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@Scribis @Italiano. Il tuo compito è descrivere un dipinto.
### Titolo: Suora in preghiera. ### Introduzione: La Suora in preghiera (in svedese: Knäböjande nunna, 'Monaca inginocchiata') è un dipinto a olio del pittore svedese Martin van Meytens, oggi conservato al museo nazionale di Stoccolma. Si tratta di un doppio quadro dipinto sul rame che da un lato raffigura una monaca mentre prega, ma che presenta un'immagine sacrilega ed erotica sul retro. ### Descrizione. Il quadro raffigura una giovane monaca, apparentemente innocente, che sta pregando mentre è inginocchiata su un genuflessorio. Al di sopra dell'inginocchiatoio sono presenti una coperta rossa e un libro di preghiere aperto. In un attimo di distrazione, la monaca si volta alla propria sinistra e sorride: dietro delle sbarre, infatti, si trova una religiosa più vecchia che osserva la giovane.Per comprendere davvero il significato del quadro occorre vedere il secondo dipinto sul retro. Il rovescio mostra la stessa monaca di schiena, ma la sua veste è sollevata al di sopra della cintura, esponendo le sue natiche allo spettatore, che in questo caso corrisponde all'anziana presente sul dritto: la pietà evocata dalla prima immagine si rivela un'illusione, e la religiosità apparente viene eclissata dalla sensualità concreta che esalta la carnalità del corpo di questa donna.L'opera venne realizzata da Meytens poco prima del suo trasferimento alla corte viennese di Maria Teresa d'Austria. Alla corte dell'imperatrice non realizzò mai opere controverse come questa (dato che Maria Teresa non gradiva i nudi mitologici presenti nei suoi palazzi e li copriva quando poteva), bensì ritratti o scene della vita di corte. Pertanto, questo dipinto costituisce una sorta di unicum nella carriera del pittore, che forse, essendo un protestante convinto, intendeva semplicemente burlarsi del cattolicesimo.Se si considerano i costumi dell'epoca, questo quadro mette in scena una trasgressione triplice, trattandosi di una scena di seduzione tra due donne (saffismo), tra delle religiose e tra una giovane e una vecchia, che nella seconda immagine coincide con lo spettatore. Il quadro è inoltre una testimonianza in ambito nordico dei 'dipinti coperti' diffusi nel diciottesimo secolo, soprattutto nel regno di Francia: si trattava di tele che mostravano un'immagine normale e innocente da un lato, che in realtà ne copriva una maliziosa dipinta sull'altro, come per alcuni quadri di François Boucher. La maja vestida e La maja desnuda di Francisco de Goya y Lucientes sono un'evoluzione di questa categoria di pitture, essendo due tele separate.
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### Titolo: L'assassinio di Marat. ### Introduzione: L'assassinio di Marat (L'Assassinat de Marat) è un dipinto realizzato dal pittore francese Jean-Joseph Weerts nel 1880. Dal 1924 l'opera è conservata al museo La Piscine, a Roubaix, città natale dell'artista. ### Descrizione. Questo dipinto a olio su tela è una pittura di storia che rappresenta un episodio della rivoluzione francese: l'omicidio del giornalista Jean-Paul Marat da parte di una girondina, Marie-Anne-Charlotte de Corday, o Carlotta Corday. Corday è appoggiata a un muro con il coltello ancora in mano mentre i rivoluzionari di Parigi irrompono nella stanza dove giace il cadavere rovesciato all'indietro di Jean-Paul Marat, che lei ha appena assassinato nella sua vasca da bagno. Accanto al cadavere del giornalista si trovano un calamaio e dei fogli con il nome del giornale da lui diretto, L'Ami du peuple ('L'amico del popolo', divenuto poi un suo soprannome). Ai piedi dell'assassina si trovano la penna d'oca e la lettera che Marat stava scrivendo prima di essere pugnalato. Accanto alla vasca del giornalista c'è una sedia rovesciata per terra. Rispetto agli altri quadri basati su questo tema artistico, in particolare il Marat assassinato di Jacques-Louis David, la scena è molto più energica e teatrale, a tal punto che per un critico dell'epoca era 'inverosimile' che i sostenitori di Marat stessero entrando tutti insieme nella sua casa pochi istanti dopo la sua morte. I rivoluzionari sono in preda alla collera per la morte dell'amico del popolo e alzano le braccia contro Corday. Tra di loro sono presenti una donna che regge una sedia (forse Simone Evrard, la compagna di Marat), un uomo con il berretto frigio, uno dei simboli della rivoluzione francese, dei sostenitori dell'amico del popolo e delle truppe repubblicane.
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### Titolo: Ritratto di Varvara Ivanovna Ladomirsky. ### Introduzione: Il Ritratto di Varvara Ivanovna Ladomirsky (in francese: Varvara Ivanovna Narichkine o Varvara Ivanovna Ladomirskaïa; in inglese: Varvara Ivanovna Ladomirskaya o Varvara Ivanovna Narishkine) è un dipinto realizzato nel 1800 dalla pittrice francese Élisabeth Vigée Le Brun. L'opera si trova, dal suo acquisto nel 1963, al museo d'arte della città di Columbus, nell'Ohio, negli Stati Uniti d'America. ### Descrizione. Questo dipinto a olio su tela è il ritratto di Varvara Ivanovna Naryškina (di cui 'Narichkine' è la traslitterazione francese della forma maschile del cognome), una giovane appartenente alla nobiltà russa, il cui cognome da nubile era Ladomirskaja (di cui 'Ladomirsky' è sia la traslitterazione francese che quella anglosassone della forma maschile del cognome). L'opera fu dipinta a Mosca per la madre di Varvara Ivanovna, che era un'amica di Vigée Le Brun. Varvara Naryškina era la figlia illegittima del nobile Ivan Nikolaevič Rimskij-Korsakov e della contessa Stroganova, che aveva lasciato il marito per un altro amante. Dal suo matrimonio con Ivan Dmitrievič Naryškin discenderanno le nobildonne russe Tat'jana Aleksandrovna Ribaupierre e Zinaida Nikolaevna Jusupova. L'effigiata, allora quindicenne, è ritratta dal busto in su e indossa un costume greco, in quanto la moda dell'epoca si rifaceva a quella dell'antichità: ella indossa una camicia bianca neoclassica e, sopra, una stola rossa retta da una spilla sopra la sua spalla sinistra. Ha inoltre una fascia rossa tra i capelli e una collana del medesimo colore. Una corda cinge il vestito sotto i seni, alla stessa altezza del braccialetto dorato sul suo braccio. Lo sfondo è costituito da un cielo pieno di nuvole grigiastre. == Note ==.
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### Titolo: Le signorine Vickers. ### Introduzione: Le signorine Vickers (The Misses Vickers) è un dipinto a olio su tela di John Singer Sargent. L'opera raffigura tre giovani della famiglia Vickers nella loro villa a Bolsover Hill ed è conservata al museo di Sheffield, in Inghilterra. ### Descrizione. Le signorine Vickers raccontano una storia attraverso l'uso delle pennellate delicate e dei contrasti sfacciati di Sargent. Le tre figure sono tutte sedute in primo piano, due su un sofà e l'altra leggermente dietro di loro, seduta su una sedia. Le due sorelle sul sofà sono occupate a leggere un libro, all'apparenza ignare di Sargent o dello spettatore, mentre la terza sorella, benché sia di spalle rispetto allo spettatore, guarda direttamente fuori dal dipinto. Sargent fa sì che le sorelle siano messe in evidenza rispetto al fondo scuro, e la loro posizione è equilibrata e naturale. Guardando queste figure si ha la sensazione di aver appena varcato la porta del salotto, ritrovandosi davanti questa scena squisitamente straordinaria.Fissando lo sguardo della terza sorella verso l'esterno, Sargent crea una connessione con lo spettatore, e così come le tre figure sono sedute, e non in piedi, le si possono osservarle anziché guardarle e basta, come è solito accadere nei ritratti delle aristocratiche del ventesimo secolo. Queste sorelle sembrano ordinarie e della classe media. La loro ricchezza non richiama l'attenzione, viene catturata in seguito, dopo aver apprezzato la loro umiltà e l'intelletto. Molti dipinti del ventesimo secolo raffigurano le signore semplicemente come delle bellezze da ammirare, mentre Sargent concede una profondità e un'individualità a ognuna delle sorelle. Certo, sono belle, però hanno anche dei pensieri profondi e intellettuali. Sargent era un ammiratore della confraternita preraffaellita, un movimento artistico fondato da Dante Gabriel Rossetti nel 1848. I ritratti femminili di Rossetti funsero da ispirazione estetica per Sargent. È stato notato come Le signorine Vickers sia molto simile a Le figlie di Edward Darley Boit, un altro ritratto di gruppo dipinto da Sargent nel 1882. Ci sono anche delle somiglianze con Hearts are Trumps, un altro ritratto di un gruppo di sorelle, le signorine Armstrong, dipinto da sir John Everett Millais nel 1872.
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### Titolo: I figli di Edoardo. ### Introduzione: I figli di Edoardo (Édouard V, roi mineur d'Angleterre, et Richard, duc d'York, son frère puîné o Les Enfants d'Édouard) è un quadro dipinto da Paul Delaroche nel 1830 e attualmente conservato al museo del Louvre di Parigi. ### Descrizione. Dipinto in stile troubadour, il quadro è incentrato sul tema dei principi nella Torre, ossia Edoardo V d'Inghilterra e Riccardo di Shrewsbury, imprigionati nella Torre di Londra per volere del consiglio di reggenza dopo la morte del padre Edoardo IV. I due figli furono dichiarati illegittimi attraverso l'atto noto come Titulus Regius, così il consiglio di sicurezza decretò come successore il loro zio, divenuto Riccardo III d'Inghilterra. I due bambini si stringono l'uno contro l'altro, intuendo la loro sorte funesta, quella di essere assassinati: il loro assassinio sarebbe stato ordinato, senza che gli storici e gli specialisti di questo periodo ne siano d'accordo, dal loro zio Riccardo. Il cane in allerta, la luce sotto la porta e lo sguardo inquieto di uno dei bambini in quella direzione suggeriscono un'entrata imminente e accentuano la tensione drammatica.L'episodio dei principi nella Torre era anche al centro della fine di un atto dell'opera teatrale Riccardo III di William Shakespeare, che conosceva una buona diffusione nella Francia di allora grazie all'amore per i romanzi inglesi dovuto alle opere di Walter Scott. Vari elementi della tela danno un'atmosfera medioevale: uno dei due fanciulli tiene un libro in mano nel quale c'è una miniatura dell'Annunciazione di Maria; il medaglione con un'opera di oreficeria; la decorazione del letto. Degli elementi tipicamente inglesi sono gli emblemi reali della famiglia dei principi ai piedi del letto e il nastro dell'ordine della Giarrettiera sulla gamba di uno dei due.
