text_id
int64
2
7.82M
url
stringlengths
19
319
text_content
stringlengths
1
402k
1,987,498
http://it.wikipedia.org/wiki/Notazione_di_Kr%C3%B6ger-Vink
Notazione di Kröger-Vink.Kröger–Vink NotationLa Notazione di Kröger-Vink'" è un insieme di convenzioni usate per descrivere carica elettrica e posizione dei difetti reticolari nelle strutture cristalline, proposta da F.A. Kröger e H.J. Vink.Formato generale"M" corrisponde alla specie, che può essere:"S" indica il sito reticolare occupato dalla specie. Ad esempio si consideri un atomo di nickel ("Ni") che occupa un sito del rame ("Cu").In questo caso la "M" sarà sostituita da "Ni" e "S" da "Cu". Nel caso che il sito occupato sia interstiziale si usa il simbolo 'i'."C" indica la carica elettrica della specie relativamente al sito che occupa. Continuando con l'esempio precedente, spesso il "Ni" ha la stessa valenza del "Cu", dunque la carica relativa è zero. Per indicare la carica nulla si usa il simbolo [Formula 2]. Un [Formula 3] indica una singola carica positiva, mentre se ripetuto due volte rappresenta due cariche positive. Infine, con ' si indica una singola carica negativa (e con due una doppia carica negativa).Esempi[Formula 4] = uno ione alluminio in un sito reticolare dell'alluminio, neutro.[Formula 5] = uno ione nickel nel sito di un Cu, neutro.[Formula 6] = una vacanza di cloro, con una singola carica positiva.[Formula 7] = uno ionr interstiziale di calcio, con una doppia carica positiva.[Formula 8] = un elettrone. Di norma non si indica un sito.CristallografiaChimica inorganicaKröger–Vink Notation
7,122,599
http://italy.indymedia.org/news/2005/10/909083_comment.php
Warning: mysql_connect() [function.mysql-connect]: Access denied for user 'imc_italy'@'localhost' (using password: YES) in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 28Warning: mysql_select_db(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 29Warning: mysql_query(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 40Warning: mysql_errno(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 115Warning: mysql_fetch_array(): supplied argument is not a valid MySQL result resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 50Ben niente si è letto sui giornali italiani del risultato (pubblicato martedì) di una commissione d’Inchiesta del governo irlandese che ha provato come le autorità ecclesiastiche abbiano sistematicamente coperto gli abusi sessuali su minori da parte di preti nel corso degli ultimi decenni. Per circa 20 anni, il vescovo di una diocesi di campagna nel sudest del paese, trasferiva per un breve periodo i preti che si erano macchiati di tali abusi; ma una volta calmate le acque, i religiosi tornavano al loro posto.In ogni caso, dopo lo scandalo dei preti pedofili nella chiesa cattolica americana, anche quella di Dublino viene macchiata da un’onta difficilmente cancellabile. Per l’“Herald Tribune”, ridare dignità alla Chiesa sarà uno dei compiti più difficili del nuovo papa Benedetto XVI. Anche perché il boom economico ha secolarizzato una terra in cui un tempo i precetti della fede erano quasi legge…
2,682,728
http://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Barnes
Bruno Barnes.Bruno Barnes mentre ripara una chitarra (2009)Cenni biograficiLavora per molti anni come operaio specializzato presso la Magrini Galileo di Battaglia Terme, coltivando l'hobby del modellismo e realizzando per passione navi e aeroplani di legno in miniatura. Nel frattempo, canta e suona il mandolino in un'orchestra con repertorio di musica napoletana. Al pensionamento, nel 1981, inizia ad interessarsi di liuteria e a creare nel suo scantinato a Monselice propri strumenti musicali che regala ad amici e parenti. Nel giro di poco tempo diviene apprezzato da docenti di conservatorio e professionisti, cui dona chitarre classiche, violini e mandolini da utilizzare in concerti e registrazioni.Caratteristiche degli strumenti di Barnes.I liuti di Barnes sono tutti realizzati in acero, abete, mogano o ontano (per le chitarre elettriche), utilizzando l'ebano per la tastiera. Le sue chitarre sono distinguibili dalla finitura in vernice di gommalacca, dai segnatasti a forma di rombo e da una B in carattere graziato di madreperla intarsiata nella paletta. Qualche strumento presenta due B speculari, ma si tratta di eccezioni.Musicisti famosi e curiositàAttualmente, suonano strumenti realizzati da Barnes Ruggero Robin, Riccardo Fogli, Davide Ferrario, Marco Porcu dei Chantango, Pino Briasco, Giovanni Guglielmo e Paolo Muggia, allievo di Andrés Segovia. La particolarità di questo artigiano risiede nel fatto che svolge la sua attività in modo del tutto amatoriale, in quanto egli si ritiene ancora un liutaio per passione.Collegamenti esterniLiutai italiani|Ballarin, AndreaCostruttori di chitarre
36,302
http://it.wikipedia.org/wiki/Domegge_di_Cadore
Domegge di Cadore.Domegge di Cadore'" (ladino "Domeje") è un comune di 2.645 abitanti della provincia di Belluno.GeografiaIl paese è situato nelle Dolomiti sulla sponda destra del fiume Piave, ad un'altitudine che varia dai 655 m s.l.m. della parte vecchia della frazione di Vallesella, fino ai 1000 della frazione di Grea.MontagneI gruppi montuosi sui quali si estende il territorio sono Monfalconi, Spalti di Toro ad est; Marmarole ad ovest. Tra le cime più rappresentative il Monte Montanello (2.441 m).Fiumi e laghiIl comune è attraversato dal fiume piave, imbrigliato dalla Diga di Pieve di Cadore a costituire il Lago di Centro Cadore. Sul suo territorio, a costituire confine con l'adiacente comune di Calalzo di Cadore, i torrenti Molinà e Talagona, mentre lo separa dal comune di Lorenzago di Cadore il torrente Cridola, tutti affluenti del sopracitato Piave.Da oltre 120 anni questi luoghi sono famosi per la produzione di montature per occhiali e ancor oggi meta ambita per acquistare i prodotti ottici.StoriaDall'età del bronzo ai RomaniIl rinvenimento in una cava in località Crodola (m.801) di un falcetto e un'ascia ad alette bronzei datati al XIII-XII secolo a. C. è il più antico segno di frequentazione umana in Centrocadore. Un altro reperto molto interessante è l'elmo in ferro trovato a Pegnola (Vallesella) datato al IV-III secolo a.C.; uno studio della dottoressa Gambacurta fa una comparazione con le notizie sugli elmi trovati a Lozzo, Calalzo e Pozzale per affermare che si tratta di una tipologia unitaria. Mettendoli a confronto con elmi del nord Italia e d'oltralpe conclude che, pur avendo molte affinità con reperti celtici della Valle della Gail, si tratta di oggetti di fattura locale. Sono state trovate monete che vanno da Vespasiano (69-79 d.C.) a Marco Aurelio (161-180 d.C.) in varie località; Colle di Medol, Vince, casa De Bernardo. Infine nel centro di Domegge è stata rinvenuta una sepoltura di tre inumati (due adulti e un giovane), supini con il capo rivolto a nord. Il corredo era composto da una collana con perle in pasta vitrea, orecchino d'argento, armilla e catenina bronzee; il materiale è stato datato al VI-VII secolo d.C. Due anni fa, durante lo scavo sulla statale per la posa del metano, è stato rinvenuto un teschio umano molto vicino al precedente sito; perciò si potrebbe ipotizzare una necropoli. Lavori edili nel 2004 hanno consentito, grazie all’attenzione del Gruppo del funzionario della Soprintendenza Padovan, di confermare la presenza dell’area sepolcrale. Un'altra necropoli era probabilmente situata nell'area posta a est della chiesa; ai primi del Novecento in località "le Cioupe" furono rinvenute due scheletri con parti in bronzo, forse di armature. Durante dei lavori in via Trieste 6 erano stati ritrovati due o tre scheletri con dei vasi in terracotta rossi e gialli, ossa animali e una catena con collare. Nel 1865 venne trovato un cranio con un corredo di uno spillone e una piastra circolare. Questo reperto aveva dieci raggi segnati da pallottoline che erano distribuite su tutta la circonferenza; un filo attorcigliato alla piastra aveva un pendente di vetro bianco e celeste. L'area è vicina a col de Medol, dove oltre alle monete sembra ci fossero dei muri sul luogo del rinvenimento. Dal versante del colle che guarda la chiesa sgorgava una sorgente di acqua puzzolente (solforosa?) che attraversava i prati di "Cioupe "per poi confluire nel Piave. Va anche citata l’area di Facen, sul lato opposto del lago, dove il de Bon aveva avuto notizie del rinvenimento di sepolture ad inumazione senza corredo, che attribuiva al Medioevo. L’area è ad ampi terrazzi e soleggiata, il toponimo è forse di origine retica, il che ripropone la questione delle culture presenti in Cadore nel periodo preromano.Storia recenteAll'inizio del XX secolo la comunità domeggese fu coinvolta nei fenomeni migratori che interessarono il cadorino e in generale l'intera penisola: un emigrante proveniente da Vallesella è censito fra le vittime della più grave sciagura mineraria che la storia degli Stati Uniti ricordi, avvenuta il 6 dicembre 1907 a Monongah, nella Virginia Occidentale.Nella seconda metà del XX secolo l'intera area del Cadore è stata interessata da un improvviso miglioramento delle condizioni di vita dovuto allo sviluppo dell'industria dell'occhiale e conseguentemente dall'abbandono delle attività agro-silvo-pastorali.Nell'agosto del 1992 balzò alla ribalta della cronaca nera nazionale per essere stata teatro del misterioso suicidio di don Mario Bisaglia fratello del senatore Antonio Bisaglia, il quale fu ritrovato cadavere nel lago di Centro Cadore.Evoluzione demograficaSiti di interesse turisticoAmministrazioneVariazioniLa denominazione del comune fino al 1957 era Domegge.Galleria fotograficaNoteAltri progettiComuni della provincia di BellunoDomegge di Cadore
3,019,871
http://it.wikibooks.org/wiki/Yugioh/Costruzione_del_deck
Yugioh/Costruzione del deck.Deck introduttivi.Prima ancora di parlare di come costruirsi un deck, abbiamo bisogno di crearci prima un deck ufficiale. Di solito è preferibile alle bustine, se non ne possedete ancora uno solo. Sono editi dalla KONAMI e si chiamano mazzi introduttivi (vedremo la lista e la loro completezza nel capitolo "Deck ed Espansioni") oppure tematici. Ecco una lista breve di deck da cui partire.Questi sono esempi da cui partire per costruire il proprio deck utilizzando espansioni e bustine. Si possono comprare anche due o tre (anche di più) mazzi introduttivi per crearne uno personale. Ma abbiamo ancora bisogno di un motore, qualcosa che ci dica cosa fare nel momento del bisogno e come comportarci durante il duello. Si tratta della strategia.Strategie varie.Solitamente all'inizio della costruzione del deck abbiamo i soliti consigli della KONAMI, che produce ufficialmente carte e videogame. Per esempio, una regola fondamentale è quella di avere un buon numero di mostri e carte magie e trappole abbastanza equilibrato, di avere mostri di livello 4 sempre a portata di mano per non farsi trovare il campo scoperto e quindi subire attacchi diretti.Secondo molti giocatori la cosa migliore è farsi deck sempre nuovi, giocando anche con due o tre mazzi di riserva sempre diversi (uno basato per esempio sui draghi, un altro ricco di magie, un altro sulle trappole e mostri di livello 6 ecc). Così si può avere il vantaggio di avere deck sempre nuovi sorprendendo l'avversario (giocare sempre con lo stesso potrebbe essere uno svantaggio in quanto il vostro avversario può imparare facilmente tutte le vostre carte e dunque prevenirsi). E poi, c'è il doppio vantaggio di rendere più vivo il duello.Il pilastro fondamentale del gioco è la strategia: non serve avere tantissime carte anche forti, e poi non sapere cosa farne. La strategia è il motore del duello, e ciò che può portarvi in svantaggio o in vantaggio. Qualsiasi strategia e deck sono ben accetti in questo gioco dove non c'è un Deck Assoluto ed imbattibile, in quanto tutti i mazzi possono essere battuti. Quindi non abbiate paura di costruire una strategia che ai vostri occhi può apparire inizialmente bizzarra. Provare per credere.Questi ovviamente erano soltanti piccoli esempi, dato che come già detto prima le strategie sono molteplici ed infinite fra loro. L'importante è sapere di che carte si ha bisogno e sopratutto conoscere anche i limiti della sfida. Ciò significa conoscere le carte proibite se si vuole giocare partite ufficiali.
1,614,292
http://it.wikipedia.org/wiki/Selinunte
Selinunte.Selinunte'" (greco "Selinos", latino "Selinus"') era una antica città greca sulla costa sud-occidentale della Sicilia. Il sito archeologico è composto da cinque templi costruiti intorno ad una acropoli. Dei cinque templi solo il tempio E (il cosiddetto tempio di Era) è stato ricostruito.StoriaSecondo Tucidide, Selinunte fu fondata verso la metà del VII secolo a.C. da coloni greci provenienti da Megara Iblea. Il sito scelto stava sulla costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli fluviali del Belice e del Modione.La città ebbe una vita breve (circa 200 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere le 25.000 unità.Il nome deriva dal sedano selvatico (σέλινον in greco) che i coloni vi trovarono in abbondanza. Una pianta di sedano era raffigurata anche sulle monete coniate più tardi a Selinunte.Fin dalla loro fondazione Segesta e Selinunte, furono in guerra fra loro per motivi di confine. Il primo scontro[1] avvenne nel 580 a.C. e Segesta ne uscì vittoriosa. Nel 415 a.C. Segesta chiese aiuto ad Atene perché intervenisse contro l'intraprendenza Selinuntina supportata da Siracusa. Gli ateniesi presero come pretesto la richiesta di Segesta e decisero una grande spedizione in Sicilia, assediarono Siracusa ma ne risultarono disastrosamente sconfitti. Gli scontri si conclusero nel 409 a.C., quando Selinunte fu assediata e distrutta dai cartaginesi, invocati anche questa volta dai Segestani.Le forze cartaginesi erano comandate dal generale Annibale Magone(da non confondere col successivo e più famoso Annibale Barca, quello delle guerre puniche con i Romani)Selinunte fu successivamente ricostruita da coloni greci e punici. Nel 250 a.c. Roma, dopo aver vinto la prima guerra punica, distrusse una seconda volta la città, che non si sarebbe più ripresa.Il parco archeologico di SelinunteI ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nella parte meridionale della provincia di Trapani. Tutto il terreno interessato forma oggi un parco archeologico della dimensione di ca. 40 ettari.Il parco archeologico di Selinunte è oggi considerato il più ampio ed imponente d’Europa: si estende per 1740 km quadrati e comprende numerosi templi, santuari e altari.Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo. Fa eccezione l'opera più famosa, l'Efebo di Selinunte, che è oggi esposto al Museo Comunale di Castelvetrano.I resti di Selinunte sono divisibili in tre aree principali, l'Acropoli, la collina orientale, e il santuario della Malophoros.La MalophorosÈ il santuario di Demetra Malophoros, il cui culto, assieme a quello della figlia Persefone, era molto diffuso in Sicilia.L'AcropoliL'area dell'acropoli era destinata alle divinità. Una parte, durante il periodo greco-punico, era adibita a zona abitata..La collina orientaleIn questa zona sono presenti i templi E, F e G.Il tempio E è il più meridionale con dimensioni di 67,82m x 25,33m, ed è databile alla metà del V secolo a.C.Il tempio F è il più antico, risale al 530 a.C.Il tempio G, con le sue dimensioni pari a 50,07 m x 100,12 m uno dei più grandi fra tutti i templi greci, non è mai stato ultimato.Le fortificazioniBibliografiaVoci correlateAltri progettiCollegamenti esterniSiti archeologici della SiciliaProvincia di TrapaniCittà romane in ItaliaCittà della Magna Grecia e della Sicilia grecaCastelvetranoSelinunte
2,226,124
http://it.wikipedia.org/wiki/Feeling_Better
Feeling Better."'Feeling Better"' è una canzone scritta da Ferdinando Arnò, registrata della cantante Malika Ayane e pubblicata come singolo il 29 agosto 2008, primo singolo estratto dall'album "Malika Ayane" pubblicato dalla Sugar Music.Il singoloPur ottenendo una buona accoglienza radiofonica, che fa rimanere "Feeling Better" ai vertici dell'airplay radiofonica per diverse settimane, il singolo entra nella classifica dei singoli più venduti in Italia soltanto il 22 gennaio 2009 alla dodicesima posizione. La settimana seguente il singolo di Malika Ayane arriva fino alla sesta posizione. Il 7 maggio, dopo diverse settimane fuori dalla Top 20, "Feeling Better" è rientrato in classifica direttamente alla nona posizione, spinto principalmente dal suo utilizzo contemporaneo in alcune campagne pubblicitarie televisive.Il videoIl video prodotto per "Feeling Better" è stato girato nel settembre 2008 e diretto da Marco Gentile per la "Salom Film". Nel video Malika Ayane interpreta il brano indossando il curioso vestito fatto di piume che viene mostrato anche sulla copertina dell'album. Mentre la cantante interpreta il brano, alle sue spalle un maxi schermo mostra diverse ambientazioni. Intorno alla cantante alcuni ballerini vestiti da tennisti eseguono una bizzarra coreografia.Utilizzo nei mediaNel 2009, la canzone di Malika Ayane è stata utilizzata sia come accompagnamento musicale degli spot pubblicitari televisivi della campagna promozionale della Vodafone, che come colonna sonora del trailer del film "Generazione mille euro". Queste forme di promozione hanno permesso alla canzone di rientrare nella top 10 della classifica italiana alla posizione 9 dopo ben 31 settimane di permamenza nella top 100.TracceNote
7,807,513
http://www.tvblog.it/post/20330/rai-garimberti-su-annozero-e-dandini-avverte-masi-ce-tempo-fino-al-30-giugno
Rai - Garimberti su Annozero e Dandini avverte Masi: "C'è tempo fino al 30 giugno"pubblicato: giovedì 17 giugno 2010 da Gabriele CapassoRinnovo al ribasso per la convenzione fra la Presidenza del Consiglio e Rai International, il canale tv della Rai destinato ad essere trasmesso in tutto il mondo, una sorta di vetrina della nostra tv e del nostro paese a beneficio delle comunità di connazionali all’esterno (ma non solo). Il taglio imposto è piuttosto consistente: si passa dai 35 mln del 2010 ai 25 mln per il 2011. La politica del contenimento della spesa pubblica continua ad avere contraccolpi sulla tv pubblica.Nella giornata c’è anche da segnalare l’intervento del Presidente Garimberti nel Cda, un commento indiretto all’audizione di Mauro Masi di fronte alla Vigilanza Rai durante la quale il DG aveva di fatto rinviato a data da destinarsi le spinose questioni legate ad Annozero e Parla con me. Il primo rimasto fuori dal palinsesto, il secondo con un possibile ridimensionamento per fare spazio ai programmi sul cento-cinquantenario dell’Unità d’Italia.Garimberti ha ricordato che il termine ultimo per ogni decisione sul palinsesto autunnale “scade” il 30 giugno prossimo per approvare i piani di produzione e trasmissione. Il tentativo è quello di portare Masi ad affrontare le responsabilità, questo proprio mentre il DG sembra essere sotto pressione per silenziare o eliminare programmi, come quello di Santoro e della Dandini, poco graditi al governo.Chiambretti Show: il promo prende in giro Vespa (e Sky) del 04 set 2010L'Italia segna, ma la Rai è in pubblicità del 03 set 2010Nuovi telefilm: The River, I, P.I ed un drama politico per Abc, Lancaster di Sam Raimi per Cbs e (forse) Sandman del 03 set 2010Buffy: la Oceanic Airlines compare nel fumetto, Nicholas Brendon in Private Practice 4 del 03 set 2010Auditel Rewind - 1993 del 03 set 201017 giu 2010 - 20:03 - #117 giu 2010 - 20:13 - #217 giu 2010 - 20:34 - #317 giu 2010 - 20:53 - #417 giu 2010 - 23:48 - #518 giu 2010 - 08:25 - #618 giu 2010 - 08:29 - #718 giu 2010 - 09:13 - #818 giu 2010 - 09:53 - #9@mariet18 giu 2010 - 11:07 - #1018 giu 2010 - 19:06 - #1125 giu 2010 - 15:58 - #12consultate” nuovo ordine mondiale”L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori.Registrati per commentare e per entrare nella community di tvblog. Potrai inserire immagini, video, partecipare alle discussioni nei vari gruppi o crearli e inviare messaggi privati agli altri utenti registrati. Se sei già registrato, effettua il login per usare il tuo nickname.Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? Si NoI commenti sono sottoposti alle linee guida per la moderazione.Anteprima del commentoGrande Fratello 10Grande Fratello 9I Cesaroni 4L'Isola dei FamosiL'Isola dei Famosi 7L'onore e il rispettoLa Pupa e il Secchione 2
7,318,345
http://www.booksblog.it/post/4053/libri-e-risparmio-e-il-noleggio
L’idea, comunque, potrebbe essere questa (oltre a foderare le copie in modo che siano più resistenti, ovvio): istituire una libroteca in cui per noleggiare un libro si lascia in deposito la cifra che ci costerebbe a comprarlo nuovo, e, tolta una cifra per il noleggio base (mettiamo due euro), si va a scalare da quella cifra una quota per ogni settimana in più in cui il libro viene mantenuto da chi lo noleggia (mettiamo anche qui due euro). Se lo si restituisce in tempo, la cifra (tolti i due euro per il noleggio base) viene restituita. E così via. Ditemi se esiste un servizio del genere, che faccio subito la tessera fedeltà.
1,745,903
http://it.wikipedia.org/wiki/Nereo
Nereo.Nereo'" (in greco "Νηρεύς") è una primitiva divinità marina della mitologia greca, figlio di Ponto e di Gea.Viene raffigurato come un vecchio saggio, giusto e benevolo, chiamato da Omero «vegliardo del mare». Nereo abita in fondo al Mar Egeo ed ha la facoltà di assumere forme diverse, in particolare quella di serpente, acqua e fuoco, e di predire il futuro, caratteristiche tipiche di molte divinità marine. Fu lui a predire a Paride tutti i mali che sarebbero derivati dal rapimento di Elena di Troia. Eracle riuscì ad avere da lui le informazioni necessarie per raggiungere il Giardino delle Esperidi per raccogliervi i pomi d'oro.Fu il marito dell'oceanina Doride, dalla quale ebbe le Nereidi, con le quali dimorava in una grotta nelle profondità marine. Ebbe forse anche un figlio, Nerito.GrotteA lui è stata dedicata la Grotta di Nereo a Capo Caccia (Alghero), una delle grotte sommerse più importanti del Mediterraneo, e alle sue figlie varie grotte circostanti presso la stessa grotta.FontiAltri progettiDivinità grecheNereus
2,329,075
http://it.wikipedia.org/wiki/Albert_Verwey
Albert Verwey.Fu tra i principali redattori de "La nuova guida" (De Nieuwe Gids) che contribuì a fondare nel 1885 con Willem Kloos, Frank dan der Goes, Frederik van Eeden e Willem Paap, fino al 1890.Nel 1894 fondò con Lodewijk van Deyssel "La rivista bimestrale" che dal 1902 prese il titolo "Il secolo ventesimo". Nel 1905 fondò "Il movimento", che diressa fino al 1919, intorno al quale si raccolse un valido gruppo di giovani poeti. Dal 1924 al 1935 fu professore di letteratura neerlandese all'Università di Leida.La sua opera poetica, raccolta in una ventina di volumi, ha un'impronta aristocratica e individualista. Si occupò anche di storia e di filosofia; come critico, rimase saldamente ancorato alla tradizione.Fra le sue numerose opere: "La vita di Potgieter", del 1903; "Hendrik Laurensz Spieghel", del 1919; gli studi su "I versi di Vondel", del 1927, e su "Frederik van Eeden", postumo, pubblicato nel 1939. Nel 1923 pubblicò anche una traduzione della Divina Commedia.Albert Verwey
2,194,654
http://it.wikipedia.org/wiki/Abbazia_di_Fleury
Abbazia di Fleury.La chiesa abbaziale, unico resto dell'abbazia di FleuryL'abbazia di Fleury è un'abbazia benedettina di Saint-Benoît-sur-Loire (dipartimento del Loiret in Francia), fondata nel 640.Si trova sulle rive del fiume Loira, a circa 35 km da Orléans. Il nome moderno di "abbazia di Fleury-Saint-Benoît-sur-Loire", deriva dalla rivendicazione del possesso delle reliquie di san Benedetto da Norcia.StoriaSecondo la tradizione sarebbe stata fondata da Leodebaldo, abate del monastero di Saint-Agnan a Orléans, sul sito dell'abitato gallo-romano di "Floriacum in Vallis Aurea".Il primo abate sarebbe stato Rigomaro e il suo successore fu san Mommolo, che avrebbe effettuato la traslazione nell'abbazia delle reliquie di san Benedetto da Norcia.Intorno al 930 seguì la riforma imposta all'abbazia di Cluny. Fu protetta dai sovrani carolingi e fu al centro delle ambizioni politiche della casata robertina, i discendenti di Roberto I di Francia, molti dei quali ebbero il titolo di "duca dei Franchi". Il monaco di Fleury Elgaudo (morto intorno al 1068) fu il cappellano del re Roberto II, del quale scrisse una "Epitoma vitae Roberti regis". Il patronato regio e ducale ebbe vantaggi materiali, ma pesò sull'autonomia della comunità monastica, in particolare per quanto riguarda l'elezione degli abati.Il vescovo di Orléans, Teodolfo, vi stabilì una scuola per giovani nobili, secondo le indicazioni di Carlo Magno. Ebbe nel IX secolo una rinomata biblioteca, frequentata da studiosi come Lupo di Ferrières.Una seconda fioritura si ebbe sotto l'abate Abbo di Fleury (988-1004), e fu in contatto con diverse abbazie inglesi.Tra gli ottantanove abati conosciuti dell'abbazia, gli ultimi venti lo furono "in commendam", ossia senza risiedere nell'abbazia: tra questi i cardinali Odet di Coligny, cardinale di Chatillon, Antoine Sanguin e Armand du Plessis, cardinale di Richelieu e l'abbazia decadde: entro il XVII secolo la sua biblioteca era divenuta una miniera di materiale per i collezionisti di manoscritti.L'ultimo abate, ai tempi della Rivoluzione francese fu Georges-Louis Phélypeaux, arcivescovo di Bourges.EdificiSin dalle origine l'abbazia ebbe due chiese: una in onore di san Pietro, scomparsa nel XVIII secolo, e l'altra in onore della Vergine, che preesisteva alla fondazione del monastero. Dopo la distruzione del monastero ad opera dei Normanni, giunti lungo la Loira, e dopo un incendio catastrofico nel 1026, la chiesa della Vergine venne ricostruita in forme romaniche, con una ampia torre come facciata principale occidentale, completata nel 1218. Questa torre si eleva su cinquanta colonne che formano un portico al piano terra. Nella chiesa venne sepolto nel 1108 il corpo del re Filippo I. Solo la chiesa sopravvive di tutti gli edifici dell'abbazia.Reliquie di Benedetto da NorciaSecondo la tradizione locale la salma del santo sarebbe stata qui trasferita da Montecassino in seguito alla minaccia dei Longobardi nel VII secolo, dal secondo abate di Fleury, san Mommolo. La tomba del santo e i "Miracula sancti Benedicti", scritti durante tre secoli da cinque monaci dell'abbazia attirarono il pellegrinaggio, che portò all'abbazia benessere e fama. La rivendicazione è però osteggiata dai monaci di Montecassino, che sostengono che le reliquie non si siano mai spostate da Montecassino.NoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniAbbazie della Francia|FleuryFleury Abbey
7,808,740
http://www.tvblog.it/post/4729/la-prova-delpettegolezzo/1
Cos’è successo però dal 2000 ad oggi? Dell’interessante e godibile gara dei cuochi è rimasto ben poco. Da una iniziale versione “easy”, il programma è diventato prima una sorta di Zecchino d’oro per adulti e infine un rotocalco per casalinghe esaurite (nulla contro le casalinghe, sia chiaro), in cui più che la descrizione dei piatti e delle ricette, al centro dell’attenzione della Clerici è la vita sentimentale (e a volte anche sessuale) di cuochi e sommelier.16 mar 2007 - 14:58 - #616 mar 2007 - 15:11 - #916 mar 2007 - 15:12 - #1016 mar 2007 - 15:15 - #11@ gieffina16 mar 2007 - 15:25 - #1216 mar 2007 - 15:30 - #1316 mar 2007 - 15:39 - #1416 mar 2007 - 15:50 - #1516 mar 2007 - 15:59 - #1816 mar 2007 - 16:29 - #2016 mar 2007 - 16:37 - #2116 mar 2007 - 16:41 - #2216 mar 2007 - 17:43 - #2316 mar 2007 - 18:04 - #2416 mar 2007 - 19:05 - #2516 mar 2007 - 19:05 - #2616 mar 2007 - 19:17 - #27Giulio16 mar 2007 - 15:06 #19Grazie.Ne prendo atto. Preciso altresì che le fonti che diffondono tale notizia: http://intrattenimento.it.msn.com/gossip/articolo.aspx?cp-documentid=3064100 (riprendendo il giornale “Vero”).16 mar 2007 - 19:40 - #3116 mar 2007 - 20:00 - #3316 mar 2007 - 20:12 - #3416 mar 2007 - 20:20 - #3616 mar 2007 - 20:56 - #3716 mar 2007 - 21:17 - #3816 mar 2007 - 22:14 - #4016 mar 2007 - 22:32 - #412) magari inizia a scrivere in italiano prima di dare consigli di scrittura a me ;-)16 mar 2007 - 23:17 - #4417 mar 2007 - 01:31 - #4617 mar 2007 - 01:54 - #4717 mar 2007 - 20:05 - #49Pagina 1 di 2 - Totale commenti: 571 2 Successivi »Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? Si No
1,502,326
http://it.wikipedia.org/wiki/Banu_Qurayza
Banu Qurayza.I Banu Qurayza'" furono una delle tre tribù ebraiche che vivevano a nord dell’Arabia fino al VII secolo e possedevano terre a sud-est dell’oasi di Yathrib, oggi conosciuta come Medina.Come in tutti gli altri casi di ebrei della Penisola Arabica, non si sa se i Banu Qurayza discendessero da rifugiati ebrei o da arabi convertiti al Giudaismo. Essi osservavano i precetti del Giudaismo ma adottarono alcuni costumi locali arabi e contrassero alleanze matrimoniali con l’elemento arabo.Nel V secolo, i Qurayza vivevano a Yathrib insieme ad altre due tribù ebraiche: i Banu Qaynuqa e i B. Naḍīr. Gli ebrei introdussero l’agricoltura a Yathrib e dominarono politicamente gli abitanti arabi. Il nome "Qurayza" viene da una pianta utilizzata dai conciatori di pelli. Il che ci fa supporre che quella della concia delle pelli fosse la principale occupazione messa in atto da tale gruppo prima di arrivare a Medina.La situazione cambiò dopo l’arrivo a Yathrib dallo Yemen di due tribù: i Banu Aws e i Banu Khazraj. All’inizio queste tribù erano "clienti" ("mawālī") degli ebrei ma, verso la fine del V secolo, essi si ribellarono e divennero indipendenti.Probabilmente gli Aws e i Khazraj divennero ostili l’un l’altro. I Banu Naḍīr e i Banu Qurayza erano alleati con i Banu Aws mentre i Banu Qaynuqāʿ lo erano con i Banu Khazraj. Ci furono in totale quattro scontri tra gli ebrei alleati e i Banu Aws e i Banu Khazraj, l’ultimo dei quali, la Battaglia di Bu'ath, fu inconcludente. Ibn Ishaq ricorda che con l’arrivo di Maometto a Medina nel 622, si decise di sottoscrivere un patto, chiamato Costituzione di Medina, col quale si stabilì un aiuto reciproco tra i musulmani, gli ebrei e i pagani. In questo documento furono menzionati anche i Qurayza e i Nadir, ordinando loro di non sostenere i nemici dei musulmani contro di essi.Nel 624, dopo la vittoria sui Meccani nella battaglia di Badr, Maometto espulse i Banu Qaynuqāʿ da Medina a causa dell’atteggiamento poco collaborativo nei confronti dei musulmani. Essi si trasferirono con i loro beni in Siria o nella più settentrionale oasi di Khaybar.Poco dopo Maometto entrò in conflitto con i Banu Nadir poiché,secondo quanto rivelatogli dall’arcangelo Gabriele, essi avevano cercato di complottare contro la sua vita e quindi furono espulsi dalla città. I Qurayza rimasero passivi.Nel 627, un esercito di Quraysh, sotto il comando di Abu Sufyan, marciò contro Medina e la cinse d’assedio. I Qurayza aiutarono i Medinesi fornendo spade, lance e armature per il combattimento. Ibn Ishaq scrive che, durante l’assedio, Huyayy ibn Akhtab, capo dei Nadir, andò presso Ka'b ibn Asad, capo dei Qurayza, e lo persuase ad aiutare i Meccani a conquistare Medina. In un primo momento Kaʿb fu contrario a rompere il patto con Maometto ma dopo poco decise di appoggiare i Meccani poiché Huyayy gli promise di condividere con lui le sorti dell'impresa.La preoccupazione di Maometto fu notevole e quindi mandò alcuni suoi seguaci a parlare con loro. Il risultato fu inquietante: i Qurayza non accorsero infatti in aiuto dei musulmani.Di conseguenza Maometto, dopo la vittoria sui meccani, condusse le sue forze contro i Banu Qurayza, secondo quanto ordinatogli a suo dire dall’arcangelo Gabriele. Essi si rinchiusero nella loro fortezza ("utum") e sopportarono l’assedio per venticinque giorni. Kāʿb ibn Asad suggerì alcune alternative: abbracciare l’Islam, uccidere i loro bambini e le donne, uscire fuori dalla fortezza e attaccare. I Qurayza non accettarono nessuna alternativa e chiesero di consultarsi con Abū Lubāba ibn ʿAbd al-Mundhir, un loro alleato proveniente dai Banu Aws. Secondo Ibn Ishaq, Abū Lubāba provò pietà per le donne e i bambini e convinse i Qurayza ad arrendersi a Maometto. Il giorno seguente si arresero ai musulmani e questi ultimi presero la loro fortezza e le loro armi. Si decise per il completo sterminio per decapitazione dei circa 700 maschi ebrei e la resa in schiavitù delle donne e dei bambini..In tale occasione Maometto prese l’ebrea Rayhana, della tribù dei B. Qurayza, come sua concubina. Più tardi questa abbraccerà l'Islam in cambio della libertà.La sentenza contro i maschi fu eseguita da Ali ibn Abi Talib e da al-Zubayr ibn al-ʿAwwām.Gran parte delle donne e dei fanciulli, venduti come schiavi, furono acquistati dai loro compatrioti dei Banu Nadir, spostatisi a Khaybar.BibliografiaVoci correlatestoria dell'IslamGruppi ebraiciBanu Qurayza
1,411,196
http://it.wikipedia.org/wiki/Tragedie_shakespeariane
Tragedie shakespeariane.Shakespeare scrisse le tragedie fin dall'inizio della sua carriera. Una delle sue prime opere fu la tragedia romana "Tito Andronico", che fu seguito qualche anno dopo da "Romeo e Giulietta". Comunque, le sue tragedie più famose furono scritte nei sette anni compresi tra il 1601 e il 1608, durante il quale scrisse anche le sue quattro tragedie maggiori "Amleto", "Otello", "Re Lear" e il "Macbeth", accompagnate dall'"Antonio e Cleopatra" e le meno conosciute "Timone di Atene" e "Troilo e Cressida".TragedieMolti hanno collegato queste opere ai precetti aristotelici sulla tragedia: i protagonisti hanno un carattere ammirevole ma imperfetto; il pubblico è capace di capire e simpatizzare con i protagonisti. Sicuramente, tutti i protagonisti delle opere tragiche scespiriane sono capaci di fare sia del bene che del male. Il drammaturgo insiste molto sull'operazione della dottrina del libero arbitrio; l'(anti)eroe sa sempre fare un passo indietro, per redimersi. Ma, secondo dettami dell'autore, essi si muovono inesorabilmente verso il loro tragico destino.Tragedie d'amore"Romeo e Giulietta", "Antonio & Cleopatra", e l'"Otello" possono essere considerate tragedie d'amore. Queste tragedie si differenziano dalle altre in quanto gli amanti non sono destinati all'errore da loro stessi, ma a causa di qualche ostacolo nel mondo che li circonda. In queste opere, la morte è quasi una sorta di compimento del loro amore, come se l'amore non potesse avere successo in un mondo tragico.Lista delle tragedie shakespearianeShakespeare|Shakespearean tragedy
7,317,991
http://www.booksblog.it/post/2500/mondo-senza-fine-intervista-a-ken-follett
Lei ha dipinto personaggi femminili molto forti in Mondo senza fine. Ho letto un’altra intervista in cui spiegava che nel periodo medievale le donne svolgevano ampiamente attività formali e ricoprivano ruoli di primo piano nel campo commerciale, religioso e amministrativo. A quel punto lo storico inglese che c’è in me ha esclamato: “esatto!” Quanto tempo ha impiegato a studiare la storia del XIV secolo? C’è una parte di questa storia che l’attrae particolarmente?
