italian
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medieval
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423
Dapprima guardai verso il basso
Li occhi prima drizzai ai bassi liti
Fummo frati godenti e siamo nati a Bologna
Frati godenti fummo, e bolognesi
Fino a quel momento ero stata un'anima misera e del tutto separata da Dio, piena di avarizia
Fino a quel punto misera e partita da Dio anima fui, del tutto avara
e lì governò il mondo all'ombra delle penne sacre, passando di mano in mano, fino a giungere nelle mie
e sotto l’ombra de le sacre penne governò ‘l mondo lì di mano in mano, e, sì cangiando, in su la mia pervenne
Ahimè
Oh me
Vedevo volti conformati alla carità, illuminati dalla luce di Dio e dalla propria gioia, e con atteggiamenti improntati alla più decorosa compostezza
Vedea visi a carità suadi, d’altrui lume fregiati e di suo riso, e atti ornati di tutte onestadi
mia sorella Rachele, invece, non si stanca mai di specchiarsi e sta tutto il giorno seduta
ma mia suora Rachel mai non si smaga dal suo miraglio, e siede tutto giorno
Qui pregava a mani giunte Federico Novello, e il pisano che fece apparire forte il buon Marzucco, suo padre
Quivi pregava con le mani sporte Federigo Novello, e quel da Pisa che fé parer lo buon Marzucco forte
Come i delfini, quando emergono con la schiena e indicano ai marinai che devono salvare la loro nave,così talvolta, per alleviare la loro pena, alcuni peccatori mostravano il dorso fuori della pece, e si nascondevano in men che non si dica
Come i dalfini, quando fanno segno a’ marinar con l’arco de la schiena, che s’argomentin di campar lor legno, talor così, ad alleggiar la pena, mostrav’alcun de’ peccatori il dosso e nascondea in men che non balena
Ecco la belva con la coda appuntita, che passa le montagne e spezza muri e difese
Ecco la fiera con la coda aguzza, che passa i monti, e rompe i muri e l’armi
questo ci accecò e ci tolse l'aria pura
Questo ne tolse li occhi e l’aere puro
Da lì viene a me il tempo che si prepara per te, come la dolce armonia di un organo viene all'orecchio
Da indi, sì come viene ad orecchia dolce armonia da organo, mi viene a vista il tempo che ti s’apparecchia
infatti l'affetto che si manifesta col rimprovero ha un sapore amaro
perché d’amaro sente il sapor de la pietade acerba
Accade di rado che la virtù umana si trasmetta di padre in figlio,
Rade volte risurge per li rami l’umana probitate
La prima voce che passò volando, disse gridando: 'Non hanno vino', e l'andò ripetendo dietro di noi
La prima voce che passò volando ‘Vinum non habent’ altamente disse, e dietro a noi l’andò reiterando
Quello che io vedevo mi sembrava il sorriso dell'Universo
Ciò ch’io vedeva mi sembiava un riso de l’universo
Questo non significa che prima giacesse inoperoso
Né prima quasi torpente si giacque
Ma mi accade alla vostra presenza di perdere ogni vigore, se è vero che le cose, quando sono vicine a chi le ha create, si muovono spontaneamente e con immediatezza per andare là dove sono nate.
Questo m'avene, stando voi presente, che perd'ogni vertute: ché le cose propinque al lor fattore si parten volentero e tostamente per gire u' son nascute.
e porterai scritto nella memoria queste cose sul suo conto, che non dovrai riferire
e portera’ne scritto ne la mente di lui, e nol dirai
ma dimmi, se lo sai, quale sarà il destino degli abitanti della città divisa
ma dimmi, se tu sai, a che verranno li cittadin de la città partita
Degli altri due che hanno la testa rivolta in basso, quello che pende dalla faccia nera è Bruto: vedi come si contorce senza dire nulla
De li altri due c’hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: vedi come si storce, e non fa motto
Me ne incarico io
I’ mi sobbarco
Certo, Dante è vivo e io devo mostrare solo a lui la valle oscura
Ben è vivo, e sì soletto mostrar li mi convien la valle buia
Pregai in tal modo
Così orai
Allora si mise in cammino, e io lo seguii
Allor si mosse, e io li tenni dietro
Poi uscì fuori attraverso una spaccatura nella roccia, e mi fece sedere sull'orlo dell'apertura
Poi uscì fuor per lo fóro d’un sasso, e puose me in su l’orlo a sedere
Hai visto come il sole compie il suo cammino dal lato sinistro
Hai ben veduto come ‘l sole da l’omero sinistro il carro mena
