italian
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medieval
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423
Tu che conosci i miei peccati vergognosi e odiosi, o re del cielo invisibile e immortale, reca soccorso all’'anima debole e sviata.
Tu che vedi i miei mali indegni ed empi, re del cielo, invisibile, immortale, soccorri a l' alma disviata e frale.
e quell'altro cosa risponde
e che risponde quell’altro foco
È già sera là dove è sepolto il corpo nel quale io facevo ombra: è a Napoli ed è stato traslato lì da Brindisi
Vespero è già colà dov’è sepolto lo corpo dentro al quale io facea ombra: Napoli l’ha, e da Brandizio è tolto
E non appena io sollevai il viso, l'occhio capì che gli angeli avevano cessato di spargere i fiori
E come la mia faccia si distese, posarsi quelle prime creature da loro aspersion l’occhio comprese
Con il suo esempio si capisce facilmente quanto poco duri il fuoco d'amore in una donna, se la vista o il tatto non lo ridesta spesso
Per lei assai di lieve si comprende quanto in femmina foco d’amor dura, se l’occhio o ‘l tatto spesso non l’accende
Ma dopo che vi accorgeste dell'amore che divampava in me, i biondi capelli che spuntavano dal velo che li proteggeva e lo sguardo pieno di amore.
Ma poi ch'amor di me vi fece accorta, fuor i biondi capelli allor velati, e l'amoroso sguardo in sé raccolto.
e se uno volesse procedere oltre, non vedrebbe altra differenza dall'uno all'altro stile
e qual più a gradire oltre si mette, non vede più da l’uno a l’altro stilo
Dopo che la voce cessò e si acquietò, vidi quattro grandi anime venirci incontro: non avevano aspetto triste, né lieto
Poi che la voce fu restata e queta, vidi quattro grand’ombre a noi venire: sembianz’avevan né trista né lieta
uando risposi, dissi:
Quando rispuosi, cominciai:
Allora io vidi Virgilio meravigliarsi sopra colui che era crocifisso a terra in modo tanto misero nella sua eterna dannazione
Allor vid’io maravigliar Virgilio sovra colui ch’era disteso in croce tanto vilmente ne l’etterno essilio
infatti io vedo sicuramente, e perciò lo racconto, che è vicina una costellazione, al riparo da ogni ostacolo e da ogni sbarramento, che darà al mondo un'epoca in cui un cinquecento dieci e cinque, inviato di Dio, ucciderà la meretrice e quel gigante che traffica con lei
ch’io veggio certamente, e però il narro, a darne tempo già stelle propinque, secure d’ogn’intoppo e d’ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque, messo di Dio, anciderà la fuia con quel gigante che con lei delinque
Allo stesso modo, dispose un'intelligenza per governare e amministrare i beni terreni, che li trasmutasse al momento opportuno tra le varie famiglie e le varie stirpi, al di là dell'opposizione del senno degli uomini
Similemente a li splendor mondani ordinò general ministra e duce che permutasse a tempo li ben vani di gente in gente e d’uno in altro sangue, oltre la difension d’i senni umani
Io iniziai a dire:
Comincia’ io a dir:
Fu frate Gomìta, della Gallura, ricettacolo di ogni imbroglio, che ebbe in suo potere i nemici del suo signore e si comportò con loro in modo che ciascuno ne ebbe vantaggio
Fu frate Gomita, quel di Gallura, vasel d’ogne froda, ch’ebbe i nemici di suo donno in mano, e fé sì lor, che ciascun se ne loda
O caro mio capostipite, che ti innalzi a tal punto che, come le menti terrene vedono che in un triangolo non possono esserci due angoli ottusi, così vedi le cose contingenti prima che avvengano, osservando il punto in cui è un eterno presente
O cara piota mia che sì t’insusi, che, come veggion le terrene menti non capere in triangol due ottusi, così vedi le cose contingenti anzi che sieno in sé, mirando il punto a cui tutti li tempi son presenti
Fu giusto lasciarla in un Cielo come simbolo della grande vittoria che si ottenne con la crocifissione di Cristo, perché essa favorì la prima vittoria militare di Giosuè in Terrasanta, di cui oggi il papa si ricorda troppo poco
Ben si convenne lei lasciar per palma in alcun cielo de l’alta vittoria che s’acquistò con l’una e l’altra palma, perch’ella favorò la prima gloria di Iosuè in su la Terra Santa, che poco tocca al papa la memoria
perciò, tacendo, ci facevano confidare nel nostro cammino
però, tacendo, facean noi del cammin confidare
Ti sei già saziato di quelle ricchezze per le quali non avesti scrupoli a prendere con l'inganno la bella donna e poi farne scempio
Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio per lo qual non temesti tòrre a ’nganno la bella donna, e poi di farne strazio
distese i piedi posteriori sulle cosce e mise la coda in mezzo a entrambe, stendendola in alto lungo la schiena
li diretani a le cosce distese, e miseli la coda tra ’mbedue, e dietro per le ren sù la ritese
Oh, Romagnoli imbastarditi
Oh Romagnuoli tornati in bastardi
Perciò l'uomo ignora da dove venga la conoscenza delle prime nozioni e l'amore verso i primi beni, che sono connaturati in voi come nell'ape l'attitudine a produrre il miele
Però, là onde vegna lo ‘ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de’ primi appetibili l’affetto, che sono in voi sì come studio in ape di far lo mele
L'entusiasmo e la speranza mi fanno innalzare verso il cielo e la delusione mi fa precipitare in terra.
