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Genetica molecolare
La '''genetica molecolare''' è il campo della genetica che studia la struttura e la funzione dei geni al livello molecolare.
Quando, agli inizi del Novecento, furono riscoperte ed estese le leggi di Mendel, i ricercatori si chiesero in che modo i geni potessero determinare le caratteristiche ereditarie di un individuo. Un esperimento illuminante fu il seguente. Erano stati selezionati dei ceppi di topi che si potevano considerare praticamente '''linee pure'''. I ricercatori incrociarono due ceppi diversi entrambi albini: contrariamente a ogni previsione tutti i figli della prima generazione ibrida erano pigmentati. Ciò sembrava in contrasto con le leggi dell'ereditarietà, in quanto l'albinismo è un fenotipo recessivo, e quindi i genitori albini dei topi pigmentati avrebbero dovuto mancare totalmente dei geni necessari per produrre la melanina. Dal punto di vista della genetica formale, la cosa può essere spiegata ammettendo che nella produzione di melanina siano coinvolti due loci, che chiameremo "A" e "B", e che sia un allele A sia uno B sono necessari per produrre il pigmento. Tutto si spiega supponendo che un ceppo parentale avesse genotipo aaBB e l'altro AAbb. I figli erano tutti AaBb, perciò sia il "fattore A" sia il "fattore B" erano disponibili per produrre la pigmentazione. La necessità di due loci può ricevere una spiegazione biochimica, se si ammette che i geni producono enzimi. Supponiamo che i loci A e B codifichino per due diversi enzimi afferenti alla stessa '''catena metabolica''' per la produzione di melanina. Supponiamo pure che l'allele A produca l'enzima necessario affinché avvenga una reazione mentre l'allele a non funziona, e che B produca l'enzima per un'altra reazione mentre b è inattivo. Ognuno dei ceppi di topi mancava di un enzima, per cui la catena metabolica si interrompeva comunque. Tale situazione si chiama '''blocco metabolico'''. Negli incroci invece, essendo presente un allele funzionante per entrambi i loci, erano presenti tutti gli enzimi, per cui la catena metabolica poteva svolgersi. Da fatti sperimentali del tipo descritto si ricavò l'ipotesi che ad ogni gene corrispondesse un enzima. Anche proteine non enzimatiche sono però presenti in forme diverse ereditabili, inoltre vi sono proteine formate da più catene polipeptidiche differenti. Oggi si sa quindi che ''ad ogni gene (strutturale) corrisponde una catena polipeptidica''. Rimaneva da definire di cosa fossero fatti i geni. I cromosomi degli Eucarioti contengono principalmente due tipi di macromolecole: '''proteine''' ed '''acidi nucleici'''. La risposta venne dagli organismi più semplici. Nel 1928 si era scoperto il principio della ''trasformazione batterica''. I Batteri si riproducono solo asessualmente, mediante una semplice divisione dell'unica cellula in due cellule geneticamente uguali: ciò comporta che si possono facilmente ottenere ceppi di Batteri geneticamente identici. Si era però verificato che, aggiungendo ad una coltura di un ceppo l'estratto di Batteri morti di un ceppo geneticamente diverso, nella coltura comparivano Batteri che presentavano caratteristiche genetiche del ceppo "donatore". Ciò indicava che anche distruggendo fisicamente le cellule i geni mantenevano la loro identità e potevano essere assorbiti da Batteri vivi che li integravano nel loro genoma. Nel 1943, Avery, MacLeod e McCarty isolarono due ceppi di ''Diplococcus pneumoniæ'' (un batterio che può produrre polmoniti nei mammiferi). Un ceppo era virulento, ossia uccideva i topi cui fosse stato iniettato, l'altro era non virulento. Aggiungendo ad una coltura di batteri non virulenti un estratto di batteri virulenti morti comparivano batteri virulenti. L'estratto di batteri virulenti doveva contenere dei geni: ma quale tra le svariate sostanze presenti li costituiva? Ovviamente doveva essere una macromolecola, ma quale? I ricercatori separarono allora chimicamente i polisaccaridi, le proteine e gli acidi nucleici dall'estratto, e li aggiunsero separatamente a colture di Batteri non virulenti. Solo le colture cui erano stati aggiunti gli acidi nucleici divenivano virulente. Digerendo gli acidi nucleici con un enzima che degrada l'RNA la capacità trasformante si conservava, non così se si digeriva il DNA con un enzima apposito. Così fu dimostrato che ''il principio trasformante (ossia il materiale costituente i geni) è il Dna''. Questo risultato era sorprendente: fino ad allora si riteneva plausibile che l'informazione genetica fosse portata da proteine, perché sono più complesse, essendo costituite da venti tipi di amminoacidi contro i soli quattro desossiribonucleotidi del Dna. Il ruolo del Dna è confermato anche dal fatto che è possibile indurre certe cellule a produrre virioni completi trattandole con il solo acido nucleico di certi virus. L'informazione genetica risiede essenzialmente nel DNA. Poiché in ogni posizione in un filamento di Dna ci possono essere 4 diversi desossiribonucleotidi, ognuno di essi contiene 2 bit di informazione (in quanto 22=4). L'informazione genetica viene riprodotta prima che una cellula si divida mediante la ''replicazione del DNA''. L'informazione di un frammento di Dna viene ricopiata in un filamento di Rna con un processo detto trascrizione. In questo caso essa non viene sostanzialmente modificata in quanto i ribonucleotidi sono molto simili ai corrispondenti desossiribonucleotidi. Il tipo più abbondante di Rna è il messaggero (mRNA) che ha la funzione di trasportare l'informazione dal Dna ai ribosomi che producono le proteine. Si tratta di molecole a vita breve che vengono poi degradate. Il ribosoma, nell'attuare la sintesi proteica deve interpretare una sequenza di nucleotidi e produrre una sequenza precisa di amminoacidi. Nelle normali proteine vi sono circa 20 tipi di amminoacidi: ogni amminoacido per essere determinato richiede tra 4 e 5 bit di informazione (in quanto 24=16 e 25=32). Per rappresentare un amminoacido serve quindi una sequenza di 3 nucleotidi (''tripletta''). Il ''codice genetico'' è la regola di corrispondenza tra le triplette e gli amminoacidi: è lo stesso per tutti gli organismi terrestri, e ciò è una forte evidenza a favore dell'origine comune di tutte le specie che conosciamo. Poiché le triplette sono 64 (43) vi sono ''triplette sinonime'' (che indicano lo stesso amminoacido): si dice perciò che ''il codice genetico è degenerato''. Esistono inoltre tre triplette nonsense, che non rappresentano nessun amminoacido e indicano la fine della catena proteica. Tutte le sostanze organiche non semplicissime presenti in un organismo sono proteine o sono prodotte dalle proteine enzimatiche: i geni determinano quindi la composizione dell'individuo. Il seguente schema mostra il ''flusso dell'informazione genetica'' (o ''espressione genica''): center Il diagramma precedente mostra quello che viene chiamato "dogma centrale della genetica". Negli anni '70 si è verificato che esistono eccezioni alla direzione del flusso di informazione. In alcuni virus il genoma è costituito da RNA, che si replica in due modi. * Nei retrovirus si ha la ''trascrizione inversa'' ossia la produzione di Dna a partire dall'Rna virale. Questo Dna entra a far parte del genoma della cellula ospite e dalla sua trascrizione si ottiene nuovo Rna virale. * In altri virus l'Rna virale si replica in modo simile al DNA. Comunque, in tutti gli organismi a base cellulare il Dna è l'unica molecola che garantisce la continuità delle caratteristiche ereditarie. Le mutazioni sono caratteristiche genotipiche di un individuo che non erano presenti nei genitori. Esse derivano da errori nella replicazione del genoma. Si dividono in: 1) ''mutazioni germinali'', vengono trasmesse alla progenie attraverso i gameti. Sono presenti in tutte le cellule dell'individuo. Possono essere di tre tipi: * ''monogeniche o mendeliane'', in cui il gene implicato è uno solo * ''mitocondriali'' dovute a mutazioni nel DNA mitocondriale * ''multifattoriali'', in cui sono implicati due o più geni, ognuno dei quali è necessario ma non sufficiente a innescare una patologia, nonché l'influenza di molteplici fattori ambientali * '' cromosomiche'', dovute ad anomalie strutturali dei cromosomi * ''genomiche'', consistenti in anomalie nel numero dei cromosomi 2) ''mutazioni somatiche'', insorte in una singola cellula dell'organismo e trasmesse alla sua progenie a costituire un clone cellulare. Non possono essere trasmesse ai discendenti in quanto coinvolgono cellule che non danno origine a cellule della prole; sono coinvolte nella cancerogenesi e nell'invecchiamento. === Le mutazioni puntiformi === Si dicono puntiformi le mutazioni che coinvolgono una piccola parte di un gene. Se la mutazione incorre in una parte del gene che viene tradotta, possiamo avere, nel caso sia coinvolto un solo nucleotide: * una ''sostituzione'' che può essere ** ''missense'', se trasforma la tripletta in un'altra che codifica per un amminoacido diverso producendo *** un effetto scarso se l'amminoacido viene sostituito con uno simile e/o non si trova in un tratto importante della proteina *** un effetto notevole se il nuovo amminoacido è molto diverso e/o si trova in posizione importante nella proteina ** ''samesense'' (in Italiano "silente"), se la nuova tripletta viene tradotta nello stesso amminoacido, senza effetti sulla proteina prodotta ** ''nonsense'' se trasforma una tripletta codificante in una delle tre triplette che indicano la fine della catena amminoacidica, con accorciamento della proteina prodotta * una ''inserzione'' o una ''delezione'' che producono uno ''slittamento di fase'' o meglio uno "spostamento della cornice di lettura (frame shift)", ossia un raggruppamento dei nucleotidi successivi in triplette diverse da quelle originali. Ad esempio se la sequenza codificante fosse CAT CAT CAT..., la delezione della A della prima tripletta provoca il seguente scivolamento delle cornice: CTC ATC AT...ll Le sequenze di nucleotidi che vengono tradotte in proteine sono i ''geni strutturali''. Esse costituiscono solo una parte del genoma. Molte sequenze genetiche non tradotte hanno la funzione di regolare il funzionamento del genoma e sono dette geni regolatori. Il primo meccanismo di regolazione della trascrizione genetica che è stato studiato è l'''operone lattosio'' di ''Escherichia coli''. La regolazione genetica può essere anche molto più complessa. Negli eucarioti essa è complicata dal fatto che i geni sono ''discontinui'' (''split genes''). Tali geni sono formati dall'alternanza di sequenze tradotte (''esoni'') e altre che non hanno corrispondente nella proteina (''introni''): questi ultimi devono essere rimossi prima che il messaggero esca dal nucleo e venga tradotto. Il processo di ''maturazione del mRna'' che si rende necessario per la sua traduzione rappresenta un'altra occasione di regolazione dell'espressione genica. I geni regolatori svolgono una funzione cruciale nel determinare le caratteristiche degli organismi. Questo è ancora più evidente negli organismi pluricellulari, come l'uomo, nei quali tutte le cellule hanno lo stesso genoma benché moltissimi geni si esprimano solo in alcuni tipi di cellule, e solo in determinati momenti della vita degli stessi.
Gagliano del Capo
'''Gagliano del Capo''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato nell'estremità meridionale del Salento, a 63,9 km dal capoluogo provinciale, esso comprende Arigliano, San Dana e la località Ciolo, caratterizzata da un'alta insenatura rocciosa e dall'amenità di alcune grotte marine di notevole interesse storico e paesaggistico. Fa parte dell'Unione dei comuni Terra di Leuca. Dal 2016 fa parte dell'associazione ''Borghi Autentici d'Italia''.
=== Territorio === Il centro abitato sorge a 144 m s.l.m. e si adagia nell'avvallamento delimitato dalle alture denominate "Monte Tumasi" e "Monticelli". Il territorio comunale si estende fino alla costa, caratterizzata da un'alta insenatura rocciosa e dall'amenità di alcune grotte marine di notevole interesse paesaggistico e storico. Dall'ottobre 2006, parte del suo territorio rientra nel Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie, sia animali che vegetali. Confina a nord con il comune di Alessano, ad est con il Mar Ionio, mentre sia a sud che ad ovest con Castrignano del Capo. *Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa). === Clima === Dal punto di vista meteorologico, Gagliano del Capo rientra nel territorio del basso Salento che presenta un clima prettamente mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo-umide. La temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +16,8 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +28,5 °C. Le precipitazioni medie annue, che ammontano a circa 321 mm, presentano un minimo in primavera-estate ed un picco in autunno-inverno.Facendo riferimento alla ventosità, i comuni di questa zona della Puglia risentono debolmente delle correnti occidentali grazie alla protezione determinata dalle Serre salentine che creano un sistema a scudo. Al contrario le correnti autunnali ed invernali da Sud-Est favoriscono l'incremento delle precipitazioni, in questo periodo, rispetto al resto della penisola. Secondo la tradizione deriva dal nome latino di persona "Gallius" o "Gaius", un centurione romano che ebbe in possesso questa terra dopo la conquista romana del Salento. La frequentazione umana del territorio di Gagliano del Capo è databile sin dall'età del bronzo, come testimoniano i due menhir presenti ad Arigliano. Le fonti ed i reperti archeologici testimoniano che un primo agglomerato urbano sorse dopo la distruzione dei vicini casali di ''Plusano'' e ''Misciano'' nel II secolo a.C. Dal 553 e fino all'XI secolo il paese entrò nella sfera di influenza bizantina e, proprio in questo periodo, si diffuse il rito religioso orientale che si conservò fino al XVII secolo. Per secoli numerosi fondi gaglianesi di proprietà dell'Abbazia otrantina di San Nicola di Casole vennero coltivati da suoi vassalli. Nell'877 accolse i superstiti della città di Vereto scampati alla furia distruttiva dei Saraceni. Anche questa terra, come tanti altri casali di Terra d'Otranto, è stata protagonista di varie vicende feudali. Durante il dominio angioino (tra il XIII e il XV secolo) divenne feudo di Isolda De Nocera, del milite francese Guglielmo Brunel e di Mariotto Corso. Nel 1495, Ferdinando d'Aragona concesse il casale alla famiglia Castriota-Scanderbeg, i cui discendenti abitarono nel castello situato accanto alla chiesa parrocchiale. Tra il 1413 e il 1421 il borgo fu dotato di mura e divenne rifugio degli abitanti dei casali vicini (Valiano, Misciano, Prusano, Santu Dimitri, San Nicola e Vinciguerra). Nel 1547, dopo l'ennesima invasione dei pirati saraceni che deportarono numerosi cittadini, le fortificazioni furono rafforzate.Nel XVII secolo il feudo passò a Laura Guarini, dei Conti di Alessano, e solo nel 1806 fu sciolto da ogni vincolo feudale. === Simboli === 70px Descrizione araldica dello stemma: Descrizione araldica del gonfalone: === Architetture religiose === Chiesa madre Interno * La Chiesa matrice di Gagliano del Capo fu edificata nel 1580, su progetto dell'architetto Ercole Cassano di Tricase. Di gusto barocco, con qualche reminiscenza rinascimentale, è dedicata a Santa Maria Assunta. Patrono della città è san Rocco confessore.La facciata, in carparo, presenta un portale del 1664 con timpano spezzato poggiante su colonne scanalate con capitelli ionici, una cinquecentesca finestra centrale e una statua in bassorilievo di san Nicola, proveniente dall'antica chiesa di rito greco. L'interno, ad aula unica, è caratterizzato da una volta a lunetta e da decorazioni a festoni. Le pareti della navata sono articolate da lesene e sono arricchite da otto altari, tra i quali risaltano quelli delle Anime Sante del Purgatorio e di san Rocco in stile barocco, realizzati nel XVIII secolo dallo scultore alessanese Emanuele Orfano. Pregevole è l'altare della Passione per le sculture lignee seicentesche dell'artista gallipolino Genuino Vespasiano, come anche l'altare di Santa Teresa del Bambin Gesù, in origine dedicato a Sant'Oronzo, opera di Placido Buffelli. I restanti altari sono intitolati a sant'Antonio, san Luigi, Vergine del Rosario, e Sacro Cuore di Gesù. Il presbiterio è dominato dalla grande mole dell'altare maggiore bicromo con dorature. Tra le opere pittoriche risaltano le tele della ''Vergine del Rosario'' (1614) di Giandomenico Catalano, della ''Vergine con le Anime Purganti'' (1771) di Oronzo Tiso e della ''Vergine del Carmine con i Santi Biagio, Carlo Borromeo, Giacinto, Pietro martire'' (1778) di Saverio Lillo. Chiesa dell'Immacolata * Chiesa dell'Immacolata, sede dell'omonima Confraternita, fu edificata nel 1860 sulle rovine della piccola cappella di sant'Angelo risalente al XVII-XVIII secolo. Aperta al culto nel 1861, presenta una semplice facciata neoclassica, terminante con un timpano triangolare. L'interno è a navata unica coperta da volta a spigolo. Le pareti della navata sono ritmate da lesene doriche e da arcate nelle quali sono ospitati gli altari della Trinità (1964), di san Francesco d'Assisi voluto dal Terz'Ordine Francescano nel 1892, di santa Lucia (1950) e di santa Filomena (1870). Nel 1884 venne realizzato il pavimento in mosaico, opera dei fratelli Antonio e Ippazio Peluso di Tricase. L'altare maggiore del 1862 è sormontato dalla statua lapidea della Madonna Immacolata. Nella sacrestia si conserva una tela raffigurante santa Filomena, dipinta dal gaglianese Francesco Saverio Mercaldi nel 1871. Chiesa di San Francesco di Paola * Chiesa di San Francesco di Paola, annessa al convento dei Minimi costruito nel 1640, fu realizzata nel 1613 sulle fondamenta di una chiesa di rito greco dedicata a sant'Elia. La chiesa originaria, eretta tra il 1401 e il 1405 per volontà di Raimondo Orsini Del Balzo, costituiva la chiesa parrocchiale dell'antico casale di Prusano, oggi scomparso. Il nuovo edificio fu voluto da Giovanni Castriota Scanderbeg, feudatario di Gagliano. La facciata, delimitata da due lesene e coronata da un timpano spezzato, è arricchita da tre nicchie con statue e da un portale d'ingresso posto in asse con un finestrone realizzato a traforo con 29 finestrelle quadrate e 11 circolari che formano una croce. L'interno, a navata unica, è coperto da una volta a botte lunettata decorata con stucchi e affrescata con tre ovali raffiguranti le scene dell''Assunzione'', della ''Vergine di Leuca'' e del ''Miracolo di san Francesco'', databili alla metà del XVIII secolo. Lungo la navata si aprono otto brevi cappelle contenenti altrettanti altari, dedicati a san Giuseppe, sant'Elia, Pietà, san Francesco da Paola, san Michele, Vergine del buon rimedio, beati Minimi, e santa Caterina da Siena. Il presbiterio accoglie il settecentesco coro ligneo e l'altare maggiore in marmo policromo. Dal 1809 al 1871, il complesso conventuale fu abbandonato e la chiesa fu utilizzata come pubblico cimitero fino al 1867, in sostituzione delle fosse carnarie della chiesa matrice di San Rocco. Fu riaperta al culto nel 1871 e per l'occasione fu realizzato il pavimento maiolicato. Cappella Madonna di Costantinopoli * Cappella di Santa Maria di Costantinopoli, fu costruita nei primi anni del XVII secolo per volontà della famiglia patrizia otrantina dei Della Gatta. La struttura, ad unica navata, possiede una semplice facciata sormontata da un timpano triangolare. È dotata di un piccolo campanile a vela. Abbandonata e usata nel corso del XIX secolo come fienile e ovile, fu riaperta al culto il 7 maggio 1961. L'originario tetto ad incannucciato e tegole fu sostituito con una copertura a volta piana. Nella nicchia dell'altare maggiore è custodita la statua della Madonna di Costantinopoli. ==== Altre chiese ==== *Cappella delle Figlie della Carità (1891); *Cappella della Madonna di Leuca (1959); *Chiesa dei Santi Medici (1966); *Cappella della Madonna delle Grazie (1966). === Architetture civili === Palazzo Ciardo * Palazzo Ciardo, casa natale del pittore Vincenzo Ciardo, attualmente ospita l'oratorio parrocchiale. Il Palazzo fu edificato nel 1900 sui ruderi del vecchio castello baronale, del quale è rimasto solo un torrione con una grande cisterna alla base. All'interno del torrione è ospita una piccola cappella. Il fossato del castello oggi è uno spiazzo dedicato alle manifestazioni della parrocchia. Il palazzo, a due piani, presenta molte stanze: al piano terra, la stanza che nella prima metà del XX secolo era adibita a farmacia comunale, attualmente è usata come biblioteca della parrocchia, mantenendo la sua forma semi-ovale con stuccature dorate. Tutte le stanze del piano superiore sono state adattate per attività della parrocchia (catechismo, sala musica, sala convegni, ecc.). Due stanze del piano superiore e una del piano inferiore, sono pavimentate a mosaico e recano la data 1900. Sono presenti inoltre le stalle, con pile per la raccolta di derrate alimentari, ed un torchio in legno del tipo ''alla genovese''. Nel 2002, l'atrio è stato coperto da un'intelaiatura in legno e plexiglas. Sul lastricato solare sono presenti mattonelle in maiolica provenienti dallo smantellamento del piano di calpestio della Chiesa di San Rocco. ==== Altri palazzi ==== * Palazzo Daniele, in stile Liberty fu edificato tra il 1861 e il 1863. * Palazzo Comi, fu costruito nel XIX secolo inglobando ambienti del XVI secolo e del XVIII secolo. * Palazzo Buccarello, risale al 1690. * Palazzo Bitonti, è stato edificato nella seconda metà del XIX secolo ed è strutturato su due piani. * Palazzo Bleve, fu edificato nella prima metà del XVIII secolo ed è caratterizzato da un loggione in pietra leccese che costituisce la parte principale del balcone al piano superiore. * Palazzo Protopapa-Sergi, costruito tra il XVII e il XVIII secolo, è caratterizzato dalla presenza di un cornicione sostenuto da mensole. * Palazzo Gargasole, risale alla fine del XVII secolo e presenta un portale bugnato. === Altro === ==== Colonne ==== *Colonna di San Rocco (1825). *Colonna dell'Immacolata (1825). === Aree naturali === Canalone del Ciolo * Canalone del Ciolo, è una profonda gola prodotta dall'azione erosiva dell'acqua nel suo percorso verso il mare. Il nome deriva dalle gazze ladre, dette ''Giole'' o ''Ciole'' nel dialetto salentino, che abitavano il canale. Si presenta come un profondo canyon, delimitato da alte e ripide pareti calcaree ricche di grotte, che delimita una piccola spiaggia ghiaiosa e una stretta insenatura. L'alto costone roccioso è ricoperto dalla vegetazione sempreverde della macchia mediterranea e da piante autoctone come il fiordaliso di Leuca e alcune specie di orchidee selvatiche. Sui costoni del canalone vi è la presenza di numerose grotte, protagoniste di ritrovamenti fossili e ceramici risalenti al Neolitico e al Paleolitico. La Grotta delle Prazziche, lunga 42 metri e larga circa 6, ne è un esempio. In essa i numerosi rinvenimenti hanno riportato alla luce pezzi di ceramica, manufatti del periodo litico e resti di fauna comprendente anche rinoceronti. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2017 a Gagliano del Capo risultano residenti 89 cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono: * Marocco - 26 * Romania - 24 Diffusione del dialetto salentino === Lingue e dialetti === Il dialetto parlato a Gagliano del Capo è il dialetto salentino meridionale. Esso, appartenente alla famiglia delle lingue romanze e classificato nel gruppo meridionale estremo, risulta essere pieno di influenze riconducibili ai popoli stabilitisi in questo territorio nel corso dei secoli: messapi, greci, romani, bizantini, longobardi, normanni, albanesi, francesi e spagnoli. === Istruzione === ==== Scuole ==== Nel comune di Gagliano del Capo hanno sede due plessi della Scuola dell'infanzia, di cui uno ad Arigliano, una Scuola primaria ed una secondaria di primo grado appartenenti al locale Istituto Comprensivo Statale. === Eventi === * Festa Patronale di San Rocco - 16 agosto; * Fiera di San Francesco - seconda domenica dopo Pasqua. Stazione Gagliano-Leuca === Strade === I collegamenti stradali che interessano questo comune sono: * Strada statale 16 Adriatica; * Strada statale 275 di Santa Maria di Leuca, Maglie-Santa Maria di Leuca; * Strada statale 274 Salentina Meridionale, Gallipoli-Santa Maria di Leuca; * Strada Provinciale 81, Vaste-Tricase-Corsano-Gagliano del Capo; * Strada Provinciale 195, Gagliano del Capo-Litoranea Otranto-Leuca; * Strada Provinciale 351, Patù-Castrignano del Capo-Gagliano del Capo. === Ferrovie === Il comune è servito dalla stazione ferroviaria Gagliano Leuca, capolinea delle Novoli-Gagliano del Capo e Maglie-Gagliano del Capo, tutte e due gestite da Ferrovie del Sud Est.
Governatore
La bandiera del governatore di Gibilterra, adottata nel 1982 '''Governatore''' è un titolo attribuito a funzionari, solitamente pubblici, con attribuzioni e funzioni diverse, a seconda della legge statale di riferimento.
=== Governatori di territori === È detto governatore l'organo monocratico che esercita il potere esecutivo in un territorio, in nome dell’autorità politica di un governo sovrano che lo ha nominato. Comunemente può esercitare anche funzioni legislative o giurisdizionali. Il titolo di governatore viene utilizzato per indicare: * l'organo che rappresenta il governo metropolitano in una colonia, possedimento o altra dipendenza, spesso con ampi poteri che si estendono anche al campo militare e giudiziario; se governa una dipendenza di particolare rilevanza o un insieme di dipendenze può avere il titolo di ''governatore generale''; * l'organo che rappresenta il governo centrale in una provincia, dipartimento o altra circoscrizione territoriale; * l'organo, di solito militare, che esercita per conto dello Stato occupante i poteri in un territorio soggetto a occupazione militare; * l'organo politico posto a capo dell'esecutivo di uno stato membro di una federazione di stati. === Governatori di organizzazioni === Il titolo di governatore è attribuito all'organo monocratico posto al vertice di talune organizzazioni, con un significato analogo, quindi, a presidente, amministratore delegato, direttore e simili. In particolare viene attribuito all'organo di vertice di istituzioni finanziarie, soprattutto banche centrali: così è, per esempio, per il Governatore della Banca d'Italia; la denominazione viene usata anche dalle banche centrali di Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Gran Bretagna ecc.; non è usata, invece, dalla Federal Reserve statunitense, dalla Banca centrale europea, dalla Bundesbank tedesca e dalla banca centrale austriaca, alle quali è preposto un presidente. Nei paesi anglosassoni sono detti governatori anche i membri dell'organo collegiale di governo (''board of governors'') di talune organizzazioni pubbliche (per esempio, la BBC, fino al 2007, e la Federal Reserve), con funzioni paragonabili a quelle del consiglio di amministrazione delle società per azioni. La stessa denominazione viene utilizzata per designare coloro che in sistemi politici del passato avevano un ruolo analogo agli odierni governatori, quali i proconsoli romani o i satrapi dell'antica Persia. Negli Stati e regioni che appartengono a una federazione o a uno Stato regionale il titolo di governatore è attribuito al capo dell'esecutivo. La denominazione è usata per lo più quando la forma di governo prescelta è quella presidenziale, per cui il governatore, normalmente eletto dalla popolazione, ha a livello locale un ruolo analogo a quello del presidente a livello nazionale. Hanno, per esempio, un governatore gli Stati della Nigeria, del Brasile, del Messico, del Venezuela e gli Stati Uniti d'America, così come le province dell'Argentina. Laddove è stata scelta la forma parlamentare, il capo del governo locale ha di solito il titolo di primo ministro o simili. Peraltro negli Stati di alcune federazioni che hanno adottato la forma parlamentare, accanto al capo del governo vi è un ''governatore'', con funzioni paragonabili a quelle del capo dello Stato a livello nazionale: così è in India e negli stati non monarchici della Malaysia, dove il governatore è nominato dal capo dello Stato federale. Può avere il titolo di governatore anche l'organo posto a capo dell'esecutivo di un ente territoriale che non è stato federato o regione. In Indonesia, per esempio, è il capo dell'esecutivo di una provincia, eletto dal popolo assieme al vicegovernatore per cinque anni. Nelle Filippine il governatore, a capo dell'esecutivo di una provincia, è eletto direttamente dal popolo; il suo mandato è di tre anni. Viene usualmente tradotto con governatore anche il titolo di ''chiji'' (知事) attribuito al capo dell'esecutivo delle prefetture del Giappone; è eletto dal popolo per quattro anni ma, sempre con voto popolare, può essere revocato prima della scadenza del mandato. In altri Stati il governatore rappresenta il governo in una circoscrizione territoriale, con un ruolo paragonabile a quello del prefetto in Francia o Italia. È il caso del Belgio, dove ciascuna delle dieci province ha un governatore, nominato dal governo regionale, che rappresenta nella provincia, oltre al governo regionale stesso, il governo della comunità e il governo federale; ha competenze in materia di vigilanza sugli enti territoriali locali, ordine pubblico, protezione civile ecc. Anche l'Arrondissement di Bruxelles-Capitale, che non fa parte di alcuna provincia, ha un governatore con funzioni analoghe. Gli altri ''arrondissement'', invece, hanno un commissario che dipende dal governatore della provincia di cui fanno parte. Figura paragonabile al prefetto italiano o francese è anche il ''governador civil'' portoghese, a capo di un ufficio denominato ''governo civil'', presente in ciascuno dei diciotto distretti in cui si divide il paese. ===Città del Vaticano === La carica di Governatore dello Stato della Città del Vaticano è stata istituita nel 1929, dopo i patti lateranensi e fu ricoperta dal marchese Camillo Serafini dalla fondazione dello Stato fino alla sua morte nel 1952. === Commonwealth britannico === Nel Commonwealth britannico esiste un governatore nei territori d'oltremare e negli stati, ora indipendenti, che continuano a riconoscere il sovrano britannico quale loro capo dello stato. Nei territori d'oltremare il governatore è normalmente nominato dal governo britannico e si occupa principalmente della difesa e degli affari esteri. In alcuni possedimenti minori viene denominato ''amministratore'' o ''commissario''. Negli stati che, pur avendo ottenuta l'indipendenza dal Regno Unito, continuano a riconoscere come capo dello Stato il sovrano britannico, il ''governatore generale'' è il rappresentante di quest'ultimo e, di fatto, esercita le funzioni del capo dello Stato. È nominato per cinque anni formalmente dal sovrano britannico su designazione, di fatto determinante, del primo ministro locale. In Australia vi è un ''governatore generale'' a livello federale e un ''governatore'' per ogni stato della federazione; in Canada un ''governatore generale'' a livello federale e un ''luogotenente governatore'' in ogni provincia (la differenza di denominazione riflette il fatto che i governatori australiani sono nominati con le stesse modalità del governatore generale, mentre i luogotenenti governatori canadesi sono nominati dal governatore generale su designazione del primo ministro federale). Anche Hong Kong e l'Irlanda del Nord sono stati in passato retti da un governatore. === Italia === Storicamente, il titolo di ''governatore provinciale'' è stato utilizzato nel Regno di Sardegna per designare il rappresentante del governo nelle relative province, che dal 1861 è denominato prefetto. Con l'inizio della conquiste coloniali italiane compaiono i primi governatori nei relativi territori: inizialmente quelli dell'Eritrea e della Somalia, dal 1911 quelli della Tripolitania e della Cirenaica, dal 1922 quelli del Dodecaneso. Successivamente, in epoca fascista, il ''governatore di Roma'' era nominato con decreto reale su proposta del Ministro dell'interno previa deliberazione del Consiglio dei ministri e dotato di personalità giuridica (il ''Governatorato di Roma''), istituito con il R.D.L. 28 ottobre 1925, n. 1949, al quale era affidata l'amministrazione cittadina della capitale. Il governatore, che aveva i poteri spettanti negli altri comuni al podestà, era coadiuvato da un ''vicegovernatore'', come lui di nomina regia, e dalla ''consulta di Roma'', costituita da 12 ''consultori'' nominati dal Ministro degli interni (dal 1926 ininterrottamente Mussolini). Nel ventennio c'è anche l'espansione dell'impero coloniale italiano e con essa dei governatorati, accompagnata poi da una riorganizzazione con accorpamento di alcuni territori. Nel periodo della seconda guerra mondiale venne anche istituito il governatorato della Dalmazia a seguito delle campagne nei Balcani. Dopo lo sbarco alleato in Sicilia fu nominato un governatore militare a capo dell'Allied Military Government of Occupied Territories. Alla fine del secondo conflitto mondiale seguono la perdita delle colonie e un cambio degli assetti istituzionali e così non esistono più governatori coloniali né il governatore di Roma. Dopo l'istituzione delle regioni, e in modo progressivamente crescente negli anni, con l'elezione diretta, si è diffuso nel gergo giornalistico l'uso del termine ''governatore'' per riferirsi al presidente della giunta regionale. Si tratta di un uso improprio, riconducibile a un frequente fenomeno di assimilazione giornalistica al modello federale statunitense, poiché nessuna norma prevede ufficialmente tale titolo.. Per quanto riguarda i vertici di enti, il Governatore della Banca d'Italia resta l'unico nel paese ad avere questo titolo da un punto di vista istituzionale ufficiale. === Stati Uniti d'America === L'uso del titolo di governatore per designare il capo dell'esecutivo di uno Stato federato trova la sua origine negli Stati Uniti d'America: i 13 stati originari, ex colonie britanniche, lo adottarono ispirandosi al titolo precedentemente utilizzato dal governatore coloniale. Negli Stati Uniti il governatore è eletto direttamente dal popolo e dura in carica quattro anni (due in New Hampshire e Vermont). La costituzione della maggior parte degli stati federati (fanno eccezione Arizona, Maine, New Hampshire, Oregon e Wyoming) prevede a fianco del governatore un ''luogotenente governatore'', che lo coadiuva e gli subentra in caso di morte o impedimento; in taluni stati, inoltre, il luogotenente governatore presiede il senato. In 25 stati governatore e luogotenente governatore sono eletti congiuntamente, negli altri 25, invece, sono eletti separatamente (in due stati il luogotenente governatore è eletto dal senato) e possono quindi appartenere a partiti diversi. Similmente al Presidente a livello nazionale, il governatore è assistito da un ''gabinetto'' del quale fanno parte, oltre all'eventuale luogotenente governatore, il ''segretario di stato'' (assente in alcuni stati), l'''attorney general'' e altri membri (variamente denominati: ''segretari'', ''commissari'', ''direttori'' ecc.) preposti ai dipartimenti in cui si divide l'amministrazione statale. Peraltro, a differenza di quanto avviene a livello federale, in certi stati questi funzionari non sono nominati dal governatore ma eletti.
Godiasco Salice Terme
'''Godiasco Salice Terme''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Pavia in Lombardia. Il comune è situato nell'Oltrepò Pavese, al confine con la provincia di Alessandria, sul medio corso del torrente Staffora.
Abitato sicuramente già prima del VII secolo, il territorio fu infeudato da Federico I a Obizzo Malaspina (1164). La storia di Godiasco è strettamente legata alle vicende del marchesato dei Malaspina. Nel diploma di conferma a Obizzo Malaspina dell'investitura imperiale del marchesato (1164) non è ancora nominato Godiasco, ma i soprastanti castelli di ''Piumesana'' e ''Calcinara''; analogamente a Varzi, anche lo sviluppo di Godiasco fu successivo a quella data, e legato all'intensificarsi dei traffici lungo la valle Stàffora. Nel 1221 la prima divisione tra i Malaspina attribuì Godiasco al ramo dello ''Spino Fiorito'', e nella successiva divisione del 1275 fu compreso nel territorio di quel ramo che aveva sede a Oramala (fraz. di Val di Nizza), e che prese poi dimora a Godiasco. I Malaspina di Godiasco furono sempre uno dei rami più fiorenti della casata: ben presto si divisero ulteriormente in cinque rami (Oramala, Piumesana, Casalasco, Cella e Valverde), con diverse partecipazioni feudali nelle terre del marchesato e una gestione consortile del suo capoluogo. Il marchesato di Godiasco fu sottomesso al Ducato di Milano e divenne una delle ''giurisdizioni separate'' o ''terre diverse'' dell'Oltrepò, forse la più vasta e importante. Ancora nel XVIII secolo si parlava del marchesato di Godiasco come di un'unità amministrativa e giudiziaria, comprendente diversi comuni: il suo territorio infatti comprendeva, oltre agli interi comuni attuali di Godiasco, Val di Nizza e Valverde, le frazioni Trebbiano di Ponte Nizza, Groppo di Pozzol Groppo, Sagliano, Cella, Nivione e Castellaro di Varzi, Cegni, Cignolo e Negruzzo di Santa Margherita di Staffora. Nel vasto feudo avevano partecipazioni anche i conti D'Adda e i Ghislieri, oltre che vari rami dei Malaspina, ma la preponderanza spettava ai marchesi Malaspina di Godiasco e Oramala, che erano anche marchesi di Pozzol Groppo e di Fortunago. Unito con il Bobbiese al Regno di Sardegna nel 1743, in base al Trattato di Worms, entrò a far parte poi della Provincia di Bobbio. La fine del marchesato ebbe luogo con l'abolizione del feudalesimo nel 1797. Nel 1801 il territorio è annesso alla Francia napoleonica fino al 1814. Nel 1818 passa alla provincia di Voghera e nel 1859 alla provincia di Pavia. Nel territorio di Godiasco si trovava anche il piccolo comune di Piumesana, che era pure sede di uno dei cinque rami dei Malaspina di Godiasco; esso mantenne l'autonomia fino all'inizio del XIX secolo. Nel giugno 2012, a seguito di un referendum popolare, è stato modificato il nome del comune da "Godiasco" a "Godiasco Salice Terme", al fine di dare maggiore importanza alla frazione principale del comune, Salice Terme, che possiede un maggior numero di abitanti rispetto allo stesso capoluogo comunale di Godiasco, e per sottolineare la presenza, all'interno del territorio, di importanti fonti termali. Il borgo dall'antico impianto medioevale conserva ancora i resti delle torri delle mura risalenti al XIII secolo e il Palazzo Malaspina. Nei dintorni si trovano la Cappella dedicata alla Beata Vergine, situata nella piazza della località Montalfeo, e la Chiesa intitolata a S.Giovanni, nella frazione S.Giovanni Piumesana. A 3 km a nordovest, sul torrente Staffora, si trova la frazione Salice Terme, nota località termale. * Rocca di Montalfeo Da Godiasco transitava la via del sale lombarda, percorsa da colonne di muli che passando per il fondo valle raggiungevano Genova attraverso il passo del Giovà e il monte Antola. Interessante è l'antico borgo del Molino del Groppo con il mulino della famiglia Malaspina perfettamente restaurato. === Evoluzione demografica === Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle Quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste. === Comunità montane === Fa parte della fascia collinare della Comunità montana Oltrepò Pavese. Le stazioni di Godiasco, Salice Terme e la fermata di Pozzol Groppo, quest'ultima in località Costiola, sorgevano lungo la ferrovia Voghera-Varzi, attiva fra il 1931 e il 1966.
Gastropoda
I '''gasteropodi''' sono la classe di molluschi viventi che ha avuto, dove si consideri il numero di specie esistenti e la varietà di nicchie ecologiche occupate, il maggior successo evolutivo, soprattutto grazie ad adattamenti anatomici che sono molto diversi da quelli dei Monoplacofori dai quali si sono presumibilmente originati. Comprendono chiocciole, lumache e numerosi animali marini che sono noti soprattutto per le loro conchiglie .
La parola ''gasteropode'' deriva dal greco γαστήρ (gastèr)=stomaco e ποδὸς (podòs)=piede, a indicare animali che si spostano strisciando sul proprio stomaco, come era inizialmente ritenuto. Precedentemente erano anche indicati col nome di ''univalvi'', per differenziarli dai bivalvi. La modificazione più appariscente rispetto ai molluschi ancestrali consiste in una rotazione (nota come 'torsione dei visceri') del sacco dei visceri e della cavità palleale attorno ad un asse verticale ed un suo avvolgimento a spirale (asse detto columella), che coinvolge anche la conchiglia. I Gasteropodi hanno quindi perduto la simmetria bilaterale. Questo fenomeno, classificato come incidente evolutivo, cioè come un'anomalia nello sviluppo di larve che è stata selezionata positivamente dalla selezione naturale, ha comportato numerosi vantaggi tra i quali l'apertura anteriore (non più posteriore) della cavità palleale e conseguente ottimizzazione della ossigenazione di questa visto che l'acqua non doveva essere condotta attivamente da cellule ciliate, ma veniva introdotta durante la semplice locomozione dell'animale. Inoltre, insieme alla chiastoneuria, torsione a 180° del sistema nervoso con la produzione di una forma ad x, la torsione ha permesso l'occupazione di uno stadio volumetrico minore e di compattare le dimensioni. Grazie a questo i Gasteropodi possono ritirarsi nella conchiglia, divenendo maggiormente difesi dalla predazione. Il compattamento delle dimensioni permette la stabilizzazione del baricentro mentre l'animale si muove all'interno della colonna d'acqua. In questo primo piano di ''Erctella mazzullii'' sono ben visibili le due paia di appendici cefaliche o "antenne". La conchiglia può essere opercolata grazie a membrane coriacee che vengono prodotte per proteggere il piede. Il piede e il capo sono evidenti e sul capo sono presenti appendici cefaliche retrattili, dette "antenne", con funzioni tattili e/o visive. I gasteropodi marini, quasi tutti bentonici, possono avere una massa anche di alcuni chilogrammi. Quelli terrestri hanno evoluto un polmone nella cavità del mantello che si chiama perciò sacco polmonare; sono in ogni caso relegati ad ambienti umidi. Sia le specie acquatiche, sia quelle terrestri che hanno perso la conchiglia possono essere rivestite da un ispessimento membranoso chiamato clipeo. === Alimentazione === ''Helix pomatia'' che si nutre su un pianta. La maggior parte dei gasteropodi sono fitofagi; specie fitofaghe si trovano sia tra i cenogasteropodi (per esempio i Littorinidi) che tra gli eterobranchi (la gran parte degli eupolmonati, diversi sacoglossi come ''Berthelinia'' spp. o ''Elysia'' spp.). Molte specie usano la radula per staccare le alghe incrostanti dal substrato, altre brucano alghe erette, alcune (p.es ''Haliotis'' spp.) salgono sulle alghe con il piede e le rompono in pezzi. ''Arion rufus'' che preda un lombrico Esistono anche molte specie carnivore. Alcune specie lacerano le prede (in genere bivalvi, altri gasteropodi, ricci, stelle di mare, policheti ma anche crostacei e pesci) utilizzando i denti della radula. Alcune specie (ad esempio i Conidi o i Turridi) si nutrono di prede che arpionano e avvelenano con i denti radulari. Altre come per esempio ''Tonna'' spp., ''Phalium'' spp., ''Cymatium'' spp., si infossano nella sabbia per raggiungere le prede e le narcotizzano con secrezioni salivari contenenti acido solforico. Altre ancora come ''Murex'' spp., ''Urosalpinx'' spp. o ''Natica'' spp. possiedono una sorta di proboscide estensibile, che utilizzano per perforare la conchiglia di patelle, balani e bivalvi, dei quali mangiano i tessuti molli. Alcune specie come ''Cassis'' usano la radula per incidere la teca calcarea dei ricci di mare. Alcune specie sono detritivore cioè si nutrono di particelle di materia organica; tra di essi alcuni cenogasteropodi come ''Nassarius'' spp. e ''Tritia'' spp., e molte specie di chiocciole, tra cui ''Cerithium'' spp., ''Cerithidea'' spp., ''Batillaria'' spp.. Alcune specie come quelle dei generi ''Strombus'' e ''Aporrhais'' aspirano detriti servendosi di un grande sifone mobile, con cui setacciano il fondale. Alcuni gasteropodi sono filtratori che si nutrono di particelle sospese di plancton). Un metodo di filtrazione è quello adottato da alcun littorinimorfi (''Crepidula'' spp.) che usano le ciglia delle branchie per filtrare la corrente d'acqua e convogliare le particelle alimentari. Molti gasteropodi vermiformi (p.es. Turitellidae e Vermetidae) usano le branchie come superficie di raccolta del cibo. Alcune specie di farfalle di mare secernono una rete di muco, che ricopre i parapodi sulle cavità del mantello, permettendogli di catturare piccoli organismi planctonici. Esistono poi alcune specie che sono parassite di altri organismi. La maggior parte di esse sono piccoli ectoparassiti, come p.es. il piramidellide ''Brachystoma'', che si nutre del sangue di bivalvi e policheti, o l'eulimide ''Stilifer'', che possiede una robusta proboscide che spinge all'interno della cavità del corpo dell'ospite (stelle di mare), ma alcune hanno sviluppato abitudini endoparassite come ''Entochonca'' (Eulimidae) che vive nel celoma periviscerale delle oloturie. === Riproduzione === Tra le specie marine ve ne sono parecchie gonocoriche, i Polmonati invece sono ermafroditi insufficienti. Nelle forme terrestri è inoltre scomparsa la forma larvale: dall'uovo emerge una forma giovanile simile all'adulto. ''Turritella carinata'' La classificazione dei gasteropodi ha subito nel corso degli anni significative modificazioni. === Classificazione tradizionale === La più antica classificazione dei gasteropodi risale al lavoro dello zoologo tedesco Johannes Thiele che nel 1925 produsse una suddivisione, basata su caratteristiche morfologiche, organizzata in 4 sottoclassi: * Prosobranchia, gasteropodi dotati di branchie situate nella parte anteriore del corpo * Opisthobranchia, gasteropodi dotati di branchie situate nella parte posteriore del corpo * Pulmonata, gasteropodi dotati di polmoni * Gymnomorpha, gasteropodi senza conchiglia Le caratteristiche morfologiche su cui si basava questa classificazione sono risultate frutto di mera convergenza evolutiva. === Classificazione di Ponder & Lindberg (1997) === Un primo tentativo di integrare gli aspetti morfologici con le evidenze filogenetiche è stato messo a punto nel 1997 da Ponder & Lindberg, che hanno proposto una suddivisione in due sottoclassi: Eogastropoda e Orthogastropoda. '''Classe Gastropoda''' Cuvier, 1797 '''''Incertæ sedis''''' * Ordine Bellerophontinaka † fossile * Ordine Mimospirina † fossile '''Sottoclasse Eogastropoda''' Ponder & Lindberg, 1996 * Ordine Euomphalida de Koninck 1881 † fossile ** Superfamiglia Macluritoidea ** Superfamiglia Euomphaloidea ** Superfamiglia Platyceratoidea * Ordine Patellogastropoda Lindberg, 1986 ** Sottordine Patellina Van Ihering, 1876 *** Superfamiglia Patelloidea Rafinesque, 1815 ** Sottordine Nacellina Lindberg, 1988 *** Superfamiglia Acmaeoidea Carpenter, 1857 *** Superfamiglia Nacelloidea Thiele, 1891 ** Sottordine Lepetopsina McLean, 1990 *** Superfamiglia Lepetopsoidea McLean, 1990 '''Sottoclasse Orthogastropoda''' Ponder & Lindberg, 1996 '''''Incertæ sedis''''' * Ordine Murchisoniina Cox & Knight, 1960 † fossile ** Superfamiglia Murchisonioidea Koken, 1889 ** Superfamiglia Loxonematoidea Koken, 1889 ** Superfamiglia Lophospiroidea Wenz, 1938 ** Superfamiglia Straparollinoidea ** Grade Sottulitoidea Lindström, 1884 *Superordine Cocculiniformia Haszprunar, 1987 ** Superfamiglia Cocculinoidea Dall, 1882 ** Superfamiglia Lepetelloidea Dall, 1882 *Superordine "Hot Vent Taxa" Ponder & Lindberg, 1997 ** Ordine Neomphaloida Sitnikova & Starobogatov, 1983 *** Superfamiglia Neomphaloidea McLean, 1981 *** Superfamiglia Peltospiroidea McLean, 1989 *Superordine Vetigastropoda Salvini-Plawen, 1989 ** Superfamiglia Fissurelloidea Fleming, 1822 ** Superfamiglia Haliotoidea Rafinesque, 1815 ** Superfamiglia Lepetodriloidea McLean, 1988 ** Superfamiglia Pleurotomarioidea Swainson, 1840 ** Superfamiglia Seguenzioidea Verrill, 1884 ** Superfamiglia Trochoidea Rafinesque, 1815 *Superordine Neritaemorphi Koken, 1896 ** Ordine Cyrtoneritomorpha † fossile ** Ordine Neritopsina Cox & Knight, 1960 *** Superfamiglia Neritoidea Lamarck, 1809 *Superordine Caenogastropoda Cox, 1960 ** Ordine Architaenioglossa Haller, 1890 *** Superfamiglia Ampullarioidea J.E. Gray, 1824 *** Superfamiglia Cyclophoroidea J.E. Gray, 1847 ** Ordine Sorbeoconcha Ponder & Lindberg, 1997 *** Sottordine Discopoda P. Fischer, 1884 **** Superfamiglia Campaniloidea Douvillé, 1904 **** Superfamiglia Cerithioidea Férussac, 1822 *** Sottordine Hypsogastropoda Ponder & Lindberg, 1997 ** Infraordine Littorinimorpha Golikov & Starobogatov, 1975 *** Superfamiglia Calyptraeoidea Lamarck, 1809 *** Superfamiglia Capuloidea J. Fleming, 1822 *** Superfamiglia Carinarioidea Blainville, 1818 *** Superfamiglia Cingulopsoidea Fretter & Patil, 1958 *** Superfamiglia Cypraeoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Ficoidea Meek, 1864 *** Superfamiglia Laottierinoidea Warén & Bouchet, 1990 *** Superfamiglia Littorinoidea (Children), 1834 *** Superfamiglia Naticoidea Forbes, 1838 *** Superfamiglia Rissooidea J.E. Gray, 1847 *** Superfamiglia Stromboidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Tonnoidea Suter, 1913 *** Superfamiglia Trivioidea Troschel, 1863 *** Superfamiglia Vanikoroidea J.E. Gray, 1840 *** Superfamiglia Velutinoidea J.E. Gray, 1840 *** Superfamiglia Vermetoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Xenophoroidea Troschel, 1852 ** Infraordine Ptenoglossa J.E. Gray, 1853 *** Superfamiglia Eulimoidea Philippi, 1853 *** Superfamiglia Janthinoidea Lamarck, 1812 *** Superfamiglia Triphoroidea J.E. Gray, 1847 ** Infraordine Neogastropoda Wenz, 1938 *** Superfamiglia Buccinoidea *** Superfamiglia Cancellarioidea Forbes & Hanley, 1851 *** Superfamiglia Conoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Muricoidea Rafinesque, 1815 *Superordine Heterobranchia J.E. Gray, 1840 ** Ordine Heterostropha P. Fischer, 1885 *** Superfamiglia Architectonicoidea J.E. Gray, 1840 *** Superfamiglia Nerineoidea Zittel, 1873 † fossile *** Superfamiglia Omalogyroidea G.O. Sars, 1878 *** Superfamiglia Pyramidelloidea J.E. Gray, 1840 *** Superfamiglia Rissoelloidea J.E. Gray, 1850 *** Superfamiglia Valvatoidea J.E. Gray, 1840 * Ordine Opisthobranchia Milne-Edwards, 1848 ** Sottordine Cephalaspidea P. Fischer, 1883 *** Superfamiglia Acteonoidea D'Orbigny, 1835 *** Superfamiglia Bulloidea Lamarck, 1801 *** Superfamiglia Diaphanoidea Odhner, 1914 *** Superfamiglia Haminoeoidea Pilsbry, 1895 *** Superfamiglia Philinoidea J.E. Gray, 1850 *** Superfamiglia Ringiculoidea Philippi, 1853 ** Sottordine Sacoglossa Von Ihering, 1876 *** Superfamiglia Oxynooidea H. Adams & A. Adams, 1854 *** Superfamiglia Cylindrobulloidea Thiele, 1931 *** Superfamiglia Elysioidea *** Superfamiglia Limapontioidea ** Sottordine Anaspidea P. Fischer, 1883 *** Superfamiglia Akeroidea Pilsbry, 1893 *** Superfamiglia Aplysioidea Lamarck, 1809 ** Sottordine Notaspidea P. Fischer, 1883 *** Superfamiglia Tylodinoidea J.E. Gray, 1847 *** Superfamiglia Pleurobranchoidea Férussac, 1822 ** Sottordine Thecosomata Blainville, 1824 *** Infraordine Euthecosomata **** Superfamiglia Limacinoidea **** Superfamiglia Cavolinioidea *** Infraordine Pseudothecosomata **** Superfamiglia Peraclidoidea **** Superfamiglia Cymbulioidea ** Sottordine Gymnosomata Blainville, 1824 *** Famiglia Clionidae Rafinesque, 1815 *** Famiglia Cliopsidae Costa, 1873 *** Famiglia Hydromylidae Pruvot-Fol, 1942 *** Famiglia Laginiopsidae Pruvot-Fol, 1922 *** Famiglia Notobranchaeidae Pelseneer, 1886 *** Famiglia Pneumodermatidae Latreille, 1825 *** Famiglia Thliptodontidae Kwietniewski, 1910 ** Sottordine Nudibranchia Blainville, 1814 ** Infraordine Anthobranchia Férussac, 1819 *** Superfamiglia Doridoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Doridoxoidea Bergh, 1900 *** Superfamiglia Onchidoridoidea Alder & Hancock, 1845 *** Superfamiglia Polyceroidea Alder & Hancock, 1845 ** Infraordine Cladobranchia Willan & Morton, 1984 *** Superfamiglia Dendronotoidea Allman, 1845 *** Superfamiglia Arminoidea Rafinesque, 1814 *** Superfamiglia Metarminoidea Odhner in Franc, 1968 *** Superfamiglia Aeolidioidea J.E. Gray, 1827 * Ordine Pulmonata Cuvier in Blainville, 1814 ** Sottordine Systellommatophora Pilsbry, 1948 *** Superfamiglia Onchidioidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Otinoidea H. Adams & A. Adams, 1855 *** Superfamiglia Rathouisioidea Sarasin, 1889 ** Sottordine Basommatophora Keferstein in Bronn, 1864 *** Superfamiglia Acroloxoidea Thiele, 1931 *** Superfamiglia Amphiboloidea J.E. Gray, 1840 *** Superfamiglia Chilinoidea H. Adams & A. Adams, 1855 *** Superfamiglia Glacidorboidea Ponder, 1986 *** Superfamiglia Lymnaeoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Planorboidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Siphonarioidea J.E. Gray, 1840 ** Sottordine Eupulmonata Haszprunar & Hotter, 1990 ** Infraordine Acteophila Dall, 1885 *** Superfamiglia Melampoidea Stimpson, 1851 ** Infraordine Trimusculiformes Minichev & Starobogatov, 1975 *** Superfamiglia Trimusculoidea Zilch, 1959 ** Infraordine Stylommatophora A. Schmidt, 1856 ** Sottinfraordine Orthurethra *** Superfamiglia Achatinelloidea Gulick, 1873 *** Superfamiglia Cochlicopoidea Pilsbry, 1900 *** Superfamiglia Partuloidea Pilsbry, 1900 *** Superfamiglia Pupilloidea Turton, 1831 ** Sottinfraordine Sigmurethra *** Superfamiglia Acavoidea Pilsbry, 1895 *** Superfamiglia Achatinoidea Swainson, 1840 *** Superfamiglia Aillyoidea Baker, 1960 *** Superfamiglia Arionoidea J.E. Gray in Turnton, 1840 *** Superfamiglia Buliminoidea Clessin, 1879 *** Superfamiglia Camaenoidea Pilsbry, 1895 *** Superfamiglia Clausilioidea Mörch, 1864 *** Superfamiglia Dyakioidea Gude & Woodward, 1921 *** Superfamiglia Gastrodontoidea Tryon, 1866 *** Superfamiglia Helicoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Helixarionoidea Bourguignat, 1877 *** Superfamiglia Limacoidea Rafinesque, 1815 *** Superfamiglia Oleacinoidea H. Adams & A. Adams, 1855 *** Superfamiglia Orthalicoidea Albers-Martens, 1860 *** Superfamiglia Plectopylidoidea Moellendorf, 1900 *** Superfamiglia Polygyroidea Pilsbry, 1894 *** Superfamiglia Punctoidea Morse, 1864 *** Superfamiglia Rhytidoidea Pilsbry, 1893 *** Superfamiglia Sagdidoidea Pilsbry, 1895 *** Superfamiglia Staffordioidea Thiele, 1931 *** Superfamiglia Streptaxoidea J.E. Gray, 1806 *** Superfamiglia Strophocheiloidea Thiele, 1926 *** Superfamiglia Trigonochlamydoidea Hese, 1882 *** Superfamiglia Zonitoidea Mörch, 1864 *** ? Superfamiglia Athoracophoroidea P. Fischer, 1883 (= Tracheopulmonata) *** ? Superfamiglia Succineoidea Beck, 1837 (= Heterurethra) === Classificazione di Bouchet & Rocroi (2005) === Un ulteriore passo avanti verso la definizione di una tassonomia più aderente alla reale filogenesi è stato compiuto da Bouchet & Rocroi nel 2005. Tali Autori hanno sviluppato una classificazione cladistica nella quale i ranghi intermedi tra la classe e la superfamiglia (sottoclassi, superordini, ordini, infraordini, sottordini) sono stati rimpiazzati da cladi «unranked». I raggruppamenti la cui monofilia non sia stata dimostrata o risulti controversa vengono etichettati come «gruppi informali». La classificazione di Bouchet & Rocroi riconosce 611 famiglie, 202 delle quali sono note solo in base a reperti fossili. I rapporti filogenetici sono mostrati nel seguente cladogramma: === Classificazione MolluscaBase/WoRMS (2020) === Nel 2017 la classificazione di Bouchet & Rocroi del 2005 è stata sottoposta, da parte dei medesimi autori, a una radicale revisione che ha portato alla reintroduzione dei tradizionali ranghi linneani al posto di cladi e gruppi informali. La nuova classificazione riconosce un totale di 721 famiglie di gasteropodi, di cui 245 estinte, note esclusivamente per reperti fossili. A questa nuova versione della classificazione si attengono attualmente (2020) i database MolluscaBase e World Register of Marine Species (WoRMS). A questa classificazione si attiene Wikipedia in italiano. In tale schema tassonomico le 476 famiglie viventi riconosciute sono suddivise in 6 sottoclassi: Patellogastropoda, Neomphaliones, Vetigastropoda, Neritimorpha, Caenogastropoda ed Heterobranchia. Patellogastropoda spp. * '''Sottoclasse Patellogastropoda''' ** Ordine Patellida Ihering, 1876 ***Superfamiglia Lottioidea Gray, 1840 ****Famiglia Acmaeidae Forbes, 1850 ****Famiglia Eoacmaeidae T. Nakano & Ozawa, 2007 ****Famiglia Lepetidae Gray, 1850 ****Famiglia Lottiidae Gray, 1840 ****Famiglia Neolepetopsidae McLean, 1990 ****Famiglia Pectinodontidae Pilsbry, 1891 ***Superfamiglia Patelloidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Nacellidae Thiele, 1891 ****Famiglia Patellidae Rafinesque, 1815 Cocculinidae spp.(Neomphaliones) * '''Sottoclasse Neomphaliones''' **Ordine Cocculinida ***Superfamiglia Cocculinoidea Dall, 1882 ****Famiglia Bathysciadiidae Dautzenberg & H. Fischer, 1900 ****Famiglia Cocculinidae Dall, 1882 **Ordine Neomphalida ***Superfamiglia Neomphaloidea McLean, 1981 ****Famiglia Melanodrymiidae Salvini-Plawen & Steiner, 1995 ****Famiglia Neomphalidae McLean, 1981 ****Famiglia Peltospiridae McLean, 1989 Vetigastropoda spp. * '''Sottoclasse Vetigastropoda''' **Ordine Lepetellida ***Superfamiglia Fissurelloidea J. Fleming, 1822 ****Famiglia Fissurellidae J. Fleming, 1822 ***Superfamiglia Haliotoidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Haliotidae Rafinesque, 1815 ****Famiglia † Temnotropidae Cox, 1960 ***Superfamiglia Lepetelloidea Dall, 1882 ****Famiglia Addisoniidae Dall, 1882 ****Famiglia Bathyphytophilidae Moskalev, 1978 ****Famiglia Caymanabyssiidae B. A. Marshall, 1986 ****Famiglia Cocculinellidae Moskalev, 1971 ****Famiglia Lepetellidae Dall, 1882 ****Famiglia Osteopeltidae B. A. Marshall, 1987 ****Famiglia Pseudococculinidae Hickman, 1983 ****Famiglia Pyropeltidae McLean & Haszprunar, 1987 ***Superfamiglia Lepetodriloidea McLean, 1988 ****Famiglia Lepetodrilidae McLean, 1988 ****Famiglia Sutilizonidae McLean, 1989 ***Superfamiglia Scissurelloidea Gray, 1847 ****Famiglia Anatomidae McLean, 1989 ****Famiglia Depressizonidae Geiger, 2003 ****Famiglia Larocheidae Finlay, 1927 ****Famiglia Scissurellidae Gray, 1847 **Ordine Pleurotomariida *** Superfamiglia Pleurotomarioidea Swainson, 1840 **** Famiglia Pleurotomariidae Swainson, 1840 **Ordine Seguenziida *** Superfamiglia Seguenzioidea Verrill, 1884 **** Famiglia Cataegidae McLean & Quinn, 1987 **** Famiglia Chilodontaidae Wenz, 1938 **** Famiglia Choristellidae Bouchet & Warén, 1979 **** Famiglia Eucyclidae Koken, 1896 **** Famiglia Eudaroniidae Gründel, 2004 **** Famiglia Pendromidae Warén, 1991 **** Famiglia Seguenziidae Verrill, 1884 **** Famiglia Trochaclididae Thiele, 1928 **Ordine Trochida *** Superfamiglia Trochoidea Rafinesque, 1815 **** Famiglia Angariidae Gray, 1857 **** Famiglia Areneidae McLean, 2012 **** Famiglia Calliostomatidae Thiele, 1924 (1847) **** Famiglia Colloniidae Cossmann, 1917 **** Famiglia Conradiidae Golikov & Starobogatov, 1987 **** Famiglia Liotiidae Gray, 1850 **** Famiglia Margaritidae Thiele, 1924 **** Famiglia Phasianellidae Swainson, 1840 **** Famiglia Skeneidae W. Clark, 1851 **** Famiglia Solariellidae Powell, 1951 **** Famiglia Tegulidae Kuroda, Habe & Oyama, 1971 **** Famiglia Trochidae Rafinesque, 1815 **** Famiglia Turbinidae Rafinesque, 1815 **Superfamiglia Vetigastropoda ''incertae sedis'' *** Famiglia † Holopeidae Cossmann, 1908 *** Famiglia † Micromphalidae J. A. Harper, 2016 *** Genere ''Sahlingia'' Warén & Bouchet, 2001 Neritimorpha spp. * '''Sottoclasse Neritimorpha''' **Ordine Cycloneritida *** Superfamiglia Helicinoidea Férussac, 1822 **** Famiglia Helicinidae Férussac, 1822 **** Famiglia Neritiliidae Schepman, 1908 **** Famiglia Proserpinellidae H. B. Baker, 1923 **** Famiglia Proserpinidae Gray, 1847 *** Superfamiglia Hydrocenoidea Troschel, 1857 **** Famiglia Hydrocenidae Troschel, 1857 *** Superfamiglia Neritoidea Rafinesque, 1815 **** Famiglia Neritidae Rafinesque, 1815 **** Famiglia Phenacolepadidae Pilsbry, 1895 *** Superfamiglia Neritopsoidea Gray, 1847 **** Famiglia Neritopsidae Gray, 1847 Caenogastropoda spp. * '''Sottoclasse Caenogastropoda''' **Ordine Architaenioglossa ***Superfamiglia Ampullarioidea Gray, 1824 ****Famiglia Ampullariidae Gray, 1824 ***Superfamiglia Cyclophoroidea Gray, 1847 ****Famiglia Aciculidae Gray, 1850 ****Famiglia Cochlostomatidae Kobelt, 1902 ****Famiglia Craspedopomatidae Kobelt & Möllendorff, 1898 ****Famiglia Cyclophoridae Gray, 1847 ****Famiglia Diplommatinidae L. Pfeiffer, 1856 ****Famiglia Maizaniidae Tielecke, 1940 ****Famiglia Megalomastomatidae Blanford, 1864 ****Famiglia Neocyclotidae Kobelt & Möllendorff, 1897 ****Famiglia Pupinidae L. Pfeiffer, 1853 ***Superfamiglia Viviparoidea Gray, 1847 ****Famiglia Viviparidae Gray, 1847 **Ordine Littorinimorpha ***Superfamiglia Calyptraeoidea Lamarck, 1809 ****Famiglia Calyptraeidae Blainville, 1824 ***Superfamiglia Capuloidea J. Fleming, 1822 ****Famiglia Capulidae J. Fleming, 1822 ***Superfamiglia Cingulopsoidea Fretter & Patil, 1958 ****Famiglia Cingulopsidae Fretter & Patil, 1958 ****Famiglia Eatoniellidae Ponder, 1965 ****Famiglia Rastodentidae Ponder, 1966 ***Superfamiglia Cypraeoidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Cypraeidae Rafinesque, 1815 ****Famiglia Eratoidae Gill, 1871 ****Famiglia Ovulidae J. Fleming, 1822 ****Famiglia Triviidae Troschel, 1863 ****Famiglia Velutinidae Gray, 1840 ***Superfamiglia Ficoidea Meek, 1864 (1840) ****Famiglia Ficidae Meek, 1864 (1840) ***Superfamiglia Littorinoidea Children, 1834 ****Famiglia Annulariidae Henderson & Bartsch, 1920 ****Famiglia Littorinidae Children, 1834 ****Famiglia Pomatiidae Newton, 1891 (1828) ****Famiglia Skeneopsidae Iredale, 1915 ****Famiglia Zerotulidae Warén & Hain, 1996 ***Superfamiglia Naticoidea Guilding, 1834 ****Famiglia Naticidae Guilding, 1834 ***Superfamiglia Pterotracheoidea Rafinesque, 1814 ****Famiglia Atlantidae Rang, 1829 ****Famiglia Carinariidae Blainville, 1818 ****Famiglia Pterotracheidae Rafinesque, 1814 ***Superfamiglia Rissooidea Gray, 1847 ****Famiglia Barleeiidae Gray, 1857 ****Famiglia Emblandidae Ponder, 1985 ****Famiglia Lironobidae Ponder, 1967 ****Famiglia Rissoidae Gray, 1847 ****Famiglia Rissoinidae Stimpson, 1865 ****Famiglia Zebinidae Coan, 1964 ***Superfamiglia Stromboidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Aporrhaidae Gray, 1850 ****Famiglia Rostellariidae Gabb, 1868 ****Famiglia Seraphsidae Gray, 1853 ****Famiglia Strombidae Rafinesque, 1815 ****Famiglia Struthiolariidae Gabb, 1868 ***Superfamiglia Tonnoidea Suter, 1913 (1825) ****Famiglia Bursidae Thiele, 1925 ****Famiglia Cassidae Latreille, 1825 ****Famiglia Charoniidae Powell, 1933 ****Famiglia Cymatiidae Iredale, 1913 ****Famiglia Laubierinidae Warén & Bouchet, 1990 ****Famiglia Personidae Gray, 1854 ****Famiglia Ranellidae Gray, 1854 ****Famiglia Thalassocyonidae F. Riedel, 1995 ****Famiglia Tonnidae Suter, 1913 (1825) ***Superfamiglia Truncatelloidea Gray, 1840 ****Famiglia Amnicolidae Tryon, 1863 ****Famiglia Anabathridae Keen, 1971 ****Famiglia Assimineidae H. Adams & A. Adams, 1856 ****Famiglia Bithyniidae Gray, 1857 ****Famiglia Bythinellidae Locard, 1893 ****Famiglia Caecidae Gray, 1850 ****Famiglia Calopiidae Ponder, 1999 ****Famiglia Clenchiellidae D.W. Taylor, 1966 ****Famiglia Cochliopidae Tryon, 1866 ****Famiglia Elachisinidae Ponder, 1985 ****Famiglia Emmericiidae Brusina, 1870 ****Famiglia Epigridae Ponder, 1985 ****Famiglia Falsicingulidae Slavoshevskaya, 1975 ****Famiglia Helicostoidae Pruvot-Fol, 1937 ****Famiglia Hydrobiidae Stimpson, 1865 ****Famiglia Hydrococcidae Thiele, 1928 ****Famiglia Iravadiidae Thiele, 1928 ****Famiglia Lithoglyphidae Tryon, 1866 ****Famiglia Moitessieriidae Bourguignat, 1863 ****Famiglia Pomatiopsidae Stimpson, 1865 ****Famiglia Spirostyliferinidae Layton, Middelfart, Tatarnic & N. G. Wilson, 2019 ****Famiglia Stenothyridae Tryon, 1866 ****Famiglia Tateidae Thiele, 1925 ****Famiglia Tomichiidae Wenz, 1938 ****Famiglia Tornidae Sacco, 1896 (1884) ****Famiglia Truncatellidae Gray, 1840 ****Famiglia Vitrinellidae Bush, 1897 ***Superfamiglia Vanikoroidea Gray, 1840 ****Famiglia Eulimidae Philippi, 1853 ****Famiglia Haloceratidae Warén & Bouchet, 1991 ****Famiglia Hipponicidae Troschel, 1861 ****Famiglia Vanikoridae Gray, 1840 ***Superfamiglia Vermetoidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Vermetidae Rafinesque, 1815 ***Superfamiglia Xenophoroidea Troschel, 1852 (1840) ****Famiglia Xenophoridae Troschel, 1852 (1840) **Ordine Neogastropoda ***Superfamiglia Buccinoidea Rafinesque, 1815 ****Famiglia Belomitridae Kantor, Puillandre, Rivasseau & Bouchet, 2012 ****Famiglia Buccinidae Rafinesque, 1815 ****Famiglia Colubrariidae Dall, 1904 ****Famiglia Columbellidae Swainson, 1840 ****Famiglia Fasciolariidae Gray, 1853 ****Famiglia Melongenidae Gill, 1871 (1854) ****Famiglia Nassariidae Iredale, 1916 (1835) ****Famiglia Pisaniidae Gray, 1857 ****Famiglia Tudiclidae Cossmann,1901 ***Superfamiglia Conoidea J. Fleming, 1822 ****Famiglia Borsoniidae Bellardi,1875 ****Famiglia Bouchetispiridae Kantor, E. E. Strong & Puillandre, 2012, ****Famiglia Clathurellidae H. Adams & A. Adams, 1858 ****Famiglia Clavatulidae Gray, 1853 ****Famiglia Cochlespiridae Powell, 1942 ****Famiglia Conidae J. Fleming, 1822 ****Famiglia Conorbidae de Gregorio, 1880 ****Famiglia Drilliidae Olsson, 1964 ****Famiglia Fusiturridae Abdelkrim et al., 2018 ****Famiglia Horaiclavidae Bouchet, Kantor, Sysoev & Puillandre, 2011 ****Famiglia Mangeliidae P. Fischer, 1883 ****Famiglia Marshallenidae Abdelkrim et al., 2018 ****Famiglia Mitromorphidae T.L. Casey, 1904 ****Famiglia Pseudomelatomidae J.P.E. Morrison, 1966 ****Famiglia Raphitomidae Bellardi, 1875 ****Famiglia Terebridae Mörch, 1852 ****Famiglia Turridae H. Adams & A. Adams, 1853 (1838) ****Famiglia Conoidea ''incertae sedis'' ***** ''Austrotoma'' Finlay, 1924 ***** ''Bathyferula'' Stahlschmidt, D. Lamy & Fraussen, 2012 ***** ''Cryptomella'' Finlay, 1924 ***** ''Hemipleurotoma'' Cossmann,1889 ***** ''Moniliopsis'' Conrad, 1865 ***** ''Parasyngenochilus'' Long, 1981 ***** ''Sinistrella'' Meyer, 1887 ***Superfamiglia Mitroidea Swainson,1831 **** Famiglia Charitodoronidae Fedosov, Herrmann, Kantor & Bouchet, 2018 **** Famiglia Mitridae Swainson,1831 **** Famiglia Pyramimitridae Cossmann,1901 ***Superfamiglia Muricoidea Rafinesque, 1815 **** Famiglia Muricidae Rafinesque, 1815 ***Superfamiglia Olivoidea Latreille, 1825 **** Famiglia Ancillariidae Swainson, 1840 **** Famiglia Bellolividae Kantor, Fedosov, Puillandre, Bonillo & Bouchet, 2017 **** Famiglia Benthobiidae Kantor, Fedosov, Puillandre, Bonillo & Bouchet, 2017 **** Famiglia Olividae Latreille, 1825 **** Famiglia Pseudolividae de Gregorio, 1880 ***Superfamiglia Turbinelloidea Rafinesque, 1815 **** Famiglia Columbariidae Tomlin, 1928 **** Famiglia Costellariidae MacDonald, 1860 **** Famiglia Ptychatractidae Stimpson, 1865 **** Famiglia Turbinellidae Swainson,1835 **** Famiglia Volutomitridae Gray, 1854 ***Superfamiglia Volutoidea Rafinesque, 1815 **** Famiglia Cancellariidae Forbes & Hanley, 1851 **** Famiglia Cystiscidae Stimpson, 1865 **** Famiglia Granulinidae G. A. Coovert & H. K. Coovert, 1995 **** Famiglia Marginellidae J. Fleming, 1828 **** Famiglia Marginellonidae Coan, 1965 **** Famiglia Volutidae Rafinesque, 1815 **Subterclasse Sorbeoconcha ***Superordine Sorbeoconcha ''incertae sedis'' ****Famiglia Globocornidae Espinosa & Ortea, 2010 **Ordine Caenogastropoda ''incertae sedis'' ***Famiglia Lyocyclidae Thiele, 1925 ***Superfamiglia Abyssochrysoidea Tomlin, 1927 ****Famiglia Abyssochrysidae Tomlin, 1927 ****Famiglia Provannidae Warén & Ponder, 1991 ***Superfamiglia Campaniloidea ****Famiglia Ampullinidae Cossmann, 1919 ****Famiglia Campanilidae Douvillé, 1904 ****Famiglia Plesiotrochidae Houbrick, 1990 ***Superfamiglia Cerithioidea J. Fleming, 1822 ****Famiglia Amphimelaniidae P. Fischer & Crosse, 1891 ****Famiglia Batillariidae Thiele, 1929 ****Famiglia Cerithiidae J. Fleming, 1822 ****Famiglia Dialidae Kay, 1979 ****Famiglia Diastomatidae Cossmann, 1894 ****Famiglia Hemisinidae P. Fischer & Crosse, 1891 ****Famiglia Litiopidae Gray, 1847 ****Famiglia Melanopsidae H. Adams & A. Adams, 1854 ****Famiglia Modulidae P. Fischer, 1884 ****Famiglia Pachychilidae P. Fischer & Crosse, 1892 ****Famiglia Paludomidae Stoliczka, 1868 ****Famiglia Pelycidiidae Ponder & Hall, 1983 ****Famiglia Pickworthiidae Iredale, 1917 ****Famiglia Planaxidae Gray, 1850 ****Famiglia Pleuroceridae P. Fischer, 1885 (1863) ****Famiglia Potamididae H. Adams & A. Adams, 1854 ****Famiglia Scaliolidae Jousseaume, 1912 ****Famiglia Semisulcospiridae J. P. E. Morrison, 1952 ****Famiglia Siliquariidae Anton, 1838 ****Famiglia Thiaridae Gill, 1871 (1823) ****Famiglia Turritellidae Lovén, 1847 ****Famiglia Zemelanopsidae Neiber & Glaubrecht, 2019 ***Superfamiglia Epitonioidea Berry, 1910 (1812) ****Famiglia Epitoniidae Berry, 1910 (1812) ***Superfamiglia Triphoroidea Gray, 1847 ****Famiglia Cerithiopsidae H. Adams & A. Adams, 1853 ****Famiglia Newtoniellidae Korobkov, 1955 ****Famiglia Triphoridae Gray, 1847 Heterobranchia spp. * '''Sottoclasse Heterobranchia''' ** Infraclasse Heterobranchia inferiori *** Superfamiglia Architectonicoidea Gray, 1850 **** Famiglia Architectonicidae Gray, 1850 *** Superfamiglia Cimoidea Warén, 1993 **** Famiglia Cimidae Warén, 1993 *** Superfamiglia Mathildoidea Dall, 1889 **** Famiglia Mathildidae Dall, 1889 *** Superfamiglia Murchisonelloidea T.L. Casey, 1904 **** Famiglia Murchisonellidae T.L. Casey, 1904 *** Superfamiglia Omalogyroidea G.O. Sars, 1878 **** Famiglia Omalogyridae G.O. Sars, 1878 *** Superfamiglia Orbitestelloidea Iredale, 1917 **** Famiglia Orbitestellidae Iredale, 1917 **** Famiglia Xylodisculidae Warén, 1992 *** Superfamiglia Rhodopoidea Ihering, 1876 **** Famiglia Rhodopidae Ihering, 1876 *** Superfamiglia Valvatoidea Gray, 1840 **** Famiglia Cornirostridae Ponder, 1990 **** Famiglia Hyalogyrinidae Warén & Bouchet, 1993 ** Infraclasse Euthyneura *** Subterclasse Acteonimorpha **** Superfamiglia Acteonoidea d'Orbigny, 1842 ***** Famiglia Acteonidae d'Orbigny, 1842 ***** Famiglia Aplustridae Gray, 1847 **** Superfamiglia Rissoelloidea Gray, 1850 ***** Famiglia Rissoellidae Gray, 1850 *** Subterclasse Ringipleura **** Superordine Nudipleura ***** Ordine Nudibranchia ****** Sottordine Cladobranchia ******* Superfamiglia Aeolidioidea Gray, 1827 ******** Famiglia Aeolidiidae Gray, 1827 ******** Famiglia Babakinidae Roller, 1973 ******** Famiglia Facelinidae Bergh, 1889 ******** Famiglia Flabellinopsidae Korshunova et al., 2017 ******** Famiglia Glaucidae Gray, 1827 ******** Famiglia Myrrhinidae Bergh, 1905 ******** Famiglia Notaeolidiidae Eliot, 1910 ******** Famiglia Piseinotecidae Edmunds, 1970 ******** Famiglia Pleurolidiidae Burn, 1966 ******* Superfamiglia Arminoidea Iredale & O'Donoghue, 1923 (1841) ******** Famiglia Arminidae Iredale & O'Donoghue, 1923 (1841) ******** Famiglia Doridomorphidae Er. Marcus & Ev. Marcus, 1960 (1908) ******* Superfamiglia Dendronotoidea Allman, 1845 ******** Famiglia Bornellidae Bergh, 1874 ******** Famiglia Dendronotidae Allman, 1845 ******** Famiglia Dotidae Gray, 1853 ******** Famiglia Hancockiidae MacFarland, 1923 ******** Famiglia Lomanotidae Bergh, 1890 ******** Famiglia Scyllaeidae Alder & Hancock, 1855 ******** Famiglia Tethydidae Rafinesque, 1815 ******* Superfamiglia Doridoxoidea Bergh, 1899 ******** Famiglia Doridoxidae Bergh, 1899 ******* Superfamiglia Fionoidea Gray, 1857 ******** Famiglia Abronicidae Korshunova et al., 2017 ******** Famiglia Apataidae Korshunova et al., 2017 ******** Famiglia Calmidae Iredale & O'Donoghue, 1923 ******** Famiglia Coryphellidae Bergh, 1889 ******** Famiglia Cumanotidae Odhner, 1907 ******** Famiglia Cuthonellidae M. C. Miller, 1977 ******** Famiglia Cuthonidae Odhner, 1934 ******** Famiglia Embletoniidae Pruvot-Fol, 1954 ******** Famiglia Eubranchidae Odhner, 1934 ******** Famiglia Fionidae Gray, 1857 ******** Famiglia Flabellinidae Bergh, 1889 ******** Famiglia Murmaniidae Korshunova et al., 2017 ******** Famiglia Paracoryphellidae M. C. Miller, 1971 ******** Famiglia Pinufiidae Er. Marcus & Ev. Marcus, 1960 ******** Famiglia Pseudovermidae Thiele, 1931 ******** Famiglia Samlidae Korshunova et al., 2017 ******** Famiglia Tergipedidae Bergh, 1889 ******** Famiglia Trinchesiidae F. Nordsieck, 1972 ******** Famiglia Unidentiidae Millen & Hermosillo, 2012 ******** Famiglia Xenocratenidae Martynov et al., 2020 ******* Superfamiglia Proctonotoidea Gray, 1853 ******** Famiglia Curnonidae d'Udekem d'Acoz, 2017 ******** Famiglia Dironidae Eliot, 1910 ******** Famiglia Janolidae Pruvot-Fol, 1933 ******** Famiglia Lemindidae Griffiths, 1985 ******** Famiglia Madrellidae Preston, 1911 ******** Famiglia Proctonotidae Gray, 1853 ******* Superfamiglia Tritonioidea Lamarck, 1809 ******** Famiglia Tritoniidae Lamarck, 1809 ****** Sottordine Doridina ******* Infraordine Bathydoridoidei ******** Superfamiglia Bathydoridoidea Bergh, 1891 ********* Famiglia Bathydorididae Bergh, 1891 ******* Infraordine Doridoidei ******** Superfamiglia Chromodoridoidea Bergh, 1891 *********Famiglia Actinocyclidae O'Donoghue, 1929 *********Famiglia Cadlinellidae Odhner, 1934 *********Famiglia Cadlinidae Bergh, 1891 *********Famiglia Chromodorididae Bergh, 1891 *********Famiglia Hexabranchidae Bergh, 1891 *********Famiglia Showajidaiidae Korshunova et al., 2020 ******** Superfamiglia Doridoidea Rafinesque, 1815 *********Famiglia Discodorididae Bergh, 1891 *********Famiglia Dorididae Rafinesque, 1815 ******** Superfamiglia Onchidoridoidea Gray, 1827 *********Famiglia Aegiridae P. Fischer, 1883 *********Famiglia Akiodorididae Millen & Martynov, 2005 *********Famiglia Calycidorididae Roginskaya, 1972 *********Famiglia Corambidae Bergh, 1871 *********Famiglia Goniodorididae H. Adams & A. Adams, 1854 *********Famiglia Onchidorididae Gray, 1827 ******** Superfamiglia Phyllidioidea Rafinesque, 1814 *********Famiglia Dendrodorididae O'Donoghue, 1924 (1864) *********Famiglia Mandeliidae Valdés & Gosliner, 1999 *********Famiglia Phyllidiidae Rafinesque, 1814 ******** Superfamiglia Polyceroidea Alder & Hancock, 1845 *********Famiglia Polyceridae Alder & Hancock, 1845 ***** Ordine Pleurobranchida ****** Superfamiglia Pleurobranchoidea Gray, 1827 ******* Famiglia Pleurobranchaeidae Pilsbry, 1896 ******* Famiglia Pleurobranchidae Gray, 1827 ******* Famiglia Quijotidae Ortea, Moro & Bacallado, 2016 **** Superordine Ringiculimorpha ***** Superfamiglia Ringiculoidea Philippi, 1853 ****** Famiglia Ringiculidae Philippi, 1853 *** Subterclasse Tectipleura **** Ordine Aplysiida ***** Superfamiglia Akeroidea Mazzarelli, 1891 ****** Famiglia Akeridae Mazzarelli, 1891 ***** Superfamiglia Aplysioidea Lamarck, 1809 ****** Famiglia Aplysiidae Lamarck, 1809 **** Ordine Cephalaspidea ***** Superfamiglia Bulloidea Gray, 1827 ****** Famiglia Bullidae Gray, 1827 ****** Famiglia Retusidae Thiele, 1925 ****** Famiglia Rhizoridae Dell, 1952 ****** Famiglia Tornatinidae P. Fischer, 1883 ***** Superfamiglia Cylichnoidea H. Adams & A. Adams, 1854 ****** Famiglia Colinatydidae Oskars, Bouchet & Malaquias, 2015 ****** Famiglia Cylichnidae H. Adams & A. Adams, 1854 ****** Famiglia Diaphanidae Odhner, 1914 (1857) ****** Famiglia Eoscaphandridae Chaban & Kijashko, 2016 ****** Famiglia Mnestiidae Oskars, Bouchet & Malaquias, 2015 ***** Superfamiglia Haminoeoidea Pilsbry, 1895 ****** Famiglia Haminoeidae Pilsbry, 1895 ***** Superfamiglia Newnesioidea Moles, Wägele, Schrödl & Avila, 2017 ****** Famiglia Newnesiidae Moles, Wägele, Schrödl & Avila, 2017 ***** Superfamiglia Philinoidea Gray, 1850 (1815) ****** Famiglia Aglajidae Pilsbry, 1895 (1847) ****** Famiglia Alacuppidae Oskars, Bouchet & Malaquias, 2015 ****** Famiglia Antarctophilinidae Moles, Avila & Malaquias, 2019 ****** Famiglia Colpodaspididae Oskars, Bouchet & Malaquias, 2015 ****** Famiglia Gastropteridae Swainson, 1840 ****** Famiglia Laonidae Pruvot-Fol, 1954 ****** Famiglia Philinidae Gray, 1850 (1815) ****** Famiglia Philinoglossidae Hertling, 1932 ****** Famiglia Philinorbidae Oskars, Bouchet & Malaquias, 2015 ****** Famiglia Scaphandridae G.O. Sars, 1878 **** Ordine Pteropoda ***** Sottordine Euthecosomata ****** Superfamiglia Cavolinioidea Gray, 1850(1815) ******* Famiglia Cavoliniidae Gray, 1850 (1815) ******* Famiglia Cliidae Jeffreys, 1869 ******* Famiglia Creseidae Rampal, 1973 ****** Superfamiglia Limacinoidea Gray, 1840 ******* Famiglia Heliconoididae Rampal, 2019 ******* Famiglia Limacinidae Gray, 1840 ******* Famiglia Thieleidae Rampal, 2019 ***** Sottordine Gymnosomata ****** Superfamiglia Clionoidea Rafinesque, 1815 ******* Famiglia Clionidae Rafinesque, 1815 ******* Famiglia Cliopsidae O.G. Costa, 1873 ******* Famiglia Notobranchaeidae Pelseneer, 1886 ******* Famiglia Pneumodermatidae Latreille, 1825 ****** Superfamiglia Hydromyloidea Pruvot-Fol, 1942 (1862) ******* Famiglia Hydromylidae Pruvot-Fol, 1942 (1862) ******* Famiglia Laginiopsidae Pruvot-Fol, 1922 ***** Sottordine Pseudothecosomata ****** Superfamiglia Cymbulioidea Gray, 1840 ******* Famiglia Cymbuliidae Gray, 1840 ******* Famiglia Desmopteridae Chun, 1889 ******* Famiglia Peraclidae Tesch, 1913 **** Ordine Runcinida ***** Superfamiglia Runcinoidea H. Adams & A. Adams, 1854 ****** Famiglia Ilbiidae Burn, 1963 ****** Famiglia Runcinidae H. Adams & A. Adams, 1854 **** Ordine Umbraculida ***** Superfamiglia Umbraculoidea Dall, 1889 (1827) ****** Famiglia Tylodinidae Gray, 1847 ****** Famiglia Umbraculidae Dall, 1889 (1827) **** Superordine Acochlidiimorpha ***** Superfamiglia Acochlidioidea Küthe, 1935 ****** Famiglia Acochlidiidae Küthe, 1935 ****** Famiglia Aitengidae Swennen & Buatip, 2009 ****** Famiglia Bathyhedylidae Neusser, Jörger, Lodde-Bensch, E. E. Strong & Schrödl, 2016 ****** Famiglia Hedylopsidae Odhner, 1952 ****** Famiglia Pseudunelidae Rankin, 1979 ****** Famiglia Tantulidae Rankin, 1979 ****** Famiglia Acochlidioidea ''incertae sedis'' ******* Genere ''Helicohedyle'' Drainas, Carlson, Jörger, Schrödl & Neusser, 2017 ***** Superfamiglia Parhedyloidea Thiele, 1931 ****** Famiglia Asperspinidae Rankin, 1979 ****** Famiglia Parhedylidae Thiele, 1931 **** Superordine Eupulmonata ***** Ordine Ellobiida ****** Superfamiglia Ellobioidea L. Pfeiffer, 1854 (1822) ******* Famiglia Ellobiidae L. Pfeiffer, 1854 (1822) ******* Famiglia Otinidae H. Adams & A. Adams, 1855 ******* Famiglia Trimusculidae J.Q. Burch, 1945 (1840) ***** Ordine Stylommatophora ****** Sottordine Achatinina ******* Superfamiglia Achatinoidea Swainson, 1840 ******** Famiglia Achatinidae Swainson, 1840 ******** Famiglia Aillyidae H.B. Baker, 1955 ******** Famiglia Ferussaciidae Bourguignat, 1883 ******** Famiglia Micractaeonidae Schileyko, 1999 ******* Superfamiglia Streptaxoidea Gray, 1860 ******** Famiglia Diapheridae Panha & Naggs, 2010 ******** Famiglia Streptaxidae Gray, 1860 ****** Sottordine Helicina *******Infraordine Arionoidei ******** Superfamiglia Arionoidea Gray, 1840 ********* Famiglia Anadenidae Pilsbry, 1948 ********* Famiglia Ariolimacidae Pilsbry & Vanatta, 1898 ********* Famiglia Arionidae Gray, 1840 ********* Famiglia Binneyidae Cockerell, 1891 ********* Famiglia Philomycidae Gray, 1847 *******Infraordine Clausilioidei ******** Superfamiglia Clausilioidea Gray, 1855 ********* Famiglia Clausiliidae Gray, 1855 *******Infraordine Helicoidei ******** Superfamiglia Helicoidea Rafinesque, 1815 ********* Famiglia Camaenidae Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Canariellidae Schileyko, 1991 ********* Famiglia Cepolidae Ihering, 1909 ********* Famiglia Elonidae E. Gittenberger, 1977 ********* Famiglia Geomitridae C.R. Boettger, 1909 ********* Famiglia Helicidae Rafinesque, 1815 ********* Famiglia Helicodontidae Kobelt, 1904 ********* Famiglia Hygromiidae Tryon, 1866 ********* Famiglia Labyrinthidae Borrero, Sei, D. G. Robinson & Rosenberg, 2017 ********* Famiglia Pleurodontidae Ihering, 1912 ********* Famiglia Polygyridae Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Sphincterochilidae Zilch, 1960 (1886) ********* Famiglia Thysanophoridae Pilsbry, 1926 ********* Famiglia Trichodiscinidae H. Nordsieck, 1987 ********* Famiglia Trissexodontidae H. Nordsieck, 1987 ********* Famiglia Xanthonychidae Strebel & Pfeffer, 1879 ******** Superfamiglia Sagdoidea Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Sagdidae Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Solaropsidae H. Nordsieck, 1986 ********* Famiglia Zachrysiidae D.G. Robinson, Sei & Rosenberg, 2017 *******Infraordine Limacoidei ******** Superfamiglia Gastrodontoidea Tryon, 1866 ********* Famiglia Gastrodontidae Tryon, 1866 ********* Famiglia Oxychilidae Hesse, 1927 (1879) ********* Famiglia Pristilomatidae Cockerell, 1891 ******** Superfamiglia Helicarionoidea Bourguignat, 1877 ********* Famiglia Ariophantidae Godwin-Austen, 1883 ********* Famiglia Helicarionidae Bourguignat, 1877 ********* Famiglia Urocyclidae Simroth, 1889 ******** Superfamiglia Limacoidea Lamarck, 1801 ********* Famiglia Agriolimacidae H. Wagner, 1935 ********* Famiglia Boettgerillidae Wiktor & I.M. Likharev, 1979 ********* Famiglia Limacidae Lamarck, 1801 ********* Famiglia Vitrinidae Fitzinger, 1833 ******** Superfamiglia Parmacelloidea P. Fischer, 1856 (1855) ********* Famiglia Milacidae Ellis, 1926 ********* Famiglia Parmacellidae P. Fischer, 1856 (1855) ********* Famiglia Trigonochlamydidae Hesse, 1882 ******** Superfamiglia Trochomorphoidea Möllendorff, 1890 ********* Famiglia Chronidae Thiele, 1931 ********* Famiglia Dyakiidae Gude & B. B. Woodward, 1921 ********* Famiglia Euconulidae H.B. Baker, 1928 ********* Famiglia Staffordiidae Thiele, 1931 ********* Famiglia Trochomorphidae Möllendorff, 1890 ******** Superfamiglia Zonitoidea Mörch, 1864 ********* Famiglia Zonitidae Mörch, 1864 *******Infraordine Oleacinoidei ******** Superfamiglia Haplotrematoidea H. B. Baker, 1925 ********* Famiglia Haplotrematidae H. B. Baker, 1925 ******** Superfamiglia Oleacinoidea H. Adams & A. Adams, 1855 ********* Famiglia Oleacinidae H. Adams & A. Adams, 1855 ********* Famiglia Spiraxidae H. B. Baker, 1939 *******Infraordine Orthalicoidei ******** Superfamiglia Orthalicoidea Martens, 1860 ********* Famiglia Amphibulimidae P. Fischer, 1873 ********* Famiglia Bothriembryontidae Iredale, 1937 ********* Famiglia Bulimulidae Tryon, 1867 ********* Famiglia Megaspiridae Pilsbry, 1904 ********* Famiglia Odontostomidae Pilsbry & Vanatta, 1898 ********* Famiglia Orthalicidae Martens, 1860 ********* Famiglia Simpulopsidae Schileyko, 1999 *******Infraordine Pupilloidei ******** Superfamiglia Pupilloidea W. Turton, 1831 ********* Famiglia Achatinellidae Gulick, 1873 ********* Famiglia Agardhiellidae Harl & Páll-Gergely, 2017 ********* Famiglia Amastridae Pilsbry, 1910 ********* Famiglia Argnidae Hudec, 1965 ********* Famiglia Azecidae H. Watson, 1920 ********* Famiglia Cerastidae Wenz, 1923 ********* Famiglia Chondrinidae Steenberg, 1925 ********* Famiglia Cochlicopidae Pilsbry, 1900 (1879) ********* Famiglia Draparnaudiidae Solem, 1962 ********* Famiglia Enidae B. B. Woodward, 1903 (1880) ********* Famiglia Fauxulidae Harl & Páll-Gergely, 2017 ********* Famiglia Gastrocoptidae Pilsbry, 1918 ********* Famiglia Lauriidae Steenberg, 1925 ********* Famiglia Odontocycladidae Hausdorf, 1996 ********* Famiglia Orculidae Pilsbry, 1918 ********* Famiglia Pagodulinidae Pilsbry, 1924 ********* Famiglia Partulidae Pilsbry, 1900 ********* Famiglia Pleurodiscidae Wenz, 1923 ********* Famiglia Pupillidae W. Turton, 1831 ********* Famiglia Pyramidulidae Kennard & B. B. Woodward, 1914 ********* Famiglia Spelaeoconchidae A. J. Wagner, 1928 ********* Famiglia Spelaeodiscidae Steenberg, 1925 ********* Famiglia Strobilopsidae Wenz, 1915 ********* Famiglia Truncatellinidae Steenberg, 1925 ********* Famiglia Valloniidae Morse, 1864 ********* Famiglia Vertiginidae Fitzinger, 1833 *******Infraordine Rhytidoidei ******** Superfamiglia Rhytidoidea Pilsbry, 1893 ********* Famiglia Acavidae Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Caryodidae Connolly, 1915 ********* Famiglia Clavatoridae Thiele, 1926 ********* Famiglia Dorcasiidae Connolly, 1915 ********* Famiglia Macrocyclidae Thiele, 1926 ********* Famiglia Megomphicidae H. B. Baker, 1930 ********* Famiglia Rhytididae Pilsbry, 1893 ********* Famiglia Strophocheilidae Pilsbry, 1902 *******Infraordine Succineoidei ******** Superfamiglia Athoracophoroidea P. Fischer, 1883 (1860) ********* Famiglia Athoracophoridae P. Fischer, 1883 (1860) ******** Superfamiglia Succineoidea Beck, 1837 ********* Famiglia Succineidae Beck, 1837 *******Infraordine Helicina ''incertae sedis'' ******** Superfamiglia Coelociontoidea Iredale, 1937 ********* Famiglia Coelociontidae Iredale, 1937 ******** Superfamiglia Papillodermatoidea Wiktor, R. Martin & Castillejo, 1990 ********* Famiglia Papillodermatidae Wiktor, R. Martin & Castillejo, 1990 ******** Superfamiglia Plectopyloidea Möllendorff, 1898 ********* Famiglia Corillidae Pilsbry, 1905 ********* Famiglia Plectopylidae Möllendorff, 1898 ********* Famiglia Sculptariidae Degner, 1923 ******** Superfamiglia Punctoidea Morse, 1864 ********* Famiglia Charopidae Hutton, 1884 ********* Famiglia Cystopeltidae Cockerell, 1891 ********* Famiglia Discidae Thiele, 1931 (1866) ********* Famiglia Endodontidae Pilsbry, 1895 ********* Famiglia Helicodiscidae Pilsbry, 1927 ********* Famiglia Oopeltidae Cockerell, 1891 ********* Famiglia Oreohelicidae Pilsbry, 1939 ********* Famiglia Punctidae Morse, 1864 ******** Superfamiglia Testacelloidea Gray, 1840 ********* Famiglia Testacellidae Gray, 1840 ******** Superfamiglia Urocoptoidea Pilsbry, 1898 (1868) ********* Famiglia Cerionidae Pilsbry, 1901 ********* Famiglia Epirobiidae F.G. Thompson, 2012 ********* Famiglia Eucalodiidae P. Fischer & Crosse, 1873 ********* Famiglia Holospiridae Pilsbry, 1946 ********* Famiglia Urocoptidae Pilsbry, 1898 (1868) ****** Sottordine Scolodontina ******* Superfamiglia Scolodontoidea H. B. Baker, 1925 ******** Famiglia Scolodontidae H. B. Baker, 1925 ***** Ordine Systellommatophora ****** Superfamiglia Onchidioidea Rafinesque, 1815 ******* Famiglia Onchidiidae Rafinesque, 1815 ****** Superfamiglia Veronicelloidea Gray, 1840 ******* Famiglia Rathouisiidae Heude, 1885 ******* Famiglia Veronicellidae Gray, 1840 **** Superordine Hygrophila ***** Superfamiglia Chilinoidea Dall, 1870 ****** Famiglia Chilinidae Dall, 1870 ****** Famiglia Latiidae Hutton, 1882 ***** Superfamiglia Lymnaeoidea Rafinesque, 1815 ****** Famiglia Acroloxidae Thiele, 1931 ****** Famiglia Bulinidae P. Fischer & Crosse, 1880 ****** Famiglia Burnupiidae Albrecht, 2017 ****** Famiglia Lymnaeidae Rafinesque, 1815 ****** Famiglia Physidae Fitzinger, 1833 ****** Famiglia Planorbidae Rafinesque, 1815 **** Superordine Pylopulmonata ***** Superfamiglia Amphiboloidea Gray, 1840 ****** Famiglia Amphibolidae Gray, 1840 ****** Famiglia Maningrididae Golding, Ponder & Byrne, 2007 ***** Superfamiglia Glacidorboidea Ponder, 1986 ****** Famiglia Glacidorbidae Ponder, 1986 ***** Superfamiglia Pyramidelloidea Gray, 1840 ****** Famiglia Amathinidae Ponder, 1987 ****** Famiglia Pyramidellidae Gray, 1840 ****** Famiglia Pyramidelloidea ''incertae sedis'' *******Genere ''Microthyca'' A. Adams, 1863 **** Superordine Sacoglossa ***** Superfamiglia Oxynooidea Stoliczka, 1868 (1847) ****** Famiglia Cylindrobullidae Thiele, 1931 ****** Famiglia Juliidae E. A. Smith, 1885 ****** Famiglia Oxynoidae Stoliczka, 1868 (1847) ****** Famiglia Volvatellidae Pilsbry, 1895 ***** Superfamiglia Plakobranchoidea Gray, 1840 ****** Famiglia Costasiellidae K. B. Clark, 1984 ****** Famiglia Hermaeidae H. Adams & A. Adams, 1854 ****** Famiglia Limapontiidae Gray, 1847 ****** Famiglia Plakobranchidae Gray, 1840 ***** Superfamiglia Platyhedyloidea Salvini-Plawen, 1973 ****** Famiglia Platyhedylidae Salvini-Plawen, 1973 **** Superordine Siphonarimorpha ***** Ordine Siphonariida ****** Superfamiglia Siphonarioidea Gray, 1827 ******* Famiglia Siphonariidae Gray, 1827 *** Superordine Euthyneura ''incertae sedis'' **** Famiglia Tjaernoeiidae Warén, 1991 ** Infraclasse Heterobranchia ''incertae sedis'' *** Ordine Architectibranchia
Golf
Il '''golf''' è uno sport di precisione che si pratica in un campo aperto appositamente attrezzato, per mezzo di una palla e una serie di ferri e legni. Sebbene da alcuni sia ritenuto uno sport di origine olandese, il paese in cui godette per primo di enorme popolarità e grande tradizione fu la Scozia . Il gioco consiste nel colpire una pallina lungo un apposito percorso, da una piazzola di partenza , fino alla buca sistemata in una zona d'arrivo , mediante una successione di colpi conformi alle regole, tipicamente su più buche da conquistare lungo il percorso. Allo scopo viene utilizzato un certo numero di bastoni da golf, di forma, peso e dimensioni diverse. La vittoria va al golfista che termina le buche stabilite con il minor numero di colpi , oppure a quello che abbia vinto il maggior numero di buche . Popolarissimo soprattutto negli Stati Uniti, Giappone e in Inghilterra, ha fatto la sua comparsa in Italia nel 1900 e fece parte del programma olimpico nel 1900 e 1904; dopo diversi incontri fra i massimi esponenti dei tornei europei e americani con il Comitato Olimpico per un possibile ritorno del golf all'edizione 2016 dei giochi, il 9 ottobre 2009 il Comitato Olimpico Internazionale stabilì il rientro di tale gioco nel programma olimpico.
St Andrews nel 1891.|left All'epoca dei Romani era già in voga un gioco simile, che potrebbe esserne considerato l'antenato: si chiamava "Paganica", si giocava in campagna (il pagus, appunto) con bastoni e palle e veniva diffusamente praticato anche dai legionari nelle terre di confine dell'impero. Comunemente, tuttavia, si ritiene che il golf sia originario della Scozia, da dove si è poi diffuso nelle isole britanniche e di lì nel resto del mondo. Alcuni appassionati e storici citano, di contro, l'esistenza di documenti olandesi scritti la cui evidenza appare incontrovertibile: Steven van Hengel, storico, testimonia la pratica di un gioco chiamato ''golf'' nei Paesi Bassi già dal 1297. Nei Paesi Bassi c'era poi un altro gioco, denominato "kolven", dove bisognava colpire, con un bastone solo un po' più grande di quelli usati oggi, una palla del peso di circa un chilo per farle raggiungere, il più in fretta possibile, due pioli conficcati a terra. Ora, è difficile dirimere la diatriba tra Scozia e Olanda; quel che è certo è che il gioco praticato dagli olandesi risulta ben documentato, sia da editti cittadini, che concedevano terreni per percorsi di golf, sia da sentenze di tribunali, che punirono con ammende i golfisti ''ante litteram'', che avevano causato danni e disturbata la quiete, arrivando a giocare entro le mura delle città. Vi è da dire tuttavia che, sul finire del XIII secolo, l'alfabetizzazione non era diffusa in Europa ed in particolare in Scozia. Questo potrebbe spiegare l'assenza di documenti scritti, in quanto è possibile che nessuno ritenesse necessario trascrivere riferimenti ad un passatempo praticato da pochi. La polemica su chi ha inventato il golf è esistita ed esisterà sempre. Alcuni accusano gli Scozzesi di aver falsato deliberatamente a proprio favore, per ragioni di patriottismo, l'origine di questo sport. Illustri storici affermarono che il golf fu inventato dopo la fondazione dell'Università di Saint Andrews, nel 1413, ma a sostegno di tale affermazione, non portarono alcuna prova mentre esistono prove che a quel tempo il golf era praticato in Scozia da più di un secolo. Campo da golf nel right Insomma, quel che di certo si può documentare è che nel XIV secolo i traffici commerciali tra l'Olanda e la costa orientale della Scozia erano diffusissimi e fiorenti, quindi qualora un gioco un po' stravagante avesse preso piede in Scozia come in Olanda, la notizia avrebbe impiegato assai poco tempo a diffondersi in entrambe le direzioni attraverso il Mare del Nord. Altro fatto certo fu l'importazione in Scozia di palline provenienti dall'Olanda ed il traffico in senso contrario di ''cleek'' scozzesi. In conclusione si può affermare che ci sono alte probabilità che il golf abbia avuto origine in Olanda. È inoltre documentato che quando il golf si diffuse in Scozia, il gioco in Olanda non era più praticato. Le prime regole del golf furono codificate dai responsabili della Honourable Company of Edinburgh Golfers. In Italia il golf è stato introdotto nel Settecento, dal conte di Albany, a Roma, a Villa Borghese, mentre successivamente un campo fu aperto, sempre a Roma, a Villa Doria Pamphili. Il primo campo da golf "moderno" fu tuttavia il Florence Golf Club, fondato a Firenze dalla sua forte comunità inglese nel 1889. La pratica del golf in Italia è disciplinata dalla Federazione Italiana Golf (FIG), fondata a Milano nel 1927 e ora inquadrata tra le federazioni sportive del CONI, che ha sede a Roma e disciplina l'attività degli affiliati. I campionati nazionali ufficiali hanno avuto inizio nel 1929. Una giocatrice in posizione di "finish" dopo uno swing col Driver. Il golf è uno sport disciplinato da numerose regole, apparentemente complicate: dovendo prevedere varie situazioni di gioco, su cui influiscono morfologia dei campi, situazioni ambientali, materiali a disposizione, tipi di competizione, le regole del golf sono aggiornate e pubblicate con cadenza quadriennale in collaborazione fra i due enti preposti (''Governing Body''): per l'Europa è The R&A (fino al 2003 era il Royal & Ancient Golf Club of St. Andrews), in Scozia; per gli Stati Uniti e Messico la United States Golf Association (USGA). I vantaggi assegnati ai giocatori (i cosiddetti ''handicap'') sono invece gestiti dalle federazioni nazionali con criteri locali. Si tratta probabilmente dell'unico sport in cui ognuno è arbitro di se stesso e quindi onestà e rispetto devono far parte del bagaglio di ogni golfista. "Gioca la palla come si trova, gioca il campo come lo trovi e se non puoi fare l'una o l'altra cosa, fa' ciò che è giusto. Ma per fare ciò che è giusto, hai bisogno di conoscere le Regole del Golf". Questo principio di base, sebbene non sia una regola enumerata, si trova dietro la copertina anteriore del libro delle regole del Golf e chiarisce quando l'importanza di conoscere le regole per un giocatore di golf sia massima, esistono procedure da seguire per non incorrere in penalità o semplicemente per sfruttare a proprio favore determinate situazioni. Ecco perché è richiesto un esame delle regole, da sostenere presso uno dei circoli riconosciuti dalla Federazione. Durante lo svolgimento delle gare ufficiali, più che dei veri e propri arbitri ci sono degli osservatori. Ogni concorrente è tenuto in pratica ad autocontrollarsi. In caso di controversie ci si appella ad un apposito comitato, il cui scopo principale è quello di far sapere ai giocatori che cosa prevedono le regole nel caso specifico. La maggior parte delle regole indica come comportarsi nei casi particolari, come per esempio nel caso la palla finisca in un'area di penalità, o finisca fuori dai limiti del campo; ma non mancano regole destinate a scoraggiare il gioco lento, che anzi si vanno man mano inasprendo con l'aumentare del numero di giocatori: ad esempio, giocare una palla "provvisoria" quando è probabile che si sia persa la propria, onde evitare di perdere tempo nella ricerca. Principalmente si distinguono due tipi di gioco. Nel gioco "a buche" (''Match Play''), si affrontano due giocatori: si assegna un punto al giocatore che conclude la buca nel minor numero di colpi (tenuto conto dell'handicap e delle penalità) e il vincitore è colui che al termine del percorso ha vinto più buche. Nel gioco "a colpi" (''Stroke Play'') il vincitore è il concorrente che ha percorso l'intero campo nel minor numero di colpi (sempre tenendo conto dell'handicap e delle penalità). Ma non è stato sempre così, anzi è molto probabile che i golfisti per almeno 300 anni abbiano giocato praticamente senza regole scritte tanto semplice era il "loro" gioco che si distingueva da altri giochi di "bastoni e palle" solo per il fatto che si dovesse concludere con la palla infilata dentro una buca. L'introduzione delle regole scritte portò un minimo di ordine ma di certo tali regole furono mutuate da altre tra cui con ogni probabilità vi furono quelle di un gioco francese detto ''jeu de mail''. === Regole di base === Un golfista sul tee di partenza All'inizio di ogni buca la palla va colpita su un'area di partenza prestabilita, detta ''tee'' di Partenza. Quando si gioca in gruppo, si dice che il giocatore avente il diritto di partire per primo (quello indicato dal comitato oppure per sorteggio) ha l'"onore". In ogni buca successiva, ha l'onore colui che conclude la buca precedente con il punteggio minore; in caso di parità, si mantiene l'ordine dell'ultima buca giocata. Per ogni colpo successivo, la palla dovrebbe essere colpita nel punto in cui si è fermata, fino a quando finisce in buca. In diversi casi previsti dalle regole, essa può essere però spostata prima di effettuare un colpo: questo può avvenire senza penalità o con uno o due colpi di penalità. Spostare una palla da golf da una posizione non utile al proseguimento del gioco si dice nel linguaggio specialistico fare un ''drop'' o, in alcuni casi, piazzarla in un punto stabilito dalle regole. Non si può colpire la palla mentre è ancora in movimento per il colpo precedente. Solo per il primo colpo di ogni buca è consentito usare un supporto chiamato anch'esso ''tee'', che serve a sollevare lievemente la palla da terra. Se la palla non viene ritrovata entro il tempo stabilito dal regolamento (tre minuti), quindi dichiarata "persa", oppure se essa esce dai confini del campo (Fuori Limite) il giocatore viene penalizzato di un colpo e riprende il gioco con una nuova palla dal punto in cui aveva tirato precedentemente. Se la palla finisce in acqua, più precisamente in quello che viene definito "Area di penalità", si agisce in base a regole più complesse che prevedono, in alternativa al giocare la palla dov'è con restrizioni al comportamento, di permettere al giocatore di droppare una nuova palla in specifici punti del campo aggiungendo un colpo di penalità al numero di colpi effettuati. Giocatori attendono che l'avversario abbia concluso il suo colpo. Oltre alle ''Regole del Golf'', si deve tener presente che esiste un corpo di ''Decisioni sulle regole del golf'' che viene pubblicato ogni biennio a cura di ''The Royal and Ancient Golf Club of St Andrews'' e dalla ''US Golf Association''. Si tratta di una molto ampia raccolta di situazioni o quesiti particolari, che si possono presentare durante il gioco, non completamente chiari alla luce delle sole ''Regole del Golf''. Queste ultime sono quelle che vengono immediatamente incontro ai problemi di gioco ma, in seconda istanza, qualora non si riesca ad addivenire all'esatta applicazione della regola al particolare caso, sono le Decisioni che vengono in soccorso. === Etichetta === Il gioco del golf prevede un comportamento rispettoso degli altri giocatori durante il corso dell'intera partita, in accordo con alcune regole di etichetta illustrate insieme alle regole sportive. Una grave infrazione dell'etichetta può comportare addirittura la squalifica, a discrezione del comitato. Queste regole comprendono ad esempio il massimo silenzio ogni volta che qualunque giocatore si accinge ad effettuare il tiro, durante il quale i compagni di gioco dovrebbero restare fuori dal campo visivo di chi tira. Altre norme includono l'attenzione a non proiettare ombre sulla linea di tiro di un giocatore sul ''green'', riparare i danni fatti al campo (come zolle alzate o buchi formati dall'atterraggio della palla sul ''green'') e cercare di non mettere alcuna pressione sui giocatori che precedono evitando di tirare quand'essi sono ancora all'interno della propria portata di tiro. Il golf è uno dei pochi sport a non avere un campo di gioco standardizzato: ogni campo nel mondo è diverso nelle sue caratteristiche anche se alcuni elementi si trovano ovunque. Un campo da golf può essere situato su grandi aree in pianura, in collina, in montagna o in qualsiasi luogo dove vi siano ampi spazi verdi, e comprende generalmente uno o più percorsi di 9 o 18 buche, ciascuna con il suo ''tee'' posto ad una distanza che varia di solito tra 100 e 550 metri dalla buca. Il percorso è composto da tutta l'area di gioco (ostacoli naturali inclusi) a esclusione della zona di partenza e di quella della buca. L'area di partenza (o ''tee''), di solito pianeggiante e con l'erba ben rasata, corrisponde al punto di inizio di ogni singola buca. Il percorso che va dal tee alla buca è contraddistinto da varie tipologie di superfici, come il ''fairway'' (dall'inglese "la via buona") che è una striscia di prato rasato fiancheggiata ai lati da fasce di erba gradatamente più alta, anche non tagliata, ossia il ''rough'' (dall'inglese "cattivo", "ruvido" o anche "non buono"); inoltre vi possono essere ostacoli di vario tipo per rendere più difficile raggiungere la buca: alberi, fosse riempite di sabbia (''Bunkers''), avvallamenti, torrenti, specchi d'acqua naturali o artificiali. La buca è contrassegnata da una bandierina, per essere facilmente individuabile da lontano, e circondata da una zona più o meno ampia di prato particolarmente liscio e curato con erba tagliata molto corta (''Green''). Un esempio di buca par 5. Ad ogni buca è assegnato un "numero di colpi previsto" chiamato ''par'': si tratta del numero di colpi che un giocatore ''scratch'', ossia un giocatore ad ''handicap'' 0, dovrebbe impiegare per terminare la buca. Questo numero dipende dalla lunghezza della buca (vale a dire la distanza dal punto di partenza alla buca) e va generalmente da 3 a 5. Quindi a seconda del suo valore si parla di buche "par 3", "par 4" o "par 5". La somma dei ''par'' delle diverse buche rappresenta il ''par'' del campo: per un percorso di 18 buche esso varia normalmente da 60 a 73, ma i più diffusi sono i ''par'' 72. ;Il ''par 3'' :è una buca relativamente corta (dai 90 ai 210 metri circa) dove il golfista in teoria dovrebbe raggiungere il ''green'' con un colpo solo (''green in regulation''), per poi far entrare la pallina in buca con due ''putt'' (colpi in cui la pallina rotola solamente, senza essere alzata). ;Il ''par 4'' :è una buca di lunghezza media (dai 210 ai 420 metri circa) dove il golfista solitamente con il primo colpo non riesce ad arrivare al ''green'' in quanto questo è troppo lontano dalla portata massima di tiro (che è in media sui 200 metri, mentre i professionisti passano spesso i 250/270 metri), allora la pallina nel primo colpo deve solo cercare di avvicinarsi il più possibile alla buca, finendo possibilmente in ''fairway'' per un secondo colpo più facile, dove si può arrivare al ''green'' se si ha coperto una buona distanza. Alcuni giocatori molto potenti possono anche arrivare con un colpo solo al green nei ''par'' ''4'' più corti anche se questo è molto raro. ;Il ''par 5'' :è una buca relativamente lunga (dai 420 fino a 550 metri circa), dove il ''green'' solitamente è fuori portata sia al primo colpo che al secondo, quindi per il primo colpo bisogna limitarsi a mirare al ''fairway'' e coprire la maggior distanza possibile e questo vale anche per il secondo colpo, che, se tirato relativamente lontano insieme al primo, nei ''par 5'' più corti può arrivare addirittura in green, benché per questo tipo di buca siano previsti tre colpi per raggiungere il terreno che circonda la buca. ;Il ''par 6'' :In casi più unici che rari è possibile trovare una buca ''par'' ''6''. Secondo il regolamento dell'USGA i ''par 6'' devono essere lunghi più di 630 metri e per quanto riguarda invece il possibile volo di palla la lunghezza effettiva di un ''par'' ''6'' non deve essere inferiore ai 411 metri. La Buca 4 del percorso St Andrew Hill sull'Asian Tour del 2005 si trattava di un ''par'' ''6'' di circa 803 metri. ;Il ''par 7'' :Esistono buche lunghe più di 800 metri classificate come ''par'' ''7''. La buca più lunga del mondo è un ''par 7'' di 1004 metri, al Gunsan Country Club in Corea del Sud. Si dice che la buca è stata giocata ''in par'' quando il giocatore impiega esattamente il numero di colpi previsto. Quando invece impiega dei colpi in più o in meno si usano i seguenti termini: * -6: ''phoenix'' (fenice, mai realizzato, possibile solo con un ''Hole in One'' in un ''par 7''); *-5: ''ostrich'' (struzzo, mai realizzato, ''Hole in One'' in un ''par 6''); *-4: ''condor'' (condor, rarissimo, ''Hole in One'' in un ''par 5''); * -3: ''albatross'' (albatro, raro, ''Hole in One'' in un ''par 4''); * -2: ''eagle'' (aquila, ''Hole in One'' in un ''par 3''); * -1: ''birdie'' (uccellino); * ±0: ''par''; * +1: ''bogey''; * +2: ''doppio bogey''; * +3: ''triplo bogey''; * +4: ''4 sopra il par'' o, raramente, ''quadruplo bogey''. E così via. I tornei dei professionisti si svolgono di solito sulla distanza di quattro giri del campo da 18 buche, ossia 72 buche complessive e solitamente dopo 2 "giri" avviene l'eliminazione di una parte dei concorrenti ("taglio"). I giocatori vengono suddivisi in gruppi di due o tre, che eseguono i loro colpi a turno, alternando alla partenza il giocatore che ha fatto il miglior risultato nella buca precedente; i gruppi iniziano il percorso uno dopo l'altro, separati da alcuni minuti per permettere alla partenza successiva di non farli raggiungere con il loro primo colpo. La classifica viene compilata indicando sia il numero dei colpi totali che quelli sotto il ''par'' (numeri negativi, esempio (''par 72''): 71 e -1, 70 e -2 e 69 e -3) o sopra (numeri positivi, esempio (''par 72''): 73 e +1, 74 e +2, 75 e +3). Vince, ovviamente, chi totalizza il punteggio più basso (numeri negativi); in caso di parità si disputano una o più buche di spareggio ad oltranza, applicando la regola detta della "morte improvvisa" (in inglese = ''sudden death''). Sia per i professionisti sia per i dilettanti esistono comunque numerosi tipi di partite di golf. Sacca e bastoni da golf Il bastone da golf ha forma simile a una "L" e si compone di una sottile canna (''shaft'') di lunghezza variabile, circa un metro (il segmento lungo della L), che viene impugnata in cima (sul ''grip'') con entrambe le mani, e di una testa larga alcuni centimetri (il segmento corto), che è la parte che colpisce la palla. In particolare, secondo le regole, la testa è l'unica parte del bastone con cui si possa colpire la palla. I bastoni differiscono tra loro per lunghezza, inclinazione (''loft'') della testa, o, meglio, della faccia destinata a colpire la palla, rispetto al piano verticale e si possono catalogare in tre categorie principali: i "legni", i "ferri", i ''putter'' ed una intermedia: gli "ibridi" o ''utility'' (anche se alcuni puristi tengono alla differenza fra "bastone ibrido" e "ferro utility"). Da sinistra: un legno, un putter e un ferro I "legni'", il cui nome deriva dal materiale in cui erano di solito costruiti in passato, sono i bastoni più lunghi e con la faccia meno inclinata: servono a coprire le distanze maggiori, a scapito della precisione. Di essi, quello che copre la maggior distanza è detto ''driver''. I "ferri", di lunghezza decrescente e inclinazione della faccia crescente: i ferri più lunghi con faccia meno inclinata permettono distanze maggiori, mentre i ferri più corti garantiscono maggior precisione; il ''sand wedge'' è un ferro particolare adatto ad essere utilizzato sulla sabbia soffice: la sua conformazione ne limita l'affondamento sotto la sabbia. Il ''putter'' è il bastone che viene utilizzato sul ''green'' per far rotolare la palla verso la buca. In genere i legni e i ferri sono identificati da numeri crescenti, oppure dall'angolo della faccia. La scelta di quale bastone utilizzare dipende dalla distanza che si intende coprire con la palla e dalla precisione che si richiede. Ogni giocatore sa, o dovrebbe sapere, quale distanza è in grado di coprire con i bastoni che utilizza: indicativamente un giocatore maschio medio copre 200-220 metri con il legno più lungo, detto ''driver'', e distanze decrescenti con gli altri bastoni (140–150 m con il ferro 5, 100–110 m con il ferro 9, 70 m con il ''sand wedge''). Tutti i bastoni devono essere omologati dal ''governing body'', pena la loro inutilizzabilità. In un giro convenzionale il giocatore può portare un massimo di quattordici bastoni. === Golf professionistico === Sebbene molti professionisti si limitino a dare lezioni presso i club locali e a gareggiare in eventi circoscritti, i migliori della categoria competono internazionalmente in vari ''tour''. Questi sono organizzati da varie federazioni note con il nome di PGA (''Professional Golfers' Association''), fra le quali quella americana che organizza il ''PGA Tour'' e quella europea che organizza lo European Tour. I tornei più prestigiosi sono per tradizione i quattro ''Major'' che si svolgono a cadenza annuale da aprile ad agosto. === Golf dilettantistico === Il golf si distingue da altri sport anche per quanto riguarda la competizione a livello dilettantistico. Infatti, chiunque sia abilitato all'uso del campo (in genere i giocatori che possiedono un ''handicap''), può iscriversi a gare aperte solo ai dilettanti ed organizzate dai vari club sui propri campi da gioco. Queste competizioni, generalmente giocate con formula Stableford (dal nome del suo inventore), che in sostanza permette di non concludere una o più buche senza essere particolarmente penalizzati al contrario della formula Medal adottata dai professionisti dove si deve segnare il punteggio di ogni buca pena la squalifica, sono ormai molto sviluppate ed hanno cadenza anche giornaliera, più spesso però vengono organizzate di sabato e domenica. Tramite queste gare si ha l'occasione di giocare dovendo seguire le stesse regole che governano i grandi tornei dei professionisti, nonché la possibilità di vincere vari premi o abbassare il proprio livello di ''handicap'', divenendo così ufficialmente giocatori più bravi. All'interno dei singoli club non mancano poi campionati sociali. Esistono anche veri e propri tornei per dilettanti, itineranti in vari campi a livello nazionale o internazionale, alla fine dei quali spesso è previsto un premio relativamente prestigioso, sebbene la Federgolf (la Federazione Italiana di questo sport) non permetta ad un dilettante la vincita di un premio di valore superiore a 700 €. Nonostante a prima vista questo sport possa sembrare totalmente innocuo, poiché non prevede alcun tipo di contatto fisico, presenta in realtà diversi aspetti di pericolosità. Sono infatti avvenute in passato molte morti sui campi da golf per via dei fulmini; il singolo giocatore è comunque autorizzato a sospendere il proprio gioco se crede che vi sia pericolo di fulmini, senza incorrere in alcuna penalità. I moderni sistemi di previsione e monitoraggio delle condizioni del tempo permettono di prevedere con buon anticipo la presenza di temporali nelle vicinanze. Attualmente nei campi da golf viene monitorata anche la carica elettrica presente nell'aria. Ciò permette, nel caso venga superata la soglia di sicurezza, di avvisare i giocatori in campo tramite l'uso di sirene udibili sul campo stesso e sospendere il gioco. I giocatori presenti in campo al momento del suono delle sirene hanno diritto a completare la buca in corso, ma non possono cominciare una nuova buca, in tal caso potrebbero incorrere in una squalifica. Inoltre, le palle da golf tirate a notevole velocità possono ferire gravemente altre persone presenti su o nelle vicinanze del campo. Le Regole prevedono che nel caso una palla assuma una traiettoria potenzialmente pericolosa, il golfista che ha tirato debba urlare ''fore'' per avvertire gli altri. Infine, anche incidenti con le ''golf car'', che raggiungono velocità considerevoli rispetto alle pendenze presenti sui campi, avvengono abbastanza frequentemente se non si pone la giusta attenzione. === Aspetti ambientali === I campi da golf alterano il paesaggio, la loro manutenzione consuma molte risorse idriche e riduce la biodiversità, soprattutto a causa della deforestazione. Nonostante ad esempio la Federazione Italiana Golf abbia nel 2012 siglato un accordo con Legambiente, Wwf, Federparchi, Fai e MareVivo in linea col programma internazionale della ''Golf environment organization'' (Geo) per la salvaguardia dell'ambiente, sono nati nel mondo alcuni movimenti anti-golf di protesta contro tale sport proprio per motivi ambientali.
Ghiandola
Le '''ghiandole''' sono organi secretori che servono alla liberazione di sostanze utili all'organismo. L'unità funzionale, o parenchima, della ghiandola è rappresentato da un epitelio ghiandolare in associazione a una porzione connettivale di sostegno e trofica, tale da ospitare e rendere possibile il transito di una rete sanguigna di nutrizione e delle terminazioni nervose. In base al destino del secreto si distinguono due tipi di ghiandole: * ghiandole endocrine, che riversano i secreti nei liquidi interni del corpo; * ghiandole esocrine, che riversano il secreto all'esterno del corpo o in cavità comunicanti con l'esterno. Tutte e due queste tipologie di ghiandole sono accomunate dall'origine: ambedue derivano da un epitelio di rivestimento che, invaginandosi, si approfonda nel miconnettivo sottostante. Per quanto riguarda le ghiandole esocrine, sono generalmente pluricellulari e possiamo suddividerle in due unità: adenomero e dotto escretore. L'adenomero è l'unità secernente della ghiandola, ovvero che produce il secreto. Tale porzione, o comunque la ghiandola stessa, rimane collegata all'epitelio da cui ha avuto origine mediante il dotto, all'interno del quale viene riversato il secreto. Questa costituisce l'organizzazione di una ghiandola esocrina. Per quanto invece concerne la ghiandola endocrina, la modalità di origine è la medesima, fatto salvo che si perde il collegamento con l'epitelio di origine e che il parenchima ghiandolare si organizza attorno a una fitta rete capillare sinusoidale all'interno della quale immettono il loro secreto, ossia l'''ormone''.
Modalità di secrezione cellulare esocrina. Le ghiandole possono essere classificate in base a vari parametri: in base al numero di cellule che le compongono in: * '''unicellulari''' sono costituite da un'unica cellula, ossia la ghiandola si identifica con essa. Nell'uomo questo tipo di ghiandole è rappresentato dalle sole cellule mucipare formate da una porzione ristretta detta stelo del calice ed una parte in cui si accumula il secreto detto teca. Il prodotto di secrezione è la mucina che a contatto con l'acqua diventa muco. Sono presenti nella mucosa intestinale e in quella respiratoria * '''pluricellulari''': l'adenomero è costituito da più cellule. Le pluricellulari si possono classificare in base alla modalità con cui viene liberato il secreto in ghiandole: * '''apocrine''': il secreto si accumula nella porzione apicale della cellula sotto forma di granuli non rivestiti da membrana. Al momento della secrezione, la membrana plasmatica si invagina e si fonde a costituire un'unica grande vescicola di secrezione, sicché la cellula perde una parte di citoplasma e di membrana plasmatica. * '''merocrine''' o '''eccrine''': sono le più comuni e abbondanti. Il secreto si accumula sotto forma di granuli rivestiti da membrana e viene espulso mediante i comuni processi di esocitosi. * '''olocrine''': (dal greco ''holos'', tutto), l'intera cellula concorre alla secrezione: il secreto si accumula nella cellula che va via via degenerando sino a costituire essa stessa il secreto. Poiché nella secrezione olocrina (che avviene per esempio nelle ghiandole sebacee) la cellula viene persa, vi devono essere degli elementi di riserva, le cellule staminali, che duplicandosi e differenziandosi, mantengano inalterato l'assetto cellulare. In funzione della natura chimica del secreto si riconoscono ghiandole: * '''sierose''': il secreto è una sostanza, per l'appunto, sierosa fluida e a carattere prevalentemente enzimatico. Le cellule sierose sono caratterizzate da sviluppati reticoli endoplasmatici granulari (responsabile della basofilia citoplasmatica) e complesso di Golgi. Il secreto è ammassato nella porzione apicale della cellula come granuli di zimogeno. Tali cellule sono riconoscibili per via del fatto che assumono i comuni coloranti delle tecniche di allestimento, colorandosi più intensamente rispetto alla tipologia seguente. La cellula sierosa presenta forma di piramide tronca; il nucleo, generalmente rotondo, ne occupa la parte basale. * '''mucose''': il secreto è denso e viscoso perché contiene mucina che a contatto con l'acqua diviene muco. Tale secreto è costituito da mucopolisaccaridi che con le comuni tecniche di allestimento istologiche non viene fissato e colorato (poiché i mucopolisaccaridi hanno una maggiore componente saccaridica, essi sono PAS positivi). Ne segue che le cellule mucose appaiono schiumose e bianche, facendo da campo a un nucleo basofilo colorato. Con un microscopio elettronico si possono osservare nuclei cellulari piccoli e scuri, schiacciati nella parte basale della cellula. * '''miste''': sono ghiandole che presentano sia cellule sierose che cellule mucose disposte in modo caratteristico. Infatti, le cellule sierose, a differenza delle mucose, non guardano alla cavità dell'adenomero ma la incappucciano, costituendo quelle che vengono definite come ''semilune del Giannuzzi o sierose'' per via della loro caratteristica forma semilunare. Le semilune sierose immettono il loro secreto all'interno dei capillari di secrezione, che non sono dei vasi bensì delle microcavità (specie di canalicoli) tra le docce delle cellule mucose adiacenti. Le ghiandole possono anche essere classificate in * '''intraparietali''': rimangono nello spessore della parete dal cui epitelio di rivestimento hanno avuto origine (per esempio le ghiandole delle cripte di Lieberkuhn nell'intestino). A seconda della posizione rispetto all'epitelio di origine, queste si possono classificare in ''intraepiteliali'' (se rimangono nello spessore dell'epitelio) o ''extraepiteliali'' (se si situano nel connettivo sottostante). Poiché sotto l'epitelio si hanno due tonache connettivali, le extraepiteliali possono dirsi ''coriali'' (se sono comprese nello spessore della tonaca propria) o ''sottomucose'' (se sono comprese nello spessore della tonaca sottomucosa). * '''extraparietali''': si situano all'esterno della parete dal cui epitelio hanno avuto origine ma vi rimangono collegate per mezzo del loro dotto escretore (per esempio fegato e pancreas). La forma dell'adenomero costituisce un ulteriore parametro di classificazione delle ghiandole in (in ordine crescente del lume dell'adenomero) acinose, tubulari, alveolari. A seconda del rapporto adenomero/dotto escretore si hanno ghiandole: * '''semplici''': un adenomero con il suo dotto escretore oppure più adenomeri che si aprono sul medesimo dotto escretore (in tal caso si parla di ghiandole ''ramificate''). * '''composte''': vi sono tanti adenomeri ciascuno con il proprio dotto escretore che sbocca in dotti di calibro via via crescente (in altri termini è il dotto escretore che si ramifica). Vi possono essere delle ghiandole di grosse dimensioni che presentano una loro tipica organizzazione detta a lobi. In tal caso la ghiandola è rivestita da un connettivo denso detto capsula. Da questa si dipartono dei setti connettivali (detti interlobari) che dividono la ghiandola in lobi; dai setti interlobari si staccano setti di connettivali interlobulari che dividono il lobo in lobuli. L'epitelio ghiandolare endocrino produce ormoni che vengono riversati nell'interstizio connettivale e da qui nel circolo sanguigno o linfatico. Poiché, dunque, l'ormone entra nella circolazione sistemica, esso esplica la sua azione distalmente rispetto al luogo della secrezione. L'ormone è una sostanza tale da influenzare il metabolismo della cellula (detta ''cellula bersaglio'') per cui ha i recettori. Ne deriva che gli ormoni sono sostanze altamente selettive: per esempio, l'ormone TSH o tireotropo prodotto dall'ipofisi ha le sue cellule bersaglio esclusivamente tra quelle della tiroide, poiché solo quelle possiedono i recettori per tale ormone. Di quest'ultimo è inoltre necessario tenere presente la natura chimica, non perché essa ponga in essere una classificazione delle ghiandole endocrine ma perché determina la modalità di azione dell'ormone stesso. Vi sono due tipologie di ormoni: steroidei e peptidici o polipeptidici. I primi (per esempio gli ormoni gonadici e corticosurrenali) sono dei derivati del colesterolo, lipide non idrolizzabile e anfipatico; pertanto essi possono valicare la membrana plasmatica della cellula bersaglio e legarsi a un recettore citoplasmatico: il complesso ormone-recettore citoplasmatico determina una serie di modificazioni metaboliche. Gli ormoni peptidici e polipeptidici possono presentare dei gruppi polari e possono altresì essere ingombranti; essi, dunque, hanno una certa difficoltà a valicare la membrana plasmatica: ecco che allora si legano a dei recettori di membrana (proteine glicosilate) e tale legame inizia una serie di reazioni a catena che culminano con la trasformazione dell'ATP in cAMP (adenosinmonofosfato ciclico). Questa sostanza fa, pertanto, le veci dell'ormone, passandone all'interno della cellula il messaggio, ossia agendo come ''secondo messaggero''. In altri termini, quest'ultima categoria di ormoni agisce attraverso una ''trasduzione del segnale''. Le ghiandole endocrine possono essere divise in due gruppi: * '''unicellulari''' che costituiscono il sistema endocrino diffuso. * '''pluricellulari''' che a loro volta si dividono in: ** ''follicolari'' Costituita da cavità sferoidali che produce la colloide (un preormone). Nel corpo umano ne sono esempi la tiroide e la parte intermedia dell'ipofisi ** ''cordonali'' costituite da fila di cellule fiancheggiate da capillari, unite da desmosomi e giunzioni strette. I cordoni sono circondati da tessuto connettivo reticolare. Ne sono esempi adenoipofisi, epifisi, paratiroidi e surrenali. ** ''a isolotti'' Costituite da "isole" endocrine nel parenchima di un organo esocrino, ad esempio gli isolotti Langerhans nel pancreas. ** ''interstiziali'' Si hanno quando cellule endocrine si trovano sparse nel connettivo degli spazi interstiziali di un organo. Ne sono un esempio le cellule interstiziali delle gonadi (cellule di Leydig nel testicolo, teca interna e corpo luteo nell'ovaio).
Giove (astronomia)
'''Giove''' è il quinto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole e il più grande di tutto il sistema planetario: la sua massa corrisponde a due volte e mezzo la somma di quelle di tutti gli altri pianeti messi insieme. È classificato, al pari di Saturno, Urano e Nettuno, come gigante gassoso. Giove ha una composizione simile a quella del Sole: infatti è costituito principalmente da idrogeno ed elio con piccole quantità di altri composti, quali ammoniaca, metano ed acqua. Si ritiene che il pianeta possegga una struttura pluristratificata, con un nucleo solido, presumibilmente di natura rocciosa e costituito da carbonio e silicati di ferro, sopra il quale gravano un mantello di idrogeno metallico ed una vasta copertura atmosferica che esercitano su di esso altissime pressioni. L'atmosfera esterna è caratterizzata da numerose bande e zone di tonalità variabili dal color crema al marrone, costellate da formazioni cicloniche ed anticicloniche, tra le quali spicca la Grande Macchia Rossa. La rapida rotazione del pianeta gli conferisce l'aspetto di uno sferoide schiacciato ai poli e genera un intenso campo magnetico che dà origine ad un'estesa magnetosfera; inoltre, a causa del meccanismo di Kelvin-Helmholtz, Giove emette una quantità di energia superiore a quella che riceve dal Sole. A causa delle sue dimensioni e della composizione simile a quella solare, Giove è stato considerato per lungo tempo una "stella fallita": in realtà solamente se avesse avuto l'opportunità di accrescere la propria massa sino a 75-80 volte quella attuale; il suo nucleo avrebbe ospitato le condizioni di temperatura e pressione favorevoli all'innesco delle reazioni di fusione dell'idrogeno in elio, il che avrebbe reso il sistema solare un sistema stellare binario. L'intenso campo gravitazionale di Giove influenza il sistema solare nella sua struttura perturbando le orbite degli altri pianeti e lo "ripulisce" in parte dai detriti che possono colpire i pianeti più interni. Intorno a Giove orbitano numerosi satelliti e un sistema di anelli scarsamente visibili; l'azione combinata dei campi gravitazionali di Giove e del Sole, inoltre, stabilizza le orbite di due gruppi di asteroidi troiani. Il pianeta, conosciuto sin dall'antichità, ha rivestito un ruolo preponderante nel credo religioso di numerose culture, tra cui i Babilonesi, i Greci e i Romani, che lo hanno identificato con il sovrano degli dei. Il simbolo astronomico del pianeta è una rappresentazione stilizzata del fulmine, principale attributo di quella divinità.
Giove appare ad occhio nudo come un astro biancastro molto brillante a causa della sua elevata albedo. È il quarto oggetto più brillante nel cielo, dopo il Sole, la Luna e Venere con cui, quando quest'ultimo risulta inosservabile, si spartisce il ruolo di "stella del mattino" o "stella della sera". La sua magnitudine apparente varia, a seconda della posizione durante il suo moto di rivoluzione, da −1,6 a −2,8, mentre il suo diametro apparente varia da 29,8 a 50,1 secondi d'arco. Il periodo sinodico del pianeta è di 398,88 giorni, al termine dei quali il corpo celeste inizia una fase di moto retrogrado apparente, in cui sembra spostarsi all'indietro nel cielo notturno rispetto allo sfondo delle stelle "fisse" eseguendo una traiettoria sigmoide. Giove, nei 12 anni circa della propria rivoluzione, attraversa tutte le costellazioni dello zodiaco. Io, a sinistra Europa (più interno) e Ganimede. Si nota anche la sua caratteristica più peculiare: la Grande Macchia Rossa. Il pianeta è interessante da un punto di vista osservativo in quanto già con piccoli strumenti è possibile apprezzarne alcuni caratteristici dettagli superficiali. I periodi più propizi per osservare il pianeta corrispondono alle opposizioni e in particolare alle "grandi opposizioni", che si verificano ogni qual volta Giove transita al perielio. Queste circostanze, in cui l'astro raggiunge le dimensioni apparenti massime, consentono all'osservatore amatoriale, munito delle adeguate attrezzature, di scorgere più facilmente gran parte delle caratteristiche del pianeta. Un binocolo 10×50 o un piccolo telescopio rifrattore consentono già di osservare attorno al pianeta quattro piccoli punti luminosi, disposti lungo il prolungamento dell'equatore del pianeta: si tratta dei satelliti medicei. Poiché essi orbitano abbastanza velocemente intorno al pianeta, è possibile notarne i movimenti già tra una notte e l'altra: il più interno, Io, arriva a compiere tra una notte e la successiva quasi un'orbita completa. Un telescopio da permette già di osservare le caratteristiche bande nuvolose e, qualora le condizioni atmosferiche siano perfette, anche la caratteristica più nota del pianeta, la Grande Macchia Rossa che però è maggiormente visibile con un telescopio di di apertura che consente di osservare meglio le nubi e le formazioni più fini del pianeta. Il pianeta risulta osservabile non solo nel visibile, ma anche ad altre lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico, principalmente nell'infrarosso. L'osservazione a più lunghezze d'onda si rivela utile soprattutto nell'analisi della struttura e della composizione dell'atmosfera e nello studio delle componenti del sistema di Giove. Una delle prime civiltà a studiare i moti di Giove e degli altri pianeti visibili ad occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte e Saturno) fu quella assiro-babilonese. Gli astronomi di corte dei re babilonesi riuscirono a determinare con precisione il periodo sinodico del pianeta; inoltre, si servirono del suo moto attraverso la sfera celeste per delineare le costellazioni zodiacali. La scoperta negli archivi reali di Ninive di tavolette recanti precisi resoconti di osservazioni astronomiche e il frequente rinvenimento di parti di strumentazioni a probabile destinazione astronomica, come lenti di cristallo di rocca e tubi d'oro (datati al I millennio a.C.), indussero alcuni archeoastronomi a ipotizzare che la civiltà assira fosse già in possesso di un "prototipo" di cannocchiale, con il quale si ritiene sia stato possibile osservare anche Giove. Ritratto di Galileo Galilei dipinto nel 1636 da Justus Sustermans. Anche i cinesi, noti per la raffinatezza delle loro tecniche astronomiche, riuscirono a ricavare in maniera precisa i periodi sinodici ed orbitali dei pianeti visibili ad occhio nudo. Nel 1980 lo storico cinese Xi Zezong ha annunciato che Gan De, astronomo contemporaneo di Shi Shen, sarebbe riuscito ad osservare almeno uno dei satelliti di Giove già nel 362 a.C. a occhio nudo, presumibilmente Ganimede, schermando la vista del pianeta con un albero o qualcosa di analogo. Bisognerà però attendere il XVII secolo prima che l'esistenza dei satelliti di Giove sia appurata da Galileo Galilei, che, nel 1610, scoprì i quattro satelliti medicei: Io, Europa, Ganimede e Callisto; fu però Simon Marius, che si attribuì la paternità della scoperta dei satelliti, alimentando in questo modo una fiera diatriba con Galileo, a conferire nel 1614 i nomi mitologici attualmente in uso a ciascuno di essi. Nell'autunno del 1639 l'ottico napoletano Francesco Fontana, diffusore del telescopio a oculare convergente (kepleriano), testando un telescopio di 22 palmi di sua produzione scoprì le caratteristiche bande dell'atmosfera del pianeta. Negli anni sessanta del XVII secolo l'astronomo Gian Domenico Cassini, scoprì la presenza di macchie sulla superficie di Giove e che il pianeta stesso ha la forma di uno sferoide oblato. L'astronomo riuscì poi a determinarne il periodo di rotazione, e nel 1690 scoprì che l'atmosfera è soggetta a una rotazione differenziale; egli è inoltre accreditato come lo scopritore, assieme, ma indipendentemente, a Robert Hooke, della Grande Macchia Rossa. Lo stesso Cassini, assieme a Giovanni Alfonso Borelli, stese precise relazioni sul movimento dei quattro satelliti galileiani, formulando dei modelli matematici che consentissero di prevederne le posizioni. Tuttavia nel trentennio 1670-1700, si osservò che, quando Giove si trova in un punto dell'orbita prossimo alla congiunzione col Sole, si registra nel transito dei satelliti un ritardo di circa 17 minuti rispetto al previsto. L'astronomo danese Ole Rømer ipotizzò che la visione di Giove non fosse istantanea (conclusione che Cassini aveva precedentemente respinto) e che dunque la luce avesse una velocità finita (indicata con ''c''). Vista animata di Giove. Queste foto sono state scattate nel corso di ventotto giorni nel 1979 dalla sonda ''Voyager 1'' mentre si avvicinava al pianeta. Dopo due secoli privi di significative scoperte, il farmacista Heinrich Schwabe disegnò la prima carta completa di Giove, comprendente anche la Grande Macchia Rossa, e la pubblicò nel 1831. Le osservazioni della tempesta hanno permesso di registrare dei momenti in cui essa appariva più debole (come tra il 1665 e il 1708, nel 1883 ed all'inizio del XX secolo), ed altri in cui appariva rinforzata, tanto da risultare molto ben evidente all'osservazione telescopica (come nel 1878). Nel 1892 Edward Emerson Barnard scoprì, grazie al telescopio rifrattore da 910 mm dell'Osservatorio Lick, la presenza attorno al pianeta di un quinto satellite, battezzato Amaltea. Nel 1932 Rupert Wildt identificò, analizzando lo spettro del pianeta, delle bande di assorbimento proprie dell'ammoniaca e del metano. Sei anni dopo furono osservate, a sud della Grande Macchia Rossa, tre tempeste anticicloniche che apparivano come dei particolari ovali biancastri. Per diversi decenni le tre tempeste sono rimaste delle entità distinte, non riuscendo mai a fondersi pur avvicinandosi periodicamente; tuttavia, nel 1998, due di questi ovali si sono fusi, assorbendo infine anche il terzo nel 2000 e dando origine a quella tempesta che oggi è nota come Ovale BA. Nel 1955 Bernard Burke e Kenneth Franklin individuarono dei lampi radio provenienti da Giove alla frequenza di 22,2 MHz; si trattava della prima prova dell'esistenza della magnetosfera gioviana. La conferma giunse quattro anni dopo, quando Frank Drake ed Hein Hvatum scoprirono le emissioni radio decimetriche. Nel periodo compreso tra il 16 e il 22 luglio 1994 oltre 20 frammenti provenienti dalla cometa Shoemaker-Levy 9 collisero con Giove in corrispondenza del suo emisfero australe; fu la prima osservazione diretta della collisione tra due oggetti del sistema solare. L'impatto permise di ottenere importanti dati sulla composizione dell'atmosfera gioviana. === Missioni spaziali === Sin dal 1973 numerose sonde automatiche hanno visitato il pianeta, sia come obiettivo di studio, sia come tappa intermedia, per sfruttarne il potente effetto fionda per ridurre la durata del volo verso le regioni più esterne del sistema solare. I viaggi interplanetari richiedono un grande dispendio energetico, impiegato per provocare una netta variazione della velocità della sonda nota come delta-v (Δv). Il raggiungimento di Giove dalla Terra richiede un Δv di , confrontabile con il Δv di 9,7 km/s necessario per raggiungere l'orbita terrestre bassa. L'effetto fionda consente di modificare la velocità del veicolo senza consumare combustibile. ==== Missioni con sorvolo ravvicinato (''fly-by'') ==== + Elenco delle missioni fly-by Sonda Data del massimoavvicinamento Distanza minima ''Pioneer 10'' 3 dicembre 1973 ~ ''Pioneer 11'' 4 dicembre 1974 ''Voyager 1'' 5 marzo 1979 ''Voyager 2'' 9 luglio 1979 ''Ulysses'' 8 febbraio 1992 4 febbraio 2004 ~ ''Cassini'' 30 dicembre 2000 ~ ''New Horizons'' 28 febbraio 2007 Dal 1973 diverse sonde hanno compiuto sorvoli ravvicinati (''fly-by'') del pianeta. La prima fu la ''Pioneer 10'', che eseguì un fly-by di Giove nel dicembre del 1973, seguita dalla ''Pioneer 11'' un anno più tardi. Le due sonde ottennero le prime immagini ravvicinate dell'atmosfera, delle nubi gioviane e di alcuni suoi satelliti, la prima misura precisa del suo campo magnetico; scoprirono inoltre che la quantità di radiazioni in prossimità del pianeta era assai superiore a quella attesa. Le traiettorie delle sonde furono utilizzate per raffinare la stima della massa del sistema gioviano, mentre l'occultazione delle sonde dietro il disco del pianeta migliorò le stime del valore del diametro equatoriale e dello schiacciamento polare. Un'immagine del pianeta ripresa dalla Pioneer 10 il 1º dicembre 1973 dalla distanza di ''NASA'' Sei anni dopo fu la volta delle missioni ''Voyager'' (1 e 2). Le due sonde migliorarono enormemente la comprensione di alcune dinamiche dei satelliti galileiani e dell'atmosfera di Giove, tra cui la conferma della natura anticiclonica della Grande Macchia Rossa e l'individuazione di lampi e formazioni temporalesche; le sonde permisero inoltre di scoprire gli anelli di Giove e otto satelliti naturali, che si andarono ad aggiungere ai cinque già noti. Le ''Voyager'' rintracciarono la presenza di un toroide di plasma ed atomi ionizzati in corrispondenza dell'orbita di Io, sulla cui superficie furono scoperti numerosi edifici vulcanici, alcuni dei quali nell'atto di eruttare. Nel febbraio del 1992 raggiunse Giove la sonda solare ''Ulysses'', che sorvolò il pianeta ad una distanza minima di 450 000 km (6,3 raggi gioviani). Il ''fly-by'' fu programmato per raggiungere un'orbita polare attorno al Sole, ma fu sfruttato per condurre studi sulla magnetosfera di Giove. La sonda non aveva telecamere e non fu ripresa alcuna immagine. Nel 2000 la sonda ''Cassini'', durante la sua rotta verso Saturno, sorvolò Giove e fornì alcune delle immagini più dettagliate mai scattate del pianeta. Sette anni dopo, Giove fu raggiunto dalla sonda ''New Horizons'', diretta verso Plutone e la fascia di Kuiper. Nell'attraversamento del sistema di Giove, la sonda misurò l'energia del plasma emesso dai vulcani di Io e studiò brevemente ma in dettaglio i quattro satelliti medicei, conducendo anche indagini a distanza dei satelliti più esterni Imalia ed Elara. ==== La missione Galileo ==== Rappresentazione artistica della NASA che mostra la sonda Galileo nel sistema di Giove. La prima sonda progettata per lo studio del pianeta è stata la ''Galileo'', entrata in orbita attorno a Giove il 7 dicembre del 1995 e rimastavi oltre 7 anni, compiendo sorvoli ravvicinati di tutti i satelliti galileiani e di Amaltea. Nel 1994, mentre giungeva verso il pianeta gigante, la sonda ha registrato l'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9. Nel luglio del 1995 è stato sganciato dalla sonda madre un piccolo modulo-sonda, entrato nell'atmosfera del pianeta il 7 dicembre; il modulo ha raccolto dati per 75 minuti, penetrando per 159 km prima di essere distrutto dalle alte pressioni e temperature dell'atmosfera inferiore (circa 28 atmosfere – , e . La stessa sorte è toccata alla sonda madre quando, il 21 settembre 2003, fu deliberatamente spinta verso il pianeta a una velocità di oltre 50 km/s, per evitare qualsiasi possibilità che in futuro potesse collidere con il satellite Europa e contaminarlo. ==== La missione Juno ==== La NASA ha progettato una sonda per lo studio di Giove da un'orbita polare; battezzata ''Juno'', fu lanciata nell'agosto 2011 ed è arrivata nei pressi del pianeta a luglio 2016. Juno ha scoperto 8 vortici uguali al polo nord disposti ai vertici di un'ottagono (l'ottagono di Giove), con al centro un nono vortice, e 5 vortici uguali al polo sud disposti come i vertici di un pentagono con al centro un sesto vortice. In un passaggio successivo nel novembre 2019, la scoperta di un nuovo vortice ha mostrato una nuova forma della disposizione degli stessi, che diversamente da quello precedente che era un pentagono ha assunto la forma di un esagono, similmente all'esagono di Saturno. ==== Missioni future ==== La possibile presenza di un oceano di acqua liquida sui satelliti Europa, Ganimede e Callisto ha portato ad un crescente interesse per uno studio ravvicinato dei satelliti ghiacciati del sistema solare esterno. L'ESA ha studiato una missione per lo studio di Europa denominata ''Jovian Europa Orbiter'' (JEO); il progetto della missione è stato però implementato da quello della ''Europa Jupiter System Mission'' (EJSM), frutto della collaborazione con la NASA e studiato per l'esplorazione di Giove e dei satelliti, il cui lancio è previsto attorno al 2020. La EJSM è costituita da due unità, la ''Jupiter Europa Orbiter'', gestita e sviluppata dalla NASA, e la ''Jupiter Ganymede Orbiter'', gestita dall'ESA. transito di Io sulla superficie del pianeta (10 febbraio 2009). Giove orbita ad una distanza media dal Sole di 778,33 milioni di chilometri () e completa la sua rivoluzione attorno alla stella ogni 11,86 anni; questo periodo corrisponde esattamente ai due quinti del periodo orbitale di Saturno, con cui si trova dunque in una risonanza di 5:2. L'orbita di Giove è inclinata di 1,31º rispetto al piano dell'eclittica; per via della sua eccentricità pari a 0,048, la distanza tra il pianeta e il Sole varia di circa 75 milioni di chilometri tra i due apsidi, il perielio (740 742 598 km) e l'afelio (816 081 455 km). La velocità orbitale media di Giove è di 13 056 m/s (47 001 km/h), mentre la circonferenza orbitale misura complessivamente 4 774 000 000 km. L'inclinazione dell'asse di rotazione è relativamente piccola, solamente 3,13º, e precede ogni 12 000 anni; di conseguenza, il pianeta non sperimenta significative variazioni stagionali, contrariamente a quanto accade sulla Terra e su Marte. Poiché Giove non è un corpo solido, la sua atmosfera superiore è soggetta ad una rotazione differenziale: infatti, la rotazione delle regioni polari del pianeta è più lunga di circa 5 minuti rispetto a quella all'equatore. Sono stati adottati tre sistemi di riferimento per monitorare la rotazione delle strutture atmosferiche permanenti. Il sistema I si applica alle latitudini comprese tra 10º N e 10º S; il suo periodo di rotazione è il più breve del pianeta, pari a 9 h 50 min 30,0 s. Il sistema II si applica a tutte le latitudini a nord e a sud di quelle del sistema I; il suo periodo è pari a 9 h 55 min 40,6 s. Il sistema III fu originariamente definito tramite osservazioni radio e corrisponde alla rotazione della magnetosfera del pianeta; la sua durata è presa come il periodo di rotazione "ufficiale" del pianeta (9 h 55 min 29,685 s); Giove quindi presenta la rotazione più rapida di tutti i pianeti del sistema solare. L'alta velocità di rotazione è all'origine di un marcato rigonfiamento equatoriale, facilmente visibile anche tramite un telescopio amatoriale; questo rigonfiamento è causato dall'alta accelerazione centripeta all'equatore, pari a circa 1,67 m/s², che, combinata con l'accelerazione di gravità media del pianeta (24,79 m/s²), dà un'accelerazione risultante pari a 23,12 m/s²: di conseguenza, un ipotetico oggetto posto all'equatore del pianeta peserebbe meno rispetto ad un corpo di identica massa posto alle medie latitudini. Queste caratteristiche conferiscono quindi al pianeta l'aspetto di uno sferoide oblato, il cui diametro equatoriale è maggiore rispetto al diametro polare: il diametro misurato all'equatore supera infatti di il diametro misurato ai poli. Dopo la formazione del Sole, avvenuta circa 4,6 miliardi di anni fa, il materiale residuato dal processo, ricco in polveri metalliche, si è disposto in un disco circumstellare da cui hanno avuto origine dapprima i planetesimi, quindi, per aggregazione di questi ultimi, i protopianeti. Giove in formazione all'interno della nebulosa solare. La formazione di Giove ha avuto inizio a partire dalla coalescenza di planetesimi di natura ghiacciata poco al di là della cosiddetta ''frost line'', una linea oltre la quale si addensarono i planetesimi costituiti in prevalenza da materiale a basso punto di fusione; la frost line ha agito da barriera, provocando un rapido accumulo di materia a circa dal Sole. L'embrione planetario così formato, di massa pari ad almeno 10 masse terrestri (M⊕), ha iniziato ad accrescere materia gassosa a partire dall'idrogeno e dall'elio avanzati dalla formazione del Sole e confinati nelle regioni periferiche del sistema dal vento della stella neoformata. Il tasso di accrescimento dei planetesimi, inizialmente più intenso di quello dei gas, proseguì sino a quando il numero di planetesimi nella fascia orbitale del proto-Giove non andò incontro a una netta diminuzione; a questo punto il tasso di accrescimento dei planetesimi e quello dei gas dapprima raggiunsero valori simili, quindi quest'ultimo iniziò a predominare sul primo, favorito dalla rapida contrazione dell'involucro gassoso in accrescimento e dalla rapida espansione del confine esterno del sistema, proporzionale all'incremento della massa dal pianeta. Il proto-Giove cresce a ritmo serrato sottraendo idrogeno dalla nebulosa solare e raggiungendo in circa mille anni le 150 M⊕ e, dopo qualche migliaio di anni, le definitive 318 M⊕. Il processo di accrescimento del pianeta è stato mediato dalla formazione di un disco circumplanetario all'interno del disco circumsolare; terminato il processo di accrescimento per esaurimento dei materiali volatili, ormai andati a costituire il pianeta, i materiali residui, in prevalenza rocciosi, sono andati a costituire il sistema di satelliti del pianeta, che si è infoltito a seguito della cattura, da parte della grande forza di gravità di Giove, di numerosi altri corpi minori. Conclusa la sua formazione, il pianeta ha subito un processo di migrazione orbitale: il pianeta infatti si sarebbe formato a circa 5,65 UA, circa 0,45 UA (70 milioni di chilometri) più esternamente rispetto ad oggi, e nei 100 000 anni successivi, a causa della perdita del momento angolare dovuta all'attrito con il debole disco di polveri residuato dalla formazione della stella e dei pianeti, sarebbe man mano scivolato verso l'attuale orbita, stabilizzandosi ed entrando in risonanza 5:2 con Saturno. Durante questa fase Giove avrebbe catturato i suoi asteroidi troiani, originariamente oggetti della fascia principale o della fascia di Kuiper destabilizzati dalle loro orbite originarie e vincolati in corrispondenza dei punti lagrangiani L4 ed L5. === Composizione === Composizione Atmosferica Idrogeno molecolare (H2) 89,8 ± 2,0% Elio (He) 10,2 ± 2,0% Metano (CH4) ~0,3% Ammoniaca (NH3) ~0,026% Deuteruro di idrogeno (HD) ~0,003% Etano (C2H6) 0,0006% Acqua (H2O) 0,0004% Ghiacci Ammoniaca Acqua Idrosolfuro di ammonio (NH4SH) L'atmosfera superiore di Giove è composta in volume da un 88-92% di idrogeno molecolare e da un 8-12% di elio. Queste percentuali cambiano se si tiene in considerazione la proporzione delle masse dei singoli elementi e composti, dal momento che l'atomo di elio è circa quattro volte più massiccio dell'atomo di idrogeno; l'atmosfera gioviana è quindi costituita da un 75% in massa di idrogeno e da un 24% di elio, mentre il restante 1% è costituito da altri elementi e composti presenti in quantità molto più esigue. La composizione varia leggermente man mano che si procede verso le regioni interne del pianeta, date le alte densità in gioco; alla base dell'atmosfera si ha quindi un 71% in massa di idrogeno, un 24% di elio e il restante 5% di elementi più pesanti e composti: vapore acqueo, ammoniaca, composti del silicio, carbonio e idrocarburi (soprattutto metano ed etano), acido solfidrico, neon, ossigeno, fosforo e zolfo. Nelle regioni più esterne dell'atmosfera sono inoltre presenti dei consistenti strati di cristalli di ammoniaca solida. Le proporzioni atmosferiche di idrogeno ed elio sono molto vicine a quelle riscontrate nel Sole e teoricamente predette per la nebulosa solare primordiale; tuttavia le abbondanze dell'ossigeno, dell'azoto, dello zolfo e dei gas nobili sono superiori di un fattore tre rispetto ai valori misurati nel Sole; invece la quantità di neon nell'alta atmosfera è pari in massa solamente a 20 parti per milione, circa un decimo rispetto alla sua quantità nella stella. Anche la quantità di elio appare decisamente inferiore, presumibilmente a causa di precipitazioni che, secondo le simulazioni, interessano una porzione abbastanza profonda dell'atmosfera gioviana in cui il gas condensa in goccioline anziché mescolarsi in modo omogeneo con l'idrogeno. Le quantità dei gas nobili di peso atomico maggiore (argon, kripton, xeno, radon) sono circa due o tre volte quelle della nostra stella. === Massa e dimensioni === Giove è il pianeta più massiccio del sistema solare, 2 volte e mezzo più massiccio di tutti gli altri pianeti messi insieme; la sua massa è tale che il baricentro del sistema Sole-Giove cade esternamente alla stella, precisamente a 47 500 km (0,068 R☉) dalla sua superficie. Il valore della massa gioviana (indicata con MJ) è utilizzato come raffronto per le masse degli altri pianeti gassosi ed in particolare dei pianeti extrasolari. In raffronto alla Terra, Giove è 317,938 volte più massiccio, ha un volume 1 319 volte superiore ma una densità più bassa, appena superiore a quella dell'acqua: 1,319 × 10³ kg/m³ contro i 5,5153 × 10³ kg/m³ della Terra. Il diametro è 11,2008 volte maggiore di quello terrestre. Confronto tra le dimensioni di Giove (in un'immagine ripresa dalla sonda Cassini) e della Terra. ''NASA'' Giove si comprime di circa all'anno. Probabilmente alla base di questo fenomeno sta il meccanismo di Kelvin-Helmholtz: il pianeta compensa, comprimendosi in maniera adiabatica, la dispersione nello spazio del calore endogeno. Questa compressione riscalda il nucleo, incrementando la quantità di calore emessa; il risultato è che il pianeta irradia nello spazio una quantità di energia superiore a quella che riceve per insolazione, con un rapporto emissione/insolazione stimato in 1,67 ± 0,09. Per queste ragioni, si ritiene che, appena formato, il pianeta dovesse essere più caldo e grande di circa il doppio rispetto ad ora. Giove ha il maggior volume possibile per una massa fredda. Tuttavia i modelli teorici indicano che se Giove fosse più massiccio avrebbe un diametro inferiore a quello che possiede attualmente (si veda il box al lato). Questo comportamento varrebbe fino a masse comprese tra 10 e 50 volte la massa di Giove; oltre questo limite, infatti, ulteriori aumenti di massa determinerebbero aumenti effettivi di volume e causerebbero il raggiungimento di temperature, nel nucleo, tali da innescare la fusione del deuterio (13MJ) e del litio (65MJ): si forma così una nana bruna. Qualora l'oggetto raggiungesse una massa pari a circa 75-80 volte quella di Giove si raggiungerebbe la massa critica per l'innesco di reazioni termonucleari di fusione dell'idrogeno in elio, che porterebbe alla formazione di una stella, nella fattispecie una nana rossa. Anche se Giove dovrebbe essere circa 75 volte più massiccio per essere una stella, il diametro della più piccola stella sinora scoperta, AB Doradus C, è solamente il 40% più grande rispetto al diametro del pianeta. Diagramma che illustra la struttura interna di Giove. La struttura interna del pianeta è oggetto di studi da parte degli astrofisici e dei planetologi; si ritiene che il pianeta sia costituito da più strati, ciascuno con caratteristiche chimico-fisiche ben precise. Partendo dall'interno verso l'esterno si incontrano, in sequenza: un nucleo, un mantello di idrogeno metallico liquido, uno strato di idrogeno molecolare liquido, elio ed altri elementi, ed una turbolenta atmosfera. Secondo i modelli astrofisici più moderni e ormai accettati da tutta la comunità scientifica, Giove non possiede una crosta solida; il gas atmosferico diventa sempre più denso procedendo verso l'interno e gradualmente si converte in liquido, al quale si aggiunge una piccola percentuale di elio, ammoniaca, metano, zolfo, acido solfidrico ed altri composti in percentuale minore. La temperatura e la pressione all'interno di Giove aumentano costantemente man mano che si procede verso il nucleo. Al nucleo del pianeta è spesso attribuita una natura rocciosa, ma la sua composizione dettagliata, così come le proprietà dei materiali che lo costituiscono e le temperature e le pressioni cui sono soggetti, e persino la sua stessa esistenza, sono ancora in gran parte oggetto di speculazione. Secondo i modelli, il nucleo, con una massa stimata in 14-18 M⊕, sarebbe costituito in prevalenza da carbonio e silicati, con temperature stimate sui 36 000 K e pressioni dell'ordine dei 4500 gigapascal (GPa). La regione nucleare è circondata da un denso mantello di idrogeno liquido metallico, che si estende sino al 78% (circa i 2/3) del raggio del pianeta ed è sottoposto a temperature dell'ordine dei 10 000 K e pressioni dell'ordine dei 200 GPa. Al di sopra di esso si trova un cospicuo strato di idrogeno liquido e gassoso, che si estende sino a 1000 km dalla superficie e si fonde con le parti più interne dell'atmosfera del pianeta. Animazione del movimento delle nubi di Giove, ottenuta tramite molteplici riprese della sonda Galileo. ''NASA'' L'atmosfera di Giove è la più estesa atmosfera planetaria del sistema solare; manca di un netto confine inferiore, ma gradualmente transisce negli strati interni del pianeta. Dal più basso al più alto, gli stati dell'atmosfera sono: troposfera, stratosfera, termosfera ed esosfera; ogni strato è caratterizzato da un gradiente di temperatura specifico. Al confine tra la troposfera e la stratosfera, ovvero la tropopausa, è collocato un sistema complicato di nubi e foschie costituito da stratificazioni di ammoniaca, idrosolfuro di ammonio ed acqua. === Nubi e bandeggio atmosferico === Immagine di Giove ripresa dalla sonda Cassini; sono indicate le principali bande, la Zona equatoriale e la Grande Macchia Rossa. La copertura nuvolosa di Giove è spessa circa 50 km e consiste almeno di due strati di nubi di ammoniaca: uno strato inferiore piuttosto denso ed una regione superiore più rarefatta. I sistemi nuvolosi sono organizzati in fasce orizzontali lungo le diverse latitudini. Si suddividono in ''zone'', di tonalità chiara, e ''bande'', le quali appaiono scure per via della presenza su di esse di una minore copertura nuvolosa rispetto alle zone. La loro interazione dà luogo a violente tempeste, i cui venti raggiungono, come nel caso delle correnti a getto delle zone, velocità superiori ai 100-120 m/s (360-400 km/h). Le osservazioni del pianeta hanno mostrato che tali formazioni variano nel tempo in spessore, colore e attività, ma mantengono comunque una certa stabilità, in virtù della quale gli astronomi le considerano delle strutture permanenti e hanno deciso di assegnare loro una nomenclatura. Le bande sono inoltre occasionalmente interessate da fenomeni, noti come ''disturbi'', che ne frammentano il decorso; uno di questi fenomeni interessa a intervalli irregolari di 3-15 anni la banda equatoriale meridionale (''South Equatorial Belt'', SEB), la quale improvvisamente "scompare", dal momento che vira sul colore bianco rendendosi indistinguibile dalle chiare zone circostanti, per poi tornare otticamente individuabile nel giro di alcune settimane o mesi. La causa dei disturbi è attribuita alla momentanea sovrapposizione con le bande interessate di alcuni strati nuvolosi posti ad una quota maggiore. La caratteristica colorazione marrone-arancio delle nubi gioviane è causata da composti chimici complessi, noti come cromofori, che emettono luce in questo colore quando sono esposti alla radiazione ultravioletta solare. L'esatta composizione di queste sostanze rimane incerta, ma si ritiene che vi siano discrete quantità di fosforo, zolfo ed idrocarburi complessi; questi composti colorati si mescolano con lo strato di nubi più profondo e più caldo. Il caratteristico bandeggio si forma a causa della convezione atmosferica: nelle zone si ha l'emergere in superficie delle celle convettive dell'atmosfera inferiore, che determina la cristallizzazione dell'ammoniaca che di conseguenza cela alla vista gli strati immediatamente sottostanti; nelle bande invece il movimento convettivo è discendente ed avviene in regioni a temperatura più alte. È stata ipotizzata la presenza di un sottile strato di vapore acqueo al di sotto delle nubi di ammoniaca, come dimostrerebbero i fulmini registrati dalla sonda Galileo, che raggiungono intensità anche decine di migliaia di volte superiori a quelle dei fulmini terrestri: la molecola dell'acqua, essendo polare, è infatti capace di assumere una parziale carica in grado di creare la differenza di potenziale necessaria per generare la scarica. Le nubi d'acqua, grazie all'apporto del calore interno del pianeta, possono quindi formare dei complessi temporaleschi simili a quelli terrestri. I fulmini gioviani, in precedenza studiati visivamente o in onde radio dalle sonde Voyager 1 e 2, Galileo, Cassini, sono stati oggetto di analisi approfondite dalla sonda Juno in un ampio spettro di frequenze e a quote molto inferiori. Tali studi hanno evidenziato un'attività temporalesca ben diversa da quella terrestre: su Giove l'attività è più concentrata vicino ai poli e quasi assente in prossimità dell'equatore. Questo è dovuto alla maggiore instabilità atmosferica presente ai poli gioviani che, pur essendo meno calda dell'area equatoriale, consente ai gas caldi provenienti dall'interno del pianeta di salire in quota favorendo la convezione. Giove, in virtù della sua seppur bassa inclinazione assiale, espone i propri poli a una radiazione solare inferiore, anche se di poco, rispetto a quella delle regioni equatoriali; la convezione all'interno del pianeta trasporta tuttavia più energia ai poli, bilanciando le temperature degli strati nuvolosi alle diverse latitudini. === La Grande Macchia Rossa e altre tempeste === Un'immagine a falsi colori ripresa nell'infrarosso dalla sonda New Horizons che mostra una porzione dell'atmosfera gioviana prospiciente la Grande Macchia Rossa. ''NASA'' L'atmosfera di Giove ospita centinaia di vortici, strutture rotanti circolari che, come nell'atmosfera della Terra, possono essere divisi in due classi: cicloni ed anticicloni; i primi ruotano nel verso di rotazione del pianeta (antiorario nell'emisfero settentrionale ed orario in quello meridionale), mentre i secondi nel verso opposto. Una delle principali differenze con l'atmosfera terrestre è che su Giove gli anticicloni dominano numericamente sui cicloni, dal momento che il 90% dei vortici con un diametro superiore ai 2000 km sono anticicloni. La durata dei vortici varia da diversi giorni a centinaia di anni in base alle dimensioni: per esempio, la durata media di anticicloni con diametri compresi tra i 1000 ed i 6000 km è di 1–3 anni. Non sono mai stati osservati vortici nella regione equatoriale di Giove (entro i 10° di latitudine), in quanto la circolazione atmosferica di tale regione li renderebbe instabili. Come accade su ogni pianeta rapidamente rotante, gli anticicloni su Giove sono centri di alta pressione, mentre i cicloni lo sono di bassa pressione. Il vortice sicuramente più noto è la Grande Macchia Rossa (GRS, dall'inglese ''Great Red Spot''), una vasta tempesta anticiclonica posta 22º a sud dell'equatore del pianeta. La formazione presenta un aspetto ovale e ruota in senso antiorario con un periodo di circa sei giorni. Le sue dimensioni, variabili, sono 24-40 000 km × 12-14 000 km: è quindi abbastanza grande da essere visibile già con telescopi amatoriali. Si tratta di una struttura svincolata da altre formazioni più profonde dell'atmosfera planetaria: le indagini infrarosse hanno mostrato che la tempesta è più fredda rispetto alle zone circostanti, segno che si trova più in alto rispetto ad esse: lo strato più alto di nubi della GRS infatti svetta di circa 8 km sugli strati circostanti. Anche prima che le sonde Voyager dimostrassero che si trattava di una tempesta, vi era già una forte evidenza che la Macchia fosse una struttura a sé stante, come d'altronde appariva dalla sua rotazione lungo il pianeta tutto sommato indipendente dal resto dell'atmosfera. Alcune tempeste riprese dal telescopio spaziale Hubble: la Grande Macchia Rossa, l'Ovale BA (in basso a sinistra) e un'altra macchia rossastra di recente formazione; al di sotto di esse, due ovali biancastri simili a quelli da cui ebbe origine l'Ovale BA. ''NASA'' La Macchia varia notevolmente di gradazione, passando dal rosso mattone al salmone pastello, e talvolta anche al bianco; non è ancora noto cosa determini la colorazione rossa della macchia. Alcune teorie, suffragate dai dati sperimentali, suggeriscono che possa essere causata dai medesimi cromofori, in quantità differenti, presenti nel resto dell'atmosfera gioviana. Non è noto se i cambiamenti che la Macchia manifesta siano il risultato di normali fluttuazioni periodiche, né tanto meno per quanto ancora essa durerà; i modelli fisico-matematici suggeriscono però che la tempesta sia stabile e quindi possa costituire, al contrario di altre, una formazione permanente del pianeta. Tempeste simili a questa, anche se temporanee, non sono infrequenti nelle atmosfere dei pianeti giganti gassosi: per esempio, Nettuno ha posseduto per un certo tempo una Grande Macchia Scura, e Saturno mostra periodicamente per brevi periodi delle Grandi Macchie Bianche. Anche Giove presenta degli ovali bianchi (detti WOS, acronimo di ''White Oval Spots'', ''Macchie Ovali Bianche''), assieme ad altri marroni; si tratta tuttavia di tempeste minori transitorie, per questo prive di una denominazione. Gli ovali bianchi sono in genere composti da nubi relativamente fredde poste nell'alta atmosfera; gli ovali marroni sono invece più caldi, e si trovano ad altitudini medie. La durata di queste tempeste si aggira indifferentemente tra poche ore o molti anni. Nel 2000, nell'emisfero australe del pianeta, si è originata dalla fusione di tre ovali bianchi una formazione simile alla GRS, ma di dimensioni più piccole. Denominata tecnicamente Ovale BA, la formazione ha subito un'intensificazione dell'attività e un cambiamento di colore dal bianco al rosso, che le è valso il soprannome di ''Red Spot Junior''. Infine Juno ha scoperto 8 vortici uguali al polo nord disposti ai vertici di un ottagono (l'ottagono di Giove), con al centro un nono vortice, e 5 vortici uguali al polo sud disposti come i vertici di un pentagono (il pentagono di Giove), con al centro un sesto vortice, poi trasformatosi in un esagono con al centro un settimo vortice (l'esagono di Giove). Sono simili all'esagono di Saturno, anche lui un vortice. Rappresentazione schematica della magnetosfera di Giove. In azzurro sono indicate le linee di forza del campo magnetico; in rosso il toroide di Io. Le correnti elettriche all'interno del mantello di idrogeno metallico generano un campo magnetico dipolare, inclinato di 10º rispetto all'asse di rotazione del pianeta. Il campo raggiunge un'intensità variabile tra 0,42 millitesla - mT - all'equatore e 1,3 mT ai poli, che lo rende il più intenso campo magnetico del sistema solare (con l'eccezione di quello nelle macchie solari), 14 volte superiore al campo geomagnetico. Il campo magnetico di Giove preserva la sua atmosfera dalle interazioni col vento solare deflettendolo e creando una regione appiattita, la magnetosfera, costituita da un plasma di composizione molto differente da quello del vento solare. La magnetosfera gioviana è la più grande e potente fra tutte le magnetosfere dei pianeti del sistema solare, nonché la struttura più grande del sistema non appartenente al Sole: si estende nel sistema solare esterno per molte volte il raggio di Giove (RJ) e raggiunge un'ampiezza massima che può superare l'orbita di Saturno. La magnetosfera di Giove è convenzionalmente divisa in tre parti: la magnetosfera interna, intermedia ed esterna. La magnetosfera interna è situata ad una distanza inferiore a 10 raggi gioviani (RJ) dal pianeta; il campo magnetico al suo interno rimane sostanzialmente dipolare, poiché ogni contributo proveniente dalle correnti che fluiscono dal plasma magnetosferico equatoriale risulta piccolo. Nelle regioni intermedie (tra 10 e 40 RJ) ed esterne (oltre 40 RJ) il campo magnetico non è più dipolare e risulta seriamente disturbato dalle sue interazioni col plasma solare. Immagine ultravioletta di un'aurora gioviana ripresa dal telescopio Hubble; i tre punti brillanti sono generati, rispettivamente, dalle interazioni di Io, Ganimede ed Europa; la fascia di radiazione più intensa è detta ''ovale aurorale principale'', al cui interno si trovano le cosiddette ''emissioni polari''. ''NASA'' Le eruzioni che avvengono sul satellite galileiano Io contribuiscono ad alimentare la magnetosfera gioviana generando un importante toroide di plasma, che carica e rafforza il campo magnetico formando la struttura denominata ''magnetodisk''. Le forti correnti che circolano nella regione interna della magnetosfera danno origine ad intense fasce di radiazione, simili alle fasce di van Allen terrestri, ma migliaia di volte più potenti; queste forze generano delle aurore perenni attorno ai poli del pianeta ed intense emissioni radio. L'interazione delle particelle energetiche con la superficie delle lune galileiane maggiori influenza notevolmente le loro proprietà chimiche e fisiche, ed entrambi influenzano e sono influenzati dal particolare moto del sottile sistema di anelli del pianeta. Ad una distanza media di 75 RJ (compresa tra circa 45 e 100 RJ a seconda del periodo del ciclo solare) dalla sommità delle nubi del pianeta è presente una lacuna tra il plasma del vento solare e il plasma magnetosferico, che prende il nome di magnetopausa. Al di là di essa, ad una distanza media di 84 RJ dal pianeta, si trova il bow shock, il punto in cui il flusso del vento viene deflesso dal campo magnetico. Immagine nel visibile del pianeta sovrapposta ai dati ottenuti dalle osservazioni radio; da notare l'area toroidale che circonda l'equatore del pianeta. === Emissione radio magnetosferica === Le correnti elettriche delle fasce di radiazione generano delle emissioni radio di frequenza variabile tra 0,6 e 30 MHz, che rendono Giove un'importante radiosorgente. Le prime analisi, condotte da Burke e Franklin, rivelarono che l'emissione è caratterizzata da ''flash'' intorno ai 22,2 MHz e che il loro periodo coincideva con il periodo di rotazione del pianeta, la cui durata fu quindi determinata con maggiore accuratezza. Essi riconobbero inizialmente due tipologie di emissione: i ''lampi lunghi'' (''long'' o ''L-bursts''), della durata di alcuni secondi, e i ''lampi corti'' (''short'' o ''S-bursts''), che durano poco meno di un centesimo di secondo. Sono state in seguito scoperte altre tre forme di segnale radio trasmesse dal pianeta: * Esplosioni radio decametriche (con lunghezze d'onda di decine di metri), che variano con la rotazione del pianeta e sono influenzate dalle interazioni tra Io e la magnetosfera gioviana. * Emissioni radio decimetriche (con lunghezze d'onda di alcune decine di centimetri), la cui origine è stata imputata alla radiazione di ciclotrone emessa dagli elettroni accelerati dal campo magnetico in un'area toroidale che ne circonda l'equatore. * Irraggiamento termico prodotto dal calore dell'atmosfera del pianeta. La forte modulazione periodica dell'emissione radio e particellare, che corrisponde al periodo di rotazione del pianeta, rende Giove affine ad una pulsar. È bene comunque considerare che l'emissione radio del pianeta dipende fortemente dalla pressione del vento solare e, quindi, dall'attività solare stessa. Giove possiede un debole sistema di anelli planetari, il terzo ad esser stato scoperto nel sistema solare, dopo quello di Saturno e quello di Urano. Fu osservato per la prima volta nel 1979 dalla sonda Voyager 1, ma fu analizzato più approfonditamente negli anni novanta dalla sonda Galileo e, a seguire, dal telescopio spaziale Hubble e dai più grandi telescopi di Terra. Un mosaico di fotografie degli anelli di Giove scattate dalla Galileo mentre si trovava nel cono d'ombra del pianeta. ''NASA'' Il sistema di anelli consiste principalmente di polveri, presumibilmente silicati. È suddiviso in quattro parti principali: un denso toro di particelle noto come anello di alone; una fascia relativamente brillante, ma eccezionalmente sottile nota come anello principale; due deboli fasce più esterne, detti anelli Gossamer (letteralmente ''garza''), che prendono il nome dai satelliti il cui materiale superficiale ha dato origine a questi anelli: Amaltea (anello Gossamer di Amaltea) e Tebe (anello Gossamer di Tebe). L'anello principale e l'anello di alone sono costituiti da polveri originarie dei satelliti Metis e Adrastea ed espulse nello spazio in seguito a violenti impatti meteorici. Le immagini ottenute nel febbraio e nel marzo 2007 dalla missione ''New Horizons'' hanno mostrato inoltre che l'anello principale possiede una ricca struttura molto fine. All'osservazione nel visibile e nell'infrarosso vicino gli anelli hanno un colore tendente al rosso, eccezion fatta per l'anello di alone, che appare di un colore neutro o comunque tendente al blu. Le dimensioni delle polveri che compongono il sistema sono variabili, ma è stata riscontrata una netta prevalenza di polveri di raggio pari a circa 15 μm in tutti gli anelli tranne in quello di alone, probabilmente dominato da polveri di dimensioni nanometriche. La massa totale del sistema di anelli è scarsamente conosciuta, ma è probabilmente compresa tra 1011 e 1016 kg. L'età del sistema è sconosciuta, ma si ritiene che esista sin dalla formazione del pianeta madre. Giove è circondato da una nutrita schiera di satelliti naturali, i cui membri attualmente identificati sono 79, che lo rendono il pianeta con il più grande corteo di satelliti con orbite ''ragionevolmente sicure'' del sistema solare. Otto di questi sono definiti ''satelliti regolari'' e possiedono orbite prograde (ovvero, che orbitano nello stesso senso della rotazione di Giove), quasi circolari e poco inclinate rispetto al piano equatoriale del pianeta. La classe è suddivisa in due gruppi: I quattro satelliti galileiani: Io, Europa, Ganimede, Callisto. * Gruppo di Amaltea o interno, che costituisce il gruppo di satelliti più vicino al pianeta; ne fanno parte Metis, Adrastea, Amaltea e Tebe, che sono la sorgente delle polveri che vanno a formare il sistema di anelli del pianeta. * Gruppo principale o Satelliti medicei o galileiani; vi appartengono Io, Europa, Ganimede e Callisto e sono gli unici a presentare, in virtù della loro massa, una forma sferoidale. Le restanti 71 lune sono annoverate tra i ''satelliti irregolari'', le cui orbite, sia prograde sia retrograde (che orbitano in senso opposto rispetto al senso di rotazione di Giove), sono poste a una maggiore distanza dal pianeta madre e presentano alti valori di inclinazione ed eccentricità orbitale. Questi satelliti sono spesso considerati più che altro degli asteroidi (cui spesso assomigliano per dimensioni e composizione) catturati dalla grande gravità del gigante gassoso e frammentati a seguito di collisioni; di questi ventisette non hanno ancora ricevuto un nome, mentre altri undici non sono stati più osservati dopo la loro scoperta e sono considerati persi L'identificazione dei gruppi (o famiglie) satellitari è sperimentale; si riconoscono due principali categorie, che differiscono per il senso in cui orbita il satellite: i satelliti progradi e quelli retrogradi; queste due categorie a loro volta assommano le diverse famiglie. * Satelliti progradi: ** Gruppo di Imalia. * Satelliti retrogradi: ** Gruppo di Carme. ** Gruppo di Ananke. ** Gruppo di Pasifae. Non tutti i satelliti appartengono ad una famiglia; esulano infatti da questo schema Temisto, Carpo,, Valetudo, S/2003 J 12 e S/2003 J 2. Il numero preciso di satelliti non sarà mai quantificato esattamente, perché i frammenti ghiacciati che compongono i suoi anelli possono tecnicamente essere considerati tali; inoltre, a tutt'oggi, l'Unione astronomica internazionale non ha voluto porre con precisione una linea arbitraria di distinzione tra satelliti minori e grandi frammenti ghiacciati. I nomi dei satelliti di Giove sono ispirati a quelli di amanti o figlie del dio romano Giove, o del suo equivalente greco, Zeus. La forza di gravità di Giove ha contribuito, insieme a quella del Sole, a plasmare il sistema solare. Giove possiede infatti una vasta sfera di Hill, la più grande del sistema solare eccetto, ovviamente, quella del Sole; essa si estende da un minimo di 0,30665 ad un massimo di dal centro del pianeta, pari a rispettivamente 45,87 e a 50,54 milioni di chilometri. Tali dimensioni rendono quindi l'idea del ruolo che il pianeta svolge nel regolare gli assetti gravitazionali del sistema planetario. Le orbite dei satelliti esterni; da notare la loro forte inclinazione, probabile segno che si tratta di asteroidi catturati dal grande campo gravitazionale di Giove. Il pianeta è il responsabile di gran parte delle lacune di Kirkwood nella fascia principale degli asteroidi, e si ritiene che sia stato il principale fautore dell'intenso bombardamento tardivo nelle prime fasi della storia del sistema solare. Inoltre, la maggioranza delle comete periodiche appartiene alla famiglia delle comete gioviane, i cui membri sono caratterizzati da avere orbite i cui semiassi maggiori sono inferiori a quello del pianeta. Tali comete si sarebbero formate all'interno della fascia di Kuiper, ma la loro orbita particolarmente ellittica sarebbe il risultato dell'attrazione del Sole e delle perturbazioni gravitazionali esercitate da Giove durante il passaggio delle comete nei pressi del gigante gassoso. === Cattura temporanea di satelliti === La grande sfera di Hill permette al pianeta di catturare temporaneamente diversi corpi minori e di porli in orbita intorno ad esso; l'avverbio ''temporaneamente'' può essere inteso sia su una scala temporale "astronomica", quindi dell'ordine del milione di anni o più, sia su scale temporali "umane", da alcuni mesi sino a qualche decennio. Tra i satelliti temporanei, noti anche come TSC (dall'inglese ''Temporary Satellite Capture''), catturati nell'ultimo secolo si annoverano anche alcune comete periodiche, come 39P/Oterma, 82P/Gehrels, 111P/Helin-Roman-Crockett, 147P/Kushida-Muramatsu, P/1996 R2 Lagerkvist e probabilmente anche la famosa D/1993 F2 Shoemaker-Levy 9. Giove sicuramente cattura in via temporanea anche asteroidi, ma non è stato finora osservato alcun caso; si ipotizza comunque che i satelliti irregolari del sistema gioviano esterno potrebbero essere degli asteroidi catturati. === Asteroidi troiani === Gli asteroidi troiani di Giove (colorati in verde) sono visibili anteriormente e posteriormente a Giove in corrispondenza del suo tragitto orbitale. L'immagine mostra anche la fascia principale, tra le orbite di Marte e Giove (in bianco), e la famiglia Hilda (in marrone). Oltre al sistema di satelliti, il campo gravitazionale di Giove controlla numerosi asteroidi, detti asteroidi troiani, che sono vincolati in corrispondenza di alcuni punti di equilibrio del sistema gravitazionale Sole-Giove, i punti di Lagrange, in cui l'attrazione complessiva è nulla. In particolare, il maggiore addensamento di asteroidi si ha in corrispondenza dei punti L4 ed L5 (che, rispettivamente, precede e segue di 60º Giove nel suo tragitto orbitale), poiché il triangolo di forze con vertici Giove-Sole-L4 oppure Giove-Sole-L5 permette ad essi di avere un'orbita stabile. Gli asteroidi troiani si distribuiscono in due regioni oblunghe e curve attorno ai punti lagrangiani, e possiedono orbite attorno al Sole con semiasse maggiore medio di circa . Il primo asteroide troiano, 588 Achilles, fu scoperto nel 1906 da Max Wolf; attualmente se ne conoscono oltre 4000, ma si ritiene che il numero di troiani più grandi di 1 km sia dell'ordine del milione, vicino a quello calcolato per gli asteroidi più grandi di 1 km nella fascia principale. Come nella maggior parte delle cinture asteroidali, i troiani si raggruppano in famiglie. I troiani di Giove sono degli oggetti oscuri con spettri tendenti al rosso e privi di formazioni, che non rivelano la presenza certa di acqua o composti organici. I nomi degli asteroidi troiani di Giove derivano da quelli degli eroi che, secondo la mitologia greca, presero parte alla Guerra di Troia; i troiani di Giove si dividono in due gruppi principali: il ''campo greco'' (o ''gruppo di Achille''), posto sul punto L4, in cui gli asteroidi hanno i nomi degli eroi greci, e il ''campo troiano'' (o ''gruppo di Patroclo''), sul punto L5, i cui asteroidi hanno il nome degli eroi troiani. Tuttavia, alcuni asteroidi non seguono questo schema: 617 Patroclus e 624 Hektor vennero denominati prima che venisse scelto di operare questa divisione; di conseguenza, un eroe greco appare nel campo troiano e un eroe troiano si trova nel campo greco. === Impatti === Giove è stato spesso accreditato come lo "spazzino" del sistema solare, per via del suo immane pozzo gravitazionale e della sua posizione relativamente vicina al sistema solare interno, che lo rendono l'attrattore della maggior parte degli oggetti vaganti nelle sue vicinanze; per tale ragione è anche il pianeta con la maggior frequenza di impatti dell'intero sistema solare. Testimonianze di impatti sul pianeta gigante sembrano risalire già al XVII secolo: l'astrofilo giapponese Isshi Tabe ha scoperto tra i carteggi delle osservazioni di Giovanni Cassini alcuni disegni che rappresentano una macchia scura, apparsa su Giove il 5 dicembre 1690, e ne seguono l'evoluzione durante diciotto giorni; potrebbero quindi costituire la prova di un impatto antecedente a quello della Shoemaker-Levy 9 (vedi sotto). Un altro impatto degno di nota, presumibilmente di un asteroide di circa 500 m di diametro che apparteneva alla famiglia Hilda, si è verificato nel luglio del 2009 e ha prodotto nell'atmosfera del pianeta una macchia scura, simile in dimensioni all'Ovale BA, dissoltasi nell'arco di poche settimane. ultravioletto dal telescopio Hubble poco dopo l'impatto con la Shoemaker-Levy 9. Le lettere indicano i frammenti della cometa responsabili dei segni scuri segnalati dalle frecce. ==== L'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 ==== Tra il 16 ed il 22 luglio del 1994 i frammenti della cometa D/1993 F2 Shoemaker-Levy 9 precipitarono su Giove; è stata la prima, e finora unica, cometa ad essere osservata durante la sua collisione con un pianeta. Scoperta il 25 marzo 1993 dagli astronomi Eugene e Carolyn Shoemaker e da David Levy, la cometa destò immediato interesse nella comunità scientifica perché in orbita attorno al pianeta e non direttamente intorno al Sole. Catturata da Giove presumibilmente tra la seconda metà degli anni sessanta e i primi anni settanta, la Shoemaker-Levy 9, il cui nucleo era stato disgregato in 21 frammenti dalle forze di marea del gigante gassoso, si presentava nel 1993 come una lunga fila di punti luminosi immersi nella luminescenza delle loro code. Studi orbitali permisero di concludere già poco dopo la scoperta che la cometa sarebbe caduta sul pianeta entro il luglio del 1994; fu quindi avviata un'estesa campagna osservativa che coinvolse numerosi strumenti per la registrazione dell'evento. Le macchie scure che si formarono sul pianeta a seguito della collisione furono osservabili dalla Terra per diversi mesi, prima che l'attiva atmosfera gioviana riuscisse a cancellare tali cicatrici. L'evento ebbe una rilevanza mediatica considerevole, ma contribuì notevolmente anche alle conoscenze scientifiche sul sistema solare; in particolare, le esplosioni causate dalla caduta della cometa si rivelarono molto utili per investigare sulla composizione chimica e sulle proprietà fisiche dell'atmosfera di Giove sotto gli immediati strati superficiali. Un esperimento della NASA per testare la possibilità della vita su Giove, sull'impronta dell'esperimento di Miller-Urey. Nel 1953 il neolaureato Stanley Miller e il suo professore Harold Urey realizzarono un esperimento che provò che molecole organiche si sarebbero potute formare spontaneamente sulla Terra primordiale a partire da precursori inorganici. In quello che è passato alla storia come l'"esperimento di Miller-Urey" si fece uso di una soluzione gassosa altamente riducente, contenente metano, ammoniaca, idrogeno e vapore acqueo, per formare, sotto l'esposizione di una scarica elettrica continua (che simulava i frequenti fulmini che dovevano squarciare i cieli della Terra primitiva), sostanze organiche complesse e alcuni monomeri di macromolecole fondamentali per la vita, come gli amminoacidi delle proteine. Poiché la composizione dell'atmosfera di Giove ricalca quella che doveva essere la composizione dell'atmosfera terrestre primordiale e al suo interno avvengono con una certa frequenza intensi fenomeni elettrici, lo stesso esperimento è stato replicato per verificarne le potenzialità nel generare le molecole che stanno alla base della vita. Tuttavia, la forte circolazione verticale dell'atmosfera gioviana porterebbe via gli eventuali composti che si verrebbero a produrre nelle zone basse dell'atmosfera del pianeta; inoltre, le elevate temperature di queste regioni provocherebbero la decomposizione di queste molecole, impedendo in tal modo la formazione della vita così come la conosciamo. Per queste ragioni, si ritiene altamente improbabile che su Giove vi possa essere vita simile a quella terrestre, anche in forme molto semplici come i procarioti, per via degli scarsi quantitativi d'acqua, per l'assenza di una superficie solida e per le altissime pressioni che si riscontrano nelle aree interne. Tuttavia nel 1976, prima delle missioni Voyager, si ipotizzava che nelle regioni più alte dell'atmosfera gioviana potessero evolversi delle forme di vita basate sull'ammoniaca e su altri composti dell'azoto; la congettura è stata formulata prendendo spunto dall'ecologia dei mari terrestri in cui, a ridosso della superficie, si addensano semplici organismi fotosintetici, come il fitoplancton, subito al di sotto dei quali si trovano i pesci che si cibano di essi, e più in profondità i predatori marini che si nutrono dei pesci. I tre ipotetici equivalenti di questi organismi su Giove sono stati definiti da Sagan e Salpeter rispettivamente:"galleggiatori", "sprofondatori" e "cacciatori" (in lingua inglese, ''floaters'', ''sinkers'' e ''hunters''), e sono stati immaginati come delle creature simili a bolle di dimensioni gigantesche che si muovono per propulsione, espellendo l'elio atmosferico. I dati forniti dalle due Voyager nel 1979 hanno confermato la non idoneità del gigante gassoso a supportare eventuali forme di vita. === Etimologia e significato mitologico-religioso === Lo ''Zeus di Otricoli''. Marmo, copia romana di originale bronzeo greco del IV secolo a.C. Musei Vaticani. La grande luminosità di Giove, che lo rende ben visibile nel cielo notturno, lo ha reso oggetto di numerosi culti religiosi da parte delle civiltà antiche, per prime le civiltà mesopotamiche. Per i Babilonesi, il pianeta rappresentava Marduk, il primo fra gli dei e il creatore dell'uomo. L'analogo greco di Marduk era Zeus (in greco antico ), che era spesso poeticamente chiamato con il vocativo (''Zeu pater'', ''O padre Zeus!''). Il nome è l'evoluzione di ''Di̯ēus'', il dio del cielo diurno della religione protoindoeuropea, chiamato anche ''Dyeus ph2tēr'' (''Padre Cielo''). Il dio era conosciuto con questo nome anche in sanscrito (''Dyaus/Dyaus Pita'') e in latino (''Iuppiter'', originariamente ''Diespiter''), lingue che elaborarono la radice *''dyeu''- ("splendere" e nelle sue forme derivate "cielo, paradiso, dio"); in particolare, il nome latino della divinità, che deriva dal vocativo *, presenta molte analogie con il sostantivo ''deus''-''dīvus'' (''dio'', ''divino'') e ''dis'' (una variazione di ''dīves'', ''ricco'') che proviene dal simile sostantivo *''deiwos''. Zeus/Giove è quindi l'unica divinità del Pantheon olimpico il cui nome abbia un'origine indoeuropea così marcata. Zeus/Giove era re degli dei, sovrano dell'Olimpo, dio del cielo e del tuono. Famoso per le sue frequentissime avventure erotiche extraconiugali, fu padre di divinità, eroi ed eroine e la sua figura è presente nella maggior parte delle leggende che li riguardano. Dalla medesima radice indoeuropea trae origine anche il nome dell'equivalente nella religione germanica e in quella norrena (*''Tīwaz'', confronta in alto tedesco antico ''Ziu'' e in norreno ''Týr''). Tuttavia, se per Greci e Romani il dio del cielo era anche il più grande degli dei, nelle culture nordiche questo ruolo era attribuito ad Odino: di conseguenza questi popoli non identificavano, per il suo attributo primario di dio del tuono, Zeus/Giove né con Odino né con Tyr, quanto piuttosto con Thor (''Þórr''). Da notare comunque come il quarto giorno della settimana sia dedicato da entrambe le culture, quella greco romana e quella nordica, come il giorno dedicato a Giove: giovedì deriva infatti dal latino ''Iovis dies'', mentre l'equivalente inglese, ''Thursday'', significa ''Thor's day'', ossia ''giorno di Thor''. === Nell'astrologia === Il simbolo astrologico di Giove. Nell'astrologia occidentale il pianeta Giove è associato al principio della crescita, dell'espansione, della prosperità e della buona sorte, così come al senso interiore di giustizia di una persona, alla moralità e ai suoi più alti intenti e ideali. Governa i viaggi lunghi, specialmente quelli all'estero, l'educazione più elevata, la religione e la legge; è inoltre associato ad una propensione alla libertà e all'esplorazione, ai ruoli umanitari e protettivi, e con la capacità di rendere allegri e felici, o ''gioviali''. Il pianeta è domiciliato nel Sagittario (domicilio diurno) e nei Pesci (domicilio notturno), in esaltazione nel Cancro, in esilio nei Gemelli e nella Vergine, in caduta nel Capricorno.Nell'astrologia moderna Giove è ritenuto il possessore della nona e della dodicesima casa, ma tradizionalmente gli erano assegnate la seconda e la nona (rispettivamente, la casa dei valori e dei pensieri) ed aveva "gioia" nell'undicesima casa, degli amici e delle aspirazioni. Nell'astrologia medica il pianeta governa il sangue ed è associato al fegato, all'ipofisi e alla disposizione del tessuto adiposo. Nell'astrologia cinese Giove era chiamato ''la stella del legno'' (木星) ed era importante in quanto considerato foriero di prosperità, al punto che al tempo della dinastia Zhou era noto con il nome ''Sui Xing'', che significa ''Il Pianeta dell'Anno''. La sua importanza era tale che l'imperatore nominava direttamente un funzionario astronomo il cui compito specifico era l'osservazione del pianeta, di cui doveva registrare scrupolosamente la posizione rispetto alle costellazioni zodiacali, gli spostamenti al loro interno, e perfino il suo colore: se questo appariva tendente al rosso l'opulenza avrebbe regnato nelle regioni dell'impero situate geograficamente verso la direzione in cui il pianeta era visibile nel cielo; se invece il colore era giallo allora la prosperità era da ritenersi diffusa su tutto l'impero. Nell'astrologia indiana Giove è chiamato ''Guru'' o ''Bṛhaspati'' ed è noto come il "grande maestro". === Nella letteratura e nelle opere di fantascienza === I beati del Cielo di Giove nell'Aquila imperiale; incisione di Gustave Doré. Giove, nonostante la sua grande luminosità, non ha goduto di grande attenzione nel mondo letterario antico e medioevale; il pianeta, infatti, compare principalmente come riferimento per il suo significato astrologico. Marco Manilio, nei suoi ''Astronomicon libri'', descriveva Giove come un pianeta dagli influssi temperati e benigni, e lo definiva come il pianeta più benefico. Dante Alighieri, nel ''Convivio'', associa Giove all'arte della geometria, poiché come Giove è la «''stella di temperata complessione''» (Con - II, 14) tra il cielo ''caldo'' di Marte e quello ''freddo'' di Saturno, così la geometria spazia tra il punto, suo principio primo, e il cerchio, figura perfetta e quindi sua massima realizzazione.Il pianeta compare anche nel capolavoro del poeta fiorentino, la ''Divina Commedia'', e in particolare nel Paradiso, di cui rappresenta il sesto Cielo. La virtù caratteristica dei beati di questo Cielo è la giustizia: esso è infatti sede delle anime di principi saggi e giusti (tra cui Re Davide, Traiano e Costantino), che appaiono a Dante come luci che volano e cantano, formando lettere luminose che compongono la frase «''Diligite iustitiam qui iudicatis terram''» («Amate la giustizia voi che giudicate il mondo»); in seguito i beati, a partire dall'ultima ''M'' (che è anche l'iniziale della parola "Monarchia", tematica cara a Dante), danno forma all'immagine di un'aquila, allegoria dell'Impero. Questo cielo è mosso dalle intelligenze angeliche della seconda gerarchia, cioè dalle dominazioni. Solamente a partire dal XVIII secolo il pianeta fu utilizzato in quanto tale, come ambientazione fittizia per diverse opere letterarie a carattere filosofico: in ''Micromega'', scritto da Voltaire nel 1752, l'eroe eponimo e il suo compagno saturniano si fermano su Giove per un anno, durante il quale hanno «imparato alcuni segreti veramente degni di nota». Fu soprattutto verso la fine del XIX secolo che il pianeta divenne in maniera costante l'ambientazione di numerosi racconti del filone fantascientifico. Giove è stato spesso rappresentato, soprattutto nelle opere dei primi anni del Novecento, come un enorme pianeta roccioso circondato da un'atmosfera molto densa e spessa, prima che si scoprisse la sua vera natura di gigante gassoso, privo di una vera e propria superficie. Oltre al pianeta stesso è stato spesso utilizzato come ambientazione fantascientifica anche il suo sistema di satelliti. Nel cinema è celebre l'ambientazione nel sistema gioviano dei film ''2001: Odissea nello spazio'' di Stanley Kubrick, e ''2010 - L'anno del contatto'', sequel del precedente, di Peter Hyams.
Genetica formale
La '''genetica formale''' è il ramo della genetica basata unicamente sui risultati visibili di atti riproduttivi. È la disciplina più antica in campo genetico, risalendo agli esperimenti di Gregor Mendel che permisero di identificare i meccanismi fondamentali dell'ereditarietà; in tempi successivi tali meccanismi sono stati studiati e spiegati a livello molecolare.
Alla base della genetica formale c'è il concetto di "gene": fattore ereditario legato ad una particolare caratteristica semplice (carattere). È possibile studiare coi metodi della genetica formale un carattere se sono presenti più geni che concorrono diversamente a determinarlo; tali geni si dicono "alleli" e nella maggior parte dei casi sono due: questi corrispondono a livello molecolare alle due copie del gene (alleli) presenti in organismi diploidi nei due cromosomi. I diversi modi con cui si manifesta un carattere si dicono "fenotipi". L'insieme dei geni per uno o più caratteri posseduti da un individuo è il suo "genotipo". Un individuo i cui due alleli per la determinazione di un carattere sono uguali si dice "omozigote (AA-aa)", se diversi tra loro si dice "eterozigote (Aa)". Nella genetica formale l'espressione di un gene è il modo in cui il genotipo si traduce nel fenotipo, determinando un carattere. Come già menzionato, nel caso più semplice per ogni carattere sono presenti due alleli. Nel caso in cui i due alleli siano diversi tra loro (eterozigosi), tra di essi possono sussistere tre tipi di relazione: dominanza completa, dominanza incompleta e codominanza. * Se uno dei due alleli è ''(completamente) dominante'', esso domina sull'altro che si dice ''(completamente) recessivo''. L'allele dominante si esprime sempre (allo stato omozigote e allo stato eterozigote), quello recessivo solo allo stato omozigote. Ciò comporta che gli eterozigoti siano indistinguibili dagli omozigoti dominanti, avendo lo stesso fenotipo, detto fenotipo completamente dominante. Il fenotipo recessivo, invece, identifica senza ambiguità un omozigote recessivo. Dal punto di vista formale, in genere, se non meglio specificato, quando si parla di ''dominanza'' si sottintende ''dominanza completa''. * Si parla invece di ''dominanza incompleta'' quando il fenotipo dell'eterozigote è una via di mezzo tra il fenotipo dell'omozigote dominante e quello dell'omozigote recessivo; e ciò spesso accade quando si prendono in considerazione geni che determinano caratteri cromatici (esempio colore fiore). In questo caso dal fenotipo si può sempre risalire al genotipo, in quanto l'eterozigote differisce dai due omozigoti. Dal punto di vista molecolare, sia nel caso della dominanza completa che nel caso di quella incompleta ''l'allele recessivo "non viene utilizzato" ( o non codifica un prodotto funzionale)'': l'unico prodotto che viene a formarsi è quello codificato dall'allele dominante. Si forma quindi "''metà della dose''" di questo prodotto genico rispetto a quella che si avrebbe nel caso di un omozigote dominante. Se tuttavia questa dose dimezzata è sufficiente per mostrare macroscopicamente il carattere dell'omozigote dominante si parlerà di ''dominanza completa'' (e di gene aplosufficiente), se invece la dose dimezzata non è in grado di mostrare macroscopicamente il carattere dell'omozigote dominante si parlerà di ''dominanza incompleta'' (e di gene aploinsufficiente). * Infine si ha ''codominanza'' nel caso in cui due alleli ''si esprimono entrambi'' anche in presenza dell'altro. Come nel caso precedente dal fenotipo si può sempre risalire al genotipo, poiché l'eterozigote differisce dai due omozigoti. La natura di "dominante" o "codominante" non dipende dal singolo allele, ma dalla coppia di alleli considerata: perciò tra differenti alleli di un gene vi possono essere entrambe le relazioni. Ad esempio, nel carattere "gruppo sanguigno del sistema AB0" gli alleli ''IA'' e ''IB'', che producono i due antigeni, sono tra loro codominanti, mentre dominano (completamente) sull'allele ''i'', che non produce alcun antigene. In organismi diplodi, come quelli studiati classicamente dalla genetica formale, la segregazione è il processo di separazione dei due alleli per lo stesso carattere al momento della produzione di gameti (o meiospore). In virtù della segregazione metà dei gameti di un individuo eterozigote possiederà un allele, metà l'altro. Questo avviene perché i gameti, a differenza di tutte le altre cellule (dette "cellule somatiche"), possiedono una sola copia del patrimonio genetico (sono aploidi). Grande importanza assume la dipendenza o meno tra la segregazione di un carattere e quella di un altro. Se i due caratteri segregano indipendentemente, la trasmissione ad un discendente di uno o l'altro degli alleli di un carattere (supposto eterozigote) non influenza la probabilità di trasmettergli uno o l'altro degli alleli per l'altro carattere. Consideriamo un individuo con genotipo ''AaBb'', dove ''Aa'' è il genotipo per un carattere e ''Bb'' quello per l'altro. Supponiamo anche che gli alleli maiuscoli siano di origine paterna e quelli minuscoli materna. I gameti potranno essere ''AB'', ''ab'', ''Ab'', ''aB'': i primi due si dicono ''parentali'', perché comprendono i geni ricevuti da un solo genitore, gli altri ''ricombinanti''. Se i due caratteri segregano indipendentemente i quattro tipi di gameti saranno prodotti, secondo i dettami dell'ereditarietà mendeliana, con la stessa frequenza (1/4 o 25%). Ciò si verifica realmente per certe coppie di caratteri. Altre coppie di caratteri, invece, presentano la trasmissione preferenziale delle combinazioni parentali, per cui la frequenza totale dei ricombinanti è minore del 50%. Tali caratteri si dicono ''associati''. Dal punto di vista molecolare, i geni che determinano caratteri associati si trovano fisicamente vicini tra loro in un singolo cromosoma. Geni su cromosomi diversi hanno una segregazione sempre indipendente. Quando si considerano tre caratteri associati tra i quali, presi a coppie, la percentuale di ricombinazione è bassa, si verifica che uno dei tre presenta percentuali di ricombinazione con gli altri due che sommate danno circa la percentuale di ricombinazione tra gli altri due. La percentuale di ricombinazione si comporta insomma come se fosse un distanza tra punti allineati. Quando le percentuali di ricombinazione tra due caratteri è elevata, si ottiene una distanza più corretta sommando le distanze tra caratteri intermedi: la "misura diretta" di distanze grandi tende a sottostimarle. La distanza così misurata si chiama ''distanza genetica''; la sua unità di misura è il centimorgan (indicato cM), che è la distanza tra due caratteri tra i quali si ha l'1% di ricombinazione. Se si studiano parecchi caratteri di un organismo superiore questi tendono a raggrupparsi in ''gruppi di associazione'', formati da caratteri tra loro associati direttamente o attraverso una catena di caratteri associati intermedi. Possiamo quindi costruire una più o meno dettagliata ''mappa genetica'' formata dai gruppi di associazione rappresentati da segmenti su cui si indicano i caratteri in posizioni fisse. Il posto di un carattere nella mappa genetica si chiama ''locus'' (plur. loci). Il significato fisico delle mappe genetiche è spiegato dalla citogenetica, che spiega anche apparenti anomalie come i caratteri legati al sesso.
Gazzuolo
'''Gazzuolo''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Mantova in Lombardia. Da giugno 2014, con i comuni di Commessaggio e San Martino dall'Argine, fa parte dell'Unione dei comuni Lombarda Terre d'Oglio.
Il nome Gazzuolo deriva probabilmente dal longobardo ''gahangi''. Nel 1393 i gazzolesi firmano un atto di dedizione ai Gonzaga. Gazzuolo, dopo la morte di Gianfrancesco Gonzaga, passò in eredità al figlio Carlo a cui succedette il fratello Ludovico III Gonzaga. Fu con Gianfrancesco Gonzaga che Gazzuolo assunse un ruolo importante nella storia. Venne edificata la rocca, circondata da fossato, che divenne la sua residenza e nella quale, assieme alla consorte Antonia del Balzo, vennero ospitati illustri personaggi: Matteo Bandello, Ludovico Ariosto e Baldassarre Castiglione. Nasceva qui il ramo dei "Gonzaga di Sabbioneta". Chiesa Santa Maria Nascente * Castello di Gazzuolo * Portici gonzagheschi * Palazzo Gonzaga * Chiesa di Santa Maria Nascente, del XVII secolo * Chiesa di San Rocco * Oratorio di San Pietro a Belforte, del X secolo ===Evoluzione demografica=== Gazzuolo è attraversata dalla strada statale 420 Sabbionetana. Il servizio di collegamento con Mantova è costituito da autocorse svolte dall'APAM; in passato, fra il 1886 e il 1933, era attiva una stazione lungo la tranvia Mantova-Viadana.
Glucidi
I '''glucidi''' o '''glicidi''' sono dei composti chimici organici formati da atomi di carbonio, idrogeno e ossigeno. Sono chiamati anche '''carboidrati''' o '''saccaridi'''. I glucidi hanno numerose funzioni biologiche, tra cui quella di fonte energetica e trasporto dell'energia e quella strutturale . Inoltre giocano un ruolo fondamentale nel sistema immunitario, nella fertilità e nello sviluppo biologico.
