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20231101.it_2353833_6 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Paolo, principe ereditario di Grecia, principe di Danimarca, figlio maggiore di Costantino II, nato nel 1967. |
20231101.it_2353833_7 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Costantino Alessio di Grecia e Danimarca, figlio maggiore del principe Paolo, nato nel 1998. |
20231101.it_2353833_8 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Achille Andrea di Grecia e Danimarca, secondo figlio del principe Paolo, nato nel 2000. |
20231101.it_2353833_9 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Odysseas Kimon di Grecia e Danimarca, terzo figlio del principe Paolo, nato nel 2004. |
20231101.it_2353833_10 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Aristide Stavros di Grecia e Danimarca, quarto figlio del principe Paolo, nato nel 2008. |
20231101.it_2353833_11 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Nicola di Grecia e Danimarca, secondo figlio di Costantino II, nato nel 1969. |
20231101.it_2353833_12 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Filippo di Grecia e Danimarca, terzo figlio di Costantino II, nato nel 1986. |
20231101.it_2353833_13 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20della%20Casa%20di%20Gl%C3%BCcksburg | Linea di successione della Casa di Glücksburg | Sua altezza reale il principe Andrea, duca di York, duca di York, nato nel 1960, figlio di Elisabetta II. |
20231101.it_2353835_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen%20Moyer | Stephen Moyer | Nato nell'Essex, studia alla St. Martin's School per poi diplomarsi alla London Academy of Music and Dramatic Art. Per cinque anni lavora in teatro, ha collaborato con il National Theatre of Wales, la Royal Shakespeare Company e la Oxford Stage Company. A partire dal 1993 partecipa a diverse produzioni televisive, tra cui Cadfael - I misteri dell'abbazia. Nel 1997 interpreta il Principe Valiant ne Il mistero del principe Valiant. |
20231101.it_2353835_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen%20Moyer | Stephen Moyer | Negli anni seguenti ottiene brevi apparizioni in alcune serie televisive fino al 2000, quando partecipa al film Quills - La penna dello scandalo; successivamente prende parte a una serie di film per la televisione, come Gwyn - Principessa dei ladri, La rivolta e Il segreto di Thomas, quest'ultimo per la regia di Giacomo Battiato dove recita al fianco di Giovanna Mezzogiorno. |
20231101.it_2353835_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen%20Moyer | Stephen Moyer | Nel 2007 recita in 88 minuti di Jon Avnet e partecipa ad alcuni episodi delle serie televisive Lilies e The Starter Wife. Nel 2008 ottiene la popolarità grazie al ruolo del vampiro Bill Compton nella serie della HBO True Blood. |
20231101.it_2353835_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen%20Moyer | Stephen Moyer | Il 21 agosto 2010, a Malibù, ha sposato l'attrice neozelandese Anna Paquin, co-protagonista di True Blood. I due si erano conosciuti e fidanzati durante le riprese dell'episodio pilota della serie TV. L'11 settembre 2012 diventano genitori di due gemelli, Charlie e Poppy. |
20231101.it_2353835_4 | https://it.wikipedia.org/wiki/Stephen%20Moyer | Stephen Moyer | Moyer ha altri due figli nati da precedenti relazioni, Billy (2000) e Lilac (2002), quest'ultima nata dalla relazione tra Moyer e la giornalista britannica Lorien Haynes. |
20231101.it_2353841_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Osterode%20am%20Harz | Osterode am Harz | Era il capoluogo e il centro maggiore del circondario omonimo fino al 1º novembre 2016, quando quest'ultimo è stato soppresso e la città è stata incorporata nel circondario di Gottinga. |
20231101.it_2353859_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa%20cattolica%20in%20Moldavia | Chiesa cattolica in Moldavia | Il territorio è costituito da un'unica diocesi, di rito romano, la diocesi di Chișinău, eretta il 27 ottobre 2001 per elevazione dell'amministrazione apostolica di Moldavia, a sua volta stabilita il 28 ottobre 1993 con territorio ricavato dalle diocesi di Iași (in Romania) e Tiraspol (poi soppressa). |
20231101.it_2353859_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa%20cattolica%20in%20Moldavia | Chiesa cattolica in Moldavia | Karl-Joseph Rauber † (25 aprile 1997 - 22 febbraio 2003 nominato nunzio apostolico in Belgio e Lussemburgo) |
20231101.it_2353864_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Philip%20Perlman | Philip Perlman | Figlio di Benjamin (1861-1932) e Rose Nathan Perlman (1873-1957), è stato padre dell'attrice Rhea Perlman e suocero di Danny DeVito. |
20231101.it_2353864_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Philip%20Perlman | Philip Perlman | Diplomato presso la scuola media superiore Baltimore City College nel 1908, lavorò come reporter per il Baltimore American mentre studiava economia politica all'università Johns Hopkins. Studiò giurisprudenza alla University of Maryland School of Law, venendo ammesso all'Ordine degli avvocati un anno prima di ricevere la laurea in legge nel 1912. |
