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286, è sostituito dal seguente: | | « 13. Fatto salvo quanto previsto per i | lavoratori stagionali dall’articolo 25, comma | 5, il lavoratore extracomunitario che abbia | cessato l’attività lavorativa in Italia e lasci | il territorio nazionale conserva i diritti pre- | videnziali e di sicurezza sociale maturati e | può goderne, indipendentemente dalla vi- | genza di un accordo di reciprocità, al ve- | rificarsi della maturazione dei requisiti pre- | visti dalla normativa vigente, anche in de- | roga al requisito dell’anzianità contributiva | minima stabilito dall’articolo 24, comma 7, | primo periodo, del decreto-legge 6 dicem- | bre 2011, n. 201, convertito, con modifica- | zioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. | Il lavoratore ha facoltà di chiedere la li- | quidazione dei contributi che risultino ver- | sati in suo favore presso forme di previ- | denza obbligatoria nei soli casi in cui la | materia sia regolata da accordi o da con- | venzioni internazionali.
Qualora il lavora- | tore opti per un definitivo rientro nel Paese | d’origine nell’ambito di progetti di rimpa- | trio volontario assistito, ha facoltà di ri- | chiedere la liquidazione dell’80 per cento | dei contributi che risultino versati ». | | -- Pagina 12 -- Art. 4. (Abolizione delle quote d’ingresso degli stra- nieri) 1. Al testo unico di cui al decreto legi- slativo 25 luglio 1998, n. 286, sono appor- tate le seguenti modificazioni: a) il comma 4 dell’articolo 3 è abro- gato; b) all’articolo 6, comma 1, le parole: « nell’ambito delle quote stabilite a norma dell’articolo 3, comma 4, secondo le moda- lità previste dal regolamento di attua- zione » sono soppresse; c) all’articolo 21, comma 1: 1) le parole: « nell’ambito delle quote di ingresso stabilite nei decreti di cui al- l’articolo 3, comma 4. Nello stabilire le quote » sono sostituite dalle seguenti: « nel- l’ambito dei criteri generali per la defini- zione dei flussi di ingresso stabiliti ai sensi dell’articolo 3, comma 3.
Nello stabilire tali criteri »; 2) le parole: « sono altresì assegnate in via preferenziale quote riservate ai » sono sostituite dalle seguenti: « sono defi- niti criteri preferenziali a favore dei »; d) all’articolo 27, comma 1, alinea, le parole: « autorizzati nell’ambito delle quote di cui all’articolo 3, comma 4, » sono sop- presse; e) all’articolo 27-ter, comma 1, le pa- role: « , al di fuori delle quote di cui all’ar- ticolo 3, comma 4, » sono soppresse; f) all’articolo 27-quater, comma 1, ali- nea, le parole: « , al di fuori delle quote di cui all’articolo 3, comma 4, » sono sop- presse; g) il comma 1-quater dell’articolo 32 è abrogato; h) all’articolo 37, comma 3, le parole: « nell’ambito delle quote definite a norma dell’articolo 3, comma 4, e » sono sop- presse. -- Pagina 13 -- Art. 5. | | (Conversione del permesso di soggiorno per | richiesta asilo in permesso di soggiorno per | comprovata integrazione) | | 1. Il comma 2 dell’articolo 22 del de- | creto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, è | sostituito dai seguenti: | | « 2.
Il permesso di soggiorno di cui al | comma 1 del presente articolo può essere | convertito nel permesso di soggiorno per | comprovata integrazione, previsto dall’ar- | ticolo 22-quater del testo unico delle dispo- | sizioni concernenti la disciplina dell’immi- | grazione e norme sulla condizione dello | straniero, di cui al decreto legislativo 25 | luglio 1998, n. 286. | | 2-bis. I richiedenti, che usufruiscono | delle misure di accoglienza erogate ai sensi | dell’articolo 14, possono frequentare corsi | di formazione professionale, eventualmente | previsti dal programma dell’ente locale de- | dicato all’accoglienza del richiedente, ed | essere assunti con il contratto di appren- | distato per la qualifica e per il diploma | professionale di cui all’articolo 43 del de- | creto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, e, se | in stato di disoccupazione secondo la de- | finizione di cui all’articolo 19 del decreto | legislativo 14 settembre 2015, n.
150, sono | tenuti a rendere dichiarazione di imme- | diata disponibilità allo svolgimento di atti- | vità lavorativa, alla sottoscrizione del patto | di servizio personalizzato e alla partecipa- | zione alle misure di politica attiva del la- | voro concordate con il centro per l’impiego, | di cui agli articoli 19 e 20 del citato decreto | legislativo n. 150 del 2015. Ai fini della | concessione del permesso di soggiorno per | comprovata integrazione di cui al comma 2 | è necessario che il richiedente abbia sotto- | scritto un patto di servizio personalizzato | ai sensi dell’articolo 20 del citato decreto | legislativo n. 150 del 2015 ». | | -- Pagina 14 -- Art. 6. | | (Garanzie per l’accesso degli stranieri all’as- | sistenza sanitaria) | | 1. Dopo il comma 3 dell’articolo 35 del | testo unico di cui al decreto legislativo 25 | luglio 1998, n. 286, sono inseriti i seguenti: | | « 3-bis.
I minori stranieri, fino al com- | pimento del diciottesimo anno di età, anche | se in condizione di non regolarità sul ter- | ritorio nazionale, accedono al Servizio sa- | nitario nazionale, comprese le prestazioni | del pediatra di libera scelta e del medico di | medicina generale, con le medesime moda- | lità previste per i minori italiani. | | 3-ter. Agli stranieri indigenti, non iscri- | vibili al Servizio sanitario nazionale, è ri- | lasciato il codice STP (straniero tempora- | neamente presente) se extracomunitari e il | codice ENI (europeo non iscrivibile) se co- | munitari, ai fini dell’accesso alle presta- | zioni fornite dal Servizio sanitario nazio- | nale e previste dai livelli essenziali di assi- | stenza. | | 3-quater. Gli stranieri di cui al comma | 3-ter possono iscriversi al medico di medi- | cina generale al fine di dare continuità alle | cure. | | 3-quinquies.
| | 3-quinquies. Le regioni e le province | autonome di Trento e di Bolzano adeguano | le rispettive legislazioni di settore ai fini | della piena attuazione di quanto previsto | dal presente articolo ». | | Art. 7. | | (Garanzie per l’accesso degli stranieri alle | misure di assistenza sociale) | | 1. Tutte le disposizioni di legge che di- | sciplinano i requisiti per l’accesso alle pre- | stazioni di assistenza sociale che costitui- | scono diritti soggettivi da parte di cittadini | di Stati non appartenenti all’Unione euro- | pea devono intendersi sostituite dalle di- | sposizioni dell’articolo 41 del testo unico di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | n. 286. | | -- Pagina 15 -- Art. 8. | | (Abolizione dei reati di ingresso e soggiorno | illegali) | | 1. L’articolo 10-bis del testo unico di cui | al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, | è abrogato. | | 2.
| | 2. In considerazione dell’abrogazione pre- | vista dal comma 1, al testo unico di cui al | decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, | sono apportate le seguenti modificazioni: | | a) all’articolo 13: | | 1) al comma 3-septies, le parole: | | « all’articolo 10-bis o » sono soppresse; | | 2) al comma 5, il quarto periodo è | | soppresso; | | b) all’articolo 14-ter, comma 3, il quarto | | periodo è soppresso; | | c) all’articolo 16: | | 1) al comma 1, le parole: « ovvero | nel pronunciare sentenza di condanna per | il reato di cui all’articolo 10-bis » sono | soppresse; | | 2) al comma 1-bis, le parole: « al- | | l’articolo 10-bis o » sono soppresse. | | 3.
| | 3. Nei confronti degli stranieri che sono | entrati irregolarmente nel territorio dello | Stato e che non hanno il presupposto per | ottenere il rilascio o il rinnovo di alcun | titolo di soggiorno restano applicabili le | norme vigenti in materia di respingimenti e | di espulsioni. | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: IEZZI ed altri: "Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di permesso di soggiorno per motivi umanitari, di disciplina dei casi speciali di permesso di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario nonché di divieti di espulsione e respingimento" (162) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 19 Data di proposta: 2023-02-16 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI IEZZI, MOLINARI, BORDONALI, BARABOTTI, BRUZZONE, CAPARVI, CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, DARA, FURGIUELE, MACCANTI, MARCHETTI, MORRONE, PRETTO, ZOFFILI Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disci- plina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di permesso di soggiorno per motivi umanitari, di disciplina dei casi speciali di permesso di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario nonché di divieti di espulsione e respingi- mento Presentata il 13 ottobre 2022 ONOREVOLI COLLEGHI !
– Con il decreto- legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132 (primo « decreto-sicurezza »), emanato durante il cosiddetto « Governo giallo-verde », si era tentato di riformare il complesso sistema dell’accoglienza dei mi- granti, per coniugare – bilanciandoli – due interessi primari di base: da una parte, l’adeguata tutela da garantire alle persone realmente in stato di bisogno; dall’altra, l’interesse nazionale al controllo delle fron- tiere, un valore, quest’ultimo, immancabil- mente connesso al principio di sovranità statale. A tale fine, tra gli strumenti che la normativa del 2018 ha inteso riformare, c’era anche quello della protezione umani- taria. Quest’ultima costituiva un elemento poco chiaro tramite il quale si finiva per concedere a un numero sempre più alto di migranti la possibilità di rimanere in Italia, senza una vera ragione che la giustificasse. Al posto della protezione umanitaria, abo- lita dal decreto-legge, è stata così intro- dotta la cosiddetta « protezione speciale », grazie alla quale si è giunti a specificare -- Pagina 2 -- espressamente i motivi per i quali è possi- | nanzitutto dagli stessi dati degli ingressi bile accedere ai piani di accoglienza.
Se- | irregolari. Secondo il « cruscotto statistico » condo l’impianto originario del menzionato | del Ministero dell’interno del 13 ottobre decreto-legge, poteva richiedere la prote- | 2021, il numero di migranti sbarcati dal 1° zione speciale chi fosse affetto da critiche | gennaio 2021 al 13 ottobre 2021 è stato pari condizioni di salute, chi si fosse distinto per | a 48.987, a fronte di 25.920 e di 8.154 atti di particolare valore civile e chi fosse | riferiti rispettivamente allo stesso periodo stato vittima di violenza, di sfruttamento | degli anni 2020 e 2019. Il risultato di queste ovvero di calamità naturali. | scelte è quello di aver portato un rapido | aumento dei flussi migratori verso il nostro Il decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, | Paese, mettendo così ancora più in diffi- convertito, con modificazioni, dalla legge | coltà il sistema di accoglienza e di integra- 18 dicembre 2020, n. 173, ha però parzial- | zione. mente stravolto l’impianto originario della | normativa in materia di immigrazione ema- | Le persone che hanno ottenuto lo status nata nel 2018 sotto vari aspetti.