Struttura dell'amilosio, un componente dell'amido Dal punto di vista chimico, i glucidi sono aldeidi o chetoni ai quali sono stati aggiunti vari gruppi ossidrilici, solitamente uno per ogni atomo di carbonio che non fa parte del gruppo funzionale aldeidico o chetonico. I glucidi con maggiore peso molecolare possono dunque essere considerati poliidrossialdeidi o poliidrossichetoni. La maggior parte dei glucidi può essere descritta dalla formula Cn(H2O)n, dove ''n'' è un numero maggiore o uguale a tre. Alcune eccezioni sono gli acidi uronici e i deossizuccheri come il fucosio. Esistono diverse classificazioni dei saccaridi. A seconda del numero di unità ripetitive che li compongono, possono essere suddivisi in: * monosaccaridi: formati da una sola unità ripetitiva; tra questi si annoverano il glucosio, il galattosio, il fruttosio e il deossiribosio; * oligosaccaridi: formati da poche unità ripetitive (in genere da 2 a 9); ** disaccaridi: formati da due unità ripetitive; ** trisaccaridi: formati da tre unità ripetitive; * polisaccaridi: formati da molte unità ripetitive; tra questi si annovera l'amido (in genere più di 10). Le unità degli oligosaccaridi e dei polisaccaridi sono legate da legami glicosidici. I glucidi si distinguono inoltre in: * carboidrati semplici: monosaccaridi e oligosaccaridi; * carboidrati complessi: polisaccaridi. I monosaccaridi e i disaccaridi vengono inoltre chiamati '''zuccheri'''. Per estensione, vengono chiamati anche "carboidrati" molte biomolecole la cui struttura è costituita da un carboidrato a cui sono legati altri gruppi funzionali; alcuni esempi in tal senso sono gli amminozuccheri (che corrisponde ad un carboidrato al quale è legato un gruppo aminico) e le glicoproteine (che sono costituite da un carboidrato legato ad una proteina). === Classificazione dei monosaccaridi === Enantiomeri del glucosio, con evidenziata la configurazione D,L I monosaccaridi sono classificati in base a tre differenti caratteristiche: * la posizione del loro gruppo carbonile; * il numero di atomi di carbonio che contengono; * la loro chiralità. Se il gruppo carbonilico è aldeidico, il monosaccaride è un aldoso; se il gruppo carbonilico è chetonico, il monosaccaride è un chetoso. I monosaccaridi con tre atomi di carbonio sono chiamati triosi, con quattro sono chiamati tetrosi, con cinque pentosi, con sei esosi e con sette eptosi. Questi due sistemi di classificazione sono spesso combinati. Per esempio, il glucosio è un aldoesoso, il ribosio è un aldopentoso e il fruttosio è un chetoesoso. Ogni atomo di carbonio che porta un gruppo ossidrile (-OH), ad eccezione del primo e dell'ultimo carbonio, è asimmetrico, con stereocentri con due possibili configurazioni (R o S). A causa di questa simmetria, esiste un certo numero di isomeri per ogni formula di monosaccaride. Il D-glucosio, per esempio, ha formula (C·H2O)6 e quattro dei suoi sei atomi di carbonio sono stereogeni, rendendo il D-glucosio uno dei 16 possibili stereoisomeri. Nel caso della gliceraldeide, un aldotrioso, c'è una coppia di possibili stereoisomeri, che sono enantiomeri ed epimeri. L'1-3-diidrossiacetone, il chetoso che corrisponde alla gliceraldeide aldosa, è una molecola simmetrica senza stereocentri. La classificazione in D o L è fatta in base all'orientamento del carbonio asimmetrico più lontano dal gruppo aldeidico o chetonico: in una proiezione di Fischer standard se il gruppo ossidrile è a destra della molecola, lo zucchero ha configurazione D; se è a sinistra lo zucchero ha configurazione L. Gli zuccheri di serie D sono quelli con rilevanza biologica e normalmente ci si riferisce ad essi, pertanto la D spesso viene omessa. === Classificazione dei polisaccaridi === I polisaccaridi si suddividono in: * omopolisaccaridi: costituiti da tante unità ripetitive identiche; * eteropolisaccaridi: costituiti da unità ripetitive diverse. La cellulosa e la chitina sono esempi di polisaccaridi. Altri polisaccaridi includono il callosio, la laminarina, lo xilano, il mannano, il fucoidano, e il galattomannano. cotone rappresentano la fonte più pura di cellulosa in natura, con una concentrazione maggiore del 90%. I carboidrati sono la più comune fonte di energia negli organismi viventi, e la loro digestione richiede meno acqua di quella delle proteine o dei grassi. Le proteine e i grassi sono componenti strutturali necessari per i tessuti biologici e per le cellule, e sono anche una fonte di energia per la maggior parte degli organismi. In particolare i monosaccaridi sono la più grande risorsa per il metabolismo. Quando non c'è immediato bisogno di monosaccaridi spesso sono convertiti in forme più vantaggiose per lo spazio, come i polisaccaridi. In molti animali, compresi gli umani, questa forma di deposito è il glicogeno, sito nelle cellule del fegato e dei muscoli. Le piante invece utilizzano l'amido come riserva. Altri polisaccaridi come la chitina, che concorre alla formazione dell'esoscheletro degli artropodi, svolgono invece una funzione strutturale. I polisaccaridi rappresentano un'importante classe di polimeri biologici. La loro funzione negli organismi viventi è di solito strutturale o di deposito. L'amido (un polimero del glucosio) è utilizzato come polisaccaride di deposito nelle piante, e si trova sia nella forma di amilosio sia in quella ramificata dell'amilopectina. Negli animali, il polimero di glucosio strutturalmente simile è il più densamente ramificato glicogeno, qualche volta chiamato "amido animale". Le proprietà del glicogeno gli permettono di essere metabolizzato più rapidamente, il che si adatta alle vite attive degli animali che si muovono. Le forme di glicogeno più diffuse sono il glicogeno epatico e glicogeno muscolare. Il glicogeno epatico si trova nel fegato, è la riserva di zucchero e di energia negli animali e dura 24 ore. Il glicogeno muscolare è la riserva di zucchero utilizzata direttamente dalle cellule muscolari senza passare per la circolazione sanguigna. Il glicogeno epatico, invece, prima di raggiungere le cellule e, in particolare il tessuto muscolare, deve essere immesso nella circolazione sanguigna. Il glucosio è rilevante nella produzione di mucina, biofilm protettivo di fegato e intestino. Il fegato deve trovarsi in una condizione di ottima salute per operare la sintesi del glucosio mancante a partire dalle proteine, come è richiesto nelle diete ''low-carb''. La cellulosa è situata nelle pareti cellulari e in altri organismi, e si ritiene che sia la più abbondante molecola organica sulla Terra. La struttura della chitina è simile, ha delle catene laterali che contengono azoto, aumentandone la forza. Si trova negli esoscheletri degli artropodi e nelle pareti cellulari di alcuni funghi. === Ruolo nell'alimentazione === Una dieta completamente priva di carboidrati può portare a chetosi. Comunque, il cervello ha bisogno di glucosio da cui ricavare energia. I carboidrati forniscono 3,75 kcal per grammo, le proteine 4 kcal per grammo, mentre i grassi forniscono 9 kcal per grammo. Nel caso delle proteine, però, quest'informazione è fuorviante in quanto solo alcuni degli amminoacidi possono essere utilizzati per ricavare energia. Allo stesso modo, negli esseri umani, solo alcuni carboidrati possono fornire energia, tra questi ci sono molti monosaccaridi e alcuni disaccaridi. Anche altri tipi di carboidrati possono essere digeriti, ma solo grazie all'aiuto dei batteri intestinali. I carboidrati complessi non assimilabili dall'uomo, come ad esempio la cellulosa, l'emicellulosa e la pectina, sono un'importante componente della fibra alimentare. Cibi ricchi di carboidrati sono il pane, la pasta, i legumi, le patate, la crusca, il riso e i cereali. La maggior parte di questi cibi sono ricchi di amido. La FAO (Food and Agriculture Organization) e l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomandano di ingerire il 55-75% dell'energia totale dai carboidrati, ma solo il 10% dagli zuccheri semplici. L'indice glicemico e il carico glicemico sono dei concetti sviluppati per analizzare il comportamento del cibo durante la digestione. Questi classificano cibi ricchi di carboidrati in base alla velocità del loro effetto sul livello di glucosio nel sangue. L'indice insulinico è una classificazione simile, più recente, che classifica il cibo in base al suo effetto sui livelli di insulina nel sangue, causato dai vari macronutrienti, soprattutto dai carboidrati e da alcuni amminoacidi presenti nel cibo. L'indice glicemico è una misura di quanto velocemente i carboidrati del cibo vengono assorbiti, mentre il carico glicemico è la misura che determina l'impatto di una data quantità di glucidi presenti in un pasto. === Metabolismo === Le principali vie metaboliche dei monosaccaridi sono: * La glicolisi: processo attraverso il quale una molecola di glucosio viene trasformata in due molecole di piruvato con un rilascio di energia sotto forma di 2 molecole di ATP e con la riduzione di due molecole di NAD+ a NADH + H+. * Il ciclo di Krebs: processo continuo atto a disorganicare i due carboni presenti nell'Acetil-CoA (risultato dell'azione della piruvato deidrogenasi sul piruvato) in due molecole di anidride carbonica con un rilascio di energia sotto forma di 3 NADH + 3 H+, 1 FADH2 e 1 GTP (facilmente convertibile in ATP tramite l'azione dell'enzima nucleoside difosfato chinasi). * Via del fosfogluconato: processo parallelo alla glicolisi atto a rifornire l'organismo di ribosio-5-fosfato e NADPH. Gli oligosaccaridi e i polisaccaridi sono prima scissi in monosaccaridi da enzimi detti "glicosidasi" per poi essere catabolizzati singolarmente. In alcuni casi, come per la cellulosa, il legame glicosidico è particolarmente difficile da scindere e pertanto sono necessari enzimi specifici (in questo caso la cellulasi) senza i quali è impossibile catabolizzare tali zuccheri. Pur esistendo prevalentemente in forma emiacetalica ciclica, i glucidi sono in equilibrio con la loro forma a catena aperta. Ciò rende il gruppo aldeidico soggetto a reazioni di riduzione, solitamente utilizzando l'idrogenazione catalica o il tetraidroborato di sodio. Una applicazione di questa reazione consiste nella sintesi del dolcificante sorbitolo, ottenuto dalla riduzione del D-glucosio: :Riduzione del glucosio a sorbitolo con tetraidroborato di sodio La funzione aldeidica è anche soggetta a ossidazione, per esempio con bromo, formando i composti noti come ''acidi aldonici''. Utilizzando condizioni ossidative più drastiche, per esempio impiegando acido nitrico, è possibile ossidare anche il gruppo -CH2OH terminale, producendo gli ''acidi aldarici''. Acidi aldonici e aldarici tendono a esistere principalmente sotto forma di lattoni. Infine è possibile che si verifichi solamente l'ossidazione del gruppo -CH2OH terminale con il gruppo -CHO che resta inalterato, producendo gli ''acidi uronici''. La formazione di questo genere di composti avviene prevalentemente per via biochimica per azione di enzimi, dato che con i reattivi chimici risulta favorita l'ossidazione del gruppo aldeidico. Un esempio di acido uronico è rappresentato dall'acido glucuronico, ottenuto per ossidazione del D-glucosio e che ricopre un ruolo importante nell'escrezione delle sostanze tossiche per via urinaria. In generale, gli zuccheri suscettibili di ossidazione vengono definiti ''zuccheri riducenti''. Sono riducenti tutti quegli zuccheri il cui carbonio anomerico non è impegnato in un legame stabile, come nel caso dei glicosidi e disaccaridi come il saccarosio. Oltre agli aldosi, anche i chetosi sono zuccheri riducenti, in quanto presentano anche loro una funzione aldeidica in seguito a un equilibrio con un intermedio enediolico (diolo con un doppio legame, R-C(OH)(CHOH)). I reattivi di Benedict e quello di Fehling sono di comune utilizzo nella pratica di laboratorio per la determinazione delle proprietà riducenti degli zuccheri. === Scissione ossidativa === Menzione a parte merita l'ossidazione con acido periodico, in quanto quest'ultima provoca anche una scissione della molecola glucidica. La reazione, utilizzata per la determinazione della struttura dei carboidrati, implica la rottura del legame C-C di un 1,2-diolo con formazione di due chetoni: :R2(HO)C-C(OH)R'2 + HIO4 → R2C=O + R'2C=O + HIO3 + H2O o di un composto α-idrossi carbonilico con formazione di un acido carbossilico e di un chetone: :RC(O)-C(OH)R'2 + HIO4 → RCO2H + R'2C=O + HIO3 Quando sono presenti tre atomi di carbonio contigui legati a gruppi OH la reazione consuma due moli di acido periodico e il carbonio centrale viene ossidato ad acido formico (HCO2H): :R2(OH)C-C(OH)-C(OH)R'2 + 2 HIO4 → R2C=O + HCO2H + R'2C=O + 2 HIO3 Il legame evidenziato col trattino è quello che subisce la scissione. Il gruppo aldeidico o chetonico di una catena lineare di un monosaccaride reagirà reversibilmente con un gruppo ossidrile su un altro atomo di carbonio per formare un semiacetale o un semichetale, formando un anello eterociclico con un ponte ossigeno tra i due atomi di carbonio. Gli anelli con cinque o sei atomi sono chiamati ''furanosi'' e ''piranosi'' ed esistono in equilibrio con la forma a catena aperta. Durante la conversione dalla forma a catena aperta alla forma ciclica, l'atomo di carbonio contenente l'ossigeno carbonilico, chiamato carbonio anomerico, diventa un centro chirale con due possibili configurazioni: l'atomo di ossigeno può prendere posizione sopra o sotto il piano dell'anello. I due possibili stereoisomeri risultanti sono detti anomeri. Nell'anomero α, l'-OH che sostituisce il carbonio anomerico sta dal lato opposto (trans) dell'anello (secondo CH2OH). La forma alternativa dà l'anomero β. Dato che l'anello e la forma a catena aperta si interconvertono velocemente, entrambi gli anomeri esistono all'equilibrio. L'anomeria risulta essere molto importante quando gli zuccheri reagiscono formando molecole grandi come polisaccaridi o oligosaccaridi tramite legami chiamati glucosidici. Un monosaccaride può essere legato chimicamente ad un altro monosaccaride dal legame che si forma tra un carbonio anomerico dell'uno e il gruppo ossidrilico dell'altro. La distinzione tra il legame α-glucosidico e β-glucosidico è molto importante perché nel nostro apparato digerente sono presenti enzimi chiamati α-amilasi in grado si scindere appunto solo il legame α e non quello β. Facendo un esempio l'amido presenta legami α-glucosidici che possono essere sciissi dagli enzimi salivari e pancreatici; la cellulosa, che come l'amido è un polimero di glucosio, presenta legami β-glucosidici non attaccabili dagli enzimi umani. File:Alpha-D-glucopyranose-2D-skeletal.png|α-D-Glucopiranosio File:Beta-D-glucopyranose-2D-skeletal.png| β-D-Glucopiranosio La mutarotazione è un fenomeno, legato proprio all'instaurarsi di un equilibrio tra anomeri, che consiste nella variazione del potere rotatorio dei carboidrati osservato in una loro soluzione. Quando un emiacetale reagisce con una funzione alcolica di un altro composto chimico si ottiene un glicoside. La parte non zuccherina del composto ottenuto viene chiamata ''aglicone''. I glicosidi, impegnando il carbonio anomerico nella formazione di un legame etereo stabile, a differenza degli zuccheri originari non presentano mutarotazione. Sono soggetti a idrolisi per azione di acidi in soluzione acquosa. I glicosidi rappresentano una classe di sostanze molto diffuse in natura e diversi di loro possiedono proprietà farmacologiche. La sintesi di Kiliani-Fischer permette l'omologazione dei carboidrati, ovvero consente l'allungamento della catena. Viene realizzata facendo reagire lo zucchero di partenza con un cianuro, tipicamente NaCN, che produce una addizione nucleofila al gruppo carbonilico aggiungendo un nuovo gruppo nitrilico (-C≡N) e generando due epimeri. Il nitrile viene successivamente trasformato in acido carbossilico in seguito a idrolisi, e questo forma un lattone. A questo punto si separa il diastereomero che interessa e lo si sottopone a riduzione con amalgama di sodio. In tal modo si ottiene un nuovo zucchero che differisce dallo zucchero di partenza per la presenza di un atomo di carbonio in più, senza variazione della stereochimica degli altri atomi di carbonio chirali. Molti zuccheri, tra cui il saccarosio (che viene chiamato "zucchero" per antonomasia) e il fruttosio, vengono utilizzati a scopo alimentare. In particolare il saccarosio viene estratto dalla canna da zucchero e dalla barbabietola da zucchero. La cellulosa ha un ruolo significativo nell'industria tessile e della carta, ed è usata come materia prima per la produzione di rayon, acetato di cellulosa, celluloide, e nitrocellulosa. La chitina ha molti usi, tra cui il filo di sutura chirurgico.
Gino Bartali
Professionista dal 1934 al 1954, soprannominato ''Ginettaccio'', vinse tre Giri d'Italia e due Tour de France , oltre a numerose altre corse tra gli anni trenta e cinquanta, tra le quali spiccano quattro Milano-Sanremo e tre Giri di Lombardia. In particolare la sua vittoria al Tour de France 1948, a detta di molti, contribuì ad allentare il clima di tensione sociale in Italia dopo l'attentato a Palmiro Togliatti. La carriera di Bartali fu comunque notevolmente condizionata dalla seconda guerra mondiale, sopraggiunta proprio nei suoi anni migliori; nel 2013 è stato dichiarato Giusto tra le nazioni per la sua attività a favore degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Fu grande avversario di Fausto Coppi, di cui era più vecchio di cinque anni: leggendaria fu la loro rivalità, che divise l'Italia nell'immediato dopoguerra : celebre nell'immortalare un'intera epoca sportiva – tanto da entrare nell'immaginario collettivo degli italiani – è la foto che ritrae i due campioni mentre si passano una bottiglietta d'acqua durante l'ascesa al Col du Galibier al Tour de France 1952.
=== Gli inizi === La casa natale di Gino Bartali Gino Bartali esordì come ciclista dilettante nei primi anni trenta con la società "Aquila divertente". Nel 1934 vinse la quinta edizione della Coppa Bologna, valida come terza prova del Campionato toscano dilettanti, e con questa vittoria si laureò campione di Toscana. Nel 1935 si sentì pronto al passaggio al professionismo, ma si iscrisse alla Milano-Sanremo come indipendente. Incredibilmente si trovò in testa dopo avere staccato Learco Guerra ma, sia a causa di un guasto meccanico sia a seguito del disturbo creato dal direttore de ''La Gazzetta dello Sport'' Emilio Colombo, venne ripreso e arrivò quarto in volata. Venne quindi ingaggiato dalla società Fréjus, con la quale corse il suo primo Giro d'Italia, finendo settimo con una vittoria di tappa. Concluderà la stagione con la vittoria all'Escalada a Montjuïc, alla Vuelta al País Vasco e ai campionati italiani. Nel 1936 passò alla Legnano, diretta da Eberardo Pavesi e capitanata da Learco Guerra, il quale, intuite le qualità del nuovo arrivato, si mise al suo servizio come gregario per permettergli il successo alla corsa rosa di quell'anno, successo che arrivò in modo trionfale per il toscano, con tre vittorie di tappa. Pochi giorni dopo Bartali pensò seriamente di abbandonare la carriera in seguito alla morte del fratello minore Giulio, avvenuta a causa di un incidente in una gara di dilettanti. L'anno si chiuse con la vittoria nel Giro di Lombardia. Gino Bartali all'età di 21 anni (1935) Nel 1937, ormai capitano della Legnano e numero uno del ciclismo italiano, vinse il suo secondo Giro d'Italia e fu designato come capitano della Nazionale per tentare la conquista del Tour de France, vinto solo due volte da un italiano, Ottavio Bottecchia, nel 1924 e nel 1925. Mentre era in maglia gialla una brutta caduta nel torrente Colau durante la tappa Grenoble-Briançon con conseguenti ferite alle costole e una grave bronchite lo costrinsero però al ritiro. Sempre nel 1937 divenne terziario carmelitano con il nome di Fra Tarcisio di S. Teresa di Gesù Bambino. Nel 1938 fu spinto dal regime fascista a saltare il Giro d'Italia per preparare il Tour de France, nel quale trionfò aggiudicandosi anche due vittorie di tappa e alla cui premiazione rifiutò di rispondere con il saluto romano. L'anno dopo riuscì finalmente a vincere la Milano-Sanremo ma, malgrado quattro vittorie di tappa, perse il Giro a favore di Giovanni Valetti. === Il Giro del 1940 e Fausto Coppi === Nel 1940 bissò il successo alla Milano-Sanremo e si preparò per cercare di vincere il suo terzo Giro. Nella squadra della Legnano era arrivato un promettente ragazzo alessandrino di nome Fausto Coppi, voluto da Bartali stesso come gregario. Durante la seconda tappa, la Torino-Genova, attardato da una foratura, Bartali cadde e si fece male a causa di un cane che gli tagliò la strada nei pressi di Boasi proprio mentre si stava ricongiungendo alla testa della corsa. Pavesi, direttore del team, decise allora di puntare su Coppi, che era il meglio piazzato in classifica. Fausto Coppi e Gino Bartali nel 1940 All'arrivo della tappa Bartali fece i complimenti a Coppi e si mise al suo servizio, come aveva fatto Guerra con lo stesso Bartali nel 1936. Proprio su una salita sulle Alpi Bartali era davanti di poche decine di metri a Coppi, che era alle prese con la classica "cotta" e forti dolori alle gambe. Fausto stava per scendere dalla bici con l'intenzione di lasciare la corsa. Bartali se ne accorse, tornò indietro, e ricordandogli i sacrifici fatti, riuscì a farlo risalire in bicicletta urlandogli: «Coppi, sei un acquaiolo! Ricordatelo! Solo un acquaiolo!». Bartali intendeva dire che chi non si impegna fino allo spasimo non è un vero ciclista, ma soltanto un acquaiolo, cioè un portatore d'acqua; un gregario insomma, non un campione. A Bartali piaceva mangiare e bere anche prima delle gare, a differenza di Fausto Coppi che era molto attento alla dieta. Coppi alla fine vinse il Giro. La corsa, già disertata dagli stranieri, si chiuse il giorno prima dell'entrata in guerra dell'Italia, e la guerra sancì per cinque anni l'interruzione della carriera per i due campioni. === La guerra === Costretto a lavorare come riparatore di ruote di biciclette, fra il settembre 1943 e il giugno 1944, indossata la divisa della GNR, Bartali si adoperò in favore dei rifugiati ebrei come membro dell'organizzazione clandestina DELASEM compiendo numerosi viaggi in bicicletta dalla stazione di Terontola-Cortona fino ad Assisi, trasportando documenti e foto tessere nascosti nei tubi del telaio della bicicletta affinché una stamperia segreta potesse falsificare i documenti necessari alla fuga di ebrei rifugiati, tanto che nel 2006 il Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la medaglia d'oro al merito civile per avere contribuito al salvataggio di «circa 800 cittadini ebrei». Durante l'occupazione nazista nascose, in una cantina di sua proprietà, una famiglia ebrea fino all'arrivo degli Alleati. Israele ha riconosciuto il suo impegno e nel 2013 è stato nominato “Giusto fra le Nazioni”. Giorgio Goldenberg, l'ebreo fiumano nascosto da Bartali, scomparso da poco, con la sua testimonianza inedita ha permesso l'attribuzione del titolo da parte dello Yad Vashem, il Memoriale israeliano della Shoah. Ricercato dalla polizia, sfollò a Città di Castello, dove rimase cinque mesi, nascosto da parenti e amici. === Il secondo dopoguerra (1945-1947) === Piazza Gino Bartali a Firenze Ripresa la carriera nel 1945 Bartali, ormai trentunenne, era dato per "finito", mentre Coppi, di cinque anni più giovane, era considerato l'astro nascente, benché la prigionia in tempo di guerra gli avesse reso difficile la ripresa dell'attività. Nel 1946 Bartali vinse il Giro d'Italia - mentre Coppi, passato alla Bianchi, terminò alle sue spalle a soli 47 secondi - e stravinse poi il Tour de Suisse. Nel frattempo Jacques Goddet fondava un nuovo quotidiano, ''L'Équipe'', e si preparava per l'anno dopo a riprendere l'organizzazione del Tour de France in un paese da ricostruire. Nel 1947 Bartali vinse la Milano-Sanremo e perse il Giro d'Italia a favore di Coppi, anche per un banale guasto meccanico. Bissò comunque il successo al Tour de Suisse, all'epoca la più ricca, e una tra le più prestigiose, tra le corse a tappe. === Il trionfo al Tour del 1948 === Il 1948 vide Bartali in difficoltà per vari motivi nella parte iniziale della stagione. Fu attardato da una caduta al Giro d'Italia, in cui terminò solo ottavo, facendo da spettatore a una conclusione che vide Coppi ritirarsi per protesta per la mancata squalifica di Fiorenzo Magni a causa delle spinte ricevute in salita (spinte che costarono il Giro a Ezio Cecchi, giunto secondo a soli undici secondi da Magni). Bartali fu quindi l'unico tra i ''big'' a potere rappresentare l'Italia al Tour de France (Coppi non si riteneva pronto e Magni non era "gradito" ai francesi per ragioni politiche, essendo sospettato di simpatie fasciste) e venne designato capitano. Messa in piedi una "squadra da quattro soldi", come era stata definita, si apprestò al più grande trionfo della carriera. Malgrado la non eccelsa squadra, l'astio dei francesi nei confronti degli italiani e l'età (con i suoi 34 anni era uno dei più anziani corridori presenti), entrò nel mito del Tour. Leggendaria in particolare la sua fuga sulle Alpi che gli consentì di vincere la Cannes-Briançon, attraverso il Colle d'Allos, il Colle di Vars e il Colle dell'Izoard (dove è ricordato con una stele), recuperando gli oltre venti minuti di svantaggio che lo separavano da Louison Bobet. Il giorno successivo vinse nuovamente nella tappa da Briançon a Aix-les-Bains, di 263 km, attraverso i colli del Lautaret, del Galibier della Croix-de-Fer del Coucheron e del Granier, conquistando la maglia gialla. Secondo molti l'impresa di Bartali aiutò a distogliere l'attenzione dall'attentato di cui era stato vittima Palmiro Togliatti, allora segretario del PCI, avvenimento che aveva provocato una grande tensione politica e sociale in Italia, che rischiava di sfociare in una guerra civile. È comprovato che Alcide De Gasperi telefonò allo stesso Bartali, amico, estimatore e compagno dell'Azione Cattolica, per incitarlo, chiedendogli un'impresa epica che potesse rasserenare gli animi, la sera della vigilia della Cannes-Briançon. Erano passati 10 anni dall'impresa del 1938 sui medesimi colli, e ora aveva un distacco di 21 minuti da Louison Bobet, maglia gialla. Durante il corso della tappa fu seguito da Vittorio Pozzo, che al suo attacco sul Colle dell'Izoard gli gridò: "Sei immortale". . Vincendo stabili due record: la distanza maggiore in anni fra il primo e ultimo Tour vinto (10 anni, ancora ineguagliato), e il distacco maggiore fra il primo e secondo classificato. Al rientro dalla Francia il campione venne ricevuto dallo stesso De Gasperi, che gli chiese cosa avrebbe voluto in regalo per quell'impresa: Bartali, si racconta, chiese di non pagare più le tasse. L'anno si chiuse con il disastroso campionato del mondo su strada di Valkenburg in cui lui e Coppi, strafavoriti, anziché collaborare rimasero nelle retrovie controllandosi a vicenda, e si ritirarono tra la delusione dei tanti immigrati italiani in Olanda. === Gli ultimi anni (1949-1954) === Bartali alla vigilia della Milano-Sanremo 1950 Nel 1949 Bartali giunse secondo nel Giro d'Italia vinto da Coppi e lo aiutò poi nella vittoria al Tour de France, giungendo egli stesso secondo. L'anno dopo vinse una terribile Milano-Sanremo sotto il diluvio, ma decise poi di ritirarsi al Tour de France mentre Magni conduceva la corsa, causa l'aggressione dei tifosi francesi sul Colle d'Aspin. Quarto nei Tour del 1951 e del 1952, in cui aiutò Coppi a vincere, vinse a trentotto anni il suo ultimo grande titolo, il campionato italiano. Nel 1953, dopo avere vinto a trentanove anni il Giro della Toscana, ebbe un incidente stradale che rischiò di fargli perdere la gamba destra per gangrena. Dopo pochi mesi però rientrò in scena alla Milano-Sanremo. Anche se non colse un grande risultato la folla fu tutta per lui. Volle concludere la sua attività da professionista a Città di Castello, dove durante la guerra aveva passato diversi mesi da sfollato protetto dalla popolazione: fu creato un circuito apposta per l'occasione nel 1954. Profondamente cattolico, nel 1950 fece una donazione di circa pesetas, per contribuire a continuare i lavori della Sagrada Família a Barcellona. Un 83enne Bartali (a sinistra) al Giro d'Italia 1997, mentre insieme all'altro ex ciclista Francesco Moser (a destra) onora la maglia rosa dell'edizione, Ivan Gotti (al centro) Nel 1959 ingaggiò nella sua squadra, la San Pellegrino Sport, il "''Campionissimo''" Fausto Coppi, allora in declino, con l'obiettivo di rilanciarlo. Coppi aveva invitato il suo ex rivale e ora caposquadra nel famoso viaggio in Alto Volta che avrebbe finito per costargli la vita, ma Bartali rinunciò, volendo passare i momenti liberi da gare con la famiglia, composta dall'amata moglie Adriana Bani (sposata nel 1940 a Firenze) e da tre figli, Andrea, Luigi e Bianca, con i quali era solito trascorrere le estati nella montagna di Pistoia, nel piccolo paese di Spignana. Negli anni seguenti il fiorentino via via rarefece la sua presenza nel mondo del grande ciclismo, non esitando però a lanciare strali contro i mali del ciclismo: il doping, la corruzione e gli ingaggi troppo alti. Nel 1992 condusse il TG satirico ''Striscia la notizia''. Morì per un attacco di cuore nel primo pomeriggio del 5 maggio 2000, a 85 anni, nella sua casa di piazza cardinal Dalla Costa a Firenze. Fu sepolto nel cimitero di Ponte a Ema. Secondo alcune fonti, Bartali trasportò, all'interno della sua bicicletta, dei documenti falsi per aiutare gli ebrei ad avere una nuova identità. Questa attività sarebbe nata dalla sua collaborazione con l'organizzazione clandestina DELASEM che a Firenze era diretta dal rabbino Nathan Cassuto e dell'arcivescovo della città Elia Angelo Dalla Costa. Tuttavia lo studioso Michele Sarfatti, in un articolo sul suo sito web, ha messo fortemente in dubbio la veridicità di questa ricostruzione, giudicando la fonte originaria dell'informazione inattendibile e probabilmente opera di fantasia; la notizia si sarebbe poi ampiamente diffusa nell'opinione pubblica a partire da tale fonte e viene citata anche da fonti successive ritenute autorevoli. . Nel maggio 2005 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha consegnato alla moglie di Bartali, Adriana, la medaglia d'oro al valore civile (postuma) allo scomparso campione per avere aiutato e salvato molti ebrei durante la seconda guerra mondiale. Il 2 ottobre 2011, inoltre, Bartali è stato inserito tra i "Giusti del Mondo" nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, sempre per l'aiuto offerto agli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Le due maglie gialle indossate da Gino Bartali durante le vittorie del Tour de France. Ex voto del campione, sono custodite nella chiesa di Santa Petronilla a Siena. Il 23 settembre 2013 è stato dichiarato ''Giusto tra le nazioni'' dallo Yad Vashem, il memoriale ufficiale israeliano delle vittime dell'olocausto fondato nel 1953, riconoscimento per i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare quella anche di un solo ebreo durante le persecuzioni naziste. Nella motivazione dello Yad Vashem si legge che Bartali, Questa straordinaria attività a favore dei perseguitati è stata descritta nel libro "Gino Bartali, mio papà" di Andrea Bartali. Il figlio del campione ha fatto una lunga opera di ricerca di testimonianze e, insieme alla propria figlia Gioia, ha continuato a mantenere viva l'immagine di Gino. Il 16 maggio 2017, alla vigilia della partenza dell’undicesima tappa del Giro d’Italia (da Ponte a Ema a Bagno di Romagna), la squadra israeliana di ciclismo Cycling Academy fondata da Ron Baron ha organizzato una corsa con partenza dalla stessa Ponte a Ema fino ad Assisi, sullo stesso tragitto che ‘Ginettaccio’ percorse molte volte per aiutare gli ebrei perseguitati. Il 22 aprile 2018 il portavoce di Yad Vashem, Simmy Allen, conferma la notizia, anticipata dal sito "Pagine Ebraiche", secondo la quale Gino Bartali ha ricevuto la nomina postuma a cittadino onorario di Israele, nel corso di una cerimonia tenutasi il 2 maggio dello stesso anno, due giorni prima della partenza del Giro d'Italia da Gerusalemme. *1933 (dilettanti) :Bologna-Raticosa *1934 (S.S. Aquila, tre vittorie) :Giro del Casentino :Bassano-Montegrappa :Coppa Bologna *1935 (S.S. Aquila & Fréjus, dodici vittorie) :7ª tappa Giro d'Italia (Porto Civitanova > L'Aquila) :1ª tappa Reus-Barcellona-Reus (Reuss > Barcellona) :2ª tappa Reus-Barcellona-Reus (Circuito del Montjuïc) :Classifica generale Reus-Barcellona-Reus :1ª tappa Circuit du Midi (Tolosa > Millau) :2ª tappa Vuelta al País Vasco (Vitoria > Pamplona) :3ª tappa Vuelta al País Vasco (Pamplona > Bayonne) :5ª tappa Vuelta al País Vasco (San Sebastián > Bilbao) :Classifica generale Vuelta al País Vasco :Giro Due Provincie di Messina :Coppa Bernocchi (valida come una delle prove del Campionato italiano) :Campionato italiano, Prova a punti *1936 (Legnano, sei vittorie) :Giro della Provincia di Milano (con Learco Guerra) :9ª tappa Giro d'Italia (Campobasso > L'Aquila) :19ª tappa Giro d'Italia (Riva del Garda > Gardone) :20ª tappa Giro d'Italia (Gardone > Salsomaggiore) :Classifica generale Giro d'Italia :Giro di Lombardia *1937 (Legnano, otto vittorie) :9ª tappa Giro d'Italia (Rieti > Terminillo) :12ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Foggia) :19ª tappa Giro d'Italia (Vittorio Veneto > Merano) :20ª tappa Giro d'Italia (Merano > Gardone) :Classifica generale Giro d'Italia :7ª tappa Tour de France (Aix-les-Bains > Grenoble) :Giro del Lazio (valido come Campionato italiano) :Giro del Piemonte *1938 (Legnano, cinque vittorie) :Giro della Provincia di Milano (con Pierino Favalli) :Tre Valli Varesine :11ª tappa Tour de France (Montpellier > Marsiglia) :14ª tappa Tour de France (Digne > Briançon) :Classifica generale Tour de France *1939 (Legnano, nove vittorie) :Giro della Provincia di Milano (con Pierino Favalli) :Milano-Sanremo :Giro di Toscana :2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Genova) :11ª tappa Giro d'Italia (Forlì > Firenze) :17ª tappa Giro d'Italia (Cortina d'Ampezzo > Trento) :19ª tappa Giro d'Italia (Sondrio > Milano) :Giro del Piemonte :Giro di Lombardia *1940 (Legnano, dieci vittorie) :Giro della Provincia di Milano (con Pierino Favalli) :2ª tappa GP Leptis-Magna (Homs > Tripoli) :Milano-Sanremo :Giro di Toscana :17ª tappa Giro d'Italia (Pieve di Cadore > Ortisei) :19ª tappa Giro d'Italia (Trento > Verona) :Giro di Campania :Gran Premio di Roma :Giro di Lombardia :Campionato italiano, Prova a punti *1941 (Legnano, una vittoria) :Coppa Marin *1942 (Legnano, una vittoria) :Gran Premio di Milano *1945 (Legnano, tre vittorie) :1ª tappa Giro delle Quattro Provincie del Lazio (Roma > L'Aquila) :Classifica generale Giro delle Quattro Provincie del Lazio :Giro di Campania *1946 (Legnano & Tebag, nove vittorie) :Trofeo Matteotti :Meisterschaft von Zürich :Classifica generale Giro d'Italia :1ª tappa Tour de Suisse (Zurigo > Basilea) :5ª tappa Tour de Suisse (Zugo > Lugano) :6ª tappa Tour de Suisse (Lugano > Arosa) :8ª tappa Tour de Suisse (San Gallo > Zurigo) :Classifica generale Tour de Suisse :Gran Prix de Bassecourt *1947 (Legnano & Tebag, sette vittorie) :Milano-Sanremo :3ª tappa, 2ª semitappa Tour de Romandie (Bassecourt > Le Locle) :2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Genova) :16ª tappa Giro d'Italia (Vittorio Veneto > Pieve di Cadore) :1ª tappa Tour de Suisse (Vaduz > Davos) :2ª tappa Tour de Suisse (Davos > Bellinzona) :Classifica generale Tour de Suisse *1948 (Legnano & Tebag, dieci vittorie) :Giro di Toscana :Meisterschaft von Zürich :1ª tappa Tour de France (Parigi > Trouville) :7ª tappa Tour de France (Bordeaux > Lourdes) :8ª tappa Tour de France (Lourdes > Tolosa) :13ª tappa Tour de France (Cannes > Briançon) :14ª tappa Tour de France (Briançon > Aix-les-Bains) :15ª tappa Tour de France (Aix-les-Bains > Losanna) :19ª tappe Tour de France (Metz > Liegi) :Classifica generale Tour de France *1949 (Bartali, quattro vittorie) :1ª tappa, 2ª semitappa Tour de Romandie (Metz > Liegi) :2ª tappa Tour de Romandie (Metz > Liegi) :Classifica generale Tour de Romandie :16ª tappa Tour de France (Cannes > Briançon) *1950 (Bartali, quattro vittorie) :Milano-Sanremo :Giro di Toscana :9ª tappa Giro d'Italia (Vicenza > Bolzano) :11ª tappa Tour de France (Pau > Saint-Gaudens) *1951 (Bartali, quattro vittorie) :Gran Premio Industria di Belmonte-Piceno :Giro del Piemonte *1952 (Bartali & Tebag, quattro vittorie) :2ª tappa Roma-Napoli-Roma (Caserta > Salerno) :Giro dell'Emilia :Giro della Provincia di Reggio Calabria :Campionato italiano, Prova a punti *1953 (Bartali, due vittorie) :Giro dell'Emilia :Giro di Toscana === Altri successi === *1935 (Fréjus) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1936 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1937 (Legnano) :5ª tappa, 1ª semitappa Giro d'Italia (Viareggio > Marina di Massa, cronosquadre) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1938 (Legnano) :Classifica scalatori Tour de France *1939 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1940 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1942 (Legnano) :Giro d'Italia di Guerra *1946 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1947 (Legnano) :Classifica scalatori Giro d'Italia *1948 (Legnano) :Classifica scalatori Tour de France ===Grandi Giri=== *Giro d'Italia :1935: 7º :1936: '''vincitore''' :1937: '''vincitore''' :1939: 2º :1940: 9º :1946: '''vincitore''' :1947: 2º :1948: 8º :1949: 2º :1950: 2º :1951: 10º :1952: 5º :1953: 4º :1954: 13º *Tour de France :1937: ''ritirato'' :1938: '''vincitore''' :1948: '''vincitore''' :1949: 2º :1950: ''ritirato'' :1951: 4º :1952: 4º :1953: 11º ===Classiche monumento=== *Milano-Sanremo :1935: 4º :1936: 23º :1938: 7º :1939: '''vincitore''' :1940: '''vincitore''' :1941: 12º :1942: 11º :1943: 5º :1946: 4º :1947: '''vincitore''' :1948: 29º :1949: 15º :1950: '''vincitore''' :1951: 27º :1952: 37º :1953: 34º :1954: 13º *Liegi-Bastogne-Liegi :1951: 6º *Giro di Lombardia :1935: 3º :1936: '''vincitore''' :1937: 2º :1938: 2º :1939: '''vincitore''' :1940: '''vincitore''' :1941: 9º :1942: 2º :1945: 3º :1947: 2º :1950: 31º :1951: 11º :1952: 36º === Competizioni mondiali === *Campionati del mondo :Berna 1936 - In linea: 7º :Valkenburg 1938 - In linea: ''ritirato'' :Zurigo 1946 - In linea: 12º :Valkenburg 1948 - In linea: ''ritirato'' :Moorslede 1950 - In linea: ''ritirato'' :Varese 1951 - In linea: 9º :Lussemburgo 1952 - In linea: 10º ===Musica=== Nell'album ''Un gelato al limon'' del cantautore astigiano Paolo Conte si trova la canzone "Bartali". La stessa canzone verrà ripresa da Enzo Jannacci nell'album ''Foto ricordo''. === Televisione === * Nel 1959 insieme a Coppi cantò al Musichiere * Nel 1995 la RAI ha prodotto una fiction in due puntate con numerosi elementi sulla vita di Fausto Coppi intitolata ''Il grande Fausto'', nella quale Bartali è stato interpretato da Simon de La Brosse. * Nel 2006 la RAI ha prodotto una mini-serie in due puntate sulla vita di Bartali intitolata ''Gino Bartali - L'intramontabile'', nella quale il campione è stato interpretato da Pierfrancesco Favino. Il film è stato girato nella cittadina toscana di Cortona. * Nel 2016 la RAI ha prodotto il documentario intitolato ''Gino Bartali: il campione e l'eroe'', ideato da Massimiliano Boscariol, vincendo al festival internazionale “Sport movies & tv 2016” la "Guirlande d’honneur". * Nel 2018 la RAI manda in onda su Rai 2 «Il Vecchio e il Tour»: il documentario su Gino Bartali a settanta anni dalla sua storica vittoria. === Cinema === Bartali ha partecipato ad alcuni film: * ''Totò al Giro d'Italia'' (1948) * ''Femmine di lusso'' (1960) * Giusto tra le Nazioni (Israele) *''Premio Sport'' del Comune di Camaiore nel 1983 *''Premio Ciclismo Vita Mia'' nel 1990 *Inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame * Nel maggio 2015, una targa dedicata a Bartali fu inserita nella Walk of Fame dello sport italiano al parco olimpico del Foro Italico a Roma, riservata agli ex-atleti italiani che si sono distinti in campo internazionale.
Genetica delle popolazioni
La '''genetica delle popolazioni''' è una branca della genetica che studia la costituzione genetica delle popolazioni mendeliane in termini qualitativi e quantitativi . La genetica delle popolazioni valuta le modalità con le quali le caratteristiche genetiche sono trasmesse alla progenie ed il variare delle stesse in relazione al territorio . La genetica delle popolazioni è rappresentata da una componente teorica che si avvale di metodi matematici, afferenti alla teoria delle probabilità e alla statistica, ed una maggiormente empirica che rileva e quantifica la diversità genetica con scopi conoscitivi della storia naturale delle popolazioni, o del grado di biodiversità per scopi di conservazione.
Basilare è il concetto di frequenza (relativa): rapporto tra il numero di elementi di un insieme con una data proprietà e il numero totale di elementi dell'insieme. La frequenza è ovviamente compresa tra 0 e 1. Ognuno degli alleli presenti per un certo locus avrà una data frequenza allelica (o genica), e ogni genotipo una data frequenza genotipica. L'insieme degli alleli dei geni di una popolazione costituisce il suo pool genico: sono le sue caratteristiche, la sua dinamica e i suoi equilibri ad essere oggetto della genetica delle popolazioni. Consideriamo un semplice esempio: un locus in cui sono presenti due alleli: ''A'' e ''a''. Siano f(''AA''), f(''Aa'') e f(''aa'') le tre frequenze genotipiche, la cui somma vale 1. Le frequenze alleliche saranno allora f(''A'') = f(''AA'') + (1/2) f(''Aa'') e f(''a'') = f(''aa'') + (1/2) f(''Aa''). Spesso le due frequenze alleliche si indicano con ''p'' e ''q''. In una popolazione ideale, le frequenze alleliche e genotipiche seguono l'equilibrio di Hardy-Weinberg: in una popolazione infinita, senza immigrazione o emigrazione, nella quale gli individui si incrociano casualmente (panmissia), in assenza di selezione naturale e di mutazioni, le frequenze alleliche ''p'' e ''q'' restano costanti, e le frequenze genotipiche sono legate alle frequenze alleliche: * f(''AA'') = p2 * f(''Aa'') = 2pq * f(''aa'') = q2 Secondo il biologo inglese Ernst Mayr, gli scostamenti dall'equilibrio di Hardy-Weinberg sono rari ma comunque possibili per una vasta serie di ragioni che possono causare una rarefazione del numero di eterozigoti: eterogeneità della popolazione (misture fra popolazioni diverse), inincrocio fra consanguinei, selezione naturale contro gli eterozigoti, esistenza di alleli silenti (che rendono gli omozigoti non più distinguibili dagli eterozigoti portatori di alleli silenti), errori di classificazione dei fenotipi ovvero tendenza all'accoppiamento fra individui aventi fenotipo simile; viceversa, un eccesso di eterozigoti può essere dovuto a: selezione naturale favorevole agli eterozigoti, errori nella classificazione dei fenotipi ovvero tendenza degli individui ad accoppiarsi fra aventi fenotipo diverso.. L'evoluzione può essere vista attraverso i cambiamenti delle frequenze geniche in una popolazione avente dimensione piccola. Le maggiori forze dei processi evolutivi sono: la selezione naturale, la mutazione, la migrazione e la deriva genetica. Senza le prime tre, la deriva genetica consiste nella fissazione di un allele e nella scomparsa di un altro. La migrazione è la principale forza che muove contro il verificarsi di una deriva genetica. Le mutazioni e la conseguente selezione naturale sono invece i principali motori dei processi evolutivi: sono opposti uno all'altro (La selezione elimina le nuove mutazioni per la maggior parte sfavorevoli alla specie), e, dove c'è un equilibrio di Hardy-Weinberg, uno bilancia l'altro. La mutazione produce nuovi alleli ed è pertanto la base per l'esistenza e per lo sviluppo dei polimorfismi (situazioni in cui un gene ha una frequenza maggiore dell'1% e può essere distinto in molteplici fenotipi): ma la maggior parte delle mutazioni non è favorevole, per cui innescano un evento di selezione naturale. Con il termine '''genepopolismo''' si intende la capacità di autoctonia genetica delle popolazioni site da diverse generazioni in un dato luogo ad affrontare situazioni geoclimatiche specifiche. Tale teoria parte dalla fattualità che esistono gruppi umani più o meno omogenei per isolamento geografico o isolamento impossibilitato per la mobilità della specie umana. Come noto la popolazione di un'area isolata ad esempio montana è in genere geneticamente più omogenea che una popolazione di una grande città di mare e quindi geneticamente più omogenea che una popolazione di una grande area urbana. I popoli che si sono insediati in una determinata aerea isolata per generazioni hanno caratterizzazioni genetiche del DNA che costituiscono un pool genetico (insieme di geni) all'interno del quale è presente una notevole quota di variabilità genetica che permette alle comunità locali di affrontare maggiormente rispetto ad altre comunità non autoctone le avversità del luogo.
Giro d'Italia
Il '''Giro d'Italia''' è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada professionistico che si svolge annualmente lungo le strade italiane. Istituito nel 1909 su idea dei giornalisti Tullo Morgagni, Eugenio Camillo Costamagna e Armando Cougnet, è una delle tre corse a tappe più importanti del calendario ciclistico, insieme al Tour de France e la Vuelta a España, ed è inserito dall'Unione Ciclistica Internazionale nel circuito professionistico del World Tour; storicamente è da ritenersi la seconda corsa a tappe più prestigiosa dopo quella francese, anche se, a cavallo tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta e durante gli anni settanta, il prestigio e il numero di grandi ciclisti iscritti portarono il Giro ad avere un'importanza pari a quella del Tour. A partire dalla prima edizione si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla prima e alla seconda guerra mondiale, nell'arco di tre settimane tra i mesi di maggio e giugno, fatta eccezione per il 1946, quando si corse tra giugno e luglio, e il 2020, anno in cui, a causa della pandemia di COVID-19, viene rinviato per la prima volta a ottobre: la corsa si svolge sul territorio italiano, ma occasionalmente il percorso può interessare località al di fuori dai confini italiani ; mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l'arrivo è il più delle volte posto a Milano, città ove ha sede ''La Gazzetta dello Sport'', il quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione. Proprio il colore delle pagine della ''Gazzetta'', il rosa, caratterizza dal 1931 la maglia del ciclista primo in classifica; anche per questo motivo il Giro è noto come "Corsa rosa". Il record di vittorie al Giro è condiviso da tre ciclisti, ognuno con cinque vittorie: gli italiani Alfredo Binda, vincitore tra il 1925 e il 1933, e Fausto Coppi, vincitore tra il 1940 e il 1953, e il belga Eddy Merckx, che vinse tra il 1968 e il 1974. Per quel che riguarda le vittorie di tappa, il record appartiene al velocista italiano Mario Cipollini, che nell'edizione del 2003 riuscì a superare il record di 41 vittorie che dagli anni trenta apparteneva ad Alfredo Binda; a quest'ultimo rimangono i record di vittorie di tappa in una stessa edizione, 12 tappe su 15 nel 1927, e di vittorie di tappa consecutive, ben 8 nel 1929. Parallelamente ogni anno è organizzato anche il Giro Baby riservato alla categoria Under-23 uomini e il Giro Donne riservato alla categoria professionistica femminile.
=== 1909-1918: la nascita e i primi anni === La nascita del Giro venne formalizzata con un annuncio sulla ''Gazzetta dello Sport'' il 24 agosto 1908, con la promessa di lire di premio al vincitore e la volontà di organizzare «una delle prove più ambite e maggiori del ciclismo internazionale». Nell'organizzazione del Giro la ''Gazzetta dello Sport'' anticipò di poco il ''Corriere della Sera'', che stava per dare il via a un'iniziativa ciclistica nazionale sulla scorta dell'analogo Giro automobilistico d'Italia lanciato qualche anno prima. Il primo Giro d'Italia partì il 13 maggio 1909 alle 2:53 da Piazzale Loreto, a Milano, con 127 ciclisti al via; la prima tappa di sempre fu vinta da Dario Beni sul traguardo di Bologna dopo 397 km a 28,090 di media oraria. Fra il 13 e il 30 maggio si corsero otto tappe, per complessivi 2.447 chilometri, che videro affrontarsi i migliori ciclisti dell'epoca: tra essi Giovanni Gerbi, Giovanni Rossignoli, Luigi Ganna (cui andò la vittoria finale), Carlo Galetti, Eberardo Pavesi e Giovanni Cuniolo. La classifica fu stilata a punti, sulla base dei piazzamenti nelle tappe, e il montepremi effettivo fu di lire, di cui per il vincitore. Luigi Ganna vincitore al Giro 1909 Le due seguenti edizioni videro imporsi Carlo Galetti, sempre con un sistema di graduatoria a punti. Da segnalare negli annali è il quarto Giro, quello del 1912, in cui venne stilata la sola classifica per squadre: la vittoria andò così ufficialmente all'Atala (formata da Ganna, Galetti, Pavesi e Micheletto), e solo in via ufficiosa, a livello individuale, a Carlo Galetti. Dopo un Giro 1913 in cui si tornò alla classifica individuale a punti, vinto da Carlo Oriani, nel 1914 fu introdotta la classifica generale a tempo, tutt'ora in vigore, che sostituiva quella a punti: si impose Alfonso Calzolari, nonostante una penalizzazione di tre ore comminatagli dalla ''Gazzetta'' e l'iniziale squalifica da parte dell'Unione velocipedistica italiana, revocatagli solo nel 1915 dal Tribunale di Milano, per essersi attaccato a un'autovettura sulla Salita delle Svolte, in Abruzzo. Quel Giro 1914, considerato il più duro di sempre, fu portato al termine da soli otto ciclisti su 81 partiti; si ebbero anche la tappa più lunga di sempre, 430,3 km da Lucca a Roma, e la media oraria di percorrenza più bassa di sempre, 23,347 km/h. La partenza della corsa nelle prime edizioni del Giro fu sempre a Milano, tranne che nel 1911, quando si partì da Roma per celebrare il cinquantenario dell'Unità d'Italia; l'arrivo fu invece posto a Milano nel 1909, 1910, 1913 e 1914, mentre nel 1911 fu ancora a Roma e nel 1912 fu spostato da Milano a Bergamo con l'aggiunta di un'ulteriore tappa in sostituzione della frazione Pescara-Roma annullata per lo straripamento di un torrente. Dal 1915 al 1918 la corsa dovette quindi fermarsi per l'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale. === 1919-1935: l'epoca eroica di Girardengo, Brunero e Binda === Alfredo Binda in rosa, premiato per la vittoria al Giro 1933 Dopo la Prima guerra mondiale al Giro si misero in evidenza diversi campioni che sarebbero divenuti leggendari: Costante Girardengo, Giovanni Brunero, Alfredo Binda e Gaetano Belloni. Girardengo (1919 e 1923), Belloni (1920) e Brunero (1921 e 1922) vinsero i primi cinque Giri d'Italia dopo la Grande Guerra. L'edizione subito seguente, quella del 1924, fu invece caratterizzata dall'assenza dei grandi campioni, a causa dello sciopero delle principali squadre per disaccordi sui primi con l'organizzazione, e i ciclisti al via si schierarono come "isolati": vinse Giuseppe Enrici. Quel Giro è ricordato anche per la partecipazione dell'unica donna ad aver mai corso la corsa italiana insieme agli uomini, Alfonsina Strada. Nell'edizione del 1925 fu quindi il giovane Binda a prevalere distanziando i rivali di diversi minuti. Tra il 1926 e il 1929 Binda trovò solo Brunero come valido rivale e riuscì a vincere tre Giri consecutivi, lasciando a Brunero solo l'edizione del 1926. Il dominio di Binda era tale che gli organizzatori del Giro decisero di non farlo partecipare all'edizione 1930, riconoscendogli comunque un premio pari a quello che sarebbe spettato al vincitore, cioè lire; a vincere quel Giro fu così Luigi Marchisio. Le due edizioni seguenti andarono invece a Francesco Camusso e Antonio Pesenti. Armando Cougnet, ideatore e factotum del Giro d'Italia fin dalla sua fondazione e fino al 1948, aveva deciso intanto nel 1931 di istituire per il ''leader'' della corsa un simbolo che lo rendesse riconoscibile a prima vista in mezzo al gruppo di ciclisti. Fu così introdotta la maglia rosa, dal colore delle pagine della ''Gazzetta'', che venne vestita per la prima volta da Learco Guerra al termine della prima tappa del Giro 1931 tra Milano e Mantova. Al Giro 1933 fu invece introdotto il Gran Premio della Montagna, con quattro salite che assegnavano punti; in quella stessa edizione si ebbe la prima tappa a cronometro, da Bologna a Ferrara. A conquistare la prima classifica GPM, come anche la prima cronometro, fu Binda, che si aggiudicò anche quel Giro 1933, dopo due anni di sfortunati ritiri. Nel 1934 Learco Guerra vinse il suo primo e unico Giro, mentre l'anno dopo a imporsi fu Vasco Bergamaschi. Gino Bartali La partenza del Giro fu posta per tutte le edizioni a Milano, tranne nel 1929 (a Roma) e nel 1930 (a Messina), mentre l'arrivo fu piazzato sempre a Milano. Nell'edizione 1920 la corsa sconfinò per la prima volta, i ciclisti affrontarono infatti la salita del Monte Ceneri, nel Canton Ticino svizzero. === 1936-1955: gli anni d'oro di Coppi, Bartali e Magni === Dal 1936 fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale il Giro fu vinto per due volte da Gino Bartali, quindi per due volte da Giovanni Valetti e infine, nel 1940, da un appena ventenne e misconosciuto Fausto Coppi, tutt'ora il più giovane vincitore della "Corsa rosa". La guerra, in cui l'Italia entrò ufficialmente il 10 giugno 1940, all'indomani della vittoria di Coppi, portò all'interruzione della corsa per cinque anni, dal 1941 al 1945. Nel 1942 e 1943, con la denominazione di "Giro d'Italia di guerra", vennero organizzate due competizioni multi-prova vinte rispettivamente da Gino Bartali e Glauco Servadei; la classifica finale teneva conto non dei tempi, ma dei piazzamenti ottenuti dai ciclisti nelle diverse prove, e anche per questo motivo i Giri di guerra non rientrano nel computo delle edizioni del Giro d'Italia. Il primo Giro dopo la Seconda guerra mondiale, nel 1946, partì il 15 giugno (a meno di due settimane dal referendum istituzionale), e si concluse il 17 luglio con la vittoria di Bartali davanti a Coppi dopo un lungo duello; quel Giro, il "Giro della Rinascita", viene ricordato anche per la sassaiola con cui numerosi attivisti filo-jugoslavi bersagliarono la carovana del Giro durante la dodicesima tappa, nei pressi di Pieris, interrompendo temporaneamente la corsa. Le edizioni seguenti, negli anni di massima popolarità del ciclismo, andarono a Coppi, Fiorenzo Magni (celebre "terzo uomo" nel dualismo Coppi-Bartali) e ancora a Coppi. Proprio al Giro 1949 il "Campionissimo" dimostrò la sua forza: nella tappa Cuneo-Pinerolo andò infatti all'attacco sul primo dei cinque colli della frazione, il Colle della Maddalena, sorprendendo Bartali; affrontò poi in solitaria i Colli di Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere, e al traguardo, dopo 192 km di fuga, vinse con quasi dodici minuti su Bartali e quasi venti su Alfredo Martini, terzo classificato. Questa vittoria di Coppi è spesso citata tra le più belle imprese sportive nella storia del Giro. Fausto Coppi Nel 1950 lo svizzero Hugo Koblet si aggiudicò la corsa, divenendo il primo corridore straniero a vincere il Giro d'Italia. Altri successi andarono a Magni e a Coppi dopodiché fu nuovamente un corridore svizzero, Carlo Clerici, a vincere la "Corsa rosa" nell'edizione 1954 grazie a un'inaspettata "fuga bidone" nella prima settimana di gara, all'Aquila. L'ultimo successo dell'epoca d'oro andò a Fiorenzo Magni. Durante questi anni il Giro iniziò e terminò quasi sempre nella città sede della ''Gazzetta dello Sport'', ovvero Milano, eccetto nelle edizioni del 1949, dove la partenza fu fissata a Palermo e l'arrivo a Monza, nel 1950 dove l'arrivo fu previsto a Roma e nel 1954 quando fu ancora Palermo sede di partenza del Giro. Tra il 1949 e il 1953 la corsa, allora molto seguita, fu anche oggetto di un celebre programma radiofonico parodistico, il ''Giringiro'' di Garinei e Giovannini. Risale invece al 1948 il film ''Totò al Giro d'Italia'', che vede la partecipazione anche di numerosi campioni di ciclismo dell'epoca. === 1956-1966: le vittorie di Gaul, Anquetil e Balmamion === Jacques Anquetil (a sinistra) e Charly Gaul in azione al Giro 1959 Dalla seconda metà degli anni Cinquanta cominciarono ad intensificarsi i risultati ottenuti dai ciclisti stranieri, tra cui spiccano le vittorie del lussemburghese Charly Gaul e del francese Jacques Anquetil. Gaul vinse il suo primo Giro nel 1956: risale proprio a quell'edizione la celebre tappa da Merano al Monte Bondone, vinta dallo scalatore lussemburghese al termine di cinque salite, pioggia, neve, vento e gelo e più di nove ore in sella. Al traguardo Gaul precedette di quasi otto minuti Alessandro Fantini e di oltre dodici Magni—il quale, con la clavicola fratturata, reggeva il manubrio con un copertone stretto tra i denti—vestendo di rosa e vincendo poi quell'edizione del Giro. Gaul vinse la "Corsa rosa" anche nel 1959, davanti ad Anquetil, che invece si imporrà, grazie soprattutto alle proprie doti di ''cronoman'', nelle edizioni del 1960 (davanti a Gaul) e del 1964. Ai successi dei due campioni stranieri si intervallarono quelli degli italiani: Gastone Nencini nel 1957, Ercole Baldini nel 1958, Arnaldo Pambianco nel 1961 (superando Anquetil con una fuga a sorpresa nella tappa di Firenze) e per due volte Franco Balmamion, che si impose nel 1962 e 1963 pur senza ottenere successi di tappa. Seguirono le vittorie di Vittorio Adorni e Gianni Motta nel biennio 1965-1966, entrambe davanti allo sfortunato Italo Zilioli (secondo anche nel 1964). Risale proprio al 1966 l'introduzione della classifica a punti, contraddistinta dal 1967 da una maglia rossa e dal 1970 dalla tradizionale maglia ciclamino. Dal 1956 al 1964 il traguardo finale del Giro fu sempre a Milano, mentre la sede di partenza, dal 1960 in poi, fu di anno in anno spostata. Nel 1960, per celebrare i Giochi della XVII Olimpiade, il via fu dato a Roma, mentre l'anno dopo la carovana prese il via da Torino, prima capitale del Regno d'Italia, per celebrare il Centenario dell'Unità nazionale; sempre nell'ambito delle celebrazioni del Centenario la carovana sbarcò per la prima volta in Sardegna per disputare la quarta tappa della corsa, un circuito cittadino a Cagliari. Quattro anni dopo, nel 1965, il Giro prese invece per la prima volta il via dall'estero, da San Marino, e l'anno dopo partì dal Principato di Monaco. In concomitanza con il Giro 1963 fece il suo debutto sul Programma Nazionale la trasmissione televisiva ''Il processo alla tappa'', condotta da Sergio Zavoli, che raccontava giorno per giorno gli eventi della "Corsa rosa" con il contributo di giornalisti, tecnici e ciclisti. La trasmissione venne interrotta dopo il Giro 1970, per essere poi rilanciata in Rai quasi trent'anni dopo, nel 1998. === 1967-1978: gli anni di Merckx e Gimondi === Eddy Merckx (in rosa) e Felice Gimondi al Giro 1970 Nel 1967 incominciò per il Giro una nuova era, quella della rivalità tra il "Cannibale" belga Eddy Merckx e l'italiano Felice Gimondi. Merckx vinse cinque Giri in sette anni (1968, 1970, 1972, 1973 e 1974), mentre Gimondi trionfò in tre occasioni, nel 1967, 1969 (dopo la squalifica del rivale) e 1976, concludendo anche due volte secondo e quattro volte terzo; è proprio di Gimondi il record assoluto di podi al Giro, nove. In mezzo alle vittorie dei due campioni, arrivarono i successi dello svedese Gösta Pettersson nel 1971, di Fausto Bertoglio sullo Stelvio nel 1975 (in entrambe le occasioni, complice l'assenza di Merckx) e a seguire quelli dei belgi Michel Pollentier e Johan De Muynck nel biennio 1977-1978. In questo periodo la città destinata ad ospitare la partenza fu cambiata annualmente, e solo in due edizioni Milano ospitò l'inizio della corsa; anche la località di arrivo fu variata in diverse edizioni, ma nella maggior parte dei casi fu mantenuta a Milano. Nel 1973 il Giro partì per la prima volta dal Belgio, con cinque tappe che toccarono anche Paesi Bassi, Germania Ovest, Lussemburgo e Francia, i paesi fondatori della Comunità economica europea. === 1979-1989: il dualismo Saronni-Moser e l'arrivo di Hinault === Moser al Giro 1979 Conclusasi l'epoca di Merckx e Gimondi, nel 1979, a soli 21 anni, Giuseppe Saronni vinse il suo primo Giro d'Italia davanti a colui che sarebbe diventato il suo più grande rivale, Francesco Moser. A inizio anni Ottanta arrivò al Giro d'Italia il francese Bernard Hinault: già dominatore al Tour, il celebre campione partecipò a soli tre Giri, nel 1980, 1982 e 1985, vincendoli tutti. Giovanni Battaglin, Saronni e Moser (finalmente vincitore a quasi 33 anni) si spartirono, rispettivamente nel 1981, 1983 e 1984, gli altri successi nella prima metà del decennio. Nella seconda metà degli anni Ottanta, con il ritiro dalle corse di Hinault e il calo di Moser e Saronni, le vittorie della "Corsa rosa" tra il 1986 e il 1989 andarono a Roberto Visentini, all'irlandese Stephen Roche (che in quel 1987 vinse anche Tour de France e titolo mondiale), allo statunitense Andrew Hampsten, primo non europeo a far suo il Giro, e al francese Laurent Fignon. Da segnalare, tra i fatti di questi anni, l'episodio della bufera di neve sul Passo Gavia al Giro 1988, con il successo di tappa di Erik Breukink davanti a Hampsten (poi vincitore), e i pesanti distacchi rimediati dagli altri favoriti. In questo periodo Milano ospitò l'arrivo del Giro in sole tre edizioni, mentre la partenza, eccetto che nel 1982, non avvenne mai nel capoluogo lombardo. === 1990-1999: da Bugno e Indurain a Gotti e Pantani === Nella prima metà degli anni 1990 il Giro fu animato dalle sfide tra Gianni Bugno, Franco Chioccioli, Claudio Chiappucci e Miguel Indurain. Bugno indossò la maglia rosa dal prologo all'ultima tappa nell'edizione 1990, Chioccioli fece suo il Giro 1991 (quell'anno la corsa tornò in Sardegna dopo 30 anni), mentre Chiappucci dovette accontentarsi di tre podi, due secondi e un terzo posto. Indurain, già protagonista al Tour de France, conquistò invece, grazie al predominio nelle prove a cronometro, le edizioni del 1992, con oltre cinque minuti su Chiappucci, e del 1993, in cui precedette di meno di un minuto, e non senza difficoltà, il lettone Pëtr Ugrjumov. Nel 1994, il Giro andò al giovane Evgenij Berzin: il russo prese il comando nella quarta tappa a Campitello Matese e pochi giorni dopo consolidò il vantaggio vincendo la cronometro di Follonica. Sulle Dolomiti, quando tutti aspettavano la risposta del grande favorito Indurain, si prese la scena un altro giovane corridore, Marco Pantani, che staccando tutti i principali uomini di classifica negli arrivi di Merano e sull'Aprica, giunse a un minuto dalla maglia rosa. Berzin, però, fece sua un'altra cronometro in Liguria e ristabilì le distanze con l'avversario, precedendo a Milano proprio Pantani e Indurain, quest'ultimo per la prima volta sconfitto al Giro. Marco Pantani in maglia rosa al Giro 1998 Nelle successive edizioni trionfarono, nell'ordine, Tony Rominger, Pavel Tonkov e Ivan Gotti. Marco Pantani, tornato al Giro dopo due forfait per infortunio (1995 e 1996) e un ritiro per una caduta (1997), riuscì a vincere l'edizione del 1998. In quell'anno, "il Pirata" dapprima, dopo una lunga rincorsa, estromise il favorito Alex Zülle dalla corsa al podio (stroncandone le ambizioni sulle Alpi), dopodiché batté Tonkov in salita al Plan di Montecampione e nella successiva cronometro individuale, conquistando definitivamente la corsa e la classifica scalatori. Poche settimane più tardi, Pantani avrebbe trionfato anche al Tour de France, diventando l'ultimo ciclista a esser riuscito a inanellare la cosiddetta "doppietta Giro-Tour" nello stesso anno. "Il Pirata" si presentò coi favori del pronostico al Giro del 1999, cogliendo la maglia rosa al primo vero arrivo in salita, nella cornice di un Gran Sasso d'Italia innevato; alternatosi al comando con Laurent Jalabert, vinse ancora negli arrivi al Santuario di Oropa, sull'Alpe di Pampeago e a Madonna di Campiglio, riconquistando la maglia rosa e arrivando a due tappe dalla fine della corsa con più di 5' di vantaggio sul primo inseguitore, Paolo Savoldelli. Tuttavia, il 5 giugno, nel giorno in cui la corsa s'inerpicava sul Passo del Mortirolo, fu fermato alla partenza in via precauzionale a causa di valori di ematocrito fuori norma; Pantani rimase dunque escluso dal Giro che stava dominando, tra lo stupore di tifosi e appassionati. La corsa andò inaspettatamente a Ivan Gotti, che bissò così il successo del 1997. Tra il 1991 e il 1999, l'arrivo fu sempre disposto a Milano. Nel 1996, il Giro partì da Atene, in Grecia, per celebrare il centenario dei primi Giochi olimpici dell'era moderna, mentre nel 1998 partì da Nizza, in Francia. === 2000-2010: il decennio di Simoni, Savoldelli e Basso === Il Giro 2000 prese il via da Roma, per celebrare l'anno del Giubileo. Dopo una prima settimana dedicata ai velocisti, sulle prime montagne Francesco Casagrande prese la maglia rosa, mantenendola nelle tappe successive a dispetto degli attacchi di Gilberto Simoni e di Stefano Garzelli. La gara si decise sulle Alpi, in particolare nell'ascesa del Col du Izoard (dove Pantani, in versione gregario, permise al compagno di squadra Garzelli di neutralizzare i suoi avversari) e nella cronoscalata del Sestriere, dove il nuovo capitano della Mercatone Uno completò la sua rimonta, scalzando Casagrande (2° a Milano) e difendendosi da Simoni, 3°. L'anno seguente fu Dario Frigo a guidare la generale per nove giorni. La situazione cambiò nel "tappone" dolomitico che prevedeva l'ascesa alla Marmolada e al Pordoi, con Simoni che prese il simbolo del primato. Frigo provò invano il sorpasso a cronometro, ma dopo le perquisizioni dei NAS a Imperia, con il rinvenimento di sostanze dopanti nella sua stanza, fu allontanato dalla corsa. La tappa dell'indomani fu annullata, Simoni vinse poi anche la frazione di Arona, suggellando così il successo finale. Gilberto Simoni, due volte vincitore nel 2001 e 2003 Nel 2002 la corsa partì nei Paesi Bassi e percorse Germania, Belgio, Francia e Lussemburgo per celebrare l'Unione europea e l'Unione economica e monetaria. Fu un Giro caratterizzato dalle squalifiche eccellenti: in rosa già dal terzo giorno, Garzelli fu trovato positivo a un diuretico e squalificato. Il simbolo del primato passò al tedesco Jens Heppner, che lo tenne per dieci giorni. A Campitello Matese vinse Simoni, ma anche lui fu squalificato per una positività alla cocaina, così come Casagrande, punito per una scorrettezza in gara. Nell'ultima tappa alpina, Paolo Savoldelli riuscì a staccare il rivale Tyler Hamilton e a prendere il primato, resistendo quindi nell'ultima cronometro e festeggiando così la sua prima vittoria al Giro. Nell'edizione 2003, dopo un inizio adatto ai velocisti (Alessandro Petacchi vinse sei tappe in volata), sul Terminillo Garzelli conquistò la maglia rosa, ma fu presto scavalcato da Simoni. Il corridore trentino dimostrò un ottimo smalto, vincendo sullo Zoncolan, inserito per la prima volta nel Giro, a Pampeago e a Cascata del Toce, conquistando il suo secondo Giro in tre anni. Quest'edizione fu anche l'ultima alla quale partecipò Marco Pantani, classificatosi 13°, e che sarebbe deceduto pochi mesi più tardi a Rimini. L'edizione 2004 partì proprio nel ricordo della tragica scomparsa del Pirata. Nelle prime due settimane si assisté alla sfida tra la rivelazione Damiano Cunego, Gilberto Simoni e l'ucraino Jaroslav Popovyč. Nelle ultime quattro tappe sulle Alpi, Cunego trionfò a Falzes e a Bormio (in quel Giro vinse in tutto quattro tappe), consolidò il vantaggio sul secondo, Serhij Hončar, facendo sua la "Corsa rosa". Terzo chiuse Simoni, mentre Petacchi vinse ben nove tappe in volata. Nell'edizione 2005 fu Ivan Basso a prendere la ''leadership'' dopo i primi arrivi in altura; il varesino andò però in crisi sullo Stelvio e non solo fu scalzato da Savoldelli, ma finì per precipitare in classifica. Simoni e la rivelazione José Rujano recuperarono su Savoldelli in salita, salvo poi perdere a cronometro quanto avevano guadagnato. La gara si decise anche quell'anno sul Sestriere: Rujano, Simoni e Danilo Di Luca attaccarono da lontano, Savoldelli riuscì però a controllare a distanza e a vincere con soli 28 secondi su Simoni. Ivan Basso, vincitore nel 2006 e nel 2010Nel 2006, la corsa partì dal Belgio in memoria dei minatori italiani morti nel disastro di Marsinelle nel 1956. Ivan Basso dominò la corsa, vincendo alla Maielletta e a Trento, classificandosi inoltre secondo nella cronometro di Pontedera, a La Thuile e sul Passo Furcia; suggellò infine il trionfo all'Aprica, imponendosi in solitaria. In classifica precedette di quasi 10' lo spagnolo José Enrique Gutiérrez, di 12' Simoni e di quasi 20' Cunego e Savoldelli. Nel 2007 la corsa prese il via dalla Sardegna, con una cronosquadre da Caprera a La Maddalena per ricordare i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Garibaldi. Dopo le prime due settimane di equilibrio, a Briançon si impose Danilo Di Luca, che vestì di rosa. Nei giorni seguenti Eddy Mazzoleni e Andy Schleck cercarono di insidiare il primato dell'abruzzese, ma senza riuscire a superarlo, nonostante gli attacchi nella tappa dello Zoncolan, dove fu inaugurato il versante di Ovaro. Vincitore fu Di Luca davanti a Schleck e Mazzoleni. L'edizione 2008 partì dalla Sicilia. Diversi atleti portarono la maglia rosa nelle prime due settimane di corsa; con le prime salite si mise in evidenza Emanuele Sella, vincitore a sorpresa a Pampeago e al Fedaia, mentre la ''leadership'' passò allo spagnolo Alberto Contador. Nonostante gli attacchi di Franco Pellizotti, Simoni, Sella e soprattutto Riccardo Riccò, Contador si difese mantenendo un margine minimo (4") e consolidando infine il primato nella cronometro di Milano. Salirono sul podio lo stesso Riccò e Marzio Bruseghin. Il 2009 fu l'occasione per festeggiare il centenario della "Corsa rosa"; il Giro di quell'anno partì da Venezia e si concluse a Roma. Di Luca vestì di rosa già alla quinta tappa, consolidando poi la ''leadership'' a Pinerolo, prima del sorpasso da parte del russo Denis Men'šov dopo la cronometro di Riomaggiore. Nelle tappe seguenti Men'šov e Di Luca si diedero battaglia, prima della decisiva crono finale di Roma: Men'šov, nonostante una caduta sotto la pioggia, riuscì a mantenere il vantaggio di 20" e a vincere così il suo primo Giro. Terzo chiuse Pellizotti. La classifica verrà poi riscritta dai giudici a causa delle squalifiche per doping di Di Luca prima, e di Pellizotti poi: secondo diventerà Carlos Sastre, terzo Ivan Basso. Nell'edizione 2010 il via fu da Amsterdam, nei Paesi Bassi. Nei primi dieci giorni si mise in evidenza Aleksandr Vinokurov. Nell'undicesima tappa giunse al traguardo dell'Aquila, con 12'40" sul gruppo, una fuga di 52 corridori: tra essi anche Richie Porte, che andò in testa alla classifica provvisoria, e David Arroyo, che prese la rosa tre giorni dopo. Arroyo resisté inizialmente al favorito Ivan Basso sulle salite, cedendo infine sull'Aprica e nella cronometro finale. Vinse Basso, davanti ad Arroyo e a Vincenzo Nibali, compagno di Basso. === 2011-2019: gli anni di Contador e Nibali === Alberto Contador, dominatore nel 2008 e nel 2015 L'edizione 2011, in omaggio ai 150 anni dell'Unità d'Italia, partì da Torino. Al terzo giorno la tragedia sconvolse il Giro: lungo la discesa dal Passo del Bocco il ciclista belga Wouter Weylandt cadde ad alta velocità e, nonostante i soccorsi, morì poco dopo. I consueti festeggiamenti di fine tappa vennero annullati, e la frazione successiva neutralizzata. Al termine della prima settimana, sull'Etna, il favorito Alberto Contador staccò tutti e vestì di rosa. Lo spagnolo incrementò il margine sugli altri ''big'', Michele Scarponi e Vincenzo Nibali, anche nelle tre successive tappe alpine della seconda settimana e nella cronoscalata del Nevegal, vincendo nettamente il Giro con oltre sei minuti sui rivali. La successiva squalifica per doping del vincitore, divenuta ufficiale nel febbraio del 2012, darà la maglia rosa a tavolino a Michele Scarponi. Nel 2012 la corsa partì dalla Danimarca. Dopo una prima settimana interlocutoria, la tappa di Rocca di Cambio portò in maglia rosa il canadese Ryder Hesjedal; le tappe seguenti videro l'alternanza in vetta tra Hesjedal e lo spagnolo Joaquim Rodríguez, con quest'ultimo in rosa con 31" di margine dopo l'ultima tappa alpina sullo Stelvio (vinta da Thomas De Gendt). La cronometro finale di Milano vide l'ennesimo colpo di scena, con il sorpasso e il trionfo di Hesjedal per soli 16 secondi su Rodríguez, quarto minor distacco fra primo e secondo classificato nella storia del Giro. Completò il podio De Gendt. Vincenzo Nibali, vincitore nel 2013 e 2016 Nell'edizione 2013 la gara prese il via a Napoli e si concluse a Brescia. L'annata fu caratterizzata da numerose perturbazioni atmosferiche che fecero modificare molti tracciati delle tappe e perfino annullare per neve la diciannovesima tappa a Val Martello. Al termine della prima settimana, con la cronometro di Saltara, Nibali vestì di rosa; il siciliano resistette agli attacchi di Rigoberto Urán, Cadel Evans e Scarponi, staccò tutti sia nella cronoscalata a Polsa che sulle Tre Cime di Lavaredo e portò il primato fino a Brescia, festeggiando la vittoria. Mark Cavendish vinse cinque tappe in volata. Il Giro 2014 partì da Belfast, in Irlanda del Nord. Dopo la prima settimana di volate (in cui ''leader'' fu Michael Matthews) Cadel Evans prese la maglia rosa a Montecopiolo, tallonato da Urán e dal polacco Rafał Majka. La cronometro di Barolo portò Urán al primato, prima del colpo di scena della sedicesima tappa, da Ponte di Legno a Val Martello, con l'attacco da lontano dell'altro colombiano Nairo Quintana, capace di infliggere al traguardo più di 4 minuti ai rivali. Quintana difese il vantaggio nelle altre frazioni alpine, guadagnò nella cronoscalata di Cima Grappa e a Trieste, sede conclusiva, precedette in classifica Urán e il giovane Fabio Aru. Nell'edizione 2015 la corsa prese il via da Sanremo e si concluse a Milano. Alberto Contador vestì di rosa già al quinto giorno sull'Abetone, inseguito a breve distanza da Richie Porte, Fabio Aru e Mikel Landa (questi ultimi compagni di squadra all'Astana). Contador incrementò il margine nella cronometro di Valdobbiadene, potendo così amministrare nelle tappe successive sulle Alpi, nonostante le vittorie di Landa a Madonna di Campiglio e all'Aprica e di Aru a Cervinia e al Sestriere, e conquistare il Giro 2015 proprio davanti ad Aru e Landa. Nel 2016 il successo rosa arrise nuovamente a Vincenzo Nibali, già vincitore nel 2013: il siciliano fu abile a recuperare, negli ultimi giorni di gara, un ritardo salito a quasi cinque minuti da Steven Kruijswijk, prendendo la maglia rosa solo al termine della ventesima tappa, a Sant'Anna di Vinadio, e portandola l'indomani al traguardo finale di Torino; il podio fu completato da Esteban Chaves e Alejandro Valverde, mentre Kruijswijk chiuse quarto. Nell'edizione 2017, la numero 100 nella storia del Giro, la partenza fu dalla Sardegna, e il percorso toccò anche la Sicilia; Fernando Gaviria vinse quattro frazioni in volata, mentre a trionfare sul traguardo finale di Milano fu Tom Dumoulin, primo olandese a vincere la corsa, davanti a Quintana (superato da Dumoulin proprio nella tappa finale a cronometro) e Nibali, staccati di meno di un minuto. L'anno dopo la corsa prese il via eccezionalmente da Israele, prima volta per un Grande Giro in territorio extra-europeo; la vittoria fu appannaggio di Chris Froome, che si aggiudicò la maglia rosa e la corsa al termine di una fuga solitaria di oltre nella diciannovesima tappa a Bardonecchia, davanti a Dumoulin e a Miguel Ángel López. Con questo successo Froome entrò nella storia del ciclismo come uno dei sette corridori capaci di vincere i tre Grandi giri. L'edizione 2019 mise in risalto fin da subito la rivalità tra Vincenzo Nibali e Primož Roglič, i due favoriti alla vigilia; tuttavia, Richard Carapaz sfruttò una situazione di "controllo" dei due e guadagnó ampio margine, difeso su ogni asperità. Con l'arrivo all'Arena di Verona fu proprio l'ecuadoriano a trionfare (primo nella storia del Giro) precedendo rispettivamente lo ''Squalo'' e lo sloveno. ===2020-2021: gli anni di Tao e Bernal=== Il Giro d'Italia 2020, inizialmente previsto tra il 9 ed il 31 maggio con partenza a Budapest, in Ungheria, venne posticipato di qualche mese e, per la prima volta, prese il via nel mese di ottobre, a causa della pandemia di COVID-19, con conseguente modifica della sede di partenza, questa volta da Monreale, in Sicilia. Dopo la cronometro iniziale fu Filippo Ganna ad andare in rosa. Vincerà altre due frazioni. Sull'Etna Almeida andò in rosa. Seguentemente ci furono i ritiri di Geraint Thomas e Simon Yates. Almeida riuscì a difendere il primato fino alla tappa in cui c'era da scalare anche lo Stelvio. Fu Kelderman a prendere il primato. Poi Hindley riuscì ad andare in maglia rosa, per poi perderla a favore di Tao Geoghegan Hart. Fu il britannico a vincere il giro. L'anno seguente fu Egan Bernal a imporsi sugli avversari e a vincere il Giro d'Italia La maglia rosa, il simbolo del primato Il ''leader'' della classifica generale indossa ogni giorno la maglia rosa, lo stesso colore del quotidiano che organizza la corsa, ''La Gazzetta dello Sport''. Il miglior scalatore indossa una maglia azzurra (che ha sostituito la storica maglia verde), mentre il primo nella classifica a punti indossa una maglia ciclamino (nel biennio 1967-1968 e dal 2010-2016 la maglia è stata di colore rosso). Oltre a queste casacche, nel corso degli anni sono state messe in palio una maglia che di volta in volta ha contraddistinto l'ultimo in classifica (maglia nera), una per il miglior giovane (maglia bianca), oppure, come è accaduto negli anni novanta e primi anni 2000, una per la classifica dell'Intergiro (maglia azzurra), traguardo volante posto di solito a metà tappa allo scopo di rendere più movimentata la corsa dalle prime battute. Quattro sono oggi le maglie caratteristiche del Giro d'Italia, indossate durante la gara dai leader delle diverse classifiche: * La maglia rosa per il corridore con il miglior tempo cumulativo (leader della classifica generale). * La maglia ciclamino per il corridore che conquista più punti nei traguardi intermedi e sugli arrivi (leader della classifica a punti). * La maglia azzurra per il corridore che conquista più punti e bonus sulle cime (leader della classifica della montagna). * La maglia bianca per il corridore che non ha ancora compiuto il venticinquesimo anno di età il 1º gennaio dell'anno in corso con il miglior tempo cumulativo (leader della classifica dei giovani). Un corridore che guida più di una classifica veste la maglia più prestigiosa, mentre il secondo della classifica minore indossa la maglia subordinata. Vengono assegnati anche un Premio della Combattività e altri premi speciali. Dal 1999 al vincitore viene consegnato il "''Trofeo senza fine''", composto da una barra di rame bombata, piegata a spirale, che si eleva dalla base in cerchi sempre più ampi, sui quali sono incisi i nomi di tutti i vincitori. Mario Cipollini, recordman di vittorie al Giro, tutte in tappe conclusesi in volata Il percorso si snoda tra le regioni d'Italia su tappe in linea e a cronometro di pianura, media-montagna/collina e montagna (Alpi e Appennini). === Tipologie di tappa === ==== Pianeggianti e collinari ==== Il Giro è composto anche da tappe pianeggianti o di media montagna, che molto spesso prevedono, salvo eccezioni di fughe arrivate o anticipi, arrivi in volata tra i velocisti presenti in corsa; tali frazioni erano prevalentemente considerate di ''trasferimento'' per la carovana del Giro, ma nel periodo recente gli organizzatori tendono a disegnare il percorso in modo più diversificato, nel tentativo di aumentare spettacolo ed imprevisti per il gruppo. Generalmente la tappa si svolge secondo uno schema preciso, adottato dalle squadre degli sprinter, che lasciano andar via una fuga, controllandone il vantaggio per poi riprenderla negli ultimi chilometri, organizzandosi in seguito in ''treni'' di corridori per lanciare la volata al velocista. ==== Montagna ==== Stelvio, storica salita del Giro Le tappe in montagna sono la caratteristica principale e il fiore all'occhiello del Giro, sono contraddistinte da una pendenza media molto elevata (con punte che a volte superano il 20%), non sempre a scapito della lunghezza, che le rende diverse da quelle del Tour ed estremamente dure, tanto che mettono alla prova i migliori scalatori al mondo, quasi i soli che, per tradizione, riescono a vincere la ''Corsa Rosa''. Quasi sempre la corsa rosa affronta prima gli Appennini e infine le Alpi. Alle salite mitiche del Giro, prevalentemente dolomitiche e alpine, come ad esempio il Passo dello Stelvio, del Gavia e (dal 1990) del Mortirolo, negli ultimi anni, specialmente sotto la spinta del patron Zomegnan, si sono aggiunte nuove ascese come il Monte Zoncolan e l'Etna. Sui colli lungo il percorso sono disposti i traguardi (divisi in quattro categorie di difficoltà) che assegnano punti per la maglia azzurra, indicante il miglior scalatore; inoltre ogni anno, al passo di maggior altitudine viene attribuito il titolo di ''Cima Coppi'', mentre alla salita ritenuta più rappresentativa, dal 2004, viene assegnato il nome di ''Montagna Pantani''. ==== Cronometro ==== Lance Armstrong a cronometro al Giro 2009 Le cronometro, tappe in cui i corridori partono alla distanza di pochi minuti gli uni dagli altri con lo scopo di realizzare il miglior tempo finale in solitaria, sono leggermente trascurate dalla ''Corsa Rosa'' in favore di tappe "classiche", tuttavia dall'edizione 1963 ne è costantemente presente almeno una (spesso una sola quale prima tappa, o all'ultima tappa, in cui però si preferisce una passerella finale, o all'interno delle settimane di corsa). La cronosquadra, tappe a cronometro in cui partecipa l'intera squadra dei vari corridori, sono spesso bistrattate dal Giro, a differenza da quel che accade ad esempio al Tour de France, in cui le cronosquadre sono quasi sempre presenti. Tuttavia dal Giro 2006 al Giro 2015 c'è sempre stata una cronosquadra, spesso quale prima tappa. === Inizio, fine, sconfinamenti === Per circa mezzo secolo il Giro è iniziato e finito a Milano, città dove ha sede la ''Gazzetta dello Sport''. Anche se con sporadiche eccezioni, questa è stata la regola fino al 1960: da quell'anno, il luogo di partenza è cambiato ogni volta. Per alcuni periodi (1965, 1966, 1968, 1970, 1973, 1975, 1981-1989) anche il luogo d'arrivo è cambiato; dal 1990 è stato ripristinato il tradizionale arrivo a Milano, con un circuito da ripetere più volte che funge da passerella finale, o con cronometro individuali (nell'edizione 2012 e in quella del 2017 queste si sono rivelate decisive per ribaltare l'esito finale della classifica). Dal 2009 il tradizionale arrivo a Milano non è stato sempre rispettato, infatti ci sono state più edizioni che sono terminate in altre città con passerelle finali o cronometro individuali. Nell'edizione 2009, per commemorare il centenario della manifestazione, l'arrivo è avvenuto a Roma. La capitale era già stata luogo conclusivo del giro nel 1911 e nel 1950. Nelle edizioni 2010 e 2019 è terminato a Verona, come già avvenuto nelle edizioni 1981 e 1984. Il Giro d'Italia 2011 è iniziato a Torino, prima capitale d'Italia, per commemorare le celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia. Nel 2013 e 2014 la corsa rosa è finita rispettivamente a Brescia e Trieste. Più volte la "Corsa Rosa" è partita dalla Sicilia o dalla Sardegna (le più recenti nel 2007, 2008, 2017 e 2020), o vi ha transitato. Il Giro si svolge prevalentemente in Italia, ma non di rado sono inserite partenze o conclusioni di tappa all'estero, specialmente nei paesi confinanti o prossimi come San Marino (1965, 1974), Francia (1973, 1998, 2002), Principato di Monaco (1966), Svizzera, Austria e Slovenia. Alcune tappe si sono svolte anche in Lussemburgo (1973), Germania Ovest (1973), Paesi Bassi (2002, 2010, 2016), Belgio (1973, 2002, 2006), Germania (2002), Grecia (1996), Danimarca (2012), Regno Unito (2014), Irlanda (2014) e Israele (2018). Nel 1973 il Giro ha attraversato in un'unica edizione ben sei paesi esteri (Belgio, Paesi Bassi, Germania Ovest, Lussemburgo, Francia e Svizzera) prima di rientrare in Italia. +Partenze del Giro fuori dall'Italia Anno Paese Città 1965 San Marino 1966 Monaco 1973 Verviers 1974 Città del Vaticano 1996 Atene 1998 Nizza 2002 Groninga 2006 Seraing 2010 Amsterdam 2012 Herning 2014 Belfast 2016 Apeldoorn 2018 Gerusalemme Carlo Galetti Giovanni Brunero Costante Girardengo Fiorenzo Magni Jacques Anquetil Charly Gaul Giuseppe Saronni Bernard Hinault Miguel Indurain ''Aggiornato all'edizione 2021.'' Anno Vincitore Secondo Terzo 1909 Luigi Ganna Carlo Galetti Giovanni Rossignoli 1910 Carlo Galetti Eberardo Pavesi Luigi Ganna 1911 Carlo Galetti Giovanni Rossignoli Giovanni Gerbi 1912 Atala Peugeot Gerbi 1913 Carlo Oriani Eberardo Pavesi Giuseppe Azzini 1914 Alfonso Calzolari Pierino Albini Luigi Lucotti 1915-1918 non disputato a causa della Prima guerra mondiale 1919 Costante Girardengo Gaetano Belloni Marcel Buysse 1920 Gaetano Belloni Angelo Gremo Jean Alavoine 1921 Giovanni Brunero Gaetano Belloni Bartolomeo Aymo 1922 Giovanni Brunero Bartolomeo Aymo Giuseppe Enrici 1923 Costante Girardengo Giovanni Brunero Bartolomeo Aymo 1924 Giuseppe Enrici Federico Gay Angiolo Gabrielli 1925 Alfredo Binda Costante Girardengo Giovanni Brunero 1926 Giovanni Brunero Alfredo Binda Arturo Bresciani 1927 Alfredo Binda Giovanni Brunero Antonio Negrini 1928 Alfredo Binda Giuseppe Pancera Bartolomeo Aymo 1929 Alfredo Binda Domenico Piemontesi Leonida Frascarelli 1930 Luigi Marchisio Luigi Giacobbe Allegro Grandi 1931 Francesco Camusso Luigi Giacobbe Luigi Marchisio 1932 Antonio Pesenti Jef Demuysere Remo Bertoni 1933 Alfredo Binda Jef Demuysere Domenico Piemontesi 1934 Learco Guerra Francesco Camusso Giovanni Cazzulani 1935 Vasco Bergamaschi Giuseppe Martano Giuseppe Olmo 1936 Gino Bartali Giuseppe Olmo Severino Canavesi 1937 Gino Bartali Giovanni Valetti Enrico Mollo 1938 Giovanni Valetti Ezio Cecchi Severino Canavesi 1939 Giovanni Valetti Gino Bartali Mario Vicini 1940 Fausto Coppi Enrico Mollo Giordano Cottur 1941-1945 non disputato a causa della Seconda guerra mondiale 1946 Gino Bartali Fausto Coppi Vito Ortelli 1947 Fausto Coppi Gino Bartali Giulio Bresci 1948 Fiorenzo Magni Ezio Cecchi Giordano Cottur 1949 Fausto Coppi Gino Bartali Giordano Cottur 1950 Hugo Koblet Gino Bartali Alfredo Martini 1951 Fiorenzo Magni Rik Van Steenbergen Ferdi Kübler 1952 Fausto Coppi Fiorenzo Magni Ferdi Kübler 1953 Fausto Coppi Hugo Koblet Pasquale Fornara 1954 Carlo Clerici Hugo Koblet Nino Assirelli 1955 Fiorenzo Magni Fausto Coppi Gastone Nencini 1956 Charly Gaul Fiorenzo Magni Agostino Coletto 1957 Gastone Nencini Louison Bobet Ercole Baldini 1958 Ercole Baldini Jean Brankart Charly Gaul 1959 Charly Gaul Jacques Anquetil Diego Ronchini 1960 Jacques Anquetil Gastone Nencini Charly Gaul 1961 Arnaldo Pambianco Jacques Anquetil Antonio Suárez 1962 Franco Balmamion Imerio Massignan Nino Defilippis 1963 Franco Balmamion Vittorio Adorni Giorgio Zancanaro 1964 Jacques Anquetil Italo Zilioli Guido De Rosso 1965 Vittorio Adorni Italo Zilioli Felice Gimondi 1966 Gianni Motta Italo Zilioli Jacques Anquetil 1967 Felice Gimondi Franco Balmamion Jacques Anquetil 1968 Eddy Merckx Vittorio Adorni Felice Gimondi 1969 Felice Gimondi Claudio Michelotto Italo Zilioli 1970 Eddy Merckx Felice Gimondi Martin Van Den Bossche 1971 Gösta Pettersson Herman Van Springel Ugo Colombo 1972 Eddy Merckx José Manuel Fuente Francisco Galdós 1973 Eddy Merckx Felice Gimondi Giovanni Battaglin 1974 Eddy Merckx Gianbattista Baronchelli Felice Gimondi 1975 Fausto Bertoglio Francisco Galdós Felice Gimondi 1976 Felice Gimondi Johan De Muynck Fausto Bertoglio 1977 Michel Pollentier Francesco Moser Gianbattista Baronchelli 1978 Johan De Muynck Gianbattista Baronchelli Francesco Moser 1979 Giuseppe Saronni Francesco Moser Bernt Johansson 1980 Bernard Hinault Wladimiro Panizza Giovanni Battaglin 1981 Giovanni Battaglin Tommy Prim Giuseppe Saronni 1982 Bernard Hinault Tommy Prim Silvano Contini 1983 Giuseppe Saronni Roberto Visentini Alberto Fernández 1984 Francesco Moser Laurent Fignon Moreno Argentin 1985 Bernard Hinault Francesco Moser Greg LeMond 1986 Roberto Visentini Giuseppe Saronni Francesco Moser 1987 Stephen Roche Robert Millar Erik Breukink 1988 Andrew Hampsten Erik Breukink Urs Zimmermann 1989 Laurent Fignon Flavio Giupponi Andrew Hampsten 1990 Gianni Bugno Charly Mottet Marco Giovannetti 1991 Franco Chioccioli Claudio Chiappucci Massimiliano Lelli 1992 Miguel Indurain Claudio Chiappucci Franco Chioccioli 1993 Miguel Indurain Pëtr Ugrjumov Claudio Chiappucci 1994 Evgenij Berzin Marco Pantani Miguel Indurain 1995 Tony Rominger Evgenij Berzin Pëtr Ugrjumov 1996 Pavel Tonkov Enrico Zaina Abraham Olano 1997 Ivan Gotti Pavel Tonkov Giuseppe Guerini 1998 Marco Pantani Pavel Tonkov Giuseppe Guerini 1999 Ivan Gotti Paolo Savoldelli Gilberto Simoni 2000 Stefano Garzelli Francesco Casagrande Gilberto Simoni 2001 Gilberto Simoni Abraham Olano Unai Osa 2002 Paolo Savoldelli Tyler Hamilton Pietro Caucchioli 2003 Gilberto Simoni Stefano Garzelli Jaroslav Popovyč 2004 Damiano Cunego Serhij Hončar Gilberto Simoni 2005 Paolo Savoldelli Gilberto Simoni José Rujano 2006 Ivan Basso José Enrique Gutiérrez Gilberto Simoni 2007 Danilo Di Luca Andy Schleck Eddy Mazzoleni 2008 Alberto Contador Riccardo Riccò Marzio Bruseghin 2009 Denis Men'šov Carlos Sastre Ivan Basso 2010 Ivan Basso David Arroyo Vincenzo Nibali 2011 Michele Scarponi Vincenzo Nibali John Gadret 2012 Ryder Hesjedal Joaquim Rodríguez Thomas De Gendt 2013 Vincenzo Nibali Rigoberto Urán Cadel Evans 2014 Nairo Quintana Rigoberto Urán Fabio Aru 2015 Alberto Contador Fabio Aru Mikel Landa 2016 Vincenzo Nibali Esteban Chaves Alejandro Valverde 2017 Tom Dumoulin Nairo Quintana Vincenzo Nibali 2018 Chris Froome Tom Dumoulin Miguel Ángel López 2019 Richard Carapaz Vincenzo Nibali Primož Roglič 2020 Tao Geoghegan Hart Jai Hindley Wilco Kelderman 2021 Egan Bernal Damiano Caruso Simon Yates File:Giro d Italia.svg|Logo utilizzato fino all'edizione 2016. File:Giro d'Italia 100 logo.svg|Logo utilizzato in occasione della 100ª edizione nel 2017. File:Giro d'Italia - Logo 2018.svg|Logo in uso dall'edizione 2018. +Rete televisiva Rete Anno Rai 1 1954-1975, 1981, 1983, 1985, 1987, 1989, 1991 Italia 1 1993-1996 Rete 4 1997 Rai 3 1998-2016 Rai 2 1976-1980, 1982, 1984, 1986, 1988, 1990, 1992, dal 2017
Sistema aureo
Il '''sistema aureo''' è un sistema monetario nel quale la base monetaria è data da una quantità fissata d'oro.
Si possono distinguere tre casi: * nel primo l'oro viene usato direttamente come moneta (circolazione aurea, esempio il sistema del Dinaro d'oro); * nel secondo viene usata cartamoneta totalmente convertibile in oro, dal momento che il valore in oro della moneta complessivamente emessa è pari alla quantità di oro conservata dalla banca centrale (circolazione cartacea convertibile totalmente in oro, esempio il sistema ''gold standard''); * infine, nel terzo caso, le banconote sono convertibili solo parzialmente, risultando il valore della quantità di banconote emessa un multiplo del valore dell'oro posseduto dallo stato (circolazione cartacea convertibile parzialmente in oro). Nel caso una moneta sia convertibile in un'altra moneta, a sua volta convertibile in oro, si parla di ''gold exchange standard''. === Vantaggi === La conseguenza di fissare il valore della moneta sulla quantità d'oro è la presenza di cambi fissi tra monete. Il cambio tra monete dipende dal rapporto tra le quantità d'oro sottostante ciascuna moneta. Se per esempio un'unità della moneta A vale 0,1 grammi d'oro e un'unità della moneta B vale 1 grammo d'oro, per acquistare un'unità di moneta B occorrono 10 unità di moneta A. Il valore della moneta B è quindi pari a 10 unità di moneta A. Un altro automatismo introdotto da questo standard riguarda l'inflazione. In un paese che abbia determinate risorse d'oro un'espansione economica si deve accompagnare ad una proporzionale deflazione, con il rischio di recessione. Questo è avvenuto, in effetti in Gran Bretagna nel XIX secolo, dove il prezzo delle merci espresso in oro si è dimezzato nell'arco di cento anni, anche se, invece che portare ad un indebolimento del paese, questo è avvenuto quando questa nazione era indiscutibilmente la maggiore potenza mondiale. Il principale vantaggio nell'adozione del sistema consiste nella stabilità dei cambi. Il valore delle monete non dipende dalla domanda e dall'offerta delle stesse, ma dalla quantità di oro sottostante. Quindi salvo procedere a una svalutazione della moneta, generalmente sgradita a chi ha applicato il sistema aureo, in regime di sistema aureo le economie hanno potuto godere del vantaggio di cambi fissi, scelta questa che hanno fatto propria i paesi aderenti all'accordo di Bretton Woods e, dopo il superamento degli stessi, che è riapparsa in Europa con l'introduzione del sistema monetario europeo e soprattutto dell'Euro. === Svantaggi === Al vantaggio di disporre di cambi fissi, si contrappone l'importante problema di gestire i deficit commerciali, che si verificano quando un paese acquista da un altro beni e servizi in valore superiore al valore delle vendite. Sono possibili due soluzioni. La prima prevede il regolamento del deficit in oro. Il paese dal quale l'oro fuoriesce deve ridurre proporzionalmente la quantità di moneta, con conseguenti effetti deflattivi (diminuzione dei prezzi e dei salari). Ne deriva una contrazione della domanda di beni e servizi e quindi delle importazioni, nonché un aumento delle esportazioni stimolate dal calo dei costi di produzione e quindi dei prezzi. Al contrario il paese che riceve in pagamento l'oro aumenterà la quantità di moneta, con effetti espansivi e inflazionistici. La maggiore domanda provocherà maggiori importazioni e l'aumento dei prezzi ridurrà le esportazioni. Le conseguenze deflattive su prezzi e salari rendono impopolare, in un regime democratico, questa soluzione, i cui effetti negativi in caso di deficit commerciale sono particolarmente gravosi per i ceti deboli della popolazione, che subiscono il calo dei salari e l'aumento dei prezzi dei beni importati. Si spiega così l'adozione, con gli accordi di Bretton Woods del 1944 della seconda soluzione, che prevede invece che i deficit commerciali vengano compensati con flussi di capitali provenienti dai paesi in surplus. Un altro svantaggio del sistema consiste nel costo di emissione della moneta. In una economia occorre far crescere, parallelamente alla crescita dell'economia, la quantità di moneta che in essa circola. Poiché la base monetaria è formata da oro, emettere nuova moneta significa dedicare una parte della ricchezza prodotta per acquistare l'oro. Nel caso in cui tale acquisto di oro con risorse pubbliche non avvenisse, l'offerta di moneta sarebbe insufficiente a soddisfare le esigenze del mercato creditizio. I tassi di interesse salirebbero, con effetto depressivo su consumi e investimenti. L'adozione dell'oro come base monetaria ha quindi elevati costi per la collettività, che ne rendono poco accettabile l'applicazione. Un altro svantaggio, correlato al precedente, consiste nelle possibili variazioni dell'offerta di moneta dipendenti non da scelte di chi emette moneta, ma dalla produzione di oro. La scoperta di nuove miniere ha significato aumenti improvvisi, spesso con effetti inflativi, della quantità di moneta in circolazione in una data economia. Al contrario quando non venivano scoperte nuove miniere o quando per i più diversi motivi l'oro non poteva giungere nei paesi che lo richiedevano, l'offerta di moneta non poteva aumentare adattandosi alle esigenze dell'economia reale, con effetti deflattivi. Nella teoria economica, il sistema aureo fornisce un meccanismo automatico per controllare il disavanzo della bilancia degli scambi internazionali. Infatti, un paese che è in deficit impoverisce le proprie riserve d'oro, dovendo ridurre la circolazione di denaro e, quindi, la domanda ed il livello dei prezzi; ovviamente, una riduzione dei prezzi è la premessa per una ripresa delle esportazioni. ===Il sistema gold standard=== La prima nazione ad adottare questo sistema monetario fu la Gran Bretagna. A partire dal 1815 conservò uno standard bimetallico (oro e argento), ma l'oro in realtà era sopravvalutato dalla Zecca, pertanto le monete d'oro, le famose "ghinee" che portavano il nome della regione africana (Guinea) da cui proveniva il metallo, rimpiazzarono largamente quelle d'argento nell'uso. Durante le guerre napoleoniche, la Banca d'Inghilterra, con l'autorizzazione del governo, sospese il pagamento, cioè si rifiutò di pagare oro e argento in cambio delle proprie banconote. Il Paese non aveva più alcuno standard monetario, aveva una cartamoneta inconvertibile, ovvero un corso forzoso. Dopo le guerre il governo decise di ritornare ad uno standard metallico, ma scelse l'oro, lo standard ''de facto'' del Settecento, invece dell'argento, nonostante la moneta fosse ancora chiamata sterlina (da "pound of sterling silver"). L'unità di conto fu la sovrana o sterlina d'oro, definita come 113,0016 grani (7.32 grammi) di oro fino (puro). Secondo le disposizione della legge parlamentare istitutrice di questo gold standard dovevano essere osservate tre condizioni: * La Zecca reale era obbligata a comprare e a vendere quantità illimitate di oro a prezzo fisso * La Banca d'Inghilterra, e per estensione tutte le altre banche, era tenuta a convertire a richiesta le sue passività monetarie (banconote, depositi) in oro. * Nessuna restrizione poteva essere imposta sull'importazione o sull'esportazione di oro Ciò significava che l'oro serviva da base ultima o riserva dell'intera provvista monetaria della nazione. Le quantità di oro che la Banca d'Inghilterra custodiva nei suoi forzieri determinava la quantità di credito che essa poteva accordare sotto forma di banconote e depositi. Di conseguenza il movimento di entrata e uscita dell'oro del paese, in funzione della bilancia dei pagamenti, determinava fluttuazioni nella riserva totale di moneta, che a sua volta causava delle oscillazioni nella dinamica dei prezzi. Quando i flussi aurei internazionali erano limitati o quando i flussi di entrata pareggiavano quelli in uscita, come avveniva di solito, i prezzi tendevano a mantenersi stabili. Ma ingenti afflussi di oro, come quelli che si verificarono dopo le scoperte di giacimenti auriferi in California e in Australia nel 1849-51, potevano causare inflazione, mentre improvvisi prelevamenti, quali occorsero periodicamente nel XIX secolo, causavano panici monetari. Per i primi tre quarti del XIX secolo la maggior parte degli altri paesi adottò uno standard argenteo o bimetallico. Alcuni paesi non ebbero alcuno standard metallico, tuttavia a causa della posizione di preminenza della Gran Bretagna nel commercio mondiale, quasi tutti i paesi furono coinvolti dalle sue fluttuazioni economiche. La prima nazione dopo la Gran Bretagna ad adottare ufficialmente il gold standard fu il nuovo impero tedesco. Approfittando della vittoria sulla Francia nella guerra franco-prussiana, Bismarck, il cancelliere tedesco, estorse alla nazione sconfitta un'indennità di 5 miliardi di franchi, una somma che non aveva precedenti nella storia. Sulla base di questa fortuna inaspettata il governo adottò una nuova unità di conto, il marco aureo, e istituì la Reichsbank come banca centrale e unica agenzia di emissione. Dato che il peso della Germania nel commercio internazionale era in crescita, altri paesi aderirono al movimento verso il gold standard. Negli Stati Uniti, invece, prima della guerra civile vigeva tecnicamente uno standard bimetallico. Durante la guerra sia il Nord che il Sud emisero moneta inconvertibile. Le emissioni della Confederazione, naturalmente, persero in seguito ogni valore, ma i greenbacks del nord continuarono a circolare anche se sotto la pari rispetto all'oro. Il Gold standard fu legalmente adottato dal Congresso non prima del 1900. Dopo la crisi del bimetallismo nel 1871, il sistema aureo venne progressivamente adottato nell'ultimo quarto del secolo da Germania (1871), Belgio (1873), Svizzera (1873), Scandinavia (1874), Danimarca (1875), Norvegia (1875), Svezia (1875), Paesi Bassi (1875), Francia (1876), Spagna (1876), Austria (1879), Italia (1883), Russia (1893), Giappone (1897), India (1898) e USA (1900). Se nel 1868 gli unici paesi ad avere il gold standard erano il Regno Unito e i suoi dominion e colonie come il Canada e l'Australia (ad esse vanno aggiunti i paesi sotto la forte influenza inglese, come il regno di Portogallo, l'impero del Brasile, il chedivato d'Egitto e il Cile), i soli paesi a rimanerne ancora fuori nell'ultimo quarto del secolo furono la Cina, El Salvador, la Persia, Honduras e Guatemala. === Le principali monete nel gold standard (1900-1914) === * Il valore del '''dollaro USA''' era fissato in 20,67$ per un'oncia troy (31,1034768 grammi). Il valore di 1 dollaro equivaleva a 1,50476 grammi d'oro; 1 kg d'oro era pari a 664,556 dollari. * Il valore della '''sterlina britannica''' era pari a 113 grains d'oro. 1 grain equivale a 1/480 di oncia troy. Il conseguente valore di una sterlina era di 7,322277 grammi d'oro; 1 kg d'oro era pari a 136,5695 sterline. * Il valore del '''franco francese''', del '''franco svizzero''', della '''lira italiana''' e del '''franco belga''' era stato fissato in 0,290322581 grammi d'oro. 1 kg d'oro era pari a 3444,444 franchi o lire. * Il valore del '''marco tedesco''' era di 2790 marchi per 1 kg d'oro. 1 marco valeva 0,358423 grammi d'oro. * '''1 kg d'oro''' = 664,556 dollari = 136,5695 sterline = 3444,444 franchi o lire = 2790 marchi. * Rapporti di conversione fra le valute in base al gold standard: '''1 sterlina''' = 4,866 dollari = 20,43 marchi = 25,22 franchi o lire --- '''1 dollaro''' = 5,183 franchi o lire = 4,198 marchi = 0,2055 sterline --- '''1 marco''' = 1,2345 franchi o lire ===Il gold standard=== Nel 1914, con l'inizio della Prima guerra mondiale, la piena convertibilità del denaro in oro venne abbandonata, ad eccezione degli Stati Uniti, rimanendo, invece, coperta solo una frazione del circolante. La riduzione della riserva aurea al di sotto del limite legale consentì infatti un incremento della base monetaria per finanziare la spesa militare. La spesa bellica fu finanziata senza un aggravio del prelievo fiscale, ma applicando dazi, abbandonando così la politica liberoscambista, e tramite un incremento dell'emissione di moneta e titoli di Stato, si verificarono fenomeni di iperinflazione e un aumento del debito pubblico. La crescita interna era sostenuta da un circuito finanziario Stato-industria militare, con la mediazione delle banche: la banca centrale aumentava l'offerta di moneta allo Stato contro l'emissione di titoli di debito, acquistati poi dalle banche. Lo Stato trasferiva gran parte della nuova moneta all'industria militare, della quale era il principale cliente, e l'industria militare reinvestiva consistenti profitti nell'acquisto di titoli di debito pubblico dalle banche nazionali, chiudendo il circuito vizioso. Nel 1924 la convertibilità fu ristabilita in Germania grazie al Piano Dawes e nel 1925 in Gran Bretagna, ma con la depressione del 1929, in seguito ad una politica tariffaria restrittiva e alla caduta degli scambi internazionali, a partire dal 1931 i Paesi decisero di sospendere il Gold standard. === Il sistema di gold exchange standard === Il ''gold standard'' fu sostituito con il ''gold exchange standard'' dagli accordi di Bretton Woods del 1944, i quali durarono fino al 15 agosto 1971 con lo Smithsonian Agreement, quando gli USA abolirono la convertibilità del dollaro in oro, decretando di fatto la morte del sistema aureo e la nascita del sistema fluttuante dei cambi flessibili creato dagli stessi USA.
Germanio
Il '''germanio''' è l'elemento chimico di numero atomico 32 e il suo simbolo è '''Ge'''. È un semimetallo lucido, duro, bianco-argenteo dal comportamento chimico simile a quello dello stagno; come esso, forma un gran numero di composti organometallici. In passato fu largamente usato per la fabbricazione di transistor, grazie alle sue proprietà di semiconduttore.
Il germanio ha un aspetto metallico lucido, ha la stessa struttura cristallina del diamante ed è un semiconduttore. Allo stato puro il germanio è cristallino, fragile e mantiene il suo aspetto lustro se esposto all'aria a temperatura ambiente. Tecniche di raffinamento a zona hanno permesso la creazione di germanio cristallino per semiconduttori con solo una parte di impurità su 10 milioni. Ciotola in germanio. Nel 1871 il germanio (dal latino ''Germania'') fu uno degli elementi di cui Dmitrij Mendeleev predisse l'esistenza; poiché nella sua tavola periodica la casella dell'analogo del silicio era vuota, egli predisse che si sarebbe trovato un nuovo elemento che in via provvisoria battezzò ''ekasilicio''. L'elemento in questione fu più tardi scoperto da Clemens Winkler nel 1886. Questa scoperta fu un'importante conferma dell'idea di Mendeleev della periodicità degli elementi. Proprietà Ekasilicio giocane massa atomica 72,00 72,59 densità (g/cm³) 5,50 5,35 punto di fusione (°C) alto 947 colore grigio grigio Lo sviluppo del transistor al germanio aprì la porta a tantissime applicazioni dell'elettronica allo stato solido: dal 1950 fino al 1970 circa il mercato del germanio per semiconduttori crebbe costantemente. Durante gli anni settanta venne gradualmente sostituito dal silicio, le cui prestazioni come semiconduttore sono superiori anche se richiede cristalli molto più puri, che non potevano essere fabbricati facilmente nei primi anni del dopoguerra. Nel frattempo aumentò moltissimo la domanda di germanio per fibre ottiche per reti di comunicazioni, per sistemi di visione notturna agli infrarossi e catalizzatori per reazioni di polimerizzazione; questi tre usi hanno rappresentato l'85% del consumo mondiale di germanio nel 2000. Diversamente dalla maggior parte dei semiconduttori, il germanio ha un piccolo intervallo di banda proibita, cosa che gli permette di rispondere in modo efficiente anche alla luce infrarossa. Viene quindi usato nella spettroscopia infrarossa e in altri equipaggiamenti ottici che necessitano di rivelatori di infrarossi estremamente sensibili. Le più notevoli caratteristiche fisiche dell'ossido di germanio (GeO2) sono il suo elevato indice di rifrazione e la sua bassa dispersione ottica, che lo rendono specialmente utile nelle lenti degli obiettivi grandangolari delle macchine fotografiche, in microscopia e per il nucleo centrale (''core'') delle fibre ottiche. I transistor al germanio sono ancora utilizzati nella costruzione di alcuni effetti a pedale per chitarra elettrica (principalmente riconducibili alla categoria dei Fuzz) dai musicisti che vogliono ricreare il carattere autentico di certe sonorità tipiche del rock degli anni sessanta e settanta. La lega germaniuro di silicio (SiGe) sta diventando rapidamente un importante materiale semiconduttore per l'uso in circuiti integrati ad alta velocità: i circuiti integrati basati su giunzioni Si-SiGe possono essere molto più veloci di quelli che usano solo silicio. Un'applicazione attuale del germanio è nell'ambito delle memorie a cambiamento di fase, come elemento della lega GeSbTe. Altri usi: * Come agente legante; * Come fosforo in lampade fluorescenti; * Come catalizzatore. Alcuni composti del germanio hanno bassa tossicità per i mammiferi e molto alta per certi batteri: perciò sono stati creati medicinali basati su questi composti. === Isotopi === Il germanio è presente in natura in cinque isotopi: 70Ge, 72Ge, 73Ge, 74Ge, 76Ge. Di questi, il 76Ge è debolissimamente radioattivo: decade per doppio decadimento beta e ha una emivita di anni. Il 74Ge è l'isotopo più comune con un'abbondanza relativa del 36% circa; il meno comune invece è il 76Ge con il 7%. Quando l'isotopo 72Ge viene bombardato con particelle alfa, genera nuclei stabili di 77Se emettendo elettroni ad alta energia nel processo. Per questo motivo si usa insieme al radon nelle batterie nucleari. Sono stati sintetizzati almeno 27 radioisotopi con masse atomiche da 58 a 89. Il più stabile è il 68Ge che decade per cattura elettronica e ha una emivita di 270,95 giorni. Il meno stabile è il 60Ge con emivita di . Anche se la maggior parte degli isotopi del germanio decade per decadimento beta, il 61Ge e il 64Ge decadono per emissione di un positrone, e gli isotopi dal 84Ge al 87Ge hanno anche cammini di decadimento attraverso decadimento beta ed emissione di neutrone ritardata β−. Il germanio si trova nell'argirodite (solfuro di germanio e argento), nel carbone, nella germanite, in minerali di zinco e in altri minerali ancora. Il germanio si ricava commercialmente dalla polvere di lavorazione dei minerali di zinco e dai sottoprodotti di combustione di certi tipi di carbone. Una grande riserva di germanio è costituita dalle miniere di carbone. Lo si può estrarre anche da altri minerali per distillazione frazionata del suo tetracloruro volatile. Questa tecnica permette la produzione di germanio ultrapuro. Nel 1997 il costo commerciale del germanio è stato di 3 dollari al grammo. Nel 2000 il prezzo del germanio era 1,15 dollari al grammo (o di 1 150 dollari per chilogrammo).
Gadolinio
Il '''gadolinio''' è l'elemento chimico di numero atomico 64 e il suo simbolo è '''Gd'''.
Il gadolinio è un metallo delle terre rare ha aspetto bianco-argenteo, è duttile e malleabile. Cristallizza a temperatura ambiente in una forma α esagonale compatta; scaldato a si trasforma in una forma cristallina β cubica a corpo centrato. A differenza degli altri lantanoidi, il gadolinio è relativamente stabile all'aria, purché secca. In presenza di umidità, si copre rapidamente del proprio ossido che, scrostandosi, espone all'attacco nuove superfici di metallo vivo. Reagisce lentamente con l'acqua e si scioglie negli acidi diluiti. Il gadolinio ha la sezione d'urto verso la cattura di neutroni termici più alta di qualsiasi materiale noto (49 000 barn), ma ha anche un'elevata velocità di esaurimento che ne limita l'utilità come materiale di fabbricazione delle barre di controllo dei reattori nucleari. Il gadolinio è ferromagnetico sotto 19,3 °C (la più alta temperatura di Curie tra i lantanidi ferromagnetici). Il gadolinio viene usato per produrre granati all'ittrio-gadolinio, utilizzati nei dispositivi a microonde; sali di gadolinio sono impiegati anche per produrre fosfori per i televisori a colori. Lo ione Gd3+ è paramagnetico, perché ha 7 elettroni spaiati nell'orbitale 4f (il che rende conto della sensazionale stabilità dello ione), è quindi usato in soluzione, complessato da leganti ciclici poliamminopolicarbossilici, come mezzo di contrasto intravenoso nell'imaging a risonanza magnetica a scopo diagnostico. Il gadolinio viene inoltre usato per la produzione di compact disc e di dispositivi di memoria per computer. Trova infine impiego anche in sistemi di spegnimento di emergenza in reattori nucleari, in special modo in reattori di tipo CANDU, per la sua elevata sezione di cattura dei neutroni termici. Il gadolinio possiede insolite proprietà metallurgiche; per semplice addizione dell'1% di gadolinio al ferro, al cromo ed alle loro leghe ne migliora la lavorabilità e la resistenza alle alte temperature ed all'ossidazione. L'elevato momento magnetico del gadolinio e la sua bassa temperatura di Curie, vicina alla temperatura ambiente, rende il gadolinio idoneo alla realizzazione di sensori magnetici di temperatura. Nel 1880, il chimico svizzero Jean Charles Galissard de Marignac osservò le linee spettrali del gadolinio in campioni di didimio e di gadolinite. Fu poi il francese Paul Émile Lecoq de Boisbaudran a separare la gadolinia (ovvero l'ossido di gadolinio(III)) dall'ittria di Mosander nel 1886. L'elemento puro è stato isolato nel 1904 da Georges Urbain e H. Lacombe. Come il minerale gadolinite, il gadolinio deve il suo nome al chimico e geologo finlandese Johan Gadolin. Il gadolinio non ha alcun ruolo biologico noto. === Biochimica del gadolinio === Come ione Gd3+, il gadolinio è un acido di Lewis duro e ennacoordinato, caratteristica che lo rende eccezionalmente affine a basi come H2O ed OH−. La prima rende conto della difficoltà di lavorazione metallorganica dello ione in soluzione, la seconda della sua tossicità: a pH fisiologico e in presenza di fosfati liberi, precipita come idrossido (gelatinoso incolore) e come fosfato (bianco polveroso). I complessi carichi vengono eliminati con le urine, e non attraversano la barriera ematoencefalica integra, ma solo se è interrotta o alterata nella sua permeabilità (lesioni neoplastiche, demielinizzazioni recenti, flogosi); anche per questo sono utilizzati come mezzo di contrasto in risonanza magnetica. === Mezzo di contrasto per MRI === La presenza di un centro paramagnetico influenza i tempi di riallineamento del vettore magnetizzazione dei protoni dell'acqua, la cui risonanza è misurata nella MR a scopo diagnostico. Dal momento che le lesioni neoplastiche sono più ricche di acqua rispetto alle zone circostanti e che il mezzo di contrasto tende a stabilirvisi, qui è generato un segnale più intenso rispetto al tessuto sano.Sono molti i fattori che influenzano l'efficacia del mezzo di contrasto; essi cambiano la loro influenza sulla relassività dei protoni a seconda della posizione del protone stesso rispetto al centro paramagnetico (sfera interna o coordinazione diretta; sfera esterna o interazioni non covalenti). Ne ricordiamo due: la distanza protone-Gd (più breve è la distanza e più velocemente il vettore magnetizzazione si riorienterà), il tempo di vita dell'acqua legata (più protoni subiscono l'influenza diretta del Gd, più saranno i vettori riorientati rapidamente). Per questo sono stati messi a punto leganti azamacrociclici poliamminopolicarbossilici che, con una cinetica lentissima, riescono a complessare 8 dei 9 siti di coordinazione dello ione. Portano però problemi di ingombro sterico, rendendo talvolta difficilmente accessibile l'unica molecola d'acqua di coordinazione. Il capostipite è il DOTA (come sale megluminico dell'acido gadoterico), con i suoi derivati liposomiali, come il DOTA.DSA, che hanno una funzione con una doppia coda lipofila, simile a quella dei fosfolipidi. Legante azamacrociclico DOTA Un altro tipo di leganti utilizzati sono il DTPA (acido dietilen-triamino-pentacetico o acido pentetico) a formare il Gd-DTPA (sale dimegluminico dell'acido gadopentetico). Dal DTPA si giunge ai suoi derivati, come il MS-325, contenenti una struttura lipofila. Chelante DTPA. Il gadolinio in natura non si trova allo stato nativo, ma solo combinato in minerali quali la gadolinite, la monazite e la bastnasite. Viene preparato per scambio ionico ed estrazione in solvente, oppure per riduzione del suo fluoruro anidro con calcio metallico. La produzione annuale di Gadolinio è di circa 400 tonnellate, concentrata soprattutto in Cina, Stati Uniti, Brasile, Sri Lanka, India e Australia con riserve ritenute di poco maggiori a un milione di tonnellate. Tra i composti del gadolinio si annoverano: * fluoruri: GdF3 * cloruri: GdCl3 * bromuri: GdBr3 * ioduri: GdI3 * ossidi: Gd2O3 * solfuri: Gd2S3 * nitruri: GdN Il gadolinio in natura si presenta come una miscela di 5 isotopi stabili, 154Gd, 155Gd, 156Gd, 157Gd, 158Gd, e di due radioattivi, 152Gd e 160Gd. 158Gd è il più abbondante (24,84%). Del gadolinio sono stati individuati 30 isotopi radioattivi, di cui il più stabile è 160Gd (con un'emivita di anni), 152Gd anni) e 150Gd anni). Tutti gli altri hanno emivite inferiori a 74,7 anni e la maggior parte di essi inferiore a 24,6 secondi. Sono inoltre noti 4 metastati, i cui più stabili sono 143mGd (emivita: 110 secondi), 145mGd (85 secondi) e 141mGd (24,5 secondi). La principale modalità di decadimento per gli isotopi più leggeri di 158Gd è la cattura elettronica con conversione in isotopi dell'europio; per quelli più pesanti è il decadimento beta con conversione in isotopi del terbio. Analogamente agli altri lantanidi, i composti del gadolinio sono considerati a tossicità medio-bassa, benché la loro tossicità non sia stata ancora studiata in dettaglio. I sali di gadolinio sono irritanti della cute e delle mucose. Per la sua tossicità, quando è usato come mezzo di contrasto paramagnetico in risonanza magnetica, viene legato a un composto chelante. Nel 2007 i produttori di mezzi di contrasto a base di gadolinio hanno reso noto al personale sanitario importanti revisioni riguardanti la prescrizione di questi prodotti apportate dalla Food and Drug Administration per l'impiego nella risonanza magnetica per immagini (MRI): segnalazioni successiva al loro utilizzo hanno mostrato che l'uso di questi agenti aumenta, fino al 4% e a prescindere da sesso, razza o età, il rischio di sviluppare una grave condizione medica, chiamata fibrosi nefrogenica sistemica nei pazienti con insufficienza renale grave, acuta o cronica (velocità di filtrazione glomerulare /) e nei pazienti con disfunzione renale dovuta a sindrome epato-renale nel periodo perioperatorio del trapianto di fegato. La fibrosi nefrogenica sistemica conduce ad eccessiva formazione di tessuto connettivo a livello della cute e degli organi interni, è una malattia progressiva e può essere debilitante, con esito talora fatale. Nel 2010 l'FDA, avendo ricevuto la segnalazione di più di 250 casi di fibrosi nefrogenica sistemica dopo somministrazione dei mezzi di contrasto basati sul gadolinio, ha vietato l'uso di tre tipi di agenti a base di gadolinio (Magnevist, Omniscan e Optimark) nell'ambito di malattie renali.. Anche l'Agenzia italiana del farmaco, al pari della Food and Drug Administration statunitense, segnala fibrosi nefrogenica dopo somministrazione di gadolinio.
Giornalismo
Il '''giornalismo''' è l'insieme delle attività e delle tecniche volte a reperire, diffondere e commentare notizie tramite ogni mezzo di pubblicazione. I mezzi d'informazione utilizzati dal giornalismo sono molteplici: dai giornali ai mezzi di comunicazione di massa elettronici, quali la radio, la televisione e la rete internet. Il giornalismo è spesso definito il Quarto potere , per l'importanza che in uno Stato democratico dovrebbe rivestire e per gli interessi che coinvolge e contrasta, nonché la capacità di condizionare l'opinione pubblica.
=== Origini === Se il termine ''giornalismo'' è relativamente moderno, la sua storia è molto antica e si innesta con quella della stampa, da quando cioè lo ''stampatore'' Johann Gutenberg perfezionò la tecnica di riproduzione di testi attraverso l'uso di caratteri mobili, rendendo così possibile l'abbassamento dei prezzi del libro, oggetto fino a quel momento riservato ad ambienti molto ristretti. I lontani antenati dei giornali, noti in Francia come ''canards'' (dal francese anatre, indicavano cioè il pettegolezzo), iniziano a circolare tra commercianti e banchieri nella seconda metà del Duecento e hanno una forte espansione nella prima metà del Settecento: si tratta di fogli a numero variabile di pagine che raccolgono notizie di argomenti vari, spesso di carattere miracoloso o catastrofico. === Libertà di stampa === Nel corso del tempo, e in particolare nella seconda metà del XX secolo, il giornalismo – e con esso la libertà di stampa – è stato al centro di importanti battaglie: il presupposto di partenza era che un'editoria libera da ogni condizionamento possa garantire una società e un convivere civile migliori. Per queste ragioni il giornalismo è definito anche il Quarto potere (dopo quelli legislativo, esecutivo e giudiziario). In senso lato, il giornalismo comprende le attività del giornalista e del fotoreporter, ma anche altre importanti figure professionali. Per esempio, sul versante del giornalismo televisivo e radiofonico, quelle del teleoperatore, del tecnico del suono e del montatore (vale a dire l'addetto al montaggio dei servizi giornalistici). === Italia === Il Giornale d'Italia'' il 10 dicembre 1901. Non esistendo una definizione legale di giornalismo, anche in virtù della libertà di stampa garantita costituzionalmente, non esiste una fonte primaria normativa a cui riferirsi. La Corte di Cassazione, in una sentenza, ha tuttavia fornito una generale definizione di giornalismo: Il pubblico è pertanto un termine di riferimento fondamentale per la professione giornalistica: una notizia viene scritta affinché possa essere ''resa pubblica''. Secondo la giurisprudenza, il giornalista è tenuto ad assicurare ai cittadini un'informazione: Per quanto concerne la figura del giornalista, l'Ordine dei giornalisti e la FIEG riconoscono l'articolo 1 della legge istitutiva dell'ordine, che afferma: === Giornalismo e riservatezza === Il giornalista che, nell'espletamento della propria attività (che è, primariamente, la produzione di notizie) ritiene necessario diffondere dati attinenti alla sfera privata di un individuo, è tenuto a rispettare il Codice della privacy (decreto legislativo n. 196/2003), di cui è parte integrante il Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali. Il diritto alla riservatezza delle persone è controbilanciato dal diritto all'informazione su fatti di interesse pubblico e alla libertà di espressione. Tali interessi contrapposti trovano equilibrio nella nozione di '''essenzialità dell'informazione''': il giornalista può diffondere dati attinenti alla sfera privata di un individuo solo se tali informazioni sono indispensabili “in ragione dell'originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti” (Codice deontologico, art. 6 comma 1). Diversamente, il giornalista è soggetto: * alle sanzioni disciplinari previste dall'Ordine (l'avvertimento, la censura, la sospensione dall'esercizio professionale e, nei casi più gravi, la radiazione – legge n. 69/1963); * ai provvedimenti sanzionatori del Garante della privacy (obbligo di adeguamento del trattamento dei dati personali al Codice della privacy e al Codice deontologico). In caso di mancato ravvedimento, si incorre nel reato di “inosservanza dei provvedimenti del Garante” (art. 170 d.lgs. 196/2003). In base a tale disposizione, il Garante può condannare il titolare del trattamento in ambito giornalistico (cioè l'editore) alla sanzione amministrativa della “pubblicazione, nella testata attraverso la quale è stata commessa la violazione nonché, ove ritenuto necessario, anche in altre testate, della decisione che accerta la violazione, per intero o per estratto, ovvero di una dichiarazione riassuntiva della medesima violazione” (art. 164 ''bis'' Codice sulla privacy). ==== Pubblicazione di intercettazioni telefoniche ==== La disciplina delle intercettazioni predispone il divieto tassativo di pubblicare gli atti di un procedimento penale. La violazione di tale divieto configura un reato. Il giornalista può pubblicare i testi di un'intercettazione solo dopo la conclusione delle indagini preliminari o dell'udienza preliminare. Diversamente, incorre nelle pene previste dall'art. 114 del Codice di procedura penale (“Divieto di pubblicazione di atti e di immagini”). La divulgazione di atti o documenti di cui sia vietata la pubblicazione configura la fattispecie della “Pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale” (art. 684 codice penale). === Europa === Il segreto sulla fonte fiduciaria è salvaguardato dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. L'articolo 10 («Libertà di espressione») tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a ''ricevere'' notizie: La Corte europea dei diritti dell'uomo ha ulteriormente rafforzato la tutela delle fonti di carattere fiduciario. Interpretando estensivamente l'art. 10, ha stabilito che tale norma comprenda anche la tutela delle fonti giornalistiche, in virtù dello stretto legame tra diritto di informare e diritto di cercare notizie. Grazie a questa interpretazione estensiva, l'art. 11 della Convenzione garantisce sia il diritto di un individuo alla libertà di espressione sia il diritto della collettività a ricevere informazioni. In tal modo i giudici sopranazionali hanno previsto una tutela più ampia rispetto a quella offerta da ordinamenti giuridici nazionali, tra cui quello italiano, che garantiscono un diritto attivo a fare informazioni, ma non uno passivo a riceverle. Due sentenze della Corte europea hanno fatto giurisprudenza in materia. Sono le sentenze Goodwin (27 marzo 1996, Goodwin c. Regno Unito) e Roemen (25 febbraio 2003, Roemen e Schmit c. Lussemburgo, Procedimento n. 51772/99). In esse la Corte ha affermato che il diritto alla protezione delle fonti giornalistiche è da considerarsi strettamente connesso al diritto di ''ricevere'' notizie. Inoltre ha stabilito l'illegittimità delle perquisizioni negli uffici e nelle abitazioni dei giornalisti, nonché negli studi dei loro avvocati, volte alla ricerca delle fonti confidenziali. Se tale protezione non esistesse, cioè se le fonti confidenziali sapessero che un giudice può ordinare al giornalista di rivelare il loro nome, sarebbero dissuasi dal fornire notizie. Ma ciò sarebbe a detrimento della completezza dell'informazione e, in definitiva, della stessa libertà di stampa. ==== Italia ==== La legge istitutiva dell'Ordine impone al giornalista l'obbligo di tutelare la segretezza delle fonti: La violazione del segreto comporta una sanzione disciplinare (articolo 48 della legge n. 69/1963). I giornalisti italiani devono rifiutarsi di fornire i nomi delle persone dalle quali hanno avuto notizie di carattere fiduciario anche di fronte ai giudici. L'obbligo della segretezza della fonte può essere rimosso soltanto nel caso in cui la rivelazione della fonte si riveli indispensabile ai fini della prova del reato. In questo caso il giudice (mai un pubblico ministero) ordina al giornalista di indicare la fonte delle sue informazioni (articolo 200 del Codice di procedura penale). Solo il giornalista professionista ha la facoltà di opporre al giudice il segreto sulle proprie fonti. I pubblicisti e i praticanti, invece, sono sempre tenuti a rispondere ai giudici sul segreto professionale. === Stati Uniti d'America === Il sistema giudiziario di ogni Stato degli Stati Uniti tendeva a proteggere i giornalisti e rispettare il loro diritto assoluto a mantenere riservate le loro fonti; tuttavia, oltre al privilegio dell'esecutivo, anche il segreto professionale del giornalista negli anni Settanta è stato dichiarato recessivo rispetto all'intimazione del giudice statunitense detta ''sub poena ad testificandum''. Avvenne nel 1972, quando un ''reporter'' del New York Times - che aveva coperto mediaticamente il movimento ''Black Panthers'' in California - ebbe dal giudice la richiesta di rivelare le informazioni che aveva sul movimento, che all'epoca era considerato terrorista: portato alla Corte Suprema degli Stati Uniti, il caso ''Branzburg vs Hayes'' fu deciso stabilendo che i giornalisti non possono far valere il segreto delle fonti davanti alla giustizia federale. La sentenza influenzò anche, decenni dopo, il giudizio reso su Judith Miller del New York Times nel caso Plame-Wilson: dopo che Miller rivelò in uno dei suoi articoli l'identità dell'agente della CIA Valerie Plame (gli agenti della CIA devono rimanere completamente anonimi), Miller ha rifiutato di dire quale fosse la fonte governativa che le aveva rivelato il nome dell'agente; incarcerata il 6 luglio 2005, fu rilasciata dal carcere tre mesi e mezzo dopo che la fonte (Lewis Libby, capo dello staff del vicepresidente americano Dick Cheney) aveva revocato la clausola di riservatezza cui aveva vincolato la sua rivelazione. * Legge 3 febbraio 1963, n. 69, «Ordinamento della professione di giornalista» ( versione online); * Titolo XII (Giornalismo, libertà di informazione e di espressione) e Allegato A.1 (Codice di deontologia attività giornalistica) del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 «Codice in materia di protezione dei dati personali» ( versione online); * Art. 85 del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, ufficialmente Regolamento UE n. 2016/679, versione online).
Georges Simenon
Tra i più prolifici scrittori del XX secolo, Simenon era in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto diversi pseudonimi. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta Paesi, supera i settecento milioni di copie. Secondo l'''Index Translationum'', un database dell'UNESCO che raccoglie tutti i titoli tradotti nei Paesi membri, Georges Simenon è il diciassettesimo autore più tradotto di sempre e il terzo di lingua francese dopo Jules Verne e Alexandre Dumas . Nonostante la sua opera abbia intrecciato diversi generi e sottogeneri letterari, dal romanzo popolare al romanzo d'appendice passando dal noir e dal romanzo psicologico, Simenon è noto soprattutto per essere l'ideatore del commissario Maigret, protagonista di racconti e romanzi polizieschi. Simenon iniziò la sua carriera di scrittore a poco meno di sedici anni, a Liegi, come giornalista nella sua città natale. Negli anni venti, trasferitosi a Parigi, divenne un prolifico autore di narrativa popolare. Negli anni trenta raggiunse la fama grazie al personaggio del commissario Maigret, i cui racconti e romanzi furono i primi a essere pubblicati con il suo vero nome; sino ad allora infatti, Simenon aveva pubblicato opere sotto pseudonimo, usandone decine: il più ricorrente era ''Georges Sim''. Fu quella la svolta nella carriera letteraria di Simenon che, fino agli anni settanta, produsse un considerevole numero di romanzi che lo rendono uno degli autori più tradotti e più letti del XX secolo. Nonostante l'enorme successo commerciale, la critica letteraria è sempre stata indecisa riguardo ad una sua possibile classificazione, tanto che, benché la produzione poliziesca di Simenon riguardi una parte relativamente minoritaria della sua opera, egli è ricordato per lo più come un prolifico autore di romanzi gialli. Lo stile di scrittura di Simenon è caratterizzato, nonostante il vocabolario scarno e la rinuncia a qualsiasi finezza letteraria, da atmosfere molto dense. Il suo lavoro arriva, nelle sue stesse parole, dal "popolo nudo", dall'uomo che viene alla luce dietro tutte le possibili maschere. La storia di Simenon è ripercorribile sia nelle sue opere di finzione che nei diversi romanzi autobiografici. La sua vita privata era instabile: a parte i suoi due matrimoni Simenon ebbe numerose relazioni. Nel corso della sua vita cambiò trentatré residenze, tra Belgio, Francia, Canada, Stati Uniti e Svizzera.
Op. cit.'', Note del curatore p. 350.) Simenon nasce a Liegi, in rue Léopold, venerdì 13 febbraio 1903, da Henriette Brüll, una casalinga di estrazione borghese, e Désiré Simenon, un contabile. All'anagrafe locale venne registrato come se fosse nato il giorno prima, giovedì 12 febbraio, perché il giorno venerdì 13 era considerato di cattivo auspicio dalla madre, che implorò il marito di fare una falsa dichiarazione per non mettere il bambino sotto il segno della sventura. Nonostante questo superstizioso incidente, l'arrivo di questo primo figlio riempie i genitori e specialmente il padre di gioia. Georges da bambino non gode di ottima salute e proprio la cagionevole salute del piccolo è uno dei numerosi motivi di scontro tra le famiglie, o meglio i ''clan'', Simenon e Brüll: l'autore belga ricorderà in numerose interviste e in diversi romanzi autobiografici il suo rapporto con i genitori e le rispettive famiglie di origine, venerando e forse mitizzando il padre Désiré e i Simenon e sottolineando, se mai ce ne fosse stato bisogno, il suo difficilissimo rapporto con Henriette, una madre "morbosamente emotiva, ma insensibile alle emozioni degli altri". Lo scrittore (a destra) con l'editore Arnoldo Mondadori Georges Simenon frequenta con ottimi risultati vari istituti scolastici retti dai Fratelli delle Scuole Cristiane. In quegli anni adolescenziali, fatti di nuove esperienze, Simenon si ribella alle restrizioni imposte dai religiosi e sin da allora comincia il suo graduale allontanamento dalla Chiesa cattolica e dalla religione. È attratto dalla lettura fin da ragazzo, in particolar modo dalle opere dei Dumas (padre e figlio), di Dickens, Balzac, Stendhal, Conrad e Stevenson, e dai testi classici. Nel 1919 entra come cronista alla ''Gazette de Liège'', dove rimane per oltre tre anni firmando con lo pseudonimo di Georges Sim. Contemporaneamente collabora con altre riviste e all'età di diciotto anni pubblica il suo primo romanzo. Dopo la morte del padre, nel 1922, si trasferisce a Parigi, dove inizia a scrivere utilizzando vari pseudonimi; già nel 1923 collabora con una serie di riviste (almeno 14) pubblicando racconti settimanali: la sua produzione letteraria è notevole e nell'arco di tre anni scrive oltre 750 racconti. Le sue capacità letterarie gli assicurano un rapido successo economico. Contemporaneamente decide di intraprendere la strada del romanzo commerciale e negli anni tra il 1925 e il 1930 pubblica oltre 170 romanzi con vari editori (''Ferenczi'', ''Tallandier'', ''Fayard''), tutte opere sotto vari pseudonimi, dei quali i più ricorrenti sono ''Georges Sim'', ''Jean du Perry'', ''Gom Gut'', ''Christian Brulls'', ''Georges Martin-Georges'' e molti altri. Impiega pochi giorni per scrivere un romanzo ed utilizza vari nomi per rivenderli a diversi editori; gli anni di scrittore sotto pseudonimo sono una sorta di apprendistato, in attesa di scrivere "letteratura impegnata". Nel 1928 intraprende un lungo viaggio, prima sulla chiatta ''Ginette'', quindi sul cutter ''Ostrogoth'', lungo i canali navigabili francesi, da cui trae ispirazione per la realizzazione di numerosi reportage; i canali ed i paesaggi piatti e brumosi della Francia del Nord ricorreranno poi in molti dei suoi romanzi e racconti, polizieschi e non. Nel 1929, in una serie di novelle scritte per la rivista ''Détective'', appare per la prima volta il personaggio del Commissario Maigret. Nel 1931 si avvicina al mondo del cinema: Jean Renoir e Jean Tarride producono i primi due film tratti da suoi romanzi, ''Il mistero del crocevia'' e ''Il cane giallo''. Georges Simenon nel 1963 Assieme alla prima moglie Régine Renchon, detta ''Tigy'', intraprende lunghi viaggi per il mondo per tutta la durata degli anni trenta. Nel 1939 nasce il primo figlio, Marc. Nel 1940 si trasferisce a Fontenay-le-Comte in Vandea, non lontano da La Rochelle: durante la guerra si occupa dell'assistenza ai rifugiati belgi e nello stesso periodo intrattiene una lunga corrispondenza epistolare con André Gide. A causa di un'errata diagnosi medica, Simenon si convince di non avere ancora molti anni da vivere e questo lo spinge a scrivere le sue memorie, dedicate al figlio Marc e raccolte nel romanzo autobiografico ''Pedigree''. La fine della guerra coincide in Francia con la caccia ai collaborazionisti: accuse poi rivelatesi infondate sfiorano Simenon, che preferisce trasferirsi negli Stati Uniti, prima in Texas poi nel Connecticut, mentre il fratello Christian, condannato a morte in contumacia per collaborazionismo, ripara, su consiglio di Georges, nella Legione straniera francese, ove troverà la morte in combattimento nel 1947 nella guerra d'Indocina: una morte di cui la madre - con la quale, come si è detto, Georges Simenon aveva un difficilissimo rapporto - lo riterrà sempre responsabile. Negli Stati Uniti conosce Denyse Ouimet, che diventerà la sua seconda moglie e madre di tre suoi figli (John, Marie-Jo e Pierre). Torna in Europa negli anni cinquanta, prima in Costa Azzurra e quindi in Svizzera, a Epalinges nei dintorni di Losanna. Nel 1960 presiede la giuria della tredicesima edizione del festival di Cannes: i film in concorso quell'anno sono memorabili, da ''A casa dopo l'uragano'' di Minnelli a ''L'avventura'' di Antonioni, da ''La fontana della vergine'' di Bergman a ''Violenza per una giovane'' di Buñuel. Tra i fischi del pubblico, vengono assegnati il Premio della giuria al film di Antonioni e la Palma d'oro a ''La dolce vita'' di Federico Fellini; tra Simenon e il regista riminese nasce una lunga e duratura amicizia. Dopo pochi anni Simenon si separa da Denyse Ouimet e, in seguito ad una piccola caduta, assume una domestica perché lo accudisca nelle faccende domestiche: è Teresa Sburelin, di origini friulane, che gli resterà accanto fino alla sua morte. Simenon era anche noto per essere un "playboy" e per tradire spesso le sue compagne ufficiali, soprattutto nella seconda parte della sua vita: affermava infatti di aver avuto rapporti sessuali occasionali - spesso più di una volta al giorno - con circa diecimila donne; a chi si mostrava scettico su questa cifra, ritenendola una vanteria o una grossolana esagerazione, rispondeva (come nel celebre epistolario con l'amico Federico Fellini, il quale cercava fonti d'ispirazione per il suo film su Casanova), spiegando che la stragrande maggioranza di queste donne, circa ottomila, erano prostitute e che anche le altre erano quasi tutte di estrazione sociale inferiore alla sua: domestiche, ballerine (tra cui una giovanissima Nadia Cassini), spogliarelliste e cameriere. Ripeteva che "non si tratta assolutamente di un vizio, non sono un maniaco sessuale, ma sento il bisogno di comunicare", e che fare sesso per lui era come "respirare". Lo scrittore era inoltre un fumatore accanito e un forte bevitore. Nel 1972, dopo aver pubblicato ''Maigret e il signor Charles'', lo scrittore annuncia sul quotidiano francese ''24 heures'' che non scriverà più e infatti da allora inizia l'''epoca dei dettati'': Simenon registra su nastri magnetici le parole che aveva deciso di non scrivere più. Nei tardi anni settanta le condizioni di salute di Simenon sono precarie, ma questo riduce solo in parte la sua produzione letteraria. Nel 1978 la figlia Marie-Jo muore suicida; nel 1980 Simenon rompe la promessa fatta otto anni prima e scrive di suo pugno il romanzo autobiografico ''Memorie intime'', dedicato alla figlia, della quale spargerà le ceneri nel giardino della sua casa svizzera. Georges Simenon muore a 86 anni a Losanna nel 1989 per una recidiva di un tumore al cervello, malattia che aveva superato con successo qualche tempo prima. La narrativa di Simenon è caratterizzata da storie nelle quali i personaggi, quasi sempre umili o appartenenti alla piccola borghesia, ma anche ricchi e rinomati, si trovano coinvolti in vicende drammatiche. Pur utilizzando uno stile narrativo asciutto e poco incline a estetismi letterari, le sue opere dimostrano una notevole capacità di ritrarre con arguta psicologia vicende dal sapore profondamente umano. Con Simenon si giunge alla ''borghesizzazione'' del racconto giallo: piccoli uomini spersi nelle traversie della vita passano sotto la lente di un osservatore attento e analitico, che nelle sue opere non si dilunga in descrizioni favolistiche di luoghi e persone, ma anzi ad esse dedica spesso poche e asciutte, anche se esaustive, righe. Tutto è crudo e brutalmente trasparente, tutto è nuda realtà. Simenon a Milano nel 1957 presso il vicolo dei Lavandai in Porta Ticinese. La sua popolarità è dovuta soprattutto ai settantacinque romanzi ed ai ventotto racconti che vedono come protagonista il commissario Maigret. In tali romanzi polizieschi Simenon si discosta dagli schemi dell'inchiesta per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con efficacia le atmosfere parigine o quelle grigie e stagnanti della provincia francese. Le inchieste di Maigret sono in realtà la paziente ricostruzione della verità umana, per arrivare all'antefatto che ha causato il dramma, e con esso alle prove per poter incastrare il colpevole. In tal senso Simenon già dagli anni trenta imprime una svolta irreversibile nella storia del romanzo giallo: con Simenon, cioè, la domanda che ci si pone, che si pone l'investigatore e di conseguenza il lettore, si sposta ormai definitivamente dal ''chi è stato'' del giallo classico all'inglese, al ''perché'', al ''cosa è successo'' nell'esistenza di una persona per portarla fino alla soglia irreversibile del delitto. L'attenzione dell'autore non è più centrata, come in altri autori di romanzi gialli, sulla costruzione di un meccanismo perfetto, di un enigma apparentemente insolubile che si sciolga magicamente nella sorpresa finale. Importante per Simenon è raccontare una vicenda umana, attraversata da un dramma, da un delitto, anche se ricostruita attraverso i passi che deve muovere un poliziotto per scoprire alla fine che il dramma è tale non solo per la vittima, ma anche per l'assassino. Tra i romanzi scritti da Simenon dove non figura Maigret è doveroso ricordare * ''Il treno'': è la storia di Marcel, grigio padre di famiglia, che all'avvicinarsi dell'invasione tedesca nella II guerra mondiale lascia la sua cittadina nelle Ardenne e si imbarca su un treno di profughi, diretto verso la Francia ancora libera; sul treno verrà separato dalla moglie incinta e dalla figlia, e conoscerà una profuga ebrea con la quale nascerà una storia di passione e sospensione dalla realtà, storia che esalterà la dignità della donna e la meschinità di Marcel; *''Tre camere a Manhattan'': una storia avvincente e tetra, in cui non mancano colpi di scena, fotografie di vite squallide, persone insensibili, ma anche un amore; è stato scritto nel periodo in cui l'autore fu travolto dalla passione per la donna che poi diverrà la sua seconda moglie, Denyse Ouimet. * ''L'uomo che guardava passare i treni'': è la storia del signor Popinga che colto nella routine della sua vita "perfetta" guarda passare i treni della notte con le tendine abbassate "sul segreto dei viaggiatori", finché un giorno prenderà anch'egli il treno della fuga da tutto e da tutti, per vestire i panni dell'omicida braccato dalla polizia di mezza Europa; * ''I fantasmi del cappellaio'' (Les fantômes du chapelier): Il cappellaio Labbè gestisce un negozio nella cittadina francese La Rochelle e appare agli occhi di tutti come un borghese rispettabile. Proprio per questo nessuno può immaginare che è lui l'omicida seriale che sta sconvolgendo tutto il paese. Tuttavia, una persona sembra nutrire dei sospetti su di lui: è il sarto armeno Kachoudas, che ha il negozio proprio di fronte al suo. Tra i numerosi riconoscimenti ottenuti è doveroso ricordare il Mystery Writers of America ''Grand Master'', ricevuto nel 1966. Molti dei suoi romanzi sono divenuti film, sceneggiati e serie televisive. === Ciclo del commissario Maigret === * ''Pietr-le-Letton'' (maggio 1931) * ''Le charretier de "La Providence"'' (marzo 1931) * ''Monsieur Gallet, décédé'' (febbraio 1931) * ''Le pendu de Saint-Pholien'' (febbraio 1931) * ''La tête d'un homme'' (agosto 1931) * ''Le chien jaune'' (marzo 1931) * ''La nuit du carrefour'' (giugno 1931) * ''Un crime en Hollande'' (luglio 1931) * ''Au Rendez-Vous des Terre-Neuvas'' (agosto 1931) * ''La danseuse du Gai-Moulin'' (settembre 1931) * ''La guinguette à deux sous'' (dicembre 1931) * ''L'ombre chinoise'' (gennaio 1932) * ''L'affaire Saint-Fiacre'' (febbraio 1932) * ''Chez les Flamands'' (marzo 1932) * ''Le port des brumes'' (maggio 1932) * ''Le fou de Bergerac'' (aprile 1932) * ''Liberty Bar'' (luglio 1932) * ''L'écluse n. 1'' (aprile 1933) * ''Maigret'' (marzo 1934) * ''Les nouvelles enquêtes de Maigret'' (ottobre 1936-agosto 1938, in vol. 1944). ** ''L'affaire du Boulevard Beaumarchais'' (25 ottobre 1936) ** ''La péniche aux deux pendus'' (1º novembre 1936) ** ''La fenêtre ouverte'' (8 novembre 1936) ** ''Peine de mort'' (15 novembre 1936) ** ''Les larmes de bougie'' (22 novembre 1936) ** ''Rue Pigalle'' (29 novembre-6 dicembre 1936) ** ''Monsieur Lundi'' (20 dicembre 1936) ** ''Une erreur de Maigret'' (3 gennaio 1937) ** ''Jeumont, 51 minutes d'arrêt!'' (1937, ma 1944) ** ''Mademoiselle Berthe et son amant'' (29 aprile 1938) ** ''Tempête sur la Manche'' (20 maggio 1938) ** ''Le notaire de Châteauneuf'' (17 giugno 1938) ** ''L'improbable Monsieur Owen'' (15 luglio 1938) ** ''Ceux du Grand-Café'' (12 agosto 1938) ** ''L'étoile du Nord'' (30 settembre 1938) ** ''L'auberge aux noyés'' (11 novembre 1938) ** ''Stan le tueur'' (23 dicembre 1938) ** ''La vieille dame de Bayeux'' (3 febbraio 1939) ** ''L'amoureux de Madame Maigret'' (28 luglio 1939) * ''L'homme dans la rue'' (15-22 dicembre 1940) * ''Vente à la bougie'' (20-27 aprile 1941) * ''Les caves du Majestic'' (ottobre 1942) * ''La maison du juge'' (ottobre 1942) * ''Cécile est morte'' (ottobre 1942) * ''Signé Picpus'' (gennaio 1944) * ''Menaces de mort'' (8 marzo-12 aprile 1942) * ''Félicie est là'' (gennaio 1944) * ''L'inspecteur Cadavre'' (gennaio 1944) * ''La pipe de Maigret'' (giugno 1947) * ''Maigret se fâche'' (luglio 1947) * ''Maigret à New York'' (luglio 1947) * ''Le témoignage de l'enfant de chœur'' (ottobre 1947) * ''Le client le plus obstiné du monde'' (ottobre 1947) * ''Maigret et l'Inspecteur Malgracieux'' (ottobre 1947) * ''On ne tue pas les pauvres types'' (ottobre 1947) * ''Les vacances de Maigret'' (giugno 1948) * ''Maigret et son mort'' (maggio 1948) * ''La première enquête de Maigret (1913)'' (febbraio 1949) * ''Mon ami Maigret'' (giugno 1949) * ''Maigret chez le coroner'' (ottobre 1949) * ''Maigret et la vieille dame'' (febbraio 1950) * ''L'amie de Madame Maigret'' (maggio 1950) * ''Un Noël de Maigret'' (marzo 1951) * ''Les Mémoires de Maigret'' (gennaio 1951) * ''Maigret au Picratt's'' (aprile 1951) * ''Maigret en meublé'' (luglio 1951) * ''Maigret et la grande perche'' (ottobre 1951) * ''Maigret, Lognon et les gangsters'' (febbraio 1952) * ''Le revolver de Maigret'' (settembre 1952) * ''Maigret et l'homme du banc'' (gennaio 1953) * ''Maigret a peur'' (luglio 1953) * ''Maigret se trompe'' (novembre 1953) * ''Maigret à l'école'' (marzo 1954) * ''Maigret et la jeune morte'' (giugno 1954) * ''Maigret chez le ministre'' (gennaio 1955) * ''Maigret et le corps sans tête'' (giugno 1955) * ''Maigret tend un piège'' (ottobre 1955) * ''Un échec de Maigret'' (settembre 1956) * ''Maigret s'amuse'' (marzo 1957) * ''Maigret voyage'' (dicembre 1957) * ''Les scrupules de Maigret'' (giugno 1958) * ''Maigret et les témoins récalcitrants'' (marzo 1959) * ''Une confidence de Maigret'' (settembre 1959) * ''Maigret aux Assises'' (maggio 1960) * ''Maigret et les vieillards'' (novembre 1960) * ''Maigret et le voleur paresseux'' (novembre 1961) * ''Maigret et les braves gens'' (aprile 1962) * ''Maigret et le client du samedi'' (novembre 1962) * ''Maigret et le clochard'' (gennaio-marzo 1963) * ''La colère de Maigret'' (ottobre-dicembre 1963) * ''Maigret et le fantôme'' (luglio 1964) * ''Maigret se défend'' (novembre 1964) * ''La patience de Maigret'' (novembre 1965) * ''Maigret et l'affaire Nahour'' (dicembre 1966) * ''Le voleur de Maigret'' (aprile 1967) * ''Maigret à Vichy'' (gennaio 1968) * ''Maigret hésite'' (1968) * ''L'ami d'enfance de Maigret'' (novembre 1968) * ''Maigret et le tueur'' (ottobre 1969) * ''Maigret et le marchand de vin'' (febbraio 1970) * ''La folle de Maigret'' (novembre 1970) * ''Maigret et l'homme tout seul'' (maggio 1971) * ''Maigret et l'indicateur'' (ottobre 1971) * ''Maigret et Monsieur Charles'' (luglio 1972) === Altri romanzi e racconti === ==== Romanzi "duri" ==== * ''Le Relais d'Alsace'' (1931) :''La locanda d'Alsazia'', Milano-Verona: A. Mondadori, 1933. * ''Le Passeger du Polarlys'' (1930) :''Il passeggero del "Polarlys"'', Milano: A. Mondadori, 1934; Milano: Adelphi, 2016. * ''Les fiançailles de Mr. Hire'' (1932) :''Il fidanzamento di Mr. Hire'', Mondadori, 1934; Adelphi, 2003. * ''Le Coup de lune'' (1932) :''Il colpo di luna'', Mondadori, 1934. :''Colpo di luna'', Adelphi, 2004. * ''La Maison du canal'' (1933) :''La casa del canale'', Mondadori, 1934. :''La casa sul canale'', Adelphi, 2005. * ''L'âne rouge'' (1932) :''L'asino rosso'', Mondadori, 1934. * ''Les Gens d'en face'' (1933) :''Quelli di fronte'', Mondadori, 1934. :''Le finestre di fronte'', Adelphi, 1985. * ''Le Haut Mal'' (1933) :''Il delitto della signora Pontreau'', Mondadori, 1934. :''Il grande male'', Adelphi, 2015. * ''L'Homme de Londres'' (1933) :''L'inglese'', Mondadori, 1934. :''L'uomo di Londra'', Adelphi, 1999. * ''Le Locataire'' (1934) :''L'ospite di riguardo'', Mondadori, 1962. :''Il pensionante'', Adelphi, 2015. * ''Les Suicidés'' (1933) :''La fuga'', Mondadori, 1938. * ''Les Pitard'' (1934) :''I Pitard'', Mondadori, 1937; Adelphi, 2000. * ''Les Clients d'Avrenos'' (1934) :''I clienti di Avrenos'', Mondadori, 1961; Adelphi, 2014. * ''Quartier nègre'' (1935) :''Quartiere negro'', Mondadori, 1937. * ''L'évadé'' (1934) :''L'evaso'', Mondadori, 1938. * ''Long cours'' (1935) o ''Le Couple traqué'' (1936) :''Il cargo'', Mondadori, 1952. :''Cargo'', Adelphi, 2006. * ''Les Demoiselles de Concarneau'' (1935) :''Le signorine di Concarneau'', Mondadori, 1938; Adelphi, 2013. * ''45 grades à l'ombre'' (1934) :''45 gradi all'ombra'', Mondadori, 1938. * ''Le Testament Donadieu'' (1937) :''Il testamento Donadieu'', Mondadori, 1940; Adelphi, 1988. * ''L'Assassin'' (1935) :''L'assassino'', Adelphi, 2011. * ''Le Blanc à lunettes'' (1937) :''Il bianco con gli occhiali'', Mondadori, 1967. * ''Faubourg'' (1937) :''Periferia'', Mondadori, 1961. :''Faubourg'', Adelphi, 2013. * ''Ceux de la Soif'' (1935) :''Gli assetati'', Mondadori, 1953. :''Hôtel del ritorno alla natura'', Adelphi, 1989. * ''Chemin sans issue'' (1938) :''Senza via di scampo'', Adelphi, 2008. * ''Les Rescapés du Télémaque'' (1936) :''I superstiti del "Telemaco"'', Mondadori, 1948. :''I superstiti del Télémaque'', Adelphi, 2020. * ''Les trois crimes des mes amis'' (1937) :''I tre delitti dei miei amici'', Mondadori, 1967. * ''Le Suspect'' (1937) :''L'uomo sospetto'', Mondadori, 1953. :''Il sospettato'', Adelphi, 2019. * ''Les Sœurs Lacroix'' (1937) :''Le sorelle Lacroix'', Mondadori, 1960. * ''Tomates de Tahiti'' o ''Touristes de Bananes'' o ''Les Dimanches de Tahiti'' (1937) :''Turista da banane'', Adelphi, 1996. * ''Monsieur La Souris'' (1937) o ''Pére la Souris'' (1938) :''La trovata di La Souris'', Mondadori, 1959. :''Il Sorcio'', Adelphi, 2017. * ''La Marie du port'' (1937) :''Maria del porto'', Mondadori, 1949. :''La Marie del porto'', Adelphi, 1992. * ''L'Homme qui regardait passer les trains'' (1938) :''Treni nella notte'', Mondadori, 1952. :''L'uomo che guardava passare i treni'', Adelphi, 1991. * ''Le Cheval-Blanc'' (1938) * ''Le Coup-de-Vague'' (1938) :''Le zie'', trad. Francesco Rigamonti, Mondadori, 1969. :''La fattoria del Coup-de-Vague'', trad. Simona Mambrini, Adelphi, 2021. * ''Chez Krull'' (1938) :''Casa Krull'', Mondadori, 1965; ''La casa dei Krull'', Adelphi, 2017. * ''Le Bourgmestre de Furnes'' (1938) :''Il borgomastro di Furnes'', Mondadori, 1960; Adelphi, 1994. * ''Malempin'' (1939) :''Ricordi proibiti'', Mondadori, 1960. * ''Les Inconnus dans la maison'' (1938) :''Gli sconosciuti in casa'', Mondadori, 1951; ''Gli intrusi'', Adelphi, 2000. * ''Cour d'Assises'' (1937) :''Corte d'Assise'', Adelphi, 2010. * ''Bergelon'' (1939) :''Bergelon'', Mondadori, 1964. * ''L'Outlaw'' (1938) :''Il fuorilegge'', Mondadori, 1948. * ''Il pleut, bergère...'' (1939) :''Piove, pastorella!'', Mondadori, 1948; ''Pioggia nera'', Adelphi, 2002. * ''Le Voyageur de la Toussaint'' (1941) :''La cassaforte dei Mauvoisin'', Mondadori, 1963; ''Il viaggiatore del giorno dei Morti'', Adelphi, 1999. * ''La Maison des sept jeunes filles'' (1941) * ''Oncle Charles s'est enfermé'' (1939) * ''La Veuve Couderc'' (1940) :''La vedova Couderc'', Mondadori, 1959; Adelphi, 1993. * ''Le Fils Cardinaud'' (1941) :''Sangue alla testa'', Mondadori, 1957. :''Il signor Cardinaud'', Adelphi, 2020. * ''La Vérité sur Bébé Donge'' (1940) :''La verità su Bébé Donge'', Mondadori, 1953; Adelphi, 2001. * ''Le Mystère du Gros-Noyer'' (1942) o ''Les Rapports du gendarme'' (1944) :''Il rapporto del gendarme'', Mondadori, 1958. * ''La Fenêtre des Rouet'' (1945) :''La finestra dei Rouet'', Mondadori, 1962; Adelphi, 2009. * ''La Fuite de Monsieur Monde'' (1944) :''La fuga del signor Monde'', Mondadori, 1959; Adelphi, 2011. * ''L'Aîné des Ferchaux'' (1943) :''Il segretario'', Mondadori, 1962; ''Il primogenito dei Ferchaux'', Adelphi, 2002. * ''Les Noces de Poitiers'' (1944) :''Provinciali a Parigi'', Mondadori, 1959. * ''Trois chambres à Manhattan'' (1946) :''Tre camere a Manhattan'', Mondadori, 1951; Adelphi, 1998. * ''Le Cercle des Mahé'' (1945) :''Il clan dei Mahé'', Adelphi, 2006. * ''Au bout du rouleau'' (1947) :''Partita perduta'', Mondadori, 1961. * ''Lettre à mon juge'' (1946) :''Lettera al mio giudice'', Adelphi, 1990. * ''Le Clan des Ostendais'' (1946) :''Il clan degli ostendesi'', Mondadori, 1966. * ''Le Destin des Malou'' (1947) :''Il destino dei Malou'', Mondadori, 1952; Adelphi, 2012. * ''Le Passager clandestin'' (1947) :''Passeggero clandestino'', Mondadori, 1958. * ''Le Bilan Malétras'' (1948) :''I conti sbagliati di Malétras'', Mondadori, 1964. * ''La Jument perdue'' (1947) :''Il ranch della Giumenta perduta'', Adelphi, 2010. * ''La Neige était sale'' (1948) :''La neve era sporca'', Mondadori, 1952; Adelphi, 1991; ''Monsieur Holst'', Mondadori, 1966. * ''Pedigree'' (1948) :''Pedigree'', Mondadori, 1954; Adelphi, 1987. * ''Le Fond de la bouteille'' (1948) :''Il fondo della bottiglia'', Mondadori, 1956; Adelphi, 2018. * ''Les Fantômes du chapelier'' (1948) :''I fantasmi del cappellaio'', Mondadori, 1956; Adelphi, 1997. * ''Les quatre jours du pauvre homme'' (1949) :''I quattro giorni del pover'uomo'', Mondadori, 1957. * ''Un nouveau dans la ville'' (1949) * ''L'Enterrement de Monsieur Bouvet'' (1950) :''I funerali del signor Bouvet'', Mondadori, 1962. * ''Les Volets verts'' (1950) :''Le persiane verdi'', Mondadori, 1957; Adelphi, 2018. * ''Tante Jeanne'' (1950) :''La zia Jeanne'', Mondadori, 1957. * ''Le Temps d'Anaïs'' (1950) o ''L'Auberge d'Ingrannes'' (1951) :''Ai tempi di Anais'', Mondadori, 1964. * ''Une vie comme neuve'' (1951) * ''Marie qui louche'' (1951) :''Maria la strabica'', Mondadori, 1963; ''Marie la strabica'', Adelphi, 2019. * ''La Mort de Belle'' (1951) :''La morte di Belle'', Mondadori, 1958; Adelphi, 1994. * ''Les Frères Rico'' (1952) :''I fratelli Rico'', Mondadori 1958; Adelphi, 2014. * ''Antoine et Julie'' (1952) :''Piano inclinato'', Mondadori, 1965. * ''L'Escalier de fer'' (1953) :''La scala di ferro'', Mondadori, 1963; Adelphi, 2016. * ''Feux rouges'' (1953) :''Luci rosse'', Mondadori, 1960; ''Luci nella notte'', Adelphi, 2005. * ''Crime impuni'' (1953) :''Delitto senza castigo'', Mondadori, 1955. * ''L'Horloger d'Everton'' (1954) :''L'orologiaio di Everton'', Adelphi, 2005. * ''Le grand Bob'' (1954) :''Il grande Bob'', Mondadori, 1962. * ''Les Témoins'' (1954) :''I testimoni'', Mondadori, 1967. * ''La Boule noire'' (1955) :''La pallina nera'', Mondadori, 1972. * ''Les Complices'' (1955) :''I complici'', Adelphi, 2012. * ''En case de malheur'' (1955) :''La ragazza del peccato'', Mondadori, 1958; ''In caso di disgrazia'', Adelphi, 2001. * ''Le petit homme d'Arkhangelsk'' (1956) :''L'omino di Arcangelo'', Mondadori, 1959; ''Il piccolo libraio di Archangelsk'', Adelphi, 2007. * ''Le Fils'' (1956) :''Il figlio'', Mondadori, 1959. * ''Le Nègre'' (1957) :''Il lungo uomo negro'', Mondadori, 1960. * ''Strip-tease'' (1958) * ''Le Président'' (1957) :''Il Presidente'', Mondadori, 1960; Adelphi, 2007. * ''Le Passage de la ligne'' (1958) :''La linea della fortuna'', Mondadori, 1961. * ''Dimanche'' (1958) * ''La Vieille'' (1959) * ''Le Veuf'' (1959) * ''L'Ours en peluche'' (1960) :''L'orsacchiotto'', Mondadori, 1967. * ''Betty'' (1960) :''Betty'', Mondadori, 1978; Adelphi, 1991. * ''Le Train'' (1961) :''Il treno'', Mondadori, 1966; Adelphi, 2003. * ''La Porte'' (1961) * ''Les Autres'' (1961) * ''Les Anneaux de Bicêtre'' (1962) :''L'ottavo giorno'', Mondadori, 1966; ''Le campane di Bicêtre'', Adelphi, 2009. * ''La Chambre bleue'' (1964) :''La camera azzurra'', Adelphi, 2003. * ''L'Homme au petit chien'' (1963) :''L'uomo del cagnolino'', Mondadori, 1966. * ''Le Petit Saint'' (1964) :''Piccolo santo'', Mondadori, 1966; ''L'angioletto'', Adelphi, 2010. * ''Le Train de Venise'' (1965) * ''Le Confessionnal'' (1965) * ''La Mort d'Auguste'' (1966) * ''Le Chat'' (1966) :''Il gatto'', Mondadori, 1969; Adelphi, 2010. * ''Le Déménagement'' (1967) :''Il trasloco'', Mondadori, 1968. * ''La Prison'' (1967) :''La prigione'', Mondadori, 1969. * ''La Main'' (1968) :''La mano'', trad. Simona Mambrini, Milano, Adelphi, 2021. * ''Il y a encore des noisetiers'' (1968) :''Germogliano sempre i noccioli'', Mondadori, 1971. * ''Novembre'' (1969) * ''Le riche homme'' (1970) :''Il ricco'', Mondadori, 1971. * ''La Disparition d'Odile'' (1970) * ''La Cage de verre'' (1971) * ''Les Innocents'' (1971) :''Gli innocenti'', Mondadori, 1972. ==== Dettati e memorie ==== * ''Je me souviens'' (1945) * ''Quand j'étais vieux'' (1970) * ''Lettre à ma mère'' (1974) :''Lettera a mia madre'', Adelphi, 1985. * ''Des traces de pas'' (1975) * ''Un homme comme un autre'' (1975) :''Un uomo come un altro'', Mondadori, 1981. * ''Les petits hommes'' (1976) * ''Vent du nord, vent du sud'' (1976) * ''A l'arbri de notre arbre'' (1977) * ''De la cave au grenier'' (1977) * ''Un banc au soleil'' (1977) * ''Au-delà de ma porte-fenetre'' (1978) * ''La main dans la main'' (1978) * ''Tant que je suis vivant'' (1978) * ''Vacances obligatoires'' (1978) * ''Je suis resté un enfant de chœur'' (1979) * ''A quoi bon jurer?'' (1979) * ''Point-virgule'' (1979) * ''Le prix d'un homme'' (1980) * ''Les libertés qu'il nous reste'' (1980) * ''On dit que j'ai soixante-quinze ans'' (1980) * ''Quand vient le froid'' (1980) * ''Destinées'' (1981) * ''Jour et nuit'' (1981) * ''La femme endormie'' (1981) * ''Mémoires intimes'', con ''Le livre de Marie-Jo'' (1981) :''Memorie intime'', con ''Il libro di Marie-Jo'', Adelphi, 2003. ==== Volumi di racconti ==== * ''Les treize mystères'' (1929, 13 racconti) * ''Les treize énigmes'' (1932, 13 racconti) :''L'impareggiabile signor Leborgne'' (Mondadori, 1934, solo 12 dei 13 originali) * ''La mauvaise étoile'' (1935, 11 racconti), ''La cattiva stella e altri racconti (''Adelphi, 2019, + ''Il comandante Philps e i maialini.Seguito dalla storia di due canachi e di una bella ragazza che voleva vedere Tahiti la Grande, L'arancio delle isole Marchesi, L'uomo che sparava ai topi, La testa di Joseph, Little Samuel a Tahiti'') * ''Le petit docteur'' (1938, 13 racconti) :''Il dottorino'' (Mondadori, 1960, solo 10 dei 13 originali); ''Il fiuto del dottor Jean e altri racconti'' (Adelphi, 2018, 4 racconti: ''Il fiuto del dottor Jean - La signorina in azzurro pallido - Una donna gettò un grido - Il fantasma del signor Marbe''); ''Il morto piovuto dal cielo e altri racconti'' (Adelphi, 2018, 4 racconti: ''Gli sposini del 1º dicembre - Il morto piovuto dal cielo - L'avventura galante dell'olandese - Il passeggero e il suo guardaspalle negro''); ''Il castello dell'arsenico e altri racconti'' (Adelphi, 2019, 5 racconti: ''La pista dell'uomo con i capelli rossi - L'Ammiraglio è scomparso - Il campanello d'allarme - Il castello dell'arsenico - L'uomo delle pantofole'') * ''Les sept minutes'' o ''G.7'' (1938, 3 racconti) :''Tre inchieste dell'ispettore G.7'' (Adelphi, 2015: ''G7 - La notte dei sette minuti - Il Grand Langoustier - L'enigma della "Marie Galante"'') * ''Le dossier de l'Agence 0'' (1943, 14 racconti) :''L'uomo nudo e altri racconti'' (Adelphi, 2016, 3 racconti: ''Lo spioncino di Émile - Il capanno di legno - L'uomo nudo''); ''Lo strangolatore di Moret e altri racconti'' (Adelphi, 2016, 3 racconti: ''L'arresto del musicista - Lo strangolatore di Moret - Il vecchio con il portamine''); ''La fioraia di Deauville e altri racconti'' (Adelphi, 2017, 4 racconti: ''Le tre barche della caletta - La fioriaia di Deauville - Il biglietto del métro - Émile a Bruxelles''); ''Il Club delle Vecchie Signore e altri racconti'' (Adelphi, 2017, 4 racconti: ''Il prigioniero di Lagny - Il Club delle Vecchie Signore - Il dottor Beccamorti - Il ricatto dell'Agenzia O'') * ''Le Bateau d'Émile'' (1954, 7 racconti) ''Annette e la signora bionda e altri racconti'' (Adelphi, 2020, 1 racconto: ''La moglie del pilota''), ''Lo scialle di Marie Dudon e altri racconti'' (Adelphi, 2021, 5 racconti: ''Il dito di Barraquier, Il Barone della chiusa ovvero La crociera del “Potam”, Il negro si è addormentato, La spilla a ferro di cavallo, Valérie se ne va, + Lo scialle di Marie Dudon, La vecchia coppia di Cherbourg, La ribellione del Canarino, Il destino del signor Saft, I centomila franchi della giovane signora''), * ''La Rue aux trois poussins'' (1963, 14 racconti) ''Annette e la signora bionda e altri racconti'' (Adelphi, 2020, 7 racconti: ''Il buffone del Saint-Antoine, Il medico di Kirkenes, Il delitto dello Scorbutico, Il capitano del Vasco, La mattina dei tre funerali, La strada dei tre pulcini,'' ''Annette e la signora bionda, + La moglie del pilota)'' *''Nouvelles inattendues'' (1990, 6 racconti) ''La cattiva stella e altri racconti'' (Adelphi, 2019, 1 racconto: ''Il comandante Philps e i maialini.Seguito dalla storia di due canachi e di una bella ragazza che voleva vedere Tahiti la Grande)'' *''Nouvelles introuvables'' (1991, 18 racconti) ''La cattiva stella e altri racconti'' (Adelphi, 2019, 4 racconti: ''L'arancio delle isole Marchesi, L'uomo che sparava ai topi, La testa di Joseph, Little Samuel a Tahiti), Lo scialle di Marie Dudon e altri racconti'' (Adelphi, 2021, 5 racconti: ''Lo scialle di Marie Dudon, La vecchia coppia di Cherbourg, La ribellione del Canarino, Il destino del signor Saft, I centomila franchi della giovane signora)'' * ''Simenon avant Simenon. Yves Jarry Détective aventurier'' (1999, 4 romanzi) * ''Simenon avant Simenon. Maigret entre en scène'' (1999, 4 romanzi e 1 racconto) * ''Simenon avant Simenon. Les Exploits de Monsieur Sancette'' (1999, 8 racconti) * ''Nouvelles secrètes et policières'', vol. 1: 1929-1938 (2014, 85 racconti) * ''Nouvelles secrètes et policières'', vol. 2: 1939-1953 (2014, 52 racconti) ==== Articoli di costume e brevi racconti su periodici ==== Su giornali e periodici, spesso con pseudonimi: * ''"Gazette de Liège"'' (1919-22) * ''"Noss' Pèron"'' (1921) * ''"La Revue sincère"'' (1922-23) * ''"Frou-frou"'' (1923-31) * ''"Le Matin"'' (1923-26) * ''"Le Sourire"'' (1923-26) * ''"Sans-Gêne"'' (1923-28) * ''"Gens qui rient"'' (1924-26) * ''"L'Humour"'' e ''"L'Almanach de L'Humour"'' (1924+26) * ''"Le Merle blanc"'' (1924-25) * ''"Le Rire"'' (1924-25) * ''"Miousic"'' (1924) * ''"Paris-Flirt"'' (1924-26) * ''"Paris-Soir"'' (1924-37) * ''"Eve"'' (1925) * ''"Paris-Plaisirs"'' (1925-31) * ''"Lectures de quinzaine"'' (1926-27) * ''"L'Aventure"'' (1927-29) * ''"Ric et Rac"'' (1927-30) * ''"La Vie Joyeuse"'' (1927) * ''"Le Merle Rose"'' e ''"Le Reportage du Merle Rose"'' (1927) * ''"Almanach de la Garçonne"'' (1927) * "Le Petit Parisien" (1927 e 1937) * ''"Détective"'' (1929-33) * ''"La Jeunesse illustrées"'' (1931-32) * ''"Vu"'' (1931) * ''"Le Petit Journal"'' (1931) * ''"L'Ami du Peuple"'' (1931) * ''"La jeune France littéraire"'' (1932) * ''"L'Eclair du Soir"'' (1932) * ''"Le Figaro illustré"'' (1932) * ''"Pour vous"'' (1932) * ''"Voilà"'' (1932-33) * ''"Aujourd'hui"'' (1933) * ''"L'Intransigeant"'' (1933 e 1938) * ''"Témoignages de notre temps"'' (1933) * ''"Police et réportage"'' (1933) * ''"Marianne"'' (1934-37) * ''"Benjamin"'' (1934) * ''"Le Jour"'' (1934-35) * ''"Excelsior"'' (1934) * ''"Je sais tout"'' (1934) * ''"Le Courrier Royal"'' (1935-36) * ''"Paris-Soir dimanche"'' (1936) * ''"Le Petit Parisien"'' (1937) * ''"Confessions"'' (1937) * ''"Ouest-Eclair"'' (1937) * ''"Le Point"'' (1938) * ''"Match"'' (1938) * ''"Police-roman"'' (1938-39) * ''"Gringoire"'' (1939-41) * ''"Notre cœur"'' (1940) * ''"Tout et tout"'' (1941) * ''"Vrai"'' (1941) * ''"La Patrie"'' (1945) * ''"Lectures de Paris"'' (1945) * ''"France-soir"'' (1945-46) * ''"The French Review"'' (1946) * ''"Shadow Rock Farm"'' (1953) * ''"La Table Ronde"'' (1955 e 1958) * ''"Arts"'' (1956 e 1958) * ''"Paris Review"'' (1957) * ''"Marie-France"'' (1958) * ''"Paris Actualité Littéraire"'' (1958) * ''"Elle"'' (1962) Anche le seguenti riviste contengono suoi inediti: * ''"Cahiers Simenon"'' (1987-2019, 31 numeri di "Les amis de Georges Simenon" di Bruxelles) ISSN 0777-6640 ** 1. ''Simenon et le cinéma'' (1987) ** 2. ''Les lieux de la mémoire'' (1988) ** 3. ''Des doubles et des miroires'' (1989) ** 4. ''Du petit reporter au grand romancier'' (1990) ** 5. ''Le milieu littéraire'' (1991) ** 6. ''Le nouvelliste et le conteur'' (1992) ** 7. ''Le roman d'une amitié. Lettres avec Gilbert Sigaux 1954-82'' (1993) ** 8. ''Boire et manger'' (1994) ** 9. ''Traversées de Paris'' (1995) ** 10. ''Dix ans d'Amerique'' (1996) ** 11. ''D'Afrique et d'ailleurs'' (1997) ** 12. ''Histoires d'eaux'' (1998) ** 13. ''Correspondance Jean Mambrino - Simenon 1951-88'' (1999) ** 14. ''Sous les feux de la critique (1925-45)'' (2000) ** 15. ''Sous les feux de la critique II (1945-55)'' (2001) ** 16. ''Les feux de la rampe'' (2002) ** 17. ''Rapprochements et parallèles'' (2003) ** 18. ''Une œuvre, une critique'' (2004) ** 19. ''Demeures et logis'' (2005) ** 20. ''De vive voix'' (2006) ** 21. ''Situations ferroviaires'' (2007) ** 22. ''Rapprochements et parallèles II'' (2008) ** 23. ''Justice est faite?'' (2009) ** 24. ''Petits docteurs et grands patrons'' (2010) ** 25. ''Vous comprenez ce que je veux dire?'' (2011) ** 26. ''Puissants et misérables'' (2012) ** 27. ''Maigret autrement'' (2013) ** 28. ''Vous avez dit luxurieux?'' (2014) ** 29. ''Portraits de femmes'' (2015) ** 30. ''Une géographie sentimentale'' (2017) ** 31. ''Victimes et vaincus'' (2019) * ''"Traces"'' (1989-2012, 20 numeri del "Centre d'études Georges Simenon" di Liegi) ** 1. ''Genèse et unité de l'œuvre'' (1989) ** 2. ''Simenon'' (1990) ** 3. ''Simenon et son temps'' (1991) ** 4. ''Simenon'' (1992) ** 5. ''Simenon et la biographie'' (1993) ** 6. ''Simenon'' (1994) ** 7. ''Les lieux et l'écrits'' (1995) ** 8. ''Simenon'' (1996) ** 9. ''Simenon et l'exotisme'' (1997) ** 10. ''Simenon'' (1998) ** 11. ''Modernité de Simenon? Style, narratologie, thématique'' (1999) ** 12. ''Simenon'' (2000) ** 13. ''Simenon'' (2001) ** 14. ''Simenon et son siècle'' (2002) ** 15. ''Simenon et le roman'' (2003) ** 16. ''Simenon et l'Afrique. Des reportages sur l'Afrique à la recherche d'un nouvel humanisme'' (2004) ** 17. ''Les derniers romans'' (2005) ** 18. ''Simenon'' (2010) ** 19. ''Simenon'' (2011) ** 20. ''Simenon'' (2012) * ''Cahiers de l'Herne'' n. 102: ''Georges Simenon'', a cura di Laurent Demoulin (2013) ==== Reportages ==== * ''Marins pour rire, marins quand même'' (1931), poi in ''Simenon en bateau'' (2013) * ''Long cours sur les rivières et canaux'' (1937) * ''Police-secours ou les nouveaux mystères de Paris'' (da ''"Paris-Soir'', 6-16 febbraio 1937) :''Pronto intervento'' (Stampa Alternativa, 2000) * ''La Méditerranée en goélette'' (9 articoli, 1939), poi in ''Simenon en bateau'' (2013) :''Il Mediterraneo in barca'' (Adelphi, 2019) * ''L'Amérique en auto'' (1947), poi come ''Des phoques aux cocotiers et aux serpents à sonnette'' (2013) * ''La Femme en France'' (1959, con foto di Daniel Frasnay) * ''Mes apprentissages. Reportages 1931-1946'' (2001) ** ''A la découverte de la France'' (1976) ** ''A la recherche de l'homme nu'' (1976) ** ''A la rencontre des autres'' (1989) ==== Lettere ==== * ''Sans trop pudeur. Correspondance 1938-50'' (con André Gide, 1973) :''Caro maestro, Caro Simenon'' (Archinto, 1989) * ''Lettre à Frédéric Dard'' (1991) * ''Lettres sur Balzac''. Corrispondenza con André Jeannot (1994) * ''A la conquête de Tigy. Lettres inédites 1921-1924'' (1995) * ''Carissimo Simenon, Mon cher Fellini'' (con Federico Fellini, 1997) :''Carissimo Simenon. Mon Cher Fellini'' (Adelphi, 1998) ==== Altri volumetti più o meno d'occasione ==== * ''Au pont des Arches'' (1920, con lo pseudonimo Georges Sim), poi in ''Œuvres de jeunesse'' (1991) * ''Jehan Pinaguet, histoire d'un homme simple'' (1921, con lo pseudonimo Georges Sim), poi in ''Œuvres de jeunesse'' (1991) * ''Les ridicules, portraits'' (1921, con lo pseudonimo Georges Sim), poi in ''Œuvres de jeunesse'' (1991) * ''Le bouton de col'' (1921, con lo pseudonimo Georges Sim, in collaborazione con Henri-J. Moers) * ''Les larmes avant le bonheur'' (1924, con lo pseudonimo Georges Simm) * ''Amour d'exilée'' (1924, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Le roman d'une dactylo'' (1924, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Perversité frivoles'' (1925, 20 racconti di autori diversi, di cui 3 di Simenon con gli pseudonimi Gom Gut, Kim e Poum et Zette) * ''Conditions draconiennes'' (1925) * ''M. Gustave'' (1925) * ''Le capitaine Philps et les petits cochons'' (1925), poi in ''Nouvelles secrètes et policières''', 1 (2014) * ''La Prêtresse des Vaudoux'' (1925, con lo pseudonimo Charles Brulls) * ''Étoile du cinéma'' (1925, con lo pseudonimo Georges d'Isly) * ''L'Orgueil qui meurt'' (1925, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Aux vingt-huit négresses'' (1925, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Au Grand 13'' (1925, 57 racconti brevi, tra cui 3 di Simenon già apparsi in riviste con gli pseudonimi Gom Gut e Kim) * ''La noce à Montmartre'' (1925, con lo pseudonimo Gom Gut, apparso poi anche in 4 episodi su "Frou-frou" dal 7 al 28 luglio 1926 con il titolo ''Le dernier jour du Picratt's Bar'') * ''Plaisirs charnels'' (1925, 26 racconti libertini tra cui ''L'Homme qui voulait être cocu'' di Simenon con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Un viol aux «Quat'z'Arts»'' (1925, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''À l'assaut d'un cœur'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''L'heureuse fin...'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''L'oiseau blessé'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''La fiancée fugitive'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Entre deux haines'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Ceux qu'on avait oubliés...'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Pour le sauver'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Pour qui'il soit heureux...'' (1925, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Nox l'insaisissable'' (1926, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Liquettes au vent'' (1926, 33 racconti brevi di autori diversi, tra cui uno di Simenon con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Une petite très sensuelle'' (1926, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Orgies bourgeoises'' (1926, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''L'homme aux douze étreintes'' (1926, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''L'orgueil d'aimer'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Celle qui est aimée'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Les yeux qui ordonnent'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''De la rue au bonheur'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Nuit de noces'' suivi de ''Double noces'' et de ''Les Noces ardentes'' (1926, pseudonimo Luc Dorsan) * ''Que ma mère l'ignore!'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un péché de jeunesse'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Amour d'Afrique'' (1926, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Voluptueuses étreintes'' (1926, 18 racconti di diversi autori, tra cui ''Le danseur inconnu'', già apparso con lo pseudonimo Kim su "La Sourire", 1924) * ''Histoire d'un pantalon'' (1926, con lo pseudonimo Luc Dossan) * ''Nichonette'' (1926, con lo pseudonimo Luc Dossan) * ''Nini violée'' (1926, con lo pseudonimo Luc Dossan) * ''La pucelle de Bénouville'' (1926, con lo pseudonimo Luc Dossan) * ''Se Ma Tsien le sacrificateur'' (1926, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Mémoires d'un vieux Suiveur'' (1926, con lo pseudonimo Luc Dossan, 21 racconti già apparsi in "Frou-frou", "L'Humour" e "Paris-Plaisirs") * ''L'envers d'une passion'' (1927, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Exilé sentimental'' (1927) * ''Jacques d'Antifer, roi des îles du vent'' (1927, con lo pseudonimo Charles Brulls), poi come ''L'Héritier du corsaire'' (1934) * ''Le Désert du froid qui tue'' (1927, con lo pseudonimo Charles Brulls), poi come ''Le Yacht Fantôme'' (1933) * ''Défense d'aimer'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Cercle de la soif'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''Le Cercle de la mort'' (1933) * ''Le Feu d'éteint'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Roi des glaces'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Voleurs de navires'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Paris leste'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim, 50 racconti brevi già apparsi in "Paris-Plaisirs") * ''Un monsieur libidineux'' (1927, romanzo e 2 racconti: ''Trois personnages et l'amour'' e ''Une vraie jeune fille'', con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Chair de beauté'' (1927, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Etreintes passionnées'' (1927, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Lili-Tristesse'' (1927, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un tout petit cœur'' (1927, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Les Mannequins du docteur Cup'' (1927, con lo pseudonimo Luc Dorsan) * ''Mademoiselle X...'' (1928, con lo pseudonimo Charles Brulls) * ''Annie, danseuse'' (1928, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Miss Baby'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Dolorosa'' (1928, con lo pseudonimo Charles Brulls) * ''Bobette et ses satyres'' (1928, con lo pseudonimo Bobette), poi come ''Histoire de trois satyres'' (1933, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''L'île empoisonnée'' (1928, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Haïr à force d'aimer'' (1928, con lo pseudonimo Georges Vialis) * ''Un petit corps blessé'' (1928, con lo pseudonimo Gaston Vialis) * ''Les Adolescents passionnés'' (1928, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''L'étreinte tragique'' (1928, con lo pseudonimo Georges Vialio) * ''Un soir de vertige...'' (1928, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Le lac d'angoisse'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''Le Lac des esclaves'' (1933, con lo pseudonimo Christian Brulls) :''Il lago dell'angoscia'' (1935) * ''Le Monstre blanc de la Terre de Feu'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''L'île de la désolation'' (1933, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Brin d'amour'' (1928, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Les cœurs vides'' (1928, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Cabotine'' (1928, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''La Maison sans soleil'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Emma la Gaillarde'' (1928, con lo pseudonimo Sandor) * ''Garde Clémentine'' (1928, con lo pseudonimo Luc Dorsan) * ''Julius et sa négresse'' o ''La négresse déchainée'' (1928, con lo pseudonimo Jean Sandor) * ''Le Monsieur du samedi'' (1928, con lo pseudonimo Luc Dorsan) * ''Les Clients de Mme Marthe'' (1928, con lo pseudonimo Plick et Plock) * ''Les Noces d'Arlette'' o ''Une orgie à Pithiviers'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un Homme ardent'' o ''Les douze baisers d'Arthur'' o ''La douzième entreinte'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut, probabilmente inedito) * ''Une petite femme sincère'' (1928, con lo pseudonimo Sandor), poi come ''L'Amour a tous les étages'' (1929, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Nez d'argent'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''Le Paria des bois sauvages'' (1933) * ''Le Semeur de larmes'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Songes d'été'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Sang des gitanes'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Aimer l'amour'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Secret des lamas'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Maudits du Pacifique'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Sous-marin dans la forêt'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Cœurs perdus'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Nains des cataractes'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Une Môme dessalée'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut, attribuito, ma forse scritto da Renée Dunan) * ''Madame veut un amant'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Les Distractions d'Hélène'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''L'Amour à Montparnasse'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''L'Amant fantôme'' (1928, con lo pseudonimo Gom Gut) * ''Un seul baiser...'' (1928, con lo pseudonimo Jacques Dersonne) * ''Les Amants de la mansarde'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Le Fou d'amour'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un jour de soleil'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Cœur exalté'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Trois cœurs dans la tempête'' (1928, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un petit poison'' (1928, con lo pseudonimo Kim) * ''Des gens qui exagèrent'' (1928, con lo pseudonimo Poum et Zette) * ''Une petite dessalée'' (1928, con lo pseudonimo Luc Dorsan) * ''Seul parmi les gorilles'' (1928, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''La Femme qui tue'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''La Fiancée aux mains de glace'' (1928, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le chèri de tantine'' (1928, con lo pseudonimo Plick et Plock) o ''Le trio en folie'' (con lo pseudonimo Plick et Plock) * ''Un drame au pôle Sud'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Captain S.O.S.'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Les pirates du Texas'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls), poi come ''La chasse au whisky'' (1934) * ''Rien que pour toi'' (1929, con lo pseudonimo Georges Violis) * ''Lily-Palace'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Aimer, mourir'' (1929, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Trop beau pour elle!'' (1929, con lo pseudonimo Georges Violis) * ''Le Parfum du passé'' (1929, con lo pseudonimo Gaston Vialis) * ''Voleuse d'amour'' (1929, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Nuit de Paris'' (1929, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''La Victime'' (1929, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Une ombre dans la nuit'' (1929, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Les Bandits de Chicago'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Contrebandiers de l'alcool'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''L'amant sans nom'' (1928, con lo pseudonimo Christian Brulls) :''La bella senza nome'' (Salani, 1933) * ''Destinées'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) :''Un gentiluomo tra i banditi'' ("La Stampa" 14 marzo-3 maggio 1931) * ''L'île des maudits'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''Le Naufrage du Pélican'' (1933) * ''Le Gorille roi'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Chinois de San Francisco'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Le Roi du Pacifique'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim), poi come ''Le Bateau-d'Or'' (1935) * ''Deuxième Bureau'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''La Panthère borgne'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''L'île des hommes roux'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''En robe de mariée'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) :''Nicoletta e Dina'' ("Corriere della Sera", luglio 1929) * ''La Femme en deuil'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Mémoires d'un prostitué par lui-meme'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Hélas! Je t'aime'' (1929, con lo pseudonimo Germain d'Antibes) * ''La merveilleuse aventure'' (1929, con lo pseudonimo Jacques Dersonne) * ''Celle qui revient'' (1929, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''L'Amour méconnu'' (1929, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''Les deux maitresses'' (1929, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''Une femme qui a tué'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Cœur de poupée'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''L'Amour et l'argent'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''L'épave d'amour'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Deux cœurs de femmes'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''La Fille de l'autre'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Le Mirage de Paris'' (1929, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Un drôle de coco'' (1929, con lo pseudonimo Luc Dorsan) * ''L'inconnue'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls) :''La sconosciuta'' ( "La tribuna illustrata", settembre 1931-febbraio 1932), ''La bella senza nome'' (Salani, 1933) * ''Un drame au pôle Sud'' (1929, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Katia acrobate'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''L'homme qui tremble'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Matricule 12'' (1929, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''La police scientifique'' (1929, con lo pseudonimo J.K. Charles) * ''Mémoires d'une prostitué'' (1929, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''La Femme ardente'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Vialis) * ''Lili-Sourire'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Viallis) * ''La Puissance du souvenir'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Martin-Georges) * ''Bobette, mannequin'' (1930, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''Le Bonheur de Lili'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Martin-Georges) * ''Un nid d'amour'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Martin-Georges) * ''La Femme 47'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Folie d'un soir'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Viallis) * ''Mademoiselle Million'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) :''La signorina Milione'' ("Corriere della Sera", romanzo mensile, marzo 1934) * ''L'Œuil de l'Utah'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) :''L'occhio dello Utah'' ("Corriere della Sera", romanzo mensile, ottobre 1929) * ''Les épates du mensonge'' (1930, con lo pseudonimo Jacques Dersonne) * ''Le Pêcheur de bouées'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Cœur de jeune fille'' (1930, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''Sœurette'' (1930, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''Petite exilée'' (1930, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''La Porte close'' (1930, con lo pseudonimo Gaston Martin-Georges) * ''La Poupée brisée'' (1930, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Celle qui passe'' (1930, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''L'inconnue'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''La Fiancée du diable'' (1930, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Amants du malheur'' (1930, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Train de nuit'' (1930, con lo pseudonimo Christian Brulls), poi in ''Maigret entre en scène'' (1999) * ''La Folle d'Itteville'' (1931, con foto di Germaine Krüll) :''La pazza di Itteville'' (Adelphi, 2008 senza foto) * ''La Maison des disparus'' (1931, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''La Maison de la haine'' (1931, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Pour venger son père'' (1931, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Âme de jeune fille'' (1931, con lo pseudonimo Gaston Viallis) * ''La Double vie'' (1931, con lo pseudonimo Georges Martin-Georges) * ''L'Homme de proie'' (1931, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Les Errants'' (1931, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''Victime de son fils'' (1931, con lo pseudonimo Jacques Dersonne) * ''Les Chercheurs de bonheur'' (1931, con lo pseudonimo Jean Dorsage) * ''Marie-Mystère'' (1931, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Le Reve qui meurt'' (1931, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Pauvre amante!'' (1931, con lo pseudonimo Jean du Perry) * ''Baisers mortels'' (1931, con lo pseudonimo Jacques Dersonne) * ''L'homme à la cigarette'' (1931, con lo pseudonimo Georges Sim), poi in ''Maigret entre en scène'' (1999) * ''Les Forçats de Paris'' (1932, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''Fièvre'' (1932, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''La jeune fille aux perles'' o ''La figurante'' (1932, con lo pseudonimo Christian Brulls) :''La ragazza con le perle'' (Foà, 1934), poi in ''Maigret entre en scène'' (1999) * ''L'épave'' (1932, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''La Maison de l'inquiétude'' (1932, con lo pseudonimo Georges Sim) :''La casa dell'inquietudine'' ("Sette", 12 marzo-25 giugno 1998), poi in ''Maigret entre en scène'' (1999) * ''Le Paris des bois sauvages'' (1933, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''L'île de la désolation'' (1933, con lo pseudonimo Christian Brulls) * ''La Femme rousse'' (1933, con lo pseudonimo Georges Sim), poi in ''Maigret entre en scène'' (1999) * ''Le Chateau des sables rouges'' (1933, con lo pseudonimo Georges Sim) * ''L'évasion'' (1934, con lo pseudonimo Christian Brulls) ==== Racconti sparsi ==== * ''La nuit des sept minutes'' (1931) :''La notte dei sette minuti'' (Mondadori, 1938) * ''Le Grand Langoustier'' (1931) :''La spiaggia d'argento'' ("L'illustrazione del popolo", 1939) e ''Tre donne scomparse'' (in ''L'uomo sospetto'', 1953) * ''L'énigme de la Marie-Galante'' (1931) :''Il mistero della Maria Galante'' ("L'illustrazione del Popolo", 1938) e ''Cadavere a bordo'' (Mnodadori, 1946) * ''La Nuit du Port Marie'' (1933) * ''L'as de l'arrestation'' (1934) * ''Les trois messieur du Consortium'' (1938) * ''L'Homme qui mitraillait les rats'' (1938), "L'uomo che sparava ai topi" in La cattiva stella e altri racconti, Adelphi, 2019 * ''Le Policier d'Istanbul'' (1938) :''Testa di turco'' (1958) e ''Il poliziotto di Istanbul'' (in ''Sosta a Panama'', Mondadori, 1961), (in La linea del deserto e altri racconti, Adelphi, 2020) * ''Un crime au Gabon'' (1938) :''Omicidio legale'' (in ''Sosta a Panama'', Mondadori, 1961), "Un delitto in Gabon" in La linea del deserto e altri racconti (Adelphi, 2020) * ''L'escale de Buenaventura'' (1938) :''Lo scalo di Buenaventura'' (1950), in La linea del deserto e altri racconti (Adelphi, 2020), e ''Noi siamo la legge'' (1958) e ''Sosta a Panama'' (Mondadori, 1961) * ''La Tête de Joseph'' (1939), "La testa di Joseph" in La cattiva stella e altri racconti, Adelphi, 2019 * ''Little Samuel à Tahiti'' (1939), in La cattiva stella e altri racconti, Adelphi, 2019 * ''Les Mystères du Grand Saint-Georges'' (1939) * ''L'Enquête de Mademoiselle Doche'' (1939) :''Il portagioie delle signore'' (1958), ''L'inchiesta di Mademoiselle Doche'' (Mondadori, 1961), "L'inchiesta della signorina Doche" in La linea del deserto e altri racconti (Adelphi, 2020) * ''La ligne du désert'' (1939) :''Quel poliziotto d'Egitto'' (1958) e ''Volo sul deserto'' (Mondadori, 1961), La linea del deserto e altri racconti (Adelphi, 2020) * ''L'homme dans la rue'' (1939) :''Quattro giorni sempre a piedi'' (1958) o ''Il delitto di Bagatelle'' (1967) o ''Il prigioniero della strada'' (in ''Minacce di morte'', Adelphi, 2014) * ''Vente à la bougie'' (1939) :''Ricostruire un delitto'' (1959) o ''Vendita all'asta'' (1967) o ''Le lacrime di cera'' (in ''Rue Pigalle'', Adelphi, 2012) * ''La Révolte du Canari'' (1940) * ''Le Mari de Mélie'' (1941) :''Un marito disastroso'' ("Domenica del Corriere", luglio 1962) * ''L'Aventurier au parapluie'' (1941) * ''La Cabane à Flipke'' (1941) :''Il capanno di Flipke'' ("Adelphiana", 2003) * ''Menaces de mort'' (1942) :''Minacce di morte'' (Adelphi, 2014) * ''L'âge du roman'' (1943) :''L'età del romanzo'' (Lucarini, 1990) * ''Madame Quatre et ses enfants'' (1944) :''La signora della camera 4'' (Mondadori, 1958) * ''Nicolas ou L'homme à barbe'' (1944) :''L'uomo con la barba'' (in ''L'innamorato della signora Maigret'', Mondadori, 1967) * ''Le Deuil de Fonsine'' (1945) :''Il lutto di Fonsine'' (in ''L'innamorato della signora Maigret'', Mondadori, 1967) * ''Un certain monsieur Berquin'' (1946) :''A ciascuno la sua'' (1958), ''Un certo signor Berquin'' (Mondadori, 1966) * ''Les petits cochons sans queue'' (1946) :''Stanotte ho da fare'' (1958) e ''I maialini senza coda'' (Mondadori, 1975) * ''Le petit restaurant des Ternes'' (1947) :''Ristorante "Des Ternes"'' (Mondadori, 1957) * ''Le petit tailleur et le chapelier'' (1947) :''Il piccolo sarto e il cappellaio'' (in ''I fantasmi del cappellaio'', Adelphi, 1997) * ''Le témoignage de l'enfant de chœur'' (1947) :''Non sculacciate i chierichetti'' (1959) e ''La testimonianza del chierichetto'' (in ''La pipa di Maigret'', Adelphi, 1966) * ''Bénis soient les humbles'' (1949) :''Benedetti gli umili'' (in ''I fantasmi del cappellaio'', Adelphi, 1997) * ''Sept petites croix dans un carnet'' (1950) :''Sette croci in un'agenda'' (in ''Un Natale di Maigret'', Mondadori, 1957) e ''Sette piccole croci in un quaderno'' (1989) * ''La chanteuse de Pigalle'' (in ''Trois nouvelles inédites'', 1952) * ''L'invalide à la tête de bois'' (in ''Trois nouvelles inédites'', 1952) * ''Le gros lot'' (in ''Trois nouvelles inédites'', 1952) Le opere di Georges Simenon sono state largamente adattate al cinema e alla televisione, per un totale di circa 170 produzioni in tutto il mondo. Tra i numerosi film ricordiamo: * ''La notte dell'incrocio'' (''La Nuit du carrefour'', Francia, 1932), scritto e diretto da Jean Renoir, con Pierre Renoir nel ruolo di Maigret * ''Gioventù traviata'' (''Les Inconnus dans la maison'', Francia, 1942), scritto da Henri-Georges Clouzot e diretto da Henri Decoin * ''Il viaggiatore d'Ognissanti'' (''Le voyageur de la Toussaint'', Francia, 1943) tratto dal romanzo ''Il viaggiatore del giorno dei Morti'' diretto da Louis Daquin con, tra gli altri attori, Assia Noris e Serge Reggiani. * ''Panico'' (''Panique'', Francia, 1946), scritto e diretto da Julien Duvivier * ''L'uomo della Torre Eiffel'' (''The Man on the Eiffel Tower'', USA, 1950), diretto da Burgess Meredith, con Charles Laughton nel ruolo di Maigret * ''La vergine scaltra'' (''La Marie du port'', Francia, 1950), diretto da Marcel Carné * ''Sangue alla testa'' (Italia, 1956), diretto da Gilles Grangier con Jean Gabin, Georgette Anys * ''Il fondo della bottiglia'' (''The Bottom of the Bottle'', USA, 1956), diretto da Henry Hathaway * ''Il commissario Maigret'' (''Maigret tend un piège'', Francia, 1958), scritto e diretto da Jean Delannoy, con Jean Gabin nel ruolo di Maigret * ''La ragazza del peccato'' ('' En cas de malheur'', Francia, 1958), diretto da Claude Autant-Lara, con Brigitte Bardot * ''Maigret e il caso Saint-Fiacre'' (''Maigret et l'affaire Saint-Fiacre'', Francia, 1959), scritto e diretto da Jean Delannoy, con Jean Gabin nel ruolo di Maigret * ''Chi ha ucciso Bella Shermann?'' (''La Mort de Belle'', 1961), diretto da Édouard Molinaro * ''Il presidente'' (''Le President'', Francia, 1961), diretto da Henri Verneuil, con Jean Gabin nel ruolo del Presidente * ''Letto, fortuna e femmine'' (''Le Bateau d'Émile'', Francia, 1962), diretto da Denys de La Patellière * ''Lo sciacallo'' (''L'Aîné des Ferchaux'', Francia, 1963), scritto e diretto da Jean-Pierre Melville, con Jean-Paul Belmondo * ''Maigret e i gangsters'' (''Maigret voit rouge'', Francia, 1963), diretto da Gilles Grangier, con Jean Gabin nel ruolo di Maigret * ''Tre camere a Manhattan'' (''Trois chambres à Manhattan'', Francia, 1963), diretto da Marcel Carné * ''Uno sconosciuto in casa'' (''Cop-Out'', Regno Unito, 1967), scritto e diretto da Pierre Rouve, con James Mason e Geraldine Chaplin * ''Maigret a Pigalle'' (Italia, Francia, 1967), diretto da Mario Landi, con Gino Cervi nel ruolo di Maigret * ''Le chat - L'implacabile uomo di Saint Germain'' (Francia, 1971), scritto e diretto da Pierre Granier-Deferre * ''L'evaso'' (''La Veuve Couderc'', Francia, 1971), scritto e diretto da Pierre Granier-Deferre * ''L'orologiaio di Saint-Paul'' (''L'Horloger de Saint-Paul'', Francia, 1974), scritto e diretto da Bertrand Tavernier con Philippe Noiret * ''I fantasmi del cappellaio'' (''Les Fantômes du chapelier'', Francia, 1982), scritto e diretto da Claude Chabrol * ''L'Étoile du nord'' (Francia, 1982), scritto e diretto da Pierre Granier-Deferre, con Simone Signoret * ''Equator - L'amante sconosciuta'' (''Équateur'', Francia, 1983), scritto e diretto da Serge Gainsbourg * ''L'insolito caso di Mr. Hire '' (''Monsieur Hire'', Francia, 1989), scritto e diretto da Patrice Leconte * ''Betty'' (Francia, 1992), scritto e diretto da Claude Chabrol, con Marie Trintignant * ''Luci nella notte'' (''Feux rouges'', 2004), diretto da Cédric Kahn * ''L'uomo di Londra'' (''A londoni férfi'', Ungheria, 2007), diretto da Béla Tarr * Numero di romanzi e scritti brevi: circa 450 * Inchieste del Commissario Maigret: 107 (in 75 romanzi e 28 racconti) * Pagine: 26.688 in 27 volumi * Romanzi psicologici: 117 * Articoli e reportage: quasi 3.000 * Pseudonimi accertati: 37 * Tradotto in 58 lingue * Pubblicato in 44 nazioni * Oltre 700 milioni di libri venduti * Film basati sui suoi scritti: circa 50 (oltre agli sceneggiati televisivi e radiofonici in varie nazioni del mondo, tra cui l'Italia dove Gino Cervi interpretava Maigret), per un totale di quasi 200 film.
Jules Verne
È tra i più importanti autori di storie per ragazzi, e grazie ai suoi romanzi scientifici è considerato, assieme a H. G. Wells, il padre della moderna fantascienza. Giunse al successo nel 1863, quando si dedicò proprio al racconto d'avventura. Tra le sue numerosissime opere, note in tutto il mondo, vi sono romanzi come ''Viaggio al centro della Terra'', ''Dalla Terra alla Luna'', ''L'isola misteriosa'', ''Ventimila leghe sotto i mari'' e ''Il giro del mondo in ottanta giorni'', con alcuni di questi che sono poi divenuti anche film di successo. Con i suoi racconti ambientati nell'aria, nello spazio, nel sottosuolo e nel fondo dei mari, ispirò scienziati e applicazioni tecnologiche delle epoche successive. Verne è anche uno degli autori più letti in lingua straniera.