20231101.it_2353864_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Philip%20Perlman | Philip Perlman | Iniziò quindi a lavorare presso il The Evening Sun di Baltimora nel 1910, prima come cronista di tribunale e poi come redattore di cronaca cittadina dal 1913 al 1917. Fu probabilmente in quel periodo che ebbe l'occasione di conoscere H. L. Mencken. |
20231101.it_2353864_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Philip%20Perlman | Philip Perlman | Lasciato il giornale nel 1917, Perlman iniziò un periodo di parecchi anni nel servizio pubblico, inframmezzandovi la pratica legale. Inizialmente lavorò per il procuratore generale del Maryland, Albert C. Ritchie, come assistente nell'Ufficio legale dello Stato, quindi divenne Assistente dellAttorney General del Maryland nel 1918. Quando Albert C. Ritchie fu eletto governatore nel 1919, lo nominò Segretario di Stato. Tra le leggi scritte da Perlman, vi fu quella che concedeva il diritto di voto alle donne. Negli anni venti Perlman fu legale della città di Baltimora e aprì uno studio privato di avvocato; durante gli anni trenta fece parte di una commissione per rivedere le leggi sulla toponomastica della città e della prima commissione istituita per occuparsi delle risorse idriche del Maryland; negli anni quaranta fu consulente del governatore William Preston Lane, Jr. in materie tipo quella del ponte sulla baia di Chesapeake e sul miglioramento delle autostrade. Nella sua attività privata di avvocato si fece notare per i casi sui diritti civili. |
20231101.it_2353864_4 | https://it.wikipedia.org/wiki/Philip%20Perlman | Philip Perlman | Passando alla politica a livello nazionale, Perlman divenne il primo Avvocato generale degli Stati Uniti d'America di origine ebraica, prestando servizio dal 1947 al 1952 sotto la presidenza di Harry S. Truman, presiedendo la Commissione sull'Immigrazione e la Naturalizzazione e collaborò alle stesure delle piattaforme politiche per le Convention nazionali del Partito Democratico dal 1948 al 1960. Al momento del suo decesso Perlman stava continuando la sua attività di legale nello Studio Perlman, Lyons and Emmerglick a Washington, D.C.. Fu presidente del Consiglio dei garanti per la Walters Art Gallery di Baltimora e membro della Società Storica del Maryland (Maryland Historical Society). Egli fu anche membro del National Press Club e dell'Associazione caritatevole ebraica. |
20231101.it_2353872_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | L'arcidiocesi di Nazareth (in latino: Archidioecesis Nazarena) è una sede soppressa della Chiesa cattolica, istituita durante le Crociate, con sede trasferita a Barletta a partire dal XIV secolo. |
20231101.it_2353872_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Nel 1099 il crociato Tancredi d'Altavilla conquistò la Galilea, ponendo le basi per la costituzione del principato di Galilea; in questo contesto fu eretta una sede vescovile latina a Nazareth. L'istituzione canonica di una diocesi mai esistita in precedenza fu possibile perché i papi vi trasferirono i diritti dell'antica sede metropolitana di Scitopoli, conosciuta come Bethsan dai crociati, che era sede vacante da diverso tempo per la caduta in rovina dell'antica città episcopale. |
20231101.it_2353872_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Secondo le Provinciales medievali, Nazareth era una arcidiocesi metropolitana, e dalla sua provincia ecclesiastica dipendevano le diocesi latine di Tiberiade, Capitoliade, Ippo, Tabor, Belonvillensis (o Belvilonensis) e Cumanatensis. Non è chiaro se tutte queste diocesi furono effettivamente istituite o se piuttosto le Provinciales delineavano semplicemente una situazione ideale. Di certo, secondo le bolle di nomina pubblicate da Eubel nella sua Hierarchia catholica, nel periodo crociato solo Tiberiade ebbe dei vescovi residenti. |
20231101.it_2353872_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Nel 1115 fu creata la Signoria di Nazaret, valvassore del Principato di Galilea che, a sua volta, era vassallo del regno crociato di Gerusalemme. Si trattava di una signoria ecclesiastica governata dall'arcivescovo di Nazareth, che esercitava sia la potestà civile che quella religiosa, e che, come le signorie secolari, aveva il diritto di esercitare court et coins et justise ed il dovere di fornire all'esercito reale un contingente di cavalieri. Nel 1101 furono ricostruite la basilica dell'Annunciazione e la chiesa di San Giuseppe. |