Infatti, si è, | di protezione sussidiaria nel 2019 e nel innanzitutto, proceduto a un allargamento | 2020 sono state circa l’1-2 per cento, ma dell’elenco delle condizioni per richiedere | tutto fa pensare che, con l’allargamento la protezione speciale. | delle opzioni a seguito dell’entrata in vigore | del decreto-legge n. 130 del 2020, la per- In secondo luogo, la soglia di pericolo in | centuale di persone a cui sarà concesso tale caso di ritorno nel Paese d’origine a cui era | status sarà sensibilmente maggiore. condizionato il rilascio di molti permessi di | soggiorno è stata irragionevolmente stem- | Un sistema di accoglienza come quello perata. | attuale, pieno di falle e sbilanciato verso la | distribuzione « a pioggia » di titoli di sog- In terzo luogo, si è disposta la conver- | giorno, non è in grado di reggere nel medio tibilità in permessi di soggiorno per motivi | e lungo termine le sfide che i numeri del- di lavoro di un ampio novero di permessi di | l’immigrazione pongono al nostro Paese. soggiorno, tra cui quello per protezione | speciale.
| La presente proposta di legge, composta | da un solo articolo, intende porre rimedio In quarto luogo, si sono limitate molte | a questi problemi attraverso la reintrodu- | zione, nel testo unico delle disposizioni ipotesi di respingimento e di espulsione. | concernenti la disciplina dell’immigrazione | e norme sulla condizione dello straniero, di Infine, si sono eliminati il requisito red- | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, dituale per gli studenti stranieri, il loro | n. 286, delle disposizioni previste dall’as- obbligo ad assicurarsi contro il rischio di | setto concettuale originario del decreto- malattia, infortunio o maternità, così come | legge n. 113 del 2018, successivamente abro- la subordinazione del rinnovo del per- | gate. messo di studio dei minori stranieri non | accompagnati al parere favorevole del Co- | mitato per i minori stranieri. | | La dimostrazione del fallimento dell’at- | tuale strategia di accoglienza si evince in- | | -- Pagina 3 -- PROPOSTA DI LEGGE | __ | | Art. 1. | | 1.
1. | | 1. Al testo unico delle disposizioni con- | cernenti la disciplina dell’immigrazione e | norme sulla condizione dello straniero, di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | n. 286, sono apportate le seguenti modifi- | cazioni: | | a) all’articolo 5: | | 1) il comma 1-bis è abrogato; | | 2) al comma 6, le parole: « , fatto | salvo il rispetto degli obblighi costituzionali | o internazionali dello Stato italiano » sono | soppresse; | | b) all’articolo 6, il comma 1-bis è | | abrogato; | | c) all’articolo 19: | | 1) al comma 1, le parole: « di orien- | tamento sessuale, di identità di genere, » | sono soppresse; | | 2) al comma 1.1: | | 2.1) le parole: « o qualora ricor- | rano gli obblighi di cui all’articolo 5, comma | 6 » sono soppresse; | | 2.2) il terzo e il quarto periodo | | sono soppressi; | | 3) il comma 1.2 è abrogato;
2 è abrogato; | | 4) al comma 2, lettera d-bis): | | 4.1) le parole: « gravi condizioni | psico-fisiche o derivanti da gravi patolo- | gie » sono sostituite dalle seguenti: « condi- | zioni di salute di particolare gravità »; | | 4.2) le parole: « e convertibile in | permesso di soggiorno per motivi di la- | voro » sono soppresse; | | d) all’articolo 20-bis: | | 1) al comma 1, la parola: « grave » è | sostituita dalle seguenti: « contingente ed | eccezionale »; | | -- Pagina 4 -- 2) al comma 2: | *19PDL0004980* | 2.1) dopo la parola: « rinnova- | *19PDL0004980* bile » sono inserite le seguenti: « per un | periodo ulteriore di sei mesi »; | | 2.2) la parola: « grave » è sosti- | | tuita dalla seguente: « eccezionale »; | | 2.3) sono aggiunte, in fine, le se- | guenti parole: « , ma non può essere con- | vertito in permesso di soggiorno per motivi | di lavoro »;
| | e) all’articolo 27-ter: | | 1) al comma 9-bis, primo periodo: | | 1.1) sono premesse le seguenti pa- | role: « In presenza dei requisiti reddituali | di cui all’articolo 29, comma 3, lettera b), e | fermo restando il rispetto dell’obbligo di | cui all’articolo 34, comma 3, »; | | 1.2) dopo le parole: « di cui al | comma 7 » sono inserite le seguenti: « del | presente articolo »; | | 2) al comma 9-ter, le parole: « per- | messo di soggiorno di cui al comma 9-bis, | lo straniero » sono sostituite dalle seguenti: | « permesso di soggiorno di cui al comma | 9-bis del presente articolo, lo straniero, | oltre alla documentazione relativa al pos- | sesso dei requisiti reddituali di cui all’ar- | ticolo 29, comma 3, lettera b), e al rispetto | dell’obbligo di cui all’articolo 34, comma | 3, »; | | f) all’articolo 32, comma 1-bis, il se- | | condo e il terzo periodo sono soppressi. | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: BORDONALI ed altri: Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rinnovo del permesso di soggiorno (127) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 19 Data di proposta: 2022-11-23 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI BORDONALI, MOLINARI, IEZZI, CAVANDOLI, BARABOTTI, BOF, CRIPPA, FURGIUELE, MONTEMAGNI, ZIELLO Modifiche al testo unico delle disposizioni concernenti la disci- plina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di rinnovo del permesso di soggiorno Presentata il 13 ottobre 2022 ONOREVOLI COLLEGHI ! – Insieme al per- messo di soggiorno è consegnato allo stra- niero un patrimonio di diritti la cui con- servazione è strettamente associata al suo pieno inserimento sociale e lavorativo. Que- sta duplice condizione richiede, tra l’altro, da parte dello straniero, l’osservanza di un preciso quadro di doveri, tra i quali rientra quello di versare regolarmente le imposte e i contributi.
Il mancato rispetto delle disposizioni in materia fiscale e contributiva, oltre a co- stituire un danno economico palese per lo Stato, finisce per rappresentare un fattore di concorrenza sleale ai danni dei lavora- tori regolari, italiani o stranieri che siano. Pertanto, le esigenze di tutela della situa- zione soggettiva del richiedente non pos- sono non bilanciarsi con l’interesse al buon ordine e al rispetto delle norme poste dallo Stato. A tal fine, la sanzione del mancato rin- novo del permesso di soggiorno costituisce un efficace deterrente contro il ricorso a condotte scorrette ed estranee all’ambito di stretta legalità nonché dannose per l’eco- nomia nazionale, poste in essere da stra- nieri che aspirano a vivere nel territorio italiano. -- Pagina 2 -- 1. Al testo unico delle disposizioni con- | PROPOSTA DI LEGGE cernenti la disciplina dell’immigrazione e | __ norme sulla condizione dello straniero, di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | Art. 1. n.
1. n. 286, sono apportate le seguenti modifi- | cazioni: | *19PDL0003260* | a) all’articolo 5, dopo il comma 5-ter è | *19PDL0003260* | inserito il seguente: | | « 5-quater. Il rinnovo del permesso di | soggiorno è negato quando a carico dello | straniero si accerti la violazione di dispo- | sizioni in materia fiscale o contributiva »; | | b) all’articolo 9-bis, dopo il comma 6 | | è inserito il seguente: | | « 6-bis. Il rinnovo del permesso di sog- | giorno è negato se ricorrono le condizioni | di cui all’articolo 5, comma 5-quater ». | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: "Modifiche agli articoli 28 e 29 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di diritto all’unità familiare e di ricongiungimento familiare" (673) Iniziativa: Regioni Legislaura: 19 Data di proposta: 2022-12-02 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Modifiche agli articoli 28 e 29 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condi- zione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di diritto all’unità familiare e di ricongiungi- mento familiare Presentata il 2 dicembre 2022 ONOREVOLI DEPUTATI ! – La presente pro- posta di legge affronta il tema del ricon- giungimento familiare, ovvero il diritto a mantenere o riacquistare l’unità familiare, da parte degli stranieri.
La materia è disciplinata dagli articoli 28 e 29 testo unico delle disposizioni con- cernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sulla base della direttiva 2003/86/ CE, che fissa i parametri nell’ambito dei quali gli Stati membri dell’Unione europea possono legiferare in materia di « ricon- giungimenti », in particolare specificando quali siano le categorie dei familiari ai quali il diritto deve o può essere ricono- sciuto e a quali condizioni, e con quali modalità, il diritto al ricongiungimento fa- miliare può essere esercitato. Il provvedimento approvato dal Consi- glio regionale prevede anzitutto l’introdu- zione di un requisito di permanenza mi- nima nel territorio italiano di almeno due anni prima della possibilità di presentare domanda di ricongiungimento familiare.
Tale previsione è in linea con l’articolo 8 della direttiva 2003/86/CE, secondo la quale « Gli Stati membri possono esigere che il sog- giornante, prima di farsi raggiungere dai suoi familiari, abbia soggiornato legal- mente nel loro territorio per un periodo non superiore a due anni » ed è funzionale alla valutazione del requisito di stabilità reddituale previsto dalla direttiva stessa. -- Pagina 2 -- Il secondo punto preso in considera- zione afferisce alla revisione della disci- plina nazionale in materia, nella parte in cui determina le condizioni di reddito mi- nimo per l’esercizio del diritto al ricongiun- gimento.
L’attuale previsione infatti, conte- nuta all’articolo 29, comma 3, lettera b), del testo unico, che fa riferimento, in partico- lare, all’accertamento della disponibilità « di un reddito minimo annuo derivante da fonti lecite non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale aumentato della metà dell’importo dell’assegno sociale per ogni familiare da ricongiungere », risulta incom- patibile in termini concreti con la garanzia di autosufficienza del nucleo familiare ri- congiunto, come previsto dalla direttiva 2003/86/CE, ovvero con « la dimostrazione che il soggiornante dispone di risorse sta- bili e regolari sufficienti per mantenere sé stesso e i suoi familiari senza ricorrere al sistema di assistenza sociale dello Stato membro interessato ». La nuova formula- zione che viene proposta ricollega il requi- sito reddituale necessario per il ricongiun- gimento familiare al reddito minimo ne- cessario per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato (in materia civile), così come fissato dal testo unico delle disposi- zioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, aumentato della metà del mede- simo importo per ogni familiare da ricon- giungere.
La norma rivista prevede altresì che ai fini della determinazione del reddito si tenga conto del reddito annuo complessivo del coniuge, degli ascendenti e dei discen- denti conviventi con il richiedente. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi, ai fini dell’ammissibilità della richiesta di ri- congiungimento familiare, si prevede che il reddito minimo di cui sopra debba risul- tare da una dichiarazione dei redditi del- l’impresa (anche individuale), relativa a un periodo minimo di due anni solari antece- denti alla richiesta di ricongiungimento, accompagnata dalla documentazione com- provante l’assolvimento degli oneri contri- butivi e fiscali. Non da ultimo la modifica normativa proposta all’articolo 29 del testo unico pre- vede che lo straniero possa chiedere il ricongiungimento per il coniuge non legal- mente separato, e di età non inferiore ai diciotto anni, quando il matrimonio risulta trascritto in Italia, al fine di garantire l’ef- fettiva corrispondenza tra la richiesta di ricongiungimento in favore del coniuge e il successivo rispetto dello « status » di coppia coniugata.
Infine, sotto il profilo della verifica del- l’idoneità dell’alloggio, requisito richiesto come condizione per l’esercizio del diritto al ricongiungimento sia dalla direttiva eu- ropea sia dalla normativa italiana, si pre- vede che tale idoneità venga attestata at- traverso una certificazione che indichi an- che il numero degli occupanti dell’alloggio al momento del rilascio, ai fini della veri- fica del rispetto delle disposizioni di cui al decreto del Ministro della sanità 5 luglio 1975 (Modificazioni alle istruzioni ministe- riali 20 giugno 1896 relativamente all’al- tezza minima ed ai requisiti igienico-sani- tari principali dei locali d’abitazione). La presente proposta di legge è stata esaminata e approvata a maggioranza, senza modifiche, dalla VI Commissione del Con- siglio regionale nella seduta del 19 ottobre 2022. È stata quindi esaminata e, dopo ampia e articolata discussione, approvata dal- l’Aula a maggioranza, con modifiche, nella seduta pomeridiana dell’8 novembre 2022. -- Pagina 3 -- RELAZIONE TECNICA (Articolo 17, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196). La presente proposta di legge, prevedendo delle modifiche di natura meramente procedimentale, non comporta oneri per la finanza pubblica.