=== Gioventù === Firma autografa di Verne Jules Verne nasce l'8 febbraio 1828 a Nantes, città portuale della Francia occidentale. Figlio di Pierre Verne e di Sophie Allotte de La Fuÿe, borghesi, Jules fu il primo di cinque fratelli. Gli altri quattro erano Pierre Paul, nato nel 1829, Anne "Anna", nata nel 1836, Mathilde, nata nel 1839 e Marie, nata nel 1842. Nel 1839, a 11 anni, fuggì di casa, imbarcandosi su una nave diretta nelle Indie; il padre magistrato lo ritrovò immediatamente a Paimbœuf nei Paesi della Loira. La fuga nelle Indie era motivata dal desiderio di regalare a sua cugina Caroline Tronson, di cui era follemente innamorato, una collana di coralli. Studiò retorica e filosofia al liceo di Nantes, e scrisse dei poemi e due tragedie in versi. Per via della sua vocazione letteraria, visse un contrasto intenso con il padre, un avvocato che avrebbe voluto tramandare la professione, e dunque, concluso il liceo, partì suo malgrado per Parigi, dove portò a termine gli studi di giurisprudenza. Parigi si trovava però in un periodo di grandi disordini: cacciato nel febbraio del 1848 re Luigi Filippo, era stato istituito il governo provvisorio della Seconda Repubblica francese ed in città erano state di nuovo innalzate le barricate. Nella capitale, oltre a stringere amicizie con molte persone in vista, trascorse molto tempo nei circoli letterari (dove ebbe modo di conoscere Alexandre Dumas) e nella Biblioteca nazionale, informandosi e documentandosi su casi scientifici e storici, tanto da trascrivere un'infinità di appunti. === Inizio della carriera letteraria === Jules Verne intorno al 1856 Intorno al 1848 iniziò, assieme a Michel Carré, a scrivere libretti per operette. Per alcuni anni la sua attenzione si divise tra il teatro e il lavoro, ma alcune storie di viaggi che scrisse per il Musée des Familles gli rivelarono il talento per la scrittura di opere d'immaginazione. Nel 1850 abbandonò definitivamente la carriera giuridica per dedicarsi alla letteratura. Scrisse commedie e tragedie per il teatro, sia pure con scarso successo (uno dei titoli che si ricorda è ''Pailles rompues'', ''Le paglie rotte''). Tramite la conoscenza di Alexandre Dumas figlio convinse il di lui omonimo padre a rappresentarlo nel suo teatro chiamato ''Théatre Historique''. Altri scritti, come ''Les Premiers navires de la marine mexicaine'' e ''Un Drame dans les airs'', compaiono sul ''Musée des familles'' nel 1851. Nel 1852 Jules Verne divenne segretario del ''Théâtre Historique'' (vecchio nome del ''Théâtre Lyrique'', ora Théâtre de la Ville), per poi passare all'Opéra-Comique. Nel 1857 sposò Honorine Anne Hébée Morel (nata du Fraysne de Viane), una ricca vedova che gli garantì una discreta indipendenza economica, e nel 1861 i due ebbero un figlio, Michel, che si unì alle due figlie dal matrimonio precedente, Valentine Morel (nata nel 1852) e Suzanne Morel (nata nel 1853). Non fu però un matrimonio molto felice. All'età di trentacinque anni, nel 1862, intraprese la carriera di scrittore, carriera che continuò fino al 1905. A tale anno risale anche la pubblicazione postuma di molti suoi lavori: sessantadue romanzi e diciassette racconti. Il successo di Verne si dovette in gran parte all'editore Pierre-Jules Hetzel, il quale, dopo aver pubblicato nel 1863 un suo primo volume di racconti, ''Cinque settimane in pallone'', gli propose un contratto di 20 anni con l'impegno di pubblicarne tre all'anno, consentendo all'autore di abbandonare l'impiego di agente di cambio e dedicarsi completamente alle sue opere. === I ''viaggi straordinari'' === Hetzel. L'edizione è ''Les Aventures du Capitaine Hatteras au Pôle Nord'', collana "''Aux deux éléphants''". Per i suoi ''Viaggi straordinari'' scrisse 62 romanzi e 18 novelle, che tuttavia per la critica sono considerati un ''genere minore''. Il romanzo ''Cinque settimane in pallone'' era ispirato alle imprese pionieristiche dell'amico fotografo Nadar, che nel 1863 aveva costruito un enorme pallone aerostatico, ''Le Géant'' ("Il gigante"); il fallimento del progetto convinse Nadar che il futuro dell'aeronautica sarebbe appartenuto ai mezzi più pesanti dell'aria, istituendo un'associazione per la loro promozione, della quale Verne fu segretario. Lo scrittore si ispirò all'amico Nadar per il personaggio di Michel Ardan del romanzo ''Dalla Terra alla Luna'' (1865). Nel 1863 scrisse ''Parigi nel XX secolo'', che venne però rifiutato dall'Editore Hetzel e dovrà attendere 130 anni per essere pubblicato: nel 1989, un pronipote di Verne fece infatti aprire una vecchia cassaforte di cui si erano perdute le chiavi, e scoprì così il manoscritto dell'opera, che l'editore Hachette pubblicò, poco convinto, nel 1994; in pochi giorni ne vennero vendute 200.000 copie. Nel 1864 Verne dedicò un tributo a Edgar Allan Poe (''Edgar Poe et ses oeuvres''). Nel 1866 affittò una casa in una cittadina sull'estuario della Somme, Le Crotoy, dove comprò il suo primo battello, con il quale iniziò a navigare nel Canale della Manica e lungo la Senna. Il 16 marzo 1867, in compagnia del fratello Paul, si imbarcò sul piroscafo ''Great Eastern'' (la più grande nave del mondo) a Liverpool, esperienza da cui ricavò il romanzo ''Una città galleggiante'' (1870). Nello stesso anno terminò uno dei suoi romanzi più famosi, ''20.000 leghe sotto i mari''. Nel 1873 pubblicò il romanzo ''Il giro del mondo in 80 giorni'', grazie al quale l'anno successivo poté acquistare lo yacht ''Saint-Michel II''. Nel 1878 navigò da Lisbona ad Algeri sul ''Saint-Michel III''. Meticoloso nel lavoro di ricerca a tavolino, fra le sue molteplici attività letterarie e di viaggio Verne riuscì a trovare anche il tempo per completare un'opera geografica; raccolse inoltre dati scientifici, sempre nel campo della geografia, della zoologia, della fisica, della chimica e della tecnologia; il suo indice a schede arrivò a comprendere più di ventimila voci. Recentemente, nei depositi della Biblioteca municipale di Nantes è stato scoperto un inedito, composto da sei fogli autografi e datato 1869, parte di un'introduzione che Verne dedicava ai grandi esploratori della terra. Nel 1872, su richiesta della moglie, si trasferì ad Amiens, città natale della moglie, dove fece vita brillante e divenne, tra le altre cose, membro e poi direttore dell'Académie des Sciences, des Lettres et des Arts. Vi conobbe e fu amico del pittore Jean de Francqueville (1860-1939), che invitava spesso sulla sua barca. === La biografia di Colombo === Monumento celebrativo dell'opera di Verne a Redondela, in Galizia Appassionato di viaggi e di vicende esotiche, Verne è stato autore anche di una sorta di romanzo-verità, più che di una biografia, sulla figura di Cristoforo Colombo. Il libro, intitolato semplicemente con il nome del grande navigatore, fu pubblicato nel 1882, sempre dall'editore Hetzel. Essendo nota la sua simpatia per figure leggendarie come quella di Colombo, Verne dipinse il navigatore genovese in maniera epica, alla stregua di un valoroso (e anticipatore) ''Capitano Nemo'', ma non rinunciò a una documentazione storico-scientifica assolutamente all'altezza della situazione. Per ricostruire i quattro viaggi di Colombo alla ''scoperta dell'America'' poté usufruire della collaborazione di Gabriel Marcel, geografo della Biblioteca nazionale di Francia. Questa amicizia consentì a Verne di attingere abbondantemente dai documenti originali e dalle riproduzioni di lettere e dispacci dello stesso Colombo (va ricordato che il diario originale del navigatore, andato perduto, fu riscritto da Bartolomé de Las Casas). === Il "periodo nero" === Verne nel 1892 Nel 1886 iniziò per Verne quello che lui stesso indicò come il "periodo nero" della sua vita. Si susseguirono le morti di persone molto vicine a lui, tra cui l'editore Hetzel. Tormentato dalla nevrosi, da una moglie bisbetica, da un figlio difficile che finirà in riformatorio e dal nipote psicotico Gaston che tenterà di assassinarlo, Verne fu colpito da una paralisi alle gambe e finì la sua vita su una sedia a rotelle. Lo scrittore non perse però la sua inventiva, ma certamente cambiò non solo lo stile, ma anche le tematiche dei suoi romanzi, che si fecero più complesse, più oscure e meno adatte ad un pubblico infantile: ciò si nota in opere di questo periodo come ''Robur il conquistatore'' e ''Il castello dei Carpazi''. Le opere successive al 1892 sono sempre più caratterizzate dal pessimismo e dall'amarezza manifestata verso il genere umano da Verne, che sempre più spesso mise in guardia dall'uso malefico che può essere fatto della scienza (come in ''Padrone del mondo'', seguito di ''Robur'', ormai reso folle dalla sete di potere). === Gli ultimi anni === Nel 1888 Verne divenne consigliere comunale di Amiens. Nel 1903 presiedette il gruppo degli esperantisti della cittadina francese. Morì nel 1905 ad Amiens, a settantasette anni di età, ormai quasi cieco, sofferente di diabete e colpito da paralisi. Fu sepolto ad Amiens nel cimitero della Maddalena. Suo figlio Michel fece pubblicare molte sue opere rimaste inedite in forma probabilmente riadattata. Caricatura di Verne del 1884 Assieme ad H. G. Wells, Jules Verne è considerato il padre del genere fantascientifico. Le sue storie avventurose, in particolare ''Viaggio al centro della Terra'' (1864), ''Dalla Terra alla Luna'' (1865) e ''Ventimila leghe sotto i mari'' (1869), mescolano un'audace avventura romantica con una tecnologia molto aggiornata o futuribile, cioè estrapolata nel futuro secondo logica. Le sue opere godettero di un enorme successo commerciale, aprendo la strada ad altri autori. L. Sprague de Camp ha definito Verne "il primo romanziere a tempo pieno di fantascienza del mondo". Malgrado la loro popolarità, le opere di Verne vennero considerate per lungo tempo semplice letteratura per ragazzi: dovettero trascorrere molti anni dalla morte dello scrittore prima che la critica nazionale lo ammettesse a pieno titolo tra i grandi della letteratura francese ed è stato soprattutto a partire dagli anni ottanta del Novecento che la critica anglosassone lo ha ampiamente studiato, ritradotto e riconosciuto come uno dei padri della fantascienza, benché Hugo Gernsback l'avesse riconosciuto esplicitamente come tale già nel 1926, nell'editoriale del primo storico numero di ''Amazing Stories'', la prima rivista interamente dedicata al genere. Secondo Émile Zola «ha portato alle estreme conseguenze ciò che la scienza considera possibile in teoria, ma che nessuno è riuscito finora a mettere in pratica». Secondo Antonio Gramsci, «nel Verne c'è l'alleanza dell'intelletto umano e delle forze materiali .... Nello stesso tempo però questo equilibrio nelle costruzioni romanzesche del Verne è diventato un limite, nel tempo, alla sua popolarità (a parte il valore artistico scarso): la scienza ha superato Verne e i suoi libri non sono più "eccitanti psichici"». Secondo Ray Bradbury «senza Verne, molto probabilmente non avremmo mai concepito l'idea di andare sulla Luna.» Guido Gozzano, nel suo sonetto ''In morte di Giulio Verne'' del 1905, scrisse: «La Terra il Mare il Cielo l'Universo per te, con te, poeta dei prodigi, varcammo in sogno oltre la Scienza.» === La questione massonica === Secondo alcuni autori le opere di Jules Verne contengono moltissimi riferimenti alla Massoneria e ai rituali massonici. In realtà non ci sono prove certe che Verne fosse massone, per cui la questione è dibattuta. * A Verne è stato dedicato il cratere Jules Verne sulla Luna, e nel 1995 un asteroide, 5231 Verne. * Il 2005, nella ricorrenza del centenario della sua morte, è stato dichiarato "anno Jules Verne". === Romanzi dei ''Viaggi straordinari'' === ''Cinque settimane in pallone'' (1863) La seconda di copertina di ''Ventimila leghe sotto i mari'' (1870) I ''Viaggi straordinari'' (''Voyages extraordinaires'') sono una serie inizialmente di 54 romanzi scritti e fatti pubblicare da Verne tra il 1863 e il 1905; a questi sono stati aggiunti altri 8 titoli postumi a cura del figlio Michel Verne tra il 1905 e il 1919 e 18 racconti inseriti nei volumi. Obiettivo precipuo e caratteristica dei ''Voyages'' era quello - secondo l'editore di Verne Pierre-Jules Hetzel - di "descrivere tutte le conoscenze geografiche, geologiche, fisiche ed astronomiche accumulate dalla scienza moderna e raccontate in una forma divertente e pittoresca... una storia dell'universo". === Romanzi non compresi nei ''Viaggi straordinari'' === * 1846: ''Un prete nel 1839'' (''Un prêtre en 1839''), pubblicato nel 1991 con i ''Manuscrits nantais'' * 1847: ''Jédédias Jamet ou l'histoire d'une succession'', pubblicato per il pubblico nel 1991 con i ''Manuscrits nantais'' * ''?'' : ''Pierre-Jean'', racconto rimaneggiato da Michel Verne nel ''La destinée de Jean Morénas'', poi pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'' e nel 1991 con ''Manuscrits nantais'' * 1851: ''Un dramma in Messico'' (''Un drame au Mexique''), pubblicato nel 1876 in appendice a Michel Strogoff * 1851: ''Un dramma nell'aria'' (''Un drame dans les airs''), pubblicato nel 1874 con ''Le Docteur Ox'' * 1852: ''Martin Paz'' (1852), pubblicato nel 1875 con ''Chancellor'' * 1854: ''Mastro Zacharius o l'orologiaio che aveva perduto l'anima'' (''Maître Zacharius ou l'horloger qui avait perdu son âme''), pubblicato nel 1874 con ''Le Docteur Ox'' * 1855: ''Un inverno tra i ghiacci'' (''Un hivernage dans les glaces''), pubblicato nel 1874 con ''Le Docteur Ox'' * 1859: ''Viaggio a ritroso in Inghilterra e in Scozia'' (''Voyage en Angleterre et en Écosse'', pubblicato nel 1989 con il titolo ''Voyage à reculons en Angleterre et en Écosse'') * 1861: ''Joyeuses misères de trois voyageurs en Scandinavie'', incompleto, i frammenti rimasti sono stati pubblicati nel 2003 * 1861: ''L'Oncle Robinson'', incompleto, pubblicato nel 1991 con ''Manuscrits nantais'' * 1861: ''Parigi nel XX secolo'' (''Paris au XXe siècle''), pubblicato nel 1994 * 1863: ''Il bluff'' (''Le Humbug''), frammento di un racconto pubblicato da Michel Verne e pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'' *1872: ''Storia dei grandi viaggiatori: da Annone cartaginese a Cristoforo Colombo;'' Milano: Treves Editore. *1885: L'Épave du Cynthia , in collaborazione con André Laurie === Romanzi postumi === * 1891: ''La giornata di un giornalista americano nel 2889'' (''La Journée d'un journaliste américain en 2889''), pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'', edito già in vita dell'autore nella rivista statunitense "the forum", nel 1889. * 1891: ''La famiglia Topone'' (''Aventures de la famille Raton''), pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'' * 1893: ''Il signor Rediesis e la signorina Mibemolle'' (''Monsieur Ré-Dièze et Mademoiselle Mi-Bémol''), pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'' * 1896: ''Il pilota del Danubio'' (''Le Beau Danube jaune'', pubblicato nel 1908 col titolo ''Le pilote du Danube'') * 1897: ''I naufraghi del "Jonathan"'' (''En Magellanie'', pubblicato nel 1909 col titolo ''Les Naufragés du "Jonathan"'') * 1900: ''Il vulcano d'oro'' (''Le Volcan d'or''), pubblicato nel 1906 * 1901: ''Le Secret de Wilhelm Storitz'', pubblicato nel 1910 * 1901: ''Caccia alla meteora'' (''La Chasse au météore''), pubblicato nel 1908 * 1903: ''Il faro in capo al mondo'' (''Le Phare du bout du monde''), pubblicato nel 1905 * 1904: ''Voyage d'études'', ripreso da Michel Verne nel suo ''L'étonnante aventure de la mission Barsac'' * 1905: ''Edom'', ripreso ne ''L'eterno Adamo'' (''L'éternel Adam''), pubblicato nel 1910 nella raccolta ''Hier et demain'' * 1905: ''Une ville saharie'', usato come ispirazione per il romanzo di Michel Verne ''L'étonnante aventure de la mission Barsac'' === Romanzi scientifici === * 1858: ''Salon de 1857'' * 1864: ''Edgar Poe et ses œuvres'' * 1866: ''Géographie illustrée de la France et de ses colonies'', in collaborazione con Théophile-Sébastien Lavallée * 1870: ''Découverte de la terre: Histoire générale des grands voyages et des grands voyageurs, publié en quatre volumes, les trois derniers en collaboration avec Gabriel Marcel'' - volume 1 * 1878: ''Découverte de la terre: Histoire générale des grands voyages et des grands voyageurs, publié en quatre volumes, les trois derniers en collaboration avec Gabriel Marcel'' - volume 2 * 1879: ''Les grands navigateurs du XVIII e siècle'' - volume 3 * 1879: ''Christophe Colomb T''raduzione italiana: Cristoforo Colombo. Ed. Philobiblon 2003 a cura di Graziella Martina ISBN 88-88591-05-2 * 1880: ''Les voyageurs du XIX e siècle en 1880'' - volume 4 * 1888: ''La conquête économique et scientifique du globe'', in collaborazione con Gabriel Marcel * 1890: ''Souvenirs d'enfance et de jeunesse'' === Raccolte === * 1874: ''Il dottor Ox'' (''Le Docteur Ox''); raggruppa: ''Il dottor Oss'' (''Une fantaisie du Docteur Ox''), ''Mastro Zacharius o l'orologiaio che aveva perduto l'anima'' (''Maître Zacharius''), ''Un dramma nell'aria'' (''Un drame dans les airs''), ''Un inverno tra i ghiacci'' (''Un hivernage dans les glaces'') e ''Quarantième ascension française au mont Blanc'' (un testo di Paul Verne, ritirato nelle edizioni seguenti). * 1910: ''Racconti del passato e dell'avvenire'' (''Hier et demain''); raggruppa: ''La famiglia Topone'' (''Aventures de la famille Raton''), ''Il signor Rediesis e la signorina Mibemolle'' (''Monsieur Ré-Dièze et Mademoiselle Mi-Bémol''), ''Il destino di Giovanni Morenas'' (''La destinée de Jean Morénas''), ''Il bluff'' (''Le Humbug''), ''La giornata di un giornalista americano nel 2889'' (''Au XXXIX e siècle: La journée d'un journaliste américain en 2889'') e ''L'eterno Adamo'' (''L'Éternel Adam'') * 1991: ''Manuscrits nantais'' (volume 3) a tiratura limitata: ''Un prêtre en 1835'', ''Jédédias Jamet'', ''Le siège de Rome'', ''Le mariage de M. Anselme des Tilleuls'', ''San Carlos'', ''Pierre-Jean'' e ''L'Oncle Robinson'' * 1993: ''San Carlos et autres récits'' comprende: ''Pierre-Jean'', ''Le mariage de M. Anselme des Tilleuls'', ''Le siège de Rome'', ''San Carlos'', ''Jédédias Jamet'' e ''Voyage d'études'' === Opere teatrali === * 1846: ''La congiura delle polveri'' (''La Conspiration des poudres''), dramma in versi in cinque atti * 1847: ''Alessandro VI'' (''Alexandre VI''), dramma in versi in cinque atti * 1847: ''Un dramma al tempo di Luigi XV'' (''Un drame sous Louis XV''), commedia in versi in cinque atti * 1847: ''Don Galaor'' (''Don Galaor''), sinossi di commedia in due atti * 1847: ''Il quarto d'ora di Rabelais'' (''Le Quart d'heure de Rabelais''), commedia in un atto * 1847: ''Una passeggiata al mare'' (''Une promenade en mer''), vaudeville in un atto * 1849: ''Il gallo cedrone'' (''Le Coq de bruyère''), sinossi di commedia in un atto * 1849: ''Si ha spesso bisogno di qualcuno più piccolo di noi'' (''On a souvent besoin d'un plus petit que soi''), sinossi * 1849: ''Abdullah'' (''Abd'Allah''), vaudeville in due atti * 1850: ''La milleduesima notte'' (''La Mille et deuxième nuit''), commedia in un atto, musica di Aristide Hignard * 1850: ''Quiridine et Quidinerit'' (''Quiridine et Quidinerit'') commedia all'italiana in tre atti * 1850: ''La Guimard'' (''a Guimard''), commedia in due atti * 1850: ''Le paglie rotte'' (''Les Pailles rompues''), commedia in un atto con la probabile collaborazione di Alexandre Dumas figlio * 1851: ''Tra Scilla e Cariddi'' (''De Charybde en Scylla''), commedia in versi in un atto * 1852: ''Il "tour" di Montlhéry'' (''La Tour de Montlhéry''), dramma in cinque atti e un prologo, in collaborazione con Charles Wallut * 1852: ''I castelli in California'' (''Les Châteaux en Californie''), "comédie-proverbe" in prosa in un atto, in collaborazione con Pitre-Chevalier * 1853: ''Le gioie del giorno'' (''Les Heureux du jour''), commedia in versi in cinque atti * 1853: ''Un figlio adottivo'' (''Un Fils adoptif''), commedia in un atto, in collaborazione con Charles Wallut * 1853: ''A mosca cieca'' (''Le Colin-maillard''), opera comica in un atto, in collaborazione con Michel Carré. Musica di Aristide Hignard * 1854: ''Guerra ai tiranni'' (''Guerre aux tyrans''), commedia in versi in un atto * 1855: ''A bordo dell'Adour'' (''Au bord de l'Adour''), commedia in versi in un atto * 1855: ''I soci della Maggiorana'' (''Les Compagnons de la Marjolaine''), opera comica in un atto, in collaborazione con Michel Carré. Musica di Aristide Hignard * 1855: ''Monna Lisa'' (''Monna Lisa''), commedia in versi in atto * 1858: ''La pagina di Madame Malborough'' (''Le Page de Madame Malborough''), operetta in un atto attribuita a Jules Verne. Musica di Frédéric Barbier * 1858: ''Il signor Di Scimpanzé'' (''Monsieur de Chimpanzé''), operetta in un atto. Musica di Aristide Hignard * 1860: ''L'albergo delle Ardenne'' (''L'Auberge des Ardennes''), opera comica in un atto, in collaborazione con Michel Carré. Musica di Aristide Hignard * 1861: ''Undici giorni di assedio'' (''Onze jours de siège''), commedia in prosa in tre atti, in collaborazione con Charles Wallut e, probabilmente, Victorien Sardou * 1867: ''Le sabine'' (''Les Sabines''), opera buffa, in collaboration con Charles Wallut * 1871: ''Il polo nord'' (''Le Pôle Nord''), sinossi di commedia in sei atti e un prologo, quattordici quadri, tratto dal romanzo "Le avventure del capitano Hatteras" * 1873: ''Un nipote d'America'' (''Un neveu d'Amérique''), commedia in tre atti, in collaborazione con Charles Wallut * 1874: Secondo atto di una commedia senza titolo * 1874: ''Il giro del mondo in ottanta giorni'' (''Le Tour du monde en quatre-vingts jours''), cinque atti e un prologo, quindici quadri, in collaborazione con Adolphe Dennery * 1877: ''Il dottor Ox'' (''Le Docteur Ox''), opera buffa di Jacques Offenbach, adattamento di Philippe Gille con la probabile collaborazione di Jules Verne * 1878: ''I figli del capitano Grant'' (''Les Enfants du capitaine Grant''), commedia in cinque atti e un prologo, tredici quadri in collaborazione con Adolphe Dennery * 1880: ''Michele Strogoff'' (''Michel Strogoff''), commedia "à grand spectacle", in cinque atti e un prologo, in collaborazione con Adolphe Dennery * 1882: ''Viaggio attraverso l'impossibile'' (''Voyage à travers l'Impossible''), commedia fantastica in tre atti, diciassette quadri, in collaborazione con Adolphe Dennery * 1883: ''Keraban il testardo'' (''Kéraban-le-Têtu''), commedia in cinque atti === Discorsi === ; Ricevimento all'Università di Amiens * 1875: ''Risposta al discorso del Sig. Gustave Dubouis'' * 1875: ''Risposta al discorso del Sig. Gédéon Baril'' * 1881: ''Risposta al discorso del Sig. Pacaut'' * 1892: ''Risposta al discorso del Sig. Ricquier'' ;Altro * 1889: ''Rendiconto morale della Cassa delle Scuole per l'anno 1888'' * 1889: ''Discorso d'inaugurazione del circo municipale'' * 1891: ''Troppi fiori!'' * 1893: ''Discorso di distribuzione dei premi del Liceo delle giovani ragazze'' * 1894: ''Il Presidente suo malgrado'' * 1898: ''Rendiconto delle operazioni della Cassa di Risparmio di Amiens per l'anno 1897'' Celebre fotogramma di ''Viaggio nella Luna'' (''Le voyage dans la Lune'', 1902) di Georges Méliès, generalmente citato come il primo film di fantascienza. Locandina statunitense del film cecoslovacco ''La diabolica invenzione'' (''Vynález skázy'', 1958) Di Verne si è occupato anche il cinema, fin dai suoi inizi, trasponendo a più riprese molti dei suoi romanzi: da ''Intorno alla Luna'' e ''Dalla Terra alla Luna'' fu tratto nel 1902 uno dei primissimi film di fantascienza ad opera del regista francese Georges Méliès, ''Viaggio nella Luna'' (''Voyage dans la Lune''). Di varie opere si sono avute delle trasposizioni, come ''Il giro del mondo in 80 giorni'', ''Viaggio al centro della Terra'', ''Michele Strogoff'', ''I figli del capitano Grant'', ''L'isola misteriosa'' e ''Ventimila leghe sotto i mari'', sia per il grande sia, in seguito, per il piccolo schermo. Si riporta di seguito una filmografia (non esaustiva): * ''Viaggio nella Luna'' (''Le voyage dans la Lune'') di Georges Méliès (1902), da ''Dalla Terra alla Luna''. * ''Viaggio attraverso l'impossibile'' (''Le voyage à travers l'impossible'') di Georges Méliès (1904), sceneggiatura dello stesso Verne. * ''Ventimila leghe sotto i mari'' (''20000 lieues sous les mers'') di Georges Méliès (1907), da ''Ventimila leghe sotto i mari''. * ''Michael Strogoff'' di J. Searle Dawley (1910), da ''Michele Strogoff''. * ''Alla conquista del Polo!'' (''La conquête du Pôle'') di Georges Méliès (1912), da ''Le avventure del capitano Hatteras''. * ''I figli del capitano Grant'' (''Les enfants du capitaine Grant'') di Victorin-Hippolyte Jasset e Henry Roussel (1913), da ''I figli del capitano Grant'') * ''Viaggio nella Luna'' (''A Trip to the Moon'') di Georges Méliès e Vincent Whitman (1914), da ''Dalla Terra alla Luna'') * ''Michele Strogoff'' (''Michael Strogoff'') di Lloyd B. Carleton (1914), da ''Michele Strogoff''. * ''Ventimila leghe sotto i mari'' (''20,000 Leagues under the Sea'') di Stuart Paton (1916), da ''Ventimila leghe sotto i mari''. * ''Michele Strogoff'' (''Michel Strogoff'') di Viktor Tourjanski (1926), da ''Michele Strogoff''. * ''L'isola misteriosa'' (''The Mysterious Island'') di Lucien Hubbard e - non accreditati - Benjamin Christensen e Maurice Tourneur (1929), da ''L'isola misteriosa''. * ''Michele Strogoff'' (''Michel Strogoff'') di Jacques de Baroncelli e Richard Eichberg (1935), da ''Michele Strogoff''. * ''I figli del capitano Grant'' (''Deti kapitana Granta'') di Vladimir Vajnshtok e David Gutman (1936), da ''I figli del capitano Grant''. * ''Il corriere dello zar'' (''Der Kurier des Zaren'') di Richard Eichberg (1936), da ''Il corriere dello zar''. * ''The Soldier and the Lady'' (''The Soldier and the Lady'') di George Nichols Jr. e - non accreditato - Richard Eichberg (1937), da ''Michele Strogoff''. * ''L'isola misteriosa'' (''Tainstvennyy ostrov'') di B.M. Chelintsev e Eduard Pentslin (1941), da ''L'isola misteriosa''. * ''Michele Strogoff'' (''Miguel Strogoff'') di Miguel M. Delgado (1944), da ''Michele Strogoff''. * ''Un capitano di quindici anni'' (''Pyatnadtsatiletniy kapitan'') di Vasili Zhuravlyov (1946), da ''Un capitano di quindici anni''. * ''L'isola misteriosa'' (''Mysterious Island'') di Spencer Gordon Bennet (1951), da ''L'isola misteriosa''. * Episodi ''Ventimila leghe sotto i mari - Parte I: La caccia'' (''Twenty Thousand Leagues under the Sea - Part 1: The Chase'') e ''Ventimila leghe sotto i mari - Parte II: La fuga'' (''Twenty Thousand Leagues under the Sea - Part 2: The Escape'') dalla serie televisiva ''Racconti di domani'' (''Tales of Tomorrow'') di Charles S. Dubin, Don Medford, Franklin J. Schaffner e Leonard Valenta (1952), da ''Ventimila leghe sotto i mari''. * ''Ventimila leghe sotto i mari'' (''20000 Leagues under the Sea'') di Richard Fleischer (1954), da ''Ventimila leghe sotto i mari''. * ''Michele Strogoff'' (''Miguel Strogoff'') di Luiz Gallon (1955), serie televisiva, da ''Michele Strogoff''. * ''Il giro del mondo in 80 giorni'' (''Around the World in Eighty Days'') di Michael Anderson (1956), da ''Il giro del mondo in 80 giorni''. * ''La diabolica invenzione'' (''Vynález skázy'') di Karel Zeman (1958), da ''Di fronte alla bandiera''. * ''Michele Strogoff'' (''Michel Strogoff'') di Carmine Gallone (1956), da ''Michele Strogoff''. * ''Viaggio al centro della Terra'' (''Journey to the Center of the Earth'') di Henry Levin (1959), da ''Viaggio al centro della Terra''. * ''Il padrone del mondo'' (''Master of the World'') di William Witney (1961), dal romanzo omonimo. *''Valley of the Dragons'', regia di Edward Bernds (1961) * ''I figli del capitano Grant'' (''In search of the Castaways'') di Robert Stevenson (1962), da ''I figli del capitano Grant''. * ''Cinque settimane in pallone'' (''Five Weeks in a Balloon'') di Irwin Allen (1962), dal romanzo omonimo. * ''Il grande ribelle'' (1962), da ''Mathias Sandorf''. * ''L'arca del sig. Servadac'', anche noto come ''La pazza guerra'', ''La pazza guerra delle comete'', ''L'arca del signor Servadac'' (''Na kometě'') di Karel Zeman (1970), da ''Hector Servadac''. * ''Il faro in capo al mondo'' (''The Light At The edge Of The World'') di Kevin Billington (1971), dal romanzo omonimo, prodotto e interpretato da Kirk Douglas. * ''Il raggio verde'' (''Le rayon vert'') di Éric Rohmer, dal racconto omonimo, Leone d'oro alla 43ª Mostra del cinema di Venezia. * ''Il giro del mondo in 80 giorni'' (''Around the World in Eighty Days'') di Frank Coraci (2004), da ''Il giro del mondo in 80 giorni''. * ''L'isola Misteriosa'' (''Mysterious Island -the most thrilling Adventure unknown by man'' ) di Russel Mulcahy (2005) con Patrick Stewart nella parte del misterioso capitano Nemo. Tratto dall'omonimo romanzo L'isola Misteriosa * ''Viaggio al centro della Terra 3D'' (''Journey to the Center of the Earth'') di Eric Brevig (2008), dal romanzo omonimo. * ''Viaggio nell'isola misteriosa'' (''Journey 2: The Mysterious Island'') di Brad Peyton (2012), da ''L'isola misteriosa''.
Gabicce Mare
'''Gabicce Mare''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.
=== Territorio === Gabicce Mare è il comune più a settentrione della regione Marche, al confine con l'Emilia-Romagna. Risulta anche il comune meno esteso della provincia di Pesaro e Urbino. Sorge su una piccola baia detta Baia degli Angeli, sull'ultima propaggine della costa romagnola, alle pendici settentrionali del Monte San Bartolo. Nel territorio comunale scorrono il torrente Tavollo e il suo affluente Taviolo, che si uniscono nei pressi del centro cittadino. A giugno 2008 è stato inaugurato un ponte mobile pedonale-ciclabile che collega Gabicce Mare (PU) alla confinante Cattolica (RN). === Clima === Il clima è temperato-subcontinentale, simile a quello della Pianura Padana con influsso mitigante marino. In inverno la nevosità media è di 10 cm, con neve portata generalmente dal vento di ponente proveniente dalla pianura. In alcuni casi si sono avuti accumuli nevosi notevoli per una città costiera (ad es 15-17 dicembre 2010 con 45 cm, 31 gennaio 2010 con 30 cm). A causa della brezza di mare in estate la temperatura massima nell'arco della giornata supera raramente i 33 °C, con umidità relativamente elevata, mentre la brezza di terra mantiene le minime notturne lievemente più alte dell'entroterra romagnolo. Nei giorni in cui spira il garbino (o libeccio, vento catabatico che scende dall'Appennino), le temperature possono raggiungere anche i 38-39 °C, con umidità relativa bassa. Fra gli ordinari temporali estivi se ne verificano occasionalmente alcuni molto intensi; in qualche caso con generazione di trombe marine (come il 23 novembre 2001). Il vento maggiormente degno di nota, è la bora (nel settembre 2004 ha toccato i 150 km/h) che, insieme allo scirocco, produce anche forti mareggiate. L'attuale toponimo deriva da quello alto-medievale ''Castellum Ligabitii'' ("castello di Ligabizio"), poi divenuto ''Le Gabicce''. Gabicce Monte e Vallugola visti da Gabicce Mare Gabicce. Spiaggia Lato Sud Il sito era già abitato in epoca Romana, come testimoniano i ritrovamenti archeologici. Il primo aggregato urbano coincide con l'odierna Gabicce Monte, sul promontorio. L'abitato era dotato di una fortezza, menzionata dalle fonti per la prima volta nel 998 (''Castellum Ligabitii''). Nel Medioevo la storia di Gabicce seguì quella del Ducato di Urbino. Nel XVI secolo due abili vasai originari di Gabicce, Girolamo e Giacomo Lanfranco, idearono una particolare tecnica di lavorazione della ceramica con l'utilizzo di oro zecchino che li rese famosi in tutta Europa. Nel 1631, con la devoluzione del Ducato alla Santa Sede, Gabicce divenne un dominio diretto dello Stato della Chiesa. La città conobbe un vero sviluppo economico solo dopo la Prima guerra mondiale, quando sulla foce del fiume Tavollo, in comune con l'adiacente Cattolica, venne costruito il porto. Fu così possibile incrementare l'attività di pesca e dare inizio alle attività turistiche. In pochi decenni la città bassa, chiamata Gabicce Mare, divenne la parte del paese più sviluppata demograficamente ed economicamente, tanto che nel 1942 vi fu trasferito il municipio e determinò la nuova denominazione del comune. Nei decenni del secondo dopoguerra Gabicce Mare ha conosciuto un notevole sviluppo turistico, legato a quello della Riviera romagnola, della quale segna, col promontorio di Gabicce Monte, l'estremità meridionale. === Evoluzione demografica === === Etnie e minoranze straniere === Secondo i dati ISTAT del 2016, la popolazione straniera era di 573 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano: * Romania: 132 * Albania: 88 * Ucraina: 88 * Senegal 29 * Russia 29 * Macedonia del Nord 27 * Bulgaria 23 L'economia si basa essenzialmente sulle attività turistiche. Il comune si fregia della Bandiera Blu, riconoscimento conferito dalla FEE alle migliori località costiere europee. La città è collegata alla rete autostradale tramite il casello Cattolica - San Giovanni - Gabicce Mare dell'A14 Adriatica, situato poco fuori dal confine comunale, nel comune di San Giovanni in Marignano. Il collegamento ferroviario (linea Bologna-Ancona) è dato dalla stazione di Cattolica-S.Giovanni-Gabicce, di poco esterna ai confini comunali, nel territorio di Cattolica. === Gemellaggi === * * * * * === Calcio === la squadra principale è A.S.D. Gabicce Gradara Calcio che milita in Promozione ed è unita sportivamente al comune di Gradara, l'altra è invece il F.C.D. San Bartolo che disputa il campionato di Terza Categoria dell'Emilia-Romagna. === Ciclismo === Per sei volte Gabicce è stata sede di arrivo e/o partenza di una tappa del Giro d'Italia: 1976, 1977, 2013. * 1976 11ª tappa Terni-Gabicce, vinta da Antonio Menéndez; * 1976 12ª tappa Gabicce-Porretta Terme, vinta da Sigfrido Fontanelli; * 1977 6ª-1ª tappa Spoleto-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; * 1977 6ª-2ª tappa Gabicce-Gabicce, vinta da Freddy Maertens; * 1977 7ª Gabicce-Forlì, vinta da Freddy Maertens; * 2013 8ª tappa Gabicce-Saltara (cronometro individuale), vinta da Alex Dowsett.
Gallio (Italia)
'''Gallio''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Vicenza in Veneto, posto nella conca centrale dellAltopiano dei Sette Comuni. Collocandosi ad un'altitudine di 1093 m s.l.m. è il più alto comune della provincia. Gallio ha subito durante la prima guerra mondiale, subito dopo la presa di Asiago , un terribile bombardamento che la rase quasi completamente al suolo. È una nota località per il turismo invernale ed il turismo estivo .
La prima notizia riguardante l'attuale territorio comunale risale al 983, quando viene attestato il monte Longara. Per quanto riguarda più specificamente Gallio, nel 1162 è citata la ''terra que vocatur Galade''. La gran parte degli studiosi ritiene che il toponimo non sia di origine germanica, quindi la variante in cimbro ''Ghel'' o ''Ghelle'' non è altro che un adattamento. Secondo Dante Olivieri, che prende in considerazione la forma ''Galedum'' attestata nel 1261, deriva dal latino ''Galatus'', da intendere come antroponimo. Simili le conclusioni di Giovan Battista Pellegrini e Maria Hornung, che tuttavia non escludono un legame con il personale ''Gallicus''. Per lo stesso Pellegrini, l'ipotesi che derivi dal tedesco ''gelb'' o dal cimbro ''ghel'' "giallo", da associare al colore delle argille attorno al torrente Ghelpach, va scartata, in quanto il nome del corso d'acqua in cimbro significa semplicemente "ruscello di Gallio" e non "ruscello giallo". Altre ipotesi lo avvicinano al nome di un idolo germanico (''Ghelle''), il cui culto avveniva sul vicino colle dell'Ekele (Lockele, o Jochel, o Leckle), dove in seguito fu costruita la chiesa parrocchiale. Altrimenti (come per il comune di Gazzo in provincia di Padova), potrebbe derivare dal termine longobardo ''gahagium'', cioè "terreno di proprietà recintato" o "terreno/bosco sacro"; si può ipotizzare che il termine abbia subito la trasformazione in ''gahaio, gagium'', e far notare la corruzione del termine germanico nel latino ''gazium''. I ''gazzi'' sarebbero perciò proprietà chiuse, terreni cintati secondo il sistema fondiario longobardo; l'equivalente germanico delle ''curtes'' romane, comprendenti non soltanto boschi, ma un complesso di terre e acque formanti quella unità economico-giuridica conosciuta nel basso impero romano con il nome di corte o villa; La chiesa di Gallio La chiesa della Campanella di Gallio ===Medioevo=== Gallio è una località interessata dalle vicende umane e storiche che si svolsero tra l'XI secolo e il XIII secolo e dalle numerose proprietà che videro protagonisti i vari componenti della famiglia degli Ezzelini. Proprietà che furono certosinamente accertate, censite e documentate dopo la loro definitiva sconfitta avvenuta nel 1260. ===Prima Guerra mondiale=== Il Comune di Gallio, come tutti gli altri comuni dell'Altopiano, è stato direttamente interessato dagli eventi della prima guerra mondiale. Nel 1916, durante la Südtiroloffensive, infatti, l'esercito austro-ungarico sfondò improvvisamente sul fronte trentino, portando l'esercito Italiano all'evacuazione della popolazione civile e al saccheggio del centro abitato. ===Referendum=== Nel 2006 la popolazione degli otto comuni dell'Altopiano (Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo) votò a grande maggioranza (94%) a un referendum per il distacco del territorio dalla Regione Veneto e per la successiva aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige. L'anno seguente arrivò il parere negativo da parte sia della provincia di Bolzano che da quella di Trento, mentre il Parlamento, che doveva dare l'esito definitivo, non si espresse mai. ===Evoluzione demografica=== Stazione sciistica attrezzata con i Trampolini del Pakstall, Gallio ha ospitato i Campionati mondiali juniores di sci nordico 1987 ed una tappa della Coppa del Mondo di salto con gli sci nel 1988. Il complesso dei trampolini, oltre che con l'HS 66 (punto K 60), è attrezzato anche con salti minori HS 33 con punto K 31 e HS 21 con punto K 20. Vi è la possibilità di utilizzarli sia nel periodo invernale che in quello estivo. Nel suo comprensorio sono presenti dei centri fondo, tra i più importanti dell'Altopiano oltre che impianti per lo sci alpino (sulle Melette) che d'estate si trasformano invece in un bike park con un'apposita pista studiata per i praticanti del downhill. Presso l'impianto di Busa Fonda invece esiste una pista del Centro Sportivo Forestale che ospita gare di pattinaggio di velocità su ghiaccio, ice speedway, rally su ghiaccio e tiro a segno. La pista Olimpica di Busa Fonda è l'unica pista naturale presente in Italia e, con il contributo dell'allenatore/tecnico Alessandro De Taddei, è stata la culla del campione Olimpico Enrico Fabris, vincitore di 3 medaglie (2 ori e 1 bronzo) alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. D'estate il paese di Gallio è scelto come sede di ritiro estivo da squadre di calcio, in particolare, per dieci anni consecutivi, dal 2004 al 2013, è stato sede del ritiro estivo del Vicenza Calcio 1902. === Contrade === Caratteristiche sono le numerose contrade che sono sparse nel suo territorio. === Eventi === * Mercatini dell'antiquariato: a metà agosto dal 1983 * Mercatini di Natale: dalla metà di dicembre * 8º Raduno Internazionale dei Baù: 1º agosto 2010 a Stoccareddo
Gela
'''Gela''' è un comune italiano di abitanti del libero consorzio comunale di Caltanissetta in Sicilia. La città, da cui prende nome la vasta pianura circostante e l'ampio golfo su cui si affaccia, è un importante centro agricolo, industriale e balneare. Ricca di testimonianze di quella che fu una delle più influenti ''póleis'' siceliote.
=== Territorio === Vista di Gela dal pontile 268x268px Gela sorge lungo la costa meridionale della Sicilia. Il suo territorio è in parte pianeggiante e costituito dalla piana di Gela, la seconda della Sicilia per estensione, e in parte collinare. È compreso tra la fascia costiera meridionale e i territori di Butera, Mazzarino, Niscemi, Caltagirone ed Acate. La costa, bassa e sabbiosa, presenta a tratti delle pareti e rocce di formazione argillosa o calcarea sempre precedute dall'arenile. Il golfo di Gela, ampio e poco pronunziato, è il più vasto della Sicilia. Lungo la costa sono presenti tre formazioni collinari di un certo rilievo: quella su cui sorge la città storica, quasi completamente edificata, e quelle di Montelungo e di Manfria, solo parzialmente edificate. ==== Idrografia ==== La piana di Gela è attraversata da numerosi corsi d'acqua, quasi tutti a carattere torrentizio, che sin dal periodo arabo sono stati sfruttati per l'irrigazione tramite la creazione delle cosiddette "prese" (dighe): * il torrente Comunelli nasce a nord di Butera, viene deviato nell'omonima diga e sfocia ad ovest di Manfria; * il torrente Rabbito nasce nei pressi di Butera e sfocia nei pressi di Femmina Morta; * il torrente Gattano, che nasce nei pressi di Butera, sfocia ad ovest del quartiere Macchitella; * il "Cavo di bonifica" lambisce la piana sino alla periferia nord della città, dove si interra per essere canalizzato verso il fiume Gela; * il fiume Gela sgorga nelle montagne a nord-ovest di Piazza Armerina, riceve numerosi affluenti (tra i quali il fiume Maroglio che a sua volta riceve le acque del torrente Cimia deviato nell'omonima diga) e va a sfociare ad est di Gela nei pressi della zona industriale. Il Gela è deviato nel grande bacino artificiale denominato Lago Disueri. Un tempo era navigabile nel suo tratto finale * il fiume Dirillo, che costituice il confine con la provincia di Ragusa, ha origine nell'altopiano ibleo e dopo essere deviato nella diga Ragoleto e aver riempito il lago Biviere di Gela sfocia ad est di quest'ultimo. L'unico lago naturale è il Biviere di Gela (riserva naturale), mentre il Lago Comunelli, il Lago Disueri e il Lago Cimia sono invasi artificiali creati a scopo irriguo, a servizio della piana. Gli ultimi due dal 2008 sono sfruttati anche per gli usi civili della città di Gela. Piccoli stagni ed acquitrini si formano inoltre alla foce dei torrenti e in località Piana del Signore. === Clima === La città e la corrispondente fascia costiera godono del tipico clima mediterraneo, con inverno piuttosto mite ed estate calda ma non afosa (tranne in qualche caso). Caratteristica del luogo è la costante ventilazione e una forte umidità soprattutto in serata, aspetti comuni a molte zone rivierasche mediterranee. Le precipitazioni sono piuttosto scarse tra i 450 e i 550 mm annui, in gran parte concentrate tra l'autunno e l'inverno. Sono frequenti lunghi periodi di siccità estiva. Nel corso dei secoli, il centro abitato chiamato oggi Gela ha assunto varie denominazioni: * ''Lindos'': è il nome del primo insediamento coloniale risalente al VII secolo a.C.; * ''Gela'' (''''): fu la denominazione che prese diversi decenni dopo. La città, distrutta per la prima volta nel 405 a.C. e ricostruita nel 339 a.C. da Timoleonte, fu definitivamente distrutta nel 282 a.C. Deriva dal nome indigeno del fiume Gela, che sfocia ad est e che significa probabilmente “vorticoso” o gelido. Gli abitanti erano chiamati ''geloi''; * ''Massa Gela'': uno degli appellativi attribuito dai romani alla zona dell'antica Gela; * ''Colonnario'' o ''(Città) Delle Colonne'': nome dato alla località dagli Arabi perché caratterizzata dai ruderi dei templi; * ''Eraclea'' o ''Heraclea'': nome medievale nella rifondazione del 1233 di Federico II di Svevia; * ''Terranova'' (''Terra nuova''): denominazione della città intorno al 1550; * ''Terranova di Sicilia'': nel 1862 venne aggiunta la specificazione "di Sicilia" per differenziare questo dagli altri centri italiani col medesimo nome; * ''Gela'': il toponimo restituitole nel 1927 per ricordare i fasti dell'antica città greca. Il primo insediamento nell'area della città, un abitato con la relativa necropoli dell'Eneolitico iniziale, risale alla fine del V millennio a.C. Il nome attuale della città è storicamente legato a quello della colonia dorica fondata da navigatori provenienti da Lindo nel 688 a.C. Tale avvenimento è stato riportato dallo storico ateniese Tucidide, il quale racconta (VI,4, 3-4) che furono i coloni greci, provenienti da Rodi e da Creta e guidati rispettivamente da Antifemo e Entimo, ad occupare lo spazio ‘’dove ora si trova la città che si chiama Lindioi e che per primo fu cinto da mura’’. Dal racconto di Tucidide, inoltre, emerge che la fondazione della colonia greca fu preceduta dall’arrivo di piccoli nuclei di Rodii di Lindos come è testimoniato dalle scoperte archeologiche; presenza di ceramica protocorinzia di fabbrica rodia, nonché da altri reperti ceramici del protocorinzio antico. Erodoto (VIII,155) ricorda che Teline, antenato di Gelone, aveva ricondotto in patria alcuni cittadini della plebe geloa rifugiatisi, a seguito di controversie civili, nel sito di Maktorion, oggi identificato con il sito archeologico di Monte Bubbonia. Nel 505 a.C. a Gela ebbe inizio la tirannide. Il primo tiranno di Gela fu Cleandro, figlio di Pantares. L’uccisione di Cleandro avvenuta nel 498 a.C. da parte del geloo Sabillo, segnò la salita al potere del fratello, Ippocrate. Sotto il suo governo Gela visse momenti di grande splendore economico e politico. Nell’ultimo decennio del V sec. i Cartaginesi, partiti da Agrigento, marciarono alla volta di Gela che la distrussero nel 405 a.C. con le milizie guidate da Imilcone. La ricostruzione di Gela avvenne sotto la figura del condottiero corinzio Timoleonte, il quale vi insediò coloni dell’isola di Kos guidati da Gorgos. Gela visse un lungo periodo di pace. Scomparsa e dimenticata dopo la distruzione e la dispersione degli abitanti ad opera del tiranno di Akragas Finzia, la città rinacque nel 1233 per volontà Federico Il di Svevia che le diede il nome di Heraclea Terranova. Con l'Unità d'Italia la città assunse il nome di Terranova di Sicilia, che nel 1927 fu nuovamente mutato in quello, originario, di Gela. Le numerose scoperte archeologiche, dalla prima metà dell'800, tra le quali quella delle fortificazioni greche di Capo Soprano avvenuta nel1948 e quella dei giacimenti petroliferi, a partire dal 1956, con la successiva costruzione del Polo petrolchimico ENI, misero la città in una fase di espansione economica e demografica non scevra da gravi problemi ambientali. Appartenente in epoca medievale all'Abbazia di Santa Maria di Terrana, e inclusa sin da epoca borbonica nella Provincia di Caltanissetta, con una delibera del consiglio comunale del settembre 2015 la città ha tentato di aderire alla Città metropolitana di Catania. === Simboli === Lo stemma del comune di Gela Lo stemma araldico del Comune di Gela è costituito da un'aquila con le ali spiegate che poggia le zampe su un basamento, formato dai capitelli contigui di due colonne doriche; sulla testa del pennuto appare una corona, mentre il tutto si staglia su uno sfondo di color rosso cremisi. L'aquila e le colonne doriche nel corso degli ultimi duecento anni hanno subito variazioni significative rispetto ai disegni originali: il rapace e le colonne erano più slanciati e più esili rispetto a quelli attuali che compaiono sul labaro del Comune; intorno al 1910 addirittura i capitelli delle due colonne subirono un cambiamento di stile, dal dorico al composito ionico-corinzio; durante il Ventennio, sullo stemma fu apposto, così come avvenne in tutta Italia, il simbolo del fascio littorio. Negli anni cinquanta del secolo trascorso allo stemma furono apportate altre modifiche: l'aquila diventò superpennuta e quindi più robusta e più tozza, troppo però, tale da farla assomigliare grottescamente più ad una gallinaceo che ad un rapace; inoltre i capitelli furono ricondotti allo stile dorico originario e sulle colonne furono ricavate delle scanalature; tutta questa nuova composizione, l'attuale, fu inserita all'interno di uno scudo di tipo sannitico; la figura dell'aquila si riferisce a quella sveva della Heraclea-Terranova medievale, mentre le due colonne si rifanno alla storia della preesistente Gela greca: in definitiva, è l'aquila di Federico II che impera sulla città delle colonne. Infine, per quanto riguarda la corona, in origine molto semplice rispetto all'attuale, è probabile che essa si riferisca a quella ducale e che sia apparsa a corredo dello stemma durante la dinastia dei Pignatelli Aragona Cortes, duchi di Terranova e Monteleone. Fino al Settecento sullo stemma del Comune di Gela si leggeva la scritta: ''Heraclea civitas antiquissima''. === Architetture religiose === Chiesa madre, interno (navata centrale) Fra le più antiche architetture religiose della città, figura la Chiesa di Sant'Agostino istituita nel 1439, quando ancora Gela portava il nome di Terranova. ;Lista degli edifici religiosi * Chiesa madre (XVIII-XIX secolo) (parrocchia) * Chiesa San Francesco d'Assisi (XV-XVII secolo) (parrocchia) * Chiesa Sant'Agostino (XV-XVIII secolo) * Chiesa San Francesco di Paola (XVIII secolo) * Chiesa San Giovanni Battista (XVII secolo) (sconsacrata) * Chiesa di San Benedetto (XIII-XV secolo) * Chiesa dei frati Minori Cappuccini (XIV-XX secolo) (parrocchia) * Chiesa del SS. Salvatore e del Rosario (XVIII secolo) * Chiesa del Carmine (parrocchia) (XVII-XVIII secolo) * Chiesa San Giacomo Maggiore (parrocchia) (XX secolo) * Chiesetta San Biagio (XI secolo) (sconsacrata) * Chiesa San Nicola da Tolentino (XIX secolo) (sconsacrata) * Parrocchia Sant'Antonio da Padova (1989) * Parrocchia Regina Pacis (1997) * Parrocchia San Giovanni Evangelista (1969) * Parrocchia San Rocco (2007) * Parrocchia San Sebastiano Martire (2000) * Parrocchia San Domenico Savio (1954) * Parrocchia Santa Maria di Betlemme * Parrocchia Santa Lucia (2011) * Parrocchia Sacro Cuore di Gesù (2012) * Cappella dell'Ospedale Vittorio Emanuele (1960) * Cappella della Casa di ospitalità "Aldisio" (1952) * Cappella-santuario di Santa Maria di Betlemme * Cappella dell'oratorio presso l'orto Fontanelle (1951) (sconsacrata) * Chiesetta di Maria santissima d'Alemanna (XII secolo) * Casa francescana "Sant'Antonio da Padova" === Architetture civili === ==== Il liberty gelese ==== Portone laterale della chiesa del Rosario su via Damaggio Fischietti. Un aspetto caratteristico dell'assetto urbanistico ed architettonico della vecchia Gela fu l'ampia diffusione dello stile liberty o "floreale" protagonista nella progettazione dei più importanti palazzi signorili della città. Sino ai primi anni sessanta dello scorso secolo le principali piazze e vie cittadine erano adornate da queste architetture semplici e al contempo eleganti. Se a Palermo e in altre realtà dell'Isola primeggiava l'opera dell'architetto Ernesto Basile, a Gela viene ricordato Giuseppe Di Bartolo Morselli, docente di architettura presso l'Università di Torino. La città di Terranova (Gela) tra il XVIII e i primi anni del XX secolo andò incontro ad un rinnovamento urbanistico ed architettonico che vide la sistemazione del corso principale, la ricostruzione di numerose chiese e la realizzazione di nuovi sontuosi palazzi signorili. In questo preciso disegno di miglioramento estetico della città (collegato anche ad una discreta crescita civile e sociale rappresentata dalla nascita nello stesso periodo di un teatro e del liceo ginnasio) rientra la progettazione dei prospetti dei nuovi edifici che dovevano apparire coordinati tra di loro in modo da assicurare un'architettura unitaria a tutto il centro. Elementi caratterizzanti della nuova architettura furono: timpani, archetti ribassati e cornicioni, tutti contenenti un piccolo fregio, posti nella parte superiore delle finestre a volte delineate da colonnine in stile corinzio; balconi con mensoloni in pietra tagliata nei palazzi più ricchi o in ferro battuto; lesene e cornicioni con andamento rettilineo regolare a volte ornati da festoni e altri ornamenti; portali in pietra arenaria con raffigurazioni in corrispondenza della chiave di volta e portoni in legno massiccio con anelloni decorati in ferro battuto. Tali elementi sono presenti negli esempi più significativi, qui di seguito elencati: * Palazzo Rosso, via Bresmes angolo piazza Umberto I, costruito nel Settecento, e forse anche prima, è uno dei palazzi più antichi di Gela * Palazzo Nocera, già Giusto, piazza Umberto I,1856. * Palazzo Russello, già Tedeschi e ancor prima palazzo Gran Croce Nocera, corso Vittorio Emanuele, seconda metà XIX sec. * Palazzo Ciaramella, già Aldisio e ancor prima De Maria, corso Vittorio Emanuele * Palazzo Presti, corso Vittorio Emanuele * Palazzo Guttilla, corso Vittorio Emanuele * Palazzo Damaggio, corso Vittorio Emanuele * Palazzo Ventura, corso Vittorio Emanuele angolo via Marconi * Palazzo del Consorzio di Bonifica della Piana del Gela, già Sottoprefettura, via Marconi angolo via Cairoli * Palazzo Vella, piazza San Francesco angolo via Cairoli * Palazzo Moscato, via Bresmes angolo via S. Damaggio * Palazzo Di Bartolo, già Vella, via Bresmes angolo via Cairoli * Palazzo Aliotta-Papotto, via Cairoli, * Palazzo Jacono-Giardina, già Di Bona, via Trieste angolo corso V. Emanuele, XVII sec, facciata del XIX secolo. * Palazzo Castiglia, già Maida, corso Vittorio Emanuele angolo vc. Ingurdo * Palazzo Granvillano, già Mattina, corso Vittorio Emanuele * Palazzo Guccione, già Giammona del 1864, corso Vittorio Emanuele angolo via Fischetti * Palazzo S. Maria di Gesù, via Ventura angolo via Matteotti, XX sec. * Ex Convitto Pignatelli Roviano, corso S. Aldisio, XIX sec * Palazzina della Dogana, viale lungomare Federico II, inizio XX secolo * Villa Greca, già Panebianco, via Ettore Romagnoli * La Casina, contrada Settefarine Altre facciate di particolare interesse si possono notare lungo la via Aretusa, in via Navarra, in via Rossini, in via Ventura, in via Pisa angolo via Morello, in via Colombo, ecc. Un gran numero di edifici in stile sono stati demoliti a partire dagli anni cinquanta dello scorso secolo per far posto a edifici di nuova realizzazione ma spesso privi di gusto. In questo modo si è sconvolto l'assetto originario di molti spazi urbani significativi, a cominciare dalla piazza e dal corso principale della città. === Monumenti nei dintorni === 266x266px Il territorio gelese oltre ad essere costellato di siti archeologici, lo è anche di torri, castelli e altri monumenti. In località Manfria, zona balneare della costa occidentale ad 8 km da Gela, sorge sulla cima dell'omonima collina la torre d'avvistamento risalente al XVI secolo e progettata da Camillo Camilliani. Su uno sperone roccioso visibile dalla strada statale Gela-Catania si erge il Castelluccio di Gela, maniero risalente al XII secolo, rimaneggiato nel 1230 e ancora dopo. Durante lo sbarco in Sicilia degli Alleati nel luglio del 1943 fu l'ultimo avamposto della "Battaglia di Gela" . Nelle vicinanze del Castelluccio si trovano in contrada Grotticelle due interessantissimi monumenti: la diga delle Grotticelle (XVI secolo) che coi suoi contrafforti rappresenta la prima opera d'ingegneria idraulica in Sicilia; la catacomba paleocristiana con tombe poste in un ambiente a raggiera scavato nella roccia calcarea di una grotta. Interessanti infine risultano i casali sparsi nelle zone adiacenti alla città, come: quello dei Principi Pignatelli sulle rive del lago Biviere di Gela e quello dei Mattina presso il parco di Montelungo. === Architettura moderna === Il Palazzo di Città I principali edifici sono i seguenti: * il Palazzo di Città (1951) in stile razionalista opera di Salvatore Cardella; * la Chiesa e la piazza San Giacomo (1956) in stile razionalista e opera di Salvatore Cardella; * il Museo Archeologico (1958) in stile razionalista progettato da Luigi Pasquarelli; * il Lido La Conchiglia (1958) progettato da Filippo Trobia e grande esempio d'architettura balneare; * il villaggio residenziale A.N.I.C. (1961-63) progettato da Marcello Nizzoli; * il complesso parrocchiale San Giovanni Evangelista in Macchitella (1969) progettato da Ignazio Gardella; * la nuova Stazione ferroviaria di Gela (1977); * il Centro direzionale Agip-EniMed (1996-2002) progettato dallo studio Albini di Milano; * il nuovo Palazzo di Giustizia (2011) in stile razionalista, alle porte orientali della città; il PalaLivatino (2009), presso la cittadella sportiva. Sono presenti anche la parrocchia San Domenico Savio (1951), ideata da Giuseppe Caronia al villaggio Aldisio e la costruzione razionalista di Sant'Antonio di Padova (1989) a Caposoprano, il palasport provinciale “PalaLivatino” (2009). Negli anni settanta l'architetto Manfredi Nicoletti ha lavorato su diversi progetti riguardanti l'espansione e la modernizzazione del centro urbano della città. Sono attualmente in progetto due opere di riqualificazione: il Parco della Gorgone firmato da Enzo Mari per il quartiere di Settefarine e il progetto di recupero "Una via, tre piazze a Gela" disegnato da Roberto Collovà e associati. Quest'ultimo progetto nasce da un concorso nazionale bandito dal Comune di Gela nel 1990 per il recupero di alcuni dei punti focali del centro storico cittadino. === Siti archeologici === 212x212px Gela ha numerosi siti storici, archeologici e culturali, essendo stata tra VI e V secolo a.C. una città-stato siceliota oltre che la fondatrice di Akragas. In epoca medievale per l'edificazione della città vennero sfruttati i ruderi della polis causando la perdita di numerosi templi e lunghi tratti delle fortificazioni greche. Già durante il XVIII secolo Terranova divenne meta di tombaroli che, attirati dall'importanza del sito, molto spesso compravano a basso prezzo un terreno ed eseguivano le loro ricerche clandestine per poi rivenderlo e fuggire via con reperti inestimabili che sistematicamente finivano nelle vetrine dei più prestigiosi musei del mondo. Le prime indagini legali risalgono al Novecento, condotte dal celebre archeologo Paolo Orsi sotto incarico della Sovrintendenza di Siracusa. Egli individuò l'Athenaion presso l'Acropoli ed eseguì indagini sulla vastissima necropoli greca compresa nell'Orto Pasquarello, il quartiere Borgo e Rabatello, il Quartiere Cappuccini-Pignatelli e la villa comunale ‘Giuseppe Garibaldi', dalla quale provengono alcune fra le più raffinate ceramiche del mondo classico. La grande stagione dell'archeologia gelese è comunque quella compresa tra il 1948 e tutti gli anni sessanta del XX secolo durante la quale tornarono alla luce numerose e importantissime testimonianze sia greche che di altri periodi. La città e il territorio sono costellati di siti archeologici che, nella maggioranza dei casi, sono stati esplorati e nuovamente interrati. Le zone oggi visitabili sono tre: Capo Soprano, l'Acropoli e il sito di Bosco Littorio. Presso Capo Soprano si ammira l'esempio meglio conservato al mondo di architettura militare greca: le fortificazioni greche (Mura timoleontee) di Gela. Il tratto messo in luce (quasi 400 m) risale al IV secolo a.C. Dell'originario complesso sono ancora visibili: il basamento di un torrione d'avvistamento, le gradinate d'accesso ai camminamenti di ronda, l'impianto di scolo delle acque meteoriche, i possenti contrafforti della fiancata sud-est. Ma la particolarità che rende unico il monumento è il materiale utilizzato per la sua costruzione: grossi blocchi squadrati in Calcarenite nella parte inferiore e uno spesso strato di mattoni d'argilla crudi o “cotti al sole” che si sono perfettamente conservati e necessitano di un'adeguata protezione dall'azione delle intemperie e del tempo. Dal 2009 le Mura sono state attrezzate con una moderna e funzionale struttura di protezione hi-tech. Nel parco si possono visitare: due forni di epoca medievale, i ruderi di un accampamento militare e quelli di un vasto quartiere residenziale del IV secolo a.C. Poco distante dal parco, alle spalle dell'ospedale Vittorio Emanuele, si trovano i resti del complesso delle Terme Ellenistiche (IV secolo a.C.), l'impianto termale più antico finora scoperto in Italia. Questo era composto da una quarantina di vasche ed era dotato di un sofisticato impianto di riscaldamento sotterraneo e di scarico delle acque. Le terme andarono probabilmente distrutte in un incendio durante la distruzione della città nel 282 a.C. Nella parte opposta della città, in località Molino a Vento e adiacente alla sede del Museo Archeologico, si estendono gli scavi dell'Acropoli di Gela. La parte scavata rappresenta solo una minima porzione della città arcaica, estesa tra la foce del Gela e il vallone Pasqualello. Dalla passeggiata archeologica si ammirano verso nord ruderi di case, sacelli, botteghe e mura, con chiare tracce del sistema viario ippodameo (con la ''plateia'' e gli ''stenopoi''). Mura timoleontee di Gela Verso nord si estendeva la zona sacra: oggi sono visibili solamente i basamenti di tre templi. Del più grande, il tempio C o ''Athenaion'', è rimasta in piedi una colonna in stile dorico (alta quasi 8 m) che è uno dei simboli cittadini. A sud dell'Acropoli, all'interno del Bosco Littorio, è stato rimesso in luce e restaurato recentemente il complesso dell'Emporio Greco Arcaico (VII-VI secolo a.C.). Molto esteso e collocato nei pressi del sito portuale (foce del Gela), l'Emporio cittadino comprendeva officine, magazzini e botteghe. Anche in quest'ultimo monumento è riscontrabile la particolare tecnica costruttiva a mattoni crudi. Numerosi altri siti sono chiusi al pubblico ma molto interessanti per lo storico e l'archeologo; tra questi si ricordano: il ''Tesmophorion'' di contrada Betlemme; il quartiere residenziale ellenistico della Stazione vecchia; i quartieri ellenistici di Capo Soprano (via Meli); la necropoli di Piano Notaro; il santuario di via Istria; la necropoli di Mànfria; la grandiosa villa ellenistica di via Romagnoli (predio Iacona). Gli scavi continuano anche all'interno dei tre siti archeologici aperti. Tra le ultime scoperte nel territorio gelese si segnalano: il completamento del recupero del relitto greco più antico (500 a.C.) che dopo il restauro a Portsmouth verrà esposto nel Museo della Navigazione Greca di Gela, unico nel suo genere; la scoperta delle fondazioni di altri due templi greci: il primo, molto grande, accanto alle cripte della Chiesa Madre; il secondo nei pressi del nuovo parcheggio multipiano di via Istria. Nei primi sei mesi del 2009 altre importanti scoperte nel territorio gelese hanno riempito le prime pagine dei quotidiani nazionali: una quarta imbarcazione antica in prossimità della foce del Dirillo, un sito archeologico sottomarino davanti alla costa di contrada Bulala e altri reperti che sono venuti alla luce davanti alle coste di Montelungo durante dei lavori di pulizia dei fondali; una villa monumentale di epoca ellenistica sul promontorio di Capo Soprano con panorama sul golfo; una Necropoli greco-arcaica del VII-VI secolo a.C. in Piazza Cappuccini dalla quale sono stati recuperati diversi scheletri e reperti. Necropoli della Cultura di Castelluccio sono presenti nel gelese a Manfria, Milingiana, Priorato, a Gela nei quartieri Molino a Vento e Borgo, nei pressi della diga del Disueri, a Lavanca Nera, Priolo e a Sabbuci tra i fiumi Gela e Dirillo. Necropoli e insediamenti dell'età del rame a Piano Notaro, e Settefarine con ceramiche dello stile di Sant'Ippolito. === Giardini === La città non si presenta ricca di verde, ad esclusione delle zone residenziali sorte ad ovest della collina. Tra i polmoni verdi della città si segnalano: * Villa Comunale "Giuseppe Garibaldi" (corso Salvatore Aldisio angolo via Cappuccini) * Giardino "dell'Auriga" (viale Cortemaggiore) * Bosco Littorio (via Mare) * Giardini di via Morselli (quartiere Caposoprano) * Parco comunale di Montelungo (contrada Gattano) * Giardino "dell'Acropoli" (via dell'Acropoli e via Mare) * Giardino "Antelao" (via degli Appennini) * Giardino "Manuela Setti Carraro" (via Madonna del Rosario angolo piazza Stazione) * Giardino "Poseidon" (lungomare Federico II di Svevia) === Aree naturali === Il porticciolo turistico o "rifugio". Il territorio di Gela dal punto di vista ambientale è molto variegato e va considerato come parte della più vasta regione coincidente con la Piana di Gela. 261x261px Nonostante questo il territorio gelese comprende estese zone sottoposte a vincoli naturalistici e paesaggistici. Le maggiori emergenze naturalistiche del territorio individuabili nelle zone umide costiere tra le formazioni dunali, e nei paesaggi dei dintorni tutelati da vincoli Sic e Zps che in questo territorio hanno la loro maggiore estensione nel quadro della Regione Siciliana. La zona di maggiore interesse naturalistico è la Riserva Naturale Orientata Biviere di Gela, gestita dalla LIPU. Numerosi sono gli amanti della natura che si recano in questa importante riserva per l'attività di birdwatching. Altre zone d'interesse sono: gli acquitrini di Piana del Signore, Poggio Arena e le colline che orlano la Piana di Gela. Il lago Biviere di Gela situato tra dune ricoperte di macchia mediterranea, con il suo micro-clima eccezionale della fascia costiera, consente a milioni di volatili che si spostano nelle migrazioni tra il continente africano e quello europeo di trovare, durante il loro lungo viaggio, dei luoghi in cui possano riposarsi trovando al contempo cibo e acqua a sufficienza. La Convenzione di Ramsar ha dichiarato per tale motivo il Lago Biviere di Gela sito di interesse comunitario e nel 1997 la LIPU, per tutelare questo eccezionale patrimonio naturale, ha istituito la Riserva naturale orientata Biviere di Gela. In questo sito, piccolo ma importante, sono state registrate ben oltre 200 specie diverse di volatili, molte delle quali in via di estinzione, nonché numerose specie vegetali molto rare. Stretto e lungo, il lago Biviere si dispone parallelamente alla costa sabbiosa ed è separato da questa da una fascia di dune ricoperte di macchia mediterranea. È alimentato dal torrente Valletorta Monacella e, attraverso uno sbarramento mobile, dal fiume Dirillo che permette nel suo tratto finale, quando rimane asciutto, l'ingresso di acqua marina nel lago. Piccole formazioni lacustri si formano alla foce di altri torrenti che sfociano nel Golfo di Gela come il Comunelli e il Rabbìto: anche in questi siti molti volatili trovano ristoro. Accanto alla foce del Rabbito si trova la collinetta Poggio Arena interamente ricoperta di vegetazione che costituisce un vero e proprio paradiso per volatili, insetti e altri tipi di animali. La collina di Manfria, a poca distanza dalla foce del Comunelli, invece, costituisce un sito dalle peculiari caratteristiche climatiche e geo-morfologiche; nel 2007 il Dipartimento di Botanica dell'Università degli Studi di Catania vi ha scoperto diverse specie rarissime. Altra zona interessante sono gli acquitrini di Piana del Signore, a nord della Strada statale 115 per Vittoria. Questi si formano durante la stagione delle piogge e costituiscono un importante zona non solo per la sosta di volatili ma soprattutto perché costituiscono un vero e proprio nido per vari tipi di insetti e anfibi. Lungo la costa gelese sono da notare i cosiddetti "macconi", cioè le dune di sabbia. Queste, alte sino a circa 5 metri e sempre più rare, sono ricoperte dalla tipica vegetazione appartenente alla macchia mediterranea. Di particolare bellezza alcune piante che producono dei fiori veramente belli di varie tonalità (fucsia, viola, bianco) a dispetto dell'ambiente arido e salmastro. ==== Paesaggio ==== Gela al tramontoIl paesaggio di Gela ha subìto forti trasformazioni, e non in positivo, in seguito alla disordinata e abusiva espansione a nord e all'installazione della enorme distesa di impianti e ciminiere del petrolchimico, ma è rimasto ben molto del suo caratteristico paesaggio mediterraneo. Prima che la città si espandesse verso nord, dai due belvedere cittadini di piazza Mercato e del Parco delle Rimembranze era possibile ammirare gli estesi Campi Geloi intensamente coltivati, soprattutto, a grano e cotone contornati dal profilo dei monti su cui insistono Butera e Niscemi. Tale panorama è oggi godibile solo dalle zone più elevate della città (Piano Notaro). Il panorama gelese che più colpisce per la sua bellezza è quello costiero soprattutto al tramonto descritto da un poeta con queste parole: "una palla di fuoco che coi suoi infiniti raggi fa splendere le onde spumeggianti del golfo, dipinge d'arancio ogni contrada apprestandosi a svanire infondendo calma e meraviglia col misterioso fascino della natura". La costa è caratterizzata da ambienti diversi, a volte stridenti fra loro; procedendo da est verso ovest si incontrano un grande stagno circondato da canneti e protetto da una fascia di dune che precedono la spiaggia seguito dall'enorme sito industriale del Petrolchimico che preclude alle attività turistiche un lungo tratto di fascia costiera. Di seguito si incontra la foce del fiume Gela e un boschetto di eucalipto che nasconde la città, grande e urbanisticamente compatta, le cui case si allontanano dalla battigia proseguendo verso il porticciolo. Da qui in poi la costa ritorna selvaggia e ricca di dune naturali, attraversata da un Lungomare con alle spalle il parco archeologico di Capo Soprano, un altro boschetto di eucalipto e poi il moderno e verdeggiante quartiere residenziale di Macchitella. Segue la collina gemella di Montelungo con le sue alte pareti argillose che sovrastano una sottile lingua di sabbia quindi scende sino alla pianura sottostante con la laguna del torrente Rabbito e l'adiacente collinetta di Poggio dell'Arena ricca di vegetazione. Poi Roccazzelle, con tante case oltre la spiaggia, e la collina di Manfria con la torre circondata da terreni riarsi dal sole. Oltre la collina, ancora pianura con case sparse e infine il confine comunale segnato dalla foce del Comunelli. ==== Inquinamento ==== Il territorio ricadente nei comuni di Gela, Butera e Niscemi è stato dichiarato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "ad alto rischio di crisi ambientale" per la presenza del Polo petrolchimico di Gela. i cui ultimi impianti sono stati dismessi nel 2014. === La riviera gelese === Il territorio comunale comprende un litorale esteso per 24 chilometri che va, dalla foce del Dirillo a quella del Comunelli. La costa ad oriente della città è esclusa dalle attività turistico-balneari per la presenza del complesso petrolchimico e della foce del fiume Dirillo. La costa occidentale, compresa tra il centro cittadino e il confine comunale ovest è invece aperta alla balneazione. . Gela è molto frequentata: tra le stazioni balneari siciliane è quella che attrae bagnanti dalle zone limitrofe grazie alla costa, con i numerosi stabilimenti balneari, costituita di sabbia fine e dorata con le caratteristiche formazioni di dune ricoperte di macchia mediterranea. Le principali spiagge aperte alla balneazione (da est verso ovest) sono: * Lungomare Federico II di Svevia (compreso tra via Vespucci e il Giardino “Poseidon”): la spiaggia antistante il centro cittadino, protetta negli anni settanta con la creazione di barriere frangiflutti e aggiunta di sabbia di riporto; * Lungomare Ovest (compreso tra il Club nautico e Piazza delle Tre Porte): costa con formazioni dunali preceduta da un boschetto di eucalipti (parco archeologico di Capo Soprano); * Viale Fontanarossa (Macchitella): la spiaggia antistante il quartiere residenziale di Macchitella, preceduta da un boschetto di eucalipto; * Puntasecca e Femmina Morta: la prima zona balneare raggiungibile dalla statale 115 Gela-Licata, preceduta in parte dall'argillosa collina di Montelungo che digrada sino alla pianura sottostante e al sito naturalistico di Poggio Arena, poco distante dallo stagno del torrente Rabbito; * Roccazzelle: costa sabbiosa antistante la zona residenziale; * Mànfria: la spiaggia dominata dalla mole cinquecentesca della torre d'avvistamento sulla sommità dell'omonima collina. * Piana Marina: la spiaggia prossima al confine comunale con Butera, preceduta da una vasta zona residenziale, nei pressi della foce del Comunelli. === Evoluzione demografica === Dalla fine dell'Ottocento la popolazione di Terranova-Gela ha registrato un costante incremento che ha avuto il suo picco intorno al 1988 con il raggiungimento della quota di abitanti. Sin dai primi anni del XX secolo a causa dell'estrema indigenza un gran numero di gelesi sono stati costretti ad andar via dalla propria terra di origine per trovare fortuna altrove. Le mete principali, comuni a tanti altri emigranti meridionali, sono state quattro: l'Italia settentrionale, la Germania, la Francia e l'America. Nella seconda metà dello scorso secolo, poi, molti gelesi si sono trasferiti nelle città industriali del nord Italia fondando delle vere e proprie comunità molto spesso abitanti nello stesso quartiere. Basti pensare alla città di Busto Arsizio in Lombardia dove vive una foltissima comunità di gelesi oramai pienamente integratasi nella società lombarda. Altre consistenti comunità di gelesi si trovano a: Verona, Parma, Bergamo, Sannazzaro de' Burgondi, Torino, Alessandria, Tortona, Mestre, Ravenna. === Etnie e minoranze straniere === Al 31 dicembre 2018 a Gela risultano residenti cittadini stranieri. Le nazionalità principali sono: # Romania: 811 # Pakistan: 140 # Tunisia: 90 # Cina: 65 # Gambia: 58 # Marocco: 55 # Albania: 45 # Senegal: 37 # Bangladesh: 36 # Nigeria: 31 === Religione === La religione più praticata è quella cristiana. La Chiesa Cattolica romana è quella maggiormente diffusa. La città, fino agli inizi del secolo XIX, faceva parte della diocesi di Caltagirone; in seguito passò sotto la giurisdizione della diocesi di Piazza Armerina. Segue la confessione cristiana evangelica con comunità in maggior parte a carattere pentecostale. === Tradizioni e folclore === Le manifestazioni religiose e folcloristiche nel comune di Gela affondano le proprie radici nei secoli passati. ;Festa della Madonna delle Grazie: È l'evento religioso più sentito dalla popolazione locale. La festa è caratterizzata dalla processione a piedi nudi dei devoti per le vie della città alta al seguito del simulacro ottocentesco che sosta per le offerte in denaro e preziosi e dalla cerimonia della svestizione dei bimbi ''graziati dalla Madonna''. Il tutto è accompagnato dai grandi ceri inghirlandati portati a mano dai fedeli. L'evento si conclude col rientro del simulacro e i giochi pirotecnici a mare. Eventi collaterali sono il mercatino di via Mare del 2 luglio. ;Settimana Santa: Anche a Gela come in altre località siciliane si svolge l'antica e caratteristica manifestazione della Settimana Santa con particolare riguardo al Venerdì Santo. Elemento tipico gelese è “u lamentu”, triste canto dialettale eseguito da anziane donne e accompagnato dal suono di un tamburo nella quiete della via Crucis seguita da una moltitudine di fedeli. Negli ultimi 50 anni "u lamentu" è stato diretto dalla voce della sig.ra Anna Mauro Palazzolo, scomparsa il 10 maggio 2010. Nella tarda mattinata l'antico simulacro ligneo del Cristo viene posto sulla croce e vi rimane sino al tardo pomeriggio esposto alla venerazione dei fedeli che riempiono la piazza. Poi viene tolto e deposto nell'urna in legno decorato d'oro zecchino rientrando in processione nella Chiesa Madre di Gela. ;Festa patronale: La festa patronale di Gela, che si svolge l'8 settembre, è legata all'antico ritrovamento, da parte di un contadino, di una tavola bizantina raffigurante la Madonna d'Alemanna (su un fondo dorato) nella zona villaggio Aldisio dove venne eretto il Santuario l'ultima ricostruzione risale al 1985. il Santuario è meta di pellegrini durante l'anno e soprattutto nei giorni che precedono la festa. La festa è caratterizzata dalla processione del dipinto per le vie principali della città alta, accompagnata da altri eventi tradizionali tra cui: la cuccagna a mare o “iocu do palliantino” che chiude simbolicamente la stagione balneare gelese; la rassegna d'artigianato e arte locale “Sperone Arte”, tornei sportivi, concerti, il mercato di via Mare e concorsi artistici e fotografici. ;Festa di San Giuseppe: La seguita festa di San Giuseppe viene festeggiata due volte: il 19 marzo e la prima domenica di maggio. Nella prima vengono organizzate le tradizionali “tavole di San Giuseppe”, grandi altari imbanditi con ogni bontà gastronomica frutto della questua iniziata da una famiglia devota organizzatrice alcuni mesi prima. La festa è caratterizzata da un particolare rito: per ognuna delle tavole organizzate in giro per la città vengono chiamati tre poverelli del quartiere a impersonare i componenti della Sacra famiglia (Gesù, Giuseppe e Maria). Il giorno della ricorrenza, vestiti con candide tuniche e ghirlande di fiori sul capo, i tre accompagnati da una moltitudine di bambini che gridano “U patriarca! U patriarca!” raggiungono l'ingresso della casa decorato con palme bussando tre volte all'uscio e rispondendo al “cu è?” “semmu Gesù, Giuseppe e Maria!”. Al che, tra gli applausi, vengono accolti in casa a godere delle bontà della tavolata dopo il digiuno rituale dei giorni precedenti. ;''U iocu do iaddruzzu'': La festa di maggio, detta ''u iocu do iaddruzzu'' (gioco del galletto o della pentolaccia) si svolge in piazza Sant'Agostino (antistante l'omonima chiesa). Il gioco consisteva una tempo nel far rompere con un lungo bastone, da un povero della città, un vaso di terracotta, contenente un gallo vivo, fatto traballare appeso a una corda; il gallo spettava a chi rompeva il vaso. Oggi al posto del gallo vengono posti un pupazzo e altri doni. Antiche tradizioni religiose gelesi come quella di San Rocco, San Francesco di Paola ed altre sono quasi del tutto scomparse. === Istruzione === ==== Biblioteche ==== * La biblioteca comunale possiede circa 30.000 testi, fra i quali si distinguono testi risalenti al Cinquecento e al Seicento. La sede, è ospitata presso un ex Monastero dell'XI secolo utilizzato nei secoli come ''ospitium'' (centro di accoglienza per pellegrini). * Archivio storico, in cui sono contenuti gli atti dell'Amministrazione Comunale a partire dal 1800. * Altre biblioteche scolastiche sono: quella del Liceo Ginnasio “Eschilo” e quella della scuola media “Ettore Romagnoli”. ==== Scuole ==== Nel territorio sono presenti numerosi istituti di istruzione superiore con vari indirizzi sperimentali. Dall'anno scolastico 2010/2011 è attivo presso il Liceo Ginnasio "Eschilo" (già PNI) l'indirizzo musicale e coreutico e presso il liceo delle scienze umane "Dante Alighieri" (già Brocca) l'indirizzo Economico-Sociale. ==== Università ==== Gela è stata nel 1999 sede decentrata di alcuni corsi di laurea come la facoltà di Economia e un corso di Scienze della Comunicazione (facoltà di Lettere e Filosofia) dipendenti dall'Università degli Studi di Catania. ==== Musei ==== Museo Archeologico, ingresso. Gela è sede di un importante Museo Archeologico Regionale. Il museo concerne l'arte greca, quella preistorica, la ceramica normanna ("tipo Gela") e la numismatica antica. Esso ha sede in un edificio in stile razionalista del 1958, sito in corso Vittorio Emanuele 1, ampliato nel corso dei decenni. Vi sono custoditi numerosi reperti, tra i quali le antefisse di Sileno e di Gorgone, le ceramiche della collezione Navarra, i reperti recuperati nelle tre navi greche affondate sulla costa gelese nel V secolo a.C., i reperti scoperti nelle necropoli preistoriche e greche di Gela ed hinterland, le due ''arule fittili'' scoperte a Bosco Littorio e le circa 1000 monete. Da non molto è rientrata in città la nave greca arcaica dopo un lungo e complesso lavoro di restauro ed è in corso di realizzazione a Bosco Littorio il Museo della Navigazione Antica che esporrà in maniera adeguata la prima delle tre navi greche Gelesi al momento custodita ma non esposta all'interno del museo regionale, importantissimi esemplari al mondo per datazione, dimensioni, tecnica costruttiva e per l'eccezionale stato di conservazione. Recentemente è stato inaugurato presso la Riserva naturale orientata del Lago Biviere di Gela il nuovo Museo Naturalistico presso l'antico Casale Pignatelli (XVI secolo). Esso è dotato di moderni apparati didascalici nonché didattici, inclusa una Biblioteca, e spazi polifunzionali. In città sono attivi altri piccoli musei di livello scolastico o amatoriale: il museo dell'arte contadina presso la scuola di 1º grado “Enrico Solito” e il museo mondiale della scarpa in miniatura. === Media === ==== Stampa ==== * OC - L'Osservatore Cittadino (giornale periodico mensile) * Corriere di Gela (settimanale, anche online) * Vision (mensile, anche online) * Tensivamente (mensile) * Quotidiano di Gela (online) * Accènto (online) * Visione di oggi (online) * Today24 (online) ==== Radio ==== Le principali stazioni radiofoniche locali sono Radio Gela Express, attiva nel settore dal 1985, Radio Bella FM 102.5 e Radio Altra Voce. ==== Televisione ==== La prima emittente televisiva locale fu Tele Gela Color, nata nel 1981 da un gruppo di studenti universitari. I programmi venivano trasmessi attraverso i servizi UHF 30 e 31. Tre anni più tardi, l'emittente televisiva inaugurò la sua prima edizione del telegiornale ed amplio il suo palinsesto, aggiungendo programmi di intrattenimento politico e culturale, e rubriche dedicate a film, telefilm e cartoni animati. Nel 1994 l'emittente viene esclusa dalle concessione governative, ma in seguito ad alcune battaglie legali, riesce ad ottenere le concessioni dal Ministero delle comunicazioni per continuare le trasmissioni dell'ente televisivo. Agli inizi degli anni duemila la rete cambia il nome in Canale 10. Nel 2012 nasce l'emittente televisiva Rete Chiara. * * M2 Video Mediterraneo (Redazione di Gela) * Video Uno * Video Golfo Gela * Rete Gela === Arte === ==== Cinema ==== Uno dei primi richiami alla cinematografia che riguardino la città di Gela, si può trovare già nel film neorealista ''Paisà'' del 1946, diretto da Roberto Rossellini; nel primo episodio, incentrato durante lo sbarco in Sicilia, l'attore Carlo Pisacane interpreta un anziano proveniente dalla città di Gela. Nella foto, il regista Giuseppe Ferrara autore di tre opere cinematografiche dedicate alla città di Gela. Dopo la scoperta dei giacimenti petroliferi in città negli anni 50, nel 1960 venne posata la prima pietra per la costruzione del Polo petrolchimico di Gela, istituita dall'imprenditore Enrico Mattei; partì così, un'azione propagandistica firmata e documentata da grandi registi del cinema, per conto dell'Ente Nazionale idrocarburi (ENI). Il primo documentario fu ''Gela 1959: Pozzi a mare'', curato da Vittorio De Seta e Franco Dodi nel 1960, dedicato alla perforazione del primo pozzo sottomarino in Europa battezzato ''Gela Mare 21''. Nello stesso anno vennero realizzati altri due documentari, ''A Gela qualcosa di nuovo'' diretto da Fernando Cerchio e il film tv ''L'Italia non è un paese povero'', curato dal regista olandese Joris Ivens. Nel 1961 Giacomo Vaccari diresse il documentario ''Ritratto di una grande impresa'', dove l'ultima parte è dedicata fra le altre, allo sviluppo dell'Eni nella città gelese durante gli anni sessanta. Due anni più tardi viene realizzato dal regista Giuseppe Ferrara, un cortometraggio intitolato ''La cena di San Giuseppe'', dedicato alla tradizionale festività annuale del santo Giuseppe === Urbanistica === San Giacomo, mentre alle sue spalle si impone la chiesa di San Giacomo maggiore. Gela è uno dei più estesi centri urbani della Sicilia, e quindi presenta una grande varietà di tessuti urbani. Il centro storico medievale presenta un arcaico impianto ippodameo e vicoli ciechi. Invece, i quartieri Otto-Novecenteschi (compresi quelli edificati negli anni cinquanta e sessanta), hanno una variante del sistema a scacchiera, con strade parallele alla via principale della città (Corso Salvatore Aldisio e Corso Vittorio Emanuele II), incrociate da strade perpendicolari a esse, formando quindi isolati rettangolari (ma in qualche caso quadrati, come nell'area compresa tra la via Benedetto Bonanno e la via Di Bartolo, zona facente parte del quartiere Borgo).. Il più delle volte, le abitazioni si affacciano con una sola parete sulla strada e hanno le pareti cieche in comune con altri edifici. I rioni periferici sorti a nord della via Venezia negli anni settanta (Margi, Settefarine, Cantina Sociale), hanno una maglia viaria irregolare. Le case si affacciano con un solo lato sulla via, ma a volte i muri non sono in comune. In qualche caso gli edifici presentano un piccolo giardino dal lato della strada e quasi sempre è presente un giardino sul retro. I nuovi quartieri residenziali costruiti a ovest, presentano lo schema della città-giardino, con villette monofamiliari a schiera. La cittadina arabo-medievale di Eraclea (o Heraclea) costituì il primo nucleo urbano fondato dopo la distruzione greca del 282 a.C. Posizionata nella zona compresa tra il cimitero Monumentale e la chiesa di San Giacomo Maggiore, pare che fosse dotata di numerose chiese e perfino di rete fognaria. Nel 1233 il re Federico II di Svevia decise di fondare sui ruderi della città greca il nuovo centro di Terranova che sarebbe diventato punto di riferimento per l'economia circostante. Il nucleo cittadino, di forma rettangolare, presentava un'estensione di oltre 40 ettari, un possente sistema di fortificazioni con castello all'angolo sud-est ed un porto caricatore. Lo schema urbano si rifaceva a quello romano in quanto incentrato su due assi principali ortogonali (il corso e l'attuale via Marconi) che collegavano le quattro porte (più una quinta verso il mare) e dividevano la città in quattro rioni. Oltre a via Marconi, vi sono anche altre strade che incrociano ortogonalmente il Corso Vittorio Emanuele, (o che comunque confluiscono in esso) e alcune sono anche confini di quartiere, ovvero via Salvatore Damaggio Fischietti, via Giacomo Navarra Bresmes, via Filippo Morello, via Morso, via Matrice, via Mallia, via Marotta, via Vinci, via Casale, via Cannizzo, via Sant'Agostino, via Cocchiara, via Cattuti, via San Sebastiano, via Campochiaro, via Luigi Cadorna, via San Francesco, via Cocchiaro, via Giuffré, via San Giovanni, via Picceri, via Santa Maria di Gesù, via Catalano (tratto finale), via Trieste e via Aldisio Fischietti. Le strade perpendicolari a queste vie, ovvero parallele col Corso Vittorio Emanuele, incrociandosi con esse, formano grandi isolati quadrati o rettangolari. Tra queste strade si annoverano: via Armando Diaz, via Cairoli, via San Nicola, via Rossini, via Senatore Giuseppe Damaggio, via Florida, via Menotti, via Gurrisi, via Lo Vivo, via Matrice (tratto iniziale), via Gaetano Donizetti, via Cocchiaro (tratto finale), via Passaniti, via Zinchi, via Ventura, Via Abela, via Navarra, via Battesimo, Via Catalano (tratto iniziale), via Vespri e via Pisa. Date le grandi dimensioni degli isolati, internamente a questi, si trovano numerosi vicoli ciechi e cortili, di varia grandezza, chiamati in dialetto ''curtigghi'' (cortili), nella toponomastica ufficiale, vengono comunemente denominati col nome di ''vico''. Essi sono diversi tra loro, ma comunque se ne possono riscontrare diverse tipologie, che vanno da un semplice vicoletto, a piccole piazzette alla quale si accede da stretti vicoli o da un arco, (più o meno grande) per sfruttare al massimo lo spazio edificabile disponibile (Ad esempio Vico Ficicchia, Vico Tilaro, e Vico Lombardo sul Corso Vittorio Emanuele, Vico Carpentieri e Vico Panebianco in Via Cairoli) Nel Quattrocento, l'area a ovest del corso principale, venne abbandonata, e all'altezza dell'attuale via Bresmes venne costruito un lungo muro che divideva in due la città. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento si cominciò a restaurare le mura medievali occidentali e si ricominciò a popolare la zona. La città contava ben 22 chiese e perciò appariva dall'alto ricca di campanili e cupole, come emerge chiaramente dalle raffigurazioni dell'epoca. Sino al Ottocento la città rimase entro le mura. Panorama dal Porto Rifugio L'esigenza di nuove abitazioni portò all'espansione verso ovest con la creazione del “Borgo” (tra la via XXIV Maggio, la via Bentivegna, la via Giacomo Matteotti e la via Francesco Crispi), del “Rabatello” (Corso Salvatore Aldisio angolo via Matteotti). Più tardi vennero creati i quartieri “Orto Buget ”(sud-est), “Mulino a Vento” (est) e “Stazione” (nord-est). Fino a inizio Novecento vennero creati ulteriori quartieri verso ovest (San Giacomo, Pignatelli, Loco Barone), verso sud (Piano Solfarelli, Orto fontanelle e Officina Elettrica), lungo la via Nazionale (oggi via Generale Cascino), la via Verga e la via Tevere. Dopo il 1956, si iniziò a costruire ai margini dei vecchi quartieri, e si sopraelevarono numerose abitazioni. Di questo periodo sono i quartieri Carrubbazza (a nord-est, sotto la via Generale Cascino), Baracche(a nord-ovest, tra la via Francesco Crispi la via Recanati, la via G. Matteotti, già via Bastione, e la via Po), Sant′Ippolito(situato a ovest, tra la via Crispi, la via Ignazio Giuffida, la via San Giacomo e la via Risorgimento) e la zona del Cimitero (tra corso Salvatore Aldisio, la via Polizelo, la via Ignazio Giuffrida, la via Urbano Rattazzi e la via Emilia. Nel periodo viene ampliato il quartiere della Stazione sino alla via Umbria, ai confini col quartiere Carrubbazza. A partire dagli anni sessanta, in corrispondenza dell'attivazione del Petrolchimico, la città venne sconvolta da una disordinata e abnorme espansione urbana in tutte le direzioni che minacciò perfino la parte storica. I quartieri più grandi oggi sono: Caposoprano (zona occidentale della collina), Macchitella e Scavone, Fondo Iozza, Villaggio Aldisio e la grande periferia di Margi e Settefarine (nord). Al di fuori del centro urbano di una certa dimensione sono gli insediamenti urbani sulla costa occidentale compresa tra la collina di Montelungo e la foce del Comunelli, e la zona industriale col Petrolchimico e i due nuclei dell'Asi (Azienda di Sviluppo Industriale). === Centro storico === Il centro storico di Gela, seppur vittima della caotica espansione edilizia dell'ultimo cinquantennio, è ricco di monumenti e testimonianze storiche. Panorama di Gela dal pontile In piazza San Giacomo è esposto il portale con arco ogivale dell'antica chiesetta di S. Giacomo (XIII secolo). Lungo corso Salvatore Aldisio prospetta il neoclassico ex Convitto Pignatelli 1878). A sud della Villa Garibaldi (1878) si trova la Chiesa dei Cappuccini, risalente al Trecento ma rimodulata e ampliata nel corso del Novecento. Presenta un prospetto in stile neogotico e, al suo interno, un pregiato polittico in legno intarsiato. Attorno al centro storico federiciano (1233 sopravvivono le vestigia dell'antico sistema difensivo con tratti di mura, torrioni e porte incastonati nei prospetti delle moderne abitazioni. In particolare risultano interessanti: i tratti di mura di via Matteotti con un torrione del Quattrocento e quattro grandi arcate in pietra, e via Verga (carcere vecchio) dove le mura si sono conservate nella loro altezza originaria e senza grosse superfetazioni, in via Istria. Qui è possibile osservare un bastione trecentesco, in parte crollato negli anni 40. Sempre in via Istria, vicino alle scale di via Filippo Morello, è possibile osservare la torre detta ‘dello Sperone’, dal nome del quartiere dove è situata e quattro poderosi contrafforti all'altezza con la via Miramare, sebbene rovinati dalla presenza di alcuni balconi in cemento; il tratto di viale Mediterraneo con il bastione di porta Marina e almeno due torrioni; i ruderi del Castello federiciano o Palazzo ducale in piazza Calvario e altri tratti di mura in via Porta Vittoria. Quasi tutte le porte furono distrutte nell'800, tranne Porta Marina, smantellata negli anni sessanta dalla Soprintendenza di Agrigento, in previsione di un futuro rifacimento. In piazza Roma è sita la Chiesa del Carmine risalente al Settecento, che custodisce un crocifisso ligneo quattrocentesco ritenuto miracoloso dai gelesi. La chiesa di San Francesco di Paola e l'ex convento in linee tardo-barocche La fontana di Piazza Umberto I. Sullo sfondo la facciata del palazzo Rosso Sul corso Vittorio Emanuele, la via più elegante della città, si erge la Chiesa del Rosario (1796-1838) che esternamente presenta un'alta torre campanaria con cuspide maiolicata e tre bei portali, mentre l'interno si presenta in linee tardo-barocche. Nel cuore cittadino, piazza Umberto I, dove si trova una statua bronzea di Cerere opera dello scultore Silvestre Cuffaro (1954), spicca con la sua imponente ed elegante mole la Chiesa Madre (1766-1844), esempio di neoclassico. Il prospetto è caratterizzato dai due ordini di colonne doriche e ioniche. Interessanti anche la torre campanaria e la cupola. L'elegante interno a schema basilicale con croce latina, conserva bei dipinti, tra cui: quello bizantino che ritrae la patrona Maria SS. dell'Alemanna, e poi il ''Transito di Maria'' e l''Assunzione della Madonna'', opere rispettivamente di Deodato Guinaccia e del Tresca. Elementi degni di nota sono anche il prezioso altare principale in marmo policromo misto a vetro e il monumento funerario marmoreo al Mallia, opera di Filippo Pennino. Sotto la chiesa è stata scoperta la cripta trecentesca appartenente alla precedente chiesetta di S. Maria de' Platea. Alle spalle della chiesa Madre è ubicato l'ex Monastero di clausura femminile con annessa chiesa di San Benedetto (XV secolo). Il complesso ha ospitato dal 1910 al 1969 l'Ospedale civile. La chiesa prima di essere parzialmente distrutta da un incendio conservava una stupenda cantoria lignea ornata d'oro zecchino e recante l'aquila sveva, stemma di Gela. Il Monastero è sorto sul sito di un antichissimo palazzo nobiliare di cui rimane un grande torrione con stemma nobiliare all'angolo sud-est. Accanto al moderno Palazzo di Città (1951), sorto dove un tempo vi era il convento quattrocentesco dei padri Francescani, c'è la chiesa di San Francesco d'Assisi (XIII secolo) con un ricchissimo soffitto a cassettoni lignei ornati d'oro zecchino e dipinti. Nella piazza S. Agostino, la più bella della città e un tempo ornata da ben cinque chiese di epoche diverse, si possono oggi ammirare: la Chiesa e il Convento di Sant'Agostino (1439-1783); il Teatro Eschilo (1832); la chiesa di San Francesco di Paola con l'annesso convento dei padri Minimi poi divenuto educatorio, entrambi in stile tardo barocco. È da notare il fatto che il centro storico gelese è uno dei pochi ad avere una pianta ortogonale con vie piuttosto rettilinee e regolari. Un discorso a parte meritano i basolati delle vie del centro, realizzati dagli scalpellini locali in pietra calcarea bianca ed in basalto. Un tempo le vie principali, come il corso Vittorio Emanuele e la via Giacomo Navarra-Bresmes, erano lastricati con basoli lavici disposti a spina di pesce. Oggi questo tipo di basolato si può trovare in via Marconi, in via Matrice ed in via Rossini. Quest'ultimo basolato era bruttamente fagocitato da chiazze d'asfalto. Per evitarne il degrado nel luglio 2014 iniziarono dei lavori di riqualificazione. Mentre per le vie traverse si utilizzarono basoli calcarei bianchi, disposti secondo precisi disegni e a seconda della grandezza della via. Infatti, nelle vie secondarie, troviamo una fila di lastre disposte verticalmente al centro della carreggiata e altre due ai lati per lo scolo delle acque, con il resto della carreggiata costituita da basoli disposti orizzontalmente, tranne in via Pisa, dove vi è un'unica fila centrale con quattro basoli gli uni accanto agli altri, invece nei vicoli che si affacciano su queste strade, troviamo i basoli disposti a spina di pesce, con o senza le file verticali per lo scolo delle acque reflue. Un altro tipo di pavimentazione era costituito da quadrucci calcarei bianchi, simili ai sampietrini, disposti entro quadrati delimitati da basoli rettangolari. Questo sistema fu utilizzato per la piazza Sant' Agostino, e oggi se ne conserva un esempio nel tratto terminale di via San Nicola, ma in generale si usava per cortili, piazzette ecc. Infine, poco distante dal centro, si può visitare un esempio d'arte medioevale: la chiesetta di San Biagio (1099) con l'annessa ex Commenda dei Templari, la più antica rimasta in città dopo la distruzione della vicina chiesetta di S. Ippolito sempre dell'XI secolo. Alle spalle di San Biagio si trova un'altra piccola chiesa, San Nicola da Tolentino (XIX secolo), il cui campanile neoclassico è stato smontato alcuni anni addietro. Nelle adiacenze si trova l'ingresso del Cimitero Monumentale nel cui viale principale si possono ammirare diverse cappelle e mausolei ottocenteschi e novecenteschi negli stili neoclassico, barocco, gotico e liberty. === Caposoprano === Scorcio di una via di Caposoprano. Caposoprano è un quartiere residenziale collocato su un vasto pianoro posto nella parte occidentale della collina su cui sorge la città storica, godendo del panorama collinare e costiero, ad un'altitudine media di oltre 50 metri s.l.m. Di interesse archeologico come tutta la collina di Gela (in quanto sede, in epoca greca, di una vasta necropoli sulla quale successivamente sorse la città timoleontea), questa zona sino a tutti gli anni cinquanta dello scorso secolo era collocata al di fuori del centro urbano il cui confine era posto all'altezza dell'attuale Biblioteca Comunale (via Palazzi angolo via Butera). Oggi il quartiere Caposoprano, con i vicini rioni satellite di Piano Notaro e Fondo Iozza, costituisce il centro moderno della cittadina abitandovi circa 10.000 abitanti. ==== Sviluppo ==== I primi due nuclei di questo quartiere risalgono agli anni cinquanta del XX secolo e sono costituiti da una serie di palazzine realizzate dall'Istituto autonomo Case popolari lungo la via Palazzi e la via Butera. Successivamente, dove un tempo sorgevano solamente case sparse (agricole e di villeggiatura) e orti, a partire dai primi anni settanta si assistette alla nascita di condominii e case pluri-familiari. Questo sviluppo fu dovuto in parte alla nascita di nuove infrastrutture a servizio dell'intera città (ospedale in primis), in parte alla forte esigenza di nuove abitazioni dovuta all'innalzamento del numero di abitanti dovuto all'attivazione dell'area industriale. Nel P.R.G. del 1971 quest'area viene individuata come "zona C", ossia zona di espansione urbana con indice di cubatura edilizia massimo, il che porterà in brevissimo tempo ad un'intensissima edificazione che nel giro di un decennio definirà la trama urbana del quartiere. Il verde che un tempo impreziosiva il paesaggio tenderà a scomparire quasi del tutto, mentre i numerosissimi pozzi (un tempo utili all'irrigazione degli orti) verranno progressivamente coperti per far posto alle strade e ai nuovi edifici. ==== Urbanistica ==== Il quartiere, tolta qualche eccezione, non è frutto di un preciso progetto di espansione urbanistica e la sua crescita risulta, dunque, piuttosto caotica e irrazionale. Anche qui, come nel resto della città, quasi sempre si sono prima costruiti gli edifici e solo successivamente strade e servizi. Ne risulta una maglia ortogonale piuttosto irregolare con ''insulae'' rettangolari. Caratteristiche del quartiere sono le vie di media ampiezza, quasi sempre dotate di marciapiedi in entrambi i lati e parcheggi in fila indiana per le auto. Gli edifici hanno in media 5 livelli fuori terra e presentano tutti ballatoi come nella tradizione mediterranea. Quasi del tutto inesistenti le aree verdi, eccezion fatta per le zone di via Morselli e viale Indipendenza. Asse viario principale del quartiere è la via Palazzi che costituisce la naturale prosecuzione del Corso principale della città storica (sino al 1950 strada nazionale per Licata) e arteria commerciale di riferimento. Altri assi viari molto importanti sono: viale Indipendenza, via Francia, via Parioli, via Ettore Romagnoli, via Alessandro Manzoni, via Morselli, via Europa, via Cicerone e via Danimarca-Pio X, tutte interconnesse tra loro da vie traverse. ==== Zona archeologica ==== Bagni di epoca Ellenistica visti da sud, in fondo le vasche ancora in ottime condizioni. Particolare della postierla ogivale delle Mura. Questa parte della collina a partire dal VII secolo a.C. fu sede di una vasta necropoli che, successivamente, fu inglobata nella città ampliata da Timoleonte nel IV secolo a.C. La zona di Piano Notaro (nord-ovest) era anche sede di un'importantissima necropoli protostorica dalla quale sono state recuperate preziosissime ceramiche in stile castellucciano. Tra anni quaranta e cinquanta sono stati individuati parecchi siti archeologici (fortificazioni, terme, residenze, casermette, pozzi, tombe, ecc.) quasi tutti sistematicamente ricoperti o, nella peggiore delle ipotesi, distrutti. A sud di viale Indipendenza si sviluppa il grande parco archeologico omonimo in cui sono state rimesse alla luce le note fortificazioni greche (le cosiddette "mura timoleontee"), una preziosissima testimonianza dell'arte classica nel Mediterraneo. Poco distanti (via Europa) sono visitabili, solo parzialmente, le terme d'età ellenistica. === Frazioni === Periferie in una cartolina d'epoca. La popolazione risiede quasi totalmente nel centro urbano di Gela. Una minoranza di cittadini, meno di un migliaio di persone, vive in località distanti dal centro, peraltro prive di alcuni servizi fondamentali quali poste e rete idrica. Nel 2006 è iniziato l'iter per l'istituzione della frazione comunale di Manfria, località balneare di villeggiatura distante circa 8 chilometri dal perimetro urbano. Per quanto riguarda le circoscrizioni comunali, queste sono oggetto di discussione da diverso tempo ma non si è mai arrivati ad atti concreti volti alla loro istituzione a causa degli alti oneri finanziari per le deboli casse municipali. La proposta per la Frazione di Manfria parte dal Comitato Autonomo Torre di Manfria attraverso delibera consiliare nº 6 del 24/01/06 voluta con forza attraverso un piano di studi su cinque quartieri che sono: Manfria (297 abitanti), Rabbito (20 abitanti), Femminamorta (138 abitanti), Montelungo (28 abitanti), Roccazzelle (393 abitanti). Attraverso delle relazioni e studi sui quartieri sopramenzionati il Consiglio Comunale, in seduta pubblica, approva con delibera la Frazione di Manfria. Le associazioni, Cittadini Attivi di Gela e il Comitato di Quartiere " Torre di Manfria, inviano al nuovo sindaco di Gela, una lettera il 18/06/2010 con la quale dicono a chiare lettere di inserire, nel Bilancio 2010, la Delibera Consiliare "Manfria Frazione. Con questo atto, la nuova Giunta, può rendere immediatamente esecutiva la Delibera Consiliare e dare finalmente giustizia ad un quartiere lontano e abbandonato. Il nuovo sindaco accoglie l'istanza dei comitati e promuove un incontro con una delegazione dei comitati per la risoluzione del caso. Manfria con la torre al tramonto. Principali località abitate al di fuori del centro urbano: * ''Poggio Blasco'': collinetta a nord della città * ''Medica'': zona a ridosso della statale 117 bis nei pressi del Castelluccio * ''Priolo'': vasta contrada agricola a nord-est del centro * ''Ponte Olivo'': importante contrada lungo la SS 117 bis (centro direzionale ENI) * ''Femmina Morta'': zona di villeggiatura sulle pendici occidentali del Montelungo * ''Puntasecca'': zona balneare tra Montelungo e Poggio Arena * ''Roccazzelle'': importante località balneare ad est di Mànfria * ''Manfria'': la più famosa località comunale * ''Piana Marina'': zona costiera a ridosso della foce del Comunelli * ''Borgo Mànfria'': zona agricola a nord della SS 115 * ''Settefarine'': quartiere periferico a nord del centro storico cittadino oltre la provinciale del Castelluccio * ''Piano Mendola'': contrada a nord della città e a nord-ovest di Settefarine * ''Zai'': ampia contrada ad ovest della S.P. per Butera (kartodromo). * ''Montelungo'': ampia collina litoranea ad ovest di Gela. * ''Marchitello'': quartiere periferico ad ovest del centro storico cittadino L'economia gelese, prima dell'avvento dell'industria pesante, era basata principalmente su agricoltura e pesca ma anche su attività artigianali e turismo balneare. === Agricoltura === L'entrata in crisi del complesso petrolchimico, con il conseguente drastico calo di manodopera, ha rinvigorito il settore dell'agricoltura che ha riacquisito il primato per numero di addetti nel quadro dell'economia gelese. La realtà produttiva agricola più vivace riguarda la cosiddetta “fascia trasformata” compresa tra Gela e Vittoria (piana di Gela) ricca di impianti serricoli dove si producono primariamente ortaggi (carciofi, peperoni, pomodori, etc) e verdure. Negli ultimi anni sono sorte delle cooperative di produzione, confezionamento e commercializzazione dei prodotti agricoli. La maggior produzione di carciofi nel mondo avviene in Italia, con una produzione di circa 365.991 tonnellate all'anno. Fra le regione più produttive vi è la Sicilia, soprattutto nella provincia nissena, che risulta essere il distretto più produttivo nel complesso, coprendo circa il 48% della produzione regionale nelle città di Gela, Niscemi, Butera e Mazzarino. Di antichissima tradizione è la produzione di vini, corposi e ricchi. Nella zona di Gela si producono: vino Moscato, Nero d'Avola ("''u calabrisi''"), Cerasuolo di Vittoria, Monreale Chardonnay e altri vitigni. La produzione vinicola gelese risente fortemente della sua posizione geografica e del clima e dipende dal particolare tipo di coltivazione della vite, ''ad alberello''. Significativa anche la produzione di grano, olive e frutta in genere. === Industria === Gela è un importante centro industriale siciliano. La realtà produttiva gelese è costituita dal Petrolchimico col suo indotto e dalla zona industriale Asi. Il Polo petrolchimico di Gela, attivato nel 1963 dall'ENI, è uno dei più grandi d'Europa. La forza lavoro è andata riducendosi nei decenni ed oggi conta solo circa 1500 dipendenti. Le produzioni ancora attive riguardano: la raffinazione del petrolio, la produzione di benzine e gasoli, l'imbottigliamento di gas metano, la dissalazione per usi civili e industriali, la produzione energetica per fini industriali, la produzione di materie plastiche (Polimeri Europa). La zona industriale ASI (azienda di sviluppo industriale) di Gela conta numerose aziende di piccole e medie dimensioni attive nei vari settori della produzione: alimentare, edilizia, riciclaggio dei rifiuti, elettronica, chimica, metalmeccanica, cantieristica navale e falegnameria. === Turismo === La costa gelese. , in parte archeologico ma soprattutto balneare in virtù della sua lunga costa sabbiosa. Nei decenni successivi il flusso turistico si è prima ridotto ai minimi termini pur rimanendo sede di un ufficio informazioni turistiche regionale (S.T.R. n. 9 di Gela con competenza comprensoriale) poi, lentamente, è tornato ad essere una delle fonti di guadagno della città anche in virtù di investimenti mirati del Comune per la valorizzazione dell'archeologia della città e alla nascita di decine di lidi nel litorale. La presenza annua registrata dagli uffici regionali presso i botteghini del museo e dei parchi si aggira attorno alle 20.000 unità. === Strade === Gela è attraversata dalla lunga statale 115 che unisce Siracusa a Trapani attraversando Ragusa e Agrigento. È raggiungibile da Catania e il limitrofo centro di Caltagirone tramite la Strada statale 417 di Caltagirone e la Strada statale 117bis Centrale Sicula ''nord-sud''. Quest'ultima collega Gela con Piazza Armerina e con Enna. Caltanissetta è raggiungibile seguendo la Strada statale 626 della Valle del Salso che si innesta sulla SS 115, tra Gela e Licata, in contrada Burgio (territorio di Butera). Tramite la SS 626 si raggiunge l'Autostrada A19 allo svincolo Caltanissetta e quindi Palermo. La Strada statale 190 delle Solfare, distante circa 7 km da Gela, costituisce il collegamento con Mazzarino. Alcune strade provinciali la collegano a Niscemi e Scoglitti. La città è capolinea sud dell'itinerario europeo E45; tarda invece a essere realizzato il collegamento autostradale A18 Gela-Siracusa, aperto al traffico per quasi un terzo del suo tracciato sul versante aretuseo. === Ferrovie === La nuova stazione ferroviaria di Gela venne costruita più grande e in sede differente negli anni settanta del XX secolo contestualmente a un nuovo tracciato esterno alla città in luogo di quella precedente, più piccola, attivata nel 1891 e quale terminale della ferrovia Catania-Caltagirone-Gela; è lo scalo intermedio più grande della linea a binario unico Siracusa-Canicattì, che la collega a Ragusa e Siracusa e a Caltanissetta e Palermo. Adiacente alla stazione è stato costruito il terminal cargo di Gela. La stazione gelese ha visto ridurre sempre più il numero di viaggiatori contestualmente alla diminuzione dell'attività del Polo petrolchimico e, nel complesso, ancor più dopo l'interruzione della linea per Caltagirone e Catania (per crollo di un ponte ferroviario tra i territori di Caltagirone e Niscemi) dall8 maggio 2011 ed ancora non ripristinata. Sono però in corso lavori di ammodernamento infrastrutturale della linea tra Canicattì e Comiso al fine di correggere il tracciato e abbreviare i tempi di percorrenza col nuovo Aeroporto degli Iblei. === Porti === L'antico pontile di Gela, oggi Gela è dotata di tre strutture portuali: il porto-isola (ad uso esclusivo del Polo petrolchimico di Gela); il porto rifugio, ad uso turistico-peschereccio; il ''pontile'' cosiddetto ''sbarcatoio'', inutilizzato dagli anni sessanta del secolo scorso. === Aeroporti === Il territorio è dotato di un eliporto privato nel centro direzionale Enimed di contrada Ponte Olivo, due elisuperfici nella zona industriale e di un Campo di Volo in contrada Femmina Morta. === Mobilità urbana === Il servizio di trasporto urbano in città è gestito dall'AST (Azienda Siciliana Trasporti) e conta diverse linee che collegano i vari quartieri dell'abitato. Gela con altri comuni limitrofi, quali Niscemi e Piazza Armerina, decide di aderire alla città metropolitana di Catania, con un referendum del 13 luglio 2014, invece che al Libero consorzio comunale di Caltanissetta. Dopo l'approvazione della legge regionale n.15/2015, il consiglio comunale gelese conferma il 14 settembre il risultato del referendum. La conferma tramite legge da parte dell'ARS, come previsto dall'art.44 della legge istitutiva dei liberi consorzi e delle città metropolitane è stata però bocciata il 4 maggio 2016 in commissione all'Ars. Il caso rimane aperto attraverso un ricorso, presentato dal CSAG comitato promotore, al TAR Palermo. === Gemellaggi === Le città di Gela ed Eleusi sono gemellate dal 1976 in nome del grande tragediografo greco Eschilo nato nella cittadina greca, vissuto e morto nella cittadina del golfo. Dal 2013, grazie al record del mondo su ultraleggero del dottor Giuseppe Alabiso, è nato il gemellaggio tra l'estremo nord e l'estremo sud d'Europa (Gela e Nordkapp). * * * === Calcio === La prima formazione calcistica gelese ad aderire alla FIGC e disputare un campionato federale fu la Società Sportiva Gela, attiva nei campionati regionali del dopoguerra, che vinse il titolo siciliano nel 1950 e nel 1953 e partecipò a tre campionati interregionali di quarta serie, sino al 1955 quando non fu più iscritta ai campionati. Ne prese il posto la neonata Unione Sportiva Terranova Gela che disputò numerose stagioni in serie D e nel 1979-1980 ebbe un'effimera esperienza in Serie C2. Pochi anni dopo, nel Serie C2 1988-1989 esordì in C2 anche la seconda squadra cittadina, la Juventina Gela. Le due compagini si fusero nel 1994, dando vita all'Unione Sportiva Juveterranova Gela (poi Gela Calcio S.p.A.) la quale, sino al fallimento del 2011, ha disputato numerosi campionati di serie C2, C1 e LegaPro. Nel 2020-2021 l'Associazione Polisportiva Dilettantistica Amatori Gela disputa il girone G del campionato siciliano di Prima Categoria. === Altri sport === * La squadra di basket maschile Melfa's Basket School Gela milita nel campionato di serie C silver, mentre la Rotonda Est Gela A.S.D. nel campionato provinciale Coni USAcli * La società maschile di pallavolo Meic Services Pallavolo Gela, nata nel 2013 dalla fusione tra l'Heraclea e Pallavolo Gela disputa il campionato di Serie B1 La società femminile ASD Volley Gela nella stagione 2019/2020 milita nel campionato di serie C Girone C. * Per il ciclismo, Gela è stata più volte attraversata dal Giro d'Italia (l'ultima nel 1999 lungo la tappa Agrigento-Modica) * Il kitefestival di Gela, tradizionalmente disputato verso la fine di agosto in contrata Tenutella, è un ritrovo di appassionati di kitesurf che vengono da tutta Europa per esibirsi. === Impianti sportivi === Le principali strutture sportive di Gela sono lo Stadio comunale "Vincenzo Presti", il campo sportivo "Enrico Mattei" e i due palazzetti dello sport di contrada Marchitello: il palasport comunale Francesco Cossiga e il palasport provinciale Rosario Livatino, solo in parte sufficienti per il fabbisogno della città. Ad esse si affiancano numerose strutture private, tra le quali due piscine, un campo di volo, due maneggi e due piscine.
Gioachino Rossini
Fra i massimi e più celebri operisti della storia, la sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali, ma è ricordato principalmente per opere famose e celebrate quali ''Il barbiere di Siviglia'', ''L'italiana in Algeri'', ''La gazza ladra'', ''La Cenerentola'', ''Il turco in Italia'', ''Semiramide'' e ''Guglielmo Tell''. Rossini compose la prima opera all'età di quattordici anni e scrisse trentanove opere di rilievo in diciannove anni, prima del suo improvviso abbandono del teatro nel 1829; seguirono decenni in cui Rossini abbandonò l'attività compositiva a livello professionale e fu afflitto da depressione. Morì nella campagna parigina di Passy, dove si era ritirato a vita privata. Più importante compositore italiano della prima metà del XIX secolo e uno dei più grandi operisti della storia della musica, per la precocità e la velocità di composizione Rossini è stato soprannominato il "Mozart italiano". Definito da Giuseppe Mazzini «un titano. Titano di potenza e d'audacia ... il Napoleone d'un'epoca musicale», tipico del suo stile era il crescendo orchestrale su una frase ripetuta, immortalato nella locuzione ''crescendo rossiniano''.
Nato a Pesaro (a quel tempo nello Stato Pontificio) il 29 febbraio 1792, da Giuseppe Rossini e Anna Guidarini, il ''Cigno di Pesaro'', come fu definito, impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie. La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe – detto ''Vivazza'' (1764-1839) – fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava la tromba per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre, Anna Guidarini (1771-1827), era nata a Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini era costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra tra Emilia e Romagna. Così il giovane Rossini trascorse gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo la restaurazione del governo pontificio. A soli 10 anni Gioachino lasciò Pesaro e con la famiglia visse dapprima per qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprese i primi rudimenti di teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi. Gli abitanti di Lugo consideravano Rossini loro cittadino adottivo e lo soprannominarono ''Cignale di Lugo''. Nel 1804 compose le ''Sei sonate a quattro''. Successivamente la famiglia si trasferì a Bologna, dove Rossini iniziò lo studio del canto (fu contralto e cantore all'Accademia filarmonica), del pianoforte e della spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti. Nel 1806, a quattordici anni, si iscrisse al Liceo musicale bolognese, studiando intensamente composizione e appassionandosi alle pagine di Haydn, Mozart (è in questo periodo che guadagnò l'appellativo di ''tedeschino''), Palestrina e Cimarosa; sempre in quegli anni scrisse la sua prima opera (''Demetrio e Polibio'', che sarà rappresentata però soltanto nel 1812). Trasferitosi a Napoli negli anni 1815-1822, si legò al soprano Isabella Colbran, primadonna dei teatri partenopei, maggiore di lui di otto anni, che sposò infine a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separò legalmente nel 1837. In realtà, i due coniugi vivevano separati già dal settembre 1830, dopodiché in novembre, Rossini partì definitivamente per Parigi, dove conobbe Olympe Pélissier che sposò nel 1846 (un anno dopo la morte della prima moglie). === Carriera === A neanche vent'anni tre sue opere erano già state rappresentate; un anno dopo saranno diventate dieci. L'esordio ufficiale sulle scene era avvenuto nel 1810 al Teatro San Moisè di Venezia con ''La cambiale di matrimonio''. Nei vent'anni successivi, Rossini compose una quarantina di opere, arrivando anche a presentarne al pubblico 4 o 5 in uno stesso anno; in occasione delle prime rappresentazioni dei suoi lavori, il pubblico italiano gli riservò accoglienze controverse. Si passò infatti da straordinari successi (''La pietra del paragone'', ''La gazza ladra'', ''L'italiana in Algeri'', ''Semiramide'') ad accoglienze freddine e perfino a clamorosi insuccessi, tra i quali storico fu quello del ''Barbiere di Siviglia'', in occasione della cui "prima" al Teatro Argentina di Roma, nel 1816, si verificarono tafferugli, causati con ogni probabilità dai detrattori di Rossini; l'opera ebbe comunque un grande successo pochi giorni più tardi. Sempre del 1816 è l'opera ''Otello'' (da cui sarà ricavata poi parte della musica del ''Duetto buffo di due gatti'', brano per due soprani erroneamente attribuito a Rossini). Dal 1815 al 1822 Rossini fu direttore musicale del Teatro di San Carlo di Napoli. Isabella Colbran, ''prima donna'' del Teatro San Carlo, sposa Rossini nel 1822. ''Semiramide'' (1823) fu l'ultima opera composta da Rossini per un teatro italiano. Dopo la sua rappresentazione il compositore si trasferì a Parigi, dove le sue opere furono accolte quasi sempre in modo trionfale. Il 30 luglio 1824 Rossini diventò ''directeur de la musique et de la scène'' al ''Théâtre de la comédie italienne'', con l'obbligo di comporre anche per l''Opéra''. La prima opera composta nella capitale francese fu ''Il viaggio a Reims'', eseguita in onore del re Carlo X il 19 giugno 1825 al ''Théatre Italien'', opera che – in quanto lavoro celebrativo – venne tolta dal repertorio, su richiesta dello stesso Rossini, dopo tre sole rappresentazioni. Una parte consistente della musica fu però riutilizzata ne ''Le Comte Ory'' (20 agosto 1828), melodramma giocoso composto per l''Opéra''. Nello stesso teatro Rossini concluse di lì a poco la sua carriera di operista con il ''Guglielmo Tell'', capolavoro a cavallo tra classicismo e romanticismo andato in scena il 3 agosto 1829. Abbandonato il teatro d'opera, Rossini entrò in una fase di crisi personale e creativa. Al 1831/1832 risalgono sei pezzi di uno ''Stabat Mater'' completato solo nel 1841: il successo di quest'opera regge il confronto con quelli ottenuti nel campo dell'opera lirica; ma la ridotta produzione nel periodo che va dal 1831 alla sua morte, avvenuta nel 1868, divide la sua biografia in due parti, quasi due vite distinte: la vita del trionfo veloce e immediato, e la lunga vita appartata e oziosa, nella quale i biografi hanno immortalato il compositore. Negli ultimi anni egli compose infatti solo pochissimi lavori, tra cui la memorabile ''Petite messe solennelle'' (1863). Molti storici della musica si sono interrogati sulle cause del suo precoce ritiro dalle scene teatrali. Secondo alcuni, il motivo è da trovarsi nella Rivoluzione di luglio del 1830, che mise in crisi gli accordi già presi da Rossini coi teatri parigini (il ''Tell'' doveva essere la prima di cinque opere da comporre in dieci anni) e lo fa desistere dal comporre per il teatro. Secondo altri all'origine di questa inaspettata scelta vi fu l'incompatibilità tra Rossini e l'estetica romantica: infatti all'esaltazione della forza trascinante del sentimento e l'identificazione coi personaggi egli contrapponeva un settecentesco distacco razionale. Sono stati comunque rilevati i numerosi elementi romantici presenti all'interno del suo ''Guglielmo Tell'', come il soggetto storico-patriottico (la lotta per l'indipendenza degli svizzeri dagli austriaci nel XIV secolo), l'utilizzo di elementi folcloristici (come l'inserimento nell'organico orchestrale dei richiami svizzeri per le vacche, o ''ranz des vaches''), e la grande importanza affidata al coro. Quasi che Rossini, prima di uscire di scena, si fosse premurato di dimostrare che, se solo avesse voluto, avrebbe potuto dominare anche il trionfante nuovo stile romantico. === Ultimi anni === La villa Rossini a Passy, dove il maestro morì, in un disegno dell'epoca Rossini, uomo dalle mille sfaccettature, è stato descritto dai numerosi biografi in molte maniere: ipocondriaco, umorale e collerico, preda di profonde crisi depressive, ma pure gioviale ''bon vivant'', amante della buona tavola e delle belle donne; alcuni hanno ipotizzato che dietro alle sue stranezze psicologiche si nascondesse una nevrosi di tipo ossessivo-compulsivo o un disturbo dell'umore. Spesso è stato ritenuto afflitto da pigrizia, ma la sua produzione musicale, alla fine, si rivelerà incomparabile (sebbene arricchita da numerosi ''centoni'', brani musicati precedentemente e riutilizzati per nuove opere che il compositore prestava a sé stesso in una sorta di auto-plagio). Il 15 marzo 1847 Rossini ottenne dalla Repubblica di San Marino il titolo di nobile e venne altresì proposto, il 10 dicembre 1857, per l'ascrizione al patriziato della città di Lugo. La tomba definitiva di Rossini nella Basilica di Santa Croce a Firenze. Monumento funebre di Giuseppe Cassioli La cappella del Cimitero di Père-Lachaise a Parigi, dove le spoglie di Rossini riposarono fino al 1887. Rossini smise di comporre per il teatro lirico all'età di trentasette anni, dopo il ''Guglielmo Tell'', ritirandosi a vita privata. Nonostante ciò continuò fino all'ultimo a comporre musica, per sé, per Olympe Pélissier (sposata in seconde nozze nel 1846, dopo la morte della Colbran) e per gli amici. Ritratto di Gioachino Rossini, compositore (1792-1868), prima del 1885. Tra le ultime opere composte si ricordano la versione definitiva dello ''Stabat Mater'' (1841, con prima esecuzione a Parigi, 7 gennaio 1842) e innumerevoli brani di musica da camera, sonate e composizioni per pianoforte solo o con voce solista, come le ''Soirées musicales'', pubblicate nel 1835. Nella produzione dell'ultimo Rossini ci sarà inoltre spazio anche per quelli che egli stesso definì autoironicamente i suoi ''Péchés de vieillesse'', "semplici senili debolezze". Nel 1859 lo Stato Pontificio cominciò a venire annesso dall'esercito sabaudo a partire dalla Legazione delle Romagne. Rossini, che già nel corso della precedente rivoluzione nazionale (1848-1849) aveva ritenuto più prudente lasciare Bologna per Firenze, si stabilì definitivamente a Parigi. Nella capitale francese realizzò l'ultima sua composizione di rilievo, la ''Petite messe solennelle'' (1863) per dodici cantori (tra uomini, donne e castrati), due pianoforti e armonium, che Rossini si risolse ad orchestrare poco prima di morire, nel timore che altrimenti poi lo avrebbe fatto qualcun altro. Di questa versione, tuttavia, finché visse, non consentì mai l'esecuzione neppure in privato, mentre la versione originale fu rappresentata nel 1864 presso la villa di una nobildonna parigina, alla presenza di un limitatissimo numero di amici e conoscenti, tra cui i più grandi musicisti operanti all'epoca nella capitale francese. Rossini morì dopo aver lungamente combattuto contro un cancro al retto, inutilmente trattato con due interventi chirurgici (che causarono, tra l'altro, una devastante infezione), nella sua villa di Passy, presso Parigi, il 13 novembre 1868, poco prima del suo settantasettesimo compleanno. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino di Père Lachaise, per essere poi traslate in Italia nel 1887, nove anni dopo la morte della Pélissier, su iniziativa del governo italiano, e riposare definitivamente nella Basilica di Santa Croce, a Firenze. Il suo monumento funebre, realizzato da Giuseppe Cassioli, fu inaugurato nel 1900. A parte alcuni legati a titolo individuale in favore della moglie e di alcuni parenti, Rossini nominò erede universale delle sue ingenti fortune il Comune di Pesaro, pur conservando, vita natural durante, alla consorte l'usufrutto sul tutto. Egli costituiva anche un fondo, con una rendita annuale di seimila franchi, destinato a finanziare due borse di studio annuali specificamente destinate a musicisti e librettisti francesi, scrivendo: «Ho desiderato di lasciare in Francia, dalla quale ebbi una così benevola accoglienza, questa testimonianza della mia gratitudine e del desiderio di veder perfezionata un'arte alla quale ho consacrata la mia vita.» Nel rispetto del vincolo tassativamente fissato dal compositore, l'asse ereditario fu poi utilizzato per l'istituzione di un Liceo Musicale cittadino a Pesaro. Quando, nel 1940, il liceo fu «regificato» (statalizzato) e divenne il Conservatorio Statale di Musica Gioachino Rossini, l'Ente Morale a cui erano state conferite proprietà e gestione dell'asse ereditario rossiniano fu trasformato nella Fondazione Rossini. Finalità della Fondazione, che è tuttora in piena attività, sono: il sostegno dell'attività del Conservatorio, lo studio e la diffusione nel mondo della figura, della memoria e delle opere del maestro pesarese. La Fondazione ha collaborato, fin dagli inizi, con il Rossini Opera Festival e ha concorso in misura significativa a predisporre gli strumenti culturali (le "edizioni critiche" delle opere rossiniane) che sono stati alla base della ''Rossini-renaissance'' dell'ultimo trentennio del Novecento. Preveggente nota autografa del contralto Marietta Alboni sull'arte di RossiniIl testo in francese recita:«L'Arte del canto se ne va e ritornerà soltanto con l'unica autentica Musica dell'avvenire: Quella di Rossini. Parigi, 8 febbraio 1881»(segue la firma) Una prima fase della ''Rossini-renaissance'' prese l'avvio dagli anni quaranta-cinquanta ad opera di Vittorio Gui, che ripropose esecuzioni di opere di Rossini poco eseguite o dimenticate sulla base del proprio studio diretto sulle partiture autografe. A ciò va aggiunta, sulle medesime basi di conoscenza degli autografi, la sua interpretazione del ''Barbiere di Siviglia'' nelle tonalità originali e con la strumentazione originale (sistro, chitarra, ottavini) a Firenze nel 1942 e poi in varie sedi sino al Glyndebourne Festival Opera e alla registrazione con la EMI nel 1962. A partire dagli anni settanta, poi, è andata prendendo campo, nel quadro di un'ulteriore rivalutazione delle opere del compositore pesarese (e in particolare dei suoi melodrammi seri), una generale riscoperta della produzione operistica rossiniana, basata sulle edizioni critiche delle partiture per mano di Alberto Zedda, Philip Gossett e tanti altri. Tale riscoperta è stata vivificata dalle interpretazioni di Claudio Abbado del ''Barbiere di Siviglia'' (Salisburgo 1968), della ''Cenerentola'', dell''Italiana in Algeri'' e del ''Viaggio a Reims''. Quando si parla di ''Rossini-renaissance'' si allude oggi generalmente a questa seconda fase. I suoi capolavori, alcuni dei quali già riportati in auge un paio di decenni prima nell'interpretazione di Maria Callas (''Il turco in Italia'', ''Armida''), sia pure sulla base di edizioni non filologiche delle partiture, sono rientrati ormai in repertorio e vengono rappresentati dai maggiori teatri lirici del mondo. A Pesaro viene organizzato annualmente il Rossini Opera Festival: appassionati da tutto il mondo giungono appositamente per ascoltare opere del maestro che sono eseguite utilizzando le edizioni critiche delle partiture. Rossini era un amante della buona cucina. Sin da bambino – secondo i suoi biografi – avrebbe fatto il chierichetto essenzialmente per poter bere le ultime gocce del vino contenuto nelle ampolline della messa. Ma, lo si capisce facilmente, questa asserzione – pure riportata in passato – ha il sapore della leggenda che, nel tempo, si è costruita attorno a un personaggio sicuramente dalle molte sfaccettature e ricco di ironica originalità. Alcune delle frasi che gli vengono attribuite e che, per questo aspetto, meglio lo definiscono sono ''l'appetito è per lo stomaco quello che l'amore è per il cuore''. ''Non conosco'' – era solito aggiungere – ''un lavoro migliore del mangiare''; ''Per mangiare un tacchino dobbiamo essere almeno in due: io e il tacchino''; ''Mangiare, amare, cantare e digerire sono i quattro atti di quell'opera comica che è la vita''. Il compositore era spesso alla ricerca di prodotti di ottima qualità che si faceva giungere da diversi luoghi: da Gorgonzola l'omonimo formaggio, da Milano il panettone, ecc. Era anche grande amico di Antonin Carême, uno dei più famosi chef dell'epoca, il quale gli dedicò parecchie delle sue ricette; al che Rossini contraccambiò dedicando proprie composizioni musicali al grande cuoco. Una delle ricette che Rossini amava di più era l'insalata che aveva personalmente ideato, composta da olio di Provenza, mostarda inglese, aceto francese, succo di limone, pepe, sale e tartufo. Durante la visita di Richard Wagner nella sua villa di Passy, è stato narrato che Rossini si alzasse dalla sedia durante la conversazione quattro o cinque volte per poi tornare a sedersi dopo pochi minuti. Alla richiesta di spiegazioni da parte di Wagner, Rossini rispose: «Mi perdoni, ma ho sul fuoco una lombata di capriolo. Dev'essere innaffiata di continuo». Nel libro ''Con sette note'', di Edoardo Mottini, è scritto che un ammiratore – vedendolo così allegro e pacifico – chiese al maestro se egli non avesse mai pianto in vita sua: «Sì», gli rispose Rossini, «una sera, in barca, sul lago di Como. Si stava per cenare e io maneggiavo uno stupendo tacchino farcito di tartufi. Quella volta ho pianto proprio di gusto: il tacchino mi è sfuggito ed è caduto nel lago!». Della passione culinaria di Rossini restano varie ricette, nelle quali compare sempre il ''tartufo d'Alba'', o forse, meglio, di Acqualagna, viste le origini del Maestro, e, tra queste, i ''Maccheroni alla Rossini'', ripassati in padella col tartufo, e i ''tournedos alla Rossini'', cuori di filetto di manzo cucinati al sangue, poi coperti con foie gras e guarniti col tartufo. Lo stile musicale di Rossini è caratterizzato innanzitutto dall'estrema brillantezza ritmica. Molte delle sue pagine più note sono caratterizzate da una sorta di frenesia, che segna uno stacco netto rispetto allo stile degli operisti del Settecento, dai quali pure egli ricavò stilemi e convenzioni formali. La meccanicità di alcuni procedimenti, tra cui il famoso «crescendo rossiniano», donano alla sua musica un tratto surreale, quando non addirittura folle, che si combina perfettamente con il teatro comico, ma offre esiti altrettanto interessanti, e originali, a contatto con soggetti tragici. La sua musica è eminentemente belcantistica. Oltre a tale frenesia ritmica, bisogna poi ricordare la fresca invenzione melodica, la cura per l'orchestrazione e l'attenzione per i particolari armonici (cosa che indusse i suoi compagni di liceo a chiamarlo "Tedeschino"), unite ad una straordinaria politezza di segno e ad una strumentazione chiara e luminosa nelle opere buffe, malinconica e inquietante nelle opere serie. La perfetta padronanza del linguaggio sinfonico e contrappuntistico (appreso in gioventù alla scuola di Stanislao Mattei e sulle partiture di Mozart e Haydn) consente al Rossini operista di giocare le sue carte migliori non solo e forse non tanto nelle arie, quanto nelle celebri sinfonie e nei concertati. Le opere di Rossini sono solitamente divise in due atti: il primo è più lungo, ampio e complesso, e comprende un finale che occupa quasi un terzo dell'atto stesso: nel finale primo quindi si raggiunge il punto di massima complicazione dell'intreccio e di massima elaborazione formale. Il secondo atto invece è più breve e ha carattere liberatorio. Il tutto poi è tenuto insieme da un'architettura musicale possente, ricavata da una concezione classica del teatro d'opera. Fu poi il primo a scrivere per esteso le fioriture dei cantanti. Il passaggio dall'Italia a Parigi segna tuttavia uno stacco sensibile nel linguaggio musicale e teatrale di Rossini. Le ultime due opere, ''Le Comte Ory'' e ''Guillaume Tell'', in lingua francese, presentano una libertà formale e una ricchezza timbrica del tutto nuove, e si aprono per molti versi alla sensibilità più autentica del romanticismo; la seconda sviluppa tematiche di stampo nazionalistico, inconsuete per un uomo così legato, per indole pacifica e tranquilla, all'ordine imposto dalla Restaurazione. ===Onorificenze italiane=== ===Onorificenze straniere=== === Opere liriche === ''Tra parentesi luogo e data della prima rappresentazione'' * ''Demetrio e Polibio'' (composta dall'autore tra il 1806 e il 1808 ma rappresentata al Teatro Valle, Roma, il 18 maggio 1812) * ''La cambiale di matrimonio'' (Teatro San Moisè, Venezia, 3 novembre 1810, sua prima opera rappresentata) * ''L'equivoco stravagante'' (Teatro del Corso, Bologna, 26 ottobre 1811) * ''L'inganno felice'' (Teatro San Moisè, Venezia 8 gennaio 1812) * ''Ciro in Babilonia, o sia La caduta di Baldassare'' (Teatro comunale, Ferrara, 14 marzo 1812) * ''La scala di seta'' (Teatro San Moisè, Venezia, 9 maggio 1812) * ''La pietra del paragone'' (Teatro alla Scala, Milano, 26 settembre 1812) * ''L'occasione fa il ladro, ossia Il cambio della valigia'' (Teatro San Moisè, Venezia, 24 novembre 1812) * ''Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo'' (Teatro San Moisè, Venezia, 27 gennaio 1813) * ''Tancredi'' (Gran Teatro La Fenice, Venezia, 6 febbraio 1813) * ''L'italiana in Algeri'' (Teatro San Benedetto, Venezia, 22 maggio 1813) * ''Aureliano in Palmira'' (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1813) * ''Il turco in Italia'' (Teatro alla Scala, Milano, 14 agosto 1814) * ''Sigismondo'' (Teatro La Fenice, Venezia, 26 dicembre 1814) * ''Elisabetta, regina d'Inghilterra'' (Teatro di San Carlo, Napoli, 4 ottobre 1815) * ''Torvaldo e Dorliska'' (Teatro Valle, Roma 26 dicembre 1815) * ''Il barbiere di Siviglia'' (Teatro Argentina, Roma, 20 febbraio 1816, col titolo ''Almaviva, o sia l'inutile precauzione'') * ''La gazzetta'' (Teatro dei Fiorentini, Napoli, 26 settembre 1816) * ''Otello, ossia Il moro di Venezia'' (Teatro del Fondo, Napoli, 4 dicembre 1816) * ''La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo'' (Teatro Valle, Roma, 25 gennaio 1817) * ''La gazza ladra'' (Teatro alla Scala, Milano, 31 maggio 1817) * ''Armida'' (Teatro San Carlo, Napoli, 9 novembre 1817) * ''Adelaide di Borgogna'' (Teatro Argentina, Roma, 27 dicembre 1817) * ''Mosè in Egitto'' (Teatro San Carlo, Napoli, 5 marzo 1818) * ''Adina'' (Teatro Reale São Carlos, Lisbona, 22 giugno 1826, composta nel 1818) * ''Ricciardo e Zoraide'' (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1818) * ''Ermione'' (Teatro San Carlo, Napoli, 27 marzo 1819) * ''Eduardo e Cristina'' (Teatro San Benedetto, Venezia, 24 aprile 1819) * ''La donna del lago'' (Teatro San Carlo, Napoli, 24 ottobre 1819) * ''Bianca e Falliero, o sia Il consiglio dei Tre'' (Teatro alla Scala, Milano, 26 dicembre 1819) * ''Maometto secondo'' (Teatro San Carlo, Napoli, 3 dicembre 1820) * ''Matilde di Shabran, o sia Bellezza e cuor di ferro'' (Teatro Apollo, Roma, 24 febbraio 1821) * ''Zelmira'' (Teatro San Carlo, Napoli, 16 febbraio 1822) * ''Semiramide'' (Teatro La Fenice, Venezia, 3 febbraio 1823) * ''Il viaggio a Reims, ossia L'albergo del giglio d'oro'' (Théâtre des Italiens, Parigi, 19 giugno 1825) * ''Le siège de Corinthe'', rifacimento di ''Maometto secondo'' (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 9 ottobre 1826) * ''Moïse et Pharaon, ou Le passage de la Mer Rouge'', rifacimento di ''Mosè in Egitto'' (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 26 marzo 1827) * ''Le Comte Ory'' (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 20 agosto 1828) * ''Guillaume Tell'' (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi, 3 agosto 1829) ====Opere con musica perduta==== * ''Ugo, Re d'Italia'' (progettata a Londra nel 1824, forse ne compose un atto - perduta) ====Centoni==== * ''Ivanhoé'' (Teatro dell'Odéon, Parigi 15 settembre 1826) * ''L'ape musicale'' (Park Theatre, New York 1830, centone su musiche di vari autori in cui prevalgono i brani presi da Rossini) * ''Robert Bruce'' (Académie Royale de Musique (Opéra), Parigi 3 dicembre 1846) === Musiche di scena === * ''Edipo a Colono'', 1817: musiche per basso, coro maschile e orchestra per l''Edipo a Colono'' di Sofocle nella traduzione fattane da Giambattista Giusti === Cantate === * ''Il pianto d'Armonia sulla morte di Orfeo'' (1808) * ''La morte di Didone'' (forse 1811 eseguita nel 1818) * ''Dalle quiete e pallid'ombre'' (1812) * ''Egle ed Irene'' (1814) conosciuta anche come ''Non posso, oh Dio, resistere'' * ''L'Aurora'' (1815) * ''Pel faustissimo giorno natalizio di Sua Maestà il Re Ferdinando IV, nostro augusto sovrano'' (detta anche ''Giunone'', prima esecuzione 1816) * ''Le nozze di Teti, e di Peleo'' (prima esecuzione 1816) * ''Omaggio umiliato a Sua Maestà dagli artisti del Real Teatro S. Carlo, in occasione di essere per la prima volta la M.S. intervenuta in detto Real Teatro dopo la sua felicissima guarigione'' (prima esecuzione 1819) * ''Cantata da eseguirsi la sera del dì 9 maggio 1819 in occasione che Sua Maestà Cesarea Reale ed Apostolica Francesco Imperatore d'Austria ec. ec. ec. onora per la prima volta di sua augusta presenza il Teatro'' (prima esecuzione 1819) * ''La riconoscenza'' (prima esecuzione 1821). La cantata, testo di Giulio Genoino fu eseguita per la prima volta in forma privata nel palazzo del principe Antonio Capece Minutolo a Napoli con Giovanni Battista Rubini e Michele Benedetti, e fu poi ripresa al Teatro San Carlo * ''La Santa Alleanza'' (Arena di Verona, 24 novembre 1822 - Musica perduta) * ''Il vero omaggio'' (Teatro Filarmonico di Verona, 3 dicembre 1822) * ''Omaggio pastorale'' (1823) * ''Il pianto delle Muse in morte di Lord Byron'' (1824) * ''Cantata per il battesimo del figlio del banchiere Aguado'' (1827) * ''Giovanna D'Arco'' (1832) * ''Cantata in onore del Sommo Pontefice Pio Nono'' (composta 1846, prima esecuzione 01/01/1847) === Inni e cori === * ''Inno dell'Indipendenza'': ("Sorgi, Italia, venuta è già l'ora") (1815) * ''De l'Italie et de la France'' (1825) * ''Coro in onore del Marchese Sampieri'' (1830) * ''Coro per il terzo centenario della nascita del Tasso'' ("Santo Genio de l'itala terra") (1844) * ''Grido di esultazione riconoscente al Sommo Pontefice Pio IX'' ("Su fratelli, letizia si canti") (1846) * ''Coro delle Guardia Civica di Bologna'' ("Segna Iddio né suoi confini") (1848) * ''Inno alla Pace'' ("È foriera la Pace ai mortali") (1850) * ''Hymne à Napoléon III et à son Vaillant Peuple'' ("Dieu tout puissant") (1867) === Musica sacra === * ''Messa'' (Bologna 1808) * ''Messa'' (Ravenna 1808) * ''Messa'' (Rimini 1809) (di dubbia autenticità) * ''Messa'' (Lugo ''primi anni dell'Ottocento)'' * ''Laudamus'' * ''Quoniam'' (1813) * ''Miserere'' * ''Messa di Gloria'', Napoli 1820 * ''Preghiera'' ("Deh tu pietoso cielo") (probabilmente 1820) * ''Tantum ergo'' (1824) * ''Stabat Mater'' (1831/41) * ''Trois chœures religieux: La Foi, L'Espérance, La Charité'' (1844) * ''Tantum ergo'' (1847) * ''O salutaris hostia'' (1857) * ''Laus Deo'' (1861) * ''Petite messe solennelle'' (1863) * ''Dixit Dominus'' dubbia autenticità. === Musica vocale === * ''Se il vuol la molinara'' (1801) * ''Dolce aurette che spirate'' (1810) * ''La mia pace io già perdei'' (1812) * ''Qual voce, quai note'' (1813) * ''Alla voce della gloria'' (1813) * ''Amore mi assisti'' * ''Pezzi per il Quinto Fabio'' (1817) * ''Il Trovatore'' ("Chi m'ascolta il canto usato") (probabilmente 1818) * ''Il Carnevale di Venezia'' ("Siamo ciechi, siamo nati") (1821) * ''Beltà crudele'' ("Amori scendete propizi al mio cuore") (1821) * ''Canzonetta spagnuola'' ("En medio a mis colores" o "Piangea un dì pensando") (1821) * ''Infelice ch'io son'' (1821) * ''Addio ai viennesi'' ("Da voi parto, amate sponde") (1822) * ''Dall'oriente l'astro del giorno'' (1824) * ''Ridiamo, cantiamo che tutto sen va'' (1824) * ''In giorno sì bello'' * ''Tre quartetti da camera'' * ''Les adieux à Rome'' ("Rome pour la dernière fois") * ''Orage et beau temps'' ("Sur le flots incostants") (1829-30) * ''La passeggiata (Anacreontica)'' ("Or che di fior adorno") (1831) * ''La dichiarazione'' ("Ch'io mai vi possa lasciar d'amare") (probabilmente 1834) * Soirées musicales Collezione di 8 ariette e 4 duetti. (1830-1835) * ''Deux nocturnes'' (1835 circa) * ''Nizza'' ("Nizza, je puis sans peine") (1836 circa) * ''L'ame délaissée'' ("Mon bien aimé") (probabilmente 1844) * ''Inno popolare a Pio IX'' (1846) * ''Francesca da Rimini'' ("Farò come colui che piange e dice") (1848) * ''La separazione'' ("Muto rimase il labbro") (probabilmente 1857) * ''Deux nouvelles compositions'' (circa 1861) === Musica strumentale === * ''Sei sonate a quattro'' (1804) * ''Duetti per corno'' * ''Sinfonia in Re maggiore'' (1808) * ''Sinfonia in Mi bemolle maggiore'' (1809) * ''Variazioni in Fa maggiore a più strumenti obbligati'' (1809) * ''Variazioni in Do maggiore per clarinetto obbligato e orchestra'' (1809) * ''Andante e tema con variazioni per clarinetto'' (probabilmente 1812) * ''Andante e tema con variazioni per arpa e violino'' (probabilmente 1815-22) * ''Passo doppio per banda militare'' (1822) * ''Valzer in Mi bemolle maggiore'' (1823) * ''Serenata'' (1823) * ''Duetto per violoncello e contrabbasso'' (1824) * ''Rendez-vous de chasse'' (1828) * ''Fantasia per clarinetto e pianoforte '' (1829) * ''Mariage de S.A.R. le Duc d'Orléans; Trois marches militaires'' (1837) * ''Scherzo per pianoforte, in la minore'' (1843 e 1850) * ''Tema originale di Rossini variato per violino da Giovacchino Giovacchini'' (1845) * ''Marcia'' (pas-redoublé) (1852) * ''Thème de Rossini suivi de deux variations et coda par Moscheles Pere'' (1860) * ''La Corona d'Italia'' (1868) === Péchés de vieillesse === I cosiddetti ''Péchés de vieillesse'' sono costituiti da una raccolta di vari pezzi distribuiti in 14 volumi: * Volume I - ''Album italiano'' * Volume II - ''Album français'' * Volume III - ''Morceaux réservés'' * Volume IV - ''Quatre hors-d'œuvre et quatre mendiants'' * Volume V - ''Album pour les enfants adolescents'' * Volume VI - ''Album pour les enfants dégourdis'' * Volume VII - ''Album de chaumière'' * Volume VIII - ''Album de château'' * Volume IX - ''Album pour piano, violon, violoncelle, harmonium et cor'' * Volume X - ''Miscellanées pour piano'' * Volume XI - ''Miscellanées de musique vocale'' * Volume XII - ''Quelques riens pour album'' * Volume XIII - ''Musique anodine'' * Volume XIV - ''Altri péchés de vieillesse'' * ''Rossini'' - film di Mario Bonnard (1942) * ''Rossini! Rossini!'' - film di Mario Monicelli con Sergio Castellitto e Philippe Noiret (1991) L'ouverture de Il viaggio a Reims è stata utilizzata come sigla del programma domenicale Linea Verde a partire dal 2003.
Girolamo Frescobaldi
È ritenuto uno dei maggiori compositori per clavicembalo e organo del XVII secolo.
=== Ferrara === Via Frescobaldi, Ferrara. Casa della famiglia Frescobaldi. Girolamo Frescobaldi nacque e passò la giovinezza a Ferrara, in una casa in via Belvedere. La città vantava una scuola musicale che aveva attirato, nel XVI secolo, diversi importanti compositori: tra questi, Josquin Desprez, Adrian Willaert, Alessandro Milleville. Al tempo della giovinezza di Frescobaldi erano presenti ed attivi nella città musicisti come Alfonso della Viola, Lodovico Agostini, le celebri dame che formavano il Concerto del duca Alfonso II d'Este, e Luzzasco Luzzaschi che fu suo maestro. In quegli anni passarono da Ferrara anche Costanzo Porta, Luca Marenzio, Claudio Merulo, John Dowland, Jacques de Wert, Orlando di Lasso, Giovanni Bardi, Jacopo Corsi, Giulio Caccini, Claudio Monteverdi (che lavorava ad una raccolta di madrigali che dedicò poi ad Alfonso II d'Este), oltre al principe Carlo Gesualdo. Molti giunsero nella città in occasione delle nozze del duca con Eleonora, sorella di Cesare d'Este. Furono in città anche Scipione Stella, il liutista Fabrizio Filomarino e Rinaldo dall'Arpa. Abbiamo notizia di un suo incarico professionale già nel 1597 quando, all'età di 14 anni, ottenne il posto di organista dell'''Accademia della Morte'' di Ferrara lasciato vacante da Ercole Pasquini. Risalgono a questo periodo i primi contatti di Frescobaldi con la potente famiglia ferrarese dei Bentivoglio. Egli ottenne la protezione del marchese Enzo, figlio della celebre cantante Isabella Bendidio, che da esperto uomo di corte, divenne una figura molto influente nel campo della musica e del teatro del primo Seicento, e del fratello di questi, il potente cardinale Guido Bentivoglio. Frescobaldi fu un virtuoso d'organo e clavicembalo, già celebrato per queste sue eccezionali qualità dai suoi contemporanei. Luigi Battiferri lo soprannominò il "mostro degli organisti".. === Roma === Nel 1598, in mancanza di figli legittimi di Alfonso II d'Este, il papa Clemente VIII riportò il Ducato di Ferrara sotto il dominio dello Stato della Chiesa; da quel momento diversi musicisti ferraresi gravitarono su Roma: i tre fratelli Piccinini vi si trasferirono nel 1598 e Luzzaschi vi trascorse un periodo nel 1601. Anche Frescobaldi giunse a Roma nei primi mesi del 1601. Fu organista della basilica di Santa Maria in Trastevere da gennaio a maggio 1607. Nel giugno 1607, Frescobaldi insieme a Girolamo Piccinini, accompagnarono il prelato ferrarese Guido Bentivoglio inviato come nunzio alla corte delle Fiandre. Fu l'unico viaggio compiuto da Frescobaldi fuori dall'Italia. Qui ebbe contatto con la corte asburgica celebre per la ricchezza della vita musicale, presso la quale prestavano servizio musicisti italiani, spagnoli e inglesi, oltre che fiamminghi; tra questi, si suppone abbia avuto contatti con gli organisti di corte Peeter Cornet e Peter Philips, mentre il supposto incontro con Jan Pieterszoon Sweelinck ad Amsterdam, città sotto controllo di un'amministrazione protestante, non ha alcuna conferma. Nel 1608 pubblicò per i tipi di Phalèse, ad Anversa, il suo primo lavoro completo, una raccolta di 19 madrigali a 5 voci. Durante il viaggio di ritorno a Roma, fece tappa a Milano dove pubblicò ''Il primo libro delle Fantasie a quattro''. Tornato a Roma, succedette ancora una volta al concittadino Ercole Pasquini, come organista della Cappella Giulia nella Basilica di San Pietro, prendendo servizio il 31 ottobre 1608. Inoltre, egli entrò alle dipendenze del marchese Enzo Bentivoglio, arrivato a Roma come ambasciatore di Ferrara nell'anno 1608; tuttavia, le relazioni tra i due divennero presto difficili, per cui già nell'anno successivo vi fu una rottura. Tra il 1610 e il 1611, Frescobaldi entrò al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini. Nel 1612 nacque il suo primo figlio, Francesco, dall'unione con Orsola Travaglini Del Pino, che sposò il 12 febbraio dell'anno successivo nella chiesa di Santa Maria in Via; a questo seguirono, tra il 1613 e il 1619, Maddalena, Domenico, che fu poeta e collezionista d'arte, Stefano e Caterina. Intanto, dopo la morte di Clemente VIII la fortuna del suo patrono era notevolmente declinata. Così, nel 1614 Frescobaldi negoziò con Ferdinando Gonzaga la sua assunzione al servizio della corte di Mantova, dove si recò e suonò alla presenza del duca nel 1615. Tuttavia, egli non raggiunse il suo scopo e tornò a Roma avendo ottenuto da questa avventura solo un contributo alla pubblicazione del primo libro di Toccate, che infatti uscì nel 1614-15 in una ricca edizione incisa su rame da Nicolò Borboni. La relazione con l'Aldobrandini non fu facile, tuttavia egli rimase al suo servizio fino alla morte del cardinale, nel 1621. Inoltre, egli continuò a mantenere il posto a San Pietro ed era invitato occasionalmente come organista presso altre chiese romane per le musiche di particolari festività. Svolse anche attività d'insegnante di clavicembalo e canto per conto di membri della nobiltà che gli affidavano giovani promettenti perché ne curasse la preparazione musicale. === Firenze === Il granduca Ferdinando II de' Medici visitò Roma nel marzo 1628; Frescobaldi prese contatti con lui e gli dedicò ''Il primo libro delle canzoni a 1-4 voci'', la sua unica raccolta di musiche per gruppi strumentali. Vi ottenne un impiego come organista del granduca, presso la corte di Firenze, retribuito con un elevato stipendio. Nel 1630, pubblicò i due libri di ''Arie musicali''. Frescobaldi godette qui di alta considerazione ed era utilizzato nelle situazioni più importanti. La sua permanenza ebbe termine nel 1634. === Ritorno a Roma === Basilica dei Santi Apostoli: lapide che ricorda il luogo in cui fu sepolto Frescobaldi Frescobaldi fece ritorno a Roma nell'aprile del 1634, richiamato dal cardinale Francesco Barberini, nipote del nuovo papa Urbano VIII, ora con un salario più adeguato alla sua fama ormai consolidata. Riprese anche il suo posto di organista alla Cappella Giulia, passata sotto la direzione di Virgilio Mazzocchi. I Barberini, fortemente impegnati nell'allestimento di opere presso il Teatro Barberini alle Quattro Fontane, curiosamente, non coinvolsero il Frescobaldi nelle loro rappresentazioni, ma probabilmente lo facevano partecipare alle ''accademie'' che si svolgevano nel loro palazzo, dirette da Mazzocchi. Una delle ultime descrizioni di un'esecuzione di Frescobaldi ci viene dal musicista francese André Maugars, che nel celebre libello ''Réponse faite à un curieux'' racconta di un concerto quaresimale a cui assistette nel 1639 presso l'Oratorio del Crocifisso. Vi si eseguivano mottetti e oratori in latino combinati a brani strumentali; l'organico comprendeva un organo, due o tre violini, due o tre arciliuti e una lira, oltre, naturalmente, a un grande clavicembalo suonato da Frescobaldi. Gli strumenti alternavano brani concertati a soli improvvisati; in particolare, Maugars fu molto impressionato dalla "maniera" del cembalista, che esibiva "ogni sorta di invenzioni sopra delle note ferme dell'organo". Frescobaldi morì a Roma, dopo una breve malattia, il 1º marzo 1643. Fu sepolto nella Basilica dei Santi Apostoli. Lo stile della musica strumentale di Frescobaldi intende evocare gli ''affetti'' attraverso il suono, emulando le tecniche della cosiddetta ''seconda pratica'', seconda la celebre definizione di Claudio Monteverdi, che caratterizzavano la coeva musica vocale. Ciò contribuì ad emancipare la musica strumentale e portarla a un livello di importanza paragonabile alla musica vocale. Lo stile frescobaldiano è ben evidenziato nelle toccate, nelle partite e nelle canzoni. Tali generi di composizione sono infatti articolati in sezioni distinte e spesso contrapposte per ritmo (binario vs ternario), agogica (adagio vs allegro), dinamiche (forte vs piano), modalità (diatonico vs cromatico), Nella sua musica i virtuosismi vocali sono espressi dagli strumenti. Nelle toccate e nelle partite inserisce scale ascendenti e discendenti, trilli e abbellimenti di ogni sorta, inframezzati da momenti accordali e passi in stile imitativo. === Per strumenti a tastiera === * ''Il primo libro delle fantasie a quattro'', Milano, 1608 * ''Toccate e partite d'intavolatura di cimbalo'' libro primo, Roma, 1615. Opera rivista ed arricchita in varie ristampe. (Alla fine della IX Toccata, Frescobaldi, ben consapevole della difficoltà esecutiva della composizione, scrive "''Non senza fatiga si giunge al fin''"). * ''Recercari, et canzoni franzese fatte sopra diverse oblighi in partitura'' libro primo, Roma, 1615 * ''Il primo libro di capricci fatti sopra diversi soggetti et arie in partitura'', Roma, 1624 * ''Il secondo libro di toccate, canzone, versi d'hinni, Magnificat, gagliarde, correnti et altre partite d'intavolatura di cembalo et organo'', Roma, 1627 * ''Fiori musicali di diverse compositioni, toccate, kyrie, canzoni, capricci, e recercari, in partitura'', Venezia, 1635 * ''Canzoni alla francese in partitura'', Venezia, 1645 * Canzone, capricci, toccate, ricercari, partite, versetti manoscritti === Per gruppi strumentali === * 3 canzoni, rispettivamente a 4, 5 e 8 voci, nell'antologia di vari autori ''Canzoni per Sonare con ogni sorte di Stromenti a Quattro, Cinque & Otto, con il suo Basso generale per l'Organo'', Venezia, Raverij, 1608 * ''Canzoni da sonare a una, due, tre et quattro'' libro primo, Roma, 1628. Ristampa a Venezia nel 1634 con alcuni nuovi brani. === Musica profana === * ''Il primo libro de' madrigali'', a 5 voci, Anversa, 1608 * ''Primo Libro d'Arie Musicali Per Cantarsi Nel Gravicembalo, e Tiorba'', a 1-3 voci, Firenze, 1630 * ''Secondo Libro d'Arie Musicali Per Cantarsi Nel Gravicembalo, e Tiorba'', a 1-3 voci, Firenze, 1630 * Alcune arie a 1 e 2 voci con basso continuo in raccolte dell'epoca === Musica sacra === * ''Liber secundus diversarum modulationum'', mottetti a 1-4 voci, Roma 1627 * ''Missa sopra l'aria della monica'' a 8 voci * ''Missa sopra l'aria di Fiorenza'' a 8 voci * Alcuni mottetti a 3 e 4 voci in raccolte dell'epoca * Un mottetto manoscritto A Frescobaldi è dedicato il Conservatorio di Musica di Ferrara, nonché una via nella zona detta ''"dei musicisti"'' nel quartiere Pinciano a Roma e nella Barriera di Milano a Torino. L'ultimo brano della raccolta Musica ricercata di György Ligeti è intitolato ''Omaggio a Girolamo Frescobaldi'' ed è strutturato come un ricercare libero in stile imitativo, forma della quale Frescobaldi è stato grande innovatore. * ''Arie Musicali - Complete'', 2 CD, Modo Antiquo, Bettina Hoffmann, Brilliant Classics, Frescobaldi Edition, vol. 7 * ''Arie Musicali Libro I'', Nella Anfuso, CD Stilnovo 8821 * ''Arie Musicali Libro II'', Nella Anfuso, CD Stilnovo 8822 * ''Arie Musicali, Secondo libro'', Concerto Italiano, Rinaldo Alessandrini, Opus 111, OPS 30-106 * ''Canzoni & Partite'', Ensemble Fitzwilliam, 1993, Astrée, B000006AYQ * ''Fantasie (1608) Canzoni (1615)'', Liuwe Tamminga (organo), 2005, Accent ACC24169 * '' Works for organ'', Liuwe Tamminga (organo), 1998, Accent ACC96120D * ''Il primo libro di Capricci'', Roberto Loreggian, 2010, Brilliant * ''Il primo libro di Capricci'', Francesco Tasini, 2004, Tactus * ''Il primo libro di Capricci'', Gustav Leonhardt, 2010, Deutsche Harmonia Mundi * ''Complete Keyboard Works'', 4 Volumi, Jean-Marc Aymes, 2011, Ligia digital/Albany, 0387549902218 * ''Ricercari (1615)'', Liuwe Tamminga (organo), 2010, Passacaille 966 * ''Messa sopra l'Aria della Monica'', Il Teatro Armonico, Alessandro De Marchi, 1994, Symphonia, 2774532 * Messa sopra l'aria di Fiorenza - prima registrazione assoluta Ensemble San Felice direttore Federico Bardazzi Bongiovanni 2000
Guido Bentivoglio
Erede della tradizione storiografica iniziata da Guicciardini, le sue opere rappresentano una tappa fondamentale nell'elaborazione della moderna metodologia storica.
Guido Bentivoglio nacque a Ferrara il 4 ottobre del 1577 dal marchese Cornelio Bentivoglio e da Isabella Bendidio. Contravvenendo al divieto ai sudditi estensi di studiare in Università diverse da Ferrara, si iscrisse nel 1594 all'Università di Padova, alloggiando inizialmente presso uno dei suoi professori, l'umanista rodigino Antonio Riccoboni. Quindi ebbe come maestro Carlo Salice padovano, «buon legista, buon filosofo ben introdotto ancora in teologia, ma ben versato particolarmente nelle altre più amene e culte lettere» (''Memorie'', p. 6). Sotto la guida del Salice, scrive il Bentivoglio, A Padova, in compagnia dell'amico Cornaro, Bentivoglio frequentò Galileo che per loro «aveva esplicata in privato la sfera», e più tardi a Roma ebbe come maestro di geografia Traiano Boccalini, convinto com'era che la geografia è quella scienza «sanza il cui lume sempre si cammina al buio ne' libri storici» (''Memorie'', p. 97). Soprattutto, fin dai suoi primi studi, Bentivoglio dimostrò una particolare predilezione per la storia. Entrato nelle grazie del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII e comandante dell'esercito papale, Bentivoglio fu fatto cameriere segreto del papa, il quale gli concesse di tornare a Padova, per finirvi gli studi. Conseguita la laurea ''in utroque iure'' nell'estate del '600, Bentivoglio mise in ordine i suoi affari patrimoniali a Ferrara e si trasferì a Roma. Bentivoglio ci ha lasciato nelle sue ''Memorie'' molte utili informazioni sul suo soggiorno a Roma in qualità di cameriere segreto. Nelle ''Memorie'' parla diffusamente delle sue amicizie romane e principalmente di tre uomini, insigni per dottrina e per virtù ecclesiastica, i quali influirono in modo particolare sulla sua formazione morale ed intellettuale: Silvio Antoniano, Cesare Baronio e Roberto Bellarmino. Fu l'Antoniano a fargli conoscere il Baronio. «Questi, allorché si recava ogni sera presso il papa per la consueta confessione, volentieri s'intratteneva col giovane cameriere segreto a discorrere di storia e di politica. L'indefessa attività dell'autore dell'''Istoria ecclesiastica'' fu un esempio ed uno stimolo all'alacrità storica del Bentivoglio, il quale ben sentiva quale aiuto e sussidio la sua cognizione profonda della storia della Chiesa attraverso i secoli potesse essere al pensiero e all'azione di un futuro diplomatico della S. Sede.» Il 27 maggio 1607 venne consacrato arcivescovo titolare di Rodi. Lo stesso anno Paolo V lo inviò come nunzio apostolico nelle Fiandre, dove rimase fino al 1615 e scrisse quella ''Storia della guerra di Fiandra'', che lo avrebbe reso celebre. La sfera della giurisdizione della Nunziatura di Fiandra ''de iure'' si estendeva ai soli Paesi Bassi; ''de facto'' invece da una parte era limitata all'attuale Belgio, mentre veniva esercitata nell'Inghilterra, nella Scozia, nell'Irlanda, nella Danimarca e nella Norvegia dietro ordine del papa. E questa estensione di giurisdizione dové essere effettiva per il Bentivoglio quando si ricordi la sua ''Breve relazione di Danimarca'' (pubblicata dal Du Puy nel 1629) o la ''Relazione d'Inghilterra del 1609'' (pubblicata nelle ''Relazioni del card. Bentivoglio'', Milano 1806, pp. 203–217) o l'interesse per gli affari irlandesi e scozzesi che emerge dalle sue lettere diplomatiche. Terminata nel 1615 la nunziatura in Fiandra, Bentivoglio tornò a Roma. Ripartì nell'autunno dell'anno successivo per andare nunzio alla Corte di Francia. In qualità di nunzio Bentivoglio cercò (seguendo le istruzioni del Papa) di ottenere l'intesa tra Francia e Spagna e lottò contro la diffusione delle dottrine ugonotte e gallicane. L'11 di gennaio del 1621 fu creato cardinale con il titolo di cardinale presbitero di San Giovanni a Porta Latina da papa Gregorio XV. Posto a capo supremo dell’Inquisizione, nel 1641 fu nominato cardinale vescovo di Palestrina. Nel 1644, alla morte di Urbano VIII sperò di essergli eletto successore, ma fu eletto il cardinal Giovanni Battista Pamphilj, con il nome di Innocenzo X. Bentivoglio morì a Roma il 7 settembre di quello stesso anno, e fu sepolto nella Chiesa di San Silvestro al Quirinale. Il cardinale Bentivoglio fu uno dei più grandi mecenati della Roma barocca. Protesse il musicista Girolamo Frescobaldi, il poeta Giovan Battista Marino, il pittore Claude Lorrain e lo scultore François Duquesnoy detto ''Il Fiammingo'', che ne realizzò un celebre ritratto. Fu lui ad attirare l'attenzione di papa Barberini su Claude Lorrain. Non stupisce che il giovane van Dyck, durante il suo soggiorno romano (1622-1623), abbia trovato proprio nel Bentivoglio un protettore di vaglia. Secondo il Bellori, uno dei primi biografi di Van Dyck, il pittore «fu trattenuto in corte del cardinale Bentivoglio amorevole della natione fiamminga, per essere egli dimorato in Fiandra, e per havere scritta quella historia, che vive immortale». Molto probabilmente, il giovane Van Dyck risiedette come ospite nel palazzo del fratello di Bentivoglio sul Quirinale e lì dipinse opere per il cardinale. Bentivoglio commissionò a Van Dyck un piccolo crocifisso (oggi perduto) e il suo celebre ritratto a figura intera, che molto probabilmente fu dipinto nelle stanze dello stesso palazzo dove abitavano sia il patrono che il pittore. François Duquesnoy, ''Busto del cardinale Guido Bentivoglio'', Dublino, National Gallery of Ireland Nel 1629 fece pubblicare ad Anversa le ''Relazioni in tempo delle nunziature di Fiandra'', nelle quali mostrò un grande interesse per le tematiche politiche, presentate in modo equilibrato. Due anni dopo diffuse il saggio ''Lettere famigliari e politiche'', che confermò la sua abilità come studioso di diplomazia e politica, mentre tra il 1632 e il 1639 uscì l'opera storica ''Della guerra di Fiandra''. In essa vengono descritte, con stile eloquente e di grande raffinatezza letteraria, le guerre religiose e civili nei Paesi Bassi, che Bentivoglio osservò con occhio attento, oltre che per l'esperienza diretta durante le missioni diplomatiche in quei luoghi, anche per il coinvolgimento diretto di ben quattro fratelli e due nipoti. Nel 1648 uscirono postume le sue ''Memorie''. Le ''Relazioni'', pubblicate per la prima volta da Ericio Puteano (l'umanista Henri Dupuy) ad Anversa nel 1629 e più volte riedite in seguito (Colonia 1650, Parigi 1651, etc.) furono tradotte in inglese da Henry Carey, II conte di Monmouth (Londra 1652) e in francese da Pierre Gaffardi (Parigi 1642). La prima parte ''Della guerra di Fiandra'' fu pubblicata in otto libri a Colonia nel 1632 e riedita in dieci libri sempre a Colonia nel 1633; la seconda parte fu pubblicata in sei libri a Colonia nel 1636; la terza in otto libri a Colonia nel 1639. Questa edizione è considerata la migliore. Ne venne pubblicata un'altra in 3 volumi in ottavo (1635, 1636 e 1640) più volte riedita e tradotta in varie lingue: in inglese dal conte di Monmouth (Londra 1654), in spagnolo da Basilio Varen de Soto (Madrid 1645) e in francese da Antoine Oudin (Parigi 1634) e dall'abate Loiseau canonico di Orleans (Parigi 1769 4 voll. in duodecimo). Enorme fu la fortuna dell'opera: considerata uno dei capolavori della storiografia moderna fu lodata da Giovanni Ciampoli (''Lettere'', Bologna 1679, p. 17), Agostino Mascardi (''Dell'arte istorica'', III, Venezia 1636, p. 296), Francesco De Sanctis (''La giovinezza: ricordi'', Napoli 1983, p. 57), ed Eduard Fueter (''Storia della storiografia moderna'', Napoli 1944, pp. 154 ss.). John Adams, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America, pensava che quella di Bentivoglio fosse “la storia più perfetta e completa” (“the most full and compleat history”). L'opera di Bentivoglio deve il suo successo soprattutto ai suoi pregi formali: «vi si trovava compendiata per la prima volta in una narrazione stilisticamente unitaria e leggibile da chiunque con piacere, la materia concernente un avvenimento storico importante, che finora si era dovuta andare ad attingere da diverse esposizioni cariche per lo più di dettagli tecnico-militari ed aventi il carattere di memorie.» Le lettere scritte al tempo delle sue nunziature di Fiandra e di Francia, pubblicate la prima volta a Colonia nel 1631 e riedite a Parigi (1635), Venezia (1636) etc. furono tradotte in francese da Giovanni Veneroni e più volte ristampate in Francia col testo italiano. Nel 1807 uscì a Parigi, presso Didot, un'edizione a cura di Giosafatte Biagioli delle ''Lettere del Cardinal Bentivoglio'', in tre volumi, che contenevano anche ''Notes grammaticales et philologiques'' in francese. Le ''Memorie'', pubblicate dopo la sua morte ad Amsterdam nel 1648 furono riedite lo stesso anno a Venezia. L'abate di Vayrac ne fece una traduzione francese, pubblicata a Parigi nel 1713 in 2 voll. in duodecimo. Tutte le sue opere ad eccezione delle ''Memorie'' sono state edite insieme a Parigi nel 1645, ristampate ivi nel 1648 e, con un nuovo frontespizio e con l'aggiunta delle ''Memorie'', a Venezia nel 1668. Claude Mellan, ''Il Cardinal Guido Bentivoglio'' (1633) * * * ** L'opera fu tradotta in inglese da Henry Carey, II conte di Monmouth, con il titolo '' The Compleat History of the Warrs of Flanders'', London, Humphrey Moseley, 1654, in spagnolo da Basilio Varen ('' Las guerras de Flandes desde la mverte del emperador Carlos V. hasta la conclusion de la Tregua de doze años'', Amberes, por Geronymo Verdussen, 1687), e in francese da Antoine Oudin ('' Histoire de la guerre de Flandre'', Paris, chez Anthoine de Sommaville, Toussainct Quinet, Nicolas & Jean de la Coste, 1634) * * * ** * ** ** * * * Durante il suo periodo di cardinalato Guido Bentivoglio partecipò ai conclavi: * conclave del 1623, che elesse papa Urbano VIII * conclave del 1644, che elesse papa Innocenzo X, ma non giunse alla elezione poiché morì durante i lavori del conclave Non aveva invece partecipato al conclave del 1621 che elesse papa Gregorio XV. La genealogia episcopale è: * Arcivescovo Filippo Archinto * Papa Pio IV * Cardinale Giovanni Antonio Serbelloni * Cardinale Carlo Borromeo * Cardinale Gabriele Paleotti * Cardinale Ludovico de Torres * Cardinale Guido Bentivoglio d'Aragona La successione apostolica è: * Vescovo Guillaume du Vair (1618) * Vescovo Michel Raoul de La Guibourgère (1618) * Vescovo François Lefèvre de Caumartin (1618) * Arcivescovo Claude de Rebé (1622) * Vescovo Michael Dalmeras (1623) * Cardinale Bernardino Spada (1623) * Vescovo Scipione Tancredi (1624) * Vescovo Alderano Bellatto (1624) * Vescovo Paolo Coccapani (1625) * Vescovo John Roche (1627) * Vescovo Placido Padiglia, O.S.B.Cel. (1627) * Vescovo Costantino Testi, O.P. (1628) * Vescovo Alessandro Rangoni (1628) * Vescovo Patrick Comerford, O.S.A. (1629) * Vescovo Alvise Marcello, C.R.S. (1635) * Arcivescovo Sebastiano Pisani (1639)
Giro delle Fiandre
Il '''Giro delle Fiandre''' è una corsa in linea maschile di ciclismo su strada professionistico, una delle cinque cosiddette "classiche monumento", che si svolge annualmente nelle Fiandre, in Belgio: si disputa di regola la prima domenica di aprile, una settimana prima della Parigi-Roubaix, ed è in ordine di calendario la prima delle grandi classiche della "''campagna del Nord''", cioè il gruppo di corse che si corrono in primavera tra Francia, Belgio e Paesi Bassi .
Il belga Roger De Vlaeminck mentre scala il Koppenberg Ideata dal giornalista Karel Van Wynendaele, fondatore del giornale ''Sportwereld'', la corsa si tenne per la prima volta il 25 maggio 1913: quella prima edizione prevedeva un percorso di 330 chilometri che passava in tutte le più caratteristiche località del Belgio, come Gand e Bruges, nel cuore delle Fiandre. Vi parteciparono 37 corridori. Interrotta dopo due sole edizioni a causa della Prima guerra mondiale, la corsa riprese nel 1919. Da allora si è tenuta ininterrottamente, unica grande classica a non aver subito interruzioni durante la Seconda guerra mondiale. I plurivincitori della corsa sono Achiel Buysse, Fiorenzo Magni, Eric Leman, Johan Museeuw, Tom Boonen e Fabian Cancellara con tre vittorie ciascuno. Magni è il solo ad aver vinto tre edizioni consecutive, dal 1949 al 1951, tripletta che gli ha valso il soprannome di "Leone delle Fiandre". Gli elementi caratterizzanti di questa corsa sono i "muri", tratti di salita brevi ma molto ripidi, spesso pavimentati in pavé. Negli ultimi anni il percorso del Fiandre si svolge sulla distanza di 250–260 km e attraversa, anche più di una volta durante la stessa gara, circa 15-18 muri. L'edizione 2017 ha preso il via dalla città di Anversa. Il muro più famoso e difficile è considerato il Muro di Grammont, o "Muur van Geraardsbergen" in fiammingo. Presente nel percorso dal 1969 al 2011, costituiva in genere la penultima difficoltà della corsa, posta a circa 15 km dall'arrivo, e molto spesso uno dei punti decisivi per le sorti della gara. Lo spostamento del traguardo, deciso a partire dall'edizione 2012, da Meerbeke, ove si arrivava dal 1973, a Oudenaarde ha comportato però l'esclusione del Muro di Grammont dal percorso. Nell'edizione del 2017 il ''Muur-Kapelmuur (''nome uffiiciale del Muro di Grammont) è stato reintrodotto nel percorso di gara. Altri celebri muri, tutti per intero o almeno in parte pavimentati in pavé, sono il Vecchio Kwaremont, o "Oude Kwaremont", il Bosberg, inserito per la prima volta nel 1975 e fino al 2011 ultima asperità della gara, il Koppenberg, il Molenberg e il Paterberg, dal 2012 ultimo muro prima del traguardo dopo l'esclusione del Bosberg. Le brevi e ripide colline delle Ardenne fiamminghe sono una caratteristica distintiva del Giro, luoghi in cui gli spettatori si riuniscono in grandi masse per vedere la gara. Nelle ultime edizioni i muri inclusi nel percorso sono stati da 17 a 19. Ogni salita ha le sue caratteristiche. Ad esempio, il Kwaremont è lungo ben 2,2 km, ma è relativamente poco ripido. Il Paterberg invece è breve ma la pendenza è brutalmente ripida, al 20%. Il Koppenberg è il muro più ripido della corsa, con pendenza al 22%, con una strada molto stretta e un pavé molto irregolare. Altre salite famose includono l'Eikenberg, Molenberg e il Taaienberg. ;Muri Per l'edizione 2017 i muri del Giro delle Fiandre sono: Numero Nome Km al traguardo Pavimentazione Lunghezza (m) Pendenza media Pendenza massima 1 Oude Kwaremont 145 ciottoli 2.200 4,2% 11,6% 2 Kortekeer 134 asfalto 1.000 6,4% 17,1% 3 Eikenberg 127 ciottoli 1.200 5,2% 10% 4 Wolvenberg 124 asfalto 645 7,9% 17,3% 5 Leberg 115 asfalto 950 4,2% 13,8% 6 Berendries 111 asfalto 940 7% 12,3% 7 Tenbosse 106 ciottoli 450 6,9% 8,7% 8 Muur/Kapelmuur 95 ciottoli 750 9% 20% 9 Pottelberg 77 asfalto 1.353 6,5% 6,5% 10 Kanarieberg 71 asfalto 1.000 7,7% 14% 11 Oude Kwaremont 55 ciottoli 2.200 4,2% 11,6% 12 Paterberg 51 ciottoli 360 9,4% 22% 13 Koppenberg 45 ciottoli 700 11,6% 22% 14 Steenbeekdries 40 ciottoli 700 5,3% 12,8% 15 Taaienberg 37 ciottoli 530 6,6% 15.8% 16 Kruisberg/Hotond 26 ciottoli 2.500 5% 9% 17 Oude Kwaremont 17 ciottoli 2.200 4,2% 11,6% 18 Paterberg 13 ciottoli 360 9,4% 22% ''Aggiornato all'edizione 2021.'' Anno Vincitore Secondo Terzo 1913 Paul Deman Joseph Van Daele Victor Doms 1914 Marcel Buysse Henri Van Lerberghe Pierre Van De Velde 1915-18 ''non disputate a causa della prima guerra mondiale'' 1919 Henri Van Lerberghe Léon Buysse Jules Van Hevel 1920 Jules Van Hevel Albert Dejonghe Alphonse Van Hecke 1921 René Vermandel Jules Van Hevel Louis Budts 1922 Léon Devos Jean Brunier Francis Pélissier 1923 Heiri Suter Charles Deruyter Albert Dejonghe 1924 Gérard Debaets René Vermandel Félix Sellier 1925 Julien Delbecque Joseph Pé Hector Martin 1926 Denis Verschueren Gustaaf Van Slembrouck Raymond Decorte 1927 Gérard Debaets Gustaaf Van Slembrouck Maurice Dewaele 1928 Jan Mertens Auguste Mortelmans Louis Delannoy 1929 Joseph Dervaes Georges Ronsse Alfred Hamerlinck 1930 Frans Bonduel Aimé Dossche Emilie Joly 1931 Romain Gijssels César Bogaert Jean Aerts 1932 Romain Gijssels Alfons Deloor Alfred Hamerlinck 1933 Alphons Schepers Léon Tommies Romain Gijssels 1934 Gaston Rebry Alphons Schepers Félicien Vervaecke 1935 Louis Duerloo Éloi Meulenberg Corneille Leemans 1936 Louis Hardiquest Edgard De Caluwé François Neuville 1937 Michel D'Hooghe Hubert Deltour Louis Hardiquest 1938 Edgard De Caluwé Sylvère Maes Marcel Kint 1939 Karel Kaers Romains Maes Edward Vissers 1940 Achiel Buysse Georges Christiaens Alberic Schotte 1941 Achiel Buysse Gustave Van Overloop Odiel Van Den Meerschaut 1942 Alberic Schotte Georges Claes Robert Van Eenaeme 1943 Achiel Buysse Albert Sercu Camille Beeckman 1944 Rik Van Steenbergen Alberic Schotte Jef Moerenhout 1945 Sylvain Grysolle Albert Sercu Jef Moerenhout 1946 Rik Van Steenbergen Louis Thiétard Alberic Schotte 1947 Emiel Faignaert Roger De Smet Henry Renders 1948 Alberic Schotte Albert Ramon Marcel Rijckaert 1949 Fiorenzo Magni Valère Ollivier Alberic Schotte 1950 Fiorenzo Magni Alberic Schotte Louis Caput 1951 Fiorenzo Magni Bernard Gauthier Attilio Redolfi 1952 Roger Decock Loretto Petrucci Alberic Schotte 1953 Wim van Est Désiré Keteleer Bernard Gauthier 1954 Raymond Impanis François Mahé Alphonse Vandenbrande 1955 Louison Bobet Hugo Koblet Rik Van Steenbergen 1956 Jean Forestier Stan Ockers Léon Van Daele 1957 Fred De Bruyne Joseph Planckaert Norbert Kerckhove 1958 Germain Derycke Willy Truye Angelo Conterno 1959 Rik Van Looy Frans Schoubben Gilbert Desmet 1960 Arthur De Cabooter Jean Graczyk Rik Van Looy 1961 Tom Simpson Nino Defilippis Jo de Haan 1962 Rik Van Looy Michel Van Aerde Norbert Kerckhove 1963 Noël Foré Frans Melckenbeeck Tom Simpson 1964 Rudi Altig Benoni Beheyt Jo de Roo 1965 Jo de Roo Edward Sels Georges Vanconingsloo 1966 Edward Sels Adriano Durante Georges Vandenberghe 1967 Dino Zandegù Noël Foré Eddy Merckx 1968 Walter Godefroot Rudi Altig Jan Janssen 1969 Eddy Merckx Felice Gimondi Marino Basso 1970 Eric Leman Walter Godefroot Eddy Merckx 1971 Evert Dolman Frans Kerremans Cyrille Guimard 1972 Eric Leman André Dierickx Frans Verbeeck 1973 Eric Leman Freddy Maertens Eddy Merckx 1974 Cees Bal Frans Verbeeck Eddy Merckx 1975 Eddy Merckx Frans Verbeeck Marc Demeyer 1976 Walter Planckaert Francesco Moser Marc Demeyer 1977 Roger De Vlaeminck Walter Godefroot Jan Raas 1978 Walter Godefroot Michel Pollentier Gregor Braun 1979 Jan Raas Marc Demeyer Daniel Willems 1980 Michel Pollentier Francesco Moser Jan Raas 1981 Hennie Kuiper Frits Pirard Jan Raas 1982 René Martens Eddy Planckaert Rudy Pevenage 1983 Jan Raas Ludo Peeters Marc Sergeant 1984 Johan Lammerts Sean Kelly Jean-Luc Vandenbroucke 1985 Eric Vanderaerden Phil Anderson Hennie Kuiper 1986 Adrie van der Poel Sean Kelly Jean-Philippe Vandenbrande 1987 Claude Criquielion Sean Kelly Eric Vanderaerden 1988 Eddy Planckaert Phil Anderson Adrie van der Poel 1989 Edwig Van Hooydonck Herman Frison Dag Otto Lauritzen 1990 Moreno Argentin Rudy Dhaenens John Talen 1991 Edwig Van Hooydonck Johan Museeuw Rolf Sørensen 1992 Jacky Durand Thomas Wegmüller Edwig Van Hooydonck 1993 Johan Museeuw Frans Maassen Dario Bottaro 1994 Gianni Bugno Johan Museeuw Andrei Tchmil 1995 Johan Museeuw Fabio Baldato Andrei Tchmil 1996 Michele Bartoli Fabio Baldato Johan Museeuw 1997 Rolf Sørensen Frédéric Moncassin Franco Ballerini 1998 Johan Museeuw Stefano Zanini Andrei Tchmil 1999 Peter Van Petegem Frank Vandenbroucke Johan Museeuw 2000 Andrei Tchmil Dario Pieri Romāns Vainšteins 2001 Gianluca Bortolami Erik Dekker Denis Zanette 2002 Andrea Tafi Johan Museeuw Peter Van Petegem 2003 Peter Van Petegem Frank Vandenbroucke Stuart O'Grady 2004 Steffen Wesemann Leif Hoste Dave Bruylandts 2005 Tom Boonen Andreas Klier Peter Van Petegem 2006 Tom Boonen Leif Hoste George Hincapie 2007 Alessandro Ballan Leif Hoste Luca Paolini 2008 Stijn Devolder Nick Nuyens Juan Antonio Flecha 2009 Stijn Devolder Heinrich Haussler Philippe Gilbert 2010 Fabian Cancellara Tom Boonen Philippe Gilbert 2011 Nick Nuyens Sylvain Chavanel Fabian Cancellara 2012 Tom Boonen Filippo Pozzato Alessandro Ballan 2013 Fabian Cancellara Peter Sagan Jürgen Roelandts 2014 Fabian Cancellara Greg Van Avermaet Sep Vanmarcke 2015 Alexander Kristoff Niki Terpstra Greg Van Avermaet 2016 Peter Sagan Fabian Cancellara Sep Vanmarcke 2017 Philippe Gilbert Greg Van Avermaet Niki Terpstra 2018 Niki Terpstra Mads Pedersen Philippe Gilbert 2019 Alberto Bettiol Kasper Asgreen Alexander Kristoff 2020 Mathieu van der Poel Wout Van Aert Alexander Kristoff 2021 Kasper Asgreen Mathieu van der Poel Greg Van Avermaet === Vittorie per nazione === ''Aggiornato al 2021.'' Pos. Nazione Vittorie 1 69 2 11 11 4 4 5 3 6 2 2 8 1 1 1 === Plurivincitori === Sei corridori hanno ottenuto tre vittorie: Fiorenzo Magni è uno dei 6 corridori che hanno vinto il Giro delle Fiandre per 3 volte (1949, 1950 e 1951) e per questo era stato soprannominato "il Leone delle Fiandre" dagli stessi belgi * Achiel Buysse nel 1940, 1941 e 1943; * Fiorenzo Magni nel 1949, 1950 e 1951; * Eric Leman nel 1970, 1972 e 1973; * Johan Museeuw nel 1993, 1995 e 1998; * Tom Boonen nel 2005, 2006 e 2012; * Fabian Cancellara nel 2010, 2013 e 2014. Undici corridori hanno ottenuto due successi: * Gerard Debaets nel 1924 e 1927; * Romain Gijssels nel 1931 e 1932; * Briek Schotte nel 1942 e 1948; * Rik Van Steenbergen nel 1944 e 1946; * Rik Van Looy nel 1959 e 1962; * Walter Godefroot nel 1968 e 1978; * Eddy Merckx nel 1969 e 1975; * Jan Raas nel 1979 e 1983; * Edwig Van Hooydonck nel 1989 e 1991; * Peter Van Petegem nel 1999 e 2003; * Stijn Devolder nel 2008 e 2009.
Giulietta Masina
Considerata una delle migliori attrici italiane della sua generazione, la Masina lasciò un'impronta indelebile nella storia del cinema italiano soprattutto grazie alle sue grandi interpretazioni dei film di Fellini, in particolare ''La strada'' e ''Le notti di Cabiria''. Durante la sua lunga carriera vinse numerosi premi tra cui un David di Donatello , quattro Nastro d'argento, un Globo d'oro, il premio alla migliore interpretazione femminile sia al Festival di Cannes che a quello di San Sebastián e un premio onorario al Festival di Berlino; a questi si aggiungono anche due candidature ai premi BAFTA a riprova del successo che ebbe anche all'estero; di lei Charlie Chaplin disse ''"è l'attrice che ammiro maggiormente"''.
Giulietta Masina con Federico Fellini Figlia del violinista e professore di musica Gaetano Masina e della maestra Angela Flavia Pasqualini, visse dall'età di quattro anni in poi a Roma presso una zia di origine milanese rimasta vedova. Frequentò il ginnasio e il liceo dalle Suore Orsoline, dove, incoraggiata dalla zia, cominciò a coltivare la passione per la recitazione. Sin dalla stagione 1941-1942 partecipò a numerosi spettacoli di prosa, danza e musica nell'ambito del Teatro Universitario nei locali dello Stadium Urbis, che poi diventerà il Teatro Ateneo. In quella seguente (1942-1943) entrò nella ''Compagnia del Teatro Comico Musicale'' dove si esibì come ballerina, cantante e attrice in diverse operette e commedie brillanti. Firma di Giulietta Masina Nel 1942 Giulietta incontrò negli studi dell'EIAR Federico Fellini. Già nel luglio 1943 la coppia si presentò ai genitori di lei. Dopo l'8 settembre 1943 la loro unione conobbe un'accelerazione: Fellini, invece di rispondere alla chiamata alla leva, convolò a nozze con Giulietta il 30 ottobre. Nei primi mesi vissero insieme nella casa della zia milanese della moglie. Intanto il sodalizio artistico era già avviato: dal 1942 la giovane studentessa di Lettere, nonché attrice, interpretò il personaggio di Pallina, prima fidanzata e poi moglie bambina di Cico. Le disavventure della giovane coppia vennero trasmesse all'interno della rivista radiofonica ''Terziglio'', per riprendere nel dopoguerra in una serie autonoma intitolata ''Le avventure di Cico e Pallina'', interrotta dopo quattordici puntate nel febbraio del 1947. La Masina e Fellini ebbero un figlio, Pier Federico, nato il 22 marzo 1945 e morto appena undici giorni dopo la nascita, il 2 aprile. Dal 1968 al 1976 tenne una rubrica su La Stampa, ''Risponde Giulietta Masina'', parte della pagina settimanale ''Cronache per le donne'' (di cui era responsabile Alba de Céspedes). Una selezione di risposte date ai lettori è confluita nel volume ''Il diario degli altri''. Giulietta Masina morì il 23 marzo 1994, all'età di settantatré anni, per un tumore ai polmoni (cinque mesi dopo la scomparsa di Fellini avvenuta il 31 ottobre 1993). Entrambi sono sepolti nel cimitero di Rimini. La loro tomba è marcata dal monumento "Le Vele", opera dello scultore Arnaldo Pomodoro. Prima di morire chiese che fosse il trombettista Mauro Maur, «la sua tromba», a suonare il tema de "La strada" di Nino Rota ai suoi funerali.. Nel ventennale della morte le maggiori istituzioni culturali e cinematografiche italiane - con il patrocinio dell'Accademia del Cinema Italiano / Premio David di Donatello - la ricordarono con la mostra "Giulietta Masina, l'Oscar di Federico Fellini" al Teatro dei Dioscuri (Roma), a cura di Simone Casavecchia e Fiammetta Terlizzi. Giulietta Masina nei panni di Gelsomina, nel film ''La strada'' === Il cinema === A parte il ruolo di comparsa che svolse nel capolavoro di Roberto Rossellini, ''Paisà'' (è una ragazza che scende le scale di un palazzo), Giulietta Masina esordì nel cinema nel 1948 in un film diretto da Alberto Lattuada, ''Senza pietà'', dove interpretò insieme a Carla Del Poggio il ruolo della mondana di aspetto minuto e di buon cuore che la accompagnerà per buona parte della sua carriera in film diretti da Carlo Lizzani, Giuseppe Amato e Renato Castellani. Ma è insieme al marito che raggiunse la notorietà a livello mondiale con il ruolo di Gelsomina nel film ''La strada'' (1954), dove recitò accanto ad Anthony Quinn e Richard Basehart, e poi con ''Il bidone'' (1955), con Broderick Crawford e ancora Basehart, senza dimenticare il primo film firmato da Fellini con Lattuada, ''Luci del varietà'' (1950), sempre con Carla Del Poggio e Peppino De Filippo. Nel 1957 raggiunse probabilmente l'apice della carriera nel ruolo di Cabiria nel film ''Le notti di Cabiria'' (che aveva già affrontato in piccola misura nel primo film diretto dal marito, ''Lo sceicco bianco'' del 1951). Nel 1958 interpretò una commovente figura di donna in Fortunella per la regia di Eduardo De Filippo, con Alberto Sordi (parte drammatica del rigattiere) e lo stesso De Filippo. Dello stesso anno ''Nella città l'inferno'' di Renato Castellani in cui è possibile vederla recitare accanto ad Anna Magnani. Fellini la dirigerà ancora nel suo primo film a colori, ''Giulietta degli spiriti'' (1965) insieme a Mario Pisu e, vent'anni più tardi, nel malinconico ''Ginger e Fred'' (1985) proprio accanto a Marcello Mastroianni, nella parte di due ex ballerini di ''tip-tap'' popolarissimi durante la guerra col nome d'arte preso a prestito dai celebri Fred Astaire e Ginger Rogers, invitati nel rutilante e magniloquente ''show'' televisivo ''Ed ecco a voi...'', campionario di varia umanità mostrata come fenomeno da baraccone sacrificato alle esigenze dell'''audience'' e interrotto in maniera ossessiva da ''spot'' pubblicitari. Nel 1969, con il ruolo di ''Gabrielle'' ed inserita in un ricco cast condotto da Katharine Hepburn, partecipò al bizzarro film hollywoodiano ''La pazza di Chaillot'' di Bryan Forbes e John Huston. === La televisione === In televisione apparve negli anni settanta in due sceneggiati di buon successo, ''Eleonora'' (1973) diretto da Silverio Blasi e ''Camilla'' (1976) diretto da Sandro Bolchi, tratto dal romanzo ''Un inverno freddissimo'' di Fausta Cialente. Giulietta Masina in compagnia del giornalista Carlo Mazzarella e di Mario Monicelli, 1958 Fece il suo ingresso in radio nel 1941 recitando con Nella Maria Bonora e Franco Becci, all'epoca voci assai popolari. Si fece subito notare nella trasmissione di successo ''Terziglio'', basata sulle avventure dei fidanzati Cico e Pallina, recitati insieme all'annunciatore Angelo Zanobini e scritti da un versatile redattore umorista della rivista satirica ''Marc'Aurelio'', Federico Fellini, che sposò il 30 ottobre 1943 e col quale instaurò un intenso sodalizio artistico e affettivo, tra i più importanti nella storia dello spettacolo italiano. Nel 1945, dopo la fine della guerra si laureò in Lettere e Filosofia all'Università "La Sapienza". Recitò ancora nel Teatro Universitario durante la stagione 1945-1946 nella pièce ''Angelica'', scritta e diretta da Leo Ferrero e interpretata insieme a un altro giovane attore destinato alla celebrità, Marcello Mastroianni. Tornerà poi per l'ultima volta sul palcoscenico nel 1951, con ''Gli innamorati''. Tra il 1966 e il 1969 fu la conduttrice di una popolare rubrica radiofonica, ''Lettere a Giulietta Masina'', che in seguito raccoglierà in un libro. === Prosa radiofonica === * ''La strada dei re'', di Giovanni Gigliozzi, regia di Guglielmo Morandi, trasmessa il 24 gennaio 1943. * ''Sale d'aspetto'', di Federico Fellini, regia di Claudio Fino, trasmessa il 29 gennaio 1943. * ''Il terziglio'', Lezioni di nuoto, a cura di Dino Falconi, Jovinelli e Bonelli, regia di Claudio Fino, trasmessa il 27 febbraio 1943. Ne ''Il bidone'' con Richard Basehart Giulietta Masina nel film ''Le notti di Cabiria'' Con Marcello Mastroianni nel film ''Ginger e Fred'' * ''Paisà'', regia di Roberto Rossellini (1946) * ''Senza pietà'', regia di Alberto Lattuada (1948) * ''Luci del varietà'', regia di Alberto Lattuada e Federico Fellini (1950) * ''Persiane chiuse'', regia di Luigi Comencini (1951) * ''Sette ore di guai'', regia di Vittorio Metz e Marcello Marchesi (1951) * ''Cameriera bella presenza offresi...'', regia di Giorgio Pàstina (1951) * ''Wanda, la peccatrice'', regia di Duilio Coletti (1952) * ''Il romanzo della mia vita'', regia di Lionello De Felice (1952) * ''Lo sceicco bianco'', regia di Federico Fellini (1952) * ''Europa '51'', regia di Roberto Rossellini (1952) * ''Ai margini della metropoli'', regia di Carlo Lizzani (1953) * ''Lo scocciatore (Via Padova 46)'', regia di Giorgio Bianchi (1953) * ''Donne proibite'', regia di Giuseppe Amato (1954) * ''Cento anni d'amore'' (episodio ''Purificazione''), regia di Lionello De Felice (1954) * ''La strada'', regia di Federico Fellini (1954) * ''Buonanotte... avvocato!'', regia di Giorgio Bianchi (1955) * ''Il bidone'', regia di Federico Fellini (1955) * ''Le notti di Cabiria'', regia di Federico Fellini (1957) * ''Fortunella'', regia di Eduardo De Filippo (1958) * ''Nella città l'inferno'', regia di Renato Castellani (1958) * ''La donna dell'altro'' (''Jons und Erdme''), regia di Victor Vicas (1959) * ''La gran vita'' (''Das kunstseidene Mädchen''), regia di Julien Duvivier (1960) * ''Giulietta degli spiriti'', regia di Federico Fellini (1965) * ''Scusi, lei è favorevole o contrario?'', regia di Alberto Sordi (1966) * ''Non stuzzicate la zanzara'', regia di Lina Wertmüller (1967) * ''La pazza di Chaillot'' (''The madwoman of Chaillot''), regia di Bryan Forbes e John Huston (1969) * ''Block-notes di un regista'', regia di Federico Fellini (1969) * ''Eleonora'', regia di Silverio Blasi (1973) - film TV * ''Camilla'', regia di Sandro Bolchi (1976) - film TV * ''Ginger e Fred'', regia di Federico Fellini (1985) * ''Sogni e bisogni'', regia di Sergio Citti (1985) * ''La signora della neve'' (''Frau Holle''), regia di Juraj Jakubisko (1986) * ''Un giorno, forse...'' (''Aujourd'hui, peut-être...''), regia di Jean-Louis Bertuccelli (1991) Giulietta Masina premiata al Giffoni Film Festival nel 1986. * '''David di Donatello''' ** 1966 - Migliore attrice protagonista per ''Giulietta degli spiriti'' ** 1982 - Medaglia D'oro Del Ministro per il Turismo e lo Spettacolo ** 1986 - David speciale ** 1986 - ''Candidatura'' Migliore attrice protagonista per ''Ginger e Fred'' * '''Nastri d'argento''' ** 1949 - Migliore attrice non protagonista per ''Senza pietà'' ** 1951 - Migliore attrice non protagonista per ''Luci del varietà'' ** 1958 - Migliore attrice protagonista per ''Le notti di Cabiria'' ** 1959 - ''Candidatura'' Migliore attrice protagonista per ''Fortunella'' ** 1966 - ''Candidatura'' Migliore attrice protagonista per ''Giulietta degli spiriti'' ** 1986 - Migliore attrice protagonista per ''Ginger e Fred'' * '''Globo d'oro''' ** 1986 - Migliore attrice per ''Ginger e Fred'' * '''BAFTA''' ** 1956 - ''Candidatura'' Migliore attrice protagonista per ''La strada'' ** 1959 - ''Candidatura'' Migliore attrice protagonista per ''Le notti di Cabiria'' * '''Festival di Cannes''' ** 1957 - Prix d'interprétation féminine per ''Le notti di Cabiria'' * '''Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián''' ** 1957 - Concha de Plata alla migliore attrice per ''Le notti di Cabiria'' === Album === * 1980 - ''Karol Wojtyła - Poesie'' (RCA, PL 31490, LP) con Romolo Valli === Singoli === * 1975 ''Non voglio niente...!/Senza età'' (BASF, 06 13331-Q, 7") con Marco Tolli * Il trombettista Mauro Maur suonò, come aveva già fatto per quelli di Federico Fellini, durante i funerali di Giulietta Masina. Fu in occasione del balletto ''La strada'' su musiche di Nino Rota che Mauro Maur, prima tromba del teatro dell'Opera e solista internazionale, conobbe Giulietta Masina, che lo chiamò sul palcoscenico vicino a lei abbracciandolo con commozione. L'ultima volta che Mauro Maur incontrò la Masina, fu dopo aver suonato ai funerali di Federico Fellini. Quando lo vide, con dolcezza e malinconia, lo chiamò ''La mia tromba''. Forse le ricordava i bei momenti del 1953 quando impersonava Gelsomina nel film ''La strada''. L'ultima disposizione di Giulietta fu che, per i suoi funerali Mauro Maur suonasse anche per lei. * Caetano Veloso ha dedicato all'attrice italiana una sua canzone intitolata appunto ''Giulietta Masina''. * Liv Ullmann, nel suo primo libro autobiografico del 1976 ''Cambiare'', così descrive un suo incontro con Giulietta Masina: "Pranzo in casa Fellini, Ingmar si era seduto in un angolo con Giulietta Masina, moglie di Fellini, e lei, vinta la timidezza, aveva cominciato a cantare. La vidi andare nel giardino e cogliere fiori. Tornò poco dopo e ce ne diede uno per uno. Sorrideva sempre. Ma si muoveva in punta di piedi, per non attirare l'attenzione".
Graphics Interchange Format
'''Graphics Interchange Format''' è un formato di file per immagini digitali di tipo bitmap utilizzato nella grafica digitale, inventato il 15 giugno 1987 da una squadra guidata da Steve Wilhite. L'estensione .gif viene usata per i file di grafica memorizzati secondo uno standard definito da CompuServe e divenuto molto diffuso grazie a Internet.
È stato introdotto nel 1987 da CompuServe per fornire un formato adatto alle immagini a colori, rimpiazzando il precedente formato RLE solo in bianco e nero, e la prima versione venne pubblicata come ''87a'', successivemente nel 1989, CompuServe diffuse una versione migliorata, denominata 89a, che aggiunse il supporto per la trasparenza e le immagini multiple. È possibile distinguere le due versioni esaminando i primi sei byte del file che, se interpretati come caratteri ASCII, riportano rispettivamente le scritte ''GIF87a'' e ''GIF89a''. Il formato GIF si diffuse perché utilizzava l'algoritmo non distruttivo di compressione LZW, molto più efficiente dell'RLE adottato da altri formati immagine come il PCX e MacPaint. Con la nascita e lo sviluppo del ''World Wide Web'', il formato divenne uno di quelli maggiormente e comunemente usati nelle pagine web, assieme al JPEG. Il brevetto originale sul formato è scaduto nel giugno 2003 negli Stati Uniti d'America e nel 2004 nel resto del mondo. === Caratteristiche === Il numero massimo di colori visualizzabili è 256 ma tra i punti di forza di questo formato vi sono la possibilità di creare immagini animate; molto spesso viene usato per le animazioni e in secondo piano per le immagini fisse. "GIF" spesso è pronunciato all'inglese con la ''g'' dura (''ghif''), ma la pronuncia definita dai suoi creatori nella documentazione ufficiale è con la ''g'' dolce (''gif''). Anche la caratteristica opzionale di interlacciamento, che memorizza le linee in un ordine tale da rendere riconoscibile un'immagine solo parzialmente scaricata, contribuì ad incrementare la popolarità del GIF, permettendo agli utilizzatori di riconoscere anzitempo gli scaricamenti errati. La possibilità di memorizzare più immagini in un unico file di tipo GIF89a, accompagnate da dati di controllo, è spesso utilizzata per creare semplici animazioni. === I colori === Il formato GIF prevede l'utilizzo di un numero massimo di 256 colori essendo basato sull'uso della tavolozza (palette) VGA. Ogni colore all'interno della tavolozza è definito da una terna di valori (RGB: rosso, verde, blu) delle dimensioni di un byte (quindi di valore compreso tra 0 e 255) consentendo quindi di definire, per ogni colore, 256×256×256 sfumature, ovvero circa 16,8 milioni di colori distinti. La tavolozza, in questo caso, consta quindi di 256 colori, scelti tra i 16,8 milioni di colori distinti, i quali vengono appunto numerati da 0 a 255; ciò permette di rappresentare ogni singolo pixel con un solo byte che fa riferimento alla posizione del colore nella tavolozza. Al contrario, altri formati grafici, utilizzano una terna di valori RGB per ogni singolo pixel. Esiste una tecnica per simulare un numero maggiore di colori contemporanei (dithering), accostando pixel di colore diverso, simile alla retinatura della stampa in quadricromia. Tuttavia questo sistema tende a ''sgranare'' l'immagine e non sempre il risultato è migliore di un'immagine senza l'uso di questa tecnica. In linea generale, il dithering ha una resa migliore nella rappresentazione di immagini fotografiche o con molte sfumature mentre è sconsigliato per immagini ''al tratto'' o clipart. L'uso di questa tecnica, inoltre, può diminuire sensibilmente la comprimibilità dell'immagine. Un singolo colore della tavolozza può essere, opzionalmente, definito come trasparente e quindi, in fase di visualizzazione, viene sostituito con il colore di sfondo o con l'immagine sottostante. Questa caratteristica differisce dal canale alfa in quanto non permette di rappresentare la semitrasparenza; il risultato è paragonabile all'effetto di chroma key. Con questa opzione è possibile creare immagini non rettangolari. === Unisys ed il brevetto su LZW === L'algoritmo di compressione LZW sul quale è basato il formato GIF, è un brevetto di CompuServe e Unisys. Prima del 1994, le compagnie in questione non pretesero il pagamento di alcun diritto. Alla fine del dicembre 1994 CompuServe e Unisys annunciarono che avrebbero cominciato a richiedere il pagamento dei diritti di utilizzo del brevetto per qualunque programma commerciale capace di creare file in formato GIF. Ormai l'utilizzo di immagini in formato GIF era così diffuso che alle aziende non rimaneva che pagare. Il comune desiderio di un formato libero da brevetti e con meno restrizioni tecniche portò alla definizione del formato PNG. Il brevetto sull'algoritmo LZW negli Stati Uniti è decaduto il 20 giugno 2003, quindi Unisys e Compuserve non possono più chiedere il pagamento dei diritti in questo paese. Questo giorno è stato battezzato da alcuni il "GIF Liberation Day". Lo stesso brevetto in Europa, Giappone e Canada è scaduto rispettivamente il 18 giugno, 20 giugno e 7 luglio 2004. Anche IBM deteneva un brevetto su questo algoritmo ma non se ne è mai avvalsa.
Giaglione
'''Giaglione''' è un comune italiano di 609 abitanti della città metropolitana di Torino, in Piemonte. Il paese è sito in alta Val di Susa posto a circa 6 chilometri dopo Susa , sulla strada che porta al colle del Moncenisio . Si estende all'imbocco di tre valli: la Val di Susa, la Val Cenischia e la Val Clarea. Dopo aver vissuto per molti anni dei frutti dell'agricoltura montana ultimamente ha scoperto una vocazione turistica.
Le prime tracce risalgono all'VIII secolo. Probabilmente per via della posizione quasi dominante sulla Val di Susa, era la Signoria di ricche famiglie della valle che risiedevano in alcuni castelli fortificati (ancora visibile quello delle Menate). Intorno al 1230 la potente famiglia degli Aschieri De Jalliono fece costruire in posizione strategica il Castello Superiore. * La chiesa parrocchiale (in posizione fortemente panoramica: lo sguardo può spaziare su tutta la Val Cenischia e il Rocciamelone a Nord, su tutta la Valle di Susa sino a Torino e al Colle della Maddalena a Est, sulla catena dell'Orsiera-Rocciavrè e su Gravere a Sud, verso l'Alta Valle Susa a Ovest) con affreschi e retable lignei. * Il Museo diocesano d'arte sacra (Giaglione) in questa sede presenta notevoli reperti della tradizione scultorea lignea a cavallo tra Valle di Susa e Maurienne * Il castagno monumentale, vicino alla chiesa parrocchiale di San Vincenzo (200 anni di età presunta) * Nella frazione di Santo Stefano lungo un'antica via di transito transalpina si trova una modesta Cappella che però ospita, sulla parete esterna, un grande affresco del XV secolo, raffigurante la ''"Cavalcata dei vizi, le virtù e le pene dell'inferno".'' * Nella parte bassa del paese si trova il Castello di Menate. * Il Castello Superiore, risalente al 1230, è ridotto a pochi ruderi. * Nei dintorni si trova la zona naturalistica della Val Clarea. ===Evoluzione demografica=== ===Tradizioni e folclore=== ==== Danza degli Spadonari ==== La Danza degli Spadonari è una danza popolare di origine ancora oggi incerta, ma probabilmente può essere ricondotta ai riti pagani di propiziazione per favorire la fertilità della terra e l'abbondanza del raccolto. Il confronto con alcune incisioni rupestri della Valcenischia (figure di armati di spada), stilisticamente attribuibili alla media età del Ferro (V-IV secolo a.C.), lascia supporre un'origine protostorica di tale danza. Il collegamento al tema della fertilità è suggerito da alcuni particolari del costume: il pesante copricapo (l'elemento più rappresentativo) è completamente ricoperto da fiori variopinti. L'abbigliamento è molto ricco di particolari e i tessuti utilizzati sono pregiati: il corpetto che ricopre i pantaloni blu e la camicia bianca è di tessuto damascato arricchito con ricami, pizzi, lustrini, frange e chiuso con alamari. Intorno alla vita viene annodato un grembiule della stessa stoffa e con le stesse decorazioni del corpetto. L'abbigliamento è completato da guanti bianchi e scarpe nere. Gli Spadonari utilizzano lunghi spadoni dritti (lou sabro) con impugnatura in legno decorata e borchie in metallo che facilitano la presa. Caratteristica è la loro marcia in quanto non procedono a passi, ma a salti. Durante il percorso, accompagnati dalla Banda Musicale di Giaglione, compiono diverse evoluzioni. L'esibizione della Danza degli Spadonari avviene in concomitanza della festa patronale di San Vincenzo martire (il 22 gennaio), si ripete la domenica successiva e alla festa della Madonna del Rosario la prima domenica di ottobre, e consiste nella danza degli stessi nel piazzale antistante la chiesa, con l'accompagnamento della Banda. I protagonisti della festa sono i quattro "giovani" spadonari, le sei priore (tre coppie di età diversa) e la giovane portatrice del bran (lou bran), una struttura in legno con base di 90 centimetri e alta oltre 2 metri: un disco fissato alla base e due manici permettono a una giovane donna nubile di portarlo in equilibrio sulla testa durante la processione. Interamente ricoperto da una ricca decorazione di nastri, fiori e frutta, alla base accoglie una particolare forma di pane a ciambella preparato per l'occasione e che viene distribuito alla comunità giaglionese alla fine della S.S. Messa. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune. === Gemellaggi === * , 14 agosto 2010 === Altre informazioni amministrative === Il comune faceva parte della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone.