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### Titolo: Watson e lo squalo. ### Introduzione: Watson e lo squalo (Watson and the Shark) è un dipinto a olio realizzato del pittore statunitense John Singleton Copley. Il dipinto ritrae il salvataggio di Brook Watson dall'attacco di uno squalo in Avana, a Cuba. Copley, che al tempo viveva a Londra, dipinse tre versioni. La prima del 1778 è attualmente alla National Gallery of Art di Washington. La seconda replica del 1778 (delle stesse dimensioni), si trova al museo di belle arti di Boston, e una terza (più piccola), dipinta nel 1782 con una tendenza più verticale, è nell'istituto d'arte di Detroit. Il dipinto si basa su un attacco che avvenne al porto dell'Avana, nel 1749. Brook Watson, allora un mozzo quattordicenne della Royal Consort, fu attaccato da uno squalo e perse la sua gamba destra, e non venne salvato fino al terzo tentativo, che è ritratto nel dipinto. Watson, venticinque anni dopo l'evento, commissionò il quadro a Copley. Watson in futuro divenne il presidente della Lloyd's di Londra, un membro del Parlamento e un lord sindaco di Londra. ### Descrizione. L'opera raffigura il momento esatto nel quale alcuni marinai cercano di salvare il mozzo adolescente, un giovane nudo e dai capelli lunghi, mentre un altro cerca di colpire con un arpione lo squalo, che è vicinissimo al malcapitato e spalanca le sue fauci minacciose. Il dipinto è romanticizzato: il dettaglio cruento della ferita è nascosto sotto le onde, anche se nell'acqua c'è un pochino di sangue. La figura di Watson è basata sul Gladiatore Borghese, di Agasia di Efeso, nel Louvre. Delle altre influenze evidenti sono l'arte rinascimentale e la statua antica del Laocoonte ed i suoi figli, che Copley potrebbe aver visto a Roma. Probabilmente Copley fu influenzato anche dalla Morte del generale Wolfe di Benjamin West e dalla popolarità crescente della pittura romantica.La composizione dei soccorritori nella barca richiama il Giona gettato in mare di Pietro Paolo Rubens e sia la Pesca miracolosa rubensiana che il dipinto omonimo di Raffaello. Le espressioni facciali richiamano molto quelle della Conférence de M. Le Brun sur l'expression générale et particulière di Charles Le Brun, un'opera influente pubblicata nel 1698; i volti presentano una gamma di emozioni, dalla paura al coraggio. Vari elementi della composizione furono cambiati man mano che il dipinto procedeva. Le analisi ai raggi infrarossi mostrano che il vecchio nostromo in origine era un giovane, e degli studi preparatori rivelano che il marinaio nero nella parte posteriore della barca, che è anche il soggetto della Testa di un negro di Copley, dipinta nello stesso periodo, era stato concepito in origine come un uomo bianco con dei capelli lunghi e al vento.Copley non visitò mai l'Avana, ed è probabile che non avesse mai visto uno squalo, tantomeno uno che attaccava una persona. Egli potrebbe aver raccolto dei dettagli del porto dell'Avana dalle stampe e dalle illustrazioni dei libri: egli raffigurò il castello del Morro sullo sfondo, a destra. Lo squalo è meno convincente e presenta delle caratteristiche anatomiche che gli squali non possiedono, come le labbra, gli occhi che richiamano più quelli di una tigre e l'aria che esce dalle 'narici' dell'animale.
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### Titolo: Il pastore mercenario. ### Introduzione: Il pastore mercenario (The Hireling Shepherd) è un dipinto dell'artista preraffaellita William Holman Hunt, del 1851. Rappresenta un pastore che trascura il suo gregge per una ragazza di campagna attraente alla quale mostra una sfinge testa di morto. Il significato dell'immagine è stato dibattuto molto. L'opera si trova alla galleria d'arte di Manchester. ### Descrizione. Hunt dipinse il quadro quando viveva e lavorava in stretta collaborazione con John Everett Millais, che stava dipingendo l'Ofelia nello stesso momento vicino il fiume Hogsmill presso Ewell, nel Surrey. Entrambe le tele rappresentano delle scene rurali inglesi, l'innocenza delle quali viene disturbata dalle violazioni sottili ma molto minacciose dell'armonia naturale. Nel dipinto di Hunt, il pastore ignora il proprio gregge; due pecore sono sdraiate sull'erba mentre quelle sullo sfondo cominciano a interessarsi al fosso fiancheggiato dai salici che separa il prato da un campo di grano, dove è già giunta una pecora. Questa violazione dei confini è parallela alle intrusioni fisiche del pastore nello spazio personale della giovane, che risponde in una maniera ambigua che potrebbe essere interpretata come una complicità o uno scetticismo consapevole. Mentre le mostra la falena che ha catturato, egli coglie l'occasione per metterle un braccio intorno alle spalle. La borraccia legata alla cintura e le guance rosse fanno capire che lui è ubriaco, ed è facile intuire come lui stia cercando di sedurre la contadina. Inoltre, sulle ginocchia della giovane si trova un agnello, che mangia delle mele acerbe, e non mature. Hunt prese come modella per la ragazza una campagnola locale, Emma Watkins. Era nota come 'la copta' presso la confraternita preraffaellita, forse per i suoi tratti esotici. Watkins lavorò a Londra per fare da modella per Hunt così che questi completasse il quadro, ma tornò a casa dopo non essere riuscita ad affermarsi come una modella in modo indipendente. Si sposò, mise su una famiglia e passò il resto della sua vita come una campagnola qualunque, finché non morì in un ospedale psichiatrico nel 1914. Non è noto il modello per la figura maschile, ma probabilmente era uno professionale. Quando venne mostrato per la prima volta all'accademia reale, il quadro fu accompagnato da una citazione dal Re Lear:.
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### Titolo: Camões e i Tagidi. ### Introduzione: Camões e i Tagidi (Camões e as Tágides) è un dipinto a olio su tela dipinto nel 1894 dall'artista portoghese del periodo realista Columbano Bordalo Pinheiro (1857-1929). Attualmente si trova al museo Grão Vasco, a Viseu.La composizione, come indica il titolo, rappresenta l'incontro fantastico tra Luís de Camões e le Tagidi alle quali, seguendo i maestri dell'antichità, chiese l'ispirazione per scrivere I Lusiadi proprio all'inizio del poema epico, nella quarta e quinta strofa del primo canto. Anche se nel titolo nelle fonti italiane viene usato l'articolo maschile, le Tagidi sono delle figure femminili, e sono le ninfe del fiume Tago. ### Descrizione. Leggermente a destra del gruppo delle Tagidi, spicca la figura di Camões, seduto sopra una roccia. La sua barba è dipinta rifacendosi ai suoi ritratti più antichi, egli indossa un farsetto e una mantellina marrone, tende la mano destra e rivolge lo sguardo verso tre Tagidi, che si trovano nel lato sinistro. Le Tagidi sono nude, sedute sulla sabbia, hanno i capelli raccolti e conversano con il poeta. Nella scena c'è anche un'altra Tagide sul lato sinistro, quasi sfumata nella nebbia che evapora dalle acque del Tago, e nel lato opposto, un po' più distante, si vede in lontananza la torre di Belém.La figura del poeta, avvolto in un manto scuro e seduto su una roccia della spiaggia, contrasta con le Tagidi ispiratrici, dai corpi bianchi e ben modellati. I loro volti, molto concreti e quasi familiari, contrastano con gli elementi della natura, diffusi e rappresentati in modo sfocato. Secondo Almeida Coutinho, Camões e i Tagidi è una grande composizione dallo stile classico, nella quale le ninfe sembrano fondersi con l'ambiente marino al quale appartengono. Il loro movimento fa da sfondo al recitativo del poeta portoghese, e l'eleganza della composizione rende il quadro uno dei migliori dell'artista.La composizione è definita da una diagonale, sottolineata dalla posizione della ninfa sdraiata in primo piano, che si estende lungo il braccio destro del poeta e che prosegue nella zona scura tra le nubi. La diagonale sembra separare una zona più illuminata da un'altra con delle tonalità più scure. Lo sguardo di due delle ninfe e la posizione della gamba sinistra del poeta potrebbero indicare nella mano di Camões il centro della tela. Un'altra ninfa sembra ascoltare qualcosa (forse il vento, il rumore delle acque, il poeta stesso?), mentre una quarta ninfa in mezzo alle acque sembra scrutare l'orizzonte. I personaggi sono raggruppati in un cerchio centrale, all'esterno del quale si trovano da un lato una ninfa e dall'altro, in contrappunto, la torre di Belém, che definisce la linea dell'orizzonte. Esistono degli studi preparatori di questo dipinto, o dei personaggi che ne fanno parte, al museo nazionale di arte contemporanea del Chiado e nella casa-museo Dr. Anastácio Gonçalves, a Lisbona. == Note ==.
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### Titolo: La seduzione di Merlino. ### Introduzione: La seduzione di Merlino (The Beguiling of Merlin), anche noto con il titolo L'inganno di Merlino, è un dipinto del pittore preraffaellita Edward Burne-Jones, realizzato tra il 1872 e il 1877. Fa parte della collezione della Lady Lever Art Gallery, nella contea di Merseyside, nel Regno Unito. ### Descrizione. Il dipinto rappresenta una scena della leggenda arturiana sull'infatuazione di Merlino con la dama del Lago, Nimue. Il mago viene raffigurato indifeso e intrappolato in un cespuglio spinoso mentre Nimue legge un libro di incantesimi. La dama del Lago è in piedi e ha dei serpenti tra i capelli, che la fanno assomigliare alle Gorgoni della mitologia greca. Merlino ha perso l'uso dei suoi poteri magici ed è completamente alla mercé della donna, che intende scoprire i segreti delle sue magie.Per quanto riguarda i riferimenti visivi, Burne-Jones prese come modella Maria Zambaco, che fu la sua amante tra il 1866 e il 1872, per creare il volto di Nimue. Il pittore volle rappresentare in questa tela i propri sentimenti per la modella di origine greca, nonostante fosse già sposato con Georgiana Burne-Jones. Anche quando la loro relazione finì dopo il 1869, l'artista continuò a ritrarla nelle sue opere, come in questo caso.
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### Titolo: Presa del forte di Malakoff. ### Introduzione: La Presa del forte di Malakoff (La Prise de la tour Malakoff) è un dipinto a olio realizzato dal pittore francese Horace Vernet nel 1858 e conservato al museo Rolin di Autun, in Borgogna. ### Descrizione. Questo quadro nasce nel 1856, da una commissione del comune di Autun con lo scopo di onorare Patrice de Mac-Mahon, un generale originario del dipartimento della Saona e Loira che si era distinto nell'allora recente guerra di Crimea. Si tratta di un dipinto storico dalla composizione originale, per essere una pittura su una battaglia. La tela rappresenta il momento della vittoria dell'esercito francese guidato dal generale al termine della battaglia di Malachov (o 'Malakoff', che è il nome tuttora usato in francese), svoltasi l'8 settembre del 1855 vicino a Sebastopoli. Il generale Mac-Mahon viene raffigurato come vincitore sulla cima di una collina disseminata di cadaveri, mentre il caporale dei suoi zuavi vi pianta una bandiera tricolore piena di buchi. Mac Mahon punta il proprio dito verso il suolo, e sembra rispondere a un alleato britannico dalla camicia rossa con la sua frase, divenuta famosa, 'J'y suis, j'y reste' ('Qui sono, qui resto'). Infatti, l'inglese che fa il saluto militare gli ha comunicato che le truppe britanniche non possono mantenere la posizione. Accanto a lui si trovano due suoi aiutanti sul campo di battaglia, il colonnello Lebrun e il capitano Borel.