credo che li sentirai prima di giungere al passaggio del perdono
credo che l’udirai, per mio avviso, prima che giunghi al passo del perdono
Le mura che erano solite essere badia, ora sono diventate covi di ladroni e le tonache dei frati sono sacchi pieni di farina guasta
Le mura che solieno esser badia fatte sono spelonche, e le cocolle sacca son piene di farina ria
e ci porta lì, come a un sito stabilito, la forza di quell'istinto naturale che indirizza a buon fine ogni essere che muove
e ora lì, come a sito decreto, cen porta la virtù di quella corda che ciò che scocca drizza in segno lieto
Allora stesi un poco la mano e strappai un ramoscello da un gran pruno
Allor porsi la mano un poco avante, e colsi un ramicel da un gran pruno
E ciò è detto chiaramente dalle Sacre Scritture con l'esempio dei gemelli che anche nel ventre della madre furono tra loro discordi
E ciò espresso e chiaro vi si nota ne la Scrittura santa in quei gemelli che ne la madre ebber l’ira commota
Poi, rivolto a me, disse:
Poi, vòlto a me:
La bella immagine che era formata dalle anime liete nella dolce visione di Dio, appariva davanti a me con le ali spiegate
Parea dinanzi a me con l’ali aperte la bella image che nel dolce frui liete facevan l’anime conserte
infatti egli sarà spinto giù dove si trova già Simon mago per i suoi crimini, e spingerà ancora più a fondo il papa di Anagni
ch’el sarà detruso là dove Simon mago è per suo merto, e farà quel d’Alagna intrar più giuso
Rivolgi la tua mente ed esprimi gratitudine a Dio
Drizza la mente in Dio grata
e dal grembo della Povertà la sua anima illustre volle muoversi, tornando in Paradiso, mentre al suo corpo non volle altra bara che non fosse la nuda terra
e del suo grembo l’anima preclara mover si volle, tornando al suo regno, e al suo corpo non volle altra bara
e credo che in cielo ci fu una tale eclissi, il giorno in cui morì Cristo
e tale eclissi credo che ’n ciel fue, quando patì la supprema possanza
e allora lui, aggiungendo dolore a dolore, se ne andò come una persona triste e fuori di sé
per ch’elli, accumulando duol con duolo, sen gio come persona trista e matta
Poi, scorrendo verso il basso, trova botoli che ringhiano più di quanto la loro forza consenta, e devia il suo corso disdegnosa da essi
Botoli trova poi, venendo giuso, ringhiosi più che non chiede lor possa, e da lor disdegnosa torce il muso
Ormai dobbiamo separarci
Tu ti rimani omai
E quando giungemmo a lei, vidi poco più lontano dei dannati seduti sulla sabbia, vicini all'orlo del baratro
E quando noi a lei venuti semo, poco più oltre veggio in su la rena gente seder propinqua al loco scemo
allora mi volsi con amore alla vita eterna
per che di questa in me s’accese amore
E lui rispose:
Ond’elli:
Che faremo a chi ci vuol male, se condanniamo coloro che ci amano
Che farem noi a chi mal ne disira, se quei che ci ama è per noi condannato
e sarà vantaggioso per costui, se si rammenterà la verace profezia che sto per fare
e buon sarà costui, s’ancor s’ammenta di ciò che vero spirto mi disnoda
Allora, come pentito della mia colpa, dissi:
Allor, come di mia colpa compunto, dissi:
Ormai le mie parole saranno insufficienti a esprimere i miei ricordi, più di quelle di un bambino che sia ancora allattato dalla madre
Omai sarà più corta mia favella, pur a quel ch’io ricordo, che d’un fante che bagni ancor la lingua a la mammella
Ravenna è nella situazione in cui è da molti anni: l'aquila dei Da Polenta la domina, così che copre anche Cervia con le sue ali
Ravenna sta come stata è molt’anni: l’aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co’ suoi vanni
quindi, volgendo la cima da una parte e dall'altra, come una lingua che parlasse, gettò fuori la voce e disse:
indi la cima qua e là menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori, e disse:
Qui, dove si lasciarono le ricchezze materiali
Quivi si vive e gode del tesoro che s’acquistò piangendo ne lo essilio di Babillòn, ove si lasciò l’oro
Si insedia in quella parte dell'anima dove risiede la memoria e si fissa stabilmente, dopo aver assunto forma da un'oscurità che procede dall'influsso di marte, così come il corpo trasparente si trasforma da potenza ad atto, diventando luminoso quando è attraversato dalla luce.