Galassia di Andromeda
La '''Galassia di Andromeda''' è una galassia a spirale gigante che dista circa 2,538 milioni di anni luce dalla Terra in direzione della costellazione di Andromeda, da cui prende il nome. Si tratta della galassia di grandi dimensioni più vicina alla nostra, la Via Lattea; è visibile anche a occhio nudo ed è tra gli oggetti più lontani visibili senza l'ausilio di strumenti. La Galassia di Andromeda è la più grande del Gruppo Locale, un gruppo di galassie di cui fanno parte anche la Via Lattea e la Galassia del Triangolo, più circa cinquanta altre galassie minori, molte delle quali satelliti delle principali. Secondo studi pubblicati negli anni duemila, derivati dalle osservazioni del telescopio spaziale Spitzer, conterrebbe circa un bilione di stelle , un numero di gran lunga superiore a quello della Via Lattea, stimato tra i 200 e i 400 miliardi di stelle. Sulla massa ci sono tuttavia opinioni discordanti: alcuni studi indicano un valore di massa per la Via Lattea pari all'80% di quello di Andromeda, mentre, secondo altri, le due galassie avrebbero dimensioni di massa simili. Alcuni studi suggeriscono però che la Via Lattea contenga più materia oscura e potrebbe così essere quella con la massa più grande. Con una magnitudine apparente pari a 3,4, la Galassia di Andromeda è uno degli oggetti più luminosi del catalogo di Messier.
Mappa per individuare la Galassia di Andromeda. La Galassia di Andromeda si individua con estrema facilità: una volta individuata la costellazione di appartenenza e in particolare la stella Mirach (), si prosegue in direzione nordovest seguendo l'allineamento delle stelle e , in direzione NE/SW, fra Perseo e Pegaso, per arrivare a identificare una macchia a forma di fuso, allungato in senso nordest-sudovest; è possibile notarlo anche ad occhio nudo se il cielo è in condizione ottimali e senza inquinamento luminoso. Un binocolo 8×30 o 10×50 non mostra molti più dettagli, ma consente di individuare la satellite M32; un telescopio da di apertura consente di notare che la regione centrale è più luminosa, anche se non notevolmente rispetto al resto del fuso, il quale degrada dolcemente verso il fondo cielo specialmente ai lati nordest e sudovest. Ingrandimenti eccessivi non consentono di avere una visione di insieme. La Galassia di Andromeda può essere osservata da entrambi gli emisferi terrestri, sebbene la sua declinazione settentrionale favorisca notevolmente gli osservatori dell'emisfero nord; dalle regioni boreali si presenta estremamente alta nel cielo nelle notti d'autunno, mostrandosi persino circumpolare dalle regioni più settentrionali e della fascia temperata medio-alta, come l'Europa centro-settentrionale e il Canada, mentre dall'emisfero australe resta sempre molto bassa, ad eccezione delle aree prossime all'equatore. È comunque visibile da buona parte delle aree abitate della Terra. Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale è quello compreso fra settembre e marzo; nell'emisfero boreale è uno degli oggetti più caratteristici dei cieli autunnali. la Grande Nebulosa di Andromeda ripresa da Isaac Roberts. La prima osservazione della Galassia di Andromeda messa per iscritto risale al 964 ed è stata condotta dall'astronomo persiano Abd al-Rahmān al-Sūfi, il quale la descrisse come una "piccola nube" nel suo Libro delle stelle fisse; anche altre carte celesti, (tra cui quelle olandesi) risalenti allo stesso periodo la riportano con la definizione di "Piccola Nube". La prima descrizione dell'oggetto basata sulle osservazioni telescopiche fu fatta da Simon Marius il 15 dicembre del 1612, il quale la definì come "la luce di una candela osservata attraverso un corno traslucido". Charles Messier la inserì in seguito nel suo celebre catalogo col numero 31 nell'anno 1764, accreditando erroneamente Marius come scopritore, non essendo a conoscenza del precedente libro di Sufi. Nel 1785, l'astronomo William Herschel notò un debole alone rossastro nella regione centrale di M31; egli credeva che si trattasse della più vicina fra tutte le "grandi nebulose" e, basandosi sul colore e la magnitudine della nube, stimò (scorrettamente) una distanza non superiore a 2000 volte la distanza di Sirio. William Huggins nel 1864 osservò lo spettro di M31 e notò che era differente da quello delle nebulose gassose; gli spettri di M31 mostravano un continuum di frequenze, sovrapposte a linee scure, molto simile a quello delle singole stelle: da ciò dedusse che si doveva trattare di un oggetto di natura stellare. Nel 1885 fu osservata nell'alone di M31 una supernova, catalogata come S Andromedae, la prima e l'unica osservata finora nella galassia; all'epoca dato che M31 era considerato un oggetto "vicino", si credeva che si trattasse di un evento molto meno luminoso, chiamato nova, così fu indicata come "Nova 1885". Le prime immagini fotografiche della galassia furono prese nel 1887 da Isaac Roberts dal suo osservatorio privato nel Sussex; la lunga esposizione permise di mostrare, per la prima volta, che M31 possiede una struttura a spirale. Tuttavia si credeva ancora che si trattasse di una nebulosa compresa nella nostra Galassia e Roberts pensò erroneamente che si trattasse di una nube a spirale in cui si formano sistemi simili al nostro sistema solare, dove le nubi satelliti sarebbero state dei pianeti in formazione. La velocità radiale di M31 rispetto al sistema solare fu misurata nel 1912 da Vesto Slipher all'Osservatorio Lowell, utilizzando uno spettroscopio; il risultato fu la più alta velocità radiale mai misurata fino ad allora, di ben 300 km/s, in avvicinamento al Sole. === Scoperta della natura delle galassie === Nel 1917 Heber Curtis osservò una nova nei bracci di M31; ricercando nelle lastre fotografiche, ne scoprì altre 11; Curtis scrisse che queste novae possedevano una magnitudine apparente media di 10, più deboli di quelle che si osservano nella Via Lattea. Come risultato, egli pose la Galassia di Andromeda alla distanza di , diventando così il proponente della teoria dei cosiddetti "universi-isola", secondo la quale le nebulose a spirale non sono altro che insiemi di gas e stelle simili alla nostra Via Lattea, indipendenti fra loro. Nel 1920 ebbe luogo il Grande Dibattito fra Harlow Shapley e Heber Curtis, in cui si discuteva della natura della Via Lattea, delle "nebulose a spirale" e delle dimensioni dell'Universo; per supportare l'ipotesi che la "Grande Nebulosa di Andromeda" fosse in realtà una galassia indipendente, Curtis riportò pure l'esistenza di linee oscure che ricordano le nubi di polvere tipiche della nostra Galassia, come pure il notevole effetto Doppler. Nel 1922 Ernst Öpik presentò un metodo astrofisico molto semplice per stimare la distanza di M31, secondo cui la "nube" risultava essere distante 450 kpc (quasi 1,5 milioni di anni luce). Edwin Hubble risolse il dilemma nel 1925, quando per la prima volta identificò alcune variabili Cefeidi in alcune foto della galassia create nell'Osservatorio di Monte Wilson, rendendo così molto più accurata la misurazione della distanza; le sue misurazioni infatti dimostrarono inequivocabilmente che M31 è una galassia indipendente situata a notevole distanza dalla nostra. Questa galassia svolge un ruolo importante negli studi galattici, dato che si tratta della galassia spirale gigante più vicina a noi. Nel 1943 Walter Baade risolse per la prima volta alcune singole stelle nella regione centrale della galassia; basandosi sulle sue osservazioni, egli fu in grado di distinguere due distinte popolazioni di stelle in base alla loro metallicità: chiamò il gruppo più giovane e vicino al disco "Tipo I" e le più vecchie e tendenti al rosso presenti nel bulge "Tipo II". Questo sistema di classificazione delle popolazioni stellari, per altro già notato in precedenza da Jan Oort, fu in seguito esteso alle stelle della Via Lattea e in generale di tutte le galassie note. Baade scoprì inoltre che sono presenti due tipi di variabili Cefeidi, che comportò un raddoppio della distanza stimata di M31, come pure delle galassie del resto dell'Universo. La prima mappa alle onde radio della Galassia di Andromeda fu completata negli anni cinquanta da John Evan Baldwin e dai suoi collaboratori nel Cambridge Radio Astronomy Group; il core della galassia è chiamato 2C 56 nel catalogo radioastronomico 2C. ultravioletti (GALEX). La Galassia di Andromeda è in avvicinamento alla Via Lattea alla velocità di circa 400.000 km/h, pertanto è una delle poche galassie a mostrare un spostamento verso il blu; dato il movimento del Sole all'interno della nostra Galassia, si ricava che le due galassie si avvicinano alla velocità di 100–140 km/s. Le due galassie potrebbero così collidere in un tempo stimato sui 2,5 miliardi di anni: in quel caso probabilmente si fonderanno dando origine ad una galassia ellittica di grandi proporzioni; tuttavia, la velocità tangenziale di M31 rispetto alla Via Lattea non è ben conosciuta, creando così incertezza sul quando la collisione avverrà e sul come essa procederà. Scontri di questo tipo sono frequenti nei gruppi di galassie. Dopo la scoperta di un secondo tipo di Cefeidi più deboli, nel 1953, la distanza della Galassia di Andromeda è stata raddoppiata; negli anni novanta le misurazioni del satellite Hipparcos furono usate per ricalibrare le distanze delle Cefeidi, portando così la distanza della galassia al valore provvisorio di 2,9 milioni di anni luce. === Stime recenti di distanza === Per determinare la distanza della galassia sono state utilizzate quattro tecniche distinte. Nel 2003, utilizzando le fluttuazioni di luminosità superficiale infrarosse, rivedendo il valore periodo-luminosità e utilizzando una correzione della metallicità di −0,2 mag dex−1 in (O/H), si è ricavata una distanza di 2,57 ± 0,06 milioni di anni luce (787 ± 18 kpc). Utilizzando il metodo delle variabili Cefeidi, il valore ottenuto nel 2004 è di 2,51 ± 0,13 milioni di anni luce (770 ± 40 kpc). Nel 2005 è stata annunciata la scoperta di una stella binaria a eclisse appartenente alla Galassia di Andromeda; questo sistema, catalogato come M31VJ00443799+4129236, è formato da due stelle blu luminose e calde di classe spettrale O e B. Studiando l'eclisse delle stelle, che avviene ogni 3,54969 giorni, gli astronomi sono stati in grado di misurare il loro diametro; conoscendo il loro diametro e le temperature, si è potuta ottenere la magnitudine assoluta dei due astri, che rapportata alla magnitudine apparente ha fornito un valore di distanza pari a 2,52 ± 0,14 milioni di anni luce (770 ± 40 kpc); pertanto questa distanza può essere presa come un valore medio per la galassia. Questo valore si inquadra perfettamente fra i valori precedentemente identificati e viene accettato come estremamente accurato, a prescindere dalla scala Cefeidi-distanza. NGC 206, la nube stellare più brillante della Galassia di Andromeda. La sua vicinanza consente pure di poter utilizzare delle stime basate sulle giganti rosse; tramite questa tecnica è stato trovato sempre nel 2005 un valore di 2,56 ± 0,08 milioni di anni luce (785 ± 25 kpc). Facendo una media delle distanze ottenute coi vari metodi si ottiene una stima di 2,54 ± 0,06 milioni di anni luce (778 ± 17 kpc); basandosi sulle distanze citate, è stato stimato un diametro della galassia pari a . === Massa === Le stime della massa della Galassia di Andromeda, inclusa la materia oscura danno un valore di circa , mentre quella della Via Lattea sarebbe di : la massa di M31 sarebbe dunque inferiore a quella della Via Lattea, nonostante le sue dimensioni siano superiori; tuttavia il tasso di imprecisione sarebbe troppo largo per poter confermare questo valore. Di fatto, M31 contiene molte più stelle della Via Lattea e possiede un diametro notevolmente maggiore. In particolare, M31 avrebbe molte più stelle comuni rispetto alla Via Lattea e la sua luminosità è doppia rispetto a quella della nostra; tuttavia, il tasso di formazione stellare della Via Lattea è molto più alto: la Galassia di Andromeda produce stelle per circa una massa solare all'anno, mentre nella nostra Galassia si stima che se ne producano 3-5 all'anno. Anche il tasso di supernovae è doppio rispetto a quello di M31. Ciò suggerisce che M31 abbia sperimentato un'intensa fase di formazione stellare nel suo passato, mentre la Via Lattea è nel mezzo di una di queste fasi; ciò potrebbe anche significare che in futuro le stelle della Via Lattea potrebbero diventare numerose così come si osserva in M31. La Galassia di Andromeda vista agli infrarossi dallo Spitzer Space Telescope. Basandosi sul suo aspetto alla luce visibile, la Galassia di Andromeda è classificata come di tipo SA(s) b nella sequenza di Hubble; tuttavia, i dati provenienti dal monitoraggio 2MASS mostrano che il bulge di M31 possiede una struttura leggermente allungata, il che implica che si potrebbe trattare di una galassia a spirale barrata con l'asse della barra disposto quasi esattamente lungo la nostra linea di vista. Nel 2005 le osservazioni fatte con il Telescopio Keck mostrarono che i tenui filamenti di stelle che si estendono al di fuori della galassia fanno in realtà parte del disco principale; ciò comporta che il disco a spirale della galassia è tre volte più grande di quanto si credesse (il diametro attualmente stimato della galassia è di circa anni luce; in precedenza si pensava fosse compreso fra i e i anni luce). La galassia è inclinata di 77° rispetto alla linea di vista della Terra (un angolo di 90° corrisponde ad una vista perfettamente di taglio). Le analisi della sua forma dimostrano che il disco possiede una accentuata distorsione (''warp'') a "S" e non una forma piatta; una possibile causa di questo warp potrebbe essere l'influenza gravitazionale delle galassie satelliti, come pure una remota influenza della Galassia del Triangolo, ma mancano ancora le misurazioni di distanza e velocità radiale in grado di confermare questa ipotesi. Gli studi spettroscopici hanno fornito misure molto dettagliate della curva di rotazione di M31 a varie distanze dal nucleo. In prossimità di questo, a una distanza di 1300 anni luce, la velocità di rotazione raggiunge un picco di ; successivamente decresce fino a un minimo a 7000 anni luce di distanza, dove potrebbe essere pari ad appena 50 km/s; più all'esterno la velocità aumenta di nuovo fino a anni luce di distanza, dove raggiunge picchi di 250 km/s; a anni luce dal nucleo si stabilizza sui 200 km/s. Queste misurazioni implicano una massa concentrata di circa nella regione del nucleo; la massa totale della galassia aumenta linearmente fino ai anni luce, dove inizia poi a rallentare. Nella galassia sono state anche scoperte delle sorgenti multiple di raggi X, tramite le osservazioni dell'osservatorio orbitante XMM-Newton dell'ESA; alcuni scienziati hanno ipotizzato che si tratti di possibili buchi neri o di stelle di neutroni, che riscaldano il gas in avvicinamento fino a milioni di kelvin, provocando l'emissione raggi X. Lo spettro delle stelle di neutroni è lo stesso dei buchi neri ipotizzati, ma le due ipotesi potrebbero essere distinguibili in base alla massa. === Nucleo === Immagine dell'Hubble che mostra la doppia struttura del nucleo della Galassia di Andromeda. ''NASA/ESA''. La Galassia di Andromeda ospita nel suo centro reale un ammasso di stelle molto denso e compatto; in grandi telescopi è possibile osservare le stelle immerse nel bulge diffuso circostante. La luminosità del nucleo supera quella dei più luminosi ammassi globulari. Nel 1991, studiando le immagini ottenute con il Telescopio Spaziale Hubble delle regioni più interne del nucleo, si è scoperto che la galassia ospita un doppio nucleo, formato da due concentrazioni separate da 1,5 parsec (circa 5 anni luce); la concentrazione più luminosa, catalogata come P1, è decentrata rispetto al vero centro galattico, mentre la concentrazione minore, P2, ricade esattamente al centro e contiene un buco nero di 108 M☉. La spiegazione più accreditata è quella secondo la quale P1 è una proiezione di un disco di stelle in un'orbita eccentrica attorno al buco nero centrale; anche P2 contiene un disco compatto di stelle calde di classe A, le quali non sono evidenti in filtri rossi, mentre alle luci blu e ultravioletta dominano il nucleo, rendendo P2 più luminosa di P1 a queste lunghezze d'onda. Inizialmente si era ritenuto che la parte più brillante del doppio nucleo fosse il resto di un'antica galassia nana "cannibalizzata" da M31, ma attualmente quest'ipotesi non è più considerata una spiegazione plausibile: questi nuclei infatti avrebbero avuto una vita estremamente breve a causa della disgregazione mareale del buco nero centrale; infatti la parte più brillante non possiede buchi neri per potersi stabilizzare. Inoltre l'addensamento secondario non sembra essere un nucleo galattico e non vi è comunque evidenza di un'interazione profonda fra galassie. === Bracci di spirale === Spitzer agli infrarossi, 24 micrometri. (Credit:NASA/JPL-Caltech/K. Gordon Università dell'Arizona) I bracci di spirale della Galassia di Andromeda sono segnati da una serie di regioni H II che Baade descrisse come una fila di perline; appaiono molto frequenti, sebbene siano più separate fra loro e meno frequenti che nella nostra Galassia. Le immagini rettificate della galassia mostrano una comune galassia spirale con i bracci avvolti in senso orario; sono presenti dei bracci maggiori continui separati fra loro da un minimo di anni luce e possono essere seguiti dall'esterno fino a una distanza di circa anni luce dal nucleo; ciò può essere notato dallo spostamento di nubi di idrogeno neutro dalle stelle. Nel 1998 le immagini dell'Infrared Space Observatory dell'ESA hanno dimostrato che la forma complessiva della Galassia di Andromeda potrebbe essere uno stadio transitorio verso una galassia ad anello; il gas e le polveri della galassia sono infatti distribuite generalmente attorno ad alcune strutture anulari, fra le quali una di grandi proporzioni alla distanza di anni luce dal centro. Questo anello è nascosto alla luce visibile, poiché è composto da polveri fredde. Studi al dettaglio delle regioni interne della galassia mostrano un piccolo anello di polveri che si crede sia stato causato da un'interazione con la vicina M32 avvenuta più di 200 milioni di anni fa; le simulazioni mostrano che la piccola galassia satellite passò attraverso il disco di M31 lungo l'asse polare. Questa collisione strappò via la metà della massa originaria di M32 e creò la struttura anulare visibile ora in M31. === Alone galattico === Mayall II, un grande ammasso globulare ripreso dal Telescopio Spaziale Hubble. L'alone galattico di M31 è comparabile a quello della Via Lattea, dove le stelle dell'alone sono principalmente povere in metalli e la loro povertà aumenta con la distanza; ciò indica che le due galassie hanno seguito un modello evoluzionistico comune. Probabilmente sono cresciute assimilando circa 100-200 galassie di piccola massa nel corso degli ultimi 12 miliardi di anni; le stelle dell'alone esteso della Galassia di Andromeda e della Via Lattea potrebbero arrivare ad occupare fino a un terzo della distanza che separa le due galassie. Associati a M31 ci sono circa 460 ammassi globulari; il più massiccio di questi, catalogato come Mayall II e soprannominato "''Globular One''", possiede una luminosità superiore a qualunque altro ammasso globulare noto nel Gruppo Locale di galassie. Mayall II contiene alcuni milioni di stelle ed è due volte più luminoso di Omega Centauri, l'ammasso globulare più luminoso conosciuto nella Via Lattea. Contiene inoltre alcune popolazioni stellari e una struttura troppo massiccia per un normale ammasso globulare; per questa ragione alcuni considerano Mayall II un residuo del nucleo di una galassia nana cui M31 ha strappato via le stelle esterne in un lontano passato. Il globulare con la luminosità apparente più alta vista dalla nostra prospettiva, è però G76, che si trova nella metà orientale del braccio di sud-ovest. Nel 2005 gli astronomi hanno scoperto inoltre un nuovo tipo di ammasso stellare; la sua particolarità consiste nel fatto che contiene centinaia di migliaia di stelle, un numero simile a quello osservabile negli ammassi globulari, da cui si distinguono perché sono molto più estesi (fino ad alcune centinaia di anni luce di diametro) e centinaia di volte meno densi. La distanza fra le stelle è, inoltre, molto più grande nei nuovi ammassi estesi scoperti. M32, la galassia satellite di Andromeda meglio conosciuta, insieme alla Galassia del Triangolo, ovvero la M33. Così come la Via Lattea, anche la Galassia di Andromeda possiede un sistema di galassie satelliti, consistente di 14 galassie nane conosciute; le meglio note e le più facili da osservare sono M32 e M110. Basandosi sulle evidenze, sembra che M32 subì un incontro ravvicinato con la Galassia di Andromeda nel passato: M32 potrebbe infatti essere stata una galassia più grande di come appare attualmente e il suo disco di stelle sarebbe stato strappato via da M31, la quale assunse una forma distorta e aumentò il tasso di formazione stellare nelle regioni del nucleo, che terminò in un passato relativamente recente. Anche M110 sembra essere in interazione con M31 e gli astronomi hanno scoperto nell'alone di quest'ultima una corrente di stelle ricche in metalli che sembra siano state strappate da entrambe le galassie satelliti. M110 contiene una banda di polveri, che potrebbe essere indice di un recente fenomeno di formazione stellare, una cosa insolita per una galassia nana ellittica, che di solito è quasi completamente priva di gas e polveri. Nel 2006 si è scoperto che nove delle galassie satelliti si trovano lungo un piano che interseca il nucleo della Galassia di Andromeda, anziché essere distribuite casualmente come sarebbe lecito aspettarsi in caso di interazioni indipendenti; ciò potrebbe significare che le galassie satelliti hanno un'origine mareale comune. + '''Galassie satelliti di M31 scoperte prima del 1900''' Nome Tipo Distanzadal Sole(10⁶︎ a.l.) Magnitudine Scopritore Annoscoperta M32 cE2 2,65 ± 0,10 +9,0 Guillaume Le Gentil 1749 M110 E5 pec 2,69 ± 0,09 +8,9 Charles Messier 1773 NGC 185 dSph/dE3 2,08 ± 0,15 +10,1 William Herschel 1787 NGC 147 dSph/dE5 2,67 ± 0,18 +10,5 John Herschel 1829
Galassia del Triangolo
La '''Galassia del Triangolo''', conosciuta anche con il nome di '''M33''' e di '''NGC 598''', è una galassia a spirale di tipo SAcd distante circa 3 milioni di anni luce dalla Terra e situata nella costellazione del Triangolo. Nel mondo anglosassone M33 è anche informalmente chiamata ''Pinwheel Galaxy'' in alcune pubblicazioni amatoriali di astronomia, ma anche in alcuni comunicati ufficiali di siti professionali. Tuttavia sia la '''banca dati''', astronomica SIMBAD, che contiene i nomi e le designazioni formali di vari oggetti astronomici, che diversi altri siti per l'astronomia amatoriale indicano con il nome di "Pinwheel Galaxy" la galassia M101.
M33 ripresa nell'infrarosso dal telescopio spaziale Spitzer Mappa per individuare la Galassia del Triangolo. La Galassia del Triangolo è la seconda galassia non nana più vicina alla Via Lattea dopo la Galassia di Andromeda (M31). Può essere vista con un binocolo sotto cieli bui, attraverso il quale si presenta come una macchia ovaleggiante e dai contorni irregolari; sotto un cielo eccezionalmente buono, dove l'inquinamento luminoso è sufficientemente basso, è persino possibile notarla ad occhio nudo, tramite la visione distolta. Infatti, essendo un oggetto diffuso, la sua visibilità è fortemente influenzata anche da una piccola quantità di inquinamento luminoso e può variare dalla possibilità di vedere facilmente l'oggetto in visione diretta in cieli molto scuri fino a scrutarlo con molta difficoltà in visione distolta in cieli sopra aree rurali e suburbane. Se per la maggior parte delle persone la galassia del Triangolo è l'oggetto visibile più distante in assoluto, osservatori esperti affermano di aver osservato ad occhio nudo M81 e Centaurus A, due galassie più lontane e con una luminosità apparente più bassa di M33. VST La Galassia del Triangolo fu probabilmente scoperta prima del 1654 da Giovanni Battista Hodierna, che potrebbe averla accorpata insieme all'ammasso aperto NGC 752; fu poi riscoperta indipendentemente da Charles Messier, che la catalogò con il nome di M33 il 25 agosto 1764. M33 venne infine riosservata e ricatalogata indipendentemente pure da William Herschel, l'11 settembre 1784, assegnandole il numero H V.17. Venne identificata come "nebulosa a spirale" da William Parsons e fu una delle prime galassie in assoluto in cui si è notata una struttura spiraliforme, sebbene all'epoca non si conoscesse ancora la vera natura delle "nebulose" a spirale. Herschel inoltre catalogò la regione H II (una nebulosa ad emissione contenente idrogeno ionizzato) più brillante della galassia del Triangolo come H III.150, separatamente dalla galassia. La regione H II, che finì poi con l'avere la designazione NGC 604, si trova nell'angolo nord-est di M33 ed è una delle regioni H II più grandi conosciute con un diametro di quasi e uno spettro elettromagnetico simile a quello della Nebulosa di Orione. Herschel notò inoltre altre tre regioni H II più piccole appartenenti in realtà alla galassia del Triangolo che presero il nome di NGC 588, NGC 592 e NGC 595. M33 è stato l'oggetto di studio mirato per testare una nuova tecnologia di osservazione, sviluppata appositamente per il telescopio spaziale Webb, basata su migliaia di micro-otturatori azionabili singolarmente per campionare singoli oggetti celesti. Il telescopio sperimentale, lanciato il 28 ottobre 2019, ha studiato la dinamica dei gas espulsi dalle supernove localizzate nella galassia del Triangolo. La regione H II NGC 604 all'interno della Galassia del Triangolo. La Galassia del Triangolo è una galassia piuttosto piccola rispetto alle sue vicine — la Via Lattea e la Galassia di Andromeda — ma in realtà ha dimensioni medie rispetto alle altre galassie spirali presenti nell'Universo. In particolare è il terzo membro del Gruppo Locale per grandezza, dopo la Galassia di Andromeda e la Via Lattea, e potrebbe essere un compagno della stessa Galassia di Andromeda a cui è gravitazionalmente legata. La Galassia Nana dei Pesci I (o LGS 3), una delle piccole galassie membro del Gruppo Locale, è un satellite di M33. Dal punto di vista della sua conformazione M33 è un esempio di spirale a fiocchi. Le galassie a spirale possono presentare bracci omogenei e ben definiti, oppure bracci in cui le polveri e i gas non sono distribuiti in maniera uniforme ma aggregati in collassi locali. Si pensa che la distribuzione più o meno omogenea del materiale galattico dipenda dalla forza di un'onda di densità che trasporta il materiale e, in effetti, dà origine ai bracci stessi. Se l'onda di densità è potente, il materiale si dispone in bracci netti ed omogenei; se invece l'onda è debole o assente, il materiale si aggrega in grumi. Quest'ultima situazione dà origine al tipico aspetto "fioccoso" delle galassie a spirale a fiocchi. La galassia del Triangolo possiede un nucleo con caratteristiche spettrali simili a quelle di una regione H II e quindi non presenta fenomeni violenti tipici dei nuclei galattici attivi o delle galassie di Seyfert. Nel 2005, usando osservazioni di due maser d'acqua ai lati opposti della galassia ottenute con il VLBA, alcuni astronomi riuscirono a stimare per la prima volta la rotazione angolare e il moto proprio della galassia del Triangolo. La velocità calcolata è pari a circa , relativa alla Via Lattea, il che vuol dire che M33 si sta muovendo verso la galassia di Andromeda. L'osservatorio spaziale a raggi X Chandra ha trovato nel 2007 l'evidenza di un buco nero di appartenente alla galassia del Triangolo; l'oggetto, chiamato M33 X-7, orbita attorno ad una stella compagna che lo eclissa ogni 3,5 giorni. Finora nella galassia non sono state osservate supernove, sono state osservate sei nove. Immagine ai raggi X della nebulosa NGC 604 in M33, ottenuta dall'osservatorio spaziale orbitale Chandra. I primi tentativi di misurare la distanza della galassia del Triangolo risalgono alla fine degli anni ottanta applicando la relazione di Tully-Fisher che lega la luminosità intrinseca di una galassia con l'ampiezza della propria curva di rotazione o la relazione periodo-luminosità di stelle variabili Cefeidi o di tipo Mira. Le misure ottenute tipicamente oscillano fra . I valori più precisi tuttora disponibili della distanza della Galassia del Triangolo provengono da tre differenti metodi: utilizzando le variabili Cefeidi, alcuni astronomi hanno stimato nel 2004 una distanza di 2,77 ± 0,13 milioni di anni luce (850 ± 40 kpc); sempre nel 2004 è stata calcolata una distanza di 2,59 ± 0,08 milioni di anni luce (794 ± 23 kpc) studiando la cima del ramo delle giganti rosse del diagramma HR di M33. Infine nel 2006 un gruppo di astronomi ha annunciato la scoperta di una binaria ad eclisse nella galassia del Triangolo. Dallo studio delle eclissi fra le due stelle gli astronomi sono riusciti a misurarne le dimensioni che, insieme alla temperatura, ha permesso la stima della magnitudine assoluta delle due stelle e quindi della distanza, dal confronto con la magnitudine apparente. Ne risulta che i due oggetti, e quindi M33, sono distanti circa 3,1 ± 0,2 milioni di anni luce (940 ± 70 kpc). Facendo una media pesata di tutte le stime finora effettuate, la distanza di M33 risulta essere pari a circa 2,88 ± 0,90 milioni di anni luce (884 ± 276 kpc). * Nella serie videoludica di Crysis, la Galassia del Triangolo ospita il pianeta natale dei Ceph, la razza aliena principale antagonista della serie. * La razza aliena degli Shi'ar, presente nei fumetti Marvel Comics, è originaria della Galassia del Triangolo.
Grande Nube di Magellano
La '''Grande Nube di Magellano''' è una galassia nana, probabilmente satellite della Via Lattea, e la più grande delle due Nubi di Magellano. Data la sua relativamente breve distanza di soli , è la galassia più vicina alla Via Lattea dopo la Nana Ellittica del Cane Maggiore e quella del Sagittario , quest'ultima posta dalla parte opposta del centro galattico rispetto al sistema solare. La Grande Nube di Magellano ha una massa equivalente a circa 10 miliardi di volte quella del Sole , pari a circa un decimo della massa della Via Lattea, ossia circa 20 miliardi di stelle; con un diametro di circa 14 000 anni-luce è dunque anche la quarta galassia più grande del Gruppo Locale, dopo quella di Andromeda, la via Lattea e la galassia del Triangolo. Sebbene la Grande Nube sia spesso considerata una galassia irregolare, essa contiene una barra di notevole spessore che attraversa il suo centro che suggerisce che in origine si trattasse di una galassia spirale barrata la quale, a causa delle grandi forze mareali dovute all'interazione con la nostra Galassia e con la Piccola Nube di Magellano, abbia subito delle deformazioni. Il database degli oggetti extragalattici della NASA la considera infatti di classe SB m, secondo la classifica di Hubble. È visibile a occhio nudo come un debole oggetto nel cielo notturno dell'emisfero australe della Terra, al confine tra le costellazioni del Dorado e della Mensa. È chiamata così in onore di Ferdinando Magellano che la osservò assieme alla sua compagna nel suo viaggio di circumnavigazione terrestre. Nella Nube si trova la Nebulosa Tarantola, la regione di formazione stellare più attiva del Gruppo Locale di galassie. Inoltre, nel 1987, fu osservata nella Nube l'esplosione di quella che sarebbe diventata famosa come Supernova 1987a. LH 95 nella Grande Nube di Magellano. NASA/ESA
La Grande Nube vista col Telescopio spaziale Spitzer nell'infrarosso; le sezioni a destra si riferiscono alla nebulosa Heinze 206, in cui è attiva la formazione stellare. La Grande Nube di Magellano è un oggetto dell'emisfero australe, visibile dalla Terra solo da latitudini inferiori al diciottesimo parallelo nord; il suo debole chiarore tuttavia fa sì che sia ben osservabile solo a partire da circa 1000 km a sud dell'equatore. Invisibile alle latitudini temperate boreali, si presenta circumpolare in quasi tutto l'emisfero sud, quindi da città come Sydney (in Australia), Città del Capo (in Sudafrica) e Rio de Janeiro (in Brasile) è sempre visibile in qualunque periodo dell'anno. Si trova quasi esattamente in direzione del polo sud dell'eclittica, caratteristica che fa in modo che non sia mai osservabile allo zenit in un cielo notturno. Gran parte della Nube ricade entro i confini della costellazione del Dorado. Si mostra in un cielo non inquinato come una chiazza chiara di forma vagamente ellissoidale, delle dimensioni di 7-8 gradi; dà l'idea di un brandello separato della Via Lattea, visibile una ventina di gradi più ad est. La si individua senza grandi difficoltà, circa 20 gradi a sud-sud-ovest della brillante stella Canopo; la parte più notevole della Nube si trova nell'angolo a nord-est, ed è costituito dalla Nebulosa Tarantola, il cui vago chiarore è distinguibile anche ad occhio nudo nelle notti più buie e limpide. La caratteristica più evidente anche ad occhio nudo è la grande barra centrale che l'attraversa in senso est-ovest, dove si concentrano la gran parte degli oggetti celesti molti dei quali sono visibili anche con un telescopio amatoriale; la parte a nord della barra appare molto frammentata e irregolare, ricchissima di nebulose diffuse e campi di stelle giovani. La parte a sud invece, che ricade nella costellazione della Mensa, non ospita oggetti notevoli e le sue dimensioni sono inferiori rispetto alla parte nord. Oggetti come la Nebulosa Tarantola e i campi stellari della parte settentrionale appaiono in un riflettore newtoniano da ricchissimi di particolari. Pagina dell'Uranometria di Bayer raffigurante la porzione di cielo attorno al polo sud celeste; le due nubi, mappate, sono chiamate "Nubecula Major" e "Nubecula Minor". Proprio a causa della particolare posizione della Grande Nube di Magellano, vicino al polo sud dell'eclittica, dalle latitudini mediterranee non è mai visibile in nessuna delle epoche precessionali; fu così che restò sconosciuta a tutte le civiltà classiche. Sebbene fosse senz'altro nota agli abitanti dell'emisfero australe, essendo ben visibile ad occhio nudo, ben pochi documenti sulla sua osservazione ci sono pervenuti da questi popoli. La prima documentazione scritta che ci è giunta è infatti quella dell'astronomo persiano Abd al-Rahmān al-Sūfi, nella sua opera ''Libro delle stelle fisse'', datato 964 d.C. Egli affermava che mentre non era visibile dal nord dell'Arabia e dalla città di Bagdad, si mostrava bassa sopra l'orizzonte meridionale dallo stretto di Bab el-Mandeb, a 12° 25' nord. In seguito le nubi furono note col nome ''"Nubi del Capo"'', probabilmente chiamate così dai navigatori, prima portoghesi, poi olandesi e danesi, che doppiavano il Capo di Buona Speranza per raggiungere le Indie. Da notare a questo proposito che secoli dopo, nel Settecento, l'astronomo Nicolas-Louis de Lacaille inventò la costellazione della Mensa proprio sotto la Grande Nube, poiché quest'ultima gli rammentava le nuvole che frequentemente circondano la cima del Monte Tabor, vicino a Città del Capo. Nel 1503-04 l'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci la menzionò in una lettera sul suo terzo viaggio; egli fa riferimento a "tre canopi, due chiari ed uno scuro": i due oggetti chiari sono le due Nubi di Magellano, mentre l'oggetto scuro è la Nebulosa Sacco di Carbone, osservabile nella Via Lattea australe. Nel 1515 le nubi vennero descritte dal navigatore Andrea Corsali nel suo viaggio verso Kochi; dello stesso anno è anche la descrizione dello storico Pietro Martire d'Anghiera nel suo ''De Rebus Oceanicis et Orbe novo''. Il loro nome attuale fu assegnato nel gennaio del 1521 dallo scrittore Antonio Pigafetta, che era imbarcato con la Spedizione di Magellano. Tuttavia, il nome di Magellano divenne diffuso solo molto tempo dopo: nell'Uranometria di Bayer, pubblicata nel 1603, la Grande Nube viene chiamata in latino semplicemente ''"Nubecula Major"'', mentre nell'edizione francese del 1795 del catalogo stellare di Flamsteed veniva chiamata in francese ''"Le Grand Nuage"'' (La Grande Nube). Il primo a studiare nei dettagli le nubi di Magellano fu John Herschel, che dal 1834 al 1838 si stabilì a Città del Capo, dove costruì un osservatorio privato. Herschel individuò 278 oggetti diversi all'interno della Grande Nube di Magellano. Nei primi anni del Novecento l'astronoma Henrietta Swan Leavitt osservò centinaia di stelle variabili nelle immagini delle Nubi di Magellano e notò che alcune tra quelle stelle mostravano una regolarità: le più luminose avevano anche un periodo più lungo. Dopo alcuni studi confermò, nel 1912, che le stelle variabili oggi chiamate Cefeidi, presentano una relazione periodo-luminosità. Questa relazione rese le Cefeidi degli importantissimi indicatori di distanza nell'Universo, perché noto il periodo si può ricavare facilmente la distanza. Fino alla scoperta della Galassia Nana Ellittica del Sagittario, avvenuta nel 1994, la Grande Nube di Magellano era considerata la galassia più vicina alla Via Lattea; nel 2003, con la scoperta della Galassia Nana Ellittica del Cane Maggiore, il titolo di galassia più vicina passò a quest'ultima. Posizione della Grande Nube di Magellano rispetto alla Via Lattea e ad altre galassie vicine. Il metodo delle variabili Cefeidi è stato uno dei più importanti per determinare la distanza della Grande Nube di Magellano; questa classe di stelle mostra, infatti, una relazione tra la loro magnitudine assoluta ed il periodo di variazione di luminosità. Ad ogni modo, la relazione magnitudine-periodo viene modificata da fattori interni alla stella stessa, primo tra i quali il tasso di metallicità. Sfortunatamente, le Cefeidi della Via Lattea che di solito sono usate come metro per calibrare la relazione sarebbero più ricche in metalli di quelle della Grande Nube. Di recente, la luminosità assoluta delle Cefeidi è stata ricalibrata prendendo a modello quelle scoperte nella galassia M106, che possiedono una varietà maggiore di gradi di metallicità. Utilizzando la nuova unità di misura, fu trovato un valore di circa , pari a circa . Questa distanza, leggermente inferiore a quella precedentemente accettata di 50 kpc, è stata confermata da altri studiosi. Nel corso del Novecento, da quando è stata appurata la vera natura della galassie, si è sempre pensato che la Grande Nube fosse una galassia satellite della nostra Galassia; tuttavia uno studio del 2008 che prende in considerazione le nuove misurazioni del moto proprio della Nube ottenute tramite il Telescopio Spaziale Hubble, rischia di mettere in dubbio questa teoria: infatti queste nuove misurazioni mostrano che la velocità della galassia sia troppo elevata perché sia una vera galassia satellite, mentre sembrerebbe che sia la Grande che la Piccola Nube si stiano in realtà avvicinando per la prima volta alla Via Lattea. Sembra inoltre che le due Nubi non siano un sistema binario di galassie, come pure che la Corrente Magellanica potrebbe avere differenti origini. La Nebulosa Tarantola, la grande fornace stellare del Gruppo Locale. La Grande Nube di Magellano è classificata, secondo il database degli oggetti extragalattici della NASA, di tipo SB(s) m, ossia una galassia spirale barrata (SB) senza struttura ad anello (s) di forma non regolare e priva di bulge (m). La Nube fu a lungo considerata una galassia planare, ossia di forma piatta, come le galassie spirali dove le sue parti hanno la stessa distanza dalla Via Lattea. Tuttavia nel 1986 gli astronomi Caldwell e Coulson scoprirono una stella variabile cefeide nella parte nordorientale della galassia, la cui posizione risultava assai più vicina alla Via Lattea di tutte le restanti cefeidi della LMC. Più recentemente la diversa disposizione dei campi stellari della Nube è stata confermata attraverso lo studio di altre Cefeidi e la disposizione del ramo delle giganti rosse; tutti gli esiti mostrano che questi campi possiedono un'inclinazione di circa 35° rispetto al piano della Nube. Ulteriori studi sulla struttura della galassia che sfruttano la cinematica delle stelle di carbonio mostrano che il suo disco è spesso da entrambi i lati allo stesso modo. Riguardo alla distribuzione degli ammassi stellari, Schommer ed altri scienziati misurarono la velocità radiale di oltre 80 oggetti, scoprendo che il sistema di ammassi della Grande Nube possiede una cinematica paragonabile agli oggetti distribuiti su un normale disco galattico. Questi risultati vennero confermati dal team di Grocholski, che calcolarono le distanze tra gli ammassi, scoprendo che sono disposti nello stesso piano dei campi stellari. NGC 2080, una notevole nebulosa diffusa nel sud della galassia. Come la gran parte delle galassie irregolari, la Grande Nube di Magellano è ricchissima di gas e polveri al cui interno frequentemente hanno luogo intensi e vigorosi fenomeni di formazione stellare. L'esempio più evidente è dato dalla Nebulosa Tarantola, la più grande regione di formazione stellare di tutto il Gruppo Locale. === Oggetti === La Grande Nube è ricca di oggetti e fenomeni celesti di ogni tipo che dà la possibilità agli scienziati di poter analizzare e studiare le reazioni cosmiche, tra cui l'evoluzione stellare; un esempio è dato dalla supernova SN 1987a, esplosa nei pressi della Nebulosa Tarantola nel febbraio del 1987: l'oggetto che diede luogo all'esplosione non fu, come ci si aspetterebbe, una gigante rossa, ma, al contrario, una supergigante blu supermassiccia. Questa supernova fu anche la più vicina osservata negli ultimi secoli, nonché la prima dopo l'invenzione del telescopio. La stella più luminosa della Grande Nube si trova lungo la sua barra centrale, ed è la variabile S Doradus: invisibile ad occhio nudo, raggiunge nella sua fase di massima luminosità la magnitudine apparente 8,6. Considerata la sua enorme distanza, la sua magnitudine assoluta al massimo è di circa −10, il che significa che se fosse posta alla distanza di dalla Terra, sarebbe in grado di proiettare ombre degli oggetti. All'interno della galassia sono state recentemente osservate altre due stelle ipergiganti, catalogate come R 66 e R 126; appartengono alla classe O, ossia si tratta di stelle estremamente massicce e luminose, di colore blu e con temperatura superficiale elevatissima. Stranamente, attorno ad esse è presente un disco di polveri. La Grande Nube di Magellano, vista all'infrarosso, appare completamente avvolta da un gigantesco complesso di nebulosità diffuse. L'immagine, presa col Telescopio spaziale Spitzer, è composta da un mosaico di 300 foto, e ha permesso agli astronomi di scoprire oltre un milione di nuovi oggetti, in particolare stelle in età avanzata. L'intera galassia appare immersa internamente e circondata esternamente da grandi complessi di nebulosità diffuse, che ben si evidenziano nelle immagini all'infrarosso (come quella a destra), mostrandosi di aspetto granulare e ricco di "bozzoli", al cui interno si trovano numerosi ammassi aperti. Nell'immagine il colore blu è dato dalla luce che proviene dalle stelle più vecchie (in massima parte nella barra centrale); le regioni più chiare al di fuori sono affollate da stelle calde e massive ricoperte da spessi strati di polvere; il rosso nei pressi delle regioni chiare è polvere riscaldata dalle stelle, mentre i punti rossi sparsi nell'immagine sono o stelle vecchie coperte da polveri o galassie distanti. Infine, le regioni verdi contengono gas interstellare freddo illuminato dalla luce circostante. Queste immagini all'infrarosso svolgono un ruolo fondamentale nella scoperta, all'interno dei bozzoli di polveri e gas, degli starburst, ossia intensi fenomeni di formazione di stelle ipergiganti, che rapidamente evolvono esplodendo come supernovae; infatti le nubi interstellari, una volta riscaldate da stelle appena nate, emettono radiazione infrarossa, consentendo di scoprire stelle giovani e nuovi ammassi aperti invisibili all'osservazione nella banda del visibile. Complessivamente, all'interno della Grande Nube sono stati inoltre censiti circa 60 ammassi globulari (poco meno della metà di quelli presenti nella Via Lattea), ben 400 nebulose planetarie ed oltre 700 ammassi aperti, oltre a centinaia di migliaia di stelle giganti e supergiganti. All'interno della Nebulosa Tarantola brillano due grandi ammassi aperti, noti come Hodge 301 e R136, responsabili della sua grande luminosità. Altre nebulose minori sono visibili nel settore nord della galassia, mentre tra gli ammassi aperti i più notevoli sono NGC 1850 e NGC 1872; di notevole interesse per astronomi e scienziati è inoltre la nebulosa N44, che contiene al suo interno una vasta area priva di gas, al cui interno si trova un brillante ammasso di stelle giovani. L'8 dicembre 2011 è stata scoperta nella Nebulosa Tarantola VFTS 102, una stella che gira su se stessa con una velocità di . === Strutture esterne === Al di fuori della galassia un grande flusso di idrogeno neutro e stelle, noto come Corrente Magellanica, connette le due Nubi alla Via Lattea; questo lungo ponte di materia si sarebbe formato a seguito dei vari transiti ravvicinati con la nostra Galassia.Le sue dimensioni apparenti raggiungono i 180° di volta celeste. Una seconda struttura, chiamata Ponte Magellanico, collega la Grande Nube con la Piccola Nube; oltre all'idrogeno sono presenti in piccola percentuale altri metalli, in origine appartenenti ad entrambe le Nubi, nonché un discreto numero di stelle isolate e piccole associazioni. Al di là delle sorgenti di fondo, durante il primo volo del razzo-sonda Nike-Tomahawk nel 1966 non venne registrata alcuna sorgente di raggi X; neppure nella seconda missione vennero individuate sorgenti X nella fascia 8-80 KeV. Nei lanci successivi venne programmato di studiare in dettaglio la Grande Nube di Magellano alla ricerca di sorgenti, la prima delle quali venne localizzata alle coordinate ; e facente parte sicuramente della galassia. Questa sorgente si estende per circa 12° e le sue emissioni sono comprese fra 1,5 e , che alla distanza di equivalgono a . Nel 1970 venne lanciato con un missile Thor uno strumento di rilevazione di sorgenti cosmiche di raggi X, allo scopo di indagare la Piccola Nube di Magellano per la prima volta e approfondire gli studi sulla Grande Nube; si è così notato che la sorgente precedente identificata conteneva la stella . La sorgente LMC X-1 coincide con una stella binaria a raggi X di grande massa, così come le successive sorgenti scoperte, denominate LMC X3, X4 e A 0538-66; fa eccezione la LMC X2, che si è appurato si tratti di una stella binaria a raggi X di piccola massa, l'unica conosciuta nella Grande Nube ad associata a emissioni X. Un'altra sorgente di raggi X è l'oggetto DEM L 316, formato da due resti di supernova; lo spettro di quest'oggetto ottenuto tramite osservazioni a raggi X rivela che l'involucro di gas di uno dei due resti contiene un'elevata percentuale di ferro, compatibile con un'esplosione di supernova di tipo Ia, mentre la minore abbondanza del secondo resto implica l'esplosione di una supernova di tipo II. Ad altri resti di supernova sono associate delle pulsar, come nel caso di SNR 0538-69.1, che contiene una pulsar con periodo di 16 millisecondi, e SNR 0540-697. Da un ipotetico osservatore situato nella Grande Nube, la Via Lattea sarebbe uno spettacolo imperdibile: la magnitudine apparente integrata della nostra Galassia sarebbe infatti pari a −2, ossia 14 volte più brillante di come ci appare la LMC dalla Terra, e occuperebbe circa 36° d'arco nella volta celeste, cioè oltre 70 volte il diametro della Luna piena. A causa della relativamente elevata latitudine galattica della Nube, questo osservatore avrebbe una vista "obliqua" della Via Lattea, che quindi sarebbe visibile per intero senza l'interferenza data dalle polveri interstellari, che rende lo studio della Galassia dalla Terra notevolmente difficoltoso. La Piccola Nube di Magellano apparirebbe invece come una macchia chiara di magnitudine apparente 0,6, di dimensioni maggiori di come appare a noi, e sarebbe visibile ad oltre 90° di distanza dalla Via Lattea; le sue dimensioni e la sua luminosità apparirebbero simili a quelle della Grande Nube vista dalla Terra.
GNU General Public License
La '''GNU General Public License''' è una licenza fortemente copyleft per software libero, originariamente stesa nel 1989 da Richard Stallman per patrocinare i programmi creati per il sistema operativo GNU. Infatti, a differenza di altre licenze libere non-copyleft, un'opera protetta da GNU GPL deve rimanere libera, ovvero col susseguirsi delle modifiche deve continuare a garantire ai suoi utenti le cosiddette quattro libertà. La Free Software Foundation può pubblicare nuove revisioni o versioni, l'ultima delle quali fu pubblicata il 29 giugno del 2007 sotto il nome di GNU GPL v3. Il nome della licenza è dovuto al fatto che l'autore di un qualsiasi software può applicare la licenza così com'è. L'editor di testo Emacs e il kernel Linux sono esempi di software molto diffusi che per primi adottarono tale licenza.
File:Richard Stallman speaking at Wikimania 2005-08-07.jpg|miniatura|destra|Stallman durante il suo intervento a Wikimania 2005 (Francoforte sul Meno) === La questione GNU Emacs === Nei primi anni del Progetto GNU, i singoli software venivano pubblicati ciascuno con una licenza specifica, valevole unicamente per quel programma. Chi avesse voluto riutilizzare una licenza, avrebbe dovuto ricopiare il testo cambiando i parametri specifici (ad esempio il nome del software, l'autore, ecc.). Nel 1984, a Richard Stallman viene intimato da UniPress di cessare la distribuzione dell'editor testuale GNU Emacs, che riutilizzava del codice di Gosling Emacs. In realtà Gosling aveva inizialmente distribuito il software senza restrizioni, vendendolo solo successivamente ad Unipress. Stallman è costretto a sostituire le parti sotto copyright con nuovo codice. Tuttavia l'esperienza negativa lo avvicina per la prima volta all'idea di una licenza che impedisca una simile appropriazione di software libero. === La versione 1 === Eben Moglen, coautore insieme a Stallman del primo testo della GNU GPL Nel 1989 Stallman, riprendendo i contenuti delle licenze dei software GNU (in particolare GNU Emacs), insieme a Eben Moglen, realizza la prima versione della GNU General Public License (GNU GPLv1), applicabile senza modifiche a chiunque lo dichiari nel programma stesso. Questa prima versione viene pubblicata precisamente il 25 febbraio dello stesso anno ed impedisce ai distributori di software di limitare le libertà che definiscono il software libero. Infatti i distributori potevano pubblicare solo i file binari, eseguibili ma non leggibili o modificabili dagli esseri umani. Per evitare questo, la GPLv1 sancisce che qualsiasi fornitore, al momento di distribuire file binari, deve anche rendere il codice sorgente leggibile e disponibile sotto gli stessi termini di licenza (punti 3a e 3b della licenza). Il secondo problema consisteva nel fatto che i distributori potevano aggiungere ulteriori restrizioni, sia aggiungendo restrizioni della licenza, sia combinando il software con altri software che avevano altre restrizioni sulla sua distribuzione. In questo caso, poi l'unione delle due serie di restrizioni si applicavano al lavoro combinato, con la possibilità che venissero aggiunte delle restrizioni dunque inaccettabili. Per evitare questo, la GPLv1 sancisce che le versioni modificate, nel loro insieme, dovevano essere distribuite sotto i termini della GPLv1 (Sezioni 2b e 4 del titolo). Pertanto, il software distribuito sotto i termini della GPLv1 poteva essere combinato con software a condizioni più permissive, in quanto questo non avrebbe cambiato le condizioni alle quali l'intero pacchetto poteva essere distribuito. Al contrario, il software distribuito sotto GPLv1 non poteva essere combinato con software distribuito sotto una licenza più restrittiva, in quanto ciò sarebbe stato in contrasto con il requisito che l'intero oggetto fosse distribuibile ai sensi del GPLv1. === La versione 2 === Nel 1991 viene pubblicata la GNU GPLv2. Secondo Richard Stallman, la modifica più importante di questa versione è la clausola da lui denominata ''"Libertà o morte"''. Tale clausola impone che, qualora ci siano restrizioni di qualsiasi tipo sulla libera distribuzione del software nei termini indicati nella licenza, il software non può essere distribuito affatto. Ad esempio se una legge impedisce di distribuire il codice sorgente, l'intero software protetto da GNU GPLv2 non può essere distribuito. La speranza è quella di rendere meno allettante per le imprese il ricorso alle minacce di brevetto, ovvero esigere un corrispettivo da parte degli sviluppatori di software libero. Dal 1990 è diventato evidente che l'utilizzo di una licenza meno restrittiva sarebbe stata strategicamente più utile per le librerie C e per quelle librerie software che ormai, in pratica, lavoravano come se fossero di tipo proprietario; quando, nel giugno 1991, è stata rilasciata la versione 2 della GPL (GPLv2) e quindi è stata introdotta una seconda licenza – la "Library General Public License" – che, considerata la complementarità, ha mantenuto lo stesso nome con la sola aggiunta della lettera "L" (LGPLv2). La numerazione delle versioni si differenziò a partire dal 1999 quando è stata pubblicata la versione 2.1 della LGPL, che è stata rinominata in GNU Lesser General Public License per mantenere la sua filosofia originale. ==== La diffusione ==== La GNU GPLv2 riscosse un discreto successo nel mondo del software libero. Nel 1997 appare fra le licenze conformi alle Debian Free Software Guidelines (DFSG), ovvero le linee guida del progetto Debian. Nel 1998, alla nascita della Open Source Initiative, appare nel primo elenco di licenze open source. === La versione 3 === Alla fine del 2005, la Free Software Foundation (FSF) annuncia di essere al lavoro sulla versione 3 della GPL (GPLv3). Il 16 gennaio 2006 viene pubblicata la prima "bozza di discussione" della GPLv3, a cui seguì poi la consultazione pubblica che inizialmente era prevista per nove o quindici mesi, ma che poi si estese a diciotto mesi con quattro progetti in corso di pubblicazione. Il processo di consultazione pubblica è stato coordinato dalla Free Software Foundation con l'assistenza del Software Freedom Law Center, del Free Software Foundation Europe, e di altri gruppi di software libero. I commenti sono stati raccolti dal pubblico tramite il portale web gplv3.fsf.org. Tale portale eseguiva software appositamente scritto chiamato stet. Durante il processo di consultazione pubblica, 962 osservazioni sono state presentate per la prima bozza. Alla fine, erano stati presentati un totale di 2636 commenti. Il terzo progetto è stato pubblicato il 28 marzo 2007. Questo progetto limita le clausole anti-tivoization ad una definizione giuridica di "utente" o "prodotto di consumo ". Ha inoltre esplicitamente rimosso la sezione "Limiti geografici", la cui rimozione probabile era stato annunciata in occasione dell'inizio della consultazione pubblica. La quarta e ultima bozza di discussione, è stata pubblicata il 31 maggio 2007. Ha introdotto la compatibilità Apache License, chiarito il ruolo di appaltatori esterni, e fatto un'eccezione per evitare i problemi percepiti in un accordo come quello Microsoft - Novell, affermando infatti nella sezione 11, paragrafo 6, che non è possibile distribuire un programma coperto se si è parte di un accordo con una terza parte che è nel business della distribuzione del software …. Questo mirava a rendere in futuro tali offerte inefficaci. Alcuni sviluppatori di alto profilo del kernel Linux, commentarono pubblicamente circa le proprie obiezioni alle parti di bozze di discussione 1 e 2. Il 29 giugno 2007 la Free Software Foundation pubblica finalmente la versione 3 della licenza (GNU GPLv3), che introduce misure contro la tivoization, contro alcuni effetti del Digital rights management, oltre ad una protezione maggiore dai brevetti software e la definizione di “codice sorgente”. Altri cambiamenti riguardano l'internazionalizzazione, come vengono gestite le violazioni di licenza, e come autorizzazioni aggiuntive possano essere concesse dal detentore del copyright. === La versione Affero === Durante la gestazione della GPLv3 era stata discussa l'introduzione dell'obbligo di distribuire il codice per i programmi che girano su un computer remoto (come ad esempio un sito web). La decisione finale fu di non includere l'obbligo nella GPLv3, ma di creare una nuova licenza che lo prevedesse, la GNU Affero General Public License (GNU AGPL), compatibile con questa versione. La Free Software Foundation (FSF) detiene i diritti di copyright sul testo della GNU GPL, ma non detiene alcun diritto sul software da essa coperto. La GNU GPL non è liberamente modificabile: solo la copia e la distribuzione sono permesse. La FSF permette di creare nuove licenze basate sulla GNU GPL, a patto che tali licenze non usino lo stesso preambolo senza permesso. Dato che, solitamente, la nuova licenza non è compatibile con la GNU GPL, la FSF sconsiglia di creare versioni modificate. Essa garantisce agli utenti finali come organizzazioni, imprese o semplici individui, di utilizzare, condividere e persino modificare il software (quest'ultima operazione non era invece garantita dalle licenze per software proprietario). Il GPL è una licenza copyleft, il che significa che le opere derivate possono essere distribuite solo sotto gli stessi termini di licenza. GPL è stata la prima licenza copyleft per uso generale.Per rendere un programma libero, GPL invita i programmatori a dichiararlo di dominio pubblico, quindi privo di copyright. La GNU GPL è progettata per essere applicata facilmente ai programmi se si è titolari dei relativi diritti. Per far questo, non bisogna modificarla ma solamente aggiungere nel programma una nota che vi faccia riferimento. Per mantenere il titolo fino ad oggi la licenza GPL include una clausola facoltativa "ogni versione successiva", che consente agli utenti di scegliere fra i termini originali o le condizioni nelle nuove versioni come aggiornato dalla FSF. Nel progetto GNU, le specifiche condizioni di distribuzione che si utilizzano sono contenute nella GNU General Public License, la GNU Lesser General Public License e la GNU Free Documentation License. Come ogni licenza software, la GPL è un documento legale associato al programma pubblicato sotto tale licenza. Come ogni licenza di software libero, essa concede ai licenziatari il permesso di modificare il programma, di copiarlo e di ridistribuirlo con o senza modifiche, gratuitamente o a pagamento. Quest'ultimo punto distingue il GPL dalle licenze di software che vietano la distribuzione commerciale. La FSF sostiene che il software libero non deve porre restrizioni sull'uso commerciale, mentre la GPL afferma esplicitamente che le opere GPL possono essere vendute a qualsiasi prezzo. Chi distribuisce è tenuto a rendere disponibile il codice sorgente del software alle persone che ne hanno ricevuto una copia o, in alternativa, accompagnare il software con una offerta scritta di rendere disponibile il sorgente su richiesta a prezzo nominale. La GPL afferma inoltre che un distributore non può imporre "ulteriori restrizioni ai diritti concessi dalla GPL". Questo proibisce attività quali la distribuzione del software nell'ambito di un accordo di non divulgazione o di contratto. Risulta comunque chiaro che la FSF non detiene il copyright di un'opera pubblicata sotto GPL, a meno che un autore non assegni esplicitamente i diritti d'autore alla FSF (il che accade raramente, tranne per i programmi che fanno parte del progetto GNU). Solo i singoli titolari dei diritti hanno l'autorità di citare in giudizio in caso di violazione di licenza. La GPL impone delle condizioni a chi ridistribuisce il software. La base giuridica di questo sta nella licenza specifica: qualora l'utente non accetti le condizioni specificate, essa diventa nulla e quindi non concede alcun permesso. In particolare, essendo il software protetto dalla legge sul diritto d'autore e dalle norme internazionali sul copyright, chi ottiene il software non ha alcun diritto di modifica, copia o ridistribuzione al di fuori di quelle concesse dalla licenza. Rispetto alle altre licenze di software libero, la GPL è classificabile come: La ''c'' rovesciata dentro un cerchio è il simbolo del copyleft. *"persistente" perché impone un vincolo alla redistribuzione: se l'utente distribuisce copie del software, deve farlo secondo i termini della GPL stessa. In pratica, deve distribuire il testo della GPL assieme al software e corredarlo del codice sorgente o di istruzioni per poterlo ottenere ad un costo nominale. Questa è la caratteristica principe della GPL, il concetto ideato da Richard Stallman e da lui battezzato ''copyleft''. L'effetto che realizza è mantenere libero un programma una volta che esso è stato posto sotto GPL, anche se viene migliorato correggendolo e ampliandolo. Si noti che, escludendo la possibilità che l'output sia un lavoro derivato del programma, il copyleft si applica solo al software e non alla sua uscita, a meno che questa a sua volta contenga codice distribuito sotto GPL. *"propagativa" perché definisce nel testo una particolare interpretazione di "codice derivato", tale che in generale l'unione di un programma coperto da GPL con un altro programma coperto da altra licenza può essere distribuita sotto GPL, o in alternativa non essere distribuita affatto. Nel primo caso si dice che l'altra licenza è "compatibile con la GPL"; nel secondo caso che non lo è. Questa caratteristica è indicata come ''copyleft forte'' nella terminologia della FSF. Il suo scopo è evitare che la persistenza venga via via indebolita apportando modifiche coperte da un'altra licenza meno libera, inficiando così lo scopo di mantenere libero il software coperto dalla GPL. Come per le altre licenze libere normalmente in uso, le versioni modificate di un programma sotto GNU GPL sono soggette al vincolo di copyleft solo in caso di ''distribuzione'', cioè quando il software viene ceduto da un'entità giuridica ad un'altra. In nessun caso esiste alcun obbligo di distribuzione. La GPL è incompatibile con i brevetti software, perché esplicitamente vieta qualunque restrizione alla distribuzione in aggiunta a quelle definite nella licenza stessa. A rigore, quindi, software GPL coperto da brevetti non può essere distribuito dove quei brevetti siano in vigore, a meno che i titolari di tali brevetti non ne consentano l'uso senza condizioni allo scopo di far girare quel software. === Garanzia === Come per le altre licenze libere, e in generale come le altre licenze software, il fornitore del software non fornisce alcun tipo di garanzia per il programma. Nel caso di malfunzionamenti o qualunque altro difetto, sarà lo stesso acquirente che dovrà provvedere a sue spese ad una eventuale riparazione. Il fornitore infatti afferma esplicitamente nella licenza di non essere responsabile di mancanze, malfunzionamenti o danni subiti dall'acquirente (dalla corruzione e perdita dei dati, all'impossibilità di utilizzare propriamente il programma), a meno che non sia richiesto dalle leggi locali o altro accordo separato preveda diversamente. === Caratteristiche introdotte con la GPLv3 === La GPL versione 3 chiarisce alcuni concetti utilizzati nel testo della licenza in modo da renderla più facilmente applicabile a legislazioni diverse da quella americana. Le innovazioni più significative della GPLv3 sono: *la difesa contro un aggiramento della GPLv2 noto come ''tivoization''. Esso consiste nel distribuire il codice sorgente assieme a un programma che gira su una piattaforma proprietaria e che impedisce via hardware di eseguire versioni modificate di un dato programma, rendendo di fatto nulla la libertà di modifica. *la neutralizzazione di alcuni effetti negativi sulla libertà del software da parte di leggi sul Digital rights management (DRM), come il Digital Millennium Copyright Act e la Direttiva Europea sul Copyright. La GPLv3 non impedisce l'uso di tecnologie DRM da parte degli autori di software libero, ma impedisce che le eventuali restrizioni introdotte siano automaticamente imposte a tutti gli utenti, anche di versioni modificate, del software. In altre parole, il software sotto GPLv3 consente a qualsiasi sviluppatore successivo di inserire o eliminare le tecnologie DRM, rispettando la sua libertà. *una protezione legale più forte per gli autori e gli utilizzatori di software libero coperto dalla nuova licenza, da possibili aggressioni di chi intentasse cause per pretese violazioni di brevetti software. In particolare, gli sviluppatori di software coperto da GPLv3 devono distribuire insieme al software anche eventuali licenze di brevetto necessarie ad esercitare i diritti previsti dalla licenza. Questo eviterà che uno degli sviluppatori denunci utenti o sviluppatori successivi per aver infranto un diritto di brevetto. *l'esplicitazione di una compatibilità ''de facto'', ossia risultano compatibili tutte quelle licenze che aggiungono restrizioni "facili da rispettare" (come il non utilizzo di un certo marchio registrato, non utilizzabile in ogni caso). *l'indicazione di nuove licenze compatibili e di nuovi metodi di distribuzione del codice sorgente, in particolare per la condivisione tramite BitTorrent. *l'eliminazione dell'obbligo di distribuire componenti di facile reperibilità, come le librerie di supporto comuni (es. libreria C, Python e Ruby). === Modalità di utilizzo === Software sotto la GPL può essere eseguito per tutti gli scopi, inclusi scopi commerciali e persino come strumento per la creazione di software proprietario, per esempio quando si utilizzano i compilatori con licenza GPL. Gli utenti o le aziende che distribuiscono opere con licenza GPL (per esempio software), potrebbero percepire una commissione per le copie o distribuirle gratuitamente. Questo distingue la GPL dalle licenze software shareware che consentono la copia per uso personale, ma vietano la distribuzione commerciale. Il GPL dichiara esplicitamente che le opere GPL possono essere vendute a qualsiasi prezzo. Nell'utilizzo puramente privato (o interno), senza che sia venduto o distribuito, il codice del software può essere modificato e riutilizzato senza richiedere il codice sorgente per essere pubblicato. Per la vendita o la distribuzione è necessario l'intero codice sorgente affinché il software venga messo a disposizione degli utenti, comprese eventuali modifiche del codice e integrazioni. Tuttavia il software in esecuzione come un programma applicativo in un sistema operativo con licenza GPL, come Linux, non è tenuto a essere pubblicato sotto licenza GPL; in questo caso la concessione delle licenze dipende solo dalle librerie utilizzate e dalle componenti software e non dalla piattaforma sottostante. Solo se vengono utilizzate parti GPL in un programma (e il programma è distribuito), tutti gli altri codici sorgente del programma devono essere resi disponibili alle stesse condizioni di licenza. La GNU Lesser General Public License (LGPL) è stata creata per ottenere un copyleft debole rispetto al GPL, in quanto non richiede un codice sorgente custom-developed (distinto dalle parti LGPLed) da rendere disponibile alle stesse condizioni di licenza. La maggior parte dei programmi con licenza GPLv2 utilizza il seguente testo approvato dalla FSF: «This program is free software; you can redistribuite it and/or modify it under the terms of the GNU/General Pubblic License as published the Free software Foundation; either version 2 of the License, or (at your opinion) any later version». Questo testo non significa che i programmi passeranno automaticamente alla versione successiva della licenza, ma solo che questi programmi ottengono automaticamente i permessi aggiuntivi della licenza successiva e non le eventuali clausole restrittive. Quindi, se lo sviluppatore vorrà far valere per intero la licenza successiva dovrà cambiare il testo in «... either version 3 of the License, or (at your opinion) any later version». Tuttavia, altri programmi specificano esplicitamente l'utilizzo della versione 2 della GPL (tra questi, il kernel Linux) o della sola versione 3 per mantenere il controllo esplicito sulla licenza utilizzata e per evitare di assecondare implicitamente l'evoluzione futura della licenza GNU GPL nelle versioni a venire. === Copyleft === I diritti di distribuzione concessi dalla GPL per le versioni modificate del lavoro non sono incondizionati. Quando qualcuno distribuisce un'opera GPL con le proprie modifiche, i requisiti per la distribuzione dell'intera opera non possono essere in nessun modo superiori ai requisiti che si trovano nella GPL. Questo requisito è noto come copyleft. Esso guadagna il proprio potere legale dall'uso di copyright sui programmi software. Dato che un progetto GPL è protetto da copyright, un concessionario non ha diritto di ridistribuirlo, neppure in forma modificata, tranne sotto i termini della licenza. Si è tenuti soltanto a rispettare i termini della GPL, se si vuole esercitare i diritti normalmente limitati da copyright, come la ridistribuzione. Al contrario, se si distribuisce copie del progetto senza rispettare i termini della licenza GPL (per esempio, mantenendo il codice sorgente segreto), si può essere citati dall'autore originale sotto copyright. Copyleft quindi utilizza copyright per realizzare l'opposto del suo solito scopo: invece di imporre restrizioni, concede i diritti di altre persone, in modo tale da garantire che tali diritti non possano essere successivamente annullati. Molti distributori di programmi GPL raggruppano il codice sorgente con gli eseguibili. Un metodo alternativo di soddisfare il copyleft è di fornire un'offerta scritta per fornire il codice sorgente su un supporto fisico (ad esempio un CD) su richiesta. In pratica, molti programmi GPL sono distribuiti su Internet, e il codice sorgente è reso disponibile tramite FTP o HTTP, il che è conforme con la licenza. Il Copyleft si applica solo quando una persona cerca di ridistribuire il programma. Si ha il permesso di modificare privatamente il software senza alcun obbligo di divulgare le modifiche fino a quando il software modificato non viene distribuito esternamente. === Licenza e contratto === Il GPL è stato progettato come una licenza, piuttosto che come un contratto. In alcuni ordinamenti di Common law, la distinzione giuridica tra una licenza e un contratto è importante: i contratti sono applicabili dal diritto contrattuale considerando che le licenze vengono applicate dalla legge sul copyright. Tuttavia, questa distinzione non è utile in molte giurisdizioni dove non ci sono differenze tra i contratti e le licenze, come i sistemi di diritto civile. Coloro che non accettano i termini e le condizioni della GPL non hanno il permesso, in base al diritto d'autore, di copiare o distribuire con licenza GPL il software o i lavori derivati. Tuttavia, se non ridistribuiscono il programma GPL, possono comunque utilizzare il software all'interno della loro organizzazione, e i lavori (compresi i programmi) costruiti con l'uso del programma non sono tenuti ad essere coperti da questa licenza. Il testo della GPL è a sua volta protetto da copyright, e il copyright è detenuto dalla Free Software Foundation. La FSF permette alle persone di creare nuove licenze basate sul GPL, a patto che i titoli derivati non utilizzino il preambolo GPL senza permesso. Questo è scoraggiato, tuttavia, poiché tale licenza potrebbe essere incompatibile con la GPL. Altri titoli creati dal progetto GNU includono la GNU Lesser General Public License e la GNU Free Documentation License. Il testo della GPL non è di per sé sotto GPL. Il diritto d'autore della licenza non consente la modifica della licenza di per sé. La copia e la distribuzione della licenza sono consentiti in quanto il GPL richiede ai destinatari di ottenere "una copia di questa Licenza insieme al Programma". Secondo le GPL FAQ, chiunque può fare una nuova licenza utilizzando una versione modificata del GPL a patto che utilizzi un nome diverso per la licenza e non menzioni " GNU”. === Collegamenti e lavori derivati === Secondo la FSF, "La GPL non richiede di pubblicare la versione modificata, né parte di essa. Siete liberi di apportare modifiche e usarle privatamente, senza mai pubblicarle". Tuttavia, se si distribuisce al pubblico un progetto licenziato dalla GPL, c'è un problema che riguarda il collegamento: vale a dire, se un programma proprietario utilizza una libreria GPL, il programma proprietario viola la GPL? Il GPL è chiaro nel richiedere che tutti i progetti di codice sotto GPL debbano esse stesse essere sotto GPL. L'ambiguità si pone per quanto riguarda l'utilizzo di librerie GPL, e l'accorpamento software GPL in un pacchetto più ampio (magari mescolato in un binario tramite collegamento statico). Questo è in definitiva una questione non di GPL di per sé, ma di come il diritto d'autore definisce le opere derivate. === Comunicazione e impacchettamento con i programmi non-GPL === Il semplice atto di comunicare con altri programmi non richiede di per sé che tutto il software sia GPL. Tuttavia devono essere rispettate le condizioni minori, le quali assicurano che i diritti di software GPL non vengano violati. La seguente è una citazione dal gnu.org GPL FAQ, che descrive in che misura il software è autorizzato a comunicare con i programmi GPL: '''Testo originale''' ''What is the difference between an "aggregate" and other kinds of "modified versions"?'' ''An "aggregate" consists of a number of separate programs, distributed together on the same CD-ROM or other media. The GPL permits you to create and distribute an aggregate, even when the licenses of the other software are non-free or GPL-incompatible. The only condition is that you cannot release the aggregate under a license that prohibits users from exercising rights that each program's individual license would grant them.'' ''Where's the line between two separate programs, and one program with two parts? This is a legal question, which ultimately judges will decide. We believe that a proper criterion depends both on the mechanism of communication (exec, pipes, rpc, function calls within a shared address space, etc.) and the semantics of the communication (what kinds of information are interchanged).'' ''If the modules are included in the same executable file, they are definitely combined in one program. If modules are designed to run linked together in a shared address space, that almost surely means combining them into one program.'' ''By contrast, pipes, sockets and command-line arguments are communication mechanisms normally used between two separate programs. So when they are used for communication, the modules normally are separate programs. But if the semantics of the communication are intimate enough, exchanging complex internal data structures, that too could be a basis to consider the two parts as combined into a larger program.'' '''Traduzione in italiano''' Qual è la differenza tra un "aggregato" e altri tipi di "versioni modificate"? Un "aggregato" è costituito da un certo numero di programmi separati, distribuiti insieme sullo stesso CD-ROM o altri supporti. La GPL permette di creare e distribuire un aggregato, anche quando le licenze degli altri software sono non-libere o incompatibili con la GPL. L'unica condizione è che non è possibile distribuire l'aggregato sotto una licenza che impedisce agli utenti di esercitare i diritti di licenza che ogni singolo programma avrebbe loro concesso. Dov'è il confine tra due programmi separati, e un programma in due parti? Si tratta di una questione giuridica, che spetterà ai giudici dirimere. Noi crediamo che un criterio adeguato dipenda sia dal meccanismo della comunicazione (exec, pipes, rpc, function calls within a shared address space, ecc.) e la semantica della comunicazione (quali tipi di informazioni sono scambiate). Se i moduli sono inclusi nello stesso file eseguibile, sono definitivamente combinati in un unico programma. Se i moduli sono progettati per funzionare collegati insieme in uno spazio di indirizzi condiviso, significa quasi sicuramente che essi sono uniti in un unico programma. Al contrario, pipes, sockets e gli argomenti della riga di comando sono meccanismi di comunicazione normalmente utilizzati tra due programmi separati. Quindi quando sono utilizzati per la comunicazione, i moduli normalmente sono programmi separati. Ma se le semantiche della comunicazione sono abbastanza vicine, lo scambio di complesse strutture dati interne, anche questo potrebbe essere una base per considerare le due parti combinate in un programma più ampio. === Compatibilità === Guida della compatibilità delle licenze con GPL Un software licenziato sotto altre licenze può essere combinato con un programma sotto GPL senza conflitti, almeno finché tale combinazione non pone ulteriori limitazioni rispetto a quanto la GPL permette. In aggiunta ai normali termini della GPL, ci sono restrizioni e autorizzazioni aggiuntive che si possono applicare: 1) Se un utente vuole combinare codice concesso in licenza sotto diverse versioni di GPL, questo è consentito solo se il codice con la versione precedente GPL include una dichiarazione "ogni versione successiva". Ad esempio, la libreria GNU LibreDWG licenziata GPLv3 non può essere più utilizzata da LibreCAD e FreeCAD che sono solo licenziate GPLv2. 2) Al codice sotto licenza LGPL è permesso essere collegato con qualsiasi altro codice al di là della licenza che il codice possiede, anche se la LGPL fa aggiungere ulteriori requisiti per il lavoro combinato. LGPLv3 e solo-GPLv2 non possono quindi essere collegate comunemente. Codice sotto licenza LGPLv2.x senza la dicitura "ogni versione successiva" può essere pubblicato solo se tutto il lavoro combinato è concesso in licenza GPLv2 o GPLv3. FSF possiede una lista di licenze di software libero compatibili con la GPL con molte delle licenze di software libero più comuni, come la licenza originale MIT/X, la licenza BSD (nella sua forma 3-clause corrente) e la Licenza Artistica 2.0. David A. Wheeler ha sostenuto che gli sviluppatori di software libero/open source utilizzano licenze compatibili solo GPL, perché fare diversamente rende difficile per gli altri partecipare e contribuire al codice. Un certo numero di aziende utilizzano la multi-licenza per distribuire una versione GPL e vendere una licenza proprietaria per le aziende che desiderano combinare il pacchetto con il codice proprietario, utilizzando o meno il collegamento dinamico. Linus Torvalds nel 2002. Linus Torvalds, autore della prima versione del kernel Linux, è stato ad esempio inizialmente contrario alla licenza GPLv3 per la rigida determinazione etica delle prime bozze della licenza, da lui ritenuta di "crociata" contro la ''tivoization''. «Secondo me uno dei motivi per cui Linux ha avuto tanto successo è la qualità del progetto, non certo l'atteggiamento di crociata che molti gli vogliono attribuire» ha dichiarato Linus Torvalds. Infine ha ribaltato la posizione di Richard Stallman: «non è la GPL ad aver reso famoso Linux, ma è Linux ad aver reso "presentabile" la GPL, essendo dannatamente meno integralista di quello che la FSF vuole». Pur dopo la pubblicazione della nuova versione della licenza, Torvalds è rimasto scettico, dichiarando che Linux non verrà distribuito con licenza GPLv3. Stallman nel settembre 2007 ha commentato riguardo alla posizione di Torvalds ritenendola una conseguenza della posizione filosofica che differenzia in modo decisivo la comunità che promuove il software libero da chi favorisce l'open source: I programmi di software libero di spicco sotto licenza GPL includono il kernel Linux e il GNU Compiler Collection (GCC). In altri programmi di software libero (MySQL è un esempio lampante) che hanno licenze multiple, spesso una delle licenze è di tipo GPL. È possibile usare la GPL per documenti di testo invece che per programmi per computer, o più in generale per tutti i tipi di mezzi di comunicazione, nel caso in cui sia chiaro cosa costituisce il codice sorgente. Per i manuali e libri di testo, però, la FSF raccomanda la GNU Free Documentation License (GFDL) invece, che è stata creata per questo scopo. Se il GPL viene utilizzato per i font, i documenti o le immagini realizzate con tali caratteri potrebbero dover essere distribuiti sotto i termini della licenza GPL. Secondo la Black Duck Software, i dati del sito web dimostrano che la famiglia di licenze GPL viene utilizzata nel 54% dei software open-source, in particolare: 33% GPLv2, 12% GPLv3, 6% LGPL 2,1, 3% LGPL 3,0. Matthew Aslett, un analista, ha sostenuto (in base alle statistiche di Black Duck Software) che le licenze "copyleft" sono andate in declino mentre le licenze permissive in aumento. Tuttavia, uno studio successivo ha mostrato che il software sotto licenza GPL è aumentato, e anche i dati della Black Duck Software hanno mostrato un incremento complessivo di progetti software sotto licenza GPL. Daniel German, professore presso il Dipartimento di Computer Science presso l'Università di Victoria in Canada, durante un intervento nel 2013 ha presentato le sfide metodologiche per determinare quali sono i titoli FOSS più diffusi, e ha mostrato come non riusciva a replicare il risultato da Black Duck Software. A partire dall'agosto 2007, il GPL ha rappresentato quasi il 65% dei 43.442 progetti di software libero quotati in FreeCode, e nel gennaio 2006 circa il 68% dei progetti elencati su SourceForge.net. Allo stesso modo, nel 2001 un'analisi di Red Hat Linux 7.1 ha trovato che il 50% del codice sorgente è stato pubblicato sotto GPL. Nel 2011, quattro anni dopo la pubblicazione della GPLv3, secondo i dati Black Duck Software il 6,5% di tutti i progetti di licenza open-source usava GPLv3 mentre il 42,5 % usava GPLv2. Il direttore dell'ufficio “programmi open-source” di Google, Chris DiBona, ha riferito che il numero di progetti open-source software su licenza che si erano trasferiti a GPLv3 da GPLv2 nel 2009 è stata del 50%.
GNU Lesser General Public License
La '''GNU Lesser General Public License''' è una licenza di software libero creata dalla Free Software Foundation, studiata come compromesso tra la GNU General Public License e altre licenze non copyleft come la Licenza BSD, la Licenza X11 e la Licenza Apache. Fu scritta nel 1991 da Richard Stallman, con l'ausilio legale di Eben Moglen. La LGPL è una licenza di tipo copyleft ma, a differenza della licenza GNU GPL, non richiede che eventuale software "linkato" al programma sia pubblicato sotto la medesima licenza. È principalmente usata per le librerie software, infatti a volte è chiamata Library GPL, è però utilizzata anche da applicativi, come Mozilla Firefox, OpenOffice.org o LibreOffice.
La licenza in origine era stata chiamata '''GNU Library General Public License''' ed è stata pubblicata per la prima volta nel 1991, col numero di versione 2 per coerenza con la versione della GPL. La LGPL è stata rivista in alcuni dettagli con la versione minore 2.1, pubblicata nel 1999, quando è stata anche rinominata in GNU Lesser General Public License, per rispecchiare la posizione della Free Software Foundation secondo cui non tutte le librerie dovevano usarla. La versione 3 della LGPL è stata pubblicata nel 2007 come elenco di permessi aggiuntivi alla versione 3 della GPL. La principale differenza tra la GNU GPL e la LGPL è che quest'ultima permette al software di essere "linkato" ad altro software con licenza diversa. Vi sono due possibili casi: opere basate sul software (opere derivate), o opere che usano il software. Il secondo caso non è contemplato dalla licenza come si legge nel paragrafo 5: Un eseguibile "stand alone" collegato dinamicamente a una libreria è generalmente considerato un'opera che usa la libreria e quindi ricade in questo caso. Una caratteristica della LGPL è che si può convertire il software che la usa in software coperto da GPL (sezione 3 della licenza). Questa possibilità è utile per il riuso di codice LGPL in applicativi o librerie GPL, o se si vuole evitare che il software venga usato all'interno di software proprietari. Il nome precedente "GNU library General Public License" fece credere a taluni che la Free Software Foundation volesse che tutte le librerie usassero la LGPL. Nel febbraio 1999 Richard Stallman scrisse il saggio: "Perché non dovreste usare la LGPL per la vostra prossima libreria", spiegando che le cose non stavano così, e che la LGPL non è necessariamente la scelta migliore per le librerie: Questo non significa che la FSF scoraggi l'uso della LGPL, ma solo che non dovrebbe essere usata per tutte le librerie. Stallman prosegue: L'argomentazione prosegue affermando che, se una libreria ha delle rivali non libere, utilizzare una licenza con un copyleft più forte può essere pericoloso perché scoraggerebbe l'adozione del modulo in progetti non compatibili con la GPL. Viceversa, sempre secondo Stallman, se la libreria risulta essere l'unica scelta possibile (o comunque tecnicamente superiore alle sue rivali), dovrebbe utilizzare la GPL, usando così la sua forza intrinseca per convertire altri progetti a una licenza compatibile. Per proteggere i diritti dell'utente, la LGPL impone restrizioni che vietano ai distributori di negare tali diritti o di chiedere di rinunciarvi. Queste restrizioni si traducono in determinate responsabilità a carico di chi distribuisce copie del software o di chi lo modifica. Ad esempio, chi distribuisce copie di una libreria LGPL, gratuitamente o a pagamento, deve concedere ai destinatari tutti i diritti che ha ricevuto. Deve anche assicurarsi che i destinatari ricevano o possano ottenere il codice sorgente. Se ha collegato altro codice alla libreria, deve fornire i file oggetto completi ai destinatari, in modo che essi possano ricollegarli alla libreria dopo averla modificata e ricompilata. E deve mostrar loro queste condizioni della licenza, in modo che essi conoscano i propri diritti.
Grammatica regolare
right Una '''grammatica regolare''', in informatica, è una grammatica formale generativa. Detta anche '''lineare destra''' o '''lineare sinistra''', secondo la gerarchia di Chomsky è una grammatica di tipo-3.
Come le altre grammatiche formali, è una quadrupla , in cui # sono i simboli non terminali # sono i simboli terminali # detto ''assioma'' è il simbolo non terminale di inizio. # sono le regole di produzione, una relazione binaria di cardinalità finita su , che normalmente scriviamo come #: questa scrittura ci dice che a sinistra ci deve essere almeno un non terminale ed a destra qualsiasi cosa. Le produzioni di una ''grammatica regolare'' sono del tipo: * nel caso di '''lineari sinistre''' (in inglese ''left regular grammar'') : :ossia a sinistra della regola di produzione c'è un non terminale e a destra un non terminale seguito da un terminale oppure un singolo terminale. * nel caso di '''lineari destre''' (in inglese ''right regular grammar'') : :ossia a sinistra della regola di produzione c'è un non terminale e a destra un terminale seguito da un non terminale oppure un singolo terminale. Poniamo attenzione al fatto che non ci devono essere produzioni miste formate da lineari destre e sinistre contemporaneamente nella stessa grammatica, poiché in questo caso non siamo più in presenza di una grammatica regolare ma ad una grammatica libera dal contesto (''non contestuale'') come evidenziato in un esempio seguente. Vengono chiamate ''regolari'' perché i linguaggi generati da queste grammatiche sono rappresentabili tramite espressioni regolari. Il termine ''lineare'' deriva dal fatto che a destra delle produzioni possiamo trovare al massimo un non terminale; ''destra'' o ''sinistra'' indica dove il non terminale sarà rispetto al terminale. I linguaggi generabili da grammatiche regolari (di tipo-3) sono detti linguaggi regolari e sono equivalenti ai linguaggi riconosciuti dagli automi a stati finiti ed ai linguaggi rappresentati da espressioni regolari. Ogni grammatica regolare è anche una grammatica libera dal contesto visto che le grammatiche tipo-3 sono strettamente contenute in quelle tipo-2 secondo la gerarchia di Chomsky. Alcuni libri di testo e articoli non ammettono regole di produzione vuote (''ε-produzioni''), e assumono che la stringa vuota non sia presente nel linguaggio. Ad ogni modo è dimostrato il teorema che garantisce che data una grammatica le cui regole di produzione P possono essere separate in due sottoinsiemi contenenti uno le produzioni vuote e l'altro le produzioni di tipo regolare, allora esiste una grammatica regolare formata dalla grammatica a cui sono state eliminate le produzioni vuote. Più formalmente regolare senza ε-produzioni tale che Un esempio di grammatica lineare destra con assioma, formato dalle seguenti regole di produzione: : : Questa grammatica descrive lo stesso linguaggio dell'espressione regolare . Un altro esempio di grammatica lineare destra con assioma, formato dalle seguenti regole di produzione: : : : : : Questa grammatica descrive lo stesso linguaggio dell'espressione regolare . === Esempio di grammatica non regolare === Una grammatica che genera il linguaggio può essere con assioma, formato dalle seguenti regole di produzione: : : : ma questa non è una grammatica regolare bensì una grammatica libera dal contesto; ha ''entrambe'' le produzioni, destre e sinistre, e quindi non è regolare.
Grammatica generativa
La '''grammatica generativa''' è una teoria del linguaggio, parzialmente ispirata dalla teoria della grammatica formale e inaugurata da Noam Chomsky negli anni cinquanta. La teoria, legata ad un approccio tratto dalla teoria della dimostrazione per lo studio della sintassi, ha esplorato anche la fonologia e la morfologia. La principale novità della grammatica generativa consiste nel concentrarsi sull'aspetto mentale del linguaggio, sui principi che regolano il funzionamento della facoltà. In questo senso, la grammatica generativa studia ciò che le lingue naturali hanno in comune, piuttosto che ciò che le distingue, e la descrizione delle lingue risulta meno rilevante.
Una grammatica generativa è un insieme di regole che "specificano" o "generano" in modo ricorsivo (cioè per mezzo di un sistema di riscrittura) le formule ben formate di un linguaggio. Questa definizione include un gran numero di diversi approcci alla grammatica. Il termine ''grammatica generativa'' è anche largamente usato per riferirsi alla scuola di linguistica all'interno della quale questo tipo di grammatica formale gioca un ruolo cruciale. La grammatica generativa dovrebbe essere distinta dalla grammatica tradizionale, che solitamente: * è fortemente prescrittiva, anziché puramente descrittiva; * non è matematicamente esplicita; * storicamente ha analizzato un insieme relativamente ristretto di fenomeni sintattici. Se poi il termine viene inteso nel senso di "scuola di linguistica", esso dovrebbe essere distinto da altri approcci alla grammatica linguisticamente descrittivi, come per esempio la grammatica funzionale. Il termine ''grammatica generativa'' può anche riferirsi a un particolare insieme di regole formali per un particolare linguaggio. Per esempio si può parlare di una ''grammatica generativa dell'italiano''. Una grammatica generativa in questo senso è un dispositivo formale che può enumerare ("generare") tutte e sole le frasi di un linguaggio. In un senso più stretto, una grammatica generativa è un dispositivo formale (o, in altri termini, un algoritmo) che può essere usato per decidere se una certa frase è o meno grammaticale. Nella maggior parte dei casi, una grammatica generativa è in grado di generare un numero infinito di stringhe a partire da un insieme finito di regole. Queste proprietà sono desiderabili per un modello del linguaggio naturale, poiché il cervello umano possiede una capacità finita, eppure gli esseri umani possono generare e comprendere un'enorme quantità di frasi distinte. Alcuni linguisti si spingono talmente lontano da sostenere che l'insieme delle frasi grammaticali di un linguaggio naturale è veramente infinito. Formalmente una grammatica ''G'' è una quadrupla (''X'',''V'',''S'',''P'') composta da: * ''X'': alfabeto dei simboli terminali * ''V'': alfabeto delle variabili o simboli non terminali * ''S'': ''simbolo distintivo'' o ''scopo'' o ancora ''assioma'' della grammatica (appartiene a ''V'') * ''P'': insieme di coppie (v,w) di stringhe dette ''regole di produzione'' costruite sull'unione dei due alfabeti, denotate anche con La stringa non può essere vuota, invece può esserlo. Il ''linguaggio generato dalla grammatica'' è costituito da tutte le stringhe di terminali che possono essere ottenute partendo dal simbolo ''S'' e applicando una produzione alla volta alle ''forme di frase'' via via prodotte. === Esempio === Il linguaggio è generato dalla seguente grammatica: right Le grammatiche generative possono essere descritte e confrontate fra loro con l'aiuto della '''gerarchia di Chomsky''', da lui proposta negli anni cinquanta. Questa definisce una serie di tipi di grammatiche formali aventi potere espressivo crescente. === Grammatiche regolari === Fra i tipi più semplici ci sono le ''grammatiche regolari'' (tipo-3). Chomsky sostiene che i linguaggi regolari non siano adeguati come modelli del linguaggio umano, perché tutti i linguaggi umani consentono l'annidamento di stringhe all'interno di stringhe in modo gerarchico. === Grammatiche libere dal contesto e strutture ad albero === Ad un livello superiore della gerarchia ci sono le ''grammatiche libere dal contesto'' (tipo-2). La derivazione di una frase da una grammatica libera dal contesto può essere descritta da un albero di derivazioni, o albero sintattico. Il lavoro dei linguisti nell'ambito della grammatica generativa vede spesso tale albero di derivazioni come un oggetto di studio fondamentale. Secondo questo punto di vista, una frase non è semplicemente una stringa di parole, ma piuttosto un albero con rami subordinati e sopraordinati connessi a dei nodi. Sostanzialmente, il modello ad albero funziona in qualche modo come per la frase semplice nell'esempio a lato, nel quale ''F'' è una frase, ''D'' è un articolo determinativo, ''S'' è un sostantivo, ''V'' è un verbo, ''SN'' è un sintagma nominale e ''SV'' è sintagma verbale. left La frase risultante potrebbe essere ''Il cane mangia l'osso''. Questo diagramma ad albero è anche chiamato un ''indicatore sintagmatico'' (''phrase marker''). Esso può essere rappresentato più sinteticamente in forma testuale, sebbene il risultato sia meno facilmente leggibile, attraverso una notazione con parentesi quadre ed etichette (''labeled bracketing''): F SN D Il S cane SV V mangia SN D l' S osso . In ogni caso, secondo Chomsky nemmeno le grammatiche a struttura sintagmatica (''phrase structure grammars'') sono adeguate per descrivere i linguaggi naturali: per far fronte a questa necessità, egli formulò il sistema più complesso della grammatica trasformazionale. La ''grammatica universale'' è l'obiettivo della grammatica generativa. Per arrivare al concetto di grammatica universale, però, si deve prima definire la ''Teoria della competenza'', che è il punto di partenza. In grammatica generativa, la competenza, è costituita dall'insieme di conoscenze che permettono ad un parlante nativo di produrre messaggi verbali nella propria lingua. Più precisamente, la competenza è: * '''interna''' alla mente umana; * pressoché '''inconscia''' (implicita): un parlante nativo riesce, basandosi solamente su un'intuizione, a giudicare se una produzione linguistica sia accettabile nella propria lingua. Ad esempio, un parlante nativo italiano, non troverà accettabile la parola ''nbromo'', ma lo sarà la parola ''bromo'' che effettivamente esiste; * '''individuale''': è intesa come l'insieme di conoscenze che possiede un singolo parlante; la comprensione fra più parlanti è quindi possibile solo quando le competenze individuali di ciascuna persona sono simili; * '''innata''': l'essere umano è predisposto, grazie a particolari condizioni anatomiche e neurofisiologiche, ad acquisire il linguaggio verbale; la capacità di parlare è, in primo luogo, trasmessa biologicamente, solamente dopo si ha l'evoluzione di tale capacità data dalla componente culturale-ambientale. Costruire una teoria della competenza è lo scopo della grammatica generativa, ossia si vuole esplicitare mediante regole e princìpi la conoscenza inconscia che il parlante nativo ha della propria lingua. Il primo passo per fare ciò, è capire quali frasi siano grammaticali (ossia corrette) e quali no in una lingua secondo il parlante nativo (in base alla sua competenza inconscia). A partire dalle competenze individuali dei parlanti nativi di date lingue, la teoria generativa punta a creare una grammatica universale, ossia a definire le conoscenze linguistiche innate dei parlanti nativi di tutte le lingue esistenti. La grammatica universale, quindi, specifica qual è lo stato basilare della facoltà di linguaggio degli esseri umani, che grazie all'esperienza linguistica (fissazione dei parametri che consentono di imparare la grammatica di una determinata lingua) che si acquisisce in un secondo momento, passa ad uno stato stabile, ossia la lingua di cui una persona è parlante nativo. Quando la grammatica generativa fu proposta per la prima volta, fu unanimemente salutata come un modo di formalizzare l'insieme di regole implicite che una persona "conosce" quando conosce la propria lingua madre ed è in grado di produrre delle espressioni in essa. Tuttavia Chomsky ha ripetutamente respinto quell'interpretazione. Secondo lui, la grammatica di una lingua è l'esposizione di ciò che una persona deve conoscere al fine di riconoscere un'espressione come grammaticale, ma non un'ipotesi sul processo coinvolto nella comprensione o nella produzione del linguaggio. In ogni caso la realtà è che la maggior parte dei madrelingua respingerebbero molte frasi prodotte anche da una grammatica a struttura sintagmatica. Per esempio, sebbene la grammatica consenta annidamenti molto profondi, le frasi con annidamenti molto profondi non sono accettate da chi le sente pronunciare, e il limite di accettabilità è una faccenda empirica che varia da individuo a individuo, non qualcosa che può essere facilmente catturato in una grammatica formale. Di conseguenza, l'influenza della grammatica generativa nella psicolinguistica empirica è declinata considerevolmente. La grammatica generativa è stata usata in teoria della musica e nell'analisi musicale, ad esempio da Fred Lerdahl, e nell'analisi schenkeriana.
Giardinaggio
Fiore ornamentale Il '''giardinaggio''' è la tecnica e l'arte della coltivazione di piante a scopo principalmente ornamentale. Può essere praticato per hobby, come attività professionale oppure come attività riabilitativa o socializzante all'interno di carceri o istituti, pratica che prende il nome di "Garden therapy". In generale con il termine "giardinaggio" si indica il complesso delle azioni relative alla creazione e alla manutenzione di un giardino, solitamente privato.
Molte coltivazioni agricole, praticate su scala maggiormente estesa, possono – in certe zone favorite da un clima mite – diventare tipiche anche del giardinaggio ornamentale, specie in certe stagioni dell'anno e sotto talune latitudini: è il caso, ad esempio, dei limoni (prodotti principalmente in Sicilia per una diffusione di massa, ma coltivati anche sulle terrazze di molte città italiane) e degli ulivi, utilizzati a scopo decorativo. Praticato in serra, comunque, il giardinaggio tradizionale comporta una manutenzione pressoché assidua e regolare, con la eliminazione dei fiori appassiti, dei parassiti e delle erbacce infestanti, nonché una regolare sfoltitura atta a favorire un armonioso e regolare sviluppo della pianta o del fiore. Al contrario, nel giardino naturale, detto anche ''giardino ecologico'', gli interventi di manutenzione devono e possono essere ridotti al minimo indispensabile per assicurare l'accessibilità e la fruizione dell'area, e per mantenere in stato di relativo equilibrio alcuni tipi di vegetazione intrinsecamente instabili (come il prato e la siepe). Nel giardinaggio la moltiplicazione delle piante può avvenire per talea, margotta, propaggine, innesto, divisione di tuberi, rizomi, stoloni e bulbi o con la semina. La progettazione dei giardini, o ''garden design'', è una pratica di confine tra giardinaggio, botanica, architettura e design. Può essere praticata dai proprietari stessi del giardino o da professionisti di vario livello come Agronomi o Architetti. I progettisti devono aver competenze specifiche in materia di agraria, design o architettura.
Genere letterario
Un '''genere letterario''' è una categoria della scrittura letteraria. La letteratura viene convenzionalmente suddivisa in una molteplicità di generi detti anche forme codificate di un’espressione che ne rendono la classificazione molto più semplice e la discussione critica. Una prima distinzione molto generale è quella tra poesia, prosa e teatro. La prima si caratterizza perché cerca di riprodurre la musicalità di un suono attraverso il ritmo, la pronuncia e l'ordine delle parole; la seconda invece non ha questa caratterizzazione, e raggruppa quindi tutte quelle opere non in versi. Il teatro, poi, è da considerarsi una forma d'arte a parte, che spesso fonde insieme le prime due e sovente vi unisce la musica, dando origine all'opera lirica e, recentemente, al ''musical'' . Nell'ambito della prosa, ci si riferisce genericamente a narrativa per un romanzo o un racconto, se non si riesce a trovargli una ben definita classificazione. Tenendo conto che all'interno delle forme narrative possono trovarsi generi spuri come quelli del fotoromanzo o delle sceneggiature che destano a volte l'attenzione, in anni recenti, del mercato editoriale.
Nella letteratura la definizione dei generi letterari costituisce uno dei problemi più dibattuti a partire dal Rinascimento, epoca in cui fu scoperta la ''Poetica'' di Aristotele, anche se l'origine del concetto di 'genere' risale all'antica Grecia, difatti Platone effettuò le prime distinzioni tra genere ''mimetico'' (tragedia e commedia), ''narrativo'' (ditirambo e nomo), e ''misto'' (epopea). Quindi, sin dal classicismo si sono distinti i generi in base a determinate caratteristiche, ma nell'ordine gerarchico dei generi ci sono stati dei vincoli non sempre rispettati. Secondo i canoni del classicismo per definire un genere si prende in considerazione: a) il linguaggio della scrittura b) la natura dei temi trattati. Un'altra epoca fondamentale della storia della teoria dei generi è stata l'età romantica, quando Hegel nell''Estetica'' distingueva i tre generi dell'epica, della lirica e del dramma. Partendo dalla distinzione classicistica è possibile individuare per prima cosa il linguaggio della scrittura, cioè se l'opera è composta sotto forma narrativa, quindi epica, o in forma drammatica (teatro). Anche la natura dei temi trattati contribuisce a definire il genere. Solo attraverso la combinazione di tema e forma, dunque, viene fissata l'identità del genere in modo riconoscibile. Alla riconoscibilità del tema contribuisce anche l'orizzonte d'attesa dei lettori (o ascoltatori, in caso di generi orali come l'epica teatrale). Molti testi narrativi moderni annunciano il loro genere in un sottotitolo per orientare le scelte e le aspettative del lettore o anche per darsi uno statuto che il testo da solo non è sufficiente a rivelare. Ci sono dei generi (romanzo o lirica) che per la loro straordinaria varietà tematica costringono lo studioso di generi a una flessibilità interpretativa. I generi più formalizzati, come l'epica, la tragedia, la commedia, cioè quei generi che hanno una storia antica e che si sono presentati nel corso dei secoli sempre con nuove codificazioni, sono anche quelli che sono spesso serviti da modello a una trattazione normativa valida per tutti i tempi. In ogni caso, un genere è sempre relativo al sistema letterario che lo forma e lo descrive. Prima ancora che dai loro teorici, i generi sono definiti dagli autori; ad esempio Torquato Tasso, descrivendo le caratteristiche dell''epos'' (epica) classico in base alle opere di Omero e Virgilio, sottolineò, durante la composizione della sua ''Gerusalemme liberata'', la necessità di escludere dalla scrittura epica ogni elemento della lirica che egli riconduceva al modello di Petrarca (ritenuto modello canonico assoluto). Siccome il genere letterario è di per sé un concetto mobile, assai facilmente suscettibile di cambiamenti, mescolanze, reinterpretazioni, nessuna classificazione dei moltissimi generi letterari può essere rigorosa o assoluta; tuttavia, una possibile classificazione sistematica di essi, che escluda i sottogeneri particolarmente rari, specialistici, sperimentali o ibridi, può essere la seguente, che distingue nella letteratura le tre forme di cui sopra (prosa, poesia e teatro), che si suddividono in categorie (ampi raggruppamenti di generi), a volte in sezioni (sotto-raggruppamenti di generi), generi e sottogeneri letterari; di seguito, per chiarezza, le denominazioni considerate generi in senso stretto sono indicate in grassetto: * Prosa ** Narrativa *** '''Romanzo''' **** storico ***** fantastoria (sottogenere talvolta misto con il fantasy) ***** ucronia (sottogenere talvolta misto con la fantascienza) ***** cappa e spada o wuxia (in ambito orientale) **** fantascienza ***** fantascienza tecnologica ****** cyberpunk ******* post-cyberpunk ******* biopunk ******* nanopunk ******* dieselpunk ******* clockpunk ******* atompunk ******* mythpunk ******* stonepunk ******* steampunk ****** space opera ******* space opera militare ******* space western (con una collocazione temporale passata rientrebbe nello steampunk) ******* xenofiction ****** apocalittico e post-apocalittico ****** planetary romance e sword and planet ****** viaggi nel tempo (sottogenere talvolta presente in contesti fantasy o fantastici) ****** new wave ****** edisonata ***** fantapolitica ****** utopia ****** distopia **** fantasy ***** high fantasy o fantasy epico ****** sword and sorcery ****** dark fantasy (può appartenere anche al sottogenere low fantasy) ***** low fantasy ***** fantasy contemporaneo ****** urban fantasy (non necessariamente, ma solitamente, ambientato ai tempi moderni) ****** Urban fantasy ****** bangsian fantasy **** romanzo d'avventura **** romanzo di formazione **** romanzo d'appendice **** romanzo per ragazzi **** romanzo dell'orrore ***** gotico **** romanzo d'azione o thriller (talvolta incluso nel giallo) ***** romanzo spionistico ***** thriller d'azione ***** thriller tecnologico (talvolta misto con la fantascienza) ***** legal thriller **** giallo ***** noir ****** noir metropolitano ******* hard boiled ******* soft boiled ***** giallo poliziesco ***** giallo giudiziario ***** giallo medico **** rosa **** erotico **** psicologico **** umoristico ***** umorismo nero ***** satira ***** parodia **** sociale **** epistolare *** '''Racconto''' **** ''stessi sottogeneri del romanzo'' *** '''Fiaba''' *** Favola in prosa (sottogenere della '''Favola''') *** '''Storiografia''' **** monografia **** annali **** cronaca **** storia universale *** '''Biografia''' **** autobiografia ***** memorialistica *** '''Diario''' ** Divulgativa *** '''Dialogo''' *** '''Trattato''' *** '''Saggio''' *** '''Opuscolo''' **** Libello *** '''Aforisma''' *** '''Apologia''' *** '''Parabola''' *** '''Manifesto''' *** '''Emblematica''' *** Epistola in prosa (sottogenere dell'''Epistola''') **** privata (può rientrare nella narrativa) **** pubblica *** aretalogia (sottogenere della biografia) *** agiografia (sottogenere della biografia) *** biografia kerygmatica (sottogenere della biografia) *** romanzo filosofico (sottogenere del romanzo) *** romanzo d'inchiesta (sottogenere del romanzo) ** Eloquenza *** '''Oratoria''' **** Oratoria epidittica **** Oratoria giudiziaria **** Oratoria deliberativa * Poesia ** Epica *** '''Poema epico''' **** storico **** mitologico **** collettivo **** epico-cavalleresco **** poemetto epico *** '''Epillio''' *** '''Poema eroicomico''' **** poemetto eroicomico ** Didascalica *** '''Poema didattico-allegorico''' **** poemetto didattico-allegorico *** '''Poema didascalico''' **** poemetto didascalico *** '''Poema sapienziale''' **** poemetto sapienziale *** '''Profezia''' *** favola in versi (sottogenere della '''Favola''') *** epistola filosofica in versi (sottogenere dell'''Epistola''') ** Lirica *** lirica monodica **** '''Elegia''' **** '''Giambo''' ***** Cinedio ***** Meliambo *** lirica corale **** '''Ditirambo''' **** '''Encomio''' **** '''Epicedio''' **** '''Epinicio''' **** '''Epitalamio''' **** '''Imeneo''' **** '''Inno''' **** '''Iporchema''' **** '''Nomo''' **** '''Partenio''' **** '''Peana''' **** '''Prosodio''' **** '''Scolio''' **** '''Treno''' *** '''Preghiera''' *** '''Lauda''' *** '''Poesia bucolica''' *** '''Satira''' *** '''Sonetto''' *** '''Canzone''' **** petrarchesca **** libera *** '''Capitolo''' *** '''Carme''' *** '''Ode''' *** '''Madrigale''' *** '''Ballata''' *** '''Poemetto lirico''' *** '''Centone''' *** '''Verso libero''' *** '''Calligramma''' *** Epistola lirica (sottogenere dell'''Epistola''') * Teatro ** Teatro di prosa *** '''Tragedia''' (in età antica rientra nel teatro di musica) *** '''Commedia''' (in età antica rientra nel teatro di musica) *** Mimo prosastico (sottogenere del '''Mimo''') ** Teatro di musica *** '''Opera''' **** opera seria **** opera buffa **** operetta **** farsa *** Mimo lirico (sottogenere del '''Mimo''') **** mimiambo **** ilarodia **** magodia *** '''Musical''' A sé vanno infine considerati due particolari generi, che mescolano in maniera diversa poesia e prosa: il prosimetro, che alterna brani di prosa a componimenti poetici (Es. la Vita Nova di Dante Alighieri) e la prosa lirica, ossia una prosa che, pur non seguendo le regole della metrica, adotta le finalità e le modalità espressive della poesia lirica (Es. il Notturno di Gabriele D'Annunzio). L'idea di realizzare storie sui personaggi famosi o più noti di un determinato periodo storico è abbastanza antica e radicata nel costume del genere umano. Qualunque potente ha prima o poi pensato bene di realizzarsi o farsi realizzare delle cronache della propria vita. Nel primo caso si parla di autobiografia, se l'autore è differente dal personaggio di cui si parla, ci si riferisce, invece, ad una biografia. Pur se i generi non sono molto vicini, si può parlare, anche in questa sede, dei saggi, ovvero di quelle opere che trattano, in maniera più o meno accademica, a seconda della scelta dell'autore, di vari argomenti. Si potranno distinguere tra diversi tipi di saggi: ''scientifici'', ''filosofici'', ''musicali''. In un certo senso rientrano nella definizione di saggi, le cronache, intese non solo come ''cronache giornalistiche'', ma anche ''storiche'', genere nel quale fu maestro il condottiero romano Giulio Cesare. Sotto la dicitura del fantastico si possono raggruppare una grande schiera di generi differenti. Si può iniziare a parlare di ''letteratura fantastica'' o ''di fantasia'' sin dai tempi degli antichi egizi, con i loro racconti mitici. Nella stessa classe (Mitologia) vanno anche i racconti sulle divinità greche, romane, asgardiane, indiane, pellirosse. Si parla però di ''fantastico'' solo con la fiaba e la favola: in origine erano racconti per lo più dell'orrore fruibili quasi esclusivamente dagli ''adulti'', per il fatto stesso che, a differenza dei ''bambini'', la loro fantasia doveva essere stuzzicata. Col tempo questi sono diventati generi per l'infanzia, ma i primi racconti e leggende su mostri, orrori indicibili, fantasmi e quant'altro sono ancora oggi considerati classici del genere fantastico, che a sua volta si suddivide in vari sottogeneri. Secondo Cvetan Todorov (''La letteratura fantastica'') il genere fantastico è un genere spurio. Il fantastico si muove sempre tra meraviglioso e perturbante (o strano), il primo essendo la narrazione dove elementi irreali sono presenti nella storia senza che la loro sussistenza crei problemi epistemologici agli attanti; il secondo è invece quella narrazione dove il momento di incertezza ("è vero o è falso quello che sto vedendo?") si risolve con una riaffermazione dei principi realistici. Da questo punto di vista un maestro del genere fantastico può essere considerato Jorge L. Borges. La rigidità della definizione di Todorov verrà poi messa in discussione con l'avvento del postmodernismo e della mescidazione che ne seguì. === Fantascienza === La fantascienza è probabilmente il genere più noto al grande pubblico. Benché sia vivo il dibattito sulle sue origini, si considera per lo più nascere dal romanzo fantastico-avventuroso (Jules Verne) e congetturale a sfondo sociale (H. G. Wells) a cavallo tra Otto e Novecento e trova negli anni trenta-quaranta negli Stati Uniti il suo periodo d'oro. L'esperienza del "non quotidiano", in questo tipo di letteratura, non è da ricollegarsi alla magia o al mistero, ma a fatti scientificamente possibili, agli effetti di teorie o tecnologie plausibili anche se non ancora scoperte. Nascono quindi, come variazione a questa semplice definizione di base, vari tipi di fantascienza, sottogeneri e filoni, come ad esempio la space opera o il cyberpunk. Tra i sottogeneri principali la fantascienza hard o classica (caratterizzato dall'interesse per il dettaglio e l'accuratezza scientifica), in contrapposizione alla ''soft'' o sociologica che si è diffusa soprattutto a partire dagli anni sessanta con il filone New Wave. Padri del genere fantascientifico – o più precisamente del romanzo scientifico – sono considerati, tra gli altri, Jules Verne e H. G. Wells; anche le avventure del ''planetary romance'' alla Edgar Rice Burroughs hanno avuto una notevolissima influenza sulle opere successive; alcuni tra gli autori di fantascienza più noti sono Isaac Asimov, Philip K. Dick, Frank Herbert, Ray Bradbury. Tra i numerosi generi affini a quello fantascientifico, tanto da venirne considerato un sottogenere, vi è la fantapolitica, incentrata su immaginari o ipotetici avvenimenti politici in grado di cambiare il destino del mondo. Se racconta un presente o passato alternativo, si parla di ucronia; quando va a descrivere società ideali - un genere assai antico - si parla di utopia, o all'opposto se descrive sviluppi oscuri e indesiderabili è distopia, come nel romanzo ''1984'' di George Orwell. Un popolare sottogenere della fantascienza è a sua volta quello catastrofico, apocalittico o post apocalittico, spesso collegato a previste guerre nucleari; in una sua variante l'attenzione è riposta, anziché sull'esito di guerre, su scenari di collasso ecologico oppure della fine delle risorse non rinnovabili, o ancora in eventi cosmici che mettono a rischio il pianeta. Nel post apocalittico invece la catastrofe è un antefatto e i personaggi si muovono in un mondo radicalmente cambiato. === Fantasy === Il genere fantasy è, nell'uso comune, quello più legato al fantastico, pur se nell'uso italiano ne identifica un semplice comparto. È, tra tutti i generi fantastici, quello più legato alla letteratura mitica, alle fiabe e alle favole, in cui la magia e gli eventi inspiegabili sono una parte importante nella vicenda. Il fantasy nasce alla metà del XIX secolo con le opere di alcuni autori inglesi quali George MacDonald, Lord Dunsany, William Morris, nonché Rudyard Kipling, H. Rider Haggard ed Edgar Rice Burroughs. Negli anni venti il genere fantastico con influssi horror e soprannaturali divenne molto popolare negli Stati Uniti in riviste ''pulp'' come ''Weird Tales'', attraverso l'opera di autori che ne praticano un sottogenere "epico-avventuroso" il cui autore più famoso è senza dubbio Robert E. Howard, il creatore del personaggio di Conan il barbaro. Alla fine degli anni quaranta il fantasy riceve nuova linfa in Gran Bretagna, particolarmente grazie a due amici e colleghi dell'università di Oxford: Tolkien, autore de ''Il Signore degli Anelli'' e di C. S. Lewis (''Le cronache di Narnia''), tuttora molto popolari e imitati. Sotto la spinta di questi autori, dagli anni sessanta molti autori rimettono mano al genere, non di rado ibridandolo con la fantascienza e l'horror. Tra i tantissimi ricordiamo almeno Marion Zimmer Bradley, che riscrive la sagra arturiana da un punto di vista femminista, ma anche Tanith Lee, Michael Moorcock, Patricia A. McKillip, Rick Riordan, Roger Zelazny, David Eddings (''Il ciclo del Belgariad'') e moltissimi altri. In tempi successivi autori come Robert Jordan (''La Ruota del Tempo'') e George R. R. Martin (''Cronache del ghiaccio e del fuoco''), nonché classici della letteratura per ragazzi Michael Ende (''La storia infinita'' e ''Momo''), sono considerati ispirazione della vitalità del genere. Tra i sottogeneri più popolari vi è il fantasy umoristico che ha avuto in Terry Pratchett l'autore più noto con la sua serie di romanzi del Mondo Disco, ambientata in un universo parodistico. === Romanzo gotico === Il primo passo, però, verso la letteratura dell'orrore e del mistero è la letteratura gotica. Se i racconti di streghe e fantasmi sono da considerarsi i primi esempi stilistici di tale genere, le sue origini sono però da porsi con ''Il castello di Otranto'' (1764) di Horace Walpole e ''I misteri di Udolpho'' (1794) di Ann Radcliffe. Da lì in poi molti autori si sono cimentati con questa particolare forma di espressione: tra i principali la scrittrice Mary Shelley con il suo ''Frankenstein'' e Bram Stoker, il cui romanzo più famoso, ''Dracula'', è anche considerato uno degli ultimi, se non l'ultimo, romanzo gotico. Una citazione allora la merita anche John William Polidori, che con il suo racconto ''Il vampiro'' ha dato origine al mito letterario del vampiro (di cui Dracula è il più illustre esempio), che ancora oggi affascina i lettori di tutto il mondo. Nella categoria del romanzo gotico vengono spesso classificati tutti quei romanzi che parlano di creature mostruose, come appunto ''Frankenstein'' o ''Il Golem''. Uno degli esponenti contemporanei di questo genere di letteratura è considerato l'italiano Valerio Evangelisti. Grande notorietà per le sue storie di streghe e vampiri ha oggi Anne Rice. === Romanzi dell'orrore === Il passo successivo è la ''letteratura horror'' o ''dell'orrore'', un genere che, da un lato ha attirato il nostro lato morboso e macabro, e dall'altro respinto proprio a causa della paura, sentimento su cui si basa il genere. I padri dell'orrore, coloro che, in un certo senso, ne hanno dettato le fondamenta e le leggi con le loro opere sono Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft. Da qui in poi l'orrore ha marciato spedito, raccogliendo consensi e un sempre maggiore seguito. Tra gli autori contemporanei quello di maggior successo commerciale è Stephen King. Il giallo è un genere di narrativa di successo nato verso la metà dell'Ottocento. L'oggetto fondamentale del genere giallo è il crimine e il mistero, e le relative indagini per scoprirne il colpevole. Viene normalmente distinto dagli altri generi letterari, ma i confini sono spesso molto labili. Il genere principale è a sua volta diviso in diversi sottogeneri (anch'essi dai confini non sempre ben delineati), come il giallo classico, il giallo storico, il poliziesco, il noir, fino ai più specifici legale e medico. Il termine "giallo" si deve al colore della collana ''Il Giallo Mondadori'', ideata da Lorenzo Montano e pubblicata da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929. === Hard boiled === Il sottogenere ''hard boiled'' rientra nel genere poliziesco o ''detective fiction'' e si distingue dal giallo deduttivo per una rappresentazione realistica del crimine, della violenza e del sesso (in una chiave solitamente pulp). I romanzi del genere ''hard boiled'' sono solitamente ambientati in un contesto metropolitano e collocati nel primo periodo del XX secolo. Il classico detective ''hard boiled'' solitamente non si limita a risolvere i casi, come fanno le loro controparti più tradizionali, ma affronta il pericolo e rimane coinvolto in scontri violenti. La letteratura epica è il primo genere letterario di cui si ha notizia, nella cultura occidentale – Iliade e Odissea – come in altre culture, ad esempio il Gilgameš babilonese o il Mahābhārata indiano. A questo genere di letteratura appartengono anche poemi come ''Gerusalemme liberata'' di Torquato Tasso. La definizione del genere epico, vista la larga distribuzione sia diacronica che diatopica, è difficile. Per J.B. Hainsworth, ad esempio, "l'epica prende avvio quando" il mito (spesso fondativo), la narrazione genealogica, la saga epidittica (quella che tramanda "la vittoria e i panegirici per celebrarla") "si fondono nella forma metrica e nel modo narrativo della poesia eroica" (''Epica'', Firenze, La Nuova Italia 1997, pag. 7). In generale, tratti abbastanza diffusi sono, a livello di discorso, l'eterodiegesi e l'extradiegesi e la focalizzazione zero relativamente al modo. A livello contenutistico incontriamo spesso racconti di guerra, intrecciati con miti fondativi. La presenza del sovrannaturale è un altro elemento costante, così come la secca dicotomia buono-cattivo, come nella ''Chanson de Roland'': "i pagani hanno torto e i cristiani ragione". Si può inserire in questo genere letterario anche il moderno fantasy epico (''high fantasy'') de ''Il Silmarillion'' di J. R. R. Tolkien, maestosa opera che riassume tutto lo spirito del fantasy, ma sotto forma di un imponente corpus mitologico, di carattere quasi biblico, che comprende in sé aspetti della mitologia nordica e dell'epica cavalleresca. Un'altra specie di moderno romanzo epico è il romanzo western, ambientato nel vecchio West ottocentesco. Tra i generi più popolari non si possono dimenticare i romanzi di avventura e i romanzi storici, né tanto meno i romanzi d'appendice, un genere popolare che trae la sua origine dai ''feuilleton'' francesi. La satira, genere che affonda le sue origini nella letteratura latina, si mescola spesso con l'umorismo. Come letteratura per ragazzi si classificano tutti quei romanzi e racconti generalmente rivolti a un pubblico dall'età dell'adolescenza in giù o quelli considerati classici, come Jules Verne o Emilio Salgari, maestri del romanzo d'avventura.
Giallo (genere)
Sherlock Holmes nell'illustrazione originale di Sidney Piaget con l'immancabile pipa, e il dottor Watson: insieme hanno contribuito a rendere popolare il giallo. Il '''giallo''' è un genere di successo di narrativa di consumo nato verso la metà del XIX secolo e sviluppatosi nel Novecento. Dalla letteratura di genere, il giallo si è esteso agli altri mezzi espressivi veicolati da diversi media di massa: prima ai prodotti destinati alla radio e al cinema, quindi ai fumetti e ai prodotti destinati al pubblico televisivo. L'oggetto principale del genere giallo è la descrizione di un crimine e dei personaggi coinvolti, siano essi criminali o vittime. Si parla in modo più specifico di poliziesco quando, assieme a questi elementi, ha un ruolo centrale la narrazione delle indagini che portano alla luce tutti gli elementi della vicenda criminale. Poiché i suoi oggetti sono di vario genere, spesso il genere giallo si sovrappone con altri generi letterari, come la fantascienza e il romanzo storico. Il genere giallo è diviso tradizionalmente in diversi sottogeneri, anche se i confini spesso non sono ben definiti: il poliziesco , la letteratura di spionaggio, il noir, il thriller, quest'ultimo a sua volta suddiviso in più filoni tra cui il thriller legale e il thriller medico.
Richard Austin Freeman - L'affare D'Arblay (The D'Arblay Mystery) - I Gialli Mondadori 1931 Si usa questa accezione solamente nella lingua italiana e ciò si deve alla collana ''Il Giallo Mondadori'', ideata da Lorenzo Montano e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929: il termine ''giallo'', dal colore della copertina, ha sostituito in Italia quello di ''poliziesco'', rimasto peraltro nei paesi francofoni. Giuseppe Petronio, nell'analizzare con attenzione come viene chiamato il giallo nelle varie forme linguistiche, scrive: Lo stesso termine è adoperato anche in spagnolo, però solo con riferimento alla cronaca che riporta senza censura un fatto di sangue. Per la narrativa si usano le locuzioni "novela negra" o "novela policíaca". Nella cultura anglofona, a causa della sua origine il termine si riferisce in modo specifico al sottogenere cinematografico giallo all'italiana. Edgar Allan Poe, padre del genere. È probabile che si possa far coincidere la nascita del giallo con la pubblicazione, nel 1841, de ''I delitti della via Morgue'' di Edgar Allan Poe, in cui compare il personaggio di Auguste Dupin, al quale enormi capacità deduttive permettono di risolvere casi criminali senza nemmeno recarsi sui luoghi dei delitti, solo leggendone resoconti giornalistici. È a questo personaggio che in qualche modo si rifà Arthur Conan Doyle nel creare quello, ben più famoso, di Sherlock Holmes, protagonista del romanzo ''Uno studio in rosso'' del 1887, che contende a ''La Pietra di Luna'' di Wilkie Collins del 1868 il titolo di primo romanzo giallo mai pubblicato. Da allora il genere ha conosciuto sempre maggior fortuna, dapprima soprattutto di pubblico e poi di critica. Numerosi i generi che si sono ispirati e distaccati dal giallo e numerosissimi gli autori che vi si sono dedicati e che hanno raggiunto fama mondiale, da Agatha Christie (1890-1976), creatrice dei personaggi di Hercule Poirot e miss Marple il cui primo romanzo, ''Poirot a Styles Court'' è del 1920, a Edgar Wallace (1875-1932), tra gli autori di romanzi, racconti e drammi più prolifici della storia del poliziesco, a Georges Simenon (1903-1989), il creatore del Commissario Maigret, da Raymond Chandler (1888-1959), a Rex Stout (1886-1975), padre di Nero Wolfe; per arrivare ai giorni nostri e alle opere di Andrea Camilleri e Carlo Lucarelli per citare solo alcuni autori. Sono molti gli attributi del romanzo giallo, alcune volte usati come sinonimi, altre per ulteriormente caratterizzarlo o addirittura categorizzarlo in sotto-generi. Il giallo non è limitato alla sola narrativa: oltre al cinema, vi sono numerosi esempi anche nei fumetti, come il manga e anime ''Detective Conan'', ideato dal mangaka-giallista Gōshō Aoyama. Di seguito si riporta un elenco di vari sottogeneri del giallo, premettendo che si tratta di una classificazione arbitraria e che singole opere possono trovar posto in più di una categoria; in ogni categoria sono indicati uno o più autori a titolo di esempio. === Poliziesco === Il ''poliziesco'' è il genere, non solo letterario, che con il ''giallo'' più si è identificato nel corso degli anni; infatti negli altri sottogeneri o derivati del ''giallo'' (ad esempio il thriller o la ''spy-story''), il racconto delle indagini svolte non ha la stessa importanza che ha nel ''poliziesco'', dove invece quasi tutto è imperniato su questo elemento. Volendo applicare una suddivisione netta fra i sottogeneri del ''giallo'', appartengono al filone del ''poliziesco'' tutte le storie d'indagine con un antefatto delittuoso e con un'attività di ricerca per scoprirne l'autore. Più specificamente il poliziesco tratta di indagini affidate a uomini delle forze dell'ordine. ==== Giallo deduttivo o giallo classico ==== Definito in inglese ''whodunit?'', cioè "chi l'ha fatto?", "chi è stato?", il giallo deduttivo, chiamato anche giallo classico o ad enigma, rappresenta la tipologia più antica e tradizionale del giallo: un investigatore, spesso privato o dilettante, indaga su un delitto e scopre il colpevole in base a indizi più o meno nascosti e fuorvianti. Le storie si svolgono in un ambiente isolato (ad esempio una villa in campagna, un albergo, un treno in viaggio) e i sospettati fanno parte di una cerchia ristretta e ben definita. Nel giallo classico hanno grande importanza sia il sistema utilizzato dall'assassino per compiere il delitto, sia gli alibi e i moventi dei personaggi. Un classico di questo sotto-genere è il cosiddetto enigma della camera chiusa, cioè un giallo in cui la vittima di un delitto viene trovata uccisa in un contesto "impossibile", ad esempio all'interno di un ambiente apparentemente sigillato dall'interno. ==== Hard boiled ==== Il poliziesco ''hard boiled'' è il genere giallo americano per eccellenza, quello in cui il crimine viene combattuto da un detective privato con metodi spesso non meno violenti o più corretti di quelli usati dal delinquente. Fin dall'inizio si è contrapposto, per il suo realismo talora spietato, al classico giallo deduttivo con la sua netta distinzione tra i "buoni" e i "cattivi". I maggiori esponenti di questo filone sono l'inglese James Hadley Chase, e gli statunitensi Dashiell Hammett, James M. Cain e Raymond Chandler. ==== Police procedural ==== È il tipo di ''poliziesco'' in cui le indagini su un caso sono affidate all'opera di una squadra di investigatori istituzionali appartenenti alla polizia. Nel ''police procedural'' vengono pertanto fedelmente descritte le procedure e le tecniche di indagine impiegate dalla polizia per risolvere un caso. Ed McBain, Tony Hillerman, Georges Simenon e Michael Connelly sono alcuni tra i maggiori autori. ==== Noir ==== Utilizzato per la prima volta nel 1946 dal critico italo-francese Nino Frank, il termine ''noir'' originariamente si riferiva ai film polizieschi hollywoodiani degli anni quaranta tratti da romanzi ''hard boiled'' (ad esempio ''Il mistero del falco'' di John Huston), pubblicati allora in Francia dall'editore Gallimard nella ''Série noire'', i cui volumi avevano la copertina nera. Spesso e tradizionalmente tenuto distinto dal poliziesco, il ''noir'', diretto discendente dell''hard-boiled'' americano attraverso i romanzi e racconti di Cornell Woolrich e James M. Cain, rappresenta l'altra faccia della storia di un crimine, quella vista dalla parte del criminale o dalla parte di chi vi è coinvolto senza volerlo. Nelle storie ''noir'' di solito manca la consolatoria e razionalizzante soluzione finale di un "delitto misterioso" con conseguente cattura e punizione del colpevole, una delle caratteristiche del poliziesco classico e moderno. Le storie ''noir'' non sempre sono vicende enigmatiche, l'attenzione è invece posta più sull'ambiente in cui avvengono le vicende criminali e sulla psicologia dei personaggi. ==== Varianti del noir ==== Un'altra definizione di recente utilizzata in Italia per questo genere di romanzo è ''giallo sociale''. In proposito viene affrontato l'aspetto del nuovo romanzo sociale come espressione del giallo italiano. Tra gli altri autori vi sono Jean-Claude Izzo, Massimo Carlotto, Marcello Fois. Va però precisato che il romanzo giallo a sfondo ''sociale'' ha radici ben definite nella tradizione ottocentesca, quando aveva contenuti moralistici e una finalità soprattutto di denuncia. Giova ricordare in Italia, per la forte connotazione di torbide storie, il filone partenopeo: Francesco Mastriani, Antonio Ranieri e Salvatore Di Giacomo, autori che hanno dato al romanzo sociale una particolare impronta a tinte nere. Al centro della narrazione le condizioni di vita dei perdenti, vittime di soprusi e di violenze. ==== Noir metropolitano ==== Diventa peculiare l'ambientazione in questo tipo di narrazione in cui la città e la metropoli sono i veri protagonisti, così come la violenza, la criminalità e il degrado. Tra i principali esponenti del noir metropolitano vanno ricordati Ed McBain per New York, James Ellroy per Los Angeles, Jean-Claude Izzo per Marsiglia, Paolo Roversi per Milano. ==== Noir mediterraneo ==== In questo genere, tipicamente ambientato nell'area del sud Europa, il messaggio sociale si accompagna al gusto dell'intrigo poliziesco che qui non è fine a se stesso, ma veicolo per trasmettere un messaggio più profondo. Jean-Claude Izzo, è riconosciuto come il fondatore del “noir mediterraneo” avendo saputo dare vita ad un genere nel quale la bellezza del paesaggio Mediterraneo contrasta profondamente col crimine che vi si incontra. Massimo Carlotto ha definito il noir mediterraneo come una percezione nata dal “senso di appartenenza che molti autori hanno sentito verso la propria terra, portandoli quindi a raccontare gli aspetti meno piacevoli. Il noir mediterraneo inteso come tale è figlio di quel giornalismo d'inchiesta che è stato (almeno in Italia) distrutto da un oggetto incredibilmente efficace: la querela.” Oltre agli autori già citati tra i rappresentanti di questo genere troviamo Sandrone Dazieri, Bruno Morchio, Gianrico Carofiglio, Valerio Varesi, Gianni Biondillo, Giancarlo De Cataldo, Carlo Lucarelli, Loriano Macchiavelli, Massimo Siviero, Bruno Vallepiano. === Rosenoir === Il rosenoir, genere tipicamente ricollegabile ai temi dell'amore e della bellezza "intorbidata dalla morte", come Praz definisce un particolare senso estetico di origine romantica, trae origine dal binomio amore-morte caro ai preromantici (Novalis), ai romantici (Percy Bysshe Shelley), nonché a Charles Baudelaire e Gabriele D'Annunzio. In questo genere gli elementi del poliziesco si mescolano a un amore romantico dai tratti talvolta perversi (esoterismo, sadomasochismo, violenza di genere, ambiguità sessuale, magia nera) che costituiscono parte fondante della trama; l'indagine si concentra anche su aspetti di natura sentimentale, con un chiaro richiamo alla letteratura rosa. ''Schegge di Memoria'' di Isabella Pileri Pavesio è attualmente l'unico romanzo definito rosenoir e presentato al Premio Bancarella 2017. === Thriller === Anche detto giallo a ''suspense'' o d'azione (denominato, con espressione inglese, ''thrilling'' o ''thriller'' = che eccita, che procura brivido). Nato nel periodo tra le due guerre mondiali sullo sfondo delle metropoli statunitensi colpite dalla violenza dei gangster e della mafia, il ''thriller'' è strettamente legato al cinema, tanto che gli scrittori che ne divennero i principali esponenti lavorarono anche alla sceneggiatura di numerosi film. A differenza del poliziesco, la cui trama solitamente si sviluppa dopo la scoperta di un delitto e che ha come conclusione la rivelazione del colpevole (o dei colpevoli) e del sistema impiegato per compiere il delitto, nel giallo a ''suspense'' il lettore assiste direttamente alla preparazione e all'esecuzione del crimine, subendo un forte coinvolgimento emotivo in un clima di crescente tensione. ==== Thriller legale ==== Erle Stanley Gardner, l'autore di Perry Mason. È detto ''legal thriller'' il giallo in cui protagonisti e risolutori sono gli avvocati e le aule giudiziarie, i cui meccanismi vengono dettagliatamente riprodotti. Si intreccia spesso al ''police procedural''. Tra gli autori principali vi sono Erle Stanley Gardner, Scott Turow, John Grisham. In Italia, tra i più autorevoli esponenti del thriller legale vi sono Gianrico Carofiglio, Gianni Simoni e Gianluca Arrighi. ==== Thriller medico ==== In questa categoria di gialli giocano il ruolo principale il medico legale e gli specialisti della polizia scientifica che, sulla base degli indizi raccolti con l'esame del cadavere e della scena del delitto, assicurano alla giustizia il colpevole. Patricia Cornwell e Kathy Reichs sono le autrici più rappresentative. ==== Thriller d'azione e tecnologici ==== I due generi si trovano spesso collegati l'uno all'altro, e diverse volte sono quasi la stessa identica cosa. Il primo è spesso visto come una estremizzazione dei classici romanzi d'avventura, caratterizzato da un ritmo decisamente hollywoodiano (Matthew Reilly). Il secondo unisce le azioni e i colpi di scena ad attente e precise spiegazioni di tipo scientifico in diversi campi, dall'astronomia alla medicina (Michael Crichton). === Storie di spionaggio === === Altri filoni === ==== Giallo psicologico ==== In questo genere di giallo l'autore si concentra, più che sugli indizi materiali o sulla descrizione di un ambiente criminale, sulla figura del protagonista, spesso eroe negativo, e sui rapporti tra i vari personaggi. Patricia Highsmith è considerata la regina di questo filone. In genere la struttura del giallo psicologico è più elaborata per lo sviluppo dell'indagine introspettiva con ricadute anche sulla forma sintattica meno asciutta e l'uso di incisi e di proposizioni subordinate. Un esempio di questo genere è il libro Externa Processus. ==== Giallo storico ==== La caratteristica principale del giallo storico, generalmente di tipo classico, è la collocazione temporale nel passato, recente o remoto, della vicenda narrata. Fra le tante possibili varianti apparse nel corso degli anni vi sono il giallo medievale, il giallo ambientato nell'antica Roma o nell'antico Egitto, nell'Inghilterra vittoriana. In alcuni gialli storici inoltre il detective di turno è anche un famoso personaggio storico, come Aristotele, Archimede, Dante Alighieri o Immanuel Kant. Tra gli autori di gialli storici si possono ricordare Ellis Peters, Paul Doherty, Paul Halter, Anne Perry, Margaret Doody, il duo Monaldi & Sorti, Danila Comastri Montanari, Giulio Leoni e Walter Astori. Una variante particolare del giallo storico, ormai accettata in questa definizione per via della distanza temporale del contesto storico evocato, è quella del poliziesco ambientato nella prima metà del Ventesimo secolo. In questo specifico segmento del giallo storico, negli ultimi anni si sono segnalati scrittori come Philip Kerr e Alan Furst, Carlo Lucarelli, Ben Pastor, Patrizia Pesaresi e Marek Krajewski. ==== Serial killer ==== Anche nel caso del serial killer più che di un genere si tratta di una particolare tipologia di romanzo giallo applicata in diversi ambiti (poliziesco, ''thriller medico'', giallo psicologico e persino giallo classico: in fondo in ''Dieci piccoli indiani'' di Agatha Christie troviamo all'opera un serial killer ancorché atipico perché per questo carnefice più che l'identità delle vittime assai spesso casuali, conta la serialità delle esecuzioni). Si tratta di romanzi in cui il criminale, per un motivo preciso ma inspiegabile o perché è uno psicopatico o quanto meno un soggetto fortemente disturbato, uccide in serie più vittime, per lo più utilizzando un modus operandi meticolosamente studiato e ripetitivo. Tra gli autori che possono essere citati Jeffery Deaver, Tomas Harris e Giorgio Faletti. Anche se detective, piccoli ladri, delinquenti e truffatori sono apparsi nelle tavole e nelle strisce sin dagli albori del fumetto, gli albi e le serie devote al genere giallo sono relativamente poche. La striscia ''Dick Tracy'' fu forse la prima a focalizzare l'attenzione su personaggi e trame legate a una vasta gamma di gangster. , quasi contemporaneamente al periodo di maggior successo del genere letterario che negli stessi anni viveva la sua età dell'oro. Angela Lansbury, la signora in giallo. Tra gli altri media vi sono la televisione e la radio. La tv, in particolare, ha inciso moltissimo nel rivoluzionare il giallo negli ultimi decenni, creando figure nuove, originali, che si sono imposte presso un vastissimo pubblico internazionale. Si tratta di telefilm che hanno riscosso successo in tutto il mondo, fortemente impregnati dall'atmosfera del giallo e dalle sue caratteristiche, ma che hanno sempre contribuito a rinnovare il genere e a proporlo a una massa di persone certamente più notevole rispetto a quella raggiungibile dai libri. Tra le serie gialle più famose, si annoverano: === Serie italiane === * ''Il commissario De Vincenzi'', ispirato al personaggio letterario creato dallo scrittore Augusto De Angelis, autore negli anni trenta di una serie di romanzi di genere poliziesco, la Rai ha dedicato fra il 1974 e il 1977 due serie televisive di successo, con Paolo Stoppa nei panni dell'investigatore. * ''Il commissario Maigret''. I romanzi di Georges Simenon hanno ispirato negli anni Sessanta una produzione italiana di grande successo locale con Gino Cervi, accompagnata nella sigla dalle malinconiche note di Luigi Tenco. * ''Nero Wolfe'', con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari, è stata un'altra serie di successo di poco posteriore * ''Sarti Antonio'', due diverse serie di telefilm di produzione italiana la prima e italo-tedesca la seconda, prodotte da RAIDUE negli anni tra il 1974 e il 1994, trasmesse in replica sia dalla Rai che da altre emittenti nazionali ed estere ancora oggi. Sono basate sul personaggio letterario creato dallo scrittore Loriano Macchiavelli. * ''Il commissario Montalbano'', serie televisiva ispirata alle opere letterarie di Andrea Camilleri (che ha collaborato alla sceneggiatura) che vedono protagonista il personaggio immaginario Salvo Montalbano interpretato dall'attore Luca Zingaretti. * ''Don Matteo'', serie televisiva con Terence Hill, in cui l'attore impersona il carismatico personaggio di un prete-investigatore che collabora con una Compagnia di carabinieri di cui fanno parte il maresciallo Nino Cecchini (Nino Frassica) e i capitani Flavio Anceschi (Flavio Insinna) e Giulio Tommasi (Simone Montedoro). *Imma Tataranni - Sostituto procuratore, serie televisiva Rai ispirata ai romanzi di Mariolina Venezia con protagonista Imma Tataranni, donna molto forte e con una grande memoria che le è molto utile a risolvere i casi. La protagonista è interpretata da Vanessa Scalera. *Il commissario Ricciardi, serie tv avente come protagonista Luigi Alfredo Ricciardi personaggio nato dalla penna di Maurizio de Giovanni. Ricciardi , interpretato da Lino Guanciale, è vittima di una maledizione : conoscere l'ultimo pensiero di chi è morto violentemente. === Serie straniere === * ''Perry Mason'', appartiene al genere del giallo giudiziario in cui l'indagine si svolge durante e attraverso le fasi di un processo per omicidio. Protagonista è l'avvocato ideato da Erle Stanley Gardner. :Risale alla fine degli anni Cinquanta ed è stata la prima serie gialla trasmessa in Italia. Ha inventato il topos di genere della risata catartica, da parte dei "buoni", alla fine di ogni puntata (un espediente che gli sceneggiatori americani utilizzano spesso tuttora). :È stato ripreso, con gli stessi interpreti invecchiati, a decenni di distanza, ma senza le trame di Erle Stanley Gardner ha riscosso interesse solo fra i telespettatori nostalgici. * ''Ellery Queen'', la serie televisiva poliziesca statunitense, ideata nel 1974 da Richard Levinson e William Link, è stata trasmessa dalla catena televisiva NBC dal 1975 al 1976. La serie è composta da 22 episodi più un pilota. La morte di Jim Hutton nel 1979 mise poi la parola fine al ventilato progetto di produrre una nuova serie di episodi. :Ambientata nei primissimi anni del secondo dopoguerra, la serie ripete fedelmente lo schema dei racconti gialli di Ellery Queen: lo spettatore viene messo a conoscenza di tutti i fatti e gli indizi utili a scoprire il colpevole e, prima dell'ultima scena, l'investigatore si rivolge al pubblico e lo sfida a risolvere il caso. Come da tradizione del giallo vecchio stile, Ellery Queen raduna tutti i sospettati in una stanza e alla fine svela il nome dell'assassino. Nonostante il successo di pubblico la serie durò solo una stagione. :La prima apparizione in Italia è avvenuta nel 1978 sui canali della Rai. * ''Hercule Poirot'', serie televisiva britannica ispirata al detective privato belga nato dalla penna di Agatha Christie, trasmessa dal 1989 al 2013. La serie si rifà ai personaggi che già ebbero in precedenza i ruoli principali nelle varie opere cinematografiche dedicate a Poirot. Il protagonista, dotato di un'intelligenza e un istinto sopraffini, collabora con l'ispettore capo Japp di Scotland Yard e con il fidato Hastings risolvendo casi tra i più diversi ed intricati con l'utilizzo delle sue celebri ''celluline grigie''. * ''Miss Marple'', serie televisiva britannica ispirata alla protagonista dell'altro grande filone di romanzi gialli della Christie. La figura di miss Marple è stata protagonista di più sceneggiati già sino a partire dagli anni cinquanta; caratteristica permanente in tutte le versioni è quella della protagonista, un'anziana signora attenta e perspicace che riesce a risolvere complessi misteri grazie alla propria grande curiosità e capacità di osservazione. La protagonista è talvolta resa nelle trasposizioni cinematografiche come per lo più tranquilla e curiosa (ad esempio nella serie del 2004), mentre altre volte appare come una donna dal piglio più risoluto (ad esempio, nei film con interprete Margaret Rutherford). * ''L'ispettore Derrick'', un altro grande successo del poliziesco televisivo e il primo che ha incrinato il monopolio anglosassone per i telefilm di esportazione: narra infatti le gesta del tedesco ispettore Derrick, anch'egli divenuto personaggio di gran fama in tutto il mondo, e che risolve eterogenei omicidi. La serie è stata trasmessa in Italia dai canali Rai. * ''Il tenente Colombo'', serie americana degli anni settanta, che ebbe molta fortuna anche in Italia, oggi trasmessa dalle reti Mediaset. :La peculiarità di questa serie sono le trame, basate sulla ''inverted detective novel'': sono costruite come un giallo di indagine sotto tutti gli aspetti, tranne che lo spettatore è già al corrente fin dall'inizio di chi sia l'assassino, che di solito viene mostrato in azione prima che il tenente entri in scena. In questo sottogenere l'attenzione dello spettatore si sposta dalla domanda "chi sarà il colpevole?" alla domanda "come farà il detective a scoprire chi è il colpevole?" * ''Quincy'', è una serie televisiva americana prodotta dal 1976 al 1983. È una delle prime a coniugare elementi del genere thriller medico con quello poliziesco. Si contraddistingue per le varie tematiche etiche e sociali (droga, alcol, violenza carnale, immigrazione, precariato, armi, sicurezza, diete dimagranti, problematiche giovanili e così via) trattate in ogni episodio. * ''La signora in giallo'', telefilm americano trasformato dalla protagonista Angela Lansbury, che veste i panni della giallista Jessica Fletcher, e dalle sue peculiarità di anziana ma agile, abile e simpatica scrittrice-detective, in un vero e proprio ''cult'' a livello mondiale, prodotto dall'americana CBS dal 1984 al 1996, e tutt'oggi trasmesso in Italia da Rete 4. Il telefilm risulta un mix stilistico tra le più affascinanti caratteristiche del giallo classico e la coinvolgente dinamica del thriller, premiata da un'infinità di riconoscimenti. In Italia, il telefilm, appassionando oltre 6 milioni di telespettatori in prima serata, si è confermato il genere più visto nella televisione italiana nel 2005. *''Un detective in corsia'', La serie televisiva americana è un esempio di thriller medico. È ambientata principalmente in un ospedale, il Community General Hospital. Il protagonista, il dottor Mark Sloan, aiuta suo figlio, il detective Steve Sloan, a risolvere i casi di omicidio. Ad aiutarlo ci sono i suoi colleghi impiegati al Community General. * ''Il commissario Rex'', telefilm austriaco nato negli anni novanta: ambientato a Vienna, segue le eroiche e dinamiche "gesta" di ''Rex'', un popolare cane da pastore tedesco, che svolge un ruolo importante nella soluzione di omicidi. * ''Detective Conan'', famoso anime tratto dal manga di Gōshō Aoyama, in televisione dal 1996. * ''CSI: Scena del crimine'', serial americano nato nel 2000, che ha avuto audience da record in tutto il mondo e anche in Italia dove è trasmesso su Italia 1 oltre che su canali satellitari, che inquadra le peripezie di équipe di polizia scientifica americana, con altrettanto popolari "doppi" come CSI: Miami o il più recente CSI: New York. *''Bones'': serie televisiva in cui la protagonista è una brillante dottoressa esperta di ossa umane che, assieme alla sua equipe, collabora con l'FBI nella risoluzione di casi complessi. La serie ha ottenuto un grande successo anche in Italia dove è trasmessa sui canali tematici Giallo e Fox Crime. *'' Sherlock Holmes nelle serie Elementary e The Young Sherlock.
HTML
In informatica l''''HyperText Markup Language''' , comunemente noto con l'acronimo '''HTML''', è un linguaggio di markup. Nato per la formattazione e impaginazione di documenti ipertestuali disponibili nel web 1.0, oggi è utilizzato principalmente per il disaccoppiamento della struttura logica di una pagina web e la sua rappresentazione, gestita tramite gli stili CSS per adattarsi alle nuove esigenze di comunicazione e pubblicazione all'interno di Internet. L'HTML è un linguaggio di pubblico dominio, la cui sintassi è stabilita dal World Wide Web Consortium . È derivato dall'SGML, un metalinguaggio finalizzato alla definizione di linguaggi utilizzabili per la stesura di documenti destinati alla trasmissione in formato elettronico. La versione attuale, la quinta, è stata rilasciata dal W3C nell'ottobre 2014. Il motivo principale che ha spinto il W3C e i suoi membri a sviluppare HTML5 è stata la necessità di fornire direttamente le funzionalità che in precedenza erano fruibili tramite estensioni proprietarie all'esterno dei browser, come Adobe Flash e simili. Un secondo obiettivo che gli sviluppatori si erano prefissati era quello di garantire una maggiore compatibilità tra i diversi browser, indipendentemente dalla piattaforma software utilizzata, e principalmente mirata all'espansione dei dispositivi mobili.
L'HTML è stato sviluppato nei primissimi anni novanta del XX secolo da Tim Berners-Lee al CERN di Ginevra (Svizzera), assieme al protocollo HTTP dedicato al trasferimento di documenti in tale formato. Nel 1989 Berners-Lee propose un progetto che riguardava la pubblicazione di ipertesti, noto con il nome di "world wide web". All'interno di questo progetto in seguito nacquero sia il server web "httpd" (HyperText Transfer Protocol Daemon), sia il client WorldWideWeb (il primo browser della storia), il cui sviluppo partì nell'ottobre del 1990, e il cui uso fu esclusivamente interno al CERN fino alla sua pubblicazione nella rete internet nel corso del 1991. Assistito dai suoi colleghi all'interno dell'istituto Svizzero, Berners-Lee concorse alla definizione della prima versione dell'HTML, che fu ufficialmente resa pubblica nel giugno del 1993, co-firmata insieme a Daniel Connolly e sostenuta dal gruppo di lavoro dell'Internet Engineering Task Force (IETF) chiamato ''Integration of Internet Information Resources'' ("Integrazione delle risorse informative di Internet"), per proporla come standard IETF. Esempio di pagina HTML Nel 1994 il linguaggio ha avuto una forte diffusione in seguito ai primi utilizzi commerciali del web, così nello stesso anno nacque il World Wide Web Consortium, e da quel momento in poi, lo sviluppo dell'HTML diverrà prerogativa del W3C. Nel 1995 il W3C definì la versione 3.0 di HTML, a cui seguì la versione 3.2 nel 1997, e infine arrivarono nel 1998 le prime specifiche di HTML4. La versione 4.01, pubblicata il 24 dicembre 1999 e penultima versione ufficiale, costituisce il frutto dei diversi ampliamenti e miglioramenti del decennio precedente, in particolare nella separazione del livello presentazionale della formattazione, cioè quella che descrive gli aspetti grafici del documento, in un'entità separata dall'HTML, i fogli di stile a cascata (CSS), definiti nello stesso anno nella loro prima versione, il livello 1. Tale distinzione, tra contenuto e aspetto finale del documento, permette a browser e dispositivi differenti di rappresentare gli stessi contenuti in maniera consona alle diverse capacità grafiche e dimensioni disponibili. Se da una parte questo impone agli sviluppatori web la creazione di personalizzazioni dei fogli di stile, dall'altra ha garantito la massima diffusione del web ed evitato che esso diventasse un medium di élite. Nel gennaio 2000, viene pubblicato come standard XHTML 1.0, una variante di HTML4 che usa XML 2.0 anziché SGML come metalinguaggio di markup, per migliorarne l'interoperabilità con altri linguaggi della famiglia come SVG e MathML Il W3C decise di riformulare l'HTML4 e di continuare lo sviluppo solo su XHTML e nel maggio 2011 XHTML 1.1 diventa uno standard ufficiale. Nel corso del nuovo millennio, il W3C cominciò a lavorare a due nuovi progetti, uno orientato ad estendere l'XHTML, e l'altro destinato a definire un nuovo linguaggio che non sarebbe stato compatibile con le vecchie versioni di HTML e XHTML, noto con il nome di XHTML 2 (quest'ultimo progetto è stato dichiarato ufficialmente fallito alla fine del 2010, in favore di un approccio meno rigido). Nel 2004, a seguito di una giornata di studi, nasce un gruppo di lavoro alternativo al consorzio: Apple, Mozilla Foundation, Opera Software e, in un secondo momento, anche Google, si riuniscono nel Web Hypertext Application Technology Working Group (WHATWG) e cominciano lo sviluppo di una nuova versione dell'HTML, preoccupati dal disinteresse per l'HTML dimostrato dal consorzio. Nel 2006 il W3C decide di prendere parte allo sviluppo di HTML5 e nel 2007 si unì al WHATWG, i due gruppi collaborano fino al 2011, quando si rendono conto di avere obiettivi inconciliabili: il consorzio voleva tracciare una linea e pubblicare una nuova versione delle specifiche standard, mentre il WHATWG voleva uno standard in continua evoluzione. Il W3C ha pubblicato la quinta revisione delle specifiche il 28 ottobre 2014. Attualmente i documenti HTML sono in grado di incorporare molte tecnologie, che offrono la possibilità di aggiungere al documento ipertestuale controlli più sofisticati sulla resa grafica, interazioni dinamiche con l'utente, animazioni interattive e contenuti multimediali. Si tratta di linguaggi come CSS, JavaScript, XML, JSON, o di altre applicazioni multimediali di animazione vettoriale o di streaming audio o video. Al giorno d'oggi molti web designer delegano la scrittura del codice HTML ad applicazioni specifiche, come per esempio i cosiddetti ''editor WYSIWYG'' che permettono al designer di occuparsi dell'aspetto grafico finale della pagina mentre il codice vero e proprio viene generato automaticamente. Gli sviluppatori puri preferiscono invece utilizzare direttamente il codice HTML, in modo da avere un maggior controllo sul risultato finale e sulla pulizia del codice scritto, cosa che gli editor WYSIWYG odierni nonostante siano sempre più avanzati non possono sempre garantire, vuoi anche per la diversa resa dei browser sulle parti di codice HTML. L'HTML è un ''linguaggio di formattazione'' che descrive le modalità di impaginazione o visualizzazione grafica (layout) del contenuto, testuale e non, di una pagina web attraverso ''tag di formattazione''. Sebbene l'HTML supporti l'inserimento di script e oggetti esterni quali immagini o filmati, non è un linguaggio di programmazione: non prevedendo alcuna definizione di variabili, strutture dati, funzioni o strutture di controllo che possano realizzare programmi, il suo codice è in grado soltanto di strutturare e decorare dati testuali. Il linguaggio HTML, o la sua variante XHTML, ha come scopo quello di gestire i contenuti associandone o specificandone allo stesso tempo la struttura grafica (layout) all'interno della pagina web da realizzare grazie all'utilizzo di ''tag'' diversi. Ogni tag (ad esempio o ) specifica un diverso ruolo dei contenuti che esso contrassegna (quindi il tag definirà un'importanza maggiore del tag ). La formattazione consiste nell'inserimento nel testo di marcatori o etichette, detti ''tag'', che descrivono caratteristiche come la funzione, il colore, le dimensioni, la posizione relativa all'interno della pagina. I browser che leggono il codice mostrano all'utente formattazioni predefinite per ogni tag che incontrano (così ad esempio i contenuti marcati con il tag avranno carattere ''18pt'' e i contenuti marcati da avranno carattere ''12pt''). Tuttavia questa formattazione è completamente sotto il controllo dell'utente, che può modificarla nelle ''Impostazioni'' del suo browser. Quando un documento ipertestuale scritto in HTML è memorizzato in un file la sua estensione è tipicamente .html o .htm. === Archiviazione e manipolazione === I documenti HTML vengono immagazzinati sui dischi rigidi di macchine elaboratrici (computer-server) costantemente collegate e connesse alla rete Internet. Su queste macchine è installato un software specifico (web server) che si occupa di produrre e inviare i documenti ai browser degli utenti che ne fanno richiesta usando il protocollo HTTP per il trasferimento dati. Spesso il documento HTML viene generato del tutto o parzialmente tramite un codice eseguibile residente sul server Internet (elaborazione lato server) in grado di interagire con altre applicazioni presenti sul server stesso, come per esempio una base di dati, e inviare poi al browser il risultato finale, realizzando le cosiddette ''pagine web dinamiche'' con cui un utente può compiere operazioni interattive avanzate (ad es. filtrare gli articoli all'interno di un catalogo on-line, inviare e registrare dati, fare login ecc.). È il caso di documenti scritti in linguaggi come ASP, PHP, Perl o Java. In altri casi invece alcuni tipi di elaborazione sono operati lato client con linguaggi come JavaScript. === Sintassi === Il componente principale della sintassi di questo linguaggio è l'''elemento'', inteso come struttura di base a cui è delegata la funzione di formattare i dati o indicare al browser delle informazioni. Ogni elemento è racchiuso all'interno di marcature dette ''tag'', costituite da una sequenza di caratteri racchiusa tra due parentesi angolari o uncinate (), cioè i segni minore e maggiore (Es.: ; il tag di questo esempio serve per indicare un ritorno a capo). Quando il tag deve essere applicato a una sezione di testo o di codice, l'ambito di applicazione deve essere delimitato fra un tag di apertura ed uno di chiusura (chiusura esplicita), che coincide col tag di apertura preceduto da una barra (''/'') dopo la parentesi angolare aperta (Es.: testo testo testo, in questo caso, il testo compreso tra questi due tag verrà visualizzato in grassetto dal browser). Alcuni tag presentano un'applicazione puntuale, come per esempio il tag che serve per inserire un'immagine in un determinato punto della pagina, e in quanto tali non richiedono il tag di chiusura; in questo caso si parla di ''tag a chiusura implicita''. In XHTML, invece, la chiusura implicita è proibita e tutti i tag devono essere sempre chiusi esplicitamente tramite un tag di chiusura o, nel caso dei tag puntuali, usando il carattere '/' alla fine del tag stesso (per esempio ). Per questi tag, i browser sono in grado di accettare entrambe le modalità, per motivi di compatibilità. Struttura di un generale documento HTML. Un documento HTML inizia con una dichiarazione del tipo di documento, una breve stringa che indica in quale sintassi e relativa versione esso sia scritto, per esempio HTML 4.0 Strict. Tale informazione è necessaria al browser per identificare le regole di interpretazione e visualizzazione appropriate per lo specifico documento, ed è per questa ragione che la dichiarazione debba precedere il documento vero e proprio. Ogni versione del linguaggio HTML precedenti alla quinta, ovvero fino ad HTML 4.01 o XHTML 1.1, possiede una sintassi formalmente definita da una definizione del tipo di documento (DTD) che, pubblicata sul web dal W3C, indica, per ogni versione, quali elementi, attributi ed entità possano o debbano essere utilizzati, e in quale maniera; pertanto in questi casi la dichiarazione del tipo di documento deve (può, nel caso delle varianti XML) comprendere anche l'URL di tale risorsa. La quinta versione di HTML, invece, non possiede alcuna DTD, pertanto in questi casi la dichiarazione iniziale indica la mera dicitura "HTML". Per dichiarare un documento che utilizzerà lo standard HTML5 si utilizza il tag . Dopo la dichiarazione del tipo di documento, il documento HTML presenta una struttura ad albero annidato, composta da sezioni delimitate da tag opportuni che al loro interno contengono a loro volta sottosezioni più piccole, sempre delimitate da tag. La struttura più esterna è quella che delimita l'intero documento, eccetto la DTD, ed è compresa tra i tag e . All'interno dei tag lo standard prevede sempre la definizione di due sezioni ben distinte e disposte in sequenza ordinata: * la sezione di intestazione o ''header'', delimitata tra i tag e , che contiene informazioni di controllo normalmente non visualizzate dal browser, con l'eccezione di alcuni elementi * la sezione del corpo o ''body'', delimitata tra i tag e , che contiene la parte informativa vera e propria, ossia il testo, le immagini e i collegamenti che costituiscono la parte visualizzata dal browser. Al di sotto di questa suddivisione generale, lo standard non prevede particolari obblighi per quanto riguarda l'ordine e il posizionamento delle ulteriori sottosezioni all'interno dell'''header'' o del ''body'', a parte l'indicazione del rispetto dei corretti annidamenti (le sottosezioni non si devono sovrapporre, ossia ogni sottosezione deve essere chiusa prima di iniziare la sottosezione successiva), lasciando così completa libertà allo sviluppatore o al progettista per quanto riguarda la strutturazione e l'organizzazione successive. === Tag della ''head'' === I tag utilizzati nella sezione ''head'' sono tipicamente di tipo diverso da quelli utilizzati nella sezione ''body'', essendo destinati a scopi differenti. I tag utilizzati nella sezione ''head'' normalmente non vengono visualizzati dal browser ma servono come informazioni di controllo e di servizio quali: * ''metadata'' per convogliare informazioni utili ad applicazioni esterne (es. motori di ricerca) o al browser (es. codifica dei caratteri, utile per la visualizzazione di alfabeti non latini) * ''metadata'' di tipo ''http-equiv'' per controllare informazioni aggiuntive nel protocollo HTTP * collegamenti verso file di servizio esterni (CSS, script, icone visualizzabili nella barra degli indirizzi del browser) * inserimento di script (codice eseguibile) utilizzati dal documento * informazioni di stile (CSS locali) * il titolo associato alla pagina e visualizzato nella finestra principale del browser === Tag del ''body'' === All'interno della sezione di ''body'', che racchiude la parte visualizzabile del documento, si utilizzano i tag specifici previsti per la formattazione dei contenuti accessibili all'utente finale, ossia per il controllo di: * intestazioni (titoli di capitoli, di paragrafi eccetera) * strutture di testo (testo indentato, paragrafi, eccetera) * aspetto del testo (grassetto, corsivo, eccetera) * elenchi e liste (numerate, generiche, di definizione) * tabelle * moduli elettronici (campi compilabili dall'utente, campi selezionabili, menu a tendina, pulsanti eccetera) * collegamenti ipertestuali e ancore * layout generico del documento * inserimento di immagini * inserimento di contenuti multimediali (audio, video, animazioni eccetera) * inserimento di contenuti interattivi (script, applicazioni esterne) Tra quelli elencati sopra, il tag è quello che gioca un ruolo chiave in quanto descrive un collegamento (o ''link'') a un altro documento ipertestuale consentendo, con un click del mouse o con un'operazione da tastiera, di abbandonare la pagina o il sito che si sta visualizzando e caricare quella indicata dal link, realizzando così la funzione di navigazione tipica dell'uso di Internet. '''Haml''' (HTML Abstraction Markup Language) è un sistema di modelli progettato per evitare di scrivere codice ''inline'' in un documento web e rendere l'HTML più pulito. Haml offre la flessibilità di avere alcuni contenuti dinamici in HTML. Simile ad altri linguaggi web come PHP, ASP, JSP e sistemi di modelli come eRuby, Haml incorpora anche del codice che viene eseguito durante il runtime e genera codice HTML per fornire alcuni contenuti dinamici. Per eseguire il codice Haml, i file devono avere un'estensione .haml. Questi file sono simili ai file .erb o eRuby; aiutano anche a incorporare il codice Ruby durante lo sviluppo di un'applicazione web. ; Esempio Haml utilizza il rientro degli spazi (due spazi) per la nidificazione e l'ambito dei tag che funge da sostituto per le coppie di tag ''open-end'', rendendolo asciutto e più pulito. L'esempio seguente confronta le sintassi di Haml ed eRuby (Embedded Ruby), insieme all'output HTML. Haml ERB HTML % div .category % div .recipes % h1 = ricetta . nome % h3 = ricetta . categoria % div % h4 = ricetta . descrizione Cookie Dessert A base di pasta e zucchero. Di solito di forma circolare e ha circa 400 calorie. Logo CodePen CodePen è una comunità online per testare e mostrare frammenti di codice HTML, CSS e JavaScript creati dagli utenti. Funziona come un editor di codice online e un ambiente di apprendimento open source, in cui gli sviluppatori possono creare frammenti di codice, chiamati "penne", e testarli. È stato fondato nel 2012 dagli sviluppatori full-stack Alex Vazquez e Tim Sabat e dal designer di front-end Chris Coyier. I suoi dipendenti lavorano a distanza, raramente tutti si incontrano di persona. CodePen è una delle più grandi comunità di web designer e sviluppatori per mostrare le proprie capacità di programmazione, con una stima di 330.000 utenti registrati nel 2015 e 14,16 milioni di visitatori mensili nel 2019. '''HTML Tidy''' è uno strumento ideato da Dave Raggett per aiutare ad evitare di fare errori nella stesura di codice HTML. Tidy infatti si occupa di correggere tutti gli errori più tipici in cui si incorre durante lo sviluppo di codice web. Inoltre si occupa di rendere leggibile il codice generato da editor HTML, e di segnalare all'utente dove deve prestare più attenzione. Riesce a riconoscere una vasta gamma di errori, segnalandoli come ''WARNINGS'' (avvertimenti), ai quali affianca numero di riga e colonna.
Hippy
1970: Ragazza hippy fotografata in piazza di Spagna La cultura '''hippy''' o '''hippie''', anche nota con il termine '''figli dei fiori''', è un movimento di controcultura giovanile che ha avuto inizio negli Stati Uniti d'America nel corso degli anni Sessanta del XX secolo, presto diffuso in Europa e in altri paesi del mondo. Queste persone avevano ereditato i valori sottoculturali della Beat Generation, creando una controcultura con proprie comunità che ascoltavano rock psichedelico, abbracciavano la rivoluzione sessuale e l'uso di alcuni specifici stupefacenti, come gli psichedelici e la cannabis, al fine di esplorare e allargare lo stato di coscienza. Gli hippie sono caratterizzati da vestiti decorati con fiori o vivacissime stoffe di colori vivi. Il loro ideale di pace e libertà è sintetizzabile in slogan quali "Mettete dei fiori nei vostri cannoni" e "Fate l'amore, non la guerra", che risuonavano in maniera evidente nel periodo della guerra del Vietnam. La ricerca sfrenata della totale libertà era il significato insito nel loro stile di vita. Questo movimento toccò particolarmente l'opinione pubblica, tanto da impressionare le pellicole di molti registi, nonché la musica di molti artisti. Nell'estate 1966 la leggendaria band del Regno Unito Cream, costituita dal chitarrista Eric Clapton, dal bassista Jack Bruce e dal batterista Ginger Baker, iniziò una forma di protesta pacifista contro la guerra, la violenza e la discriminazione di genere, etnica e religiosa, oltre a lottare per i diritti di omosessuali e bisessuali. La rivoluzione si espanse a macchia d'olio per tutto il globo, facendo creare in quasi ogni nazione una propria versione del movimento controculturale: in Messico, gli ''jipitecas'' dettero origine a La Onda Chicana e si riunirono al Festival Rock y Ruedas de Avándaro; in Nuova Zelanda nomadi ''housetruckers'' praticarono stili di vita alternativi e promossero il culto dell'energia sostenibile di Nambassa; in Regno Unito, inoltre, gruppi nomadi uniti nelle "carovane di pace" facevano pellegrinaggi estivi ai festival di musica libera a Stonehenge. La moda e i valori hippie hanno avuto un notevole impatto sulla cultura, influenzando la musica popolare, la televisione, il cinema, la letteratura e l'arte in generale. Dagli anni Sessanta molti aspetti della cultura hippie sono diventati di comune dominio. L'eredità hippie può essere osservata nella cultura contemporanea in una miriade di forme – dalla salute alimentare, ai festival di musica, ai costumi sessuali contemporanei – e ha influenzato anche la rivoluzione del cyberspazio. Molti giovani sono stati trascinati dalla rivoluzione, alla quale hanno preso parte anche molti artisti. Nel Regno Unito, oltre ai Cream, vi presero parte i Beatles, Mick Jagger e Keith Richards, la Ono Plastic Band, John Mayall, Keith Relf, Chris Dreja, Pete Townshend, Roger Daltrey, John Entwistle, Jimi Hendrix, Bob Marley e Mitch Mitchell. In Canada Stephen Stills e Neil Young. In Messico Carlos Santana. Negli Stati Uniti d'America Delaney e Bonnie Bramlett, Janis Joplin, Grace Slick, Joan Baez e Bob Dylan, Crosby e Nash, Johnny Winter e Woody Guthrie, oltre ai brasiliani Lulu Santos e Renata Sorrah, che diffusero poi il movimento nel loro paese d'origine.
Un hippy è un membro del gruppo di cultura alternativa che si manifestò nei primi anni sessanta. Dal 1965 divenne un ben individuato gruppo sociale e il movimento si diffuse in altri paesi, prima di declinare nella seconda metà degli anni settanta. Gli hippy, insieme alla New Left (Nuova Sinistra) e all'American Civil Rights Movement (Movimento statunitense per i diritti civili), sono considerati i tre gruppi di dissenso della cultura alternativa degli anni sessanta. Originariamente il movimento hippy era composto per la maggior parte da adolescenti e giovani adulti bianchi, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, che avevano ereditato una tradizione di dissenso dai primi bohémien e dai beatniks. Gli Hippy respingevano con forza le istituzioni, criticavano i valori della classe media, erano contrari alle armi nucleari e alla Guerra del Vietnam, abbracciavano aspetti della filosofia orientale, promuovevano la libertà sessuale, erano spesso vegetariani ed ambientalisti, promuovevano l'uso di droghe psichedeliche per espandere la propria coscienza, e creavano comunità intenzionali e comuni. Essi utilizzavano arti alternative, il teatro di strada, la musica popolare, e le sonorità psichedeliche come parte del loro stile di vita e come modo di esprimere i propri sentimenti, le loro proteste e la loro visione del mondo e della vita. Gli Hippy si opponevano all'ortodossia politica e sociale, scegliendo una mite e non dottrinaria ideologia che favoriva la pace, l'amore, la fratellanza e la libertà personale, forse incarnata al meglio dai Beatles nella famosissima canzone ''All You Need Is Love''. Essi percepivano la cultura dominante come corrotta, un'entità monolitica che esercitava un indebito potere sulle loro vite, e chiamavano questa cultura "L'Istituzione", "Grande Fratello", o "L'Uomo". Rilevando che essi erano "in cerca di significato e di valore ", studiosi come Timothy Miller descrivono gli hippy come un nuovo movimento religioso. Dopo il 1965, l'etica hippy ha influenzato i Beatles e gli altri gruppi musicali nel Regno Unito e in Europa, e questi a loro volta influenzarono i loro omologhi statunitensi. La cultura hippy si è diffusa in tutto il mondo attraverso una fusione di musica rock, soprattutto nella variante psichedelica, folk e blues; essa trova espressione anche nella letteratura, nelle arti drammatiche, nella moda, e nelle arti visive, compresi i film, i manifesti pubblicitari che annunciano i concerti rock, e le copertine degli album. Alla fine, il movimento hippy si espanse ben al di là degli Stati Uniti, del Regno Unito e dell'Europa, manifestandosi anche in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Giappone, Messico, Brasile e in molti altri Paesi. Lo scrittore Jesse Sheidlower, il principale editore statunitense della Oxford English Dictionary, afferma che i termini "hipster" e "hippy" derivano dalla radice "hip", le cui origini sono sconosciute. Il termine "hipster" fu coniato da Harry Gibson nel 1940 e fu spesso utilizzato nel 1940 e 1950 per descrivere i jazzisti. Uno dei primi usi registrati della parola "hippy" è rintracciabile in una trasmissione radiofonica del 13 novembre 1945, in cui Stan Kenton chiamò Harry Gibson, "Hippie". Tuttavia, pare che quando Kenton usò il termine volesse fare un gioco di parole con il soprannome di Gibson "Harry l'Hipster". Tornando indietro alla Harlem della fine degli anni quaranta, Malcolm X ricordava nella sua autobiografia del 1964 come il termine "hippy" venisse a quell'epoca utilizzato dagli afrostatunitensi come un termine per descrivere un determinato tipo di uomo bianco, che "agiva più da nero degli stessi neri." Sebbene il termine "hippie" sia comparso sporadicamente nei primi anni sessanta, il primo uso della parola nel senso qui più proprio apparve per la prima volta in stampa il 5 settembre 1965, nell'articolo: "A New Haven for Beatniks" (Una Nuova Generazione di Beatniks) del giornalista di San Francisco Michael Fallon. In questo articolo, Fallon scrisse a proposito del Caffè Blue Unicorn, utilizzando il termine "hippy" proprio per indicare una nuova generazione di beatniks che si era trasferita da North Beach nel distretto di Haight-Ashbury. Nel 2002, il giornalista fotografo John Bassett McCleary ha pubblicato un dizionario di slang integrale, di 650 pagine e 6.000 vocaboli, dedicato al linguaggio degli hippy, intitolato ''The Hippie Dictionary: A Cultural Encyclopedia of the 1960s and 1970s''. Il libro è stato poi rivisto ed esteso a 700 pagine nel 2004. McCleary ritiene che la controcultura hippie abbia aggiunto un significativo numero di parole alla lingua inglese, prendendole in prestito dal lessico della Beat Generation, accorciandole e rendendone l'uso popolare. Hippy al festival di Woodstock nel 1969 Gli hippy sono stati influenzati dal pensiero di Gesù Cristo, Hillel il Vecchio, Buddha, Francesco d'Assisi, Henry David Thoreau, Hermann Hesse e Gandhi e dalla sinistra radicale americana. Un altro antecedente storico-culturale è costituito dal "maledettismo" di alcuni poeti del Romanticismo (Byron) e soprattutto del Decadentismo (Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Stéphane Mallarmé), i quali furono dissacratori dei valori della tradizione e della società borghese ed improntarono la propria vita a princìpi di sregolatezza. Dal 1896 al 1908 si diffuse poi la controcultura giovanile dei ''Wandervogel'' che divenne popolare in Germania, attirando migliaia di giovani tedeschi i quali respingevano l'urbanizzazione e che sognavano un ritorno alla natura; gli stessi ideali erano stati promossi in Germania anche da un punto di vista salutistico dal movimento della Lebensreform. Queste convinzioni vennero introdotte negli Stati Uniti d'America dai tedeschi che erano andati a stabilirsi in vari suoi luoghi. I giovani statunitensi adottarono le credenze e le pratiche dei nuovi immigrati. Il compositore Eden Ahbez scrisse una canzone intitolata ''Natura Boy'', ispirata da Robert Bootzin (Gypsy Boots), che contribuì a diffondere negli Stati Uniti lo yoga, gli alimenti biologici e salutari. La Beat Generation di fine anni cinquanta influenzò lo sviluppo della controcultura degli anni sessanta, mentre il termine "beatnik" dava spazio a quello "hippy". Personaggi del Beat come Allen Ginsberg diventarono un punto fermo degli hippy e dei movimenti contro la guerra. Le preferenze stilistiche dei beatniks, colori sobri, lenti scure e barbette a punta, furono sostituite da vestiti coloratissimi e con fantasie psichedeliche, dai capelli lunghi, da petti nudi, bandane e pantaloni blu a zampa di elefante. === Gli inizi (1960-1965) === Flower-Power Bus Nei primi anni sessanta lo scrittore Ken Kesey e il suo gruppo dei Merry Pranksters vivevano comunitariamente in California. Tra i loro membri c'erano, oltre all'eroe della Beat Generation Neal Cassady, Ken Babbs, Mountain Girl, Wavy Gravy, Paul Krassner, Stewart Brand, Del Close, Paul Foster, George Walker, Sandy Lehmann-Haupt, e altri. Le loro prime avventure sono state documentate nel libro di Tom Wolfe – The Electric Kool Aid Acid Test. Con Cassady alla guida di uno scuolabus di nome Furthur, i Merry Pranksters girarono per gli Stati Uniti per festeggiare la pubblicazione del romanzo di Kesey ''Sometimes a Great Notion'' e visitare l'Esposizione Universale di New York del 1964. I Pranksters consumavano notoriamente marijuana, anfetamine e soprattutto LSD, e nel corso del loro viaggio introdussero molte persone a quest'ultima sostanza. Essi filmarono e registrarono il loro viaggio in scuolabus, creando un'esperienza multimediale immersiva, che sarebbe poi stata presentata al pubblico in forma di festival e concerti. Nel libro ''Rivoluzione psichedelica'' Mario Iannaccone sostiene che Ken Kesey stesse coscientemente utilizzando, su più livelli, il modello del Viaggio, tanto importante nella cultura statunitense, rendendo evidente la sua metafora interiore: il Bus dei Pranksters era infatti guidato dal protagonista di ''Sulla strada'' (''On the Road'') di Jack Kerouac. Il viaggio o Trip, dei Pranksters, era contemporaneamente esteriore ed interiore e il suo mezzo era l'LSD. Il film doveva testimoniare questo spostamento di corpi e di coscienze e diventare, per gli spettatori, uno strumento di meditazione. Durante questo periodo, Cambridge (Massachusetts), il Greenwich Village a New York e Berkeley in California erano i centri del circuito americano della musica folk. Due coffe houses di Berkeley, la Cabale Creamery e la Jabberwock, ospitavano concerti di artisti di musica folk in uno scenario beat. Nell'aprile del 1963 Chandler A. Laughlin III, cofondatore della Cabale Creamery, istituì una specie di rito tribale religioso, con circa cinquanta persone che partecipavano a una tradizionale cerimonia a base di peyote in un contesto rurale, che durava tutta una notte. Questa cerimonia combinava l'esperienza psichedelica con i tradizionali valori spirituali dei nativi nord americani; queste persone si posero come obbiettivo di lavorare su un unico genere di espressione musicale al Red Dog Saloon, nell'isolata vecchia città mineraria di Virginia City (Nevada). Nell'estate del 1965, Laughlin reclutò gran parte del talento originaria che portò ad un amalgama unico tra musica folk tradizionale e la nascente scena di rock psichedelico. Insieme al suo gruppo creò ciò che divenne famoso come "The Red Dog Experience", con la presentazione di gruppi musicali sconosciuti – Big Brother and the Holding Company, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, Grateful Dead, e altri – che suonarono nell'intimo e completamente nuovo ambiente del Red Dog Saloon. Non vi era una netta separazione tra musicisti e pubblico in queste performance, durante le quali la musica, la sperimentazione psichedelica, un senso unico dello stile personale e i primi rozzi esperimenti di spettacoli luminosi messi su da Bill Ham si combinavano per creare un nuovo senso di comunità. Laughlin e George Hunter dei Charlatans erano veri proto-hippie, con i loro lunghi capelli, gli stivali e gli stravaganti vestiti che si ispiravano chiaramente a quelli dei primi americani e dei nativi. Il fabbricante di LSD Owsley Stanley viveva a Berkeley nel 1965 e fornì gran parte della sostanza che divenne parte seminale della Red Dog Experience, della prima evoluzione del rock psichedelico e della nascente cultura hippie. Al Red Dog Saloon, i Charlatans furono la prima rock band psichedelica che suonò dal vivo (sebbene inintenzionalmente) sotto l'effetto dell'LSD. T-shirt tinteggiata o batik. Il batik era considerato parte del movimento psichedelico. Una volta tornati a San Francisco, partecipanti alle performance del Red Dog come Luria Castell, Eller Harman e Alton Kelley crearono un collettivo chiamato "The Family Dog". Modellandolo sulle esperienze del Red Dog, il nuovo gruppo organizzò il 16 ottobre 1965 "A Tribute to Dr. Strange" alla Longshoreman's Hall. Con un pubblico di circa 500 persone, esponenti degli hippie originali della zona, questo fu il primo evento di rock psichedelico, ballo in costume e show luminoso di San Francisco, con la partecipazione di Jefferson Airplanes, The Great Society e The Marbles. Altri due eventi ebbero luogo prima della fine di quell'anno, uno alla California Hall e l'altro al Matrix. Dopo i primi tre eventi organizzati dai Family Dog, alla Longshoreman's Hall ebbe luogo un'occasione psichedelica molto più grande. Intitolata "The Trips Festival", ebbe luogo dal 21 al 23 gennaio del 1966 e fu organizzato da Stewart Brand, Ken Kesey, Owsley Stanley e altri. Diecimila persone parteciparono a questo evento a posti esauriti, con mille altre che ogni sera non riuscivano ad entrare. Sabato 22 gennaio, salirono sul palco i Grateful Dead, Big Brother and the Holding Company, e seimila persone giunsero a bere punch corretti con l'LSD e ad essere testimoni di uno dei primi integrali show luminosi dell'era. Nel febbraio del 1966, la Family Dog divenne, sotto l'organizzazione di Chet Helms, Family Dog Productions, e promosse happening alla Avalon Ballroom e al Fillmore Auditorium, inizialmente in cooperazione con Bill Graham. Questi locali permettevano ai partecipanti di prendere parte interamente all'esperienza musicale psichedelica. Bill Ham, che era stato tra i pionieri degli spettacoli di luce del Red Dog, perfezionò la sua arte di proiezione di luce liquida, con la combinazione di luci e proiezione di film, ed il suo nome divenne sinonimo delle serate di ballo di San Francisco. L'attenzione allo stile ed ai costumi, già presente al Red Dog Saloon, si sviluppò ulteriormente quando gli hippies acquistarono il magazzino di costumi del teatro Fox di San Francisco, che aveva chiuso i battenti, e si rivelò nella libertà con cui ci si acconciava per partecipare agli eventi musicali nelle sale preferite. Scrisse il giornalista musicale del ''San Francisco Chronicle'' Ralph J. Gleason: «Ballavano tutta la notte, in maniera orgiastica, spontanea, completamente libera». Fulcro della scena hippy statunitense diviene San Francisco, in particolare il quartiere di Haight Ashbury, caratterizzato da edifici vittoriani ampi ed economici. Alcuni dei primi hippy di San Francisco erano ex studenti del San Francisco State College incuriositi dalla nascente scena musicale psichedelica, che si unirono alle band amate per intraprendere una vita comunitaria. I giovani statunitensi in tutto il paese (anche adolescenti scappati di casa) cominciarono a muoversi verso San Francisco, ed entro il giugno 1966, circa 15.000 hippy si erano già stabiliti. Anche i Charlatans, gli Jefferson Airplanes, i Big Brother and the Holding Company, i Grateful Dead in questo periodo si stabilirono tutti nella zona di Haight-Ashbury. Le attività ruotavano attorno ai Diggers, un gruppo teatrale che combinava teatro spontaneo di strada, azioni anarcoidi e improvvisazioni artistiche per raggiungere l'obiettivo di creare una "città libera". Verso la fine del 1966 i Diggers aprirono locali in cui, oltre a organizzare concerti musicali gratuiti e lavori di arte politica, regalavano le loro cose, cibo, droga, e denaro. Il 6 ottobre 1966, lo stato della California dichiarò l'LSD sostanza controllata, ciò che ha di fatto rese la droga illegale. In risposta alla criminalizzazione della sostanza, gli hippie di San Francisco organizzarono un raduno hippy sulla striscia del Golden Gate Park, chiamato Love Pageant Rally, che attirò circa 700-800 persone. Come spiegato da Allan Cohen, cofondatore del ''San Francisco Oracle'', lo scopo della manifestazione era duplice – attirare l'attenzione sul fatto che l'LSD era stato appena resa illegale, e dimostrare che le persone che utilizzavano LSD non erano criminali, né malati mentali. Suonarono i Grateful Dead, ed alcuni sostengono che nell'occasione si consumò LSD. Secondo Cohen, quelli che assunsero LSD «non erano colpevoli di uso di sostanze illegali ... Noi stavamo celebrando la conoscenza trascendentale, la bellezza dell'universo, la bellezza dell'essere». === La Summer of Love === Il 15 gennaio 1967 l'enorme raduno all'aperto di San Francisco rese popolare la cultura hippy in tutti gli Stati Uniti d'America, richiamando 20.000 persone al Golden Gate Park. Il 26 marzo, Lou Reed, Edie Sedgwick e 10.000 hippie si raccolsero a Manhattan per il ''Central Park Be-In on Easter Sunday''. Il Monterey Pop Festival dal 16 giugno al 18 giugno diffuse la musica rock della controcultura ad un vasto pubblico e segnò l'inizio della "Estate d'amore". La versione di Scott McKenzie della canzone di John Phillips dei Mamas & the Papas ''San Francisco'', divenne un enorme successo negli Stati Uniti d'America e in Europa. Il testo convinse migliaia di giovani di tutto il mondo a recarsi a San Francisco, a volte portando fiori tra i capelli e distribuendoli ai passanti, guadagnandosi il nome di "figli dei fiori". Gruppi come i Grateful Dead, la Big Brother and the Holding Company con Janis Joplin e i Jefferson Airplane continuarono a vivere a Haight, ma entro la fine dell'estate, la incessante copertura mediatica portò i Diggers a dichiarare la "morte" degli hippy con una cerimonia-spettacolo. Secondo il poeta epigono Stormi Chambless, gli hippie seppellirono l'effigie di un hippie nel Golden Gate Park a dimostrazione della fine del suo regno. Per quanto riguarda questo periodo della storia, il 7 luglio 1967 la rivista ''TIME'' si presentò con una copertina intitolata "Gli Hippy: La filosofia di una subcultura". L'articolo descriveva le linee guida del codice hippy: «Fai le tue cose, ovunque devi farle e ogni volta che vuoi. Ritirati. Lascia la società esattamente come l'hai conosciuta. Lascia tutto. Fai sballare qualsiasi persona normale con cui vieni in contatto. Fagli scoprire, se non la droga, almeno la bellezza, l'amore, l'onestà, il divertimento». Si stima che circa 100.000 persone si siano recate a San Francisco nell'estate del 1967. I mezzi di informazione li seguirono, rivolgendo i riflettori sul distretto di Haight-Ashbury e rendendo popolare i costumi hippie. Con questa maggiore attenzione, gli hippy trovarono sostegno per i loro ideali di amore e di pace, ma furono anche criticati per le loro lotta contro il lavoro e pro-droga, e per la loro etica permissiva. Timori riguardo alla cultura hippy, in particolare per quanto riguarda l'abuso di droga e l'assenza di moralità, alimentarono le ansie morali della fine del decennio. === La Rivoluzione (1968-1969) === Joe Cocker a Woodstock nel 1969. Nell'aprile 1969, la costruzione del People's Park di Berkeley, in California, ha ricevuto un'attenzione internazionale. L'Università della California, Berkeley aveva progettato di demolire tutti gli edifici su una superficie di 2,8 acri vicino al campus, volendo utilizzare il terreno per costruire campi da gioco e un parcheggio. Dopo un lungo ritardo, durante il quale il sito era diventato fatiscente, migliaia di comuni cittadini di Berkeley, tra cui commercianti, studenti e hippy, presero la questione nelle proprie mani, piantando alberi, arbusti, erba e fiori per trasformare il sito in un parco naturale. Un importante confronto si ebbe il 15 maggio 1969, e il governatore Ronald Reagan ordinò due settimane di occupazione della città di Berkeley da parte della Guardia nazionale californiana. Il "Flower Power" prese vita proprio nel corso di questa situazione, quando gli hippy iniziarono ad impegnarsi in atti di disobbedienza civile, piantando fiori negli spazi vuoti di tutta Berkeley sotto lo slogan "Let A Thousand Parks Bloom" (Fai fiorire un migliaio di parchi). Nell'agosto 1969, a Bethel (New York), ebbe luogo il Woodstock Music and Art Festival (Festival di Woodstock), che per molti rimane il miglior esempio di controcultura hippy. Oltre 500.000 persone vi si recarono per ascoltare i musicisti e le band più notevoli del tempo, tra cui Richie Havens, Joan Baez, Janis Joplin, The Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, Crosby, Stills, Nash and Young, Carlos Santana, The Who, Jefferson Airplane, e Jimi Hendrix. Le condizione di sicurezza e la logistica furono garantite dalla HWavy Gravy's Hog Farm, e gli ideali hippy di amore e di fratellanza umana sembrarono aver acquisito espressione concreta. Nel dicembre 1969, un evento simile ebbe luogo presso l'Altamont Raceway Park, in California, circa 45 km a est di San Francisco. Inizialmente annunciata come la "Woodstock West", il suo nome ufficiale fu Altamont Free Concert. Circa 300.000 persone vi convennero per ascoltare i Rolling Stones, Crosby, Stills, Nash and Young, Jefferson Airplane e altri gruppi. Furono gli Hell's Angels ad occuparsi della sicurezza, ma il livello fu molto meno di successo rispetto a quello raggiunto nell'evento di Woodstock: il diciottenne Meredith Hunter fu pugnalato a morte durante il concerto dei Rolling Stones. === Scosse di assestamento (gli anni settanta e ottanta) === Hippie nel 1988 Dal 1972, lo spirito che aveva generato la cultura hippy sembrava essere al tramonto. Gli eventi di Altamont avevano sconvolto molti statunitensi, compresi quelli che si erano fortemente identificati con la cultura hippy. Un'altra scossa si produsse quando Sharon Tate e Leno e Rosemary LaBianca vennero uccisi nell'agosto del 1969 da Charles Manson e dalla sua "famiglia" di seguaci. Tuttavia, l'atmosfera politica oppressiva che contraddistinse il bombardamento della Cambogia e l'uso delle armi da parte della Guarda Nazionale alla Jackson State University e alla Kent State University ancora spingevano i giovani a raccogliersi. Gli spari all'università ispirarono nel maggio del 1970 la canzone "What About Me?" dei Quicksilver Messenger Service, in cui essi cantavano "You keep adding to my numbers as you shoot my people down" ("Ci fate crescere di numero se continuate a spararci"). Molti dei costumi hippie nei primi anni settanta erano diventati molto diffusi. Gli affollati concerti rock, iniziati con il Monterey Pop Festival del 1967 e con l'Isle of Wight Festival del 1968, erano diventati la norma. Alla metà degli anni settanta, con la fine della leva obbligatoria e della guerra del Vietnam, e con la ripresa di sentimenti e valori patriottici associati all'approssimarsi del Bicentenario degli Stati Uniti d'America, i principali media persero interesse alla cultura hippie. L'acid rock dette strada all'heavy metal, alla disco e al punk rock. Nel corso degli anni ottanta l'affermarsi nella società occidentale del modello degli yuppie, giovani professionisti all'affannosa ricerca dell'affermazione economica individuale che adottano uno stile di vita consumista e volto all'ostentazione del successo si pone agli antipodi degli ideali della cultura hippy. I valori del comunitarismo e la sperimentazione di stili di vita che rifiutano i paradigmi della società capitalista restano confinati in piccole enclave, come ad esempio il quartiere di Christiania sorto nel centro di Copenaghen nel 1971 o alcuni villaggi nello stato indiano di Goa. === Dagli anni novanta ad oggi === A partire dagli anni novanta si assiste a una rinascita della cultura hippy e neo-hippy che comunica attraverso le tecnologie digitali e si lega alle scene musicali dei rave parties, della psy-trance e della neopsichedelia. Volkswagen T1 Gli Hippy propugnavano una vita comunitaria, libera, semplice, un ritorno alla natura (es. praticano il nudismo e riscoprono l’allattamento al seno). Molti sono artisti e musicisti, ma si praticavano anche attività artigianali e di coltivazione per l’autoconsumo. Erano attratti da forme di pensiero non convenzionali come ecologismo, esoterismo, religioni orientali (a San Francisco aveva aperto un tempio Hare Krishna), scienze alternative, stati alterati di coscienza, culture etniche ecc. Gli Hippie cercarono di liberarsi dalle restrizioni della società, scegliendo la propria strada e trovando un nuovo senso della vita. Un'espressione dell'indipendenza dalle norme sociali raggiunta dagli hippy è stato il loro insolito e fantasioso modo di vestire. Lo stile dell'abbigliamento faceva sì che gli hippy fossero immediatamente riconoscibili gli uni agli altri, e simboleggiava il loro rispetto dei diritti individuali e la volontà di mettere in discussione l'autorità. Così come il movimento beat che lo precedette e quello punk che venne subito dopo, i simboli e l'iconografia hippy mostravano un basso status sociale, coerentemente con ideali di povertà e semplicità, con un vestiario che rifletteva uno stile di vita disordinato e spesso vagabondo. Come nel caso di altri movimenti di adolescenti bianchi di classe media, il comportamento deviante degli hippie comportava una sfida alle principali differenze di genere del loro tempo: sia i maschi che le donne hippie portavano i jeans e i capelli lunghi, ed entrambi portavano sandali o andavano scalzi. I maschi spesso portavano la barba, mentre le donne limitavano al minimo o non utilizzavano il trucco, e molte non portavano il reggiseno. Gli hippie spesso sceglievano vestiti con colori brillanti e di taglio insolito, come pantaloni a zampa d'elefante, gilè, indumenti tie-dyed (t-shirt con disegni e colori psichedelici, spesso in cotone), dashiki (specie di mezzi mantelli provenienti dall'Africa), o camicette; molto popolari erano anche indumenti di taglio non occidentale e con motivi ispirati ai modelli dei nativi nord americani, degli africani e dei sud americani. Gran parte di questi indumenti era autoprodotta per contrastare la cultura delle aziende, e gli hippie spesso acquistavano i propri abiti nei mercatini delle pulci o dell'usato. Gli accessori preferiti, sia per gli uomini che per le donne, consisteva in oggetti della cultura indiana, copricapi, bandane e lunghe collane a grani. Le case, i veicoli e gli altri oggetti appartenenti agli hippie erano spesso decorati con motivi psichedelici. Il viaggio, sia all'interno della nazione che all'estero, è stato uno degli elementi caratteristici della cultura hippy. La cultura hippie era comunitaria e viaggiare diventò un modo di estendere il concetto di amicizia. Scuolabus simili al Ken Kesey's Furthur, o all'iconico VW, divennero popolari perché gruppi di amici ci potevano viaggiare economicamente. Il VW bus divenne noto come un simbolo della controcultura hippy, e molti di questi autobus furono ridipinti con grafica psichedelica e/o personalizzati, un atteggiamento che anticipò la attuale arte di decorazione di automobili. Un simbolo di pace sostituiva spesso il marchio Volkswagen. Molti hippy preferivano l'autostop, inteso come principale modalità di trasporto, perché economico, ecologico, e modo sicuro per incontrare nuove persone. Il simbolo della pace Gli Hippy furono spesso pacifisti e presero parte a cortei politici non-violenti, come le marce per i diritti civili, le marce su Washington D. C., le dimostrazioni contro la guerra del Vietnam, compreso il dar fuoco alle cartoline di chiamata alla leva e le proteste alla Convenzione Nazionale Democratica del 1968. Il grado di coinvolgimento politico varia ampiamente tra gli hippy, partendo da quelli attivi soltanto nelle marce della pace per arrivare alle manifestazione di teatro di strada anti-autoritario e alle dimostrazioni degli Yippie, il sottogruppo hippy politicamente più attivo. Nel corso di una discussione tra Bobby Seale e Jerry Rubin sulle differenze fra hippy e Yippie, Rubin sostenne che gli Yippie erano l'ala politica del movimento hippy, dal momento che «non tutti gli hippy avevano già sviluppato una posizione politica». A proposito, poi, delle iniziative politiche del movimento hippy, Rubin aggiunse che «essi preferiscono principalmente sballarsi, ma molti di loro vogliono anche la pace e che finisca tutto questo schifo». Oltre a dimostrazioni politiche non violente, l'opposizione hippy alla guerra del Vietnam incluse anche l'organizzazione di gruppi di azione politica contro la guerra, il rifiuto del servizio di leva e lo svolgimento di lezioni universitarie nei campus sulla storia del Vietnam e sul contesto politico internazionale in cui si inseriva quel conflitto. La già citata versione di Scott McKenzie della canzone di John Phillips "San Francisco", che aveva ispirato la Summer of Love, diventò anche la canzone di bentornato per tutti i veterani del Vietnam che tornavano a San Francisco dal 1967 in poi. Lo stesso McKenzie ha dedicato ogni esecuzione statunitense di quella canzone ai veterani del Vietnam, e la cantò anche in occasione del ventesimo anniversario (2002) della cerimonia di inaugurazione del Vietnam Veterans Memorial. La canzone diventò una canzone di libertà in tutto il mondo, specialmente nelle nazioni dell'Europa orientale sotto regimi post bolscevichi-stalinisti imposti dall'URSS. Gli hippy si espressero spesso politicamente attraverso la fuoriuscita dalla società, allo scopo di perseguire i cambiamenti cercati. Tra i movimenti politici supportati dagli hippy ci sono il movimento di ritorno alla terra degli anni sessanta, lo sviluppo dell'impresa cooperativa, l'attenzione all'energia alternativa, il movimento per una stampa libera e l'agricoltura biologica. spinello. Seguendo l'esempio della Beat Generation, anche gli hippy usarono canapa indiana o marijuana. Essi allargarono la loro Farmacopea Spirituale fino a includere psichedelici come l'LSD, la psilocibina e la mescalina, e anche allucinogeni meno noti. Sulla Costa Est degli Stati Uniti d'America, i professori di Università di Harvard Timothy Leary, Ralph Metzner e Richard Alpert difesero l'uso delle sostanze psicotrope nella psicoterapia, nell'autoanalisi e per usi religiosi e spirituali. A proposito dell'LSD, Leary disse: «Espandi la tua coscienza e trova in essa estasi e rivelazione». Sulla Costa Ovest degli Stati Uniti d'America, Ken Kesey fu una figura importante nella promozione dell'uso ricreativo delle sostanze psicotrope, specialmente dell'LSD. Tenendo quelli che lui chiamava "Acid Tests", e girando il paese con la sua band dei Merry Pranksters, Kesey diventò il catalizzatore dell'attenzione dei media e catturò molti giovani al movimento. I Greatful Dead (chiamati in origine "The Warlocks") suonarono alcuni dei loro primi pezzi agli Acid Tests, spesso sotto l'effetto dell'LSD, proprio come il pubblico. Kesey e i Pranksters sentivano di "accendere il mondo". Nel mondo hippy si usarono anche sostanze più pesanti, come oppio e anfetamina; tuttavia queste droghe venivano disprezzate, perfino tra chi ne faceva uso, perché riconosciute dannose e procuranti dipendenza. L'eroina, per esempio, fu vietata allo Stonehenge Free Festival del 1967. Camion hippy decorato a mano, 1968 Gli hippy tendevano a viaggiare leggeri e sempre pronti a partire per dovunque succedesse qualcosa in qualsiasi momento; che si trattasse di raduni sul Mount Tamalpais vicino a San Francisco, una dimostrazione contro la guerra in Vietnam a Berkeley, uno degli incontri musicali di Kesey, o se la "vibrazione" non era giusta e c'era bisogno di un cambio di ambiente, gli hippy erano pronti a muoversi in un attimo. La pianificazione era avversata, in quanto un hippy era sempre felice di mettere pochi indumenti in uno zaino, tirar fuori il pollice e andare in autostop ovunque. Difficilmente si chiedevano se avessero abbastanza soldi, o una prenotazione alberghiera o uno qualsiasi dei normali equipaggiamenti di chi si mette in viaggio. Le abitazioni hippy accoglievano ospiti notturni capitati improvvisamente, e le caratteristiche di reciprocità del movimento permettevano libertà di spostamento. Le persone generalmente collaboravano per andare incontro ai bisogni reciproci in un modo che divenne meno frequente dopo i primi anni settanta. Questo modello di vita, che ha in parte le sue radici nella controcultura hobo e nello spirito ''On the Road'' di Jack Kerouac, è ancora comune nei gruppi della Rainbow Family, dei viaggiatori new Age e degli housetrucker neozelandesi. Un derivato di questo stile libero di viaggio furono i furgoni e i pullman, case mobili costruite artigianalmente sugli chassis originali, in modo da favorire una vita nomade. Alcuni di queste case mobili gitane erano piuttosto ben attrezzate, con letti, bagni, docce e fornelli. Interno del camion hippy Sulla costa occidentale si sviluppò un peculiare stile di vita attorno alle Renaissance Faire, organizzate per la prima volta nel 1963 da Phyllis e Ron Patterson. Nei mesi estivi ed autunnali, intere famiglie viaggiavano insieme nei loro particolari veicoli, parcheggiavano nei luoghi dell'avvenimento nella California del sud o del nord, preparavano i manufatti durante la settimana e poi indossavano i vestiti elisabettiani nelle rappresentazioni di fine settimana, per poi partecipare ai mercatini in cui rivendevano gli stessi manufatti al pubblico. Il gran numero di giovani del tempo garantiva favorevolissime opportunità di viaggio verso speciali appuntamenti. L'apice fu raggiunto al Festival di Woodstock, vicino a Betel (New York), che si svolse dal 15 al 19 agosto 1969 e attirò più di 500.000 persone. La più memorabile esperienza di viaggio hippy, intrapresa da centinaia di migliaia di giovani, specie negli anni 1969-71, fu il viaggio via terra verso l'India, il cosiddetto ''hippie trail''. Portandosi dietro poco o niente nel bagaglio e con pochissimi soldi in tasca, quasi tutti loro seguivano la stessa strada, attraversando l'Europa in autostop fino ad Atene o a Istanbul, proseguendo poi con il treno attraverso la Turchia centrale per Erzurum, continuando in autobus in Iran, attraverso Tabriz e Teheran fino a Mashad, poi superando il confine afgano ad Herat, proseguendo nel sud dell'Afghanistan attraverso Kandahar per giungere a Kabul, varcando il Passo Khyber per giungere in Pakistan, ed infine toccando Rawalpindi e Lahore fino al confine indiano. Una volta in India, gli hippy si recavano in varie destinazioni, ma si raccoglievano poi in grandi numeri sulle spiagge di Goa, oppure attraversavano il confine con il Nepal e trascorrevano mesi a Katmandu. La lunghezza del soggiorno in questi posti variava di norma dalle poche settimane a sei mesi. Per soggiornare più a lungo, in India era necessario un visto. Tracce del passaggio degli hippies sono riscontrabili in molte altre destinazioni oggi turistiche ma un tempo decisamente meno conosciute. Tra i vari luoghi per esempio abbiamo Hikkaduwa in Sri Lanka (ex Ceylon), o Koh Panghan in Thailandia. Il romanzo autobiografico dello hippy scrittore francese Charles Duchaussois ''Flash ou le Grand Voyage'', Parigin Flayard, 1974(ed. italiana ''Flash. Katmandu il grande viaggio'', Torino, SEI, 2001) è il resoconto in prima persona del viaggio da Marsiglia a Katmandu per raggiungere i paradisi della droga. Hippies al Nambassa Festival nel 1981 in Nuova Zelanda. L'eredità che gli hippy hanno lasciato alla società è molto forte ancora oggi. Dimostrazioni politiche e pubbliche ora sono considerate libere espressioni legittime. Coppie non sposate si sentono libere di viaggiare e vivere insieme senza la disapprovazione dalla società. Le tematiche che riguardano le questioni sessuali sono divenute la norma, ed i diritti degli omosessuali, degli intersessuali e dei transessuali si sono evoluti. La diversità religiosa e culturale ha guadagnato più consenso. Imprese commerciali cooperative e comunità creative con vita di gruppo sono accettate estesamente. L'interesse verso l'alimentazione naturale, i rimedi erbacei e le vitamine si sono molto estesi. L'influsso dell'ethos anti-autoritario proprio della cultura hippy si ritrova nei movimenti che si battono per l'apertura delle reti digitali contro il controllo delle multinazionali e dei governi; lo sviluppo delle correnti pacifiste ed ambientaliste in occidente è anch'esso ricollegato alle tematiche sviluppate all'interno del primo movimento hippy. Le tradizionali feste hippy cominciate negli Stati Uniti d'America nel 1965 continuano a svolgersi e a svilupparsi ancora oggi; ad esempio, dal 1976 in Nuova Zelanda ogni anno si celebra un festival rock, che richiama da tutto il mondo hippy e neo-hippy, all'insegna di musica ad alto volume, droghe, spirito di fratellanza e cibi salutari. Infine anche la moda è stata fortemente influenzata dalla cultura hippy, nel rifiuto delle divise e nella mescolanza di capi eterogenei. Ciclicamente ritornano modelli che richiamano la stagione degli hippy (colori acidi, pantaloni svasati, frange, grandi occhiali ecc.).
H. G. Wells
Firma di H. G. Wells Fu comunque uno scrittore prolifico in molti generi, tra i quali narrativa contemporanea, storia e critica sociale: mostrandosi in particolare in quest'ultimo genere decisamente lungimirante, quasi profetico. Dedicò i suoi talenti letterari allo sviluppo di una visione progressiva su scala globale. Come futurista scrisse una serie di lavori utopici prevedendo con buon anticipo innovazioni tecnologiche come l'avvento di aerei, carri armati, viaggi spaziali, armi nucleari, televisione satellitare e qualcosa che assomigliava al World Wide Web. Nell'ambito del giornalismo Wells ha scritto quello che in seguito ha descritto come "vari" schizzi, dialoghi e saggi, sia prima che durante il periodo in cui stava lavorando alla sua miglior fantascienza. La quantità di questi scritti giornalistici è considerevole. Oltre duecento articoli pubblicati tra il 1887 e il 1898, ai quali si aggiungono articoli non formati o pubblicati con pseudonimi. Di questo primo giornalismo, Wells ha ristampato solo una piccola frazione. A suo stesso giudizio, gran parte di quel giornalismo poteva essere considerato abbastanza buono per essere stampato ma non abbastanza da concedere la ristampa. Fu anche un brillante comunicatore della scienza, attirando molte amicizie con diversi scienziati, non ultimo, Richard Gregory, l'astronomo, conosciuto durante il periodo universitario di Wells, e secondo editore di Nature. Wells pubblicherà 25 articoli sulla rivista per oltre 50 anni, ispirando e provocando decine di pensatori contemporanei a contribuire con una ondata di corrispondenza, recensioni di libri, avvisi e altri commenti sulla sua produzione. Wells fu un franco sostenitore del socialismo e del pacifismo, come dimostrano le sue ultime opere, divenute gradatamente più politiche e didattiche. I romanzi nel mezzo della sua carriera furono più realistici, contemplando la vita della classe medio-bassa, la "Nuova donna" e le suffragette. Fu un forte assertore dell'idea di "Stato mondiale", alla cui promozione dedicò l'ultima parte della propria vita. Nel corso della sua lunga carriera Wells usò vari pseudonimi, tra cui quello di '''Reginald Bliss'''.
