Datasets:

source
stringlengths
2
27k
target
stringlengths
19
1.08k
Immaginate di restare per qualche ora senza il vostro smartphone. Anche se pochi lo ammetteranno, non potrebbe esserci cosa peggiore: questo piccolo dispositivo racchiude tutti i nostri segreti più nascosti, l’accesso alle conversazioni più intime e ai documenti lavorativi più delicati. Insomma, una specie di alter ego digitale, senza il quale tutti, o quasi, si sentirebbero persi. Guai, poi, se lo si dimentica da qualche parte e finisce nelle mani sbagliate. A quel punto potrebbero verificarsi vere e proprie catastrofi. Lo sa bene Diego Gardini, il ricco imprenditore protagonista della nuova commedia di Fausto Brizzi “Modalità Aereo”, in arrivo nei cinema italiani dal prossimo 21 febbraio. Interpretato da Paolo Ruffini, Diego ha tutta la sua vita dentro a un cellulare di ultima generazione. Ma, poco prima di imbarcarsi su un volo per Sydney, dalla durata di 20 ore, dimentica il suo prezioso smartphone nella toilette dell’aeroporto. Peccato che a trovarlo sia stato Ivano (Lillo), che pulisce i bagni e che non è per niente abbiente. Invece di restituirlo, pensa di utilizzare il dispositivo per cambiare in meglio la vita sua e del suo collega Sabino (Dino Abbrescia). Ma ne combinerà di tutti i colori. Dopo quelle fatidiche ore in “modalità aereo”, le loro vite non saranno più le stesse. E se foste voi al posto di Diego, cosa potrebbe succedere? La prima cosa che si avverte quando ci si rende conto di essere rimasti senza smartphone è il panico. “Dove sarà finito?”, “dove l’ho visto l’ultima volta”, “ho inserito la password per evitare che qualcuno sbirci sui miei social?”, sono le domande più frequenti, che sorgono dopo averlo cercato compulsivamente in borsa o nei taschini delle giacche. Un comportamento che potremmo definire “universale”, proprio come quello di Diego, il protagonista di “Modalità aereo”, che comincia a urlare e a dare di matto quando si accorge di non avere più con sé il suo cellulare. Per sua fortuna, un’affascinante hostess, interpretata da Violante Placido, saprà gestirlo al meglio. Chi racchiude tutta la sua vita in uno smartphone pensa di poter fare a meno di tutto il resto, anche della propria memoria. Chi ricorda perfettamente le password di conti correnti, carte di credito, di accesso ai siti di acquisti online alzi la mano: non ce ne saranno molti. Per questo, quando si perde il cellulare, lo si mette in modalità aereo o lo si dimentica da qualche parte per molti è una vera e propria tragedia. Il segreto per evitare problemi, come è consigliato anche a Diego Gardini, è quello di effettuare il backup del dispositivo di tanto in tanto. Se non lo avete mai fatto, avete ragione ad essere preoccupati. Da quando agende, calendari e rubriche sono state spodestate dagli smartphone di ultima generazione, che contengono tutti i propri impegni e contatti di lavoro nella loro piccola (materialmente) quanto infinta memoria, nessuno riesce a ricordare appuntamenti, numeri di telefono e scadenze fondamentali per il proprio lavoro. Non sarebbe meglio tornare agli appunti su carta? Il vero motivo di apprensione per tutti coloro che restano per qualche motivo senza smartphone è però rappresentato dai social. Immaginate la catastrofe se qualcuno, anche un amico, utilizzasse i vostri profili Facebook, Instagram o Twitter, per pubblicare post, foto imbarazzanti o peggio, prendere in giro o insultare qualcuno senza apparente motivo, facendovi fare una figuraccia (fino a mettere in moto una vera e propria macchina del fango, nel caso in cui voi siate un VIP).
Cosa succede se si dimentica il cellulare, lo si perde e questo finisce nelle mani sbagliate? Ecco cinque cose che potrebbero capitare a chi si trova nella stessa situazione di Diego Gardini, il ricco imprenditore, interpretato da Paolo Ruffini, protagonista della nuova commedia di Fausto Brizzi, “Modalità aereo”, al cinema dal 21 febbraio.
Il Coronavirus ha cambiato in modo drastico le nostre abitudini professionali e, sebbene in Italia il lockdown sia terminato, gli uffici sono ancora semi-vuoti, gli incontri sono ridotti al minimo e gli eventi sono quasi tutti rimandati. Chi ne ha la possibilità continua a lavorare in smartworking, così da preservare la sua salute e da evitare il rischio contagio. Tra questi c'è anche Diletta Leotta, che di recente è tornata sui campi di calcio per le dirette di Dazn, documentando il campionato che nei mesi scorsi era stato messo in stand-by proprio a causa dell'emergenza sanitaria. Certo, si è ritrovata in stadi vuoti, ma quanto meno per lei è stato un piccolo ritorno alla normalità. La felicità di lavorare in ciabatte 🤣😍 A post shared by 🌸Diletta Leotta🌸 (@dilettaleotta) on Jun 23, 2020 at 1:18pm PDT
Diletta Leotta ha ripreso con le dirette durante le partite del campionato su Dazn ma per il resto della settimana continua a lavorare in smartworking. Come lo fa? In ciabatte, anche se ha optato per un modello di lusso da centinaia di euro.
"C'è enorme preoccupazione. Sin dal rinvio a giudizio sospettavamo che le accuse più gravi fossero state solo congelate, ma non annullate". Queste le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia all'ANSA in merito alla vicenda di Patrick George Zaki, lo studente dell'Università di Bologna in carcere in patria in Egitto da oltre un anno e mezzo. Le imputazioni più gravi, quelle di propaganda sovversiva e terroristica, non sono state infatti archiviate e persistono nel processo sulla diffusione di notizie false attraverso un articolo online, per la precisione dieci post su Facebook che hanno portato il ragazzo a 19 mesi di custodia cautelare in carcere culminati nel rinvio a giudizio annunciato il 13 settembre. "Le dichiarazioni dell'avvocata rendono del tutto vuote quelle parole di grande ottimismo pronunciate all'indomani della prima udienza come se tutto fosse risolto o in via di risoluzione grazie a una presunta attività diplomatica del nostro governo" ammette Noury.
Le accuse più gravi a carico di Patrick Zaki, quelle di propaganda sovversiva e terroristica, non sono state archiviate e persistono nel processo in corso in Egitto sulla diffusione di notizie false attraverso un articolo su Facebook. Il ragazzo rischia 25 anni di carcere o addirittura l’ergastolo.
Il blocco dei licenziamenti scade tra circa 45 giorni. La data limite è quella del 31 marzo. Una decisione, quindi, il nuovo governo dovrà prenderla al più presto. Al momento le aziende non possono licenziare per motivi economici, né individuali né collettivi. Lo stop dei licenziamenti, come ricorda Il Sole 24 Ore, va avanti da quasi un anno: dal 17 marzo 2020. Ed è stato prorogato per tre volte, l’ultima fino al 31 marzo. La decisione spetta al nuovo governo e al neo-ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Il tema, però, non è isolato: va di pari passo con la cassa integrazione Covid. Quella ordinaria scade il 31 marzo, per quella in deroga Covid, invece, il limite è il 30 giugno. È sempre Il Sole 24 Ore a riepilogare la situazione sul blocco dei licenziamenti negli altri paesi europei. In Italia c’è un blocco completo, ma si tratta di un caso praticamente isolato. In Francia, per esempio, non c’è il divieto, fatta eccezione per le aziende che ricevono gli ammortizzatori sociali: non possono basare il licenziamento su ragioni economiche legate al Covid. Nessun divieto neanche in Germania, dove però viene chiesto qualche requisito in più per i licenziamenti per ragioni organizzative e sulle riduzioni di orario. Consentiti i licenziamenti anche nel Regno Unito. Il caso che più si avvicina all’Italia è quello spagnolo: il blocco c’è ma solo per i licenziamenti per i sei mesi successivi alla fruizione di un ammortizzatore e comunque solamente per motivi economici strettamente legati al Covid, non per motivi economici generici.
Il 31 marzo scadrà il blocco dei licenziamenti e il nuovo governo deve decidere al più presto se rinnovarlo e con che modalità. Ma cosa è stato fatto negli altri Paesi europei e come funziona in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna il mercato del lavoro e lo stop dei licenziamenti durante l’emergenza Coronavirus?
Fortnite è offline, come ampiamente previsto i server del Battle Royale di Epic Games sono offline. Dalle 10 di questa mattina infatti, il popolare gioco amato da milioni di videogiocatori in tutto il mondo non è accessibile a causa dell'arrivo del nuovo aggiornamento, che dovrebbe di fatto dare il via alla Stagione 2 di Fortnite, il cui rilascio è atteso proprio nella giornata di oggi 20 febbraio 2020. Con questo aggiornamento, le novità che saranno introdotte in Fortnite sono molteplici, comprese alcune modifiche alla mappa, un nuovo "misterioso" tema oro e un nuovo Pass Battaglia. Negli ultimi minuti Fortnite non funziona proprio per il rilascio del nuovo aggiornamento e, chiaramente, resta ancora sconosciuto l'orario di ritorno del gioco. Come ormai vuole tradizione, neppure tramite l'account Twitter ufficiale di Fortnite vengono date indicazioni precise circa l'ora di rilascio della Stagione 2 di Fortnite, è però probabile che il gioco tornerà di nuovo disponibile verso l'ora di pranzo, quando sarà possibile scaricare l'update che, tra le altre cose, potrebbe avere un peso di circa 15 GB. In risposta alle dichiarazioni di Ninja, che ha definito il Battle Royale di Epic Games "noioso", le novità che gli sviluppatori della software house introdurranno nella Stagione 2 di Fortnite sono numerose. Si parte dalla mappa, che potrebbe essere rivoluzionata in alcune delle zone già conosciute, come i Foschi Fumaioli, il Pantano Palpitante e le Brigherie Brumose, nelle quali si potrebbe pagare il prezzo dell'esplosione di una centrale nucleare (della quale i personaggi potrebbero essere testimoni). Con la Stagione 2 di Fortnite arriverà anche un nuovo Battle Pass che, acquistato, darà diritto ad una nuova serie di accessori, coperture, dorsi, skin ed emote. Resta ancora un mistero la questione del "tema oro" di Fortnite che potrebbe vedere l'introduzione di una nuova skin leggendaria chiamata proprio "Oro" ed una serie di versioni dorate di oggetti già presenti nel gioco, come vasche, sedie e così via.
Da qualche minuto i server di Fortnite sono offline e il gioco non è disponibile. Come ormai ampiamente anticipato da diversi rumors, nella mattinata di oggi 20 febbraio 2020 arriverà un nuovo aggiornamento del Battle Royale di Epic Games che darà il via alla Stagione 2 di Fortnite. Ecco quando si potrà giocare di nuovo a Fortnite e le novità attese con l’aggiornamento.
Mentre l'ospedale San Giovanni Addolorata continua ad arrancare sulla strada del ritorno ad una semi-normalità, a piazzale Clodio viene aperto un fascicolo. Al centro delle indagini c'è l'attacco hacker che a mezzanotte di domenica ha messo in ginocchio l'apparato informatico dell'Azienda Ospedaliera romana. Gli investigatori seguono l'ipotesi della tentata estorsione. I magistrati non hanno aspettato a lungo: la Procura di Roma ha già aperto il fascicolo sui fatti avvenuti nella notte tra domenica e lunedì. Gli inquirenti sono sulle tracce dei responsabili dell'attacco hacker al sistema informatico dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma. Le indagini sono in mano alla Polizia Postale, che ha già inviato alla Procura un primo documento informativo su quanto successo. All'attenzione degli investigatori ci sono sia le modalità dell'attacco, di tipo "ransomware", sia le dinamiche che lo hanno seguito. Nel fascicolo, che sarà coordinato dal procuratore Michele Prestipino e da quello aggiunto Racanelli, sono già iscritte le ipotesi di reato: accesso abusivo al sistema informatico e tentata estorsione. All'ospedale, infatti, sarebbero giunte mail con esplicite richieste di riscatto in lingua inglese.
Server bloccati, sito inaccessibile, sistema informatico in tilt. L’ospedale San Giovanni Addolorata è ancora in seria difficoltà dopo l’attacco hacker, mentre la Procura di Roma apre l’inchiesta. Nel fascicolo l’ipotesi di accesso abusivo e tentata estorsione. La Polizia Postale indaga sulle mail con le richieste di riscatto.
Per una settimana Milano diventa la capitale del design internazionale con eventi, mostre, installazioni e appuntamenti imperdibili su tutto il territorio urbano. Mentre Rho Fiera resta il quartier generale del Salone del Mobile.Milano, che quest'anno si presenta sotto il nuovo concept di ‘Supersalone‘ dal 5 al 10 settembre 2021, le strade e le piazze di Milano, gli showroom e gli spazi più significativi della città, tornano ad animarsi, dopo il break estivo e il lungo torpore da pandemia, di mostre ed eventi, happening e presentazioni satellite del Fuorisalone, dal 4 al 10 settembre 2021, distribuiti in diverse zone della città. Il calendario con gli eventi e le date è davvero fitto: si parte il 4 settembre con l'inaugurazione dell'evento Interni che apre il Fuorisalone e si continua il 5 settembre con il Salone del Mobile.Milano per andare avanti fino al 10 settembre, data che decreta la fine della Milano Design Week, anche se diversi eventi prolungano la chiusura anche oltre. Dalla Statale di Milano a via Tortona, dal Distretto 5Vie al riscoperto Quartiere Isola, dalla Triennale di Milano alla Galleria di Rossana Orlandi, intere zone di Milano per tutta una settimana diventano distretti espositivi di grande richiamo, non solo per ‘il popolo del design’, bensì per un pubblico internazionale di trend setter, designer ed esperti di settore. Così, prima di farvi risucchiare nella fitta giungla degli appuntamenti urbani sparsi, la domanda sorge spontanea: quale evento scegliere durante la settimana del design milanese? In un continuum di creatività e sperimentazione, ecco la nostra guida ai migliori eventi gratuiti e aperti al pubblico per soddisfare tutti i gusti e le esigenze: L'evento Interni apre, come di consuetudine, la settimana del design milanese. Come ogni anno l'evento Interni è l'appuntamento più atteso, specialmente dopo la lunga sosta dell'agenda del design. La Mostra di quest'anno, dal 4 al 19 settembre 2021, celebra il 30° anniversario del FuoriSalone, nato nel 1990 proprio per iniziativa di Interni, The Magazine of Interiors and Contemporary Design (quando l’appuntamento settembrino con il Salone del Mobile venne spostato ad aprile), e universalmente riconosciuta come evento di riferimento per il progetto di design e architettura internazionale. L'evento Interni e il Fuorisalone si pongono in modo complementare alla storica manifestazione del Salone del Mobile, assumendo la città come luogo per la diffusione della cultura del design. La Mostra si sviluppa attraverso una serie di installazioni, talk e appuntamenti nelle affascinanti location dell'Università degli Studi di Milano, l'Orto Botanico di Brera e l'Audi City Lab in via della Spiga, 26. Il tema della Mostra ruota attorno alla "Cura, Sostenibilità, Mobilità" su cui alcuni dei più importanti architetti, designer e artisti, da Mario Cucinella a Kengo Kuma, da Carlo Ratti a Marcel Wandres, sono stati chiamati a confrontarsi per realizzare interventi unici e scenografici, tra i più interessanti in città. I suggestivi spazi della piscina comunale Cozzi ospiteranno Be Water, una grande installazione site specific immaginata da Toiletpaper e promossa dal Comune di Milano e Milanosport. Il progetto è realizzato in collaborazione con il brand di moda spagnolo Desigual ed è solo il primo appuntamento di una partnership creativa tra Desigual e Toiletpaper che nel 2022 darà vita a varie iniziative. La piscina Cozzi, struttura storica della città inaugurata nel 1934 e intitolata al militare milanese medaglia d'oro al valore Roberto Cozzi, aprirà in via eccezionale al pubblico della Milano Design Week da martedì 7 a venerdì 10 settembre 2021 dalle ore 10.00 alle ore 18.00 in una veste completamente contaminata dall'immaginario onirico e dirompente di Toiletpaper. L’installazione sarà poi visibile ai fruitori della piscina fino a settembre 2022. Il nuovo evento della Milano Design Week 2021 al Superstudio Più per questa “special edition” propone una r/evolution del format abituale di grandi installazioni scenografiche e diventa più simile a una mostra d’arte che a una fiera. Superdesign Show 2021 propone un susseguirsi di aree tematiche, collettive e a volte individuali, che raccontano il meglio della produzione italiana e internazionale, le tendenze del vivere oggi in casa e fuori, con un focus sulla creatività femminile, sui giovani e sulle icone dell’inizio del terzo millennio. Una bimba e un elefante che vola, a grandezza naturale, accoglieranno i visitatori all’ingresso, simboleggiando lo sforzo per uscire dalla pandemia, introducendoli nel percorso che va da Armani/Silos all’eclettico Mudec di via Tortona dove si daranno appuntamento grandi brand, famosi architetti, creativi di successo e giovani talenti per un evento unico e speciale. Il museo della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci ospiterà la terza edizione di RoGUILTLESSPLASTIC, il progetto internazionale di Rossana Orlandi, con il TrashFormation Village, la Hall of Waste e il re-Food Market, installazioni dedicate al tema del re-Waste per stimolare una nuova cultura attenta alla sostenibilità, responsabilità e capace di generare emozioni. All’interno del “Trashformation Village”, uno degli eventi del Progetto internazionale RoGUILTLESSPLASTIC di Rossana Orlandi, la Danimarca sarà rappresentata in modo significativo alla settimana del Design a Milano con due installazioni progettate e curate dal gruppo Lendager, il pluripremiato studio di architettura, famoso per i suoi progetti sostenibili creati da materiali di riciclo. Il comun denominatore dell'evento è la sostenibilità e circolarità del design e per l'occasione Lendager ha ideato una sedia realizzata a partire da rifiuti di plastica industriale, plastica degli oceani e legno, originariamente pensata per il padiglione danese a Tokyo 2020, che viene ora utilizzata nelle installazioni danesi come modulo per creare pareti, sistemi di scaffalature e una scuola. Durante la Milano Design Week i visitatori potranno inoltre sperimentare differenti prospettive sulla tradizione e l'innovazione del design danese all'interno delle installazioni promosse da Rossana Orlandi con la collaborazione della Reale Ambasciata di Danimarca in Italia ed importanti enti danesi. In un ex cappellificio di via Savona 33, in zona Tortona a Milano, va in scena la Casa del PresenteFuturo, una vera abitazione con soluzioni d’arredo pensate per le famiglie contemporanee. Un luogo da vivere animato da talk sui nuovi ambienti domestici, tavole rotonde e workshop aperti al pubblico, per professionisti e non, adulti e bambini. The Playful Home è una casa da vivere e scoprire, dedicata a una coppia immaginaria con i loro tre figli di 1, 4 e 12 anni e a tutti gli amici e parenti che vi gravitano intorno. Il progetto, ricreato in un loft di 220 mq, non è una semplice installazione, ma un luogo attivo da esplorare, che stimoli l'interazione fra genitori e figli in relazione al proprio spazio abitativo di riferimento, riscoperto anche attraverso il gioco. In linea con questa filosofia proattiva, ad animare lo spazio vi sarà anche un calendario di laboratori creativi dedicati ai più piccoli e una serie di incontri legati alle famiglie e all’evoluzione dell’ambiente abitativo contemporaneo; unitamente a tavole rotonde e attività dedicate ai professionisti del settore. Diventata subito una delle principali aree ufficiali della Milano Design Week, l'Isola Design District, non è lontana da Piazza Gae Aulenti, Torre Unicredit e Bosco Verticale, e nasce per dare visibilità ad artigiani, studi e gallerie locali, ma anche per creare opportunità per designer emergenti internazionali e indipendenti studios, durante il più importante evento di design al mondo. All’ombra del Bosco Verticale, infatti, l’Isola Design Festival ha organizzato un programma di ben sei mesi, patrocinato dal Comune di Milano, che ha avuto inizio ad aprile 2021 con diversi e che si concluderà proprio in concomitanza con il Fuorisalone, dal 5 al 10 settembre. L'evento principale viene organizzato infatti ogni anno durante la Milano Design Week, in collaborazione con 24PR&Events, e coinvolge l'intera area con mostre di design, installazioni, workshop e talk, che si svolgono all'interno di location nascoste, gallerie e cortili privati.
Milano a settembre 2021 torna ad essere capitale del design internazionale con il Salone del Mobile, che quest’anno si presenta sotto il nuovo concept di ‘Supersalone’, e il Fuorisalone. Dalla Statale di Milano a via Tortona, dal Distretto 5Vie al riscoperto Quartiere Isola, dalla Triennale di Milano alla Galleria di Rossana Orlandi, ecco una guida speciale per orientarsi nel fitto calendario con gli eventi e le date degli appuntamenti imperdibili della settimana del design milanese.
Un ragazzo di 14 anni è scappato di casa ieri pomeriggio da Acilia/Axa. Si chiama Leonardo Pollio e secondo quanto fatto sapere dai genitori, si sarebbe allontanato volontariamente dalla sua abitazione. Al momento della scomparsa Leonardo indossava una giacca bianca e rossa della Kappa e una tuta nera. "Se lo avvistate o avete notizie chiamate questi numeri: 3291218161 e 329767970", scrivono disperati su Facebook i genitori. Migliaia le persone che in questo momento stanno condividendo l'appello e partecipando alle ricerche del ragazzino, di cui non si hanno notizie dalle 16 del 25 novembre. Non avrebbe portato nulla con sé, né cellulare né portafogli. Non avendo il telefono, i genitori non possono né chiamarlo né farlo rintracciare dalle forze dell'ordine tramite Gps.
Leonardo Pollio è uscito di casa il pomeriggio del 25 novembre alle 16 nella zona di Acilia. Il ragazzino non ha portato nulla con sé, né portafoglio né documenti. I genitori sono disperati e chiedono a chiunque abbia notizia di chiamarli. Al momento della scomparsa indossava una tuta nera e una giacca bianca e rossa della Kappa.
Se dovessimo fare il nome della popstar più credibile, talentuosa e autorevole al mondo, in questo momento, il nome di Beyoncé sarebbe sicuramente il primo a venire in mente. La cantante, infatti, è amatissima dal pubblico, dai colleghi e dalla critica e pare mettere tutti d'accordo. Ieri, poi, ha deciso di sconvolgere la rete e l'industria musicale con un coup de théâtre e ha pubblicato il suo quinto, omonimo, album. Beyoncé l'ha fatto senza rilasciare singoli, senza annunciare collaborazioni e senza spingere il marketing nelle settimane precedenti. E così, quando le classifiche dei migliori album del 2013 erano già state stilate e ormai questo 2013 pareva finito, dopo i botti delle settimane e dei mesi scorsi – con l'uscita degli album di Miley Cyrus, Lady Gaga, Lorde, Eminem e il flop di Britney Spears -, ecco che dal nulla è arrivata la bomba Beyoncé. Che la cantante stesse preparando un album non era un segreto, sebbene quest'anno l'abbia vista impegnatissima col suo tour e con l'uscita di un paio di brani slegati da qualsivoglia logica di album (erano per campagne pubblicitarie), ma nessuno si aspettava potesse mantenere un segreto come questo. L'anno, insomma, si chiude come era cominciato, ovvero con l'annuncio (e nel caso specifico l'uscita) di un album. A gennaio fu David Bowie che annunciò, nel silenzio generale, quello che è, ad oggi, considerato uno dei migliori album dell'anno, ovvero “Next Day” (anticipandolo con un singolo), che non aveva previsto marketing o singoli che l'anticipavano e uscì a marzo. Insomma una nuova strategia di vendita che va contro quella utilizzata, ad esempio, da Miley Cyrus che ha sfruttato la sovraesposizione dei singoli e di se stessa per diventare la popstar più chiacchierata dell'anno e portandosi a casa vari primati di vendita e popolarità. E come fu per Bowie, anche per la cantante americana è stato un successo. L'album, infatti, finirà quasi certamente in testa alla classifica di vendite della prossima settimana, come anticipa Billboard visto anche che nelle prime 3 ore online ha venduto 80 mila copie (sic); per fare un paragone, l'ultimo di Britney Spears, pubblicizzato, anticipato da singoli, comparsate etc, ha venduto nell'intera settimana 107 mila copie. L'ultimo album di Beyoncé, invece, "4", uscito nel 2011, aveva venduto nella prima settimana un totale di 310 mila copie. "Beyoncé" – così si chiama questo quinto album – è uscito solo su iTunes, contiene 14 brani e 17 video e vanta collaborazioni importanti, come quelle col marito Jay Z, Drake, Timbaland, Pharrell Williams e fino al 20 dicembre sarà possibile acquistarlo solo come album e non le singole canzoni (ecco, forse questo, assieme all'"effetto sorpresa" sono le due trovate di marketing più importanti). La vera e propria campagna di comunicazione partirà la settimana prossima, con l'uscita dei primi due singoli, ovvero "Blow", il pezzo prodotto da Pharrell Williams per la Top 40 di Billboard e "Drunk In Love" con Jay Z per quella R&B/Hip Hop, mentre "XO", una ballad scritta da Ryan Tedder e The-Dream, dovrebbe – stando sempre alle fonti di Billboard – uscire nel 2014. La scelta di pubblicare direttamente su iTunes, da parte della popstar, è stato un modo per avvicinarsi ancora di più ai fan, come ha spiegato la cantante in un comunicato stampa, dicendosi stanca delle troppe intermediazioni tra l'album e i fan: "Mi sento pronta a parlare direttamente ai miei fan. Ci sono troppe cose, persone che intercedono tra la musica, l’artista e i fan". Ma come è stato possibile mantenere questo silenzio? Il segreto è che in pochissimi sapevano che sarebbe uscito un nuovo album e ancora meno sapevano che ciò a cui stavano collaborando faceva parte di un progetto del genere (come ha spiegato a Rolling Stone Noah "40" Shebib che poche settimane fa stava missando e masterizzando "Mine") in più c'era una deadline mobile, e dei ballerini – impiegati nei video – che, ad esempio, erano ignari di tutto a parte il fatto che si trattava di un progetto della cantante (nel contratto che hanno firmato gli era stato vietato anche di utilizzare cellulari). L'uscita su iTunes, infine, ha tagliato tutta una serie di persone, da parte degli impiegati dell'etichetta alle piattaforme di streaming, fino alle radio e tv sulle quali la cantante non ha fatto promozione, appunto.
Beyoncé ha sganciato una bomba in un mese che si apprestava a guardare dietro di sé per capire che annata era stata. La popstar, invece, ha sorpreso tutti uscendo con un nuovo album che nessuno si aspettava. Ma come ha fatto a mantenere il segreto?
Tra Emma Marrone e Jennifer Lopez non ci sarebbe gara. La cantante italiana sarebbe nettamente superiore rispetto alla popstar americana, una donna che ha scalato le classifiche musicali di tutto il mondo imponendosi nei ruoli di cantante, ballerina e attrice. Secondo Alvaro Soler, però, l’artista pugliese sarebbe nettamente superiore. Lo sostiene nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale “Visto” in cui tesse le lodi della collega conosciuta in Italia, con la quale ha collaborato per il brano “Libre”: Jennifer Lopez è molto carina, disponibile, ma niente a che vedere con il cuore e l’entusiasmo di Emma. È un piacere lavorare con Emma, una grande amica e una donna piena di passione e energia. Soler scarta le voci di un flirt tra loro. Già in passato, prima ancora che fosse annunciata la loro collaborazione musicale, sui social si avanzava l’ipotesi che tra loro fosse scoccata la scintilla. In realtà le cose non stanno così. I due sono diventati amici dopo essersi incontrati dietro le quinte del “Coca Cola Summer Festival” registrato quest’estate. Attratti artisticamente l’uno dall’altra, hanno deciso di lavorare insieme. Dall’impegno condiviso dei due è nata la canzone “Libre”, una delle hit dell’estate: Io ed Emma ci siamo incontrati l’anno scorso al Coca Cola Summer Festival e ci siamo subito piaciuti, artisticamente. E così è nata l’idea di fare qualcosa insieme, ma non avevamo ancora il pezzo giusto. Poi è arrivato Libre e quella che era solo un’idea è diventata realtà.