-- Pagina 4 -- PROPOSTA DI LEGGE | D’INIZIATIVA REGIONALE | __ | | Art. 1. | | (Modifica all’articolo 28 del testo unico di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | n. 286, in materia di diritto all’unità fami- | liare) | | 1. Al comma 1 dell’articolo 28 del testo | unico delle disposizioni concernenti la di- | sciplina dell’immigrazione e norme sulla | condizione dello straniero, di cui al decreto | legislativo 25 luglio 1998, n. 286, dopo le | parole: « titolari di carta di soggiorno o » | sono inserite le seguenti: « titolari, da al- | meno due anni, ». | | Art. 2. | | (Modifiche all’articolo 29 del testo unico di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | n. 286, in materia di ricongiungimento fa- | miliare) | | 1.
Alla lettera a) del comma 1 dell’arti- | colo 29 del testo unico delle disposizioni | concernenti la disciplina dell’immigrazione | e norme sulla condizione dello straniero, di | cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, | n. 286, dopo le parole: « non inferiore ai | diciotto anni » sono aggiunte le seguenti: | « risultante da matrimonio trascritto in Ita- | lia ». | | 2. Al comma 3 dell’articolo 29 del testo | unico delle disposizioni concernenti la di- | sciplina dell’immigrazione e norme sulla | condizione dello straniero, di cui al decreto | legislativo 25 luglio 1998, n. 286, sono ap- | portate le seguenti modificazioni: | | a) alla lettera a), dopo le parole: « ac- | certati dai competenti uffici comunali » sono | inserite le seguenti: « con certificazione che | indichi anche il numero degli occupanti | dell’alloggio al momento del rilascio, ai fini | della verifica del rispetto delle disposizioni | del decreto del Ministro della sanità 5 lu- | | -- Pagina 5 -- glio 1975, pubblicato nella Gazzetta Uffi- | ciale n.
190 del 18 luglio 1975 »; | | b) la lettera b) è sostituita dalla se- | | guente: | | « b) di un reddito minimo annuo non | inferiore al limite reddituale fissato dal | testo unico delle disposizioni legislative e | regolamentari in materia di spese di giu- | stizia, di cui al decreto del Presidente della | Repubblica 30 maggio 2002, n. 115, per | l’ammissione al patrocinio a spese dello | Stato in materia civile, aumentato della | metà del medesimo importo per ogni fa- | miliare da ricongiungere. Per il ricongiun- | gimento di due o più figli di età inferiore | agli anni quattordici è richiesto, in ogni | caso, un reddito non inferiore al doppio del | reddito di cui al primo periodo. Ai fini | della determinazione del reddito si tiene | conto anche del reddito annuo complessivo | del coniuge, degli ascendenti e dei discen- | denti conviventi con il richiedente.
Per | quanto riguarda i lavoratori autonomi, ai | fini dell’ammissibilità della richiesta di ri- | congiungimento familiare per soggetti a ca- | rico di cui al comma 1 del presente arti- | colo, il reddito minimo di cui alla presente | lettera deve risultare da una dichiarazione | dei redditi dell’impresa, anche individuale, | relativa a un periodo minimo di due anni | solari antecedenti alla richiesta di ricon- | giungimento, accompagnata dalla documen- | tazione, rilasciata dai competenti enti, com- | provante l’assolvimento degli oneri contri- | butivi e fiscali, con eventuale verifica sul | versamento di contributi dei dipendenti | analoga a quella cui sono sottoposti gli | operatori economici che intendono con- | trarre con la pubblica amministrazione ». | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: PINI: Abrogazione dei capi I, II e III del titolo I del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, e degli articoli 1, 2, 3 e 3-bis del decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77, in materia di protezione internazionale, immigrazione, acquisizione e revoca della cittadinanza, ordine e sicurezza pubblica (2212) Iniziativa: Parlamentare Legislaura: 18 Data di proposta: 2019-10-24 Data di approvazione: Non ancora approvato -- Pagina 1 -- PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa della deputata PINI Abrogazione dei capi I, II e III del titolo I del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, e degli articoli 1, 2, 3 e 3-bis del decreto- legge 14 giugno 2019, n. 53, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77, in materia di protezione internazionale, immigrazione, acquisizione e revoca della cittadinanza, ordine e sicurezza pubblica Presentata il 24 ottobre 2019 ONOREVOLI COLLEGHI ! – Il decreto-legge 4 ottobre 2018, n.
113, recante « Disposizioni urgenti in materia di protezione interna- zionale e immigrazione, sicurezza pub- blica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità or- ganizzata », convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, e il decreto-legge 14 giugno 2019, n. 53, re- cante « Disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica », convertito, con modificazioni, dalla legge 8 agosto 2019, n. 77 (i cosiddetti decreti sicurezza e sicu- rezza-bis), prevedono, tra le altre, norme relative all’immigrazione. In entrambi i casi, si parte dal presup- posto – sbagliato – che la gestione dell’im- migrazione passi per la sua criminalizza- zione.
E così, la stretta sul rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari e sulla protezione internazionale, motivata dal presunto contrasto all’immigrazione il- legale, non fa che produrre elementi di maggiore insicurezza, andando ad ingros- sare proprio le fila di quella clandestinità ed irregolarità che, invece, si vorrebbero combattere, distruggendo i modelli più vir- tuosi di accoglienza ed integrazione, invece di affrontare in modo strutturale e siste- matico la dolorosa questione dei migranti. Il titolo I del decreto-legge n. 113 del 2018, recante le disposizioni relative ai casi speciali di permesso di soggiorno per mo- -- Pagina 2 -- tivi umanitari, al contrasto all’immigra- | bile impotenza. Non aiutare queste persone zione illegale e alla cittadinanza, ha solle- | è grave, ma punire chi cerca di salvarle da vato molte perplessità, anche in termini di | morte certa è una violazione dei diritti costituzionalità, non solo da parte delle | umani che il nostro Paese non può avallare associazioni e delle istituzioni direttamente | per legge. interessate dal provvedimento.
interessate dal provvedimento. Ricordiamo, | ad esempio, i rilievi del Consiglio superiore | Per non parlare dei profili di incostitu- della magistratura del novembre 2018 e | zionalità delle norme contenute nel decreto quelli dell’Alto commissariato delle Na- | sicurezza-bis, sul quale si è espresso con zioni Unite per i rifugiati (UNHCR), che | chiarezza anche il Capo dello Stato nella richiamava l’attenzione sulle conseguenze | lettera inviata ai Presidenti del Senato, della del provvedimento sul sistema di acco- | Camera dei deputati e del Consiglio dei glienza e sul diritto d’asilo nel nostro Paese. | ministri all’atto della promulgazione della È chiaro che è necessaria una riforma | legge di conversione: « Per effetto di un delle norme in materia, sia in Italia che in | emendamento, nel caso di violazione del Europa; ma, per farlo seriamente, bisogna | divieto di ingresso nelle acque territoriali – passare da una riflessione approfondita e | per motivi di ordine e sicurezza pubblica o ponderata, non da un decreto che si limita | per violazione alle norme sull’immigra- ad una stretta sui diritti che non può essere | zione – la sanzione amministrativa pecu- la soluzione.
| niaria applicabile è stata aumentata di 15 | volte nel minimo e di 20 volte nel massimo, Così come – passando al decreto sicu- | determinato in un milione di euro, mentre rezza-bis – colpire le organizzazioni che | la sanzione amministrativa della confisca salvano vite umane in mare, in un mo- | obbligatoria della nave non risulta più su- mento di abdicazione dell’Unione europea | bordinata alla reiterazione della condotta. dalle funzioni che fino a poco tempo fa | Osservo che, con riferimento alla viola- svolgeva in mare con missioni importanti, | zione delle norme sulla immigrazione non significa solo seminare morte nel Mediter- | è stato introdotto alcun criterio che distin- raneo, tra i disperati che fuggono dalla | gua quanto alla tipologia delle navi, alla povertà e dalla guerra e che sono vittime di | condotta concretamente posta in essere, un doloroso traffico di esseri umani, i cui | alle ragioni della presenza di persone ac- artefici e complici non sono certamente le | colte a bordo e trasportate.
Non appare ONG, ma piuttosto, in alcuni casi, proprio | ragionevole – ai fini della sicurezza dei quei miliziani coinvolti a vario tipo negli | nostri cittadini e della certezza del diritto – accordi che il nostro Paese ha stretto con la | fare a meno di queste indicazioni e affidare Libia e che, a maggior ragione dopo il | alla discrezionalità di un atto amministra- precipitare della guerra civile in quel Paese, | tivo la valutazione di un comportamento andrebbero stralciati. | che conduce a sanzioni di tale gravità. Devo | inoltre sottolineare che la Corte costituzio- Le tragiche morti in mare di chi tenta di | nale, con la recente sentenza n. 112 del raggiungere le sponde europee – donne e | 2019, ha ribadito la necessaria proporzio- bambini e non pericolosi delinquenti – | nalità tra sanzioni e comportamenti.
Va sono all’ordine del giorno, mentre le testi- | anche ricordato che, come correttamente monianze dirette, nonché le ripetute di- | indicato all’articolo 1 del decreto conver- chiarazioni delle varie agenzie dell’ONU, | tito, la limitazione o il divieto di ingresso come anche dell’Unione europea, documen- | può essere disposto “nel rispetto degli ob- tano le tragiche condizioni dei centri di | blighi internazionali dell’Italia”, così come detenzione libici e le atroci violenze che | ai sensi dell’articolo 2 “il comandante della deve subire chi lì è stato rinchiuso nel suo | nave è tenuto ad osservare la normativa viaggio di fuga dalla povertà alla ricerca di | internazionale”. Nell’ambito di questa la un futuro migliore per la propria famiglia.
| Convenzione di Montego Bay, richiamata Coraggiosi giornalisti ci raccontano, da | dallo stesso articolo 1 del decreto, prescrive anni, questa vergogna, nella nostra colpe- | che “ogni Stato deve esigere che il coman- vole indifferenza o altrettanto imperdona- | | -- Pagina 3 -- dante di una nave che batta la sua ban- | e precedenti trattati internazionali elabo- diera, nella misura in cui gli sia possibile | rati dall’Organizzazione marittima interna- adempiere senza mettere a repentaglio la | zionale (IMO), ad oggi pienamente vigenti e nave, l’equipaggio e i passeggeri, presti soc- | vincolanti per gli Stati parti, tra cui l’Italia, corso a chiunque sia trovato in mare in | che li ha ratificati, aventi quale oggetto condizioni di pericolo” ». | specifico l’attività di soccorso in mare.