1,810,592
http://it.wikipedia.org/wiki/Turlupin
Turlupin.Aveva iniziato la sua carriera come cantambanco assieme agli amici Gros-Guillaume e Gaultier-Garguille, che usavano esibirsi poco distante dal Pont Neuf.Recitava indossando un ampio mantello e un cappello a larghe tese. Il volto era quasi nascosto da baffi e barba. Dopo aver montato un piccolo palco nella piazza di qualche paese, rallegrava la gente minuta con le sue farse, volgari e di cattivo gusto. Riuscì però con il tempo a calcare tutti i principali palcoscenici dei teatri comici di Francia.Solo in seguito riuscì ad entrare nella compagnia del Théâtre de l'hôtel de Bourgogne, dove dal 1615 al 1625 recitò assieme ai suoi due compagni.Il suo personaggio era quello del servo astuto e scroccone.Dei tre personaggi è quello che più si avvicina alle maschere italiane, in particolar modo a Brighella, in quanto inventore di mille tranelli.Egli infatti è famoso per la costruzione di scherzi e trappole, in cui cadono Gros-Guillaume e Gaultier-Garguille.Turlupin era molto apprezzato dal pubblico plebeo che si riconosceva nella crudeltà della sua satira e restava affascinato dalla complicata costruzione delle "turlupinades".Dal suo pseudonimo derivarono numerosi vocaboli: "turlupin" prese a indicare il pagliaccio che assieme a Brighella è l'emblema della commedia dell'arte, mentre "turlupinades" erano detti gli scherzi e le freddure (ma anche i giochi di parole e gli equivoci che ne derivavano), così come "turlupiner" voleva dire beffare. Con il passare del tempo, dall'innocente canzonatura, il termine ha assunto il più pesante significato di imbrogliare o raggirare.Nonostante Henri Le Grand fosse diventato famoso interpretando questo personaggio così satirico e vicino alla fantasia popolare, egli non disdegnava ruoli più impegnativi e solenni nelle tragedie regolari. In queste occasioni però assumeva lo pseudonimo di Belleville.Bibliografia
7,220,388
http://www.aiutoscuola.it/strage-di-ustica.html
Home | Chi Siamo | RSS | Area didattica ecoageIl 27 giugno 1980 l'aereo di linea DC9 Itavia scompare misteriosamente sul mar Tirreno nei pressi di Ustica. Perdono la vita nel disastro 81 passeggeri. Le prime indagini seguono la pista dell'ordigno esplosivo all'interno dell'aereo e del cedimento strutturale, ma la ricostruzione dei fatti negli anni successivi lascerà aperti molti dubbi a riguardo. La tragedia di Ustica è uno degli eventi più misteriosi e oscuri della storia italiana degli anni '80. I resti dell'aereo recuperati nel Mar Tirreno escludono la prima ipotesi ufficiale di un esplosione interna al velivolo, confermando quella 'giornalistica' di un missile esterno. L'abbattimento dell'aereo di linea DC9 potrebbe essere avvenuto per errore, a causa di un missile sparato da un aereo militare di nazionalità ignota nel corso di una battaglia aerea coperta dal segreto militare. Sul fatto la Libia avanza dure accuse nei confronti della Nato. In quegli stessi istanti il leader libico Gheddafi si trova in volo da Tripoli a Varsavia. Pur non esistendo prove definitive a riguardo, l'ipotesi del missile resta quella più probabile. A 28 anni dal disastro le cause del disastro non sono ancora state accertate ufficialmente.Il volo IH870, diretto da Bologna a Palermo, scompare misteriosamente dagli schermi radar tra le 20.58 e le 21:04. Nessuna richiesta di aiuto parte dal velivolo. L'ultimo contatto radio con la torre di controllo ha luogo alle 20:58. Alle 21:25 l'aereo è dichiarato disperso. Alle 21:55 scattano le operazioni di ricerca sul posto. Le operazioni di ricerca notturne non danno però risultati. Soltanto con la luce del giorno successivo le unità del Soccorso Aereo scorgono a dieci miglia nord dall'isola di Ustica una chiazza oleosa. Poco più tardi sono avvistati i relitti dell'aereo e alcuni cadaveri. Al termine delle operazioni di soccorso e di recupero saranno ritrovati soltanto trentotto persone delle ottantuno vittime. Sui corpi si riscontrano lesioni enfisematose polmonari da rapida decompressione, a causa della spaccatura in volo dell'aereo, e traumatismi dovuti agli urti con parti dell'aereo in caduta libera.Dopo lunghe perizie tecniche, indagini e ricerche l'ipotesi dell'abbattimento dell'aereo resta l'ipotesi più probabile. Ciò nonostante sono stati rinvenuti soltanto dei 'gravi indizi' e non le prove definitive per svelare gli autori del disastro. L'ipotesi del cedimento strutturale e dell'ordigno a bordo si sono indebolite con l'avanzare delle inchieste e con la raccolta dei dati. Nel corso delle indagini sono stati riscontrati anche depistaggi e inquinamento delle prove (vedi cronologia delle inchieste sulla strage di Ustica). Per questi ultimi reati ha avuto luogo dal 2000 al 2006 un processo in Corte di Assise contro i militari responsabili dei centri radar. Dapprima condannati con prescrizione di reato, sono stati infine assolti perché il fatto non sussiste. Il caso di Ustica resta ancora oggi un mistero della storia italiana, nessuno ha stabilito con certezza la causa del disastro aereo.
772,807
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolas_de_Catinat_de_La_Fauconnerie
Nicolas de Catinat de La Fauconnerie.Condusse le campagne militari francesi in Italia durante la Guerra della Lega di Augusta e la Guerra di Successione Spagnola.BiografiaProveniente da una famiglia della piccola nobiltà di provincia, figlio di Nicolas II di Catinat, magistrato, e di Catherine Poille, lascia in gioventù la professione giuridica per quella militare. Inizia la sua carriera nella Guardia Francese, un reparto di fanteria d’élite destinato alla guardia del Re ed alla difesa di Parigi, e qui salirà via via tutti gli scalini del comando. Già nel 1667 si distingue nell'assedio di Lilla, poi tra il 1676 ed il 1678 durante la guerra nei Paesi Bassi. Nel maggio 1679, già con il grado di capitano, comanda il distaccamento che vicino a Torino rapisce il conte Ercole Mattioli, segretario di stato del duca di Mantova, sospettato di aver effettuato il doppio gioco nella trattativa segreta per la cessione di Casale alla Francia e di aver così ridicolizzato Luigi XIV (vedi anche la "Maschera di Ferro").Maresciallo di campo nel 1680, dopo l'abrogazione dell'editto di Nantes opera in Italia a fianco delle truppe dei Savoia nelle campagne di persecuzione contro i Valdesi: il 17 maggio 1686, dopo due tentativi infruttuosi, riesce a sorprendere le difese dei "religionaires" asseragliati alla Balsiglia, sui monti della val Germanasca, massacrandone più di 60.Nel 1690, dopo il ritorno dei valdesi dall’esilio ginevrino, torna sulle stesse montagne alla testa di 4.000 uomini, ma in mezzo ad una bufera di neve viene sconfitto e ricacciato da un manipolo di 370 combattenti protestanti, che un mese dopo riusciranno ancora una volta a sfuggire all’attacco francese.Dopo avere preso parte all'assedio di Philippeville al principio della Guerra della Grande Alleanza, viene nominato comandante in capo dell'armata francese in Italia nel 1690. Il 18 agosto di quell'anno ottiene la vittoria alla battaglia di Staffarda contro le truppe Imperiali ed i Savoia, nel frattempo entrati nella Lega di Augusta. La campagna del Catinat prosegue con la conquista di Nizza, di gran parte della Savoia transalpina e la distruzione di molte città piemontesi (Carmagnola, Avigliana, Villar Dora, Rivoli, Saluzzo, Savigliano e Fossano), mentre tutta la pianura piemontese viene messa a ferro e fuoco dalle sue truppe;viene risparmiata solamente Villanova d'Asti,all'interno delle cui possenti mura i Francesi, al momento del rovesciamento delle alleanze da parte dei Savoia,erano già presenti.Non vi è spiegazione sul perché abbiano lasciato la città indenne.Ancor oggi,l'8 dicembre,il sindaco adempie il voto fatto allora alla Vergine dai Villanovesi per implorare la salvezza.Il 27 marzo 1693 Nicolas Catinat ottiene il bastone di maresciallo di Francia e il 4 ottobre dello stesso anno, alla testa di 35.000 soldati, porta la sua armata alla vittoria nella battaglia della Marsaglia, che costerà all'esercito alleato la perdita di più di 10.000 uomini. Questa serie di rovesci costringe i Savoia ad abbandonare temporaneamente il campo alleato, seppur ottenendo la restituzione dei territori occupati.Statua di Nicolas Catinat presente nella Reggia di VersaillesNuovamente incaricato delle operazioni in Italia nel 1701 all'inizio della guerra di Successione spagnola, si trova a fronteggiare ancora una volta le armate Imperiali guidate dal principe Eugenio, ma il cattivo stato dell'esercito, la mancanza di denaro e di rifornimenti, l'alleanza più formale che sostanziale con Vittorio Amedeo II di Savoia (cugino di Eugenio e segretamente in contatto con lui) paralizza i suoi sforzi, provocandone la sconfitta il 9 luglio 1701 a Carpi di Villa Bartolomea, nei pressi di Legnago. Luigi XIV lo fa sostituire al comando dal duca di Villeroy, "«abile generale più a corte che in guerra»", di cui è l'ufficiale in seconda nella successiva battaglia di Chiari (1º settembre), dove però le truppe francesi vengono ancor più pesantemente sconfitte.Abbandonate le campagne belliche dopo queste ultime vicende, si ritira, sfuggendo la vita di corte ed i circoli militari, nel suo castello di Saint-Gratien (nei pressi di Montmorency), dove muore il 12 febbraio 1712. È seppellito nella chiesa del villaggio.Catinat fu indubbiamente uno dei più grandi strateghi militare della sua epoca, famoso per la meticolosità con cui preparava i movimenti delle truppe. Con i suoi reggimenti di fanteria fu uno dei primi ad applicare la tecnica dell'assalto alla baionetta, teorizzandone con precisione la conduzione sul campo di battaglia: i suoi reparti erano rigorosamente organizzati in modo da sostenere passivamente il fuoco nemico fino a che non si fossero portati in formazione compatta a ridosso delle linee avversarie, punto da cui, dopo aver scaricato le fucilerie ormai a distanza ravvicinata, dovevano avventarsi a ranghi serrati sulle truppe avversarie. Al di là dell'indubbia capacità militare, fu allo stesso tempo tristemente noto nel Nord Italia per la spietatezza con cui conduceva le sue campagne, seminando terrore e distruzione nei territori dove passavano le sue armate.NoteBibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniMarescialli di FranciaNicolas Catinat
7,023,847
http://guide.supereva.it/formazione_ed_orientamento/interventi/2005/03/202454.shtml
La scuola è luogo di sosta. Da sempre i sistemi scolastici si assumono il debito di chiedere ai ragazzi migliaia di ore della loro vita. […] La scuola pubblica dovrebbe essere il luogo della restituzione, il luogo dove le ineguaglianze sociali, culturali, economiche conoscono una pausa e sono combattute, dovrebbe essere il luogo nel quale, tramite l’azione didattica, vengono aumentate le chance di democratizzazione della società, un senso viene costruito o restituito. Quando la scuola diventa invece il luogo della selezione, il luogo del sopruso e dell’esasperazione dei confronti, delle divaricazioni e dei conflitti, non soltanto abdica alla propria missione, ma si investe di uno scopo contrario a stessa.Nato nell’occasione di un progetto di ricerca-azione sul disagio e sulla dispersione scolastica attuato in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale e con l’Istituto Professionale IPSIA Margaritone di Arezzo, il volume si rivolge allo stesso tempo agli studenti, agli insegnanti, ai formatori ed ai cittadini, costituendo anche un utile complemento e fonte di documentazione per i ricercatori interessati a queste tematiche. Il volume è però arricchito ulteriormente da contributi importanti, di altissimo livello che mentre contribuiscono a stabilire un alfabeto comune su disagio e dispersione scolastica introducono anche, in modo innovativo, una serie di teorie che, sperimentate anche in altri contesti, possono contribuire a “leggere” i fenomeni del disagio e della dispersione scolastica in un’ottica ampia e, soprattutto, nell’ottica di sperimentare modalità di soluzione dei fenomeni medesimi.La parte iniziale di inquadramento teorico cerca di fare ordine nel dibattito sulla dispersione e sul disagio scolastico consentendo una definizione di alcuni termini, la delineazione di alcune chiavi di lettura, l’accostamento innovativo di teorie e metodologie con forte fecondità interpretativa ed anche alcune sollecitazioni in ordine all’attuale condizione dell’educazione pubblica in Italia. Forte di contributi autorevoli il fenomeno dispersione e disagio viene inquadrato un po’ da tutte le angolature, sia in ordine ai problemi, sia in ordine alle proposte di soluzione: dalle cornici teoriche sino alla formazione degli insegnanti.La seconda parte testimonia dell’impostazione teorica, della struttura e delle modalità attuative e delle metodologie utilizzate in un progetto che ha avuto la capacità di far emergere i bisogni degli alunni: essi vivono in prima persona una stagione di eccezionali mutamenti culturali dotati di non molti strumenti critici per gestirsi e operare delle scelte in queste dinamiche di cambiamento. Di qui l’interrogativo, sorto in fase di progettazione dell’intervento, quale potrebbe essere, dunque, la scuola che gli studenti vogliono, come far emergere i loro bisogni, desideri e progetti nei confronti della scuola, come consentirgli comunque di pensare possibile una progettazione personale all’interno della scuola? La scuola che voglio, infatti, come dice lo stesso curatore è un titolo “imperativo”, un titolo che sottintende la volontà di recepire il punto di vista degli alunni, di chi spende ore ed ore della propria vita dietro un banco di scuola ed intende farlo comprendendone motivazioni e costruendoci attorno significati e senso.La dispersione e il disagio scolastico sono fenomeni a tutti evidenti, assunti, in alcuni momenti, anche come elementi di emergenza politica, mai però definitivamente affrontati e debellati. […] Una cultura della prevenzione richiede molta fatica, grossi investimenti in denaro e in formazione, una profonda riflessione e autocritica della scuola.Il disagio e la dispersione scolastica, occorre ricordarlo, sono, principalmente, guardati dagli occhi di chi ne è “vittima” una difficoltà ad abitare uno spazio che non si avverte confacente. La sensazione di un vestito cucito con misure sbagliate comporta un disagio, un fastidio, una reazione di imbarazzo in alcuni (chissà come mi vedono gli altri), di rabbia in altri (è colpa di…)… Un vestito cucito male non offre comunque una sensazione di agio, star bene a scuola significa sentirsi in un ambiente significativo, da molti punti di vista, da quello della stimolazione cognitiva (o che perlomeno attivi curiosità) a quello affettivo relazionale (che deve avere significatività nella relazione con gli insegnanti, certo, ma anche nelle relazioni con i pari e con tutti coloro che in quell’ambiente insistono), a quello propriamente ambientale (dalla luminosità alla presenza di attrezzature), a quello del contributo alla strutturazione identitaria (trovo modelli, - perché identificarsi è ‘essere come’, es. io sono come te… - trovo proposte valoriali soddisfacenti, risposte alle domande che mi pongo? trovo strumenti per rispondervi?). Quando questi ed altre condizioni non sono soddisfatte, la scuola diventa disagio, diventa luogo nel quale non si sta a proprio agio, luogo di ansie, di tensioni, di frustrazioni, di incidenti critici, pure, si deve starci, obbedendo a delle regole, sottoponendosi a verifiche… La scuola appare allora una specie di macro rito fusionale nel quale si chiede a ciascuno di rinunciare alla propria identità specifica per acquisirne una di massa che restituisce soltanto l’appartenenza, l’inclusione, non ad un gruppo di pari, non all’attualità delle relazioni scolastiche, governate da ben altre regole e da altri riti, ma un’inclusione promessa, futura, nella società, come una scommessa che chiede però un investimento ingente immediato. (F. Batini, in La scuola che voglio).
7,002,344
http://americanbeauty.splinder.com/archive/2007-10
Metaletterariamente, mi domando se queste rivelazioni a posteriori vadano considerate vincolanti per la mia visione del personaggio, o le debba considerare la legittima opinione di una signora di Edinburgo a cui io posso contrapporre legittimamente la mia. Per dire, io Silente tendevo a vederlo piuttosto asessuato, coerentemente col suo archetipo (qualcuno si domanda che tipo di compagnia cerchino al sabato sera Gandalf o Yoda, a parte gli autori di parodie?); ma tutto sommato non cambia granché, tranne forse il rapporto con Grindelwald, che comunque filava bene pure prima. Quando rileggerò quella parte vedrò se questa rivelazione aggiunge profondità o è una complicazione inutile (ho iniziato la rilettura dell'intera serie: sulla base di ciò che sappiamo adesso La Pietra Filosofale sembra davvero un altro libro).L'altro giorno: chiedo a mia mamma dove si trova una certa coperta marrone che devo portare a Cagliari. La genitrice nega recisamente l'esistenza nella nostra casa di qualunque ente che si possa definire "coperta marrone". Al termine di un'interminabile discussione, dimostro la falsità della sua affermazione esibendo trionfalmente l'oggetto che ricade, a mio parere indubitabilmente, nella definizione suddetta. Commento della genitrice: "Ma questa non è la coperta marrone: è la coperta beige."Per scaramanzia lo scrivo solo adesso, seduto alla scrivania del mio posto stipendiato, come è stato questo periodo di disoccupazione. Perché il dolce far niente, sapete, non è poi così dolce.Agosto è passato abbastanza bene, potendo far finta di essere in ferie: anche se verso la fine del mese capitava semper più spesso che qualcuno che non sapeva mi domandava quando sarei rientrato al lavoro. E' stato più duro settembre, quando ho visto i miei amici ricominciare a lavorare mentre io continuavo ad alzarmi tardi e a non sapere come passare la mattina. Non avendo nulla da fare a Cagliari sono rimasto a casa dei miei al paesello, in cui, passata la stagione balneare, non c'è veramente nessuna distrazione: sì, ho passato qulache serata con gli amici, ma solitamente prevaleva una noia che certo non mi ha tirato su il morale. Mi è arrivato il primo assegno della mobilità, e devo riconoscere l'efficienza dell'INPS: ma non ho potuto fare a meno di vergognarmi un po' per aver preso dei soldi senza lavorare. Qualche volta ho anche pensato di fare un viaggio, per sfruttare almeno un po' l'eccesso di tempo libero. Poi mi hanno chiamato.I had always heard that your entire life flashes before your eyes the second before you die. Only that one second, isn't a second at all, it seems to stretch out forever like an ocean of time. For me it was lying on my back at boy scout camp, watching falling stars. And the maple trees that line our street. Or my grandmother's hands, and how her skin seemed like paper. And the first time I saw my cousin Tony's brand new Firebird. And Janey. And my last thought was of Carolyn. I guess I could be pretty pissed off about what happened to me, but it's hard to be angry when there's so much beauty in the world. Sometimes, I feel like I'm seeing it all at once, and I can't take it. My heart swells up like a balloon that's about to burst. But then I remember to relax, and stop trying to hold onto it. And then, it flows through me like rain and I feel nothing but gratitude for every single moment of my stupid little life. You have no idea what I'm talking about, I'm sure. But don't worry. You will someday.
832,858
http://it.wikipedia.org/wiki/David_D%27Ingeo
David D'Ingeo.Approda in Italia giovanissimo e partecipa a diversi film. Da segnalare le sue partecipazioni in "Il fantasma dell'opera" di Dario Argento, "Scarlet Diva" di Asia Argento e "La jena" di Joe D'Amato (alias Aristide Massaccesi) in cui oltre a rivestire il ruolo di protagonista è anche autore della sceneggiatura. Nel 2000 è coprotagonista di "Diapason" di Antonio Domenici, primo film italiano realizzato secondo le regole del dogma di Lars Von Trier, un ruolo che rivela pienamente il suo talento d'interprete.Attualmente vive a Parigi e oltre all'attore ha intrapreso la carriera di artista. Lavora dal 2004 al 2009, in una galeria di Montmartre, "American Glass" in rue Yvonne le Tac. Ha esposto il suo lavoro, piu volte a Berlino. Nel 05 e 06 nella;"galerie 24", nel 07 nella galeria "Any way". (gallerie del ex berlin-est). Lavora anche come fotografo, alcune sue foto sono state publicate in vari fashion magazines. b>magazine, Under the influence and Grey.In ottobre 2009 gira nel film "casa nostra" di Nathan Nicholovitch.Attori francesi|D'Ingeo, David
1,372,437
http://it.wikipedia.org/wiki/Crystal_%28fumetto%29
Crystal (fumetto).Crystal'", il cui il vero nome è "'Crystallia Amaquelin Maximoff'", è un personaggio dei fumetti creato da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni) per la Marvel Comics, la prima apparizione su "The Fantastic Four" n. 45.È una supereroina del gruppo degli Inumani sorella di Medusa, in grado di controllare tutti e quattro gli elementi naturali (fuoco, acqua, terra, aria).Ha avuto una grande storia d'amore con Johnny Storm, alias la Torcia Umana dei Fantastici Quattro (gruppo di cui ha fatto parte per un certo periodo); in seguito si è sposata con Quicksilver (con il quale ha avuto anche una figlia di nome Luna), ma Crystal si è rivelata una moglie infedele, e i suoi continui tradimenti hanno provocato furiose liti con Pietro, che l'hanno spinto a lasciarla.Crystal ha anche fatto parte dei Vendicatori, dove ha incontrato il Cavaliere Nero; tra i due è scattata subito una forte attrazione, terminata col tentativo di Crystal di riconciliarsi con l'ex marito per il bene della loro piccola Luna.In un recente flashback si è venuto a sapere di un suo breve flirt anche con l'eroe Sentry, sembra a causa di una ripicca fatta a Johnny Storm nel periodo in cui i due stavano insieme ed avevano litigato.Altri mediaCrystal, come tutti gli Inumani, appare nel videogioco' dove, non essendo un personaggio utilizzabile, collabora con il team di supereroi dando informazioni utili; particolare il suo dialogo con Johnny Storm.È apparsa anche in alcuni episodi della serie a cartoni animati dedicata ai Fantastici Quattro.Personaggi Marvel ComicsPrincipesse immaginarieCrystal (comics)
2,664,468
http://it.wikipedia.org/wiki/Lankin
Lankin.Lankin'" è un centro abitato ("city") degli Stati Uniti d'America, situato nella Contea di Walsh, nello stato del Dakota del Nord. Nel censimento del 2000 la popolazione era di 131 abitanti. La città è stata fondata nel 1905.GeografiaSecondo i rilevamenti dell'United States Census Bureau, la località di Lankin si estende su una superficie di 0,9 km², tutti occupati da terre.PopolazioneSecondo il censimento del 2000, a Lankin vivevano 131 persone, ed erano presenti 38 gruppi familiari. La densità di popolazione era di 145 ab./km². Nel territorio comunale si trovavano 83 unità edificate. Per quanto riguarda la composizione etnica degli abitanti, il 96,95% era bianco, il 2,29% era nativo e lo 0,76% apparteneva a due o più razze.Per quanto riguarda la suddivisione della popolazione in fasce d'età, il 19,8% era al di sotto dei 18, il 3,8% fra i 18 e i 24, il 18,3% fra i 25 e i 44, il 20,6% fra i 45 e i 64, mentre infine il 37,4% era al di sopra dei 65 anni di età. L'età media della popolazione era di 53 anni. Per ogni 100 donne residenti vivevano 92,6 maschi.Collegamenti esterniComuni del Dakota del NordLankin, North Dakota
752,732
http://it.wikipedia.org/wiki/Cartone
Cartone.Il cartone'" è un materiale cartaceo particolarmente spesso e pesante, costituito da uno strato ondulato centrale e due fogli piani laterali.Le sue origini risalgono alla Cina del XV secolo, mentre nel 1817 in Inghilterra furono vendute le prime scatole di cartone commerciali.Il confine tra carta e cartone è convenzionalmente posto a 224 g/m² con uno spessore di almeno 175 µm; le proprietà meccaniche e ottiche del cartone sono specificate dallo standard ISO 5651:1989.Caratteristiche tecnicheTipologia di cartoniTipologia di cartaCarta per fogli piani esterniI fogli esterni possono essere costituiti da diverse tipologie di carte:Carta per foglio ondulato interno====www.Tipologia di ondaIndici di resistenzaLa resistenza viene valutata attraverso una scala da 1 a 5, e vanno indicati una quantità di valori quanti sono gli strati del cartone (per un cartone ad onda semplice sono 2 fogli e 1 ondulato quindi 3).Voci correlateCartaCardboard
540,841
http://it.wikipedia.org/wiki/Tifosi
Tifosi."Tifosi" è un film comico italiano del 1999, diretto da Neri Parenti ed interpretato da Massimo Boldi, Christian De Sica, Diego Abatantuono, Enzo Iacchetti, Maurizio Mattioli e Nino D'Angelo.TramaIl film racconta in chiave ironica (ma non troppo) la passione calcistica di alcuni sfegatati tifosi, e scorre seguendo quattro diversi filoni narrativi, tutti legati ad un particolare match.Atalanta-NapoliIl ladruncolo napoletano Gennaro Scognamiglio "(Nino D'Angelo)", appena scarcerato, s'introduce in un ricco attico, insieme all'amico Ferdinando "(Peppe Quintale)", per rubare e saldare così un suo pesante debito; trovando "o' decodèr" in salotto, Gennaro e Ferdinando finiscono per seguire la partita del loro amato Napoli contro l'Atalanta. La voce si sparge in fretta, ed alla fine per seguire la partita nel salotto della villa si riunisce quasi mezza Napoli. Dopo la fine del match Gennaro e Ferdinando si rimettono al lavoro e "ripuliscono" l'attico, salvo poi scoprire che proprio quell'attico appartiene al loro idolo Diego Armando Maradona. Trovando una scusa, i due riescono a rimettere a posto tutta la merce sottratta all'ex calciatore, e proprio grazie a Maradona, Gennaro riuscirà a saldare il suo debito.Milan-RomaIl tassista milanese Silvio Galliani "(Massimo Boldi)", sfegatato sostenitore del Milan, gioca una schedina a sistema del Totocalcio dove vi è indicata la vittoria della Roma sulla sua squadra in casa, nel posticipo serale; quando si accorge di aver fatto dodici è costretto a scegliere tra la vittoria della sua squadra del cuore o una vincita miliardaria al Totocalcio. Si imbatterà in una coppia di pericolosi ultras romanisti "(Angelo Bernabucci "e" Maurizio Mattioli)" venuti a Milano per seguire dal vivo la partita, che lo cacceranno in un mare di guai. Alla fine vincerà la Roma, ma il povero tifoso perderà la schedina.Lazio-InterDue futuri consuoceri, il medico chirurgo Cesare Proietti "(Christian De Sica)" ed il pilota Alitalia Carlo Colombo "(Enzo Iacchetti)", si ritrovano divisi dalla loro fede calcistica in occasione del big match Lazio-Inter, rovinando la serata dei loro giovani figli appena fidanzati, Marta Proietti "(Alessandra Bellini)" e Fabrizio Colombo "(Giulio Brunetti)"; per protesta contro i padri, troppo impegnati nei loro diverbi calcistici e che inoltre hanno innescato una rissa allo Stadio Olimpico una volta reincontrati in veste di tifosi, i due innamorati fuggono di casa e i due "distratti" papà cercano di farsi perdonare e di rifar pace con i propri figli.Parma-JuventusUno sfegatato ultrà juventino, "Zebrone" "(Diego Abatantuono)", dopo aver combinato l'ennesimo pasticcio ed aver minacciato di suicidarsi dopo la sconfitta della sua Juventus contro la Fiorentina, viene bandito da tutti gli stadi per tre anni, ma riesce lo stesso a vedere la trasferta juventina a Parma, introducendosi in un appartamento che affaccia sullo stadio Tardini, dove abita una signora invaghita di lui. La signora però è dirimpettaia dei terribili fratelli Culatello'", tre cattivissimi tifosi del Parma, anche loro banditi dagli stadi. I Culatello rapiscono "Zebrone" e lo rinchiudono nella sede del loro club, gli rubano la sua sciarpa di Platini, e lo costringono a proclamare frasi contro la sua amata Juve davanti ad una videocamera; ma improvvisamente si sviluppa un incendio nel club e Zebrone, prima di scappare, getta tra le fiamme la videocamera e, nel tentativo di salvare la sciarpa dalle fiamme, soccorre involontariamente uno dei fratelli Culatello rimasto intrappolato tra le fiamme, ma poi lo riaggredisce.CuriositàAltri progettiVoci correlateCollegamenti esterniFilm sul calcioFilm commedia
1,626,145
http://it.wikipedia.org/wiki/Fibroelastoma_papillare
Fibroelastoma papillare.Il Fibroelastoma papillare, un papilloma benigno dell’endocardio, è una forma di tumore benigno che interessa varie parti del corpo, fra cui il cuore, la loro natura è ancora discussa in campo medico.EpidemiologiaTale tumore non mostra una maggiore incidenza in un età anagrafica particolare colpendo sia i neonati che gli anziani, non mostra preferenze nei sessi.In cardiologiaTali neoplasie sono molto comuni nella valvole cardiache, e come incidenza è il secondo in assoluto fra le varie neoplasie che interessano il cuore, anche se una volta si pensava rientrasse fra i tumori rari. Le valvole più colpite sono quella aortica e quella mitraleSintomatologiaI sintomi spesso sono assenti, molte volte le persone ignorano di avere tale neoplasie e lo scoprono soltanto per caso, talvolta la manifestazione del tumore simula un endocardite infettiva.EsamiTerapie.Il trattamento, come consigliato da numerosi ricercatori, è costituito dalla resezione completa, un intervento chirurgico. Per ridurre gli eventi emolitici che si possono presentare in passato si utilizzava un'apposita terapia anticoagulante che in realtà non forniva benefici alla persona.Voci correlateNoteBibliografia
795,838
http://it.wikipedia.org/wiki/Macha%C4%8Dkala
Machačkala.Machačkala'" (, in avaro: "МахIачхъала", in cumucco: " Магьачкъала") è una città della Russia sul Mar Caspio, capitale della Repubblica autonoma del Dagestan.StoriaLa fortezza "Петро́вское" ("Petrovskoe"), in onore dello zar Pietro il Grande, che visitò il Daghestan nel 1722, fu fondata nel 1844 sulle rovine della presistente città di "Tarki", antichissimo insediamento ridotto ora a quartiere cittadino. L'insediamento sviluppatosi attorno alla fortezza acquistò lo status di città nel 1857 e il nome venne tramutato in "Petrovsk Port" (Петро́вск-Порт); presso gli indigeni la città si è sempre chiamata "Anzhi-Qala" ("Fortezza di terra", Qala o Kala قلعه significa, appunto, fortezza in persiano e in arabo). La città assunse il suo nome definitivo nel 1922, in onore del rivoluzionario bolscevico Magomed-Ali Dakhadaev, il cui soprannome era appunto Makhač ("Махач").Machačkala è stata pesantemente danneggiata da un terremoto il 14 aprile 1970.GeografiaPosizioneMachačkala si trova al centro del Daghestan, sulla costa del Mar Caspio sul quale possiede un porto, a metà strada fra Astrakhan e Baku, capitale dell' Azerbaigian. La città è suddivisa nei distretti "Leninskij", "Sovetskij" e "Kirovskij".ClimaDemografiaSportLa principale squadra calcistica cittadina è l'Anži Machačkala, militante nella Prima divisione russa dopo essere stata retrocessa nel 2002. La seconda squadra è la FC Dinamo Machačkala, militante attualmente nel campionato amatoriale dopo essere stata retrocessa dalla Prima divisione nel 2006.Città gemellateNoteAltri progettiVoci correlateCollegamenti esterniCittà e paesi della Repubblica Autonoma del DagestanMakhachkala
90,200
http://it.wikipedia.org/wiki/Randolfo_Pacciardi
Randolfo Pacciardi.BiografiaFavorevole all'ingresso dell'Italia nella Prima guerra mondiale, si arruolò nel 1917 e combatté la battaglia di Caporetto. Al termine del conflitto, ricevette due medaglie d'argento, una proposta per medaglia d'oro, una di bronzo e e la “Croce Militare” inglese. Aderì al Partito repubblicano e fondò l'associazione politico-culturale "Italia libera", che venne soppressa da Mussolini nel 1925. Pacciardi subì una condanna a cinque anni di confino, ma riuscì a scappare dalla polizia fascista: tra il 1926 e il 1933 fu esule in Svizzera e in Francia.Nel 1933, dal suo esilio in Svizzera, venne nominato segretario del PRI, ed in questa veste condusse il partito a schierarsi a favore della Repubblica legittima durante la Guerra civile spagnola contro Francisco Franco e i fascisti italiani suoi alleati. Già noto come capo militare per la sua audacia e considerato 'super-partes' sia da socialisti che comunisti, gli fu affidato il comando della Battaglione Internazionale italiano Garibaldi- 12a Brigata.Con tale formazione partecipò, sempre affiancato da commissari politici comunisti e socialisti, alla difesa di Madrid (Nov. Dic.1936) ed alla Battaglia del Jarama (Feb. 37) ove fu lievemente ferito ad una guancia. Tendente alla retorica e mal sopportante l'influenza social-comunista in Spagna, con un pretesto lasciò la Brigata Internazionale, che, senza di lui, fu condotta da Ilio Barontini alla leggendaria vittoria nella Battaglia di Guadalajara (Marzo 1937). L'aver perso tale brillantissima occasione "di gloria" sarà un malcelato rammarico di tutta la sua vita. Fu iniziato alla Massoneria nel maggio 1938.Non diede alcun apporto concreto alla Resistenza italiana anche se molti se lo sarebbero aspettato e perseguì fondamentalmente il prestigo personale in un nuovo auto-esilio.Infatti, nel 1940 da Casablanca riparò negli Stati Uniti, diventando un dirigente della Mazzini Society; pare si espresse favorevolmente ad accordi con i comunisti nella lotta contro il nazifascismo. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Pacciardi fu confermato alla guida del partito. Deputato nel 1946, un anno dopo divenne vicepresidente del Consiglio durante il governo guidato da Alcide De Gasperi.Dal 1948 al 1953 fu ministro della Difesa, ed in questa veste favorì l'ingresso dell'Italia nella NATO. Nel 1960 si dichiarò contrario alla formula politica del Centrosinistra, ma la sua corrente fu sconfitta da quella più aperta all'alleanza con il PSI guidata da Ugo La Malfa. Dopo un periodo di dissidi tra i due, La Malfa (segretario del partito) espulse Pacciardi nel 1963.A questo punto Pacciardi fondò un nuovo gruppo politico, l'Unione Democratica per la Nuova Repubblica, ed un quotidiano, "La Folla". Entrambi si caratterizzavano per la propaganda di un'evoluzione dell'istituzione repubblicana dell'Italia in senso presidenzialista (sul modello gollista della V repubblica francese). Per questo egli venne accusato di simpatie neofasciste e golpiste. Lo stesso Pacciardi fu indagato e sospettato nel 1968 di aver appoggiato il cosiddetto Piano Solo. Al partito di Pacciardi si richiamava in effetti il gruppo universitario Primula Goliardica, nato in realtà da una costola del FUAN romano - protagonista del fenomeno del Nazi-maoismo - e poi confluito nel movimento Lotta di Popolo.Pacciardi, dopo lunga meditazione politica, nel 1979 chiederà la riammissione al Partito Repubblicano. La otterrà due anni dopo, e sempre nel 1981 fondò un nuovo periodico, "L'Italia del popolo", di cui fu direttore per dieci anni, fino alla morte.NoteVoci correlateCollegamenti esterniPolitici del Partito Repubblicano Italiano|Pacciardi, RandolfoRepubblicanesimo|Pacciardi, RandolfoMinistri della Difesa della Repubblica ItalianaDeputati dell'Assemblea CostituentePersonalità legate a GrossetoMassoni