Tra Emma Marrone e Jennifer Lopez non ci sarebbero paragoni. Lo sostiene Alvaro Soler che fa il tipo per la collega italiana: “È una donna piena di passione ed energia”.
Un gesto per diventare iconico e storico deve avere almeno tre elementi. Deve essere fatto in un momento molto importante, in un momento appunto in cui la Storia si fa, come il pugno guantato di nero di Smith e Carlos sul podio olimpico di Città del Messico 1968. Oppure il gesto deve essere facilmente comprensibile al primo sguardo, come la corsa disperata della bimba vietnamita che urla, completamente nuda, mentre il suo villaggio va a fuoco. Infine un gesto per diventare iconico può essere messo al centro di una discussione politico-sociale di alto livello, che fa confrontare i personaggi e le istituzioni che in quel momento guidano le sorti del mondo. Quando Colin Kaepernick, prima si è seduto (era il 26 agosto 2016) e poi si è inginocchiato durante l’inno nazionale americano che suona ogni volta che c’è una partita giocata sotto l’egida NFL, il suo gesto diventa subito iconico e storico. E accade perché assorbe in sé addirittura tutte e tre le condizioni di cui sopra. Viene mostrato al mondo prima delle partite di NFL, che magari in Italia hanno poco seguito ma in USA, paese che in questo momento tutto muove, sono l’evento sportivo più importante che ci sia. In secondo luogo è un gesto che si comprende subito. Colin Kaepernick e tutti gli altri atleti dopo di lui con quel gesto vogliono criticare il Paese che fa issare quella bandiera e suonare quell’inno, perché hanno bisogno di far vedere il loro dissenso davanti a qualcosa che quel Paese sta compiendo, anzi che quel Paese è. Infine il gesto, attraverso i social media soprattutto, è diventato subito un caso nazionale e internazionale e ne hanno parlato e discusso tutti, dal successivo Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in giù. Quando Colin Kaepernick, quaterback della squadra di San Francisco 49ers, in quel periodo di fine estate decide di inginocchiarsi, lo fa per un motivo molto preciso. Lui stesso lo dichiara subito: “Non mi voglio alzare in piedi per mostrare orgoglio nei confronti di una bandiera di un Paese che opprime le persone di colore. Per me, questa è una cosa più importante del football e sarebbe egoistico da parte mia guardare dall’altra parte. Ci sono corpi per strada e persone che uccidono e se la cavano davanti alla legge”. Kaepernick parlava della brutalità quasi ossessiva delle forze dell’ordine, che negli Stati Uniti usano due maniere molto differenti fra chi è bianco, magari ricco, e chi è di colore (qualsiasi colore) e magari povero. Pochi mesi prima, il 2 dicembre 2015, Mario Woods, nero di 26 anni, non aveva voluto gettare a terra un coltello ed era stato freddato con 20 colpi di pistola. Questo era solo uno dei tanti esempi, e negli anni successivi ne conosceremo tanti altri proprio grazie a quel gesto di Kaepernick, di violenza assurda della polizia americana. Colin Kaepernick sfidava tutti, prima di tutto il suo Paese, poi il suo sport, poi i suoi sponsor, infine l’America che avrebbe votato poco dopo per Donald Trump, un’America arrabbiata e violenta. Per fortuna non rimase solo, fin dall’inizio. Nella partita successiva si inginocchiò il suo compagno di squadra, Eric Reid, poi Megan Rapinoe, la quale allargò la dimensione semantica del gesto, dichiarando che: “In quanto gay americana, so cosa significa guardare quella bandiera e sapere che nel Paese non si fa tutto il possibile per proteggere le libertà individuali”. Poi fu la volta di Brandon Marshall, linebacker dei Denver Broncos, vedendo istantaneamente cancellato il suo contratto di sponsorship con l'azienda CenturyLink, Arian Foster dei Miami Dolphins, il quale ha spiegato meglio di chiunque altro cosa volesse dire quel gesto: "Io amo il mio Paese e tutte le libertà che permette, ma non posso lasciare che l'amore per un simbolo prevalga sull'amore per il prossimo". Da lì in poi anche le star dell'NBA, degli altri sport americani, per arrivare addirittura in Europa sulle ali del Black Lives Matter e dell'omicidio di George Floyd anche nel calcio (con manfrine francamente stucchevoli e stupide durante gli ultimi Europei). Inginocchiarsi oggi vuol dire tanto. Vuol dire aver visto la deriva di un mondo senza approdi e volerlo portare su una rotta giusta, significa aver visto che il mondo è fatto di troppe differenze e volerle azzerare, significa aver visto un mondo violento e inumano e volerlo pensare almeno leale.
Il 26 agosto 2016 Colin Kaepernick prima non si alza in piedi e nelle partite successive si inginocchia durante l’inno nazionale USA. Da quel momento in poi per gli sportivi cambia tutto nel rapporto con la società civile, il loro ruolo sociale e storico e anche il peso dei loro pensieri e delle loro idee.
Il decreto ingiuntivo è Il tipo di credito può incidere sulle modalità processuali della fase successiva ed eventuale (l'opposizione del debitore), come avviene quando oggetto del decreto ingiuntivo sono crediti derivanti da canoni di locazione. Il decreto ingiuntivo ordinario si presenta con ricorso e se viene concesso, il debitore ha la possibilità di presentare l'opposizione con le forme e le modalità dell'atto di citazione (notifica dell'opposizione al creditore e poi iscrizione a ruolo) entro 40 giorni dalla notifica del decreto ingiuntivo la notifica dell'opposizione oltre il termine di 40 giorni è tardiva. Quando, invece, il decreto ingiuntivo ha ad oggetto crediti derivanti da canoni locativi non pagati, si applica il rito speciale in materia di locazione ex art. 447 bis cpc e il debitore deve proporre l'opposizione con le modalità del ricorso (prima deposito del ricorso in tribunale poi notifica al creditore). Il credito locativo influenza anche l'esecuzione. Può capitare che il ricorso per decreto ingiuntivo venga depositato senza alcun riferimento all'applicabilità del rito speciale delle locazioni (447 bis cpc) e che il decreto ingiuntivo venga emesso facendo riferimento agli articoli ordinari in materia di decreto ingiuntivo ex art. 633 e 642 c.p.c., senza alcun riferimento al rito speciale 447 bis cpc, anche se il decreto ingiuntivo ha ad oggetto il mancato pagamento di canoni di affitto. In questa situazione come deve comportarsi il debitore? deve seguire l'apparenza data dalla forma dell'atto e, quindi, presentare un'opposizione a decreto ingiuntivo nelle forme dell'opposizione oppure deve seguire la sostanza del decreto e presentare l'opposizione nelle forme del ricorso ? La questione, quindi, è se l'opposizione a decreto ingiuntivo emesso in relazione al mancato pagamento di canoni di affitto di azienda, come tale soggetta al rito delle locazioni, sia ammissibile ove introdotta con citazione ed a quali condizioni la stessa possa essere ritenuta tempestiva.
La Cassazione del 7.1.2016 n. 60 ha stabilito che l’opposizione a decreto ingiuntivo soggetta al rito del lavoro (avente ad oggetto crediti derivanti da locazione ex 447 bis cpc) deve essere proposta con ricorso e, ove proposta erroneamente con citazione, questa può produrre gli effetti del ricorso solo se sia depositata in cancelleria entro il termine di cui all’art. 641 cpc, non essendo sufficiente che entro tale data sia stata comunque notificata alla controparte.
Lo studio di architettura KWK Promes, guidato dall'architetto Robert Konieczny, ha realizzato la prima casa al mondo in grado di ruotare per seguire il movimento del Sole. Si chiama Quadrant House e prende il nome dal quadrante, lo strumento che misura la posizione dei corpi celesti nello spazio. La geniale abitazione permette di garantire la migliore illuminazione in ogni stagione e tutto l'anno grazie alla rotazione automatica della sua struttura. La Quadrant House sorge in un sobborgo residenziale della Polonia. Il progetto dello studio di architettura KWK Promes di Robert Konieczny prevede due volumi sovrapposti che formano tra di loro un angolo retto. La casa sorge su un lotto regolare e ha permesso la realizzazione di un blocco a due piani, perpendicolare alla strada, con le funzioni primarie dell'abitazione e un secondo blocco con il soggiorno e una zona benessere. Grazie all'uso di apposite cerniere e binari, il blocco inferiore ad un livello è in grado di ruotare di 180° per seguire il movimento del Sole ed avere sempre la migliore esposizione.
Sorge nei sobborghi polacchi la casa progettata dallo studio di architettura KWK Promes di Robert Konieczny che ruota per seguire il Sole. La Quadrant House è caratterizzata da una struttura in grado di ruotare automaticamente per garantire il migliore orientamento della casa in tutte le stagioni dell’anno.
"E guardo il mondo da un oblò, mi annoio un po'", probabilmente è la frase che canterebbe il vostro gatto dall'interno del nuovo zaino creato dall'azienda americana U-Pet. L'innovativo accessorio farà sentire il vostro gatto in giro come un astronauta. Lo zaino U-Pet è il nuovo modo per portare in viaggio il vostro felino domestico. Niente più scomode borse o pesanti ceste, finalmente arriva un moderno zaino in cui il vostro gatto potrà avere una visuale privilegiata sul mondo. Il vostro gatto non sarà mai un astronauta sicuramente, ma probabilmente un "gattonauta" sì grazie allo zaino U-Pet. La società U-Pet, con sede a New York, ha creato questo speciale zaino che permette ad un felino di sperimentare il mondo in modo differente. Direttamente guardando dall'interno di un oblò posizionato sul lato frontale dello zaino, il gatto potrà guardare comodamente la realtà intorno e muoversi con voi. Una volta posizionato all'interno dello zaino il gatto può stare seduto o sdraiato su un morbido cuscino imbottito posto sul fondo. La bolla ricorda il casco di un cosmonauta e fornisce il gatto una chiara visione del paesaggio che passa. Lo zaino è ovviamente dotato di bocchette d'aria per garantire la giusta ventilazione al felino.
Dimenticate vecchie ceste e scomode borse, da oggi il vostro gatto viaggerà sempre con voi in uno zaino da cui il mondo sembrerà spaziale.
Sulla scuola la Campania ha anticipato le decisioni che appare in procinto di prendere il Governo, in un contesto dove non c'era possibilità di scegliere diversamente. Lo ha spiegato Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, intervenendo in collegamento a "Che tempo che fa", condotto da Fabio Fazio. "Ci avevano segnalato la presenza di 800 persone contagiate tra personale scolastico e alunni – ha detto – di fronte a questa situazione cosa avrebbe dovuto fare la Regione? Girare la testa da un'altra parte? Mi pare che abbiamo preso una decisione equilibrata e necessaria e credo che tutti i genitori non possano che concordare. Non credo che ci sia un papà o una mamma che voglia mandare il figlio a scuola in una realtà dove ci sono 800 contagiati". "Sulla scuola abbiamo fatto cose straordinarie – ha continuato De Luca – come il test sierologico a oltre il 90% del personale scolastico, al fronte di una media nazionale del 60%. Abbiamo distribuito i termoscanner, aumentato il trasporto pubblico di 350 autobus, dei quali 260 già in esercizio. Quando l'Unità di Crisi ti dice che ci sono 800 contagi devi decidere. O giri la testa dall'altra parte, e in questo caso i contagi in 3 giorni diventano 2mila, o prendi le decisioni che abbiamo preso". Le misure, ha spiegato ancora De Luca, non si limitano soltanto alla scuola ma a tutte le situazioni che possano creare assembramenti o potenziali rischi di contagio. "Bisogna intervenire su tutti i piani per tentare di contenere il contagio – ha aggiunto – ed è quello che abbiamo fatto". Sulla "crociata anti Halloween", finita anche sui giornali americani, De Luca ha detto che "non ci sarà un incidente diplomatico" e ha spiegato la motivazione di quelle invettive: "Mentre noi facciamo la lotta coi posti letto, c'è qualche imbecille che anche da noi si stava preparando a organizzare feste di Halloween. Mi pare evidente che, soprattutto da noi, queste idiozie non possono essere tollerate". "In Campania abbiamo raggiunto un grande obiettivo – ha aggiunto il governatore – il numero delle persone decedute è il più basso in Italia rispetto alla popolazione residente. Abbiamo registrato 500 deceduti in un contesto in cui altre regioni, anche virtuose, hanno avuto 4 volte più morti, alcune 25 volte. Questo dato testimonia la qualità della sanità campana. Dico ai miei cittadini che non voglio perdere questo risultato. Dobbiamo essere responsabili più che altrove, altro che feste di Halloween".
La Regione Campania, sospendendo le lezioni fino a fine ottobre e ricorrendo alla Dad, ha “anticipato il Governo ancora una volta”. Lo ha detto Vincenzo De Luca, in collegamento a “Che tempo che fa”, condotto da Fabio Fazio. In Campania, ha spiegato il presidente della Regione, l’Unità di Crisi aveva segnalato 800 contagi a scuola: “O giri la testa dall’altra parte o prendi le decisioni che abbiamo preso”.
È iniziato il periodo dell’influenza di ‘primavera’ provocato dal dilagare di virus che colpiscono principalmente il nostro apparato gastrointestinale, provocando diarrea, vomito e crampi allo stomaco. Vediamo insieme quanti sono gli italiani a rischio, quali sono i sintomi dell’influenza di ‘primavera’, come proteggerci e come curarla. Il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano ha spiegato ad AdnKronos che in questo periodo dell’anno è possibile che molti di noi soffrano di problemi gastrointestinali, la previsione è di 200mila casi a settimana di forme virali variegate. L’influenza di ‘primavera’ è provocata infatti da alcuni virus che circolano in questo periodo, tra questi ad esempio l’enterovirus, che colpisce a tutte le età e provoca scariche di diarrea, vomito e crampi allo stomaco. Il trattamento delle infezioni provocate da enterovirus serve per ridurre i sintomi, è importante dunque mantenersi idratati, in caso di diarrea e vomito, e stare a riposo. Particolare attenzione va riservata ai bambini e agli anziani che potrebbero sentirsi debilitati a causa dei sintomi, in ogni caso bisogna evitare allarmismi e si consiglia di fare affidamento al proprio medico di famiglia.
Con l’arrivo della bella stagione alcuni virus tornano a diffondersi, tra questi anche l’enterovirus responsabile dell’influenza di ‘primavera’ che potrebbe colpire fino a 200 mila italiani a settimana. Vediamo insieme cos’è l’influenza di ‘primavera’, chi colpisce, quali sono i sintomi e come può essere trattata.
Solo due volte durante la Seconda guerra mondiale e una sul finire del XIX per crisi economica. Dopodiché, da 242 anni, il Teatro alla Scala di Milano ha sempre avuto la sua Prima. Nell'anno della pandemia, complici le possibilità tecnologiche, la via scelta (si fa per dire) sarà di mezzo. Uno spettacolo vero e proprio andrà infatti in scena sulle tavole del tempio della lirica mondiale, ovviamente non aperto al pubblico, ma in streaming e in diretta televisiva. Soprattutto non ci sarà la "Lucia di Lammermoor" di Gaetano Donizetti, causa Covid, tra restrizioni e contagi del cast. Tuttavia sul palco del massimo meneghino le emozioni non mancheranno nel recital "A riveder le stelle", le ultime parole dell'Inferno di Dante Alighieri nella Divina Commedia danno il titolo dello spettacolo con cui la Scala il prossimo 7 dicembre inaugurerà la stagione. "Un messaggio di speranza perché questa tragedia finirà e speriamo presto" ha spiegato il sovrintendente del teatro Dominique Meyer. Quel verso nella Divina Commedia di Dante Alighieri può farci riflettere sulla nostra condizione attuale, in epoca di Coronavirus, e che val la pena rileggere oggi, maggior ragione nell'avvicinamento al 2021, quando saranno celebrati i 700 anni dalla morte dell'autore della Divina Commedia. "A riveder le stelle" è il verso finale dell'Inferno, l'ultimo e famosissimo del XXXIV canto, il numero 139 per la precisione: "E quindi uscimmo a riveder le stelle".
Si intitola “A riveder le stelle” lo spettacolo che il 7 dicembre aprirà la stagione della Scala di Milano, che in 242 anni di storia solo per tre volte non ha avuto la sua Prima. Il recital andrà in scena in teatro senza pubblico ma sarà visibile online. Nel segno della citazione di Dante Alighieri e della sua Divina Commedia.
Nel mondo occidentale non esiste casa che non abbia un frigorifero per conservare i cibi. Ciò significa che nella stragrande maggioranza delle abitazioni c’è un elettrodomestico che funziona 24 ore su 24. Ma non più di 50 anni fa esistevano molte case che riuscivano a preservare la freschezza dei cibi senza ricorrere ad un frigorifero il cui consumo annuo può arrivare a quasi 300 Kw/annui. Da questa riflessione sono nati alcuni interessanti progetti volti a conservare i cibi senza elettricità e con un'attenzione al design. "Osservando il cibo e quindi cambiando il concetto di conservazione degli alimenti, siamo riusciti a trovare la risposta alle situazioni attuali, come l'uso eccessivo di energia e lo spreco di cibo. Il mio disegno è uno strumento per attuare tale conoscenza in modo tangibile e lentamente cambiare la società. Credo che una volta che le persone si dotano di uno strumento che innesca le loro menti e richiede uno sforzo mentale per usarlo, le vecchie tradizioni con nuovi rituali possono essere introdotti nella nostra cultura", spiega Jihyun Ryou, la giovane designer coreana che ha realizzato "save food from the fridge", un progetto di conservazione del cibo basato sulla conoscenza tradizionale orale tramandata di generazione in generazione. Concentrandosi infatti sull'osservazione del ciclo di vita degli alimenti, Ryou ha notato che alcune tecniche di conservazione del cibo erano già presenti nei saperi della vita dei suoi nonni contadini. Attraverso gli oggetti della vita quotidiana, il design può introdurre conoscenze tradizionali orali nella vita delle persone attraverso la loro esperienza di utilizzo. Nel suo progetto la designer coreana ha creato una serie di ripiani o scompartimenti come Symbiosis of Potato+Apple che sfrutta il principio per cui le mele emettono un sacco di gas etilene che ha l'effetto di accelerare il processo di maturazione della frutta e verdura. Ma mettendo insieme le mele con le patate, le mele impediscono loro di germogliare. Jihyun Ryou ha realizzato poi uno scaffale che mantiene le radici in posizione verticale in modo da consentire all'organismo di risparmiare energia e rimanere fresco per un tempo più lungo, usando la sabbia. Allo stesso tempo, la sabbia aiuta a mantenere l'umidità adeguata. Tendiamo a pensare che le zucchine, melanzane, cetrioli, ecc, siano vegetali, invece sono frutti biologici. E lo scaffale di Ryou dà loro uno spazio per essere fuori dal frigo con la possibilità di annaffiarle tutti i giorni e rimarranno freschi.
“Save food from the fridge” e “Freeijis” sono solo alcuni progetti di design che sfruttano gli antichi saperi per preservare il cibo e vivere senza frigoriferi.
Quanto accaduto a Diego Daddì, ex corteggiatore nella trasmissione di Maria De Filippi Uomini e Donne, ha sconvolto in maniera particolare gli appassionati di gossip italiani. Il fatto che un personaggio così tanto amato sia arrivato a un passo dalla morte per poi essere miracolato, ha creato un’inimmaginabile seguito, tutto concentrato a carpire notizie circa lo stato di salute – oggi buono- dell’ex corteggiatore e del suo illustre collega, Karim Capuano, finalmente ritornato in tv dopo la tragedia di qualche mese fa quando, sempre a causa di un incidente, ha rischiato di morire ed è rimasto in coma per diverse settimane. Oltre a Diego e a Capuano, però, restano in vetta molti dei contenuti più caldi, dalle sexy tifose della Coppa America 2011 alle incrollabili foto di Francesca Fioretti su Playboy che segnano la rinascita dell’ex gieffina e la sua volontà di proseguire una carriera sfruttando, abilmente, le possibilità legate alle sue forme. Questo e molto altro nella classifica che, come sempre, chiude la settimana in corso, riportando alla luce i fatti più salienti accaduti. In ordine d’importanza, dunque, quali sono gli avvenimenti che hanno creato maggiore curiosità? L’incidente di Diego Daddì: La notizia relativa all’incidente nel quale ha rischiato la vita il fidanzato di Elga Enardu ha gettato il panico tra i fan delle coppia e non solo, che, dal momento della notizia pubblicata su Visto, si sono dati da fare al fine di conoscere il reale stato di salute dell’ex protagonista di Uomini e Donne. Molti di questi hanno potuto tirare un sospiro di sollievo solo dopo il racconto di Diego sull’incidente, pagine in cui il ragazzo ha svelato di essere vivo per miracolo sebbene rischi di perdere la vita da un occhio. A lui, quindi, vanno i nostri migliori auguri in attesa di un recupero che, ne siamo sicuri, sarà completo. Karim si riprende dopo l’incidente: Dopo quanto accaduto a Daddì, finalmente una buona notizia. Dopo il terribile incidente di cui è rimasto vittima e i mesi trascorsi in ospedale prima in coma e dopo per la terapia di recupero, Karim Capuano è tornato in tv e, nel programma di Barbara D’Urso, Pomeriggio 5, ha raccontato la sua rinascita avvenuta, dice lui, soprattutto grazie a Dio che lo avrebbe assistito durante tutto il periodo della degenza. Quello che ritorna in televisione, è un Karim diverso rispetto agli inizi che, commosso di fronte alla telecamera, pare aver perso molta della sfacciataggine che lo caratterizzava, in favore di un personaggio più mite, lo stesso attorno al quale si è stretto tutto il pubblico a casa. Gli scatti di Francesca Fioretti per Playboy: Resiste stabile in vetta alla classifica la splendida ex gieffina, definita da più parte come la più bella di tutti i tempi. Le foto della Fioretti per Playboy continuano a provocare scalpore e, sebbene la ragazza abbia smentito di aver posato completamente nuda, c’è sempre chi in questo scatti, intravede una speranza per il futuro, augurandosi che a Francesca venga fatta una proposta tale da indurla ad abbandonare le sue convinzioni. Per il momento, godiamoci quello che è disponibile in attesa dell’inevitabile seguito. Eros unico amore di Michelle
Tra disavventure a lieto fine e ritorni di fiamma ipotetici, anche la settimana del Gossip in corso volge ormai alla chiusura. Vediamo, dunque, quali sono stati gli avvenimenti da non perdere. Tutto, ma proprio tutto, quello che c’è da sapere sugli ultimi sette giorni.
Nuove indiscrezioni giungono in merito alla prossima operazione cinematografica di Matteo Garrone, l'impegnativa riproposizione di alcuni racconti dalla raccolta di Giambattista Basile "Lo cunto de li cunti". Il film si girerà durante la prossima primavera in Italia e i protagonisti della nuova opera del titolato regista saranno Vincent Cassel e Salm Hayek. Il titolo della pellicola è appunto la traduzione esatta in inglese del titolo dell'opera: "Tale of Tales". Dopo la doppia premiazione a Cannes con i suoi ultimi due film, Gomorra e Reality, il regista napoletano riesce così a realizzare la sua prima opera interamente in inglese. A sostenerlo sarà la casa di produzione francese Archimede Film, che partecipò anche agli ultimi due film di Garrone, mentre ad occuparsi della distribuzione italiana sarà Rai Cinema. Sembra dunque inarrestabile la circolazione del cinema italiano, e in particolare di quello campano, nel mondo, dopo la conclamata affermazione di Paolo Sorrentino ai Golden Globes e per la candidatura ai prossimi Oscar come miglior film straniero de "La Grande Bellezza".
Si chiama “Tale of Tales” il primo film in inglese del regista napoletano. Si girerà in Italia in primavera ed è la trasposizione cinematografica della raccolta di Giambattista Basile “Lo cunto de li cunti”
Qualche giorno fa si era sparsa la notizia di un possibile nuovo tour nel 2012 per Lady Gaga: la star, reduce da due anni di Monster Ball Tour che l'ha portata in giro per il mondo diverse volte, sembra non voler rinunciare alla vita on the road. Quello che fino ad allora poteva essere un semplice rumour, però, è stato finalmente confermato dalla stessa star: Lady Gaga, infatti, ha dichiarato di sentire troppa nostalgia dei suoi fan e di essere, quindi, intenzionata a tornare sul palco con un nuovo tour molto presto. Lady Gaga, che ha dimostrato di essere in questi anni un vero vulcano di creatività, ha anche rivelato di aver già in mente diverse idee per il suo nuovo tour e di essere in fase di progettazione dei nuovi temi che affronterà. La star ha svelato, inoltre, di sentire talmente tanto la nostalgia dei fan da non riuscire a dormire la notte perchè troppo occupata a realizzare i progetti per questo nuovo tour che sicuramente poterà ancora una volta la star newyorkese a riempire le arene di tutto il mondo, forse questa volta anche quelle indiane dal momento che finalmente la star sarebbe pronta per delle tappe in India.
Lady Gaga ha troppa nostalgia del rapporto diretto coi fan e così ha deciso: nel 2012 tornerà in giro per il mondo con un nuovo tour.
Gigi Hadid è la modella più famosa al mondo e il suo successo sembra non voler proprio avere fine. Ieri sera, a Los Angeles, precisamente presso la Venice Beach, ha sfilato la collezione Primavera/Estate 2017 TommyXGigi, la linea nata dalla collaborazione tra lo stilista americano e la top model, diventata non solo testimonial ma anche musa della Maison. E' la seconda volta che la Hadid realizza parte della capsule collection del brand e questa volta ha puntato tutto sull'alta qualità dei materiali, sui prezzi abbordabili e sulle stampe e i colori pop. TommyXGigi è caratterizzata da abiti di tutti i tipi, dalle felpe oversize ai minidress, fino ad arrivare ai pantaloni in pelle e ai completi crop-top e gonna, tutti ispirati alla California e al beachstyle. Le nuance del rosso, del blu e del giallo si abbinano al denim, al bianco e al nero, creando un vero e proprio tripudio di colori, di righe e di forme geometriche. A rendere lo show decisamente più suggestivo è stata la location, visto che la passerella è stata montata all'aria aperta tra palme californiane e oceano, proprio come se si fosse al centro di un parco divertimenti chiamato Tommyland. Non è un caso che le modelle abbiano sfilato tra acrobati, giocolieri, pattinatori, graffiti, giostre camion carichi di cibo e con musica dal vivo in sottofondo.
TommyXGigi è la collezione firmata da Gigi Hadid per la Maison statunitense. La modella si è ispirata ai colori californiani e al beachstyle per realizzare una linea fatta di abiti di tutti i tipi, dalle felpe oversize ai minidress, fino ad arrivare ai pantaloni in pelle e ai completi crop-top e gonna.
Il sito Ticketone è stato il traditore, infatti qualche giorno fa sul sito della biglietteria online è stata resa nota la data di Lucio Dalla e De Gregori che si terrà il prossimo 22 gennaio al Vox Club di Nonantola a Modena. La tappa è stata chiamata “Work In Progress” e a quanto sembra i due cantautori italiani si riuniranno dopo trent’anni dallo storico tour che li portò in giro per gli stadi italiani. Trent’anni fa il loro tour si chiamava “Banana Republic”, un titolo molto strano che si riferiva alle vicende politiche di allora. De Gregori e Dalla all’epoca erano seguiti anche da Ron, che era all’inizio della sua carriera, e dai Cyan e gli Stadio i gruppi dei due protagonisti. Fu un successo clamoroso quel tour tanto da diventare un disco, poi un film e infine un singolo di nome “Ma come fanno i marinai” L’anno scorso i due cantanti si sono incontrati nelle piazze di Benevento e Solferino suonando e cantando alcuni pezzi insieme, e a quanto sembra è stato questo incontro a portarli a riunirsi in una nuova data, anche se volevano fare il tutto lontano dai riflettori questo imperdibile evento è già sulla bocca di tutti. Purtroppo non si sa ancora se il concerto del 22 gennaio 2010 sarà seguito da altre tappe, anche se il titolo “Work In Progress” lascia intendere che ci sia qualcosa che bolle in pentola.
Work In Progress è il titolo del concerto di Dalla e De Gregori che si terrà il 22 gennaio dopo trent’anni dal loro storico tour per gli stadi italiani, per ora non si sa precisamente se ci saranno altre date.