20231101.it_2353872_4 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Il primo arcivescovo di Nazareth storicamente documentato è Bernardo, che nel 1120 prese parte al concilio celebrato dal patriarca di Gerusalemme Guermondo di Picquigny a Nablus. Il successore Guglielmo prese parte ad una donazione che l'arcivescovo Guglielmo di Tiro fece alla basilica del Santo Sepolcro nel 1129. Roberto I nel 1142 prese parte alla spedizione del re Baldovino III contro Bostra, mentre il suo successore Roberto II nel 1152 partecipò all'assedio di Ascalona. Letardo morì durante l'assedio di San Giovanni d'Acri nel 1190. |
20231101.it_2353872_5 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Nel 1187 Nazareth era tornata sotto il controllo dei mussulmani a seguito della vittoria di Saladino nella battaglia di Hattin e gli arcivescovi dovettero rifugiarsi nella roccaforte di San Giovanni d'Acri; i cristiani ripresero il controllo dell'area nel 1229, a seguito della sesta crociata, ma lo persero definitivamente nel 1263 quando il Sultano Baybars scacciò i cristiani e distrusse tutti i loro edifici. Nel 1291 cadde anche San Giovanni d'Acri, ultimo baluardo crociato; da questo momento termina la presenza occidentale in Terra Santa. Gli arcivescovi di Nazareth dovettero riparare in Europa senza più far ritorno nella propria sede. |
20231101.it_2353872_6 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | I papi continuarono a nominare arcivescovi di Nazareth, convinti che l'abbandono dei Luoghi Santi fosse solo momentaneo. Per alcuni decenni i titolari non ebbero una residenza stabile; l'arcivescovo Pietro, per esempio, nel 1326, si trovava a Padova e consacrava la chiesa di San Lorenzo. Il successivo arcivescovo, il francese Ivo, dopo aver vissuto per diverso tempo presso la Curia papale ad Avignone, morì a Barletta. Tra i vari possedimenti che facevano parte della propria mensa vescovile e che erano sparsi un po' ovunque in Italia, specialmente in Puglia e in Lucania, gli arcivescovi possedevano a Barletta la chiesa di Santa Maria di Nazareth extra moenia (fuori le mura) e quella di San Clemente supra Pontem Aufidi; è documentato che nel 1162 gli arcivescovi erano rappresentati nella città barlettana da un proprio vicario o procuratore, per gestire i beni e le proprietà degli arcivescovi in Italia. |
20231101.it_2353872_7 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Non è chiaro da quando gli arcivescovi si stabilirono definitivamente a Barletta. Secondo D'Avino, i titolari di Nazareth fissarono stabilmente la loro dimora nella città pugliese verso la metà del XIV secolo, all'epoca del vescovo Durando (1345-1348) o del successore Riccardo (1348-1366). Tuttavia, come dimostra Eubel, il vescovo Durando visse alla corte di Avignone e morì in Francia a Vaison; Riccardo invece è stato un vescovo ausiliare dell'arcivescovo di Canterbury e nel 1362 era presente alla consacrazione dei vescovi di Saint David's e di Rochester. |
20231101.it_2353872_8 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | È più probabile che gli arcivescovi di Nazareth abbiano posto la loro residenza stabile a Barletta dalla fine del XIV secolo. Di certo lo erano a metà del secolo successivo. Infatti nei pressi di Barletta esisteva un'altra piccola diocesi, quella di Canne. A metà del XIV secolo, in seguito alla decadenza della città, il vescovo Rainaldo (1340-1358), a mezzo dell'Università di Barletta, tentò di ottenere che la sede di Canne venisse trapiantata a Barletta; ma questo primo tentativo non sortì alcun effetto. Dopo varie vicissitudini tale unione si verificò nel 1455, sotto il pontificato di Callisto III, quando furono unite l'arcidiocesi di Nazareth e la diocesi di Canne; tale unione si verificò l'11 luglio 1455, giorno in cui il vescovo di Canne, Giacomo de Aurilia, fu nominato arcivescovo di Nazareth. |
20231101.it_2353872_9 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Nel 1536 all'arcivescovado nazareno si aggiunse anche la diocesi di Monteverde in forza di una bolla di papa Paolo III del 1534. Con questo triplice incarico l'arcivescovo nazareno assurse ad una grande importanza ed esercitò la sua giurisdizione su parte del territorio barlettano e su chiese e possedimenti limitrofi e lontani (alcune chiese a Bari, Potenza, Acerenza e nelle diocesi di Capaccio e Marsico Nuovo). |
20231101.it_2353872_10 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Fin dai tempi di Enrico (1239-1268), grazie ad un particolare privilegio di papa Clemente IV, gli arcivescovi erano soggetti direttamente alla Santa Sede e godevano della prerogativa di poter portare la croce, il pallio e la mozzetta in qualsiasi diocesi si trovassero. Le concessioni di Clemente IV furono confermate da Innocenzo VIII nel 1492 e da Clemente VII nel 1525. |