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### Titolo: La tomba di Hutten. ### Introduzione: La tomba di Hutten (Huttens Grab) è un dipinto di Caspar David Friedrich realizzato nel 1823-1824. L'opera è esposta nel castello della città di Weimar, che a sua volta rientra nell'istituzione culturale Klassik Stiftung Weimar. ### Descrizione. Dipinto con delle tonalità marroni, il quadro mostra un sarcofago di pietra nelle rovine del coro di una chiesa gotica (per la quale l'artista si ispirò al monastero di Oybin, in Sassonia). Accanto al sarcofago, un uomo in uniforme con un berretto tipico del Rinascimento tedesco si appoggia alla sua spada. Le pareti delle rovine sono ricoperte dalla vegetazione. All'interno del coro crescono dei fiori bianchi, dei cespugli, un cardo e, in primo piano a destra, si erge un albero secco. Il coperchio del sarcofago è rotto. Attraverso la crepa volano delle farfalle. Di fronte all'uomo, su una mensola, si trova una scultura della santa francese Fede di Agen, senza testa. Il piedistallo con un elmo sopra il sarcofago reca l'iscrizione 'Hutten“. Sulla parte anteriore del sarcofago, in caratteri piccoli, si leggono i nomi di alcune figure della cultura e della politica tedesche: 'Jahn 1813“, 'Arndt 1813“, 'Stein 1813“, 'Görres 1821“, 'D… 1821“ e 'F. (sic) Scharnhorst“. È probabile che la 'F' accanto al nome di Gerhard von Scharnhorst sia da intendere come Freiheitkrieger, ossia 'cavaliere della Libertà'.Le aperture alte e vuote dell'abside consentono di vedere i colori dell'alba, che vanno dal blu chiaro al giallo dorato (quindi l'orientamento architettonico della chiesa e rivolto verso est, come avveniva simbolicamente per il coro di vari edifici cristiani).
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### Titolo: Corsa delle bighe. ### Introduzione: La Corsa delle bighe (in francese Course de chars; in inglese Chariot Race) è un dipinto a olio su tavola dipinto nel 1876 da Jean-Léon Gérôme. È conservato all'istituto d'arte di Chicago dal 1984.L'opera fa parte di una serie di dipinti di Gérôme sul tema dei giochi del circo e degli anfiteatri nella Roma antica. ### Descrizione. Questo quadro rappresenta una corsa dei carri, nella quale otto quadrighe corrono a tutta velocità attorno a una curva, alzando la sabbia della pista del circo Massimo di Roma, un'arena celebre e colossale.L'ippodromo è riconoscibile dalla forma della pista e dalle due mete che segnano la fine del muro centrale (la spina). La spina è punteggiata da vari monumenti decorativi, come degli altari, delle edicole, degli obelischi, dei padiglioni e delle statue. Da ogni lato si trovano i gradini, soprattutto a sinistra, dove c'è la loggia imperiale. Alcuni spettatori sono scesi sulla pista, volendo vedere da vicino lo spettacolo e gli incidenti che spesso avvenivano nel momento critico dell'attraversamento della curva. Tre cavalieri si trovano vicino agli spettatori. La collina del Palatino e il palazzo imperiale si vedono sullo sfondo a sinistra. Al centro, sempre sullo sfondo, potrebbe essere raffigurato il Settizonio, una struttura della Roma antica che scomparve in epoca rinascimentale.L'azione viene vista come se lo spettatore si trovasse sulla pista, e questo espediente verrà ripreso in un altro dipinto dell'artista ambientato nell'antica Roma, L'ultima preghiera dei martiri cristiani del 1883. La firma dell'artista (JL GEROME) si trova in basso a sinistra, in mezzo alla sabbia.
@Scribis @Italiano. Il tuo compito è descrivere un dipinto.
### Titolo: Nominor Leo. ### Introduzione: Nominor Leo è un dipinto a olio su tela del pittore Jean-Léon Gérôme, realizzato nel 1883. Fa parte della collezione del museo Georges Garret a Vesoul in quanto fu donato dall'artista nel 1885. ### Descrizione. Il quadro raffigura un leone sdraiato che sembra addormentato, mentre in realtà guarda davanti a sé, dove si trova lo spettatore. In alto a destra si trova uno stemma sormontato da una corona che presenta il nome stesso dell'opera. Il nome del quadro significa 'Vengo chiamato Leone' in latino: è probabile che Jean-Léon Gérôme stia facendo un gioco di parole tra il suo secondo nome (Léon) e il nome dell'animale da lui dipinto. Quando l'artista di Vesoul dipinse quest'opera, egli era uno dei pittori francesi migliori dell'epoca, pertanto si pensa che qui Gérôme si stia paragonando all'animale che la tradizione definisce il 're degli animali'. Il leone è un soggetto presente in altre opere dell'artista, come Le due maestà del 1884.
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### Titolo: Le Naiadi. ### Introduzione: Le Naiadi (Les Naïades) è un quadro realizzato dall'artista francese Jean-Jacques Henner nel 1877 e che si trova al museo nazionale Jean-Jacques-Henner di Parigi. ### Descrizione. Quest'olio su tela, uno dei più grandi dell'artista, è un dipinto mitologico che rappresenta sei naiadi (le ninfe acquatiche della mitologia greca) dai capelli rossi nei pressi di uno specchio d'acqua. Questo soggetto era già stato affrontato da Jean-Jacques Henner nel 1875, quando aveva esposto al Salone di Parigi una Naiade che oggi si trova al museo d'Orsay. Secondo un critico dell'epoca, l'utilizzo del colore nella composizione richiama quello della pittura lombardo-veneziana del sedicesimo secolo, in quanto queste ninfe sono 'ambrate dolcemente, in una tonalità bella e calda'. Come in altri dipinti dell'artista che hanno come soggetto un nudo artistico, i corpi nudi dei personaggi emergono maggiormente dallo sfondo scuro. Dietro queste bagnanti si trova un paesaggio con degli alberi e una collina in alto a destra. Esistono vari bozzetti a olio del quadro: uno si trova al museo di belle arti di Parigi, mentre nel museo Jean-Jacques Henner è conservato uno schizzo che presenta una settima figura in piedi, al centro della composizione, mentre rivolge la schiena allo spettatore. Esistono inoltre dei disegni preparatori per le figure.
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### Titolo: L'Odalisque au guépard. ### Introduzione: L'Odalisque au guépard ('L'odalisca con il ghepardo') è un dipinto realizzato dall'artista francese Jacqueline Marval nel 1900, che oggi si trova in una collezione privata. ### Descrizione. Questo dipinto a olio su tela rappresenta una donna nuda sdraiata che accarezza un ghepardo davanti a una balaustra sulla quale si trovano due pappagalli. Quest'odalisca ha un'acconciatura particolare ed elegante ed è sdraiata su due coperte che la proteggono dalle piastrelle fredde che compongono il pavimento del balcone. In primo piano si trovano un incensiere e un vassoio con della frutta e dei fiori, mentre sullo sfondo si notano vari alberi. La composizione potrebbe ispirarsi ai dipinti La grande odalisca e Odalisca con schiava di Jean-Auguste-Dominique Ingres. Il termine 'odalisca' indicava delle concubine che si trovavano negli harem dell'impero ottomano, che vennero rappresentate spesso dai pittori europei del diciannovesimo secolo come delle schiave voluttuose. Questo quadro è un autoritratto giovanile della pittrice: avendo dato i suoi tratti all'odalisca rappresentata, questo quadro è uno dei più antichi che associano il nudo all'autoritratto femminile (preceduto da dei rari esempi tardorinascimentali come l'Allegoria dell'Inclinazione di Artemisia Gentileschi). La donna non sembra accorgersi della presenza dello spettatore, e nonostante sia nuda non cerca di coprirsi: a differenza delle donne passive dipinte da Ingres e da altri pittori in precedenza, l'odalisca di Marval è sì sensuale, ma è anche indipendente e la sua impressione è di impertinenza e autodeterminazione. Di solito le odalische erano soggette allo sguardo maschile, ma in questo dipinto di Jacqueline Marval la donna non è affatto un oggetto (anche per questo motivo la pittrice venne apprezzata dopo la morte per aver anticipato alcuni temi del femminismo).
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### Titolo: Virgilio legge l'Eneide ad Augusto, Livia e Ottavia. ### Introduzione: Virgilio legge l'Eneide ad Augusto, Livia e Ottavia (Virgile lisant l'Énéide devant Auguste, Livie et Octavie), anche noto come Tu Marcellus eris, è un dipinto a olio su tela di Jean-Auguste-Dominique Ingres, realizzato nel 1811-1812. Dal 1867 è conservato al musée des Augustins di Tolosa. ### Descrizione. Il dipinto si basa su un aneddoto, riportato nella Vita di Virgilio di Elio Donato (che risale alla fine del quarto secolo), nel quale il poeta legge all'imperatore Augusto, a sua moglie Livia e a sua sorella Ottavia il passo del libro sesto dell'Eneide sulla discesa di Enea negli inferi, quello con Anchise che predice la fine prematura di Marcello. Ottavia rivive quindi la tragedia di suo figlio Marcello, che era morto da poco, e sviene quando sente i versi famosi 'Tu Marcellus eris' ('Tu sarai Marcello') sotto lo sguardo di Livia, che aveva fatto assassinare quest'ultimo per assicurare a suo figlio Tiberio la successione alla guida dell'impero romano. A causa dello svenimento della sorella, Augusto fa cenno a Virgilio di interrompere la lettura. I consiglieri di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa e Mecenate, guardano la scena in secondo piano. I mobili e la decorazione sono di ispirazione pompeiana.Questo aneddoto venne rappresentato anche nelle opere di altri artisti, come Jean-Joseph Taillasson, Antonio Zucchi, Jean-Baptiste Wicar, Jean-Bruno Gassies e Angelica Kauffmann.In una lettera del 2 febbraio del 1812 rivolta a François Gérard, Ingres scrisse di essere attratto dal lato emotivo e oscuro della scena. Nel 1832, egli disse che Livia rimase fredda come il marmo dinnanzi all'incidente che avrebbe potuto comprometterla.