Tra | essi: a) la Convenzione internazionale per Alcune norme, previste, in particolare, | la sicurezza della vita in mare del 1974 all’articolo 1 del decreto sicurezza-bis, ap- | “SOLAS” (Safety Of Life At Sea); b) la Con- paiono in aperto contrasto con alcuni prin- | venzione internazionale di Amburgo sulla cìpi fondanti del nostro diritto costituzio- | ricerca ed il soccorso marittimi del 1979 nale e con importanti convenzioni interna- | “SAR” (Search And Rescue). Tale ultima zionali sul diritto del mare e sull’obbligo di | Convenzione di Amburgo denominata “SAR” salvataggio in mare. Su questo vale la pena | (cui l’Italia ha aderito in virtù della legge 3 citare l’approfondita analisi compiuta dal- | aprile 1989, n. 147, seguita dal relativo l’Associazione per gli studi giuridici sull’im- | regolamento di attuazione di cui al decreto migrazione: « Gli obblighi internazionali as- | del Presidente della Repubblica n. 662 del sunti dall’Italia hanno un valore superiore | 1994), invece, obbliga gli Stati parte ad a quello delle leggi ordinarie, le quali sono | assicurare “che venga fornita assistenza ad vincolate al loro rispetto a pena della vio- | ogni persona in pericolo in mare.
Essi lazione degli articoli 10 e 117 della Costi- | fanno ciò senza tener conto della naziona- tuzione. Tra gli obblighi cui l’Italia è tenuta | lità o dello statuto di detta persona, né in base alle norme internazionali per essa | delle circostanze nelle quali è stata tro- vincolanti c’è l’obbligo di salvare la vita in | vata”. Nel maggio 2004 gli Stati membri mare di cui è parte integrante l’obbligo di | dell’Organizzazione marittima internazio- far sbarcare le persone in luogo sicuro, | nale (IMO) hanno, inoltre, adottato impor- obbligo consuetudinario, prima che con- | tanti emendamenti (per l’Italia entrati in venzionale, il quale prevale su tutte le norme | vigore il 1° luglio 2006) alle richiamate finalizzate al contrasto dell’immigrazione | Convenzioni internazionali SOLAS e SAR.
irregolare; egualmente rilevante, in mate- | Tali modifiche hanno avuto quale obiettivo ria, è l’obbligo per gli Stati di fornire un | principale quello di rendere complemen- porto sicuro (place of safety) nel più breve | tare all’obbligo del comandante della nave tempo possibile alle imbarcazioni che si | di prestare assistenza l’obbligo degli Stati trovino in oggettiva difficoltà o che abbiano | di cooperare nelle situazioni di soccorso, provveduto a soccorrere una imbarcazione | sollevando il prima possibile il comandante in distress. Tali obblighi, dal punto di vista | dalla responsabilità di quanto possa occor- delle Convenzioni internazionali, discen- | rere ai sopravvissuti attraverso l’indica- dono innanzitutto dall’articolo 98 della Con- | zione allo stesso di un “luogo sicuro” (POS venzione delle Nazioni Unite sul diritto del | – place of safety) al fine concludere le mare del 1982 (Convenzione UNCLOS – | operazioni di salvataggio con lo sbarco solo United Nations Convention on the Law of | lì dove i diritti fondamentali delle persone the Sea), il quale prescrive che lo Stato | soccorse in mare possano essere effettiva- ponga in capo al comandante di ogni im- | mente garantiti.
In particolare, in base alle barcazione obblighi tali per cui questi debba | Linee guida sul trattamento delle persone “nella misura in cui gli sia possibile” pre- | soccorse in mare (risoluzione MSC 167-78, stare soccorso a chiunque sia trovato in | adottata nel maggio 2004 dal Comitato ma- mare in condizioni di pericolo e procedere | rittimo per la sicurezza insieme agli emen- “quanto più velocemente è possibile al soc- | damenti SAR e SOLAS), si intende per corso delle persone in pericolo” prestando | luogo sicuro quello dove le operazioni di soccorso “all’altra nave, al suo equipaggio e | soccorso si considerino concluse e dove ai suoi passeggeri”. Tale norma si basa sul | contestualmente possano essere assicurate: concetto di “obbligo di collaborazione ai | a) la sicurezza dei sopravvissuti e la man- fini del soccorso in mare”, previsto in altri | | -- Pagina 4 -- canza di concreta minaccia agli stessi; b) le | del Ministero dell’interno, ne intenda for- primarie necessità della persona (cibo, al- | nire ». loggio e cure mediche); c) il trasporto delle | persone sopravvissute nella destinazione fi- | Sono numerose le associazioni, le isti- nale (par. 6.12).
6.12). Nel settembre 2015, in | tuzioni e le personalità che si battono per attuazione della predetta risoluzione, l’Ita- | l’abrogazione di queste norme ingiuste. Si lia si è dotata di un “piano operativo” | ricorda da ultimo, la campagna « Io Ac- (cosiddette procedure operative standard di | colgo », che chiede con forza « Mai più cui alla direttiva SOP 009/15, Procedure | morti in mare e persone lasciate per setti- sperimentali per l’individuazione del POS | mane sulle navi » e di fermare i respingi- – Place of Safety, nell’ambito di operazioni | menti in Libia, annullando gli accordi stretti SAR connesse all’emergenza flussi migra- | con quel Paese, oltre che di reintrodurre il tori via mare, coordinate da IMRCC Roma | permesso di soggiorno per motivi umani- ed effettuate con il concorso di unità navali | tari e la residenza anagrafica per i richie- private o di altre amministrazioni, italiane | denti asilo e la riapertura dell’accesso dei o straniere) messo a punto dal Comando | richiedenti asilo al sistema di accoglienza generale del Corpo delle capitanerie di porto | integrata e diffusa gestito dai comuni (ex – Guardia costiera.
[...] Il che porta a | SPRAR), che prevede percorsi di forma- concludere che sia “legittimo sostenere che, | zione e inserimento lavorativo che permet- dal punto di vista teorico, l’articolo 1 del | tono una positiva inclusione nella società decreto-legge n. 53 del 2019, convertito, | italiana. con modificazioni, dalla legge n. 77 del | 2019, costituisca una norma inutile se po- | In conclusione, è necessario occuparci sta nell’ottica di volere impedire il passag- | della sicurezza nel nostro Paese, ma dob- gio nelle acque territoriali italiane e, dun- | biamo farlo con gli strumenti giusti, che que, l’attracco nei porti italiani, di navi di | non possono e non devono essere dettati organizzazioni umanitarie che svolgano at- | dalla propaganda elettorale né da una pre- tività di ricerca e soccorso in mare”. Tali | sunta urgenza, ma, piuttosto, dalla respon- attività, come su visto, costituiscono esecu- | sabilità istituzionale e dal senso della re- zione di obblighi internazionali ratificati | altà.
dall’Italia, come tali esecuzione di fonti | normative consuetudinarie e/o convenzio- | La proposta di legge dispone l’abroga- nali che hanno natura sovraordinata alle | zione dei capi I (articoli da 1 a 6-bis), II ordinarie norme di legge e non possono | (articoli da 7 a 13) e III (articolo 14) del essere certamente incise dalla “interpreta- | titolo I del decreto-legge n. 113 del 2018, zione” che il potere esecutivo, nell’ufficio | convertito, con modificazioni, dalla legge | n. 132 del 2018, nonché degli articoli 1, 2, | 3 e 3-bis del decreto-legge 14 giugno 2019, | n. 53, convertito, con modificazioni, dalla | legge 8 agosto 2019, n. 77. | -- Pagina 5 -- 1. I capi I, II e III del titolo I del | PROPOSTA DI LEGGE decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, con- | __ vertito, con modificazioni, dalla legge 1° | dicembre 2018, n. 132, e gli articoli 1, 2, 3 | Art.
1. e 3-bis del decreto-legge 14 giugno 2019, | n. 53, convertito, con modificazioni, dalla | legge 8 agosto 2019, n. 77, sono abrogati. | |
-- Atto parlamentare della Camera dei Deputati -- Titolo: Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all'utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (2727) Iniziativa: Governo Legislaura: 18 Data di proposta: 2020-10-21 Data di approvazione: 2020-12-09 -- Pagina 1 -- DISEGNO DI LEGGE PRESENTATO DAL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI (CONTE) E DAL MINISTRO DELL’INTERNO (LAMORGESE) DI CONCERTO CON IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA (BONAFEDE) CON IL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE (DI MAIO) CON IL MINISTRO DELLA DIFESA (GUERINI) CON IL MINISTRO DELLA SALUTE (SPERANZA) CON IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO (PATUANELLI) E CON IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE (GUALTIERI) Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2020, n.
130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, prote- zione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e NOTA: La I Commissione permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni), il 26 novembre 2020, ha deliberato di riferire favorevolmente sul disegno di legge n. 2727. In pari data la Commissione ha chiesto di essere autorizzata a riferire oralmente. -- Pagina 2 -- di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale Presentato il 21 ottobre 2020 (Relatori: BALDINO e MICELI) -- Pagina 3 -- PARERE DEL COMITATO PER LA LEGISLAZIONE Il Comitato per la legislazione, esaminato il disegno di legge n. 2727 e rilevato che: sotto il profilo della specificità, dell’omogeneità e dei limiti di contenuto previsti dalla legislazione vigente: il provvedimento, composto da 16 articoli, per un totale di 36 commi, appare riconducibile, sulla base del preambolo, a due finalità,
sulla base del preambolo, a due finalità, la disciplina dell’immigrazione e dell’asilo e l’adozione di misure in materia di ordine pubblico in connessione con fenomeni quali il traffico di stupefacenti e i disordini in pubblici esercizi; andrebbe approfondita la riconducibilità a tale perimetro dell’articolo 13, che reca disposizioni in materia di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; inoltre, il preambolo fa riferi- mento alla « straordinaria necessità ed urgenza di introdurre disposi- zioni in materia di diritto penale », ambito di intervento che appare di difficile delimitazione e al quale infatti sono riconducibili gli articoli 8 e 9 che intervengono su un’ulteriore materia (le sanzioni in materia di comunicazioni illecite tra detenuti ed esterno); il provvedimento, deliberato dal Consiglio dei ministri il 5 ottobre 2020, è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale solo dopo sedici giorni, il 21 ottobre; come in precedenti analoghe occasioni, il Comitato invita ad approfondire le conseguenze di questo eccessivo intervallo di tempo tra deliberazione e pubblicazione in termini di certezza di diritto e di rispetto del requisito dell’immediata applicazione delle misure contenute nel decreto-legge, di cui all’articolo 15 della legge n.