Si dice spesso che dopo il matrimonio, marito e moglie tendano ad assomigliarsi ogni giorno di più. E' ciò che è accaduto ai neo sposi Justin Timberlake e Jessica Biel che, dopo le nozze, sembrano aver sposato ognuno lo stile dell'altro. Ma è l'attrice ad aver fatto le rinunce maggiori, soprattutto in fatto di look. Alla prima del film Runner Runner, Jessica e Justin si sono presentati indossando uno smoking che li ha resi praticamente identici. Per l'occasione, Justin ha scelto un completo nero con pantaloni a sigaretta e camicia immacolata. Replica le sue stesse scelte la moglie, fotografata sul medesimo red carpet indossando quasi lo stesso abito, ma in una versione femminile. La Biel, che sarebbe finalmente pronta a diventare mamma, ha dimostrato di gradire particolarmente le scelte del marito in fatto di abbigliamento perfino se ciò l'ha costretta a rinunciare agli abiti supersexy che la rendono divina.
E’ una signora Timberlake perfetta Jessica Biel che rinuncia agli abiti hot per sposare lo stile di Justin. E finisce per copiarlo nel look.
L’attesa pellicola è scritta, diretta e prodotta sempre dal grande Peter Jackson. È la seconda della trilogia de “Lo Hobbit”, prequel di quella de “Il Signore degli Anelli”, sempre diretta da Jackson. Liberamente ispirato alla seconda parte del romanzo “Lo Hobbit” di John Ronald Reuel Tolkien, originariamente i film dovevano essere solo due e questo si sarebbe dovuto intitolare “There and Back Again” (“Racconto di un ritorno”), ma dopo l'annuncio da parte di Jackson della realizzazione di un altro film, quest’ultimo titolo è stato dato al terzo film, che sebbene fosse previsto per il 14 luglio 2014, è stato rimandato al 17 dicembre 2014. “Lo Hobbit: La desolazione di Smaug” vedrà Bilbo e la compagnia dei Nani alla ricerca del Drago Smaug, ma prima dovranno affrontare tantissime peripezie e scontri che potrebbero costargli la vita. Il film arriverà nelle nostre sale a partire dal prossimo 12 dicembre. Dopo essere riuscito a sfuggire a un’imboscata degli orchi di Azog il Profanatore sulle montagne nebbiose, grazie all’aiuto delle Aquile, Bilbo Baggins continua il suo viaggio per recuperare il regno perduto di Erebor. Ad accompagnarlo nel percorso ci sono il mago Gandalf e Thorin Scudodiquercia, a capo della compagnia dei tredici nani. Il gruppo si rimette in viaggio verso la Montagna Solitaria, dimora del grande drago Smaug.
Bilbo Baggins e la compagnia dei Nani andranno alla ricerca del drago Smaug, ma prima dovranno affrontare tantissime peripezie e scontri che potrebbero costargli la vita.
Una ragazzina di 15 anni è rimasta coinvolta in un incidente stradale a Capriolo, in provincia di Brescia. L'adolescente è stata colpita da un camion in retromarcia nella mattinata di oggi, lunedì 11 ottobre. Attualmente si trova ricoverata in gravi condizioni. Sul posto anche le forze dell'ordine per svolgere tutti i rilievi del caso e ricostruire l'esatta dinamica della vicenda. La giovane è stata trasportata in ospedale d'urgenza. L'allarme alla centrale operativa dell'azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia è arrivato attorno alle 6.59 di questa mattina. L'incidente si è verificato sulla strada SS 469. Sul luogo sono stati inviati i medici e i paramedici del 118 a bordo di un'auto medica e un'ambulanza. Presenti anche gli agenti della polizia stradale. Dopo aver dato le prime cure sul posto, la 15enne è stata trasferita in codice rosso all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo: ha riportato un trauma cranico e un trauma toracico.
Una 15enne è stata investita da un camion in retromarcia nella mattinata di oggi, lunedì 11 ottobre, a Capriolo (Brescia). È stata ricoverata in gravi condizioni per un trauma toracico e un trauma cranico. Sul posto anche le forze dell’ordine per svolgere tutti i rilievi e ricostruire la dinamica dell’incidente.
Lo scorso 26 aprile è stata registrata la più elevata concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera della storia. I sensori dell'Osservatorio di Mauna Loa alle Hawaii hanno infatti rilevato un valore di ben 412 ppm (parti per milione). Si tratta di un dato estremamente negativo che sottolinea per l'ennesima volta la cattiva qualità dell'aria che stiamo respirando, sempre più inquinata e dannosa per la nostra salute. Non vanno inoltre dimenticati gli effetti drammatici dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, catalizzato proprio dall'anidride carbonica, che rappresenta il principale dei gas serra. Dopo il superamento della soglia psicologica dei 400 ppm, avvenuto nel settembre del 2016, era solo questione di tempo prima che si andasse oltre anche ai 410. Gli esperti del Met Office (UKMO), il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, avevano predetto che il nuovo record sarebbe stato raggiunto nel mese di maggio, ma sono stati anticipati di qualche giorno. L'aspetto più preoccupante è che da quando è stata superata la soglia dei 400 ppm non si è più tornati indietro, e secondo gli studiosi la situazione rimarrà tale per generazioni, a meno che non si riduca del 50 percento l'immissione di anidride carbonica dell'atmosfera. Il fenomeno, secondo il paleontologo Gavin Foster dell'Università di Southampton, sta portando a un cambiamento climatico nell'arco di mezzo secolo che non si è visto nemmeno in cinquanta milioni di anni. I dati, costantemente monitorati dal National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) – l'agenzia federale statunitense che si occupa di meteorologia – e dallo Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, mostrano segnali evidenti che tutti i record di temperature registrati nel 2016, l'anno più caldo della storia, potrebbero essere superati nel 2017. Se non verrà dato seguito all'Accordo sul clima firmato a Parigi nel 2015, che vede in 2° centigradi l'obiettivo dell'aumento medio delle temperature, molto presto avremo a che fare con gravi ondate di siccità, inondazioni devastanti e migrazioni di massa.
Dopo il superamento della soglia psicologica delle 400 ppm avvenuto a settembre 2016, l’anidride carbonica ha raggiunto le 412 ppm lo scorso 26 aprile. Il dato riflette la cattiva qualità dell’aria e l’impatto sul riscaldamento globale, catalizzato dai gas serra.
Sono giorni che fino a qualche settimana fa nessuno avrebbe mai immaginato: l’Europa è diventata il nuovo epicentro del Coronavirus (qui gli aggiornamenti in tempo reale) e, dopo l’Italia, anche le altre nazioni dell’Unione stanno iniziando ad adottare diverse restrizioni per ridurre il rischio contagi. Tra queste la Spagna che, dichiarato lo stato di emergenza, ha vietato tutti gli spostamenti non necessari. Sempre dalla Spagna arrivano però anche news decisamente più leggere, come quella che riguarda l’otto volte campione di motociclismo Marc Marquez anche se per il pilota della Honda, la notizia non è poi così lieve. La sua storia d’amore con la 21enne modella Lucia Riviera Romero è finita. I due si frequentavano poco più di un anno e, riporta El Pais, la loro relazione si sarebbe interrotta lo scorso fine settimana. La coppia era uscita allo scoperto nel maggio dello scorso anno, in occasione del GP di Francia della MotoGP, quando la modella aveva indirettamente confermato le voci sulla loro relazione, dedicando una delle sue Instagram Stories al pilota spagnolo vincitore del Gran Premio. La conferma ufficiale era invece arrivata a Valencia, dove la bella Lucia era riuscita a raggiungerlo al Ricardo Tormo nonostante i tanti impegni che la dividono tra Parigi e Madrid. Una volta entrato al parco chiuso dopo la sua ultima affermazione stagionale, Marc si era tolto casco e guanti, e senza pensarci due volte, si era avvicinato alla fidanzata, ricambiando il bacio di lei sulle labbra. La sera stessa, Lucia lo aveva accompagnato ai FIM Awards, la cerimonia di premiazione della Federazione Internazionale del Motociclismo al Palazzo dei congressi di Valencia, dove il campione del mondo ha aggiunto la placca con il suo nome al trofeo MotoGP. Nei mesi successivi, tanti segnali sembravano però indicare un rallentamento della loro frequentazione, almeno fino allo scorso gennaio, quando nel pieno del recupero di Marquez dall’intervento alla spalla destra, la ventenne aveva rotto il silenzio, pubblicando un selfie di loro due che prendevano il sole, seduti uno sull’altro sul lettino di un solarium. Arriva adesso lo stop del loro rapporto, anche se entrambi, al momento, non hanno fatto trapelare nulla. Non si conosce l’esatto motivo per cui è finita ma pare che la modella abbia detto basta per l’eccessiva distanza delle loro carriere che avrebbe reso complicata la relazione. Creo que me quedo por la selva, y no vuelvo! 😂 🐒 A post shared by LUCIA (@luciariveraromero) on Mar 9, 2020 at 1:32pm PDT Al momento la modella è in vacanza a Tulum, in Messico, dove si sta godendo il relax dei Caraibi insieme alla mamma, l’attrice Blanca Romero, tra passeggiate in riva al mare e scatti bollenti. Marquez, invece, è a Cervera, il suo paese natale, dove vive ancora con i suoi genitori. Costretto, tra l’altro, a restare in casa dalle limitazioni agli spostamenti disposte dal Governo spagnolo. “Seguiamo le raccomandazioni e, vista la situazione, #iorestoacasa – scrive Marc su Instagram postando una foto dal divano in compagnia dei suoi due bassotti e dell’inseparabile fratello Alex che da quest’anno è anche il suo nuovo compagno di squadra – . La responsabilità aiuta tutti a tornare alla normalità”. Siguiendo las recomendaciones y con la situación actual y excepcional #yomequedoencasa ‼️ La responsabilidad seguro que ayuda a que todos volvamos a la normalidad! #quedateEnTuCasa #frenalacurva #covid19
Love story finita tra il campione MotoGP e la modella Lucia Rivera Romero. Su Instagram il post del pilota spagnolo che per effetto dei divieti scattati per il Coronavirus è costretto a restare a casa. La bella Lucia è invece in vacanza a Tulum, da dove posta scatti bollenti.
Negli ultimi anni, Claudia Koll ha fatto parlare di sé non solo per il suo lavoro di attrice, ma soprattutto per la sua conversione religiosa, avvenuta nel 2000, della quale ha spesso discusso in vari salotti televisivi. Recentemente l'attrice, che negli anni '90 aveva interpretato il ruolo di Diana in "Così fan tutte" di Tinto Brass, ha concesso un'intervista a "Radio Mir Medjugorje", nella quale ha raccontato altri dettagli sul suo incontro con la fede e sul suo radicale cambio di vita. La Koll, il cui vero nome è Claudia Colacione, ha raccontato la sua infanzia, la difficoltà di crescere senza la madre, morta nel darla alla luce, la vita con la nonna, la scuola e le crisi di identità adolescenziali. Crisi che successivamente sembrava aver risolto, grazie anche al suo lavoro nel mondo del cinema. In un primo momento, infatti, le era sembrato che gli esercizi yoga e le tecniche di meditazione orientale, apprese in seguito al suo ruolo di attrice, le avessero permesso di raggiungere un equilibrio interiore mai sperimentato prima, ma, con il passare del tempo, i dilemmi esistenziali sono riapparsi e così l'attrice si è convinta che le pratiche a cui si sottoponeva la rendessero più vulnerabile agli attacchi del demonio: “Mi trovavo in una situazione difficile, in cui né il denaro ne il potere né nessuno mi poteva aiutare in alcun modo. Ero impotente di fronte al maligno, che si è manifestato attraverso la pratica di meditazione orientale, che mi avevano insegnato a fare nell’ambiente dello spettacolo.” L'attrice ha rievocato uno specifico episodio che ha profondamente determinato la sua conversione. Un giorno, nel 2000, mentre si rilassava con la meditazione, le sarebbe apparso uno spirito che diceva di volere la sua morte. La cosa, ovviamente, le procurò una grande agitazione e la spinse ad invocare Dio: "Ricordo che ero disperata, non sapevo cosa fare. Camminavo su e giù per la stanza. Ad un certo punto mi sono rivolta a Dio. Ho cominciato a pregare il Padre nostro stringendo in mano la croce che un amico mi aveva regalato alcuni giorni prima. Quando tutto il mio essere era rivolto a Dio ero stretta alla croce, ho sentito una liberazione. Mi sono sentita immersa in una pace profonda. E mi sono riposata in quella pace. Non sentivo più né preoccupazione, né paura, c’era solo silenzio, era un silenzio profondo che prima non conoscevo. Quel silenzio mi parlava di Dio." In quello stesso anno, l'attrice, che si trovava a Roma per la riprese della miniserie Mediaset "L'impero", attraversò la Porta Santa della Basilica di San Pietro in occasione del Giubileo. Il senso di pace che provò in quell'occasione fu la spinta definitiva verso la sua conversione. Da quel momento in poi la Koll ha intrapreso un cammino di riavvicinamento a Dio attraverso la preghiera, la Messa e la confessione. In seguito si è dedicata alle missioni, con un primo viaggio in Etiopia del quale ha raccontato: “Mi ricordo di un ragazzino che aveva gli occhi chiusi, non perché fosse malato ma perché non aveva acqua. I suoi occhi erano sporchi. Aveva un occhio infiammato a causa della sporcizia e gli occhi gli si erano chiusi. Gli ho pulito gli occhi con un fazzolettino umido. E mentre io gli aprivo gli occhi, il Signore li ha aperti a me. Vivevo nel lusso, avevo tappeti di grande valore, un servizio d’argento per mangiare, ma tutto questo non ha salvato la mia vita. Ed ho cominciato a vedere tutto con altri occhi ed ho compreso che dovevo dare una parte della mia ricchezza a qualcuno che non ha niente”.
In un’intervista a “Radio Mir Medjugorje”, l’attrice ha raccontato di come lo yoga e le tecniche di meditazione orientale, apprese in seguito al suo lavoro nel mondo dello spettacolo, l’abbiano resa più vulnerabile agli attacchi del demonio, determinandone in seguito la conversione.
Dopo qualche mese da cover band, i Måneskin, gruppo finalista dell'ultima edizione di X Factor, ma vincitori de facto, visti numeri e seguito, annunciano il nuovo singolo, primo in italiano, dopo il successo di "Chosen", l'uscita del loro primo album, dopo l'Ep pubblicato qualche mese fa e il nuovo tour che, questa volta, dovrebbe essere qualcosa più simile a un vero e proprio concerto che a una lunga session di cover, come avvenuto nell'ultimo andato praticamente tutto sold out. Il singolo, dal 19 marzo in preorder su iTunes e presave su Spotify e in radio e su tutte le piattaforme digitali a partire dal 23 marzo, si chiamerà "Morirò da re" e sarà l'occasione per capire quale direzione prenderà la band capitanata da Damiano, che in questi mesi ha fatto molto parlare di sé, non solo per la musica, ma anche per un atteggiamento da rockstar maledetta a cui il pubblico italiano non è propriamente abituato (soprattutto vista l'età e la pervasività del gruppo). Il brano, presentato nella nota stampa come in grado di "trascendere da qualsiasi etichetta tradizionale e mescolando diversi generi per portare una sonorità fresca. Un sound unico e inimitabile caratterizza il pezzo, dominato da un perfetto equilibrio tra rock e pop grazie all’inconfondibile timbro del frontman" è stato scritto e prodotto dalla stessa band e si presenta alternando una serie di rime baciate e alternate e un ritornello che recita: "Amore accanto a te, baby, accanto a te io morirò da re". La canzone è stata fatta ascoltare per la prima volta live durante la prima di Milano del 21 che sarà raddoppiato al Santeria Social Club di Milano il 23 marzo.
I Måneskin hanno annunciato l’uscita del nuovo singolo “Morirò da re” che anticipa l’uscita, in autunno, del nuovo album e del nuovo tour in partenza da novembre.
Gli italiani sono tra i maggiori consumatori in Europa di integratori. A dirlo sono i dati raccolti per l'ultima indagine della Federsalus, che dimostrano che l'Italia con una quota pari al 27% (seconda la Germania con il 18%) è leader del mercato europeo degli integratori. E soltanto nel primo quadrimestre del 2020, causa pandemia, il mercato è cresciuto, facendo schizzare fino al 237% in più, i consumi di alcune tipologie di prodotti, come quelli a base di vitamina C, rispetto allo stesso quadrimestre del 2019. Sono migliaia le persone che ripongono la speranza che degli integratori siano in grado di rinforzare le loro difese immunitarie e che li mettano al riparo dal Coronavirus. "Quest'anno più che mai – spiega la dottoressa Renata Bracale, nutrizionista e ricercatrice presso l'Università degli Studi del Molise – dobbiamo implementare il nostro sistema immunitario per cercare di fronteggiare al meglio l’emergenza da Covid-19. Ma attenzione, dobbiamo ricorrere a un'integrazione chimica mirata soltanto quando non è possibile migliorare le nostre difese attraverso l'alimentazione, facendo delle opportune valutazioni caso per caso". In alcune persone, pensiamo agli immunodepressi o ai soggetti fragili come gli anziani affetti da patologie neurodegenerative o i pazienti oncologici, può essere effettivamente necessario ricorrere a un'integrazione per implementare il sistema immunitario: "È indispensabile però – avverte la dottoressa – fare delle analisi del sangue per capire se ci sono delle carenze: in genere bastano delle analisi ematochimiche, che ci indicano i valori della sideremia, della transferrina e della ferritina, delle vitamine come la B12 e la A e di minerali come il calcio e il potassio". A mettere a repentaglio la salute del nostro organismo è anche l'infiammazione cronica: "Negli ultimi anni se ne sta parlando molto: si definisce inflammaging, ovvero lo stretto rapporto tra infiammazione ed invecchiamento dell’organismo. In particolare le persone obese o sovrappeso sono particolarmente soggette all'inflammaging, poiché il loro tessuto adiposo produce un eccesso di adipochine, ovvero delle sostanze a effetto pro-infiammatorio". Indispensabile dunque per proteggerci, sia dal Coronavirus, che da altre malattie, è scongiurare questo tipo di infiammazione: "Le armi per difendersi dall’inflammaging sono il rafforzamento di alcune abitudini salutari, come l’attività fisica regolare – chiarisce la dottoressa – e rispettare il benessere del nostro microbiota, ossia l’insieme dei batteri che colonizzano il nostro intestino e che rappresentano il cuore pulsante e vivo del nostro sistema immunitario. Fondamentale è quindi, la scelta e l’utilizzo di alimenti nutraceutici antiossidanti, che riequilibrino il nostro microbiota intestinale". Per tenere in salute il nostro microbiota, per far sì che tutti i nutrienti necessari siano ben rappresentati nel nostro organismo non serve ricorrere a integratori. Si parla di integrazione naturale quando si riesce a introdurre, semplicemente attraverso la dieta, gli alimenti necessari al nostro fabbisogno: "Dobbiamo imparare a portare in tavola, nel nostro quotidiano, gli alimenti e le spezie che contengono specifici nutraceutici e antiossidanti e che siano in grado di spegnere l'infiammazione e aumentare le nostre difese immunitarie. Ad esempio il pesce, il tè verde e anche alcune spezie". Seguire un regime alimentare che sia il più possibile aderente alla dieta mediterranea può rivelarsi una scelta vincente: "L'obiettivo deve essere anche il raggiungimento del giusto equilibrio tra i due tipi di grassi polinsaturi: gli Omega6 e gli Omega3. I primi sono maggiormente presenti negli oli vegetali, mentre i secondi abbondano nel pesce. La frutta secca e semi oleosi, come noci, mandorle e altri semi, come quelli di chia, di sesamo e di lino sono ricchissimi di Omega3". Anche la cannella ha un forte effetto antiossidante: "Suggerisco di spolverare il caffè con la cannella: in questo modo andremo a spegnere l'acidità del caffè e otterremo a lungo andare un importante effetto antinfiammatorio. Pensiamo anche alla curcuma: se la utilizziamo per insaporire, una crema di peperoni ad esempio, può rivelarsi una preziosissima alleata della nostra salute. Lo stesso vale per il tè verde e il tè bianco: che sono entrambi ricchissimi di catechine (e contengono poca teina) delle sostanze con un grande potere antiossidante e un effetto antinfiammatorio altrettanto significativo".
Il consumo di integratori nel 2020 è schizzato del +237% e sicuramente la causa è da ricercare nella paura del Coronavirus. Rinforzare le difese immunitarie è sicuramente importantissimo, ma davvero abbiamo bisogno di un’integrazione chimica? A questa domanda risponde la nutrizionista e ricercatrice Renata Bracale.
Anche la Nazionale azzurra ha il suo Kanté, parola di Jorginho. Il centrocampista italiano ha sottolineato la somiglianza tra il suo compagno di reparto nell'Italia di Mancini e quello con il quale ha condiviso al Chelsea la vittoria della Champions. Nella conferenza stampa odierna, l'ex Napoli ha elogiato il giocatore dell'Inter, tracciando le somiglianze tra il gruppo di Mancini e quello di Tuchel campione d'Europa. Barella come Kanté. Jorginho non ha dubbi sul motorino della Nazional reduce dall'ottimo esordio agli Europei contro la Turchia: "Si assomigliano molto per caratteristiche. Hanno entrambi potenza fisica, corrono per tutti i 90 minuti e coprono il campo. Mi danno una grossa mano a centrocampo sul recuperare palloni". Non solo Barella-Kanté, per Jorginho somiglianze evidenti anche tra Chelsea e Italia: "Questo gruppo somiglia ai Blues. È meraviglioso, perché ha fame e voglia di dimostrare, con tutti dai più giovani ai più esperti". È questo uno dei segreti della Nazionale. Una Nazionale dove tutti lottano per la causa e si aiutano: "Quello che vuole Mancini lo portiamo in testa: vogliamo il pallone, e andare in avanti, trovando gli spazi. La mia mentalità vincente? Ci sono tanti grandi giocatori qui, con grande personalità. Serviamo tutti: da Chiellini a Bonucci, da Barella, Donnarumma. Tutti possiamo aggiungere qualità e aiutare".
Jorginho ha sottolineato la somiglianza tra il suo compagno di reparto nell’Italia di Mancini e quello con il quale ha condiviso al Chelsea la vittoria della Champions League. Nella conferenza stampa odierna, l’ex Napoli ha elogiato il giocatore dell’Inter, tracciando le somiglianze tra il gruppo azzurro e quello di Tuchel campione d’Europa.
"Ho buttato le stampelle". Leonardo Spinazzola non è ancora uscito dal tunnel dell'infortunio ma ne intravede l'uscita e la luce. Non è distante ma gli serviranno ancora pazienza, impegno e lavoro per tornare in campo dopo l'incidente capitatogli all'Europeo, nel momento migliore dell'Italia e a livello personale. La rottura del tendine d'Achille ne stroncò la partecipazione fino al match per il trofeo a Wembley. L'immagine del calciatore che si unisce in campo alla festa dei compagni in Azzurro è un brutto ricordo: tutore all'articolazione sinistra e stampelle per aiutarsi a camminare senza fare forza sul piede operato. A Pizzo Calabro (in provincia di Vibo Valentia) il difensore della Roma e della Nazionale è ospite all'inaugurazione dell'anno scolastico. Assieme a lui ci sono altri sportivi (tra cui Marcell Jacobs) che hanno scandito con i successi l'estate italiana tra calcio e Olimpiadi. "Durante il suo splendido europeo i suoi compagni lo chiamavano ‘Spina’, chiamare per nome e cognome mi ricorda l’appello scolastico – le parole il presidente della Repubblica, Mattarella – Vorrei ringraziarla e apprezzare molto il fatto che la vediamo in buona salute e pronto a riprendere". Ai complimenti del Capo dello Stato che lo definì "ragazzo con le stampelle", Spinazzola ha risposto con un sorriso imbarazzato e una battuta. "Presidente, sto bene… ho anche buttato le stampelle". A spiegare quali sono le sue condizioni attuali è lo stesso calciatore che ha concluso il ciclo di riabilitazione e adesso ha ripreso il lavoro in palestra seguito dallo staff medico e dai collaboratori del tecnico, Mourinho.
La rottura del tendine d’Achille stroncò l’avventura di Spinazzola agli Europei. Il difensore ha iniziato la seconda fase di recupero: conclusa la riabilitazione, ha ripreso a lavorare in palestra. Non può, non deve avere fretta: “Per tornare mancano 75 giorni, 2/3 mesi circa… se tutto andrà bene”.
Il 12 maggio 1986, “Top Gun”, diretto dal compianto Tony Scott (1944-2012) arrivava nelle sale di New York e, in brevissimo tempo, diventò un blockbuster assoluto. Naturalmente, il merito è anche del sexy Tom Cruise, nei panni del tenente Pete "Maverick" Mitchell, all’epoca 24enne, che entrò nel cuore di milioni di ragazze, suscitando l’invidia e l’ammirazione degli uomini che tentarono di emularne lo stile (come dimenticare il giubotto di pelle Avirex e i mitici Ray-Ban a goccia?). Per quei pochi che non conoscessero ancora la trama, Scott racconta la storia di Pete "Maverick" Mitchell (Tom Cruise) e Nick "Goose" Bradshaw (Anthony Edwards), due amici che riescono ad entrare alla Scuola di caccia da combattimento della Marina Usa, a Miramar, in California, nota per la sua severità nel selezionare gli allievi. Il bel Maverick, però, fa fatica a rispettarne le regole e neanche la storia d’amore con Charlie (Kelly McGillis), la sua istruttrice, riesce a cambiarlo. Solo la morte dell’amico Goose, in un incidente, lo riporterà con i piedi per terra e a rivalutare i suoi comportamenti e la sua vita. Prima del grande successo di “Top Gun”, Tony Scott aveva girato per il grande schermo solamente l’horror satirico “Miriam si veglia a mezzanotte”(1983), con Catherine Deneuve, Susan Sarandon e David Bowie. Tutti iniziò quando i produttori Don Simpson e Jerry decisero di girare un film partendo da “Top Guns”, un articolo apparso nel 1983 sulla rivista “California”, scritto da Ehud Yonay e incentrato sull’addestramento dei piloti da caccia della Miramar Naval Air Station di San Diego. Furono contattati, allora, il regista Scott, Pete Pettigrew, un istruttore della scuola Top Gun e la Marina mise a disposizione vari aerei F-14. La maggior parte delle riprese del film fu girata da Scott durante le loro vere e normali operazioni, ma furono ricostruiti anche dei modellini in scala ridotta. Al di là di ogni critica riguardante la poca consistenza della trama o dei critici che lo definirono una sorta di inno nazionale allo strapotere statunitense, “Top Gun” è entrato realmente nella storia del cinema, grazie al cast eccezionale, una regia che rasenta la perfezione e la colonna sonora da Oscar. Tom Cruise, nel 1986, aveva gà alle spalle film come “I ragazzi della 56esima strada”(1983), per la regia di Francis Ford Coppola; “Risky Business” e “Legend” di Ridley Scott, ma il ruolo di Maverick fu uno straordinario trampolino di lancio e da allora la sua carriera non si è, praticamente, più fermata. Si dice, addirittura, che la Marina degli Stati Uniti piazzò degli uffici mobili nei pressi dei cinema delle maggiori metropoli per reclutare giovani allievi, esaltati dalle avventure di Maverick e dei suoi amici. Assieme a Tom Cruise, moltissimo successo fu riscosso anche da Val Kilmer, nel ruolo di Tom "Iceman" Kazinsky; Anthony Edwards, nei panni di Nick "Goose" Bradshaw e, naturalmente, da Kelly McGillis/Charlie, che diventò una delle attrici più richieste di quegli anni. Nel cast, figurano anche altre star come Tim Robbins (Sam “Merlin” Wells) e Meg Ryan (Carole Bradshaw). Oltre ad alcune scene che ci ritornano sempre in mente quando pensiamo al film – le battaglie aeree con i primi piani degli attori, la scena del beach volley, le corse in moto, la scena dell’ascensore e quella della dichiarazione di Charlie – il film è passato alla storia anche per la straordinaria colonna sonora, una delle più belle in assoluto. Quella originale comprendeva 10 tracce (poi passate a 15 tra 1999 e 2006) tra le quali si distinse “Take my Breath Away” dei Berlin, prodotta da Giorgio Moroder e vincitrice di un Golden Globe e di un Oscar come Miglior canzone. Gli altri singoli estratti furono “Danger Zone”, di Kenny Loggins e “Heaven in Your Eyes” dei Loverboy. Contemporaneamente, in Italia uscì la cover “Toglimi il respiro”, cantata da Cristiano Malgioglio.