1,465,926
http://it.wikipedia.org/wiki/Dasyuridae
Dasyuridae.I Dasiuridi'" ("'Dasyuridae'" Goldfuss, 1820) sono una famiglia di marsupiali originari dell'Australia e della Nuova Guinea; comprendono 61 specie suddivise in 15 generi. Molte di queste sono piccole e dall'aspetto simile a quello di un topo, tanto che vengono chiamate impropriamente "'topi marsupiali'", ma all'interno di questo gruppo troviamo anche i quoll, delle dimensioni di un gatto, e il diavolo della Tasmania. Sono diffusi in una vasta gamma di habitat, comprese praterie, foreste e montagne, e alcune specie sono arboricole o semi-acquatiche.CaratteristicheLa maggior parte dei Dasiuridi ha le dimensioni di un topo, ma alcune specie sono molto più grandi. La specie più piccola è il nilgaui del Pilbara, lungo dai 4,6 ai 5,7 cm e del peso di soli 2-9 grammi, mentre quella più grande, il diavolo della Tasmania, è lunga 57-65 cm e pesa 6-8 chili. I Dasiuridi più piccoli presentano generalmente l'aspetto di un toporagno o di un topo, con code lunghe e sottili e nasi appuntiti. Quelli più grandi, invece, ricordano alcuni carnivori placentati, come le manguste o i Mustelidi.Per molti aspetti i Dasiuridi vengono considerati primitivi e somigliano moltissimo ai marsupiali più antichi, quelli che in seguito dettero origine a ogni specie del gruppo, come i canguri e i bandicoot. Ad esempio, presentano tutte le dita separate, mentre in molti altri marsupiali il secondo e il terzo dito sono fusi insieme. Allo stesso modo, molte specie sono prive di una tasca marsupiale vera e propria e sono munite di una semplice piega di pelle intorno ai capezzoli, dove i piccoli trovano protezione e possono svilupparsi. Anche la dentatura è considerata primitiva e differisce da quella di altri marsupiali; la formula dentaria è:I Dasiuridi sono prevalentemente insettivori, ma possono nutrirsi anche di piccole lucertole, frutta e fiori. Una delle poche eccezioni è costituita dal diavolo della Tasmania, che si nutre soprattutto di carogne di vertebrati. Presentano tutti un tubo digerente relativamente semplice, tipico degli insettivori e dei carnivori.La gestazione dura 12-16 giorni, dopo i quali vengono messi alla luce da due a dodici piccoli, di aspetto variabile da una specie all'altra. Le specie più piccole si riproducono almeno due volte l'anno, mentre quelle più grandi solo una. Anche la durata dell'allattamento riflette le differenze di dimensioni: i piccoli dunnart, ad esempio, succhiano il latte della madre per 60-70 giorni, mentre i giovani quoll non si nutriranno di cibo solido che all'età di 8-9 mesi. Quasi tutti i Dasiuridi divengono sessualmente maturi a un anno di età, ma, ancora una volta, i quoll e i diavoli della Tasmania, essendo più grandi, impiegano fino a due anni a raggiungere la maturità.I Dasiuridi adulti sono generalmente solitari, ma possono talvolta spostarsi in gruppi di due o tre esemplari.ClassificazioneNoteDasiuromorfiDasyuridae
1,176,404
http://it.wikipedia.org/wiki/Bellini_%28cocktail%29
Bellini (cocktail).Il Bellini'" è lo storico cocktail long drink creato all'Harry's Bar di Venezia. È composto da vino bianco frizzante (usualmente del Prosecco) e polpa frullata e succo di pesca bianca. È internazionalmente uno dei più noti cocktail italiani.StoriaIl Bellini è stato inventato nel 1948 da Giuseppe Cipriani, capo barista dell'Harry's Bar. Per via del suo colore rosato che ricordò a Cipriani il colore della toga di un santo in un dipinto del pittore Giovanni Bellini, egli nominò il cocktail "Bellini".Il drink divenne una specialità stagionale dell'Harry's Bar di Venezia, uno dei locali favoriti da Ernest Hemingway, Sinclair Lewis e Orson Welles. Successivamente divenne molto popolare anche alla sede dell'Harry's Bar di New York. Dopo che un imprenditore francese instaurò una rotta commerciale per trasportare polpa di pesche bianche fra le due località, il cocktail divenne un classico perenne.Dal 1988 viene prodotto già pronto in bottiglia dalla Casa Vinicola Canella di San Donà di Piave che lo distribuisce in tutto il mondo.Cultura popolareIl Bellini è uno dei cocktail ufficiali dell'Associazione Internazionale Bartender, ciò indica la sua popolarità ed il fatto che è noto a molti barman."Io credo che la crescita della fama del cocktail Bellini sia strettamente legata alla notevole crescita delle catene di ristoranti italiani, specialmente Olive Garden, visto che i ristoranti italiani sono i luoghi dove questo cocktail è stato diffuso e promosso" ha detto Jack Robertiello, editor del magazine "Cheers".PreparazioneIl Bellini consiste in polpa e succo di pesca bianca, prodotta nel veronese, schiacciata e non frullata, mescolata al Prosecco, un vino bianco frizzante. La ricetta originale non prevede altri ingredienti, se non zucchero per correggere il sapore. Il Bellini viene usualmente servito in un flûte o un bicchiere da Martini.Per via della diffusione limitata delle pesche bianche e del prosecco, esistono numerosissime varianti.Per esempio, quando non è stagione di pesche bianche, vengono usate al loro posto pesche gialle oppure succo di pesca è contemplato. In altre varianti la pesca bianca viene sostituita con altri succhi o con altri liquori al sapore di pesca.Nelle varianti si usano anche altri tipi di vino bianco frizzante al posto del Prosecco, anche se alcuni sostengono che il francese Champagne non sia il massimo accoppiato al gusto delicato delle pesche bianche del Bellini. Per una versione non alcolica, si usano succhi frizzanti o soda al posto del vino.Se usiamo lo champagne, diventa Bellini Royal.Succo di lampone o fragola sono aggiunti nella versione confezionata.Voci correlateNoteAltri progettiCollegamenti esterniCocktail alcoliciBellini (cocktail)
673,238
http://it.wikipedia.org/wiki/Emilio_Respighi
Emilio Respighi.Nasce a Parma il 23 dicembre 1860 da una famiglia originaria di Cortemaggiore (PC). I suoi fratelli diventarono grandi personalità in diversi campi del sapere: Pietro fu cardinale vicario di Pio X, Carlo fu Prefetto delle Cerimonie Pontificie, Lorenzo fu astronomo, matematico e fisico di fama mondiale, e il più famoso, Ottorino Respighi, il grande musicista che conosciamo.Divenuto medico, Emilio Respighi si specializzò in dermatologia all'università di Parma. Nel 1892 descrisse per la prima volta una malattia dermatologica non ancora conosciuta, che definì "Ipercheratosi figurata centrifuga atrofizzante", sulla quale pubblicò diversi studi. Nel 1893 fu docente a Bologna e nel 1903 a Perugia, dove utilizzò per primo i raggi X per curare una malattia dermatologica.Nel 1887 subentrò a Lorenzo Berzieri alla direzione sanitaria delle Terme di Tabiano, dove rimase fino al 1912 portando la sua grande esperienza dermatologica nei suoi numerosi studi sugli effetti delle cure termali. Dal 1924 fu consulente delle Terme di Tabiano, e dal 1926 al 1932 delle Terme di Salsomaggiore. Nel novembre del 1932 si ritirò a Milano dove si spense nell'aprile 1936. Nel 1959 l'odierno stabilimento termale di Tabiano fu intitolato a suo nome.Personalità legate a Salsomaggiore Terme
2,404,671
http://it.wikipedia.org/wiki/Ente_confessionale
Ente confessionale.Un ente confessionale'" è un ente sottoposto ad una confessione religiosa che gode di un determinato riconoscimento nell'ambito di uno Stato laico e destina le sue principali attività al culto o materie connesse.Gli enti confessionali godono di particolari vantaggi, fiscali ed organizzativi, ma necessitano in Italia (come in altre parti) di un legame organico con la Confessione di appartenenza, formato da due aspetti-requisiti:Posto che lo Stato non può mai costituire un Ente ecclesiastico proprio per lasciar libera l'iniziativa religiosa, l'aspetto più rilevante oltre alle varie esenzioni fiscali è l'impossibilità per lo Stato stesso di intervenire all'interno dell'Ente, derogando a principi civilistici universali come il principio maggioritario nelle decisioni (solitamente gli enti ecclesiastici usano un principio gerarchico invece, o una "Regola"), o non entrando all'interno con sostituzioni, controlli, commissariamenti o amministrazioni giudiziarie.È fatto salvo il caso di infrazioni penali e tributarie, oltre ad un certo margine comunque di cautela per evitare comportamenti abnormi.RiconoscimentoIn Italia il riconoscimento ad opera dello Stato e dei suoi apparati pubblici serve ogniqualvolta un ente ecclesiastico non possa ottenere un attestato per antico stato di possesso: sono i casi più eclatanti di persone giuridiche presenti da tempo immemore (come la Santa Sede, la Tavola Valdese eccetera) che non necessitano di alcun controllo.Altrimenti lo Stato offre due vie: il riconoscimento "ex lege", nei casi di enti particolarmente importanti ed evidenti nella loro struttura ed attività (il caso della CEI, riconosciuta per legge); oppure la "Procedura Nazionale Unitaria", filtrata prima dalla Prefettura e poi dalla Direzione Centrale per gli Affari dei Culti presso il Ministero dell'Interno.La seconda è abbastanza articolata ed è stata parificata e centralizzata per qualsiasi confessione per evitare discriminazioni ed abusi. È strutturata in tre fasi:I requisiti per il riconoscimento che l'Autorità Pubblica deve controllare se sussistenti sono:L'ultimo dei tre è il più importante e più discrezionale, non essendoci un parametro fisso su cosa sia fine religioso e/o di culto o meno. Solitamente rientrano in queste attività esercizio stretto del culto e cure delle anime, formazione del clero e dei religiosi, scopi missionari, catechesi. Le altre attività come assistenza e beneficenza, istruzione, educazione, cultura e attività commerciali o di lucro non rientrano come fini religiosi, anche se possono essere esercitati secondariamente dall'ente.TipologieGli enti ecclesiastici possono svolgere attività di ogni genere, finanche lucrativa, purché il fine principale sia e rimanga quello di religione di culto, potendo esercitare le prime soltanto nei limiti consentiti dalle leggi. Inoltre le attività profane ricadono interamente sotto la legislazione specifica a loro destinate.L'esempio più ricorrente è quello delle scuole private gestite da enti confessionali, che non potranno invocare nessun privilegio: sarà l'ente che le gestisce ad avere quelle caratteristiche, ma non quell'attività dell'ente.Ne conseguono alcune conseguenze pratiche particolari, come l'obbligo di tenere distinte le scritture contabili e la totale sottoposizione al diritto comune delle attività profane e al regime speciale di quelle totalmente religiose.Il legislatore italiano ha evitato accuratamente di fornire legislativamente un definizione o un genus di ente ecclesiastico, rimanendo totalmente aperto.Enti a base associativa e fondatiziaÈ una delle tipologie più corpose ed antiche, specialmente per la religione cristiana e cattolica. Sono le gli Istituti religiosi conosciuti spesso come ordini, corporazioni, congregazioni eccetera. Sono molto differenti tra loro per struttura ed attività, mantenendo in comune solo due aspetti, la vita di povertà e castità dei membri e l'aspetto della comunità.Nel caso della Chiesa Cattolica, questi due requisiti sono sufficienti per quegli enti di diritto pontificio, approvati direttamente dalla Santa Sede. Per quelli diocesani, ovvero più piccoli e approvati e/o eretti da un Ordinario di una diocesi, servono altri due requisiti complementari, l'assenso delle Santa Sede per il riconoscimento civile e garanzie di stabilità.Sono previste anche le "Società di vita apostolica" per membri senza voti religiosi ma che abbiano deciso di condurre una vita in comune secondo un proprio stile. Anche in questo caso servono tutti i requisiti degli istituti religiosi di diritto pontificio ed assenso della Santa Sede, ma anche un carattere non locale dell'organizzazione la cui diffusione deve essere allegata nella domanda di riconoscimento con una relazione.Per i fedeli laici cattolici sono previste associazioni pubbliche, con gli stessi requisiti delle società di vita apostolica.Esistono infine associazioni private di fedeli e pubbliche che non possono per vocazione o motivi di ogni tipo o non vogliono ottenere il riconoscimento. In questo caso, rimanendo persone giuridiche private, mantengono comunque alcuni aspetti degli enti ecclesiastici, potendo l'Autorità ecclesiastica intervenire sulle attività.Discorso a parte meritano le confraternite, anche se rientrano fra le associazioni di fedeli, a seconda dei casi pubbliche o private.Infine vanno annoverate tra le associazioni fondatizie le fondazioni di culto e soprattutto le chiese. Queste ultime per avere il carattere di Chiesa, devono essere aperte al pubblico, provviste di mezzi sufficienti per manutenzioni ed ufficiatura ed annesse ad un altro ente ecclesiastico, non necessariamente a livello materiale quanto a livello funzionale.Argomenti correlatiDiritto ecclesiastico
1,288,982
http://it.wikipedia.org/wiki/Tony_Musante
Tony Musante.Nasce in una famiglia di italo-americani del Connecticut, si diploma all'Oberlin College e lavora per qualche anno come insegnante. Nel 1960 esordisce sui palcoscenici dell'off-Broadway e tre anni più tardi viene notato dal produttore David Susskind che lo sceglie per il ruolo del giovane delinquente nello sceneggiato televisivo "Ride With Terror". A questa faranno seguito altre interpretazioni in telefilm, tra cui uno della celebre serie "Alfred Hitchcock presenta...".Ha spesso interpretato ruoli da teppista o da personaggio poco raccomandabile. Nel 1967 porta sul grande schermo il suo primo ruolo televisivo, nella riduzione cinematografica di "Ride with terror" intitolata " (The Incident)", guadagnando subito premi, visibilità e successo. Dopo altri polizieschi, è chiamato in Italia per uno spaghetti-western, ma il film che lo farà conoscere al pubblico italiano è "L'uccello dalle piume di cristallo", pellicola di esordio di Dario Argento.A questo fanno seguito due film di grande successo commerciale: "Metti, una sera a cena" (1969) e "Anonimo veneziano" (1970), entrambi interpretati con Florinda Bolkan, partner che reincontrerà quindici anni dopo in "La gabbia".Nel 1973 torna alla TV con la serie di telefilm "Toma", in cui impersona l'omonimo poliziotto italo-americano del New Jersey. La serie durerà una sola stagione, e il fortunato ruolo sarà ereditato da Robert Blake con il nome "Baretta".Sempre nel 1973 interpreta in Italia "Il caso Pisciotta" di Eriprando Visconti, al quale fanno seguito "Goodbye & Amen" e "Eutanasia di un amore". Non trascura comunque l'attività negli Stati Uniti, dove si dedica a pellicole del genere poliziesco, quali "Ancora tu, maledetto sbirro", "Uno sbirro dalla faccia d'angelo", "Squadra Antidroga".Negli anni ottanta solo due i suoi ruoli significativi, nel già citato "La gabbia" di Giuseppe Patroni Griffi e ne "Il pentito" di Pasquale Squitieri.Nel 2003 recita nel film La vita come viene, di Stefano Incerti. Nel 2007 interpreta un poliziotto nel film "I Padroni Della Notte". Ultimamente è apparso in alcuni lavori televisivi.Filmografia parzialeCollegamenti esterniAttori italoamericaniTony Musante
7,504,383
http://www.ecowebnews.it/daniele-formica
Temi: trailer - stramo - voglia - unultima - daniele formicaTemi: prossimamente - stramo - voglia - unultima - daniele formicaTemi: trailer - Pa-ra-da - Trailer - Parada - Trailer - daniele formicaTemi: prossimamente - Pa-ra-da - Parada - daniele formica(fonte video You Tube) Note: la presente visualizzazione del video e dei titoli in questa pagina è automatica da YouTube. Il file video è residente su YouTube, i titoli sono messi a disposizione tramite RSS automatici. L'automaticità impedisce qualsiasi controllo da parte nostra sui contenuti degli stessi. Decliniamo ogni responsabilità sui contenuti video e testuali (titolo, tags). Per eventuali richieste di chiarimenti o per richiedere la rimozione del video invitiamo a contattare direttamente YouTube.
7,713,145
http://www.queerblog.it/post/6372/renato-farina-e-loppio-del-popolo-con-lennesimo-attacco-ai-gay
Ormai parlare di Farina e sottolineare i suoi articoli pretestuosi per aggrapparsi all’ennesimo paragone con gli omosessuali è quasi come sparare sulla croce rossa. Eppure, permettetemi di citare l’articolo di oggi, l’ennesima Farinata apparsa sulle pagine del “Il giornale”. Il giornalista parla di una famiglia scozzese, in cui la madre e il padre pesano rispettivamente 140 kg lei e 110 il marito. Hanno 7 figli e i servizi sociali sono intervenuti perchè sono tutti quanti sul quintale di peso e 3 di loro sono stati allontanati dai genitori. Giusto per la loro salute, ingiusto per il legame che hanno con il padre e la madre? E’ una risposta che solo la coscienza personale può dare per ognuno di noi.Ma Farina, è riuscito, partendo da questa notizia di cronaca a ribaltare il discorso sugli omosessuali. Come? Con un titolo esaustivo: “Tolgono i figli agli obesi ma i gay possono adottarli“. Potrebbe inorridire per il paragone fuori luogo, per l’ennesimo attacco gratuito dalle pagine di un quotidiano, ma da un uomo che quantifica le vite delle persone e mette i gay ad un livello inferiore a quelle di un padre di famiglia in caso di morte, non sorprende affatto. Lascia invece un po’ basiti il suo difendere la Chiesa e il Papa (”In questi campi dell’«orientamento sessuale» il Papa non conta niente, è trattato come un reazionario torturatore“) da bravo cattolico per poi inabissarsi impietosamente nel baratro della contraddizione creando mentalmente (e verbalmente, in parole) una scala sociale di chi merita prima la morte di un altro. Non era Gesù e la legge stessa a dire che siamo tutti uguali? Non siamo tutti figli amati allo stesso modo? Ahi ahi ahi, Farina, attenzione ai lapsus o si rischia di perdere la credibilità minima che un giornalista dovrebbe avere.E da qui è inutile procedere per un semplice motivo: Farina cerca di accendere ed aizzare questa polemica gratuita ma commette un errore che un giornalista di fama (cercata, voluta, desiderata, bramata in tutti i modi come si evince da questi articoletti sfornati per poter creare ‘il caso’), non getta polvere ma ‘farina’ stessa negli occhi del lettore (’nomen omen’, in questo casino) senza nemmeno informarsi. Dice che non ne vuole discutere sul perchè l’obesità può essere anche definita malattia mentale, ma intanto lancia la provocazione agli occhi del lettore. Ma come: un obeso è un malato di mente e un gay no? La serve e poi se ne va, commettendo un piccolo errore ma fondamentale. Non giustifica, non scende nei dettagli, non ne cerca l’origine, non si informa sugli studi, non sente il bisogno personale (e il dovere da buon giornalista) di giustificare ciò che ha appena affermato. E’ questa la vera illusione di argomenti giornalistici, il vero moderno oppio dei popoli marxista e Farina sembra essere il moderno rappresentante su carta stampata.
150,373
http://it.wikipedia.org/wiki/DCOP
DCOP."DCOP", che sta per " D'"esktop "'CO'"mmunication "'P'"rotocol", è un ambiente interprocesso e un sistema di comunicazione dei componenti dei software.Il punto chiave di DCOP è quello di consentire ai vari software di interoperare e condividere operazioni complesse. Essenzialmente, DCOP è un sistema di "controllo remoto" che consente ad un'applicazione o ad uno script di fornire aiuto ad altre applicazioni.L'uso di DCOP fornisce vastissime nuove possibilità, senza richiedere la scrittura di applicazioni completamente nuove, come sarebbe altrimenti necessario. Le applicazioni e le librerie di KDE fino alla versione 3 usano molto DCOP e la maggior parte delle applicazioni può essere controllata da script attraverso il meccanismo DCOP.In KDE 3, ogni applicazione supporta un set base di interfacce DCOP, anche se il programmatore dell'applicazione non programma esplicitamente in tale supporto. Per esempio, ogni applicazione supporta automaticamente il comando "quit", che quando viene richiamato, chiude l'applicazione.Esiste uno strumento (via linea di comando) chiamato "dcop" (in minuscolo) che può essere utilizzato per comunicare con l'applicazione direttamente dalla shell."kdcop" è invece un'interfaccia grafica di KDE 3 per esplorare le interfacce di un'applicazione.Per esempio, il desktop KDE 3 fornisce una funzione per mostrare sfondi diversi dopo intervalli di tempo. Tuttavia, non viene fornita direttamente un'interfaccia per passare allo sfondo successivo, ma il problema può essere risolto con DCOP utilizzando il comandoche imposterà come sfondo del desktop l'immagine successiva. Un altro esempio:Questo comando ritorna il nome del file di sfondo sul desktop 1 (KDE, ma anche altri ambienti grafici, supportano più di un destkop (desktop virtuali).Con DCOP è quindi molto semplice aggiungere funzioni che non sono state inserite quando l'applicazione è stata scritta.KDE 4 e DCOPNella quarta versione di KDE, DCOP è stato sostituito da D-Bus.I motivi di questa scelta sono:Collegamenti esterniKDEDCOP
2,069,665
http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Inghirami
Giovanni Inghirami.A lui è stata nominata una valle sulla Luna ed un cratere, il cratere Inghirami.BiografiaNella sua famiglia si distinguono altri due studiosi: Tommaso (1470-1516) (un umanista), e Francesco (1772-1846), (un archeologo), fratello di Giovanni.Ricevette la sua educazione nella città nativa al Collegio di San Michele, presso i frati scolopi. Entrò nell'ordine religioso a 17 anni e più tardi divenne professore di matematica e filosofia a Volterra, dove uno dei suoi allievi fu il futuro papa Pio IX. Nel 1805 viaggiò nel nord dell'Italia e fu impegnato per qualche mese in attività scientifica a Milano. Fu quindi chiamato a Firenze per coprire il doppio incarico di insegnante di matematica ed astronomia al Collegio degli Scolopi.Le sue prime pubblicazioni furono articoli di idraulica, statica ed astronomia, tavole astronomiche e manuali di base in matematica, trigonometria e geografia. Nel 1830 dopo osservazioni prolungate per 14 anni, pubblicò sotto il patronato del granduca Ferdinando III, una "Carta topografica e geometrica della Toscana" in una scala di 1:200,000.Quando l'Accademia delle Scienze di Berlino intraprese la costruzione di un completo atlante astronomico, gli fu assegnata una sezione. Il suo lavoro in questo compito gli fece ottenere grandi elogi. Divenne in seguito provinciale e generale del suo ordine, ma la sua salute cagionevole ed il suo amore per la ricerca scientifica lo spinsero a rifiutare questo secondo incarico, che ne avrebbe richiesto il trasferiento a Roma, e ad accettare la posizione di vicario-generale. Ritornò a Firenze e, anche se quasi cieco, da alcuni molti anni, continuò l'opera di insegnante fino a pochi mesi prima della morte.Sue opereNoteBibliografiaCollegamenti esterniGiovanni Inghirami
7,005,066
http://blog.debiase.com/cgi-bin/mt/mt-search.cgi?IncludeBlogs=4&tag=link&limit=20
Luca De BiaseAn Italian journalist writes about perspective, a notion that Italy sort of invented and then forgot. Because the future is the consequence of what we do today. Subjects: knowledge economy and happiness, social media and information ecology, value and vision. RSSResults tagged “link” from Luca De BiaseStrategia della disattenzioneBy Luca De Biase on February 10, 2009 12:11 PM | PermalinkUn pezzo pubblicato su Link, febbraio 2009. Grazie alla redazione che mi permette di postarlo anche qui.Ecologia dell'attenzioneTelevisione, radio, giornali. Posta elettronica, social network, blog. Messaggi sonori nelle stazioni, cartelloni pubblicitari nelle vie della città, telecamere per la sicurezza degli uffici. La presenza capillare dell'informazione nella vita quotidiana delle persone nei paesi occidentali è un'esperienza generalizzata. Ciascuno ne fruisce e ne genera in continuazione. La quantità di messaggi cresce inesorabilmente, senza un ordine apparente. Cresce e basta. Il crollo del costo delle comunicazioni è anche l'inflazione dei messaggi. Mai come in questa epoca il concetto di "information overload", il sovraccarico di informazioni che si contendono l'attenzione della gente, è una condizione con la quale ogni ricerca sulla vita sociale deve fare i conti. C'è evidentemente una ricchezza straordinaria nell'abbondanza di informazioni. Ma c'è anche il rischio di una paralisi delle idee, di fronte all'eventuale ingestibilità dell'inflazione di informazioni.E' un problema che ne contiene molti. E che si rivela strategico per tutta l'industria editoriale, per le piattaforme mediatiche, per gli autori e, naturalmente, soprattutto per il pubblico. Richiede una ridefinizione dei ruoli per tutti gli attori coinvolti, nel complesso passaggio storico che attraversano le società post-industriali. E si comprende solo nella consapevolezza del fatto che l'information overload non è solo l'effetto della moltiplicazione dei messaggi, ma anche la conseguenza del fallimento dei sistemi che dovrebbero filtrare l'informazione, come per esempio suggerisce l'internettologo Clay Shirky. Nel caos creativo cui assistiamo in questa fase di passaggio, si sperimentano strategie più o meno sostenibili. Quali sono i percorsi che ci possono condurre a costruire un ecosistema dell'informazione più sano e vivibile?Di certo, l'elaborazione di nuovi strumenti concettuali e pratici per affrontare il sovraccarico di messaggi e la loro svalutazione è sempre più urgente. E le ricerche nate intorno al concetto di "economia dell'attenzione" sono un fecondo spunto di riflessione. E' una ricerca teorica. Ma è anche, in un certo senso, una questione di sopravvivenza culturale. Perché, probabilmente, l'information overload non è una novità di per sé: è nuova l'ansia che viene associata al fenomeno. C'è una moltiplicazione dei messaggi e contemporaneamente una crisi dei modi per filtrarli, anche come conseguenza di una crisi delle letture sintetiche del presente. Il che è pienamente comprensibile. Durante una grande trasformazione epocale, una popolazione può reagire proiettandosi fiduciosamente nella costruzione del futuro, oppure dilaniandosi in un labirinto di dubbi e paure. Oppure, dividendosi in gruppi che reagiscono in modo diverso, in base alle loro tensioni culturali, abitudini mentali, strutture organizzative, capacità interpretative e di adattamento. E poiché molti segnali ci inducono a pensare che il presente sia un periodo storico caratterizzato da una profondissima trasformazione, connessa alla globalizzazione dell'economia alla digitalizzazione dei media, alla smaterializzazione dell'economia, non stupisce che uno dei fenomeni emergenti sia la difficoltà di leggere la prospettiva che le persone possano adottare per darsi un progetto cui dedicare la vita.1. Critica dell'attenzioneIl concetto di "economia dell'attenzione" ha ormai una storia piuttosto lunga. Già nel 1971, Herbert Simon, premio Nobel per l'economia, scriveva: «L'informazione consuma attenzione. Quindi l'abbondanza di informazione genera una povertà di attenzione e induce il bisogno di allocare quell'attenzione efficientemente tra le molte fonti di informazione che la possono consumare». In un contesto nel quale l'informazione è sovrabbondante, si assiste a una crescente scarsità di attenzione.La teoria economica tradizionale ha trattato questa scoperta in modo piuttosto ovvio: la scarsità di attenzione ne aumenta il valore per chi riesce a produrla e rivenderla. L'industria che più di ogni altra è capace di produrre attenzione è quella dei media. E chi ha più interesse ad acquistarla è la pubblicità. Su questo semplice assunto si è basata gran parte della crescita impetuosa della televisione e dei giornali nell'ultimo quarto del secolo scorso. E su questa idea, per qualche motivo, si pensa in questo secolo che si possa basare anche una gran parte dello sviluppo dei nuovi media digitali, internet in testa.Ma che questa concezione sia esatta, o lo sia ancora, è tutto da dimostrare. E già nel 1997, Michael Goldhaber, nel suo paper intitolato «The attention economy», invitava a tener conto della complessità dell'argomento. Pensare all'attenzione come a un qualunque bene industriale è sempre meno soddisfacente: troppe sono le relazioni bilaterali che intercorrono tra chi offre informazione, chi la riceve, chi cerca attenzione, chi la concede, chi la vuole sfruttare per deviarla su altri percorsi mentali allo scopo di pubblicizzare prodotti e marchi di ogni genere. L'interpretazione lineare del processo che va dalla generazione mediatica tradizionale di attenzione al suo trasferimento agli investitori pubblicitari si va sciogliendo nella complessità dei nuovi media digitali interattivi.Il sistema dei media stesso appare in crisi di fronte alle sue stesse conquiste. La moltiplicazione dei canali televisivi digitali, il fenomeno esplosivo della telefonia mobile, il boom dei videogiochi e soprattutto la fioritura internettiana delle forme di comunicazione e informazione si sono manifestate tutte insieme e in modo relativamente improvviso nel corso di una quindicina d'anni: un vero e proprio terremoto che ha messo in discussione la tenuta strutturale del sistema dei media. La musica ne è stata stravolta. Il mondo dei giornali ne è uscito profondamente trasformato. La produzione di opere cinematografiche, librarie, televisive ha cambiato radicalmente la sua organizzazione. La televisione, in particolare, sembra destinata a combattere ancora a lungo per mantenere la sua quota di tempo mediatico generale. Ma come dice Federico Di Chio, uno dei massimi esperti italiani dell'argomento, la tv ha già perso la colonna portante della sua centralità strategica: l'accordo sociale per il quale il palinsesto televisivo coincideva con l'agenda quotidiana dell'intera popolazione.Dal punto di vista tecnico, la digitalizzazione è forse il fenomeno portante del terremoto mediatico. Ma a nulla sarebbe servita se non avesse risposto a un insieme di esigenze particolarmente sentite: le persone hanno adottato velocissimamente i nuovi strumenti di comunicazione e informazione, probabilmente, anche perché questi consentivano loro di tornare in possesso degli strumenti di espressione e connessione con gli altri che nel periodo d'oro dei mezzi di comunicazione di massa avevano in parte perduto. In ogni caso, il crollo del costo della produzione e della trasmissione dei messaggi li ha moltiplicati: per opera dei professionisti del business mediatico ma anche e soprattutto per il massiccio contributo del pubblico attivo, abilitato dai nuovi mezzi come i blog, YouTube, Flickr e i vari social network.Il caos che apparentemente ne consegue è contemporaneamente un successo dei nuovi media e un insuccesso dei vecchi editori, la cui funzione di filtro e il cui ruolo di generatori di sintesi sono al momento messi in discussione. Tutto questo ha fatto saltare gli equilibri dell'economia dell'attenzione tradizionale. E ha aperto la strada alle citate considerazioni di Goldhaber. Ha creato l'immenso spazio di crescita che è stato valorizzato da Google, il cui motore è tra l'altro una macchina per la gestione semplificata del caos contenutistico del web. Ha consentito il boom di social network come Facebook, che si candida tra l'altro a semplificare la gestione delle comunicazioni rese sempre più complesse dall'esplosione di messaggi di posta elettronica.Fenomeno quest'ultimo ormai enorme: ogni dipendente di un'azienda americana riceveva, nel 2006, una media di 126 messaggi di posta elettronica al giorno (con un aumento del 55 per cento rispetto al 2003); e dedicava alla posta elettronica, dunque all'azienda stessa ma anche a corrispondendi esterni, un quarto della giornata lavorativa (secondo uno studio del Radicati Group).Non mancano anche i tentativi di monetizzare l'attenzione in modo ancora più esplicito. In un paper di Byron Reeve e altri, intitolato "A marketplace for attention", gli autori tentavano di sperimentare una soluzione per filtrare il tempo dedicato alla posta elettronica basata sul pagamento dell'attenzione che si dedicava ai messaggi attraverso un sistema di punteggi che poteva in