E volo sopra 'l cielo e giaccio in terra.
Come avviene a coloro che sono troppo rispettosi parlando di fronte a un loro superiore, per cui non emettono una voce sicura, così capitò a me, che iniziai a mormorare:
Come a color che troppo reverenti dinanzi a suo maggior parlando sono, che non traggon la voce viva ai denti, avvenne a me, che sanza intero suono incominciai:
Piú volte incominciai a scriver versi, ma la penna, la mano e la mente si ritrovarono sconfitti non appena assaliti.
Piú volte incominciai di scriver versi, ma la penna e la mano e l'intelletto rimaser vinti nel primier' assalto.
O anime sante, non si procede più in alto se prima il fuoco non vi brucia: entrate in esso e prestate attenzione al canto che udrete dall'altra parte
Più non si va, se pria non morde, anime sante, il foco: intrate in esso, e al cantar di là non siate sorde
Io vidi di certo, e mi sembra di vederlo ancora, un tronco privo del capo che procedeva insieme agli altri di quel tristo gregge
Io vidi certo, e ancor par ch’io ’l veggia, un busto sanza capo andar sì come andavan li altri de la trista greggia
E la bella Sicilia, che è coperta di caligine tra Pachino e Peloro, sul golfo che è battuto dallo Scirocco, non a causa del gigante Tifeo ma lo zolfo che è prodotto dal sottosuolo, avrebbe atteso ancora i suoi sovrani nati attraverso me da Carlo e Rodolfo, se il malgoverno che spinge sempre i popoli a ribellarsi, non avesse indotto Palermo a gridare: "Muoia, muoia"
E la bella Trinacria, che caliga tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo che riceve da Euro maggior briga, non per Tifeo ma per nascente solfo, attesi avrebbe li suoi regi ancora, nati per me di Carlo e di Ridolfo, se mala segnoria, che sempre accora li popoli suggetti, non avesse mosso Palermo a gridar: "Mora, mora"
Se ricordassi come Meleagro si consumò al consumare di un tizzone, questo non sarebbe per te difficile
Se t’ammentassi come Meleagro si consumò al consumar d’un stizzo, non fora a te questo sì agro
Sono obbligato a comporre versi su una nuova pena e dare così materia al ventesimo Canto della prima Cantica, che è dedicata ai dannati
Di nova pena mi conven far versi e dar matera al ventesimo canto de la prima canzon ch’è d’i sommersi
Come un'anima nobile che non accampa scuse, ma fa propri i desideri degli altri non appena questi sono resi evidenti
Come anima gentil, che non fa scusa, ma fa sua voglia de la voglia altrui tosto che è per segno fuor dischiusa
Costui le darà la caccia per ogni città, finché l'avrà rimessa nell'Inferno da dove l'invidia la fece uscire per la prima volta
Questi la caccerà per ogne villa, fin che l’avrà rimessa ne lo ’nferno, là onde invidia prima dipartilla
Giacché se non esiste persona che mi ascolti e mi compatisca, a che vale rivolgere al cielo così frequenti preghiere?