Il 12 maggio 1986 si teneva la premiere, a New York, di “Top Gun”, film di Tony Scott con Tom Cruise, Anthony Edwards, Val Kilmer e Kelly McGillis. La pellicola è entrata di diritto nella storia del cinema, grazie al cast eccezionale, una regia che rasenta la perfezione e la colonna sonora da Oscar. La canzone “Take My Breath Away”, il giubbotto e gli occhiali di Maverick, la storia d’amore con Charlie, le corse in moto e altre scene del film saranno impresse nella nostra memoria per sempre.
Nel celebrare i 150 anni dalla nascita dell'immenso e discusso Maestro bavarese Richard Strauss, non possiamo che ricordare l'incipit di un bel libro sulla musica del'900, "Il resto è rumore", di Alex Ross, che consigliamo vivamente a chiunque voglia avvicinarsi con leggerezza informata ai capolavori musicali del XX secolo. "Quando Richard Strauss diresse la sua opera Salome nella città austriaca di Graz, il 16 maggio del 1906, varie teste coronate della musica europea si riunirono per assistere all'evento". Tra compositori reali, immaginari ed Adolf Hitler Genio e innovazione L'espressionismo di Strauss Fondò la prima SIAE I 5 brani imperdibili di Richard Strauss L'esecuzione fu fondante dell'intero secolo musicale, un'occasione a cui parteciparono compositori illustri e diversissimi tra loro: Giacomo Puccini, Mahler, Schoenberg, Berg. Tra loro, forse, anche il giovanissimo Adolf Hitler, che poi racconterà al figlio di Strauss di aver chiesto un prestito pur di racimolare i soldi necessari per presenziare alla prima. E Ross continua: "Era presente persino un personaggio fittizio: Adrian Leverkün, l'eroe del Doctor Faustus di Thomas Mann, storia di un compositore in lega con il diavolo". Questo per dare la misura della portata deflagrante, che ci si aspettava, e in effetti avrebbe avuto sulla musica mondiale e sulla cultura tutta, l'erede wagneriano per eccellenza. Grazie a Strauss, dopo le prime opere di "apprendistato", "Guntram" e "Feuersnot", due opposti (avanguardia e tradizione) si conciliarono per la prima volta, in lavoro di un "rivoluzionario fortunato, audace e conciliante al tempo stesso!", per prendere a prestito le parole che Thomas Mann mise in bocca ad Adrian Leverkühn. L'enorme capacità di orchestratore, con l'utilizzo di strumenti nuovi, introdotti nell'organico tradizionale, la voglia di affrontare temi scabrosi, la capacità narrativa di altissimo livello che ebbe, certo nelle opere e nei brani strumetali, ma anche e soprattuto nel poema sinfonico la sua massima espressione, fanno di lui un genio assoluto della musica di ogni tempo.
Si festeggiano i 150 anni di un genio della musica, Richard Strauss. Quale occasione migliore per riascoltare (o ascoltare per la prima volta) una selezione di 5 brani imperdibili tratti dalle sue opere?
Un intricato sistema di passaggi di denaro tra società, architettato secondo gli inquirenti per creare presunti fondi neri sotto la direzione di commercialisti vicini alla Lega. Le indagini della Procura di Milano sul caso Lombardia Film Commission proseguono con gli interrogatori dei tre contabili arrestati il 10 settembre per la vicenda dell'acquisto a prezzo ritenuto gonfiato di un capannone a Cormano, nel Milanese, da parte dell'ente controllato da Regione Lombardia. Un quadro finito anche in una segnalazione di operazioni sospette dell'Uif di Bankitalia del 2019, riportata in un'informativa trasmessa lo scorso aprile dalla guardia di finanza ai magistrati di Milano, che indicava “attività” non coerenti e “operazioni sospette per pagare lo staff di Salvini”. I tre professionisti finiti ai domiciliari sono Alberto di Rubba, ex presidente Lombardia Film Commission all'epoca dei fatti, direttore amministrativo della Lega alla Camera, Andrea Manzoni, revisore contabile della Lega al Senato, e Michele Scillieri nel cui studio, in via privata delle Stelline 1 a Milano, è stata fondata la "Lega per Salvini Premier". La compravendita finita nel mirino degli inquirenti della Procura di Milano risale al 2017. All'epoca Di Rubba era presidente e Scillieri consulente di Lombardia Film Commission, l'ente per la promozione del cinema sul territorio lombardo. La direzione di Lfc decise di cambiare sede, comprando uno stabile a Cormano per 800mila euro. A incassare la somma è stata l'immobiliare Andromeda, amministrata da Fabio Barbarossa, cognato e cliente di Scillieri, che aveva comprato a sua volta lo stabile dalla Paloschi srl. Una società, ora cancellata, il cui liquidatore era Luca Sostegni, arrestato a metà luglio, mentre stava cercando di prendere un aereo per il Brasile, con l'accusa di peculato ed estorsione. Proprio l'arresto di Sostegni ha segnato un punto di svolta nelle indagini dei pubblici ministeri milanesi Eugenio Fusco e Stefano Civardi, da cui è emerso come il bando per la vendita dell'immobile sia stato disegnato "su misura". Inoltre Sostegni avrebbe in seguito ricattato i commercialisti, minacciando di parlare dell'operazione alla stampa se non avessero versato a suo favore 50mila euro. Per questo è indagato anche per estorsione. Pochi giorni dopo il fermo di Sostegni, i finanzieri sono entrati negli uffici di Regione Lombardia per acquisire documenti relativi al caso Lombardia Film Commission. L'attenzione degli inquirenti si è concentrata sul percorso compiuto dal denaro incassato da Andromeda per la vendita del capannone. I pm vogliono verificare il possibile collegamento tra l’operazione immobiliare e alcuni conti aperti dai commercialisti vicini al partito, che sono anche nel mirino di Bankitalia. Quello che emerge è un sistema di strutture societarie “complesse”. Molte delle quali, come già era stato portato alla luce da un servizio di Report, sarebbero collegate a Di Rubba attraverso parenti, vicini e collaboratori. Il giro di denaro, secondo l'ipotesi dell'accusa, sarebbe servito per creare fondi da mettere a disposizione del partito. Una parte dei soldi sarebbe stata usata per operazioni immobiliari come l'acquisto di due ville sul lago di Garda. Tra i canali di "passaggio" del denaro potrebbe esserci anche una fiduciaria panamense con sede in Svizzera e la fiduciaria Fidirev. Il 10 settembre è scattato l'arresto di Di Rubba, Manzoni e Scillieri. Ai tre contabili sono contestati a vario titolo i reati di peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Per i magistrati i tre avrebbero avuto la possibilità di raggiungere “i piani altissimi della politica” e sarebbero stati “infiltrati nelle istituzioni” ai massimi livelli, con una forte "capacità di inquinamento probatorio". Gli inquirenti di Milano e Genova indagano anche sul presunto collegamento tra Lombardia Film Commission e l'inchiesta sui 49 milioni di euro ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali e che il Carroccio deve restituire. Dagli interrogatori svolti negli ultimi giorni è emerso anche che Michele Scillieri avrebbe avuto l’incarico di vendere la sede del Carroccio in via Bellerio a Milano prima che la Procura di Genova ne disponesse il sequestro. Lo ha raccontato ai pm Luca Sostegni, spiegando che Scillieri "si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da aver ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega".
Passaggi di denaro sospetti tra conti e società tutti riconducibili agli stessi commercialisti vicini alla Lega. Connessioni ipotizzate con il caso dei 49 milioni di rimborsi elettorali che il Carroccio deve restituire. Un intricato labirinto architettato, secondo gli inquirenti, per creare fondi neri. Si allargano le indagini sul caso Lombardia Film Commission , la compravendita a prezzo gonfiato di un capannone a Cormano da parte dell’ente pubblico, dopo gli arresti dei contabili Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Scillieri. Matteo Salvini si dice “tranquillissimo”, ma spiega di avere conosciuto Di Rubba e Andrea Manzoni. Con cui era stato fotografato in discoteca nel 2015.
La cerimonia di premiazione degli Oscar 2016 passerà alla storia per tante ragioni. Dalla vittoria tanto attesa di Leonardo DiCaprio a quella dell'impegnato "Il caso Spotlight" come miglior film, dall'ironia del presentatore Chris Rock sulla questione degli afroamericani esclusi dalle nomination al momento di Ennio Morricone incoronato per la miglior colonna sonora originale. Sono proprio il Maestro italiano e l'attore di "Revenant" ad aver catalizzato l'attenzione del popolo della rete, che si è riversato numeroso su Twitter per commentare gli episodi salienti della cerimonia. Immancabile la gioia per la vittoria del Maestro Ennio Morricone, che ha portato un po' di orgoglio italiano nella prestigiosa cerimonia. Il discorso di ringraziamento (rigorosamente in italiano, con omaggio alla moglie Maria) ha scatenato la standing ovation del pubblico presente al Dolby Theatre e ha commosso chi ha seguito lo show da casa. Tra i primi a complimentarsi su Twitter con il grande compositore, che ha vinto il suo primo Oscar (se escludiamo il premio alla carriera del 2007) con "The Hateful Eight" di Quentin Tarantino, vip del Belpaese come Elisabetta Canalis, Carolina Kostner, Rudy Zerbi.
La cerimonia di premiazione degli Oscar 2016 ha raccolto tantissimi commenti su Twitter e Facebook da parte di vip e non. I due momenti più amati, ovviamente, sono stati la vittoria del Maestro Ennio Morricone per la miglior colonna sonora e quella, tanto attesa, di Leonardo DiCaprio come attore protagonista.
I principini inglesi George e Charlotte sono due dei bambini più amati al mondo e, nonostante siano ancora piccolissimi, vengono già considerati delle star internazionali. Kate Middleton e William stanno facendo il possibile per farli crescere in modo "normale" ma devono fargli rispettare una serie di convenzioni imposte dalla casa reale, un esempio? Sono obbligati a imparare una lingua straniera fin dai primi anni di età.
George e Charlotte diventeranno presto bilingue. La loro tata Maria Teresa Turrion Borrallo gli sta insegnando lo spagnolo, parlandogli ogni giorno sia in inglese che nella sua lingua madre.
Ad appena un paio di settimane dalla vittoria di ‘Amici', i The Kolors si ritrovano ad aprire le danze degli MTV Awards 2015, i premi dati dall'emittente televisiva ad alcuni dei principali artisti della scena musicale italiana contemporanea. La band guidata da Stash Fiordispino si è ritrovata catapultata in un mondo che, come dicono loro stessi a margine della manifestazione, fino a poco fa potevano solo sognare, condividendo backstage e spazio camerini con ‘artisti che sono icone della scena italiana'. I The Kolors, protagonisti con ‘Everytime', da tre settimane mantengono la testa della classifica degli album più venduti con ‘Out' secondo lavoro e primo post Maria De Filippi. Avvolti dall'affetto dei fan, che nei giorni scorsi li hanno seguiti durante i firma copie, la band è tra le protagoniste al Parco delle Cascine di Firenze È un sogno suonare in una situazione del genere, a Mtv, che fin da bambino guardavo da casa e ora mi ci ritrovo catapultato dentro. È il sogno della nostra vita (…). Mi emoziono a vedere gli artisti con cui siamo qua, è una sensazione strana, condividere il backstage, gli spazi dei camerini con artisti che sono icone della scena italiana Una vita cambiata grazie ai talent e alle persone che per mesi li hanno seguiti e che, stando a quanto afferma Stash sono quelle più rock&roll con le quali abbiamo avuto a che fare. Sono state quelle che hanno captato un qualcosa che magari dietro le centinaia di porte a cui abbiamo bussato non hanno colto. Un pensiero particolare, poi lo hanno avuto per Elisa, la loro coach nella scuola, la quale gli "ha messo a disposizione il suo bagaglio di esperienza e noi ne abbiamo fatto tesoro" e Roberto Saviano, ospite fisso della trasmissione Saviano è super rock&roll. La prima volta che l'ho visto ho detto ‘Grazie, sei stato il centro dei discorsi tra me e i miei amici per molto tempo'. È una persona che quando gli stai vicino ti dà un'energia incredibile.
I The Kolors si ritrovano catapultati sul palco degli Mtv Awards 2015, in cui saranno premiati alcuni tra i maggiori artisti italiani. La band vincitrice di ‘Amici’ ha parlato dell’emozione di ritrovarsi su Mtv, della scuola e di Elisa e Roberto Saviano.
Le fan di Michele Bravi, che hanno seguito da sua carriera dalla vittoria di X Factor nel 2013 a YouTube, erano in subbuglio sin da ieri quando l'artista ha spiegato su Facebook di dover fare delle importanti rivelazioni. Le sue parole sono state: "Chi mi segue negli altri social probabilmente ha notato che ultimamente sono abbastanza pensieroso e spaventato. Ricevo spesso commenti tipo “Michele, che succede?” “Tutto ok?” “Michele ti sento strano”. Ho sempre evitato accuratamente di rispondervi, almeno fino ad ora: perché ora so cosa rispondere. Sento che è arrivato il momento di raccontarvi qualcosa che non ho mai detto fino in fondo, di rendervi partecipi di quello che ho passato e di quello che provo ancora ogni giorno. Quindi scusatemi per il video di oggi, vediamoci in live sul mio canale Youtube domani alle 19:00. Michele". Nel tardo pomeriggio di oggi, come aveva promesso, ha realizzato un live sul suo canale YouTube. Michele Bravi ha parlato dei problemi avuti in passato con persone nelle cui mani aveva affidato la sua carriera e che a soli 20 anni lo hanno definito "morto": "Ho aperto questo canale un anno e mezzo fa, in un momento in cui non c'era niente. Non c'era più niente. Ho vinto uno dei talent più gorssi in Italia. All'inizio era tutto bellissimo. Trovarsi Tiziano Ferro che ti scrive i pezzi, incontrare Giorgia…è stato un sogno incredibile. Poi ho fatto le mie caz*ate, ho sbagliato perché mi sono affidato a persone che hanno sparso le loro taniche di benzina sulla mia vita e hanno dato fuoco a tutto. Non voglio incolpare nessuno. È la prima volta che ne parlo in modo diretto. Vorrei provare a farlo stavolta. Quelle persone erano lì a fare il loro lavoro, forse è colpa mia che li ho fatti entrare nella mia vita. Sono stato molto male. Io ricordo di essere andato a parlare con queste persone, ero seduto a quella scrivania e mi sono messo a piangere perché ho la lacrima facile e mi hanno detto: "Michele non piangere, accetta che sei morto, sei finito". Sentirsi dire che sei morto a 20 anni fa male, soprattutto quando sei puro e impreparato a difenderti. Io ci ho anche creduto perché me lo dicevano persone più grandi di me e quindi sono morto a 20 anni perché qualcuno mi aveva detto che ero morto".
Michele Bravi ha parlato del difficile momento vissuto dopo la vittoria ad X Factor. Il cantante sostiene di aver affidato la sua carriera nelle mani di persone che non hanno esitato a definirlo “morto”, a soli 20 anni. Quando i riflettori si sono spenti sono seguite tante lacrime e attacchi di panico. Poi ha acceso una telecamera e si è raccontato su YouTube. Così è avvenuta la sua rinascita.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, la piattaforma di streaming svedese Spotify ha reso noti alcune statistiche che riguardano, appunto, le donne e incorona Beyoncé come la donna più ascoltata dalle donne. È l'autrice di brani come "Flawless" e "Pretty Hurts" l'artista americana più ascoltata dalle donne nel mondo, ma forse non è proprio una sorpresa. La cantante, infatti, ha segnato alcuni record con il suo album omonimo, uscito nel 2013 e rieditato pochi mesi fa in una versione Platinum Edition. Ma se la Queen Bee tiene la testa di questa speciale classifica, deve cedere il trono se si parla dell'artista femminile più ascoltata di tutti i tempi, che va a Rihanna che ha conquistato oltre 200 milioni di streaming su Spotify con la sua "Monster", cantata in duetto con Eminem. Al secondo posto della classifica c'è Katy Perry, autrice di "Prism", che detiene anche il titolo di artista più ascoltata in Italia, davanti a Lana Del Rey e Ariana Grande, oltre a quello di quella più ascoltata dagli uomini, sia in Italia che nel mondo. Proprio Katy Perry ha dichiarato il suo amore per il nostro Paese pochi giorni fa, quando in occasione del suo concerto milanese ha voluto visitare anche Pisa e Firenze: "Siete nella mia top 5" ha scritto sui suoi social.
In occasione della Giornata Internazionale della Donna Spotify ha reso note alcuni dati riguardo le artiste e il pubblico femminile, con Beyoncé, Rihanna e Katy Perry a farla da padrone.
La storia della seconda crisi tra Stefano De Martino e Belén Rodriguez rischia di assumere connotati confusionari. Fino a poche ore fa, si era parlato del fastidio provocato nel marito dell’argentina dagli incontri tra la donna e Fabio Borriello, fratello del suo ex e più noto fidanzato. Il servizio documentato dal settimanale “Chi” con tanto di materiale fotografico viene però confutato da quanto pubblica “Novella 2000”, un’indiscrezione che se confermata si rivelerebbe clamorosa. Andiamo per gradi e proviamo a ricostruire l’intera vicenda. Mercoledì 13 maggio, tra Stefano e Belén sarebbe scoppiata una terribile lite. Il motivo non sarebbe da attribuire alla serata trascorsa con Fabio – costata all’imprenditore la storia con Emma Marrone – ma a una serie di incontri segreti (e pare casuali) tra Belén e Marco Borriello, suo ex fidanzato storico. De Martino avrebbe appreso da fonti sicure che i due si sarebbero incontrati in più di un’occasione, cosa che lo avrebbe mandato su tutte le furie. Durante questi incontri, la Rodriguez non sarebbe mai stata da sola ma sempre in compagnia delle amiche fidate Patrizia Griffini e Simona Miele, amiche che Stefano mal sopporterebbe. Pare inoltre che ad averla fatta riavvicinare a Marco – ma solo in amicizia – sia stata Prisca Rossi, moglie di Francesco Bega, team manager del Genoa, squadra all’interno della quale gioca Borriello. Belén avrebbe chiesto scusa al marito per gli incontri con il suo ex ma il pentimento della showgirl non sarebbe bastato. Furioso, De Martino avrebbe fatto i bagagli e sarebbe tornato a Napoli. Si tratta della cronaca di una storia complessa e che è ancora ben lungi dall’essere chiarita. Belén nega, si dice stanca di tutte le dicerie che circolano sul suo conto, ma è vero che le foto di coppia postate sui social sono sparite da qualche giorno.
A sorpresa, spunta di nuovo il nome di Marco Borriello nella crisi tra Stefano e Belén. I due si sarebbero incontrati in gran segreto, provocando la furia di De Martino. Ma proviamo a ricostruire che cosa sarebbe accaduto davvero.
Finalmente, è arrivato. Oggi, in rete è stato rilasciato il primo trailer di uno dei film Marvel più attesi della prossima stagione cinematografica: “Captain America: Civil War”. Diretto da Anthony e Joe Russo, il film è il tredicesimo dell’universo Marvel ed è un adattamento del crossover a fumetti di Mark Millar che vede il noto eroe – interpretato nuovamente da Chris Evans – in lotta contro Iron Man (Robert Downey Jr.), altro iconico eroe, amatissimo dal pubblico. I due “Avengers” si troveranno, quindi, l’uno di fronte all’altro in uno scontro all’ultimo sangue, ognuno col suo schieramento di “amici supereroi”. La sceneggiatura è stata affidata a Christopher Markus & Stephen McFeely e il produttore è sempre il grande e rinomato Kevin Feige. Il trailer mozzafiato mostra chiaramente un succulento assaggio di quello che vedremo in sala, svelando le potenziali alleanze, le atmosfere la fulmicotone e “incursioni” di nuovi eroi (vedi Black Panther) che vi faranno venire voglia di andare a vederlo domani. Tuttavia, dovremo attendere ancora un po’, dato che il film uscirà nelle sale italiane il 4 maggio 2016. La storia si svolge subito dopo gli eventi di “Avengers: Age of Ultron”, con Steve Rogers e gli Avengers costretti ad affrontare i danni collaterali causati dalla loro lotta per proteggere il mondo. Dopo che la città di Laos, in Nigeria, viene colpita dall’ennesimo incidente internazionale che vede coinvolti gli Avengers, le pressioni politiche chiedono un sistema di responsabilità e un consiglio d’amministrazione che decida quando richiedere l’intervento del team. Questa nuova dinamica divide gli Avengers che, al tempo stesso, tentano di proteggere il mondo da un nuovo e malvagio avversario.
Captain America sta per tornare nelle sale, stavolta per lottare contro il suo “ex”-amico Iron Man, in una battaglia all’ultimo sangue che vedrà gli Avengers dividersi in due potenti schieramenti, come si può ben capire dal primo ed adrenalinico trailer.
Dei Soviet Soviet ce ne ha parlato in maniera approfondita Federico Guglielmi nella sua rubrica "La Torre di Babele" quando diceva che "oltre la bontà delle canzoni e del suono, piacciono la genuina passione e l’apparente assenza di quella seriosità che se da un lato conferiva ai progenitori degli ‘80, per dirla con Battiato, un’aura di “carisma e sintomatico mistero”, dall’altro legittimava accuse di snobismo se non di artificio", tributando a "FATE" l'attenzione che un album del genere merita, visto che possiamo considerarlo tra i migliori album italiani usciti quest'anno in ambito rock. Proprio oggi è uscito anche il nuovo video, quello di "Ecstasy", che i tre Soviet Soviet hanno creato montando scene tratte da 14 grandissimi film, da "Il cielo sopra Berlino" di Wim Wenders a "Umberto D" di De Sica, passando per "Stalker" di Tarkovskij e "Persone" di Bergman, in 3 minuti tiratissimi. Il video potete vederlo qua sotto e intanto potete provare a scoprire tutti i film (che vi segnaliamo anche sotto, tranquilli)
I Soviet Soviet escono col nuovo video, “Ecstasy”, tratto dal loro ultimo lavoro “FATE”. Nel video sono montate immagini di 14 film storici, provate a indovinarli.
A circa 700 milioni di anni luce dalla Terra è stato scoperto un buco nero supermassiccio mostruoso, caratterizzato da una massa pari a 40 miliardi di volte quella del Sole. Si tratta del più grande mai misurato attraverso osservazioni dirette, ovvero analizzando il movimento delle stelle che orbitano attorno ad esso. Il primato di buco nero “ultramassiccio”, al momento, appartiene al quasar TON 618 inquadrato nella costellazione delle Canes Venatici, la cui massa – misurata solo indirettamente – è stimata in 66 miliardi di volte quella del Sole. La scoperta. A calcolare la massa del super buco nero, chiamato Holm 15A *, è stato un team di ricerca tedesco composto da scienziati del Max-Planck-Institut für extraterrestrische Physik di Garching e dell'Università Sternwarte di Monaco. Gli scienziati, coordinati dai professori Kianusch Mehrgan e Maximilian Fabricius, si sono avvalsi dello strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato sul VLT (Very Large Telescope), un sistema di quattro telescopi dell'Osservatorio Europeo Australe sito all'osservatorio del Paranal nell'arido deserto di Atacama (Cile). In precedenza si stimava che Holm 15A * potesse essere di oltre 300 miliardi di masse solari, ma le nuove osservazioni spettroscopiche ad altissima risoluzione hanno permesso di determinare con precisione la sua massa.
Grazie allo strumento MUSE installato sul Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Europeo Australe, un team di ricerca tedesco ha misurato con precisione la massa del buco nero supermassiccio Holm 15A *, che è pari a 40 miliardi di volte quella del Sole. È il più massiccio di tutti tra quelli analizzati attraverso osservazioni dirette.
Le sue sconfitte e soprattutto il suo "nuovo" modo di giocare ormai non fanno più notizia. Cambia la superficie ma non il risultato per Benoit Paire, che nel primo turno del Masters 1000 di Montecarlo ha inanellato la 15a sconfitta nelle ultime 17 partite disputate. Il tennista francese numero 32 al mondo, ha ceduto il passo dopo un incontro "pazzo" e ricco di capovolgimenti di fronte, all'australiano Thompson, 62° giocatore al mondo. Solito atteggiamento di sufficienza in campo per il transalpino che ha nuovamente fatto discutere con le parole nella classica conferenza post-partita. Citando la grande gloria azzurra e attuale voce di Sky Paolo Bertolucci, se Benoit Paire oggi avesse giocato con la testa per poco più di 3′ di fila, probabilmente avrebbe portato a casa il match. E invece anche a Montecarlo, il francese ha fatto vedere a sprazzi il suo talento, ostentando invece "svogliatezza" e poca pazienza soprattutto in momenti in cui ci sarebbe stato bisogno di soffrire o, come si suol dire "remare". Niente di nuovo infatti per Paire che è uscito dunque al primo turno dell'Atp di Montecarlo, con il risultato di 4-6, 7-6, 6-7. Non a caso nell'incontro è stato registrato un numero di break notevole, con Thompson che si è innervosito per il gioco altalenante dell'avversario. Non è la prima volta che Paire gioca in questo modo. Una scelta vera e propria la sua, mossa dalla volontà di non perdere tempo in un circuito in cui non si riconosce. Senza tifosi, con controlli estenuanti, il francese ha deciso di sfruttare i tornei solo per godersi la vita, racimolando premi e approfittandone subito dopo le sconfitte per andare in giro. Una situazione che ha fatto molto discutere, alimentando un dibattito nel mondo della racchetta, con diversi autorevoli addetti ai lavori che hanno chiesto provvedimenti nei suoi confronti. E per capire la filosofia di Paire bastano le sue parole, tutt'altro che leggere nel post-partita: "La sconfitta? rancamente non me ne frega niente di questa partita. Vivo a due ore di distanza. Faccio il doppio e me ne vado. Quando giochi in un "cimitero" (riferimento all'assenza dei tifosi, ndr), quello che di solito è il miglior torneo del mondo, dov'è il divertimento? È vuoto, è un'atmosfera di tristezza raramente vista. Il circuito è marcio. Vincere o perdere in tali condizioni, non mi interessa . Non ho più la scintilla. Perdo, tanto meglio, torno a casa. Ho preso 12.000 euro per essere in hotel e quindi sono venuto, ma non c'è atmosfera, non succede niente. Mi dirai che è come la vita normale, ma adesso fa schifo".
Benoit Paire ha perso al primo turno del torneo Masters 1000 di Montecarlo, arrendendosi al termine di una partita “pazza” all’australiano Thompson. Anche in questa occasione il francese ha sfoderato un atteggiamento svogliato in campo, motivato con parole sopra le righe nella conferenza post-incontro.
La festa della Ventura sull'Isola dei Famosi organizzata dalla produzione per festeggiare i 46 anni della conduttrice ha portato euforia ed allegria in Honduras. Ma la gioia e la felicità sono sparite quando i naufraghi hanno cominciato a parlare delle nomination, la prossima settimana a rischio eliminazione ci sono Nina Moric e Francesca Fogar. Proprio la croata sulla spiaggia ha parlato con Laerte Pappalardo, durante la settima puntata entrambi erano finiti in nomination per colpa di Thyago Alves, il leader settimanale, ma il figlio di Adriano ha superato una prova ed è riuscito a salvarsi, dopo ha mandato in nomination al suo posto Francesca Fogar. Laerte è molto arrabbiato per l'atteggiamento sleale di Thyago: "La prossima volta se non diventa leader quell'animale io lo nomino e gli ricambio il favore", anche Nina è molto delusa: "Io sono d'accordo che nomina me perchè ci sta, io gli ho nominato la sua amica Raffaella, però dopo quest'infamata ha perso 10 punti da parte mia". Infine l'ultimo concorrente sbarcato sull'Isola dei Famosi con un pizzico d'orgoglio esclama: "Vuol dire che un po' mi teme". Dopo i due presunti piccioncini hanno sparlato anche di Gianna Orru e Francesca Fogar, in particolare Laerte è stato molto duro: "Voglio spezzare questo incantesimo tra mamma e figlia zitella. Francesca Non mi piace come si comporta e interagisce, è una che ha il freno a mano tirato e non tira fuori il carattere… E se ne vada a quel paese in nomination". Il flirt tra Laerte e Nina è un'ipotesi più che realizzabile, tra i due sta nascendo qualcosa e anche se scherzando il naufrago lancia sempre frecciatine all'ex di Corona chiamandola addirittura amore: "Amore io e te andiamo avanti fino alla fine, perchè io ti amo e non puoi lasciarmi così".