400 del 1988; sempre per quanto attiene al requisito dell’immediata appli- cazione delle misure contenute nei decreti-legge, di cui all’articolo 15 della legge n. 400 del 1988, si segnala che 3 dei 36 commi necessitano di provvedimenti attuativi; si tratta in particolare di tre decreti mini- steriali; in un comma è inoltre previsto il parere della Conferenza unificata; sotto il profilo della semplicità, chiarezza e proprietà della for- mulazione: andrebbe approfondita la formulazione di alcune disposizioni; in particolare, la lettera c) del comma 1 dell’articolo 1 abroga l’articolo 11, comma 1-ter, del testo unico in materia di immigrazione (decreto legislativo n. 286 del 1998), in materia di limitazione o divieto di transito di navi nel mare territoriale, introdotto dall’articolo 1 del decreto-legge n. 53 del 2019; il contenuto della disposizione è però riproposto, con significative modifiche, dal comma 2 dell’articolo 1; al riguardo, andrebbe valutata l’opportunità di mantenere la disposizione all’interno dell’articolo 11 del testo unico in materia di immigrazione, che verte sul potenziamento e coordinamento dei controlli di frontiera;
che verte sul potenziamento e coordinamento dei controlli di frontiera; -- Pagina 4 -- la disposizione specifica inoltre che la possibilità di limitazione alla navigazione e divieto di transito di navi non trova applicazione non in presenza di qualsiasi operazione di soccorso cui faccia seguito la richiesta alle autorità marittime italiane di un « luogo di sicurezza » per lo sbarco, ma solo « nell’ipotesi di operazioni di soccorso immediata- mente comunicate al centro di coordinamento competente per il soccorso marittimo e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare, emesse in base agli obblighi derivanti dalle convenzioni inter- nazionali in materia di diritto del mare nonché dello statuto dei rifugiati »; si valuti al riguardo l’opportunità di precisare, anche al fine di evitare contenziosi, le modalità di comunicazione immediata delle operazioni di soccorso e di formulazione delle relative indicazioni da parte della competente autorità; la lettera g) del comma 1 dell’articolo 1 sopprime, nell’articolo 27-ter, comma 9-bis, del testo unico sull’im- migrazione, il riferimento ai requisiti reddituali per il rilascio del permesso di studio per motivi di lavoro; tale riferimento rimane però nel successivo comma 9-ter; il comma 6 dell’articolo 4,
il comma 6 dell’articolo 4, nello stabilire che il nuovo termine per la conclusione dei procedimenti di ricono- scimento della cittadinanza per matrimonio e per cosiddetta natura- lizzazione si applica per le domande di cittadinanza presentate dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, fa erroneamente riferimento al comma 4 anziché al comma 5; l’articolo 11 modifica gli articoli 13 e 13-bis del decreto-legge n. 14 del 2017 per ampliare l’ambito di applicazione delle misure di prevenzione del divieto di accesso ai locali pubblici e ai locali di pubblico trattenimento in relazione a determinati reati; in particolare si prevede (comma 1, lettera a) che tali misure possano essere adottate dal questore anche nei « confronti delle persone che abbiano riportato una o più denunzie o condannate anche con sentenza non definitiva nel corso degli ultimi tre anni »; al tempo stesso nell’adozione della decisione il questore deve comunque « valutare gli elementi derivanti dai provvedimenti dell’Au- torità giudiziaria e sulla base degli accertamenti di polizia »; al riguardo andrebbe quindi specificato se sia sufficiente, per l’attivazione della misura del divieto di accesso ai locali pubblici, una mera denuncia (e, in relazione a ciò,
in relazione a ciò, appare in ogni caso ultroneo il riferimento a più denunce) o se non siano invece necessari specifici ulteriori riscontri sulla pericolosità del denunciato, eventualmente individuando la tipo- logia di provvedimenti dell’autorità giudiziaria richiesti; la norma interviene inoltre (comma 1, lettera b) per ampliare l’ambito oggettivo di applicazione della misura, cioè i luoghi rispetto ai quali il questore può prevedere il divieto di accesso; infatti il questore « può disporre il divieto di accesso a pubblici esercizi o locali specificamente individuati in ragione dei luoghi in cui sono stati commessi i predetti reati ovvero delle persone con le quali l’interessato si associa, specificamente indicati »; al riguardo si valuti l’opportunità di specificare il concetto di « associazione », posto che la norma non fa riferimento a reati asso- ciativi;
si valuti inoltre l’opportunità di precisare se l’espressione « specificamente indicati » vada riferita ai pubblici esercizi e locali di pubblico trattenimento – e in tal caso la norma conterrebbe una ripetizione prevedendo il divieto di accesso a esercizi « specificamente -- Pagina 5 -- individuati » e « specificamente indicati » – ovvero alle “persone con le quali l’interessato si associa – e in tal caso il genere andrebbe però accordato (« specificamente indicate » e non « specificamente indi- cati »); l’opportunità di precisare la formulazione della norma va considerata anche con riferimento al principio enunciato, sia pure in relazione a una diversa misura di prevenzione, la sorveglianza speciale, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza del 23 febbraio 2017 (De Tommaso c. Italia), principio in base al quale, per le misure di prevenzione, « la legge deve contenere disposizioni sufficientemente dettagliate sui tipi di comportamento che costituiscono un pericolo per la società, in modo da fornire una protezione contro le ingerenze arbitrarie e consentire all’individuo di regolare la propria condotta, e prevedere con un sufficiente grado di certezza l’applicazione di misure di prevenzione »;
sotto il profilo dell’efficacia del testo per la semplificazione e il riordino della legislazione vigente: in base all’articolo 15 alcune delle disposizioni introdotte dal provvedimento in materia di rilascio di permesso di soggiorno di cui all’articolo 1 e di esame della domanda di protezione internazionale di cui all’articolo 2 si applicano anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del provvedimento; al riguardo, si valuti l’oppor- tunità di approfondire gli effetti della disposizione anche considerando l’ipotesi di modifiche di quelle disposizioni introdotte in sede parla- mentare; in questo modo si potrebbero creare, in un lasso di tempo ristretto, tre diversi regimi per la medesima fattispecie: quello appli- cabile ai procedimenti conclusi prima dell’entrata in vigore del decreto; quello applicabile ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del decreto ma conclusi prima della conversione e quello applicabile ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione;
si consideri anche il diverso regime che si determina all’interno delle modalità di esame delle domande di pro- tezione internazionale pendenti per fattispecie non distanti come l’esame della domanda di asilo reiterata in fase di esecuzione di un provvedimento di allontanamento (le disposizioni introdotte dal de- creto si applicano anche ai procedimenti pendenti) e la sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento impugnato (per cui invece le disposizioni introdotte dal decreto non si applicano ai procedimenti pendenti); il provvedimento non risulta corredato né dell’analisi tecnico- normativa (ATN) né dell’analisi di impatto della regolamentazione (AIR); formula, per la conformità ai parametri stabiliti dagli articoli 16-bis e 96-bis del Regolamento, la seguente condizione: sotto il profilo della semplicità, chiarezza e proprietà della for- mulazione: provveda la Commissione di merito, per le ragioni esposte in premessa, a sostituire, all’articolo 4, comma 6, le parole: « di cui al comma 4 » con le seguenti: « di cui al comma 5 »; -- Pagina 6 -- il Comitato osserva altresì: sotto il profilo della semplicità, chiarezza e proprietà della for- mulazione: valuti la Commissione di merito,
per le ragioni esposte in premessa, l’opportunità di approfondire la formulazione dell’articolo 1, commi 1, lettere c) e g), e 2, e dell’articolo 11, comma 1, lettere a) e b); sotto il profilo dell’efficacia del testo per la semplificazione e il riordino della legislazione vigente: valuti la Commissione di merito, per le ragioni esposte in premessa, l’opportunità di approfondire l’articolo 15; il Comitato raccomanda altresì: abbia cura il Governo, ai fini del rispetto dell’articolo 15 della legge n. 400 del 1988, di evitare un eccessivo intervallo di tempo tra la deliberazione di un decreto-legge in Consiglio dei ministri e la sua entrata in vigore, conseguente alla pubblicazione nella Gazzetta Uffi- ciale; al riguardo potrebbe essere valutato un più coerente e sistematico utilizzo della possibilità di approvazione dei provvedimenti in prima deliberazione da parte del Consiglio dei ministri « salve intese », cui dovrebbe far seguito una seconda e definitiva deliberazione. PARERE DELLA II COMMISSIONE PERMANENTE (GIUSTIZIA) La II Commissione esaminato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n.
130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigra- zione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli ar- ticoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; considerato che: il decreto-legge in esame interviene per correggere e superare gli aspetti più critici e ritenuti incostituzionali dei decreti-legge 4 ottobre 2018, n. 113, e n. 53 del 2019; il provvedimento risponde all’esigenza di dare seguito alle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica in sede di emanazione del decreto-legge n. 113 del 2018 e di promulgazione della legge n. 77 del 2019, che ha convertito in legge il decreto-legge n.
53 del 2019, stante che a seguito dell’entrata in vigore di tali disposizioni -- Pagina 7 -- e della loro prima applicazione, si è manifestata – come si legge nella relazione illustrativa del decreto-legge in esame – la straordinaria necessità e urgenza di chiarirne alcuni profili, tramite una loro rimo- dulazione che tenga conto dei princìpi costituzionali e di diritto internazionale vigenti in materia, e di porre rimedio ad alcuni aspetti funzionali che avevano generato difficoltà applicative; il 9 luglio 2020 la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la norma che esclude i richiedenti asilo dall’iscrizione anagrafica, abolendo una delle parti più contestate del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, per due ordini di motivazioni: la norma è « irrazionale », perché non serve a controllare il territorio che è la finalità dichiarata dal decreto, e determina « irragionevole disparità di trattamento », visto che rende più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi ad essi garantiti; i precedenti decreti-legge, invece di garantire la sicurezza nei territori e nelle comunità, hanno stressato il sistema di accoglienza al punto da renderlo inefficace perché, di fatto,
di fatto, sono stati esclusi dai centri moltissimi immigrati finiti poi in condizioni di precarietà e clandestinità; premesso che: il decreto-legge in esame segna indubbiamente un migliora- mento nella gestione del fenomeno immigratorio nel nostro Paese, che non può e non deve essere ispirata solo da logiche emergenziali e da risposte securitarie; il fenomeno dei flussi migratori, che è epocale e molto com- plesso, deve essere affrontato non con la propaganda ma con una visione che duri negli anni e che preveda innanzitutto una risposta europea insieme ad altri strumenti, quali gli accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, canali legali di ingresso in Europa, migliori politiche di integrazione e di riconoscimento della protezione umani- taria; rilevato che: l’articolo 1 modifica il quadro dei divieti e dei limiti di navigazione per le imbarcazioni, prevedendo una deroga al divieto o limite di navigazione quando si tratta di navi che abbiano effettuato soccorso a norma delle convenzioni internazionali e che abbiano comunicato le operazioni alle autorità competenti nazionali o del loro Stato di bandiera; in particolare il comma 2 dell’articolo 1 disciplina soltanto il transito e la sosta,
senza più fare riferimento all’ingresso della nave nel mare territoriale, escludendo dalla previsione normativa le operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare, emesse in base ad obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di diritto del mare nonché dello statuto dei rifugiati; -- Pagina 8 -- nei casi di inosservanza del divieto o del limite posto, la pena della multa è da euro 10.000 ad euro 50.000 (che si aggiunge alla reclusione fino a due anni già prevista per le violazioni dell’articolo 83 del codice della navigazione); sono contestualmente abrogate (articolo 1, comma 1, lettera c)) le disposizioni introdotte dal decreto-legge n. 53 del 2019 che preve- devano, in particolare, una sanzione amministrativa da 150.000 euro a 1.000.000 di euro, la responsabilità solidale dell’armatore con il co- mandante e la confisca obbligatoria della nave e l’eventuale distruzione dell’imbarcazione; il riferimento all’adempimento delle indicazioni della compe- tente autorità dovrebbe escludere esplicitamente l’ipotesi che le auto- rità competenti diano indicazioni contrarie al diritto internazionale,
evitando che le navi che abbiano osservato gli obblighi internazionali di soccorrere le persone in mare debbano anche obbedire a centri di coordinamento diversi da quello italiano, che potrebbero ordinare di portare le persone soccorse in mare in Paesi in cui avvengono violazioni dei diritti umani, certificate dalle organizzazioni delle Nazioni Unite o da altre organizzazioni umanitarie; sarebbe pertanto utile prevedere che l’articolo 1, comma 2, non si applichi nei confronti di navi che abbiano prestato soccorso in mare, anche rifiutandosi di rispettare indicazioni di coordinamento incom- patibili con la salvaguardia della vita e della sicurezza in mare, oppure che abbiano agito in assenza di coordinamento in ragione del rifiuto di prendere in carico la situazione da parte di tutte le autorità poten- zialmente competenti; l’articolo 2 interviene sulla procedura di esame delle domande di protezione internazionale, sulla relativa decisione e sulle procedure di impugnazione, attraverso alcune modifiche al decreto legislativo 28 gennaio 2008, n.
n. 25, di attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato; in particolare il comma 1, lettera f), dell’articolo 2 incide sulla disciplina delle controversie in materia di decisioni di riconoscimento della protezione internazionale, recata dall’articolo 35-bis del decreto legislativo n.
