 del presente articolo, l'autorità di controllo informa senza ritardo l'autorità di controllo capofila in merito alla questione. Entro un termine di tre settimane da quando è stata informata, l'autorità di controllo capofila decide se intende o meno trattare il caso secondo la procedura di cui all'articolo 60, tenendo conto dell'esistenza o meno di uno stabilimento del titolare del trattamento o responsabile del trattamento nello Stato membro dell'autorità di controllo che l'ha informata.
4. Qualora l'autorità di controllo capofila decida di trattare il caso, si applica la procedura di cui all'articolo 60. L'autorità di controllo che ha informato l'autorità di controllo capofila può presentare a quest'ultima un progetto di decisione. L'autorità di controllo capofila tiene nella massima considerazione tale progetto nella predisposizione del progetto di decisione di cui all'articolo 60, paragrafo 3.
5. Nel caso in cui l'autorità di controllo capofila decida di non trattarlo, l'autorità di controllo che ha informato l'autorità di controllo capofila tratta il caso conformemente agli articoli 61 e 62.
6. L'autorità di controllo capofila è l'unico interlocutore del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento in merito al trattamento transfrontaliero effettuato da tale titolare del trattamento o responsabile del trattamento.
Articolo 57
Compiti
1. Fatti salvi gli altri compiti indicati nel presente regolamento, sul proprio territorio ogni autorità di controllo:
a) sorveglia e assicura l'applicazione del presente regolamento;
b) promuove la consapevolezza e favorisce la comprensione del pubblico riguardo ai rischi, alle norme, alle garanzie e ai diritti in relazione al trattamento. Sono oggetto di particolare attenzione le attività destinate specificamente ai minori;
c) fornisce consulenza, a norma del diritto degli Stati membri, al parlamento nazionale, al governo e ad altri organismi e istituzioni in merito alle misure legislative e amministrative relative alla protezione dei diritti e delle libertà delle persone fisiche con riguardo al trattamento;
d) promuove la consapevolezza dei titolari del trattamento e dei responsabili del trattamento riguardo agli obblighi imposti loro dal presente regolamento;
e) su richiesta, fornisce informazioni all'interessato in merito all'esercizio dei propri diritti derivanti dal presente regolamento e, se del caso, coopera a tal fine con le autorità di controllo di altri Stati membri;
f) tratta i reclami proposti da un interessato, o da un organismo, un'organizzazione o un'associazione ai sensi dell'articolo 80, e svolge le indagini opportune sull'oggetto del reclamo e informa il reclamante dello stato e dell'esito delle indagini entro un termine ragionevole, in particolare ove siano necessarie ulteriori indagini o un coordinamento con un'altra autorità di controllo;
g) collabora, anche tramite scambi di informazioni, con le altre autorità di controllo e presta assistenza reciproca al fine di garantire l'applicazione e l'attuazione coerente del presente regolamento;
h) svolge indagini sull'applicazione del presente regolamento, anche sulla base di informazioni ricevute da un'altra autorità di controllo o da un'altra autorità pubblica;
i) sorveglia gli sviluppi che presentano un interesse, se e in quanto incidenti sulla protezione dei dati personali, in particolare l'evoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e le prassi commerciali;
j) adotta le clausole contrattuali tipo di cui all'articolo 28, paragrafo 8, e all'articolo 46, paragrafo 2, lettera d);
k) redige e tiene un elenco in relazione al requisito di una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati ai sensi dell'articolo 35, paragrafo 4;
l) offre consulenza sui trattamenti di cui all'articolo 36, paragrafo 2;
m) incoraggia l'elaborazione di codici di condotta ai sensi dell'articolo 40, paragrafo 1, e fornisce un parere su tali codici di condotta e approva quelli che forniscono garanzie sufficienti, a norma dell'articolo 40, paragrafo 5;
n) incoraggia l'istituzione di meccanismi di certificazione della protezione dei dati nonché di sigilli e marchi di protezione dei dati a norma dell'articolo 42, paragrafo 1, e approva i criteri di certificazione a norma dell'articolo 42, paragrafo 5;
o) ove applicabile, effettua un riesame periodico delle certificazioni rilasciate in conformità dell'articolo 42, paragrafo 7;
p) definisce e pubblica i requisiti per l'accreditamento di un organismo per il controllo dei codici di condotta ai sensi dell'articolo 41 e di un organismo di certificazione ai sensi dell'articolo 43;
q) effettua l'accreditamento di un organismo per il controllo dei codici di condotta ai sensi dell'articolo 41 e di un organismo di certificazione ai sensi dell'articolo 43;
r) autorizza le clausole contrattuali e le altre disposizioni di cui all'articolo 46, paragrafo 3;
s) approva le norme vincolanti d'impresa ai sensi dell'articolo 47;
t) contribuisce alle attività del comitato;
u) tiene registri interni delle violazioni del presente regolamento e delle misure adottate in conformità dell'articolo 58, paragrafo 2; e
v) svolge qualsiasi altro compito legato alla protezione dei dati personali.
2. Ogni autorità di controllo agevola la proposizione di reclami di cui al paragrafo 1, lettera f), tramite misure quali un modulo per la proposizione dei reclami compilabile anche elettronicamente, senza escludere altri mezzi di comunicazione.
3. Ogni autorità di controllo svolge i propri compiti senza spese né per l'interessato né, ove applicabile, per il responsabile della protezione dei dati.
4. Qualora le richieste siano manifestamente infondate o eccessive, in particolare per il carattere ripetitivo, l'autorità di controllo può addebitare un contributo spese ragionevole basato sui costi amministrativi o rifiutarsi di soddisfare la richiesta. Incombe all'autorità di controllo dimostrare il carattere manifestamente infondato o eccessivo della richiesta.
Articolo 58
Poteri
1. Ogni autorità di controllo ha tutti i poteri di indagine seguenti:
a) ingiungere al titolare del trattamento e al responsabile del trattamento e, ove applicabile, al rappresentante del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento, di fornirle ogni informazione di cui necessiti per l'esecuzione dei suoi compiti;
b) condurre indagini sotto forma di attività di revisione sulla protezione dei dati;
c) effettuare un riesame delle certificazioni rilasciate in conformità dell'articolo 42, paragrafo 7;
d) notificare al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento le presunte violazioni del presente regolamento;
e) ottenere, dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento, l'accesso a tutti i dati personali e a tutte le informazioni necessarie per l'esecuzione dei suoi compiti; e
f) ottenere accesso a tutti i locali del titolare del trattamento e del responsabile del trattamento, compresi tutti gli strumenti e mezzi di trattamento dei dati, in conformità con il diritto dell'Unione o il diritto processuale degli Stati membri.
2. Ogni autorità di controllo ha tutti i poteri correttivi seguenti:
a) rivolgere avvertimenti al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento sul fatto che i trattamenti previsti possono verosimilmente violare le disposizioni del presente regolamento;
b) rivolgere ammonimenti al titolare e del trattamento o al responsabile del trattamento ove i trattamenti abbiano violato le disposizioni del presente regolamento;
c) ingiungere al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento di soddisfare le richieste dell'interessato di esercitare i diritti loro derivanti dal presente regolamento;
d) ingiungere al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento di conformare i trattamenti alle disposizioni del presente regolamento, se del caso, in una determinata maniera ed entro un determinato termine;
e) ingiungere al titolare del trattamento di comunicare all'interessato una violazione dei dati personali;
f) imporre una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento, incluso il divieto di trattamento;
g) ordinare la rettifica, la cancellazione di dati personali o la limitazione del trattamento a norma degli articoli 16, 17 e 18 e la notificazione di tali misure ai destinatari cui sono stati comunicati i dati personali ai sensi dell'articolo 17, paragrafo 2, e dell'articolo 19;
h) revocare la certificazione o ingiungere all'organismo di certificazione di ritirare la certificazione rilasciata a norma degli articoli 42 e 43, oppure ingiungere all'organismo di certificazione di non rilasciare la certificazione se i requisiti per la certificazione non sono o non sono più soddisfatti;
i) infliggere una sanzione amministrativa pecuniaria ai sensi dell'articolo 83, in aggiunta alle misure di cui al presente paragrafo, o in luogo di tali misure, in funzione delle circostanze di ogni singolo caso; e
j) ordinare la sospensione dei flussi di dati verso un destinatario in un paese terzo o un'organizzazione internazionale.
3. Ogni autorità di controllo ha tutti i poteri autorizzativi e consultivi seguenti:
a) fornire consulenza al titolare del trattamento, secondo la procedura di consultazione preventiva di cui all'articolo 36;
b) rilasciare, di propria iniziativa o su richiesta, pareri destinati al parlamento nazionale, al governo dello Stato membro, oppure, conformemente al diritto degli Stati membri, ad altri organismi e istituzioni e al pubblico su questioni riguardanti la protezione dei dati personali;
c) autorizzare il trattamento di cui all'articolo 36, paragrafo 5, se il diritto dello Stato membro richiede una siffatta autorizzazione preliminare;
d) rilasciare un parere sui progetti di codici di condotta e approvarli, ai sensi dell'articolo 40, paragrafo 5;
e) accreditare gli organismi di certificazione a norma dell'articolo 43;
f) rilasciare certificazioni e approvare i criteri di certificazione conformemente all'articolo 42, paragrafo 5;
g) adottare le clausole tipo di protezione dei dati di cui all'articolo 28, paragrafo 8, e all'articolo 46, paragrafo 2, lettera d);
h) autorizzare le clausole contrattuali di cui all'articolo 46, paragrafo 3, lettera a);
i) autorizzare gli accordi amministrativi di cui all'articolo 46, paragrafo 3, lettera b);
j) approvare le norme vincolanti d'impresa ai sensi dell'articolo 47.
4. L'esercizio da parte di un'autorità di controllo dei poteri attribuitile dal presente articolo è soggetto a garanzie adeguate, inclusi il ricorso giurisdizionale effettivo e il giusto processo, previste dal diritto dell'Unione e degli Stati membri conformemente alla Carta.
5. Ogni Stato membro dispone per legge che la sua autorità di controllo abbia il potere di intentare un'azione o di agire in sede giudiziale o, ove del caso, stragiudiziale in caso di violazione del presente regolamento per far rispettare le disposizioni dello stesso.
6. Ogni Stato membro può prevedere per legge che la sua autorità di controllo abbia ulteriori poteri rispetto a quelli di cui ai paragrafi 1, 2 e 3. L'esercizio di tali poteri non pregiudica l'operatività effettiva del capo VII.
Articolo 59
Relazioni sull'attività
Ogni autorità di controllo elabora una relazione annuale sulla propria attività, in cui può figurare un elenco delle tipologie di violazioni notificate e di misure adottate a norma dell'articolo 58, paragrafo 2. Tali relazioni sono trasmesse al parlamento nazionale, al governo e alle altre autorità designate dal diritto dello Stato membro. Esse sono messe a disposizione del pubblico, della Commissione e del comitato.
CAPO VII
Cooperazione e coerenza
Sezione 1
Cooperazione
Articolo 60
Cooperazione tra l'autorità di controllo capofila e le altre autorità di controllo interessate
1. L'autorità di controllo capofila coopera con le altre autorità di controllo interessate conformemente al presente articolo nell'adoperarsi per raggiungere un consenso. L'autorità di controllo capofila e le autorità di controllo interessate si scambiano tutte le informazioni utili.
2. L'autorità di controllo capofila può chiedere in qualunque momento alle altre autorità di controllo interessate di fornire assistenza reciproca a norma dell'articolo 61 e può condurre operazioni congiunte a norma dell'articolo 62, in particolare per lo svolgimento di indagini o il controllo dell'attuazione di una misura riguardante un titolare del trattamento o responsabile del trattamento stabilito in un altro Stato membro.
3. L'autorità di controllo capofila comunica senza ritardo le informazioni utili sulla questione alle altre autorità di controllo interessate. Trasmette senza indugio alle altre autorità di controllo interessate un progetto di decisione per ottenere il loro parere e tiene debitamente conto delle loro opinioni.
4. Se una delle altre autorità di controllo interessate solleva un'obiezione pertinente e motivata al progetto di decisione entro un termine di quattro settimane dopo essere stata consultata conformemente al paragrafo 3 del presente articolo, l'autorità di controllo capofila, ove non dia seguito all'obiezione pertinente e motivata o ritenga l'obiezione non pertinente o non motivata, sottopone la questione al meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63.
5. L'autorità di controllo capofila, qualora intenda dare seguito all'obiezione pertinente e motivata sollevata, trasmette un progetto di decisione riveduto alle altre autorità di controllo interessate per ottenere il loro parere. Tale progetto di decisione riveduto è soggetto alla procedura di cui al paragrafo 4 entro un termine di due settimane.
6. Se nessuna delle altre autorità di controllo interessate ha sollevato obiezioni al progetto di decisione trasmesso dall'autorità di controllo capofila entro il termine di cui ai paragrafi 4 e 5, si deve considerare che l'autorità di controllo capofila e le autorità di controllo interessate concordano su tale progetto di decisione e sono da esso vincolate.
7. L'autorità di controllo capofila adotta la decisione e la notifica allo stabilimento principale o allo stabilimento unico del titolare del trattamento o responsabile del trattamento, a seconda dei casi, e informa le altre autorità di controllo interessate e il comitato la decisione in questione, compresa una sintesi dei fatti e delle motivazioni pertinenti. L'autorità di controllo cui è stato proposto un reclamo informa il reclamante riguardo alla decisione.
8. In deroga al paragrafo 7, in caso di archiviazione o di rigetto di un reclamo, l'autorità di controllo cui è stato proposto il reclamo adotta la decisione e la notifica al reclamante e ne informa il titolare del trattamento.
9. Se l'autorità di controllo capofila e le autorità di controllo interessate convengono di archiviare o rigettare parti di un reclamo e di intervenire su altre parti di tale reclamo, è adottata una decisione separata per ciascuna di tali parti della questione. L'autorità di controllo capofila adotta la decisione per la parte riguardante azioni in relazione al titolare del trattamento e la notifica allo stabilimento principale o allo stabilimento unico del responsabile del trattamento o del responsabile del trattamento sul territorio del suo Stato membro e ne informa il reclamante, mentre l'autorità di controllo del reclamante adotta la decisione per la parte riguardante l'archiviazione o il rigetto di detto reclamo, la notifica a detto reclamante e ne informa il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento.
10. Dopo aver ricevuto la notifica della decisione dell'autorità di controllo capofila a norma dei paragrafi 7 e 9, il titolare del trattamento o responsabile del trattamento adotta le misure necessarie per garantire la conformità alla decisione per quanto riguarda le attività di trattamento nel contesto di tutti i suoi stabilimenti nell'Unione. Il titolare del trattamento o responsabile del trattamento notifica le misure adottate per conformarsi alla decisione all'autorità di controllo capofila, che ne informa le altre autorità di controllo interessate.
11. Qualora, in circostanze eccezionali, un'autorità di controllo interessata abbia motivo di ritenere che urga intervenire per tutelare gli interessi degli interessati, si applica la procedura d'urgenza di cui all'articolo 66.
12. L'autorità di controllo capofila e le altre autorità di controllo interessate si scambiano reciprocamente con mezzi elettronici, usando un modulo standard, le informazioni richieste a norma del presente articolo.
Articolo 61
Assistenza reciproca
1. Le autorità di controllo si scambiano le informazioni utili e si prestano assistenza reciproca al fine di attuare e applicare il presente regolamento in maniera coerente, e mettono in atto misure per cooperare efficacemente tra loro. L'assistenza reciproca comprende, in particolare, le richieste di informazioni e le misure di controllo, quali le richieste di autorizzazioni e consultazioni preventive e le richieste di effettuare ispezioni e indagini.
2. Ogni autorità di controllo adotta tutte le misure opportune necessarie per dare seguito alle richieste delle altre autorità di controllo senza ingiustificato ritardo e comunque entro un mese dal ricevimento della richiesta. Tali misure possono consistere, in particolare, nella trasmissione di informazioni utili sullo svolgimento di un'indagine.
3. La richiesta di assistenza contiene tutte le informazioni necessarie, compresi lo scopo e i motivi della richiesta. Le informazioni scambiate sono utilizzate ai soli fini per cui sono state richieste.
4. L'autorità di controllo richiesta non deve rifiutare di dare seguito alla richiesta, salvo che:
a) non sia competente per trattare l'oggetto della richiesta o per le misure cui deve dare esecuzione; o
b) l'accoglimento della richiesta violi le disposizioni del presente regolamento o il diritto dell'Unione o dello Stato membro cui è soggetta l'autorità di controllo che riceve la richiesta.
5. L'autorità di controllo richiesta informa l'autorità di controllo richiedente dell'esito o, a seconda dei casi, dei progressi delle misure adottate per rispondere alla richiesta. L'autorità di controllo richiesta deve fornire le motivazioni del rigetto della richiesta.
6. Di norma, le autorità di controllo richieste forniscono con mezzi elettronici, usando un modulo standard, le informazioni richieste da altre autorità di controllo.
7. Le autorità di controllo richieste non impongono alcuna spesa per le misure da loro adottate a seguito di una richiesta di assistenza reciproca. Le autorità di controllo possono concordare disposizioni di indennizzo reciproco per spese specifiche risultanti dalla prestazione di assistenza reciproca in circostanze eccezionali.
8. Qualora l'autorità di controllo non fornisca le informazioni di cui al paragrafo 5 del presente articolo, entro un mese dal ricevimento della richiesta di un'altra autorità di controllo, l'autorità di controllo richiedente può adottare misure provvisorie nel territorio del suo Stato membro ai sensi dell'articolo 55, paragrafo 1. Si considera, in tal caso, che urga intervenire ai sensi dell'articolo 66, paragrafo 1, e che sia necessaria una decisione vincolante d'urgenza da parte del comitato a norma dell'articolo 66, paragrafo 2.
9. La Commissione può, mediante atti di esecuzione, specificare il formato e le procedure per l'assistenza reciproca di cui al presente articolo e le modalità per lo scambio di informazioni con mezzi elettronici tra autorità di controllo e tra le autorità di controllo e il comitato, in particolare il modulo standard di cui al paragrafo 6 del presente articolo. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
Articolo 62
Operazioni congiunte delle autorità di controllo
1. Se del caso, le autorità di controllo conducono operazioni congiunte, incluse indagini congiunte e misure di contrasto congiunte, cui partecipano membri o personale di autorità di controllo di altri Stati membri.
2. Qualora il titolare del trattamento o responsabile del trattamento abbia stabilimenti in vari Stati membri o qualora esista la probabilità che il trattamento abbia su un numero significativo di interessati in più di uno Stato membro un impatto negativo sostanziale, un'autorità di controllo di ogni Stato membro in questione ha il diritto di partecipare alle operazioni congiunte. L'autorità di controllo che è competente conformemente all'articolo 56, paragrafo 1, o all'articolo 56 paragrafo 4, invita l'autorità di controllo di ogni Stato membro interessato a partecipare all'operazione congiunta in questione e risponde senza ritardo alle richieste di partecipazione delle autorità di controllo.
3. Un'autorità di controllo può, in conformità del diritto degli Stati membri e con l'autorizzazione dell'autorità di controllo ospitata, conferire poteri, anche d'indagine, ai membri o al personale dell'autorità di controllo ospitata che partecipano alle operazioni congiunte o consentire ai membri o al personale dell'autorità di controllo ospitata, nella misura in cui il diritto dello Stato membro dell'autorità di controllo ospite lo permette, di esercitare i loro poteri d'indagine in conformità del diritto dello Stato membro dell'autorità di controllo ospitata. Tali poteri d'indagine possono essere esercitati unicamente sotto il controllo e in presenza di membri o personale dell'autorità di controllo ospite. I membri o il personale dell'autorità di controllo ospitata sono soggetti al diritto dello Stato membro dell'autorità di controllo ospite.
4. Qualora, in conformità del paragrafo 1, il personale di un'autorità di controllo ospitata operi in un altro Stato membro, lo Stato membro dell'autorità di controllo ospite si assume la responsabilità del suo operato, compreso l'obbligo di risarcimento, per i danni causati da detto personale nel corso delle operazioni, conformemente al diritto dello Stato membro nel cui territorio esso opera.
5. Lo Stato membro nel cui territorio sono stati causati i danni risarcisce tali danni alle condizioni applicabili ai danni causati dal proprio personale. Lo Stato membro dell'autorità di controllo ospitata il cui personale ha causato danni a terzi nel territorio di un altro Stato membro rimborsa integralmente a tale altro Stato membro importi corrisposti agli aventi diritto per conto di detti terzi.
6. Fatto salvo l'esercizio dei suoi diritti nei confronti di terzi e fatta eccezione per il paragrafo 5, ciascuno Stato membro rinuncia, nel caso previsto al paragrafo 1, a chiedere a un altro Stato membro il risarcimento dei danni di cui al paragrafo 4.
7. Qualora sia prevista un'operazione congiunta e un'autorità di controllo non si conformi entro un mese all'obbligo di cui al paragrafo 2, seconda frase, del presente articolo, le altre autorità di controllo possono adottare misure provvisorie nel territorio del loro Stato membro ai sensi dell'articolo 55. Si considera, in tal caso, che urga intervenire ai sensi dell'articolo 66, paragrafo 1, e che siano necessari un parere o una decisione vincolante d'urgenza da parte del comitato a norma dell'articolo 66, paragrafo 2.
Sezione 2
Coerenza
Articolo 63
Meccanismo di coerenza
Al fine di contribuire all'applicazione coerente del presente regolamento in tutta l'Unione, le autorità di controllo cooperano tra loro e, se del caso, con la Commissione mediante il meccanismo di coerenza stabilito nella presente sezione.
Articolo 64
Parere del comitato europeo per la protezione dei dati
1. Il comitato emette un parere ove un'autorità di controllo competente intenda adottare una delle misure in appresso. A tal fine, l'autorità di controllo competente comunica il progetto di decisione al comitato, quando la decisione:
a) è finalizzata a stabilire un elenco di trattamenti soggetti al requisito di una valutazione d'impatto sulla protezione dei dati ai sensi dell'articolo 35, paragrafo 4;
b) riguarda una questione di cui all'articolo 40, paragrafo 7, relativa alla conformità al presente regolamento di un progetto di codice di condotta o una modifica o proroga di un codice di condotta;
c) è finalizzata ad approvare i requisiti per l'accreditamento di un organismo ai sensi dell'articolo 41, paragrafo 3, di un organismo di certificazione ai sensi dell'articolo 43, paragrafo 3, o i criteri per la certificazione di cui all'articolo 42, paragrafo 5;
d) è finalizzata a determinare clausole tipo di protezione dei dati di cui all'articolo 46, paragrafo 2, lettera d), e all'articolo 28, paragrafo 8;
e) è finalizzata ad autorizzare clausole contrattuali di cui all'articolo 46, paragrafo 3 , lettera a); oppure
f) è finalizzata ad approvare norme vincolanti d'impresa ai sensi dell'articolo 47.
2. Qualsiasi autorità di controllo, il presidente del comitato o la Commissione può richiedere che le questioni di applicazione generale o che producono effetti in più di uno Stato membro siano esaminate dal comitato al fine di ottenere un parere, in particolare se un'autorità di controllo competente non si conforma agli obblighi relativi all'assistenza reciproca ai sensi dell'articolo 61 o alle operazioni congiunte ai sensi dell'articolo 62.
3. Nei casi di cui ai paragrafi 1 e 2, il comitato emette un parere sulla questione che gli è stata presentata, purché non abbia già emesso un parere sulla medesima questione. Tale parere è adottato entro un termine di otto settimane a maggioranza semplice dei membri del comitato. Tale termine può essere prorogato di sei settimane, tenendo conto della complessità della questione. Per quanto riguarda il progetto di decisione di cui al paragrafo 1 trasmesso ai membri del comitato conformemente al paragrafo 5, il membro che non abbia sollevato obiezioni entro un termine ragionevole indicato dal presidente è considerato assentire al progetto di decisione.
4. Senza ingiustificato ritardo, le autorità di controllo e la Commissione comunicano per via elettronica, usando un modulo standard, al comitato tutte le informazioni utili, in particolare, a seconda del caso, una sintesi dei fatti, il progetto di decisione, i motivi che rendono necessaria l'attuazione di tale misura e i pareri delle altre autorità di controllo interessate.
5. Il presidente del comitato informa, senza ingiustificato ritardo, con mezzi elettronici:
a) i membri del comitato e la Commissione di tutte le informazioni utili che sono state comunicate al comitato con modulo standard. Se necessario, il segretariato del comitato fornisce una traduzione delle informazioni utili; e
b) l'autorità di controllo di cui, secondo i casi, ai paragrafi 1 e 2, e la Commissione in merito al parere, che rende pubblico.
6. L'autorità di controllo competente di cui al paragrafo 1 si astiene dall'adottare il suo progetto di decisione di cui al paragrafo 1 entro il termine di cui al paragrafo 3.
7. L'autorità di controllo competente di cui al paragrafo 1 tiene nella massima considerazione il parere del comitato e, entro due settimane dal ricevimento del parere, comunica per via elettronica, usando un modulo standard, al presidente del comitato se intende mantenere o modificare il progetto di decisione e, se del caso, il progetto di decisione modificato.
8. Se entro il termine di cui al paragrafo 7 del presente articolo l' autorità di controllo competente di cui al paragrafo 1 informa il presidente del comitato, fornendo le pertinenti motivazioni, che non intende conformarsi al parere del comitato, in tutto o in parte, si applica l'articolo 65, paragrafo 1.
Articolo 65
Composizione delle controversie da parte del comitato
1. Al fine di assicurare l'applicazione corretta e coerente del presente regolamento nei singoli casi, il comitato adotta una decisione vincolante nei seguenti casi:
a) se, in un caso di cui all'articolo 60, paragrafo 4, un'autorità di controllo interessata ha sollevato un'obiezione pertinente e motivata a un progetto di decisione dell'autorità di controllo capofila e l'autorità capofila di controllo non abbia dato seguito all'obiezione o abbia rigettato tale obiezione in quanto non pertinente o non motivata. La decisione vincolante riguarda tutte le questioni oggetto dell'obiezione pertinente e motivata, in particolare se sussista una violazione del presente regolamento;
b) se vi sono opinioni contrastanti in merito alla competenza delle autorità di controllo interessate per lo stabilimento principale;
c) se un'autorità di controllo competente non richiede il parere del comitato nei casi di cui all'articolo 64, paragrafo 1, o non si conforma al parere del comitato emesso a norma dell'articolo 64. In tal caso qualsiasi autorità di controllo interessata o la Commissione può comunicare la questione al comitato.
2. La decisione di cui al paragrafo 1 è adottata entro un mese dal deferimento della questione da parte di una maggioranza di due terzi dei membri del comitato. Tale termine può essere prorogato di un mese, in considerazione della complessità della questione. La decisione di cui al paragrafo 1 è motivata e trasmessa all'autorità di controllo capofila e a tutte le autorità di controllo interessate ed è per esse vincolante.
3. Qualora non sia stato in grado di adottare una decisione entro i termini di cui al paragrafo 2, il comitato adotta la sua decisione entro due settimane dalla scadenza del secondo mese di cui al paragrafo 2, a maggioranza semplice dei membri del comitato. In caso di parità di voti dei membri del comitato, prevale il voto del presidente.
4. Le autorità di controllo interessate non adottano una decisione sulla questione sottoposta al comitato a norma del paragrafo 1 entro i termini di cui ai paragrafi 2 e 3.
5. Il presidente del comitato notifica senza ingiustificato ritardo alle autorità di controllo interessate la decisione di cui al paragrafo 1 e ne informa la Commissione. La decisione è pubblicata senza ritardo sul sito web del comitato dopo che l'autorità di controllo ha notificato la decisione definitiva di cui al paragrafo 6.
6. L'autorità di controllo capofila o, se del caso, l'autorità di controllo a cui è stato proposto il reclamo adotta la sua decisione definitiva in base alla decisione di cui al paragrafo 1 del presente articolo senza ingiustificato ritardo e al più tardi entro un mese dalla notifica della decisione da parte del comitato. L'autorità di controllo capofila o, se del caso, l'autorità di controllo a cui è stato proposto il reclamo, informa il comitato circa la data in cui la decisione definitiva è notificata rispettivamente al titolare del trattamento o al responsabile del trattamento e all'interessato. La decisione definitiva delle autorità di controllo interessate è adottata ai sensi dell'articolo 60, paragrafi 7, 8 e 9. La decisione finale fa riferimento alla decisione di cui al paragrafo 1 del presente articolo e precisa che la decisione di cui a tale paragrafo sarà pubblicata sul sito web del comitato conformemente al paragrafo 5 del presente articolo. La decisione finale deve accludere la decisione di cui al paragrafo 1 del presente articolo.
Articolo 66
Procedura d'urgenza
1. In circostanze eccezionali, qualora ritenga che urga intervenire per proteggere i diritti e le libertà degli interessati, un'autorità di controllo interessata può, in deroga al meccanismo di coerenza di cui agli articoli 63, 64 e 65, o alla procedura di cui all'articolo 60, adottare immediatamente misure provvisorie intese a produrre effetti giuridici nel proprio territorio, con un periodo di validità determinato che non supera i tre mesi. L'autorità di controllo comunica senza ritardo tali misure e la motivazione della loro adozione alle altre autorità di controllo interessate, al comitato e alla Commissione.
2. Qualora abbia adottato una misura ai sensi del paragrafo 1 e ritenga che urga adottare misure definitive, l'autorità di controllo può chiedere un parere d'urgenza o una decisione vincolante d'urgenza del comitato, motivando tale richiesta.
3. Qualsiasi autorità di controllo può chiedere un parere d'urgenza o una decisione vincolante d'urgenza, a seconda dei casi, del comitato qualora un'autorità di controllo competente non abbia adottato misure adeguate in una situazione in cui urge intervenire per proteggere i diritti e le libertà degli interessati, motivando la richiesta di tale parere o decisione, in particolare l'urgenza dell'intervento.
4. In deroga all'articolo 64, paragrafo 3, e all'articolo 65, paragrafo 2, il parere d'urgenza o la decisione vincolante d'urgenza di cui ai paragrafi 2 e 3 del presente articolo sono adottati entro due settimane a maggioranza semplice dei membri del comitato.
Articolo 67
Scambio di informazioni
La Commissione può adottare atti di esecuzione di portata generale per specificare le modalità per lo scambio di informazioni per via elettronica tra autorità di controllo e tra le autorità di controllo e il comitato, in particolare il modulo standard di cui all'articolo 64.
Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 93, paragrafo 2.
Sezione 3
Comitato europeo per la protezione dei dati
Articolo 68
Comitato europeo per la protezione dei dati
1. Il comitato europeo per la protezione dei dati («comitato») è istituito quale organismo dell'Unione ed è dotato di personalità giuridica.
2. Il comitato è rappresentato dal suo presidente.
3. Il comitato è composto dalla figura di vertice di un'autorità di controllo per ciascuno Stato membro e dal garante europeo della protezione dei dati, o dai rispettivi rappresentanti.
4. Qualora, in uno Stato membro, più autorità di controllo siano incaricate di sorvegliare l'applicazione delle disposizioni del presente regolamento, è designato un rappresentante comune conformemente al diritto di tale Stato membro.
5. La Commissione ha il diritto di partecipare alle attività e alle riunioni del comitato senza diritto di voto. La Commissione designa un rappresentante. Il presidente del comitato comunica alla Commissione le attività del comitato.
6. Nei casi di cui all'articolo 65, il garante europeo della protezione dei dati ha diritto di voto solo per decisioni che riguardano principi e norme applicabili a istituzioni, organi, uffici e agenzie dell'Unione che corrispondono nella sostanza a quelli del presente regolamento.
Articolo 69
Indipendenza
1. Nell'esecuzione dei suoi compiti o nell'esercizio dei suoi poteri ai sensi degli articoli 70 e 71, il comitato opera con indipendenza.
2. Fatte salve le richieste della Commissione di cui all'articolo 70, paragrafi 1 e 2, nell'esecuzione dei suoi compiti o nell'esercizio dei suoi poteri il comitato non sollecita né accetta istruzioni da alcuno.
Articolo 70
Compiti del comitato
1. Il comitato garantisce l'applicazione coerente del presente regolamento. A tal fine, il comitato, di propria iniziativa o, se del caso, su richiesta della Commissione, in particolare:
a) monitora il presente regolamento e ne assicura l'applicazione corretta nei casi previsti agli articoli 64 e 65 fatti salvi i compiti delle autorità nazionali di controllo;
b) fornisce consulenza alla Commissione in merito a qualsiasi questione relativa alla protezione dei dati personali nell'Unione, comprese eventuali proposte di modifica del presente regolamento;
c) fornisce consulenza alla Commissione sul formato e le procedure per lo scambio di informazioni tra titolari del trattamento, responsabili del trattamento e autorità di controllo in merito alle norme vincolanti d'impresa;
d) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi in materia di procedure per la cancellazione di link, copie o riproduzioni di dati personali dai servizi di comunicazione accessibili al pubblico di cui all'articolo 17, paragrafo 2;
e) esamina, di propria iniziativa o su richiesta di uno dei suoi membri o della Commissione, qualsiasi questione relativa all'applicazione del presente regolamento e pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi al fine di promuovere l'applicazione coerente del presente regolamento;
f) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori pratiche conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, per specificare ulteriormente i criteri e le condizioni delle decisioni basate sulla profilazione ai sensi dell'articolo 22, paragrafo 2;
g) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, per accertare la violazione di dati personali e determinare l'ingiustificato ritardo di cui all'articolo 33, paragrafi 1 e 2, e le circostanze particolari in cui il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento è tenuto a notificare la violazione dei dati personali;
h) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, relative alle circostanze in cui una violazione dei dati personali è suscettibile di presentare un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone fisiche di cui all'articolo 34, paragrafo 1;
i) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, al fine di specificare ulteriormente i criteri e i requisiti dei trasferimenti di dati personali basati sulle norme vincolanti d'impresa applicate, rispettivamente, dai titolari del trattamento e dai responsabili del trattamento, nonché gli ulteriori requisiti per assicurare la protezione dei dati personali degli interessati di cui all'articolo 47;
j) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, al fine di specificare ulteriormente i criteri e i requisiti dei trasferimenti di dati personali sulla base dell'articolo 49, paragrafo 1;
k) elabora per le autorità di controllo linee guida riguardanti l'applicazione delle misure di cui all'articolo 58, paragrafi 1, 2 e 3, e la previsione delle sanzioni amministrative pecuniarie ai sensi dell'articolo 83;
l) valuta l'applicazione pratica delle linee guida, raccomandazioni e migliori prassi;
m) pubblica linee guida, raccomandazioni e migliori prassi conformemente alla lettera e) del presente paragrafo, per stabilire procedure comuni per le segnalazioni da parte di persone fisiche di violazioni del presente regolamento ai sensi dell'articolo 54, paragrafo 2;
n) incoraggia l'elaborazione di codici di condotta e l'istituzione di meccanismi di certificazione della protezione dei dati nonché di sigilli e marchi di protezione dei dati ai sensi degli articoli 40 e 42;
o) approva i criteri di certificazione a norma dell'articolo 42, paragrafo 5, e tiene un registro pubblico di meccanismi di certificazione e di sigilli e marchi di protezione dei dati a norma dell'articolo 42, paragrafo 8, e dei titolari o responsabili del trattamento certificati, stabiliti in paesi terzi a norma dell'articolo 42, paragrafo 7;
p) approva i requisiti di cui all'articolo 43, paragrafo 3, ai fini dell'accreditamento degli organismi di certificazione di cui all'articolo 43;
q) fornisce alla Commissione un parere in merito ai requisiti di certificazione di cui all'articolo 43, paragrafo 8;
r) fornisce alla Commissione un parere in merito alle icone di cui all'articolo 12, paragrafo 7;
s) fornisce alla Commissione un parere per valutare l'adeguatezza del livello di protezione in un paese terzo o in un'organizzazione internazionale, così come per valutare se il paese terzo, il territorio o uno o più settori specifici all'interno di tale paese terzo, o l'organizzazione internazionale non assicurino più un livello adeguato di protezione. A tal fine, la Commissione fornisce al comitato tutta la documentazione necessaria, inclusa la corrispondenza con il governo del paese terzo, con riguardo a tale paese terzo, territorio o settore specifico, o con l'organizzazione internazionale;
t) emette pareri sui progetti di decisione delle autorità di controllo conformemente al meccanismo di coerenza di cui all'articolo 64, paragrafo 1, e sulle questioni presentate conformemente all'articolo 64, paragrafo 2, ed emette decisioni vincolanti ai sensi dell'articolo 65, anche nei casi di cui all'articolo 66;
u) promuove la cooperazione e l'effettivo scambio di informazioni e prassi tra le autorità di controllo a livello bilaterale e multilaterale;
v) promuove programmi comuni di formazione e facilita lo scambio di personale tra le autorità di controllo e, se del caso, con le autorità di controllo di paesi terzi o di organizzazioni internazionali;
w) promuove lo scambio di conoscenze e documentazione sulla legislazione e sulle prassi in materia di protezione dei dati tra autorità di controllo di tutto il mondo;
x) emette pareri sui codici di condotta redatti a livello di Unione a norma dell'articolo 40, paragrafo 9; e
y) tiene un registro elettronico, accessibile al pubblico, delle decisioni adottate dalle autorità di controllo e dalle autorità giurisdizionali su questioni trattate nell'ambito del meccanismo di coerenza.
2. Qualora chieda consulenza al comitato, la Commissione può indicare un termine, tenuto conto dell'urgenza della questione.
3. Il comitato trasmette pareri, linee guida, raccomandazioni e migliori prassi alla Commissione e al comitato di cui all'articolo 93, e li pubblica.
4. Se del caso, il comitato consulta le parti interessate e offre loro la possibilità di esprimere commenti entro un termine ragionevole. Fatto salvo l'articolo 76, il comitato rende pubblici i risultati della procedura di consultazione.
Articolo 71
Relazioni
1. Il comitato redige una relazione annuale sulla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento nell'Unione e, se del caso, nei paesi terzi e nelle organizzazioni internazionali. La relazione è pubblicata ed è trasmessa al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Commissione.
2. La relazione annuale include la valutazione dell'applicazione pratica delle linee guida, raccomandazioni e migliori prassi di cui all'articolo 70, paragrafo 1, lettera l), nonché delle decisioni vincolanti di cui all'articolo 65.
Articolo 72
Procedura
1. Il comitato decide a maggioranza semplice dei suoi membri, salvo se diversamente previsto dal presente regolamento.
2. Il comitato adotta il proprio regolamento interno deliberando a maggioranza di due terzi dei suoi membri e stabilisce le modalità del proprio funzionamento.
Articolo 73
Presidente
1. Il comitato elegge un presidente e due vicepresidenti tra i suoi membri a maggioranza semplice.
2. Il presidente e i vicepresidenti hanno un mandato di cinque anni, rinnovabile una volta.
Articolo 74
Compiti del presidente
1. Il presidente ha il compito di:
a) convocare le riunioni del comitato e stabilirne l'ordine del giorno;
b) notificare le decisioni adottate dal comitato a norma dell'articolo 65 all'autorità di controllo capofila e alle autorità di controllo interessate;
c) assicurare l'esecuzione tempestiva dei compiti del comitato, in particolare in relazione al meccanismo di coerenza di cui all'articolo 63.
2. Il comitato europeo stabilisce nel proprio regolamento interno la ripartizione dei compiti tra presidente e vicepresidenti.
Articolo 75
Segreteria
1. Il comitato dispone di una segreteria messa a disposizione dal garante europeo della protezione dei dati.
2. La segreteria svolge i propri compiti seguendo esclusivamente le istruzioni del presidente del comitato.
3. Il personale del garante europeo della protezione dei dati coinvolto nell'assolvimento dei compiti attribuiti al comitato dal presente regolamento è soggetto a linee gerarchiche separate rispetto al personale coinvolto nello svolgimento dei compiti attribuiti al garante europeo della protezione dei dati.
4. Se del caso, il comitato e il garante europeo della protezione dei dati stabiliscono e pubblicano un protocollo d'intesa che attua il presente articolo, stabilisce i termini della loro cooperazione e si applica al personale del garante europeo della protezione dei dati coinvolto nell'assolvimento dei compiti attribuiti al comitato dal presente regolamento.
5. La segreteria presta assistenza in materia di analisi, amministrativa e logistica al comitato.
6. La segreteria è incaricata in particolare:
a) della gestione ordinaria del comitato;
b) della comunicazione tra i membri del comitato, il suo presidente e la Commissione;
c) della comunicazione con le altre istituzioni e il pubblico;
d) dell'uso di mezzi elettronici per la comunicazione interna ed esterna;
e) della traduzione delle informazioni rilevanti;
f) della preparazione delle riunioni del comitato e del relativo seguito;
g) della preparazione, redazione e pubblicazione dei pareri, delle decisioni sulla composizione delle controversie tra le autorità di controllo e di altri testi adottati dal comitato.
Articolo 76
Riservatezza
1. Se il comitato europeo lo ritiene necessario, le sue deliberazioni hanno carattere riservato, come previsto dal suo regolamento interno.
2. L'accesso ai documenti trasmessi ai membri del comitato, agli esperti e ai rappresentanti di terzi è disciplinato dal regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 3 ).
CAPO VIII
Mezzi di ricorso, responsabilità e sanzioni
Articolo 77
Diritto di proporre reclamo all'autorità di controllo
1. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o giurisdizionale, l'interessato che ritenga che il trattamento che lo riguarda violi il presente regolamento ha il diritto di proporre reclamo a un'autorità di controllo, segnatamente nello Stato membro in cui risiede abitualmente, lavora oppure del luogo ove si è verificata la presunta violazione.
2. L'autorità di controllo a cui è stato proposto il reclamo informa il reclamante dello stato o dell'esito del reclamo, compresa la possibilità di un ricorso giurisdizionale ai sensi dell'articolo 78.
Articolo 78
Diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti dell'autorità di controllo
1. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale, ogni persona fisica o giuridica ha il diritto di proporre un ricorso giurisdizionale effettivo avverso una decisione giuridicamente vincolante dell'autorità di controllo che la riguarda.
2. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale, ciascun interessato ha il diritto di proporre un ricorso giurisdizionale effettivo qualora l'autorità di controllo che sia competente ai sensi degli articoli 55 e 56 non tratti un reclamo o non lo informi entro tre mesi dello stato o dell'esito del reclamo proposto ai sensi dell'articolo 77.
3. Le azioni nei confronti dell'autorità di controllo sono promosse dinanzi alle autorità giurisdizionali dello Stato membro in cui l'autorità di controllo è stabilita.
4. Qualora siano promosse azioni avverso una decisione di un'autorità di controllo che era stata preceduta da un parere o da una decisione del comitato nell'ambito del meccanismo di coerenza, l'autorità di controllo trasmette tale parere o decisione all'autorità giurisdizionale.
Articolo 79
Diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo nei confronti del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento
1. Fatto salvo ogni altro ricorso amministrativo o extragiudiziale disponibile, compreso il diritto di proporre reclamo a un'autorità di controllo ai sensi dell'articolo 77, ogni interessato ha il diritto di proporre un ricorso giurisdizionale effettivo qualora ritenga che i diritti di cui gode a norma del presente regolamento siano stati violati a seguito di un trattamento.
2. Le azioni nei confronti del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento sono promosse dinanzi alle autorità giurisdizionali dello Stato membro in cui il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento ha uno stabilimento. In alternativa, tali azioni possono essere promosse dinanzi alle autorità giurisdizionali dello Stato membro in cui l'interessato risiede abitualmente, salvo che il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento sia un'autorità pubblica di uno Stato membro nell'esercizio dei pubblici poteri.
Articolo 80
Rappresentanza degli interessati
1. L'interessato ha il diritto di dare mandato a un organismo, un'organizzazione o un'associazione senza scopo di lucro, che siano debitamente costituiti secondo il diritto di uno Stato membro, i cui obiettivi statutari siano di pubblico interesse e che siano attivi nel settore della protezione dei diritti e delle libertà degli interessati con riguardo alla protezione dei dati personali, di proporre il reclamo per suo conto e di esercitare per suo conto i diritti di cui agli articoli 77, 78 e 79 nonché, se previsto dal diritto degli Stati membri, il diritto di ottenere il risarcimento di cui all'articolo 82.
2. Gli Stati membri possono prevedere che un organismo, organizzazione o associazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo, indipendentemente dal mandato conferito dall'interessato, abbia il diritto di proporre, in tale Stato membro, un reclamo all'autorità di controllo competente, e di esercitare i diritti di cui agli articoli 78 e 79, qualora ritenga che i diritti di cui un interessato gode a norma del presente regolamento siano stati violati in seguito al trattamento.
Articolo 81
Sospensione delle azioni
1. L'autorità giurisdizionale competente di uno Stato membro che venga a conoscenza di azioni riguardanti lo stesso oggetto relativamente al trattamento dello stesso titolare del trattamento o dello stesso responsabile del trattamento pendenti presso un'autorità giurisdizionale in un altro Stato membro, prende contatto con tale autorità giurisdizionale nell'altro Stato membro per confermare l'esistenza delle azioni.
2. Qualora azioni riguardanti lo stesso oggetto relativamente al trattamento dello stesso titolare del trattamento o dello stesso responsabile del trattamento siano pendenti presso un'autorità giurisdizionale in un altro Stato membro, qualunque autorità giurisdizionale competente successivamente adita può sospendere le azioni.
3. Se tali azioni sono pendenti in primo grado, qualunque autorità giurisdizionale successivamente adita può parimenti dichiarare la propria incompetenza su richiesta di una delle parti a condizione che l'autorità giurisdizionale adita per prima sia competente a conoscere delle domande proposte e la sua legge consenta la riunione dei procedimenti.
Articolo 82
Diritto al risarcimento e responsabilità
1. Chiunque subisca un danno materiale o immateriale causato da una violazione del presente regolamento ha il diritto di ottenere il risarcimento del danno dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento.
2. Un titolare del trattamento coinvolto nel trattamento risponde per il danno cagionato dal suo trattamento che violi il presente regolamento. Un responsabile del trattamento risponde per il danno causato dal trattamento solo se non ha adempiuto gli obblighi del presente regolamento specificatamente diretti ai responsabili del trattamento o ha agito in modo difforme o contrario rispetto alle legittime istruzioni del titolare del trattamento.
3. Il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento è esonerato dalla responsabilità, a norma del paragrafo 2 se dimostra che l'evento dannoso non gli è in alcun modo imputabile.
4. Qualora più titolari del trattamento o responsabili del trattamento oppure entrambi il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento siano coinvolti nello stesso trattamento e siano, ai sensi dei paragrafi 2 e 3, responsabili dell'eventuale danno causato dal trattamento, ogni titolare del trattamento o responsabile del trattamento è responsabile in solido per l'intero ammontare del danno, al fine di garantire il risarcimento effettivo dell'interessato.
5. Qualora un titolare del trattamento o un responsabile del trattamento abbia pagato, conformemente al paragrafo 4, l'intero risarcimento del danno, tale titolare del trattamento o responsabile del trattamento ha il diritto di reclamare dagli altri titolari del trattamento o responsabili del trattamento coinvolti nello stesso trattamento la parte del risarcimento corrispondente alla loro parte di responsabilità per il danno conformemente alle condizioni di cui al paragrafo 2.
6. Le azioni legali per l'esercizio del diritto di ottenere il risarcimento del danno sono promosse dinanzi alle autorità giurisdizionali competenti a norma del diritto dello Stato membro di cui all'articolo 79, paragrafo 2.
Articolo 83
Condizioni generali per infliggere sanzioni amministrative pecuniarie
1. Ogni autorità di controllo provvede affinché le sanzioni amministrative pecuniarie inflitte ai sensi del presente articolo in relazione alle violazioni del presente regolamento di cui ai paragrafi 4, 5 e 6 siano in ogni singolo caso effettive, proporzionate e dissuasive.
2. Le sanzioni amministrative pecuniarie sono inflitte, in funzione delle circostanze di ogni singolo caso, in aggiunta alle misure di cui all'articolo 58, paragrafo 2, lettere da a) a h) e j), o in luogo di tali misure. Al momento di decidere se infliggere una sanzione amministrativa pecuniaria e di fissare l'ammontare della stessa in ogni singolo caso si tiene debito conto dei seguenti elementi:
a) la natura, la gravità e la durata della violazione tenendo in considerazione la natura, l'oggetto o a finalità del trattamento in questione nonché il numero di interessati lesi dal danno e il livello del danno da essi subito;
b) il carattere doloso o colposo della violazione;
c) le misure adottate dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento per attenuare il danno subito dagli interessati;
d) il grado di responsabilità del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento tenendo conto delle misure tecniche e organizzative da essi messe in atto ai sensi degli articoli 25 e 32;
e) eventuali precedenti violazioni pertinenti commesse dal titolare del trattamento o dal responsabile del trattamento;
f) il grado di cooperazione con l'autorità di controllo al fine di porre rimedio alla violazione e attenuarne i possibili effetti negativi;
g) le categorie di dati personali interessate dalla violazione;
h) la maniera in cui l'autorità di controllo ha preso conoscenza della violazione, in particolare se e in che misura il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento ha notificato la violazione;
i) qualora siano stati precedentemente disposti provvedimenti di cui all'articolo 58, paragrafo 2, nei confronti del titolare del trattamento o del responsabile del trattamento in questione relativamente allo stesso oggetto, il rispetto di tali provvedimenti;
j) l'adesione ai codici di condotta approvati ai sensi dell'articolo 40 o ai meccanismi di certificazione approvati ai sensi dell'articolo 42; e
k) eventuali altri fattori aggravanti o attenuanti applicabili alle circostanze del caso, ad esempio i benefici finanziari conseguiti o le perdite evitate, direttamente o indirettamente, quale conseguenza della violazione.
3. Se, in relazione allo stesso trattamento o a trattamenti collegati, un titolare del trattamento o un responsabile del trattamento viola, con dolo o colpa, varie disposizioni del presente regolamento, l'importo totale della sanzione amministrativa pecuniaria non supera l'importo specificato per la violazione più grave.
4. In conformità del paragrafo 2, la violazione delle disposizioni seguenti è soggetta a sanzioni amministrative pecuniarie fino a 10 000 000 EUR, o per le imprese, fino al 2 % del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente, se superiore:
a) gli obblighi del titolare del trattamento e del responsabile del trattamento a norma degli articoli 8, 11, da 25 a 39, 42 e 43;
b) gli obblighi dell'organismo di certificazione a norma degli articoli 42 e 43;
c) gli obblighi dell'organismo di controllo a norma dell'articolo 41, paragrafo 4;
5. In conformità del paragrafo 2, la violazione delle disposizioni seguenti è soggetta a sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 000 000 EUR, o per le imprese, fino al 4 % del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente, se superiore:
a) i principi di base del trattamento, comprese le condizioni relative al consenso, a norma degli articoli 5, 6, 7 e 9;
b) i diritti degli interessati a norma degli articoli da 12 a 22;
c) i trasferimenti di dati personali a un destinatario in un paese terzo o un'organizzazione internazionale a norma degli articoli da 44 a 49;
d) qualsiasi obbligo ai sensi delle legislazioni degli Stati membri adottate a norma del capo IX;
e) l'inosservanza di un ordine, di una limitazione provvisoria o definitiva di trattamento o di un ordine di sospensione dei flussi di dati dell'autorità di controllo ai sensi dell'articolo 58, paragrafo 2, o il negato accesso in violazione dell'articolo 58, paragrafo 1.
6. In conformità del paragrafo 2 del presente articolo, l'inosservanza di un ordine da parte dell'autorità di controllo di cui all'articolo 58, paragrafo 2, è soggetta a sanzioni amministrative pecuniarie fino a 20 000 000 EUR, o per le imprese, fino al 4 % del fatturato mondiale totale annuo dell'esercizio precedente, se superiore.
7. Fatti salvi i poteri correttivi delle autorità di controllo a norma dell'articolo 58, paragrafo 2, ogni Stato membro può prevedere norme che dispongano se e in quale misura possono essere inflitte sanzioni amministrative pecuniarie ad autorità pubbliche e organismi pubblici istituiti in tale Stato membro.
8. L'esercizio da parte dell'autorità di controllo dei poteri attribuitile dal presente articolo è soggetto a garanzie procedurali adeguate in conformità del diritto dell'Unione e degli Stati membri, inclusi il ricorso giurisdizionale effettivo e il giusto processo.
9. Se l'ordinamento giuridico dello Stato membro non prevede sanzioni amministrative pecuniarie, il presente articolo può essere applicato in maniera tale che l'azione sanzionatoria sia avviata dall'autorità di controllo competente e la sanzione pecuniaria sia irrogata dalle competenti autorità giurisdizionali nazionali, garantendo nel contempo che i mezzi di ricorso siano effettivi e abbiano effetto equivalente alle sanzioni amministrative pecuniarie irrogate dalle autorità di controllo. In ogni caso, le sanzioni pecuniarie irrogate sono effettive, proporzionate e dissuasive. Tali Stati membri notificano alla Commissione le disposizioni di legge adottate a norma del presente paragrafo al più tardi entro il 25 maggio 2018 e comunicano senza ritardo ogni successiva modifica.
Articolo 84
Sanzioni
1. Gli Stati membri stabiliscono le norme relative alle altre sanzioni per le violazioni del presente regolamento in particolare per le violazioni non soggette a sanzioni amministrative pecuniarie a norma dell'articolo 83, e adottano tutti i provvedimenti necessari per assicurarne l'applicazione. Tali sanzioni devono essere effettive, proporzionate e dissuasive.
2. Ogni Stato membro notifica alla Commissione le disposizioni di legge adottate ai sensi del paragrafo 1 al più tardi entro il 25 maggio 2018, e comunica senza ritardo ogni successiva modifica.
CAPO IX
Disposizioni relative a specifiche situazioni di trattamento
Articolo 85
Trattamento e libertà d'espressione e di informazione
1. Il diritto degli Stati membri concilia la protezione dei dati personali ai sensi del presente regolamento con il diritto alla libertà d'espressione e di informazione, incluso il trattamento a scopi giornalistici o di espressione accademica, artistica o letteraria.
2. Ai fini del trattamento effettuato a scopi giornalistici o di espressione accademica, artistica o letteraria, gli Stati membri prevedono esenzioni o deroghe rispetto ai capi II (principi), III (diritti dell'interessato), IV (titolare del trattamento e responsabile del trattamento), V (trasferimento di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali), VI (autorità di controllo indipendenti), VII (cooperazione e coerenza) e IX (specifiche situazioni di trattamento dei dati) qualora siano necessarie per conciliare il diritto alla protezione dei dati personali e la libertà d'espressione e di informazione.
3. Ogni Stato membro notifica alla Commissione le disposizioni di legge adottate ai sensi del paragrafo 2 e comunica senza ritardo ogni successiva modifica.
Articolo 86
Trattamento e accesso del pubblico ai documenti ufficiali
I dati personali contenuti in documenti ufficiali in possesso di un'autorità pubblica o di un organismo pubblico o privato per l'esecuzione di un compito svolto nell'interesse pubblico possono essere comunicati da tale autorità o organismo conformemente al diritto dell'Unione o degli Stati membri cui l'autorità pubblica o l'organismo pubblico sono soggetti, al fine di conciliare l'accesso del pubblico ai documenti ufficiali e il diritto alla protezione dei dati personali ai sensi del presente regolamento.
Articolo 87
Trattamento del numero di identificazione nazionale
Gli Stati membri possono precisare ulteriormente le condizioni specifiche per il trattamento di un numero di identificazione nazionale o di qualsiasi altro mezzo d'identificazione d'uso generale. In tal caso, il numero di identificazione nazionale o qualsiasi altro mezzo d'identificazione d'uso generale sono utilizzati soltanto in presenza di garanzie adeguate per i diritti e le libertà dell'interessato conformemente al presente regolamento.
Articolo 88
Trattamento dei dati nell'ambito dei rapporti di lavoro
1. Gli Stati membri possono prevedere, con legge o tramite contratti collettivi, norme più specifiche per assicurare la protezione dei diritti e delle libertà con riguardo al trattamento dei dati personali dei dipendenti nell'ambito dei rapporti di lavoro, in particolare per finalità di assunzione, esecuzione del contratto di lavoro, compreso l'adempimento degli obblighi stabiliti dalla legge o da contratti collettivi, di gestione, pianificazione e organizzazione del lavoro, parità e diversità sul posto di lavoro, salute e sicurezza sul lavoro, protezione della proprietà del datore di lavoro o del cliente e ai fini dell'esercizio e del godimento, individuale o collettivo, dei diritti e dei vantaggi connessi al lavoro, nonché per finalità di cessazione del rapporto di lavoro.
2. Tali norme includono misure appropriate e specifiche a salvaguardia della dignità umana, degli interessi legittimi e dei diritti fondamentali degli interessati, in particolare per quanto riguarda la trasparenza del trattamento, il trasferimento di dati personali nell'ambito di un gruppo imprenditoriale o di un gruppo di imprese che svolge un'attività economica comune e i sistemi di monitoraggio sul posto di lavoro.
3. Ogni Stato membro notifica alla Commissione le disposizioni di legge adottate ai sensi del paragrafo 1 entro il 25 maggio 2018 e comunica senza ritardo ogni successiva modifica.
Articolo 89
Garanzie e deroghe relative al trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici
1. Il trattamento a fini di archiviazione nel pubblico interesse, di ricerca scientifica o storica o a fini statistici è soggetto a garanzie adeguate per i diritti e le libertà dell'interessato, in conformità del presente regolamento. Tali garanzie assicurano che siano state predisposte misure tecniche e organizzative, in particolare al fine di garantire il rispetto del principio della minimizzazione dei dati. Tali misure possono includere la pseudonimizzazione, purché le finalità in questione possano essere conseguite in tal modo. Qualora possano essere conseguite attraverso il trattamento ulteriore che non consenta o non consenta più di identificare l'interessato, tali finalità devono essere conseguite in tal modo.
2. Se i dati personali sono trattati a fini di ricerca scientifica o storica o a fini statistici, il diritto dell'Unione o degli Stati membri può prevedere deroghe ai diritti di cui agli articoli 15, 16, 18 e 21, fatte salve le condizioni e le garanzie di cui al paragrafo 1 del presente articolo, nella misura in cui tali diritti rischiano di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento delle finalità specifiche e tali deroghe sono necessarie al conseguimento di dette finalità.
3. Se i dati personali sono trattati per finalità di archiviazione nel pubblico interesse, il diritto dell'Unione o degli Stati membri può prevedere deroghe ai diritti di cui agli articoli 15, 16, 18, 19, 20 e 21, fatte salve le condizioni e le garanzie di cui al paragrafo 1 del presente articolo, nella misura in cui tali diritti rischiano di rendere impossibile o di pregiudicare gravemente il conseguimento delle finalità specifiche e tali deroghe sono necessarie al conseguimento di dette finalità.
4. Qualora il trattamento di cui ai paragrafi 2 e 3 funga allo stesso tempo a un altro scopo, le deroghe si applicano solo al trattamento per le finalità di cui ai medesimi paragrafi.
Articolo 90
Obblighi di segretezza
1. Gli Stati membri possono adottare norme specifiche per stabilire i poteri delle autorità di controllo di cui all'articolo 58, paragrafo 1, lettere e) e f), in relazione ai titolari del trattamento o ai responsabili del trattamento che sono soggetti, ai sensi del diritto dell'Unione o degli Stati membri o di norme stabilite dagli organismi nazionali competenti, al segreto professionale o a un obbligo di segretezza equivalente, ove siano necessarie e proporzionate per conciliare il diritto alla protezione dei dati personali e l'obbligo di segretezza. Tali norme si applicano solo ai dati personali che il titolare del trattamento o il responsabile del trattamento ha ricevuto o ha ottenuto in seguito a un'attività protetta da tale segreto professionale.
2. Ogni Stato membro notifica alla Commissione le norme adottate ai sensi del paragrafo 1 al più tardi entro il 25 maggio 2018 e comunica senza ritardo ogni successiva modifica.
Articolo 91
Norme di protezione dei dati vigenti presso chiese e associazioni religiose
1. Qualora in uno Stato membro chiese e associazioni o comunità religiose applichino, al momento dell'entrata in vigore del presente regolamento, corpus completi di norme a tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento, tali corpus possono continuare ad applicarsi purché siano resi conformi al presente regolamento.
2. Le chiese e le associazioni religiose che applicano i corpus completi di norme di cui al paragrafo 1 del presente articolo sono soggette al controllo di un'autorità di controllo indipendente che può essere specifica, purché soddisfi le condizioni di cui al capo VI del presente regolamento.
CAPO X
Atti delegati e atti di esecuzione
Articolo 92
Esercizio della delega
1. Il potere di adottare atti delegati è conferito alla Commissione alle condizioni stabilite nel presente articolo.
2. La delega di potere di cui all'articolo 12, paragrafo 8, e all'articolo 43, paragrafo 8, è conferita alla Commissione per un periodo indeterminato a decorrere dal 24 maggio 2016.
3. La delega di potere di cui all'articolo 12, paragrafo 8, e all'articolo 43, paragrafo 8, può essere revocata in qualsiasi momento dal Parlamento europeo o dal Consiglio. La decisione di revoca pone fine alla delega di potere ivi specificata. Gli effetti della decisione decorrono dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea o da una data successiva ivi specificata. Essa non pregiudica la validità degli atti delegati già in vigore.
4. Non appena adotta un atto delegato, la Commissione ne dà contestualmente notifica al Parlamento europeo e al Consiglio.
5. L'atto delegato adottato ai sensi dell'articolo 12, paragrafo 8, e all'articolo 43, paragrafo 8, entra in vigore solo se né il Parlamento europeo né il Consiglio hanno sollevato obiezioni entro il termine di tre mesi dalla data in cui esso è stato loro notificato o se, prima della scadenza di tale termine, sia il Parlamento europeo che il Consiglio hanno informato la Commissione che non intendono sollevare obiezioni. Tale termine è prorogato di tre mesi su iniziativa del Parlamento europeo o del Consiglio.
Articolo 93
Procedura di comitato
1. La Commissione è assistita da un comitato. Esso è un comitato ai sensi del regolamento (UE) n. 182/2011.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l'articolo 5 del regolamento (UE) n. 182/2011.
3. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l'articolo 8 del regolamento (UE) n. 182/2011 in combinato disposto con il suo articolo 5.
CAPO XI
Disposizioni finali
Articolo 94
Abrogazione della direttiva 95/46/CE
1. La direttiva 95/46/CE è abrogata a decorrere dal 25 maggio 2018.
2. I riferimenti alla direttiva abrogata si intendono fatti al presente regolamento. I riferimenti al gruppo per la tutela delle persone con riguardo al trattamento dei dati personali istituito dall'articolo 29 della direttiva 95/46/CE si intendono fatti al comitato europeo per la protezione dei dati istituito dal presente regolamento.
Articolo 95
Rapporto con la direttiva 2002/58/CE
Il presente regolamento non impone obblighi supplementari alle persone fisiche o giuridiche in relazione al trattamento nel quadro della fornitura di servizi di comunicazione elettronica accessibili al pubblico su reti pubbliche di comunicazione nell'Unione, per quanto riguarda le materie per le quali sono soggette a obblighi specifici aventi lo stesso obiettivo fissati dalla direttiva 2002/58/CE.
Articolo 96
Rapporto con accordi precedentemente conclusi
Restano in vigore, fino alla loro modifica, sostituzione o revoca, gli accordi internazionali che comportano il trasferimento di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali conclusi dagli Stati membri prima del 24 maggio 2016 e conformi al diritto dell'Unione applicabile prima di tale data.
Articolo 97
Relazioni della Commissione
1. Entro il 25 maggio 2020 e, successivamente, ogni quattro anni, la Commissione trasmette al Parlamento europeo e al Consiglio relazioni di valutazione e sul riesame del presente regolamento.
2. Nel contesto delle valutazioni e del riesame del presente regolamento di cui al paragrafo 1, la Commissione esamina, in particolare, l'applicazione e il funzionamento:
a) del capo V sul trasferimento di dati personali verso paesi terzi o organizzazioni internazionali, con particolare riguardo alle decisioni adottate ai sensi dell'articolo 45, paragrafo 3, del presente regolamento, e alle decisioni adottate sulla base dell'articolo 25, paragrafo 6, della direttiva 95/46/CE;
b) del capo VII su cooperazione e coerenza.
3. Ai fini del paragrafo 1, la Commissione può richiedere informazioni agli Stati membri e alle autorità di controllo.
4. Nello svolgere le valutazioni e i riesami di cui ai paragrafi 1 e 2, la Commissione tiene conto delle posizioni e delle conclusioni del Parlamento europeo, del Consiglio, nonché di altri organismi o fonti pertinenti.
5. Se del caso, la Commissione presenta opportune proposte di modifica del presente regolamento tenuto conto, in particolare, degli sviluppi delle tecnologie dell'informazione e dei progressi della società dell'informazione.
Articolo 98
Riesame di altri atti legislativi dell'Unione in materia di protezione dei dati
Se del caso, la Commissione presenta proposte legislative di modifica di altri atti legislativi dell'Unione in materia di protezione dei dati personali, allo scopo di garantire una protezione uniforme e coerente delle persone fisiche con riguardo al trattamento. Ciò riguarda in particolare le norme relative alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento da parte di istituzioni, organi, uffici e agenzie dell'Unione e le norme sulla libera circolazione di tali dati.
Articolo 99
Entrata in vigore e applicazione
1. Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
2. Esso si applica a decorrere dal 25 maggio 2018.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
<note>
( 1 ) Direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 settembre 2015, che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche delle regole relative ai servizi della società dell'informazione (GU L 241 del 17.9.2015, pag. 1).
( 2 ) Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93 (GU L 218 del 13.8.2008, pag. 30).
( 3 ) Regolamento (CE) n. 1049/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2001, relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (GU L 145 del 31.5.2001, pag. 43).
</note> | ITA | 02016R0679-20160504 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>23.9.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 309/7</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2020/1319 DELLA COMMISSIONE
del 22 settembre 2020
recante iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [«Provola dei Nebrodi» (DOP)]
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( 1 ) , in particolare l’articolo 52, paragrafo 3, lettera a),
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012, la domanda di registrazione del nome «Provola dei Nebrodi» come denominazione di origine protetta (DOP) presentata dall’Italia è stata pubblicata nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span> <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il 22 ottobre 2019 la Commissione ha ricevuto la notifica di opposizione del Belgio. Il 31 ottobre 2019 la Commissione ha trasmesso tale notifica all’Italia. La Commissione ha ricevuto la dichiarazione di opposizione motivata il 19 dicembre 2019, ossia entro il termine previsto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La Commissione ha esaminato l’opposizione inviata dal Belgio e l’ha giudicata ricevibile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Con lettera del 19 febbraio 2020 la Commissione ha invitato le parti interessate ad avviare idonee consultazioni al fine di pervenire a un accordo in conformità alle rispettive procedure interne.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Sebbene Italia e Belgio non abbiano raggiunto un accordo, con lettera del 16 giugno 2020 indirizzata alle autorità italiane il Belgio ha ritirato la sua opposizione alla registrazione della denominazione «Provola dei Nebrodi».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Pertanto è opportuno iscrivere nel registro la denominazione di origine «Provola dei Nebrodi» (DOP),</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Il nome «Provola dei Nebrodi» (DOP) è registrato.
Il nome di cui al primo comma identifica un prodotto della classe 1.3. Formaggi di cui all’allegato XI del regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione ( 3 ) .
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 22 settembre 2020
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1 .
( 2 ) GU C 257 del 31.7.2019, pag. 18 .
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione, del 13 giugno 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( GU L 179 del 19.6.2014, pag. 36 ).
</note> | ITA | 32020R1319 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>22.7.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 195/21</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) 2022/1281 DELLA COMMISSIONE
del 4 marzo 2022
che modifica il regolamento (UE) 2019/833 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione per quanto riguarda talune disposizioni e allegati delle misure di conservazione e di esecuzione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale (NAFO)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2019/833 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, che stabilisce le misure di conservazione e di esecuzione da applicare nella zona di regolamentazione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale, che modifica il regolamento (UE) 2016/1627 e abroga i regolamenti (CE) n. 2115/2005 e (CE) n. 1386/2007 del Consiglio ( 1 ) , in particolare l’articolo 50, paragrafi 1 e 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L’Unione è parte contraente della convenzione sulla futura cooperazione multilaterale per la pesca nell’Atlantico nord-occidentale (la «convenzione NAFO») approvata dal regolamento (CEE) n. 3179/78 del Consiglio <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno adottato il regolamento (UE) 2019/833 al fine di attuare le misure di conservazione e di esecuzione della NAFO («CEM») nel diritto dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione <a>(<span>3</span>)</a> ha integrato il regolamento (UE) 2019/833 con una serie di misure di conservazione e di esecuzione della NAFO.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il regolamento delegato (UE) 2020/989 della Commissione <a>(<span>4</span>)</a> ha modificato il regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione con le misure della NAFO da questa adottate nella sua riunione annuale del 2019.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il regolamento delegato (UE) 2021/860 della Commissione <a>(<span>5</span>)</a> ha modificato il regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione con le misure della NAFO da questa adottate nella sua riunione annuale del 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2021/1231 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a> ha modificato il regolamento (UE) 2019/833 con le misure della NAFO adottate nelle sue riunioni annuali del 2019 e del 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nella riunione annuale del settembre 2021 la NAFO ha modificato le proprie CEM aggiungendo ulteriori attività vietate per le navi da ricerca, periodi prolungati e zone di chiusura degli ecosistemi marini vulnerabili (EMV) e ha aggiornato l’allegato II.M contenente il rapporto di osservazione e l’allegato IV.A contenente il modulo per il rapporto di sorveglianza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>È opportuno che anche queste modifiche siano attuate nel diritto dell’Unione. È pertanto opportuno modificare di conseguenza i regolamenti delegati (UE) 2019/833 e (UE) 2020/124,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Il regolamento (UE) 2019/833 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>all’articolo 4, è inserto il seguente paragrafo 1 <span>bis</span>:</p><div><p>«1 <span>bis</span>.   Nel 2022 una nave da ricerca non deve:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>catturare merluzzo bianco nella zona 3M in quantità superiori a 15 tonnellate metriche. Qualora le catture di una nave da ricerca superino tale quantitativo, l’eccedenza è imputata al contingente assegnato alla parte contraente che è Stato di bandiera della nave. Se il contingente di merluzzo bianco 3M dello Stato membro è esaurito, lo Stato membro non autorizza le proprie navi a effettuare ulteriori attività di ricerca. Le attività di ricerca in corso devono essere interrotte dall’operatore non appena siano state catturate 15 tonnellate;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>catturare gamberetti nella zona 3M in quantità superiori a 10 tonnellate metriche. Poiché nel 2022 non è autorizzata la pesca diretta di gamberetti nella zona 3M, tutte le attività di ricerca in corso devono essere interrotte dall’operatore non appena siano state catturate 10 tonnellate.»;</p></td></tr></tbody></table></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>all’articolo 10, paragrafo 2, la lettera a) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p>il comandante del peschereccio comunica al segretario esecutivo della NAFO e al CCP del proprio Stato di bandiera per e-mail o fax, almeno 72 ore prima dell’ingresso della nave nella zona di regolamentazione, il quantitativo delle catture detenute a bordo, la posizione (latitudine e longitudine) in cui il comandante del peschereccio intende iniziare la pesca, l’orario previsto di arrivo in tale posizione e le informazioni necessarie per contattare la nave (ad esempio, radio, telefono satellitare o e-mail);»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>l’articolo 18 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>ai paragrafi 1, 2 e 3, i termini «Fino al 31 dicembre 2021» sono sostituiti dai termini «Fino al 31 dicembre 2026»;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>è aggiunto il seguente paragrafo 4:</p><div><div><p>«4.   Fino al 31 dicembre 2023 nessuna nave può praticare attività di pesca di fondo nelle zone indicate nella figura 5 e definite collegando le coordinate specificate nella tabella 7b nella loro sequenza numerica e ritornando alla coordinata 1 di cui al punto 46 dell’allegato del presente regolamento.».</p></div></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
L’allegato del regolamento delegato (UE) 2020/124 è modificato conformemente all’allegato del presente regolamento.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il terzo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 4 marzo 2022
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 141 del 28.5.2019, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CEE) n. 3179/78 del Consiglio, del 28 dicembre 1978, relativo alla conclusione da parte della Comunità economica europea della convenzione sulla futura cooperazione multilaterale per la pesca nell’Atlantico nord-occidentale ( GU L 378 del 30.12.1978, pag. 1 ).
( 3 ) Regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione del 15 ottobre 2019 che integra il regolamento (UE) 2019/833 del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce le misure di conservazione e di esecuzione da applicare nella zona di regolamentazione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale ( GU L 34 I del 6.2.2020, pag. 1 ).
( 4 ) Regolamento delegato (UE) 2020/989 della Commissione, del 27 aprile 2020, che modifica il regolamento delegato (UE) 2020/124 per quanto riguarda alcune disposizioni e allegati delle misure di conservazione e di esecuzione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale (NAFO) ( GU L 221 del 10.7.2020, pag. 5 ).
( 5 ) Regolamento delegato (UE) 2021/860 della Commissione, del 23 marzo 2021, che modifica il regolamento delegato (UE) 2020/124 per quanto riguarda l’allegato delle misure di conservazione e di esecuzione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale (NAFO) ( GU L 190 del 31.5.2021, pag. 19 ).
( 6 ) Regolamento (UE) 2021/1231 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 luglio 2021 recante modifica del regolamento (UE) 2019/833 che stabilisce le misure di conservazione e di esecuzione da applicare nella zona di regolamentazione dell’Organizzazione della pesca nell’Atlantico nord-occidentale ( GU L 274 del 30.7.2021, pag. 32 ).
ALLEGATO
L’allegato del regolamento delegato (UE) 2020/124 della Commissione è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1.</p></td><td><p>Il punto 14 è sostituito dal seguente:</p><p>«14. FIGURA 3 DELLE CEM, DI CUI ALL’ARTICOLO 18, PARAGRAFO 1, DEL REGOLAMENTO (UE) 2019/833 Poligoni che delimitano le zone di chiusura per la protezione di montagne sottomarine</p><p><figure><img/></figure></p><p><span>Legenda:</span></p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>EEZ Boundary — Confine della ZEE</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>NAFO Divisions — Divisioni NAFO</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Seamount areas closed to bottom fishing — Montagne sottomarine chiuse alla pesca di fondo</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>East — Est</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>West — Ovest</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>North — Nord</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Orphan Knoll — Orphan Knoll</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Newfoundland Seamounts — Montagne sottomarine di Terranova</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Fogo Seamounts — Montagne sottomarine di Fogo</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>New England Seamounts — Montagne sottomarine del New England</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Corner Rise Seamounts — Montagne sottomarine di Corner Rise».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2.</p></td><td><p>Il punto 15 è sostituito dal seguente:</p><p>«15. TABELLA 5 DELLE CEM, DI CUI ALL’ARTICOLO 18, PARAGRAFO 1, DEL REGOLAMENTO (UE) 2019/833 Punti che delimitano le zone di chiusura per la protezione di montagne sottomarine nella zona di regolamentazione NAFO</p><p><span>Tabella 5</span></p><p><span>Punti che delimitano le zone di chiusura per la protezione di montagne sottomarine nella zona di regolamentazione NAFO</span></p><table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Descrizione</p></td><td><p>Coordinata n.</p></td><td><p>Latitudine</p></td><td><p>Longitudine</p></td></tr><tr><td><p>Montagne sottomarine di Fogo</p></td><td><p>1</p></td><td><p>42° 31′ 33″ N</p></td><td><p>53° 23′ 17″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>42° 31′ 33″ N</p></td><td><p>52° 33′ 37″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>41° 51′ 00″ N</p></td><td><p>52° 07′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>41° 51′ 00″ N</p></td><td><p>51° 26′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>42° 18′ 00″ N</p></td><td><p>51° 26′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>42° 18′ 00″ N</p></td><td><p>51° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>41° 33′ 00″ N</p></td><td><p>51° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>41° 33′ 00″ N</p></td><td><p>49° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>42° 32′ 00″ N</p></td><td><p>49° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>42° 32′ 00″ N</p></td><td><p>48° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>41° 24′ 00″ N</p></td><td><p>48° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p>41° 24′ 00″ N</p></td><td><p>47° 55′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p>40° 30′ 00″ N</p></td><td><p>47° 55′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p>40° 30′ 00″ N</p></td><td><p>50° 15′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>15</p></td><td><p>40° 05′ 00″ N</p></td><td><p>50° 55′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>16</p></td><td><p>40° 05′ 00″ N</p></td><td><p>52° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>17</p></td><td><p>40° 31′ 37″ N</p></td><td><p>52° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p>40° 31′ 37″ N</p></td><td><p>52° 27′ 49″ O</p></td></tr><tr><td><p>19</p></td><td><p>41° 55′ 48″ N</p></td><td><p>53° 23′ 17″ O</p></td></tr><tr><td><p>Orphan Knoll</p></td><td><p>1</p></td><td><p>50° 00′ 30″ N</p></td><td><p>45° 00′ 30″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>51° 00′ 30″ N</p></td><td><p>45° 00′ 30″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>51° 00′ 30″ N</p></td><td><p>47° 00′ 30″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>50° 00′ 30″ N</p></td><td><p>47° 00′ 30″ O</p></td></tr><tr><td><p>Montagne sottomarine di Corner Rise</p></td><td><p>1</p></td><td><p>36° 33′ 00″ N</p></td><td><p>52° 27′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>36° 33′ 00″ N</p></td><td><p>51° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>36° 00′ 00″ N</p></td><td><p>50° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>35° 33′ 00″ N</p></td><td><p>50° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>35° 33′ 00″ N</p></td><td><p>48° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>36° 00′ 00″ N</p></td><td><p>48° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>36° 00′ 00″ N</p></td><td><p>47° 06′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>35° 33′ 00″ N</p></td><td><p>47° 06′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>35° 33′ 00″ N</p></td><td><p>42° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>35° 00′ 00″ N</p></td><td><p>42° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>35° 00′ 00″ N</p></td><td><p>52° 27′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Montagne sottomarine di Terranova</p></td><td><p>1</p></td><td><p>44° 06′ 00″ N</p></td><td><p>46° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>44° 06′ 00″ N</p></td><td><p>46° 18′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>43° 57′ 00″ N</p></td><td><p>46° 18′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>43° 57′ 00″ N</p></td><td><p>43° 24′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>43° 36′ 00″ N</p></td><td><p>43° 24′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>43° 36′ 00″ N</p></td><td><p>44° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>43° 18′ 00″ N</p></td><td><p>44° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>43° 18′ 00″ N</p></td><td><p>45° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>42° 45′ 00″ N</p></td><td><p>45° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>42° 45′ 00″ N</p></td><td><p>45° 15′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>43° 18′ 00″ N</p></td><td><p>45° 15′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p>43° 18′ 00″ N</p></td><td><p>45° 25′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p>43° 29′ 00″ N</p></td><td><p>45° 25′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>14</p></td><td><p>43° 29′ 00″ N</p></td><td><p>46° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>15</p></td><td><p>43° 36′ 00″ N</p></td><td><p>46° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>16</p></td><td><p>43° 36′ 00″ N</p></td><td><p>46° 40′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>17</p></td><td><p>43° 52′ 00″ N</p></td><td><p>46° 40′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>18</p></td><td><p>43° 52′ 00″ N</p></td><td><p>46° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Montagne sottomarine del New England<a> (<span>*1</span>)</a></p></td><td><p>1</p></td><td><p>38° 51′ 54″ N</p></td><td><p>66° 55′ 51,60″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>37° 12′ 00″ N</p></td><td><p>60° 48′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>35° 00′ 00″ N</p></td><td><p>59° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>35° 00′ 00″ N</p></td><td><p>56° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>36° 48′ 00″ N</p></td><td><p>57° 48′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>39° 00′ 00″ N</p></td><td><p>60° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>39° 18′ 00″ N</p></td><td><p>61° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>39° 56′ 20,40″ N</p></td><td><p>65° 56′ 34,80″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 2H Est</p></td><td><p>1</p></td><td><p>56° 00′ 00″ N</p></td><td><p>49° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>56° 00′ 00″ N</p></td><td><p>48° 35′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>55° 44′ 00″ N</p></td><td><p>48° 35′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>55° 44′ 00″ N</p></td><td><p>49° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 2 J Est 1</p></td><td><p>1</p></td><td><p>55° 00′ 00″ N</p></td><td><p>47° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>55° 00′ 00″ N</p></td><td><p>47° 29′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>54° 50′ 00″ N</p></td><td><p>47° 29′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>54° 50′ 00″ N</p></td><td><p>47° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 2 J Est 2</p></td><td><p>1</p></td><td><p>54° 14′ 00″ N</p></td><td><p>47° 54′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>54° 14′ 00″ N</p></td><td><p>47° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>54° 06′ 00″ N</p></td><td><p>47° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>54° 06′ 00″ N</p></td><td><p>47° 54′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 1F Ovest</p></td><td><p>1</p></td><td><p>55° 12′ 00″ N</p></td><td><p>46° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>55° 12′ 00″ N</p></td><td><p>46° 35′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>55° 02′ 00″ N</p></td><td><p>46° 35′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>55° 02′ 00″ N</p></td><td><p>46° 45′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 3K Nord</p></td><td><p>1</p></td><td><p>52° 07′ 00″ N</p></td><td><p>45° 46′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>52° 07′ 00″ N</p></td><td><p>45° 33′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>51° 58′ 00″ N</p></td><td><p>45° 33′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>51° 58′ 00″ N</p></td><td><p>45° 46′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 1F Est 1</p></td><td><p>1</p></td><td><p>56° 04′ 00″ N</p></td><td><p>42° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>56° 04′ 00″ N</p></td><td><p>42° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>55° 57′ 00″ N</p></td><td><p>42° 30′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>55° 57′ 00″ N</p></td><td><p>42° 42′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>Zona 1F Est 2</p></td><td><p>1</p></td><td><p>56° 23′ 00″ N</p></td><td><p>42° 08′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>56° 23′ 00″ N</p></td><td><p>42° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>56° 10′ 00″ N</p></td><td><p>42° 00′ 00″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>56° 10′ 00″ N</p></td><td><p>42° 08′ 00″ O</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.</p></td><td><p>Il punto 18 è sostituito dal seguente:</p><p>«18. FIGURA 5 DELLE CEM DI CUI ALL’ARTICOLO 18, PARAGRAFI 3 E 4, DEL REGOLAMENTO (UE) 2019/833 Poligoni che definiscono le zone di chiusura degli ecosistemi marini vulnerabili</p><p><figure><img/></figure></p><p><span>Legenda:</span></p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Zone chiuse alla pesca di fondo fino al 31 dicembre 2026</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Zone chiuse alla pesca di fondo fino al 31 dicembre 2023</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>NAFO Divisions — Divisioni NAFO</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>EEZ Boundary — Confine della ZEE</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Depth contour — Isobata».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4.</p></td><td><p>Il punto 19 è sostituito dal seguente:</p><p>«19.TABELLA 7 DELLE CEM, DI CUI ALL’ARTICOLO 18, PARAGRAFO 3, DEL REGOLAMENTO (UE) 2019/833 Punti che delimitano le zone di chiusura degli ecosistemi marini vulnerabili nella zona di regolamentazione NAFO</p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>Descrizione</p></td><td><p>Coordinata n.</p></td><td><p>Latitudine</p></td><td><p>Longitudine</p></td></tr><tr><td><p>1</p></td><td><p>Coda del Banco</p></td><td><p>1.1</p></td><td><p>44° 02′ 53,88″ N</p></td><td><p>48° 49′ 09,48″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.2</p></td><td><p>44° 21′ 31,32″ N</p></td><td><p>48° 46′ 48,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.3</p></td><td><p>44° 21′ 34,56″ N</p></td><td><p>48° 50′ 32,64″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.4</p></td><td><p>44° 11′ 48,12″ N</p></td><td><p>48° 50′ 32,64″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.5</p></td><td><p>44° 02′ 54,60″ N</p></td><td><p>48° 52′ 52,32″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.6</p></td><td><p>44° 00′ 01,12″ N</p></td><td><p>48° 53′ 28,75″ O</p></td></tr><tr><td><p>1.7</p></td><td><p>43° 59′ 57,52″ N</p></td><td><p>48° 49′ 26,47″ O</p></td></tr><tr><td><p>2</p></td><td><p>Flemish Pass/Canyon orientale</p></td><td><p>2.1</p></td><td><p>44° 50′ 56,40″ N</p></td><td><p>48° 43′ 45,48″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.2</p></td><td><p>46° 18′ 54,72″ N</p></td><td><p>46° 47′ 51,72″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.3</p></td><td><p>46° 25′ 28,56″ N</p></td><td><p>46° 47′ 51,72″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.4</p></td><td><p>46° 46′ 32,16″ N</p></td><td><p>46° 55′ 14,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.5</p></td><td><p>47° 03′ 29,16″ N</p></td><td><p>46° 40′ 04,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.6</p></td><td><p>47° 11′ 47,04″ N</p></td><td><p>46° 57′ 38,16″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.7</p></td><td><p>46° 40′ 40,80″ N</p></td><td><p>47° 03′ 04,68″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.8</p></td><td><p>46° 30′ 22,20″ N</p></td><td><p>47° 11′ 02,93″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.9</p></td><td><p>46° 17′ 13,30″ N</p></td><td><p>47° 15′ 46,64″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.10</p></td><td><p>46° 07′ 01,56″ N</p></td><td><p>47° 30′ 36,36″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.11</p></td><td><p>45°49′06,24″ N</p></td><td><p>47° 41′ 17,88″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.12</p></td><td><p>45° 19′ 43,32″ N</p></td><td><p>48° 29′ 14,28″ O</p></td></tr><tr><td><p>2.13</p></td><td><p>44° 53′ 47,40″ N</p></td><td><p>48° 49′ 32,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>3</p></td><td><p>Beothuk Knoll</p></td><td><p>3.1</p></td><td><p>45° 49′ 10,20″ N</p></td><td><p>46° 06′ 02,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>3.2</p></td><td><p>45° 59′ 47,40″ N</p></td><td><p>46° 06′ 02,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>3.3</p></td><td><p>45° 59′ 47,40″ N</p></td><td><p>46° 18′ 08,28″ O</p></td></tr><tr><td><p>3.4</p></td><td><p>45° 49′ 10,20″ N</p></td><td><p>46° 18′ 08,28″ O</p></td></tr><tr><td><p>4</p></td><td><p>Est di Flemish Cap</p></td><td><p>4.1</p></td><td><p>46° 44′ 34,80″ N</p></td><td><p>44° 03′ 14,40″ O</p></td></tr><tr><td><p>4.2</p></td><td><p>46° 58′ 19,20″ N</p></td><td><p>43° 34′ 16,32″ O</p></td></tr><tr><td><p>4.3</p></td><td><p>47° 10′ 30,00″ N</p></td><td><p>43° 34′ 16,32″ O</p></td></tr><tr><td><p>4.4</p></td><td><p>47° 10′ 30,00″ N</p></td><td><p>43° 20′ 51,72″ O</p></td></tr><tr><td><p>4.5</p></td><td><p>46° 48′ 35,28″ N</p></td><td><p>43° 20′ 51,72″ O</p></td></tr><tr><td><p>4.6</p></td><td><p>46° 39′ 36,00″ N</p></td><td><p>43° 58′ 08,40″ O</p></td></tr><tr><td><p>5</p></td><td><p>Nord-est di Flemish Cap</p></td><td><p>5.1</p></td><td><p>47° 47′ 46,00″ N</p></td><td><p>43° 29′ 07,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.2</p></td><td><p>47° 40′ 54,47″ N</p></td><td><p>43° 27′ 06,71″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.3</p></td><td><p>47° 35′ 57,48″ N</p></td><td><p>43° 43′ 09,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.4</p></td><td><p>47° 51′ 14,40″ N</p></td><td><p>43° 48′ 35,64″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.5</p></td><td><p>48° 27′ 19,44″ N</p></td><td><p>44° 21′ 07,92″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.6</p></td><td><p>48° 41′ 37,32″ N</p></td><td><p>43° 45′ 08,08″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.7</p></td><td><p>48° 37′ 13,00″ N</p></td><td><p>43° 41′ 24,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.8</p></td><td><p>48° 30′ 15,00″ N</p></td><td><p>43° 41′ 32,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.9</p></td><td><p>48° 25′ 08,00″ N</p></td><td><p>43° 45′ 20,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.10</p></td><td><p>48° 24′ 29,00″ N</p></td><td><p>43° 50′ 50,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.11</p></td><td><p>48° 14′ 20,00″ N</p></td><td><p>43° 48′ 19,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>5.12</p></td><td><p>48° 09′ 53,00″ N</p></td><td><p>43° 49′ 24,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>6</p></td><td><p>Sackville Spur</p></td><td><p>6.1</p></td><td><p>48° 18′ 51,12″ N</p></td><td><p>46° 37′ 13,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>6.2</p></td><td><p>48° 28′ 51,24″ N</p></td><td><p>46° 08′ 33,72″ O</p></td></tr><tr><td><p>6.3</p></td><td><p>48° 49′ 37,20″ N</p></td><td><p>45° 27′ 20,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>6.4</p></td><td><p>48° 56′ 30,12″ N</p></td><td><p>45° 08′ 59,99″ O</p></td></tr><tr><td><p>6.5</p></td><td><p>49° 00′ 09,72″ N</p></td><td><p>45° 12′ 44,64″ O</p></td></tr><tr><td><p>6.6</p></td><td><p>48° 21′ 12,24″ N</p></td><td><p>46° 39′ 11,16″ O</p></td></tr><tr><td><p>7</p></td><td><p>Nord di Flemish Cap</p></td><td><p>7.1</p></td><td><p>48° 25′ 02,28″ N</p></td><td><p>45° 17′ 16,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>7.2</p></td><td><p>48° 25′ 02,28″ N</p></td><td><p>44° 54′ 38,16″ O</p></td></tr><tr><td><p>7.3</p></td><td><p>48° 19′ 08,76″ N</p></td><td><p>44° 54′ 38,16″ O</p></td></tr><tr><td><p>7.4</p></td><td><p>48° 19′ 08,76″ N</p></td><td><p>45° 01′ 58,56″ O</p></td></tr><tr><td><p>7.5</p></td><td><p>48° 20′ 29,76″ N</p></td><td><p>45° 01′ 58,56″ O</p></td></tr><tr><td><p>7.6</p></td><td><p>48° 20′ 29,76″N</p></td><td><p>45° 17′ 16,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>8</p></td><td><p>Nord di Flemish Cap</p></td><td><p>8.1</p></td><td><p>48° 38′ 07,95″ N</p></td><td><p>45° 19′ 31,92″ O</p></td></tr><tr><td><p>8.2</p></td><td><p>48° 38′ 07,95″ N</p></td><td><p>45° 11′ 44,36″ O</p></td></tr><tr><td><p>8.3</p></td><td><p>48° 40′ 09,84″ N</p></td><td><p>45° 11′ 44,88″ O</p></td></tr><tr><td><p>8.4</p></td><td><p>48° 40′ 09,84″ N</p></td><td><p>45° 05′ 35,52″ O</p></td></tr><tr><td><p>8.5</p></td><td><p>48° 35′ 56,40″ N</p></td><td><p>45° 05′ 35,52″ W</p></td></tr><tr><td><p>8.6</p></td><td><p>48° 35′ 56,40″ N</p></td><td><p>45° 19′ 31,92″ W</p></td></tr><tr><td><p>8.7</p></td><td><p>48° 34′ 23,52″ N</p></td><td><p>45° 26′ 18,96″ O</p></td></tr><tr><td><p>8.8</p></td><td><p>48° 36′ 55,08″ N</p></td><td><p>45° 31′ 15,96″ O</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Nord di Flemish Cap</p></td><td><p>9.1</p></td><td><p>48° 34′ 23,52″ N</p></td><td><p>45° 26′ 18,96″ O</p></td></tr><tr><td><p>9.2</p></td><td><p>48° 36′ 55,08″ N</p></td><td><p>45° 31′ 15,96″ O</p></td></tr><tr><td><p>9.3</p></td><td><p>48° 30′ 18,36″ N</p></td><td><p>45° 39′ 42,48″ O</p></td></tr><tr><td><p>9.4</p></td><td><p>48° 12′ 06,60″ N</p></td><td><p>45° 54′ 12,94″ W</p></td></tr><tr><td><p>9.5</p></td><td><p>48° 17′ 11,82″ N</p></td><td><p>45° 47′ 25,36″ W</p></td></tr><tr><td><p>9.6</p></td><td><p>48° 16′ 07,06″ N</p></td><td><p>45° 45′ 48,19″ W</p></td></tr><tr><td><p>9.7</p></td><td><p>48° 27′ 30,60″ N</p></td><td><p>45° 34′ 40,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>10</p></td><td><p>Nord-est di Flemish Cap</p></td><td><p>10.1</p></td><td><p>47° 49′ 41,51″ N</p></td><td><p>46° 22′ 48,18″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.2</p></td><td><p>47° 47′ 17,14″ N</p></td><td><p>46° 17′ 27,91″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.3</p></td><td><p>47° 58′ 42,28″ N</p></td><td><p>46° 06′ 43,74″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.4</p></td><td><p>47° 59′ 15,77″ N</p></td><td><p>46° 07′ 57,76″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.5</p></td><td><p>48° 07′ 48,97″ N</p></td><td><p>45° 59′ 58,46″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.6</p></td><td><p>48° 09′ 34,66″ N</p></td><td><p>46° 04′ 08,54″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.7</p></td><td><p>48° 07′ 59,70″ N</p></td><td><p>46° 05′ 38,22″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.8</p></td><td><p>48° 09′ 13,46″ N</p></td><td><p>46° 09′ 31,03″ O</p></td></tr><tr><td><p>10.9</p></td><td><p>47° 51′ 30,13″ N</p></td><td><p>46° 26′ 15,61″ O</p></td></tr><tr><td><p>11</p></td><td><p>Nord-est di Flemish Cap</p></td><td><p>11.1</p></td><td><p>47° 25′ 48,00″ N</p></td><td><p>46° 21′ 23,76″ O</p></td></tr><tr><td><p>11.2</p></td><td><p>47° 30′ 01,44″ N</p></td><td><p>46° 21′ 23,76″ O</p></td></tr><tr><td><p>11.3</p></td><td><p>47° 30′ 01,44″ N</p></td><td><p>46° 27′ 33,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>11.4</p></td><td><p>47° 25′ 48,00″ N</p></td><td><p>46° 27′ 33,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>12</p></td><td><p>Nord-est di Flemish Cap</p></td><td><p>12.1</p></td><td><p>48° 12′ 06,60″ N</p></td><td><p>45° 54′ 12,94″ O</p></td></tr><tr><td><p>12.2</p></td><td><p>48° 17′ 11,82″ N</p></td><td><p>45° 47′ 25,36″ O</p></td></tr><tr><td><p>12.3</p></td><td><p>48° 16′ 07,06″ N</p></td><td><p>45° 45′ 48,19″ O</p></td></tr><tr><td><p>12.4</p></td><td><p>48° 11′ 03,32″ N</p></td><td><p>45° 52′ 40,63″ O</p></td></tr><tr><td><p>13</p></td><td><p>Beothuk Knoll</p></td><td><p>13.1</p></td><td><p>46° 13′ 58,80″ N</p></td><td><p>45° 41′ 13,20″ O</p></td></tr><tr><td><p>13.2</p></td><td><p>46° 13′ 58,80″ N</p></td><td><p>46° 02′ 24,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>13.3</p></td><td><p>46° 21′ 50,40″ N</p></td><td><p>46° 02′ 24,00″ O</p></td></tr><tr><td><p>13.4</p></td><td><p>46° 21′ 50,40″ N</p></td><td><p>45° 56′ 48,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>13.5</p></td><td><p>46° 20′ 14,32″ N</p></td><td><p>45° 55′ 43,93″ O</p></td></tr><tr><td><p>13.6</p></td><td><p>46° 20′ 14,32″ N</p></td><td><p>45° 41′ 13,20″ O».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.</p></td><td><p>Al punto 35 «Rapporto di osservazione dell’allegato II.M delle CEM, di cui all’articolo 27, paragrafo 11, lettera a), del regolamento (UE) 2019/833» la parte 5 è sostituita dalla seguente:</p><p>«PARTE 5</p><p><span>Dati per ciascuno squalo di Groenlandia catturato per cala</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero della retata/cala</p></td><td><p>Numero totale di squali di Groenlandia per retata/cala</p></td><td><p>Numero dello squalo</p></td><td><p>Peso stimato (kg di peso vivo)</p></td><td><p>Lunghezza totale (cm, dalla punta del muso alla punta della pinna caudale)</p></td><td><p>Lunghezza misurata (M) o stimata (E)?</p></td><td><p>Sesso (M se maschio, F se femmina, U se sconosciuto)</p></td><td><p>Destinazione delle catture (A se vive, D se morte, U se destinazione sconosciuta)</p></td><td><p>Osservazioni (in inglese, per quanto possibile)»</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p> </p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6.</p></td><td><p>Al punto 38 «Modulo del rapporto di sorveglianza dell’allegato IV.A delle CEM, di cui all’articolo 30, paragrafo 1, lettera a), e all’articolo 45, lettera a), del regolamento (UE) 2019/833» è aggiunta la seguente nota a piè di pagina nella tabella 3 «NAVE AVVISTATA (<span>*</span>)»:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«(<span>*</span>)</p></td><td><span>Sotto forma di testo libero o utilizzando i codici di cui all’allegato II.I, parte B, delle CEM».</span></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7.</p></td><td><p>È aggiunto il seguente punto 46:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«46.</p></td><td><span>Tabella 7b delle CEM, di cui all’articolo 18, paragrafo 4, del Regolamento (UE) 2019/833 Punti che Delimitano le Zone di Chiusura degli Ecosistemi Marini Vulnerabili nella Zona di Regolamentazione NAFO</span></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Zona</p></td><td><p>Descrizione</p></td><td><p>Coordinata n.</p></td><td><p>Latitudine</p></td><td><p>Longitudine</p></td></tr><tr><td><p>7a</p></td><td><p>Nord di Flemish Cap</p></td><td><p>7a.1</p></td><td><p>48° 25′ 02,28″ N</p></td><td><p>45° 17′ 16,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.2</p></td><td><p>48° 25′ 02,28″ N</p></td><td><p>44° 54′ 38,16″ W</p></td></tr><tr><td><p>7a.3</p></td><td><p>48° 19′ 08,76″ N</p></td><td><p>44° 54′ 38,16″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.4</p></td><td><p>48° 18′ 06,84″ N</p></td><td><p>44° 44′ 22,81″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.5</p></td><td><p>48° 08′ 18,42″ N</p></td><td><p>44° 23′ 10,57″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.6</p></td><td><p>48° 10′ 08,98″ N</p></td><td><p>44° 15′ 54,97″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.7</p></td><td><p>48° 19′ 30,47″ N</p></td><td><p>44° 26′ 38,40″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.8</p></td><td><p>48° 24′ 57,13″ N</p></td><td><p>44° 37′ 58,40″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.9</p></td><td><p>48° 26′ 21,37″ N</p></td><td><p>44° 54′ 34,60″ O</p></td></tr><tr><td><p>7a.10</p></td><td><p>48° 27′ 52,20″ N</p></td><td><p>45° 17′ 19,25″ O</p></td></tr><tr><td><p>11 a</p></td><td><p>Nord-est di Flemish Cap</p></td><td><p>11a.1</p></td><td><p>47° 27′ 36,29″ N</p></td><td><p>46° 21′ 23,69″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.2</p></td><td><p>47° 30′ 01,44″ N</p></td><td><p>46° 21′ 23,76″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.3</p></td><td><p>47° 30′ 01,44″ N</p></td><td><p>46° 27′ 33,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.4</p></td><td><p>47° 37′ 38,86″ N</p></td><td><p>46° 16′ 31,12″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.5</p></td><td><p>47° 34′ 39,61″ N</p></td><td><p>46° 12′ 03,92″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.6</p></td><td><p>47° 32′ 28,90″ N</p></td><td><p>46° 16′ 26,58″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.7</p></td><td><p>47° 32′ 10,00″ N</p></td><td><p>46° 14′ 29,87″ O</p></td></tr><tr><td><p>11a.8</p></td><td><p>47° 28′ 27,80″ N</p></td><td><p>46° 16′ 05,74″ O</p></td></tr><tr><td><p>14 a</p></td><td><p>Est di Flemish Cap</p></td><td><p>14a.1</p></td><td><p>47° 45′ 24,44″ N</p></td><td><p>44° 03′ 06,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.2</p></td><td><p>47° 47′ 54,35″ N</p></td><td><p>44° 03′ 06,44″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.3</p></td><td><p>47° 50′ 11,33″ N</p></td><td><p>44° 03′ 34,49″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.4</p></td><td><p>47° 50′ 10,86″ N</p></td><td><p>43° 58′ 28,99″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.5</p></td><td><p>47° 47′ 54,35″ N</p></td><td><p>43° 59′ 23,39″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.6</p></td><td><p>47° 45′ 55,19″ N</p></td><td><p>43° 58′ 08,94″ O</p></td></tr><tr><td><p>14a.7</p></td><td><p>47° 44′ 44,59″ N</p></td><td><p>44° 02′ 41,50″ O</p></td></tr><tr><td><p>14b</p></td><td><p>Est di Flemish Cap</p></td><td><p>14b.1</p></td><td><p>47° 35′ 21,77″ N</p></td><td><p>43° 56′ 50,10″ O</p></td></tr><tr><td><p>14b.2</p></td><td><p>47° 37′ 33,53″ N</p></td><td><p>43° 52′ 56,50″ O</p></td></tr><tr><td><p>14b.3</p></td><td><p>47° 30′ 04,79″ N</p></td><td><p>43° 48′ 18,54″ O</p></td></tr><tr><td><p>14b.4</p></td><td><p>47° 27′ 34,88″ N</p></td><td><p>43° 48′ 18,54″ O</p></td></tr><tr><td><p>14b.5</p></td><td><p>47° 27′ 34,88″ N</p></td><td><p>43° 52′ 00,34″ O».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<note>
( *1 ) Dal punto 8 ritorno al punto 1 lungo il confine esterno della ZEE degli Stati Uniti.».