Laerte Pappalardo vuole vendicarsi di Thyago Alves perchè ha mandato Nina MOric in nomination all’Isola dei Famosi 8.
"Vonn a Geolier, ma no' a Emanuele". Recita così una parte del ritornello di "Na catena", singolo del rapper napoletano Geolier pubblicato nell'album "Emanuele" il 10 ottobre 2019. L'album è stata la consacrazione di uno dei fenomeni virali degli ultimi anni, un processo di crescita che ha coinvolto Emanuele Palumbo, vero nome di Geolier, nell'arrivo in una nuova fase della sua carriera. Cosa mancava all'artista napoletano per il salto di qualità? Un 2020 da protagonista, che anche in controtendenza al declino degli ascolti dovuti al Covid-19, è riuscito a ritagliarsi una fetta importante del pubblico nazionale ed europeo attraverso scelte ben mirate. Difficile migliorare un album di successo, soprattutto se quello d'esordio. Lo stesso Geolier che è riuscito a convincere tutti, testimoniando anche attraverso le certificazioni e i numeri sul digitale, la bontà di "Emanuele", ha avuto il coraggio di affrontare una deluxe ricca, ma costruita attorno a singoli di successo con "Emanuele: Marchio Registrato". Ai 16 brani del disco d'esordio, Geolier ne ha aggiunti altri sei, tra cui due collaborazioni che hanno lanciato in maniera perfetta il progetto: da una parte "Narcos", con la partecipazione di Lazza, di gran lunga l'artista più attivo dell'anno insieme a Geolier nelle collaborazioni. Dall'altra parte, richiamando anche le sonorità pop ma anche i tratti vocali neomelodici, ha invitato Roshelle, protagonista della finale di X Factor 2019, nel ritornello di "Na catena", brano diventato anche virale su TikTok e protagonista di varie challenge. Il risultato di tutto questo è stato il successo del progetto, piazzatosi al quinto posto come album più ascoltato in Italia, ma soprattutto portando lo stesso Geolier a classificarsi al quinto posto tra gli artisti italiani più ascoltati della penisola. Cosa chiedere di più, se non una collaborazione con l'artista più in vista degli ultimi anni in Italia? Geolier ha risposto a questo quesito con "M' manc", brano in collaborazione con Sfera Ebbasta, pubblicato lo scorso 23 giugno, con un video ufficiale su YouTube che conta per ora 24 milioni di visualizzazioni. L'idea, come raccontato dallo stesso artista napoletano a Fanpage.it, era arrivata nel periodo di scrittura della repack: "Avevo questo beat di Shablo, ero in quarantena e stavo scrivendo il repack. Ho fatto questo pezzo, ma non gliel'avevo mai mandato, l'ascoltavo da solo perché non mi piaceva, poi finita la quarantena, finita la repack, l'ho ricontattato e gli ho detto: ‘Ti ho fatto un altro pezzo', glielo mando e lui sconnette e mi dice che fa paura, poi mi ricontatta e mi dice che ha parlato con Sfera, dopo viene in studio. Sono felice, il pezzo era già forte, si sentiva, poi quando mi ha mandato il pezzo finito ho capito che era una hit. Sfera me lo disse già che sarebbe stata una hit e infatti così è stato". Il brano, a quasi un anno dall'uscita di "Stamm Fort" di Luchè, riesce a trascinarne la caratura stilistica del brano, ammorbidendo anche il linguaggio e i temi trattati, una lovesong che grazie a un ritornello molto catchy, è diventata una dei tormentoni dell'estate 2020. A replicare il successo, anche se in termini minori, è arrivato anche "Nena" con Boro Boro: la collaborazione con l'artista torinese ha reso chiaro a tutti l'elasticità vocale che il 20enne napoletano può toccare, riuscendo anche a inserirsi in un contesto che molte volte si allontana dalle immagini crude di Geolier. Se è vero che ciò che rimane in superficie deve avere radici profonde, Geolier ha sposato questa visione della musica, facendone una missione. Come? Iniziando dalla versatilità delle collaborazioni, traendone sempre un vantaggio artistico dall'artista che lo ospitava, riuscendo a essere uno dei migliori in ogni progetto. Come per "Mattoni" di Night Skinny, così per "Buongiorno" di Gigi D'Alessio, Geolier ha osato senza fermarsi alla comfort zone di ciò che ha costruito in poco meno di due anni, riuscendo a definire nuove latitudini della sua esperienza musicale. Basti pensare al tono cantato in "Comm si fragile", brano contenuto nel cover album di Gigi D'Alessio, entrando a piedi uniti in un mondo melodico di cui la Campania è terra di partenza e arrivi, un continuo viavai di note e melodie che si rincorrono dagli inizi del ‘900. Ma il 2020 è anche l'anno della collaborazione con Anna Tatangelo in "Guapo" e "Cyborg" di Guè Pequeno, di "1-2-3 Stella" con la Dark Polo Gang e di "Valentino" con Vale Lambo. Un percorso da quasi 20 brani in collaborazione, in un 2020 toccato anche dalla limitazione degli spostamenti, che forse avrebbe ancora di più accelerato il processo di crescita del cantante. E finalmente arriviamo alle notizie che avremmo dovuto dare nel 2020, ma sono state posticipate di un anno. Il 2021 dovrebbe essere l'anno in cui artisti come Geolier, dovranno cimentarsi nel secondo progetto ufficiale, un album che dovrà essere il passo in avanti rispetto a "Emanuele". Ciò che per adesso ha celebrato Geolier è stato uno stile in grado di adattarsi al dialetto napoletano alla perfezione, forse raggiungendo il suo culmine proprio nella rappresentazione di "Emanuele: Marchio Registrato". L'idea che avere in questo momento un rappresentante di hip hop in dialetto renda più real il tipo di progetto/brano dell'arista sembra essere solo una delle verità fattuali della nuova scena nazionale, ma che Geolier sia riuscito a unire tutti i tratti e i caratteri dell'hip hop italiano, diventando personaggio in cui raffigurarsi non solo tra i fan più piccoli, ma un personaggio del rap game tout court. Adesso il passo successivo, secondo fonti vicine a Fanpage.it, è un progetto che rispetti i nuovi canoni del top album in Italia, designati da Sfera Ebbasta con il suo album "Famoso": Geolier, oltre a un nuovo tipo di racconto della realtà, dovrà anche alzare la testa a nuovi suoni, allontanandosi sempre di più dalla comfort zone, in compagnia di Dat Boi Dee, diventato uno dei padri del beatmaking. Oltre alla collaborazione con un'artista statunitense o europeo, sarà anche il momento di fare da chioccia a qualcuno nel proprio progetto, magari un outsider che sembra avere tutte le carte in regola per il successo. La vicinanza potrebbe suggerire l'apparizione di J Lord nel nuovo disco, due giovani interpreti di un racconto aspro ma quanto mai vasto di immagini e simboli come quello del territorio campano.
Geolier è stato uno dei rapper italiani protagonisti del 2020, senza aver pubblicato un album ufficiale. Il rapper napoletano, dopo l’uscita della deluxe “Emanuele: Marchio Registrato”, è stato uno degli artisti con il maggior numero di collaborazioni in progetti di altri colleghi, da Gigi D’Alessio a Guè Pequeno. Cosa ci riserverà il 2021?
Nelle ultime ore sembra che Facebook ha iniziato a modificare la visualizzazione dei video caricati su YouTube e condivisi all'interno del social network. Secondo alcuni test, infatti, da qualche ora alcuni utenti che hanno condiviso video YouTube su Facebook hanno notato che cliccando sulla thumb del filmato condiviso, questo non viene più avviato all'interno della piattaforma di Mark Zuckerberg, ora si apre una nuova scheda su YouTube.com. In poche parole il nuovo aggiornamento ha trasformato i link provenienti dal noto portale di video sharing in un link classico, cliccando sul collegamento, come per gli altri siti internet, si verrà reindirizzati fuori da Facebook.
Nelle ultime ore sembra che Facebook ha iniziato a modificare la visualizzazione dei video caricati su YouTube e condivisi all’interno del social network.
Il grande maestro Francesco Rosi (1922-2015), il 26 gennaio 1972, portava nelle nostre sale il suo migliore film inchiesta, “Il caso Mattei”. La pellicola è incentrata su Enrico Mattei, presidente dell’ENI (Ente Nazionale Idrocarburi), morto in un attentato 10 anni prima, precisamente il 27 ottobre 1962. Il film inizia dopo la morte di Mattei, che precipitò, col suo bireattore nel cielo di Bascapé, vicino Pavia, mentre si recava a Milano. Rosi ricostruisce il suo percorso politico con una maestria fuori dal comune, analizzando la sua volontà di portare l’Italia ad essere indipendente dai grandi trust del petrolio, sfruttando le risorse interne. Ciò lo portò ad inimicarsi tutti i paesi che avevano il potere assoluto in quel settore, fino alla morte. Per il difficile ruolo di Mattei, uomo caparbio, forte e risoluto, che, ad un certo punto vive anche attimi di profondo nervosismo e solitudine, Rosi scelse il suo attore feticcio, il leggendario Gian Maria Volonté, adattissimo al ruolo e molto somigliante al vero Mattei. Al di là della bravura dell’attore, Rosi monta un puzzle politico intricato ed estremamente completo, facendo ipotesi sulla morte di Mattei, attraverso spezzoni da documentario e immagini di archivio, interviste a personaggi reali dell’epoca, parti recitate (quindi fiction) e anche interventi in prima persona, senza mai esporsi esplicitamente per trovare la soluzione al mistero della sua morte ed individuarne i responsabili. Il regista espone tutti i fatti, gira tutte le carte, lasciando allo spettatore ogni conclusione.
Il grande e compianto maestro Rosi, il 26 gennaio 1972, portava nelle sale uno dei migliori film inchiesta di sempre. La pellicola è incentrata su Enrico Mattei, presidente dell’ENI, morto in un attentato 10 anni prima, precisamente il 27 ottobre 1962, per aver sfidato i grandi trust del petrolio. Il mistero continua ancora oggi e tutta la sua storia fa amaramente riflettere.
Le dosi ora ci sono. Le scorte presenti nei magazzini italiani superano di gran lunga i 10 milioni di vaccini, sufficienti a coprire le somministrazioni di almeno altre 3-4 settimane, senza considerare le altre dosi in arrivo costantemente. Eppure le prime dosi non aumentano a ritmi vertiginosi, anzi il ritmo delle somministrazioni va a rilento, con cifre ben lontane da quelle di luglio. Un calo inevitabile, considerando la sempre maggiore copertura di gran parte della popolazione (siamo quasi al 74% di over 12 immunizzati). Se andiamo a vedere i dati del mese di settembre, quindi dal primo al 12 del mese, scopriamo che le dosi somministrate sono state in totale 2.974.640, con una media di 247mila al giorno. Si tratta di 1.014.722 prime dosi, 1.862.617 seconde dosi e 97.301 dosi a persone con pregressa infezione. Il numero più importante, però, è quello delle prime dosi, perché ci permette di capire quanti italiani stanno continuando a vaccinarsi e immunizzarsi e in questo momento la cifra cresce, seppur a ritmi blandi, con una media di poco più di 80mila nuovi immunizzati (almeno parzialmente) al giorno. Vediamo anche i dati per Regione e per fascia d’età. Andiamo a guardare quante sono le prime dosi somministrate Regione per Regione nel periodo dall’1 al 12 settembre, considerando che sul portale del governo mancano i dati sulle Marche: Queste cifre vanno però rapportate al numero totale di dosi somministrate nello stesso periodo. Vediamo qual è la percentuale di prime dosi per Regione: È evidente che questo dato viene influenzato da diversi fattori. Tra questi c’è sicuramente il numero di dosi somministrate finora: le Regioni che hanno accelerato prima sulle vaccinazioni ora stanno rallentando, probabilmente a causa di una maggiore difficoltà nel raggiungere chi ancora non si è immunizzato. Inoltre le cifre possono risentire di una decelerazione delle prime dosi nel mese di agosto, comportando così un’incidenza maggiore delle prime dosi sul totale, effettuando pochi richiami in questo periodo. Va, infine, sottolineato come alcune Regioni abbiano un tasso nettamente maggiore di persone che non hanno ancora ricevuto neanche una dose e, inevitabilmente, ci si aspetta che proprio quei territori siano quelli che ora effettuano più prime somministrazioni. Vediamo, quindi, anche le percentuali delle persone che non hanno ancora ricevuto neanche una dose Regione per Regione, dalla ‘peggiore’ alla ‘migliore’, stando ai dati del Sole 24 Ore: L’ultimo dato analizzato è quello delle prime dosi somministrate per fasce d’età e risulta evidente come la maggior parte delle prime somministrazioni riguardi i più giovani, con un conseguente – e in parte inevitabile, considerando l’andamento della campagna vaccinale negli scorsi mesi – calo nelle fasce d’età più avanzate. Vediamo, quindi, il numero di prime dosi somministrate nel periodo che va dall’1 al 12 settembre per ogni categoria:
Quali sono le Regioni che stanno effettuando più prime dosi di vaccino anti-Covid negli ultimi giorni? E quali sono le fasce d’età in cui le prime somministrazioni prevalgono? Vediamo i dati per ogni singolo territorio e per ogni categoria, cercando di capire chi si stia vaccinando in questi giorni e chi, invece, non lo sta facendo.
Karl Lagerfeld è morto a 85 anni lo scorso 19 febbraio e ha lasciato un vuoto immenso nel mondo della moda, che fin da quando la notizia è stata diffusa sul web non ha potuto fare a meno di celebrarlo. Il giorno della sua scomparsa è cominciata anche la Milano Fashion Week e in molti hanno colto l'occasione per dedicargli un pensiero speciale durante le sfilate, da Fendi che ha proposto l'ultima collezione da lui firmata in passerella ad Alessandra Ambrosio che ha raccontato del periodo in cui ha lavorato al suo fianco, fino ad arrivare a Eva Herzigova che ha condiviso i preziosi ricordi che lo riguardano. La Settimana della Moda di Milano è cominciata il giorno in cui Karl Lagerfeld è morto e sono state moltissime le modelle che hanno colto l'occasione per parlare di lui, ricordandolo con dolcezza. Intervistate ai microfoni di Fanpage.it, alcune hanno raccontato le loro esperienze, descrivendo il suo carattere, la sua gentilezza e il suo stile inconfondibile. Alessandra Ambrosio, ad esempio, ha dichiarato: "Ho sfilato per lui quando ero molto giovane, era sempre meraviglioso, super dolce, era un genio e una persona incredibile". Eva Riccobono ha parlato del suo genio creativo affermando: E' stato ed è un grandissimo genio, un'icona della moda e una persona che ha lasciato il segno, ci sarà un vuoto indelebile ed è preoccupante perché è anche un po' simbolico di un'era che sta cambiando. Non so se ci sarà un altro Lagerfeld, lo spero, perché lui ha lasciato veramente un segno di eleganza, di cultura, di indipendenza, gli piaceva vedere la donna indipendente, anche intellettualmente, questo è un messaggio secondo me molto femminista. Tra le star del fashion system a cui Lagerfeld mancherà di più c'è anche Eva Herzigova, che con lui aveva creato un rapporto profondo e speciale. Lo ha infatti ricordato dicendo: Ha toccato tante persone, a me personalmente a livello molto profondo, è stato un mentore per tanti. Eravamo della stessa altezza, mi diceva che avevamo le stesse misure, mi regalava le sue giacche, i suoi vestiti, era molto generoso, molto carino con me. Karl Lagerfeld è stato l'ultimo stilista moderno della storia e inevitabilmente lascerà un segno indelebile nel fashion system, influenzando il lavoro futuro dei designer più richiesti del momento. Pierpaolo Piccioli, lo stilista di Valentino, ad esempio, ha spiegato: Karl l'ho conosciuto tanti anni fa, ha rappresentato il guardare sempre avanti, la moda come passione e soprattutto il talento. E' una parola un po' dimenticata ma il talento nella moda e nella vita è l'inizio di qualsiasi strada. Alessandro Dell'Acqua, il direttore creativo di N.21, ha invece ricordato tutto quello che lo stilista di origini tedesche ha fatto a capo di Chanel, la Maison che ha letteralmente rivoluzionato, facendola diventare leggendaria. Ha infatti dichiarato: "Lascia tantissimo, un'eredità molto forte per tutti noi perché è stato un grandissimo. Dobbiamo tanto a Karl Lagerfeld per quello che ha fatto a Chanel". Tra le star che non hanno potuto fare a meno di parlare di lui c'è anche Alessandra Mastronardi, che era diventata la prima ambassador italiana di Chanel e che inevitabilmente aveva stretto un rapporto molto profondo con il designer. L'attrice ha spiegato:
Karl Lagerfeld è morto lo scorso 19 febbraio, il giorno in cui è partita la Milano Fashion Week. Durante l’evento sono stati moltissimi quelli che hanno voluto celebrarlo, da Alessandra Ambrosio a Eva Riccobobo, fino ad arrivare a Pierpaolo Piccioli e alla Mastronardi, e, intervistati ai microfoni di Fanpage.it, hanno condiviso alcuni ricordi speciali.
I fossili di una specie umana precedentemente sconosciuta sono stati scoperti sull'isola di Luzon, nelle Filippine, e per questo gli antropologi hanno deciso di chiamarla “Homo luzonensis”. Il nostro antico antenato, vissuto 67mila anni fa, era contemporaneo del cosiddetto “hobbit”, il piccolo Homo floranensis, trovato anch'esso nella medesima area geografica. Ciò sottolinea ancora una volta la complessità della nostra evoluzione, che ha visto la coesistenza di diverse specie umane fino al dominio assoluto dell'Homo sapiens, l'unico che oggi popola la Terra. Reperti preziosi. Il primo reperto dell'Homo luzonensis, il terzo metatarso di un piede, fu ritrovato nella grotta di Callao sull'isola filippina nel 2007, ma era insufficiente per la classificazione della specie. Grazie a una nuova ricerca sul campo guidata dai ricercatori del Museo di Storia Naturale di Parigi sono stati trovati altri dodici fossili, appartenenti molto probabilmente a tre distinti individui, due adulti e un bambino. Tra le ossa rinvenute vi sono quelle delle mani, dei piedi e un femore, oltre a vari denti incompleti. Dalle analisi morfologiche condotte sui nuovi reperti gli scienziati coordinati dall'archeologo Florent Détroit hanno potuto determinare che appartengono a una nuova specie, l'Homo luzonensis, appunto.
Dalle analisi morfologiche condotte su reperti fossili di un ominide scoperti sull’isola di Luzon, nelle Filippine, un team di ricerca internazionale ha determinato che si trattava di una specie completamente nuova, l’Homo luzonensis. Era piccolo, aveva falangi incurvate e alcuni denti simili agli australopitechi vissuti 2/3 milioni di anni fa.
Quando si tratta di recitare, Russell Crowe non si risparmia. Intervistato dallo show radiofonico australiano "Fitzy & Wippa", l'attore ha dichiarato di essersi sottoposto ad una dieta ferrea per interpretare il ruolo di Jackson Healy nel suo nuovo film "The nice guys". Crowe, dunque, vestirà i panni di un detective privato. Al suo fianco, Ryan Gosling nei panni dell'ex guardia del corpo Holland March. I due dovranno indagare su un'attrice porno che vedendo ormai in declino la propria carriera, ha inscenato il suo suicidio. A Healy e March spetterà il compito di ritrovarla. Per competere con la bellezza del suo collega, Crowe ha deciso di smaltire i chili di troppo dopo un periodo in cui si era lasciato un po' andare: "All'inizio di agosto dello scorso anno ero arrivato a pesare 122 chili. Poi ho girato un film dal titolo "The nice guys" e ho cercato di sostenere il confronto fisico con Ryan Gosling. Al momento peso circa 98 kg". Per tornare in forma, Russell Crowe non ha solo seguito una dieta equilibrata ma ha anche cercato di fare più movimento. Ha dedicato il suo tempo libero a fare sport, in particolare è un appassionato di jogging. L'attore, inoltre, ama correre in bicicletta. Nel corso dell'intervista rilasciata a "Fitzy & Wippa", infine, ha spiegato come è stato lavorare con Ryan Gosling:
L’attore ha affrontato una dieta ferrea per recitare nel film “The nice guys” al fianco di Ryan Gosling. Russell Crowe è passato da 122 a 98 chili.
Lo straordinario “Luci della ribalta”(“Limelight”), di Charlie Chaplin, usciva a Londra per la prima volta il 16 ottobre 1952. Il regista ci porta ci riporta indietro nel tempo, proprio nella capitale inglese, nel 1914. Qui, il clown teatrale Calvero (Chaplin), un tempo acclamato, è in crisi artistica e si è dato all’alcol. Sono in crisi anche la ballerina Terry (Claire Bloom) e il suo partner in scena (Buster Keaton). Sarà Calvero a salvare Terry dal suicidio e la ragazza, segretamente innamorata di lui, riesce ad inserirlo in un suo spettacolo. Il successo riesplode per entrambi, ma Calvero rifiuta l’amore della bella Terry perché sa di essere troppo vecchio per lei, e cerca di spingerla tra le braccia del pianista Neville. Tuttavia, nella serata in cui Calvero e il suo partner tornano sotto le luci della ribalta, il clown ha un infarto e viene portato dietro le quinte. L’uomo morirà mentre Terry si sta esibendo, riconquistando il suo amato pubblico. Chaplin è il regista, il protagonista, lo sceneggiatore, il produttore e anche l’autore delle musiche di “Luci della ribalta”, terzultimo lungometraggio e sua creatura fortemente voluta. Inizialmente, l’opera era stata concepita come romanzo, ma in seguito l’artista ha voluto farne un film testamento che attingesse a piene mani dalla sua vita e dal punto in cui si trovava la sua carriera all’epoca, minacciata dal Maccartismo e, quindi, in inesorabile discesa. Questo mito assoluto del cinema, infatti, è stato sempre osannato dal pubblico ma anche bersaglio di critiche feroci e, proprio nei primi anni ’50, per le sue idee progressiste, fu perseguitato dal Maccartismo, periodo legato al nome del senatore Joseph McCarthy, in cui negli USA si scatenò un clima di sospetto generale e di anticomunismo diffuso, fomentato anche dalla scoperta di spie russe. Proprio mentre era a Londra per presentare il film, infatti, a Chaplin fu annullato il permesso di rientro negli Stati Uniti, dove tornò solo nel 1972 per ritirare l’Oscar alla carriera. In realtà, non si può dire che il personaggio di Calvero sia l’alter ego di Chaplin al 100%. Il clown “triste” – maschera molto usata nel cinema e nel teatro non solo di quegli anni – gli fornisce molti spunti per parlare, in generale delle diverse “curve” della vita, dell’amore e della solidarietà morale e spirituale, della parabola ascendente e discendente degli artisti e della morte. Il film è un capolavoro proprio per questo, perché riesce a mescolare la realtà e la finzione in modo quasi indefinito e che grazie al magico tocco chapliniano raggiunge vette di emozione inimitabili. “Luci della ribalta” sarà, infatti, anche l’occasione per dare una seconda chance al grande Buster Keaton, star del cinema muto che all’epoca aveva 57 anni e che, dopo l’avvento del sonoro, aveva visto appannarsi la sua stella. La favolosa Claire Bloom, oggi 86enne ma allora appena 21enne, riesce a portare sullo schermo una Terry sensibile e tenace allo stesso tempo, sbalordendo per quanto naturale e vera se pensiamo che “Luci della ribalta” rappresenta la sua terza prova d’attrice in assoluto. Il film le aprì le porte del mondo dorato di Hollywood dove è riuscita a girare circa 35 pellicole e 70 tra serie e film tv.
Il film di Charlie Chaplin usciva il 16 ottobre 1952 e la parabola di vita del clown Calvero, del suo partner sulla scena e della ballerina Terry ha emozionato almeno 3 generazioni. Capolavoro assoluto del cinema, il film fu ostacolato dal Maccartismo e vinse l’Oscar alla Miglior colonna sonora solo nel 1972. Da rivedere mille volte.
Miley Cyrus potrebbe non apparire sulla cover di dicembre di Vogue America, ad annunciarlo è stato il Daily Mail. Secondo il tabloid inglese la starlette avrebbe suscitato le ire di Anna Wintour, direttrice della rivista, dopo l'esibizione hot agl ultimi MTV Video Music Awards.
Sembra che Anna Wintour abbia deciso di cancellare il volto di Miley Cyrus dalla cover di dicembre di Vogue America. A suscitare le ire della celebre direttrice la performance hot della Cyrus agli ultimi MTV VMA.
In Italia sempre meno occupati soprattutto tra i giovani, è il quadro che fa l'Istituto di Statistica nazionale della situazione del mercato del lavoro con i dati provvisori di novembre diffusi oggi e che confermano il trend dei mesi precedenti. Il numero dei disoccupati rispetto a ottobre è aumentato di circa quindicimila unità segnando un +0,7%, mentre su base annua i disoccupati sono aumentati del 5,6% cioè circa 114mila persone in più. Il tasso di disoccupazione a novembre 2011 è pari all’8,6%, in aumento di circa mezzo punto percentuale rispetto allo stesso periodo del 2009. La situazione peggiore in assoluto è per i giovani il cui tasso di disoccupazione é salito di 1,8 punti percentuali attestandosi al 30,1%, ciò equivale a dire che quasi un giovane su tre in cerca di lavoro non lo ha trovato. A pesare su questo aspetto soprattutto la mancata uscita dal mercato del lavoro degli occupati più adulti, soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, che si ripercuote sul calo dell'occupazione giovanile, anche a causa delle nuove norme pensionistiche varate dal Governo Monti. Anche la componente femminile, però, subisce maggiormente la situazione visto che, a fronte di un contenuto aumento dell'occupazione maschile rispetto ad ottobre e un live calo rispetto all'anno precedente, le donne fanno registrare un calo occupazionale in entrambi i casi, rispettivamente dello 0,4% e dello 0,3%. Dunque il tasso di disoccupazione maschile è pari al 7,6% in diminuzione dello 0,3% nell’ultimo mese e in aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente, mentre quello femminile, pari al 9,9%, è in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto a ottobre e di 0,5 punti rispetto a novembre 2010.
Secondo i dati provvisori dell’Istat, a novembre il tasso di disoccupazione è salito all’8,6%, va male soprattutto per i giovani, infatti, uno su tre in cerca di lavoro non lo trova.
Arrivate con qualche giorno di ritardo a causa del ponte del 25 aprile, le certificazioni della FIMI premiano un solo album e pochi singoli, almeno per quanto riguarda la settimana scorsa, in attesa di capire, invece, cosa succederà con le classifiche ufficiali in uscita venerdì. L'unico album che si merita la certificazione, tra l'altro, non solo è di una band straniera – in un panorama solitamente molto autarchico – ma è anche di qualche anno fa: sono i System of a Down con il loro album "Toxicity", secondo album della band, pubblicato nel 2001, che raggiunge la certificazione di platino, per un totale di oltre 50 mila copie vendute. Tra i singoli sono un po' di più quelli che hanno raggiunto alcuni traguardi – normalità dal momento che i conteggi per questi avvengono conteggiando i download ma anche gli streaming -, partendo da quella che è una vera e propria hit del 2016, ovvero "Andiamo a comandare", la canzone di Fabio Rovazzi che raggiunge il quinto platino (225 mila copie tra download e stream), confermandola come un vero e proprio tormentone che non smette di farsi ascoltare. Stesso discorso vale per "Despacito", la canzone di Luis Fonsi che si avvale della collaborazione di Daddy Yankee, che in questo inizio 2017 ha monopolizzato le classifiche e che questa settimana si appunta al petto il quarto platino.
Luis Fonsi e Rovazzi comandano questa settimana di certificazioni con il quarto e quinto platino per “Despacito” e “Andiamo a comandare”, bene anche Ligabue e Ghali.