25 del 2008, intervenendo sulle ipotesi di sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento impugnato e specificata- mente sui casi di sospensione in presenza di « gravi e circostanziate ragioni e assunte ove occorrano sommarie informazioni » nel caso di ricorsi presentati: da parte di un soggetto nei cui confronti è stato adottato un provvedimento di trattenimento in un hotspot o un centro di permanenza e rimpatrio; contro il provvedimento di inammissibilità; avverso il provvedimento di rigetto per manifesta infondatezza; avverso un provvedimento adottato nei confronti di un soggetto proveniente da un Paese designato di origine sicuro, o fermato in condizioni di soggiorno irregolare, o che ha presentato domanda direttamente alla frontiera dopo aver eluso i controlli di frontiera; la disposizione richiamata del decreto-legge specifica che il provvedimento di sospensione per gravi motivi deve essere adottato ai -- Pagina 9 -- sensi dell’articolo 3, comma 4-bis, del decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, a norma della quale tutte le controversie aventi ad oggetto l’impugnazione dei provvedimenti delle commissioni territoriali e della commissione nazionale per diritto di asilo, anche relative al mancato riconoscimento dei presupposti per la protezione speciale,
e quelle aventi ad oggetto l’impugnazione dei provvedimenti adottati dall’auto- rità preposta alla determinazione dello Stato competente all’esame della domanda di protezione internazionale, sono decise dal tribunale in composizione collegiale; non ci si nasconde che la garanzia della collegialità, prevista in via eccezionale nelle controversie di primo grado, rischia di determi- nare un aggravio pesante per strutture già sottoposte ad un carico di lavoro straordinario, con la conseguenza di rendere più difficile e lento il lavoro dei giudici di primo grado e di vanificare i risultati ottenuti per lo smaltimento dell’arretrato nel settore civile grazie alle riforme introdotte negli ultimi anni con l’introduzione degli istituti deflativi e del processo telematico; d’altra parte il ricorso alla composizione collegiale nello svol- gimento del contenzioso in materia di protezione internazionale rap- presenta una garanzia indispensabile circa una maggiore obiettività delle decisioni, ancora più importante quando, come in questo caso, si tratta di diritti umani fondamentali e dove, soprattutto, si è abolito il grado di appello, proprio per favorire una maggiore speditezza delle decisioni; il comma 1, lettera f), numero 4), dell’articolo 2, novellando il comma 5 dell’articolo 35-bis del decreto legislativo n.
25 del 2008, dispone che la mera proposizione del ricorso sospende anche l’efficacia esecutiva del provvedimento che dichiari inammissibile una reiterata domanda di riconoscimento della protezione internazionale ex articolo 29, comma 1, lettera b) (nuova domanda dopo rigetto da Commissione territoriale senza addurre nuovi elementi), introducendo la mancata applicazione dell’automatico effetto cautelare solo per la seconda dichiarazione di inammissibilità; si determina così l’ampliamento di un istituto, quale quello relativo alla sospensione automatica del provvedimento contestato, in controtendenza rispetto alla normazione processual-amministrativa più recente, volta ad introdurre deterrenti all’utilizzo strumentale di mezzi processuali; andrebbe quindi valutata l’opportunità di modificare la novella di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f), numero 4), eliminando l’ipotesi della sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento che di- chiari inammissibile una reiterata domanda di riconoscimento della protezione internazionale ex articolo 29, comma 1, lettera b); l’articolo 15 introduce alcune disposizioni transitorie finaliz- zate a stabilire l’applicazione di alcune modifiche introdotte con il decreto-legge in esame anche ai procedimenti in corso, nella fase sia amministrativa sia giurisdizionale, in particolare prevedendo, al comma 1,
in particolare prevedendo, al comma 1, l’applicazione ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore -- Pagina 10 -- del decreto (22 ottobre 2020) delle disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma 1, di cui alla: lettera a), che prevede che il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno non possano essere adottati quando ricor- rano seri motivi derivanti dal rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato; lettera e), che estende l’ambito di applica- zione del divieto di respingimento o espulsione o estradizione di una persona verso uno Stato ai sensi dell’articolo 19 del testo unico in materia di immigrazione; lettera f), che riformula le previsioni in materia di permesso di soggiorno per calamità; l’applicabilità immediata riguarda i procedimenti in corso di natura amministrativa, ossia dinanzi alle commissioni territoriali e al questore, nonché di natura giurisdizionale, ossia i procedimenti dinanzi alle sezioni specializzate dei tribunali, escludendosi esplicitamente l’applicabilità immediata delle disposizioni richiamate con riferimento ai procedimenti giurisdizionali pendenti alla data di entrata in vigore del decreto-legge,
nei quali si stia svolgendo il giudizio di rinvio a seguito di annullamento da parte della Corte di cassazione ai sensi dell’articolo 384, comma secondo, del codice di procedura civile; lo stesso articolo 15, al comma 2, dispone in ordine all’appli- cazione delle disposizioni in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, di cui all’articolo 2 del decreto-legge, anche ai procedimenti pendenti davanti alle commissioni territoriali alla data di entrata in vigore del decreto-legge, ossia al 22 ottobre 2020; eventuali modifiche parlamentari alle disposizioni richiamate nell’articolo 15 potrebbero dar luogo a tre diversi regimi per la medesima fattispecie; quello applicabile ai procedimenti conclusi prima dell’entrata in vigore del decreto; quello applicabile ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del decreto ma conclusi prima della conversione e quello applicabile ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge di conversione, esprime PARERE FAVOREVOLE con le seguenti osservazioni: all’articolo 1, comma 2, si valuti l’opportunità di non applicare la previsione normativa alle navi che abbiano prestato soccorso in mare,
anche rifiutandosi di rispettare indicazioni di coordinamento incompatibili con la salvaguardia della vita e della sicurezza in mare, oppure che abbiano agito in assenza di coordinamento in ragione del rifiuto di prendere in carico la situazione da parte di tutte le autorità potenzialmente competenti; all’articolo 2, comma 1, lettera f), numero 4), si valuti l’oppor- tunità di eliminare l’ipotesi della sospensione dell’efficacia esecutiva del provvedimento che dichiari inammissibile una reiterata domanda di riconoscimento della protezione internazionale ex articolo 29, comma 1, lettera b); -- Pagina 11 -- si valuti l’opportunità di rivedere la disposizione transitoria di cui all’articolo 15. PARERE DELLA III COMMISSIONE PERMANENTE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI) La III Commissione, esaminato per le parti competenza il decreto-legge 21 ottobre 2020, n.
130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; apprezzato il radicale cambiamento di strategia in materia di immigrazione, protezione internazionale e di politiche di integrazione, evidenziato dal provvedimento, anche in recepimento dei richiami formulati dal Presidente della Repubblica in sede di emanazione e promulgazione dei cosiddetti « decreti-legge sicurezza » (decreti-legge n. 113 del 2018 e n.
113 del 2018 e n. 53 del 2019); essendo assolutamente necessario e urgente ripristinare il pieno rispetto dei principi costituzionali e di diritto internazionale vigenti in materia; apprezzato il ripristino delle norme previgenti sul divieto di espulsione e di respingimento dello straniero nel caso in cui il rimpatrio comporti per l’interessato il rischio di tortura e anche il rischio di essere sottoposto a trattamenti inumani o degradanti; ritenuta significativa la nuova disciplina relativa al divieto di transito e di sosta di navi nel mare territoriale, che non può essere disposto in caso di operazioni di ricerca e soccorso in mare; valutate positivamente le modifiche apportate al procedimento per il riconoscimento della protezione internazionale in chiave di maggiore conformità alle direttive europee vigenti, a favore di persone vulnerabili o nei casi in cui si possa presumere un uso strumentale della domanda; ritenute opportune le nuove competenze delle Commissioni ter- ritoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, con riguardo al divieto di espulsione per stranieri che versino in condizioni di salute di particolare gravità; ritenendo di particolare significato, ai fini di una migliore defi- nizione della condizione giuridica dello straniero in Italia e in ottem- -- Pagina 12 -- peranza della sentenza della Corte costituzionale n.
186 del 9 luglio 2020 e dell’articolo 3 della Costituzione, la affermazione del diritto all’iscrizione anagrafica, con la disciplina delle relative modalità e del rilascio della carta d’identità, per i richiedenti asilo, per scongiurare irragionevoli disparità di trattamento e consentire l’accesso a servizi garantiti, in particolare in riferimento ai casi di convertibilità dei permessi di soggiorno in permessi per motivi di lavoro; valutata assai positivamente la ridenominazione del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale in « Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale » che diventa così il meccanismo nazionale di pre- venzione della tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, in coerenza con l’obbligo previsto dalla legge 9 novembre 2012, n.
195, recante ratifica ed esecuzione del Protocollo opzionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altri tratta- menti o pene crudeli, inumani o degradanti, fatto a New York il 18 dicembre 2002; e con specifico riferimento alle norme di competenza: evidenziato in particolare l’articolo 1, comma 1, lettera a), del provvedimento che novella l’articolo 5, comma 6, del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, al fine di consentire il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno sulla base di convenzioni o accordi internazionali, resi esecutivi in Italia, quando lo straniero non soddisfi le condizioni di soggiorno applicabili in uno degli Stati contraenti « fatto salvo il rispetto degli obblighi costituzionali o internazionali dello Stato ita- liano », con ciò ripristinando il richiamo esplicito ad obblighi costitu- zionali ed internazionali dello Stato italiano abrogato dal citato decreto- legge n.
113 del 2018; evidenziato, altresì, l’articolo 1, comma 1, lettera c), che abroga l’articolo 11, comma 1-ter, del Testo Unico sopra citato, introdotto con il decreto-legge n. 53 del 2018, in base alla quale il Ministro dell’In- terno può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale - salvo che si tratti di naviglio militare o di navi in servizio governativo non commerciale - per motivi di ordine e sicurezza pubblica; ovvero quando si concretizzassero le condizioni di cui alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del Mare (cd. Convenzione di Montego Bay), limitatamente alle violazioni delle leggi di immigra- zione; sottolineata anche la norma di cui all’articolo 1, comma 1, lettera e), numero 1), recante una complessiva riformulazione dell’articolo 19, comma 1.1, del citato Testo Unico secondo la quale, difformemente da quanto previsto dal decreto-legge n.
113 del 2018, non sono ammessi il respingimento o l’espulsione o l’estradizione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta a tortura o a trattamenti inumani o degradanti, in piena applicazione dell’articolo 3 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), firmata a -- Pagina 13 -- Roma il 4 novembre 1950 e resa esecutiva dalla legge 4 agosto 1955, n. 848. Nella valutazione di tali motivi si tiene conto anche dell’esi- stenza, in tale Stato, di violazioni sistematiche e gravi di diritti umani. Non sono altresì ammessi il respingimento o l’espulsione di una persona verso uno Stato qualora esistano fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della propria vita privata e familiare - in attuazione dell’articolo 8 della CEDU e in linea con la giurisprudenza della stessa CEDU in materia di limiti ai provvedimenti di rimpatrio, nonché con la giurisprudenza elaborata dalla Corte di cassazione sul tema, a partire dalla sentenza della I sezione civile n. 4455 del 23 febbraio 2018 - a meno che esso non sia necessario per ragioni di sicurezza nazionale ovvero di ordine e sicurezza pubblica.