Ché se non è chi con pietà m'ascolte, perché sparger al ciel sí spessi preghi?
poi aggiunse:
e poi:
Poi a ogni lato di essa mi sembrò di vedere un biancore indefinito, e poco a poco al di sotto ne apparve un altro
Poi d’ogne lato ad esso m’appario un non sapeva che bianco, e di sotto a poco a poco un altro a lui uscio
Mentre parlava così e Caco si fu allontanato, tre spiriti vennero sotto di noi e nessuno di noi due se ne accorse,se non quando gridarono:
Mentre che sì parlava, ed el trascorse e tre spiriti venner sotto noi, de’ quali né io né ’l duca mio s’accorse, se non quando gridar:
né tale dignità si poteva recuperare, se ragioni in modo sottile, in nessun modo, senza passare per una di queste strade:Dio, in virtù della Sua generosità, poteva perdonare, oppure l'uomo poteva per se stesso espiare la sua colpa
né ricovrar potiensi, se tu badi ben sottilmente, per alcuna via, sanza passar per un di questi guadi: o che Dio solo per sua cortesia dimesso avesse, o che l’uom per sé isso avesse sodisfatto a sua follia
In seguito, più che il dolore, mi uccise la fame
Poscia, più che ’l dolor, poté ’l digiuno
La tua domanda mi conferma che tu credi che io sulla Terra fossi avaro, forse perché mi trovavo in quella Cornice
La tua dimanda tuo creder m’avvera esser ch’i’ fossi avaro in l’altra vita, forse per quella cerchia dov’io era
E quanto più mi trovo in luoghi selvaggi e in spiagge deserte, tanto più nei miei pensieri me la raffiguro bella.
E quanto in piú selvaggio loco mi trovo e 'n piú deserto lido, tanto piú bella il mio pensier l' adombra.
li ho visti obbedire a squilli di tromba, a campane, a tamburi e a segnali dai castelli, con strumenti nostrani e stranieri
quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane
E quel maestro che mi aveva condotto fin lì mi disse:
E quel segnor che lì m’avea menato, mi disse:
Come le altre anime, anche noi andremo a riprendere i nostri corpi, ma non per rivestircene: infatti non è giusto riavere ciò che ci si è tolti
Come l’altre verrem per nostre spoglie, ma non però ch’alcuna sen rivesta, ché non è giusto aver ciò ch’om si toglie
ti soccorsi da quella belva che ti impedì una facile ascesa al colle
d’inanzi a quella fiera ti levai che del bel monte il corto andar ti tolse
e l'animale dalla doppia natura:
e l’animal binato:
Vergine buona e nemica di orgoglio, l'amore della comune umanità ti commuova ad avere pietà di un uomo umile e pentito.
Vergine umana e nemica d' orgoglio, del comune principio amor t' induca: miserere d' un cor contrito, umile.
e capirai da solo come io desiderassi sapere della loro condizione, non appena apparvero ai miei occhi
e per te vederai come da questi m’era in disio d’udir lor condizioni, sì come a li occhi mi fur manifesti
infatti ogni linguaggio è ignoto a lui, come il suo lo è agli altri visto che non ha senso
ché così è a lui ciascun linguaggio come ’l suo ad altrui, ch’a nullo è noto
Se io fossi uno specchio, non rifletterei la tua immagine esteriore più in fretta di quella interiore che vedo dentro di me
S’i’ fossi di piombato vetro, l’imagine di fuor tua non trarrei più tosto a me, che quella dentro ’mpetro
Vidi masticare a vuoto Ubaldino della Pila e Bonifacio Fieschi, che guidò col pastorale molte popolazioni
Vidi per fame a vòto usar li denti Ubaldin da la Pila e Bonifazio che pasturò col rocco molte genti
Un attimo solo è per me oblio maggiore dei venticinque secoli che ci separano dall'impresa degli Argonauti, per cui Nettuno si stupì vedendo l'ombra della nave Argo
Un punto solo m’è maggior letargo che venticinque secoli a la ‘mpresa, che fé Nettuno ammirar l’ombra d’Argo
Io ti prometto che farò ciò che mi chiedi
Per fede mi ti lego di far ciò che mi chiedi
e nel vostro antico Battistero fui battezzato col nome di Cacciaguida
e ne l’antico vostro Batisteo insieme fui cristiano e Cacciaguida
Come erano soliti fare i lottatori nudi e cosparsi d'olio, studiando l'avversario per tentare una presa prima di percuotersi e ferirsi a vicenda, così, pur girando la testa, ciascuno dei tre dannati fissava il suo sguardo su di me, in modo tale che torceva il collo in senso opposto ai suoi passi
Qual sogliono i campion far nudi e unti, avvisando lor presa e lor vantaggio, prima che sien tra lor battuti e punti, così, rotando, ciascuno il visaggio drizzava a me, sì che ’n contraro il collo faceva ai piè continuo viaggio
e c'è maggior proporzione fra me e un gigante che non fra i giganti e le sue braccia: vedi ormai, rispetto a quella parte del corpo, quali devono essere le dimensioni totali di quell'essere