20231101.it_2353872_11 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Nel corso del XVI secolo l'antica cattedrale nazarena extra moenia fu distrutta durante il sacco del 1528. Nel 1570 circa, l'arcivescovo Bernardino Figueroa, si decise per la costruzione di una nuova cattedrale dentro le mura sul sito di una piccola chiesa intitolata a San Bartolomeo. La nuova cattedrale, ovvero l'attuale chiesa di Santa Maria di Nazareth fu costruita di dimensioni modeste, essendo il tessuto delle abitazioni già sviluppato. L'arcivescovo di Nazareth, pur non essendo formalmente l'arcivescovo della città (Barletta infatti dipendeva dall'arcivescovo di Trani), quando era presente, si comportava come se lo fosse, esercitando i privilegi concessi da papa Clemente IV. Questo creò non pochi attriti sia con l'arcivescovo di Trani sia col clero della chiesa madre della città, la futura cattedrale di Barletta. |
20231101.it_2353872_12 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Alcuni arcivescovi di Nazareth furono al servizio della Santa Sede come nunzi apostolici; tra questi, Fabio Mirto Frangipani (1572-1587), che fu ambasciatore in Spagna e in Francia, e morì a Parigi; Maffeo Barberini (1604-1608), nunzio apostolico in Francia, e futuro papa Urbano VIII; Giulio Piazza (1706-1710), nunzio apostolico in Polonia. |
20231101.it_2353872_13 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Il 27 giugno 1818, con la bolla De utiliori di papa Pio VII, furono soppresse l'arcidiocesi di Nazareth e le diocesi di Canne e di Monteverde; quest'ultima sede fu annessa alla diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, mentre i territori di Canne e Nazareth divennero parte dell'arcidiocesi di Trani. |
20231101.it_2353872_14 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Il 22 settembre 1828, con la bolla Multis quidem di papa Leone XII, il titolo di "arcivescovo di Nazareth" fu concesso agli arcivescovi di Trani. Successivamente il titolo passò agli arcivescovi di Trani e Barletta (1860) e poi agli arcivescovi di Trani-Barletta-Bisceglie (1986). |
20231101.it_2353872_15 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Maffeo Barberini † (20 ottobre 1604 - 27 ottobre 1608 nominato vescovo di Spoleto, poi eletto papa con il nome di Urbano VIII) |
20231101.it_2353872_16 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor patriarchatus digestus, in quo exhibentur Ecclesiae patriarchae caeterique praesules totius Orientis, Parigi, 1740, coll. 1293-1300 |
20231101.it_2353872_17 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Vincenzio d'Avino, Cenni storici sulle chiese arcivescovili, vescovili e prelatizie (nullius) del Regno delle Due Sicilie, Napoli, 1848, pp. 451–456 |
20231101.it_2353872_18 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Giuseppe Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, Venezia, 1870, vol. XXI, pp. 60–66 |
20231101.it_2353872_19 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Bruno Figliuolo, Chiesa e feudalità nei principati latini d'Oriente durante il XII secolo, in Pietro Zerbi (a cura di), Chiesa e mondo feudale nei secoli X-XII: atti della dodicesima settimana internazionale di studio Mendola, 24-28 agosto 1992, Milano, 1995, pp. 375–410 |
20231101.it_2353872_20 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Emmanuel Sivan, Palestine during the crusades (1099-1291), in Michael Avi-Yonah (a cura di), A History of Israel and the Holy Land, Continuum International Publishing Group, 2003, pp. 235–271 |
20231101.it_2353872_21 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 358–359; vol. 2, p. 200; vol. 3, p. 254; vol. 4, p. 254; vol. 5, p. 282; vol. 6, p. 303 |
20231101.it_2353872_22 | https://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi%20di%20Nazareth | Arcidiocesi di Nazareth | L'arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie su Beweb - Beni ecclesiastici in web (con informazioni sull'arcidiocesi di Nazareth) |
20231101.it_2353882_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Club%20Voleibol%20Teruel | Club Voleibol Teruel | Fondato nel 1991, il club s'impone immediatamente a livello regionale con la squadra giovanile, per poi scalare le categorie minori del campionato spagnolo con la prima squadra. Nel 2004 acquista il diritto per giocare in Superliga 2, campionato che vince nel 2006. Particolarmente importante per la squadra è il patrocinio delle agenzie assicurative Caja Inmaculada-CAI. |
20231101.it_2353882_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Club%20Voleibol%20Teruel | Club Voleibol Teruel | Alla terza stagione in Superliga, nel 2009, la giovane formazione aragonese vince il primo titolo nazionale della sua storia. All'inizio del campionato si impone in Supercoppa contro il Club Voleibol Pòrtol e nel corso della stagione disputa la sua prima finale di Coppa del Re, poi persa contro l'Unicaja Almería. |
20231101.it_2353898_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | La linea di successione al trono di Thailandia (กฎมณเฑียรบาลว่าด้วยการสืบราชสันตติวงศ์ พระพุทธศักราช 2467) si basa sulla legge di successione del 1924, promulgata durante il regno di Vajiravudh per risolvere le controversie dinastiche esistenti all'epoca. |