qualche modo costituire una sorta di generatore di un sistema di priorità per i messaggi. I risultati sono stati eminentemente teorici. Ma il concetto era abbastanza chiaro: in un periodo di inflazione di informazioni, l'attenzione non è più soltanto scarsa ma diventa rarissima e costosissima.In effetti, si potrebbe immaginare che un'ulteriore crescita dei messaggi innalzerebbe il valore dell'attenzione a livelli impagabili. Trasformandola in un valore senza prezzo. In questo senso, l'attenzione tenderebbe a sfuggire al terreno tradizionale dell'economia monetaria per entrare nelle più sottili e umanistiche dimensioni dell'economia del gratuito, dei beni relazionali e culturali. L'attenzione che si dedica agli amici e alle persone intime è incommensurabilmente più elevata di quella che si dedica ad altre e più impersonali fonti di messaggi.Non si tratta di un fenomeno marginale. Si tratta di un fenomeno che potrebbe diventare strategico. E che potrebbe aprire la strada a veri e propri conflitti culturali. In corrispondenza con il problematico passaggio dal paradigma industriale a quello dell'economia della conoscenza.2. Il conflitto paradigmaticoIl dibattito pubblico intorno alle difficoltà pratiche in cui versa la popolazione dei paesi occidentali rispecchia sempre più spesso una difficoltà teorica: manca un sintetico racconto del percorso che i sistemi economici occidentali hanno imboccato e del progetto comune che propongono alle società. Una difficoltà densa di conseguenze per la vita quotidiana, per il consenso sociale, per l'incentivazione dell'innovazione, per la coltivazione delle speranze dei giovani, per la costruzione di scenari in base ai quali investire. A questo proposito, una delle interpretazioni più convincenti e ripetute sostiene che l'epoca post-industriale è destinata a essere governata dall'economia della conoscenza. Concetto peraltro in pieno sviluppo. Per non dire ambiguo.Nell'economia della conoscenza, il valore si concentra nello sfuggente territorio delle idee: informazione, immagine, senso... Si compra, si produce, si desidera il significato che si legge nei prodotti molto più di quanto non si compri, non si produca e non si desideri la materia della quale quei prodotti sono fatti.Nella scienza economica, questa trasformazione ridefinisce il perimetro di indagine: si ricuce lo strappo positivista, per esempio suggerito dall'opera di Lionel Robbins, che aveva imposto di escludere dalla ricerca il tema della compatibilità e della comprensione dei fini, obbligando gli studiosi a concentrarsi solo sulla questione della scelta e della moltiplicazione infinita dei mezzi. Questa nuova consapevolezza abbatte le vecchie barriere che separavano l'economia dalle altre scienze sociali, dalla psicologia all'antropologia, dalla storia alla geografia. Perché se il valore è nel senso generato da chi produce e riconosciuto da chi acquista, allora, teoricamente, il baricento della questione economica si sposta dal mondo del capitale a quello della persona. E alla dinamica della competizione si affianca, profondamente, la dinamica della collaborazione.Le conseguenze sono concettualmente rilevantissime. La smaterializzazione dell'economia post-industriale e l'avvento dell'economia della conoscenza implicano una grande trasformazione nelle forme della proprietà, dell'organizzazione produttiva, del rapporto tra pubblico e privato. Cambiano il concetto di scarsità, che non si applica più soltanto ai mezzi, ma anche alle molteplici dimensioni della relazione umana: fiducia, attenzione, comprensione. Il prezzo si determina tanto nella conversazione quanto nella contrattazione. L'elaborazione di una visione diviene la questione strategica dell'azienda, il laboratorio di ricerca - con l'incertezza dei suoi risultati - entra a far parte integrante del processo produttivo, la tecnologia cessa di essere il limite del possibile per trasformarsi nel suo costante superamento. Il design diventa progettazione e racconto, i media diventano distribuzione e conversazione, gli autori diventano generatori di valore e di motivi di connessione tra le persone. I fruitori e i produttori tendono in molti casi a coincidere. E la complessità prende il posto della linearità: perché nella smaterializzazione della produzione, la cultura diventa il luogo dell'economia, molto più di quanto non lo sia la fabbrica, il mercato o l'ufficio.Tutto questo sottende una grande quantità di problemi. Dal punto di vista storico: è davvero corretta la convinzione secondo la quale all'economia industriale succede indubitabilmente l'economia della conoscenza? Dal punto di vista epistemologico: siamo arrivati alla consapevolezza sufficiente per conoscere la conoscenza intorno alla quale l'economia si starebbe riorganizzando? Dal punto di vista antropologico: stiamo costruendo una cultura sufficientemente dinamica, aperta e consapevole da consentirci di convivere con il prodotto della nostra evoluzione sociale? E infine dal punto di vista meramente umano: la sostenibilità dell'economia industriale è ormai molto dubbia, ma la sostenibilità dell'economia post-industriale è certa?Storicamente, in particolare, vediamo che economia post-industriale non significa necessariamente economia della conoscenza, anzi: la finanziarizzazione e l'iperconsumismo si candidano a perpetuare le modalità economiche fondamentali dell'epoca industriale anche dopo la fine della centralità della fabbrica. Questo avviene capillarmente e in molti modi: trasformando la conoscenza in un insieme di beni scarsi attraverso l'ossessiva estensione del sistema della proprietà intellettuale, invadendo la quotidianità con una enorme quantità di micronotizie finanziarie e pseudomessaggi pubblicitari per mezzo di un sistema mediatico che non se ne può liberare, occupando il tempo delle persone con ogni sorta di obbligo lavorativo e desiderio consumistico, intervenendo sulla coscienza delle persone attraverso un'ideologia del denaro fine a se stesso. La finanza e l'iperconsumismo possono apparire in crisi, negli ultimi anni, ma non sono certo fenomeni deboli. Anzi, sono strutturalmente radicati nelle società. E dimostrano una resistenza e una resilienza straordinarie.Sicché, in questa fase di transizione si assiste a un conflitto culturale profondo: ne può emergere l'avvento dell'economia della conoscenza, fondata necessariamente su una nuova centralità delle persone e delle loro relazioni, oppure un'economia post-industriale che si sviluppa in base a una riproposizione riadattata del modello spersonalizzante fondato sull'astrazione monetaria.In questo contesto instabile, l'attenzione non è più un bene che si conquista e si rivende, ma il complesso risultato di una strategia culturale. Alla quale si oppone quella che potremmo chiamare strategia della disattenzione.La strategia tradizionale dell'economia industriale prevedeva che un messaggio dovesse essere colto dal target cui era rivolto. Per ottenere questo risultato, si cercava di ottenere l'attenzione delle persone e le si «colpiva» con il messaggio che avrebbe dovuto indurre a comportamenti coerenti con gli obiettivi dei produttori del messaggio stesso. Oggi, appare evidente, che molti comportamenti dei consumatori possono essere invece indirizzati anche con una strategia opposta. Come insegnano le ricerche di Daniel Kahneman e altri, i comportamenti sono molto più spesso dettati dall'intuizione che dal ragionamento. E poiché il ragionamento richiede molta più attenzione dell'intuizione, se ne può trarre la conseguenza che la disattenzione può essere una condizione ideale per favorire certi comportamenti consumisti. Al limite si può supporre che proprio facendo leva sull'information overload, e anzi alimentando la sovrabbondanza di messaggi con ogni genere di mezzo, si può ottenere un risultato piuttosto efficace dal punto di vista della comunicazione. Quando si agisce per intuizione, in effetti, si sceglie in base alla prima idea che viene in mente. Se un'idea, un messaggio, viene ripetuto in modo molto insistente attraverso molti mezzi e in modo coordinato, tende a diventare, per molte persone, appunto, «la prima idea che viene in mente». E ad essa si tende a ricorrere tanto più spesso quanto più si vive in una condizione generale di information overload e dunque di disattenzione, che sfavorisce il ragionamento e favorisce l'intuizione.La sensazione di incertezza generale che deriva dalla sovrabbondanza di messaggi, intesa sia come moltiplicazione quantitativa delle informazioni sia come mancanza di un racconto sintetico che aiuti a interpretarne l'insieme, che può portare all'inazione, dunque a comportamenti depressi e orientati a ridurre i consumi di fronte all'ansia della scelta, può essere dunque calmierata da una strategia fondata sulla ripetizione di messaggi semplici capaci di installarsi nelle menti e indurre a comportamenti stereotipati, basati sull'intuizione che emerge nella disattenzione. Il rischio di questa strategia è quello di lanciare un'escalation di messaggi ripetuti che a loro volta moltiplicano gli effetti dell'information overload. Si può parlare a questo punto di inquinamento dell'ecosistema dell'informazione.La strategia della disattenzione non è difficile da implementare. Casomai è difficile che ogni strategia basata sulla disattenzione funzioni. Ma il risultato generale è comunque quello dell'inquinamento culturale. E questo può mettere in difficoltà i processi che richiedono davvero ragionamento e attenzione. Come quelli che consentirebbero di cogliere tutte le opportunità economiche e umane dell'avvento dell'economia della conoscenza. Che richiede una quantità di condizioni messe in discussione dall'information overload come un orientamento al ragionamento controllato, un ambiente silenzioso e riflessivo, una condizione esistenziale pacifica e per quanto possibile serena.Il passaggio storico è dunque tutt'altro che scontato. La sostenibilità ambientale, culturale e sociale di quest'economia in transizione verso l'ipotizzata epoca della conoscenza è tutt'altro che garantita. Il che implica una presa di coscienza profonda e un'intensissimo impegno di ricerca.3. La sostenibilità nell'ecosistema dell'informazioneIl valore organizzativo dei media è enorme nell'epoca della conoscenza, ancora più che nell'epoca industriale. Dunque, le strutture emergenti nel sistema dei media possono avere un'influenza profonda sul risultato di questa transizione. Così come le strategie di coloro che li pensano, li gestiscono, ne interpretano il modello di business e la presenza nella società.La strategia della disattenzione ha punti di forza significativi. Ma non è detto che possa funzionare a lungo. Nel quadro dell'information overload, una strategia di comunicazione basata sulla ripetizione martellante di messaggi semplici, lanciati in modo coordinato su molti media, capace di cogliere con intelligenza una distratta attenzione per poi indurre a comportamenti intuitivi, o poco consapevoli, nella quotidiana disattenzione, può funzionare. E di fatto funziona benissimo. Ma non in tutti i casi.E comunque in tutti i casi richiede una crescente quantità di risorse. Con investimenti dal rendimento tendenzialmente decrescente. Che per mantenere la loro efficacia nel tempo devono aumentare, oltre che trovare forme comunicative sempre nuove. Con il risultato, comunque, di aumentare l'information overload e dunque anche il costo globale del lancio di ulteriori messaggi. Del resto, tutto questo ha l'ulteriore conseguenza di generare una sorta di inquinamento nell'ecosistema dell'informazione che alla lunga lo impoverisce. C'è dunque una debolezza intrinseca nella strategia della disattenzione. Che non può non essere segnalata.I costi di una strategia dell'attenzione sono molto più sostenibili, per le singole imprese, per le persone e per il sistema nel suo complesso. Questa strategia punta sull'attenzione di alto valore ma senza prezzo che si coltiva attraverso le relazioni tra le persone. Agli amici, alle persone alle quali ci si sente legati, si dedica un'attenzione umana forte, molto diversa da quella che si cede alle sollecitazioni delle campagne mediatiche e pubblicitarie. In questo modello interpretativo, emergono altre dimensioni dell'ecosistema della conoscenza che hanno enorme valore, come la reputazione, la fiducia, la consapevolezza.L'ecosistema della conoscenza vive in modo sano se coltiva l'infodiversità, se i messaggi deboli e non urlati non sono continuamente cancellati dalla violenza dei predatori che puntano tutto sulla strategia della disattenzione. Se gli esperti, gli scienziati, gli artisti non sono costretti a traformarsi in comunicatori con l'altoparlante sempre acceso solo per farsi notare. Se l'ecosistema trova il giusto spazio per tutti, senza selezionare a priori soltanto quelli che sanno occupare il palcoscenico. La coda lunga dei contenuti che un ecosistema sano della conoscenza può far vivere può essere valorizzata soprattutto nel caso che tra i gruppi sociali che generano informazione sussista una relazione di simbiosi, non solo di caccia e di lotta per la sopravvivenza.La simbiosi si mostra nei casi in cui la relazione tra due specie è tale che ciascuna non vive senza l'altra. In un certo senso, un grande motore di ricerca sul web non vive senza una grandissima quantità di piccoli siti interessanti per poche persone; e questi non vivono senza che un grande motore di ricerca consenta a poche o tante persone di trovarli. Analogamente, nel nuovo contesto della rete, gli autori, il pubblico attivo, gli editori, i gestori delle piattaforme di distribuzione e di accesso sono potenzialmente specie simbiotiche: nessuna di queste «specie» vive bene se non trovando il modo di servire le altre. Se una di queste specie tende a dominare parassitariamente l'ecosistema, se vive alle spalle delle altre mettendole in una condizione di silenzio, che nel mondo dell'informazione equivale all'estinzione, l'infodiversità sparisce e l'ecosistema dell'informazione si impoverisce. In particolare, gli editori simbiotici sono servitori del pubblico più che conquistatori di target: la rete ha bisogno di editori che facciano da filtro nella quantità di informazioni disponibili, seguendo una linea interpretativa trasparente e riconoscibile. Mentre i gestori di piattaforme servono simbioticamente gli editori, il pubblico attivo e gli autori se favoriscono l'infodiversità senza tentare di controllarla.Per molti, la creatività è rielaborazione continua di idee che sono nell'ecosistema della conoscenza. Una rielaborazione che aggiunge un valore che viene poi in parte venduto e in parte restituito all'ecosistema stesso.Questa implicita collaborazione che si sviluppa anche tra competitori è una delle forme più ricche e arricchenti della vita nell'ecosistema della conoscenza. E la sua dinamica quotidiana avviene essenzialmente in base alla creatività delle persone che si esprimono e si connettono. Espressione e connessione, d'altra parte, sono fruttuose solo se tra le persone stesse si instaura una relazione di fiducia, se le persone si riconoscono reciprocamente un'autorevolezza e una buona reputazione, se l'elaborazione collaborativa avviene in un clima di consapevolezza del progetto comune, implicito o esplicito, al quale si partecipa.Fiducia, reputazione, consapevolezza sono elementi di un insieme di beni comuni fondamentali per la pacifica convivenza e per la ricchezza di un ecosistema della conoscenza sostenibile. Le strategie della disattenzione tendono a consumare questi beni comuni, generando sfiducia, diffidenza e disattenzione. Insomma, tendono a inquinare l'ecosistema della conoscenza.Nel tempo, però, mentre le strategie della disattenzione costano sempre di più in termini di investimenti in comunicazione e di sostenibilità generale, le strategie dell'attenzione conquistano a basso - o nullo - prezzo la capacità di lanciare messaggi credibili, forti e duraturi. Generando ambienti culturali più capaci di ottenere risultati economici di largo respiro innovativo.Ci si può domandare se le regole istituzionali possano essere a loro volta innovate per favorire lo sviluppo sostenibile della conoscenza. E la risposta è certamente positiva. Ma prima che questo possa avvenire, occorre diffondere la consapevolezza di queste dinamiche.In gioco c'è un valore fondamentale, la grande responsabilità del sistema dei media: la vera risorsa scarsa e la meno rinnovabile è il tempo delle persone. Cioè, la vita delle persone. I media si rivolgono alle persone e chiedono essenzialmente il loro tempo. Si può pensare di schiacciare la vita delle persone su un iper-persente traboccante di informazioni insensate oppure di liberarla elaborando una prospettiva interpretativa che allunghi lo sguardo a una prospettiva consapevole che va dal passato al futuro. Intorno a questa idea si possono riformare le metodologie usate per valutare l'impatto dei messaggi e la qualità dei media. Può essere un passaggio strategico per favorire l'emergere di una nuova legittimità dei racconti condivisi, delle visioni che accomunano, in rapporto alle quali ciascuno può trovare il modo di contribuire con profitto e soddisfazione al progetto della società. Umanizando, in sostanza, l'idea di economia nell'epoca della conoscenza. Regalando attenzione a ciò che la merita.Tags:attenzione,disattenzione,linkPagespaperAppunti: l'alba di un nuovo giornalismoEcologia dell'attenzioneGiornalisti innovatoriInnovagepromemoria"Cambiare il mondo"Blog, scienza e techIl prossimo giornalismoPolitica e social networkTecnologie futuribiliTemi e documentirisorsePlanisfero personaleLinksAppunti su economia e felicitàIn libreria: Economia della Felicità Dalla blogosfera al valore del dono Feltrinelli EditoreIl mago d'ebizIn nome del popolo mondialeFrammentiCrossroadsNòva100(Nòva24Ora!)Rivolta e rivoluzioneGiornalismo dell'innovazioneAppunti: reti, Benkler, CastellsPolitica/ blogPolitica/ scienzaRetorica catastroficaScienza/ pauraInformazione/ comunicazioneRegole/ telecomunicazioniUrgenze/ giovaniChi ha ucciso i giornali?Online journalismOnline journalism 2Commonsblog.debiase.com www.debiase.com WebEdgeFirst MondayTedSeed MagazineReporters sans FrontièresEquiLiberDoors of perceptionNewseumJornalismo & internetDiscussionitwitturlyFuture ExplorationCiteUlikeLibraryThingTedDigital Library of the CommonsOn the CommonsMemesphereWikiowww.flickr.comMore of LucaDeBiase's photosCategoriesenglish (sort of) (2)ho visto (6)informazione (249)innovazione (213)libri (59)media (392)partecipazione (44)perplessità (278)persone (25)visioni (138)Monthly ArchivesAugust 2010 (64)July 2010 (57)June 2010 (59)May 2010 (61)April 2010 (55)March 2010 (75)February 2010 (80)January 2010 (74)December 2009 (72)November 2009 (74)October 2009 (48)September 2009 (75)August 2009 (51)July 2009 (70)June 2009 (75)May 2009 (74)April 2009 (87)March 2009 (75)February 2009 (60)BlogrollRssVITA QUOTIDIANAHomeBraudel - in italianoDigitalia & EquiLiberVideo e audioItalian postMedia (.com e .it)CultureEffetto memoAppuntiViaggi e reportageTechnorati favesDel.icio.us/lucadebiaseVecchi videoblogLUNGA DURATAPaolo ValdemarinBlog NotesAlessandro GilioliWittgensteinWebNotesLeibnizNetwork GamesAndrea LawendelCriativityGigi TagliapietraMarco ZamperiniAntonio SantangeloMassimo MantelliniSergio MaistrelloAlessandro LongoMauro LupiBruno GiussaniPandemiaStefano QuintarelliAntonio DiniPiergiovanni MomettoKuraiZuckLele DainesiDavide TarasconiANNALESGlobal VoicesBleedingEdgeLe Blog MediasJoi ItoDavid WeinbergerDan GillmorKevin KellyHossein DerakhshanAlfonso FuggettaDoc SearlsDave WinerMarc CanterLoic Le MeurSamuel BunkrJoel (Beyondpr)Bruce SterlingLINXClelia MazziniBernardo ParrellaInnov'azioneFirstDraftEugenio ProsperettiJuan Carlos De MartinLayla PavoneMaurizio GoetzDario SalvelliPierluca SantoroBarcodeRoberto DaddaWeissbachSalvo ToscanoMaurizio CodognoLa bottega del torchioMastroblogAlessioSimone CappelliniFrancesco ArmandoDario BonacinaPietro SaccomaniSerenellaMarco FabbriMetamondoStefano HesseChristian RoccaCodeWitchUbikCorrado TruffiAlessandro GennariAntonio SofiAndrea TortelliMatteo BrunatiCesare LamannaCarlo FormentiTony SiinoFederico FerrazzaPaulistaFabio MetitieriPiersantelliRiccardo Cambiassi(c)assetto variabileMaster New MediaCarlo Felice Dalla PasquaGaspar TorrieroMatteo PenzoImLogFabioSebastiano PaganiMelablogDaniele D'AmatoSid05Master's bloggersLa montagna incantataMEMORIALuca De BiaseMy Italian SiteAbout Luca De BiaseLuca De Biase/cvaNobiiLinkedinTwitterScrivimiSearchCase sensitiveRegex searchTags100twt (1)1984 (1)3 italia (1)40K (1)aardvark (2)abbondanza (1)acer (1)adobe (1)adsl (1)advertising (1)afghanistan (1)africa (2)agcom (3)agenda (3)aggregatori (3)agricoltura (1)ahref (4)aimee mullins (1)alain de botton (1)alan greenspan (1)alberghi (1)albert camus (1)alberto salza (1)aldo schiavone (1)alesina (1)alessandro gilioli (1)alexander rose (1)alfabeto (1)alfano (2)alimentazione (1)alitalia (2)Alitalia (1)allungamento della vita (1)altroconsumo (1)altruismo (1)amazon (3)ambiente (2)america (1)analfabetismo (1)anderson (1)andrea santagata (1)andrew sullivan (1)android (2)anemone (1)anonimizzazione (1)antitrust (2)antropologia (2)aol (3)ap (1)apollo (1)apple (40)Apple (1)applicazioni (3)apprendimento (1)approfondimenti (1)apps (3)appstore (1)appunti (1)arango (1)architetti (1)architettura (1)archivi (1)armamenti (1)arte (2)asati (1)assocarta (1)associated press (1)assoluzione (1)at&t (2)ataman (1)attention (1)attenzione (7)audience (1)audioboo (1)auletta (1)austerità (1)autocad (1)autodisciplina (1)automobile (1)autori (3)avvenimenti (1)Axel Springer (1)axess (1)ayn rand (1)azienda (1)aziende (1)ballmer (2)banche (2)banda larga (12)barbareschi (1)barbari (1)barcamp (2)barcellona (2)Bardazzi (1)baricco (2)barilla (1)barthes (1)bavaglio (11)bbc (1)bbn technologies (1)be stupid (1)beacon (1)beet.tv (1)benedetta craveri (1)benessere (1)beni (1)beni culturali (1)berkman (1)berlino (1)bertola (1)bezos (1)biblioteca (1)biblioteche (1)bill gates (1)bing (2)biologico (1)biopolitica (1)biotecnologie (1)bit.ly (1)blackberry (3)blade runner (1)blerp (1)blippr (1)blog (16)blogbabel (1)Blogbabel (1)blogger (3)bloggers (1)blognation (1)blogosfera (3)bloomberg (1)bocconi (1)boffo (2)bomba atomica (1)bookblogging (21)BookBlogging (4)bookblogging schumpeter (1)bookfuturism (1)boston globe (1)boxuk (1)boyle (1)BP (1)bp (3)braudel (1)breve termine (1)brevetti (2)brin (2)britney spears (1)brockman (1)browser (4)Bruno giussani (1)bugie (1)burqa (2)business (2)buzz (3)cacao meravigliao (1)caio (1)cambiamento (1)cambiare il mondo (1)camera dei deputati (1)cameron (1)campagne (1)canada (1)canale 5 (1)caos (2)capitale (1)capitalimo (1)capitalismo (1)capitalizzazione (2)cardia (1)carlo formenti (1)carlo ratti (1)carlo taormina (1)carnevale maffè (1)carta (2)cascaad (1)caso (1)castelli (1)castells (3)cattolici (1)celebrazioni (1)censis (3)censura (1)centenari (1)centro (1)ceredi (1)cervelli (1)cervello (9)channel 4 (1)chart (1)chiesa (2)chiose (1)chirac (1)choice (1)chris anderson (1)christine jordis (1)chrome (1)Chrome (1)chuck palahniuk (1)church (1)cibo (1)cicchitto (1)cina (11)Cinema (1)cinesi (1)cingolani (1)cinismo (2)cio (1)cip6 (1)circulate (1)citazioni (1)cittadini (3)città (3)civiltà (1)ciwati (1)classified ad (1)claude lévi-strauss (2)claudio cerasa (1)claudio scajola (1)clay shirky (2)Clay Shirky (1)clima (6)cloud computing (2)cluetrain (1)cnet (1)cnn (1)co2 (1)coda lunga (1)codificazione (1)coerenza (1)cohen (1)colao (1)collaborazione (1)collective knowledge system (1)collegamenti (1)colombo (1)coma (1)comics (2)comma 29 (1)commenti (2)commissione europea (1)commons (4)communia (1)community (1)compagnie telefoniche (1)compagnon (2)compete (1)complessità (3)comportamento (1)computer (1)comscore (1)comuniazione (1)comunicazione (4)Comunicazione (1)concentrazione (1)conceptfeedback (1)condono (1)condy rice (1)confalonieri (1)conflitti d'interesse (1)conner (1)connessione (1)conoscenza (1)conseguenze (2)consigli (1)consob (1)consumo (1)contenuti (2)contesto (2)contributi (1)controllo (1)convergenza (1)conversazione (3)conversazioni (1)cookies (1)cooperation (1)copenaghen (1)copenhagen (1)copyright (10)corea del nord (1)corriere (2)corruzione (1)corso online (1)cory doctorow (1)coscienza (2)cosmo (2)cossiga (1)costantino (1)costi (1)costituzione (2)cpm (1)cravatta (1)craxi (1)creative commons (1)creatività (1)Creazione (1)credibilità (2)crisi (10)critica (1)critiche (1)crossmedialità (2)cryptome (1)cultura (4)culture (1)cultware (1)current (1)Current (1)d'alema (1)d'alia (1)dainik jagran (1)dan gillmor (1)Daniele Galiffa (1)darwin (1)darwin economist (1)dati (4)dave winer (2)David Osimo (1)david simon (1)David Weinberger (1)davide rossi (1)de benedetti (1)de martin (1)debiti (1)decisioni (1)decreto (1)decreto romani (2)dell (1)democrazia (4)demografia (2)design (5)dibattiti (1)diesel (1)dig-it (1)digg (1)Digital Sky Technology (1)digitale (2)diritti (2)diritto d'autore (3)Diritto societario (1)disattenzione (4)disoccupazione (1)dld (1)dna (1)dns (1)documenti (2)domanda (1)donne (1)dono (1)doxa (1)draquila (1)droid (1)durata (1)e-book (2)e-ink (1)ebay (2)ebook (4)echo (1)eclettismo (1)ecologia (4)ecommerce (1)economia (8)economia della conoscenza (1)economia della felicità (1)economia sociale (1)economics (1)economist (8)economisti (1)ecosia (1)ecosistema (2)edeologia (1)edilizia (1)editori (58)Editori (2)editoria (39)educazione (6)eff (2)effetto-rete (1)elezioni (1)eliezer yudkowsky (1)elinor ostrom (1)eluana (1)emmanuel jal (1)empatia (1)Enciclica (1)enciclopedia (1)energia (3)entropia (1)enzo mazza (1)epistemologia (2)ereader (1)eric clemons (1)Erik Brynjolfsson (1)errore (1)ert (1)esperienza cognitiva (1)esportazioni (1)estetica (1)esther dyson (1)Ethan Zuckerman (1)ethan zuckerman (2)etica (2)eugenetica (1)euro (1)europa (10)European Systemic Risk Council (1)evoluzione (1)explorer (3)Facebook (3)facebook (76)facetime (1)factcheck (1)famiglia (1)famiglia cristiana (1)farmaceutica (1)fastflip (1)fatti (1)fbi (1)fcc (1)febbre suina (1)federica sgaggio (1)federico rampini (1)feedstats (1)felicità (9)felicitá (1)ferrari (1)ferrero (1)festival (2)fiat (1)fiction (2)fiducia (1)fiendfeed (1)filosofia (2)filosofiia (1)filtri (1)finanza (10)fini (3)finzi (1)firefox (2)firenze (6)Firenze (1)firmiamo.it (1)fisco (3)flash (1)flickr (2)Flickr (1)flipboard (1)fondazione (2)fonti (1)football (1)for profit (1)forbes (2)foto (1)foto sexy (1)fotogiornalismo (1)fotografia (2)frammenti (1)franceschini (1)francia (4)freccero (1)freedom (1)freelance (1)freesouls (1)frequenze (1)friendfeed (5)frontières (1)fry (1)ft (3)ftc (1)fuggetta (1)Fundació Joan Miró (1)futuro (6)Gabriele Venier (1)Gaggi (1)galimberti (2)gambardella (1)gamma (1)gandhi (1)garibaldi (1)gates (2)geary (1)generosità (1)genna (2)genocidio (1)genomica (1)gentiloni (3)geoingegneria (1)geolocalizzazione (1)gerarchia (1)germania (1)germano (1)ghezzi (1)gian arturo ferrari (1)giancarlo siani (1)gianluca dettori (1)gianni riotta (2)giornale (1)giornali (125)Giornali (2)giornalismo (79)giornalismo dei cittadini (2)giornalismo investigativo (1)giornalismo scientifico (1)giornalisti (51)giovani (1)giovanni de paola (1)giuliano da empoli (1)giuseppe zenti (1)giustizia (2)gizmodo (1)glaxo (2)global voices (1)globalizzazione (1)gmail (3)godaddy (1)godin (1)goldman sachs (4)golfo del messico (1)goodguide (1)google (72)Google (3)google docs (1)google news (2)gordon brown (1)gore (1)gorilla (1)gotor (1)governance (1)governo (6)Grande Fratello (1)grande fratello (1)granieri (2)grecia (1)greco (1)green business (1)gregorio paolini (1)grillo (2)grreality.it (1)guardian (3)guerra (1)guida (1)H-Farm (1)haiti (2)Hans Küng (1)Hans Magnus Enzensberger (3)happiness (1)harvard (1)hegel (1)herbert simon (1)hillesund (1)hitwise (1)hp (1)htc (1)hu (1)huberman (1)huffington (1)iab (3)iad (3)ibm (1)ibookstore (1)ibs (1)icbc (1)ichino (1)icona (1)ict (1)idea (1)idelogia (1)identità (3)idrogeno (1)ignacio arroyo (1)il fatto (1)illegalità (1)ilona staller (1)imaging (1)imeem (1)immaginario (1)immagine (2)immi (1)immigrazione (2)imprenditorialità (3)imussolini (1)incertezza (1)incoerenza (1)india (1)indicatori (1)indipendenza (1)industria (1)inflazione (2)influenza (1)infodiversità (1)informatica (1)information overload (1)informazione (48)informazioni (1)informazioni personali (1)inge missmahl (1)innocentive (1)innovazione (23)inquinamento (1)institute for the future (1)integralismo (1)intel (2)intelligenza collettiva (1)intellipedia (1)intercettazioni (2)interdisciplinarietà (1)interfacce (1)interfaccia (5)internet (40)Internet (1)interoperabilità (1)interpretazione (1)intranet (1)ipad (30)iperfinanza (1)iperlocale (1)iperlocali (1)iphone (13)ipsource (1)iraniani (1)iraq (1)irish news (1)irving fisher (1)ishiguro (1)isimm (1)islanda (2)isp (1)isposure (1)israele (1)istat (1)istituzioni (1)istruzione (1)italia (7)italian (1)italy (2)italyleaks (1)jack dorsey (2)james geary (1)james heckman (1)java (1)javaday (1)jay rosen (1)Jean-Claude Burgelman (1)jeff hawkins (1)jeff jarvis (2)jigme thinley (1)jobs (2)John Hennessy (1)jrc (1)Juan Carlos De Martin (1)kahneman (2)kasparov (1)kauffman foundation (1)kaushik (1)killer app (1)kindle (3)kroes (1)kurtz (1)kyoto (1)la peste (1)labirinti (1)laboratorio (1)lady gaga (1)lavoce.info (1)lavoro (4)Lawrence Lessig (1)le concert (1)le monde (1)leadership (2)lega (1)legali (1)legge (1)legrenzi (1)lehrer (1)lessig (1)letta (1)Lettori (1)lettura (2)letture (1)libero de rienzo (1)libertà (10)Libertà (1)libertà di espressione (1)libertà di stampa (2)librazioni (1)libri (20)linguaggio (1)lingue (2)link (1)linkedin (2)liquida (1)lobby (1)localizzazione (1)log (1)LOG607 (1)loriz mazzetti (1)los angeles times (1)luca filigheddu (1)luciano gallino (1)luckhurst (1)luna (1)lunga durata (1)lungo termine (1)mac (2)mac os (1)macchinismo (1)macintosh (1)mafia (1)magazine (5)maggie jackson (1)mail (2)major (1)malo (1)manchester (1)manga (1)manhattan (1)manifesto (1)manipolazione (1)manovra (1)mantellini (1)Marc Bogdanowicz (1)marchionne (1)marco alfieri (1)marco formento (1)marco risi (1)mario calabresi (3)mark johnson (1)mark zuckerberg (2)marketing (10)maroni (2)marx (1)mashable (3)massimo gaggi (1)massimo russo (1)matematica (1)matt mason (1)maurice merleau-ponty (1)mauro carbone (1)mauro magatti (2)maxxi (1)mcafee (1)mccracken (1)media (21)media sociali (6)mediaset (3)mediasociali (1)medicina (2)mediologia (1)medusa (1)Medvedev (1)membership (1)memoria (4)mems (1)mente (1)mercato (4)messina (1)meta (1)metadata (1)metafora (1)mezzi (1)michel foucault (1)michele vianello (1)microblogging (2)microsoft (20)mihaileanu (1)milano (1)minorenni (1)miseria (1)mistero (1)misurazione (1)mit (2)miti (1)mito (1)mobile (3)moblin (1)modelli di business (1)Mondadori (1)mondadori (1)monetizzazione (1)monocle (1)montecitorio (1)morale (2)morgan stanley (2)morozov (5)mossberg (1)mosés naìm (1)motori (2)motori di ricerca (1)motori semantici (1)mozilla (1)muffatto (1)multidimensionalità (1)multitasking (2)murdoch (7)muro di berlino (1)musei (2)museo della scienza (1)musica (8)nanotecnologie (1)narrazione (2)nassim taleb (1)nation (1)navi (1)nazi (1)nazismo (1)net neutrality (4)net-neutrality (1)neuro (1)neuroni (1)neuroscienza (2)neuroscienze (5)neutralità (1)Neveu (1)new york times (4)news (8)newstiles (1)newsweek (1)nexa (3)nexus (1)ngn (1)nicholas carr (1)nicholas humphrey (1)nielsen (3)nieman (1)nikab (1)ning (1)nobel (1)nokia (1)nomi (1)non profit (4)nonviolenza (1)nostalgia (1)notizie (3)nucleare (2)numeri (2)nuovi media (1)nuvola (1)nye (3)nòva (7)obama (3)obiettività (1)occupazione (2)oilproject (1)oliverio (1)olivetti (1)oliviero bergamini (1)olografia (1)onore (2)open data (2)open source (3)opera (1)oppenheimer (1)orkut (1)osce (1)Ottimismo (1)ottimismo (2)owl (1)p2p (2)padova (1)pagamenti (1)page (1)palestina (1)panorama (1)papa (4)parigi (2)parlamento (2)partecipazione (1)passaparola (2)passato (2)paul romer (1)paul veyne (1)pc (1)pd (3)pdl (1)pensiero (1)pensioni (1)peregalli (1)periferia (1)periodici (1)persona (1)perugia (1)pessimismo (1)petrolio (3)pew (3)philip dick (1)philippe ridet (1)piattaforme (9)pickett (1)pil (1)piovonorane (1)pipilotti rist (1)pirate bay (2)pirateria (2)pirati (3)pisanu (1)pitrelli (1)plagio (1)poesia (1)politecnico (1)Politica (1)politica (8)politici (1)polizia (1)poll (1)polonia (1)polverini (2)popolo della libertà (1)Posta elettronica (1)poste italiane (1)potere (6)potter (1)povertà (1)pr (2)pragmatismo (1)pratica (1)prato (1)presente (2)press (1)prestito (1)previsioni (4)prezzi (1)pricacy (1)privacy (23)privato (1)processi (3)processo breve (1)prodotti (1)product placement (1)profondità (2)progettazione (1)proprietà (1)propublica (2)prospettiva (4)proteina (1)protesta (1)protezione civile (2)prova (1)psicologia (1)psicopatia (1)pubbilco attivo (1)pubbliche relazioni (1)pubblicità (23)pubblicità online (1)pubblico (2)pubblico attivo (8)pubblico dominio (2)public domain (1)putin (1)qualcomm (1)qualità (3)quintarelli (1)quirky (1)raccomandate (1)racconto (1)radio (3)radio anch'io (1)radiofrequenze (1)ragione (1)rai (3)rai.it (1)raj patel (1)rampini (1)ravasi (1)razionalità (1)readers (1)readings (1)readwriteweb (1)reagan (1)realtà (1)realtà aumentata (2)recaptcha (1)recentismo (1)redditi (1)regno unito (1)regole (4)relazioni (1)reliquia (1)remo bodei (1)reporter (1)repressione (1)repubblica (3)reputazione (3)responsabilità (3)responsabilità sociale (1)rete (10)ricchezza (1)ricerca (9)richard sennett (1)ridley scott (1)Rieffel (1)rifkin (1)Riga (1)rinnovabili (1)riotta (4)riproduzione riservata (1)riscaldamento globale (1)Rischi (1)rischio (1)rising voices (1)risorgimento (1)riviste (1)rna (1)robert senior (1)roberto saviano (1)roberto verganti (1)robin hanson (1)robot (1)robots (1)roche (1)rodotà (2)roma (2)romani (2)romanticismo (1)romanzo (1)romiti (1)ronald reagan (1)rosen (1)rosenberg (1)roy lichtenstein (1)rss (2)rudi bogni (1)russia (1)régis debray (1)safari (1)sainthood (1)sandrone dazieri (1)sant'anastasia (1)santità (1)sarah palin (1)sardegna (1)sarkozy (1)saviano (1)scacchi (1)scaglia (1)scajola (1)scambio (1)scandalo (1)scarsità (1)scetticismo (1)schiavone (1)schmidt (1)sciamano (1)scidev.net (1)science (1)scienza (8)scienze (1)scienze cognitive (1)scienziati (1)Scioperi (2)scott mcnealy (1)scribd (1)scudo fiscale (1)scuola (1)search (1)second life (1)seed (1)segretezza (1)selezione (2)semantica (1)semplicità (1)senseable city (1)sensibilizzazione (1)seo (1)serietà (1)seth godin (1)sguardi (1)sguardo (1)SHADO (1)shanzhai (1)shift happens (1)shirky (4)siagri (1)sicurezza (2)significato (1)silence (1)silenzio (2)silicon valley (1)silverlight (1)Simon & Schuster (1)sindone (1)siri (3)sistema operativo (1)sitofono (1)skype (2)smallreading (3)smartphone (2)sms (2)social (1)social media (6)social network (9)social search engine (1)sofia ventura (1)software (2)sogno (1)sole 24 ore (4)sombart (1)soru (2)sostenibilità (2)spam (1)specializzazione (1)specializzazioni (1)speculazione (1)spettacolo (1)spot.us (4)square (1)stampa (3)stand by me (1)standard (1)stanford (1)stanza (1)starbucks (1)start up (2)statistica (1)statistiche (3)stefano pileri (1)stefano quintarelli (1)stereotipi (1)steve ballmer (1)steve jobs (3)Stewart Brand (1)stm (1)storia (11)storytelling (1)strike (1)Sts (1)suicide machine (1)suina (1)sun (2)superficialità (2)sviluppo (4)swine flu (1)symbian (1)t. s. eliot (1)tablet (9)tagli (1)taleb (1)talento (1)tallin (1)tamiflu (1)tangentopoli (1)tasse (1)Tavaroli (1)tavaroli (2)techcrunch (1)technologia (1)technologies (1)tecnologia (7)tecnologie (2)ted (6)Ted (1)tedeschini lalli (1)telco (2)telecom (3)telecom italia (10)telecomunicazioni (2)telefonica (5)telegiornali (1)televisione (29)tempo (5)Tempo mediatico (1)teoria (1)terremoto (2)territorio (1)terza cultura (1)tettamanzi (1)tg2 (1)thacher (1)thiessen (1)Tim Berners-Lee (2)tim carmody (1)time (2)tiziano scarpa (1)tlc (1)topi (1)tor (1)tortura (1)toyota (1)tradimento (1)traduzioni (1)trasparenza (2)tribunale di milano (1)trichet (1)triennale (1)truffa (1)tumblr (1)turbocapitalismo (1)tv (6)tv digitale terrestre (1)tweefind (3)twimbow (1)twistori (1)twitter (48)Twitter (2)umilta (1)unctad (1)unesco (1)unione sovietica (1)unità d'italia (1)università (5)urban logic (1)urbanistica (1)usa (4)user (1)valigia blu (1)valore (1)valore sociale (1)valutazione (1)van gogh (1)vaticano (3)veline (1)velocità (2)veltroni (1)venezia (2)venice sessions (1)venicesessions (2)venter (1)venture capital (2)verità (4)verizon (1)verona (1)vespa (1)viacom (2)vicinato (1)victor erice (1)video (1)videogiochi (1)villari (1)vine (1)virus a (1)visione (2)visualizzazione (1)visualizzazioni (1)vita (1)vlog (1)vodafone (3)voip (1)vrm (1)vuvox (1)wall street (2)warhol (1)wave (1)web (7)web 2.0 (2)webtv (1)webware (1)weinberger (1)wfsj (1)Whole Earth Catalog (1)wi-fi (2)wifi (1)wikileaks (8)wikipedia (6)wilkinson (1)wind (1)winer (1)wired (3)wireless (2)wolf (1)wolff (1)wolfram alpha (1)wommi (1)wsj (1)xcitta (1)yahoo (2)yahoo meme (1)yale (1)yochai benkler (1)youcapital (1)youtube (10)YouTube (1)zambardino (1)zeb macahan (1)zimbardo (1)Zimbardo (1)zuckerberg (3)zuckerman (1)Find recent content on the main index or look in the archives to find all content.LinksRSSStrategie della disattenzioneTelevisione, radio, giornali. Posta elettronica, social network, blog. Messaggi sonori nelle stazioni, cartelloni pubblicitari nelle vie della città, telecamere per la sicurezza degli uffici. La presenza capillare dell'informazione nella vita quotidiana delle persone nei paesi occidentali è un'esperienza generalizzata. Ciascuno ne fruisce e ne genera in continuazione. La quantità di messaggi cresce inesorabilmente, senza un ordine apparente. Cresce e basta. Il crollo del costo delle comunicazioni è anche l'inflazione dei messaggi. Mai come in questa epoca il concetto di "information overload", il sovraccarico di informazioni che si contendono l'attenzione della gente, è una condizione con la quale ogni ricerca sulla vita sociale deve fare i conti. C'è evidentemente una ricchezza straordinaria nell'abbondanza di informazioni. Ma c'è anche il rischio di una paralisi delle idee, di fronte all'eventuale ingestibilità dell'inflazione di informazioni.E' un problema che ne contiene molti. E che si rivela strategico per tutta l'industria editoriale, per le piattaforme mediatiche, per gli autori e, naturalmente, soprattutto per il pubblico. Richiede una ridefinizione dei ruoli per tutti gli attori coinvolti, nel complesso passaggio storico che attraversano le società post-industriali. E si comprende solo nella consapevolezza del fatto che l'information overload non è solo l'effetto della moltiplicazione dei messaggi, ma anche la conseguenza del fallimento dei sistemi che dovrebbero filtrare l'informazione, come per esempio suggerisce l'internettologo Clay Shirky. Nel caos creativo cui assistiamo in questa fase di passaggio, si sperimentano strategie più o meno sostenibili. Quali sono i percorsi che ci possono condurre a costruire un ecosistema dell'informazione più sano e vivibile? continua...Ecologia dell'informazioneI quotidiani cartacei tradizionali sono una tra le numerose specie che vivono nell'ecosistema dell'informazione. Il loro ambiente si è radicalmente trasformato nell'ultima dozzina d'anni. Molte delle risorse sulle quali avevano a lungo prosperato scarseggiano, assorbite dall'espansione di altri media: l'onnivora, insaziabile televisione commerciale, l'innovativa televisione digitale a pagamento, la rivoluzionaria internet a banda larga, gli infinitamente attraenti telefoni cellulari. Milioni di persone, miliardi di euro, trilioni di minuti si sono spostati verso nuove abitudini mediatiche. E nel corso di un terremoto nei mezzi di comunicazione di tale portata è già sorprendente che molti castelli dei giornali di carta stiano ancora in piedi. E se lo sono è perché evidentemente hanno un valore e una resistenza importanti. Ma è tempo di restauri.I sintomi della difficoltà economiche dei giornali di carta sono evidenziati dalla crisi generale del 2007-2009: la pubblicità diminuisce drasticamente, il numero di lettori paganti si erode, i collaterali non danno più le soddisfazioni di una volta e le entrate provenienti dalle versioni online non sono sufficienti a riparare alle perdite. L'urgenza congiunturale può essere cattiva consigliera, ma impone delle scelte. Che in ogni caso erano dovute da tempo. E' evidente, infatti, che il taglio dei costi pur necessario non sarà sufficiente a rigenerare un equilibrio sostenibile. Meglio dunque cogliere l'occasione per un ripensamento profondo.E a questo ripensamento, gli editori e i giornalisti hanno cominciato a dedicarsi, ciascuno dal suo punto di vista. Mentre il pubblico si trasforma, partecipa, pone problemi, offre risposte: tutte da interpretare. Le domande si moltiplicano. Quanto dureranno i giornali di carta? Si possono far pagare i giornali online? Come evolve la pubblicità? Qual è il ruolo del giornalismo professionale in un contesto nel quale i cittadini possono produrre informazione in modo sempre più facile ed efficace? Come si informano i giovani? C'è una crisi di credibilità nei giornali? Quali sono le visioni innovative emergenti? L'enorme complessità del compito di rispondere a queste questioni intimidisce. Ma può essere affrontata solo con un'umiltà appassionata, generata dalla consapevolezza che di informazione c'è e ci sarà sempre più bisogno, nell'economia della conoscenza. Per i giornalisti, questa consapevolezza è necessaria per affrontare il grande adattamento che la professione è destinata ad affrontare. continua...InnovageEd ecco dunque l'ennesima nuova parola: "innovage", innovazione e vintage. Non per nulla nascono tante parole nuove, in questo periodo storico che da molti punti di vista - ambientali, sociali, economici, culturali - appare come una grande trasformazione epocale: forse abbiamo l'impressione che, in mezzo a tanta innovazione, stiano effettivamente nascendo angoli di realtà che hanno bisogno di essere nominati; in qualche caso, peraltro, tentiamo di forzare questa impressione, producendo nuove parole prima che esistano le realtà che dovrebbero designare. E dunque, che cos'è l'"innovage": una nuova realtà o semplicemente una nuova parola? E' già un fatto economico o ancora una visione? Avrà successo?Il tema non è di poco conto: il racconto dell'innovazione è parte integrante dell'innovazione stessa. Nell'economia della conoscenza, una locuzione che usiamo in mancanza di meglio per definire quest'epoca post-industriale, il valore si concentra sulle idee. Il prodotto vale se contiene gusto, informazione, senso. Dunque, anche, se contiene memoria. E se quel contenuto viene compreso dal pubblico che dovrebbe farlo proprio. Perché la dinamica delle idee è, soprattutto, nella relazione tra le persone che le esprimono e le connettono a quelle degli altri, i quali a loro volta le riconoscono come affini o confrontabili alle proprie. Per questo, esiste un rapporto estetizzante, e di grande valore, tra gli oggetti che vengono declinati al futuro e quelli che ricordano le esperienze passate di gruppi di persone che vi si riconoscono. continua...Attenti al loopLa conversazione può essere orientata alla collaborazione, può alimentare la convivenza civile e pacifica, ma può anche diventare una sorta di competizione? continua...Powered by Movable TypeThis blog is licensed under a Creative Commons License.
116,384
http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Celan
Paul Celan.Era figlio unico di Leo Antschel-Teitler (1890 – 1942) e della di lui moglie Fritzi Schrager (1895 – 1942).BiografiaIl futuro scrittore, sin dalla sua infanzia, trascorsa quasi interamente a Czernowitz e caratterizzata dall'educazione rigida e repressiva del padre, apprende la conoscenza della lingua e della letteratura tedesca in particolare grazie alla madre. I primi scrittori ai quali si appassiona sono Goethe, Rilke, Rimbaud; sin dal ginnasio coltiva un certo interesse per i classici dell'anarchismo, quali Gustav Landauer e Koprotkin, che preferisce decisamente alla lettura di Marx. Nel 1938, conseguita la maturità, decide di iscriversi alla facoltà di Medicina a Tours, in Francia; il treno sul quale viaggia sosta a Berlino proprio durante la Notte dei cristalli. È in questo periodo che Paul inizia a scrivere le prime poesie (poi confluite nell'antologia postuma "Scritti romeni"), intensificando la lettura di Kafka, Shakespeare e Nietzsche. Tornato in patria, a causa dell'annessione all'URSS, non può più ripartirne; si iscrive perciò alla facoltà di romanistica locale. Poco più tardi, nel 1942, in seguito all'occupazione tedesca della Bucovina, Celan vive direttamente le deportazioni che condussero gli ebrei di tutta Europa all'Olocausto. Il giovane Antschel (Celan, il suo nome d'arte è l'anagramma del suo vero cognome, ideato solo nel 1947) riesce a sfuggire alla deportazione ma viene spedito in diversi campi di lavoro in Romania; perderà però definitivamente i genitori, catturati dai nazisti: il padre muore di tifo e la madre viene fucilata nel campo di concentramento di Michajlovka, in Ucraina. Nel 1944, dopo aver lavorato perfino come assistente in una clinica psichiatrica, pur di sfuggire alle deportazioni, con la liberazione da parte delle truppe sovietiche, torna a Czernowitz per completare gli studi nella facoltà di anglistica; nel 1945, dopo aver donato tutte le sue prime poesie a Ruth Lackner, attrice e suo primo amore, parte per Bucarest, dove lavora come traduttore e conosce alcuni importanti poeti romeni, fra cui Petre Solomon; è di questo periodo la pubblicazione della prima versione di "Todesfuge". È però costretto a fuggire nuovamente, attraverso l'Europa, a causa delle persecuzioni del regime comunista; raggiunge prima Vienna, dove pubblica la sua prima silloge ufficiale, "La sabbia delle urne", e un breve saggio di movente psicoanalitico, "Edgar Jenè e il sogno dei sogni", poi trova ospitalità in Francia, a Parigi, dove si iscrive all'École normale supérieure. Nel 1950 pubblica una raccolta di aforismi, intitolata "Controluce". Si sposa nel 1952 con la pittrice Gisele de Lestrange e pubblica il suo scritto più famoso, "Mohn und Gedächtnis", contenente la celeberrima poesia "Todesfuge", cioè "fuga (termine musicale) della morte" ma anche molte poesie di ispirazione più romantica. Si appassiona in questi anni alla lettura di Heidegger, che segnerà profondamente il suo percorso poetico; ha anche frequenti contatti con René Char e, poco dopo, con la poetessa Nelly Sachs.Nel 1953, ormai inseritosi nel tessuto culturale francese, subisce gravissime accuse di plagio da parte della vedova del poeta Yvan Goll; Celan riuscirà a scagionarsi, ma questa vicenda minerà profondamente le sue condizioni psichiche, già provate dagli avvenimenti dell'infanzia e del periodo bellico.Sempre più frequenti divengono in quegli anni i contatti con gli ambienti culturali tedeschi, con il Gruppo 47(anche in seguito a una breve relazione, risalente al 1948, con la poetessa Ingeborg Bachmann) e altri poeti e scrittori. Occasione di questi incontri sono diverse letture pubbliche di poesie(peraltro inizialmente accolte con una certa freddezza dagli esponenti del gruppo 47) e, in particolare, alcuni premi, fra i quali quello della città di Brema, nel 1958, in occasione della cui consegna Celan descrive la sua poesia come "un messaggio in bottiglia".In particolare dalla metà degli anni cinquanta si dedica, anche al fine di mantenersi economicamente, a una intensa attività di traduttore da varie lingue: traduce Emil Cioran, Ungaretti, Paul Valéry e altri. I contatti con la Germania, dopo il premio dell'associazione industriali (1956) e quello di Brema, divengono sempre più frequenti. Nel 1959 diviene lettore di lingua tedesca all'ENS, attività che proseguirà fino alla sua morte. Un progettato incontro con il filosofo Adorno non riesce; conosce invece il critico letterario Peter Szondi, che gli dedicherà significativi scritti.Nel 1960, in occasione della consegna del premio Georg Büchner, pronuncia un importante discorso sul valore della poesia, dal titolo "Der Meridian". Nel 1962 subisce il primo ricovero in clinica psichiatrica, derivante da un pesante sentimento di angoscia; gli sono vicini, in questo periodo, il poeta Yves Bonnefoy e lo scrittore Edmond Jabes. Proprio in questo periodo, fra i frequenti ricoveri in clinica, concepisce le sue massime opere poetiche, la prima, ispirata all'epitaffio di Rilke, "La rosa di nessuno", e la breve silloge "Cristallo di respiro", illustrata dalla moglie ed esposta in edizione di lusso al Goethe Institut di Parigi, nel 1965.Nel 1967, in seguito a un progressivo peggioramento delle sue condizioni psichiche, si separa dalla moglie, dalla quale aveva avuto due figli, Francois nel 1953 (morto dopo pochi giorni di vita) ed Eric nel 1955. Sempre nel 1967, dopo aver tenuto pubblica lettura delle sue poesie a Friburgo, incontra nella baita di Todtnauberg il filosofo tedesco Heidegger, cui chiederà, senza successo, un ripensamento sulla sua silenziosa complicità col nazismo.Dapprima vicino al movimento studentesco del 1968, se ne allontana temendone la svolta violenta e ideologica; nel 1969 finalmente riesce a compiere il suo primo viaggio in Israele; svolge inoltre alcune letture pubbliche, fra le quali ancora una a Friburgo, presso Heidegger, che il poeta rimprovera aspramente per la disattenzione con cui lo ascolta.Nella notte tra il 19 e il 20 aprile del 1970 si toglie la vita gettandosi nella Senna dal ponte Mirabeau, prossimo alla sua ultima dimora di avenue Zola. Il suo corpo sarà ritrovato i primi di maggio, a pochi chilometri dal ponte. Gli eventi successivi a quella notte, che rientrano a giusto titolo in una biografia, sono scanditi dalla pubblicazione delle sue ultime raccolte di poesie: Lichtzwang che uscirà nel mese di giugno del 1970, già da tempo consegnata all'editore, Schneepart, composta nel 1968 e licenziata nel 1971, infine Zeitgehöft, che comparirà, davvero postuma nel 1976, ricomposta ed intitolata sulla scorta di una cartella ritrovata in avenue Zola, ma non ordinata dall'autore.OpereFuga di morte"Todesfuge", ovvero "Fuga di morte" rappresenta forse la più trasparente e conosciuta poesia dell'autore: è un potente grido di dolore che descrive la realtà del campo di concentramento, denuncia la condizione dei prigionieri, e mette a nudo la crudeltà dei carcerieri nazisti nella sua elementare banalità quotidiana. Il titolo, originariamente "TodesTango", coniuga la morte con il ritmo musicale proprio della Fuga, che Celan si propone di riprodurre nell'andamento dei suoi versi; in esso è da vedersi anche un richiamo diretto all'imposizione umiliante, inflitta dai nazisti agli ebrei prigionieri dei campi, di suonare e cantare durante le marce e le torture.Celan scrisse questa poesia pochissimi anni dopo la fine della guerra, tratteggiando quindi una descrizione a caldo dell'evento; "Todesfuge" divenne quindi l'emblema poetico della riflessione critica intorno all'Olocausto, soprattutto essendo stata scritta da un ebreo, che aveva conosciuto la realtà dei lager, e tuttavia in lingua tedesca - la lingua materna di Celan.Celan stesso non mancò di dare lettura pubblica della sua poesia, in Germania, e di concederne l'inserimento in alcune antologie; successivamente però si rammaricò dell'eccessiva notorietà di questo testo, la cui diffusione poteva costituire anche un modo troppo facile da parte dei tedeschi, a suo avviso, di liberarsi del senso di colpa per i crimini nazisti. In questo quadro va ricordato anche il celebre verdetto di Adorno, secondo il quale scrivere poesie, dopo Auschwitz, sarebbe barbarico: in questo senso "Todesfuge", ma anche tutta l'opera poetica di Celan, costituisce una vera e propria resistenza a questa condanna, un tentativo disperato e tuttavia lucidissimo di trasformare l'orrore assoluto in immagini e linguaggio.La lirica si apre con un ossimoro dal significato tanto innaturale quanto sconvolgente: "schwarze Milch", "latte nero" simboleggia l'esperienza atroce della privazione del cibo e di tutto ciò che è necessario per vivere: inoltre l'ossimoro ritorna spesso all'interno del testo, così come gli avverbi di tempo ed alcuni verbi, mettendo in questo modo l'accento sulla monotonia che tristemente accompagnava i lavoratori dei campi di concentramento. Ed è ancora un vortice di parole che si ripetono ad inquadrare l'attenzione del lettore sulle fosse che vengono scavate, in terra e nelle nuvole, pronte ad ospitare i resti degli ebrei, controllati a vista dagli occhi blu degli uomini che "giocano con i serpenti" e che "scrivono ai capelli d'oro", palese riferimento alla razza ariana predicata da Hitler.Nel corso del testo vi sono alcuni riferimenti biblici, di cui Celan era un esperto, ma soprattutto ritorna una frase che verrà in futuro ripresa e riutilizzata in altri contesti, fino a diventare un vero e proprio slogan dell'antifascismo in Germania: "der Tod ist ein Meister aus Deutschland", cioè "la morte è un maestro (che viene) dalla Germania".La lirica si chiude, infine, con un ultimo ritorno, e poi si interrompe, quasi a simboleggiare la mancanza di parole per descrivere ulteriore dolore, solo un ultimo richiamo a Margarete dalla chioma dorata, e a Sulamith dalla chioma... in cenere.Cristallo di respiroIl ciclo di poesie dal titolo "Atemkristall" (Cristallo di Respiro), pubblicato in una piccola "plaquette" ad edizione limitata, nel 1965, con otto incisioni della moglie di Celan, Gisele, e successivamente incluso nella raccolta "Atemwende" (Svolta del respiro) è quasi unanimemente riconosciuto come l'apice della produzione poetica di Celan, tanto che il filosofo H.G. Gadamer ha voluto dedicare un'intera opera, dal titolo "Chi sono io, chi sei tu?", all'interpretazione delle 21 poesie di questa silloge.Si tratta di componimenti piuttosto brevi, non recanti alcun titolo, che, come tutta la produzione poetica di Celan, caratterizzata dalla polisemia delle figure presentate e dall'oscurità delle metafore adottate, hanno dato luogo a molteplici tentativi di individuarne il significato.Tutte le poesie sono rivolte in ogni caso espressione limpida di un tentativo di dialogo fra un io e un tu, che tuttavia sarebbe forzato e sbrigativo individuare, come pure è stato fatto, con l'io del poeta nel suo dialogo con la moglie, o la madre, o una sorta di donna o altro ideale, o addirittura con il Nessuno della "Niemandrose" (la "Rosa di Nessuno")o con altre figure astratte. Celan stesso ha più volte inteso chiarire che la sua poesia è di per sé una stretta di mano, la possibilità di incontro fra un io - che non è già più il poeta, cui la poesia non appartiene più, una volta che essa sia scritta - e un altro, un tu, di cui la poesia è sempre in cerca.Ciò che quindi è importante ed evidente in questo ciclo di poesie è la necessità, più volte evocata, che questo incontro fra l'io e l'altro - incontro che è in ogni caso possibile solo a partire dalla irriducibile alterità che si frappone tra i due - si concretizzi in una parola di testimonianza. "Dove arde una parola che testimoni per noi due?", domanda Celan nella penultima poesia. Questo tema della testimonianza - che poi diverrà, fra l'altro, oggetto di importanti analisi nella filosofia di Derrida, altro autore che ha dedicato uno studio alla poesia di Celan (dal titolo "Schibboleth") - non può non evocare a sua volta le vicende esistenziali private(pensiamo agli abusi subiti nell'infanzia) e pubbliche (gli orrori del nazismo) di cui Celan stesso era stato testimone, e rispetto ai quali avvertì sempre la mancanza di una parola adeguata per rendere ragione e memoria di ciò che era accaduto senza che, tuttavia, questo rendere ragione, questo ricordo divenisse una sorta di giustificazione. Senza dubbio in ogni caso, il tema della deportazione è evocato chiaramente in una delle ultime poesie del ciclo, dove si allude alla "nera carrozza del serpente" in cui "al di là del fiume/ti trassero".Il meridianoIl discorso dal titolo "Il meridiano", pronunciato in occasione della consegna del premio Büchner nel 1960, costituisce un vero e proprio manifesto della poetica celaniana, nonché una delle rarissime opere in prosa dell'autore (se escludiamo il copioso epistolario, alcuni aforismi e pochi altri brevissimi testi).Si tratta di una lunga allocuzione in cui il poeta, riprendendo e rivendicando le critiche mosse alla sua poesia (ad es. dallo scrittore ebreo Primo Levi), accusata di eccessiva oscurità e di disperato nichilismo, dichiara la sua concezione della poesia come luogo utopico, ma pur sempre realissimo, di un possibile incontro con l'altro.Per favorire questo incontro il poeta deve però esercitare una costante attenzione che è, per Celan, concentrazione nei confronti delle proprie date, di quelle date cioè, che costituiscono le tappe della propria biografia: un esercizio di memoria storica e biografica, quindi, che non si deve tradurre, però, in un esplicito resoconto di fatti o in una sorta di conversazione ideologica. Celan rivendica infatti alla poesia la sua propria oscurità, che può tradursi perfino nel rischio di ammutolire, rischio a cui la poesia di Celan si espone apertamente: solo in questa esposizione infatti la poesia può diventare apertura all'incontro con l'altro, all'accadere del senso. Ciò che Celan sembra tratteggiare, quindi, è una critica del linguaggio in quanto capace di prestarsi alla manipolazione e all'imposizione autoritaria propria del totalitarismo; a questo linguaggio egli contrappone la sua parola quasi ridotta al silenzio, quella che nella celebre poesia Argumentum e silenzio, dedicata al poeta-partigiano René Char, definirà la parola "strappata al silenzio".In questa ottica quindi il discorso si conclude con l'identificazione del Meridiano come luogo della poesia: una linea immateriale, ma allo stesso tempo terrestre, reale, che attraversa svariati territori biografici e concettuali, unendoli tutti e infine ritornando a sé stessa.Celan traduttoreCelan è stato un traduttore da molte lingue europee: inglese, francese, russo, italiano, ebraico, portoghese e rumeno.NoteOpereBibliografiaCollegamenti esterniPersone morte suicidePaul Celan
1,590,886
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Nazario_%28Sonvico%29
Chiesa di San Nazario (Sonvico).La chiesa di San Nazario'" a "'Dino'", frazione di Sonvico, è nota per gli "'affreschi romanici'" che la decorano internamente. Documentata dal 1146, fu rinnovata nel 1879 e nel 1889. Restuari negli anni 1971-1972. Accanto al fianco sinistro si addossa slanciato il campanile, forse già del secolo XI e assai rimaneggiato, con quattro piani ritmati da specchiature coronate da due o tre archetti pensili e con basso tetto a padiglione.Sul fianco destro è addossato un portico su colonne dove una nicchia a cappella, coperta da volta con sette vele lunettate, è ornata di "affreschi" dell'inizio del secolo XVI raffiguranti la "Madonna e i Santi Martino, Bernardo da Chiaravalle, Bernardino da Siena, Nazario, Giovanni Battista e Sant'Antonio abate", in finte nicchie.All'interno l'aula orientata è coperta da una volta a botte a da una cupola a pennacchi più recente, conclusa da un coro rettangolare. In navata si possono ammirare resti di "affreschi romanici", databili al secolo XI; sulla parete nord: l'"Imperatore Nerone sotto un baldacchino (iscrizione "Nero")" e "tre personaggi armati" (forse i Santi Nazario e Celso con un soldato) frammentari; la cornice superiore è formata da un "fregio a meandri prospettici".Lo stile ricorda gli affreschi nella chiesa di San Pietro di Sureggio, frazione di Lugaggia e per il soggetto quelli della chiesa monastica di San Giovanni di Müstair, databili al 1200 circa.Il marmoreo "altare maggiore tardobarocco" con "paliotto in scagliola" della metà del secolo XVIII. Nella cappella a nord: "affresco" staccato della "Crocifissione con due angeli che raccolgono il sangue di Cristo, la Madonna e San Giovanni Evangelista", opera matura di Bernardino Luini di Dumenza del 1529 circa, proveniente dalla demolita chiesa conventuale di San Francesco d'Assisi di Lugano; tombe della famiglia Lepori.La cappella funeraria di fronte alla chiesa: "monumento funebre" della famiglia dell'ingegnere Giacomo Lepori (1843-1898), attivo in Egitto nello scavo del canale di Suez, caratterizzato da coronamento a cupola.NoteBibliografiaGalleria fotograficaChiese del Luganese|NazarioArchitettura romanica in SvizzeraPittura romanica in Svizzera
2,338,821
http://it.wikipedia.org/wiki/Jens_Arne_Svartedal
Jens Arne Svartedal.Jens Arne ha esordito molto giovane in coppa del mondo. In lui si sono viste subito le buone capacità nelle gare su breve distanza ed in quelle in tecnica classica. L'esordio in coppa del mondo è avvenuto il 22 novembre 1997 sulle nevi di Beitostoelen, in Norvegia, in una 10 km in tecnica classica vinta da Bjorn Dahelie, in cui si e' piazzato al 51° posto. Il primo podio, un secondo posto, è arrivato nel 2000 in una spint in tecnica classica disputata ad Oslo. Per la prima vittoria non bisogna aspettare tanto, in quanto arriva il 19 dicembre 2001 in una spint sempre in classico disputata sull'altopiano di Asiago.Dal 2001 Jens Arne è diventato un mebro fisso della nazionale norvegese di fondo.Le sue vittorie più importanti sono l'oro ai mondiali di Sapporo nella sprint in classico e la coppa del mondo nella specialità sprint della 2007, mentre nella stagione precedente era arrivato secondo nella classifica generale di coppa del mondo dietro al tedesco Tobias Angerer.Palmares.Campionati del mondoCoppa del MondoCoppa del Mondo - VittorieCoppa del mondo – vittorie a squadre1 con Odd-Bjørn Hjelmeset, Frode Estil e Tore Ruud Hofstad2 con Odd-Bjørn Hjelmeset, Kristen Skjeldal eTore Ruud Hofstad4 con Martin Johnsrud Sundby, Tore Ruud Hofstad e Tor Arne HetlandCollegamenti esterniJens Arne Svartedal
2,133,739
http://it.wikipedia.org/wiki/Wuxi
Wuxi.Wuxi'" (in cinese 无锡; in cinese tradizionale 無錫; in pinyin "Wúxī") è una città della Cina nella provincia del Jiangsu.StoriaÈ una delle città cinesi più antiche lungo il corso del Fiume Azzurro. È già menzionata all'inizio del periodo Han (II secolo a.C.) ed era un centro importante che portava il nome attuale.Fu celebrata da molti poeti della dinastia Tang (618-907) per i suoi molteplici specchi d'acqua. Subito dopo la costruzione del Grande Canale Imperiale divenne uno dei quattro maggiori centri per lo smercio del riso.All'inizio del secolo scorso vi sorsero le prime fabbriche tessili. Attualmente, oltre alla tradizionale industria tessile, si trovano numerosi stabilimenti.Luoghi di interesseParco dello Stagno e delle Grazie (Xihui Gongyuan)Lago Tai (Tai Hu)Si trova a sud del centro storico della città e, con i suoi 2200 km², è uno dei maggiori laghi cinesi. È circondato da colline alberate, con numerosi giardini e sorgenti d'acqua.Città della CinaJiangsuWuxi
441,686
http://it.wikipedia.org/wiki/Artemisia_II
Artemisia II.Localizzazione di Alicarnasso (odierna Bodrum, in Turchia).Era figlia di Ecatomno e dopo la morte del marito regnò per due anni, dal 352 al 350, appoggiando, come già aveva fatto il marito, l'oligarchia di Rodi..È ricordata per la grande tristezza che la pervase alla morte del marito, tanto da preparare una bevanda con le ceneri del marito. L'episodio sarebbe raffigurato nell'omonimo dipinto di Rembrandt.Per perpetuare la memoria del marito scomparso, fece costruire in suo onore una sepoltura monumentale ad Alicarnasso: il celebre Mausoleo, una delle sette meraviglie del mondo. Il nome di mausoleo divenne poi il termine generico con cui si definì ogni sepoltura monumentale.. Un'altra celebrata sepoltura monumentale fu eretta a Rodi, per commemorare il suo successo nel farsi signora dell'isola. Dopo aver riconquistato la propria libertà, i rodiesi lo resero inaccessibile, da cui il successivo nome di ἄβατον.BibliografiaNoteCollegamenti esterniGreci antichiArtemisia II of Caria
1,332,842
http://it.wikipedia.org/wiki/Dolores_Prato
Dolores Prato.BiografiaDolores Prato nacque da una relazione della madre Maria Prato, già vedova Pacciarelli, con un avvocato calabrese. Dopo averla lasciata a balia sui Monti Lepini, la madre riuscì ad affidarla a due suoi cugini residenti nelle Marche.È vissuta fino ai diciotto anni a Treia(Macerata) con gli zii Domenico e Paolina Ciaramponi, i quali dopo le scuole elementari decisero che il proseguimento della sua educazione dovesse essere il collegio e scelsero quello delle suore della Visitazione nel Monastero di Santa Chiara, sempre a Treia. Dopodiché a Roma frequentò la Facoltà di Magistero e si laureò nel 1918 con una tesi sul Carteggio di Prospero Viani e Pietro Fanfani.Insegnò Lettere in diverse città: dal 1919 al 1921 a Sansepolcro, dal 1922 al 1927 a San Ginesio e nel breve periodo fra il 1924 e il 1925 mentre fu a Macerata.Dal 1927 al 1928 visse a Milano frequentando un avvocato iscritto al Partito Comunista, Domenico Capocaccia.Si stabilì definitivamente a Roma nel 1930, dove ebbe modo di frequentare molti esponenti della cultura laica e cattolica, stringendo tra questi varie amicizie. Insegnò per un breve periodo all’Istituto Marymount. Decise poi di occuparsi, a pagamento, di una ragazza con gravi problemi psichici.I lavori letterariStabilì la collaborazione con diverse testate giornalistiche, anche se prevalentemente scrisse per Paese Sera e partecipò a diversi premi letterari. Nel 1948 con "Nel paese delle campane" ottenne una segnalazione speciale della giuria del "Premio Prato". Nel 1949 con "Calycanthus. E lui che c’entra?" attirò l’attenzione di Giuseppe Ungaretti nel "Premio Taranto".Nel 1963 pubblicò a sue spese il primo romanzo dal titolo "San Giocondo", versione rimaneggiata del testo che aveva inviato al Premio Prato. Nel 1965 con "Scottature" ottenne il primo premio al concorso "Premio Stradanova" e di nuovo in autoedizione lo pubblicò due anni dopo.A partire dal 1973 fu impegnata nella stesura del romanzo "Giù la piazza non c'è nessuno" dedicato alla sua infanzia trascorsa nella città del maceratese. L'opera più nota ("Premio Lerici" 1981), fu pubblicata da Einaudi nel 1980 in una versione fortemente ridotta da Natalia Ginzburg; la riduzione non venne approvata dalla scrittrice, che la riteneva uno stravolgimento della sua opera; la versione integrale del romanzo venne pubblicata solo nel 1985, dopo la sua morte grazie a Giorgio Zampa il quale curò anche l’edizione di "Le Ore".Grazie al suggerimento di un amico, Giorgio Coen, la scrittrice nel 1981 affidò una parte molto consistente delle sue carte all’Archivio Contemporaneo del Gabinetto Vieusseux di Firenze.Morì il 13 luglio 1983 ad Anzio e venne sepolta nel cimitero di Prima Porta a Roma.Dal 1987, per volontà del Comune di Treia, il suo corpo riposa nel cimitero cittadino.NoteOpereBibliografiaFontiScheda di autorità (Autori) online da ICCU – OPAC SBNVoci correlateCollegamenti esterni
557,018
http://it.wikipedia.org/wiki/Miranda_Cosgrove