Nel 1997 un giovanissimo Niccolò Fabi appariva sulla copertina del suo album d'esordio "Il giardiniere", album che grazie a tre singoli come "Capelli", "Rosso" e "Dica" diedero al cantautore romano i primi consensi, quelli che dopo 20 anni di onorata carriera lo avrebbero portato a essere uno dei cantautori italiani più stimati da critica e pubblico. E 20 anni dopo, Fabi ha annunciato un tour e un album, "DIVENTI INVENTI 1997-2017", per festeggiare questo anniversario, schernendosi non poco in questi giorni in cui ha annunciato varie informazioni, dall'uscita ufficiale, fino alla copertina che per la seconda volta lo vede protagonista in copertina. Non è, Fabi, uno che ama le luci dei riflettori, anzi, per registrare il suo ultimo, bellissimo, album "Una somma di piccole cose" se n'è andato in montagna, ispirandosi al cantautorato indipendente americano, a nomi fantastici, ma che non godono della ribalta, almeno di quella italiana. "Rischio di pippotto autocelebrativo. Pur sfuggendo per quanto posso alla dittatura moderna dei numeri volevo avvertirvi che sto per capitolare di fronte ai festeggiamenti per il ventennale" scriveva nel presentare il progetto che, per quanto riguarda il live, partirà il 28 giugno nella piazza dei Martiri di Carpi (MO), mentre ieri, è dovuto "capitolare" un'altra volta per presentare, appunto, la copertina:
Niccolò Fabi ha presentato la copertina del suo nuovo album, “DIVENTI INVENTI 1997-2017”, che raccoglierà i suoi 20 anni di carriera e per la seconda volta avrà il suo viso in copertina: “Ecco come si perde la lotta contro il compare narciso e la crisi dei cinquantanni”.
Secondo quanto riportato nel corso delle ultime ore dalla CNN, Apple ha ottenuto la registrazione di un nuovo brevetto intitolato "Dispositivi con display flessibile", un nome che fa pensare allo sviluppo di un iPhone pieghevole. Al momento ovviamente è ancora troppo presto per trarre conclusioni e non è facile intuire quale sarà l'obiettivo del colosso di Cupertino con la registrazione di questo brevetto presso l’US Patent and Trademark Office. Dalle prime informazioni emerse in Rete sembra che questo brevetto riguarda uno smartphone con una particolare tecnologia che consentirà di utilizzare un display completamente flessibile. La soluzione sarà simile a quella dei classici flip-phone con l'alternativa di non ci sarà alcuna separazione tra lo schermo e la tastiera fisica. Questo brevetto Apple è stato depositato all’US Patent and Trademark Office nel 2014 ed ora ha ricevuto l'approvazione, quello che possiamo aspettarci è dunque lo sviluppo di un nuovo smartphone a conchiglia rivoluzionario grazie all'utilizzo di pannelli flessibili.
Secondo quanto riportato nel corso delle ultime ore dalla CNN, Apple ha ottenuto la registrazione di un nuovo brevetto intitolato “Dispositivi con display flessibile”, un nome che fa pensare allo sviluppo di un iPhone pieghevole.
Leone di Lernia, il noto cantante demenziale e speaker radiofonico di Radio 105, sarebbe in gravi condizioni ricoverato all'ospedale. Il sospetto che possa trattarsi della solita "zingarata" dello Zoo di 105 è venuto ai più che da anni seguono le avventure di Marco Mazzoli e soci, ma l'ufficio comunicazione di Radio 105, che non ha confermato né smentito, reputa difficile che si possa trattare di uno scherzo. Le trasmissioni del programma sono dunque per adesso sospese, come confermate in un video messaggio anche da Fabio Alisei, sul canale ufficiale dello Zoo. Leone di Lernia, 79 anni ad aprile, aveva pubblicato un video prima dell'operazione in cui se la prendeva per l'ennesima volta contro il suo "rivale di sempre" Marco Mazzoli: Marco Mazzoli non hai capito un cazzo. Anche con questa grossa operazione, Leone di Lernia non morirà mai. Ne resterà soltanto uno! Da Marco Mazzoli è arrivato il primo messaggio che ha messo in allarme i fan:
Leone di Lernia, il noto cantante demenziale e speaker radiofonico di Radio 105, sarebbe in gravi condizioni ricoverato all’ospedale. Mazzoli su Facebook: “Tieni duro vecchiaccio, voglio poterti insultare per altri venti anni”.
"Si stabilisca una volta per tutte se il giudice deve fare il giudice o il ministro. Se vuoi fare il ministro molli la toga e vai a fare il ministro, altrimenti non rompi le scatole a chi lavora: sono stufo, e processo, processo, processo. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora", ha detto sempre in diretta sui social. "Mi mandino a processo, così la decidiamo una volta per tutte se difendere i confini dell'Italia, la sicurezza e l'onore dell'Italia è un crimine oppure un dovere di un buon ministro", ha ribadito. "Non ho più voglia di perder tempo, far perdere tempo agli italiani – ha aggiunto – Nei tribunali ci sono delinquenti veri da processare. Mi mandino a processo. Trovino un tribunale abbastanza grande perché penso che milioni di italiani vorranno farmi compagnia". "Ho agito secondo il mio senso di equità, proprio perché credo nel mio ruolo terzo. E quelli che ora mi attaccano così aspramente per un presunto favore a Salvini, sono gli stessi che giovedì mi ringraziavano. Anche perché la giunta per il regolamento resterà con questa composizione da qui a fine legislatura: vi sembra un vantaggio da poco per la maggioranza? La terzietà non è un elastico che c'è solo quando una decisione conviene a una parte". La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati è stata attaccata per aver preso parte alla votazione sulla convocazione, lunedì 20, della commissione chiamata a dare il primo parere sul caso Gregoretti. Polemiche che Casellati ha respinto definendole "strumentali": "in Giunta – ha spiegato – ho dato alla maggioranza gli stessi numeri dell'opposizione".
Il segretario del Carroccio Matteo Salvini, sul caso Gregoretti, ha chiesto ai parlamentari della Lega di votare a favore del processo: “Mi mandino a processo, così la decidiamo una volta per tutte se difendere i confini dell’Italia, la sicurezza e l’onore dell’Italia è un crimine oppure un dovere di un buon ministro”.
Se lo scioglimento del ghiaccio artico continuerà ai ritmi attuali, entro 35 anni potrebbe sparire il 30 percento degli orsi polari (Ursus maritimus). A lanciare l'allarme è stato il WWF, che ogni anno il 27 febbraio celebra la “Giornata Internazionale dell'Orso Polare”, organizzata per sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma che stanno vivendo questi maestosi plantigradi. La specie è classificata con codice VU (vulnerabile) nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale della per la Conservazione della Natura principalmente a causa dei fattori antropici, che anno dopo anno stanno distruggendo il loro prezioso habitat naturale. Situazione drammatica. Tra i campanelli d'allarme che sottolineano la situazione drammatica degli orsi polari vi sono gli incontri sempre più frequenti con l'essere umano. Basti pensare alla recente invasione di decine di esemplari affamati nei centri abitati dell’arcipelago russo di Novaya Zemlya, nei pressi del Circolo Polare Artico. A causa dello scioglimento del ghiaccio i predatori hanno sempre più difficoltà a cacciare le prede naturali, principalmente foche, e per questo stanno cambiando abitudini alimentari, spingendosi all'interno della terraferma. I depositi di cibo, le discariche e la spazzatura nei cassonetti diventano così fonti alimentari preziose per animali affamati, che non si fanno problemi a entrare nei centri urbani, mettendo in serio pericolo le persone. Non a caso nella città di Belushya Guba, dove sono stati avvistati ben 52 orsi polari, le autorità sono state costrette a dichiarare lo stato di emergenza. Per limitare i rischi di pericolosi contatti, il WWF dal 2006 ha creato le “pattuglie a tutela dell'orso polare”, per allontanare gli animali dai centri abitati senza usare metodi cruenti.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Orso Polare il WWF ha lanciato l’allarme sulla situazione drammatica che stanno vivendo questi plantigradi, minacciati dallo scioglimento del ghiaccio, dall’inquinamento e dai contatti sempre più frequenti con l’essere umano. In base alle stime entro 35 anni potrebbe sparire il 30% degli esemplari.
Cattivissimo me, film uscito nelle sale il 15 Ottobre si contende, dopo pochi giorni di programmazione, il primato al box office con Benveuti al sud e Inception. Nonostante questo film stia riscuotendo un successo internazionale di gradimento da parte di adulti e bambini, riesce, per il momento a conquistare solo il secondo posto del podio dei film campioni di incassi, infatti Benvenuti al sud, con i suoi irresistibili protagonisti, Bisio e Siani è in vetta al box office. Il terzo rivale sembra essere, a parimerito, Inception con Leonardo di Caprio e Step up 3D, film che usa l'arma della danza per coinvolgere lo spettatore. La lotta ai botteghini per "Cattivissimo me" è appena iniziata e a spianargli la strada c'è tutto il filone di quei film d'animazione che riscuotono un grandissimo successo tra il pubblico, primo tra tutti Shrek 4.
Cattivissimo me, a pochi giorni dalla sua uscita sta riscuotendo un buon risultato al box office insieme a Benvenuti al sud.
È purissima (ma non è altissima o Levissima) la dingo Sandy vincitrice del World's Most Interesting Genome competition. Di cosa si tratta? La competizione che certifica l'animale con il genoma più interessante del mondo. E la campionessa indiscussa è stata proprio lei, una dingo nata libera in Australia che porta con sé un DNA affascinante al punto da essere definito un vero e proprio “regalo alla scienza” che rappresenta un caso di studio unico. Chi sono i dingo. I dingo puri (Canis lupus dingo) sono canidi forse asiatici introdotti in Australia circa 5.000 anni fa e che sono a metà strada tra il lupo e il cane domestico, con tratti di cane non domestico. Oggi i dingo puri sono molto rari perché con il tempo si sono accoppiati con altri cani domestici e non. Chi è Sandy. Il suo nome è Sandy Maliki ed è un esemplare femmina di dingo puro che, insieme alla sorella e ai fratelli, è stata trovata nel deserto australiano nel 2014, quando aveva 3 settimane di vita. I cuccioli si trovavano in condizioni critiche, la loro vita era a rischio e i genitori non si trovavano, per questo sono stati presi in affidamento da Barry e Lyn Eggleton. Cosa può dirci il DNA di Sandy. Ma perché il DNA è così importante? I ricercatori spiegano che la sequenza di questo genoma potrebbe rappresentare il primo test in grado di provare la teoria di Darwin secondo cui il processo di domesticazione si dividerebbe in due step: la selezione incosciente come risultato di una non intenzionale influenza umana e la selezione artificiale come risultato di accoppiamenti utili a sviluppare tratti voluti dagli umani. Inoltre, la sequenza del DNA di Sandy potrà aiutare a definire alcuni dei geni responsabili del temperamento e del comportamento che sta alla base del passaggio da cane selvatico a domestico.
Sandy è un esemplare femmina di dingo australiano puro e per questo ha vinto il premio “Genoma più interessante del mondo”: cosa ci dirà il suo DNA.
Gus Van Sant è il regista del drammatico “La foresta dei sogni”, presentato, in concorso, alla 68esima edizione del Festival di Cannes. Il regista ha scelto il premio Oscar Matthew McConaughey per portare sul grande schermo una storia basata sulla potenza dell’amore – che fortifica o distrugge – e il desiderio di morte del protagonista principale. La depressione lo porterà fino ad una foresta misteriosa, ai piedi del Monte Fuji, in Giappone, dove l’uomo si troverà ad affrontare le sue angosce interiori e gli spettri di una relazione in frantumi. Van Sant riprende, quindi, il tema della sua famosa “Trilogia della morte”, ampliandolo e fornendone una versione ancora più cupa e onirica, affidando la sceneggiatura a Chris Sparling. Ad affiancare McConaughey, il regista ha voluto altre due grandi star: Naomi Watts e Ken Watanabe. La pellicola sarà nelle nostre sale a partire dal prossimo 28 aprile. L'amore e la perdita conducono Arthur Brennan all'altro capo del mondo, in Giappone, nella foresta fitta e misteriosa di Aokigahara, nota come “la foresta dei sogni”, situata alle pendici del Monte Fuji – un luogo in cui uomini e donne si recano a contemplare la vita e la morte. Sconvolto dal dolore, Arthur penetra nella foresta e vi si perde. Una volta lì, Arthur incontra Takumi Nakamura, un giapponese che, come lui, sembra aver perso la strada. Incapace di abbandonare Takumi, Arthur usa tutte le energie che gli restano per salvarlo. I due intraprendono un cammino di riflessione e di sopravvivenza, che conferma la voglia di vivere di Arthur e gli fa riscoprire l'amore per la moglie Joan.
Gus Van Sant dirige il premio Oscar Matthew McConaughey in questa film drammatico basato sulla potenza dell’amore, in positivo e in negativo, e il desiderio di morte. L’attore è nei panni di un uomo in piena crisi depressiva che lo porterà fino ad una foresta misteriosa, ai piedi del Monte Fuji, in Giappone, dove si troverà ad affrontare le sue angosce interiori e gli spettri di una relazione in frantumi.
Tre sold out consecutivi all’Arena di Verona, tre serate in cui respirare emozioni, il pubblico entusiasta e presente nonostante la pioggia. Se il buongiorno si vede dal mattino, il “Sesiòn Cubana” World Tour di Zucchero sembra partire sotto i migliori auspici. Il calendario del tour è in costante aggiornamento, con richieste che crescono giorno per giorno. L’artista, infatti, ha affermato: “Certo, il calendario è molto stretto e si suona quasi tutte le sere, praticamente dormo e suono, suono e dormo; ma questo è un tour costoso, e bisogna ottimizzare. Del resto dallo sfizio cubano è nato un progetto, il disco è andato molto meglio del previsto e abbiamo pensato che valesse la pena battere il ferro”. Dopo la tappa veronese è seguito l’incontro con i giornalisti, dove Fornaciari si è dimostrato l’uomo schietto e senza peli sulla lingua, di sempre. Come quando ha affermato: “E basta con questa Volare! L’ho sentita dappertutto, a Papeete e in Nuova Caledonia. Sarà stata rivoluzionaria ma è ormai uno stereotipo, sembra sempre che non abbiamo altro da cantare, in Italia. All’estero siamo pizza, mandolini, spaghetti, mafia e ‘Volare’… possibile che in più di cinquant’anni non ci sia stata un’altra canzone con la quale identificare l’Italia?” Zucchero è entusiasta dei concerti tenuti a Tahiti e in Nuova Caledonia. Hanno soddisfatto la sua ricerca della sfida. L’artista vorrebbe suonare in posti in cui non è mai stato. Per ottobre, infatti, sta organizzando dei concerti anche in Patagonia, Argentina e in futuro anche in Giappone. “Dopo il tour, voglio andare a suonare senza guardare all’aspetto del business e del successo, e ho detto al mio manager: “preparati, hai già guadagnato troppo”. Vado nei posti dove gli italiani non vanno. La tv argentina in autunno girerà uno speciale su di me in Patagonia, stanno organizzando un concerto al ghiacciaio Perito Moreno, in ottobre”. Anche le vacanze saranno caratterizzate dalle note della sua musica: “Non voglio più prender le cose seriamente, da anni pensavo a un viaggio coast to coast negli Usa, poi ci ho riflettuto. Se vado in vacanza, dopo tre giorni mi rompo. Così, la traversata la farò suonando e viaggiando con uno sleeping bus. 35 concerti, suoniamo in quartetto. Me l’hanno messo su senza problemi il tour, laggiù: quando fai due sold out alla Carnegie Hall, ti guardano in modo diverso”. Sui talent show dichiara: “I vocal coach devono morire! A The Voice of Italy tengo d’occhio Veronica De Simone, che fra l’altro è di Massa Carrara”
La prima tappa del Sesiòn Cubana World Tour di Zucchero, all’Arena di Verona, è stata un vero trionfo, con ben tre sold out consecutivi. Durante l’incontro con i giornalisti, l’artista ha parlato del progetto di suonare in Patagonia e Argentina, della sua avversione per i vocal coach e dell’immagine dell’Italia all’estero.
Meghan Markle e il principe Harry sono diventati genitori, il Royal Baby è nato alle 5.26 del 6 maggio come annunciato dal comunicato ufficiale rilasciato poche ore dopo il parto. La notizia è arrivata dopo che nelle ultime settimane erano circolate moltissime indiscrezioni false sul bebè, addirittura si diceva che fosse venuto al mondo all'insaputa di media e sudditi, così che la mamma e il papà potessero vivere un momento tanto emozionante nella più totale privacy. Oggi però quelle voci sono state smentite: ecco tutto quello che c'è da sapere su quello che è stato il parto più atteso dell'anno.
Il Royal Baby è nato ieri a Londra e, a dispetto di quanto si credeva, il parto è avvenuto in ospedale e non in casa. Ecco quanto è costato il “soggiorno” di Meghan Markle nella clinica privata.
È morto dopo due giorni di ricovero in ospedale un operaio impegnato negli ultimi giorni in un cantiere in alta quota. Stando alle informazioni emerse, l'uomo, 52 anni, ha accusato un malore mentre era in attesa dell'elicottero che dal cantiere lo avrebbe riportato a valle: insieme ad altri lavoratori era impegnato a sistemare gli argini di un canale ad alta quota ad alto rischio di dissesto idrogeologico. Da quanto riporta l'Eco di Bergamo, l'uomo lo scorso 8 settembre era in Valle Scura, sopra Branzi, a 1.400 metri di altitudine nelle valli Bergamasche. Proprio quando aveva finito la giornata di lavoro, è stato colto da un malore mentre aspettava con i suoi colleghi l'elicottero che lo avrebbe riportato a valle. Così immediatamente è stato allertato il numero delle emergenze. Sul posto è arrivato l'elisoccorso del 118 decollato da Sondrio che ha trasportato in codice rosso l'operaio in ospedale poco dopo averlo stabilizzato sul posto. I paramedici hanno anche eseguito la rianimazione dal momento che l'uomo era già andato in arresto cardiaco. All'ospedale Papa Giovanni di Bergamo i medici hanno giudicato le sue condizioni molto critiche: il 52enne è morto oggi 10 settembre dopo due giorni di ricovero.
Un operaio di 52 anni è morto dopo essere stato colpito da un malore mentre era al lavoro in un cantiere ad alta quota nelle valli Bergamasche. L’uomo si è sentito male mentre era in attesa dell’elicottero che dal cantiere lo avrebbe riportato a valle. Disperato il trasporto in codice rosso in elisoccorso.
Martin Böttcher è morto. Il compositore tedesco che nel corso della sua lunga e brillante carriera diede vita a numerose colonne sonore di film western e sigle tv, si è spento all'età di 91 anni. Il decesso è avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 aprile, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. Tra i vari progetti di cui si è occupato, il compositore ha anche curato alcune musiche per il poliziesco ‘L'ispettore Derrick‘ con gli attori Horst Tappert e Fritz Wepper nei panni di Stephan Derrick e Harry Klein. Martin Böttcher curò anche alcuni brani della colonna sonora della serie televisiva ‘Il commissario Köster‘ interpretata da Siegfried Lowitz. La passione per la musica è stata una costante della vita di Martin Böttcher. Purtroppo, da piccolo, a seguito di una caduta ha riportato dei danni all'udito, ma ciò non gli ha impedito di trovare conforto nella sua passione. Era ancora un bambino quando ha cominciato a prendere lezioni di piano. Mentre infuriava la Seconda Guerra Mondiale, poi, si è procurato una chitarra e ha imparato da solo a suonarla. Finita la guerra, si è trasferito ad Amburgo dove è entrato a far parte dell'orchestra della Northwest German Radio.
Addio a Martin Böttcher. Il compositore tedesco è morto all’età di 91 anni. Il decesso sarebbe avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 aprile, ma la notizia si è diffusa solo oggi. Nel corso della sua lunga carriera, si occupò della colonna sonora di numerosi film western e serie televisive di successo.
Questa estate è per voi. Voi che negavate il cambiamento climatico. O che negavate fosse stato generato dall’uomo. O che non volevate occuparvene, perché i problemi erano altri. O perché sarebbe stato troppo costoso cambiare abitudini. O perché l’ambientalismo non porta voti. Sono per voi i 1508 incendi di domenica 1 agosto, incendi innescati dall’idiozia e dall’avidità umana, ma propagati dal clima torrido di questa estate incandescente che farà la gioia dei piromani e rovinerà la vita a chi perderà tutto tra le fiamme. Sono per voi i bombardamenti di grandine che hanno distrutto i parabrezza sul tratto di autostrada tra Fiorenzuola e Fidenza, la scorsa settimana, e che è un miracolo non abbiano fatto decine di morti. O le palline di ping pong di ghiaccio cadute ieri in Veneto e Friuli che hanno devastato i raccolti e i vigneti. Per la cronaca, finora ci sono state 386 grandinate dall’inizio dell’estate. Nel 2012 erano state 31, e da allora non hanno fatto che aumentare. Sono per voi i miliardi di danni che hanno causato a quegli agricoltori e a quell'economia che dite di voler proteggere. Sono per voi pure le piogge torrenziali e i fiumi che esondano in Germania, Belgio e Austria e che devastano intere città uccidendo centinaia di persone in poche ore, come la peggiore delle malattie. Sono per voi anche se sono oltre il confine, perché sono a poche centinaia di chilometri da qua, perché arriveranno anche qua e perché sappiamo come avete cementificato l’Italia, costruendo sopra ai fiumi, spesso e volentieri dove nemmeno si poteva costruire. Sono per voi pure gli incendi infernali in Turchia, i 42 gradi in Canada, la Siberia che brucia, il “bootleg fire” californiano che in pochi giorni ha incenerito un’area grande come Roma e Venezia messe assieme, la Groenlandia in cui si sta sciogliendo abbastanza ghiaccio da sommergere la Florida. Tutto per voi, che facevate le battutine sulla ragazzina con l’impermeabile giallo, che era arrabbiata perché non trovava un fidanzato, dietro alla quale disegnavate improbabili complotti. Che applaudivate i gilet gialli che mettevano a ferro e fuoco Parigi contro le politiche ambientaliste di Macron. Che liquidavate la decisione di Donald Trump di abbandonare gli accordi di Parigi con uno sbadiglio. Tutto per voi, che ancora oggi ci raccontate che l’emergenza si chiama immigrazione, che il grande complotto si chiama Green pass, e che il cambiamento climatico non esiste, o non è colpa nostra, o comunque non dobbiamo occuparcene. Voi che fate campagna elettorale sul “sacro diritto di parcheggiare gratuitamente”, come il candidato di centro destra a sindaco di Roma.
Tra i 1508 incendi di domenica 1 agosto e i bombardamenti di grandine che hanno colpito parte dell’Italia, la vera emergenza oggi è il cambiamento climatico ed è tutto per voi, che facevate le battutine sulla ragazzina con l’impermeabile giallo, che era arrabbiata perché non trovava un fidanzato, dietro alla quale disegnavate improbabili complotti.
Le previsioni meteo per domani, domenica 19 luglio, vedono un generale rialzo della pressione che dovrebbe far tornare il sole sul Belpaese, con pochi temporali pomeridiani per lo più concentrati sulle zone montuose, mentre le temperature rimarranno nel complesso al di sotto della norma. Alta pressione che poi da lunedì tenderà a consolidare la sua presenza sulla Penisola, garantendo prevalenza di tempo soleggiato e stabile, con temperature in aumento. Il caldo aumenterà ulteriormente a metà settimana, almeno al Sud e Isole, dove resisterà il bel tempo; al Nord invece tra mercoledì e giovedì è atteso il passaggio di una perturbazione accompagnata da numerosi temporali. Tempo in prevalenza soleggiato su tutto lo Stivale: nuvolosità, specie al pomeriggio, solo all'estremo Sud e zone montuose della Penisola, con isolati rovesci e temporali su Alpi, rilievi della Calabria e zone interne di Sicilia e Sardegna. Temperature massime in crescita, specie al Centro-Nord. Venti per lo più di debole intensità.
Torna l’alta pressione: domenica 19 sole su tutta Italia, salvo gli ultimi temporali tra Calabria e Sicilia (dove è diramata anche un’allerta meteo). Temperature massime in crescita, specie al Centro-Nord, ma caldo ancora senza eccessi.
L'amore tra Kate Middleton e il principe William fa sognare milioni di persone da circa 10 anni, è da quando hanno pronunciato il fatidico sì a Westminster che sono diventati la coppia più amata al mondo e, nonostante il tempo che passa, sono ancora più uniti e affiatati che mai. Ora, però, a mettergli i "bastoni tra le ruote" è un impegno lavorativo a cui prenderanno parte nei prossimi giorni. A poche settimane dall'arrivo del Natale, che quest'anno passeranno a debita distanza dalla regina Elisabetta, i due si ritroveranno a dormire per la prima volta in letti separati dopo anni di matrimonio. Come vivranno questo allontanamento temporaneo?
Kate Middleton e il principe William attraverseranno la Gran Bretagna nei prossimi 3 giorni per salutare i sudditi a poche settimane dal Natale. Viaggeranno a bordo del treno reale e si ritroveranno a dormire in letti separati per la prima volta dopo 10 anni.
850 anni. Provate a scriverlo in lettere: ottocentocinquanta anni. Otto secoli e mezzo. Forse così rende l'idea. Dire che sono tanti in effetti è poco. Questa è l'età che ha raggiunto ufficialmente la cattedrale di Notre Dame a Parigi nel 2013. E sebbene esistano chiese e cattedrali più vecchie di questa, poche sono impresse nell'immaginario collettivo allo stesso modo in cui la facciata gotica della cattedrale parigina si è scolpita nella mente di tutti. Assieme alla Torre Eiffel, Notre Dame è infatti il simbolo pieno della capitale della Francia. E con la sua imponenza e bellezza ne impersonifica magnificamente l'orgoglio. Per questo 850° anniversario sono previsti numerosi eventi attorno a un edificio religioso che accoglie ogni anno 14 milioni di visitatori. La prima pietra di Notre Dame fu posata nel 1163. A partire da quest'anno si calcolano gli anni di vita di una cattedrale che ha impiegato quasi due secoli per essere completata: i lavori sono infatti ufficialmente terminati nel 1345. Anche se gira voce che l'edificio non sia mai stato effettivamente compiuto: sembra infatti che il progetto originale prevedesse in cima alle due torri delle guglie che non furono mai realizzate. Del resto nel corso del suo periodo di costruzione varie volte i lavori furono interrotti o ci furono modifiche o rimaneggiamenti delle parti già compiute; e varie aggiunte sono state fatte nei secoli successivi. Ma quest'opera non ha mai rischiato di non vedere la luce: fu talmente voluta dal vescovo che la ordinò, Maurice de Sully, che fu lui stesso a procurarsi parte dei fondi che occorrevano per la costruzione. In più ebbe il sostegno e l'aiuto concreto di molti artigiani di Parigi che lavorarono come muratori, falegnami e fabbri. La tradizione vuole che la cerimonia per la posa della prima pietra fu così importante che fu il papa Alessandro III a compiere il gesto che diede il via ai lavori. Foto di Georgios Michalogiorgakis Notre Dame de Paris, così come è conosciuta internazionalmente la cattedrale nel mondo, è diventata di per sé l'emblema di tutte le cattedrali dedicate alla Vergine Maria nel mondo: Nostra Signora è infatti il nome con cui si identifica la Madonna. Ma più che altro è diventata di per sé lo specchio dell'anima di Parigi, tanto che è suo il nome che campeggia su uno dei romanzi più famosi della letteratura francese: l'opera di Victor Hugo è una pietra miliare e come tale ha reso famoso il nome della cattedrale. L'edificio gotico è associato indelebilmente al personaggio di Quasimodo, il gobbo di Notre Dame. Il libro è solenne come l'edificio che rappresenta, e non è un caso se le maggiori trasposizioni della storia siano altrettanto epiche: basti pensare al grande musical di Riccardo Cocciante, un successo globale; o i vari adattamenti cinematografici, di cui il più recente in versione a cartoni animati della Disney. Visitare la Cattedrale di Notre Dame a Parigi è un'esperienza che va oltre il fervore religioso: come tutti gli edifici storici di questo tipo la sua bellezza non conosce credo. Già da lontano il suo profilo si delinea splendidamente nel bel mezzo dell'Île de la Cité, l'isola nella Senna che è il cuore stesso di Parigi. Ad accoglierci è la sua straordinaria facciata, che svetta sulla piazza omonima. Le due grandi torri, il rosone centrale, i tre portali: questi sono gli elementi più conosciuti al mondo, ma solo una minima parte di quello che questo capolavoro ha da offrire. Basta avvicinarsi al portale centrale per avere il primo impatto con una maestosa raffigurazione scolpita del Giudizio Universale: prime delle tante sculture che si possono ammirare all'interno e all'esterno della cattedrale. Al di là delle figure religiose, le statue più famose di tutti sono quelle delle chimere e dei gargoyle. Sono entrambe mostruose creature fantastiche: le prime ornano le balconate, le seconde decorano i doccioni per lo scolo dell'acqua piovana. Entrambe guardano Parigi dall'alto, e mentre alcune incutono timore per l'aria minacciosa, altre si pongono pensierose o preoccupate; e quando le osserviamo ci domandiamo su cosa stiano meditando. Foto di Brian Jeffery Beggerly Le campane di Notre Dame sono le protagoniste della cattedrale, e fanno sentire la loro voce a tutta Parigi da secoli. Purtroppo quelle che sentiamo oggi non sono le stesse che hanno sempre allietato i parigini con il loro suono: durante gli anni dei conflitti seguiti alla Rivoluzione Francese alcune furono rimosse e fuse per ricavare metallo per le artiglierie. Le campane hanno tutte un nome e ce n'è addirittura una, Emmanuel, che è la più grande di tutte ed è talmente importante che suona solo nelle occasioni speciali. L'850° anniversario vedrà l'istituzione di un nuovo set di campane che con Emmanuel ritorneranno a cantare la suoneria storica precedente la rivoluzione. La cerimonia di benedizione della campane avverrà il 2 febbraio 2013, il giorno della festa della Candelora, che ricorda la presentazione di Gesù al Tempio. L'arcivescovo di Parigi, il cardinale André Ving-Trois, officerà la cerimonia che raccoglierà migliaia di fedeli, anche per via del Giubileo dei Giovani che si tiene nella città francese. Le campane saranno poi esposte per tre settimane nella grande navata centrale: potranno essere ammirate dai visitatori che passeggeranno in quell'atmosfera allo stesso tempo tetra e magica, nel buio della chiesa illuminata solo dalla luce che penetra attraverso i rosoni e le vetrate policrome. Infine il 23 marzo tutto il nuovo set di campane suonerà per la prima volta per tutta Parigi. Numerosi eventi si terranno per celebrare l'anniversario di Notre Dame. In realtà i festeggiamenti sono cominciati il 12 dicembre 2012 con l'inaugurazione dell'anno del Giubileo e l'apertura della porta per il cammino dei fedeli. Seguiranno funzioni speciali, processioni e concerti di organi durante tutto l'anno: il Giubileo di Notre Dame si concluderà il 24 novembre 2013, e il 10 dicembre si terrà un ultimo concerto per chiudere ufficialmente le celebrazioni dell'anniversario.