e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant’esser dee quel tutto ch’a così fatta parte si confaccia
Salimmo su di esso molto facilmente
Assai leggeramente quel salimmo
E se anche accadesse già, sarebbe comunque tardi
E se già fosse, non saria per tempo
Ahimè, vedete il diavolo che digrigna i denti: io direi altro, ma temo che quello sia pronto a procurarmi sofferenze
Omè, vedete l’altro che digrigna: i’ direi anche, ma i’ temo ch’ello non s’apparecchi a grattarmi la tigna
Allora il mio maestro parlò con la voce così alterata come non l'avevo mai sentito:
Allora il duca mio parlò di forza tanto, ch’i’ non l’avea sì forte udito:
e mi sembrava di essere là dove Ganimede abbandonò i suoi compagni, quando fu rapito al supremo concilio degli dei
ed esser mi parea là dove fuoro abbandonati i suoi da Ganimede, quando fu ratto al sommo consistoro
cosicché lei sembra contraddirmi
sì ch’ella par qui meco contradire
Questa verità è spiegata al mio intelletto da quel filosofo che mi illustra il primo amore
Tal vero a l’intelletto mio sterne colui che mi dimostra il primo amore di tutte le sustanze sempiterne
Così saprebbe quanto la desidero!
Così conoscess' ella i miei disiri!
Certo colui che fa sottili ragionamenti su di me potrebbe dubitare in modo sorprendente, se non ci fosse al di sopra di voi la Sacra Scrittura
Certo a colui che meco s’assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia
e noi giungemmo al grande albero, che rifiuta tante preghiere e lacrime
e noi venimmo al grande arbore adesso, che tanti prieghi e lagrime rifiuta
Queste brevi parole non erano ancora giunte dentro di me, che io compresi che andavo al di là delle mie facoltà naturali
Non fur più tosto dentro a me venute queste parole brievi, ch’io compresi me sormontar di sopr’a mia virtute
Allora tornai a guardare quelle alte cose che si muovevano verso di noi, così lentamente che sarebbero vinte da spose novelle
Indi rendei l’aspetto a l’alte cose che si movieno incontr’a noi sì tardi, che foran vinte da novelle spose
Il ceppo da cui nacquero i Calfucci era già grande, ed erano già condotti alle cariche politiche i Sizi e gli Arrigucci
Lo ceppo di che nacquero i Calfucci era già grande, e già eran tratti a le curule Sizii e Arrigucci
e là dove il Sile e il Cagnano si uniscono c'è un tiranno che domina con superbia, tanto che già si ordisce la congiura che lo eliminerà
e dove Sile e Cagnan s’accompagna, tal signoreggia e va con la testa alta, che già per lui carpir si fa la ragna
E un altro, che aveva entrambe le mani mozzate e levava i moncherini in aria facendo ricadere il sangue sul suo volto, gridò:
E un ch’avea l’una e l’altra man mozza, levando i moncherin per l’aura fosca, sì che ’l sangue facea la faccia sozza, gridò:
Non stupirti se gli angeli ti abbagliano ancora
Non ti maravigliar s’ancor t’abbaglia la famiglia del cielo
a causa di essa le fronde, tremolando, si piegavano tutte verso la parte in cui il santo monte proietta la prima ombra
per cui le fronde, tremolando, pronte tutte quante piegavano a la parte u’ la prim’ombra gitta il santo monte
Molte volte la sua nutrice lo trovò sveglio e per terra, come se dicesse: 'Io sono nato per questo'
Spesse fiate fu tacito e desto trovato in terra da la sua nutrice, come dicesse: ‘Io son venuto a questo’
Quando Lachesi non ha più filo da tessere, l'anima si separa dal corpo e porta con sé le facoltà umane e divina
Quando Làchesis non ha più del lino, solvesi da la carne, e in virtute ne porta seco e l’umano e ‘l divino
E l'altro chiese:
E l’altro disse lui:
La mia guida iniziò a dirmi:
la guida mia incominciò a dirmi:
Ma affinché tu, attendendo, non giunga in ritardo alla fine del tuo viaggio, ti darò la risposta che desideri leggendo nel tuo pensiero, visto che esiti a manifestarla
Ma perché tu, aspettando, non tarde a l’alto fine, io ti farò risposta pur al pensier, da che sì ti riguarde
quindi chinati e non distogliere il volto
però ti china, e non torcer lo grifo
Anche se Beatrice era velata e al di là del fiume, pure mi sembrava superare in bellezza lei stessa da viva, più di quanto lei, da viva, superasse tutte le altre donne
Sotto ‘l suo velo e oltre la rivera vincer pariemi più sé stessa antica, vincer che l’altre qui, quand’ella c’era
Mia madre mi mise a servizio di un signore, dopo avermi generato con un ribaldo che fu scialacquatore e suicida
Mia madre a servo d’un segnor mi puose, che m’avea generato d’un ribaldo, distruggitor di sé e di sue cose
Dici il vero, ed essi scontano la pena per la loro iracondia
Tu vero apprendi, e d’iracundia van solvendo il nodo
Non riesco a trovare pace e non ho armi adeguate.