</note> | ITA | 32022R1281 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>17.1.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 12/22</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (Euratom) 2017/76 DEL CONSIGLIO
del 21 novembre 2016
che approva la conclusione da parte della Commissione europea, a nome della Comunità europea dell'energia atomica, del protocollo dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica, in particolare l'articolo 101, secondo comma,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra («ASA»), è stato firmato il 16 giugno 2008 ed è entrato in vigore il 1<span>o</span> giugno 2015<a> (<span>1</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Repubblica di Croazia è diventata uno Stato membro dell'Unione il 1<span>o</span> luglio 2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 6, paragrafo 2, secondo comma, dell'atto del 2012 relativo alle condizioni di adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea, l'adesione della Croazia all'ASA dovrebbe essere approvata mediante la conclusione di un protocollo dell'ASA da parte del Consiglio, che delibera all'unanimità a nome degli Stati membri, e del paese terzo interessato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il 24 settembre 2012 il Consiglio ha autorizzato la Commissione ad avviare negoziati con la Bosnia-Erzegovina al fine di concludere un protocollo dell'ASA.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Tali negoziati si sono conclusi con successo e il 18 luglio 2016 è stato siglato il protocollo dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea («protocollo»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il protocollo riguarda questioni che rientrano nella competenza della Comunità europea dell'energia atomica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>È opportuno approvare la conclusione del protocollo da parte della Commissione a nome della Comunità europea dell'energia atomica per quanto riguarda le questioni che rientrano nella competenza della Comunità europea dell'energia atomica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La firma e la conclusione del protocollo sono oggetto di procedure distinte per quanto riguarda le questioni che rientrano nel campo di applicazione del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
È approvata la conclusione da parte della Commissione europea, a nome della Comunità europea dell'energia atomica, del protocollo dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Bosnia-Erzegovina, dall'altra, per tener conto dell'adesione della Repubblica di Croazia all'Unione europea ( 2 ) .
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.
Fatto a Bruxelles, il 21 novembre 2016
Per il Consiglio
Il presidente
P. PLAVČAN
<note>
( 1 ) GU L 164 del 30.6.2015, pag. 2 .
( 2 ) Cfr. pagina 3 della presente Gazzetta ufficiale.
</note> | ITA | 32017D0076 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>29.3.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 91/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO (UE) 2019/515 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 19 marzo 2019
relativo al reciproco riconoscimento delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro e che abroga il regolamento (CE) n. 764/2008
(Testo rilevante ai fini del SEE)
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 114,
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo ( 1 ) ,
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria ( 2 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne, nel quale la libera circolazione delle merci è garantita conformemente ai trattati. Sono vietate fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all'importazione nonché qualsiasi misura di effetto equivalente. Il divieto riguarda ogni misura nazionale in grado di ostacolare direttamente o indirettamente, in atto o in potenza, gli scambi di merci all'interno dell'Unione. La libera circolazione delle merci è garantita nel mercato interno tramite l'armonizzazione a livello di Unione delle regole che fissano requisiti comuni per la commercializzazione di talune merci oppure, per i prodotti o gli aspetti dei prodotti non pienamente coperti da regole di armonizzazione dell'Unione, tramite l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento quale definito dalla Corte di giustizia dell'Unione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Un'effettiva e corretta applicazione del principio di reciproco riconoscimento è complemento essenziale dell'armonizzazione delle regole a livello di Unione, soprattutto se si considera che numerose merci presentano aspetti sia armonizzati che non armonizzati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Ostacoli alla libera circolazione delle merci tra Stati membri possono essere illegittimamente creati nel caso in cui, in assenza di regole di armonizzazione dell'Unione in merito a prodotti o a determinati aspetti dei prodotti, l'autorità competente di uno Stato membro applichi a merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro regole tecniche nazionali che richiedono che esse debbano soddisfare talune prescrizioni tecniche in termini per esempio di denominazione, forma, dimensioni, peso, composizione, presentazione, etichettatura o imballaggio. L'applicazione di tali regole tecniche nazionali a merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro potrebbe essere in contrasto con gli articoli 34 e 36 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), anche qualora si applichino indistintamente a tutte le merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il principio del reciproco riconoscimento discende dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. In base a tale principio, gli Stati membri non possono vietare la vendita nel loro territorio di merci che siano legalmente commercializzate in un altro Stato membro, anche qualora tali merci, ivi comprese quelle che non sono il risultato di un processo di fabbricazione, siano state prodotte conformemente a regole tecniche differenti, Il principio del reciproco riconoscimento non è tuttavia assoluto. Gli Stati membri possono limitare l'immissione in commercio di merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro, qualora le restrizioni siano giustificate dai motivi enunciati all'articolo 36 TFUE o sulla base di altri motivi imperativi di interesse generale riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in relazione alla libera circolazione delle merci, e qualora tali restrizioni siano proporzionate all'obiettivo perseguito. Il presente regolamento prevede l'obbligo di motivare chiaramente perché l'accesso al mercato sia stato limitato o negato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>La nozione di motivi imperativi di interesse generale è un concetto in evoluzione elaborato dalla Corte di giustizia dell'Unione europea nella sua giurisprudenza in relazione agli articoli 34 e 36 TFUE. Qualora tra uno Stato membro e l'altro esistano legittime differenze, detti motivi imperativi potrebbero giustificare l'applicazione di regole tecniche nazionali da parte delle autorità competenti. Tali decisioni amministrative devono tuttavia essere sempre debitamente giustificate, legittime, appropriate e rispettose del principio di proporzionalità, e l'autorità competente deve adottare la decisione meno restrittiva possibile. Al fine di migliorare il funzionamento del mercato interno delle merci, le regole tecniche nazionali dovrebbero essere adeguate all'obiettivo e non dovrebbero creare barriere non tariffarie sproporzionate. Inoltre, le decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato di merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro non devono essere basate sul mero fatto che le merci oggetto della valutazione soddisfino il legittimo obiettivo pubblico perseguito dallo Stato membro in un modo diverso da quello in cui le merci conseguono tale obiettivo in tale Stato membro. Al fine di assistere gli Stati membri, la Commissione dovrebbe fornire orientamenti non vincolanti in relazione alla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea relativa alla nozione di motivi imperativi di interesse generale e alle modalità di applicazione del principio del reciproco riconoscimento. Le autorità competenti dovrebbero avere l'opportunità di contribuire agli orientamenti e fornire un riscontro sugli stessi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Nelle conclusioni sulla politica del mercato unico del dicembre 2013 il Consiglio «Competitività» osservava che, per migliorare le condizioni quadro per le imprese e i consumatori nel mercato unico, dovevano essere adeguatamente utilizzati tutti gli strumenti pertinenti, tra cui il reciproco riconoscimento. Il Consiglio ha invitato la Commissione a riferire sui casi in cui il funzionamento del principio del reciproco riconoscimento risulta tuttora inadeguato o problematico. Nelle sue conclusioni sulla politica del mercato unico del febbraio 2015, il Consiglio «Competitività» ha sollecitato la Commissione ad adottare iniziative per garantire che il principio del reciproco riconoscimento sia applicato in modo efficace e a presentare proposte in tal senso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 764/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a> è stato adottato al fine di facilitare l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento, istituendo procedure atte a ridurre al minimo il rischio di creare ostacoli illegittimi alla libera circolazione delle merci che sono già state legalmente commercializzate in un altro Stato membro. Nonostante l'adozione di tale regolamento, sussistono ancora numerosi problemi per quanto riguarda l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento. Dalla valutazione condotta tra il 2014 e il 2016 è emerso che il principio del reciproco riconoscimento non funziona come dovrebbe e che il regolamento (CE) n. 764/2008 ha avuto scarso successo nell'agevolarne l'applicazione. Gli strumenti e le garanzie procedurali predisposte da detto regolamento non hanno conseguito l'obiettivo di migliorare l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento. Per esempio, la rete dei punti di contatto per i prodotti che è stata istituita allo scopo di fornire informazioni agli operatori economici sulle regole nazionali applicabili e sull'applicazione del principio di reciproco riconoscimento è poco conosciuta o poco utilizzata dagli operatori economici. Nell'ambito di tale rete, la collaborazione tra le autorità nazionali è insufficiente. Solo raramente è rispettato l'obbligo di notificare le decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato. Di conseguenza, permangono ostacoli alla libera circolazione delle merci nel mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 764/2008 presenta diverse criticità e dovrebbe pertanto essere riveduto e rafforzato. Per motivi di chiarezza, il regolamento (CE) n. 764/2008 dovrebbe essere sostituito dal presente regolamento. Il presente regolamento dovrebbe stabilire procedure chiare idonee a garantire la libera circolazione delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro e ad assicurare che la libertà di circolazione possa essere limitata solo se gli Stati membri hanno legittimi motivi di interesse generale per agire in tal senso e la restrizione è giustificata e proporzionata. Il presente regolamento dovrebbe altresì garantire che gli esistenti diritti e obblighi che discendono dal principio del reciproco riconoscimento siano osservati sia dagli operatori economici sia dalle autorità nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Il presente regolamento non dovrebbe pregiudicare l'ulteriore armonizzazione delle condizioni per la commercializzazione delle merci nell'intento di migliorare il funzionamento del mercato interno, ove opportuno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>È altresì possibile che gli ostacoli agli scambi derivino da misure di altro tipo che rientrano nell'ambito di applicazione degli articoli 34 e 36 TFUE. Tali misure possono includere, per esempio, le specifiche tecniche fissate per le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici o le prescrizioni di usare le lingue ufficiali negli Stati membri. Tali misure non dovrebbero costituire tuttavia regole tecniche nazionali ai sensi del presente regolamento e non dovrebbero rientrare nel suo ambito di applicazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Negli Stati membri viene talvolta data attuazione alle regole tecniche nazionali mediante una procedura di autorizzazione preventiva, in base alla quale prima che le merci possano essere immesse su tale mercato deve essere ottenuta l'approvazione formale da parte di un'autorità competente. L'esistenza di una procedura di autorizzazione preventiva limita di per sé la libera circolazione delle merci. Pertanto, per essere giustificata in relazione al principio fondamentale della libera circolazione delle merci nel mercato interno, una siffatta procedura deve perseguire un obiettivo di interesse generale riconosciuto dal diritto dell'Unione e deve essere proporzionata e non discriminatoria. La conformità di tale procedura al diritto dell'Unione è valutata alla luce delle considerazioni figuranti nella giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Pertanto, le decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato esclusivamente in ragione del fatto che le merci non dispongono di un'autorizzazione preventiva valida dovrebbero essere escluse dall'ambito di applicazione del presente regolamento. Qualora, tuttavia, sia stata presentata una domanda di autorizzazione preventiva obbligatoria delle merci, qualunque decisione amministrativa intesa a respingere la domanda sulla base di una regola tecnica nazionale applicabile in tale Stato membro dovrebbe essere adottata soltanto conformemente al presente regolamento, in modo che il richiedente possa beneficiare della protezione procedurale prevista dal presente regolamento. Lo stesso vale per l'autorizzazione preventiva volontaria delle merci, ove esista.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>È importante chiarire che tra i tipi di merci oggetto del presente regolamento rientrano i prodotti agricoli. L'espressione «prodotti agricoli» comprende i prodotti della pesca, come stabilito all'articolo 38, paragrafo 1, TFUE. Per contribuire a individuare i tipi di merci soggetti al presente regolamento, la Commissione dovrebbe valutare la fattibilità e i vantaggi che possono derivare dallo sviluppo di una lista di prodotti indicativa per il reciproco riconoscimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>È altresì importante chiarire che il termine «produttore» comprende non solo il fabbricante delle merci, ma anche la persona che produce merci non ottenute tramite un processo di fabbricazione, compresi i prodotti agricoli, nonché persone che si presentano come i produttori delle merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Dovrebbero essere escluse dall'ambito di applicazione del presente regolamento le pronunce dei giudici nazionali che valutano, in base all'applicazione di una regola tecnica nazionale, la legittimità della mancata concessione dell'accesso al mercato in uno Stato membro a merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro così come le pronunce dei giudici nazionali che applicano sanzioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Per beneficiare del principio del reciproco riconoscimento, le merci devono essere legalmente commercializzate in un altro Stato membro. Dovrebbe essere chiarito che, affinché possano essere considerate legalmente commercializzate in un altro Stato membro, le merci devono rispettare le pertinenti regole tecniche applicabili in tale Stato membro ed essere messe a disposizione degli utilizzatori finali in detto Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Per sensibilizzare le autorità nazionali e gli operatori economici al principio del reciproco riconoscimento, gli Stati membri dovrebbero prevedere di includere nelle regole tecniche nazionali «clausole per il mercato unico» chiare e inequivocabili, che facilitino l'applicazione di tale principio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Gli elementi di prova richiesti per dimostrare che le merci sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro variano notevolmente da uno Stato membro all'altro. Ciò comporta inutili oneri, ritardi e costi aggiuntivi per gli operatori economici e impedisce alle autorità nazionali di ottenere le informazioni necessarie per valutare le merci in modo tempestivo. Ciò potrebbe ostacolare l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento. È pertanto indispensabile rendere più facile per gli operatori economici dimostrare che le proprie merci sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro. Gli operatori economici dovrebbero beneficiare di un'autodichiarazione, che fornisce alle autorità competenti tutte le informazioni necessarie sulle merci e sulla loro conformità alle regole tecniche applicabili in tale altro Stato membro. L'uso della dichiarazione volontaria non dovrebbe impedire alle autorità nazionali di adottare decisioni amministrative che limitino o neghino l'accesso al mercato, a condizione che tali decisioni siano proporzionate e giustificate e rispettino il principio del reciproco riconoscimento e siano conformi al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Per il produttore, importatore o distributore dovrebbe essere possibile redigere una dichiarazione di commercializzazione legale delle merci ai fini del reciproco riconoscimento («dichiarazione sul reciproco riconoscimento»). Il produttore è il soggetto più adatto per fornire le informazioni nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento dato che è colui che meglio conosce le merci e che possiede gli elementi necessari a verificare le informazioni nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento. Il produttore dovrebbe poter incaricare un rappresentante autorizzato di redigere tali dichiarazioni per suo conto e sotto la sua responsabilità. Tuttavia, qualora nella dichiarazione un operatore economico sia in grado di fornire solo informazioni relative al fatto che le merci sono legalmente commercializzate, un altro operatore economico dovrebbe poter fornire informazioni sul fatto che le merci sono messe a disposizione degli utilizzatori finali nello Stato membro interessato, purché tale operatore economico si assuma la responsabilità delle informazioni che ha fornito nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento e sia in grado di fornire gli elementi necessari a verificare tali informazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>La dichiarazione sul reciproco riconoscimento dovrebbe contenere sempre informazioni corrette e complete sulle merci. La dichiarazione dovrebbe pertanto essere aggiornata al fine di tener conto di variazioni, per esempio modifiche delle pertinenti regole tecniche nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Al fine di garantire che le informazioni contenute in una dichiarazione sul reciproco riconoscimento siano complete, dovrebbe essere prevista una struttura armonizzata per tali dichiarazioni a uso degli operatori economici che intendono presentarle.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>È importante garantire che la dichiarazione sul reciproco riconoscimento sia compilata in modo veritiero e preciso. È pertanto necessario prevedere che gli operatori economici siano responsabili delle informazioni da essi fornite nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>Al fine di migliorare l'efficienza e la competitività delle imprese che operano nel campo delle merci non disciplinate dalla normativa di armonizzazione dell'Unione, dovrebbe essere possibile beneficiare delle nuove tecnologie dell'informazione per agevolare la presentazione della dichiarazione sul reciproco riconoscimento. Gli operatori economici dovrebbero pertanto poter rendere pubbliche online le loro dichiarazioni sul reciproco riconoscimento, a condizione che la dichiarazione sul reciproco riconoscimento sia facilmente accessibile e in un formato affidabile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>La Commissione dovrebbe rendere disponibile sullo sportello Digitale Unico in tutte le lingue ufficiali dell'Unione un modello di dichiarazione sul reciproco riconoscimento corredato di linee guida per la compilazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Il presente regolamento dovrebbe applicarsi anche ai prodotti dei quali solo alcuni aspetti sono disciplinati dalla normativa di armonizzazione dell'Unione. Nei casi in cui, ai sensi della normativa di armonizzazione dell'Unione, l'operatore economico è tenuto a compilare una dichiarazione UE di conformità per dimostrare di ottemperare a tale normativa, a tale operatore economico dovrebbe essere consentito di accludere la dichiarazione sul reciproco riconoscimento prevista dal presente regolamento alla dichiarazione UE di conformità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Nel caso in cui gli operatori economici decidano di non utilizzare la dichiarazione sul reciproco riconoscimento, dovrebbe spettare alle autorità competenti dello Stato membro di destinazione presentare richieste chiaramente definite di informazioni specifiche ritenute necessarie per valutare le merci, nel rispetto del principio di proporzionalità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>All'operatore economico dovrebbe essere concesso un lasso di tempo congruo per presentare documenti o eventuali altre informazioni richieste dall'autorità competente dello Stato membro di destinazione o per presentare eventuali argomentazioni o commenti relativamente alla valutazione delle merci in questione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>La direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a> prescrive che gli Stati membri comunichino alla Commissione e agli altri Stati membri ogni progetto di regola tecnica nazionale riguardante qualsiasi prodotto, compresi i prodotti agricoli o della pesca, nonché i motivi che rendono necessario adottare tale regola. È tuttavia necessario assicurare che, in seguito all'adozione di tale regola tecnica nazionale, il principio del reciproco riconoscimento sia applicato correttamente a specifiche merci nei singoli casi. Il presente regolamento dovrebbe stabilire le procedure per l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento nei singoli casi, per esempio richiedendo agli Stati membri di indicare le regole tecniche nazionali su cui si basa la decisione amministrativa e i legittimi motivi di interesse generale che giustificano l'applicazione di tale regola tecnica nazionale in relazione a una merce legalmente commercializzata in un altro Stato membro. La proporzionalità della regola tecnica nazionale costituisce la base per dimostrare la proporzionalità della decisione amministrativa basata su di essa. I mezzi con i quali si deve dimostrare la proporzionalità della decisione amministrativa dovrebbero tuttavia essere determinati caso per caso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Poiché le decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato delle merci già legalmente commercializzate in un altro Stato membro dovrebbero rappresentare eccezioni al principio fondamentale della libera circolazione delle merci, è necessario garantire che tali decisioni rispettino gli obblighi in essere che discendono dal principio del reciproco riconoscimento. È opportuno pertanto stabilire una procedura chiara per determinare se le merci sono legalmente commercializzate in detto altro Stato membro e, in caso affermativo, se gli interessi pubblici legittimi coperti dalla regola tecnica nazionale applicabile dello Stato membro di destinazione sono adeguatamente tutelati, a norma dell'articolo 36 TFUE e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea. Tale procedura dovrebbe garantire che le decisioni amministrative adottate siano proporzionate e rispettino il principio del reciproco riconoscimento e siano conformi al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Allorché sta esaminando le merci prima di decidere se limitare o negare l'accesso al mercato, un'autorità competente non dovrebbe essere in grado di adottare decisioni di sospensione dell'accesso al mercato, salvo nei casi in cui è necessario un intervento rapido per impedire che siano pregiudicati la sicurezza o la salute delle persone, che sia pregiudicato l'ambiente o per impedire che le merci siano rese disponibili nei casi in cui la messa a disposizione di tali merci è soggetta a divieto generale di commercializzazione per motivi di moralità pubblica o di pubblica sicurezza, inclusa, per esempio, la prevenzione della criminalità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a> istituisce un sistema di accreditamento che assicura le reciproca accettazione del livello di competenza degli organismi di valutazione della conformità. Pertanto, le autorità competenti degli Stati membri non dovrebbero rifiutare di accettare i rapporti di prova e i certificati rilasciati da un organismo accreditato di valutazione della conformità per motivi legati alla competenza di tale organismo. Inoltre, al fine di evitare per quanto possibile la duplicazione delle prove e delle procedure che sono già state effettuate in un altro Stato membro, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare di accettare rapporti di prova e certificati rilasciati da altri organismi di valutazione della conformità a norma del diritto dell'Unione. Le autorità competenti dovrebbero prendere in debita considerazione il contenuto dei rapporti di prova o dei certificati presentati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>La direttiva 2001/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a> precisa che possono essere immessi sul mercato soltanto prodotti sicuri e definisce gli obblighi dei produttori e dei distributori riguardo alla sicurezza dei prodotti. Essa conferisce alle autorità competenti il potere di vietare con effetto immediato qualsiasi prodotto pericoloso o di vietare prodotti che potrebbero essere pericolosi temporaneamente durante il tempo necessario per i diversi controlli, le verifiche o gli accertamenti di sicurezza. Tale direttiva descrive anche la procedura che le autorità competenti devono seguire per applicare opportune misure nel caso di prodotti che presentano un rischio come quelle misure di cui all'articolo 8, paragrafo 1, lettere da b) a f), di detta direttiva, e impone inoltre un obbligo agli Stati membri di notificare di tali misure alla Commissione e agli altri Stati membri. Le autorità competenti dovrebbero pertanto essere messe in condizione di continuare ad applicare tale direttiva, in particolare l'articolo 8, paragrafo 1, lettere da b) a f), e paragrafo 3, di detta direttiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Il regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a> istituisce, tra l'altro, un sistema di allarme rapido per la notifica di un rischio diretto o indiretto per la salute umana dovuto ad alimenti o mangimi. Esso richiede agli Stati membri di notificare immediatamente alla Commissione, usando il sistema di allarme rapido, qualsiasi misura da essi adottata che sia intesa a limitare l'immissione sul mercato di alimenti o mangimi o a ritirarli o a richiamarli per proteggere la salute umana e che esiga un intervento rapido. Le autorità competenti dovrebbero essere messe in condizione di continuare ad applicare tale regolamento, in particolare l'articolo 50, paragrafo 3, e l'articolo 54 di detto regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a> istituisce un quadro armonizzato a livello di Unione per l'organizzazione di controlli ufficiali, e per l'organizzazione di attività ufficiali diverse dai controlli ufficiali, nell'intera filiera agroalimentare, tenendo conto delle disposizioni sui controlli ufficiali di cui al regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a> e alla pertinente legislazione settoriale dell'Unione. Il regolamento (UE) 2017/625 stabilisce una procedura specifica in modo che gli operatori economici pongano rimedio alle situazioni di non conformità alla normativa in materia di alimenti e di mangimi e alle norme sulla salute o sul benessere degli animali. Le autorità competenti dovrebbero essere messe in condizione di continuare ad applicare il regolamento (UE) 2017/625 e, in particolare, il suo articolo 138.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>10</span>)</a> stabilisce un quadro armonizzato dell'Unione per effettuare controlli relativi all'adempimento degli obblighi stabiliti nel regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>11</span>)</a>, in base ai criteri stabiliti dal regolamento (CE) n. 882/2004 e specifica che gli Stati membri garantiscono il diritto degli operatori che soddisfano tali obblighi a essere coperti da un sistema di controlli. Le autorità competenti dovrebbero essere messe in condizione di continuare ad applicare il regolamento (UE) n. 1306/2013 e, in particolare, il suo articolo 90.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Ogni decisione amministrativa adottata dalle autorità competenti degli Stati membri a norma del presente regolamento dovrebbe precisare quali siano i mezzi di ricorso disponibili per l'operatore economico, in modo che gli operatori economici possano, conformemente al diritto nazionale, presentare ricorso avverso la decisione oppure adire il giudice nazionale competente. La decisione amministrativa dovrebbe anche fare riferimento alla possibilità che gli operatori economici ricorrano alla rete per la soluzione dei problemi nel mercato interno (SOLVIT) e alla procedura di risoluzione dei problemi di cui al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Soluzioni efficaci per gli operatori economici che intendono trovare alternative favorevoli per le imprese in caso di impugnazione di decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato sono essenziali per garantire l'applicazione corretta e coerente del principio del reciproco riconoscimento. Al fine di garantire tali soluzioni e allo scopo di evitare spese legali, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), gli operatori economici dovrebbero poter disporre di una procedura di risoluzione stragiudiziale dei problemi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>SOLVIT è un servizio offerto dall'amministrazione nazionale di ogni Stato membro nell'intento di trovare soluzioni per gli individui e le imprese quando i loro diritti sono stati violati dalle autorità pubbliche di un altro Stato membro. I principi di funzionamento di SOLVIT sono fissati nella raccomandazione 2013/461/UE della Commissione <a>(<span>12</span>)</a>, secondo cui ciascuno Stato membro deve istituire un centro SOLVIT dotato di risorse umane e finanziarie adeguate che ne garantiscano la partecipazione a SOLVIT. La Commissione dovrebbe fare opera di sensibilizzazione riguardo all'esistenza e ai benefici di SOLVIT, segnatamente fra le imprese.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>SOLVIT è un efficace meccanismo di risoluzione stragiudiziale dei problemi che è fornito a titolo gratuito. Esso opera in tempi brevi e offre soluzioni pratiche agli individui e alle imprese che incontrano difficoltà nel riconoscimento dei loro diritti unionali dalle autorità pubbliche. Se l'operatore economico, il centro SOLVIT competente e gli Stati membri interessati concordano tutti sull'adeguatezza del risultato, non dovrebbe essere necessaria alcuna ulteriore azione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Tuttavia, se l'approccio informale di SOLVIT non ha successo e permangono dubbi in merito alla compatibilità della decisione amministrativa con il principio del reciproco riconoscimento, alla Commissione dovrebbe essere conferito il potere di esaminare la questione su richiesta di uno qualsiasi dei centri SOLVIT coinvolti. In seguito alla sua valutazione, la Commissione dovrebbe esprimere un parere, che sarà comunicato attraverso il pertinente centro SOLVIT all'operatore economico interessato e alle autorità competenti, che dovrebbe essere preso in considerazione nel corso della procedura SOLVIT. La Commissione dovrebbe intervenire entro un limite di tempo di 45 giorni lavorativi che non dovrebbe includere il tempo necessario per la Commissione a ricevere le informazioni e i documenti complementari che questa consideri utili. Se il caso è risolto nell'arco di tale periodo, la Commissione non dovrebbe essere tenuta a esprimere un parere. Tali casi SOLVIT dovrebbero essere oggetto di un flusso di lavoro separato nella banca dati SOLVIT e non dovrebbero essere inclusi nelle abituali statistiche SOLVIT.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>Il parere della Commissione in merito a una decisione amministrativa che limita o nega l'accesso al mercato dovrebbe riguardare solo la sua compatibilità o meno con il principio del reciproco riconoscimento e con le prescrizioni del presente regolamento. Ciò lascia impregiudicati i poteri della Commissione ai sensi dell'articolo 258 TFUE e l'obbligo degli Stati membri di rispettare il diritto dell'Unione, nell'esaminare i problemi sistemici individuati per quanto riguarda l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>Ai fini del mercato interno delle merci è importante che le imprese, in particolare le PMI, possano ottenere informazioni affidabili e specifiche sulla normativa in vigore in un determinato Stato membro. I punti di contatto per i prodotti dovrebbero svolgere un ruolo importante nel facilitare la comunicazione tra le autorità nazionali e gli operatori economici, attraverso la divulgazione di informazioni sulle regole specifiche per i prodotti e sulle modalità di applicazione nel territorio dello Stato membro del principio del reciproco riconoscimento. È necessario pertanto rafforzare il ruolo dei punti di contatto per i prodotti quali principali fornitori di informazioni su tutte le regole relative ai prodotti, comprese le regole tecniche nazionali oggetto di reciproco riconoscimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Per agevolare la libera circolazione delle merci, i punti di contatto per i prodotti dovrebbero fornire gratuitamente un ragionevole livello di informazioni in merito alle rispettive regole tecniche nazionali e all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento. I punti di contatto per i prodotti dovrebbero essere adeguatamente attrezzati e dotati delle risorse necessarie. Conformemente al regolamento (UE) 2018/1724 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>13</span>)</a>, essi dovrebbero fornire tali informazioni attraverso un sito web e dovrebbero essere soggetti ai criteri di qualità previsti da tale regolamento. I compiti dei punti di contatto per i prodotti relativi alla fornitura di tali informazioni, comprese copie elettroniche delle regole tecniche nazionali o l'accesso online alle stesse, dovrebbero essere eseguiti senza pregiudicare le disposizioni nazionali che regolamentano la distribuzione delle regole tecniche nazionali. Inoltre, ai punti di contatto per i prodotti non dovrebbe essere richiesto di fornire copie di norme, o accessi online alle stesse, che sono oggetto dei diritti di proprietà intellettuale di organismi od organizzazioni di normazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>La cooperazione tra le autorità competenti è indispensabile per il buon funzionamento del principio del reciproco riconoscimento e per la promozione della cultura del reciproco riconoscimento. I punti di contatto per i prodotti e le autorità nazionali competenti dovrebbero pertanto collaborare e scambiare informazioni e competenze al fine di garantire una corretta e coerente applicazione del principio del reciproco riconoscimento e del presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>Al fine di notificare le decisioni amministrative che limitano o negano l'accesso al mercato, di consentire la comunicazione tra i punti di contatto per i prodotti e di garantire la cooperazione amministrativa, è necessario assicurare che gli Stati membri abbiano accesso a un sistema di informazione e comunicazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>È opportuno attribuire alla Commissione competenze di esecuzione al fine di garantire condizioni uniformi di esecuzione del presente regolamento. È altresì opportuno che tali competenze siano esercitate conformemente al regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>14</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>Se ai fini del presente regolamento dovesse essere necessario il trattamento di dati personali, tale trattamento dovrebbe avvenire conformemente al diritto dell'Unione in materia di protezione dei dati personali. Qualsiasi trattamento di dati personali a norma del presente regolamento è soggetto al regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>15</span>)</a> o al regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>16</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>Si dovrebbero istituire meccanismi affidabili ed efficienti di monitoraggio per fornire informazioni sull'applicazione del presente regolamento e sul suo impatto sulla libera circolazione delle merci. Tali meccanismi dovrebbero limitarsi a quanto è necessario per il raggiungimento di tali obiettivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>Al fine di promuovere la sensibilizzazione in merito al principio del reciproco riconoscimento e di garantire che il presente regolamento sia applicato in modo corretto e coerente, si dovrebbe provvedere affinché l'Unione finanzi campagne di sensibilizzazione, formazioni, scambi di funzionari e altre attività correlate nell'intento di rafforzare e favorire la fiducia e la cooperazione tra le autorità competenti, i punti di contatto per i prodotti e gli operatori economici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>Al fine di ovviare alla mancanza di dati precisi sul funzionamento del principio del reciproco riconoscimento e sulla sua incidenza sul mercato unico delle merci, l'Unione dovrebbe finanziare la rilevazione di tali dati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>È opportuno che gli interessi finanziari dell'Unione siano tutelati attraverso misure proporzionate durante l'intero ciclo di spesa, tra cui la prevenzione, l'individuazione e l'indagine delle irregolarità, il recupero dei fondi perduti, indebitamente versati o non correttamente utilizzati e, se del caso, sanzioni amministrative e finanziarie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>È opportuno differire l'applicazione del presente regolamento al fine di consentire alle autorità competenti e agli operatori economici di disporre di tempo sufficiente per adeguarsi alle prescrizioni da esso stabilite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>La Commissione dovrebbe procedere a una valutazione del presente regolamento alla luce degli obiettivi da esso perseguiti. Per valutare il presente regolamento la Commissione dovrebbe utilizzare i dati rilevati sul funzionamento del principio del reciproco riconoscimento e sulla sua incidenza sul mercato unico delle merci, nonché le informazioni disponibili grazie al sistema di informazione e comunicazione. La Commissione dovrebbe poter richiedere agli Stati membri di fornire le informazioni complementari necessarie per la sua valutazione. A norma del punto 22 dell'accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 13 aprile 2016 <a>(<span>17</span>)</a>, la valutazione del presente regolamento in termini di efficienza, efficacia, pertinenza, coerenza e valore aggiunto dovrebbe servire da base per la valutazione d'impatto delle opzioni per l'azione ulteriore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(53)</p></td><td><p>Poiché l'obiettivo del presente regolamento, vale a dire garantire un'agevole, coerente e corretta applicazione del principio del reciproco riconoscimento, non può essere conseguito in misura sufficiente dagli Stati membri ma, a motivo della sua portata e dei suoi effetti, può essere conseguito meglio a livello di Unione, quest'ultima può intervenire in base al principio di sussidiarietà sancito dall'articolo 5 del trattato sull'Unione europea. Il presente regolamento si limita a quanto è necessario per conseguire tale obiettivo in ottemperanza al principio di proporzionalità enunciato nello stesso articolo,</p></td></tr></tbody></table>
HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
CAPO I
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1
Oggetto
1. Il presente regolamento si prefigge l'obiettivo di rafforzare il funzionamento del mercato interno migliorando l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento e rimuovendo gli ostacoli ingiustificati al commercio.
2. Il presente regolamento stabilisce le regole e le procedure relative all'applicazione da parte degli Stati membri del principio del reciproco riconoscimento nei singoli casi, in relazione a merci soggette all'articolo 34 TFUE, che sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro, tenuto conto dell'articolo 36 TFUE e della giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea.
3. Il presente regolamento prevede anche l'istituzione e la gestione negli Stati membri di punti di contatto per i prodotti nonché la cooperazione e lo scambio di informazioni nel contesto del principio del reciproco riconoscimento.
Articolo 2
Ambito di applicazione
1. Il presente regolamento si applica a qualsiasi tipo di merci, compresi i prodotti agricoli ai sensi dell'articolo 38, paragrafo 1, secondo comma, TFUE, e alle decisioni amministrative adottate o da adottare da parte di un'autorità competente di uno Stato membro di destinazione in relazione a tali merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro, ove tale decisione amministrativa soddisfi i seguenti criteri:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la base per la decisione amministrativa è una regola tecnica nazionale applicabile nello Stato membro di destinazione; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l'effetto diretto o indiretto della decisione amministrativa è quello di limitare o negare l'accesso al mercato nello Stato membro di destinazione.</p></td></tr></tbody></table>
La «decisione amministrativa» comprende qualsiasi atto amministrativo che si basa su una regola tecnica nazionale e ha lo stesso o sostanzialmente il medesimo effetto giuridico dell'effetto di cui alla lettera b).
2. Ai fini del presente regolamento, per «regola tecnica nazionale» si intende qualsiasi disposizione legislativa, regolamentare o amministrativa di uno Stato membro che presenta le seguenti caratteristiche:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>riguarda i prodotti o gli aspetti dei prodotti che non sono oggetto di armonizzazione a livello di Unione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>vieta la messa a disposizione di merci, o di un determinato tipo di merci, sul mercato in tale Stato membro o rende obbligatorio, de iure o de facto, il rispetto della disposizione quando le merci, o un determinato tipo di merci, sono messi a disposizione su quel mercato; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>prevede almeno una delle seguenti alternative:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>stabilisce le caratteristiche richieste per merci, o per un determinato tipo di merci, quali i livelli di qualità, le prestazioni o la sicurezza, o le loro dimensioni, comprese le prescrizioni applicabili a tali merci per quanto riguarda le denominazioni di vendita, la terminologia, i simboli, le prove e i metodi di prova, l'imballaggio, la marcatura o l'etichettatura e le procedure di valutazione della conformità;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>per motivi di protezione dei consumatori o dell'ambiente, stabilisce altri requisiti per merci, o per un determinato tipo di merci, e che riguardano il ciclo di vita delle merci dopo la loro messa a disposizione sul mercato di tale Stato membro, quali le condizioni di utilizzazione, di riciclaggio, di reimpiego o di smaltimento, qualora tali condizioni possano influenzare in modo significativo la composizione o la natura di dette merci o la messa a disposizione delle stesse sul mercato di detto Stato membro.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
3. Il paragrafo 2, lettera c), punto i), del presente articolo comprende anche i metodi e i processi di produzione utilizzati per i prodotti agricoli di cui all'articolo 38, paragrafo 1, secondo comma, TFUE, e per i prodotti destinati all'alimentazione umana o animale, così come i metodi e i processi di produzione relativi ad altri prodotti, quando abbiano un'incidenza sulle caratteristiche di questi ultimi.
4. Una procedura di autorizzazione preventiva non costituisce, di per sé, una regola tecnica nazionale ai fini del presente regolamento, mentre una decisione di rifiuto dell'autorizzazione preventiva sulla base di una regola tecnica nazionale è considerata una decisione amministrativa a cui si applica il presente regolamento se tale decisione soddisfa gli altri requisiti di cui al paragrafo 1, primo comma.
5. Il presente regolamento non si applica:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>alle decisioni giurisdizionali adottate dai giudici nazionali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>alle decisioni giurisdizionali adottate dalle autorità preposte all'applicazione della legge nel corso della loro attività inquirente o di perseguimento di reati relativi a termini, simboli o riferimenti materiali a organizzazioni incostituzionali o criminali oppure per reati a sfondo razzista, discriminatorio o xenofobo.</p></td></tr></tbody></table>
6. Gli articoli 5 e 6 lasciano impregiudicata l'applicazione delle seguenti disposizioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>articolo 8, paragrafo 1, lettere da b) a f), e articolo 8, paragrafo 3, della direttiva 2001/95/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>articolo 50, paragrafo 3, lettera a), e articolo 54 del regolamento (CE) n. 178/2002;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>articolo 90 del regolamento (UE) n. 1306/2013; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>articolo 138 del regolamento (UE) 2017/625.</p></td></tr></tbody></table>
7. Il presente regolamento lascia impregiudicato l'obbligo di cui alla direttiva (UE) 2015/1535 di notificare i progetti di regola tecnica nazionale alla Commissione e agli Stati membri prima della loro adozione.
Articolo 3
Definizioni
Ai fini del presente regolamento si intende per:
1) «legalmente commercializzate in un altro Stato membro» : merci o merci di quel tipo conformi alle pertinenti regole tecniche applicabili in tale Stato membro o non soggette a dette regole tecniche nazionali in tale Stato membro, che sono messe a disposizione degli utilizzatori finali in detto Stato membro;
2) «messa a disposizione sul mercato» : la fornitura di merci per la distribuzione, il consumo o l'uso sul mercato nel territorio di uno Stato membro nel corso di un'attività commerciale, a titolo oneroso o gratuito;
3) «limitazione dell'accesso al mercato» : l'imposizione dell'adempimento di condizioni prima che le merci possano essere messe a disposizione sul mercato dello Stato membro di destinazione, o di condizioni per il mantenimento delle merci su tale mercato, che in entrambi i casi richiedono la modifica di una o più delle caratteristiche di tali merci di cui all'articolo 2, paragrafo 2, lettera c), punto i), o richiedono l'esecuzione di ulteriori prove;
4) «negazione dell'accesso al mercato» : in alternativa:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il divieto della messa a disposizione di merci sul mercato dello Stato membro di destinazione o del loro mantenimento su tale mercato; o</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la richiesta del ritiro o del richiamo di tali merci da quel mercato;</p></td></tr></tbody></table>
5) «ritiro» : qualsiasi misura volta a impedire la messa a disposizione sul mercato di merci presenti nella catena di fornitura;
6) «richiamo» : qualsiasi misura volta a ottenere la restituzione di merci già messe a disposizione dell'utilizzatore finale;
7) «procedura di autorizzazione preventiva» : una procedura amministrativa a norma del diritto di uno Stato membro in base alla quale l'autorità competente di tale Stato membro è tenuta, in risposta a una domanda da parte di un operatore economico, a rilasciare un'approvazione formale prima che le merci possano essere messe a disposizione sul mercato di tale Stato membro;
8) «produttore» :
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>qualsiasi persona fisica o giuridica che fabbrica merci, o che fa progettare o fabbricare merci, o che produce merci che non sono il risultato di un processo di fabbricazione, compresi i prodotti agricoli, e che le commercializza apponendovi il nome o il marchio di detta persona;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>qualsiasi persona fisica o giuridica che modifica merci già legalmente commercializzate in uno Stato membro secondo modalità che possano incidere sul rispetto delle pertinenti regole tecniche applicabili in detto Stato membro; o</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>qualsiasi altra persona fisica o giuridica che, apponendo sulle merci o sui documenti che accompagnano tali merci il proprio nome, marchio o altro segno distintivo, si presenta come il produttore delle stesse;</p></td></tr></tbody></table>
9) «rappresentante autorizzato» : qualsiasi persona fisica o giuridica stabilita all'interno dell'Unione che ha ricevuto da un produttore un mandato scritto che la autorizza ad agire per suo conto in relazione alla messa a disposizione di merci sul mercato in questione;
10) «importatore» : qualsiasi persona fisica o giuridica stabilita all'interno dell'Unione che mette per la prima volta a disposizione merci provenienti da un paese terzo sul mercato dell'Unione;
11) «distributore» : qualsiasi persona fisica o giuridica nella catena di fornitura, diversa dal produttore o dall'importatore, che mette merci a disposizione sul mercato di uno Stato membro;
12) «operatore economico» : uno qualsiasi dei seguenti soggetti in relazione alle merci: il produttore, il rappresentante autorizzato, l'importatore o il distributore;
13) «utilizzatore finale» : qualsiasi persona fisica o giuridica residente o stabilita nell'Unione, a cui le merci sono state o sono messe a disposizione, in quanto consumatore al di fuori di qualsiasi attività commerciale, imprenditoriale, artigianale o professionale, o in quanto utilizzatore finale professionale nell'esercizio delle sue attività industriali o professionali;
14) «legittimi motivi di interesse generale» : uno dei motivi enunciati all'articolo 36 TFUE o qualsiasi altro motivo imperativo di interesse generale;
15) «organismo di valutazione della conformità» : un organismo di valutazione della conformità definito all'articolo 2, punto 13, del regolamento (CE) n. 765/2008.
CAPO II
PROCEDURE RELATIVE ALL'APPLICAZIONE DEL PRINCIPIO DEL RECIPROCO RICONOSCIMENTO NEI SINGOLI CASI
Articolo 4
Dichiarazione sul reciproco riconoscimento
1. Il produttore di merci, o di un determinato tipo di merci, che sono o devono essere messe a disposizione sul mercato dello Stato membro di destinazione può redigere una dichiarazione volontaria di commercializzazione legale delle merci ai fini del reciproco riconoscimento («dichiarazione sul reciproco riconoscimento») che comprovi alle autorità competenti dello Stato membro di destinazione che le merci, o quel tipo di merci, sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro.
Il produttore può incaricare il suo rappresentante autorizzato di redigere la dichiarazione sul reciproco riconoscimento per suo conto.
La dichiarazione sul reciproco riconoscimento segue la struttura di cui alla parte I e nella parte II dell'allegato e contiene tutte le informazioni ivi specificate.
Il produttore o il suo rappresentante autorizzato, se incaricato in tal senso, può limitarsi a fornire nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento le informazioni di cui alla parte I dell'allegato. In tal caso le informazioni di cui alla parte II dell'allegato sono fornite dall'importatore o dal distributore.
In alternativa, entrambe le parti della dichiarazione sul reciproco riconoscimento possono essere redatte dall'importatore o dal distributore, purché il firmatario possa fornire la prova di cui all'articolo 5, paragrafo 4, lettera a).
La dichiarazione sul reciproco riconoscimento è redatta in una delle lingue ufficiali dell'Unione. Se tale lingua non è quella prescritta dallo Stato membro di destinazione, gli operatori economici traducono la dichiarazione sul reciproco riconoscimento in una lingua stabilita dallo Stato membro di destinazione.
2. Gli operatori economici che firmano la dichiarazione sul reciproco riconoscimento o una parte di essa sono responsabili del contenuto e dell'esattezza delle informazioni forniscono nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento, compresa la correttezza delle informazioni da essi tradotte. Ai fini del presente paragrafo, gli operatori economici sono responsabili conformemente al diritto nazionale.
3. Gli operatori economici si accertano che la dichiarazione sul reciproco riconoscimento sia aggiornata in qualsiasi momento per tener conto di eventuali modifiche delle informazioni che essi hanno fornito nella dichiarazione sul reciproco riconoscimento.
4. La dichiarazione sul reciproco riconoscimento può essere trasmessa all'autorità competente dello Stato membro di destinazione ai fini di una valutazione da effettuare ai sensi dell'articolo 5. Può essere trasmessa su supporto cartaceo o per via elettronica o resa disponibile online, in conformità delle prescrizioni dello Stato membro di destinazione.
5. Qualora gli operatori economici rendano disponibile la dichiarazione sul reciproco riconoscimento online, si applicano le seguenti condizioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il tipo o la serie di merci a cui si applica la dichiarazione sul reciproco riconoscimento sono facilmente identificabili; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i mezzi tecnici utilizzati garantiscono un'agevole consultazione e sono oggetto di un monitoraggio volto a garantire la disponibilità della dichiarazione sul reciproco riconoscimento e l'accesso alla stessa.</p></td></tr></tbody></table>
6. Nei casi in cui le merci per le quali è trasmessa la dichiarazione sul reciproco riconoscimento siano soggette anche a un atto dell'Unione che richiede una dichiarazione UE di conformità, la dichiarazione sul reciproco riconoscimento può essere acclusa alla dichiarazione UE di conformità.
Articolo 5
Valutazione delle merci
1. Qualora l'autorità competente dello Stato membro di destinazione intenda valutare le merci soggette al presente regolamento, stabilire se le merci, o merci di quel tipo, sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro e, in caso affermativo, se gli interessi pubblici legittimi coperti dalla regola tecnica nazionale applicabile dello Stato membro di destinazione sono adeguatamente protetti tenuto conto delle caratteristiche delle merci in questione, prende senza indugio contatto con l'operatore economico interessato.
2. L'autorità competente dello Stato membro di destinazione, quando entra in contatto con l'operatore economico interessato, informa quest'ultimo della valutazione, indicando le merci che sono oggetto di tale valutazione, e specificando la regola tecnica nazionale applicabile o la procedura di autorizzazione preventiva. L'autorità competente dello Stato membro di destinazione informa inoltre l'operatore economico in merito alla possibilità di fornire una dichiarazione sul reciproco riconoscimento in conformità dell'articolo 4 ai fini di detta valutazione.
3. L'operatore economico è autorizzato a rendere disponibili le merci sul mercato nello Stato membro di destinazione mentre l'autorità competente effettua la valutazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo e può continuare a farlo a meno che l'operatore economico riceva una decisione amministrativa che limiti o neghi l'accesso al mercato di tali merci. Il presente paragrafo non si applica qualora la valutazione sia svolta nell'ambito di una procedura di autorizzazione preventiva o l'autorità competente sospenda temporaneamente la messa a disposizione sul mercato delle merci soggette a tale valutazione a norma dell'articolo 6.
4. Se una dichiarazione sul reciproco riconoscimento è trasmessa a un'autorità competente dello Stato membro di destinazione conformemente all'articolo 4, ai fini della valutazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la dichiarazione sul reciproco riconoscimento, unitamente agli elementi di prova a corredo necessari per verificare le informazioni in essa contenute che è fornita in risposta a una richiesta dell'autorità competente, è accettata dall'autorità competente come sufficiente a dimostrare che le merci sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l'autorità competente non richiede a un operatore economico la presentazione di altre informazioni o di altri documenti al fine di dimostrare che le merci sono legalmente commercializzate in un altro Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
5. Se una dichiarazione sul reciproco riconoscimento non è trasmessa a un'autorità competente dello Stato membro di destinazione conformemente all'articolo 4, ai fini della valutazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo, l'autorità competente può chiedere agli operatori economici interessati di fornire i documenti e le informazioni che sono necessari per tale valutazione in relazione a quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le caratteristiche delle merci o del tipo di merci in questione; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la commercializzazione legale delle merci in un altro Stato membro.</p></td></tr></tbody></table>
6. All'operatore economico interessato sono concessi almeno quindici giorni lavorativi dalla richiesta dell'autorità competente dello Stato membro di destinazione per presentare i documenti e le informazioni di cui al paragrafo 4, lettera a), o al paragrafo 5, lettera a), o per presentare eventuali commenti o argomentazioni.
7. Ai fini della valutazione di cui al paragrafo 1 del presente articolo, l'autorità competente dello Stato membro di destinazione, a norma dell'articolo 10, paragrafo 3, può prendere contatto con le autorità competenti o i punti di contatto per i prodotti dello Stato membro nel quale un operatore economico sostiene di commercializzare legalmente le sue merci, se l'autorità competente deve verificare tutte le informazioni fornite dall'operatore economico.
8. Nell'effettuare la valutazione di cui al paragrafo 1, le autorità competenti degli Stati membri di destinazione tengono debitamente conto del contenuto dei rapporti di prova o dei certificati rilasciati da un organismo di valutazione della conformità e presentati da un operatore economico nell'ambito della valutazione. Le autorità competenti degli Stati membri di destinazione non rifiutano i rapporti di prova o i certificati rilasciati da un organismo accreditato di valutazione della conformità per l'appropriato settore di attività di valutazione della conformità ai sensi del regolamento (CE) n. 765/2008 per motivi legati alla competenza di tale organismo.
9. Se, al termine di una valutazione ai sensi del paragrafo 1 del presente articolo, l'autorità competente di uno Stato membro di destinazione adotta una decisione amministrativa in relazione alle merci che ha valutato, notifica senza indugio tale decisione amministrativa all'operatore economico di cui al paragrafo 1 del presente articolo. L'autorità competente notifica inoltre detta decisione amministrativa alla Commissione e agli altri Stati membri entro venti giorni lavorativi dall'adozione della decisione. A tal fine, si avvale del sistema di cui all'articolo 11.
10. La decisione amministrativa di cui al paragrafo 9 illustra le giustificazioni della decisione in maniera sufficientemente dettagliata e motivata da facilitare la valutazione della sua compatibilità con il principio del reciproco riconoscimento e con le prescrizioni del presente regolamento.
11. Nella decisione amministrativa di cui al paragrafo 9 sono incluse in particolare le seguenti informazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la regola tecnica nazionale su cui si basa la decisione amministrativa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i legittimi motivi di interesse generale che giustificano l'applicazione della regola tecnica nazionale su cui si basa la decisione amministrativa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le prove tecniche o scientifiche che l'autorità competente dello Stato membro di destinazione ha considerato, comprese, se del caso, le modifiche relative allo stato dell'arte che sono intercorse successivamente all'entrata in vigore della regola tecnica nazionale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>una sintesi delle argomentazioni addotte dall'operatore economico interessato che siano pertinenti per la valutazione a norma del paragrafo 1, se del caso;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>gli elementi di prova attestanti che la decisione amministrativa è idonea al conseguimento dell'obiettivo perseguito e che la decisione amministrativa si limita a quanto è necessario per il raggiungimento di tale obiettivo.</p></td></tr></tbody></table>
12. La decisione amministrativa di cui al paragrafo 9 del presente articolo specifica i mezzi di ricorso previsti dal diritto nazionale dello Stato membro di destinazione e i termini temporali applicabili a tali mezzi. Essa include altresì un riferimento alla possibilità per gli operatori economici di ricorrere a SOLVIT e alla procedura di cui all'articolo 8.
13. La decisione amministrativa di cui al paragrafo 9 non prende effetto prima di essere stata notificata all'operatore economico interessato a norma di tale paragrafo.
Articolo 6
Sospensione temporanea dell'accesso al mercato
1. Quando sta effettuando una valutazione delle merci ai sensi dell'articolo 5, l'autorità competente di uno Stato membro può sospendere temporaneamente la messa a disposizione di tali merci sul mercato dello Stato membro in questione solo se:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>in condizioni di utilizzazione normali o ragionevolmente prevedibili, le merci presentano un rischio grave per la sicurezza o la salute delle persone o per l'ambiente, anche nei casi in cui gli effetti non sono immediati, che richiede un intervento rapido da parte dell'autorità competente;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la messa a disposizione delle merci, o di merci di quel tipo, sul mercato dello Stato membro in questione è generalmente vietata in tale Stato membro per motivi di moralità pubblica o di pubblica sicurezza.</p></td></tr></tbody></table>
2. L'autorità competente dello Stato membro notifica immediatamente all'operatore economico interessato, alla Commissione e agli altri Stati membri qualsiasi sospensione temporanea di cui al paragrafo 1 del presente articolo. La notifica alla Commissione e agli altri Stati membri è effettuata tramite il sistema di cui all'articolo 11. Nei casi di cui al paragrafo 1, lettera a), del presente articolo, tale notifica è corredata di una motivazione tecnica o scientifica dettagliata atta a dimostrare le ragioni per cui il caso rientra nell'ambito di tale fattispecie.
Articolo 7
Notifica mediante RAPEX o RASFF
Se la decisione amministrativa di cui all'articolo 5 oppure la sospensione temporanea di cui all'articolo 6 rientrano tra i provvedimenti che devono essere notificati mediante il sistema di scambio rapido di informazione (RAPEX) a norma della direttiva 2001/95/CE o il sistema di allarme rapido per gli alimenti e i mangimi (RASFF) a norma del regolamento (CE) n. 178/2002, non è necessaria una notifica separata alla Commissione e agli altri Stati membri ai sensi del presente regolamento, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la notifica RAPEX o RASFF precisa che la notifica del provvedimento vale anche come una notifica ai sensi del presente regolamento; e</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la notifica RAPEX o RASFF è corredata degli elementi di prova richiesti per la decisione amministrativa ai sensi dell'articolo 5 o per la sospensione temporanea ai sensi dell'articolo 6.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 8
Procedura di risoluzione dei problemi
1. Qualora un operatore economico interessato da una decisione amministrativa l'abbia sottoposta a SOLVIT e qualora, nel corso della procedura SOLVIT, il centro di appartenenza o il centro competente chieda alla Commissione di esprimere un parere per aiutarla a risolvere il caso, il centro di appartenenza e il centro competente forniscono alla Commissione tutti i documenti pertinenti relativi alla decisione amministrativa in questione.
2. Dopo aver ricevuto la richiesta di cui al paragrafo 1, la Commissione valuta se la decisione amministrativa è compatibile con il principio del reciproco riconoscimento e conformemente alle prescrizioni del presente regolamento.
3. Ai fini della valutazione di cui al paragrafo 2 del presente articolo, la Commissione esamina la decisione amministrativa notificata conformemente all'articolo 5, paragrafo 9, nonché i documenti e le informazioni forniti nell'ambito della procedura SOLVIT. Qualora siano necessari informazioni o documenti aggiuntivi ai fini della valutazione di cui al paragrafo 2 del presente articolo, la Commissione, senza indebito ritardo, chiede al pertinente centro SOLVIT di avviare contatti con l'operatore economico interessato o con le autorità competenti che hanno adottato la decisione amministrativa, al fine di ottenere tali informazioni o documenti complementari.
4. Entro 45 giorni lavorativi dal ricevimento della richiesta di cui al paragrafo 1, la Commissione completa la sua valutazione ed esprime un parere. Se del caso, il parere della Commissione individua eventuali criticità che dovrebbero essere affrontate nel caso SOLVIT o formula raccomandazioni per contribuire a risolvere il caso. Il termine di 45 giorni lavorativi non include il tempo necessario per la Commissione per ricevere le informazioni e i documenti aggiuntivi di cui al paragrafo 3.
5. Se nel corso della valutazione di cui al paragrafo 2 la Commissione è stata informata del fatto che il caso è risolto, essa non è tenuta a esprimere un parere.
6. Il parere della Commissione è comunicato tramite il pertinente centro SOLVIT all'operatore economico interessato e alle pertinenti autorità competenti. La Commissione notifica tale parere a tutti gli Stati membri tramite il sistema di cui all'articolo 11. Il parere è preso in considerazione nel corso della procedura SOLVIT di cui al paragrafo 1 del presente articolo.
CAPO III
COOPERAZIONE AMMINISTRATIVA, MONITORAGGIO E COMUNICAZIONE
Articolo 9
Compiti dei punti di contatto per i prodotti
1. Gli Stati membri designano e gestiscono nel proprio territorio punti di contatto per i prodotti e si accertano che i loro punti di contatto dispongano di poteri sufficienti e di risorse appropriate per il corretto svolgimento dei propri compiti. Essi si assicurano che i punti di contatto per i prodotti prestino i propri servizi conformemente al regolamento (UE) 2018/1724.
2. I punti di contatto per i prodotti forniscono le seguenti informazioni online:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>informazioni sul principio del reciproco riconoscimento e sull'applicazione del presente regolamento nel territorio dei propri Stati membri, comprese le informazioni sulla procedura di cui all'articolo 5;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i dati di contatto grazie ai quali le autorità competenti in tale Stato membro possano essere contattate direttamente, compresi quelli delle autorità incaricate di sovrintendere all'applicazione delle regole tecniche nazionali vigenti nel territorio dei propri Stati membri;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>i mezzi di ricorso e le procedure disponibili nel territorio dei propri Stati membri in caso di controversia tra l'autorità competente e un operatore economico, compresa la procedura di cui all'articolo 8.</p></td></tr></tbody></table>
3. Se necessario, a integrazione delle informazioni fornite online ai sensi del paragrafo 2, i punti di contatto per i prodotti trasmettono, su richiesta di un operatore economico o di un'autorità competente di un altro Stato membro, tutte le informazioni utili, come per esempio copie in formato elettronico delle regole tecniche nazionali e delle procedure amministrative nazionali applicabili a merci specifiche o a uno specifico tipo di merci nel territorio in cui è stabilito il punto di contatto per i prodotti, o l'accesso online a tali regole e procedure, nonché informazioni se tali merci, o merci di quel tipo, sono soggette ad autorizzazione preventiva a norma del diritto nazionale.
4. I punti di contatto per i prodotti rispondono entro quindici giorni lavorativi dal ricevimento delle richieste di cui al paragrafo 3.
5. I punti di contatto per i prodotti non riscuotono alcun diritto per la fornitura delle informazioni di cui al paragrafo 3.
Articolo 10
Cooperazione amministrativa
1. La Commissione avvia e assicura una cooperazione efficiente tra le autorità competenti e i punti di contatto per i prodotti dei vari Stati membri mediante le seguenti azioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>facilitando e coordinando lo scambio e la raccolta di informazioni e migliori prassi per quanto riguarda l'applicazione del principio del reciproco riconoscimento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sostenendo il funzionamento dei punti di contatto per i prodotti e migliorando la loro cooperazione transfrontaliera;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>facilitando e coordinando lo scambio di funzionari tra Stati membri e l'organizzazione di programmi comuni di formazione e sensibilizzazione per le autorità e le imprese.</p></td></tr></tbody></table>
2. Gli Stati membri si assicurano che le loro autorità competenti e i punti di contatto per i prodotti partecipino alle attività di cui al paragrafo 1.
3. A seguito di una richiesta di un'autorità competente dello Stato membro di destinazione a norma dell'articolo 5, paragrafo 7, le autorità competenti dello Stato membro nel quale un operatore economico sostiene di commercializzare legalmente le sue merci forniscono all'autorità competente dello Stato membro di destinazione, entro quindici giorni lavorativi, le informazioni relative a tali merci che sono pertinenti ai fini della verifica dei dati e dei documenti forniti dall'operatore economico nel corso della valutazione di cui all'articolo 5. I punti di contatto per i prodotti possono essere utilizzati per facilitare contatti tra le pertinenti autorità competenti nel rispetto del termine per la trasmissione delle informazioni richieste di cui all'articolo 9, paragrafo 4.
Articolo 11
Sistema di informazione e comunicazione
1. Ai fini degli articoli 5, 6 e 10 del presente regolamento, si fa ricorso al sistema di informazione e comunicazione di cui all'all'articolo 23 del regolamento (CE) n. 765/2008, fatto salvo l'articolo 7 del presente regolamento.
2. La Commissione adotta atti di esecuzione che specificano i dettagli e le funzionalità del sistema di cui al paragrafo 1 del presente articolo ai fini del presente regolamento. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d'esame di cui all'articolo 15, paragrafo 2.
CAPO IV
FINANZIAMENTO
Articolo 12
Finanziamento delle attività a sostegno del presente regolamento
1. L'Unione può finanziare le seguenti attività a sostegno del presente regolamento:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>campagne di sensibilizzazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>istruzione e formazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>scambio di funzionari e di migliori prassi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>cooperazione tra i punti di contatto per i prodotti e le autorità competenti, nonché sostegno tecnico e logistico per tale cooperazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>raccolta di dati in merito al funzionamento del principio del reciproco riconoscimento e alla sua incidenza sul mercato unico delle merci.</p></td></tr></tbody></table>
2. L'assistenza finanziaria dell'Unione in relazione alle attività a sostegno del presente regolamento è erogata conformemente al regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 18 ) , direttamente o delegando compiti di esecuzione del bilancio alle entità elencate all'articolo 62, paragrafo 1, lettera c), del suddetto regolamento.
3. Gli stanziamenti assegnati alle attività di cui al presente regolamento sono determinati ogni anno dall'autorità di bilancio entro i limiti del quadro finanziario in vigore.
Articolo 13
Tutela degli interessi finanziari dell'Unione
1. La Commissione adotta provvedimenti opportuni volti a garantire che, nel realizzare le azioni finanziate ai sensi del presente regolamento, gli interessi finanziari dell'Unione siano tutelati mediante l'applicazione di misure preventive contro la frode, la corruzione e ogni altra attività illecita, mediante controlli efficaci e, ove fossero rilevate irregolarità, mediante il recupero delle somme indebitamente versate e, se del caso, tramite sanzioni amministrative e finanziarie effettive, proporzionate e dissuasive.
2. La Commissione o i suoi rappresentanti e la Corte dei conti hanno potere di verifica, esercitabile sulla base di documenti e mediante ispezioni in loco, su tutti i beneficiari di sovvenzioni, i contraenti e i subcontraenti che hanno ottenuto finanziamenti dell'Unione a norma del presente regolamento.
3. L'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) può effettuare indagini, inclusi controlli e ispezioni in loco, conformemente alle disposizioni e secondo le procedure di cui al regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 19 ) e dal regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio ( 20 ) , per accertare eventuali frodi, casi di corruzione o altre attività illecite lesive degli interessi finanziari dell'Unione in relazione a convenzioni di sovvenzione o decisioni di sovvenzione o a contratti finanziati nell'ambito del presente regolamento.
4. Fatti salvi i paragrafi 1, 2 e 3, gli accordi di cooperazione con paesi terzi e organizzazioni internazionali, i contratti, le convenzioni di sovvenzione e le decisioni di sovvenzione risultanti dall'applicazione del presente regolamento contengono disposizioni che autorizzano esplicitamente la Commissione, la Corte dei conti e l'OLAF a procedere a tali controlli e indagini secondo le loro rispettive competenze.
CAPO V
VALUTAZIONE E PROCEDURA DI COMITATO
Articolo 14
Valutazione
1. Entro il 20 aprile 2025 e successivamente ogni quattro anni, la Commissione procede a una valutazione del presente regolamento alla luce degli obiettivi che persegue e presenta una relazione in materia al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo.
2. Ai fini del paragrafo 1 del presente articolo, la Commissione si avvale delle informazioni disponibili nel sistema di cui all'articolo 11 e dei dati rilevati nel corso delle attività di cui all'articolo 12, paragrafo 1, lettera e). La Commissione può anche chiedere agli Stati membri di presentare tutte le informazioni pertinenti ai fini della valutazione della libera circolazione delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro o ai fini della valutazione dell'efficacia del presente regolamento, nonché una valutazione del funzionamento dei punti di contatto per i prodotti.
Articolo 15
Procedura di comitato
1. La Commissione è assistita da un comitato. Esso è un comitato ai sensi del regolamento (UE) n. 182/2011.
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l'articolo 5 del regolamento (UE) n. 182/2011.
CAPO VI
DISPOSIZIONI FINALI
Articolo 16
Abrogazione
Il regolamento (CE) n. 764/2008 è abrogato con effetto a decorrere dal 19 aprile 2020.
I riferimenti al regolamento abrogato si intendono fatti al presente regolamento.
Articolo 17
Entrata in vigore e applicazione
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Esso si applica a decorrere dal 19 aprile 2020.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 19 marzo 2019
Per il Parlamento europeo
Il presidente
A. TAJANI
Per il Consiglio
Il presidente
G. CIAMBA
( 1 ) GU C 283 del 10.8.2018, pag. 19 .
( 2 ) Posizione del Parlamento europeo del 14 febbraio 2019 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e decisione del Consiglio del 5 marzo 2019.
( 3 ) Regolamento (CE) n. 764/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che stabilisce procedure relative all'applicazione di determinate regole tecniche nazionali a prodotti legalmente commercializzati in un altro Stato membro e che abroga la decisione n. 3052/95/CE ( GU L 218 del 13.8.2008, pag. 21 ).
( 4 ) Direttiva (UE) 2015/1535 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 settembre 2015, che prevede una procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione ( GU L 241 del 17.9.2015, pag. 1 ).
( 5 ) Regolamento (CE) n. 765/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 luglio 2008, che pone norme in materia di accreditamento e vigilanza del mercato per quanto riguarda la commercializzazione dei prodotti e che abroga il regolamento (CEE) n. 339/93 ( GU L 218 del 13.8.2008, pag. 30 ).
( 6 ) Direttiva 2001/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 3 dicembre 2001, relativa alla sicurezza generale dei prodotti ( GU L 11 del 15.1.2002, pag. 4 ).
( 7 ) Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare ( GU L 31 dell'1.2.2002, pag. 1 ).
( 8 ) Regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l'applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari, recante modifica dei regolamenti (CE) n. 999/2001, (CE) n. 396/2005, (CE) n. 1069/2009, (CE) n. 1107/2009, (UE) n. 1151/2012, (UE) n. 652/2014, (UE) 2016/429 e (UE) 2016/2031 del Parlamento europeo e del Consiglio, dei regolamenti (CE) n. 1/2005 e (CE) n. 1099/2009 del Consiglio e delle direttive 98/58/CE, 1999/74/CE, 2007/43/CE, 2008/119/CE e 2008/120/CE del Consiglio, e che abroga i regolamenti (CE) n. 854/2004 e (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 89/608/CEE, 89/662/CEE, 90/425/CEE, 91/496/CEE, 96/23/CE, 96/93/CE e 97/78/CE del Consiglio e la decisione 92/438/CEE del Consiglio (regolamento sui controlli ufficiali) ( GU L 95 del 7.4.2017, pag. 1 ).
( 9 ) Regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali ( GU L 165 del 30.4.2004, pag. 1 ).
( 10 ) Regolamento (UE) n. 1306/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n. 352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000, (CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 485/2008 ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 549 ).
( 11 ) Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671 ).
( 12 ) Raccomandazione 2013/461/UE della Commissione, del 17 settembre 2013, sui principi di funzionamento di SOLVIT ( GU L 249 del 19.9.2013, pag. 10 ).
( 13 ) Regolamento (UE) 2018/1724 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 2 ottobre 2018, che istituisce uno sportello digitale unico per l'accesso a informazioni, procedure e servizi di assistenza e di risoluzione dei problemi e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012 ( GU L 295 del 21.11.2018, pag. 1 ).
( 14 ) Regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell'esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione ( GU L 55 del 28.2.2011, pag. 13 ).
( 15 ) Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) ( GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1 ).
( 16 ) Regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2018, sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell'Unione e sulla libera circolazione di tali dati, e che abroga il regolamento (CE) n. 45/2001 e la decisione n. 1247/2002/CE ( GU L 295 del 21.11.2018, pag. 39 ).
( 17 ) GU L 123 del 12.5.2016, pag. 1 .
( 18 ) Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 ( GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 ).
( 19 ) Regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio ( GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1 ).
( 20 ) Regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio, dell'11 novembre 1996, relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità ( GU L 292 del 15.11.1996, pag. 2 ).
ALLEGATO
Dichiarazione sul reciproco riconoscimento ai fini dell'articolo 4 del regolamento (UE) 2019/515 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 1 )
Parte I
1. Identificatore unico per le merci o il tipo di merci: [Nota: inserire il codice di identificazione delle merci o altro numero di riferimento che identifica in modo univoco le merci o il tipo di merci]
2. Nome e indirizzo dell'operatore economico: … [Nota: inserire il nome e l'indirizzo del firmatario della parte I della dichiarazione sul reciproco riconoscimento: il produttore e, se del caso, il suo rappresentante autorizzato, o l'importatore o il distributore]
3. Descrizione delle merci o del tipo di merci oggetto della dichiarazione sul reciproco riconoscimento: … [Nota: la descrizione deve essere sufficiente a consentire l'identificazione di dette merci per motivi di rintracciabilità; se del caso, può essere corredata di una fotografia]
4. Dichiarazione e informazioni sulla legittimità della commercializzazione delle merci o di quel tipo di merci:
4.1. Le merci o il tipo di merci di cui sopra, comprese le relative caratteristiche, ottemperano alle seguenti regole tecniche applicabili in … [Nota: individuare lo Stato membro in cui si sostiene che le merci, o quel tipo di merci, sono state legalmente commercializzate]: … [Nota: inserire il titolo e il riferimento a pubblicazioni ufficiali, in ogni caso, delle pertinenti regole tecniche applicabili in tale Stato membro e riferimenti alla decisione di autorizzazione, se le merci sono state oggetto di procedura di autorizzazione preventiva],
o
le merci, o il tipo di merci di cui sopra, non sono soggette ad alcuna pertinente regola tecnica nazionale in … [Nota: individuare lo Stato membro in cui si sostiene che le merci, o quel tipo di merci, sono state legalmente commercializzate].
4.2. Riferimento alla procedura di valutazione della conformità applicabile alle merci o a quel tipo di merci o riferimento a rapporti di prova in caso di prove effettuate da un organismo di valutazione della conformità, compresi il nome e l'indirizzo di tale organismo (se tale procedura è stata attuata o se tali prove sono state realizzate): …
5. Eventuali informazioni complementari ritenute pertinenti per valutare se le merci, o quel tipo di merci, siano legalmente commercializzate nello Stato membro di cui al punto 4.1: …
6. Questa parte della dichiarazione sul reciproco riconoscimento è stata redatta sotto l'esclusiva responsabilità dell'operatore economico individuato al punto 2.
Firmato a nome e per conto di:
(luogo e data):
(nome e cognome, funzione) (firma):
Parte II
7. Dichiarazione e informazioni sulla commercializzazione delle merci o di quel tipo di merci:
7.1. Le merci o quel tipo di merci descritte nella parte I sono messe a disposizione degli utilizzatori finali sul mercato dello Stato membro di cui al punto 4.1.
7.2. L'informazione che le merci o quel tipo di merci sono messe a disposizione degli utilizzatori finali nello Stato membro di cui al punto 4.1., compresi i dati dettagliati e la data in cui le merci sono state messe per la prima volta a disposizione degli utilizzatori finali sul mercato di tale Stato membro: …
8. Eventuali informazioni complementari ritenute pertinenti per valutare se le merci, o quel tipo di merci, siano legalmente commercializzate nello Stato membro di cui al punto 4.1: …
9. Questa parte della dichiarazione sul reciproco riconoscimento è stata redatta sotto la responsabilità esclusiva di … [Nota: inserire il nome e l'indirizzo del firmatario della parte II della dichiarazione sul reciproco riconoscimento: il produttore e, se del caso, il suo rappresentante autorizzato, o l'importatore o il distributore].
Firmato a nome e per conto di:
(luogo e data):
(nome e cognome, funzione) (firma):
<note>
( 1 ) Regolamento (UE) 2019/515 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2019, relativo al reciproco riconoscimento delle merci legalmente commercializzate in un altro Stato membro e che abroga il regolamento (CE) n. 764/2008 ( GU L 91 del 29.3.2019, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32019R0515 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.10.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 276/62</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2017/1949 DELLA COMMISSIONE
del 25 ottobre 2017
recante abrogazione della decisione di esecuzione 2014/715/UE che identifica lo Sri Lanka come un paese terzo che la Commissione considera paese terzo non cooperante a norma del regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio, del 29 settembre 2008, che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, che modifica i regolamenti (CEE) n. 2847/93, (CE) n. 1936/2001 e (CE) n. 601/2004 e che abroga i regolamenti (CE) n. 1093/94 e (CE) n. 1447/1999 ( 1 ) , in particolare l'articolo 31,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Con la decisione di esecuzione 2014/715/UE<a> (<span>2</span>)</a>, la Commissione ha identificato lo Sri Lanka come paese terzo non cooperante nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata («INN») ai sensi dell'articolo 31, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1005/2008. Nella suddetta decisione la Commissione ha esposto i motivi per cui riteneva che tale paese non adempiesse all'obbligo ad esso imposto dal diritto internazionale, nella sua qualità di Stato di bandiera, Stato di approdo, Stato costiero o Stato di commercializzazione, di adottare misure volte a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca INN.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Con la decisione di esecuzione (UE) 2015/200<a> (<span>3</span>)</a>, il Consiglio ha inserito lo Sri Lanka nell'elenco dei paesi terzi non cooperanti elaborato a norma della decisione di esecuzione 2014/170/UE del Consiglio<a> (<span>4</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L'articolo 18, paragrafo 1, lettera g), del regolamento (CE) n. 1005/2008 vieta di importare nell'Unione prodotti della pesca accompagnati da un certificato di cattura convalidato dalle autorità di uno Stato di bandiera identificato come Stato non cooperante nella lotta contro la pesca INN.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Dopo essere stato identificato come paese terzo non cooperante, lo Sri Lanka si è sforzato di adottare misure concrete per ovviare alle carenze individuate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le informazioni pervenute alla Commissione indicano che lo Sri Lanka ha adempiuto ai pertinenti obblighi di diritto internazionale e ha adottato un quadro giuridico adeguato per lottare contro la pesca INN. Il paese ha istituito un sistema adeguato ed efficiente di monitoraggio, controllo e ispezione, che comprende giornali di bordo per la registrazione dei dati di cattura, indicativi di chiamata dei pescherecci e l'installazione, su tutta la flotta d'altura, di un dispositivo per il controllo dei pescherecci («VMS»). Ha altresì predisposto un sistema di sanzioni dissuasivo, riveduto il proprio quadro giuridico in materia di pesca e garantito l'adeguata attuazione del regime di certificazione delle catture. Inoltre lo Sri Lanka ha costantemente migliorato la sua conformità con le raccomandazioni e le risoluzioni delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP), come le misure di controllo di competenza dello Stato di approdo. Il paese ha recepito le norme delle ORGP nella legislazione nazionale e ha adottato il proprio piano d'azione nazionale di lotta alla pesca INN, in linea con il piano d'azione internazionale contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata delle Nazioni Unite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Si ritiene pertanto che lo Sri Lanka abbia adempiuto ai pertinenti obblighi di diritto internazionale e che le misure da esso adottate in qualità di Stato di bandiera siano sufficienti per garantire la conformità con le disposizioni degli articoli 94, 117 e 118 della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e degli articoli 18, 19, 20 e 23 dell'accordo delle Nazioni Unite sugli stock ittici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Si può pertanto concludere che la situazione che aveva giustificato l'identificazione dello Sri Lanka come paese terzo non cooperante è stata rettificata e che il paese ha adottato misure concrete atte a garantire un miglioramento duraturo della situazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il Consiglio ha pertanto adottato la decisione di esecuzione (UE) 2016/992<a> (<span>5</span>)</a>, che radia lo Sri Lanka dall'elenco dei paesi terzi non cooperanti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>La decisione di esecuzione 2014/715/UE dovrebbe quindi essere abrogata a decorrere dall'entrata in vigore della decisione di esecuzione (UE) 2016/992.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>La presente decisione non preclude eventuali future misure che potrebbero essere adottate dall'Unione, in conformità del regolamento (CE) n. 1005/2008, qualora lo Sri Lanka non adempia agli obblighi impostigli dal diritto internazionale, in qualità di Stato di bandiera, Stato di approdo, Stato costiero o Stato di commercializzazione, di adottare misure volte a prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca INN,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato per la pesca e l'acquacoltura del 28 febbraio 2017,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La decisione di esecuzione 2014/715/UE è abrogata.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Essa si applica a decorrere dal 22 giugno 2016.
Fatto a Bruxelles, il 25 ottobre 2017
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 286 del 29.10.2008, pag. 1 .
( 2 ) Decisione di esecuzione 2014/715/UE della Commissione, del 14 ottobre 2014, che identifica un paese terzo che la Commissione considera paese terzo non cooperante a norma del regolamento (CE) n. 1005/2008 del Consiglio che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata ( GU L 297 del 15.10.2014, pag. 13 ).
( 3 ) Decisione di esecuzione (UE) 2015/200 del Consiglio, del 26 gennaio 2015, che modifica la decisione di esecuzione 2014/170/UE che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata per quanto riguarda lo Sri Lanka ( GU L 33 del 10.2.2015, pag. 15 ).
( 4 ) Decisione di esecuzione 2014/170/UE del Consiglio, del 24 marzo 2014, che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti in materia di lotta contro la pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata ( GU L 91 del 27.3.2014, pag. 43 ).
( 5 ) Decisione di esecuzione (UE) 2016/992 del Consiglio, del 16 giugno 2016, che modifica la decisione di esecuzione 2014/170/UE che stabilisce un elenco di paesi terzi non cooperanti nella lotta alla pesca INN ai sensi del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata per quanto riguarda lo Sri Lanka ( GU L 162 del 21.6.2016, pag. 15 ).
</note> | ITA | 32017D1949 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>25.3.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 79/18</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/500 DELLA COMMISSIONE
del 24 marzo 2015
che stabilisce norme tecniche di attuazione per quanto riguarda le procedure che le autorità di vigilanza devono seguire per approvare l'applicazione di un aggiustamento di congruità conformemente alla direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
vista la direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009, in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (solvibilità II) ( 1 ) , in particolare l'articolo 86, paragrafo 3,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Ai sensi dell'articolo 77 <span>ter</span> della direttiva 2009/138/CE è consentito alle imprese di assicurazione e di riassicurazione di applicare un aggiustamento di congruità alla pertinente struttura per scadenza dei tassi di interesse privi di rischio, previa approvazione delle autorità di vigilanza, purché siano soddisfatte determinate condizioni. Occorre stabilire norme relative alle procedure da seguire per approvare l'applicazione di un aggiustamento di congruità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Per essere considerata completa, una domanda dovrebbe contenere tutte le informazioni pertinenti necessarie per la valutazione e la decisione da parte delle autorità di vigilanza. Per fungere da base armonizzata alla valutazione e alla decisione da parte delle autorità di vigilanza, una domanda dovrebbe contenere prove tali da dimostrare che tutte le condizioni di cui all'articolo 77 <span>ter</span> della direttiva 2009/138/CE sono state soddisfatte.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La domanda relativa all'applicazione di un aggiustamento di congruità costituisce una decisione strategica ai fini della gestione dei rischi e della pianificazione patrimoniale. Dal momento che la responsabilità ultima dell'osservanza della direttiva spetta all'organo amministrativo, direttivo o di vigilanza, come stabilito all'articolo 40 della direttiva 2009/138/CE, si dovrebbe considerare attentamente un suo coinvolgimento nel processo decisionale relativo alla domanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Oltre all'articolo 77 <span>ter</span> della direttiva 2009/138/CE, la medesima direttiva indica, agli articoli 44, 45 e 77 <span>quater</span>, altri requisiti, i quali si applicano a tutte le imprese di assicurazione o di riassicurazione che utilizzano un aggiustamento di congruità. Una domanda dovrebbe quindi contenere le prove che tutti questi requisiti saranno soddisfatti qualora l'approvazione venga concessa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le procedure da seguire per l'approvazione dell'aggiustamento di congruità prevedono una comunicazione continua tra le autorità di vigilanza e le imprese di assicurazione e di riassicurazione. Rientra in questo quadro la comunicazione prima della presentazione di una domanda formale alle autorità di vigilanza e dopo l'approvazione di una domanda nel corso della procedura di riesame da parte delle autorità di vigilanza. Tale comunicazione continua è necessaria per garantire che i giudizi delle autorità di vigilanza siano basati su informazioni e prove pertinenti e aggiornate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Per garantire che il processo si svolga in maniera efficiente e priva di ostacoli, è opportuno che le autorità di vigilanza siano in grado di esigere che le imprese di assicurazione e di riassicurazione apportino modifiche alla domanda per valutare le parti in cui le prove presentate sono insufficienti a dimostrare l'osservanza delle condizioni pertinenti di cui all'articolo 77 <span>ter</span> della direttiva 2009/138/CE, prima di decidere definitivamente se accettare o respingere la domanda stessa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Oltre a esaminare le prove incluse nella domanda, le autorità di vigilanza dovrebbero prendere in considerazione anche altri fattori pertinenti per l'adozione di una decisione in merito all'osservanza dei requisiti di cui alla direttiva 2009/138/CE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Dal momento che i portafogli soggetti ad aggiustamento di congruità possono essere gestiti in un'ottica di continuità, le imprese che hanno ottenuto l'autorizzazione a utilizzare un aggiustamento di congruità per valutare le passività corrispondenti dovrebbero essere anche autorizzate a utilizzare tale aggiustamento per valutare le future obbligazioni di assicurazione, nella misura in cui tali obbligazioni e le attività loro corrispondenti presentano le stesse caratteristiche delle obbligazioni e delle attività incluse nel portafoglio iniziale soggetto ad aggiustamento di congruità e, di conseguenza, comportano i medesimi rischi per l'impresa interessata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Tenuto conto delle interdipendenze tra le varie domande di approvazione ai sensi della direttiva 2009/138/CE, è opportuno che, quando presenta una domanda di approvazione dell'aggiustamento di congruità, l'impresa di assicurazione o di riassicurazione informi l'autorità di vigilanza di altre domande di approvazione riguardanti gli elementi di cui all'articolo 308 <span>bis</span>, paragrafo 1, della direttiva 2009/138/CE che siano attualmente in corso o previste entro i sei mesi successivi. Tale requisito è necessario per garantire che le valutazioni da parte delle autorità di vigilanza siano basate su informazioni trasparenti e imparziali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Il presente regolamento si basa sui progetti di norme tecniche di attuazione che l'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali ha presentato alla Commissione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>L'Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali ha condotto consultazioni pubbliche aperte sui progetti di norme tecniche di attuazione sui quali è basato il presente regolamento, ha analizzato i potenziali costi e benefici collegati e ha chiesto il parere del gruppo delle parti interessate nel settore dell'assicurazione e della riassicurazione istituito in conformità dell'articolo 37 del regolamento (UE) n. 1094/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Per rafforzare la certezza giuridica in merito al regime di vigilanza durante il periodo transitorio previsto all'articolo 308 <span>bis</span> della direttiva 2009/138/CE, che inizierà il 1<span>o</span> aprile 2015, è importante garantire che il presente regolamento entri in vigore quanto prima, precisamente il giorno successivo alla pubblicazione nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Domanda di approvazione dell'uso di un aggiustamento di congruità
1. Le imprese di assicurazione e di riassicurazione che chiedono di utilizzare un aggiustamento di congruità presentano una domanda scritta di approvazione preventiva alle autorità di vigilanza.
2. La domanda viene presentata in una delle lingue ufficiali dello Stato membro in cui l'impresa di assicurazione o di riassicurazione ha sede o in una lingua precedentemente approvata dall'autorità di vigilanza, e contiene almeno le informazioni previste dagli articoli da 3 a 6 del presente regolamento.
3. Le imprese di assicurazione e di riassicurazione garantiscono che la domanda includa ogni altra informazione pertinente che esse considerano potenzialmente necessaria per la valutazione e la decisione da parte dell'autorità di vigilanza. La domanda contiene prove documentali del processo decisionale interno dell'impresa di assicurazione o di riassicurazione relativo alla domanda stessa.
4. Qualora una domanda venga presentata per più di un portafoglio di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione, essa contiene le prove previste dagli articoli da 3 a 6 del presente regolamento, separatamente per ciascun portafoglio contemplato dalla domanda.
Articolo 2
Contenuto della domanda relativamente al portafoglio di attività dedicato
Per quanto riguarda il portafoglio di attività dedicato di cui all'articolo 77 ter , paragrafo 1, lettera a), della direttiva 2009/138/CE, la domanda contiene almeno i seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>prove che il portafoglio di attività dedicato soddisfa tutte le condizioni pertinenti specificate all'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 1, della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>dettagli delle attività comprese nel portafoglio dedicato, che consistono in informazioni voce per voce sulle attività unitamente alla procedura utilizzata nel raggruppare tali attività per classi di attività, qualità e durata del credito, ai fini della determinazione dello spread «fondamentale» di cui all'articolo 77 <span>quater</span>, paragrafo 1, lettera b), della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>una descrizione del processo utilizzato per conservare il portafoglio di attività dedicato, conformemente all'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 1, lettera a), della direttiva 2009/138/CE, compresa la procedura per conservare la specularità dei flussi di cassa attesi, qualora si verifichi una rilevante variazione dei flussi di cassa.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
Contenuto della domanda relativamente al portafoglio di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione
Per quanto concerne il portafoglio di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione cui si intende applicare l'aggiustamento di congruità, la domanda contiene almeno i seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>prove che le obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione soddisfano tutti i criteri specificati all'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 1, lettere d), e), g) e j), della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>qualora sussista un rischio di mortalità, prove quantitative che l'incremento della migliore stima del portafoglio di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione non supera il 5 % in presenza di uno stress legato al rischio di mortalità specificato all'articolo 52 del regolamento delegato (UE) 2015/35 della Commissione<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 4
Contenuto della domanda scritta relativamente alla congruità dei flussi di cassa e alla gestione del portafoglio
Per quanto riguarda la congruità dei flussi di cassa nonché la gestione del portafoglio di obbligazioni ammissibile e del portafoglio di attività dedicato, la domanda contiene almeno i seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>prove quantitative che i criteri dell'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 2009/138/CE sono soddisfatti, compresa una valutazione quantitativa e qualitativa della possibilità che un disallineamento provochi rischi sostanziali rispetto ai rischi intrinseci del settore assicurativo cui si intende applicare l'aggiustamento di congruità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>prove che saranno introdotte procedure opportune per identificare, organizzare e gestire adeguatamente il portafoglio di obbligazioni e il portafoglio di attività dedicato, separatamente dalle altre attività dell'impresa, e garantire che sia impossibile procedere alla copertura delle perdite derivanti dalle altre attività dell'impresa utilizzando le attività dedicate, ai sensi dell'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 1, lettera b), della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>prove del modo in cui i fondi propri saranno adattati ai sensi dell'articolo 81 della direttiva 2009/138/CE per riflettere qualsiasi riduzione di trasferibilità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>prove del modo in cui il requisito patrimoniale di solvibilità sarà adattato per riflettere adeguatamente ogni portata limitata della diversificazione del rischio. Se del caso saranno incluse anche prove dell'osservanza degli articoli 216, 217 e 234 del regolamento delegato (UE) 2015/35). Qualora le imprese di assicurazione e di riassicurazione intendano calcolare il requisito patrimoniale di solvibilità utilizzando un modello interno, ma non abbiano ottenuto la necessaria approvazione dell'autorità di vigilanza, le prove previste dal presente paragrafo sono presentate sulla base del risultato della formula standard nonché del modello interno non approvato.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 5
Contenuto supplementare della domanda scritta
Oltre alle informazioni specificate negli articoli 3 e 4 del presente regolamento, la domanda include anche i seguenti elementi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>conferma che le condizioni di cui all'articolo 77 <span>ter</span>, paragrafo 3, della direttiva 2009/138/CE saranno soddisfatte qualora le autorità di vigilanza approvino l'applicazione di un aggiustamento di congruità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il piano di liquidità di cui all'articolo 44, paragrafo 2, della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le valutazioni di cui all'articolo 44, paragrafo 2 <span>bis</span>, lettera b), della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le valutazioni di cui all'articolo 45, paragrafo 2 <span>bis</span>, della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>una spiegazione e una dimostrazione dettagliate del processo di calcolo utilizzato per determinare l'aggiustamento di congruità conformemente ai requisiti di cui all'articolo 77 <span>quater</span> della direttiva 2009/138/CE;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>un elenco delle altre domande presentate dall'impresa di assicurazione o di riassicurazione o di cui è attualmente prevista la presentazione entro i sei mesi successivi ai fini dell'approvazione di qualsiasi elemento del regime transitorio di cui all'articolo 308 <span>bis</span>, paragrafo 1, della direttiva 2009/138/CE.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 6
Valutazione della domanda
1. L'autorità di vigilanza conferma il ricevimento della domanda dell'impresa di assicurazione o di riassicurazione.
2. La domanda è considerata completa dall'autorità di vigilanza qualora contenga tutte le prove previste dagli articoli da 2 a 5 del presente regolamento.