=== Joseph Wells e Sarah Neal === Joseph (Joe) Wells, il padre. Herbert George Wells nacque al 47 di High Street a Bromley, nel Kent, il 21 settembre 1866. Chiamato "Bertie" in famiglia, era l'ultimo dei quattro figli di Joseph (Joe) Wells (14 luglio 1828–14 ottobre 1910), giardiniere e in seguito negoziante e giocatore di cricket, e Sarah Neal (10 ottobre 1822–1905), domestica. I due si conobbero nel 1851 mentre Joseph prestava servizio come giardiniere presso Uppark, l'importante dimora del XVII secolo appartenuta al barone sir Matthew Fetherstonhaugh, situata nei pressi di South Harting dove Sarah, figlia di George Neal (1797 - 1853), un locandiere di Midhurst nel West Sussex, e di Sarah Benham, prestava servizio come domestica, lavoro ottenuto dopo avere svolto dal 1836 al 1840 l'apprendistato obbligatorio come sarta e parrucchiera. Si sposarono a Londra, il 22 ottobre 1853, anno della morte del padre di Sarah. due anni dopo il matrimonio Sarah darà alla luce Frances Sarah Wells, alias Fanny (1855 - 1864) prima di quattro figli. I lavori svolti da Joseph e Sarah presso la dimora di Uppark daranno la possibilità a Wells di soggiornarvi diversi anni dopo, grazie ai buoni rapporti mantenuti da entrambi nei confronti dei proprietari, l'esperienza vissuta sarà fonte di ispirazione per il romanzo ''Tono-Bungay''. La famiglia rientrava nel ceto della bassa borghesia e, dal momento che non c'erano ripari o aiuti nel sistema sociale per far fronte all'eventualità di una perdita accidentale del lavoro, come era già capitato in due occasioni a Joseph, unito alla scarsa ospitalità della propria famiglia fece maturare in Joseph e Sarah l'idea di diventare padroni di se stessi, in modo di ottenere una propria casa e una propria attività anche con l'aspettativa di un reddito incerto. Riuscirono a rilevare, a condizioni estremamente ragionevoli il 23 ottobre 1855 l'attività di un cugino di Joe, George Wells, situata in High Street a Bormley nel Kent. Ciò fu possibile grazie ad un anticipo di 100 £ sull'eredità richesto da Joseph alla propria famiglia e tutti i pochi risparmi messi da parte nel corso degli anni. L'attività si occupava principalmente della vendita di porcellana e stoviglie, ed in seguito articoli sportivi, anche se l'investimento non fu mai prosperoso. ==== Atlas House (1855-1880) ==== L'attività era conosciuta come Atlas House, per via di una lampada raffigurante un atlante nella vetrina del negozio. Joe anticipò la sua eredità di cento sterline, concluse l'affare e si mise in proprio. Spese tutti i suoi risparmi e le sue riserve disponibili trasferendosi con Sarah in gravidanza al 47 High Street, in tempo per portare alla luce quello che sarà il fratello maggiore di H. G. Wells, Frederick Wells alias Freddy. Come racconterà Wells nella sua autobiografia fin dall'inizio il business intrapreso dalla sua famiglia non diede i frutti sperati, e nel corso degli anni l'attività si rivelerà sempre meno redditizia. Intuito il cattivo investimento, ma avendo utilizzato tutte le risorse disponibili, i Wells non avevano modo di uscire dalla nuova situazione ne tantomento trasferirsi da un'altra parte. L'idea del raggiro subito dal cugino e dello stato d'animo della famiglia viene annotato da Joseph nel suo diario dove si lamenterà di essere stato ingannato dai suoi stessi parenti, Per arrotondare il magro reddito, il padre, oltre che negoziante, si cimentò nella carriera di giocatore professionista di cricket per il Kent, dal quale ricevette, saltuariamente, diverse somme di denaro, giunte da donazioni alla squadra, o dai relativi pagamenti dei Club con i quali disputavano le partite, e che gli permisero di arrotondare il magro reddito del negozio. === La nascita di H. G. e la morte della sorella Francis Sarah === Nel 1862 nacque il fratello Freddy, e due anni dopo, nel 1864, Sarah Neal ebbe la sua grande tragedia, quando Frances Sarah Wells, alias Fanny (1855 - 1864) la sorella di Wells morì di appendicite. La natura dell'appendicite era sconosciuta in quel periodo, e veniva generalmente definita ''infiammazione delle viscere'': poiché Funny era stata ad una festa del tè per bambini un giorno o due prima del suo attacco, la madre, nella sua angoscia per questo colpo improvviso, balzò alla conclusione che a Fanny era stato dato qualcosa di inadatto da mangiare, rifiutandosi di riconciliarsi con i vicini e di parlare con loro, vietando ai figli di menzionarli. Secondo Wells, la sorella era stata una ragazzina molto intelligente, precoce e fragile, una ragazzina al coperto che aveva deliziato il cuore della madre. Wells trarrà delle conclusioni diversi anni dopo, concludendo che la sorella soffrisse di una carenza di vitamine, trovando riscontro dagli scritti del dott. W. R. Ackroyd nel testo ''Vitamins and other Dietary Essentials''. La nascita di Herbert, due anni più tardi, e la prematura scomparsa di Fanny, influenzeranno la madre, la quale sottoporrà i figli a una ferrea dieta a base di fegato di merluzzo. In questo periodo la condizione economica della famiglia Wells peggiorò in maniera drammatica; la sub-urbanizzazione della città portò un netto miglioramento del servizio passeggeri dello scambio merci, miglioramento dovuto all'apertura di una seconda stazione ferroviaria che rese sempre più facile per le persone lo spostamento a Londra. Nella stessa maniera, i rivenditori di Londra poterono entrare maggiormente in concorrenza con i commercianti locali, causando un grave danno a questi ultimi. Sarah sarà la prima insegnante di Wells: gli insegnò infatti a scrivere e a leggere, fino a che si rese conto che l'istruzione del figlio dovesse puntare a livelli più alti. Fece perciò andare il giovane assieme al fratello Freddy in una casa-scuola nei pressi di ''Drill Hall'' tenuta dalla signora Knott, una signora anziana non qualificata, e dalla sua altrettanto non qualificata figlia Miss Salmon, dove Wells ebbe modo di imparare le tabelle di pesi e misure, leggere le parole di due o più sillabe e fare somme. ==== Mr. Morley's Commercial Academy (1874-1880) ==== Nel 1874, in seguito ad un incidente che lo costrinse a letto con una gamba rotta, George Wells dimostrò interesse per la lettura, impegnando le sue giornate con i libri che il padre portava dalla Literary Institute, la biblioteca locale. Fu in questo periodo che Wells si dedicò a fondo a svariate letture, conoscendo attraverso i libri mondi lontani come il Tibet, la Cina, le Montagne Rocciose, le foreste del Brasile, il Siam e - come affermò lo stesso autore - una ventina di altre terre. Nello stesso anno venne iscritto alla ''Thomas Morley's Commercial Academy'', la scuola privata fondata nel 1849 da Thomas Morley in seguito al fallimento della sua precedente scuola. Nel 1877 il padre si fratturò una gamba, ponendo fine alla sua carriera di cricker e alle entrate che contribuivano assieme a quelle del negozio al mantenimento della famiglia, obbligando i figli a cercare impieghi come apprendisti per poter così contribuire alle spese famigliari. Vista della facciata sud della casa di Uppark ==== Southsea (1881-1883) ==== Nel 1880, all'età di quattordici anni, il giovane Wells svolse un infelice apprendistato presso il Southsea Drapery Emporium, un'impresa di tessuti a Windsor, dove lavorava tredici ore al giorno, e dormiva assieme agli altri apprendisti. I suoi successivi lavori lo videro impiegato come interno di scuola, commesso di farmacia e nuovamente come apprendista nel campo dei tessuti, fino al 1883. Le esperienze che visse in questi momenti divennero fonte di ispirazione per due romanzi futuri, ''Kipps'' del 1905, e ''The Wheels of Chance'' del 1896, nei quali vengono descritte le vite degli apprendisti nel campo tessile e le critiche riguardo alla distribuzione della ricchezza globale. Il padre e la madre di Wells non andarono mai davvero d'accordo, infatti Joseph era un libero pensatore, mentre Sarah era protestante (Wells scrisse nel 1934 di sentire troppo duri per lui gli insegnamenti della chiesa anglicana) e quando tornò al suo lavoro di domestica a Uppark, le condizioni lavorative che le vennero imposte la portarono a non poter più dedicare tempo al marito e ai figli, costringendo entrambi a vivere una vita sempre più distaccata; nonostante questo non divorziarono e non costruirono altre relazioni. Quanto a Wells, la serie di fallimenti sul piano lavorativo lo riportarono a Uppark per nuovo impiego. Il suo ritorno venne da lui stesso definito ''"the bad shilling back again!"''. Uppark offriva però una magnifica biblioteca, nella quale Wells poté immergersi completamente nella lettura di molte opere classiche, come ''La Repubblica'' e ''L'Utopia''. === Studi === H.G.Wells a Londra, attorno al 1890. Nell'ottobre del 1879 la madre di Wells, tramite un suo lontano parente, Arthur Williams, iscrisse il figlio presso la National School a Wookey nel Somerset come alunno-insegnante. In questo periodo Wells prestò insegnamento agli allievi più giovani, anche se l'esperienza durò per soli due mesi. Infatti nel dicembre dello stesso anno Williams viene licenziato dalla scuola per irregolarità nelle sue qualifiche, mentre Wells fu rimandato a Uppark, sarà in questo periodo che trarrà fonte di ispirazione per uno dei suoi romanzi più ambiziosi, ''Tono Bungay'', che vedrà la luce diversi anni dopo, nel 1909. Wells ha realizzato una piccola foto di Uppark come ''Bladesover'' e ha dato uno scorcio della sua vita da sotto le scale. Nonostante si ispirò al lavoro della madre, il personaggio che la rappresenta sarà completamente diverso dalla madre, è così che lo visse negli anni Ottanta quando le due sopravvissute, Miss Bullock (che prese il nome di Fetherstonhaugh dopo la morte della sorella) e Miss Sutherland, erano davvero molto anziane. Ma verso la fine degli anni '40, quando Sarah, la madre di Wells, esercitava il ruolo di governante nella tenuta, tutti erano più giovani e la vita sembrava forse più movimentata. Ne seguì un breve apprendistato come farmacista nella vicina cittadina di Midhurst, nella quale, nello stesso periodo soggiornò presso la Midhurst Grammar School dove firmò i documenti per svolgere tirocinio presso Hyde's. Nel 1883 Wells convinse i genitori a liberarlo dal dovere dell'apprendistato, cogliendo l'offerta della Midhurst Grammar School di svolgere il ruolo di allievo-insegnante, viste le profonde conoscenze che il giovane aveva mostrato nella lingua latina e nelle scienze durante un suo precedente soggiorno. Questo periodo verrà ricordato da Wells diversi anni più tardi, nella sua dura critica al sistema educativo, la critica sarà rivolta verso l'incapacità al sistema di adattarsi alle nascenti esigenze sociali, l'aneddoto che offre Wells come esperienza personale sarà rivolto nei confronti del suo professore Horace Byatt M. A., padre del futuro governatore Horace Byatt, che gli concesse alcune borse di studio per insegnare scienze "avanzate" - di cui non conosceva praticamente nulla. Gli anni a Southsea furono un periodo di profonda tristezza e infelicità per Wells; nonostante questo, la sua presenza alla Midhurst Grammar School, il suo ruolo e la formazione da autodidatta gli permisero di proseguire gli studi con serietà. ==== Primo anno (1884-85) ==== Thomas Henry Huxley in una foto di Alexander Bassano nel 1883 Nel 1884 gli venne assegnata una borsa di studio presso la Scuola normale di Scienze in South Kensington (quella che in seguito divenne il Royal College of Science fino a diventare parte integrante dell'Imperial College London). Tra il 1884 e il 1885 Wells ebbe modo di conoscere Thomas Henry Huxley, suo insegnante di biologia, noto con il soprannome di "Mastino di Darwin" per via del suo acceso convincimento per l'evoluzionismo darwiniano. All'epoca la teoria sull'origine delle specie di Charles Darwin non era ancora stata unanimemente accettata dalla scienza e le scoperte scientifiche erano molto frequenti. Wells ebbe modo di lavorare con Huxley per un breve periodo di tempo, poiché poco dopo il biologo si ammalò, lasciando spazio al nuovo professore, Howes. A fine anno Wells superò l'esame di zoologia in maniera brillante, distinguendosi assieme a Martin Woodward e A.V. Jennings tra i migliori della classe; con quest'ultimo in particolare strinse una buona amicizia: con Jennings, Wells si sentiva in grado di parlare liberamente, discutendo di politica, scienza e teologia, definendo l'amico una mente più vivace ed equipaggiata della sua, la prima trovata a South Kensington. Nonostante la borsa di studio, che gli assicurava una paghetta settimanale di ventun scellini, Wells si trovava spesso senza denaro uno o due giorni prima di ricevere la somma, soffrendo quasi la fame. Jennings stesso, vedendolo magro e malnutrito lo portò a casa sua offrendogli da mangiare, offerta che ripropose più volte all'amico ma che Wells rifiutò per orgoglio. La profonda ammirazione per Huxley e per Howes, verrà ricordata da Wells nella sua autobiografia ''An Experiment in Autobiography'', del 1934. ==== Secondo anno (1885-86) ==== Nel secondo anno alla Scuola normale di Scienze, Wells rimpiangeva gli insegnamenti e i dibattiti che aveva avuto con Huxley, non trovando più gli stimoli e l'interesse che aveva provato l'anno precedente e trovandosi spesso in contraddizione con insegnanti e istruttori. In questo periodo lo stato d'animo di Wells ebbe ripercussioni sull'insegnamento che svolgeva, portandolo a commettere grossolani errori e a incappare spesso in incongruenze. In questo periodo Wells criticò duramente il professor Guthrie, suo professore di fisica, con i suoi monotoni e discutibili metodi di insegnamento. Il disagio di Wells verso il nuovo metodo di insegnamento a cui fece fronte è fortemente percepibile in alcune righe del suo ''An Experiment in Autobiography'': ==== Terzo anno (1886-87) ==== Il terzo anno, per Wells, incominciò nuovamente con i rimpianti per Huxley; Guthrie era stato sostituito dal professor Judd, a causa del tumore alla gola che entro l'anno l'avrebbe consumato e ucciso. Wells reputava Judd un professore migliore di Guthrie, anche se non riuscì a eccellere in geologia; nonostante Judd fosse un ottimo insegnante e svolgesse un lavoro encomiabile nella stratigrafia, non andò mai a genio al giovane, che sin dall'inizio provò per lui una forte antipatia. Wells reputava la geologia un argomento mal assemblato, definendola una tradizione più che una scienza, un argomento rispettabile fino a Charles Lyell, Roderick Murchison e ai loro coetanei, non riuscendo mai a provare lo stesso interesse che aveva per la biologia e per la fisica. La noia che deriva dalle lezioni del professor Judd portò più volte il giovane Wells ad evadere, come l'abitudine di sparire dal suo posto in laboratorio di fisica per raggiungere l'Education Library. In questo periodo la carriera studentesca di Wells era in crisi e la stima di cui godeva il giovane si era ormai dissipata; egli diventò notoriamente indisciplinato, fallendo l'esame di geologia nel 1887. Nel 1890 si laureò a pieni voti in zoologia e biologia. Le esperienze e le emozioni passate nel laboratorio di biologia vennero rievocate da Wells nel racconto ''A Slip under the Microscope'' del 1893 e nel romanzo ''Love and Mr. Lewisham'' del 1900. === Insegnamento === Wells davanti alla sua casa a Sandgate Le esperienze di Wells nell'ambito dell'insegnamento risalivano già all'età di quattordici anni. Come detto in precedenza, Wells nel 1880 svolse il ruolo di allievo-docente presso la Midhurst Grammar School, insegnando ad allievi più piccoli. Il direttore della scuola di Midhurst, H. Byatt, colpito dalla straordinaria vivacità nel suo ingegno e dall'ampiezza dei suoi interessi culturali, gli offrì il posto per venti sterline l'anno. La condizione dell'allievo-insegnante accompagnò Wells per molti anni. Nel 1884 gli venne assegnata una borsa di studio presso la Scuola normale di scienze in South Kensington, dove, in seguito al superamento a pieni voti dell'esame di zoologia, nel 1885 Wells ottenne la borsa di studio, ritrovando inoltre la formula dell'allievo-insegnante. Al termine dell'anno scolastico, il ruolo di allievo-insegnante venne rinnovato a Wells, in seguito alla buona impressione mostrata dal giovane al consiglio docenti, ma Wells non poté esercitare la mansione assegnatagli per carenza di strutture di ricerca disponibili; per il secondo e il terzo anno Wells si ritrovò così a coprire le cariche vacanti all'interno dell'istituto. Non mancarono naturalmente, nel corso degli anni, vari scontri con i docenti. Durante il secondo anno infatti, sentendo la mancanza di Huxley - che reputava di grande personalità, dalla mentalità libera e aperta al dibattito - Wells si scontrò con il suo professore di fisica, il professor Guthrie, muovendo addirittura contro di lui una sua piccola guerra personale, oltre a dimostrare un'aspra critica dei suoi metodi, della sua persona e dell'influsso dei suoi insegnamenti sugli alunni. Wells ricordò in seguito che non si trattava dell'incompetenza del professore, ma della reale incapacità di ogni individuo di spiegare alcuni fenomeni in maniera pratica. Nel periodo di frequentazione dell'istituto Wells fondò anche un giornale, da lui stesso diretto, il ''Science School Journal'', passando pochi mesi dopo la direzione all'amico William Burton. ==== Holt 1887 ==== Nel 1887 H. G. Wells si trasferì in Galles ad aderire al corpo docente di una scuola, la Holt Academy, nella cittadina di Holt, vicino a Wrexham. Sulla carta, la Holt Academy sembrava la meta migliore per Wells di tutte quelle proposte dall'agenzia: aveva la possibilità di guadagnare dalle quaranta alle cinquanta sterline durante l'anno scolastico; inoltre l'idea di una vasta biblioteca, di vari campi da gioco e di una stanza tutta per sé incoraggiò la scelta del giovane. Recatosi all'accademia dovette tuttavia ricredersi, trovandosi di fronte a uno scenario completamente diverso: i resti di un'istituzione in decomposizione, le finestre rotte e lo sporco, come egli stesso riferisce. Sfuma anche la possibilità di avere una stanza tutta per sé, dovendola condividere con due calvinisti. Uno dei suoi compiti era quello di controllare i tempi di gioco degli alunni durante le partite di calcio e fu durante una di queste partite che, nel pomeriggio del 30 agosto dello stesso anno, venne aggredito da un ragazzo che a quanto pare gli portava rancore e che arrecò a Wells un danno a uno dei reni. Nel corso della stessa giornata Wells notò infatti del sangue nelle sue urine, che lo costrinse a una degenza per più di una settimana, soffrendo di un considerevole dolore. Wells non subì conseguenze per l'incidente, ma gli fu consigliato dal medico cittadino di lasciare la scuola. Il medico di Wrexham diagnosticò a Wells un trauma renale (per schiacciamento del rene); ciononostante, Wells non lasciò Holt, giacché si trovava in una situazione economica precaria e non aveva alcun posto dove andare. Nell'ottobre del 1887, appena ripresosi dal danno subito, Wells tornò a insegnare alla sua classe. La brutta tosse che lo accompagnava incessantemente in quei giorni si aggravò visibilmente. Preoccupato dalle striature di sangue che vedeva sul fazzoletto dopo forti colpi di tosse, Wells contattò il medico di Wrexham, che diagnosticò il suo male come tubercolosi. Il bacillo della tubercolosi era da poco stato scoperto dal medico tedesco Robert Koch, che lo descrisse il 24 marzo 1882, anche se per una cura efficace si dovette aspettare il 1921. La guarigione di Wells fu quindi naturale. Non vennero mai trovati dei micobatteri negli esami eseguiti sul giovane, nonostante questo la malattia durò per quasi cinque anni, andando infine a sparire ma rovinandogli un polmone. ==== Uppark e Basford 1887 - 1888 ==== Wells in una foto alla fine del XIX secolo Il compagno di studi Wells, William Burton, che aveva seguito il suo lavoro come direttore dello ''Science Schools Journal'', aveva ottenuto un buon lavoro come chimico con la manifattura di ceramica Wedgwood. L'azienda aveva perso molte delle sue antiche ricette e il suo lavoro consisteva nell'analizzare vecchi frammenti di ceramiche e riscoprire le mescole originali dei prodotti più famosi dell'azienda. Da poco sposato si incontrò assieme alla moglie con Wells in una cena nell'Holt Inn, dove gli offrì ospitalità nel caso si fosse trovato nello Staffordshire, offerta nata sia per spirito di amicizia, sia perché entrambi erano segretamente angosciati nel trovare lo scrittore più fragile ed emaciato che mai. Trasferitosi nuovamente a Uppark per il periodo di degenza, dove vi rimase per quattro mesi, Wells fu visitato dal dottor William Job Collins, un giovane e brillante medico, ben distante dal medico condotto di Wrexham, che non riconobbe in Wells un caso di tubercolosi. L'ossessione per la malattia accompagnò Wells negli anni, infatti nel 1900 mentre era in costruzione la sua casa a Sandgate sviluppò un progetto per costruirla su un unico piano, con camere ampie rivolte verso il sole e con il bagno vicino alla camera de letto, credendo di dover passare la vita su una sedia a rotelle. Dopo un periodo di permanenza di quattro mesi a Uppark, Wells si trasferì per un periodo di tre......... in Etruria, presso l'amico Burton, a Basford nello Staffordshire dove si trovavano diverse ferriere. Wells in questo periodo ha avuto il suo primo contatto con l'Inghilterra industriale. Wells ha trovato lo strano paesaggio delle ''Cinque Città'' con le sue fonderie di ferro incandescente, i suoi canali fumanti, i suoi vasi di argilla sbiancati e gli effetti meravigliosi di polvere e atmosfera carica di fumo, molto stimolante". L'esperienza di Wells in questo periodo sarà rievocata nel racconto del 1895 ''Il Cono'' nel quale offre descrizioni evocative dei luoghi e dei suoni del paesaggio industriale, il periodo di permanenza si riflette nei capitoli ambientati nello Staffordshire in ''Nei giorni della cometa'' e ''The New Machiavelli''. In questo periodo Wells si trovava in una condizione economica precaria, con sole cinque sterline in tasca, venendo più volte tentato di chiedere aiuto alla madre, che si trovava a sua volta in una situazione economica difficile, intenta a sostenere il marito a Nyewoods con l'aiuto altalenante del fratello Frank. Solo l'orgoglio lo spinse ad andare avanti con le sue forze, rifiutandosi di chiedere aiuto. ==== Londra 1888 ==== Deciso a trovare un lavoro, Wells si trasferì nei pressi della Stazione di London St Pancras, in Judd Street, condividendo la stanza con altri due inquilini. Il suo soggiorno in Judd Street non dura più di una notte: il giorno seguente si mise in cerca di un nuovo posto dove poter alloggiare, cercando tra Grays Inn Road e il British Museum e trovando infine sistemazione a Theobalds Road per quattro scellini alla settimana. La stanza trovata era una parte di una soffitta recuperata e adibita ad abitazione, arredata in maniera semplice con un letto estraibile, un lavamani e una cassettone con uno specchio. Il sottile muro divisorio lasciava trapelare i suoni e le voci dei vicini, inclusi i loro momenti di intimità, che lo disturbavano quando diventavano deplorevolmente alti. Questo non ostacolò comunque il giovane che continuò a portarsi avanti con i suoi scritti e con la corrispondenza nei momenti di quiete. La ricerca di lavoro da quel momento divenne costante: Wells si rivolse a molti enti scolastici e agenzie di lavoro, riuscendo a trovare, per un breve periodo, un impiego per ripetizioni di biologia e mineralogia. Il suo primo lavoro sostanziale e costante lo ottenne dall'amico e vecchio compagno di studi Jennings, che tentava di ritagliarsi un posto come preparatore di biologia da quando aveva lasciato la Scuola normale di scienze, ormai divenuta Royal College of Science. I primi lavori che svolse furono di insegnamento, il primo come dimostratore nel campo della geologia presso le Science Schools mentre il secondo tenendo lezioni di biologia presso Birkbeck Institute a Chancery Lane. Con le paghe ricevute stava cercando di recuperare del materiale didattico che gli sarebbe servito per ottenere il ruolo di preparatore. Il lavoro di Jennings consisteva nel mettere insieme una serie di diagrammi, per la maggior parte tedeschi, ottenuti da alcuni libri al British Museum e di alcuni testi tratti da alcuni volumi. Il primo incarico di Wells fu copiare nella sala di lettura del British Museum i diagrammi, vista l'impossibilità di portare con sé i volumi e, vista la sua sufficiente abilità nel disegno, di riportarli sul muro del laboratorio nel quale Jennings lavorava.Prima pagina del Tit-Bits del 1906 il primo giornale su cui Wells, nel 1888 pubblicò diverse risposte a domande poste ai lettori Wells eseguì i primi schizzi del suo lavoro sotto la cupola a Bloomsbury, per poi proseguirlo nel piccolo laboratorio di Jennings, che condivideva con un microscopista, Martin Cole, il quale vendeva vetrini contenenti campioni umani di polmoni, reni e altri organi (ottenuti da autopsie) agli studenti di medicina. Prima che Jennings potesse iniziare a pagare Wells per il lavoro svolto, il giovane si trovò nuovamente senza denaro: le cinque sterline sulle quali si affidava erano ormai finite, costringendolo a interrompere la corrispondenza visto il costo diventato ormai proibitivo delle cartoline (tre penny). Cominciò anche ad accusare la fame, spingendosi quasi alla vendita di alcuni beni al Monte di Pietà. Wells incominciò anche a soffrire di solitudine pensando intensamente alla cugina Isabel Mary. Un acconto di Jennings permise a Wells di mettersi in contatto con la ragazza, che nel frattempo si era trasferita assieme alla madre in una piccola casa in Fitzroy Road vicino a Regents Park. A luglio Wells si trasferì a casa della zia, che aveva accettato di buon grado di ospitare il giovane che trattava come un figlio. Ritrovato il vigore per la ricerca del lavoro e per l'opera commissionata da Jennings, Wells era pervaso da uno stimolo nuovo, che lo portò a riavvicinarsi sentimentalmente alla cugina. Wells arrotondò lo stipendio che riceveva dall'amico pubblicando alcune risposte sui giornali. Molti settimanali stavano infatti emergendo, andando a contrastare l'indiscusso dominio del ''Family Herald'' (''The Family Herald: A Domestic Magazine of Useful Information & Amusement (1843–1940)''), lo storico giornale vittoriano: ''Tit-Bits'' fu uno dei primi, a cui seguì il ''Pearson's Weekly''. Questi giornali proponevano una decina di domande in un'apposita sezione chiamata ''Questions Worth Answering'', pubblicando le risposte nel numero successivo. Chiunque poteva rispondere alle domande, inviando una lettera al giornale. La migliore risposta, per completezza e chiarezza, veniva pubblicata e retribuita con mezza corona. Le letture di Wells e le sue conoscenze nel campo della biologia risultarono molto utili, permettendo al giovane di guadagnare dai due ai quattordici scellini la settimana, contribuendo così alle spese in Fitzroy Road. ==== Kilburn 1889-90 ==== Alan Alexander Milne: fu allievo di Wells negli anni in cui insegnava a Kilburn. Dopo il Natale, Wells accettò il posto come aiuto-professore presso la Henley House School a Kilburn. L'istituto non sembrava davvero una scuola privata di successo: era stata ottenuta dall'abbinamento di un paio di villette a schiera e non era molto adatta alle esigenze educative. Gli iscritti erano ragazzi di Maida Vale e di St John's Wood, figli di personaggi degli spettacoli teatrali, artisti, professionali e d'affari che per motivi di economia o di affetto preferivano avere i propri figli a vivere vicino a casa; dunque c'erano solo un paio di pensionati. La scuola era diretta da John Vine Milne, padre di Alan Alexander Milne che fu allievo di Wells e che in seguito divenne scrittore, noto soprattutto per una serie di libri per bambini con protagonista l'orsacchiotto Winnie-the-Pooh. John Milne era il responsabile della scuola, anche se non era proprietario né insegnante. Viveva in una delle due villette, mentre l'altra era adibita all'insegnamento, divisa in varie aule per gli alunni e in un'aula per gli assistenti, mentre sul retro si trovava il parco giochi, circondato da un muro e con un terreno ghiaioso, dove un tempo vi erano i giardini delle due villette. Le attrezzature erano poco migliori di quanto fossero a Morley, anche se i banchi non erano esageratamente logorati per l'età, oltre a un maggior numero di lavagne e di mappe. Il giorno stesso in cui Wells incominciò a lavorare a Kilburn, Milne si presentò al nuovo professore, consegnandogli una sovrana, per poter comprare il materiale didattico adeguato all'insegnamento. La gestione del denaro ricevuto da Milne fu comunque scrupolosa, poiché il precedente insegnante non aveva lasciato altro che alcune ampolle di vetro rotte. Wells trovò le ampolle accuratamente deposte nell'armadio al secondo piano, nell'aula che un tempo doveva essere stata la camera da letto dell'abitazione. Il suo predecessore era di origini francesi e insegnava chimica, raggiungendo l'apice negli esperimenti che distrussero le ampolle. L'esperimento consisteva nel produrre dell'ossigeno, riscaldando del permanganato di potassio. Gli esperimenti non ebbero mai successo a causa del vetro, che non era refrattario, e vennero ripetuti costantemente dall'insegnante fino alla consumazione delle ampolle. In accordo con Milne, Wells decise di evitare dunque esperimenti pratici e di illustrare tutto con la lavagna e dei gessetti colorati, in modo da limitare le spese per il materiale didattico, affermando che fosse un grave errore condurre esperimenti in classe, vista la possibilità di un mancato riscontro scientifico, come era accaduto al suo predecessore. Wells propose inoltre l'acquisto di un forno e l'introduzione della dissezione di piccoli animali e rettili, al fine di migliorare sensibilmente le conoscenze anatomiche degli studenti e le loro capacità nel disegno. Con il passare del tempo Wells trovò in Milne una vera e propria guida riguardo alla disciplina e alla gestione degli alunni, descrivendolo come una persona capace, desideroso di fare del suo meglio per i suoi ragazzi, ostinato, curioso, simpatico e cordiale sin dal primo incontro, in grado di guadagnare la fiducia degli alunni e dei suoi collaboratori. Wells definì la Henley House School come la migliore scuola di buone maniere. L'ammirazione di Wells nei confronti di Milne divenne maggiore anche per l'impegno con cui il direttore cercava di gestire al meglio la scuola, ottenendo dei buoni risultati nonostante le scarse risorse finanziarie a disposizione. La sovrana d'oro consegnata a Wells per l'acquisto di strumenti scientifici ne è la chiara prova, come lo stesso scrittore affermò in seguito nella sua autobiografia, ma nonostante questo lo scrittore non poteva far a meno di notare l'abissale differenza di gestione tra la Holt Academy e la Henley House, definendo i due direttori i poli estremi dello stesso sistema. Milne propose inizialmente a Wells una paga annuale di 60 sterline come maestro di disegno e scienze, con vitto e alloggio compreso, anche se il desiderio di andare a vivere con la cugina e con la zia a Fitzroy Road lo portarono a rifiutare la residenza e tutti i pasti, salvo quello di mezzogiorno, occupato com'era nella preparazione per l'Esame Intermedio presso l'Università di Londra. Wells scrisse una lettera a Simmons in cui elogiava la pulizia, il pranzo eccellente e il contesto generale delle sue pause pranzo, persino la preoccupazione che la signora Milne mostrava quando il futuro scrittore non terminava i suoi pasti, visto il suo fisico estremamente esile. L'ammirazione di Milne nei confronti di Wells non tardò a giungere in seguito ad alcune innovazioni proposte dallo scrittore, soprattutto in campo matematico, risolvendo situazioni confuse in merito a somme di denaro, pesi e misure. In seguito a Wells venne affidata una classe di ragazzi tra i sei e gli otto anni, ai quali cominciò a insegnare le quattro regole basilari dell'algebra, passando alle frazioni, alle equazioni quadratiche e ai problemi inerenti alle equazioni quadratiche, gettando, nell'arco di dodici mesi, le basi di due o tre future carriere universitarie in campo matematico, come A. A. Milne, il romanziere e drammaturgo, il fratello Ken e il futuro editore Batsford. ==== Il diploma al ''College of Precector'' ==== Nel luglio del 1889 supera l'esame intermedio di scienze con solo onori di seconda classe in zoologia (''Intermediate Science Examination''), mentre alla fine dell'anno scolastico ottiene il diploma al ''Collegio dei precettori'' ''(College of Preceptors)''. I requisiti di ammissione al esame non erano molto severi e i diplomi erano richiesti principalmente da insegnanti senza titoli universitari. Offriva articoli su diversi argomenti e consentiva ai candidati di passare da una materia all'altra in un secondo momento, in modo tale che il livello affrontato fosse sufficientemente facile. Superato l'esame con 80/100, Wells si assicura le retribuzioni per la teoria e la pratica dell'istruzione (£ 10), matematica (£ 5) e scienze naturali (£ 5), cosa che gli permetterà finalmente di accedere allo stipendio - anche se il maggior beneficio tratto dal conseguimento del diploma era dovuto al fatto di dover approfondire la storia e la pratica dell'educazione, la psicologia elementare, la logica - tutte cose che risvegliarono in lui molto interesse e, sebbene lo standard fosse superficiale, ebbero l'effetto di chiarirgli la mente su vari problemi, e offrendogli alcuni preziosi spunti di pensiero. Nonostante Wells programmasse di continuare ad approfondire gli studi di 'scienza mentale e morale' e di conseguire la laurea all'Università di Londra nel 1890, con la zoologia e la geologia, decise infine di seguire il ramo della botanica, considerandola un ambito più spendibile nell'immediato. ==== The University Correspondence College 1890-1893 ==== Ottenuto il diploma, H. G. divenne esigente nei confronti di J. V. Milne, richiedendo e ottenendo l'aumento di salario di 10 £ l'anno e riducendo le ore che avrebbe dovuto passare alla Henley House School. Questo gli permise di cercare un lavoro supplementare Nel 1891 Wells si recò a Cambridge per vedere William Briggs. Stabilito un accordo immediato per la paga di almeno 2 sterline a settimana per le lezioni per corrispondenza in biologia, che in quel periodo andava curata in modo particolare, convennero che se Wells avesse preso la laurea in ottobre, avrebbe dovuto lasciare la Henley House School per trasferirsi in un appuntamento con Briggs in un Tutorial College che stava sviluppando a Londra, ad un tasso di retribuzione che sarebbe stato determinato dalla Honours Class (nella terminologia tipica del sistema anglosassone). Dal 1891 al 1893 divenne quindi ripetitore di biologia presso la University Correspondence College, non solo Briggs fu in grado di offrire il lavoro aggiuntivo, che Wells voleva preservare fino al conseguimento della laurea (Bachelor of Science), fu inoltre in grado, grazie ai suoi particolari requisiti, di impostare un premio in base alla voatzioen (Honours) ottenuti in quell'esame. Briggs doveva riconoscere a Wells un minimo di trenta ore alla settimana per tutto l'anno scolastico per i successivi 2 anni. 2 giorni ogni due settimane o 4 giorni in 2 settimane oppure 6 giorni ad un'ora al giorno a seconda degli onori onori di terza, seconda o di prima classe. Gli 'onori' erano molto importanti per Briggs, poiché gli arricchivano le credenziali del c.v. La sua lista di tutor mostrava una facciata quasi ininterrotta dei ''primi'' di Cambridge, Oxford e Londra. Onori con classi di merito elevate erano rari in biologia in quel periodo, ed era abitudine tipica di Briggs che Wells dovesse ottenerne uno per dare fama a sé ed all'istituzione. Nel semestre estivo del 1891 Wells lascia la Henley House School laureandosi nello stesso anno con lode di prima classe in zoologia e onori di seconda classe in geologia. In questo periodo H. G. ebbe a disposizione un laboratorio didattico situato in Red Lion Square, ben arredato, con un lato tutte le lavagne e grandi lampade da biliardo per l'insegnamento notturno, cominciarono così una serie di sessioni con una media di quasi cinquanta ore alla settimana, su un sistema a cottimo che permetteva di comprimere un numero di ore nominali da mezza corona in ore normali permettendo dei guadagni maggiori. Questo permise a Wells di soddisfare le proprie esigenze, prendendo una piccola casa al 28 Haldon Road a East Putney, con un affitto annuale di £ 30 e liberare la cugina Isabel Mary Wells dai continui viaggi giornalieri verso il laboratorio di Regent Street. Questa situazione inaugura così una certa sicurezza economica, per la prima volta dalla sua nascita. Il 3 ottobre 1891 Wells convola a nozze con Isabel presso la chiesa parrocchiale di Wandsworth. === Giornalismo e prime opere === Le prime opere di Wells risalgono al periodo universitario e al suo primo periodo post universitario, probabilmente durante la sua permanenza a Holt. In quel periodo infatti Wells ideò degli abbozzi sperimentali che pubblicò in seguito sullo ''Science School Journal''. ==== ''Science School Journal'' ==== Le opere a lui accreditate nel 1887 sono ''A Tale of the Twentieth Century'' (maggio 1887), ''A Vision of the Past'' (giugno 1887) e ''A Talk with Gryllotalpa'' (febbraio 1887) , quest'ultima pubblicata da Wells con lo pseudonimo di Septimus Browne, racconti brevi come molti di quelli che pubblicò negli anni a seguire, dove l'idea del fantascientifico è appena percepibile, sottopone i racconti ''The Death of Miss Peggy Pickersgill's Cat'', successivamente distrutto da Wells dopo vari rigetti, e ''The Professor'' nel dicembre del 1887 al Family Herald, nota rivista del tempo ottenendo la pubblicazione dell'ultimo. In questo periodo pubblicò anche ''The Past and Present of the Human Race'', il racconto che ripubblicò revisionato nel 1893 sul ''Pall Mall Budget'' col titolo ''The Man of the Year Million''. Nel racconto, Wells immagina un momento in cui lontani discendenti del genere umano sono dei grandi cervelli galleggianti in vasche di fluidi nutritivi, quando l'umanità vive di chimica e raggi solari solari su un pianeta cui aveva distrutto tutte le altre forme viventi, vegetali e animali. Il raffreddamento del Sole e di conseguenza quello della Terra costringono gli eredi dell'umanità a vivere in gallerie sotterranee collegate alla superficie con dei pozzi di ventilazione, evidenziando un precoce interesse e un'ottima capacità nell'ideare congetture. Nel 1888, nel periodo in cui Wells si trasferì a Uppark, per far fronte alla sua cagionevole salute incominciò ad abbozzare degli scritti, che in seguito bruciò perché reputati da lui stesso infantili. La svolta decisiva avvenne quando, dopo quattro mesi di permanenza a Uppark, Wells accettò l'invito dell'amico Burton, trasferendosi per un periodo di tre mesi in Etruria. Tra il giugno del 1887 e il giugno 1888 Wells era stato un vulcano attivo di lettere, giunte fino ad oggi grazie alla minuziosa raccolta e alla cura della conservazione di Geoffrey West, che ha iniziato a collezionarle. Ciò non gli permise tutto sommato di mettere le mani sul manoscritto ''Lady Frankland's Companion'' romanzo di 35.000 parole e da altre inedite opere dello scrittore successivamente distrutte dallo stesso Wells. Nel 1888 l'ispirazione venne meno, tutto quello che ricorda Wells è uno schizzo inviato all'amico Simmons di se stesso molto magro e spettinato in piedi all'angolo di una strada, con l'annuncio conciso: "Sono a Londra in cerca di lavoro ma attualmente non ne trovo nessuno", c'è pochissima documentazione dei sei mesi successivi, alla fine dei quali, lo scrittore si rinfranca all'improvviso, con il proprio vigore epistolare molto restaurato, quando ottiene l'incarico come assistente alla scuola di Henley House, a Kilburn. In questo periodo Wells cominciò a lavorare su alcune bozze, iniziando così i suoi primi racconti fantascientifici. Nello stesso anno pubblicò sul ''Science School Journal'' il racconto ''The Chronic Argonauts'', considerata la sua prima opera di rilevanza fantascientifica, nonché anticipazione di quello che sette anni dopo sarebbe diventato il suo primo successo letterario; l'opera venne pubblicata in tre episodi tra aprile e giugno e rimase incompleta per volontà dello stesso Wells. Nel racconto è presente l'influenza letteraria - a detta dello stesso Wells - di Nathaniel Hawthorne, uno dei più importanti narratori statunitensi dell'Ottocento, i cui scritti vennero letti dallo scrittore nel suo periodo di permanenza a Uppark. Tale influenza risultò però ridotta: solo l'atmosfera claustrofobica della piccola città gallese e la mentalità ristretta della popolazione nei confronti dello straniero è riconducibile a ''La lettera scarlatta'', mentre il setting e alcuni topoi, come la misteriosa casa colonica in cui si trasferisce il dottor Nebogipfel e attorno alla quale ruota buona parte della vicenda, ricordano ''La casa dei sette abbaini''. Lo stesso anno, tra novembre e dicembre, pubblicò ''The Devotee of Art''. Lo ''Science School Journal'' divenne il primo mezzo di comunicazione tra Wells e i suoi lettori. In questo periodo ebbe quindi modo di migliorarsi sensibilmente prima di iniziare a scrivere su vari giornali che lo lanciarono nel suo indiscusso successo. Sul giornale pubblicò un totale di sette opere, due di carattere didattico mentre le altre di carattere sperimentale. Dopo una breve carriera dedita al giornalismo, dal 1891 al 1892 in ambito sociologico e pedagogico e all'insegnamento universitario, la sua salute precipitò nel 1893 a causa di un'emorragia polmonare che lo costrinse a un'attività completamente sedentaria. ==== ''Zoological regression'' settembre 1891 ==== Nel settembre del 1891, pubblica un breve saggio sulla rivista The Gentleman's Magazine (The Gentleman's Magazine/Volume 271, September 1891, pp. 246–253 ristampato su ''The Fin de Siècle - A Reader in Cultural History, c. 1880-1900'' da Sally Ledger & Roger Luckhurst) intitolato ''Zoological Regression'', usando l'utile etichetta di "excelsior biology", lo scritto sfida le interpretazioni ottimistiche dell'evoluzione darwiniana, criticando tale credenza come "una creazione popolare e poetica". Le idee sostenute da Huxley, riemergono nello scritto che tratta il curioso caso delle ascidiacea, organismi che inizialmente, allo stato di larva sono dotate di una notocorda (la struttura da cui deriva la colonna vertebrale dei vertebrati), caratteristica che le classifica nel phylum dei Cordati, assieme ai vertebrati, ma che subiscono una metamorfosi quando trovano un luogo adatto per l'insediamento. Durante la metamorfosi la coda, insieme alla notocorda e al tubo neurale, viene riassorbita, regredendo in creature capaci di nulla di più faticoso di attaccarsi permanentemente a una roccia; diventare in effetti una "semplicemente un'escrescenza vegetativa" su una pietra. L'opera riconsidera alcuni aspetti della teoria della regressione, idea diffusasi nel XIX secolo che sosteneva come la civiltà potesse essere in declino e che le cause del declino stessero nel cambiamento biologico. Queste idee derivano da concetti pre-scientifici di ereditarietà ("contaminazione ereditaria") con l'enfasi creata dal Lamarckismo sullo sviluppo biologico attraverso lo scopo e l'abitudine. ==== ''The Educational Times'' 1893 - 1894 ==== Il ''The Educational Times'' era un giornale di proprietà del ''College of Preceptor'', offriva una retribuzione di l'anno per il montaggio e altre l'anno per i contributori, Wells intraprese la nuova esperienza nel periodo in cui lavorava per Briggs come ripetitore al The University Correspondence College, i guadagni ottenuti dalla nuova attività aggiunti a quelli ottenuti dalle ore di ripetizione permisero a Wells di sostenere la propria famiglia, cominciando a suscitargli ironia e sarcasmo. La perdita di genuina acutezza nei confronti del insegnamento passato e una corrispondente liberazione degli impegni hanno illuminato lo stile di Wells nel suo lavoro su ''The Educational Times'', nello stesso periodo, Briggs avanzò la richiesta di modificare un piccolo periodico pubblicitario e intercomunicante, il ''The University Corresponden''. ==== 1893 le prime opere di carattere didattico ==== Nel 1893 pubblicò la sua prima opera a carattere didattico, ''Text-Book of Biology''; l'opera viene pubblicata come parte della ''University Correspondence College Tutorial Series'', una serie di libri di testo mirata a quella classe di studenti-lavoratori che avevano bisogno di passare gli esami all'Università di Londra. Il testo di Wells fu un vero successo e venne ristampato per trent'anni. L'introduzione dell'opera è a cura di George Bond Howes, zoologo inglese. È datata 30 novembre 1892, Royal College of Science, South Kensington. Howes introduce lo scritto di Wells con un aneddoto del 1884, quando venne invitato a dare lezioni di Biologia per corrispondenza, nonostante scettico sull'esito di un possibile insegnamento delle scienze naturali per lettera, sapendo che il modo migliore di istruire i propri allievi, non poteva essere che tramite spiegazioni esaurienti, da un impegno rigoroso e da indicazioni precise per l'osservazione, ciò nonostante l'insegnamento per corrispondenza di Howes supera le sue aspettative, rivelandosi un ottimo strumento per risvegliare le capacità latenti di un richiedente naturalmente qualificato, arrivando così ad assottigliare fino ad eliminare qualsiasi differenza con la preparazione di studenti universitari. Howes prosegue riconoscendo a Wells i meriti del suo lavoro, definendo l'opera di carattere didattico uno scritto a scopo d'esame, conforme ai requisiti del ''sistema tipo'' (''type system'') dell'insegamento, mantenendo i precetti della biologia costantemente presenti nella preparazione del suo lavoro, e nella formulazione dei suoi piani per l'estensione futura, migliorando in tal modo il valore del libro stesso. Lo stesso anno, Wells pubblicò, in collaborazione con R. A. Gregory, il testo ''Honours Physiography''. ==== Il successo ==== William Thomas Stead (1849-1912) alla guida del Pall Mall Gazette negli anni di pubblicazione dei racconti. Già nel 1893 Wells cominciò a pubblicare circa 30 articoli, principalmente sul Pall Mall Gazette e ben presto molti redattori si proposero al futuro scrittore per offrirgli un ampio spazio per la rassegna di libri e per la critica. L'anno seguente, il direttore del ''Pall Mall Budget'', Lewis Hind, suggerì a Wells di utilizzare le sue conoscenze scientifiche per scrivere dei racconti, per ognuno dei quali avrebbe ricevuto un compenso di 5 ghinee. Un'altra grande occasione si presentò allo scrittore quando il direttore del National Observer, Ernest Henley, lo contattò per una serie di articoli e quando lo stesso direttore, passato al New Review, chiese a Wells di revisionare la sua idea sui viaggi nel tempo, persuadendo William Heinemann a pubblicarne la storia su un libro, quella che nel 1895 sarebbe diventata la prima edizione de ''La macchina del tempo''. Secondo Ferdinando Ferrara nella prefazione del libro Avventure di fantascienza del 1966, il grande successo letterario delle opere di Wells emerge per il grande pubblico nel 1895 con la pubblicazione di tre volumi: * ''La macchina del tempo'' detta una ''fantasia'' * ''La visita meravigliosa'' detta un''avventura fantastica'' * ''Il bacillo rubato e altri casi'' detta una ''raccolta di racconti fantascientifici'' Fino a prima di quest'anno, che segna la nascita dello scrittore e di alcuni dei suoi romanzi più famosi e importanti, Wells si era limitato a pochi lavori insignificanti di carattere didattico o sperimentale. Questo enorme successo è tangibile anche dalle annotazioni sul registro delle entrate che lo scrittore aggiorna minuziosamente. * 1893 13 scellini e 7 pence * 1894 17 scellini e 7 pence * 1895 2 scellini e 5 pence * 1896 7 scellini e 9 pence Nell'arco di un solo anno l'ascesa diventa sempre più rapida, i diritti dell'autore entro il 1896 gli frutteranno , fino ad arrivare ad un massimo di nel 1932 con la pubblicazione del libro The Outline of History del 1919. Wells trova subito nella critica e presso il pubblico una favorevole accoglienza, generata da un forte entusiasmo. Ad esempio, il direttore del celebre Pall Mall Gazette, William Thomas Stead, lo elogia scrivendo di lui: «Wells è un genio», anche altri periodici cominciarono a pubblicare articoli sullo scrittore, come il Review of Reviews, che nel marzo 1895 scriverà: «H. G. Wells is a man of genius.» Altri due maestri del romanzo tardo-vittoriano si apprestano a offrire la loro ammirazione e la loro amicizia allo scrittore: Joseph Conrad e James Joyce. === Vita privata === La casa di Wells negli anni '90 (1890) al 143 Maybury Road, Woking Nel corso del 1887 Wells ebbe modo di approfondire la conoscenza con la cugina Isabel Mary Wells; in tale periodo tra i due ragazzi nacque una relazione, lontano dagli occhi indiscreti della zia Bella che, al contrario della zia Mary, non avrebbe accettato la relazione. Dal luglio 1888 fino a maggio 1889 Wells abitò con Isabel al 12 di Fitzroy Road nel distretto di Primrose Hill a Londra. La relazione intrapresa dal giovane sfociò in un matrimonio nel 1891. La coppia accettò di separarsi nel 1894, quando Wells si invaghì di una sua alunna, Amy Catherine Robbins (in seguito nota come Jane) con la quale si sposò l'anno seguente. Dal gennaio a marzo del 1894 Wells si trasferì con Amy Catherine Robbins al 7 di Mornington Place, a Camden Town, dopo aver lasciato Isabel. Da marzo a luglio dello stesso anno si trasferì, nonostante fosse ancora sposato, al 12 Mornington Road, sempre a Camden Town. Nel 1901 la cattiva salute di Wells lo portò nuovamente a trasferirsi a Sandgate, vicino a Folkestone nel Kent, dove costruì una grande casa famigliare. Nello stesso anno, Jane diede alla luce il primo figlio di Wells, George Philip, noto come Gip, e due anni più tardi, nel 1903 il secondo che chiamò Frank Richard. Jane morì nel 1927 all'età di 54 anni. Con il consenso della moglie, Wells ebbe relazioni extraconiugali con diverse donne, tra cui la statunitense Margaret Sanger, attivista del controllo delle nascite, e la scrittrice Elizabeth von Arnim.. Nel 1909 ebbe una figlia, Anna-Jane, con la scrittrice Reeves Ambra, i cui genitori, William e Maud Pember Reeves, ebbe modo di conoscere attraverso la Fabian Society. Articolo del New York Times sulla morte di Wells, 14 agosto 1946 Nel 1914 Wells ebbe un figlio, Anthony West (1914-1987), dalla scrittrice e attivista femminista Rebecca West, di 26 anni più giovane di lui. Nel 1984 il figlio di Rebecca, Anthony, nel corso dell'intervista ''H. G. Wells: Aspects of a Life'' con il giornalista radiofonico americano Don Swaim (CBS Radio a New York), ebbe modo di discutere e raccontare la biografia del padre, il ruolo di Wells nella letteratura e la relazione di quest'ultimo con la madre. Nel corso dell'intervista, West narrò alcuni aspetti della società londinese dell'età vittoriana, dal Man's Club ai bordelli, definendolo un periodo di ipocrisia e di promiscuità, raccontando le relazioni del padre, grazie alla propria intervista ad alcune partner e dell'adesione di quest'ultimo alla Fabian Society. Nel 1920, mentre si trovava in tour in Unione Sovietica, H. G. Wells risiedette per un breve periodo di tempo a San Pietroburgo, presso l'appartamento di Maksim Gor'kij dove ebbe modo di conoscere e di stringere una relazione con Maria Ignatievna Budberg, segretaria di Gor'kij ed in seguito diplomatica, con la quale si incontrò a Londra nove anni dopo, entrando a far parte della sua vita nel 1930. Tra il 1924 e il 1933 Wells si trasferì in Francia, dove passò buona parte del tempo in Costa azzurra, avendo una relazione con Costanza Coolidge. Nel 1935, mentre si trovava a Washington, ebbe una relazione con la giornalista e scrittrice Martha Gellhorn. In ''Experiment in Autobiography'' Wells scrisse: === Nomination per il Nobel === Nel corso della sua carriera, Wells venne nominato quattro volte al Premio Nobel per la letteratura, rispettivamente nel: * 1921 da Henrik Schück. * 1932 da Sinclair Lewis. * 1935 da Sigfrid Siwertz. * 1946 da Carl Adolf Bodelsen. === Premi e riconoscimenti === * 1997: Incluso nel Experience Music Project and Science Fiction Museum and Hall of Fame * 1998: Premio Locus, 17ª Miglior romanzo antecedente al 1990 per ''La macchina del tempo'' * 1998: Premio Locus, 28ª Miglior romanzo antecedente al 1990 per ''La guerra dei mondi'' * 1999: Premio Locus, 2ª Miglior romanzo corto di tutti i tempi per ''La macchina del tempo'' * '''H.G. Wells Award''' è stato un premio rilasciato dal 1978 (per l'anno 1977) fino al 1987' con categorie dedicate alle miniature e al gioco di ruolo. Poiché i due premi erano consegnati congiuntamente insieme nella stessa cerimonia ci si è riferiti collettivamente come Origins Award. Il premio prende il nome dallo scrittore H. G. Wells per il suo contributo in Piccole guerre quello che è considerato il primo regolamento di wargame tridimensionale moderno. A influire su tutti i racconti e i romanzi dello scrittore vi sono le osservazioni tecniche e scientifiche, che rendono ogni storia narrata emozionante e in certo modo di rilievo scientifico, viste le conoscenza dello scrittore in zoologia e biologia. Alcuni temi trattati dallo scrittore saranno anche una rivelazione in campo letterario, essendo temi o rivisitazioni nuovi e affascinanti. La critica è ormai unanime nel considerare i romanzi di Wells un'importante esperienza narrativa - ponendo lo scrittore, assieme a Jules Verne - come padre fondatore del romanzo scientifico. Tutte le esperienze narrative, cresciute nel corso degli anni e fortemente percepibili nei romanzi e nei racconti del 1895, gettano le basi per la fantascienza contemporanea, attraverso la dinamicità delle tematiche che spaziano dal racconto psicologico a quello realista in chiave psicologica, tra il sogno e la speculazione ideologica, arrivando alla critica sociale, temi che lo scrittore manterrà per tutta la sua carriera letteraria che caratterizzeranno i racconti e i romanzi wellsiani, ovvero: * La narrativa utopica, contraddistinta da una forte impronta didascalica e intellettualistica. * Il romanzo che vede come protagonista lo scienziato faustiano, reso celebre da Goethe nel poema drammatico Faust. * Il romanzo inteso come avventura ed evasione, al di fuori di un preciso schema ideologico o speculativo.. H. G. Wells ha scritto quello che in seguito ha descritto come "vari" schizzi, dialoghi e saggi" (anche drammaturgia e critica recensioni di libri) sia prima che durante il periodo in cui lui stava lavorando alla sua miglior fantascienza. La quantità di questa uscita "giornalistica" è considerevole. Oltre duecento articoli pubblicati tra il 1887 e il 1898, ai quali si aggiungono articoli non formati o pubblicati con pseudonimi. Di questo primo giornalismo, Wells ha solo ristampato una piccola frazione, A suo stesso giudizio, gran parte di quel giornalismo era abbastanza buono per essere stampato ma non abbastanza da concedere la ristampa. La maggior parte delle sue recensioni è incentrata su temi scientifici, dei brevi saggi e dialoghi immaginari che con gli anni influenzeranno buona parte dei suoi scritti fantascientifici, avranno un valore intrinseco per comprendere, anche se in misura diversa, le opere che lo consacreranno a ''padre della fantascienza'' fino a portarlo al pensiero filosofico-utopico. Ma oltre al loro valore euristico, gli scritti nel periodo giornalistico hanno anche un valore letterario, valore che viene trasmesso in modo disinvolto e con uno stile colloquiale di cui Wells è un maestro, speculando sulla natura e il destino dell'uomo. Il pensiero di Wells si sposterà mano a mano sull'aspetto critico, ponendosi come obiettivo l'insegnamento della scienza. La caratteristica più essenziale della scienza è il metodo sperimentale a cui è applicata, Wells non dà per scontato la risposta, ma si pone la domanda come ogni scienziato, non analizza la credenza, ma i motivi che portano a essa, sperimentando così continuamente nuove idee. In pratica tutti i suoi saggi e le sue recensioni riguardanti la scienza e i temi scientifici si propongono di testare ipotesi facendo riferimento ai fatti e testando e le conseguenze, questo meccanismo mentale resterà negli scritti futuri, segnando indelebilmente la sua fantascienza. === Pensiero scientifico === Nella metà del XIX secolo il termine ''evoluzione'' indicava le fasi dello sviluppo embrionale ed era carico di connotazioni finalistiche, la comprensione dell'idea di evoluzione attraverso una selezione in azione nel presente e senza riguardi per il futuro entrò inevitabilmente in rotta di collisione con il tradizionalismo ancora vivo al tempo di Darwin, secondo cui l'evoluzione implicava invece un progetto superiore dovuto a una causa interna o trascendente, riconducibile ad un creatore. Per Wells, come per i suoi contemporanei, il centro del pensiero biologico era diventato la teoria dell'evoluzione, l'abbraccio da parte dei biologi della teoria ha comportato, tra le altre conseguenze, un radicale riorientamento delle concezioni dello spazio e del tempo riaprendo la questione della relazione dell'uomo con il resto della natura e dell'universo in generale, in parte perché ha reso l'idea di isolamento, considerato a sua volta un concetto spaziale, anacronistico e obsoleto, considerando la terra molto più antica rispetto alle credenze creazionistiche del tempo. L'evoluzionismo darwiniano portò naturalmente ad interrogarsi sul collegamento concettuale delle distanze nello spazio portando a porsi in concomitanza riflessioni sul tempo, tema approfondito dalla geologia che in questo periodo si dedicherà seriamente alla spinosa questione dell'età della Terra. Le stime oscilleranno tra appena centomila fino a diversi miliardi di anni. La teoria di Darwin quindi cercava riscontro nei fattori geologici in correlazione con i fattori biologici, incoraggiando una panoramica visiva della storia naturale della terra e in scala ridotta all'analoga della storia evolutiva di una specie. L'apertura mentale che richiedeva la nuova teoria, spingeva la coscienza umana alla possibilità di concepire l'intero passato del processo evolutivo, e se utilizzando il processo mentale inverso, si poteva proiettare il corso di quel processo una "distanza" simile o maggiore nel futuro. Per il giovane Wells, l'estensione delle prospettive temporali della teoria evolutiva non sembrava semplicemente possibile, ma appariva addirittura logica. La prospettiva cosmica fu esposta in uno dei primi saggi, ''The Rediscovery of the Unique'' e presumibilmente in un altro mai pubblicato, ''The Universe Rigid''. ==== La riscoperta dell'unico ==== Il concetto espresso da Wells ruota non solo sull'aspetto di individualità, intesa come il complesso degli elementi di caratteristiche ed esclusiva pertinenza del singolo, in ogni cosa, ma anche l'inafferrabilità delle possibilità in cui l'uomo si determina secondo la propria legge, e quindi della responsabilità e imputabilità di ogni suo volere e azione. Questo concetto di unicità non contrasta con quello di un universo rigido, per Wells queste due idee non si escludono l'una con l'altra perché ognuno vede l'universo da un diverso punto di vista, ognuno rappresenta un diverso centro di percezione. Dal punto di vista assoluto, ovvero quello cosmico, al di fuori dello spazio e del tempo, sembra come se le leggi naturali fossero interamente e inesorabilmente governate e determinate dal corso del cosmo, ma dal punto di vista umano, il futuro, qualunque esso sia, può essere modellato almeno in parte attraverso l'iniziativa e lo sforzo umano. Più in particolare con le leggi dell'evoluzione, le quali non escludono la possibilità di trasformazione. L'attribuzione che Wells dà alla sua teoria è fondamentale, senza di essa, sembra incompatibile con la posizione che difende sulla teoria dell'universo rigido. ==== L'universo rigido come base scientifica dei viaggi nel tempo ==== Nonostante le notizie frammentarie sull'opera, dovute alla conseguente distruzione da parte dello stesso autore in seguito al rigetto da parte di Harris, dell'ipotesi di Wells sull'universo rigido troviamo traccia nella sua autobiografia del 1934, la sua ipotesi ricorda molto il determinismo di Pierre-Simon de Laplace (1749-1827), A differenza di molti altri grandi matematici Laplace non vedeva la matematica come una disciplina dal valore particolare, ma come uno strumento utile per la ricerca scientifica e per problemi pratici. Laplace sembra aver considerato l'analisi semplicemente come uno strumento per affrontare problemi fisici, sebbene l'abilità con cui aveva inventato l'analisi necessaria a tale scopo sia quasi straordinaria. Fino a quando i suoi risultati erano veri egli non si preoccupava molto di spiegare i passaggi dimostrativi; egli non aveva mai curato l'eleganza o la simmetria nei suoi procedimenti, e per lui era sufficiente riuscire con qualche mezzo a risolvere il problema particolare che stava affrontando. Credeva fermamente nel determinismo causale, che è ben espresso nella seguente citazione tratta dall'introduzione all'''Essai'': Wells parla di un ''Diagramma universale'' da cui tutti i fenomeni sarebbero derivati da un processo di deduzione. La sua idea di universo rigido ipotizza un etere cosmico, uniformemente distribuito nello spazio infinito seguito dallo spostamento di una particella. Wells suggerisce che se esistesse un universo rigido, e fino ad ora uniforme, le caratteristiche sequenziali del mondo dipenderebbero interamente dalla velocità di questo spostamento iniziale, diffondendo il movimento verso l'esterno con sempre maggiori complicazioni. Wells dettaglia un'ipotesi simile nella versione di ''The Time Machine'' pubblicata sulla rivista New Review (edita in 5 parti, a seguito del passaggio di Hentley al New Review. Hentley interessato all'opera si rivolge nuovamente a Wells, chiedendogli di revisionare la sua idea sui viaggi nel tempo) nella quale specifica che un universo visto in questo modo è un apparato inalterabile perfettamente rigido, interamente predestinato, in cui le cose sono sempre le stesse. ==== Riflessioni scientifiche sulla visione cosmica e quella umana ==== Nel febbraio del 1887, Wells pubblicò l'articolo ''A Talk with Gryllotalpa'', il periodo di redazione dell'opera rientra nel periodo di pubblicazione di una serie di opere a carattere prettamente scientifico, e al periodo di pubblicazione dei primi racconti fantascientifici. Insieme questi saggi, recensioni e finzione permettono di seguire il profilo dello sviluppo intellettuale di Wells. Non è possibile analizzare la sola opera per riuscire a capire a pieno il concetto espresso in essa, ma bisogna raggruppare tutti i lavori dello scrittore in questo periodo è analizzarli nell'insieme, poiché essi funzionano sinergicamemente in un concetto più ampio, legato alle esperienze e agli studi dello scrittore, nonché alle influenze di diverse teorie in voga nell'epoca. Le opere da considerare sono ''A Talk with Gryllotalpa'', ''The Rediscovery of the Unique'', ''The Flat Earth Again'', ''The Limits of Individual Plasticity'' e ''On Comparative Theology''. L'opera rappresenta l'intuizione di Wells di qualcosa che ricorda un incipit sul principio di complementarità, la distinzione tra due punti di vista fondamentali, rivolti ai fenomeni, e in particolare verso la naturale percezione umana. Il primo punto di vista a cui fa riferimento Wells è la prospettiva della visione umana rispetto alle grandezze astronomiche, quello che in seguito definisce ''l'assoluto punto di vista di percepire le cose a distanza''; da questa prospettiva di ''spazio infinito'' l'uomo risulta essere infintesimale. In secondo luogo c'è anche un punto di vista da parte dell'uomo, facendo sì che tutto ciò che è presente nell'universo appaia in lontananza, poiché visto in relazione all'occhio umano. Entrambi i casi, cosmico e umano, presentano le proprie insidie. Il pericolo della visione cosmica è un disprezzo per quello che Wells definisce ''l'unico'', l'individualità di tutti i fenomeni, mentre il pericolo della visione umana è il prestarsi troppo facilmente all'errore concettuale secondo cui tutto ciò che è nell'universo è stato creato per l'uomo e per i suoi bisogni, per cui l'uomo si viene a trovare al centro dell'universo e può considerarsi misura di tutte le cose (antropocentrismo). Riconoscendo che ogni prospettiva può di per sé portare a distorsioni, Wells fa affidamento su entrambi, anche se il principale punto focale dei suoi scritti si spostano gradualmente dalla visione cosmica a quella umana. Nei suoi saggi e racconti prima di ''La macchina del tempo'', e in larga misura nella stessa, il cosmico e il processo evolutivo dominano il suo campo visivo; anche se, in seguito all'accrescimento letterario di Wells, riparte senza la visione umana, perdendo di vista il grande universo in cui l'uomo si trova situato. Il corrispondente a questo cambiamento di messa a fuoco è una visione alterata delle prospettive per la specie umana, con la visione delle leggi della natura che eliminano ciò che l'uomo propone, lasciano spazio ad un'idea di evoluzione "artificiale".Ll'uomo prende coscienza del suo futuro plasmando il suo ambiente socio culturale, oltre il quale può esercitarne il controllo. Il concetto prende forma dalla teoria di August Weismann, uno dei più acuti teorici dell'evoluzionismo e dell'ereditarietà. Accolse con entusiasmo le teorie di Charles Darwin, contribuendo alla loro diffusione e alla loro accettazione in Germania, contribuendo in maniera sostanziale con deduzioni personali, avvicinandosi e successivamente diventando la "guida" del movimento "neodarwinista" che negava in maniera categorica la trasmissibilità dei caratteri acquisiti. Un'evoluzione dettata della selezione, la cui azione avviene sulle variazioni individuali ereditarie, tutte esclusivamente di origine interna. L'azione che l'ambiente esercita sul corpo degli organismi, non si ripercuote sulle cellule riproduttive, annullando gli effetti dell'eredità e di conseguenza dell'evoluzione. === Pensiero utopico === ==== Lo Stato Mondiale ==== H. G. Wells era un forte sostenitore della creazione di uno stato mondiale, sostenendo che un tale stato avrebbe garantito la pace e la giustizia nel mondo. Nel suo saggio ''Anticipations of the Reaction of Mechanical and Scientific Progress upon Human Life and Thought'' noto più semplicemente come ''Anticipations'' (1900), Wells prevedeva che la grande regione urbana tra Chicago e l'Atlantico avrebbe unificato gli stati anglofoni, e questa unità tra le popolazioni di lingua inglese, quella che Wells definirà una "Nuova Repubblica che domina il mondo", entro il 2000 sarebbe diventata il mezzo con la quale la pace finale del mondo potrà essere assicurata per sempre. Essa sarà un nuovo Ercole sociale che strangolerà i serpenti della guerra e l'animosità nazionale nella sua culla. La Nuova Repubblica "sarà già in grado coscientemente e abbastanza liberamente di controllare gli affari generali dell'umanità prima che questo secolo si chiuda..." I suoi principi e le sue opinioni "devono necessariamente modellare e determinare quel futuro ancora più ampio di cui i prossimi cento anni sono solo la fase iniziale ". La Nuova Repubblica deve infine diventare uno "Stato-Mondo". === Pensiero critico === ==== Critica al sistema educativo ==== Nella sua autobiografia, Wells cerca di mostrare la tensione e la disorganizzazione delle organizzazioni educative delle civiltà artigianali a cavallo tra il XVII secolo e il XVIII secolo, che culminarono con la prima rivoluzione industriale, la quale portò ad un cambio di ritmo e di scala a causa delle invenzioni meccaniche. Secondo Wells la rivoluzione ha portato alla nascita delle strutture materiali per la nascita di un unico Stato-mondiale moderno, ma tale evoluzione non trova riscontro nella struttura mentale correlata, trovandosi così ad avere i mezzi per il conseguimento ma nessuno in grado di usarli per arrivare alla meta desiderata. L'adattamento sociale e politico di fronte alla grande innovazione tecnologica si trascinò sempre più indietro rispetto a quell'avanzamento costante, portando il mondo nella metà del XVIII secolo al culmine di questa discordia. Esso non si limita solo al tradizionalismo della massa e delle scuole private, assolutamente inadeguate a far fronte alle richieste delle nuove occasioni, ma è rivolta a tutto il sistema organizzativo di formazione professionale, alle università, le accademie e così via, rimaste ancorate al periodo pre-rivoluzione. Nel XIX secolo la disposizione parziale e riluttante all'adattamento da parte della società divenne sempre più operativa e produsse una struttura di istruzione elementare universale in tutta Europa, una grande diffusione di scuole tecniche e scuole secondarie, una crescita dei numeri sui titoli universitari esistenti e la fondazione di un gran numero di nuove università. Tale crescita colmava in una nascente apprensione non ancora completa con ciò che stava accadendo. Wells vive la crescita di quell'apprensione sentendosi parte integrante della stessa. La nascita di nuove università offriva, a detta di Wells, un adattamento più quantitativo che qualitativo: la necessità di una richiesta di educazione sempre più estesa venne percepita molto prima della necessità di un nuovo tipo di istruzione. Questo portò alla moltiplicazione di scuole e università, a scapito della loro modernizzazione. Il sistema dell'ordine educativo non si evolse, rimanendo più istruttivo che costruttivo, cioè un sistema conservatore che Wells ritiene rimanere una resistenza più che un aiuto alla crescente volontà creativa nell'uomo. Wells afferma che questo portò alla grande richiesta delle nuove generazioni che cercavano un'illuminazione di ciò che erano, su ciò che gli stava accadendo e dove questa rivoluzione li stava portando, la risposta da parte di pedagoghi e i professori si rivelò essere antiquata e inutile. Essi rimasero lontani dal contatto di nuove conoscenze e nuove idee, trasmettendo la più nuda conoscenza e le idee più tristi e esauste alle nuove generazioni che cercavano ciecamente un nutrimento mentale imperfettamente concepito. Wells lamenta inoltre l'impossibilità di insegnare, almeno non proficuamente e con successo, o addirittura di esercitare qualsiasi professione, senza un diploma universitario che comprendesse grandi parti del vecchio apprendimento privilegiato. E per quanto, per mezzo del clamore esterno, soggetti come la scienza, fisica e la biologia fossero stati inseriti nei curricula, esse hanno subìto una curiosa standardizzazione e sterilizzazione nel processo. Come già descritto nella biografia, Wells cresce in un contesto famigliare di forte fervore religioso. La madre Sarah Neal impose da subito ai figli un'educazione protestante, mentre il padre, libero pensatore si limitò ad assecondare la moglie. Con la morte della sorella maggiore di Wells e la nascita di Herbert, la madre concentrò le proprie energie su quest'ultimo, considerato dalla donna il sostituto della sorella come bilanciamento divino. Nonostante la forte devozione e la forte fede, qualcosa in Sarah cambiò con la morte della figlia, si rivolgeva spesso in preghiera a Dio, sperando che si risolvessero i grossi problemi economici e gli altrettanto gravi problemi coniugali. Secondo Wells la morte della sorella cambiò completamente la vita della madre, incrinando la sua fede anche se la donna non se ne rese mai conto consciamente. Nonostante la forte matrice religiosa presente nella vita di Wells durante l'infanzia e l'adolescenza, lo scrittore non si sentirà mai vicino a Dio. Le iniziali considerazioni lo portarono ad avere timore dell'inferno considerando la possibilità dell'esistenza di Dio, nel tempo in cui credeva, come lui stesso afferma nella sua autobiografia, nella storia e nello schema di salvezza, per quanto potesse capirlo, proprio come c'era un tempo in cui credeva ci fosse un diavolo, ma non ci fu mai un momento in cui non detestò profondamente tutta la faccenda. Questo periodo durò fino all'adolescenza di Wells (fino cioè all'età di undici o dodici anni): per dichiarazione stessa di Wells, la fede lo abbandonò in seguito a un sogno avuto dell'Inferno, così assurdo da far saltare fuori dalla sua mente per sempre quel concetto. Nel sogno, Wells vide un Dio particolarmente malvagio impegnato a imbastire un povero peccatore al supplizio della ruota. Il sogno è solo la trasposizione delle idee che maturavano nel giovane, portandolo a odiare Dio intensamente, concludendo che tutte le sue credenze fossero solo delle falsità. Nasce in questa maniera l'idea che seguirà Wells per il resto della vita, e che condizionerà i suoi scritti e i suoi studi. Wells professa una sorta di amore per la maggior parte degli esseri viventi, non riuscendo a ricordare nessun momento della sua vita in cui abbia percepito la minima ombra di un'intesa o d'amore per una delle raffigurazioni della Santissima Trinità. La sua idea sulla religione si riduce quindi a considerarla un'accozzaglia di una miscellanea delle vecchie religioni sacrificali e consolatorie dei confusi e infelici cittadini, considerando le pratiche costitutive più rassicuranti per i cuori turbati prima che ci fosse qualche tentativo di saldarli in un credo mistico, manipolati dall'intelligenza ingannevole perpetuata per generazioni da teologi, reputando ''l'amore'' per Dio innaturale e irrazionale. Le domande che Wells si pone da Wells senza trovare ovviamente riscontro sono dovute al semplice ragionamento sulle malvagità terrene, sulla guerra, sulla malattia, sull'ingiustizia sociale e ogni reale angoscia umana, conseguendo un fallimento, lasciando l'ignara vittima ingannata. L'idea su Gesù da parte di Wells, si rifà a un buon tipo di uomo, considerando il Messia ebraico una promessa di leadership, giudicandolo un'incoerente effigie di amabilità, un mostruoso ibrido di uomo e infinito, che fa vaghe promesse di utili miracoli per l'imbroglio di anime semplici, un aiuto sempre assente nei momenti di difficoltà. Nonostante le nuove idee nascenti il giovane si sottoponeva comunque agli insegnamenti della madre, che si impegnò duramente per trasmettere le risposte impartite dal Catechismo della Chiesa inglese, imparandoli diligentemente ma trovandoli noiosi, ad esempio in un confronto con la stessa in merito al sacramento dell'eucaristia, facendosi beffa della situazione, e reputando improbabile la combinazione Pane e Vino proposta dalla dottrina, causando nella madre shock e perplessità e portandola a intercedere per lui agli occhi di Dio. === Considerazioni di H. G. Wells su Joe Wells e Sarah Neil === Nella sua autobiografia, H. G. Wells ripercorre la vita di entrambi i genitori, dedicando molto spazio all'interno dell'opera, ad entrambi infatti è dedicato un intero capitolo dove H. G. approfondisce i sogni, le preoccupazioni e uno spaccato di vita di entrambi. La continua ricerca da parte del padre di un'elevazione sociale che permetterebbe alla famiglia un maggior benessere, la difficoltà nel prendere ordini, che gli costerà il posto di lavoro a Trentham, e la continua ricerca di un riscatto culturale, Wells descrive una serie di fallimenti del padre che lasciano a quest'ultimo l'amaro in bocca, con lo svilupparsi di idee estreme come l'incolpare la sorte per le mancate occasioni a Redleaf o l'idea che si presenterà più volte nella vita di Joe di emigrare in cerca di fortuna, un carattere in netta contrapposizione con quello descritto della madre, descritta come ingenua e timorata di Dio, non ha alcuna aspirazione, se non quella di restare al suo posto, svolgendo il suo lavoro, senza porsi domande sulla vita, ma vedendo la stessa come un disegno più grande e incomprensibile. H. G. continua le sue considerazioni affermando che Sarah era stata addestrata come cameriera di una signora e non come casalinga non credendo che avesse la flessibilità mentale per passare a nuove occasioni. Era quel tipo di donna che è una cuoca incorreggibilmente cattiva. Per natura e per educazione, apparteneva a quella classe media di dipendenti che occupava situazioni, svolgeva mansioni rigorosamente definite, dava o mancava di dare soddisfazione e non aveva affatto idee al di fuori di quella dipendenza. Persone di quella qualità ''risparmiate per un giorno di pioggia'' ma erano senza la minima traccia di capacità produttive o acquisitive primarie lo era in tutta innocenza, ma la percezione di H. G. fu che suo padre avrebbe potuto avere un aiutante più efficiente nella lotta per la vita, come avveniva nel XIX secolo individualista ma condivideva la sua incapacità di ottenere e detenere le cose Wells reputava entrambi innocenti economici fatti da e per un ordine sociale, uno schema di cose, che stava cadendo a pezzi tutto su di loro. E in cerca di stabilità in un mondo che si stava già aprendo verso l'avventura, si gettarono in quel buco insanitario che avevo già descritto, nel quale ero nato, e dal quale non erano riusciti a scappare per ventiquattro anni tristi. === Lettere alla Madre === Lettera di H. G. Wells alla madre 4 luglio1880 250px 250px * Gli è stato dedicato il cratere H. G. Wells sulla Luna, e nel 1970 e un cratere correlato denominato H. G. Wells X nel 2006. Wells è considerato insieme a Verne uno dei padri del romanzo scientifico precursore della fantascienza, in quanto riuscì a realizzare una felice fusione tra le atmosfere fantastiche e il pensiero scientifico. Le sue opere, sebbene debbano molto al tema scientifico e fantastico, sono in realtà un solido strumento di analisi sociale e morale: da ciascun romanzo traspare la convinzione secondo cui la scienza debba essere funzionale a un progresso effettivamente benefico e che l'uomo debba risultare sempre e comunque in grado di controllare le forze da lui create. Descrisse con decenni di anticipo lo scoppio della seconda guerra mondiale e la bomba atomica. Tra i romanzi da lui scritti, moltissimi sono considerati dei veri punti fermi nella narrativa fantascientifica: tra questi ''L'isola del dottor Moreau'', ''L'uomo invisibile'' e il fortunatissimo ''La macchina del tempo'' (1895). Da ''La guerra dei mondi'' fu tratto un dramma radiofonico omonimo interpretato da Orson Welles come una radiocronaca, === Nei media === * L'adattamento radiofonico de ''La guerra dei mondi'' da parte di Orson Welles (1938) * L'attore Malcolm McDowell impersona H. G. Wells nel film del 1979 ''L'uomo venuto dall'impossibile'', dove H. G. Wells si trova a rincorrere nel futuro (proprio nel 1979) addirittura Jack lo squartatore fuggito dalla Londra vittoriana del 1893, epoca nella quale lo scienziato aveva costruito la sua macchina del tempo. * H. G. Wells è stato usato come personaggio secondario in cinque episodi della serie televisiva ''Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman'', in cui è stato interpretato da giovane da Terry Kiser e da anziano da Hamilton Camp. Qui lo scrittore visita il futuro e fornisce inavvertitamente a un criminale di nome Tempus la possibilità di viaggiare nel tempo, arrivando quasi a uccidere Superman da bambino, appena arrivato sulla Terra da Krypton. La sua macchina del tempo, in uno dei successivi episodi, si dimostra addirittura in grado di viaggiare tra gli universi paralleli. * H. G. Wells compare anche come scienziato in una serie a fumetti della Sergio Bonelli Editore, ''Dylan Dog'', il nome è un chiaro riferimento allo scrittore, nonostante nel fumetto sia sottolineato che Lord H.G. Wells è solo un omonimo del famoso scrittore inglese, mentre il suo approccio è modellato sull'attore David Niven. Inoltre la sua figura viene utilizzata in alcuni episodi della serie ''Martin Mystère'' della stessa casa editrice. * Nella serie americana ''Warehouse 13'' viene celebrato il personaggio di H. G. Wells, che però nella serie si rivela essere una donna, geniale inventore ed ex custode del "Magazzino" del titolo (''warehouse'', in inglese). * Wells è il protagonista del romanzo di Félix J. Palma ''La mappa del tempo'', in cui lo scrittore è un viaggiatore del tempo, e del seguito, ''La mappa del cielo'', la cui trama è ispirata alla ''Guerra dei mondi''. * È uno dei comprimari del romanzo fantascientifico ucronico ''Londra tra le fiamme'' (''Flaming London'', 2006) dello scrittore statunitense Joe R. Lansdale, in cui ricopre il ruolo di scienziato oltre che di scrittore. * Egli compare nella serie televisiva DC's Legends of Tomorrow nell'episodio 11 della prima stagione. Wells è malato di tubercolosi, malattia ancora non scoperta e curabile nel 1871, ma il professor Stein lo salva con cure future. * H.G. Wells è anche co-protagonista di uno degli episodi della serie britannica Doctor Who: in "Tunnel Temporale" (orig. "Timelash"), il Dottore (interpretato da Colin Baker) finisce a casa del giovane, che viaggerà con lui e la sua companion Peri fino alla fine dell'avventura. *Compare nella serie televisiva canadese I misteri di Murdoch nell'episodio 8 della terza stagione, in qualità di sostenitore dell'eugenetica. Herbert George Wells nel 1943 Illustrazione per l'edizione francese del 1906 de ''La guerra dei mondi'' La guerra dei mondi'' in una scultura a Woking, nel Surrey La '''filmografia di H. G. Wells''' è vastissima, essendo l'autore di alcune delle opere fondamentali della fantascienza, è ricordato come uno degli iniziatori di tale genere narrativo.
Collegamento ipertestuale
Collegamento ipertestuale a Wikipedia. In informatica, un '''collegamento ipertestuale''' è un rinvio da un'unità informativa su supporto digitale ad un'altra. È ciò che caratterizza la non linearità dell'informazione propria di un ipertesto. Un collegamento ipertestuale ha lo scopo di condurre ad ulteriori unità informative a partire da una qualunque unità ad esse correlata. Per poter essere notato dal lettore, un collegamento ipertestuale normalmente viene distinto per qualche peculiarità grafica: la più tipica è la sottolineatura . L'attivazione di un collegamento viene effettuata attraverso un clic del mouse, cui segue la visualizzazione della destinazione del collegamento.
=== Storia === I collegamenti ipertestuali furono concepiti negli anni sessanta del XX secolo; la loro diffusione tuttavia esplose veramente solo con l'espansione di Internet e del World Wide Web, dove i collegamenti ipertestuali uniscono come una miriade di fili gli innumerevoli siti della rete. Senza i collegamenti, infatti, gran parte della funzionalità e praticità di Internet verrebbe a mancare, allontanando gli utenti meno pratici. Con la diffusione di massa di Internet, i collegamenti ipertestuali sono stati associati indissolubilmente al tag , che si usa nel linguaggio HTML per generarli in un browser, come in questo esempio: che, se cliccato, conduce alla risorsa indicata dall'Uniform Resource Locator (URL) . Il testo che contiene un collegamento o link a un'altra pagina è denominato in inglese ''anchor text''. Normalmente i motori di ricerca tengono molto conto di questo fattore. I termini che fanno da ''ancora'' vengono considerati quasi come se fossero delle parole chiave. Un esempio di codice html che possa far comprendere l''anchor text'' è il seguente: Nella pagina appare quindi «Pagina principale di Wikipedia» in genere di colore blu sottolineato che riporterà come nell'esempio alla pagina internet indicata nell'indirizzo web. È altresì importante e da considerare che i motori di ricerca non amano parole molto generiche, lunghe o fuorvianti nell'anchor text. Quello inserito nell'esempio, è esattamente il codice html che riporta a un sito web con attinenza all''anchor text'' stesso. Al giorno d'oggi, i collegamenti sono anche un'unità di misura della notorietà di un sito (Link popularity): quanti più collegamenti ipertestuali conducono ad un sito, tanto più alta ''deve'' essere la sua qualità. Su questo principio si basa anche Google. Con il diffondersi di siti amatoriali o per organizzazioni non a scopo di lucro, che quindi tipicamente non possono permettersi costose pubblicità ma che devono sostenere le spese di mantenimento del sito stesso, si è andata diffondendo la pratica dello scambio di link: due o più siti, spesso con tematiche comuni, si pubblicizzano l'un l'altro, gratuitamente; lo scopo di ciò è il tentativo di unire il parco visitatori, che potrebbero così divenire utenti sia dell'uno che dell'altro sito, aumentando così il flusso di traffico dei siti coinvolti e quindi la visibilità, la notorietà e gli incassi derivanti da banner. === Tecniche === ==== Collegamenti profondi (''deep linking'') ==== L'approccio, molto diffuso, di pubblicare in un sito dei collegamenti diretti a pagine ''interne'' di un altro sito è detto deep linking, e non sempre è pratica permessa: ci sono alcuni siti che vietano i collegamenti profondi, costringendo quindi i visitatori a cercare la pagina dove sarebbero dovuti venir rimandati dal sito di provenienza. I motivi di questo tipo di divieti possono essere facilmente di natura economica, dal momento che un utente, se costretto a trovare un articolo in un sito (anziché avere il collegamento già pronto), probabilmente vedrà più pagine di quello stesso sito, e quindi più pubblicità (in forma di banner), comportando quindi più guadagni per il gestore del sito contenente la pagina desiderata. ==== Collegamenti permanenti ==== A volte, specie in siti aggiornati di frequente (tipicamente i blog), viene reso disponibile un collegamento permanente, abbreviato in permalink; questo è un collegamento garantito per durare nel tempo, e che porterà all'articolo desiderato anche quando questo sarà considerato "vecchio" e quindi non più facilmente raggiungibile perché sostituito in visibilità da altri articoli più recenti. ==== ''Prefetching'' e ''prerendering'' ==== Le specifiche di HTML 5 consentono le seguenti operazioni: * ''prefetching'': istruire il ''browser'' a pre-caricare e salvare nel computer dell'utente l'URL di primo livello; * ''prerendering'': istruire il ''browser'' a pre-caricare e salvare nel computer dell'utente tutte le URL associate a un determinato link, prima che questo sia aperto col doppio click dell'utente. In questo modo l'utente avrà l'esperienza di una navigazione più veloce, ottimizzando l'uso della banda disponibile nei momenti di inattività legati alla permanenza in una pagina web. === ''Linking'' e Diritto d'Autore === La comunicazione a pubblico distante, trattata negli articoli 16 e 16-bis della Legge sulla protezione del diritto d'autore, prevede per il titolare il diritto esclusivo di comunicazione al pubblico su filo o senza filo dell'opera, attraverso mezzi di diffusione a distanza (quali telegrafo, telefono, radio, televisione ed altri mezzi analoghi). Il ''linking'' è stato oggetto di molte discussioni negli ultimi anni, volte a stabilire se il suo utilizzo (ad esempio per ''linkare'' sul proprio sito un contenuto presente su un altro sito) consista effettivamente in comunicazione a pubblico distante, violando quindi il diritto esclusivo del titolare. La Corte di giustizia dell'Unione Europea ha sancito, tramite la sentenza relativa alla causa C-466/12 del 13 febbraio 2014, che il ''linking'', dal momento che non "amplia" il pubblico concepito da colui che aveva originariamente pubblicato il contenuto sulla propria piattaforma, non consiste in violazione del diritto d'autore, non costituendo comunicazione a pubblico distante. ==== ''Linking'' di contenuti pubblicati illegalmente ==== Una questione più specifica è stata sollevata in merito al ''linking'' di contenuti pubblicati online senza l'autorizzazione del titolare dei diritti (attraverso azioni di pirateria). La sentenza relativa alla causa C-160/15 dell'8 settembre 2016, ha sancito che, se colui che ''linka'' il contenuto protetto da diritto d'autore (pubblicato illegalmente) non ha fini di lucro e non sia a conoscenza dell'illegittimità della pubblicazione di tale contenuto su un altro sito Web, non sta effettuando "comunicazione al pubblico" e non viola quindi il diritto d'autore. Se invece il ''link'' viene fornito con fini di lucro, si presuppone che colui che compie l'azione abbia i mezzi per verificare l'illegalità della pubblicazione sull'altro sito web e quindi deve rispondere della violazione del diritto d'autore, trattandosi di "comunicazione al pubblico".
Hardware
PC raffreddato a liquido. L'''''hardware''''', traducibile in italiano come '''componente fisico''', '''materiale informatico''' o '''supporto fisico''' , è la parte materiale di un computer, ovvero tutte quelle parti elettroniche, elettriche, meccaniche, magnetiche, ottiche che ne consentono il funzionamento; più in generale il termine si riferisce a qualsiasi componente fisico di una periferica o di una apparecchiatura elettronica, ivi comprese le strutture di rete; l'insieme di tali componenti è anche detto componentistica.
PC: 1) Schermata 2) Scheda madre 3) Processore 4) Interfaccia ATA 5) RAM 6) Slot di espansione 7) Alimentatore 8) Lettore CD/DVD 9) Disco rigido 10) Tastiera 11) Mouse ===Scheda madre=== La scheda madre è il componente principale di un computer ed è dotata di circuiti integrati che hanno il compito di collegare fra loro le altre componenti del sistema. Alloggiati sulla scheda madre si trovano il processore, la memoria RAM, l'insieme di unità di memoria ROM che contengono il BIOS, le schede grafiche e di rete. Tutti i componenti collegati alla scheda madre sono divisi tra il northbridge (o ponte nord) e il southbridge (o ponte sud). === Schede elettroniche di espansione === La ''scheda d'espansione'' è una qualsiasi scheda elettronica che non è compresa di serie nel computer e che, una volta installata, ne espande quindi le funzionalità. La scheda d'espansione può appartenere a una grande varietà di tipi di schede elettroniche: scheda di memoria, scheda video, scheda CPU, scheda di rete, scheda audio, ecc. L'unico tipo di scheda elettronica esclusa tra i possibili tipi è la scheda madre: una scheda d'espansione non è mai una scheda madre. === Memorie secondarie === Disco rigido La ''memoria di massa'' o secondaria è l'insieme di supporti che permette ai dati e alle informazioni di persistere nel sistema anche dopo lo spegnimento del computer: *dischi rigidi: utilizzano tradizionalmente supporti di tipo magnetico (anche se ultimamente ne sono usciti con memorie a stato solido) e tipicamente vengono usati per avviare il sistema operativo dei computer; hanno una capacità che arriva ad una dimensione dell'ordine dei TB. *ssd: supporti di memoria a stato solido, molto più performanti dei dischi rigidi, che hanno però il loro stesso funzionamento *nastri magnetici: supporti magnetici che per l'alta capacità ed affidabilità sono stati e vengono tipicamente utilizzati per copie di sicurezza di grandi dimensioni. L'aumentata affidabilità e capienza e la diminuzione dei prezzi dei dischi rigidi ne hanno ridotto l'uso anche se restano ancora usati in molti centri di elaborazione dati. *dischi floppy: ormai obsoleti, permettevano la persistenza ed il trasferimento dei dati. Avevano una capienza dell'ordine dei 160 kB nei primi dischetti da 5¼ pollici ed arrivavano a 2880 kB nei più "moderni" da 3½ pollici. *dischi ottici: dispositivi che hanno nel tempo soppiantato i floppy, ormai obsoleti, per la persistenza ed il trasferimento di dati. Hanno una capacità da 700MB per i CD ai 4.7 GB per i DVD standard. *penne USB: dispositivi riscrivibili su memorie a stato solido. Hanno una capacità che arriva ad una dimensione dell'ordine delle decine di GB. Garantiscono un numero di cicli di scrittura limitato e non sono adatti per copie di sicurezza. Floppy disk, dischi ottici e penne USB possono essere definiti supporti rimovibili, ovvero unità di memoria non strettamente legate alla macchina. === Periferiche e dispositivi di ingresso e uscita (I/0) === Monitor Le periferiche di ingresso consentono di acquisire dati dall'esterno. Le principali sono: *Tastiera: acquisisce caratteri, numeri e comandi grazie alla pressione di tasti; i caratteri corrispondenti al tasto premuto sono memorizzati nella memoria temporanea di ingresso dati o, in caso di digitazione troppo veloce nella memoria temporanea della tastiera. *Dispositivi di puntamento: consentono di trasmettere dati di posizione spaziale al computer. Sono dispositivi di puntamento il mouse e il tappetino tattile. *Scanditore d'immagine: grazie a una tecnologia simile a quella della fotocopiatrice, acquisisce immagini; può essere associato a un programma OCR (Optical Character Recognition), in grado di convertire l'immagine in un documento testuale. *Macchina fotografica: acquisisce e digitalizza immagini. *Microfono: acquisisce e digitalizza i suoni. Esistono programmi di riconoscimento vocale che trasformano i suoni acquisiti in un documento di testo. Sono dispositivi che forniscono il risultato di un'elaborazione convertendolo in testo, grafica, audio quali il monitor, le stampanti o le casse audio. === Componenti comuni === Stampante * Monitor * Scheda audio * Masterizzatore * Modem * Stampante * Scanditore d'immagine * Videoproiettore * Cavi === Hardware di rete === L'hardware di rete è il complesso materiale (apparati, cablaggi, canali wireless, dispositivi) che forma, dal punto di vista fisico, una struttura di rete.
Hans Blix
Già ministro degli esteri dal 1978 al 1979, dal gennaio 2000 al giugno 2003 ha guidato la Commissione di controllo, di verifica e d'ispezione delle Nazioni Unite .
Ha studiato presso la Columbia University e presso le università di Uppsala e Cambridge, dove prese il dottorato. Nel 1959 si laureò in diritto presso l'Università di Stoccolma. L'università di Mosca gli ha conferito la laurea ''honoris causa''. Dal 1962 al 1978 è stato membro della delegazione svedese alla conferenza di disarmo a Ginevra. Dal 1963 al 1976 ha ricoperto diverse cariche presso il Ministero degli Esteri svedese, prima di diventare, appunto, Ministro degli Esteri nel 1978. Dal 1981 al 1997 è stato direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (IAEA). Come capo dell'IAEA, Blix visitò più volte nel corso degli anni ottanta il reattore nucleare iracheno di Osiraq, prima che fosse distrutto da un raid aereo israeliano, senza tuttavia scoprire che l'Iraq portava avanti, sin dal 1971, un avanzato programma di produzione di armi nucleari. L'IAEA, e Blix personalmente, elogiarono più volte l'Iraq per la piena collaborazione offerta all'IAEA. Fu solo dopo la prima guerra del Golfo nel 1991, che si scoprì la portata dei programmi nucleari iracheni, che erano notevolmente progrediti dall'epoca della distruzione del reattore di Osiraq. Nel gennaio 2000 Blix fu nominato presidente esecutivo della Commissione di controllo, di verifica e d'ispezione delle Nazioni Unite. A partire dal 27 novembre 2002 fu responsabile degli ispettori inviati in Iraq nell'ambito della Risoluzione ONU 1441, riguardante le armi di distruzione di massa che, secondo l'amministrazione Bush, sarebbero state detenute da quel paese. Durante la crisi per il disarmo dell'Iraq, che precedette la guerra in Iraq del 2003, le affermazioni di Blix contraddissero l'amministrazione Bush in merito al possesso di armi di distruzione di massa da parte dell'Iraq. Blix ricevette per questo numerose critiche da parte dei sostenitori della guerra. Quando fu chiaro che non c'erano armi di distruzione di massa in Iraq, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna dovettero affrontare numerose accuse. In un'intervista sulla BBC, l'8 febbraio 2004, Blix accusò i governi di Stati Uniti e Gran Bretagna di aver ingigantito la minaccia delle armi di distruzione di massa per poter giustificare la guerra contro Saddam Hussein. Nel 2004 è vincitore del premio Colombe d'Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall'Archivio disarmo ad una personalità distintasi in campo internazionale. Nell'ottobre del 2004 l'Università di Padova ha conferito a Blix la laurea "honoris causa" in Scienze politiche. Nel 2009 aderisce al progetto per la realizzazione del film "Soldiers of Peace" che coinvolge 14 Paesi nel Mondo nella realizzazione di una pace globale.
Halloween Documents
Gli '''Halloween Documents''' sono una serie di ''memorandum'' confidenziali di Microsoft a proposito delle strategie relative al software open source e in particolare a Linux. Il primo documento, scritto da un ingegnere Microsoft, Vinod Valloppillil, passò nelle mani di Eric S. Raymond nell'ottobre 1998, che lo pubblicò, commentandolo, sul suo sito internet. Il documento conteneva riferimenti a un secondo ''memorandum'' , dedicato specificatamente a Linux che venne anch'esso ottenuto, commentato e pubblicato da Raymond. Microsoft ha da allora confermato la loro autenticità.
Contrassegnati come '''Microsoft confidential''', identificavano il software open source e in particolare il sistema operativo Linux come la maggiore minaccia al dominio di Microsoft dell'industria del software e suggerivano modi per distruggere il progresso del software open source. I documenti ammettevano la superiorità di alcuni software open source rispetto ad alcuni prodotti Microsoft e impostavano una strategia per combatterli; furono molto imbarazzanti, perché contraddicevano le dichiarazioni pubbliche fatte a questo proposito. Inoltre, le strategie suggerite furono giudicate molto negativamente: invece di migliorare il prodotto offerto fino a superare la "concorrenza", secondo i documenti la strategia migliore era di impedire ai prodotti concorrenti di funzionare con quelli Microsoft, non per cause tecniche ma in modo specioso. In questo modo i clienti si sarebbero trovati nell'impossibilità di sostituire prodotti Microsoft con equivalenti open source, senza inibire il funzionamento del restante sistema informatico. Secondo Raymond, i documenti pubblicati misero in tale imbarazzo la società che i suoi portavoce non dissero parola per sei mesi. Dopo la pubblicazione di questi documenti originali, trapelò una serie aggiuntiva di ''memorandum'' che fu pubblicata. Essa dimostra la consapevolezza di Microsoft che i concorrenti open source sono una potenziale minaccia alla sua presenza nell'industria software. L'ultima strategia è stata descritta da alcuni come ''Embrace, extend and extinguish'' (''Abbraccia, estendi ed estingui''): si proclama ad alta voce di abbracciare uno standard esistente per i propri prodotti, si prosegue ''estendendo'' tale standard con nuove funzioni non previste (pertanto, non rispettando lo standard che si diceva di rispettare) in modo che i prodotti concorrenti non funzionino più col nostro, e si utilizza questa differenza per far chiudere i concorrenti per mancanza di clienti. Tale strategia funziona solo operando in condizioni di quasi-monopolio, cosa che per Microsoft è spesso vera.
Helsinki
'''Helsinki''' è la capitale della Finlandia. Con abitanti è anche la città più popolosa del Paese. Si trova nella regione dell'Uusimaa ed è bilingue finlandese e svedese. Helsinki è geograficamente situata nella parte meridionale del Paese sulle rive del golfo di Finlandia, parte del mar Baltico, di fronte alla capitale dell'Estonia, Tallinn, e si estende su più isole. L'area metropolitana di Helsinki include l'area urbana della città, Espoo, Vantaa, Kauniainen e paesi limitrofi. È l'area metropolitana più a nord nel mondo, con il suo milione di abitanti è la città e capitale più a nord degli Stati membri dell'Unione europea. A Helsinki hanno sede il parlamento, il governo, sette università e le sedi dei vescovi evangelico-luterani, cattolici e russo-ortodossi. Nello slang di Helsinki la città è chiamata ''Stadi'' o ''Hesa'' , lasciando intendere che chi usa il termine ''Stadi'' sia nativo della città. '''' è il termine usato dai sami del Nord per Helsinki.
=== Territorio === Helsinki è una modernissima città affacciata sul mar Baltico (dove vive circa un decimo della popolazione del paese) su una penisola principale, varie altre penisole e isole minori definiscono i limiti della città. === Clima === Il clima è boreale umido (Köppen ''Dfb'') e, nonostante la latitudine nordica, è mitigato dal mare seppur meno "scaldato" dalla tiepida Corrente del Golfo rispetto alla Norvegia e alla Svezia, che sono nazioni climaticamente meno continentali della Finlandia. In gennaio e febbraio le temperature medie sono di circa −4,5  °C, mentre le medie da giugno ad agosto sono di 16 °C. Helsinki venne fondata nel 1550 su ordine del re di Svezia Gustav Vasa con il nome di ''Helsingfors'' sul sito di Forsby, alla foce del fiume Vanda. Il villaggio era affiancato già da un porto, menzionato per la prima volta con il nome di ''Helsinge'' ("stretto", "golfo", "approdo") nel 1351 in un documento del re Magnus II di Svezia che garantiva i diritti per la pesca del salmone sul fiume Vantaa al monastero estone di Padise. Per rivaleggiare con Tallinn, re Gustav ordinò ai mercati di Porvoo, Ekenäs, Rauma e Ulvila di trasferirsi a Helsinki ma con la conquista dell'Estonia (1561) da parte della Svezia, cessò la necessità di espandere la città, ed Helsinki rimase un povero paesino. Nel 1640 Per Brahe il Giovane consigliò a Cristina di Svezia di far trasferire la città nella sede attuale (attorno alla Piazza del Senato). Nel 1748 il governo svedese iniziò la costruzione della fortezza di Sveaborg (Suomenlinna in finlandese), come protezione contro l'espansionismo russo. Al primo assedio Suomenlinna cadde. Dopo che la sovranità della Finlandia passò alla Russia, nel 1809, lo zar Alessandro I decise di spostare la capitale finlandese da Turku a Helsinki nel 1812, in quanto la relativa debolezza dell'influenza svedese sulla città, e la sua vicinanza a San Pietroburgo, avrebbero reso il controllo del governo locale più semplice. Per ridurre ulteriormente l'influenza svedese nella regione, nel 1827 fu spostata da Turku a Helsinki l'unica università del paese. Questo fatto consolidò il nuovo ruolo della città provocando una rapida crescita della popolazione e dello sviluppo urbanistico. Dal 1918 Helsinki è la capitale della repubblica indipendente della Finlandia. Il casinò di Helsinki L'architettura di Helsinki è caratterizzata dal cosiddetto ''stile nordico'', le cui caratteristiche sono l'eleganza, l'austerità e la sobrietà. Gli edifici residenziali del centro storico, soprattutto dei quartieri di Punavuori e di Kruununhaka, risalgono in larga parte al primo novecento, presentano decorazioni ispirate alla natura (fiori, piante, animali) e sono spesso arricchiti da bow window che permettono di catturare maggior quantità di luce. Nei quartieri di Käpylä e Töölö sono invece ancora presenti antiche costruzioni in legno. L'area che circonda la Piazza del Senato, con la cattedrale luterana della città, rappresenta una testimonianza dello stile neoclassico, mentre la tradizione architettonica bizantino-russa si ritrova nella cattedrale ortodossa Uspenski, progettata da Aleksander Gornostajev e terminata nel 1868. Questa è la più grande chiesa ortodossa dell'Europa occidentale e, con le sue tipiche cupole a cipolla dorate, rappresenta uno dei segni più evidenti della presenza russa in Finlandia. La Kristuskyrkan (Chiesa di Cristo), nel centro storico di Helsinki localizzata nel distretto di Etu-Töölö a breve distanza dal parlamento e dal Museo Nazionale è un tipico esempio di stile neogotico finlandese, l'edificio interamente costruito in pietra, mattoni in cotto e rame è opera dell'architetto Atte V. Willberg (1928). La torre campanaria con la sua guglia raggiunge un'altezza di 59 metri ed è visibile anche in lontananza dalla baia di Töölö. Lo Jugendstil tedesco fu adottato a Helsinki assumendo delle caratteristiche proprie (''stile nazional-romantico''), con esempi eleganti quali la Jugendsali (1904) di Lars Sonck e il Museo nazionale (1910) degli architetti Gesellius, Lindgren e Saarinen. A quest'ultimo si deve anche la stazione centrale, terminata nel 1914. L'edificio del Eduskunta, il parlamento, progettato da Johan Sigfrid Sirén, risale invece al 1931 e rappresenta un esempio di classicismo nordico. I principali esempi di funzionalismo sono lo Stadio Olimpico (1938) e il Lasipalatsi (1935). La Stazione centrale di Helsinki è tipica di un certo monumentalismo. La Temppeliaukion kirkko, chiesa progettata da Timo e Tuomo Suomalainen, terminata nel 1969, è unica perché scavata nella roccia. Per la sua particolare architettura, è uno dei principali luoghi di interesse della capitale. Il modernismo finlandese è stato reso famoso dalle creazioni di Alvar Aalto, quali la Casa Finlandia (1975) e la Libreria Accademica (1969). Più recenti sono invece le realizzazioni del Museo d'arte contemporanea Kiasma (1998), progettato da Steven Holl, la Casa della Musica (Musiikitalo) (2011), tutta rivestita da quadroni di marmo di Carrara e la Cappella della preghiera di Kamppi, interamente realizzata in legno e aperta al pubblico nel 2012. === Evoluzione demografica === === Lingue e dialetti === Le lingue ufficiali di Helsinki sono il finlandese e lo svedese, ma 12,2% parla altre lingue, soprattutto nuovi immigrati russi ed estoni. === Musei === La ''Piazza del Senato'' al centro di Helsinki, sullo sfondo la Cattedrale di Helsinki, al centro della piazza la statua di Alessandro II di Russia. * Museo nazionale di Finlandia (Kansallismuseo) ** Polittico di Santa Barbara di Meister Francke * Museo della Scuola * Museo dei Tram * Museo della Centrale Elettrica * Museo delle Culture * Museo di Scienze Naturali * Museo dell'Arte Edilizia Finlandese * Museo dello Sport Finlandese * Museo della Tecnica * Museo del Design * Museo dell'Auto di Helsinki * Mannerheim - Museo * Museo del Quotidiano * Museo della numismatica della Banca di Finlandia * Museo dell'Università di Helsinki Arppeanum * Museo d'Arte Contemporanea Kiasma * Ateneum * Museo d'Arte Sinebrychoff * Museo d'Arte Comunale di Helsinki, Tennispalatsi * Art Hall di Helsinki All'interno della fortezza di Suomenlinna son presenti numerosi musei: Il grande incendio dei magazzini VR, 5 maggio 2006 * Museo Suomenlinna * Ehrensvärd-museo * Museo dei Giocattoli * Sommergibile Vesikko * Museo della Guerra Maneesi * Museo dell'Artiglieria Costiera * Museo della Dogana === Università === * Università di Helsinki * Politecnico di Helsinki, parte della Università Aalto === Eventi === * 1940 XII Olimpiade (cancellata per la guerra) * 1952 XV Olimpiade * 1975 La Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa * 1983 Campionati del mondo di atletica leggera * 2005 Campionati Mondiali di Atletica Leggera Nel 2009, Helsinki fu scelta per essere la capitale mondiale del design nel 2012 dall'International Council of Societies of Industrial Design, assieme alla città di Eindhoven. Nel 2015, Helsinki ospita 23000 ginnasti e ginnaste in occasione della quadriennale manifestazione mondiale di ginnastica non competitiva Gymnaestrada. === Turismo === La principale attrazione di Helsinki è l'aspetto paesaggistico: la città infatti si estende su un gran numero di isolotti collegati alla terraferma da traghetti o ponti. Helsinki è immersa nel verde d'estate e nel bianco d'inverno. Pur essendo latitudinalmente a 710 chilometri dal circolo polare artico, ad Helsinki si può ammirare per diverse "notti estive" (da 15 giorni prima del 20 oppure 21 giugno a 15 giorni dopo con sicurezza e nitidezza), il fenomeno delle Notti Bianche che non ha niente a che vedere con il Sole di mezzanotte, bensì è un crepuscolo civile che non termina mai per tutta la durata del tempo in cui il Sole rimane sotto l'orizzonte e che lascia il cielo solo parzialmente scurito. Tra i luoghi di attrazione turistica vanno ricordati: * Kauppatori, ovvero la piazza del mercato * Temppeliaukion kirkko, una chiesa scavata nella roccia * Helsinki Design District, zona Punavuori === Trasporto pubblico === Oggi Helsinki è l'unica città della Finlandia ad utilizzare reti tranviarie e metropolitana. In passato altre due città fecero uso di tram: Turku, che ne abbandonò l'uso nel 1972, e Vyborg, ora in Russia, che ne terminò l'utilizzo nel 1957. La linea metropolitana, inaugurata nel 1982, è la prima ed unica linea metropolitana del paese e rimase tale fino al 1998, quando fu ampliata e ramificata in due linee diverse. Helsinki è il centro ferroviario principale della Finlandia meridionale, ed è collegato a tutti i principali centri del paese e con la Lapponia. Sono inoltre presenti collegamenti giornalieri con San Pietroburgo e Mosca. I sobborghi sono collegati alla città tramite una rete ferroviaria suburbana. Il trasporto pubblico ad Helsinki è tra i più costosi in Europa. === Collegamenti aerei === L'aeroporto internazionale che serve la città si trova a Vantaa, a circa 20 km dal centro cittadino. Inoltre è presente anche un aeroporto minore, quello di Malmi per collegamenti interni. === Collegamenti marittimi === Helsinki ha un porto importante per i traghetti (per esempio per Rostock, Stoccolma e Tallinn). Vi sono inoltre dei collegamenti marittimi interni che conducono a degli isolotti limitrofi alla capitale, tra cui Suomenlinna. Trattasi di una meta turistica molto ambìta, in cui si possono apprezzare i paesaggi naturali e incontaminati che il Paese può vantare. === Gemellaggi === * * * * * * === Hockey su ghiaccio === Le due squadre principali sono: * Jokerit * HIFK (hockey su ghiaccio) === Calcio === Le principali squadre di calcio di Helsinki sono: * Helsingin Jalkapalloklubi * Helsingfors IFK * FC Kiffen 08 === Football americano === A Helsinki sono o sono state presenti diverse squadre di football americano: * gli Helsinki Roosters, una delle squadre più titolate d'Europa, in quanto 21 volte campioni nazionali, vincitori di 5 campionati femminili, di un EFAF Eurobowl, di una IFAF Europe Champions League e di una IFAF Northern European Football League * gli Helsinki Wolverines, una volta campioni nazionali e 4 volte campioni nazionali femminili * gli East City Giants, 5 volte campioni nazionali * gli Helsinki GS Demons, 5 volte campioni nazionali femminili (la sezione maschile ha chiuso nel 2007, quella femminile nel 2016) * gli Helsinki 69ers (chiusi nel 2015) * i Malmi Blaze Sono inoltre nati a Helsinki gli Espoo Colts, trasferiti a Espoo nel 1991 e chiusi nel 1996.
Hiroshima
'''Hiroshima''' è una città portuale giapponese e capoluogo dell'omonima prefettura, situata a ovest della principale isola di Honshū, rivolta verso il mare interno, nel Giappone sud-occidentale. È ricordata per esser stata la prima città obiettivo di un attacco nucleare della storia, avvenuto per opera degli Stati Uniti d'America sul finire della seconda guerra mondiale, il 6 agosto 1945.
Il territorio è collinare, mentre il centro urbano si affaccia sull'omonima baia portuale, verso il mare interno di Aki-nada. Dalla irregolare costa si vedono numerose piccole isole, le più importanti Itsukushima, Ninoshima e Etajima-Nomi. Nell'entroterra, il territorio si fa più impervio, dominato dai monti Gosasou e Shiraki, e da dove scende il fiume Ota, che si sfocia a delta nel mare. La città fu fondata nel periodo feudale Sengoku nel 1589, per opera del daimyō giapponese Mōri Terumoto, che la fece capitale del suo feudo, facendo erigere un suo castello nel 1593. Con la perdita della battaglia di Sekigahara (21 ottobre 1600) per i possedimenti territoriali, Terumoto dovette cedere Hiroshima (e altri suoi feudi) al vincitore Tokugawa Ieyasu, che la fece a sua volta amministrare dal suo fedele daimyō Fukushima Masanori, il quale morì nel 1624. La città passò quindi in mano alla dinastia Asano (浅野), che la governò fino alla metà del XIX secolo (periodo della Restaurazione Meiji). Nel 1871, la città divenne capitale dell'omonima prefettura, mentre nel 1880, con la costruzione del porto di ''Ujina'', divenne un importante polo commerciale e navale giapponese. Nel 1894, fu costruita la ferrovia militare Sanyō (山陽), in occasione della prima guerra sino-giapponese, quando il governo imperiale di Meiji la elesse capitale del Giappone per circa un anno, fino al 1895. Sul finire del XIX secolo poi, Hiroshima assistette a un'ulteriore industrializzazione, che culminò con gli stabilimenti bellici eretti in occasione della guerra russo-giapponese del 1904. Dal 1920, divenne altresì la sede principale della Mazda, nota casa automobilistica giapponese. Stessa importanza strategico-militare fu data alla città nel 1938, in occasione della seconda guerra sino-giapponese, che entrò a far parte del più ampio scenario bellico della seconda guerra mondiale. Hiroshima fu risparmiata dai bombardamenti statunitensi per tutta la durata del conflitto. Tuttavia, il 6 agosto 1945, alle 8:16 e 8 secondi (ora locale) Little Boy, il nome dato alla prima bomba atomica ad essere utilizzata in un conflitto militare, esplose ad un'altitudine di 576 metri, con una potenza pari a 12.500 tonnellate di tritolo. L'esplosione nucleare provocò immediatamente circa 60.175 morti, saliti poi a circa 100.000 nei mesi immediatamente successivi, a causa del fallout radioattivo. Altre persone si ammalarono e/o morirono per i danni da esposizione radioattiva a breve-medio termine, ma il cui numero non fu esattamente stimabile, a causa del fatto che circa 180.000 abitanti sfollarono e si dispersero altrove nelle settimane successive all'attacco. Malgrado la residua attività radioattiva, Hiroshima cominciò ad essere ricostruita già nel 1949, ritornando ad essere un importante centro industriale. Furono eseguiti alcuni studi scientifici sulle malattie da esposizione radioattiva a medio-lungo termine. Nel 1955, fuori città fu istituito il centro medico ''Hijiyama'', dove raccogliere, studiare e curare i malati. Negli anni settanta invece, fu istituita la "Atomic Bomb Casualty Commission", che prevedeva, oltre che le statistiche dei malati, anche analisi del terreno e dell'aria, stimando al ribasso la percentuale di radioattività residua nell'ambiente (di pochi milliSievert per anno). Tuttavia, secondo i dati ufficiali raccolti negli anni, che risalgono al 2002, il numero degli hibakusha (coloro che sopravvissero all'esplosione ma si ammalarono gli anni successivi a causa della radioattività), nonostante i 57 anni trascorsi, erano dell'ordine di 285.000. È suddivisa in 8 : Ward giapponese Popolazione Area (km²) Densità(per km²) Mappa Aki-ku 安芸区 80,702 94.08 857 300px Asakita-ku 安佐北区 148,426 353.33 420 Asaminami-ku 安佐南区 241,007 117.24 2,055 Higashi-ku 東区 121,012 39.42 3,069 Minami-ku 南区 141,219 26.30 5,369 Naka-ku(administrative center) 中区 130,879 15.32 8,543 Nishi-ku 西区 189,794 35.61 5,329 Saeki-ku 佐伯区 137,838 225.22 612 Popolazione al 31 marzo 2016 ===Industria=== Dal 1920 circa, Hiroshima è sede di diversi stabilimenti di produzione del marchio Mazda, dapprima produttore di utensili e poi casa automobilistica. === Turismo === La città, completamente ricostruita dopo l'esplosione atomica, ha l'attenzione turistica puntata nel Parco del memoriale della pace, dove è stato costruito il Museo della Pace di Hiroshima, ricco di oggetti, foto, plastici, filmati del prima e del dopo bomba. Sulla spianata davanti a questo è il Cenotafio per le vittime della bomba atomica che conserva al suo interno i registri con i nomi delle vittime della bomba (quelle immediate e quelle che sono seguite nel corso degli anni). La prospettiva segue la fiamma che arderà finché nessuna bomba atomica resterà sul pianeta, per arrivare, sull'altra riva del fiume Kyobashi-gawa, fino al rudere della Camera di promozione industriale di Hiroshima, denominato Memoriale della pace di Hiroshima, recentemente restaurato e consolidato nella struttura distrutta dall'esplosione. Con i resti della cupola che perse le lastre di bronzo al momento dell'esplosione, è forse questa l'immagine più conosciuta della città. Altri monumenti alle vittime si susseguono sulla spianata davanti al Museo. === Trasporti aerei e navali === Hiroshima è servita dall'Aeroporto di Hiroshima situato nella città di Mihara poco a nord. I voli nazionali sono per Tokyo, Sapporo, Okinawa e Sendai, mentre quelli internazionali la collegano con Seul, Guam, Bangkok, Taipei, Shanghai, Pechino e Dalian. La vicina isola di Miyajima, famoso luogo turistico, è collegata alla stazione di Miyajimaguchi da un servizio traghetto gestito dalla stessa JR West, e sono disponibili anche traghetti internazionali per Busan e Ulsan in Corea del Sud, Shanghai, Dalian, Qingdao e Ningbo in Cina, Keelung e Kaohsiung in Taiwan, e Hong Kong. === Trasporti su ferro === Hiroshima è la città giapponese con la più estesa rete tranviaria, il tram di Hiroshima chiamata dagli abitanti "Hiroden" (abbreviazione di "Hiroshima Dentetsu", ferrovia di Hiroshima). La rete è costituita da una metrotranvia suburbana di 16,1 km, la linea Miyajima, e di 19 km di rete urbana distribuita su 8 linee con capolinea davanti alla stazione di Hiroshima. Sulla rete circolano anche molti vecchi modelli conservati, e questo rende la rete tranviaria di Hiroshima un museo in movimento. Per i XII Giochi asiatici Hiroshima si è dotata di una metropolitana leggera su gomma di 18,4 km, la linea Astram, che collega il centro della città allo stadio Hiroshima Big Arch dove si tennero i giochi. Per i trasporti a media e lunga percorrenza, Hiroshima è servita dalla stazione centrale, presso la quale passano anche i treni ad alta velocità del Sanyō Shinkansen dal 1975, che la collegano con Osaka in circa 80 minuti e con Fukuoka in 65 minuti con i treni più veloci, la linea principale San'yō. File:Astram_line_6122_at_Omachi_station.jpg|Treno della linea Astram File:Hiroden-5100-2.jpg|Uno dei nuovi tram di Hiroshima File:Jrw-miyajimamaru.jpg|Il traghetto per Miyajima File:JR_and_Hiroden_Hiroshima_Station.JPG|La stazione di Hiroshima === Gemellaggi === Hiroshima è gemellata con: * * * * * * * *
Humphrey Bogart
Una delle icone del cinema hollywoodiano, la sua inconfondibile figura viene ancora ricordata dagli appassionati di cinema a distanza di molti anni dalla morte, tanto che l'American Film Institute lo ha inserito al primo posto tra le più grandi stelle della storia del cinema.
=== Le origini === Humphrey Bogart nacque il giorno di Natale del 1899, da una famiglia agiata di origine britannica, olandese e spagnola. Il padre, Belmont De Forest Bogart era un noto chirurgo, la madre Maud Humphrey, una disegnatrice pubblicitaria. A poco più di un anno di età sarà l'inconsapevole modello di un ritratto che la madre riesce a vendere alla Mellin's Food per una campagna di prodotti dietetici per bambini. L'infanzia dorata, trascorsa senza episodi significativi nella elegante casa dell'Upper West Side di Manhattan insieme alle due sorelline minori, non fece presagire l'adolescente ribelle e intollerante che diverrà qualche anno più tardi. Dopo il diploma delle inferiori alla Trinity Grammar School, si iscrisse alla Philips Academy di Andover, nel Massachusetts, dove tutti speravano si preparasse ad affrontare un percorso universitario, magari a Yale. Ma il giovane Bogart deluse le aspettative dei suoi, guadagnandosi dopo pochi mesi un'espulsione per indisciplina, a seguito della quale decise di arruolarsi volontario in marina, appena dopo l'entrata degli Stati Uniti nella prima guerra mondiale. === Gli esordi === Anima e corpo'' (1931) Terminato il servizio militare un amico d'infanzia, figlio di un produttore teatrale, gli procurò dei lavori dietro le quinte dei palcoscenici di Brooklyn. In breve Bogart passò a recitare le prime battute sulla scena, e nel 1921 ottenne il primo ruolo da professionista. Tra il 1922 e il 1929 recitò in ben ventuno produzioni di Broadway, interpretando generalmente ruoli da giovane sfrontato e scansafatiche. Sulla scena conobbe Helen Menken, che nel 1926 diventò sua moglie. Il matrimonio, abbastanza burrascoso per i frequenti litigi, durò solo un anno, anche se i due rimasero amici. Subito dopo si legò a un'altra giovane collega, Mary Philips, che sposò nel 1928. Anche questa unione non fu facile: il carattere di Mary emerse quando, arrestata per ubriachezza molesta, staccò il dito di un poliziotto con un morso. Nei primi anni trenta Bogart venne notato da alcuni agenti della Fox con i quali si impegnò per sei film. Questa prima esperienza a Hollywood lo deluse, malgrado la paga interessante, e Bogart decise di tornare a recitare a Broadway, dove fra l'altro aveva stretto una grande amicizia con Spencer Tracy, un professionista che stimerà sempre. Tra il 1932 e il 1935 partecipò ad altre sette produzioni teatrali, l'ultima delle quali fu ''La foresta pietrificata'' di Robert E. Sherwood. Gli venne assegnata la parte di Duke Mantee, pericoloso killer evaso, mentre la parte del protagonista andò all'amico Leslie Howard. La pièce ebbe ben 197 repliche e Howard, consapevole che il successo del lavoro dipendeva in gran parte da Bogart, promise all'amico di aiutarlo a ottenere lo stesso ruolo nell'eventuale versione cinematografica. === Gli anni dei gangster-movie === Legione nera'' (1937) Bogart nel trailer de ''La foresta pietrificata'' (1936) Quando la Warner Brothers comprò i diritti de ''La foresta pietrificata'' e decise di realizzarne un film, il ruolo di Duke andò a Edward G. Robinson, all'epoca artista di punta della casa cinematografica, ma Howard minacciò di non firmare il contratto e fece ottenere la parte a Bogart. Il film uscì nel 1936 e Bogart ottenne una serie di entusiastiche recensioni, ma la Warner lo relegò in ruoli stereotipati di gangster: nel giro di pochi film, il suo personaggio andò sulla sedia elettrica dodici volte e ricevette condanne per un totale di circa ottocento anni di detenzione. Fuori dagli studi iniziò a comportarsi come i suoi personaggi, atteggiandosi a duro ed esagerando con l'alcool e il fumo. Lo strapotere delle major, che all'epoca era assoluto, non permetteva agli artisti la scelta dei copioni: un attore che rifiutava una parte poteva vedersi sospesa la paga senza spiegazioni, pertanto Bogart si impegnò con costanza, pur rendendosi conto che la Warner dava la priorità ad attori come James Cagney, George Raft, Paul Muni o il già citato Robinson, e non intendeva per il momento fare di lui un divo, riservandogli le parti scartate da questi e da altri attori. Nel 1937 girò ''Le 5 schiave'', accanto a Bette Davis. Una delle attrici era Mayo Methot, una donna dal carattere simile al suo: fra i due nacque una forte attrazione e nel 1938 la coppia si sposò. Nessun matrimonio sarà più turbolento: la terza signora Bogart, pur gentile e ragionevole, sotto gli effetti dell'alcool diventava intrattabile, lanciando addosso a suo marito ogni oggetto a portata di mano. I due si azzuffavano perfino in pubblico anche se, nonostante la vita burrascosa fuori dagli studi, Bogart continuò a osservare con rigore e puntualità i suoi impegni di lavoro. Intanto il suo carattere schietto e intollerante di ogni ipocrisia cominciò a procurargli qualche noia con la stampa, ma lui non sapeva fare a meno di esprimere le proprie opinioni, per quanto scomode fossero. Iniziò a emergere una precisa corrispondenza tra l'uomo Bogart e i personaggi che interpretava: la sua incapacità a mentire, le sue coraggiose prese di posizione talvolta faranno tremare la stampa dell'epoca e l'establishment di Hollywood. === L'ascesa verso il successo === James Cagney e Humphrey Bogart nel film ''I ruggenti anni Venti'' (1940) Le pellicole interpretate da Bogart a tutto il 1940 furono ben trentanove. Benché molto spesso calato in personaggi improbabili e in ruoli senza spessore, non gli mancarono le buone occasioni per dimostrare le proprie capacità drammatiche: oltre al già citato ''La foresta pietrificata'' ricordiamo ''Strada sbarrata'' (1937), ''Gli angeli con la faccia sporca'' (1938), ''I ruggenti anni Venti'' (1939) e ''Strada maestra'' (1940), quest'ultimo diretto da Raoul Walsh. La vera occasione giunse nel 1941 con ''Una pallottola per Roy'', ancora una volta per la regia di Walsh. Pur interpretando l'ennesimo gangster, Bogart conferì al suo ruolo una coloritura eroica e gli attribuì valori positivi quali il coraggio, la generosità e quel codice d'onore che sarà una delle costanti dei personaggi da lui interpretati in seguito. Il ruolo di Roy Earle, rifiutato da tutti gli attori di punta della Warner, cambiò il corso della carriera di Bogart e lo rivelò alla critica e al pubblico come una stella di prima grandezza. Sceneggiatore del film fu John Huston, che Bogart imparò presto a stimare sia come scrittore sia come uomo riconoscendogli, e forse invidiandogli, qualità che egli non possedeva: innanzitutto la statura (1 metro e 85 contro il metro e settanta di Bogart), poi la sua cultura e il buon rapporto con il padre (l'attore Walter Huston), cosa che a lui era sempre mancata. Huston d'altro canto riconosceva a Bogart la pervicacia, l'impegno e la serietà nel lavoro: «Humphrey non ha preso mai sul serio se stesso, ma il suo lavoro sì». Tra i due si sviluppò un sodalizio non solo professionale, ma anche umano: entrambi avevano la passione per l'alcool e per il mare. Bogart acquistò da Dick Powell uno yacht di quindici metri e, per almeno trenta week-end l'anno, continuerà per tutta la vita ad andare in barca. Come ex-marinaio era pratico di navigazione ed era rispettato da tutta la gente di mare, soprattutto da chi conosceva e trattava con sufficienza i divi di Hollywood che, una volta arricchiti, si improvvisavano "lupi di mare". === Gli anni d'oro === Casablanca'' (1942) Bogart ne ''Il mistero del falco'' (1941) Sempre del 1941 è l'altro film che impose Bogart come grande protagonista: ''Il mistero del falco'', che vide esordire alla regia proprio il suo amico John Huston. Fedele al romanzo di Dashiell Hammett da cui era tratto, il film si rivelò un capolavoro del genere ''noir'' e il personaggio di Sam Spade contribuì a fissare definitivamente la figura di Bogart nell'immaginario collettivo: impermeabile chiaro, cappello floscio a larghe tese, sigaretta all'angolo della bocca, volto corrucciato e l'inconfondibile sorriso a denti stretti, reso singolare dalla cicatrice sul labbro. Huston lo diresse nuovamente in ''Agguato ai tropici'' (1942), ma la sua chiamata alle armi mandò in fumo i successivi progetti. Bogart si dedicò a un film a basso costo, diretto da Michael Curtiz e basato su un'incomprensibile sceneggiatura che più volte venne rimaneggiata per il rapido volgere degli eventi bellici (gli attori che vi lavoravano hanno più volte dichiarato di non capire la trama di ciò che stessero recitando). Eppure ''Casablanca'' diventò un classico del cinema di tutti i tempi e ottenne l'Oscar per il miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura non originale. Humphrey Bogart, protagonista assieme a Ingrid Bergman, ebbe la candidatura, ma l'Oscar verrà assegnato a Paul Lukas. Casablanca'' (1942), presente da Madame Tussauds a Londra Durante la lavorazione di ''Casablanca'' i rapporti tra Bogart e la sua terza moglie precipitarono: Methot, convinta dell'esistenza di una storia sentimentale tra suo marito e Bergman, tentò il suicidio e arrivò anche a colpire alla schiena il marito con un coltello. Le successive riprese di ''Acque del Sud'' (1944), tratto dal romanzo ''Avere e non avere'' di Ernest Hemingway, segnarono la definitiva rottura tra i due e il successivo divorzio. Bogart si innamorò quasi immediatamente della protagonista femminile del film, la giovane e bella esordiente Lauren Bacall (1924-2014), ma la loro differenza di età (lui 44 anni, lei 19) non mancò di destare qualche problema. La coppia comunque si sposò nel 1945 e lavorerà ancora insieme nei film ''Il grande sonno'' (1946), un altro grande classico del ''noir'', ''La fuga'' (1947), in cui venne usato l'espediente della cinepresa "in soggettiva", e l'avventuroso ''L'isola di corallo'' (1948). I Bogart presero la residenza nell'esclusivo sobborgo di Holmby Hills, tra Beverly Hills e Bel Air, e si circondarono di amici, tra cui Judy Garland, Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Frank Sinatra e David Niven. Più volte si recarono a Washington, insieme ad altri artisti, per protestare contro l'attività della Commissione per le attività antiamericane, che alla fine degli anni quaranta, indagando sulla presunta presenza di comunisti nell'industria cinematografica, diede il via alla cosiddetta ''caccia alle streghe''. Katharine Hepburn e Humphrey Bogart durante le riprese de ''La regina d'Africa'' (1948) Dal matrimonio con Lauren Bacall nasceranno due figli: nel 1949 Stephen Humphrey e nel 1952 Leslie Howard, in omaggio al grande amico Leslie Howard nel frattempo scomparso in guerra, verso il quale Bogart nutrì sempre un grande senso di riconoscenza per l'aiuto ricevuto all'inizio della carriera. Nel 1948 John Huston gli offrì un ruolo ne ''Il tesoro della Sierra Madre''. Diversi anni prima Huston aveva letto l'omonimo romanzo scritto da un misterioso autore che lavorava sotto pseudonimo e ne era rimasto affascinato. Tornato dalla guerra, dove aveva prestato servizio come documentarista, si dedicò alla trasposizione cinematografica e ne scrisse la sceneggiatura. Il film descrive l'incontro di tre personaggi al limite della legalità che partono per il Messico alla ricerca di un filone d'oro. Dopo averlo trovato, i tre uomini da leali compagni d'avventura si trasformano in esseri cinici e sospettosi, che finiscono con l'annientarsi fra loro perdendo il bottino e andando incontro a una tragica sorte. Il film non sbancò i botteghini ma guadagnò tre Oscar. Paradossalmente anche questa volta Bogart mancò il prestigioso riconoscimento, mentre Walter Huston, padre di John, vinse come miglior attore non protagonista. Nello stesso periodo Bogart fondò una propria casa di produzione, che chiamò ''Santana Productions'' dal nome del suo yacht, con la quale girò quattro film che, per una serie di circostanze, non daranno le soddisfazioni artistiche e commerciali sperate. Dopo ''La città è salva'' (1951), l'attore chiuse il contratto con la Warner, e fu ancora John Huston a offrirgli un altro ruolo, quello del proprietario di un malandato battello che si lascia convincere da una zitella puritana (Katharine Hepburn) a percorrere le acque di un fiume dell'Africa per andare all'attacco di una nave da guerra tedesca. Il film, il primo a colori per Bogart, prese lo stesso nome del battello, ''La regina d'Africa''. La lavorazione fu lunga e travagliata: le riprese nel caldo umido e soffocante della Repubblica Democratica del Congo furono costellate di incidenti. Attacchi di dissenteria crearono seri problemi a tutti i componenti della troupe, salvo Huston e Bogart («merito dell'alcool», come ironicamente avranno poi modo di affermare), il battello affondò e ci vollero tre giorni per riportarlo a galla, alcune incomprensioni con la gente del luogo ritardarono la lavorazione e l'intero accampamento della troupe fu invaso dalle formiche. Nonostante tutto ciò il risultato fu un sorprendente miscuglio di eroismo bellico e di pungente ironia, e si fondò per intero sull'esperta recitazione dei due protagonisti. Il film fu un trionfo commerciale e consentì a Bogart di vincere l'ambito Oscar, sconfiggendo la rivelazione Marlon Brando, grande favorito con ''Un tram che si chiama Desiderio''. === Gli ultimi anni === Humphrey Bogart e Lauren Bacall ripresi sulla ''Piazzetta'' di Portofino, nel 1954, nel periodo in cui venivano girate nella riviera ligure le scene de ''La contessa scalza'' Dopo ''La regina d'Africa'' nessuno mise più in discussione le capacità drammatiche di Bogart, che d'ora in poi poté permettersi di scegliere personalmente i copioni. Alcune delle sue preferenze tuttavia caddero su progetti più modesti, come ''Essi vivranno!'' (1952), sulla guerra di Corea, la commedia ''Non siamo angeli'' (1955), ''La mano sinistra di Dio'' (1955) e ''Il tesoro dell'Africa'', girato in Italia con un cast comprendente anche Gina Lollobrigida. Anche il ruolo di Larry Larrabee in ''Sabrina'', per il quale fu scritturato in extremis dopo il ''forfait'' di Cary Grant, non fu molto congeniale a Bogart, nonostante le modifiche apportate allo script. Loculo di Humphrey Bogart Gli scontri non solo verbali con il regista Billy Wilder e con il co-protagonista William Holden, e le affermazioni poco diplomatiche di Bogart sulle qualità femminili e artistiche di Audrey Hepburn animarono la lavorazione del film, che ebbe comunque successo. Indovinata fu invece la parte del capitano Queeg in ''L'ammutinamento del Caine'', un film che gli fece ottenere la terza candidatura all'Oscar grazie all'interpretazione del nevrotico comandante di una nave che deve fronteggiare la ribellione del suo equipaggio. Con ''Ore disperate'' (1955), Bogart tornò per la prima volta dopo molti anni a interpretare la figura di un gangster, uno spietato criminale che, evaso dalla prigione assieme ad alcuni complici, tiene in ostaggio una tranquilla famigliola con un bambino. Mentre girava ''Il colosso d'argilla'' nel 1955, Bogart iniziò ad accusare una disfonia che gli rendeva difficile la pronuncia delle battute. Fu il primo sintomo di quello che all'inizio sembrò essere un piccolo restringimento dell'esofago, ma che in realtà era un carcinoma dell'esofago. Qualche mese più tardi, nel disperato tentativo di bloccarne la diffusione ai tessuti vicini, l'attore venne sottoposto a un intervento chirurgico altamente debilitante, della durata di nove ore, che mise in serio pericolo la sua vita. Per circa un anno cercò di combattere la malattia credendo di farcela, ma, alle 2:25 del mattino del 14 gennaio 1957, Humphrey Bogart morì nella sua casa di Holmby Hills, nel distretto di Westwood, a Los Angeles. La mattina dello stesso giorno il corpo venne portato al Forest Lawn Memorial Park, dove fu cremato.. La cerimonia funebre si tenne la mattina del 17 alla All Saints' Episcopal Church (Chiesa Episcopale di Tutti i Santi) di Los Angeles; al posto della bara vi era un modellino del suo yacht Santana. Vi parteciparono decine e decine di colleghi e maestranze degli studi, e John Huston pronunciò un memorabile discorso in suo onore. Le ceneri, contrariamente alle sue volontà (le avrebbe volute disperse nell'Oceano Pacifico dal suo yacht, ma all'epoca era una pratica illegale), vennero tumulate in una celletta dello stesso Forest Lawn Memorial Park. Francobollo USA dedicato a Humphrey Bogart Humphrey Bogart incarna uno dei più grandi miti di Hollywood. Le televisioni continuano a riproporre i suoi film, la Rai gli ha dedicato nell'estate del 1975, in prima serata, una delle più vaste e complete retrospettive mai trasmesse, restaurando alcune pellicole, ridoppiandone altre (la tradizionale voce di Bruno Persa e quella dei doppiaggi made in USA venne rimpiazzata da quella di Paolo Ferrari), proponendo addirittura alcuni inediti, e anche le nuove generazioni si appassionano alla sua figura. Il via a questa celebrazione sembrerebbe averlo dato Woody Allen con il suo famoso ''Provaci ancora, Sam'', ma in realtà il culto ha avuto inizio molto prima, forse quando lo stesso Bogart era ancora in vita, forse da ''Casablanca'' in poi. Il suo successo con le donne, il suo fisico non eccezionale in cui chiunque poteva identificarsi, il comune denominatore dei suoi personaggi, tutti nel bene e nel male accomunati da un senso di lealtà, di generosità e di eroismo, hanno fatto con il tempo di Humphrey Bogart un personaggio carismatico al di là delle indubbie qualità di recitazione. Anche al di fuori degli schemi correnti, lo scienziato e il gangster, il capitano e la spia incarnavano una nobiltà d'animo che è in fondo il corrispondente moderno dell'ideale romantico. Humphrey Bogart era un eccellente scacchista. Durante i primi anni trenta, prima di iniziare la carriera di attore, giocava a scacchi per soldi nei parchi di New York e a Coney Island. Nel film ''Casablanca'', si vede una scacchiera con una posizione tratta da una sua partita per corrispondenza (l'immagine è però non ben definita). Ottenne una patta in una simultanea data da Samuel Reshevsky e giocò anche con George Koltanowski, all'epoca detentore del primato mondiale di simultanee alla cieca. Era un arbitro della United States Chess Federation e frequentava spesso l'''Hollywood Chess Club''. Nel 1945 lui e la moglie Lauren Bacall apparvero sulla copertina della rivista ''Chess Review''. Il sito web chessgames.com riporta quattro sue partite. === Cinema === * ''The Dancing Town'', regia di Edmund Lawrence – cortometraggio (1928) * ''Broadway's Like That'', regia di Arthur Hurley – cortometraggio (1930) * ''Up the River'', regia di John Ford (1930) * ''Il gallo della checca'' (''A Devil with Women''), regia di Irving Cummings (1930) * ''Anima e corpo'' (''Body and Soul''), regia di Alfred Santell (1931) * ''The Bad Sister'', regia di Hobart Henley (1931) * ''A Holy Terror'', regia di Irving Cummings (1931) * ''Love Affair'', regia di Thornton Freeland (1932) * ''Big City Blues'', regia di Mervyn LeRoy (1932) - non accreditato * ''Three on a Match'', regia di Mervyn LeRoy (1932) * ''La sedia elettrica'' (''Midnight''), regia di Chester Erskine (1934) * ''Two Against the World'', regia di William C. McGann (1936) * ''La foresta pietrificata'' (''The Petrified Forest''), regia di Archie Mayo (1936) * ''Le belve della città'' (''Bullets or Ballots''), regia di William Keighley (1936) * ''Ali sulla Cina'' (''China Clipper''), regia di Ray Enright (1936) * ''L'isola della furia'' (''Isle of Fury''), regia di Frank McDonald (1936) * ''Legione nera'' (''Black Legion''), regia di Archie Mayo (1937) * ''The Great O'Malley'', regia di William Dieterle (1937) * ''Le 5 schiave'' (''Marked Woman''), regia di Lloyd Bacon (1937) * ''San Quentin'', regia di Lloyd Bacon (1937) * ''L'uomo di bronzo'' (''Kid Galahad''), regia di Michael Curtiz (1937) * ''Strada sbarrata'' (''Dead End''), regia di William Wyler (1937) * ''Ed ora... sposiamoci!'' (''Stand-In''), regia di Tay Garnett (1937) * ''Swing Your Lady'', regia di Ray Enright (1938) * ''Crime School'', regia di Lewis Seiler (1938) * ''Men Are Such Fools'', regia di Busby Berkeley (1938) * ''Racket Busters'', regia di Lloyd Bacon (1938) * ''Il sapore del delitto'' (''The Amazing Dr. Clitterhouse''), regia di Anatole Litvak (1938) * ''Gli angeli con la faccia sporca'' (''Angels with Dirty Faces''), regia di Michael Curtiz (1938) * ''Swingtime in the Movies'', regia di Crane Wilbur - cortometraggio (1938) * ''King of The Underworld'', regia di Lewis Seiler (1939) * ''Il terrore dell'Ovest'' (''The Oklahoma Kid''), regia di Lloyd Bacon (1939) * ''La bolgia dei vivi'' (''You Can't Get Away With Murder''), regia di Lewis Seiler (1939) * ''Tramonto'' (''Dark Victory''), regia di Edmund Goulding (1939) * ''I ruggenti anni venti'' (''The Roaring Twenties''), regia di Raoul Walsh (1939) * ''Il ritorno del dottor X'' (''The Return Of Dr. X''), regia di Vincent Sherman (1939) * ''Strisce invisibili'' (''Invisible Stripes''), regia di Lloyd Bacon (1939) * ''Carovana d'eroi'' (''Virginia City''), regia di Michael Curtiz (1940) * ''It All Came True'', regia di Lewis Seiler (1940) * ''Il vendicatore'' (''Brother Orchid''), regia di Lloyd Bacon (1940) * ''Strada maestra'' (''They Drive by Night''), regia di Raoul Walsh (1940) * ''Una pallottola per Roy'' (''High Sierra''), regia di Raoul Walsh (1941) * ''Il circo insanguinato'' (''The Wagons Roll At Night''), regia di Ray Enright (1941) * ''Il mistero del falco'' (''The Maltese Falcon''), regia di John Huston (1941) * ''Sesta colonna'' (''All through the Night''), regia di Vincent Sherman (1942) * ''Il terrore di Chicago'' (''The Big Shot''), regia di Lewis Seiler (1942) * ''Agguato ai tropici'' (''Across the Pacific''), regia di John Huston (1942) * ''Casablanca'', regia di Michael Curtiz (1942) * ''Convoglio verso l'ignoto'' (''Action in the North Atlantic''), regia di Lloyd Bacon (1943) * ''Sahara'', regia di Zoltán Korda (1943) * ''Sotto le stelle di Hollywood'' (''Thank Your Lucky Stars''), regia di David Butler (1943) * ''Il giuramento dei forzati'' (''Passage to Marseille''), regia di Michael Curtiz (1944) * ''Acque del sud'' (''To Have and Have Not''), regia di Howard Hawks (1944) * ''Nebbie'' (''Conflict''), regia di Curtis Bernhardt (1945) * ''Hollywood Victory Caravan'', regia di William D. Russell - cortometraggio (1945) * ''Two Guys from Milwaukee'', regia di David Butler (1946) - cameo non accreditato * ''Il grande sonno'' (''The Big Sleep''), regia di Howard Hawks (1946) * ''Preferisco mio marito'' (''Never Say Goodbye''), regia di James V. Kern (1946) - voce; non accreditato * ''Solo chi cade può risorgere'' (''Dead Reckoning''), regia di John Cromwell (1946) * ''La seconda signora Carroll'' (''The Two Mrs. Carrols''), regia di Peter Godfrey (1947) * ''La fuga'' (''Dark Passage''), regia di Delmer Daves (1947) * ''Always Together'', regia di Frederick De Cordova (1947) - cameo non accreditato * ''Il tesoro della Sierra Madre'' (''The Treasure of the Sierra Madre''), regia di John Huston (1948) * ''L'isola di corallo'' (''Key Largo''), regia di John Huston (1948) * ''I bassifondi di San Francisco'' (''Knock On Any Door''), regia di Nicholas Ray (1949) * ''Tokyo Joe'', regia di Stuart Heisler (1949) * ''Assalto al cielo'' (''Chain Lightning''), regia di Stuart Heisler (1950) * ''Il diritto di uccidere'' (''In a Lonely Place''), regia di Nicholas Ray (1950) * ''La città è salva'' (''The Enforcer''), regia di Raoul Walsh (1951) * ''Damasco '25'' (''Sirocco''), regia di Curtis Bernhardt (1951) * ''La regina d'Africa'' (''The African Queen''), regia di John Huston (1951) * ''L'ultima minaccia'' (''Deadline USA''), regia di Richard Brooks (1952) * ''Essi vivranno!'' (''Battle Circus''), regia di Richard Brooks (1952) * ''Il tesoro dell'Africa'' (''Beat the Devil''), regia di John Huston (1953) * ''L'ammutinamento del Caine'' (''The Caine Mutiny''), regia di Edward Dmytryk (1954) * ''Sabrina'', regia di Billy Wilder (1954) * ''L'idolo'' (''The Love Lottery''), regia di Charles Crichton (1954) - cameo non accreditato * ''La contessa scalza'' (''The Barefoot Contessa''), regia di Joseph L. Mankiewicz (1954) * ''Non siamo angeli'' (''We're No Angels''), regia di Michael Curtiz (1955) * ''La mano sinistra di Dio'' (''The Left Hand of God''), regia di Edward Dmytryk (1955) * ''Ore disperate'' (''The Desperate Hours''), regia di William Wyler (1955) * ''Il colosso d'argilla'' (''The Harder They Fall''), regia di Mark Robson (1956) === Televisione === * ''The Jack Benny Program'' - programma TV, episodio 4x03 (1953) * ''Producers' Showcase'' - programma TV, episodio 1x10 (''La foresta pietrificata'') (1955) Oscar 1952. Da sinistra Bette Davis, George Sanders, Karl Malden e Greer Garson e Bogart Stella di Humphrey Bogart sulla Hollywood Walk of Fame * '''Premio Oscar''' ** 1944 - Candidatura al miglior attore protagonista per ''Casablanca'' ** '''1952 - Miglior attore protagonista''' per ''La regina d'Africa'' ** 1955 - Candidatura al miglior attore protagonista per ''L'ammutinamento del Caine'' * '''BAFTA Award''' ** 1953 - Candidatura al BAFTA al miglior attore straniero per ''La regina d'Africa'' * '''New York Film Critics Circle Awards''' ** 1942 - Candidatura al miglior attore protagonista per ''Casablanca'' e ''Agguato ai tropici'' ** 1955 - Candidatura al miglior attore protagonista per ''L'ammutinamento dei Caine'' * '''National Board of Review''' ** '''1937 - National Board of Review Award al miglior attore''' per ''Legione nera'' ** '''1937 - National Board of Review Award al miglior attore''' per ''Una pallottola per Roy'' e ''Il mistero del falco'' ** '''1944 - National Board of Review Award al miglior attore''' per ''Acque del sud'' * '''Faro Island Film Festival''' ** 1948 - Candidatura al Golden Train Award per il miglior attore per ''Il tesoro della Sierra Madre'' ** 1948 - Candidatura all'Audience Award per il miglior attore per ''Il tesoro della Sierra Madre'' Nelle versioni in italiano dei suoi film Humphrey Bogart è stato doppiato da: * Bruno Persa ne ''La sedia elettrica'', ''Le 5 schiave'', ''L'uomo di bronzo'', ''Il sapore del delitto'', ''Angeli con la faccia sporca'', ''Il terrore dell'Ovest'', ''La bolgia dei vivi'', ''Il ritorno del dottor X'', ''Strisce invisibili'', ''Il vendicatore'', ''Una pallottola per Roy'', ''Il circo insanguinato'', ''Sesta colonna'', ''Il terrore di Chicago'', ''Casablanca'', ''Sotto le stelle di Hollywood'', ''Sahara'', ''Il giuramento dei forzati'', ''Acque del sud'', ''Nebbie'', ''Il grande sonno'', ''La seconda signora Carroll'', ''La fuga'', ''Il tesoro della Sierra Madre'', ''L'isola di corallo'', ''Assalto al cielo'', ''La città è salva'', ''Essi vivranno!'' * Emilio Cigoli in ''Solo chi cade può risorgere'', ''I bassifondi di San Francisco'', ''Tokyo Joe'', ''Il diritto di uccidere'', ''Damasco '25'', ''L'ultima minaccia'', ''Il tesoro dell'Africa'', ''L'ammutinamento del Caine'', ''Sabrina'', ''La contessa scalza'', ''Non siamo angeli'', ''La mano sinistra di Dio'', ''Ore disperate'', ''Il colosso d'argilla'' * Paolo Ferrari nei ridoppiaggi de ''Il sapore del delitto'', ''Angeli con la faccia sporca'', ''Il mistero del falco'', ''Agguato ai tropici'', ''Convoglio verso l'ignoto'', ''Il giuramento dei forzati'', ''Acque del sud'' (ridoppiaggio 1975), ''Il grande sonno'', ''I bassifondi di San Francisco'' * Renato Cialente in ''La foresta pietrificata'', ''Ali sulla Cina'', ''L'isola della furia'' * Piero Leri nei ridoppiaggi de ''La foresta pietrificata'' e ''L'uomo di bronzo'' * Cesare Polacco in ''Le belve della città'' * Gualtiero De Angelis ne ''La regina d'Africa'' * Otello Toso in ''Strada sbarrata'' * Gero Zambuto in ''Ed ora... sposiamoci!'' * Pino Locchi ne ''I ruggenti anni venti'' * Dario Penne in ''Legione nera'' * Romano Malaspina in ''Acque del sud'' (ridoppiaggio 2000) * Fabrizio Pucci in ''Tramonto'' (ridoppiaggio) Le prime edizioni italiane di ''Tramonto'', ''Carovana d'eroi'', ''Strada maestra'', ''Il mistero del falco'', ''Agguato ai Tropici'' e ''Convoglio verso l'ignoto'' sono stati eseguiti direttamente negli Stati Uniti da attori italo-americani.
Hockey
Il termine '''hockey''' fa riferimento a un tipo di sport nei quali due squadre competono cercando di spingere un disco o una palla nella porta avversaria, usando un bastone.
Le forme principali del gioco sono: *Hockey su prato, giocato sull'erba (anche su erba sintetica) con una palla. Disciplina inserita nei Giochi olimpici estivi. *Hockey su ghiaccio, giocato sul ghiaccio con un piccolo disco di gomma. Disciplina inserita nei Giochi olimpici invernali. *Hockey su pista (detto anche Hockey a rotelle), giocato al coperto con una palla. *Hockey in linea, giocato su un campo con lo stilmat o cemento verniciato con un piccolo disco di gomma. *Hockey in carrozzina, giocato in ambiente indoor su un campo col parquet con una pallina di plastica bucherellata. L'hockey su prato e l'hockey su ghiaccio si sono sviluppati indipendentemente da una forma ancestrale del gioco. La specialità di gioco individuata semplicemente come "hockey" dipende da quale disciplina sia più popolare in ciascun paese. L'origine del termine hockey è incerta, così come sono incerti il luogo e la data di nascita di questi sport. I bastoni da hockey su prato sono più piccoli di quelli da hockey su ghiaccio, ma la forma è simile. I bastoni da hockey su pista hanno una forma a "L" arrotondata e dimensioni simili a quelli da hockey su prato. Esistono anche una serie di giochi che derivano da questi: * Bandy: giocato su ghiaccio con una palla, su un campo delle dimensioni di quello da calcio, tipicamente all'aperto. * Unihockey o Floorball: viene giocato nei palazzetti dello sport. * Street hockey: giocato all'aperto, su una superficie di asfalto, con o senza pattini. * Hockey subacqueo: giocato sul fondo di una piscina. * Sledge hockey: specialità paralimpica giocata sul ghiaccio, muovendosi su slitte. * Indoor hockey: giocato su un campo di pallamano (parquet o linoleum) con sponde laterali in legno da due squadre di 6 giocatori. * Broomball: giocato su un campo ghiacciato, ma senza pattini e con un attrezzo simile a una scopa. File:Sandvikens AIK vs Västerås SK 2015-03-14 10.jpg|Bandy svedese File:Breaksituation beim Inline-Skaterhockey.jpg|Hockey in-line File:OctopushTwoPlayers28092009.JPG|Hockey subacqueo File:Stig Tore Svee og Helge Bjørnstad, VM 2009, Ostrava.JPG|Sledge hockey File:Pattinatori sul Lago di Ghirla - Ghas-Sem.jpg|Giocatori di hockey su ghiaccio sulla superficie di un lago ghiacciato (Lago di Ghirla - Varese) L'origine del termine "hockey" è incerta, così come sono incerti il luogo e la data di nascita dell'hockey su prato e dell'hockey su ghiaccio. Gli Statuti della città irlandese di Galway del 1527 proibivano la pratica di un gioco dal nome simile ("hockie"), ma si trattava di una versione antica dello sport chiamato in seguito hurling o hurley. Fu solo nel 1838 che il termine hockey venne utilizzato con il significato attuale; infatti il ''William Holloway's General Dictionary of Provincialisms'', pubblicato in quell'anno, riportava la parola "hawkey" (la pronuncia è identica) come tipica del West Sussex. Riguardo all'etimologia di questo termine esistono diverse ipotesi: * Deriva dall'antico germanico '''hok''' (oppure '''hak'''), il cui significato è "pezzo di metallo o legno ricurvo"; da questo termine deriva "hook", che significa "gancio" nell'inglese moderno. * Deriva dall'antico francese '''hoquet''', che significa "bastone di legno ricurvo" o "bastone del pastore"; con hoquet si indicava anche un primordiale gioco su prato con bastoni tipico della Francia. * Deriva da '''hoo-gee''', che nella lingua dei Nativi Americani presenti in Canada significa "che male!" * Nella tradizione popolare canadese, spesso vengono raccontate le vicende di un certo '''Colonnello Hockey''', il quale a metà del XIX secolo avrebbe ideato un passatempo per i suoi soldati: il gioco di Hockey ben presto sarebbe diventato semplicemente hockey. * Nel medio olandese (la lingua parlata nei Paesi Bassi dall'XI al XVI secolo) esisteva la parola '''hokkie''', traducibile come "baracca" o "cuccia per cani", che veniva usata nei giochi popolari per indicare la porta dove fare gol; alcuni di questi giochi erano praticati su ghiaccio. Tuttavia, soltanto le prime due ipotesi hanno un fondamento storico, mentre le altre sono piuttosto fantasiose.
Hobby
''I giocatori di carte'', di Cézanne, 1892-1895, Courtauld Gallery, Londra La parola '''hobby''' indica un'attività praticata nel tempo libero per piacere, interesse e divertimento. Come lo stesso concetto di tempo libero, si è affermato con l'avvento della società industriale, che distingueva il tempo lavorativo da quello disponibile per altre attività.
L'etimologia del termine inteso come passatempo non è certa. Nel XIII secolo, il termine "hobyn" significava "piccolo cavallo", o pony. Il termine "hobbyhorse" è stato documentato in un documento del 1557. L'oggetto, originariamente chiamato "Tourney Horse", era costituito da un corpo in legno con testa e coda artificiali, creato per mimare un vero cavallo in cerimonie religiose o civili. Nel 1816 il termine derivato "hobby" venne introdotto nei dizionari. Gli hobby erano originariamente descritti come attività in qualche modo infantili o banali. Tuttavia, già nel 1676 Sir Matthew Hale, in ''Contemplations Moral and Divine'', scrisse "Quasi ogni persona ha un cavallo per hobby o altro in cui si vanta". Stava riconoscendo che un "cavallo per hobby" produce un senso legittimo di orgoglio. Con la rivoluzione industriale vi fu un fiorire di hobby, poiché i lavoratori avevano orari di lavoro più regolari e maggiore tempo libero. Essi trascorrevano più tempo a perseguire interessi che portavano loro soddisfazione. Tuttavia, c'era il timore che questi lavoratori non potessero usare il loro tempo libero per attività meritevoli. "La speranza di allontanare le persone dalle cattive abitudini mediante l'offerta di contro-attrazioni è emersa negli anni '30 del XIX secolo e da allora è raramente svanita. Inizialmente le cattive abitudini erano percepite come di natura sensuale e fisica, e le contro-attrazioni , o forse alternative più accurate, attività in cui razionalità e intelletto erano deliberatamente coltivati". Il fiorente commercio di libri e riviste di quel periodo incoraggiava hobby e attività meritevoli. Il fiorente commercio manifatturiero rendeva a buon mercato i materiali usati negli hobby e rispondeva ai mutevoli interessi degli hobbisti. Gli inglesi sono stati identificati come hobbisti entusiasti, come ha osservato George Orwell. "Un'altra caratteristica inglese che è talmente una parte di noi che quasi non ce ne accorgiamo ... è la dipendenza da hobby e occupazioni di tempo libero, parte della riservatezza della vita inglese. Siamo una nazione di amanti dei fiori, ma anche un nazione di collezionisti di francobolli, cacciatori di piccioni, carpentieri dilettanti, tagliandi, giocatori di freccette, fan dei cruciverba. Tutta la cultura che è più autenticamente nativa ruota attorno a cose che anche quando sono in comune non sono ufficiali: il pub, la partita di calcio, il giardino sul retro, il caminetto e la "bella tazza di tè". Decidere cosa includere in un elenco di hobby provoca dibattito perché è difficile decidere quali piacevoli passatempo possono anche essere descritti come hobby. Nel corso del XX secolo il termine hobby ha suggerito attività come raccolta di francobolli, ricamo, maglieria, pittura, lavorazione del legno e fotografia. In genere la descrizione non includeva attività come ascoltare musica, guardare la televisione o leggere. Queste ultime attività portano piacere, ma mancano del senso di realizzazione solitamente associato a un hobby. Di solito non sono attività strutturate e organizzate, come la maggior parte degli hobby. Il piacere di un hobby è di solito associato alla creazione di qualcosa di valore o al raggiungimento di qualcosa di valore. "Tale svago è socialmente valorizzato proprio perché produce sentimenti di soddisfazione per qualcosa che assomiglia molto al lavoro ma che è fatto per se stesso." "Gli hobby sono una contraddizione: prendono il lavoro e lo trasformano in svago; prenditi il tempo libero e trasformalo in lavoro. " Gli hobby cambiano nel tempo. Nel XXI secolo, l'industria dei videogiochi è un grande hobby che coinvolge milioni di bambini e adulti in varie forme di "gioco". La raccolta di francobolli è diminuita insieme all'importanza del sistema postale. La lavorazione del legno e della maglieria sono diminuite come hobby, perché i manufatti offrono alternative economiche per i prodotti fatti a mano. Attraverso internet, una comunità online è diventata un hobby per molte persone; condividere consigli, informazioni e supporto e, in alcuni casi, consentire a un hobby tradizionale, come la raccolta, di prosperare e sostenere il commercio in un nuovo ambiente. Gli hobby sono un insieme diversificato di attività ed è difficile classificarli in modo logico. La seguente categorizzazione di hobby è stata sviluppata da Stebbins. ===Collezionismo=== Un album usato per collezionare francobolli. Il collezionismo comprende la ricerca, l'individuazione, l'acquisizione, l'organizzazione, la catalogazione, la visualizzazione e la memorizzazione. Collezionare è attraente per molte persone a causa del loro interesse per un determinato argomento e del desiderio di classificare e ottenere l'ordine dalla complessità. Alcuni collezionisti sono generalisti, accumulando oggetti da paesi del mondo. Altri si concentrano su un argomento specifico all'interno della loro area di interesse, come francobolli, etichette per bottiglie di latte, armi da fuoco, monete, o qualunque altro tipo di oggetto. Collezionare è un hobby antico, con l'elenco dei collezionisti di monete che comprende Cesare Augusto. A volte i collezionisti hanno trasformato il loro hobby in un business, diventando rivenditori commerciali che commerciano gli oggetti raccolti. Un'alternativa alla raccolta di oggetti fisici è la raccolta di registri di eventi di un tipo particolare. Gli esempi includono l'individuazione di treni, il birdwatching, l'individuazione di aeromobili, e qualsiasi altra forma di registrazione sistematica di un particolare fenomeno. Il modulo di registrazione può essere scritto, fotografico, online, ecc. ===Attività manuali=== Un esempio di modellismo ferroviario Questa categoria include il lavorare su progetti di qualunque tipo. Questi progetti possono essere compiti progressivi e irregolari svolti per un lungo periodo di tempo. Gli hobby manuali includono progetti di complessi, come la costruzione o il ripristino di un'auto o la costruzione di un computer dalle sue singole parti. Per gli appassionati di fai da te esperti di computer, la lavorazione tramite macchine a controllo numerico (CNC) può anche essere popolare. Una macchina CNC può essere assemblata e programmata per realizzare parti diverse da legno o metallo. Quello che accomuna questi hobby è il dilettarsi con il processo di fabbricazione, compresa la riparazioni di automobili e vari tipi di restauro: mobili, auto d'epoca, ecc. Fanno parte di questa categoria anche gli hobby domestici: riparare un muro, posare un pavimento, ecc. Altri esempi di hobby manuali includono modellismo, stampa 3D, bricolage, sartoria e cucina. ===Attività di partecipazione=== Le attività di partecipazione comprendono "attività non competitive e basate su regole". ===Attività all'aperto=== Giardinaggio Le attività all'aperto sono il gruppo di attività che si svolgono all'aperto. Questi hobby includono giardinaggio, escursionismo, ciclismo, canoa, arrampicata, speleologia, pesca, caccia, tiro al bersaglio, osservazione della fauna selvatica (come il birdwatching) e numerosi giochi e sport. ===Giochi e sport=== Gli sport possono essere praticati a un differente livello di impegno o di competitività, e quindi la pratica sportiva, svolta durante il tempo libero e senza un eccessivo impegno può essere categorizzata come hobby. Tra questi gli sport di squadra, gli sport acquatici e gli sport invernali. ===Hobby artistici=== Scrivere o modificare voci per 243x243px Alcuni hobby coinvolgono spettacoli dell'hobbista, come canto, recitazione, giocoleria, magia, danza, suono di strumenti musicali, arti marziali e altre arti dello spettacolo. Altri hobby che rientrano in questa categoria presuppongono invece la creazione di un prodotto finale artistico come la pittura, la scultura, la fotografia o la scrittura. Dal punto di vista della psicoanalisi infantile, Anna Freud sostiene che hobby e gioco hanno alcuni punti in comune: lo scopo ludico, finalità "sublimate" e "spostate", il modo di perseguire queste finalità incanalando energie pulsionali sia immodificate che "neutralizzate". Per Anna Freud, gli hobby sono utili allo sviluppo della personalità, compaiono all'inizio del periodo di latenza e possono variare molto contenuti e oggetti nel corso del tempo, in alcuni casi possono accompagnare l'individuo anche per tutta la vita.
Hyundai
La '''Hyundai''' è una multinazionale sudcoreana fondata nel 1947. In Europa è conosciuta essenzialmente per la produzione di automobili.
La '''Hyundai''' è una multinazionale della Corea del Sud, fondata da Chung Ju-yung. La prima società "Hyundai" fu fondata nel 1947 come impresa di costruzioni edili. Oggi è attiva nelle costruzioni navali, ferroviarie, automobilistiche, nell'elettronica, nella finanza, nella logistica, nei trasporti e nella grande distribuzione. Il gruppo Hyundai ha subito una massiccia ristrutturazione, in seguito alla crisi finanziaria dell'est asiatico del 1997 e alla morte del fondatore nel 2001. La Hyundai Motor Company è la società più conosciuta del gruppo, ed è, se considerato un gruppo unico con Kia Motors, il quarto produttore mondiale di automobili (ha superato Ford nel 2010). Costruisce autovetture utilitarie, berline, coupé e fuoristrada. Hyundai Motor Company aveva già interessi nell'allora gruppo rivale Kia Motors a partire dal 1986; ha poi acquisito nel 1998, a seguito della crisi delle Tigri Asiatiche, una quota di maggioranza relativa del gruppo Kia, andato in bancarotta l'anno precedente. Un'ex azienda del gruppo, la Hynix, è ai primi posti al mondo nel settore dei semiconduttori. Con il marchio Hyundai sono prodotti anche televisori, computer e lettori DVD.
Hassio
L'''hassio''' è l'elemento chimico della tavola periodica degli elementi, che ha come simbolo '''Hs''' e come numero atomico il 108. È un elemento sintetico, il cui isotopo più stabile è l'hassio-269, con una emivita di .
È stato sintetizzato per la prima volta nel 1984 da un gruppo di ricerca tedesco guidato da Peter Armbruster e Gottfried Münzenberg alla Gesellschaft für Schwerionenforschung di Darmstadt. Il nome hassio è stato proposto da loro e deriva dal nome latino (''Hassia'') dello stato tedesco dell'Assia, dove l'istituto è situato. === Arbitrato === Nel 1985, l'Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) e l'Unione internazionale di fisica pura e applicata (IUPAP) hanno formato il Transfermium Working Group (TWG) per valutare le scoperte e stabilire i nomi finali per gli elementi con numeri atomici maggiori di 100. Il team ha tenuto incontri con i delegati dei tre istituti concorrenti; nel 1990 stabilirono i criteri per il riconoscimento di un elemento e nel 1991 terminarono il lavoro di valutazione delle scoperte e si sciolsero. Questi risultati sono stati pubblicati nel 1993. Secondo il rapporto, i lavori del 1984 di JINR e GSI hanno stabilito simultaneamente e indipendentemente la sintesi dell'elemento n° 108. Dei due lavori del 1984, quello di GSI sarebbe stato sufficiente come scoperta di per sé. Il lavoro JINR, che ha preceduto quello del GSI, mostrava "molto probabilmente" la sintesi dell'elemento 108. Tuttavia, ciò fu determinato in retrospettiva dato il lavoro di Darmstadt; il lavoro JINR si è concentrato sull'identificazione chimica degli isotopi derivati dell'elemento 108 (che non poteva escludere la possibilità che questi isotopi figli avessero altri progenitori), mentre il lavoro del GSI ha chiaramente identificato il percorso di decadimento degli stessi. Il rapporto ha concluso che il merito principale dovrebbe essere assegnato a GSI. Nelle risposte scritte a questa sentenza, sia JINR che GSI hanno concordato con le sue conclusioni. Nella stessa risposta, GSI ha confermato che loro e il JINR sarebbero stati in grado di risolvere tutti i conflitti tra loro. Storicamente, un elemento appena scoperto prendeva il nome dal suo scopritore. Il primo regolamento arrivò nel 1947, quando la IUPAC decise di stilare un regolamento obbligatorio nel caso in cui ci stati conflitti sui nomi. Queste questioni dovevano essere risolte dalla Commissione della Nomenclatura Inorganica e dalla Commissione dei Pesi Atomici, che avrebbero valutato i nomi in caso di conflitto e ne avrebbero selezionato uno; la decisione si sarebbe basata su una serie di fattori, come l'utilizzo, e non sarebbe stato un indicatore della priorità del reclamo. Le due commissioni avrebbero raccomandato un nome al Consiglio IUPAC, che avrebbe assunto il ruolo di autorità finale. Gli scopritori avrebbero avuto il diritto di nominare un elemento, ma il loro nome sarebbe stato soggetto all'approvazione della IUPAC. La Commissione dei pesi atomici ha preso le distanze dalla denominazione degli elementi nella maggior parte dei casi. In base alla nomenclatura di Mendeleev per elementi anonimi e non scoperti, l'hassio era chiamato "eka-osmio", in quanto "il primo elemento sotto l'osmio nella tavola periodica" (dal sanscrito ''eka'' che significa "uno"). Nel 1979, la IUPAC pubblicò raccomandazioni in base alle quali l'elemento doveva essere chiamato "unniloctium" e assegnato il simbolo corrispondente di "Uno", un nome sistematico da usare come segnaposto fino a quando l'elemento non fosse stato scoperto e la scoperta poi confermata, con l'assegnazione di un nome definitivo. Sebbene queste raccomandazioni fossero ampiamente seguite nella comunità chimica, i fisici concorrenti nel campo le ignorarono. Lo chiamavano "elemento 108", con i simboli E108, (108) o 108, o usavano il nome proposto "hassio". Nel 1990, nel tentativo di sbloccare una situazione di stallo nello stabilire la priorità di scoperta e denominazione di diversi elementi, la IUPAC riaffermò nella sua nomenclatura chimica inorganica che dopo che fosse stata stabilita l'esistenza di un elemento, gli scopritori avrebbero potuto proporre un nome. La Commissione dei Pesi Atomici fu inoltre esclusa dal processo di denominazione. La prima pubblicazione dei criteri inerenti alla scoperta di un elemento, pubblicata nel 1991, specificava la necessità del riconoscimento da parte di TWG. Armbruster e i suoi colleghi, gli scopritori tedeschi ufficialmente riconosciuti, tennero una cerimonia di denominazione per gli elementi da 107 a 109, che erano stati tutti riconosciuti come scoperti dal GSI, il 7 settembre 1992. Per l'elemento 108, gli scienziati proposero il nome "hassio". Deriva dal nome latino "Hassia" dello stato tedesco dell'Assia in cui si trova l'istituto. Questo nome fu proposto alla IUPAC in una risposta scritta alla loro sentenza sulla priorità delle rivendicazioni di scoperta di elementi, firmata il 29 settembre 1992. Il processo di denominazione dell'elemento 108 faceva parte di un processo più ampio di denominazione di un numero di elementi a partire dall'elemento 101; tre team, JINR, GSI e LBL, rivendicarono la scoperta di diversi elementi e il diritto di nominarli. A volte, queste affermazioni si sono scontrate; poiché uno scopritore era considerato autorizzato a nominare un elemento, i conflitti sulla priorità di scoperta spesso si traducevano in conflitti sui nomi di questi nuovi elementi. Questi conflitti divennero noti come le Guerre dei transfermici. Suggerimenti diversi per nominare l'intero insieme di elementi dal 101 in poi e occasionalmente hanno assegnato nomi suggeriti da una squadra da utilizzare per elementi scoperti da un altro. Tuttavia, non tutti i suggerimenti sono stati accolti con uguale approvazione; le squadre hanno apertamente protestato in diverse occasioni. Nel 1994, la Commissione IUPAC sulla nomenclatura della chimica inorganica raccomandò che l'elemento 108 fosse chiamato "hahnio" (Hn) in onore del fisico tedesco Otto Hahn, quindi gli elementi nominati dopo Hahn e Lise Meitner (si raccomandava che l'elemento 109 fosse chiamato "meitnerio", seguendo il suggerimento di GSI ) sarebbero l'uno accanto all'altro, in onore della loro scoperta congiunta della fissione nucleare; La IUPAC ritenne fumoso il suggerimento tedesco. GSI ha protestato, dicendo che questa proposta contraddiceva la convenzione di vecchia data di dare allo scopritore il diritto di suggerire un nome; l'American Chemical Society ha sostenuto GSI. Il nome "hahnium", sebbene con il diverso simbolo Ha, era già stato proposto e utilizzato dagli scienziati americani per l'elemento 105, per il quale ebbero una disputa per la scoperta con JINR; protestarono così contro il confuso rimescolamento dei nomi. A seguito del tumulto, la IUPAC ha formato un comitato ad hoc di rappresentanti delle organizzazioni aderenti nazionali dei tre paesi che ospitano le istituzioni concorrenti; hanno prodotto una nuova serie di nomi nel 1995. L'elemento 108 è stato nuovamente chiamato hahnium; anche questa proposta è stata ritirata. Il compromesso finale è stato raggiunto nel 1996 e pubblicato nel 1997; l'elemento 108 è stato chiamato hassium (Hs). Allo stesso tempo, il nome dubnium (Db; da Dubna, località dove si trovava il JINR) è stato assegnato all'elemento 105 e il nome hahnio non è stato utilizzato per nessun elemento. La giustificazione ufficiale per questa denominazione, insieme a quella di "darmstadtio" per l'elemento 110, era che avrebbe completato una serie di nomi geografici per l'ubicazione del GSI; questo set era stato avviato con nomi del XIX secolo "europio" e "germanio". Questo set servirebbe come risposta alla precedente denominazione di "americio", "californio" e "berkelio" per elementi scoperti a Berkeley. Armbruster ha commentato questo, "questa cattiva tradizione è stata stabilita da Berkeley. Volevamo farlo per l'Europa". Più tardi, quando ha commentato la denominazione dell'elemento 112, Armbruster ha detto: "Ho fatto di tutto per assicurarci di non continuare in futuro con città e scienziati tedeschi ".
Houston
'''Houston''' è una città degli Stati Uniti d'America e capoluogo della contea di Harris nello Stato del Texas. Una piccola parte della città si estende nelle contee di Fort Bend e Montgomery. La popolazione era di 2.325.502 secondo i dati del 2018, il che la rende la città più popolosa dello stato e la quarta città più popolosa della nazione. È la principale città dell'area metropolitana nota come Greater Houston. Houston venne fondata il 28 agosto 1836, vicino alle sponde del Buffalo Bayou e incorporata come città il 5 giugno 1837. La città prende il nome dall'ex generale e politico statunitense Sam Houston. Houston è famosa nel mondo per la sua industria energetica , e aeronautica, nonché per il suo porto, uno dei più affollati degli Stati Uniti. Molti residenti si sono trasferiti qui da altri stati americani, o da altri paesi del mondo, per motivi di affari. Houston è sede di numerose università. La più importante è l'Università di Houston, la prima università del Texas per la ricerca; importante è anche l'Università Rice, una università privata che vanta uno dei più alti finanziamenti al mondo. Ci sono inoltre l'Università di Saint Thomas, la Houston Baptist University, l'Università di Houston-Clear Lake, l'Università di Houston-Downtown, e la Texas Southern University. Houston è soprannominata ''Space City'': infatti qui ha sede la NASA e proprio "Houston" fu la prima parola pronunciata dall'astronauta Neil Armstrong appena il LEM fu posato sulla superficie lunare. Un altro soprannome è ''Bayou City'', per la fitta rete di piccoli corsi d'acqua che l'attraversano. Da Houston verso levante si estende la regione ''Cajun'' che include il vicino Stato della Louisiana. Nel 2005 la rivista ''Men's Fitness'' ha definito la città come simbolo dell'obesità negli Stati Uniti, poiché dalle statistiche risulta che il 23% dei residenti è clinicamente obeso. Houston ha anche il doppio dei negozi di frittelle dolci rispetto alla media degli Stati Uniti. La città texana vanta una tra le più folte comunità vietnamite negli Stati Uniti.
Houston si trova ad est di Austin, ad ovest dal confine con la Louisiana, e a sud di Dallas. Secondo lo United States Census Bureau, ha un'area totale di 656,3 miglia quadrate (1 700 km²), di cui 634 miglia quadrate (1 642 km²) di terra e 22,3 miglia quadrate (58 km²) di acqua. L'ecoregione di Piney Woods si trova a nord di Houston. Nella città sono presenti soprattutto praterie temperate e foreste. Gran parte della città è stata costruita su terreni boschivi, paludi e praterie. La planarità del terreno locale, quando è combinato all'espansione urbana, ha reso le inondazioni un problema ricorrente per la città. La downtown si trova a circa 50 piedi (15 m) sopra il livello del mare. La città ha in passato fatto uso di acque sotterranee, ma a causa del cedimento del terreno gli abitanti sono stati costretti a utilizzare solo l'acqua presente sul livello del suolo, come il Lake Houston, Lake Conroe, e il Lake Livingston. Houston possiede quattro grandi paludi che attraversano la città. Buffalo Bayou attraversa il centro e lo Houston Ship Channel; ha tre affluenti: White Oak Bayou; Brays Bayou, che attraversa lungo il Texas Medical Center; e Sims Bayou, che attraversa la parte meridionale di Houston e il centro della città. Il Houston Ship Channel scorre oltre Galveston e immette nel Golfo del Messico. Houston è una zona paludosa, soggetta a inondazioni. Nella città sono presenti da 150 a 300 faglie attive, che hanno una lunghezza complessiva fino alle 310 miglia (500 km). === Clima === Il clima di Houston è classificato come subtropicale umido (''Cfa'' nella Classificazione dei climi di Köppen), tipico del Profondo Sud. Anche se non si trova nella regione del Tornado Alley, come gran parte del resto del Texas. Nelle mattine estive è presente un'umidità relativa media del 90%. Le brezze marine sono presenti soprattutto nella parte sud-orientale, vicino al Golfo. Per far fronte alla forte umidità e calore, le persone utilizzano l'aria condizionata in quasi ogni veicolo e costruzione. Nel 1980 Houston è stata descritta come "il luogo con più aria condizionata sulla terra". Ufficialmente la temperatura più calda mai registrata è stata di 43 °C, raggiunta sia il 4 settembre 2000 sia il 28 agosto 2011. Houston ha livelli di ozono eccessivi ed è regolarmente classificata tra le città più inquinate da ozono negli Stati Uniti. Nell'agosto 1836 due imprenditori immobiliari newyorkesi, Augustus Chapman Allen e John Kirby Allen, acquistarono 6.642 acri (26,88 km²) di terra lungo la Buffalo Bayou con l'intenzione di fondare una città. ''Houston'' è la denominazione che i fratelli Allen decisero di dare alla città in onore di Sam Houston. Prima della guerra civile erano molti gli schiavi che vivevano nella città. Alcuni di loro lavoravano nelle piantagioni di zucchero e cotone, mentre la maggior parte ricoprivano ruoli domestici e artigianali. Houston è stata incorporata come città il 5 giugno 1837, con James S. Holman come primo sindaco. Nello stesso anno, Houston è diventata il capoluogo della contea di Harrisburg (ora contea di Harris) e la provvisoria capitale della Repubblica del Texas. Nel 1840 è stata istituita una camera di commercio, in parte per promuovere il trasporto acqueo del porto appena creato a Buffalo Bayou. Nel 1860 Houston è diventata un importante centro commerciale e ferroviario per l'esportazione del cotone. Durante la guerra civile americana la città è stata utilizzata come quartier generale dal militare John Bankhead Magruder, che sfruttò Houston come punto di coordinazione per la Battaglia di Galveston. Nel 1890 Houston divenne il principale centro ferroviario del Texas. Nel 1900, dopo che Galveston è stata colpita da un devastante uragano, sono stati accelerati gli sforzi per costruire a Houston un porto. L'anno successivo, la scoperta del petrolio nel giacimento di Spindletop ha spinto lo sviluppo dell'industria petrolifera texana. Nel 1902 il presidente Theodore Roosevelt ha approvato un progetto di miglioramento dello ''Houston Ship Channel'' da 1 milione di dollari. Nel 1910 la popolazione della città ha raggiunto le 78.800 unità, quasi doppiando la popolazione del decennio precedente. Gli afroamericani formavano una grande comunità, formata da 23.929 persone, ossia quasi un terzo dei residenti. Il presidente Woodrow Wilson ha inaugurato il porto di Houston nel 1914, sette anni dopo l'inizio degli scavi. Nel 1930 Houston era diventata la città più popolosa del Texas e la contea di Harris era la contea più popolosa. Nel 1940 l'Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America ha riferito che la popolazione di Houston era composta per il 77,5% da bianchi e per il 22,4% da neri. Quando è scoppiata la seconda guerra mondiale le attività di spedizione attraverso il porto sono state sospese; tuttavia la guerra ha fornito anche dei benefici economici per la città: grazie alla crescente domanda di petrolio e di gomma sintetica, sono state costruite diverse raffinerie petrolchimiche e impianti di produzione. L'aeroporto ''Ellington Field'', inizialmente costruito durante la prima guerra mondiale, è stato rivitalizzato come centro di formazione avanzata per bombardieri e navigatori. La Brown Shipbuilding Company (con sede a Houston) è stata fondata nel 1942 per la costruzione di navi per la United States Navy durante la seconda guerra mondiale. Grazie al boom dei posti di lavoro nella difesa militare, migliaia di lavoratori (sia bianchi che neri) migrarono in città, nella speranza di assicurarsi i ruoli più prestigiosi. Il presidente Roosevelt aveva istituito una politica anti-discriminatoria verso gli appaltatori della difesa, e i neri guadagnarono diverse opportunità, soprattutto nella costruzione navale. Le reazioni non furono però positive: i bianchi fecero più volte resistenza e le tensioni sociali aumentarono radicalmente, scaturendone più volte violenze fisiche. I vantaggi economici portati dall'inclusione dei neri nelle industrie della difesa militare continuarono anche negli anni del dopoguerra. Nel 1945 la M.D. Anderson Foundation fondò il Texas Medical Center. Nel 1948 la città annetté diverse aree prive di personalità giuridica, raddoppiando le sue dimensioni originali. Nel 1950 la disponibilità di climatizzazione spinse molte aziende di trasferirsi a Houston, dove i salari erano inferiori rispetto al Nord; ciò determinò una espansione economica e un cambiamento radicale nell'economia della città, in direzione del settore energetico. L'aumento della produzione nel settore cantieristico durante la seconda guerra mondiale spinse la crescita di Houston anche in questo settore; un esempio potrebbe essere il Lyndon B. Johnson Space Center (noto inizialmente come ''Manned Spacecraft Center''), istituito nel 1961 dalla NASA. Esso fu lo stimolo per lo sviluppo del settore aerospaziale della città. Il Reliant Astrodome, soprannominato l'"ottava meraviglia del mondo", è stato aperto nel 1965 come primo stadio sportivo coperto a forma di cupola del mondo. Nel 1997 fu eletto come sindaco Lee P. Brown, il primo afro-americano a ricoprire tale ruolo. Nel giugno del 2001 la tempesta tropicale Allison fece precipitare fino a un metro di pioggia su Houston, causando la peggiore alluvione della storia della città. La tempesta ha causato danni per miliardi di dollari e la morte di 20 persone nell'intero stato del Texas. Durante le inondazioni del 2015 e 2016, diverse parti della città sono state coperte da svariati pollici di acqua. Nel 2017 Houston ha ospitato il Super Bowl LI, la terza edizione del Super Bowl ad essere organizzato nella città, dopo quelle del 1974 e 2004. === Evoluzione demografica === Secondo il censimento del 2010, c'erano 2.099.451 abitanti. Secondo gli ultimi dati disponibili del 2018, Houston ha una popolazione di 2.325.502 persone. === Etnie e minoranze straniere === Secondo il censimento del 2010, la composizione etnica della città era formata dal 50,51% di bianchi, il 23,74% di afroamericani, lo 0,71% di nativi americani, il 6,02% di asiatici, lo 0,05% di oceaniani, il 15,69% di altre etnie, e il 3,26% di due o più etnie. Ispanici o latinos di qualunque etnia erano il 43,81% della popolazione. === Religioni === Secondo uno studio del 2014 del Pew Research Center il 73% degli abitanti della città sono cristiani, il 50% protestanti e il 19% cattolici (a Houston si trova la concattedrale dell'arcidiocesi di Galveston-Houston), mentre il 20% si dichiara irreligioso. Lo stesso studio dice che le altre religioni (tra cui l'ebraismo, il buddismo, l'islam e l'induismo) sono professate dal 7% circa della popolazione. Situata nel sud degli Stati Uniti, Houston è una città molto diversificata, con una grande e crescente comunità multiculturale. L'area metropolitana è abitata da 1,1 milioni di abitanti (corrispondenti al 21,4%) che sono nati fuori degli Stati Uniti; quasi i due terzi di essi provengono dal Messico. Inoltre, più di un residente straniero su cinque proviene dal continente asiatico. A Houston sono presenti uffici consolari in rappresentanza di 86 paesi differenti. Il più grande e longevo evento annuale nella città è il Houston Livestock Show and Rodeo, la maggiore mostra di bestiame e competizione di rodeo del mondo; si tiene tra febbraio e marzo. Un'altra grande festa è il Houston Gay Pride Parade, che si tiene annualmente dal 1979 alla fine di giugno. Inoltre sono celebri il Houston Greek Festival, il Houston Art Car Parade, il Houston Auto Show, il Houston International Festival, e il Bayou City Art Festival, considerato uno dei primi cinque festival d'arte negli Stati Uniti. A Houston sono presenti, fra le altre, la Our Lady of Guadalupe School con annessa parrocchia, e lo Strake Jesuit College Preparatory, due delle scuole cattoliche più antiche della città. Nella città sono presenti più di 300 scuole private. È presente, nella Houston Museum District, la Logue House, sede della Rice University's Shepherd School of Music. Interno del Reliant Stadium, dove si svolge la gara di rodeo. Houston è famosa nel mondo per la sua industria energetica (in particolare petrolifera e del gas naturale), e aeronautica, ma anche per la sua ricerca biomedica. In crescita anche le fonti eoliche e solari. La città è il primo mercato per le esportazioni degli Stati Uniti, superando nel 2013 (secondo i dati diffusi dall'''U.S. Department of Commerce's International Trade Administration''") New York. Nel 2012, l'area di ''Houston–The Woodlands–Sugar Land'' ha registrato 110,3 miliardi di dollari in esportazioni di merci. Le principali tre destinazioni sono Messico, Brasile, Canada. Nel 2012 Houston è stata classificata al primo posto da Forbes per gli stipendi, mentre alla fine di maggio 2013 è stata identificata come la prima città negli Stati Uniti per la creazione di occupazione. A Houston ha sede A.D. Vision, una celebre azienda del settore dell'intrattenimento. Il principale gestore del trasporto pubblico locale è l'azienda Metropolitan Transit Authority of Harris County (METRO), che si occupa della gestione della rete automobilistica e dalla rete tranviaria METRORail, composta da tre linee per una lunghezza totale di 38,3 km con 37 stazioni. La città è servita anche dall'Aeroporto Intercontinentale di Houston-George Bush. Houston possiede il maggior numero di ciclisti nello stato del Texas, con oltre 160 miglia di piste ciclabili. Attualmente è in fase di completamento un progetto di espansione delle piste ciclabili. === Gemellaggi === * * * * * * * * * * * * * * * * * * * Houston ha rappresentative in tutte le leghe professionistiche statunitensi, tranne la National Hockey League: * Gli Houston Texans (NFL - football americano) giocano al ''NRG Stadium'' * Gli Houston Rockets (NBA - basket) giocano al ''Toyota Center'' * Gli Houston Astros (MLB - baseball) giocano al ''Minute Maid Park'' * Gli Houston Dynamo (MLS - campionato di calcio statunitense) Il Rice Stadium, presso l'Università Rice, fu sede dell'VIII Super Bowl, mentre il XXXVIII e LI sono stati disputati al NRG Stadium nel febbraio 2004 e 2017.
Ken il guerriero
è un manga scritto da Buronson e disegnato da Tetsuo Hara. È stato serializzato in Giappone sulla rivista ''Weekly Shōnen Jump'' dalla casa editrice Shūeisha in 245 capitoli pubblicati dal 1983 al 1988 e poi raccolti in 27 volumi ''tankōbon''. Ambientata su una Terra post-apocalittica dopo una guerra nucleare, la storia è incentrata su un guerriero di nome Kenshiro, il successore di un'antica arte marziale assassina chiamata Sacra Scuola di Hokuto, che gli dà la capacità di uccidere i suoi avversari colpendo i loro punti vitali segreti e provocandone la morte per esplosione interna. Kenshiro dedica la sua vita alla lotta contro i vari predoni, le bande armate, e i signori della guerra che minacciano la vita degli indifesi e il suo percorso lo porta ad affrontare numerosi artisti marziali rivali. ''Ken il guerriero'' è stato adattato in due serie televisive anime composte da un totale di 152 episodi, prodotte da Toei Animation e trasmesse su Fuji Television dal 1984 al 1988. In seguito l'opera si è allargata a formare un vasto franchise che comprende manga spin-off, film anime, OAV, un lungometraggio live action, videogiochi, giochi e merchandising. La serie è una delle più popolari e influenti degli anni ottanta. Le vendite totali del fumetto hanno raggiunto cento milioni di copie, rendendolo uno dei manga più venduti di sempre.
Un conflitto mondiale negli anni novanta del XX secolo ha causato il collasso della civiltà e una devastazione ambientale in tutto il pianeta. I sopravvissuti alle esplosioni atomiche si sono ridotti a vivere in piccole comunità in oasi in mezzo al deserto, assediati da bande di predoni, che saccheggiano e distruggono tutto ciò che incontrano sul loro cammino. In questo mondo post-apocalittico si muove Kenshiro, il 64º successore della Sacra Scuola di Hokuto, un'antica arte marziale assassina che insegna ai suoi adepti a uccidere i propri avversari facendoli esplodere dall'interno mediante la pressione di determinati punti del corpo detti tsubo. Kenshiro desidera condurre una vita pacifica, ma dopo essere stato tradito dal suo amico Shin e separato dalla fidanzata Julia, si mette in viaggio in cerca di giustizia, proteggendo i deboli e gli oppressi dai briganti e dai despoti del nuovo mondo, ed ergendosi a salvatore dell'umanità. All'inizio delle sue peripezie Ken incontra un giovane ladruncolo, Burt, e una piccola orfana, Lynn, che diventano i suoi compagni di viaggio. Il viaggio di Ken lo porta a incontrare e affrontare numerosi artisti marziali, tra cui i sei guerrieri della Sacra Scuola di Nanto, un'arte assassina rivale, e i suoi tre fratelli adottivi, che si sono contesi con lui il rango di successore della scuola di Hokuto. Il suo rivale maggiore diviene proprio Raoul, suo fratello adottivo che ha infranto la legge di Hokuto uccidendo il loro maestro e rifiutandosi di riconoscere Ken come successore. A capo di un vasto esercito, Raoul aspira a conquistare e a regnare sul mondo post-apocalittico come Re di Hokuto, sfidando ogni combattente che considera una minaccia. Dopo una lunga serie di battaglie in cui Kenshiro perde numerosi amici e si rafforza sperimentando la rabbia e la tristezza, Ken esce vittorioso su Raoul e, ricongiuntosi con Julia, si ritira a vivere con lei gli ultimi anni di vita che le rimangono, mentre la pace sembra essere tornata nel mondo. Qualche anno dopo, la violenza è tornata a regnare sulla Terra con l'ascesa dell'Impero Centrale, il cui viceré Jako tiene in pugno l'imperatore e mobilita i generali della Sublime Scuola di Gento per obliterare ogni traccia delle scuole rivali di Hokuto e Nanto dal mondo e opprimere chiunque si opponga a lui. Burt e Lynn, ormai adulti, sono a capo dell'Armata di Hokuto, un gruppo di resistenza contro l'impero. Al ritorno di Kenshiro l'esercito marcia con lui liberando città e distretti, fino a giungere alla Capitale Impieriale e rovesciare la tirannia di Jako. Lynn tuttavia viene rapita e condotta nel Paese dei Demoni, una terra pericolosa e isolata abitata da fanatici guerrieri chiamati shura. Kenshiro si mette al suo inseguimento per salvarla; sull'isola il guerriero scopre la verità sulle sue origini ed è costretto a battersi con i tre generali delle tenebre, che hanno acquisito la tecnica malefica dell'Arcana Arte di Hokuto. Tornato sul continente, Kenshiro prende sotto la sua ala Ryu, il figlio di Raoul, per farlo diventare il nuovo successore della scuola di Hokuto. Insieme i due affrontano lo scaltro schiavista Koketsu e aiutano i regni di Sava e Blanca; nel breve tempo passato insieme Ken capisce di non avere altro da insegnare al giovane e lo lascia, convinto che Ryu troverà nel sangue di suo padre Raoul la guida per diventare maestro di Hokuto. Dopo un ultimo saluto a Burt e Lynn, Kenshiro si dirige quindi nel deserto, pronto a lottare contro le ingiustizie a protezione dei deboli e ad accogliere la morte sul campo di battaglia. *Kenshiro: è il protagonista della serie e il 64º successore della Sacra Scuola di Hokuto. È indicato anche come "L'uomo dalle sette stelle" per via delle cicatrici a forma di Gran Carro che ha sul petto. Il suo carattere e la sua forza vengono temprati dagli innumerevoli scontri che si trova a dover combattere. All'inizio presentato come fratello adottivo di Raoul, Toki e Jagger, in seguito si scopre che Ken è originario della Terra dei Demoni ed ha un fratello biologico, Hyou, entrambi discendenti del ramo principale della dinastia di Hokuto. *Raoul: conosciuto come "Re di Hokuto" e "Il dominatore di fine secolo", è il fratello biologico di Toki e fratello adottivo di Jagger e Kenshiro. È il maggiore dei quattro figli adottivi di Ryuken, il più ambizioso e il più forte fisicamente. A causa della sua ferocia e della sua sete di potere, è l'antagonista principale di Kenshiro nella prima parte della serie. *Toki: è fratello biologico di Raoul e adottivo di Jagger e Kenshiro. Originariamente destinato a essere il successore della Sacra Scuola, è costretto a rinunciarvi a causa di una grave malattia congenita e all'avvelenamento da radiazioni atomiche subito per salvare Ken e Julia. Riscoperta allora la sua vocazione di guaritore, comincia a vagare per il mondo applicando a fini medici i principi di Hokuto, restando comunque coinvolto nello scontro tra Kenshiro e Raoul. *Julia: è la fidanzata di Kenshiro. A causa del suo fascino è l'oggetto dell'amore di tanti altri guerrieri, e il suo rapimento da parte di Shin per gelosia scatena l'inizio delle peripezie di Ken. In seguito si scopre che Julia è il sesto dei sei Sacri Guerrieri di Nanto, nata sotto la misericordiosa stella dell'amore materno. Affetta da una grave malattia polmonare, muore alcuni anni dopo essersi ricongiunta a Ken. *Burt: è un ragazzino che si arrangia come può nel difficile mondo post-olocausto nucleare, rubando cibo e acqua, o improvvisando spettacolini con la sua armonica a bocca. Incontra Kenshiro all'inizio della serie, quando viene catturato insieme a lui nel villaggio di Lynn con l'accusa di furto. Da quel momento in poi, insieme a Lynn, segue Kenshiro assistendo alla maggior parte dei suoi scontri. *Lynn: è una bambina diventata muta dopo aver visto i propri genitori venire uccisi dai predoni. È incaricata di portare da mangiare ai detenuti della prigione del suo villaggio e, quando Kenshiro e Burt vi vengono imprigionati, lei si infatua subito del guerriero di Hokuto, il quale, coi suoi poteri, la guarisce dal suo trauma psicologico. Da quel momento Lynn, insieme a Burt, segue Kenshiro. Il titolo originale della serie può essere tradotto letteralmente in italiano come "Pugno delle stelle del nord", in quanto ''hokuto'' indica le sette stelle che compongono il Grande Carro dell'Orsa Maggiore, mentre ''ken'' (拳) significa "pugno" o "colpo", ma può anche indicare in questo caso il protagonista della serie, "Ken", in quanto il primo kanji che compone il suo nome completo , è lo stesso di pugno. La seconda traduzione possibile sarebbe quindi "Ken dell'Orsa Maggiore" o "Ken delle stelle del nord", inteso come epiteto. In lingua giapponese, così come nella lingua cinese e nella lingua coreana, il numero è limitato ad una ristretta cerchia di pronomi e di sostantivi; non è questo il caso di ''Hokuto'', che quindi tecnicamente può essere tradotto anche al singolare ("Stella del Nord"). Ciò spiega la traduzione in lingua inglese, ''Fist of the North Star'' ("Il pugno della Stella del Nord"), anch'essa letteralmente corretta, ma che può essere ritenuta errata di fatto. Per quanto riguarda la pronuncia, va detto che in lingua italiana si tende a pronunciare "Hokuto" omettendo la H oppure pronunciandola in modo marcato o rafforzativo, e ponendo l'accento lungo sulla "u"; in realtà la H andrebbe pronunciata aspirata, e la u molto brevemente, quasi come se fosse muta. Tetsuo Hara aveva iniziato la sua carriera nel mondo dei manga come assistente di Yoshihiro Takahashi, distinguendosi subito per il suo tratto realistico e per il talento nella rappresentazione di scene d'azione. Nel 1982 debuttò sulle pagine di ''Weekly Shōnen Jump'' con la sua prima serie ''Tetsuo no Don Quijote'' sul mondo delle motocross. L'opera non ottenne però il successo sperato e venne cancellata dopo sole dieci settimane, così il curatore editoriale Nobuhiko Horie propose a Hara di scrivere un manga sulle arti marziali cinesi e sui punti di pressione del corpo umano in grado di far esplodere i personaggi dall'interno quando vengono colpiti; il progetto interessò subito l'autore, che era un appassionato di arti marziali e del cinema di Bruce Lee. Hara concretizzò l'idea in un ''one-shot'' pubblicato ad aprile 1983 sulla rivista ''Fresh Jump''. Un seguito venne poi pubblicato due mesi dopo sulla stessa testata. Questi fumetti-pilota vedono un protagonista adolescente, Kenshiro Kasumi, muoversi nella Tokyo contemporanea e combattere contro la potente organizzazione criminale della Scuola Taizan. Questa può contare su poliziotti corrotti e spietati assassini abili nelle arti marziali e nell'uso di armi bianche ma, grazie alla superiorità tecnica del protagonista, vengono da questi sconfitti. Nel secondo episodio il protagonista aiuta un giovane killer e la sua fidanzata a fuggire dall'organizzazione per cambiare vita, e viene mostrato il potente boss. In Giappone i due ''one-shot'' sono stati raccolti nel secondo ''tankōbon'' di ''Tetsu no Don Quixote''. Le due storie autoconclusive ottennero un buon successo tra i lettori di ''Fresh Jump'', così l'editore Shūeisha richiese a Hara di trasformare ''Ken il guerriero'' in una serie regolare a cadenza settimanale per la rivista ''Weekly Shōnen Jump''. Le prime idee per il manga erano state fornite da Horie, ma quando l'impegno divenne troppo oneroso il redattore affiancò a Hara lo sceneggiatore Buronson. Questi operò delle modifiche alla storia rispetto alla versione pilota: in particolar modo l'ambientazione viene spostata a un mondo futuro post-atomico e il protagonista reso un personaggio maggiorenne, più stoico e con un passato tragico alle spalle. Il nome di Kenshiro, originariamente rappresentato in kanji, venne translitterato in katakana, mentre il suo cognome fu omesso. I due autori citarono come influenze il cinema asiatico di arti marziali, in particolare Bruce Lee, i film sulla yakuza, e per l'ambientazione la saga di ''Mad Max'', con il suo futuro post-apocalittico in cui è scomparsa ogni struttura sociale e il mondo è dominato dalla violenza e dalla sopravvivenza del più forte. Lo scenario deve molto anche al manga ''Violence Jack'' di Gō Nagai, che fu il pioniere di questo genere, influenzando a sua volta anche ''Mad Max'' e ''Ken il guerriero''. Nonostante la forte dose di violenza, che attirò critiche soprattutto in Occidente, Hara e Buronson affermarono che il loro uso massiccio della brutalità non era fine a sé stesso, ma piuttosto il tema più immediato in un'opera in cui intendevano esprimere anche i temi dell'amicizia, dell'amore, della sofferenza e della compassione, e che in ultima analisi sono proprio gli aspetti che riescono a trionfare sull'odio e sulla prepotenza. Il contratto iniziale prevedeva per ''Ken il guerriero'' una durata di tre anni, ma quando il manga si rivelò popolare, venne prolungato su insistenza dell'editore, arrivando a concludersi dopo cinque anni. === Manga === ''Hokuto no Ken'' ha debuttato in Giappone sul numero del 13 settembre 1983 della rivista ''Weekly Shōnen Jump'' di Shūeisha ed è stato serializzato a frequenza settimanale fino all'8 agosto 1988, per un totale di 245 capitoli. Questi sono stati poi raccolti in 27 volumi ''tankōbon'', pubblicati da Shūeisha sotto l'etichetta Jump Comics da marzo 1984 a marzo 1989. Il manga è stato ristampato varie volte in diverse edizioni. Nel corso degli anni novanta Shūeisha ne ha pubblicato un'edizione ''aizōban'' rilegata e una ''bunkoban'' brossurata economica, entrambe in 15 volumi. Nel 2006 Shōgakukan ne ha pubblicato una riedizione in 14 volumi ''kanzenban'', che presenta le tavole originali a colori apparse sulla rivista ''Weekly Shōnen Jump'' e che erano state rese in bianco e nero o omesse nelle edizioni monografiche precedenti. Per celebrare il trentesimo anniversario della serie, Tokuma Shoten ha ripubblicato l'opera in un'edizione ''kyūkyokuban'' (edizione definitiva), che consta di 18 albi commercializzati tra il 2013 e il 2014. Essa comprende nuove copertine disegnate da Tetsuo Hara e un capitolo extra inserito all'interno del volume 11, che colma il divario temporale tra la sconfitta di Raoul e l'inizio dell'arco narrativo della Capitale Imperiale. La prima edizione italiana della serie è stata curata dalla Granata Press, che ne ha adattato il titolo in ''Ken il guerriero''. L'opera è stata inizialmente serializzata sul mensile raccoglitore ''Zero'' dal 1990, ma dal sedicesimo capitolo la pubblicazione è passata ad albi monografici nella testata ''Z Compact'' a cadenza prima mensile e poi quindicinale. La pubblicazione si è conclusa nel 1994 con un totale di 44 volumi, inclusi tre albi speciali editi nel 1993 che riprendevano i capitoli apparsi solo sulla rivista ''Zero''. L'edizione Granata applica un processo di occidentalizzazione, per rendere il manga leggibile da sinistra verso destra con relativo ribaltamento delle tavole. In seguito i diritti di ''Ken il guerriero'' sono passati alla Star Comics, che dal 1997 al 1999 ne ha pubblicato la prima edizione fedele all'originale giapponese, in 27 volumi, con senso di lettura da destra verso sinistra e lievi modifiche alla traduzione. Tra il 2005 e il 2011 d/visual ha riedito la serie in una nuova raccolta, contraddistinta da un formato più grande, diverse tavole a colori, una nuova traduzione e dal mantenimento delle onomatopee in giapponese. Ultima in ordine di tempo è l'edizione Panini Comics, commercializzata nel corso del 2013 con 27 uscite settimanali. === Spin-off === ''Ken il guerriero: Le origini del mito'' è un manga prequel scritto da Nobuhiko Horie e disegnato da Tetsuo Hara, con la supervisione di Buronson. Esso narra le avventure dello zio di Kenshiro, Kenshiro Kasumi, 62º maestro della Sacra Scuola di Hokuto, nella Shanghai degli anni trenta. È stato pubblicato sulla rivista ''Weekly Comic Bunch'' di Coamix e Shinchosha a partire dal primo numero del 29 maggio 2001 fino alla chiusura della testata il 10 settembre 2010, a cadenza prima regolare e poi irregolare. Un sequel intitolato ''Ken il guerriero: Le origini del mito Re:Genesis'', scritto da Hiroyuki Yatsu e disegnato da Hideki Tsuji ha iniziato la pubblicazione sulla rivista ''Monthly Comic Zenon'' nel dicembre 2017. Entrambe le serie sono pubblicate in italiano da Panini Comics. Dal 2006 hanno visto la luce diversi fumetti brevi spin-off di vari autori, incentrati su specifici personaggi del manga originale, che formano la serie pubblicata in italiano da Panini Comics come ''Ken la leggenda''. * ''Raoh - Il conquistatore del cielo'' di Yūkō Osada, pubblicato dal 24 marzo 2006 al 24 agosto 2007 sulla rivista ''Weekly Comic Bunch'' e poi raccolto in 5 volumi. Narra le avventure di Raoul nel lasso di tempo che va dalla partenza dalla scuola di Hokuto al primo duello con Kenshiro, ripercorrendo gli eventi che lo hanno portato ad assumere le vesti di Re di Hokuto e a fondare il suo esercito personale. Il manga è l'unico della serie ad aver ottenuto un adattamento anime, realizzato nel 2008 dallo studio Satelight. * di Ayumi Kasai, pubblicato sulla rivista ''Big Comic Superior'' di Shōgakukan dal 10 marzo 2006 all'8 giugno 2007 e poi raccolto in 1 volume. La storia si incentra sul personaggio di Julia durante la sua gioventù prima della guerra nucleare, di come scopre di possedere capacità precognitive, e del suo primo incontro con Shin. * di Yasuyuki Nekoi, pubblicato dall'11 maggio 2007 al 31 luglio 2009 su ''Weekly Comic Bunch'' e poi raccolto in 6 volumi. Racconta di come Rei scopre che la sua famiglia è stata massacrata e la sorella Aily rapita da un uomo con sette cicatrici sul petto. Rei si mette allora in cammino finendo coinvolto nella lotta tra la regina Eva e una fazione di guerrieri dietro a cui si cela Rofu, il predecessore di Rei e suo mentore nella tecnica dell'Uccello d'Acqua di Nanto. * di Yuka Nagate, pubblicato dal 7 settembre 2007 al 12 dicembre 2008 su ''Weekly Comic Bunch'' e poi raccolto in 6 volumi. Mostra le vicende di Toki dalla sua partenza dopo la morte di Ryuken fino al duello finale con il fratello Raoul. Viene mostrato il conflitto interiore di Toki derivato dall'amore impossibile per Julia e la sua angoscia quando vede per la prima volta la stella avvisaglia di morte; inoltre viene approfondito il rapporto tra i due fratelli. * di Shin'ichi Hiromoto, pubblicato dal 26 dicembre 2008 al 28 agosto 2009 su ''Weekly Comic Bunch'' e poi raccolto in 2 volumi. Si concentra sul personaggio di Jagger: viene mostrato come fu preso da Ryuken con sé, come sviluppò la sua ossessione di battere Kenshiro, e il suo lato più privato, con l'amore per una ragazza di nome Anna. * di Missile Kakurai, pubblicato dal 21 gennaio al 9 ottobre 2010 su ''Weekly Comic Bunch'' e poi raccolto in 2 volumi. Narra la storia di Juza dall'infanzia, passando per il suo amore per Julia, la rivalità con Kenshiro, le prime avventure dopo la guerra atomica, fino allo scontro con Raoul e la sua morte. Un ulteriore manga spin-off è di Yoshiji Yamaguchi, pubblicato su ''Monthly Comic Zenon'' da aprile a settembre 2013 e poi raccolto in 1 volume. L'edizione italiana è stata annunciata da Hikari Edizioni. Il manga si incentra su un personaggio inedito creato da Tetsuo Hara; in esso il protagonista Garuda è il successore della scuola Nanto Shinchōken e cerca di usurpare il posto dell'ultimo generale di Nanto. L'opera ha ispirato anche due serie manga parodistiche: di Kaijo, in stile super deformed pubblicato su ''Monthly Comic Zenon'' dal 25 ottobre 2010 al 25 giugno 2016 e raccolto in 8 volumi da Tokuma Shoten, e scritto da Yūshi Kawata e disegnato da Imōto Yukito, pubblicato su ''Web Comic Zenyon'' di Tokuma Shoten dal 1º marzo 2013 e poi raccolto in 9 volumi. Entrambe le serie hanno ricevuto degli adattamenti anime. === Serie televisive anime === Una tecnica di Kenshiro nella serie televisiva anime Dal manga lo studio d'animazione giapponese Toei Animation trasse due serie televisive anime per un totale di 152 episodi. La prima serie, intitolata semplicemente ''Ken il guerriero'' e composta da 109 episodi, venne trasmessa su Fuji Television dall'11 ottobre 1984 al 5 marzo 1987. Essa ripercorre la prima parte del manga, dalla ricerca di Shin e Julia fino allo scontro finale tra Kenshiro e Raoul. La seconda, ''Ken il guerriero 2'', fece seguito senza soluzione di continuità dal 12 marzo 1987 al 18 febbraio 1988 per un totale di 43 episodi. Essa copre gli archi narrativi della Capitale Imperiale e della Terra dei Demoni, mentre i tre archi narrativi conclusivi del manga non vennero adattati. Le sigle di apertura e di chiusura utilizzate sono: (apertura prima serie ep. 1-82), (chiusura prima serie ep. 1-82), entrambe eseguite dal gruppo Crystal King, ''Silent Survivor'' (apertura prima serie ep. 83-109), ''Dry Your Tears'' (chiusura prima serie ep. 83-109) eseguite dal gruppo Kodomo Band, ''Tough Boy'' (apertura seconda serie) e ''Love Song'' (chiusura seconda serie) eseguite dal gruppo Tom Cat. Toei Video produsse tre film della durata di un'ora riassuntivi di specifici archi narrativi. La prima pubblicazione home video delle due serie risale al 2002 da parte di Universal Music, in una raccolta di 26 DVD contenenti tutti e 152 gli episodi. Le due serie vennero distribuite in Italia dalla Italian TV Broadcasting, doppiate presso lo studio Compagnia Realizzazioni Cinetelevisive e trasmesse su televisioni locali a partire dal 1984: fino al 2004 furono frequentemente replicate in syndication e canali in chiaro (principalmente Italia 7 e poi 7 Gold; nel 2001 comparvero anche su La7), e dopo un periodo di assenza furono ritrasmesse da Man-ga. La sigla italiana della prima serie, ''Ken il guerriero'', fu scritta da Lucio Macchiarella su musica di Claudio Maioli, che ne è anche interprete con lo pseudonimo di Spectra. Il brano venne inciso nel 1986 e fu pubblicato per la prima volta nel 1994 nella compilation ''TiVulandia 2''. La prima serie venne edita in Italia dalla Granata Press nei primi anni novanta nella collana Z Video in 24 videocassette; successivamente la Hobby & Work pubblicò sia la prima che la seconda serie in 74 videocassette; infine la Mondo Home Entertainment ha riedito entrambe le serie in 26 videocassette. Nel 2009 vennero prodotte due edizioni in DVD, la prima dalla De Agostini e la seconda dalla Yamato Video. La traccia video soffre del cosiddetto "effetto ghosting". === Film anime e OAV === Il primo adattamento cinematografico di ''Ken il guerriero'' fu ''Ken il guerriero - Il film'', un lungometraggio animato prodotto nel 1986 dalla Toei Animation. Il film segue la storia del manga dalla sconfitta di Kenshiro da parte di Shin fino al primo combattimento con Raoul, prendendosi diverse libertà nell'ordine e nel modo in cui vengono narrati gli eventi. La pellicola è caratterizzata da una forte dose di violenza che ha portato alcune edizioni estere a censurare il film con vari effetti grafici. L'edizione italiana fu distribuita per la prima volta in VHS nel 1993 in versione integrale da Granata Press. Nel 2003 lo studio OB Planning produsse , una serie OAV in tre episodi tratta dal romanzo del 1996 ''Jubaku no machi''. Si colloca cronologicamente dopo la serie originale e vede come protagonista sempre Kenshiro, il quale giunge nei pressi di una città governata da un tiranno che opprime la popolazione, esercitando un rigido controllo delle preziose riserve d'acqua della zona ed allo stesso tempo garantendosi la fedeltà nascondendosi dietro alla figura di un ragazzino spacciato per divinità e in grado di compiere miracoli. L'edizione italiana venne pubblicata in DVD da Shin Vision nel 2004-2005 e poi trasmessa su MTV nel 2005. L'ultimo adattamento animato in ordine di tempo è , una serie di cinque lungometraggi prodotti dalla North Stars Pictures e dalla TMS Entertainment. La pentalogia è composta da tre film cinematografici e due OAV, usciti in Giappone tra il 2006 e il 2008 Essa ripercorre gli eventi del manga originale, narrandoli dal punto di vista dei diversi personaggi e inframmezzandoli con episodi o situazioni inedite. I film furono proiettati al cinema nelle sale italiane da Shin Vision tra il 2008 e il 2011 e in seguito trasmessi anche in televisione. Nel 2006 Fuji Television e l'azienda giapponese Sammy hanno realizzato , un cortometraggio promozionale in computer grafica 3D diretto da Tetsuo Hara. Il filmato ripercorre in forma riassunta la battaglia finale tra Ken e Raoul ed è stato trasmesso nel corso di un evento dedicato a ''Ken il guerriero'' tenutosi a Odaiba dal 15 luglio al 31 agosto 2006, mentre il 28 marzo 2007 è uscito in DVD. === Romanzi === Buronson e Tetsuo Hara scrissero un romanzo intitolato che fu pubblicato in Giappone da Shueisha il 13 dicembre 1996. Esso narra un'avventura di Kenshiro successiva alla serie originale e fu la base per l'OAV ''Ken il guerriero - La trilogia''. Un romanzo che traspone il film ''Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto'' venne scritto da Eiichi Sakaki e fu pubblicato da Tokuma Shoten il 10 marzo 2006. === Film live action === Nel 1995 fu prodotto un adattamento statunitense in live action della serie. La pellicola, intitolata ''Il ritorno di Kenshiro'' (''Fist of the North Star''), venne diretta da Tony Randel, con Gary Daniels nei panni di Kenshiro, Costas Mandylor di Shin e Isako Washio di Julia, oltre a Malcolm McDowell e Chris Penn. Il film venne distribuito in direct-to-video negli Stati Uniti. La critica riservò all'opera giudizi pressoché unanimemente negativi, per via della realizzazione tecnica inadeguata, la scarsa fedeltà all'originale e il ricorso a un cast non all'altezza, con diversi attori asiatici non in grado di esprimersi correttamente in inglese. Esistono quattro altri adattamenti live action non ufficiali su ''Ken il guerriero'', due girati in Corea del Sud e due a Taiwan. === Videogiochi === Esistono diversi videogiochi tratti con licenza da ''Ken il guerriero'', messi in commercio prima in Giappone e successivamente nel resto del mondo. Il primo venne messo in commercio nel 1986, ''Hokuto no Ken'', pubblicato da Enix per il NEC PC-8801; successivamente fu Toei Animation che pubblicò molti videogiochi della serie ''Hokuto no Ken'' per le console Nintendo, mentre Sega ha pubblicato delle proprie versioni per Sega Master System e per PlayStation 2 e per il Sega Mega Drive. Nel corso degli anni i videogiochi si sono evoluti sulla base delle potenzialità delle varie piattaforme di gioco e dei PC portando allo sviluppo di numerosi titoli basati sulla serie. Il personaggio di Kenshiro compare anche in diversi videogiochi crossover, come ad esempio ''J-Stars Victory Vs'', insieme a Raoul, e ''Jump Force''. * ''Hokuto no Ken: Violence Gekiga Adventure'' (Giappone: maggio 1986 per NEC PC-8801, NEC PC-9801 e FM-7) * ''Black Belt'' (''Hokuto no Ken'') (Sega Master System e Nintendo Entertainment System, in seguito PlayStation 2) * ''Hokuto no Ken'' (Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken 2: Seikimatsu kyūseishu densetsu'' (Nintendo Entertainment System) * ''Last Battle'' (''Hokuto no Ken 2: Shin seikimatsu kyūseishu densetsu'') (Sega Mega Drive) * ''Hokuto no Ken 3: Shin seiki sōzō seiken retsuden'' (Giappone: 19 ottobre 1989 per Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken: Seizetsu jūban shōbu'' (Giappone: 22 dicembre 1989 per Game Boy) * ''Hokuto no Ken 4: Shichisei hakenden - Hokuto shinken no kanata'' (Giappone: marzo 1991 per Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken 5: Tenma ryūsei den - Ai zesshō'' (Giappone: luglio 1992 per Super Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken 6: Gekitō denshōken - Haō e no michi'' (Giappone: novembre 1992 per Super Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken 7: Seiken retsuden - Denshōsha e no michi'' (Giappone: dicembre 1993 per Super Nintendo Entertainment System) * ''Hokuto no Ken'' (Giappone: dicembre 1995 per Sega Saturn e PlayStation) * ''Punch Mania: Hokuto no Ken'' * ''Hokuto no Ken: Seikimatsu kyūseishu densetsu'' * ''Punch Mania: Hokuto no Ken 2 - Gekitō Shura no kuni hen'' * ''Sega Ages 2500: Hokuto no Ken'' * ''Hokuto no Ken'' * ''Hokuto no Ken: Hokuto shinken denshōsha no michi'' * ''Hokuto no Ken Online'' * ''Hokuto no Ken: Raoh gaiden - Ten no haō'' * ''Hokuto no Ken: Shinpan no sōsōsei - Kengō retsuden'' * (Giappone: marzo 2010 per PlayStation 3 e Xbox 360) * (Giappone: marzo 2012 per PlayStation 3 e Xbox 360) * (Giappone: marzo 2018 per Playstation 4) === Giochi === L'azienda giapponese Sega Sammy Holdings ha prodotto oltre trenta titoli di giochi pachinko e slot machine a tema ''Ken il guerriero''. Al 2017 le vendite combinate di questi prodotti hanno raggiunto i 2,7 milioni di esemplari. Un gioco da tavolo giapponese di ''Ken il guerriero'' fu realizzato da Hajime Norose e pubblicato da Tsukuda Hobby nel 1986. A questo si aggiungono due giochi di produzione italiana: un gioco di carte collezionabili intitolato ''Ken il guerriero'' e pubblicato nel 1994 da Alchemia, e un gioco di ruolo, ''Ken il guerriero, il gioco di ruolo'', scritto da Marcello Missiroli, Marcello Manicardi e Beppe Farina e pubblicato dalla Nexus Editrice. ''Ken il guerriero'' è stato uno dei titoli di ''Weekly Shōnen Jump'' più popolari degli anni ottanta in Giappone. È uno dei manga più venduti della storia, con una tiratura di 100 milioni di copie in tutto il mondo. La serie ha generato inoltre un vasto merchandising. Nel 2018 è stato stimato come uno dei franchise mediatici più redditizi. In un sondaggio condotto da TV Asahi nel 2005 ''Ken il guerriero'' si è classificato al 26º posto nella lista delle cento serie anime migliori. In un secondo rilevamento nel 2006 si è piazzato 89º. Nel novembre 2014 i lettori della rivista ''Da Vinci'' di Media Factory hanno votato la serie all'ottavo posto tra i migliori manga di ''Weekly Shōnen Jump''. Nel sondaggio Manga Sōsenkyo 2021 indetto da TV Asahi, persone hanno votato la loro top 100 delle serie manga e ''Ken il guerriero'' si è classificata al 22º posto. ''Ken il guerriero'' è considerato uno dei manga ''shōnen'' più influenti e iconici di tutti i tempi. Geek.com lo ha definito "un'opera epocale che ha temprato una generazione di appassionati" e ha ispirato una quantità incredibile di autori. Citazioni, omaggi e riferimenti a ''Ken il guerriero'' sono presenti in numerosi manga e anime successivi. Il creatore di ''Berserk'' Kentarō Miura ha citato il manga come l'opera che ha avuto il maggior impatto sul suo lavoro. ''Ken il guerriero'' è anche accreditato per aver popolarizzato il concetto di mossa finale letale, ripreso ad esempio nelle fatality della serie di videogiochi picchiaduro ''Mortal Kombat''. La serie è conosciuta per la sua elevata dose di violenza, sangue, azione, per le urla dei personaggi mentre si affrontano in combattimento e per la frase iconica di Kenshiro poco prima che gli effetti dei suoi attacchi finiscano un avversario: . Pur uscito in un'epoca in cui la sensibilità e la censura nei confronti della violenza erano più lasche, il manga generò notevoli controversie per via della sua rappresentazione della brutalità, sangue e morte, tanto che nello stesso Giappone l'anime venne censurato durante la sua prima trasmissione televisiva. Anche in Europa si verificarono casi di genitori e giornali che accusavano l'opera di essere diseducativa ed esercitarono pressioni per farne sospenderne la trasmissione.