Ai fini della valutazione del rischio di violazione di cui al periodo precedente, si tiene conto della natura e della effettività dei vincoli familiari dell’interessato, del suo effettivo inserimento sociale in Italia, della durata del suo soggiorno nel territorio nazionale, nonché dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d’origine; richiamato l’articolo 1, comma 2, che prevede che il provvedi- mento di limitazione o divieto possa riguardare il transito e la sosta delle navi nel mare territoriale, senza più fare riferimento all’ingresso delle medesime; segnalato che è al contempo disposta l’esclusione del divieto per le operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare, emesse in base agli obblighi derivanti dalle Conven- zioni internazionali in materia di diritto del mare, nonché dalla Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo statuto dei rifugiati, fermo restando quanto previsto dal Protocollo addizionale della Con- venzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata trans- nazionale per combattere il traffico di migranti via terra, via mare e via aria del 2000,
via mare e via aria del 2000, entrato in vigore il 1° gennaio 2004; evidenziato, infine, anche l’articolo 3, comma 1, lettera c), ca- poverso 3), lettera a), che prevede la riduzione da centottanta a novanta giorni del termine di trattenimento dello straniero richiedente prote- zione internazionale e la prorogabilità dello stesso di trenta giorni se lo straniero è cittadino di un Paese con cui l’Italia abbia sottoscritto accordi in materia di rimpatri, esprime PARERE FAVOREVOLE -- Pagina 14 -- PARERE DELLA IV COMMISSIONE PERMANENTE (DIFESA) La IV Commissione, esaminato per le parti di competenza il disegno di legge C. 2727 Governo, di conversione del decreto-legge n.
130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione interna- zionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; considerato che il provvedimento risponde all’esigenza di dare seguito alle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica in sede di emanazione del decreto-legge n. 113 del 2018 e di promulga- zione della legge n. 77 del 2019, che ha convertito in legge il decreto- legge n. 53 del 2019, in quanto a seguito dell’entrata in vigore di tali disposizioni e della loro prima applicazione, si è manifestata – come precisato nella relazione illustrativa allegata al decreto-legge in esame – la straordinaria necessità e urgenza di chiarirne alcuni profili, tramite una loro rimodulazione che tenga conto dei princìpi costitu- zionali e di diritto internazionale vigenti in materia e di porre rimedio ad alcuni aspetti funzionali che avevano generato difficoltà applicative; considerato che il provvedimento reca, tra le altre,
tra le altre, disposizioni concernenti la sicurezza della navigazione e il soccorso in mare, interessi alla cui tutela sono preposte diverse strutture dello Stato e, in via prioritaria, il Corpo delle capitanerie di Porto, quale corpo specia- lizzato della Marina militare, dipendente funzionalmente dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per i compiti attribuiti a tale dicastero in materia di navigazione e trasporto marittimo, vigilanza nei porti, demanio marittimo e sicurezza della navigazione; ribadito che l’obbligo di salvare la vita in mare costituisce un preciso obbligo degli Stati e, a tal fine, l’Italia partecipa, in ambito europeo e internazionale, a diverse operazioni nel Mediterraneo, che prevedono tra i diversi compiti anche il salvataggio dei migranti a rischio e il contrasto al traffico di migranti; osservato che l’articolo 1, comma 2, interviene sulla disciplina relativa alla possibilità di limitazione o al divieto di transito e di sosta delle navi mercantili nel mare territoriale quando ricorrano motivi di ordine e sicurezza pubblica, ovvero quando si concretizzano, limita- tamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti, le condizioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare fatta a Montego Bay nel 1982; rilevato,
rilevato, in particolare, che la nuova disciplina sostituisce quella introdotta nell’articolo 11 del testo unico delle disposizioni concernenti -- Pagina 15 -- la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, dal decreto-legge n. 53 del 2019 (c.d. decreto sicurezza-bis).
53 del 2019 (c.d. decreto sicurezza-bis). Rispetto a tale previsione si dispone, nello specifico, che il provvedimento di limitazione o divieto del Ministro dell’interno, - adottato di concerto con i ministri della Difesa e delle infrastrutture e dei trasporti-, possa riguardare il transito e la sosta delle navi, senza più fare riferimento all’ingresso delle medesime; è al contempo disposta l’esclusione dei richiamati poteri interdittivi per le operazioni di soccorso immediatamente comunicate al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera ed effettuate nel rispetto delle indicazioni della competente autorità per la ricerca e soccorso in mare, emesse in base agli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali in materia di diritto del mare, nonché dello statuto dei rifugiati; considerato che il riferimento alle « operazioni di soccorso im- mediatamente comunicate al centro di coordinamento competente », contenuto nel secondo periodo del comma 2 dell’articolo 1, potrebbe apparire eccessivamente generico, generando dubbi interpretativi in merito al suo concreto ambito di applicazione.
Poiché la norma in questione costituisce deroga ad un principio generale, parrebbe oppor- tuno precisare in modo più chiaro i presupposti in presenza dei quali è derogata la misura di interdizione in capo al Ministro dell’interno, di concerto con i Ministri della difesa e delle infrastrutture e dei trasporti, circa eventuali limitazioni al transito o alla sosta di navi mercantili nel mare territoriale. Al riguardo, appare ragionevole stabilire che tali limitazioni operino esclusivamente in presenza di operazioni di soc- corso segnalate alle competenti strutture del Comando generale della Guardia costiera italiana, quale centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo; rilevato, altresì, che dagli elementi acquisiti nel corso delle audizioni è emerso che lo Stato di bandiera della nave che ha effettuato il soccorso potrebbe utilmente collaborare nell’individuazione del luogo sicuro di approdo, qualora il porto più vicino, individuato ai sensi della Convenzione internazionale di Amburgo sulla ricerca ed il salvataggio, del 27 aprile 1979, non possieda le necessarie garanzie di sicurezza sanitaria per il personale soccorso e l’equipaggio.
Inoltre, dalle mede- sime audizioni è emerso che lo Stato di bandiera della nave che ha effettuato il soccorso è tenuta a certificare la conformità del naviglio alle Convenzioni internazionali e alla legislazione vigente in materia di sicurezza della navigazione e ambientale; preso atto che la crisi pandemica dovuta alla diffusione del COVID-19 ha reso particolarmente complessa la gestione dei migranti da parte del personale della Marina militare, delle Capitanerie di porto e della Guardia di finanza, appare ormai non procrastinabile un accordo a livello europeo per una più equa ripartizione, tra i diversi paesi, delle persone soccorse in mare che necessitano di protezione ai sensi del decreto in esame; osservato, infine, che con riferimento alla disciplina sanziona- toria si prevede che nei casi di inosservanza del divieto o del limite -- Pagina 16 -- posto dal comma 2 dell’articolo 1 la pena della multa è da euro 10.000 ad euro 50.000 (che si aggiunge alla reclusione fino a due anni già prevista per le violazioni all’articolo 83 del codice della navigazione); sono contestualmente abrogate (art. 1, comma 1, lettera c)) le dispo- sizioni introdotte dal decreto-legge n.
53 del 2019 che prevedevano, in particolare, una sanzione amministrativa da 150.000 euro a 1.000.000 di euro, la responsabilità solidale dell’armatore con il comandante e la confisca obbligatoria della nave e l’eventuale distruzione dell’imbarca- zione, esprime PARERE FAVOREVOLE con la seguente osservazione: All’articolo 1, comma 2, secondo periodo, dopo le parole « im- mediatamente comunicate al centro di coordinamento competente e allo Stato di bandiera » aggiungere le seguenti « , segnalate al Comando generale della Guardia costiera italiana in qualità di Italian Maritime Rescue Coordination Centre ». PARERE DELLA V COMMISSIONE PERMANENTE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE) La V Commissione, esaminato il progetto di legge C. 2727 Governo, di conversione in legge del decreto-legge n.
2727 Governo, di conversione in legge del decreto-legge n. 130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che: l’attività di valutazione connessa al divieto di respingimento o espulsione dello straniero, nel caso in cui l’allontanamento dal terri- torio nazionale comporti una violazione della vita privata e familiare dell’interessato, introdotto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), n. 1, sarà affidata alle commissioni territoriali per il riconoscimento della pro- tezione internazionale che, prima dell’entrata in vigore del decreto- legge n. 113 del 2018, già effettuava i predetti accertamenti, in base ad una prassi amministrativa, relativa all’applicazione della protezione umanitaria, ricostruita nella circolare della commissione nazionale per il diritto d’asilo del 30 luglio 2015; -- Pagina 17 -- l’eliminazione,
-- Pagina 17 -- l’eliminazione, tra le condizioni previste per il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro del ricercatore che abbia ultimato l’attività di ricerca ed abbia un permesso di soggiorno per ricerca scaduto, del possesso di un reddito minimo indicato dalla previgente normativa, prevista dall’articolo 1, comma 1, lettera g), non presenta particolari criticità, considerato che il soggetto che ha con- cluso la propria attività di ricerca viene a trovarsi in una posizione di attesa occupazione e che la normativa vigente non attribuisce al titolare di un permesso di soggiorno per attesa occupazione, in considerazione della durata inferiore all’anno di tale permesso, il diritto al ricongiun- gimento familiare, riconosciuto invece solo ai titolari di permessi di durata non inferiore ad un anno; sempre in relazione al rilascio del predetto permesso di sog- giorno, l’eliminazione dell’obbligo di stipula di apposita polizza assi- curativa sanitaria ovvero di iscrizione al servizio sanitario nazionale per sé e i propri familiari a carico, anch’essa disposta dall’articolo 1, comma 1, lettera g), comporterà, comunque,
lettera g), comporterà, comunque, l’applicazione della disci- plina generale prevista dall’articolo 34 del testo unico immigrazione per garantire l’assistenza sanitaria per gli stranieri regolarmente soggior- nanti, che distingue le ipotesi in cui è previsto l’obbligo di iscrizione al Servizio sanitario nazionale da quelle in cui è consentita l’iscrizione volontaria allo stesso, da quelle infine in cui occorre procedere alla stipula di una polizza assicurativa; le nuove norme in materia di procedimenti per il riconosci- mento della protezione internazionale, di cui all’articolo 2, sono dirette a riordinare e razionalizzare disposizioni già vigenti e potranno per- tanto essere attuate nel quadro delle risorse già esistenti; le disposizioni di cui all’articolo 3, comma 2, lettera b), n. 1, e comma 3, in materia di trattenimento del richiedente protezione internazionale presso i centri di permanenza per il rimpatrio (CPR) non determineranno un incremento rilevante del numero delle persone da trattenere essendo finalizzate, da un lato, ad adeguare la tipologia dei casi di trattenimento alle definizioni di diritto europeo ed interno delle cause di esclusione della protezione internazionale, dall’altro,
dall’altro, a prevedere espressamente il trattenimento di colui che presenta do- manda reiterata in fase di imminente esecuzione di un provvedimento di allentamento; le risorse al momento disponibili in bilancio sul capitolo 2351, piano di gestione 10, relativo ai costi di gestione dei Centri per il rimpatrio, è pari a euro 3.885.019 per l’anno 2020, a euro 8.733.587 per l’anno 2021 e a euro 18.220.090 per l’anno 2022 devono pertanto ritenersi congrue; la capacità complessiva di accoglienza dei 10 centri di perma- nenza per il rimpatrio, attualmente presenti sul territorio nazionale, e delle strutture ad essi equiparate è pari a 1.425 posti; i criteri di contenimento della capienza massima dei centri governativi di prima accoglienza e di adeguamento degli standard igienico sanitari ed abitativi dei medesimi centri, introdotti, rispetti- -- Pagina 18 -- vamente, all’articolo 4, comma 1, lettera b), numero 1), e alla successiva lettera c) del medesimo comma, saranno realizzati con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica; la limitazione della capienza massima delle strutture governa- tive di accoglienza, infatti,
infatti, costituisce già da tempo un obiettivo tendenziale e in tale direzione si inquadra la recente chiusura dei centri governativi di Mineo e Castelnuovo di Porto nonché la preferenza accordata dai Prefetti per strutture di accoglienza di capienza limitata, in sede di pubblicazione dei relativi bandi di gara; inoltre, per quanto riguarda gli standard igienico-sanitari dei centri governativi di accoglienza, il vigente schema di capitolato di appalto di cui al decreto ministeriale 20 novembre 2018, già prevede espressamente che le strutture messe a disposizione dagli enti gestori siano « in possesso dei requisiti previsti dalle norme vigenti in materia di urbanistica, edilizia, prevenzione incendi, agibilità e abitabilità, igiene e sicurezza, assicurandone i necessari interventi manutentivi secondo la normativa in vigore »; il risultato del calcolo dei risparmi attesi nella gestione dei centri governativi di accoglienza, derivanti dalla nuova norma in materia di accoglienza dei richiedenti asilo nel SAI, risulta coerente con il vincolo connesso alla disponibilità dei posti, giacché, ai fini del predetto calcolo si è tenuto conto del numero di posti finanziati ma non utilizzati nel Sistema di protezione per titolari di protezione interna- zionale e per minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI),
desunto dal dato storico del biennio 2018/2019; con riguardo ai risparmi stimati e ai corrispondenti oneri, nella gestione dei centri governativi di accoglienza, la relazione tecnica tiene conto degli esercizi 2021 e 2022 sia con riferimento alla capienza della dotazione di bilancio, pari a 1 miliardo e 50 milioni di euro, sia con riguardo alle stime dei risparmi e degli oneri, essendosi ipotizzata una capacità di accoglienza in termini costanti di 83.226 migranti, con una spesa stimata pari a euro 823.891.709; l’espletamento delle attività attribuite dall’articolo 13, comma 1, lettera b), al Garante nazionale delle persone private della libertà personale quale meccanismo nazionale di prevenzione della tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, potrà avvenire in condizioni di neutralità finanziaria, sia perché tale funzione rientra tra le attribuzioni del Garante stesso, in considerazione della natura dei compiti a cui lo stesso è istituzionalmente deputato ai sensi dell’articolo 7 del decreto-legge n.