3. L'autorità di vigilanza conferma la completezza o meno della domanda entro 30 giorni dal suo ricevimento.
4. Se l'autorità di vigilanza stabilisce che la domanda non è completa, informa immediatamente l'impresa di assicurazione o di riassicurazione che il periodo di approvazione non è iniziato e specifica il motivo per cui la domanda non è ritenuta completa.
5. L'autorità di vigilanza garantisce l'adozione di una decisione in merito a una domanda entro 6 mesi dal ricevimento della domanda completa.
6. Il fatto che l'autorità di vigilanza abbia confermato che una domanda è completa non le impedisce di richiedere ulteriori informazioni necessarie per valutare la domanda. La richiesta specifica le ulteriori informazioni necessarie e i motivi della richiesta.
7. La valutazione della domanda implica una comunicazione continua con l'impresa di assicurazione o di riassicurazione e può includere richieste di aggiustamenti, da parte delle autorità di vigilanza, relativi al modo in cui l'impresa intende applicare l'aggiustamento di congruità. Qualora l'autorità di vigilanza stabilisca che sarebbe possibile approvare l'applicazione di un aggiustamento di congruità, a condizione che siano effettuati aggiustamenti, notifica senza indugio all'impresa di assicurazione o di riassicurazione, per iscritto, gli aggiustamenti richiesti.
8. I giorni compresi tra la data in cui l'autorità di vigilanza richiede ulteriori informazioni o aggiustamenti ai sensi dei paragrafi 6 e 7 e la data in cui detta autorità riceve tali informazioni o aggiustamenti, non sono inclusi nel periodo di sei mesi di cui al paragrafo 5.
9. Le imprese di assicurazione e di riassicurazione garantiscono che tutte le prove documentali siano messe a disposizione, anche in forma elettronica se possibile, all'autorità di vigilanza per tutta la durata della valutazione della domanda.
10. L'impresa di assicurazione o di riassicurazione informa l'autorità di vigilanza di qualsiasi modifica apportata ai dettagli della domanda. Se un'impresa di assicurazione o di riassicurazione informa l'autorità di vigilanza di una modifica apportata alla propria domanda, questa viene considerata come una nuova domanda salvo che:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la modifica sia dovuta a una richiesta di ulteriori informazioni o modifiche da parte dell'autorità di vigilanza, o</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l'autorità di vigilanza sia convinta che la modifica non influisca sensibilmente sulla valutazione della domanda da parte dell'autorità stessa.</p></td></tr></tbody></table>
11. Un'impresa di assicurazione o di riassicurazione può ritirare una domanda, mediante notifica scritta, in qualsiasi fase, prima della decisione da parte dell'autorità di vigilanza. Se in seguito l'impresa di assicurazione o di riassicurazione presenta nuovamente la domanda o presenta una domanda aggiornata, l'autorità di vigilanza considera quest'ultima come una nuova domanda.
Articolo 7
Decisione sulla domanda
1. L'autorità di vigilanza può prendere in considerazione prove diverse da quelle previste agli articoli da 2 a 5 del presente regolamento, qualora tali prove siano rilevanti per valutare l'osservanza delle condizioni di cui all'articolo 77 ter , paragrafo 1, e 77 quater , della direttiva 2009/138/CE per l'adozione di una decisione sull'approvazione della domanda.
2. La decisione dell'autorità di vigilanza sull'approvazione della domanda è comunicata per iscritto nella stessa lingua in cui è stata redatta la domanda.
3. Qualora sia stata ricevuta un'unica domanda per più portafogli di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione, l'autorità di vigilanza può decidere di approvare la domanda soltanto per alcuni dei portafogli compresi in essa. In tal caso la comunicazione scritta della decisione specifica i portafogli di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione cui può essere applicato un aggiustamento di congruità.
4. Se l'autorità di vigilanza decide di respingere una domanda, per alcuni o tutti i portafogli compresi nella domanda, essa esprime chiaramente i motivi di tale decisione.
5. Qualora le imprese di assicurazione e di riassicurazione siano autorizzate ad applicare un aggiustamento di congruità a un portafoglio di obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione, si ritiene che l'ambito di applicazione di tale decisione di approvazione si estenda alle attività e obbligazioni di assicurazione o di riassicurazione aggiunte in futuro a tale portafoglio soggetto ad aggiustamento di congruità, a condizione che le imprese possano dimostrare quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le obbligazioni e le attività future presentano le stesse caratteristiche delle attività e delle obbligazioni comprese nel portafoglio soggetto ad aggiustamento di congruità per cui è stata concessa l'approvazione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>tale portafoglio continua a soddisfare le condizioni pertinenti della direttiva 2009/138/CE.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 8
Revoca dell'approvazione da parte dell'autorità di vigilanza
Qualora l'autorità di vigilanza ritenga che un'impresa di assicurazione o di riassicurazione autorizzata a utilizzare un aggiustamento di congruità non soddisfi più le condizioni di cui all'articolo 77 ter , paragrafo 1, o all'articolo 77 quater , della direttiva 2009/138/CE, tale autorità di vigilanza informa immediatamente l'impresa di assicurazione o di riassicurazione e spiega la natura della mancata osservanza.
Articolo 9
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Esso è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 24 marzo 2015
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
<note>
( 1 ) GU L 335 del 17.12.2009, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (UE) n. 1094/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 novembre 2010, che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), modifica la decisione n. 716/2009/CE e abroga la decisione 2009/79/CE della Commissione ( GU L 331 del 15.12.2010, pag. 48 ).
( 3 ) Regolamento delegato (UE) 2015/35 della Commissione, del 10 ottobre 2014, che integra la direttiva 2009/138/CE del Parlamento europeo e del Consiglio in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (solvibilità II) ( GU L 12 del 17.1.2015, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32015R0500 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>6.7.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 214/5</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA MARITTIMA
del 6 aprile 2020
sulle norme interne relative alle limitazioni di determinati diritti degli interessati in relazione al trattamento dei dati personali nell’ambito del funzionamento dell’EMSA
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA MARITTIMA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2018/1725 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2018, sulla tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni, degli organi e degli organismi dell’Unione e sulla libera circolazione di tali dati, e che abroga il regolamento (CE) n. 45/2001 e la decisione n. 1247/2002/CE ( 1 ) , in particolare l’articolo 25,
visti il parere del Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) [DH/GC/vm/D(2019) 2673 C 2019-0876] del 18 dicembre 2019 e gli orientamenti del GEPD sull’articolo 25 del nuovo regolamento e le norme interne,
visto il regolamento (CE) n. 1406/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, che istituisce un’Agenzia europea per la sicurezza marittima ( 2 ) , e successive modifiche, in particolare l’articolo 4, paragrafo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L’Agenzia svolge le proprie attività conformemente al suo regolamento istitutivo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>In conformità dell’articolo 25, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2018/1725, le limitazioni nell’applicazione degli articoli dal 14 al 22, 35 e 36, nonché dell’articolo 4 del medesimo regolamento, nella misura in cui le sue disposizioni corrispondono ai diritti e agli obblighi previsti dagli articoli dal 14 al 22, dovrebbero basarsi su norme interne adottate dall’Agenzia, qualora non si fondino su atti giuridici adottati sulla base dei trattati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Tali norme interne, comprese le relative disposizioni sulla valutazione della necessità e della proporzionalità di una limitazione, non dovrebbero applicarsi qualora un atto giuridico adottato sulla base dei trattati preveda una limitazione dei diritti degli interessati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Quando esercita le sue funzioni rispetto ai diritti degli interessati ai sensi del regolamento (UE) 2018/1725, l’Agenzia valuta se sia applicabile una delle deroghe stabilite in tale regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nel quadro del suo funzionamento, l’Agenzia può condurre indagini amministrative e procedimenti disciplinari, svolgere attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF, trattare denunce di irregolarità, procedure (formali e informali) di casi di molestie e reclami interni ed esterni, effettuare audit interni, condurre indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, in linea con l’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725, nonché indagini interne sulla sicurezza (IT).</p><p>L’Agenzia tratta diverse categorie di dati personali, tra cui dati controllati (dati «oggettivi» quali dati d’identificazione, recapiti, dati professionali, dettagli amministrativi, dati ricevuti da fonti specifiche, comunicazioni elettroniche e dati sul traffico) e/o dati non controllati (dati «soggettivi» riguardanti il caso, quali motivazione, dati comportamentali, valutazioni, dati su comportamenti e prestazioni e dati relativi o presentati in relazione all’oggetto del procedimento o dell’attività).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>L’Agenzia, rappresentata dal suo direttore esecutivo, agisce in qualità di titolare del trattamento, indipendentemente dalle ulteriori deleghe di tale ruolo all’interno dell’Agenzia per riflettere le responsabilità operative delle specifiche attività di trattamento dei dati personali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>I dati personali sono conservati in modo sicuro in un ambiente elettronico o in formato cartaceo, impedendo l’accesso illecito o il trasferimento dei dati a persone che non hanno necessità di venirne a conoscenza. I dati personali trattati sono conservati esclusivamente per il tempo necessario e opportuno per le finalità del trattamento per il periodo specificato nelle comunicazioni sulla protezione dei dati, nelle informative sulla privacy o nei registri dell’Agenzia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Le norme interne dovrebbero applicarsi a tutti i trattamenti dei dati svolti dall’Agenzia quando conduce indagini amministrative, procedimenti disciplinari, attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF, procedure in materia di denunce di irregolarità, procedure (formali e informali) di casi di molestia, quando tratta reclami interni ed esterni, audit interni, indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725, e indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Tali norme interne dovrebbero applicarsi alle operazioni di trattamento effettuate prima dell’apertura delle procedure di cui sopra, nel corso di tali procedure e durante il monitoraggio del seguito dei relativi risultati. Dovrebbero essere comprese altresì l’assistenza e la cooperazione fornite dall’Agenzia alle autorità nazionali e alle organizzazioni internazionali al di fuori delle proprie indagini amministrative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Nei casi in cui si applichino tali norme interne, l’Agenzia deve fornire delle giustificazioni che spieghino il motivo per cui tali limitazioni siano strettamente necessarie e proporzionate in una società democratica e rispettino l’essenza dei diritti e delle libertà fondamentali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>In questo contesto, l’Agenzia è tenuta a rispettare, nella misura più ampia possibile, i diritti fondamentali degli interessati durante i citati procedimenti, in particolare quelli che riguardano il diritto di comunicare informazioni, il diritto di accesso e rettifica, il diritto di cancellazione, il diritto di limitazione del trattamento, il diritto di comunicazione di una violazione dei dati personali all’interessato o il diritto alla riservatezza delle comunicazioni sanciti nel regolamento (UE) 2018/1725.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Tuttavia, l’Agenzia può essere costretta a limitare la comunicazione di informazioni all’interessato e altri diritti di quest’ultimo per proteggere, in particolare, le proprie indagini, le indagini e i procedimenti di altre autorità pubbliche, nonché i diritti di altre persone coinvolte nelle sue indagini o in altre procedure.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>L’Agenzia può quindi limitare la comunicazione di informazioni allo scopo di proteggere l’indagine e i diritti e le libertà fondamentali di altri interessati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>L’Agenzia dovrebbe verificare periodicamente che le condizioni che giustificano la limitazione continuino ad applicarsi e revocare la limitazione non appena cessino di sussistere.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Il titolare del trattamento dovrebbe informare il responsabile della protezione dei dati al momento del rinvio e durante le revisioni,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Oggetto e campo d’applicazione
1. La presente decisione stabilisce le norme relative alle condizioni alle quali l’Agenzia, nel quadro delle sue procedure stabilite al paragrafo 2, può limitare l’applicazione dei diritti sanciti negli articoli da 14 a 21, 35 e 36, nonché nell’articolo 4 in base all’articolo 25 del regolamento (UE) 2018/1725.
2. Nel quadro del funzionamento dell’Agenzia, tale decisione si applica ai trattamenti dei dati personali svolti dall’Agenzia ai fini di: condurre indagini amministrative, procedimenti disciplinari e attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF, trattare denunce di irregolarità, procedure (formali e informali) di molestie e reclami interni ed esterni, effettuare audit interni, indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725, nonché indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio CERT-UE).
3. Le categorie di dati interessate sono i dati controllati (dati «oggettivi» quali dati d’identificazione, recapiti, dati professionali, dettagli amministrativi, dati ricevuti da fonti specifiche, comunicazioni elettroniche e dati sul traffico) e/o dati non controllati (dati «soggettivi» riguardanti il caso, quali motivazione, dati comportamentali, valutazioni, dati su comportamenti e prestazioni e dati relativi o presentati in relazione all’oggetto del procedimento o dell’attività).
4. Quando esercita le sue funzioni rispetto ai diritti degli interessati ai sensi del regolamento (UE) 2018/1725, l’Agenzia valuta se sia applicabile una delle deroghe stabilite in tale regolamento.
5. Fatte salve le condizioni stabilite in questa decisione, le limitazioni si possono applicare ai seguenti diritti: comunicazione di informazioni agli interessati, diritto di accesso, rettifica, cancellazione, limitazione del trattamento, comunicazione di una violazione dei dati personali all’interessato o riservatezza delle comunicazioni. Conformemente all’articolo 5, paragrafo 4, dello statuto, con la presente decisione sono approvate le tabelle che stabiliscono l’equivalenza tra gli impieghi tipo e i titoli utilizzati per i funzionari e gli agenti temporanei dell’EMSA, che figurano nell’allegato della presente decisione.
Articolo 2
Specifiche del titolare del trattamento
1. Il titolare del trattamento è l’Agenzia, rappresentata dal suo direttore esecutivo, il quale può delegare la funzione di titolare. Gli interessati sono informati dei titolari del trattamento delegati attraverso comunicazioni sulla protezione dei dati o registri pubblicati nel sito Internet e/o sull’intranet dell’Agenzia.
2. Il periodo di conservazione dei dati personali di cui all’articolo 1, paragrafo 3, non deve essere più lungo di quanto necessario e opportuno per le finalità del trattamento. In ogni caso, non deve superare il periodo di conservazione specificato nelle comunicazioni sulla protezione dei dati, nelle informative sulla privacy o nei registri di cui all’articolo 5, paragrafo 1.
3. Qualora l’Agenzia consideri di applicare una limitazione, viene valutato il rischio per i diritti e le libertà dell’interessato, in particolare rispetto al rischio per i diritti e le libertà degli altri interessati e al rischio di annullare gli effetti delle indagini o delle procedure dell’Agenzia, ad esempio distruggendo elementi di prova. I rischi per i diritti e le libertà dell’interessato riguardano principalmente, ma non esclusivamente, i rischi legati alla reputazione e i rischi per il diritto di difesa e il diritto di essere ascoltato.
Articolo 2 bis
Salvaguardie
Il titolare del trattamento si impegna a mettere in atto le garanzie adeguate per evitare abusi, accessi o trasferimenti illeciti che comprendono, tra l’altro, quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i documenti cartacei sono conservati in armadi protetti e/o casseforti, accessibili esclusivamente al personale autorizzato;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>tutti i dati elettronici sono memorizzati in un’applicazione informatica sicura conformemente agli standard di sicurezza dell’Agenzia e in specifiche cartelle elettroniche accessibili unicamente al personale autorizzato. Sono disposti appropriati livelli di accesso su base individuale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la banca dati o le banche dati sono protette da password nell’ambito di un sistema di accesso SSO (Single Sign On) e collegate automaticamente all’ID e alla password dell’utente. È severamente vietato l’accesso alle banche dati e ai dati per conto di un altro utente/un’altra identità; i registri elettronici sono conservati in maniera sicura per tutelare la riservatezza e la segretezza dei dati contenuti;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>tutte le persone che hanno accesso ai dati hanno l’obbligo della riservatezza.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
Limitazioni
1. Eventuali limitazioni sono applicate dall’Agenzia esclusivamente per salvaguardare:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la sicurezza nazionale, la sicurezza pubblica o la difesa degli Stati membri;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la prevenzione, l’indagine, l’accertamento e il perseguimento di reati o l’esecuzione di sanzioni penali, incluse la salvaguardia contro minacce alla sicurezza pubblica e la relativa prevenzione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>altri importanti obiettivi di interesse pubblico generale dell’Unione o di uno Stato membro, in particolare gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune dell’Unione o un rilevante interesse economico o finanziario dell’Unione o di uno Stato membro, anche in materia monetaria, di bilancio e tributaria, di sanità pubblica e sicurezza sociale;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>la sicurezza interna delle istituzioni e degli organismi dell’Unione, comprese le relative reti di comunicazione elettronica;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>la salvaguardia dell’indipendenza della magistratura e dei procedimenti giudiziari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>le attività volte a prevenire, indagare, accertare e perseguire violazioni della deontologia delle professioni regolamentate;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>una funzione di controllo, d’ispezione o di regolamentazione connessa, anche occasionalmente, all’esercizio di pubblici poteri nei casi di cui alle lettere da a) a c);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>la tutela dell’interessato o dei diritti e delle libertà altrui;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>l’esecuzione di azioni civili.</p></td></tr></tbody></table>
2. Come applicazione specifica delle finalità descritte nel precedente paragrafo 1, l’Agenzia può applicare limitazioni nei seguenti casi:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>quando un’altra istituzione, un altro organo o organismo dell’Unione ha il diritto di limitare l’esercizio dei diritti elencati in virtù di altri atti di cui all’articolo 25 del regolamento (UE) 2018/1725 o conformemente al capo IX dello stesso o agli atti costitutivi di altre istituzioni, altri organi e organismi dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>quando l’obiettivo della limitazione imposta da tale istituzione, organo o organismo dell’Unione sarebbe compromesso se l’EMSA non applicasse una limitazione equivalente in relazione agli stessi dati personali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>quando un’autorità competente ha il diritto di limitare l’esercizio dei diritti elencati sulla base di altri atti previsti nell’articolo 23 del regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>, o a norma delle disposizioni nazionali di recepimento dell’articolo 13, paragrafo 3, dell’articolo 15, paragrafo 3, o dell’articolo 16, paragrafo 3, della direttiva (UE) 2016/680 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a>;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>quando l’obiettivo della limitazione imposta da tale autorità competente sarebbe compromesso se l’EMSA non applicasse una limitazione equivalente in relazione agli stessi dati personali;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>quando l’esercizio di tali diritti e obblighi comprometterebbe la cooperazione tra l’Agenzia e i paesi terzi o le organizzazioni internazionali nell’esercizio delle sue funzioni.</p></td></tr></tbody></table>
Prima di applicare limitazioni nei casi di cui al primo comma, lettere a) e b), l’Agenzia consulta i servizi della Commissione, le istituzioni, gli organi e gli organismi pertinenti dell’Unione o le autorità competenti degli Stati membri, a meno che all’Agenzia non risulti evidente che l’applicazione di una limitazione è prevista in virtù di uno dei motivi di cui alle summenzionate lettere.
3. Le eventuali limitazioni sono necessarie e proporzionate ai rischi per i diritti e le libertà degli interessati e rispettano l’essenza dei diritti e delle libertà fondamentali in una società democratica.
4. Nel considerare l’applicazione di limitazioni si effettua, ogni sei mesi, una verifica della necessità e della proporzionalità sulla base delle presenti norme. Tale procedura è documentata mediante una nota di valutazione interna ed è effettuata caso per caso.
5. Le limitazioni sono revocate non appena le condizioni che le giustificano cessano di sussistere. In particolare, laddove si ritenga che l’esercizio del diritto ristretto non annullerebbe più l’effetto della limitazione imposta o lederebbe i diritti e le libertà degli altri interessati.
Articolo 4
Revisione da parte del responsabile della protezione dei dati
1. L’Agenzia informa senza indebito ritardo il proprio responsabile della protezione dei dati (RDP) ogniqualvolta il titolare del trattamento limiti l’applicazione dei diritti degli interessati o estenda la limitazione a norma della presente decisione. Il titolare del trattamento fornisce al RPD l’accesso al registro che contiene la valutazione della necessità e della proporzionalità della limitazione e documenta nel registro la data in cui ha informato il RPD.
2. Il RPD può chiedere al titolare del trattamento di riesaminare l’applicazione della limitazione. Il titolare del trattamento informa per iscritto il proprio RPD circa l’esito del riesame richiesto.
3. Il titolare del trattamento informa il RPD quando la limitazione cessa di sussistere.
Articolo 5
Comunicazione di informazioni agli interessati
1. In casi debitamente giustificati e alle condizioni stabilite nella presente decisione, il diritto all’informazione può essere limitato dal titolare del trattamento nell’ambito dei seguenti trattamenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>svolgimento di indagini amministrative e procedimenti disciplinari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>procedure in materia di denunce di irregolarità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>procedure (formali e informali) di casi di molestia;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>trattamento di reclami interni ed esterni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>audit interni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE).</p></td></tr></tbody></table>
Nelle comunicazioni sulla protezione dei dati, nelle informative sulla privacy e nei registri, ai sensi dell’articolo 31 del regolamento (UE) 2018/1725, pubblicati sul proprio sito Internet e/o sull’Intranet, che informano gli interessati sui loro diritti nel quadro di una determinata procedura, l’Agenzia include informazioni riguardanti le potenziali limitazioni di questi diritti. Tali informazioni riguardano i diritti che possono essere limitati, le ragioni e la durata potenziale della limitazione.
2. Fatte salve le disposizioni di cui al paragrafo 3, se proporzionato, l’Agenzia informa anche singolarmente tutti gli interessati – considerati persone interessate nella specifica operazione di trattamento – dei loro diritti riguardanti le limitazioni attuali o future senza indebito ritardo e in forma scritta.
3. Qualora l’Agenzia limiti, in tutto o in parte, la comunicazione di informazioni agli interessati di cui al paragrafo 2, essa registra le ragioni della limitazione, il motivo giuridico conformemente all’articolo 3 della presente decisione, inclusa la valutazione della necessità e della proporzionalità della limitazione.
La registrazione e, ove applicabile, i documenti contenenti gli elementi di fatto e di diritto che ne costituiscono la base sono conservati in un registro. Su richiesta, essi sono messi a disposizione del GEPD.
4. La limitazione di cui al paragrafo 3 continua ad applicarsi finché permangono i motivi che la giustificano.
Qualora i motivi della limitazione non siano più applicabili, l’Agenzia fornisce all’interessato le informazioni sulle ragioni principali alla base dell’applicazione di una limitazione. Nel contempo l’Agenzia informa l’interessato in merito al diritto di presentare in qualsiasi momento reclamo al GEPD o un ricorso giurisdizionale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
L’Agenzia riesamina l’applicazione della limitazione ogni sei mesi dalla sua adozione e all’atto della chiusura dell’inchiesta, della procedura o dell’indagine pertinente. Successivamente il titolare del trattamento valuta la necessità di mantenere eventuali limitazioni ogni sei mesi.
Articolo 6
Diritto di accesso dell’interessato
1. In casi debitamente giustificati e alle condizioni stabilite nella presente decisione, il diritto di accesso può essere limitato dal titolare del trattamento, laddove necessario e proporzionato, nel contesto dei seguenti trattamenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>svolgimento di indagini amministrative e procedimenti disciplinari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>procedure in materia di denunce di irregolarità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>procedure (formali e informali) di casi di molestia;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>trattamento di reclami interni ed esterni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>audit interni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE);</p></td></tr></tbody></table>
Qualora, a norma dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2018/1725, gli interessati chiedano l’accesso ai propri dati personali trattati nell’ambito di uno o più casi specifici o di particolari trattamenti, l’Agenzia limita la propria valutazione della richiesta esclusivamente a tali dati personali.
2. Allorché limita, integralmente o in parte, il diritto di accesso di cui all’articolo 17 del regolamento (UE) 2018/1725, l’Agenzia procede nel modo seguente:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>informa l’interessato, nella propria risposta alla richiesta, in merito alla limitazione applicata e ai principali motivi della stessa, come pure alla possibilità di presentare reclamo al GEPD o di proporre un ricorso giurisdizionale dinanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>registra in una nota di valutazione interna i motivi della limitazione, compresa una valutazione della necessità, della proporzionalità della limitazione e della sua durata.</p></td></tr></tbody></table>
La comunicazione di informazioni di cui alla lettera a) può essere rinviata, omessa o negata se annullasse l’effetto della limitazione in conformità dell’articolo 25, paragrafo 8, del regolamento (UE) 2018/1725.
L’Agenzia riesamina l’applicazione della limitazione ogni sei mesi dalla sua adozione e all’atto della chiusura dell’indagine pertinente. Successivamente, il titolare del trattamento valuta la necessità di mantenere eventuali limitazioni ogni sei mesi.
3. La registrazione e, ove applicabile, i documenti contenenti gli elementi di fatto e di diritto che ne costituiscono la base sono conservati in un registro. Su richiesta, essi sono messi a disposizione del GEPD.
Articolo 7
Diritto di rettifica, cancellazione e limitazione del trattamento
1. In casi debitamente giustificati e alle condizioni stabilite nella presente decisione, il diritto di rettifica, cancellazione e limitazione può essere limitato dal titolare del trattamento, laddove necessario e opportuno, nel contesto dei seguenti trattamenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>svolgimento di indagini amministrative e procedimenti disciplinari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>procedure in materia di denunce di irregolarità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>procedure (formali e informali) di casi di molestia;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>trattamento di reclami interni ed esterni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>audit interni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, conformemente all’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>back-up a freddo delle registrazioni sequenziali e trattate unicamente nei casi di ripristino in situazioni di disastro o recupero di dati parziali.</p></td></tr></tbody></table>
2. Qualora l’Agenzia limiti, integralmente o in parte, l’applicazione del diritto di rettifica, cancellazione o limitazione di trattamento di cui all’articolo 18, all’articolo 19, paragrafo 1, e all’articolo 20, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2018/1725, essa adotta le misure di cui all’articolo 6, paragrafo 2, della presente decisione e conserva la registrazione in un registro in conformità dell’articolo 6, paragrafo 3, della stessa. In deroga alle misure di cui sopra, ogni limitazione è oggetto di riesame alle condizioni di cui all’articolo 3, paragrafo 4, della presente decisione.
Articolo 8
Comunicazione di una violazione dei dati personali all’interessato e riservatezza delle comunicazioni elettroniche
1. In casi debitamente giustificati e alle condizioni stabilite nella presente decisione, il diritto alla comunicazione di una violazione dei dati personali può essere limitato dal titolare del trattamento, laddove necessario e appropriato, nel contesto dei seguenti trattamenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>svolgimento di indagini amministrative e procedimenti disciplinari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>procedure in materia di denunce di irregolarità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>trattamento di reclami interni ed esterni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>audit interni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>indagini svolte dal responsabile della protezione dei dati, in linea con l’articolo 45, paragrafo 2, del regolamento (UE) 2018/1725;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE);</p></td></tr></tbody></table>
2. In casi debitamente giustificati e alle condizioni stabilite nella presente decisione, la riservatezza delle comunicazioni elettroniche può essere limitata dal titolare del trattamento, laddove necessario e appropriato, nel contesto dei seguenti trattamenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>svolgimento di indagini amministrative e procedimenti disciplinari;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>attività preliminari riguardanti casi di potenziali irregolarità segnalate all’OLAF;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>procedure in materia di denunce di irregolarità;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>procedure formali di casi di molestia;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>trattamento di reclami interni ed esterni;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>indagini sulla sicurezza (IT) gestite internamente o mediante intervento esterno (ad esempio, CERT-UE);</p></td></tr></tbody></table>
3. Laddove l’Agenzia limiti la comunicazione delle violazioni dei dati personali agli interessati o la riservatezza delle comunicazioni elettroniche di cui agli articoli 35 e 36 del regolamento (UE) 2018/1725, essa annota e registra i motivi della limitazione conformemente all’articolo 5, paragrafo 3, della presente decisione. Si applica l’articolo 5, paragrafo 4, della presente decisione. In deroga alle misure di cui sopra, ogni limitazione è oggetto di riesame alle condizioni di cui all’articolo 3, paragrafo 4, della presente decisione.
Articolo 9
Entrata in vigore
La presente decisione entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Fatto a Lisbona, il 6 aprile 2020
Per l’Agenzia europea per la sicurezza marittima
Andreas NORDSETH
Presidente del Consiglio di amministrazione
<note>
( 1 ) GU L 295 del 21.11.2018, pag. 39 .
( 2 ) GU L 208 del 5.8.2002, pag. 1 .
( 3 ) Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la direttiva 95/46/CE (regolamento generale sulla protezione dei dati) ( GU L 119 del 4.5.2016, pag. 1 ).
( 4 ) Direttiva (UE) 2016/680 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativa alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali da parte delle autorità competenti a fini di prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, nonché alla libera circolazione di tali dati e che abroga la decisione quadro 2008/977/GAI del Consiglio ( GU L 119 del 4.5.2016, pag. 89 ).
</note> | ITA | 32020Q0706(01) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>25.1.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 23/11</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2019/110 DELLA COMMISSIONE
del 24 gennaio 2019
che autorizza un'estensione dell'uso dell'olio di semi di Allanblackia quale nuovo alimento a norma del regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio e che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, relativo ai nuovi alimenti e che modifica il regolamento (UE) n. 1169/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga il regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione ( 1 ) , in particolare l'articolo 12,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) 2015/2283 dispone che solo i nuovi alimenti autorizzati e inseriti nell'elenco dell'Unione possono essere immessi sul mercato dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 8 del regolamento (UE) 2015/2283 è stato adottato il regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a>, che istituisce l'elenco dell'Unione dei nuovi alimenti autorizzati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 12 del regolamento (UE) 2015/2283 la Commissione presenta una proposta di atto di esecuzione che autorizza l'immissione sul mercato dell'Unione di un nuovo alimento e aggiorna l'elenco dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>La decisione 2008/559/CE della Commissione <a>(<span>3</span>)</a> ha autorizzato, in conformità al regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a> e a seguito del parere dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare («l'Autorità») <a>(<span>5</span>)</a>, l'immissione sul mercato dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> quale nuovo ingrediente alimentare da utilizzare nelle margarine e nelle creme spalmabili a base di panna.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 22 settembre 2014 la società Unilever NV/Unilever PLC ha presentato all'autorità competente dei Paesi Bassi, in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 258/97, una domanda di estensione dell'uso e dei livelli di uso dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span>. La domanda chiedeva di estendere l'uso dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> a un'ulteriore categoria di alimenti, in particolare le miscele di oli vegetali e latte, e di aumentare i livelli massimi di uso dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> per le categorie di alimenti già autorizzate con la decisione 2008/559/CE. La domanda chiedeva altresì di modificare le specifiche dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span>, in particolare per quanto riguarda la semplificazione dell'indicazione delle piccole quantità di acidi grassi saturi: da acido laurico, acido miristico e acido palmitico a un unico parametro combinato (C12:0 — C14:0 — C16:0); l'omissione dell'indicazione delle piccole quantità di acido palmitoleico e acido arachidico (ciascuno inferiore all'1 %) e l'inclusione degli acidi grassi polinsaturi; l'omissione dell'indicazione dell'indice di iodio; l'aumento dei limiti massimi di acidi grassi trans (da ≤ 0,5 % a ≤ 1 %); l'aumento dei limiti massimi dell'indice di perossido (≤ 0,8 a ≤ 1,0 meq/kg); l'aumento dei limiti massimi delle sostanze insaponificabili (da ≤ 0,1 % a ≤ 1 %). L'Autorità non ha espresso preoccupazioni per la sicurezza per quanto riguarda le modifiche proposte dei parametri delle specifiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il 13 dicembre 2017 l'autorità competente dei Paesi Bassi ha presentato una relazione di valutazione iniziale. In tale relazione essa è giunta alla conclusione che l'estensione degli usi e i livelli massimi di uso proposti per l'olio di semi di<span>Allanblackia</span> nonché la modifica delle specifiche dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> soddisfano i criteri per i nuovi prodotti alimentari stabiliti all'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 258/97.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 35, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2015/2283, qualsiasi domanda di immissione sul mercato dell'Unione di un nuovo alimento, presentata a uno Stato membro a norma dell'articolo 4 del regolamento (CE) n. 258/97 e per la quale non viene presa alcuna decisione definitiva entro il 1<span>o</span> gennaio 2018, è considerata una domanda a norma del regolamento (UE) 2015/2283.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La domanda di estensione dell'uso dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> è stata presentata a uno Stato membro in conformità all'articolo 4 del regolamento (CE) n. 258/97, ma soddisfa anche i requisiti del regolamento (UE) 2015/2283.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Conformemente all'articolo 10, paragrafo 3, del regolamento (UE) 2015/2283, la Commissione ha consultato l'Autorità in data 25 aprile 2018, invitandola a fornire un parere scientifico effettuando una valutazione dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> quale nuovo alimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Il 27 giugno 2018 l'Autorità ha adottato un parere scientifico sulla sicurezza dell'olio di semi di<span>Allanblackia</span> per usi estesi alle miscele di oli vegetali e latte e alle margarine e creme spalmabili a base di panna fino al 30 % (p/p) <a>(<span>6</span>)</a>, come richiesto dal richiedente. Tale parere è in linea con i requisiti previsti all'articolo 11 del regolamento (UE) 2015/2283. Le miscele di oli vegetali e latte rientrano nella categoria di alimenti: prodotti sostitutivi dei prodotti lattiero-caseari, compresi i preparati per la macchiatura di bevande.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Il parere dell'Autorità presenta motivazioni sufficienti per stabilire che l'olio di semi di<span>Allanblackia</span>, con la specifica modificata, negli usi e ai livelli d'uso proposti è conforme all'articolo 12, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2015/2283.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
1. La voce figurante nell'elenco dell'Unione dei nuovi alimenti autorizzati istituito nel regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470, riguardante la sostanza «olio di semi di Allanblackia » è modificata come specificato nell'allegato del presente regolamento.
2. La voce figurante nell'elenco dell'Unione di cui al paragrafo 1 comprende le condizioni d'uso e i requisiti in materia di etichettatura indicati nell'allegato del presente regolamento.
Articolo 2
L'allegato del regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 è modificato conformemente all'allegato del presente regolamento.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 24 gennaio 2019
Per la Commissione
Il presidente
Jean-Claude JUNCKER
( 1 ) GU L 327 dell'11.12.2015, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 della Commissione, del 20 dicembre 2017, che istituisce l'elenco dell'Unione dei nuovi alimenti a norma del regolamento (UE) 2015/2283 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai nuovi alimenti ( GU L 351 del 30.12.2017, pag. 72 ).
( 3 ) Decisione 2008/559/CE della Commissione, del 27 giugno 2008, che autorizza l'immissione sul mercato dell'olio di semi di Allanblackia quale nuovo ingrediente alimentare a norma del regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 180 del 9.7.2008, pag. 20 ).
( 4 ) Regolamento (CE) n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 gennaio 1997, sui nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari ( GU L 43 del 14.2.1997, pag. 1 ).
( 5 ) EFSA NDA Panel (gruppo di esperti scientifici dell'EFSA sui prodotti dietetici, l'alimentazione e le allergie), 2007. Safety of Allanblackia seed oil for use in yellow fat and cream based spreads (Sicurezza dell'olio di semi di Allanblackia per l'utilizzo nelle margarine e nelle creme spalmabili a base di panna), EFSA Journal (2007) 580, pagg. 1-10.
( 6 ) EFSA Journal 2018; 16(8):5362.
ALLEGATO
L'allegato del regolamento di esecuzione (UE) 2017/2470 è così modificato:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>nella tabella 1 (Nuovi alimenti autorizzati) la voce «Olio di semi di<span>Allanblackia</span>» è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nuovo alimento autorizzato</p></td><td><p>Condizioni alle quali il nuovo alimento può essere utilizzato</p></td><td><p>Requisiti specifici aggiuntivi in materia di etichettatura</p></td><td><p>Altri requisiti</p></td></tr><tr><td><p>«<span>Olio di semi di<span>Allanblackia</span></span></p></td><td><p><span>Categoria dell'alimento specificato</span></p></td><td><p><span>Livelli massimi</span></p></td><td><p>La denominazione del nuovo alimento figurante sull'etichetta dei prodotti alimentari che lo contengono è “olio di semi di<span>Allanblackia</span>”.»</p></td><td><p> </p></td></tr><tr><td><p>Margarine e creme spalmabili a base di panna</p></td><td><p>30 g/100 g</p></td></tr><tr><td><p>Miscele di oli vegetali (*) e latte (che rientrano nella categoria di alimenti: prodotti sostitutivi dei prodotti lattiero-caseari, compresi i preparati per la macchiatura di bevande)</p></td><td><p>30 g/100 g</p></td></tr><tr><td><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(*)</p></td><td><p>Esclusi gli oli d'oliva e gli oli di sansa d'oliva quali definiti nell'allegato VII, parte VIII, del regolamento (UE) n. 1308/2013.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>nella tabella 2 (Specifiche) la voce «Olio di semi di<span>Allanblackia</span>» è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nuovo alimento notrautorizzato</p></td><td><p>Specifiche</p></td></tr><tr><td><p>«<span>Olio di semi di<span>Allanblackia</span></span></p></td><td><p><span>Descrizione/Definizione:</span></p><p>L'olio di semi di<span>Allanblackia</span> si ottiene dai semi di<span>Allanblackia</span> delle specie:<span>A. floribunda</span> (sinonimo di<span>A. parviflora</span>) e<span>A. stuhlmannii</span>.</p><p><span>Composizione in acidi grassi (espressa come % degli acidi grassi totali):</span></p><p>Acido laurico — acido miristico — acido palmitico (C12:0 — C14:0 — C16:0): somma degli acidi < 4,0 %</p><p>Acido stearico (C18:0): 45-58 %</p><p>Acido oleico (C18:1): 40-51 %</p><p>Acidi grassi polinsaturi (AGP) < 2 %</p><p><span>Caratteristiche:</span></p><p>Acidi grassi liberi: max. 0,1 % degli acidi grassi totali</p><p>Acidi grassi trans: max. 1,0 % degli acidi grassi totali</p><p>Indice di perossido: max 1,0 meq/kg</p><p>Sostanze insaponificabili: max. 1,0 % (p/p) dell'olio</p><p>Indice di saponificazione: 185-198 mg KOH/g»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table> | ITA | 32019R0110 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>16.12.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 342/32</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2016/2267 DEL CONSIGLIO
del 6 dicembre 2016
che modifica la decisione 1999/70/CE relativa alla nomina dei revisori esterni delle banche centrali nazionali, per quanto riguarda i revisori esterni di Banc Ceannais na hÉireann/the Central Bank of Ireland
IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il protocollo n. 4 sullo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea allegato al trattato sull'Unione europea e al trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 27.1,
vista la raccomandazione della Banca centrale europea, del 28 ottobre 2016, al Consiglio dell'Unione europea sui revisori esterni della Banca centrale d'Irlanda (BCE/2016/29) ( 1 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>I conti della Banca centrale europea (BCE) e delle banche centrali nazionali degli Stati membri la cui moneta è l'euro sono sottoposti a revisione da parte di revisori esterni indipendenti approvati dal Consiglio su raccomandazione del Consiglio direttivo della BCE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il mandato dell'attuale revisore esterno di Banc Ceannais na hÉireann/the Central Bank of Ireland è terminato dopo l'attività di revisione per l'esercizio finanziario 2015. Risulta pertanto necessario nominare un revisore esterno a partire dall'esercizio finanziario 2016.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Banc Ceannais na hÉireann/the Central Bank of Ireland ha selezionato Mazars quale revisore esterno per gli esercizi finanziari dal 2016 al 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Il Consiglio direttivo della BCE ha raccomandato la nomina di Mazars a revisore esterno di Banc Ceannais na hÉireann/the Central Bank of Ireland per gli esercizi finanziari dal 2016 al 2020.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>In seguito alla raccomandazione del Consiglio direttivo della BCE, è opportuno modificare di conseguenza la decisione 1999/70/CE del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
All'articolo 1 della decisione 1999/70/CE, il paragrafo 5 è sostituito dal seguente:
«5. Mazars è accettato come revisore esterno di Banc Ceannais na hÉireann/the Central Bank of Ireland per gli esercizi finanziari dal 2016 al 2020.».
Articolo 2
Gli effetti della presente decisione decorrono dal giorno della notificazione.
Articolo 3
La BCE è destinataria della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 6 dicembre 2016
Per il Consiglio
Il president
P. KAŽIMÍR
<note>
( 1 ) GU C 413 del 10.11.2016, pag. 1 .
( 2 ) Decisione 1999/70/CE del Consiglio, del 25 gennaio 1999, relativa alla nomina dei revisori esterni delle banche centrali nazionali ( GU L 22 del 29.1.1999, pag. 69 ).
</note> | ITA | 32016D2267 |
02008L0120 — IT — 14.12.2019 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>DIRETTIVA 2008/120/CE DEL CONSIGLIO</p><p>del 18 dicembre 2008</p><p>che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini</p><p><a>(Versione codificata)</a></p><p>(GU L 047 dell'18.2.2009, pag. 5)</p></td></tr></table>
Modificata da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO (UE) 2017/625 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 15 marzo 2017</a></p></td><td><p>  L 95</p></td><td><p>1</p></td><td><p>7.4.2017</p></td></tr></table>
Rettificata da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p><a>►C1</a></p></td><td><p><a>Rettifica, GU L 137, 24.5.2017, pag.  40 (2017/625)</a></p></td></tr></table>
DIRETTIVA 2008/120/CE DEL CONSIGLIO
del 18 dicembre 2008
che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini
(Versione codificata)
Articolo 1
La presente direttiva stabilisce le norme minime per la protezione dei suini confinati per l'allevamento e l'ingrasso.
Articolo 2
Ai sensi della presente direttiva, si intende per:
1) «suino»: un animale della specie suina, di qualsiasi età, allevato per la riproduzione o l'ingrasso;
2) «verro»: un suino di sesso maschile che ha raggiunto la pubertà ed è destinato alla riproduzione;
3) «scrofetta»: un suino di sesso femminile che ha raggiunto la pubertà, ma non ha ancora partorito;
4) «scrofa»: un suino di sesso femminile che ha già partorito una prima volta;
5) «scrofa in allattamento»: un suino di sesso femminile nel periodo tra la fase perinatale e lo svezzamento dei lattonzoli;
6) «scrofa asciutta e gravida»: una scrofa nel periodo tra lo svezzamento e la fase perinatale;
7) «lattonzolo»: un suino dalla nascita allo svezzamento;
8) «suinetto»: un suino dallo svezzamento all'età di dieci settimane;
9) «suino all'ingrasso»: un suino dall'età di dieci settimane alla macellazione o all'impiego come riproduttore;
10) «autorità competente»: autorità competente come definita all’articolo 3, punto 3), del regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio ( 1 ).
Articolo 3
1. Gli Stati membri provvedono affinché tutte le aziende si conformino ai seguenti requisiti:
a) le superfici libere a disposizione di ciascun suinetto o suino all'ingrasso allevato in gruppo, escluse le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe, deve corrispondere ad almeno
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Peso vivo (kg)</p></td><td><p>m<span>2</span></p></td></tr><tr><td><p>Fino a 10</p></td><td><p>0,15</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 10 fino a 20</p></td><td><p>0,20</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 20 fino a 30</p></td><td><p>0,30</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 30 fino a 50</p></td><td><p>0,40</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 50 fino a 85</p></td><td><p>0,55</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 85 fino a 110</p></td><td><p>0,65</p></td></tr><tr><td><p>Oltre 110</p></td><td><p>1,00</p></td></tr></tbody></table>
b) le superfici libere totali a disposizione di ciascuna scrofetta dopo la fecondazione e di ciascuna scrofa qualora dette scrofette e/o scrofe siano allevate in gruppi devono essere rispettivamente di almeno 1,64 m 2 e 2,25 m 2 . Allorché i suini in questione sono allevati in gruppi di meno di sei animali, le superfici libere disponibili devono essere aumentate del 10 %. Allorché i suini in questione sono allevati in gruppi di quaranta o più animali, le superfici libere disponibili possono essere ridotte del 10 %.
2. Gli Stati membri provvedono affinché le pavimentazioni siano conformi ai seguenti requisiti:
a) per le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe gravide: una parte della superficie di cui al paragrafo 1, lettera b), pari ad almeno 0,95 m 2 per scrofetta e ad almeno 1,3 m 2 per scrofa, deve essere costituita da pavimento pieno continuo riservato per non oltre il 15 % alle aperture di scarico;
b) qualora si utilizzino pavimenti fessurati per suini allevati in gruppo:
i) l'ampiezza massima delle aperture deve essere di:
— 11 mm per i lattonzoli,
— 14 mm per i suinetti,
— 18 mm per i suini all'ingrasso,
— 20 mm per le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe;
ii) l'ampiezza minima dei travetti deve essere di:
— 50 mm per i lattonzoli e i suinetti,
— 80 mm per i suini all'ingrasso, le scrofette dopo la fecondazione e le scrofe.
3. Gli Stati membri provvedono affinché sia proibita la costruzione o la conversione di impianti in cui le scrofe e le scrofette sono tenute all'attacco. L'utilizzo di attacchi per le scrofe e le scrofette è vietato a decorrere dal 1 o gennaio 2006.
4. Gli Stati membri provvedono affinché le scrofe e le scrofette siano allevate in gruppo nel periodo compreso tra quattro settimane dopo la fecondazione e una settimana prima della data prevista per il parto. I lati del recinto dove viene allevato il gruppo di scrofe o di scrofette devono avere una lunghezza superiore a 2,8 m. Allorché sono allevati meno di sei animali i lati del recinto dove viene allevato il gruppo devono avere una lunghezza superiore a 2,4 m.
In deroga alle disposizioni di cui al primo comma, le scrofe e le scrofette allevate in aziende di meno di dieci scrofe possono essere allevate individualmente nel periodo di cui al primo comma a condizione che gli animali possano girarsi facilmente nel recinto.
5. Gli Stati membri provvedono affinché, fatti salvi i requisiti di cui all'allegato I, le scrofe e le scrofette abbiamo accesso permanente al materiale manipolabile che soddisfi almeno i pertinenti requisiti elencati in detto allegato.
6. Gli Stati membri provvedono affinché le scrofe e le scrofette allevate in gruppo siano alimentate utilizzando un sistema atto a garantire che ciascun animale ottenga mangime a sufficienza senza essere aggredito, anche in situazione di competitività.
7. Gli Stati membri provvedono affinché, per calmare la fame e tenuto conto del bisogno di masticare, tutte le scrofe e le scrofette asciutte gravide ricevano mangime riempitivo o ricco di fibre in quantità sufficiente, così come alimenti ad alto tenore energetico.
8. Gli Stati membri provvedono affinché i suini che devono essere allevati in gruppo, che sono particolarmente aggressivi, che sono stati attaccati da altri suini o che sono malati o feriti siano temporaneamente tenuti in recinti individuali. In tal caso, il recinto individuale deve permettere all'animale di girarsi facilmente, se ciò non è in contraddizione con specifici pareri veterinari.
9. Le disposizioni di cui al paragrafo 1, lettera b), al paragrafo 2, al paragrafo 4, al paragrafo 5 e all'ultima frase del paragrafo 8 si applicano a tutte le aziende nuove o ricostruite o adibite a tale uso per la prima volta dopo il 1 o gennaio 2003. A decorrere dal 1 o gennaio 2013 dette disposizioni si applicano a tutte le aziende.
Le disposizioni di cui al primo comma del paragrafo 4 non si applicano alle aziende con meno di dieci scrofe.
Articolo 4
Gli Stati membri vigilano affinché le condizioni relative all'allevamento di suini siano conformi alle disposizioni generali stabilite nell'allegato I.
Articolo 5
Le prescrizioni contenute nell'allegato I possono essere modificate secondo la procedura di cui all'articolo 11, paragrafo 2, per tener conto dei progressi scientifici.
Articolo 6
Gli Stati membri provvedono affinché:
a) qualsiasi persona che dia lavoro o assuma personale addetto ai suini garantisca che gli addetti agli animali abbiano ricevuto istruzioni pratiche sulle pertinenti disposizioni di cui all'articolo 3 e all'allegato I;
b) siano organizzati appositi corsi di formazione, incentrati in particolare sul benessere degli animali.
Articolo 7
1. Di preferenza prima del 1 o gennaio 2005, ed in ogni caso entro il 1 o luglio 2005, la Commissione presenta al Consiglio una relazione, elaborata in base a un parere dell’Autorità europea della sicurezza alimentare. La relazione è elaborata tenendo conto delle conseguenze socioeconomiche, delle conseguenze sanitarie, degli effetti ambientali e delle differenti condizioni climatiche. Essa prende anche in considerazione lo stato delle tecniche e dei sistemi di produzione suina e di lavorazione delle carni che consentirebbero di ridurre il ricorso alla castrazione chirurgica. La relazione è corredata, se necessario, di opportune proposte legislative sugli effetti della regolamentazione delle differenti superfici disponibili e tipi di pavimento per quanto riguarda il benessere dei suinetti e dei suini all'ingrasso.
2. Entro il 1 o gennaio 2008 al più tardi la Commissione presenta al Consiglio una relazione, elaborata in base ad un parere dell’Autorità europea della sicurezza alimentare.
La relazione esamina in particolare i seguenti aspetti:
a) effetti della densità, tra cui la dimensione del gruppo e i metodi di raggruppamento degli animali, in diversi sistemi di allevamento sul benessere dei suini, compresa la loro salute;
b) impatto della progettazione della stabulazione e dei vari tipi di pavimento sul benessere dei suini, compresa la loro salute, tenuto conto delle differenti condizioni climatiche;
c) fattori di rischio connessi con la morsicatura della coda e raccomandazioni per ridurre la necessità del taglio della coda;
d) ulteriori sviluppi dei sistemi di stabulazione in gruppo per le scrofe gravide, tenuto conto degli aspetti patologici, zootecnici, fisiologici ed etologici dei vari sistemi, delle pertinenti ripercussioni sulla salute e l'ambiente nonché delle differenti condizioni climatiche;
e) determinazione dello spazio necessario, compresa l'area adibita alla fecondazione, ai verri adulti da riproduzione tenuti in ricoveri individuali;
f) ulteriori sviluppi dei sistemi in cui le scrofe nell'area adibita alla fecondazione e le scrofe partorienti hanno una libertà di movimento che soddisfa le loro esigenze senza compromettere la sopravvivenza dei lattonzoli;
g) atteggiamento e scelte dei consumatori nei confronti delle carni suine in caso di vari livelli di miglioramento del benessere degli animali;
h) implicazioni socioeconomiche dei vari sistemi di allevamento dei suini e loro effetti sui partner economici della Comunità.
Se necessario, tale relazione sarà corredata delle opportune proposte legislative.
Articolo 8
—————
3. Gli Stati membri presentano alla Commissione entro il 31 agosto di ogni anno una relazione annuale per l’anno precedente per quanto riguarda le ispezioni eseguite dall’autorità competente per verificare la conformità ai requisiti della presente direttiva. Tale relazione è corredata di un’analisi dei casi più gravi di mancata conformità rilevati, nonché di un piano d’azione nazionale per prevenire o ridurre il verificarsi di casi di questo tipo negli anni successivi. La Commissione presenta una sintesi di tali relazioni agli Stati membri.
Articolo 9
Per essere importati nella Comunità, gli animali provenienti da un paese terzo devono essere accompagnati da un certificato rilasciato dall'autorità competente di tale paese, il quale attesta che hanno beneficiato di un trattamento almeno equivalente a quello accordato agli animali di origine comunitaria secondo quanto previsto dalla presente direttiva.
—————
Articolo 11
1. La Commissione è assistita dal comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali, istituito ai sensi dell'articolo 58 del regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare ( 2 ), di seguito «il comitato».
2. Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applicano gli articoli 5 e 7 della decisione 1999/468/CE.
Il periodo di cui all'articolo 5, paragrafo 6, della decisione 1999/468/CE è fissato a tre mesi.
Articolo 12
Gli Stati membri possono mantenere o applicare nel loro territorio disposizioni più severe di quelle previste dalla presente direttiva, nel rispetto delle regole generali del trattato. Essi informano la Commissione di qualsiasi provvedimento preso in tal senso.
Articolo 13
La direttiva 91/630/CEE, modificata dagli atti di cui all'allegato II, parte A, è abrogata, fatti salvi gli obblighi degli Stati membri relativi ai termini di attuazione indicati all'allegato II, parte B.
I riferimenti alla direttiva abrogata si intendono fatti alla presente direttiva e si leggono secondo la tavola di concordanza riportata all'allegato III.
Articolo 14
La presente direttiva entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Articolo 15
Gli Stati membri sono destinatari della presente direttiva.
ALLEGATO I
CAPITOLO I
CONDIZIONI GENERALI
In aggiunta alle disposizioni pertinenti di cui all'allegato della direttiva 98/58/CE, si applicano i seguenti requisiti.
1. Nella parte del fabbricato dove sono stabulati i suini vanno evitati i rumori continui di intensità pari a 85 dBA nonché i rumori costanti o improvvisi.
2. I suini devono essere tenuti alla luce di un'intensità di almeno 40 lux per un periodo minimo di 8 ore al giorno.
3. I locali di stabulazione dei suini devono essere costruiti in modo da permettere agli animali di:
— avere accesso ad una zona in cui coricarsi confortevole dal punto di vista fisico e termico e adeguatamente prosciugata e pulita, che consenta a tutti gli animali di stare distesi contemporaneamente,
— riposare e alzarsi con movimenti normali,
— vedere altri suini; tuttavia, nella settimana precedente al momento previsto del parto e nel corso del medesimo, scrofe e scrofette possono essere tenute fuori dalla vista degli animali della stessa specie.
4. Fermo restando l'articolo 3, paragrafo 5, i suini devono avere accesso permanente a una quantità sufficiente di materiali che consentano loro adeguate attività di esplorazione e manipolazione (paglia, fieno, legno, segatura, compost di funghi, torba o un miscuglio di questi) senza comprometterne la salute.
5. I pavimenti devono essere non sdrucciolevoli e senza asperità per evitare lesioni ai suini e progettati, costruiti e mantenuti in modo da non arrecare lesioni o sofferenze ai suini. Essi devono essere adeguati alle dimensioni e al peso dei suini e, se non è prevista una lettiera, costituire una superficie rigida, piana e stabile.
6. Tutti i suini devono essere nutriti almeno una volta al giorno. Se i suini sono alimentati in gruppo e non «ad libitum» o mediante un sistema automatico di alimentazione individuale, ciascun suino deve avere accesso agli alimenti contemporaneamente agli altri suini del gruppo.
7. A partire dalla seconda settimana di età, ogni suino deve poter disporre in permanenza di acqua fresca sufficiente.
8. Tutte le operazioni effettuate per scopi diversi da quelli terapeutici o diagnostici o per l'identificazione dei suini in conformità della legislazione pertinente e che possono provocare un danno o la perdita di una parte sensibile del corpo o un'alterazione della struttura ossea sono vietate, con le seguenti eccezioni:
— una riduzione uniforme degli incisivi dei lattonzoli mediante levigatura o troncatura entro i primi sette giorni di vita, che lasci una superficie liscia intatta; le zanne dei verri possono essere ridotte, se necessario, per evitare lesioni agli altri animali o per motivi di sicurezza,
— il mozzamento di una parte della coda,
— la castrazione di suini di sesso maschile con mezzi diversi dalla lacerazione dei tessuti,
— l'apposizione di un anello al naso è ammessa soltanto quando gli animali sono detenuti in allevamenti all'aperto e nel rispetto della normativa nazionale.
Né il mozzamento della coda né la riduzione degli incisivi dei lattonzoli devono costituire operazioni di routine, ma devono essere praticati soltanto ove sia comprovata la presenza di ferite ai capezzoli delle scrofe o agli orecchi o alle code di altri suini. Prima di effettuare tali operazioni si devono adottare misure intese ad evitare le morsicature delle code e altri comportamenti anormali tenendo conto delle condizioni ambientali e della densità degli animali. È pertanto necessario modificare condizioni ambientali o sistemi di gestione inadeguati.
Tutte le operazioni sopra descritte devono essere praticate da un veterinario o da altra persona formata ai sensi dell'articolo 6, che disponga di esperienza nell'eseguire le tecniche applicate con mezzi idonei e in condizioni igieniche. Qualora la castrazione o il mozzamento della coda siano praticati dopo il settimo giorno di vita, essi devono essere effettuati unicamente sotto anestesia e con somministrazione prolungata di analgesici da parte di un veterinario.
CAPITOLO II
DISPOSIZIONI SPECIFICHE PER LE VARIE CATEGORIE DI SUINI
A. Verri
I recinti per i verri devono essere sistemati e costruiti in modo da permettere all'animale di girarsi e di avere il contatto uditivo, olfattivo e visivo con gli altri suini. Il verro adulto deve disporre di una superficie libera al suolo di almeno 6 m 2 .
Qualora i recinti siano utilizzati per l'accoppiamento, il verro adulto deve disporre di una superficie al suolo di 10 m 2 e il recinto deve essere libero da ostacoli.
B. Scrofe e scrofette
1. Vanno adottate misure per ridurre al minimo le aggressioni nei gruppi.
2. Le scrofe gravide e le scrofette devono, se necessario, essere sottoposte a trattamento contro i parassiti interni od esterni. Se sono sistemate negli stalli da parto, esse devono essere pulite.
3. Nella settimana precedente al momento previsto del parto, scrofe e scrofette devono disporre di una lettiera adeguata in quantità sufficiente, a meno che ciò non sia tecnicamente realizzabile per il sistema di eliminazione dei liquami utilizzato nello stabilimento.
4. Dietro alla scrofa o alla scrofetta deve essere prevista una zona libera che renda agevole il parto naturale o assistito.
5. Gli stalli da parto in cui le scrofe possono muoversi liberamente devono essere provvisti di strutture (quali ad esempio apposite sbarre) destinate a proteggere i lattonzoli.
C. Lattonzoli
1. Una parte del pavimento, sufficientemente ampia per consentire agli animali di riposare insieme contemporaneamente, deve essere piena o ricoperta da un tappetino, da paglia o da altro materiale adeguato.
2. Nel caso si usi uno stallo da parto, i lattonzoli devono disporre di spazio sufficiente per poter essere allattati senza difficoltà.
3. Nessun lattonzolo deve essere staccato dalla scrofa prima che abbia raggiunto un'età di 28 giorni, a meno che la permanenza presso la madre influenzi negativamente il benessere o la salute del lattonzolo o di quest'ultima.
I lattonzoli possono tuttavia essere svezzati fino a sette giorni prima di tale età qualora siano trasferiti in impianti specializzati, che vengano svuotati e accuratamente puliti e disinfettati prima dell'introduzione di un nuovo gruppo e che siano separati dagli impianti in cui sono tenute le scrofe, in modo da ridurre al minimo i rischi di trasmissione di malattie ai piccoli.
D. Suinetti e suini all'ingrasso
1. Quando i suini sono tenuti in gruppo, occorre prendere misure per evitare lotte che vadano oltre il comportamento normale.
2. Essi dovrebbero essere tenuti in gruppi con il minimo di commistione possibile. Qualora si debbano mescolare suini che non si conoscono, occorre farlo il prima possibile, di preferenza prima dello svezzamento o entro una settimana dallo svezzamento. Quando i suini sono mescolati, devono disporre di spazi adeguati per allontanarsi e nascondersi dagli altri suini.
3. Qualora si manifestino segni di lotta violenta, occorre immediatamente indagare le cause e adottare idonee misure, quali fornire agli animali abbondante paglia, se possibile, oppure altro materiale per esplorazione. Gli animali a rischio o particolarmente aggressivi vanno separati dal gruppo.
4. La somministrazione di tranquillanti per facilitare la commistione va limitata a condizioni eccezionali e solo dopo aver consultato un veterinario.
ALLEGATO II
PARTE A
Direttiva abrogata e sue modificazioni successive
(di cui all'articolo 13)
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Direttiva 91/630/CEE del Consiglio</p><p>(GU L 340 dell’11.12.1991, pag. 33)</p></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Direttiva 2001/88/CE del Consiglio</p><p>(GU L 316 dell’1.12.2001, pag. 1)</p></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Direttiva 2001/93/CE della Commissione</p><p>(GU L 316 dell’1.12.2001, pag. 36)</p></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Regolamento (CE) n. 806/2003 del Consiglio</p><p>(GU L 122 del 16.5.2003, pag. 1)</p></td><td><p>Unicamente il punto 26 dell’allegato III</p></td></tr></tbody></table>
PARTE B
Elenco dei termini di attuazione in diritto nazionale
(di cui all'articolo 13)
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Direttive</p></td><td><p>Termine di attuazione</p></td></tr><tr><td><p>91/630/CEE</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 1994</p></td></tr><tr><td><p>2001/88/CE</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2003</p></td></tr><tr><td><p>2001/93/CE</p></td><td><p>1<span>o</span> gennaio 2003</p></td></tr></tbody></table>
ALLEGATO III
TAVOLA DI CONCORDANZA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Direttiva 91/630/CEE</p></td><td><p>Presente direttiva</p></td></tr><tr><td><p>Articoli 1 e 2</p></td><td><p>Articoli 1 e 2</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, alinea</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 1</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 1</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 2</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 2</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 3</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 3</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 4, lettera a)</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 4, primo comma</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 4, lettera b)</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 4, secondo comma</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 5</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 5</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 6</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 6</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 7</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 7</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 8</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 8</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 3, paragrafo 9</p></td><td><p>Articolo 3, paragrafo 9</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 4, paragrafo 1, primo comma</p></td><td><p>Articolo 4</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 4, paragrafo 1, secondo comma</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 4, paragrafo 2</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 5</p></td><td><p>Articolo 5</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 5<span>bis</span>, alinea</p></td><td><p>Articolo 6, alinea</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 5<span>bis</span>, punto 1</p></td><td><p>Articolo 6, lettera a)</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 5<span>bis</span>, punto 2</p></td><td><p>Articolo 6, lettera b)</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 6</p></td><td><p>Articolo 7</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 7</p></td><td><p>Articolo 8</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 8</p></td><td><p>Articolo 9</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 9</p></td><td><p>Articolo 10</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 10</p></td><td><p>Articolo 11</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 11, paragrafo 1</p></td><td><p>—</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 11, paragrafo 2</p></td><td><p>Articolo 12</p></td></tr><tr><td><p>—</p></td><td><p>Articolo 13</p></td></tr><tr><td><p>—</p></td><td><p>Articolo 14</p></td></tr><tr><td><p>Articolo 12</p></td><td><p>Articolo 15</p></td></tr><tr><td><p>Allegato</p></td><td><p>Allegato I</p></td></tr><tr><td><p>—</p></td><td><p>Allegato II</p></td></tr><tr><td><p>—</p></td><td><p>Allegato III</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( 1 ) Regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 marzo 2017, relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari, recante modifica dei regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio (CE) n. 999/2001, (CE) n. 396/2005, (CE) n. 1069/2009,(CE) n. 1107/2009, (UE) n. 1151/2012, (UE) n. 652/2014, (UE) n. 2016/429 e (UE) 2016/2031, dei regolamenti del Consiglio (CE) n. 1/2005 e (CE) n. 1099/2009 e delle direttive del Consiglio 98/58/CE, 1999/74/CE, 2007/43/CE, 2008/119/CE e 2008/120/CE, e che abroga i regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio CE) n. 854/2004 e (CE) n. 882/2004, le direttive del Consiglio 89/608/CEE, 89/662/CEE, 90/425/CEE, 91/496/CEE, 96/23/CE, 96/93/CE e 97/78/CE e decisione del Consiglio 92/438/CEE (regolamento sui controlli ufficiali) ( GU L 95 del 7.4.2017, pag. 1 ).
( 2 ) GU L 31 dell'1.2.2002, pag. 1.
</note> | ITA | 02008L0120-20191214 |
02015D0695 — IT — 24.09.2019 — 001.001
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/695 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 24 aprile 2015</p><p>che rinnova l'autorizzazione per gli attuali prodotti in cotone geneticamente modificato MON 531 × MON 1445 (MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2) e che autorizza l'immissione sul mercato di olio di semi di cotone ottenuto a partire da cotone geneticamente modificato MON 531 × MON 1445 (MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2) ai sensi del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio</p><p><span><span>[notificata con il numero C(2015) 2769]</span></span></p><p>(I testi in lingua francese e neerlandese sono i soli facenti fede)</p><p><a>(Testo rilevante ai fini del SEE)</a></p><p>(GU L 112 dell'30.4.2015, pag. 56)</p></td></tr></table>
Modificata da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2019/1579 DELLA COMMISSIONE Testo rilevante ai fini del SEE del 18 settembre 2019</a></p></td><td><p>  L 244</p></td><td><p>8</p></td><td><p>24.9.2019</p></td></tr></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2015/695 DELLA COMMISSIONE
del 24 aprile 2015
che rinnova l'autorizzazione per gli attuali prodotti in cotone geneticamente modificato MON 531 × MON 1445 (MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2) e che autorizza l'immissione sul mercato di olio di semi di cotone ottenuto a partire da cotone geneticamente modificato MON 531 × MON 1445 (MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2) ai sensi del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio
[notificata con il numero C(2015) 2769]
(I testi in lingua francese e neerlandese sono i soli facenti fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
Articolo 1
Organismo geneticamente modificato e identificatore unico
Ai sensi del regolamento (CE) n. 65/2004, al cotone geneticamente modificato ( Gossypium hirsutum L. e Gossypium barbadense L.) MON 531 × MON 1445, di cui all'allegato, lettera b), della presente decisione, viene attribuito l'identificatore unico MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2.
Articolo 2
Autorizzazione
In base alle condizioni stabilite dalla presente decisione sono autorizzati i seguenti prodotti ai fini dell'articolo 4, paragrafo 2 e dell'articolo 16, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003:
a) alimenti prodotti da cotone MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2;
b) mangimi prodotti da cotone MON-ØØ531-6 × MON-Ø1445-2.
Articolo 3
Etichettatura
Ai fini delle prescrizioni di etichettatura di cui all'articolo 13, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1829/2003, il «nome dell'organismo» è «cotone».
Articolo 4
Registro comunitario
Ai sensi dell'articolo 28 del regolamento (CE) n. 1829/2003, le informazioni riportate nell'allegato della presente decisione sono iscritte nel registro comunitario degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati.
Articolo 5
Titolare dell'autorizzazione
Il titolare dell'autorizzazione è Bayer Agriculture BVBA, Belgio, in rappresentanza di Monsanto Company, Stati Uniti d'America.
Articolo 6
Validità
La presente decisione si applica per un periodo di dieci anni a decorrere dalla data della notifica.
Articolo 7
Destinatario
Bayer Agriculture BVBA, Scheldelaan 460, 2040 Anversa, Belgio, è destinataria della presente decisione.
ALLEGATO
a) Richiedente e titolare dell'autorizzazione
Nome: Bayer Agriculture BVBA
Indirizzo: Scheldelaan 460, 2040 Anversa, Belgio
Per conto di Monsanto Company — 800 N. Lindbergh Boulevard — St. Louis, Missouri 63167 — Stati Uniti d'America.
b) Designazione e specifiche dei prodotti
1) Alimenti prodotti da cotone MON-ØØ531-6 x MON-Ø1445-2;
2) mangimi prodotti da cotone MON-ØØ531-6 x MON-Ø1445-2.
Come descritto nella domanda, il cotone geneticamente modificato MON-ØØ531-6 x MON-Ø1445-2 esprime la proteina Cry1Ac, che conferisce protezione da alcuni parassiti dell'ordine dei lepidotteri, e la proteina EPSPS, che conferisce tolleranza agli erbicidi contenenti glifosato. Come marcatori selettivi nel processo di modificazione genetica sono stati usati un gene npt II, che conferisce resistenza alla kanamicina e alla neomicina, e un gene aad A, che conferisce resistenza alla spectinomicina e alla streptomicina.
c) Etichettatura
Ai fini delle prescrizioni di etichettatura di cui all'articolo 13, paragrafo 1, e all'articolo 25, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1829/2003, il «nome dell'organismo» è «cotone».
d) Metodo di rilevamento
1) Metodo evento-specifico basato sulla PCR in tempo reale, per la quantificazione del cotone MON-ØØ531-6 x MON-Ø1445-2;
2) validato su DNA genomico, estratto da sementi, dal laboratorio UE di riferimento istituito ai sensi del regolamento (CE) n. 1829/2003, pubblicato all'indirizzo http://gmo-crl.jrc.ec.europa.eu/StatusOfDossiers.aspx);
3) materiale di riferimento: AOCS 0804-B, AOCS 0804-C e AOCS 0804-A sono accessibili sul sito dell' American Oil Chemists Society all'indirizzo http://www.aocs.org/tech/crm).
e) Identificatore unico
MON-ØØ531-6 x MON-Ø1445-2
f) Informazioni richieste ai sensi dell'allegato II del protocollo di Cartagena sulla biosicurezza della convenzione sulla diversità biologica
Non pertinente.
g) Condizioni o restrizioni all'immissione sul mercato, all'uso o al trattamento dei prodotti
Non richieste.
h) Piano di monitoraggio degli effetti ambientali
Non richiesto.
i) Prescrizioni post vendita relative all'uso degli alimenti destinati al consumo umano
Non richieste. | ITA | 02015D0695-20190924 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>25.9.2023   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 235/13</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (EU) 2023/1978 DELLA COMMISSIONE
del 21 settembre 2023
sull’applicabilità dell’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio all’aggiudicazione di appalti per l’esercizio di attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania, ad eccezione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta in impianti entrati in funzione prima del 1 o agosto 2014 e che continuano a ricevere finanziamenti pubblici e delle attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica da parchi eolici offshore messi in funzione dopo il 1 o gennaio 2012 e soggetti alla legge del 2012 sulle fonti energetiche rinnovabili ( Erneuerbare-Energien-Gesetz ) in Germania
[notificata con il numero C(2023) 6271]
(Il testo in lingua tedesca è il solo facente fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
vista la direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE ( 1 ) , in particolare l’articolo 35, paragrafo 3,
previa consultazione del comitato consultivo per gli appalti pubblici,
considerando quanto segue:
1. FATTI E PROCEDIMENTO
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>In data 13 aprile 2023 l’Associazione tedesca delle industrie dell’energia e dell’acqua (il<span>Bundesverband der Energie- und Wasserwirtschaft e.V.</span>, di seguito «BDEW» o «richiedente») ha presentato alla Commissione una richiesta a norma dell’articolo 35, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE («richiesta»). La richiesta è conforme alle disposizioni formali di cui all’articolo 1, paragrafo 1, della decisione di esecuzione (UE) 2016/1804 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a> e all’allegato I di tale decisione di esecuzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il BDEW è un’associazione che rappresenta le imprese del settore tedesco dell’energia e dell’acqua che sono considerate enti aggiudicatori ai sensi dell’articolo 4 della direttiva 2014/25/UE. La richiesta riguarda attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania, ad eccezione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta in impianti entrati in funzione prima del 1<span>o</span> agosto 2014 e che continuano a ricevere finanziamenti pubblici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La richiesta era accompagnata da una posizione motivata e giustificata dell’autorità federale tedesca garante della concorrenza (il<span>Bundeskartellamt</span>, di seguito «BKartA») del 25 maggio 2022. Nella posizione, il BKartA analizza in modo approfondito le condizioni per l’applicabilità all’attività in questione dell’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE, conformemente ai paragrafi 2 e 3 dello stesso articolo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>A norma dell’allegato IV, punto 1, lettera a), della direttiva 2014/25/UE, tenendo conto che è possibile presumere il libero accesso al mercato in base all’articolo 34, paragrafo 3, primo comma, di tale direttiva, la Commissione dispone di 90 giorni lavorativi per adottare una decisione di esecuzione in merito alla richiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il 16 maggio 2023 il BDEW ha presentato ulteriori argomentazioni per spiegare perché considerava non del tutto fondate alcune parti dell’analisi del BKartA sull’esposizione alla concorrenza di parti dell’attività di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Il 15 giugno 2023 Ørsted A/S ha presentato alla Commissione una richiesta a norma dell’articolo 35, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE. La richiesta riguarda la produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica da parchi eolici offshore in Germania, messi in funzione dopo il 1<span>o</span> gennaio 2012 e soggetti alla legge sulle fonti energetiche rinnovabili (l’<span>Erneuerbare-Energien-Gesetz</span>, di seguito «EEG») del 2012. Ai sensi dell’articolo 35, paragrafo 5, della direttiva 2014/25/UE, tale richiesta non è considerata come una nuova procedura ed è esaminata nel quadro della prima domanda. La Commissione e il BDEW hanno convenuto che, a seguito di questa seconda richiesta, il termine per l’adozione di un atto di esecuzione da parte della Commissione doveva essere fissato al 25 settembre 2023.</p></td></tr></tbody></table>
2. CONTESTO NORMATIVO
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>La direttiva 2014/25/UE si applica all’aggiudicazione di appalti per l’esercizio di attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, lettera b), a meno che tale attività non sia esonerata a norma dell’articolo 34 di tale direttiva.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>L’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE dispone che gli appalti destinati a permettere lo svolgimento di un’attività cui si applica tale direttiva, su richiesta di uno Stato membro o di un ente aggiudicatore, non sono soggetti alla stessa se tale attività è direttamente esposta alla concorrenza su mercati liberamente accessibili nello Stato membro in cui è esercitata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>L’esposizione diretta alla concorrenza deve essere valutata sulla base di criteri oggettivi che tengano conto delle caratteristiche specifiche del settore interessato. Tale valutazione è tuttavia condizionata dall’obbligo di attenersi a una tempistica ravvicinata e dalla necessità di basarsi sulle informazioni a disposizione della Commissione. Tale informazione proviene da fonti già disponibili o dalle informazioni ottenute nel contesto della richiesta ai sensi dell’articolo 35 della direttiva 2014/25/UE e non può essere integrata facendo ricorso a metodi che necessitano di un notevole dispendio di tempo, incluso, in particolare, il ricorso a inchieste pubbliche rivolte agli operatori economici interessati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>L’esposizione diretta alla concorrenza su un determinato mercato dovrebbe essere valutata in base a vari criteri, nessuno dei quali è di per sé determinante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Ai fini della valutazione dell’esposizione delle attività rilevanti alla concorrenza diretta sui mercati oggetto della presente decisione, i criteri di cui tenere conto sono la quota di mercato dei principali operatori nonché l’esistenza e l’entità del sostegno alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania attraverso regimi di sostegno.</p></td></tr></tbody></table>
3. VALUTAZIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>L’obiettivo della presente decisione è quello di stabilire se le attività oggetto della richiesta siano esposte, nei mercati liberamente accessibili ai sensi dell’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE, a un livello di concorrenza che garantisce che, anche in assenza della disciplina contenuta nelle norme dettagliate in materia di appalti di cui alla direttiva 2014/25/UE, gli appalti per il perseguimento dell’attività in questione saranno condotti in modo trasparente e non discriminatorio, in base a criteri che consentano ai committenti di individuare la soluzione nel complesso più vantaggiosa sul piano economico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>La presente decisione si basa sulla situazione di diritto e di fatto rispettivamente ad aprile e giugno 2023, sulle informazioni fornite del BDEW, da Ørsted e dalle autorità tedesche e sulle informazioni a disposizione del pubblico. Essa può essere rivista qualora, a seguito di cambiamenti significativi della situazione di fatto o di diritto, le condizioni di applicabilità di cui all’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE non siano più soddisfatte.</p></td></tr></tbody></table>
3.1. Libero accesso al mercato
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Un mercato è considerato liberamente accessibile se lo Stato membro interessato ha attuato e applicato i pertinenti atti giuridici dell’Unione di cui all’allegato III della direttiva (UE) 2014/25, che include, per quanto riguarda la produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica, la direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>In base alle informazioni a disposizione della Commissione, la Germania ha recepito e applica la direttiva (UE) 2019/944. Pertanto il mercato in questione è considerato liberamente accessibile in conformità dell’articolo 34, paragrafo 3, della direttiva (UE) 2014/25.</p></td></tr></tbody></table>
3.2. Valutazione sotto il profilo della concorrenza
3.2.1. Definizione del mercato rilevante del prodotto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Secondo il BDEW, il mercato rilevante del prodotto è costituito dalla produzione e dalla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti convenzionali e da fonti rinnovabili, ad eccezione dell’energia elettrica da fonti rinnovabili prodotta in impianti entrati in funzione prima del 1<span>o</span> agosto 2014 e che continuano a ricevere finanziamenti pubblici. Secondo Ørsted, il mercato rilevante comprende la produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica soggetta all’opzione di commercializzazione diretta dal 2012 o all’obbligo di commercializzazione diretta dal 2014.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Il BDEW osserva <a>(<span>4</span>)</a> che per tutti gli impianti messi in funzione dopo il 1<span>o</span> agosto 2014, la commercializzazione diretta obbligatoria è la norma. Gli impianti in regime di commercializzazione diretta obbligatoria possono scegliere tra la commercializzazione diretta con premio di mercato e la commercializzazione diretta senza sostegno (la cosiddetta commercializzazione diretta di altro tipo). Esiste un’eccezione all’obbligo di commercializzazione diretta solo per gli impianti di piccole dimensioni. Per gli impianti messi in funzione prima del 1<span>o</span> gennaio 2016, per questi si intendono impianti fino a 500 kW, mentre per gli impianti messi in funzione a partire dal 1<span>o</span> gennaio 2016, si intendono impianti inferiori e fino a 100 kW. Tali impianti di piccole dimensioni possono decidere se optare per il modello con tariffa di riacquisto fissa o per la commercializzazione diretta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Per quanto riguarda gli impianti che ricevono ancora finanziamenti pubblici, il BDEW indica che gli impianti «post-sostegno» sono quelli che, dopo averlo ricevuto per venti anni, sono esclusi o saranno esclusi dal regime di sostegno a partire dal 1<span>o</span> gennaio 2021. Gli impianti «post-sostegno» con potenza elettrica installata superiore a 100 kW sono tenuti a commercializzare direttamente l’energia elettrica senza alcun sostegno (commercializzazione diretta di altro tipo). Gli impianti con potenza elettrica installata fino a 100 kW inclusi possono scegliere tra la commercializzazione diretta di altro tipo (senza sostegno) e la vendita al gestore di rete dietro pagamento di una tariffa di riacquisto. Attualmente tuttavia la tariffa di riacquisto ammonta solo al «valore di mercato annuo» meno i costi medi di commercializzazione dei gestori dei sistemi di trasmissione per l’energia elettrica venduta al gestore di rete <a>(<span>5</span>)</a>. Il legislatore tedesco e la Commissione considerano quindi tale remunerazione come un sostegno esclusivamente basato sul mercato («voce di ordine») e quindi non come un aiuto di Stato («non aiuto») <a>(<span>6</span>)</a>. Ad eccezione degli impianti di piccole dimensioni, gli impianti «post-sostegno» sono soggetti ad altre forme di commercializzazione diretta obbligatoria.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>In una precedente decisione relativa alla generazione di energia elettrica in Germania <a>(<span>7</span>)</a>, la Commissione aveva operato una distinzione tra il mercato della produzione di energia elettrica convenzionale e quello della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La Commissione ha ritenuto che la produzione e la commercializzazione di energia elettrica regolamentata dalla legge sulle fonti energetiche rinnovabili non rientrasse nel mercato per la produzione e la prima vendita di energia elettrica prodotta da fonti convenzionali poiché l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili di norma non era venduta direttamente sul mercato all’ingrosso, ma acquistata dai gestori delle reti di trasmissione a un prezzo stabilito per legge.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>In decisioni successive, la Commissione ha ritenuto che la produzione di energia elettrica convenzionale e (almeno in parte) rinnovabile facessero parte dello stesso mercato. Nella sua decisione relativa ai Paesi Bassi <a>(<span>8</span>)</a>, la Commissione ha osservato che l’energia elettrica generata da fonti rinnovabili era venduta direttamente sul mercato e che il sistema SDE+ dei Paesi Bassi incoraggiava le offerte concorrenziali laddove invece i concorrenti avrebbero cercato di ridurre al minimo il loro costo (e quindi il premio di riacquisto che avrebbero ricevuto). Nella sua decisione relativa all’Italia <a>(<span>9</span>)</a>, la Commissione ha rilevato che i regimi relativi all’energia elettrica rinnovabile più recenti sono stati oggetto di un processo di presentazione delle offerte con un elevato numero di candidati. Nella sua decisione relativa alla Lituania <a>(<span>10</span>)</a>, la Commissione ha affermato che l’energia elettrica prodotta nell’ambito del terzo regime di sostegno riceveva un sostegno basato su un supplemento di prezzo istituito mediante una procedura competitiva di offerte e ha ritenuto che facesse parte dello stesso mercato della produzione di energia elettrica convenzionale. Nel 2022, a proposito della Danimarca <a>(<span>11</span>)</a>, la Commissione ha rilevato che l’assegnazione dei finanziamenti pubblici era esposta alla concorrenza attraverso un processo di presentazione delle offerte che disciplina il comportamento dei produttori di energia rinnovabile con riguardo alla loro politica sugli appalti. Essa ha quindi concluso che gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili oggetto della richiesta fanno parte dello stesso mercato della produzione di energia elettrica convenzionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Nella sua posizione, il BKartA osserva <a>(<span>12</span>)</a> che, tra l’inizio del 2012 e la fine del 2020, sono stati installati circa 65 GW di capacità di produzione sostenuta nell’ambito della EEG, pari alla metà della capacità sostenuta dalla EEG e a un quarto della capacità di produzione totale in Germania. Nel 2020 l’energia elettrica sostenuta dalla EEG ammontava a circa il 20 % dell’energia elettrica totale generata in Germania. I pagamenti previsti dalla EEG sono aumentati solo moderatamente, poiché un numero crescente di impianti di produzione ha deciso di vendere la propria produzione sul mercato («commercializzazione diretta») invece di ricevere un premio fisso. Per quanto riguarda la definizione del mercato del prodotto, il BKartA ha ripetutamente sostenuto, nella sua pratica decisionale antitrust, che l’energia elettrica EEG fosse un mercato separato <a>(<span>13</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>La Commissione osserva che la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania è sostenuta da una serie di regimi con caratteristiche diverse.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Data la diversità dei regimi di sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Germania, ai fini dell’analisi contenuta nei presenti considerando, il mercato sarà suddiviso tra impianti che possono ricevere una remunerazione indipendente dai prezzi di mercato (tariffa di riacquisto fissa, supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio -<span>Mieterstromzuschlag</span>) da un lato e, dall’altro, impianti che ricevono una remunerazione collegata ai prezzi di mercato (commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge, commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto, vecchi impianti post-sovvenzioni e commercializzazione diretta di altro tipo). L’approccio è in linea con la decisione di esenzione 2012/218/UE della Commissione relativa al mercato tedesco dell’energia elettrica, in cui la Commissione aveva ritenuto che l’esistenza di una remunerazione legale fosse un elemento chiave nell’analisi dell’esposizione alla concorrenza dell’energia elettrica EEG.</p></td></tr></tbody></table>
3.2.2. Definizione della portata geografica del mercato rilevante
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Secondo il BDEW, sulla base della pratica decisionale della Commissione, la portata geografica del mercato rilevante dovrebbe essere definita come nazionale, ossia comprendente il territorio della Repubblica federale di Germania <a>(<span>14</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Per quanto riguarda la portata geografica del mercato, in precedenza <a>(<span>15</span>)</a> la Commissione aveva ritenuto che il mercato della produzione di energia elettrica avesse una portata geografica nazionale. La posizione del richiedente è in linea con la prassi della Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>In assenza di indicazioni in merito a una diversa portata geografica del mercato, ai fini della valutazione nell’ambito della presente decisione e fatto salvo il diritto in materia di concorrenza, si può ritenere che la portata geografica della produzione e della vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili corrisponda al territorio della Germania.</p></td></tr></tbody></table>
3.2.3. Analisi del mercato
3.2.3.1. Quote di mercato e valutazione complessiva del mercato della produzione di energia elettrica in Germania
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>La Commissione condurrà un’analisi della produzione di energia elettrica e del mercato all’ingrosso in Germania sulla base dei dati disponibili rispettivamente per la produzione di energia elettrica convenzionale e rinnovabile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Nella sua relazione annuale sul mercato della produzione di energia elettrica convenzionale, il BKartA fornisce una panoramica delle quote di mercato. Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2021, le quote di mercato annue dei cinque maggiori produttori di energia elettrica convenzionale sono rimaste piuttosto stabili: RWE (26 %, 25,3 %, 26,1 %), LEAG (16,2 %, 14,9 %, 15,7 %), EnBW (12,7 %, 9,9 %, 11,4 %), EON (8,8 %, 9,6 %, 9,2 %) e Vattenfall (6,4 %, 5,6 %, 4,5 %). Solo due di queste società, EnBW e Vattenfall, sono enti aggiudicatori. Nel 2020, 2021 e 2022 Ørsted deteneva una quota di mercato inferiore all’1 % per il mercato combinato della produzione di energia elettrica convenzionale e rinnovabile <a>(<span>16</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Le denominazioni e le quote di mercato dei tre maggiori produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili non sono disponibili al pubblico. Ciò è dovuto in parte all’elevato numero di operatori attivi nel mercato dell’energia elettrica da fonti rinnovabili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Il BKartA ha stabilito che nel 2021 le quote di mercato delle cinque società summenzionate con le vendite più elevate nella produzione di energia elettrica convenzionale, per il volume di produzione sostenuto nell’ambito della EEG per l’area di mercato della Germania, ammontavano complessivamente a circa il 6,4 % <a>(<span>17</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>Secondo il BDEW, è lecito supporre che le quote di mercato dei produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili siano relativamente contenute e che nessuno di essi detenga una quota di mercato superiore al 10 %.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Nella sua posizione <a>(<span>18</span>)</a>, il BKartA afferma che nella vendita generale all’ingrosso dell’energia elettrica in Germania prevale una pressione concorrenziale effettiva e che i segnali di prezzo all’ingrosso sono il risultato di una concorrenza effettiva. La Commissione riconosce quindi l’esistenza di una pressione concorrenziale da parte della produzione e della vendita all’ingrosso di energia elettrica convenzionale sulla produzione e sulla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili, fatta salva un’analisi più dettagliata dei regimi di sostegno all’energia elettrica da fonti rinnovabili.</p></td></tr></tbody></table>
3.2.3.2. Impianti di produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili che possono ricevere una remunerazione indipendente dai prezzi di mercato (ossia in base a una tariffa di riacquisto fissa ( 19 ) e al supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio ( 20 ) ).