In quella parte, dove sta memora prende suo stato, sì formato, come diaffan da lome, d'una scuritate la qual da marte, vèene e fa demora.
e le anime, che sembravano creature morte due volte, mi guardavano stupite con gli occhi infossati, vedendo che io ero vivo
e l’ombre, che parean cose rimorte, per le fosse de li occhi ammirazione traean di me, di mio vivere accorte
e poiché nessuna creatura può essere separata da Dio né stare per se stessa, è impossibile odiare Dio
e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso
Se io sono degno di udire le tue parole, dimmi se vieni dall'Inferno e da quale Cerchio
S’io son d’udir le tue parole degno, dimmi se vien d’inferno, e di qual chiostra
Una stretta feritoia dentro la Torre della Muda, la quale oggi si chiama per me Torre della Fame e che dovrà ospitare altri prigionieri, mi aveva già mostrato attraverso la sua apertura molte lune, quando io feci il cattivo sogno che mi svelò il futuro
Breve pertugio dentro da la Muda la qual per me ha ’l titol de la fame, e che conviene ancor ch’altrui si chiuda, m’avea mostrato per lo suo forame più lune già, quand’io feci ’l mal sonno che del futuro mi squarciò ’l velame
E quella sudicia immagine di frode si avvicinò, sporgendo la testa e il busto ma tenendo la coda lontana dall'orlo
E quella sozza imagine di froda sen venne, e arrivò la testa e ’l busto, ma ’n su la riva non trasse la coda
Qui si espia l'amore del bene, quando è mancante del suo dovere
L’amor del bene, scemo del suo dover, quiritta si ristora
Così costeggiammo quella sozza palude per un grande arco, tra l'argine roccioso e l'acqua, con gli occhi rivolti alle anime immerse nel fango
Così girammo de la lorda pozza grand’arco tra la ripa secca e ’l mézzo, con li occhi vòlti a chi del fango ingozza
Costantino non tornerà.
Or constantin non torna.
E il buon maestro cominciò a dirmi:
E ’l buon maestro mi cominciò a dire:
Io vi prego di parlare a questa triste anima mia, sopraffatta dal dolore, come fu e sempre sarà a causa dell'amore.
Deh, i' vi priego che deggiate dire a l'alma trista, che parl' in dolore, com'ella fu e fie sempre d'amore.
Io vidi un ampio fossato a forma semicircolare, poiché circonda tutta la zona piana, proprio come mi aveva detto la mia guida
Io vidi un’ampia fossa in arco torta, come quella che tutto ’l piano abbraccia, secondo ch’avea detto la mia scorta
ma, poco dopo, saranno loro e non tu ad avere le tempie rosse
ma, poco appresso, ella, non tu, n’avrà rossa la tempia
ma non so chi sei, né perché occupi, anima degna, il grado del Cielo che è velato agli uomini dai raggi del Sole
ma non so chi tu se’, né perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a’ mortai con altrui raggi
Io vedo che tu credi queste cose perché te le dico, ma non ne capisci la ragione
Io veggio che tu credi queste cose perch’io le dico, ma non vedi come
Anzi, alla nostra condizione di beati è essenziale conformarsi alla volontà divina, per cui tutti i nostri desideri diventano uno solo
Anzi è formale ad esto beato esse tenersi dentro a la divina voglia, per ch’una fansi nostre voglie stesse
e ci comportammo in modo tale che ve ne è ancora testimonianza presso la torre del Gardingo
e fummo tali, ch’ancor si pare intorno dal Gardingo
L'amor mi incita e al tempo stesso mi tiene a freno, mi rassicura e mi spaventa, mi fa ardere e gelare, mi fa sentire grato e sdegnoso, mi attrae e mi allontano da sé.
Amor mi sprona in un tempo ed affrena, assecura e spaventa, arde ed agghiaccia, gradisce e sdegna, a sé mi chiama e scaccia.
Io pensavo così: '"I diavoli a causa nostra sono stati scherniti con la beffa oltre che il danno, e credo che questo dia loro molto fastidio
Io pensava così: ’Questi per noi sono scherniti con danno e con beffa sì fatta, ch’assai credo che lor nòi
Uccidi, uccidi
Martira, martira
Il piacevole vento primaverile di zeffiro che riporta il bel tempo, nel momento in cui mi innamorai di laura, già liberava le montagne dalla neve e ovunque tornavano a fiorire erbe e rami.
E disgombrava già di neve i poggi l' aura amorosa che rinova il tempo e fiorian per le piagge l' erbe e i rami.
Sciogli il tuo ardente desiderio
Solvi il tuo caldo disio
Io non sono Enea, né san Paolo
Io non Enea, io non Paulo sono
Ma un terreno si fa tanto più cattivo e selvatico, con cattive sementi e quando non è coltivato, quanto più esso è dotato di fertilità naturale
Ma tanto più maligno e più silvestro si fa ‘l terren col mal seme e non cólto, quant’elli ha più di buon vigor terrestro
Ormai eravamo saliti, nella Bolgia seguente, sul ponte fino al punto in cui la perpendicolare cade esattamente al centro della fossa
Già eravamo, a la seguente tomba, montati de lo scoglio in quella parte ch’a punto sovra mezzo ’l fosso piomba
le cosce, le gambe, il ventre e il petto diventarono membra che non si sono mai viste
le cosce con le gambe e ’l ventre e ’l casso divenner membra che non fuor mai viste
Dopo che il fuoco ebbe ruggito per un po' alla sua maniera, la punta aguzza si agitò da una parte e dall'altra, poi pronunciò tali parole
Poscia che ’l foco alquanto ebbe rugghiato al modo suo, l’aguta punta mosse di qua, di là, e poi diè cotal fiato
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non leggemmo altre pagine
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante
Madonna, sentii dire che nell'aria si produce il fulmine dallo scontro di venti opposti.