È l’anniversario più atteso del 2013 in Francia: uno dei maggiori simboli della capitale raggiunge il traguardo degli otto secoli e mezzo. Sin dal Medio Evo il suono delle campane ha allietato le orecchie dei parigini, mentre l’edificio religioso li guardava dal cuore dell’Île de la Cité. Questo è l’anno migliore per una vacanza in Francia.
Secondo alcuni studi presentati durante il Simposio sui tumori del Seno, tenutosi oggi a San Antonio in Texas, molte donne colpite da tumore al seno potrebbero evitare terapie invasive come l'asportazione dei seni. Secondo quanto affermato da diversi esperti, tra cui Kent Osborne, esperto del Baylor college of medicine, in molti casi è possibile attuare cure specifiche in modo da evitare trattementi aggressivi non necessari. Addirittura due studi affermano che non sia necessario asportare il seno anche se il tumore si è diffuso colpendo altri organi, bastano le cure standard come la chemioterapia e la rimozione del tumore originario.
Secondo alcuni studi presentati al Simposio sui tumori del Seno, tenutosi oggi a San Antonio in Texas, in molti casi di cancro alla mammella è possibile evitare l’asportazione del seno.
Ha parlato il presidente della FIGC, Gabriele Gravina e ha anticipato diversi temi caldissimi che andranno a modificare il mondo del calcio nei prossimi anni. Una riforma, più che una rivoluzione, perchè avverrà in modo graduale e programmatico e che prevede, tra le altre novità, lo studio di una fusione dei campionati di Serie B e di Serie C, per rendere il sistema interamente più sostenibile, oltre alla spinta verso l'utilizzo obbligatorio del Green Pass allargato non solo ai tifosi che vorranno tornare a vivere le partite dal vivo in uno stadio ma anche per gli stessi tesserati. Gravina nell'ultimo Consiglio Federale non si è tirato indietro sugli argomenti che stanno anticipando cosa accadrà dalla prossima stagione, la numero "zero" post Coronavirus, che vivrà di vaccinazioni e riaperture degli impianti. In quali misure e potenzialità, il presidente della FIGC non si è potuto ancora pronunciare perché sarà oggetto di dibattito serrato con le Istituzioni. Di certo, un appoggio alla campagna vaccinale arriverà anche dall'intero sistema calcistico con la richiesta del Green Pass per tifosi e per i tesserati: "La nostra proposta è in linea con quanto prevede il Governo italiano e la Federazione valuterà nell’agevolare la campagna vaccinale. Siamo anche pronti ad adottare provvedimenti di obbligatorietà al vaccino per tutti i tesserati. Potremmo arrivare anche al punto per cui chi non ha il vaccino non potrà svolgere una determinata attività". Il discorso vaccini e green pass va anche di pari passo con la questione riapertura stadi su cui si sta lavorando da tempo con varie soluzioni sul tavolo da valutare e presentare al Governo: "Non ci soddisfa il 50% perché diverrebbe inapplicabile utilizzando un seggiolino sì e uno no, si dovrà studiare un metodo ‘a scacchiera' e l'occupazione dei posti diversa dal solito. Lo abbiamo già fatto presente al Governo".
Il Presidente Gabriele Gravina nell’ultima Assemblea federale si è soffermato sulle principali novità che attenderanno il calcio nei prossimi mesi e non solo: “Stiamo lavorando per un Green Pass obbligatorio sia per tifosi che per tesserati, e per un sistema più sostenibile. Dal 2024 ci potrebbe essere una fusione tra Serie B e Serie C”
Matteo Salvini ha completato il ciclo vaccinale. Lo ha confermato lui stesso ieri a Catanzaro durante la presentazione delle liste elettorali in Calabria, in vista del voto dei primi di ottobre: "Oggi ho fatto la seconda dose di vaccino, posso togliere la mascherina. Sono tranquillo, credo". Il segretario della Lega ha sottolineato anche che "Vaccinarsi è importante", ma anche che "Avere tamponi rapidi e gratuiti per milioni di famiglia è buon senso". Salvini però dimentica che anche una persona vaccinata può trasmettere il virus, come hanno ripetuto in questi mesi diversi esperti. Se è infatti vero che il vaccino protegge nella maggior parte dei casi dalla malattia e dalle conseguenze più gravi come il ricovero o la morte, non protegge invece dal rischio di infettarsi, e cioè dal rischio di entrare in contatto con il virus, che può essere presente in alcune parti del corpo (nel caso del Covid-19 nella parte alta delle vie respiratorie). A quel punto un soggetto trasporta il virus e può anche trasmetterlo ad altre persone. "Vaccinarsi non deve far diventare meno prudenti", ha ricordato lo scorso maggio all'Adnkronos Salute Stefania Salmaso, epidemiologa indipendente delle malattie infettive, perché "Anche chi è vaccinato può, teoricamente, trasmettere l'infezione. Questo può accadere in una piccola percentuale dei casi su cui il vaccino non ha avuto effetto. In queste situazione si può anche acquisire l'infezione e diventare contagiosi". Anche il professor Sergio Abrignani, membro del Cts, ha detto che un ciclo vaccinale completo di vaccino Pfizer "protegge all’88% da malattia grave e morte e tra il 65 e il 90%, secondo gli ultimi dati inglesi, dal rischio di contagiarsi e quindi trasmettere l’infezione". Dipende anche dalla variante, e lo stesso Abrignani ha detto che con la mutazione Alfa, sempre meno diffusa, "una dose protegge al 60-70% da forme severe del virus, con due dosi al 90-95%". La variante Delta è più resistente al vaccino: "Con due dosi si arriva a una copertura dell’85-88%, con una dose invece scende tanto: si ferma intorno al 20-30%", ha spiegato l'immunologo. Secondo il rapporto di sorveglianza integrata Iss sul monitoraggio Covid, diffuso lo scorso 14 agosto, "l’efficacia complessiva della vaccinazione incompleta nel prevenire l’infezione è pari al 62,1%, mentre quella della vaccinazione completa è pari all’82,3%. L’efficacia nel prevenire l’ospedalizzazione, sale all’82,3% per la vaccinazione con ciclo incompleto e al 94,7% per quella con ciclo completo. L’efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all’89,4% per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 97,2% per quella con ciclo completo. Infine, l’efficacia nel prevenire il decesso è pari all’82,3% per la vaccinazione con ciclo incompleto e pari al 96,8% per la vaccinazione con ciclo completo". Quindi seppur molto bassa la possibilità di contrarre il Covid e quindi di contagiarlo c'è sempre, per questo anche una persona immunizzata deve continuare a usare tutte le misure, comprese le mascherine. Le mascherine tra l'altro sono obbligatorie per legge in tutti i luoghi al chiuso, anche in zona bianca, e in zona gialla vanno indossate sempre, all'aperto e al chiuso, in tutte le situazioni, soprattutto in quelle dove più alto è il rischio di assembramenti. Quindi la dichiarazione del leader della Lega è come minimo fuorviante. A Matteo Salvini ha replicato anche l'ex ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina: "Matteo Salvini a Catanzaro: ‘Ho fatto la seconda dose di vaccino, posso togliere la mascherina. Sono tranquillo, credo'. Io credo invece che, come sempre, non abbia capito granché, e messaggi del genere mandino in confusione il cittadino", ha twittato la deputata pentastellata.
Matteo Salvini ha detto di aver ricevuto la seconda dose di vaccino, e ha dichiarato quindi di poter “togliere la mascherina”. Ma il vaccino contro il Covid non protegge al 100%, come qualsiasi altro farmaco, e anche una persona immunizzata può trasmettere il virus, come ripetono da mesi gli scienziati.
Taylor Swift, durante una performance musicale in Missouri, sul palco Saint Louis, ha regalato un momento hot a tutti i suoi fan che apprezzano non solo le sue doti canore. La giovane e avvenente cantante ha simulato la nota scena del film: Quando la moglie è in vacanza, che aveva come protagonista la splendida Marilyn Monroe e il leggerissimo abito bianco, che tutti ricorderanno. La giovane cantante country appena è uscita sul palco, è stata colta da un'improvviso e inaspettato getto d'aria che le ha sollevato l'abito scoprendo le sue beltà.
Durante il concerto delle giovane cantante country, all’improvviso si alza la gonna e scopre il suo lato b.
Il film fortunato di Federico Zampaglione arriva in america e sarà distribuito da una prestigiosissima casa di distribuzione, la IFC. Un epilogo interessante soprattutto dopo l'enorme riscontro avuto dal cantante dei Tiro Mancino in moltissimi festival horror vincendo persino il fantasy award. Abbiamo già in passato parlato di lui, pubblicando anche il trailer di Shadow.
Il secondo film di Federico Zampaglione sbarca negli stati uniti, aveva esordito con Nero Bifamiliare.
Andare in vacanza ormai è diventato un lusso per la maggior parte degli italiani. Solo il 20% potrà infatti permettersi qualche giorno di relax all'insegna del sole e del mare. L'aumento dei prezzi per quanto riguarda trasporti e alloggi cozza con il budget preventivato per le ferie. Si parte da una base di 700 euro ed è quindi fisiologico che gli italiani saranno costretti ad una vacanza breve basata soprattutto sull'economia. A descrivere l'estate tipica degli italiani per il 2011 è Carlo Pileri, presidente dell'Adoc ( associazione dei consumatori ): Sarà un'estate nera per il turismo, solo un quinto degli italiani andrà in vacanza e la maggior parte di questi opterà per viaggi brevi e economici. Sei italiani su dieci soggiorneranno al massimo per una settimana, mentre solo l`1% potrà permettersi quasi un mese di relax. Insomma conti alla mano, il 2011 non promette niente di buono. Forse è per tale motivo che quest'anno c'è stato un boom delle vacanze online rispetto alle classiche prenotazioni nelle agenzie di viaggio. Le famiglie italiane infatti spenderanno in media 200 euro in più per spostarsi e soggiornare nella località turistica prescelta. L'Adoc non si lascia sfuggire i dettagli sull'argomento e puntualizza le spese. Sono soprattutto i traghetti ad aver subito una maggiore impennata sui costi. Si calcola che l'aumento dei prezzi si aggiri intorno al 70 %, circa 230 euro in più rispetto al 2010. Per non parlare poi dei biglietti aerei che costeranno agli italiani 112 euro in più. Lo stesso vale per i treni aumentati del 7%.
Sempre meno italiani possono permettersi vacanze lunghe. L’estate 2011 purtroppo sarà all’insegna del mordi e fuggi a causa dell’aumento dei prezzi per i trasporti e gli alloggi.
Adele è dimagrita. Una delle più grandi voci e dei migliori talenti del panorama musicale degli ultimi anni presto tornerà a farci godere le orecchie, ma la notizia più importante è che lei abbia perso peso. E non è tutto. Le classifiche musicali mondiali presto saranno sconvolte grazie al suo ritorno, ma il fatto che lei forse sia diventata vegetariana e abbia iniziato a fare pilates ha lasciato tutti a bocca aperta. Per non parlare degli indignati, di quelli che “lei ha sempre rappresentato l'orgoglio curvy e ora si è permessa di fare una dieta”. Non c'è da sorprendersi. Il mondo dell'arte, dalla musica, passando per la danza, la recitazione o la pittura, sembra infatti essersi perso per strada. A chi importa del talento? Chi vuole conoscere il significato delle parole? Perché chiedersi quanto impegno ci abbia messo un attore per interpretare un personaggio tanto da meritarsi un Oscar? Ciò che conta è scoprire cosa ci sia nel piatto di Adele, quante ore di pilates faccia alla settimana o se smettere di mangiare carne sia stata davvero la soluzione per perdere, udite udite, 30 chili. A far scattare l'allarme sarebbe stata una fotografia che ritrae la cantante dimagrita. Dimagrita appunto, non anoressica, sbattuta, triste o affamata: dimagrita. Se alcuni non ci trovano nulla di strano nella volontà di seguire uno stile di vita sano costruito su un regime alimentare equilibrato e una moderata attività fisica che, conseguentemente, portano alla perdita di peso, altri hanno gridato allo scandalo. Adele è infatti un'icona della moda del “curvy” e per questo, sempre secondo questi altri, il suo dimagrimento e il suo essersi messa a dieta rappresenterebbe sia uno smacco verso la filosofia curvy sia un obbligo imposto dalle case discografiche perché, si sa, se “non sei magro non sei nessuno e non piaci alla gente” (che tristezza). Ce lo hanno dimostrato anche in Italia personaggi come Tiziano Ferro, che, spinto da Mara Maionchi, avrebbe perso 40 chili, o Arisa, passata da caricatura di sé stessa ad affascinante, e dimagrita, artista. Si direbbe che le regole dello showbiz siano ferree: niente ciccia se vuoi diventare una star. Ma la colpa di chi è? Nostra. Siamo noi che compriamo le riviste scandalistiche nella speranza di trovare le cellulite nelle star, che godiamo nel vedere ingrassate le cantanti in gravidanza, che cerchiamo ossessionati quale dieta abbia seguito quel vip che è dimagrito. Il nostro comportamento compulsivo per la vita privata dei personaggi famosi ci spinge in un circolo vizioso a causa del quale noi non siamo contenti del nostro aspetto fisico che mettiamo in paragone con quello delle star, a loro volta obbligate ad essere ossessionate dall'apparenza per far felici noi che, altrimenti, non andremmo ai loro concerti.
Adele finalmente torna con un nuovo disco, ma ciò che interessa di più è che sia dimagrita. Perché siamo ossessionati dall’aspetto fisico dei personaggi famosi?
Parole dure e aspre quelle del Premier Silvio Berlusconi, pronunciate sul palco della festa di Atreju di Azione Giovani. Si scaglia contro i giudici e le intercettazioni sul caso Tarantini-Lavitola, dichiarando che c’è la necessità di “cancellare lo strapotere dei giudici” e continua il suo discorso, affermando di non temere le inchieste che si stanno svolgendo su di lui. Il Premier esprime, in questa occasione, tutto il suo disappunto verso la magistratura italiana, dichiarando che “oggi il potere sovrano non è più nelle mani dei cittadini, ma dei magistrati” e che per questo motivo non si può restare con le mani in mano, ma é necessario agire affinché si porti avanti “la riforma dell’architettura dello Stato”. E in merito alle intercettazioni, che considera vere e proprie persecuzioni dei magistrati nei suoi confronti, il Primo Ministro dice che non c’è niente di male a parlare a telefono e lasciarsi andare a sfoghi liberi e che, se tali conversazioni private vengono spiate dalla Magistratura, allora si è in presenza di un “paese senza privacy, dove le conversazioni sono ascoltante e anche sfornate sui giornali” e che per questa ragione l’Italia “non è un paese completamente libero”. Berlusconi afferma, inoltre, di voler rimanere a Governo fino alla fine della legislatura, per cambiare l’Italia che definisce “il paese più bello del mondo”, anche se, in questi giorni, secondo un’intercettazione, Berlusconi voleva andare via da questo "paese di merda", riferendosi, appunto, all'Italia. Il Premier intende candidare Angelino Alfano a Palazzo Chigi e al Quirinale Gianni Letta, e afferma, con decisione, di non voler interrompere anticipatamente la legislatura con un Governo tecnico. Per quanto riguarda i poteri conferiti al Governo, Berlusconi dichiara che il sistema “non dà nessun potere a chi è alla testa del governo”: quest'ultimo, per così dire, ha solo la possibilità di “suggerire al Parlamento dei disegni di leggi”. Berlusconi è stato fortemente contestato dal collettivo studentesco “Senza tregua”, che si è presentato a Atreju con uno striscione sul quale c’era scritto “Berlusconi la merda sei tu. Via da questo paese”.
Il Premier si scaglia contro le toghe e cancellare lo “strapotere” di cui godono, dichiarando di voler restare a Governo fino a fine legislatura. Per il futuro candida Alfano come Premier e Gianni Letta al Quirinale.
“La musica è come la vita, si può fare in un unico modo: insieme.” Parole capaci di curare e ferire allo stesso tempo, in questo periodo in cui il dolore si mescola al rancore più disumanizzato. Come questo 2020 che ogni giorno ci strappa a morsi un pezzo di cuore, di sogni da mettere in borsa, del noi più spensierato. Come quella sofferenza che il Maestro Bosso non ha mai nascosto, vestendola di dignità, eppure sapeva trasformarla in forza e luce. Quella migliore, lavata da pietismi e compassione. Un ennesimo scherzo, o ingiustizia, o bastardata. Un accanimento di questo anno che ancora una volta pretende di insegnarci la fragilità umana, come se non ce lo ricordassimo abbastanza. Eppure Bosso di fragile aveva poco, ma tantissimo di delicato: in ogni gesto mosso nell’aria con bacchetta e mani a disegnare note e speranze, con eleganza, resilienti come fiori tra le crepe dell’asfalto. Se c’è una cosa che non sopporto è la glorificazione del disabile in quanto tale: “sei un grande, non so come fai, ti stimo!”. Ezio Bosso non ha mai smesso di ricordare al mondo di essere un disabile visibile in mezzo a troppi disabili invisibili, ché l’empatia è un impegno e non un lusso e mica in tanti lo sanno mantenere. “Per me la morte non esiste, è solo parte della vita”. Ecco, così sarà lui, immortale come quella musica sempre estranea alle catene della malattia, perché tanto ha insegnato e tanto, di certo, continuerà ad unire. In quell’ottimistico “insieme” che non smetterà di dirigere.
Delicato, non fragile. Questo era Ezio Bosso, al di là di ogni pietismo e di ogni compassione per la sua disabilità. Un uomo ottimista e positivo anche verso la morte, “una parte della vita”. A cui la musica, immortale, sopravvivrà per sempre. Assieme alla libertà di un uomo che non si è mai arreso.
Siamo riusciti a trovare il nuovo trailer di Eclipse, il secondo, grazie agli sforzi pionieristici di Oprah. Ieri durante il suo show la conduttrice ha ospitato in collegamento Dakota Fanning, che ha lanciato l'ultimissimo trailer del terzo capitolo della saga lunare vampiresca, Eclipse. Dalle immagini sembra che Edward (Robert Pattinson) e la sua famiglia si scontreranno presto con un'armata di vampiri proveniente da Seattle, per sconfiggerli chiederanno aiuto ai lupi che da sempre li controllano a Forks. Intanto Bella (l'ormai famosa Kristen Stewart) è minacciata dal ritorno di Victoria. Buona Visione! Ambra Zamuner
Per voi in esclusiva il secondo trailer di Eclipse.
In questi giorni i militari statunitensi e alleati hanno lasciato l'aeroporto militare di Bagram, in Afghanistan. La partenza delle truppe dalla base situata a pochi chilometri dalla capitale simboleggia la fine della presenza statunitense nell'intero Paese dopo più di 20 anni di permanenza, ma lascia delle tracce digitali che rimarranno anche dopo che la totalità delle forze alleate avranno lasciato l'Afghanistan: decine di palestre di Pokémon Go lasciate incustodite. La storia del rapporto tra Pokémon Go e i territori dell'Afghanistan l'ha raccontata la testata Stars and Stripes attraverso le testimonianze dei militari partiti di recente, che nel corso della loro missione nel Paese dell'Asia meridionale si sono dovuti reinventare una nuova quotidianità in un territorio a sconosciuto. Proprio il gioco in realtà aumentata sviluppata da Niantic ha contribuito a dare loro un senso di normalità nel corso degli ultimi anni, mandandoli alla ricerca di Pokémon rari e conquistando virtualmente i luoghi del territorio attraverso il meccanismo delle palestre. In Pokémon Go le palestre sono edifici virtuali presenti in luoghi fisici; lo smartphone può inquadrarle con la fotocamera, ma nella realtà appaiono come fontane pubbliche o altri punti di interesse. Chiunque può conquistare una palestra vuota in Pokémon Go, e per farlo basta occuparle con uno dei Pokémon in proprio possesso diventando allenatore ufficiale di quella palestra. A quel punto il titolo resta comunque contestabile da qualunque altro giocatore che si rechi nei pressi del luogo abbinato: nella sfida si fa lottare uno dei propri Pokémon con quello messo a guardia della palestra; se si esce vittoriosi dallo scontro, la palestra passa di mano e viene abitata dal Pokémon che ha vinto lo scontro.
La partenza delle truppe statunitensi dal Paese dell’Asia meridionale lascia delle tracce digitali che rimarranno anche dopo che la totalità delle forze alleate degli USA avranno lasciato l’Afghanistan: decine di palestre di Pokémon Go lasciate incustodite e altrettanti Pokémon rimasti a custodirle.
In un'intervista al Daily Mail, Yoko Ono ha insistito che non è stata lei la responsabile della rottura dei Beatles avvenuta nel 1970. Per anni, media e fan dei Fab Four hanno speculato su come la compagna di John Lennon fu una delle ragioni principali per cui la band si sciolse. Ma nell'intervista ha sostenuto che lei non avrebbe mai potuto avere un'influenza tale sul gruppo di Liverpool per arrivare a causarne la spaccatura. "I Beatles erano un gruppo composto da quattro personalità molto complesse, e la mia piccola mano non poteva spezzarle. Si sciolsero perché avevano raggiunto la fine, ma l'hanno in modo da creare tutti qualcosa di meravigliosi per il futuro", ha detto. La band si sciolse ufficialmente quando Paul McCartney – di cui è stata chiarita la leggenda della morte recentemente – intentò una causa nel 1970 per terminare il sodalizio. Gli aspetti legali, prima di essere risolti nel 1975, sono stati a lungo vagliati. A quarant'anni dall'evento che scosse il mondo della musica, Yoko Ono, che ha detto che Lady Gaga piacerebbe a John Lennon, ha rivelato che il rapporto con il bassista dei Beatles è ormai ritornato ad essere sereno: "Paul ha un lato molto dolce e io e lui abbiamo fatto la nostra pace", ha detto la donna 77enne. "Siamo entrambi partner commerciali per la Apple, e si parla e le cose vanno bene tra di noi". C'è da dire che sono diversi i siti web, i libri, i film, i documentari,gli articoli e le interviste registrate che spiegano dettagliatamente la scissione dei quattro baronetti di Sua Maestà. In una conversazione registrata con la rivista Rolling Stone dopo lo scioglimento, John Lennon disse che era obbligato a scegliere tra la moglie e la band e scelse Yoko. "Mi sembrava di dover essere sposato con loro o con Yoko. Ho scelto Yoko e ho avuto ragione." Lennon rivelò il suo risentimento la presa in consegna della band da parte di McCartney dopo la morte del loro manager Brain Epstein nel 1967. "Paul voleva che ci sentissimo grati per quello che aveva fatto, per mantenere i Beatles in vita. Ma quel che faceva, lo faceva solo per sé. Non ha lottato per causa mia, ma per sè".
“I Beatles erano un gruppo composto da quattro personalità molto complesse, e la mia piccola mano non poteva spezzarle,” ma diverse sono le interviste e i siti web che dicono il contrario.
In un'emozionante testimonianza a "Oggi è un altro giorno", il programma di Rai 2 condotto da Serena Bortone, Tullio De Piscopo, batterista e figura di riferimento del neapolitan power ha parlato della sua malattia, della scoperta del tumore al fegato e del pensiero di andare in Svizzera per farsi praticare l'eutanasia. De Piscopo è uno dei musicisti napoletani più importanti di questi ultimi decenni, le sue percussioni e il suo ritmo sono stati spina dorsale di quello che si definisce neapolitan power, ovvero il suono che ha caratterizzato Napoli tra gli anni 70/80 modificandosi e arricchendosi anche negli anni successivi. Autore di successi come "Stop Bajon" e "Andamento lento", oltre alle collaborazioni con Pino Daniele e James Senese, De Piscopo si è raccontato a Bortone, parlando del successo delle sue canzoni, ma lasciandosi anche andare a una testimonianza privata, di dolore, ma anche di orgoglio e coraggio. Parlando del tumore che gli era stato diagnosticato, ha spiegato di averlo scoperto per caso, andando a trovare un amico in un reparto di oncologia e trovando un medico fan che gli ha fatto fare dei controlli. Poi il musicista ha raccontato: "Ho avuto paura di morire, anon volevo dare fastidio a nessuno avevo deciso di andare in Svizzera per l’eutanasiaPerò a un certo punto ho detto ‘Non sono pronto' io non voglio morire, non sono pronto voglio veder crescere i miei nipotini, non sono pronto: ‘Dove sei, ti stanerò, ti ammazzerò', gli ho detto, e piano piano ho cominciato a combattere. Mi ricordo che Giusy mi aveva accompagnato, la vedevo da lontano che parlava al telefono e pensavo che sicuramente stesse parlando con Micaela, mia moglie e volevo gridarle di non dire niente, ma non usciva una parola".
In un’emozionante testimonianza a “Oggi è un altro giorno”, il programma di Rai 2 condotto da Serena Bortone, Tullio De Piscopo, batterista e figura di riferimento del neapolitan power ha parlato della sua malattia, della scoperta del tumore al fegato e del pensiero di andare in Svizzera per farsi praticare l’eutanasia.