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### Titolo: Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena. ### Introduzione: Raffaello e la nipote del cardinale Bibbiena (Raphaël et la Nièce du cardinal Bibbiena o La cardinal de Bibbiena offre sa nièce en mariage à Raphäel) è un dipinto a olio su carta montata su tela, realizzato da Jean-Auguste-Dominique Ingres tra il 1813 e il 1814, quando risiedeva a Roma, in Italia. L'opera è conservata al Walters Art Museum di Baltimora. ### Descrizione. Il quadro rappresenta il cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena che offre in sposa sua nipote Maria Francesca a Raffaello Sanzio. Quest'ultimo era molto legato al cardinale, che lo spingeva affinché si sposasse. Per guadagnare del tempo, Raffaello gli aveva chiesto di aspettare tre o quattro anni. Il cardinale, passato questo tempo, gli aveva ricordato la sua promessa anche se l'artista non se l'aspettava. Non volendo venir meno alla parola data, egli accettò di fidanzarsi con una nipote del cardinale. Cornolli afferma che il matrimonio non si fece perché la nipote del cardinale morì prematuramente.I lineamenti di Raffaello si basano su un ritratto di un giovane che un tempo era considerato un autoritratto, il Ritratto di Bindo Altoviti (National Gallery of Art, Washington D.C.); quelli del cardinale Bibbiena sul Ritratto del cardinal Bibbiena di Raffaello (galleria Palatina, Firenze); la nipote del cardinale si ispira al quadro di Sebastiano del Piombo di una donna un tempo identificata con l'amante di Raffaello, che era detta 'La Fornarina' (sempre nella galleria Palatina).Con una sinfonia di colori magistrale, il quadro ha una composizione simmetrica ed equilibrata il cui centro è occupato dalla figura monumentale del cardinale.
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### Titolo: Donna sul divano nero. ### Introduzione: La Donna sul divano nero (La Femme au divan noir) è un dipinto realizzato dal pittore francese Jean-Jacques Henner nel 1865. Fa parte delle collezioni del museo di belle arti di Mulhouse, nel dipartimento dell'Alto Reno. Una versione più piccola si trova al museo nazionale Jean-Jacques Henner di Parigi. ### Descrizione. Quest'olio su tela raffigura una donna nuda sdraiata su un divano nero, con il suo braccio destro dietro la testa e l'altro disteso. C'è un grande contrasto tra il corpo della modella, messo in risalto dalla luminosità, e il divano, il cui colore scuro lo unisce in parte allo sfondo: questa caratteristica dei contrasti tra una figura nuda illuminata e l'ombra dello sfondo è presente in altre opere del pittore, come notava Zola. Henner, infatti, prediligeva il nudo femminile e il chiaroscuro, come farà nelle opere successive.
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### Titolo: La Vérité (Henner). ### Introduzione: La Vérité ('La Verità') è un dipinto realizzato da Jean-Jacques Henner tra il 1898 e il 1902. Si trova al museo nazionale Jean-Jacques Henner di Parigi. ### Descrizione. Questo dipinto a olio incompiuto è la prima versione di un'opera oggi scomparsa, commissionata nel 1896 per la sala delle autorità della Sorbona di Parigi. Venne trovato incompiuto alla morte dell'artista nel 1905.In questo quadro si distinguono due figure femminili identiche sovrapposte (una delle quali è un pentimento) perché Henner incominciò il suo quadro sulla tela stessa, girando semplicemente il suo supporto di novanta gradi quando ridipinse la scena. La donna in questione è la Verità personificata, una figura che era assai frequente nella storia dell'arte, soprattutto alla fine del diciannovesimo secolo. Questa rappresentazione della Verità è priva degli attribuiti che le sono associati di solito, come lo specchio o il pozzo. La figura si trova nel mezzo di un paesaggio, nei pressi di una foresta, ed è raffigurata mentre si sistema i lunghi capelli rossi (condivisi dai personaggi di molte altre tele di Henner). Nelle collezioni del museo Henner si trova anche uno studio per questa prima versione: si tratta di un disegno a matita e sanguigna su carta, realizzato nel 1896-1898 circa.
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### Titolo: Il Prometeo polacco. ### Introduzione: Il Prometeo polacco (Le Prométhée polonais) è un dipinto allegorico realizzato nel 1831 dal pittore francese Horace Vernet, influenzato dalla rivolta di novembre della Polonia contro il dominio dell'impero russo. Il quadro venne donato nel 1950 da Louise de Saint-Maurice alla biblioteca polacca di Parigi, dove è conservato. ### Descrizione. Questo dipinto a olio su tela di 35 centimetri per 45 rappresenta un soldato polacco morto, con l'uniforme bianca, disteso per terra; il sangue che cola dalla sua fronte e la punta della sciabola rotta che tiene nella mano destra richiamano la resistenza feroce dei polacchi; sul suo torso si trova un'enorme aquila nera, dalle ali spiegate e con gli artigli ben visibili: l'aquila è l'emblema degli imperatori della Russia e porta la collana dell'ordine di Sant'Andrea, l'ordine più importante dell'impero russo.Lo sfondo del quadro è diviso in due parti: a sinistra, nel fumo degli incendi, una donna fugge da un cavaliere dell'armata russa; a destra, sotto un cielo blu chiaro, sono abbozzati dei cavalieri dell'esercito polacco. Horace Vernet, un pittore specializzato nei soggetti militari e nella pittura di guerra, era vicino agli ambienti liberali francesi che sostennero l'insurrezione polacca del 1830-1831. La composizione e il tema di questo dipinto si riferiscono al mito greco antico di Prometeo: Prometeo ebbe un ruolo importante nella ricerca di un ideale di emancipazione nella letteratura e nell'arte polacche. Il quadro richiama l'episodio tragico della caduta della Polonia, ma con un messaggio che porta la speranza: secondo il mito, Prometeo venne incatenato ma in seguito venne liberato da Eracle. == Note ==.
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### Titolo: Edith ritrova il corpo di Aroldo. ### Introduzione: Edith ritrova il corpo di Aroldo (Édith retrouvant le corps d'Harold après la bataille d'Hastings), anche noto con il titolo Episodio della battaglia di Hastings (Episode de la bataille d'Hastings), è un dipinto realizzato dal pittore francese Horace Vernet nel 1828. Esposta al Salone del 1827, che si concluse l'anno successivo, l'opera è conservata al museo Thomas Henry di Cherbourg-en-Cotentin, in Francia. ### Descrizione. Quest'olio su tela di grandi dimensioni è un dipinto di storia che rappresenta Ealdgyth Swan-neck (o, in italiano, Editta dal collo di cigno) dinnanzi al cadavere di Aroldo Godwinson alla fine della battaglia di Hastings. La regina consorte degli anglosassoni si trova nella parte sinistra della composizione e viene accompagnata da un monaco e da una donna nel campo di battaglia alla fine dello scontro contro i normanni vincitori. Una volta giunti, il monaco indica a Edith il cadavere di suo marito, a torso nudo e dalla fronte coperta così da non mostrare la ferita all'occhio (causata da una freccia) che lo ha ucciso. Gli occhi cerulei della donna fissano il corpo senza vita di suo marito e la sua mano sembra voler raggiungerlo.Un altro monaco si trova nella parte destra ed è raffigurato mentre cerca di sollevare un cadavere quasi nudo da terra. Dietro di loro si trova una palizzata di legno che è stata colpita dalle frecce nemiche, alcune delle quali sono ancora conficcate nei pali, incluso uno che è caduto a terra. A sinistra, sullo sfondo, si notano le tende di un accampamento. La fonte letteraria che potrebbe aver ispirato questa scena potrebbe essere la Storia della conquista dell'Inghilterra fatta dai Normanni dello storico francese Augustin Thierry.
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### Titolo: Le signorine (Casorati). ### Introduzione: Le signorine è un dipinto di Felice Casorati, esposto alla Biennale di Venezia del 1912 e appartenente alla prima fase artistica e giovanile dell'artista. ### Descrizione. Protagoniste del quadro sono quattro ragazze, quattro allegorie che rappresentano, da sinistra a destra, quattro tipologie di carattere femminile: la intristita beghina, la vergine ignuda, la timida introversa e l'allegra spensierata. Ai piedi delle ragazze vi è una natura morta di svariati oggetti disposti in maniera confusionaria e che occupa tutta la parte bassa del quadro, senza una disposizione precisa ma che rimandano alle personalità delle protagoniste: tra questi appaiono dei cartigli coi rispettivi nomi delle ragazze, Dolores, Violante, Bianca e Gioconda. Come poi avverrà per altre sue opere future, come la Bambina, Il sogno della melagrana, o Preghiera, Casorati vuole rappresentare un avvenimento irreale e allusivo, avvicinandosi al linguaggio plastico tipico del Simbolismo, tipica del suo periodo giovanile. Da una lettera risalente il 13 marzo 1912, Casorati spiega che nella realizzazione di Le signorine ha voluto cambiare la sua stessa tecnica, dipingendo con colori stemperati con la glicerina e poi tinti a velo con la cera trasparente, un azzardo che continuerà a usare per pochi altri dipinti.
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### Titolo: Andromeda (Poynter). ### Introduzione: Andromeda è un dipinto del pittore inglese Edward Poynter, realizzato nel 1869. L'opera rappresenta il personaggio mitologico omonimo del quale hanno scritto Apollodoro di Atene e Ovidio. Si trova nella collezione privata di Juan Antonio Pérez Simón, in Messico. ### Descrizione. Quest'opera raffigura Andromeda in piedi, incatenata allo scoglio, mentre aspetta con rassegnazione che arrivi il mostro marino: gli occhi sono chiusi per non vedere la bestia che sta per arrivare e le labbra socchiuse sembrano invocare un lamento o una preghiera rivolta agli dèi. L'artista si concentra soprattutto sulla resa del corpo della principessa etiope attraverso dei giochi di luce e di ombra, oltre ovviamente al contrasto tra le rocce scure e il corpo rosato. Un panno blu legato alla gamba sinistra della donna viene gonfiato dal vento, richiamando un espediente presente nell'Arianna dell'artista veneziano Tiziano Vecellio. Poynter dipinse in modo realistico le onde del mare che si infrangono sullo scoglio, ricche di spuma. Sullo sfondo, a sinistra, si intravedono dei gabbiani e un cielo crepuscolare. Pochi anni dopo, nel 1871, Edward Poynter realizzò un'opera su questo tema che riprendeva la figura di Andromeda, aggiungendovi le figure di Perseo e di Ceto. Quest'opera venne distrutta durante il secondo conflitto mondiale ed è nota solamente attraverso un bozzetto a olio e delle fotografie.Per questa tela, è probabile che Edward Poynter abbia preso come riferimento due modelle d'arte dell'epoca vittoriana: Antonia Caiva (un'italiana che aveva lavorato anche per Edward Burne-Jones e Frederic Leighton) per il corpo e Annie Keene (ritratta più volte dalla fotografa Julia Margaret Cameron) per i tratti del volto. == Note ==.