Madonna, audivi dire che 'n aire nasce un foco per rincontrar di venti.
ma in nome di colei che mi concede di domandare, o anima beata che ti nascondi dentro la tua stessa gioia, rendimi nota la ragione per cui ti sei avvicinato a me
ma per colei che ‘l chieder mi concede, vita beata che ti stai nascosta dentro a la tua letizia, fammi nota la cagion che sì presso mi t’ha posta
quello non si ferma e ascolta l'uno e l'altro
el non s’arresta, e questo e quello intende
Sì, fa' in modo di assestargli un colpo
Sì, fa che gliel’accocchi
Se questo ce lo procuriamo con le nostre mani, a questo punto chi sarà che ci possa salvare?
Se da le proprie mani questo n' avene, or chi fia che ne scampi?
e un simile candore non ci fu mai sulla Terra
e tal candor di qua già mai non fuci
Dopo una breve corsa il padre e i figli mi sembravano stanchi, e mi pareva di vedere le cagne affondare le zanne aguzze nei loro fianchi
In picciol corso mi parieno stanchi lo padre e ’ figli, e con l’agute scane mi parea lor veder fender li fianchi
La luce dell'alba vinceva l'ultima ora della notte che fuggiva di fronte a lei, cosicché da lontano vidi il tremolio della superficie del mare
L’alba vinceva l’ora mattutina che fuggia innanzi, sì che di lontano conobbi il tremolar de la marina
Io andrò per primo, tu mi seguirai
Io sarò primo, e tu sarai secondo
Poi si portarono tutte insieme, piangendo disperati, alla sponda del fiume infernale che attende ogni uomo che non teme Dio
Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch’attende ciascun uom che Dio non teme
Qui ci sono gli eresiarchi coi loro seguaci d'ogni setta, e le tombe sono ricolme assai più di quanto non credi
Qui son li eresiarche con lor seguaci, d’ogne setta, e molto più che non credi son le tombe carche
poiché il mio sguardo fu attirato verso l'alta torre dalla cima arroventata, dove in un punto si erano affacciate le tre Furie infernali, sporche di sangue, che avevano membra e comportamento femminili, ed erano circondate da idre verdissime
però che l’occhio m’avea tutto tratto ver’ l’alta torre a la cima rovente, dove in un punto furon dritte ratto tre furie infernal di sangue tinte, che membra feminine avieno e atto, e con idre verdissime eran cinte
Dopo che, procedendo, rimanemmo soli, ci venne incontro una voce che sembrò il fulmine quando fende l'aria, dicendo: 'Chiunque mi incontrerà, mi ucciderà'
Poi fummo fatti soli procedendo, folgore parve quando l’aere fende, voce che giunse di contra dicendo: ‘Anciderammi qualunque m’apprende’
ma, come gli ho detto, la sua rabbia è degno ornamento al suo petto
ma, com’io dissi lui, li suoi dispetti sono al suo petto assai debiti fregi
E lei lo risparmiò come si risparmia uno che, ridotto in gravi condizioni, deve solo andare a stendersi sul letto per morire: lei non se ne preoccupa affatto, ma se ne va via altera, vedendosi superiore, bella e affascinante.
E poi li rendé pace, sì come troppo agravata cosa, che more in letto e giace: ella non mette cura di neente, ma vassen disdegnosa, ché si vede alta, bella e avenente.
e ciò è vero come il fatto che ti parlo
e quest’è ver così com’io ti parlo
vedi i nostri seggi talmente occupati, che ben pochi di essi sono rimasti liberi
vedi li nostri scanni sì ripieni, che poca gente più ci si disira
Vidi messer Marchese degli Argugliosi, che a Forlì poté bere con più abbondanza e fu tale che non si saziò mai
Vidi messer Marchese, ch’ebbe spazio già di bere a Forlì con men secchezza, e sì fu tal, che non si sentì sazio
L'amore ci condusse alla stessa morte: Caina attende colui che ci uccise
Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi a vita ci spense
Qui mi cinse come Catone gli aveva detto: che meraviglia
Quivi mi cinse sì com’altrui piacque: oh maraviglia
ormai sta tramontando ogni stella che sorgeva quando lasciai il Limbo e non possiamo perdere troppo tempo
già ogne stella cade che saliva quand’io mi mossi, e ’l troppo star si vieta