Hentai
Rappresentazione grafica di un'immagine hentai è una parola giapponese che significa in questo caso "anormalità", "anormale", o "pervertito", ma anche, in altro contesto, "metamorfosi". In Giappone si utilizza soprattutto con il significato di "sessualmente perverso" e ha una connotazione molto negativa, in quanto indica forme di . Utilizzato nella grafia , diviso principalmente tra ''hentai anime'', ''hentai manga'' e videogiochi contenenti riferimenti sessuali o espliciti . In Giappone viene anche usata l'espressione con lo stesso significato.
Hentai in giapponese significa generalmente "pervertito". Non è chiaro tuttavia come il termine hentai sia venuto a riferirsi al contenuto sessualmente esplicito nella comunità mondiale dei fan di anime. Comunque con la diffusione del World Wide Web, il termine venne intensivamente utilizzato da siti pornografici che vendevano l'accesso a manga erotici (frequentemente copie pirata). I banner che promuovevano questi siti potevano per esempio pubblicizzare "ragazze dal vivo e hentai" con hentai che si riferiva a manga erotici in opposizione alle fotografie. Inoltre molte persone, al di fuori della comunità di appassionati di anime e manga, hanno erroneamente cominciato a associare gli anime a un tipo particolare di pornografia estrema (cioè il tentacle rape) che può essere definito con facilità hentai anche in giapponese. Rispetto all'erotismo nella fotografia, l'hentai permette l'uso completo dell'immaginazione, così come di scene completamente distaccate dalla realtà e dai valori culturali "normali". Elementi di fantasie sessuali sono rappresentati in maniera che sarebbe impossibile filmare, neppure disponendo di un budget consistente dedicato agli effetti speciali. Come forma di espressione di fantasie sessuali, le rappresentazioni possono includere cose inaccettabili nella società o contrarie alle comuni norme sociali. Queste fantasie possono essere portate agli estremi, dimostrando spesso desideri subconsci e motivazioni puramente carnali. Questo contrasto tra la società umana accettata e la sensualità primordiale è spesso una fonte di eccitazione primaria per chi vive una normale vita giornaliera. Mentre un uomo eterosessuale può fantasticare di copulare con una donna attraente incontrata lungo la strada per andare al lavoro, non può agire sulla base di quelle motivazioni senza incorrere in ripercussioni legali e condanna morale; l'hentai esiste come sfogo primario di queste fantasie. Questo aspetto della cultura giapponese ha acquisito una certa popolarità in Occidente soprattutto grazie a Internet. Sebbene fumetti e cartoni animati pornografici siano prodotti anche in occidente, questi non sono mai stati popolari quanto l'hentai. In confronto ad altre forme di rappresentazioni erotiche, l'hentai spesso ritrae le donne come femmine normali nella società che si ritrovano coinvolte in qualche tipo di incontro sessuale e sono spesso eccitate da questo fino al punto di non ritorno. I personaggi possono essere ritratti come timidi o senza pensieri consci riguardo al sesso, fino a che non vengono piazzati in una situazione nella quale sono stimolati e eccitati. La linea tra sesso consensuale e non può diventare confusa e l'atto diventa una giustificazione per il sesso in sé stesso, motivato primariamente da bisogni e spinte sessuali, abbandonando quella che può essere considerata la correttezza sociale e morale a favore di un sesso puramente viscerale. Questo può essere considerato da alcuni come disumanizzante. Mentre esiste un tema comune di estranei maschi che convincono una donna a essere fisicamente eccitata dal suo stesso corpo e da quello che il maschio desidera, ci sono anche rappresentazioni di sesso consensuale tra coppie, così come di femmine assertive che prendono l'iniziativa sessuale. === Varietà di hentai === * Manga per adulti o "ero manga", sono manga con contenuto erotico. Esiste un'enorme varietà di prodotti: si va dagli ecchi manga con vaghi riferimenti sessuali ai manga pornografici veri e propri raccolti in determinate riviste specialistiche, dove la trama diventa di importanza secondaria. In Giappone i manga per adulti sono venduti nelle librerie (che sostituiscono le nostre edicole) e nei Konbini ("convenience store", ovvero le catene di negozi come gli americani 7/11). Il titolo più famoso di manga hentai è ''Secret Plot'', titolo dalle vendite record del 1995. * Grafica computerizzata (''CG artwork''): include disegni individuali di un artista. Possono essere disponibili su siti web, CD-ROM o in libri stampati. Le immagini disponibili su Internet sono nella maggior parte dei casi estratte in modo illegale da videogiochi bishōjo, o comunque ricche di censure video a causa delle leggi giapponesi. * Videogiochi per adulti, ''eroge'' (contrazione giapponese delle parole "erotic" e "game"), H-game, sono giochi con contenuti erotici. Possono essere di ogni genere (RPG, simulation games, sparatutto, etc.), ma i più diffusi sono le ADV (Adventure Games) basati su trame guidate dal personaggio. Sono chiamati anche videogiochi bishōjo (giochi con belle ragazze), espressione che però è usata anche per indicare Adventure Games a sfondo sentimentale del tutto privi di elementi erotici. * H-dōjinshi: si riferisce a un tipo di lavoro che spesso usa personaggi di manga, anime o videogiochi famosi presentati in situazioni sessuali. Di solito si riferisce a manga stampati, ma può anche riferirsi a ogni tipo di lavoro visuale come videogiochi, animazioni e illustrazioni di grafica computerizzata. La familiarità con un particolare personaggio o ambientazione può aggiungere un senso di coinvolgimento con il personaggio, rispetto ai personaggi generici usate nelle opere hentai normali, rendendo i ''dōjinshi'' molto più appetibili ai fan di un particolare personaggio. Erroneamente si considerano i ''dōjinshi'' opere unicamente erotiche, ma in realtà questo termine in Giappone è attualmente diventato sinonimo di produzioni autonome di manga, videogiochi, cd musicali e gadgets. * Nei circoli di fanfiction, i lavori hentai sono spesso chiamati ''Lemon'', un riferimento a un popolare titolo hentai intitolato ''Cream Lemon''. Le opere indicate come ''Lime'' sono quelle in cui i personaggi fanno praticamente tutto tranne avere rapporti regolari gli uni con gli altri. * In Giappone il mondo dei Garage Kit (sculture in resina prodotte in serie limitata) è molto influenzato dal genere erotico e ormai la maggioranza di opere presentate durante le fiere specializzate (vedi Wonderfestival) hanno un carattere più o meno esplicitamente erotico. Esistono tre categorie principali di hentai: lavori che presentano relazioni strettamente eterosessuali, abbreviate in "het" dai suoi utenti, ''yaoi'' e ''yuri''. ''Yaoi'' si riferisce a coppie omosessuali maschili, e il termine ''yuri'' a coppie lesbiche. Negli ''yaoi'' generalmente i protagonisti sono maschi di genere ambiguo sia nell'aspetto che nel comportamento. Questi maschi sono detti ''bishōnen'', che letteralmente significa "bel ragazzo". Il motivo di questa androginia è che il pubblico degli ''yaoi'' è principalmente composto da femmine. Comunque sono diversi dagli shōnen-ai (letteralmente, "ragazzo-amore"), nei quali due maschi esprimono semplicemente i propri sentimenti romantici l'uno verso l'altro e non hanno mai una reale relazione sessuale. Spesso negli ''yaoi'' la sessualità è esplicita e i protagonisti finalizzano le proprie relazioni in rapporti sessuali. Gli ''yuri'' sono molto simili agli ''yaoi'' tranne per il fatto che si focalizzano su relazioni omosessuali femminili e le femmine in una tipica illustrazione o animazione ''yuri''. Le femmine negli ''yuri'' sono conosciute come "bishōjo", che è sostanzialmente traducibile come "bella ragazza". Gli ''shōjo-ai'' ("ragazza-amore"), solo in occidente, sono l'equivalente femminile degli ''shōnen-ai''. La varietà dell'hentai racchiude tutti i possibili fetish sessuali, alcuni tipicamente giapponesi, altri più comuni: * '''Ashikoki''' o '''footjob''', rappresentazioni di pratiche feticiste che prevedono l'uso dei piedi. * '''Bakunyū''', rappresentazione di donne con grossi seni. La traduzione letterale inglese è "bursting breasts" (seni che esplodono). Viene spesso associato al termine ''oppai'', parola che definisce qualsiasi tipo di seno femminile più abbondante del comune. * '''BDSM o Bondage''', si focalizza sulla dominazione mediante l'uso di corde, attrezzi, giocattoli sessuali e strumenti elaborati. La categoria include l'imprigionamento, restrizione e sottomissione ai bisogni sessuali. * '''Breast bondage''' o tortura del seno, molte volte affiancato al ''bakunyū''. * '''Bukkake''', una rappresentazione comune di una donna (o uomo) su cui più maschi/femmine eiaculano. * , un genere hentai in cui un ragazzo e una ragazza minorenni, hanno un rapporto sessuale. * '''Coprofilia''' e '''urofilia''', rappresentazione di fetish riguardanti defecazione e orinazione, spesso in maniera esagerata. * '''Deformità''', proporzioni fisiche alterate, parti del corpo multiple o anatomie artificiali. * '''Esibizionismo''', spesso in luoghi in cui la polizia non è solita controllare. * '''Expansion play''', rappresentazione di penetrazioni con oggetti di dimensioni incompatibili con le proporzioni umane, che causano alterazioni nell'anatomia dei personaggi femminili coinvolti, fino a espansioni innaturali dei genitali e dell'ano e al coinvolgimento degli organi interni. * '''Fantasy''' e ambientazioni fantascientifiche, che possono esistere di per sé ed essere miscelate a un'ambientazione contemporanea. * '''Futanari''', una rappresentazione di persone dall'aspetto femminile che possiedono però genitali maschili, a volte in coesistenza con quelli femminili, e altrettanto frequentemente esagerati oltre le dimensioni normali. Sebbene si discuta se l'attrazione per questo tipo di opera indichi l'omosessualità del lettore, anche lettori eterosessuali ammettono di gradirne la lettura, in quanto la maggior parte delle storie sono pur sempre a sfondo saffico. Questo può essere dovuto al fatto che l'eccitazione maschile e l'eiaculazione siano concetti più familiari al pubblico maschile che non i genitali femminili. * '''Guro''' (dall'inglese ''grotesque'', ma associato anche a ''gore''), si focalizza sul sesso accompagnato da violenza cruda ed esplicita, come mutilazioni e smembramenti. Può coinvolgere anche violenza sessuale. È un mezzo per spingersi ancora di più verso l'estremo, e spesso il dettaglio anatomico risulta particolarmente curato per visualizzare in modo credibile le scene. * '''Harem''': genere hentai in cui è presente un ragazzo che ha rapporti con due o più ragazze contemporaneamente. * '''Incest (Incesto)''', rappresenta la rottura del tabù delle relazioni interfamiliari. ** , oltre alla classe "Incest", può appartenere a diverse categorie come un qualsiasi rapporto eterosessuale. ** , oltre alla classe "Incest" sta sotto la categoria dello "Yuri". ** , oltre alla classe "Incest" sta sotto categoria dello "Yaoi". ** , appartenente alla classe "Incest" (e/o a una qualsiasi categoria che riguardi una coppia etero). ** , appartenente alla classe "Incest". ** , appartenente alla classe "Incest". Esempio di immagine lolicon * '''Koonago''', in cui donne vengono rimpicciolite e poi sfruttate per atti sessuali. * '''Lattofilia''', il feticismo che coinvolge l'allattamento di un partner adulto. * e , include ragazze (chiamate loli) o ragazzi (shota) prepuberi o appena puberi. In Paesi come ad esempio Australia, Canada e Nuova Zelanda, dal punto di vista legale è equiparato alla pornografia infantile e quindi vietato. Nello stesso Giappone è stato proposto di rendere illegale la pubblicazione di fumetti con protagonisti minorenni. ** , in cui un ragazzino minorenne ha un rapporto sessuale con una persona più matura di lui. È un genere della classe degli "Shotacon". *** , in cui una ragazza adolescente ha un rapporto sessuale con un ragazzino minorenne. E una sotto categoria dello "Straight Shota" appartenente alla classe degli "Shotacon". *** , in cui una donna matura che ha un rapporto sessuale con un ragazzino minorenne. E una sotto categoria dello "Straight Shota" appartenente classe degli "Shotacon". * '''Maiesiofilia''', attrazione sessuale per le donne incinte. * '''Mizugi''' (dal giapponese ''costume da bagno''), rappresentazione di donne che indossano costumi da bagno interi o bikini. * '''Nekomimi''' (ragazze gatto) e altri personaggi semiantropomorfi che mostrano attributi animali, come orecchie, artigli e code. Generalmente la pelle è completamente visibile e non coperta da pelliccia, a differenza delle opere furry occidentali. * '''Omorashi''', in cui una persona trattiene l'urina fino al momento di bagnarsi (spesso associato alla urofilia) * '''Tentacle rape''', tentacoli, spesso appartenenti ad esseri immaginari fantascientifici o mitologici, assumono valore di un sostituto fallico e hanno relazioni sessuali (quasi sempre violente) con una donna. * '''Zooerastia''' o '''bestiality''', che include copulare con un animale. === Generi === * Futanari * Lolicon * Ero guro * Eroge * Shotacon * Tentacle rape * Yaoi * Yuri * ''15 bishōjō hyōryuuki'' * ''A-Kite'' * ''Angel Blade'' * ''Angel of Darkness'' * ''Another Lady Innocent'' * ''Boin'' * ''Boku no Pico'': yaoi-hentai * ''Cream Lemon'' * ''Cleavage'' * ''La Blue Girl'' * ''Bible Black'' * ''Cool Devices'' * ''Discipline: The Record of a Crusade'' * ''Domination Nakite'' * ''Enzai'': yaoi-hentai * ''Nageki no kenkō yūryōji'' * ''Futari Etchi'' * ''Guerriere Sailor Venus Five'' * ''HEN'' * ''Immoral Sisters'' * ''Kanojo x Kanojo x Kanojo'' * ''La clinica dell'amore'' * ''Mahō shōjo Ai'' * ''Marine a Go-Go'' * ''Mezzo Forte'' * ''New Angel'' * ''Pratiche fuori orario'': yaoi-hentai * ''Resort Boin'' * ''Secret Plot'': yaoi-hentai * ''Sensitive Pornograph'': yaoi-hentai * ''Sexfriend'' * ''Sora no iro, mizu no iro'' * ''Tsuma Shibori'' * ''Temptation (anime)'': yaoi-hentai * ''Taboo Charming Mother'' * ''Tokyo Private Police'' * ''Urotsukidoji'' * ''Yuria Type 100''
Ingegneria
Ponte strallato L''''ingegneria''' è la disciplina, a forte connotazione tecnico-scientifica, che ha come obiettivo l'applicazione di conoscenze e risultati propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali per produrre sistemi e soluzioni in grado di soddisfare esigenze tecniche e materiali della società attraverso le fasi della progettazione, realizzazione e gestione degli stessi: applicando in questo senso le norme tecniche, fornisce metodologie e specifiche per la progettazione, realizzazione e gestione di un bene fisico, un prodotto o un servizio più o meno complesso, e più generalmente per lo sviluppo e il controllo di un processo industriale con un opportuno sistema.
Piramide a gradoni L'ingegneria storicamente nacque e trovò applicazione dapprima nell'ambito delle strutture militari (che prendono il nome di "reparti del genio militare") ed in seguito si applicò nell'ambito civile (con la denominazione di "genio civile"). In questa differenziazione l'ingegneria civile si contrappose all'ingegneria militare. Con il tempo, a partire dall'ingegneria civile si sono differenziate le altre aree dell'ingegneria. === Etimologia === Progetto di macchina volante (Leonardo da Vinci) La parola deriva dal latino ''ingenium'' e dalla stessa radice deriva il termine italiano "ingegno". Nel significato originario, per ingegnere veniva inteso un uomo intelligente, pratico, capace di risolvere problemi. L'ortografia della parola è stata poi influenzata nei paesi anglosassoni dalla parola ''engine'' (motore) ed infatti "ingegnere" in questi paesi si dice ''"engineer"''. Il termine si è evoluto per includere tutti i campi in cui sono usate abilità dell'applicazione del metodo scientifico. Dal punto di vista puramente didattico si può considerare come una vera e propria "teoria della tecnologia", che comprende conoscenze rigorose e metodiche di derivazione principalmente matematica e fisica per lo studio degli aspetti strutturali e funzionali di manufatti e servizi in grado di permettere la comunicazione e la conoscenza (mezzi di trasporto, reti di telecomunicazioni e relativi terminali, infrastrutture, abitazioni), ma anche la facilitazione dell'attività medica e paramedica e la messa in atto di produzioni industriali. La figura professionale tipica in tale ambito è l'ingegnere. === Il processo di soluzione dei problemi === pianta di Empoli del XVI secolo. Progetto di Buckingham Palace All'inizio di un progetto, i progettisti devono capire i vincoli che condizionano il problema, sia esso la costruzione di un oggetto o un'applicazione più complessa. I vincoli includono le risorse disponibili, le prospettive per il futuro ed i limiti fisici o tecnici. Capendo questi vincoli, gli ingegneri lavorano per tradurre i requisiti in specifiche, disegni e controlli della qualità, necessari a soddisfare i requisiti richiesti per un determinato campo di impiego e per la realizzazione di opere, prodotti, impianti o servizi. I progettisti prendono in prestito idee principalmente dalla fisica (e più in particolare dalla fisica applicata) e dalla matematica per trovare le soluzioni adatte ai problemi che affrontano. Applicano la statistica ed il metodo scientifico-empirico nel derivare e verificare le loro soluzioni. Se esistono più soluzioni, gli ingegneri valutano le differenti scelte di progettazione basandosi sull'analisi dei requisiti, delle prestazioni richieste e di soluzioni già sperimentate. I criteri di scelta tra soluzioni tecnicamente diverse tengono conto degli aspetti tecnico-economici e di sicurezza. I progettisti provano ad immaginare come una soluzione lavorerà con le relative specifiche; per migliorare le loro conoscenze e la sicurezza del prodotto, del controllo o della soluzione si avvalgono per quanto possibile di un modello, esperimenti e prove di laboratorio. Nel campo delle costruzioni civili, ad esempio, si avvalgono di prove sperimentali distruttive e prove di sforzo: queste prove cercano di accertare che un manufatto simile a quello da realizzare "funzioni" come richiesto. === Competenze e discipline di base === Disegno di un motore automobilistico del 1904. sonda Pioneer 10. Linea ferroviaria Cava di estrazione a cielo aperto Alternatore Traghetto in navigazione Scheda elettronica Personal computer Apparecchiatura per risonanza magnetica nucleare * Matematica per l'ingegneria * Fisica classica * Fisica moderna * Chimica === Campi di applicazione === Le principali discipline afferenti all'ingegneria sono: * Ingegneria acustica * Ingegneria dell'affidabilità * Ingegneria biomedica ** Bioingegneria industriale *** Ingegneria biomeccanica **** Ingegneria tissutale *** Ingegneria bionica *** Ingegneria biochimica *** Ingegneria dei biomateriali ** Bioingegneria dell'informazione *** Bioingegneria elettronica *** Ingegneria bioinformatica *** Ingegneria dei segnali biomedici *** Ingegneria dei sistemi biomedici e sanitari ** Ingegneria clinica * Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione * Ingegneria civile ** Ingegneria civile per la gestione delle acque ** Ingegneria delle costruzioni ** Ingegneria edile *** Edile/Architettura *** Gestione del costruito *** Ingegneria della sicurezza e protezione delle costruzioni edili ** Ingegneria geotecnica ** Ingegneria idraulica ** Ingegneria del legno ** Ingegneria della sicurezza e della protezione civile, ambientale e del territorio ** Ingegneria sismica ** Ingegneria strutturale ** Ingegneria dei trasporti *** Ingegneria del traffico * Ingegneria fisica * Ingegneria forense * Ingegneria gestionale ** Ingegneria della gestione dell'energia ** Ingegneria logistica e della produzione ** Ingegneria dell'organizzazione d'impresa ** Ingegneria della gestione dei processi ** Ingegneria gestionale dei progetti e delle infrastrutture ** Ingegneria della gestione dei servizi di pubblica utilità ** Ingegneria dei trasporti * Ingegneria industriale **Ingegneria aerospaziale ** Ingegneria alimentare ** Ingegneria per l'ambiente e il territorio *** Ingegneria del petrolio ** Ingegneria dell'autoveicolo ***Ingegneria motoristica ** Ingegneria chimica *** Ingegneria chimica di processo *** Ingegneria chimica di prodotto *** Ingegneria delle reazioni chimiche *** Ingegneria biochimica *** Ingegneria elettrochimica ** Ingegneria elettrica ** Ingegneria energetica ** Ingegneria dei materiali ** Ingegneria meccanica ** Ingegneria mineraria **Ingegneria navale **Ingegneria nucleare **Ingegneria di processo **Ingegneria della sicurezza e protezione industriale **Ingegneria dei sistemi **Ingegneria termica *** Ingegneria termotecnica *** Ingegneria termomeccanica **Ingegneria tessile * Ingegneria dell'informazione ** Ingegneria dell'automazione *** Ingegneria meccatronica *** Ingegneria robotica ** Ingegneria cibernetica ** Ingegneria elettronica ** Ingegneria informatica *** Ingegneria della conoscenza *** Ingegneria del software **** Ingegneria guidata dal modello ** Ingegneria delle telecomunicazioni * Ingegneria della logistica * Ingegneria di manutenzione * Ingegneria matematica * Ingegneria naturalistica * Ingegneria della produzione * Ingegneria della qualità * Ingegneria della sicurezza ** Ingegneria della sicurezza dei lavoratori ** Ingegneria della sicurezza dei prodotti ** Ingegneria della sicurezza della popolazione Alcune tecniche afferenti a discipline diverse dall'ingegneria hanno preso in prestito il nome "ingegneria", queste sono: * Geoingegneria * Ingegneria climatica * Ingegneria economica * Ingegneria finanziaria * Ingegneria genetica * Ingegneria inversa * Ingegneria planetaria * Ingegneria sociale (informatica) * Ingegneria sociale (scienze politiche) In Italia la laurea in ingegneria consente di acquisire il titolo di "dottore in ingegneria". Il titolo di "ingegnere" è invece consequenziale al superamento dell'esame di stato e all'iscrizione all'albo professionale (D.P.R. 328/2001 e successive modifiche).
Istituto nazionale di statistica
L''''Istituto nazionale di statistica''' è un ente pubblico di ricerca italiano che si occupa dei censimenti generali della popolazione, dei servizi e dell'industria, e dell'agricoltura, di indagini campionarie sulle famiglie e di indagini economiche generali a livello nazionale. L'operato dell'istituto è supervisionato dalla Commissione per la garanzia dell'informazione statistica della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha il compito di garantire l'imparzialità e la completezza dei dati raccolti e pubblicati. I contenuti pubblicati dall'Istat sono disponibili con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0. L'Istat è un membro del Sistema statistico europeo.
L'Istat fu fondato come Istituto Centrale di Statistica con la legge 9 luglio 1926 n° 1162 per sostituire la Divisione di statistica generale del Ministero per l'agricoltura (attuale Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali). La direzione dell'ente, dipendente dal capo dello Stato, passò al docente universitario e statistico italiano Corrado Gini. L'Istat, con un organico di circa 170 dipendenti avrebbe dovuto aggiornare i dati sui censimenti precedentemente operati dalla Divisione di statistica generale (fermi al 1921), pubblicando così i dati del 6º censimento generale della popolazione. Dopo un'accelerazione nell'attività dell'ente nei primi anni '30, la statistica nazionale subì una battuta d'arresto con le sanzioni economiche dovute all'offensiva in Etiopia, che fermarono la pubblicazione dei dati economico-finanziari. Nel 1937 i dati che erano stati raccolti ma non divulgati nel periodo delle sanzioni furono pubblicati, anche se l'attività cessò due anni dopo. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale diminuirono le pubblicazioni a causa della mancanza del personale, richiamato per la maggior parte alle armi, e fu pertanto rinviato il 9º censimento della popolazione, che si terrà nel 1951. L'armistizio di Cassibile nel 1943 portò allo spostamento della sede dell'ente nei confini della Repubblica di Salò. Nel corso degli ultimi anni '40 gli archivi furono recuperati e trasferiti nuovamente a Roma, permettendo all'istituto di riprendere a pieno la sua attività. Con la ricostruzione post-bellica l'ICS si concentrò principalmente nel raccogliere dati sullo sviluppo economico nazionale, pubblicando nel 1950 il volume ''Studi sul reddito nazionale''. Il decreto legislativo 6 settembre 1989 n° 322 istituì il Sistema statistico nazionale (Sistan) e cambiò la denominazione dell'ente in Istituto nazionale di statistica (mantenendo invariata la sigla Istat). * '''Presidente''': nominato dal Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri stesso, ha un mandato di quattro anni che può essere riconfermato una sola volta; * '''Comitato di indirizzo e coordinamento dell'informazione statistica''': parte del Sistan è composto da 15 membri tra cui il Presidente, 2 rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, 4 rappresentanti da altre amministrazioni statali, nominati dal Presidente del Consiglio su proposta del Presidente dell'Istat, 3 membri dalle regioni e amministrazioni locali italiane, nominati dalla Conferenza unificata, 1 membro designato dal presidente di Unioncamere, 2 rappresentanti di enti pubblici e 2 esperti scelti tra i professori di ruolo di materie statistiche, economiche e affini; * '''Consiglio''': composto dal Presidente e da altri quattro membri di cui due nominati dal Comitato di indirizzo e coordinamento e due dal Presidente del Consiglio; * '''Collegio dei revisori dei conti''': composto da 3 membri fissi e 2 supplenti nominati dal Presidente del Consiglio di cui: un magistrato del Consiglio di Stato, che svolge le funzioni di Presidente del Collegio, un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri e un suo supplente, e un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze affiancato da un supplente. === Lista dei presidenti === ==== Istituto centrale di statistica ==== * Corrado Gini (1926-1932) * Franco Rodolfo Savorgnan (1932-1943) * Alberto Canaletti Gaudenti (1945-1949) * Lanfranco Maroi (1949-1961) * Giuseppe De Meo (1961-1980) * Guido Maria Rey (1980-1989) ==== Istituto nazionale di statistica ==== * Guido Maria Rey (1989-1993) * Alberto Zuliani (1993-2001) * Luigi Biggeri (2001-2009) * Enrico Giovannini (2009-2013) *Antonio Golini (2013-2014) *Giorgio Alleva (2014-2018) *Maurizio Franzini, facente funzioni (agosto 2018-febbraio 2019) *Gian Carlo Blangiardo (2019-presente) L'Istat è il produttore di statistica ufficiale in Italia. Per statuto, la realizzazione di indagini, studi e analisi è finalizzata alla produzione di statistica ufficiale e a soddisfare il bisogno informativo espresso dalla collettività. Le rilevazioni di pubblico interesse sono stabilite dal Programma statistico nazionale, il documento che regola l'attività di produzione statistica. L'Istat svolge un ruolo di indirizzo, coordinamento, assistenza tecnica e formazione all'interno del Sistema statistico nazionale (Sistan, istituito con il decreto legislativo 322/89 per razionalizzare la produzione e diffusione delle informazioni e ottimizzare le risorse destinate alla statistica ufficiale. Del Sistan fanno parte oltre l'Istat, gli uffici di statistica centrali e periferici delle amministrazioni dello Stato, degli enti locali e territoriali, delle Camere di Commercio, di altri enti e amministrazioni pubbliche, e altri enti e organismi pubblici di informazione statistica. Il lavoro di preparazione del Programma statistico nazionale è effettuato da circoli di qualità composti da esperti provenienti dagli uffici statistici di tutto il Sistan. L'Istituto è coinvolto nella costruzione del Sistema statistico europeo (regolamento CE 322/97) e produce informazioni che ispirarte ai principi fondamentali della statistica ufficiale: imparzialità, affidabilità, pertinenza, efficienza, riservatezza e trasparenza. Per garantirne la qualità, nel 2005 la Commissione europea ha adottato il Codice delle statistiche europee che fissa 15 principi chiave cui gli istituti di statistica devono attenersi nella produzione e diffusione dell'informazione statistica. === Rilevazioni ed elaborazioni === Le rilevazioni e le elaborazioni condotte dall'Istat sono stabilite dal Programma statistico nazionale, il documento che regola l'attività di produzione di informazioni statistiche ufficiali, previsto al decreto legislativo n. 322 del 1989, istitutivo del Sistema Statistico Nazionale. L'Istat produce informazioni sui vari aspetti economici, sociali, territoriali e ambientali, attraverso i censimenti general, le altre rilevazioni totali e campionarie, dall'elaborazione di dati raccolti all'interno di procedimenti di tipo amministrativo, cioè i dati di fonte amministrativa. I dati si raccolgono generalmente attraverso un questionario che può essere somministrato usando diverse tecniche di indagine: interviste (dirette o telefoniche) attraverso un rilevatore; compilazione da parte del rispondente del questionario spedito per posta dall'ente statistico o consegnato da un addetto. La rilevazione può essere ''totale'', ovvero condotta rilevando le manifestazioni del fenomeno su ogni unità della popolazione; oppure può essere svolta in forma ''parziale'', rilevando tali manifestazioni soltanto su una parte delle unità; in questo caso si tratta di una rilevazione campionaria. I censimenti sono una rilevazione diretta, individuale e totale e sono ripetuti con cadenza periodica; rilevano in modo diretto ogni singola unità del collettivo di riferimento e si osservano tutte le unità, suddividendo l'intero territorio in aree (sezioni di censimento). I censimenti offrono un esteso quadro di dati con dettaglio territoriale fine, di importanza cruciale per la conoscenza della struttura produttiva e della realtà sociale del Paese. L'informazione che ne deriva fornisce la base per operare indagini, elaborazioni e analisi successive, per migliorare la selezione dei campioni, oltre che per conoscere nel dettaglio il territorio e comprenderne le dinamiche. La periodicità dei censimenti è definita: in Italia il censimento della popolazione, delle famiglie e delle abitazioni e il censimento generale dell'industria e dei servizi, comprese le istituzioni pubbliche e private, si svolgono ogni dieci anni. Nel 1996 il censimento dell'industria e dei servizi è stato effettuato tra le due scadenze decennali ed è stato chiamato intermedio. L'Istat, a conclusione del processo di produzione dell'informazione statistica, mette a disposizione dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni i risultati delle rilevazioni. Tutte le informazioni pubblicate sono accompagnate dai metadati. Le informazioni sono pubblicate gratuitamente sul sito web dell'Istat sotto forma di comunicati stampa, opuscoli divulgativi, pubblicazioni, banche dati, sistemi informativi, file di dati, in anticipo sui formati cartacei in cui alcune pubblicazioni vengono successivamente rese disponibili. Questa modalità di diffusione, adottata dai principali istituti di statistica, è conosciuta come "Electronics first". Sono invece a pagamento (costi di riproduzione) i volumi stampati su carta, riprodotti su CD-ROM o DVD, le elaborazioni personalizzate, i file standard e i lavori su commissione. L'art. 15 del decreto n. 322 del 1989, tra i compiti dell'Istat, elenca "l'esecuzione di particolari elaborazioni statistiche per conto di enti e privati, remunerate a condizioni di mercato". === Le pubblicazioni cartacee, le forme di diffusione elettronica e i comunicati stampa === ==== Pubblicazioni ==== Le pubblicazioni sono consultabili attraverso un catalogo online che contiene l'elenco delle pubblicazioni edite dall'Istat a partire dal 2000; quelle precedenti al 2000 sono disponibili presso la biblioteca. Le pubblicazioni sono raggruppate in nove collane e 15 settori tematici: le principali sono ''L'Annuario statistico italiano'' e ''Il Rapporto annuale'' L'Annuario statistico italiano costituisce una guida per aggiornare le conoscenze sulla realtà del paese e misurarne l'evoluzione. I capitoli in cui è suddiviso offrono una sintesi delle informazioni statistiche prodotte dall'Istat e da altri enti del Sistema statistico nazionale su ambiente, aspetti demografici, sociali ed economici. I dati sono disaggregati a livello regionale e sono accompagnati da un confronto con gli anni precedenti. Il Rapporto annuale è presentato ogni anno a maggio e rappresenta un'occasione di riflessione sulla situazione economica e sociale del Paese e uno strumento per confrontare i fenomeni analizzati a livello internazionale. La pubblicazione fornisce un quadro generale delle tendenze economiche e sociali, approfondendo, ogni anno, temi diversi. Alcuni tra gli argomenti analizzati dal Rapporto annuale sono i rapporti tra stagnazione economica e problemi strutturali dello sviluppo; la competitività delle esportazioni e, in generale, il sistema produttivo; i cambiamenti in termini qualitativi, del mercato del lavoro e le trasformazioni del sistema del welfare. Anche il Rapporto annuale si può consultare e scaricare gratuitamente. ==== Le banche dati, i sistemi informativi e altre forme di diffusione elettronica ==== Le banche dati sono archivi in cui l'utente può scegliere in base alle proprie esigenze i dati e il loro livello di dettaglio e costruire le proprie tabelle in maniera personalizzata. I sistemi informativi contengono informazioni e dati strutturati in tavole preconfezionate e scaricabili su foglio elettronico. Entrambi i sistemi sono corredati di metadati, le informazioni sulle metodologie, sulle classificazioni e sulle definizioni adottate relativamente agli argomenti trattati. Le tavole di dati sono collezioni di dati diffuse a cadenza non regolare, ma, generalmente alla conclusione di alcune indagini, come forma preliminare di diffusione dei dati prodotti. I file di microdati sono collezioni campionarie di dati elementari relative ad alcune indagini svolte dall'Istat. Possono essere divulgati per fini di studio e di ricerca su richiesta motivata e previa autorizzazione del Presidente dell'Istituto, purché siano resi anonimi e privi di ogni riferimento che ne permetta il collegamento con singole persone fisiche e giuridiche. Le elaborazioni personalizzate sono prodotti su misura - elaborazioni ad hoc – che soddisfano le richieste non riconducibili ai prodotti standard riportati su catalogo. Sono compatibili con le norme che tutelano il segreto statistico e comportano costi e tempi di pubblicazione indicati nei preventivi forniti dai responsabili dell'elaborazione. ==== Comunicati stampa ==== Ogni anno oltre 150 comunicati stampa sui principali indicatori socio-economici del Paese. Alle 10:00 del giorno indicato in calendario ha luogo la diffusione, preceduta da un briefing riservato alle sole agenzie di stampa italiane e straniere accreditate, in cui i dirigenti responsabili delle singole indagini sono a disposizione dei giornalisti per chiarimenti. La diffusione avviene via fax e tramite e-mail alle istituzioni, a tutti i media, agli operatori del mondo dell'informazione, agli istituti di ricerca. Nella stessa mattinata i comunicati sono pubblicati sul sito ufficiale. === I punti di accesso === I punti per accedere all'informazione statistica (oltre al sito internet) sono gli uffici e gli sportelli informativi, la biblioteca, il Laboratorio per l'Analisi dei Dati Elementari (Adele) e i Centri di Informazione Statistica. I tempi di risposta, i costi e le modalità di fornitura dei diversi servizi sono regolati da una carta dei servizi, in vigore dal 2001. ==== Gli uffici e gli sportelli informativi ==== L'Istat ha 18 Uffici regionali che ospitano i Centri d'informazione statistica, punti di accesso aperti a tutti i cittadini. Il Centro di Roma fornisce anche dati e prodotti dell'Eurostat (Ufficio di statistica delle Comunità europee) tramite l'ESDS (European Statistical Data Support). I cittadini, le imprese e le istituzioni possono richiedere dati e informazioni statistiche anche tramite telefono, e-mail, fax e lettera. ==== La biblioteca ==== La biblioteca, fondata nel 1926, è aperta al pubblico e contiene, oltre alle pubblicazioni dell'Istat, opere in materia statistica e socio-economica di autori italiani e stranieri, periodici degli istituti nazionali di statistica di tutto il mondo, degli enti internazionali (Organizzazione Internazionale del Lavoro, FAO, FMI, OCSE, ONU) e dei principali enti e istituti italiani ed esteri. La biblioteca possiede oltre 400.000 volumi e riceve i numeri in uscita di 2.800 periodici. È presente anche un fondo antico costituito da 1.500 volumi di data anteriore al 1900. ==== Il laboratorio Adele ==== Il Laboratorio per l'Analisi dei Dati Elementari (Adele), che si trova presso la sede dell'Istat di Roma in Via Balbo e presso le sedi regionali dell'Istat, consente agli utenti specializzati di avere a disposizione e di trattare gli archivi di dati elementari di molte indagini dell'Istituto, operando direttamente le analisi statistiche desiderate. I risultati sintetici delle elaborazioni vengono forniti agli utenti dopo i necessari controlli in materia di riservatezza statistica. === Codici dei comuni, delle province e delle regioni === L'Istat attribuisce ad ogni comune esistente un codice composto da sei cifre. Le prime tre cifre del codice identificano la provincia di appartenenza del comune, mentre le successive tre identificano il comune nell'ambito della provincia. A seguito di ogni variazione amministrativa l'elenco dei comuni italiani e dei relativi codici viene aggiornato. L'Istat cura un archivio contenente l'elenco dei comuni vigenti, l'elenco dei comuni soppressi, le variazioni territoriali e amministrative dei comuni dal 1991 e una tabella di codici e denominazioni di ripartizioni geografiche, regioni e province.
Internet
Icona usata per raffigurare Internet nel progetto Tango '''Internet''' è una rete di telecomunicazioni ad accesso pubblico che connette vari dispositivi o terminali in tutto il mondo, rappresentando dalla sua nascita uno dei maggiori mezzi di comunicazione di massa , grazie all'offerta all'utente di una vasta serie di contenuti potenzialmente informativi e di servizi. Si tratta di un'interconnessione globale tra reti di telecomunicazioni e informatiche di natura e di estensione diversa, resa possibile da una ''suite'' di protocolli di rete comune chiamata "TCP/IP" dal nome dei due protocolli principali, il TCP e l'IP, che costituiscono la "lingua" comune con cui i computer connessi a Internet sono interconnessi e comunicano tra loro a un livello superiore indipendentemente dalla loro sottostante architettura hardware e software, garantendo così l'interoperabilità tra sistemi e sottoreti fisiche diverse. L'avvento e la diffusione di Internet e dei suoi servizi hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione tecnologica e socio-culturale dagli inizi degli anni novanta nonché uno dei motori dello sviluppo economico mondiale nell'ambito delle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione . In quanto rete di telecomunicazione, come diffusione è seconda solo alla rete telefonica generale, anch'essa di diffusione mondiale e ad accesso pubblico, ma ancora più "capillare" di Internet.
L'origine di Internet risale agli anni sessanta, su iniziativa degli Stati Uniti d’America, che misero a punto durante la guerra fredda un nuovo sistema di difesa e di controspionaggio. La prima pubblicazione scientifica in cui si teorizza una rete di computer mondiale ad accesso pubblico è ''On-line man computer communication'' dell'agosto 1962, pubblicazione scientifica degli statunitensi Joseph Licklider e Welden E. Clark. Nella pubblicazione Licklider e Clark, ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, danno anche un nome alla rete da loro teorizzata: "Intergalactic Computer Network". Prima che tutto ciò cominci a diventare una realtà pubblica occorrerà attendere il 1991 quando il governo degli Stati Uniti d'America emana la ''High performance computing act'', la legge con cui per la prima volta viene prevista la possibilità di ampliare, per opera dell'iniziativa privata e con finalità di sfruttamento commerciale, una rete Internet fino a quel momento rete di computer mondiale di proprietà statale e destinata al mondo scientifico. Questo sfruttamento commerciale viene subito messo in atto anche dagli altri Paesi. === ARPANET (1969) === ARPANET nel 1974 Il progenitore e precursore della rete Internet è considerato il progetto ARPANET, finanziato dalla ''Defence Advanced Research Projects Agency'' (inglese: DARPA, Agenzia per i Progetti di ricerca avanzata per la Difesa), un'agenzia dipendente dal Ministero della Difesa statunitense (''Department of Defense'' o DoD degli Stati Uniti d'America). In una nota del 25 aprile 1963, Licklider aveva espresso l'intenzione di collegare tutti i computer e i sistemi di ''time-sharing'' in una rete continentale. Avendo lasciato l'ARPA per un posto all'IBM l'anno seguente, furono i suoi successori che si dedicarono al progetto ARPANET. Il contratto fu assegnato all'azienda da cui proveniva Licklider, la Bolt, Beranek and Newman (BBN) che utilizzò i minicomputer di Honeywell come supporto. La rete venne fisicamente costruita nel 1969 collegando quattro nodi: l'Università della California di Los Angeles, l'SRI di Stanford, l'Università della California di Santa Barbara, e l'Università dello Utah. L'ampiezza di banda era di 50 kbps. Negli incontri per definire le caratteristiche della rete, vennero introdotti i fondamentali ''Request for Comments'', tuttora i documenti fondamentali per tutto ciò che riguarda i protocolli informatici della rete e i loro sviluppi. La super-rete dei giorni nostri è risultata dall'estensione di questa prima rete, creata sotto il nome di ARPANET. I primi nodi si basavano su un'architettura ''client/server'', e non supportavano quindi connessioni dirette (''host-to-host''). Le applicazioni eseguite erano fondamentalmente Telnet e i programmi di File Transfer Protocol (FTP). Il servizio di posta elettronica fu inventata da Ray Tomlinson della BBN nel 1971, derivando il programma da altri due: il SENDMSG per messaggi interni e CPYNET, un programma per il trasferimento dei file. L'anno seguente Arpanet venne presentata al pubblico, e Tomlinson adattò il suo programma per funzionarvi: divenne subito popolare, grazie anche al contributo di Larry Roberts che aveva sviluppato il primo programma per la gestione della posta elettronica, RD. === Da Arpanet a Internet (anni settanta e ottanta) === La rete Internet nel 1982 In pochi anni, ARPANET allargò i suoi nodi oltreoceano, contemporaneamente all'avvento del primo servizio di invio pacchetti a pagamento: Telenet della BBN. In Francia si inizia la costruzione della rete CYCLADES sotto la direzione di Louis Pouzin, mentre la rete norvegese NORSAR permette il collegamento di Arpanet con lo ''University College'' di Londra. L'espansione proseguì sempre più rapidamente, tanto che il 26 marzo del 1976 la regina Elisabetta II spedì un'email alla sede del ''Royal Signals and Radar Establishment''. Le ''emoticon'' vennero istituite il 12 aprile 1979, quando Kevin MacKenzie suggerì di inserire un simbolo nelle mail per indicare gli stati d'animo. Tutto era pronto per il cruciale passaggio a Internet, compreso il primo Denial of Service: il 27 ottobre 1980, un errore negli header di un messaggio si propagò su tutti i router (a quel tempo chiamati Interface Message Processor), portando rapidamente alla saturazione della rete e bloccando per ore l'accesso ad Arpanet. Definendo il ''Transmission Control Protocol'' (TCP) e l''Internet Protocol'' (IP), DCA e ARPA diedero il via ufficialmente a Internet come l'insieme di reti interconnesse tramite questi protocolli. === Internet in Italia === L'Italia fu il quarto Paese europeo a connettersi in rete, dopo Norvegia, Regno Unito e Germania, grazie ai finanziamenti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La connessione avvenne dal Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico presso l'Università di Pisa, dove era presente un gruppo di ricerca fra i più avanzati in Europa. Alcuni di questi componenti del gruppo avevano lavorato a contatto con quelli che poi sarebbero stati considerati i padri di Internet, Robert Kahn e Vinton Cerf. Fu proprio Kahn a convincere i suoi superiori a finanziare l'acquisto delle tecnologie necessarie (Butterfly Gateway) per il gruppo di Pisa. Il collegamento avvenne il 30 aprile 1986, alle 18 circa. === Nascita del World Wide Web (1991) === Nel 1991 presso il CERN di Ginevra il ricercatore Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP ''(HyperText Transfer Protocol)'', un sistema che permette una lettura ipertestuale, ''non-sequenziale'' dei documenti, saltando da un punto all'altro mediante l'utilizzo di rimandi (link o, più propriamente, hyperlink). Inoltre, il 6 agosto Berners-Lee pubblicò il primo sito web della storia, presso il CERN, all'indirizzo https://web.archive.org/web/20150717103715/http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html. Nel World Wide Web (WWW), le risorse disponibili sono organizzate secondo un sistema di librerie, o pagine, a cui si può accedere utilizzando appositi programmi detti ''web browser'' con cui è possibile ''navigare'' visualizzando file, testi, ipertesti, suoni, immagini, animazioni e filmati. Il primo browser con caratteristiche simili a quelle attuali, il Mosaic, venne realizzato nel 1993. Il 30 aprile 1993 il CERN decide di rendere pubblica la tecnologia alla base del World Wide Web in modo che sia liberamente implementabile da chiunque. A questa decisione fa seguito un immediato e ampio successo del World Wide Web in ragione delle funzionalità offerte, della sua efficienza e della sua facilità di utilizzo. Internet crebbe in modo esponenziale, in pochi anni riuscì a cambiare la società, trasformando il modo di lavorare e relazionarsi. Nel 1998 venne introdotto il concetto di eEconomy. La facilità d'utilizzo connessa con l'HTTP e i browser, in coincidenza con una vasta diffusione di computer per uso anche personale, hanno aperto l'uso di Internet a una massa di milioni di persone, anche al di fuori dell'ambito strettamente informatico, con una crescita in progressione esponenziale. === Diffusione === Utenti Internet, espressi in percentuale della popolazione per nazione, nel 2012 Se prima del 1993 Internet voleva essere una rete dedicata alle comunicazioni all'interno della comunità scientifica e tra le associazioni governative e amministrative, da tale anno si assiste alla diffusione costante di accessi alla rete da parte di computer di utenti privati fino ad arrivare al 1998 con centinaia di milioni di computer connessi in rete in parallelo alla diffusione sempre più spinta di PC nel mondo, all'aumento dei contenuti e servizi offerti dal Web e a modalità di navigazione sempre più usabili, accessibili e user-friendly nonché a velocità di trasferimento dati a più alta velocità passando dalle connessioni ISDN alle moderne connessioni V.90 e a banda larga, quest’ultime tramite sistemi DSL. Questa è la situazione di diffusione di Internet nel mondo occidentale, mentre nel secondo e terzo mondo il tasso di penetrazione è ovviamente inferiore, ma in continua crescita grazie al progressivo riammodernamento delle infrastrutture di reti di telecomunicazioni. === Internet oggi === ''Internet'', oggi, è sinonimo di globalizzazione: possedere un sito internet significa possedere una vetrina sul mondo ovvero farsi conoscere dappertutto. Dicendo: "Vado su internet!" la gente afferma che intende visitare i siti del World Wide Web. È quindi più simile all'insieme delle entità che lo popolano, piuttosto che all'insieme delle reti di cui è costituito. È più simile alla definizione di ''insieme degli iperoggetti'' di Tim Berners Lee: il WWW; cioè qualcosa di staccato dall'infrastruttura fisica che, invece, potrebbe subire modificazioni. Importantissima è la capacità dei browser di ''vedere internet'' dando la possibilità di interpretare il maggior numero di entità possibili. ''Internet'', Web, World Wide Web, WWW sono oggi trattati come sinonimi. Tanto è vero che i browser più diffusi permettono il raggiungimento del sito destinazione anche senza la digitazione del protocollo (http://) e del prefisso (www.). Ad ogni modo, internet e web rimangono specificatamente due cose diverse: seppur con qualche semplificazione, si può dire che "internet" è l'hardware cioè la struttura, il web è il software cioè il contenuto. === Evoluzione === Google Search, il motore di ricerca più utilizzato al mondo per la navigazione sul Web Fino all'anno 2000 si è temuto di dover reingegnerizzare ex novo l'intera Internet perché il numero degli host indirizzabile attraverso il protocollo IP era vicino a essere esaurito (''IP shortage'') dal numero di host realmente collegati (oltre alla necessaria ridondanza e alle perdite per motivi ''sociali''). Il problema è stato parzialmente evitato (o posticipato) con l'utilizzo della tecnica del NAT/gateway mediante la quale una rete aziendale non ha bisogno di un range ampio di indirizzi IP fissi, ma può utilizzarne uno più ridotto con anche un buon risparmio economico. Oggi, come soluzione definitiva, si è fiduciosi nella possibilità di migrare in modo non traumatico alla versione successiva di IP (IPv6) che renderà disponibili circa 340 miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di numeri IP indirizzabili. I processi di convergenza in atto nell'ambito ICT, media e comunicazioni, indicano inoltre la sempre più probabile piena integrazione nel prossimo futuro della rete Internet con la rete telefonica già con la tecnologia VoIP, nonché la parallela fruizione di contenuti informativi tipici di altri mezzi di comunicazione come la televisione e la radio in un'unica grande rete. Schema architetturale del Cloud computing Se infatti da una parte i primordi della rete sono stati caratterizzati dallo scambio di dati come i contenuti testuali e immagini statiche, l'evoluzione futura della rete va verso la sempre maggiore diffusione di contenuti multimediali come ad esempio i contenuti audio-video (es. streaming, Web Tv, IPTV, Web radio) che ne aumentano enormemente il traffico complessivo e il relativo carico sui nodi o sistemi interni di commutazione (router) e sui server, vuoi anche per l'aumento del numero di utenti connessi in rete al mondo. La soluzione più praticata a questo problema è la decentralizzazione delle risorse ovvero sistemi di rete distribuiti (es. Content Delivery Network) in grado di gestire l'aumento di traffico, mentre per far fronte all'aumento di banda necessaria sui collegamenti sono da menzionare nuove e più efficienti tecniche di compressione dati che hanno reso possibile il diffondersi di servizi sempre più evoluti e pesanti. Sotto questo punto di vista l'evoluzione della rete dal punto di vista dei servizi richiede anche lo sviluppo di un'infrastruttura di rete di accesso a banda sempre più larga con la realizzazione delle cosiddette Next Generation Network per sopperire all'aumento di traffico previsto e la fruizione dei servizi stessi dall'utente finale. Gli stessi operatori che dovrebbero investire sulla realizzazione di tali infrastrutture richiedono però un ritorno certo dell'investimento ovvero una convenienza economica che risulterebbe invece molto più a favore dei grandi network o fornitori di servizi e contenuti di rete (Google, YouTube, Facebook, Twitter, LinkedIn, ecc.) sollevando così il problema della cosiddetta neutralità della rete o meno. La natura globale con la quale è stata concepita Internet ha fatto sì che oggi, un'enorme varietà di processori, non solo apparati di calcolo in senso stretto, ma a volte anche incorporati in maniera invisibile (embedded) in elettrodomestici e in apparecchi dei più svariati generi, abbiano tra le proprie funzionalità quella di connettersi a Internet e, attraverso questo, a qualche servizio di aggiornamento, di distribuzione di informazione e dati; dal frigorifero, al televisore, all'impianto di allarme, al forno, alla macchina fotografica: ogni processore oramai è abilitato a comunicare via Internet. In tal senso dunque un'ulteriore evoluzione della Rete, propugnata da alcuni, potrebbe essere l'estensione della connettività agli oggetti taggati del mondo reale dando vita alla cosiddetta Internet delle cose. === Apprendimento online e didattica a distanza === La '''didattica a distanza''' (anche indicata con gli acronimi '''DAD''', '''Dad''' o '''DaD''') è una forma di didattica che avviene senza la presenza degli insegnanti e degli studenti in aula, avvalendosi piuttosto di strumenti online. Il termine si contrappone alla ''didattica in presenza'', che è invece caratterizzata dalla presenza fisica degli studenti e degli insegnanti nelle aule. Per '''apprendimento online''' (noto anche come '''''apprendimento in linea''''', '''''teleapprendimento''''', '''''teledidattica''''' o con il termine inglese '''''E-learning''''') s'intende l'uso delle tecnologie multimediali e di Internet per migliorare la qualità dell'apprendimento facilitando l'accesso alle risorse e ai servizi, così come anche agli scambi in remoto e alla collaborazione a distanza. Le caratteristiche di tale rete possono essere descritte attraverso la sua struttura fisica (topologia, nodi, collegamenti trasmissivi e apparati di rete), e attraverso il suo funzionamento a livello logico-protocollare. === Struttura fisica === Esempi di topologia fisica di rete Internet è costituita da alcune centinaia di milioni di computer collegati tra loro con i più svariati mezzi trasmissivi ed è anche la più grande rete di computer attualmente esistente, collegando tra loro a livello globale reti LAN, MAN e WAN, motivo per cui è definita "rete delle reti", "interete", "rete globale" o "la Rete" per antonomasia. In generale a livello fisico la rete Internet può essere vista come una complessa interconnessione di nodi con funzionalità di ricetrasmissione, appoggiata a collegamenti trasmissivi di vario tipo, sia cablati sia wireless (fibre ottiche, cavi coassiali, doppini telefonici, cavi elettrici in posa anche in strutture idrauliche, collegamenti sottomarini, collegamenti satellitari, collegamenti a radiofrequenza (WiFi) e su ponti radio) che consentono l'interconnessione da estremo a estremo (''end to end'') di un agente umano o automatico a un altro agente, praticamente qualsiasi tipo di computer o elaboratore elettronico oggi esistente. Ogni dispositivo terminale connesso direttamente a Internet si chiama ''nodo ospite'', in inglese host o ''end system'' (sistema finale o terminale utente), mentre la struttura che collega i vari ''host'' si chiama ''link di comunicazione'' passando attraverso i vari nodi interni di commutazione. Da qualche anno è ormai possibile collegarsi a Internet anche da dispositivi mobili come palmari, telefoni cellulari, tablet, ecc. Sulla maggior parte dei dispositivi mobili è possibile non solo «accedere» a Internet, ma anche «subire l'accesso» da parte di altri ''host'' Internet. In quanto "Rete delle reti" Internet non possiede dunque una topologia ben definita, ma mette insieme reti con topologie differenti. Come nel caso di altre reti di telecomunicazioni, ad esempio la rete telefonica, la "ragnatela" di collegamenti è composta, a livello fisico-infrastrutturale, da un'ossatura molto veloce e potente, nota come rete di trasporto, con le sue backbone, a cui si connettono, attraverso collegamenti di backhauling (''raccordo''), molteplici sottoreti a volte più deboli e lente e che costituiscono quindi la rispettiva rete di accesso, com'è tipico in generale anche della rete telefonica, della quale Internet condivide proprio l'infrastruttura di accesso per la connessione delle utenze private. I collegamenti tra i vari nodi interni si appoggiano su criteri statistici di disponibilità (multiplazione statistica) e non su criteri totalmente deterministici, a causa della natura distribuita e aleatoria piuttosto che centralizzata dei processi in rete. Molti nodi interni sono collegati tra loro in diversi modi e tramite diversi ''path'' (in inglese "sentiero", "percorso"). Questo tipo di interconnessione può essere compreso alla luce delle motivazioni che negli anni sessanta dettarono la nascita di Internet (allora denominata ARPANET): creare una rete di elaboratori decentrata che potesse resistere a un attacco nucleare da parte dell'Unione Sovietica. Una tale rete decentrata sarebbe sopravvissuta a molti attacchi visto che un attacco a un singolo elaboratore non avrebbe impedito il funzionamento generale, e i collegamenti ridondanti avrebbero sostituito quelli distrutti. Le sottoreti componenti possono anche essere protette e, quindi, consentono l'accesso a Internet (e viceversa) solo in maniera condizionata. Si tratta delle Intranet e la protezione è tipicamente realizzata attraverso l'uso di un ''firewall'' (''muro tagliafuoco'' in inglese). La velocità di connessione o velocità di trasmissione in una comunicazione ''end to end'' tra due terminali è in ogni caso limitata dalle prestazioni più basse, in termini di velocità di trasferimento, della sottorete o del collegamento geografico attraversato, che fungono quindi da classico collo di bottiglia, e/o da eventuali situazioni di congestione interna della rete. Gli ISP sono connessi a loro volta a ISP di livello superiore che utilizzano ''router'' ad alta velocità e ''link'' fisici in fibra ottica nella rete di trasporto. In molti Stati la possibilità di accesso a Internet da parte dell'utente viene vista sotto l'obbligo di servizio universale al pari della connessione alla rete telefonica. === Funzionamento logico: dalle reti locali all'Internet === La pila ISO/OSI Confronto tra Modello OSI e modello TCP/IP Internet è costituita da tutta una serie di reti private, pubbliche, aziendali, universitarie e commerciali interconnesse tra di loro. In effetti, già prima della sua nascita, esistevano reti locali, principalmente nei centri di ricerca internazionali e nei dipartimenti universitari, che operavano ciascuna secondo modalità o protocolli propri di comunicazione Il grande risultato della nascita e dell'affermazione di Internet è stata quindi la creazione di uno standard ''de facto'' da parte di ARPA tra i protocolli di comunicazione che, in aggiunta ai protocolli di rete locale, interoperasse e gestisse in maniera affidabile a un livello logico superiore tutte le varie reti interagenti, consentendo ai più diversi enti e agenti (governi, società nazionali o sovranazionali, dipartimenti universitari) di scambiarsi dati grazie a un protocollo comune, il TCP/IP, relativamente indipendente da specifiche hardware proprietarie, da sistemi operativi e dai formati dei linguaggi di comunicazione degli apparati di rete. Dal punto di vista trasmissivo e informativo ciò che viaggia in Internet sono i pacchetti dati, che costituiscono l'unità minima di informazione in questo vasto sistema di comunicazione. Tali pacchetti viaggiano nei link e nodi interni di rete usando una tecnica di commutazione nota come commutazione di pacchetto che consente di condividere più di un possibile cammino piuttosto che fare uso di un percorso unico dedicato e fisso come accade invece nella classica commutazione di circuito della rete telefonica. In pratica i pacchetti dati di una comunicazione che viaggiano da un host all'altro non seguono percorsi di instradamento predefiniti, ma quelli più congeniali nel preciso momento di attraversamento in base alla disponibilità fisica di collegamento dei link della rete e/o alle condizioni di congestione della rete stessa. Di conseguenza i pacchetti di una stessa comunicazione possono seguire percorsi diversi verso lo stesso destinatario. Per potersi collegare a Internet e usufruire dei relativi servizi, il solo requisito logico-funzionale necessario a un qualsiasi agente o dispositivo elettronico (tipicamente detto client) è quello di poter "dialogare" con il destinatario e i nodi interni di rete per mezzo di opportuni protocolli di rete che, nel caso in questione, fanno parte della cosiddetta suite di protocolli Internet, regolando opportunamente l'invio e la ricezione dei pacchetti informativi e implementando a livello software tutte le funzionalità richieste in una tipica architettura di rete a strati o livelli (''layer''). I protocolli più importanti di tale suite, cioè quelli che garantiscono l'interoperabilità e il buon funzionamento tra le diverse sottoreti, sono il Transmission Control Protocol (Protocollo di Controllo di trasmissione dati, TCP), l'User Datagram Protocol (UDP) e l'Internet Protocol (Protocollo Internet, IP): il primo ha funzionalità di controllo di trasmissione, il secondo di inoltro semplice, il terzo ha funzionalità di indirizzamento/instradamento nei nodi interni di commutazione. Come detto, la struttura della comunicazione è a strati (simile al modello di architettura ISO/OSI) in una pila o stack protocollare di 5 livelli dal livello fisico al livello applicativo: secondo tale struttura, il protocollo TCP o UDP occupa il livello superiore (livello di trasporto) rispetto a IP (livello di rete). Al di sopra di questi ci sono i protocolli di tipo applicativo connessi al particolare servizio richiesto da espletare, al di sotto ci sono i protocolli di trasporto tipici delle reti locali, metropolitane e geografiche da interconnettere, dei collegamenti di raccordo (''backhauling'') e di dorsale (''backbone''), altri ancora sono collocati al loro stesso livello. In sostanza un pacchetto dati iniziale (payload) che parte a livello applicativo da un host attraversa verticalmente dall'alto al basso tutti i vari strati protocollari che aggiungono al pacchetto stesso, in una procedura detta di imbustamento, via via informazioni aggiuntive (''header'') in una struttura di informazioni di servizio (overhead); quando il pacchetto totale così ottenuto, una volta trasmesso a livello fisico sul mezzo trasmissivo, raggiunge la destinazione, ovvero viene ricevuto, avviene uno spacchettamento inverso dal basso verso l'alto e ogni livello legge e elabora le informazioni del rispettivo header. Tale struttura logica di servizio si basa sugli ''Internet Standard'' sviluppati dall'Internet Engineering Task Force (IETF) con documenti rigorosamente approvati noti come Request for Comments ("Richiesta di commenti", RFC) e, a livello applicativo, dai protocolli del World Wide Web Consortium (W3C). In particolare, dal punto di vista della fruizione di servizi di livello applicativo, l'architettura logica della rete Internet può essere di tipo client-server oppure peer-to-peer. Ciascun terminale o host di rete, per la sua raggiungibilità, è inoltre identificato da un indirizzo IP statico o dinamico (cioè assegnato manualmente dall'amministratore di rete o dal DHCP), mentre le risorse da fruire sono tipicamente presenti sui server, raggiungibili dal client sotto l'indicazione mnemonica fornita dal cosiddetto URL, grazie all'utilizzo di un web browser e dei suddetti protocolli di rete forniti/implementati nel sistema operativo della macchina terminale in uso. La conversione da indirizzo mnemonico URL a indirizzo IP, necessaria per l'instradamento effettivo in rete nei nodi di commutazione, è fornita dal cosiddetto DNS, mentre la comunicazione tra client e server si instaura in seguito alla definizione dei cosiddetti socket in cui oltre agli indirizzi IP di client e server vengono specificate anche le cosiddette porte coinvolte nel servizio di comunicazione da espletare. L'accesso alla navigazione in rete sul Web tramite web browser Le modalità di utilizzo di Internet differiscono a seconda del tipo di servizio che si richiede e al tipo di server a cui ci si collega; per citarne solo alcune: * File Transfer Protocol ("Protocollo di trasferimento dati", FTP) : consente di inviare e ricevere (a/da sistemi) file, cioè insiemi di informazioni codificate in maniera binaria (es.: testi, immagini, filmati, programmi, ecc.); * Hypertext Transfer Protocol ("Protocollo di trasferimento ipertesti", HTTP) :consente di organizzare le informazioni e le risorse presenti in rete in maniera non-sequenziale (collegamento ipertestuale), come meglio descritto in seguito. * Posta elettronica (e-mail) : consente di inviare e ricevere (a/da utenti) messaggi contenenti testo e altri formati (es.: immagini, video, audio). La modalità di funzionamento dei ''server'' di posta elettronica e di molti programmi ''client'' viene detta ''store-and-forward''; Nata come rete di comunicazione dati tra utenti è diventata in seguito anche una rete per trasferimento di dati vocali grazie allo sviluppo della tecnologia VoIP. === Accesso === Per l'accesso alla rete Internet e la fruizione dei suoi molteplici servizi, chiunque disponga di un computer, di un modem e degli opportuni software oppure una rete locale da interconnettere attraverso un router, deve instaurare una connessione con l'Internet Service Provider (ISP), a seguito della stipulazione di un contratto di servizio, che gli fornisce un accesso attraverso una linea di telecomunicazione dedicata cablata o wireless (ADSL, HDSL, VDSL, GPRS, HSDPA, Wi-Fi, ecc.) o una linea telefonica della rete telefonica generale (POTS, ISDN, GSM, UMTS ecc.) e cominciare così la rispettiva sessione di navigazione attraverso l'utilizzo di un web browser. === Principali servizi disponibili su Internet === Internet offre i più svariati servizi, i principali dei quali sono il World Wide Web e la posta elettronica, ed è utilizzata per le comunicazioni più disparate: private e pubbliche, lavorative e ricreative, scientifiche e commerciali. I suoi utenti, in costante crescita, nel 2008 hanno raggiunto quota 1,5 miliardi e, visto l'attuale ritmo di crescita, si prevede che saliranno a 2,2 miliardi nel 2013. Le potenzialità teoriche in termini informativi e di servizi di Internet sono enormi; i principali servizi già attivi o di futura possibile applicazione sono: * World Wide Web * Motori di ricerca * File Transfer Protocol (FTP) * Hypertext Transfer Protocol (HTTP) * Telnet * Hosting * Gopher * E-Mail * Mailing list * Newsgroup * Podcast * Chat * Forum * Blog * Social network * File hosting * File sharing * Video sharing * Webcast * Streaming o Web Tv * IPTV * Web radio * VoIP * Cloud computing * Bitcoin * Multiplayer * Home banking * E-Commerce * E-Learning * E-Government * E-Democracy * E-health === Principali enti di gestione === * ICANN (Internet Corporation of Assigned Names and Numbers); * IANA (Internet Assigned Numbers Authority); * IAB (Internet Architecture Board); * IETF (Internet Engineering Task Force); * W3C (World Wide Web Consortium); * IESG (Internet Engineering Steering Group); * ISOC (Internet Society). === Regolamentazione === Logo dell'ICANN Logo IETF Attualmente e sin dai suoi sviluppi al grande pubblico dalla metà degli anni '90 la rete Internet si è caratterizzata come una rete fondamentalmente "anarchica" cioè priva di regolamentazione effettiva ufficiale (ciascun utente può contribuire ai suoi contenuti secondo regole non sempre ben definite, chiare e omogenee). Secondo altri la Rete rappresenta invece un esempio di libertà di espressione e democrazia globale dei tempi moderni e per questo da tutelare. Tutto ciò rappresenta di fatto un punto cruciale che secondo alcuni critici dovrà essere risolto nell'immediato o prossimo futuro. In generale la ragione di tale condizione è da ricercare semplicemente nella natura e nelle finalità originarie di Internet come rete dati dedicata alla diffusione di documenti all'interno della comunità scientifica e delle organizzazioni e non pensata invece per scopi puramente pubblici. === Sicurezza === Logo W3C Logo Internet Society Su Internet viaggiano tantissime informazioni non solo immagazzinate nei siti web, ma anche con e-mail, chatting, ecc. Sotto questo punto di vista Internet si caratterizza attualmente come una rete fondamentalmente ultrademocratica (o per alcuni anche al limite dell'anarchia ovvero scarsamente regolamentata) dove ciascun singolo utente può veicolare informazioni di qualunque tipo ai propri scopi e spesso in maniera del tutto anonima. Tale fatto se da una parte rappresenta una delle ragioni principali del successo della rete come potente strumento di comunicazione di massa, dall'altra, ovvero nel rovescio della medaglia, evidenzia debolezze e vulnerabilità intrinseche dovute sostanzialmente al fatto che il "potere" è demandato al mittente e a chi eventualmente "controlla" la rete: molte sono infatti le tipologie di attacco alla sicurezza informatica attuabili a mezzo della rete stessa da parte di pirati informatici (''cracker'') con intenzioni malevoli quali ad esempio attacchi di negazione del servizio e furto di dati personali dell'utente (password e codici di autenticazione, clonazione delle carte di credito, ecc.) nonché truffe dirette ai danni dei consumatori ad esempio tramite false e-mail. Inoltre, essendo divenuto una forma di comunicazione di massa, Internet ha necessitato di diversi tentativi di filtraggio di parte delle informazioni veicolate o addirittura di controllo a fini di pubblica sicurezza. Uno dei programmi ampiamente riconosciuti è Carnivore, voluto dall'FBI per controllare la posta elettronica in entrata e in uscita alla ricerca di parole chiave di interesse. Per tutti questi motivi il filone della sicurezza informatica nell'ambito delle reti è molto attivo. In Italia, sempre per motivi di sicurezza pubblica legati a norme antiterrorismo, il ''Decreto Pisanu'' dal 2006 imponeva l'obbligo agli utenti che volevano connettersi a Internet tramite rete Wi-Fi di registrarsi con le proprie credenziali di identità presso il gestore stesso della rete nonché la previa richiesta di autorizzazione alla questura da parte del gestore stesso per l'installazione della rete Wi-Fi connessa alla rete Internet. Questa restrizione, da molti vista come puramente burocratica, ha significato per molti un ostacolo alla diffusione di tale tipo di accesso a Internet rispetto ad altri paesi europei ed esteri in cui l'accesso tramite Wi-Fi era invece pienamente liberalizzato. Tale situazione è cambiata durante il governo Berlusconi IV, il quale non prorogando il decreto ha liberalizzato l'accesso Internet tramite Wi-Fi a partire dal 1º gennaio 2011, ma sul quale però restano aperti diversi interrogativi su quale sia il corretto iter da seguire per eventuali esercenti pubblici che volessero offrire un servizio WI-FI alla propria clientela. In senso opposto invece si muove la proposta di legge italiana dell'onorevole Gabriella Carlucci che anziché difendere l'anonimato su Internet sancisce l'impossibilità di caricare contenuti di ogni genere senza identificarsi e inoltre propone di espandere il reato di diffamazione ai contenuti digitali. === Privacy === D'altra parte l'intercettazione e il filtraggio dei dati personali degli utenti da parte degli ISP o dei maggiori network di rete a scopo di ricerche di mercato pone oggi anche il problema della privacy dell'utente in Rete. === Copyright === Non solo si vuole controllare Internet perché mezzo di comunicazione di massa, ma anche per il fatto che esistono dei sistemi di scambio peer-to-peer che veicolano file protetti da diritto d'autore. Le case discografiche hanno cercato in tutti i modi di sostenere le proposte che suggerivano un controllo della rete a discapito del diritto di anonimato e della libertà personale. Un esempio è il tentato avviamento in Francia di una proposta di legge che avrebbe permesso agli ISP di togliere la connessione a Internet agli utenti che praticassero condivisione dei file protetti da copyright (dopo due avvertimenti), ma il decreto voluto da Nicolas Sarkozy ha perso la maggioranza dopo l'approvazione della relazione sul rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet di Stavros Lambrinidis, il 26 marzo 2009, all'Unione europea, che esprimeva una posizione forte in difesa della libertà d'espressione che in Internet vede la sua piena realizzazione. === Neutralità della rete === Simbolo della Net Neutrality Al crescere dei servizi offerti dalla rete si è fatto strada l'ampio dibattito in merito alla network neutrality tra chi (gli utenti) vorrebbe una rete completamente trasparente nella fruizione di contenuti e servizi e chi (gli operatori di rete) vorrebbe un maggior controllo e selezione dei contenuti stessi impedendo la libera proliferazione di chi si appoggia sulle infrastrutture di rete per diffondere il proprio marketing e il proprio business ovvero i principali network o fornitori di servizi web (Google, YouTube, Facebook, Twitter, LinkedIn, ecc.). === Pubblicità === Internet si sta sempre più affermando anche come canale pubblicitario, promozionale e commerciale. I suoi vantaggi sono dati dalla possibilità di effettuare quasi dei collegamenti virtuali one-to-one a costi estremamente competitivi.; Al giorno d'oggi, Internet è sostenuta e mantenuta da un milione di imprese commerciali, innumerevoli sono ormai i siti web di grandi e piccole medie imprese, nonché portali di e-commerce. Forte e in crescita è inoltre il ricorso della pubblicità direttamente sulla posta elettronica degli utenti fino al caso limite di spam. === Tutela dei minori === La sempre più facile accessibilità alla rete e ai suoi contenuti liberi da parte di un pubblico/utenti minorenni, progressivamente sempre più giovani, pone il problema della loro tutela di fronte a pericoli e rischi che l'anonimato e la vastità dei contenuti della rete può offrire nei loro confronti (es. pedofilia, pornografia, cyberbullismo, ecc.). Strumenti di filtraggio dei contenuti, opportunamente impostati (es. firewall), sono tuttavia disponibili da tempo nei vari sistemi informatici connessi come possibile rimedio al problema. === Internet dipendenza === Un altro problema che si è affacciato nel contesto della Rete, in merito al suo sempre più diffuso utilizzo, è l'Internet dipendenza, un aspetto di dipendenza psicologica, attualmente molto dibattuto, compreso all'interno della dipendenza dalle tecnologie digitali. Secondo i dati del rapporto annuale del 22 maggio 2012 di Mechthild Dyckmans, responsabile del dipartimento per le dipendenze patologiche del governo federale tedesco sono circa 250.000 le persone tra i 14 e i 24 anni che soffrono da dipendenza da internet, e altre 1,4 milioni sono considerate internauti problematici. Nel 2017 è stata istituita la prima ''giornata mondiale sulle dipendenze tecnologiche e il cyberbullismo''. === Inibizione dei processi cognitivi e di apprendimento === Secondo lo psichiatra e neuroscienziato Manfred Spitzer, sono stati effettuati diversi studi per verificare se l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche, migliorino le capacità di studio e apprendimento, che hanno portato a conclusioni negative soprattutto nei confronti dei giovani. === Propaganda, disinformazione e raccolta dei dati=== L'espressione in lingua inglese '''''Fake news''''' e in italiano '''false notizie''', '''notizie fasulle''', o ancora '''pseudonotizie''', indica articoli o pubblicazioni su reti sociali redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, resi pubblici con il deliberato intento di disinformare o di creare scandalo attraverso i mezzi di informazione. Dopo la nascita di Internet il termine, nell'immaginario collettivo, è spesso collegato alla Rete. In statistica e informatica, la locuzione inglese '''big data''' ("grandi masse di dati", o in italiano '''megadati''') indica genericamente una raccolta di dati informativi così estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l'estrazione di valore o conoscenza. Il termine è utilizzato dunque in riferimento alla capacità (propria della scienza dei dati) di analizzare ovvero estrapolare e mettere in relazione un'enorme mole di dati eterogenei, strutturati e non strutturati (grazie a sofisticati metodi statistici e informatici di elaborazione), allo scopo di scoprire i legami tra fenomeni diversi (ad esempio correlazioni) e prevedere quelli futuri. === Diritto all'oblio === Con la locuzione "'''diritto all'oblio'''" si intende, in diritto, una particolare forma di garanzia che prevede la non diffusione, senza particolari motivi, di informazioni che possono costituire un precedente ''pregiudizievole'' dell'onore di una persona, per tali intendendosi principalmente i precedenti giudiziari di una persona. In base a questo principio non è legittimo, ad esempio, diffondere informazioni relative a condanne ricevute o, comunque, altri dati sensibili di analogo argomento, salvo che si tratti di casi particolari ricollegabili a fatti di cronaca. Anche in tali casi la pubblicità del fatto deve essere proporzionata all'importanza dell'evento ed al tempo trascorso dall'accaduto. Le leggi che regolamentano il diritto all'oblio si applicano esclusivamente alle persone fisiche e non alle aziende. === Diritto di accesso a Internet === Nel 2001 l'ONU riconosce l'accesso a internet come diritto civile . === Critiche === Molti degli aspetti controversi di internet sono stati discussi da autori come: Evgeny Morozov, Jaron Lanier, Andrew Keen, Nicholas Carr, Dave Eggers, Geert Lovink. ==== Consumo energetico ==== Internet ha un forte impatto ambientale. Le stime dell'utilizzo di elettricità di Internet sono state oggetto di controversia: secondo un documento di ricerca in revisione paritaria del 2014 che ha analizzato diverse affermazioni tra 20.000 opere pubblicate in letteratura durante il decennio precedente, vanno da 0,0064 kilowatt all'ora per gigabyte trasferito (kWh/GB) a 136 kWh/GB. I ricercatori hanno attribuito queste discrepanze principalmente all'anno di riferimento (cioè se sono stati presi in considerazione i guadagni di efficienza nel tempo) e al fatto che "i dispositivi finali come personal computer e server siano inclusi" nell'analisi. Nel 2011 i ricercatori accademici hanno stimato che l'energia complessiva utilizzata da Internet sia compresa tra 170 e 307 GW, meno del due percento dell'energia utilizzata dall'umanità. Questa stima includeva l'energia necessaria per costruire, far funzionare e sostituire periodicamente i 750 milioni di laptop stimati, un miliardo di smartphone e 100 milioni di server in tutto il mondo, nonché l'energia di router, celle radio, interruttori ottici, trasmettitori Wi-Fi e i dispositivi ''Cloud'' utilizzati durante la trasmissione del traffico Internet. Secondo uno studio non sottoposto a revisione paritaria pubblicato nel 2018 da ''The Shift Project'' (un think tank francese finanziato da sponsor aziendali), quasi il 4% delle emissioni globali di CO2 potrebbe essere attribuito al trasferimento di dati globali e alla relativa infrastruttura necessaria al trasferimento. Lo studio ha anche affermato che lo streaming di video online da solo ha rappresentato il 60% di questo trasferimento di dati e quindi ha contribuito a oltre 300 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno, e ha sostenuto nuove norme sulla "sobrietà digitale" che limitano l'uso e le dimensioni di file video. AvantGrade ha lanciato il progetto ''Karma Metrix'', un set di metriche e strumenti per la misurazione dell'efficienza energetica del web. ==== Censura ==== Le opinioni sul tema della censura di Internet sono variegate, essendoci argomenti sia a favore che contro di essa. Inoltre, il livello di censura di Internet varia da paese a paese: mentre in alcuni essa è praticamente assente, in altri (come ad esempio Iran e Cina) può arrivare perfino a limitare l'accesso alle notizie e reprimere la discussione tra i cittadini sul web. La censura di Internet si verifica anche in risposta o in previsione di eventi come elezioni, proteste e rivolte. Ad esempio, in Tunisia ed Egitto la cyber-censura "è viva e sta bene" in seguito alla primavera araba. Agli inizi sembrava che la Rete fosse destinata a una partecipazione essenzialmente maschile, nel 2002 per la prima volta le donne ''online'' hanno superato gli uomini. In uno studio americano del 2005 infatti, la percentuale di uomini che utilizzava Internet era leggermente superiore alla percentuale di donne, sebbene questa differenza si sia invertita in quelle sotto i 30 anni. Gli uomini si collegavano più spesso, trascorrevano più tempo online e avevano maggiori probabilità di essere utenti della banda larga, mentre le donne tendevano a sfruttare maggiormente le opportunità di comunicazione (come la posta elettronica). Gli uomini erano più propensi a utilizzare Internet per pagare i conti, partecipare alle aste e per attività ricreative come scaricare musica e video. Uomini e donne avevano la stessa probabilità di utilizzare Internet per acquisti e operazioni bancarie. Altri studi indicano che nel 2008 le donne erano significativamente più numerose degli uomini nella maggior parte dei servizi di social networking, come Facebook e Myspace, sebbene i rapporti variavano con l'età. Inoltre, le donne hanno guardato più contenuti in streaming, mentre gli uomini ne hanno scaricati di più. In termini di blog, gli uomini erano più propensi ad utilizzarli in primo luogo; tra coloro che ne avevano un blog, gli uomini avevano maggiori probabilità di avere un blog professionale, mentre le donne avevano maggiori probabilità di avere un blog personale. L'età media dei fruitori nel 2014 risultava attorno ai quarantaquattro anni.. Nel 2019, un terzo degli utenti online in tutto il mondo aveva un'età compresa tra i 25 e i 34 anni. Gli utenti in questa fascia di età costituivano il più grande gruppo di utenti online al mondo. Inoltre, il 18% degli utenti online globali aveva un'età compresa tra i 18 e i 24 anni. +'''Utenti Internet in tutto il mondo''' '''2005''' '''2010''' '''2017''' '''2019'''* '''Popolazione mondiale''' 6,5 miliardi 6,9 miliardi 7,4 miliardi 7,75 miliardi '''Utenti in tutto il mondo''' 16% 30% 48% 53,6% '''Utenti nel mondo in via di sviluppo''' 8% 21% 41,3% 47% '''Utenti nel mondo sviluppato''' 51% 67% 81% 86,6% *stima. ''Fonte: Unione internazionale delle telecomunicazioni''.
Internet Engineering Task Force
La '''Internet Engineering Task Force''' è un organismo internazionale, libero, composto da tecnici, specialisti e ricercatori interessati all'evoluzione tecnica e tecnologica di Internet. Ci si iscrive a titolo personale e non come rappresentanti di qualche istituzione pubblica o privata. Si occupa di sviluppare e promuovere standard Internet, in stretta cooperazione con il World Wide Web Consortium e ISO/IEC, in particolare TCP/IP e la suite di protocolli Internet.
Con l'esplosione del World Wide Web vi furono migliaia di ricercatori e programmatori di tutto il mondo che iniziarono a mettere in comune un enorme patrimonio di conoscenze e risorse, per sviluppare e sfruttare al meglio le tecnologie di Internet, facendo di quest'ultima la tecnologia con la crescita più rapida della storia. Ciò che differenzia IETF da enti e organizzazione di standardizzazione più tradizionali è la sua struttura aperta: il lavoro viene svolto da gruppi di lavoro (''working groups'') che operano soprattutto tramite mailing list, aperte alla partecipazione di chiunque sia interessato, e che si riuniscono tre volte l'anno. I gruppi di lavoro si occupano ciascuno di uno specifico argomento e sono organizzati in ''aree'' (protocolli applicativi, sicurezza, ecc...), in modo da coprire tutte le aree scientifiche e tecnologiche dalla rete. Il frutto del lavoro di ogni gruppo si traduce in dei documenti denominati RFC (''Request For Comments'') che vengono sottoposti alla IESG (''Internet Engineering Steering Group'') per il loro avanzamento a standard ufficiale. Tutta la documentazione scientifica, il software sviluppato, i codici e gli standard sono disponibili gratuitamente in Internet e possono essere anche liberamente utilizzati a fini commerciali. Si tratta di standard open source, cioè "trasparenti", che mostrano chiaramente i principi di base e la logica operativa che li sostiene, con lo scopo di consentire ulteriori miglioramenti e progressi. La parola d'ordine del IETF è la collaborazione, il motto è ''Rough consensus and running code'', cioè ''Consenso diffuso e codice funzionante'': le proposte non vengono adottate con votazioni formali, ma viene richiesto che ricevano un consenso generalizzato all'interno del gruppo di lavoro e che vi siano delle implementazioni funzionanti e diffuse. Dal marzo 2007 il presidente è Russ Housley, esperto di ''network security''. La missione della IETF è quella di migliorare Internet attraverso documenti tecnici che ne influenzano la progettazione, lo sviluppo e la gestione. I più importanti principi cardine sono: * ''Open Process'': qualsiasi persona interessata può partecipare ai gruppi di lavoro ed esprimere la propria opinione sull'argomento, il materiale e tutti i documenti trattati sono resi pubblici e disponibili in rete. * ''Technical competence'': fornisce documentazioni di elevata qualità tecnica basandosi su valutazioni ingegneristiche di rete. * ''Volunteer Core'': le persone che si iscrivono, lo fanno perché vogliono perseguire gli obbiettivi e la missione della IETF.
Isarco
L'''Isarco''' è un fiume del nord Italia, nasce nell'Alta Vall'Isarco in Alto Adige, nei pressi del passo del Brennero, passa per il paese di Vipiteno, prima di scendere lungo la val d'Isarco.
Dopo un corso di oltre 90 chilometri lungo l'omonima valle, confluisce nell'Adige presso Bolzano, come suo principale tributario di sinistra, presentando portata maggiore del segmento superiore dell'Adige stesso. I suoi principali affluenti sono: * il rio Fleres, a Colle Isarco * il rio di Vizze a Vipiteno * la Rienza, a Bressanone * il rio Gardena, a Ponte Gardena * il rio Bria, a Prato all'Isarco * l'Ega * il Talvera, a Bolzano Nel proprio percorso attraversa le seguenti località: * Vipiteno * Bressanone * Chiusa * Bolzano L'Isarco esondato a Bolzano nel 1541, disegno di Leonhard Hörtmair. Si vede chiaramente il fiume con meandro, con l'apporto del Talvera in alto a sinistra. Sullo sfondo il ponte sull'Isarco Grazie ad una portata media di 78 m³/s (a valle della confluenza con la Rienza che ha una portata compresa fra le 10 e le 20 volte quella dell'Isarco) ed alla forte pendenza (oltre il 250% tra Brennero e Colle Isarco), sul fiume sono stati costruiti numerosi impianti idroelettrici, un esempio è il lago di Fortezza. L'Isarco ha causato spesso alluvioni, specie nel tratto pianeggiante della conca di Bolzano ove gli si aggiunge il Talvera. In occasione dell'alluvione del 1541, l'allora borgomastro di Bolzano, Leonhard Hiertmair o Hörtmair, ha effettuato uno schizzo aquarellato destinato al governo del Tirolo con lo scopo di documentare i danni agli argini fluviali e chiedere conseguentemente lo stato di calamità. Di particolare importanza per le comunicazioni e i traffici locali e pure transalpini (via del Brennero), fu a Bolzano il ponte sull'Isarco (''Eisackbrücke''), attestato sin dal Duecento, collocato ai piedi del Virgolo (odierno ponte Loreto). Due ordinamenti giuridici del tipo ''Weistum'' del 1239 e 1272 ne regolavano i tributi e la continua manutenzione ad opera della comunità, indicando nel conte del Tirolo il ''iusticiarius'' ed ''advocatus pontis''.
Il Passatore
Fu ucciso nel marzo 1851 nei pressi di Russi dal sussidiario della Gendarmeria pontificia Apollinare Fantini. Il soprannome gli venne dal mestiere di traghettatore sul fiume Lamone esercitato dal padre Girolamo; viene chiamato anche '''Malandri''', dal cognome della donna che sposò un suo bisavolo.
Pagina del «Giornale di Roma» del 22 marzo 1851 che riporta la cronaca delle azioni di Stefano Pelloni e dei paesi da costui depredati. Stefano Pelloni nacque nel 1824 a Boncellino di Bagnacavallo, paese nella Bassa Romagna, a una decina di chilometri da Ravenna. Frequentò in gioventù una scuola privata, che tuttavia abbandonò alla terza elementare, dopo alcune bocciature. Evaso durante un trasferimento ad Ancona, dove avrebbe dovuto scontare una condanna a quattro anni di lavori forzati nella risistemazione della nuova darsena per il furto di due fucili da caccia, più altri tre anni di detenzione per la fuga dal carcere di Bagnacavallo, e datosi alla macchia, entrò a far parte di un gruppo assai variabile come consistenza e zone d'azione, del quale (come uso tra i briganti dell'epoca) egli non divenne il vero capo, ma un'importantissima figura di riferimento. Il gruppo divenne in breve una banda sempre più numerosa, audace, agguerrita e capace di efferatissime violenze, che operò per tre anni nelle Legazioni Pontificie, tenendo in scacco la gendarmeria grazie a una vasta rete di spie, informatori, protettori, ricettatori e addirittura uomini delle forze dell'ordine. Utili anche le connivenze con la popolazione più povera, ricompensata, come sempre fanno i banditi che si comprano appoggi, con i proventi dei suoi furti e rapine. Furono queste elargizioni che contribuirono a creare la sua fama di "Robin Hood" romagnolo. In realtà i comportamenti del Passatore sono da considerarsi quelli tipici di un criminale che gratuitamente seminava violenza e uccideva con sadismo: è stato, ad esempio, l'unico brigante dell'Ottocento ad aver sezionato alcune vittime. In un caso il Pelloni sparò a sangue freddo a un uomo semplicemente perché uno dei suoi aveva insinuato che si trattasse di una spia. Un ''modus operandi'' caratteristico della banda, inizialmente attiva nei boschi di Brisighella, era la "firma" dei propri delitti: a suggello del misfatto compiuto il Pelloni dichiarava a voce alta il proprio nome e soprannome: «Stuvanèn d'ê Pasadôr» (Stefano (figlio) del passatore), come caratteristico era anche lo scherno verso il potere con cui spesso erano concepite le azioni. Delle sue gesta, quelle che seminarono il terrore furono le vere e proprie occupazioni militari di interi paesi – Bagnara di Romagna (16 febbraio 1849), Cotignola (17 gennaio 1850), Castel Guelfo (27 gennaio 1850), Brisighella (7 febbraio 1850), Longiano (28 maggio 1850), Consandolo (9 gennaio 1851) e Forlimpopoli (sabato, 25 gennaio 1851) - durante le quali metteva a sacco le abitazioni dei più ricchi, che venivano torturati e seviziati (e in alcuni casi assassinati) per farsi rivelare i nascondigli degli scudi e delle gioie. Tra tutte, rimase tristemente famosa l'occupazione di Forlimpopoli, avvenuta nella notte del 25 gennaio 1851. Durante l'intervallo di una rappresentazione, i briganti penetrarono nel Teatro Comunale (oggi teatro Verdi): saliti sul palcoscenico, puntarono le armi contro gli spettatori terrorizzati e, facendo l'appello, rapinarono uno ad uno gli spettatori presenti in sala. Fra le famiglie rapinate vi fu anche quella di Pellegrino Artusi. A raccolto concluso, gli efferati banditi stuprarono alcune donne, e tra queste Gertrude, sorella dell'Artusi, la quale impazzì per lo choc. La vicenda al Teatro di Forlimpopoli divenne talmente popolare da essere cantata per decenni dai cantastorie. La notizia causò apprensione nelle località della Romagna toscana prossime alla frontiera, perché i briganti sfuggivano all'inseguimento delle truppe pontificie nascondendosi sulle montagne toscane dove il governo granducale, nonostante gli accordi di collaborazione presi con le autorità pontificie, era più tollerante nei confronti di questi soggetti, che classificava come "facinorosi pontifici". Lo stesso Artusi riconobbe fra gli aggressori don Pietro Valgimigli detto "don Stiffelone", parroco di San Valentino presso Tredozio, loro fiancheggiatore e manutengolo; presenza confermata da altre testimonianze che lo davano "''in intelligenza colla banda fino da quando era capeggiata dal Passatore, essendo stato al fatto a Forlimpopoli''". Nella sua biografia è ricordata anche l'incursione che fece nel settembre 1849 a Cascina Mandriole, ove nell'agosto era morta Anita Garibaldi. Il brigante vi fu attirato dalle dicerie locali, secondo le quali Stefano Ravaglia, che aveva ospitato Garibaldi e consorte, e seppellito Anita alla sua morte, fosse in possesso di una somma di denaro, in oro e carta valute, ricevuta dallo stesso generale. La famiglia del Ravaglia fu torturata per estorcere la confessione sul presunto nascondiglio del tesoro. Giuseppe, fratello di Stefano, fu ucciso. L'attività del Pelloni terminò tragicamente nel marzo 1851. Grazie ad una segnalazione, "Stuvanèn d'ê Pasadôr" fu individuato dalla Gendarmeria Pontificia in un capanno di caccia del podere Molesa, nei pressi di Russi, rimanendo ucciso nello scontro a fuoco che ne seguì. Il suo cadavere fu messo su un carretto ed esibito per tutte le strade della Romagna, a dimostrazione dell'effettiva fine del brigante e per evitare l'insorgere di eventuali future leggende sulla sua morte. Il cadavere venne poi seppellito presso la Certosa di Bologna in luogo sconsacrato. Le sue imprese, in una Romagna interessata dalla lotta di classe, ispirarono la ''musa'' popolare della rievocazione orale (che enfatizzò la sua generosità, divenuta leggendaria) e quella colta, da Arnaldo Fusinato a Giovanni Pascoli (che nella poesia ''Romagna'' idealizzò la sua figura evocandolo, appunto, come ''il Passator Cortese''). I connotati de il Passatore differiscono notevolmente dall'iconografia che lo ha reso famoso, diffusasi nel dopoguerra a seguito del lancio del marchio dell'Ente Tutela Vini Romagnoli, che lo raffigurava somigliante a un brigante-pastore lucano (i connotati sono praticamente identici a quelli del celebre Carmine Crocco) e armato di arcaico "trombone", mentre in realtà egli utilizzava le migliori armi disponibili all'epoca. Stefano Pelloni era molto diverso anche in volto e nel vestire: alto intorno al metro e settanta, una statura giusta per la metà del secolo XIX in Romagna, aveva i capelli neri, gli occhi castani e la fronte spaziosa. In particolare il viso, di forma oblunga e di colorito pallido, non presentava alcuna barba. All'epoca, alla voce segni particolari del Passatore, veniva indicato "sguardo truce": ciò è possibile poiché Stefano Pelloni presentava una bruciatura da polvere da sparo sotto l'occhio sinistro. Alla figura del Pelloni è intitolata la 100 km del Passatore, una competizione podistica che dal 1973 si svolge annualmente con partenza da Firenze e arrivo a Faenza. ===Cinema, teatro e televisione=== * ''Il Passatore'', film del 1947 con la regia di Duilio Coletti. Nella parte del protagonista, l'attore Rossano Brazzi; * ''Fuori uno... sotto un altro, arriva il Passatore'', film del 1973 con la regia di Giuliano Carnimeo; * ''Il Passatore'', sceneggiato televisivo Rai in tre puntate, andato in onda nel dicembre 1977 sulla Rete 2 con la regia di Piero Nelli. Nella parte del protagonista, l'attore Luigi Diberti; * ''La leggenda del Passatore'', commedia musicale del 2008 del regista Gabriele De Pasquale. ===Musica=== * Nel dopoguerra i romagnoli Raoul e Secondo Casadei scrissero la ''Canzone del Passatore'', di ispirazione popolare, nota per l'incipit ''"Questa è la triste storia di Stefano Pelloni / in tutta la Romagna chiamato il Passatore"''; * il Quartetto Cetra incise nel 1966 la canzone intitolata ''Al teatro di Forlimpopoli'', che canta le gesta del Passatore; * il cantautore romagnolo Max Arduini ha scritto ''La rivalona'', storia di Marianna Marangoni, amante del Passatore e ''Notte romagnola'' incluse nell'album ''Né comune né volgare'' (2009), e ''La presa di Forlimpopoli'' tratta dall'album ''La scienza di stare in fila'' del (2019); * il cantautore Massimo Bubola ha scritto la canzone ''Son Passator Cortese'', inclusa nell'album ''Chupadero'' (2009), in cui racconta le gesta del celebre bandito; * la folk band romagnola Jumboreel ha scritto la canzone ''Stuvanè'' ("Stefanino"), presente nell'album ''Terramare'' (2017 ), in cui viene ripercorsa la vita del bandito.
Isabel Allende
È una delle autrici latinoamericane di maggior successo al mondo, con romanzi come ''La casa degli spiriti'' o ''La città delle bestie''. Ha scritto romanzi basati sulle sue esperienze di vita, ma ha anche parlato delle vite di altre donne, unendo mito e realismo. Ha partecipato a molti tour mondiali per promuovere i suoi libri e ha anche insegnato letteratura in vari college statunitensi. Vive in California dal 1989 e ha ottenuto la cittadinanza statunitense nel 2003
A tre anni dalla sua nascita, in Perù, nel 1945 il padre, il diplomatico cileno Tomás Allende, divorzia e lascia la famiglia; la madre decide di tornare in Cile con i tre figli e andare a vivere nella casa del nonno a Santiago. Grazie all'aiuto del cugino del padre, Salvador Allende, futuro presidente del Cile (poi ucciso durante il colpo di Stato del 1973) a Isabel e ai suoi fratelli non mancherà la possibilità di studiare e di vivere senza problemi economici. La casa del nonno sarà poi evocata nel primo romanzo, ''La casa degli spiriti'', che nel 1982 le darà la notorietà e che trae spunto dalle vicende della famiglia Allende. Il giorno 8 gennaio 1981 ricevette una telefonata in cui veniva avvisata delle gravi condizioni di salute del nonno: Isabel cominciò così a scrivergli una lettera che sarebbe poi diventata un libro intero: ''La casa degli spiriti'': da allora ogni nuovo libro viene iniziato dalla Allende lo stesso giorno dell'anno, l'8 gennaio. Nel 1953 la madre si risposa con un diplomatico e a causa del suo lavoro la famiglia si trasferisce all'estero, prima in Bolivia, dove studia in una scuola USA, poi in Europa e infine in Libano, studiando in un collegio inglese. Tornata in Cile nel 1959, nel 1962 si sposa con Michael Frías, da cui avrà due figli, Paula e Nicolás. Da questo momento si dedicherà al giornalismo, mestiere che sarà da lei sempre molto apprezzato. Dopo il colpo di Stato di Pinochet dell'11 settembre 1973, lascia il Cile nel 1975 trasferendosi a Caracas, in Venezuela, dove rimane fino al 1988. A quell'anno risalgono il divorzio da Frías ed il successivo matrimonio con William Gordon, con conseguente trasferimento in California, dove risiede tuttora, a San Rafael. Vincitrice nel 1988 dell'American Book Awards con il romanzo ''Eva Luna'', ne ''Il mio paese inventato'' Isabel rivela che ''Il piano infinito'' parla della vita di suo marito William. Nel 1991 improvvisamente la figlia Paula, a ventotto anni, si ammala di una malattia rara e gravissima, la porfiria, che la trascina in un lungo coma. La madre Isabel non abbandona la figlia per tutto il tempo e rimane al suo capezzale; durante tutto questo tempo comincia a scrivere, raccontando i ricordi della loro vita insieme in una commovente autobiografia. Un anno dopo sua figlia muore, nel 1992, la Allende pubblica gli scritti nel libro ''Paula'' (1995). Tre anni dopo, nel 1997, raccoglie alcune delle lettere di solidarietà e affetto ricevute da tutto il mondo nel libro '' Paula''. Come molte altre personalità, nel 2000 ha partecipato alla vasta campagna di sensibilizzazione mondiale "Respect" promossa dall'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite: sulle note dell'omonima canzone di Aretha Franklin, diversi personaggi noti (fra cui, oltre alla stessa Allende, anche il segretario di stato Madeleine Albright e il premio Nobel Rigoberta Menchú Tum) hanno cantato e ballato. La campagna ha celebrato allo stesso tempo i primi cinquant'anni di attività dell'agenzia e i 50 milioni di rifugiati che sono riusciti a ricostruirsi una vita nella nuova terra d'adozione. In tempi più recenti Allende si è dedicata alla stesura di una trilogia per ragazzi dedicata ai nipoti: i primi volumi sono stati ''La città delle bestie'' e ''Il regno del drago d'oro'', a cui è seguito l'ultimo volume ''La foresta dei pigmei''. Il 10 febbraio 2006 ha partecipato alla Cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006 portando, insieme ad altre sette donne famose, la bandiera olimpica. Nel 1998 ha Ricevuto a Capri il Premio Malaparte. Nel maggio 2007 è stata insignita a Trento della laurea honoris causa in lingue e letterature moderne euroamericane. Nel settembre 2010 è stata insignita con il Premio Nazionale Cileno per la Letteratura. Il suo primo romanzo giallo è intitolato ''Il gioco di Ripper'' (2013). Cugina della deputata cilena Isabel Allende Bussi, nel 2015 si separa dal marito William Gordon. In campo letterario, la Allende confessa che quando inizia a scrivere genera un luogo, un tempo ed i personaggi e la storia si creano da soli, vale a dire, non ha un piano iniziale con tutte le azioni. Alcuni suoi libri sono nati da lettere o riflessioni personali. Esempi di questo sono ''La casa degli spiriti'' e ''Paula'' che scrisse come omaggio alla figlia. Sebbene molti studiosi hanno catalogato le opere della Allende nel genere autobiografico, lei stessa afferma che è più una «memoria», perché non è una biografia propriamente detta, ma una collezione di ricordi più vicina alla finzione che alla realtà, malgrado si sia ispirata ad essa. L'umorismo è parte integrante dei suoi scritti, sia che siano opere giornalistiche o letterarie. La Allende confessa che si è abituata a scrivere in questo modo come giornalista e ora, grazie a questo, riesce a vedere dietro ad ogni storia, ad ogni singolo caso, una visione alternativa. Ne ''La città delle bestie'' il suo tentativo è quello di raggiungere i lettori più giovani. Decise di scriverlo dopo due libri nei quali c'era molta ricerca storica; questo nuovo libro segnava una pausa che poteva catturare maggiormente la loro immaginazione, dato che il romanzo storico richiede sempre che i fatti vengano verificati molto scrupolosamente. ''"Quando ero una giornalista gli altri erano la mia storia"''; la Allende si sentiva autorizzata a suonare il campanello di una casa, entrarci dentro e fare domande o fermare uno sconosciuto per strada e interrogarlo su cose personali (pensieri). Oltre ad opere autobiografiche, la Allende ha scritto anche romanzi storici, come ''Inés dell'anima mia'', basata sulla vita di Ines Suarez, la prima spagnola ad aver raggiunto il Perù, o ''L'isola sotto il mare'' che racconta la vita di una schiava di nome Zarité a Santo Domingo, ora Haiti alla fine del XVIII secolo. La sua opera è stata classificata nel movimento letterario conosciuto come ''posboom'', anche se alcuni studiosi preferiscono il termine ''novisima literatura''. Questo movimento è caratterizzato dal ritorno al realismo, da una prosa più facile da leggere, perché si perde la preoccupazione di creare nuovi modelli di scrittura (metaletteratura), dall'accento sulla storia, la cultura locale, tra le altre cose. Nel 2012 decise di entrare nel campo del romanzo poliziesco, genere a cui si dedica dal 2006 il suo ex marito, William C. Gordon, e ha scritto Il gioco di Ripper che ha consegnato nel dicembre dello stesso anno al suo agente Carmen Balcells. * ''La abuela Panchita'', illustrazioni di Marta Carrasco, editorial Lord Cochrane, Santiago, 1974 (storia per bambini). * ''Lauchas y lauchones, ratas y ratones'', Lord Cochrane, Santiago, 1974 (storia per bambini). * ''Civilice a su troglodita. Los impertinentes de Isabel Allende'', raccolta di articoli della rubrica omonima pubblicata sulla rivista ''Paula'', Lord Cochrane, Santiago, 1974 * ''La casa degli spiriti'' (''La casa de los espíritus', 1982), Milano, Feltrinelli, 1983. ISBN 88-07-01295-2.'' * ''D'amore e ombra'' (''De amor y de sombra'', 1984), Milano, Feltrinelli, 1985. ISBN 88-07-01315-0. * ''La gorda de porcelana'', 1984 (racconto per ragazzi) * ''Eva Luna'' (''Eva Luna'', 1987), Milano, Feltrinelli, 1988. ISBN 88-07-01357-6. * ''Eva Luna racconta'' (''Cuentos de Eva Luna'', 1989), Milano, Feltrinelli, 1990. ISBN 88-07-01408-4 (raccolta di 23 racconti). * ''Il piano infinito'' (''El plan infinito'', 1991), Milano, Feltrinelli, 1992. ISBN 88-07-01440-8. * ''Paula'' (''Paula'', 1994), Milano, Feltrinelli, 1995. ISBN 88-07-01480-7 (romanzo autobiografico). * ''Per Paula. Lettere dal mondo'', Milano, Feltrinelli, 1997. ISBN 88-07-81449-8. * ''Afrodita. Racconti, ricette e altri afrodisiaci'' (''Afrodita'', 1987), Milano, Feltrinelli, 1997. ISBN 88-07-42085-6 (opera autobiografica). * ''La figlia della fortuna'' (''Hija de la fortuna'', 1998), Milano, Feltrinelli, 1999. ISBN 88-07-01562-5. * ''Ritratto in seppia'' (''Retrato en sepia'', 2000), Milano, Feltrinelli, 2001. ISBN 88-07-01601-X. * ''La città delle bestie'' (''La ciudad de las bestias'', 2002), Milano, Feltrinelli, 2002. ISBN 88-07-42095-3 (romanzo per ragazzi). * ''Il mio paese inventato'' (''Mi país inventado'', 2003), Milano, Feltrinelli, 2003. ISBN 88-07-49023-4 (opera autobiografica). * ''Il regno del drago d'oro'' (''El reino del dragón de oro'', 2003), Milano, Feltrinelli, 2003. ISBN 88-07-42099-6 (romanzo per ragazzi). * ''La foresta dei pigmei'' (''El Bosque de los pigmeos'', 2004), Milano, Feltrinelli, 2004. ISBN 88-07-42103-8 (romanzo per ragazzi). * ''Zorro. L'inizio della leggenda'' (''El Zorro: Comienza la leyenda'', 2005), Milano, Feltrinelli, 2005. ISBN 88-07-42111-9. * ''Inés dell'anima mia'' (''Inés del alma mía'', 2006), Milano, Feltrinelli, 2006. ISBN 88-07-01711-3 (romanzo storico). * ''La somma dei giorni'' (''La suma de los días'', 2007), Milano, Feltrinelli, 2008. ISBN 978-88-07-01742-1 (opera autobiografica). * ''Los amantes del Guggenheim. El oficio de contar'', 2007 (racconto) * ''L'isola sotto il mare'' (''La isla bajo el mar'', 2009), Milano, Feltrinelli, 2009. ISBN 978-88-07-01795-7. * ''Il quaderno di Maya'' (''El cuaderno de Maya'', 2011), Milano, Feltrinelli, 2011. ISBN 978-88-07-01868-8. * ''Le avventure di Aquila e Giaguaro'' (''La città delle bestie''; ''Il regno del drago d'oro''; ''La foresta dei pigmei''), Milano, Feltrinelli, 2012. ISBN 978-88-07-92168-1. * ''Amore'' (''Amor'', 2012), Milano, Feltrinelli, 2013, ISBN 978-88-07-03040-6 (raccolta di scene d'amore selezionate dai suoi precedenti libri) * ''Il gioco di Ripper'' (''El juego de Ripper'', 2014), Milano, Feltrinelli, 2013, ISBN 978-88-07-03072-7 (romanzo poliziesco). * ''L'amante giapponese'' (''El amante japonés'', 2015), Milano, Feltrinelli, 2015, ISBN 978-88-07-03160-1 * ''Oltre l'inverno'' (''Más allá del invierno,'' 2017), Milano, Feltrinelli, 2017, ISBN 978-88-07-03262-2 * ''Lungo petalo di mare'' (''Largo pétalo de mar'', 2019), Milano, Feltrinelli, 2019, ISBN 978-88-07-03343-8 * ''Donne dell'anima mia'' (''Mujeres del alma mía'', 2020), Milano, Feltrinelli, 2020, ISBN 978-88-07-03420-6 Film tratti dai suoi romanzi: * ''La casa degli spiriti'' (''The House of the Spirits''), di Bille August (1993) * ''D'amore e ombra'' (''Of Love and Shadows''), di Betty Kaplan (1994) * ''Afrodita, el sabor del amor'', di Fernando E. Solanas (2001) * ''L'isola sotto il mare'' letto da Valentina Carnelutti, Emons-Feltrinelli, 2010, ISBN 978-88-07-73506-6 * ''La casa degli spiriti'' letto da Valentina Carnelutti, Emons-Feltrinelli, 2012, ISBN 978-88-07-73528-8 * ''Oltre l'inverno'' letto da Evelina Nazari * ''Il quaderno di Maya'' letto da Liliana Bottone * ''L'amante giapponese'' letto da Viola Graziosi * ''Il gioco di Ripper'' letto da Viola Graziosi
Il monello della strada
'''''Il monello della strada''''' è un film prodotto nel 1950 e diretto da Carlo Borghesio è il quinto e ultimo film che il regista e Macario girano insieme.
Carletto Po è un minatore emigrato in Argentina. L'uomo ha sposato per procura una giovane italiana, Anna. Una volta tornato in Italia si presenta a Torino per conoscere finalmente la moglie, ma purtroppo scopre che Anna è morta lasciando solo il piccolo figlio Paolo, avuto da una precedente relazione, e che ora è legalmente figlio di Carletto. L'uomo cerca inizialmente di liberarsi del bambino, abbandonandolo per strada. Arrivato ad un Luna Park incontra una giovane misteriosa ragazza, che somiglia stranamente ad Anna, che lo invita a tenere con sé il bambino, cosa che Carletto fa, diventando in breve tempo amico di Paolino. Un giorno però spuntano dei lontani parenti di Paolino, che si offrono di occuparsi del bambino al posto di Carletto; in realtà vogliono solo ottenere la procura sul piccolo, che sta per ereditare una grossa somma di denaro. Carletto lascia a malincuore che gli portino via Paolino, ma una visita della ragazza misteriosa gli aprirà gli occhi sulle vere intenzioni di questi parenti. ===Regia=== La regia del film è curata da Carlo Borghesio che dopo alcuni successi tra cui il campione d'incassi Come persi la guerra sancisce nuovamente il feeling che nel frattempo si è creato tra Macario e la macchina da presa. ===Cast=== Oltre al protagonista Macario ormai celebre anche al pubblico cinematografico è da segnalare la presenza di Luisa Rossi nei panni della misteriosa Anna, quella di Saro Urzì nei panni del commissario e la presenza di Ciccio Jacono nei panni del piccolo Paolino. ===Riprese=== Il film è stato girato tra Torino e le colline piemontesi. La villa dei parenti di Paolino è Villa Abegg. Le riprese alla Stazione di Torino Porta Nuova sono avvenute il 22 agosto 1950 con Macario che attirava su di sé l'attenzione di molti passeggeri che si trovavano a transitare da quelle parti. Il film venne distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 12 dicembre 1950. ===Critica=== *«Oltre alla solita convincente interpretazione di Erminio, il film si caratterizzava anche per la originale (e per i tempi audace) sovrapposizione tra cartoon e attori in carne e ossa: il fido cavallo ad esempio era il risultato della sapiente matita di un disegnatore, così come i cactus, le caverne e gli animaletti che facevano da sfondo alla parte più spettacolare del racconto». *Un difetto del film è il suo eccessivo rifarsi al modello chapliniano: Il monello della strada «rifà il verso al più famoso “monello” di Charlie Chaplin. Anche se non si tratta di vera e propria copiatura, e malgrado le trovate a volte intelligenti, l'ombra del capolavoro chapliniano è troppo grande perché il film possa reggere il confronto». *Il rapporto di Macario con il figlio fa pensare a Chaplin (''Il monello'') e ci sono suggestioni anche da Clair (''Paris qui dort'', nella scena in cui tutti restano immobilizzati). *«Ne è venuta una farsetta piuttosto grossolana, falsamente patetica, corriva e provinciale; tranne l'ultimo episodio (la vita d'una città si arresta per quindici minuti, tutto è immoto, tutti sono di pietra nel loro ultimo atteggiamento): un episodio ben condotto e ben sfruttato, che stranamente spicca nella mediocrità di tutto il resto».
Imperatori del Giappone
Standardo Imperiale dell'Imperatore del Giappone Quella che segue è una lista tradizionale di '''imperatori del Giappone''' in ordine cronologico. Alcune date e altri dettagli sono oggetto di disputa fra gli storici: anche la mera verifica delle prime, soprattutto relativamente a imperatori morti giovani, fa dubitare almeno dell'effettività del potere che avrebbero esercitato. Diversi sovrani risultano ad un certo tempo ritirati a vita monastica, sebbene si supponga mantenessero una loro influenza residua, detta "governo del chiostro" o ''insei''.
№ Immagine Nome postumo Nome personale Regno Inizio Termine 1 100px '''Imperatore Jinmu''' ''(Jinmu Tennō)'' Kan'yamato Iwarebiko 11 febbraio 660 a.C. 9 aprile 585 a.C. 2 100px '''Imperatore Suizei''' ''(Suizei Tennō)'' Kamu Nunagawamimi no Mikoto 581 a.C. 549 a.C. 3 100px '''Imperatore Annei''' ''(Annei Tennō)'' Shikitsuhiko Tamademi no Mikoto 549 a.C. 511 a.C. 4 100px '''Imperatore Itoku''' ''(Itoku Tennō)'' Oho Yamatohiko Sukitomo no Mikoto 510 a.C. 476 a.C. 5 100px '''Imperatore Kōshō''' ''(Kōshō Tennō)'' Mimatsuhiko Kaeshine no Mikoto 474 a.C. 392 a.C. 6 100px '''Imperatore Kōan''' ''(Kōan Tennō)'' Oho Yamato Tarasihiko Kunioshi Hito no Mikoto 391 a.C. 290 a.C. 7 100px '''Imperatore Kōrei''' ''(Kōrei Tennō)'' Oho Yamato Nekohiko Futoni no Mikoto 289 a.C. 214 a.C. 8 100px '''Imperatore Kōgen''' ''(Kōgen Tennō)'' Oho Yamato Nekohiko Kuni Kuru no Mikoto 213 a.C. 157 a.C. 9 100px '''Imperatore Kaika''' ''(Kaika Tennō)'' Waka Yamato Nekohiko Oho Bibino no Mikoto 156 a.C. 97 a.C. 10 100px '''Imperatore Sujin''' ''(Sujin Tennō)'' Mimaki Irihiko Inie no Mikoto 96 a.C. 29 a.C. 11 100px '''Imperatore Suinin''' ''(Suinin Tennō)'' Ikume Irihiko Isachi no Mikoto 28 a.C. 70 12 100px '''Imperatore Keikō''' ''(Keikō Tennō)'' Oho Tarasihiko Osirowake no Mikoto 71 130 13 100px '''Imperatore Seimu''' ''(Seimu Tennō)'' Waka Tarasihiko 131 191 14 100px '''Imperatore Chūai''' ''(Chūai Tennō)'' Tarasi Nakatsuhiko no Mikoto 192 200 100px '''Imperatrice Jingū''' ''(Jingū Kōgō)'' Okinaga Tarashihime no Mikoto 201 269 № Immagine Nome postumo Nome personale Regno Inizio Termine 15 60px '''Imperatore Ōjin''' ''(Ōjin Tennō)'' Honda no Sumera-mikoto / Ōtomowake no Mikoto / Homutawake no Mikoto 270 310 16 60px '''Imperatore Nintoku''' ''(Nintoku Tennō)'' Ō Sazaki no Mikoto 313 399 17 60px '''Imperatore Richū''' ''(Richū Tennō)'' Isaho Wake no Mikoto 400 405 18 60px '''Imperatore Hanzei''' ''(Hnzei Tennō)'' Tajihi Mizuha Wake no Mikoto 406 410 19 77x77px '''Imperatore Ingyō''' ''(Ingyō Tennō)'' Wo Asazuma Wakugo no Sukune 411 453 20 69x69px '''Imperatore Ankō''' ''(Ankō Tennō)'' Anaho no Mikoto 453 456 21 60px '''Imperatore Yūryaku''' ''(Yūryaku Tennō)'' Oho Hatsuse Wakatakeru no Mikoto 456 479 22 60px '''Imperatore Seinei''' ''(Seinei Tennō)'' Siraka Takehiro Kuni Osi Waka Yamato Neko no Mikoto 480 484 23 75x75px '''Imperatore Kenzō''' ''(Kenzō Tennō)'' Ohoke no Mikoto 485 487 24 60px '''Imperatore Ninken''' ''(Ninken Tennō)'' Ohosi(Ohosu) no Mikoto/ Simano Iratsuko 488 498 25 60px '''Imperatore Buretsu''' ''(Buretsu Tennō)'' Wohatsuse Wakasazaki 498 506 26 80x80px '''Imperatore Keitai''' ''(Keitai Tennō)'' Ōto/Hikofuto (Hikofuto no Mikoto/Ōdo no Sumera Mikoto) 507 531 27 60px '''Imperatore Ankan''' ''(Ankan Tennō)'' Hirokuni Oshitake Kanahi no Mikoto 531 535 28 60px '''Imperatore Senka''' ''(Senka Tennō)'' Takeo Hirokuni Oshitate no Mikoto 535 539 № Immagine Nome postumo Nome personale Regno Inizio Termine 29 60px '''Imperatore Kinmei''' ''(Kinmei Tennō)'' Amekuni Oshiharuki Hironiwa no Sumera Mikoto 539 571 30 60px '''Imperatore Bidatsu''' ''(Bidatsu Tennō)'' Osada no Nunakura no Futotamashiki no Mikoto 572 585 31 60px '''Imperatore Yōmei''' ''(Yōmei Tennō)'' Ooe/Tachibana no Toyohi no Sumera Mikoto 585 587 32 60px '''Imperatore Sushun''' ''(Sushun Tennō)'' Hatsusebe no (Wakasasagi) Mikoto 587 592 33 60px '''Imperatrice Suiko''' ''(Suiko Tennō)'' Nukatabe/Toyomike Kashikiyahime 592 628 34 60px '''Imperatore Jomei''' ''(JomeiTennō)'' Tamura (Oki Nagatarashihi Hironuka no Sumera Mikoto) 629 641 35 60px '''Imperatrice Kōgyoku''' ''(Kōgyoku Tennō)'' Takara (Ame Toyotakaraikashi Hitarashi Hime no Sumera Mikoto) 642 645 36 60px '''Imperatore Kōtoku''' ''(Kōtoku Tennō)'' Karu (Ame Yorozu Toyohi no Sumera Mikoto) 645 654 37 60px '''Imperatrice Saimei''' ''(Simei Tennō)'' Takara (Ame Toyotakaraikashi Hitarashi Hime no Sumera Mikoto) 655 661 38 60px '''Imperatore Tenji''' ''(Tenji Tennō)'' Katsuragi/Nakano-ooe (Ame Mikoto Hirakasuwake no Mikoto/Amatsu Mikoto Sakiwake no Mikoto) 661 672 39 68x68px '''Imperatore Kōbun''' ''(Kōbun Tennō)'' Ōtomo 672 40 60px '''Imperatore Tenmu''' ''(Tenmu Tennō)'' Ōama/Ohoshiama/Ōsama (Ame no Nunahara Oki no Mahito no Sumera Mikoto) 672 686 41 60px '''Imperatrice Jitō''' ''(Jitō Tennō)'' Unonosarara (Takama no Harahiro no Hime no Sumera Mikoto) 686 697 42 60px '''Imperatore Monmu''' ''(Monmu Tennō)'' Karu (Ame no Mamune Toyoohoji no Sumera Mikoto) 697 707 43 60px '''Imperatrice Genmei''' ''(Genmei Tennō)'' Ahe (Yamatoneko Amatsu Mishiro Toyokuni Narihime no Sumera Mikoto) 707 715 № Regno Immagine Nome postumo Nome personale Note 715–724 60px Genshō Hidaka/Niinomi (Yamatoneko Takamizu Kiyotarashi Hime no Sumera Mikoto) 724–749 60px Shōmu Obito (Ameshirushi Kunioshiharuki Toyosakurahiko no Sumera Mikoto) 749–758 70x70px Kōken Abe (Yamatoneko no Sumera Mikoto) Imperatrice, primo periodo di regno 758–764 60px Junnin Ōi Detronizzato dall'Imperatrice Shōtoku e riconosciuto postumo (1870) 764–770 70x70px Shōtoku Abe (Yamatoneko no Sumera Mikoto) Secondo regno dell'Imperatrice Kōken 770–781 60px Kōnin Shirakabe (Amemune Takatsugi no Mikoto) Nomina postuma Sudō (Sudō-Tennō) Sawara-shinnō Riconosciuto Imperatore dopo la sua morte 781–806 60px Kanmu Yamabe (Yamatoneko Amatsu Hitsugi Iyaderi no Mikoto) № Regno Immagine Nome postumo Nome personale 781–806 60px Kanmu Yamabe (Yamatoneko Amatsu Hitsugi Iyaderi no Mikoto) 806–809 60px Heizei Ate (Yamatoneko Ameoshikuni Takahiko no Mikoto) 809–823 60px Saga Kamino 823–833 60px Junna Ōtomo 833–850 60px Ninmyō Masara 850–858 60px Montoku Michiyasu 858–876 60px Seiwa Korehito 876–884 60px Yōzei Sadaakira 884–887 60px Kōkō Tokiyasu 887–897 60px Uda Sadami 897–930 60px Daigo Atsuhito 930–946 Suzaku Yutaakira 946–967 60px Murakami Nariakira 967–969 60px Reizei Norihira 969–984 60px En'yū Morihira 984–986 60px Kazan Morosada 986–1011 60px Ichijō Yasuhito/Kanehito 1011–1016 60px Sanjō Okisada/Iyasada 1016–1036 60px Go-Ichijō Atsuhira 1036–1045 60px Go-Suzaku Atsunaga/Atsuyoshi 1045–1068 60px Go-Reizei Chikahito 1068–1073 75x75px Go-Sanjō Takahito 1073–1086 60x60px Shirakawa Sadahito 1087–1107 60px Horikawa Taruhito 1107–1123 60px Toba Munehito 1123–1142 60px Sutoku Akihito 1142–1155 60px Konoe Narihito 1155–1158 60px Go-Shirakawa Masahito 1158–1165 60px Nijō Morihito 1165–1168 60px Rokujō Yorihito 1168–1180 60px Takakura Norihito 1180–1185 60px Antoku Tokihito № Regno Immagine Nome postumo Nome personale Note 1183–1198 60px Go-Toba Takahira 1198–1210 60px Tsuchimikado Tamehito 1210–1221 60px Juntoku Morihira/Morinari 1221 60px Chūkyō Kanehira/Kanenari Riconosciuto postumo (1870) 1221–1232 60px Go-Horikawa Yutahito 1232–1242 60px Shijō Mitsuhito/Hidehito 1242–1246 60px Go-Saga Kunihito 1246–1260 71x71px Go-Fukakusa Hisahito 1260–1274 60px Kameyama Tsunehito 1274–1287 60px Go-Uda Yohito 1287–1298 60px Fushimi Hirohito 1298–1301 60px Go-Fushimi Tanehito 1301–1308 60px Go-Nijō Kuniharu 1308–1318 60px Hanazono Tomihito 1318–1339 60px Go-Daigo Takaharu № Immagine Nome postumo Nome personale Regno Inizio Termine ''1'' 100px '''Imperatore Kōgon''' ''(Kōgon Tennō)'' Kazuhito 22 ottobre 1331 7 luglio 1333 ''2'' 100px '''Imperatore Kōmyō''' ''(Kōmyō Tennō)'' Yutahito 20 settembre 1336 18 novembre 1348 ''3'' 100px '''Imperatore Sukō''' ''(Sukō Tennō)'' Okihito 18 novembre 1348 26 novembre 1351 '''Interregno''' 26 novembre 1351 25 settembre 1352 ''4'' 100px '''Imperatore Go-Kōgon''' ''(Go-Kōgon Tennō)'' Iyahito 25 settembre 1352 9 aprile 1371 ''5'' 100px '''Imperatore Go-En'yū''' ''(Go-En'yū Tennō)'' Ohito 9 aprile 1371 24 maggio 1382 ''6'' 100px '''Imperatore Go-Komatsu''' ''(Go-Komatsu Tennō)'' Motohito 24 maggio 1382 21 ottobre 1392 № Ritratto Nome postumo Nome personale Nascita Regno Morte Inizio Termine 96 100px '''Imperatore Go-Daigo''' ''(Go-Daigo Tennō)'' Takaharu 26 novembre 1288 29 marzo 1318 18 settembre 1339 (abdicazione) 19 settembre 1339 97 100px '''Imperatore Go-Murakami''' ''(Go-Murakami Tennō)'' Norinaga/Noriyoshi 1328 18 settembre 1339 29 marzo 1368 98 100px '''Imperatore Chōkei''' ''(Chōkei Tennō)'' Yutanari 1343 29 marzo 1368 1383 (abdicazione) 27 agosto 1394 99 100px '''Imperatore Go-Kameyama''' ''(Go-Kameyama Tennō)'' Hironari c. 1347 1383 21 ottobre 1392 (abdicazione) 10 maggio 1424 100 100px '''Imperatore Go-Komatsu''' ''(Go-Komatsu Tennō)'' Motohito 1º agosto 1377 21 ottobre 1392 5 ottobre 1412 (abdicazione) 1º dicembre 1433 101 100px '''Imperatore Shōkō''' ''(Shōkō Tennō)'' Mihito 12 maggio 1401 5 ottobre 1412 30 agosto 1428 102 100px '''Imperatore Go-Hanazono''' ''(Go-Hanazono Tennō)'' Hikohito 10 luglio 1419 7 settembre 1428 21 agosto 1464 (abdicazione) 18 gennaio 1471 103 100px '''Imperatore Go-Tsuchimikado''' ''(Go-Tsuchimikado Tennō)'' Fusahito 3 luglio 1442 21 agosto 1464 21 ottobre 1500 104 100px '''Imperatore Go-Kashiwabara''' ''(Go-Kashiwabara Tennō)'' Katsuhito 19 novembre 1462 16 novembre 1500 19 maggio 1526 105 100px '''Imperatore Go-Nara''' ''(Go-Nara Tennō)'' Tomohito 26 gennaio 1495 9 giugno 1526 27 settembre 1557 106 100px '''Imperatore Ōgimachi''' ''(Ōgimachi Tennō)'' Michihito 18 giugno 1517 27 ottobre 1557 17 dicembre 1586 (abdicazione) 6 febbraio 1593 № Ritratto Nome postumo Nome personale Nascita Regno Morte Inizio Termine 106 100px '''Imperatore Ōgimachi''' ''(Ōgimachi Tennō)'' Michihito 18 giugno 1517 27 ottobre 1557 17 dicembre 1586 (abdicazione) 6 febbraio 1593 107 100px '''Imperatore Go-Yōzei''' ''(Go-Yōzei Tennō)'' Kazuhito/Katahito 31 dicembre 1572 17 dicembre 1586 9 maggio 1611 (abdicazione) 25 settembre 1617 № Ritratto Nome postumo Nome personale Nascita Regno Morte Inizio Termine 107 100px '''Imperatore Go-Yōzei''' ''(Go-Yōzei Tennō)'' Kazuhito/Katahito 31 dicembre 1572 17 dicembre 1586 9 maggio 1611 (abdicazione) 25 settembre 1617 108 100px '''Imperatore Go-Mizunoo(Go-Minoo)''' ''(Go-Mizunoo Tennō)'' Kotohito 29 giugno 1596 9 maggio 1611 22 dicembre 1629 (abdicazione) 11 settembre 1680 109 100px '''Imperatrice Meishō''' ''(Meishō Tennō)'' Okiko 9 gennaio 1624 22 dicembre 1629 14 novembre 1643 (abdicazione) 4 dicembre 1696 110 100px '''Imperatore Go-Kōmyō''' ''(Go-Kōmyō Tennō)'' Tsuguhito 20 aprile 1633 14 novembre 1643 30 ottobre 1654 111 100px '''Imperatore Go-Sai''' ''(Go-Sai Tennō)'' Nagahito 1º gennaio 1638 5 gennaio 1655 5 marzo 1663 (abdicazione) 22 marzo 1685 112 100px '''Imperatore Reigen''' ''(Reigen Tennō)'' Satohito 9 luglio 1654 5 maggio 1663 2 maggio 1687 (abdicazione) 24 settembre 1732 113 100px '''Imperatore Higashiyama''' ''(Higashiyama Tennō)'' Asahito 21 ottobre 1675 6 maggio 1687 27 luglio 1709 (abdicazione) 16 gennaio 1710 114 100px '''Imperatore Nakamikado''' ''(NakamikadoTennō)'' Yasuhito 14 gennaio 1702 27 luglio 1709 13 aprile 1735 (abdicazione) 10 maggio 1737 115 100px '''Imperatore Sakuramachi''' ''(Sakuramachi Tennō)'' Teruhito 8 febbraio 1720 13 aprile 1735 9 giugno 1747 (abdicazione) 28 maggio 1750 116 100px '''Imperatore Momozono''' ''(Momozono Tennō)'' Toohito 14 aprile 1741 9 giugno 1747 31 agosto 1762 117 100px '''Imperatrice Go-Sakuramachi''' ''(Go-Sakuramachi Tennō)'' Toshiko 23 settembre 1740 15 settembre 1762 9 gennaio 1771 (abdicazione) 24 dicembre 1813 118 100px '''Imperatore Go-Momozono''' ''(Go-Momozono Tennō)'' Hidehito 5 agosto 1758 23 maggio 1771 16 dicembre 1779 119 100px '''Imperatore Kōkaku''' ''(Kōkakuo Tennō)'' Tomohito 23 settembre 1771 16 dicembre 1779 7 maggio 1817 (abdicazione) 11 dicembre 1840 120 100px '''Imperatore Ninkō''' ''(Ninkō Tennō)'' Ayahito 16 marzo 1800 31 ottobre 1817 21 febbraio 1846 121 100px '''Imperatore Kōmei''' ''(Kōmei Tennō)'' Osahuito 22 luglio 1831 10 marzo 1846 30 gennaio 1867 № Ritratto Nome postumo Nome personale Nascita Regno Morte Note Inizio Termine 122 100px '''Imperatore Meiji''' ''(Meiji Tennō)'' Mutsuhito 3 novembre 1852 3 febbraio 1867 30 luglio 1912 Primo Imperatore dell'Impero del Giappone. 123 100px '''Imperatore Taishō''' ''(Taishō Tennō)'' Yoshihito 31 agosto 1879 30 luglio 1912 25 dicembre 1926 Il Principe Ereditario Hirohito ha servito come suo dal 1921 al 1926. 124 100px '''Imperatore Shōwa''' ''(Shōwa Tennō)'' Hirohito 29 aprile 1901 25 dicembre 1926 7 gennaio 1989 Da Principe Ereditario ha servito come dal 1921 al 1926. È stato l'ultimo Imperatore dell'Impero del Giappone. 125 100px '''Imperatore Heisei''' ''(Heisei Tennō)'' Akihito 23 dicembre 1933 7 gennaio 1989 30 aprile 2019 (abdicazione) in vita È stato il primo Imperatore ad abidicare dall'Imperatore Kōkaku; dall'abdicazione il suo titolo è quello di , abbreviato in . Il suo nome postumo sarà . 126 100px '''Imperatore ''Reiwa''''' ''(Reiwa Tennō)'' Naruhito 23 febbraio 1960 1º maggio 2019 in vita È asceso al trono il 1º maggio 2019 a seguito dell'abdicazione del padre Akihito. Il suo nome postumo sarà .
Isaac Asimov
Fu autore di numerosi romanzi e racconti di fantascienza e di volumi di divulgazione scientifica, la sua produzione è stimata intorno ai 500 volumi pubblicati, incentrata non solo su argomenti scientifici, ma anche sul romanzo poliziesco, la fantascienza umoristica e la letteratura per ragazzi. Alcuni romanzi e racconti di fantascienza hanno avuto trasposizioni cinematografiche.
=== Giovinezza === Isaac Asimov nacque il 2 gennaio 1920 a Petroviči, un villaggio del rajon di Šumjači dell'Oblast' di Smolensk, nella Russia in piena guerra civile, due anni prima della fondazione dell'Unione Sovietica, da una famiglia ebraica; tre anni dopo, gli Asimov emigrarono negli Stati Uniti, stabilendosi a New York, nel quartiere di Brooklyn. I genitori gestivano un negozio di dolciumi e giornali ed è proprio qui che il giovane Isaac iniziò ad appassionarsi alla fantascienza, leggendo le riviste che arrivavano al padre, Judah Asimov. Isaac, pur non essendo figlio unico (aveva un fratello, Stanley, e una sorella, Marcia) era il pupillo del genitore, a causa della sua salute cagionevole, ma che tuttavia non gli impedì di frequentare la Columbia University, dove inizialmente frequentò l'indirizzo di Zoologia, che poi abbandonò, rifiutandosi di dissezionare un gatto randagio. Nel 1939 si laureò in chimica. Nel frattempo aveva iniziato a scrivere racconti: il suo primo tentativo risaliva agli undici anni, ''The Greenville Chums at College''. Il primo racconto ad essere pubblicato (sul giornale scolastico, alle superiori) fu ''Little Brothers'', nel 1934. Al college, tra le sue letture preferite, oltre ai romanzi storici e fantascientifici, vi furono Agatha Christie e Wodehouse. Nel 1937 propose ''Cosmic Corkscrew'' a John W. Campbell, direttore della rivista ''Astounding Stories'', ma il manoscritto gli fu rispedito. === Esordio letterario === Nonostante ciò, è lo stesso Campbell ad incoraggiarlo a scrivere altre opere e così nel 1939 viene pubblicato sulla rivista ''Amazing Stories'' il racconto ''Naufragio al largo di Vesta'' (''Marooned off Vesta''). Nel frattempo Asimov ha stretto ottimi rapporti anche con Frederik Pohl, direttore di altre due prestigiose riviste di fantascienza, ''Astonishing Stories'' e ''Super Science Fiction''. E sarà proprio su queste testate che vedranno la luce molti dei celebri racconti sui robot positronici (il primo, sempre del 1939, è ''Robbie''), preludio ai romanzi del Ciclo dei Robot e le storie che formeranno la prima parte della sua opera più celebre, il Ciclo delle Fondazioni. Entrambe le opere, che testimoniano la fama e il prestigio di cui gode Asimov, rientrano in quella che è stata definita l'Età d'oro della fantascienza americana, coincidente grosso modo con gli anni quaranta del Novecento; è l'epoca in cui emergono altri scrittori classici di questo genere letterario, alcuni dei quali in diretto rapporto con Asimov, come Robert Heinlein, L. Sprague de Camp, Frederik Pohl. Dopo la laurea tenta con molte difficoltà di entrare nelle scuole mediche di New York, ottenendo nel 1941 un master presso la Columbia University. Quello stesso anno pubblica il racconto ''Notturno'', indicato dalla critica come il miglior racconto di fantascienza mai scritto prima dell'istituzione del Premio Nebula e contemporaneamente inizia a scrivere i racconti che andranno a comporre la ''Trilogia della Fondazione''. Nel frattempo, prosegue gli studi di chimica sotto l'ala protettrice del professor Charles Dawson. Nel 1942 sposa Gertrude Blugerman, di Toronto (Canada), artista. Quello stesso anno, a causa della seconda guerra mondiale, viene impiegato come chimico presso il ''Naval Air Experimental Station'' di Filadelfia insieme ai colleghi scrittori Robert A. Heinlein e L. Sprague de Camp. Nel 1945 Asimov viene arruolato come soldato semplice e inviato prima a Camp Lee (Virginia), poi a Honolulu, dove doveva partecipare al primo esperimento atomico del dopoguerra ma viene rimandato a casa poco prima. Dopo il congedo torna all'università dove, nel 1948, ottiene il dottorato in biochimica e inizia a lavorare con il professor Robert Elderfield, compiendo ricerche su nuovi farmaci per la cura della malaria, coltivando nello stesso tempo le sue collaborazioni con riviste fantascientifiche, alle quali, oltre alle già citate, vanno ad aggiungersi ''Unknown'', ''If'', ''Galaxy Science Fiction'' e ''The Magazine of Fantasy and Science Fiction''. Nel 1949 esce il racconto ''Madre Terra,'' che anticipa i romanzi dei robot. === Gli anni d'oro da romanziere === Nel 1950 Asimov pubblica il suo primo romanzo, ''Paria dei cieli'' (''Pebble in the Sky'', inizialmente ''Grow Old with Me''). Più tardi esce anche la raccolta ''Io, robot'' e il suo primo libro di saggistica, scritto insieme a due colleghi l'anno prima della nascita del figlio David. Tra il 1951 e il 1953 escono i romanzi ''Il tiranno dei mondi'', ''Le correnti dello spazio'' e ''Abissi d'acciaio'', oltre alla ''Trilogia della Fondazione''. Nel 1952 vede la luce anche ''Lucky Starr, il vagabondo dello spazio'', primo della serie su Lucky Starr pubblicata con lo pseudonimo di ''Paul French''. Del 1953 è l'antologia ''La Terra è abbastanza grande''. È in quegli anni che avviene il primo incontro con Janet Opal Jeppson, giovane psichiatra. Nel 1955 nasce Robyn Joan, sua seconda figlia e gli viene conferito il titolo di professore associato di biochimica. Tra il 1955 e il 1957 alterna l'attività di docente a quella di romanziere, con l'uscita di ''La fine dell'eternità'' e ''Il sole nudo''. Nel 1958 esce ''Lucky Starr e gli anelli di Saturno'', il romanzo che chiude il ciclo. Il suo ultimo contributo letterario per molto tempo risale al 1959 con l'uscita dell'antologia ''Nine Tomorrows'', che presenta racconti scritti negli anni cinquanta. === La divulgazione scientifica === Da questo momento in poi sarà l'attività divulgativa ad assorbire la maggior parte del suo impegno letterario, a seguito anche della rinuncia all'attività didattica: pubblica, così, numerosi testi sulla chimica, fisica e astronomia. Unica eccezione di questo periodo è ''Viaggio allucinante'', ispirato all'omonimo film, edito nel 1966. Dello stesso anno è il premio Hugo per la ''Trilogia della Fondazione''. Tra il 1967 e il 1969 escono tre raccolte: ''Through a Glass, Clearly'', ''Misteri. I racconti gialli di Isaac Asimov'' e ''Antologia personale''. Isaac Asimov (a destra) con Robert Heinlein (a sinistra) e L. Sprague de Camp (al centro) presso il Philadelphia Navy Yard, 1944 Nel 1970 si separa da Gertrude, dalla quale divorzia tre anni più tardi, per poi sposare, nel 1973, Janet Jeppson, nuovamente incontrata ad una ''convention'' di letteratura gialla. L'anno precedente era stato pubblicato ''Neanche gli dei'', il suo romanzo preferito, vincitore di un premio Hugo un Premio Nebula e un Premio Locus. Sono di questo periodo anche testi di divulgazione scientifica, storica e letteraria. Nel 1974 con la raccolta ''I racconti dei Vedovi Neri (Tales of the Black Widowers)'' inizia il ciclo dei Vedovi Neri, un club di amici che si cimentano nell'investigazione. Il ciclo si concluderà postumo con la pubblicazione di ''Il ritorno dei Vedovi Neri (The Return of the Black Widowers)'' (2003). Nel 1976 esce l'''Antologia del bicentenario'' (per la ricorrenza del bicentenario della Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America) dal cui racconto principale ''L'uomo bicentenario'', e dal romanzo Robot NDR-113, scritto in collaborazione con Robert Silverberg è stato tratto l'omonimo film nel 1999, senza però esserne molto fedele. Nel 1977 viene ricoverato in ospedale a causa di un attacco cardiaco, che ne minerà la salute anche negli anni successivi. Nel 1979 diventa professore ordinario, mentre nello stesso anno escono le opere autobiografiche ''Isaac Asimov's Treasury of Humour'' e ''In Memory Yet Green'' e l'anno dopo ''In Joy Still Felt''. === Gli ultimi anni === Si arriva così agli anni ottanta quando, sotto le insistenze della ''Doubleday'', riprende in mano il Ciclo della Fondazione, pur se, contemporaneamente, continua a scrivere racconti per il suo Ciclo dei Robot: nel 1983 escono ''L'orlo della Fondazione'' e ''I robot dell'alba''. Tra il 1985 e il 1988 escono ''I robot e l'Impero'', ''Fondazione e Terra'', ''Preludio alla Fondazione'' e ''Nemesis''. Gli ultimi anni della sua vita sono dedicati alla produzione scientifica, con numerosi articoli di divulgazione su diversi argomenti. Nel 1992 ottiene l'ultimo dei sei Premi Hugo per il suo racconto ''Gold''. La sua attività si conclude il 6 aprile 1992, quando muore per arresto cardiaco: era stato infettato dall'HIV durante una trasfusione di sangue nel 1983, subita in seguito ad un'operazione di bypass cardiaco. Nel 1995 esce la sua ultima autobiografia postuma: ''I, Asimov: A Memoir''. Il fatto che l'AIDS fosse stata la causa della sua morte è stato rivelato dieci anni dopo nella biografia scritta dalla seconda moglie Janet, ''It's Been a Good Life''. Sia l'ospedale dove era stato infettato (per evitare uno scandalo), sia Asimov stesso (per evitare lo stigma, che circondava l'AIDS, alla sua famiglia) furono d'accordo nell'occultare la malattia per molti anni. Coerentemente al suo ateismo, la salma è stata cremata senza cerimonie e le sue ceneri disperse, come aveva chiesto. In suo onore è stato denominato l'asteroide 5020 Asimov. Isaac Asimov si riteneva umanista e razionalista e dal punto di vista della credenza si definiva ateo. Benché non attaccasse il genuino e positivo sentimento religioso, era fortemente critico verso la superstizione e le credenze infondate. Aveva un quoziente intellettivo alto (intorno a 160, secondo i test in uso all'epoca) e fu membro, nonché vicepresidente onorario per alcuni anni, del Mensa, anche se dovette lasciare l'associazione in quanto riteneva molti membri di tale gruppo arroganti, oltre a non approvare le società elitarie. Asimov era un progressista su molti temi politici, e uno strenuo sostenitore del Partito Democratico statunitense, fin dall'epoca del New Deal. Sostenne nel 1972 la campagna presidenziale di George McGovern contro il Presidente Richard Nixon . Difese il diritto all'esistenza dello stato d'Israele, ma espresse la preoccupazione che potesse diventare un nuovo ghetto ebraico, e affermò di non essere un sionista per il fatto che le sue idee non contemplavano il nazionalismo (oltre che per il timore del contrasto etnico che la nascita dello Stato ebraico avrebbe generato con gli arabi, cosa che infatti si verificò). La sua difesa delle applicazioni civili dell'energia nucleare anche dopo lo scampato disastro di Three Mile Island compromise tuttavia le sue relazioni con alcuni esponenti della sinistra americana. Egli lanciò spesso accorati appelli riguardo alla necessità di un controllo delle nascite rifacendosi alle prospettive ipotizzate da uomini come Thomas Malthus e Paul R. Ehrlich. Riteneva infatti che il controllo delle nascite, tramite procreazione responsabile e contraccezione, avrebbe evitato, in caso di sovrappopolazione, l'imposizione dall'alto di politiche abortiste. Egli si considerò sempre un sostenitore del femminismo, e riteneva che l'omosessualità (come altre forme di sessualità fra adulti, non dannose e senza procreazione, ricordando sempre il problema del controllo delle nascite) dovesse essere considerata un "diritto morale" dell'uomo. Si dichiarò provocatoriamente favorevole ai programmi di eugenetica, ma solo perché - paradossalmente - il loro sicuro fallimento avrebbe dimostrato quanto fosse una strada sbagliata. Molto meglio sarebbe stato destinare le energie ad un "raccolto" delle migliori menti cresciute liberamente. Essendo figlio di "bottegai ebrei" Asimov era molto sensibile su temi di possibile discriminazione, e nondimeno contrario a qualsiasi blocco dell'immigrazione negli Stati Uniti: poiché lui stesso (e quasi tutti gli antenati degli americani moderni) era stato immigrato, non voleva precludere ad altri la medesima possibilità. Controversa e osteggiata fu la sua opinione sulla fattibilità di un governo mondiale. Egli stesso dichiarò che il governo mondiale avrebbe potuto trasformarsi in una dittatura autoritaria dominata da un élite tecnocratica, ma che, anche in un'ipotesi così sconfortante, fosse comunque preferibile a una pletora di stati mal funzionanti in conflitto tra loro. Occorre ricordare che il periodo in cui Asimov elaborò queste idee è situato nella guerra fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica; di fronte alla possibilità di un inverno nucleare causato dallo scontro armato atomico dei due blocchi contrapposti, era più auspicabile uno Stato planetario forte nella forma di un governo "illuminato" razionalmente, in grado di garantire la sicurezza a tutta l'umanità. A tale proposito, queste furono le sue parole: «una buona dittatura è comunque meglio di una cattiva democrazia».; ma affermò anche che «gli ideali in cui credo sono pace, libertà e sicurezza per tutti. Lo stato-nazione è obsoleto: abbiamo bisogno di un governo mondiale federale». Nella sua ultima opera di divulgazione, ''Our Angry Earth'' (1991), scritta in collaborazione con Frederik Pohl, Asimov lanciò allarmi riguardo alla crisi ambientale che vedeva delineandosi, descrivendo i fenomeni dell'effetto serra e del buco dell'ozono. Asimov inoltre si oppose alla guerra del Vietnam (firmando una petizione di scrittori di fantascienza nel 1968) e allo scudo spaziale di Reagan, argomento sul quale scrisse un saggio nel 1985. Nella sua vita personale, come in quella professionale, Asimov aveva molta fede nel progresso scientifico, anche se spesso era pessimista sul destino dell'umanità, e soffriva curiosamente di alcune fobie legate proprio alla tecnologia, come la paura di volare in aereo e quella degli aghi, oltre che del sangue (e sarà proprio una trasfusione di sangue a fargli contrarre l'HIV). Asimov, che da giovane si era cimentato anche con la narrativa fantasy, ammirava l'opera di J. R. R. Tolkien, in particolare ''Il Signore degli Anelli'', che cita in un racconto giallo della serie dei "Vedovi Neri", oltre che in ''Su Tolkien e altre cose'' ("Concerning Tolkien"), racconto contenuto in ''Le fasi del caos''. Lo stesso Tolkien, nonostante fosse anti-tecnologico, aveva affermato, in una lettera, di apprezzare le opere fantascientifiche di Asimov. === Comportamenti problematici verso le donne === Asimov usava spesso accarezzare e baciare le donne durante le convention o ovunque si trovasse senza alcun riguardo per il loro consenso. Questo è testimoniato da diversi degli scritti personali dello stesso Asimov, come ''The Sensuous Dirty Old Man (1971)'', nel quale scriveva: "''La questione non è se una ragazza debba o no essere toccata. La questione è semplicemente dove, quando, e come ella debba essere toccata''." Nell’autobiografia pubblicata nel 1979'', Io, Asimov,'' fece scrivere a Judith Merrill una nota di tre paragrafi che recitava:Il fatto è che Isaac (che era a quel tempo 1952 un marito spettacolarmente devoto e virtuoso) apparentemente si sentiva obbligato a ghignare, adocchiare, accarezzare e fare avances come atto di socievolezza. Quando andava, di tanto in tanto, al di là della pura godibilità sociale, sembrava non esserci modo di farglielo capire. … Asimov era conosciuto a quei tempi, da varie donne, come “l'uomo dalle cento mani”.Alec Nevala-Lee, scrittore di storia del genere fantascientifico, scrisse che il comportamento di Asimov, in qualità di autore sci-fi di spicco e personalità famosa, avesse contribuito a creare un’atmosfera poco desiderabile per le donne nella comunità fantascientifica, già dominata da una massiccia presenza maschile. A supporto di questo, citò alcuni autori contemporanei ad Asimov come Judith Merrill, Harlan Ellison e Frederik Pohl, insieme ad editori come Timothy Seldes e Edward L. Ferman. In un necrologio per Alfred Bester pubblicato nel'antologia ''Nebula Awards Showcase'' del 1987, e poi più tardi in un’antologia di brevi scritti di Alfred Bester, ''Redemolished'', Asimov scriveva:In ogni caso, lui Alfred Bester mi ha sempre dato il più grande saluto possibile. Uso il termine in senso figurato, perché quello che mi ha dato più di una volta (molto più di una volta, soprattutto se mi vedeva prima che io vedessi lui) era più di un saluto verbale. Mi ha stretto in un abbraccio da orso e mi ha baciato sulla guancia. E, di tanto in tanto, se gli voltavo le spalle, non esitava a prendermi in giro. Questo mi ha sconcertato in due modi. In primo luogo, è stata una sconfitta fisica diretta. Non sono abituato ad essere immobilizzato da un abbraccio e poi baciato, e di certo non sono abituato ad essere preso d'oca. Una sconfitta più indiretta e molto peggiore è stato rendersi conto che come io mi avvicinavo ad Alfie con molta cautela quando lo vedevo prima che lui vedesse me, potrebbe essere possibile che le giovani donne si avvicinassero a me con la stessa cautela, perché non negherò che ho agito a lungo partendo dal presupposto che abbracciare, baciare e sbirciare fosse una prerogativa maschile, a condizione che il bersaglio fossero le giovani donne (non i maschi anziani). Non avete idea di quanto mi abbia rovinato il non riuscire a dimenticare che le giovani donne potevano starmi evitando. Mi chiedo se Alfie lo abbia fatto apposta per ampliare la mia comprensione della natura umana e per riformarmi. No, non credo. Era solo la sua naturale esuberanza. A tutt'oggi Asimov è considerato uno dei massimi scrittori di fantascienza. Egli fu tra i primi a trasformare questo genere da narrativa di consumo priva di contenuti tipica dei cosiddetti pulp magazine a letteratura di livello, con contenuti divulgativi e didattici. Fu tra i primi anche a puntare tutto sulla plausibilità scientifica delle sue storie (la cosiddetta hard science fiction, basata su fondamenta scientifiche), non mancando tuttavia di inserirvi ampie riflessioni sociologiche e futuristiche sul destino dell'umanità. La popolarità di Asimov è addirittura maggiore in molti paesi europei, tra cui Spagna e Italia, nei quali è considerato lo scrittore di fantascienza per antonomasia ed è spesso l'unico ad essere conosciuto tra i suoi colleghi. Si è spesso affermato che la narrativa di Asimov sia scritta in uno stile arido, privo di azione, letterariamente scarno e poco interessato alla psicologia dei personaggi. Asimov stesso riconobbe almeno il fatto che lui scrivesse in modo volutamente semplice, perché non intendeva scrivere per vincere un premio Pulitzer ma per farsi capire (concetto imprescindibile in un divulgatore qual egli era). Il critico e scrittore di fantascienza statunitense James Edwin Gunn affermò nel 1982, riguardo ad ''Io, robot'' che in pratica, eccettuati due singoli racconti, ''in nessuna delle storie sui robot i personaggi giocano un ruolo fondamentale, le storie sono ridotte a dialoghi sterili privi di azione e descrizione se non strettamente funzionali ai fini della trama''. Si può ritenere che questo giudizio sia applicabile a tutta la produzione narrativa di Asimov. Vi sono tuttavia delle notevoli eccezioni, in quanto i personaggi di ''Powell e Donovan'' o ''Susan Calvin'' nelle storie sui robot, di ''Arkady Darell'' e del ''Mule'' (o ''Mulo'') nel ciclo delle Fondazioni, di Elijah Baley nel ciclo dei robot, di Golan Trevize nei seguito della Fondazione e di Hari Seldon negli antefatti della Fondazione sono creazioni a tutto tondo che dominano e muovono la storia ed hanno personalità e storie complesse e articolate. Si è poi criticata l'assenza di alieni nella stragrande maggioranza della fantascienza di Asimov. Egli stesso affermò che quell'elemento era stato dettato dalle imposizioni del suo editore John W. Campbell, il quale era dell'idea che gli alieni dovessero sempre essere inferiori all'Uomo. Poiché Asimov era di diverso avviso riguardo l'indiscutibile superiorità umana, per ovviare al problema eliminò la presenza di civiltà extraterrestri nelle sue prime storie. A questa critica, tuttavia, e a quella secondo cui le sue storie fossero del tutto prive di riferimenti al sesso (diversamente da quanto avveniva nelle disinvolte correnti post-anni sessanta), Asimov rispose col suo ''Neanche gli dei'' nel quale presentò una delle più complesse e affascinanti civiltà aliene mai comparse nel panorama della fantascienza, e ne descrisse minuziosamente i costumi sessuali senza però scivolare nell'erotico o nel volgare. In definitiva quelle critiche, così come tutte le critiche che oggi hanno portato a un parziale "revisionismo" riguardo al contributo di Asimov alla fantascienza, sono dipese dall'affermarsi delle avanguardie New Wave e cyberpunk (a cui Asimov, almeno nel primo caso, cercò nelle sue ultime opere di adeguarsi). La completa opposizione tra l'idea pessimistica di un futuro apocalittico delle suddette correnti e quella ottimistica e positivista di Asimov è stridente e si è anche voluto accusare la produzione di Asimov di parziale obsolescenza. Resta tuttavia indiscutibile il fatto che la sua space opera di così ampio respiro e le sue speculazioni sociologiche e tecnologiche mantengano il loro fascino anche a tanti anni di distanza. La prosa asciutta ma elegante di Asimov, che nel longevo ciclo delle Fondazioni (risalente a prima della metà del Ventesimo secolo) ha contribuito alla fortuna dell'opera, è ancora ricercata da coloro che hanno rigettato la moderna fantascienza (in particolare cinematografica) fatta solo d'azione e violenza a favore di una fantascienza che torni a riflettere sul passato, sul presente e sul futuro dell'Uomo con particolare attenzione alla plausibilità della trama, delle idee e dei concetti espressi. === Fantascienza === ==== Romanzi ==== Asimov scrisse un grande numero di racconti, particolarmente nel periodo tra il 1939 e il 1959. In seguito la maggior parte delle sue opere furono romanzi come: ''La fine dell'eternità'' (''The End of Eternity'' in originale, 1955), forse una delle migliori opere sui viaggi nel tempo mai scritte; ''Neanche gli dei'' (''The Gods Themselves'' in originale, 1972), vincitore del premio Hugo ed opera in cui per la prima volta Asimov descrive compiutamente e minuziosamente in molti suoi aspetti, compreso quello riproduttivo, un'affascinante civiltà extraterrestre; ''Viaggio allucinante'' (''Fantastic Voyage'' in originale, 1966) o ''Destinazione cervello'' (''Fantastic Voyage II: Destination Brain'' in originale, 1987) in cui, partendo da un'idea non sua, crea un'avventura all'interno del corpo umano su un veicolo miniaturizzato, attenendosi però a canoni scientifici e cercando di dare un aspetto credibile e logico, descrivendo molte delle caratteristiche del corpo umano e dei suoi fenomeni chimici interni. I romanzi successivi, con l'eccezione di ''Nemesis'' del 1989, sono essenzialmente ampliamenti di Robert Silverberg di precedenti racconti di Asimov. ==== Racconti ==== Asimov produsse un vasto numero di racconti, in particolare nel periodo tra il 1939 e il 1959, usciti su riviste come ''Astounding Science Fiction'' dell'amico John W. Campbell e ''Galaxy Science Fiction''. La sua prima storia ad essere pubblicata, nel 1939, ''Naufragio al largo di Vesta'', venne scritta quando Asimov aveva solo 18 anni e narra di tre uomini che sopravvivono allo schianto dell'astronave ''Silver Queen'' nella Cintura degli Asteroidi e si ritrovano intrappolati all'interno di uno dei pochi compartimenti ancora integri del relitto, il quale è alla deriva in moto orbitale attorno all'asteroide 4 Vesta, uno dei maggiori per grandezza della Fascia principale. Accolto freddamente dalla critica di quegli anni, il racconto è diventato nei decenni una pietra miliare della fantascienza classica. Solo due anni più tardi, nel 1941, egli scrisse quello che ancora oggi è considerato il miglior racconto di fantascienza, ''Notturno''. In esso, Asimov ipotizzava gli effetti che un'eclissi solare produceva su un mondo perennemente illuminato abitato, tra gli altri, da un gruppo di culto radicalmente religioso. Nel 1968 il Congresso degli Scrittori di fantascienza Americani votò ''Notturno'' come il miglior racconto di fantascienza e venne giudicato dalla Science Fiction Writers of America come il miglior racconto di fantascienza scritto prima dell'istituzione del Premio Nebula nel 1965, inserendolo nell'antologia ''The Science Fiction Hall of Fame, Volume One, 1929–1964''. La metafora della luce e delle tenebre, dell'Illuminismo e del "sonno della ragione" (durante l'eclissi il pianeta impazzisce), dimostra fin da quest'opera giovanile la netta condanna di Asimov riguardo alla superstizione e al fideismo. Con ''Notturno'' Asimov introdusse il concetto di ''social science fiction'' (fantascienza sociologica), un termine che venne usato per indicare la nuova corrente degli anni Quaranta formata tra gli altri da Asimov e Robert Heinlein e che partendo dalla forma classica della ''space opera'' giungeva ad ardite speculazioni sul futuro dell'umanità. Asimov scrisse diversi racconti degni di nota, molti riguardanti i robot positronici e il Multivac racchiusi nell'antologia ''Tutti i miei robot.'' Alcuni dei racconti più famosi ed importanti racchiusi nell'antologia, e non solo, sono: * ''Robbie'' (''Robbie'' in originale) del 1940 e costituisce il primo racconto in assoluto sui robot positronici, in questo racconto si narra dell'affetto tra una bambina e il suo robot baby-sitter compagno di giochi. Asimov intendeva reagire a tutte le precedenti storie sui "robot come minaccia", molto diffuse all'inizio del XX secolo, per conferire invece agli automi la figura di attrezzi utili ed estremamente versatili che aiutassero l'umanità durante il suo percorso nella storia. In seguito, questa sua visione rivoluzionò la letteratura e la filmografia dei decenni a lui seguenti. Comunque, pubblicato per la prima volta nel settembre del 1940 sulla rivista ''Super Science Stories'', fa parte dell'antologia ''Io, robot'' ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. * ''Essere razionale'' (''Reason'' in originale) è il secondo racconto di Asimov sui robot positronici, in cui fanno la loro prima comparsa Powell e Donovan. Pubblicato per la prima volta nell'aprile del 1941 sulla rivista ''Astounding Science Fiction'', fa parte dell'antologia ''Io, robot'' ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. Nel racconto viene narrata la storia di un robot incredibilmente logico e razionale che non crede all'esistenza della terra e di altre cose molto importanti. * ''Bugiardo!'' (''Liar!'' in originale) del 1941 terzo racconto di Asimov sui robot positronici, in cui fanno la loro prima comparsa il personaggio di Susan Calvin, uno dei suoi personaggi più famosi, e la prima delle Tre leggi della robotica. In questo racconto viene narrato di un robot che per rispettare le Tre Leggi e non ferire chi gli sta intorno è costretto a mentire, fatto che infrange una delle Tre Leggi e che lo porterà all'autodistruzione. * ''Circolo vizioso'' (''Runaround ''in originale) pubblicato per la prima volta nell'ottobre del 1942 sulla rivista ''Astounding Science Fiction'', fa parte dell'antologia ''Io, robot'' ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. È il primo lavoro di Asimov in cui vengono compiutamente enunciate le Tre leggi della robotica. Il racconto è ambientato su Mercurio nei pressi di una miniera e affronta la conflittualità tra la seconda e la terza delle Tre leggi della robotica. * ''Meccanismo di fuga'' (''Escape! ''in originale) pubblicato per la prima volta nell'agosto del 1945 (con il titolo ''Paradoxical Escape'') sulla rivista ''Astounding Science Fiction'', fa parte dell'antologia ''Io, robot'' ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. È l'ultimo racconto in cui appare la coppia di Powell e Donovan. Nel racconto viene narrata l'invenzione di motore in grado di raggiungere velocità superluminale. * ''Il destino di Marte'' (''The Martian Way'' in originale) del 1952 scritto durante il Maccartismo esprime la personale presa di posizione dell'autore sul fenomeno. Asimov prevede, con quindici anni di anticipo, le passeggiate nello spazio e gli effetti euforici che possono provocare, e narra della conquista dell'indipendenza e dell'autosufficienza di una colonia umana su un altro pianeta dalla terra. * ''Chissà come si divertivano'' (''The Fun They Had'' in originale) del 1954, considerata da Asimov la più grande sorpresa della sua carriera, questo racconto divenne celebre e fu ristampato dopo che l'autore l'aveva scritto su richiesta di un suo amico che lo voleva portare ad alcuni bambini a cui faceva da insegnante. Narra di due bambini del futuro che trovano in una soffitta un vecchio libro, che descrive, tra le altre cose, le caratteristiche del sistema scolastico del XX secolo. * ''Question'' (''Question'' in originale) è un racconto mai arrivato in Italia. Fu pubblicato per la prima volta nel marzo del 1955 dalla rivista ''Computers and Automation'' e ristampato nell'aprile del 1957 su Science World. Non compare in alcuna raccolta. È il primo della serie di racconti vagamente connessi fra loro sul supercomputer immaginario Multivac. *''L'ultima domanda'' (''The Last Question'' in originale) del 1956. È una interessante storia sull'entropia con un finale sorprendente. Il racconto si compone di una serie di storie vagamente connesse tra di loro, che narrano del ''Multivac''. È il racconto preferito da Asimov perché lo scrisse di getto e senza apportarvi correzioni. Asimov lo considerava il racconto migliore che avesse mai scritto. La storia fu adattata per lo Strasenburgh Planetarium di Rochester, New York nel 1969, sotto la direzione di Ian C. McLennan. Dopo aver visto l'adattamento della storia per il planetario, Asimov concluse "in privato" che fosse la miglior storia di fantascienza mai scritta. ''L'ultima domanda'' è considerata insieme a ''Notturno'' ed altre una delle storie di Asimov più conosciute ed apprezzate. *''L'ultimo nato'' (''The Ugly Little Boy'', o ''Lastborn'') pubblicato per la prima volta nel 1958 nel numero di settembre della rivista ''Galaxy Science Fiction''. La storia narra di un uomo di Neanderthal bambino che viene trasportato nel futuro attraverso un viaggio nel tempo. Robert Silverberg usò il racconto come base per il romanzo del 1991 ''Il figlio del tempo'' o ''Un bimbo arriva da lontano'' (''Child of Time'' o ''The Ugly Little Boy''). *''Anniversario'' (''Anniversary'' in originale) del 1959. Il racconto fu scritto per celebrare il ventesimo anniversario della prima pubblicazione di Asimov ovvero ''Naufragio al largo di Vesta'', del quale è il seguito (lo scrittore riporta nei suoi commenti che la storia di Moore che raccoglie l'oggetto era stata una delle parti successivamente rimosse dal racconto originale). * ''Immagine speculare'' (''Mirror Image ''in originale) del 1972. Il racconto, pubblicato per la prima volta nel maggio del 1972 sulla rivista ''Analog Science Fiction'', fa parte dell'antologia ''Il meglio di Asimov'' e Tutti i miei robot, ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. È anche l'unico racconto breve in cui compaiono due dei personaggi più celebri di questo autore: Elijah Baley ed R. Daneel Olivaw. La storia narrata si colloca fra Il sole nudo e I robot dell'alba, rispettivamente secondo e terzo romanzo sugli Spaziali. Il secondo romanzo era stato pubblicato nel 1957 (15 anni prima) e gli appassionati della serie, speravano nella pubblicazione di un nuovo romanzo. Come racconta lo stesso Asimov, dopo la pubblicazione di questo racconto, egli venne letteralmente sommerso dalle lettere dei suoi fan, i quali, per la maggior parte, in sintesi dicevano: "Grazie, ma noi vogliamo un altro romanzo". Il racconto narra di come Baley riesca a risolvere brillantemente un conflitto tra due matematici spaziali interrogando i rispettivi robot. * ''L'uomo bicentenario'' (''The Bicentennial Man'' in originale) pubblicato per la prima volta nel febbraio del 1976, in occasione del bicentenario degli Stati Uniti, fa parte dell'antologia ''Antologia del bicentenario'' (a cui dà il nome) ed è presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov. Da questo racconto è stato poi tratto nel 1993 un altro romanzo ne amplia le vicende, scritto dallo stesso Asimov assieme a Robert Silverberg e intitolato ''Robot NDR-113 (The Positronic Man)''. Da questo racconto è inoltre stato tratto nel 1999 l'omonimo film diretto da Chris Columbus e con protagonista Robin Williams. Il racconto era ritenuto dallo stesso Asimov il suo miglior racconto sui robot positronici e narra di un robot con la personalità che con fatica, dopo molti anni e diversi cambiamenti, riesce a ottenere di essere riconosciuto umano poco prima di spegnersi. ==== Fondazione ==== Il contributo più esteso alla fantascienza è stato dato da Asimov col suo celebre Ciclo delle Fondazioni, una serie di racconti scritti tra il 1942 e il 1949 e pubblicati in quegli anni sulla rivista di John W. Campbell, ''Astounding Science Fiction''. I racconti, poi raccolti in tre volumi (''Cronache della galassia'', ''Il crollo della galassia centrale'', ''L'altra faccia della spirale''), narrano della caduta dell'Impero galattico e dei lunghi anni d'interregno e di barbarie che ne seguono. Basandosi sulla lettura di ''Storia del declino e della caduta dell'Impero romano'' di Edward Gibbon, Asimov realizzò la caduta di un Impero Galattico creando una descrizione politico-sociale del lontano futuro dell'umanità introducendo un concetto, quello della psicostoriografia, che affascinerà sociologi e psicologi per anni. La ''psicostoria'' si basa sull'idea della prevedibilità dei comportamenti delle masse mediante formule matematiche statistiche con cui si può arrivare a determinare il percorso più probabile che sarà adottato dalle masse, arrivando quindi a prevedere il futuro. L'idea di Impero galattico sarà ripresa indipendentemente in molte opere successive, si pensi all'Impero in ''Dune'' di Frank Herbert o all'Impero Galattico di ''Guerre stellari'' (anch'esso con una capitale sovrappopolata e completamente rivestita di metallo come per la Trantor asimoviana). Ai primi tre volumi, se ne aggiunsero poi quattro, scritti tra il 1982 e il 1992: ''L'orlo della Fondazione'' (1982), ''Fondazione e Terra'' (1986), ''Preludio alla Fondazione'' (1988) e ''Fondazione anno zero'' (1992); i primi due seguono cronologicamente la trilogia iniziale, mentre gli ultimi due sono dei prequel. ==== Robot positronici e Multivac ==== Nello stesso periodo in cui Asimov era impegnato nella stesura della serie della Fondazione, egli scrisse anche i primi dei suoi racconti sui robot positronici. Asimov per primo rinnovò il concetto di robot, trasformandolo da versione futuristica del mostro di Frankenstein tipico della fantascienza precedente a creatura versatile e realizzata su scala industriale per fungere da aiutante, o sostituto, dell'uomo. Data. Nelle opere sui robot, raccolte poi nelle antologie: ''Io, robot'', ''Il secondo libro dei robot'', ''Antologia del bicentenario'' e ''Tutti i miei robot'' (che riunisce alcuni racconti delle tre precedenti edizioni), Asimov enunciò le sue tre leggi della robotica che hanno ispirato esperti di robotica, intelligenza artificiale e cibernetica: * '''Prima Legge''': Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. * '''Seconda Legge''': Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, a meno che questi ordini non contrastino con la Prima Legge. * '''Terza Legge''': Un robot deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che questa autodifesa non contrasti con la Prima o la Seconda Legge. Tali Leggi sono state spesso utilizzate anche in romanzi di altri autori. Asimov, tuttavia le ha sempre considerate le Sue Leggi e non ha mai autorizzato alcuna citazione, sebbene lasciasse gli autori liberi di fare riferimento a esse. In alcuni dei suoi ultimi racconti, ''I robot e l'Impero'' e ''Fondazione e terra'', uno l'ultimo della serie dei Robot e l'altro l'ultimo della saga delle Fondazioni, Isaac Asimov postula l'esistenza di una Legge più generale: * '''Legge Zero''': Un robot non può danneggiare l'Umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l'Umanità riceva danno. Con l'introduzione di questa nuova legge, le tre precedenti vengono conseguentemente modificate: a tutte le leggi viene aggiunta la postilla "A meno che questo non contrasti con la Legge Zero". Insomma, la Legge Zero si pone come la più importante delle leggi, ed è significativo il fatto che questa legge sia coniata proprio dai robot (più precisamente, viene formulata da R. Daneel Olivaw nel romanzo ''I Robot e l'Impero''). Nel racconto ''Che tu te ne prenda cura'' (''...That Thou Art Mindful of Him''), è presentato in modo palese il problema della definizione del termine "umano" presente nelle leggi della robotica. L'indistinguibilità tra robot avanzati ed esseri umani è uno dei temi ricorrenti nella produzione di Isaac Asimov. Dopo la scomparsa di Asimov, il collega ed amico Roger MacBride Allen ha prodotto una trilogia letteraria (''Il Calibano di Asimov'', ''L'inferno di Asimov'' e ''L'utopia di Asimov'') nella quale le leggi della robotica vengono riprese e subiscono una radicale riformulazione. === Gialli === Nella sua carriera Asimov scrisse molte storie gialle, principalmente di tipo giallo deduttivo, intrecciandole spesso con tematiche fantascientifiche. Esempi di questi tipi di narrazione poliziesco-fantascientifica sono i cosiddetti ''Romanzi degli Spaziali'' e il racconto ''Immagine speculare'' (''Mirror Image'', 1972) appartenenti al Ciclo dei Robot con protagonisti l'investigatore umano Elijah Baley e il suo assistente, il robot positronico umanoide R. Daneel Olivaw. Un altro ciclo, non fantascientifico, di racconti gialli brevi e non, è quello dei Vedovi Neri, un immaginario club di cui Asimov iniziò a scrivere dal 1971. I racconti seguono sempre la stessa convenzione: i sei membri del club e un ospite si riuniscono a cena, serviti dal cameriere Henry Jackson, anche lui membro onorario dei Vedovi Neri. Durante la cena l'ospite propone sempre un mistero che i membri del club provano a risolvere, ma solo Henry vede la corretta (e di solito molto semplice) soluzione. ''I Vedovi Neri'' è basato su un circolo letterario che Asimov cita come il Trap Door Spiders; i membri dei Vedovi sono basati su persone reali di tale club, alcuni di loro famosi scrittori: Geoffrey Avalon (L. Sprague de Camp), Emmanuel Rubin (Lester del Rey), James Drake (Dr. John D. Clark), Thomas Trumbull (Gilbert Cant), Mario Gonzalo (Lin Carter), Roger Halsted (Don Bensen) e Henry Jackson. Secondo Asimov, Henry, che è un personaggio inventato, può essere stato ispirato in gran parte da Jeeves dei romanzi di P.G. Wodehouse. Gli altri libri gialli di Asimov sono i due romanzi ''Un soffio di morte'' (''The death dealers'', 1958) e ''Rompicapo in quattro giornate'' (''Murder at the A.B.A'', 1976), e le antologie ''Misteri. I racconti gialli di Isaac Asimov'' (1968), ''Gli enigmi dello Union Club'' (''The Union Club mysteries'', 1983) e ''Il delitto è servito'' (''Purr-fect crime'', 1989) Discorso a parte merita l'antologia ''Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio'' (''Sherlock Holmes through time and space'', 1984) raccolta curata da Asimov di quindici racconti di fantascienza, giallo e umorismo di diversi autori (fra i quali Philip J. Farmer, Gene Wolfe, Poul Anderson e Gordon R. Dickson) dedicati al grande detective creato da Arthur Conan Doyle. === Divulgazione scientifica === Tra il 1960 e il 1970 Asimov abbandonò quasi completamente la narrativa di fantascienza e si dedicò attivamente alla divulgazione scientifica. Egli stesso affermò di aver intrapreso quell'attività come risposta al desiderio degli americani di apprendere argomenti di natura scientifica in seguito all'imbarazzo americano ricevuto dallo Sputnik I, primo mezzo umano lanciato nello spazio dall'Unione sovietica nel 1957. Tutto questo era avvalorato dal fatto che oltre alla laurea scientifica Asimov poteva vantare una laurea in lettere e filosofia. Egli conosceva i meccanismi della scrittura, da un punto di vista sia teorico che pratico, avendo scritto fin dall'età di 15 anni che gli permetteva di compiere dissertazioni scientifiche a 360 gradi. Tra le opere di Asimov figurano anche un'edizione annotata del Paradiso perduto di Milton e una storia dell'antica Grecia. Asimov cominciò la sua attività di divulgatore fin da giovane: dopo il trasferimento a Boston insegnò nella facoltà di Medicina dell'università, e qui nel 1950 pubblicò insieme ad altri due colleghi il testo per studenti di medicina ''Biochimica e metabolismo umano'', che conobbe tre edizioni nel giro di poco tempo. La serie delle ''Asimov's Intelligent Man's Guides to Science'' (Guide alla Scienza per l'Uomo Intelligente) sono state tradotte in italiano in due opere separate, ''Il libro di fisica'' e ''Il libro di biologia'' entrambe pubblicate dalla Mondadori. Si tratta di volumi estremamente completi che coprono l'intera gamma di conoscenze su questi argomenti. Notevoli le sue opere sul corpo umano (non va infatti dimenticato che Asimov era un biochimico): ''Il corpo umano'', ''Il cervello umano'' (''The Human Brain – Its capacities and functions'' in originale, 1963) e ''Il codice genetico'' ne sono un esempio. A ciò si aggiungono le raccolte dei suoi articoli scientifici sull'astrofisica e la cosmologia, pubblicati inizialmente sulle colonne non-narrative del ''Magazine of Fantasy and Science-Fiction'' fin dal 1958: ''Il collasso dell'universo'' (in cui parla di buchi neri come spunto per spiegare i meccanismi fondamentali dell'universo, la gravità, l'entropia e il funzionamento delle stelle), ''Frontiere'', ''Grande come l'universo'' (raccolta di saggi di argomento fisico e astronomico contenente anche un saggio sulla difesa della ragione), ''Domani!'', ''L'universo invisibile'' ne sono un esempio. Asimov pubblicò inoltre varie opere di particolare ingegno, non sempre di divulgazione ma contenenti tesi o argomenti originali. ''Civiltà extraterrestri'' (''Extraterrestrial Civilization'' in originale, 1979) è ancora oggi considerata la migliore ricerca scientifica compiuta sulla possibilità di esistenza di forme di vita aliene, e ''In principio. Il libro della Genesi interpretato alla luce della scienza'' (''In the Beginning..''. in originale, 1981) è una rilettura della prima parte del libro della Genesi alla luce delle scoperte scientifiche. Pur essendo non credente, Asimov si interessò molto alla Bibbia, e pubblicò su di essa una ''Asimov's Guide to the Bible'' originariamente in due volumi. Con ''Catastrofi a scelta'' (''A Choice of Catastrophes'' in originale, 1979) Asimov analizzò tutte le possibili realistiche cause che porteranno o potrebbero portare alla scomparsa del genere umano partendo da quelle su scala universale (la morte termica dell'universo, oppure il big crunch), quindi scendendo a livello del sistema solare (descrivendo l'espansione del Sole al termine del suo ciclo dell'idrogeno, oppure l'effetto della collisione con degli asteroidi) e infine illustrando le possibili fonti di catastrofe legate alla Terra e all'attività degli esseri umani. Asimov da forse il meglio con ''I mattoni dell'universo'' (''Building blocks of the universe'', 1957) in cui espone vari argomenti che vanno dagli idrocarburi, discutendo del petrolio e della benzina e dell'importanza che hanno sull'economia mondiale, agli alcaloidi, elencando gli effetti dell'alcol sul sistema nervoso e i sintomi del ''delirium tremens'', arrivando ad un vero e proprio racconto della tavola periodica degli elementi, illustrando la storia degli elementi chimici: di ogni elemento Asimov racconta l'origine del nome, le modalità spesso strane e a volte avventurose della sua scoperta, e soprattutto le sue applicazioni pratiche nei composti. Con ''Cronologia delle scoperte scientifiche'' (''Asimov's chronology of science'', 1989), Asimov ripercorre tutte le più importanti scoperte e invenzioni dell'umanità dall'età della pietra agli anni '80, dall'andatura a due piedi al fenomeno del Buco dell'ozono. L'astronomo e divulgatore scientifico Carl Sagan una volta lo ha definito ''"Il più grande divulgatore dei nostri giorni"'' . === Fantascienza === ==== Romanzi ==== *''La fine dell'eternità'' (''The End of Eternity'' – 1955) *''Viaggio allucinante'' (''Fantastic Voyage'' – 1966) *''Neanche gli dei'' (''The Gods Themselves'' – 1972) *''Destinazione cervello'' (''Fantastic Voyage II: Destination Brain'' – 1987) *''Nemesis'' (''Nemesis'' – 1989) *''Notturno'' (con Robert Silverberg) (''Nightfall'' – 1990) *''Il figlio del tempo'' (con Robert Silverberg) (''The Ugly Little Boy'', 1992) *''Robot NDR-113'' (con Robert Silverberg) (''The Positronic Man'' – 1993) ==== Antologie ==== *''Maledetti marziani'' (''The Martian Way and Other Stories'' 1955) *''La Terra è abbastanza grande'' (''Earth Is Room Enough'', 1957) *''Nine Tomorrows'' (Nine Tomorrows – 1959) *''Antologia personale'' (''Nightfall and Other Stories'', 1969) *''Asimov Story'' (''The Early Asimov'', 1972) *''Il meglio di Asimov'' (''The Best of Isaac Asimov'', 1973) *''Testi e note'' (''Buy Jupiter: and Other Stories'', 1975) *''Il vento è cambiato'' (''The Winds of Change'', 1983) *''Fantasimov'' (''The Alternate Asimovs'', 1986) *''Le migliori opere di fantascienza'' (''The best Science Fiction of Isaac Asimov'', 1986) *''Sogni di robot'' (''Robot Dreams'', 1986) *''Visioni di robot'' (''Robot Visions'', 1990) *''Gold. La fantascienza allo stato puro'' (''Gold, The Final Science Fiction Collection'', 1995) ==== Grande Universo della Fondazione ==== Serie di romanzi e di racconti in cui Asimov immagina una storia futura dell'umanità. * '''Ciclo dei Robot''' ** ''Io, robot'' (''I, robot'', 1950) ** ''Il secondo libro dei robot'' (''The Rest of the Robots'', 1964) ** ''Antologia del bicentenario'' (''The Bicentennial Man and Other Stories'', 1976) ** ''Tutti i miei robot'' (''The Complete Robot'', 1982) ** ''Abissi d'acciaio'' o ''La metropoli sotterranea'' (''The Caves of Steel'' – 1954) ** ''Il sole nudo'' (''The Naked Sun'' – 1957) ** ''I robot dell'alba'' (''The Robots of Dawn'' – 1983) ** ''I robot e l'Impero'' (''Robots and Empire'' – 1985) * '''Ciclo dell'Impero''' ** ''Le correnti dello spazio'' (''The Currents of Space'' – 1952) **''Il tiranno dei mondi'' o ''Stelle come polvere'' (''The Stars, Like Dust'' – 1951) **''Paria dei cieli'' (''Pebble in the Sky'' – 1950) * '''Ciclo delle Fondazioni''' ** ''Preludio alla Fondazione'' (''Prelude to Foundation'' – 1988) ** ''Fondazione anno zero'' (''Forward the Foundation'' – 1993) ** ''Fondazione'' o ''Cronache della galassia'' o ''Prima Fondazione'' (''Foundation'' – 1951) ** ''Fondazione e Impero'' o ''Il crollo della galassia centrale'' (''Foundation and Empire'' – 1952) ** ''Seconda Fondazione'' o ''L'altra faccia della spirale'' (''Second Foundation'' – 1953) ** ''L'orlo della Fondazione'' (''Foundation's Edge'' – 1982) ** ''Fondazione e Terra'' (''Foundation and Earth'' – 1986) === Narrativa gialla === '''Serie dei Vedovi Neri''' *I racconti dei Vedovi Neri (''Tales of the Black Widowers'', 1974) *Largo ai Vedovi Neri o ''Dodici casi per i Vedovi Neri'' (''More Tales of the Black Widowers'', 1976) *Il club dei Vedovi Neri (''Casebook of the Black Widowers'', 1980) *I banchetti dei Vedovi Neri (''Banquets of the Black Widowers'', 1984) *Gli enigmi dei Vedovi Neri (''Puzzles of the Black Widowers'', 1990) *Il ritorno dei Vedovi Neri (''The Return of the Black Widowers'', 2003) '''Altri''' *''Un soffio di morte'' o ''I pianificatori della morte ''- romanzo (''The death dealers'' – 1958) *''Misteri. I racconti gialli di Isaac Asimov'' (1968) - antologia *''Rompicapo in quattro giornate'' - romanzo (''Murder at the A.B.A'' – 1976) *''Gli enigmi dello Union Club'' - antologia (''The Union Club mysteries'' – 1983) *''Sherlock Holmes nel tempo e nello spazio'' - antologia (''Sherlock Holmes through time and space'' – 1984) *''Il delitto è servito'' - antologia con altri autori (''Purr-fect crime'' – 1989) === Fantasy e umorismo === '''Antologie''' *''Azazel'' (''Azazel'', 1988) *''Magic'' (''Magic'', 1996) === Libri per ragazzi === '''Lucky Starr''' *''Lucky Starr, il vagabondo dello spazio'' (''David Starr, Space Ranger'', 1952) *''Lucky Starr e i pirati degli asteroidi'' (''Lucky Starr and the Pirates of the Asteroids'', 1954) *''Lucky Starr e gli oceani di Venere'' (''Lucky Starr and the Oceans of Venus'', 1954) *''Lucky Starr e il grande sole di Mercurio'' (''Lucky Starr and the Big Sun of Mercury'', 1956) *''Lucky Starr e le lune di Giove'' (''Lucky Starr and the Moons of Jupiter '', 1957) *''Lucky Starr e gli anelli di Saturno'' (''Lucky Starr and the Rings of Saturn'', 1958) '''Norby''' La serie è stata scritta assieme a sua moglie Janet. Quelli con i titoli solo in inglese sono inediti in Italia: *''Norby il robot stravagante'' (con Janet Asimov) (''Norby, the Mixed-Up Robot'' – 1983) *''I segreti di Norby'' (con Janet Asimov) (''Norby's Other Secret'' – 1984), Arnoldo Mondadori Editore *''Norby e la principessa perduta'' (con Janet Asimov) (''Norby and the Lost Princess'' – 1985) *''Norby e gli invasori'' (con Janet Asimov) (''Norby and the Invaders'' – 1985) *''Norby and the Queen's Necklace'' (1986) *''Norby Finds a Villain'' (1987) *''Norby Down to Earth'' (1988) *''Norby and Yobo's Great Adventure'' (1989) *''Norby and the Oldest Dragon'' (1990) *''Norby and the Court Jester'' (1991) === Divulgazione scientifica === Dato l'elevato numero di saggi scientifici, si riportano solo quelli editi in Italia. *''Evoluzione e genetica'' (''The Wellsprings of Life'', 1960), Bompiani *''Breve storia della biologia'' (''A Short History of Biology'', 1964), Zanichelli ISBN 88-08-02472-5 *''Breve storia della chimica'' (''A Short History of Chemistry'', 1965), Zanichelli ISBN 88-08-04064-X *Il Codice Genetico (''The Genetic Code'', 1962) Piccola Biblioteca Einaudi, 1968 *I mattoni dell'universo (''Building blocks of the universe'', 1957), Mondadori, 1971 *''Passato e futuro'' (''Science Past Science Future'', 1975), Siad Edizioni, 1979 *''Il collasso dell'universo'' (''The Collapsing Universe'', 1977), Mondadori ISBN 88-04-16972-9 *''Supernove'' (''The Exploding Suns'', 1977), BUR ISBN 88-17-11834-6 *''Civiltà extraterrestri'' (''Extraterrestrial Civilization'', 1979), Mondadori ISBN 88-04-27682-7 *''Catastrofi a scelta'' (''A Choice of Catastrophes'', 1979), Mondadori, 1980 *''In principio. Il libro della Genesi interpretato alla luce della scienza'' (''In the Beginning...'', 1981), Mondadori ISBN 88-04-29805-7 *''Il vagabondo delle scienze'' (''The Roving Mind'', 1983), Mondadori ISBN 88-04-42772-8 *''Il libro di biologia'' (''Asimov's New Guide to Science'', 1984), Mondadori ISBN 88-04-40474-4 *''Il libro di fisica'' (''Asimov's New Guide to Science'', 1984), Mondadori ISBN 88-04-41445-6 *''Il mostro subatomico'' (''The subatomic monster'', 1985), Longanesi ISBN 88-304-0926-X *''Grande come l'universo'' (''The Relativity of Wrong'', 1988), Mondadori ISBN 88-04-41819-2 *''Frontiere'' (''Frontiers'', 1989), Mondadori ISBN 88-04-38205-8 *''L'universo invisibile'' (''Atom'', 1992), Mondadori ISBN 88-04-39081-6 *''A perdita d'occhio'', Mondadori ISBN 88-04-40939-8 *''Il cervello umano'' (''The Human Brain – Its capacities and functions'', 1963) Tascabili Bompiani *''Esplorando la Terra e il cosmo (Exploring the Earth and the cosmos,'' 1982'')'' Mondadori, 1983 *''Il miracolo delle foglie: la fotosintesi'', Bollati Boringhieri ISBN 88-339-0563-2 *''Antologia scolastica'': raccolta di racconti in ciascuno dei quali viene coscientemente violata una legge (fisica, chimica o biologica), con schede di approfondimento ad uso delle scuole medie === Autobiografie === *''Io, Asimov - primo volume 1920 1954 Armenia editore (In Memory Yet Green)'' (1979) *''In Joy Still Felt: The Autobiography of Isaac Asimov, 1954-1978'' (1980) *''I, Asimov a memoir'' (1994) * 1957 Thomas Alva Edison Foundation Award, per ''Building Blocks of the Universe''. * 1960 Premio Howard W. Blakeslee della ''American Heart Association'', per ''The Living River''. * 1962 Boston University's Publication Merit Award. * 1963 Premio Hugo per aver "aggiunto la scienza ai racconti di Fantascienza" nei saggi pubblicati su Magazine of Fantasy and Science Fiction. * 1965 Premio James T. Grady dell'American Chemical Society. * 1966 Premio Hugo "miglior romanzo di sempre" per la serie della ''Fondazione''. * 1972 Premio Nebula miglior romanzo ''Neanche gli dei''. * 1973 Premio Hugo miglior romanzo ''Neanche gli Dei''. * 1973 Premio Locus miglior romanzo ''Neanche gli Dei''. * 1975 Premio Klumpke-Roberts per i contributi dati alla divulgazione dell'astronomia ed al suo apprezzamento da parte dell'opinione pubblica. * 1977 Premio Hugo miglior racconto ''L'uomo bicentenario''. * 1977 Premio Nebula miglior racconto ''L'uomo bicentenario''. * 1981 L'asteroide 5020 Asimov, è stato nominato in suo onore. * 1987 Premio Nebula Grandmaster, "lifetime achievement award". * 1983 Premio Hugo miglior romanzo ''L'orlo della Fondazione''. * 1983 Premio Locus miglior romanzo ''L'orlo della Fondazione''. * 1992 Premio Hugo miglior racconto ''Gold''. * 1995 Premio Hugo miglior racconto ''Io. Asimov: In Memoria''. * 2009 Il cratere Asimov di Marte è stato nominato in suo onore. * Quattordici dottorati ad honorem da diverse università del mondo.
Irlanda (isola)
L''''Irlanda''' è un'isola situata nell'oceano Atlantico settentrionale. È delimitata a sud-est dal canale di San Giorgio, a est dal mare d'Irlanda e a nord-est dal canale del Nord. Politicamente è divisa tra la Repubblica d'Irlanda , e il Regno Unito . Anticamente divisa in 32 contee, dopo l'indipendenza l'Éire ebbe la sovranità su 26 di esse, lasciando al Regno Unito 6 contee della provincia dell'Ulster; le 26 contee irlandesi divennero 29 nel 1994 per scissione di due di esse in cinque nuove contee, mentre le sei contee dell'Irlanda del Nord non esistono più, essendo dal 1972 la divisione amministrativa di quella regione articolata in distretti.
Cartina fisica L'isola d'Irlanda è situata nell'Europa nord-occidentale ad ovest della Gran Bretagna, approssimativamente 53° a nord dell'Equatore e ad 8° ad Occidente del meridiano di Greenwich. Il territorio è vasto 84 421 km² (32 595 mi²) ed è caratterizzato da catene montuose non particolarmente elevate che si sviluppano ad anello lungo le coste dell'isola, circondando le regioni centrali pianeggianti. La cima più alta è il monte Carrantuohill, alto 1041 metri. Altri rilievi famosi sono il monte Errigal, i Monti Wicklow e la montagna sacra, Croagh Patrick. L'isola è tagliata a metà dal fiume Shannon, lungo 320 chilometri e il più lungo d'Irlanda e dell'intero arcipelago britannico. Altri fiumi sono il Foyle e il Liffey che attraversa Dublino, anche se tutta l'isola è attraversata da moltissimi fiumi di modeste dimensioni e torrenti. Cartina politica Il lago (lough) più grande dell'isola è il Lough Neagh in Irlanda del Nord, mentre il lago più grande della Repubblica d'Irlanda è il Lough Corrib nel Connemara, con vicino il Lough Mask, seguito dal Lough Derg. Molto vasti anche i laghi Cullin e Conn nel Mayo. Il lago più grande di tutta l'isola però è nel Nord Irlanda: il Lough Neagh vanta anche il primato di grandezza in tutte le isole britanniche, e le sue dimensioni sono veramente notevoli. Famosi sono anche il Lough Gill, il Lough Allen, il Lough Ree e l'incredibile sistema di specchi d'acqua e fiumi che crea il Lough Erne. Le coste irlandesi sono caratterizzate da vaste e lunghissime spiagge dorate (famosissime quelle del Donegal) o da spettacolari scogliere a picco sul mare, tra cui le celebri Cliffs of Moher o le impressionanti Slieve League, le più alte in tutta Europa. Per la sua ricca vegetazione, dovuta al clima piovoso e temperato dalla Corrente del Golfo, il colore che nettamente domina i paesaggi è il verde (che raggiunge anche più di 70 tonalità diverse nei vari panorami), adottato come colore nazionale e che attribuisce il soprannome di ''Isola Smeralda'' all'Irlanda. Tuttavia l'Irlanda non è interamente verde, accanto ad alcune brulle zone montuose spicca senz'altro nella regione occidentale il ''Burren'', tavolato molto vasto di roccia calcarea. Oltre al ''Burren'', un altro particolare paesaggio è senz'altro quello del ''Giant's causeway'' (''Il selciato del gigante''), nel Nord Irlanda. Al largo delle coste, in prevalenza di quelle occidentali, ci sono numerose isole minori, tra le quali spiccano Achill Island, che è la più grande ed è vicina a tal punto dalla costa irlandese da esserne collegata con un ponte, Clare Island, Skellig Michael, Arranmore e le celebri Isole Aran. Ci sono cinque parchi naturali protetti nel territorio irlandese, oltre a numerosissime riserve naturali, e sono precisamente il ''Parco Nazionale di Connemara'' nel Connemara, il ''Parco Nazionale di Killarney'' vicino a Killarney, il ''Parco nazionale dei Monti Wicklow'', il ''Parco Nazionale del Burren'' e il ''Glenveagh National Park'' in Donegal. Il punto più settentrionale dell'isola è Malin Head, quello più meridionale Capo Brow, mentre quello più sud-occidentale Mizen Head. L'Irlanda viene spesso suddivisa in quattro province, che però non hanno alcun riconoscimento formale: Leinster, Munster, Connacht e Ulster. Queste province sono state successivamente suddivise in 32 contee, le quali invece hanno, nella maggior parte dei casi, un proprio Consiglio e decidono su determinate materie amministrative. La popolazione è di circa 5,7 milioni di abitanti, molti dei quali vivono nella costa orientale, e 1 milione circa nella capitale dell'Eire. La città più vasta e popolata è Dublino, seguita da Belfast e da Cork. Altre città importanti sono Limerick, Galway, Derry, Waterford. quattro provinceBandiera storica che rappresenta le quattro province d'Irlanda e che quindi comprende tutta l'isola nazionale irlandese di rugby, che è formata dagiocatori dell'Eire e dell'Irlanda del Nord Non c'è una bandiera universalmente accettata che rappresenti tutta l'isola irlandese. Storicamente sono state usate uno svariato numero di bandiere, inclusa la ''Croce di San Patrizio'', usata talvolta nel Regno d'Irlanda e che rappresentava l'Irlanda nell'''Union Jack'' dopo l'Atto di Unione, una bandiera verde con arpa dorata (usata da alcuni nazionalisti radicali ed oggi bandiera del Leinster), una bandiera blu con la stessa arpa usata dal XVIII secolo da vari nazionalisti (oggi emblema del Presidente della Repubblica), e infine il tricolore irlandese. Quest'ultima tuttavia identifica soltanto l'Éire, escludendo l'Irlanda del Nord. Il ''Royal Standard'' mostra inoltre una versione antica del drappo irlandese in uno dei suoi quadranti. La ''Croce di San Patrizio'' è usata dalla Federazione di Rugby irlandese per rappresentare tutta l'isola. Non dello stesso avviso è la GAA (Gaelic Athletic Association) che usa il tricolore. Una bandiera culturale non riconosciuta ma idealmente corretta, potrebbe essere quella delle quattro province. Storicamente l'isola d'Irlanda, in quanto parte del Regno Unito, ha avuto come motto ''Quis separabit?'' (in latino ''Chi potrà separarci?''); non è chiaro se sia ancora valido per l'Irlanda del Nord. A livello sportivo vi sono squadre nazionali rappresentative di tutta l'isola di Irlanda; il caso più noto è quello della Nazionale di rugby, che fa parte del Sei Nazioni e la cui federazione ha conservato la giurisdizione su tutto il territorio, anche quello che poi nel 1922 rimase al Regno Unito; per tale ragione la squadra irlandese non adotta la bandiera nazionale bensì una a base completamente verde rappresentante lo Shamrock e le quattro province dell'isola, e quando gioca al di fuori dell'Eire non esegue l'inno nazionale irlandese (''Amhrán na bhFiann'' o ''The Soldiers' Song''), bensì ''Ireland's Call'', inno appositamente commissionato dalla federazione rugbistica composto dal nordirlandese Phil Coulter, che in seguito fu adottato anche dalle rappresentative di hockey su prato e cricket, e dagli sport espressione di tutta l'isola a livello internazionale. Nel calcio invece, Eire e Irlanda del Nord hanno nazionali separate, ed entrambe hanno la divisa di gioco verde. A livello di Olimpiadi invece, un atleta nordirlandese può scegliere se rappresentare la Gran Bretagna o l'Eire. === Arte e letteratura === Nonostante le sue ridotte dimensioni, l'isola d'Irlanda ha contribuito in maniera davvero notevole alla letteratura mondiale, specialmente quella di lingua inglese. La vecchia poesia in lingua irlandese è una delle più antiche d'Europa (risale al VI secolo circa). Nei periodi più recenti, moltissime personalità di spicco venivano dall'Irlanda, molte delle quali sono state anche insignite del Premio Nobel per la Letteratura: George Bernard Shaw, William Butler Yeats, Samuel Beckett e Séamus Heaney. A questi vanno aggiunti due scrittori di fama mondiale come James Joyce e Oscar Wilde. Le arti figurative comparvero già in età preistorica come testimoniano i ritrovamenti di Newgrange per poi seguire nell'Età del Bronzo con oggetti in metallo lavorati. Particolarmente interessanti anche numerosi manoscritti di età medievale. Tra il XIX e il XX secolo si sviluppò anche una forte corrente culturale che esaltava la pittura indigena: autori più celebri John Butler Yeats, William Orpen, Jack Yeats e Louis le Brocquy. === Musica === La musica irlandese è famosa in tutto il mondo per il particolare e tradizionalissimo genere Folk e per le varie ballate, come ad esempio la celeberrima ''Danny Boy'' adattata sulle note della ''Londonderry Air'' (o ''Derry Air''). Questi generi tuttavia rischiavano di essere abbandonati del tutto all'inizio del XX secolo quando la società irlandese, avviata verso l'era moderna, cominciò a non gradirla come prima, specialmente nei centri urbani. Soltanto negli anni sessanta tornarono in voga, grazie ad un movimento culturale statunitense che rivalutava la propria musica popolare e che coinvolse anche molti artisti irlandesi. Da questa corrente nacquero e si formarono famose band come ''The Dubliners'', ''The Chieftains'', ''The Clancy Brothers'' e gli ''Sweeney's Men'', nonché artisti individuali come Sean Ó Riada. Altri artisti invece preferirono portare soltanto alcuni elementi del folk irlandese e inserirli in vari pezzi rock per creare un unico genere rock-folk: i più famosi furono gli Horslips, Van Morrison e soprattutto Thin Lizzy. Durante gli anni settanta e ottanta la differenza tra rock-folk e rock comune divenne sempre meno individuabile, con numerosi artisti che spaziavano dall'uno all'altro genere con incredibile disinvoltura e facilità. Famosi artisti e band musicali provenienti dall'Irlanda sono senz'altro gli U2, ma anche i Cranberries, The Corrs, The Undertones, Sinéad O'Connor, Enya, The Pogues e Boyzone, si deve fare un discorso a parte per i Flogging Molly che sono di Los Angeles ma tutti di origine irlandese, come pure i Dropkick Murphys, gruppo musicale di Boston. Anche il giovane Niall "James" Horan, famoso per essere un membro della band One Direction, ha origini irlandesi.
Isaac Bashevis Singer
Autore di racconti e romanzi, inizialmente in yiddish, poi tradotti in lingua inglese. Tra le sue opere si segnalano i romanzi ''Satana a Goray'' , ''La famiglia Moskat'' , ''La fortezza'' , ''Il mago di Lublino'' , ''La proprietà'' , ''Nemici: una storia d'amore'' , ''Shosha'' , ''Ombre sull'Hudson'' e le raccolte di racconti ''Gimpel l'idiota'' , ''I due bugiardi'' , ''Un amico di Kafka'' , ''Una corona di piume'' e ''La morte di Matusalemme'' .
Isaac Bashevis Singer nacque con il nome di Icek-Hersz Zynger nel 1903 a Leoncin e passò la prima infanzia a Radzymin, entrambe vicino a Varsavia. Il padre, Pinchos Menachem, era un rabbino chassidico; Bathsheba, la madre, era figlia di un rabbino. Quando Singer aveva tre anni, la famiglia si spostò a Varsavia dove il padre presidiò un ''beth din'', o corte rabbinica, in cui era rabbino, giudice e leader spirituale. Singer trascorse anche diversi anni a Biłgoraj, un villaggio immerso nella tradizione ebraica, dove il nonno materno era rabbino. Ricevette un'educazione di tradizione ebraica e studiò sui testi in ebraico e aramaico. Tutti nella sua famiglia raccontavano storie e lo stesso Singer, sin da giovane, cominciò a inventare racconti propri. Nel 1908 la famiglia si trasferì a Varsavia, nella sovraffollata e povera via Krochmalna, dove diventò amico di una ragazza di nome Shosha e girò per il quartiere per commissioni paterne e scorrerie di ragazzo. Nel frattempo però leggeva molto, studiava le lingue e il Talmud. Allo scoppio della guerra tornò a rifugiarsi al villaggio materno. Il fratello Israel Joshua intanto andò a Kiev, si sposò e iniziò a lavorare per diversi giornali come correttore di bozze e autore. Nel 1920 Singer entrò nel Seminario Rabbinico di Tachkemoni, ma presto fece ritorno a Biłgoraj, dove si mantenne dando lezioni di ebraico. Nel 1923 si spostò a Varsavia, dove lavorò come correttore di bozze per la rivista ''Literarische Bleter'', pubblicata dal fratello Israel, nel frattempo rientrato. Isaac tradusse in lingua yiddish alcune opere di Knut Hamsun, Gabriele D'Annunzio (il romanzo ''Il piacere'', nel 1929), la danese Karin Michäelis e Stefan Zweig, poi Thomas Mann e Erich Maria Remarque, e diventò amico di Aaron Zeitlin e di altri giovani scrittori. Nel 1929 il padre, che si era trasferito a Stary Dzików, morì, e Isaac aiutò il fratello con le ricerche storiche per il romanzo ''Yoshe Kalb''. In quegli anni ebbe una relazione con Runia Shapira, dalla quale nacque il figlio Israel. Nel 1932 il fratello si stabilì a New York. Dal 1933 al 1935 Isaac fu condirettore della rivista ''Globus'', dove pubblicò racconti e, a puntate, il romanzo ''Satana a Goray'' (da gennaio a settembre 1933). Si tratta di un romanzo scritto nello stile del libro medioevale delle cronache yiddish. La storia prende le mosse dagli eventi del XVII secolo che riguardano il falso messia Sabbatai Zevi e offre un quadro della febbre messianica che si diffuse tra il popolo ebraico in quegli anni. In un'opera più tarda, ''Lo schiavo'' (1962), Singer ritornò ancora al XVII secolo con una storia d'amore tra un uomo ebreo e una donna cristiana, la cui relazione è tormentata dalle loro diverse tradizioni. Nel 1935 Singer entrò a far parte dello staff del quotidiano yiddish ''Forverts'' (in inglese ''Jewish Daily Forward'') come corrispondente estero. Per fuggire alla minaccia antisemita emigrò anche lui negli Stati Uniti, separandosi dalla moglie, diventata comunista, e dal figlio, che andarono a Mosca e più tardi in Palestina. Singer, dopo un viaggio travagliato attraverso la Germania e un soggiorno a Parigi, si stabilì finalmente a New York, dove lavorò per il ''Jewish Daily Forward'' con diversi pseudonimi (qui uscì il romanzo ''Der zindiker Meskiekh'' o ''Il Messia pescatore'', a puntate per 5 mesi. Il romanzo non fu tradotto in inglese né tantomeno in italiano, ma il tema è simile a ''Satana a Goray'', raccontando questa volta del successore di Sabbatai Zevi nel XVIII secolo, tale Jacob Frank). Nel 1940 sposò Alma Haimann (sposata e divorziata Wassermann), un'immigrata tedesca che lavorava presso un prestigioso negozio d'abbigliamento. Lei aveva già due figli e non parlava yiddish. A Isaac giunse notizia che la prima moglie Runia, denunciata come sionista era stata espulsa dall'URSS e si trovava in Turchia, con l'intenzione di spostarsi a Tel Aviv. In questi anni cominciarono ad apparire le prime traduzioni in inglese dei suoi racconti, quando Isaac sfruttò l'occasione per riscrivere intere parti e si fece aiutare da diversi amici e parenti (un'abitudine che mantenne per tutta la vita, anche quando ormai parlava perfettamente inglese e poteva farne a meno; bisogna anche considerare che molti di questo «traduttori» non conoscevano neanche l'yiddish). Nel 1943 diventò cittadino statunitense. L'anno successivo il fratello Israel morì d'infarto. Sua madre e l'altro fratello Misha durante l'occupazione russa della Polonia furono deportati in Kazakistan, dove morirono. Della famiglia d'origine gli rimase solo una sorella, Hinde Esther, sposata Kreitman, anche lei scrittrice, ad Anversa (si vedero in seguito ancora una sola volta in Inghilterra nel 1947, dove lei morì nel 1954). In quanto al figlio Israel, voleva adottarlo ma Runia si rifiutò. Nel 1945, a guerra finita, iniziò a pubblicare a puntate sul giornale ''La famiglia Moskat'' (da novembre 1945 a maggio 1948). Il romanzo venne anche letto per radio, e ebbe un discreto successo nella comunità ebraica di New York. Fu pubblicato, con tagli e varianti, in inglese nel 1950 (ufficialmente tradotto da Abraham e Nancy Gross). La sua prima raccolta di racconti in inglese, ''Gimpel l'idiota'', fu pubblicata nel 1957; il racconto che dà il titolo alla raccolta è tradotto da Saul Bellow. Parte dei racconti pubblicati nel ''Daily Forward'', furono successivamente raccolti nelle opere ''Alla corte di mio padre'' (1966) e ''Nuove storie dalla corte di mio padre'' (2000). In queste memorie di vita familiare, il padre di Singer appare come un uomo devoto e sereno quando si dedica allo studio del Talmud; la madre come una donna pratica che vorrebbe che il marito prestasse più attenzione al denaro e ai problemi quotidiani. Intanto aveva preso l'abitudine di scendere d'inverno in Florida e quando poteva a viaggiare (visitò l'Europa nel 1947 e Cuba nel 1951, Israele e la Francia nel 1969, per esempio) e cominciò a essere conosciuto nel mondo anglofono. Nel 1954, infatti, il famoso critico Irving Howe incluse due suoi racconti in ''A Treasury of Yiddish Stories''. Le raccolte di racconti e i romanzi seguirono l'un l'altro con regolarità, e anche le traduzioni in altre lingue cominciarono a uscire (dapprima in francese e spagnolo, in italiano dal 1960 con la versione di ''Satana a Goray''). Nel 1955 il figlio Israel, durante un viaggio organizzato dal suo kibbutz, gli fece visita a New York. Da questo momento Isaac comincio a recarsi, quando poteva e non solo per rivederlo, in Israele. Con la nomina al ''National Institute of Arts and Letters'', nel 1964, Singer era il solo membro statunitense a scrivere in una lingua che non sia l'inglese. ''"Lo yiddish è la saggia e umile lingua di noi tutti, l'idioma di un'umanità spaventata e piena di speranza"''. A metà degli anni Sessanta, Singer diventò un acceso sostenitore del vegetarismo. Scriverà: === Carriera letteraria === Singer ha pubblicato 18 romanzi, 14 libri per bambini, numerosi saggi, articoli e recensioni, ma negli Stati Uniti è noto soprattutto come scrittore di racconti brevi (l'edizione ''Collected Stories'' in 3 volumi, della «Library of America» ne conta 184, ma probabilmente sono di più). Benché le sue opere siano state diffuse e si conoscano nella versione in lingua inglese, Singer compose in lingua yiddish. Con l'eccezione di Saul Bellow e, più frequentemente, di Cecil Hemley, collaborò con diversi traduttori famosi ma anche sconosciuti o che avevano iniziato l'attività con lui (tra questi il nipote Joseph Singer, la moglie Alma, e Mirra Ginsburg, Elaine Gottlieb, Ruth Schachner Finkel, Dorothea Straus, Evelyn Torton Beck, Martha Glicklich, Herbert Lottman, Rosanna Gerber Cohen, Elizabeth Shub, Aliza Shevrin, Elizabeth Pollet, June Ruth Flaum, Chana Faerstein, Curt Leviant, Deborah Menashe, Channah Kleinerman-Goldstein, Eve Friedman, Friedl Wyler, Gertrude Hirschler, Blanche e Joseph Nevel, Duba Desowitz, Ellen Kantarov, Hannah Koevary, Judy Beeber, Joel Blocker, Laurie Colwin, Lester Goran, Nili Wachtel, Leah Napolin, Roger Klein, Leonard Wolf, Marion Magid, Nancy Gross, Norbert Guterman, Rena Borrow, Lester Goran, Rosaline Dukalsky Schwartz, Ruth Whitman, Shlomo Katz e Shulamith Charney, ai quali riconobbe diritti sottraendoli a sé). Pubblicò molti racconti e articoli sotto pseudonimo, usando per la narrativa il nome "Yitskhok Bashevis" e per il giornalismo "Warshofsky", ma anche più raramente "Yitskhok Tsvi", "Tse", "Yitskhok Varshavski" (cioè da Varsavia), "Bashevis" o "D. Segal". Recensì alcuni spettacoli, e libri, contribuendo alla conoscenza negli Stati Uniti di Bruno Schulz e Scholem Aleichem, oltre che del fratello, e ricevendo molti premi (il primo nel 1962 per ''Lo Spinoza di via del Mercato'') e ammiratori e dediche e saggi (da Ted Hughes a Susan Sontag, da Edmund Wilson a Cynthia Ozick, tanto per dire qualcuno) e interviste (da quella per «Commentary» nel novembre 1963 in poi, comprendendo quella di Philip Roth del 1976). Tenne conferenze e lezioni, ricevette lauree ''ad honorem'' (8 in tutto, la prima dalla "Texas Christian University" nel 1975), e il 5 ottobre 1978 gli venne conferito il premio Nobel per la letteratura. Alcuni romanzi di Singer sono stati soggetti a riduzione cinematografica: ''Il mago di Lublino'' (1979), diretto da Menahem Golan, ''Yentl'' di Barbra Streisand (1983) e ''Nemici - Una storia d'amore'' (1989), diretto da Paul Mazursky con Anjelica Huston, Ron Silver e Lena Olin. Mazursky scrisse la sceneggiatura in collaborazione con Roger L. Simon. Il protagonista è un intellettuale ebreo che riesce a scampare all'olocausto. Si stabilisce a Brooklyn dove apprende, dopo essersi risposato, che anche la sua prima moglie è sopravvissuta e ha trovato rifugio negli Stati Uniti. Tra le opere più note si ricordano ''La famiglia Moskat'' (1950), il suo primo romanzo pubblicato in lingua inglese. Il tema della saga familiare ritorna con ''La fortezza'' (1957) e ''La proprietà'' (1969). ''Il mago di Lublino'' (1960), tradotto in svariate lingue, narra di un mago, incantatore lussurioso, e della sua trasformazione verso l'espiazione fino all'autoreclusione. Con ''Shosha'' (1978), una storia d'amore ambientata in Polonia negli anni trenta, Singer ritornò a narrare della via Krochmalna dove era cresciuto. Tra le raccolte di racconti si ricordano ''Un amico di Kafka'' (1970), ''La morte di Matusalemme e altre storie'' (1988). Tra i racconti e i romanzi autobiografici: ''Alla corte di mio padre'' e ''Ricerca e perdizione'' (''Love and Exile'', 1984). Quella di Singer è una narrativa realistica intessuta di dinamiche storiche e sociali che vengono vividamente rievocate. Singer pone attenzione alla trama e al mondo interiore dei personaggi, mettendone in luce i travagli e le debolezze, i loro desideri di gloria e il loro bisogno d'amore, il problema dell'identità in lotta tra un sistema di valori tradizionali e l'inesorabile processo di secolarizzazione e di assimilazione del popolo ebraico alla cultura dominante. Come scrittore, Singer considerava il proprio ruolo marginalmente influente: ''"Gli scrittori possono stimolare la mente, ma non possono dirigerla. Il tempo cambia le cose, Dio cambia le cose, i dittatori cambiano le cose, ma gli scrittori non possono cambiare nulla"''. Durante gli ultimi quattordici anni della sua vita, Singer ebbe come assistente Dvorah Telushkin, conosciuta nel 1975, quando lei aveva ventuno anni. Telushkin racconta del suo ruolo di assistente di Singer e della sua crescita da segretaria a traduttrice nel libro ''Master of dreams'' (1997). Altre biografie e opere fondamentali su di lui sono ''Il mago della 86ma strada'' di Paul Kresh (1979), le ''Conversazioni'' a cura di Richard Burgin (1986) e il film ''Isaac in America'' di Amrak Nowak (1986). In italiano è stata anche pubblicata una scelta di racconti ne «I Meridiani» Mondadori (a cura di Alberto Cavaglion e con un saggio di Giuseppe Pontiggia), nel 1998 e una biografia di Florence Noiville, presso Longanesi (2004). Autore estremamente prolifico, ha lasciato un'imponente serie di racconti e romanzi, per lo più pubblicati a puntate, in yiddish, su riviste statunitensi, alcuni dei quali ancora in corso di traduzione e pubblicazione. === Morte === Singer morì il 24 luglio 1991 a Surfside, in Florida, dopo aver subito una serie di ictus. Fu sepolto nel Cedar Park Cemetery, Emerson, nel New Jersey. In suo onore gli è stata dedicata una strada di Surfside, in Florida, chiamata ''Isaac Singer Boulevard''; così come una piazza di Lublino, in Polonia. I traduttori italiani includono Anna Bassan Levi, Mario Biondi, Francesca Boesch, Bianca Maria Bonazzi, Marcella Bonsanti, Cin Calabi, Maria Dazzi, Adriana Dell'Orto, Riccardo Duranti, Bruno Fonzi, Elena Loewenthal, Gabriella Luzzani, Claudio Magris, Marina Morpurgo, Bruno Oddera, Mariagrazia Oddera, Pier Francesco Paolini, Rossana Pelà, Marianto Prina, Anna Ravano, Raimondo Siciliano e Adriano Spatola. === Romanzi === Anno Titolo originale Anno Titolo inglese Anno Titolo italiano Note 1935 ''Der Sotn in Gorey: a mayse fun fartsaytns'' 1954 ''Satan in Goray'' 1960 1979 ''Satana a Goray'' Trad. di Adriana Dell'Orto, Lerici, Milano, 1960; a cura di Elisabetta Zevi, Adelphi, Milano, 2018; Trad. di Bruno Oddera, Bompiani, Milano, 1979; con introduzione di Claudio Magris, Longanesi, Milano, 2002. 1950 ''Di Mischpoche Moschkat'' 1950 ''The Family Moskat'' 1965 ''La famiglia Moskat'' Trad. di Bruno Fonzi, Longanesi, Milano, 1965; Corbaccio, Milano, 1995; con introduzione di Giorgio Montefoschi, Longanesi, Milano, 2010. 1956 ''Shotns baym Hodson'' 1998 ''Shadows on the Hudson'' 2000 ''Ombre sull'Hudson'' Trad. di Mario Biondi, Longanesi, Milano, 2000; Trad. di Valentina Parisi, a cura di Elisabetta Zevi, Adelphi, Milano, 2021. 1971 ''Der Kunstnmakher fun Lublin'' 1960 ''The Magician of Lublin'' 1963 ''Il mago di Lublino'' Trad. di Bruno Oddera, Longanesi, Milano, 1963. Trad. di Katia Bagnoli, Adelphi, Milano 2020. 1967 ''Der Knekht'' 1962 ''The Slave'' 1964 ''Lo schiavo'' Trad. di Bruno Oddera, Longanesi, Milano, 1964. 1952 ''Der Hoyf'' (prima parte) 1967 ''The Manor'' 1972 ''La fortezza'' Trad. di Bruno Fonzi, Longanesi, Milano, 1972. 1968 ''Der Sharlatan'' 2019 ''Il ciarlatano'' Trad. di Elena Loewenthal, a cura di Elisabetta Zevi, Adelphi, Milano, 2019. 1955 ''Der Hoyf'' (seconda parte) 1969 ''The Estate'' 1973 ''La proprietà'' Trad. di Bruno Fonzi, Longanesi, Milano, 1973. 1966 ''Sonim: di geschichte fun a liebe'' 1972 ''Enemies: A Love Story'' 19722018 ''Nemici. Una storia d'amore'' Trad. di Bruno Fonzi, Longanesi, Milano, 1972; con introduzione di Giorgio Voghera, Mondadori, Milano, 1983; Trad. di Marina Morpurgo, a cura di Elisabetta Zevi, Adelphi, Milano, 2018. 1976 ''Yarmy un Keyle'' 2017 ''Keyla la rossa'' Trad. di Marina Morpurgo, a cura di Elisabetta Zevi, Adelphi, Milano, 2017. 1974 ''Neshome Ekspeditsyes'' 1974 ''Shosha'' 1978 ''Shosha'' Trad. di Mario Biondi, Longanesi, Milano, 1978; con introduzione di Giorgio Voghera, Mondadori, Milano, 1982. 1973 ''Der Bal-tshuve'' 1983 ''The Penitent'' 1988 ''Il penitente'' Trad. di Mario Biondi, Longanesi, Milano, 1988. 1980 ''Der Kenig fun di Felder'' 1988 ''The King of the Fields'' 1990 ''Il Re dei campi'' Trad. di Mariagrazia Oddera, Longanesi, Milano, 1990. ''Shoym'' 1991 ''Scum'' 1991 ''Schiuma'' Trad. di Pier Francesco Paolini, Longanesi, Milano, 1991; Guanda, Parma, 2004. ''Tsertifikat'' 1992 ''The Certificate'' 1994 ''Il certificato'' Trad. di Mario Biondi, Longanesi, Milano, 1994. ''Meshuge'' 1994 ''Meshugah'' 1995 ''Anime perdute'' Trad. di Mario Biondi, Longanesi, Milano, 1995. === Racconti === * ''Gimpel l'idiota'' (1957) * ''I due bugiardi'' (1961) * ''La distruzione di Kreshev'' (1961) * ''Un amico di Kafka'' (1970) * ''Una corona di piume e altri racconti'' (1974) * ''Passioni'' (1975) * ''Vecchio amore'' (1979) * ''La luna e la follia'' (1982) * ''L'immagine e altri racconti'' (1985) * ''La morte di Matusalemme'' (1988) * ''L'ultimo demone e altri racconti'' (1997) * ''Racconti'' (1998) ("I Meridiani") * ''Lo scrittore di lettere e altri racconti'', Corbaccio 2012 * ''La giovenca malata di nostalgia e altri racconti'', Corbaccio 2013 === Libri di memorie === * ''Alla corte di mio padre'' (1966) * ''Un giorno di felicità'' (1969), Bompiani 1972 * ''Ricerca e perdizione'' (1982) * ''Nuove storie dalla corte di mio padre'' (2000) === Libri per bambini === * ''Zlateh la capra e altre storie'' (1966), Bompiani 1970 * ''Mazel e Shlimazel, ovvero Il latte della leonessa'' (1967), Longanesi 1967, Salani 1995 * ''Quando Shlemiel andò a Varsavia'' (1968) * ''Naftali il narratore e il suo cavallo Sus'' (1976), Salani 1992 * ''Una notte di Hanukkah'' (1980), Emme 1982, Einaudi 1994 * ''Il golem'' (1982), Salani 1990 * ''Storie per bambini'' (1984), 2 voll., Mondadori 1995-96 * ''Storie di un mondo perduto'', Mondadori 2002 * ''Il sogno di Menaseh e altri racconti'', Mondadori 2008 === Saggi e interviste === * ''Perché fu scelta la colomba'' (1974), Diki, 1979 Mondadori 2012 * Introduzione a Israel Joshua Singer, ''Yoshe Kalb e le tentazioni'', Editori Riuniti 1984 * ''Le distese del cielo: la storia del Baal Shem Tov'' (1980), Guanda 1991 * ''Come mai Dio non è vegetariano?'' (intervista di Matteo Bellinelli), Casagrande, 2005
Isole dell'Italia
La seguente '''lista di isole dell'Italia''' elenca le isole giuridicamente appartenenti alla Repubblica Italiana, raggruppate geograficamente e per tipologia ; la loro superficie complessiva supera i 50.000 km². Il patrimonio insulare italiano consta di oltre 800 isole, di cui solo un'ottantina sono abitate, comprese le due più grandi isole del mar Mediterraneo, la Sicilia e la Sardegna, le cui regioni costituiscono la macroarea dell'Italia insulare.