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### Titolo: Età dell'argento (Cranach). ### Introduzione: L'età dell'argento (in tedesco: Das silberne Zeitalter; in francese: L'Âge d'argent), anche noto come Gli effetti della gelosia (in francese: Les Effets de la jalousie), è un dipinto realizzato dal pittore tedesco Lucas Cranach il Vecchio nel 1535. Acquistata nel 1900, l'opera è conservata al museo del Louvre di Parigi, in Francia. ### Descrizione. Questo dipinto a olio su tavola raffigura una battaglia nella quale cinque uomini nudi si affrontano a colpi di bastone accanto a quattro donne e dei bambini, anch'essi ignudi. Due degli uomini sono caduti per terra, storditi dai colpi dei loro avversari. Il tutto si svolge su un terreno sassoso dinnanzi una foresta. Sullo sfondo, a sinistra, dapprima si intravede un promontorio con un castello, poi una città che sorge lungo un fiume, nella quale è stata innalzata una cattedrale gotica con due guglie alte. Secondo l'ipotesi più accreditata, l'opera illustra l'età dell'argento, così come la descrisse Esiodo nella sua opera letteraria Le opere e i giorni. Secondo il mito, l'umanità aveva conosciuto un'epoca di pace e di splendore nota come età dell'oro, che finì quando Zeus sconfisse suo padre Crono e divenne il re degli dèi: con il passaggio all'età dell'argento l'umanità divenne meno nobile e si abbrutì, a tal punto che gli uomini finivano per combattersi gli uni con gli altri, come avviene in questo dipinto. Quest'opera raffigura dunque la seconda età della storia umana, che sarà seguita da altre tre ere, sempre più lontane da quella originale (quella del bronzo, quella degli eroi e l'età del ferro). Su questo tema artistico Lucas Cranach realizzò altri dipinti, dei quali uno è conservato al museo Puškin di Mosca e un altro alla National Gallery di Londra. Nel dipinto londinese anche una donna viene raffigurata mentre impugna un bastone, mentre nel quadro moscovita due donne guardano sorridenti un'altra che viene molestata da un satiro e da due uomini. Queste tavole illustrano come la gelosia abbia messo le persone le une contro le altre.
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### Titolo: San Clario che guarisce i ciechi. ### Introduzione: San Clario che guarisce i ciechi (Saint Clair guérissant les aveugles) era un dipinto del pittore francese Hippolyte Flandrin, realizzato nel 1836. Questo dipinto a olio su tela ritraeva san Chiaro di Nantes ed era esposto nella cattedrale dei Santi Pietro e Paolo di Nantes fino al 18 luglio del 2020, quando venne distrutto in un incendio scoppiato all'interno della chiesa.Il fratello di Hippolyte Flandrin, Paul, realizzò una copia dell'opera che oggi si trova al museo del Louvre di Parigi. ### Descrizione. Il quadro, che venne esposto al Salone del 1837, raffigura il primo vescovo di Nantes (citato come 'san Clario' nel titolo italiano dell'opera) che compie un miracolo: mentre alza gli occhi al cielo, egli ridà la vista a dei ciechi. La scelta di questo santo non è casuale, dato che fu lui che in quella città fece innalzare una cappella dedicata ai santi Pietro e Paolo, che nei secoli successivi fu ricostruita fino a diventare una cattedrale gotica. La scena è ambientata sulla scalinata all'ingresso di un tempio romano, presso il quale si è radunata una folla che assiste al miracolo. Sullo sfondo si ammira una veduta immaginaria della città in epoca romana (quando era nota in latino come Condivicnum, o 'Condivicno' in italiano), che presenta un tempio e un anfiteatro. Secondo la Gazette des beaux-arts, il quadro 'può essere citato come una delle opere del XIX secolo che meglio realizzano il sogno di Flandrin e di Simart, l'alleanza dell'arte classica e dell'arte cristiana.' L'opera preannuncia i dipinti murali che Flandrin realizzò in seguito per alcune chiese francesi, come il ciclo pittorico della cappella di San Giovanni nella chiesa di San Severino a Parigi e le decorazioni per l'abbazia di San Germano dei Prati, sempre a Parigi.
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### Titolo: I profughi di Parga. ### Introduzione: I profughi di Parga, anche noto come Gli abitanti di Parga che abbandonano la loro patria, è un quadro del pittore italiano Francesco Hayez, realizzato con la tecnica dell'olio su tela nel 1831. Le sue dimensioni sono di 201 × 290 centimetri. Con questo quadro di grandi dimensioni, Hayez volle tradurre in pittura il destino dei profughi della città greca di Parga, ceduta dagli inglesi all'impero ottomano nell'anno 1819, trasformando l'esilio in un dipinto di denuncia senza tempo. È conservato nella Pinacoteca Tosio Martinengo, a Brescia. ### Descrizione. Quest'opera di grandi dimensioni si ispira a un poemetto omonimo scritto da Giovanni Berchet nel 1823 e basato su un evento storico avvenuto pochi anni prima, nel 1819. Fino a quel momento, la città di Parga, situata lungo la costa dell'Epiro, tra Igoumenitsa e Preveza, era stata un protettorato britannico, ma nel 1819 gli inglesi decisero di cederla all'impero ottomano durante delle trattative per il controllo delle vicine isole Ionie. Gli abitanti della città, pur di non vivere sottomessi dai turchi, decisero di fuggire, migrando verso altre isole greche, come Cefalonia e Corfù.L'opera ritrae i parghini i che si apprestano a lasciare la loro terra. Alcuni guardano tristemente le loro case in lontananza, situate sul promontorio sullo sfondo, mentre altri osservano gli occupanti ottomani che stanno per entrare nella loro patria. In primo piano si trova un gruppo di uomini e di donne dagli abiti tradizionali realizzati meticolosamente, mentre per terra si trovano due donne: una è seduta davanti a un teschio e guarda lo spettatore, mentre l'altra sta raccogliendo della sabbia dorata della spiaggia di Valtos per portarla con sé durante l'esilio. In basso a destra si trovano degli altri greci che aspettano di imbarcarsi per fuggire. A dividere queste due parti dell'opera è la figura di un sacerdote ortodosso (riconoscibile dall'abito nero e dal copricapo) raffigurato mentre prega, a simboleggiare come la fede di questi greci non sia crollata neppure di fronte a un evento tale.Quando il quadro venne realizzato, l'Italia non era ancora una nazione unita, ma era divisa in vari stati regionali al Centro e nel Mezzogiorno ed era sotto il controllo dell'impero asburgico nel Nord. In epoca risorgimentale gli scrittori e gli artisti cercarono di esaltare e valorizzare le tradizioni degli italiani attraverso delle opere che li ispirassero a combattere per cercare di unire la penisola in un'unica entità statale. Pertanto, questo quadro poteva essere letto in un'ottica tale da assimilare i pargarioti, costretti a lasciare la loro patria a causa dell'occupazione nemica, agli italiani che vivevano sotto l'occupazione austriaca in Lombardia e in Veneto.
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### Titolo: Teseo riceve l'ambasceria di Ippolita. ### Introduzione: Teseo riceve l'ambasceria di Ippolita è un dipinto di Vittore Carpaccio. Eseguito nel primo decennio del XVI secolo, è conservato a Parigi nel Musée Jacquemart-André. ### Descrizione. Il dipinto è basato sul Teseida di Giovanni Boccaccio; più precisamente è illustrato il passo con le Amazzoni della regina Ippolita che si recano ad Atene presso re Teseo, che sfoggia una lunga barba bianca. L'artista trasporta l'episodio mitologico nella sua contemporaneità, come si può ricavare dall'abbigliamento dei personaggi e dalla struttura architettonica della reggia di Atene.
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### Titolo: Resurrezione (Cecco del Caravaggio). ### Introduzione: La Resurrezione è un dipinto realizzato tra il 1619 ed il 1620 da Cecco del Caravaggio. Si tratta dell'unico dipinto di cui è possibile affermare con certezza l'attribuzione al Boneri. Fu commissionato nel 1619 da Piero Guicciardini, ambasciatore del Granducato di Toscana a Roma. Tra i dipinti più celebri dell'artista, è attualmente conservato presso l'Art Institute of Chicago di Chicago, dove si trova dal 1934. ### Descrizione. Il dipinto raffigura la risurrezione all'interno di una complessa composizione di corpi attorcigliati dietro a uno sfondo nero. Cristo è rappresentato fluttuante sulle altre figure, inginocchiato su di una nuvola, mentre mantiene uno stendardo nella mano sinistra; l'angelo che ha sollevato la pietra tombale è in piedi e di profilo, disegnato nell'atto di rivolgere vittoriosamente la testa e lo sguardo verso lo spettatore. I soldati a cui era stato affidato il compito di sorvegliare il sepolcro sono sparsi in maniera confusa. Attraverso l'utilizzo alternato e marcato di forti luci e ombre profonde, Cecco è stato in grado di adoperare sapientemente il chiaroscuro per trasmettere l'intensità di questa scena drammatica. L'utilizzo di Cecco di colori forti e definiti, combinato alle morbide sfumature tenui, crea un equilibrio tra le variazioni di ombre e luci tipico del Barocco.
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### Titolo: Gesù Bambino e San Giovannino che si abbracciano. ### Introduzione: Gesù Bambino e San Giovannino che si abbracciano (o anche Gesù Bambino e San Giovannino) è un dipinto di Marco d'Oggiono dipinto tra il 1500 e il 1530.Derivante da alcuni disegni perduti di Leonardo da Vinci, diede origine a un tema molto in uso durante il rinascimento italiano e quello fiammingo. ### Descrizione. Il tema rientra nell'ambito del riposo della sacra famiglia durante la fuga in Egitto. I due bambini sono raffigurati mentre si abbracciano e si baciano, con il bambino più intraprendente dei due - quello a destra - che viene ritenuto essere il giovane Giovanni Battista e alle spalle dei due delle rocce e posteriormente sulla destra un paesaggio montano. A livello stilistico vi si possono ritrovare riferimenti stilistici del capolavoro del d'Oggiono, la pala dei tre arcangeli, nella vegetazione e nelle nuvole sofisticate, oltre all'uso avanzato del chiaroscuro.
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### Titolo: Norandino e Lucina scoperti dall'Orco. ### Introduzione: Norandino e Lucina scoperti dall'Orco è un dipinto eseguito da Giovanni Lanfranco. Si trova conservato nella Galleria Borghese di Roma. ### Descrizione. L'opera è ispirata a un episodio dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, in cui il re siriano Norandino e la sua sposa Lucina, sopravvissuti a un naufragio, devono a lungo fronteggiare un orco cieco, dopo essere approdati nell'isola in cui il mostro vive. Il passo illustrato dall'artista è quello con l'orco che grazie al suo fiuto cattura per la seconda volta Lucina, fuggita dalla caverna in cui era stata rinchiusa, come si vede nella parte destra del dipinto. A sinistra invece è rappresentato Norandino che riesce a mettersi in salvo.La scena è ambientata all'aperto, in un paesaggio che lo studioso Schleier definì 'neoannibalesco' (riferendosi ad Annibale Carracci). In basso al centro si trova il gregge dell'orco, mentre sullo sfondo sono visibili i compagni di Norandino che fuggono dopo essersi mimetizzati tra gli ovini tramite pelli di pecora. La torsione del busto del re ricorda quella di Aman nell'affresco della Punizione di Aman, dipinto da Michelangelo Buonarroti su uno dei pennacchi della cappella Sistina.