Miranda Cosgrove.È conosciuta a livello internazionale per i suoi ruoli in Drake & Josh, School of Rock e iCarly. La sua carriera ha inizio nel 2001, quando un agente la nota mentre canta e balla in un ristorante chiamatao "Taste Of LA". In seguito firma un contratto e appare in diversi spot pubblicitari.CarrieraAttriceNel 2001 ottiene il suo primo ruolo da attrice interpretando Lana Lang da bambina nella serie televisiva Smallville.Nel 2003 partecipa al film School of Rock con Jack Black,Destiny Heine e Joe Heine nel ruolo di Summer Hathaway.Nel 2004 viene scritturata per il ruolo di Megan Parker nel telefilm Drake & Josh. La serie ottiene un grande successo tra i giovani e va su in onda su Nickelodeon fino al 2007; Megan è uno dei personaggi più amati dal pubblico. Nello stesso anno diventa la protagonista di un'altra serie di successo, iCarly, dove interpreta Carly Shay, una giovane ragazza che produce un suo "web-show" su internet.CantanteDebutta come cantante nel 2007, quando incide la colonna sonora di iCarly, "Leave It All To Me"; il disco esce il 10 giugno 2008. La cover "About You Now" raggiunge la posizione n.47 nella classifica di Billboard. Il 23 dicembre 2008 viene rilasciata per il download digitale una cover della canzone "Christmas Wrapping".Nel 2009 registra il suo album di debutto, al quale partecipano i produttori The Matrix e Dr. Luke. Il disco contiene brani scritti dalla stessa Cosgrove.FilmografiaNoteCollegamenti esterniMiranda Cosgrove
1,165,837
http://it.wikipedia.org/wiki/De_delictis_gravioribus
De delictis gravioribus."De delictis gravioribus" (in lingua italiana: circa i delitti più gravi'") è una lettera a firma Joseph Ratzinger scritta il 18 maggio 2001, che aggiorna l'elenco dei reati contro il diritto canonico, per i quali la Congregazione per la Dottrina della Fede si riserva l'ultima parola rispetto alle chiese locali. Tali delitti, scelti per la loro particolare gravità, riguardano sia la celebrazione dei sacramenti sia la morale.Destinatari e contenutoLa lettera intende dare attuazione al documento "Sacramentorum sanctitatis tutela" emesso da Giovanni Paolo II ed è rivolta a tutti i vescovi e ad altri membri della gerarchia della chiesa cattolica. Le istruzioni contenute nel documento sono esplicitamente rivolte ad aggiornare quanto già stabilito in un altro documento controverso, il "Crimen sollicitationis", emesso nel 1962 da Papa Giovanni XXIII e fino ad allora rimasto sconosciuto alle masse. Le principali novità sono:La "De delictis gravioribus". Le finalità di questa sorveglianza sono state interpretate in modo diametralmente opposto: secondo alcuni il Vaticano intendeva favorire l'occultamento dei delitti dei sacerdoti pedofili, secondo altri, invece, la vigilanza mirava a prevenire qualsiasi insabbiamento dei processi canonici di primo grado contro i preti pedofili. La controversia è stata favorita anche da una fonte favorevole allo stesso Ratzinger, che nel pubblicare una traduzione italiana del documento, vi ha aggiunto un sommario in cui l'ultima prescrizione, relativa al cosiddetto "segreto pontificio", viene definita innovativa. Il discusso segreto, invece, era già imposto dalla Crimen sollicitationis del 1962, voce a cui si rimanda per valutare il significato, i limiti e le motivazioni.Contesto e sviluppi delle controversie suscitate dal documentoLa "De delictis gravioribus" è stata chiamata in causa nel corso di alcuni processi per molestie sessuali perpetrate da alcuni sacerdoti negli Stati Uniti (molte delle quali su minorenni). La Corte distrettuale della contea di Harris (Texas), collocata in un'area tradizionalmente protestante, ritenne opportuno indagare Joseph Ratzinger per l'imputazione di «ostruzione alla giustizia» a causa delle disposizioni di riservatezza contenute nella lettera.Il 20 settembre 2005, però, il Dipartimento di Stato statunitense accolse la richiesta di concedere al Papa l'immunità diplomatica, in quanto capo in carica di uno Stato sovrano. Tale richiesta era stata inoltrata dalla nunziatura apostolica direttamente al presidente statunitense George W. Bush il 16 agosto 2005, dopo che il papa non si presentò in uno dei processi nel quale fu chiamato a rispondere del reato nella medesima contea e nell'ambito del processo a Juan Carlos Patino-Arango, seminarista colombiano accusato di abusi sessuali su minori.NoteVoci correlateDiritto canonicoDocumenti della Chiesa cattolicaPedofiliaDocumenti relazionati a scandali religiosiDe delictis gravioribus
1,879,802
http://it.wikipedia.org/wiki/Antinoo_%28Adriano%29
Antinoo (Adriano).BiografiaAntinoo nacque in una famiglia greca abitante nella provincia romana della Bitinia, zona oggi situata nel nord-ovest della Turchia. Una versione riporta che Antinoo si unì al seguito dell'Imperatore quando Adriano passò attraverso la Bitinia, intorno all'anno 124 d.C., e divenne presto il suo giovane amante, accompagnandolo nella gran parte dei suoi viaggi all'interno dell'Impero. Un'altra versione dice che invece Adriano fece cercare per tutto l'Impero il giovane più bello che ci fosse, Antinoo fu scelto. Molti ritengono che la loro relazione abbia seguito il modello classico della pederastia greca. In ogni caso la vera natura della relazione tra Adriano e Antinoo, che fosse o meno romantica, è incerta.Nell'ottobre dell'anno 130, "Antinoo affogò nel Nilo". Tutt'oggi non si sa se la sua morte sia frutto di un incidente, di un suicidio, di un assassinio o di un sacrificio alle divinità.La deificazioneStatua di Antinoo nel Museo archeologico nazionale di Napoli (collezione Farnese)Antinoo fu divinizzato dopo la morte dall'imperatore e una città intitolata al suo nome (Antinopoli) venne eretta in Egitto nello stesso luogo dove era annegato. Raffigurato in numerosissime sculture (dove fu raffigurato nella veste di molte divinità, quali Dioniso ed Ermes) e su monete, è anche citato in fonti epigrafiche. Un obelisco con iscrizioni in caratteri geroglifici, a lui dedicato, fu ritrovato nel XVI secolo e successivamente (1822) innalzato a Roma sul Pincio dal papa Pio VII.Le circostanze della sua morte sono oscure: lo storico Elio Sparziano ("Vita Hadriani", capitolo 14) citava la sua morte, il lutto dell'imperatore ("Adriano piange come una donnicciola"), e gli onori che gli furono decretati, mentre Cassio Dione Cocceiano sostenne che si fosse sacrificato spontaneamente in relazione a non meglio precisate pratiche magiche e Aurelio Vittore che il sacrificio servisse a prolungare la vita dell'imperatore.La sua divinizzazione dopo la morte, riservata solitamente agli imperatori e ai membri della famiglia imperiale, e la forte caratterizzazione egizia del suo culto, ne fanno un caso unico nella storia romana. Secondo una tradizione religiosa greco-egiziana la morte per immersione comportava la divinizzazione. Le iscrizioni e le raffigurazioni sull'obelisco del Pincio identificano Antinoo con gli dei egiziani.Sullo stesso obelisco viene citata, secondo alcune interpretazioni, la sua sepoltura, situata in un giardino di proprietà dell'imperatore che si è voluto identificare con i resti di un edificio scoperti nella Vigna Barberini sul Palatino e che furono più tardi trasformati nel tempio dell'Elagabalium dall'imperatore Eliogabalo. Fu forse in questa occasione che l'obelisco venne fatto trasportare nell'anfiteatro castrense dove fu poi rinvenuto. Tuttavia alla fine del 2005 è stato annunciato il ritrovamento di un monumento funerario presso l'ingresso alla villa adriana di Tivoli: è allo studio l'ipotesi che l'obelisco possa essere stato in origine collocato in - o destinato a - questa tomba, che ha molte probabilità di essere quella di Antinoo (o almeno un cenotafio a lui dedicato).Anche gli otto tondi adrianei reimpiegati sull'Arco di Costantino, dove viene più volte raffigurato il giovane, potrebbero provenire da questo monumento funerario.Antinoo fu commemorato da Adriano anche con l'attribuzione delle stelle a sud della costellazione dell'Aquila che presero da allora il nome di Antinous.La cadutaAntinoo nel Museo Archeologico Nazionale, AteneLa relazione omosessuale fra Adriano e Antinoo fu oggetto di scherno da parte degli scrittori cristiani del tardo impero, che sottolinearono il rapporto fra la turpitudine di tale rapporto e la turpitudine dell'idolatria (un parallelo già presente nelle Epistole di san Paolo).Anche se il culto (del tutto artificiale) di Antinoo si limitò a sbiadire spontaneamente col passare dei decenni, diverse statue di Antinoo scoperte dagli archeologi portano i segni della violenza con cui furono deliberatamente distrutte.D'altro canto l'ossessione per l'immagine di Antinoo che caratterizzò la vita dell'imperatore Adriano dopo la morte del giovane amante, e la profusione di statue a lui dedicate a questo scopo, rende il viso del giovane Bitino uno dei meglio conservati dell'antichità, su busti, statue, gemme, bassorilievi, disegni e incisioni: senza dubbio un caso unico nella storia dell'arte di tutti i tempi di conservazione della memoria di un volto in nome dell'amore di un uomo.Antinoo nel Museo del Prado, collezione Reale, MadridPresso il grande pubblico, la vicenda di Antinoo e Adriano è stata in tempi recenti riscattata dalla poeticità del romanzo di Marguerite Yourcenar, "Memorie di Adriano", che narra la vicenda ponendo l'accento sugli aspetti romantici dell'amore tra l'imperatore e Antinoo.BallettoNoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniAltra immagine del busto di Antinoo al Museo Archeologico Nazionale di AteneVoci correlatePersone LGBTPersonaggi della storia romanaMitologiaReligione e omosessualitàAmanti di sovraniMorti per annegamentoAntinous
356,625
http://it.wikipedia.org/wiki/Riccardo_Maspero
Riccardo Maspero.CarrieraCresce nel Fanfulla, il principale club della sua città di origine. Nella stagione 1988/1989, il suo cartellino viene acquistato dalla Cremonese, che ne manterrà la proprietà fino al 1996/1997, facendolo debuttare in serie B. In serie A, dopo una breve parentesi nel '94/'95 alla Sampdoria, Maspero torna a Cremona e nei due anni successivi esprime un ottimo gioco attirando su di sé le attenzioni di grandi club. Successivamente Maspero milita nel Lecce, nel Perugia Calcio e nella Reggiana dopodiché si trasferisce al Torino per poi accasarsi alla Fiorentina, suo ultimo club professionistico.In gioventù ha totalizzato 2 presenze in Nazionale Under 21.Dal 2005 a dicembre 2007 torna al Fanfulla, Serie D, sua squadra di origine. Nel gennaio 2008 si trasferisce al Villa d'Adda, squadra neopromossa nel girone B dell'Eccellenza lombarda. Dall'estate dello stesso anno allena le giovanili e gioca nel San Paolo d’Argon (militante in Promozione girone C), rimanendo nel calcio dilettantistico lombardo.Centrocampista con caratteristiche offensive ha scritto la storia della Cremonese degli anni Novanta al fianco di altri campioni rappresentativi come Dezotti, Tentoni, Verdelli, Turci, Florijancic e Giandebiaggi. Dotato di un sinistro potente ma soprattutto molto preciso era uno specialista dei calci piazzati. Capace di giocare sia al centro, sia sul settore di sinistra che dietro le punte aveva ottime capacità di rifinitura.PalmarèsIndividualeCuriositàÈ noto per un gesto che ha deciso un sentitissimo derby: il 14 ottobre 2001, negli ultimi minuti di Juventus-Torino 3-3, andò a scavare una piccola fossa in corrispondenza del dischetto del rigore, approfittando della confusione generata dalle proteste granata: lo juventino Marcelo Salas non si accorse del gesto di Maspero e calciò alto il rigore che avrebbe dato la vittoria ai bianconeri.NotePersonalità legate a LodiRiccardo Maspero
520,090
http://it.wikipedia.org/wiki/TG_LA7
TG LA7.TG LA7'" è il telegiornale di LA7, la rete televisiva di Telecom. Dal luglio del 2006 il direttore della testata è Antonello Piroso.StoriaIl telegiornale di LA7 raccoglie l'eredità della redazione del TG di Telemontecarlo che nel 1996 aveva inglobato anche i colleghi del "VMG Video Music Giornale" di Videomusic divenuta TMC2 nel 1996.Il primo direttore del TG LA7 è Gad Lerner. Gli succede per una breve stagione Nino Rizzo Nervo e quindi Giulio Giustiniani che guida le news per oltre quattro anni e mezzo. Inizialmente, le edizioni sono due: la prima alle ore 12 e la seconda alle 19.45. Successivamente le edizioni vengono fissate alle 12.30 e alle 20 e viene dato il via ad un Tg notturno.Attualmente, da lunedì a venerdì, va in onda alle 10:15, appena terminato il programma "Omnibus Life" il "Punto TG", una sorta di edizione flash con tutti gli aggiornamenti.Tutte le mattine, invece, va in onda una speciale edizione del TG LA7 ripetuta a rullo ogni 15 minuti tra le 6:00 e le 7:00, che contiene un sunto dell'edizione notturna, ed include, nell'ordine, anche il meteo (diviso per aree geografiche, con temperature, mari e venti; Software realizzato da Telesia S.p.A), l'oroscopo (che contiene anche informazioni sul Santo del giorno e un aforisma; Software realizzato da Telesia S.p.A) e la viabilità (curata direttamente da Autostrade per l'Italia ed aggiornata ogni 15 minuti).Il Tg di LA7 si caratterizza per una particolare attenzione alle notizie internazionali, inconsueta nei telegiornali italiani, e uno sforzo di equilibrio nel notiziario politico.Nel 2005, dopo il successo personale ottenuto con "Omnibus", viene affidata la cura e la conduzione dell'edizione delle ore 20 al vicedirettore Antonello Piroso (poi promosso direttore), che inaugura una nuova impostazione del TG improntata all'approfondimento. Si alternano alla conduzione anche Armando Sommajuolo, volto storico della rete, e Fabio Angelicchio. Oltre alla copertina che apre il notiziario, viene data voce ai telespettatori con un quotidiano televoto sui principali temi posti dall'attualità e con la presenza di un ospite in studio, per un commento a caldo delle notizie.Il TG Sport LA7, è una testata autonoma il cui direttore è attualmente Darwin Pastorin tra i giornalisti conduttori del TG sportivo troviamo: Ugo Francica Nava, Luca Speciale, Bruno Vesica, Daniela Comirato, Edoardo Soldati e Paolo Cecinelli.Occasionalmente, la testata va in sciopero per protestare contro la poca valorizzazione del lavoro giornalistico da essa svolto.Il programma di approfondimento giornalistico del TG LA7 "Effetto Reale" ha vinto nel 2004 il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi con una puntata dal titolo "La tosse di Ground Zero" dedicata alle malattie che hanno colpito coloro i quali operarono sul "cumulo" di macerie delle Twin Towers dopo l'11 settembre 2001 (giornalista Damiano Ficoneri; produzione per LA7 Claudio Pizzuti).DirettoriPrincipali conduttori dell'edizione del TG LA7 delle 20:00.Rubriche del TG LA7Rubriche del TG Sport LA7Telegiornali
1,454,132
http://it.wikipedia.org/wiki/Santiago_Barrag%C3%A1n
Santiago Barragán.Appassionato di corse motociclistiche fin da bambino, viene selezionato nel 2004 tra i 22 piloti (su 4.587) ammessi a partecipare alla "MoviStar Junior Cup", iniziativa organizzata dal colosso delle telecomunicazioni Telefonica e dalla Federazione motociclistica spagnola allo scopo di avvicinare i giovani piloti alle competizioni professionistiche; al termine delle sette gare in programma, Barragán si qualifica quinto in classifica generale, vincendo l'ultima gara sul circuito di Jerez de la Frontera.La sue buone prestazioni lo fanno notare da alcuni team e nel 2005 e nel 2006, in quest'ultimo anno con il team condotto dall'ex pilota Emilio Alzamora con una Honda 600, partecipa al Campionato spagnolo Supersport, esordendo nel Motomondiale come "wildcard" al Gran Premio della Comunità Valenciana.Nel 2007 tenta di trovare una squadra per competere stabilmente nel Motomondiale, ma non riesce a trovare un ingaggio e disputa pertanto ancora il Campionato Supersport, con il team condotto da Sito Pons; viene iscritto comunque come "wildcard" a quattro Gran Premi, ma soltanto in due di questi riesce a prendere il via.Partecipazioni a gare del motomondiale20062007Note
2,130,647
http://it.wikipedia.org/wiki/Nicolas_Duvauchelle
Nicolas Duvauchelle.BiografiaDuvauchelle ha iniziato la sua carriera cinematografica nel 1999 nel film "Il piccolo ladro" di Érick Zonca, di cui era il protagonista. Nello stesso anno partecipò a "Beau travail" della regista Claire Denis, con cui lavorò anche nel 2001 per "Trouble Every Day"Ha recitato in due lungometraggi di Xavier Giannoli: "Corpi impazienti" nel 2003 con Laura Smet e Marie Denarnaud, film in cui ha rivelato il suo talento drammatico; e "Une aventure" nel 2005, con Ludivine Sagnier, che - conosciuta sul set - diverrà per qualche tempo la sua compagna e gli darà una figlia, Bonnie.Ha interpretato Andrea nell'adattamento cinematografico del romanzo "Hell" di Lolita Pille, realizzato da Bruno Chiche, e dove aveva al suo fianco l'attrice Sara Forestier.Ha prestato la sua immagine come modello per Hugo Boss (per la linea di profumi "Hugo") e per Miu Miu (insieme con la allora compagna Ludivine Sagnier). Suona anche in un gruppo hard-core parigino, i Cry Havoc.Collegamenti esterniNicolas Duvauchelle
7,212,178
http://www.02blog.it/categoria/cinema
Qualche mese fa il pubblico dei cinefili milanesi ha provato un brivido freddo lungo la schiena. Il rischio è stato quello di perdere la consueta rassegna che porta in città alcuni dei film presentati al Festival di Cannes, spesso unica occasione per vedere alcune pellicole che in Italia non riescono poi a trovare alcun tipo di distribuzione. Dopo alcune voci di corridoio insistenti che volevano sospesa dal manifestazione a causa della mancanza dei fondi provenienti dalla Provincia, il santo protettore della cinematografia e ha fatto un miracolo all’ultimo secondo. Unica pecca è stata la soppressione della tessera valida per tutto il periodo della rassegna, cosa che ha creato non poche difficoltà tra il pubblico di curiosi (ma anche di addetti ai lavori).Il prezzo dei biglietti è fissato a 7 €, non è previsto l’abbonamento (sigh) ma c’è la possibilità di acquistare un carnet da 8 spettacoli per 32€. Tessere AGIS Vieni al Cinema, Soci FNAC, Gnomo Milano Cinema permettono l’ingresso ridotto a 5,50€ mentre si ripete la partnership con Il Corriere della Sera che a partire da venerdì 10 settembre pubblicherà dei coupon per acquistare i biglietti a 2€.Passando al vil denaro, quanto costano i biglietti? L’abbonamento per tutta la manifestazione costa 45 euro, per gli studenti, a seconda dell’ateneo cui sono iscritti 35 o 25 euro. I biglietti per i singoli eventi invece vanno dai 3 euro del mattinale e anche di molti spettacoli serali ai 6 euro della serata animazione al Parco Sempione. Il Milano Film Festival 2010 naturalmente ha anche una pagina facebook.L’ultimo weekend di Agosto non solo registra un bollino rosso sulle autostrade per il rientro degli ultimi vacanzieri, ma anche una vera e propria invasione di titoli nuovi nelle sale cinematografiche, non solo i classici titoli estivi ma anche qualche “carico pesante” arriva finalmente al cinema.Mentre negli Stati Uniti l’estate è uno dei momenti caldi della stagione cinematografica, in Italia invece forse si preferisce trascorrere le serate in altri modi. Chi però ama andare al cinema anche quando fa caldo spesso si trova a dove scegliere nelle le novità estive tra film horror che promettono qualche brivido nella calura estiva. Forse è per questo che l’horror è un genere che in estate sembra piacere di più. Ma cosa esce a Milano questo fine settimana, e dove?
2,495,326
http://it.wikipedia.org/wiki/Panther_Lazer
Panther Lazer.La Panther Lazer'" è stata un'autovettura prodotta dalla casa automobilistica inglese Panther Westwinds nel 1974.Il contestoL'importatore canadese della Panther aveva chiesto a Robert Jankel di costruire un'auto unica come regalo per sua moglie. La vettura avrebbe dovuto avere motore, cambio manuale, sospensioni indipendenti e impianto frenante in dotazione dalla Jaguar XJ, anche se durante lo sviluppo il motore a 6 cilindri in linea venne sostituito con un V12, e l'asse posteriore venne sostituito con uno preso dal modello J.72.La carrozzeria in alluminio era concepita in modo da ospitare dei buffer per assorbire energia in caso di urto, mentre la strumentazione era montata centralmente su un pilone orientato verso il guidatore.Nonostante fosse un esempio visionario di "automotive design", la donna per la quale l'auto fu costruita rifiutò il dono del marito. Consegnata ad agosto 1974, l'auto venne restituita alla fabbrica della Panther, dove rimase un paio d'anni prima di venir venduta al giovane principe ereditario dell'Iran.Collegamenti esterniautomobili Panther Westwinds Ltd|LazerPanther Lazer
331,667
http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_cellulare
Architettura cellulare.L'architettura cellulare è una tipologia di architettura sviluppata per il calcolo parallelo. L'architettura cellulare è una tipologia di architettura relativamente nuova e l'IBM con il processore Cell è uno dei principali attori del mercato. L'architettura cellulare è una diretta evoluzione dei microprocessori multi core e può esserne considerata la conseguenza logica. Questa architettura spinge i programmatori a realizzare applicati con un ampio numero di thread in modo che le varie unità di calcolo possano elabora il programma in parallelo. Ogni processore Cell contiene al suo interno 9 unità a livello thread indipendenti, il gestore della memoria e delle comunicazioni. L'incremento di prestazione si ottiene esplorando il parallelismo a livello di thread delle applicazioni.Il Cell e il processore scelto da Sony come base della PlayStation 3. Un'altra implementazione dell'architettura cellulare è il Cyclops64 un supercomputer a parallelismo massivo attualmente in sviluppo presso IBM.L'architettura cellulare impone al programmatore un nuovo paradigma di programmazione. Il programmatore per poter sfruttare adeguatamente l'hardware deve conoscere il funzionamento della macchina e molte delle sue caratteristiche interne, questo in contrasto con le attuali filosofie che spingono verso un'astrazione sempre più spinta del software.Collegamenti esterniCalcolo paralleloCellular architecture
82,410
http://it.wikipedia.org/wiki/Gordevio
Gordevio.Gordevio'" è un ex comune del Canton Ticino di 865 abitanti. Il 29 aprile 2007 i cittadini del comune di Gordevio hanno deciso in votazione popolare di aggregarsi a quello di Avegno (il 70% dei votanti si è espresso in modo favorevole). Il nuovo comune, denominato Avegno Gordevio, è diventato operativo a seguito delle elezioni comunali del 20 aprile 2008.Il patriziatoIl comune patriziale comprende tutte le famiglie anticamente originarie del luogo che amministrano i beni indivisi della comunità quali i boschi, i pascoli, i monti, gli alpi e sono responsabili per la manutenzione dei manufatti, delle strade, dei ponti, dei sentieri, delle sorgenti e delle fontane.Dalla seconda metà del secolo XX vi possono far parte anche i figli di una patrizia sposata con un non patrizio e le mogli patrizie sposate con un non patrizio.Arte e luoghi d'interesseNoteBibliografiaCollegamenti esterniComuni svizzeri soppressiLocalità del Canton TicinoGordevio
2,715,846
http://it.wikipedia.org/wiki/HD_70267
HD 70267.HD 70267 è una stella bianco-gialla nella sequenza principale di magnitudine 6,46 situata nella costellazione della Carena. Dista 254 anni luce dal sistema solare.OsservazioneSi tratta di una stella situata nell'emisfero celeste australe. La sua posizione è fortemente australe e ciò comporta che la stella sia osservabile prevalentemente dall'emisfero sud, dove si presenta circumpolare anche da gran parte delle regioni temperate; dall'emisfero nord la sua visibilità è invece limitata alle regioni temperate inferiori e alla fascia tropicale. Essendo di magnitudine pari a 6,5, non è osservabile ad occhio nudo; per poterla scorgere è sufficiente comunque anche un binocolo di piccole dimensioni, a patto di avere a disposizione un cielo buio.Il periodo migliore per la sua osservazione nel cielo serale ricade nei mesi compresi fra dicembre e maggio; nell'emisfero sud è visibile anche all'inizio dell'inverno, grazie alla declinazione australe della stella, mentre nell'emisfero nord può essere osservata limitatamente durante i mesi della tarda estate boreale.Caratteristiche fisicheLa stella è una bianco-gialla nella sequenza principale; possiede una magnitudine assoluta di 2 e la sua velocità radiale positiva indica che la stella si sta allontanando dal sistema solare.Sistema stellareHD 70267 è un sistema multiplo formato da 3 componenti. La componente principale A è una stella di magnitudine 6,46. La componente B è di magnitudine 9,7, separata da 43,8 secondi d'arco da A e con angolo di posizione di 155 gradi. La componente C è di magnitudine 9,9, separata da 3,1 secondi d'arco da B e con angolo di posizione di 087 gradi.Voci correlateCollegamenti esterniStelle di classe spettrale F
2,044,820
http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Sant%27Antonio_Vecchio
Chiesa di Sant'Antonio Vecchio.La chiesa di Sant'Antonio Vecchio'" è una piccola chiesa romanica situata in Corso Armando Diaz al centro di Borgo Ravaldino a Forlì.StoriaChiesa di Sant'Antonio Vecchio in una vecchia fotografia databile al 1910La chiesa venne edificata nei primi anni del XII secolo per volontà dell'abate del monastero vallombrosiano di Fiumana come parrocchia. Quando il giurisdionalismo napoleonico pretese di determinale e luoghi di culto necessari, il parroco abbandonò la chiesa e nel 1798 trasferì la sede parrocchiale nella vicina chiesa di Sant'Anna dei Carmelitani Scalzi (l'odierna chiesa di Sant'Antonio Abate). Da allora, il degrado del complesso fu vertiginoso. Divenne magazzino di foraggio, nella seconda metà del XIX secolo fu adibita a sala da ballo col nome di "La Gran Bretagna", durante la prima Guerra Mondiale ospitò la caserma per militari convalescenti ed infine fu ridotto a botteghe di alimentari e venne addirittura diviso in due piani. L'opera di recupero iniziò negli anni Trenta e proseguì negli anni Cinquanta a cura dell'architetto Luigi Corsini, quando venne adibita a Sacrario dei Caduti forlivesi, demolito l'edificio che era addossato e riportata alla luce l'elegante bifora centrale, le decorazioni in laterizio della facciata e i resti di due antichi affreschi. Nel 1956 nel Sacrario venne allestita una mostra dedicata alla prima Guerra Mondiale e il 4 novembre 1958 ospitò un'altra manifestazione. Un secondo intervento che subì la chiesa avvenne nel 1960.Nel 2009, a seguito di un ulteriore restauro, la Chiesa è adibita a sala polivalente: il 22 settembre è stata inaugurata con un concerto del pianista Davide Franceschetti e della violinista Violetta Mesoraca.DescrizioneDell'antico impianto romanico presenta la facciata in laterizio con una bifora e i resti di due affreschi: quello inferiore di stile giottesco e quello superiore risalente all'inizio del XIII secolo che raffigura "una Carità" di ignoto maestro. Gli affreschi che decoravano la facciata ("Madonna con il Bambino e Sant'Antonio Abate benedicente un fanciullo"), distaccati nel 1997, sono visibili presso i Musei di San Domenico.L'interno presenta due grandi lapidi di cui il primo gruppo inaugurato il 4 novembre 1962 e il secondo inaugurato il 4 novembre 1968.Nell'abside sono presenti un'opera di Piero Angelini, "L'apoteosi dell'eroe" e una di Enzo Pasqui con tema "Il Bersagliere di Tychovskoy", olio su masonite, datato 1969 e primo classificato al concorso nazionale "Il Bersagliere".BibliografiaGalleriaChiese di Forlì|Antonio
351,886
http://it.wikipedia.org/wiki/Munchlax
Munchlax.Significato del nomeIl suo nome è l'unione delle parole inglesi "(to) munch" (sgranocchiare) e "relax" (riposo).Il suo nome giapponese, ゴンベ Gonbe, probabilmente deriva dall'unione del nome originale di Snorlax (カビゴン Kabigon) con la parola inglese "baby" (che è il suo stato).Il suo nome francese, Goinfrex, potrebbe derivare l'unione delle parole "goinfre" (ingordo) ed "extra".EvoluzioniSi evolve in Snorlax quando la sua felicità è pari o superiore ai 220 punti.PokédexNel videogiocoNei videogiochi Pokémon Diamante e Perla e Pokémon Platino è possibile catturare Munchlax spalmando il Miele sugli alberi. Un altro metodo per ottenere il Pokémon è tramite allevamento, assegnando lo strumento Gonfioaroma (Full Incense) a Snorlax.In può essere scelto come Pokémon Compagno all'inizio del gioco nei pressi della Spiaggia Zefira (Nabiki Beach). In caso contrario sarà presente all'interno della casa del protagonista, situata nel Villaggio Cicole (Chicole Village), svolgendo l'incarico assegnato dalla sorella minore.StatisticheNell'animeMunchlax appare per la prima volta nel corso del lungometraggio '. Nel film il Pokémon si evolverà in Snorlax.In "Il Giardino delle Bacche" ("Berry, Berry Interesting") l'allenatrice Vera cattura un esemplare del Pokémon.Altri esemplari del Pokémon sono presenti nel corso di "Viaggio Nell'Unown!" ("Journey to the Unown!") e di "Uno Strano Ristorante" ("A Full Course Tag Battle!").Collegamenti esterniList of Pokémon (441–460)#Munchlax
7,707,877
http://www.polisblog.it/post/4837/speciale-rassegna-stampa-estera-lincontro-berlusconi-obama
Una performance da vero statista potrebbe aiutarlo a ripulire la sua immagine in patria, dopo una serie di nuove e sfavorevoli vicende (..) Il fatto che il sistema politico italiano permetta a Berlusconi di accusare simili colpi senza dovere affrontare una minaccia alla sua leadership è, per lo scrittore italiano Enrico Palandri, più preoccupante di qualunque gaffe che potrebbe fare negli USA. “Berlusconi va in giro a rappresentare l’Italia”, dice Palandri, professore all’University College di Londra. “Anche se lo farà male non si troverà mai in imbarazzo - perché non potremmo trovarci in una situazione più imbarazzante di quella in cui siamo adesso”Ciò che ha particolarmente infastidito i funzionari statunitensi è stato il tentativo di Berlusconi di interpretare il ruolo dell’uomo di stato più anziano, impartendo da lontano lezioni all’amministrazione Obama riguardo alla necessità di aggiustare le relazioni con la Russia e cercando di promuovere l’Italia come ponte diplomatico verso l’Iran. Gli stretti legami di Berlusconi con Vladimir Putin sono guardati con sospetto a Washington. Inoltre arriva dopo aver avuto un incontro a Roma, questa settimana, con il Colonnello libico Gheddafi, che ha trasformato la sua visita in un’invettiva antiamericana, attaccando gli USA in un discorso al Senato e comparando l’America ad Al-QaedaBerlusconi ha più da guadagnare dal suo incontro con Obama di questo pomeriggio che viceversa. L’ultima serie di scandali sembra stia procurando qualche danno di immagine al primo ministro, almeno a livello internazionale, e quindi il premier italiano potrebbe utilizzare l’incontro come una spinta alla sua statura di uomo di Stato nel momento in cui viene accusato di essere diventato qualcosa di più simile a un clown. (..) Ovviamente, la motivazione forse più importante per il presidente americano è semplicemente quella di liberarsi dell’incontro. L’amministrazione Obama ha tenuto il leader italiano a distanza, ma non avrebbe potuto farlo per sempre, e sembra sia stato deciso che è giunto il momento che Obama finga un sorriso e segnali pubblicamente che i due uomini stanno trovando un punto di accordo. Sarà interessante osservare il linguaggio corporeo del presidente durante l’incontro di oggi pomeriggio, per vedere se racconta qualcosa di diversoNei luoghi dove la servitù del palazzo di riuniva per attendere gli ordini che arrivavano da uno scampanellio o da un citofono interno attraverso la voce del maggiordomo o della governante si commentava la vita dei “padroni”, si diffondevano pettegolezzi, si esprimevano naturalmente con molta, moltissima circospezione, opinioni sugli avvenimenti della vita del signori, non importa se nobili o soltanto ricconi, dei quali si era a servizio, si facevano difficili esercizi di decifrazione, di interpretazione dei fatti del giorno.e l’angelico Giordano che danno il là a tutti i pennivendoli del Regime ( ieri questo ruolo era assolto dal Foglio di Ferrara ma oramai considerato inadatto alla brutalità dello scontro in corso dal capo delle batteria massmediatica) che sostiene il pieno successo dell’incontro americano, le pacche sulle spalle, i sorrisi, il clima di cordialità mentre un’altra parte della servitù sostiene che l’incontro è stato freddo, che è durato poco, si è svolto quasi in piedi, Berlusconi non è stato invitato a pranzo ed altre cose di questo genere.La classe dirigente italiana non da sempre è stata tanto morbosamente dipendente dalla Corte Imperiale Usa. Da De Gasperi a Craxi l’atlantismo è stato praticato complessivamente con dignità naturalmente nello ambito di una subalternità spesso assai accentuata. D’Alema per farsi accettare come Primo Ministro ex PCI ha addirittura bombardato Belgrado dentro una guerra tra le più discutibili che la Nato ha combattuto contro la Jugoslavia ed in particolare contro la Serbia. Paradossalmente il Berlusconi che si è presentato tremebondo ad Obama timoroso per l’offesa che gli aveva arrecato e bisognoso della sua benevolenza è il primo Ministro Italiano dopo Moro a sfuggire alle direttive della Casa Bianca: ha aperto verso la Russia proponendone addirittura l’ingresso nell’Unione Europea ed ha chiuso il contenzioso coloniale con la Libia diretta da uno “segnato” come Gheddavi, personaggio che gli USA hanno tentato di uccidere diverse volte bombardandolo o inseguendolo sui cieli d’Italia.