=== Sicilia === ==== Isole del mar Tirreno ==== L'arcipelago siciliano Le isole Egadi * Isole dello Stagnone ** Isola Grande ** Isola di San Pantaleo (Mozia) **Isola La Schola **Isola Santa Maria * Isole Egadi **Isola di Favignana ** Isola Galeotta **Isola di Levanzo **Isola di Marettimo **Isola Maraone **Isola Formica * Isola della Colombaia * Isola delle Femmine * Isola di Ustica Le isole Eolie * Isole Eolie o ''Isole Lipari'' **Isola Alicudi ***Scoglio Galera ***Scoglio Palomba **Isola Filicudi ***La Canna ***Scoglietto ***Scoglio Cacato ***Scoglio Cuddura ***Scoglio della Fortuna ***Scoglio di Montenassari ***Scoglio Giafante ***Scoglio la Mitra ***Scoglio Notaro ** Isola di Salina ***Scoglio l'Ariana ***Scoglio Cacato ***Scoglio Faraglione ***Torricella ** Isola di Lipari ** Isola di Vulcano ** Isola di Stromboli *** Isola di Strombolicchio ** Isola di Panarea *** Bottaro *** Dattilo *** Isola di Basiluzzo **** Scoglio Spinazzola *** Le Guglie *** Le Formiche *** Lisca Bianca *** Lisca Nera *** Panarelli *** Scoglio Bastimento *** Scoglio del Sorcio *** Scoglio la Loca *** Scoglio la Nave ==== Isole del mar Ionio ==== * Isola Bella Le isole Pelagie * Isole Ciclopi **Isola Lachea **Faraglione Grande o di Santa Maria **Faraglione di Mezzo **Faraglione degli Uccelli * Isola di Augusta * Isola di Ortigia (centro storico di Siracusa) * Isola di Ognina * Isola di Vendicari * Isola di Capo Passero ==== Isole del canale di Sicilia ==== * Isola delle Correnti * Isola di Iannuzzo * Isola dei Porri *Isole Pelagie ** Isola di Lampedusa ***Faraglione ***Isola dei Conigli ***Scoglio del Sacramento ***Scoglio Pignolta **Isola di Linosa ***Faraglioni di Linosa ***Scogli dei Bovi Marini **Isola Lampione * Isolotto di San Nicola * Isola di Pantelleria === Sardegna === ==== Isole del mar Tirreno ==== L'arcipelago sardo L'arcipelago di Tavolara *Arcipelago di Tavolara **Isola di Molara **Isola di Molarotto **Isola Ruja **Isola di Proratora **Isolotto Rosso **Isola dell'Ogliastra *** Isola di Quirra **Isola Piana (Tavolara) **Isola di Tavolara **Isola dei Porri (Tavolara) **Isola dei Cavalli *Isolotto di Ottiolu *Isola di Barca Sconcia *Isole di Portolucas *Isola di Patron Fiaso *Isola di Figarolo *Isola di Soffi *Mortorio *Arcipelago di La Maddalena **Isola di La Maddalena **Isola di Caprera **Isola Piana (La Maddalena) **Isola di Santo Stefano **Isola di Spargi **Isola di Spargiotto **Isola di Budelli **Isola di Razzoli **Isola di Santa Maria *Isola dei Cavoli *Isola Serpentara ==== Isole del mar di Sardegna ==== *Isola Rossa *Isola Asinara *Isola Piana (Asinara) *Isola dei Porri (Sardegna) *Isola Piana (Capo Caccia) *Isola Foradada (Capo Caccia) *Isola di Mal di Ventre *Caogheddas *Scogli di Corona Niedda *Scoglio del Catalano *Isola del Corno *Isola Cruccianas *Isola Geniò *Il Vitello *Isola dei Ratti *Isola di Cala Vinagra *Isola Manna (Sant'Antioco) *Scoglio Pan di Zucchero *Isola Piana (Sulcis) *Isola Porcu e Scriba *Isola di San Pietro *Isola di Sant'Antioco *Scogli delle Spine *Scogli l'Agusteri *Scoglio della Catena *Scoglio il Morto *Scoglio Is Canneddas *Scoglio Mangiabarche di fuori *Scoglio Mangiabarche di terra *Isola de sa Scruidda *Isola di Stea *Su Scoglitteddu *Isola il Toro *Isola la Vacca *Isola Rossa di Teulada *Isola Tuerredda *Isola Su Giudeu *Isola San Macario *Isola di Campionna *Isola del Coltellazzo === Penisola italiana === ==== Isole nel Mar Ligure ==== *Arcipelago Spezzino **Isola Palmaria **Isola del Tino **Isola del Tinetto **Torre Scola *Isola Gallinara *Isola di Bergeggi ==== Isole del Mar Tirreno ==== L'arcipelago toscano *Arcipelago Toscano ** Isola di Gorgona ** Isola di Capraia ** Isola d'Elba ** Isola di Pianosa ** Isola di Montecristo ** Isola del Giglio ** Isola della Cappa ** Isola di Giannutri ** Formiche di Grosseto ** Scoglio d'Africa ** Isola di Palmaiola ** Isola di Cerboli ** Isola dei Topi ** Isole Gemini ** Isolotto dello Sparviero ** Isola Argentarola ** Isola Rossa ** Isola Rossa ** Isolotto ** Formica di Burano ** Secche della Meloria ** Secche di Vada Le isole Pontine *Isole Ponziane o ''Isole Pontine'' **Isola di Ponza **Isola Ventotene **Isola Santo Stefano **Isola Palmarola **Isola Zannone **Isola di Gavi **Scoglio Botte L'Arcipelago Campano *Arcipelago Campano **Isole Flegree ***Isola d'Ischia ***Isola di Nisida ***Isolotto di San Martino ***Isola Pennata ***Isola di Procida ***Isola di Vivara **Isola di Capri **Isola della Gaiola **Isolotto di Megaride **Scoglio di Rovigliano **Faraglioni di Capri **Isole de Li Galli **Scoglio di Vetara (o Vivaro) **Faraglioni "I Due Fratelli" (Vietri sul Mare) *Isola Licosa *Scoglio dello Scialandro *Isola di Santo Janni *Isola di Dino *Scogli Coreca *Isolotto di San Nicola Arcella o Scoglio dello Scorzone *Isola di Cirella *Lo Scoglio *Scogli della Ringa *Scogli di Riaci *Scogli delle Formiche *Scogli della Galea *Pietra Galera *Scogli Isca *Scogli Oremus *Scoglio del Godano *Scoglio dell'Ulivo *Scoglio della Regina *Scoglio la Monaca *Scoglio la Vrace *Scoglio Palombaro *Scoglio Safò *Scoglio Trachini ==== Isole nel Mar Ionio ==== *Scoglio la Pietra Grande *Isolotto di Le Castella *Scoglio dell'Incudine *Scoglio della Tina *Scogli della Galera *Scoglio la Russa *Scoglio la Grilla *Scoglio del Cervaro *Isole Cheradi **Isola di San Paolo **Isola di San Pietro *Isolotti di Porto Cesareo **Isola della Malva ***Scoglio di Porto Cesareo **Isola della Chianca **Isola Grande (o dei Conigli) **Scoglio Mogliuso (o Mujusu) **Isola della Scogliera (o Lo Scoglio) **Isola di Mezzo **Isola del Caparrone (o della Testa o del Capparone) *Isola di Gallipoli (centro storico) **Isola del Campo **Scoglio dei Piccioni **Isola di Sant'Andrea *Isolotto di Pazze (Torre San Giovanni) *Isola della Fanciulla ==== Isole nel Mar Adriatico ==== *Isole lagunari *Isola di Porto Levante * Isole Tremiti o ''Isole Diomedee'' ** Isola di Pianosa ** Isola di Capraia ** Isola di San Nicola ** Isola di San Domino ** Cretaccio *Isola di Albarella === Mar Adriatico === *Laguna veneta **Buel del Lovo **Burano **Campalto **Carbonera **Campana o Podo **Casse di colmata **Chioggia **Crevan **Ex Poveglia **Fisolo **Giudecca **Isola dei Laghi **La Certosa **La Cura **La Salina **Lazzaretto Nuovo **Lazzaretto Vecchio **Lido di Venezia **Madonna del Monte **Mazzorbetto **Mazzorbo **Monte dell'Oro **Motta dei Cunici **Motta di San Lorenzo **Motte di Volpego **Murano **Ottagono San Pietro **Ottagono Abbandonato **Ottagono Alberoni **Ottagono Ca' Roman **Ottagono Poveglia **Pellestrina **Poveglia **Sacca Fisola **Sacca Sessola **San Clemente **San Francesco del Deserto **San Giacomo in Paludo **San Giorgio in Alga **San Giorgio Maggiore **San Giuliano **San Lazzaro degli Armeni **San Michele **San Secondo **San Servolo **Santa Cristina **Santa Maria della Grazia **Sant'Andrea **Sant'Angelo della Polvere **Sant'Ariano **Sant'Erasmo **Santo Spirito **Sottomarina **Spignon **Tessera **Torcello **Trezze **Tronchetto **Venezia **Vignole *Laguna di Grado **San Pietro d'Orio **Barbana **Schiusa *Laguna di Marano **Sant'Andrea **Isola di Martignano === Piemonte === *Isola di San Giulio *Isole Borromee **Isola dei Pescatori **Isola Bella **Isolino di San Giovanni **Isola Madre *Scoglio Le Prigioni *Isolotto la Marghera *Isolotto del Castello *Scoglio Melgonaro === Lombardia === *Isola Comacina *Isolino Virginia *Monte Isola *Isolotto Loreto *Isolotto San Paolo *Isola di Garda *Scoglio dell'Altare *Isola San Biagio *Isolino Partegora *Isola dei Cipressi *Sasso Galletto === Veneto === *Isola del Sogno *Isola dell'Olivo *Isola Trimelone === Umbria === *Isola Maggiore *Isola Minore *Isola Polvese === Lazio === *Isola Bisentina *Isola Martana *Isola i Porcini *Isola De Bonis *Isola della Rocca === Sardegna === *Isola Monte Paza *Isola del Lago Alto === Puglia === *Isola di San Clemente === Calabria === *Isola del Lago Arvo Rappresentazione dell'isola Tiberina realizzata da Giovanni Battista Piranesi * Po ** Isola Serafini * Piave ** Grave di Papadopoli * Tevere ** Isola Tiberina ** Isola Sacra * Liri ** Isola del Liri * Adda ** Isola Viscontea Pagina della pubblicazione del geologo francese Constant Prévost, che riporta l'eruzione di Ferdinandea del 1831 * Laguna veneta ** Ammiana ** Costanziaco ** San Marco in Boccalama ** Vigilia * Isole Cheradi ** San Nicolicchio * Ferdinandea (creatasi nel 1831 in seguito ad eruzione vulcanica, scomparsa dopo pochi mesi) * Faraglione Il Pastore (distrutto a cannonate, vedi Isola la Vacca) *Isola di Sicilia (25 460 km²) *Isola di Sardegna (23 813 km²) *Isola d'Elba (223 km²) *Isola di Sant'Antioco (108,9 km²) *Isola di Pantelleria (83 km²) Carta d'epoca raffigurante il Canale d'Otranto e, a destra, l'isola di Saseno Mappa di Saseno *Dal 1912 al 1947 sono appartenute all'Italia le isole del Dodecaneso italiano. *Dal 1920 al 1947 sono appartenute all'Italia anche le isole di Cherso (404 km²), Lussino (75 km²), Lagosta (53 km²) e Unie (17 km²) (più altre minori), ora tutte facenti parte della Croazia. *Durante la prima guerra mondiale l'isola di Saseno (5,6 km²) fu occupata dall'Italia per la sua posizione strategica all'imbocco dell'Adriatico e poi dal 1920 al 1947 essa fu formalmente ceduta dall'Albania all'Italia. *L'arcipelago adriatico di Pelagosa, situato al largo del Gargano (di cui costituisce una continuazione geologica) e formato dalle due isole Pelagosa Grande e Pelagosa Piccola, è appartenuto prima alla Repubblica di Venezia e poi al Regno delle Due Sicilie (sotto il quale fu popolato da pescatori e inserito amministrativamente nella provincia pugliese della Capitanata), per confluire in seguito nel neonato Regno d'Italia che lo abbandonò a sé stesso, causandone lo spopolamento totale e quindi l'occupazione da parte dell'Impero austro-ungarico. Tornato all'Italia nel 1920, nel 1947 passò alla Jugoslavia e fa oggi parte della repubblica di Croazia. *La Corsica (8680 km²) che nel 1768 venne ceduta alla Francia dalla Repubblica di Genova, non è mai appartenuta formalmente allo Stato italiano unitario (salvo una breve occupazione durante la seconda guerra mondiale), ma ha forti legami con l'Italia dal punto di vista culturale e geografico. === Comuni completamente insulari === Comuni formati interamente da una o più isole (senza confini terrestri con altri comuni): Comune Provincia Regione Capraia Isola Carloforte Sud Sardegna Favignana Isola del Giglio Isole Tremiti La Maddalena Lampedusa e Linosa Lipari Monte Isola Pantelleria Ponza Procida Ustica Ventotene Comuni posti interamente su isole (con confini terrestri con altri comuni) * 382 comuni in Sicilia * 374 comuni in Sardegna * 7 comuni posti sull'Isola d'Elba Comune Provincia Regione Campo nell'Elba Capoliveri Marciana Marciana Marina Porto Azzurro Portoferraio Rio (Italia) * 6 comuni posti sull'Isola d'Ischia Comune Provincia Regione Barano d'Ischia Casamicciola Terme Forio Ischia Lacco Ameno Serrara Fontana * 3 comuni posti sull'Isola di Salina Comune Provincia Regione Leni Malfa Santa Marina Salina * 2 comuni posti sull'Isola di Capri Comune Provincia Regione Anacapri Capri
Perugino
Titolare in contemporanea di due attivissime botteghe, a Firenze e a Perugia, fu per un paio di decenni il più noto e influente pittore italiano del suo tempo, tanto da essere definito da Agostino Chigi: "''il meglio maestro d’Italia”'' . Frequentò la bottega del Verrocchio insieme a Botticelli e Leonardo da Vinci. È considerato uno dei massimi esponenti dell'umanesimo ed il più grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo. Collaborò nelle decorazioni della ''Cappella Sistina'' con Sandro Botticelli, dove dipinse la sua opera più famosa, ''Consegna delle chiavi''. Morì a Fontignano, frazione di Perugia nel 1523, luogo in cui aveva cercato rifugio dalla peste bubbonica. Fuse insieme la luce e la monumentalità di Piero della Francesca con il naturalismo e i modi lineari di Andrea del Verrocchio, filtrandoli attraverso i modi gentili della pittura umbra. Fu maestro di Raffaello.
=== Formazione === Contrariamente a quanto afferma Vasari, la famiglia Vannucci era una delle più importanti e ricche di Città della Pieve. La data di nascita è sconosciuta, ma grazie alle parole scritte dallo stesso Vasari e da Giovanni Santi sull'età al momento della morte, i natali vengono fatti risalire al periodo compreso tra il 1445 e il 1452.. Raffaello o Lorenzo di Credi, ''Ritratto del Perugino'', Uffizi. Non si conosce alcuna produzione giovanile nella sua cittadina di origine. La sua formazione, dopo un primo contatto con la realtà artistica perugina, avvenne, secondo quanto scrive Giorgio Vasari, con lo studio delle maggiori opere di Piero della Francesca. Perugia dopotutto, nella seconda metà del Quattrocento, conosceva una vitale stagione artistica, con cospicue somme di denaro che alimentavano importanti opere sia pubbliche che private. Lavorarono a Perugia in quegli anni, oltre a Piero, Domenico Veneziano, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli. Sulla scia di questi esempi i pittori locali, tra i quali spiccava Benedetto Bonfigli, avevano sviluppato una pittura luminosa e ornata, oltre che narrativamente scorrevole e, grazie all'esempio di Piero (che aveva lasciato nel 1459-1468 il ''Polittico di Sant'Antonio''), attenta all'integrazione tra architettura rigorosa e personaggi. Le prime esperienze artistiche umbre di Pietro Vannucci si appoggiarono probabilmente a botteghe locali come quelle di Bartolomeo Caporali e Fiorenzo di Lorenzo. Ma fu solo a Firenze, dove forse si recò fin dagli anni 1467-1468, che l'artista ebbe gli insegnamenti decisivi che condizionarono le sue prime prove artistiche. Nel 1469 un primo documento lo ricorda come di ritorno a Città della Pieve per pagare la tassa del vino dopo la morte del padre. Subito dopo dovette tornare a Firenze dove, secondo la testimonianza di Vasari, lavorò nella più importante fucina di giovani talenti allora esistenti, la bottega di Andrea Verrocchio, dove si praticavano la pittura, la scultura e l'oreficeria. Qui ebbe modo di lavorare fianco a fianco con giovani talenti quali Leonardo da Vinci, Domenico Ghirlandaio, Lorenzo di Credi, Filippino Lippi e, soprattutto, il poco più che coetaneo Botticelli, che l'Anonimo Magliabechiano (1540 circa) citò, forse con troppa enfasi, come diretto maestro di Perugino. La formazione artistica a Firenze allora si basava soprattutto sull'esercizio del disegno dal vero, ritenuto un'attività fondamentale per l'apprendimento di qualsiasi pratica artistica: esso richiedeva approfonditi studi anatomici, spesso con lo studio diretto di cadaveri scorticati. Per l'assidua attenzione agli aspetti grafici, la scuola fiorentina dell'epoca era molto attenta alla linea di contorno, che veniva leggermente marcata, come nelle opere dei fratelli Pollaiolo o di Verrocchio stesso. Nel 1472 l'apprendistato, che negli statuti delle arti dell'epoca veniva indicato come non inferiore ai nove anni, era concluso, poiché il Perugino si iscrisse alla Compagnia di San Luca a Firenze col titolo di "dipintore", quindi in grado di esercitare in maniera autonoma. === Prime opere === Adorazione dei Magi'', 1470-1476 circa La prima attività di Perugino, rintracciabile solo a partire dagli anni settanta del Quattrocento, non è ricordata in nessun documento, ed è stata ricostruita solo in base a confronti stilistici. In genere vengono avvicinate agli esordi quelle opere dove è più forte la ricerca di espressione mediante il disegno lineare, di chiara ascendenza fiorentina, mentre sono gradualmente datati agli anni successivi quei lavori dove si inizia a manifestare una transizione verso lo stile "moderno", basato su una maggiore purezza formale, con attenzione all'armonia compositiva e un uso più morbido e sfumato del colore, che si affermò poi nella Roma di Giulio II e di Leone X. A Perugino viene infatti attribuito l'avvio di questa svolta, che venne ripresa e sviluppata dai più grandi maestri a cavallo tra XV e XVI secolo. Una primissima opera è talvolta indicata nella ''Madonna col Bambino'' (''Madonna Gambier Parry'') del Courtauld Institute di Londra, dove sono evidenti le influenze della sua prima produzione: impostazione frontale attenta al volume derivata da Piero della Francesca, semplicità della decorazione, chiaroscuro netto alla Verrocchio; la tecnica e la tipologia del volto della Vergine dimostrano un'influenza fiamminga, mentre si riscontrano già elementi che diverranno tipici della sua arte, quali il ritmo cadenzato di pose e gesti e il senso melanconico che pervade tutto il dipinto. ''Gonfalone con la Pietà'', Perugia Per le fattezze molto simili del Bambino e della Vergine e per il disegno molto marcato è databile a questi primi anche l''Adorazione dei Magi'', da alcuni collocata invece verso il 1476, che rappresentò una prima commissione importante da parte dei Serviti di Perugia, oggi alla Galleria Nazionale dell'Umbria. I personaggi stipati nello spazio, quasi secondando un gusto tardogotico, la linea di contorno preponderante, le figure robuste e massicce, la presenza di citazioni "famose" (Piero, Leonardo, Verrocchio): tutti questi elementi appaiono più tipicamente riferibili all'esercitazione di un giovane che non allo stile di un maestro affermato. Allo stesso periodo risalgono le due tavolette di predella con la ''Nascita della Vergine'' e il ''Miracolo della Neve'', appartenenti a una perduta pala dedicata alla Vergine. Vicino all''Adorazione de Magi'' è anche il ''Gonfalone con la Pietà'', dal convento francescano di Farneto, oggi alla Galleria nazionale dell'Umbria. In questa opera è evidente ancora la componente verrocchiesca, che solo nella figura della Maddalena inizia leggermente ad addolcirsi, verso una rielaborazione dei modi fiorentini che porterà allo stile maturo dell'artista. Un'altra opera giovanile, frammento forse di un insieme più ampio, è la tavoletta della ''Visitazione con sant'Anna'', alla Galleria dell'Accademia di Firenze. === San Bernardino === ''San Bernardino risana da un'ulcera la figlia di Giovanni Petrazio da Rieti'' Nel 1473 Perugino ricevette la prima commissione altamente significativa della sua carriera, che segnò una prima svolta nella sua produzione. I francescani di Perugia, fortemente impegnati nel loro ordine a diffondere il culto di san Bernardino da Siena (canonizzato nel 1450), gli chiesero di decorare la cosiddetta "nicchia di San Bernardino", dipingendo otto tavolette che insieme componevano due ante che chiudevano una nicchia con un gonfalone con l'effigie del santo nell'omonimo oratorio, successivamente separate e ancora oggi oggetto di lunghe diatribe circa la disposizione originale. Esse vennero realizzate a più mani (almeno cinque artisti, tra i quali si sono fatti nomi prestigiosissimi), ma si può riconoscere comunque l'intervento del Perugino in due tavolette, le migliori qualitativamente: quella col ''Miracolo del bambino nato morto'' e, soprattutto, quella con ''San Bernardino risana una fanciulla''. In esse l'architettura monumentale e decorata prevale sulle piccole figure umane, e la luce tersa e nitidissima deriva da Piero della Francesca. A un periodo molto vicino risalgono i tre scomparti di predella del Louvre con ''San Girolamo che resuscita il cardinale Andrea'', ''Cristo morto'' e ''San Girolamo che assiste due giovani impiccati ingiustamente''. San Sebastiano'' di Cerqueto Datato al 1477 o 1478 è l'affresco staccato, oggi nella Pinacoteca Comunale di Deruta, con il ''Padre Eterno con i santi Rocco e Romano'', con una rara veduta idealizzata di Deruta in basso. Venne probabilmente commissionato per la fine della pestilenza del 1476. L'opera riprende elementi dell''Adorazione dei Magi'' e della ''tavoletta di san Bernardino'', ma vi si trova per la prima volta anche un inequivocabile languore delicato delle figure, che divenne di lì a poco una delle caratteristiche più tipiche dello stile del Perugino. Nel 1478 continuò a lavorare in Umbria, dipingendo gli affreschi della cappella della Maddalena nella chiesa parrocchiale di Cerqueto, nei pressi di Perugia, dove rimangono solo frammenti. L'opera, per quanto in una realtà provinciale, testimonia la sua crescente notorietà, con commissioni di notevole complessità decorativa. Ne restano un frammento di ''San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro'', il primo esempio conosciuto del santo trafitto dalle frecce che divenne uno dei temi più apprezzati della sua produzione. In quest'opera all'uso della linea appreso a Firenze, unì un'illuminazione tersa, derivata da Piero della Francesca. L'opera fece da modello per numerose repliche per la devozione privata: se ne conoscono una al Museo nazionale di Stoccolma, una frammentaria all'Ermitage di San Pietroburgo, una al Louvre (1490), una nella chiesa di San Sebastiano a Panicale (1505) e una nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia (1518). A questa fase appartengono varie ''Vergini'' disseminate in numerosi musei europei, molte delle quali per lungo tempo in passato erano state attribuite al Verrocchio. In tutte si individua una mescolanza delle influenze trasmesse al Perugino dai suoi due maestri. === A Roma === Battesimo di Cristo, Cappella Sistina Consegna delle chiavi, Cappella Sistina Raggiunta presto una notevole fama, venne chiamato a Roma dal 1479, dove dipinse l'abside della cappella della Concezione, nel coro della Basilica vaticana per papa Sisto IV, opera distrutta nel 1609 quando fu dato avvio a ricostruzione della basilica. Da documenti d'archivio si sa che il ciclo rappresentava la ''Madonna col Bambino'' in una mandorla, affiancata dai santi ''Pietro, Paolo'' (nell'atto di presentarle papa Sisto), ''Francesco e Antonio da Padova''. Il lavoro dovette riscuotere un notevole successo, tanto che il papa incaricò poco dopo Perugino di decorare la parete di fondo della Cappella Sistina, venendogli presto affiancati per interessamento di Lorenzo de' Medici, a partire dall'estate del 1481, un gruppo dei migliori pittori fiorentini tra cui Botticelli, Ghirlandaio e Cosimo Rosselli, coi rispettivi collaboratori. Perugino, che si avvaleva come collaboratore di Pinturicchio, era uno dei più giovani del gruppo ma ottenne subito una posizione preminente nel gruppo di lavoro: ciò dimostra il favore che andava incontrando la sua arte fatta di un'innovativa interpretazione del classicismo, a fronte della concezione puramente disegnativa di Botticelli o della struttura solida e robusta di Ghirlandaio. Per questi affreschi i pittori si attennero a comuni convenzioni rappresentative in modo da far risultare il lavoro omogeneo, quali una comune scala dimensionale, una comune struttura ritmica e una comune rappresentazione paesaggistica; utilizzarono inoltre, accanto ad un'unica gamma cromatica, le rifiniture in oro in modo da far risplendere le pitture con i bagliori delle torce e delle candele. Nella zona dietro l'altare, la prima ad essere affrescata, dipinse la finta pala d'altare dell''Assunta'' col papa inginocchiato come committente, opera distrutta per far posto al ''Giudizio Universale'' di Michelangelo insieme ad altri suoi due riquadri sulla stessa parete, la ''Nascita e ritrovamento di Mosè'' e la ''Natività di Cristo''. La perduta ''Assunzione di Maria'' della Sistina, in un disegno del Pinturicchio L''Assunta'' ci è nota da un disegno di un allievo del Pinturicchio, che mostra il prototipo di quel modo di dividere lo spazio in due piani paralleli quasi non comunicanti, uno superiore e uno inferiore, che venne ampiamente replicato dall'artista. Ne sono esempi la ''Pala di Fano'' (1489 circa), la ''Pala di Vallombrosa'' (1500), la ''Madonna in gloria e santi'' della Pinacoteca Nazionale di Bologna (1500-1501), la ''Pala dell'Annunziata'' di Firenze (1507), la ''Pala del Duomo di Napoli'' (1508-1509) e la ''Pala di Corciano'' (1513). La stessa idea compositiva ricorre poi nelle ascensioni di Cristo come nel ''Polittico di San Pietro'' (1496-1500) per l'omonima chiesa perugina, la ''Pala di Sansepolcro'' (1510 circa) e la ''Pala della Trasfigurazione'' in Santa Maria dei Servi a Perugia (1517). Anche la ''Natività'', che aveva una riproduzione quasi contemporanea nella chiesa di San Giusto alle Mura a Firenze (pure perduta), riscosse ampio favore e ci è nota da disegni. Una derivazione antica è il ''Polittico Albani Torlonia'' (1491) dove l'evento della nascita è in primo piano, con un ruolo fondamentale delle figure umane, mentre lo sfondo è occupato da architetture di ampio respiro compositivo, che nelle riproposizioni successive lasciarono spazio a un paesaggio gradualmente più spoglio ed essenziale. Tra gli affreschi superstiti di Perugino nella Cappella Sistina ci sono il ''Battesimo di Cristo'' (l'unica opera firmata di tutta la cappella), il ''Viaggio di Mosè in Egitto'' e la celeberrima ''Consegna delle chiavi''. Quest'ultimo affresco mostra gli apostoli e una folla di personaggi ai lati del gruppo centrale, costituito dal Cristo che dà le due chiavi a san Pietro inginocchiato. In secondo piano sono rappresentati gli episodi del pagamento del tributo, a sinistra e a destra della tentata lapidazione di Cristo, a cui si riferisce l'iscrizione sovrastante: CONTURBATIO IESU CHRISTI LEGISLATORIS. Si crede di riconoscere nel personaggio sulla destra in primo piano e con il berretto nero l'autoritratto del Perugino. Lo sfondo è composto da un apparato scenografico di grande impatto, dove nulla è casuale ma soggetto a un perfetto controllo intellettuale. Vi si riscontra la passione per la resa di dettagli architettonici, già presente nelle ''Tavolette di San Bernardino'', con due archi trionfali, evidenti omaggi all'Arco di Costantino, e con un tempietto a base centrale nel mezzo, trasposizione ideale del Tempio di Gerusalemme. La composizione venne ripresa con successo nello ''Sposalizio della Vergine'' (1501-1504) al Musée des Beaux-Arts di Caen, già nella cappella del Santo Anello nel Duomo di Perugia. Successivamente il Perugino lasciò il cantiere della Sistina e al suo posto subentrò Luca Signorelli. === L'apogeo === ''Pala di Vallombrosa'' (1500) Nei dieci anni successivi Perugino continuò a gravitare tra Roma, Firenze e Perugia. Nella città toscana nel 1482, subito dopo il ritorno dall'impresa romana, venne incaricato di decorare una delle pareti della Sala dei Settanta in palazzo Vecchio, mai eseguita. Nel 1483 partecipò al più ambizioso programma decorativo avviato da Lorenzo il Magnifico, la decorazione della villa di Spedaletto, presso Volterra, dove vennero radunati i migliori artisti sulla scena fiorentina dell'epoca: Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Filippino Lippi e Perugino. Le scene, che avevano un carattere squisitamente mitologico, come è noto, andarono completamente perdute. Nel 1485 per il gran prestigio di cui godeva fu nominato cittadino onorario di Perugia; in quell'anno circa realizzò il ''Trittico Galitzin''. La sua attività, per la popolarità crescente, divenne sempre più frenetica, tanto che iniziò a tenere regolarmente bottega sia a Firenze che a Perugia. Raramente disponeva di aiuti fissi, ma preferiva anzi reclutarne direttamente nei luoghi dove soggiornava, permettendo al suo stile di accordarsi di volta in volta al contesto locale. Superate le asperità verrocchiesche delle prime opere, la luce diventa in questo periodo sempre più diffusa, e i paesaggi abbandonano le asperità in favore di dolci colline ondulate, senza né tempo né luogo. Le sue composizioni pacate e solenni, ottennero un grande successo, in quanto rispondevano nel modo più adeguato alle pratiche di visualizzazione interiore dei manuali di orazione, diffusissimi alla fine del Quattrocento. Essi richiedevano come supporto immagini con figure e luoghi non troppo caratterizzati, per permettere al devoto di dare lui un volto e un luogo preciso alla scena sacra che visualizzava internamente; ciò portò il Perugino a costruite figure con espressioni indefinite inserite su sfondi paesaggistici generici, risultato accentuato dall'uso di una gamma cromatica ricca ma soffusa. I personaggi che creava di fantasia hanno un'eleganza raffinata e una morbida dolcezza pittorica, mentre nei ritratti dimostrava un pungente spirito di osservazione analitica, capace di indagare anche la psicologia. Un viaggio a Venezia nel 1494 gli permise di ammirare l'apogeo della scuola locale con le opere di Vittore Carpaccio e Giovanni Bellini, che influenzarono la sua produzione successiva. ==== Firenze ==== Figura di Chiara Fancelli in una ''Madonna'' Apparizione della Vergine a san Bernardo'' (1488-1489) A Firenze, dove nel 1493 sposò Chiara Fancelli, figlia di Luca Fancelli e modella per tante sue ''Madonne'', e iniziò a soggiornare prevalentemente, creò una serie di grandi tavole per gli altari della chiesa di San Giusto degli Ingesuati (''Crocifissione'', ''Orazione nell'orto'' e ''Pietà'') e affrescò il refettorio delle monache di Fuligno con un ''Cenacolo''. In queste opere iniziò ad usare un'impaginazione architettonica delle figure sotto un portico, spesso di disegno identico, dalle forme semplici ma solenni, aperte su un paesaggio che dilatava lo spazio grazie all'uso della prospettiva aerea, ormai portato a una padronanza magistrale con i delicati accordi di verdi acquosi e di azzurrini. Inoltre in queste opere iniziano ad assumere un'importanza sempre maggiore le figure in primo piano, arrivando ad essere il metro che definisce i rapporti spaziali e volumetrici dell'intero dipinto. Altri esempi sono l''Apparizione della Vergine a san Bernardo'', la ''Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano'' o il ''Polittico Albani Torlonia'', quest'ultimo dipinto per Roma, dove le arcate del portico si moltiplicano anche sugli scomparti laterali. Nel frattempo entrò nei circoli laurenziani, dove la sua pittura idealmente armonica non poteva che essere apprezzata per le stringenti analogia con la filosofia dell'Accademia neoplatonica. Per lo stesso Lorenzo il Magnifico dovette dipingere la tavola con ''Apollo e Dafni'' (1495-1500), conservata al Louvre. Il tema mitologico, fruibile solo da un pubblico di specialisti a causa delle complesse allegorie, alludeva al nome del committente Lorenzo (Dafni in greco si traduce ''Laurus'', cioè "Laurentius", Lorenzo) e alla sua vocazione alle arti e alla musica patrocinate da Apollo. Le figure, immerse in un paesaggio di pacata armonia, sono dolcemente tornite, e citano opere classiche: se l'Apollo si rifà all'Hermes di Prassitele, Dafni si rifà all'Ares di Lisippo. Ormai la sua bottega fiorentina superava in fama anche quelle dei migliori pittori locali, come Sandro Botticelli, Filippino Lippi e Domenico Ghirlandaio, ricevendo anche richieste da altri principati in cui la sua fama si andava allargando. Apollo e Marsyas'' (1490 circa)|alt=Passaggio della competizione con il flauto. Marsyas spesso frainteso come Daphne. La crisi innescata dalla morte di Lorenzo il Magnifico e dal ripristino della Repubblica fiorentina infervorata dalle prediche di Girolamo Savonarola probabilmente colpirono solo in maniera indiretta Perugino, senza un netto stacco della sua arte tra i modi prima e dopo i drammatici eventi degli anni novanta del Quattrocento. La sua arte dopotutto era già adattata ai dettami di semplicità, essenzialità e intensità religiosa senza distrazioni superflue, promossi dal frate ferrarese. Perugino si trovò quindi ad essere il pittore ideale di un linguaggio devozionale fatto di forme semplici, ma tutto sommato ancora armoniose e belle, non austere, in cui la società fiorentina potesse trovare appagamento e pace meditativa nell'arte. Tra i lavori per i seguaci di Savonarola ci fu il ''Ritratto di Francesco delle Opere'' (1494). Un'altra evoluzione si ebbe nelle fisionomie delle Madonne, che diventano più mature, semplici e severe, al posto delle giovani raffinate ed eleganti delle opere precedenti. Ne sono esempi la ''Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano'' degli Uffizi, forse la prima della serie, ''Madonna'' del Kunsthistorisches Museum, quella di Francoforte e quella del Louvre. In che misura questi accorgimenti stilistici corrispondessero anche a una reale adesione ai principi morali savonaroliani da parte del pittore non ci è dato saperlo, ma la testimonianza di Vasari tenderebbe a negare un vero coinvolgimento, ricordandolo invece dedito ai piaceri terreni. Sempre a Firenze nel 1495 realizzò il ''Compianto sul Cristo morto'' per le monache del convento di Santa Chiara, ora presso la Galleria Palatina a Firenze; tra il 1495 e il 1496 la ''Crocifissione'' ad affresco nella chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi; nel 1500 la ''Pala di Vallombrosa'', oggi alla Galleria dell'Accademia; e tra il 1505 e il 1507 il ''Polittico dell'Annunziata'', pure all'Accademia di Firenze. ==== Perugia ==== Sposalizio della Vergine'' (1501-1504) Anche dalla bottega di Perugia uscirono numerosi capolavori. Tra la fine del 1495 e il 1496, la ''Pala dei Decemviri'', detta così perché realizzata su commissione dai Decemviri di Perugia per la cappella nel Palazzo dei Priori. Nel 1496-1500 dipinse il ''Polittico di San Pietro'', opera smembrata nel 1591, in seguito alla soppressione del monastero: al centro era l''Ascensione con la Vergine, gli Apostoli e Angeli'', come cimasa ''Dio in gloria'', nella predella le tavole con l''Adorazione dei Magi'', il ''Battesimo di Cristo'', la ''Resurrezione'' e due pannelli con i santi protettori di Perugia. Infine, sulle basi delle colonne che fiancheggiavano l''Ascensione'' erano collocati sei pannelli con santi benedettini tra cui san Benedetto, santa Flavia e san Placido: queste ultime tre tavolette conservate ai Musei Vaticani. Del 1501-1504 è il celebre ''Sposalizio della Vergine'', ripreso da Raffaello. Negli anni successivi approfondì questi aspetti della sua arte, con una maggiore padronanza e con formule pienamente "classiche" nella resa delle figure umane. ==== Il Collegio del Cambio ==== ''Fortezza e Temperanza sopra sei eroi antichi'' ''Prudenza e Giustizia sopra sei savi antichi'' Nel 1496 lavorò alla decorazione della Sala dell'Udienza nel Collegio del Cambio a Perugia, ciclo terminato nel 1500 con l'intervento di aiuti. Il tema del ciclo è la concordanza fra sapienza pagana e sapienza cristiana, elaborato dall'umanista Francesco Maturanzio. Sulle pareti sono raffigurati la ''Trasfigurazione'', la ''Natività'', l''Eterno tra angeli sopra un gruppo con profeti e sibille'', ''Prudenza e Giustizia sopra sei savi antichi'' e ''Fortezza e Temperanza sopra sei eroi antichi''; nella volta tra tondi dispone allegorie dei pianeti tra decorazioni a grottesche. In quest'opera, massimamente lodata dai contemporanei, il pittore raggiunse il suo massimo delle sue possibilità espressive, dove i concetti letterari, umanistici e classici sono trasposti in immagini armoniche e pacate, ritmicamente alternate in un andamento che ricorda la composizione musicale. I colori sono brillanti ma sapientemente armonizzati. La tecnica mostra una pennellata che divide la luce in infiniti segmenti, che vibrano scomponendosi e ricomponendosi nell'effetto finale unitatrio. L'illuminazione teatrale e la prospettiva studiata suscitarono intense emozioni tra i contemporanei. L'altissimo livello qualitativo della pittura a affresco permette di rendere una miriade di dettagli di raffinatezza non minore a quelli ottenibili su tavola. La decorazione del Collegio del Cambio fu sicuramente un capolavoro, dove però sono evidenti anche il limiti della sua arte: la reiterazione di schemi compositivi di repertorio e la difficoltà a rappresentare scene narrative dinamiche. È il momento in cui l'artista viene massimamente apprezzato, influenzando con il suo linguaggio moltissimi artisti, anche già celebri, che tentano una conversione della loro arte in direzione classicista. Inoltre in questo periodo, quando l'artista era conteso da principi, regnanti e grandi signori, diventa necessario il ricorso alla bottega, con la creazione di opere autografe solo moderatamente e in occasioni determinate, come era consono alla sua personalità di imprenditore di sé stesso, che gestiva accortamente la propria immagine. Sono anche gli anni in cui si forma alla sua bottega il giovane Raffaello, i cui primi saggi sono forse visibili in alcune figure fortemente plastiche e riccamente colorite degli affreschi del Collegio del Cambio. Anche durante i lavori agli affreschi, Perugino continuò a ricevere commissioni. Di questo periodo sono la ''Madonna della Consolazione'' (1498) e la ''Resurrezione'' per San Francesco al Prato (1499). Dipinse inoltre il ''polittico della Certosa di Pavia'', la ''Pala di Vallombrosa'' e la ''Madonna in gloria e santi''. Tra il 1503 e il 1504 lo ''Sposalizio della Vergine'' per la cappella del Santo Anello in Duomo e tra 1510 e il 1520 dipinse il ''Polittico di Sant'Agostino''. A queste grandi opere si affianca una produzione privata di formato più contenuto, con una serie di Madonne come la ''Madonna del Sacco'' (1495-1500), la ''Madonna col Bambino'' di Washington (1501) e il ''Gonfalone della Giustizia''. Rara è poi la produzione in campo miniaturistico, con la creazione in questo periodo del ''Martirio di san Sebastiano'' nel codice delle Horae Albani, oggi a Londra, dove usò uno stile sciolto e "sfioccato". Di poco successiva è la ''Pala Tezi'', oggi divisa tra Perugia e Berlino. === La crisi === ''Lotta tra Amore e Castità'' Nella cerniera tra i due secoli l'arte di Perugino raggiunse il suo apice. Nel gennaio 1503 la marchesa di Mantova Isabella d'Este, dopo aver approfonditamente saggiato tramite i suoi emissari i migliori artisti attivi sulla piazza fiorentina, scelse Perugino per realizzare uno dei dipinti allegorici del suo studiolo nel Palazzo Ducale, attiguo al Castello di San Giorgio. Si tratta dell'episodio della ''Lotta tra Amore e Castità'', puntualmente descritto dai consiglieri di corte, che andava a inserirsi in un complesso con altre opere di Andrea Mantegna e di altri pittori. Dopo una gestazione piuttosto travagliata dell'opera, con la continua sorveglianza del mantovano Lorenzo Leonbruno e la richiesta di modificare alcune figure in corso d'opera, la marchesa, alla consegna, non ne fu pienamente soddisfatta. Scrisse che l'avrebbe preferita ad olio piuttosto che a tempera (nonostante fosse stata dipinta con tale tecnica proprio per sua richiesta) e forse non apprezzò il modo di rendere l'animata scena, che risulta, a parte il paesaggio, un po' farraginosa, non essendo l'artista a suo agio con figure di dimensioni piccole e con la rappresentazione del movimento. ''Assunta'', dal ''Polittico dell'Annunziata'' A partire da questo episodio l'operato del Perugino, all'apice del successo, iniziò ad essere criticato. Poco dopo fu incaricato di completare la ''Pala'' per l'altare maggiore della basilica della Santissima Annunziata di Firenze, avviata da Filippino Lippi e lasciata incompleta alla sua morte nel 1504. L'opera venne ferocemente criticata dai fiorentini per la ripetitività della composizione. Il Vasari raccontò che il pittore si difese così: "Io ho messo in opera le figure altre volte lodate da voi e che vi sono infinitamente piaciute: se ora vi dispiacciono e non le lodate più che ne posso io?". In effetti in quegli anni Perugino aveva accentuato l'uso e il riuso dei medesimi cartoni, impostando la qualità non tanto sull'invenzione quanto nell'esecuzione pittorica, almeno quando l'intervento di bottega era assente o limitato. Però col nuovo secolo la varietà d'invenzione era diventata un elemento fondamentale, in grado di fare il discrimine tra gli artisti di primo piano e quelli secondari. Essendo Perugino legato ancora a norme di comportamento quattrocentesche, venne presto superato, mentre si apriva la stagione dei grandiosi successi di Leonardo da Vinci e, di lì a poco, degli altri geni come Michelangelo e il suo allievo Raffaello Sanzio. Perugino non fu comunque l'unico grande artista che ebbe difficoltà nel rinnovare il proprio stile e stare al passo con le straordinarie novità di quegli anni: una crisi simile la ebbero anche Luca Signorelli, Vittore Carpaccio e, per altre ragioni, Sandro Botticelli. Nei grandi centri italiani (Firenze, Roma e Venezia) le novità si manifestavano ormai una dietro l'altra a ritmo velocissimo e quelle opere che non portavano novità venivano respinte. La ''Pala dell'Annuziata'' fu l'ultima opera fiorentina del Perugino. Nel 1508 papa Giulio II lo chiamò a Roma per decorare la volta della Stanza dell'Incendio di Borgo in Vaticano, dove vennero dipinti quattro tondi con la ''Santissima Trinità'', il ''Creatore in trono tra angeli e cherubini'', ''Cristo come Sol Iustitiae e Cristo tentato dal demonio'', ''Cristo tra la Misericordia e la Giustizia''. Ma neanche il papa fu pienamente soddisfatto e lo liquidò velocemente, mentre gli allievi cominciavano a guardare ad altre fonti. === Il lavoro in provincia === Polittico di Sant'Agostino'' La tomba del Perugino a Fontignano Esiliato dai grandi centri artistici, Perugino si ritirò nella sua regione di origine, l'Umbria, lavorando soprattutto nei piccoli centri di provincia, dove il suo stile trovava ancora estimatori. Sarebbe però errato considerare le opere degli ultimi vent'anni della vita di Perugino come una mera sfilza di lavori ripetitivi e monotoni, non mancando ancora esempi di grandezza e genialità e restando sempre altissimo il livello della tecnica pittorica. Caso emblematico è quello del ''Polittico di Sant'Agostino'', dipinto in due fasi, una tra il 1502 e il 1512 e una fino alla morte. La differenza tra le due fasi è legata alla tecnica usata, la cui corretta individuazione ha permesso anche di datare altre opere seguendo l'evoluzione del grande maestro negli ultimi vent'anni della sua attività. Alla prima fase vengono in genere datati i dipinti destinati alla faccia verso la navata, caratterizzati da un disegno molto sottile e preciso, fatto probabilmente con una punta d'argento, spesso visibile solo tramite la riflettografia all'infrarosso; il colore è corposo e spesso, i dettagli rappresentati nitidi e con meticolosità; la luce proviene per tutte le tavole da una medesima fonte, collocata a sinistra, che determina l'inclinazione delle ombre. A questa fase stilistica appartengono la ''Pala Chigi'' (1506-1507), la ''Madonna'' di Nancy (1505), la ''Madonna di Loreto'' (1507). A partire dal 1513-1513 venne avviato il lato posteriore, rivolto al coro dei frati, composto da numerosi scomparti che vennero consegnati a intervalli più o meno regolari fino alla morte. Le tavole di questa fase sono caratterizzate da un disegno steso col pennello e il colore, velato di trasparenze, anziché coprirlo lo lascia intravedere per determinare il contorno delle figure: la velocità della tecnica confermano la grande sicurezza e maestria raggiunte dall'artista ormai anziano. Gli sfondi paesistici sono estremamente semplificati, senza prati fioriti in primo piano, privilegiando al contempo la centralità delle figure, evitando qualsiasi distrazione. Esse spiccano quindi solenni e monumentali, con un gusto classicista che Perugino sembra aver assimilato da Raffaello, già suo allievo. L'ultima produzione di Perugino è legata soprattutto ad affreschi devozionali in piccole cittadine dell'Umbria: la ''Pietà'' di Spello, il ''Battesimo di Cristo'' di Foligno e l''Adorazione dei pastori'' a Trevi, la cui Madonna venne replicata anche nella ''Vergine in trono'' sempre a Spello e nella ''Madonna col Bambino'' nell'oratorio dell'Annunziata a Fontignano, presso Perugia. L’ultima sua opera fu un affresco raffigurante l''Adorazione dei Pastori'', originariamente a Fontignano ma oggi al Victoria and Albert Museum di Londra, completato nella parte destra dalla sua scuola. Perugino, infatti, morì, all'età di 75 anni (1523), di peste, mentre vi stava lavorando e venne sepolto nella suddetta chiesina. Perugino fu l'iniziatore di un nuovo modo di dipingere che confluì poi nella "maniera moderna", segnando il gusto di un'intera epoca. Caratteristiche principali del rinnovato stile sono la purezza formale, la serena misura delle ampie composizioni, il disegno ben definito ed elegante, il colore chiaro, ricco di luce e steso con raffinate modulazioni del chiaroscuro, i personaggi liberati dalle caratteristiche terrene e investiti di un'aria "angelica e molto dolce". La sua arte è fatta di armonie e silenzi, di colori dolcemente sfumati, di prospettive attentamente studiate, di figure cariche di grazia delicata e dolce melanconia, di equilibrio ideale. Restò però ancorato a schemi mentali quattrocenteschi, ad esempio con la composizione delle figure in maniera spesso paratattica, studiandole separatamente e giustapponendovi elementi di repertorio, come gli onnipresenti angeli in volo. In questo fu superato da Leonardo che, accendendo una polemica con gli altri pittori fiorentini dell'epoca, raccomandò invece lo studio organico delle composizioni nel loro insieme, in modo da ottenere un'apparenza più naturale e credibile. Non a caso fu la strada che scelse il suo allievo più famoso, Raffaello. Nell'arco della sua vita Perugino fu un instancabile lavoratore e un ottimo organizzatore di bottega, lasciando numerosissime opere. Alcuni si spingono ad affermare come egli fu il primo artista-"imprenditore", capace di gestire contemporaneamente due attivissime botteghe: una a Firenze, aperta fin dai primi anni settanta del Quattrocento, dove si formarono Raffaello, Rocco Zoppo e il Bachiacca, e una a Perugia, aperta nel 1501, da cui uscì un'intera generazione di pittori di scuola umbra che diffusero ampiamente il suo linguaggio artistico. Inoltre Perugino svolse numerose commissioni che provenivano da altre città d'Italia, come Lucca, Cremona, Venezia, Bologna, Ferrara, Milano e Mantova, senza trascurare i suoi importanti soggiorni a Roma e nelle Marche. Monumento a Pietro Vannucci, a Perugia dello scultore Enrico Quattrini Per garantirsi un continuo lavoro Perugino aveva organizzato capillarmente le fasi della produzione artistica e il ricorso agli assistenti. Le opere venivano di solito trascinate per le lunghe, sospese e poi riprese più volte, in modo da portare avanti più incarichi e non restare mai senza lavoro. Il maestro riservava per sé le parti di maggior complessità a prestigio del dipinto, mentre alcune parti accessorie, come sfondi e predelle venivano affidate agli assistenti, in modo da accelerare i tempi di esecuzione. Il disegno della composizione spettava invece sempre al maestro, che creava schemi grafici e cartoni preparatori. La compresenza di più mani in un'opera era organizzata in modo da non far scadere la qualità e l'unitarietà dell'opera, seguendo un unico stile. La replica frequente di soggetti e composizioni non veniva considerata all'epoca come una mancanza di inventiva, anzi era spesso richiesta esplicitamente dalla committenza. I contemporanei di Pietro Vannucci lo considerarono come il più grande tra i protagonisti di quel rinnovamento dell'arte italiana nel culmine del Rinascimento, tra gli ultimi decenni del XV e i primi del XVI secolo. La portata delle sue innovazioni e lo straordinario livello qualitativo della sua arte vennero ben compresi, tanto che alla fine del Quattrocento veniva considerato all'unanimità il più grande pittore d'Italia. Ad esempio Agostino Chigi, in una lettera destinata al padre Mariano datata 7 novembre 1500, descrisse il Perugino come "il meglio maestro d'Italia", e Vasari, nelle Vite del 1568 scrisse come la sua pittura "tanto piacque al suo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d'Alemania e d'altre province per impararla". Dopo un periodo d'oro, la sua arte subì una crisi, venendo misconosciuta e criticata, accusata di formalismo, ripetitività e ipocrisia. Alla base di questi mutamenti vi furono gli insuccessi di opere come ''Amore e Castità'' per la marchesa di Mantova o la ''Pala della Santissima Annunziata'' per Firenze. Solo con gli studi otto e novecenteschi la sua figura riebbe il posto che le spetta nell'arte italiana, ritornando a comprenderne la portata innovativa. In seguito gli studi scientifici sull'autore hanno conosciuto di nuovo fasi di stasi, attenzione marginale e incomprensione. Con il diffondersi delle avanguardie storiche e con le rivoluzioni dell'arte contemporanea, Perugino, quale esponente del gusto "classico", è stato spesso sottovalutato, in quanto lontano dai canoni del gusto contemporaneo. Più recentemente l'interesse nei confronti della sua arte si è rinnovato, ma legato soprattutto al rifiorire degli studi sul giovane Raffaello, oppure con apporti specifici e settoriali che hanno mancato di dare un quadro completo dell'importanza storico artistico del grande pittore. Un'occasione di riscoperta è stata la grande mostra monografica sul pittore che gli è stata dedicata dalla Galleria nazionale dell'Umbria nel 2004. === Opere giovanili === * ''Madonna Gambier Parry'', 1470 circa, tempera su tavola, 57,1×77,3 cm, Courtauld Institute, Londra * ''Adorazione dei Magi'', 1472 o 1476 circa, olio su tavola, 241×180 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Natività della Vergine'', 1472 circa, tavola, 18,6×41 cm, Liverpool, Walker Art Gallery * ''Miracolo della Neve'', 1472 circa, tavola, 18,7×40 cm, Guildford (Surrey), Polesden Lacey * ''Cristo Crocifisso tra i Santi Girolamo ed Antonio abate'' (con Andrea del Verrocchio), 1470-1474, tavola, 113x149 cm, già in Argiano, Chiesa di Santa Maria (opera rubata nel 1970) * ''Gonfalone con la Pietà'', 1472 circa, tempera su tela, 128×165 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Visitazione con sant'Anna'', 1472-1473 circa, tempera su tavola, 32×34 cm, Firenze, Galleria dell'Accademia * ''Miracolo del bambino nato morto'', 1473, tempera su tavola, 75×57 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''San Bernardino risana una fanciulla'', 1473, tempera su tavola, 76×56,5 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''San Girolamo che resuscita il cardinale Andrea, Cristo morto'' e ''San Girolamo che assiste due giovani impiccati ingiustamente'', 1473 circa, tavolette di predella, Parigi, Louvre * ''Padre Eterno con i santi Rocco e Romano'', 1477-1478, affresco staccato, Deruta, Pinacoteca comunale * ''San Sebastiano tra i santi Rocco e Pietro'', 1478, affresco frammentario, Cerqueto, chiesa di Santa Maria Assunta === Cappella Sistina === * ''Madonna e santi'', 1479-1480, affreschi, già nella Cappella della Concezione dell'antica Basilica vaticana, distrutti * ''Assunta con Sisto IV inginocchiato'', 1481-1482, affresco, già in Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina, distrutto * ''Nascita e ritrovamento di Mosè'', 1481-1482, affresco, già in Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina, distrutto * ''Natività di Cristo'', 1481-1482, affresco, già in Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina, distrutto * ''Ritratti di papi'', 1481 circa, affreschi (in cattivo stato di conservazione, con ridipinture), Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina * ''Consegna delle chiavi'', 1481-1482, affresco, 335×550 cm, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani, Cappella Sistina * ''Battesimo di Cristo'', 1482 circa, affresco, 335×540 cm, insieme a Pinturicchio, Città del Vaticano, Cappella Sistina * ''Viaggio di Mosè in Egitto e circoncisione del figlio Eliezer'', 1482 circa, affresco, 350×572 cm, insieme a Pinturicchio, Città del Vaticano, Cappella Sistina === Roma, Firenze e Perugia === * ''Orazione nell'orto'', 1483-1495 circa, olio su tavola, 166×171 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Crocifissione'', 1483-1495 circa, olio su tavola, 166×171 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Pietà'', 1483-1495, olio su tavola, 168×176 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Trittico Galitzin'', 1485 circa, tempera su tavola trasferita su tela, tavola centrale con ''Crocifisso tra la Vergine e Giovanni Evangelista'', 101×56 cm; nelle tavole laterali ''San Gerolamo'', 95×30 cm, e ''Santa Maria Maddalena'', 95×30 cm, Washington, National Gallery of Art * ''Ritratto di Lorenzo di Credi'', 1488 circa, olio su tavola trasferito su tela, 44×30,5 cm, Washington, National Gallery of Art * ''Annunciazione Ranieri'', 1487-1489 circa, tempera su tavola, 55,5X42 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Annunciazione'', 1488-1490 circa, olio su tavola, 212×172 cm, Fano, chiesa di Santa Maria Nuova * ''San Sebastiano'', 1490 circa, olio su tavola, 174×88 cm, Stoccolma, Nationalmuseum * ''Madonna col Bambino'', 1490, Napoli, Museo di Capodimonte * ''Apollo e Dafni'', 1490-1492 circa, olio su tavola, 39×29 cm, Parigi, Musée du Louvre * ''Tondo della Vergine col Bambino tra due sante e due angeli'' (attr.), 1490-1492 circa, olio su tavola, diametro 148 cm, Parigi, Musée du Louvre * ''San Girolamo penitente'', 1491 circa, olio su tela, 79×58 cm, Hampton Court, Royal Collection * ''Polittico Albani Torlonia'', 1491, tempera su tavola, 174×88 cm, Roma, Collezione Torlonia * ''Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano'', 1493, olio su tavola, 178×164 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Madonna col Bambino tra santa Caterina d'Alessandria e una santa'', 1493, olio su tavola, 86,5×63 cm, Vienna, Kunsthistorisches Museum * ''Apparizione della Vergine a san Bernardo'', 1493, olio su tavola di quercia, 173×170 cm, Monaco, Alte Pinakothek * ''San Sebastiano'', 1493-1494, tempera e olio su tavola di quercia, 53,5×39,5 cm, San Pietroburgo, Ermitage * ''Ultima cena'', 1493-1496, affresco, 440×800 cm, Firenze, Cenacolo di Fuligno * ''Ritratto di Francesco delle Opere'', 1494, tempera su tavola di quercia, 52×44 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni evangelista e Agostino'', 1494, tempera su tavola, Cremona, chiesa di Sant'Agostino * ''Crocifissione'', 1494-1496, affresco, 480×812 cm, Firenze, chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi * ''San Bernardo accoglie il Cristo che si stacca dalla croce'', 1494-1496, 247×145 cm, Firenze, chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi * ''San Sebastiano'', 1495 circa, olio su tavola di quercia, 176×116 cm, Parigi, Musée du Louvre * ''Cristo morto nel sepolcro'', 1495, olio su tavola, 55,5×57 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Compianto sul Cristo morto'' (''Deposizione''), 1495, olio su tavola, 214×195 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina * ''Ritratto di giovane'', 1495, olio su tavola, 37×26 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''San Benedetto'', 1495-1498, olio su tavola, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana * ''Santa Flavia'', 1495-1498, olio su tavola, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana * ''San Placido'', 1495-1498, olio su tavola, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana * ''Madonna del Sacco'', 1495-1500, olio su tavola, 88×66 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina * ''Madonna della Confraternita della Consolazione'', 1496-1498, olio su tavola, 183×130 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Polittico di San Pietro'', 1496-1500, olio su tavola, smembrato ** ''Ascensione'', 280×216 cm, Lione, Musée des Beaux-Arts ** ''Eterno benedicente con cherubini e angeli'', dalla cimasa, 114×230 cm, Lione, Musée des Beaux-Arts ** ''Adorazione dei Magi'', dalla predella, 32×59 cm, Rouen, Musée des Beaux-Arts ** ''Battesimo di Cristo'', dalla predella, Rouen, Musée des Beaux-Arts ** ''Resurrezione'', dalla predella, Rouen, Musée des Beaux-Arts ** ''Sant'Ercolano'', dalla predella, Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria ** ''San Costanzo'', dalla predella, Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria ** ''San Mauro'', sulle basi delle colonne, Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria ** ''San Pietro Vincioli'', sulle basi delle colonne, Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria ** ''San Benedetto'', sulle basi delle colonne, Roma, Pinacoteca Vaticana ** ''Santa Flavia'', sulle basi delle colonne, Roma, Pinacoteca Vaticana ** ''San Placido'', sulle basi delle colonne, Roma, Pinacoteca Vaticana ** Tondo di ''Geremia'', Nantes, Musée des Beaux-Arts ** Tondo di ''Isaia'', Nantes, Musée des Beaux-Arts * ''Madonna col Bambino e san Giovannino'', 1497, olio su tavola, 73×52 cm, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut * ''Pala di Fano'', 1497, olio su tavola, 150×250 cm la lunetta e 262×215 la tavola centrale, Fano, chiesa di Santa Maria Nuova * ''Pala di Senigallia'', 1497 circa, tempera su tavola, 226x279 cm, Senigallia, chiesa di Santa Maria delle Grazie Attualmente custodita in esposizione alla Pinacoteca Diocesana di Senigallia a causa dell’inagibilità della Chiesa. * ''Madonna col Bambino'', 1497 circa, olio su tavola, 44×34 cm, Roma, Galleria Borghese * ''Compianto'', 1497 circa, affresco staccato, Firenze, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze === Collegio del Cambio === * Volta con ''Trionfi dei Pianeti'' e grottesche, 1497, affresco, Perugia, Collegio del Cambio * ''Fortezza e Temperanza con sei eroi dell'antichità'', 1497, affresco, 291×400 cm, Perugia, Collegio del Cambio * ''Prudenza e Giustizia sopra sei savi antichi'', 1497, affresco, 293×418 cm, Perugia, Collegio del Cambio * ''Natività'', 1498, affresco, 264×225 cm, Perugia, Collegio del Cambio * ''Trasfigurazione di Cristo'', 1498 - 1500, affresco, 226×229 cm, Perugia, Collegio del Cambio * ''Dio Padre con profeti e Sibille'', 1500 circa, affresco, 229×370 cm, Perugia, Collegio del Cambio * ''Autoritratto'', 1500 circa, affresco, 40×30,5 cm, Perugia, Collegio del Cambio === Fase matura === * ''SEPULCRUM CHRISTI, Cristo Morto con Giuseppe di Arimatea e Nicodemo'', 1498, olio e tempera su tavola, 92,6×71,8 cm, Massachusetts, Sterling and Francine Clark Art Institute * ''Polittico della Certosa di Pavia'', 1499 circa, olio su tavola, 126,5×58 cm, Londra, National Gallery, Certosa di Pavia * ''Resurrezione di San Francesco al Prato'', 1499 circa, olio su tavola, 233×165 cm, Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana * ''Pala di Vallombrosa'', 1500, olio su tavola, 415×246 cm, Firenze, Galleria dell'Accademia ** ''Ritratto di Biagio Milanesi'', 1500, olio su tavola, 28×26 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi ** ''Ritratto del monaco Baldassarre'', 1500, olio su tavola, 26×27 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi * ''Pala Tezi'' (''Madonna col Bambino, e i santi Nicola da Tolentino, Bernardino da Siena, Gerolamo e Sebastiano''), 1500, olio su tavola, 182×158 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, con la collaborazione di Eusebio da San Giorgio ** ''Ultima Cena'', predella della ''Pala Tezi'', 18×121 cm, Berlino, Gemäldegalerie * ''Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d'Alessandria'', 1500 circa, olio su tavola, 81×63 cm, Parigi, Musée du Louvre * ''Maria Maddalena'', 1500 circa, olio su tavola, 47×34 cm, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina * ''Madonna col Bambino'', 1500 circa, tempera su tavola, 80,7×77,3 cm, Detroit, Detroit Institute of Arts * ''Sant'Agostino con i membri della Confraternita di Perugia'', 1500 circa, olio su tavola, 95×64 cm, Pittsburgh, Carnegie Museum of Art * ''San Sebastiano'', 1500 circa, olio su tavola trasferito su tela, 76,7×53,4 cm, Princeton, Princeton University Art Museum * ''San Sebastiano'', 1500 circa, affresco, Fiesole, Duomo * ''Madonna in gloria e santi'', 1500-1501, olio su tavola, 152×124 cm, Pinacoteca Nazionale di Bologna * ''Famiglia della Madonna'', 1500-1502, olio su tavola, 296×259 cm, Marsiglia, Musée des Beaux-Arts * ''Predella con storie di Cristo'', 1500-1505 circa, tempera su tavola trasferito su tela, Chicago, Art Institute of Chicago ** ''Adorazione del Bambino'', 26×46,4 cm ** ''Battesimo di Cristo'', 27×46,3 cm, ** ''Cristo e la donna di Samaria'', 27×46,3 cm ** ''Noli me tangere'', 27×46,3 cm * ''Resurrezione di Cristo'', 1500-1505, tempera su tavola, 26,7×45,7 cm, New York, Metropolitan Museum * ''Tobiolo con l'arcangelo Raffaele'', 1500-1505, olio e tempera su tavola di quercia, 113,3×56,5 cm, Londra, National Gallery * ''San Sebastiano'', 1500-1510, olio su tela, 181×115 cm, San Paolo, Museu de Arte * ''Madonna col Bambino'', 1501, olio su tavola di quercia, 70×51 cm, Washington, National Gallery of Art * ''Gonfalone della Giustizia'', 1501, tempera e olio su tela, 278×138 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Sposalizio della Vergine'', 1501-1504, olio su tavola, 234×185 cm, Caen, Musée des Beaux-Arts === Crisi e opere tarde === ''Adorazione dei magi'' di Trevi ''Pietà'' di Spello ''Madonna'' di Fontignano ''Madonna della Misericordia'' di Bettona * ''Polittico di Sant'Agostino'' (prima fase), 1502-1512 circa ** ''Battesimo di Cristo'', 261×146 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Santi Filippo e Agostino'', 173×91 cm, olio su tavola, Musée des Augustins, Tolosa ** ''Santi Ercolano e Giacomo Maggiore'', olio su tavola, 173×91 cm, Musée des Beaux-Arts, Lione ** ''Angelo annunciante'', diametro 102 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Vergine annunciata'', perduto ** ''Adorazione dei Magi'', 39,5×85 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Predica del Battista'', 39,5×84 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Nozze di Cana'', 39,5×84,5 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Presentazione di Gesù al Tempio'', 39,5×83,5 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Pala di Monteripido'', 1502, 240×180 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Lotta tra Amore e Castità'', 1503, tempera su tavola, 160×191 cm, Parigi, Musée du Louvre * ''Natività'', 1503, Montefalco, Complesso museale di San Francesco * ''Madonna con santi adorante il Bambino'', 1503, olio su tavola di quercia, 87×72 cm, New York, Pierpont Morgan Library * ''Polittico dell'Annunziata'' (avviato da Filippino Lippi), 1504, olio su tavola, Firenze, Galleria dell'Accademia * ''Adorazione dei Magi'', 1504, affresco, Città della Pieve, oratorio di Santa Maria dei Bianchi * ''Madonna in trono fra i Santi Gervasio Protasio'', 1504, tempera su tavola, Città della Pieve, cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio * ''Quattro figure di nudi maschili'', 1505 circa, olio su tavola, frammento, 71×52 cm, Edimburgo, National Gallery of Scotland * ''Madonna con san Giovannino e due angeli adoranti il Bambino'', 1505, olio su tavola, Nancy, Musée des Beaux-Arts * ''Martirio di san Sebastiano'', 1505, affresco, Panicale, chiesa di San Sebastiano * ''Madonna col Bambino e san Giovannino'', 1505-1510, olio su tavola di quercia, 67×44 cm, Londra, National Gallery * ''San Giovanni Battista e quattro santi'', 1505-1510, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Assunzione della Vergine'', 1506 circa, olio su tavola, 333×218 cm, Firenze, basilica della Santissima Annunziata * ''San Sebastiano'', 1506 circa, olio su tavola, 110×62 cm, Roma, Galleria Borghese * ''Pala Chigi'' (''Crocifissione''), 1506-1507, olio su tavola, 400×289 cm, Siena, chiesa di Sant'Agostino * ''Natività di Cristo'', 1506-1510, olio su tavola di quercia, 263×147 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Madonna di Loreto'', 1507, 185,5×125,5 cm, olio su tavola di quercia, Londra, National Gallery ** ''Annunciazione'', 1507, olio su tavola, 16,8×37,2 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Adorazione dei pastori'', 1507, olio su tavola, 16,2×37 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Battesimo di Cristo'', 1507, tempera e olio su tavola, 17×36,6 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''San Filippo Benizi'', 1507, olio su tavola, 79×62 cm, Roma, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d'Arte Antica * ''Sant'Antonio abate in trono tra i Santi Paolo eremita e Marcello con Eterno benedicente'', 1508, Città della Pieve, chiesa di San Pietro * Volta nella Stanza dell'Incendio di Borgo, affreschi, 1508, Roma, Musei Vaticani, Stanze di Raffaello * ''Assunzione'', tempera su tavola, 500x300 cm, 1508-1509, Napoli, duomo * ''Pala di Sansepolcro'', 1510 circa, olio su tavola, 290×185 cm, Sansepolcro, Duomo * ''Beato Giacomo della Marca'', 1512 circa, tempera su tela, 160,5×87,5 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''San Gerolamo penitente'', 1512-1515 circa, olio su tela, 131×107,5 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Madonna della Misericordia'', 1512-1513 circa, Bettona, Pinacoteca comunale. * ''Sant'Antonio di Padova e devoto'', 1512-13circa, Bettona, Pinacoteca comunale. * ''Gonfalone di Sant’Anna'', 1512-13 circa, Bettona, Pinacoteca comunale. * ''Battesimo di Cristo'', 1510 circa, olio su tavola, Città della Pieve, cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio * ''Polittico di Sant'Agostino'' (seconda fase), 1513-1523 ** ''Adorazione dei pastori'', 263×147 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Santi Irene e Sebastiano'', 189×95 cm, olio su tavola, Musée des Beaux-Arts, Grenoble ** ''Santi Girolamo e Maria Maddalena'', 174×95 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Santo giovane con spada'' (''San Giuliano?''), diametro 102 cm, olio su tavola, Parigi, Louvre ** ''San Bartolomeo'', 89,5×74,8 cm, olio su tavola, Birmingham, Birmingham Museum & Art Gallery ** ''Eterno benedicente'', 145×140 cm, olio su tavola, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Pietà'', 144×152 cm, Perugia, olio su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''David'', diametro 61 cm, Perugia, tempera su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria ** ''Daniele'', diametro 61 cm, Perugia, tempera su tavola, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Madonna col Bambino e San Giovannino'' detta '' Madonna del Cardellino'', 1513 circa, tempera e olio su tavola, tondo, Cantiano, Collegiata di San Giovanni Battista * ''Pala di Corciano'', 1513, olio su tavola, 226×149 cm (tavola centrale), Corciano, chiesa di Santa Maria * ''Battesimo di Cristo'', 1513, affresco, Foligno, Oratorio della Nunziatella * ''Eterno benedicente tra due angeli adoranti'', 1513, affresco, Foligno, Oratorio della Nunziatella * ''Pala della Trasfigurazione'', 1517, olio su tavola, 290×185 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Madonna col Bambino e i santi Costanzo e Ercolano'', 1517, tempera su tavola, 80×55 cm, Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria * ''Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Rocco e Sebastiano'', 1518, affresco, Pietrafitta, cappella della Madonna del Fosso * ''San Giovanni Evangelista dolente'', 1520 circa, tempera e olio su tavola, tondo, diam. 21,3 cm, Raleigh, North Carolina Museum of Art * ''Cristo della Passione'', 1520 circa, tempera e olio su tavola, tondo, diam. 20,9 cm, Montefortino, Pinacoteca civica Fortunato Duranti * ''Vergine dolente'', 1520 circa, tempera e olio su tavola, tondo, diam. 20,5 cm, Raleigh, North Carolina Museum of Art * ''Trinità e sei santi'', 1521, affresco, 175×389 cm, opera già avviata da Raffaello, Perugia, chiesa di San Severo * ''Adorazione dei magi'', 1522 circa, affresco, Trevi, chiesa di Santa Maria delle Lacrime * ''Madonna delle Grazie tra i santi Antonio abate e Antonio da Padova'', 1522, affresco, 230x350 cm, Perugia, monastero di Sant’Agnese * ''Madonna col Bambino in trono tra i Santi Biagio e Caterina'', 1522 circa, 163×145 cm, Spello, chiesa di Santa Maria Maggiore * ''Pietà tra i santi Giovanni Evangelista e Maddalena'', 1522 circa, 163×155 cm, Spello, chiesa di Santa Maria Maggiore * ''Madonna col Bambino in trono di Fontignano'', 1522, affresco, 135×67,5 cm, Fontignano, oratorio dell'Annunziata * ''Adorazione dei pastori'', 1523, affresco trasportato su tela, 254.5x598, Londra, Victoria and Albert Museum. * ''San Girolamo Penitente con Gesù Bambino e san Giovannino'', data?, olio su tavola, Roma, Palazzo Barberini, Galleria Nazionale d'Arte Antica === Dipinti di scuola o bottega === * '' Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo'', 1520 circa, tempera su tavola, 290×170 cm, Monteleone d'Orvieto, collegiata dei Santi Pietro e Paolo
ISO 216
+ '''Misure ISO 269''' Serie C C0 917 × 1297 C1 648 × 917 C2 458 × 648 C3 324 × 458 C4 229 × 324 C5 162 × 229 C6 114 × 162 C7/6 81 × 162 C7 81 × 114 C8 57 × 81 C9 40 × 57 C10 28 × 40 DL 110 × 220 + '''Misure ISO 216''' Serie A A0 841 × 1189 A1 594 × 841 A2 420 × 594 A3 297 × 420 A4 210 × 297 A5 148 × 210 A6 105 × 148 A7 74 × 105 A8 52 × 74 A9 37 × 52 A10 26 × 37 Serie B B0 1000 × 1414 B1 707 × 1000 B2 500 × 707 B3 353 × 500 B4 250 × 353 B5 176 × 250 B6 125 × 176 B7 88 × 125 B8 62 × 88 B9 44 × 62 B10 31 × 44 L'''ISO 216''' è lo standard definito dalla Organizzazione internazionale per la normazione per individuare alcuni formati di carta usati in numerosi Paesi, specialmente in Europa, per usi tipografici. Negli Stati Uniti e in Canada sopravvive una diversa norma che dà origine al formato ''Letter''.
La norma fa parte della serie: * '''ISO 216''': ''Writing paper and certain classes of printed matter – Trimmed sizes – A and B series'' ::(Carta per scrittura e per alcune classi di stampa – Margini rifilati – serie A e B) ::del 1975, definisce due serie di dimensioni di carta chiamate A e B * '''ISO 269''': ''Correspondence envelopes – Designation and sizes'' ::(Buste per la corrispondenza – forme e misure) ::del 1985, definisce una serie C per le buste * '''ISO 217''': ''Paper – Untrimmed sizes – Designation and tolerances for primary and supplementary ranges, and indication of machine direction'' ::(Carta – Margini non rifilati – Forme e limiti di tolleranza per estensioni primarie e supplementari, e indicazioni sulla direzione delle macchine) ::del 1995, definisce due serie di carta non rifilata chiamate RA ''(Raw format A)'' ed SRA ''(Supplementary Raw format A)'' con margini più ampi dei corrispondenti formati A, destinati a essere successivamente rifilati dalle macchine da stampa Questo standard fu inizialmente adottato dal DIN in Germania nel 1922 (è per questo che è ancora oggi comune l'uso di far precedere ai nomi dei singoli formati la sigla DIN) anche se alcuni dei formati erano già stati sviluppati durante la rivoluzione francese per poi essere dimenticati. I formati ISO 216 sono stabiliti sulla base del rapporto 1:√2, ossia della cosiddetta sezione argentea. I formati carta conformi allo standard ISO 216 (di cui fanno parte anche i comuni fogli '''A4''' usati nelle fotocopiatrici) sono caratterizzati dall'avere i lati nel rapporto . Se si divide a metà un foglio ISO 216 sul lato lungo si ottengono due fogli che continuano a presentare un rapporto . === La serie A === La serie A è stata definita partendo dal foglio A0, di superficie pari a e di proporzioni tali da ricavare il formato più piccolo seguente per dimezzamento lungo il lato più lungo e mantenendo le stesse proporzioni. Ne consegue che per ogni formato le proporzioni dei lati e devono essere tali che: : da cui deriva che: : Ne consegue che per tutti i formati A il rapporto tra i lati del foglio è pari a . Quindi per il primo formato A0 abbiamo: : : : dando le dimensioni del foglio A0: 841×1189 mm (circa). Il passaggio da un formato a un altro indicato dal numero immediatamente superiore (per esempio da A4 a A5) si ottiene quindi dimezzando il lato maggiore ottenendo il nuovo lato minore. Viceversa il passaggio verso numerazioni inferiori (per esempio da A4 a A3) si ottiene raddoppiando il lato minore ottenendo il nuovo lato maggiore. Il formato più diffuso è il formato A4 pari a 210×297 millimetri = 0,0625 m² I formati più grandi (A0, A1, A2) sono usati prevalentemente nell'ambiente della tipografia. Per riuscire a stampare su questi fogli è necessario usare un plotter o macchina da stampa. I formati più piccoli sono usati anche nelle stampanti e fotocopiatrici più comuni. Un'interessante conseguenza del modo di definire le dimensioni dei fogli A, è che il numero che segue la lettera A, costituisce l'esponente da dare a 2 posto al denominatore nella superficie del foglio; ad esempio: *la superficie del foglio A0 corrisponde a 1 m² (vale a dire ) *la superficie del foglio A1 corrisponde a 1/2 m² (vale a dire ) *la superficie del foglio A2 corrisponde a 1/4 m² (vale a dire ) e così via, fino al foglio A10 di superficie pari a 1/1024 m² (vale a dire ). === La serie B === La serie B è definita a partire dalla A come la media geometrica tra il formato col medesimo numero e quello di dimensione maggiore (ad esempio il formato B1 è la media geometrica tra il formato A1 e quello A0) e similmente la serie C è definita a partire dalle due serie precedenti come la media geometrica tra i formati A e B con lo stesso numero (ad esempio il formato C1 è la media geometrica tra i formati A1 e B1). La serie C si rivela particolarmente utile per le buste che devono contenere i fogli della corrispondente serie A. Ad esempio una busta di formato C4 è il formato raccomandato per contenere uno o più fogli di formato A4 senza che siano piegati. I formati definiti nell'ISO 216 trovano le loro radici nella comune tecnica tipografica di stampare più pagine di un libro su un foglio di grosse dimensioni per poi ripiegarlo in modo da ottenere i fascicoli di cui è composto il libro, divisi in gruppi di 8, 16 o 32 pagine (detti rispettivamente ottavi, sedicesimi e trentaduesimi), a seconda della dimensione del foglio di partenza e della dimensione che deve avere la singola pagina. È da notare comunque il fatto che in commercio si trovano formati di carta sempre maggiori di quelli standard, a parte l'A4 e l'A3 che vengono utilizzati direttamente in macchine da ufficio. Questo perché una volta stampato il foglio viene poi piegato e rifilato al formato ISO desiderato. I formati di carta più comunemente usati in tipografia ad esempio sono il 700×1000 mm (solitamente definito 70×100, in centimetri) e il 640×880 mm (64×88), dai quali vengono ricavati per dimezzamento del lato lungo (similmente ai formati An) il 50×70, 44×64 ecc. Questi formati non appartengono allo standard ISO ma sono lo standard nella produzione di carta in fogli per le tipografie poiché, come già detto, tengono conto delle necessità tecniche delle lavorazioni di stampa e confezione che portano poi alla produzione del prodotto finito in formato ISO. 240px Tabella con le misure dei formati '''A''' in millimetri, pollici e punti tipografici.   Millimetri Pollici Punti formato lato lungo lato corto lato lungo lato corto lato lungo lato corto area (m²) A0 1189 841 46,77 33,11 3368 2384 1 A1 841 594 33,11 23,39 2384 1684 1/2 A2 594 420 23,39 16,54 1684 1191 1/4 A3 420 297 16,54 11,69 1190 842 1/8 A4 297 210 11,69 8,27 842 595 1/16 A5 210 148 8,27 5,83 595 420 1/32 A6 148 105 5,83 4,13 420 298 1/64 A7 105 74 4,13 2,91 298 209 1/128 A8 74 52 2,91 2,05 1/256 A9 52 37 2,05 1,46 1/512 A10 37 26 1,46 1,02 1/1024 240px Tabella delle dimensioni dei lati nella serie '''B'''.   Millimetri Pollici Punti formato lato lungo lato corto lato lungo lato corto lato lungo lato corto B0 1414 1000 55,67 39,37 4008 2835 B1 1000 707 39,37 27,83 2835 2004 B2 707 500 27,83 19,69 2004 1417 B3 500 353 19,69 13,90 1417 1001 B4 353 250 13,90 9,84 1001 709 B5 250 176 9,84 6,93 709 499 B6 176 125 6,93 4,92 499 354 B7 125 88 4,92 3,46 354 238 B8 88 62 3,46 2,44 238 176 B9 62 44 2,44 1,73 176 125 B10 44 31 1,73 1,22 125 88 240px Tabella delle dimensioni dei lati nella serie '''C'''.   Millimetri Pollici Punti formato lato lungo lato corto lato lungo lato corto lato lungo lato corto C0 1297 917 51,06 36,10 3677 2599 C1 917 648 36,10 25,51 2599 1837 C2 648 458 25,51 18,03 1837 1298 C3 458 324 18,03 12,75 1298 918 C4 324 229 12,75 9,01 918 649 C5 229 162 9,01 6,37 649 459 C6 162 114 6,37 4,49 459 323 C7 114 81 4,49 3,19 323 230 C8 81 57 3,19 2,24 230 162 C9 57 40 2,24 1,57 162 113 C10 40 28 1,57 1,10 113 79
Isomeria
Tipi di isomeri L'''isomeria''' è quel fenomeno per cui sostanze diverse per proprietà fisiche e spesso anche per comportamento chimico hanno la stessa formula bruta, cioè stessa massa molecolare e stessa composizione percentuale di atomi.
Due composti con uguale formula bruta si dicono ''isomeri''. Questi possono essere: * '''Isomeri costituzionali''' (o '''strutturali'''), se hanno formula bruta identica ma diversa connettività. Sono composti aventi la stessa formula molecolare ma diversa formula di struttura. Ciò implica differenti proprietà fisiche e chimiche, dovute ai legami differenti degli elementi che compongono la molecola. * '''Stereoisomeri''', se hanno formula bruta identica, stessa connettività, ma la diversa orientazione spaziale degli atomi rende loro non sovrapponibili. * '''Omomeri''', se hanno formula bruta identica, stessa connettività e sono sovrapponibili (in pratica sono molecole identiche). L'isomeria è molto diffusa e importante nei composti organici e le classi di isomeri, si possono dividere ulteriormente in sottoclassi. Gli isomeri costituzionali possono essere isomeri: * '''di catena''', che interessa la struttura dello "scheletro" di carbonio, ossia la presenza e posizione di ramificazioni o anelli; isomeri di questo tipo hanno proprietà fisiche diverse, ma reattività chimiche spesso abbastanza simili; * '''di posizione''', che interessa la posizione di legami multipli o di gruppi contenenti atomi diversi da carbonio e idrogeno; isomeri di questo tipo hanno proprietà fisiche diverse, ma reattività chimica spesso simile; * '''di gruppo funzionale''', isomeri cioè che pur avendo formula bruta uguale, presentano gruppi funzionalmente diversi, e hanno quindi proprietà chimiche e fisiche molto differenti. Gli stereoisomeri possono essere isomeri: * '''configurazionali''', o '''ottici''', nelle molecole in cui sono presenti degli elementi stereogenici, cioè elementi a causa dei quali la molecola ammette due isomeri che sono uno la forma speculare non sovrapponibile dell'altro. Elementi stereogenici possono essere un punto (un atomo, tipicamente un carbonio portante quattro sostituenti diversi, che viene definito ''centro chirale''), un asse (l'asse di un legame fra due o più atomi ad esempio alleni portanti quattro sostituenti diversi su carboni terminali), o un piano (una molecola planare con sostituenti orientati in maniera particolare sia nel piano della molecola sia sopra o sotto questo). Di questa categoria fanno parte gli enantiomeri, isomeri di cui uno è l'immagine speculare non sovrapponibile dell'altro. Tipicamente due isomeri configurazionali in cui uno non è l'immagine speculare dell'altro si dicono diastereoisomeri, anche se tutte le coppie di stereoisomeri non enantiomeri possono essere considerate tipi di diastereoisomeri. * '''geometrici''', o '''cis-trans''', nelle molecole in cui due carboni legati da un legame doppio sono entrambi legati a due gruppi differenti o, più in genere, in molecole la cui struttura impedisce una libera rotazione attorno a uno o più legami; le loro proprietà fisiche sono diverse, la loro reattività chimica è generalmente simile, ma vi sono notevoli eccezioni legate proprio a particolari configurazioni geometriche; * '''conformazionali''', è il caso in cui pur non essendoci uno stereocentro, le possibili orientazioni date dalla rotazione di un legame C-C e dalle possibili conformazioni di una molecola (come ad esempio nel caso in cui i sostituenti di un atomo o una catena di atomi si orienti ad elica e anche nelle conformazioni dei cicloalcani) producono molecole con ugual formula bruta, ugual connettività ma non sovrapponibili. Un isomero conformazionale si dice anche ''conformero'' o ''rotamero''. I conformeri non sono dei veri e propri isomeri, in quanto la barriera energetica tra le varie orientazioni è molto piccola e, a temperatura ambiente, l'una si trasforma nell'altra, pur avendo ciascuna una maggiore o minore probabilità a seconda della stabilità. ===Isomeria di catena=== I tre composti riportati in questo esempio hanno formula bruta: C8H16. File:Isomeria_di_catena.PNG ===Isomeria di posizione=== I tre composti riportati in questo esempio sono tre fenoli. Differiscono per la posizione dei loro gruppi attorno all'anello. E i loro prefissi sono: orto- meta- para-. File:Isomeria_di_gruppo_funzionale.PNG ===Isomeria cis-trans=== Detta anche '''isomeria geometrica'''; affinché ci sia questo tipo di isomeria sono necessarie due condizioni: * non deve esserci rotazione attorno al legame tra i due atomi di carbonio; * ciascuno dei due atomi di carbonio deve essere legato a due gruppi diversi. Per la prima condizione non può esserci isomeria cis-trans negli alcani in cui gli atomi di carbonio possono ruotare liberamente attorno al legame semplice; per la seconda non può esserci negli alchini in cui, essendo i due atomi di carbonio legati tramite un legame triplo, possono fare soltanto un altro legame). Pertanto l'isomeria cis-trans avviene solo negli alcheni e in alcuni casi nei cicloalcani. Le due coppie di composti riportate in questo esempio differiscono per la disposizione dei gruppi attorno a un elemento che impedisce rotazione, ad esempio un doppio legame o un anello. Gli isomeri geometrici vengono comunemente classificati con due diversi tipi di nomenclatura: ''cis'' e ''trans'' o ''Z'' e ''E''. Nella prima l'isomero ''cis'' è quello che ha due gruppi uguali dalla stessa parte di un doppio legame o di un ciclo, il ''trans'' li ha da parti opposte. Nel secondo tipo di nomenclatura, l'isomero ''Z'' è quello con i gruppi a priorità maggiore dalla stessa parte (la priorità viene stabilita in base alle regole di priorità usate per la nomenclatura dei composti chirali) mentre l'isomero ''E'' li ha da parti opposte. A volte può succedere che le configurazioni cis e Z si equivalgano, come del resto trans e E. File:Isomeria_cis_trans.PNG ===Isomeria ottica=== Le due molecole riportate in questo esempio, differiscono solamente per il fatto di essere l'una l'immagine speculare non sovrapponibile dell'altra. Due stereoisomeri che sono l'uno l'immagine speculare non sovrapponibile dell'altro si dicono enantiomeri (in questo caso, l'elemento stereogenico è un punto, cioè un atomo di carbonio). Questa proprietà è anche detta chiralità. File:Isomeria_stereo.PNG L'isomeria ottica è un particolare tipo di isomeria in cui i due composti isomeri presentano le stesse identiche proprietà fisiche e chimiche (a parte la diversa reattività con altre molecole chirali) tranne differire per una caratteristica proprietà ottica: se si fa passare un raggio di luce in una soluzione con i due isomeri ottici all'interno di un polarimetro, il fascio viene deviato dello stesso angolo verso destra e verso sinistra rispetto alla sua direzione in assenza degli isomeri. La luce non viene deviata se nel polarimetro è presente una soluzione contenente la stessa identica quantità dei due isomeri, ossia una soluzione "racemica"; solo in questo caso la luce non subisce alcuna deviazione. L'angolo α di cui ruota il piano di vibrazione della luce polarizzata dopo aver attraversato una soluzione è detto potere rotatorio specifico di una sostanza. Il potere rotatorio di una soluzione dipende sia dalla concentrazione sia dalla lunghezza del tubo polarimetrico. Per rendere indipendente dai parametri sperimentali il potere rotatorio di una sostanza, si usa il potere rotatorio specifico α: :α = α/c∙l dove: *α = angolo di rotazione misurato *c = concentrazione in g/ml *l = lunghezza del tubo in dm Il termine '''isomero''' viene utilizzato anche per indicare stessi isotopi che differiscono solamente per il diverso stato eccitato.
Insieme sfocato
Un '''insieme sfocato''' o '''insieme sfumato''' è un insieme che rientra in un'estensione della teoria classica degli insiemi. Il concetto è stato introdotto da Lotfi A. Zadeh, nel 1965, come estensione della classica definizione di insieme. Un ''insieme sfocato'' è caratterizzato da una ''funzione di grado di appartenenza'', che mappa gli elementi di un universo in un intervallo reale continuo 0;1. Il valore ''0'' indica che l'elemento non è per niente incluso nell'insieme sfocato, il valore ''1'' indica che l'elemento è certamente incluso nell'insieme (questi due valori corrispondono alla teoria classica degli insiemi), mentre i valori tra zero e uno indicano il grado di appartenenza dell'elemento all'insieme sfocato in questione. Dato un universo ''U'' e una funzione del grado di appartenenza ''f'' : ''U''→0;1, si definisce la sfocatura di ''U'' rispetto ad ''A'', e si indica ''A'', l'insieme delle coppie. :''A'' = { ) | u ∈ ''U'' }.
Un insieme fuzzy A(U) è una coppia ordinata (U,A) con: :''U'', detto universo, un insieme classico della teoria degli insiemi :''A'', una funzione d'appartenenza ''f'' : U→0;1 Prendiamo come insieme :''U'' = {4, 2, 0, 9} E come funzione d'appartenenza :''A'' = "Numeri in ''U'' vicini a 2" :A(x):= 1/(1+(x-2)^2) La sfocatura di U rispetto ad A è allora :''A(U)'' = {(4,0.2), (2,1), (0,0.2), (9,0.02)} L'unico vincolo circa le funzioni d'appartenenza è quello sul codominio d'arrivo ma, in maniera meno generale ma più pragmatica, si può dire che solitamente si tratta di: funzioni monotone, triangolari, trapezioidali e gaussiane. È ovviamente possibile eseguire tra insiemi fuzzy anche le classiche operazioni insiemistiche quali unione, intersezione e complemento. Si noti che non è possibile parlare di un insieme sfocato prescindendo dalla sua funzione di sfocatura e che questa, almeno di principio, è puramente arbitraria. Gli insiemi fuzzy non godono di relazioni di univocità e biunivocità fra gli elementi di insiemi diversi. Pertanto, gli insiemi fuzzy sono un'estensione, ma non una generalizzazione degli insiemi della teoria classica; ovvero sono una teoria che allarga ma è inclusa in quella degli insiemi, piuttosto che includerla in una teoria nuova e più vasta. Un semplice passaggio di notazione da un discreto fra 0 e 1 a un intervallo continuo di appartenenza fra gli stessi due estremi rappresenta un notevole salto concettuale ed è un esempio dell'importanza di disporre di una notazione matematica sintetica e potente. Sugli insiemi fuzzy valgono gli operatori insiemistici: unione, intersezione e complementare. Valgono inoltre le leggi di De Morgan; non valgono invece il principio del terzo escluso (per cui l'unione di un insieme con il suo complementare ha somma pari a 1) e il principio di non-contraddizione (l'intersezione di un insieme con il suo complementare è un insieme vuoto). Il discorso ovviamente è valido in quanto la complementarità è definita indipendentemente da questi principi fondamentali di logica (e da tutti gli altri, che ne sono una derivazione) come proprietà di un singolo insieme e non di due o più insiemi in relazione tra loro. Vi sono vari modi possibili di generalizzare gli operatori della logica classica. L'operazione di unione su due insiemi fuzzy A e B si esegue applicando ad ogni elemento ''x'' di ''A'' e ''y'' di ''B'' una funzione chiamata s-norm; tipicamente si prende il massimo tra i due valori: : : : :Grado di appartenenza ad ''A'' ∪ ''B'' di 1 = ''Max''(1 - 0,2 ) = 1 :''A''∪''B''={ 1/1 + 0,3/2 + 0,7/3 + 0,6/4 + 0,4/5 } L'operazione di intersezione invece viene effettuata utilizzando funzioni t-norm, tipicamente la funzione minimo; per definire invece il complementare di un insieme, si calcola il nuovo grado di appartenenza di un elemento al nuovo insieme B come ''1-Grado di appartenenza ad A'', come nel seguente esempio: : : La validità degli operatori booleani (con cui lavora l'algebra relazionale) consente di interrogare basi di dati fuzzy con il FSQL (Fuzzy SQL), un linguaggio nato nel 1998 come estensione dell'SQL.
Intel
'''Intel Corporation''' è un'azienda multinazionale statunitense fondata nel 18 luglio 1968 con sede a Santa Clara . Produce dispositivi a semiconduttore, microprocessori, componenti di rete, chipset per ''motherboard'' , chip per schede video e molti altri circuiti integrati, ed è considerata una delle più importanti nel settore.
=== La creazione === Processore Intel i960 Processore Intel Core i7 2600K Sandy Bridge Nel 1968 Robert Noyce e Gordon Moore lasciano la Fairchild Semiconductor e fondano la ''Integrated Electronics Corporation'', successivamente abbreviata in ''Intel Corporation''. Poco dopo Andrew Grove arrivò alla direzione della società. Intel all'inizio produceva componenti per memorie e, durante gli anni settanta, era divenuta leader nella produzione di memorie DRAM, SRAM e ROM. La svolta arrivò nel 1971 quando Marcian Hoff, Federico Faggin, Stanley Mazor e Masatoshi Shima costruirono il primo microprocessore, l'Intel 4004. Nel 1973 registrò vendite per 66 milioni di dollari. === L'innovazione === Nel 1983 toccò al presidente della società, Andy Grove, trasformare la produzione, abbandonando la costruzione di memorie per passare alla produzione di microprocessori. Lo stesso Andy Grove descrisse questa transizione nel libro ''Only the Paranoid Survive''. Un elemento chiave di questo processo fu sicuramente l'8086 che nel 1982 viene scelto per i PC IBM alla condizione (imposta da IBM) di avere una seconda fonte di produzione. La seconda fonte sarà AMD, che con uno scambio di licenze diviene il secondo fornitore di processori 8088 e 8086 per i PC IBM. Il "problema" dei secondi fornitori sarà sempre presente fino all'avvento del Pentium. Durante gli anni novanta la Intel Architecture Labs (IAL) fu la maggior responsabile delle innovazioni hardware dei personal computer, fra cui il bus PCI, il bus PCI Express, l'USB (USB) e le prime architetture per server multiprocessori (SMP). === La problematica "antitrust" e il Pentium === Intel ha un accordo con Advanced Micro Devices dal 1976: ognuna delle due major può usare le tecnologie brevettate dal concorrente senza dover richiederne il consenso. Nel 1993 viene lanciato il Pentium, capostipite di una famiglia di successo. Nel corso degli anni '90 il controllo totale del mercato dei processori x86 procurò ad Intel molte cause da parte delle autorità antitrust. === Gli anni 2000 === Nel 2006 Apple diventa cliente di Intel creando, con accordo di Intel, il primo iMac Intel, distruggendo la partnership con PowerPC. Nel settembre del 2007 la società ha acquisito Havok, sviluppatore noto in ambito software per lo sviluppo dell'omonimo motore fisico utilizzato in più di 150 videogiochi. Nell'ottobre dello stesso anno ha raggiunto un accordo extragiudizionario con Transmeta: la società accusava Intel di aver violato alcune sue proprietà intellettuali. Intel ha pagato 250 milioni di dollari per aver accesso non esclusivo a tutti i brevetti della società. Nel febbraio del 2008 la società è stata citata in giudizio dall'University of Wisconsin-Madison per aver violato il brevetto statunitense 5.781.752 nei processori Core 2. Nel 2008 crea la Numonyx assieme ad STMicroelectronics e Francisco Partners. Nel maggio del 2009 riceve una multa da 1,06 miliardi di euro dall'Antitrust europeo per abuso di posizione dominante. Nel novembre 2009 Intel si accorda con AMD a pagare 1,25 miliardi di dollari per ritirare le denunce a suo carico che AMD aveva presentato, permettendo a quest'ultima di risanare parte dei debiti accumulati. Tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015 è uscita la quinta generazione di processori con architettura Broadwell. Ad agosto 2015 sono stati presentati i processori i3, i5, i7 e Pentium di sesta generazione con la nuova architettura Skylake . Nei mesi successivi sono poi usciti l'intel core i3 e il pentium di sesta generazione. I processori Skylake hanno un processo produttivo a 14 nanometri e hanno grafiche integrati più potenti rispetto alla precedente generazione. Nell'estate 2016 Intel ha presentato la settima generazione di processori desktop e mobile, conosciuti con il nome Kaby Lake. I Kaby Lake hanno caratteristiche simili ai loro predecessori ma vantano secondo i dati Intel un incremento prestazionale del 30%. Sia i processori Skylake che i processori KabyLake sono compatibili con il socket LGA1151. Nell'agosto 2017 è stato presentato un aggiornamento dei processori Intel, denominato Kaby Lake Refresh, a cui è stato assegnato lo stato di "ottava generazione" e che Intel afferma essere circa il 40% più veloci dei precedenti. L'incremento delle prestazioni è stato misurato in appropriate condizioni operative mediante un benchmark sviluppato da Intel stessa. Nel 2015 Intel si è mostrata interessata al mondo dei droni, in particolare alle applicazioni possibili grazie alle camere ad alta definizione di cui sono dotati i droni moderni ed ha avviato una partnership con Qualcomm. La collaborazione ha portato alla creazione delle RealSense Cameras, cioè potenti videocamere in grado di effettuare la scansione di una stanza in pochi secondi ed offrire una esperienza 3D senza precedenti. Ha anche collaborato con la DJI e con la Ryze Robotics fornendo processori per i loro droni (ad es. TELLO). Nel 2020 la Apple ha scelto d'interrompere la collaborazione con '''Intel''', lanciando Apple Silicon. Tuttavia la Intel collaborerà al processo di transizione. === Struttura societaria === Il 21 giugno 2018, l'amministratore delegato Brian Krzanich si dimette per una relazione consensuale che ha avuto con una dipendente, iniziata 10 anni prima e terminata nel 2013 prima che Krzanich diventasse CEO. La politica interna che proibisce ai manager di avere relazioni con dipendenti è stata introdotta nel 2011. Robert "Bob" H. Swan, già CFO, è stato nominato CEO temporaneo fino a nomina del nuovo CEO permanente. Lo slogan usato inizialmente nelle pubblicità era «The computer inside» ("''Il computer all'interno''" in italiano), nel 1991 si iniziò ad utilizzare «Intel inside», che, nel 2006, venne sostituito da «Leap Ahead» («Balzare in avanti» in italiano).. Nel maggio 2009 divenne «Sponsors of Tomorrow» ("''Sponsor del futuro''" in italiano). Dal 2013 è «Look inside» ("''Guarda l'interno''" in italiano). Nel celebre sceneggiato di fantascienza ''A for Andromeda'', prodotto dalla BBC nel 1961, scritto da Fred Hoyle con la collaborazione di John Elliot, un colosso privato interessato a un immaginario computer alieno si chiama, per pura coincidenza, ''Intel''.
IA-32
Con '''IA-32''' , a volte '''i386''', si definisce l'architettura o l'instruction set dei microprocessori prodotti da Intel, AMD e altre compagnie minori per il mercato desktop a partire dal 1985, e che è presente nella grandissima maggioranza dei personal computer esistenti al mondo. Spesso viene definita un'architettura CISC, ma queste distinzioni stanno sempre più perdendo significato con l'avanzare della tecnologia.
Il termine fu coniato per distinguere il set di istruzioni per le CPU compatibili con il processore Intel 80386 da quelli per serie incompatibili come Itanium. Il set IA-32 viene implementato in tutte le CPU della grande famiglia x86 successive all'80386, ovvero quelle a 32 bit. I programmi che sono utilizzati con uno di questi processori possono girare in modalità protetta, usare memoria maggiore di 640K, disporre di memoria virtuale e ambiente multitasking. Inoltre essi possono accedere ad uno spazio di memoria lineare di circa 4 GB. === Modalità di operazione dei processori IA-32 === L'IA-32 supporta tre modalità di funzionamento: la modalità reale, la modalità protetta e la modalità 8086 virtuale. In modalità protetta i programmi possono sfruttare appieno il processore e tutta la memoria disponibile sulla macchina, mentre in modalità reale e in modalità 8086 virtuale il software ha a disposizione un solo megabyte di RAM e il processore si comporta come un semplice 8086. La CPU 80386 (e tutti i suoi successori) ha 4 registri ad uso generico a 32 bit e 6 registri di segmento, più il registro dei flag, due registri indice e due registri per la gestione dello stack. A questi registri di uso comune si aggiungono alcuni destinati a compiti particolari: ci sono 4 Control Register, 6 Debug Register e 4 Test Register, oltre naturalmente ai registri descrittori di segmento necessari per l'implementazione dei meccanismi di memoria virtuale. Il coprocessore matematico 80387 aggiungeva al sistema altri 8 registri in virgola mobile. I processori seguenti hanno incorporato il coprocessore matematico e introdotto altri registri per le istruzioni SIMD, come l'MMX, il 3DNow! e l'SSE, ma senza abbandonare mai il gruppo di registri originario del 386. === Registri ad uso generico === I registri ad uso generico x86 non sono realmente destinati all'uso generico come indicherebbe la definizione, a causa di alcuni processi specifici che possono spesso essere eseguiti impiegando solo uno o due di questi registri. In altre architetture i registri ad uso generico sono impiegabili in modo assolutamente indistinto, mentre i registri x86 sono suddivisi tra specifici per i dati e specifici per gli indirizzi. Inoltre molte operazioni possono essere svolte o in un registro o direttamente nella RAM, senza necessità di caricare i dati in un registro. Questo comportamento dimostra i trent'anni di età di quest'architettura. '''Nota:''' con l'arrivo dell'estensione AMD64 all'architettura x86 questa caratteristica è stata eliminata, almeno in modalità a 64 bit: ora i registri ad uso generico sono realmente ad uso generico, senza distinzioni. Questo non influenza comunque l'architettura IA-32. ==== Registri a 8 e 16 bit ==== È inoltre possibile l'accesso ad ulteriori set di registri a 8 e 16 bit. Per esempio, si può accedere ai 16 bit inferiori del registro a 32 bit '''EAX''' chiamandoli '''AX'''. Alcuni registri a 16 bit possono essere divisi ulteriormente in registri a 8 bit: la metà superiore del registro a 16 bit '''AX''' visto sopra è chiamata '''AH''' e l'inferiore '''AL'''. Allo stesso modo, il registro a 32 bit '''EBX''' si divide in '''BX''' (16 bit), ulteriormente diviso in '''BH''' (8 bit) e '''BL''' (8 bit). ==== Registri generici dei dati ==== Tutti i seguenti registri possono essere impiegati per uso generico, ma anche per processi specializzati; ognuno di essi può essere suddiviso in registri a 16 o 8 bit. * EAX - accumulatore (specializzato per le istruzioni aritmetiche) * EBX - ''base register'' (usato per indirizzare il dato nel segmento di memoria) * ECX - contatore (specializzato per i cicli) * EDX - ''data register'' ==== Registri degli indirizzi ==== Usati solo per l'indirizzamento. Possono essere divisi in registri a 16 bit ma non a 8 bit. * EBP - ''base pointer'' (contiene l'indirizzo dello stack frame attualmente impiegato) * ESI - ''source index'' (usato per le stringhe) * EDI - ''destination index'' (usato per le stringhe) * ESP - ''stack pointer'' (contiene il primo indirizzo di uno stack) * EIP - ''instruction pointer'' (contiene l'indirizzo dell'istruzione successiva) === Registri stack per la virgola mobile === Fin dall'introduzione dell'80486 sono presenti 8 registri x87 in virgola mobile, numerati da ST(0) a ST(7). Ogni registro contiene 80 bit e immagazzina numeri nel formato "precisione doppia estesa" dello standard IEEE 754. A questi registri non si può accedere direttamente, ma come uno stack LIFO. Il numero del registro non è fisso, ma si riferisce alla cima dello stack: ST(0) è il registro in cima allo stack, ST(1) è quello inferiore, ST(2) è ancora inferiore e così via. Questo significa che un dato è sempre spinto verso il basso, e che le operazioni vengono sempre effettuate con l'operando contenuto in cima allo stack: non è possibile accedere ad un dato registro in modo casuale, ma solo in ordine. ==== Registri di segmento ==== I registri di segmento vengono utilizzati dall'80386 per generare un indirizzo lineare da un indirizzo logico. L'indirizzo logico è dato dalla coppia ''registro di segmento'':''offset'' (l'offset può essere una costante, un registro di base, di indice o la combinazione dei tre, con alcune regole/eccezioni). L'indirizzo lineare viene quindi trasformato in indirizzo fisico dal meccanismo di paging del processore. I registri di segmento sono 6: * CS - ''code segment'' (viene implicitamente utilizzato dal processore, in coppia con il registro EIP, per prelevare la prossima istruzione) * DS - ''data segment'' (viene utilizzato, implicitamente, nell'accesso alla memoria da parte di un'istruzione) * SS - ''stack segment'' (utilizzato in coppia con ESP per gestire lo stack) * ES - ''extra segment'' (utilizzato come ulteriore registro per dati, simile al data segment) * FS - ''extra segment'' (segmento extra per i dati, ad uso generico) * GS - ''extra segment'' (segmento extra per i dati, ad uso generico) '''Nota:''' I registri FS e GS furono aggiunti nell'80386 (nei processori precedenti non erano presenti) e il loro nome è una semplice continuazione dell'alfabeto dalla E di ES. '''Nota:''' Quando si vuole far riferimento ad un indirizzo di memoria nell'architettura IA-32, viene utilizzata la forma '':''. Il segmento è espresso mediante uno dei 6 registri di segmento (anche se in alcuni casi è possibile esprimerlo con un valore costante) mentre l'offset indica lo ''scostamento'' all'interno del segmento. Le istruzioni, ad esempio, vengono sempre prelevate nella memoria all'indirizzo puntato dalla coppia ''CS:EIP''. === Registro dei flag === L'80386 dispone di un registro dei flags, chiamato EFLAG. Sebbene non sia direttamente accedibile mediante un nome (come EAX, ad esempio) è possibile in qualche modo leggerlo e scriverlo. Sono necessarie solo un paio di istruzioni: /* Lettura dello stato del registro dei flags */ PUSHFD ;Salva lo stato dei flags nello stack POP EAX ;Estrae dallo stack e salva in EAX (o qualunque altro registro generale) Per modificare, invece, lo stato dei flags sono necessarie le seguenti due istruzioni: /* Modifica dello stato dei flags */ PUSH EAX ;Salva il registro EAX sullo stack (o qualunque altro registro generale) POPFD ;Estrae dallo stack e memorizza nel registro dei flags Le istruzioni precedenti salvano e ripristinano lo stato di EFLAG (versione a 32-bit dei flags dell'80386). È possibile salvare/ripristinare solo i 16 bit meno significativi utilizzando PUSHF/POP AX e PUSH AX/POPF rispettivamente. La dimensione (16 o 32 bit) utilizzata dipende dalla dimensione dell'operando. Il ''prefisso di forzatura operando'' (op-code 0x66) permette di variare la dimensione all'interno del contesto corrente: se utilizzato in modo 16-bit farà trattare al microprocessore l'istruzione come a 32-bit e viceversa. Il registro dei flags è un registro a 16 bit dove ad alcuni bit (o raggruppamento di essi) è assegnato un significato preciso ed indica lo stato del processore. Se il bit è posto ad 1 il flag è ''impostato'' (set), se posto a 0 si dice che è ''resettato'' (reset o clear). I numeri indicano la posizione in bit le sigle indicano il nome simbolico del flag. 31 30 29 28 27 26 25 24 23 22 21 20 19 18 17 16 15 14 13 12 11 10 09 08 07 06 05 04 03 02 01 00 V8 RF NT PL PL OF DF IF TF SF ZF AF PF CF Significato dei flags: * V8 - ''Virtual 86 mode'' (se impostato indica che si è in modalità Virtual-8086) * RF - ''Resume Flag'' (se impostato abilita le eccezioni in modo debug) * NT - ''Nested Task Flag'' (se impostato indica che il codice in esecuzione non deve essere interrotto dal multi-tasking in quanto routine di un servizio di interrupt) * PL - ''Priviledged Level Flag'' (2 bits) (se impostato permette di eseguire istruzioni di I/O, in caso è resettato, l'esecuzione di istruzioni di I/O genera un'eccezione di protezione). * OF - ''Overflow Flag'' (se impostato indica che l'ultima operazione aritmetica ha generato un overflow) * DF - ''Direction Flag'' (indica alla cpu quale direzione utilizzare negli incrementi automatici delle istruzioni che operano su stringhe. * IF - ''Interrupt Flag'' (se impostato indica alla cpu di rispondere agli interrupt. L'NMI-Non Maskable Interrupt non viene influenzato da questo flag) * TF - ''Trap Flag'' (se impostato indica alla cpu di generare una INT 0 dopo ogni istruzione) * SF - ''Sign Flag'' (se impostato indica che l'ultima istruzione aritmetica ha generato un numero negativo). * ZF - ''Zero Flag'' (se impostato indica che l'ultima operazione logico/aritmetica ha generato uno 0) * AF - ''Auxiliary Carry Flag'' (se impostato indica che l'ultima operazione aritmetica ha generato un riporto sui 4 bit inferiori di AL, usato nell'aritmetica BCD) * PF - ''Parity Flag'' (se impostato indica che l'ultima operazione aritmetica ha generato un risultato formato da un numero dispari di bit posti ad 1) * CF - ''Carry Flag'' (se impostato indica che l'ultima operazione aritmetica ha generato un riporto) I restanti bit non sono utilizzati e vengono riservati ad uso futuro; il loro valore non dovrebbe essere modificato e, se letto, non dovrebbe essere preso in considerazione. === Registri SIMD === Gli instruction set MMX, 3DNow!, e SSE possiedono propri registri, in aggiunta a quelli standard IA-32. ==== Registri MMX ==== L''''MMX''' possiede 8 registri, chiamati da '''MM0''' a '''MM7''' (da qui in poi ''MMn''), che però sono fisicamente gli stessi registri x87 per il calcolo in virgola mobile della FPU, per cui è impossibile usare contemporaneamente le istruzioni MMX e quelle in virgola mobile: prima di usare il set di istruzioni MMX deve essere disabilitata la FPU, con una istruzione apposita. Ognuno dei registri MMn contiene un intero a 64 bit, ma una delle caratteristiche fondamentali di questo instruction set è il concetto di ''vettore'', formato da più dati simili tra loro: potevano quindi essere immagazzinate due ''parole'' di 32 bit l'una, quattro di 16 o otto di 8. Sempre perché i registri MMn sono in "coabitazione fisica" con i registri x87, che contengono 80 bit l'uno, nell'esecuzione delle MMX i primi 16 bit del registro vanno sprecati: vengono quindi tutti impostati a 1, in modo che i dati presenti vengano riconosciuti come "NaN" o come infiniti da un'applicazione in virgola mobile, e rendendo facile riconoscere se vengano usati dati in virgola mobile o MMX. ==== Registri 3DNow! ==== Il '''3DNow!''' fu progettato come un'estensione naturale delle istruzioni MMX per il calcolo in virgola mobile; usa quindi le stesse denominazioni dei registri MMn, ma invece di immagazzinarvi ''parole'' di 64 bit, vi introduce numeri in virgola mobile a precisione singola. Il vantaggio di usare i registri x87 anche in questo caso è che essi sono già dedicati al calcolo in virgola mobile, e quindi le istruzioni x87 possono essere usate per compiere le operazioni analoghe di salvataggio dei registri anche nel codice 3DNow!: ne consegue che non sono richieste modifiche al sistema operativo per usare questa tecnologia. ==== Registri SSE ==== Con l'SSE le istruzioni SIMD furono rese completamente indipendenti dai registri x87. Ma questo significò anche allontanarsi definitivamente dagli altri ''instruction set'' SIMD, come MMX; sforzo giustificato dalla possibilità di usare registri più grandi, liberi dai limiti della virgola mobile. Furono creati otto registri a 128 bit, chiamati da XMM0 a XMM7 (nota: nell'architettura AMD64 i registri sono stati aumentati a 16). Lo svantaggio consiste nel dover inserire nel sistema operativo il nuovo set di istruzioni. Intel creò quindi una nuova versione della modalità protetta, chiamata "''Enhanced mode''", che permette l'utilizzo delle istruzioni SSE, disabilitate nella normale modalità protetta: un sistema operativo che include le istruzioni SSE accede alla nuova modalità, mentre uno più vecchio o che comunque non le includa tenterà l'accesso solo alla normale modalità protetta. L'SSE è un instruction set che opera solo su dati in virgola mobile, come 3DNow!, ma a differenza di questo non usa i registri stack della FPU ma un proprio set di registri separato, in grado di contenere il doppio di numeri a precisione singola. Mentre il primo SSE era limitato ai numeri a precisione singola, con l'SSE2 fu possibile trattare anche numeri a precisione doppia. Per il 3DNow! questo non era possibile, dato che un unico numero in questa precisione occuperebbe l'intero registro a 64 bit, mentre i registri XMMn sono a 128 bit: l'SSE2 è quindi molto più adatto ad applicazioni scientifiche rispetto ai due predecessori. === Set di istruzioni aggiuntivi SIMD === * Le estensioni MMX furono il primo grande aggiornamento: erano istruzioni SIMD adatte solo per il calcolo intero. Esse furono introdotte insieme da Intel e AMD nei propri Pentium MMX e K6 nel 1997. Condivideva i registri con la FPU x87, così il sistema operativo non doveva essere modificato per adoperare queste istruzioni se supportava il salvataggio dello stato x87. * L'MMX fu aggiornato con le estensioni 3DNow!, che supportavano la virgola mobile, da parte di AMD nel 1999 col K6-2. Anche queste sfruttavano i registri x87. Intel non considerò mai questa tecnologia. * Intel introdusse le istruzioni SSE, con supporto per dati in virgola mobile a precisione singola, col processore Pentium III nel 1999. A differenza del 3DNow!, non erano un'estensione delle MMX e non sfruttavano i registri della FPU x87, e richiedevano modifiche al sistema operativo per essere sfruttate, ma erano libere dalle limitazioni imposte dai registri x87. Queste istruzioni e le sue successive estensioni furono adottate anche da AMD a partire dagli Athlon XP, e questa non sviluppò ulteriormente il 3DNow!. * L'SSE2 fu introdotto col Pentium 4 all'inizio del 2001; costituiva un ulteriore miglioramento delle SSE, con l'aggiunta del supporto per i numeri a precisione doppia. * L'SSE3, introdotto col Pentium 4 ''Prescott'' nel 2004, forniva aggiunte secondarie alle SSE2. === Formato delle istruzioni IA-32 === La struttura di una generica istruzione IA-32 è variabile a seconda dello specifico opcode, e può essere preceduta da dei ''prefissi'' (fino a quattro) che ne modificano il comportamento: una descrizione generale è data nella tabella qui sotto. Prefissi Istruzione Istruzione Dimensione operando Dimensione indirizzo sostituzione segmento Opcode Mode R/M SIB Spostamento Immediato 1 byte 1 byte 1 byte 1 byte 1 o 2 byte 1 byte 1 byte 1, 2 o 4 byte 1, 2 o 4 byte Opz. Opz. Opz. Opz. OBBLIGATORIO Opz. Opz. Opz. Opz. Il byte ''Mode R/M'' specifica ulteriormente l'operando dell'istruzione e può contenere un supplemento di opcode, mentre il byte ''SIB'' (Scale Index Base) specifica sempre un registro a 32 bit (EAX, EBX ecc.) ed è caratteristico dei processori IA-32. Byte Mode R/M Mode Reg/Opcode R/M 2 bit 3 bit 3 bit Byte SIB Scale Index Base 2 bit 3 bit 3 bit Nella tabella seguente sono elencate le istruzioni IA-32, organizzate per ordine alfabetico in base al loro codice mnemonico Assembly. Vengono riportati anche gli opcpdes esadecimali e, in cicli di clock, i tempi di esecuzione per un 80386. Se al posto dell'opcode c'è un asterisco è perché l'istruzione ha molti opcode diversi a seconda delle varie forme; anche i tempi di esecuzione sono variabili a seconda dello stato in cui si trova il processore: in modo protetto molti accessi alla memoria "costano" cicli di clock in più, e un eventuale context switch può alzare di molto i tempi. I flag impostati a valori predefiniti sono contrassegnati con il valore 0 o 1 che assumono; se vengono modificati in accordo con il risultato dell'operazione sono contrassegnati con un asterisco; se vengono modificati, ma in modo non definito sono contrassegnati con un punto interrogativo. Assembly Opcode (esadecimale) Cicli di clock Flag modificati Descrizione AAA 37 4 oditszapc? ??*?* Regolazione ASCII dopo l'addizione (per aritmetica BCD) AAD D5 0A 19 oditszapc? ??*?* Regolazione ASCII prima della divisione (per aritmetica BCD) AAM D4 0A 17 oditszapc? ??*?* Regolazione ASCII dopo la moltiplicazione (per aritmetica BCD) AAS 3F 4 oditszapc? ??*?* Regolazione ASCII dopo la sottrazione (per aritmetica BCD) ADC * 2-7 oditszapc* ***** Somma con carry. ADD * 2-7 oditszapc* ***** Somma. AND * 2-7 oditszapc0 **?*0 Esegue l'AND logico bit a bit fra i due operandi, di cui uno può essere implicitamente il registro AL/AX/EAX. ARPL 63 21 oditszapc * Regolazione del campo RPL del selettore di segmento. Si usa nei sistemi operativi, per assicurarsi che un programma non chiami una subroutine che abbia un privilegio superiore a quello del programma stesso. BOUND 62 10 oditszapc Controlla che l'operando sia entro determinati limiti. Serve ad evitare di indirizzare per errore zone al di fuori di un array: di solito, per motivi di efficienza, si usa soltanto nelle versioni di debug di un programma. BSF 0F BC * oditszapc * Scansione in avanti dei bit dell'operando. BSR 0F BD * oditszapc * Scansione all'indietro dei bit dell'operando. BT * 3-12 oditszapc * Test del bit specificato dell'operando BTC * 6-13 oditszapc * Test del bit specificato dell'operando e sua negazione BTR * 6-13 oditszapc * Test del bit specificato dell'operando e sua impostazione a 0 BTS * 6-13 oditszapc * Test del bit specificato dell'operando e sua impostazione a 1 CALL * 7-98+ oditszapctutti Chiamata di procedura o subroutine CBW 98 3 oditszapc Conversione da byte a word CDQ 99 2 oditszapc Conversione da doubleword a quadword CLC F8 2 oditszapc 0 Azzeramento del flag di Carry CLD FC 2 oditszapc 0 Azzeramento del flag di Direzione CLI FA 3 oditszapc 0 Azzeramento del flag di Interrupt CLTS 0F 06 5 oditszapc(nota 1) Azzeramento del flag di cambio task (TS) nel registro speciale CR0 CMC F5 2 oditszapc * Negazione del flag di Carry CMP * 2-6 oditszapc* ***** Confronto fra due operandi CMPS* * 10 oditszapc* ***** Confronto fra due stringhe di memoria i cui indirizzi relativi sono memorizzati nei registri indice SI (o ESI) e DI (o EDI): entrambi i registri vengono decrementati di uno. A seconda se si devono considerare byte, word o doubleword sono disponibili le varianti CMPS, CMPSB, CMPSW e CMPSD. Molto spesso questa istruzione viene usata con prefissi REP* in modo da confrontare automaticamente intere zone di memoria. CWD 99 2 oditszapc Conversione da word a doubleword CWDE 98 2 oditszapc Conversione da word a doubleword DAA 27 4 oditszapc? ***** Regolazione decimale dopo l'addizione (per aritmetica BCD) DAS 2F 4 oditszapc? ***** Regolazione decimale dopo la sottrazione (per aritmetica BCD) DEC * 2-6 oditszapc* **** Decrementa di uno l'operando specificato DIV * 38-41 oditszapc? ????? Divisione senza segno. ENTER * 10- oditszapc Creazione dello stack frame necessario per le chiamate di procedura dei linguaggi ad alto livello. HLT F4 5 oditszapc Ferma il processore. Dopo un HLT non vengono eseguite nuove istruzioni finché non si verifica un interrupt o un reset: in caso di interrupt, dopo la routine di servizio il processore riprende l'esecuzione dall'istruzione successiva alla HLT. Di solito si usa questa istruzione a fini di sincronizzazione o di risparmio energetico. IDIV * 19-43 oditszapc? ????? Divisione con segno. IMUL * 9-41 oditszapc* ????* Moltiplicazione con segno IN * 12+ oditszapc Lettura di un byte o di una word dalla porta di I/O specificata nell'operando. INC * 2-6 oditszapc* **** Incrementa l'operando di uno. INS* * 15-29 oditszapc Lettura di un byte o di una word dalla porta di I/O specificata nella stringa specificata dal registro indice DI (o EDI). Si usa spesso con prefissi REP* per leggere automaticamente interi vettori di dati. INT * 33-119 oditszapc 00 Interrompe l'esecuzione corrente ed esegue la subroutine di interrupt specificata dall'operando. INTO CE 59-119 oditszapc Interrompe l'esecuzione corrente ed esegue la subroutine di interrupt dedicata agli overflow. È sinonimo di '''INT 4'''. IRET/IRETD CF 22-82 oditszapcTUTTI Ritorno da una subroutine di interrupt. Jcc * 7+ oditszapc Salto condizionato. Il salto all'indirizzo specificato viene eseguito solo se determinati flag hanno un determinato valore: altrimenti l'esecuzione continua normalmente con l'istruzione successiva. Esistono numerosi tipi di salti condizionati. JMP * 7-49+ oditszapc Salto ad altra locazione. L'esecuzione del programma continua a partire dalla locazione indicata dall'argomento del salto: se l'argomento non dovesse puntare ad una istruzione valida, viene generata una eccezione e il programma si ferma. LAHF 9F 2 oditszapc Copia il registro dei flag nel registro AH LAR 0F 02 16 oditszapc * Carica il byte dei diritti di accesso nel descrittore di segmento. Questa istruzione serve ad impostare i privilegi di un determinato segmento: è una istruzione privilegiata e viene usata solo dal sistema operativo. LEA 8D 2 oditszapc Caricamento dell'offset dell'indirizzo effettivo. LEAVE C9 4 oditszapc Uscita da una procedura di un linguaggio ad alto livello: è l'istruzione simmetrica di ENTER e provvede a distruggere lo stack frame della procedura terminata. LGDT 0F 01 /2 11 oditszapc Caricamento del registro della tabella dei descrittori globali dei segmenti: questa istruzione è usata soltanto dai sistemi operativi, un programma utente non ha nessun motivo di usarla. LIDT 0F 01 /3 11 oditszapc Caricamento del registro della tabella degli interrupt. Questa operazione viene fatta una volta per tutte all'avvio dal sistema operativo. L*S * 7-25 oditszapc Caricamento di un puntatore completo segmento: offset. Le varie forme dell'istruzione (LGS, LFS, LDS, LES, LSS) specificano quale registro di segmento conterrà la parte segmento del puntatore. LLDT 0F 00 /2 20 oditszapc Caricamento del registro della tabella del descrittore locale. Come tutte le istruzioni sui descrittori di segmento, anche questa è usata solo dai sistemi operativi. LMSW 0F 01 /6 10-13 oditszapc Caricamento della parola di stato della macchina (Machine Status Word) LODS* * 5 oditszapc Caricamento di un operando stringa. L'operando puntato dal registro SI (o ESI) viene caricato in AL/AX/EAX, a seconda di quale versione dell'istruzione viene usata (LODS, LODSB, LODSW, LODSD) LOOP* * 11+ oditszapc Salto condizionato in base al valore del registro CX/ECX. Dopo il salto, CX/ECX viene decrementato di uno: quando il registro è zero, il salto non viene più eseguito. LSL 0F 03 20-26 oditszapc * Carica il limite del segmento nel relativo descrittore, specificato nell'operando. È di esclusivo uso del sistema operativo. LTR 0F 00 /3 oditszapc Carica il registro del task con il registro o locazione di memoria specificata dall'operando. Anche questa istruzione è privilegiata e usata soltanto dai sistemi operativi. MOV * 2-4 oditszapc Copia il secondo operando nel primo. MOVS* * 7 oditszapc Copia il valore corrente in una certa posizione di una stringa nella corrispondente posizione della seconda. Si usa spesso con prefissi REP*. MOVSX 0F BE 3-6 oditszapc Copia il secondo operando nel primo e ne estende il segno. MOVZX * 3-6 oditszapc Copia il secondo operando nel primo e azzera il resto del primo operando. MUL * 9-41 oditszapc* ????* Moltiplicazione senza segno di AL o AX NEG * 2-6 oditszapc* ***** Negazione dell'operando in complemento a due NOP 90 3 oditszapc Nessuna operazione. Sinonimo di XCHG AX, AX (vedi). NOT * 2-6 oditszapc Negazione logica dell'operando OR * 2-7 oditszapc0 **?*0 Or logico inclusivo di due operandi. OUT * 10-25 oditszapc Scrittura di un byte o di una word nella porta di I/O specificata dall'operando. OUTS* * 8-28 oditszapc Scrittura di un byte o di una word di una stringa nella porta di I/O specificata dall'operando. POP* * 5-24 oditszapc********* Caricamento dallo stack di alcuni registri. Il valore del puntatore alla cima dello stack, lo Stack Pointer SP, viene decrementato di tante unità quanti byte sono stati letti. PUSH* * 2-18 oditszapc Scrittura nello stack di alcuni registri. Il valore del puntatore alla cima dello stack, lo Stack Pointer SP, viene decrementato di tante unità quanti byte sono stati scritti. RCL * 9-10 oditszapc* * Rotazione a sinistra dell'operando con carry: tutti i bit dell'operando vengono spostati di una posizione a sinistra e in quella rimasta libera viene copiato il valore del flag di carry, che assume il valore del bit uscito da destra. RCR * 9-10 oditszapc* * Rotazione a destra dell'operando con carry: tutti i bit dell'operando vengono spostati di una posizione a destra e in quella rimasta libera viene copiato il valore del flag di carry, che assume il valore del bit uscito da sinistra. RET * 10-68 oditszapc Ritorno da una subroutine o da una procedura a basso livello. ROL * 3-7 oditszapc* * Rotazione a sinistra dell'operando: tutti i bit dell'operando vengono spostati di una posizione a sinistra e quello uscito all'estrema sinistra viene copiato nella posizione liberatasi a destra. ROR * 3-7 oditszapc* * Rotazione a destra dell'operando: tutti i bit dell'operando vengono spostati di una posizione a destra e quello uscito all'estrema destra viene copiato nella posizione liberatasi a sinistra. SAHF 9E 3 oditszapc********* Scrittura del contenuto di AH nel registro dei flag. SAL * 3-7 oditszapc* **?** Spostamento dei bit dell'operando N volte a sinistra: i bit fuoriusciti da sinistra vengono persi. Se nessun bit viene perso, questa operazione equivale ad una moltiplicazione per 2N. SAR * 3-7 oditszapc* **?** Spostamento dei bit dell'operando N volte a destra: i bit fuoriusciti da destra vengono persi. Questa operazione equivale ad una divisione per 2N senza resto. SBB * 2-7 oditszapc* ***** Sottrazione intera con riporto. SCAS* * 7 oditszapc* ***** Confronto di stringhe. Le posizioni di memoria puntate dai registri SI e DI (o ESI ed EDI) vengono confrontate e i due registri incrementati/decrementati di uno a seconda del valore del flag D. Questa istruzione si usa spesso con prefissi REP*. SETcc * 4-5 oditszapc Impostazione del byte in base alla condizione specificata. In modo analogo alle istruzioni Jcc, se i valori dei flag sono quelli imposti dalla particolare versione di SETcc usata, nel byte operando viene scritto il valore 1. SGDT 0F 01 /0 9 oditszapc Memorizzazione della tabella del descrittore globale. Ad esclusivo uso e consumo dei sistemi operativi. SHL * 3-7 oditszapc* **?** Spostamento a sinistra dei bit dell'operando: il bit fuoriuscito da sinistra è perso. Se era zero, l'operazione equivale ad una moltiplicazione per 2. SHLD * 3-7 oditszapc? **?** Spostamento a sinistra dei bit dell'operando in doppia precisione. Come SHL, ma coinvolge anche un secondo registro, concatenato al primo. SHR * 3-7 oditszapc* **?** Spostamento a destra dei bit dell'operando: il bit fuoriuscito da destra è perso. L'operazione equivale ad una divisione per 2 senza resto. SIDT 0F 01 /1 9 oditszapc Memorizzazione della tabella degli interrupt in modalità protetta. Ad esclusivo uso e consumo dei sistemi operativi. SHRD * 3-7 oditszapc? **?** Spostamento a destra dei bit dell'operando in doppia precisione. Come SHR, ma coinvolge anche un secondo registro, concatenato al primo. SLDT 0F 00 /0 2 oditszapc Carica il registro della tabella del descrittore locale. Usata soltanto nei sistemi operativi. SMSW 0F 01 /4 2-3 oditszapc Memorizzazione della parola di stato della macchina (Machine Status Word) STC F9 2 oditszapc 1 Imposta a uno il flag di Carry STD FD 2 oditszapc 1 Imposta a uno il flag di Direzione STI FB 3 oditszapc 1 Imposta a uno il flag di Interrupt STOS* * 4 oditszapc Memorizza il valore di AL/AX/EAX nella posizione di una stringa puntata da DI (o EDI). Dopodiché il valore di (E)DI viene incrementato/decrementato a seconda del valore del flag D. STR 0F 00 /1 23-27 oditszapc Memorizza il registro dei task. Utile solo ai sistemi operativi. SUB * 2-7 oditszapc* ***** Sottrazione intera. TEST * 2-5 oditszapc0 **?*0 Confronto logico non distruttivo di due operandi. Viene eseguito l'AND logico fra i due, ma il risultato non viene memorizzato: vengono modificati soltanto i flag. VERR 0F 00 /4 10-11 oditszapc * Verifica di accesso in lettura di un segmento: se sì, il flag Zero viene posto a 1, altrimenti viene azzerato. VERW 0F 00 /5 15-16 oditszapc * Verifica di accesso in scrittura di un segmento: se sì, il flag Zero viene posto a 1, altrimenti viene azzerato. WAIT 9B 6 oditszapc Il processore si ferma finché il segnale esterno BUSY# (proveniente dal coprocessore matematico) non si disattiva: si usa per sincronizzare i calcoli del coprocessore con quelli della CPU principale. XCHG * 3-5 oditszapc Scambia i valori dei due operandi. XLAT/XLATB D7 5 oditszapc Trasformazione con tabella di consultazione. Il valore corrente di AL viene sostituito con quello nella cella di memoria della tabella puntata da DS:BX + AL stesso. XOR * 2-7 oditszapc0 **?*0 OR logico esclusivo fra due operandi. Questo è il set completo di istruzioni del processore 80386. La nuova architettura Intel IA-64 non è direttamente compatibile con le istruzioni IA-32.
Isola del Liri
'''Isola del Liri''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.
=== Territorio === sinistra Il centro storico cittadino si sviluppa su un'isola formata dal fiume Liri il quale, all'altezza del castello Boncompagni - Viscogliosi, si divide in due bracci che formano ciascuno un salto di circa trenta metri: la Cascata Grande (Verticale) formata dal braccio di sinistra e la Cascata del Valcatoio (o, anticamente, del Gualcatojo o anche Cascatelle) formata da quello di destra. La Cascata Grande è alta circa 27 metri: una delle poche cascate a trovarsi nel centro storico di una città. La Cascata del Valcatoio è meno spettacolare della prima anche perché le sue acque sono irregimentate e captate per alimentare un impianto di produzione elettrica. Il suo salto non è perfettamente verticale, ma segue un piano inclinato di circa 160 metri lungo un dislivello di circa 27 metri con una pendenza del 17% circa. File:Isola del Liri. Panorama.jpg|Isola del Liri. Panorama lato sud File:Isola del Liri. Veduta Aerea.jpg|Isola del Liri veduta aerea File:Ernst Fries - The Liris Waterfalls near Isola di Sora - WGA8304.jpg|Ernst Fries: ''Wasserfälle des Liris bei Isola del Liri'' (1830) - Neue Pinakothek, Monaco di Baviera File:Isola del Liri. Cascata Grande.jpg|Cascata Grande File:Cascata Grande.jpg|Cascata Grande in piena File:Cascata notte.jpg|La Cascata Grande. Vista notturna File:Cascata del Valcatoio.jpg|Cascata del Valcatoio File:Carelli Isola de Liri.jpg|Raffaele Carelli: ''Isola del Liri, Cascata del Valcatoio'' (1836 Collezione privata, Isola del Liri) === Clima === * Classificazione climatica: zona D, 1916 GG * Il clima di Isola del Liri è particolarmente umido, conseguenza della presenza del fiume che attraversa e circonda la città * Ad Isola del Liri superiore. in zona Borgonuovo, è attiva una stazione meteorologica conforme alle norme dettate dall'OMM (Organizzazione Mondiale Meteorologia). Il nome di ''Isola del Liri'' deriva dal sito in cui si è sviluppato il centro abitato: un'isola formata dal fiume Liri. Il primo nome registrato della città fu ''Insula Filiorum Petri'', cioè ''Isola dei figli di Pietro'', gastaldo di Sora. In realtà già in un documento del 1004 si registra una località nel contado sorano denominata ''Colle dell'Isola''. Nell'uso comune e nella cartografia fu sempre ''Isola'', talvolta con la specificazione ''di Sora'', perché strettamente legata insieme a Castelliri (allora ''Castelluccio'') alla vicina Sora, di cui seguì le sorti fino all'età napoleonica. A seguito dell'unificazione nazionale, nel 1863 ''Isola'' divenne ''Isola presso Sora'' per poi ottenere nel 1869 il nome attuale. === Età antica === L'origine di Isola del Liri è strettamente legata ai due municipi romani vicini di ''Arpinum'' e ''Sora'': l'attuale territorio comunale della città era infatti diviso tra i due antichi centri. Entrambe le città erano abitate anticamente dai volsci, popolazione indo-europea osco-umbra. Sora diventò poi colonia romana con l'arrivo di diverse migliaia di coloni romani e/o latini, mentre Arpino non fu colonizzata. Le conquiste degli antichi romani, estendosi poi più a sud nel Sannio, stabilizzarono la loro presenza per diversi secoli lungo il Liri e nel resto del Latium adiectum. === Medioevo === La città nel Medioevo cadde, alternativamente, sotto il dominio bizantino e longobardo, finché divenne parte della contea di Sora nel Principato di Capua. Isola del Liri fu il feudo della famiglia dell'Isola (de Insulae) del XII secolo al XIV secolo. Fra i personaggi famosi di questa famiglia, furono Roffredo dell'Isola, abate di Montecassino, conte d'Arce,, e Bartolomeo dell'Isola che godeva gli onori nel sedile di Capuano a Napoli. Alla fine del XIV secolo, Isola del Liri fu ceduta alla famiglia Cantelmo. === Il Ducato di Sora === Durante l'Ancien Régime la città conobbe un'economia florida e un migliore assetto urbanistico, grazie soprattutto alla famiglia Boncompagni. Nel 1579, papa Gregorio XIII, acquistò il feudo del Ducato di Sora dai duchi di Urbino Della Rovere per donarlo al nuovo duca Giacomo Boncompagni, suo figlio. Per molti anni Isola del Liri fu sede dei duchi di Sora e il suo castello il principale centro amministrativo del ducato. Nell'ultimo periodo del triennio giacobino, e in particolare nel maggio 1799, a Isola ebbe luogo l'eccidio nella chiesa di San Lorenzo Martire: oltre cinquecento persone che si erano riparate nel luogo di culto furono, infatti, trucidate dall'esercito rivoluzionario. === Il XIX secolo === Cascata del Isola (L'Illustration, 1862) Nel corso del XIX secolo, e a seguito del riassetto amministrativo realizzato nel Regno di Napoli con Gioacchino Murat, la città fu annessa alle sorti politico-amministrative della provincia di Terra di Lavoro e, all'interno di essa, del Circondario di Sora. Nel secondo decennio del XIX secolo, Carlo Lefebvre di Pontarlier gettò le basi per lo sviluppo industriale della zona, impiantando qui le prime cartiere. Dal 1821 al 1841 sorsero nella Valle del Liri numerose altre cartiere, la maggior parte delle quali site a Isola del Liri, che si trasformò da piccolo centro rurale a polo industriale di prim'ordine per la fabbricazione della carta. Negli stessi anni, al servizio dell'industria della carta, nacque e si sviluppò a Isola del Liri anche la lavorazione di feltri per cartiere. Questa poté svilupparsi anche grazie alla presenza dei numerosi lanifici locali, il primo dei quali era stato fondato nel 1805 da Clemente e Vittorio Simoncelli. Cartiere, lanifici e feltrifici prosperarono nel corso del secolo. Notevole sostegno all'industria del paese venne offerto dalla possibilità di impiantare centrali per la produzione di energia idroelettrica lungo il corso del fiume Liri. All'inizio del XX secolo Isola del Liri era uno dei pochissimi centri della zona a poter disporre di energia elettrica per uso pubblico e privato. === Il XX secolo === Isola del Liri superiore: quartiere operaio (''Borgonuovo'') Lo scoppio della prima guerra mondiale e il terremoto del 13 gennaio 1915 non arrestarono lo sviluppo industriale del paese. Durante gli anni della dittatura fascista l'assetto urbanistico mutò notevolmente con la costruzione di nuovi edifici pubblici, soprattutto scuole e asili. Negli anni trenta venne dato notevole impulso all'istruzione secondaria con l'istituzione della Scuola di Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica Industriale. Nel dicembre 1926 Isola del Liri entrò nella neonata Provincia di Frosinone. L'attività industriale del paese non si arrestò con lo scoppio della seconda guerra mondiale, ma successivamente all'armistizio di Cassibile la cittadina, per via della sua posizione geografica, fu oggetto di diversi bombardamenti da parte degli Alleati. Le prime bombe caddero su Isola del Liri il 23 ottobre del 1943. Le industrie si fermarono e i cittadini cominciarono a sfollare nelle campagne limitrofe. I bombardamenti continuarono fino al termine della Battaglia di Montecassino, al termine della quale numerosi profughi si rifugiarono nel paese. Diverse fabbriche erano andate distrutte e i macchinari trafugati. L'economia del paese riprese lentamente nel dopoguerra grazie anche al commercio illegale di sigarette, prodotte artigianalmente con le scorte di carta superstiti. Negli anni sessanta la rinata industria locale si avviava verso un lento declino, mentre l'artigianato confermava con l'arte della tessitura e con la produzione di mobili in stile le sue peculiarità tradizionali. === Età contemporanea === Nel 1927 fu proposto il primo progetto di unione con i comuni di Sora, Campoli Appennino, Broccostella, Pescosolido e Fontechiari che però fu respinto dal commissario incaricato di valutare la proposta. La città ha registrato dall'istituzione della provincia di Frosinone un periodo di relativo benessere e di crescita economica, continuata anche a seguito della chiusura dei principali centri di produzione industriale attorno agli anni novanta. Nel 1986 da Bruno Magliocchetti fu riproposta la fusione con Sora, Castelliri e Arpino in Lirinia. Nel 1990 fu avanzata una seconda proposta dal senatore Bruno Magliocchetti, tutte respinte dalla regione, nonostante un apposito referendum che sancì la volontà popolare di costituire Lirinia. . '''Architetture religiose''' * Ruderi Chiesa della SS Trinità (sec. XI) * Chiesa Collegiata di San Lorenzo Martire (sec. XVII) * Chiesa della Madonna delle Grazie (sec. XVIII) * Chiesa di Sant'Antonio (ricostruita nel sec. XX su preesistenze medievali trecentesche) * Chiesa di San Giuseppe (secc. XVIII - XIX su preesistenze medievali) * Chiesa della Madonna dell'Alto Monte (secc. XVII - XVIII su preesistenze medievali) * Chiesetta di Sant'Angelo (secc. XVIII - XIX su preesistenze medievali) * Chiesa di Santa Maria dei Fiori (sec. XIX su preesistenze medievali) * Chiesetta di Santa Maria delle Forme (sec. XIX, oggi in disuso) * Chiesetta del Sacro Cuore (sec. XIX, oggi in disuso) * Chiesa di Santa Maria delle Forme (sec. XVII su preesistenze medievali, oggi in disuso dopo essere stata adibita a cartiera durante l'800) * Cona Mazzetti (sec. XIX) * Chiesa del Divino Amore (sec. XX) * Chiesa dell'Immacolata (sec. XX) * Chiesa di San Carlo (sec. XX) * Chiesa Evangelica Battista (sec. XX) alt= === Architetture civili principali === * Palazzo Marsella (sec. XVII) * Palazzo Chigi - di Fede (sec. XVII) * Palazzo Nicolamasi (sec. XVII) * Villa (o Casino) Boncompagni (sec. XVII) * Villa Mangoni di Santo Stefano (sec. XVII) * Villa (o Casino) Nicolucci (sec. XVII) * Palazzo Nicolucci (secc. XVII - XVIII) * Palazzo Mazzetti - Marsella (sec. XVIII) * Palazzo Sarra (sec. XVIII) * Palazzo Mazzetti (sec. XIX) * Palazzo Balsorano (famiglia Lefebvre, sec. XIX) * Palazzo Zino - de Lamorte (sec. XIX) * Villa Coste - Viscogliosi (sec. XIX) * Palazzetto Manna (sec. XIX) * Palazzo Courrier - Mancini (sec. XIX) * Palazzo Palermo (sec. XIX) * Villa Stellingwerff (sec. XIX) * Villa Lefebvre (sec. XIX) dal nome della famiglia che la fece edificare e l'abitò dall'Ottocento fino al primo decennio del Novecento. Essa fu commissionata dal conte Ernesto Lefebvre, industriale cartario di origine transalpina. La realizzazione avvenne ad opera di maestranze francesi. La villa è edificata in stile eclettico ed era circondata da un grande parco di piante di alto fusto, attualmente estendentesi per circa un ettaro. Gli interni sono affrescati da Trompe-l'œil e decorati con papier paint. Nella villa fu ospitato Re Ferdinando II di Borbone e molte personalità di spicco oltre ad esponenti della nobiltà italiana e straniera dell'epoca. * Palazzo Pantanella (secc. XIX - XX) * Villa Virginia (famiglia Emery, sec. XX) * Palazzo Zincone (sec. XX) * Palazzo Silvestri - Mangoni di Santo Stefano (sec. XX) * Palazzo Comunale (sec. XX) === Architetture militari === * Torre Marica (sec. XI) sul Colle di San Sebastiano * Torre Fullonica (sec. XI) in località Carnello *Castello Boncompagni - Viscogliosi (secc. IX - XVII) * === Evoluzione demografica === === Religione === I cittadini professano in maggioranza la religione cristiana, sia cattolica che evangelica. Negli ultimi anni si è riscontrato un incremento costante di cittadini di fede islamica, mentre tra i giovani aumenta il numero dei non credenti. === Tradizioni e Folclore === * * Il 10 dicembre si festeggia la Madonna di Loreto, Patrona del paese, la quale secondo la tradizione salvò Isola del Liri dall'ondata di peste nel 1654. === Eventi === Dal 1988, si svolgeva nel comune il Liri Blues Festival. Tra i maggiori festival di blues nazionali. In passato il festival è stato itinerante, toccando diversi centri della provincia di Frosinone. Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema '''Unità locali''', intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero di addetti delle imprese locali attive (valori medi annui). + 2015 2014 2013 Numero imprese attive % Provinciale Imprese attive % Regionale Imprese attive Numero addetti % Provinciale Addetti % Regionale Addetti Numero imprese attive Numero addetti Numero imprese attive Numero addetti Isola del Liri 953 2,84% 0,21% 2.238 2,10% 0,15% 950 2.169 1.002 2.234 Frosinone 33.605 7,38% 106.578 6,92% 34.015 107.546 35.081 111.529 Lazio 455.591 1.539.359 457.686 1.510.459 464.094 1.525.471 Nel 2015 le 953 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano il 2,84% del totale provinciale (33.605 imprese attive), hanno occupato 2.238 addetti, il 2,10% del dato provinciale; in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due addetti (2,35). === Ferrovie === * Ferrovia Avezzano-Roccasecca, serve il comune di Isola del Liri attraverso l'omonima stazione. Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Frosinone, Isola del Liri passò dalla provincia di Caserta a quella di Frosinone. === Gemellaggi === Firma del gemellaggio tra Isola del Liri e New Orleans (New Orleans, 7 gennaio 1997). * === Altre informazioni amministrative === * Fa parte della Comunità montana Valle del Liri. === Atletica leggera === *''ASD Liri Runners''. === Calcio === * ''Associazione Calcio Isola Liri'': nel corso della sua storia ha militato in Lega Pro.
Il dormiglione
'''''Il dormiglione''''' è un film commedia fantascientifica di Woody Allen del 1973. Nel 2000 l'AFI lo ha inserito all'ottantesimo posto nella classifica delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi.
Anno 2173, nel parallelo centrale della costellazione americana corrispondente agli ex Stati Uniti d'America, ormai distrutti da una guerra atomica e divenuti uno stato poliziesco in mano a un unico leader. Il corpo di un uomo, Miles Monroe, vissuto nel 1973, proprietario di un ristorante vegetariano e clarinettista jazz, viene risvegliato da un gruppo di medici dallo stato di ibernazione in cui era stato messo 200 anni prima dopo un'operazione chirurgica finita male. In quanto privo di identità e non schedato, deve indagare sul progetto ''Ires'', ideato per debellare la resistenza al regime dittatoriale del leader. Costretto a nascondersi, prende le sembianze di un robot al servizio di Luna, una poetessa che, avendolo scoperto, lo denuncia alla polizia. Miles subisce la riprogrammazione del cervello e il processo di riadattamento, mentre Luna, anch'essa candidata alla riprogrammazione, fugge e con l'aiuto della resistenza lo libera facendogli riacquistare la memoria. Per evitare che il dittatore, ucciso in un attentato, venga clonato, Miles e Luna ne ruberanno il naso, unica parte anatomica rimasta. L'intenzione iniziale di Woody Allen era girare un grande kolossal comico della durata di oltre tre ore e con un budget tanto costoso quanto quello delle grosse produzioni hollywoodiane del genere. La prima metà del film sarebbe stata ambientata nel 1973, finché il protagonista non fosse finito ibernato per poi risvegliarsi nel 2173 dopo l'intervallo. Pur avendo già ottenuto l'approvazione dei produttori e firmato il contratto, Allen non fu in grado di trovare uno sviluppo dell'intreccio che lo soddisfacesse, così decise di riprendere l'idea dell'uomo che si risveglia nel futuro per scrivere una commedia di normale durata che fosse più simile ai suoi film precedenti. Il film è uscito nei cinema americani il 17 dicembre 1973. In Italia la pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche a partire dal 15 marzo 1974. Nel tentativo di sapere qualcosa in più della sua epoca a Miles vengono mostrate delle foto e dei filmati tra cui immagini di Josif Stalin, Henry Kissinger, Richard Nixon, Fiorello La Guardia, Billy Graham, Charles De Gaulle (del quale dice che si trattava di un famoso chef) e anche il paginone centrale di ''Playboy'' del numero del novembre 1972, il più venduto nella storia della rivista con più di 7.100.000 copie; esso, raffigurante la playmate svedese Lenna Sjööblom, divenne in seguito un'immagine standard per il collaudo degli algoritmi di elaborazione delle immagini; l'immagine è nota nel settore col nomignolo di ''Lenna'' (o ''Lena'').
Imperatori del Sacro Romano Impero
Corrado III di Germania, imperatore dal 1138 al 1152 Questa pagina contiene l'elenco degli '''Imperatori del Sacro Romano Impero''', da Carlo Magno a Francesco II d'Asburgo-Lorena . Il loro titolo esatto era, in latino, ''Romanorum Imperator'' , mentre in tedesco era ''Römischer Kaiser'' . Gli Imperatori, prima di essere formalmente incoronati, normalmente a Roma e per mano del Papa, erano conosciuti come ''Re dei Romani''. Sono pertanto inclusi nell'elenco, ma non numerati, anche i Re dei Romani fino al 1508 , cioè i sovrani di Germania che non furono incoronati imperatori.
La relazione fra il titolo di re e quello di imperatore nelle aree geografiche oggi chiamate Germania e Italia complica di fatto la comprensione della storia e della struttura del Sacro Romano Impero stesso. Le successive annotazioni sono state qui inserite nell'intento di chiarire meglio l'argomento in questione: # L'Impero carolingio, poi Sacro Romano Impero (anche se fu così chiamato molto più tardi), nacque la notte di Natale dell'800 con l'incoronazione del re dei Franchi Carlo Magno da parte del papa Leone III a Roma. L'impero ebbe breve vita poiché nell'843 fu separato in tre parti dal trattato di Verdun: una parte occidentale che avrebbe dato origine alla Francia, una parte orientale che avrebbe generato la futura Germania, e una parte centrale, comprendente l'Italia già longobarda, a cui era assegnata la residua corona imperiale. # Le tre entità caddero a loro volta in intricatissime vicissitudini dinastiche, fomentate dai particolarismi feudali. Dopo un'ultima riaggregazione sotto lo scettro del debole Carlo il Grosso, la corona imperiale divenne simbolo di un'autorità sempre più teorica, fino a rimanere vacante a partire dal 924. # Nel frattempo le dinastie Carolinge si estinsero nei diversi reami. I nuovi sovrani, perdendo la visuale universalistica dei loro predecessori, cominciarono a far sempre più riferimento alle realtà nazionali costituenti i propri domini. In particolare nel Regno Orientale, con la salita al trono nel 911 di Corrado di Franconia iniziò a sorgere un riferimento ai ''Germani'' come indicazione del nascere di una Germania di un qualche tipo. # Se durante la vacanza della corona imperiale la Germania conobbe un minimo di unità contro le incursioni barbariche dall'Europa Orientale e la Francia iniziava oramai una vita totalmente indipendente, l'Italia sprofondò in un'anarchia nobiliare spesso sobillata da un papato desideroso di garantirsi la propria autonomia. Fu così che nel 962 Ottone I di Sassonia varcò le Alpi e si fece incoronare imperatore. Questo evento segnò una plurisecolare dipendenza dell'Italia Settentrionale dalle vicende politiche tedesche, da cui le città padane si sottrarranno progressivamente ma a costo della disgregazione del Paese. # È facile capire come, volendo il Sacro Romano Impero far rivivere i fasti della Roma imperiale, essere re d'Italia costituisse prerequisito per divenire imperatore. Secondo il metodo empirico, per molto tempo il re di Germania, dopo essere stato incoronato sovrano italiano con la Corona Ferrea a Monza o anche a Pavia (normalmente per mano dell'Arcivescovo di Milano), viaggiava poi alla volta di Roma per essere consacrato imperatore - titolo con connotazione religiosa - dal Papa. L'imperatore rimaneva comunque ''Re dei Romani'' (''Rex Romanorum''), un titolo politico con precise funzioni nella legge medievale. # Il regno non fu mai interamente ereditario; invece la discendenza dinastica fu solo uno dei fattori che determinavano la successione dei re (e quindi degli imperatori). Il re formalmente era eletto dai capi della nobiltà del regno, continuando la tradizione franca. Con la Bolla d'oro del 1356 fu per la prima volta formalmente definito un asse di Principi elettori che eleggeva il re di Germania, titolo che da quel momento venne automaticamente connesso a quello imperiale e svincolato dall'obbligo di ratifica papale. # Nel 1508 Massimiliano I, che non era ancora stato incoronato dal Papa, annunciò che da allora in poi avrebbe usato il titolo di ''Imperatore Eletto'' che fu poi usato da tutti i successivi imperatori. Il suo successore Carlo V, fu l'ultimo imperatore ad essere incoronato dal Papa; dopo di lui, tutti furono ''Imperatori Eletti''. Allo stesso tempo, i successori prescelti degli imperatori della casa d'Asburgo cominciarono ad essere eletti Re dei Romani mentre era ancora in vita il padre. Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Carlo I'''''Magno'' 120px 2 aprile 742 25 dicembre '''800''' (1) Imiltrudeun figlio e una figlia(2) Ermengardanessun figlio(3) Ildegardaquattro figli e cinque figlie(4) Fastradadue figlie(5) Liutgardanessun figlio incoronato da papa Leone III;Re dei Franchi e dei Longobardi 1 28 gennaio '''814''' '''Ludovico I'''''il Pio'' 120px 16 aprile 778 28 gennaio '''814''' (1) Ermengarda di Hesbayetre figli e tre figlie(2) Giuditta di Bavieraun figlio ed una figlia figlio di Carlo Magno e di Ildegarda;Re dei Franchi e dei Longobardi 2 20 giugno '''840''' '''Lotario I''' 120px 795 20 giugno '''840''' Ermengarda di Tourstre figli e cinque figlie figlio di Ludovico il Pio e di Ermengarda;Re d'Italia e di Lotaringia 3 29 settembre '''855''' '''Ludovico II'''''il Giovane'' 120px 825 29 settembre '''855''' Engelberga d'Alsaziadue figlie figlio di Lotario e di Ermengarda;Re d'Italia 4 12 agosto '''875''' '''Carlo II'''''il Calvo'' 120px 13 giugno 823 29 dicembre '''875''' (1) Ermentrude d'Orléansquattro figli e cinque figlie(2) Richilde di Provenzaquattro figli e una figlia figlio di Ludovico il Pio e Giuditta;Re dei Franchi Occidentali e d'Italia 5 6 ottobre '''877''' '''Carlo III'''''il Grosso'' 120px 839 12 febbraio '''881''' Riccarda di Svevianessun figlio figlio di Ludovico il Germanico (un fratello di Lotario I);Re dei Franchi Orientali, di Alemannia, d'Italia e dei Franchi Occidentali 6 novembre '''887''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Guido''' 120px 855 circa 21 febbraio '''891''' Ageltrudeun figlio pro-pronipote di Carlo Magno;Duca di Spoleto e Re d'Italia 7 12 dicembre '''894''' '''Lamberto''' 120px 880 circa 12 dicembre '''894''' - figlio di Guido e di Ageltrude;Duca di Spoleto e Re d'Italia 8 15 ottobre '''898''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Arnolfo''' 120px 850 circa 21 febbraio '''898''' Odaun figlio pronipote di Carlo Magno(figlio naturale di Carlomanno, figlio di Ludovico II il Germanico);Re dei Franchi Orientali e d'Italia 9 8 dicembre '''899''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Ludovico III'''''il Cieco'' File:Painting of Louis the Blind.jpg 882 circa 22 febbraio '''901''' (1) Anna di Costantinopoliun figlio(2) Adelaideforse un figlio figlio di Bosone I e di Ermengarda, figlia di Ludovico il Giovane;Re di Provenza e d'Italia 10 21 luglio '''905''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Berengario''' 120px 850 circa dicembre '''915''' Bertila di Spoletodiversi figli figlio di Eberardo del Friuli e Gisella, figlia di Ludovico il Pio;Marchese del Friuli e Re d'Italia 11 7 aprile '''924''' '''Note''' * Tutti i suddetti imperatori, oltre al proprio titolo personale cui corrispondevano i territori ad essi direttamente asserviti, ottennero dal Papa la corona imperiale solo dopo aver in vari modi ottenuto quella italiana. * Per conoscere i ''Reges Francorum Occidentalis'' e i ''Reges Francorum Orientalis'' che non assursero alla carica imperiale nel IX secolo, si consulti la lista dei sovrani franchi. Mentre la Francia iniziava oramai una vita totalmente indipendente, e in Italia si estingueva l'autorità imperiale, nel Regno Orientale la morte dell'ultimo re Carolingio, Ludovico IV il Fanciullo, e l'elezione fra i nobili di un successore che seppe ridare unità e stabilità ai propri domini, venne ''a posteriori'' considerata come l'origine del Regno di Germania. I due sovrani che si successero sul trono tedesco, pur non essendo mai stati consacrati imperatori, verranno successivamente inclusi nell'elencazione araldica degli augusti monarchi. * '''Corrado I di Franconia''', re di Germania dal 911 al 918. * '''Enrico I di Sassonia''', re di Germania dal 919 al 936. Fu il figlio ed erede di Enrico, Ottone, che conquistò l'Italia potendo così cingere la corona imperiale. Da quell'anno ci fu una perenne identificazione fra le corone tedesca, italiana ed imperiale. Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Ottone I'''''il Grande'' 120px 23 novembre 912 2 febbraio '''962''' (1) Edith del Wessexun figlio e una figlia(2) Adelaide di Borgognatre figli e una figlia bis-bis-bisnipote di Ludovico il Pio;Duca di Sassonia e Re d'Italia 1 2 febbraio '''962'''(Papa Giovanni XII) 7 maggio '''973''' '''Ottone II''' 120px 955 circa 7 maggio '''973''' Teofano Sklerinaun figlio e quattro figlie figlio di Ottone I e Adelaide;Re di Germania e d'Italia 2 25 dicembre '''967'''(Papa Giovanni XIII) 7 dicembre '''983''' '''Ottone III''' 120px giugno o luglio 980 7 dicembre '''983''' - figlio di Ottone II e Teofano;Re di Germania e d'Italia 3 21 maggio '''996'''(Papa Gregorio V) 23 gennaio '''1002''' '''Enrico II'''''il Santo'' 120px 6 maggio 973 7 giugno '''1002''' Cunegondanessun figlio Duca di Baviera e Re d'Italia 4 14 febbraio '''1014'''(Papa Benedetto VIII) 13 luglio '''1024''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Corrado II'''''il Salico'' 120px 990 circa 8 settembre '''1024''' Gisella di Sveviaun figlio e due figlie bisnipote di Liutgarda, figlia di Ottone I;Conte di Spira e Re d'Italia 5 26 marzo '''1027'''(Papa Giovanni XIX) 4 giugno '''1039''' '''Enrico III'''''il Nero'' 120px 28 ottobre 1017 4 giugno '''1039''' (1) Gunilde di Danimarcauna figlia(2) Agnese di Poitoudue figli e quattro figlie figlio di Corrado il Salico;Re di Germania e d'Italia 6 25 dicembre '''1046'''(Papa Clemente II) 5 ottobre '''1056''' '''Enrico IV''' 120px 11 novembre 1050 5 ottobre '''1056''' (1) Berta da Torinotre figli e due figlie(2) Adelaide di Kievnessun figlio figlio di Enrico III e di Agnese;morto il 7 agosto 1106;Re di Germania e d'Italia 7 31 marzo '''1084''' (Antipapa Clemente III) 31 dicembre '''1105''' (abdicazione) '''Enrico V''' 120px 8 gennaio 1081 31 dicembre '''1105''' Matilde d'Inghilterranessun figlio figlio di Enrico IV e Berta;Re di Germania e d'Italia 8 6/10 maggio '''1111'''(Papa Pasquale II) 23 maggio '''1125''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Lotario II (III)''' 120px 1075 13 settembre '''1125''' Richenza di Northeimuna figlia Duca di Sassonia e Re d'Italia 9 4 giugno '''1133'''(Papa Innocenzo II) 4 dicembre '''1137''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº ''Corrado III'' 120px 1093 7 marzo '''1138''' (1) Gertrude di Comburg '''unione contestata'''tre figlie(2) Gertrude di Sulzbachdue figli figlio di Agnese di Waiblingen, figlia di Enrico IV;Duca di Franconia e Re d'Italia - ''non fu mai incoronato imperatore'' 15 febbraio '''1152''' 60px'''Federico I'''''Barbarossa'' 120px 1122 4 marzo '''1152''' (1) Adelaide di Vohburgnessun figlio(2) Beatrice di Borgognaotto figli e tre figlie figlio di Federico il Guercio, fratello di Corrado III;Duca di Svevia e Re d'Italia 10 18 giugno '''1155'''(Papa Adriano IV) 10 giugno '''1190''' 60px'''Enrico VI'''''il Severo'' o ''il Crudele'' 120px novembre 1165 10 giugno '''1190''' Costanza d'Altavillaun figlio figlio di Federico Barbarossa;Re di Sicilia e d'Italia 11 15 aprile '''1191'''(Papa Celestino III) 28 settembre '''1197''' Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 60px'''Ottone IV''' 120px 1175 9 giugno '''1198''' (1) Beatrice di Svevianessun figlio(2) Maria di Brabantenessun figlio bis-nipote di Lotario III;morto il 19 maggio 1218;Conte di Poitiers e Re d'Italia 12 21 ottobre '''1209'''(Papa Innocenzo III) '''1215''' (deposto) Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 60px'''Federico II''' 120px 26 dicembre 1194 25 luglio '''1215''' (1) Costanza d'Aragonaun figlio(2) Jolanda di Gerusalemmeun figlio e una figlia(3) Isabella d'Inghilterradue figli e due figlie figlio di Enrico VI;Re di Sicilia, d'Italia e di Gerusalemme 13 22 novembre '''1220'''(Papa Onorio III) 13 dicembre '''1250''' 60px''Corrado IV'' 120px 25 aprile 1228 13 dicembre '''1250''' Elisabetta di Bavieraun figlio figlio di Federico II e di Jolanda;Re di Sicilia e di Gerusalemme - ''non fu mai incoronato imperatore'' 21 maggio '''1254''' *Enrico Raspe, antire 1246 - 1247 *Guglielmo II d'Olanda, antire 1247 - 1254, re 1254 - 1256 * Riccardo di Cornovaglia, re 1257 - 1272 *Alfonso X di Castiglia, antire 1257 - 1273 Dopo l'interregno le modalità di elezione e la composizione del collegio elettorale, fino ad allora regolate esclusivamente dalla consuetudine, vennero definitivamente codificate con la Bolla d'Oro del 1356. Quest'atto assegnava il compito di eleggere il sovrano a sette Principi Elettori, di cui tre ecclesiastici (gli Arcivescovi di Colonia, Magonza e Treviri) e quattro laici (il re di Boemia, il duca di Sassonia, il margravio del Brandeburgo ed il conte palatino del Reno). Con gli anni il numero di principi ammessi al collegio elettorale subì alcune variazioni (dal XVII secolo anche il duca di Baviera e il duca di Brunswick-Lüneburg vennero innalzati alla dignità elettorale) ma il principio dell'elezione del sovrano rimase formalmente immutato (sebbene già dal XV secolo di fatto la corona fosse divenuta un privilegio della sola casata degli Asburgo). === Asburgo === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº ''Rodolfo I'' 120px 1º maggio 1218 1º ottobre '''1273''' (1) Gertrude di Hohenbergtre figli e sei figlie(2) Isabella di Borgognanessun figlio Langravio di Turgovia - ''non fu mai incoronato imperatore'' 15 luglio '''1291''' === Nassau-Weilburg === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº ''Adolfo'' 120px 1250 circa 5 maggio '''1292''' Imagina von Isenburg-Limburgcinque figli e tre figlie Conte di Nassau - ''non fu mai incoronato imperatore'' 2 luglio '''1298'''(deposto il 23 giugno 1298) === Asburgo === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº ''Alberto I'' 120px luglio 1255 27 luglio '''1298''' Elisabetta di Tirolo-Goriziasette figli e cinque figlie figlio di Rodolfo I;Duca d'Austria - ''non fu mai incoronato imperatore'' 1º maggio '''1308''' === Lussemburgo === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Enrico VII''' 120px 1275 circa 27 novembre '''1308''' Margherita di Brabanteun figlio e due figlie Conte del Lussemburgo e Re d'Italia 14 29 giugno '''1312'''(tre cardinali ghibellini) 24 agosto '''1313''' === Wittelsbach === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Ludovico IV''' 120px 1º aprile 1282 ottobre '''1314''' (1) Beatrice di Slesia-Glogautre figli e tre figlie(2) Margherita II di Hainautcinque figli e cinque figlie Duca di Baviera e Re d'Italia 15 17 gennaio '''1328'''(Giacomo ''Sciarra'' Colonna) 11 ottobre '''1347''' === Lussemburgo === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Carlo IV''' 120px 14 maggio 1316 11 luglio '''1346'''(eletto in opposizione a Ludovico) (1) Bianca di Valoisun figlio e due figlie(2) Anna di Bavieraun figlio(3) Anna von Schweidnitzdue figli e una figlia(4) Elisabetta di Pomeraniatre figli e due figlie nipote di Enrico VII;battezzato Venceslao;Re di Boemia e d'Italia 16 5 aprile '''1355'''(un cardinale incaricato da papa Innocenzo VI) 29 novembre '''1378''' ''Venceslao'' 120px 26 febbraio 1361 29 novembre '''1378''' (1) Giovanna di Bavieranessun figlio(2) Sofia di Bavieranessun figlio figlio di Carlo IV e Anna von Schweidnitz;morì il 16 agosto 1419;Re di Boemia - ''non fu mai incoronato imperatore'' 20 agosto '''1400''' (deposto) === Wittelsbach === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº ''Roberto'' 120px 5 maggio 1352 21 agosto '''1400''' Elisabetta di Norimbergasei figli e tre figlie Conte Palatino - ''non fu mai incoronato imperatore'' 18 maggio '''1410''' === Lussemburgo === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº '''Sigismondo''' 120px 15 febbraio 1368 10 settembre '''1410''' (1) Maria d'Ungheriaun figlio(2) Barbara di Cilliuna figlia figlio di Carlo IV e di Elisabetta di Pomerania;Re di Boemia, d'Ungheria e d'Italia 17 31 maggio '''1433'''(Papa Eugenio IV) 9 dicembre '''1437''' Con l'elezione di Alberto II, la corona imperiale passò ''de facto'' costantemente nelle mani della famiglia degli Asburgo, sovrani d'Austria. Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 60px''Alberto II'' 120px 16 agosto 1397 18 marzo '''1438''' Elisabetta di Lussemburgodue figli e due figlie bis-bisnipote di Alberto I e genero di Sigismondo;Re di Boemia e UngheriaDuca d'Austria - ''non fu mai incoronato imperatore'' 27 ottobre '''1439''' 80px'''Federico III''' 120px 21 settembre 1415 2 febbraio '''1440''' Eleonora del Portogallotre figli e due figlie bis-bisnipote di Alberto I;Duca d'Austria e Stiria e Re d'Italia 18 19 marzo '''1452'''(Papa Niccolò V) 19 agosto '''1493''' 80px'''Massimiliano I''' 120px 22 marzo 1459 19 agosto '''1493''' (1) Maria di Borgognaun figlio e una figlia(2) Anna di Bretagnanessun figlio (annullato)(3) Bianca Maria Sforzanessun figlio figlio di Federico III;Arciduca d'Austria 19 ''Imperatore Eletto'' (dal 4 febbraio '''1508''') 12 gennaio '''1519''' 80px'''Carlo V''' 120px 24 febbraio 1500 28 giugno '''1519''' Isabella del Portogallotre figli e due figlie nipote di Massimiliano;Arciduca d'AustriaDuca di BorgognaRe di Spagna e delle Indie Re d'Italia, di Napoli, di Sicilia e di Sardegna 20 24 febbraio '''1530'''(Papa Clemente VII) 16 gennaio '''1556''' (abdicazione) 80px'''Ferdinando I''' 120px 10 marzo 1503 16 gennaio '''1556''' Anna di Boemia e Ungheriaquattro figli e undici figlie fratello di Carlo V;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 21 ''Imperatore Eletto'' 25 luglio '''1564''' 80px'''Massimiliano II''' 120px 31 luglio 1527 25 luglio '''1564''' Maria di Spagnadieci figli e sei figlie figlio di Ferdinando I;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 22 ''Imperatore Eletto'' 12 ottobre '''1576''' 80px'''Rodolfo II''' 120px 18 luglio 1552 12 ottobre '''1576''' - figlio di Massimiliano II;fu progressivamente privato dei poteri effettivi dal fratello Mattia;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 23 ''Imperatore Eletto'' 20 gennaio '''1612''' 80px'''Mattia''' 120px 24 febbraio 1557 13 giugno '''1612''' Anna d'Austrianessun figlio figlio di Massimiliano II;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 24 ''Imperatore Eletto'' 20 maggio '''1619''' 80px'''Ferdinando II''' 120px 9 settembre 1578 28 agosto '''1619''' (1) Maria Anna di Bavieraquattro figli e tre figlie(2) Eleonora Gonzaganessun figlio nipote di Ferdinando I;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 25 ''Imperatore Eletto'' 15 febbraio '''1637''' 80px'''Ferdinando III''' 120px 16 luglio 1608 15 febbraio '''1637''' (1) Maria Anna di Spagnaquattro figli e due figlie(2) Maria Leopoldina d'Austriaun figlio(3) Eleonora Gonzaga di Mantova-Neversun figlio e tre figlie figlio di Ferdinando II;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 26 ''Imperatore Eletto'' 2 aprile '''1657''' 80px'''Leopoldo I''' 120px 9 giugno 1640 18 luglio '''1658''' (1) Margherita Teresa di Spagnadue figli e due figlie(2) Claudia Felicita d'Austriadue figlie(3) Eleonora del Palatinato-Neuburgtre figli e sette figlie figlio di Ferdinando III e di Maria Anna;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 27 ''Imperatore Eletto'' 5 maggio '''1705''' 80px'''Giuseppe I''' 120px 26 luglio 1678 5 maggio '''1705''' Guglielmina Amalia di Brunswick-Lüneburgun figlio e due figlie figlio di Leopoldo ed Eleonora;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e Ungheria 28 ''Imperatore Eletto'' 17 aprile '''1711''' 80px'''Carlo VI''' 120px 1º ottobre 1685 12 ottobre '''1711''' Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttelun figlio e tre figlie figlio di Leopoldo ed Eleonora;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e UngheriaRe di Napoli, Sicilia e SardegnaDuca di Milano e Parma 29 ''Imperatore Eletto'' 20 ottobre '''1740''' L'ascesa al trono austriaco di Maria Teresa d'Asburgo, figlia di Carlo VI d'Asburgo, comportò l'impossibilità della stessa di ottenere anche la corona imperiale, la quale era preclusa alle donne dalla legge salica. Carlo Alberto, duca di Baviera e marito di Maria Amalia, figlia di Giuseppe I, riuscì a farsi eleggere Imperatore. Scoppiò dunque la guerra di successione austriaca. === Wittelsbach === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 80px'''Carlo VII''' 120px 6 agosto 1697 24 gennaio '''1742''' Maria Amalia d'Austriadue figli e quattro figlie Duca di Baviera 30 ''Imperatore Eletto'' 20 gennaio '''1745''' Al termine della guerra, come compromesso, il rango imperiale fu offerto al marito di Maria Teresa, il duca Francesco di Lorena. === Lorena === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 80px'''Francesco I''' 120px 8 dicembre 1708 13 settembre '''1745''' Maria Teresa d'Austriacinque figli e undici figlie Granduca di Toscana 31 ''Imperatore Eletto'' 18 agosto '''1765''' === Asburgo-Lorena === Nome Ritratto Data di nascita Regno(Inizio-Incoronazione-Fine) Matrimoni NoteTitolo personale Nº 80px'''Giuseppe II''' 120px 13 marzo 1741 18 agosto '''1765''' (1) Maria Isabella di Parmadue figlie(2) Maria Giuseppa di Bavieranessun figlio figlio di Francesco I e Maria Teresa;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e UngheriaDuca di Milano 32 ''Imperatore Eletto'' 20 febbraio '''1790''' 80px'''Leopoldo II''' 120px 5 maggio 1747 30 settembre '''1790''' Maria Luisa di Spagnadodici figli e quattro figlie figlio di Francesco I e Maria Teresa;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e UngheriaGranduca di ToscanaDuca di Milano 33 ''Imperatore Eletto'' 1º marzo '''1792''' 80px'''Francesco II''' 120px 12 febbraio 1768 5 luglio '''1792''' (1) Elisabetta Guglielmina di Württemberguna figlia(2) Maria Teresa di Napolidue figli e nove figlie figlio di Leopoldo II;Arciduca d'AustriaRe di Boemia e UngheriaDuca di Milano 34 ''Imperatore Eletto'' 6 agosto '''1806''' (scioglimento dell'Impero) Nel 1806, il Sacro Romano Impero collassò sotto la pressione militare di Napoleone Bonaparte e fu formalmente disciolto il 6 agosto, dopo la pace di Presburgo del dicembre precedente. Francesco II rinunciò al titolo di Imperatore dei Romani, accontentandosi del più modesto titolo di Imperatore d'Austria, già acquisito nel 1804, col nome di Francesco I. Napoleone fondò la Confederazione del Reno (1806-1813).
Isola d'Asti
'''Isola d'Asti''' è un comune italiano di abitanti della provincia di Asti in Piemonte. Il comune è composto dal capoluogo, denominato Isola Piano, e dalle frazioni di Mongovone, Villa, Repergo, Chiappa, Molini.
===Evoluzione demografica=== L'abitato è interessato dal percorso della ex Strada Statale 456 del Turchino. La stazione di Isola d'Asti e la fermata di Molini d'Isola, quest'ultima a servizio dell'omonima frazione e soppressa nel 2003, sorgono lungo la ferrovia Castagnole-Asti-Mortara, chiusa al traffico nel 2012 e riaperta nel 2018 ai treni turistici lungo la tratta Asti-Castagnole Lanze-Nizza Monferrato. Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Ingegneria elettronica
Una scheda elettronica L''''ingegneria elettronica''' è un ramo dell'ingegneria dell'informazione che applica principi di elettrologia, elettrotecnica, elettronica, elettromagnetismo e di altre discipline collegate alla progettazione e realizzazione di componenti, circuiti, apparati e sistemi elettronici di trasmissione, ricezione ed elaborazione dell'informazione stessa. L'ingegnere elettronico grazie al suo approccio multidisciplinare nel ramo dell'informazione ha alte competenze nel settore informatico .
porte logiche di un microchip L'elettronica è nata come branca dell'elettrotecnica dallo sviluppo di sistemi di telecomunicazione come la radio e la televisione. Le guerre mondiali, prima per le comunicazioni radio, poi per le reti di calcolatori, sono state il traino principale per l'evoluzione dell'elettronica. Questa veniva inizialmente definita come "ingegneria radio", mentre il termine "ingegneria elettronica" entrò in uso intorno alla fine degli anni cinquanta. Il corso di laurea in ingegneria elettronica venne istituito solo nel 1960 nel Regno Unito: fino ad allora gli studenti di elettronica, radio e telecomunicazioni facevano parte del dipartimento di ingegneria elettrica. A partire dagli anni 2000 hanno preso grande rilevanza le applicazioni dell'ingegneria elettronica alle telecomunicazioni, in particolare negli ambiti della telefonia mobile e della trasmissione di dati a banda larga come nel caso delle fibre ottiche. Negli Stati Uniti gli studi di ingegneria elettrica, elettronica, delle telecomunicazioni e dell'automazione fanno capo a un solo corso di laurea, denominato ''electrical engineering'', per via delle comuni basi di elettromagnetismo, di elettrotecnica e di elettronica. Gli studi di ingegneria informatica o ''computer engineering'' hanno le stesse basi ma differiscono, in Italia come altrove, per la maggiore attenzione nei confronti dell'architettura dei calcolatori, delle reti di computer e dei sistemi operativi. Problemi di particolare interesse per l'ingegneria elettronica sono quelli riguardanti l'analisi e la progettazione di circuiti e dispositivi elettronici. Gli studi di base per questa disciplina sono fondamentalmente materie come: * Antenne, Radiopropagazione e Compatibilità elettromagnetica * Comunicazioni Elettriche via cavo e via onde convogliate * Calcolatori * Controlli automatici * Elettromagnetismo e la propagazione delle onde * Elettronica analogica * Elettronica applicata a componenti e circuiti * Elettronica digitale * Elettronica di potenza * Elettrotecnica * Fisica tecnica * Struttura della materia e quanto concerne lo studio dell'elettronica dello stato solido * Sistemi digitali * Teoria dei segnali e quanto riguarda le comunicazioni elettriche * Teoria dei sistemi e analisi degli stessi Scheda Arduino Banco di filtri Valvola termoionica Diodi Le sfere di conoscenza richieste dalle branche dell'ingegneria elettronica e dell'ingegneria elettrica hanno un'ampia sovrapposizione, specialmente per quanto riguarda la matematica, la fisica, l'elettromagnetismo, la fisica tecnica e l'elettrotecnica. Una distinzione tra di esse riguarda la quantità di potenza elettrica coinvolta nel tipo di applicazioni ingegneristiche che le due branche vanno a studiare. L'ingegneria elettronica si occupa di applicazioni che coinvolgano valori di corrente e tensione relativamente piccoli, su frequenze o bassissime (anche frazione di hertz per la diagnostica geologica), o relativamente elevate, ma solo fino a quelle in cui sia fondamentale l'aspetto di "onda" del segnale, al fine di elaborazione dei segnali e di elaborazione e trasmissione delle informazioni. In questa ottica l'ingegneria dell'informazione è un sottoinsieme dell'ingegneria elettronica. L'ingegneria elettrica, o elettrotecnica, si occupa invece di applicazioni in cui la potenza elettrica coinvolta sia consistente, dove i valori di corrente e tensione sono relativamente elevati su frequenze generalmente comprese tra 50 e 400 hertz, al fine di trasportare, trasformare e controllare l'energia elettrica con le caratteristiche necessarie, ricadendo quindi nell'ingegneria industriale, da cui si è separata all'inizio del XX secolo, in concomitanza con la diffusione della distribuzione di energia elettrica. Un'altra differenza risiede nel tipo di applicazione ovvero nella destinazione d'uso: i componenti elettronici rispetto a quelli prettamente elettrici sono in genere preposti all'elaborazione dell'informazione o dei segnali in generale oppure al controllo dei processi, mentre quelli elettrici sono quasi unicamente destinati alla produzione, al trasporto e all'utilizzazione dell'energia elettrica. In pratica una distinzione può essere fatta sulla potenza impiegata e dissipata: ad esempio un motore elettrico, spesso controllato da dispositivi elettronici di potenza, non è "elettronico", poiché la potenza messa in atto dal motore elettrico è molto maggiore della potenza messa in atto dai dispositivi che lo controllano. I sistemi di controllo della rete di distribuzione elettrica sono invece "elettronici" (e coinvolgono sia l'elettronica, sia l'informatica, sia le telecomunicazioni), in quanto la potenza elettrica dissipata in essi è molto minore di quella distribuita. Un data center è "elettronico", pur potendo dissipare complessivamente una potenza enorme poiché la potenza dissipata nel singolo componente elementare è bassa, in genere molto minore di quella dissipata in una comune lampadina, mentre la potenza transitante in un semplice quadro elettrico è di diversi ordini di grandezza superiore. Un'altra possibile differenza è legata al rendimento: in un progetto "elettrotecnico" è importante che la maggior parte dell'energia in ingresso sia trasferita all'uscita, cioè che il rendimento tenda al 100%, mentre in un progetto "elettronico" il rendimento intrinseco dell'apparato semplicemente non è un aspetto d'interesse, se non per i sistemi che controllano potenze elettriche rilevanti. Più precisamente, l'elettrotecnica nasce, vive e studia tuttora il trattamento dell'energia sotto l'aspetto prevalentemente industriale, tramite l'attuazione di processi specifici che riguardano la sua conversione e il trasporto con l'obiettivo primario del suo utilizzo in termini di lavoro fisico. Il suo ambito è di conseguenza caratterizzato da elevatissimi volumi di energia in gioco. Per questo motivo è estremamente importante che i rendimenti dei processi coinvolti siano i più elevati possibili: una minima differenza peggiorativa del rendimento provoca perdite di energia in quantità elevate. L'evoluzione dell'elettrotecnica ha successivamente stabilito la necessità di controllarli questi processi (elettronica), e congiuntamente ad altri studi scientifici ha generato altri possibili ambiti applicativi dell'elettricità come le telecomunicazioni ed il computing. Esistono comunque rami applicativi dell'elettronica dove il peso del rendimento è fondamentale, come quello dell'elettronica di potenza, o dell'elettronica "personale" (smartphone, wearables, ecc.). Simili dispositivi non sarebbero mai esistiti nell'uso quotidiano se non fossero state elaborate tutta una serie di caratteristiche e accorgimenti progettuali tali da sostenere adeguati livelli di rendimento elettrico. L'ingegneria elettrica, a differenza dell'ingegneria elettronica, è inoltre sottoposta ad una serie di normative obbligatorie per legge: in molti casi è richiesto un progetto firmato da un professionista abilitato ed esiste un ente unico che emana le normative (il CEI). L'ingegneria elettronica è normata così come l'ingegneria elettrica; infatti le normative di compatibilità elettromagnetica sono CEI (ad esempio la CEI- 55022) e le stesse normative degli impianti di Informazione, Home Building Electronics Systems HBES sono CEI EN-50090, di Impianti di Telecomunicazioni a commutazione a circuito. Infatti il CEI è un istituto di vecchio corso e si occupa del settore Elettrico-Elettronico senza distinzioni, ossia di Elettrotecnica e Radiotecnica (Elettronica e Telecomunicazioni). I produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche prima di immettere sul mercato dei loro prodotti sono vincolati all'obbligo della Certificazione di conformità CE, e devono rispettare le prove di: * emissione di onde elettromagnetiche che non influenzino altri apparati; * immunità alle onde elettromagnetiche emesse da altri apparati; * immunità dell'apparecchio alle scariche elettrostatiche; * immunità agli sbalzi di tensione provenienti dalla rete di alimentazione; * emissione e diffusione di correnti spurie sulla rete di alimentazione che non devono influenzare altri apparati. In Italia tali studi erano inseriti nei corsi di laurea in ingegneria elettrotecnica. Negli anni sessanta i corsi di Ingegneria Elettronica potevano essere seguiti all'Università degli studi di Pisa, primo laureato il professor Bruno Pellegrini nel 1961, e al Politecnico di Torino. Negli anni 1990 il corso di laurea si differenziò ulteriormente in: *ingegneria elettronica per gli aspetti riguardanti componenti e circuiti elettronici; *ingegneria informatica per gli aspetti riguardanti i computer e la programmazione; *ingegneria delle telecomunicazioni per i sistemi di comunicazione telefonica e broadcasting. Contemporaneamente in molte facoltà si introduceva la laurea in informatica derivante dal vecchio corso di laurea in scienza dell'informazione, con orientamento ristretto all'informatica pura, e non alle tecnologie realizzative. Per essere ammesso ai corsi di laurea, lo studente deve essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di altro titolo di studio conseguito all'estero riconosciuto idoneo. L'accesso ai corsi di laurea in ingegneria elettronica è libero, ma è richiesta la partecipazione a un test non selettivo di autovalutazione (OFA) che se non superato impone restrizioni alla possibilità di sostenere alcuni esami.
Isotopo
I tre isotopi dell'idrogeno presenti in natura. Il fatto che ogni isotopo abbia un protone li rende tutti varianti dell'idrogeno: l'identità dell'isotopo è data dal numero di protoni e neutroni. Da sinistra a destra, gli isotopi sono protio con zero neutroni, deuterio con un neutrone e trizio con due neutroni. Un '''isotopo''', dal greco ἴσος e τόπος , è un atomo di uno stesso elemento chimico, avente perciò lo stesso numero atomico '', e differente numero di massa '', e quindi differente massa atomica ''. La differenza dei numeri di massa è dovuta ad un diverso numero di neutroni presenti nel nucleo dell'atomo, a parità di numero atomico.
Gli isotopi sono denotati nel seguente modo: nome proprio dell'elemento base seguito dal numero di massa. A seconda del contesto, si è soliti scriverli con il numero di massa ad apice davanti alla sigla dell'elemento (es. 4H), oppure con la sigla dell'elemento seguita da un trattino e dal numero di massa (es. H-4). In entrambi gli esempi riportati il modo corretto di citarli è "Idrogeno quattro". Se due nuclei contengono lo stesso numero di protoni, ma un numero differente di neutroni, i due nuclei avranno lo stesso comportamento chimico (con delle minime differenze nei tempi di reazione e nell'energia di legame, denominate collettivamente ''effetti isotopici''), ma avranno comportamenti fisici differenti, essendo uno più pesante dell'altro. Stessi isotopi che differiscono solamente per lo stato eccitato sono definiti isomeri. Con il termine isòbari sono chiamati gli atomi di elementi diversi con lo stesso numero di massa (es. 14C e 14N). Con il termine isòtoni sono chiamati gli atomi di elementi diversi con lo stesso numero di neutroni (es.56Fe e 58Ni hanno entrambi 30 neutroni). Gli elementi osservabili e manipolabili su scala umana non sono agglomerati di atomi tutti uguali, ma all'interno contengono isotopi diversi dello stesso elemento base. Il cloro, ad esempio, è una miscela di due isotopi: Cl-35 e Cl-37. Entrambi gli atomi di cloro possiedono lo stesso numero di protoni, che equivale per definizione al numero atomico Z dell'elemento ovvero 17, ma differente numero di massa A, da cui ricaviamo che il primo possiede 18 neutroni mentre il secondo 20. Sempre su scale molto grandi rispetto al mondo microscopico, se si osserva un campione sufficientemente grande di Idrogeno si vede che è composto da tre varianti dell'elemento base: il prozio, il deuterio e il trizio. Possiedono rispettivamente nessuno, uno e due neutroni e sono gli unici isotopi ai quali è stato assegnato un nome proprio. Gli isotopi sono suddivisi in isotopi stabili (circa 252) e non stabili o isotopi radioattivi (circa 3000 conosciuti ed altri 4000 ipotizzati da calcoli teorici fino l'elemento 118). Il concetto di stabilità non è netto, infatti esistono isotopi "quasi stabili". La loro stabilità è dovuta al fatto che, pur essendo radioattivi, hanno un tempo di dimezzamento estremamente lungo anche se confrontato con l'età della Terra di 4500 Ma. Secondo teorie cosmologiche recenti nessun isotopo è da ritenersi propriamente stabile. Ci sono 21 elementi (ad esempio berillio-9, fluoro-19, sodio-23, scandio-45, rodio-103, iodio-127, oro-197 o torio-232, quasi-stabile) che possiedono in natura un solo isotopo stabile anche se nella maggior parte dei casi gli elementi chimici sono costituiti da più di un isotopo con una miscela isotopica naturale, che in molti casi è variabile in conseguenza di fenomeni idro-geologici (es: idrogeno ed ossigeno), decadimenti radioattivi (es: piombo) e manipolazioni dovute all'uomo (es: idrogeno/deuterio/trizio e isotopi dell'uranio). Pertanto la IUPAC aggiorna continuamente i valori delle masse atomiche medie raccomandate per i vari elementi chimici tenendo conto di tale variabilità. Essa è ampiamente condizionata dal sito geologico di provenienza (acquifero, terrestre, atmosferico), nonché dalla provenienza extraterrestre o molto raramente extrasolare (meteoriti). Poiché la massa atomica media degli elementi poliisotopici è talvolta variabile, il suo valore deve essere dotato di cifre significative in numero appropriato (ad esempio 58,933 195(5) u per il 59Co che è monoisotopico, 58,6934(2) u per il Ni, 207,2(1) u per il Pb che è il prodotto dal decadimento delle catene radioattive naturali di 235U, 238U e 232Th). === Isotopi stabili === Tra gli isotopi stabili più studiati ci sono: l'idrogeno, il boro, il carbonio, l'azoto, l'ossigeno e lo zolfo, chiamati anche isotopi leggeri. Di solito gli isotopi dello stesso elemento sono presenti in natura in diverse concentrazioni: uno in alta concentrazione e l'altro, normalmente, in tracce. Per esempio in natura il carbonio si presenta come una miscela di tre isotopi con numero di massa pari a 12, 13 e 14: 12C, 13C e 14C (quest'ultimo è radioattivo ed è di origine cosmogenica). Le loro abbondanze rispetto alla quantità globale di carbonio sono rispettivamente: 98,89%, 1,11%, tracce (1 atomo di 14C ogni ~ 1012 atomi di 12C). Il rapporto isotopico tra due isotopi viene calcolato mettendo l'isotopo pesante al numeratore (es. R = D/H o 18O/16O). A causa delle difficoltà nel gestire rapporti R con un numero così elevato di decimali (ad esempio D/H = 0,000160025) è stato deciso dal principio di evitare i valori ''assoluti'' e di usare il valore ''relativo'' del rapporto del materiale da analizzare contro un "materiale di riferimento". Questo nuovo valore viene indicato come ''δ'' e viene calcolato in base alla seguente formula: : La scelta di esprimere il valore moltiplicato per 1000 fa sì che si eliminino i decimali e si semplifichi così il valore finale. Gli standard di riferimento sono: Elemento Standard Abbondanza isotopica relativa Ossigeno V-SMOW (Vienna-Standard Mean Ocean Water) Idrogeno V-SMOW (Vienna-Standard Mean Ocean Water) Carbonio PDB-1 (Pee-Dee Belemnitella) Azoto N2 atmosferico Zolfo CDT Canyon Diablo Troilite
Insetti sociali
L'allevamento della cooperazione, visto qui in un alveare, è una condizione di eusocialità. Gli '''insetti sociali''' sono insetti che formano colonie strutturate con mansioni individuali diversificate, appartengono a due ordini; il più antico è quello degli isotteri interamente sociale, il secondo quello degli imenotteri, che comprende vespe, api e formiche che presentano anche forme sociali.
Vi è una differenza importante tra le generiche aggregazioni di insetti e le società. Le aggregazioni sono dovute alla convergenza verso un comune bisogno. Nelle aggregazioni talvolta gli individui cominciano a svelare una certa interattrazione, e pertanto si parla di gregarietà, che può essere semplice oppure di tipo coordinato. Nel primo caso, gli individui, pur mantenendosi in contatto per effetto di interattrazione, manifestano indipendenza di movimenti; nel secondo caso, gli individui compiono azioni coordinate, come accade, ad esempio, nello spostamento in massa di un'orda di cavallette. === Api === Nell'ape, la regina è l'unica femmina fertile dell'alveare. Le altre femmine, dette ''operaie'', eseguono tutti i lavori necessari per la sopravvivenza della comunità: cura delle larve e della regina, costruzione e riparazione dell'alveare, raccolta di nettare e polline (api ''bottinatrici''), produzione di miele, cera e pappa reale, difesa. La regina, più grossa, ha anche una vita più lunga di quella delle operaie (alcuni anni anziché pochi mesi). La sua unica occupazione è la deposizione delle uova e nei bombi la fondazione del nido. Essa produce un feromone che inibisce lo sviluppo degli organi riproduttori delle operaie. In caso di morte della regina, e se non esistono uova con età inferiore a tre giorni, una delle operaie sviluppa gli organi riproduttori e tenta di sostituire la regina anche se da lei nasceranno solo fuchi perché non è stata fecondata. Per quasi tutto l'anno, la regina depone uova da cui si ottengono operaie. Nella stagione adatta, alcune uova di sesso femminile sono poste in celle più grandi, le celle reali, e le larve che ne nascono sono nutrite con pappa reale. Nel frattempo vengono deposte uova che produrranno i maschi, le cui larve si sviluppano in celle apposite. La regina che sfarfalla per prima uccide le larve "concorrenti" e prende il posto della vecchia regina. Quest'ultima, con parte delle operaie, sciama per costruire un nuovo alveare. La nuova regina esegue il volo nuziale, con i maschi con cui si accoppia. Essa accumula gli spermatozoi in un organo apposito, che li mantiene vitali e le permette di fecondare le uova che man mano produce nel corso della sua vita. I maschi vengono abbandonati. Le api sono insetti evoluti, olometaboli e con appendici specializzate, come il pungiglione addominale. Hanno un comportamento complesso, in cui spicca la danza con la quale un'ape bottinatrice comunica alle compagne direzione e distanza di una fonte di cibo che ha trovato. === Formiche === Altri insetti sociali molto noti sono le formiche. La loro organizzazione è simile a quella delle api. Le formiche sono onnivore. Le operaie sono prive di ali, e anche la regina se le strappa dopo il volo nuziale. Vi sono specie di formiche che coltivano funghi nei formicai, altre che accudiscono piccoli insetti, gli afidi, per ricavarne una secrezione zuccherina che "mungono". Vi sono pure formiche schiaviste che rapiscono larve di altre specie di formiche e utilizzano come operaie gli adulti che si sviluppano da esse. === Termiti === Sono abbastanza note anche le termiti, che si nutrono di legno e costruiscono nidi con la consistenza del cemento. Viene chiamato selezione naturale il processo, determinato dall'ambiente, per cui individui con caratteristiche diverse hanno un diverso successo riproduttivo. In questo modo, le caratteristiche ereditarie favorite dalla selezione naturale si conservano o, se inizialmente rare, divengono sempre più comuni nella popolazione. Se effettivamente la selezione naturale ha un ruolo essenziale nell'evoluzione, si deve aspettare che proprietà importanti delle specie viventi, o di gruppi di livello superiore, siano spiegabili come adattamenti che aumentano il successo riproduttivo di chi le possiede, o almeno che non siano dannose in questo senso. Gli insetti sociali mostrano una caratteristica che, di primo acchito, sembra incompatibile con il ragionamento precedente. Infatti, le femmine sono predisposte a "rinunciare" alla riproduzione se si sviluppano in celle normali e sono esposte al feromone della regina. Tale caratteristica ereditaria porta, nella stragrande maggioranza dei casi, ad un successo riproduttivo nullo. Sappiamo inoltre che gli insetti sociali discendono da specie solitarie, in cui ogni individuo sviluppa una sua capacità riproduttiva. Lo sviluppo di tali comportamenti sociali rispecchia un caso particolarmente eclatante di ''altruismo'', ossia di comportamento che riduce il successo riproduttivo di chi li mette in atto, a vantaggio di cospecifici. In effetti un organismo, tranne che nel caso della riproduzione asessuale, non produce individui identici a sé. La forma più frequente di riproduzione sessuale, quella anfigonica, implica che ognuno dei genitori dia ad ogni figlio metà dei propri geni. Il nuovo nato riceve metà del proprio patrimonio ereditario dal padre e metà dalla madre. Ogni figlio fornisce continuità a metà del patrimonio ereditario del genitore. Queste caratteristiche dell'individuo che si è riprodotto, nelle generazioni successive si rimescolano e si diluiscono nella popolazione, quelli che mantengono continuità, salvo mutazioni, sono i geni. Un organismo non è però l'unico possessore dei suoi geni: quelli che ha ricevuto dai genitori saranno stati dati in parte anche a fratelli e sorelle. In media, due fratelli hanno 1/2 dei geni in comune, proprio come genitore e figlio. Tra zio e nipote i geni in comune saranno 1/4, tra cugini 1/8 etc. Ne consegue che, dal punto di vista della sopravvivenza dei geni, avere un figlio o un fratello è esattamente la stessa cosa, avere due nipoti è lo stesso che avere un figlio, e così via. La rinuncia a prolificare, per permettere ad uno stretto consanguineo di avere molti discendenti, è quindi una "strategia" premiata dalla selezione naturale se la quantità di propri geni che un individuo trasmette "indirettamente" è maggiore di quella che trasmetterebbe riproducendosi da sé. Nel caso delle api, la regina che si riproduce è madre o sorella delle operaie che la aiutano, e produce molti più discendenti di quanti potrebbe produrne un'ape solitaria. Occorre anche considerare che tutti gli insetti sociali, ad eccezione delle termiti, appartengono all'ordine degli Imenotteri. In tale gruppo, i maschi vengono prodotti per partenogenesi da uova non fecondate. Come risultato, i maschi sono aploidi, e producono spermatozoi che contengono tutti i loro geni, e sono quindi tutti uguali tra loro (questo comportamento, comune solo a imenotteri e pochi altri insetti, si chiama aplodiploide). . Nel caso delle termiti, che non sono aplodiploidi, il ragionamento è diverso: all'interno di una colonia re e regina sono solitamente fratello e sorella. Infatti, quando uno o entrambi i membri della famiglia reale muoiono, il loro ruolo viene preso da due ''operaie'' (sia maschi che femmine, al contrario degli imenotteri). In questo caso, soprattutto nei nidi più vecchi, il livello di parentela fra due qualsiasi operaie può arrivare al 100% dei geni. Ancora una volta, è più vantaggioso accudire fratelli che figli.
Ipparco di Nicea
Tra i più grandi astronomi dell'antichità, nessuna delle sue opere, almeno quattordici, si è conservata, eccetto un commentario su un poema di argomento astronomico di Arato di Soli.
Poche notizie sulla vita e le opere di Ipparco sono note e la maggior parte di esse provengono dall''Almagesto'' di Tolomeo (II secolo), da riferimenti minori in Pappo e Teone (IV secolo) nei loro rispettivi commentari all''Almagesto'', nella ''Naturalis historia'' di Plinio il Vecchio e nella ''Geografia'' di Strabone. Ipparco nacque a Nicea (l'odierna İznik in Bitinia, Turchia), un centro culturale dove probabilmente ricevette l'istruzione di base; probabilmente in giovane età si spostò a Rodi, dove successivamente compì la maggior parte delle osservazioni astronomiche. Tolomeo gli attribuisce osservazioni dal 147 a.C. al 127 a.C.; anche osservazioni più antiche, a partire dal 162 a.C., possono essere attribuite a lui. La data della sua nascita (190 a.C. circa) è stata calcolata da Delambre proprio in base al lavoro di Ipparco. Allo stesso modo, dall'esistenza di pubblicazioni sulle analisi delle sue ultime osservazioni si suppone che Ipparco deve essere vissuto oltre il 127 a.C. Per il suo lavoro sappiamo anche che ottenne informazioni da Alessandria e dalla Babilonia, ma non è noto se e quando ne abbia visitato i luoghi. Non se ne conosce l'aspetto in quanto non esistono suoi ritratti. Sebbene venga raffigurato su monete coniate in suo onore, queste appartengono a un'epoca ben successiva, tra il II e III secolo. Si presume che sia morto nell'isola di Rodi, dove trascorse gran parte della sua vita matura: Tolomeo gli attribuisce infatti osservazioni da Rodi nel periodo che corre tra il 141 e il 127 a.C. Sviluppò accurati modelli per spiegare il moto del Sole e della Luna, servendosi delle osservazioni e delle conoscenze accumulate nei secoli dai Caldei babilonesi, e fu il primo a stimare con precisione la distanza tra la Terra e la Luna. Grazie alle sue teorie sui moti del Sole e della Luna e alle sue nozioni di trigonometria, della quale è ritenuto il fondatore, è stato probabilmente il primo a sviluppare un affidabile metodo per la previsione delle eclissi solari e lunari. Il suo operato include la scoperta della precessione degli equinozi, la compilazione di un celebre catalogo stellare e, probabilmente, l'invenzione dell'astrolabio. Fu proprio l'osservazione delle discordanze tra il proprio catalogo e quello compilato da Timocari e Aristillo nel 290 a.C. a fornirgli l'indizio che lo condusse alla scoperta del fenomeno precessivo dell'asse terrestre. Grazie all'osservazione di una stella che vide nascere, probabilmente una nova nella costellazione dello Scorpione, avanzò l'ipotesi, ardita per l'epoca, che le stelle non fossero fisse, ma in movimento. Alcune testimonianze antiche riferiscono un suo interesse per l'astrologia, in particolare per l'astrologia geografica, secondo la quale certe zone del globo risentirebbero dell'influsso di determinate costellazioni zodiacali. È inoltre stato il primo a compilare una tavola trigonometrica, che gli permetteva di risolvere qualsiasi triangolo. Ipparco lasciò diverse osservazioni sugli astri e redasse una lista dei suoi lavori principali, in cui menzionava 14 libri, quasi completamente perduti. Forse scrisse anche altre opere sulla meteorologia, sulla matematica e sull'ottica, di cui però non si sono conservati neanche i titoli e che probabilmente ebbero circolazione piuttosto limitata. L'unico suo lavoro pervenuto ai giorni nostri è un commentario in due volumi sul poema didascalico ''Phaenomena'' di Arato di Soli, che a sua volta divulgava l'opera di Eudosso di Cnido, nel quale Ipparco criticava le posizioni e le descrizioni delle stelle e delle costellazioni fornite da Arato e da Eudosso. Il commentario è stato tradotto in latino da padre Petau che lo ha edito nella sua ''Uranologie''. Ipparco è riconosciuto come il padre della scienza astronomica. È spesso citato come il più grande astronomo osservativo greco, e molti lo reputano il principale astronomo dei tempi antichi, sebbene Cicerone desse la sua preferenza ad Aristarco di Samo. Altri destinano questo posto a Tolomeo di Alessandria. === Il catalogo astrale === Nel suo primo catalogo stellare, perduto, Ipparco inserì circa 850 stelle, registrando per ognuna la posizione attraverso un sistema di coordinate sulla sfera celeste (''climata''), anziché facendo riferimento alla posizione di altre stelle, con la precisione permessa dall'assenza di orologi, di telescopio o di altri strumenti moderni. Ipparco non trascurò di indicare la luminosità degli astri, che utilizzò quale parametro per una classificazione che assegnava ciascuna stella in sei gruppi: la cosiddetta magnitudine stellare. Al primo gruppo appartenevano le stelle di prima grandezza, al secondo gruppo quelle un po' più deboli, e via via fino al sesto gruppo, al quale appartenevano le stelle più deboli visibili in una notte serena senza Luna da un uomo dalla vista perfetta. Questo più che bi-millenario sistema di misurazione della luminosità (magnitudine) degli astri, leggermente modificato nel corso dell'Ottocento, è utilizzato ancora oggi. Oltre che astronomo, Ipparco è stato anche un grande geografo. Strabone, nella sua ''Geografia'', ci testimonia la sua proposta di calcolare le differenze di longitudine con metodi astronomici, misurando le differenze tra i tempi locali di osservazione di una stessa eclissi lunare. Plinio il Vecchio ricorda che Ipparco corresse la misura della circonferenza terrestre proposta da Eratostene, portandola da 252.000 a 278.000 stadi, pari a circa 51.430 km. Secondo quanto riporta Strabone, egli aveva inoltre dedotto l'esistenza di un continente che separava l'oceano Indiano e l'oceano Atlantico, basandosi sulle differenze fra le maree del Mare arabico, studiate da Seleuco di Seleucia, e quelle delle coste atlantiche di Spagna e Francia. Senza bisogno di caravelle, grazie ad una semplice deduzione, Ipparco aveva intuito l'esistenza dell'America. Ipparco aveva anche scritto un trattato sulla gravità, ''Sui corpi spinti in basso dal proprio peso'', sul quale abbiamo qualche informazione da Simplicio. Qualche studioso ha ipotizzato che all'interesse di Ipparco per la gravità non fossero estranei i suoi interessi astronomici. L''Atlante Farnese'', copia romana di originale ellenistico, conservato al Museo archeologico di Napoli. Non tutto il catalogo stellare di Ipparco sembrerebbe perduto. Lo ha proposto, il 10 gennaio 2005, Bradley E. Schaefer, astrofisico della ''Louisiana State University'' a Baton Rouge in un convegno dell''American Astronomical Society'' tenutosi a San Diego in California. Seguendo un'ipotesi già proposta nel 1898 da Georg Thiele, ha rilevato le configurazioni delle costellazioni presenti in rilievo sul globo dell'Atlante Farnese (copia romana del II secolo, da un originale greco) conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Ha poi ricostruito la posizione occupata dalle costellazioni nel cielo osservato da Ipparco, all'incirca nel 129 a.C. Il risultato ha evidenziato un'ottima coincidenza tra le previsioni astronomiche moderne e le posizioni rilevate dall'Atlante Farnese, che lo hanno indotto a individuare nel famoso e perduto catalogo di Ipparco la fonte a cui aveva attinto lo scultore dell'epoca. Le teorie di Schaefer sono state aspramente criticate da altri esperti. Si tratterebbe di un'altra prova indiretta dell'esistenza del catalogo. La prima era stata fornita dallo stesso Schaefer, che aveva dimostrato l'incorporazione, nell'Almagesto, di una parte del catalogo di Ipparco. In questo modo le discrepanze in esso riscontrabili, circa la posizione di alcune stelle, diventavano facilmente spiegabili spostando il punto di osservazione a Rodi.
Il caso Mattei
'''''Il caso Mattei''''' è un film del 1972, diretto da Francesco Rosi e dedicato alla figura di Enrico Mattei, presidente dell'ENI, morto in un attentato aereo il 27 ottobre 1962. Ha vinto il Grand Prix per il miglior film al 25º Festival di Cannes ex aequo con ''La classe operaia va in paradiso'' di Elio Petri. Nello stesso festival Gian Maria Volonté, protagonista di entrambi i film, ebbe una menzione speciale. Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare. Nonostante ciò, il film non è mai stato distribuito in DVD.