Nel 1964, è balzato all’onore delle cronache grazie al ruolo di Bert, lo spazzacamino nel film cult Disney “Mary Poppins”, dove recitava accanto alla straordinaria Julie Andrews. Dick Van Dyke, nello stesso film, aveva anche il ruolo del Signor Dawes, l’anziano presidente della banca, ma l’attore ha girato altri 19 film, 17 tra serie e film tv ed è riuscito a portare a casa 1 Tony Award, 1 Grammy e 5 Emmy. Van Dyke è nato a West Plains, nel Missouri, il 13 dicembre 1925, ma è cresciuto a Danville, in Illinois. Sin da piccolissimo, si dilettava in spettacolini di magia e mimo, prendendo parte a molte recite scolastiche, ma fu la passione per le pellicole di Stanlio e Ollio a spingerlo a dedicarsi alla recitazione. A 18 anni, però, Van Dyke si arruolò nell’Aviazione degli Stati Uniti, durante il secondo conflitto mondiale. Tuttavia, anche durante il servizio militare, Van Dyke tenne alcuni spettacoli e lavorò in radio. Tornato a Danville, crea un gruppo comico con l’attore Phil Erickson e, giovanissimo, sposa la fidanzata Marjorie Willet, durante un programma radiofonico. Nel 1956, Van Dike firma un contratto con la CBS, prendendo parte prima al “The CBS Cartoon Theather” e poi nel notiziario “CBS Morning Show”. Nel 1958, lascia al CBS e nel 1960 partecipa ad un episodio della serie tv “Alfred Hitchcock Presenta” e, nello stesso anno, approda a Broadway con il musical “Bye Bye Birdie”, con Chita Rivera. Lo spettacolo fu un enorme successo e fece vincere a Van Dyke un Tony Award. Grazie al musical, l’attore fu notato da Carl Reiner che lo volle per la serie tv “The Dick Van Dyke Show”, una sitcom incentrata sulle vicende domestiche di Rob Petrie (Van Dyke), sceneggiatore di uno show televisivo prodotto a Manhattan, “The Alan Brady Show”. La serie va avanti per 158 episodi, dal 1961 al 1966, diventando un vero e proprio cult. Per il ruolo di Petrie, Van Dyke ha vinto ben tre Emmy Awards. L’attore entra nel mondo del cinema nel 1963, grazie al film “Ciao, Ciao Birdie”, di George Sidney, trasposizione del musical di successo in scena a Broadway. L’anno dopo, però, la popolarità Van Dyke esplode grazie a “Mary Poppins”, straordinario blockbuster, con Julie Andrews, vincitore di 5 Oscar. Van Dyke ha il doppio ruolo di Bert, lo spazzacamino, ballerino e cantante e del Signor Dawes, l’anziano presidente della banca. Il film è un trampolino di lancio enorme e gli permette di girare tante altre pellicole come “La signora e i suoi mariti”(1964), “L’arte di amare”(1965), “Il comandante Robinson Crusoe”(1966), “Divorzio all’americana”(1967), “Citty Citty Bang Bang”(1969) e “The Comic”(1969). Gli anni ’70 si aprono con la serie tv “Le pazze storie di Dick Van Dyke”(1971-1974) e poi sono proseguiti con i film per il grande schermo “Una scommessa in fumo”(1971) di Norman Lear, “Tubby the Tuba”(1975) di Alexander Schure e “Uno strano caso di omicidio”(1979) per la regia di Stanley Kramer. Successivamente, riscuoterà molto successo anche col film tv “The Morning After”, per il quale viene nominato agli Emmy, e con 13 speciali di varietà intitolati “Van Dyke and Company” e con gli spettacoli “Damn Yankees”. Nel 1982 vince il suo quinto Emmy con lo speciale della CBS “Wrong Way Kid”, del 1982.
Dick Van Dyke è, e sarà, per sempre Bert, lo spazzacamino del cult Disney “Mary Poppins”, del 1964. Il 13 dicembre compie 90 anni, ma in tutti questi anni non è rimasto assolutamente imprigionato in quel ruolo, anzi, ha girato altri 19 film, 17 tra serie e film tv e, negli anni ’90, è tornato alla ribalta proprio grazia alla serie tv “Un detective in corsia”.
Il test di Medicina 2019 si è concluso: più di 68mila candidati hanno sostenuto il quiz a risposta multipla per aggiudicarsi uno degli 11.568 posti messi a disposizione per accedere alle facoltà di medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria. Ora che il test è terminato, c'è attesa per la pubblicazione dei punteggi e della graduatoria. Ma come si calcola il punteggio minimo? Qual è il punteggio minimo e massimo? Ecco tutto ciò che c'è da sapere sul punteggio al test di Medicina 2019 in attesa della pubblicazione della graduatoria sul sito Universitaly. Quando si parla di punteggio minimo per entrare alla facoltà a numero chiuso di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria si intende il punteggio più basso dell'ultimo candidato in posizione utile in graduatoria. Per cui questo dato cambia di anno in anno. Tuttavia, tra le novità introdotte dal Miur per il test di Medicina 2019, nel decreto per il test d’ingresso è stato stabilito un punteggio minimo per entrare in graduatoria: per essere considerati idonei e giocarsi la partita, è necessario acquisire almeno 20 punti. Altrimenti, si è esclusi automaticamente dalla graduatoria nazionale. L'anno scorso, ad esempio, secondo dati di AlphaTest, il punteggio minimo per entrare dell'ultimo candidato nella prima graduatoria pubblicata dal Miur era pari a 43,2. Dunque, non è detto che i punteggi minimi dell'anno scorso saranno validi anche per il test di medicina 2019. Ecco, però, una carrellata di punteggi minimi ottenuti negli ultimi 5 anni che possono aiutare i candidati del test di Medicina 2019 a farsi un'idea: La situazione, poi, varia anche a seconda delle Università scelte. Come si vede sempre dall'analisi di Alpha Test, gli atenei dove il punteggio minimo è più basso, e quindi, c'è un rapporto tra iscritti e posti vantaggioso, sono storicamente Catanzaro, Messina, Sassari, Molise e Cagliari. Le università più ostiche nel 2018 sono state invece Milano Bicocca, dove il punteggio minimo è stato di 54,9, Pavia (51,6) e Bologna (51,5). Il test di Medicina 2019 si svolgerà martedì 3 settembre a partire dalle ore 11:00 in tutta Italia. I circa 68mila candidati avranno 100 minuti di tempo per rispondere alle 60 domande a risposta multipla di cui si compone la prova e che sono state scelte direttamente dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Come annunciato sempre dal Miur nel bando del test, pubblicato lo scorso 1 aprile, gli aspiranti camici bianchi dovranno rispondere a 10 quesiti di logica, 12 quesiti di cultura generale, 18 quesiti di biologia, 12 quesiti di chimica, 8 quesiti di fisica e matematica. Le domande saranno valutate nel modo seguente:
Come calcolare il punteggio minimo del test di Medicina 2019? I 68mila candidati che martedì 3 settembre hanno affrontato la prova per entrare nella facoltà a numero chiuso di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria hanno risposto in 100 minuti a 60 domande a risposta multipla. Il punteggio massimo ottenibile è 90, quello minimo, cioè il più basso dell’ultimo candidato in posizione utile in graduatoria, varia di anno in anno. Tuttavia, il Miur ha stabilito che per essere considerati idonei e giocarsi la partita, è necessario acquisire almeno 20 punti.
Meghan Markle è entrata a far parte della Royal Family solo da qualche mese ma, nonostante ciò, aspetta già il suo primo figlio dal principe Harry ed è già amatissima in ogni parte del mondo, tanto da riuscire a fare concorrenza alla cognata Kate Middleton. Da pochi giorni è tornata dal tour ufficiale dell'Australia, fatto in compagnia del marito, e sono moltissimi quelli che sono rimasti incantati di fronte ai suoi impeccabili look premaman. Volete sapere quanto ha speso per essere tanto elegante? Ben 150.000 euro. Meghan Markle è l'attrice americana che lo scorso maggio ha sposato il principe Harry e da allora la sua vita è cambiata, visto che è diventata principessa. Fino a qualche giorno fa era con il marito in Australia per il tour ufficiale del paese e, oltre a mettere per la prima volta in mostra il pancino, ha anche incantato tutti con la sua eleganza. La Duchessa ha infatti sfoggiato i look più svariati, per la precisione 30 in 16 giorni, tutti griffati e personalizzati, arrivando a cambiarsi tre volte in meno di 24 ore.
Meghan Markle è tornata da pochi giorni dal tour dell’Australia e ancora oggi non si fa altro che parlare degli splendidi look che ha sfoggiato. Tra tubini bianchi, abiti hippie e outfit bon-ton, ecco qual è il valore del guardaroba australiano della principessa.
Luca Dirisio dopo i continui litigi con Eleonora Brigliadori inizia una nuova battaglia personale con Nina Moric sull'Isola dei Famosi, ma stavolta i toni sono molto più accesi. Il gruppo dei Famosi ha vinto una teglia di lasagna nella prova premio settimanale. Tutti i naufraghi hanno mangiato con gusto il piatto prelibato, si sa sull'Isola dei Famosi piatti del genere non sono solo rari ma unici. L'unica che ha deciso di non mangiare la lasagna è stata Nina Moric. I compagni di viaggio della croata si sono chiesti il motivo del gesto e l'ex di Corona ha risposto dicendo di non riuscire a mangiare perchè è dispiaciuta per il gruppo dei Parenti di che ultimamente non si nutre bene. Per Luca Dirisio queste parole sono la goccia che fa traboccare il viso, il cantante comincia ad accusare la Moric: "Sei una finta buonista. A me di te non me ne frega niente ma statti zitta, tornate in Romania dove sei nata". Gli altri Famosi cercano di calmare gli animi ma i due continuano il loro battibecco anche sulla barca che li riporta sulla mala suerte. Finito il primo round sull'Isola dei litigiosi comincia il secondo, ma stavolta le offese volano a distanza. Nina Moric si sfoga con Eleonora Brigliadori e l'attrice, che non nutre simpatie nei confronti di Luca, difende la modella: "Ignoralo. Fa il galletto, ma non è nessuno". La croata parlando con Eleonora continua ad offendere, in maniera pesante, il cantante: "Forse Luca è gay e frustrato, si vuole fare Thyago ma non ce la fa e allora se la prende con me". Contemporaneamente Dirisio parla della lite con Giorgia, Raffaella e Magda: "Non mi deve rompere i co… sindacando sulla mia vita. Se era un uomo le avrei messo le mani in faccia".
Luca Dirisio e Nina Moric continuano a litigare e si lanciano offese pesanti all’Isola dei Famosi 8.
A un'annata controversa da chiudere al meglio, con il Capodanno a Civitanova Marche per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto, ne segue un'altra che si apre con la partecipazione al Festival di Sanremo per Gigi D'Alessio. Il cantante napoletano, infatti, sarà uno dei Big che gareggeranno sul palco dell'Ariston per succedere alla vittoria degli Stadio e sperare di poter inserire nella sua collezione di Premi anche questo. Nonostante su quel palco, infatti, D'Alessio abbia costruito un pezzo di carriera lanciando canzoni che sono rimaste dei must del suo repertorio, come "Non dirgli mai" e "Tu che ne sai", il cantante non ha mai vinto la competizione e il 2017 potrebbe essere l'anno buono. Un anno buono per mettersi alle spalle le polemiche extramusicali che lo hanno inchiodato alle prime pagine nei mesi scorsi e per tornare a macinare vendite e musica, dopo il progetto "Malaterra". Ovviamente non poteva non festeggiare ringraziando Carlo Conti, subito dopo l'annuncio e regalare ai fan anche la data dell'uscita del nuovo album, che sarà nei negozi due settimane dopo la fine della competizione, aspettando che passi l'ingorgo di uscite festivaliere e nella speranza di prendersi anche un primo posto. Sul palco dell'Ariston ci andrà con "La prima stella", pezzo ideale, per lui, per questo Sanremo, in cui è stato anche super ospite e in cui festeggerà i suoi 50 anni (il 24 febbraio è anche il giorno del suo compleanno) e i 25 di carriera
Gigi D’Alessio è uno dei Big che parteciperà al prossimo Festival di Sanremo con la canzone “La prima stella”: su Facebook ha voluto esprimere la sua gioia, specificando che festeggerà così i 50 anni e i 25 di carriera.
In esclusiva su Fanpage.it il trailer ufficiale del film L'Immortale, di e con Marco D'Amore, che uscirà al cinema il 5 dicembre 2019, una produzione Cattleya, parte di ITV Studios, con Vision Distribution in collaborazione con Sky, TimVision e Beta Film. Esordio alla regia del noto attore casertano, la pellicola è un nuovo capitolo legato a Gomorra la serie, che farà da anello di congiunzione tra la quarta e la quinta stagione, pur non essendo né un prequel né un sequel. Il punto partenza è uno solo: Ciro Di Marzio è vivo. Il trailer (clicca qui per vederlo) è la risposta alla domanda che più ha tormentano i fan della serie e fa tornare a galla il suo corpo, dopo l'annegamento nelle acque del golfo di Napoli, insieme alla sua intera esistenza. Il personaggio di Ciro Di Marzio, reso celebre dalla seguitissima serie Sky e dato per morto al termine della terza stagione per mano dell'amico fraterno Genny Savastano (interpretato da Salvatore Esposito), tornerà in questa opera prima cinematografica e poi, presumibilmente, proprio in Gomorra 5, prodotta da Cattleya e Fandango in collaborazione con Beta Film. Avevamo lasciato Ciro Di Marzio, al termine della terza stagione di Gomorra, mentre affondava nelle acque del Golfo di Napoli, dopo essere stato colpito dal proiettile partito dalla pistola di Genny Savastano, accompagnato dalla sua stessa voce che in qualche modo scandiva la sua fine : “Nella vita non devi avere paura di niente, nemmeno di morire”. Adesso, invece, nel trailer ufficiale de L'Immortale si vede il corpo di Ciro vivo su una barella, smunto e con i segni dei punti di sutura sul collo, mentre un’altra voce fuori campo, che sembra quella di Don Aniello (altro personaggio storico di Gomorra) sentenzia: “Allora è vero quello che si dice, l’Immortale non lo uccide nessuno”. E sarà proprio Don Aniello ad offrirgli una vita diversa lontano da Napoli, dicendogli "Ti posso regalare una vita nuova" e aprendo la trama a uno scenario completamente inaspettato. A questo punto, la narrazione della storia di Ciro Di Marzio segue due linee di racconto principali: l’infanzia del piccolo Ciro, interpretato dal talentuoso Giuseppe Aiello, e la sua educazione criminale e sentimentale nella Napoli degli anni 80. Da qui, si apre la nuova vita dell’Immortale nell’Est Europa, dove lo ritroviamo alle prese con il business criminale di Riga, in Lettonia, con un temibile boss della mafia russa. E il finale del trailer è come il riavvolgimento di un nastro che riparte dallo stesso punto: “Non ho paura di morire perché io sono già morto” dice Ciro Di Marzio, che avanza tra le fiamme dell'ennesima guerra altrui che ormai è diventata anche la sua.
In esclusiva su Fanpage.it il trailer ufficiale del film L’Immortale, di e con Marco D’Amore, che uscirà al cinema il 5 dicembre 2019. Ciro Di Marzio è vivo, riemerge dalle acque del Golfo di Napoli e viene trasportato su una barella verso un nuovo capitolo della sua esistenza. Da qui, la narrazione si divide tra l’infanzia del piccolo Ciro, interpretato dal talentuoso Giuseppe Aiello, la sua educazione criminale e sentimentale nella Napoli degli anni 80 e il nuovo business criminale in Lettonia, alle prese con un temibile boss della mafia russa.
Negli ultimi anni le sopracciglia hanno subito una vera e propria rivoluzione: se prima si portavano sottili e fini ora il trend vuole sopracciglia con le caratteristiche opposte spesse e folte. Da quando Cara Delevingne è diventata un'icona insieme alle sue sopracciglia folte e naturali l'arcata sopracciliare selvaggia è diventata un vero e proprio must. Niente più linee super definite e precise, le sopracciglia sono ribelli, estremamente maturali e anche con qualche pelato fuori posto. Sì al naturale ma deve essere ricercato: le sopracciglia incolte rischiano di rovinare tutto il look, mentre se è studiata ad hoc può rendere lo sguardo sexy e misterioso. Nell'ultimo periodo però, abbiamo assistito a un ritorno alla definizione e anche le star puntano su prodotti utilizzati per riempire le sopracciglia e ottenere l'arcata perfetta. Il trend per la primavera estate 2015 vuole sempre sopracciglia folte e ad effetto nature, ma invece che scompigliate e selvagge ritorna una certa precisione. Le linee sono perfette e create in perfetta armonia con il viso, i peli sono disciplinati con i gel i buchi riempiti con polveri e matite.
Il nuovo trend per le sopracciglia le vuole definite e scure: l’arcata sopracciliare rimane folta ma diventa più precisa e disciplinata. Ecco i look delle star e i prodotti da provare!
Raggiante. Non ci sono altre parole per descrivere Chiara Ferragni nel giorno del suo matrimonio con Fedez. Nel suo incantevole abito bianco firmato Dior Haute Couture e disegnato appositamente per lei da Maria Grazia Chiuri la blogger più famosa del web si è trasformata in una vera principessa, incantando non solo. Ad accompagnare l'abito da sogno indossato per la cerimonia, un incantevole beauty look firmato ovviamente Manuele Mameli, il suo make up e artist e hair stylist di fiducia, che ancora una volta l'ha saputa valorizzare al meglio. Raggiante. Non ci sono altre parole per descrivere Chiara Ferragni nel giorno del suo matrimonio con Fedez. Nel suo incantevole abito bianco firmato Dior Haute Couture e disegnato appositamente per lei da Maria Grazia Chiuri la blogger più famosa del web si è trasformata in una vera principessa, incantando non solo. Ad accompagnare l'abito da sogno indossato per la cerimonia, un incantevole beauty look firmato ovviamente Manuele Mameli, il suo make up e artist e hair stylist di fiducia, che ancora una volta l'ha saputa valorizzare al meglio. Essenziale ed elegante. Il trucco scelto da Chiara per la cerimonia è minimal e leggero e scopriamo tutti i segreti del trucco sposa direttamente da Instagram, dove Manuele Mameli ha condiviso i prodotti utilizzati per realizzare il make up. La parola chiave è luminosità, ed è tutta firmata Lancôme: primo step la maschera occhi che dona brillantezza istantanea e nasconde i segni di stanchezza dopo la notte di festeggiamenti pre – matrimonio, poi si passa alla pelle, idratandola e illuminandola con il Prep & Hydrate. Per il make up viso una base leggera realizzata con un velo di BB Cream Hydrazen e un tocco di correttore Teint Idole Ultra Wear, sempre del brand francese, proprio come il mascara che ha incorniciato lo sguardo, il gettonatissimo Monsieur Big, e sulle labbra un gloss rosato, l'Absolu Gloss Sheer n. 222. Il risultato è un make up estremamente sofisticato e raffinato, in perfetta armonia con i dettagli della cerimonia. Per la festa Chiara sceglie di cambiare look, indossando un abito più grintoso e sbarazzino sempre firmato Dior Haute Couture: il secondo abito da sposa di Chiara Ferragni è in tulle ed è ricoperto dei dettagli più significativi della loro storia d'amore, dal testo della canzone con cui Fedez ha chiesto a Chiara di sposarlo a un piccolo leone che simboleggia chiaramente il loro piccolo Leone. Cambio di abito e ovviamente camibio di make up: per il ricevimento il look è più intenso e concentrato sullo sguardo, con uno smokey eye delicatissimo sui toni del tortora.
Chiara Ferragni e Fedez si sono sposati: lei in Dior e lui in Versace, lei raggiante e lui emozionato. Oltre agli outfit non sono passati inosservati i beauty look realizzati per la sposa da Manuele Mameli, make up artist e hair stylist di fiducia della blogger: chignon e trucco naturale e luminoso per la cerimonia, capelli sciolti e mossi e make up glamour per i festeggiamenti.
Manca poco al debutto a teatro di Harry Potter and the Cursed Child, lo spettacolo teatrale dedicato al famoso mago di Hogwarts. L'opera andrà in scena il 7 giugno in anteprima al Palace Theatre di Londra, mentre per la rappresentazione ufficiale si dovrà aspettare il 30 giugno. La storia si svolgerà 19 anni dopo Harry Potter e i Doni della morte e avrà un cast diverso da quello visto nei film. Accanto a Jamie Parker nel ruolo di Harry e a Paul Thornley nei panni dell'amico Ron ci sarà anche Noma Dumezweni, un'attrice di colore. Scelta per il ruolo di Hermione Granger, è stata criticata perché non ritenuta adatta per la parte, a causa del colore della sua pelle. Dopo l'interpretazione di Emma Watson in tutti i film tratti dalla saga, infatti, è stato dato per scontato quale fosse l'etnia della Granger. Pronto l'intervento della scrittrice J. K. Rowling a favore dell'artista. Sono passati 5 anni dall'uscita nelle sale della seconda parte di Harry Potter e i Doni della morte, ma del mago con la cicatrice a forma di saetta si continua ancora a parlare. Le novità di quest'anno, infatti, riguardano l'arrivo al cinema di Animali fantastici e dove trovarli, film tratto dall'omonimo romanzo, nonché l'atteso spettacolo teatrale Harry Potter and the Cursed Child. La rappresentazione, suddivisa in due parti, andrà in scena nell'arco di una stessa giornata, con un appuntamento al mattino e uno di pomeriggio. Nonostante la felicità dei fan per questo ritorno in grande stile, le critiche sono state tante. Al centro del dibattito la scelta dell'attrice Noma Dumezweni per interpretare un'Hermione di colore. La scrittrice J. K. Rowling, madrina dell'universo fantastico di Harry Potter e supervisore della sceneggiatura, già tempo fa aveva risposto a tono ai commenti che le erano arrivati. In una recente intervista a The Observer ha poi ribadito: Un branco di razzisti mi ha detto che siccome Hermione ‘è sbiancata' – cioè ha perso colore al viso dopo uno shock – allora deve essere una donna bianca, cosa che io ho molta difficoltà a capire. Ma ho deciso di non agitarmi troppo in merito e dire con fermezza che Hermione può essere una donna di colore con la mia assoluta benedizione ed entusiasmo. Secondo la Rowling, inoltre, l'interpretazione di Noma è perfetta per il ruolo della Granger, della quale peraltro ha precisato di non aver mai definito l'etnia all'interno dei romanzi. Anche il regista John Tiffany ha appoggiato la scrittrice, dichiarandosi sinceramente sorpreso per le reazioni dei fan. Dello stesso parere è anche Emma Watson, volto storico della migliore amica di Harry Potter. In un post sul suo account ufficiale di twitter qualche mese fa dichiarò di "non vedere l'ora di vedere Noma Dumezweni sul palco nei panni di Hermione".
Il mondo di Hogwarts sbarca a teatro con lo spettacolo “Harry Potter and the Cursed Child”. Tante le critiche per la presenza nel cast di un’Hermione di colore, interpretata dall’attrice Noma Dumezweni. Anche la scrittrice J. K. Rowling è intervenuta sulla questione, tristemente sorpresa dal razzismo di certi commenti.
La gravidanza di Elisa Panichi ha mandato su di giri il fidanzato Cristiano Angelucci. L'ex tronista di Uomini e Donne ha finalmente scelto di fermarsi proprio grazie alla compagna, già ex fidanzata di Marcelo Fuentes. Cristiano è abituato a frequentare donne che gravitano intorno all'ambiente "uominiedonniano" e l'ha ampiamente dimostrato. Prima di Elisa (unica fidanzata importante) ci sono state Roberta Leto – sua scelta all'epoca del trono – e Diletta Pagliano, con la quale ebbe un flirt prima che la ragazza conoscesse Leonardo Greco. La Panichi, però, è l'unica che sia riuscita a ispirargli davvero la voglia di fermare la sua carriera da latin lover. Al settimanale Visto che li ha intervistati, Elisa e Cristiano hanno confessato la gioia per questa nascita ormai alle porte. Per entrambi si tratta del primo figlio e, ciliegina sulla torta, il bambino dovrebbe nascere il prossimo 14 febbraio, giorno di San Valentino: Speriamo che sia femmina… Da tempo ci stavamo provando e adesso che il nostro desiderio si sta concretizzando non stiamo più sulla pelle.
Sperano in una femmina Cristiano Angelucci e la fidanzata Elisa Panichi che sorridono radiosi in vista della nascita del loro primogenito. Il parto dovrebbe avvenire il prossimo 14 febbraio.
La settima puntata del ‘Grande Fratello Vip‘, trasmessa lunedì 23 ottobre, è stata caratterizzata da diversi scontri. Uno in particolare ha visto protagonista Cristiano Malgioglio. Il paroliere ha causato l'ira dei suoi compagni di avventura, che non tollerano il fatto che vada a dormire a ‘Tristopoli'. A loro dire, in questo modo Malgioglio si sottrarrebbe alla regola della convivenza forzata, imposta dal reality. Chi segue il ‘Grande Fratello Vip' sa bene che Cristiano Malgioglio è solito andare a dormire a ‘Tristopoli' perché non sopporta il baccano fatto dal resto del gruppo durante le ore notturne. Nel corso della settima puntata del reality, il paroliere ha ribadito di non avere alcuna intenzione di tornare a dormire con gli altri gieffini: "Io dormo di là al freddo, con il mal di schiena e con un letto orribile. Ma che cosa volete di più? Adesso torno qua? Ma neanche per tutto l'oro del mondo. Adesso me ne sto di là, avete detto di sì. Io ogni giorno sono qua con voi. Se a mezzanotte o all'una voglio andare a dormire, devo andare a dormire. A me non piace la gente che si alza alle due o alle tre". Cecilia Rodriguez ha accusato Malgioglio di sottrarsi alle regole del reality: "Le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Punto e basta. Anch'io vorrei andare a dormire a mezzanotte, c'è Corinne che parla dalla mattina alla sera". Ignazio Moser si è detto d'accordo con la Rodriguez e ha aggiunto: "Benvenuto al ‘Grande Fratello', viviamo tutti insieme ventiquattro ore su ventiquattro. Si dorme, si mangia e si va in bagno insieme". Pronta la replica del paroliere: "Cosa devo vedere di notte? Te che ti alzi alle 3 e ti vai a fare una spaghettata? Io me ne posso anche andare, non me ne frega niente". Così, Cecilia si è messa a urlare: "Sì, è questo il gioco. Purtroppo è questo il gioco. Perché ti abbiamo detto di sì? Perché abbiamo avuto un po' di umanità e abbiamo detto ‘È una persona adulta e ne ha bisogno', però le regole del gioco sono altre. Quando non eravamo più d'accordo, ti abbiamo preso e ne abbiamo parlato a tavola tutti insieme".
Nel corso della settima puntata del ‘Grande Fratello Vip’, Cristiano Malgioglio ha affrontato la furia dei suoi compagni di avventura. In particolare, Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser lo hanno accusato di sottrarsi alle regole del ‘Grande Fratello Vip’.
Il bacio del sì tra Leonardo e Diletta continua a far discutere. Dopo le accuse di Bubi, è Karina Cascella a dire la sua sulla coppia nata sotto i riflettori di Uomini e Donne. L'ex opinionista della trasmissione per cuori solitari non le manda a dire e commenta così la scelta del tronista. "Avevo previsto che le 40enni l'avrebbero spuntata sulle corteggiatrici più giovani. Anche se Bubi non è stata la scelta, la grintosa 40enne l'ha spuntata comunque, perchè un'altra donna al posto suo non avrebbe retto fino in fondo una competizione del genere". In effetti Karina Cascella aveva svelato, in passato, il nome della scelta di Leonardo Greco ma purtroppo le sue previsioni si sono rivelate errate. Nonostante l'errore commesso, la compagna di Salvatore Angelucci ci riprova e dichiara: "Il mio sarà un giudizio azzardato non conoscendo nessuno dei due, ma avendo una figlia, so quanto è diversa la vita rispetto a chi di figli non ne ha e quindi penso che ci sia troppa differenza di vita tra i due. Chi vivrà vedrà".
Karina Cascella commenta su Visto la coppia nata sotto i riflettori di Uomini e Donne: Leonardo Greco e Diletta Pagliano e per loro non prevede un futuro roseo.
Credeva di avere un tumore perché si sentiva sempre stanca. Ma, una volta rivoltasi a un medico, ha scoperto di essere incinta di 37 settimane, addirittura prossima al parto, senza mai essersene accorta. E' successo a Laura Molloy, ora venticinquenne, di Dublino. La ragazza aveva anche fatto due test risultati negativi su consiglio dei medici e non presentava alcun sintomo: niente pancia, niente pause mattutine né ritardi del ciclo. Solo un mese dopo ha dato alla luce il picco Finn, che adesso ha tre anni. Come ha raccontato in un documentario a lei dedicato, ripreso dalla stampa locale, il medico le aveva spiegato che avendo superato le 28 settimane l'ormone che rivela la gravidanza era diminuito e per questo i test risultavano negativi.
Laura Molloy, oggi 25enne, credeva di avere un tumore ma ha scoperto di essere incinta di 37 settimana. Non presentava alcun sintomo e ha dato alla luce il piccolo Finn solo un mese dopo la diagnosi: “Avevo fatto due test ed erano negativi. E’ stato uno choc”.