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>Gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili messi in funzione tra il 1<span>o</span> gennaio 2012 e il 1<span>o</span> agosto 2014 sono esenti dall’obbligo di commercializzazione diretta e possono usufruire dell’opzione della tariffa di riacquisto fissa. Secondo il BkartA, tali impianti ricevono una remunerazione fissa da un operatore non di mercato (i gestori della rete di trasmissione) e non sono coinvolti in alcuna attività di mercato. In linea con l’analisi effettuata dalla Commissione nella sua decisione del 2012 sulla produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica in Germania, tali impianti non possono essere considerati esposti alla concorrenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>Gli impianti di piccole dimensioni messi in funzione a partire dal 1<span>o</span> agosto 2014 (ossia gli impianti < 100 kW o, se messi in funzione entro la fine del 2015, < 500 kW) sono esenti dall’obbligo di commercializzazione diretta e possono usufruire dell’opzione della tariffa di riacquisto fissa. Secondo il BkartA, tali impianti ricevono una remunerazione fissa da un operatore non di mercato e non sono coinvolti in alcuna attività di mercato. In linea con l’analisi effettuata dalla Commissione nella sua decisione del 2012 sulla produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica in Germania, tali impianti non possono essere considerati esposti alla concorrenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Per quanto riguarda il «supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio» o l’energia elettrica che il gestore dell’impianto non vende ai suoi inquilini, secondo il BKartA, il gestore dell’impianto opterà per il suddetto supplemento solo se ciò presenta ulteriori vantaggi finanziari. Si tratta quindi di un’opzione per definizione maggiormente sovvenzionata. Il BKartA conclude che gli impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti al «supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio» non sono direttamente esposti alla concorrenza. La Commissione non individua elementi che permettano di discostarsi da tale conclusione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Ai fini della presente decisione e fatto salvo il diritto in materia di concorrenza, i fattori sopra descritti dovrebbero essere considerati un’indicazione dell’assenza di esposizione alla concorrenza della produzione e della vendita all’ingrosso di energia elettrica rinnovabile soggetta alle tariffe di riacquisto e al supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio in Germania. Pertanto, poiché le condizioni di cui all’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE non sono soddisfatte, è opportuno stabilire che la direttiva 2014/25/UE dovrebbe continuare ad applicarsi agli appalti destinati a permettere lo svolgimento delle attività in questione in Germania.</p></td></tr></tbody></table>
3.2.3.3. Impianti di energia elettrica rinnovabile che ricevono una remunerazione collegata ai prezzi di mercato (ossia gli impianti soggetti a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge ( 21 ) , a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto ( 22 ) , vecchi impianti di energia elettrica rinnovabile post-sovvenzioni ( 23 ) e impianti di energia rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta di altro tipo ( 24 ) )
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Gli operatori degli impianti EEG soggetti a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge generano ricavi da:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la vendita di energia elettrica a terze parti (nella misura del prezzo di acquisto pagato per le quantità immesse nel gruppo di bilanciamento). Tale commercializzazione è esente da requisiti normativi relativi al prezzo. La terza parte può non essere un gestore di rete. La vendita avviene quindi sul mercato all’ingrosso;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il premio di mercato pagato al gestore dell’impianto dal gestore della rete per ogni kWh immesso. Questo è soggetto a una restrizione per gli impianti messi in funzione a partire dal 1<span>o</span> agosto 2014: se il valore è negativo per almeno sei ore consecutive sull’EPEX SPOT del giorno prima, il valore da applicare e quindi il premio di mercato per l’intero periodo è ridotto a zero. Per gli impianti di nuova attivazione o di nuova aggiudicazione a partire dal 1<span>o</span> gennaio 2021, il periodo di riferimento è stato ridotto a quattro ore. Per tutti gli impianti a fonti rinnovabili messi in funzione o che riceveranno un premio EEG a partire dal 1<span>o</span> gennaio 2023, tale periodo di tempo sarà gradualmente ridotto da quattro ore nel 2023 a un’ora nel 2027. Il premio di mercato costituisce una richiesta di pagamento separata del gestore dell’impianto EEG nei confronti del gestore della rete. Per gli impianti messi in funzione a partire dal 1<span>o</span> agosto 2014 è calcolato come la differenza tra il «valore applicabile» (<span>anzulegender Wert</span>, AW) da applicare all’impianto e il «valore di mercato mensile» (<span>Monatsmarktwert</span>, MW) secondo la formula MP = AW - MW.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>Nella sua posizione, il BKartA afferma che, per quanto riguarda le conseguenze pratiche ed economiche concrete, il fatto che il premio di mercato compensi la differenza tra il valore applicabile specifico dell’impianto e il valore di mercato della rispettiva tecnologia è decisivo. Dal momento che non può diventare negativo, ha un effetto accrescitivo sui profitti del gestore dell’impianto se è positivo, ossia se il valore applicabile specifico dell’impianto è superiore al corrispondente valore di mercato. Il BKartA ha effettuato un’analisi di entrambi i valori nell’arco di 23 mesi, tra maggio 2020 e aprile 2022. A partire dal 1<span>o</span> gennaio 2021, i valori applicabili sono stati fissati per legge e sono decrescenti nel tempo a un tasso compreso tra lo 0,5 e l’1,5 % all’anno. Almeno fino a circa la metà del 2021, i valori applicabili sono stati per lo più significativamente superiori ai rispettivi valori di mercato degli ultimi 12 mesi. Ciò ha comportato il pagamento di un premio di mercato proporzionalmente elevato, che ha isolato gli impianti a fonti rinnovabili interessati dalle forze effettive di mercato e concorrenziali della produzione di energia elettrica di altro tipo. Secondo il BKartA, gli impianti il cui valore applicabile specifico per l’impianto supera il valore normale di mercato e che di conseguenza beneficiano del premio di mercato determinato per legge non sono quindi esposti alla concorrenza diretta di altri impianti di produzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Entrando nel merito delle tecnologie specifiche, il BKartA ha osservato che fino alla metà del 2021 solo i valori applicabili specifici per i singoli nuovi impianti per l’energia idroelettrica e il gas di discarica sono stati sensibilmente inferiori al valore di mercato dell’EPEX in alcuni mesi. Ciò riguardava l’energia idroelettrica con una capacità superiore a 50 MW a settembre 2020 e a partire da novembre 2020, l’energia idroelettrica con una capacità compresa tra 20 MW e 50 MW a settembre 2020 e da dicembre 2020 in poi, e l’energia idroelettrica con una capacità compresa tra 10 MW e 20 MW a gennaio e aprile 2021. Ciò si osservava anche per il gas di discarica con una capacità da 1 MW a 5 MW a settembre 2020 e da dicembre 2020 in poi, e per il gas di discarica con una capacità di 5 MW o più a novembre 2020. Lo stesso vale per gli impianti eolici offshore. Dalla metà del 2021 un gran numero di valori applicabili è sceso al di sotto dei valori di mercato mensili pertinenti e dalla fine del 2021 il fenomeno ha interessato la grande maggioranza dei valori applicabili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>Secondo il BKartA, se questa tendenza si stabilizzasse, il premio di mercato di tali impianti non avrebbe più alcun effetto economico; essi opererebbero pertanto senza restrizioni a condizioni di mercato concorrenziali e sarebbero esposti a una concorrenza effettiva. Il BKartA ipotizzerebbe tuttavia una tendenza stabile solo se il valore applicabile specifico per l’impianto scendesse al di sotto del valore di mercato (o di un indice corrispondente ma prospettico dell’accordo per l’acquisto d’energia elettrica) per un periodo di tempo adeguato. Tale periodo sarebbe di 12 mesi consecutivi. La Commissione concorda con il BKartA che sia opportuno collegare l’esposizione diretta alla concorrenza di tale attività al fatto che il valore applicabile specifico per l’impianto sia sceso al di sotto del valore di mercato (o di un indice corrispondente ma prospettico dell’accordo per l’acquisto d’energia elettrica) per 12 mesi consecutivi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>Per quanto riguarda la commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto, secondo il BKartA alcune caratteristiche sono comuni a tutte le gare. Le gare d’appalto EEG sono caratterizzate da una struttura di offerte su scala ridotta. L’entità delle singole offerte è ridotta rispetto alla domanda della rispettiva gara d’appalto e lontana dalla soglia di presunzione di posizione dominante sul mercato prevista dalla legge tedesca sui cartelli. Dietro tali offerte si cela una struttura di fornitori su scala sufficientemente ridotta e, nel caso del solare e dell’eolico onshore, quasi atomistica. L’ente pubblico appaltante è la Repubblica federale di Germania, che non è attiva come offerente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Il BKartA aggiunge che, per tutte le fonti di energia rinnovabile, a causa di considerazioni di politica climatica e a fronte di corrispondenti specifiche e obiettivi politici di espansione, il regime di gara mira a espandere l’offerta di energia elettrica da fonti rinnovabili, con conseguente elevata domanda di progetti ammissibili. L’offerta effettiva e potenziale da parte degli offerenti nel contesto della gara d’appalto, d’altra parte, dipende, tra l’altro, dalla disponibilità di terreni corrispondenti per nuovi progetti. Le offerte relative agli impianti esistenti, a livello pratico, sono attualmente rilevanti solo nel settore della biomassa. Nel caso dell’eolico onshore, esistono già offerte per impianti sostanzialmente aggiornati dal punto di vista tecnico nel medesimo sito (<span>repowering</span>). Le offerte per i nuovi impianti sono sempre possibili e nella pratica rappresentano il caso più significativo. L’ingresso nel mercato è facilitato anche dal fatto che la fornitura di energia elettrica rinnovabile non è caratterizzata da un impiego intensivo di personale locale. Inoltre la concorrenza per i valori applicabili per il sostegno alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non è una concorrenza per il mercato. L’aggiudicazione non conferisce una posizione monopolistica o dominante sul mercato a valle, poiché la vendita dell’energia elettrica generata all’ingrosso avviene in un ambiente competitivo a prezzi determinati da meccanismi di mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>In precedenti decisioni <a>(<span>25</span>)</a>, la Commissione ha ritenuto che l’esistenza di gare d’appalto per determinare il livello di sostegno ai regimi per l’energia elettrica rinnovabile fosse un fattore importante per determinare l’esposizione diretta alla concorrenza. Nel presente caso relativo alla Germania, il BKartA, pur riconoscendo la pratica decisionale della Commissione, suggerisce di introdurre un criterio aggiuntivo che consenta di differenziare in base all’intensità della concorrenza per la sovvenzione nella singola gara d’appalto. Il criterio potrebbe essere quello di un eccesso di presentazione di offerte pari ad almeno il 25 % della capacità oggetto della gara d’appalto. Il BDEW mette in dubbio la possibilità di applicare tale criterio, in quanto tale eccesso può essere misurato solo dopo la gara d’appalto, mentre gli enti aggiudicatori devono organizzare i propri appalti prima di partecipare alle gare. Ciò renderebbe di fatto nulla un’esenzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>In precedenti decisioni, la Commissione ha ritenuto che una procedura di gara per la concessione di sovvenzioni per la produzione di energia elettrica rinnovabile fosse un’indicazione di esposizione alla concorrenza. Ad esempio, nella decisione relativa ai Paesi Bassi, la Commissione ha rilevato <a>(<span>26</span>)</a> che «l’assegnazione dell’incentivo SDE+ è esposta alla concorrenza attraverso un processo di presentazione delle offerte che disciplina il comportamento dei produttori di energia rinnovabile con riguardo alla loro politica sugli appalti». Analogamente, nella decisione 2020/1499 relativa all’Italia <a>(<span>27</span>)</a>, la Commissione ha osservato che i regimi di sovvenzione più recenti hanno operato in un contesto concorrenziale, dato l’elevato numero di candidati e di offerte nelle rispettive gare d’appalto. Nella decisione 2020/1500 relativa alla Lituania, la Commissione ha osservato <a>(<span>28</span>)</a> che l’energia elettrica prodotta nell’ambito del terzo regime riceve un sostegno basato su un supplemento di prezzo istituito mediante una procedura competitiva di offerte e ha ritenuto che fosse esposta alla concorrenza. Infine, nella decisione relativa alla Danimarca, la Commissione ha osservato <a>(<span>29</span>)</a> che l’assegnazione dei finanziamenti pubblici era esposta alla concorrenza attraverso un processo di presentazione delle offerte. In linea con le suddette decisioni precedenti, la Commissione ritiene quindi che gli impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto siano direttamente esposti alla concorrenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>Il BKartA è del parere che gli impianti post-sovvenzioni siano esposti alla concorrenza diretta nella misura in cui ricevono dal gestore di rete una tariffa di riacquisto pari al valore di mercato meno i costi forfettari di commercializzazione. La Commissione concorda con tale analisi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>Secondo il BKartA, gli altri impianti EEG post-sovvenzioni non hanno alcun diritto nell’ambito della EEG. Ai sensi dell’articolo 21 <span>bis</span> della EEG, essi sono soggetti a commercializzazione diretta di altro tipo. Tutti gli impianti EEG a commercializzazione diretta di altro tipo ai sensi dell’articolo 21 <span>bis</span> della EEG partecipano al mercato di prima vendita dell’energia elettrica come qualsiasi altro sistema di produzione di energia elettrica non sovvenzionato dalla EEG. Al contempo, tale categoria di remunerazione è già rilevante per gli impianti di nuova costruzione, come gli impianti solari a terra. Questi impianti sono esposti a forze concorrenziali generali. La Commissione condivide l’opinione che gli impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta di altro tipo siano direttamente esposti alla concorrenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>Ai fini della presente decisione e fatto salvo il diritto in materia di concorrenza, è opportuno considerare i fattori sopra elencati come un’indicazione dell’esposizione alla concorrenza degli impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti alla commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge, alla commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto, dei vecchi impianti di energia elettrica rinnovabile post-sovvenzioni e degli impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta di altro tipo in Germania. Di conseguenza, constatato il rispetto delle condizioni di cui all’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE, è opportuno stabilire che la direttiva 2014/25/UE non si applica agli appalti mirati a permettere l’esercizio di tali attività in Germania.</p></td></tr></tbody></table>
4. CONCLUSIONI
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>Sulla base dei fattori sopra esaminati, si può ritenere che la condizione dell’esposizione diretta alla concorrenza di cui all’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE, non sia rispettata in Germania per le attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica rinnovabile soggetta alle tariffe di riacquisto e al supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>È pertanto opportuno che la direttiva 2014/25/UE continui ad applicarsi quando gli enti aggiudicatori aggiudicano appalti destinati a permettere lo svolgimento di tali attività o quando si organizzano concorsi di progettazione per l’esercizio di tali attività in quest’area geografica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>Alla luce dei fattori sopra esaminati, la condizione dell’esposizione diretta alla concorrenza di cui all’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE dovrebbe essere considerata soddisfatta in Germania per quanto riguarda le attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica rinnovabile soggette a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge (quando il valore applicabile specifico dell’impianto scende al di sotto del valore di mercato, o di un indice corrispondente, ma prospettico, dell’accordo per l’acquisto di energia elettrica, per 12 mesi consecutivi), commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto, commercializzazione diretta di altro tipo e vecchi impianti di energia elettrica rinnovabile post-sovvenzioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>Poiché si considera soddisfatta la condizione dell’accesso libero al mercato, la direttiva 2014/25/UE non dovrebbe applicarsi quando gli enti aggiudicatori aggiudicano appalti destinati a permettere lo svolgimento in Germania di tali attività, né quando si organizzano concorsi di progettazione per l’esercizio di tali attività in quest’area geografica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>La presente decisione non pregiudica l’applicazione delle norme dell’Unione in materia di concorrenza, né delle disposizioni del diritto dell’Unione in altri settori. In particolare, i criteri e la metodologia usati per valutare l’esposizione diretta alla concorrenza a norma dell’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE non sono necessariamente identici a quelli usati per la valutazione a norma degli articoli 101 o 102 del trattato o a norma del regolamento (CE) n. 139/2004 <a>(<span>30</span>)</a> del Consiglio, come confermato dal Tribunale <a>(<span>31</span>)</a>,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La direttiva 2014/25/UE non si applica all’aggiudicazione di appalti da enti aggiudicatori e destinati a permettere lo svolgimento in Germania delle attività seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica da impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato per legge (a condizione che il valore applicabile specifico dell’impianto sia inferiore al valore di mercato, o a un indice corrispondente ma prospettico dell’accordo per l’acquisto di energia elettrica, per 12 mesi consecutivi);</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica da impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta con valore applicabile determinato tramite gare d’appalto;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica da impianti di energia elettrica rinnovabile soggetti a commercializzazione diretta di altro tipo;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica da vecchi impianti di energia elettrica rinnovabile post-sovvenzioni.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
La direttiva 2014/25/UE continua ad applicarsi all’aggiudicazione di appalti da enti aggiudicatori e destinati a permettere lo svolgimento in Germania delle attività seguenti:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica rinnovabile da impianti soggetti a una tariffa di riacquisto fissa;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>produzione e vendita all’ingrosso di energia elettrica rinnovabile da impianti soggetti al supplemento per l’energia prodotta e consumata nello stesso edificio.</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 3
La Repubblica federale di Germania è destinataria della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 21 settembre 2023
Per la Commissione
Thierry BRETON
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 94 del 28.3.2014, pag. 243 .
( 2 ) Decisione di esecuzione (UE) 2016/1804 della Commissione, del 10 ottobre 2016, relativa alle modalità d’applicazione degli articoli 34 e 35 della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali ( GU L 275 del 12.10.2016, pag. 39 ).
( 3 ) Direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE ( GU L 158 del 14.6.2019, pag. 125 ).
( 4 ) Cfr. pag. 3 della richiesta.
( 5 ) Ai sensi dell’allegato 1 n. 4 della EEG 2021 e della EEG 2023, il valore di mercato annuo è calcolato in base alla media dell’anno solare del prezzo sul mercato a pronti della fonte energetica in questione nelle borse dell’energia elettrica in cui possono essere scambiati prodotti di energia elettrica per la zona di prezzo della Germania.
( 6 ) Di conseguenza la Commissione non ha ritenuto necessario approvare tale remunerazione ai sensi della legge sugli aiuti di Stato, cfr. la sezione FAQ del ministero federale dell’Economia e dell’energia sull’approvazione ai sensi della legge sugli aiuti di Stato, punto 6, https://www.bmwk.de/Redaktion/DE/FAQ/EEG-2021-FAQ/faq-beihilferechtlichen-genehmigung-eu-kommission.html.
( 7 ) Decisione di esecuzione 2012/218/UE della Commissione, del 24 aprile 2012, che esonera la produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica prodotta da fonti convenzionali in Germania dall’applicazione della direttiva 2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio che coordina le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia, degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali ( GU L 114 del 26.4.2012, pag. 21 ).
( 8 ) Decisione di esecuzione (UE) 2018/71 della Commissione, del 12 dicembre 2017, che esonera la produzione e la vendita all’ingrosso di energia elettrica nei Paesi Bassi dall’applicazione della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE ( GU L 12 del 17.1.2018, pag. 53 ).
( 9 ) Decisione di esecuzione (UE) 2020/1499 della Commissione, del 28 luglio 2020, relativa all’applicabilità della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia ( GU L 342 del 16.10.2020, pag. 8 ).
( 10 ) Decisione di esecuzione (UE) 2020/1500 della Commissione, del 28 luglio 2020, della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio agli appalti aggiudicati per attività relative alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica in Lituania ( GU L 342 del 16.10.2020, pag. 15 ).
( 11 ) Decisione di esecuzione (UE) 2022/1376 della Commissione, del 26 luglio 2022, relativa all’applicabilità dell’articolo 34 della direttiva 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio alla produzione e alla vendita all’ingrosso di energia elettrica in Danimarca ( GU L 206 dell’8.8.2022, pag. 42 ).
( 12 ) Dichiarazione del Bundeskartellamt sulla richiesta del BDEW di una decisione relativa all’applicabilità dell’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE alla produzione di energia elettrica EEG e alle attività correlate degli impianti messi in funzione in Germania dal 1 o gennaio 2012 (B8-70/20). Allo stesso tempo, la dichiarazione del Bundeskartellamt in merito alla richiesta da parte di Ørsted A/S di una decisione relativa all’applicabilità dell’articolo 34, paragrafo 1, della direttiva 2014/25/UE alla produzione di energia elettrica EEG da parchi eolici offshore in Germania (B8-102/20), del 25 maggio 2022, punto C.1, pag. 11.
( 13 ) Bundeskartellamt , D. del 10.7.2018, B4-80/17, paragrafo 167 e segg. - EnBW/MWV; BKartA, relazione del 31.5.2019 sul caso B8-28/19 - partecipazione minoritaria RWE/E.ON.
( 14 ) Richiesta, punto 3.2.
( 15 ) Decisione di esecuzione 2012/218/UE.
( 16 ) Cfr. richiesta di Ørsted, pag. 40.
( 17 ) BNetzA/BKartA, relazione di monitoraggio 2022, pag. 52 e segg.
( 18 ) Dichiarazione del Bundeskartellamt , ibidem, pag. 44.
( 19 ) Articolo 21, paragrafo 1, primo comma, della EEG.
( 20 ) Articolo 21, paragrafo 3, della EEG.
( 21 ) Articolo 20 della EEG.
( 22 ) Articoli 20 e 22 della EEG.
( 23 ) Articolo 23 ter , paragrafo 2, della EEG.
( 24 ) Articolo 21 bis della EEG.
( 25 ) Decisioni (UE) 2018/71 ( GU L 12 del 17.1.2018, pag. 53 ) (Paesi Bassi); (UE) 2020/1499 ( GU L 342 del 16.10.2020, pag. 8 ) (Italia); (UE) 2020/1500 ( GU L 342 del 16.10.2020, pag. 15 ) (Lituania); (UE) 2022/1376 ( GU L 206 dell’8.8.2022, pag. 42 ) (Danimarca).
( 26 ) Decisione (UE) 2018/71 (Paesi Bassi), punto 21.
( 27 ) Decisione (UE) 2020/1499 (Italia), punto 38.
( 28 ) Decisione (UE) 2020/1500 (Lituania), punto 30.
( 29 ) Decisione (UE) 2022/1376 (Danimarca), punto 29.
( 30 ) Regolamento (CE) n. 139/2004 del Consiglio, del 20 gennaio 2004, relativo al controllo delle concentrazioni tra imprese ( GU L 24 del 29.1.2004, pag. 1 ).
( 31 ) Sentenza del Tribunale del 27 aprile 2016, Österreichische Post AG/Commissione, T-463/14, ECLI:EU:T:2016:243, punto 28. Cfr. anche direttiva 2014/25/UE, considerando 44.
</note> | ITA | 32023D1978 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>5.9.2019   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>C 301/42</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO,
del 9 luglio 2019
sul programma nazionale di riforma 2019 della Grecia e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2019 della Grecia
(2019/C 301/08)
Il CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,
visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche ( 1 ) , in particolare l’articolo 5, paragrafo 2,
visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici ( 2 ) , in particolare l’articolo 6, paragrafo 1,
vista la raccomandazione della Commissione europea,
viste le risoluzioni del Parlamento europeo,
viste le conclusioni del Consiglio europeo,
visto il parere del comitato per l’occupazione,
visto il parere del comitato economico e finanziario,
visto il parere del comitato per la protezione sociale,
visto il parere del comitato di politica economica,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 21 novembre 2018 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita, segnando l’inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2019. Essa ha tenuto debitamente conto del pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione il 17 novembre 2017. Il Consiglio europeo del 21 marzo 2019 ha approvato le priorità indicate nell’analisi annuale della crescita. Il 21 novembre 2018 la Commissione ha anche adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui la Grecia è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito. Lo stesso giorno la Commissione ha altresì adottato una raccomandazione di raccomandazione del Consiglio sulla politica economica della zona euro, che è stata approvata dal Consiglio europeo del 21 marzo 2019. Il 9 aprile 2019 il Consiglio ha adottato la raccomandazione sulla politica economica della zona euro <a>(<span>3</span>)</a> («raccomandazione del 2019 per la zona euro»), che formula cinque raccomandazioni per la zona euro («raccomandazioni per la zona euro»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>In quanto Stato membro la cui moneta è l’euro e considerate le strette correlazioni fra le economie nell’Unione economica e monetaria, la Grecia dovrebbe assicurare l’attuazione piena e tempestiva della raccomandazione del 2019 per la zona euro, come riflessa nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2. In particolare, riforme in linea con gli impegni post-programma e una politica economica più mirata per quanto riguarda gli investimenti nei settori specificati contribuiranno ad attuare la raccomandazione per la zona euro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 27 febbraio 2019 è stata pubblicata la relazione per paese relativa alla Grecia 2019, nella quale sono valutati i progressi compiuti dal paese verso il conseguimento degli obiettivi nazionali di Europa 2020. La relazione per paese comprende altresì l’esame approfondito a norma dell’articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011, i cui risultati sono stati pubblicati il 27 febbraio 2019. L’analisi ha portato la Commissione a concludere che la Grecia presenta squilibri macroeconomici eccessivi, che riguardavano, in particolare, l’elevato debito pubblico, la posizione patrimoniale netta sull’estero negativa, gli elevati crediti deteriorati presenti nei bilanci degli enti creditizi e un tasso di disoccupazione che permane elevato. Inoltre, le profonde riforme istituzionali e strutturali avviate negli ultimi anni al fine di modernizzare l’economia e lo Stato richiederanno ancora molti anni di attuazione sostenuta perché il loro impatto si faccia pienamente sentire.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>La Grecia ha presentato il programma nazionale di riforma 2019 il 26 aprile 2019 e il programma di stabilità 2019 il 30 aprile 2019. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Come previsto dall’articolo 23 del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>4</span>)</a>, ove necessario per sostenere l’attuazione delle raccomandazioni pertinenti del Consiglio la Commissione può chiedere allo Stato membro di rivedere e proporre di modificare il suo accordo di partenariato e i programmi rilevanti. La Commissione ha precisato i modi in cui conta di valersi di tale possibilità negli orientamenti sull’applicazione delle misure per collegare l’efficacia dei fondi strutturali e d’investimento europei a una sana governance economica <a>(<span>5</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La Grecia è attualmente nel braccio preventivo del patto di stabilità e crescita ed è soggetta alla regola transitoria del debito. Dovrebbe inoltre mantenere una posizione di bilancio solida che garantisca il rispetto dell’obiettivo di avanzo primario fissato dalla decisione di esecuzione (UE) 2017/1226 del Consiglio <a>(<span>6</span>)</a>, pari al 3,5 % del prodotto interno lordo (PIL) per il 2018 e a medio termine. Nella primavera 2018 il Consiglio non ha formulato una raccomandazione specifica per la Grecia nel quadro del semestre europeo poiché, a norma dell’articolo 12 del regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>7</span>)</a>, in quel momento la Grecia era esonerata dal monitoraggio e dalla valutazione del semestre europeo essendo soggetta a un programma di aggiustamento macroeconomico. Il quadro post-programma per la Grecia comporta l’attivazione di una sorveglianza rafforzata con integrazione della Grecia nel contesto del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche e sociali, massimizzando le sinergie tra i processi della sorveglianza rafforzata e del semestre europeo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nel programma di stabilità 2019 il governo prevede un avanzo nominale compreso tra l’1,1 % e l’1,7 % del PIL per il periodo 2019-2022. Il governo fissa l’obiettivo di bilancio a medio termine, ossia un avanzo di bilancio dello 0,25 % del PIL in termini strutturali a partire dal 2020. In base al saldo strutturale ricalcolato <a>(<span>8</span>)</a>, si prevede che l’obiettivo di bilancio a medio termine sarà superato durante l’intero periodo di riferimento del programma e il rapporto debito pubblico/PIL diminuirà gradualmente raggiungendo il 153,3 % nel 2022. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano tali proiezioni di bilancio è stato convalidato da un ente indipendente ed è favorevole. Secondo le previsioni di primavera 2019 della Commissione, il saldo strutturale registrerà un avanzo pari all’1,9 % del PIL nel 2019 e allo 0,8 % del PIL nel 2020, superando l’obiettivo di bilancio a medio termine. Il debito delle amministrazioni pubbliche si manterrà su una traiettoria discendente e rispetterà la regola transitoria del debito nel 2019 e la regola del debito nel 2020. Nel complesso, sulla base delle previsioni di primavera 2019 della Commissione ed escludendo quindi le nuove misure adottate dopo la data limite, la Grecia si conformerà alle disposizioni del patto di stabilità e crescita nel 2019 e nel 2020. Sulla stessa base, la Grecia è inoltre considerata conforme all’obiettivo di avanzo primario del 3,5 % del PIL, monitorato nell’ambito del quadro di sorveglianza rafforzata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Il programma di stabilità e le previsioni di primavera 2019 della Commissione non includono nuove misure permanenti annunciate e adottate poco dopo la data di presentazione e la data limite degli stessi. La Commissione stima che tali misure avranno un’incidenza di bilancio superiore all’1,0 % del PIL nel 2019 e negli anni successivi. Ritiene inoltre che l’adozione di queste nuove misure rappresenti un rischio per l’obiettivo di avanzo primario concordato, monitorato nell’ambito del quadro di sorveglianza rafforzata e fissato dalla decisione di esecuzione (UE) 2017/1226. Inoltre, il fatto che le nuove misure ridurranno il saldo strutturale desta preoccupazioni circa il raggiungimento dell’obiettivo di bilancio a medio termine nel 2020. Tuttavia, nell’autunno 2019 sarà effettuata una nuova valutazione che comprenderà la revisione del parametro di riferimento applicabile per il tasso di crescita della spesa netta nel 2020. Sebbene si preveda che il debito pubblico rimarrà su un percorso discendente, potrebbero sussistere alcuni rischi per quanto concerne la conformità con il parametro per la riduzione del debito. Una nuova valutazione dovrà essere condotta in autunno sulla base delle nuove misure adottate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Dopo il positivo completamento del programma di assistenza finanziaria nell’ambito del meccanismo europeo di stabilità, la Grecia è soggetta a un quadro di sorveglianza post-programma integrato nel semestre europeo e a una sorveglianza rafforzata a norma del regolamento (UE) n. 472/2013. L’attivazione della sorveglianza rafforzata per la Grecia a norma delle decisioni di esecuzione (UE) 2018/1192 <a>(<span>9</span>)</a> e (UE) 2019/338 della Commissione <a>(<span>10</span>)</a> riconosce che nel medio termine il paese deve continuare ad adottare misure per affrontare le cause, effettive o potenziali, degli squilibri macroeconomici, attuando al contempo riforme strutturali volte a sostenere una crescita economica solida e sostenibile. In sede di Eurogruppo del 22 giugno 2018 la Grecia si è impegnata a proseguire, fino al loro completamento, tutte le riforme fondamentali adottate nell’ambito del programma. La Grecia si è inoltre impegnata ad adottare azioni specifiche relative alle politiche di bilancio, ivi comprese quelle strutturali, all’assistenza sociale, alla stabilità finanziaria, ai mercati del lavoro e del prodotto, alle privatizzazioni e all’amministrazione pubblica. La Grecia è tenuta a presentare relazioni trimestrali sull’attuazione dei suoi impegni nell’ambito della sorveglianza rafforzata e, in caso di andamento positivo su base semestrale, può beneficiare dell’adozione di misure di riduzione del debito di un valore pari allo 0,7 % del PIL per anno. Il via libera alla prima tranche di misure relative al debito in funzione delle politiche, per un importo di 970 milioni di EUR, è stato deciso dall’Eurogruppo nell’aprile 2019. La terza relazione sulla sorveglianza rafforzata, che valuta i progressi della Grecia nell’attuazione degli impegni assunti, è stata pubblicata il 5 giugno 2019.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>L’attuazione di riforme per migliorare il contesto imprenditoriale e la qualità delle istituzioni, in particolare l’efficienza del sistema giudiziario, sosterrebbe la resilienza economica della Grecia, migliorerebbe la disciplina dei pagamenti e avrebbe un impatto significativo sulle decisioni di investimento oltre ad attrarre imprese. Nonostante i recenti miglioramenti, il sistema giudiziario greco presenta tuttora problemi e inefficienze, in quanto i tempi necessari per giungere a una decisione sono spesso troppo lunghi e gli arretrati pesano sulla produttività dei tribunali. In questo ambito sono pertanto essenziali ulteriori interventi mirati, anche per facilitare il corretto funzionamento del sistema finanziario come pure per sbloccare le potenzialità di investimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Diversi anni di investimenti insufficienti hanno determinato in Grecia una notevole carenza in materia di investimenti. Un aumento degli investimenti atti a favorire la crescita sarà fondamentale per sostenere la crescita a lungo termine e ridurre le disparità regionali. Le riforme del settore finanziario che favoriscono l’espansione dell’offerta di credito svolgeranno un ruolo chiave nel sostenere gli investimenti. La relazione per paese 2019 ha individuato gli ambiti prioritari per gli investimenti dei settori pubblico e privato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Un aumento degli investimenti nell’istruzione e nella formazione è essenziale per migliorare la produttività della Grecia e la crescita inclusiva a lungo termine e per eliminare gli ostacoli alla crescita nei settori innovativi. Il sistema di istruzione greco presenta diversi problemi: risorse inadeguate, scarsa autonomia, basso rendimento nelle abilità di base (comprese quelle digitali) e persistenti squilibri tra domanda e offerta di competenze. La responsabilità e il monitoraggio, elementi necessari per migliorare la qualità del sistema di istruzione, sono largamente carenti a tutti i livelli. Per favorire la crescita sostenibile è importante promuovere la qualità e l’istruzione e la formazione inclusive, stabilire legami più stretti tra l’istruzione e le necessità del mercato del lavoro, migliorare l’attrattiva dell’istruzione e della formazione professionale e incrementare la partecipazione all’apprendimento permanente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Nonostante i recenti miglioramenti, la percentuale dei disoccupati di lunga durata, che rappresentava il 70 % della disoccupazione in Grecia nel 2018, è molto elevata e motivo di preoccupazione sono altresì la forte disoccupazione giovanile e la scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Gli interventi dovrebbero puntare a migliorare le prospettive occupazionali, promuovere la partecipazione al mercato del lavoro e migliorare le condizioni per la creazione di posti di lavoro. Un efficace dialogo sociale e un partenariato sociale responsabile possono favorire l’instaurarsi in Grecia di un contesto favorevole all’attuazione e alla titolarità di riforme durature, che si traducano in un funzionamento migliore del mercato del lavoro.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Sebbene siano state avviate riforme, la Grecia è caratterizzata da un’elevata disparità di reddito e i trasferimenti sociali hanno un impatto sulla riduzione del rischio di povertà tra i più bassi a livello dell’Unione (15,83 % nel 2017 a fronte di una media dell’Unione del 33,98 %). Gli investimenti dovrebbero essere indirizzati a migliorare l’accesso a servizi sociali inclusivi, con costi abbordabili e di elevata qualità e allo sviluppo di centri di assistenza diurna. L’inclusione sociale in Grecia potrebbe essere migliorata fornendo un sostegno alle persone più indigenti e promuovendo l’integrazione sociale dei bambini a rischio di povertà, delle persone con disabilità, dei migranti e dei rifugiati, prestando al contempo attenzione alle disparità geografiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>La Grecia ha avviato nel 2017 un’ampia riforma del sistema sanitario di base, che è fondamentale per garantire l’accesso e richiede investimenti costanti mediante l’introduzione di unità sanitarie locali (le «TOMY» – Topiki Monada Ygeias).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Il sistema greco dei trasporti deve fronteggiare notevoli difficoltà. Esso è largamente basato sul trasporto su strada e fortemente dipendente dal petrolio; inoltre tutti i collegamenti principali ruotano intorno all’asse Atene – Salonicco. I costi di trasporto permangono tuttora elevati mentre la qualità del servizio, gli standard di sicurezza e la penetrazione dei sistemi di trasporto intelligenti restano bassi. Sono necessari nuovi investimenti per incrementare il trasporto multimodale e promuovere l’integrazione regionale e lo sviluppo urbano.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Il principale ambito che necessita di ulteriori investimenti è quello del trattamento dei rifiuti solidi e delle acque reflue urbane e industriali, al fine di allineare le norme di protezione ambientale del paese a quelle del resto dell’Unione. La gestione dei rifiuti solidi continua a rappresentare un significativo problema strutturale, in quanto la Grecia utilizza ancora ampiamente la messa in discarica e il trattamento meccanico-biologico, anziché affidarsi a tecniche più moderne. Inoltre, la percentuale di rifiuti urbani riciclati è pari soltanto a circa un terzo della media dell’Unione. Investimenti sono inoltre necessari per migliorare il trattamento delle acque, contrastare la salinizzazione delle acque sotterranee e finanziare misure per prevenire le inondazioni e ripristinare il corso naturale dei fiumi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Infrastrutture meno sviluppate aumentano i costi energetici per le imprese e le famiglie e costituiscono un ostacolo all’adozione delle energie rinnovabili. In questo ambito la Grecia deve affrontare problemi quali la connettività elettrica di talune isole e il collegamento con i paesi vicini. Un ulteriore sviluppo dell’infrastruttura commerciale del gas favorirebbe la crescita del mercato. La riforma dei mercati del gas e dell’elettricità dovrebbe puntare a valorizzare queste nuove opportunità infrastrutturali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>La trasformazione digitale dell’economia e della società resta un aspetto problematico, in quanto l’accesso alle reti a banda larga ad alta velocità è ridotto e le competenze digitali sono ben al di sotto della media dell’Unione. In particolare la Grecia ha bisogno di investire nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione anche per rimediare alla stagnazione degli investimenti registrata durante la crisi. L’insufficiente connettività in banda larga ad alta velocità determina notevoli strozzature per le imprese dinamiche orientate all’esportazione. Gli investimenti nell’innovazione e nelle competenze personali sono insufficienti per promuovere la crescita della produttività e la carenza di competenze digitali tra la popolazione in generale ostacola la ricerca di un lavoro e frena lo sviluppo di imprese innovative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Per stimolare gli investimenti orientati al mercato nella ricerca e nello sviluppo (R & S) – che restano limitati e pesano sul potenziale di crescita della Grecia – sono necessarie strategie rinnovate di «specializzazione intelligente» a livello nazionale e regionale e ulteriori misure per ovviare alle lacune più marcate del sistema della ricerca e dell’innovazione. I progressi nell’eccellenza scientifica sono frenati dalla bassa intensità di R & S pubblici, dall’assenza di un sistema di finanziamento basato sui risultati e dai legami deboli tra mondo scientifico e imprenditoriale. Un aumento degli investimenti è inoltre necessario per dare impulso allo sviluppo tecnologico, ora a livelli bassi che si riflettono nel numero estremamente ridotto di brevetti rispetto ad altri Stati membri, e per valorizzare appieno il potenziale delle start-up e delle scale-up.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Una tematica trasversale è costituita dalla necessità di investimenti per il ripristino delle aree urbane, delle isole e delle regioni di montagna più svantaggiate, al fine di arginare la perdita e il deterioramento della qualità del capitale fisico e umano del paese provocati dalla crisi economica. Un nuovo sviluppo sostenibile delle zone svantaggiate e/o deindustrializzate nelle aree urbane di Atene-Pireo e di Salonicco e in alcuni dei principali centri urbani periferici costituisce una priorità specifica di breve-medio termine. Tra le priorità di lungo termine figurano lo sviluppo di attività produttive sostenibili, il miglioramento dei sistemi di mobilità e di sicurezza, dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, della protezione dell’ambiente e della resilienza ai rischi naturali e alle crisi socioeconomiche. Gli interventi dovrebbero riguardare anche l’inclusione sociale, l’integrazione dei migranti, l’acquisizione di competenze per ridurre la disoccupazione e le attività culturali finalizzate a migliorare l’attrattiva delle aree svantaggiate. Affrontare questi problemi mediante strategie integrate di ripristino urbano permetterebbe di massimizzare le possibilità di conseguire i migliori risultati a livello economico, sociale e ambientale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>La programmazione dei fondi dell’Unione per il periodo 2021-2027 potrebbe contribuire a colmare alcune delle lacune individuate nelle raccomandazioni, in particolare nei settori di cui all’allegato D della relazione per paese 2019, consentendo alla Grecia di impiegare al meglio tali fondi per i settori individuati, tenendo conto delle disparità regionali. Rafforzare la capacità amministrativa per la gestione di questi fondi è un fattore importante per il successo dell’investimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Nell’ambito del semestre europeo 2019 la Commissione ha effettuato un’analisi completa della politica economica della Grecia, che ha pubblicato nella relazione per paese 2019. Ha altresì valutato il programma di stabilità 2019 e il programma nazionale di riforma 2019. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Grecia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell’Unione, data la necessità di rafforzare la governance economica dell’Unione nel suo insieme offrendo un contributo a livello dell’Unione per le future decisioni nazionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità 2019 ed è del parere <a>(<span>11</span>)</a> che la Grecia rispetterà il patto di stabilità e crescita.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Alla luce dell’esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma 2019 e il programma di stabilità 2019. Le sue raccomandazioni a norma dell’articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 1 e 2. Tali raccomandazioni contribuiscono anche all’attuazione delle prime quattro raccomandazioni per la zona euro,</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDA che la Grecia adotti provvedimenti nel 2019 e nel 2020 al fine di:
1. conseguire una ripresa economica sostenibile e affrontare gli squilibri macroeconomici eccessivi, proseguendo e completando le riforme in linea con gli impegni post-programma assunti in sede di Eurogruppo del 22 giugno 2018;
2. incentrare la politica economica connessa agli investimenti sui trasporti e sulla logistica sostenibili, sulla protezione dell’ambiente, sull’efficienza energetica, sulle energie rinnovabili e sui progetti di interconnessione, sulle tecnologie digitali, sulle attività di R & S, sull’istruzione, sulle competenze, sull’occupabilità, sulla salute e sul ripristino delle aree urbane, tenendo conto delle disparità regionali e della necessità di garantire l’inclusione sociale.
Fatto a Bruxelles, il 9 luglio 2019
Per il Consiglio
Il presidente
M. LINTILÄ
<note>
( 1 ) GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1 .
( 2 ) GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25 .
( 3 ) GU C 136 del 12.4.2019, pag. 1 .
( 4 ) Regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 320 ).
( 5 ) COM(2014) 494 final.
( 6 ) Decisione di esecuzione (UE) 2017/1226 del Consiglio, del 30 giugno 2017, recante modifica della decisione di esecuzione (UE) 2016/544 che approva il programma di aggiustamento macroeconomico per la Grecia (2015/1411) ( GU L 174 del 7.7.2017, pag. 22 ).
( 7 ) Regolamento (UE) n. 472/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sul rafforzamento della sorveglianza economica e di bilancio degli Stati membri nella zona euro che si trovano o rischiano di trovarsi in gravi difficoltà per quanto riguarda la loro stabilità finanziaria ( GU L 140 del 27.5.2013, pag. 1 ).
( 8 ) Saldo corretto per il ciclo al netto delle misure una tantum e temporanee, ricalcolato dalla Commissione utilizzando la metodologia concordata.
( 9 ) Decisione di esecuzione (UE) 2018/1192 della Commissione, dell’11 luglio 2018, sull’attivazione della sorveglianza rafforzata per la Grecia ( GU L 211 del 22.8.2018, pag. 1 ).
( 10 ) Decisione di esecuzione (UE) 2019/338 della Commissione, del 20 febbraio 2019, sulla proroga della sorveglianza rafforzata della Grecia ( GU L 60 del 28.2.2019, pag. 17 ).
( 11 ) A norma dell’articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.
</note> | ITA | 32019H0905(08) |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.8.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 279/32</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2021/1283 DELLA COMMISSIONE
del 2 agosto 2021
concernente la non approvazione di alcuni principi attivi nei biocidi a norma del regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi ( 1 ) , in particolare l'articolo 89, paragrafo 1, terzo comma,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento delegato (UE) n. 1062/2014 della Commissione <a>(<span>2</span>)</a> stabilisce, nell'allegato II, un elenco di combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto incluse nel programma di riesame dei principi attivi esistenti contenuti nei biocidi il 30 marzo 2019.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Per alcune combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto che figurano in tale elenco, tutti i partecipanti hanno ritirato il proprio sostegno a tempo debito, o si ritiene che lo abbiano fatto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Conformemente all'articolo 14, paragrafo 1, del regolamento delegato (UE) n. 1062/2014, l'Agenzia europea per le sostanze chimiche («l'Agenzia») ha pubblicato un invito aperto a riprendere il ruolo di partecipante per le combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto per le quali detto ruolo non era stato precedentemente ripreso. Per alcune di queste combinazioni non è stata presentata alcuna notifica oppure la notifica è stata respinta a norma dell'articolo 17, paragrafo 4 o 5, del medesimo regolamento. Le combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto che, conformemente all'articolo 20, primo comma, lettera b), del regolamento delegato (UE) n. 1062/2014, non dovrebbero essere approvate per l'uso nei biocidi sono le seguenti: metam-sodio (tipi di prodotto 9 e 11); tiram (tipo di prodotto 9); bronopol (tipo di prodotto 9); acido perossiottanoico (tipi di prodotto 2, 3, 4); malto, estratto: estratti e loro derivati fisicamente modificati quali tinture, concrete, assolute, oli essenziali, oleoresine, terpeni, frazioni prive di terpeni, distillati, residui ecc., ottenuti da<span>Hordeum, Gramineae</span> (tipo di prodotto 19); 2,2-dibromo-2-cianoacetammide (tipo di prodotto 13).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Inoltre, conformemente all'articolo 12, paragrafo 3, del regolamento delegato (UE) n. 1062/2014, l'Agenzia ha comunicato alla Commissione le combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto per le quali tutti i partecipanti hanno ritirato il proprio sostegno a tempo debito, o si ritiene che lo abbiano fatto, e per le quali il ruolo di partecipante non era stato precedentemente ripreso. Le combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto che, conformemente all'articolo 20, primo comma, lettera a), di detto regolamento delegato, non dovrebbero essere approvate per l'uso nei biocidi sono le seguenti: argento, come nanomateriale (tipi di prodotto 2, 4, 9); olio di<span>Eucalyptus citriodora</span> e citronellale, idrato, ciclizzato (tipo di prodotto 19); 2-idrossi-α,α,4-trimetilcicloesanemetanolo (tipo di prodotto 19); diossido di cloro generato da clorito di sodio e persolfato di sodio (tipi di prodotto 2, 3, 4, 5, 11); ammine, C10-16-alchildimetil, N-ossidi (tipo di prodotto 4);<span>oleoresin capsicum</span> (tipo di prodotto 19);<span>capsicum annuum</span>, estratto (tipo di prodotto 19); massa di reazione di (6E)-N-(4-idrossi-3-metossi-2-metilfenil)-8-metilnon-6-enamide e N- (4-idrossi-3-metossi-2-metilfenil)-8-metilnonanammide (tipo di prodotto 19).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui alla presente decisione sono conformi al parere del comitato permanente sui biocidi,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
I principi attivi di cui all'allegato non sono approvati per i tipi di prodotto ivi indicati.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il 2 agosto 2021
Per la Commissione
La presidente
Ursula VON DER LEYEN
( 1 ) GU L 167 del 27.6.2012, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento delegato (UE) n. 1062/2014 della Commissione, del 4 agosto 2014, relativo al programma di lavoro per l'esame sistematico di tutti i principi attivi esistenti contenuti nei biocidi di cui al regolamento (UE) n. 528/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio ( GU L 294 del 10.10.2014, pag. 1 ).
ALLEGATO
Combinazioni di principio attivo/tipo di prodotto non approvate:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero della voce nell'allegato II del regolamento (UE) n. 1062/2014</p></td><td><p>Denominazione della sostanza</p></td><td><p>Stato membro relatore</p></td><td><p>Numero CE</p></td><td><p>Numero CAS</p></td><td><p>Tipo o tipi di prodotto</p></td></tr><tr><td><p>9</p></td><td><p>Bronopol</p></td><td><p>ES</p></td><td><p>200-143-0</p></td><td><p>52-51-7</p></td><td><p>9</p></td></tr><tr><td><p>206</p></td><td><p>Tiram</p></td><td><p>BE</p></td><td><p>205-286-2</p></td><td><p>137-26-8</p></td><td><p>9</p></td></tr><tr><td><p>210</p></td><td><p>Metam-sodio</p></td><td><p>BE</p></td><td><p>205-293-0</p></td><td><p>137-42-8</p></td><td><p>9, 11</p></td></tr><tr><td><p>1023</p></td><td><p>Argento, come nanomateriale</p></td><td><p>SE</p></td><td><p>231-131-3</p></td><td><p>7440-22-4</p></td><td><p>2, 4, 9</p></td></tr><tr><td><p>494</p></td><td><p>2,2-dibromo-2-cianoacetammide (DNBPA)</p></td><td><p>DK</p></td><td><p>233-539-7</p></td><td><p>10222-01-2</p></td><td><p>13</p></td></tr><tr><td><p>1047</p></td><td><p>Olio di<span>Eucalyptus citriodora</span> e citronellale, idrato, ciclizzato</p></td><td><p>CZ</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>19</p></td></tr><tr><td><p>609</p></td><td><p>2-idrossi-α,α,4-trimetilcicloesanemetanolo</p></td><td><p>CZ</p></td><td><p>255-953-7</p></td><td><p>42822-86-6</p></td><td><p>19</p></td></tr><tr><td><p>813</p></td><td><p>Acido perossiottanoico</p></td><td><p>FR</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>33734-57-5</p></td><td><p>2, 3, 4</p></td></tr><tr><td><p>1044</p></td><td><p>Diossido di cloro generato da clorito di sodio e persolfato di sodio</p></td><td><p>DE</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>2, 3, 4, 5 e 11</p></td></tr><tr><td><p>1064</p></td><td><p>Malto, estratto Estratti e loro derivati fisicamente modificati quali tinture, concrete, assolute, oli essenziali, oleoresine, terpeni, frazioni prive di terpeni, distillati, residui, ecc., ottenuti da<span>Hordeum, Gramineae</span></p></td><td><p>AT</p></td><td><p>232-310-9</p></td><td><p>8002-48-0</p></td><td><p>19</p></td></tr><tr><td><p>692</p></td><td><p>Ammine, C10-16-alchildimetil, N-ossidi</p></td><td><p>PT</p></td><td><p>274-687-2</p></td><td><p>70592-80-2</p></td><td><p>4</p></td></tr><tr><td><p>1059</p></td><td><p><span>Capsicum oleoresin</span></p><p>Estratti e loro derivati fisicamente modificati. È un prodotto che può contenere acidi resinici e i loro esteri, terpeni e i prodotti di ossidazione o polimerizzazione di questi terpeni (<span>Capsicum frutescens, Solanaceae</span>)</p></td><td><p>BE</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>8023-77-6</p></td><td><p>19</p></td></tr><tr><td><p>1060</p></td><td><p><span>Capsicum annuum</span>, estratto</p><p>Estratti e loro derivati fisicamente modificati quali tinture, concrete, assolute, oli essenziali, oleoresine, terpeni, frazioni prive di terpeni, distillati, residui, ecc., ottenuti da<span>Capsicum annuum, Solanaceae</span></p></td><td><p>BE</p></td><td><p>283-403-6</p></td><td><p>84625-29-6</p></td><td><p>19</p></td></tr><tr><td><p>1061</p></td><td><p>Massa di reazione di (6E)-N-(4-idrossi-3-metossi-2-metilfenil)-8-metilnon-6-enamide e N- (4-idrossi-3-metossi-2-metilfenil)-8-metilnonanammide</p></td><td><p>BE</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>Non disponibile</p></td><td><p>19</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 32021D1283 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>23.5.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 134/2</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2017/870 DELLA COMMISSIONE
del 15 maggio 2017
recante iscrizione di una denominazione nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette [Kopi Arabika Gayo (IGP)]
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( 1 ) , in particolare l'articolo 52, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell'articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012, la domanda di registrazione della denominazione «Kopi Arabika Gayo» presentata dall'Indonesia è stata pubblicata nella<span>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</span><a> (<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell'articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, la denominazione «Kopi Arabika Gayo» deve essere registrata,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
La denominazione «Kopi Arabika Gayo» (IGP) è registrata.
La denominazione di cui al primo comma identifica un prodotto della classe 1.8. Altri prodotti indicati nell'allegato I del trattato (spezie ecc.) dell'allegato XI del regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione ( 3 ) .
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 15 maggio 2017
Per la Commissione,
a nome del presidente
Phil HOGAN
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1 .
( 2 ) GU C 403 dell'1.11.2016, pag. 5 .
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione, del 13 giugno 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( GU L 179 del 19.6.2014, pag. 36 ).
</note> | ITA | 32017R0870 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>15.12.2016   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 340/60</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDAZIONE (UE) 2016/2256 DELLA COMMISSIONE
dell'8 dicembre 2016
agli Stati membri sulla ripresa dei trasferimenti verso la Grecia a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 292,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Nel 2011 gli Stati membri hanno sospeso il trasferimento di richiedenti protezione internazionale verso la Grecia a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>1</span>)</a> («regolamento Dublino») in seguito a due sentenze, rispettivamente della Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) e della Corte di giustizia dell'Unione europea<a> (<span>2</span>)</a>, in cui sono state individuate nel sistema greco dell'asilo carenze sistemiche che hanno determinato una violazione dei diritti fondamentali dei richiedenti protezione internazionale trasferiti dagli Stati membri in Grecia a norma del regolamento (CE) n. 343/2003 del Consiglio<a> (<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Da quando, nel 2011, la CEDU ha pronunciato la sentenza<span>M.S.S./Belgio e Grecia</span> il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa monitora la situazione nel paese in base alle relazioni che la Grecia è tenuta a presentare per dimostrare l'esecuzione della sentenza e in base alle prove fornite da ONG e organizzazioni internazionali che operano in Grecia, come l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). In risposta alla richiesta greca del giugno 2016 il Comitato dei ministri ha accettato di rinviare la procedura di valutazione, accogliendo l'argomentazione che la Grecia è attualmente sottoposta a un'enorme pressione migratoria che determina una situazione eccezionale e instabile, diversa da quella regnante al momento della sentenza<span>M.S.S.</span> cinque anni fa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In seguito alla sentenza<span>M.S.S.</span> la Grecia si è impegnata a riformare il sistema dell'asilo in base a un piano d'azione nazionale per la riforma dell'asilo e la gestione della migrazione, presentato nell'agosto 2010 e riveduto nel gennaio 2013 («piano d'azione greco»). Il 1<span>o</span> ottobre 2015 la Grecia ha presentato al Consiglio una tabella di marcia sull'attuazione del programma di ricollocazione e del sistema basato sui punti di crisi, nella quale definisce anche alcune misure da adottare in via prioritaria per garantire l'attuazione delle azioni concordate e non ancora realizzate in materia di asilo e accoglienza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Nel contempo l'attuale crisi migratoria e dei rifugiati continua a esercitare pressioni sui sistemi di asilo e migrazione della Grecia, che è il principale paese di primo ingresso sulla rotta del Mediterraneo orientale. Dal gennaio al 4 dicembre 2016 sono giunti irregolarmente in Grecia 171 909 migranti<a> (<span>4</span>)</a>. La dichiarazione UE-Turchia<a> (<span>5</span>)</a>, pur determinando nel paese una notevole diminuzione del numero di arrivi quotidiani dalla Turchia<a> (<span>6</span>)</a>, ha conferito nuove responsabilità alle autorità greche. Inoltre, da inizio agosto 2016 il numero medio di arrivi giornalieri in Grecia è aumentato rispetto al periodo dal 1<span>o</span> maggio al 31 luglio 2016<a> (<span>7</span>)</a> e la situazione nel paese è cambiata considerevolmente con la chiusura di fatto della rotta dei Balcani occidentali, che impedisce ai cittadini di paesi terzi di proseguire il viaggio. Di conseguenza si trovano attualmente in Grecia più di 62 000 cittadini di paesi terzi arrivati in modo irregolare<a> (<span>8</span>)</a>. Allo stesso tempo, sebbene il programma di ricollocazione d'emergenza basato su due decisioni del Consiglio («decisioni sulla ricollocazione»)<a> (<span>9</span>)</a> evidenzi una tendenza positiva soprattutto in Grecia, dove i trasferimenti a fini di ricollocazione sono aumentati e attualmente si situano attorno ai 1 000 al mese, occorrono sforzi più intensi da parte di tutti gli Stati membri per alleviare la pressione sul paese. A tal fine la Commissione invita tutti gli Stati membri a impegnarsi e procedere concretamente a trasferimenti mensili che permettano di arrivare a 2 000 ricollocazioni al mese a partire dal dicembre 2016, per aumentarne successivamente il numero<a> (<span>10</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Rispettivamente il 10 febbraio e il 15 giugno 2016 la Commissione ha rivolto alla Repubblica ellenica due raccomandazioni sulle misure specifiche che il paese avrebbe dovuto adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento Dublino<a> (<span>11</span>)</a>. Le raccomandazioni hanno concluso che la situazione in Grecia avrebbe dovuto ancora essere notevolmente migliorata prima che la Commissione potesse effettuare un'ulteriore valutazione quanto alla possibile ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento Dublino. Il 28 settembre 2016 la Commissione ha rivolto alla Repubblica ellenica una terza raccomandazione sulle misure specifiche che il paese avrebbe dovuto adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento Dublino («terza raccomandazione»)<a> (<span>12</span>)</a>. La terza raccomandazione ha concluso che la Grecia è ancora di fronte a una situazione problematica: deve infatti occuparsi di un ingente numero di nuovi richiedenti asilo, in particolare a seguito della cosiddetta «preregistrazione» e dei continui arrivi di migranti irregolari. Avrebbe dovuto adottare altre misure importanti per rimediare alle carenze sistemiche residue del sistema greco dell'asilo, causate in particolare dalla capacità insufficiente. In base agli ulteriori progressi compiuti, conformemente alla terza raccomandazione l'eventuale ripresa futura dei trasferimenti verso la Grecia a norma del regolamento Dublino avrebbe dovuto tenere conto dell'impatto di questa situazione problematica sul funzionamento globale del sistema dell'asilo e quindi essere introdotta gradualmente, caso per caso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Con lettera del 22 novembre 2016 la Grecia ha fornito alla Commissione ulteriori informazioni aggiornate sulla situazione dei richiedenti asilo nel paese e sui progressi compiuti per riformare il sistema dell'asilo. Ha altresì espresso preoccupazione nella prospettiva di una possibile ripresa dei trasferimenti Dublino, data l'attuale presenza nel territorio greco di un numero di migranti tale da rappresentare un onere enorme, spropositato rispetto alle dimensioni del paese, e da determinare una situazione in cui le capacità di asilo e di accoglienza hanno toccato i limiti. La Grecia ha altresì fatto presente che il livello delle ricollocazioni dal suo territorio verso altri Stati membri rimane di gran lunga inferiore a quello previsto dalle decisioni sulla ricollocazione. Ha nondimeno sottolineato di non mirare a un'esclusione permanente dal sistema Dublino e ha chiesto una dimostrazione autentica di solidarietà e sostegno fino a quando la situazione nel paese non si sarà completamente normalizzata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Stando ai dati comunicati dalla Grecia il 22 novembre 2016, dal 1<span>o</span> gennaio 2016 sono state presentate al Servizio greco di asilo circa 39 000 domande d'asilo. Al 30 settembre i casi il cui esame era pendente in prima istanza superavano i 17 000. Le autorità greche stimano che le domande d'asilo che saranno state presentate per fine 2016 potranno arrivare a 50 000<a> (<span>13</span>)</a>. A motivo, tra l'altro, della normalizzazione della situazione in Grecia e del miglioramento dell'accesso alla procedura di asilo, il Servizio greco di asilo deve far fronte a un volume di domande sensibilmente maggiore rispetto agli anni precedenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Nelle precedenti raccomandazioni la Commissione ha rilevato i miglioramenti introdotti nella disciplina normativa greca per recepire nell'ordinamento nazionale le nuove disposizioni della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>14</span>)</a> (la rifusione sulle procedure di asilo) e alcune disposizioni della direttiva 2013/33/UE<a> (<span>15</span>)</a> (la rifusione sulle condizioni di accoglienza). Il 3 aprile 2016 il Parlamento ellenico ha adottato una nuova legge (legge 4375/2016)<a> (<span>16</span>)</a> che ha poi emendato il 22 giugno 2016, fra l'altro modificando la composizione delle commissioni di ricorso e il diritto dei richiedenti asilo a un'audizione dinanzi ad esse<a> (<span>17</span>)</a>. Il 31 agosto 2016 ha adottato una legge riguardante i minori rifugiati in età scolare che soggiornano in Grecia<a> (<span>18</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Nell'ultimo anno la Grecia ha considerevolmente aumentato la capacità complessiva di accoglienza sia per i migranti irregolari sia per i richiedenti protezione internazionale. In base alle informazioni giornaliere comunicate dalle autorità greche, al 6 dicembre 2016 erano disponibili nel paese, sia per i migranti irregolari sia per i richiedenti protezione internazionale, 71 539 posti, per la maggior parte in strutture di accoglienza temporanea, fra cui le sistemazioni offerte dall'UNHCR (cfr. considerando 11)<a> (<span>19</span>)</a>. Gravi problemi di capacità si pongono tuttavia nelle isole dell'Egeo, ormai sovraffollate, dove la capacità massima di accoglienza resta intorno ai 8 200 posti, mentre al 5 dicembre 2016 il numero totale di migranti registrati era di 16 295<a> (<span>20</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>La Grecia ha aumentato le sistemazioni per i richiedenti vulnerabili, in particolare i minori non accompagnati: al 17 novembre 2016 la disponibilità ammontava a 1 191 posti in ricoveri per minori non accompagnati (siano essi richiedenti asilo o no), e altri 130 posti idonei dovrebbero essere allestiti entro il 2016. La capacità da destinare ai richiedenti vulnerabili resta comunque ampiamente insufficiente: al momento le strutture sono al completo e 1 199 minori non accompagnati sono in lista d'attesa per una sistemazione in strutture idonee<a> (<span>21</span>)</a>. In quest'ambito i progressi sono quindi troppo lenti ed è chiaro che la Grecia deve intensificare gli sforzi per assicurare la disponibilità di un numero adeguato di strutture di accoglienza per minori non accompagnati e soddisfare la domanda di questo tipo di sistemazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Nel gennaio 2016 la Commissione e l'UNHCR hanno firmato un accordo di delega, per un totale di 80 milioni di EUR, per creare 20 000 posti in sistemazioni aperte (programmi di locazione di appartamenti, buoni alberghieri e programmi di ospitalità presso famiglie) destinati principalmente ai richiedenti protezione internazionale ricollocabili. L'accordo di delega è stato riveduto nel luglio 2016 per includere nel programma di alloggio la possibilità di allestire posti nei siti di ricollocazione gestiti dell'UNHCR e per chiarire che il gruppo beneficiario del programma comprende non solo i candidati alla ricollocazione ma anche altri richiedenti asilo, in particolare i candidati al ricongiungimento familiare nel quadro Dublino e le categorie vulnerabili, compresi, fra gli altri, i minori non accompagnati e separati, le persone con disabilità, gli anziani, i genitori soli, i malati cronici e le donne in stato di gravidanza. Da settembre le sistemazioni disponibili sono aumentate considerevolmente (circa 8 100 in più). Nel dicembre 2015 l'UNHCR si è impegnato a creare 20 000 posti destinati ai candidati ricollocabili nell'ambito del programma di locazione; al 6 dicembre ne erano disponibili 20 145, tra cui 6 344 in alberghi/interi edifici, 11 711 in appartamenti, 484 in famiglie ospitanti, 960 in siti di ricollocazione e 646 in apposite strutture per minori non accompagnati<a> (<span>22</span>)</a>. Poiché l'attuale accordo di delega giunge a scadenza il 31 dicembre 2016, la Commissione ha avviato le discussioni con l'UNHCR per prorogare il programma al 2017 sulla scorta di una valutazione aggiornata dei bisogni di accoglienza della Grecia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Qualitativamente le strutture di accoglienza greche restano in molti casi carenti rispetto ai requisiti stabiliti per i richiedenti protezione internazionale dalla direttiva 2013/33/UE sulle condizioni di accoglienza, in particolare nelle isole e in talune strutture temporanee della Grecia continentale. Nelle isole le strutture dei punti di crisi non solo sono sovraffollate, ma presentano carenze materiali in termini di condizioni igienico-sanitarie e accesso a servizi essenziali quali l'assistenza sanitaria, soprattutto per i gruppi vulnerabili. La sicurezza è insufficiente e permangono tensioni tra le diverse nazionalità. Nella Grecia continentale il programma di alloggio dell'UNHCR offre sistemazioni idonee, ma la restante capacità di accoglienza è rappresentata da campi (attualmente 53 siti) e da strutture di emergenza che presentano condizioni materiali e di sicurezza assai eterogenee, spesso insufficienti. In alcune di tali strutture sono cominciati i preparativi per l'inverno, ma i lavori avanzano a rilento. Sarà difficile, anche dopo migliorie, trasformare alcuni dei campi in strutture di accoglienza permanenti idonee e potrà rivelarsi necessario chiuderli per potenziarne altri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>L'organizzazione dell'accoglienza in Grecia manca apparentemente di un efficace coordinamento generale, perché mancano sia un quadro normativo chiaro sia un sistema di monitoraggio e per i campi vige una gestione ad hoc, del ministero della migrazione in alcuni casi e del Servizio di accoglienza e identificazione in altri. Non è stato ancora deciso quali strutture debbano trasformarsi in permanenti. Il Servizio di accoglienza è ancora impegnato nello sviluppo della capacità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Dal quadro delineato emerge che la Grecia deve ancora compiere progressi per arrivare a una capacità sufficiente e idonea di strutture di accoglienza permanenti e aperte da destinare ai richiedenti asilo, che rispondano tutte a criteri adeguati in linea con l'acquis dell'UE. Sarebbe a tal fine necessaria una gestione centralizzata di tutte le strutture di accoglienza, accompagnata da un sistema di monitoraggio continuo delle condizioni materiali e dei servizi che esse offrono. Alcune strutture temporanee dovrebbero essere trasformate in permanenti, ma sempre mantenendo una capacità di sistemazione temporanea sufficiente a colmare le carenze che dovessero risultare da flussi imprevisti. Inoltre, come già chiesto nella terza raccomandazione, è massimamente importante che le autorità greche forniscano dati più precisi sulla capacità di accoglienza e una valutazione esaustiva e continuamente aggiornata dei bisogni in termini di capacità di accoglienza totale e di tipo di capacità necessaria.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Le raccomandazioni precedenti hanno rilevato miglioramenti sostanziali per quanto riguarda l'istituzione degli uffici regionali per l'asilo. La normativa greca prevede l'istituzione di uffici regionali per l'asilo nelle regioni dell'Attica, di Salonicco, della Tracia, dell'Epiro, della Tessaglia, della Grecia occidentale, di Creta, di Lesbo, di Chio, di Samo, di Lero e di Rodi<a> (<span>23</span>)</a>. Con decisione del direttore del Servizio di asilo è anche possibile istituire unità per l'asilo autonome allo scopo di rispondere alle accresciute necessità. Stando alle informazioni comunicate dalla Grecia nella lettera del 22 novembre 2016, in quella data erano operativi sette uffici regionali: Attica, Tracia, Salonicco, Lesbo, Samo, Rodi e Patrasso. Operative erano anche nove unità autonome: Pireo, Evros, Xanthi, Lero, Coo e Corinto, cui si aggiunge un'unità di ricollocazione ad Alimo. Come stabilito dalla legge, altri tre uffici regionali per l'asilo dovranno essere resi operativi a Coo, in Epiro (Giannina), a Creta (Iraklio) e in Tessaglia (Volo).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Il Servizio greco di asilo sta aumentando la propria capacità. Attualmente vi lavorano 478 persone<a> (<span>24</span>)</a> tra il servizio centrale e i già istituiti uffici regionali e unità per l'asilo. Il bilancio nazionale copre 250 posti, gli altri sono finanziati da varie fonti dell'UE e del SEE. Nelle previsioni l'organico salirà a 659 unità entro l'anno, che vanno ad aggiungersi al personale assunto a tempo determinato dall'UNHCR, al personale dell'EASO e agli esperti degli Stati membri temporaneamente distaccati presso il Servizio greco di asilo attraverso l'EASO. Le autorità greche intendono sostituire tutto il personale a contratto con posti permanenti entro il 2017 senza aumentare ulteriormente la capacità: secondo quanto comunicato dal Servizio greco di asilo ai servizi della Commissione, un aumento più rapido del personale non è fattibile, perché mancano le persone di livello superiore che possano formare, guidare e supervisionare i nuovi assunti. Triplicato per dimensioni nel 2016, il Servizio di asilo ha fatto presente l'urgente necessità di strutturarsi, soprattutto organizzando i quadri intermedi e sviluppando le competenze del personale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Dato l'ordine di grandezza dell'aumento del numero di domande d'asilo in Grecia, non è ancora chiaro se l'organico attuale e previsto del Servizio di asilo sarà sufficiente a trattare tempestivamente e adeguatamente il volume di casi attuale e prevedibile per il futuro. Una delle prime priorità del Servizio di asilo dovrebbe essere l'accorciamento dei tempi che intercorrono tra la manifestazione della volontà di presentare domanda e la relativa formalizzazione, che attualmente sono spesso eccessivi, con ripercussioni negative sui diritti dei richiedenti e senso di frustrazione fra gli interessati. I tempi dovrebbero essere abbreviati per rispettare l'articolo 6, paragrafo 2, della direttiva sulle procedure di asilo, che dispone che chiunque abbia presentato domanda d'asilo abbia l'effettiva possibilità di formalizzarla «quanto prima». Altrettanto essenziale è che, una volta formalizzata, la domanda sia trattata nei termini previsti dalla direttiva, ossia di regola entro 6 mesi. Ad eccezione dei casi di ricollocazione, per cui i tempi sono più brevi, il trattamento di una domanda di asilo formalizzata richiede attualmente, nella migliore delle ipotesi, vari mesi e regna grande incertezza quando al ritmo a cui sarà smaltito l'attuale arretrato. Nondimeno la Commissione prende debitamente atto delle preoccupazioni manifestate dalla Grecia nella lettera del 22 novembre 2016, ossia che un incremento ancor più rapido del personale del Servizio di asilo rischierebbe di compromettere la coerenza e la qualità delle decisioni da esso assunte.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Occorre stabilire urgentemente se il potenziamento già realizzato delle risorse umane del Servizio di asilo sia sufficiente e valutare come la Commissione, le competenti agenzie dell'UE e anche gli Stati membri possano assistere al meglio la Grecia nell'abbreviare i tempi di trattamento per queste domande. È opportuno effettuare una valutazione esaustiva e continuamente aggiornata dei bisogni, che prenda in considerazione il numero di domande d'asilo attualmente in sospeso e che il Servizio greco di asilo potrebbe trovarsi a trattare in un dato momento, e il numero di membri del personale disponibili che sono o saranno presumibilmente necessari a tal fine. Tale personale potrebbe essere attinto a risorse supplementari messe a disposizione dalla stessa Grecia e/o ricavate dal distacco di esperti degli Stati membri in una squadra di supporto dell'EASO. È opportuno vagliare come, senza sacrificare la qualità, si possano razionalizzare i metodi di lavoro e migliorarne l'efficienza per accorciare i tempi dei colloqui e delle procedure, se del caso con il sostegno dell'EASO.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Il richiedente asilo deve poter godere di un accesso effettivo a vie di ricorso avverso la decisione con cui la sua domanda è rifiutata. Sotto questo aspetto sono stati compiuti importanti progressi. Nell'aprile 2016 è stata adottata la legge 4375/2016 che ha istituito l'Autorità di ricorso e le commissioni di ricorso. La legge 4399/2016 adottata a giugno 2016 ha istituito le nuove commissioni di ricorso, competenti a conoscere tutti i ricorsi avverso le decisioni del Servizio greco di asilo presentati a partire dal 20 luglio 2016. Le commissioni di ricorso si concentrano in via prioritaria soprattutto sui ricorsi presentati nelle isole greche, in modo da contribuire all'attuazione della dichiarazione UE-Turchia. Attualmente ve ne sono sei e dal 21 luglio ne funziona un'altra in veste di supplente delle commissioni permanenti<a> (<span>25</span>)</a>. Per far fronte al volume di lavoro in aumento e gestire i casi in arretrato la Grecia intende istituire altre sette commissioni da rendere operative entro dicembre 2016, portando a 20 il totale entro il febbraio 2017.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>La legge 4399/2016 ha modificato la struttura delle commissioni di ricorso, che sono ora composte di tre membri: due giudici del tribunale amministrativo e un cittadino greco con formazione ed esperienza pertinenti presentato dall'UNHCR o dalla Commissione nazionale per i diritti umani.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Secondo le informazioni comunicate dalle autorità greche nella lettera del 22 novembre 2016, dal 21 luglio 2016 le commissioni di ricorso sono state investite di 2 347 ricorsi, ma hanno emanato soltanto 573 decisioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>Le vecchie commissioni di ricorso per gli arretrati, istituite per esaminare i ricorsi in materia d'asilo già pendenti in Grecia, avevano inizialmente ricevuto un mandato supplementare per conoscere, oltre ai ricorsi sul merito delle decisioni di prima istanza, i ricorsi relativi alle decisioni basate su motivi di ammissibilità nell'ambito della dichiarazione UE-Turchia. Secondo le informazioni comunicate dalle autorità greche il 22 novembre, le commissioni per gli arretrati sono state investite di oltre 2 000 ricorsi presentati nel periodo compreso fra aprile e il 20 luglio 2016. La creazione delle nuove commissioni di ricorso in data 24 giugno 2016<a> (<span>26</span>)</a> ha alleviato il carico delle 20 commissioni per gli arretrati, consentendo loro di accelerare il ritmo dei procedimenti relativi ai ricorsi in arretrato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Ulteriori progressi sono stati compiuti per quanto riguarda i ricorsi da tempo in arretrato nell'ambito della «vecchia procedura» disciplinata dal decreto presidenziale 114/2010. Al 22 novembre 2016 l'arretrato si aggirava sui 6 589 casi (su un totale di circa 51 000 casi considerati parte degli arretrati all'inizio del 2013 e di circa 8 075 casi a settembre 2016). Le autorità greche hanno concesso un'autorizzazione per scopi umanitari alle persone la cui domanda di asilo è in sospeso da molto tempo e che hanno diritto a ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari o altre circostanze eccezionali ai sensi della legge greca 4375/2016. I permessi di soggiorno, rilasciati per un periodo di due anni e rinnovabili<a> (<span>27</span>)</a>, accordano ai titolari gli stessi diritti e benefici riconosciuti dalla protezione sussidiaria in Grecia<a> (<span>28</span>)</a> e le persone che li ottengono non sono più considerate richiedenti asilo. Alcuni dei ricorsi arretrati sono tuttavia esaminati nel merito. Nonostante i considerevoli progressi compiuti dalle raccomandazioni precedenti, la Grecia dovrebbe continuare ad adoperarsi per smaltire questo tipo di ricorsi pendenti in arretrato, facendo sì che i richiedenti con ricorso pendente abbiano la possibilità di esercitare il diritto a un ricorso effettivo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>Dato l'aumento del numero di domande fatte in Grecia dall'attuazione della dichiarazione UE-Turchia, è più che mai essenziale che l'Autorità di ricorso disponga di tutto il personale necessario a gestire il prevedibile forte aumento del numero dei ricorsi. È opportuno migliorare l'efficienza delle commissioni senza che questo vada a scapito della qualità dei lavori e dell'indipendenza dei membri, ad esempio aumentando la frequenza delle riunioni, ricorrendo all'assistenza di un legale per la stesura delle decisioni, introducendo la specializzazione delle commissioni e prevedendo che i membri vi lavorino a tempo pieno. Si dovrebbero assumere più persone con funzioni di supporto<a> (<span>29</span>)</a>. Dovrebbe essere inoltre svolta una valutazione continua dei bisogni sulla base del numero di ricorsi pendenti dinanzi ai diversi organi preposti e che questi dovranno presumibilmente trattare, nell'intento di appurare se le commissioni siano in numero sufficiente e applichino metodi di lavoro adeguati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>La concessione del patrocinio a spese dello Stato è stata inserita nella nuova legge (legge 4375/2016) per i richiedenti in fase di ricorso. Non sono ancora state tuttavia adottate tutte le misure per attuare tale legge. Il 9 settembre 2016 è stata adottata una decisione ministeriale di attuazione della concessione del patrocinio a spese dello Stato prevista dalla legge 4375/2016. I finanziamenti per tale attuazione sono stati garantiti attraverso il programma nazionale nell'ambito del Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF). Nell'ambito dei finanziamenti per l'assistenza di emergenza AMIF è stata inoltre assegnata all'UNHCR una convenzione di sovvenzione per un importo totale di 30 milioni di EUR<a> (<span>30</span>)</a>. Tali finanziamenti sono, tra l'altro, usati dall'UNHCR per fornire patrocinio gratuito ai richiedenti protezione internazionale in fase di ricorso fino all'inizio del 2017, quando le autorità greche dovrebbero attuare il proprio sistema di patrocinio a spese dello Stato. Sono in fase di attuazione due progetti in partenariato con organizzazioni non governative (Metaction e Consiglio greco per i rifugiati): uno nelle isole, con copertura completa di tutti i ricorsi, e l'altro nella Grecia continentale, con copertura solo parziale, per i ricorsi presentati ad Atene e a Salonicco e non per i richiedenti asilo in stato di trattenimento. Il 19 settembre la Grecia ha comunicato alla Commissione che l'albo degli avvocati che dovrà essere depositato presso il Servizio di asilo sarà compilato nei primi mesi del 2017. La Grecia dovrebbe adottare le misure necessarie affinché tutti i richiedenti asilo che presentano ricorso possano godere al più presto del diritto al patrocinio a spese dello Stato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>Grande preoccupazione continua a destare la protezione dei richiedenti vulnerabili, compresi i minori non accompagnati, in particolare perché manca un sistema efficiente di tutela, persistono carenze in termini di sistemazione adeguata e si pone in generale la questione di garantire la sicurezza di tali minori. La nuova legge 4375/2016 prevede una nuova Direzione per l'accoglienza e una Direzione per l'integrazione sociale, entrambe dotate di dipartimenti specializzati per l'accoglienza e l'integrazione dei minori non accompagnati in seno al ministero dell'Interno e della ricostruzione amministrativa, compresa la messa a disposizione di un rappresentante legale. Tuttavia le autorità greche devono ancora adottare misure di esecuzione per assicurare ai minori non accompagnati effettive garanzie procedurali e condizioni di accoglienza adeguate. Resta da adottare anche una disciplina che preveda un sistema di tutela efficiente. Le autorità greche hanno confermato che il ministero del Lavoro e della solidarietà sociale, fra le cui competenze rientrano i minori non accompagnati, sta elaborando una nuova legge sulla tutela che dovrebbe essere pronta entro il 2016. Tale legge istituirà un servizio specifico, che potrebbe essere un dipartimento, con competenza per il sistema di tutela. Sebbene il governo greco abbia già adottato una decisione ministeriale sull'accertamento dell'età dei minori non accompagnati richiedenti asilo<a> (<span>31</span>)</a>, continuano a essere segnalati problemi con l'attuazione pratica della valutazione, a causa delle mancate individuazioni e dell'assenza di mezzi di ricorso legale avverso l'accertamento dell'età compiuto dalla polizia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>Riguardo all'accesso all'istruzione i progressi sono considerevoli. La legge 4415/2016 dell'agosto 2016 è diretta, fra l'altro, a garantire sostegno psicosociale e istruzione per i figli dei richiedenti asilo, così come un'agevole integrazione, dopo un periodo propedeutico, nel sistema di istruzione greco per coloro che restano nel paese. Nonostante le resistenze incontrate a livello locale le autorità greche stanno adottando misure sostanziali per attuare effettivamente e integralmente questa normativa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Secondo vari portatori d'interessi la situazione dei minori non accompagnati resta in genere precaria, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza personale nelle strutture di accoglienza sia in Grecia continentale sia nelle isole; alcuni segnalano che, in attesa che sia reperita una sistemazione idonea, i minori continuano ad essere tenuti per lunghi periodi in stato di trattenimento o in aree «protette» poste all'interno di strutture di accoglienza aperte, in condizioni di sovraffollamento e di insalubrità e senza poter disporre di un rappresentante o accedere al patrocinio legale<a> (<span>32</span>)</a>. Come indicato nel considerando 10, la mancanza di sistemazioni idonee per i minori è un problema grave e persistente che deve essere risolto con urgenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>La Commissione europea ha messo a disposizione della Grecia ingenti finanziamenti per sostenere gli sforzi profusi dal paese per rendere conforme il sistema di gestione dell'asilo alle norme dell'Unione europea. Dall'inizio del 2015 sono stati stanziati per la Grecia più di 352 milioni di EUR di assistenza di emergenza tramite i fondi destinati agli affari interni (AMIF e Fondo sicurezza interna (ISF)], che sono stati erogati alle autorità greche direttamente o attraverso le agenzie dell'Unione e le organizzazioni internazionali che operano nel paese. Di questo ammontare circa 90 milioni di EUR sono stati conferiti direttamente alle autorità greche nel luglio 2016 per rafforzarne le capacità di miglioramento delle condizioni di vita e di erogazione di servizi di assistenza sanitaria di base nelle strutture di alloggio per i rifugiati, così come per rafforzare la capacità di fornire accoglienza e servizi di assistenza sanitaria ai migranti. Ingenti finanziamenti (circa 198 milioni di EUR), volti a coprire i bisogni umanitari di base di migranti e rifugiati, vengono inoltre erogati alle organizzazioni umanitarie partner attraverso lo strumento di sostegno d'emergenza di recente istituzione. Questi finanziamenti contribuiscono ad attuare il piano di risposta all'emergenza, elaborato di concerto da Commissione, autorità greche e/o portatori di interessi per far fronte all'attuale situazione umanitaria in loco e/o a sostenere l'attuazione della dichiarazione UE-Turchia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>L'assistenza di emergenza si aggiunge ai 509 milioni di EUR assegnati alla Grecia per il periodo 2014-2020 tramite i programmi nazionali nel quadro dei fondi AMIF e ISF. La Grecia è dunque tra gli Stati membri dell'UE il maggior beneficiario di fondi destinati agli affari interni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe assicurare che le risorse finanziarie siano utilizzate integralmente nel modo più efficiente ed efficace possibile e senza ulteriori indugi. A tal fine è in corso una revisione dei programmi nazionali attuati dal paese nell'ambito dei fondi destinati agli affari interni (AMIF, ISF) per adattarli alle nuove priorità: per il programma nazionale AMIF la revisione è ormai completata, mentre per il programma nazionale ISF è giunta alle fasi finali e dovrebbe concludersi in tempi brevi. Inoltre, sebbene la designazione della nuova autorità responsabile sia ormai stata formalizzata conformemente alle condizioni stabilite nella base giuridica, resta necessaria una razionalizzazione delle procedure e delle misure operative che metta le autorità greche in condizione di cominciare a mobilitare appieno i finanziamenti disponibili nell'ambito dei programmi nazionali in modo da soddisfare i bisogni urgenti, in particolare nel settore dell'accoglienza e degli altri servizi destinati ai migranti che si trovano nel paese.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Come riconosciuto nella comunicazione della Commissione del 4 marzo 2016 dal titolo «Ritorno a Schengen»<a> (<span>33</span>)</a>, garantire il pieno funzionamento del sistema Dublino è una parte indispensabile dei più ampi sforzi necessari a stabilizzare la politica di asilo, migrazione e frontiere. Gli sforzi tesi a normalizzare il funzionamento del sistema Dublino dovrebbero consentire a loro volta un ritorno al normale funzionamento dello spazio Schengen. L'incentivazione dei richiedenti asilo giunti in modo irregolare in Grecia a proseguire verso altri Stati membri, venutasi a creare dal 2011 con la sospensione dei trasferimenti Dublino verso la Grecia, è uno dei fattori che determinano quei movimenti secondari che ostacolano il buon funzionamento del sistema Schengen. È dunque importante che la Grecia adotti con urgenza le azioni ancora in sospeso individuate nella presente raccomandazione. Nel contempo dovrebbe essere prioritaria la riforma del regolamento Dublino nel senso proposto dalla Commissione<a> (<span>34</span>)</a>, ossia alla ricerca dell'obiettivo di solidarietà e di equa ripartizione degli oneri tra gli Stati membri. I negoziati sulla proposta sono in corso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>La Commissione riconosce i considerevoli progressi che la Grecia, con l'aiuto della stessa Commissione, dell'EASO, degli Stati membri e di organizzazioni internazionali e non governative, ha compiuto dalla sentenza<span>M.S.S.</span> del 2011 per migliorare il funzionamento del sistema dell'asilo. Tuttavia, la Grecia è tuttora di fronte a una situazione problematica: deve infatti occuparsi di un numero considerevole di nuove domande d'asilo, risultanti in particolare dalla preregistrazione, dai continui arrivi di migranti irregolari (anche se d'entità inferiore rispetto al periodo precedente al marzo 2016) e dall'attuazione della dichiarazione UE-Turchia. Per colmare le carenze che ancora si riscontrano nel sistema greco dell'asilo occorre attuare altre iniziative importanti, in particolare per quanto riguarda la qualità delle strutture di accoglienza, il trattamento dei richiedenti vulnerabili e la rapidità con cui le domande di asilo sono registrate, formalizzate ed esaminate in prima e in seconda istanza. Sebbene la ripresa integrale dei trasferimenti Dublino verso la Grecia resti l'obiettivo ultimo, al momento non è ancora possibile raccomandarla, in considerazione delle conseguenze di questa situazione problematica sul funzionamento globale del sistema di asilo e data la necessità di non gravare la Grecia di un onere eccessivo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>La Grecia ha comunque compiuto progressi considerevoli nel varare le strutture istituzionali e giuridiche essenziali per il corretto funzionamento del sistema di asilo e vi sono buone prospettive che questo possa essere realizzato pienamente in un prossimo futuro, quando saranno state colmate tutte le carenze residue, in particolare riguardo alle condizioni di accoglienza e al trattamento delle persone vulnerabili, compresi i minori non accompagnati. È pertanto opportuno raccomandare una ripresa graduale dei trasferimenti in base alle garanzie offerte caso per caso, in funzione della capacità di accoglienza e di trattamento delle domande conformemente alla normativa dell'UE applicabile e tenuto conto del fatto che il trattamento di alcune categorie di persone risulta attualmente inadeguato, compreso per i minori non accompagnati. Per non gravare la Grecia di un onere insostenibile, è altresì opportuno non applicare retroattivamente questa ripresa, bensì limitarla ai richiedenti asilo che ricadono nella competenza della Grecia a partire da una data precisa. È opportuno raccomandare che tale data sia fissata al 15 marzo 2017.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Sulla base di quanto precede, la presente raccomandazione stabilisce le misure che le autorità greche devono adottare o portare avanti ai fini della ripresa dei trasferimenti Dublino per i richiedenti asilo che entrano in modo irregolare in Grecia attraversando la frontiera esterna a partire dal 15 marzo 2017 ovvero che, a decorrere dalla medesima data, ricadono nella competenza della Grecia in applicazione di criteri diversi da quelli del capo III, articolo 13, del regolamento (UE) n. 604/2013. Tenuto conto di quest'obiettivo, la Grecia dovrebbe adottare urgentemente tutte le misure indicate nella presente raccomandazione. In ossequio al principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità, gli altri Stati membri dovrebbero concorrere alla realizzazione di quest'obiettivo, in particolare rispondendo ai vari bandi dell'EASO con il distacco di esperti incaricati di assistere le autorità greche e adempiendo integralmente agli obblighi di ricollocazione che incombono loro in virtù delle decisioni sulla ricollocazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>La presente raccomandazione stabilisce le modalità per la ripresa dei trasferimenti, che dovrebbero comportare, nei singoli casi di trasferimento, una stretta cooperazione tra le autorità greche e le autorità dello Stato membro trasferente improntata all'obbligo di leale cooperazione tra Stati membri, compresa la garanzia che la persona riceverà una sistemazione adeguata consona ai criteri della direttiva 2013/33/UE e che la sua domanda sarà trattata in conformità della direttiva 2013/32/UE. A tal fine la Grecia dovrà dare, per ciascuna persona da trasferire, garanzie specifiche circa il trattamento che le sarà riservato. È altresì opportuno instaurare, sotto forma di squadra dell'EASO composta di esperti degli Stati membri, un meccanismo di sostegno e informativa con funzioni di assistenza nell'assicurare l'applicazione pratica di tali criteri alle persone trasferite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Ai fini dell'attuazione integrale della presente raccomandazione è essenziale che la Grecia riferisca periodicamente sui progressi compiuti nell'attuazione delle azioni previste. Secondo quanto stabilito dalla presente raccomandazione la Grecia dovrebbe pertanto presentare una prima relazione entro il 15 febbraio 2017 descrivendo, in particolare, il modo in cui le autorità greche stanno predisponendo la procedura atta a dare garanzie rispetto alla pertinente normativa dell'UE nei singoli casi di trasferimento. In seguito la Grecia dovrebbe riferire ogni due mesi sull'attuazione della presente raccomandazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>In base a tali relazioni e a tutte le altre informazioni pertinenti in suo possesso o ad altri sviluppi, la Commissione riferirà periodicamente sui progressi realizzati nell'attuazione della presente raccomandazione e, se necessario, ne aggiornerà il contenuto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>La decisione di riprendere i trasferimenti in singoli casi spetta esclusivamente alle autorità degli Stati membri sotto il controllo degli organi giurisdizionali, che possono presentare alla Corte di giustizia dell'Unione europea domande di pronuncia pregiudiziale sull'interpretazione del regolamento Dublino,</p></td></tr></tbody></table>
RACCOMANDA:
I. MISURE ATTE A RAFFORZARE IL SISTEMA GRECO DELL'ASILO
Condizioni e strutture di accoglienza
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(1)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe continuare ad adoperarsi affinché le strutture di accoglienza siano sufficienti a ricevere tutti i richiedenti protezione internazionale presenti nel suo territorio e affinché in tutte queste strutture le condizioni di accoglienza rispondano ai criteri previsti dalla normativa dell'Unione. Prioritariamente la Grecia dovrebbe:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>fare in modo di disporre di un numero sufficiente di strutture di accoglienza aperte, in grado di ospitare, per l'intera durata della procedura di asilo, tutti i richiedenti protezione internazionale che il paese riceve o è probabile che riceva e le persone da loro dipendenti;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>provvedere a che tali strutture soddisfino tutte almeno i criteri minimi fissati nella direttiva 2013/33/UE del Consiglio sulle condizioni di accoglienza, compreso per i richiedenti vulnerabili e durante la stagione invernale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>decidere al più presto quali strutture in Grecia continentale debbano essere potenziate e quali chiuse;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>decidere al più presto come aumentare la capacità di accoglienza nelle isole;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>allestire i posti di accoglienza supplementari necessari per i minori non accompagnati, affinché tutti i minori non accompagnati richiedenti asilo possano essere sistemati immediatamente in una struttura idonea e non siano tenuti in stato di trattenimento o in condizioni inadeguate, e provvedere a che tali strutture siano mantenute nel tempo;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>garantire ai richiedenti l'assistenza sanitaria necessaria, comprensiva almeno delle prestazioni di pronto soccorso e delle cure essenziali per le malattie e i disturbi mentali gravi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>assicurare una gestione centralizzata e un coordinamento efficaci e costanti di tutte le strutture di accoglienza, punti di crisi compresi, cui si accompagni un sistema di monitoraggio continuo delle condizioni materiali e dei servizi che esse offrono, e provvedere a che le autorità competenti dispongano di risorse adeguate a tal fine.</p></td></tr></tbody></table><p>La Grecia dovrebbe provvedere a che, oltre alle strutture permanenti, sia sempre disponibile, o possa rendersi disponibile con breve preavviso, un numero adeguato di strutture aperte di accoglienza temporanea che, in caso di flussi inattesi, consenta di sistemare in condizioni adeguate i richiedenti protezione internazionale e le persone che da essi dipendono.</p><p>Le autorità greche dovrebbero effettuare una valutazione esaustiva dei bisogni in termini di capacità di accoglienza totale necessaria e di tipo di capacità richiesta, e aggiornarla sistematicamente alla luce dei nuovi sviluppi.</p></td></tr></tbody></table>
Accesso alla procedura di asilo in prima istanza e relative risorse
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(2)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe continuare a impegnarsi per garantire che tutti i richiedenti protezione internazionale abbiano effettivo accesso alla procedura d'asilo, in particolare:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>valutando se il Servizio di asilo disponga di un organico sufficiente per trattare il volume delle domande di asilo entro i termini specificati nella direttiva 2013/32/UE sulle procedure d'asilo;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>in base a questa valutazione, disponendo l'assunzione del personale supplementare necessario presso il Servizio di asilo, in modo da consentirgli quanto prima di gestire efficacemente e con tempestività tutte le domande di protezione internazionale, e/o individuando il personale supplementare (operatori che lavorano sui casi e interpreti) che gli Stati membri potrebbero distaccare nel paese tramite le squadre di supporto dell'EASO;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>istituendo altri uffici regionali o altre unità per l'asilo in tutto il territorio nazionale, in funzione dei bisogni complessivi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>accelerando, sempre nel rispetto dei criteri stabiliti, i colloqui e le procedure, se del caso con il sostegno dell'EASO, anche mediante l'introduzione di strumenti di supporto a tal fine;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>abbreviando i tempi che intercorrono fra la manifestazione della volontà di chiedere asilo e l'effettiva formalizzazione della domanda conformemente all'articolo 6, paragrafo 2, della direttiva 2013/32/UE sulle procedure d'asilo.</p></td></tr></tbody></table><p>La valutazione dei bisogni di cui alla lettera a) dovrebbe essere aggiornata sistematicamente e dovrebbe contenere informazioni sul numero di membri del personale assunti.</p></td></tr></tbody></table>
Autorità di ricorso
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(3)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe continuare a impegnarsi per garantire che tutti i richiedenti protezione internazionale abbiano accesso a un ricorso effettivo, in particolare assicurando:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l'operatività piena della nuova Autorità di ricorso, istituendo entro febbraio 2017 le 20 commissioni di ricorso previste e integrandone il numero in funzione delle necessità emerse dalla valutazione dei bisogni citata infra;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>risorse umane adeguate per l'Autorità e le commissioni di ricorso, anche in termini di personale di supporto, in modo da poter gestire tutti i ricorsi pendenti e i probabili ricorsi futuri, anche nel quadro della dichiarazione UE-Turchia;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>lo smaltimento in tempi il più possibile brevi di tutte le richieste pendenti di controllo giurisdizionale delle decisioni amministrative;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>l'aumento del numero di decisioni per commissione, se del caso aumentando la frequenza delle riunioni, ricorrendo all'assistenza di un legale per la stesura delle decisioni, introducendo la specializzazione delle commissioni e prevedendo che i membri vi lavorino a tempo pieno, senza che questo vada a scapito della loro indipendenza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>una formazione adeguata per i membri delle commissioni di ricorso, se del caso con il sostegno dell'EASO.</p></td></tr></tbody></table><p>Le autorità greche dovrebbero individuare, sulla base di una valutazione completa e continua dei bisogni, il numero delle commissioni di ricorso nell'ambito della nuova Autorità di ricorso richiesto per esaminare tutti i ricorsi presentati dai richiedenti protezione internazionale, la consistenza delle risorse umane indispensabili per assicurarne il buon funzionamento e qualsiasi altra misura possa rivelarsi necessaria, quale una modifica dei metodi di lavoro. Dovrebbe rientrare in quest'esercizio, in particolare, una valutazione che permetta di stabilire se le 20 commissioni di ricorso da istituire entro febbraio 2017 siano sufficienti.</p></td></tr></tbody></table>
Patrocinio a spese dello Stato
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(4)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe garantire che il quadro giuridico relativo all'accesso al patrocinio a spese dello Stato trovi effettiva attuazione e che tutti i richiedenti asilo ricevano l'assistenza legale necessaria per il controllo giurisdizionale delle decisioni amministrative relative alle domande di protezione internazionale. In particolare, la Grecia dovrebbe:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>dare quanto prima attuazione effettiva alla decisione ministeriale sulla prestazione di servizi di patrocinio a spese dello Stato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>stipulare rapidamente un contratto per un albo permanente degli avvocati abilitati in Grecia a prestare questi servizi a tutti i richiedenti in fase di ricorso. Nel frattempo la Grecia dovrebbe provvedere a che i due progetti in corso di realizzazione nella parte continentale del paese e nelle isole offrano effettivamente patrocinio gratuito a tutti i richiedenti asilo che presentano ricorso.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Trattamento dei minori non accompagnati e delle persone vulnerabili durante la procedura di asilo
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(5)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe assicurare, adottando a tal fine le opportune misure, la predisposizione di strutture adeguate per l'individuazione e il trattamento dei richiedenti vulnerabili, compresi i minori non accompagnati. In particolare, la Grecia dovrebbe:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>predisporre con urgenza un'adeguata procedura di tutela adottando le norme necessarie per l'attuazione delle pertinenti disposizioni della legge 4375/2016;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>definire e assumere il personale necessario alla Direzione per l'accoglienza e al Dipartimento per la protezione dei minori non accompagnati, al fine di offrire con urgenza le necessarie garanzie previste dalla normativa sull'asilo in materia di rintracciamento della famiglia e rappresentanza legale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>provvedere a che le procedure d'individuazione dei richiedenti con particolari esigenze procedurali e di accoglienza, minori non accompagnati compresi, trovino attuazione nella pratica, affinché questi richiedenti ricevano il necessario sostegno psicosociale, in particolare nei casi in cui siano stati vittime di violenze sessuali, sfruttamento o tratta di esseri umani, e a che sia sempre tenuto doverosamente conto dell'interesse superiore del minore.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Uso dei finanziamenti dell'UE nell'ambito dei programmi nazionali
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(6)</p></td><td><p>La Grecia dovrebbe garantire che i consistenti finanziamenti stanziati dall'UE siano pienamente utilizzati, in particolare mobilitando senza ulteriore indugio le risorse disponibili nell'ambito dei propri programmi nazionali AMIF e ISF e prendendo in considerazione finanziamenti complementari provenienti dai fondi strutturali. In questo contesto la Grecia dovrebbe adottare le misure necessarie per mobilitare totalmente i finanziamenti disponibili nell'ambito dei programmi nazionali al fine di soddisfare i bisogni urgenti, principalmente nel settore dell'accoglienza e degli altri servizi destinati ai migranti che si trovano nel paese, in particolare migliorando il coordinamento tra i portatori d'interessi, rafforzando la capacità operativa e migliorando il meccanismo di attuazione.</p></td></tr></tbody></table>
Assistenza tecnica da parte degli altri Stati membri
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(7)</p></td><td><p>Gli Stati membri sono invitati a intensificare il sostegno dato alla Grecia nominando gli esperti necessari per rispondere ai vari bandi dell'EASO, allungando la durata dei distacchi e ricercando profili professionali specialistici di livello superiore.</p></td></tr></tbody></table>
II. MODALITÀ PER LA RIPRESA DEI TRASFERIMENTI
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(8)</p></td><td><p>Si raccomanda di riprendere il trasferimento di richiedenti asilo verso la Grecia a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 alle condizioni e secondo le modalità indicate ai punti 9 e 10.</p></td></tr></tbody></table>
Ambito di applicazione
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(9)</p></td><td><p>I trasferimenti dovrebbero riprendere gradualmente, in funzione delle capacità greche di accoglienza e di trattamento delle domande a norma delle direttive 2013/32/UE e 2013/33/UE, per i richiedenti asilo che entrano in modo irregolare in Grecia attraversando la frontiera esterna a partire dal 15 marzo 2017 ovvero per le altre persone che, a decorrere dalla medesima data, ricadono nella competenza della Grecia in applicazione di criteri diversi da quelli del capo III, articolo 13, del regolamento (UE) n. 604/2013. Per il momento non dovrebbero essere trasferiti in Grecia richiedenti asilo vulnerabili, minori non accompagnati compresi.</p></td></tr></tbody></table>
Cooperazione e garanzie nei singoli casi
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(10)</p></td><td><p>Le autorità degli Stati membri sono invitate a cooperare strettamente con le autorità greche prima di trasferire un richiedente in Grecia, al fine di accertare il soddisfacimento delle condizioni previste al punto 9, ossia che il richiedente sarà sistemato in una struttura di accoglienza rispondente ai criteri stabiliti dalla normativa dell'UE, in particolare dalla direttiva 2013/33/UE sulle condizioni di accoglienza, che la sua domanda sarà esaminata entro i termini indicati nella direttiva 2013/32/UE sulle procedure di asilo e che gli sarà riservato un trattamento conforme alla normativa dell'UE sotto ogni altro aspetto d'interesse. Le autorità greche sono invitate a cooperare pienamente dando garanzie in tal senso agli altri Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
III. SOSTEGNO E INFORMATIVA
Sostegno e informativa dell'EASO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(11)</p></td><td><p>L'EASO dovrebbe costituire una squadra di esperti degli Stati membri da distaccare in Grecia con compiti di supporto alla cooperazione tra gli Stati membri e di informativa per comunicare se le persone ritrasferite in Grecia a norma del regolamento Dublino ricevono un trattamento conforme alle garanzie date dalla Grecia conformemente al punto 10.</p></td></tr></tbody></table>
Relazioni della Grecia
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(12)</p></td><td><p>La Grecia è invitata a presentare, entro il 15 febbraio 2017, una relazione sui progressi compiuti nell'attuazione della presente raccomandazione. La relazione dovrebbe includere in particolare una descrizione delle azioni intraprese per colmare le carenze residue individuate nella presente raccomandazione, comprese le modalità con cui le autorità greche hanno predisposto, o prevedono di predisporre, le risorse umane e materiali necessarie di cui ai punti da 1 a 5, e una descrizione delle valutazioni continue dei bisogni di cui ai punti da 1 a 3. La relazione dovrebbe illustrare nei particolari il modo in cui le autorità greche intendono attuare la procedura prevista al punto 10 per dare garanzie nei singoli casi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(13)</p></td><td><p>La relazione dovrebbe inoltre riportare le informazioni seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>capacità di accoglienza totale permanente e temporanea, attuale e prevista, per la sistemazione dei richiedenti protezione internazionale e natura di tale capacità;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>numero totale di domande d'asilo pendenti in prima istanza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>dati esaurienti su tutti i ricorsi pendenti e sulle decisioni emesse in seconda istanza sia dalle nuove commissioni di ricorso che dalle commissioni di ricorso per gli arretrati, compresi i casi vertenti sull'ammissibilità;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>dotazione totale, attuale e prevista, di personale addetto al trattamento delle domande d'asilo registrate presso il Servizio d'asilo e operativo nella Direzione per l'accoglienza; dotazione totale, attuale e prevista, di personale delle commissioni che l'Autorità di ricorso ha progressivamente reso operative e numero di tali commissioni.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td/><td><p>(14)</p></td><td><p>Successivamente al 15 febbraio 2017 la Grecia dovrà riferire ogni due mesi sull'attuazione della presente raccomandazione.</p></td></tr></tbody></table>
Fatto a Bruxelles, il 8 dicembre 2016.