20231101.it_2353898_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | Durante il regno di Chulalongkorn, predecessore e padre di Vajiravudh, fu abolita la carica di Palazzo Davanti che veniva attribuita all'erede al trono e sostituita con la carica di principe della corona, che è tuttora il titolo ufficiale dell'erede al trono di Thailandia, la cui nomina divenne con Chulalongkorn dal 1910 di esclusiva competenza del re. Il sovrano pose così fine all'antica regola di successione adottando il sistema in uso nelle monarchie occidentali. |
20231101.it_2353898_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | La legge del 1924 di Vajiravudh riaffermò il diritto al trono del primogenito maschio del re secondo il principio di anzianità dei figli maschi, precludendo però l'ascesa al trono ai figli di semplici popolane o di donne straniere. Con questa legge fu inoltre precluso l'accesso al trono alle donne. |
20231101.it_2353898_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | La costituzione thailandese fu modificata nel 1974 per consentire alle figlie del re di salire al trono, ma solo in assenza di un erede maschio. In tale caso la principessa verrebbe nominata dal Consiglio privato della Thailandia e l'investitura potrebbe avere luogo solo dopo l'approvazione dell'Assemblea nazionale |
20231101.it_2353898_4 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | La Costituzione del 1997 prevalse sulla legge di successione del 1924; la Costituzione provvisoria del 2006 non fece alcuna menzione alla successione, lasciando alla "prassi costituzionale". Le successive costituzioni si sono conformate alla legge del 1924 e all'emendamento del 1974. Il re, se lo desidera, può nominare erede al trono uno qualsiasi dei propri figli. |
20231101.it_2353898_5 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | L'erede presuntivo al trono thailandese è il principe Dipangkorn Rasmijoti, che non è però stato nominato principe della corona dal padre. È figlio dell'attuale re Vajiralongkorn (Rama X) e della sua terza moglie Srirasmi Suwadee. |
20231101.it_2353898_6 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | S.M. il Re Vajiralongkorn di Thailandia, nato nel 1952, secondo figlio di re Bhumibol Adulyadej e attuale sovrano di Thailandia |
20231101.it_2353898_7 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 1. S.A.R. Principe Dipangkorn Rasmijoti di Thailandia, nato nel 2005, settimo figlio del Re Vajiralongkorn |
20231101.it_2353898_8 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 2. S.A.R. Principessa Bajrakitiyabha di Thailandia, nata nel 1978, prima figlia del Re Vajiralongkorn |
20231101.it_2353898_9 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 3. S.A.R. Principessa Sirivannavari di Thailandia, nata nel 1987, sesta figlia del Re Vajiralongkorn |
20231101.it_2353898_10 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 4. S.A.R. Principessa Sirindhorn di Thailandia, nata nel 1955, terza figlia del Re Bhumibol Adulyadej |
20231101.it_2353898_11 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 5. S.A.R. Principessa Chulabhorn Walailak di Thailandia, nata nel 1957, quarta figlia del Re Bhumibol Adulyadej |
20231101.it_2353898_12 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 6. S.A.R. Principessa Siribhachudabhorn di Thailandia, nata nel 1982, prima figlia della Principessa Chulabhorn Walailak |
20231101.it_2353898_13 | https://it.wikipedia.org/wiki/Linea%20di%20successione%20al%20trono%20di%20Thailandia | Linea di successione al trono di Thailandia | 7. S.A.R. Principessa Aditayadornkitikhun di Thailandia, nata nel 1984, seconda figlia della Principessa Chulabhorn Walailak |
20231101.it_2353908_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Lega%20Nazionale%20A%201950-1951%20%28hockey%20su%20ghiaccio%29 | Lega Nazionale A 1950-1951 (hockey su ghiaccio) | G=Giocate, V=Vinte, N=Pareggiate, P=Perse, GF=Gol Fatti, GS=Gol Subiti, Dif=Differenza Reti, Pt=Punti |
20231101.it_2353908_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Lega%20Nazionale%20A%201950-1951%20%28hockey%20su%20ghiaccio%29 | Lega Nazionale A 1950-1951 (hockey su ghiaccio) | G=Giocate, V=Vinte, N=Pareggiate, P=Perse, GF=Gol Fatti, GS=Gol Subiti, Dif=Differenza Reti, Pt=Punti |
20231101.it_2353908_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Lega%20Nazionale%20A%201950-1951%20%28hockey%20su%20ghiaccio%29 | Lega Nazionale A 1950-1951 (hockey su ghiaccio) | G=Giocate, V=Vinte, N=Pareggiate, P=Perse, GF=Gol Fatti, GS=Gol Subiti, Dif=Differenza Reti, Pt=Punti |
20231101.it_2353916_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/F%C3%BCr%27n%20Arsch | Für'n Arsch | Für'n Arsch è l'album di debutto del gruppo pop punk tedesco WIZO, pubblicato nel 1991 da Hulk Räckorz Records. |
20231101.it_2353917_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Central%20Ohio%20Film%20Critics%20Association%20Awards%202002 | Central Ohio Film Critics Association Awards 2002 | La 1ª edizione della cerimonia di premiazione dei Central Ohio Film Critics Association Awards si è tenuta il 4 febbraio 2003. |