2,106,464
http://it.wikipedia.org/wiki/Stazione_di_Rho_Fiera_Milano
Stazione di Rho Fiera Milano.La stazione di Rho Fiera Milano'" è una fermata ferroviaria ubicata sulle due linee ferroviarie Torino – Milano (quella Tradizionale e quella ad Alta Velocità) e sulla Domodossola – Milano. Si trova all'interno del territorio comunale di Rho nei pressi del polo fieristico Fieramilano.Cenni storiciTra il 29 novembre e l'8 dicembre 2008 la stazione è stata attiva in esercizio provvisorio come fermata straordinaria per l'annuale manifestazione dell'"Artigianato in Fiera" che accoglieva per la prima volta nel polo fieristico di Rho la vecchia fiera dell'artigianato milanese.La stazione è diventata regolarmente attiva per tutti i treni passanti delle linee suburbane milanesi S5 ed S6 il 22 aprile 2009.La sezione relativa alla linea di alta velocità Novara-Milano è stata aperta all'esercizio il 28 settembre 2009. Essendo dotata di interscambi con le linee suburbane e la metropolitana, la fermata dovrebbe diventare in prossimo futuro la "porta nord" del servizio ferroviario Alta Velocità di Milano.Caratteristiche ferroviarieL'impianto è ubicato alla progressiva chilometrica 12+618 della linea "Novara", ovvero la storica Torino-Milano, alla progressiva 8+856 della linea "Varese" (la Domodossola-Milano) e a quella 122+495 della linea "AV/AC" (la linea ad Alta Velocità Torino-Milano).Si tratta di una fermata ferroviaria dotata dei sei binari di corsa delle tre linee ferroviarie, le quali in questo tratto corrono affiancate in doppio binario. Il piazzale è servito da tre marciapiedi lunghi ciascuno 450 metri accessibili dall'utenza grazie ad un sottopassaggio. L'impianto ferroviario è dotato di un ampio parcheggio adiacente al polo fieristico della "Fiera di Milano" sede di Rho, motivo che ha consentito il sorgere stesso della stazione ferroviaria.Nei pressi della fermata, lungo la linea ad Alta Velocità in direzione Novara, sorge il "Posto di Movimento di Rho Fiera". Quest'impianto è dotato di Apparato Centrale Computerizzato (ACC), è gestito in telecomando dalla stazione di Rho e a regime permetterà l'allacciamento fra la "AV/AC" e la "Novara".InterscambiNei pressi del polo fieristico, si trova anche la fermata di Rho Fiera MM della Linea 1 della metropolitana milanese che dal 2005 (anno di apertura della stazione della metropolitana) costituisce uno dei capolinea della "linea rossa".NoteBibliografiaVoci correlateRhoStazioni ferroviarie della provincia di Milano|Rho Fiera MilanoStazioni ferroviarie italiane per l'alta velocità|Rho Fiera Milano
210,846
http://it.wikipedia.org/wiki/Gainestown
Gainestown.Gainestown'" (conosciuto anche come "'Nehalem-EP'") è l'ennesima evoluzione del processore Intel Xeon DP per sistemi biprocessore, e va a sostituire il core Harpertown. Inizialmente previsto per il tardo 2008, è arrivato sul mercato il 29 marzo 2009 ed è basato sulla nuova architettura Nehalem, successiva all'Intel Core Microarchitecture, originariamente introdotta nella gamma Xeon DP dal core Woodcrest nel corso del 2006.Caratteristiche tecnicheProcesso produttivoSi tratta ancora di una CPU a 4 core costruita mediante processo produttivo a 45 nm ma realizzata secondo un approccio costruttivo a Die Monolitico, e non unendo 2 die dual core in un unico package, come avviene in Harpertown.A differenza di quanto avvenuto in passato in tutte le ultime generazioni di architetture Intel, in cui la cache era divisa in 2 livelli, in Gainestown ne sono presenti 3. Ogni core ha una propria cache L1 da 64 KB (divisa a sua volta in 2 blocchi da 32 KB, per le istruzioni e per i dati, al pari di quanto avviene per la precedente architettura Core), e una propria cache L2 da 256 KB (a differenza della cache L2 da 4 o 6 MB condivisa tra tutti i core dell'architettura precedente); a queste si aggiunge una ulteriore cache L3 da 8 MB che viene condivisa tra tutti i core e che è, tra l'altro, di tipo inclusivo.Come previsto dall'architettura Nehalem, il BUS non è più quello Quad Pumped, introdotto da Intel con il primo Pentium 4 Willamette e mantenuto fino agli ultimi esponenti dell'architettura "Core", ma il nuovo Intel QuickPath Interconnect, analogo all'HyperTransport di AMD. A differenza di quanto avviene nel core Bloomfield (in tutto e per tutto simile a Gainestown) per la fascia più alta del mercato dektop però, in Gainestown sono presenti 2 collegamenti QPI che funzionano a frequenze diverse a seconda del modello; la versione più potente ha una banda passante di 6,4 GT/s (GigaTransfer/s), pari a 12,8 GB/s, mentre altre versioni ridotte hanno una banda di 4,8 GT/s, pari a 9 GB/s. Va ricordato comunque che il tradizionale BUS non è stato abbandonato proprio del tutto: esso sopravvive all'interno della CPU per il trasferimento interno dei dati e per poter impostare la frequenza operativa insieme al moltiplicatore; in Gainestown tale BUS funziona a 133 MHz. La presenza di 2 collegamenti QPI differenzia Gainestown anche dal core Beckton per gli Xeon MP per sistemi multiprocessore che sarà dotato di 4 collegamenti di questo tipo.L'ispirazione da parte di Intel nei confronti di quanto fatto da AMD nel corso degli ultimi anni, non si è limitata al nuovo BUS seriale. È stato infatti integrato anche il controller della memoria RAM, che in Gainestown è Triple Channel (a 3 canali) e supporta memorie DDR3 negli standard 800/1066/1333 MHz.Il consumo sono variabili a seconda delle versioni: esistono 4 fasce, corrispondenti a consumi di 60 W, 80 W, 95 W e 130 W. Per quanto riguarda il socket, esso è il nuovo LGA 1366 (conosciuto anche come Socket B) e utilizzato anche dalla controparte desktop Bloomfield (in tutto e per tutto simile a Gainestown a parte il supporto a configurazioni biprocessore). Inizialmente in realtà erano state annunciate anche versioni prive del controller di memoria integrato e installabili nel Socket H (715 pin), ma nelle successive notizie di fine 2007 queste versioni "ridotte" non vennero più state menzionate; probabilmente Intel ha deciso di integrare il controller di memoria in tutte le varianti di Gainestown, così da non dover differenziarne la produzione e contenere i costi realizzativi. Nei primi giorni di giugno 2008 erano apparse in rete anche le prime immagini di CPU Gainestown che evidenziavano come il nuovo processore avrebbe avuto una forma leggermente rettangolare, a differenza di quella quadrata dei processori precedenti realizzati per il Socket 775, con alcuni incavi laterali che ne impediscono un montaggio non corretto all'interno del socket.Infine il clock dovrebbe in futuro superare la barriera "storica" dei 4 GHz, un obiettivo perseguito da Intel con il Pentium 4 Prescott ma mai raggiunto a causa del consumo eccessivo di quelle soluzioni.A settembre 2007 Intel aveva annunciato di aver appena completato la produzione dei primi prototipi di Gainestown, e che questi sono composti da ben 731 milioni di transistor. Si tratta di un valore inferiore rispetto agli 820 milioni di transistor delle soluzioni a 4 core basate sulla seconda generazione dell'architettura "Core" (per esempio il core Harpertown) ma giustificata da 2 ragioni fondamentali: la prima risiede nel fatto che la gestione delle comunicazioni interne di un processore a 4 core "nativo" ovvero realizzato in un unico die mediante l'approccio a Die Monolitico, è più semplice da realizzare e richiede quindi meno componenti rispetto alla connessione di 2 die dual core mediante un approccio a Die Doppio come avviene nelle soluzioni precedenti e, in secondo luogo, l'architettura Nehalem è stata sviluppata per sfruttare in maniera ancora più efficiente la cache di ultimo livello che è certamente il componente di una CPU che ne fa aumentare più di ogni altro il numero di transistor, e richiederne quindi una quantità minore. Mentre Gainestown contiene, come detto 8 MB di cache L3 (condivisa da tutti e 4 i core), il precedente Harpertown è dotato di una cache L2 di 12 MB (separata però in 2 blocchi da 6 MB ciascuno condiviso da una sola coppia di core). La superficie del die è invece aumentata, passando dai 214 mm² (2 x 107 mm²) di Harpertown, ai 263 mm² di Gainestown.Sfruttamento della cache di ultimo livelloNei processori dual core e multi core si pone il problema di come sfruttare la grande dotazione di cache di ultimo livello e come gestirne l'accesso da parte dei vari core. L'approccio a die monolitico cui si è accennato poco sopra è solo uno degli approcci possibili nella realizzazione, e ognuno di questi comporta pro e contro relativamente ai metodi di fruizione di questa preziosa memoria aggiuntiva. Buona parte di questi aspetti è evidenziata nella voce Dual core (gestione della cache), in cui si fa riferimento anche ad altri processori che sfruttano i differenti approcci.Importanti considerazioni sul consumo dichiaratoÈ importante sottolineare che per fare un confronto tra i consumi di queste nuove soluzioni con quelle che le hanno precedute sul mercato, è necessario considerare che nella stima del consumo del nuovo core viene incluso anche quello legato alle funzioni che un tempo erano demandate al northbridge del chipset. Di conseguenza, il consumo sopracitato, superiore a quello dichiarato per il predecessore di Gainestown, è in realtà più basso se confrontato con la somma tra il consumo di Harpertown e quello del northbridge del chipset.Tecnologie implementateOltre alle ormai scontate istruzioni MMX, SSE, SSE2, SSE3, EM64T e XD-bit, è stato implementato anche l'intero set di istruzioni SSE4. A fine 2007 con i primi processori a 45 nm (basati però su architettura "Core") Intel aveva già iniziato l'introduzione di queste nuove istruzioni ma si era limitata a 47 istruzioni sulle 54 previste dal set SSE4 completo, e per questo motivo il produttore indicava questa prima implementazione, limitata, come SSE4.1 (dove.1 indica la prima versione); in tutti i processori basati sull'architettura Nehalem invece, viene integrato l'intero set delle istruzioni, indicato come SSE4.2.Non mancano ovviamente la tecnologia di virtualizzazione Vanderpool e quella di risparmio energetico SpeedStep, che nelle nuove CPU vanta decisi miglioramenti; grazie alla nuova tecnologia Power Gate infatti, Gainestown è in grado di rallentare e accelerare la frequenza di ogni core individualmente a seconda della specifica occupazione e arrivare addirittura allo "spegnimento" di quelle aree della CPU che risultano inutilizzate, forse addirittura gli interi core, riducendone il voltaggio a zero, e non limitandosi a diminuirne le richieste energetiche. A questa tecnologia se ne unisce anche un'altra esattamente duale, chiamata Intel Turbo Mode che è in sostanza il nuovo nome della Intel Dynamic Acceleration già vista nei Core 2 Duo Merom e Penryn alla base delle piattaforme Centrino Duo Santa Rosa e Centrino 2 Montevina. La nuova architettura Nehalem porta tale tecnologia in tutti i settori di mercato e grazie ad essa è possibile aumentare il clock dei soli core utilizzati in modo da velocizzare l'elaborazione di quelle particolari applicazioni che non sono in grado di sfruttare adeguatamente un processore multi core. Avere meno core attivi, consente infatti di aumentare il clock (e quindi il consumo) dei core rimanenti senza eccedere le specifiche della CPU stessa.Anche la gestione del calore dissipato ha visto importanti miglioramenti: a differenza di quanto avviene nei processori precedenti, che al raggiungimento di una certa temperatura abbassano istantaneamente il proprio clock al valore più basso possibile, in Gainestown il clock viene abbassato progressivamente fino al raggiungimento della temperatura adeguata.È da evidenziare infine l'implementazione della nuova tecnologia Simultaneous Multi-Threading, evoluzione della vecchia Hyper-Threading (ma basata su principi completamente diversi), ormai abbandonata da parte del produttore americano, e in grado di raddoppiare il numero di thread elaborabili dalla CPU. Dato che Gainestown ha 4 core, è in grado di gestire 8 thread contemporaneamente.Chipset supportatiGainestown viene abbinato al chipset Tylersburg in grado di connettere la CPU agli slot PCI Express 2.0. Esso fornisce supporto a 2 collegamenti indipendenti del BUS QPI in modo da consentire la connessione di due processori simultaneamente, e la comunicazione con una coppia di chipset. Ogni chipset supporta 2 collegamenti QPI (connessi tra loro e con le CPU) e fino a 36 linee PCI Express comprendenti configurazioni a 4 slot PCI Express 2.0 con connessioni 16x elettriche e 2 slot PCI Express con connessioni 4x elettriche.Prezzi dei vari modelli al momento del lancioDi seguito i prezzi delle varie versioni di Gainestown arrivate sul mercato identificate dal processor number appartenente alla nuova serie "'55xx'":Quest'ultimo è l'unico a essere dotato di 2 soli core.Sono disponibili anche le tradizionali versioni LV a basso voltaggio:Il 9 agosto 2009 sono arrivati anche i seguenti modelli:Modelli ancora attesi sul mercatoIl 16 marzo 2010, in concomitanza con la presentazione dei primi modelli di Xeon DP a 6 core, basati sul successore di Gainestown, dovrebbe arrivare anche il seguente:Modelli arrivati sul mercatoLa tabella seguente mostra i modelli di Xeon DP, basati su core Gainestown, arrivati sul mercato. Molti di questi condividono caratteristiche comuni pur essendo basati su diversi core; per questo motivo, allo scopo di rendere maggiormente evidente tali affinità e "alleggerire" la visualizzazione alcune colonne mostrano un valore comune a più righe. Di seguito anche una legenda dei termini (alcuni abbreviati) usati per l'intestazione delle colonne:"Nota: la tabella soprastante è un estratto di quella completa contenuta nella pagina dello Xeon.Il successoreLe notizie riguardo al successore di Gainestown sono ancora piuttosto scarse: Intel ha annunciato di avere allo studio il processore Keifer da ben 32 core, che dovrebbe arrivare sul mercato in una finestra temporale compatibile con il possibile successore di Gainestown, ma la sua architettura, così profondamente diversa, lascia al momento qualche dubbio sul fatto che questo progetto possa in futuro venire commercializzato anch'esso con il nome commerciale di Xeon DP.È invece probabile che, seguendo la strategia pre-annunciata da Intel, il successore di Gainestown possa essere un esponente della seconda generazione di CPU basate su architettura Nehalem e prodotto a 32 nm, che al momento viene indicata mediante il nome in codice Westmere; tale processore probabilmente si chiamerà Gulftown e dovrebbe essere una CPU da 6 core.Voci correlateMicroprocessori IntelArchitettura x86
1,480,846
http://it.wikipedia.org/wiki/Riserva_naturale_integrale_Grotta_Conza
Riserva naturale integrale Grotta Conza.La Riserva naturale integrale Grotta Conza'" è una riserva naturale regionale della Sicilia ubicata nel territorio del comune di Palermo, nei pressi della borgata di Tommaso Natale.StoriaNel Quaternario l’intero sistema dei Monti di Palermo, nel quale ricade la grotta, era lambito dal mare.Nello spazio antistante la grotta sono stati rinvenuti, nei primi del '900, resti di insediamenti umani risalenti al Paleolitico: resti di pasto composti da frammenti ossei di mammiferi e molluschi nonché utensili in selce e ossidiana, custoditi oggi in parte al Museo Geologico Gemmellaro dell'Università di Palermo.Negli anni sessanta la grotta Conza ha rischiato di essere compromessa dalle cave per l'estrazione di materiali da costruzione.Nel 1985 l'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente ha inserito l'area nel Piano Regionale dei Parchi e delle Riserve Naturali, quale emergenza naturalistica meritevole di protezione. Nel 1995 è stata formalmente istituita la Riserva e affidata in gestione alla sezione siciliana del C.A.I.TerritorioLa Riserva sorge nell'omonima contrada situata alle pendici di Pizzo Manolfo, che assieme a Monte Raffo Rosso e Monte Gallo forma una dorsale calcarea che chiude a ovest la Conca d'Oro.La Riserva comprende sia lo spazio antistante l'ingresso della grotta che il complesso ipogeo vero e proprio. Quest'ultimo è formato da un'unica vasta sala di circa 90 m di lunghezza per 30 di larghezza, sviluppatasi a causa di fenomeni di carsismo, che è collegata all'esterno da una ampia apertura semi-ellittica creatasi in seguito al crollo della volta.FloraL'ingresso della grotta è circondato da una florida macchia mediterranea formata da differenti specie arbustive, tra cui la palma nana ("Chamaerops humilis"), l'euforbia arborea ("Euphorbia dendroides"), il cappero ("Capparis spinosa"), il timo ("Thymus vulgaris") e l'onnipresente ficodindia ("Opuntia ficus-indica"), e da specie arboree quali il carrubo ("Ceratonia siliqua"), il mandorlo ("Prunus dulcis") e il frassino da manna ("Fraxinus ornus").FaunaLa grotta ospita colonie di pipistrelli e occasionalmente specie avifaunicole tra cui l'allocco ("Strix aluco"). Merita una menzione anche la fauna invertebrata ed in particolare il diplopode "Orphanoiulus dinapolii", endemico del palermitano.Voci correlateCollegamenti esterniRiserve naturali regionali|Riserve naturali regionaliAree naturali protette della Sicilia|Grotta Conza
1,265,962
http://it.wikipedia.org/wiki/Margherita_Durastanti
Margherita Durastanti.Sono molte le informazioni non pervenutici sulla vita della Durastanti. Tutto quello che si conosce sulla sua biografia è relativo alla propria attività di cantante lirica. La sua prima apparizione a noi nota fu a Venezia, nel 1700, dove si esibì in un pasticcio; nello stesso anno e in quello successivo fu a Mantova, dove cantò in due opere. Nel 1703 la troviamo a Casale e dal 1707 al servizio del Marchese Ruspoli a Roma. Dal 1709 al 1712 fu "prima donna" del Teatro San Giovanni Grisostomo a Venezia, dove si esibì in diverse opere, tra le quali l' "Agrippina" di Georg Friedrich Händel (1709) e altre opere di Antonio Lotti e Carlo Francesco Pollarolo; contemporaneamente, tra il 1710 e il 1711, fu attiva anche presso i teatri di Bologna e Reggio Emilia. Successivamente cantò in varie città italiane: Milano (1713), Parma (1714), Firenze (1715) e infine Napoli (1715-6). Nella città partenopea ebbe occasione di prendere parte in alcuni lavori teatrali di Alessandro Scarlatti, fra cui "Carlo re d'Alemagna" e "La virtù trionfante". Nel 1719 fu a Dresda (su invito di Francesco Maria Veracini), dove cantò nel "Teofane" di Lotti. Händel, che ebbe occasione di ascoltarala in questa sua ultima interpretazione, la ingaggiò per la "Royal Accademy" di Londra. In questa città debuttò con il "Numitore" di Giovanni Porta e l'anno successivo prese parte nel "Radamisto" di Händel e nel "Narciso" di Domenico Scarlatti. Nel 1721, dopo aver messo al mondo una figlia, cantò nell' "Astarto" di Giovanni Bononcini e nell' "Arsace" di Händel. Dopo aver prestato servizio per alcuni mesi a Monaco, tornò a Londra dove apparve in varie opere del compositore sassone, come "Floridante", "Ottone", "Flavio" e "Giulio Cesare", "Sosarme", "Il pastor fido" e "Arianna". Negli anni trenta la sua attività di cantante subì un inesorabile declino fino a scomparire completamente nel 1734. Da questo momento non si hanno più notizie sul suo conto.Oltre ad esibirsi nel registro di soprano, cantò anche in varie occasioni con come mezzo-soprano e contralto. Nonostante Charles Burney l'abbia definita "una persona rozza e mascolina", ella fu un'ottima cantante drammatica.Margherita Durastanti
7,411,545
http://www.comicsblog.it/categoria/altre-case-editrici
In Porco rosso, opera del 1992 di Miyazaki, Marco Pagot è un asso dell’aeronautica militare italiana trasformato in un maiale antropomorfo dopo un misterioso incidente durante la prima guerra mondiale. In seguito alla sua nuova condizione, Marco è costretto ad abbandonare l’aviazione, la vita mondana e a rinunciare all’amore di Gina, la bella cantante di un night club allestito su una piccola isola dell’Adriatico.Salvezza o dannazione, redenzione o caos: questa epoca è a un bivio. La Santa Madre da una parte e una creatura demoniaca dall’altra, in mezzo il Comitato Esecutivo dell’Istituto del Sacro Giglio Bianco, impegnato a sigillare i demoni che infestano il nostro mondo. Un’entità deve essere protetta, l’altra debellata.Gli esorcisti del consiglio studentesco affilano le armi per la battaglia finale contro l’oscurità quando la guerra contro i demoni prende una piega inaspettata: Chitose Amakusa, uno strano tizio vestito da prete, compare davanti al capo del Comitato. In lui risiede una grande forza! La redenzione è davvero a portata di mano? Holy Talker volume 1, 224 pagine, euro 3.90.Per questo sul loro portale hanno preparato un corposo articolo riassuntivo sulle loro attività passate e future. Personalmente sento la necessità di dir loro grazie per avermi fatto conoscere un fumetto su tutti: il manga Alive di (autore che purtroppo si è spento poco tempo fa). Basta poco per conquistare la simpatia del pubblico! GP Publishing ha confessato di aver “pubblicato quasi 150 albi a fumetti, circa 30.000 pagine tradotte, letterate, adattate per il pubblico italiano”.Tra le opere lanciate ricordiamo Monster Hunter Orange, Blazer Drive, The Black Museum Springald, il già citato Alive e L’Uomo per Me delle celebri Clamp. Non solo manga per loro, vista la ristampa di Morgan: La sacra Ruota di due mostri nostrani come Leo Ortolani (il papà del topo italiano più celebre Rat-Man) e Ade Capone. Abbiamo visto anche alcune produzioni in DVD. Ma oltre a questo breve riassunto è stato messo in evidenza un elemento più stuzzicante per festeggiare il primo anno di vita: uno sconto del 10% su tutto il catalogo online! Inoltre tutti coloro che si iscriveranno alla newsletter entro la mezzanotte di domenica 18 luglio riceveranno un super regalo esclusivo. Ai regali non si dice mai di no!Le prime indiscrezioni erano circolate questi giorni sul forum di studioghibli.org, ma la conferma ufficiale giunge ora direttamente dal sito della società di Andrea Occhipinti, che dedica all’opera di Hayao Miyazaki, proiettata in Giappone nel 1992 e completamente inedita in Italia, un link in homepage dandola di prossima distribuzione cinematografica (probabilmente autunnale). Se Lucky Red ha in progetto di rieditare e distribuire al cinema praticamente tutte le opere dello Studio Ghibli, per il nuovo The Borrower Arrietty esisterebbero tuttavia degli impedimenti a causa di diritti di prelazione legati alla precedente trasposizione cinematografica delle stesse opere letterarie.Marco Pagot è un asso dell’aeronautica militare italiana trasformato in un maiale antropomorfo dopo un misterioso incidente, durante la prima guerra mondiale. In seguito alla sua nuova condizione, Marco è costretto ad abbandonare l’aviazione, la vita mondana e a rinunciare all’amore di Gina, la bella cantante di un night club allestito su una piccola isola dell’Adriatico. Ritiratosi sulla costa dalmata, Marco si guadagna da vivere come cacciatore di taglie, combattendo pirati e contrabbandieri a bordo del suo monoplano scarlatto, che gli ha valso il soprannome di “Porco rosso”. Il film segue le avventure del bizzarro protagonista tra l’Istria e Milano, in un’Italia immaginaria mostrata attraverso splendide vedute aeree.Parliamo del Budda del maestro Osamu Tezuka, un’opera che sarà trasformata in una trilogia cinematografica. In Italia abbiamo potuto testare con mano la grandezza di questo manga grazie all’edizione proposta da Hazard Edizioni (cliccate qui http://www.hazardedizioni.it/ per accedere al loro portale e per scoprire tutte le altre del mitico autore giapponese da loro pubblicate). Lo stesso autore così commenta il suo lavoro: «Non si tratta di un fedele adattamento delle scritture del Budda… ci sono così tante versioni della sua biografia e ci sono così tanti dettagli troppo vaghi… mi aspetto molte critiche sul mio lavoro e per questo credo che sia meglio considerarlo una storia di fantasia a sfondo religioso.».Tornando al discorso cinema, è stato già fissato il lancio del primo film: 28 Maggio 2011 in Giappone grazie a Warner Bros (per la co-produzione di Tezuka Pro. e Toei Animation). La prima pellicola sarà intitolata Tezuka Osamu no Buddha – Akai Sabaku yo! Utsukushiku. Ecco alcuni nomi degli attori impiegati a prestare la propria voce ai personaggi: Sayuri Yoshinaga (per la madre di Chapra e la voce narrante), Masato Sakai e Junko Takeuchi saranno Chapra. Siddartha avrà la voce di Hidetaka Yoshioka e Ai Orikasa.Spesso una nuova casa editrice si introduce a fatica in un ambiente quasi saturo, dove tutti hanno già pubblicato di tutto e fioccano i contratti in esclusiva. Invece Bao Publishing ha affrontato questa corsa ad ostacoli con alcuni sorprendenti assi nella manica. Infatti ha annunciato sul proprio portale che molto presto, grazie a loro impegno, arriveranno in Italia le opere dei “Signori del fumetto“, ovvero autori importantissimi del panorama internazionale.