Per la Commissione
Dimitris AVRAMOPOULOS
Membro della Commissione
( 1 ) Regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide ( GU L 180 del 29.6.2013, pag. 31 ).
( 2 ) M.S.S./Belgio e Grecia (n. 30696/09) e N.S./Secretary of State for the Home Department , C-411/10 e C-493/10.
( 3 ) Regolamento (CE) n. 343/2003 del Consiglio, del 18 febbraio 2003, che stabilisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l'esame di una domanda d'asilo presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo ( GU L 50 del 25.2.2003, pag. 1 ) sostituito dal regolamento (UE) n. 604/2013, GU L 180 del 29.6.2013 .
( 4 ) Dati Frontex del 4 dicembre 2016.
( 5 ) Dichiarazione UE-Turchia del 18 marzo 2016.
( 6 ) Cfr. relazioni della Commissione sui progressi compiuti nell'attuazione della dichiarazione UE-Turchia, http://ec.europa.eu/dgs/home-affairs/what-we-do/policies/european-agenda-migration/proposal-implementation-package/index_en.htm.
( 7 ) 52 arrivi giornalieri medi in Grecia nel periodo 1 o maggio-31 luglio 2016, passati a 94 nel periodo 1 o agosto-29 novembre 2016.
( 8 ) http://www.media.gov.gr/index.php, consultato il 6 dicembre 2016.
( 9 ) Decisione (UE) 2015/1523 del Consiglio, del 14 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia ( GU L 239 del 15.9.2015, pag. 146 ) e decisione (UE) 2015/1601 del Consiglio, del 22 settembre 2015, che istituisce misure temporanee nel settore della protezione internazionale a beneficio dell'Italia e della Grecia ( GU L 248 del 24.9.2015, pag. 80 ).
( 10 ) Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio: Ottava relazione sulla ricollocazione e il reinsediamento, 7 dicembre 2016, COM(2016)791 final.
( 11 ) Raccomandazione della Commissione, del 10 febbraio 2016, rivolta alla Repubblica ellenica sulle misure che la Grecia deve adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio — C(2016)871 final; raccomandazione della Commissione, del 15 giugno 2016, rivolta alla Repubblica ellenica sulle misure specifiche che la Grecia deve adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio — C(2016)3805 final.
( 12 ) Raccomandazione della Commissione, del 28 settembre 2016, rivolta alla Repubblica ellenica sulle misure specifiche che tale Stato deve adottare con urgenza in vista della ripresa dei trasferimenti a norma del regolamento (UE) n. 604/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio — C(2016)6311 final.
( 13 ) Entro il 2016 dovrebbe essere perfezionata la registrazione/formalizzazione della maggior parte delle domande «preregistrate». Scopo dell'operazione di «preregistrazione», completata ad agosto 2016, era registrare in via preliminare tutti i cittadini di paesi terzi giunti irregolarmente in Grecia prima del 20 marzo 2016 che intendevano chiedere protezione internazionale ma che non erano ancora stati incanalati nella procedura d'asilo dalle autorità greche. Durante l'estate sono state preregistrate circa 28 000 persone.
( 14 ) Direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale ( GU L 180 del 29.6.2013, pag. 60 ).
( 15 ) Direttiva 2013/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante norme relative all'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale ( GU L 180 del 29.6.2013, pag. 96 ).
( 16 ) «Legge 4375/2016 relativa all'organizzazione e all'operatività del Servizio di asilo, all'Autorità di ricorso, al Servizio di accoglienza e identificazione, all'istituzione del segretariato generale per l'accoglienza, al recepimento nella legislazione greca delle disposizioni della direttiva 2013/32/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2013, recante procedure comuni ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di protezione internazionale (rifusione) e altre disposizioni», disponibile all'indirizzo: http://www.hellenicparliament.gr/UserFiles/bcc26661-143b-4f2d-8916-0e0e66ba4c50/o-prosf-pap.pdf.
Restano da adottare, sotto forma di decisioni ministeriali o coministeriali, gli atti di esecuzione che permetteranno alle autorità greche di dare attuazione piena alla legge.
( 17 ) Legge 4399/2016: http://www.asylumineurope.org/sites/default/files/resources/n_4399.2016.pdf.
( 18 ) Legge 4415/2016: https://www.alfavita.gr/sites/default/files/attachments/fek_ellinoglosi.pdf.
( 19 ) http://www.media.gov.gr/images/prosfygiko/REFUGEE_FLOWS-01-12-2016.pdf.
Queste strutture temporanee di emergenza e strutture permanenti esistono sia nei punti di crisi delle isole dell'Egeo sia nella Grecia continentale.
<note>
( 20 ) Il ministro greco Mouzalas ha dichiarato che i migranti presenti nelle isole sono in realtà meno (attorno a 10-12 000)
( 21 ) http://reliefweb.int/report/greece/situation-update-unaccompanied-children-uac-greece-2-november-2016
( 22 ) http://data.unhcr.org/mediterranean/country.php?id=83
( 23 ) Articolo 1, paragrafo 3, della legge 4375/2016.
( 24 ) Informazioni sull'organico comunicate dal Servizio greco di asilo in occasione di una riunione con i servizi della Commissione tenutasi il 10 novembre 2016.
( 25 ) Tuttavia, dato l'aumento del carico di lavoro dovuto all'attuazione della dichiarazione UE-Turchia, questa commissione supplente riceve per esame100 casi al mese.
( 26 ) Decisione coministeriale (GU B 1862) del 24.6.2016.
( 27 ) Articolo 22, paragrafo 3, della legge 4375/2016.
( 28 ) Articolo 28 del decreto presidenziale 114/2010.
( 29 ) Informazioni comunicate ai servizi della Commissione in occasione di una riunione con l'Autorità di ricorso tenuta a novembre 2016.
( 30 ) La convenzione di sovvenzione è stata firmata il 15 luglio 2016.
( 31 ) Decisione ministeriale 1982/16.2.2016 (Gazzetta ufficiale B 335).
( 32 ) Human Rights Watch, «Why Are You Keeping Me Here?», settembre 2016 https://www.hrw.org/sites/default/files/report_pdf/greece0916_web.pdf.
( 33 ) Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio, «Ritorno a Schengen — Tabella di marcia» (COM(2016)120 final del 4.3.2016).
( 34 ) COM(2016)270 final.
</note> | ITA | 32016H2256 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>12.3.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 76/4</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2020/394 DELLA COMMISSIONE
del 7 ottobre 2019
riguardante le misure SA.39119 (2016/C) (ex 2015/NN) (ex 2014/CP) attuate dalla Repubblica ellenica sotto forma di abbuoni di interesse e garanzie in relazione agli incendi del 2007 (la presente decisione riguarda solo il settore agricolo)
[notificata con il numero C(2019) 7094]
(Il testo in lingua greca è il solo facente fede)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea («TFUE»), in particolare l’articolo 108, paragrafo 2, primo comma,
visto l’accordo sullo Spazio economico europeo, in particolare l’articolo 62, paragrafo 1, lettera a),
dopo aver invitato gli interessati a presentare osservazioni conformemente al disposto dell’articolo 108, paragrafo 2, primo comma, TFUE ( 1 ) ,
considerando quanto segue:
I. PROCEDURA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 22 luglio 2014 la Commissione ha ricevuto una denuncia relativa a un presunto aiuto concesso dallo Stato greco a Sogia Ellas SA e relative controllate (in appresso «Sogia Ellas»), attive nel settore della trasformazione di prodotti agricoli. L’aiuto consisteva in abbuoni di interesse e garanzie statali in relazione a prestiti in essere che dovevano essere rinegoziati con un ammortamento differito e a nuovi prestiti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Con lettera del 25 luglio 2014 la Commissione ha richiesto informazioni alle autorità greche in merito ai presunti aiuti. Le autorità greche hanno risposto con lettera del 17 novembre 2014, fornendo informazioni dettagliate riguardo alle basi giuridiche dei presunti aiuti. L’11 dicembre 2015 la Commissione ha inviato una seconda lettera alla Grecia, alla quale le autorità greche hanno risposto con lettera dell’11 febbraio 2016, protocollata lo stesso giorno. Nella loro risposta le autorità greche hanno fornito informazioni supplementari riguardo alle basi giuridiche, alle condizioni per la concessione dell’aiuto e ai beneficiari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Nella sua lettera dell’11 dicembre 2015 la Commissione ha informato le autorità greche che, dall’esame iniziale delle informazioni da loro fornite, era emerso che i presunti aiuti erano stati concessi senza l’autorizzazione della Commissione. Il presunto aiuto inoltre non era limitato a Sogia Ellas e relative controllate ma, in virtù della normativa greca, poteva essere concesso anche ad altri beneficiari. La Commissione ha pertanto deciso di avviare un’indagine relativa ad aiuti di Stato non notificati [SA.39119 (2015/NN)] e di estenderne la portata all’intero settore agricolo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>La decisione della Commissione relativa all’avvio del procedimento (in appresso la «decisione di avviare un procedimento») è stata pubblicata nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span> il 16 settembre 2016 <a>(<span>2</span>)</a>. La Commissione ha chiesto alle autorità greche di indicare il numero stimato di beneficiari di ogni regime individuato nella decisione di avviare un procedimento e gli importi degli aiuti in questione. Diversamente, come affermato nella suddetta decisione, la Commissione avrebbe adottato una decisione sulla base delle informazioni in suo possesso. La Commissione ha invitato gli interessati a presentare osservazioni in merito alle misure di cui trattasi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Nessuna parte interessata ha presentato osservazioni. Le autorità greche hanno trasmesso le proprie osservazioni sulla decisione di avviare un procedimento il 23 settembre 2016. Nella loro risposta, esse hanno informato la Commissione di non essere in grado di fornire le informazioni richieste nella decisione di avviare un procedimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Con lettere del 2 dicembre 2016 e del 15 gennaio 2018 la Commissione ha nuovamente chiesto alle autorità greche di presentare le informazioni mancanti. Le autorità greche hanno fornito le informazioni richieste rispettivamente con lettere del 9 marzo 2017 e del 21 febbraio 2018.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>La presente decisione, analogamente alla decisione di avviare un procedimento, riguarda solo le attività legate alla produzione, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli, ossia i prodotti elencati nell’allegato I del TFUE a eccezione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, e al settore forestale, secondo quanto definito da Eurostat. Lascia pertanto impregiudicati i possibili aiuti concessi ad altri settori dell’economia conformemente ai regimi di aiuto in questione.</p></td></tr></tbody></table>
II. DESCRIZIONE DELLE MISURE
1. Obiettivo
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>L’obiettivo della misura era sostenere le imprese stabilite e operanti nelle zone della Grecia colpite dagli incendi del 2007, a prescindere dall’ubicazione della sede di tali imprese. Secondo le autorità greche l’obiettivo più ampio era ripristinare la capacità produttiva, gravemente pregiudicata dagli incendi.</p></td></tr></tbody></table>
2. Base giuridica
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Le basi giuridiche dei presunti aiuti sono la decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) del ministro dell’Economia e delle finanze, come modificata e integrata dalle decisioni n. 38600/Β.1750/5-9-2007 (GURE 1780/Β’/5-9-2007), n. 46082/Β.2123/24-10-2007 (GURE 2139/Β’/2-11-2007), n. 6391/Β.342/8-2-2008 (GURE 242/Β’/14-2-2008), n. 34227/Β.1123/23-7-2008 (GURE 1548/Β’/5-8-2008) e n. 57198/Β.2406/28-12-2012 (GURE 3462/Β’/28-12-2012), nonché l’articolo 2, paragrafo 7, della legge n. 3816/2010 (GURE 6/Α’/26.1.2010) e l’articolo 21, paragrafo 5, della legge n. 3867/2010 (GURE 128/A’/3.8.2010).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Le condizioni per la concessione della garanzia da parte dello Stato greco di cui alla decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) sono state ulteriormente precisate nella decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007) del ministro dell’Economia e delle finanze. Tale decisione è stata modificata dalla decisione n. 2/86490/0025/31.12.2007 (GURE B’ 2493/31.12.2007) del viceministro delle Finanze, dalla decisione n. 2/57144/0025/20.08.2008 (GURE B’ 1732/28.08.2008), dalla decisione n. 2/22475/0025/25.04.2012 (GURE Β’ 1346/25.04.2012) del ministro delle Finanze e dalle decisioni n. 2/52027/0025/30.08.2012 (GURE Β’ 2404/30.08.2012) e n. 2/1755/0025/20.02.2013 (GURE Β’ 465/27.02.2013) del viceministro delle Finanze. La decisione n. 2/1755/0025/20.02.2013 è stata ulteriormente modificata dalle decisioni n. 2/38310/0025/14.05.2014 (GURE Β’ 1262/16.05.2014) e n. 2/43758/0025/29/06/2015 (GURE Β’ 1289/29.06.2015), che sono quindi pertinenti ai fini della presente decisione.</p></td></tr></tbody></table>
3. Misure
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>Il 25 agosto 2007, con decisione ministeriale n. 47870/25.08.2007 (GURE 1706/B’/25.08.2007), il ministro greco dell’Interno, della pubblica amministrazione e del decentramento ha dichiarato lo stato di emergenza in tutto il paese a causa degli incendi del luglio e dell’agosto 2007, divampati nelle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché nel distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno dichiarato che la portata e l’entità della distruzione causata dagli incendi in queste zone sono state enormi e hanno comportato la perdita di vite umane e animali nonché la devastazione di campagne, sia a livello di foreste che di terreni agricoli, e infrastrutture, con conseguenze estremamente gravi per l’economia locale. Il fenomeno ha avuto dimensioni tali da indurre le autorità greche a classificarlo come «calamità» ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, come indicato nei pertinenti grafici della Commissione cui le autorità greche hanno fatto riferimento nella corrispondenza con tale istituzione <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Per far fronte alla situazione il ministro greco dell’Economia e delle finanze ha adottato la decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) <a>(<span>4</span>)</a>, successivamente modificata e integrata. Tale decisione recava il titolo seguente: prestiti per capitale agrario e altre agevolazioni creditizie a favore delle imprese e dei professionisti colpiti dagli incendi dell’anno 2007 nelle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché nel distretto di Aigialeia, nell[a prefettura dell]’Acaia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>La decisione istituiva i due regimi di aiuto di Stato <a>(<span>5</span>)</a> seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>un regime che consentiva la ristrutturazione dei debiti maturati fino al 25 agosto 2007, scaduti o meno <a>(<span>6</span>)</a> (denominato «regime A» ai fini della presente decisione), che prevedeva la capitalizzazione dei debiti, successivamente trasformati in nuovi prestiti, e la concessione di un ammortamento differito, di abbuoni di interesse e di garanzie statali;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>un regime che riguardava i nuovi prestiti per capitale agrario da concedersi dopo il 25 agosto 2007, per i quali potevano essere accordati abbuoni di interesse e garanzie statali <a>(<span>7</span>)</a> (denominato «regime B» ai fini della presente decisione).</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>In particolare, la decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) stabiliva quanto riportato di seguito.</p><p>«La ristrutturazione del debito e la concessione di capitale agrario alle imprese e ai professionisti stabiliti e operanti nelle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché nel distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia, colpiti dagli incendi del 2007.</p><p>A. Ristrutturazione del debito</p><p>Tutti i debiti, scaduti o meno, maturati fino al 25 agosto 2007 dalle imprese e dai professionisti colpiti dagli incendi del 2007, sono capitalizzati e trasformati in un nuovo prestito con un ammortamento differito di 28 mesi. La prima rata è pagabile al 31 dicembre 2009. La parte restante del prestito è rimborsata in rate semestrali di pari importo (ammortamento del capitale e degli interessi). La durata totale dell’accordo di prestito è di dieci anni, compreso il periodo dell’ammortamento differito. Gli interessi applicati al prestito sono sovvenzionati dal conto istituito ai sensi della legge 128/1975 in una misura pari al 100 % nel periodo dell’ammortamento differito e al 50 % per la restante durata del prestito.</p><p>Il tasso di interesse di una ristrutturazione del debito è pari al tasso dell’ultima emissione di buoni del Tesoro greco a dodici mesi precedente all’inizio del periodo dell’interesse, più la maggiorazione del 70 % del contributo totale prevista ai sensi della legge 128/1975. L’aliquota di sovvenzione è arrotondata per eccesso/difetto al più vicino quarto di punto.</p><p>Per quanto riguarda il capitale e gli interessi relativi ai summenzionati prestiti, la garanzia del governo greco è concessa conformemente alla vigente legge 2322/1995.</p><p>B. Concessione di prestiti per capitale agrario a imprese e professionisti</p><p>Gli enti creditizi possono erogare capitale di credito conformemente alle corrispondenti disposizioni che disciplinano i requisiti e il capitale di credito di cui alla vigente legge n. 1955/2.7.1991 del governatore della Banca di Grecia. Tali prestiti sono sovvenzionati dal conto istituito ai sensi della legge 128/1975 secondo quanto segue:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>per i prestiti fino a 5 000 EUR l’abbuono di interesse è pari al 100 %;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>per i prestiti fino a 20 000 EUR l’abbuono di interesse è pari all’80 %;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>per i prestiti fino a 60 000 EUR l’abbuono di interesse è pari al 50 %;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>per i prestiti fino a 90 000 EUR l’abbuono di interesse è pari al 30 %.</p></td></tr></tbody></table><p>L’importo dell’abbuono di interesse è lo stesso per l’intero ammontare del prestito.</p><p>Tali prestiti saranno concessi in una misura pari al 35 % massimo del fatturato realizzato dall’impresa nel 2006 e avranno una durata di 60 mesi.</p><p>Il tasso di interesse dei suddetti prestiti è pari al tasso dell’ultima emissione di buoni del Tesoro greco a dodici mesi precedente all’inizio del periodo dell’interesse, più la maggiorazione del 70 % del contributo totale prevista ai sensi della legge 128/1975. L’aliquota di sovvenzione è arrotondata per eccesso/difetto al più vicino quarto di punto.</p><p>Occorre sottolineare che il fatturato delle imprese che non hanno realizzato vendite nel precedente anno 2006 o che hanno cominciato a svolgere l’attività tra il 1<span>o</span> gennaio 2007 e il 31 agosto 2007 sarà determinato in base agli acquisti effettuati nei primi sei mesi di attività del 2007 moltiplicati per due (2), e l’importo sarà stabilito tenendo conto di un tasso di profitto lordo pari al 45 %.</p><p>Per quanto riguarda il capitale e gli interessi relativi ai summenzionati prestiti, la garanzia del governo greco è concessa conformemente alla vigente legge 2322/1995.»</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>La decisione n. 38600/Β.1750/5-9-2007 (GURE 1780/Β’/5-9-2007) ha modificato il titolo e il testo della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007). Il nuovo titolo è il seguente: prestiti per capitale agrario e altre agevolazioni creditizie a favore delle imprese e dei professionisti nelle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché nel distretto di Aigialeia, nell[a prefettura dell]’Acaia. In altre parole, la parte della frase<span>colpiti dagli incendi dell’anno 2007</span>, che si riferiva ai beneficiari dei regimi di aiuto e sembrava quindi limitare l’ambito di applicazione di tali regimi ai beneficiari effettivamente colpiti dagli incendi, è stata rimossa dal titolo della base giuridica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>Inoltre, la decisione n. 38600/Β.1750/5-9-2007 (GURE 1780/Β’/5-9-2007) ha aggiunto una frase, riportata in grassetto nell’estratto che segue, alla decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007), capo A, primo comma.</p><p>«A. Ristrutturazione del debito</p><p>Tutti i debiti, scaduti o meno, maturati fino al 25 agosto 2007 dalle imprese e dai professionisti<span>delle summenzionate prefetture, le quali sono state colpite</span> dagli incendi del 2007, sono capitalizzati e trasformati in un nuovo prestito con un ammortamento differito di 28 mesi. La prima rata è pagabile al 31 dicembre 2009.» (grassetto aggiunto)</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>La combinazione di queste due modifiche ha fatto sì che il requisito secondo cui i danni subiti dai beneficiari dovevano essere stati causati dagli incendi del 2007 non fosse più applicabile ai beneficiari ma solo alle prefetture in cui questi erano stabiliti e operanti, a prescindere dall’ubicazione della loro sede. Tale conclusione è corroborata dalla risposta fornita dalle autorità greche a un quesito posto dalla Commissione nella sua lettera dell’11 dicembre 2015, ossia se la compensazione fosse concessa ai beneficiari in virtù dei danni da loro subiti come conseguenza diretta degli incendi. Nella loro risposta dell’11 febbraio 2016 le autorità greche hanno insistito sulla natura universale e senza precedenti degli incendi, che hanno arrecato danni alle imprese semplicemente perché le loro attività produttive erano ubicate nelle zone colpite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Le altre decisioni e leggi di cui al considerando 9 hanno ulteriormente modificato e integrato la decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007). La decisione n. 46082/Β.2123/24-10-2007 (GURE 2139/Β’/2-11-2007) stabiliva, tra l’altro, quanto riportato di seguito.</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p>Alla fine del capo A [della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GG II 1740/30-8-2007)] sono aggiunti i commi seguenti: «Ristrutturazione del debito».</p><p>«Gli enti creditizi possono attuare le suddette ristrutturazioni senza la garanzia dello Stato greco fino a un massimo di 25 000 000 di EUR per impresa. Le attività commerciali e i professionisti possono chiedere ristrutturazioni per un massimo di 100 000 EUR.</p><p>Le imprese che chiedano di ristrutturare debiti superiori a 100 000 EUR e fino a un massimo di 25 000 000 di EUR devono trasmettere uno studio di redditività all’ente creditizio presso il quale hanno contratto la maggior parte dei debiti, ai fini di una valutazione.</p><p>Sono esclusi dalle disposizioni del capo A:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>I prestiti a favore di imprese/professionisti già inclusi nelle clausole di ristrutturazione ai sensi della vigente legge 128/1975, salvo quando tali imprese o professionisti possono dimostrare che gli incendi hanno danneggiato stabilimenti, apparecchiature meccaniche, materie prime o merci di loro proprietà. Tali danni devono essere confermati presentando un certificato rilasciato dalle competenti autorità degli enti prefettizi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>i prestiti a favore di imprese/professionisti contratti a fronte della cessione del diritto di ricevere la sovvenzione prevista da un programma di investimento sulla base di regimi di sostegno statali;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>i prestiti a favore di imprese/professionisti inclusi in un regime di finanziamento in base al quale l’investimento è considerato parte di un regime di sostegno statale».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>Alla fine del capo B [della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GG II 1740/30-8-2007)] sono aggiunti i due commi seguenti: «Concessione di prestiti per capitale agrario a imprese e professionisti».</p><p>«Le sopraindicate disposizioni del capo B si applicano alle imprese e ai professionisti che avevano percepito le sovvenzioni previste da un programma di investimento nell’ambito di un regime di aiuti di Stato, purché tale progetto di investimento sia stato completato.</p><p>Le sopraindicate disposizioni dei capi A e B si applicano sia alle imprese che ai professionisti stabiliti e operanti nei comuni di Aigio, Akrata, Diakopto, Sympoliteia, Erineos e Aigeira, nel distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia, nonché nei comuni di Elios Pronni e Leivatho, nella prefettura della Cefalonia».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>La decisione n. 6391/Β.342/8-2-2008 (GURE 242/Β’/14-2-2008) ha modificato l’importo (da 100 000 EUR a 150 000 EUR) oltre il quale alle imprese che desideravano rinegoziare i propri debiti era richiesto uno studio di redditività e ha prorogato ulteriormente, dal 31 dicembre 2007 al 31 marzo 2008, il termine entro il quale presentare tali domande.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>La decisione n. 34227/Β.1123/23-7-2008 (GURE 1548/Β’/5-8-2008) ha ampliato la portata geografica dei regimi, come descritto al considerando 25, e ha nuovamente prorogato al 31 agosto 2008 il termine per la presentazione delle domande di partecipazione al regime.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>La decisione n. 57198/Β.2406/28-12-2012 (GURE 3462/Β’/28-12-2012) ha modificato i regimi per consentire ai beneficiari cui non era stata accordata la garanzia statale di chiedere la sospensione del rimborso del loro debito nel periodo compreso tra il 1<span>o</span> gennaio 2012 e il 31 dicembre 2012. I mutuatari erano comunque tenuti a versare gli interessi accumulati durante il periodo di sospensione. Il termine entro il quale i beneficiari avrebbero dovuto rivolgersi agli enti creditizi per usufruire di tale disposizione era fissato al 28 febbraio 2013.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Le condizioni per la concessione di una garanzia statale sono descritte in dettaglio nella decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007), le cui parti pertinenti recitano quanto riportato di seguito.</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«1)</p></td><td><p>Lo Stato greco accorda una garanzia pari all’80 % massimo per ristrutturare i debiti, scaduti o meno, maturati fino al 25 agosto 2007, trasformandoli da prestiti concessi dagli enti creditizi ai professionisti e alle imprese stabiliti e operanti, a prescindere dall’ubicazione della loro sede, nelle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché nel distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia, comuni questi colpiti dagli incendi del 2007, in un nuovo prestito da rimborsare in rate semestrali di pari importo (ammortamento del capitale e degli interessi) con un ammortamento differito dal 25 agosto 2007 al 31 dicembre 2009. La durata totale dell’accordo di prestito è di dieci (10) anni, compreso il periodo dell’ammortamento differito. Il pagamento della prima rata di tale prestito sarà effettuato il 30 giugno 2010.</p></td></tr></tbody></table><p>Il tasso di interesse di tale prestito è sovvenzionato e stabilito conformemente alle condizioni di cui alla decisione n. 36579/Β.1666/27.8.2007 del ministro dell’Economia e delle finanze.</p><p>La garanzia dello Stato greco sarà applicata all’80 % del debito ristrutturato e degli interessi maturati su tale debito fino a un importo massimo di 20 000 000,00 per impresa.</p><p>La garanzia dello Stato greco sarà altresì accordata ad attività commerciali [di persone fisiche], membri registrati delle camere di commercio e professionisti di tali prefetture i cui debiti da ristrutturare non superino i 100 000,00 EUR.</p><p>Gli interessi relativi al periodo dell’ammortamento differito sono capitalizzati il 31 dicembre 2009, mentre il pagamento della prima rata del prestito sarà effettuato il 30 giugno 2010.</p><p>In caso di mancato pagamento di tre rate di ammortamento consecutive, gravate dei rispettivi interessi, oppure di tre quote del capitale e degli interessi derivanti dalla ristrutturazione di cui sopra, l’importo dei debiti ristrutturati diviene esigibile e pagabile nella sua totalità. Affinché i loro crediti garantiti siano riconosciuti dallo Stato, una volta trascorsi tre mesi dalla terza rata le banche devono trasmettere i documenti giustificativi di cui alla decisione n. 2/478/0025/4.1.2006 (GG II 16/13.1.2006) del ministro dell’Economia e delle finanze.</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>Lo Stato greco accorda una garanzia pari all’80 % per la concessione di prestiti per capitale agrario della durata di cinque anni, compreso il periodo dell’ammortamento differito, ai professionisti e alle imprese stabiliti e operanti, a prescindere dall’ubicazione della loro sede, nelle prefetture di Messenia, Elide, Laconia ed Eubodea nonché nel distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia, che sono stati colpiti dagli incendi del 2007.</p></td></tr></tbody></table><p>Il tasso di interesse di tali prestiti è sovvenzionato e stabilito conformemente alle condizioni di cui alla decisione n. 36579/Β.1666/27.8.2007 del ministro dell’Economia e delle finanze.</p><p>Questi prestiti saranno concessi a tutte le imprese delle suindicate prefetture in una misura pari al 35 % massimo del fatturato realizzato dall’impresa nel 2006 e ammonteranno a massimo 90 000,00 EUR per impresa. Il fatturato delle imprese che non hanno realizzato vendite nel precedente anno 2006 o che hanno cominciato a svolgere l’attività tra il 1<span>o</span> gennaio 2007 e il 27 agosto 2007 sarà determinato in base agli acquisti effettuati nei primi sei mesi di attività del 2007 moltiplicati per due (2), e l’importo sarà stabilito tenendo conto di un tasso di profitto lordo pari al 45 %.</p><p>Tali prestiti saranno rimborsati in quote semestrali del capitale e degli interessi di pari importo, con un ammortamento del capitale differito dalla data di esborso al 31 dicembre 2009. Il pagamento della prima rata sarà effettuato il 30 giugno 2010. L’importo non sovvenzionato degli interessi maturati durante il periodo dell’ammortamento differito sarà a carico delle imprese.</p><p>Tali prestiti saranno gestiti mediante un accordo di prestito nuovo e distinto. Per i summenzionati prestiti lo Stato greco accorda a tutte le imprese una garanzia pari all’80 % del capitale e dei rispettivi interessi nel periodo dell’ammortamento differito e nel periodo normale.</p><p>[…]</p><p>Documenti giustificativi richiesti:</p><p>[…]</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>studio di redditività, accompagnato dalle garanzie reali proposte (solo per le imprese che chiedono la ristrutturazione di un debito superiore a 100 000,00 EUR).</p></td></tr></tbody></table><p>Lo studio in questione dovrebbe contenere quanto segue:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>le passività totali dell’impresa in seguito all’estinzione del debito da questa maturato nei confronti del regime creditizio, dei suoi fornitori, dei fondi di garanzia, del governo e del mercato generale nonché gli accordi relativi alle modalità di rimborso di tali passività;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>i conti pubblicati dall’impresa nei tre anni precedenti (le imprese che tengono conti di tipo B devono trasmettere i moduli E3 ed E9 relativi ai tre anni precedenti);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il flusso di cassa predeterminato dell’impresa per i tre anni successivi (introiti ed esborsi);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>le entrate e gli utili stimati dell’impresa per i tre anni successivi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>il capitale agrario richiesto per svolgere l’attività e le fonti di finanziamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>le garanzie in essere, la proposta di ristrutturazione delle garanzie in essere a copertura del debito estinto e le nuove garanzie reali proposte per i debiti da saldare (solo per debiti superiori a 100 000,00 EUR).</p></td></tr></tbody></table><p>B.Le imprese e i professionisti delle suindicate prefetture che chiedano solo la concessione di un nuovo prestito per capitale agrario a seguito degli incendi boschivi devono presentare le proprie domande alla ragioneria generale dello Stato, direzione 25, sezione D, unitamente ai documenti giustificativi seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>i conti pubblicati dall’impresa nei tre anni precedenti (le imprese che tengono conti di tipo B devono trasmettere i moduli E3 ed E9 relativi ai tre anni precedenti);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il flusso di cassa predeterminato dell’impresa per i tre anni successivi (introiti ed esborsi);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>le entrate e gli utili stimati dell’impresa per i tre anni successivi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>un certificato di registrazione presso la camera della prefettura in cui è stabilita l’impresa (i professionisti e gli allevatori devono presentare un certificato di inizio dell’attività rilasciato dall’ufficio delle imposte locale);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>il pertinente modulo, compilato e sottoscritto, relativo alla valutazione della redditività delle imprese che chiedono la concessione di una garanzia da parte del governo greco, disponibile sul sito Internet della ragioneria generale dello Stato (www.mof-glk.gr).</p></td></tr></tbody></table><p>Nessuna categoria di imprese è tenuta a fornire garanzie reali a copertura dei nuovi prestiti per capitale agrario.</p><p>Le domande e gli studi di redditività saranno valutati dal consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco (articolo 37 della legge 3458/2006, GG I 94/8.5.2006), prima dell’approvazione definitiva della concessione della garanzia conformemente alle disposizioni contenute nella normativa nazionale e comunitaria (articoli 87 e 88 del trattato CE), unitamente alle garanzie proposte e in essere che, ove necessario, copriranno la totalità del debito da ristrutturare.»</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>L’articolo 2, paragrafo 7, della legge n. 3816/2010 (GURE 6/Α’/26.1.2010), come modificato dall’articolo 21, paragrafo 5, della legge n. 3867/2010 (GURE 128/A’/3.8.2010), ha conferito ai beneficiari dei prestiti contratti sulla base della decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007) il diritto di chiedere, fino al 30 agosto 2010, il riconoscimento retroattivo di un periodo di sospensione del versamento del rimborso di ammortamento del capitale della durata di due anni, con decorrenza dal 1<span>o</span> gennaio 2010, con la rispettiva proroga della durata contrattuale del prestito e con una frequenza dei pagamenti dell’interesse stabilita, per il periodo di sospensione, in conformità di quella indicata nel contratto. Il pagamento dell’interesse era a carico dei mutuatari. La decisione n. 2/22475/0025/25.04.2012 (GURE Β’ 1346), come modificata dalle decisioni n. 2/52027/0025/30.08.2012 (GURE Β’ 2404) e n. 2/1755/0025/20.02.2013 (GURE Β’ 465/27.02.2013), ha consentito la proroga di tale sospensione dal 1<span>o</span> gennaio 2012 al 31 dicembre 2012 previa presentazione della relativa domanda, da trasmettersi all’ente creditizio entro il 28 febbraio 2013. La decisione n. 2/38310/0025/14.05.2014 (GURE Β’ 1262/16.05.2014) ha previsto un’ulteriore sospensione tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2014, mentre la decisione n. 2/43758/0025/29.06.2015 (GURE Β’ 1289/29.06.2015) ha consentito un’altra sospensione tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2016 per i prestiti in scadenza dopo il 1<span>o</span> gennaio 2017.</p></td></tr></tbody></table>
4. Portata geografica degli aiuti
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Originariamente i regimi di aiuto si applicavano alle prefetture di Messenia, Elide, Arcadia, Laconia ed Eubea nonché al distretto di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia. La portata di tali regimi è stata successivamente estesa ai comuni di Aigio, Akrata, Diakopto, Sympoliteia, Erineos e Aigeira, nelle vicinanze di Aigialeia, nella prefettura dell’Acaia, e ai comuni di Elios Pronni e Leivatho, nella prefettura della Cefalonia, ai sensi della decisione n. 46082/Β.2123/24-10-2007 (GURE 2139/Β’/2-11-2007) e della decisione n. 2/86490/0025/31.12.2007 (GURE B’ 2493/31.12.2007) per quanto riguarda in particolare le garanzie statali, nonché ai comuni di Argalasti e Afeton e agli insediamenti di Agia Paraskevi, Zormiadon, Porou e Troulou del comune di Sciato, nella prefettura della Magnesia, ai sensi della decisione n. 34227/Β.1123/23-7-2008 (GURE 1548/Β’/5-8-2008) e della decisione n. 2/57144/0025/20.08.2008 (GURE B’ 1732/28.08.2008) per quanto riguarda in particolare le garanzie statali.</p></td></tr></tbody></table>
5. Durata
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>I regimi di aiuto di Stato (con successive modifiche) sono stati istituiti con decisione ministeriale n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) del ministro dell’Economia e delle finanze, pubblicata il 30 agosto 2007 e, secondo quanto affermato dalle autorità greche, tuttora vigente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>Le autorità hanno indicato che le domande dei beneficiari dovevano pervenire entro il 31 dicembre 2007, mentre per Argalasti, Afeton e gli insediamenti di Agia Paraskevi, Zormiadon, Porou e Troulou del comune di Sciato, nella prefettura della Magnesia, tale termine era fissato al 31 ottobre 2008. La durata dei prestiti era di 10 anni per il regime A (cfr. considerando 14) e di 5 anni per il regime B (cfr. considerando 14). I prestiti sono stati erogati entro il 31 dicembre 2010. Le garanzie statali erano connesse alle specifiche operazioni finanziarie (ossia ai prestiti legati alla ristrutturazione del debito nel quadro del regime A e alla suddetta durata di 10 anni, oppure ai prestiti per capitale agrario concessi nel quadro del regime B e alla suddetta durata di 5 anni).</p></td></tr></tbody></table>
6. Importo stimato del presunto aiuto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno comunicato alla Commissione che gli abbuoni di interesse concessi ai beneficiari ammontavano in totale a 192 771 140,81 EUR. In particolare uno dei beneficiari, Sogia Ellas e relative controllate, ha ricevuto un abbuono di interesse pari a 8 293 527,92 EUR senza alcuna garanzia statale. Per quanto concerne le garanzie statali, le autorità greche hanno indicato che l’importo totale dei prestiti ammontava a 146 969 403,78 EUR mentre il totale garantito dallo Stato greco era di 117 575 523,04 EUR. Le autorità greche hanno comunicato alla Commissione che gli enti creditizi avevano già provveduto a trasmettere domande di attivazione della garanzia per 396 prestiti (elargiti a 298 beneficiari), per un totale di 55 233 316,43 EUR. Le autorità greche hanno sottolineato che la valutazione delle domande, effettuata al momento della trasmissione delle informazioni nel febbraio 2018, si è conclusa con l’attivazione di una garanzia statale in 62 casi su 76 e che lo Stato greco ha quindi versato agli enti creditizi un importo pari a 6 836 810,80 EUR. Tali calcoli sono tuttavia provvisori, dato che le autorità greche stanno ancora elaborando le informazioni allo scopo di confermare gli importi e i beneficiari finali.</p></td></tr></tbody></table>
7. Beneficiari
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>I regimi di aiuto sembrano essere aperti, tra l’altro <a>(<span>8</span>)</a>, a tutte le imprese attive nella produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui all’allegato I TFUE e nel settore forestale, purché siano stabilite e operanti in una delle zone cui sono applicabili i regimi di aiuto, a prescindere dall’ubicazione della loro sede (cfr. considerando 15).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno provvisoriamente stimato a 3 773 (comprese Sogia Ellas e relative controllate) il numero delle imprese beneficiarie di abbuoni di interesse e a 746 quello delle imprese beneficiarie di garanzie statali.</p></td></tr></tbody></table>
8. Costi ammissibili
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>Sembrano essere stati ammessi i costi di esercizio delle imprese stabilite e operanti in una delle zone cui sono applicabili i regimi di aiuto, a prescindere dall’ubicazione della loro sede. Le imprese che non hanno esercitato alcuna attività economica sono state escluse dai regimi. Le imprese con più di un’unità produttiva potevano beneficiare degli aiuti elargiti nel quadro dei regimi soltanto in relazione alle attività svolte dalle unità produttive stabilite e operanti nelle zone interessate. In particolare, per quanto riguarda il regime B, i beneficiari potevano ricevere prestiti fino al 35 % del fatturato della loro unità produttiva stabilita e operante nelle zone colpite, a prescindere dall’ubicazione della sede dell’impresa.</p></td></tr></tbody></table>
9. Forma e intensità dell’aiuto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>L’aiuto è concesso sotto forma di garanzie statali e abbuoni di interesse. Le garanzie statali si applicavano all’80 % del prestito, compresi i relativi interessi. Per quanto riguarda gli abbuoni di interesse nel caso di prestiti rinegoziati, l’aiuto ammontava al 100 % nel periodo dell’ammortamento differito e al 50 % per la restante durata del prestito. Per i nuovi prestiti gli abbuoni di interesse erano compresi tra il 30 % e il 100 %, come descritto al considerando 15.</p></td></tr></tbody></table>
III. DUBBI SOLLEVATI DALLA COMMISSIONE NELLA DECISIONE DI AVVIARE UN PROCEDIMENTO
1. Sussistenza di aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>Al fine di procedere in modo strutturato alla valutazione della conformità dei regimi in questione alle condizioni di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, la Commissione ha esaminato separatamente i due strumenti utilizzati in ciascuno di essi: l’abbuono di interesse, da un lato, e la garanzia statale, dall’altro.</p></td></tr></tbody></table>
Abbuono di interesse
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>L’abbuono di interesse concesso dallo Stato greco in virtù della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007), come successivamente modificata e integrata, rispettava tutte le condizioni previste all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. Tale sovvenzione era erogata dallo Stato greco e conferiva un chiaro vantaggio in quanto riduceva notevolmente i costi associati al prestito e, in alcuni casi e per alcuni periodi di tempo, azzerava perfino gli interessi, come descritto in dettaglio al considerando 15.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Anche la condizione di selettività è stata soddisfatta, dato che i beneficiari erano limitati alle imprese aventi stabilimenti nelle zone geografiche colpite dagli incendi del 2007, come indicato al considerando 25.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Per quanto attiene alla condizione relativa alla distorsione della concorrenza, conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia, il semplice fatto che la posizione concorrenziale di un’impresa venga rafforzata nei confronti di altre imprese concorrenti, conferendole un vantaggio economico che non avrebbe ottenuto nell’ambito delle sue normali operazioni, evidenzia una possibile distorsione della concorrenza <a>(<span>9</span>)</a>. Nel caso di specie la posizione concorrenziale dei beneficiari è stata rafforzata dal vantaggio economico conferito dalla misura nazionale, la quale poteva quindi falsare la concorrenza. L’aiuto concesso a un’impresa risulta incidere sugli scambi tra Stati membri nei casi in cui l’impresa in questione è attiva in un mercato aperto al commercio intraunionale <a>(<span>10</span>)</a>. I beneficiari dell’aiuto di cui trattasi erano operanti nel mercato altamente concorrenziale dei prodotti agricoli e nel settore forestale. Inoltre, secondo la giurisprudenza della Corte, non esiste una soglia o una percentuale al di sotto della quale si possa ritenere che gli scambi tra Stati membri non siano stati pregiudicati. Infatti, l’entità relativamente esigua di un aiuto o le dimensioni relativamente modeste dell’impresa beneficiaria non escludono a priori l’eventualità che vengano influenzati gli scambi tra imprese <a>(<span>11</span>)</a>. Nei settori agricolo e forestale si registrano importanti scambi a livello intraunionale. Per questo motivo si ritiene che la misura in oggetto abbia potuto incidere sugli scambi tra Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Per quanto riguarda l’abbuono di interesse, tutte le condizioni di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE sembravano pertanto soddisfatte.</p></td></tr></tbody></table>
Garanzia statale
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>Con decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007), come successivamente modificata e integrata, lo Stato greco ha altresì deciso di concedere la propria garanzia alle imprese aventi stabilimenti nelle zone geografiche colpite dagli incendi del 2007. Le condizioni per la concessione di tale garanzia sono state ulteriormente precisate dalla decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007), come successivamente modificata e integrata. Come indicato nella sezione 2.1 della comunicazione della Commissione sulle garanzie <a>(<span>12</span>)</a>, i criteri generali dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE si applicano anche alle garanzie. Le garanzie concesse direttamente dallo Stato possono di fatto costituire aiuti di Stato. Il beneficio derivante dalla garanzia statale risiede nel fatto che il relativo rischio viene assunto dallo Stato. Tale rischio dovrebbe in linea di principio essere remunerato con un adeguato corrispettivo (premio). L’eventuale rinuncia al premio stesso comporta una perdita di risorse per lo Stato e nel contempo un beneficio per l’impresa. Pertanto, nel caso di specie la garanzia è stata concessa mediante risorse statali. La comunicazione della Commissione sulle garanzie precisa inoltre che un aiuto di Stato può comunque sussistere anche nei casi in cui risulti che non è stato effettuato alcun esborso in virtù della garanzia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Il beneficio arrecato dalla garanzia concessa in esecuzione dei regimi è evidente. Come indicato nella sezione 2.3 della comunicazione della Commissione sulle garanzie, quando il mutuatario non è tenuto a pagare il premio, o paga un premio basso, ottiene un vantaggio. Inoltre, rispetto a una situazione priva di garanzie, la garanzia statale gli consente di ottenere per il prestito condizioni migliori di quelle conseguibili in genere sui mercati finanziari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>Il fatto che i beneficiari del regime A fossero tenuti a fornire garanzie qualora il loro debito rinegoziato superasse i 100 000,00 EUR (cfr. considerando 23) non ha modificato la valutazione secondo cui, anche in questi casi, nella garanzia statale concessa era presente un elemento di aiuto. Le pertinenti osservazioni presentate dalla Commissione nella sua decisione 2012/320/UE <a>(<span>13</span>)</a>, confermate dalla sentenza del Tribunale nella causa T-150/12 <a>(<span>14</span>)</a>, si applicavano anche al caso di specie. Di conseguenza, anche in presenza di garanzie fornite dai beneficiari, la garanzia statale costituiva un aiuto in quanto, qualora i beneficiari non fossero riusciti a rimborsare il prestito ricevuto, l’esecuzione dei diritti conferiti dai contratti di garanzia sarebbe dipesa unicamente dallo Stato. Situazione, questa, riscontrabile nella realtà, dato che nella base giuridica dei regimi non parevano esserci disposizioni che prevedessero l’attivazione automatica degli accordi di garanzia in caso di mancato pagamento dei prestiti da parte dei beneficiari. Infine, non era chiaro se la garanzia dovesse coprire, in tutti i casi, l’intero ammontare del prestito. Non era nemmeno chiaro se ai fini del calcolo del premio eventualmente applicabile si tenesse in certo qual modo conto della garanzia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>La sezione 3.4 della comunicazione della Commissione sulle garanzie elenca una serie di condizioni cumulative che, se soddisfatte, escluderebbero la presenza di aiuti di Stato. Pareva che la misura in oggetto non soddisfacesse tutte queste condizioni. In particolare, i regimi non sembravano essere preclusi a mutuatari che si trovassero in difficoltà finanziarie, come invece prescritto dalla sezione 3.4, lettera a), della comunicazione della Commissione sulle garanzie. Le autorità greche hanno argomentato che le imprese in difficoltà erano state escluse dai regimi in virtù degli studi di redditività che dovevano essere presentati prima di ricevere la garanzia statale. Tuttavia, in base alla formulazione della decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007), l’obbligo di presentare uno studio di redditività si applicava solo alle imprese che chiedevano la ristrutturazione di un debito superiore a 100 000,00 EUR, come riportato al considerando 23. Sembrava pertanto che il criterio di esclusione delle imprese in difficoltà non fosse stato applicato agli altri beneficiari del regime A, né ad alcuno dei beneficiari del regime B. La Commissione, inoltre, sulla base dei ragionamenti elaborati ai considerando 88 e 89 della decisione 2012/307/UE della Commissione <a>(<span>15</span>)</a> e in considerazione della suddetta decisione ministeriale, non poteva accettare tale argomentazione. Tale decisione prevede che nello studio di redditività siano riportati «le passività totali dell’impresa in seguito all’estinzione del debito da questa maturato nei confronti del regime creditizio, dei suoi fornitori, dei fondi di garanzia, del governo e del mercato generale nonché gli accordi relativi alle modalità di rimborso di tali passività». La concessione di aiuti alle imprese in difficoltà non poteva pertanto essere esclusa, dato che tra gli elementi presi in considerazione ai fini dello studio di redditività figurava la ristrutturazione del debito basata sul regime A. In altre parole, lo studio di redditività poneva l’accento sulle prospettive di remuneratività dei beneficiari a seguito della ristrutturazione del loro debito, condotta sulla base del regime A. In tal modo anche i richiedenti che si trovavano in difficoltà al momento dell’esecuzione dello studio hanno potuto ammessi al regime A, in virtù del potenziale ritorno alla redditività previsto a seguito della concessione dell’aiuto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Inoltre, in riferimento alla sezione 3.4, lettera d), della comunicazione della Commissione sulle garanzie, non era chiaro se i beneficiari fossero tenuti a versare premi e, in tal caso, su quale base fosse stato calcolato tale premio al fine di assicurare che il prezzo di ogni garanzia fosse orientato al mercato. Le basi giuridiche dei regimi non contengono alcun riferimento ai calcoli, né le autorità greche, nelle lettere di cui al considerando 2, hanno fatto allusione alcuna all’obbligo di versare un premio come condizione per la concessione di garanzie statali. Non era chiaro quindi se le modalità del regime fossero basate su una valutazione realistica del rischio, di modo che i premi eventualmente pagati dai beneficiari consentissero, con ogni probabilità, l’autofinanziamento del regime stesso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>Parevano pertanto assenti la valutazione adeguata e progressiva in merito all’autofinanziamento del regime, la revisione annuale dell’adeguatezza del livello degli eventuali premi nonché il potenziale adeguamento di questi, il cui scopo era garantire che il regime potesse continuare ad autofinanziarsi. Anche in questo caso, le basi giuridiche dei regimi non prevedevano nulla al riguardo. Di conseguenza, nemmeno la condizione di cui alla sezione 3.4, lettera e), della comunicazione della Commissione sulle garanzie può considerarsi soddisfatta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>Inoltre, non era nemmeno chiaro se, anche nel caso in cui i regimi prevedessero il pagamento di premi per le garanzie statali, tali premi coprissero, in linea con la sezione 3.4, lettera f), della comunicazione della Commissione sulle garanzie, i normali rischi inerenti alla concessione della garanzia, le spese amministrative del regime nonché una remunerazione annua di un capitale adeguato, anche se questo non è affatto costituito o lo è solo parzialmente. Non era pertanto chiaro se i premi fossero conformi al mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>Sembrava inoltre che i regimi non precisassero le imprese ammissibili in termini di rating, il che è una condizione di trasparenza ai sensi della sezione 3.4, lettera g), della comunicazione della Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>All’epoca della decisione di avviare un procedimento non vi erano elementi che dimostrassero se le opzioni di cui alla sezione 3.5 della comunicazione della Commissione sulle garanzie, relative all’utilizzo dei premi «esenti» o unici nei regimi di garanzia per le PMI, fossero applicabili ai regimi in esame. Non si poteva escludere che le PMI avessero tratto vantaggio da tali regimi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>La Commissione non ha pertanto potuto escludere la presenza di aiuti di Stato sulla base delle condizioni di cui alla sezione 3.4 della comunicazione della Commissione sulle garanzie. Al contrario, le garanzie statali delle misure in oggetto costituivano un aiuto di Stato, in quanto soddisfacevano le pertinenti condizioni stabilite all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>Per quanto concerne l’imputabilità delle misure allo Stato, era chiaro che le garanzie statali erano fornite dallo Stato greco.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>Nella decisione di avviare un procedimento la Commissione ha osservato che, ai sensi della decisione n. 2/54310/0025/13.09.2007 (GURE Β’ 1858/13.9.2007), la responsabilità di valutare tutte le domande prima di concedere le garanzie statali spettava al consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco <a>(<span>16</span>)</a>. Le sue azioni erano pertanto imputabili allo Stato e le autorità greche non potevano sostenere che le garanzie statali avrebbero potuto essere revocate ex tunc, in quanto al momento dell’erogazione non erano state rispettate alcune delle condizioni per la loro concessione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>Per quanto concerne il coinvolgimento di risorse statali, le garanzie statali comportavano l’assunzione del relativo rischio da parte dello Stato. Esse hanno pertanto messo a rischio risorse statali, dato che i costi per la loro attivazione sarebbero stati a carico del bilancio dello Stato. Inoltre, qualsiasi garanzia non opportunamente remunerata comportava una perdita di risorse finanziarie per lo Stato. Le basi giuridiche relative alla concessione di garanzie statali non prevedevano il pagamento di alcun premio da parte dei beneficiari. In base alle informazioni a disposizione della Commissione all’epoca della decisione di avviare un procedimento, sembrava che le imprese che avevano beneficiato delle garanzie non avessero versato alcun premio, il che significa che le garanzie non sono state adeguatamente remunerate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>Dato che, sulla base delle informazioni disponibili, le imprese che hanno beneficiato delle garanzie non hanno dovuto versare alcun (eventuale) premio d’importo pari a quello potenzialmente richiesto da un operatore in un’economia di mercato per concedere tale garanzia, esse hanno ricevuto un vantaggio. Inoltre, non si poteva escludere che alcuni beneficiari non fossero o non sarebbero stati in grado di ricevere garanzie o prestiti sul mercato (indipendentemente dal premio o dal tasso di interesse), nel qual caso il loro vantaggio era o sarebbe stato rappresentato dall’importo effettivamente coperto dalla garanzia statale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>Per quanto concerne la selettività, la distorsione della concorrenza e l’incidenza sugli scambi si applicano le medesime considerazioni di cui ai considerando 35 e 36. Anche tali condizioni sono pertanto soddisfatte.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(53)</p></td><td><p>All’epoca della decisione di avviare un procedimento sembrava quindi che, in relazione alla garanzia statale sui prestiti, le condizioni di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE fossero soddisfatte.</p></td></tr></tbody></table>
2. Illegalità dei regimi di aiuto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(54)</p></td><td><p>Alla luce del fatto che le misure erano già state attuate senza essere state notificate alla Commissione, l’aiuto concesso nel quadro dei regimi costituiva un aiuto illegale ai sensi dell’articolo 1, lettera f), del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio <a>(<span>17</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
3. Compatibilità dell’aiuto con il mercato interno
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(55)</p></td><td><p>Avendo stabilito che i regimi costituivano un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, era necessario valutare se esso fosse compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafi 2 o 3, TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(56)</p></td><td><p>La Grecia ha invocato la possibile compatibilità della misura a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(57)</p></td><td><p>L’applicabilità geografica dei regimi è limitata alle zone colpite da vasti incendi che, secondo le autorità greche, rientrano nella definizione di calamità naturale. La Commissione ha considerato calamità naturali gli incendi boschivi di origine naturale ma ha constatato che gli incendi che causano perdite estese costituiscono eventi eccezionali. Tale distinzione non ha avuto conseguenze ai fini della valutazione dato che sia le calamità naturali che gli eventi eccezionali devono essere valutati, in virtù della stessa deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, come aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(58)</p></td><td><p>Poiché i regimi di aiuto in esame costituivano un aiuto non notificato, perché la deroga di cui all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE fosse applicabile era fondamentale che essi rispettassero le norme in materia di aiuti di Stato vigenti al momento della concessione dell’aiuto. In base alle indicazioni fornite dalle autorità greche, i regimi in questione erano attivi dal 25 agosto 2007. Di conseguenza, l’esame della compatibilità dei regimi di aiuto con il mercato interno è stato effettuato alla luce delle disposizioni legislative in materia di aiuti di Stato che erano in vigore durante il suddetto periodo. Le norme di cui trattasi sono gli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013 (gli «orientamenti 2007-2013») <a>(<span>18</span>)</a>, e in particolare il capitolo V.B.2 per l’agricoltura e il capitolo VII per il settore forestale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(59)</p></td><td><p>La Commissione, alla luce dei dubbi sollevati al considerando 40 circa l’esclusione delle imprese in difficoltà dai regimi in questione, ha fornito un chiarimento nella fase della decisione di avviare un procedimento. L’aiuto concesso alle imprese in difficoltà poteva essere considerato compatibile solo se conforme alle condizioni di cui agli orientamenti della Commissione sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione (in appresso «orientamenti S&R») <a>(<span>19</span>)</a>, che erano in vigore all’epoca in cui è stato concesso l’aiuto nel quadro dei regimi in esame. L’unica eccezione prevista per la concessione di aiuti alle imprese in difficoltà era rappresentata dagli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali, cui, come indicato ai punti 19 e 20 degli orientamenti S&R, tali orientamenti non si applicavano. Ne consegue che la sezione successiva, dedicata agli<span>aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali</span>, esamina tutte le imprese indipendentemente dalla loro redditività all’epoca della concessione degli aiuti, mentre la sezione intitolata<span>aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune regioni economiche</span> distingue, da un lato, le imprese in buona salute finanziaria e, dall’altro, le imprese in difficoltà cui si applicano gli orientamenti S&R.</p></td></tr></tbody></table>
Aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(60)</p></td><td><p>Per quanto concerne l’aiuto concesso all’agricoltura, la Commissione ha dovuto verificare la sussistenza della calamità naturale o dell’evento eccezionale invocati al fine di giustificare la concessione dell’aiuto nonché valutare la conformità alle condizioni cumulative, di cui al capitolo V.B.2 degli orientamenti 2007-2013, di seguito riportate:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>I danni per i quali è stata erogata la compensazione sono una conseguenza diretta e dimostrata della calamità naturale o dell’evento eccezionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l’aiuto non ha determinato una sovracompensazione dei danni e ha ovviato solamente ai danni causati dalla calamità naturale o dall’evento eccezionale, al cui fine la valutazione dei danni dovrebbe essere stata quanto più precisa possibile e la conseguente compensazione dovrebbe essere stata calcolata a livello di singolo beneficiario detraendo dall’importo dell’aiuto eventuali pagamenti dovuti, ad esempio per polizze assicurative.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(61)</p></td><td><p>La base giuridica dei regimi in esame individua le zone colpite dagli incendi. Poiché nei suoi strumenti giuridici relativi agli aiuti di Stato la Commissione ha sempre considerato calamità naturali gli incendi boschivi di origine naturale ma non gli incendi che causano perdite estese, che costituiscono invece eventi eccezionali ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE <a>(<span>20</span>)</a>, le imprese che hanno subito danni a causa degli incendi in questione, indipendentemente dalla valutazione giuridica della natura di questi come calamità naturali o eventi eccezionali, potrebbero essere considerate beneficiari dell’aiuto per i danni subiti come conseguenza diretta di tali eventi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(62)</p></td><td><p>Tuttavia, i regimi in questione non definiscono cosa si intenda per danni né stabiliscono alcun nesso tra l’aiuto e i danni subiti in conseguenza degli incendi. L’unico nesso tra i beneficiari e gli incendi è semmai rappresentato dal fatto che i primi dovevano essere stabiliti e operanti in una delle zone geografiche colpite dagli incendi, a prescindere dall’ubicazione della sede della loro impresa. Quanto precede è stato dedotto dalla risposta delle autorità greche di cui al considerando 18. Ne consegue che i beneficiari potrebbero non aver subito alcun danno e, anche in caso li avessero subiti, la base giuridica dei regimi di aiuto non richiedeva che tali danni fossero una conseguenza diretta degli incendi <a>(<span>21</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(63)</p></td><td><p>Inoltre, la successiva modifica della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007) a opera della decisione n. 46082/Β.2123/24-10-2007 (GURE 2139/Β’/2-11-2007) era indicativa della mancanza di un nesso diretto tra i danni eventualmente subiti e gli incendi come condizione per la concessione dell’aiuto, come si evince dal pertinente estratto di cui al considerando 19. Tale modifica escludeva i prestiti in essere già oggetto di ristrutturazione in passato dall’applicazione del capo A della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007), vale a dire dalla ristrutturazione del debito con un abbuono di interesse. Prevedeva un’unica eccezione per le imprese che potevano «dimostrare che gli incendi [avevano] danneggiato gli edifici dei loro stabilimenti, apparecchiature meccaniche, materie prime o merci di loro proprietà. Tali danni [avrebbero dovuto] essere confermati presentando un certificato prodotto dalle autorità competenti degli enti prefettizi». Tuttavia, in presenza di un nesso diretto tra i danni e gli incendi nel quadro generale del regime tale estratto non avrebbe alcun senso in quanto, per definizione, tutti i beneficiari dovrebbero aver subito danni come conseguenza diretta degli incendi. Per converso, di conseguenza, l’unica conclusione logica che si poteva trarre da tale modifica è che non tutti i beneficiari dovevano aver subito danni a causa degli incendi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(64)</p></td><td><p>Inoltre, le basi giuridiche dei regimi sembravano non prevedere alcun metodo per effettuare una valutazione quanto più precisa possibile dei danni subiti dalle imprese come conseguenza diretta degli incendi, né stabilivano quali costi fossero ammissibili sulla base di tali danni. Come già appurato al considerando 62, i regimi non prevedevano alcun nesso diretto tra gli incendi e i danni che questi hanno effettivamente causato ai beneficiari. Come indicato al considerando 15, l’entità dell’aiuto è stata semmai determinata, in definitiva, dall’importo del prestito per il quale sono stati concessi l’abbuono di interesse e la garanzia statale. Tuttavia, nel caso del regime A l’importo del prestito non era stabilito con esattezza, mentre nel caso del regime B era determinato in base al fatturato di ogni impresa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(65)</p></td><td><p>Inoltre, i regimi sembravano non prevedere alcun meccanismo che monitorasse il cumulo degli aiuti erogati in esecuzione dei regimi con quelli concessi per mezzo di altri regimi, volto a evitare un’eventuale sovracompensazione dei danni subiti dai singoli beneficiari come conseguenza degli incendi in questione. Per di più, nei casi in cui un’impresa aveva effettivamente subito danni a causa degli incendi, i regimi non contenevano disposizioni che escludessero l’aiuto per i pagamenti dovuti, ad esempio per polizze assicurative, a fronte degli stessi danni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(66)</p></td><td><p>Per quanto concerne gli aiuti al settore forestale, è stata operata una distinzione tra gli aiuti di Stato a favore della conservazione, del miglioramento, dello sviluppo e della manutenzione delle foreste, in ragione delle funzioni ecologiche, protettive e ricreative delle foreste, e gli aiuti di Stato a favore delle foreste utilizzate a fini commerciali. Con riferimento alle prime, il capitolo VII degli orientamenti 2007-2013 prevede la possibilità di approvare aiuti di Stato volti a porre rimedio ai danni forestali provocati, tra l’altro, dagli incendi. In linea con tale politica, il punto 174, lettera c), degli orientamenti 2007-2013 stabiliva che non erano ammissibili aiuti per l’abbattimento a scopi commerciali o di ripopolamento dopo l’abbattimento o per la realizzazione e la manutenzione di impianti di cui non fosse dimostrata la valenza in termini ambientali o ricreativi. Per converso, la compatibilità degli aiuti a favore delle foreste utilizzate a fini commerciali doveva essere valutata direttamente a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, in quanto non esistevano orientamenti della Commissione applicabili al riguardo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(67)</p></td><td><p>Per quanto concerne le foreste non utilizzate a fini commerciali, ai sensi del punto 175, lettera a), degli orientamenti 2007-2013 era necessario dimostrare che le misure contribuivano direttamente a mantenere o a ripristinare le funzioni ecologiche, protettive e ricreative delle foreste, la biodiversità e la sanità dell’ecosistema forestale, per esempio qualora l’aiuto fosse concesso per pianificare e ripristinare le foreste colpite dagli incendi, purché l’obiettivo precipuo della misura fosse quello di contribuire a mantenere o ripristinare l’ecosistema e la biodiversità forestale o il paesaggio tradizionale. Non potevano tuttavia essere concessi aiuti per l’abbattimento il cui scopo principale fosse l’estrazione del legno a scopo commerciale o per le operazioni di ripopolamento destinate a sostituire gli alberi abbattuti con alberi equivalenti. La mancanza di un nesso tra gli aiuti e i danni causati dagli incendi ha spinto la Commissione a chiedersi se tali condizioni fossero soddisfatte in tutti i casi in cui, nell’ambito dei regimi in questione, erano stati elargiti aiuti a favore delle foreste non utilizzate a fini commerciali. La Commissione nutriva inoltre dubbi sul fatto che l’obiettivo precipuo dell’aiuto fosse il ripristino dell’ecosistema e della biodiversità forestale o del paesaggio tradizionale, dato che le basi giuridiche dei regimi di aiuto non prevedevano nulla al riguardo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(68)</p></td><td><p>Come già indicato, gli aiuti a favore delle foreste utilizzate a fini commerciali devono essere valutati direttamente a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE. In linea con la prassi decisionale della Commissione <a>(<span>22</span>)</a>, i danni per i quali sono erogati gli aiuti devono essere una conseguenza diretta e dimostrata degli incendi. Gli aiuti non devono determinare una sovracompensazione, dovrebbero unicamente ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali o da altri eventi eccezionali. Gli aiuti erogati per singolo beneficiario, sotto qualsiasi forma, sono limitati ai danni materiali subiti. Tuttavia, la valutazione del rispetto delle condizioni di cui ai considerando da 62 a 65, prevista per il settore agricolo, si applicava mutatis mutandis al settore forestale. La Commissione nutriva anche dubbi in merito all’esistenza di un nesso diretto tra i danni e gli incendi e alla prevenzione della sovracompensazione. Infine, le basi giuridiche dei regimi sembravano non limitare gli aiuti ai danni materiali subiti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(69)</p></td><td><p>Alla luce di tali osservazioni, nella decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 67 della decisione) la Commissione ha ritenuto che le informazioni fornite dalle autorità greche non corroborassero l’argomentazione secondo cui i regimi in esame, in virtù della loro natura e delle disposizioni operative, erano stati concepiti per ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali. La Commissione nutriva pertanto seri dubbi in merito alla loro compatibilità con l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
Aiuti destinati a promuovere o agevolare lo sviluppo di talune regioni economiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(70)</p></td><td><p>Nella decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 68 della decisione) non si poteva escludere che le imprese avessero ricevuto gli aiuti erogati in esecuzione dei regimi in esame senza essere state colpite dagli incendi, né che tali aiuti fossero di conseguenza incompatibili con le disposizioni in materia di aiuti di Stato di cui all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE. Si è quindi dovuto procedere a un esame della compatibilità anche alla luce dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(71)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE può considerarsi compatibile con il mercato interno un aiuto destinato ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alteri le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse. Le autorità greche non hanno sostenuto che i regimi di aiuto di Stato in esame rientrassero nell’ambito di applicazione dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(72)</p></td><td><p>All’epoca della decisione di avviare un procedimento, per le imprese in buona salute finanziaria non sembrava esistere alcuna base giuridica adeguata per la concessione di aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE. Gli aiuti concessi nel quadro dei regimi di aiuto di Stato sembravano essere aiuti al funzionamento, incompatibili con il TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(73)</p></td><td><p>Per quanto concerne in particolare le imprese in difficoltà, alla luce dei dubbi espressi al considerando 40 circa il fatto che alcuni beneficiari fossero imprese in difficoltà, la Commissione ha esaminato la compatibilità degli aiuti con quanto disposto dallo strumento del diritto dell’Unione vigente alla data dell’esborso. In base al punto 145 degli orientamenti 2007-2013 e ai punti 19 e 20 degli orientamenti S&R, gli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà nei settori agricolo e forestale verranno valutati in conformità degli orientamenti S&R. La valutazione non è stata limitata ai regimi di aiuto per le PMI per gli stessi motivi esposti al considerando 46.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(74)</p></td><td><p>Ai sensi del punto 15 degli orientamenti S&R, l’aiuto per il salvataggio offre una breve tregua, non superiore a sei mesi, alle imprese in difficoltà. Come indicato al considerando 15, i regimi di aiuto in questione sembravano avere una durata di 10 anni per il regime A e di 5 anni per il regime B. Gli aiuti concessi nel quadro di tali regimi non potevano quindi essere considerati aiuti per il salvataggio.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(75)</p></td><td><p>In base al punto 17 degli orientamenti S&R, la ristrutturazione si basa su un piano realizzabile, coerente e di ampia portata, volto a ripristinare la redditività a lungo termine dell’impresa. La ristrutturazione comporta generalmente uno o più dei seguenti elementi: la riorganizzazione e la razionalizzazione delle attività aziendali su una base di maggiore efficacia, che implica, in genere, l’abbandono delle attività non più redditizie, la ristrutturazione delle attività che possono essere riportate a livelli competitivi e, talvolta, la diversificazione verso nuove attività redditizie. Di norma la ristrutturazione industriale deve essere accompagnata da una ristrutturazione finanziaria (apporto di capitali, riduzione dell’indebitamento). Tuttavia, ai sensi degli orientamenti S&R, la ristrutturazione non può limitarsi solo ad un aiuto finanziario volto a colmare le perdite pregresse, senza intervenire sulle cause di tali perdite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(76)</p></td><td><p>Ai sensi del punto 35 degli orientamenti S&R, il piano di ristrutturazione, la cui durata deve essere la più limitata possibile, deve permettere di ripristinare la redditività a lungo termine dell’impresa entro un lasso di tempo ragionevole e sulla base di ipotesi realistiche circa le condizioni operative future, nonché la ristrutturazione deve prevedere l’abbandono delle attività che, anche dopo la ristrutturazione, resterebbero strutturalmente deficitarie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(77)</p></td><td><p>In base ai punti 38 e 39 degli orientamenti S&R, devono essere adottate misure compensative per minimizzare il più possibile gli effetti negativi sulle condizioni degli scambi, in modo che prevalgano gli effetti positivi. Tali misure possono comprendere la cessione di elementi dell’attivo, la riduzione delle capacità o della presenza sul mercato, la riduzione delle barriere all’entrata sui mercati interessati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(78)</p></td><td><p>In base al punto 45 degli orientamenti S&R, per ridurre al minimo gli effetti distorsivi, occorre evitare che l’aiuto venga erogato in una forma o per un importo tali da consentire all’impresa di disporre di liquidità supplementare che potrebbe essere utilizzata per iniziative aggressive, perturbatrici del mercato e senza alcun rapporto con il piano di ristrutturazione, inoltre l’aiuto non deve servire a finanziare nuovi investimenti non indispensabili per il ripristino della redditività dell’impresa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(79)</p></td><td><p>All’epoca della decisione di avviare un procedimento sembrava non esistere alcun piano di ristrutturazione (ai sensi degli orientamenti S&R) correlato a una qualsiasi delle misure, ed era quindi impossibile valutare il rispetto degli orientamenti S&R. Supponendo che alle imprese in difficoltà siano stati concessi alcuni aiuti, le misure sembravano assumere la forma di un puro aiuto finanziario volto a colmare le perdite pregresse, senza intervenire sulle cause di tali perdite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(80)</p></td><td><p>In considerazione di tutti questi elementi, nella decisione di avviare un procedimento la Commissione ha espresso dubbi circa la conformità dei regimi di aiuto agli orientamenti S&R (cfr. considerando 78 della decisione di avviare un procedimento). La Commissione nutriva pertanto dubbi riguardo alla compatibilità dei regimi di aiuto con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE per quanto riguarda sia le imprese in buona salute finanziaria che quelle in difficoltà.</p></td></tr></tbody></table>
Possibile compatibilità con altre deroghe di cui all’articolo 107 TFUE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(81)</p></td><td><p>All’epoca della decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 79), la Commissione ha ritenuto che i beneficiari, i costi ammissibili e le intensità di aiuto delle misure di aiuto di Stato oggetto della valutazione sembrassero non rientrare nell’ambito di applicazione del regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione <a>(<span>23</span>)</a> (il «regolamento di esenzione per gli aiuti agricoli»), ai sensi del quale alcune categorie di aiuti sarebbero compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(82)</p></td><td><p>Quanto all’applicabilità delle altre deroghe previste dal TFUE, la Commissione ha ritenuto che gli aiuti in questione non potessero beneficiare delle deroghe dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera a), del trattato dato che non si trattava di aiuti a carattere sociale né di aiuti che rientravano nell’ambito dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera c). Lo stesso valeva per le deroghe previste all’articolo 107, paragrafo 3, lettere a), b) e d), TFUE, dato che gli aiuti in questione non erano né destinati a favorire lo sviluppo economico di una regione ove il tenore di vita fosse anormalmente basso, né destinati a promuovere la realizzazione di un importante progetto di comune interesse europeo, a porre rimedio ad un grave turbamento dell’economia o a promuovere la cultura o la conservazione del patrimonio.</p></td></tr></tbody></table>
Considerazioni finali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(83)</p></td><td><p>Infine, occorre sottolineare che a norma del principio Deggendorf, di cui alla sentenza del Tribunale nelle cause riunite T-244/93 e T-486/93, il pagamento di aiuti concessi nel quadro dei regimi a favore delle imprese che abbiano beneficiato di un precedente aiuto illegale dichiarato incompatibile da una decisione della Commissione sarà sospeso finché tali imprese non abbiano rimborsato o versato in un conto bloccato l’importo totale dell’aiuto illegale e incompatibile, inclusi gli interessi di recupero <a>(<span>24</span>)</a>. Le basi giuridiche dei regimi di aiuto non prevedevano tale sospensione. Non era pertanto chiaro se fossero escluse le imprese cui era stato concesso un aiuto precedentemente dichiarato incompatibile ma non ancora recuperato.</p></td></tr></tbody></table>
IV. OSSERVAZIONI DELLA GRECIA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(84)</p></td><td><p>Con lettera del 23 settembre 2016 le autorità greche hanno presentato osservazioni che contestavano alcune delle risultanze contenute nella decisione di avviare un procedimento, argomentando che il caso di specie non implicava alcun aiuto di Stato. Inoltre, qualora fosse stata appurata la sussistenza di aiuti di Stato, questi sarebbero stati compatibili con le norme a essi pertinenti. Le autorità greche hanno anche sostenuto che, in caso di incompatibilità, recuperare l’aiuto di Stato sarebbe stato assolutamente impossibile. Infine, hanno indicato di essere attivamente alla ricerca di informazioni sui beneficiari dei regimi ma che, fino ad allora, tali sforzi erano stati vani.</p></td></tr></tbody></table>
1. Sussistenza di aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(85)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno escluso la sussistenza di un aiuto di Stato in quanto le condizioni relative alla concessione di un vantaggio economico, alla selettività, alla distorsione della concorrenza e all’incidenza sugli scambi non erano soddisfatte. Non hanno tuttavia contestato il rispetto delle restanti condizioni cumulative per la sussistenza di un aiuto di Stato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(86)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno argomentato che le condizioni relative alla concessione di un vantaggio economico, alla selettività, alla distorsione della concorrenza e all’incidenza sugli scambi non erano soddisfatte in quanto i regimi in questione erano stati attuati per risarcire i danni arrecati da un evento straordinario ed eccezionale, ossia gli incendi che hanno colpito alcune zone specifiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(87)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno asserito, in particolare, che non sussisteva alcun vantaggio economico in quanto i danni non potevano essere considerati oneri normalmente gravanti su un’impresa e che la situazione in questione non rappresentava una normale condizione di mercato. Si trattava anzi di un evento straordinario ed eccezionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(88)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno altresì argomentato che il caso di specie non riguardava il trattamento selettivo accordato ad alcune imprese rispetto ad altre che si trovavano nella stessa situazione di fatto e di diritto, bensì si trattava della risposta a una circostanza eccezionale che ha interessato le imprese ubicate in alcune zone e che le ha portate a trovarsi in una situazione particolare e altamente sfavorevole rispetto ad altre imprese operanti nei loro settori. Inoltre, le condizioni per far fronte a tale evento eccezionale sono state stabilite in modo trasparente e oggettivo e miravano a ripristinare l’equilibrio finanziario delle zone interessate. I regimi adottati erano pertanto necessari al fine di conseguire un obiettivo di interesse pubblico.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(89)</p></td><td><p>Per quanto concerne la distorsione della concorrenza e l’incidenza sugli scambi, le autorità greche hanno insistito sul fatto che i regimi avevano come scopo quello di far fronte a un evento eccezionale. I regimi non hanno migliorato la posizione concorrenziale dei beneficiari, bensì ne hanno ripristinato le condizioni ai livelli precedenti la calamità naturale.</p></td></tr></tbody></table>
Ulteriori osservazioni particolari sull’assenza di aiuti di Stato per quanto riguarda le garanzie statali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(90)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno nuovamente descritto, in modo succinto, la base giuridica delle garanzie statali e l’ambito di applicazione individuale dei regimi in questione. Hanno sottolineato che le garanzie erano connesse a specifiche operazioni finanziarie per le quali era previsto un importo massimo, che erano limitate nel tempo e che non coprivano più dell’80 % dei prestiti in essere dei beneficiari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(91)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno anche argomentato che i regimi non erano aperti alle imprese in difficoltà finanziarie, sottolineando che il consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco aveva valutato la redditività di tutti i beneficiari sulla base dei documenti giustificativi richiesti forniti dai beneficiari. I requisiti prevedevano la trasmissione di uno studio di redditività per le imprese che chiedevano la ristrutturazione di un debito di importo superiore a 100 000,00 EUR nel quadro del regime A. Tale requisito non si applicava a tutte le altre imprese rientranti nel regime A né ad alcuna delle imprese di cui al regime B. Le autorità greche hanno spiegato che il requisito di presentare uno studio di redditività non si applicava a queste ultime in ragione della limitatezza dell’aiuto e del fatto che le specifiche informazioni erano già reperibili nel pertinente modulo della ragioneria generale dello Stato, relativo alla valutazione della redditività delle imprese che chiedono la concessione di una garanzia da parte del governo greco, e potevano essere dedotte dagli altri documenti giustificativi che le imprese interessate erano tenute a presentare. Alla luce di tali motivi, i regimi erano aperti solo alle imprese redditizie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(92)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno altresì argomentato che i regimi in esame avevano condizioni diverse da quelle dei regimi oggetto di valutazione nella decisione 2012/307/UE, contestando di conseguenza la pertinente risultanza della decisione di avviare un procedimento, riportata al considerando 40.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(93)</p></td><td><p>Le basi giuridiche dei regimi oggetto di valutazione nella decisione 2012/307/UE prevedevano che le imprese potessero beneficiare dei regimi se si presumeva che sarebbero divenute redditizie a seguito della concessione dell’aiuto. Per converso, nei regimi in esame la redditività dei beneficiari a seguito della concessione dell’aiuto è un elemento di cui si tiene conto solo ai fini di una migliore comprensione del loro flusso di cassa, dell’elaborazione del loro quadro complessivo per i tre anni successivi e della valutazione dei dati finanziari ivi riportati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(94)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno altresì indicato che la garanzia statale veniva concessa a fronte di garanzie ritenute sufficienti per tutelare gli interessi dello Stato greco nel caso in cui i beneficiari non fossero riusciti a rimborsare il prestito ricevuto. Tali garanzie sono identiche a quelle accettate dalle banche per altri mutuatari e sono conformi ai criteri bancari e alle normali prassi bancarie. In ogni caso, ai sensi dell’articolo 11, paragrafi 1 e 2 della legge 2322/1995, lo Stato subentra pienamente alla banca per quanto riguarda i diritti di cui gode nei confronti del mutuatario. Inoltre, ai sensi della decisione n. 2/478/0025/4.1.2006 (GG II 16/13.1.2006), le autorità fiscali sono tenute a mettere in atto tutte le azioni legali necessarie per riscuotere gli importi versati dallo Stato a titolo di garanzia. Per di più, si applicano al caso di specie anche le pertinenti disposizioni di diritto civile in materia di contratti di garanzia, a tutela degli interessi dello Stato greco. Alla luce di tali motivi, le autorità greche hanno argomentato che le garanzie statali di cui trattasi non hanno arrecato alcun beneficio alle imprese e che non sono state utilizzate risorse statali, dato che gli interessi dello Stato erano pienamente tutelati nella misura in cui lo Stato poteva chiedere ai beneficiari che non fossero riusciti a rimborsare il prestito ricevuto di restituire le somme che lo Stato aveva dovuto versare in virtù della garanzia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(95)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno anche contestato l’osservazione della decisione di avviare un procedimento, di cui al considerando 39, secondo cui, rispetto a una situazione priva di garanzie, la garanzia statale consente ai mutuatari di ottenere per il prestito condizioni migliori di quelle generalmente conseguibili sui mercati finanziari. Hanno asserito che i regimi in esame si limitavano a stabilire le condizioni per la concessione delle garanzie statali senza incidere sulle condizioni per ricevere un prestito sul mercato. Hanno inoltre aggiunto che, in ogni caso, è insensato paragonare la situazione in questione a una senza garanzie, dato che un mutuatario ha sempre bisogno di un garante per ottenere un prestito sul mercato. Pertanto, lo Stato non ha adottato alcuna prassi insolita che offrirebbe un vantaggio, nel caso di specie, anche alla luce degli eventi straordinari ed eccezionali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(96)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno contestato l’osservazione della decisione di avviare un procedimento di cui al considerando 49, nel quale la Commissione ha sottolineato che, poiché prima di concedere la garanzia statale tutte le domande venivano valutate dal consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco, le autorità greche non potevano sostenere la conseguente revoca ex tunc di tali garanzie in ragione del mancato rispetto di alcune delle condizioni per la loro concessione al momento dell’esborso. Le autorità greche hanno argomentato che le garanzie statali possono essere revocate ex tunc, indipendentemente dal ruolo del suddetto organismo, se le condizioni per la loro applicazione non sono successivamente rispettate dall’ente creditizio interessato.</p></td></tr></tbody></table>
2. Compatibilità dell’aiuto con il mercato interno
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(97)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno asserito che, qualora la Commissione dovesse concludere che i regimi in esame costituiscono un aiuto di Stato, tale aiuto sarebbe compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE. In alternativa, i regimi di aiuto potrebbero essere ritenuti compatibili con il mercato interno a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(98)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno sottolineato che gli orientamenti non sono norme giuridiche vincolanti, bensì regole per la valutazione indicative che vanno interpretate in conformità delle disposizioni vincolanti del diritto dell’Unione. Secondo tali autorità gli orientamenti andrebbero quindi interpretati in un modo che non contrasti con la logica dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, che sancisce la deroga automatica dal divieto di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. Le autorità greche hanno descritto la gravità degli incendi all’origine dei danni compensati per mezzo dei regimi di aiuto in questione. Hanno quindi indicato, su tale base, che l’intensità dell’evento era stata tale da far sì che tutte le imprese attive nelle zone colpite dagli incendi ne fossero danneggiate. Le autorità greche hanno ritenuto che ciò valesse anche per le imprese che non avevano subito danni patrimoniali, dato che i danni provocati dagli incendi erano talmente ingenti che il danno a loro arrecato era certo ed evidente.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(99)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno altresì contestato il considerando 61 della decisione di avviare un procedimento, citato al considerando 63 della presente decisione. Occorre rammentare che il regime escludeva i prestiti in essere già oggetto di ristrutturazione in passato dall’applicazione del capo A della decisione n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (GURE 1740/Β’/30-8-2007), vale a dire dalla ristrutturazione del debito con un abbuono di interesse. L’unica eccezione prevista riguardava le imprese che potessero dimostrare di aver subito danni a causa degli incendi. La Commissione ha sottolineato che, poiché tale eccezione era l’unica che imponeva ai beneficiari di dimostrare un nesso diretto tra i danni subiti e gli incendi, si poteva dedurre che per gli altri beneficiari dei regimi non fosse previsto alcun requisito analogo. Le autorità greche hanno argomentato che tale eccezione indicava solo che in quei casi specifici erano richieste prove aggiuntive a carico dei beneficiari.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(100)</p></td><td><p>In alternativa, le autorità greche hanno sostenuto la compatibilità dei regimi a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE, dato che essi hanno contribuito a porre rimedio al grave turbamento dell’economia del paese provocato dagli incendi.</p></td></tr></tbody></table>
3. Assoluta impossibilità di recuperare l’aiuto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(101)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno sostenuto che, in caso di riscontrata incompatibilità con il mercato interno, recuperare l’aiuto di Stato sarebbe assolutamente impossibile perché non vi è modo di calcolare l’importo da recuperare. Tale impossibilità deriva dal fatto che i danni imputabili in modo diretto e indiretto agli incendi dovranno essere detratti dall’importo da recuperare. Secondo le autorità greche tale ipotesi è irrealizzabile a causa del lungo periodo di tempo trascorso dal verificarsi della calamità naturale e del fatto che, a norma del diritto nazionale, i beneficiari non erano tenuti a conservare i pertinenti documenti atti a dimostrare la sussistenza dei danni e il loro esatto importo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(102)</p></td><td><p>Inoltre, le autorità greche hanno chiesto alla Commissione di non disporre il recupero, data la loro impossibilità di attuarlo non si può pretendere che facciano l’impossibile. A tale proposito le autorità greche hanno fatto riferimento ai considerando 149, 150, 152 e 156 della decisione (UE) 2016/195 della Commissione <a>(<span>25</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
4. Difficoltà nella trasmissione delle informazioni supplementari richieste nella decisione di avviare un procedimento
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(103)</p></td><td><p>Infine, per quanto concerne le richieste rivolte alla Grecia nella conclusione della decisione di avviare un procedimento, le autorità hanno indicato che la ricerca dei beneficiari dei regimi in questione era resa particolarmente ardua dall’elevato numero di beneficiari. Hanno inoltre sottolineato di non essere tenute a notificare l’avvio del procedimento di indagine formale ai singoli beneficiari, i quali ne erano già stati informati e avevano avuto l’opportunità di presentare osservazioni in seguito alla pubblicazione della decisione di avviare un procedimento nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(104)</p></td><td><p>Con successive lettere del 9 marzo 2017 e del 21 febbraio 2018 le autorità greche hanno fornito le informazioni mancanti sul numero stimato di beneficiari dei regimi e sugli importi stimati dell’aiuto in questione.</p></td></tr></tbody></table>
V. VALUTAZIONE GIURIDICA
1. Sussistenza di aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(105)</p></td><td><p>Ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, salvo deroghe contemplate dai trattati, sono incompatibili con il mercato interno, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(106)</p></td><td><p>La qualifica di una misura come aiuto ai sensi di tale disposizione richiede pertanto che siano soddisfatte le condizioni cumulative seguenti: la misura deve essere imputabile allo Stato e finanziata mediante risorse statali; deve conferire un vantaggio al beneficiario; tale vantaggio deve essere selettivo; e la misura deve falsare o minacciare di falsare la concorrenza e incidere sugli scambi tra Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(107)</p></td><td><p>Nel contesto della procedura d’esame la Commissione ha appurato il rispetto di tali condizioni per quanto concerne i regimi di aiuto in questione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(108)</p></td><td><p>Come osservazione preliminare, la Commissione sottolinea che la definizione di aiuti di Stato riportata all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE è di carattere oggettivo. La sua interpretazione e la determinazione della sussistenza delle condizioni tengono unicamente conto degli effetti delle misure esaminate, senza considerarne cause, obiettivi o scopi <a>(<span>26</span>)</a>. L’interesse generale o persino un legittimo obiettivo di politica pubblica perseguito da una misura potrebbe pertanto, di per sé, non escludere l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(109)</p></td><td><p>Alla luce di tali motivi la Commissione non può accogliere le argomentazioni addotte dalle autorità greche nella loro lettera del 23 settembre 2016 in relazione al vantaggio economico, alla selettività, alla distorsione della concorrenza e all’incidenza sugli scambi intraunionali dei regimi in questione. Tali osservazioni sono basate su un’interpretazione errata dell’esame attuabile per determinare la sussistenza delle condizioni relative all’aiuto di Stato, improntata sulle cause e sugli obiettivi dei regimi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(110)</p></td><td><p>La Commissione osserva inoltre che la conclusione logica del ragionamento alla base delle osservazioni delle autorità greche porterebbe a escludere la sussistenza di un aiuto di Stato nei casi in cui lo Stato ha concesso aiuti mediante risorse statali al fine di compensare i danni arrecati da calamità naturali o eventi eccezionali. Tale interpretazione contrasterebbe non solo con il carattere oggettivo della definizione di aiuti di Stato, come esposto al considerando 107, ma anche con l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, che stabilisce che<span>gli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali</span> sono compatibili con il mercato interno. Il Tribunale ha formulato la medesima osservazione in risposta alla stessa argomentazione presentatagli dalla Grecia in un caso relativo agli aiuti di Stato da questa concessi a titolo di compensazione per i danni causati da eventi climatici avversi <a>(<span>27</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(111)</p></td><td><p>La concessione di un vantaggio direttamente o indirettamente mediante risorse statali e l’imputabilità di queste misure allo Stato sono due condizioni cumulative separate per l’esistenza degli aiuti di Stato <a>(<span>28</span>)</a>. Nei casi in cui un’autorità pubblica conceda un vantaggio a un beneficiario, tale misura è per definizione imputabile allo Stato, anche se l’autorità in questione gode di autonomia giuridica da altre autorità pubbliche. Solo i vantaggi concessi direttamente o indirettamente mediante risorse statali possono costituire aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE <a>(<span>29</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(112)</p></td><td><p>Come esposto nella decisione di avviare un procedimento (cfr. i considerando 33, 45 e 46 di tale decisione), tanto gli abbuoni di interesse quanto le garanzie statali erano imputabili alla Grecia ed erano erogati per mezzo di risorse statali. L’aiuto è di fatto stato concesso dal governo centrale attingendo dal bilancio centrale dello Stato, come chiaramente indicato dalle basi giuridiche dei regimi, e la Grecia non ha presentato osservazioni contrarie al riguardo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(113)</p></td><td><p>Ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, per vantaggio si intende qualsiasi vantaggio economico che l’impresa non avrebbe ottenuto in condizioni normali di mercato, ossia in assenza di intervento statale <a>(<span>30</span>)</a>. Non sono considerati rilevanti né la causa né lo scopo dell’intervento dello Stato, ma solo gli effetti della misura sull’impresa <a>(<span>31</span>)</a>. Qualora la situazione finanziaria di un’impresa migliori grazie all’intervento dello Stato a condizioni diverse dalle normali condizioni di mercato, è presente un vantaggio. Questo può essere valutato facendo un raffronto tra la situazione finanziaria dell’impresa in seguito alla misura e tale situazione in assenza della misura <a>(<span>32</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(114)</p></td><td><p>Anche la forma precisa della misura è irrilevante per stabilire se questa conferisca un vantaggio economico all’impresa <a>(<span>33</span>)</a>. Per la nozione di aiuto di Stato non è solo rilevante la concessione di vantaggi economici positivi, ma può costituire un vantaggio anche qualsiasi intervento che allevi gli oneri economici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(115)</p></td><td><p>Come descritto nella decisione di avviare un procedimento (cfr. i considerando 33 e 47 di tale decisione), i beneficiari non avrebbero ottenuto lo stesso vantaggio economico in condizioni normali di mercato e, di conseguenza, la loro situazione finanziaria è migliorata a condizioni diverse dalle normali condizioni di mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(116)</p></td><td><p>Tuttavia, le autorità greche hanno argomentato (cfr. i considerando 86 e 87) che non era presente alcun vantaggio, dato che la natura straordinaria ed eccezionale dell’evento aveva determinato l’insorgere di condizioni di mercato anomale. Ciononostante, il concetto di «condizioni normali di mercato» utilizzato per stabilire la presenza di un vantaggio rimanda alla possibilità che sul mercato il beneficiario goda dello stesso beneficio economico concesso dall’aiuto, non alla valutazione tesa a determinare se il mercato funzioni come di consueto o sia in crisi. Se l’interpretazione proposta dalle autorità greche fosse accolta, la presenza di un beneficio economico sarebbe determinata dalla causa o dall’obiettivo dell’aiuto e ogni Stato membro avrebbe la facoltà di invocare un legittimo obiettivo onde evitare l’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato a una misura <a>(<span>34</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(117)</p></td><td><p>Per ricadere nell’ambito di applicazione dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, una misura statale deve favorire «talune imprese o talune produzioni». Il fatto che l’aiuto non si indirizzi a uno o più beneficiari particolari previamente definiti, ma sia soggetto ad una serie di criteri obiettivi in applicazione dei quali potrà essere concesso, nell’ambito di uno stanziamento globale predeterminato di bilancio, a un numero indefinito di beneficiari, non identificati in origine, non basta infatti a mettere in discussione il carattere selettivo della misura <a>(<span>35</span>)</a>. In linea di principio, solo le misure che si applicano a tutto il territorio dello Stato membro esulano dal criterio di selettività regionale di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE <a>(<span>36</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(118)</p></td><td><p>Come indicato ai considerando 34 e 51, i regimi di aiuto in questione fornivano un vantaggio solo alle imprese stabilite e operanti nelle zone geografiche colpite dagli incendi del 2007, senza applicarsi al resto del territorio greco. Non sono ammissibili all’aiuto le altre imprese del settore agricolo o di altri settori che si trovano in una situazione di diritto e di fatto analoga, che quindi non potranno usufruire del medesimo vantaggio. Il fatto che alcune imprese abbiano subito danni a causa degli incendi non le pone in una situazione diversa da quelle illese, in quanto i danni da essi provocati rientrano tra i rischi cui ogni impresa è potenzialmente esposta. Gli aiuti concessi per ovviare ai danni causati dalle calamità naturali (compresi gli incendi) rientrano nella categoria di cui all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE e negli orientamenti 2007-2013 (cfr. considerando 142) e sono quindi, per definizione, di carattere selettivo. I regimi conferiscono pertanto un vantaggio economico selettivo soltanto a talune imprese (cfr. considerando 29), rafforzandone la posizione concorrenziale sul mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(119)</p></td><td><p>L’argomentazione delle autorità greche di cui al considerando 88 mira ancora una volta ad alterare l’esame teso a stabilire la sussistenza della selettività. Conformemente alla giurisprudenza dell’Unione (di cui al considerando 117), il verificarsi di eventi eccezionali, il presunto carattere trasparente e oggettivo delle condizioni per la concessione dell’aiuto e l’obiettivo più ampio dell’aiuto non sono rilevanti ai fini della valutazione della sussistenza degli aiuti di Stato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(120)</p></td><td><p>Si ritiene che una misura concessa dallo Stato falsi o minacci di falsare la concorrenza quando è in grado di migliorare la posizione concorrenziale del beneficiario nei confronti di altre imprese concorrenti <a>(<span>37</span>)</a>. Dal punto di vista pratico, si ritiene di norma che sussiste una distorsione della concorrenza ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE quando lo Stato concede un vantaggio finanziario a un’impresa in un settore liberalizzato dove c’è, o potrebbe esserci, una situazione di concorrenza <a>(<span>38</span>)</a>. Il sostegno pubblico rischia di falsare la concorrenza anche se non aiuta l’impresa beneficiaria a espandersi e a conquistare quote di mercato. È sufficiente che l’aiuto le consenta di mantenere una posizione concorrenziale più forte di quella che avrebbe avuto in assenza di aiuto. In questo contesto, per ritenere che l’aiuto falsi la concorrenza è sufficiente di norma che esso conferisca un vantaggio al beneficiario, alleviando le spese cui avrebbe dovuto altrimenti far fronte nell’ambito della propria normale attività <a>(<span>39</span>)</a>. La definizione di aiuto di Stato non richiede che la distorsione della concorrenza o l’effetto sugli scambi siano sensibili o sostanziali. L’entità esigua di un aiuto o le dimensioni modeste dell’impresa beneficiaria non escludono, di per sé, l’eventualità che l’aiuto falsi o minacci di falsare la concorrenza <a>(<span>40</span>)</a>, a condizione tuttavia che la probabilità di una tale distorsione non sia meramente ipotetica <a>(<span>41</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(121)</p></td><td><p>Il sostegno pubblico alle imprese costituisce un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE soltanto nella misura in cui incide sugli scambi tra Stati membri. A questo proposito, non è necessario dimostrare una reale incidenza di tale aiuto sugli scambi tra Stati membri, ma basta esaminare se l’aiuto sia idoneo a incidere su tali scambi <a>(<span>42</span>)</a>. In particolare, gli organi giurisdizionali dell’Unione hanno stabilito che «<span>allorché un aiuto concesso dallo Stato rafforza la posizione di un’impresa nei confronti di altre imprese concorrenti negli scambi intracomunitari, questi sono da considerarsi influenzati dall’aiuto</span>» <a>(<span>43</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(122)</p></td><td><p>La valutazione di cui alla decisione di avviare un procedimento, come indicato ai considerando 36 e 52 della presente decisione, è stata confermata. I beneficiari interessati dall’ambito della presente decisione sono operanti nel mercato altamente concorrenziale dei prodotti agricoli e nel settore forestale. A tal proposito occorre sottolineare che nel 2017 gli scambi di prodotti agricoli tra la Grecia e gli altri Stati membri ammontavano a quasi 4 miliardi di EUR per le esportazioni e a oltre 5 miliardi di EUR per le importazioni <a>(<span>44</span>)</a>. Di norma i beneficiari avrebbero dovuto farsi carico autonomamente delle spese derivanti dai danni. Contrariamente a quanto sostenuto dalla Grecia (cfr. i considerando da 85 a 89), la Commissione conclude che i regimi di aiuto in esame hanno migliorato la posizione concorrenziale dei beneficiari. Il fatto che la calamità naturale possa aver inciso sulla loro condizione è ancora una volta irrilevante ai fini della valutazione della sussistenza di una minaccia di distorsione della concorrenza e di incidenza sugli scambi intraunionali. Poiché sono aperti agli scambi intraunionali, inoltre, i settori agricolo e forestale sono sensibili alle misure che favoriscono le imprese di un determinato Stato membro. I regimi in questione minacciano pertanto di falsare la concorrenza nel mercato interno e di incidere sugli scambi tra Stati membri.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(123)</p></td><td><p>Quanto all’argomentazione addotta dalle autorità greche secondo cui i regimi di aiuto in questione non hanno migliorato la posizione dei beneficiari rispetto ai loro concorrenti ma solo ripristinato la condizione di tali imprese ai livelli precedenti la calamità naturale, la Commissione rimanda alla sentenza del Tribunale nella causa<span>Grecia/Commissione</span> <a>(<span>45</span>)</a>. In tale causa le autorità greche hanno argomentato che l’aiuto di Stato in questione compensava solo in parte i danni subiti dagli agricoltori a causa delle avverse condizioni meteorologiche e che aveva pertanto ripristinato la concorrenza. Il Tribunale ha respinto tale argomentazione e stabilito che l’adozione di misure unilaterali da parte degli Stati membri allo scopo di allineare le condizioni della concorrenza di un settore economico a quelle di altri Stati membri non nega la qualificazione di tali misure come aiuti di Stato <a>(<span>46</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