20231101.it_2353917_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Central%20Ohio%20Film%20Critics%20Association%20Awards%202002 | Central Ohio Film Critics Association Awards 2002 | I vincitori sono indicati in grassetto. Ove ricorrente e disponibile, viene indicato il titolo in lingua italiana e quello in lingua originale tra parentesi. |
20231101.it_2353917_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Central%20Ohio%20Film%20Critics%20Association%20Awards%202002 | Central Ohio Film Critics Association Awards 2002 | Il Signore degli Anelli - Le due torri (The Lord of the Rings: The Two Towers), regia di Peter Jackson |
20231101.it_2353917_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Central%20Ohio%20Film%20Critics%20Association%20Awards%202002 | Central Ohio Film Critics Association Awards 2002 | The Kid Stays in the Picture (The Kid Stays in the Picture), regia di Nanette Burstein e Brett Morgen |
20231101.it_2353918_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna%20Ghibertiana%20di%20tipo%20A | Madonna Ghibertiana di tipo A | La Madonna col Bambino (detta anche Madonna Ghibertiana di tipo A) è una scultura in stucco e gesso (68x43 cm) variamente attribuita, che si trova in numerosi esemplari, uno dei più significativi tra i quali è a palazzo Davanzati a Firenze. |
20231101.it_2353918_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna%20Ghibertiana%20di%20tipo%20A | Madonna Ghibertiana di tipo A | Esistono due tipi di Madonna col Bambino a mezzo busto conosciuti in molte repliche ciascuno. In entrambi Maria tiene in braccio il figlio, che è a figura intera, e che le si avvicina al volto fino a sfiorarlo, ruotando la schina verso di lei e tenedo il braccio sinistro alzato e piegato al gomito verso il collo della madre. Il tipo "A" è caratterizzato dai piedi del bambino incrociati e soprastanti la mano sinistra della madre; nel tipo "B" invece la mano della Madonna copre i piedi del Bambino, e il velo di lei ha una forma diversa, che avvolge anche Gesù. Ciascuna fa parte di una serie replicatissima nel Quattrocento fiorentino, delle quali non si conoscono gli esemplari originari (forse marmorei?). |
20231101.it_2353918_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna%20Ghibertiana%20di%20tipo%20A | Madonna Ghibertiana di tipo A | Entrambe sono riferite tradizionalmente alla bottega di Lorenzo Ghiberti (da Luciano Berti in poi). In particolare, per il tipo A si conoscono circa ottanta esemplari (elencati da Gentilini). L'attribuzione si basava sulla presenza nel gradino di una delle repliche (quella al Bode Museum) di un rilievo di Eva ripreso dalla Porta del Paradiso. |
20231101.it_2353918_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Madonna%20Ghibertiana%20di%20tipo%20A | Madonna Ghibertiana di tipo A | Nel 2003 invece Luciano Bellosi (nel catalogo della mostra per il cinquecentenario di Masaccio), rileggendo alcune caratteristiche stilistiche e certi grafismi derivati dall'arte classica, la attribuì al Maestro del San Pietro di Orsanmichele, che altro non sarebbe se non il giovane Filippo Brunelleschi, del quale si ignorano sommamente gli inizi come scultore. L'opera in particolare sarebbe attribuibile al 1402-1405, subito dopo il concorso per la porta nord del Battistero. La proposta di Bellosi, sebbene molto tenuta in considerazione tra gli studiosi della cerchia fiorentina, non ha trovato ancora una piena accoglienza in ambito internazionale, dove i musei riferiscono ancora le copie in loro possesso a Ghiberti e alla sua bottega. |
20231101.it_2353925_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Dragan%20Ki%C4%87anovi%C4%87 | Dragan Kićanović | Cresce in Jugoslavia, militando inizialmente nella squadra della sua città natale. Poi veste la canotta del Partizan Belgrado, con cui trascorre gran parte della sua carriera. Durante questo periodo con la sua squadra vince due scudetti slavi a livello nazionale e due coppe Korać a livello europeo. |
20231101.it_2353925_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Dragan%20Ki%C4%87anovi%C4%87 | Dragan Kićanović | Arriva in Italia alla Scavolini Pesaro nel 1981 rimanendovi per un biennio, chiudendo entrambe le stagioni a oltre 23 punti di media rispettivamente con oltre il 61% e il 59% al tiro. Con lui in squadra i pesaresi raggiungono per la prima volta una finale scudetto (nel 1982) e conquistano la Coppa delle Coppe (nel 1983). |
20231101.it_2353925_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Dragan%20Ki%C4%87anovi%C4%87 | Dragan Kićanović | Terminata l'esperienza italiana, anche a causa delle polemiche legate alla rissa scoppiata nel corso della partita con l'Italia ai campionati europei in Francia, approda al Racing Parigi. |
20231101.it_2353925_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Dragan%20Ki%C4%87anovi%C4%87 | Dragan Kićanović | Con la nazionale jugoslava Kićanović ha vinto medaglie d'oro alle Olimpiadi (Mosca 1980), ai campionati mondiali (Filippine 1978), e ai campionati europei (Spagna 1973, Jugoslavia 1975, Belgio 1977). Il palmarès è anche arricchito da un argento olimpico, un argento e un bronzo mondiale, e un argento e un bronzo europeo. |