146 del 2013, sia perché le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero della giustizia sul capitolo 1753 destinate a « Spese di funzionamento del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute, ivi compresi i compensi ai componenti » hanno fatto registrare nel Rendiconto 2019 economie pari euro 118.260 e attualmente recano disponibilità per l’anno 2020 pari a euro 135.408; le variazioni compensative tra gli stanziamenti dei capitoli di bilancio iscritti nello stato di previsione del Ministero dell’interno, -- Pagina 19 -- nell’ambito del pertinente Programma relativo alle spese per la ge- stione, di cui all’articolo 14, comma 3, ai sensi della vigente disciplina contabile, saranno valutate e ritenute assentibili solo nei casi in cui le stesse non producano effetti finanziari negativi sui saldi di finanza pubblica; rilevata la necessità di precisare che le predette variazioni compensative, volte a garantire l’invarianza della spesa, di cui all’ar- ticolo 14, sono da adottare ai sensi dell’articolo 33, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n.
196, esprime PARERE FAVOREVOLE con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell’articolo 81 della Costituzione: all’articolo 14, comma 3, sostituire le parole: « con le ordinarie procedure contabili previste a legislazione vigente » con le seguenti: « ai sensi dell’articolo 33, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 ». PARERE DELLA VII COMMISSIONE PERMANENTE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE) PARERE FAVOREVOLE PARERE DELLA IX COMMISSIONE PERMANENTE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI) La IX Commissione, esaminato, per i profili di competenza, il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale (C.
2727 Governo); rilevato che il decreto-legge è stato emanato per modificare i precedenti provvedimenti di urgenza in materia di sicurezza al fine di adeguarli ai principi costituzionali e di diritto internazionale vigenti in -- Pagina 20 -- materia, anche a seguito delle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica; sottolineato che all’articolo 1, comma 2, sulle limitazioni al transito e alla sosta delle navi per motivi di ordine e sicurezza pubblica, occorre superare il richiamo alla Convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare per i soli profili di cui all’articolo 19, paragrafo 2, lettera g), risultando invece necessario il richiamo all’intero complesso di norme previste dalla convenzione, esprime PARERE FAVOREVOLE con la seguente condizione: all’articolo 1, comma 2, sia espunto il riferimento all’articolo 19, paragrafo 2, lettera g), della Convenzione delle nazioni unite sul diritto del mare, prevedendo invece la conformità all’intero complesso nor- mativo della Convenzione. PARERE DELLA X COMMISSIONE PERMANENTE (ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO) PARERE FAVOREVOLE PARERE DELLA XI COMMISSIONE PERMANENTE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO) La XI Commissione, esaminato, per quanto di competenza, il disegno di legge C. 2727 Governo, di conversione del decreto-legge n.
130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione interna- zionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; -- Pagina 21 -- preso atto che il provvedimento è volto a rimodulare alcune disposizioni dei decreti-legge n. 113 del 2018, convertito, con modifi- cazioni, dalla legge n. 132 del 2018, e n. 53 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n.
77 del 2019 (i cosiddetti decreti « Sicu- rezza » e « Sicurezza-bis »), la cui applicazione si è rivelata non agevole, anche alla luce delle osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica su ambedue i provvedimenti; considerato che il decreto-legge reca anche misure finalizzate a rafforzare i dispositivi a garanzia della sicurezza pubblica; rilevato che la competenza della Commissione risulta limitata alle disposizioni in materia di permesso di soggiorno e controlli di frontiera, di cui all’articolo 1, con particolare riferimento alle modi- fiche al decreto legislativo n.
286 del 1998, recate dal comma 1, lettere b), g) e h), in materia di convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro, ove ne ricorrano i requisiti, di alcune tipologie di permessi di soggiorno; condivise le disposizioni dell’articolo 4, che prevedono la distin- zione in due livelli dei servizi erogati dal Sistema di accoglienza, e considerato che il supporto all’orientamento lavorativo e alla forma- zione è riservato a specifiche categorie di soggetti richiedenti protezione internazionale, in conformità alle osservazioni della Corte dei conti sulla necessità di evitare l’accesso indiscriminato ai percorsi di forma- zione professionale, con gravosi oneri finanziari a carico della finanza pubblica; apprezzata la previsione, di cui all’articolo 5, di ulteriori percorsi di integrazione, alla scadenza del periodo di accoglienza, volti all’in- serimento sociale dei beneficiari, con riguardo, tra gli altri, all’orien- tamento all’inserimento lavorativo, sulla base di linee di intervento individuate nell’ambito del Piano nazionale per l’integrazione, esprime PARERE FAVOREVOLE PARERE DELLA XII COMMISSIONE PERMANENTE (AFFARI SOCIALI) PARERE FAVOREVOLE -- Pagina 22 -- PARERE DELLA XIV COMMISSIONE PERMANENTE (POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA) La XIV Commissione, esaminato il disegno di legge C.
2727 Governo, di conversione del decreto-legge n. 130 del 2020, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, modifi- che agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; rilevato che il provvedimento delinea un significativo mutamento delle politiche in materia di immigrazione, protezione internazionale e integrazione degli stranieri e recepisce compiutamente le osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica in sede di emanazione del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, recante disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale e immigrazione, sicurezza pub- blica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’am- ministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, e di promulgazione della legge n. 77 del 2019, di conversione del decreto-legge 14 giugno 2019, n.
53, recante dispo- sizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; considerato, per quanto di competenza, che il decreto-legge contempera diversi interessi ed esigenze al fine di assicurare politiche coerenti con il rispetto degli obblighi costituzionali e internazionali e che esso appare conforme con la disciplina dell’Unione europea in materia di riconoscimento e revoca dello status di protezione interna- zionale e accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché con le norme minime europee sull’attribuzione, a cittadini di Paesi terzi o apolidi, della qualifica del rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, conformandosi al contempo alla più avanzata giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, esprime PARERE FAVOREVOLE -- Pagina 23 -- PARERE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER LE QUESTIONI REGIONALI La Commissione parlamentare per le questioni regionali, esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 2727, di conversione del decreto-legge 21 ottobre 2020, n. 130, recante disposizioni urgenti in materia di immigrazione, protezione interna- zionale e complementare, modifiche agli articoli 131-bis, 391-bis, 391-ter e 588 del codice penale,
391-bis, 391-ter e 588 del codice penale, nonché misure in materia di divieto di accesso agli esercizi pubblici ed ai locali di pubblico trattenimento, di contrasto all’utilizzo distorto del web e di disciplina del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale; rilevato che: il provvedimento appare principalmente riconducibile alle ma- terie di competenza legislativa esclusiva statale diritto di asilo, immi- grazione, sicurezza dello Stato, ordinamento e organizzazione ammi- nistrativa dello Stato, cittadinanza, ordinamento civile e penale (di cui all’articolo 117, secondo comma, lettere a), b), d), g), i) e l), della Costituzione); assume anche rilievo, con riferimento in particolare agli articoli 4 e 5, la competenza concorrente in materia di tutela della salute (articolo 117, terzo comma) e la competenza residuale regionale in materia di politiche sociali (articolo 117, quarto comma); in questo quadro, il provvedimento prevede, all’articolo 4, comma 1, lettera c), che il decreto del Ministro dell’interno chiamato a definire i requisiti igienico-sanitari dei centri di prima accoglienza sia adottato sentita la Conferenza unificata; inoltre il piano nazionale di integrazione, del quale l’articolo 5 integra le finalità,
è adottato da un tavolo cui partecipano rappresentanti delle regioni, dell’UPI e del- l’ANCI; appare opportuno valutare attentamente sia le proposte rela- tive all’aggiornamento del piano nazionale di integrazione elaborate dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nella seduta del 23 aprile 2020 sia le proposte di integrazione al testo formulate dall’ANCI nell’audizione di fronte alla I Commissione Affari costitu- zionali del 5 novembre 2020, con particolare riferimento alla possibilità di deroga ai vincoli per le assunzioni del personale dei comuni impiegato negli interventi e servizi per l’accoglienza e l’integrazione dei cittadini stranieri, esprime: PARERE FAVOREVOLE con la seguente condizione: provveda la Commissione di merito ad una valutazione attenta delle proposte relative all’aggiornamento del piano nazionale di inte- -- Pagina 24 -- grazione elaborate dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome nella seduta del 23 aprile 2020 e delle proposte di integra- zione al testo formulate dall’ANCI. -- Pagina 25 -- TESTO | TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE | DELLA COMMISSIONE __ | __ | Conversione in legge del decreto-legge 21 | Conversione in legge, con modificazioni, ottobre 2020, n.