Sussistenza dell’aiuto in relazione alle garanzie statali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(124)</p></td><td><p>Nonostante le argomentazioni contrarie formulate al riguardo dalle autorità greche, le risultanze della decisione di avviare un procedimento relative alla sussistenza dell’aiuto in relazione alle garanzie statali (cfr. considerando da 38 a 53 della presente decisione) sono state confermate nel procedimento di indagine formale. I criteri di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE si applicano alle garanzie statali <a>(<span>47</span>)</a> e sono soddisfatti anche in relazione a esse.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(125)</p></td><td><p>Le garanzie sono state concesse direttamente dallo Stato attingendo a risorse statali e hanno arrecato un beneficio. Come indicato nella sezione 2.1 della comunicazione della Commissione sulle garanzie <a>(<span>48</span>)</a>, tale beneficio risiede nel fatto che il rischio relativo alla garanzia veniva assunto dallo Stato. Tale rischio avrebbe dovuto in linea di principio essere remunerato con un adeguato corrispettivo (premio). Nel caso di specie i beneficiari non hanno versato alcun premio, tanto meno adeguato. Le basi giuridiche dei regimi in questione non prevedevano alcun obbligo di questo tipo e le autorità greche non hanno nemmeno tentato di sostenere il contrario. Si è quindi verificata una perdita di risorse per lo Stato, con un conseguente beneficio per i beneficiari. Ciò vale anche nel caso in cui risulti che alcuni beneficiari dei regimi non hanno mai ricevuto pagamenti in virtù della garanzia statale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(126)</p></td><td><p>I mutuatari hanno quindi ottenuto un beneficio dalle garanzie statali, in quanto non hanno dovuto versare alcun premio per poterne usufruire. Di conseguenza, nel caso di specie è soddisfatta la condizione secondo cui è necessario un vantaggio economico per accertare l’esistenza dell’aiuto. Riprendendo i pertinenti estratti della sezione 2.2 della comunicazione della Commissione sulle garanzie <a>(<span>49</span>)</a>, la decisione di avviare un procedimento affermava che, rispetto a una situazione priva di garanzie, la garanzia statale consente ai mutuatari di ottenere per il prestito condizioni migliori di quelle conseguibili in genere sui mercati finanziari (cfr. considerando 39 della presente decisione). Le autorità greche hanno contestato tale affermazione (cfr. considerando 95) argomentando che le garanzie statali non incidono sulle condizioni per la concessione di un prestito e che non è possibile effettuare alcun paragone con una situazione priva di garanzie in quanto gli enti creditizi chiedono sempre una garanzia a fronte dell’erogazione di un prestito. Tali argomentazioni non possono essere accolte. Poiché le garanzie offrono all’ente creditizio una maggiore certezza che il contratto di prestito con il mutuatario sarà onorato, esse per definizione migliorano le condizioni finanziarie dei prestiti. Ciò è particolarmente vero se, come indicato dalle autorità greche, gli enti creditizi si rifiutano di concedere prestiti in assenza di garanzie. In questi casi è solo grazie alle garanzie che il mutuatario ha accesso al prestito e può beneficiarne.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(127)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno escluso l’esistenza di benefici e il coinvolgimento di risorse statali argomentando che le garanzie statali venivano concesse sulla base di garanzie che tutelavano pienamente gli interessi dello Stato. Secondo le autorità greche lo Stato era tenuto a esercitare i diritti conferiti dalle garanzie nel caso in cui i beneficiari non fossero riusciti a rimborsare il prestito ricevuto. Tale argomentazione non può essere accolta. Anzitutto, come affermato nella decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 52 della presente decisione), nella sua decisione 2012/320/UE la Commissione ha respinto le medesime argomentazioni presentate dalle autorità greche e il Tribunale ha confermato l’impostazione della Commissione <a>(<span>50</span>)</a>. Nella loro lettera del 23 settembre 2016 le autorità greche hanno fatto riferimento alla stessa decisione ministeriale n. 2/478/0025/4.1.2006 (GG II 16/13.1.2006) già citata nella causa precedente per indicare che le autorità fiscali sono tenute a mettere in atto tutte le azioni legali necessarie per riscuotere gli importi versati dallo Stato a titolo di garanzia. Tuttavia, come già appurato in precedenza, l’unico riferimento alla decisione ministeriale n. 2/478/0025/4.1.2006 (GG II 16/13.1.2006) contenuto nella base giuridica in oggetto consisteva nell’individuazione delle azioni che le banche devono intraprendere al fine di attivare la garanzia statale. Di fatto, la base giuridica dei regimi non contiene alcuna disposizione che preveda l’attivazione automatica dei contratti di garanzia nei casi in cui sono state versate garanzie statali. Inoltre, le garanzie non erano sempre richieste e permangono dubbi sul fatto che dovessero coprire l’intero ammontare del prestito in tutti i casi. Infine, la presenza di garanzie non può modificare la valutazione secondo cui i beneficiari hanno ottenuto un vantaggio a causa del fatto che non hanno dovuto pagare alcun premio per il rischio assunto dallo Stato attraverso le garanzie statali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(128)</p></td><td><p>Quanto alla selettività, alla distorsione della concorrenza e all’incidenza sugli scambi intraunionali, la valutazione e le risultanze esposte ai considerando da 117 a 123 restano valide.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(129)</p></td><td><p>Tuttavia, prima di giungere a una conclusione definitiva circa la sussistenza dell’aiuto in relazione alle garanzie statali, è necessario valutare se siano soddisfatte tutte le condizioni che permettono di escludere l’esistenza di tale aiuto, secondo quanto indicato alla sezione 3.4 della comunicazione della Commissione sulle garanzie <a>(<span>51</span>)</a>. La decisione di avviare un procedimento ha sollevato dubbi in merito al rispetto di almeno parte delle condizioni, contrariamente a quanto sostenuto dalle autorità greche. È opportuno sottolineare che queste condizioni sono cumulative, vale a dire che, in base alla valutazione di cui ai considerando da 124 a 128, il mancato rispetto di anche una sola di esse è sufficiente per considerare la garanzia statale un aiuto di Stato. Tale presupposto trova riscontro nel caso di specie, dato che i mutuatari non hanno dovuto versare alcun premio contrariamente a quanto prescritto dalla comunicazione della Commissione sulle garanzie. Si deve quindi concludere che i regimi non si autofinanziavano; che non era prevista alcuna revisione annuale dell’adeguatezza del livello dei premi; che le spese amministrative del regime non erano coperte e che non vi era alcuna remunerazione annua di un capitale adeguato. Inoltre, le basi giuridiche dei regimi non contenevano alcun riferimento alla possibilità di utilizzare, se del caso, premi «esenti» o premi unici per le PMI. Infine, non è stata precisata alcuna impresa ammissibile in termini di rating, pregiudicando di conseguenza la trasparenza generale dei regimi. Nessuno di questi elementi era contenuto nelle basi giuridiche dei regimi e le autorità greche non hanno fornito elementi di prova che attestassero il contrario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(130)</p></td><td><p>In ogni caso, a fini di completezza, la Commissione risponderà alle osservazioni presentate dalle autorità greche riguardo ad altre condizioni che dovevano essere rispettate perché si potesse escludere la sussistenza dell’aiuto di Stato in relazione alle garanzie statali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(131)</p></td><td><p>La Commissione resta del parare che i regimi fossero aperti alle imprese in difficoltà finanziarie, dato che le basi giuridiche dei regimi stessi non contenevano alcuna disposizione che le escludesse. Le autorità greche hanno indicato che, prima di concedere la garanzia statale, il consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco appurava la redditività dei beneficiari sulla base degli studi di redditività (trasmessi da quei beneficiari che erano tenuti a farlo) e degli altri documenti richiesti che venivano forniti. Tuttavia, solo i beneficiari che desideravano ristrutturare debiti di importo superiore ai 100 000,00 EUR erano tenuti a presentare studi di redditività. Il consiglio in questione non poteva quindi valutare la redditività degli altri beneficiari sulla base di tale indicatore. Il fatto che le autorità greche considerassero modesti i debiti di importo superiore a 100 000,00 EUR è irrilevante ai fini della valutazione che mira a stabilire se le imprese in difficoltà siano state escluse dai regimi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(132)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno anche argomentato (cfr. i considerando 92 e 93) che le basi giuridiche dei regimi in esame erano diverse da quelle oggetto di valutazione nella decisione 2012/307/UE che secondo quanto appurato dalla Commissione si applicavano alle imprese in difficoltà (cfr. considerando 41). La Commissione ha esaminato le basi giuridiche dei regimi in questione e ha tratto la medesima conclusione. A tale proposito occorre sottolineare che lo studio di redditività teneva conto delle passività totali dei beneficiari in seguito alla ristrutturazione del debito secondo quanto previsto dal regime in questione. Di conseguenza, tale studio di redditività era solo limitatamente rilevante al fine di determinare se al momento della concessione delle garanzie statali, e non in una fase successiva, i beneficiari fossero imprese in difficoltà finanziarie.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(133)</p></td><td><p>Infine, dato che, prima di essere definitivamente approvate, tutte le domande relative alla concessione di garanzie statali nel quadro dei regimi erano valutate dal consiglio di gestione e valutazione della responsabilità sulle garanzie dello Stato greco, la decisione di avviare un procedimento affermava che le autorità greche non avrebbero potuto successivamente dichiarare nulle ex tunc le garanzie statali approvate (cfr. considerando 49 della presente decisione). Le autorità greche hanno contestato tale risultanza (cfr. considerando 96 della presente decisione) asserendo che è possibile procedere a tale revoca retroattiva delle garanzie statali nel caso in cui le condizioni per la loro applicazione non siano successivamente rispettate dall’ente creditizio interessato. Questa argomentazione riguarda in definitiva la questione dell’imputabilità di tali garanzie statali. A tale proposito è opportuno sottolineare che l’aiuto si considera concesso al momento dell’erogazione della garanzia statale, non quando si ricorre alla garanzia o si effettuano i pagamenti. Inoltre, se la garanzia costituisca un aiuto di Stato o meno è una questione che deve essere valutata al momento della concessione della garanzia stessa <a>(<span>52</span>)</a>. Di conseguenza, poiché il consiglio di cui sopra, che è un organo incontestabilmente statale, aveva precedentemente valutato le garanzie statali concesse nel quadro dei regimi in esame e le aveva ritenute conformi alle condizioni applicabili, tali garanzie non possono successivamente essere considerate non imputabili allo Stato e mai concesse. Chiaramente, la situazione sarebbe completamente diversa, nonché irrilevante ai fini della presente valutazione, nel caso in cui enti creditizi non soggetti al controllo dello Stato avessero interpretato in maniera erronea le pertinenti basi giuridiche e, in maniera indipendente dallo Stato, avessero concesso prestiti sulla base della presunta convinzione che questi rientrassero nell’ambito dei regimi in esame, nonostante le condizioni applicabili non fossero state rispettate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(134)</p></td><td><p>Alla luce di tali motivi la Commissione conclude che le compensazioni, sia sotto forma di abbuoni di interesse che di garanzie statali, erogate in applicazione dei regimi in esame alle imprese dei settori agricolo e forestale costituiscono aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(135)</p></td><td><p>Occorre pertanto valutare se possa essere applicabile una deroga al principio generale dell’incompatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno, di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
2. Classificazione dei regimi come aiuti illegali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(136)</p></td><td><p>Il procedimento di indagine formale ha confermato le risultanze della decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 54 della presente decisione). La Grecia non ha contestato che l’aiuto in questione è stato concesso senza essere prima notificato alla Commissione. Esso è pertanto illegale ai sensi dell’articolo 1, lettera f), del regolamento (UE) 2015/1589. La Commissione si rammarica del fatto che le autorità greche non abbiano assolto l’obbligo di notifica dei regimi previsto dall’articolo 108, paragrafo 3, TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
3. Compatibilità dell’aiuto con il mercato interno
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(137)</p></td><td><p>Occorre esaminare se l’aiuto illegale possa essere considerato compatibile ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2 o 3, TFUE. Nella fase di valutazione preliminare del caso la Grecia ha invocato la compatibilità dei regimi in questione con l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE come aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali. Durante il procedimento di indagine formale ha inoltre sostenuto che, in alternativa, i regimi di aiuto sarebbero compatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE in quanto destinati a porre rimedio al grave turbamento dell’economia del paese.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(138)</p></td><td><p>Quanto alla questione se i vasti incendi debbano essere classificati come calamità naturali, come sostenuto dalla Grecia, o come un evento eccezionale, la pertinente osservazione formulata nella decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 57 della presente decisione) è tuttora valida. A prescindere dalla classificazione degli incendi, la compatibilità sarà comunque valutata a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(139)</p></td><td><p>Le norme in materia di aiuti di Stato applicabili al caso di specie sono quelle che erano vigenti all’epoca della concessione dell’aiuto (cfr. considerando 58). Le norme di cui trattasi sono gli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013 (gli «orientamenti 2007-2013») <a>(<span>53</span>)</a>, e in particolare il capitolo V.B.2 per l’agricoltura e il capitolo VII per il settore forestale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(140)</p></td><td><p>Poiché il regime in questione non era precluso alle imprese in difficoltà (cfr. i considerando 40, 131 e 132), la precisazione di cui alla decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 59 della presente decisione) resta valida. Gli aiuti destinati alle imprese in difficoltà possono pertanto essere considerati compatibili solo se rispettano le condizioni di cui agli orientamenti S&R, applicabili all’epoca della concessione dell’aiuto. L’unica eccezione alla regola è rappresentata dagli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali, cui non si applicano gli orientamenti S&R (cfr. i punti 19 e 20 di tali orientamenti). Per questo motivo la valutazione di cui ai considerando da 142 a 151, basata sull’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, si applica a tutti i beneficiari indipendentemente dalla loro redditività all’epoca della concessione dell’aiuto. La valutazione di compatibilità effettuata ai considerando da 160 a 163 distingue tra imprese in buona salute finanziaria e imprese in difficoltà, alle quali si applicano gli orientamenti S&R.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(141)</p></td><td><p>L’argomentazione delle autorità greche (cfr. considerando 98) secondo cui gli orientamenti andrebbero interpretati in conformità della deroga automatica di cui all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE non può essere accolta. Tale interpretazione è contraria alla giurisprudenza consolidata degli organi giurisdizionali dell’Unione. A norma di tale giurisprudenza, l’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, che costituisce una deroga al principio generale dell’incompatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, deve essere oggetto di interpretazione restrittiva <a>(<span>54</span>)</a>. La Corte di giustizia ha inoltre stabilito che, ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE, possono essere compensati unicamente gli svantaggi economici direttamente causati da calamità naturali o da altri eventi eccezionali <a>(<span>55</span>)</a>. In altre parole, la deroga prevista all’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE è automatica nel senso che non spetta alla Commissione decidere la compatibilità di un aiuto di Stato che rientra nel suo ambito di competenza. Occorre tuttavia dimostrare che l’aiuto rispetta le condizioni della deroga, vale a dire che è effettivamente destinato a compensare i danni causati da calamità naturali o da altri eventi eccezionali.</p></td></tr></tbody></table>
Aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(142)</p></td><td><p>Quanto agli aiuti erogati nel settore agricolo, l’indagine formale condotta dalla Commissione ha portato alle medesime conclusioni, già tratte nella decisione di avviare un procedimento, per quanto riguarda il mancato rispetto delle condizioni stabilite nella sezione V.B.2 degli orientamenti 2007-2013. Secondo gli orientamenti, a) la Grecia doveva dimostrare l’esistenza di un nesso diretto tra i danni e la calamità naturale o l’evento eccezionale, e b) gli aiuti non avrebbero dovuto determinare una sovracompensazione e avrebbero dovuto ovviare solamente ai danni causati dalla calamità naturale o dall’evento eccezionale. A tal fine la valutazione dei danni avrebbe dovuto essere quanto più precisa possibile e la conseguente compensazione avrebbe dovuto essere calcolata a livello di singolo beneficiario, detraendo al contempo dall’importo dell’aiuto eventuali pagamenti dovuti, ad esempio per polizze assicurative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(143)</p></td><td><p>Come indicato al considerando 61, a prescindere dal fatto che gli incendi del caso di specie siano considerati incendi boschivi di origine naturale, e quindi calamità naturali, o incendi che causano perdite estese, e quindi eventi eccezionali, le imprese che hanno subito danni legati agli incendi possono essere considerate beneficiari dell’aiuto alle condizioni di cui al considerando 141.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(144)</p></td><td><p>Tuttavia, i regimi oggetto di valutazione non rispettano nessuna delle condizioni. Non precisano che cosa si intenda per danni e non richiedono che sia stabilito un nesso tra i danni subiti e gli incendi. Come esposto nel considerando 62, il testo delle basi giuridiche dei regimi indica chiaramente che l’unico nesso tra i beneficiari e gli incendi è rappresentato dal fatto che i primi dovevano essere stabiliti e operanti in una delle zone geografiche colpite dagli incendi, a prescindere dall’ubicazione della sede della loro impresa. Al posto del requisito relativo al nesso diretto tra i danni e gli incendi, i regimi di aiuto in esame hanno introdotto un nesso geografico generale tra il luogo in cui erano stabiliti i beneficiari e le zone in cui si sono verificati gli incendi, considerate da una prospettiva più ampia. Inoltre, secondo quanto esposto dalle autorità greche nelle loro osservazioni presentate il 23 settembre 2016, vi era la presunzione che a causa della gravità degli incendi<span>tutte</span> le imprese avessero subito danni. L’esame applicabile non era quindi quello atto a verificare l’esistenza di un nesso diretto tra i danni e gli incendi, bensì quello concernente la presunzione di pregiudizio. Pertanto, le misure hanno una portata troppo ampia e non possono essere considerate come un regime di aiuti destinato a porre rimedio a danni provocati dalle calamità naturali o da altri eventi eccezionali <a>(<span>56</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(145)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno altresì contestato (cfr. considerando 99) la validità della risultanza della decisione di avviare un procedimento citata al considerando 63 della presente decisione. Esse hanno argomentato che l’eccezione prevista dalle basi giuridiche dei regimi, che contrariamente alla restante parte dei regimi imponeva improvvisamente ai beneficiari di dimostrare l’esistenza di un nesso diretto tra i danni subiti e gli incedi, indicava solo che in alcuni casi specifici erano richieste prove aggiuntive. È opportuno sottolineare che tale risultanza era accessoria alla questione di fondo, vale a dire la mancanza del requisito relativo al nesso diretto tra i danni e gli incendi nei regimi. La mancanza del nesso diretto è chiara ed è stata appurata al considerando 143. L’osservazione formulata dalle autorità greche è tuttavia accurata e di fatto conferma la risultanza presentata dalla Commissione nella sua decisione di avviare un procedimento. Di fatto l’eccezione imponeva ai beneficiari di presentare prove aggiuntive, contrariamente a quanto previsto per le altre componenti dei regimi, ossia richiedeva ai beneficiari di dimostrare l’esistenza di un nesso diretto tra i danni da loro subiti e gli incendi. Tale requisito non si applicava alla restante parte dei regimi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(146)</p></td><td><p>Inoltre, i regimi non prevedevano alcun metodo utile a condurre una valutazione quanto più precisa possibile dei danni subiti a causa degli incendi, né definivano i costi ammissibili sulla base di tali danni. È invece stato adottato un approccio arbitrario laddove l’entità dell’aiuto era determinata, in definitiva, dall’importo del prestito per il quale sono stati concessi l’abbuono di interesse e la garanzia statale, come descritto nella decisione di avviare un procedimento (cfr. considerando 64 della presente decisione). Di conseguenza, la Commissione conclude che l’aiuto era completamente dissociato dagli eventuali danni causati dagli incendi. La Grecia non ha contestato tale risultanza della decisione di avviare un procedimento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(147)</p></td><td><p>Le autorità greche non hanno nemmeno contestato la risultanza, di cui alla decisione di avviare un procedimento, secondo cui i regimi non prevedevano alcun meccanismo volto a evitare una sovracompensazione dei danni provocati dagli incendi a causa di altri aiuti o di pagamenti erogati per polizze assicurative (cfr. considerando 65).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(148)</p></td><td><p>Infine, secondo quanto previsto ai sensi del punto 119 degli orientamenti 2007-2013, i regimi di aiuto avrebbero dovuto essere istituiti non più di tre anni dopo il verificarsi dell’evento e il relativo saldo avrebbe dovuto essere versato entro quattro anni dalla data dell’evento. La Commissione osserva che le basi giuridiche dei regimi in esame sono state modificate e integrate fino al 2015 (cfr. i considerando 9 e 10) e conclude pertanto che le autorità greche hanno creato nuovi elementi aggiuntivi di aiuto di Stato non conformi ai termini fissati al punto 119 degli orientamenti 2007-2013 e, di conseguenza, incompatibili con il mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(149)</p></td><td><p>Per quanto riguarda gli aiuti concessi nel settore forestale, durante l’espletamento dell’indagine formale relativa al caso di specie è emerso che i regimi avevano un carattere puramente compensatorio e non miravano a porre rimedio ai danni forestali provocati dagli incendi. Poiché all’epoca della concessione degli aiuti tali misure non erano disciplinate da alcun orientamento, esse sono valutate direttamente ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(150)</p></td><td><p>Le condizioni per l’applicazione dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE sono presentate nel dettaglio al considerando 68. Deve esistere un nesso diretto tra i danni e la calamità naturale o l’evento eccezionale, la sovracompensazione dei danni deve essere evitata e gli aiuti erogati devono compensare solamente i danni causati dalla calamità naturale o dall’evento eccezionale <a>(<span>57</span>)</a>. Gli aiuti erogati per singolo beneficiario, sotto qualsiasi forma, devono inoltre essere limitati ai danni materiali subiti. La valutazione del rispetto delle condizioni di cui ai considerando da 144 a 147, prevista per il settore agricolo, si applica mutatis mutandis al settore forestale. I regimi non richiedevano che fosse dimostrata l’esistenza di un nesso diretto tra i danni e gli incendi, né prevedevano alcuna disposizione volta a evitare la sovracompensazione. Inoltre, tenuto conto della mancanza di qualsivoglia metodo utile per valutare i danni causati dagli incendi, le basi giuridiche dei regimi non potevano limitare gli aiuti ai danni materiali subiti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(151)</p></td><td><p>I regimi di aiuto in esame sono pertanto incompatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
Aiuti destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(152)</p></td><td><p>Le autorità greche hanno argomentato che, in alternativa, gli aiuti di Stato in questione potevano essere considerati compatibili ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE in quanto aiuti destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro. A sostegno di tale argomentazione, con lettera del 9 marzo 2017 le autorità greche hanno trasmesso alla Commissione dati statistici relativi alla produzione agricola e al PIL in tutta la Grecia e nelle zone colpite dagli incendi. Hanno inoltre allegato una copia dello studio intitolato «<span>Forest fires: causes and contributing factors in Europe</span>» <a>(<span>58</span>)</a> e fatto riferimento a un articolo comparso sulla stampa greca il 6 settembre 2007 <a>(<span>59</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(153)</p></td><td><p>La Commissione osserva che, ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE, gli aiuti destinati a porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro possono essere considerati compatibili con il mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(154)</p></td><td><p>Occorre tuttavia tenere conto del contesto e della ratio di tale disposizione, nonché della necessità di interpretare restrittivamente le deroghe al principio generale dell’incompatibilità degli aiuti di Stato con il mercato interno <a>(<span>60</span>)</a>. Il grave turbamento indicato in tale disposizione deve interessare l’intera economia dello Stato membro, non solo quella di una delle sue regioni o dei suoi settori <a>(<span>61</span>)</a>. Laddove siano interessati solo determinati settori o regioni si applicherà solo l’articolo 107, paragrafo 3, lettere a) e c), TFUE <a>(<span>62</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(155)</p></td><td><p>Quanto ai dati statistici trasmessi dalle autorità greche il 9 marzo 2017, la Commissione conclude che tali dati non corroborano l’argomentazione di cui al considerando 152. In particolare, sebbene dai dati emergano alcune fluttuazioni nella produzione (sia aumenti che cali delle produzioni agricola e totale nel periodo 2007-2009), essi non mostrano alcun «<span>turbamento</span>» dell’intera economia greca, tanto meno di grave entità. Non vi è inoltre alcuna indicazione che dimostri che le eventuali incidenze sulla produzione in Grecia siano attribuibili agli incendi del 2007. Infine, i dati statistici trasmessi dalle autorità greche riguardano un periodo di soli tre anni (2007-2009); non forniscono pertanto indicazioni sufficienti sull’evoluzione a lungo termine della produzione agricola né sull’incidenza di questa sulla produzione totale in Grecia nel periodo successivo agli incendi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(156)</p></td><td><p>A fini di completezza, la Commissione ha analizzato i dati statistici relativi alla produzione in Grecia (sia agricola che totale, in tutti i settori industriali) pubblicati da Eurostat <a>(<span>63</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(157)</p></td><td><p>Per quanto riguarda la produzione agricola totale in Grecia <a>(<span>64</span>)</a>, i dati statistici indicano chiaramente che il calo della produzione ha fatto seguito a una tendenza di più lunga durata, iniziata nel 2005 e protrattasi fino alla fine del 2007. Inoltre, dal grafico di cui sotto emerge chiaramente che la produzione agricola totale in Grecia è cresciuta in modo continuo e costante dall’inizio del 2008 fino al 2010. La Commissione conclude pertanto che non vi sono elementi che dimostrino che gli incendi del 2007 hanno avuto una grave incidenza negativa sulla produzione agricola totale della Grecia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(158)</p></td><td><p>Infine, la Commissione osserva che nel periodo 2007-2009 la produzione totale in Grecia <a>(<span>65</span>)</a> è aumentata in modo costante fino al 2009, anno in cui la Grecia è stata colpita dalla crisi finanziaria. Di conseguenza, i dati disponibili non dimostrano che gli incendi hanno avuto un’incidenza significativa sull’economia greca nel suo complesso.</p><img/><p><span>Fonte:</span> Eurostat (http://ec.europa.eu/eurostat/web/products-datasets/-/teina442_r2).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(159)</p></td><td><p>L’argomentazione presentata dalle autorità greche al considerando 152 deve quindi essere respinta.</p></td></tr></tbody></table>
Aiuti destinati a promuovere o agevolare lo sviluppo di talune regioni economiche
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(160)</p></td><td><p>Nella sua decisione di avviare un procedimento la Commissione ha altresì valutato la possibile compatibilità dei regimi in esame ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE come aiuti destinati a promuovere o agevolare lo sviluppo di talune regioni economiche. Le autorità greche non hanno presentato alcuna argomentazione, nemmeno nella fase di indagine formale, a sostegno della compatibilità dei regimi ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE, mentre hanno escluso che anche le imprese in difficoltà possano aver beneficiato dei regimi. Ciò spiega il motivo per cui queste autorità non hanno mai tentato di sostenere l’applicabilità e il rispetto degli orientamenti S&R. Tuttavia, nella decisione di avviare un procedimento la Commissione ha condotto tale valutazione a fini di completezza. La presente decisione riesamina brevemente le risultanze di cui alla decisione di avviare un procedimento, in quanto confermate durante l’indagine formale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(161)</p></td><td><p>Le imprese in buona salute finanziaria che hanno beneficiato dei regimi in questione hanno ricevuto aiuti al funzionamento, che non possono essere considerati compatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(162)</p></td><td><p>Quanto alle imprese in difficoltà alle quali sono stati concessi aiuti in esecuzione dei regimi in esame, la valutazione deve essere effettuata conformemente agli orientamenti S&R (cfr. i considerando 59 e 73). Come già indicato nella decisione di avviare un procedimento, la valutazione non è limitata alle PMI in quanto i regimi erano aperti a tutte le imprese.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(163)</p></td><td><p>In considerazione delle caratteristiche dei regimi in esame, che prevedevano la concessione di aiuti a lungo termine senza richiedere alcun piano di ristrutturazione, senza adottare misure per minimizzare gli effetti negativi sulle condizioni degli scambi e senza condizioni che impedissero ai beneficiari di utilizzare gli aiuti per finanziare nuovi investimenti non indispensabili per il ripristino della redditività dell’impresa, i regimi non sono conformi agli orientamenti S&R, come esaminato nel dettaglio nella decisione di avviare un procedimento (cfr. i considerando da 72 a 78 di tale decisione).</p></td></tr></tbody></table>
Possibile compatibilità con altre deroghe di cui all’articolo 107 TFUE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(164)</p></td><td><p>A fini di completezza <a>(<span>66</span>)</a>, la Commissione osserva che durante il procedimento di indagine formale sono state confermate le risultanze, di cui alla decisione di avviare un procedimento, relative all’incompatibilità delle altre deroghe al divieto di concedere aiuti nel quadro dei regimi in esame previste dall’articolo 107 TFUE (di cui ai considerando 81 e 82 della presente decisione). Fatta salva la deroga prevista dall’articolo 107, paragrafo 3, lettera b), TFUE, la cui applicabilità al caso di specie è stata trattata ai considerando da 153 a 159, né le autorità greche né altre parti hanno sostenuto il contrario.</p></td></tr></tbody></table>
Considerazioni finali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(165)</p></td><td><p>Infine, le basi giuridiche dei regimi non contenevano alcuna disposizione avente l’effetto di garantire il rispetto del principio Deggendorf, secondo il quale le imprese che hanno beneficiato di un precedente aiuto dichiarato incompatibile dalla Commissione non avrebbero potuto ricevere gli aiuti erogati nel quadro dei regimi in esame finché non avessero rimborsato l’importo di tale aiuto <a>(<span>67</span>)</a>. Questo principio non si applica agli aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati dalle calamità naturali a norma dell’articolo 107, paragrafo 2, lettera b), TFUE. Di conseguenza, a causa del mancato rispetto di tale principio, nessuna delle basi giuridiche esaminate poteva giustificare la concessione di aiuti in esecuzione dei regimi in oggetto.</p></td></tr></tbody></table>
VI. CONCLUSIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(166)</p></td><td><p>La Commissione ritiene che i regimi di aiuto istituiti ai sensi della decisione ministeriale n. 36579/Β.1666/27-8-2007 (con successive modifiche) sotto forma di abbuoni di interesse e garanzie dello Stato greco costituiscano un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. La Commissione constata che la Grecia ha dato illegalmente esecuzione ai regimi di aiuto in esame, in violazione dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE. La precedente analisi indica che gli aiuti non possono essere dichiarati compatibili con il mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(167)</p></td><td><p>Ne consegue in particolare che gli aiuti di Stato concessi dalla Grecia a Sogia Ellas e relative controllate sotto forma di abbuoni di interesse in esecuzione dei regimi di cui al considerando 166 sono illegali e incompatibili con il mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
VII. RECUPERO
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(168)</p></td><td><p>Poiché gli aiuti sono illegali e incompatibili con il mercato interno, la Grecia dovrebbe porre fine ai regimi di aiuto e recuperare dai beneficiari le somme erogate, salvo che siano state destinate a un progetto specifico che, all’epoca della concessione, rispettava tutte le condizioni dei regolamenti di esenzione per categoria, del regolamento de minimis o di un regime di aiuti approvato dalla Commissione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(169)</p></td><td><p>Quanto alle osservazioni formulate dalle autorità greche in merito all’assoluta impossibilità di recuperare gli aiuti di Stato (cfr. i considerando 101 e 102), esse non sono pertinenti ai fini della valutazione di compatibilità di cui alla presente decisione ma mirano piuttosto, in maniera esplicita, a far sì che la Commissione non ingiunga alla Grecia il recupero degli aiuti incompatibili. A tal fine le autorità greche hanno fatto riferimento alla prassi decisionale adottata in precedenza dalla Commissione (cfr. considerando 102).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(170)</p></td><td><p>Nella fase attuale la Commissione non accoglie l’argomentazione greca secondo cui il recupero degli aiuti è assolutamente impossibile <a>(<span>68</span>)</a>. Affinché ciò avvenga è necessario che, dopo un esame minuzioso della Commissione, siano soddisfatte due condizioni cumulative, vale a dire, da un lato, l’esistenza delle difficoltà addotte dallo Stato membro interessato e, dall’altro, l’assenza di modalità alternative di recupero. Il recupero avrebbe potuto essere considerato obiettivamente e assolutamente impossibile da realizzare solo se la Commissione avesse accertato, in seguito a tale esame minuzioso, l’assenza di soluzioni alternative che consentono un recupero, anche solo parziale, degli aiuti illegali in questione. Nel caso di specie la Grecia non ha escluso soluzioni alternative per un recupero quantomeno parziale, limitandosi solamente ad addurre che non è possibile ottenere, in assenza dei pertinenti registri e documenti, le informazioni necessarie circa i danni imputabili in modo diretto e indiretto agli incendi. Non è chiaro, ad esempio, se i danni possano essere stimati sulla base di fotografie aeree scattate all’epoca degli incendi, registri pubblici o altri mezzi. In questa fase non può pertanto essere accolta la richiesta di non ingiungere il recupero degli aiuti di Stato incompatibili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(171)</p></td><td><p>Quanto alle decisioni precedentemente adottate dalla Commissione, in conformità della giurisprudenza consolidata degli organi giurisdizionali dell’Unione <a>(<span>69</span>)</a> occorre sottolineare che il concetto di aiuto di Stato deve essere applicato a una situazione oggettiva, che viene valutata nel momento in cui la Commissione adotta la propria decisione e che dipende soltanto dalla questione se una misura statale conferisca o meno un vantaggio a una o a talune imprese. Di conseguenza, le precedenti decisioni della Commissione non possono essere un fattore decisivo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(172)</p></td><td><p>A tale riguardo la Commissione è vincolata unicamente dalle pertinenti disposizioni del regolamento (UE) 2015/1589. A norma dell’articolo 16, paragrafo 1, del regolamento di procedura sul recupero degli aiuti, pertanto, la Commissione è tenuta a ingiungere il recupero degli aiuti incompatibili. Inoltre, la prescrizione per il recupero degli aiuti è di dieci anni e, come disposto all’articolo 17 del regolamento (UE) 2015/1589, il conteggio riparte dall’inizio a seguito di ogni interruzione. I regimi di aiuto in questione sono stati istituiti il 25 agosto 2007, mentre la prima azione intrapresa al riguardo dalla Commissione è stata la lettera che ha inviato alle autorità greche il 25 luglio 2014 chiedendo informazioni sul caso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(173)</p></td><td><p>A ogni modo, nel caso di specie non sono soddisfatte le condizioni che giustificavano la decisione di non ingiungere il recupero nei casi citati dalla Grecia (cfr. considerando 102). Nel caso SA.33083 (2012/C) (ex 2012/NN), tra l’altro, le calamità naturali si sono verificate più di 10 anni prima della data della decisione; in alcuni casi si arriva anche a 25 anni prima. Nel caso di specie gli incendi sono invece avvenuti alla fine del 2007, e le autorità greche erano consapevoli del fatto che la Commissione stava esaminando i regimi in questione fin dalla metà del 2014. Per questi motivi la Commissione non può accogliere la richiesta delle autorità greche di non ingiungere il recupero degli aiuti incompatibili nel caso in esame.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(174)</p></td><td><p>Di conseguenza, ai sensi del paragrafo 42 della comunicazione della Commissione «Verso l’esecuzione effettiva delle decisioni della Commissione che ingiungono agli Stati membri di recuperare gli aiuti di Stato illegali e incompatibili», andrebbe stabilito un termine entro il quale la Grecia dovrebbe dare piena esecuzione al recupero. Gli importi da recuperare andrebbero maggiorati dei relativi interessi ai sensi del regolamento (CE) n. 794/2004 della Commissione <a>(<span>70</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(175)</p></td><td><p>La presente decisione andrebbe attuata immediatamente, salvo per gli aiuti che, all’epoca in cui sono stati concessi, rispettavano tutte le condizioni di cui al pertinente regolamento de minimis [cfr. articolo 2 del regolamento (CE) n. 994/98 del Consiglio <a>(<span>71</span>)</a>] o ai regolamenti di esenzione per categoria. In particolare, gli aiuti individuali concessi a titolo dei regimi oggetto della presente decisione che, alla data in cui sono stati concessi, soddisfacevano le condizioni prescritte dal regolamento (UE) n. 702/2014 o da qualsiasi altro regime di aiuti approvato dovrebbero essere ritenuti compatibili con il mercato interno fino a concorrenza dell’intensità massima di aiuto applicabile a detto tipo di aiuti,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
I regimi di aiuto istituiti ai sensi della decisione ministeriale n. 36579/B.1666/27.8.2007 (con successive modifiche) sotto forma di abbuoni di interesse e garanzie concessi dalla Repubblica ellenica costituiscono un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. Tali regimi di aiuto di Stato sono stati attuati illegalmente dalla Repubblica ellenica, in violazione dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE, e sono incompatibili con il mercato interno.
La presente decisione si applica solo alle attività legate alla produzione, alla trasformazione e alla commercializzazione dei prodotti agricoli, ossia i prodotti elencati nell’allegato I TFUE a eccezione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, e al settore forestale, secondo quanto definito da Eurostat. Lascia pertanto impregiudicati i possibili aiuti concessi ad altri settori dell’economia conformemente ai regimi di aiuto in questione.
Articolo 2
1. La Repubblica ellenica è tenuta a far rimborsare gli aiuti di cui all’articolo 1 dai beneficiari.
2. Le somme da recuperare comprendono gli interessi che decorrono dalla data in cui sono state poste a disposizione dei beneficiari fino a quella del loro effettivo recupero.
3. Gli interessi sulle somme da recuperare sono calcolati secondo il regime dell’interesse composto a norma del capo V del regolamento (CE) n. 794/2004 e del regolamento (CE) n. 271/2008 della Commissione ( 72 ) che modifica il regolamento (CE) n. 794/2004.
4. La Repubblica ellenica cessa di concedere il beneficio dei regimi di cui all’articolo 1 e annulla tutti i pagamenti in sospeso degli aiuti erogati nel quadro dei regimi di cui all’articolo 1 con effetto dalla data di adozione della presente decisione.
Articolo 3
Gli aiuti non costituiscono un aiuto di Stato se, all’epoca in cui sono stati concessi, rispettavano le condizioni di cui all’articolo 2 del regolamento (CE) n. 994/98, applicabile al momento della concessione degli aiuti.
Articolo 4
Gli aiuti individuali concessi a titolo delle misure di cui all’articolo 1 che, alla data in cui sono concessi, soddisfano le condizioni prescritte dal regolamento (UE) n. 702/2014 o da qualsiasi altro regime di aiuti approvato sono compatibili con il mercato interno fino a concorrenza dell’intensità massima di aiuto applicabile a detto tipo di aiuti.
Articolo 5
1. Il recupero degli aiuti concessi a norma dei regimi di cui all’articolo 1 è immediato ed effettivo.
2. La Repubblica ellenica garantisce la piena attuazione della presente decisione entro quattro mesi dalla data della sua notifica.
Articolo 6
1. Entro due mesi dalla notifica della presente decisione, la Repubblica ellenica trasmette le seguenti informazioni:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>l’elenco dei beneficiari dell’aiuto di cui all’articolo 1 e l’importo complessivo ricevuto da ciascuno di essi;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>l’importo complessivo (capitale e interessi) da recuperare da parte di ogni beneficiario dell’aiuto che non rientri nell’ambito di applicazione della norma de minimis del regolamento (UE) n. 702/2014 o di qualsiasi regime di aiuti approvato;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>una descrizione dettagliata delle misure già adottate e di quelle previste per conformarsi alla presente decisione;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>i documenti attestanti che ai beneficiari è stato ingiunto di rimborsare l’aiuto.</p></td></tr></tbody></table>
2. La Grecia informa la Commissione dei progressi delle misure nazionali adottate per l’esecuzione della presente decisione fino al completo recupero dell’aiuto di cui all’articolo 1. Trasmette immediatamente, su semplice richiesta della Commissione, le informazioni relative alle misure già adottate e previste per conformarsi alla presente decisione. Fornisce inoltre informazioni dettagliate riguardo all’importo dell’aiuto e degli interessi già recuperati presso i beneficiari.
Articolo 7
La Repubblica ellenica è destinataria della presente decisione.
Fatto a Bruxelles, il 7 ottobre 2019
Per la Commissione
Phil HOGAN
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) Invito a presentare osservazioni ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, aiuto di Stato SA.39119 (2016/C) (ex 2015/NN) (ex 2014/CP) — Aiuti a Sogia Ellas SA et al. ( GU C 341, del 16.9.2016, pag. 23 ).
( 2 ) Cfr. nota 1.
( 3 ) Relazione n. 10: «JRC, Scientific and Technical Reports – Forest Fires in Europe 2009 », grafico 13a: « Burnt areas in Greece for the last 30 years », pag. 29, consultabile all’indirizzo seguente: http://forest.jrc.ec.europa.eu/media/cms_page_media/9/forest-fires-in-europe-2009.pdf; presentazione delle zone incendiate della Grecia nel 2007, a livello NUTS 3, conformemente al sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), Commissione europea – Centro comune di ricerca, consultabile all’indirizzo seguente: http://forest.jrc.ec.europa.eu/effis/applications/fire-history.
( 4 ) Tale decisione è stata successivamente modificata e integrata, come spiegato ai considerando 9 e 10.
( 5 ) Se del caso, la presente decisione distingue il «regime A» dal «regime B». Diversamente, la decisione fa semplicemente riferimento ai «regimi».
( 6 ) Cfr. punto A della decisione, considerando 15.
( 7 ) Cfr. punto B della decisione, considerando 15.
( 8 ) Le basi giuridiche non prevedevano alcuna limitazione al settore agricolo.
( 9 ) Cfr. in particolare la sentenza della Corte di giustizia del 19 settembre 2000, Germania/Commissione , causa C-156/98, ECLI:EU:C:2000:467, punto 30; sentenza del 17 settembre 1980, Philip Morris Holland BV/Commissione , causa C-730/79, ECLI:EU:C:1980:209.
( 10 ) Sentenza della Corte di giustizia del 13 luglio 1988, Repubblica francese/Commissione , causa C-102/87, ECLI:EU:C:1988:391.
( 11 ) Sentenza della Corte di giustizia del 24 luglio 2003, Altmark Trans GmbH , causa C-280/00, ECLI:EU:C:2003:415, punto 81.
( 12 ) Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie ( GU C 155 del 20.6.2008, pag. 10 ). Tale comunicazione ha sostituito la comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie ( GU C 71 dell’11.3.2000, pag. 14 ), applicabile fino al 31 dicembre 2009.
( 13 ) Decisione 2012/320/UE della Commissione, del 25 gennaio 2012, relativa agli aiuti concessi dalla Grecia ai produttori di cereali e alle cooperative agricole di raccolta dei cereali n. SA 27354 (C 36/10) (ex NN 3/10, ex CP 11/09) ( GU L 164 del 23.6.2012, pag. 10 ).
( 14 ) Sentenza del Tribunale del 9 aprile 2014, Repubblica ellenica/Commissione , T-150/12, ECLI:EU:T:2014:191, punti da 82 a 85.
( 15 ) 2012/307/UE della Commissione, del 19 ottobre 2011 , relativa ai regimi di aiuti di Stato sotto forma di ristrutturazione dei debiti, a cui la Grecia ha dato esecuzione nei dipartimenti di Castorià, Eubea, Florina, Kilkis, Rodope, Evro, Xanthi e del Dodecanneso, nonché nelle isole di Lesbo, Samo e Chio [n. C23/04, (ex NN 153/03), C 20/05 (ex NN 70/04) e C 50/05 (ex NN 20/05)] ( GU L 153 del 14.6.2012, pag. 16 ).
( 16 ) Ciò è stato ribadito dalle autorità greche nella lettera dell’11 febbraio 2016.
( 17 ) Regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio, del 13 luglio 2015, recante modalità di applicazione dell’articolo 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea ( GU L 248 del 24.9.2015, pag. 9 ).
( 18 ) GU C 319 del 27.12.2006, pag. 1 .
( 19 ) Comunicazione della Commissione, «Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà» ( GU C 244 dell’1.10.2004, pag. 2 ). La validità è stata prorogata dapprima fino al 9 ottobre 2012 ( GU C 156 del 9.7.2009, pag. 3 ), poi fino al 31 luglio 2014 ( GU C 296 del 2.10.2012, pag. 3 ).
( 20 ) La nozione di «incendi che causano perdite estese» è stata definita come «evento eccezionale» al punto 122 degli orientamenti 2007-2013.
( 21 ) Cfr. al riguardo la sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 2004, Repubblica ellenica/Commissione , causa C-278/00, ECLI:EU:C:2004:239, dove la Corte ha stabilito che: «ai sensi di tale disposizione possono essere compensati unicamente gli svantaggi economici direttamente causati da calamità naturali o da altri eventi eccezionali» (punto 82) e «una siffatta disposizione di portata molto ampia non può essere considerata come un regime di aiuti destinato a porre rimedio a danni prodotti dalle calamità naturali o da altri eventi eccezionali» (punto 85).
( 22 ) Cfr. ad esempio gli aiuti di Stato N 235a/2010 – Polonia, regime di aiuto per la compensazione dei danni causati dalle inondazioni avvenute in Polonia nei mesi di maggio e giugno 2010 (non rientrante nell’ambito di applicazione dell’allegato I TFUE e, per quanto riguarda il settore forestale, non coperto dagli orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore agricolo e forestale 2007-2013) ( GU C 283 del 20.10.2010, pag. 2 ).
( 23 ) Regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione, del 25 giugno 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno, in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, alcune categorie di aiuti nei settori agricolo e forestale e nelle zone rurali e che abroga il regolamento della Commissione (CE) n. 1857/2006 ( GU L 193 dell’1.7.2014, pag. 1 ).
( 24 ) Sentenza del Tribunale del 13 settembre 1995, Textilwerke Deggendorf/Commissione , cause riunite T-244/93 e T-486/93, ECLI:EU:T:1995:160, punti da 51 a 60.
( 25 ) Decisione (UE) 2016/195 della Commissione, del 14 agosto 2015, riguardante le misure SA.33083 (12/C) (ex 12/NN) cui l’Italia ha dato esecuzione e relativa ad agevolazioni fiscali e contributive connesse a calamità naturali (concernenti tutti i settori esclusa l'agricoltura) e SA.35083 (12/C) (ex 12/NN) cui l'Italia ha dato esecuzione e relativa ad agevolazioni fiscali e contributive connesse al terremoto del 2009 in Abruzzo (concernenti tutti i settori esclusa l'agricoltura) ( GU L 43 del 18.2.2016, pag. 1 ).
( 26 ) Sentenza della Corte di giustizia del 2 luglio 1974, Italia/Commissione , causa C-173/73, ECLI:EU:C:1974:71, punto 13; sentenza della Corte di giustizia del 3 marzo 2005, Heiser , causa C-172/03, ECLI:EU:C:2005:130, punto 55; sentenza della Corte di giustizia dell’8 dicembre 2011, France Télécom/Commissione , C-81/10 P, ECLI: EU:C:2011:811.
( 27 ) Sentenza del Tribunale del 16 luglio 2014, Grecia/Commissione , causa Τ-52/12, ECLI:EU:T:2014:677, punti 66-71.
( 28 ) Cfr. ad esempio la sentenza della Corte di giustizia del 16 maggio 2002, Francia/Commissione (Stardust) , causa C-482/99, ECLI:EU:C:2002:294, punto 24; sentenza del Tribunale del 5 aprile 2006, Deutsche Bahn AG/Commissione , T-351/02, ECLI:EU:T:2006:104, punto 103.
( 29 ) Sentenza della Corte di giustizia del 24 gennaio 1978, Van Tiggele , causa C-82/77, ECLI:EU:C:1978:10, punti 25 e 26; sentenza del Tribunale del 12 dicembre 1996, Air France/Commissione , causa T-358/94, ECLI:EU:T:1996:194, punto 63.
( 30 ) Sentenza della Corte di giustizia dell’11 luglio 1996, SFEI e altri , causa C-39/94, ECLI:EU:C:1996:285, punto 60; sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 1999, Spagna/Commissione , causa C-342/96, ECLI:EU:C:1999:210, punto 41.
( 31 ) Sentenza della Corte di giustizia del 2 luglio 1974, Italia/Commissione , causa C-173/73, ECLI:EU:C:1974:71, punto 13.
( 32 ) Sentenza della Corte di giustizia del 2 luglio 1974, Italia/Commissione , causa C-173/73, ECLI:EU:C:1974:71, punto 13.
( 33 ) Sentenza della Corte di giustizia del 24 luglio 2003, Altmark Trans , causa C-280/00, ECLI:EU:C:2003:415, punto 84.
( 34 ) Sentenza del Tribunale del 16 luglio 2014, Grecia/Commissione , causa Τ-52/12, ECLI:EU:T:2014:677, punto 67 e giurisprudenza ivi citata.
( 35 ) Sentenza del Tribunale del 29 settembre 2000, Confederación Española de Transporte de Mercancías/Commissione , causa T-55/99, ECLI:EU:T:2000:223, punto 40. Cfr. anche la sentenza del Tribunale del 13 settembre 2012, Italia/Commissione , causa T-379/09, ECLI:EU: T:2012:422, punto 47.
( 36 ) Cfr. sentenza del Tribunale di primo grado, Salzgitter/Commissione , causa T-308/00, ECLI:EU:T:2004:199, punto 38 (questa parte della sentenza è stata confermata in sede di impugnazione nella causa C-408/04 P, Commissione/Salzgitter , ECLI:EU:C:2008:236, punto 109). Nella summenzionata sentenza il Tribunale ha espressamente stabilito che: « poco importa che la selettività della misura discenda, per esempio, […] da un criterio di localizzazione geografica su una parte delimitata del territorio di uno Stato membro. [Il Tribunale rileva], invece, affinché una misura possa essere qualificata come aiuto di Stato, che le imprese beneficiarie della stessa appartengano a una categoria ben determinata grazie all’applicazione, in diritto o in fatto, del criterio stabilito dalla misura in questione ».
( 37 ) Sentenza della Corte di giustizia del 17 settembre 1980, Philip Morris , causa C-730/79, ECLI:EU:C:1980:209, punto 11; sentenza del Tribunale del 15 giugno 2000, Alzetta , cause riunite T-298/97 e T-312/97 ecc., ECLI:EU:T:2000:151, punto 80.
( 38 ) Sentenza del Tribunale del 15 giugno 2000, Alzetta , cause riunite T-298/97, T-312/97 ecc., ECLI:EU:T:2000:151, punti da 141 a 147; sentenza della Corte di giustizia del 24 luglio 2003, Altmark Trans , causa C-280/00, ECLI:EU:C:2003:415.
( 39 ) Sentenza della Corte di giustizia del 3 marzo 2005, Heiser , causa C-172/03, ECLI:EU:C:2005:130, punto 55.
( 40 ) Sentenza del Tribunale del 29 settembre 2000, Confederación Española de Transporte de Mercancías/Commissione , causa T-55/99, ECLI:EU:T:2000:223, punto 89; sentenza della Corte di giustizia del 24 luglio 2003, Altmark Trans , causa C-280/00, ECLI:EU:C:2003:415, punto 81.
( 41 ) Sentenza della Corte di giustizia del 24 luglio 2003, Altmark Trans , causa C-280/00, ECLI:EU:C:2003:415, punto 79.
( 42 ) Sentenza della Corte di giustizia del 14 gennaio 2015, Eventech/The Parking Adjudicator , causa C-518/13, ECLI:EU:C:2015:9, punto 65; sentenza della Corte di giustizia dell’8 maggio 2013, Libert e altri , cause riunite C-197/11 e C-203/11, ECLI:EU:C:2013:288, punto 76.
( 43 ) Sentenza della Corte di giustizia del 14 gennaio 2015, Eventech/The Parking Adjudicator , causa C-518/13, ECLI:EU:C:2015:9, punto 66; sentenza della Corte di giustizia dell’8 maggio 2013, Libert e altri , cause riunite C-197/11 e C-203/11, ECLI:EU:C:2013:288, punto 77; sentenza del Tribunale del 4 aprile 2001, Friuli Venezia Giulia , causa T-288/97, ECLI:EU:T:2001:115, punto 41.
( 44 ) Fonte: Commissione europea, direzione generale dell’Agricoltura e dello sviluppo rurale, scheda statistica (2017), 5.1 Commercio di prodotti agricoli, maggio 2018; cfr. http://ec.europa.eu/agriculture/statistics/factsheets/pdf/el_en.pdf.
( 45 ) Sentenza del Tribunale del 16 luglio 2014, Grecia/Commissione , causa Τ-52/12, ECLI:EU:T:2014:677.
( 46 ) Sentenza del Tribunale del 16 luglio 2014, Grecia/Commissione , causa Τ-52/12, ECLI:EU:T:2014:677, punto 112 e giurisprudenza ivi citata.
( 47 ) Comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie ( GU C 155 del 20.6.2008, pag. 10 ). È opportuno sottolineare che la comunicazione della Commissione sull’applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato concessi sotto forma di garanzie ( GU C 71 dell’11.3.2000, pag. 14 ) (in appresso la «comunicazione della Commissione del 2000») applicabile in precedenza adottava la medesima interpretazione per quanto riguarda l’applicabilità dei criteri di cui all’articolo 107, paragrafo 1, TFUE e le condizioni che escludono l’esistenza di aiuti.
( 48 ) Cfr. anche la «comunicazione della Commissione del 2000», sezione 2.1.2.
( 49 ) Cfr. anche la «comunicazione della Commissione del 2000», sezione 2.1.1.
( 50 ) Cfr. sentenza del Tribunale del 9 aprile 2014, Repubblica ellenica/Commissione, T-150/12, ECLI:EU:T:2014:191, punti da 82 a 85 e 98.
( 51 ) Cfr. anche «comunicazione della Commissione del 2000», sezione 3.4.
( 52 ) Cfr. comunicazione della Commissione sulle garanzie, sezione 2.1; cfr. anche «comunicazione della Commissione del 2000», sezione 2.1.2.
( 53 ) GU C 319 del 27.12.2006, pag. 1 .
( 54 ) Cfr.: sentenza della Corte di giustizia dell’11 novembre 2004, Spagna/Commissione , causa C-73/03, ECLI:EU:C:2004:711, punto 36; sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 2004, Repubblica ellenica/Commissione , causa C-278/00, ECLI:EU:C:2004:239, punto 81.
( 55 ) Cfr.: sentenza della Corte di giustizia dell’11 novembre 2004, Spagna/Commissione , causa C-73/03, ECLI:EU:C:2004:711, punto 37; sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 2004, Repubblica ellenica/Commissione , causa C-278/00, ECLI:EU:C:2004:239, punto 82; sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 2004, Repubblica ellenica/Commissione , causa C-278/00, ECLI:EU:C:2004:239, punto 82 e ulteriori riferimenti.
( 56 ) Cfr.: sentenza della Corte di giustizia del 29 aprile 2004, Repubblica ellenica/Commissione , causa C-278/00, ECLI:EU:C:2004:239, punto 85.
( 57 ) Sentenza del Tribunale del 1 o febbraio 2018, Larko/Commissione , causa T-423/14, ECLI:EU:T:2018:57, punto 156.
( 58 ) Studio richiesto dalla commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo, febbraio 2008: « Forest fires: causes and contributing factors in Europe » , IP/A/ENVI/ST/2007-15, consultabile all’indirizzo seguente: http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/etudes/join/2008/401003/IPOL-ENVI_ET(2008)401003_EN.pdf.
( 59 ) http://www.tanea.gr/news/economy/article/36098/?iid=2.
( 60 ) Sentenza del Tribunale del 9 aprile 2014, Repubblica ellenica/Commissione , causa T-150/12, ECLI:EU:T:2014:191, punto 146 e sentenza della Corte di giustizia del 20 settembre 2018, Carrefour Hypermarchés e a. , causa C-510/16, ECLI:EU:C:2018:751, punto 37.
( 61 ) Cfr.: sentenza della Corte di giustizia del 30 settembre 2003, Germania/Commissione , causa C-301/96, ECLI:EU:C:2003:509, punti 105 e106; sentenza del Tribunale del 15 dicembre 1999, Freistaat Sachsen e Volkswagen/Commissione , cause riunite T-132/96 e T-143/96, ECLI:EU:T:1996:326, punto 167.
( 62 ) Cfr.: decisione 94/725/CE della Commissione, del 27 luglio 1994, relativa alle misure decise dal governo francese nel settore suino ( GU L 289 del 10.11.1994, pag. 26 ).
( 63 ) http://ec.europa.eu/eurostat/web/products-datasets/-/teina442_r2. I dati statistici sono presentati nel grafico seguente.
( 64 ) Cfr.: linea rossa del grafico.
( 65 ) Cfr.: linea blu del grafico.
( 66 ) La Commissione, a norma della giurisprudenza degli organi giurisdizionali dell’UE, non è tenuta a valutare la compatibilità delle misure sulla base di motivazioni non invocate dallo Stato membro; cfr. al riguardo: sentenza del Tribunale del 1 o febbraio 2018, Larko/Commissione , causa T-423/14, ECLI:EU:T:2018:57, punto 157.
( 67 ) Sentenza del Tribunale del 13 settembre 1995, Textilwerke Deggendorf/Commissione , cause riunite T-244/93 e T-486/93, ECLI:EU:T:1995:160, punti da 51 a 60.
( 68 ) Cfr. sentenza della Corte (Grande Sezione) del 6 novembre 2018 nelle cause riunite da C-622/16P a C-624/16P, Scuola Elementare Maria Montessori/Commissione , ECLI:EU:C:2018:873, punti 96 e 97. Cfr. per ulteriori informazioni sull’interpretazione del concetto di assoluta impossibilità di recuperare l’aiuto come unica eccezione all’obbligo di recuperare gli aiuti di Stato dichiarati incompatibili dalla Commissione: comunicazione della Commissione «Verso l’esecuzione effettiva delle decisioni della Commissione che ingiungono agli Stati membri di recuperare gli aiuti di Stato illegali e incompatibili» ( GU C 272 del 15.11.2007, pag. 4 , paragrafi da 18 a 20 e giurisprudenza ivi citata).
( 69 ) Cfr. sentenza del Tribunale del 4 marzo 2009, Associazione italiana del risparmio gestito e Fineco Asset Management/Commissione , causa T-445/05, ECLI:EU:T:2009:50, punto 145.
( 70 ) Regolamento (CE) n. 794/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004, recante disposizioni di esecuzione del regolamento (UE) 2015/1589 del Consiglio recante modalità di applicazione dell’articolo 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea ( GU L 140 del 30.4.2004, pag. 1 ).
( 71 ) Regolamento (CE) n. 994/98 del Consiglio, del 7 maggio 1998, sull’applicazione degli articoli 107 e 108 del TFUE a determinate categorie di aiuti di Stato orizzontali ( GU L 142 del 14.5.1998, pag. 1 ).
( 72 ) Regolamento (CE) n. 271/2008 della Commissione, del 30 gennaio 2008, che modifica il regolamento (CE) n. 794/2004 recante disposizioni di esecuzione del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del trattato CE ( GU L 82 del 25.3.2008, pag. 1 ).
</note> | ITA | 32020D0394 |
02013R0114 — IT — 02.06.2014 — 002.003
Il presente testo è un semplice strumento di documentazione e non produce alcun effetto giuridico. Le istituzioni dell’Unione non assumono alcuna responsabilità per i suoi contenuti. Le versioni facenti fede degli atti pertinenti, compresi i loro preamboli, sono quelle pubblicate nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e disponibili in EUR-Lex. Tali testi ufficiali sono direttamente accessibili attraverso i link inseriti nel presente documento
<table><col/><col/><tr><td><p><a>►B</a></p></td><td><p>REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 114/2013 DELLA COMMISSIONE</p><p>del 6 novembre 2012</p><p>che integra il regolamento (UE) n. 510/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla domanda di deroga rispetto agli obiettivi per le emissioni specifiche di CO<span>2</span> dei veicoli commerciali leggeri nuovi</p><p><a>(Testo rilevante ai fini del SEE)</a></p><p>(GU L 038 del 9.2.2013, pag. 1)</p></td></tr></table>
Modificato da:
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>Gazzetta ufficiale</p></td></tr><tr><td><p>  n.</p></td><td><p>pag.</p></td><td><p>data</p></td></tr><tr><td><p><a>►M1</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 1047/2013 DELLA COMMISSIONE del 21 agosto 2013</a></p></td><td><p>  L 285</p></td><td><p>1</p></td><td><p>29.10.2013</p></td></tr><tr><td><p><a>►M2</a></p></td><td><p><a>REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 482/2014 DELLA COMMISSIONE del 4 marzo 2014</a></p></td><td><p>  L 138</p></td><td><p>51</p></td><td><p>13.5.2014</p></td></tr></table>
REGOLAMENTO DELEGATO (UE) N. 114/2013 DELLA COMMISSIONE
del 6 novembre 2012
che integra il regolamento (UE) n. 510/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme relative alla domanda di deroga rispetto agli obiettivi per le emissioni specifiche di CO 2 dei veicoli commerciali leggeri nuovi
(Testo rilevante ai fini del SEE)
Articolo 1
Oggetto
Il presente regolamento precisa le informazioni che i richiedenti devono fornire per dimostrare il rispetto delle condizioni necessarie per ottenere una deroga a norma dell’articolo 11, paragrafo 1 del regolamento (UE) n. 510/2011.
Articolo 2
Definizioni
Ai fini del presente regolamento, oltre alle definizioni di cui agli articoli 2 e 3 del regolamento (UE) n. 510/2011, si applicano le definizioni seguenti:
(1) «richiedente», il costruttore ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011;
(2) «caratteristiche del veicolo», gli elementi che contraddistinguono il veicolo, tra cui la massa, le emissioni specifiche di CO 2 , il numero di sedili, le prestazioni del motore, il rapporto potenza/massa e la velocità massima;
(3) «caratteristiche del mercato», le informazioni sulle caratteristiche dei veicoli e i nomi e le gamme di prezzo dei veicoli commerciali leggeri in diretta concorrenza con i veicoli per i quali è chiesta una deroga;
(4) «impianto di produzione proprio», lo stabilimento di costruzione o montaggio usato esclusivamente dal richiedente al fine di costruire o montare per proprio conto veicoli commerciali leggeri nuovi, tra cui, eventualmente, quelli destinati all’esportazione;
(5) «centro di progettazione proprio», lo stabilimento, che dipende ed è utilizzato esclusivamente dal richiedente, in cui è progettato e sviluppato tutto il veicolo.
Articolo 3
Domanda di deroga a norma dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011
La domanda di deroga a norma dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 è presentata dal richiedente secondo il modello indicato nell’allegato I del presente regolamento e contiene le informazioni di cui agli articoli 4 e 5 del presente regolamento.
Articolo 4
Informazioni sui criteri di ammissibilità
Il richiedente fornisce le seguenti informazioni sui criteri di ammissibilità:
a) informazioni sull’assetto proprietario del costruttore o del gruppo di costruttori collegati, insieme alla relativa dichiarazione di cui all’allegato II;
b) il numero di veicoli commerciali leggeri nuovi, ufficialmente immatricolati nell’Unione nei tre anni civili precedenti la data della domanda, per i quali il richiedente è responsabile, oppure, qualora tale informazione non sia disponibile, uno dei seguenti dati:
i) la stima, basata su dati verificabili, del numero di veicoli commerciali leggeri nuovi, immatricolati nel periodo indicato nella frase introduttiva, per i quali il richiedente è responsabile;
ii) se, nel periodo indicato nella frase introduttiva, non è stato immatricolato nessun veicolo commerciale leggero, il numero di veicoli commerciali leggeri nuovi, immatricolati nell’ultimo anno civile per il quale tale informazione è disponibile.
Articolo 5
Obiettivo per le emissioni specifiche e potenziale di riduzione a norma dell’articolo 11, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 510/2011
1. Il richiedente fornisce le emissioni specifiche medie di CO 2 dei suoi veicoli commerciali leggeri nuovi, immatricolati nel 2010, a meno che tale dato non figuri nell’allegato III. Qualora tale dato non sia disponibile, il richiedente fornisce le emissioni specifiche medie di CO 2 dei suoi veicoli commerciali leggeri nuovi, immatricolati nel primo anno civile successivo al 2010.
2. Nella domanda il richiedente fornisce le seguenti informazioni sulle proprie attività:
a) per l’anno civile precedente la data della domanda, il numero di dipendenti e le dimensioni dell’impianto di produzione in metri quadrati;
b) il modello di esercizio dell’impianto di produzione, specificando quali attività di progettazione e produzione sono svolte dal richiedente e quali sono esternalizzate;
c) nel caso di un’impresa collegata, se la tecnologia è condivisa dai costruttori e quali attività sono esternalizzate;
d) per i cinque anni precedenti la data della domanda, i volumi di vendita, il fatturato annuo, l’utile di esercizio e la spesa di ricerca e sviluppo per le tecnologie di riduzione di CO 2 e, nel caso di un’impresa collegata, i trasferimenti netti all’impresa madre;
e) le caratteristiche del suo mercato;
f) il listino prezzi per tutte le versioni di veicoli commerciali leggeri per le quali s’intende ottenere la deroga nell’anno precedente la data della domanda, e il listino prezzi previsto per i veicoli commerciali leggeri di cui è in programma il lancio e per i quali s’intende ottenere la deroga.
Le informazioni di cui alla lettera d) del primo comma sono corredate dal bilancio certificato ufficiale oppure sono certificate da un revisore indipendente.
3. Il richiedente fornisce le seguenti informazioni sul proprio potenziale tecnologico di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 :
a) l’elenco delle tecnologie di riduzione delle emissioni di CO 2 impiegate nei suoi veicoli commerciali leggeri, commercializzati nel 2010 oppure, se tali dati non sono disponibili, nel primo anno successivo al 2010, oppure, nel caso dei costruttori che prevedono di entrare nel mercato, nell’anno in cui inizia ad applicarsi la deroga;
b) l’elenco delle tecnologie di riduzione delle emissioni di CO 2 impiegate nei veicoli commerciali leggeri, nell’ambito del programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 e i costi aggiuntivi di tali tecnologie per ogni versione di veicolo contemplata nella domanda.
4. Il richiedente, in base al proprio potenziale di riduzione, propone uno dei seguenti obiettivi:
a) un obiettivo per le emissioni specifiche che garantisca che le emissioni specifiche medie di CO 2 , allo scadere del periodo di deroga, siano diminuite rispetto alle emissioni specifiche medie di CO 2 di cui al paragrafo 1;
b) un obiettivo annuale, per le emissioni specifiche di ogni anno del periodo di deroga, determinato in modo che le emissioni specifiche medie di CO 2 dell’intero periodo di deroga siano diminuite rispetto alle emissioni specifiche medie di CO 2 di cui al paragrafo 1.
5. L’obiettivo per le emissioni specifiche o gli obiettivi annuali per le emissioni specifiche proposti dal richiedente sono accompagnati da un programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 del nuovo parco veicoli.
Nel programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 è specificato quanto segue:
a) il calendario in base al quale sono introdotte le tecnologie di riduzione delle emissioni di CO 2 nel parco veicoli del richiedente;
b) la stima annuale delle immatricolazioni di veicoli commerciali leggeri nuovi nell’Unione per il periodo di deroga, la media prevista delle emissioni specifiche di CO 2 e la massa media attesa;
c) nel caso si opti per obiettivi annuali, il miglioramento annuale, in termini di emissioni specifiche di CO 2 , delle versioni dei veicoli per i quali sono introdotte tecnologie di riduzione di CO 2 .
6. Durante il periodo di deroga il rispetto, da parte del richiedente, dell’obiettivo per le emissioni specifiche, o degli obiettivi annuali per le emissioni specifiche, è valutato ogni anno, in conformità all’articolo 9 del regolamento (UE) n. 510/2011.
Articolo 6
Valutazione della Commissione
1. Se la Commissione non solleva obiezioni entro nove mesi dal ricevimento ufficiale della domanda completa a norma dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011, si ritengono soddisfatte le condizioni per chiedere una deroga.
Se la Commissione reputa incompleta la domanda, può richiedere informazioni supplementari. Se, entro il periodo indicato nella richiesta, non sono trasmesse informazioni supplementari, la Commissione può respingere la domanda.
Qualora la domanda sia respinta perché incompleta o perché la Commissione ritiene l’obiettivo proposto per le emissioni specifiche incompatibile con il potenziale di riduzione del richiedente, quest’ultimo può presentare una domanda di deroga completa o modificata.
2. Le domande sono presentate in formato cartaceo ed elettronico. La versione cartacea è inviata al segretariato generale della Commissione europea, 1049 Bruxelles, Belgio, e reca la dicitura «Deroga a norma del regolamento (UE) n. 510/2011». La versione elettronica è inviata all’indirizzo di posta elettronica indicato nell’allegato I.
3. Se le informazioni contenute nella domanda risultano errate o imprecise, la decisione che autorizza la deroga è revocata.
Articolo 7
Accesso del pubblico alle informazioni
1. Se il richiedente ritiene inopportuno che le informazioni contenute nella domanda siano rese pubbliche a norma dell’articolo 11, paragrafo 8, del regolamento (UE) n. 510/2011, lo indica nella domanda precisando i motivi per cui la loro divulgazione potrebbe pregiudicare la tutela dei propri interessi commerciali, ivi compresa la proprietà intellettuale.
2. L’eccezione al diritto di accesso del pubblico ai documenti di cui all’articolo 4, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1049/2001 si considera riferita al seguente tipo di informazioni:
a) particolari relativi al programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 di cui all’articolo 5, in particolare sullo sviluppo del portafoglio prodotti dei richiedenti;
b) ripercussioni previste delle tecnologie di riduzione di CO 2 sui costi di produzione, sul prezzo di acquisto dei veicoli e sulla redditività dell’impresa.
Articolo 8
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
ALLEGATO I
Modello di domanda di deroga da presentarsi da parte dei costruttori di veicoli commerciali leggeri che soddisfano i criteri di cui all’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011
La versione elettronica della domanda va inviata al seguente indirizzo:
EC-CO2-LDV-IMPLEMENTATION@ec.europa.eu
1. Nome, indirizzo e referente per il costruttore o il gruppo di costruttori collegati
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Denominazione del costruttore</p></td><td><p>Indirizzo postale</p></td><td><p>Nome del referente</p></td><td><p>e-mail del referente</p></td><td><p>Recapito telefonico del referente</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
2. Nome, indirizzo e referente per il rappresentante del costruttore nell’UE (soltanto nel caso in cui un costruttore sia stabilito fuori dell’UE)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nome del rappresentante del costruttore nell’UE</p></td><td><p>Indirizzo postale</p></td><td><p>Nome del referente</p></td><td><p>e-mail del referente</p></td><td><p>Recapito telefonico del referente</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3. Criteri di ammissibilità
3.1. Il richiedente fa parte di un gruppo di costruttori collegati?
SÌ (allegare la dichiarazione di cui all’allegato II)
NO 3.2. Il richiedente fa parte di un gruppo di costruttori collegati, ma gestisce i propri impianti di produzione e il proprio centro di progettazione?
SÌ (allegare la dichiarazione di cui all’allegato II; andare al punto 3.3)
NO (andare ai punti 3.4 e 3.5)
3.3. Numero di immatricolazioni di veicoli commerciali leggeri nuovi nell’Unione, se la domanda si riferisce a un costruttore non collegato o a un costruttore collegato che gestisce impianti di produzione propri e un proprio centro di progettazione
3.3.1. Dati ufficiali nei tre anni civili precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.3.2. Se non si dispone della cifra ufficiale di cui al precedente punto 3.3.1 per il periodo ivi indicato, una stima fondata su dati verificabili
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.3.3. Se non si dispone della cifra di cui ai punti 3.3.1 e 3.3.2 per il periodo ivi indicato, la cifra per l’ultimo anno civile per il quale tale cifra è disponibile
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.4. Se la domanda si riferisce a un gruppo di costruttori collegati, specificare quanto segue
<table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Nomi dei costruttori</p></td><td><p>Indirizzo postale</p></td><td><p>Nome del referente</p></td><td><p>e-mail del referente</p></td><td><p>Recapito telefonico del referente</p></td></tr><tr><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.5. Numero di immatricolazioni di veicoli commerciali leggeri nuovi nell’Unione di un gruppo di costruttori collegati, se la domanda si riferisce a un gruppo di costruttori collegati e il richiedente non gestisce impianti di produzione propri e un proprio centro di progettazione
3.5.1. Dati ufficiali nei tre anni civili precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.5.2. Se non si dispone della cifra ufficiale di cui al precedente punto 3.5.1 per il periodo ivi indicato, una stima fondata su dati verificabili
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
3.5.3. Se non si dispone della cifra di cui ai punti 3.5.1 e 3.5.2 per il periodo ivi indicato, la cifra per l’ultimo anno civile per il quale tale cifra è disponibile
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Numero di nuove immatricolazioni nell’UE</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
4. Durata richiesta della deroga
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Numero di anni civili (massimo 5)</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
5. Proposta di obiettivo per le emissioni specifiche calcolato come media del parco veicoli per il periodo di deroga oppure singoli obiettivi per le emissioni specifiche nel caso di riduzioni annuali (in g CO 2 /km)
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Obiettivo per le emissioni specifiche medie (g CO<span>2</span>/km)</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
6. Informazioni specifiche sulla società
6.1. Emissioni specifiche medie di CO 2 nel 2010 se non figuranti nell’allegato III (o se non disponibili nel primo anno civile successivo al 2010)
6.2. Numero di dipendenti nell’anno civile precedente la data della domanda
6.3. Dimensioni dell’impianto di produzione in metri quadrati nell’anno civile precedente la domanda
6.4. Volume delle vendite nei 5 anni precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Volume delle vendite</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
6.5. Fatturato annuo nei 5 anni precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Fatturato</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
6.6. Caratteristiche del mercato
Le informazioni sui prodotti di cui è pianificata la realizzazione, non disponibili sul mercato al momento della domanda di deroga, devono essere fornite nella parte riservata del presente modulo:
a) caratteristiche del veicolo;
b) nomi e gamma di prezzi dei veicoli in diretta concorrenza nell’anno precedente la data della domanda;
c) listino prezzi dei veicoli per i quali s’intende ottenere la deroga nell’anno civile precedente la data della domanda o nell’anno più prossimo alla data della domanda.
6.7. Breve descrizione del modello d’esercizio dell’impianto di produzione
PARTE RISERVATA DELLA DOMANDA
6.8. Utile netto nei 5 anni precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Utile netto</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
6.9. Spesa per ricerca e sviluppo di tecnologie per la riduzione della CO 2 nei 5 anni precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Spesa per ricerca e sviluppo</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
6.10. Trasferimenti finanziari netti all’impresa madre nel caso di imprese collegate nei 5 anni precedenti la data della domanda
<table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Anno</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr><tr><td><p>Trasferimenti netti</p></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td><td><p> </p><div/></td></tr></tbody></table>
7. Informazioni dettagliate sui veicoli commerciali leggeri di cui è previsto il lancio nel mercato dell’unione per i quali il richiedente sarà responsabile
7.1. Caratteristiche del mercato
7.1.1. Caratteristiche del veicolo
7.1.2. Nomi e gamma di prezzi dei veicoli in diretta concorrenza nell’anno precedente la data della domanda
7.1.3. Listino prezzi previsto dei veicoli per i quali s’intende ottenere la deroga.
8. Potenziale tecnologico di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 del richiedente
8.1. Elenco delle tecnologie di riduzione di CO 2 utilizzate nel parco veicoli del richiedente nel 2010
8.2. Laddove non si disponga dell’elenco di cui al punto 8.1, stesso elenco per il primo anno successivo al 2010
8.3. Nel caso di richiedenti che prevedono di entrare nel mercato dell’Unione, l’elenco di cui al punto 8.1 deve essere fornito per il primo anno di deroga
9. Programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2 del richiedente
9.1. Calendario per l’impiego delle tecnologie di riduzione di CO 2 nel parco veicoli
9.2. Dimensione media prevista del parco veicoli nel periodo di deroga
9.2.1. Immatricolazioni annuali nell’Unione di nuovi veicoli commerciali leggeri nel periodo di deroga
9.2.2. Massa media prevista dei veicoli di cui è in programma il lancio nel mercato dell’Unione, relativa potenza dei motori e informazioni sulla configurazione dell’apparato propulsore
9.2.3. Media prevista delle emissioni specifiche di CO 2 dei veicoli di cui è in programma il lancio nel mercato dell’Unione.
9.3. Tecnologie di riduzione di CO 2 di cui è previsto l’impiego nel parco veicoli del richiedente nell’ambito del programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2
9.4. Costi aggiuntivi, per versione di veicolo, delle tecnologie di cui è previsto l’impiego nell’ambito del programma di riduzione delle emissioni specifiche di CO 2
9.5. Nel caso di obiettivi annuali, miglioramento annuale, in termini di emissioni specifiche di CO 2 , delle versioni di veicolo per le quali sono introdotte tecnologie di riduzione di CO 2 .
ALLEGATO II
Modello di dichiarazione relativa all’assetto proprietario
Articolo 11, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (UE) n. 510/2011
Io sottoscritto dichiaro di essere legalmente autorizzato a rappresentare [nome] (il costruttore) che richiede una deroga a norma dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 e che non appartiene a un gruppo di costruttori collegati di cui all’articolo 3, paragrafo 2, di detto regolamento. A quanto mi consta [nome] (il costruttore) soddisfa le condizioni per richiedere una deroga ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 e le informazioni contenute nella domanda sono esatte e veritiere. Si allegano le informazioni sull’assetto proprietario di [nome] (il costruttore).
<table><col/><col/><tr><td><p>Firma</p></td><td><p>Data</p></td></tr></table>
Direttore di [nome del costruttore]
Articolo 11, paragrafo 1, lettera b), del regolamento (UE) n. 510/2011.
Io sottoscritto dichiaro di essere legalmente autorizzato a rappresentare [nome] (il costruttore) che richiede una deroga a norma dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 e che appartiene a un gruppo di costruttori collegati di cui all’articolo 3, paragrafo 2, di detto regolamento. A quanto mi consta [nome] (il costruttore) soddisfa le condizioni per richiedere una deroga ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 e le informazioni contenute nella domanda sono esatte e veritiere. Si allegano le informazioni sull’assetto proprietario di [nome] (il costruttore).
<table><col/><col/><tr><td><p>Firma</p></td><td><p>Data</p></td></tr></table>
Direttore di [nome del costruttore]
Articolo 11, paragrafo 1, lettera c), del regolamento (UE) n. 510/2011
Io sottoscritto dichiaro di essere legalmente autorizzato a rappresentare [nome] (il costruttore) che richiede una deroga a norma dell’articolo 11 del regolamento (UE) n. 510/2011 e che appartiene a un gruppo di costruttori collegati di cui all’articolo 3, paragrafo 2, di detto regolamento, ma gestisce i propri impianti di produzione e il proprio centro di progettazione conformemente all’articolo 2 del regolamento delegato (UE) n. 114/2013 della Commissione. A quanto mi consta [nome] (il costruttore) soddisfa le condizioni per richiedere una deroga ai sensi dell’articolo 11, paragrafo 1, del regolamento (UE) n. 510/2011 e le informazioni contenute nella domanda sono esatte e veritiere. Si allegano le informazioni sull’assetto proprietario di [nome] (il costruttore).
<table><col/><col/><tr><td><p>Firma</p></td><td><p>Data</p></td></tr></table>
Direttore di [nome del costruttore]
ALLEGATO III
Elenco delle emissioni specifiche medie di CO 2 per costruttore nell’Unione nel 2010
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>Marca</p></td><td><p>Emissioni medie [g/km]</p></td></tr><tr><td><p>Citroën</p></td><td><p>158,96</p></td></tr><tr><td><p>Dacia</p></td><td><p>154,13</p></td></tr><tr><td><p>Fiat</p></td><td><p>159,99</p></td></tr><tr><td><p>Ford</p></td><td><p>202,00</p></td></tr><tr><td><p>Giotti victoria</p></td><td><p>167,59</p></td></tr><tr><td><p>Great wall</p></td><td><p><span><a><span>►M2</span></a></span> 225,00<span> ◄</span></p></td></tr><tr><td><p>Hyundai</p></td><td><p>219,73</p></td></tr><tr><td><p>Isuzu</p></td><td><p>223,86</p></td></tr><tr><td><p>Iveco</p></td><td><p>229,05</p></td></tr><tr><td><p>Jeep</p></td><td><p>240,17</p></td></tr><tr><td><p>Kia</p></td><td><p>193,29</p></td></tr><tr><td><p>Land rover</p></td><td><p>276,93</p></td></tr><tr><td><p>LDV</p></td><td><p>234,60</p></td></tr><tr><td><p>Mazda</p></td><td><p>247,08</p></td></tr><tr><td><p>Mercedes</p></td><td><p>226,29</p></td></tr><tr><td><p>Mitsubishi</p></td><td><p>221,87</p></td></tr><tr><td><p>Mitsubishi fuso</p></td><td><p>286,83</p></td></tr><tr><td><p>Nissan</p></td><td><p>214,11</p></td></tr><tr><td><p>Opel</p></td><td><p>183,30</p></td></tr><tr><td><p>Peugeot</p></td><td><p>156,84</p></td></tr><tr><td><p>Piaggio</p></td><td><p><span><a><span>►M1</span></a></span> 177,00<span> ◄</span></p></td></tr><tr><td><p>Renault</p></td><td><p>165,47</p></td></tr><tr><td><p>Renault trucks</p></td><td><p>250,11</p></td></tr><tr><td><p>Skoda</p></td><td><p>136,13</p></td></tr><tr><td><p>Ssangyong</p></td><td><p>222,72</p></td></tr><tr><td><p>Tata</p></td><td><p>223,00</p></td></tr><tr><td><p>Toyota</p></td><td><p>215,41</p></td></tr><tr><td><p>Vauxhall</p></td><td><p>162,09</p></td></tr><tr><td><p>Volkswagen</p></td><td><p>193,43</p></td></tr><tr><td><p>Volvo</p></td><td><p>186,40</p></td></tr></tbody></table> | ITA | 02013R0114-20140602 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>18.3.2022   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 90/118</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2022/443 DEL CONSIGLIO
del 3 marzo 2022
relativa alla posizione da adottare a nome dell’Unione europea in sede di Comitato misto SEE in merito alla modifica dell’allegato IV (Energia) dell’accordo SEE (Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia)
(Testo rilevante ai fini del SEE)
IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 194, paragrafo 2, in combinato disposto con l’articolo 218, paragrafo 9,
visto il regolamento (CE) n. 2894/94 del Consiglio, del 28 novembre 1994, relativo ad alcune modalità di applicazione dell’accordo sullo Spazio economico europeo ( 1 ) , in particolare l’articolo 1, paragrafo 3,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L’accordo sullo Spazio economico europeo <a>(<span>2</span>)</a> («accordo SEE») è entrato in vigore il 1<span>o</span> gennaio 1994.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 98 dell’accordo SEE, il Comitato misto SEE può decidere di modificarne, tra l’altro, l’allegato IV che contiene disposizioni in materia di energia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Occorre integrare nell’accordo SEE la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno modificare di conseguenza l’allegato IV (Energia) dell’accordo SEE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>La posizione dell’Unione in sede di Comitato misto SEE dovrebbe pertanto basarsi sul progetto di decisione accluso,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
La posizione da adottare a nome dell’Unione in sede di Comitato misto SEE in merito alla proposta di modifica dell’allegato IV (Energia) dell’accordo SEE si basa sul progetto di decisione del Comitato misto SEE accluso alla presente decisione.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il giorno dell’adozione.
Fatto a Bruxelles, il 3 marzo 2022
Per il Consiglio
Il presidente
G. DARMANIN
( 1 ) GU L 305 del 30.11.1994, pag. 6 .
( 2 ) GU L 1 del 3.1.1994, pag. 3 .
( 3 ) Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia ( GU L 153 del 18.6.2010, pag. 13 ).
PROGETTO DECISIONE DEL COMITATO MISTO SEE N. …
del …
che modifica l’allegato IV (Energia) dell’accordo SEE
IL COMITATO MISTO SEE,
visto l’accordo sullo Spazio economico europeo («accordo SEE»), in particolare l’articolo 98,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Occorre integrare nell’accordo SEE la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia («EPBD») <a>(<span>1</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Date le specificità del parco immobiliare relativamente recente e uniforme dell’Islanda, si conviene un’esenzione temporanea e condizionale dall’applicazione della direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia. Tale esenzione si dovrebbe applicare alla direttiva 2010/31/UE nella versione in vigore prima della modifica apportata dalla direttiva (UE) 2018/844 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018. Tale esenzione dovrebbe essere rigorosamente limitata nel tempo e dovrebbe applicarsi solamente fino al raggiungimento di un accordo sull’integrazione della direttiva 2010/31/UE come modificata dalla direttiva (UE) 2018/844 nell’accordo SEE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Tenuto conto delle dimensioni molto ridotte del parco immobiliare del Liechtenstein e della tipologia climatica ed edilizia del paese, si suggerisce di esentare il Liechtenstein dall’obbligo ai sensi dell’articolo 5 dell’EPBD di effettuare i propri calcoli per stabilire livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>A norma delle condizioni di adattamento c), la Norvegia e il Liechtenstein possono stabilire norme sui requisiti minimi di prestazione energetica utilizzando un limite di sistema diverso dal consumo di energia primaria, che è quello richiesto dall’EPBD, purché siano soddisfatte le condizioni di cui all’adattamento c).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>L’adattamento d) garantisce che il sistema norvegese di certificazione della prestazione energetica gestito dall’utente produca risultati equivalenti a quelli degli attestati rilasciati da esperti indipendenti, come richiesto dall’articolo 17 dell’EPDB.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>È opportuno pertanto modificare di conseguenza l’allegato IV dell’accordo SEE,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
Il testo del punto 17 (Direttiva 2002/91/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2002) dell’allegato IV dell’accordo SEE è sostituito dal seguente:
« 32010 L 0031 : Direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia («EPBD») ( GU L 153 del 18.6.2010, pag. 13 ).
Ai fini del presente accordo, le disposizioni della direttiva si intendono adattate come segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la direttiva non si applica all’Islanda.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>All’articolo 5, paragrafo 2, è aggiunto quanto segue:</p><p>«Al fine di stabilire i livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica, il Liechtenstein può utilizzare i calcoli di un’altra parte contraente con parametri comparativi.».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>Ai fini dell’articolo 9, paragrafo 3, lettera a), e dell’allegato I dell’EPBD, il Liechtenstein e la Norvegia possono basare i propri requisiti in materia di consumo energetico sull’energia netta, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni e salvaguardie:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>requisiti minimi di prestazione energetica sono stabiliti conformemente ai requisiti di cui all’articolo 5 dell’EPBD, in linea con i principi di base del quadro metodologico, che è stato stabilito per il calcolo dei livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>Viene pubblicato un indicatore numerico del consumo di energia primaria corrispondente ai requisiti di prestazione energetica stabiliti nel codice edilizio.</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>La Commissione si riserva il diritto di rivedere tale adattamento specifico nel contesto dei futuri negoziati dell’EPDB come modificata dalla direttiva (UE) 2018/844.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>All’articolo 17 è aggiunto quanto segue:</p><p>«Gli Stati EFTA possono istituire un sistema semplificato di certificazione della prestazione energetica degli edifici residenziali gestito dall’utente che possa essere utilizzato in alternativa al ricorso ad esperti se sono soddisfatte le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>esistono conoscenze approfondite e sono disponibili dati di buona qualità sull’intero parco immobiliare residenziale, comprese tutte le tipologie di edifici e le fasce di età, nonché le caratteristiche dell’involucro edilizio e dei sistemi tecnici per l’edilizia in uso per tipologia, che consentono di calcolare la prestazione energetica dei singoli edifici e delle unità immobiliari con un elevato grado di certezza sulla base dei dati forniti dagli utenti,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>sono disponibili informazioni dettagliate sui livelli ottimali dei miglioramenti in funzione dei costi e dell’efficacia sotto il profilo dei costi per ciascuna tipologia di edificio,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>sono in atto misure per aiutare gli utenti a gestire il sistema ai fini del rilascio delle certificazioni edilizie. Tali misure possono comprendere una linea di assistenza telefonica o servizi di consulenza che consentano il contatto tra gli utenti, da un lato, e esperti indipendenti ed esperti di sistema, dall’altro,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>per garantire un rischio trascurabile di manipolazione dei risultati, il sistema di certificazione gestito dall’utente comprende uno o più meccanismi di controllo e verifica della qualità per verificare i dati degli utenti e la trasparenza dei loro dati,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>esistono sistemi di controllo indipendenti per garantire che la certificazione di prestazione energetica gestita dall’utente produca risultati equivalenti a quelli degli attestati rilasciati dagli esperti, in termini di qualità e affidabilità,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vi)</p></td><td><p>il sistema gestito dall’utente formula raccomandazioni che possono fornire consulenza agli utenti riguardo ai livelli ottimali dei miglioramenti in funzione dei costi e dell’efficacia sotto il profilo dei costi specifici per i loro edifici e le loro unità immobiliari.”.».</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il testo della direttiva 2010/31/UE nelle lingue islandese e norvegese, da pubblicare nel supplemento SEE della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea , fa fede.
Articolo 3
La presente decisione entra in vigore il […], purché siano state effettuate tutte le notifiche previste all’articolo 103, paragrafo 1, dell’accordo SEE ( 3 ) * .
Articolo 4
La presente decisione è pubblicata nella sezione SEE e nel supplemento SEE della Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Fatto a Bruxelles, il […].
Per il Comitato misto SEE
Il presidente
I segretari
del Comitato misto SEE
<note>
( 1 ) GU L 153 del 18.6.2010, pag. 13 .
( 2 ) Regolamento delegato (UE) n. 244/2012 della Commissione, del 16 gennaio 2012, che integra la direttiva 2010/31/UE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla prestazione energetica nell’edilizia istituendo un quadro metodologico comparativo per calcolare livelli ottimali in funzione dei costi per i requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici e degli elementi edilizi ( GU L 81 del 21.3.2012, pag. 18 ).
( 3 ) [Non è stata comunicata l’esistenza di obblighi costituzionali.] [Comunicata l’esistenza di obblighi costituzionali.]