20231101.it_2353941_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Bleib%20Tapfer | Bleib Tapfer | Bleib Tapfer è il secondo album del gruppo pop punk tedesco WIZO, autopubblicato sull'etichetta del gruppo, la Hulk Räckorz nel 1992. |
20231101.it_2353943_0 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Orbiter, software proprietario gratuito, è un simulatore di volo spaziale per SO Windows. La prima versione fu pubblicata il 27 novembre del 2000; attualmente è un progetto attivo la cui versione corrente è la 160903, distribuita il 3 settembre 2016. Orbiter è creato da Martin Schweiger, ricercatore dell'University College di Londra. |
20231101.it_2353943_1 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Orbiter è un simulatore incentrato sull'effettivo comando di navi spaziali e razzi, diversamente ad esempio da Celestia. Orbiter consente di esplorare l'intero sistema solare tramite diversi velivoli: realistici, come lo Space Shuttle, o fittizi, come il famoso Delta-Glider. |
20231101.it_2353943_2 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Orbiter, in quanto a fisica, è estremamente realistico, e rende possibili simulazioni di voli spaziali storici; ma allo stesso tempo consente di volare con navi fantascientifche. Sono supportati viaggi orbitali, sub-orbitali, e interplanetari. È possibile effettuare il rendezvous e l'attracco con una stazione spaziale (o con un altro oggetto), rilasciare un satellite, persino costruire una propria stazione spaziale. |
20231101.it_2353943_3 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Il fulcro di Orbiter sono gli Add-On, ovvero espansioni create dall'utenza che rendono incredibilmente vasto ciò che è possibile fare con questo simulatore. Gli add-on escono costantemente; il più grande archivio online da cui è possibile scaricarli è Orbit Hangar. |
20231101.it_2353943_4 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Il sistema solare di Orbiter presenta il Sole e gli 8 pianeti, tuttavia grazie agli add-on è possibile aggiungere altri pianeti, asteroidi, e comete. Orbiter contiene un database di 100 000 stelle, a solo scopo informativo, infatti i viaggi interstellari non sono ancora consentiti. |
20231101.it_2353943_5 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | È inclusa anche una modalità planetaria con 3 funzionalità principali: le griglie eclittica e celeste possono essere sovrapposte nella mappa stellare assieme ai nomi delle costellazioni e altri indicatori. Possono anche essere attivate le indicazioni di nomi di oggetti nel sistema solare, come pianeti, lune, e navi spaziali. Infine, queste etichette possono essere legate a delle coordinate sulla superficie di un pianeta e quindi indicare città e basi di interesse spaziale. |
20231101.it_2353943_6 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Lo scopo di Orbiter è quello di essere un simulatore piuttosto che un gioco arcade. Il movimento dei pianeti, l'effetto gravitazionale, i voli nell'atmosfera e nello spazio libero sono accuratamente calcolati. |
20231101.it_2353943_7 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | La posizione di un pianeta nel sistema solare è calcolata dalla soluzione VSOP87, mentre il sistema Terra-Luna è simulato dal modello ELP2000. La fisica spaziale e le meccaniche orbitali possono essere complesse, e quindi la curva di apprendimento può risultare ripida anche per coloro già esperti in simulazioni di volo. Siccome Orbiter usa la fisica newtoniana, sono consentiti viaggi a una velocità maggiore di quella della luce senza alcun effetto collaterale come si verificherebbe invece nella realtà. Non si conosce un preciso limite di velocità e di distanza dal sole, ma esperimenti dell'utenza hanno dimostrato che il programma diventa instabile durante viaggi a tali velocità irrealistiche. |
20231101.it_2353943_8 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | L'interfaccia di simulazione di comando di una nave è composta di due display multifunzione, chiamati MFD, e un visore a sovrimpressione, cioè l'HUD. |
20231101.it_2353943_9 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Tutti questi strumenti consentono numerose operazioni. Tutti i comandi sono inseriti via tastiera o mouse. La visuale è libera e sullo schermo sono presenti le informazioni più rilevanti. Tuttavia il simulatore supporta anche altre visuali comprendenti strumenti e pannelli 2D personalizzati, nonché versioni 3D dell'abitacolo, entro i quali si può interagire con l'utilizzo del mouse attivando bottoni, leve, e quant'altro. |
20231101.it_2353943_10 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Quest'ultimo tipo di interfaccia consente al giocatore di guardarsi attorno secondo la prospettiva del pilota. |