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### Titolo: Vita somnium breve. ### Introduzione: Vita somnium breve è un dipinto a olio su tela (180x114 cm) del pittore svizzero Arnold Böcklin, realizzato nel 1888 e conservato nel Kunstmuseum di Basilea. ### Descrizione e simbolismo. L'opera appartiene al periodo in cui l'artista esplorava i temi legati alla vita, alla morte e alla transitorietà dell'esistenza umana. Il dipinto raffigura una scena misteriosa e onirica. Al centro dell'opera si erge una figura femminile, semivestita. Il volto della donna è sereno e calmo, ma al tempo stesso riflette una profonda malinconia. Alcuni alberi si alzano sullo sfondo mentre in cielo, nuvole bianche si accumulano, evocando un senso di mistero. Il dipinto può essere interpretato come una riflessione sull'effimero della vita umana e sulla sua natura transitoria. La figura femminile rappresenta la fragilità dell'esistenza umana, simboleggiando la bellezza che svanisce nel corso del tempo. L'ambiente tranquillo e primaverile che circonda la figura suggerisce anche un senso di eternità e un legame tra la vita terrena e quella spirituale.
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### Titolo: Madonna con la pistola. ### Introduzione: Madonna con la pistola è un murale, realizzato con la tecnica dello stencil, dell'artista Banksy. L'opera è ubicata a Napoli in piazza Girolamini. Per la realizzazione del murale, l'artista è stato influenzato dalla scultura collocata nella chiesa romana di Sant'Agnese in Agone, denominata Sant'Agnese sul rogo, realizzata da Ercole Ferrata. ### Descrizione. Il murale rappresenta una madonna con, al posto della consueta aureola, una pistola. L'opera provocatoria, vuole rappresentare il legame tra la mafia e la religiosità. Nel 2016, l'opera è stata messa in sicurezza apponendo sopra di stessa una lastra di vetro. == Note ==.
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### Titolo: Maria Maddalena come la Malinconia (Città del Messico). ### Introduzione: Maria Maddalena come la Malinconia è un dipinto realizzato tra il 1622 ed il 1625 da Artemisia Gentileschi, attualmente conservato al Museo Soumaya di Città del Messico. ### Descrizione. Nel dipinto è raffigurata Maria Maddalena vestita elegantemente, seduta con la mano sinistra che poggia sulla coscia: dagli occhi arrossati, è possibile notare che ha pianto molto. Si tratta di un'immagine particolarmente efficace nel catturare l'emotività di un particolare momento della vita della santa, tratto dal Vangelo di Giovanni (Gv 20, 11-16). L'attributo che permette di contraddistinguere la Maddalena è un balsamario d'argento, simbolo della peccatrice che unge i piedi di Gesù, li bagna con le sue lacrime e li asciuga con i suoi lunghi capelli.Artemisia dipinse due differenti versioni dello stesso soggetto: la prima conservata nella cattedrale di Siviglia; la seconda è quella esposta in Messico. Oltre alla profonda somiglianza tra le due tele, ambedue compiute nello stesso arco temporale, vi sono comunque delle divergenze, maggiormente evidenziabili con un'indagine ai raggi X:. la differenza più evidente si riscontra nella grandezza del tessuto, maggiore nella versione spagnola, che le copre il torace e le ricade sulla spalla destra; gli studi hanno permesso di scoprire che si tratta di un'aggiunta successiva, presumibilmente attuata per assecondare i canoni che dettava la Chiesa all'epoca;. un'altra dissomiglianza si ritrova nella fisionomia del personaggio: la versione messicana è più vicina all'estetica prototipica di Artemisia, come nei casi di Giuditta che decapita Oloferne o Cleopatra;. la terza si scopre osservando la stesura dei colori: le pennellate della Maddalena iberica rivelano alcune correzioni, assenti in quella messicana che si caratterizza per un tratto più preciso e sicuro. ### Stile. Il caravaggismo fu una corrente pittorica del Barocco, che designa lo stile degli artisti che si ispirarono a Caravaggio, tra cui proprio Artemisia Gentileschi. Questi pittori si riconducono altresì al tenebrismo, per l'utilizzo profondo della tecnica del chiaroscuro. I caravaggisti riproducono le figure con grande realismo, rappresentandole spesso su un fondo scuro e illuminate da una luce che quasi pare violenta.
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### Titolo: La Meditazione. ### Introduzione: La Meditazione è un dipinto di Francesco Hayez del 1851. Il titolo avrebbe dovuto essere “L’Italia nel 1848” ma venne cambiato a causa della censura austriaca presente nel nord Italia durante quegli anni. ### Descrizione. Il dipinto mostra una giovane ragazza dai capelli neri semi svestita con parte del seno in vista e con in mano la croce del martirio ed un libro. Hayez si ispira al famoso dipinto di Delacroix, La Libertà che guida il popolo, anch’esso metafora del risorgimento. L’opera è un’allegoria con riferimento alla decadenza degli ideali unitari italiani avvenuti successivamente al fallimento dei moti insurrezionali e rivoluzionari degli anni 40-50 del 1800. Alcuni dettagli che provano quest’allegoria sono: il titolo del libro che recita “storia d'Italia”; la croce, simbolo della chiesa cattolica e la necessità di trovare un compromesso tra il papa e la nascente Italia e il messaggio “18.19.20.21.22 marzo /1848” quasi impercettibile sulla croce, allusione alle cinque giornate di Milano.
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### Titolo: Ritratto del doge Andrea Gritti. ### Introduzione: Il Ritratto del doge Andrea Gritti è un dipinto olio su tela del celeberrimo pittore veneziano Tiziano Vecellio del 1546 - 1550 ed è conservato nella National Gallery of Art di Washington. ### Descrizione e stile. Andrea Gritti viene raffigurato da Tiziano dalla vita fino alla punta del corno ducale in uno sfondo di colore marrone. Il soggetto presenta una posa signorile, un'allusione alla grande potenza del medesimo Doge e della Repubblica di cui è a capo: il busto è girato verso destra mentre il capo osserva verso sinistra; proprio nel volto Tiziano dipinge gli occhi del soggetto coprendoli con l'ombra delle sopracciglia, simbolo di una notevole esperienza artistica. Ed è sempre il volto a rappresentare l'unicità dell'opera, grazie ad uno sguardo psicologico (tipico dei ritratti di Lorenzo Lotto) che trasmette allo spettatore la potenza del Doge di Venezia. Trasferendoci verso gli abiti del soggetto, possiamo notare la tipica veste doganale e il simbolico corno ducale (che Tiziano rappresenta più grande del normale), elementi che rappresentano la figura del Doge dei ritratti del Quattrocento fino a quelli del 1797.
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### Titolo: Cupido slaccia la cintura di Venere. ### Introduzione: Cupido slaccia la cintura di Venere (Cupid Untying the Zone of Venus) è un dipinto di Joshua Reynolds realizzato nel 1784 e conservato alla Tate Britain di Londra. ### Descrizione. Il dipinto mostra la dea Venere, rappresentata come una giovane ragazza dai capelli neri, sdraiata sul letto parzialmente svestita, con il seno in vista e con la mano destra che copre parzialmente il viso. Cupido è intento a slacciare la cintura che la dea indossa. Venere ha le fattezze di Emma Hamilton, musa e modella di Reynolds.
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### Titolo: Venere e Marte (Veronese). ### Introduzione: Venere e Marte è un dipinto realizzato da Paolo Veronese negli anni settanta del XVI secolo e attualmente conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York. L'opera fu commissionata dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo e fu una delle tre tele - a soggetto amoroso e mitologico - commissionate all'artista; le altre due si trovano alla Frick Collection e sono Allegoria della Virtù e del Vizio e Allegoria della Saggezza e della Forza. In questo caso i protagonisti della scena sono le divinità romane Venere e Marte e il loro amore romantico, così come narrato nelle Metamorfosi di Ovidio. ### Descrizione. L'incontro fra i due amanti prende forma all'interno di una piacevole cornice idilliaca. Sulla sinistra è raffigurata la dea nuda, che con il braccio sinistro avvolge Marte seduto dinanzi a lei, in armatura. La mano destra di Venere si posa sul suo seno, dal quale fuoriescono delle gocce di latte, ad enfatizzare la sua femminilità. Sul lato destro si trova un cavallo da battaglia che appartiene al dio della guerra, la cui fisionomia sicuramente si rifà alle sculture dell'antichità. L'accentuata muscolatura dell'animale esprime la sua forza, mentre la testa inclinata e gli occhi calmi addolciscono l'impressione che dà allo spettatore. I due putti presenti nella scena sono essenziali per interpretare l'opera. Il primo, rappresentato mentre tenta di addomesticare il cavallo, simboleggia la tentazione del desiderio d'amore di Marte, il suo controllo sulle passioni; il secondo putto, invece, è disegnato mentre lega il nastro attorno alle gambe di Venere, per indicare il vincolo di amore eterno e armonia dei due innamorati, in un tempo privo di guerre e conflitti. Il latte materno richiama la ricchezza della pace, che è cibo per l'umanità. Caliari decise di firmare l'opera su un basamento in pietra che si trova ai piedi di Marte (lì dove è leggibile 'PAVLUS VERONENSIS F').
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### Titolo: Allegoria della Saggezza e della Forza. ### Introduzione: L'Allegoria della Saggezza e della Forza è un dipinto realizzato nel 1565, a Venezia, da Paolo Veronese, attualmente conservato presso la Frick Collection di New York. ### Descrizione. Si tratta di un dipinto dalle dimensioni monumentali, avente un soggetto di natura allegorica: sono rappresentati, infatti, la personificazione della Saggezza (a sinistra) ed Ercole, che sta a simboleggiare la Forza e le preoccupazioni terrene (sulla destra). Il conflitto tra questioni divine e mortali è un tema centrale dell'opera. Nella scena, la virtuosità della divina Saggezza appare trionfare sui desideri terreni di Ercole: infatti, la donna, il cui sguardo è rivolto al cielo, è inondata dalla luce e sembra quasi sia catturata in un momento di elevazione; al contrario la figura di Ercole, che guarda in basso, in direzione dei gioielli che si trovano a terra, tende ad assumere una posizione discendente ed è avvolto da un'ombra cupa. Il genere allegorico risulta inusuale sia rispetto alle celebri tele dai soggetti storici e biblici del Veronese (come nel caso, ad esempio, delle Nozze di Cana), sia in confronto con altre opere meno formali di altri artisti veneziani del Rinascimento come Giorgione o Tiziano. Quest'opera, insieme all'Allegoria del Vizio e della Virtù, si ritiene sia tra le prime di tale genere compiute dal Caliari; le due tele, inoltre, sarebbero state - secondo l'opinione di taluni studiosi - le prime dell'artista ad aver oltrepassato la penisola italiana e attraversato le Alpi.