</note> | ITA | 32022D0443 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>27.5.2020   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 164/28</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2020/705 DELLA COMMISSIONE
del 26 maggio 2020
che istituisce un dazio antidumping provvisorio sulle importazioni di determinati tipi di carta termica pesante originari della Repubblica di Corea
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) 2016/1036 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’8 giugno 2016, relativo alla difesa contro le importazioni oggetto di dumping da parte di paesi non membri dell’Unione europea ( 1 ) («il regolamento di base»), in particolare l’articolo 7,
previa consultazione degli Stati membri,
considerando quanto segue:
1. PROCEDURA
1.1. Apertura
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il 10 ottobre 2019 la Commissione europea ha aperto un’inchiesta antidumping relativa alle importazioni nell’Unione di determinati tipi di carta termica pesante originari della Repubblica di Corea («Corea» o «il paese interessato») sulla base dell’articolo 5 del regolamento di base. L’avviso di apertura («avviso di apertura») è stato pubblicato nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span> <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La Commissione ha avviato l’inchiesta in seguito a una denuncia presentata il 26 agosto 2019 dall’associazione europea per la carta termica (<span>European Thermal Paper Association</span>) («il denunciante») per conto di produttori che rappresentano oltre il 25 % della produzione totale dell’Unione di determinati tipi di carta termica pesante («carta termica pesante» o «il prodotto in esame»). La denuncia conteneva elementi di prova dell’esistenza del dumping e del conseguente pregiudizio notevole sufficienti a giustificare l’apertura dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 14, paragrafo 5<span>bis</span>, del regolamento di base, la Commissione dovrebbe registrare le importazioni oggetto di un’inchiesta di antidumping durante il periodo di divulgazione preventiva delle informazioni a meno che non disponga di sufficienti elementi di prova del fatto che taluni requisiti non sono soddisfatti. Uno di questi requisiti, come indicato all’articolo 10, paragrafo 4, lettera d), del regolamento di base, è il verificarsi di un ulteriore e sostanziale aumento delle importazioni oltre al livello delle importazioni che hanno cagionato un pregiudizio nel periodo dell’inchiesta. Le importazioni di carta termica pesante dalla Corea hanno registrato un netto calo dell’81 % nei quattro mesi successivi all’apertura dell’inchiesta rispetto allo stesso periodo durante il periodo dell’inchiesta. I dati successivi all’apertura erano basati sui codici TARIC creati per il prodotto in esame al momento dell’apertura dell’inchiesta. Tali dati sono stati confrontati con la media delle importazioni dall’unico esportatore coreano durante quattro mesi nel periodo dell’inchiesta. Pertanto, le condizioni di registrazione conformemente all’articolo 14, paragrafo 5<span>bis</span>, del regolamento di base non sono state soddisfatte. La Commissione non ha sottoposto a registrazione le importazioni del prodotto in esame a norma dell’articolo 14, paragrafo 5<span>bis</span>, del regolamento di base, in quanto la condizione di cui all’articolo 10, paragrafo 4, lettera d), ovvero un ulteriore e sostanziale aumento delle importazioni, non risultava soddisfatta.</p></td></tr></tbody></table>
1.2. Parti interessate
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Nell’avviso di apertura la Commissione ha invitato le parti interessate a contattarla al fine di partecipare all’inchiesta. La Commissione ha inoltre espressamente informato dell’apertura dell’inchiesta il denunciante, i produttori noti dell’Unione, i produttori (esportatori) noti e le autorità della Repubblica di Corea, gli importatori e gli utilizzatori noti e le associazioni note notoriamente interessati, invitandoli a partecipare.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le parti interessate hanno avuto la possibilità di presentare osservazioni sull’apertura dell’inchiesta e di chiedere un’audizione con la Commissione e/o il consigliere-auditore nei procedimenti in materia commerciale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>Si sono svolte due audizioni con la Commissione. Durante l’audizione avvenuta il 5 dicembre 2019 su richiesta del produttore esportatore che ha collaborato, il gruppo Hansol, il suo importatore collegato dell’Unione, una serie di utilizzatori e alcuni rappresentanti del governo coreano hanno sollevato questioni relative al mercato della carta termica pesante dell’Unione, al pregiudizio, al nesso di causalità, a questioni legali e/o all’interesse dell’Unione. Durante l’audizione avvenuta il 7 gennaio 2020 su richiesta del denunciante, quest’ultimo e alcuni dei suoi membri hanno sollevato questioni relative al pregiudizio, al nesso di causalità e all’interesse dell’Unione. Le argomentazioni formulate durante tali audizioni sono inserite nel presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
1.3. Campionamento
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Nell’avviso di apertura la Commissione ha dichiarato che avrebbe potuto ricorrere al campionamento delle parti interessate in conformità all’articolo 17 del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
1.3.1. Campionamento dei produttori dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Nell’avviso di apertura la Commissione ha dichiarato di aver deciso di limitare a un numero ragionevole i produttori dell’Unione da sottoporre all’inchiesta mediante campionamento e di aver selezionato in via provvisoria un campione di produttori dell’Unione. La Commissione ha selezionato il campione provvisorio in base al volume della produzione e delle vendite dell’Unione dichiarato dai produttori dell’Unione nell’ambito dell’analisi preliminare della legittimazione ad agire. Il campione provvisorio così stabilito era costituito da tre produttori dell’Unione in due diversi Stati membri che rappresentavano il 58,2 % della produzione totale stimata dell’Unione e il 57,5 % delle vendite totali dell’Unione in base alle informazioni disponibili. La Commissione ha messo a disposizione i dettagli di questo campione provvisorio nel fascicolo consultabile dalle parti interessate e le ha invitate a presentare le loro osservazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Due parti interessate hanno presentato osservazioni in merito al campione provvisorio. Il denunciante ha espresso pieno sostegno per il campione proposto. Il produttore esportatore Hansol Paper Co., Ltd. ha osservato che il campione proposto non era rappresentativo in quanto comprendeva due società collegate situate nello stesso paese. Hansol Paper Co., Ltd. ha ulteriormente argomentato che il campione provvisorio non garantiva un’adeguata distribuzione geografica e ha proposto di includere nel campione Ricoh, avente sede in Francia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>La Commissione ha ritenuto che i due produttori situati in Germania fossero i maggiori produttori del prodotto simile nell’Unione europea (rappresentando nel complesso circa il 47 % della produzione totale e il 44 % delle vendite totali del prodotto simile nell’Unione durante il periodo dell’inchiesta) e che la Germania presentasse la maggiore produzione e la più alta concentrazione di produttori del prodotto simile. Ricoh ha inoltre comunicato che, pur sostenendo la denuncia, non era in grado di collaborare all’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>È stato pertanto confermato il campione provvisorio costituito da tre produttori dell’Unione. Il campione finale, composto da Kanzan Spezialpapiere GmbH e Mitsubishi HiTec Paper Europe GmbH in Germania e Jujo Thermal Ltd. in Finlandia, è stato dunque ritenuto rappresentativo dell’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
1.3.2. Campionamento degli importatori
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Per decidere se il campionamento fosse necessario e, in tal caso, selezionare un campione, la Commissione ha invitato gli importatori indipendenti a fornire le informazioni specificate nell’avviso di apertura.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Due importatori indipendenti hanno fornito le informazioni richieste e hanno accettato di essere inclusi nel campione. In considerazione del numero ridotto di risposte ricevute, la Commissione ha deciso che il campionamento non fosse necessario. Non sono state formulate osservazioni in merito a tale decisione.</p></td></tr></tbody></table>
1.4. Risposte al questionario
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>La Commissione ha invitato i tre produttori dell’Unione inclusi nel campione, i due importatori indipendenti che hanno risposto al modulo di campionamento e il produttore esportatore noto in Corea, il gruppo Hansol, a compilare i questionari pertinenti messi a disposizione online.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Il 20 ottobre 2019, il produttore esportatore ha chiesto che tre trasformatori collegati fossero esonerati dal rispondere all’allegato I del questionario principale. Alla luce delle informazioni fornite, il 24 ottobre 2019 la Commissione ha accolto provvisoriamente tale richiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Sono pervenute risposte al questionario dai tre produttori dell’Unione inclusi nel campione, da un importatore indipendente, Ritrama SpA, dal produttore esportatore Hansol Paper Co., Ltd («Hansol Paper») e dall’importatore collegato Hansol Europe B.V. («Hansol Europe»). Anche due utilizzatori hanno inviato una risposta.</p></td></tr></tbody></table>
1.5. Visite di verifica
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>La Commissione ha raccolto e verificato tutte le informazioni ritenute necessarie per una determinazione provvisoria del dumping, del conseguente pregiudizio e dell’interesse dell’Unione. Sono state effettuate visite di verifica ai sensi dell’articolo 16 del regolamento di base presso le sedi delle seguenti società/entità:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>produttori dell’Unione:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Jujo Thermal Ltd., Kauttua, Finlandia</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Mitsubishi HiTec Paper Europe GmbH, Bielefeld, Germania</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Kanzan Spezialpapiere GmbH, Düren, Germania</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>produttore esportatore:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Hansol Paper Co. Ltd, Seoul e Seocheon-gun, Chungcheongnam-do, Repubblica di Corea</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>importatore collegato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>Hansol Europe B.V., Hoofddorp, Paesi Bassi</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
1.6. Presentazione dei dati
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Visto il numero limitato di parti che ha presentato dati, alcune cifre riportate di seguito sono presentate sotto forma di intervalli di valori per motivi di riservatezza <a>(<span>3</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
1.7. Periodo dell’inchiesta e periodo in esame
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>L’inchiesta relativa al dumping e al pregiudizio ha riguardato il periodo compreso tra il 1<span>o</span> luglio 2018 e il 30 giugno 2019 («il periodo dell’inchiesta» o «PI»). L’analisi delle tendenze utili per valutare il pregiudizio ha riguardato il periodo compreso tra il 1<span>o</span> gennaio 2016 e la fine del periodo dell’inchiesta («il periodo in esame»).</p></td></tr></tbody></table>
2. PRODOTTO IN ESAME E PRODOTTO SIMILE
2.1. Prodotto in esame
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Il prodotto in esame è costituito da determinati tipi di carta termica pesante, definita come carta termica di peso superiore a 65 g/m<span>2</span>, venduta in rotoli di larghezza pari o superiore a 20 cm, di peso pari o superiore a 50 kg (compresa la carta) e con diametro pari o superiore a 40 cm (rotoli di grandi dimensioni), con o senza rivestimento di fondo su uno o entrambi i lati, rivestita di una sostanza termosensibile (una miscela di un colorante e un rivelatore che reagisce e forma un’immagine quando è esposta a calore) su uno o entrambi i lati, con o senza rivestimento superficiale, originari della Repubblica di Corea, attualmente classificati con i codici NC ex 4809 90 00, ex 4811 59 00 ed ex 4811 90 00 (codici TARIC 4809900020, 4811590020 e 4811900020) («il prodotto in esame»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>La carta termica pesante è una carta speciale. Presenta un rivestimento termoattivo che reagisce formando un’immagine quando esposto a calore proveniente da stampanti dotate di testine di stampa termiche. La carta termica pesante è utilizzata principalmente per realizzare etichette autoadesive per imballaggi destinati all’e-commerce, biglietti e targhette.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>La carta termica pesante può essere prodotta con diversi tipi di rivelatori: rivelatori che contengono sostanze (bis)fenoliche quali il bisfenolo A e il bisfenolo S [carta termica pesante contenente (bis)fenolo] o rivelatori che non contengono fenolo (carta termica pesante senza fenolo). Tutte le tipologie sono sottoposte alla presente inchiesta. La Commissione osserva tuttavia che la carta termica pesante con bisfenolo A è vietata nell’Unione dal 2 gennaio 2020 <a>(<span>4</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
2.2. Prodotto simile
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Dall’inchiesta è emerso che i seguenti prodotti hanno le stesse caratteristiche fisiche e chimiche fondamentali e gli stessi impieghi di base:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il prodotto in esame,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il prodotto fabbricato e venduto sul mercato interno della Repubblica di Corea, e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>il prodotto fabbricato e venduto nell’Unione dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>La Commissione ha deciso in questa fase che tali prodotti sono pertanto prodotti simili ai sensi dell’articolo 1, paragrafo 4, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
3. DUMPING
3.1. Valore normale
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>Hansol Paper è risultato l’unico produttore esportatore del prodotto in esame nel paese interessato durante il periodo dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>La Commissione ha dapprima verificato se il volume totale delle vendite sul mercato interno di Hansol Paper fosse rappresentativo, in conformità all’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento di base. Le vendite sul mercato interno sono rappresentative se il volume totale delle vendite del prodotto simile effettuate sul mercato interno ad acquirenti indipendenti rappresenta per ciascun produttore esportatore almeno il 5 % del volume totale delle sue vendite all’esportazione nell’Unione del prodotto in esame durante il periodo dell’inchiesta. Su tale base le vendite totali di Hansol Paper del prodotto simile sul mercato interno erano rappresentative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>La Commissione ha successivamente individuato i tipi di prodotto venduti sul mercato interno da Hansol Paper che erano identici o comparabili ai tipi di prodotto venduti per l’esportazione nell’Unione con vendite rappresentative sul mercato interno.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>La Commissione ha successivamente verificato se le vendite sul mercato interno di Hansol Paper per ogni tipo di prodotto identico o comparabile al tipo di prodotto venduto per l’esportazione nell’Unione fossero rappresentative conformemente all’articolo 2, paragrafo 2, del regolamento di base. Le vendite sul mercato interno di un tipo di prodotto sono rappresentative se il volume totale delle vendite sul mercato interno di questo tipo di prodotto ad acquirenti indipendenti rappresenta, durante il periodo dell’inchiesta, almeno il 5 % del volume totale delle vendite all’esportazione nell’Unione del tipo di prodotto identico o comparabile. La Commissione ha stabilito che un tipo di prodotto (che rappresenta il 25-45 % del totale delle vendite sul mercato interno di Hansol Paper) era venduto a volumi inferiori al 5 % del volume totale delle vendite all’esportazione nell’Unione. Per questo tipo di prodotto il valore normale è stato costruito come spiegato ai considerando da 33 a 34.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>La Commissione ha poi definito, per il tipo di prodotto in questione, la percentuale di vendite remunerative ad acquirenti indipendenti effettuate sul mercato interno durante il periodo dell’inchiesta, al fine di decidere se utilizzare le vendite effettivamente realizzate sul mercato interno per il calcolo del valore normale, conformemente all’articolo 2, paragrafo 4, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Il valore normale si basa sul prezzo effettivo praticato sul mercato interno per tipo di prodotto, a prescindere dal fatto che le vendite siano o meno remunerative, se:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il volume delle vendite del tipo di prodotto, venduto a un prezzo netto pari o superiore al costo di produzione calcolato, rappresenta più dell’80 % del volume totale delle vendite di tale tipo di prodotto; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la media ponderata dei prezzi di vendita di tale tipo di prodotto è pari o superiore al costo unitario di produzione.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>In questo caso il valore normale è pari alla media ponderata dei prezzi di tutte le vendite sul mercato interno di quel tipo di prodotto durante il periodo dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Il valore normale è il prezzo effettivo praticato sul mercato interno per tipo di prodotto delle sole vendite remunerative dei tipi di prodotto effettuate sul mercato interno durante il periodo dell’inchiesta, se:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il volume delle vendite remunerative del tipo di prodotto rappresenta una percentuale pari o inferiore all’80 % del volume totale delle vendite di tale tipo di prodotto, oppure</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la media ponderata dei prezzi di tale tipo di prodotto è inferiore al costo unitario di produzione.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>Dall’analisi delle vendite sul mercato interno è emerso che dal 60 % all’80 % <a>(<span>5</span>)</a> di tutte le vendite sul mercato interno del tipo di prodotto identico o comparabile al tipo di prodotto venduto per l’esportazione nell’Unione è stato redditizio e che la media ponderata del prezzo di vendita era superiore al costo di produzione. Il valore normale è quindi stato calcolato come media ponderata delle sole vendite remunerative.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>Per i tipi di prodotto senza vendite del prodotto simile o con vendite insufficienti del prodotto simile in quantità rappresentative sul mercato interno, la Commissione ha costruito il valore normale in conformità all’articolo 2, paragrafi 3 e 6, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>Il valore normale è stato costruito sommando al costo medio di produzione del prodotto simile dei produttori esportatori che hanno collaborato durante il periodo dell’inchiesta i seguenti elementi:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la media ponderata delle spese generali, amministrative e di vendita («SGAV») sostenute dai produttori esportatori che hanno collaborato per le vendite del prodotto simile sul mercato interno nel corso di normali operazioni commerciali durante il periodo dell’inchiesta; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la media ponderata degli utili dei produttori esportatori che hanno collaborato realizzati con le vendite del prodotto simile sul mercato interno nel corso di normali operazioni commerciali durante il periodo dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
3.2. Prezzo all’esportazione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Hansol Paper ha esportato nell’Unione direttamente ad acquirenti indipendenti oppure indirettamente tramite Hansol Europe, un importatore collegato nell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>Per le vendite del prodotto in esame effettuate direttamente ad acquirenti indipendenti nell’Unione, il prezzo all’esportazione è stato il prezzo realmente pagato o pagabile per il prodotto in esame venduto per l’esportazione all’Unione, in conformità all’articolo 2, paragrafo 8, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>Per le vendite del prodotto in esame nell’Unione tramite Hansol Europe operante come importatore, il prezzo all’esportazione è stato stabilito in base al prezzo al quale il prodotto importato è stato rivenduto per la prima volta ad acquirenti indipendenti nell’Unione in conformità all’articolo 2, paragrafo 9, del regolamento di base. Il prezzo di vendita applicato dalla parte collegata ad acquirenti indipendenti è stato adeguato retroattivamente per ottenere il prezzo franco fabbrica detraendo le SGAV della parte collegata, un congruo margine di profitto e le spese di trasporto.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Per quanto riguarda il margine di profitto, in linea con la giurisprudenza consolidata degli organi giurisdizionali dell’Unione <a>(<span>6</span>)</a>, la Commissione non ha utilizzato il margine di profitto della società collegata, poiché è considerato inaffidabile. Solo una parte aveva compilato un questionario destinato agli importatori indipendenti nell’Unione e ha acconsentito a divulgare il margine di profitto conseguito sulle sue attività collegate al prodotto in esame. Il profitto di Hansol Europe è stato quindi provvisoriamente sostituito dal margine di profitto di tale parte.</p></td></tr></tbody></table>
3.3. Confronto
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>La Commissione ha confrontato il valore normale e il prezzo all’esportazione a livello franco fabbrica.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 2, paragrafo 10, del regolamento di base, ove giustificato dalla necessità di garantire un confronto equo, la Commissione ha adeguato il valore normale e/o il prezzo all’esportazione per tener conto delle differenze che influiscono sui prezzi e sulla loro comparabilità. Il valore normale è stato adeguato per tener conto delle spese di trasporto, di imballaggio e dei costi di credito. Il prezzo all’esportazione è stato adeguato per tener conto di movimentazione, carico e costi accessori, trasporto, assicurazione, spese di imballaggio, costi di credito, spese bancarie, commissioni e sconti di fine anno quando sono risultati essere ragionevoli, accurati e corroborati da elementi di prova verificati.</p></td></tr></tbody></table>
3.4. Margine di dumping
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>La Commissione ha confrontato la media ponderata del valore normale del rispettivo tipo di prodotto simile con la media ponderata del prezzo all’esportazione del tipo corrispondente del prodotto in esame, conformemente all’articolo 2, paragrafi 11 e 12, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>Su tale base, il margine di dumping medio ponderato provvisorio, espresso in percentuale del prezzo cif franco frontiera dell’Unione, dazio non corrisposto, è pari al 22,3 % per l’unico produttore esportatore che ha collaborato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>Per tutti gli altri produttori esportatori della Repubblica di Corea, qualora ve ne fossero, la Commissione ha fissato il margine di dumping in base ai dati disponibili, conformemente all’articolo 18 del regolamento di base. A tal fine essa ha determinato il livello di collaborazione dei produttori esportatori. Detto livello corrisponde al volume delle esportazioni nell’Unione dei produttori esportatori che hanno collaborato, espresso in percentuale del volume totale delle esportazioni nell’Unione dal paese interessato, come risulta dalle statistiche delle importazioni di Eurostat.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(45)</p></td><td><p>Il livello di collaborazione nel presente caso è elevato, poiché le esportazioni di Hansol Paper costituivano il 100 % delle esportazioni totali nell’Unione dal paese interessato durante il periodo dell’inchiesta. Su tale base la Commissione ha deciso di fissare il margine di dumping residuo allo stesso livello di quello del produttore esportatore che ha collaborato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(46)</p></td><td><p>I margini di dumping provvisori, espressi in percentuale sul prezzo cif franco frontiera dell’Unione, dazio non corrisposto, sono i seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p><span>Società</span></p></td><td><p><span>Margine di dumping provvisorio</span></p></td></tr><tr><td><p>Hansol Paper Co., Ltd</p></td><td><p>22,3 %</p></td></tr><tr><td><p>Tutte le altre società</p></td><td><p>22,3 %</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
4. PREGIUDIZIO
4.1. Definizione di industria dell’Unione e produzione dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(47)</p></td><td><p>Durante il periodo dell’inchiesta, il prodotto simile era fabbricato da sette produttori noti dell’Unione. Essi costituiscono «l’industria dell’Unione» ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(48)</p></td><td><p>La produzione totale dell’Unione durante il periodo dell’inchiesta ammontava a 214 227 tonnellate. La Commissione ha stabilito tale cifra in base alle risposte al questionario fornite dal denunciante, sottoposte a un controllo incrociato con le risposte individuali al questionario dei produttori dell’Unione inclusi nel campione. Come indicato ai considerando 8 e 11, è stato selezionato un campione di tre produttori dell’Unione che rappresentano il 58,2 % della produzione totale dell’Unione del prodotto simile.</p></td></tr></tbody></table>
4.2. Consumo dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(49)</p></td><td><p>La Commissione ha stabilito il consumo dell’Unione in base alle vendite effettuate nell’Unione dall’industria dell’Unione, alle stime del denunciante di importazioni di carta termica pesante da altri paesi e alle vendite nell’Unione dell’unico produttore esportatore coreano, quali indicate nella sua risposta al questionario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(50)</p></td><td><p>Il consumo dell’Unione ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 1</span></p><p><span>Consumo dell’Unione (in tonnellate)</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Consumo totale dell’Unione</p></td><td><p>178 000 - 184 000</p></td><td><p>182 000 - 188 000</p></td><td><p>186 000 - 192 000</p></td><td><p>180 000 - 186 000</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>102</span></p></td><td><p><span>105</span></p></td><td><p><span>101</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte</span>: produttori dell’Unione inclusi nel campione, produttore esportatore, denuncia ed Eurostat</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(51)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il consumo dell’Unione è leggermente aumentato dell’1 %. È aumentato del 5 % nel periodo compreso tra il 2016 e il 2018 per poi diminuire del 4 % nel periodo dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
4.3. Importazioni dal paese interessato
4.3.1. Volume e quota di mercato delle importazioni provenienti dal paese interessato
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(52)</p></td><td><p>La Commissione ha stabilito il volume delle importazioni in base alle risposte al questionario fornite dall’unico produttore esportatore coreano. La quota di mercato delle importazioni è stata calcolata confrontando il volume delle importazioni con il consumo dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(53)</p></td><td><p>Le importazioni nell’Unione dal paese interessato hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 2</span></p><p><span>Volume delle importazioni (in tonnellate) e quota di mercato</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Volume delle importazioni dal paese interessato (in tonnellate)</p></td><td><p>9 500 - 11 500</p></td><td><p>6 500 - 8 500</p></td><td><p>15 500 - 17 500</p></td><td><p>18 500 - 20 500</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>69</span></p></td><td><p><span>155</span></p></td><td><p><span>183</span></p></td></tr><tr><td><p>Quota di mercato (%)</p></td><td><p>5,5 - 6,5</p></td><td><p>3,5 - 4,5</p></td><td><p>8 - 9</p></td><td><p>10 - 11</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>68</span></p></td><td><p><span>149</span></p></td><td><p><span>180</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte</span>: produttore esportatore</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(54)</p></td><td><p>Le importazioni coreane sono aumentate complessivamente dell’83 % nel periodo in esame. Dopo una diminuzione del 31 % nel 2017, le importazioni dalla Repubblica di Corea hanno registrato un significativo aumento del 165 % dal 2017 fino al periodo dell’inchiesta. Nel complesso la relativa quota di mercato è aumentata dell’80 % durante l’intero periodo e l’aumento più significativo è stato registrato tra il 2017 e il periodo dell’inchiesta (+ 165 %).</p></td></tr></tbody></table>
4.3.2. Prezzi delle importazioni dal paese interessato e undercutting dei prezzi
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(55)</p></td><td><p>La Commissione ha stabilito il prezzo delle importazioni in base alle risposte al questionario fornite dal produttore esportatore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(56)</p></td><td><p>Il prezzo medio delle importazioni nell’Unione dal paese interessato ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 3</span></p><p><span>Prezzi delle importazioni (EUR/tonnellata)</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Prezzo medio delle importazioni coreane</p></td><td><p>1 050 - 1 150</p></td><td><p>1 000 - 1 100</p></td><td><p>1 180 - 1 280</p></td><td><p>1 420 - 1 520</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p>95</p></td><td><p>112</p></td><td><p>134</p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> produttore esportatore</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(57)</p></td><td><p>Nel 2018 i prezzi all’importazione dal paese interessato hanno subito un improvviso aumento di 17 punti percentuali rispetto all’anno precedente, registrando un aumento complessivo del 34 % nel periodo in esame.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(58)</p></td><td><p>La Commissione ha determinato che sono stati praticati prezzi inferiori durante il periodo dell’inchiesta confrontando:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la media ponderata dei prezzi delle importazioni, per tipo di prodotto, praticati nel paese interessato dal produttore esportatore che ha collaborato al primo acquirente indipendente sul mercato dell’Unione, stabiliti a livello di costo, assicurazione e nolo (cif), opportunamente adeguati per tener conto dei costi successivi all’importazione; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>la media ponderata dei prezzi di vendita corrispondenti, per tipo di prodotto, dei produttori dell’Unione inclusi nel campione, praticati sul mercato dell’Unione ad acquirenti indipendenti, adeguati a un livello franco fabbrica.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(59)</p></td><td><p>Il confronto tra i prezzi è stato effettuato in base ai singoli tipi di prodotto per operazioni allo stesso stadio commerciale, con i dovuti adeguamenti ove necessario e dopo aver detratto sconti e riduzioni. Il risultato del confronto è stato espresso sotto forma di percentuale del fatturato ipotetico dei produttori dell’Unione inclusi nel campione durante il periodo dell’inchiesta. Esso indicava un margine di undercutting medio ponderato dell’11,1 % per le importazioni provenienti dal paese interessato. Il 99,4 % circa dei volumi delle importazioni è risultato oggetto di undercutting.</p></td></tr></tbody></table>
4.4. Situazione economica dell’industria dell’Unione
4.4.1. Considerazioni generali
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(60)</p></td><td><p>In conformità all’articolo 3, paragrafo 5, del regolamento di base, l’esame dell’incidenza delle importazioni oggetto di dumping sull’industria dell’Unione ha compreso una valutazione di tutti gli indicatori economici in rapporto con la situazione dell’industria dell’Unione nel periodo in esame.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(61)</p></td><td><p>Come indicato al considerando 11, per determinare l’eventuale pregiudizio subito dall’industria dell’Unione è stato usato il campionamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(62)</p></td><td><p>Ai fini della determinazione del pregiudizio, la Commissione ha operato una distinzione tra indicatori di pregiudizio macroeconomici e microeconomici. La Commissione ha valutato gli indicatori macroeconomici in base ai dati contenuti nella risposta al questionario fornita dal denunciante. Tali dati riguardavano tutti i produttori dell’Unione. La Commissione ha valutato gli indicatori microeconomici sulla base dei dati contenuti nelle risposte al questionario fornite dai produttori dell’Unione inclusi nel campione. Le due serie di dati sono state considerate entrambe rappresentative della situazione economica dell’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(63)</p></td><td><p>Gli indicatori macroeconomici sono: la produzione, la capacità produttiva, l’utilizzo degli impianti, il volume delle vendite, la quota di mercato, la crescita, l’occupazione, la produttività e l’entità del margine di dumping.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(64)</p></td><td><p>Gli indicatori microeconomici sono: prezzi medi unitari, costi unitari, costi del lavoro, scorte, redditività, flusso di cassa, investimenti, utile sul capitale investito e capacità di ottenere capitale.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.2. Indicatori macroeconomici
4.4.2.1. Produzione, capacità produttiva e utilizzo degli impianti
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(65)</p></td><td><p>Nel periodo in esame la produzione e la capacità produttiva totali nonché l’utilizzo totale degli impianti dell’Unione hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 4</span></p><p><span>Produzione, capacità produttiva e utilizzo degli impianti</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Volume della produzione (in tonnellate)</p></td><td><p>219 069</p></td><td><p>228 616</p></td><td><p>221 717</p></td><td><p>214 227</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>104</span></p></td><td><p><span>101</span></p></td><td><p><span>98</span></p></td></tr><tr><td><p>Capacità produttiva (unità di misura)</p></td><td><p>380 906</p></td><td><p>375 058</p></td><td><p>391 499</p></td><td><p>404 863</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>98</span></p></td><td><p><span>103</span></p></td><td><p><span>106</span></p></td></tr><tr><td><p>Utilizzo degli impianti (%)</p></td><td><p>58</p></td><td><p>61</p></td><td><p>57</p></td><td><p>53</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>106</span></p></td><td><p><span>98</span></p></td><td><p><span>92</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> risposta al questionario fornita dal denunciante</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(66)</p></td><td><p>La produzione di carta termica pesante è un’attività con costi fissi elevati. Durante il periodo in esame il volume di produzione dell’industria dell’Unione è diminuito del 2 % con un calo ancora più marcato di sei punti percentuali a partire dal 2017. La capacità produttiva è aumentata del 6 %. Il calo dell’8 % del tasso di utilizzo degli impianti nell’intero periodo è connesso alla concomitanza del calo del volume di produzione con l’aumento della capacità produttiva.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.2.2. Volume delle vendite e quota di mercato
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(67)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il volume delle vendite e la quota di mercato dell’industria dell’Unione hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 5</span></p><p><span>Volume delle vendite e quota di mercato</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Volume delle vendite sul mercato dell’Unione (in tonnellate)</p></td><td><p>150 000 - 160 000</p></td><td><p>170 000 - 180 000</p></td><td><p>160 000 - 170 000</p></td><td><p>150 000 - 160 000</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>109</span></p></td><td><p><span>104</span></p></td><td><p><span>98</span></p></td></tr><tr><td><p>Quota di mercato (%)</p></td><td><p>85 - 90</p></td><td><p>90 - 95</p></td><td><p>85 - 90</p></td><td><p>80 - 85</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>107</span></p></td><td><p><span>99</span></p></td><td><p><span>97</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> questionari sul pregiudizio e informazioni fornite dal denunciante</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(68)</p></td><td><p>Anche se il volume delle vendite dell’industria dell’Unione è aumentato del 9 % dal 2016 al 2017, da allora esso ha registrato un calo costante che si è tradotto in un calo del 2 % nel periodo in esame, in linea con il calo del volume di produzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(69)</p></td><td><p>Durante il periodo in esame la quota di mercato dell’industria dell’Unione in termini di volume delle vendite ha seguito un andamento analogo. Ha subito un calo del 3 %.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.2.3. Crescita
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(70)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il consumo dell’Unione ha registrato un lieve aumento dell’1 %, mentre il volume delle vendite dell’industria dell’Unione è diminuito del 2 %. L’industria dell’Unione ha perso quota di mercato, contrariamente alle importazioni dal paese interessato, la cui quota di mercato è aumentata notevolmente nel periodo in esame cogliendo i benefici della totalità dell’aumento del consumo.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.2.4. Occupazione e produttività
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(71)</p></td><td><p>Nel periodo in esame l’occupazione e la produttività hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 6</span></p><p><span>Occupazione e produttività</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Numero di dipendenti</p></td><td><p>1 213</p></td><td><p>1 241</p></td><td><p>1 224</p></td><td><p>1 232</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>102</span></p></td><td><p><span>101</span></p></td><td><p><span>102</span></p></td></tr><tr><td><p>Produttività (tonnellate/dipendente)</p></td><td><p>181</p></td><td><p>184</p></td><td><p>181</p></td><td><p>174</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>102</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>96</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> informazioni presentate dal denunciante</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(72)</p></td><td><p>Il livello di occupazione dell’industria dell’Unione è rimasto piuttosto stabile per tutto il periodo in esame, registrando un lieve aumento del 2 %. Tale tendenza trova una spiegazione nella natura continuativa del processo di produzione della carta termica pesante, che è altamente automatizzato, continuativo ed è stato razionalizzato in misura significativa. La produzione di carta termica comporta elevati costi fissi. Non è semplice arrestare i macchinari senza ripercussioni significative sul processo di produzione. Pertanto, anziché ridurre il numero di dipendenti impiegati su una determinata macchina, i produttori spostano la produzione verso un altro tipo di carta. I livelli di occupazione seguono pertanto la produzione di diversi tipi di carta e la ripartizione tra tali tipi. L’industria dell’Unione ha cercato di conservare posti di lavoro nonostante il calo di redditività.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.2.5. Entità del margine di dumping
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(73)</p></td><td><p>Il margine di dumping è stato notevolmente superiore al livello minimo. L’entità del margine di dumping effettivo ha avuto un’incidenza non trascurabile sull’industria dell’Unione, tenuto conto dell’aumento del volume delle importazioni dal paese interessato.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.3. Indicatori microeconomici
4.4.3.1. Prezzi e fattori che incidono sui prezzi
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(74)</p></td><td><p>Nel periodo in esame i prezzi medi unitari di vendita praticati dai produttori dell’Unione inclusi nel campione ad acquirenti indipendenti nell’Unione hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 7</span></p><p><span>Prezzi di vendita nell’Unione</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Prezzo medio unitario di vendita franco fabbrica nell’Unione praticato ad acquirenti indipendenti (EUR/tonnellata)</p></td><td><p>1 800 - 1 810</p></td><td><p>1 825 - 1 835</p></td><td><p>1 985 - 1 995</p></td><td><p>2 060 - 2 070</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>101</span></p></td><td><p><span>110</span></p></td><td><p><span>114</span></p></td></tr><tr><td><p>Costo di produzione unitario franco fabbrica (EUR/tonnellata)</p></td><td><p>1 530 - 1 540</p></td><td><p>1 600 - 1 610</p></td><td><p>1 845 - 1 855</p></td><td><p>1 880 - 1 890</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>105</span></p></td><td><p><span>120</span></p></td><td><p><span>123</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> produttori dell’Unione inclusi nel campione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(75)</p></td><td><p>Durante il periodo in esame il prezzo medio unitario di vendita è aumentato del 14 % e il costo unitario di produzione del 23 %. Tale aumento dei costi di produzione è riconducibile in particolare all’aumento dei costi del leucocolorante chimico («ODB2») da applicare sul rivestimento nel processo di produzione della carta termica pesante. Alla fine del 2017 e durante il 2018, la temporanea chiusura degli impianti di produzione dell’ODB2 nella Repubblica popolare cinese («RPC») ha causato una forte carenza a livello mondiale di tale sostanza chimica. Di conseguenza, i prezzi di produzione hanno registrato un’impennata a partire dal quarto trimestre del 2017 e per tutto il 2018, ripercuotendosi pertanto sul PI.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(76)</p></td><td><p>Dalla differenza tra il prezzo medio unitario di vendita e il costo unitario di produzione si evince che l’industria dell’Unione non è stata in grado di recuperare totalmente l’aumento dei costi di produzione, a causa della pressione sui prezzi derivante dalle importazioni coreane oggetto di dumping.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.3.2. Costo del lavoro
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(77)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il costo medio del lavoro dei produttori dell’Unione inclusi nel campione ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 8</span></p><p><span>Costo medio del lavoro per dipendente</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Costo medio del lavoro per dipendente (EUR)</p></td><td><p>55 000 - 56 000</p></td><td><p>57 000 - 58 000</p></td><td><p>56 500 - 57 500</p></td><td><p>57 000 - 58 000</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>104</span></p></td><td><p><span>103</span></p></td><td><p><span>104</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> risposte verificate al questionario dei produttori dell’Unione inclusi nel campione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(78)</p></td><td><p>Il costo medio del lavoro per dipendente dei produttori dell’Unione inclusi nel campione è aumentato del 4 % nel periodo in esame. Il costo del lavoro per dipendente è aumentato, in particolare nel 2017, quando sono aumentate la produzione e la produttività.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.3.3. Scorte
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(79)</p></td><td><p>Nel periodo in esame, il livello delle scorte dei produttori dell’Unione inclusi nel campione ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 9</span></p><p><span>Scorte</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2015</p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Scorte finali (tonnellate)</p></td><td><p>13 100 - 13 200</p></td><td><p>14 350 - 14 450</p></td><td><p>13 800 - 13 900</p></td><td><p>15 650 - 15 750</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>110</span></p></td><td><p><span>105</span></p></td><td><p><span>119</span></p></td></tr><tr><td><p>Scorte finali in percentuale della produzione (%)</p></td><td><p>9,5 - 10,5</p></td><td><p>10,5 - 11,5</p></td><td><p>10 - 11</p></td><td><p>12 - 13</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>107</span></p></td><td><p><span>105</span></p></td><td><p><span>122</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> risposte verificate al questionario dei produttori dell’Unione inclusi nel campione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(80)</p></td><td><p>Durante il periodo in esame i livelli delle scorte finali dell’industria dell’Unione sono aumentati in maniera significativa, raggiungendo una crescita del 19 % durante il PI rispetto al 2016.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.3.4. Redditività, flusso di cassa, investimenti, utile sul capitale investito e capacità di ottenere capitale
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(81)</p></td><td><p>Nel periodo in esame la redditività, il flusso di cassa, gli investimenti e l’utile sul capitale investito dei produttori dell’Unione inclusi nel campione hanno registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 10</span></p><p><span>Redditività, flusso di cassa, investimenti e utile sul capitale investito</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Redditività delle vendite nell’Unione ad acquirenti indipendenti (% del fatturato delle vendite)</p></td><td><p>8 - 11</p></td><td><p>5 - 8</p></td><td><p>2 - 5</p></td><td><p>2 - 5</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>70</span></p></td><td><p><span>36</span></p></td><td><p><span>31</span></p></td></tr><tr><td><p>Flusso di cassa (EUR)</p></td><td><p>28 000 000 - 30 000 000</p></td><td><p>16 500 000 - 18 500 000</p></td><td><p>4 000 000 - 5 000 000</p></td><td><p>2 000 000 - 3 000 000</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p>100</p></td><td><p><span>61</span></p></td><td><p><span>16</span></p></td><td><p><span>8</span></p></td></tr><tr><td><p>Investimenti (EUR)</p></td><td><p>2 500 000 - 3 000 000</p></td><td><p>3 000 000 - 3 500 000</p></td><td><p>5 000 000 - 5 500 000</p></td><td><p>6 500 000 - 7 000 000</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>119</span></p></td><td><p><span>176</span></p></td><td><p><span>237</span></p></td></tr><tr><td><p>Utile sul capitale investito (%)</p></td><td><p>48 - 52</p></td><td><p>30 - 34</p></td><td><p>7 - 11</p></td><td><p>16 - 20</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>64</span></p></td><td><p><span>18</span></p></td><td><p><span>35</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> risposte verificate al questionario dei produttori dell’Unione inclusi nel campione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(82)</p></td><td><p>La Commissione ha stabilito la redditività dei produttori dell’Unione inclusi nel campione esprimendo il profitto netto, al lordo delle imposte, derivante dalle vendite del prodotto simile ad acquirenti indipendenti dell’Unione sotto forma di percentuale sul fatturato di tali vendite. Nel periodo in esame la redditività ha subito un drastico calo di quasi il 70 % in quanto l’industria non è stata in grado di compensare l’aumento del costo di produzione con prezzi di vendita più alti. A causa della notevole pressione sui prezzi esercitata sull’industria dell’Unione dall’aumento delle importazioni dalla Corea, specialmente nel periodo compreso tra il 2017 e il PI, l’industria dell’Unione non ha potuto beneficiare del leggero aumento del consumo dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(83)</p></td><td><p>Il flusso di cassa netto rappresenta la capacità dei produttori dell’Unione di autofinanziare le proprie attività. L’andamento del flusso di cassa netto ha seguito una forte tendenza al ribasso, dovuta soprattutto a un calo della redditività.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(84)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il livello degli investimenti annui, destinati anche a prodotti diversi dalla carta termica pesante, è aumentato del 137 %. Tuttavia, i maggiori livelli di investimento non si sono tradotti in un corrispondente aumento della capacità per la carta termica pesante (cfr. la tabella 4). Gli investimenti per la carta termica pesante sono stati diretti unicamente al mantenimento delle capacità esistenti e alla debita sostituzione dei beni di produzione necessari. L’industria della carta termica pesante richiede un’elevata quantità di beni di produzione. L’industria dell’Unione deve sostituire regolarmente i macchinari usurati o divenuti inutilizzabili. Solo un produttore dell’Unione ha investito in una nuova linea di produzione (cartiera e patinatrice), in capacità supplementare, che viene utilizzata principalmente per prodotti diversi dalla carta termica pesante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(85)</p></td><td><p>Il livello totale di investimenti è stato irrilevante in rapporto al costo totale della realizzazione di una nuova linea di produzione. Nelle società incluse nel campione gli investimenti sono rimasti inferiori al tasso di ammortamento. Nella sua decisione relativa alla carta termica leggera <a>(<span>7</span>)</a> («LWTP»,<span>lightweight thermal paper</span>), la Commissione ha dichiarato che «nonostante il raddoppiamento degli investimenti, il livello di questi ultimi è rimasto limitato in termini assoluti, in particolare se si considera che, ad esempio, il valore di una nuova linea di produzione di LWTP è stimato a 120 milioni di EUR». Considerando che la carta termica pesante viene prodotta con gli stessi macchinari della carta termica leggera e che i livelli complessivi degli investimenti per la carta termica pesante sono stati anche inferiori rispetto a quelli osservati durante l’inchiesta della Commissione sulla carta termica leggera (durante il PI, gli investimenti destinati alla carta termica pesante sono stati compresi tra i 6,5 e i 7 milioni di EUR rispetto ai 4,5-9 milioni di EUR di investimenti per la carta termica leggera nel 2015, ovvero durante il PI dell’inchiesta sulla carta termica leggera), è possibile concludere che il livello degli investimenti dell’industria dell’Unione si è attestato a un livello pregiudizievolmente basso.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(86)</p></td><td><p>L’utile sul capitale investito è il profitto espresso come percentuale del valore contabile netto degli investimenti. Nel periodo in esame esso ha registrato un andamento negativo che riflette le tendenze relative alla redditività e al flusso di cassa. Nel complesso i produttori inclusi nel campione hanno mantenuto i loro investimenti al livello necessario a proseguire l’attività.</p></td></tr></tbody></table>
4.4.4. Conclusioni relative al pregiudizio
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(87)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione è stato notevole ed evidente in termini di indicatori di pregiudizio relativi ai prezzi quali la redditività o il flusso di cassa.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(88)</p></td><td><p>Inoltre, per quanto riguarda gli indicatori di pregiudizio relativi ai volumi, dal 2017 il volume delle vendite e la quota di mercato dei produttori dell’Unione sono diminuiti di 10 punti percentuali, raggiungendo un volume di vendite ancora più basso durante il PI rispetto al 2016. Viceversa, durante il periodo in esame, l’unico esportatore coreano è riuscito quasi a raddoppiare le sue esportazioni aumentando in maniera significativa la sua quota di mercato di quasi 5 punti percentuali. Nel periodo 2017-PI l’aumento registrato è stato decisamente notevole. L’esportatore coreano ha quasi triplicato le esportazioni e la quota di mercato. La posizione dell’industria dell’Unione è sostanzialmente peggiorata a causa dell’aumento delle importazioni oggetto di dumping.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(89)</p></td><td><p>Le difficoltà di ottenere capitale hanno posto sotto pressione la capacità di investire in processi di produzione della carta termica pesante nuovi e innovativi. Durante il periodo in esame l’industria dell’Unione ha investito il minimo necessario per ammodernare e sostituire le attrezzature obsolete e implementare le migliorie tecniche richieste dalla normativa ambientale. Nonostante le azioni concrete volte a ottimizzare i processi interni intraprese dall’industria dell’Unione nel periodo in esame al fine di migliorare il suo andamento complessivo, la sua situazione si è deteriorata in modo significativo, soprattutto per quanto riguarda la redditività e la perdita di quota di mercato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(90)</p></td><td><p>Sulla base di quanto precede, la Commissione ha concluso pertanto, in questa fase, che l’industria dell’Unione ha subito un pregiudizio notevole ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 5, del regolamento di base.</p></td></tr></tbody></table>
5. NESSO DI CAUSALITÀ
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(91)</p></td><td><p>Conformemente all’articolo 3, paragrafo 6, del regolamento di base la Commissione ha verificato se le importazioni oggetto di dumping provenienti dal paese interessato abbiano causato un pregiudizio notevole all’industria dell’Unione. Conformemente all’articolo 3, paragrafo 7, del regolamento di base, la Commissione ha inoltre valutato se altri fattori noti possano allo stesso tempo aver arrecato un pregiudizio all’industria dell’Unione. La Commissione ha accertato che non venissero attribuiti alle importazioni oggetto di dumping provenienti dal paese interessato eventuali pregiudizi causati da fattori diversi da tali importazioni. Tali fattori sono le importazioni da altri paesi terzi, l’andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione, l’aumento dei prezzi delle materie prime, la presunta incapacità dell’Unione di soddisfare la domanda di prodotti senza bisfenolo A («senza BPA») e la concorrenza sul mercato interno tra i produttori dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.1. Effetti delle importazioni oggetto di dumping
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(92)</p></td><td><p>È emersa un’evidente correlazione tra l’aumento delle importazioni dalla Corea e il peggioramento della situazione dell’industria dell’Unione. Le importazioni dalla Corea sono aumentate dell’83 % durante tutto il periodo in esame. Il sostanziale aumento della quota di mercato delle importazioni dalla Corea è andato chiaramente a scapito dell’industria dell’Unione, la cui quota di mercato si è ridotta del 3 % durante il periodo in esame e del 10 % a partire dal 2017.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(93)</p></td><td><p>I prezzi coreani sono stati costantemente e significativamente inferiori ai prezzi dell’Unione. I prezzi delle importazioni coreane sono stati inferiori ai prezzi dell’industria dell’Unione con un margine di undercutting dell’11,1 % durante il PI. L’industria dell’Unione non ha potuto tenere conto dell’aumento del costo di produzione nei suoi prezzi di vendita nell’Unione, il che dimostra la pressione sui prezzi esercitata dalle importazioni in questione. Tale situazione ha inciso gravemente sulla redditività dell’industria dell’Unione, che ha subito un forte calo durante il PI.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(94)</p></td><td><p>Vista la chiara coincidenza temporale stabilita tra il costante aumento delle importazioni oggetto di dumping a prezzi inferiori a quelli dell’Unione, da un lato, e la stagnazione del volume delle vendite, la perdita di quota di mercato e il calo della redditività dell’industria dell’Unione, dall’altro, si conclude che le importazioni oggetto di dumping sono state la causa della situazione di pregiudizio dell’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.2. Effetti di altri fattori
5.2.1. Importazioni da altri paesi terzi
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(95)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il volume delle importazioni da altri paesi terzi ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 11</span></p><p><span>Importazioni da altri paesi terzi</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Totale dei paesi terzi eccetto il paese interessato</p></td><td><p>Volume (in tonnellate)</p></td><td><p>12 000 - 13 000</p></td><td><p>4 000 - 5 000</p></td><td><p>8 000 - 9 000</p></td><td><p>8 000 - 9 000</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>38</span></p></td><td><p><span>69</span></p></td><td><p><span>69</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Quota di mercato (%)</p></td><td><p>6,5 - 7,5</p></td><td><p>2 - 3</p></td><td><p>4 - 5</p></td><td><p>4 - 5</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>38</span></p></td><td><p><span>66</span></p></td><td><p><span>68</span></p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p>Prezzo medio</p></td><td><p>1 800 - 1 900</p></td><td><p>1 600 - 1 700</p></td><td><p>1 700 - 1 800</p></td><td><p>2 000 - 2 100</p></td></tr><tr><td><p> </p></td><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p><span>92</span></p></td><td><p><span>97</span></p></td><td><p><span>113</span></p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> denuncia, Eurostat e stime della Commissione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(96)</p></td><td><p>Per quanto riguarda gli anni precedenti al periodo dell’inchiesta, i volumi delle importazioni da paesi terzi sono stati calcolati in base ai dati presentati nella denuncia. Per il PI, il volume è stato calcolato moltiplicando i dati della denuncia del 2018 per la varianza tra il 2018 e il PI (–0,1 %) indicata dai dati Eurostat relativi ai codici NC 4809 90 00, 4811 59 00 e 4811 90 00. Il prezzo durante tutto il periodo in esame è stato basato sui dati Eurostat, dove come valore sostitutivo più vicino è stata utilizzata la differenziazione dei prezzi coreani tra il prodotto in esame e gli altri prodotti classificati con gli stessi codici NC. È stato pertanto effettuato un adeguamento in base al rapporto tra i prezzi di Eurostat per la Corea e gli effettivi prezzi di vendita del produttore esportatore coreano.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(97)</p></td><td><p>Le importazioni da altri paesi terzi sono diminuite del 31 % in termini di volume nel periodo in esame e la relativa quota di mercato nell’Unione del 32 %. Tali volumi di importazioni hanno registrato prezzi leggermente inferiori ai prezzi di vendita nell’industria dell’Unione, ma ben al di sopra del prezzo medio praticato dall’esportatore coreano. Anche le importazioni da altri paesi terzi hanno quindi risentito dell’aumento delle importazioni coreane.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(98)</p></td><td><p>Il produttore esportatore ha sostenuto che le importazioni dalla RPC avrebbero contribuito all’abbassamento dei prezzi e avrebbero esacerbato la pressione al ribasso sui prezzi già causata dalle aggressive politiche dei prezzi praticate da alcuni produttori dell’Unione. Nel 2018 le importazioni dalla RPC si sono attestate a livelli estremamente bassi, tra 1 500 e 2 500 tonnellate <a>(<span>8</span>)</a>. Secondo le stime la quota di mercato di tali importazioni ammontava a circa l’1 % del consumo dell’Unione. Mentre le importazioni dalla Corea, secondo le verifiche, nello stesso anno erano comprese tra 15 500 e 17 500 tonnellate. Attestandosi a livelli così bassi, le importazioni cinesi non hanno avuto ripercussioni rilevanti sulla situazione dell’industria dell’Unione nel periodo in esame. Inoltre, i prezzi di tali importazioni nell’Unione secondo il metodo illustrato al considerando 96 erano notevolmente superiori ai prezzi delle importazioni dalla Corea e a un livello analogo a quelli praticati dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(99)</p></td><td><p>Si è pertanto concluso in via provvisoria che è improbabile che le importazioni da paesi terzi abbiano arrecato un pregiudizio ai produttori dell’Unione e che esse non attenuano il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.2.2. Andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(100)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il volume delle esportazioni (vendite ad acquirenti indipendenti) dell’industria dell’Unione ha registrato il seguente andamento:</p><p><span>Tabella 12</span></p><p><span>Andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione</span></p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>2016</p></td><td><p>2017</p></td><td><p>2018</p></td><td><p>PI</p></td></tr><tr><td><p>Volume delle esportazioni (in tonnellate)</p></td><td><p>38 591</p></td><td><p>39 545</p></td><td><p>36 234</p></td><td><p>33 336</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p>102</p></td><td><p>94</p></td><td><p>86</p></td></tr><tr><td><p>Prezzo medio (EUR/tonnellata)</p></td><td><p>1 650 - 1 750</p></td><td><p>1 650 - 1 750</p></td><td><p>1 800 - 1 900</p></td><td><p>1 950 - 2 050</p></td></tr><tr><td><p><span>Indice</span></p></td><td><p><span>100</span></p></td><td><p>99</p></td><td><p>107</p></td><td><p>116</p></td></tr><tr><td><p><span>Fonte:</span> stime del denunciante e risposte verificate al questionario dei produttori dell’Unione inclusi nel campione</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(101)</p></td><td><p>Nel periodo in esame il volume delle esportazioni ad acquirenti indipendenti dall’industria dell’Unione è diminuito del 14 %. I prezzi sono aumentati del 16 %. Nel periodo in esame la quota delle esportazioni dell’industria dell’Unione rispetto al volume totale delle vendite è diminuita del 10 % circa, raggiungendo il 17,7 % durante il PI. L’impatto dell’andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione è stato dunque limitato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(102)</p></td><td><p>Si è concluso in via provvisoria che l’andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione non ha potuto avere un impatto significativo sul pregiudizio subito dall’industria dell’Unione e non attenua il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.2.3. Aumento dei prezzi delle materie prime
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(103)</p></td><td><p>La temporanea chiusura degli impianti di produzione nella RPC nel 2017 e 2018 ha determinato una carenza di ODB2, un fattore produttivo di natura chimica alla fine del 2017 e durante il 2018. I prezzi dell’ODB2 sono aumentati di circa il 500 % tra settembre 2017, quando sono stati chiusi i primi impianti cinesi, e l’inizio del 2018. A seconda della tipologia specifica del prodotto in esame <a>(<span>9</span>)</a>, tale sostanza chimica rappresentava dal 7 al 15 % del costo totale di produzione della carta termica pesante nel periodo dell’inchiesta <a>(<span>10</span>)</a>. Tale carenza ha avuto ripercussioni sulla struttura dei costi dell’industria mondiale della carta termica in quanto ha colpito allo stesso modo tutti i produttori di carta termica pesante del mondo, anche in Corea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(104)</p></td><td><p>Il produttore esportatore ha argomentato che un aumento dei prezzi delle materie prime, soprattutto a causa della carenza di ODB2, insieme a contratti a lungo termine, ha ridotto la redditività e ha arrecato pregiudizio all’industria dell’Unione. L’industria dell’Unione non avrebbe potuto trasferire l’aumento dei costi di produzione sui suoi prezzi di vendita per via della natura a lungo termine dei contratti di fornitura di carta termica pesante. Si sarebbe dunque concentrata sul segmento della carta termica leggera, il cui mercato dell’offerta è caratterizzato dalla flessibilità, in quanto i prezzi non vengono negoziati a lungo termine.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(105)</p></td><td><p>Di fronte a tale situazione, e contrariamente alle affermazioni del produttore esportatore, l’industria dell’Unione poteva aumentare i suoi prezzi pressoché immediatamente in quanto non aveva contratti fissi a lungo termine con i propri acquirenti, bensì accordi informali alquanto flessibili. La maggior parte degli acquirenti, compresi i laminatori di grandi dimensioni, hanno accettato un immediato aumento dei prezzi in seguito alla crisi dell’ODB2.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(106)</p></td><td><p>Tuttavia, dato che l’aumento dei costi di produzione è coinciso con l’aumento delle importazioni oggetto di dumping dalla Corea, i produttori europei non hanno potuto trasferire l’intero aumento dei propri costi di produzione sugli acquirenti. Hanno potuto aumentare solo parzialmente i prezzi di vendita al fine di compensare l’aumento dei prezzi delle materie prime <a>(<span>11</span>)</a>. Le importazioni oggetto di dumping li hanno costretti ad assorbire una cospicua parte degli aumenti dei costi. Il produttore esportatore coreano è stato in grado di trasferire l’aumento dei costi sui suoi acquirenti incrementando i prezzi di vendita del 34 % nel periodo in esame. I prezzi coreani notevolmente inferiori ai prezzi dell’Unione e oggetto di dumping hanno impedito all’industria dell’Unione di trasferire totalmente l’aumento dei costi. Considerando l’aggressiva politica di fissazione dei prezzi del produttore esportatore coreano, l’industria dell’Unione ha potuto trasferire solo al 50 % l’aumento dei costi di produzione sui suoi prezzi di vendita nell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(107)</p></td><td><p>A ulteriore prova del nesso di causalità tra l’aumento delle importazioni oggetto di dumping dalla Corea e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione, è stato effettuato un confronto con l’andamento relativo alla carta termica leggera. Infatti la produzione di carta termica pesante e di carta termica leggera richiede le medesime tecnologie e macchinari; entrambi i settori utilizzavano i medesimi fattori produttivi e si sono confrontati con caratteristiche di mercato analoghe. La produzione di carta termica leggera è stata interessata dall’aumento dei costi delle materie prime nella stessa misura del prodotto in esame. Durante il PI le importazioni di carta termica leggera dalla Corea erano soggette a dazi antidumping.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(108)</p></td><td><p>Due dei tre produttori inclusi nel campione hanno anche prodotto e venduto quantità significative di carta termica leggera durante il periodo in esame. Durante il PI, il margine di redditività dei produttori dell’Unione inclusi nel campione relativo alla carta termica pesante era compreso tra il 2 % e il 5 %. Tale dato è nettamente inferiore rispetto al margine di redditività verificato per altri prodotti fabbricati, di cui la carta termica leggera rappresenta un’ampia quota, realizzato dai produttori dell’Unione inclusi nel campione nel 2018 e durante il PI, nonostante il picco registrato dai prezzi dell’ODB2. I produttori dell’Unione sono stati in grado di sostenere l’aumento dei costi dei fattori produttivi in un mercato privo di distorsioni causate da importazioni a prezzi sleali <a>(<span>12</span>)</a>. Si evince quindi che è la pressione sui prezzi derivante dalle importazioni oggetto di dumping a causare la riduzione della redditività dell’industria dell’Unione nel settore della carta termica pesante.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(109)</p></td><td><p>Il produttore esportatore ha altresì asserito che, a causa della carenza di ODB2, l’industria dell’Unione non ha potuto soddisfare la domanda sul mercato dell’Unione e ha aggiunto che la capacità produttiva dell’industria dell’Unione è stata ridotta nel 2018 e durante il PI a causa della carenza di ODB2. Tuttavia, l’industria dell’Unione disponeva di una capacità inutilizzata più che sufficiente a soddisfare la domanda (cfr. considerando 65) e dall’inchiesta della Commissione è emerso che nessuno dei produttori dell’Unione inclusi nel campione ha mai rifiutato un ordine di acquisto a causa della carenza di ODB2.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(110)</p></td><td><p>Si è pertanto concluso in via provvisoria che l’aumento dei prezzi dell’ODB2 non ha attenuato il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.2.4. Presunta incapacità dell’industria dell’Unione di soddisfare la domanda di prodotti senza BPA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(111)</p></td><td><p>Il produttore esportatore ha asserito che la lenta transizione dell’industria dell’Unione verso prodotti senza BPA è stata la causa della presunta debole crescita delle vendite.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(112)</p></td><td><p>Innanzitutto, l’inchiesta ha stabilito che la maggior parte dei produttori dell’Unione produce prodotti privi di BPA da oltre 20 anni <a>(<span>13</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(113)</p></td><td><p>Inoltre, l’industria dell’Unione ha sostenuto e dimostrato con le sue vendite durante il PI di aver continuato a vendere carta contenente BPA in quanto era presente una domanda costante di tale carta per via dei prezzi più economici dei prodotti contenenti BPA <a>(<span>14</span>)</a>. Gli utilizzatori di carta termica pesante, quali i laminatori e i trasformatori, hanno continuato a ordinare carta termica pesante contenente BPA pur essendo liberamente disponibili alternative prive di BPA. Ciò va a corroborare l’argomentazione dell’industria dell’Unione per cui gli acquirenti hanno scelto di posticipare il passaggio il più a lungo possibile (in pratica alla metà del 2019) a causa dei prezzi più elevati delle alternative prive di BPA.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(114)</p></td><td><p>Non sono stati forniti elementi di prova del fatto che i produttori dell’Unione a un determinato momento siano stati a corto di BPA o di bisfenolo S («BPS») (il rivelatore che più frequentemente sostituisce il BPA a partire dal 2020, già ampiamente utilizzato almeno a partire dal 2018). Durante il PI, sia l’esportatore coreano che i produttori dell’Unione vendevano ingenti quantità di carta termica pesante contenente sia BPA che BPS.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(115)</p></td><td><p>L’industria dell’Unione era pertanto in grado di fornire prodotti senza BPA durante il periodo in esame. Le sue vendite di prodotti senza BPA non hanno contribuito al pregiudizio subito dall’industria dell’Unione e non hanno attenuato il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.2.5. Concorrenza sul mercato interno tra i produttori dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(116)</p></td><td><p>Il produttore esportatore ha sostenuto che la concorrenza sul mercato interno ha fatto ulteriormente scendere i prezzi dell’Unione: alcuni produttori dell’Unione avrebbero interamente trasferito l’aumento dei costi di produzione sui loro prezzi per la carta termica pesante, mentre altri produttori dell’Unione avrebbero deciso di mantenere i prezzi bassi per guadagnare quote di mercato. Tali strategie differenti avrebbero esacerbato la bassa redditività dell’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(117)</p></td><td><p>Il produttore esportatore non ha supportato tale argomentazione con alcun elemento di prova delle pratiche anticoncorrenziali. Nulla dimostra che la concorrenza tra i produttori dell’Unione sia stata sleale. Inoltre, la concorrenza tra i produttori dell’Unione non significa che i prezzi all’importazione oggetto di dumping non abbiano costretto quei produttori ad abbassare i prezzi ancor più di quanto avrebbero fatto in una situazione di concorrenza equa e quindi a vendere a prezzi insostenibili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(118)</p></td><td><p>Tra i produttori europei le società che hanno apportato aumenti dei prezzi relativamente ridotti in una fase relativamente tardivo non hanno assistito a un aumento delle loro quote di mercato. Infatti, come per gli altri produttori dell’Unione, le loro quote di mercato hanno continuato a ridursi per tutto il periodo in esame <a>(<span>15</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(119)</p></td><td><p>Di conseguenza la concorrenza interna sul mercato europeo non ha contribuito al pregiudizio subito dall’industria dell’Unione e non ha attenuato il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
5.3. Conclusioni relative al nesso di causalità
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(120)</p></td><td><p>In considerazione di quanto precede, la Commissione ha concluso in questa fase che le importazioni oggetto di dumping provenienti dalla Corea hanno avuto un forte impatto sul pregiudizio notevole subito dall’industria dell’Unione. Si è ritenuto che altri fattori, considerati singolarmente o nel loro insieme, quali le importazioni da altri paesi terzi, l’andamento delle esportazioni dell’industria dell’Unione, l’aumento dei prezzi delle materie prime, la presunta incapacità dell’industria dell’Unione di soddisfare la domanda di prodotti senza BPA e la presunta concorrenza sul mercato interno tra i produttori europei, abbiano solo esacerbato il pregiudizio arrecato dalle importazioni oggetto di dumping dalla Corea, ma si è stabilito in via provvisoria che non hanno attenuato il nesso di causalità tra le importazioni oggetto di dumping e il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
6. INTERESSE DELL’UNIONE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(121)</p></td><td><p>Conformemente all’articolo 21 del regolamento di base, la Commissione ha verificato se si potesse concludere chiaramente che l’adozione di tali misure non era nell’interesse dell’Unione nel caso in esame per quanto riguarda le importazioni dal paese interessato, nonostante la determinazione di dumping pregiudizievole. La determinazione dell’interesse dell’Unione si è basata su una valutazione di tutti i diversi interessi coinvolti, compresi quelli dell’industria dell’Unione, degli importatori e degli utilizzatori.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(122)</p></td><td><p>La Commissione ha inviato questionari alle parti interessate note. Tuttavia, ha ricevuto risposte solo da due importatori e cinque utilizzatori; di questi, solo un importatore e due utilizzatori hanno presentato il questionario.</p></td></tr></tbody></table>
6.1. Interesse dell’industria dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(123)</p></td><td><p>Tutti i membri dell’ETPA hanno sostenuto la denuncia. Di tutti i membri non appartenenti all’ETPA, Ricoh Industrie France S.A.S. (Ricoh) era il più importante in termini di volume delle vendite (stimato dal denunciante pari a circa il 20 % delle vendite totali dell’industria dell’Unione). Ricoh si è espresso a sostegno della denuncia.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(124)</p></td><td><p>La Confederazione delle industrie europee della carta («CEPI») ha presentato osservazioni sull’inchiesta sostenendola pienamente in ragione del fatto che le misure antidumping nei confronti delle importazioni coreane contribuirebbero a ripristinare condizioni di parità per la carta termica pesante e manderebbero un potente messaggio agli esportatori in base al quale l’Unione europea si impegna per un commercio mondiale equo in condizioni concorrenziali eque.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(125)</p></td><td><p>I produttori dell’UE hanno affermato che l’istituzione delle misure potrebbe salvaguardare l’occupazione, promuovere maggiori investimenti e contribuire a invertire la tendenza al calo della redditività osservata da quando l’esportatore coreano è entrato nel mercato dell’UE. L’istituzione delle misure ripristinerebbe condizioni di parità e un equo livello di prezzi sul mercato dell’Unione e migliorerebbe la redditività dell’industria dell’Unione fino a raggiungere livelli considerati normali per quest’industria ad alta intensità di capitale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(126)</p></td><td><p>La Commissione ha pertanto concluso in via provvisoria in questa fase che l’istituzione di dazi antidumping sarebbe nell’interesse dell’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
6.2. Interesse degli importatori indipendenti
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(127)</p></td><td><p>Una parte ha risposto al questionario per gli importatori. Tale parte non si è espressa in merito al fatto di essere d’accordo o meno circa l’istituzione di misure. Di tutti gli acquisti di carta termica pesante effettuati da tale società nel PI, solo una percentuale relativamente ridotta (tra il 10 % e il 20 %) proveniva dalla Corea; la società si affidava principalmente ai produttori dell’Unione per le proprie forniture. I margini di profitto indicati, nel complesso e sulle rivendite di carta termica pesante importata, rappresentavano più del 20 % del fatturato. Visto il solido margine di profitto e la quota relativamente modesta degli acquisti dalla Corea, i dazi non dovrebbero avere un effetto sproporzionato sulla situazione dell’importatore.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(128)</p></td><td><p>Pertanto, nella fase provvisoria, la Commissione ha ritenuto che l’interesse di questo importatore indipendente non sarebbe danneggiato dai dazi antidumping sulla carta termica pesante.</p></td></tr></tbody></table>
6.3. Interesse degli utilizzatori
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(129)</p></td><td><p>Cinque utilizzatori si sono manifestati alla Commissione e solo due di loro hanno fornito informazioni dettagliate. Il primo dei due ha restituito un questionario vuoto, appellandosi a questioni di riservatezza. Per la Commissione non è stato pertanto possibile quantificare gli eventuali effetti di dazi antidumping sulla sua situazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(130)</p></td><td><p>Il secondo utilizzatore ha affermato che durante la crisi dell’ODB2 i produttori dell’Unione avevano aumentato i prezzi e non erano stati in grado di fornirne quantità sufficienti e, per tale motivo, si era rivolto all’esportatore coreano. Tuttavia, tale utilizzatore non ha presentato alcun elemento di prova del fatto che l’industria dell’Unione non avesse potuto fornire le quantità richieste e risulta che tale utilizzatore non abbia accettato gli aumenti dei prezzi dovuti alla carenza di ODB2 e si sia rivolto all’esportatore coreano per usufruire di prezzi più vantaggiosi. La Commissione ha anche osservato che gli eventi eccezionali di natura temporanea verificatisi in passato, come la crisi relativa all’ODB2, e per i quali non vi sono prove che si possano ripetere in futuro durante il periodo di applicazione delle misure, non potevano prevalere sulla necessità di eliminare gli effetti distorsivi sugli scambi del dumping pregiudizievole. Tale argomentazione è stata pertanto respinta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(131)</p></td><td><p>Nessuno dei due utilizzatori ha fornito informazioni verificabili sufficienti affinché la Commissione potesse elaborare un’analisi obiettiva dell’impatto delle misure sulla loro situazione. In particolare, entrambi hanno respinto la richiesta della Commissione di comunicare i loro margini di profitto affinché la Commissione potesse quantificare i possibili effetti dei dazi antidumping sulle loro prestazioni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(132)</p></td><td><p>Tre utilizzatori hanno affermato che, diversamente dai produttori europei, l’esportatore coreano era stato in grado di fornire carta termica senza BPA a prezzi accessibili. Dall’inchiesta della Commissione è emerso che tale argomentazione è infondata come illustrato ai considerando da 111 a 115. Non sono stati forniti elementi di prova del fatto che i produttori dell’Unione non disponevano di prodotti senza BPA e che non erano stati in grado di fornirli. Dall’inchiesta della Commissione è stato accertato che la maggior parte dei produttori dell’Unione produce prodotti senza BPA da oltre 20 anni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(133)</p></td><td><p>Tre utilizzatori si sono opposti alla potenziale istituzione di misure in ragione del fatto che il produttore esportatore assicurava una fornitura costante ed era un fornitore di rilievo nel mercato dell’Unione. Nessuna delle tre società ha fornito alcun elemento di prova a sostegno delle proprie argomentazioni. La capacità produttiva dell’industria dell’Unione è aumentata del 6 % nel corso del periodo in esame e l’industria dell’Unione dispone di una notevole capacità inutilizzata. Inoltre, come esposto ai considerando da 111 a 115, nel periodo in esame l’industria dell’Unione, nonostante le difficili condizioni del mercato, è sempre stata in grado di fornire carta termica sia contenente BPA che senza BPA.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(134)</p></td><td><p>Nella fase provvisoria la Commissione ha quindi concluso che gli effetti di un’eventuale istituzione di dazi sugli utilizzatori non sembrano prevalere sugli effetti positivi delle misure sull’industria dell’Unione. Infatti nessun utilizzatore ha fornito informazioni affidabili affinché la Commissione potesse valutare se l’istituzione di dazi avrebbe o meno un impatto significativo su di loro.</p></td></tr></tbody></table>
6.4. Interesse di altre parti interessate
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(135)</p></td><td><p>L’esportatore coreano e il governo della Corea hanno sostenuto che l’istituzione di dazi antidumping impedirebbe agli acquirenti dell’Unione di accedere alla carta termica pesante senza BPA a prezzi accessibili. Dall’inchiesta della Commissione è emerso che tale argomentazione è infondata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(136)</p></td><td><p>Innanzitutto, l’industria dell’Unione ha dimostrato di disporre di capacità sufficiente a seguire la domanda di prodotti senza BPA e a trasformare completamente la sua produzione di carta termica pesante contenente BPA in carta termica pesante senza BPA. In secondo luogo, nel periodo in esame i livelli delle scorte dell’industria dell’Unione sono aumentati in maniera significativa indicando la disponibilità di un’ampia scorta per iniziare ad approvvigionare immediatamente l’industria dell’Unione. In terzo luogo, i dazi antidumping non impediscono agli acquirenti di acquisire la propria fornitura di carta termica pesante dall’esterno dell’Unione. Sono disponibili altre fonti di approvvigionamento come illustrato in tabella 11 (importazioni da altri paesi terzi). Gli acquirenti sarebbero quindi nelle condizioni di reperire fonti di approvvigionamento alternative a prezzi equi e concorrenziali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(137)</p></td><td><p>L’esportatore coreano e il governo della Corea hanno sostenuto che, qualora si verificasse un altro episodio di carenza di materie prime, i dazi antidumping sulle importazioni dalla Corea comprometterebbero gravemente gli utilizzatori europei di carta termica pesante. La Commissione ha ricordato che l’effetto delle misure antidumping è quello di ripristinare una concorrenza leale ed effettiva tra tutti gli attori, che l’industria dell’Unione dispone di capacità sufficiente come esposto ai considerando 65 e 66 e che nessuno degli utilizzatori che si sono manifestati ha presentato informazioni che consentissero alla Commissione di esaminare tale argomentazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(138)</p></td><td><p>L’esportatore coreano e il governo della Corea hanno ricordato l’accordo di libero scambio Corea-UE entrato in vigore nel 2015 sostenendo che l’istituzione di dazi antidumping comprometterebbe i rapporti commerciali tra l’Unione e la Corea. La Commissione ha osservato che non è possibile affrontare tale considerazione nell’ambito dell’analisi dell’interesse dell’Unione conformemente all’articolo 21 del regolamento di base. In ogni caso, la Commissione ha rammentato che nel quadro dell’accordo di libero scambio Corea-UE, entrambe le parti hanno convenuto che gli strumenti di difesa commerciale restano pienamente applicabili e che l’origine del presente procedimento è da ricondurre al comportamento dei produttori esportatori coreani. Questa argomentazione è stata pertanto respinta.</p></td></tr></tbody></table>
6.5. Conclusioni relative all’interesse dell’Unione
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(139)</p></td><td><p>Alla luce di quanto precede, la Commissione ha concluso in via provvisoria che non vi sono fondati motivi di ritenere contraria all’interesse dell’Unione, in questa fase dell’inchiesta, l’istituzione di misure sulle importazioni di carta termica pesante originaria del paese interessato.</p></td></tr></tbody></table>
7. MISURE ANTIDUMPING PROVVISORIE
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(140)</p></td><td><p>Viste le conclusioni raggiunte dalla Commissione in merito al dumping, al pregiudizio, al nesso di causalità e all’interesse dell’Unione, è opportuno istituire misure provvisorie per evitare che le importazioni oggetto di dumping arrechino un ulteriore pregiudizio all’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
7.1. Livello di eliminazione del pregiudizio (margine di pregiudizio)
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(141)</p></td><td><p>Per determinare il livello delle misure, la Commissione ha innanzitutto stabilito l’importo del dazio necessario per eliminare il pregiudizio subito dall’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(142)</p></td><td><p>Il pregiudizio sarebbe eliminato se l’industria dell’Unione fosse in grado di coprire i propri costi di produzione, compresi quelli derivanti dagli accordi ambientali multilaterali, dai relativi protocolli di cui l’Unione è parte e dalle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) elencate nell’allegato I<span>bis</span> del regolamento di base, e di ottenere un equo profitto («profitto di riferimento»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(143)</p></td><td><p>L’articolo 7, paragrafo 2<span>quater</span>, del regolamento di base stabilisce il profitto di riferimento minimo al 6 %. Conformemente al suddetto articolo, per determinare il profitto di riferimento la Commissione deve prendere in considerazione fattori quali il livello di redditività precedente all’aumento delle importazioni dalla Corea, il livello di redditività necessario a coprire tutti i costi e gli investimenti, i costi per la ricerca e lo sviluppo (R&S) e l’innovazione e il livello di redditività atteso in condizioni di concorrenza normali.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(144)</p></td><td><p>Dall’inchiesta è emerso che la redditività effettiva dell’industria dell’Unione nel 2016, ovvero prima dell’aumento delle importazioni coreane, era compresa tra l’8 e l’11 %.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(145)</p></td><td><p>Due dei produttori inclusi nel campione hanno dichiarato di aver rinunciato a investimenti. La Commissione ha esaminato tale affermazione a norma dell’articolo 7, paragrafo 2<span>quater</span>, del regolamento di base. Tuttavia, le società interessate non sono state in grado di fornire prove documentali a supporto di tale affermazione, che è stata pertanto respinta in via provvisoria.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(146)</p></td><td><p>Alla luce di quanto sopra, la Commissione ha deciso di utilizzare come profitto di riferimento il margine di profitto conseguito dall’industria nel 2016. Tale profitto di riferimento è stato aggiunto all’effettivo costo di produzione dell’industria dell’Unione per determinare il prezzo non pregiudizievole.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(147)</p></td><td><p>In conformità all’articolo 7, paragrafo 2<span>quinquies</span>, del regolamento di base la Commissione ha valutato i costi futuri derivanti da accordi ambientali multilaterali, e dai relativi protocolli, di cui l’Unione è parte, che l’industria dell’Unione dovrà sostenere durante il periodo di applicazione della misura di cui all’articolo 11, paragrafo 2. In base agli elementi di prova disponibili la Commissione ha stabilito un costo aggiuntivo compreso tra 6 EUR e 10 EUR per tonnellata, che è stato sommato al prezzo non pregiudizievole.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(148)</p></td><td><p>La Commissione ha quindi stabilito il livello di eliminazione del pregiudizio confrontando la media ponderata dei prezzi all’importazione del produttore esportatore del paese interessato che ha collaborato, determinata per calcolare l’undercutting dei prezzi, con la media ponderata del prezzo non pregiudizievole del prodotto simile venduto sul mercato dell’Unione dai produttori dell’Unione inclusi nel campione durante il periodo dell’inchiesta. Le differenze evidenziate da tale confronto sono state espresse in percentuale sulla media ponderata del valore cif all’importazione. Il margine di vendita sottocosto è risultato in via provvisoria pari al 22,5 %.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(149)</p></td><td><p>Per le motivazioni di cui al considerando 45, il medesimo margine di vendita sottocosto è applicabile a tutti gli altri eventuali produttori esportatori.</p></td></tr></tbody></table>
7.2. Misure provvisorie
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(150)</p></td><td><p>Viste le conclusioni raggiunte dalla Commissione in merito al dumping, al pregiudizio, al nesso di causalità e all’interesse dell’Unione, è opportuno istituire misure provvisorie per evitare che le importazioni oggetto di dumping arrechino un ulteriore pregiudizio all’industria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(151)</p></td><td><p>È opportuno istituire misure antidumping provvisorie sulle importazioni di determinati tipi di carta termica pesante originari della Repubblica di Corea, in conformità alla regola del dazio inferiore di cui all’articolo 7, paragrafo 2, del regolamento di base. La Commissione ha messo a confronto il margine di pregiudizio e il margine di dumping. L’importo dei dazi dovrebbe essere stabilito al livello corrispondente al più basso tra il margine di dumping e il margine di pregiudizio, vale a dire al livello del margine di dumping.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(152)</p></td><td><p>Sulla base di quanto precede, le aliquote del dazio antidumping provvisorio, espresse sul prezzo cif franco frontiera dell’Unione, dazio non corrisposto, dovrebbero essere le seguenti:</p><table><col/><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Paese</p></td><td><p>Società</p></td><td><p>Margine di dumping (%)</p></td><td><p>Margine di pregiudizio (%)</p></td><td><p>Dazio antidumping provvisorio (%)</p></td></tr><tr><td><p>Repubblica di Corea</p></td><td><p>Hansol Paper Co. Ltd</p></td><td><p>22,3</p></td><td><p>22,5</p></td><td><p>22,3</p></td></tr><tr><td><p>Tutte le altre società</p></td><td><p>22,3</p></td><td><p>22,5</p></td><td><p>22,3</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(153)</p></td><td><p>Come illustrato al considerando 45, nel presente caso il livello di collaborazione è elevato, poiché le esportazioni del produttore esportatore che ha collaborato costituivano il totale delle esportazioni nell’Unione durante il periodo dell’inchiesta. Pertanto il dazio antidumping residuo è basato su quello della società che ha collaborato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(154)</p></td><td><p>Le aliquote del dazio antidumping delle singole società specificate nel presente regolamento sono state stabilite sulla base delle risultanze della presente inchiesta. Esse rispecchiano quindi la situazione constatata durante la presente inchiesta per le società in questione. Tali aliquote del dazio sono applicabili unicamente alle importazioni del prodotto in esame originario della Corea e fabbricato dalle entità giuridiche citate. Le importazioni del prodotto in esame fabbricato da altre società non specificamente menzionate nel dispositivo del presente regolamento, comprese le persone giuridiche collegate a quelle espressamente menzionate, dovrebbero essere soggette all’aliquota del dazio applicabile a «tutte le altre società».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(155)</p></td><td><p>Una società può chiedere l’applicazione dell’aliquota del dazio antidumping individuale in caso di successiva modifica del nome dell’entità. La domanda deve essere trasmessa alla Commissione <a>(<span>16</span>)</a>. La richiesta deve contenere tutte le informazioni utili a dimostrare che la modifica non pregiudica il diritto della società di beneficiare della relativa aliquota di dazio applicabile. Se la modifica del nome della società non inficia il suo diritto a beneficiare della relativa aliquota del dazio, un avviso che informa della modifica del nome sarà pubblicato nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(156)</p></td><td><p>Per garantire la corretta applicazione dei dazi antidumping, il dazio antidumping per tutte le altre società dovrebbe applicarsi non solo ai produttori esportatori che non hanno collaborato alla presente inchiesta ma anche ai produttori che non hanno esportato nell’Unione durante il periodo dell’inchiesta.</p></td></tr></tbody></table>
8. INFORMAZIONI NELLA FASE PROVVISORIA
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(157)</p></td><td><p>Conformemente all’articolo 19<span>bis</span> del regolamento di base, la Commissione ha informato le parti interessate della prevista istituzione di dazi provvisori. Tale informazione è stata inoltre resa nota al pubblico tramite il sito web della DG TRADE. Le parti interessate disponevano di un termine di tre giorni lavorativi per presentare osservazioni sull’esattezza dei calcoli a loro specificamente comunicati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(158)</p></td><td><p>Sono pervenute osservazioni dal gruppo Hansol e dai produttori dell’Unione inclusi nel campione. La Commissione ha tenuto conto dei commenti che riguardavano errori materiali e ha rettificato i margini di conseguenza.</p></td></tr></tbody></table>
9. DISPOSIZIONI FINALI
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(159)</p></td><td><p>Ai fini di una corretta amministrazione, la Commissione inviterà le parti interessate a presentare osservazioni scritte entro 15 giorni e/o a chiedere un’audizione con la Commissione e/o il consigliere-auditore nei procedimenti in materia commerciale entro cinque giorni.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(160)</p></td><td><p>Le risultanze dell’inchiesta relative all’istituzione dei dazi provvisori sono provvisorie e possono essere modificate nella fase definitiva dell’inchiesta,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
1. È istituito un dazio antidumping provvisorio sulle importazioni di determinati tipi di carta termica pesante, definita come carta termica di peso superiore a 65 g/m 2 , venduta in rotoli di larghezza pari o superiore a 20 cm, di peso pari o superiore a 50 kg (compresa la carta) e con diametro pari o superiore a 40 cm (rotoli di grandi dimensioni), con o senza rivestimento di fondo su uno o entrambi i lati, rivestita di una sostanza termosensibile (una miscela di un colorante e un rivelatore che reagisce e forma un’immagine quando è esposta a calore) su uno o entrambi i lati, con o senza rivestimento superficiale, originari della Repubblica di Corea, attualmente classificati con i codici NC ex 4809 90 00, ex 4811 59 00 ed ex 4811 90 00 (codici TARIC 4809900020, 4811590020 e 4811900020).
2. L’aliquota del dazio antidumping provvisorio, applicabile al prezzo netto, franco frontiera dell’Unione, dazio non corrisposto, del prodotto descritto al paragrafo 1, è pari al 22,3 %.
3. L’immissione in libera pratica nell’Unione del prodotto di cui al paragrafo 1 è subordinata alla costituzione di una garanzia pari all’importo del dazio provvisorio.
4. Salvo diversa indicazione si applicano le disposizioni vigenti in materia di dazi doganali.
Articolo 2
1. Le parti interessate presentano alla Commissione le loro osservazioni scritte sul presente regolamento entro 15 giorni di calendario dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
2. Le parti interessate che intendono chiedere un’audizione presso la Commissione devono farlo entro cinque giorni di calendario dalla data di entrata in vigore del presente regolamento.
3. Le parti interessate che intendono chiedere un’audizione presso il consigliere-auditore nei procedimenti in materia commerciale devono farlo entro cinque giorni di calendario dalla data di entrata in vigore del presente regolamento. Il consigliere-auditore esamina le domande presentate oltre tale termine e può decidere se la loro accettazione sia o meno appropriata.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
L’articolo 1 si applica per un periodo di sei mesi.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 26 maggio 2020
Per la Commissione
La president
Ursula VON DER LEYEN
<note>
( 1 ) GU L 176 del 30.6.2016, pag. 21 .
( 2 ) Avviso di apertura di un procedimento antidumping relativo alle importazioni di determinati tipi di carta termica pesante originari della Repubblica di Corea ( GU C 342 del 10.10.2019, pag. 8 ).
( 3 ) I dati delle società dell’Unione incluse nel campione nel presente regolamento sono presentati in sotto forma di intervalli di valori a causa del rischio che una società inclusa nel campione possa risalire ai dati dei suoi concorrenti, specialmente considerando che due delle società incluse nel campione sono collegate dal 29 marzo 2019 e che hanno iniziato a operare come società appartenenti allo stesso gruppo dal 6 agosto 2019. I dati dell’unico produttore esportatore che ha collaborato sono presentati in sotto forma di intervalli di valori in quanto si tratta dell’unica società che ha collaborato.
( 4 ) Regolamento (UE) 2016/2235 della Commissione, del 12 dicembre 2016, che modifica l’allegato XVII del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) per quanto riguarda il bisfenolo A ( GU L 337 del 13.12.2016, pag. 3 ).
( 5 ) La cifra esatta non è fornita poiché si tratta dei dati specifici della società.
( 6 ) Cfr. ad esempio il punto 68 della sentenza del Tribunale (Seconda Sezione) del 17 marzo 2015 nella causa T-466/12, RFA International, LP contro Commissione europea.
( 7 ) Regolamento di esecuzione (UE) 2017/763 della Commissione, del 2 maggio 2017, che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di determinati tipi di carta termica leggera originari della Repubblica di Corea ( GU L 114 del 3.5.2017, pag. 3 ), considerando 91.
( 8 ) Stime fornite dal denunciante.
( 9 ) L’ODB2 è utilizzato in proporzioni variabili a seconda della composizione del rivestimento applicato.
( 10 ) Fonte: inchiesta della Commissione.
( 11 ) Mentre i prezzi sono aumentati del 14 %, i costi di produzione sono aumentati del 23 % (tabella 7).
( 12 ) Sono attualmente applicabili misure antidumping alle importazioni di carta termica leggera dalla Corea, che hanno ripristinato condizioni di parità.
( 13 ) Fonte: denunciante e risultati dell’inchiesta della Commissione.
( 14 ) La produzione di carta contenente BPA è più economica e pertanto tale carta risulta solitamente più economica rispetto alle carte contenenti altri rivelatori.
( 15 ) Fonte: denunciante e inchiesta della Commissione.
( 16 ) Commissione europea, direzione generale del Commercio, direzione H, Rue de la Loi 170, 1040 Bruxelles/Brussel, Belgique/België.
</note> | ITA | 32020R0705 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>3.12.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 317/1</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2015/2226 DEL CONSIGLIO
del 26 ottobre 2015
relativa alla firma, a nome dell'Unione europea, e all'applicazione provvisoria dell'accordo tra l'Unione europea e il Regno di Tonga in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata
Il CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 77, paragrafo 2, lettera a), in combinato disposto con l'articolo 218, paragrafo 5,
vista la proposta della Commissione europea,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (UE) n. 509/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>1</span>)</a> ha spostato la menzione del Regno di Tonga dall'allegato I all'allegato II del regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Tale menzione del Regno di Tonga è corredata da una nota a piè di pagina secondo cui le esenzioni dall'obbligo del visto sono d'applicazione a decorrere dalla data di entrata in vigore di un accordo sull'esenzione dal visto che deve essere concluso con l'Unione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>Il 9 ottobre 2014 il Consiglio ha adottato una decisione che autorizzava la Commissione ad avviare negoziati con il Regno di Tonga per la conclusione di un accordo tra l'Unione europea e il Regno di Tonga in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata («accordo»).</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>I negoziati relativi all'accordo sono stati avviati il 19 novembre 2014 e sono stati portati a termine con successo mediante la siglatura dello stesso, con scambio di lettere, il 29 maggio 2015 da parte del Regno di Tonga e il 10 giugno 2015 da parte dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>È opportuno firmare l'accordo e approvare le dichiarazioni accluse all'accordo a nome dell'Unione. L'accordo dovrebbe essere applicato a titolo provvisorio dal giorno successivo alla data della firma, in attesa dell'espletamento delle procedure relative alla sua conclusione formale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>La presente decisione costituisce uno sviluppo delle disposizioni dell'acquis di Schengen a cui il Regno Unito non partecipa, a norma della decisione 2000/365/CE del Consiglio<a> (<span>3</span>)</a>; il Regno Unito non partecipa pertanto alla sua adozione, non è da essa vincolato, né è soggetto alla sua applicazione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>La presente decisione costituisce uno sviluppo delle disposizioni dell'acquis di Schengen a cui l'Irlanda non partecipa, a norma della decisione 2002/192/CE del Consiglio<a> (<span>4</span>)</a>; l'Irlanda non partecipa pertanto alla sua adozione, non è da essa vincolata, né è soggetta alla sua applicazione,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
È autorizzata, a nome dell'Unione, la firma dell'accordo tra l'Unione europea e il Regno di Tonga in materia di esenzione dal visto per soggiorni di breve durata («accordo»), con riserva della conclusione di tale accordo.
Il testo dell'accordo è accluso alla presente decisione.
Articolo 2
Le dichiarazioni accluse alla presente decisione sono approvate a nome dell'Unione.
Articolo 3
Il presidente del Consiglio è autorizzato a designare la persona o le persone abilitate a firmare l'accordo a nome dell'Unione.
Articolo 4
L'accordo è applicato a titolo provvisorio dal giorno successivo alla data della firma ( 5 ) , in attesa che siano espletate le procedure necessarie per la sua conclusione.
Articolo 5
La presente decisione entra in vigore il giorno dell'adozione.
Fatto a Bruxelles, il 26 ottobre 2015
Per il Consiglio
Il presidente
C. DIESCHBOURG
<note>
( 1 ) Regolamento (CE) n. 509/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014, che modifica il regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo ( GU L 149 del 20.5.2014, pag. 67 ).
( 2 ) Regolamento (CE) n. 539/2001 del Consiglio, del 15 marzo 2001, che adotta l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini devono essere in possesso del visto all'atto dell'attraversamento delle frontiere esterne e l'elenco dei paesi terzi i cui cittadini sono esenti da tale obbligo ( GU L 81 del 21.3.2001, pag. 1 ).
( 3 ) Decisione 2000/365/CE del Consiglio, del 29 maggio 2000, riguardante la richiesta del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord di partecipare ad alcune disposizioni dell'acquis di Schengen ( GU L 131 dell'1.6.2000, pag. 43 ).
( 4 ) Decisione 2002/192/CE del Consiglio, del 28 febbraio 2002, riguardante la richiesta dell'Irlanda di partecipare ad alcune disposizioni dell'acquis di Schengen ( GU L 64 del 7.3.2002, pag. 20 ).
( 5 ) La data della firma dell'accordo sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea a cura del segretariato generale del Consiglio.
