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Levami una curiosità, mio caro Lucignolo:
Cerca di qua, cerca di là, finalmente lo vide nascosto sotto il portico di una casa di contadini.
Domani, dunque, ti aspetto a colazione a casa mia.
Tu sei un gran bravo ragazzo!
E se per disgrazia venissero i ladri, ricordati di stare a orecchi ritti e di abbaiare.
Figuratevi la risatona impertinente e sgangherata di tutti quei ragazzi presenti alla scena.
Si voltò in su, e che cosa vide?
Intanto a poco a poco il cielo si rasserenò;
Dopo averci fatto colle forbici una piccola buca nel fondo e due buche dalle parti, se lo infilò a uso camicia.
Io volevo tornare a casa:
Noi non vogliamo regali, risposero quei due malanni.
Allora, vistosi perso, si arrampicò su per il fusto di un altissimo pino e si pose a sedere in vetta ai rami.
La spiaggia era piena di gente che urlava e gesticolava guardando il mare.
Guardò sotto il banco, e nessuno;
E dire che tu non volevi partire!
E la Fata lo guardava e rideva.
E ora come dovrò cuocerlo?
Dove troveremo un rifugio sicuro noi altri galantuomini?
Che cosa brontoli fra i denti?
Quando le gambe gli si furono sgranchite, Pinocchio cominciò a camminare da sé e a correre per la stanza;
Per quattro soldi l’Abbecedario lo prendo io,
Ciò detto distese le ali e, infilata la finestra che era aperta, se ne volò via a perdita d’occhio.
La colpa è tutta di questo legno
Nelle strade, un’allegria, un chiasso, uno strillìo da levar di cervello!
Fatti sotto e para il cappello.
Aspetta un poco, che penseremo noi a farteli sputare!
Poi, fatto un animo risoluto, soggiunse in fretta e furia:
O non sarebbe più saporito se lo friggessi in padella?
E preso il bicchiere con tutt’e due le mani, lo votò in un fiato.
La sincerità del tuo dolore mi fece conoscere che tu avevi il cuore buono:
Io rispetto gli altri e voglio essere rispettato.
Non hai paura della morte?
Signori assassini, che cosa vogliono da me?
Ho voluto dar retta ai compagni, e ora la pago!
E che strada si fa per andarvi?
In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto, perché non si sa mai quel che ci può capitare.
Bisogna sapere che il sipario era tirato su e la commedia era già incominciata.
Pinocchio, giudicandolo dalla fisonomia per un buon uomo,
Non mi picchiar tanto forte!
Dove anderò a dormire la notte?
Il ragazzo è stato portato da alcuni pescatori in questa capanna, e ora
Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d’acqua
Pinocchio ci pensò un poco, e poi disse risolutamente:
Chi lo sa come lo picchierebbe quell’omaccio di Geppetto!
Aveva una barbaccia nera come uno scarabocchio d’inchiostro, e tanto lunga che gli scendeva dal mento fino a terra:
E noi non vogliamo scomparire!
A quel garbo insolente e derisorio, Geppetto si fece triste e melanconico, come non era stato mai in vita sua, e voltandosi verso Pinocchio, gli disse:
Sappi dunque che in quel cartello a lettere rosse come il fuoco c’è scritto:
Addio, Pinocchio, rispose il cane;
Cosí andò nuotando a raggiungere Alidoro
È pagato apposta per brontolare tutto il giorno.
E la finestra si richiuse.
Era l’alba e ballavano sempre.
Fatti gli occhi, figuratevi la sua maraviglia quando si accorse che gli occhi si muovevano e che lo guardavano fisso fisso.
Se prometti di non abbaiare e di non svegliare il padrone, noi ti regaleremo una pollastra bell’e pelata!.
Dopo aver camminato una mezza giornata arrivarono a una città che aveva nome Acchiappa-citrulli.
Aspetta un poco, e ti aprirò.
A mezzanotte poi ripartiremo per essere domani, all’alba, nel Campo dei miracoli.
Solamente alcuni uccellacci notturni, traversando la strada da una siepe all’altra, venivano a sbattere le ali sul naso di Pinocchio,
J-a, j-a, il fieno mi fa dolere il corpo!
Io non ho mai fatto il falegname.
Questa volta il povero maestro Ciliegia cadde giù come fulminato.
Io studierò, io lavorerò, io farò tutto quello che mi dirai, perché, insomma, la vita del burattino mi è venuta a noia
Tornò a bussare con maggior violenza, perché sentiva avvicinarsi il rumore dei passi e il respiro grosso e affannoso de’ suoi persecutori.
Che cosa fate con codesto piede conficcato nell’uscio?
Quei suoni venivano di fondo a una lunghissima strada traversa, che conduceva a un piccolo paesetto fabbricato sulla spiaggia del mare.
Anch’io l’ho creduto una volta, e oggi ne porto le pene.
Da principio voleva dire e voleva fare:
Tu, dico la verità, in questo caso mi avresti fatto un gran comodo!
Assisto questo mio compagno di scuola.
Oh che bel signore, allora, che diventerei!
Uno di quei monelli agguantò quel volume e, presa di mira la testa di Pinocchio, lo scagliò con quanta forza aveva nel braccio:
Pinocchio, a questa antifona, si buttò per terra, e non volle più camminare.
Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera.
Tuonava forte forte, lampeggiava come se il cielo pigliasse fuoco,
Quel che mi avete comandato, è fatto.
Deve sapere, signor Serpente, che io vado a casa, dove c’è il mio babbo che mi aspetta
Avere la sfacciataggine di fare a me una simile proposta!
Scommetto che non me la perdona!
No, ragazzi, avete sbagliato.
Alla fine, e per sua buona fortuna, venne un’ondata tanto prepotente e impetuosa, che lo scaraventò di peso sulla rena del lido.
E gli assassini a correre dietro a lui, come due cani dietro una lepre:
Ma io il torsolo non lo mangio davvero!
Ora si vedeva sparire sott’acqua, portato dall’impeto dei flutti, ora riappariva fuori con una gamba o con un braccio, a grandissima distanza dalla terra.
Come potete immaginarvelo, i naselli, i muggini, le sogliole, i ragnotti e le acciughe, andarono tutti alla rinfusa nella conca,
Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, soggiunse la Civetta, ma per me, quando il morto piange è segno che gli dispiace a morire.
Aspetto la mezzanotte, per partire
Allora il burattino distese i suoi panni al sole per rasciugarli
E tiratisi di nuovo la piccola bara sulle spalle, uscirono di camera bofonchiando e mormorando fra i denti.
Verremo anche noi, per farti piacere.
E senza indugiare un minuto riprese a correre per il bosco a carriera distesa.
Guai a quei ragazzi che si ribellano ai loro genitori e che abbandonano capricciosamente la casa paterna!
Rido della bugia che hai detto.
Vedete un po’, Lumachina bella, se vi riesce di liberarmi da questo supplizio.
Caso poi tu disubbidissi, tanto peggio per te.
Ma, se Dio vuole, da oggi in poi non tremerà più!
Io non me ne anderò di qui, rispose il Grillo, se prima non ti avrò detto una gran verità.
Tutti ci sgridano, tutti ci ammoniscono, tutti ci danno consigli.
Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l’atto di buttar via il torsolo:
Non lo buttar via: tutto in questo mondo può far comodo.