Pace non trovo e non ò da far guerra.
ed escludi la brigata nella quale Caccia d'Asciano dissipò la vigna e i vasti poderi, e in cui l'Abbagliato dimostrò il suo senno
e tra’ne la brigata in che disperse Caccia d’Ascian la vigna e la gran fonda, e l’Abbagliato suo senno proferse
Queste furono le parole della mia guida
Parole furon queste del mio duca
Non ti ricordi che questo è un privilegio degli amanti, cioè quello di poter vivere dell'amore verso qualcuno anche se quell'amore non è corrisposto?
Non ti rimembra che questo è privilegio degli amanti, sciolti da tutte qualitati umane?
E quello:
E quelli:
Saranno tutti richiusi quando le anime torneranno qui dalla valle di Giosafat coi corpi che hanno lasciato sulla Terra
Tutti saran serrati quando di Iosafàt qui torneranno coi corpi che là sù hanno lasciati
E dice: la mia Roma sarà di nuovo bella.
E dice: Roma mia sarà ancor bella
tu hai osservato cose tanto grandi che ti hanno reso abbastanza forte da sostenere la vista del mio sorriso
tu hai vedute cose, che possente se’ fatto a sostener lo riso mio
Ora dimmi: quanto denaro volle nostro Signore da san Pietro prima di affidargli le chiavi del regno dei cieli
Deh, or mi dì : quanto tesoro volle Nostro Segnore in prima da san Pietro ch’ei ponesse le chiavi in sua balìa
Io dissi:
Io dissi:
Sembra che il prato provi piacere ad ascoltare le care parole di laura, e conservare l'impronta del suo piede.
Piaggia ch'ascolti sue dolci parole e del bel piede alcun vestigio serbe.
Quando ci raggiunsero, mi guardarono a lungo con lo sguardo obliquo, senza parlare
Quando fuor giunti, assai con l’occhio bieco mi rimiraron sanza far parola
Se tutto ciò che sulla Terra si apprende con la dottrina fosse capito come lo capisci tu, non ci sarebbe spazio per nessun cavilloso ragionamento
Se quantunque s’acquista giù per dottrina, fosse così ‘nteso, non lì avria loco ingegno di sofista
Nel tempo in cui Giunone era adirata contro la stirpe tebana a causa di Semele, come dimostrò in due occasioni, Atamante divenne a tal punto pazzo che, vedendo la moglie che andava tenendo in braccio i due figli, uno per parte, gridò:
Nel tempo che Iunone era crucciata per Semelè contra ’l sangue tebano, come mostrò una e altra fiata, Atamante divenne tanto insano, che veggendo la moglie con due figli andar carcata da ciascuna mano, gridò:
o risposi:
E io a lui:
ma la prossima punizione di Dio renderà evidente a tutti la verità, dispensata da Dio secondo giustizia
ma la vendetta fia testimonio al ver che la dispensa
Nasce il dubbio che il viso bello e pieno di virtu della mia donna possa asciugare le lacrime nei miei occhi?
Or fia già mai che quel bel viso santo renda a quest'occhi le lor luci prime?
ma per descrivere il bene che vi trovai dentro, dirò quali altre cose ho visto in essa
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai, dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte
Ci furono più di cento dannati che, quando lo sentirono, si fermarono nel fossato a guardarmi meravigliati, dimenticando la loro pena
Più fuor di cento che, quando l’udiro, s’arrestaron nel fosso a riguardarmi per maraviglia obliando il martiro
ma leggi Ezechiele, che li descrive come li vide venire da nord con vento, con nubi e con il fuoco
ma leggi Ezechiel, che li dipigne come li vide da la fredda parte venir con vento e con nube e con igne