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### Titolo: Allegoria della Virtù e del Vizio (Veronese). ### Introduzione: L'Allegoria della Virtù e del Vizio, anche noto come la Scelta di Ercole, è un dipinto realizzato nel 1565 da Paolo Veronese a Venezia, attualmente conservato alla Frick Collection di New York. ### Descrizione. Si tratta di un dipinto dalle dimensioni monumentali e dal soggetto allegorico, raffigurante la difficoltà di Ercole nella scelta tra la Virtù e il Vizio (anche noto come la Felicità o la Depravazione), in questa scena raffigurati come due donne che lo spingono fisicamente in due direzioni opposte. Il tema iconografico di Ettore al bivio è tratto da una favola di Prodico, filosofo e retore greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C. Nella tela, lo sforzo di Ercole pare maggiormente indirizzato verso la figura della Virtù, che apparentemente risulta trionfante; tuttavia, il Vizio ha strappato la calza dell'eroe e continua a tendere una mano verso di lui. Nel frattempo, dietro alla gonna nasconde un pugnale e la statua di una sfinge. Sull'elemento architettonico visibile al di sopra dei personaggi, in alto a sinistra, si legge un'iscrizione che afferma: '[HO]NOR ET VIRTUS/[P]OST MORTE FLORET', che può essere tradotta come 'L'onore e la virtù fioriscono dopo la morte'. Come allegoria, il compito del dipinto è quello di veicolare un messaggio morale, in questo caso la supremazia della virtù sul vizio. Il genere allegorico risulta inusuale sia rispetto alle celebri tele dai soggetti storici e biblici del Veronese (come nel caso delle Nozze di Cana), sia in confronto ad altre opere meno formali del Rinascimento veneziano di artisti quali Giorgione o Tiziano. Quest'Allegoria, insieme all'Allegoria della Saggezza e della Forza, anch'essa conservata presso la Frick Collection, si ritiene sia stata tra le prime del genere portate a termine dal Caliari. Inoltre, si crede che le due tele siano state le prime dell'artista ad aver oltrepassato le Alpi.
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### Titolo: Vertumno e Pomona (Melzi). ### Introduzione: Vertumno e Pomona è un dipinto realizzato tra il 1518 e il 1522 da Francesco Melzi, attualmente conservato presso la Gemäldegalerie di Berlino. Raffigura la divinità romana - di origine etrusca - Vertumno che, travestito da vecchia donna - tenta di corteggiare la dea Pomona. ### Descrizione. Vertumno e Pomona è dipinto seguendo espressamente gli elementi chiave propri dello stile dei Leonardeschi: ha come riferimento, infatti, le fattezze del volto femminile così come concepite da Leonardo da Vinci, con lo sguardo basso e il sorriso stretto, appena accennato. Da Leonardo derivano anche il ricorso allo sfumato e la precisione dei dettagli botanici, dovuta agli studi compiuti dall'artista. La tela riprende anche altre composizioni di Leonardo antecedenti al 1513: ad esempio, l'opera di Melzi ha lo stesso schema cromatico della Sant'Anna con la Vergine e il Bambino, esposta al Museo del Louvre di Parigi. Le alte montagne sullo sfondo e il ponte ad arco sulla sinistra sono ispirati indubbiamente dall'ambientazione di fondo della Gioconda. Inoltre, la posa di Pomona è somigliante a quella della Vergine rappresentata nel Cartone di sant'Anna, in mostra alla National Gallery di Londra.La maggior parte dell'interpretazione del dipinto deriva dal simbolismo della vegetazione che circonda la figura (facilmente comprensibile per gli spettatori del XVI e del XVII secolo); primariamente sono da considerare l'olmo e la vite disegnati al centro della scena. L'episodio raffigurato è infatti tratto dal Libro XIV delle Metamorfosi di Ovidio, dove si narra del tentativo di far innamorare Pomona proprio tramite l'espediente della parabola dell'olmo e della vite: gli alberi di olmo potati erano spesso adoperati come supporto per le viti, perciò gli autori latini spesso sceglievano quest'unione per simboleggiare il matrimonio. In primo piano è visibile una pianta di colombina, simbolo di fertilità che si riscontra grandemente anche nella Flora di Melzi.
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### Titolo: Dama al bagno. ### Introduzione: La Dama al bagno (in francese: Dame au bain; in inglese: A Lady in Her Bath) è un dipinto a olio su tavola dell'artista francese François Clouet, creato nel 1571. L'opera misura 92,3 centimetri per 81,2. Si trova nella galleria nazionale d'arte di Washington ed è uno degli unici tre dipinti firmati da Clouet. Esistono varie repliche dell'opera, tra le quali una al museo del Prado di Madrid e una al museo del castello di Chantilly. ### Descrizione. François Clouet era un pittore di corte presso i re di Francia Francesco I, Enrico II e Carlo IX. In questo quadro egli raffigurò una donna nuda, tranne per i gioielli, che si fa il bagno. La bagnante è seduta in una vasca coperta da un panno bianco e sovrastata da delle tende color cremisi. Le cortine scostate invitano lo spettatore a 'sbirciare' nell'ambiente intimo della dama. Con la mano sinistra ella scosta il tessuto bianco, rivelando la firma dell'artista (FR·IANETII·OPVS), mentre la mano destra poggia su un'asse coperta da un tessuto bianco, sul quale si trova una natura morta. Un bambino che si trova dietro di lei allunga la mano per afferrare dell'uva che si trova in questa ciotola. Dietro si trovano una nutrice che allatta un bambino e una serva che porta una brocca d'acqua calda per riscaldare la vasca. Dietro la nutrice si trova una finestra che dà su un albero, mentre sulla parete della stanza è appeso un quadro che raffigura un liocorno. Questo dipinto ebbe un successo particolare nella corte francese, in quanto generò una vera e propria moda di ritratti di donne che si fecero ritrarre in un ambiente domestico, spesso in una vasca da bagno e in compagnia di una nutrice. Il quadro Gabrielle d'Estrées e sua sorella presenta uno scenario simile, con due donne in una vasca circondata da una tenda color cremisi e una serva sullo sfondo, raffigurata mentre cuce un vestito. Una variante di quest'opera, oggi al museo del Louvre, sostituisce la sarta con la stessa balia dell'opera di Clouet e ripropone la serva con la brocca. Inoltre, l'effigiata della copia della Dama al bagno al museo Condé di Chantilly è diversa dal dipinto originale, e la tradizione la identifica proprio con Gabrielle d'Estrées.
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### Titolo: Una schiava in vendita. ### Introduzione: Una schiava in vendita (Una esclava en venta) è un dipinto del pittore sivigliano José Jiménez Aranda, realizzato nel 1897 circa. Misura 100 centimetri di altezza e 82 di larghezza. Attualmente si trova al museo di Malaga. L'opera fu acquisita nel 1905 per il museo di arte moderna (oggi scomparso e unito al museo del Prado), dove rimase dal 1905 al 1971. L'opera poté essere vista al museo spagnolo di arte contemporanea dal 1971 al 1995, e poi al museo nazionale centro d'arte Reina Sofía dal 1995 al 2016. Attualmente è stato ceduto al museo di Malaga dal museo del Prado. ### Descrizione. Una giovane schiava si trova completamente nuda e seduta sopra un tappeto, mentre, come è scritto su un cartello in greco appeso al suo collo, è offerta in vendita in un mercato orientale. Dietro compaiono i piedi dei possibili acquirenti, che si mettono attorno a lei per contemplare la sua nudità indifesa. Questo dipinto è una delle opere più celebri di José Jiménez Aranda, nonché uno dei nudi femminili più interessanti di tutta la pittura spagnola del diciannovesimo secolo. Si tratta anche di un quadro davvero unico nella produzione di questo maestro sivigliano, nella quale i nudi femminili sono molto rari, così come i quadri dal soggetto orientale.Si tratta di un tema orientalista, che ebbe una grande fortuna tra i pittori di quella generazione (come dimostrano varie tele di Jean-Léon Gérôme), nel quale il gusto per l'esotico e l'orientale, nell'ideale del Romanticismo, si mescola con la sensualità e la qualità della resa dell'anatomia. La tela presenta come novità l'inquadratura inusuale, dato che si tratta di un piano quasi cinematografico nel quale la giovane prostrata è circondata ai piedi dei suoi eventuali acquirenti, tra i quali c'è lo stesso spettatore. Spicca il contrasto tra i colori accesi del tappeto e la pelle pallida della fanciulla, rappresentata con grande dignità.Il testo in greco del cartello che la donzella porta al collo recita:. Da ciò si deduce che la schiava viene soprannominata 'Rosa' (Rhodon in greco, che è il nome della pianta, non il nome proprio). Questo testo è utile per spiegare la voce medio-passiva e il sistema di numerazione della lingua greca antica. == Note ==.
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### Titolo: Flora (Melzi). ### Introduzione: Flora, anche nota come Colombina, è un dipinto realizzato nel 1520 da Francesco Melzi e attualmente conservato all'Ermitage di San Pietroburgo. Raffigura Flora, la dea romana della primavera e dei cereali, soggetto apprezzato tra gli artisti rinascimentali. ### Descrizione. Flora fu dipinta nel tipico stile dei Leonardeschi e quindi di Leonardo. Seguendo il maestro Melzi adoperò la stessa tipologia di viso femminile, lo sguardo abbassato, la tecnica dello sfumato e la propensione all'attenta osservazione delle piante e della capigliatura. Nella composizione, Flora è seduta in una grotta, circondata da felci ed edera. L'abbigliamento rimanda all'antica Roma: la dea indossa, infatti, una stola bianca arricchita da decorazioni dorate e una palla di color blu gettata sopra una spalla. In grembo ha dei fiori di gelsomino bianco, mentre nella mano sinistra tiene un fiore di colombina, da cui uno dei nomi con i quali era conosciuta l'opera.La vegetazione che circonda la dea ha un significato simbolico che era ben riconoscibile per gli osservatori del XVI e del XVII secolo. Ad esempio, la colombina è un simbolo di fertilità. Accanto al seno scoperto di Flora, la colombina accentua il ruolo di 'madre dei fiori' della dea. I gelsomini che tiene nella mano destra rappresentano la purezza. Gli anemoni visibili nelle pieghe della palla - in basso a sinistra - stanno a indicare la rinascita; nell'antica Grecia, tali fiori erano anche riconosciuti come fiori del vento, quindi sarebbero un riferimento a Zefiro, personificazione del vento di Ponente nonché suo sposo. L'edera in alto a destra simboleggia l'eternità, mentre la felce a sinistra rispecchia la solitudine dell'ambientazione. ### Versioni dell'opera. Nel 2012 una copia del XVI secolo è stata venduta da Christie's per £937 250 ad un collezionista privato di San Pietroburgo. Varie sono state le copie della Flora riprodotte nel corso del tempo.