Il film inizia dopo la morte di Enrico Mattei, precipitato con il suo aereo nella campagna di Bascapè, presso Pavia, durante il ritorno da un viaggio in Sicilia, precisamente a Gagliano Castelferrato, in circostanze mai del tutto chiarite, con la rievocazione del periodo trascorso alla guida dell'AGIP e dell'ENI. Nominato nel 1945 commissario straordinario dell'AGIP, con il difficile compito di liquidarla svendendola a privati o grandi compagnie, Mattei contravviene alla disposizione, mantiene abilmente la società in vita e addirittura la rafforza, evitando in questo modo la vendita. Grazie alla scoperta di giacimenti di idrocarburi nel biennio 1946-1948 la rete dell'Agip riesce ad ergersi come una grande compagnia europea. Mattei, spregiudicato ma geniale, cerca di dimostrare che può esistere un'efficiente industria italiana degli idrocarburi e, a tale scopo, decide di offrire, ai paesi arabi e africani produttori di greggio, condizioni di sfruttamento delle loro risorse più vantaggiose di quelle proposte dai rappresentanti dei giganteschi ''trust'' anglo-americani del petrolio, le cosiddette sette sorelle, inimicandoseli mortalmente. Gli interessi petroliferi stranieri, sfruttando le connivenze con i servizi segreti italiani, riusciranno a eliminare Mattei con un attentato dinamitardo camuffato da incidente aereo. Unendo la cronaca alla ricostruzione documentaria, Francesco Rosi elabora in questo film un'articolata strategia narrativa, intrecciando le informazioni provenienti dalle diverse fonti e accostando vari punti di vista, dall'intervista, all'inchiesta, al reportage televisivo, senza rinunciare a intervenire direttamente, mettendosi in scena, ponendo quesiti e sollecitando risposte. ''Il caso Mattei'' è un giallo politico che esce dalle convenzioni, attraendo sia per la composizione narrativa a mosaico, sia per il ritmo serrato del racconto, che vaglia di volta in volta le diverse ipotesi sulla morte di Mattei senza però avvalorarne alcuna. Le rotture improvvise del filo conduttore, le accelerazioni, gli inserti documentari, le apparizioni dello stesso Rosi, unite alle divagazioni sulla vita del primo presidente dell'Eni, fanno del ''Caso Mattei'' uno dei migliori film-inchiesta del cinema italiano e uno dei più personali del regista. * Festival di Cannes 1972 ** Grand Prix e menzione speciale a Gian Maria Volonté * Negli ultimi giorni del luglio del 1970 il regista contattò il giornalista de ''L'Ora'' Mauro De Mauro per ricostruire le ultime ore di vita vissute di Mattei a Gagliano, nell'ennese. L'intento del regista Rosi era di ottenere piccoli particolari da inserire nella sceneggiatura. De Mauro, allettato dall'importanza del compito assegnatogli e dal buon compenso promessogli dalla Vides, iniziò immediatamente le sue ricerche. Andò a Gagliano dove grazie al signor Puleo, gestore del locale cinema, riuscì a procurarsi il nastro con l'ultimo discorso fatto dal Mattei; chiese colloqui anche con Graziano Verzotto, uomo politico e amministratore dell'Ente Minerario Siciliano (da molti indicato come molto vicino alla cosca di Giuseppe Di Cristina) e con Vito Guarrasi, personaggio molto ambiguo vicino tanto ad Amintore Fanfani quanto ai Servizi Segreti Statunitensi. Il 16 settembre del 1970 De Mauro venne sequestrato proprio sotto casa sua in viale delle Magnolie a Palermo e non fu mai più ritrovato. *Nel cast del film figura anche il giornalista Furio Colombo nella parte del giovane assistente di Mattei.
Il grande cocomero (film)
'''''Il grande cocomero''''' è un film del 1993 diretto da Francesca Archibugi. Il film è ispirato all'esperienza di Marco Lombardo Radice, neuropsichiatra sperimentatore di terapie innovative nella cura dei disturbi psichici dei minori, del quale la Archibugi ricostruisce le strategie e i percorsi terapeutici fuori dagli schemi, basati soprattutto sul paziente ascolto delle necessità dei bambini e sulla compensazione delle loro carenze affettive. Fu presentato nella sezione Un Certain Regard del 46º Festival di Cannes.
Policlinico Umberto I di Roma: Valentina, una dodicenne soprannominata "Pippi", figlia di Cinzia e Marcello Diotallevi (coppia benestante ma senza ideali, forse ancora insieme solo per la figlia), in seguito ad un attacco di epilessia viene ricoverata nel reparto di neuropsichiatria infantile. Un giovane psichiatra, Arturo (appena uscito da una crisi coniugale che sta sforzandosi di esorcizzare) sebbene sia convinto che il caso sia piuttosto di natura psicologica che neurologica (a cui la famiglia non è estranea), accoglie la ragazza nel suo reparto, preso da interesse per la sua situazione. Pippi rivela subito un carattere scontroso e provocatorio; il rapporto con i genitori risulta difficile, per cui Arturo si propone di tentare con lei una relazione analitica, studiandone attentamente le reazioni per riportarla alla normalità. Nell'ambiente familiare, superficiale e contraddittorio, Pippi non trova né sicurezza, né affetto e viene lasciata sola a se stessa, mentre il reparto diventerà la sua nuova casa, nonostante i non pochi problemi. Malgrado le gravi carenze strutturali e organizzative dell'ospedale e l'insufficienza di personale preparato, la giovane epilettica trova interessi e affetto nel medico terapista Arturo, al quale si apre pian piano con crescente fiducia. I giochi tra ragazzi, le confidenze e le attenzioni che avrà verso Marinella, una bambina cerebrolesa a cui dedica il proprio tempo la faranno migliorare un tantino, ma sarà proprio la morte inquietante della bambina a scatenare il rifiuto di Pippi nei confronti di Arturo e a indurla a un'autocrisi epilettica di protesta, che fornirà allo psichiatra la chiave di lettura per un appropriato intervento... sarà la molla che condurrà la giovane Pippi verso la guarigione, verso la scoperta de "il grande cocomero", di un futuro migliore tanto sognato anche dal protagonista del noto fumetto ''Peanuts''. *1993 - '''David di Donatello''' **''Miglior film'' a Francesca Archibugi **''Miglior sceneggiatura'' a Francesca Archibugi **''Migliore attore protagonista'' a Sergio Castellitto **''Nomination Miglior regista'' a Francesca Archibugi **''Nomination Miglior produttore'' a Fulvio Lucisano, Leo Pescarolo e Guido De Laurentiis **''Nomination Migliore attrice non protagonista'' a Alessia Fugardi **''Nomination Miglior sonoro'' a Alessandro Zanon *1994 - '''Nastro d'argento''' **''Miglior soggetto originale'' a Francesca Archibugi **''Miglior sceneggiatura'' a Francesca Archibugi **''Migliore produttore'' a Fulvio Lucisano, Leo Pescarolo e Guido De Laurentiis **''Nomination Regista del miglior film'' a Francesca Archibugi **''Nomination Migliore attore protagonista'' a Sergio Castellitto **''Nomination Migliore attrice protagonista'' a Alessia Fugardi *1993 - '''Globo d'oro''' **''Miglior attore'' a Sergio Castellitto *1993 - '''Ciak d'oro''' **''Migliore attore protagonista'' a Sergio Castellitto **''Migliore attrice non protagonista'' a Laura Betti
Idrogeno
L'''idrogeno''' è il primo elemento chimico della tavola periodica e il più leggero. È l'elemento più abbondante dell'universo osservabile e il suo isotopo più comune, il prozio, consiste di un protone, che forma il nucleo, e di un elettrone. Essendo l'atomo più semplice, è stato studiato in maniera approfondita dalla meccanica quantistica. Allo stato libero, a pressione atmosferica e temperatura ambiente , si trova sotto forma di gas biatomico avente formula H2, incolore, inodore, insapore e altamente infiammabile, con un punto di ebollizione di 20,27 K e un punto di fusione di 14,02 K. Allo stato legato è presente nell'acqua e in tutti i composti organici e organismi viventi; inoltre è occluso in alcune rocce, come il granito, e forma composti con la maggior parte degli elementi, spesso anche per sintesi diretta. È il principale costituente delle stelle, dove è presente nello stato di plasma e rappresenta il combustibile delle reazioni termonucleari, mentre sulla Terra è scarsamente presente allo stato libero e molecolare e deve quindi essere prodotto per i suoi vari usi; in particolare è usato nella produzione di ammoniaca, nell'idrogenazione degli oli vegetali, in aeronautica , come combustibile alternativo e più di recente come riserva di energia nelle pile a combustibile.
L'idrogeno biatomico gassoso H2 fu descritto formalmente per la prima volta da Theophrastus Von Hohenheim (conosciuto con il nome di Paracelso, 1493-1541), che lo ottenne artificialmente mescolando metalli con acidi forti. Paracelso non si rese conto che il gas infiammabile ottenuto in queste reazioni chimiche era costituito da un nuovo elemento chimico, chiamato in seguito idrogeno. Nel 1671, Robert Boyle riscoprì e descrisse la reazione che avveniva quando si mescolavano limatura di ferro e acidi diluiti, e che generava H2. Apparato ideato da Cavendish per la produzione di idrogeno in laboratorio (''Philosophical Transactions'', 1766). Nel 1766, Henry Cavendish fu il primo a riconoscere l'idrogeno molecolare gassoso H2 come una sostanza discreta, identificando il gas prodotto nella reazione metallo-acido come "aria infiammabile" e scoprendo che la combustione del gas generava acqua. Cavendish utilizzava in questi esperimenti acidi e mercurio e giunse erroneamente alla conclusione che il diidrogeno fosse una sostanza liberata dal mercurio e non dall'acido, ma fu capace di descrivere con precisione molte proprietà fondamentali dell'idrogeno e del diidrogeno. Tradizionalmente, si considera Cavendish come lo scopritore dell'idrogeno. Nel 1783, Antoine Lavoisier assegnò all'elemento il nome di "idrogeno" (in francese ''Hydrogène'', dal greco ὕδωρ, ὕδᾰτος, "acqua" e γένος-ου, "generatore") quando provò (insieme a Laplace) la scoperta di Cavendish che la combustione dell'idrogeno generava acqua. === Primi utilizzi === Uno dei primi usi che si fece dell'idrogeno fu come gas di riempimento per aerostati e successivamente per altri tipi di aeronavi. Famosa è la tragedia del dirigibile Hindenburg, che ebbe luogo nonostante gli ingegneri avessero rivestito la struttura dell'aeronave in modo da non causare scintille, dato che si conosceva l'infiammabilità del gas. Quello fu un caso particolare di impiego, dato che non era disponibile l'elio, gas quasi altrettanto leggero, ma inerte. Al tempo l'idrogeno molecolare si otteneva per la reazione dell'acido solforico con il ferro. Il più comune isotopo dell'idrogeno (prozio) non ha neutroni; ne esistono altri due: il deuterio, con un neutrone, e il trizio (radioattivo), con due neutroni. I due isotopi stabili sono il prozio (1H) e il deuterio (2H, D). L'idrogeno è l'unico elemento a cui si attribuiscono nomi differenti per alcuni dei suoi isotopi. Sono stati di recente osservati anche gli isotopi 4H, 5H e 6H. prozio, deuterio e trizio. Il diidrogeno è una sostanza con formula H2, essendo le sue molecole costituite da due atomi di idrogeno. In condizioni normali si presenta come un gas infiammabile, incolore e inodore. Viene spesso chiamato anch'esso semplicemente ed erroneamente "idrogeno". Per non generare confusione e fraintendimenti, le corrette nomenclature di H2 sono: idrogeno molecolare, idrogeno biatomico, idrogeno diatomico e diidrogeno. Si ottiene in laboratorio mediante reazione di acidi con metalli come lo zinco e, industrialmente, mediante l'elettrolisi dell'acqua, il reforming del gas naturale, la gassificazione di residui della raffinazione del petrolio. Il diidrogeno è impiegato per la produzione dell'ammoniaca, per la desolforazione dei derivati del petrolio, come combustibile alternativo e, di recente, come fonte di energia per le pile a combustibile. === Ortoidrogeno e paraidrogeno === Rappresentazione dell'ortoidrogeno (a sinistra) e del paraidrogeno (a destra). In condizioni normali il diidrogeno è una miscela di due diversi tipi di molecole, che differiscono a seconda che gli spin dei due nuclei atomici siano tra loro paralleli o antiparalleli. Queste due forme sono rispettivamente conosciute come "orto-idrogeno" e "para-idrogeno". In condizioni standard, il rapporto tra ''orto'' e ''para'' è di circa 3 a 1 e la conversione di una forma nell'altra è talmente lenta da non avvenire in assenza di un catalizzatore. Le due forme differiscono a livello energetico, il che provoca piccole differenze nelle loro proprietà fisiche. Ad esempio, i punti di fusione ed ebollizione del paraidrogeno sono all'incirca 0,1 K più bassi dell'ortoidrogeno. L'esistenza di queste due forme pone un inconveniente nella produzione industriale di diidrogeno liquido: quando viene liquefatto, il diidrogeno è generalmente una miscela ''para'':''orto'' circa 25:75; lasciato a sé, nell'arco di un mese la miscela si arricchisce della forma ''para'', che diventa il 90%; questa conversione libera calore che fa evaporare gran parte del diidrogeno, che viene perso. Per ovviare a ciò, la liquefazione del diidrogeno viene condotta in presenza di un catalizzatore a base di ossido di ferro; in questo modo il diidrogeno liquido ottenuto è composto per oltre il 99% dalla forma ''para''. La regione R136 nella NGC 2070 fotografata alla luce visibile, ultravioletta e rossa dal telescopio spaziale Hubble. Il colore rosso è associato alla presenza di idrogeno. L'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo, formando fino al 75% della materia, in base alla massa, e più del 90%, in base al numero di atomi. Questo elemento si trova principalmente nelle stelle e nei giganti gassosi. Relativamente alla sua abbondanza generale, l'idrogeno è molto raro nell'atmosfera terrestre (1 ppm) e praticamente inesistente come H2 sulla superficie e nel sottosuolo. Giove e Saturno sono composti da circa l'80% di idrogeno, il Sole dal 90%. Questo elemento ha un ruolo fondamentale nel fornire energia all'universo, attraverso processi di fusione nucleare. Enormi quantità di energia vengono rilasciate sotto forma di radiazioni elettromagnetiche nel momento in cui avviene la combinazione di due nuclei di idrogeno (deuterio oppure prozio e trizio) in uno di elio. Sottoposte a pressioni eccezionalmente alte, come quelle che si trovano al centro dei giganti gassosi (Giove ad esempio), le molecole perdono la loro identità e l'idrogeno diventa un metallo liquido (idrogeno metallico). Al contrario, in condizioni di pressione estremamente bassa, le molecole di H2 possono subire dissociazione e se sottoposte a radiazione di opportuna frequenza, gli atomi individuali possono sopravvivere per un tempo sufficiente per esser rilevati. Nubi di H2 si formano e sono associate con la nascita delle stelle. Test dello spettro dell'idrogeno Sulla Terra la fonte più comune di questo elemento è l'acqua, che è composta da due atomi di idrogeno e uno di ossigeno (H2O). Altre fonti sono: la maggior parte della materia organica (che comprende tutte le forme di vita conosciute), i combustibili fossili e il gas naturale. Il metano (CH4), che è un sottoprodotto della decomposizione organica, sta diventando una fonte di idrogeno sempre più importante. L'H2 si ottiene in laboratori di chimica e di biologia, spesso come sottoprodotto di altre reazioni; nell'industria si ottiene per deidrogenazione di substrati saturi; in natura è utilizzato come mezzo per espellere equivalenti riduttivi nelle reazioni biochimiche. === Impiego come reagente === Nell'industria chimica e petrolchimica si richiedono grandi quantità di H2. L'applicazione principale dell'H2 avviene nel processo di raffinazione dei combustibili fossili e nella sintesi dell'ammoniaca (processo Haber-Bosch). I processi fondamentali che consumano H2 in un impianto petrolchimico sono l'idrodealchilazione, l'idrodesolforazione e l''idrocraking''. L'H2 è utilizzato anche come agente idrogenante, particolarmente per aumentare il grado di saturazione dei grassi e degli oli insaturi (per ottenere prodotti come la margarina), e per la produzione del metanolo. Viene utilizzato anche nella sintesi dell'acido cloridrico e per realizzare l'idrogenolisi. === Composti dell'idrogeno === L'idrogeno si combina con la maggior parte degli elementi. Con un'elettronegatività pari a 2,1, forma composti dove può essere la componente più non-metallica o più metallica. I primi vengono chiamati idruri, nei quali l'idrogeno esiste o come ione H− o insinuandosi nel reticolo cristallino dei metalli dando luogo a quelli che vengono chiamati idruri interstiziali (come nell'idruro di palladio). Nel secondo caso l'idrogeno tende a essere covalente, in quanto lo ione H+ non è altro che un semplice nucleo e ha una forte tendenza ad attirare elettroni. Il diidrogeno H2 si combina con il diossigeno O2 formando acqua (H2O) liberando molta energia in questo processo (si ha un calore di reazione pari a circa ). L'ossido di deuterio è meglio noto come acqua pesante. L'idrogeno forma un vasto numero di composti con il carbonio. A causa della loro associazione con gli esseri viventi, questi composti sono chiamati "organici", e gli studi relativi alle loro proprietà formano la chimica organica. === L'idrogeno come vettore energetico === Dall'immagine si nota la differenza tra la fiamma del diidrogeno premescolato al diossigeno in rapporto stechiometrico (gas di brown, quasi invisibile nei motori della navetta) e la fiamma dovuta alla combustione di perclorato d'ammonio e nanoparticelle d'alluminio (boosters laterali). Si parla molto dell'idrogeno come possibile fonte di energia per l'autotrazione. L'uso del H2 avrebbe il vantaggio di utilizzare le fonti fossili per ottenere direttamente il gas (a partire dal metano, per esempio). L'H2 usato poi come combustibile nei mezzi di trasporto, reagendo con O2, produrrebbe come unico prodotto di scarto l'acqua, eliminando completamente le emissioni di CO2 e i problemi climatico-ambientali a esse associate. Utilizzare il diidrogeno come combustibile presenta diversi vantaggi. Brucia all'aria quando la sua concentrazione è compresa tra il 4 e il 75% del suo volume, mentre il gas naturale brucia a concentrazioni comprese tra il 5,4 e il 15%. La temperatura di combustione spontanea è di 585 °C, mentre quella del gas naturale è di 540 °C. Il gas naturale esplode a concentrazioni comprese tra il 6,3 e il 14%, mentre il diidrogeno richiede concentrazioni dal 13 al 64%. L'unico svantaggio sarebbe nella densità di energia del diidrogeno liquido o gassoso (a pressione utilizzabile) che è significativamente inferiore rispetto ai tradizionali combustibili e quindi necessita di essere compresso a pressioni più elevate in fase di stoccaggio. Prototipo di veicolo alimentato a idrogeno. Stante l'attuale sviluppo tecnologico, l'idrogeno può essere effettivamente utilizzato a fini energetici come combustibile nei motori a combustione interna utilizzati su alcuni prototipi di auto. Le pile a combustibile, attualmente in via di sviluppo, sono poi un modo alternativo per ottenere energia sotto forma di elettricità dall'ossidazione dell'idrogeno senza passare dalla combustione diretta ottenendo una maggiore efficienza in un futuro in cui la produzione di idrogeno potrebbe avvenire da fonti rinnovabili e non più combustibili fossili. Secondo i sostenitori della cosiddetta ''economia all'idrogeno'' queste due tecnologie a idrogeno, oltre a risolvere il problema energetico, sarebbero quindi anche in grado di offrire un'alternativa pulita agli attuali motori a combustione interna alimentati da fonti fossili. Il problema vero, sollevato da più parti, è però a monte: l'idrogeno atomico e molecolare è assai scarso in natura ovvero l'elemento in sé si trova combinato assieme ad altri elementi in vari composti sulla crosta terrestre; esso dunque non è una fonte primaria di energia come lo sono gas naturale, petrolio e carbone, in quanto deve essere prodotto artificialmente spendendo energia a partire da fonti energetiche primarie. Esso sarebbe quindi impiegabile unicamente come vettore energetico cioè come mezzo per immagazzinare e trasportare l'energia disponibile ove occorra, mentre il ciclo di produzione/utilizzo sarebbe comunque inefficiente dal punto di vista termodinamico poiché la sua produzione richiederebbe in genere un'energia maggiore di quella che poi si renderebbe disponibile attraverso la sua 'combustione'. La molecola d'acqua è infatti più stabile e quindi meno energetica del diossigeno O2 e del diidrogeno H2 separati e segue la legge secondo la quale i processi "naturali" portano un sistema da un'energia più alta a una più bassa tramite una trasformazione. Per le leggi della termodinamica l'estrazione di idrogeno dall'acqua non può avvenire dunque come reazione inversa a costo zero, cioè senza spendere lavoro. Qualsiasi metodo di estrazione comporta quindi un costo che è pari all'energia liberata successivamente dalla combustione dell'idrogeno sotto forma di diidrogeno se a tal fine si utilizza l'esatto processo inverso, e in realtà in tal caso anche maggiore perché non esiste alcuna macchina con rendimento pari al 100% durante il processo di estrazione. In altri termini la produzione di idrogeno sotto forma di diidrogeno attraverso il metodo più semplice, ovvero l'elettrolisi dell'acqua, e il successivo utilizzo dell'idrogeno sotto forma di diidrogeno nella reazione inversa con O2 nelle pile a combustibile non solo non porta ad alcun guadagno energetico, ma anzi, per quanto detto sopra, il guadagno netto energetico sarebbe negativo cioè ci sarebbe una perdita dovuta alle dissipazioni in calore. L'unico modo di usare in maniera efficiente l'idrogeno come fonte di energia sarebbe ottenerlo come bioidrogeno a spese di alghe e batteri. Attualmente il diidrogeno ottenuto da fonti solari, biologiche o elettriche ha un costo di produzione, in termini energetici, molto più elevato di quello della sua combustione per ottenere energia. H2 può essere ottenuto con un guadagno netto di energia a partire da fonti fossili, come il metano (le reazioni di sintesi sono infatti diverse da quelle di combustione), però si tratta di fonti energetiche non rinnovabili cioè destinate comunque a esaurirsi nel tempo e in più con emissioni dirette di CO2. Infine i costi per la realizzazione delle infrastrutture necessarie per effettuare una completa conversione a un'economia dell'idrogeno sarebbero sostanzialmente elevati. Un altro modo in cui l'idrogeno potrebbe venire utilizzato efficacemente come fonte di energia, a prescindere da qualunque processo di produzione, è quello della fusione nucleare ovvero in un impianto termonucleare con un ipotetico reattore nucleare a fusione alimentato da deuterio o trizio, una tecnologia che attualmente è ancora in via di sviluppo nel reattore sperimentale ITER e che potenzialmente potrebbe risolvere i problemi energetici mondiali poiché in tale reazione nucleare piccole quantità di idrogeno producono enormi quantità di energia: l'energia del Sole proviene infatti dalla fusione nucleare dell'idrogeno; si tratta tuttavia di un processo tecnologicamente complicato da gestire sulla Terra e tuttora oggetto di intensa ricerca. Attualmente, ricapitolando, esistono quattro forme di utilizzazione dell'idrogeno per la produzione di energia: * Combinando chimicamente H2 con O2 dell'aria attraverso bruciatori convenzionali e con processi catalitici, come avviene nei motori a combustione interna, permettendo anche un'ampia applicazione nell'ambito domestico. * Combinando elettrochimicamente H2 con O2 senza la generazione di fiamme per produrre direttamente elettricità in un reattore conosciuto con il nome di cella (o pila) a combustibile. * Unendo i nuclei di idrogeno in un reattore denominato ''Tokamak'', durante il processo conosciuto con il nome di fusione nucleare. * Combinando chimicamente H2 con O2 in un mezzo acquoso in una caldaia non convenzionale per produrre vapore motrice, nel ciclo conosciuto come ''Chan K'iin''. Altri problemi rilevanti che si hanno con H2 sono il suo stoccaggio e il trasporto. Il trasporto può avvenire in bombole di gas compresso, liquefatto oppure attraverso reti dedicate come avviene attualmente per il metano. Si può avere stoccaggio sotto pressione in bombole da fino a 700 bar (ancora in via di omologazione) in forma liquida richiede invece temperature di −253 °C in bombole perfettamente isolate. Un'altra forma di stoccaggio consiste nella reazione chimica reversibile con diverse sostanze formando idruri metallici, oppure allo stato liquido sotto forma di ammoniaca NH3 alla temperatura di −33,4 °C. === Altri impieghi === Sonda meteorologica riempita con diidrogeno. * Nelle saldature e come agente riducente dei minerali metallici. * Nella propulsione aeronautica e spaziale come combustibile per razzi e vettori spaziali (allo stato liquido). * Come refrigerante nei generatori delle centrali elettriche, visto che è il gas che ha la maggiore conduttività termica. * L'idrogeno liquido è usato nella ricerca criogenica, che comprende gli studi sulla superconduttività. * La temperatura di equilibrio del punto triplo dell'idrogeno è un punto fisso definito nella scala delle temperature ITS-90. * Lo spin della molecola di idrogeno può essere allineato omogeneamente mediante onde di radiofrequenza. Questa proprietà è la base per la risonanza magnetica nucleare, attraverso un dispositivo radiografico in grado di ottenere immagini e di raccogliere informazioni in funzione della differente velocità di recupero dello spin originale delle molecole di idrogeno (presenti nell'acqua) nei tessuti di un essere vivente. * Il deuterio è usato nelle applicazioni nucleari come moderatore per rallentare i neutroni; i composti di deuterio sono usati in chimica e biologia, soprattutto nelle ricerche nel campo degli effetti isotopici. * Il trizio (3H) viene prodotto nei reattori nucleari ed è impiegato nella produzione delle bombe a idrogeno, come radiomarcatore nelle scienze biologiche e in cinetica chimica, e come fonte di radiazioni nelle vernici luminescenti. * Una conseguenza di solito negativa, ma a volte desiderata, dell'idrogeno è la sua azione infragilizzante sui metalli. Esso, a causa delle sue dimensioni atomiche ridotte, si fissa sugli atomi di ferro all'interno degli spazi interstiziali del reticolo molecolare e contribuisce a ridurre di molto il valore di γs (energia di creazione di un'interfaccia), favorendo la rottura di un pezzo per fatica statica. * Essendo quasi quindici volte più leggero dell'aria, venne impiegato come agente per sollevare palloni aerostatici e dirigibili. Dopo il disastro del 6 maggio 1937 del dirigibile LZ 129 ''Hindenburg'' (riempito di idrogeno), che provocò la morte di 35 passeggeri, l'opinione pubblica si convinse che il gas fosse troppo pericoloso per continuare a usarlo in questo campo. Si preferisce utilizzare elio per il riempimento dei dirigibili (anche se è più pesante dell'idrogeno e quindi fornisce una minore spinta ascensionale), in quanto, a differenza dell'idrogeno, l'elio è un gas inerte e quindi non brucia. L'idrogeno viene comunque ancora usato nei palloni aerostatici e nelle sonde meteorologiche. * Nel 1930 a Verrès in Valle d'Aosta, con l'energia prodotta in eccesso dall'impianto della Società Castel Verrès si realizzò un reparto elettrochimico utilizzando dei convertitori rotanti e una griglia in platino molto resistente alla corrosione, da questo procedimento con la tecnica dell'elettrolisi si otteneva l'idrogeno in uno stato di purezza elevatissima il quale veniva convogliato in un idrogenodotto, attraversava l'intero paese e veniva quindi portato allo stabilimento La Chimica di Verrès, una delle particolarità dell'impianto era proprio l'idrogenodotto, il primo in Italia a trasportare l'idrogeno con una tubazione sotterranea, la produzione era elevatissima e ammontava a al giorno, quest'operazione permetteva la realizzazione di concimi speciali, sorpassando in alcuni anni la produzione della Montecatini. Tutte queste aziende facevano parte del gruppo industriale con sede a Milano Costruzioni Brambilla e a capo del gruppo vi era l'architetto Enrico Brambilla. Le caratteristiche di solubilità e adsorbimento dell'idrogeno con vari metalli sono molto importanti nella metallurgia (alcuni metalli possono essere indeboliti dall'idrogeno) e nello sviluppo di forme sicure di immagazzinamento per un utilizzo come combustibile. L'idrogeno è altamente solubile in molti composti formati da lantanoidi e metalli del blocco d, e può sciogliersi nei metalli cristallini e in quelli amorfi. La solubilità dell'idrogeno nei metalli è influenzata dalle distorsioni locali e dalle impurezze del reticolo cristallino del metallo. === Combustione === Il diidrogeno è un gas altamente infiammabile e brucia in aria, con la quale forma miscele esplosive a concentrazioni dal 4 al 74,5% (parti di diidrogeno su 100 parti d'aria, a pressione atmosferica) e in atmosfera di cloro dal 5 al 95%. Reagisce inoltre violentemente con il cloro e il fluoro. Basta liberare una fuga di H2 a contatto con O2 per innescare una violenta esplosione oppure una fiamma invisibile e pericolosa che produce acqua in gas. Le miscele di diidrogeno detonano molto facilmente a seguito di semplici scintille o, se in alta concentrazione di reagenti, anche solo per mezzo della luce solare in quanto il gas reagisce violentemente e spontaneamente con qualsiasi sostanza ossidante.La temperatura di autoignizione del diidrogeno in aria (21% di O2) è di circa. L'entalpia della combustione del diidrogeno è e la reazione di combustione in aria è la seguente: : 2 H2(g) + O2(g) -> 2 H2O(l) +572 kJ/mol Quando si mescola con il diossigeno in un ampio intervallo di proporzioni, il diidrogeno esplode. All'aria il diidrogeno arde violentemente. Le fiamme di diossigeno e diidrogeno puro sono invisibili all'occhio umano; per questo motivo, è difficile identificare visivamente se una fuga di diidrogeno sta bruciando. Le fiamme visibili nella fotografia dell'incidente al dirigibile Hindenburg sono dovute alla combustione del diidrogeno insieme ai materiali di rivestimento dell'aeronave, che contenevano carbonio e polveri piroforiche di alluminio, così come altri materiali infiammabili. Indipendentemente dalle cause di questo incendio, è chiaro che si produsse l'innesco del diidrogeno, dal momento che in assenza di questo gas il rivestimento di copertura del dirigibile avrebbe impiegato delle ore a bruciare. Altra caratteristica dei fuochi alimentati dal diidrogeno è che le fiamme tendono a salire rapidamente con il gas attraverso l'aria (come si può vedere nella fotografia dell'incidente all'Hindeburg), causando danni minori dei fuochi alimentati da idrocarburi. Infatti i due terzi dei passeggeri del dirigibile sopravvissero all'incendio, e molti morirono per la caduta dall'alto o per l'incendio della benzina. L'H2 reagisce direttamente con altri elementi ossidanti. Può produrre una reazione spontanea e violenta a temperatura ambiente in presenza di cloro o fluoro, con la formazione dei corrispondenti alogenuri di idrogeno: cloruro di idrogeno e fluoruro di idrogeno. === Tossicità dell'acqua pesante === Va distinto il simbolo 2H con quello H2 del gas biatomico. 2H è il deuterio (D), un isotopo stabile dell'idrogeno formato da un protone e un neutrone che può essere utilizzato per arricchire l'acqua, generando acqua pesante (o ''ossido di deuterio'') D2O che ad alte concentrazioni è tossica per molte specie. * All'idrogeno è dedicato uno dei racconti de ''"Il sistema periodico"'' di Primo Levi.
Ittrio
L''''ittrio''' è l'elemento chimico di numero atomico 39 e il suo simbolo è '''Y'''. È un metallo di transizione dall'aspetto argenteo, è comune nei minerali delle terre rare e non si trova mai in natura come elemento libero. L'isotopo 89Y è l'unico isotopo stabile e l'unico che si trova sulla crosta terrestre. Nel 1787 nei pressi di Ytterby in Svezia Carl Axel Arrhenius scoprì un nuovo minerale e lo chiamò ytterbite. Due anni più tardi Johan Gadolin individuò l'ossido di ittrio nel campione di Arrhenius. Nel 1827 l'ittrio elementare è stato isolato da Friedrich Wöhler. Gli usi più importanti dell'ittrio sono i LED e i fosfori, in particolare quelli rossi del tubo a raggi catodici usati un tempo nei televisori. L'ittrio trova impiego anche nella produzione di elettrodi, elettroliti, filtri elettronici, laser, superconduttori, in varie applicazioni mediche e come oligoelemento in vari materiali per migliorarne le proprietà. Non si conosce nessun ruolo biologico dell'ittrio e l'esposizione ai suoi composti può causare malattie polmonari negli esseri umani.
Ittrio L'ittrio è un metallo dall'aspetto argenteo e lucente, relativamente stabile all'aria, possiede una reattività chimica simile a quella dei lantanoidi. Gli sfridi e i trucioli di questo metallo bruciano all'aria quando la loro temperatura supera i . In forma di polvere fine può incendiarsi spontaneamente. Il suo stato di ossidazione tipico è +3. L'ossido di ittrio, noto anche col nome di ittria in ambito mineralogico o ceramico, è il suo composto più importante, impiegato per produrre i fosfori YVO4-Eu e Y2O3-Eu un tempo usati per generare il colore rosso nei tubi catodici dei televisori.Tra gli altri usi si annoverano i seguenti: * l'ossido di ittrio è usato per produrre granati di ittrio e ferro, efficaci filtri di microonde; * i granati a base di ittrio, ferro, alluminio e gadolinio (ad esempio Y3Fe5O12 e Y3Al5O12) hanno interessanti proprietà magnetiche. Il granato di ittrio e ferro è un efficiente trasduttore di energia acustica; il granato di ittrio e alluminio (denominato YAG) ha una durezza di 8,5 ed è usato anche come gemma (diamante sintetico); * piccole quantità di ittrio (tra lo 0,1% e lo 0,2%) sono usate per ridurre la granulometria del cromo, del molibdeno, del titanio e dello zirconio; è anche usato per rinforzare le leghe di alluminio e magnesio; * concorre a rendere stabile su intervalli di temperatura compresi tra 1170 °C e oltre 2370 °C l'ossido di zirconio (zirconia) evitandone le variazioni volumetriche nei * è usato come catalizzatore della polimerizzazione dell'etilene; * il granato di ittrio e alluminio, il fluoruro di ittrio e litio e il vanadato di ittrio sono usati, insieme ad agenti droganti quali il neodimio o l'erbio, nella produzione di laser infrarossi; * viene usato per disossidare il vanadio e altri metalli non ferrosi. * l'isotopo 90Y è utilizzato per radiomarcare microsfere di cristallo o resina utilizzate per la radioembolizzazione in pazienti con HCC (epatocarcinoma) inoperabile. * alcune candele di accensione commerciali per motori a scoppio possiedono elettrodi realizzati con leghe metalliche contenenti piccole quantità di ossido di ittrio, in ragione del suo elevato punto di fusione e della sua elevata conduttività elettrica. Tale accorgimento risulta in una più lenta usura degli elettrodi e di conseguenza un più lento aumento della distanza interelettrodica. L'ittrio è stato preso in considerazione come nodulizzante per ottenere ghisa nodulare, più duttile (la grafite forma noduli compatti invece di fiocchi, noduli che sono inizio di frattura). L'ittrio si può usare in formulazioni di ceramiche e vetri speciali, perché l'ossido di ittrio ha un punto di fusione molto alto e conferisce loro resistenza agli urti e basso coefficiente di espansione termica. L'ittrio (da ''Ytterby'', un villaggio svedese vicino Vaxholm) fu scoperto da Johan Gadolin nel 1794 e isolato da Friedrich Woehler nel 1828 come estratto impuro di ittrite, attraverso la riduzione di cloruro di ittrio anidro (YCl3) con potassio. La ittrite (Y2O3) è l'ossido di ittrio e fu scoperto da Johan Gadolin nel 1794 in un minerale di gadolinite proveniente da Ytterby. Nel 1843 Carl Gustav Mosander fu in grado di dimostrare che le ittriti si potevano dividere negli ossidi (o ''terre'') di tre elementi diversi. "Ittrite" fu il nome usato per il più basico e gli altri vennero chiamati erbite e terbite. Curiosamente molti minerali contenenti terre rare e altri elementi poco diffusi in natura si trovano concentrati in una cava vicino a Ytterby. Oltre all'ittrio, anche l'erbio, il terbio e l'itterbio prendono il nome da questa località svedese. L'ittrio si trova in quasi tutti i minerali delle terre rare e dell'uranio e non viene mai rinvenuto allo stato nativo. Industrialmente viene ottenuto dalla sabbia di monazite, un ortofosfato di lantanoidi che ne contiene circa il 3%, e dalla bastnasite, un carbonato di lantanoidi che ne contiene circa lo 0,2%. Viene ottenuto in vari modi, principalmente per riduzione del fluoruro di ittrio con calcio metallico. È piuttosto difficile separarlo dalle altre terre rare. Una volta isolato, si presenta di solito in forma di polvere grigia. I campioni di rocce lunari prelevati dalle varie missioni Apollo mostrano un contenuto di ittrio relativamente alto. L'ittrio in natura si compone di un solo isotopo, 89Y. I radioisotopi più stabili sono 88Y, con un'emivita di 106,65 giorni e 91Y, la cui emivita è di 58,51 giorni. Tutti gli altri suoi isotopi hanno un tempo di dimezzamento inferiore alle 24 ore, eccezion fatta per 87Y, che si dimezza in 79,8 ore. La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di 89Y è la cattura elettronica cui segue un decadimento beta. Dell'ittrio sono stati identificati altri 26 isotopi instabili. 90Y esiste in equilibrio con il suo isotopo genitore, 90Sr che può essere ottenuto da reazioni nucleari di fissione. Il contatto con composti di questo elemento, da considerarsi pericoloso, è raro per la maggior parte delle persone. I sali di ittrio sono sospetti cancerogeni e, non essendo l'ittrio normalmente trovato nei tessuti umani, l'eventuale ruolo biologico di questo elemento è sconosciuto.
Il grande freddo
'''''Il grande freddo''''' è un film del 1983 diretto da Lawrence Kasdan. È uno spaccato della generazione del Sessantotto e della contestazione giovanile.
Alex Marshall si suicida senza motivo apparente. Dopo il funerale i suoi ex compagni di college si riuniscono nella villa dei vecchi compagni, ora marito e moglie, Harold e Sara. Dopo avere condiviso i sogni e le aspirazioni negli anni Sessanta, gli amici si sono persi di vista per circa quindici anni e si ritrovano all'inizio degli anni Ottanta, cambiati nelle aspirazioni e nelle aspettative. L'incontro è l'occasione per ricordare i sogni della giovinezza e confrontarli con il presente, ristabilire rapporti e crearne di nuovi: Karen, delusa dal proprio matrimonio con Richard, ravviva una vecchia e latente fiamma con Sam, attore fresco di divorzio; Michael, logorroico giornalista scandalistico, tenta senza successo d'offrirsi a tutte le donne disponibili; la giovane Chloe, ragazza di Alex, forse troverà un nuovo amore in Nick, psicologo introverso e segnato dall'esperienza in Vietnam e dalla droga; l'avvocatessa rampante Meg, che desidera un figlio ma non ha un compagno, forse l'avrà da Harold, con la complicità di Sarah, che si sente ancora in colpa per avere tradito il marito cinque anni prima con Alex. * Il suicida, del quale si intravedono solo i polsi tagliati durante la scena iniziale della vestizione del cadavere, è stato interpretato da Kevin Costner, la cui parte (doveva interpretare dei ''flashbacks'') venne tagliata in sede di montaggio. * Il film costituì un trampolino di lancio per le carriere di alcuni degli interpreti: Tom Berenger, Glenn Close, Jeff Goldblum, William Hurt e Kevin Kline. La colonna sonora racchiude alcuni dei grandi successi statunitensi degli anni sessanta, in particolare dell'etichetta soul Motown, ed è stata scelta dal regista e dalla moglie. Nella scena del funerale in chiesa, il brano eseguito all'organo da Karen (il personaggio interpretato da JoBeth Williams), che poi si evolve nell'originale è ''You Can't Always Get What You Want'' dei Rolling Stones; a differenza della versione strumentale, quella del gruppo inglese non è mai stata inclusa ufficialmente nelle varie edizioni della colonna sonora, pubblicate attraverso gli anni. Un altro brano sempre rimasto tralasciato da ogni versione è ''Quicksilver Girl'' della Steve Miller Band. === Tracce === # Marvin Gaye (1968): ''I Heard It through the Grapevine'' (Norman Whitfield, Barrett Strong) – 5:03 # The Temptations (1965): ''My Girl'' (Smokey Robinson, Ronald White) – 2:55 # The Rascals (1966): ''Good Lovin' '' (Rudy Clark, Arthur Resnick) – 2:28 # Smokey Robinson and The Miracles (1965): ''The Tracks of My Tears'' (Robinson, Warren Moore, Marvin Tarplin) – 2:53 # Three Dog Night (1971): ''Joy to the World'' (Hoyt Axton) – 3:24 # The Temptations (1966): ''Ain't Too Proud to Beg'' (Whitfield, Edward Holland Jr.) – 2:31 # Aretha Franklin (1968): ''(You Make Me Feel Like) A Natural Woman'' (Gerry Goffin, Carole King, Jerry Wexler) – 2:41 #Smokey Robinson and The Miracles (1967): ''I Second That Emotion'' (Robinson, Al Clevland) – 2:46 # Procol Harum (1967): ''A Whiter Shade of Pale'' (Keith Reid, Gary Brooker) – 4:03 # The Exciters (1963): ''Tell Him'' (Bert Berns) – 2:29 # Four Tops (1965): ''It's the Same Old Song'' (E. Holland, Lamont Dozier, Brian Holland) – 2:45 # Martha Reeves and The Vandellas (1964): ''Dancing in the Street'' (Marvin Gaye, William "Mickey" Stevenson) – 2:38 # Marvin Gaye (1971): ''What's Going On'' (Gaye, Clevland, Renaldo "Obie" Benson) – 3:52 # The Marvelettes (1964): ''Too Many Fish in the Sea'' (Whitfield, E. Holland) – 2:26 === Tracce Deluxe Edition (1998) === ;Disco 1 # Marvin Gaye - ''I Heard It Through The Grapevine'' (extended version) # The Temptations - ''My Girl'' # The Young Rascals - ''Good Lovin''' # The Miracles - ''The Tracks Of My Tears'' # Three Dog Night - ''Joy To The World'' # The Temptations - ''Ain't Too Proud To Beg'' # Aretha Franklin - ''(You Make Me Feel Like A) Natural Woman'' # Smokey Robinson & The Miracles - ''I Second That Emotion'' # Procol Harum - ''A Whiter Shade Of Pale'' # The Exciters - ''Tell Him'' # Creedence Clearwater Revival - ''Bad Moon Rising'' # Percy Sledge - ''When A Man Loves A Woman'' # The Young Rascals - ''In The Midnight Hour'' # The Spencer Davis Group - ''Gimme Some Lovin''' # The Band - ''The Weight'' # The Beach Boys - ''Wouldn't It Be Nice'' # Bert Kaempfert - ''Strangers In The Night'' # The Rolling Stones - ''You Can't Always Get What You Want'' (church version) # ''J.T. Lancer Theme'' ;Disco 2 # Four Tops - I''t's The Same Old Song'' # Martha & The Vandellas - ''Dancing In The Street'' # Marvin Gaye - ''What's Going On'' # The Marvelettes - ''Too Many Fish In The Sea'' # Marvin Gaye & Tammi Terrell - ''Ain't Nothing Like The Real Thing'' # Jimmy Ruffin - ''What Becomes Of The Brokenhearted'' # Jr. Walker & The All Stars - ''Shotgun'' # Doobie Brothers - ''Take Me In Your Arms (Rock Me A Little While)'' # The Supremes - ''Ask Any Girl'' # Lesley Gore - ''You Don't Own Me'' # Spanky & Our Gang - ''Like To Get To Know You'' # The Mamas And The Papas - ''Monday, Monday'' # Moody Blues - ''Nights In White Satin (The Night)'' # Joe Cocker - ''Feeling Alright'' # Wayne Fontana & The Mindbenders - ''Game Of Love'' # James Brown - ''I Got You (I Feel Good)'' # Blues Magoos - ''(We Ain't Got) Nothing Yet'' # The Zombies - ''Time Of The Season'' # Howard Tate -'' Get It While You Can'' * 1984 - '''Premio Oscar''' ** Nomination ''Miglior film'' a Michael Shamberg ** Nomination ''Miglior attrice non protagonista'' a Glenn Close ** Nomination ''Migliore sceneggiatura originale'' a Lawrence Kasdan e Barbara Benedek * 1984 - '''Golden Globe''' ** Nomination ''Miglior film commedia o musicale'' ** Nomination ''Migliore sceneggiatura'' a Lawrence Kasdan e Barbara Benedek * 1985 - '''Premio BAFTA''' ** Nomination ''Migliore sceneggiatura originale'' a Lawrence Kasdan e Barbara Benedek * 1983 - '''Los Angeles Film Critics Association Award''' ** ''Migliore sceneggiatura'' a Lawrence Kasdan e Barbara Benedek * Alcuni temi e alcune idee del film sono presenti nel film di Gabriele Salvatores ''Marrakech Express''. Ad esempio la riunione degli amici dopo molto tempo, la fidanzata dell'amico che non c'è (come Chloe, con la quale Michael tenta ogni approccio, proprio come fa Ponchia, interpretato da Diego Abatantuono, nel film di Salvatores), un "proto-accenno" alla famosa partita nel deserto (quando tutti giocano a ''football'' e fra loro c'è anche Chloe). * Un altro autore italiano ad aver attinto al film di Kasdan è stato Carlo Verdone con il suo ''Compagni di scuola''. * L'ispirazione a ''Il grande freddo'' è evidente nel film ''Passato prossimo'' di Maria Sole Tognazzi (2003). In quest'opera il riferimento all'opera di Kasdan viene apertamente dichiarato con una battuta in merito alla temperatura non troppo confortevole della villa, descritta da uno dei personaggi come "il grande freddo".
Invertebrata
140px 140px 140px 140px Alcuni invertebrati Il termine '''invertebrati''' fu coniato da Jean-Baptiste de Lamarck per indicare tutti gli animali senza la colonna vertebrale . Sono quindi esclusi i pesci, i rettili, gli anfibi, gli uccelli e i mammiferi.
Il termine è stato usato nella classificazione zoologica con valore di sottoregno del regno Animali quando questo era appunto diviso in invertebrati (che comprendeva anche i protozoi) e vertebrati. Attualmente non ha più valore di classificazione né dal punto di vista filogenetico né da quello fenotipico. Oggi gli invertebrati pluricellulari sono classificati in oltre 56 phyla diversi, dagli organismi molto semplici come le spugne e i vermi piatti (Platelminti) fino agli animali più complessi, come gli artropodi e i molluschi. Gli invertebrati includono il 97% delle specie viventi sulla Terra. La classificazione di Lamarck prevedeva due gruppi distinti: * Insetti * Vermi Gli invertebrati furono i primi animali a evolversi, anche se si ignora come ciò sia esattamente avvenuto. I biologi ritengono che i loro antenati fossero microrganismi unicellulari in grado di nutrirsi, e molti studiosi sostengono che a un certo punto alcuni di questi microrganismi abbiano iniziato un momento che segnò l'inizio della vita pluricellulare. Gli animali primitivi avevano corpi e ci hanno lasciato esigue tracce visibili, sicché i primi segni di vita animale sono di natura indiretta, quali piste o tane fossilizzate, che risalgono a circa 585 milioni di anni fa (Treccani). I primi fossili di invertebrati risalgono al tardo Precambriano. All'inizio dell'era cambriana si verificò un'accelerazione del mutamento evolutivo, nota come "esplosione cambriana". Animali a corpo molle (come le meduse) si aggiunsero ad altri provvisti di gusci e guaine corporee grigie. Le parti dure del corpo si fossilizzano bene, sicché da quel momento in avanti è molto più facile ricostruire l'evoluzione della vita degli invertebrati. Pur tanto lontana nel tempo, l'esplosione cambriana portò alla comparsa di tutti i phyla di invertebrati tutt'oggi esistenti. Gli studi sulle specie viventi mostrano che essi possono essere suddivisi in due gruppi: la linea molluschi-anellidi-artropodi e la linea echinodermi-cordati. Da quest'ultima derivano gli animali dotati di colonna vertebrale. Gli invertebrati, oltre che sprovvisti di colonna vertebrale, sono anche privi di scheletro osseo ma alcuni possiedono un esoscheletro inoltre sono privi di una bocca vera e propria. Da adulti alcuni sembrano piante e trascorrono la vita sempre nel medesimo luogo; altri invece sono immediatamente identificabili come animali perché costantemente in movimento. Gli invertebrati sono il gruppo più diffuso in natura: costituiscono il 97% delle specie esistenti e vivono in qualunque ambiente. Inoltre sono eterotermi, cioè la loro temperatura corporea viene influenzata da quella esterna. Gli invertebrati costituiscono circa il 95% di tutte le specie viventi sulla terra, sono presenti infatti moltissime categorie. Gli animali invertebrati possono però essere divisi in 6 gruppi principali: * Spugne o poriferi, esse si distinguono in 3 tipi a seconda degli elementi scheletrici rigidi detti spicole, possono essere ialosponge e demosponge (con spicole in diossido di silicio idrato) o calciosponge (spicole in carbonio di calcio). I poriferi presentano un piano strutturale asimmetrico caratterizzato da canali acquiferi e da pori da cui entrano l’acqua e i nutrimenti che vengono trattenuti dai coanociti attraverso il processo di filtrazione. La riproduzione è sessuata per produzione di cellule uovo e spermatozoi che vengono trasportati dall’acqua e asessuata per gemmazione e rigenerazione; * Celenterati o cnidari, comprendono meduse, anemoni, coralli e idrozoi. La loro particolarità è la presenza della bocca in continuità con la cavità gastrovascolare (il celenteron). Le meduse hanno un ciclo biologico diviso in 2 stadi, nella fase sessile sono dette polipo e sono ancorate al substrato, mentre nella fase mobile sono definite meduse. La presenza di queste due fasi è dovuta al fatto che il polipo produce la medusa per gemmazione attraverso una riproduzione asessuata, la medusa a sua volta si riproduce sessualmente liberando i gameti e permettendo che l’uovo venga fecondato portando all’origine di una larva ciliata (planula), essa si stabilisce sul fondo divenendo un polipo; * Anellidi, sono vermi segmentati bilateri, fanno parte della categoria dei protostomi (animali in cui, durante la fase di gastrulazione, la cavità del blastoporo forma la bocca). Presentano una segmentazione metamerica caratterizzata da gangli che controllano i vari segmenti. Vivono in luoghi umidi per limitare le perdite di acqua e possono possedere più occhi e più tentacoli; * Molluschi, il corpo è divisibile in massa viscerale contenente gli organi, mantello e piede ovvero la struttura muscolare che ne permette il movimento. Tra essi vi sono i chitoni che possiedono 8 valve calcaree circondate da una cintura, essi sono ancorati alla roccia, i gasteropodi che comprendono le lumache e altri animali di origine marina, i bivalvi i quali hanno 2 valve ed i cefalopodi; * Echinodermi, ovvero le stelle marine ed i ricci di mare, entrambi con una simmetria bilaterale in fase larvale e con una simmetria pentaradiale in fase adulta. Hanno delle piastre interne calcificate che si uniscono a formare il sistema vascolare acquifero composto da canali terminanti con pedicelli; * Artropodi, posseggono appendici e un esoscheletro rigido che fornisce sostegno, di suddividono in quattro gruppi. I chelicerati possiedono le appendici appuntite per afferrare la preda, comprendono 3 cladi (picnogonidi, xisofuri, aracnidi), i miriapodi sono centopiedi e millepiedi dotati di antenne (appendici sensoriali) e mandibole, i crostacei (suddivisi in capo, torace e addome) con antenne e mandibole e gli esapodi (insetti) con 6 zampe, 2 antenne e un meccanismo per gli scambi gassosi con sacchi aerei e canali tubulari (trachee), questi ultimi possono subire una metamorfosi e possono essere pterigoti nel caso posseggono le ali e apterigoti nel caso non abbiano ali e siano saltatori o pesciolini d’argento. Esistono altri gruppi secondari come i nematodi, i platelminti, i placozoi ed altri.
Iodio
Lo '''iodio''' è l'elemento chimico di numero atomico 53 e il suo simbolo è '''I'''. Il nome deriva dal greco antico , ''ioeidēs'', che significa viola o lilla, a causa del colore dei vapori dell'elemento. Fa parte del gruppo degli alogeni. Chimicamente lo iodio è il meno reattivo e il meno elettronegativo degli alogeni dopo l'astato. La forma elementare venne scoperta dal chimico francese Bernard Courtois nel 1811. Il nome è stato scelto due anni dopo da Joseph-Louis Gay-Lussac. Lo iodio si trova in molti stati di ossidazione, tra cui lo ioduro , lo iodato , e i vari anioni periodato. È il meno abbondante degli alogeni stabili, posizionandosi come sessantunesimo elemento più abbondante in natura, tuttavia è l'elemento essenziale più pesante. È un elemento che, in tracce, è coinvolto nel metabolismo di molti esseri viventi, compreso l'uomo. Lo iodio si trova negli ormoni tiroidei. La carenza di iodio colpisce circa due miliardi di persone ed è la principale causa evitabile di disabilità intellettiva. I maggiori produttori odierni di iodio sono il Cile e il Giappone. Lo iodio e suoi composti sono usati principalmente nella nutrizione. Grazie al suo elevato numero atomico e alla facilità di fissaggio a composti organici, trova largo utilizzo in radiologia come mezzo di contrasto non tossico. Data la specificità del suo assorbimento da parte del corpo umano, gli isotopi radioattivi dello iodio possono anche essere utilizzati per trattare il tumore alla tiroide. Lo iodio viene usato anche come catalizzatore nella produzione industriale di acido acetico e di alcuni polimeri. Lo iodio è un antisettico e può anche essere utilizzato in piccoli dosaggi per purificare l'acqua, anche se la pratica è consigliata solo in caso di emergenza, tenendo conto, inoltre, del cattivo sapore che l'acqua assume a seguito del suo impiego.
Lo iodio è un solido scuro, violetto-bluastro, con lucentezza quasi metallica che anche a temperatura ambiente sublima in un vapore violetto dall'odore irritante. Questo alogeno forma composti con numerosi elementi, ma è meno reattivo degli altri alogeni e mostra qualche proprietà semi-metallica. Lo iodio si scioglie facilmente nel cloroformio, nel tetracloruro di carbonio, nel solfuro di carbonio e in generale nei solventi organici non protici formando soluzioni intensamente colorate in violetto. È poco solubile in acqua; con i gel acquosi di amido, la cosiddetta ''salda d'amido'', produce una colorazione blu intensa usata come indicatore nelle titolazioni di ossido-riduzione. Lo iodio, seppur in minime quantità, riveste un ruolo biologico essenziale negli esseri viventi. Gli ormoni prodotti dalla ghiandola tiroide, la tiroxina e la triiodotironina, contengono iodio. Nelle persone il cui apporto di iodio attraverso la dieta è scarso, spesso remote regioni interne dove il consumo di pesce o altri cibi di origine marina è raro, la scarsità di iodio produce l'insorgenza del gozzo. In molte di queste zone viene fatta prevenzione attraverso la diffusione di sale addizionato di piccole quantità di sali di iodio (il ''sale iodato'' e/o ''sale iodurato''). La carenza di iodio è anche tra le cause del ritardo mentale. Tra gli altri usi: * La ''tintura di iodio'' è una soluzione idroalcolica al 3% di triioduro usata come disinfettante per uso esterno e per la disinfezione di acque di superficie (3 gocce per litro, lasciando agire per 30 minuti); * Reattivo di Lugol (o ''soluzione di Lugol''): soluzione di composizione simile alla tintura di iodio; * Lo iodopovidone è un composto di iodio, uno dei migliori disinfettanti oggi disponibili. Sono disponibili in commercio composti a base di iodio per disinfettare l'acqua, anche se ha alcune controindicazioni. Un preparato a base di iodopovidone è previsto dalla legge nella cassetta di pronto soccorso nelle aziende e sui luoghi di lavoro. * I composti dello iodio sono molto utili nella sintesi di composti organici; * Lo ioduro di potassio è impiegato in fotografia * Lo ioduro di potassio è anche usato come profilassi preventiva per le persone esposte alle conseguenze dei disastri nucleari: l'assunzione di ioduro di potassio diminuisce la probabilità che il corpo umano assorba lo iodio radioattivo prodotto dal disastro; durante il 1986 l’URSS, a seguito del Disastro di Černobyl' ne venne distribuito alla popolazione sotto forma di pasticche, al fine di evitare l’assorbimento di Iodio Radioattivo da parte della Tiroide, che potrebbe portare alla formazione di Tumori; * Lo ioduro di tungsteno è usato per stabilizzare i filamenti delle lampadine; * Lo iodio-123 e lo iodio-125, radioattivi gamma emittenti, sono usati come traccianti in medicina. * Lo iodio-131 è usato come radioterapico * Lo iodio è usato come mezzo di contrasto in radiografia e tomografia computerizzata. * Lo iodio gioca un ruolo fondamentale nel determinare la quantità di ossigeno disciolto nelle acque (metodo di Winkler). Lo iodio (dal greco ''ioeidēs'', violetto) fu scoperto da Bernard Courtois nel 1811. Egli era il figlio di un fabbricante di salnitro (nitrato di potassio), un componente essenziale della polvere da sparo. In quel tempo la Francia era in guerra e c'era una grande domanda di polvere da sparo: il nitrato di potassio veniva isolato bruciando le alghe marine spiaggiate sulle coste della Normandia e della Bretagna e lavando la cenere ottenuta con acqua e il residuo veniva poi distrutto aggiungendo acido solforico. Un giorno Courtois aggiunse troppo acido solforico e ne scaturì una densa nuvola di vapore violetto: Courtois notò che il vapore cristallizzava sulle superfici fredde formando cristalli scuri. Ebbe da questo il sospetto che si trattasse di un nuovo elemento, ma non disponeva dei mezzi economici necessari per indagare più a fondo sulle sue osservazioni. Diede quindi dei campioni a due suoi amici, Charles Bernard Desormes (1777-1862) e Nicolas Clément (1779-1841) affinché continuassero le ricerche. Diede anche un po' della sostanza a Joseph Louis Gay-Lussac (1778–1850), un famoso chimico del tempo, e ad André-Marie Ampère (1775-1836). Il 29 novembre 1813 Desormes e Clément resero pubblica la scoperta di Courtois. Essi descrissero la sostanza a un congresso dell'Istituto Imperiale di Francia. Il 6 dicembre Gay-Lussac annunciò che la nuova sostanza era o un elemento o un composto dell'ossigeno. Ampère aveva dato alcuni dei suoi campioni a Humphry Davy (1778-1829), che condusse su questi alcuni esperimenti e ne notò la somiglianza con il cloro. Davy spedì una lettera datata 10 dicembre alla Royal Society a Londra, in cui annunciava di avere identificato un nuovo elemento. Ne scaturì una grossa polemica fra Davy e Gay-Lussac su chi dei due avesse per primo identificato lo iodio, ma alla fine entrambi gli scienziati riconobbero che era stato Bernard Courtois ad avere isolato per primo l'elemento. Lo iodio può essere preparato in forma ultrapura facendo reagire ioduro di potassio con solfato rameico. Esistono anche molti altri metodi per isolare questo elemento. I composti di iodio più comuni sono gli ioduri di sodio e di potassio (KI), e gli iodati (KIO3). I maggiori produttori di iodio nel 2019 Posizione Paese Produzione (tonnellate) 1 20200 2 9100 3 600 4 190 5 40 6 2 NOTA: i dati per gli Stati Uniti non sono stati pubblicati. Esistono 30 isotopi di iodio di cui però soltanto lo 127I, è stabile e presente in natura con un'abbondanza del 100%. Gli altri, con l'eccezione del 129I e del 131I, sono tutti piuttosto difficili da sintetizzare. === Iodio-131 === Il radioisotopo artificiale 131I è un prodotto della fissione di uranio e plutonio. Ha un'emivita di soli 8 giorni e per questo motivo fortemente radioattivo in raggi beta. Decade in 131Xe per emissione di raggi betadecadimento beta meno, in cui un neutrone decade in protone, elettrone e antineutrino. Quindi lo Z atomico passa da 53 (Iodio) a 54 (Xeno) Viene usato in terapia radiometabolica per la cura del cancro e di altre patologie della tiroide (ipertiroidismo) e inoltre, in dosi più piccole, per test diagnostici come la scintigrafia tiroidea o test di captazione. === Iodio-129 === Lo 129I (emivita di 15,7 milioni di anni) è sia un prodotto della spallazione nucleare dei raggi cosmici sullo 129Xe nell'atmosfera terrestre, sia il risultato della fissione di uranio e plutonio. Lo 129I è stato usato negli studi sull'acqua piovana successivi all'incidente nucleare di Černobyl', come tracciante per acque sotterranee e come indicatore di dispersione di rifiuti nell'ambiente naturale. Altre applicazioni possono essere inficiate dalla costante produzione di 129I nella litosfera attraverso una serie di meccanismi di decadimento. In molti aspetti 129I è simile al 36Cl: è un alogeno solubile, relativamente poco reattivo, esiste principalmente come anione non adsorbente ed è prodotto da reazioni nucleari cosmiche, termonucleari e ''in situ''. Negli studi idrologici le concentrazioni di 129I sono spesso espresse in rapporto allo iodio totale che praticamente è tutto 127I. Come avviene per 36Cl/Cl, il rapporto 129I/I in natura è particolarmente piccolo, tra 10−14 e 10−10 con un picco a 10−7 osservato tra gli anni sessanta e settanta dovuto ai test delle armi nucleari delle varie nazioni. 129I differisce da 36Cl per una maggiore emivita (15,7 contro 0,3 milioni di anni), tende facilmente ad accumularsi nei tessuti viventi e compare sotto forma di diversi ioni, principalmente lo ioduro e lo iodato, che hanno diverso comportamento chimico. Un tenore eccessivamente insolito di 129Xe nelle meteoriti è stato dimostrato essere dovuto al decadimento di 129I, primo radionuclide estinto la cui presenza nel sistema solare primordiale è stata così accertata. Il suo decadimento è alla base del sistema di datazione I-Xe, che copre i circa 50 primi milioni di anni di vita del sistema solare. === Iodio-123 === Lo 123I è un isotopo radioattivo utilizzato in medicina nucleare per la marcatura di alcuni radiofarmaci. Risulta particolarmente vantaggioso in particolare per la sua emivita piuttosto bassa (13,2 ore) e per la sua energia di decadimento (decadimento γ a ), che lo rendono piuttosto buono dal punto di vista della radioprotezione del paziente. Inoltre il picco energetico non troppo alto, molto simile a quello del tecnezio-99 metastabile o 99mTc che è l'elemento principe della Medicina Nucleare, rende possibili delle immagini con un buon rapporto segnale/rumore. Lo svantaggio principale di questo isotopo è l'alto costo dovuto sia alla sua produzione sia alla necessità di trasportarlo velocemente (causa bassa emivita) dal sito di produzione al reparto di utilizzo (spesso deve fare viaggi aerei per raggiungere l'ospedale che l'ha richiesto). La produzione dello iodio-123 avviene in reattori nucleari facendo ricorso alle seguenti reazioni: 121Sb(α,2n) 123I, 123Te(p,n) 123I, 122Te(d,n) 123I e 124Te(p,2n) 123I. Può essere utilizzato sotto forma di sodio ioduro nella captazione tiroidea e nell'imaging tiroideo. In altri casi viene legato a radiofarmaci con l'ausilio di chelanti: si usa nella preparazione di MIBG, di Datscan e di IBZM. Il contatto diretto di questo elemento con la pelle può causare lesioni, quindi è necessario maneggiarlo con attenzione. I vapori di iodio sono molto irritanti per gli occhi e per le mucose; la massima concentrazione ammissibile di vapori di iodio in aria non dovrebbe superare (TLV-TWA: esposizione di 8 ore al giorno per un totale di 40 ore settimanali). Sequenze di scintigrafie con iodio-123 (da sinistra) rispettivamente dopo 30 minuti e dopo 6, 20 e 48 ore dall'iniezione endovenosa, una notevole e rapida iodo-concentrazione è evidente nel liquor periencefalico e cerebro-spinale (a sinistra). Un'alta concentrazione del radio-iodio (in bianco) è evidente in organi extra-tiroidei come nella mucosa gastrica dello stomaco, epidermide, ghiandole salivari e nella mucosa orale. Nella mucosa gastrica lo iodio-131 (tempo di dimezzamento di 8 giorni) persiste nelle scintigrafie per più di 72 ore. Nella tiroide, la iodo-concentrazione è più progressiva, come in un serbatoio (dal 1% – dopo 30 minuti – a solamente il 5,8% – dopo 48 ore – della totale dose iniettata nel corpo). L'altissima concentrazione di ioduro della ghiandola mammaria è evidente solo in gravidanza e allattamento. Notevole escrezione di radio-iodio si osserva nelle urine. (Venturi, 2011) Lo iodio è il più pesante elemento chimico ad avere un ruolo biologico ''accertato'' nell'uomo. Tuttavia la quantità totale di iodio (I) nel corpo umano è ancora controversa e, nel 2001, M.T. Hays ha pubblicato su ''Thyroid'' che " è sorprendente che il contenuto totale di iodio nel corpo umano rimanga incerto dopo molti anni di interesse per il metabolismo dello iodio. Solo il contenuto dello iodio nella gliandola tiroidea è stato misurato con precisione mediante scansione fluorescente e la stima di 5-15 mg nella tiroide umana normale è solo ora ben stabilita. Tuttavia metodi simili non sono disponibili per gli altri tessuti e per gli organi extratiroidei. Molti ricercatori hanno riportato diverse quantità di 10-50 mg del contenuto totale di iodio nel corpo umano normale " . Lo iodio pesa per il 65% del peso molecolare della tiroxina (T4) e per il 59% della triiodotironina (T3). Solamente il di iodio sono concentrati nella tiroide e nei relativi ormoni, mentre il 70% dello iodio presente nel corpo umano è distribuito in altri tessuti, inclusi occhi, ghiandole mammarie, mucosa gastrica, cervice uterina, ghiandole salivari e pareti delle arterie. Lo iodio entra direttamente nelle cellule di questi tessuti grazie a un simporto con il sodio (NIS).. Lo iodio e la tiroxina sono fondamentali per la regolazione del metabolismo e della crescita in tutto il regno animale. Negli anfibi, per esempio, la somministrazione di un agente bloccante l'ormonogenesi tiroidea come il propiltiouracile (PTU) può impedire la trasformazione evolutiva del girino acquatico in rana terrestre adulta; al contrario, somministrando tiroxina o iodio in adeguata quantità si attiverà la metamorfosi. Nella metamorfosi degli anfibi la tiroxina e lo iodio esercitano l'apoptosi (morte cellulare programmata) delle cellule delle branchie, della coda e delle pinne dei girini, e questo rappresenta anche un ben studiato modello sperimentale per lo studio dell'apoptosi. Lo iodio ha favorito l'evoluzione delle specie animali terrestri e insieme con gli acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6) che sono entrambe reperibili nel pesce e nei cibi di origine marina, combinati insieme in specifici iodolipidi, hanno probabilmente giocato un ruolo cruciale nell'evoluzione del cervello umano. Iodio e tiroxina stimolano la metamorfosi che trasforma il girino da acquatico e vegetariano in rana terrestre adulta e carnivora e pertanto con migliori capacità neurologiche, visuo-spaziali, olfattive e cognitive necessarie per cacciare, come è tipico degli animali predatori. Lo stesso accade nella neotenia nel caso della salamandra che senza un adeguato apporto di iodio non si trasforma in adulto terrestre, ma può ugualmente riprodursi nella piccola forma larvale e acquatica di axolotl. In questo modo l'axolotl è in grado di sopravvivere allo stato larvale in un ambiente povero di sostanze nutritive === Iodio, tiroxina e apoptosi negli anfibi === Lo iodio e la tiroxina stimolano la spettacolare apoptosi delle cellule larvali delle branchie, della coda e delle pinne dei girini durante la metamorfosi degli anfibi e inoltre stimolano anche l'evoluzione del loro sistema nervoso trasformando il girino acquatico e vegetariano in rana terrestre e carnivora. Infatti la rana anfibia ''Xenopus laevis'' serve come un modello ideale per lo studio del meccanismo dell'apoptosi. La carenza di iodio colpisce circa due miliardi di persone ed è la principale causa evitabile di disabilità intellettiva. Nelle aree del mondo in cui lo iodio è carente nella dieta il volume della tiroide può aumentare notevolmente, una condizione chiamata gozzo endemico. Le donne in gravidanza gravemente carenti di iodio partoriscono bambini con deficit di ormone tiroideo (ipotiroidismo congenito) che si manifesta con ritardi della crescita e dello sviluppo fisici (nanismo) e del cervello detta cretinismo. === Carenza di iodio e rischio di cancro === La carenza di iodio può avere i seguenti effetti: * Cancro della mammella. La ghiandola mammaria concentra fortemente e attivamente lo iodio nel latte materno a beneficio del lattante. La donna iodo-carente può sviluppare un gozzo e iperplasia tiroidea in gravidanza e allattamento, ed è più soggetta a patologia mammaria fibrocistica. Studi scientifici condotti su animali dimostrano che la carenza di iodio, sia connessa alla dieta sia farmacologica, può portare ad atipia mammaria e ad aumento del rischio di cancro mammario. Test di laboratorio hanno dimostrato che l'effetto dello iodio nel tumore al seno è in parte dipendente dalla funzione tiroidea e che lo iodio inibisce l'avanzamento del tumore attraverso la modulazione degli ormoni estrogenici. L'analisi genica di linee cellulari di tumore al seno ormono-sensibile ha mostrato che iodio e composti contenenti iodio alterano l'espressione genica e inibiscono la risposta estrogenica attraverso l''up-regulation'' di proteine coinvolte nel metabolismo degli estrogeni. Non è ancora stata dimostrata da studi clinici la reale utilità della somministrazione di iodio o composti contenenti iodio come terapia aggiuntiva nel trattamento del tumore al seno. * Cancro dello stomaco. Alcuni ricercatori hanno trovato una correlazione epidemiologica tra carenza di iodio, gozzo e cancro gastrico. Dopo implementazione della iodo-profilassi è stata riportata una riduzione della mortalità per cancro gastrico. Il meccanismo d'azione proposto per questa azione è dato dall'azione antiossidante dello iodio nella mucosa gastrica, che può detossificare composti tossici come i ROS e il perossido di idrogeno. * '''Iodolipidi'''. Gli iodolipidi sono lipidi iodati cioè lipidi (spesso acidi grassi polinsaturi) con iodio incorporato che derivano dall'azione di alcuni enzimi come le perossidasi che agiscono su ioduri e perossido di idrogeno. Queste condizioni sono presenti in diversi organi iodocaptanti del corpo animale come la tiroide, le ghiandole mammarie e salivari, la mucosa gastrica, l'ovaio, ecc. Alcuni iodolipidi che comprendono gli iodolattoni e le iodoaldeidi (α-iodoesadecanale) sono stati recentemente identificati e hanno dimostrato di possedere ancestrali funzioni strutturali, metaboliche e apoptotiche sia nelle vegetali (alghe), sia negli animali, e in particolare nelle cellule umane e neuronali.. * Il '''numero di iodio''', in chimica, è la massa di iodio in grammi che viene consumata da 100 grammi di una sostanza chimica. I numeri di iodio sono spesso usati per determinare la quantità di insaturazione negli acidi grassi. Questa insaturazione è sotto forma di doppi legami, che reagiscono con i composti di iodio. In biologia, gli acidi grassi, omega-6 e gli omega-3: acido docosaesaenoico (DHA) omega-3 (C22: 6n-3) ed EPA, sintetizzarono con lo iodio degli '''iodo-lipidi''', rendendoli così più resistenti alla perossidazione lipidica delle membrane cellulari, durante l'evoluzione della vita, e importanti nel meccanismo di apoptosi, carcinogenesi e malattie degenerative. Con il termine '''iodio nascente''' (I•) si identifica il radicale iodio ottenuto mediante la rottura del doppio legame che unisce due atomi di iodio nella forma I2 :I2 → 2 I• Nella tiroide, lo ione ioduro subisce la seguente reazione da parte dell'enzima ioduro perossidasi, permettendo così allo iodio di essere incorporato nella tirosina a formare MIT (monoiodotirosina) e DIT (diiodotirosina). :2 I− + H2O2 + 2 H+ → 2 I• + 2 H2O Lo iodio nascente (I•) non deve essere confuso con il triioduro (I).
Iridio
L'''iridio''' è l'elemento chimico di numero atomico 77 e il suo simbolo è '''Ir'''. È un metallo di transizione bianco-argenteo, molto duro, appartenente al gruppo del platino. Si trova in natura in lega con l'osmio e trova impiego nella produzione di leghe metalliche destinate a lavorare ad alta temperatura e in condizioni di elevata usura. L'iridio è ritenuto essere il metallo più resistente alla corrosione. Il nome iridio deriva dal latino ''iridium'' da ''iris'' = arcobaleno con l'aggiunta del suffisso -ium tipico degli elementi metallici. La inconsuetamente massiccia deposizione di iridio in alcuni strati geologici è ritenuta essere prova del presunto impatto meteoritico che, a cavallo tra il Cretaceo e il Terziario, avrebbe provocato l'estinzione di un gran numero di forme di organismi viventi anche di grande mole, tra cui i dinosauri. Viene usato in apparecchi esposti ad alte temperature, in contatti elettrici e come additivo indurente del platino.
L'iridio somiglia al platino, poiché è un metallo di colore bianco con una lievissima sfumatura gialla. Per via delle sue elevate caratteristiche di durezza e fragilità, è difficile da lavorare e da modellare. L'iridio è noto per essere il metallo più resistente di tutti alla corrosione chimica. È inattaccabile dagli acidi e nemmeno l'acqua regia lo scioglie. Può essere intaccato solo ad alta temperatura e solo da sali fusi come il cloruro di sodio o il cianuro di sodio. Nel caso dell'iridio è stato successivamente calcolato un valore effettivo di 192,217, mentre quello dell'osmio è risultato pari a 192,23. Con i nuovi pesi atomici e la correzione dei valori dei parametri di reticolo, si hanno i moderni valori di densità di  kg/m³ per l'osmio e  kg/m³ per l'iridio il che dimostra che l'osmio è il metallo più denso tra i due a temperatura ambiente. Queste correzioni forniscono valori al passo con la moderna concezione di densità. Sostanzialmente nei calcoli teorici deve essere presa in considerazione non la di ciascuno dei due elementi ma quella apparente. La ''densità apparente'' di un corpo viene calcolata in maniera formalmente analoga alla densità assoluta, ma prende in considerazione il volume totale occupato dal solido ovvero il suo ingombro esterno, compresi gli eventuali spazi vuoti. Infatti, nella meccanica del continuo la densità è definita come l'integrale della densità di fase nello spazio delle fasi. L'uso principale dell'iridio è come agente indurente in lega con il platino. Altri usi: * Per crogioli e attrezzi destinati a lavorare ad alte temperature. * Contatti elettrici (ad esempio: candele al Pt/Ir). * Si usano leghe osmio/iridio per i pennini delle penne stilografiche e per i perni delle bussole. * L'iridio si usa come catalizzatore per la carbonilazione del metanolo per produrre acido acetico. * In lega con il platino fornisce un materiale a coefficiente termico nullo usato in meccanica, un esempio è il campione del metro standard conservato a Parigi * Nei pennini in oro delle penne stilografiche la punta è in iridio per prolungare la durata del pennino In passato l'iridio, in lega con il platino, si usava per rivestire le volate delle canne dei pezzi di artiglieria pesante e (ridotto in polvere finissima detta ''nero iridio'') per dipingere di nero le porcellane. Altra applicazione, divenuta molto importante negli ultimi anni, è nell'elettronica organica. Siccome l'iridio è capace di emettere radiazione per fosforescenza, si è pensato di utilizzarlo per la produzione di OLED che emettono luce bianca. La fosforescenza dell'iridio è molto importante poiché permette di aumentare notevolmente l'efficienza di emissione dei dispositivi. Si sintetizzano dei complessi dell'iridio da usare come droganti in una matrice (che solitamente emette nel blu). A seconda del tipo di legante, l'iridio può emettere a diverse lunghezze d'onda, tipicamente nel rosso e nel giallo. La combinazione dell'emissione di tutti i componenti del film organico dà luce bianca. L'iridio fu scoperto nel 1803 a Londra da Smithson Tennant. Lo isolò insieme con l'osmio dal residuo scuro ottenuto dalla dissoluzione del platino grezzo in acqua regia (una miscela di acido nitrico e acido cloridrico). Prende il nome dal latino ''iris'' (iride, arcobaleno), perché molti dei suoi sali sono intensamente colorati. Una lega platino iridio 90:10 fu usata nel 1899 per costruire il metro standard e il chilogrammo standard, adottati come riferimento dal Sistema Internazionale e conservati presso il ''Bureau International des Poids et Mesures'' di Sèvres, in Francia. === Ipotesi della estinzione dei dinosauri === Il confine tra il periodo Cretaceo e il Cenozoico è identificato da un sottile strato (detto Limite K-T) di argilla ricca di iridio deposta, ampiamente su tutto il pianeta, negli strati geologici risalenti a 65 milioni di anni fa. A partire dagli strati successivi, deposti nel successivo Terziario, divengono assenti i reperti fossili di dinosauri, abbondanti nel Cretaceo precedente. È stata quindi posta l'ipotesi che la deposizione inconsuetamente massiccia in strato dell'iridio (altrimenti molto raro in superficie del pianeta, ma relativamente abbondante in meteoriti) fosse legata a un evento disastroso della caduta di un meteorite di grandi dimensioni che abbia improvvisamente e sensibilmente alterato l'ambiente in cui erano adattati i dinosauri (spesso di grandi dimensioni e ovipari), provocandone l'estinzione. Nel 1980 un gruppo di lavoro guidato dal fisico Luis Álvarez e dal figlio geologo Walter Álvarez, studiando le rocce della Gola del Bottaccione, nei pressi di Gubbio, propose un'origine extra-terrestre per questo iridio, attribuendolo a un asteroide (o alla parte solida di una cometa) che si sarebbe schiantato nei pressi dell'attuale penisola dello Yucatán (Cratere di Chicxulub) provocando l'enorme cratere ancor oggi riscontrabile; esplodendo nella collisione avrebbe provocato gli enormi mutamenti climatici in tutto il pianeta che avrebbero portato fra l'altro alla riscontrata estinzione di grandissima parte delle forme di vita allora esistenti (oltre il 70%). Ricerche successive hanno fornito conferme progressivamente sempre più complete di tale evento che risulterebbe inoltre più ampio di quello semplicemente riferibile alla formazione di un singolo cratere; sembrerebbe piuttosto come una collisione con un corpo principale e frammenti secondari, o la dispersione di più impatti in breve termine di tempo, riguardanti comunque una ampia fascia del pianeta. In tale estinzione solo le forme più resistenti e adattabili sarebbero sopravvissute; tra quelle estinte, con biologia meno adattabile o con sistemi riproduttivi meno sicuri, sono inclusi i dinosauri, che infatti scomparvero a partire da quel periodo. I dati e le ipotesi sono raccolte sotto la voce del "Cratere di Chicxulub". Dewey M. McLean e altri hanno obiettato che l'iridio potrebbe essere di origine vulcanica: il nucleo della Terra è relativamente ricco di iridio e alcuni vulcani, come il Piton de la Fournaise di Réunion, rilasciano tracce di iridio nell'ambiente circostante ancora oggi. È uno degli elementi più rari sulla crosta terrestre. L'iridio si trova allo stato nativo legato al platino e ad altri metalli del gruppo del platino nei depositi alluvionali. Tra le leghe naturali dell'iridio vi sono l'osmiridio e l'iridosmio, entrambe in lega con l'osmio. Negli asteroidi e nei meteoriti è presente con un'abbondanza molto maggiore di quella media sulla crosta terrestre. Viene ottenuto industrialmente come sottoprodotto della lavorazione dei minerali del nichel. In natura l'iridio è una miscela di due isotopi stabili: 191Ir e 193Ir. Dei molti radioisotopi il più stabile è 192Ir (con un'emivita di 73,83 giorni) che decade in 192Pt. Gli altri radioisotopi decadono invece principalmente in isotopi di osmio. L'iridio metallico non è generalmente tossico per via della sua non reattività chimica, ma tutti i composti dell'iridio devono essere considerati molto tossici.
Isabelle Huppert
Fra le attrici più premiate della storia del cinema, è apparsa in più di 100 film e produzioni televisive dal debutto avvenuto nel 1971. Attrice più nominata al Premio César, con 16 nomination e due vittorie, ha vinto due Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes per ''Violette Nozière'' e ''La pianista'' , due Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia per ''Un affare di donne'' e ''Il buio nella mente'' e un Orso d'argento al Festival di Berlino per ''8 donne e un mistero'' . Tra i suoi riconoscimenti giovanili spicca la vittoria del Premio BAFTA alla migliore attrice debuttante per ''La merlettaia'' , mentre nel 2005 le è stato conferito il Leone d'oro alla carriera. Nel 2016 ha ottenuto il plauso per le sue interpretazioni in ''Elle'' e ''Le cose che verranno''; per ''Elle'', la Huppert si aggiudica il Golden Globe nella sezione miglior attrice in un film drammatico e riceve la sua prima candidatura al Premio Oscar come miglior attrice.
Nata a Parigi, trascorre l'infanzia a Ville-d'Avray; è incoraggiata in tenera età dalla madre a recitare. Frequenta il conservatorio di Versailles. Dopo una carriera di successo in teatro, inizia a lavorare per il cinema nel 1972 con ''I primi turbamenti'' (era tuttavia già apparsa in televisione l'anno prima). Debutta nel cinema americano con un ruolo nel kolossal di Michael Cimino ''I cancelli del cielo'' (1980), che tuttavia non riscuote successo al botteghino; negli anni ottanta viene diretta, tra gli altri, da Bertrand Tavernier, Jean-Luc Godard, Joseph Losey e Marco Ferreri. Ha recitato in lingua inglese ne ''I cancelli del cielo'' (1980), ''I Heart Huckabees - Le strane coincidenze della vita'' (2004), ''La scomparsa di Eleanor Rigby'' (2013), ''Dead Man Down'' (2013), e ''Segreti di famiglia'' (2015). Ha vinto due volte il premio per la migliore attrice al Festival di Cannes, nel 1978 per ''Violette Nozière'' di Claude Chabrol e nel 2001 per ''La pianista'' di Michael Haneke, e due volte la Coppa Volpi al Festival di Venezia, nel 1988 per ''Un affare di donne'' e nel 1995 per ''Il buio nella mente'', entrambi diretti da Chabrol. Sempre a Venezia nel 2005 le viene attribuito un Leone d'oro speciale in occasione della presentazione del film ''Gabrielle''. È stata inoltre candidata 16 volte al Premio César, due volte come non protagonista, 14 come protagonista, vincendolo due volte: nel 1996 per ''Il buio nella mente'' e nel 2017 per ''Elle''. * ''I primi turbamenti'' (''Faustine et le bel été''), regia di Nina Companéez (1971) * ''È simpatico, ma gli romperei il muso'' (''César et Rosalie''), regia di Claude Sautet (1971) * ''Primavera carnale'' (''Sérieux comme le plaisir''), regia di Robert Benayoun (1974) * ''Prossima apertura casa di piacere'' (''Le grand délire''), regia di Dennis Berry (1974) * ''Spostamenti progressivi del piacere'' (''Glissements progressifs du plaisir''), regia di Alain Robbe-Grillet (1974) * ''I santissimi'' (''Les valseuses''), regia di Bertrand Blier (1974) * ''Dupont Lajoie'', regia di Yves Boisset (1975) * ''Il giudice e l'assassino'' (''Le juge et l'assassin''), regia di Bertrand Tavernier (1975) * ''Il caso del Dr. Gailland'' (''Docteur Françoise Gailland''), regia di Jean-Louis Bertuccelli (1975) * ''Operazione Rosebud'' (''Rosebud''), regia di Otto Preminger (1975) * ''La merlettaia'' (''La dentellière''), regia di Claude Goretta (1976) * ''I miei vicini sono simpatici'' (''Des enfants gâtés''), regia di Bertrand Tavernier (1977) * ''Les indiens sont encore loin'', regia di Patricia Moraz (1977) * ''Violette Nozière'' (''Violette Nozière''), regia di Claude Chabrol (1978) * ''Le Retour à la bien-aimée'', regia di Jean-François Adam (1979) * ''Les Sœurs Brontë'', regia di André Téchiné (1979) * ''Sauve qui peut (la vie)'', regia di Jean-Luc Godard (1980) * ''La storia vera della signora dalle camelie'', regia di Mauro Bolognini (1980) * ''Loulou'' (''Loulou''), regia di Maurice Pialat (1980) * ''Storia di donne'' (''Les ailes de la colombe''), regia di Benoît Jacquot (1980)66ª Mostra del Cinema di Venezia nel 2009 * ''Due donne un erede'' (''Orokseg''), regia di Márta Mészáros (1980) * ''I cancelli del cielo'' (''Heaven's Gate''), regia di Michael Cimino (1980) * ''Acque profonde'' (''Eaux profondes''), regia di Michel Deville (1981) * ''Colpo di spugna'' (''Coup de torchon''), regia di Bertrand Tavernier (1981) * ''La Truite'', regia di Joseph Losey (1982) * ''Prestami il rossetto'' (''Coup de foudre''), regia di Diane Kurys (1982) * ''Passion'', regia di Jean-Luc Godard (1982) * ''La Femme de mon pote'', regia di Bertrand Blier (1983) * ''Storia di Piera'', regia di Marco Ferreri (1983) * ''La Garce'', regia di Christine Pascal (1984) * ''Sac de nœuds'', regia di Josiane Balasko (1984) * ''Signé Charlotte'', regia di Caroline Huppert (1985) * ''Cactus'' (''Cactus''), regia di Paul Cox (1986) * ''Milan noir'', regia di Ronald Chammah (1987) * ''Dostoevskij - I demoni'' (''Les possédés''), regia di Andrzej Wajda (1987) * ''La finestra della camera da letto'' (''The Bedroom Window''), regia di Curtis Hanson (1987) * ''Un affare di donne'' (''Une affaire de femmes''), regia di Claude Chabrol (1988) * ''Seobe'', regia di Aleksandar Petrović (1989) * ''La vengeance d'une femme'', regia di Jacques Doillon (1990) * ''Malina'', regia di Werner Schroeter (1991) * ''Madame Bovary'' (''Madame Bovary''), regia di Claude Chabrol (1991) * ''Contre l'oubli'', regia di Francis Girod (1991) * ''Le strategie del cuore'' (''Après l'amour''), regia di Diane Kurys (1993) * ''Amateur'', regia di Hal Hartley (1994) * ''L'inondation'', regia di Igor Minaiev (1994) * ''La séparation'', regia di Christian Vincent (1994) * ''Il buio nella mente'' (''La cérémonie''), regia di Claude Chabrol (1995) Premio César per la migliore attrice * ''Lumière and Company'', regia di Abbas Kiarostami (1995) – voce * ''I viaggi di Gulliver'' (''Gulliver's Travels''), regia di Charles Sturridge – miniserie TV (1996) – voce * ''Poussières d'amour'', regia di Werner Schroeter (1996) * ''Les Palmes de M. Schutz'', regia di Claude Pinoteau (1996) * ''Le affinità elettive'', regia di Paolo e Vittorio Taviani (1996) * ''Rien ne va plus'' (''Rien ne va plus''), regia di Claude Chabrol (1997) * ''L'école de la chair'', regia di Benoît Jacquot (1998) * ''Niente scandalo'' (''Pas de scandale''), regia di Benoît Jacquot (1999) * ''La vie moderne'', regia di Laurence Ferreira Barbosa (1999) * ''Pas de scandale'', regia di Benoît Jacquot (1999) * ''Saint-Cyr'', regia di Patricia Mazuy (2000) * ''Les Destinées sentimentales'', regia di Olivier Assayas (2000) * ''Grazie per la cioccolata'' (''Merci pour le chocolat''), regia di Claude Chabrol (2000) * ''Il figlio di due madri'' (''Comédie de l'innocence''), regia di Raúl Ruiz (2000) * ''La pianista'' (''La pianiste''), regia di Michael Haneke (2001) Isabelle Huppert a Cannes nel 2009 * ''8 donne e un mistero'' (''Huit femmes''), regia di François Ozon (2002) * ''La vie promise'', regia di Olivier Dahan (2002) * ''Deux'', regia di Werner Schroeter (2002) * ''Il tempo dei lupi'' (''Le temps du loup''), regia di Michael Haneke (2002) * ''Ma mère'', regia di Christophe Honoré (2003) * ''Les sœurs fâchées'', regia di Alexandra Leclère (2004) * ''I ♥ Huckabees - Le strane coincidenze della vita'', regia di David O. Russell (2004) * ''Gabrielle'', regia di Patrice Chéreau (2005) * ''La commedia del potere'' (''L'ivresse du pouvoir''), regia di Claude Chabrol (2006) * ''Proprietà privata'' (''Nue propriété''), regia di Joachim Lafosse (2006) * ''L'amore nascosto'' (''L'amour caché''), regia di Alessandro Capone (2007) * ''Médée miracle'', regia di Tonino De Bernardi (2007) * ''Home'', regia di Ursula Meier (2008) * ''Villa Amalia'', regia di Benoît Jacquot (2008) * ''Una diga sul Pacifico'' (''Un barrage contre le Pacifique''), regia di Rithy Panh (2008) * ''White Material'', regia di Claire Denis (2008) * ''Copacabana'', regia di Marc Fitoussi (2009) * ''Des Parents Formidables'' (2010) * ''Die Blutgrafin'' (2010) * ''Sans queue ni tête'', regia di Jeanne Labrune (2010) * ''My Little Princess'', regia di Eva Ionesco (2011) * ''Il mio migliore incubo!'' (''Mon pire cauchemar''), regia di Anne Fontaine (2011) * ''Amour'', regia di Michael Haneke (2012) * ''Bella addormentata'', regia di Marco Bellocchio (2012) * ''Captive'', regia di Brillante Mendoza (2012) * ''In Another Country'' (''Dareun Naraeseo''), regia di Hong Sang-soo (2012) * ''Dead Man Down - Il sapore della vendetta'' (''Dead Man Down''), regia di Niels Arden Oplev (2013) * ''La religiosa'' (''La religieuse''), regia di Guillaume Nicloux (2013) * ''Il paradiso degli orchi'' (''Au bonheur des ogres''), regia di Nicolas Bary (2013) * ''La scomparsa di Eleanor Rigby'' (''The Disappearance of Eleanor Rigby''), regia di Ned Benson (2013) *''Tip Top'', regia di Serge Bozon (2014) *''Abus de faiblesse'', regia di Catherine Breillat (2014) *''La ritournelle'', regia di Marc Fitoussi (2014) *''Valley of Love'', regia di Guillaume Nicloux (2015) *''Segreti di famiglia'' (''Louder Than Bombs''), regia di Joachim Trier (2015) *''Il condominio dei cuori infranti'' (''Asphalte''), regia di Samuel Benchetrit (2015) *''Le cose che verranno'' (''L'avenir''), regia di Mia Hansen-Løve (2016) *''Elle'', regia di Paul Verhoeven (2016) * ''Happy End'', regia di Michael Haneke (2017) *''Madame Hyde'', regia di Serge Bozon (2017) *''Marvin'', regia di Anne Fontaine (2017) *''Eva'', regia di Benoît Jacquot (2018) *''Greta'', regia di Neil Jordan (2018) *''Frankie'', regia di Ira Sachs (2019) * ''Bianca come la neve'' (''Blanche comme neige''), regia di Anne Fontaine (2019) * ''La padrina - Parigi ha una nuova regina'' (''La daronne''), regia di Jean-Paul Salomé (2020) * ''Le preziose ridicole,'' di Molière. Comédie-Française di Parigi (1971) * ''Un digiunatore'', da Franz Kafka. National Theatre Daniel Sorano di Parigi, Shiraz Arts Festival di Shiraz (1972) * ''L'avaro'', di Molière. Tournée di venticinque città statunitensi (1973) * ''Per chi suona la campana'', da Ernest Hemingway. Comédie de Reims di Reims (1974) * ''Un mese in campagna'', di Ivan Sergeevič Turgenev. Théâtre Édouard VII di Parigi (1989) * ''Misura per misura'', di William Shakespeare. Teatro dell'Odéon di Parigi, tour francese (1991) * ''Jeanne d'Arc au Bûcher,'' di Arthur Honegger e di Paul Claudel. Opéra Bastille di Parigi (1992) * ''Orlando'', da Virginia Woolf. Théatre Vidy di Lausanne (1993), Teatro dell'Odéon di Parigi (1995) * ''Maria Stuart,'' di Friedrich Schiller. National Theatre di Londra (1996) * ''Medea'', di Euripide. Festival d'Avignon (2000), Teatro dell'Odéon di Parigi (2001) * ''4.48 Psychosis'', di Sarah Kane. Théâtre des Bouffes di Parigi (2002), tour europeo e brasiliano (2003) * ''Jeanne d'Arc au Bûcher,'' di Arthur Honegger e di Paul Claudel. Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona (2003) * Hedda Gabler, di Henrik Ibsen. Teatro dell'Odéon di Parigi, tour europeo (2005) * ''4.48 Psychosis'', di Sarah Kane. UCLA di Los Angeles, BAM di New York, Piccolo Teatro di Milano (2005) * ''Quartet'', di Heiner Müller. Teatro dell'Odéon di Parigi, Piccolo Teatro di Milano, Berliner Festspiele di Berlino, Théâtre du Gymnase di Marsiglia, Comédie de Genève di Ginevra (2006-2007), BAM di New York (2009) * ''Le Dieu du Carnage'', di Yasmina Reza. Théâtre Antoine-Simone Berriau di Parigi (2008) * ''Un tram che si chiama Desiderio'', di Tennessee Williams. Teatro dell'Odéon di Parigi, Berliner Festspiele, Maison de la culture de Grenoble, Grand Théâtre de Luxembourg, Teatro Polacco di Varsavia, Adelaide Festival di Adelaide (2010-20129) * ''Le serve'', di Jean Genet. Sydney Theatre Company di Sydney (2013), New York City Center di New York (2014) * ''Le false confidenze,'' di Marivaux. Teatro dell'Odéon di Parigi (2014), tour francese (2015) * ''Phèdre(s)'', da Euripide, Racine e Seneca. Teatro dell'Odéon di Parigi, Comédie de Clermont-Ferrand, Barbican Center di Londra, BAM di New York, Théâtre de Liège di Liegi (2016) * ''La madre'', di Florian Zeller. Atlantic Theater Company di New York (2019) * ''Mary Said What She Said'', di Robert Wilson. Théâtre de la Ville di Parigi, Wiener Festwochen di Vienna, Cultural Centre of Belém di Lisbona, Teatre Lliure di Barcellona, Thalia Theater di Amburgo (2019) * ''Lo zoo di vetro'', di Tennessee Williams. Teatro dell'Odéon di Parigi, Barbican Centre di Londra (2020) *Premi César 1996 - Migliore attrice protagonista per ''Il buio nella mente'' *Premi César 2017 - Migliore attrice protagonista per ''Elle'' *European Film Awards 2001 - Migliore attrice per ''La pianista'' *European Film Awards 2002 - Migliore attrice per ''8 donne e un mistero'' *European Film Awards 2009 - Contributo europeo al cinema mondiale *Festival di Venezia 1988 - Coppa Volpi per ''Un affare di donne'' *Festival di Venezia 1995 - Coppa Volpi per ''Il buio nella mente'' *Festival di Venezia 2005 - Leone d'oro alla carriera *Festival di Cannes 1978 - Migliore attrice per ''Violette Nozière'' *Festival di Cannes 2001 - Migliore attrice per ''La pianista'' *Festival di Berlino 2002 - Orso d'argento come migliore attrice per ''8 donne e un mistero'' *David di Donatello 1978 - Migliore attrice straniera per ''La merlettaia'' *David di Donatello 2003 - David speciale *Nastri d'argento 2009 - Nastro d'argento europeo per ''L'amore nascosto'' *Golden Globe 2017 - Migliore attrice in un film drammatico per ''Elle'' *Festa del Cinema di Roma 2018 - Premio alla carriera Nelle versioni in italiano dei suoi film, Isabelle Huppert è stata doppiata da: * Angiola Baggi ne ''Il buio nella mente'', ''Le affinità elettive'', ''Grazie per la cioccolata'', ''Il figlio di due madri'', ''La pianista'', ''Gabrielle'', ''La commedia del potere'', ''Proprietà privata'', ''Home'', ''Law & Order - Unità vittime speciali'', ''Una diga sul Pacifico'', ''Amour'', ''In Another Country'', ''Il paradiso degli orchi'', ''Il condominio dei cuori infranti'', ''Elle'' * Franca D'Amato in ''8 donne e un mistero'', ''I ♥ Huckabees - Le strane coincidenze della vita'', ''La religiosa'', ''Happy End'' * Liliana Sorrentino in ''La vera storia della signora delle camelie'', ''Un affare di donne'', ''Madame Bovary'' * Melina Martello in ''Prestami il rossetto'', ''La finestra della camera da letto'' * Roberta Greganti in ''Ma mère'', ''L'amore nascosto'' * Alessandra Korompay ne ''Il mio migliore incubo!'', ''Eva'' * Vittoria Febbi ne ''Il giudice e l'assassino'' * Laura Morante in ''Storia di Piera'' * Cristiana Lionello in ''La vie moderne'' * Anne Marie Sanchez in ''Dead Man Down - Il sapore della vendetta'' * Paola Del Bosco in ''La scomparsa di Eleanor Rigby'' * Daniela Debolini in ''Segreti di famiglia'' * Paola Della Pasqua in ''Le cose che verranno''
Interlingua (IALA)
L'''interlingua''' è una lingua ausiliaria internazionale nata attorno al 1951 dopo più di 15 anni di studi linguistici per opera della International Auxiliary Language Association . L'interlingua ha un lessico dall'aspetto particolarmente naturale, in quanto ottenuto dal confronto dei vocabolari di cinque diffuse lingue viventi: le quattro principali lingue romanze e l'inglese. A queste lingue si aggiunge l'apporto del tedesco e del russo, i cui lessici sono considerati nei casi in cui quelli delle cinque lingue principali siano discordanti fra loro. Si ritiene che l'interlingua si possa apprendere facilmente nel giro di quattro mesi. La sua particolarità è quella di essere l'esempio più riuscito di lingua artificiale ''a posteriori'', ovvero strutturata su un lessico già internazionale e una grammatica comune ad altre lingue naturali, risultando comprensibile a tutti coloro che parlano una lingua romanza o, in larga misura, l'inglese. È una delle lingue ausiliarie artificiali più parlate al mondo, dopo l'esperanto.
La parola interlingua viene dal latino ''inter'', prefisso che indica i valori di relazione o collegamento, e ''lingua''. Una delle bandiere proposte per l'interlingua, disegnata da Karel Podrazil Il dominio storico della lingua greca e di quella latina hanno portato a un grande lessico comune alle lingue occidentali, che, armonizzato in una struttura linguistica coerente, è diventato quello dell'interlingua. Le lingue su cui si basa, definite ''lingue di controllo'', sono l'inglese, l'italiano, il francese, lo spagnolo e il portoghese, e il romeno. Russo e tedesco sono invece lingue di riferimento secondario. In linea di massima una parola, per entrare nel lessico dell'interlingua, deve essere presente (con almeno un significato in comune) in tre delle lingue di controllo, oppure in due lingue di controllo e in una di riferimento secondario. A differenza dell'esperanto, e della maggior parte delle altre lingue artificiali, l'interlingua pone una grande enfasi sulla somiglianza alle lingue su cui è basata. Questa tipologia di lingua ausiliaria internazionale è definita lingua a posteriori di tipo ''naturalistico''. Logo dell'Interlingua Nel 1924 l'ereditiera statunitense Alice Vanderbilt Morris e suo marito Dave Hennen Morris fondano la International Auxiliary Language Association a New York, con lo scopo di studiare in maniera scientifica le lingue ausiliarie internazionali già esistenti. La IALA si focalizzò su tre attività principali: trovare altre associazioni con scopi simili nel mondo; creare una biblioteca sulle lingue e sull'interlinguistica; confrontare le lingue ausiliarie internazionali preesistenti (Esperanto, Esperanto II, Ido, Latino sine flexione, Novial, Occidental) con lo scopo di identificare e sponsorizzare la lingua ausiliare già disponibile più adatta alla comunicazione internazionale. Dopo dieci anni di ricerca, la IALA concluse che nessuno dei linguaggi esistenti era all'altezza del compito e così i membri dell'associazione decisero di creare una nuova lingua. I primi passi per creare l'interlingua sono stati compiuti nel 1936 a Liverpool, ma il processo fu sospeso a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 1951 furono rilasciati la prima grammatica interlingua e un dizionario interlingua-inglese di 27.000 parole. Oggi, dopo la dissoluzione della IALA nel 1956, il ruolo della promozione dell'interlingua è stato assunto dall'Union mundial pro interlingua. Le tabelle seguenti illustrano rispettivamente le consonanti e le vocali presenti in interlingua. Bilabiale Labiodentale Alveolare Postalveolare Palatale Labiovelare Velare Glottale Occlusiva Nasale Monovibrante Fricativa Affricata Approssimante Laterale Anteriore Posteriore Chiusa Semichiusa Aperta Le aree dove una lingua romanza è parlata comunemente sono colorate nella mappa. L'interlingua è comprensibile alla gran parte dei 600 milioni di abitanti di tali aree. L'interlingua si può definire un euroclone: ha infatti una grammatica estremamente semplificata, ma nonostante ciò è perfettamente comprensibile a tutti i locutori di lingue romanze. L'interlingua non segue strettamente la Regola di de Wahl: non sono visibili radici ben distinte nella parola, né perciò da essa sono ricavabili altre funzioni morfologiche. Di conseguenza, nome, verbo e aggettivo, pur se correlati lessicalmente, non sono reciprocamente ottenibili per mezzo di affissi, come avviene in esperanto. Ad esempio: ''homine'' (uomo) > ''human'' (umano) Si può osservare come le parole risultino istintivamente conosciute, sebbene non siano derivate da un'unica radice che le renderebbe logicamente derivabili. Questo sembrerebbe essere uno dei principi base dell'interlingua, ovvero l'abbandono di quasi ogni pretesa logica a favore di una maggiore comprensibilità anche da parte di europei non-parlanti della lingua. Articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: : Tote le esseres human nasce libere e equal in dignitate e derectos. Illes es dotate de ration e de conscientia e debe ager le unes verso le alteres in spirito de fraternitate. Il Padre Nostro: : Patre nostre, Qui es in celo, : que sia sanctificate Tu Nomine; : que veni Tu Regno; : que sia facite Tu Voluntate : in celo como etiam in terra. : Da nos hodie nostre pan quotidian, : e pardona a nos nostre debitas : como noi los pardona a nostre debitores, : e non expone nos al temptation, : sed libera nos del mal, : proque Tue es le regno, le potentia e le gloria : in le seculos del seculos. Amen. Da un testo di Alexander Gode: :''Interlingua se ha distaccate ab le movimento pro le disveloppamento e le introduction de un lingua universal pro tote le humanitate. Si o non on crede que un lingua pro tote le humanitate es possibile, si o non on crede que interlingua va devenir un tal lingua es totalmente indifferente ab le puncto de vista de interlingua mesme. Le sol facto que importa (ab le puncto de vista de interlingua mesme) es que interlingua, gratias a su ambition de reflecter le homogeneitate cultural e ergo linguistic del occidente, es capace de render servicios tangibile a iste precise momento del historia del mundo. Il es per su contributiones actual e non per le promissas de su adherentes que interlingua vole esser judicate.'' L'interlingua è promossa internazionalmente dall'Union mundial pro interlingua. Periodici e libri sono stampati da diverse organizzazioni nazionali, come la Societate american pro interlingua, la British Interlingua Society, la Svenska Sällskapet för Interlingua, e la Brazilian Union for Interlingua. Non è certo quante persone conoscano attivamente l'interlingua. Come detto, l'interlingua è la lingua ausiliaria più comprensibile al mondo, data la sua prossimità con tutte le lingue romanze, ma il numero dei parlanti è inferiore a quello dell'esperanto. Il vantaggio più grande dell'interlingua è l'essere la lingua ausiliare più ampiamente comprensibile, grazie all'uso di un vocabolario e di una grammatica naturale (in opposizione a una schematica), permettendo a chiunque sia familiare con una lingua romanza, o a un buon conoscitore della lingua inglese, di leggere e capire l'interlingua senza alcuno studio necessario. L'interlingua è parlata attivamente in tutti i continenti, specialmente in Sud America e nell'Europa del Nord e dell'Est, particolarmente in Scandinavia, in Russia e in Ucraina. In Africa è rappresentata ufficialmente nella Repubblica del Congo. Ci sono parecchie pagine in linea in interlingua, incluse edizioni di Wikipedia e Wikizionario, e un numero di periodici, incluso ''Panorama in Interlingua'' dell'Union mundial pro interlingua e riviste delle associazioni nazionali. L'interlingua è anche diffusa in diversi ''newsgroup'' Usenet, in particolare in Europa. Interlingua è presente anche su CD, radio e televisione. Negli anni recenti si sono visti esempi di interlingua in musica e cartoni animati. L'interlingua è insegnata in scuole superiori e università, spesso come mezzo per l'apprendimento di altre lingue, presentando l'interlinguistica o introducendo il vocabolario internazionale. L'Università di Granada in Spagna, per esempio, offre un corso in interlingua in collaborazione con il Centro de Formación Continua. Ogni due anni, l'UMI organizza un convegno internazionale in una nazione diversa. Negli anni in cui non vi è un congresso internazionale, la Società Scandinava dell'Interlingua co-organizza un convegno in Svezia. Anche organizzazioni nazionali come l'Union brazilian pro interlingua tengono regolari convegni. * ''Panorama in Interlingua'' * ''Confluentes'' * ''Internovas'' * ''Pro Biblia'' * ''Actualitates - Interlingua i Norden'' * ''Voce de Interlingua'' * ''Interlingua Institute Report'' * ''Unir'' * ''Contacto - Super Interlingua'' * ''Lingua e Vita'' * ''Vias boreal'' * ''Bibliographia de Interlingua'' * ''Omnelingua''
Indio
L''''indio''' è l'elemento chimico di numero atomico 49 e il suo simbolo è '''In'''. Questo metallo raro, malleabile e basso-fondente è chimicamente affine all'alluminio e al gallio ma più ancora allo zinco, i cui minerali sono la principale fonte di questo elemento. L'indio si usa principalmente per rivestire altri materiali con un film sottile che ha funzione lubrificante .
L'indio è un metallo molto tenero, bianco-argenteo, brillante e lucido. Come lo stagno, anche l'indio emette un acuto stridìo quando delle barrette di indio metallico vengono piegate. Come il gallio, anche l'indio è capace di bagnare il vetro. Una proprietà insolita dell'indio è di essere radioattivo, anche se molto debolmente; i suoi atomi decadono lentamente per decadimento beta trasmutandosi in atomi di stagno. Questa radioattività non è considerata pericolosa, poiché il tempo di dimezzamento dell'indio è circa volte maggiore del torio naturale: la sua emivita è di anni, cioè migliaia di volte maggiore dell'età stimata dell'universo. Inoltre l'indio non è, al contrario del suo vicino cadmio, un pericoloso veleno cumulativo ed è piuttosto raro nella crosta terrestre. La prima applicazione su vasta scala dell'indio fu per rivestire le bronzine dei motori degli aerei da combattimento durante la seconda guerra mondiale. In seguito la produzione aumentò gradualmente man mano che venivano trovati nuovi usi nelle leghe per fusione, nella saldatura e nell'elettronica. Dalla seconda metà degli anni ottanta in poi, lo sviluppo di semiconduttori di fosfuro di indio e di pellicole sottili di ossido di indio dopato con stagno per i pannelli a cristalli liquidi (LCD) destò un sempre maggiore interesse; dal 1992 il consumo per i film sottili è diventato l'uso prevalente per questo elemento. Altri usi dell'indio sono: * In leghe a basso punto di fusione. Una lega al 24% di indio e 76% di gallio è liquida a temperatura ambiente. * Per fotoconduttori, transistor al germanio, rettificatori e termistori. * Come rivestimento per altri metalli e per il vetro, su cui crea uno specchio di qualità pari a quelli di argento ma più resistenti alla corrosione. * Come campione di riferimento per la taratura di strumenti come il calorimetro a scansione differenziale (DSC, dall'inglese Differential Scanning Calorimeter) per la sua caratteristica di avere un punto di fusione molto netto. * L'ossido di indio si usa nella manifattura di pannelli elettroluminescenti. * L'indio-111 è un gamma-emettitore ed è utilizzato in medicina nucleare ad esempio per la diagnosi di tumori neuroendocrini. L'indio (così battezzato per la riga indaco nel suo spettro atomico) fu scoperto da Ferdinand Reich e Theodor Richter nel 1863 mentre con uno spettrografo stavano cercando il tallio in alcuni minerali di zinco. Richter riuscì ad isolare il metallo puro nel 1867. L'indio viene prodotto principalmente da residui della lavorazione del minerale di zinco, ma si può trovare anche in minerali di ferro, piombo e rame. Il quantitativo di indio consumato annualmente è soprattutto in funzione della produzione mondiale di schermi LCD; un aumento dell'efficienza di fabbricazione e del riciclaggio (soprattutto in Giappone) mantengono un equilibrio fra domanda ed offerta di mercato: il prezzo medio dell'indio nel 2000 per gli Stati Uniti fu di per chilogrammo. Fino al 1924 era stato estratto soltanto un solo grammo di indio puro in tutto il pianeta. Si stima che la Terra contenga circa 0,1 ppm di indio, che quindi ha la stessa abbondanza dell'argento. Il Canada è leader nella produzione dell'indio con più di un milione di troy ounce prodotte (31 100 kg) nel 1997. L'indio puro metallico è considerato in genere non tossico, ma alcune ricerche indicano che i suoi composti potrebbero essere debolmente tossici. Comunque, né nell'industria delle fusioni né in quella dei semiconduttori, dove l'esposizione all'indio è relativamente alta, sono mai stati segnalati casi di intossicazione da indio. Altre fonti invece sono più caute in proposito.
Itterbio
L''''itterbio''' è l'elemento chimico di numero atomico 70 e il suo simbolo è '''Yb'''. È un metallo tenero di colore argento ed appartiene al gruppo delle terre rare. Si trova nei minerali gadolinite, monazite e xenotime, spesso associato all'ittrio e agli altri lantanoidi.
L'itterbio è un elemento di aspetto metallico lucente; è tenero, malleabile e abbastanza duttile. Viene facilmente dissolto dagli acidi, lentamente reagisce con l'acqua e si ossida per esposizione all'aria. A temperature elevate si incendia spontaneamente convertendosi nel suo ossido. Dell'itterbio esistono tre forme allotropiche, α, β e γ, le cui temperature di conversione sono e 795 °C. La forma β, che esiste a temperatura ambiente, ha un reticolo cristallino cubico a facce centrate. Normalmente la forma β possiede la conducibilità elettrica tipica dei metalli, ma diventa un semiconduttore quando esposto a pressioni attorno a . Un isotopo dell'itterbio trova uso come fonte di raggi gamma in dispositivi portatili per controlli non distruttivi. L'itterbio viene usato come additivo all'acciaio inossidabile per migliorarne la grana, la forza ed altre proprietà reologiche. Alcune leghe contenenti itterbio hanno trovato uso in odontoiatria. Alcuni suoi sali sono usati per la produzione di dispositivi laser. Più recentemente l'171 Yb è stato utilizzato nella realizzazione di orologi atomici grazie alla precisione della frequenza di una riga di emissione nel giallo alla frequenza di 518'295'836'590'863.59(31) Hz L'itterbio è stato scoperto dal chimico svizzero Jean Charles Galissard de Marignac nel 1878. Marignac individuò un nuovo componente nella terra nota come ''erbia'' e lo chiamò ''itterbia'', dal nome della cittadina svedese di Ytterby. Nel 1907 il chimico francese Georges Urbain separò l'itterbia di Marignac in due frazioni: la ''neoitterbia'' e la ''lutezia''. La neoitterbia venne successivamente identificata come l'elemento itterbio e la lutezia venne riconosciuta essere l'elemento lutezio. Anche Auer von Welsbach isolò indipendentemente questi elementi dall'itterbia in un periodo simile e li chiamò ''aldebaranio'' e ''cassiopeio''. Le proprietà chimiche e fisiche dell'itterbio non furono determinate in dettaglio fino al 1953 quando venne prodotto l'itterbio puro. L'itterbio si trova in alcuni rari minerali, accompagnato ad altri elementi del gruppo delle terre rare. La sua principale fonte commerciale è la monazite che ne contiene lo 0,03%. L'itterbio è difficile da separare dagli altri elementi ad esso simili; solo in tempi recenti è stato possibile isolarlo attraverso tecniche di estrazione e scambio ionico. I composti chimici dell'itterbio sono rari. L'itterbio in natura si compone di 7 isotopi stabili; 168Yb, 170Yb,171Yb,172Yb,173Yb,174Yb,176Yb, di cui il più abbondante è 174Yb (31,8%). Dell'itterbio sono noti 22 isotopi radioattivi di cui i più stabili sono 169Yb (con emivita di 32,026 giorni), 175Yb (4,185 giorni) e 166Yb (56,7 ore). Tutti gli altri hanno emivite inferiori alle 2 ore e la maggior parte di essi inferiore a 20 minuti. Ne esistono anche 6 metastati ed il più stabile di essi è 169mYb (emivita di 46 secondi). La principale modalità di decadimento degli isotopi più leggeri di 174Yb è la cattura elettronica con conversione in isotopi di tulio; quelli più pesanti subiscono invece preferenzialmente un decadimento beta con conversione in isotopi di lutezio. Benché l'itterbio sia abbastanza stabile, è meglio conservarlo in contenitori sigillati, per proteggerlo dal contatto con l'aria e l'umidità. La polvere di itterbio metallico può incendiarsi spontaneamente all'aria. Tutti i composti dell'itterbio sono considerati tossici; sono noti per causare irritazione alla pelle e agli occhi e sono sospetti cancerogeni.
Imperatori romani
Statua di Augusto. Quello che segue è l'elenco degli '''imperatori romani''' che governarono dal 27 a.C. al 476 d.C. Per ciascuno sono riportati: il nome con cui è più comunemente conosciuto; il nome ufficioso; la data di nascita; il periodo temporale del suo regno ; la causa della morte . Sono citati gli usurpatori , gli imperatori che regnarono insieme, le date di eventuali associazioni al trono con il titolo di ''cesare''. Giulio Cesare non ebbe mai il titolo di ''"princeps"'' o di ''"augusto"'' come Ottaviano: tuttavia fu dittatore dal 49 a.C. al 44 a.C., cosa mai successa in precedenza , ma soprattutto il titolo di "imperatore", nel suo significato moderno, corrisponde al titolo di ''cesare'' nella storia di Roma, almeno fino all'inizio della Tetrarchia. Svetonio infatti, nella sua opera dedicata alle ''Vite dei dodici Cesari'', parte proprio da Giulio Cesare. Gli imperatori di Roma non furono tali nel senso moderno del termine. Ufficialmente il senato non perse mai i suoi poteri, e Augusto stesso si definiva "''primus inter pares''" , rivolgendosi ai senatori. Gli imperatori romani godettero di un potere enorme, ma spesso precario, perché esposto a congiure e intrighi che interessavano spesso i familiari. L'incidenza di morti violente tra di essi aumentò notevolmente dalla Crisi del terzo secolo in poi , parallelamente alla diminuzione media degli anni di regno.
=== Imperatore disputato === ==== Gens Iulia (49 a.C.-44 a.C.) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 181x181px '''Cesare''' Gaio Giulio Cesare 12 luglio 100 a.C., Roma, Italia '''49 a.C.''' 15 marzo '''44 a.C.''' assassinato in una congiura ''Dictator perpetuus'', console e ''imperator''. Da alcuni storici, compreso Svetonio, è ritenuto in effetti il primo vero imperatore romano === Principato (27 a.C.-193 d.C.) === ==== Dinastia giulio-claudia (27 a.C.-68 d.C.) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Augusto'''Gaio Ottavio TurinoGaio Giulio Cesare OttavianoImperatore Cesare Augusto 23 settembre 63 a.C., Roma, Italia 16 gennaio '''27 a.C.''' 19 agosto '''14''' vecchiaia Figlio adottivo di Cesare, governò come triumviro dal 42 a.C., assieme a Marco Antonio e Marco Emilio Lepido. 143x143px '''Tiberio'''Tiberio Claudio NeroneTiberio Giulio Cesare 16 novembre 42 a.C., Roma, Italia 19 agosto '''14''' 16 marzo '''37''' malattia non specifica Figlio adottivo di Augusto 100px '''Caligola'''Gaio Giulio Cesare Germanico 31 agosto 12, Anzio, Italia 18 marzo '''37''' 24 gennaio '''41''' assassinato dai pretoriani Nipote paterno di Druso maggiore, fratello di Tiberio;bisnipote materno di Augusto 133x133px '''Claudio'''Tiberio Claudio Druso Nerone GermanicoTiberio Claudio Cesare Augusto Germanico 1º agosto 10 a.C., Lione, Gallia 24 gennaio '''41''' 13 ottobre '''54''' avvelenato probabilmente da Agrippina Minore Figlio di Druso maggiore;Lucio Arrunzio Camillo Scriboniano usurpatore in Dalmazia 100px '''Nerone'''Lucio Domizio EnobarboTiberio Claudio Druso Nerone Cesare Germanico Domiziano 15 dicembre 37, Anzio, Italia 13 ottobre '''54''' 9 giugno '''68''' suicidio assistito Nipote materno di Caligola. Salì sul trono grazie agli intrighi di sua madre Agrippina minore, che fece poi uccidere; all'inizio governò sotto la tutela di Agrippina stessa e del tutore Seneca.Nel 68 fu dichiarato dal Senato "nemico pubblico" ==== Guerra civile romana (68-69) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Galba'''Servio Sulpicio Galba 24 dicembre 3 a.C., Terracina, Italia 9 giugno '''68''' 15 gennaio '''69''' assassinato dai pretoriani Lucio Clodio Macro usurpatore in Africa 100px '''Otone'''Marco Salvio Otone 28 aprile 32, Ferento, Italia 15 gennaio '''69''' 16 aprile '''69''' suicida Governatore della provincia della Lusitania 100px '''Vitellio'''Aulo Vitellio 24 settembre 15, Nocera, Italia 16 aprile '''69''' 22 dicembre '''69''' assassinato dai sostenitori di Vespasiano Originario della Campania (Nuceria Alfaterna) ==== Dinastia dei Flavi (69-96) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Vespasiano'''Tito Flavio VespasianoCesare Vespasiano Augusto 17 novembre 9, Cittareale, Italia 1º luglio '''69''' 23 giugno '''79''' vecchiaia Sotto il suo regno si inizia la costruzione dell'imponente Anfiteatro Flavio, meglio conosciuto come "Colosseo" 90px '''Tito'''Tito Flavio Vespasiano 30 dicembre 39, Roma, Italia 24 giugno '''79''' 13 settembre '''81''' febbre Figlio di Vespasiano 100px '''Domiziano'''Tito Flavio Domiziano 24 ottobre 51, Roma, Italia 14 settembre '''81''' 18 settembre '''96''' assassinato in una congiura Figlio di Vespasiano;Lucio Antonio Saturnino usurpatore in Germania nell'89 ==== Imperatori adottivi (96-192) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Nerva'''Marco Cocceio Nerva 8 novembre 30, Narni, Italia 18 settembre '''96''' 27 gennaio '''98''' vecchiaia Venne eletto dal Senato tra i suoi stessi membri 100px '''Traiano'''Marco Ulpio TraianoMarco Ulpio Nerva Traiano 18 settembre 53, Italica, Spagna 27 gennaio '''98''' 8 agosto '''117''' ictus o malattia infettiva Figlio adottivo di Nerva. Portò l'impero alla sua massima estensione nel 117 100px '''Adriano'''Publio Elio AdrianoPublio Elio Traiano Adriano 24 gennaio 76, Italica, Spagna 9 agosto '''117''' 10 luglio '''138''' idropisia Non è chiaro se fu mai adottato ufficialmente da Traiano (forse fu scelto dall'augusta Plotina, vedova di Traiano) 100px '''Antonino Pio'''Tito Aurelio Fulvo Boionio Arrio AntoninoTito Elio Adriano Antonino 19 settembre 86, Lanuvio, Italia 10 luglio '''138''' 7 marzo '''161''' vecchiaia Figlio adottivo di Adriano; primo della dinastia degli Antonini 100px '''Marco Aurelio'''Marco Annio Catilio SeveroMarco Annio VeroMarco Aurelio Antonino 26 aprile 121, Roma, Italia 7 marzo '''161''' 17 marzo '''180''' peste Figlio adottivo di Antonino Pio, nonché suo genero e nipote;regnò assieme a Lucio Vero sino al 169, elevò Commodo al titolo di augusto nel 177.Gaio Avidio Cassio usurpatore in Siria nel 175 100px '''Lucio Vero'''Lucio Ceionio Commodo Vero 15 dicembre 130, Roma, Italia 13 gennaio '''169''' peste Figlio adottivo di Antonino Pio;regnò assieme a Marco Aurelio 152x152px '''Commodo'''Marco Aurelio Lucio Commodo Antonino 31 agosto 161, Lanuvio, Italia 17 marzo '''180''' 31 dicembre '''192''' strangolato da Narcisso Figlio di Marco Aurelio; Fu nominato augusto dal padre nel 177. ==== Guerra civile romana (193-197) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Pertinace'''Publio Elvio Pertinace 1º agosto 126, Alba, Italia 1º gennaio '''193''' 28 marzo '''193''' assassinato dai pretoriani Comandante militare, scelto dal Senato e dalle legioni. 100px '''Didio Giuliano'''Marco Didio Severo Giuliano 30 gennaio 133, Milano, Italia 28 marzo '''193''' 1º giugno '''193''' assassinato da un sicario del Senato Nacque a Milano === Dinastia dei Severi (193-235) === Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Settimio Severo'''Lucio Settimio Severo 11 aprile 146, Leptis Magna, Africa 9 aprile '''193''' 4 febbraio '''211''' vecchiaia Conquistò il potere in lotta con Pescennio Nigro (193-194) e con Clodio Albino (193-197), quest'ultimo inizialmente associato al potere come ''cesare'' 100px '''Caracalla'''Lucio Settimio BassianoMarco Aurelio Severo Antonino 4 aprile 188, Lione, Gallia 4 febbraio '''211''' 8 aprile '''217''' assassinato dai pretoriani Figlio di Settimio Severo;fu nominato augusto dal padre nel 198. Regnò sotto la tutela della madre Giulia Domna 100px '''Geta'''Publio Settimio Geta 7 marzo 189, Roma, Italia 26 dicembre '''211''' assassinato da Caracalla Figlio di Settimio Severo;fu nominato augusto dal padre nel 209 150x150px '''Macrino'''Marco Opellio Macrino 164 circa, Cherchell, Africa 8 aprile '''217''' 16 giugno '''218''' giustiziati Non dinastico, era prefetto del pretorio 100x100px ''Associato al trono'''''Diadumeniano'''Marco Opellio Diadumeniano 200 circa ''218'' Figlio e co-augusto di Macrino 100px '''Eliogabalo'''Sesto Vario Avito BassianoMarco Aurelio Antonino 20 marzo 204, Roma, Italia 16 giugno '''218''' 11 marzo '''222''' assassinato dai pretoriani Nipote della sorella della moglie di Settimio Severo. Regnò sotto la tutela della nonna Giulia Mesa e della madre Giulia Soemia 100px '''Alessandro Severo'''Marco Bassiano AlessianoMarco Aurelio Severo Alessandro 1º ottobre 208, Arca Caesarea, Fenicia 11 marzo '''222''' 18 marzo '''235''' assassinato dai suoi soldati Cugino di Eliogabalo, da questi adottato. Regnò sotto la tutela della madre Giulia Mamea === Crisi del III secolo (235-284) === ==== Anarchia militare fino ad Emiliano (235-253) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Massimino il Trace'''Gaio Giulio Vero Massimino 173 circa 18 marzo '''235''' 10 maggio '''238''' assassinato dai pretoriani Primo imperatore di origine barbarica. Non venne mai a Roma, essendo impegnato in guerra. Nel 238 fu dichiarato dal Senato "nemico pubblico" 133x133px '''Gordiano I'''Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano 159 circa 22 marzo '''238''' 27 aprile '''238''' suicida Regnò insieme al figlio, Gordiano II. Nonno di Gordiano III 102x102px '''Gordiano II'''Marco Antonio Gordiano Semproniano Romano Africano 192 circa 12 aprile '''238''' caduto in battaglia Regnò insieme al padre, Gordiano I. Zio di Gordiano III 100px '''Pupieno'''Marco Clodio Pupieno Massimo 170 circa 30 aprile '''238''' 11 luglio '''238''' assassinati dai pretoriani Pupieno e Balbino furono eletti dal Senato e regnarono insieme 100px '''Balbino'''Decimo Celio Calvino Balbino 178 circa 100px '''Gordiano III'''Marco Antonio Gordiano Pio 20 gennaio 225 11 febbraio '''244''' assassinato dai soldati di Filippo l'Arabo Eletto per volontà del popolo. Nipote di Gordiano I e Gordiano II 100px '''Filippo l'Arabo'''Marco Giulio Filippo 204 circa 11 febbraio '''244''' 18 maggio '''249''' caduto in battaglia Marco Silbannaco usurpatore in Germania nel 249;Tiberio Claudio Marino Pacaziano usurpatore in Mesia nel 248-249;Marco Fulvio Rufo Iotapiano usurpatore in Siria nel 249 125x125px ''Associato al trono'''''Filippo II'''Marco Giulio Severo Filippo 238 ''9 aprile 247'' ''26 maggio 249'' assassinato dai pretoriani Figlio e co-augusto di Filippo l'Arabo 152x152px '''Decio'''Gaio Messio Quinto Traiano Decio 201 circa 31 maggio '''249''' 1º luglio '''251''' caduti in battaglia Tito Giulio Prisco usurpatore in Macedonia nel 250;Giulio Valente Liciniano usurpatore a Roma nel 250 101x101px ''Associato al trono'''''Erennio Etrusco'''Quinto Erennio Etrusco Messio Decio 220 circa ''251'' Figlio e co-augusto di Decio 100px '''Treboniano Gallo'''Gaio Vibio Treboniano Gallo 206 circa 1º luglio '''251''' 14 agosto '''253''' assassinato dai pretoriani Lucio Giulio Sulpicio Uranio Antonino usurpatore in Siria nel 253-254 100px ''Associato al trono'''''Ostiliano'''Gaio Valente Ostiliano Messio Quinto 230 circa ''6 novembre 251'' peste Figlio di Decio e co-augusto di Treboniano 100px ''Associato al trono'''''Volusiano'''Gaio Vibio Afinio Gallo Veldumniano Volusiano 224 circa ''6 novembre 251'' ''14 agosto 253'' assassinato dai pretoriani Figlio e co-augusto di Treboniano 100px '''Emiliano'''Marco Emilio Emiliano 207 circa 14 agosto '''253''' 23 settembre '''253''' assassinato dai suoi soldati Governatore della Mesia Inferiore nel 252 ==== Dinastia valeriana (253-268) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Valeriano'''Publio Licinio Valeriano 200 circa 20 settembre '''253''' 2 maggio '''260''' morto in cattività dal re sasanide Sapore I Mussio Emiliano usurpatore in Egitto nel 258-259 100px '''Gallieno'''Publio Licinio Egnazio Gallieno 218 16 ottobre '''253''' 30 agosto '''268''' assassinato a tradimento Figlio di Valeriano, regnò insieme al padre fino alla sua cattura; usurpatori: In Pannonia: Ingenuo (258-260) e Regaliano (263) In Siria: Macriano Maggiore, Macriano Minore e Quieto (260-261) In Rezia: Aureolo (268) Nelle Gallie: Postumo (259-268) 100px ''Associato al trono'''''Cornelio Valeriano'''Publio Licinio Cornelio Valeriano 250 circa ''258'' assassinato a tradimento Figlio di Gallieno, non è chiaro se sia stato o meno co-augusto di suo padre e di suo nonno 100px ''Associato al trono'''''Cornelio Salonino'''Publio Licinio Cornelio Valeriano Salonino 243 circa ''260'' assassinato Figlio di Gallieno e co-augusto di suo padre e di suo nonno ==== Imperatori illirici (268-284) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Claudio II, il Gotico'''Marco Aurelio Claudio 10 maggio 213 3 settembre '''268''' luglio '''270''' peste usurpatori nelle Gallie: Marco Piavonio Vittorino (268-271), Leliano (268) e Aurelio Mario (268) 100x100px '''Quintillo'''Marco Aurelio Claudio Quintillo 220 circa 5 luglio '''270''' settembre '''270''' suicida Fratello di Claudio;fu deposto 100px '''Aureliano'''Lucio Domizio Aureliano 9 settembre 214 27 settembre '''270''' 25 settembre '''275''' assassinato dai pretoriani Dopo la morte, vi fu un interregno di due mesi in cui l'impero venne probabilmente governato dalla vedova, l'augusta Ulpia SeverinaUsurpatori:Nelle Gallie: Domiziano II (271), Tetrico (271-274), Faustino (273-274)In Dalmazia: Settimio (271-272)In Siria e in Oriente: Zenobia di Palmira (271-273) 100px '''Tacito'''Marco Claudio Tacito 200 circa 4 novembre '''275''' 6 giugno '''276''' probabilmente avvelenato 126x126px '''Floriano'''Marco Annio Floriano ? 6 giugno '''276''' 7 agosto '''276''' assassinato dai suoi soldati Probabilmente fratellastro di Tacito 100px '''Probo'''Marco Aurelio Probo 9 agosto 232 10 agosto '''276''' 22 ottobre '''282''' assassinato dai suoi soldati Usurpatori in Gallia: Tito Ilio Proculo (280) e Gaio Quinto Bonoso (280);usurpatore in Asia: Gaio Giulio Saturnino (280) 100px '''Caro'''Marco Aurelio Caro 230 circa 22 ottobre '''282''' 7 luglio '''283''' circostanze non chiare (secondo la leggenda: colpo di fulmine) Ottenne un'importante vittoria contro i Persiani 100px '''Carino'''Marco Aurelio Carino 250 circa 7 luglio '''283''' 19 luglio '''285''' caduto in battaglia Figlio di Caro;regnò in Occidente; Giuliano usurpatore in Pannonia nel 284-285 124x124px '''Numeriano'''Marco Aurelio Numerio Numeriano 254 circa 20 novembre '''284''' circostanze non chiare (forse avvelenato dal suocero Arrio Apro) Figlio di Caro;regnò in Oriente === Dominato (284-395) === ==== Riforma tetrarchica (284-306) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Diocleziano''' ''Iovio'' Diocle Gaio Aurelio Valerio Diocleziano 22 dicembre 244 20 novembre '''284''' 1º maggio '''305'''abdicazione 3 dicembre 311vecchiaia Ultimo degli imperatori illirici, regnò con Massimiano dal 286 e spostò la sua sede imperiale a Nicomedia. Cesare: Massimiano (285-286), Galerio (293-305). Con Diocleziano finisce il periodo della "crisi del III secolo", riformò l'esercito rendendolo più forte e diede vita alla "tetrarchia" 100px '''Massimiano''' ''Erculio'' Marco Aurelio Valerio Massimiano 250 circa 1º aprile '''286''' 11 luglio 310suicida Regnò con Diocleziano fino all'abdicazione. Cesare: Costanzo (293-305);nel 306 si autoproclamò nuovamente augusto, con suo figlio Massenzio. usurpatori in Gallia: Carausio (287-293), Domiziano III (292) e Alletto (293) 100px '''Costanzo Cloro'''Gaio Flavio Valerio Costanzo 31 marzo 250 1º maggio '''305''' 25 luglio '''306''' malattia non specifica Regnò con Galerio fino al 306. Cesare: Severo 100px '''Galerio'''Gaio Valerio Galerio Massimiano 252 circa 5 maggio '''311''' malattia non specifica Regnò con Costanzo Cloro, poi con Severo, Licinio e Costantino. Cesare: Massimino Daia 284 285 286 305 '''Oriente''' Diocleziano Diocleziano Diocleziano Galerio '''Occidente''' Carino Massimiano Costanzo Cloro ==== Guerra civile romana (306-324) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Flavio Severo'''Flavio Valerio Severo 265 circa 25 luglio '''306''' 16 settembre '''307''' giustiziato da Massenzio Regnò con Galerio. Cesare: Costantino 100px '''Licinio'''Flavio Valerio Liciniano Licinio 268 circa 11 novembre '''308''' luglio '''324'''deposto da Costantino 325giustiziato da Costantino Regnò con Galerio, Massimino Daia e Costantino. Gli fu assegnato l'Occidente, ma non ne ebbe mai il controllo, essendo di fatto diviso tra Costantino e Massenzio 100px '''Massimino Daia'''Gaio Galerio Valerio Massimino Daia 285 circa 5 maggio '''311''' 13 agosto '''313''' suicida Regnò con Licinio, Massenzio e Costantino. Nipote di Galerio '''Augusti legittimi (sinossi)''' 306 307 308 310 311 312 313 324 '''Oriente''' Galerio Galerio Galerio Massimino Massimino Licinio Costantino Galerio Licinio '''Occidente''' Severo Licinio Licinio Costantino Costantino Costantino '''Augusto contestato''' Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Massenzio'''Marco Aurelio Valerio Massenzio 278 28 ottobre '''306''' 28 ottobre '''312''' caduto in battaglia Regnante su Italia, Africa, Norico e Rezia. Fu l'ultimo imperatore a risiedere stabilmente a Roma; regnò con suo padre Massimiano nel periodo 306-07.Usurpatore: Alessandro in Africa e Sardegna (ucciso nel 311) ==== Dinastia costantiniana (306-363) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Costantino I'''Flavio Valerio Costantino 27 febbraio 274 25 luglio '''306''' 22 maggio '''337''' vecchiaia Figlio di Costanzo Cloro;proclamato augusto dalle sue truppe, fu riconosciuto da Galerio come Cesare nel 306 e come augusto nel 310;fu il primo imperatore a concedere libertà di culto ai cristiani, convertendosi infine egli stesso e venendo battezzato nel 337. Nel 330 spostò la capitale da Roma a Costantinopoli. 100px '''Costantino II'''Flavio Giulio Costantino 11 febbraio 317 9 settembre '''337''' 1º aprile '''340''' caduto in battaglia Figlio di Costantino I;regnò in Gallia, in Britannia, Spagna e Mauritania 100px '''Costanzo II'''Flavio Giulio Costanzo 7 agosto 317 3 novembre '''361''' febbre Figlio di Costantino I;regnò sull'Oriente fino a quando non riunificò l'impero;usurpatori nelle Gallie: Magnenzio (350-353), Decenzio (351-353) e Silvano (355);usurpatore a Roma: Nepoziano (350); in Illirico: Vetranione (350) 100px '''Costante'''Flavio Giulio Costante 320 18 gennaio '''350''' assassinato da Magnenzio Figlio di Costantino I;regnò in Italia, Africa, pannonia e illirico, poi anche su tutto l'Occidente 150x150px '''Giuliano''' detto "l'Apostata"Flavio Claudio Giuliano 6 novembre 331 3 novembre '''361''' 26 giugno '''363''' mortalmente ferito da un giavellotto in battaglia Fu nominato Cesare nel 355 da suo cugino Costanzo II;fu l'ultimo imperatore pagano, tentò di restaurare la religione romana, abbandonata da Costantino I e da Costanzo II, come culto ufficiale dell'impero; per ciò soprannominato Giuliano l'Apostata. 131x131px '''Gioviano'''Flavio Claudio Gioviano 331 circa 27 giugno '''363''' 17 febbraio '''364''' avvelenato, forse casualmente Non dinastico ==== Casata di Valentiniano e di Teodosio (364-395) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100x100px '''Valentiniano I'''Flavio Valentiniano 3 luglio 321 26 febbraio '''364''' 17 novembre '''375''' ictus 100px '''Valente'''Flavio Giulio Valente 328 28 marzo '''364''' 9 agosto '''378''' caduto in battaglia Fratello di Valentiniano I;usurpatore a Costantinopoli: Procopio (365-366) 100x100px '''Graziano'''Flavio Graziano 18 aprile 359 17 novembre '''375''' 25 agosto '''383''' assassinato dai sostenitori di Magno Massimo Figlio di Valentiniano I, che lo associò al trono il 4 agosto 367;usurpatori nelle Gallie: Magno Massimo (383-388) e Flavio Vittore (384-388) 100px '''Valentiniano II'''Flavio Valentiniano 371 17 novembre '''375''' 15 maggio '''392''' assassinato probabilmente da Arbogaste Figlio di Valentiniano I;regnò sotto la reggenza della madre Giustina 139x139px '''Teodosio'''Flavio Teodosio 11 gennaio 347 19 gennaio '''379''' 17 gennaio '''395''' idropisia Fu associato al trono da Graziano; soprannominato Teodosio il Grande Flavio Eugenio usurpatore in occidente nel 392-394 364 364 375 378 379 383 392 '''Italia''' Valentiniano I Valentiniano I Valentiniano II Valentiniano II Valentiniano II Valentiniano II Teodosio I '''Gallie''' Graziano Graziano Graziano '''Oriente''' Valente Valente Teodosio I Teodosio I === Impero d'Occidente (395-476) === ==== Casata di Teodosio (395-455) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 126x126px '''Onorio'''Flavio Onorio 9 settembre 384 17 gennaio '''395''' 15 agosto '''423''' idropisia Figlio di Teodosio, fu associato al trono il 23 gennaio 393; fratello dell'imperatore d'oriente Arcadio, spostò la capitale dell'impero a Ravenna;''Parens'' (protettore): Stilicone (395-408);usurpatori nelle Gallie: Costantino III (407-411), Costante II (409-411), Massimo (409-411), Giovino (411-413);usurpatore a Roma: Prisco Attalo (409-410, 414-417) 100px ''Associato al trono'''''Costanzo III'''Flavio Costanzo 370 circa 8 febbraio '''421''' 2 settembre '''421''' malattia non specifica Marito di Galla Placidia, sorellastra di Onorio ''Interregno (423-425)Giovanni Primicerio viene eletto dal Senato a Roma ma non viene riconosciuto dall'imperatore d'Oriente Teodosio II'' 129x129px '''Valentiniano III'''Flavio Placido Valentiniano 2 luglio 419 23 ottobre '''425''' 16 marzo '''455''' assassinato dai sostenitori di Petronio Massimo Figlio di Costanzo III e di Galla Placidia nipote di Onorio;regnò sotto la reggenza della madre fino al 437;''Parens'': Flavio Ezio (425-454) 395 408 423 425 450 '''Occidente''' Onorio Onorio ''Giovanni'' Valentiniano III Valentiniano III '''Oriente''' Arcadio Teodosio II Teodosio II Teodosio II Marciano ==== Ultimi imperatori (455-476) ==== Immagine Nome Nascita Regno Morte Note Inizio Fine 100px '''Petronio Massimo''' 396 circa 17 marzo '''455''' 31 maggio '''455''' lapidato dal popolo Salito al trono col complotto contro Valentiniano III, si associò al potere il figlio Palladio 100px '''Avito'''Flavio Eparchio Avito 395 circa 9 luglio '''455''' 17 ottobre '''456'''deposto da Ricimero 457 strangolato da un sicario di Ricimero Eletto dal Senato ''Magister militum'': Ricimero (455-472); fu fatto vescovo di Piacenza 122x122px '''Maggioriano'''Giulio Valerio Maggioriano 420 circa 1º aprile '''457''' 2 agosto '''461'''deposizione 7 agosto 461messo a morte da Ricimero Fatto eleggere dal ''Magister militum'': Ricimero(455-472);Fu l'ultimo imperatore a detenere un potere effettivo 100px '''Libio Severo'''Libio Severo Serpenzio 420 circa 19 novembre '''461''' autunno '''465''' avvelenato da Ricimero Fatto eleggere dal ''Magister militum'': Ricimero (455-472) ''Interregno'' (465-467) 100px '''Antemio'''Procopio Antemio 420 circa 12 aprile '''467''' 11 luglio '''472''' assassinato da Ricimero Nominato dall'Imperatore d'Oriente Leone I ''Magister militum'': Ricimero (455-472) 100px '''Olibrio'''Flavio Anicio Olibrio ? 20 luglio '''472''' 2 novembre '''472''' idropisia Fatto eleggere dal ''Magister militum'': Ricimero (455-472); ''Magister militum:'' Gundobado (472-474), nipote di Ricimero 100px '''Glicerio'''Flavio Glicerio 430 circa 4 marzo '''473''' 19 giugno '''474'''deposto da Giulio Nepote dopo il 480cause sconosciute Fatto eleggere dal ''Magister militum'' Gundobado (472-474);Deposto da Giulio Nepote, fu fatto vescovo di Salona e poi di Milano 100px '''Giulio Nepote''' 430 circa 19 giugno '''474''' 28 agosto '''475'''deposto 25 aprile 480assassinato in una congiura, forse con complicità di Glicerio Nominato dall'Imperatore d'Oriente ''Leone I'' Magister Militum: Flavio Oreste (473-476), si rifugiò in Dalmazia da dove continuò a rivendicare il trono, formalmente sostenuto da Odoacre e Zenone di Bisanzio 100x100px '''Romolo Augusto'''Flavio Romolo, detto Romolo Augustolo 463 circa 31 ottobre '''475''' 4 settembre '''476''' deposto da Odoacre dopo il 511cause sconosciute Fatto eleggere dal ''Magister Militum'' Flavio Oreste (473-476), (nonché suo padre); riconosciuto dal Senato ma non da ZenoneConfinato in Campania da Odoacre 455 455 457 461 465 467 472 473 474 474 475 476 476 '''Occidente''' Petronio Massimo Avito Maggioriano Libio Severo ... Antemio Anicio Olibrio Glicerio Giulio Nepote Giulio Nepote Romolo Augusto Romolo Augusto Giulio Nepote '''Oriente''' Marciano Marciano Leone I Leone I Leone I Leone I Leone I Leone I Leone II Zenone Basilisco Zenone Zenone La fine dell'impero Romano d'Occidente si fa coincidere tradizionalmente con la riconsegna delle insegne imperiali da parte di Odoacre all'imperatore d'Oriente Zenone, nel 476. Tuttavia va considerato che Giulio Nepote continuò a regnare sulla Dalmazia, considerandosi il legittimo imperatore d'Occidente fino alla sua morte nel 480, per cui secondo alcuni questa è la vera data della fine dell'impero. Inoltre dal 456 incominciò il dominio di Soissons, sotto l'Impero romano d'occidente, che dal 480 si può ritenere l'ultimo residuo dell'impero e riconosceva solo l'autorità dell'Impero romano d'Oriente. Il dominio di Soissons cadde nel 486, conquistato dai Franchi. L'Impero d'Oriente continuerà ad esistere ancora per quasi 1000 anni. In passato furono considerati in vario modo continuatori degli imperatori romani gli imperatori bizantini, che in effetti ne portavano legalmente il titolo, e gli imperatori del Sacro Romano Impero, eredi dell'impero carolingio, il cui fondatore, Carlo Magno, era stato incoronato dal Papa come "imperatore dei Romani".
Giochi della I Olimpiade
I '''Giochi della I Olimpiade''' , noti anche come '''Atene 1896''' , furono i primi Giochi olimpici dell'era moderna. Voluti dal barone Pierre de Coubertin e ufficializzati durante il primo congresso olimpico, durante il quale nacque anche il Comitato Olimpico Internazionale, si tennero ad Atene, capitale della Grecia, dal 6 al 15 aprile 1896. Alle 43 competizioni, riguardanti nove diverse discipline sportive, parteciparono 241 atleti, provenienti da quattordici diverse nazioni. I vincitori delle gare ricevettero una medaglia d'argento, mentre i secondi classificati furono premiati con una medaglia di rame; retroattivamente poi il CIO assegnò le tre odierne medaglie olimpiche. Gli Stati Uniti d'America ottennero il primo posto nel medagliere con 11 vittorie, mentre la Grecia ottenne il maggior numero di medaglie in totale, 47. L'atleta più titolato fu il lottatore e ginnasta tedesco Carl Schuhmann, che vinse quattro gare, mentre Hermann Weingärtner conquistò il maggior numero di premi, sei. Uno dei più iconici momenti della manifestazione fu la vittoria di Spiridon Louis nella maratona, con l'arrivo allo stadio Panathinaiko, il primo grande impianto della storia contemporanea che ospitò anche le cerimonie di apertura e di chiusura della manifestazione, di fronte a 100 000 spettatori. Nonostante i molti ostacoli organizzativi e lo scarso livello tecnico della manifestazione, dovuto all'esclusione degli sportivi professionisti, i Giochi della I Olimpiade furono un enorme successo e, per l'epoca, il più grande evento sportivo internazionale mai organizzato, per merito soprattutto dell'entusiasmo espresso dagli spettatori greci. Con l'esclusione dei Giochi olimpici intermedi del 1906, considerati non ufficiali dal CIO, i Giochi non tornarono in Grecia fino al 2004, quando si disputarono i Giochi della XXVIII Olimpiade.
Pierre de Coubertin Nel corso del XIX secolo, grazie anche alle numerose invenzioni riguardanti la comunicazione e i trasporti, sorsero in tutta Europa numerosi piccoli eventi sportivi chiamati "giochi olimpici"; inoltre, tra il 1875 e il 1881, durante una missione archeologica, il tedesco Ernst Curtius recuperò tesori e importanti testimonianze degli antichi Giochi olimpici. Pierre de Frédy, barone di Coubertin, storico e pedagogo francese che cercava una spiegazione alla sconfitta francese nella Guerra franco-prussiana, giunse alla conclusione che gli sconfitti non avevano ricevuto un'educazione fisica adeguata, e si impegnò per migliorarla. De Coubertin voleva anche trovare un modo per avvicinare le nazioni e per permettere ai giovani di tutto il mondo di confrontarsi in una competizione sportiva, piuttosto che in guerra. Ebbe così l'idea di far rivivere i Giochi olimpici dell'Antica Grecia, che si tennero l'ultima volta nel 393, attraverso un grande evento internazionale comprendente gli sport più importanti dell'epoca; di fatto anche gli antichi giochi di Olimpia erano un evento multinazionale, in quanto tutte le polis e le colonie greche gareggiavano l'una contro l'altra. Per alimentare questo nuovo movimento olimpico, de Coubertin cominciò a viaggiare; nel 1890, scrisse un articolo per la rivista ''La Revue Athletique'', nel quale esponeva l'importanza dell'esempio di Much Wenlock: in questa cittadina, nell'ottobre 1850 il medico locale William Penny Brookes fondò i ''Wenlock Olympian Society Annual Games'', un evento sportivo e ricreativo, che includeva gare di atletica leggera, cricket e calcio. De Coubertin prese ispirazione anche dai Giochi olimpici di Zappas, organizzati in Grecia dal filantropo Evangelis Zappas. Il 25 novembre 1892, in occasione della celebrazione del quinto anniversario della fondazione dell'Union des sociétés françaises de sports athlétiques, il barone francese riunì intellettuali e illustri uomini francesi dell'epoca presso l'anfiteatro della Sorbona di Parigi, per informarli del suo desiderio di attribuire maggior rilievo all'educazione fisica nelle scuole, concludendo il suo discorso con un accorato appello per il rinnovamento degli antichi Giochi olimpici. Re Giorgio I di Grecia La scelta di restaurare l'antica tradizione sportiva e di assegnare i moderni Giochi olimpici alla Grecia venne ufficializzata durante il primo congresso olimpico, organizzato dallo stesso de Coubertin e tenutosi sempre nell'anfiteatro dell'università della Sorbona, dal 16 al 23 giugno 1894. L'incontro ebbe un forte carattere internazionale, grazie alla presenza di molti importanti personaggi che accolsero favorevolmente l'appello di de Coubertin; al primo giorno di lavori parteciparono infatti circa 2.000 persone. Vi erano in tutto 78 delegati, che rappresentavano quarantanove club sportivi delle tredici maggiori potenze mondiali. Furono presenti il re del Belgio Leopoldo II, il principe di Galles Edoardo, il principe ereditario greco Costantino e lo stesso William Penny Brookes, mentre era assente l'organizzatore dei Giochi olimpici di Zappas, Ioannis Fokianos. Su proposta dello storico francese si decise di organizzare la prima Olimpiade nella stessa capitale francese, durante l'Esposizione universale, nel 1900. Per timore che un periodo di attesa di sei anni, così come ipotizzato inizialmente da de Coubertin, potesse far diminuire l'interesse del pubblico riguardo alla manifestazione, si preferì organizzare un evento olimpico già nel 1896, a solo due anni di distanza dal convegno parigino. Inizialmente, la maggior parte dei membri optava per Londra come sede dell'evento, idea che non trovò il favore di de Coubertin. Tra le città che furono proposte vi era anche Budapest, per celebrare i mille anni dalla fondazione dello Stato magiaro. Dopo una discussione con Demétrios Vikélas, letterato e dirigente sportivo che rappresentava la Grecia al congresso parigino, de Coubertin propose Atene come città ospitante come patria delle antiche Olimpiadi. La proposta venne accolta all'unanimità dai rappresentanti presenti al congresso. Al termine del convegno, per enfatizzare l'assegnazione della manifestazione alla capitale greca, venne suonato un inno delfico in onore di Apollo. Inoltre, in questo congresso, venne istituito il Comitato Olimpico Internazionale, composto dallo stesso Vikélas, che su proposta di de Coubertin assunse la carica di presidente, e da altri tredici membri; il criterio ispiratore della nomina era che la presidenza del CIO spettasse, per il quadriennio, alla nazione organizzatrice dei Giochi, criterio in seguito mai rispettato. === Organizzazione === Demetrius Vikelas, primo presidente del CIO La notizia che i giochi olimpici sarebbero ritornati in Grecia dopo oltre 1500 anni venne accolta favorevolmente dal pubblico greco, dai media e dalla famiglia reale. Secondo de Coubertin, "il re Giorgio I e il principe Costantino hanno appreso, con grande piacere, che le Olimpiadi moderne saranno inaugurate ad Atene, confermando il loro patrocinio riguardo a questi giochi". Il giornale londinese ''The Times'' fu invece critico riguardo l'assegnazione delle Olimpiadi alla capitale greca, sottolineando la mancanza di considerazione nei confronti di importanti esempi sportivi britannici, come quelli delle università di Oxford e di Cambridge. Vi furono delle proteste anche da parte della Germania, che considerava i Giochi olimpici una creazione francese, in quanto erano stati voluti da de Coubertin. All'epoca, in Grecia imperversava una seria crisi economica e politica. La tesoreria pubblica era infatti vicina alla bancarotta e la carica di primo ministro, nel corso degli ultimi anni del XIX secolo, venne occupata alternativamente da Charilaos Trikoupis e Theodōros Dīligiannīs. Per la sua instabilità, sia Trikoupis (che si opponeva duramente ai Giochi olimpici), sia Stephanos Dragoumis, presidente del comitato olimpico Zappas, non credevano che la Grecia fosse in grado di ospitare la manifestazione. Alla fine del 1894, il presidente del comitato organizzatore Stephanos Skouloudis asserì in un articolo che i costi per l'organizzazione dei Giochi sarebbero stati tre volte superiori rispetto a quelli ipotizzati inizialmente da de Coubertin durante congresso parigino e pari a 3.740.000 dracme (circa 448.400 dollari); concluse che i giochi non si sarebbero potuti organizzare, consegnando le proprie dimissioni. Inoltre, il governo Trikoupis decise di ritirare i finanziamenti statali previsti. Nel caso in cui la Grecia avesse deciso di non ospitare più i primi Giochi olimpici, la scelta sarebbe caduta su Budapest. Francobollo commemorativo delle Olimpiadi del 1896 Con la prospettiva della rinascita delle Olimpiadi in forte dubbio, de Coubertin e Vikelas cominciarono una campagna pubblica per mantenere vivo il movimento olimpico. Lo storico francese si recò ad Atene per convincere (in quella che lui definirà nelle sue memorie "la conquista della Grecia" o "la battaglia di Atene") la famiglia reale a interessarsi dell'organizzazione dei Giochi. I loro sforzi si concretizzarono il 7 gennaio 1895, quando il presidente del CIO annunciò che il principe ereditario Costantino avrebbe assunto la carica di presidente onorario del comitato organizzatore. Quest'ultimo era composto da dodici membri che sedevano in cerchio in assemblea; i componenti erano Nikolaos Deligiannis, Leon Delygeorgis, Alexandros Zaimis, Pyrros Karapanos, Nikolaos K. Metaxas, Kyriakos Mavromikhalis, Alexandros Skouzes, Georgios Typaldos-Kozakis, Georgios K. Romas, Alexandros D. Soutsos e Th. Retsinas, mentre la carica di segretario generale era ricoperta da Timoleon J. Filimon e quella di tesoriere da Paulos Skouzes. Ogni disciplina aveva poi un proprio sotto-comitato. Un'ulteriore novità a favore di de Coubertin arrivò con le dimissioni di Trikoupis e l'assunzione della carica di primo ministro greco da parte di Diligiannis, maggiormente favorevole all'organizzazione dei Giochi olimpici rispetto al predecessore. L'entrata del Panathinaiko; al centro la statua di George Averoff, sullo sfondo, l'Acropoli di Atene La prima occupazione del principe Costantino fu di cercare i fondi necessari per poter organizzare le Olimpiadi, facendo affidamento sul sentimento patriottico del popolo greco per motivarlo a fornire il denaro richiesto. Per questo motivo, il 24 novembre 1894, nacque il Comitato Olimpico Ellenico, il primo comitato olimpico nazionale della storia. L'entusiasmo di Costantino convinse numerosi connazionali a contribuire, ottenendo circa 330.000 dracme. Venne inoltre commissionata una speciale serie di francobolli, la cui vendita avrebbe portato ulteriori introiti per oltre 400.000 dracme, mentre la vendita dei biglietti per assistere alla cerimonia di apertura e alle gare ne portò ulteriori 200.000. Alla specifica richiesta di Costantino, il facoltoso uomo d'affari George Averoff pagò la costruzione dello Skopeftirion a Kallithea, del velodromo di Neo Phaliron e il restauro dello stadio Panathinaiko, sotto la supervisione degli architetti Ernst Ziller e Anastasios Metaxas, donando circa 920.000 dracme, pari a circa 120.000 dollari del 1896, solo per quest'ultimo progetto. Come tributo alla sua generosità, venne costruita ed eretta al di fuori dello stadio una statua rappresentante l'imprenditore greco, inaugurata il 5 aprile, il giorno prima dell'apertura dei giochi. Il primo regolamento olimpico del 1894 stabilì che potessero essere ammessi solo gli sportivi dilettanti (con la sola eccezione di una gara di fioretto), per cui parteciparono alle competizioni studenti, marinai, impiegati e persone che praticavano lo sport solo come passatempo. Alcuni presero parte ai giochi perché erano in Grecia per vacanza o per lavoro (ad esempio, alcuni dei partecipanti inglesi lavoravano nell'ambasciata britannica) o perché avevano la necessità di essere ad Atene nel periodo in cui si tenevano i Giochi. In alcuni casi parteciparono alle gare anche dei turisti che in quel momento stavano visitando la Grecia. Per questo motivo, si hanno poche notizie sui protagonisti della manifestazione e molti di loro parteciparono alle successive edizioni dei Giochi olimpici. Il regolamento dei Giochi olimpici escluse poi le donne dalle competizioni: il barone de Coubertin, influenzato dalla cultura dell'età vittoriana, in cui il genere femminile era considerato inferiore rispetto a quello maschile, e dalla tradizione dei Giochi olimpici antichi (in cui solo gli uomini erano autorizzati a partecipare agli eventi, con l'esclusione di donne, schiavi e ''barbaroi'', ovvero non greci), era contrario alla loro partecipazione ai Giochi o nello sport in generale; anzi, credeva che "la partecipazione delle donne fosse un male per l'atleta di sesso maschile" e che le sportive dovessero essere escluse dal programma olimpico. Non esisteva un villaggio olimpico, quindi gli atleti dovettero provvedere da soli al vitto e all'alloggio, oltre che al viaggio, problemi questi che portarono alla rinuncia della partecipazione ufficiale da parte di numerosi paesi, come ad esempio e . La giuria, gli arbitri e il direttore dei Giochi avevano gli stessi nomi degli ufficiali dei giochi olimpici antichi, cioè eforo, ellanodico e alitarco. Re Giorgio I si presentava come un arbitro finale; secondo de Coubertin, "la sua presenza dava peso e autorità alle decisioni degli efori". I fotografi ufficiali della manifestazione, per tutte le discipline, furono sei, inviati dalla Kodak; in particolare, il tedesco Albert Meyer fu l'autore della maggior parte delle foto disponibili. Circa trentacinque giornalisti documentarono l'evento; tra questi vi erano diversi francesi come Frantz Reichel (che prese parte anche ad alcune gare di atletica) de ''Le Vélo'' e Charles Maurras de ''La Gazette de France'', mentre il ''Times'' inviò ad Atene James David Bourchier. Il quotidiano sportivo ''La Gazzetta dello Sport'' nacque il 3 aprile 1896, con l'unione de ''Il ciclista'' e de ''La tripletta'', solo pochi giorni prima della cerimonia d'apertura della prima Olimpiade. Durante i dieci giorni di competizioni vennero organizzati numerosi eventi artistici, che si svolsero a margine delle manifestazioni sportive. Per l'occasione, nella capitale vennero installate numerose lanterne e luci. Anche il Partenone fu illuminato da luci colorate. Il programma dei festeggiamenti prevedeva grandi fiaccolate, concerti (soprattutto degli inni nazionali stranieri), numerosi ricevimenti e rappresentazioni teatrali di antiche tragedie greche, come la ''Medea'' di Euripide e l'''Antigone'' di Sofocle. === Sedi di gara === Lo Zappeion ==== Atene ==== * Stadio Panathinaiko - Cerimonie di apertura e di chiusura, atletica leggera, ginnastica, lotta, sollevamento pesi * Tennis Club - Tennis * Zappeion - Scherma ==== Altre sedi ==== * Baia di Zea, Il Pireo - Nuoto * Skopeftirion, Kallithea - Tiro a segno * Maratona - Ciclismo (corsa in linea), maratona * Velodromo di Neo Phaliron, Faliro - Ciclismo, tennis === Simboli === La coppa offerta a Spiridon Louis A differenza delle successive edizioni dei Giochi olimpici, alle Olimpiadi del 1896 non vennero distribuite medaglie d'oro e solo i primi due classificati ricevettero un premio: ai vincitori di ogni gara spettarono una corona d'olivo, proveniente dall'Altis, nei pressi di Olimpia, una medaglia d'argento, coniata da Jules-Clément Chaplain, e un attestato, disegnato dal pittore greco Nikolaos Gysis. Le medaglie hanno su un lato la rappresentazione di Zeus che tiene in mano un globo, sul quale è posta la Vittoria alata, mentre sulla sinistra si trova la scritta ''Ολυμπία'' ("Olimpia" in greco); sull'altra faccia della medaglia, vi è l'immagine dell'Acropoli, sormontata dall'inscrizione in greco ''Θερινοί Ολυμπιακοί Αγώνες'' ("Giochi olimpici internazionali"). I secondi classificati invece ricevettero una medaglia di rame, disegnata da Nikiphoros Lytras, e un ramo d'alloro. Il primo atleta a essere stato premiato fu Thomas Burke, seguito da Edwin Teddy Flack, Thomas Curtis e Spiridon Louis. Ad alcuni vincitori spettarono ulteriori premi: Robert Garrett venne premiato dal principe ereditario Costantino con un antico vaso per la sua performance nel lancio del disco, Pantelīs Karasevdas con una carabina, Iōannīs Fragkoudīs con una pistola e Spiridon Louis con una coppa d'argento rappresentante un corridore, consegnata da Michel Bréal, linguista e amico di de Coubertin, che propose la presenza all'Olimpiade della maratona. A causa della mancata consegna dei premi ai terzi classificati, l'attribuzione delle medaglie di bronzo è molto incerta: le documentazioni non sempre riportano l'ordine di arrivo e spesso gli atleti piazzati dopo il secondo posto sono disposti tutti, a pari merito, in terza posizione; i vincitori di ogni gara furono inseriti solo successivamente nei medaglieri ufficiali olimpici, assegnando retroattivamente le tre odierne medaglie olimpiche. === Paesi partecipanti === Atleti partecipanti per nazione:'''Azzurro''': 1-3 atleti'''Verde''': 4-9 atleti'''Giallo''': 10-100 atleti'''Rosso''': 100 o più atleti Gli atleti iscritti all'edizione inaugurale delle Olimpiadi moderne furono 241, di cui 169 greci, in rappresentanza di 14 nazioni, secondo la suddivisione politica dell'epoca; il computo totale dei partecipanti tuttavia non è univoco e altre fonti testimoniano di 285 partecipanti per 197 greci. Per quanto ben organizzate e sorrette da una buona campagna di stampa, le rappresentative degli Stati stranieri non erano una selezione dei rispettivi migliori sportivi, in quanto vigeva il principio decoubertiano del dilettantismo. I primi Giochi olimpici si svolsero in un periodo storico segnato dall'imperialismo e dal colonialismo, durante il quale la gran parte degli Stati del XXI secolo non esisteva oppure presentavano confini notevolmente diversi. Per questi motivi, tutte le cronache e gli studi storici sui Giochi seguono parametri diversi nell'individuazione degli stati di origine dei vari partecipanti: Alcuni storici suddividono gli atleti secondo i confini nazionali del XXI secolo, altri mantengono la suddivisione politica dell'epoca. Soprattutto per alcuni atleti greci esiste molta ambiguità nell'identificazione della loro nazionalità, in quanto, sebbene alcuni fossero sicuramente di etnia greca, provenivano da territori del Mediterraneo orientale non ricompresi fra i confini della Grecia dell'epoca, come Smirne (città parte dell'Impero Ottomano), Cipro e l'Egitto (questi ultimi protettorati britannici). Inoltre, i compilatori dei vari medaglieri e delle varie ricostruzioni non operano sempre in coerenza col criterio di fondo di volta in volta adottato, preferendo assegnare medaglie a stati che all'epoca non erano ancora indipendenti. Atleti provenienti dall'Università di Princeton; da sinistra; Francis Lane, Herbert Jamison, Robert Garrett e Albert Tyler La partecipazione era libera: gli atleti non avevano l'obbligo di rappresentare una nazione. Per gli , ad esempio, parteciparono la Boston Athletic Association e vari studenti delle Università di Harvard e di Princeton, grazie all'influenza del professor William Milligan Sloane, fondatore e primo presidente del Comitato Olimpico degli Stati Uniti, e per il la British Athletics Federation. e , che avevano annunciato l'invio di una delegazione di atleti e parteciparono con alcuni funzionari alla cerimonia di apertura, alla fine non presentarono alle competizioni nessun partecipante. Gli atleti di e , nazioni all'epoca unite nell'Impero austro-ungarico, si presentarono separatamente (e così fu anche nelle edizioni successive fino allo scoppio della Prima guerra mondiale). I due ori vinti dall'australiano Edwin Teddy Flack sono solitamente assegnati all', che tuttavia raggiunse l'indipendenza solo nel 1901. La era all'epoca unita alla Norvegia, tuttavia, dal momento che l'unico partecipante, Henrik Sjöberg, proveniva da Stoccolma, viene segnalata solo la presenza svedese a queste Olimpiadi. Il Comitato Olimpico Bulgaro rivendica la presenza di quattro membri del club di ginnastica di Sofia "Yunek": di questi solo il maestro di ginnastica svizzero Charles Champaud avrebbe poi preso parte ai Giochi. Alcune fonti, ritenute attendibili dal CIO, dimostrano la partecipazione del ad Atene con Luis Subercaseaux, un quindicenne che avrebbe partecipato ai 100m, 400m e 800m piani; la maggior parte degli storici olimpici, tuttavia, non riportano la sua presenza ad Atene 1896. L', sebbene il conte Mario Lucchesi-Palli e il duca Riccardo Carafa d'Andria fossero membri del CIO, rinunciò per ragioni economiche; tuttavia, si presentò ad Atene il maratoneta Carlo Airoldi, la cui iscrizione non venne accettata perché ritenuto dalla giuria un atleta "professionista". Il giornalista greco Vladis Gavrilidis dimostrò la partecipazione di Giuseppe Rivabella, che partecipò alla gara di tiro a segno con carabina militare. Alcuni studiosi ipotizzano che altri atleti, come il ciclista Angelo Porciatti, abbiano partecipato a questi Giochi, senza trovare però la conferma del CIO. In elenco i paesi partecipanti in ordine alfabetico (tra parentesi i numeri di atleti per delegazione): * (1) * (3) * (1) * (1) * (3) * (10) * (13) * (19) * (169) * (1) * (1) * (3) * (7) * (14) === Discipline === Programma dei Giochi della I Olimpiade Durante il Congresso olimpico del 1894 alla Sorbona, un gran numero di sport vennero presi in considerazione per il programma olimpico. Tra il 12 e il 24 novembre 1894, durante una riunione svoltasi ad Atene, alcuni funzionari del comitato organizzatore stilarono una lista di discipline che avrebbero potuto soddisfare il requisito del dilettantismo; questi erano l'atletica leggera, il canottaggio, il ciclismo, il cricket, l'equitazione, la ginnastica ritmica, la lotta, il nuoto, la scherma, il tennis e la vela. La scherma fu l'unico sport in cui i professionisti ebbero il diritto di partecipare, in un evento riservato ai maestri di fioretto. Tra le prove di forza, vennero ammessi il sollevamento pesi e la lotta greco-romana, a differenza del pugilato, giudicato privo di nobiltà in confronto alle altre due prove. Il ciclismo, all'epoca la disciplina più popolare, venne inserito nel programma ufficiale, mentre il tiro a segno venne imposto da de Coubertin. Vennero accettati alcuni sport praticati dalle classi medio-basse, come la ginnastica, il nuoto e il canottaggio, così come altre due discipline più nobili, il tennis e la vela. Anche se era molto amata nel XIX secolo e inizialmente anche prevista, non si svolse alcuna prova di equitazione per difficoltà nel trasporto dei cavalli. Gli sport di squadra, come il rugby e il calcio, con l'eccezione di alcune gare della ginnastica, non fecero parte del programma ufficiale, in quanto solo raramente questi erano praticati da dilettanti. Venne comunque organizzato un torneo calcistico in parallelo alla manifestazione, che però non venne riconosciuto dal comitato organizzatore; una selezione danese batté 15-0 una squadra di Smirne e un'altra di Atene. Inoltre, il torneo di cricket non venne inserito a causa della mancanza di partecipanti. Le caratteristiche del suolo greco e le difficoltà organizzative impedirono l'inserimento del polo nel programma olimpico. Altre discipline al tempo molto popolari, come il golf, vennero escluse all'ultimo momento. Inoltre, Pierre de Coubertin avrebbe voluto iscrivere nel programma olimpico il pattinaggio di figura, esclusivamente perché era una disciplina sconosciuta ai greci, ma dovette desistere data l'assenza di piste apposite nel Paese. Le gare di canottaggio e di vela, inizialmente previste per il 14 aprile, non vennero svolte a causa del cattivo tempo: in quei giorni primaverili, il clima fu pessimo, con temperature rigide, forti venti, mare molto mosso e le cronache narrano anche di un'abbondante nevicata. In totale dunque si svolsero quarantatré competizioni, suddivise in nove discipline sportive: Disciplina Maschile Atletica leggera Atletica leggera '''12''' • CiclismoCiclismo su strada Ciclismo su stradaCiclismo su pista Ciclismo su pista '''6'''15 Ginnastica Ginnastica '''8''' Lotta Lotta '''1''' Nuoto Nuoto '''4''' Disciplina Maschile Scherma Scherma '''3''' Sollevamento pesi Sollevamento pesi '''2''' Tennis Tennis '''2''' Tiro a segno Tiro a segno• Carabina• Pistola '''5'''23 '''Totale (9 sport)''' '''43''' === Calendario delle gare === Qui è riportato il calendario delle gare disputate ai Giochi della I Olimpiade, secondo il calendario gregoriano; Cerimonia di apertura Competizioni Finali Cerimonia di chiusura Data 06/04 07/04 08/04 09/04 10/04 11/04 12/04 13/04 14/04 15/04 Bandiera olimpica Cerimonie ● ● Atletica leggera Atletica leggera ● ● ● ●● ● ● ● ● ●● ● Ciclismo Ciclismo ● ● ● ● ● ● Ginnastica Ginnastica ● ● ●● ● ● ● ● Lotta Lotta ● Nuoto Nuoto ● ●● ● Scherma Scherma ● ● ● Sollevamento pesi Sollevamento pesi ● ● Tennis Tennis ● ● Tiro a segno Tiro a segno ● ● ● ● ● === Cerimonia di apertura === La cerimonia di apertura dei Giochi della I Olimpiade Il 6 aprile (25 marzo secondo il calendario giuliano), vennero ufficialmente aperti i primi Giochi olimpici della storia contemporanea; era il lunedì dell'Angelo, sia per la Chiesa cattolica sia per la Chiesa cristiana ortodossa, oltre che l'anniversario dell'indipendenza greca. Le strade e gli edifici di Atene erano stati addobbati con bandiere colorate, corone di fiori e striscioni recanti le lettere "OA" (iniziali greche per "Ολυμπιακοί Αγώνες", "Giochi olimpici" in greco) e le date 776-1896; secondo la tradizione infatti, il 22 giugno 776 a.C. si tennero i primi Giochi olimpici antichi. I biglietti per assistere alla cerimonia di apertura e alle altre prove erano in vendita presso la sede del comitato organizzatore, oltre che nei caffè, negli alimentari e nelle tabaccherie, al prezzo di due dracme per i posti a sedere e di una dracma e mezzo per le posizioni peggiori e per i posti in piedi. Al mattino, la famiglia reale e gli organizzatori parteciparono a un ''Te Deum'' nella cattedrale di Atene, per commemorare la liberazione dall'invasione turca. A mezzogiorno, la folla cominciò ad affluire allo Stadio Panathinaiko, guidata dalla "polizia olimpica", creata appositamente per mantenere l'ordine nello stadio e nelle sedi delle gare. Questi addetti erano riconoscibili dalla loro divisa, fatta da pantaloni neri, giacca cerise e casco bianco. Allo stadio Panathinaiko erano presenti circa 80.000 persone, incluso il re di Grecia, sua moglie Olga e i loro figli. In generale, gli atleti erano allineati e raggruppati per nazione. Dopo un discorso del principe Costantino, presidente del comitato organizzatore, alle 15:30 prese la parola suo padre, Giorgio I, che aprì ufficialmente i Giochi olimpici: Non era prevista la lettura del giuramento, che verrà introdotto solamente ai Giochi della VII Olimpiade di Anversa del 1920. In seguito, nove bande e centocinquanta coristi eseguirono l'inno olimpico, composto per l'occasione da Spiro Samara, con il testo scritto dal poeta Kostis Palamas, inno che verrà dichiarato ufficiale dal CIO nel 1958 e reintrodotto a partire da . La folla fu così entusiasta dell'opera che il re ne chiese la ripetizione. === Avvenimenti principali === ==== Atletica leggera ==== La finale dei 100 metri piani allo Stadio Panathinaiko Le gare di atletica leggera ebbero un enorme interesse internazionale, maggiore rispetto a quello degli altri sport. Vennero usate le regole dell'Union des sociétés françaises de sports athlétiques per le gare di velocità e dell'Amateur Athletic Association inglese per i concorsi. Alle 12 diverse competizioni presero parte 63 atleti, provenienti da 10 nazioni, facendo sì che questa risultò la disciplina più internazionale. Non furono stabiliti nuovi primati mondiali, sia perché non erano presenti atleti di livello internazionale, sia per le caratteristiche tecniche dello stadio. La competizione principale fu la maratona, una corsa dall'omonima città alla capitale greca, creata da Michel Bréal prendendo spunto dalla leggenda di Fidippide. Il vincitore di questa gara fu Spiridon Louis, che divenne eroe nazionale greco applaudito da oltre 100 000 spettatori al suo arrivo. Edwin Teddy Flack, l'unico australiano della manifestazione, conquistò due medaglie d'oro nei 800 e nei 1500 metri e una terza, di bronzo, nel tennis. Lo statunitense Thomas Burke vinse i 100 metri in 12 secondi e i 400 metri in 54,2 secondi. Ellery Clark fu vittorioso nel salto in alto e nel salto in lungo. Nel salto triplo dominò invece James Connolly, con un netto distacco dal secondo classificato. Robert Garrett, che ottenne in totale quattro medaglie, vinse nel lancio del disco e nel getto del peso, sebbene gli atleti greci fossero i favoriti in entrambi gli eventi. William Welles Hoyt vinse nel salto con l'asta. Sulle 12 discipline, la squadra statunitense vinse complessivamente 17 medaglie, di cui 9 d'oro, 5 d'argento e 3 di bronzo. ==== Ciclismo ==== La partenza della gara su strada Per le gare di ciclismo vennero usate le regole dell'Unione Ciclistica Internazionale. Si tenne solo un evento di ciclismo su strada, la corsa in linea, una competizione di 87 chilometri da Atene a Maratona e ritorno, vinta, nonostante tre cadute, da Aristeidīs Kōnstantinidīs in 3h 22' 31", davanti a August Goedrich e Edward Battel. Non tutti i partecipanti avevano biciclette professionali, come ad esempio Konstantinidis, il quale vinse la gara su strada su un mezzo amatoriale, che ruppe per ben due volte: alla seconda rottura, fu costretto a prendere la bicicletta di una persona del pubblico per concludere l'evento. Le gare di ciclismo su pista si tennero al velodromo di Neo Phaliron, una struttura creata per l'occasione da 7000 spettatori della lunghezza di 333,33 metri , e videro in Paul Masson il miglior ciclista delle competizioni; il francese infatti vinse i 2000 metri, la 10 chilometri e la cronometro. Nei 100 chilometri vinse invece il suo connazionale Léon Flameng, nonostante una caduta. Adolf Schmal vinse la maratona di 12 ore, in quella che fu l'ultima competizione tenuta in questi giochi olimpici; l'austriaco precedette di un solo giro l'unico altro ciclista che riusci a concludere la gara, il britannico Frank Keeping. In totale, dei 19 ciclisti che parteciparono alle 6 gare, i due francesi portarono a casa 6 medaglie, di cui 4 d'oro. ==== Ginnastica ==== Alfred Flatow alle parallele Le gare della ginnastica si tennero all'interno dello stadio Panathinaiko. Vi parteciparono 71 atleti, 52 dei quali erano ellenici, provenienti da 9 paesi. La compagine tedesca partecipò con 11 atleti, la maggior parte provenienti da due squadre berlinesi, la Berliner Turnerschaft e la Turngemeinde in Berlin, e fu la protagonista in gran parte delle competizioni. La Turnerschaft vinse precedendo il Panellīnios e l'Ethnikos, due team greci, la gara delle parallele a squadre e conquistò anche il primo posto nella trave, dove fu la sola squadra iscritta. Tre atleti tedeschi furono campioni di altrettante gare individuali: Hermann Weingärtner vinse nella trave, Alfred Flatow nelle parallele e Carl Schuhmann, che partecipò vittoriosamente anche alla gara di lotta, nel volteggio. Lo svizzero Louis Zutter vinse nel cavallo, mentre i greci Iōannīs Mītropoulos e Nikolaos Andriakopoulos furono vittoriosi, rispettivamente, negli anelli e nella fune. Sulle 8 discipline, i tedeschi vinsero in totale dieci medaglie, di cui 5 d'oro, 3 d'argento e 2 di bronzo. ==== Lotta ==== Carl Schuhmann e Geōrgios Tsitas prima della finale nella lotta Ai Giochi della I Olimpiade venne disputato un solo evento di lotta greco-romana, che si tenne all'interno del Panathinaiko. Le regole erano simili a quelle della moderna lotta greco-romana, sebbene non ci fossero limiti di tempo e non erano previste diverse classificazioni in base al peso per i lottatori. Tre dei cinque partecipanti provenivano da altre discipline e lo stesso vincitore, Carl Schuhmann, era in realtà un campione olimpico di ginnastica. I soli atleti specializzati in questa disciplina erano i due greci, Geōrgios Tsitas e Stephanos Christopoulos; gli spettatori dunque puntarono molto su questa disciplina, sognando una finale tutta ellenica, dal momento che i migliori lottatori europei avevano ignorato la gara. L'evento fu tuttavia oscurato dalla vittoria di Spiridon Louis nella maratona. Il campione olimpico di sollevamento pesi, l'inglese Launceston Elliot venne sconfitto da Schuhmann, che incontrò in finale il greco Tsitas, il quale, a sua volta, aveva battuto il connazionale Christopoulos. Dopo 40 minuti l'incontro fu sospeso per l'oscurità, nonostante le proteste di Schuhmann, per continuare il giorno seguente. Il tedesco riuscì a battere il proprio avversario dopo solo quindici minuti, per un fallo tecnico. ==== Nuoto ==== Alfréd Hajós Le gare di nuoto si tennero tutte l'11 aprile, nella baia di Zea, nei pressi del Pireo, in mare mosso e gelido (la temperatura era di soli 13 °C). Si svolsero in mare aperto, dal momento che gli organizzatori si rifiutarono di spendere i soldi necessari per costruire uno stadio apposito e, nonostante tutto, circa 20.000 spettatori assistettero alle gare. Vi parteciparono 19 nuotatori, provenienti da 4 paesi; 15 erano i partecipanti greci. Si svolsero quattro diverse specialità, tutte in stile libero; i 100 metri, i 500 metri, i 1200 metri e i 100 metri per marinai, una gara esclusiva per i membri della marina militare greca, che non riscosse un grande favore da parte del pubblico. Il diciassettenne ungherese Alfréd Hajós partecipò ai 100 e ai 1200 metri, vincendo entrambe le gare. Non poté partecipare ai 500 metri solo perché non vi era il tempo necessario per recuperare le forze, dal momento che questa si disputò tra le altre due gare. Su questa distanza, il vincitore fu l'austriaco Paul Neumann. Iōannīs Malokinīs vinse la gara riservata ai marinai greci. Sulle quattro diverse competizioni, i partecipanti ellenici vinsero in totale 7 medaglie, di cui una d'oro. Il medagliere di categoria fu comunque vinto dall'Ungheria, grazie ai due ori di Hajós. ==== Scherma ==== La finale del torneo di fioretto Le gare di scherma si tennero nello Zappeion, costruito dall'imprenditore e filantropo Evangelis Zappas appositamente per l'organizzazione di manifestazioni sportive internazionali. Diversamente dagli altri sport (nei quali potevano partecipare solo atleti dilettanti), i professionisti potevano partecipare a una gara di questa disciplina, il fioretto per maestri. In origine, si dovevano tenere quattro diverse gare, ma quella di spada venne cancellata per motivi sconosciuti. La gara del fioretto venne vinta dal francese Eugène-Henri Gravelotte, che batté in finale il suo connazionale Henri Callot. Nell'evento della sciabola a primeggiare fu lo schermidore greco Iōannīs Geōrgiadīs, che vinse tutte e quattro gli incontri, precedendo il connazioanle Tīlemachos Karakalos; a questa gara parteciparono anche Adolf Schmal, vincitore di tre medaglie olimpiche nel ciclismo, e Holger Nielsen, vincitore della medaglia di bronzo in questo evento, medagliato inoltre nella pistola libera. Anche nella gara di fioretto per professionisti il vincitore fu un ellenico, Leōnidas Pyrgos, che divenne il primo campione olimpico greco dell'era moderna, superando 3-1 il solo avversario della gara, il francese Jean Maurice Perronet.. In totale, su 15 partecipanti a questa disciplina, provenienti da 4 diverse nazioni, gli schermidori greci conquistarono dunque 4 medaglie, di cui 2 d'oro, 1 d'argento e 1 di bronzo. ==== Sollevamento pesi ==== Launceston Elliot Le gare di sollevamento pesi, che si tennero nello stadio Panathinaiko, non avevano alcuna distinzione per categorie di peso. Vi parteciparono 7 atleti, anche se solo due si contesero la medaglia d'oro: lo scozzese Launceston Elliot, che affascinò il pubblico greco, e il danese Viggo Jensen. Nel sollevamento con due mani, alzarono entrambi lo stesso peso (111,5 kg), ma la giuria, con re Giorgio I come presidente, decise che Jensen aveva uno stile migliore, a dispetto di Elliot che muoveva un piede mentre sollevava il peso. La delegazione britannica, contraria a questa decisione, protestò ufficialmente. Venne così permesso ai sollevatori di effettuare un ulteriore tentativo, ma nessuno dei due riuscì a migliorarsi, così Jensen fu dichiarato vincitore. Elliot ebbe la sua rivincita nel sollevamento con una mano, vincendo facilmente la competizione, alzando 71 kg nel suo primo tentativo e vincendo la prima medaglia d'oro olimpica per il Regno Unito; dietro di lui, Viggo Jensen e Alexandros Nikolopoulos sollevarono entrambi 57 kg, ma il danese precedette il greco, solo perché riuscì a sollevare lo stesso peso anche con l'altra mano. ==== Tennis ==== Un incontro del torneo singolare di tennis Gli incontri di tennis si tennero nei campi in erba del Tennis Club di Atene e, in parte, nel velodromo di Neo Phaliron, tra l'8 e l'11 aprile. Sebbene questo sport fosse già molto popolare alla fine del XIX secolo, nessuno dei migliori giocatori dell'epoca partecipò al torneo ateniese. John Pius Boland, vincitore del torneo singolare, si recò nella capitale greca per assistere ai Giochi olimpici solo come spettatore, per una promessa fatta al suo amico Thrasyvoulos Manos, che lo iscrisse al torneo, conoscendo la sua bravura nel tennis. Non essendosi organizzato, gareggiò inizialmente con scarpe di cuoio, dovendo poi acquistare sul posto gli strumenti adatti. Al primo turno, Boland vinse contro l'amburghese Friedrich Traun, battendo poi in finale, con un punteggio di 6-2 6-2, l'egiziano naturalizzato greco Dionysios Kasdaglis. Boland e Traun decisero di gareggiare insieme nel doppio, battendo nell'incontro decisivo il greco Dimitrios Petrokokkinis e lo stesso Kasdaglis, dopo aver perso il primo set. Durante questa edizione olimpica era consentita la partecipazione di squadre composte di atleti di paesi diversi, i cui risultati il CIO raggruppa sotto la definizione di squadra mista. ==== Tiro a segno ==== Karasevdas, Fragkoudīs e Orfanidīs. Le gare di tiro a segno si svolsero nello Skopeftirion, il poligono di tiro di Kallithea. Delle cinque competizioni totali, tre riguardavano la rivoltella e due la carabina. La prima gara, riservata alla carabina militare, fu vinta dal greco Pantelīs Karasevdas, il solo che riuscì a colpire tutti i quaranta bersagli. La seconda specialità, il tiro a segno con rivoltella militare, fu dominata dai due fratelli John e Sumner Paine, entrambi militari dell'esercito statunitense, che furono i primi parenti ad arrivare primo e secondo ai Giochi olimpici. Per evitare l'imbarazzo degli altri partecipanti, i fratelli decisero che solo uno di loro avrebbe partecipato alla gara successiva, la pistola libera. Sumner Paine vinse quella gara, diventando il primo parente di un campione olimpico a diventare tale anch'esso. I fratelli Paine non parteciparono al tiro a segno con rivoltella libera, in quanto i giudici della gara stabilirono che le loro armi, delle colt, non avevano il calibro adeguato. In loro assenza, vinse Iōannīs Fragkoudīs. L'ultimo evento, la gara di carabina libera, cominciò lo stesso giorno, ma venne interrotta a causa dell'oscurità e continuò la mattina seguente, quando Geōrgios Orfanidīs venne incoronato campione. Sulle 5 specialità, i greci vinsero in totale 9 medaglie, di cui 3 d'oro e altrettante d'argento e di bronzo. === Cerimonia di chiusura === La mattina di domenica 12 aprile, anche se le competizioni non erano ancora terminate, re Giorgio I organizzò un banchetto per gli atleti e gli organizzatori, durante il quale, dopo aver ringraziato coloro che avevano reso possibile la rinascita dei Giochi olimpici, manifestò l'intenzione di far svolgere le Olimpiadi sempre ad Atene. La chiusura ufficiale della cerimonia si tenne il mercoledì successivo, 15 aprile 1896, dopo essere stata posticipata dal martedì per pioggia. La famiglia reale partecipò anche a questa cerimonia, che si aprì con l'''Inno alla libertà'', l'inno nazionale greco e con un'ode composta in greco antico, ispirata a quelle pindariche e in onore degli antichi vincitori olimpici, da George Stuart Robertson, atleta britannico vincitore anche della medaglia di bronzo nel doppio di tennis. Nonostante il greco arcaico non venisse capito da tutti, Robertson venne applaudito e, dopo la cerimonia di premiazione dei vincitori, il re lo chiamò e gli offrì una corona di alloro e un fermacravatta. La parata dei vincitori, durante la cerimonia di chiusura; a sinistra, Konstantinos Manos precede Spiridon Louis (in bianco) e il resto dei medagliati. Il re consegnò poi i premi ai vincitori; in seguito, il giovane poeta nazionalista Konstantinos Manos, che era a capo degli addetti alla sicurezza negli stadi, condusse i medagliati in un giro d'onore attorno allo stadio. Spiridon Louis venne subito dietro di lui, tra i primi posti della parata, portando una bandiera greca, un mazzo di fiori e un ombrello parasole, lanciatogli da un'ammiratrice, seguito da statunitensi, ungheresi, francesi e tedeschi e poi gli altri vincitori. Poi Giorgio I ufficializzò la fine della manifestazione, lasciò poi lo stadio, acclamato dal pubblico, mentre la banda suonava ancora l'inno nazionale e un'opera composta per l'occasione dal direttore musicale della guarnigione di Atene, chiamata ''Νενικήκαμεν'' ("Abbiamo vinto" in greco), titolo tratto dalla frase che avrebbe pronunciato Fidippide ad Atene per annunciare la vittoria di Maratona. Anche se le gare non furono di alto profilo tecnico, la prima edizione dei Giochi olimpici moderni viene ricordata come un grande successo organizzativo, per merito soprattutto dell'entusiasmo espresso dagli spettatori. Alla richiesta, da parte di re Giorgio I ma anche di alcuni atleti statunitensi, di mantenere sempre la manifestazione ad Atene, Coubertin e il CIO furono contrari, rimanendo sull'idea originale di assegnare i Giochi a una città sempre diversa. I Giochi della II Olimpiade del 1900 si sarebbero svolti a Parigi (contemporaneamente all'Esposizione universale), mentre quelli della III Olimpiade del 1904 erano già assegnati agli Stati Uniti, in una sede ancora da definire. Con l'esclusione dei Giochi olimpici intermedi del 1906, non considerati ufficiali dal CIO, i Giochi non tornarono in Grecia fino al 2004, quando si disputarono i Giochi della XXVIII Olimpiade, 108 anni dopo il successo della prima Olimpiade della storia contemporanea. Nel 1984 venne pubblicata ''The First Olympics: Athens 1896'', una miniserie televisiva dedicata ai primi giochi olimpici. === Medagliere === Alcuni dei medagliati statunitensi di Atene 1896. In piedi: Thomas Burke, Thomas Curtis, Ellery Clark. Seduti: William Welles Hoyt, Sumner Paine, l'allenatore John Graham, John Paine, Arthur Blake Dieci delle quattordici nazioni partecipanti, oltre alla squadra mista, conquistarono almeno una medaglia. Gli vinsero il medagliere, con undici medaglie d'oro. La conquistò il maggior numero di medaglie, mentre , , e non ne vinsero alcuna. Dal momento che solo i primi due classificati ottenevano dei premi, le medaglie di bronzo sono state assegnate retroattivamente dal Comitato Olimpico Internazionale. Nelle prime tre edizioni dei Giochi olimpici (Atene 1896, e ) era consentito di comporre squadre anche ad atleti di paesi diversi, i cui risultati il Comitato Olimpico Internazionale raggruppa sotto la stessa voce con il termine di "Squadra mista" (codice CIO ZZX). Durante questa edizione olimpica, si utilizza questa denominazione per gli atleti di diversa nazionalità che hanno gareggiato insieme nel torneo di doppio di tennis. Pos. Paese 1 11 7 2 20 2 10 18 19 47 3 6 5 2 13 4 5 4 2 11 5 2 3 2 7 6 2 1 3 6 7 2 1 2 5 8 2 0 0 2 9 1 2 3 6 10 1 2 0 3 === Protagonisti === James Connolly, primo campione dei Giochi olimpici moderni Il primo campione della storia dei Giochi olimpici moderni, a 1503 anni di distanza dall'abolizione di quelle antiche, fu lo statunitense James Connolly, che vinse la gara di salto triplo. Thomas Curtis, vincitore dei 110 metri ostacoli, divenne famoso per essere stato rappresentato in una storica fotografia dei 100 metri piani con la caratteristica partenza rannicchiata. Inoltre, a questa edizione partecipò l'atleta più giovane della storia dei Giochi, Dimitrios Loundras, che vinse la medaglia di bronzo nelle parallele a squadre, a 10 anni e 218 giorni. Un diploma dei giochi, disegnato da Lytras e assegnato ai primi classificati Lo sportivo che vinse più medaglie d'oro fu il tedesco Carl Schuhmann, dominando tre gare di ginnastica e quella di lotta. L'atleta più medagliato dell'Olimpiade fu il suo connazionale Hermann Weingärtner, con sei medaglie, tutte nella ginnastica. Per quanto riguarda i protagonisti delle altre discipline, il francese Paul Masson vinse tre delle sei gare ciclistiche in programma e l'ungherese Alfréd Hajós due delle quattro gare di nuoto. Gli atleti statunitensi dominarono le gare di atletica leggera, vincendo nove gare su dodici; in particolare, Robert Garrett vinse quattro medaglie, risultando due volte campione olimpico. L'inglese John Pius Boland vinse entrambe le gare di tennis, mentre Viggo Jensen vinse una medaglia olimpica in entrambe le gare di sollevamento pesi. Nonostante le donne non potessero gareggiare ad Atene 1896, ci fu una partecipante non ufficiale all'Olimpiade, nella maratona, Stamáta Revíthi, una donna greca di umili origini, madre di un bambino di diciassette mesi, conosciuta anche come ''Melpomene''. Decise di partecipare alla gara, forse per guadagnare soldi o trovare più facilmente un lavoro, in quanto aveva corso per lunghe distanze quando era giovane e credeva di poter battere i suoi avversari maschi. Non le fu consentito tuttavia di gareggiare nella gara ufficiale, ma corse da sola il giorno successivo, l'11 aprile. Il giro finale fu completato all'esterno dello stadio in quanto le fu bloccata l'entrata all'interno del Panathinaiko. Revithi finì la maratona in circa cinque ore e mezzo, trovando lo spirito di segnare il suo nome e verificare il suo tempo: aveva infatti intenzione di presentare questa documentazione al Comitato Olimpico Ellenico, sperando che questo riconoscesse il suo risultato, ma non si hanno testimonianze che dimostrino se questo avvenne oppure no.
Giochi della II Olimpiade
I '''Giochi della II Olimpiade''' , noti anche come '''Parigi 1900''', si sono svolti a Parigi, in Francia, dal 14 maggio al 28 ottobre 1900. In occasione del Congresso olimpico del 1894, il barone de Coubertin propose che i Giochi olimpici del 1900 fossero assegnati in modo che si tenessero contemporaneamente all'Esposizione universale già programmata per quell'anno nella capitale francese. All'Olimpiade, alla quale parteciparono circa mille atleti, provenienti da 28 nazioni, poterono gareggiare, per la prima volta nella storia dei Giochi olimpici, le donne; così Charlotte Cooper divenne la prima campionessa olimpica. La maggior parte dei vincitori nel 1900 non ricevettero medaglie, ma coppe e trofei di varia natura. I professionisti poterono gareggiare nella scherma e ad Albert Ayat, che vinse sia la gara di spada per amatori, sia quella per maestri, venne assegnato un premio di 3000 franchi. Si tennero alcuni eventi insoliti, per l'unica volta nella storia delle Olimpiadi, tra i quali si annoverano i salti equestri in alto e in lungo, il nuoto ad ostacoli, il cricket ed il tiro al piccione vivo.
Alcuni membri del primo Comitato Olimpico Internazionale. Dietro: Gebhardt (Germania), Guth-Jarkovsky (Boemia), Kemeny (Ungheria), Balck (Svizzera). Seduti: Coubertin, Vikélas al centro, Boutowsky (Russia). La scelta di restaurare l'antica tradizione olimpica e di selezionare la città che avrebbe dovuto ospitare la prima edizione delle Olimpiadi moderne venne ufficialmente dichiarata durante il primo congresso olimpico, organizzato da Pierre de Coubertin ed avvenuto nell'anfiteatro dell'Università della Sorbona di Parigi, dal 16 al 23 giugno 1894. L'incontro ebbe un forte carattere internazionale, dovuto alla presenza di molti illustri personaggi; al primo giorno di lavori parteciparono infatti circa 2.000 persone. Vi erano in tutto 78 delegati, che rappresentavano quarantanove club sportivi delle tredici maggiori potenze mondiali. Furono presenti, tra gli altri, il re del Belgio Leopoldo II, il principe di Galles Edoardo, il principe ereditario greco Costantino, William Penny Brookes e Ioannis Fokianos. Su proposta dello storico francese, la prima Olimpiade dalla storia contemporanea venne assegnata alla capitale francese, durante l'Esposizione universale, nel 1900; fu di fatto l'unica città candidata ad ospitare questa prima manifestazione. Per timore che un periodo di attesa di sei anni, come ipotizzato inizialmente da de Coubertin, potesse far diminuire l'interesse del pubblico riguardo alla manifestazione, si preferì organizzare un evento olimpico già nel 1896, che venne assegnato ad Atene, dopo una discussione con Demétrios Vikélas, un dirigente sportivo che rappresentava la Grecia al congresso parigino. Dunque i Giochi della II Olimpiade sarebbero dovuti invece essere la prima edizione dei giochi olimpici moderni. Esposizione Universale di Parigi, avvenuta il 14 aprile 1900. In questo congresso inoltre venne istituito il Comitato Olimpico Internazionale, composto da Demétrios Vikélas (che assunse, su proposta di de Coubertin, la carica di presidente) e da altri tredici membri; il criterio ispiratore della nomina era che la presidenza del CIO spettasse, per il quadriennio, alla nazione organizzatrice dei Giochi; quindi dal 1896, de Coubertin fu presidente di questa associazione, carica che, nonostante le ipotesi iniziali, mantenne fino al 1925. Al termine della prima Olimpiade, che venne ricordata, nonostante le gare non fossero di alto profilo tecnico, come un grande successo organizzativo, per merito soprattutto dell'entusiasmo degli spettatori greci, venne ufficializzata la richiesta, da parte di re Giorgio I di Grecia ma anche di alcuni atleti statunitensi, di mantenere sempre la manifestazione ad Atene. Coubertin ed il CIO furono comunque contrari, rimanendo sull'idea originale di assegnare i Giochi olimpici ad una città sempre diversa. === Organizzazione === Il barone Pierre de Coubertin. Alcuni mesi prima del primo congresso olimpico del 1894, Pierre de Coubertin, in una conversazione con Alfred Picard, direttore generale del Expo 1900 di Parigi, ipotizzò di tenere i Giochi olimpici in collegamento con la Fiera Mondiale, cosa che non trovò il consenso di Picard, che considerava invece lo sport, così come l'organizzazione dell'Olimpiade, come un "inutile e assurda attività"; anche il presidente francese Félix Faure fu indifferente a questa proposta; i Giochi olimpici di Parigi del 1900 si svolsero comunque durante l'Esposizione Universale. Il barone de Coubertin riteneva che questo avrebbe potuto contribuire a sensibilizzare il pubblico delle Olimpiadi; presentò inoltre degli elaborati progetti per ricostruire l'antico sito di Olimpia, con statue, templi, stadi e palestre. Venne formato un comitato per l'organizzazione dei Giochi, costituito da alcuni dei più capaci dirigenti sportivi dell'epoca e fu redatto un programma provvisorio. Il 9 novembre 1898, l'Union des sociétés françaises de sports athlétiques (USFSA) comunicò che avrebbe avuto il diritto esclusivo di organizzare qualsiasi evento sportivo svolto durante la Fiera Mondiale. Questa minaccia portò alle dimissioni del visconte Charles de La Rochefoucauld, che era stato nominato presidente del comitato organizzatore, che non voleva essere coinvolto nella battaglia politica. Pierre de Coubertin, che era il segretario generale del USFSA, fu invitato a dimettersi da questa carica. Il CIO cedette il controllo dei giochi ad una nuova commissione che doveva controllare ogni attività sportiva collegata all'Expo 1900. Nel 1899 Alfred Picard nominò il generale Baillod presidente del nuovo comitato e Daniel Merillon, capo della Federazione francese di tiro, vicepresidente; ogni disciplina aveva poi un proprio sotto-comitato. In un rapporto ufficiale del 2 settembre 1894, Merillon mostrò che i costi necessari per l'organizzazione delle gare, qualora il numero di discipline restasse immutato, sarebbero stati pari a 4.921.000 franchi che, con la costruzione di strutture d'accoglienza e delle tribune, sarebbero saliti a circa 5.400.000 franchi. Capendo che il governo non avrebbe mai consegnato tale cifra agli organizzatori, Merillon pubblicò allora un calendario di eventi completamente diverso da quello precedente, caratterizzato dalla netta riduzione delle competizioni; questo consentiva una spesa di circa 2.500.000 franchi, comprese i costi per le tribune. Tuttavia, molti atleti che avevano fatto dei progetti per gareggiare, basandosi su quanto deciso dal programma originale, si ritirarono, rifiutando di trattare con il nuovo comitato. Copertina del rapporto ufficiale su Parigi 1900 Lo sforzo economico del governo francese si concentrò prevalentemente sull'organizzazione dell'Esposizione Universale; de Coubertin, inoltre, incontrò l'ostracismo delle autorità sportive francesi, che mosse da sciovinismo nazionale, non accettavano i suoi sforzi per internazionalizzare l'avvenimento e per introdurre in Francia il concetto di sport come modello educativo, sull'esempio dei college inglesi. Tra il maggio e l'ottobre 1900, il nuovo comitato organizzatore organizzò comunque un enorme numero di attività sportive, a fianco all'Esposizione di Parigi, la maggior parte delle quali concentrate nel XII arrondissement di Parigi, per favorire l'espansione orientale della capitale francese. Raramente per questi eventi sportivi venne usato il termine "Olimpici". Infatti il termine "Giochi Olimpici" è stato sostituito da "''Concours Internationaux d'exercises physiques et de sport''" ("Concorsi internazionali d'esercizi fisici e dello sport") nella relazione ufficiale degli eventi sportivi dell'Exposition Universelle. Non vennero organizzate né la cerimonia d'apertura, né quella di chiusura, per l'associazione dell'Olimpiade con l'Expo. I giudici, che erano sia francesi sia stranieri, erano direttamente nominati da Picard. Il regolamento dei Giochi olimpici consentì, per la prima volta, la partecipazione delle donne alle competizioni: il barone de Coubertin, influenzato dalla cultura dell'età vittoriana, in cui il genere femminile era considerato inferiore rispetto a quello maschile, e dalla tradizione dei Giochi olimpici antichi (in cui solo gli uomini erano autorizzati a partecipare agli eventi, con l'esclusione di donne, schiavi e ''barbaroi'', ovvero non greci), aveva impedito la loro presenza ai Giochi della I Olimpiade; credeva che "la partecipazione di atleti donne fosse un male per l'atleta di sesso maschile, e che le sportive dovessero essere escluse dal programma olimpico". Inoltre, a partire da questa Olimpiade, poterono partecipare esclusivamente gli atleti professionisti, a differenza di quanto deciso generalmente per Giochi olimpici di Atene del 1896. La decisione di tenere le competizioni esclusivamente la domenica portò alle proteste ufficiali dal parte degli atleti statunitensi, che parteciparono come rappresentanti dei rispettivi collegi e preferirono ritirarsi piuttosto che gareggiare durante il giorno di riposo, dedicato a Dio. In seguito, de Coubertin disse ad un amico: "È un miracolo che il Movimento Olimpico sopravvisse a questa manifestazione". === Sedi di gara === Velodromo di Vincennes ==== Parigi ==== * Velodromo di Vincennes - Atletica leggera, calcio, cricket, rugby, ciclismo, aerostazione * Bois de Boulogne - Atletica leggera, Croquet, tiro al piccione, polo, pompieri * Giardini del Lussemburgo - Longue paume * Bois de Vincennes - ginnastica, tiro a segno * I giardini delle Tuileries - Scherma (spada) * Senna - Nuoto * Société hippique française, Place de Breteuil - Equitazione * Grand Palais - Scherma (fioretto e sciabola) * Galleria nazionale del Jeu de Paume, Palazzo delle Tuileries - Courte paume ==== Altre sedi ==== * Île Seguin, Boulogne-Billancourt - Tiro a segno * Versailles - Tiro a segno * Le Havre - Nuoto * Circolo di Puteaux - Tennis * Bocciodromo di Saint-Mandé, Saint-Mandé - Bocce * Société des sports de Compiègne, Compiègne - Golf * Campo di regata del Cercle de la Voile de Paris a Meulan - Vela === I vincitori === Nell'atletica, l'americano Alvin Kraenzlein vinse le gare dei 60 m, dei 100 m ostacoli, dei 200 m ostacoli e del salto in lungo. Un altro americano Irving Baxter vinse la gara del salto con l'asta e del salto in alto, arrivando secondo in altre 3 competizioni. Ray Ewry vinse tre titoli, tutti nei salti da fermo, e si ripeterà ugualmente nell'olimpiade del 1904 a St. Louis. Nel complesso gli americani vinsero 17 dei 23 titoli in palio nell'atletica. Le prime medaglie d'oro olimpiche della storia italiana vennero vinte da Antonio Conte (Scherma - sciabola per maestri d'armi) e Gian Giorgio Trissino (Equitazione - salto in alto). Un altro italiano, Ernesto Mario Brusoni, vinse la gara a punti nel ciclismo che però non è riconosciuta ufficialmente dal CIO, mentre Brusoni viene indicato dal CONI come campione olimpico. L'inglese Charlotte Cooper fu la prima donna a vincere un titolo olimpico, nel tennis. Non si sa invece il nome del timoniere che vinse con i canottieri francesi François Antoine Brandt e Roelof Klein l'oro nel "due con": pare fosse un ragazzino di 10 anni, scelto perché pesava solamente 33 chili. === La conclusione === I giochi del 1900 si chiusero il 28 ottobre, ben 6 mesi dopo la loro apertura, a causa della loro affiliazione all'Esposizione Universale. Nel 1904 a St. Louis negli Stati Uniti l'Olimpiade fu affiancata alla Louisiana Pourchase Exposition. Le nazioni partecipanti alle Olimpiadi di Parigi 1900 Pos. Paese 1 border Francia 26 41 34 101 2 19 14 14 47 3 Gran Bretagna 15 6 9 30 4 6 3 3 12 5 6 2 1 9 6 5 5 5 15 7 4 2 2 8 8 3 2 0 5 9 Australia 2 0 3 5 10 1 3 2 6 11 1 2 2 5 12 1 1 0 2 13 1 0 1 2 14 1 0 0 1 15 0 3 3 6 16 0 2 3 5 17 0 2 0 2 18 0 1 3 4 19 0 1 1 2 20 0 0 1 1 0 0 1 1 Totale 90 90 88 268 I vincitori di medaglie nei diversi sport: * Atletica leggera * Calcio * Canottaggio * Ciclismo * Cricket * Croquet * Equitazione * Ginnastica * Golf * Nuoto e Pallanuoto * Pelota basca * Polo * Rugby * Scherma * Tennis * Tiro al bersaglio * Tiro alla fune * Tiro con l'arco * Vela
Giochi della III Olimpiade
I '''Giochi della III Olimpiade''' , noti anche come '''Saint Louis 1904''', si sono svolti a Saint Louis, negli Stati Uniti d'America, dal 1º luglio al 23 novembre 1904.
La confusione che caratterizzò i giochi olimpici del 1900 a Parigi aveva rischiato di danneggiare seriamente il movimento olimpico e nel 1904, agli errori commessi in Francia, se ne aggiunsero altri ben più gravi che rischiarono di fermare definitivamente il già precario movimento olimpico. === L'organizzazione === Nazioni partecipanti Il 22 maggio 1901, durante il quarto congresso del CIO a Parigi, era stata scelta la città di Chicago per ospitare i giochi del 1904. Il CIO aveva assegnato i Giochi agli Stati Uniti in segno di gratitudine nei confronti degli atleti americani che avevano partecipato numerosi ai Giochi di Atene e Parigi, e in secondo luogo per la convinzione che tale scelta potesse riscattare immediatamente l'edizione parigina di un anno prima. Nel maggio del 1904, tuttavia, i responsabili della Louisiana Purchase Exposition di Saint Louis, grande fiera campionaria organizzata per celebrare il centenario del passaggio della Louisiana agli Stati Uniti d'America, espressero timori sul fatto che l'olimpiade avrebbe sottratto visitatori alla fiera, minacciando di far svolgere delle gare di atletica in concomitanza con le competizioni olimpiche se i giochi olimpici non fossero stati spostati nella loro città. Il CIO decise di lasciare l'ultima decisione al presidente Theodore Roosevelt, che alla fine optò per il trasferimento. I giochi furono aperti il 1º luglio. La tensione provocata in Europa dallo scoppio della guerra russo-giapponese e le difficoltà di raggiungere Saint Louis (cittadina situata nell'entroterra del continente americano) tennero molti atleti europei lontano dai giochi. All'olimpiade parteciparono 651 atleti, tra cui 6 donne, la quasi totalità dei quali proveniva dagli Stati Uniti. Oltre ai padroni di casa, furono rappresentate solo altre 12 nazioni; l'Italia partecipò con il ciclista Frank Bizzoni. In alcune discipline si arrivò addirittura ad assegnare contemporaneamente il titolo di campione nazionale degli Stati Uniti e di campione olimpico, in quanto non era presente nessun atleta di altre nazioni. === Giornate Antropologiche === giornata antropologica" Durante i giochi olimpici del 1904 furono organizzate anche le cosiddette "Giornate Antropologiche", ovvero competizioni in cui venivano fatte gareggiare persone di razze considerate inferiori ai bianchi, quali pigmei, Amerindi, Inuit, Mongoli e altre. Alle Giornate Antropologiche, che spesso finivano per ridicolizzare le razze dei partecipanti, assistettero migliaia di persone. Quasi tutti coloro che parteciparono a quelle "gare" erano stati in precedenza pagati dagli organizzatori. Inoltre furono organizzate gare per fenomeni da baraccone e per anziani, o almeno per coloro che erano considerati tali a quell'epoca, e cioè aventi un'età di almeno 33 anni. === I vincitori === Ray Ewry durante una gara A Saint Louis furono distribuite per la prima volta delle medaglie d'oro, argento e bronzo ai primi tre classificati delle gare olimpiche. Gli Stati Uniti vinsero 77 delle 95 medaglie d'oro in palio e 236 delle circa 300 medaglie totali. Ai precedenti programmi olimpici si aggiunsero il pugilato, la pallacanestro e, rispetto all'edizione del 1900, fu reintegrata la lotta. Alcuni sport, come il ciclismo e il tiro a segno, non fecero parte del programma ufficiale, mentre il golf fece la sua ultima apparizione olimpica, a cui farà seguito una prolungata assenza, fino alla XXXI edizione, tenutasi nel 2016 a Rio de Janeiro. Nel nuoto fu introdotto per la prima volta il crawl, o stile libero. Come quattro anni prima a Parigi, Ray Ewry vinse tutte e tre le gare di salto da fermo. Nell'atletica leggera, gli americani Archibald Hahn, Jim Lightbody e Harry Hillman, vinsero tre medaglie d'oro ciascuno. L'atleta non americano più medagliato fu il tedesco Emil Rausch, che vinse tre gare di nuoto, una in più dell'ungherese Zoltán Halmay. === La conclusione === L'olimpiade del 1904 si concluse il 23 novembre, quasi cinque mesi dopo la sua inaugurazione. Pierre De Coubertin, che prevedendo il disastro organizzativo non aveva assistito alle gare, volle che si voltasse subito pagina e il CIO assegnò i giochi del 1908 prima a Roma e poi a Londra, scelta che segnerà il futuro successo della manifestazione. Ai Giochi Olimpici parteciparono atleti in rappresentanza di dodici paesi. I numeri tra parentesi indicano i partecipanti per Paese. Per via di difficoltà logistiche ed in seguito alle tensioni causate in Europa dalla Guerra russo-giapponese, solo 53 atleti estranei al continente nordamericano parteciparono alla competizione. * (2) * (2) * (52) * (3) * (1) * (17) * (3) * (14) * (1) * (4) * (523) * Sudafrica (8) * (1) Paesi partecipanti. '''Blu''' = Prima apparizione '''Verde''' = Partecipazioni successive. In giallo la città ospitante (Saint Louis) Medaglia d'argento per gli 800 m Pos. Paese 1 78 82 79 239 2 4 4 5 13 3 4 2 3 9 4 4 1 1 6 5 2 1 1 4 6 1 1 0 2 1 1 0 2 8 1 0 1 2 1 0 1 2 10 0 0 1 1 Totale 96 92 92 280 I vincitori di medaglie nei diversi sport: * Atletica leggera * Calcio * Canottaggio * Ciclismo * Ginnastica * Golf * Lacrosse * Lotta * Nuoto * Pallacanestro * Pugilato * Roque * Scherma * Sollevamento pesi * Tennis * Tiro alla fune * Tiro con l'arco Numero di atleti per paese