</note> | ITA | 32015D2226 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>26.5.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 185/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO (UE) 2021/836 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 20 maggio 2021
che modifica la decisione n. 1313/2013/UE su un meccanismo unionale di protezione civile
(Testo rilevante ai fini del SEE)
IL PARLAMENTO EUROPEO E IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 196 e l’articolo 322, paragrafo 1, lettera a),
vista la proposta della Commissione europea,
previa trasmissione del progetto di atto legislativo ai parlamenti nazionali,
visto il parere della Corte dei conti ( 1 ) ,
visto il parere del Comitato economico e sociale europeo ( 2 ) ,
visto il parere del Comitato delle regioni ( 3 ) ,
deliberando secondo la procedura legislativa ordinaria ( 4 ) ,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il meccanismo unionale di protezione civile («meccanismo unionale») disciplinato dalla decisione n. 1313/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>5</span>)</a> rafforza la cooperazione tra l’Unione e gli Stati membri e facilita il coordinamento nel settore della protezione civile per migliorare la risposta dell’Unione alle catastrofi naturali e provocate dall’uomo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Mentre la responsabilità primaria nella prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi naturali e provocate dall’uomo spetta agli Stati membri, il meccanismo unionale, in particolare rescEU, promuove la solidarietà fra gli Stati membri conformemente all’articolo 3, paragrafo 3, del trattato sull’Unione europea. A tal fine, il meccanismo unionale rafforza la risposta collettiva dell’Unione alle catastrofi naturali e provocate dall’uomo mediante la costituzione di una riserva di risorse che integrano le risorse esistenti degli Stati membri, laddove le risorse disponibili a livello nazionale non siano sufficienti, consentendo in tal modo una preparazione e una risposta più efficaci, e migliorando la prevenzione e la preparazione alle catastrofi. Sono necessari stanziamenti finanziari adeguati per istituire, mobilitare e gestire le risorse di rescEU e per poter sviluppare ulteriormente il pool europeo di protezione civile e coprire i costi supplementari derivanti dalle sovvenzioni di adattamento e dal funzionamento delle risorse impegnate nel pool europeo di protezione civile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>L’esperienza senza precedenti della pandemia di COVID-19 ha dimostrato che l’Unione e gli Stati membri devono essere meglio preparati a rispondere ad emergenze su vasta scala che interessano contemporaneamente diversi Stati membri e che il quadro giuridico esistente in materia di salute e protezione civile dovrebbe essere rafforzato. La pandemia di COVID-19 ha inoltre evidenziato come le conseguenze delle catastrofi per la salute umana, l’ambiente, la società e l’economia possano assumere proporzioni catastrofiche. Durante la pandemia di COVID-19 l’Unione è stata in grado, sulla base delle disposizioni vigenti della decisione n. 1313/2013/UE, di adottare rapidamente disposizioni di attuazione volte ad allargare le risorse di rescEU per includere scorte di contromisure mediche comprendenti vaccini e farmaci ed attrezzature mediche per la terapia intensiva, dispositivi di protezione individuale e materiale di laboratorio, ai fini della preparazione e della risposta a una grave minaccia per la salute a carattere transfrontaliero. Al fine di aumentare l’efficacia delle azioni di preparazione e risposta, nuove disposizioni che rafforzino l’attuale quadro giuridico, tra l’altro consentendo alla Commissione di ottenere direttamente, a determinate condizioni, le necessarie risorse di rescEU, potrebbero ridurre ulteriormente i tempi di mobilitazione in futuro. È altresì importante che le operazioni di rescEU siano ben coordinate con le autorità nazionali di protezione civile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>I membri del Consiglio europeo, nella dichiarazione comune del 26 marzo 2020, e il Parlamento europeo, nella sua risoluzione del 17 aprile 2020 sull’azione coordinata dell’UE per lottare contro la pandemia di COVID-19 e le sue conseguenze <a>(<span>6</span>)</a>, hanno invitato la Commissione a presentare proposte per un sistema di gestione delle crisi più ambizioso e di più ampia portata all’interno dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>I cambiamenti climatici stanno portando a un aumento della frequenza, dell’intensità e della complessità delle catastrofi naturali all’interno dell’Unione e a livello mondiale, rendendo così necessario un elevato livello di solidarietà tra paesi. Catastrofi naturali come gli incendi boschivi possono determinare la perdita di vite, mezzi di sostentamento e biodiversità, provocano il rilascio di elevate quantità di emissioni di carbonio e causano una riduzione della capacità di assorbimento del carbonio del pianeta, il che aggrava i cambiamenti climatici. È pertanto essenziale rafforzare la prevenzione delle catastrofi, la preparazione e la risposta alle stesse e prevedere che il meccanismo unionale comprenda risorse sufficienti, anche durante il periodo transitorio di rescEU, per intervenire in caso di incendi boschivi e altre catastrofi naturali legate al clima.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>L’Unione mantiene il proprio impegno a favore di una protezione civile sensibile alla dimensione di genere, anche affrontando le vulnerabilità specifiche, e dello scambio di migliori pratiche sulle questioni di genere che emergono durante le catastrofi e le loro conseguenze immediate, compreso il sostegno fornito alle vittime della violenza di genere.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Sulla base dei principi di solidarietà e copertura universale di servizi sanitari di qualità e del ruolo centrale dell’Unione nell’accelerare i progressi sulle sfide sanitarie globali, il meccanismo unionale dovrebbe contribuire a migliorare la capacità di prevenzione, preparazione e i mezzi di risposta anche in relazione alle emergenze mediche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>Gli Stati membri sono incoraggiati, nel pieno rispetto delle loro strutture nazionali, a garantire che i servizi di primo intervento siano adeguatamente attrezzati e preparati a rispondere alle catastrofi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(9)</p></td><td><p>Per rafforzare la cooperazione in risposta alle catastrofi, le procedure amministrative dovrebbero essere semplificate, ove possibile, al fine di garantire un intervento rapido.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(10)</p></td><td><p>Per essere più adeguatamente preparati ad affrontare in futuro catastrofi che interessino più Stati membri, è necessario intervenire con urgenza per rafforzare il meccanismo unionale. Il rafforzamento del meccanismo unionale dovrebbe essere complementare rispetto alle politiche e ai fondi dell’Unione e non dovrebbe sostituire l’integrazione della resilienza alle catastrofi in tali politiche e fondi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(11)</p></td><td><p>I dati sulle perdite causate da catastrofi sono fondamentali per una solida valutazione dei rischi, per lo sviluppo di scenari basati su dati concreti per potenziali catastrofi e per l’attuazione di misure efficaci di gestione del rischio. Pertanto, gli Stati membri dovrebbero continuare ad adoperarsi per migliorare la raccolta di dati sulle perdite dovute a catastrofi, in linea con gli impegni già assunti nell’ambito di accordi internazionali, quali il quadro di riferimento Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030, l’accordo di Parigi adottato nell’ambito della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici <a>(<span>7</span>)</a> e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(12)</p></td><td><p>Al fine di migliorare la resilienza e la pianificazione in materia di prevenzione, preparazione e risposta, l’Unione dovrebbe continuare a incentivare investimenti nella prevenzione delle catastrofi attraverso le frontiere e in tutti i settori e approcci globali nella gestione dei rischi che sono alla base della prevenzione e della preparazione, adottando un approccio multirischio e un approccio basato sugli ecosistemi e tenendo conto dei probabili impatti dei cambiamenti climatici, in stretta cooperazione con le comunità scientifiche interessate, gli operatori economici chiave, le autorità regionali e locali e le organizzazioni non governative che operano sul territorio, fatti salvi i meccanismi di coordinamento dell’Unione esistenti e la competenza degli Stati membri. A tal fine, la Commissione dovrebbe collaborare con gli Stati membri per definire e sviluppare gli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi nel settore della protezione civile, quale base comune non vincolante per sostenere le azioni di prevenzione e preparazione in caso di catastrofi ad alto impatto che provochino o siano in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali (vale a dire effetti su diversi paesi, indipendentemente dal fatto che abbiano una frontiera in comune). Gli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi dovrebbero tenere conto delle conseguenze sociali immediate delle catastrofi e della necessità di garantire che le funzioni sociali essenziali siano preservate.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(13)</p></td><td><p>Valutazioni periodiche dei rischi e analisi di potenziali eventi catastrofici a livello nazionale e, se del caso, subnazionale sono fondamentali per individuare le carenze nella prevenzione e nella preparazione e per rafforzare la resilienza, anche utilizzando i fondi dell’Unione. Tali valutazioni dei rischi e analisi di potenziali eventi catastrofici dovrebbero concentrarsi sui rischi specifici della regione interessata e, se del caso, comprendere la cooperazione transfrontaliera.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(14)</p></td><td><p>Nello sviluppare gli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi a sostegno delle azioni di prevenzione e preparazione si dovrebbe prestare particolare attenzione alle conseguenze delle catastrofi per i gruppi vulnerabili.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(15)</p></td><td><p>Il ruolo delle autorità regionali e locali nella prevenzione e nella gestione delle catastrofi è di grande importanza e, se del caso, le loro risorse sono integrate nelle attività svolte ai sensi della decisione n. 1313/2013/UE, al fine di ridurre al minimo le sovrapposizioni e promuovere l’interoperabilità. Vi è pertanto anche la necessità di una cooperazione continua a livello locale e regionale transfrontaliero, al fine di sviluppare sistemi comuni di allarme per un intervento rapido prima dell’attivazione del meccanismo unionale. Analogamente, e tenendo conto delle strutture nazionali, è importante riconoscere la necessità di fornire, ove del caso, assistenza tecnica alle comunità locali per rafforzare i loro primi mezzi di risposta. È inoltre importante tenere informato il pubblico sulle misure iniziali di risposta.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(16)</p></td><td><p>Il meccanismo unionale dovrebbe continuare a sfruttare le sinergie con il quadro dell’Unione sulla resilienza dei soggetti critici.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(17)</p></td><td><p>In quanto centro operativo a livello dell’Unione attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette e dotato della capacità di seguire e sostenere in tempo reale operazioni in vari tipi di emergenze, all’interno e all’esterno dell’Unione, il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (<span>Emergency Response Coordination Centre</span> — ERCC) dovrebbe essere ulteriormente rafforzato. In particolare è opportuno rafforzare il coordinamento dell’ERCC con le autorità di protezione civile degli Stati membri, ma anche con altri organismi competenti dell’Unione. I lavori dell’ERCC si avvalgono di competenze scientifiche, tra cui quelle fornite dal Centro comune di ricerca della Commissione europea.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(18)</p></td><td><p>Il meccanismo unionale dovrebbe avvalersi delle infrastrutture spaziali dell’Unione quali il programma europeo di osservazione della Terra (Copernicus), Galileo, la conoscenza dell’ambiente spaziale e GOVSATCOM, che forniscono importanti strumenti a livello dell’Unione per rispondere alle emergenze interne ed esterne. I sistemi di gestione delle emergenze di Copernicus forniscono sostegno all’ERCC nelle varie fasi delle emergenze, dall’allerta rapida e la prevenzione alla risposta alla catastrofe e alla ripresa. Il ruolo di GOVSATCOM è fornire una capacità di comunicazione satellitare sicura, specificamente adattata alle esigenze degli utenti delle amministrazioni pubbliche nella gestione delle emergenze. Galileo è la prima infrastruttura globale di navigazione e posizionamento satellitare specificatamente progettata per scopi civili in Europa e nel mondo che può essere utilizzata in altri settori come la gestione delle emergenze, anche per le attività di allerta rapida. I servizi offerti da Galileo in questo campo comprendono un servizio di emergenza che diffonde, mediante l’emissione di segnali, avvisi riguardanti catastrofi naturali o provocate dall’uomo in determinate aeree. Essendo potenzialmente in grado di salvare vite e facilitare il coordinamento delle azioni di emergenza, gli Stati membri dovrebbero essere incoraggiati ad avvalersi di Galileo. Qualora decidano di ricorrervi, al fine di convalidare il sistema gli Stati membri dovrebbero individuare e comunicare alla Commissione le autorità nazionali autorizzate a usare Galileo.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(19)</p></td><td><p>Durante la pandemia di COVID-19, la scarsità di risorse di trasporto e logistiche sufficienti è stata individuata come ostacolo fondamentale alla capacità da parte degli Stati membri di fornire o ricevere assistenza. Pertanto, le risorse di trasporto e logistiche dovrebbero essere definite come risorse di rescEU. Al fine di garantire condizioni uniformi per l’esecuzione della decisione n. 1313/2013/UE, è opportuno attribuire alla Commissione competenze di esecuzione che le consentano di definire le risorse di trasporto e logistiche come risorse di rescEU e che le consentano di affittare, noleggiare o altrimenti acquisire tali risorse nella misura necessaria a colmare le carenze nel settore dei trasporti e della logistica. È altresì opportuno che tali competenze siano esercitate conformemente al regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>8</span>)</a>. Inoltre, per avere la capacità operativa di rispondere rapidamente a una catastrofe su larga scala che provoca o è in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali o a un evento poco probabile dal forte impatto, l’Unione dovrebbe avere anche, in casi di emergenza debitamente giustificati e in consultazione con gli Stati membri, mediante l’adozione di atti di esecuzione immediatamente applicabili secondo la procedura d’urgenza, la possibilità di acquistare, affittare, noleggiare o altrimenti acquisire i mezzi materiali necessari e i necessari servizi di sostegno, definiti come risorse di rescEU, qualora tali mezzi e servizi non possano essere resi immediatamente disponibili dagli Stati membri. Ciò consentirebbe all’Unione di reagire rapidamente alle emergenze che potrebbero avere un forte impatto sulle vite, sulla salute, sull’ambiente, sui beni o sul patrimonio culturale, e che potrebbero colpire nello stesso tempo più Stati membri. Tali mezzi materiali escludono i moduli, le squadre e le categorie di esperti e sono volti ad assistere gli Stati membri sopraffatti dalle catastrofi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(20)</p></td><td><p>Al fine di sfruttare al meglio l’esperienza acquisita finora con reti logistiche affidabili gestite dalle organizzazioni internazionali competenti all’interno dell’Unione, quali le basi logistiche di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite, la Commissione dovrebbe tenere conto di tali reti al momento di acquistare, affittare, noleggiare o altrimenti acquisire le risorse di rescEU. Le pertinenti agenzie dell’Unione dovrebbero essere adeguatamente coinvolte e consultate nelle questioni relative al meccanismo unionale che rientrano nel loro ambito di competenza. È particolarmente importante che l’Agenzia europea per i medicinali e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie siano consultati, se del caso, per quanto riguarda la definizione, la gestione e la distribuzione delle risorse dedicate alla risposta alle emergenze mediche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(21)</p></td><td><p>Dovrebbe essere possibile utilizzare a fini nazionali le risorse di rescEU acquistate, affittate, noleggiate o altrimenti acquisite dagli Stati membri, ma solo se non sono utilizzate o necessarie nello stesso tempo per operazioni di risposta nell’ambito del meccanismo unionale.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(22)</p></td><td><p>L’Unione ha interesse a rispondere alle emergenze nei paesi terzi, ove necessario. Sebbene principalmente istituite per essere utilizzate come rete di sicurezza all’interno dell’Unione, in casi debitamente giustificati e tenendo conto dei principi umanitari, dovrebbe essere possibile mobilitare le risorse di rescEU al di fuori dell’Unione. La decisione di mobilitazione dovrebbe essere adottata conformemente alle disposizioni vigenti in materia di decisioni di mobilitazione delle risorse di rescEU.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(23)</p></td><td><p>Il meccanismo unionale dovrebbe garantire un’adeguata distribuzione geografica delle riserve, anche per quanto riguarda le contromisure mediche essenziali e i dispositivi di protezione individuale, in particolare quelli che rispondono a catastrofi poco probabili ad alto impatto, in sinergia e complementarità con il programma UE per la salute istituito dal regolamento (UE) 2021/522 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>9</span>)</a>, lo strumento per il sostegno di emergenza istituito dal regolamento (UE) 2016/369 del Consiglio <a>(<span>10</span>)</a>, il dispositivo per la ripresa e la resilienza istituito dal regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>11</span>)</a> e altre politiche, programmi e fondi dell’Unione e integrando, ove necessario, le scorte nazionali a livello di Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(24)</p></td><td><p>La pandemia di COVID-19 ha dimostrato l’importanza fondamentale di riunire e condividere sistematicamente le conoscenze pertinenti in tutte le fasi del ciclo di gestione del rischio di catastrofi. Tale constatazione e l’esperienza acquisita finora nel processo di sviluppo della rete unionale della conoscenza in materia di protezione civile indicano che il suo ruolo di unità di trattamento nell’ambito del meccanismo unionale dovrebbe essere ulteriormente perfezionato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(25)</p></td><td><p>La disponibilità delle risorse di trasporto e logistiche necessarie è essenziale per consentire all’Unione di rispondere a qualsiasi tipo di situazione di emergenza sia all’interno che all’esterno dell’Unione. È indispensabile garantire tempestivamente il trasporto e l’erogazione dell’assistenza e degli aiuti all’interno dell’Unione, ma anche verso l’esterno dell’Unione e da paesi terzi. Pertanto, i paesi colpiti dovrebbero poter richiedere assistenza costituita unicamente da risorse di trasporto e logistiche.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(26)</p></td><td><p>La decisione n. 1313/2013/UE stabilisce una dotazione finanziaria per il meccanismo unionale che costituisce l’importo di riferimento privilegiato, ai sensi del punto 17 dell’accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria <a>(<span>12</span>)</a> destinato a coprire le spese del programma fino al termine del periodo di bilancio 2014-2020. Tale dotazione finanziaria dovrebbe essere aggiornata a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021, data di applicazione del regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio <a>(<span>13</span>)</a>, in modo da riflettere le nuove cifre indicate in tale regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(27)</p></td><td><p>In conformità del regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio <a>(<span>14</span>)</a>, che istituisce uno strumento dell’Unione europea per la ripresa, ed entro i limiti delle risorse ivi previste, dovrebbero essere realizzate misure per la ripresa e la resilienza nell’ambito del meccanismo dell’Unione per far fronte all’impatto senza precedenti della crisi causata dalla pandemia di COVID-19. Tra queste dovrebbero essere comprese, in particolare, misure per migliorare il livello di preparazione dell’Unione e consentire una risposta rapida ed efficace dell’Unione in caso di gravi emergenze, incluse misure quali la costituzione di scorte di forniture ed apparecchiature mediche essenziali e l’acquisizione dell’infrastruttura necessaria per una rapida risposta. Tali risorse aggiuntive dovrebbero essere utilizzate in modo tale da garantire il rispetto dei limiti temporali stabiliti nel regolamento (UE) 2020/2094.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(28)</p></td><td><p>Riflettendo l’importanza della risposta ai cambiamenti climatici, in linea con gli impegni assunti dall’Unione per attuare l’accordo di Parigi e con l’impegno a favore degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, le azioni previste dalla decisione n. 1313/2013/UE dovrebbero contribuire al conseguimento di un obiettivo generale di spendere almeno il 30 % dell’importo complessivo del bilancio dell’Unione e dello strumento dell’Unione europea per la ripresa per il sostegno degli obiettivi in materia di clima e dell’ambizione che il 7,5 % del bilancio rifletta spese per la biodiversità nel 2024 e il 10 % nel 2026 e nel 2027, tenendo conto nel contempo delle sovrapposizioni esistenti tra gli obiettivi in materia di clima e di biodiversità.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(29)</p></td><td><p>Dato che la mobilitazione di risorse di rescEU per le operazioni di risposta nell’ambito del meccanismo unionale fornisce un significativo valore aggiunto dell’Unione garantendo una risposta efficace e rapida alle persone in situazioni di emergenza, è opportuno stabilire ulteriori obblighi in materia di visibilità al fine di fornire informazioni ai cittadini e ai media dell’Unione nonché per dare risalto all’Unione. Le autorità nazionali dovrebbero ricevere orientamenti in materia di comunicazione da parte della Commissione per interventi specifici, in modo da garantire che il ruolo dell’Unione sia opportunamente pubblicizzato.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(30)</p></td><td><p>Tenendo conto della recente esperienza operativa, al fine di rafforzare ulteriormente il meccanismo unionale e, in particolare, di semplificare il processo di rapida attuazione di rescEU, i costi di sviluppo di tutte le risorse di rescEU dovrebbero essere interamente finanziati dal bilancio dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(31)</p></td><td><p>Per aiutare gli Stati membri a fornire assistenza anche fuori dall’Unione, è opportuno rafforzare ulteriormente il pool europeo di protezione civile tramite il cofinanziamento dei costi operativi delle risorse impegnate allo stesso livello, indipendentemente dal fatto che siano mobilitate all’interno o al di fuori dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(32)</p></td><td><p>Al fine di garantire flessibilità nel sostenere gli Stati membri con risorse di trasporto e logistiche, in particolare in caso di catastrofi su vasta scala, dovrebbe essere possibile finanziare integralmente, a titolo del bilancio dell’Unione, il trasporto all’interno dell’Unione o verso l’Unione da paesi terzi di merci, mezzi logistici e servizi mobilitati come risorse di rescEU.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(33)</p></td><td><p>Il meccanismo unionale dovrebbe inoltre fornire assistenza nel settore dei trasporti in caso di catastrofi ambientali, attraverso l’applicazione del principio «chi inquina paga», sotto la responsabilità delle autorità nazionali competenti, in conformità dell’articolo 191, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), e in linea con la direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>15</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(34)</p></td><td><p>Al fine di aumentare la flessibilità e di conseguire un’esecuzione del bilancio ottimale, il presente regolamento dovrebbe fare in modo che la gestione indiretta, come metodo di esecuzione, sia utilizzata ove la natura e il contenuto dell’azione interessata lo giustifichino.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(35)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 193, paragrafo 2, del regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>16</span>)</a> («regolamento finanziario»), può essere concessa una sovvenzione per un’azione già avviata, a condizione che il richiedente possa dimostrare la necessità di avviare l’azione prima della firma della convenzione di sovvenzione. Tuttavia, i costi sostenuti prima della data di presentazione della domanda di sovvenzione non sono ammissibili, tranne in casi eccezionali debitamente giustificati. Al fine di evitare interruzioni del sostegno dell’Unione che possano arrecare pregiudizio agli interessi dell’Unione, è opportuno che nella decisione di finanziamento sia possibile prevedere che, per un periodo di tempo limitato all’inizio del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, e solo in casi debitamente giustificati, i costi sostenuti per azioni che beneficiano di sostegno nell’ambito della decisione n. 1313/2013/UE che siano già state avviate siano considerati ammissibili a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021, anche se sono stati sostenuti prima della presentazione della domanda di sovvenzione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(36)</p></td><td><p>Al fine di promuovere la prevedibilità e l’efficacia a lungo termine nell’attuare la decisione n. 1313/2013/UE, la Commissione dovrebbe adottare programmi di lavoro annuali o pluriennali che definiscano gli stanziamenti previsti. Ciò dovrebbe aiutare l’Unione a dar prova di una maggiore flessibilità nell’esecuzione del bilancio, rafforzando in tal modo le azioni di prevenzione e preparazione. Inoltre, le assegnazioni future previste dovrebbero essere presentate e discusse annualmente in seno al comitato che assiste la Commissione in conformità del regolamento (UE) n. 182/2011.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(37)</p></td><td><p>La Commissione riferisce circa l’esecuzione del bilancio del meccanismo unionale in conformità del regolamento finanziario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(38)</p></td><td><p>Alla decisione n. 1313/2013/UE si applicano le regole finanziarie orizzontali adottate dal Parlamento europeo e dal Consiglio in base all’articolo 322 TFUE. Tali regole sono stabilite nel regolamento finanziario, definiscono in particolare le modalità relative alla formazione e all’esecuzione del bilancio attraverso sovvenzioni, appalti, premi ed esecuzione indiretta e organizzano il controllo della responsabilità degli agenti finanziari. Le regole adottate in base all’articolo 322 TFUE includono altresì un regime generale di condizionalità per la tutela del bilancio dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(39)</p></td><td><p>Le misure di prevenzione e preparazione sono sicuramente essenziali per rafforzare la resilienza dell’Unione nel far fronte alle catastrofi naturali e provocate dall’uomo, ma l’insorgenza, i tempi e la portata delle catastrofi sono per loro natura imprevedibili. Come emerso nella recente crisi COVID-19, le risorse finanziarie necessarie per garantire una risposta adeguata possono variare notevolmente da un anno all’altro e dovrebbero essere messe a disposizione in tempi rapidissimi. Per conciliare il principio di bilancio della prevedibilità con la necessità di reagire rapidamente alle nuove esigenze, è pertanto necessario adattare l’esecuzione finanziaria dei programmi di lavoro. Di conseguenza, è opportuno autorizzare il riporto degli stanziamenti non utilizzati, limitatamente all’anno successivo ed esclusivamente destinati alle azioni di risposta, in aggiunta al riporto degli stanziamenti autorizzati ai sensi dell’articolo 12, paragrafo 4, del regolamento finanziario.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(40)</p></td><td><p>In conformità del regolamento finanziario, del regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>17</span>)</a> e dei regolamenti (CE, Euratom) n. 2988/95 <a>(<span>18</span>)</a>, (Euratom, CE) n. 2185/96 <a>(<span>19</span>)</a> e (UE) 2017/1939 <a>(<span>20</span>)</a> del Consiglio, gli interessi finanziari dell’Unione devono essere tutelati attraverso misure proporzionate, tra cui misure relative alla prevenzione, all’individuazione, alla rettifica e all’indagine delle irregolarità, comprese le frodi, al recupero dei fondi perduti, indebitamente versati o non correttamente utilizzati e, se del caso, all’irrogazione di sanzioni amministrative. In particolare, in conformità dei regolamenti (Euratom, CE) n. 2185/96 e (UE, Euratom) n. 883/2013, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha il potere di effettuare indagini amministrative, inclusi controlli e verifiche sul posto, per accertare eventuali frodi, casi di corruzione o altre attività illecite lesive degli interessi finanziari dell’Unione. La Procura europea (EPPO) ha il potere, a norma del regolamento (UE) 2017/1939, di indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione secondo quanto disposto dalla direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio <a>(<span>21</span>)</a>. In conformità del regolamento finanziario, ogni persona o entità che riceve fondi dell’Unione deve cooperare pienamente alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, concedere i diritti necessari e l’accesso di cui hanno bisogno la Commissione, l’OLAF, la Corte dei conti e, rispetto a quegli Stati membri che partecipano a una cooperazione rafforzata ai sensi del regolamento (UE) 2017/1939, l’EPPO, e garantire che i terzi coinvolti nell’esecuzione dei fondi dell’Unione concedano diritti equivalenti. Per questo motivo, gli accordi con paesi terzi e territori e con organizzazioni internazionali, e qualsiasi contratto o accordo risultante dall’attuazione della decisione n. 1313/2013/UE, dovrebbero contenere disposizioni che autorizzino espressamente la Commissione, la Corte dei conti, l’EPPO e l’OLAF a svolgere tali audit, controlli e verifiche sul posto conformemente alle loro rispettive competenze e garantiscano che i terzi coinvolti nell’esecuzione dei finanziamenti dell’Unione concedano diritti equivalenti.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(41)</p></td><td><p>I paesi terzi che sono membri dello Spazio economico europeo (SEE) possono partecipare ai programmi dell’Unione nel quadro della cooperazione istituita a norma dell’accordo sullo Spazio economico europeo <a>(<span>22</span>)</a>, che prevede l’attuazione dei programmi sulla base di una decisione adottata ai sensi di tale accordo. I paesi terzi possono partecipare anche sulla base di altri strumenti giuridici. È opportuno introdurre nella decisione n. 1313/2013/EU una disposizione specifica che imponga ai paesi terzi di concedere i diritti necessari e l’accesso di cui hanno bisogno l’ordinatore responsabile, l’OLAF e la Corte dei conti per esercitare integralmente le rispettive competenze.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(42)</p></td><td><p>Nel corso della pandemia di COVID-19, al fine di disporre di risorse di rescEU operative e affinché il meccanismo unionale rispondesse efficacemente alle esigenze dei cittadini dell’Unione, sono stati messi a disposizione ulteriori stanziamenti finanziari per finanziare le azioni previste dal meccanismo unionale. È importante che l’Unione disponga della flessibilità necessaria per reagire in modo efficace di fronte alla natura imprevedibile delle catastrofi, mantenendo nel contempo una certa prevedibilità nella realizzazione degli obiettivi stabiliti dalla decisione n. 1313/2013/UE. È altresì importante raggiungere il necessario equilibrio nella realizzazione di tali obiettivi. Al fine di aggiornare le percentuali di cui all’allegato I in base alle priorità del meccanismo unionale, è opportuno delegare alla Commissione il potere di adottare atti conformemente all’articolo 290 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. È di particolare importanza che durante i lavori preparatori la Commissione svolga adeguate consultazioni, anche a livello di esperti, nel rispetto dei principi stabiliti nell’accordo interistituzionale «Legiferare meglio» del 13 aprile 2016 <a>(<span>23</span>)</a>. In particolare, al fine di garantire la parità di partecipazione alla preparazione degli atti delegati, il Parlamento europeo e il Consiglio ricevono tutti i documenti contemporaneamente agli esperti degli Stati membri, e i loro esperti hanno sistematicamente accesso alle riunioni dei gruppi di esperti della Commissione incaricati della preparazione di tali atti delegati.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(43)</p></td><td><p>È pertanto opportuno modificare di conseguenza la decisione n. 1313/2013/UE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(44)</p></td><td><p>Al fine di garantire la continuità della fornitura del sostegno nel settore interessato e di consentirne l’attuazione a decorrere dall’inizio del quadro finanziario pluriennale 2021-2027, è opportuno che il presente regolamento entri in vigore con urgenza e si applichi, con effetto retroattivo, a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021</p></td></tr></tbody></table>
HANNO ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
La decisione n. 1313/2013/UE è così modificata:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>1)</p></td><td><p>all’articolo 1, i paragrafi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:</p><div><p>«2.   Il meccanismo unionale mira a garantire in primo luogo la protezione delle persone, ma anche dell’ambiente e dei beni, compreso il patrimonio culturale, da ogni tipo di catastrofi naturali e provocate dall’uomo, tra cui le conseguenze di atti di terrorismo, le catastrofi tecnologiche, radiologiche o ambientali, l’inquinamento marino, il dissesto idrogeologico e le emergenze sanitarie gravi, che si verificano all’interno e al di fuori dell’Unione. Nel caso delle conseguenze di atti di terrorismo o di catastrofi radiologiche, il meccanismo unionale può coprire soltanto le azioni di preparazione e di risposta.</p></div><div><p>3.   Il meccanismo unionale promuove la solidarietà tra gli Stati membri attraverso la cooperazione e il coordinamento delle attività, fatta salva la responsabilità primaria degli Stati membri di proteggere dalle catastrofi le persone, l’ambiente e i beni, compreso il patrimonio culturale, sul loro territorio e di dotare i rispettivi sistemi di gestione delle catastrofi di mezzi sufficienti per prevenire e affrontare in modo adeguato e coerente catastrofi di natura e dimensioni ragionevolmente prevedibili e per le quali possono essere preparati.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>2)</p></td><td><p>l’articolo 3 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>al paragrafo 1, la lettera c) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«c)</p></td><td><p>facilitare una risposta rapida ed efficace in caso di catastrofi in atto o imminenti, anche adottando misure tese a mitigarne gli effetti immediati e incoraggiando gli Stati membri ad impegnarsi per rimuovere gli ostacoli burocratici;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>al paragrafo 2, la lettera b) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b)</p></td><td><p>progressi nel rafforzamento del livello di preparazione alle catastrofi misurati in funzione della quantità dei mezzi di risposta compresi nel pool europeo di protezione civile in relazione agli obiettivi di capacità di cui all’articolo 11, al numero di moduli registrati nel sistema comune di comunicazione e informazione in caso di emergenza (<span>Common Emergency Communication and Information System</span> — CECIS) e al numero di risorse di rescEU stabilite per fornire assistenza in situazioni particolarmente pressanti; »;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>3)</p></td><td><p>all’articolo 4 è inserito il punto seguente:</p><div><p>«4 <span>bis</span>.   “obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi”: obiettivi non vincolanti stabiliti nel settore della protezione civile per sostenere azioni di prevenzione e preparazione al fine di migliorare la capacità dell’Unione e dei suoi Stati membri di resistere agli effetti di una catastrofe che provoca o è in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali;»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>4)</p></td><td><p>all’articolo 5, il paragrafo 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>la lettera c) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«c)</p></td><td><p>elabora e aggiorna periodicamente una panoramica e una mappatura intersettoriali dei rischi di catastrofi naturali e provocate dall’uomo, compresi i rischi di catastrofi che provocano o sono in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali, cui l’Unione può essere esposta, assumendo un approccio coerente in diversi settori d’intervento che possono riguardare o influire sulla prevenzione delle catastrofi e tenendo debitamente conto delle probabili ripercussioni dei cambiamenti climatici;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la lettera g) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«g)</p></td><td><p>riferisce periodicamente, secondo le scadenze indicate all’articolo 6, paragrafo 1, lettera d), al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti nell’attuazione dell’articolo 6;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>5)</p></td><td><p>l’articolo 6 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il paragrafo 1 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>la lettera c) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«c)</p></td><td><p>elaborano e perfezionano ulteriormente le rispettive pianificazioni della gestione dei rischi di catastrofe a livello nazionale o al livello subnazionale appropriato, anche per quanto riguarda la collaborazione transfrontaliera, tenendo conto degli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi di cui al paragrafo 5, se stabiliti, e dei rischi connessi a catastrofi che provocano o sono in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le lettere d) ed e) sono sostituite dalle seguenti:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«d)</p></td><td><p>mettono a disposizione della Commissione una sintesi degli elementi rilevanti delle valutazioni di cui alle lettere a) e b), concentrandosi sui rischi principali. Per i rischi principali che hanno conseguenze transfrontaliere e i rischi connessi a catastrofi che provocano o sono in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali e, ove opportuno, per i rischi poco probabili dall’impatto elevato, gli Stati membri illustrano le misure di prevenzione e preparazione prioritarie. La sintesi viene fornita alla Commissione entro il 31 dicembre 2020 e successivamente ogni tre anni, nonché ogni volta che vi siano modifiche di rilievo;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>partecipano, su base volontaria, a un esame inter pares della valutazione della capacità di gestione dei rischi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>in linea con gli impegni internazionali, migliorano la raccolta di dati sulle perdite dovute a catastrofi a livello nazionale o al livello subnazionale adeguato per garantire l’elaborazione di scenari basati su elementi concreti di cui all’articolo 10, paragrafo 1, e l’identificazione di carenze dei mezzi di risposta alle catastrofi.»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>è inserito il paragrafo seguente:</p><div><p>«5.   La Commissione, in cooperazione con gli Stati membri, stabilisce e sviluppa gli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi nel settore della protezione civile e adotta raccomandazioni per definirli quale base comune non vincolante per sostenere le azioni di prevenzione e preparazione in caso di catastrofi che provocano o sono in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali. Tali obiettivi si basano su scenari attuali e prospettici che includono gli impatti dei cambiamenti climatici sui rischi di catastrofi, dati relativi ad eventi passati e l’analisi dell’impatto intersettoriale, prestando particolare attenzione ai gruppi vulnerabili. Nello sviluppo degli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi, la Commissione tiene conto delle catastrofi ricorrenti che colpiscono gli Stati membri e propone agli Stati membri di adottare misure specifiche, ivi incluse eventuali misure da attuare utilizzando i fondi dell’Unione, al fine di rafforzare la resilienza a tali catastrofi.»;</p></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>6)</p></td><td><p>gli articoli 7 e 8 sono sostituiti dai seguenti:</p><div><p>«Articolo 7</p><p>Centro di coordinamento della risposta alle emergenze</p><div><p>1.   È istituito il Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (<span>Emergency Response Coordination Centre</span> — ERCC). L’ERCC garantisce la capacità operativa 24 ore su 24 e sette giorni su sette ed è al servizio degli Stati membri e della Commissione nel perseguimento degli obiettivi del meccanismo unionale.</p><p>In particolare l’ERCC coordina, monitora e coadiuva in tempo reale la risposta alle emergenze a livello dell’Unione. L’ERCC opera a stretto contatto con le autorità nazionali di protezione civile e i pertinenti organismi dell’Unione per promuovere un approccio intersettoriale alla gestione delle catastrofi.</p></div><div><p>2.   L’ERCC dispone di capacità operative, analitiche, di monitoraggio, di gestione delle informazioni e di comunicazione per affrontare un’ampia gamma di emergenze all’interno e all’esterno dell’Unione.</p></div></div><div><p>Articolo 8</p><p>Azioni di preparazione generali della Commissione</p><div><p>1.   La Commissione svolge le seguenti azioni di preparazione:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>gestisce l’ERCC;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>gestisce il CECIS per assicurare la comunicazione e lo scambio di informazioni tra l’ERCC e i punti di contatto degli Stati membri;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>collabora con gli Stati membri:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>per mettere a punto sistemi transnazionali di rilevamento e di allerta rapida di interesse per l’Unione al fine di attenuare gli effetti immediati delle catastrofi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>per integrare meglio i sistemi transnazionali di rilevamento e di allerta rapida esistenti sulla base di un approccio multirischio, al fine di ridurre i tempi necessari per reagire alle catastrofi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>per mantenere e sviluppare ulteriormente la conoscenza situazionale e la capacità di analisi;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>per monitorare le catastrofi e, se del caso, l’impatto dei cambiamenti climatici e fornire consulenze sulla base delle relative conoscenze scientifiche;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>per tradurre le informazioni scientifiche in informazioni operative;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vi)</p></td><td><p>per istituire, mantenere e sviluppare partenariati scientifici europei nel campo dei rischi di origine naturale o antropica, che a loro volta dovrebbero promuovere la connessione tra i sistemi nazionali di allerta rapida e di allarme e il collegamento di tali sistemi con l’ERCC e il CECIS;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vii)</p></td><td><p>per coadiuvare, con conoscenze scientifiche, tecnologie innovative e competenze, gli sforzi degli Stati membri e delle organizzazioni internazionali autorizzate quando gli Stati membri e tali organizzazioni potenziano ulteriormente i loro sistemi di allerta rapida, anche attraverso la rete unionale della conoscenza in materia di protezione civile di cui all’articolo 13;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>predispone e gestisce la capacità di mobilitare e inviare squadre di esperti incaricate di:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>valutare le necessità che possono eventualmente essere soddisfatte nell’ambito del meccanismo unionale nello Stato membro o del paese terzo che chiede assistenza;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>facilitare, ove necessario, il coordinamento sul posto dell’assistenza fornita in risposta alle catastrofi e relazionarsi con le autorità competenti dello Stato membro o del paese terzo che chiede assistenza; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>fornire consulenza allo Stato membro o al paese terzo che richiede assistenza sulle azioni di prevenzione, preparazione o risposta;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>predispone e mantiene la capacità di fornire supporto logistico alle squadre di esperti di cui alla lettera d);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>sviluppa e mantiene una rete di esperti formati provenienti dagli Stati membri che, con breve preavviso, possano rendersi disponibili per assistere l’ERCC nel monitoraggio delle informazioni e nella facilitazione del coordinamento;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>g)</p></td><td><p>facilita il coordinamento del preposizionamento da parte degli Stati membri dei mezzi di risposta alle catastrofi all’interno dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>h)</p></td><td><p>sostiene gli sforzi intesi a migliorare l’interoperabilità dei moduli e di altri mezzi di risposta, tenendo conto delle migliori prassi a livello degli Stati membri e a livello internazionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>adotta, nei limiti delle sue competenze, le misure necessarie per facilitare il supporto della nazione ospitante, anche tramite l’elaborazione e l’aggiornamento, in cooperazione con gli Stati membri, di linee guida sul supporto della nazione ospitante basati sull’esperienza operativa;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>j)</p></td><td><p>sostiene l’istituzione di programmi di valutazione volontaria inter pares delle strategie di preparazione degli Stati membri, sulla base di criteri predefiniti che consentano di formulare raccomandazioni per rafforzare il livello di preparazione dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>k)</p></td><td><p>in stretta consultazione con gli Stati membri, intraprende altre necessarie azioni di preparazione complementari e di supporto al fine di conseguire l’obiettivo di cui all’articolo 3, paragrafo 1, lettera b); e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>l)</p></td><td><p>sostiene gli Stati membri, su loro richiesta, in caso di catastrofi che si verifichino all’interno del loro territorio fornendo la possibilità di ricorrere a partenariati scientifici europei per analisi scientifiche mirate. Le analisi risultanti possono essere condivise tramite il CECIS, con l’accordo degli Stati membri colpiti.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Su richiesta di uno Stato membro, di un paese terzo o delle Nazioni Unite o loro agenzie, la Commissione può garantire un’attività di consulenza in merito alle misure di preparazione inviando sul posto una squadra di esperti.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>7)</p></td><td><p>all’articolo 9 è aggiunto il paragrafo seguente:</p><div><p>«10.   Quando i servizi di emergenza sono forniti da Galileo, Copernicus, GOVSATCOM o altre componenti del programma spaziale istituito dal regolamento (UE) 2021/696 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>*1</span>)</a>, ogni Stato membro può decidere di utilizzarli.</p><p>Qualora uno Stato membro decida di ricorrere ai servizi di emergenza forniti da Galileo di cui al primo comma, esso individua e comunica alla Commissione le autorità nazionali autorizzate a utilizzare i servizi di emergenza in questione.</p></div><p><a>(<span>*1</span>)</a>  Regolamento (UE) 2021/696 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 aprile 2021, che istituisce il programma spaziale dell’Unione e l’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale e che abroga i regolamenti (UE) n. 912/2010, (UE) n. 1285/2013 e (UE) n. 377/2014 e la decisione n. 541/2014/UE (<a>GU L 170 del 12.5.2021, pag. 69</a>).»;"</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>8)</p></td><td><p>l’articolo 10 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 10</p><p>Elaborazione di scenari e pianificazione della gestione delle catastrofi</p><div><p>1.   La Commissione e gli Stati membri collaborano per migliorare la pianificazione intersettoriale della gestione dei rischi di catastrofi a livello di Unione, sia per le catastrofi naturali che per quelle provocate dall’uomo che provocano o sono in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali, ivi compresi gli impatti negativi dei cambiamenti climatici. La pianificazione comprende l’elaborazione di scenari a livello di Unione per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi, tenendo conto del lavoro svolto in relazione agli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi di cui all’articolo 6, paragrafo 5, e del lavoro della rete unionale della conoscenza in materia di protezione civile di cui all’articolo 13, sulla base:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>delle valutazioni del rischio di cui all’articolo 6, paragrafo 1, lettera a);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>della panoramica dei rischi di cui all’articolo 5, paragrafo 1, lettera c);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>della valutazione degli Stati membri della capacità di gestione dei rischi di cui all’articolo 6, paragrafo 1, lettera b);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>dei dati disponibili sulle perdite dovute a catastrofi, di cui all’articolo 6, paragrafo 1, lettera f);</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>dello scambio volontario delle informazioni esistenti sulle pianificazioni della gestione dei rischi di catastrofe a livello nazionale o al livello subnazionale appropriato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vi)</p></td><td><p>della mappatura delle attività; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>vii)</p></td><td><p>dell’elaborazione di piani per la mobilitazione dei mezzi di risposta.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Nel pianificare le operazioni di risposta a crisi umanitarie al di fuori dell’Unione, la Commissione e gli Stati membri individuano e favoriscono le sinergie tra l’assistenza di protezione civile e i finanziamenti destinati agli aiuti umanitari erogati dall’Unione e dagli Stati membri.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>9)</p></td><td><p>all’articolo 11, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«2.</p></td><td><p>Sulla scorta dei rischi individuati, dell’insieme delle risorse e delle carenze e di eventuali elaborazioni esistenti degli scenari di cui all’articolo 10, paragrafo 1, la Commissione definisce, mediante atti di esecuzione, le tipologie e specifica la quantità dei principali mezzi di risposta necessari per il pool europeo di protezione civile (“obiettivi di capacità”). Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 2.</p><p>La Commissione, di concerto con gli Stati membri, monitora i progressi verso gli obiettivi di capacità definiti negli atti di esecuzione di cui al primo comma del presente paragrafo e individua le carenze potenzialmente significative in termini di mezzi di risposta nel pool europeo di protezione civile. Ove siano state individuate tali carenze, la Commissione esamina se gli Stati membri dispongono di risorse necessarie al di fuori del pool europeo di protezione civile. La Commissione incoraggia gli Stati membri a rimediare alle carenze significative in termini di mezzi di risposta nel pool europeo di protezione civile. A tal fine può offrire un sostegno agli Stati membri conformemente all’articolo 20, all’articolo 21, paragrafo 1, punto i), e all’articolo 21, paragrafo 2.»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>10)</p></td><td><p>all’articolo 12 i paragrafi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:</p><div><p>«2.   La Commissione definisce, mediante atti di esecuzione, le risorse di rescEU, in base, inter alia, agli scenari esistenti di cui all’articolo 10, paragrafo 1, tenendo conto dei rischi individuati ed emergenti e dell’insieme delle risorse e delle carenze a livello di Unione, in particolare nel settore della lotta aerea agli incendi boschivi, degli incidenti di tipo chimico, biologico, radiologico e nucleare, della risposta sanitaria d’emergenza nonché dei trasporti e della logistica. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 2. La Commissione aggiorna regolarmente le informazioni sul tipo e sul numero di risorse di rescEU e mette tali informazioni direttamente a disposizione del Parlamento europeo e del Consiglio.</p></div><div><p>3.   Le risorse di rescEU sono acquistate, affittate, noleggiate o altrimenti acquisite dagli Stati membri.</p></div><div><p>3 <span>bis</span>.   Le risorse di rescEU, quali definite mediante atti di esecuzione adottati secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 2, possono essere affittate, noleggiate o altrimenti acquisite dalla Commissione nella misura necessaria a rimediare alle carenze nel settore dei trasporti e della logistica.</p></div><div><p>3 <span>ter</span>.   In casi di urgenza debitamente giustificati, la Commissione può acquistare, affittare, noleggiare o altrimenti acquisire risorse definite mediante atti di esecuzione adottati secondo la procedura d’urgenza di cui all’articolo 33, paragrafo 3. Tali atti di esecuzione:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>determinano il tipo e la quantità necessari di mezzi materiali e gli eventuali servizi di sostegno già definiti come risorse di rescEU; e/o</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>definiscono i mezzi materiali aggiuntivi e gli eventuali servizi di sostegno come risorse di rescEU e determinano il tipo e la quantità necessari di tali risorse.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>3 <span>quater</span>.   Le norme finanziarie dell’Unione si applicano in caso di acquisto, affitto, noleggio o acquisizione di altro tipo di risorse di rescEU da parte della Commissione. In caso di acquisto, affitto, noleggio o acquisizione di altro tipo di risorse di rescEU da parte degli Stati membri, la Commissione può concedere agli Stati membri sovvenzioni dirette senza invito a presentare proposte. Per acquisire risorse di rescEU, la Commissione e gli Stati membri che lo desiderino possono avviare una procedura di aggiudicazione congiunta condotta a norma dell’articolo 165 del regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>*2</span>)</a> (“regolamento finanziario”).</p><p>Le risorse di rescEU sono ubicate negli Stati membri che acquistano, affittano, noleggiano o acquisiscono altrimenti dette risorse.</p></div><p><a>(<span>*2</span>)</a>  Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 (<a>GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1</a>).»;"</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>11)</p></td><td><p>l’articolo 13 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 13</p><p>Rete unionale della conoscenza in materia di protezione civile</p><div><p>1.   La Commissione istituisce una rete unionale della conoscenza in materia di protezione civile (“rete”) per riunire, trattare e diffondere conoscenze e informazioni pertinenti per il meccanismo unionale, sulla base di un approccio multirischio e coinvolgendo i pertinenti attori della protezione civile e della gestione delle catastrofi, i centri di eccellenza, le università e i ricercatori.</p><p>La Commissione, tramite la rete, tiene debitamente conto delle competenze disponibili negli Stati membri, a livello dell’Unione, a livello di altre organizzazioni ed entità internazionali, a livello di paesi terzi nonché a livello delle organizzazioni attive sul campo.</p><p>La Commissione e gli Stati membri promuovono una partecipazione equilibrata sotto il profilo del genere all’istituzione e al funzionamento della rete.</p><p>La Commissione sostiene, attraverso la rete, la coerenza dei processi decisionali e di pianificazione agevolando uno scambio continuo di conoscenze e informazioni che coinvolga tutti i settori di attività nell’ambito del meccanismo unionale.</p><p>A tal fine la Commissione, attraverso la rete, provvede tra l’altro a:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>mettere a punto e gestire un programma di formazione ed esercitazioni in materia di prevenzione, preparazione e risposta alle catastrofi per il personale della protezione civile e per gli addetti alla gestione delle emergenze. Il programma si concentra, incoraggiandolo, sullo scambio di migliori prassi nel settore della protezione civile e della gestione delle catastrofi, tra cui quelle dovute ai cambiamenti climatici, e comprende corsi comuni e un sistema per lo scambio di competenze nel settore della gestione delle emergenze, compresi scambi di giovani professionisti e volontari con esperienza nonché il distacco di esperti dagli Stati membri.</p></td></tr></tbody></table><p>Il programma di formazione ed esercitazioni mira a potenziare il coordinamento, la compatibilità e la complementarità tra le risorse di cui agli articoli 9, 11 e 12, e a migliorare le competenze degli esperti di cui all’articolo 8, paragrafo 1, lettere d) e f);</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>mettere a punto e gestire un programma dedicato alle lezioni apprese da azioni di protezione civile svolte nell’ambito del meccanismo unionale, comprendente aspetti provenienti dall’intero ciclo di gestione delle catastrofi, al fine di fornire un’ampia base per i processi di apprendimento e lo sviluppo delle conoscenze. Il programma include:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>il monitoraggio, l’analisi e la valutazione di tutte le azioni di protezione civile pertinenti all’interno del meccanismo unionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>la promozione dell’attuazione delle lezioni apprese al fine di ottenere una base fondata sulle esperienze per lo sviluppo di attività all’interno del ciclo di gestione delle catastrofi; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>lo sviluppo di metodi e di strumenti per la raccolta, l’analisi, la promozione e l’attuazione delle lezioni apprese.</p></td></tr></tbody></table><p>Tale programma include inoltre, ove opportuno, le lezioni apprese dagli interventi realizzati al di fuori dell’Unione riguardo allo sfruttamento dei collegamenti e delle sinergie tra l’assistenza fornita nell’ambito del meccanismo unionale e la risposta umanitaria;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>promuovere la ricerca e l’innovazione e incoraggiare l’introduzione e l’impiego di nuove tecnologie o di nuovi approcci pertinenti, o entrambi, ai fini del meccanismo unionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>istituire e mantenere una piattaforma online a servizio della rete per sostenere e facilitare l’attuazione dei diversi compiti di cui alle lettere a), b) e c).</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   Nello svolgere le attività elencate al paragrafo 1, la Commissione tiene conto, in particolare, delle esigenze e degli interessi degli Stati membri che sono esposti al rischio di catastrofi di natura simile, nonché della necessità di consolidare la protezione della biodiversità e del patrimonio culturale.</p></div><div><p>3.   La Commissione rafforza la cooperazione in materia di formazione e promuove la condivisione delle conoscenze e delle esperienze tra la rete e le organizzazioni internazionali e i paesi terzi, in particolare al fine di contribuire a rispettare gli impegni internazionali, in particolare quelli del quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015-2030.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>12)</p></td><td><p>all’articolo 14, paragrafo 1, il primo comma è sostituito dal seguente:</p><div><p>«1.   In caso di catastrofe in atto o imminente all’interno dell’Unione che provochi o sia in grado di provocare effetti transfrontalieri multinazionali o che colpisca o sia in grado di colpire altri Stati membri, lo Stato membro in cui la catastrofe si verifica o può verificarsi ne dà immediatamente notifica agli Stati membri che rischiano di esserne colpiti e, qualora gli effetti siano potenzialmente significativi, alla Commissione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>13)</p></td><td><p>all’articolo 15, paragrafo 3, la lettera b) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b)</p></td><td><p>raccoglie e analizza informazioni convalidate sulla situazione, in collaborazione con lo Stato membro interessato, al fine di creare una consapevolezza comune della situazione e della risposta alla stessa e di diffondere tali informazioni direttamente agli Stati membri;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>14)</p></td><td><p>all’articolo 17, i paragrafi 1 e 2 sono sostituiti dai seguenti:</p><div><p>«1.   La Commissione può selezionare, nominare e inviare una squadra di esperti provenienti dagli Stati membri:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>in caso di richiesta di consulenza in materia di prevenzione ai sensi dell’articolo 5, paragrafo 2;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>in caso di richiesta di consulenza in materia di preparazione ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>in caso di catastrofe all’interno dell’Unione di cui all’articolo 15, paragrafo 5;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>in caso di catastrofe al di fuori dell’Unione di cui all’articolo 16, paragrafo 3.</p></td></tr></tbody></table><p>Esperti della Commissione e di altri servizi dell’Unione possono essere inseriti nella squadra per coadiuvarla e facilitarne i contatti con l’ERCC. Esperti inviati da agenzie ONU o da altre organizzazioni internazionali possono essere inseriti nella squadra per rafforzare la cooperazione e facilitare le valutazioni comuni.</p><p>Laddove l’efficacia operativa lo richieda, la Commissione, in stretta cooperazione con gli Stati membri, può contribuire al coinvolgimento di ulteriori esperti, attraverso la loro mobilitazione, e a un sostegno tecnico e scientifico, e ricorrere a competenze scientifiche, di medicina d’urgenza e settoriali specialistiche.</p></div><div><p>2.   Gli esperti sono selezionati e nominati secondo la seguente procedura:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>gli Stati membri designano, sotto la propria responsabilità, gli esperti da mobilitare quali membri per le squadre di esperti;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>la Commissione seleziona gli esperti e il caposquadra sulla base di qualifiche e esperienze, tra cui il livello di formazione conseguito nell’ambito del meccanismo unionale, esperienze precedenti in missioni svoltesi nell’ambito del meccanismo unionale e altre operazioni di soccorso internazionali; la selezione si basa anche su altri criteri, tra cui la conoscenza delle lingue, in modo da assicurare che la squadra nel suo insieme possieda le competenze adeguate alla situazione specifica;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>la Commissione nomina gli esperti e i capisquadra per la missione, d’intesa con gli Stati membri che hanno proceduto alla loro designazione.</p></td></tr></tbody></table><p>La Commissione comunica agli Stati membri il sostegno supplementare di esperti fornito a norma del paragrafo 1.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>15)</p></td><td><p>l’articolo 18 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 18</p><p>Trasporto e attrezzature</p><div><p>1.   In caso di catastrofe all’interno o al di fuori dell’Unione la Commissione può aiutare gli Stati membri ad avere accesso alle attrezzature o alle risorse di trasporto e logistiche:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>fornendo e scambiando informazioni sulle attrezzature e sulle risorse di trasporto e logistiche che gli Stati membri possono mettere a disposizione, al fine di facilitare la messa in comune di tali risorse;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>sviluppando materiale cartografico per una diffusione e una mobilitazione rapide delle risorse, tenendo specialmente conto delle peculiarità delle regioni transfrontaliere ai fini dei rischi transfrontalieri multinazionali;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>assistendo gli Stati membri a individuare le risorse di trasporto e logistiche che possono essere messe a disposizione da altre fonti, compreso il mercato commerciale, e facilitandone l’accesso a tali risorse; o</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>assistendo gli Stati membri nell’individuazione delle attrezzature che possono essere messe a disposizione da altre fonti, compreso il mercato commerciale.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>2.   La Commissione può integrare le risorse di trasporto e logistiche fornite dagli Stati membri mettendo a disposizione ulteriori risorse necessarie per garantire una risposta rapida alle catastrofi.</p></div><div><p>3.   L’assistenza richiesta da uno Stato membro o da un paese terzo può consistere esclusivamente in risorse di trasporto e logistiche per rispondere a catastrofi con mezzi di soccorso o attrezzature acquisite in un paese terzo dallo Stato membro o paese terzo richiedente.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>16)</p></td><td><p>l’articolo 19 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>è inserito il paragrafo seguente:</p><div><p>«1 <span>bis</span>.   La dotazione finanziaria per l’attuazione del meccanismo unionale nel periodo compreso tra il 1<span>o</span> gennaio 2021 e il 31 dicembre 2027 è fissata a 1 263 000 000 EUR a prezzi correnti.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«2.   Gli stanziamenti derivanti da rimborsi da parte dei beneficiari per le azioni di risposta alle catastrofi costituiscono entrate con destinazione specifica ai sensi dell’articolo 21, paragrafo 5, del regolamento finanziario.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il paragrafo 3 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«3.   L’assegnazione finanziaria di cui ai paragrafi 1 e 1 <span>bis</span> del presente articolo e all’articolo 19 <span>bis</span> può coprire anche le spese di preparazione, monitoraggio, controllo, revisione contabile e valutazione necessarie per gestire il meccanismo unionale e realizzarne gli obiettivi.</p><p>Queste spese possono coprire in particolare studi, riunioni di esperti, azioni di informazione e comunicazione, tra cui la comunicazione istituzionale delle priorità politiche dell’Unione nella misura in cui si riferiscono agli obiettivi generali del meccanismo unionale, le spese connesse alle reti informatiche destinate all’elaborazione e allo scambio di informazioni e relativa interconnessione con i sistemi attuali e futuri intesi a promuovere lo scambio di dati intersettoriale e relative attrezzature, e tutte le altre spese di assistenza tecnica e amministrativa sostenute dalla Commissione per la gestione del programma.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>il paragrafo 4 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«4.   La dotazione finanziaria di cui al paragrafo 1 <span>bis</span> del presente articolo e l’importo di cui all’articolo 19 <span>bis</span>, paragrafo 1, sono assegnati, nel periodo 2021-2027, in base alle percentuali e ai principi di cui all’allegato I.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>il paragrafo 5 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«5.   La Commissione esamina la ripartizione di cui all’allegato I alla luce dei risultati della valutazione di cui all’articolo 34, paragrafo 3.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>f)</p></td><td><p>il paragrafo 6 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«6.   Laddove necessario per rispondere alle catastrofi in ragione di imperativi motivi di urgenza o alla luce di eventi imprevisti che incidono sull’esecuzione del bilancio o sull’istituzione delle risorse di rescEU, alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 30 al fine di modificare l’allegato I nei limiti degli stanziamenti di bilancio disponibili e secondo la procedura di cui all’articolo 31.»;</p></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>17)</p></td><td><p>è inserito l’articolo seguente:</p><div><p>«Articolo 19 bis</p><p>Risorse provenienti dallo strumento dell’Unione europea per la ripresa</p><div><p>1.   Alle misure di cui all’articolo 1, paragrafo 2, lettere d) ed e), del regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio<a> (<span>*3</span>)</a> è data attuazione nell’ambito della presente decisione mediante la spesa di un importo fino a un massimo di 2 056 480 000 EUR a prezzi correnti come stabilito all’articolo 2, paragrafo 2, lettera a), punto iii), di tale regolamento a prezzi del 2018, fatto salvo l’articolo 3, paragrafi 3, 4, 7 e 9, dello stesso.</p></div><div><p>2.   L’importo di cui al paragrafo 1 del presente articolo costituisce entrata con destinazione specifica esterna in conformità dell’articolo 3, paragrafo 1, del regolamento (UE) 2020/2094.</p></div><div><p>3.   Le misure di cui al paragrafo 1 del presente articolo sono ammissibili per l’assistenza finanziaria alle condizioni stabilite nella presente decisione ed è data loro attuazione nel pieno rispetto degli obiettivi del regolamento (UE) 2020/2094.</p></div><div><p>4.   Fatte salve le condizioni di ammissibilità delle azioni a favore di paesi terzi stabilite nella presente decisione, l’assistenza finanziaria di cui al presente articolo può essere concessa a un paese terzo solo se essa è attuata nel pieno rispetto degli obiettivi del regolamento (UE) 2020/2094, indipendentemente dal fatto che detto paese terzo partecipi o meno al meccanismo unionale.</p></div></div><p><a>(<span>*3</span>)</a>  Regolamento (UE) 2020/2094, del Consiglio, del 14 dicembre 2020, che istituisce uno strumento dell’Unione europea per la ripresa, a sostegno della ripresa dopo la crisi COVID-19 (<a>GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 23</a>).»;"</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>18)</p></td><td><p>l’articolo 20 <span>bis</span> è sostituito dal seguente:</p><div><p>«<span>Articolo 20</span> bis</p><p>Visibilità e riconoscimenti</p><div><p>1.   I destinatari dei finanziamenti dell’Unione e i beneficiari dell’assistenza fornita rendono nota l’origine degli stessi e ne garantiscono la visibilità, in particolare quando promuovono azioni e risultati, fornendo informazioni mirate, coerenti, efficaci e proporzionate a destinatari diversi, compresi i media e il pubblico.</p><p>Ai finanziamenti o all’assistenza forniti nel quadro della presente decisione è data adeguata visibilità in linea con gli appositi orientamenti formulati dalla Commissione per gli interventi specifici. In particolare, gli Stati membri assicurano che la comunicazione pubblica concernente le operazioni finanziate nell’ambito del meccanismo unionale:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>includa adeguati riferimenti al meccanismo unionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>fornisca un’identità visiva alle risorse finanziate o co-finanziate dal meccanismo unionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>diffonda le azioni con l’emblema dell’Unione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>comunichi in modo proattivo i dettagli del sostegno dell’Unione ai media nazionali e ai portatori di interessi, anche attraverso i loro canali di comunicazione; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>e)</p></td><td><p>sostenga le azioni di comunicazione della Commissione relative alle operazioni.</p></td></tr></tbody></table><p>Laddove le risorse di rescEU siano utilizzate a fini nazionali a norma dell’articolo 12, paragrafo 5, gli Stati membri, con gli stessi mezzi di cui al primo comma del presente paragrafo, ne riconoscono l’origine e garantiscono la visibilità del finanziamento dell’Unione impiegato per acquisirle.</p></div><div><p>2.   La Commissione realizza azioni di informazione e comunicazione sulla presente decisione, sulle azioni svolte ai sensi della presente decisione e sui risultati ottenuti e sostiene gli Stati membri nelle loro azioni di comunicazione. Le risorse finanziarie destinate alla presente decisione contribuiscono anche alla comunicazione istituzionale delle priorità politiche dell’Unione nella misura in cui tali priorità si riferiscono agli obiettivi di cui all’articolo 3, paragrafo 1.</p></div><div><p>3.   La Commissione conferisce medaglie per riconoscere e onorare gli impegni di lunga data e i contributi straordinari a favore del meccanismo unionale.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>19)</p></td><td><p>l’articolo 21 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>al paragrafo 1, la lettera g) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«g)</p></td><td><p>sviluppare la pianificazione della gestione dei rischi di catastrofi di cui all’articolo 10.»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il paragrafo 3 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«3.   L’assistenza finanziaria per l’azione di cui al paragrafo 1, lettera j), copre tutti i costi necessari per garantire la disponibilità e la possibilità di mobilitare le risorse di rescEU nell’ambito del meccanismo unionale, conformemente al secondo comma del presente paragrafo. Le categorie dei costi ammissibili necessari per garantire la disponibilità e la possibilità di mobilitare le risorse di rescEU sono definite nell’allegato I <span>bis</span>.</p><p>Alla Commissione è conferito il potere di adottare atti delegati conformemente all’articolo 30 per modificare l’allegato I <span>bis</span> relativamente alle categorie di costi ammissibili.</p></div><div><p>3 <span>bis</span>.   L’assistenza finanziaria di cui al presente articolo può essere attuata mediante programmi di lavoro pluriennali. Per le azioni di durata superiore a un anno, gli impegni di bilancio possono essere frazionati in rate annuali. »;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il paragrafo 4 è soppresso;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>20)</p></td><td><p>all’articolo 22, la lettera b) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«b)</p></td><td><p>in caso di catastrofe, sostegno agli Stati membri per l’accesso alle attrezzature e alle risorse di trasporto e logistiche, come previsto all’articolo 23; e»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>21)</p></td><td><p>l’articolo 23 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 23</p><p>Azioni ammissibili in relazione ad attrezzature e operazioni</p><div><p>1.   Sono ammesse a beneficiare dell’assistenza finanziaria le seguenti azioni al fine di consentire l’accesso ad attrezzature e risorse di trasporto e logistiche nell’ambito del meccanismo unionale:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>fornire e scambiare informazioni sulle attrezzature e sulle risorse di trasporto e logistiche che gli Stati membri decidono di mettere a disposizione, al fine di facilitare la messa in comune di tali risorse;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>assistere gli Stati membri nell’individuazione delle risorse di trasporto e logistiche che possono essere messe a disposizione da altre fonti, compreso il mercato commerciale, facilitandone l’accesso a tali risorse;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>assistere gli Stati membri nell’individuazione delle attrezzature che possono essere messe a disposizione da altre fonti, compreso il mercato commerciale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>finanziare le risorse di trasporto e logistiche necessarie per assicurare una risposta rapida in caso di catastrofe. Queste azioni sono ammissibili al sostegno finanziario solo se soddisfano i seguenti criteri:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>i)</p></td><td><p>una richiesta di assistenza è stata inoltrata nell’ambito del meccanismo unionale conformemente agli articoli 15 e 16;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>ii)</p></td><td><p>le risorse di trasporto e logistiche supplementari sono necessarie per garantire l’efficacia della risposta alle catastrofi nell’ambito del meccanismo unionale;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iii)</p></td><td><p>l’assistenza corrisponde alle esigenze individuate dall’ERCC ed è erogata conformemente alle sue raccomandazioni in termini di specifiche tecniche, qualità, tempistica e modalità di erogazione;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>iv)</p></td><td><p>l’assistenza è stata accettata dal paese richiedente, direttamente o tramite le Nazioni Unite o le loro agenzie, o da un’organizzazione internazionale competente, come previsto dal meccanismo unionale; e</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>v)</p></td><td><p>l’assistenza integra, per le catastrofi in paesi terzi, l’insieme della risposta umanitaria dell’Unione.</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table></div><div><p>1 <span>bis</span>.   L’importo dell’assistenza finanziaria dell’Unione per il trasporto di risorse non pre-impegnate nel pool europeo di protezione civile e mobilitate in caso di catastrofe o nell’imminenza di una catastrofe all’interno o al di fuori dell’Unione e per qualsiasi altro sostegno a favore del trasporto necessario per far fronte ad una catastrofe non supera il 75 % dei costi ammissibili totali.</p></div><div><p>2.   L’importo dell’assistenza finanziaria dell’Unione per le risorse pre-impegnate nel pool europeo di protezione civile non supera il 75 % dei costi di esercizio delle risorse, compreso il trasporto, in caso di catastrofe o nell’imminenza di una catastrofe all’interno o al di fuori dell’Unione.</p></div><div><p>4.   L’assistenza finanziaria dell’Unione per le risorse di trasporto e logistiche può coprire al massimo il 100 % dei costi ammissibili totali specificati alle lettere da a) a d), laddove necessario al fine di rendere operativamente efficace la messa in comune dell’assistenza degli Stati membri e qualora i costi siano connessi:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>alla locazione a breve termine di capacità di deposito per conservare temporaneamente l’assistenza fornita dagli Stati membri al fine di facilitarne il trasporto coordinato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>al trasporto dallo Stato membro che offre l’assistenza allo Stato membro che ne facilita il trasporto coordinato;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>al riconfezionamento dell’assistenza fornita dagli Stati membri per sfruttare al massimo le risorse di trasporto disponibili o per soddisfare particolari requisiti operativi; o</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>al trasporto locale, al transito e al deposito dell’assistenza messa in comune al fine di garantire una distribuzione coordinata nel luogo di destinazione finale nel paese richiedente.</p></td></tr></tbody></table></div><div><p>4 <span>bis</span>.   Quando le risorse di rescEU sono impiegate a fini nazionali in conformità dell’articolo 12, paragrafo 5, tutti i costi, compresi quelli di manutenzione e riparazione, sono coperti dallo Stato membro che impiega dette risorse.</p></div><div><p>4 <span>ter</span>.   In caso di mobilitazione di risorse di rescEU nell’ambito del meccanismo unionale, l’assistenza finanziaria dell’Unione copre il 75 % dei costi operativi.</p><p>In deroga al primo comma, l’assistenza finanziaria dell’Unione copre il 100 % dei costi operativi delle risorse di rescEU necessari in caso di catastrofi poco probabili dall’impatto molto elevato laddove tali risorse siano mobilitate nell’ambito del meccanismo unionale.</p></div><div><p>4 <span>quater.</span>   Per le mobilitazioni al di fuori dell’Unione, di cui all’articolo 12, paragrafo 10, l’assistenza finanziaria dell’Unione copre il 100 % dei costi operativi.</p></div><div><p>4 <span>quinquies</span>.   Laddove l’assistenza finanziaria dell’Unione di cui al presente articolo non copra il 100 % dei costi, l’importo rimanente è a carico del richiedente l’assistenza, salvo diverso accordo con lo Stato membro che offre l’assistenza o con lo Stato membro che ospita le risorse di rescEU.</p></div><div><p>4 <span>sexies.</span>   Per la mobilitazione delle risorse di rescEU, l’assistenza finanziaria dell’Unione può coprire il 100 % di tutti i costi diretti necessari per il trasporto di merci, mezzi e servizi logistici all’interno dell’Unione e verso l’Unione in provenienza dai paesi terzi.</p></div><div><p>5.   Nel caso di operazioni congiunte di trasporto che vedano coinvolti più Stati membri, un unico Stato membro può proporsi come guida per richiedere il sostegno finanziario dell’Unione per l’intera operazione.</p></div><div><p>6.   Quando uno Stato membro chiede alla Commissione di stipulare contratti di servizi di trasporto, essa sollecita il rimborso parziale dei costi applicando i tassi di finanziamento di cui ai paragrafi 1 <span>bis</span>, 2 e 4.</p></div><div><p>6 <span>bis</span>   Fatti salvi i paragrafi 1 <span>bis</span> e 2, il sostegno finanziario dell’Unione per il trasporto dell’assistenza necessario nelle catastrofi ambientali cui si applica il principio “chi inquina paga” può coprire al massimo il 100 % dei costi ammissibili totali. Si applicano le seguenti condizioni:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>il sostegno finanziario dell’Unione per il trasporto dell’assistenza è richiesto dallo Stato membro colpito o che presta assistenza sulla base di una valutazione delle esigenze debitamente motivata;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>lo Stato membro colpito o che presta assistenza adotta, se del caso, tutte le misure necessarie per chiedere e ottenere un risarcimento dai responsabili dell’inquinamento, conformemente a tutte le disposizioni giuridiche internazionali, dell’Unione o nazionali applicabili;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>non appena ricevuto il risarcimento dal responsabile dell’inquinamento, lo Stato membro colpito o che presta assistenza rimborsa, se del caso, immediatamente l’Unione.</p></td></tr></tbody></table><p>In caso di catastrofe ambientale di cui al primo comma che non interessa uno Stato membro, le azioni di cui alle lettere a), b) e c) sono attuate dallo Stato membro che presta assistenza.</p></div><div><p>7.   I seguenti costi sono ammissibili all’assistenza finanziaria dell’Unione per le risorse di trasporto e logistiche a norma del presente articolo: tutti i costi connessi allo spostamento di risorse di trasporto e logistiche, compresi i costi di tutti i servizi e i compensi, i costi di logistica e movimentazione, i costi del carburante e dell’eventuale alloggio nonché altri costi indiretti come imposte, compensi in generale e costi di transito.</p></div><div><p>8.   I costi di trasporto possono comprendere costi unitari, somme forfettarie o tassi forfettari determinati per categoria di costo.»;</p></div></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>22)</p></td><td><p>l’articolo 25 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 25</p><p>Tipologie di intervento finanziario e modalità di attuazione</p><div><p>1.   La Commissione attua il sostegno finanziario dell’Unione conformemente al regolamento finanziario.</p></div><div><p>2.   La Commissione attua il sostegno finanziario dell’Unione in regime di gestione diretta conformemente al regolamento finanziario o, laddove giustificato dalla natura e dal contenuto dell’azione interessata, in regime di gestione indiretta con gli organismi di cui all’articolo 62, paragrafo 1, lettera c), punti ii), iv), v) e vi), del regolamento finanziario.</p></div><div><p>3.   Il sostegno finanziario ai sensi della presente decisione può assumere le forme previste dal regolamento finanziario, in particolare sovvenzioni, appalti o contributi a fondi fiduciari.</p></div><div><p>4.   In conformità dell’articolo 193, paragrafo 2, secondo comma, lettera a), del regolamento finanziario, tenuto conto del ritardo nell’entrata in vigore del regolamento (UE) 2021/836 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>*4</span>)</a> e al fine di garantire la continuità, nei casi debitamente giustificati specificati nella decisione di finanziamento e per un periodo di tempo limitato, i costi sostenuti in relazione ad azioni sovvenzionate nell’ambito della presente decisione possono essere considerati ammissibili a decorrere dal 1<span>o</span> gennaio 2021, anche se sono stati sostenuti prima della presentazione della domanda di sovvenzione.</p></div><div><p>5.   Ai fini dell’attuazione della presente decisione, la Commissione adotta programmi di lavoro annuali o pluriennali mediante atti di esecuzione. Tali atti di esecuzione sono adottati secondo la procedura d’esame di cui all’articolo 33, paragrafo 2. I programmi di lavoro annuali o pluriennali stabiliscono gli obiettivi perseguiti, i risultati attesi, il metodo di attuazione e il loro importo totale. Essi contengono anche una descrizione delle azioni da finanziare, un’indicazione degli importi stanziati per ciascuna azione e un calendario indicativo di attuazione. Per quanto riguarda l’assistenza finanziaria di cui all’articolo 28, paragrafo 2, i programmi di lavoro annuali o pluriennali descrivono le azioni previste per i paesi ivi indicati.</p><p>Non sono richiesti programmi di lavoro annuali o pluriennali per le azioni che rientrano nella risposta alle catastrofi di cui al capo IV, che non possono essere previste in anticipo.</p></div><div><p>6.   A fini di trasparenza e prevedibilità, l’esecuzione del bilancio e gli stanziamenti preventivati per il futuro sono presentati e discussi annualmente in seno al comitato di cui all’articolo 33. Il Parlamento europeo è tenuto informato.</p></div><div><p>7.   In aggiunta all’articolo 12, paragrafo 4, del regolamento finanziario, gli stanziamenti d’impegno e di pagamento che non sono stati utilizzati entro la fine dell’esercizio per il quale sono stati iscritti nel bilancio annuale sono riportati automaticamente e possono essere impegnati e pagati fino al 31 dicembre dell’anno successivo. Gli stanziamenti riportati sono utilizzati unicamente per le azioni di risposta. Gli stanziamenti riportati sono i primi da utilizzare nel corso dell’esercizio finanziario successivo.</p></div></div><p><a>(<span>*4</span>)</a>  Regolamento (UE) 2021/836 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2021, che modifica la decisione n. 1313/2013/UE su un meccanismo unionale di protezione civile (<a>GU L 185 del 26.5.2021, pag. 1</a>).»;"</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>23)</p></td><td><p>l’articolo 27 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«Articolo 27</p><p>Tutela degli interessi finanziari dell’Unione</p><p>Un paese terzo che partecipa al meccanismo unionale mediante una decisione adottata a norma di un accordo internazionale o in base a qualsiasi altro strumento giuridico concede i diritti necessari e l’accesso di cui hanno bisogno l’ordinatore responsabile, l’OLAF e la Corte dei conti per esercitare integralmente le rispettive competenze. Nel caso dell’OLAF, tali diritti comprendono il diritto di effettuare indagini, anche attraverso controlli e verifiche sul posto, in conformità del regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio<a> (<span>*5</span>)</a>.</p></div><p><a>(<span>*5</span>)</a>  Regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio (<a>GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1</a>).»;"</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>24)</p></td><td><p>l’articolo 30 è così modificato:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>a)</p></td><td><p>Il paragrafo 2 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«2.   Il potere di adottare atti delegati di cui all’articolo 19, paragrafo 6, e all’articolo 21, paragrafo 3, secondo comma, è conferito alla Commissione fino al 31 dicembre 2027.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>b)</p></td><td><p>il paragrafo 3 è soppresso;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>c)</p></td><td><p>il paragrafo 4 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«4.   La delega di potere di cui all’articolo 19, paragrafo 6, e all’articolo 21, paragrafo 3, secondo comma, può essere revocata in ogni momento dal Parlamento europeo o dal Consiglio. La decisione di revoca pone fine alla delega di potere ivi specificata. Gli effetti della decisione decorrono dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span> o da una data successiva ivi specificata. Essa non pregiudica la validità degli atti delegati già in vigore.»;</p></div></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>d)</p></td><td><p>il paragrafo 7 è sostituito dal seguente:</p><div><p>«7.   L’atto delegato adottato ai sensi dell’articolo 19, paragrafo 6, o dell’articolo 21, paragrafo 3, secondo comma, entra in vigore solo se né il Parlamento europeo né il Consiglio hanno sollevato obiezioni entro il termine di due mesi dalla data in cui esso è stato loro notificato o se, prima della scadenza di tale termine, sia il Parlamento europeo che il Consiglio hanno informato la Commissione che non intendono sollevare obiezioni. Tale termine è prorogato di due mesi su iniziativa del Parlamento europeo o del Consiglio.»;</p></div></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>25)</p></td><td><p>all’articolo 32, paragrafo 1, la lettera i) è sostituita dalla seguente:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«i)</p></td><td><p>l’organizzazione del sostegno per le risorse di trasporto e logistiche di cui agli articoli 18 e 23;»;</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>26)</p></td><td><p>all’articolo 33 è aggiunto il paragrafo seguente:</p><div><p>«3.   Nei casi in cui è fatto riferimento al presente paragrafo, si applica l’articolo 8 del regolamento (UE) n. 182/2011 in combinato disposto con il suo articolo 5.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>27)</p></td><td><p>all’articolo 34 i paragrafi 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti:</p><div><p>«2.   Ogni due anni la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione in merito alle operazioni e ai progressi compiuti nell’ambito dell’articolo 6, paragrafo 5, e degli articoli 11 e 12. Detta relazione contiene informazioni sui progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi dell’Unione in materia di resilienza alle catastrofi e degli obiettivi di capacità, nonché sulle carenze ancora esistenti di cui all’articolo 11, paragrafo 2, tenendo conto della predisposizione delle risorse di rescEU a norma dell’articolo 12. La relazione offre inoltre una panoramica dell’evoluzione del bilancio e dei costi per quanto concerne i mezzi di risposta nonché una valutazione della necessità di sviluppare ulteriormente tali mezzi.</p></div><div><p>3.   Entro il 31 dicembre 2023, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione valuta l’applicazione della presente decisione e presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una comunicazione sull’efficacia, l’efficienza sotto il profilo dei costi e la prosecuzione dell’attuazione della presente decisione, in particolare per quanto riguarda l’articolo 6, paragrafo 4, le risorse di rescEU e il grado di coordinamento e delle sinergie conseguite con altre politiche, altri programmi e fondi dell’Unione, riguardanti tra l’altro le emergenze mediche. Detta comunicazione è corredata, ove opportuno, di proposte di modifica della presente decisione.»;</p></div></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>28)</p></td><td><p>l’allegato I della decisione n. 1313/2013/UE è sostituito dal testo figurante nell’allegato del presente regolamento;</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>29)</p></td><td><p>il titolo dell’allegato I <span>bis</span> è sostituito dal seguente:</p><p>«Categorie dei costi ammissibili di cui all’articolo 21, paragrafo 3».</p></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il giorno della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Esso si applica a decorrere dal 1 o gennaio 2021.
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 20 maggio 2021
Per il Parlamento europeo
Il presidente
D. M. SASSOLI
Per il Consiglio
Il presidente
A. P. ZACARIAS
( 1 ) GU C 385 del 13.11.2020, pag. 1 .
( 2 ) GU C 10 dell’11.1.2021, pag. 66 .
( 3 ) GU C 440 del 18.12.2020, pag. 150 .
( 4 ) Posizione del Parlamento europeo del 27 aprile 2021 (non ancora pubblicata nella Gazzetta ufficiale) e decisione del Consiglio del 10 maggio 2021.
( 5 ) Decisione n. 1313/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, su un meccanismo unionale di protezione civile ( GU L 347 del 20.12.2013, pag. 924 ).
( 6 ) Non ancora pubblicato nella Gazzetta ufficiale.
( 7 ) GU L 282 del 19.10.2016, pag. 4 .
( 8 ) Regolamento (UE) n. 182/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, che stabilisce le regole e i principi generali relativi alle modalità di controllo da parte degli Stati membri dell’esercizio delle competenze di esecuzione attribuite alla Commissione ( GU L 55 del 28.2.2011, pag. 13 ).
( 9 ) Regolamento (UE) 2021/522 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 marzo 2021, che istituisce un programma d’azione dell’Unione in materia di salute per il periodo 2021-2027 («programma UE per la salute») (EU4Health) e che abroga il regolamento (UE) n. 282/2014 ( GU L 107 del 26.3.2021, pag. 1 ).
( 10 ) Regolamento (UE) 2016/369 del Consiglio, del 15 marzo 2016, sulla fornitura di sostegno di emergenza all’interno dell’Unione ( GU L 70 del 16.3.2016, pag. 1 ).
( 11 ) Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza ( GU L 57 del 18.2.2021, pag. 17 ).
( 12 ) GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1 .
( 13 ) Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio, del 17 dicembre 2020, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 ( GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 11 ).
( 14 ) Regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio, del 14 dicembre 2020, che istituisce uno strumento dell’Unione europea per la ripresa, a sostegno della ripresa dopo la crisi COVID-19 ( GU L 433 I del 22.12.2020, pag. 23 ).
( 15 ) Direttiva 2004/35/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, sulla responsabilità ambientale in materia di prevenzione e riparazione del danno ambientale ( GU L 143 del 30.4.2004, pag. 56 ).
( 16 ) Regolamento (UE, Euratom) 2018/1046 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell’Unione, che modifica i regolamenti (UE) n. 1296/2013, (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013, (UE) n. 1304/2013, (UE) n. 1309/2013, (UE) n. 1316/2013, (UE) n. 223/2014, (UE) n. 283/2014 e la decisione n. 541/2014/UE e abroga il regolamento (UE, Euratom) n. 966/2012 ( GU L 193 del 30.7.2018, pag. 1 ).
( 17 ) Regolamento (UE, Euratom) n. 883/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 settembre 2013, relativo alle indagini svolte dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e che abroga il regolamento (CE) n. 1073/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (Euratom) n. 1074/1999 del Consiglio ( GU L 248 del 18.9.2013, pag. 1 ).
( 18 ) Regolamento (CE, Euratom) n. 2988/95 del Consiglio, del 18 dicembre 1995, relativo alla tutela degli interessi finanziari delle Comunità ( GU L 312 del 23.12.1995, pag. 1 ).
( 19 ) Regolamento (Euratom, CE) n. 2185/96 del Consiglio, dell’11 novembre 1996, relativo ai controlli e alle verifiche sul posto effettuati dalla Commissione ai fini della tutela degli interessi finanziari delle Comunità europee contro le frodi e altre irregolarità ( GU L 292 del 15.11.1996, pag. 2 ).
( 20 ) Regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio, del 12 ottobre 2017, relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata sull’istituzione della Procura europea («EPPO») ( GU L 283 del 31.10.2017, pag. 1 ).
( 21 ) Direttiva (UE) 2017/1371 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 luglio 2017, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale ( GU L 198 del 28.7.2017, pag. 29 ).
( 22 ) GU L 1 del 3.1.1994, pag. 3 .
( 23 ) GU L 123 del 12.5.2016, pag. 1 .
ALLEGATO
«ALLEGATO I
Percentuali di ripartizione della dotazione finanziaria per l’attuazione del meccanismo unionale di cui all’articolo 19, paragrafo 1 bis , e l’importo di cui all’articolo 19 bis per il periodo 2021-2027
<table><col/><tbody><tr><td><p>Prevenzione: 5 % ± 4 punti percentuali</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><tbody><tr><td><p>Preparazione: 85 % ± 10 punti percentuali</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><tbody><tr><td><p>Risposta: 10 % ± 9 punti percentuali</p></td></tr></tbody></table>
Principi
Nel dare attuazione alla presente decisione, si tiene debitamente conto dell’obiettivo dell’Unione di contribuire agli obiettivi generali in materia di clima e all’ambizione di integrare l’azione a favore della biodiversità nelle politiche dell’Unione, nei limiti di quanto consentito dall’imprevedibilità e dalle circostanze specifiche della preparazione e della risposta alle catastrofi.
» | ITA | 32021R0836 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>19.8.2021   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</p></td><td><p>L 296/1</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2021/1373 DELLA COMMISSIONE
del 12 agosto 2021
recante iscrizione di un nome nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette
[« Jászsági nyári szarvasgomba » (IGP)]
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( 1 ) , in particolare l’articolo 52, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>A norma dell’articolo 50, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (UE) n. 1151/2012, la domanda di registrazione del nome «Jászsági nyári szarvasgomba» presentata dall’Ungheria è stata pubblicata nella<span>Gazzetta ufficiale dell’Unione europea</span> <a>(<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Poiché alla Commissione non è stata notificata alcuna dichiarazione di opposizione ai sensi dell’articolo 51 del regolamento (UE) n. 1151/2012, il nome «Jászsági nyári szarvasgomba» deve essere registrato,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Il nome «Jászsági nyári szarvasgomba» (IGP) è registrato.
Il nome di cui al primo comma identifica un prodotto della classe 1.6. Ortofrutticoli e cereali, freschi o trasformati di cui all’allegato XI del regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione ( 3 ) .
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 12 agosto 2021
Per la Commissione
a nome della presidente
Janusz WOJCIECHOWSKI
Membro della Commissione
<note>
( 1 ) GU L 343 del 14.12.2012, pag. 1 .
( 2 ) GU C 149 del 27.4.2021, pag. 11 .
( 3 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 668/2014 della Commissione, del 13 giugno 2014, recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari ( GU L 179 del 19.6.2014, pag. 36 ).
</note> | ITA | 32021R1373 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>8.12.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 324/6</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2017/2245 DELLA COMMISSIONE
del 30 novembre 2017
relativo alla classificazione di talune merci nella nomenclatura combinata
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 952/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, che istituisce il codice doganale dell'Unione ( 1 ) , in particolare l'articolo 57, paragrafo 4, e l'articolo 58, paragrafo 2,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Al fine di garantire l'applicazione uniforme della nomenclatura combinata allegata al regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio<a> (<span>2</span>)</a>, è necessario adottare disposizioni relative alla classificazione delle merci di cui in allegato al presente regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Il regolamento (CEE) n. 2658/87 ha fissato le regole generali relative all'interpretazione della nomenclatura combinata. Tali regole si applicano inoltre a qualsiasi nomenclatura che la riprenda, totalmente o in parte, o che aggiunga eventuali suddivisioni e che sia stabilita da specifiche disposizioni dell'Unione per l'applicazione di misure tariffarie o di altra natura nell'ambito degli scambi di merci.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>In applicazione di tali regole generali, le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante nell'allegato del presente regolamento dovrebbero essere classificate nel corrispondente codice NC indicato nella colonna 2, in virtù delle motivazioni indicate nella colonna 3.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>È opportuno disporre che le informazioni tariffarie vincolanti rilasciate per le merci interessate dal presente regolamento che non sono conformi al regolamento stesso possano continuare a essere invocate dal titolare per un determinato periodo, conformemente alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013. Tale periodo dovrebbe essere fissato a tre mesi.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Le merci descritte nella colonna 1 della tabella figurante in allegato sono classificate nella nomenclatura combinata nel codice NC indicato nella colonna 2 di detta tabella.
Articolo 2
Le informazioni tariffarie vincolanti che non sono conformi al presente regolamento possono continuare a essere invocate per un periodo di tre mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, in conformità alle disposizioni dell'articolo 34, paragrafo 9, del regolamento (UE) n. 952/2013.
Articolo 3
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 30 novembre 2017
Per la Commissione,
a nome del presidente
Stephen QUEST
Direttore generale
Direzione generale della Fiscalità e unione doganale
( 1 ) GU L 269 del 10.10.2013, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune ( GU L 256 del 7.9.1987, pag. 1 ).
ALLEGATO
<table><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>Descrizione delle merci</p></td><td><p>Classificazione</p><p>(codice NC)</p></td><td><p>Motivazioni</p></td></tr><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>(2)</p></td><td><p>(3)</p></td></tr><tr><td><p>Articolo (cosiddetto «tavola da vasca») di plastica, con superficie antiscivolo, avente misure di circa 35 × 69 cm.</p><p>L'articolo è munito di fori per il drenaggio dell'acqua, di una maniglia e di un portasapone integrato. La parte inferiore è munita di quattro supporti regolabili per adattarsi alla larghezza di una vasca da bagno.</p><p>La tavola da vasca può assistere l'utilizzatore a entrare e uscire dalla vasca da bagno e può inoltre essere usata come sedile o come vassoio per i prodotti da bagno.</p><p>(Cfr. immagine)<a> (<span>*1</span>)</a></p></td><td><p>3924 90 00</p></td><td><p>Classificazione a norma delle regole generali 1 e 6 per l'interpretazione della nomenclatura combinata e del testo dei codici NC 3924 e 3924 90 00 .</p><p>L'articolo non è un mobile, in quanto non è costruito per essere poggiato a terra, né per essere sospeso, fissato al muro o sovrapposto ad altri. Pertanto, ai sensi della nota 2 del capitolo 94, è esclusa la classificazione dell'articolo come mobile di cui alle voci 9401 , 9402 o 9403 .</p><p>L'articolo deve pertanto essere classificato nel codice NC 3924 90 00 come altri oggetti per uso domestico ed oggetti di igiene o da toletta, di materie plastiche.</p></td></tr></tbody></table>
<note>
( *1 ) L'illustrazione è fornita a scopo puramente informativo.
</note> | ITA | 32017R2245 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>10.3.2015   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 65/13</p></td></tr></tbody></table>
REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2015/390 DELLA COMMISSIONE
del 5 marzo 2015
che modifica l'allegato I del regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (CEE) n. 2658/87 del Consiglio, del 23 luglio 1987, relativo alla nomenclatura tariffaria e statistica ed alla tariffa doganale comune ( 1 ) , in particolare l'articolo 9, paragrafo 1, lettera a),
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>Il regolamento (CEE) n. 2658/87 ha istituito una nomenclatura delle merci (denominata in appresso «nomenclatura combinata») che figura nell'allegato I del medesimo regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>Nella parte seconda, capitolo 20 della nomenclatura combinata, l'attuale testo della nota complementare 2, lettera a), stabilisce che il tenore di zuccheri diversi di un prodotto va calcolato in base a una cifra indicata da un rifrattometro mediante il metodo stabilito all'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 974/2014 della Commissione<a> (<span>2</span>)</a>.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>I prodotti a base di alghe marine e altre alghe preparate o conservate mediante processi non contemplati al capitolo 12 della seconda parte della nomenclatura combinata, di manioca, d'arrow-root o di salep, topinambur, patate dolci e altre simili radici e tuberi ad alto tenore di fecola o di inulina della voce 0714 della nomenclatura combinata o di foglie di vite sono tutti classificati al capitolo 20 della seconda parte della nomenclatura combinata. Nell'applicare il calcolo ottenuto mediante metodo rifrattometrico a tali prodotti, risulta che il loro tenore di zuccheri è talmente alto da far ritenere che contengano zuccheri aggiunti ai sensi della nota complementare 3 di detto capitolo anche se non ne contengono.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Al fine di garantire una corretta classificazione di tali prodotti, è pertanto opportuno disciplinare l'uso del metodo della cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) nonché l'applicazione di una formula consolidata già applicata dai laboratori doganali ai fini del calcolo del tenore di zuccheri di tali prodotti specifici che rientrano nel capitolo 20 della seconda parte della nomenclatura combinata.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Ai fini di un'interpretazione uniforme della nomenclatura combinata in tutta l'Unione per quanto concerne la misurazione del tenore di zuccheri di vari prodotti, occorre modificare la lettera a) della nota complementare 2 al capitolo 20.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>È opportuno modificare di conseguenza il regolamento (CEE) n. 2658/87.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del comitato del codice doganale,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Al capitolo 20 della seconda parte della nomenclatura combinata, di cui all'allegato I del regolamento (CEE) n. 2658/87, la nota complementare 2, lettera a), è sostituita dalla seguente:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>«a)</p></td><td><p>Il tenore di zuccheri diversi, calcolato in saccarosio (“tenore di zuccheri”), dei prodotti compresi in questo capitolo corrisponde all'indicazione numerica fornita alla temperatura di 20 °C dal rifrattometro — utilizzato secondo il metodo di cui all'allegato del regolamento di esecuzione (UE) n. 974/2014 — e moltiplicato per uno dei seguenti fattori:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>0,93 per i prodotti delle sottovoci da 2008 20 a 2008 80, 2008 93, 2008 97 e 2008 99,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>0,95 per i prodotti delle altre voci.</p></td></tr></tbody></table><p>Tuttavia, il tenore di zuccheri diversi, calcolato in saccarosio (“tenore di zuccheri”), dei seguenti prodotti classificati in questo capitolo:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>prodotti a base di alghe marine e altre alghe preparate o conservate mediante processi non contemplati al capitolo 12,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>prodotti a base di manioca, d'arrow-root o di salep, topinambur, patate dolci e altre simili radici e tuberi ad alto tenore di fecola o di inulina della voce 0714,</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p>—</p></td><td><p>prodotti a base di foglie di vite,</p></td></tr></tbody></table><p>corrisponde all'indicazione numerica che risulta da un calcolo effettuato in base a misurazioni ottenute con l'applicazione del metodo della cromatografia liquida ad alta prestazione (“metodo HPLC”), con la seguente formula:</p><p>S + (G + F) × 0,95</p><p>dove:</p><table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>“S” è il tenore di saccarosio determinato mediante il metodo HPLC;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>“F” è il tenore di fruttosio determinato mediante il metodo HPLC;</p></td></tr></tbody></table><table><col/><col/><tbody><tr><td><p> </p></td><td><p>“G” è il tenore di glucosio determinato mediante il metodo HPLC.»</p></td></tr></tbody></table></td></tr></tbody></table>
Articolo 2
Il presente regolamento entra in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea .
Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 5 marzo 2015
Per la Commissione,
a nome del presidente
Heinz ZOUREK
Direttore generale della Fiscalità e unione doganale
<note>
( 1 ) GU L 256 del 7.9.1987, pag. 1 .
( 2 ) Regolamento di esecuzione (UE) n. 974/2014 della Commissione, dell'11 settembre 2014, che stabilisce il metodo rifrattometrico di misura del residuo secco solubile nei prodotti trasformati a base di ortofrutticoli ai fini della loro classificazione nella nomenclatura combinata ( GU L 274 del 16.9.2014, pag. 6 ).
</note> | ITA | 32015R0390 |
<table><col/><col/><col/><col/><tbody><tr><td><p>28.3.2017   </p></td><td><p>IT</p></td><td><p>Gazzetta ufficiale dell'Unione europea</p></td><td><p>L 81/18</p></td></tr></tbody></table>
DECISIONE (UE) 2017/599 DELLA COMMISSIONE
del 22 marzo 2017
sulla proposta di iniziativa dei cittadini dal titolo «Cittadinanza UE per gli europei: uniti nella diversità nonostante lo jus soli e lo jus sanguinis»
[notificata con il numero C(2017) 2001]
(Il testo in lingua inglese è il solo facente fede)
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea,
visto il regolamento (UE) n. 211/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 febbraio 2011, riguardante l'iniziativa dei cittadini ( 1 ) , in particolare l'articolo 4,
considerando quanto segue:
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(1)</p></td><td><p>L'oggetto della proposta di iniziativa dei cittadini dal titolo «Cittadinanza UE per gli europei: uniti nella diversità nonostante lo jus soli e lo jus sanguinis» fa riferimento a quanto segue: «La natura e l'obiettivo della cittadinanza dell'Unione, in particolare in relazione alla cittadinanza nazionale. Recesso di uno Stato membro dall'Unione e relativi effetti. Diritti dei cittadini garantiti dalla legislazione dell'UE».</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(2)</p></td><td><p>La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce. Possedere la cittadinanza di uno Stato membro è un prerequisito per avere la cittadinanza dell'Unione. Affinché una persona possa avere la cittadinanza dell'Unione è necessario che almeno uno degli Stati di cui tale persona possiede la cittadinanza sia membro dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(3)</p></td><td><p>La relazione tra la cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione e la cittadinanza dell'Unione è stabilita nei trattati. Nei trattati non esiste una base giuridica che conferisca alle istituzioni dell'UE il potere di adottare un atto legislativo dell'Unione, ai fini dell'applicazione dei trattati, per garantire la cittadinanza dell'Unione a persone che non sono in possesso della cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(4)</p></td><td><p>Tuttavia un atto legislativo dell'Unione finalizzato all'applicazione dei trattati può essere adottato in relazione ai diritti dei cittadini di paesi terzi che risiedono legalmente in uno Stato membro, anche per quanto riguarda le condizioni che ne disciplinano la libertà di movimento e residenza in altri Stati membri dell'UE. Un atto legislativo di questo tipo può pertanto conferire determinati diritti simili a quelli connessi con la cittadinanza dell'Unione a cittadini di uno Stato in caso di suo recesso dall'Unione a norma dell'articolo 50 del TUE.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(5)</p></td><td><p>Il trattato sull'Unione europea (TUE) rafforza la cittadinanza dell'Unione e potenzia ulteriormente il funzionamento democratico dell'Unione prevedendo, tra l'altro, che ogni cittadino ha il diritto di partecipare alla vita democratica dell'Unione mediante l'iniziativa dei cittadini europei.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(6)</p></td><td><p>A tal fine, le procedure e le condizioni necessarie per l'iniziativa dei cittadini dovrebbero essere chiare, semplici, di facile applicazione e proporzionate alla natura di tale iniziativa, in modo da incoraggiarne la partecipazione e rendere l'Unione più accessibile.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(7)</p></td><td><p>Per tali motivi è opportuno considerare che la proposta d'iniziativa dei cittadini, nella misura in cui mira a una proposta legislativa finalizzata all'applicazione dei trattati in relazione ai diritti di cittadini di paesi terzi residenti legalmente in uno Stato membro, anche per quanto riguarda le condizioni che ne disciplinano la libertà di movimento e residenza in altri Stati membri dell'UE, e mira a conferire in particolare determinati diritti simili a quelli connessi con la cittadinanza dell'Unione a cittadini di uno Stato che abbia deciso di recedere dall'Unione a norma dell'articolo 50 del TUE, non esula manifestamente dalla competenza della Commissione di presentare una proposta legislativa ai fini dell'applicazione dei trattati in conformità all'articolo 4, paragrafo 2, lettera b), del regolamento.</p></td></tr></tbody></table>
<table><col/><col/><tbody><tr><td><p>(8)</p></td><td><p>La proposta d'iniziativa dei cittadini dal titolo «Cittadinanza UE per gli europei: uniti nella diversità nonostante lo jus soli e lo jus sanguinis», dovrebbe pertanto essere registrata. È opportuno raccogliere dichiarazioni di sostegno per la proposta di iniziativa dei cittadini di cui trattasi, nella misura in cui essa mira a una proposta legislativa finalizzata all'applicazione dei trattati in relazione ai diritti di cittadini di paesi terzi residenti legalmente in uno Stato membro, anche per quanto riguarda le condizioni che ne disciplinano la libertà di movimento e residenza in altri Stati membri dell'UE, e mira a conferire in particolare determinati diritti simili a quelli connessi con la cittadinanza dell'Unione a cittadini di uno Stato che abbia deciso di recedere dall'Unione a norma dell'articolo 50 del TUE,</p></td></tr></tbody></table>
HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:
Articolo 1
1. La proposta d'iniziativa dei cittadini dal titolo «Cittadinanza UE per gli europei: uniti nella diversità nonostante lo jus soli e lo jus sanguinis», viene registrata.
2. Per tale proposta d'iniziativa dei cittadini possono essere raccolte dichiarazioni di sostegno, sulla base del presupposto che essa mira a una proposta legislativa atta a garantire che, a seguito del recesso di uno Stato membro a norma dell'articolo 50 del TUE, i cittadini di tale paese possano continuare a beneficiare di diritti simili a quelli di cui godevano quando tale paese era uno Stato membro.
Articolo 2
La presente decisione entra in vigore il 27 marzo 2017.
Articolo 3
Destinatari di tale decisione sono gli organizzatori (membri del comitato di cittadini) della proposta d'iniziativa dei cittadini dal titolo «Cittadinanza UE per gli europei: uniti nella diversità nonostante lo jus soli e lo jus sanguinis», rappresentati da [i dati personali sono stati espunti dopo consultazione con gli organizzatori], agenti in qualità di referenti.
Fatto a Bruxelles, il 22 marzo 2017
Per la Commissione
Frans TIMMERMANS
Vicepresidente
<note>
( 1 ) GU L 65 dell'11.3.2011, pag. 1 .
</note> | ITA | 32017D0599 |