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### Titolo: Circe (Collier). ### Introduzione: Circe è un dipinto del pittore preraffaellita John Collier, realizzato nel 1885. Raffigura la maga Circe, un personaggio celebre della mitologia greca e soprattutto dell'Odissea di Omero. Semisdraiata nuda sull'erba di una radura, Circe è circondata da dei felini visibilmente domati dalla sua presenza. Attualmente la tela è conservata in una collezione privata neerlandese. ### Descrizione. Circe è un dipinto di 133 centimetri per 219 dipinto con la tecnica dell'olio su tela. Rappresenta, con dei dettagli meticolosamente descrittivi, dei colori luminosamente intensi e dei colpi di pennello fini e quasi invisibili, la dea o maga Circe mezza sdraiata, ignuda, vista di schiena e di tre quarti, sull'erba di una radura, in compagnia di una tigre distesa di fronte allo spettatore, sulla quale ella poggia il suo torso facendo passare il braccio destro sulla schiena dell'animale, e di un ocelotto che appoggia il muso ai suoi piedi, verso il quale ella volge lo sguardo, mentre un puma e un cinghiale si trovano ai confini del bosco.
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### Titolo: Il giardino cinese. ### Introduzione: Il giardino cinese (Le Jardin chinois) è un dipinto realizzato dal pittore francese François Boucher nel 1742 circa. Quest'olio su tela è un idillio che raffigura dieci figure in un giardino cinese. Si tratta di uno degli otto schizzi di cineserie destinati a essere eseguiti sugli arazzi della manifattura di Beauvais che l'artista espose a Parigi durante il Salone di pittura e di scultura nel 1742. Dal 1983 l'opera fa parte delle collezioni del museo delle Belle Arti e di Archeologia di Besançon, nel Doubs. ### Descrizione. La scena è ambientata in un giardino esotico della Cina imperiale e riflette il gusto europeo del secolo diciottesimo per la cultura cinese. Al centro, seduta su una poltroncina rossa, si trova una giovane nobile che si lascia impreziosire i capelli con dei fiori da una serva: infatti, accanto a lei si trova un tavolo con uno specchio per la toeletta (ragion per cui in alcuni inventari l'opera viene citata come La toilette). Attorno si trovano degli altri personaggi, donne e uomini, che l'assistono (per esempio, una tiene un vassoio con dei fiori, e un'altra le fa ombra con un ombrello). A destra si trova un gazebo dal tetto orientalizzante. Lo sfondo è costituito da un giardino ricco di arbusti. L'opera ritrae una Cina fantastica che trasporta la toeletta europea nell'Asia orientale, che Boucher dipinse riprendendo le illustrazioni dei libri di viaggi nell'estremo Oriente del XVII e XVIII secolo. In effetti, c'è una certa somiglianza tra questo paesaggio e le scene pastorali dipinte dall'artista e da altri pittori francesi dell'epoca rococò, che raffiguravano in maniera galante delle scene di vita campestre. Tra le scene cinesi dipinte da Boucher come schizzi per gli arazzi di Beauvais, questa e La pesca cinese sono le più fedeli e vicine all'arte della Cina della dinastia Qing, mentre La fiera cinese è la trasposizione in chiave orientalizzante della fiera di Saint-Germain che si svolgeva a Parigi.
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### Titolo: Angelica e Medoro in un paesaggio bucolico. ### Introduzione: Angelica e Medoro in un paesaggio bucolico è un dipinto di Sebastiano Ricci, eseguito con la tecnica dell'olio su tela tra il 1716 e il 1720. ### Descrizione. Il dipinto si basa sull'Orlando furioso di Ludovico Ariosto: il giovane soldato saraceno Medoro, rimasto gravemente ferito, viene curato dalla bella Angelica, principessa del Catai; i due poi si innamoreranno. Qui la coppia viene rappresentata mentre si abbandona alla passione. Medoro sta incidendo sulla corteccia di un albero il proprio nome e quello di Angelica. Nell'opera sono presenti anche due amorini.
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### Titolo: Ragazza di schiena. ### Introduzione: Ragazza di schiena è un'opera di Giuseppe Migneco. Eseguita nel 1941, appartiene alla Collezione Alberto Della Ragione ed è esposta alla Galleria Novecento di Firenze. ### Descrizione. Il dipinto si inserisce nel periodo in cui l'artista aderisce al gruppo di 'Corrente'. Dalla stesura pittorica dell'opera si evince l'influenza di Van Gogh che condizionò l'attività di Migneco nel periodo 1935-1945.
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### Titolo: De tekenles. ### Introduzione: De tekenles ('La lezione di disegno') è un dipinto del pittore fiammingo Michiel Sweerts (1618-1664), conservato nel museo Frans Hals di Haarlem. ### Descrizione. Realizzato al ritorno dell'artista a Bruxelles, dopo un lungo soggiorno a Roma, il dipinto raffigura un atelier di disegno durante una lezione sul nudo accademico. Al suo ritorno Michiel Sweerts aprì una scuola di disegno nella quale la maggior parte degli studenti era composta da adolescenti destinati a diventare dei disegnatori di cartoni per gli arazzi. A Sweerts piaceva l'insegnamento del disegno. Nel 1656 fece pubblicare a Bruxelles una raccolta di incisioni che raffiguravano tutti i tipi di volti ad uso dei disegnatori apprendisti, intitolata Diversae facies in usum juvenum et aliorum delineatae per Michaelem Sweerts equit., pict., etc.Questa tela dalle tonalità ocra e marroni, come suole nei quadri di Sweerts, raffigura una classe di studenti disegnatori che circondano a semicerchio un tavolo quadrato sul quale si trova un modello. La luce proviene da sinistra, dall'alto, e non colpisce il modello, bensì l'adolescente biondo seduto in primo piano, di profilo, ed è leggermente più attenuata nei compagni ai suoi fianchi. Così Sweerts si focalizza su questo ragazzo biondo, indubbiamente uno degli studenti preferiti della classe, dall'espressione pensierosa, ma che sembra pensare a qualcosa di diverso che copiare il modello. Invece, alla sua destra, un altro studente dai capelli marroni, leggermente di schiena, è piegato sul proprio foglio, assorto nel suo lavoro. Ha la stessa posa e la stessa magrezza di uno dei Soldati che giocano ai dadi, un quadro conservato al museo Thyssen-Bornemisza e realizzato a Roma l'anno precedente. A destra due personaggi si trovano in piedi: il maestro di spalle e dietro di lui un personaggio dagli abiti neri. Il maestro indossa un mantello di velluto cremisi la cui tonalità richiama quello poggiato sullo sgabello dello studente seduto a sinistra dell'adolescente biondo in primo piano. Queste sono le due macchie di colore del quadro che sostengono la diagonale della luce e creano una linea di fuga sulla destra, verso la porta aperta sullo sfondo. Dei tocchi di bianco scandiscono questa linea di fuga, dal foglio di carta a sinistra dato a un altro studente fino ai riflessi nell'incarnato degli alunni in primo piano, fino al berretto di lino bianco del maestro. Costui tiene nella mano sinistra una bacchetta che punta verso il modello, ma sembra rivolgersi al suo interlocutore vestito di nero, come se questi stesse facendo una visita. Questo visitatore importante richiama un po' un autoritratto dell'artista, oggi conservato all'Allen Memorial Art Museum, nel quale egli indossa un abito simile. Sembra che sia Michiel Sweerts colui al quale il maestro spiega un punto riguardante il modello, il quale, peraltro, guarda il visitatore in nero. Sweerts dava una grande importanza allo studio del nudo accademico. Un'altra tela, conservata al Rijksmuseum e realizzata a Roma negli anni 1650, lo ritrae di schiena mentre dipinge prendendo come riferimento una modella, mentre due apprendisti ricopiano dei gessi all'antica che ingombrano lo studio. Michiel Sweerts riteneva, come indica lo storico dell'arte Vitale Bloch, che 'il disegno dai modelli antichi costituisse la base dell'educazione artistica e precedeva lo studio dal vero'. L'artista era, secondo questo storico, diviso tra il desiderio di dipingere delle scene di genere movimentate e aneddotiche (alla maniera dei pittori fiamminghi) e delle scene più accademiche, in un ideale di bellezza che aveva trovato a Roma. Questo dipinto unisce allegramente queste due tendenze.
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### Titolo: San Sebastiano (Rubens). ### Introduzione: San Sebastiano è un dipinto a olio su tela realizzato da Pieter Paul Rubens a Roma intorno al 1614 e conservato alla Gemäldegalerie di Berlino. ### Descrizione e storia. Rubens realizzò l'opera nel suo primo periodo romano e la muscolatura del corpo, insieme alle linee sinuose, rivelano lo studio e l'influenza dell'opera di Michelangelo, unita al manierismo fiammingo. Nel 1618 Rubens, in una lettera a Sir Dudley Carleton, descriveva le proprie opere che aveva intenzione di vendere, tra cui un 'San Sebastiano nudo', probabilmente in dipinto ora conservato a Berlino. == Note ==.
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### Titolo: Bagnanti a San Niccolò. ### Introduzione: Bagnanti a San Niccolò è un dipinto a olio su tela (140x180cm) realizzato da Passignano nel 1600. ### Descrizione. Un nutrito gruppo di giovani uomini gioca, discorre e si rilassa lungo le sponde e nelle acque dell'Arno, mentre sullo sfondo si staglia la Porta San Niccolò. Mentre la vita prosegue sui balconi e sui tetti di Firenze, dove alcune persone ritirano il bucato, gran parte degli uomini si tuffano o restano a mollo nelle acque del fiume. In primo piano sulla sinistra un uomo siede con le gambe penzolanti nell'acqua, mentre un altro uomo si issa fuori dal fiume mentre lo guarda in faccia. Passignano ha datato e firmato l'opera ('OPs. DOMCI. PASSIGNANI / FLO MDC'), appena dietro l'uomo seduto, proprio al centro della tela. Con le scene di vita quotidiana e il sottotesto omoerotico, l'opera si allontana dalla gran parte della produzione artistica di Passignano, prevalentemente incentrata su soggetti storici, mitologici o religiosi. Il catalogo di Sotheby's ha descritto Bagnanti a San Niccolò come 'forse il più importante esempio artistico di arte omoerotica nel tardo periodo manierista'.
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### Titolo: Ulisse e Nausicaa. ### Introduzione: Ulisse e Nausicaa (Ulysse et Nausicaa) è un dipinto a olio su tela realizzato da Louis Gauffier nel 1798, a Firenze, in Italia. Il quadro è conservato al museo Santa Croce di Poitiers, in Francia. ### Descrizione. La scena si svolge all'aperto, in un ambientazione campestre. A sinistra si trova un uomo nudo che avanza verso una figura femminile al centro e un gruppo di alcune donne che fuggono. Il quadro presenta una fontana abbellita dalla vegetazione che richiama le vestigia e le rovine dell'antichità, nonché un paesaggio sullo sfondo con dei cavalli e un carro. Inoltre, ai piedi della fontana si trovano sparsi degli accessori (dei vasi e dei tessuti antichizzanti).