20231101.it_2353943_11 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | La versione base di Orbiter è priva di suoni e musiche. Tuttavia è stato creato un ormai famoso add-on chiamato "Orbiter Sound".. Questo aggiunge al simulatore il rumore di motori, suoni d'ambiente, rumori di fondo nella cabina, suoni radio e altro, compresa una playlist mp3. La configurazione consente all'utente di personalizzare tutto secondo le sue esigenze e di mantenere il programma in realistico silenzio quando la navicella è vista esternamente durante il viaggio spaziale. |
20231101.it_2353943_12 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Grazie alle sue capacità grafiche, le sue semplici API e la natura gratuita, Orbiter può essere usato da istituzioni di ricerca per la visualizzazione di missioni spaziali. |
20231101.it_2353943_13 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Space Shuttle Atlantis una versione dello Space Shuttle. Non ha un autopilota come quello reale per questo è molto complesso da manovrare. In compenso contiene più carburante e i motori sono leggermente più potenti. È comunque disponibile un add-on di nome Shuttle Fleet che contiene vari Space Shuttle compresi d'autopilota e moltissimi dettagli e funzioni. |
20231101.it_2353943_14 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Stazione spaziale Mir la storica stazione spaziale russa. Nonostante la sua reale controparte sia stata deorbitata, in Orbiter è stata inserita e possiamo trovarla in un'orbita vicina al piano eclittico. Questo fu pensato inizialmente per fare di Mir un buon punto di partenza per eventuali viaggi planetari nelle prime versioni di Orbiter, quando il simulatore ancora riforniva automaticamente di carburante ogni nave attraccata con una stazione spaziale. Usando lo Scenario Editor incluso nel simulatore è comunque ancora possibile rifornire una nave durante il volo o iniziare direttamente la simulazione già attraccati alla stazione con i serbatoi pieni. |
20231101.it_2353943_15 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | International Space Station la stazione spaziale internazionale, nella sua orbita pressoché effettiva; mostra molti moduli, alcuni dei quali non verranno mai installati nell'ISS reale. |
20231101.it_2353943_16 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Hubble Space Telescope un modello dell'esistente HST, usato con lo Space Shuttle Atlantis di Orbiter. |
20231101.it_2353943_17 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Long Duration Exposure Facility Satellite come il telescopio spaziale Hubble, è uno dei carichi d'esempio dello Space Shuttle Atlantis. |
20231101.it_2353943_18 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Delta-glider Mk.4 un aereo spaziale a forma triangolare, semplice da guidare e ottimo per i primi passi nel simulatore. Una variante di questo deltaglider, chiamata Delta-glider-S, rinuncia a un po' di capacità di carburante in cambio di un sistema di propulsione scramjet. Questa nave rende possibili viaggi Terra-Marte, quindi è l'ideale per acquisire pratica con i viaggi interplanetari. |
20231101.it_2353943_19 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Shuttle-A una piccola nave da carico che può trasportare sei larghi container con una massa totale di 120 tonnellate. Non ha una forma aerodinamica, quindi viene già sistemato sulla Luna e su Marte evitando di doverlo portare manualmente fuori dall'atmosfera. I suoi container sono equipaggiati con paracadute automatici. È possibile quindi simulare un trasporto di carichi dalla base lunare alla Terra e tornare indietro, rilasciando i carichi mentre ci si trova nell'alta atmosfera. La sua alta inerzia e la bassa aerodinamica, nonché il peso dei carichi, lo rendono più difficile da manovrare in confronto al Delta-Glider. |
20231101.it_2353943_20 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Shuttle-PB una piccola e leggerissima navetta spaziale dalle performance estremamente futuristiche. Il suo scopo principale è quello di servire come semplice esempio nell'SDK per gli sviluppatori di add-on; infatti manca di molti dettagli come un abitacolo 2D o 3D, animazioni, ecc. |
20231101.it_2353943_21 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Dragonfly un complesso rimorchiatore spaziale con equipaggio, utile ad esempio per la costruzione di stazioni spaziali. Simula vari sottosistemi con una grande complessità in confronto alle altre navi spaziali di Orbiter, ed è quindi un ottimo esempio del potenziale tecnico delle SDK del simulatore. Il suo modello inoltre è compatibile con le possibilità della tecnologia corrente, rendendolo una nave pressoché realistica. |
20231101.it_2353943_22 | https://it.wikipedia.org/wiki/Orbiter%20%28simulatore%29 | Orbiter (simulatore) | Lunar Wheel station una stazione fittizia a forma di ruota; non è semplice attraccare ad essa se si vuole rispettare la sua rotazione (non è fondamentale ma aggiunge realismo). |