836,949
http://it.wikipedia.org/wiki/Paride_Formentini
Paride Formentini.Dottore commercialista, nel 1926 entrò nel Banco di Roma, nel 1932 diventò vicedirettore generale all'Imi. Alla fine del 1933 passò alla Stet di cui diventò direttore finanziario.Dal 1937 al '44 fu direttore generale della Finmare, quindi dopo la liberazione di Roma diventò commissario straordinario dell’IMI e del CSVI.Negli anni 1930 fu uno di quei dirigenti che pur non essendo fascisti collaborarono alla creazione dell'Iri. Tra gli altri Oscar Sinigallia, Donato Menichella, Alberto Beneduce ed Enrico Cuccia.L'8 giugno 1946, al momento della costituzione delle "Aerolinee Italiane Internazionali" (poi Alitalia), venne chiamato a far parte del primo consiglio di amministrazione.Fu vicedirettore generale della Banca d'Italia dal 7 giugno 1947 al 17 settembre 1948. Dal 18 settembre 1948 al 10 giugno 1959 fu direttore generale dello stesso organismo, svolgendo contemporaneamente il ruolo di v.presidente dell'Imi e dell'UIC. Si dimise dall'incarico in Bankitalia per diventare presidente della Banca Europea degli Investimenti, ruolo che mantenne fino al mese di settembre 1970. Egli ricoprì tale carica subentrando ad un altro italiano, Pietro Campilli. L'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea ad aver avuto due suoi connazionali alla guida della BEI (infatti a Campilli e Formentini sono poi subentrati un francese, un tedesco, un britannico ed un belga).Note
264,698
http://it.wikipedia.org/wiki/Controllo_di_gestione
Controllo di gestione.In un'azienda il controllo di gestione'", detto anche "'controllo direzionale'", è il sistema operativo volto a guidare la gestione verso il conseguimento degli obiettivi stabiliti in sede di pianificazione operativa, rilevando, attraverso la misurazione di appositi indicatori, lo scostamento tra obiettivi pianificati e risultati conseguiti e informando di tali scostamenti gli organi responsabili, affinché possano decidere e attuare le opportune azioni correttive. Introdotto in un primo tempo nelle imprese, ora si sta estendendo anche alle pubbliche amministrazioni, dove, secondo la filosofia del "new public management", sta sostituendo i tradizionali controlli formali di legalità.Scopo del controllo di gestione non è quello di sanzionare il comportamento del personale difforme dalle regole (come si potrebbe erroneamente intendere basandosi sull'accezione prevalente che termine "controllo" ha in italiano) quanto, piuttosto, quello di aiutare il personale ad indirizzare il proprio comportamento verso il conseguimento degli obiettivi aziendali (significato, questo, che trova riscontro in una delle accezioni del termine inglese "control"); proprio in quest'ottica il sistema di controllo di gestione dovrebbe essere interrelato con il sistema di valutazione del personale e, quindi, con il sistema incentivante.Il sistema di controllo di gestione è strettamente connesso al sistema di pianificazione, tanto che di solito, sia in ambito teorico che nella pratica aziendale, si parla di "sistema di pianificazione e controllo".Dal punto di vista organizzativo, il sistema di controllo di gestione è normalmente progettato e gestito da un organo posto in "staff" al vertice aziendale (o al vertice di una divisione aziendale); la persona preposta a questo organo viene a volte qualificata "controller", con un termine importato dalla pratica aziendale statunitense.Fasi del processoIl processo di controllo di gestione si svolge secondo un ciclo periodico, normalmente annuale, articolato nelle seguenti fasi:Controllo antecedente o "budgeting"Il "controllo antecedente" o "budgeting" si interfaccia con il sistema di pianificazione e si sostanzia nella predisposizione del "budget". Attraverso questo strumento gli obiettivi operativi:I "centri di responsabilità" possono essere:Ovviamente un centro di responsabilità può essere responsabilizzato per un ricavo, un costo o un profitto in tanto in quanto disponga delle "leve" per controllare i fattori che lo determinano. In particolare, i centri di costo e ricavo sono tipicamente direzioni di funzione, mentre i centri di profitto sono tipicamente direzioni di divisione.Spesso gli elementi del "budget" sono stabiliti di comune accordo tra il manager preposto al centro di responsabilità e il vertice aziendale (o il suo manager superiore), secondo la logica del "management by objectives (MbO)". In questo modo il "budget" diviene una sorta di contratto tra il manager preposto al centro di responsabilità e l'azienda, in base al quale il primo s'impegna a raggiungere gli obiettivi pianificati e la seconda a mettergli a disposizione le risorse indicate nel "budget".Controllo concomitante e susseguenteIl "controllo concomitante" si svolge parallelamente alla gestione e consiste:Il "controllo susseguente" chiude il ciclo di controllo di gestione e si sostanzia nella comunicazione ai centri di responsabilità e al vertice aziendale (o al superiore del preposto al centro di responsabilità) delle informazioni sulla misurazione finale degli indicatori, con lo scopo di:Tanto il controllo concomitante quanto quello susseguente si sostanziano nel "reporting", ossia nella trasmissione ai centri di responsabilità e al vertice aziendale (o ai superiori dei preposti ai centri di responsabilità) di sintesi informative (i "report") da parte dell'organo di controllo di gestione. È pertanto necessario progettare attentamente il sistema di "reporting" in modo da far pervenire l'informazione giusta, alle persone giuste, nel momento giusto.Interrelazioni con altri sistemi operativiSi è già visto che il sistema di controllo di gestione è solitamente connesso con il sistema di pianificazione e che, per conseguire i suoi scopi, dovrebbe essere interrelato con il sistema di valutazione del personale e, quindi, con il sistema incentivante. È inoltre interrelato:Voci correlateGestione d'aziendaControl (management)
1,791,379
http://it.wikipedia.org/wiki/Michail_Michajlovi%C4%8D_Zo%C5%A1%C4%8Denko
Michail Michajlovič Zoščenko.Fu il principale autore satirico di epoca sovietica.BiografiaIl padre era un pittore ucraino della provincia di Poltava i cui dipinti erano esposti alla Galleria Tret'jakov di Mosca, all’ Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo, e che aveva lavorato alla decorazione esterna del Museo memoriale Suvorov di San Pietroburgo. La madre era russa e da giovane aveva fatto l’attrice.Terminato il ginnasio della città natale senza brillare troppo (in una sua breve biografia egli stesso racconta di aver preso “quattro” al compito di lingua russa nel qual si chiedeva di parlare delle donne dei romanzi di Turgenev), nel 1913 si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ Università di San Pietroburgo. Qui, senza troppo interesse sostenne il solo esame di diritto romano. In seguito ne sarà espulso per non aver pagato le tasse universitarie.Per spirito d’ irrequietezza si ritrovò a svolgere lavori saltuari: controllore nelle ferrovie e insegnante, per poi decidersi ad entrare nell’esercito col grado di sottotenente nella divisione granatieri del Caucaso. Sul fronte tedesco, comandante di battaglione durante la Prima Guerra Mondiale, nella notte del 20 luglio 1916, a seguito di un attacco tedesco, rimase ferito e intossicato dai gas. Fu congedato col grado di capitano.Tornato a Leningrado fu nominato direttore delle Poste e Telegrafi e Comandante militare della posta centrale. Nel 1917 fu mandato in missione ad Archangel'sk. Nel 1918 è prima a Strel'na e poi a Kronstadt come guardia di frontiera. Di qui fu trasferito a combattere sul fronte della Narva come volontario dell’Armata Rossa pur dichiarando espressamente di non essere comunista. Anche di qui fu congedato per problemi cardiaci dopo sei mesi. Cambiò ancora lavoro una dozzina di volte, prima di cominciare l’attività di scrittore.L’esordio letterarioIl suo libro d’esordio furono “I racconti di Nazar Il’ic Sinebrjuchov” (Rasskazy Nazara Il’ica Sinebrjuchova), pubblicato nel 1922 in forma anonima. I suoi primi racconti capitarono nelle mani di Maksim Gor'kij, che dopo aver sottoposto a critica i suoi scritti, lo aiutò istradandolo nel suo destino letterario. Di questo periodo è la frequentazione della confraternita di scrittori I fratelli di Serapione.Grande popolarità presso il pubblico raggiunse negli anni venti (..Ampliare!!!!)Nei suoi numerosi racconti, sempre contrassegnati da un raffinato umorismo, descrisse la vita quotidiana della Russia sovietica.A questi anni appartengono: Kerenskij (1937), Taras Ševčenko (1939).A seguito della pubblicazione di alcuni suoi racconti satirici, subì la condanna del regime con decreto del Comitato centrale del 14 agosto 1946 pubblicata nella rivista Zvezda (La Stella). Il Rapporto Ždanov li giudicò contrari allo spirito che anima la letteratura sovietica esprimendosi in questi termini: “Zoscenko, proprio come un volgare piccolo borghese, ha scelto come suo tema permanente la ricerca dei lati più abietti e meschini dell' esistenza (...)ha messo a nudo la sua volgare e bassa animuccia (…)E difficile trovare nella nostra letteratura qualcosa di più ripugnante della morale che Zoščenko va predicando...”. Giudicato dunque “calunniatore della vita sovietica”, fu anche espulso dall’Associazione degli scrittori. Vi sarà riammesso solo dopo la morte di Stalin. Uscì da quest’esperienza completamente distrutto finendo per occuparsi di traduzioni occasionali. Negli ultimi anni della sua vita lavorò nelle riviste “Krokodil” e “Ogonek”.In quella che (negli anni 1935-1958) fu la sua ultima dimora – l’appartamento n° 119 al civico 9 sul canale Griboedov– è stato allestito un museo. Fatto curioso è che tra gli scritti dell’A. figura il racconto di un conoscente che viene sfrattato dall’alloggio nel quale per qualche tempo aveva vissuto Puškin.Fu sepolto nel Cimitero di Sestroreck vicino San Pietroburgo.La lingua di ZoščenkoCome lo stesso scrittore afferma “Scrivo, o almeno intendo scrivere per la massa dei lettori sovietici, e tutta la difficoltà del mio lavoro consiste essenzialmente nell’imparare a scrivere in modo che le mie opere siano comprese da tutti”. [Autobiografia ne "La gioventù ritrovata"]Zoščenko sviluppò uno stile semplificato “inespressivo” di scrittura che lo rese accessibile al pubblico più semplice. “Scrivo in modo conciso. I miei periodi sono brevi. Accessibili al povero”, dichiara pure nel 1928. Il critico letterario Solomon Volkov paragona questo stile alla nudità del santo folle russo o "yurodivyj" (юродивый). Questo stile riscosse molta ammirazione nel compositore Dmitri Šostakovič, che lo adottò come parte di quello suo personale. L'originalità della scrittura di Zoščenko sta nell'abile uso dello "skaz", il racconto colloquiale in prima persona.Zoščenko fu anche autore di una serie di brevi racconti su Lenin critiche verso il regime sovietico.OpereBibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniMikhail Zoshchenko
7,219,863
http://www.06blog.it/user/amemipiace/comments
In alcuni quartieri di Roma (come il mio) è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta, nel senso che ogni condominio ha una saletta o comunque un posto recintato dove ci sono i vari cassonetti. Sono venuti a consegnare i sacchetti per la raccolta dell'umido davvero bussandoci alla porta e spiegandoci come si fa questa benedetta differenziazione e lasciando anche delle brochure con un indice dei vari materiali e l'esatta collocazione nei cassonetti. Ci è stato segnalato anche un numero di telefono a cui rivolgersi per dubbi e chiarimenti (che a memoria però non so) e per i primi giorni alcuni dipendenti AMA erano presenti nel quartiere con un gazebo informazioni messo in uno slargo ad alta frequentazione da parte di tutti: casalinghe, studenti, anziani … I cassonetti vengono svuotati 2 anche 3 volte a settimana. Dopo circa 6 mesi ci hanno riconsegnato i sacchetti per la raccolta dell'umido e un sacchetto di fertilizzante ottenuto dai nostri rifiuti. Tutto perfetto da parte loro. L'unico problema è come al solito che qualche condomino maleducato e menefreghista, visto che non c'erano più i classici cassonetti nelle strade, abbandonava la sua immondizia certo indifferenziata in strada invece che smaltirla in quelli condominiali. Altro che Napoli! Scommetto poi che la maggior parte di noi non ha mai letto quegli opuscoli e non sa ad es. che la carta per poter essere riciclata deve essere asciutta e pulita, quindi i tovaglioli sporchi o il cartone oleato della pizza non può essere riciclato come pure i giocattoli o le stampelle. Per non parlare poi di quei deficienti che abbandonano vicino ai cassonetti e quindi in siti condominiali, rifiuti anche ingombanti che invece andrebbero portati nelle isole ecologiche. Non bisogna nascondersi dando sempre la colpa alle istituzioni o all'AMA. Se a noi non va di essere ecologicamente coscienziosi ci potranno pure dare un tutor che ci segua passo passo ogni istante, ma sono convinto che chi non fa raccolta differenziata ora non la farebbe neanche poi.Scusa l'assenza, ma ho preso l'influenza! Il brunch prevede di servirsi direttamente dal buffet (tipo aperitivo). Ci sono andato proprio ieri per pranzo. Si poteva scegliere fra pasta fredda con pomodorini e olive nere per primo; di contorno c'era insalata cappuccina, radicchio, mais, carciofi; per secondo carpaccio di struzzo e cervo (mi sembra) con scaglie di parmiggiano, mortadella, salame, 2 tipi di formaggio con le pere. Questo è quello che ricordo, ma c'erano altre cose che non ho memorizzato. Per comodità qualcosa è gia pronta in piatti e ciotoline monoporzione. La bevanda è a parte. Rimane sempre la possibilità di ordinare piatti espressi, almeno al Fresia (ieri c'erano zuppa farro e legumi, arista, hamburger, wusterl e patatine, crepes … per esempio), ma il brunch è più comodo per chi va di fretta!Mah! Io preferisco soddisfare sia il palato, sia l'occhio, sia il portafoglio! Ho scoperto il FRESIA e ve lo segnalo volentieri. Via Sebino 17-19 Roma (zona Trieste), tel. 068550264. E’ un ristorante wine bar molto carino, moderno ma non algido. C’è anche una saletta al piano di sotto che è completamente diversa , stile grottino, un po’ più riservata (non so se viene applicato un supplemento). La cucina è ottima: ho trovato eccezionale gli gnocchi fatti con la mollica di pane e sugo con salsiccia, la carne (un filetto tenerissimo avvolto da una sottile fetta di pancetta dolce con del sale nero) e il tortino Fresia (al cioccolato) servito con crema al lime e un liquorino particolare; un’ altra volta ho preso un antipasto con diversi tipi di pesce crudo abbinati a vari tipi di frutta con un piccolo sformato di riso per neutralizzare i vari sapori tra un assaggio e l’altro (davvero sfizioso) e poi un branzino (freschissimo) con delle verdure grigliate. Il vino ci è stato consigliato dal barman che è anche sommelier. Le quantità sono giuste e i piatti vengono presentati bene. Abbiamo speso 140 € in 4 ma abbiamo provato una bella bottiglia di vino pregiato. A pranzo il menù è completamente diverso e i prezzi si dimezzano: prosciutto e melone, prosciutto e mozzarella, caprese, 2 tipi di pasta calda, 2 fredda, creèpes, vari tipi di lavagnette, insalate di farro, verdure pastellate o grigliate, insalata mista, roast beef, involtini con asparagi, scamorza con miele e noci, arista, polpette al sugo, polpo con patate, insalata di mare, tiramisù, panna cotta , creme caramel, frutta fresca anche estiva. Alla fine si riesce a mangiare anche con 10 euro senza rinunciare alla qualità e senza perdere troppo tempo (utile per le pause pranzo) Il buffet per l’aperitivo è davvero ricco e curato (parmigiano reggiano, olive dolci e piccanti, 2 tipi di pasta fredda, affettati, verdure, spiedini di frutta, prugne con pancetta …) per 7 euro e a base di pesce per 12 euro. Il servizio è gentile e premuroso. Anche trovare parcheggio non è stata un’ impresa! Mi è piaciuto davvero tanto e il bello è che ancora non è affollato. Si riesce a parlare tranquillamente e ascoltare buona musica allo stesso tempo. La domenica è aperto solo su prenotazione.Ristorante wine-bar FRESIA, via Sebino 17-19 (zona Trieste), tel. 068550264. E’ un ristorante wine bar molto carino, moderno ma non algido, non snob, tantomeno trash. C’è anche una saletta al piano di sotto che è completamente diversa , stile grottino, un po’ più riservata. Fanno anche cucina romanesca, per gli amanti della trippa ecc. ma io preferisco quella un po' più creativa e sfiziosa: ho trovato eccezionale gli gnocchi fatti con la mollica di pane e sugo con salsiccia, la carne (un filetto tenerissimo avvolto da una sottile fetta di pancetta dolce con del sale nero) e il tortino Fresia (al cioccolato) servito con crema al lime e un liquorino particolare; un’ altra volta ho preso un antipasto con diversi tipi di pesce crudo abbinati a vari tipi di frutta con un piccolo sformato di riso per neutralizzare i vari sapori tra un assaggio e l’altro (davvero sfizioso) e poi un branzino (freschissimo) con delle verdure grigliate. Il vino ci è stato consigliato dal barman che è anche sommelier. Le quantità sono giuste e i piatti vengono presentati bene, della serie anche l'occhio vuole la sua parte. Abbiamo speso 140 € in 4 ma abbiamo provato una bella bottiglia di vino pregiato. Il buffet per l’aperitivo è davvero ricco e curato (parmigiano reggiano, olive dolci e piccanti, 2 tipi di pasta fredda, affettati, verdure, spiedini di frutta, prugne con pancetta …) per 7 euro e a base di pesce per 12 euro. Il servizio è gentile e premuroso. Anche trovare parcheggio non è stata un’ impresa! Mi è piaciuto davvero tanto e il bello è che ancora non è affollato. Si riesce a parlare tranquillamente e ascoltare buona musica allo stesso tempo.
2,332,267
http://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_iterativo
Metodo iterativo.In analisi numerica un metodo iterativo'" è un algoritmo di calcolo usato per ottenere l'approssimazione di una soluzione di un problema matematico attraverso un numero teoricamente infinito di passi.A partire da una stima iniziale, il metodo iterativo passa attraverso approssimazioni successive che convergono alla soluzione esatta solo in senso limite.Nella risoluzione di sistemi lineariI metodi iterativi sono un'alternativa ai metodi diretti per la risoluzione di sistemi lineari, in generale preferibili a questi perché più efficiente o più stabili, soprattutto quando si devono trattare matrici di dimensioni considerevoli o matrici sparse.Si ricorda che, in quanto si parla di un sistema lineare, bisogna cercare di risolvere un problema del tipo [Formula 1].I metodi iterativi partono da un dato iniziale arbitrario [Formula 2] e sono fatti in modo che [Formula 3], dove [Formula 4] è la soluzione esatta del sistema ("proprietà di convergenza"). Trattandosi di vettori si parla di convergenza in norma.Costruzione di un metodo iterativo per la risoluzione di un sistema lineareDato che lo scopo finale del metodo iterativo è la risoluzione del sistema [Formula 1] si parte proprio da questa uguaglianza, o, più comodamente [Formula 6].Si supponga poi di prendere una matrice [Formula 7] non singolare (cioè invertibile); sommando [Formula 8] ad ambo i membri si ha che:Se, in questa uguaglianza, sostituiamo [Formula 17] e [Formula 18], si ottiene quindi che:dove [Formula 20] viene definita "matrice di iterazione".Questo risultato vale per qualunque matrice M non singolare e quindi si ha che [Formula 21].Con questa regola ricorsiva si può procedere da un [Formula 2] fissato.Analisi di convergenzaDopo aver costruito un metodo iterativo è opportuno domandarsi se la scelta di M è stata opportuna, cioè se dopo infinite iterazioni la soluzione ottenuta è realmente quella del sistema (la "proprietà di convergenza" di cui sopra).Metodi iterativi notiAlcuni metodi iterativi particolarmente noti sono:NoteBibliografiaAnalisi numericaRicerca operativaIterative method
7,814,727
http://www.uniriot.org/uniriotII/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=86&Itemid=288&limitstart=27
Da anni l'università del 3+2 ci costringe a quantificare i nostri saperi in programmi, corsi e crediti stabiliti da altri, in tempi e forme imposte che impediscono l'approfondimento e limitano fortemente anche la nostra socialità, il nostro modo di studiare. Studenti, ricercatori, dottorandi hanno scelto di rovesciare tutto ciò: in decine di facoltà abbiamo deciso di non delegare ad altri il proprio percorso formativo e di crescita, costruendo dalla cooperazione fra tutti quei soggetti che vivono ogni giorno l'università percorsi di autoformazione.Attraverso l'autoformazione sottraiamo tempi e spazi al mercato e costruiamo un dispositivo di attacco contro l'università che ci vuole ricattabili, controllati e precari, strappando riconoscimenti in crediti e andandone così ad inflazionare il sistema. Con l'autoformazione rivendichiamo il diritto ad un sapere, o meglio, a dei saperi plurali, autonomi che si producono nella relazione, nello scambio orizzontale, critico e partecipato fra pari, mettendo in comune conoscenza, pratiche e desideri.
1,479,198
http://it.wikipedia.org/wiki/Autocritica
Autocritica.L'autocritica è esaminare e giudicare il proprio comportamento al fine di migliorarlo.Questo termine originalmente nasce nell'ambito politico e più precisamente in quello del Marxismo.“Fare autocritica”, per un uomo politico, un militante o un gruppo di militanti, significa analizzare e riconoscere pubblicamente, rispetto alla dottrina politica riconosciuta o la linea del partito a cui si appartiene, i propri errori o deviazioni.È il risultato di una rigorosa riflessione personale e di gruppo. È un elemento essenziale del pensiero critico. Sebbene se ne possa abusare, l'autocritica è considerata generalmente sana e necessaria per imparare. Era un tratto della pratica del Maoismo cinese.Nell'ambito della fede cristiana si parla, a livello individuale, di esame di coscienza e di confessione di peccato, quando il credente si confronta con il metro morale e spirituale della Parola di Dio. È anche quanto un'intera chiesa è chiamata a fare quando esamina attentamente se stessa. Essa fa autocritica quando, verificando se stessa alla luce della Parola di Dio, riconosce i propri errori e fallimenti e ne fa ammenda. La Bibbia afferma: "“Esaminate voi stessi per vedere se siete nella fede; provate voi stessi. Non riconoscete voi stessi che Gesù Cristo è in voi? A meno che non siate riprovati”" (2 Corinzi 13:5).PoliticaCristianesimoSelf-criticism
500,522
http://it.wikipedia.org/wiki/Arcidiocesi_di_Arequipa
Arcidiocesi di Arequipa.L'arcidiocesi di Arequipa (in latino: "Archidioecesis Arequipensis") è una sede metropolitana della Chiesa cattolica. Nel 2006 contava 857.000 battezzati su 952.000 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Javier Augusto Del Río Alba.TerritorioL'arcidiocesi comprende le province di Arequipa, Caylloma e Islay nella regione peruviana di Arequipa.Sede arcivescovile è la città di Arequipa, dove si trova la cattedrale di santa Maria.Il territorio è suddiviso in 74 parrocchie, raggruppate in 11 decanati.StoriaLa diocesi di Arequipa fu eretta il 16 aprile 1577 con la bolla "Apostolatus officium" di papa Gregorio XIII, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Lima. Tuttavia, l'erezione della diocesi entrò in vigore solo con l'autorizzazione di papa Paolo V nel 1609. Originariamente era suffraganea dell'arcidiocesi di Lima.Nel 1614 furono stabiliti i confini diocesani.Nel 1619 fu istituito il seminario diocesano, che iniziò a funzionare nel 1622.Nel 1880 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione del vicariato apostolico di Tarapacá (oggi diocesi di Iquique).Il 20 dicembre 1929 cedette un'altra porzione di territorio a vantaggio della stessa diocesi.Il 23 maggio 1943 è stata elevata al rango di arcidiocesi metropolitana.Il 18 dicembre 1944, il 21 novembre 1957 e il 5 giugno 1962 ha ceduto ulteriori porzioni di territorio a vantaggio dell'erezione rispettivamente della diocesi di Tacna (oggi diocesi di Tacna e Moquegua) e delle prelature territoriali di Caravelí e di Chuquibamba.Cronotassi dei vescoviStatisticheL'arcidiocesi al termine dell'anno 2006 su una popolazione di 952.000 persone contava 857.000 battezzati, corrispondenti al 90,0% del totale.FontiDiocesi cattoliche in Perù|ArequipaRoman Catholic Archdiocese of Arequipa
7,109,760
http://guide.supereva.it/ristoranti/interventi/2007/06/297228.shtml
Nel momento del suo massimo splendore, passando dalla frizzante primavera alla calda estate, abbiamo voluto dedicare una giornata al più bell’ornamento della terra, la rosa, il fiore cantato da tanti poeti, simbolo per eccellenza dell’amore, dell’eleganza e della bellezza. Votate a mille usi, da pianta medicinale ad aroma a tè, le rose sono presenti soprattutto nei nostri giardini e sui pergolati come fascinoso orpello dalle tinte brillanti o dai colori tenui e delicati. La loro coltivazione risale a tempi molto antichi quando l’uomo ha desiderato rendere più confortevole ed accogliente il luogo in cui viveva.L’itinerario inizia con la visita ad un antico roseto di Scapezzano. Il proprietario è un progettista e realizzatore di giardini che per l’occasione ci farà da cicerone tra le stradine del prezioso roseto raccontandoci nei particolari le storie legate alle sue amate rose. Ci si sposta poi ad Ostra per la visita al Santuario della Madonna della Rosa che sorge proprio sul luogo in cui, in epoca immemorabile, sorgeva un’edicola con l’immagine della Vergine, dipinta su rozza parete, ai piedi della quale scorreva un ruscello d’acqua limpida. Per via del fiore che la Vergine tiene nella mano sinistra, i fedeli cominciarono ad invocarla col dolce nome di “Madonna della Rosa”.Si dice che un tempo, in un giorno di maggio, una fanciulla pose davanti all’immagine un candido giglio in segno di amore. Il fiore, con grande meraviglia di tutti, rimase per mesi e mesi fresco e profumato come fosse stato appena reciso dalla pianta. Da allora numerosi fedeli accorsero ai piedi della Vergine così la modesta e disadorna edicola due anni dopo venne trasformata in una graziosa chiesetta. Raggiunta la città di Ostra, prima di fermarsi a mangiare, c’è ancora tempo per un breve giretto per il centro storico. L’attuale cittadina riprende il nome dell’antico municipio romano i cui resti si trovano fuori del castello in località Muracce ma mantiene la posizione e la conformazione medievale nonché la cinta muraria con i suoi torrioni.La passeggiata conduce infine al ristorante che ci ospita per il pranzo dove l’ottima cucina locale unita ad un ambiente raffinato ed elegante e molto confortevole richiama per l’occasione il tema dell’itinerario sia nei piatti che nelle decorazioni. Una vera e propria oasi di pace con un magnifico giardino a disposizione per una pausa relax da primo pomeriggio. Si riparte per l’ultimo appuntamento della giornata. Durante la visita ad un’azienda florovivaistica di Ostra, un floricoltore nonché abile oratore, ci guiderà all’interno del suo vivaio per conoscere le sue odorose serre, le tecniche di coltivazione e i particolari accorgimenti per rendere al meglio anche i più delicati dei nostri bellissimi fiori.
7,523,667
http://www.informatica-blog.it/3567/lucid-altre-succose-novita-per-il-pannello-superiore/
This error message has now been deleted from the cache.The WWWOFFLE server was unable to complete the request for this URL due to a problem with downloading this page. This can be because the remote server could not send any reply within the socket timeout period or a reply was interrupted by a time longer than the socket timeout period with no data. The other possible reason for this error message is that the browser closed the connection before the whole of the page had been downloaded. The exact reason in this case is shown in the error message above.
7,319,197
http://www.booksblog.it/post/958/il-microcosmo-degli-haiku
L’haiku, infatti, ha la capacità di coinvolgere come un gioco, invita a cimentarsi nella composizione di piccole gemme dense di significato che attraverso l’essenziale evocano sensazioni ed immagini anche molto intense. Sono numerosi i concorsi dedicati a questo tipo di componimento ed ogni anno è possibile partecipare ad un’edizione, quella che più ci va a genio, semplicemente trasformandoci in un vero e proprio haijin (poeta) che, in tre versi, riesce a racchiudere emozioni. Ciò che va rispettato rigorosamente è la struttura che divide le diciassette sillabe in 5-7-5. Il resto è tutto fantasia.
7,308,086
http://www.autoblog.it/user/ascolta/comments
A parte il fatto che la caratterizzazione estetica dell'A1 nelle foto, cerchi in lega a parte, è quella dell'allestimento S-Line… Io comunque rimarrò sempre dell'idea che la versione S1 non avrà lo stesso motore della Polo GTI (Ibiza Cupra, Fabia RS), perchè fin'ora una Audi "S" non ha mai avuto lo stesso motore di una relativa versione GTI VW (leggi Polo GTI) ed è pure giusto sia così, ma sempre motorizzazioni più potenti. Credo poi che la tecnologia Compressore+Turbo la vogliono riservare a VW e di conseguenza sono abbastanza convinto che verrà utilizzato un 1.6 TFSI (il 1598 appunto, che non è altro che il 1390 a corsa lunga…) con potenza intorno ai 200/210 cv e magari una versione soft da 160 cv al posto del 1.4 TSI VW da riservare pure alla futura A3 in sostituzione del 1.8. Ma è una mia idea…Ma quando la finirete di dire "Gallardo ricarozzata"..??? Perchè..? Chi ha prodotto la Gallardo? Esisteva da prima che Audi acqusisse Lambo? NO! C'è stato uno scambio di Know-how ma tutta la tecnologia, in primis del telaio e il motore l'ha portata Audi. Secondo voi Audi non sa creare telai a sola trazione posteriore da se..? Allora chi ha progettato i telai per le TT e le A4 a TP che gareggiano nel DTM che sono a trazione posteriore? E le varie barchette che gareggiano a LeMans..? Certo che solo perchè Audi per una questione di "immagine" e tradizione (trazione integrale quattro) continui a produrre vetture a TA e TI senza passare alla TP, secondo voi non è in grado di progettare vetture sportive… Ma lo sapete che anche il marchi più ridicolo al mondo, se dovesse avere le possibilità economiche pùo creare una supercar velocissima? Sapete come..? BASTA PRENDERSI DEI PROGETTISTI IN GRADO DI PRODURLA. Sveglia…Se Autoblog fosse quello dei "bei tempi" questa notizia avrebbe causato il "chiuso per lutto" della maggior parte degli utenti che osannavano a destra e a manca questa discreta vettura, considerandola dopo l'8C la miglior auto sulla terra. Spiace che la già misera gamma di un marchio come Alfa continui a sminuirsi, già che sono tolgano pure la 159 che vende poco e il progetto è l'ultimo rimasto dell'accordo Fiat-GM… Secondo me hanno fatto fare a quest'auto una fine troppo prematura, con un adeguato restyling (senza fari da tapiro si intende…) e il lancio di motori adeguati al marchio come il 1750 TBi in 2 livelli di potenza e il nuovo 1.9 JTD Twinturbo da 190cv (tanto per potenze superiori gli acquirenti si rivolgerebbero sicuramente alla triade tedesca…) e magari prezzi competitivi e una buona campagna pubblicitaria gli avrebbero potuto far vivere una seconda e soprattutto più degna giovinezza.Purtroppo molti automobilisti si ricordano che l'auto necessita di controlli e manutenzioni solo prima di andare in vacanza… In tantissimi si dimenticano che gli pneumatici sono tra le cose più importanti dell'auto, sono questi che creano il contatto tra auto e strada, sono in pratica le "sue scarpe" e che una corretta pressione di gonfiaggio migliora tenuta, frenata e guidabilità dell'auto, oltre a ridurre sensibilmente il consumo di carburante, garantendone un'usura regolare e una durata maggiore degli stessi. Personalmente, se c'è una cosa alla quale non bado a spese sono gli pneumatici (visto che un incidente mi costerà sempre di più…), li tengo regolarmente controllati, specialmente la pressione e applico la rotazione programmata (ovviamente ho una TA): con questi piccoli accorgimenti la gomma dura di più, non si rovina e le prestazioni/consumi non peggiorano. Se no, come ho proprio appurato l’altro giorno sull’auto di un mio collega “menefreghista”..: gomme seminuove giù di pressione, con relativa spalla di quelle anteriori mezza consumata… Premettendo che questi è un 50'enne senza manie di correre e l’auto non è fuori convergenza.., ma una pressione molto bassa porta a consumare la spalla. Ma la frase più bella l’ho sentita un giorno dal gommista. Entra un signore sulla sessantina e dice: ” vorrei 4 gomme per la mia auto, che costino poco e che durino tanto… tanto io vado sempre piano…” Volevo intervenire e dirgli: ” Si.., poi la prima volta che ti capita una frenata improvvisa con la pioggia vedrà dove andrà a finire quanto a risparmiato…”Da quanto ne so, l'idea del nome "quattro" venne a Walter Treser, che era a capo del progetto e che aveva letto di una Jeep con la trasmissione integrale "Quadra-tech" o "Quattra-tech" (scusate ma non mi ricordo di preciso). Il nome piacque in Audi, anche se il marketing spingeva per "Carat", che era l'acronimo di "Coupé All Rad Antrieb Turbo" (coupè a quattro ruote motrici con motore anteriore turbocompresso). Questo sembrava essere il nome prescelto, se non che ci si accorse che sul mercato tedesco Carat era il nome di un deodorante economico. Quattro invece era un nome più adatto per una vettura che avrebbe fatto parlare di sè in tutto il mondo, tanto più che in quegli anni il mondo dei rallyes parlava italiano, grazie ai successi di Fiat e Lancia. Il nome "quattro" è un marchio depositato e va scritto con la "q" minuscola.Secondo me serve a ben poco una versione Allroad dell'A1, ma come accade pure nella mia azienda (che non produce auto…), una marchio che vuole essere prestigioso e vuol vendere molto deve occupare tutte le nicchie di mercato, sfornare modelli per tutti i gusti, dare dimostrazione che la concorrenza è inferiore. Inutile continuare a criticare Audi (e non solo) perchè i marchi preferiti dai molti hanno in listino 3/4 modelli… Riguardo l'S1, ribadisco ancora una volta che secondo me non verrà utilizzato il 1.4 TSI da 180 ma qualcosa di più potente come ad esempio un 1.6 TFSI con potenza intorno ai 190 cv.Il posteriore è qualcosa di diverso dal solito, la rende quasi una "A6" 2 volumi che una Coupè 4 porte, ma così si è evitato di creare un'A5 Sportback gonfiata. Magari le prime immagini potrebbero bocciare questo posteriore, credo cmq che come al solito un'auto la si debba vedere dal vivo per giudicarla. Ovvio che se avesse avuto un minimo di coda come l'A5 Sportback la linea ne avrebbe beneficiato. Forse Audi lo avrà fatto per venire incontro ai vari utenti di Autoblog che non riescono a distinguere le varie Audi e continuano a dire che son tutte uguali… ;-) Per quanto concerne gli interni, come al solito sono ineccepibili. Probabilmente la plancia verrà proposta sulla futura A6, anche se probabilmente con qualche differenziazione, visto che la base dei 2 modelli è la stessa. Come ho scritto pure ieri, mi domando come mai venga aggiunta la denominazione "Sportback" dopo la sigla "A7": forse in un prossimo futuro ci potrebbe essere anche un'A7 Coupè..?
2,643,500
http://it.wikipedia.org/wiki/Michela_Vittoria_Brambilla
Michela Vittoria Brambilla.BiografiaStudi e vita familiareMichela nasce nel 1967 a Calolziocorte, oggi in provincia di Lecco da Vittorio Brambilla e Bianca Bosi, romagnola di Cesenatico. Il padre è sfollato in provincia da Milano nel 1942 dopo la distruzione della fabbrica dell'acciaio di famiglia, le Trafilerie Brambilla, a seguito dei bombardamenti alleati. Villa Brambilla ha 10.000 metri quadrati di parco e uno zoo interno, con anche una leonessa, Rumba. Sua sorella minore Federica nasce nel 1969.A Lecco frequenta le scuole, dalla materna al liceo scientifico privato "Volta".Non è sposata; ha un figlio, Vittorio, nato nel 2005, e vive a Villa Brambilla a Calolziocorte con l'attuale fidanzato, Eros Maggiori, coetaneo, odontotecnico, conosciuto presso un maneggio nel 1992, con cui ha fondato il Centro medico lombardo di Cernusco Lombardone.Brambilla è presidente fondatrice della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e presidente provinciale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, oltre ad avere dal 2000 la gestione del canile provinciale di Lecco.Attività di modellaNegli anni '80 la Brambilla passa le vacanze estive presso la casa materna a Cesenatico; frequentando le discoteche della riviera romagnola prende parte al concorso di bellezza Miss Romagna, la cui vittoria la proietta alle finali di Miss Italia 1986 a Salsomaggiore. Vi ottiene la nomina a 'Miss Eleganza Emilia'.In seguito ha lavorato occasionalmente come modella per calze (per Omsa).Attività giornalisticaNell'esperienza a Miss Italia 1986 conosce Giorgio Medail, giornalista di Canale 5, che convince ad assoldarla in Fininvest. Nel 1990 è giornalista professionista.Tra i programmi televisivi ai quali ha partecipato anche in qualità di autore "I misteri della notte", serie di speciali dedicati alla descrizione della vita notturna e dei locali di Hong Kong, San Francisco, Barcellona, Budapest, Milano e Città del Messico. Nel 1991 segue per il Tg4 la guerra del Golfo, dalla nave Zefiro.Tuttora cura via mail la rubrica settimanale "Cani, gatti & co" sul quotidiano La Provincia di Lecco.Attività imprenditorialeDopo la parentesi televisiva, prese a occuparsi di affari e di imprenditoria, dapprima con l'azienda di famiglia, la Trafilerie Brambilla Spa di Calolziocorte (LC), della quale è l'attuale amministratore delegato.Nel 1994 il padre Vittorio le affida in gestione il Salumaio di Montenapoleone a Milano. In seguito, assume la presidenza di due aziende fondate assieme al padre: Gruppo Sal spa (vendita all'ingrosso di prodotti ittici) e Sotra Coast International. Entrambe le aziende producono e commercializzano prodotti alimentari.Dal novembre 2003 al marzo 2008 è stata presidente degli imprenditori under-40 della Confcommercio, comparendo per la prima volta sui canali televisivi nazionali in un ruolo politico.Attività politica con Forza ItaliaNel 2006, decise di intraprendere la carriera politica: è candidata alla Camera dei Deputati nelle liste di Forza Italia in occasione delle elezioni politiche del 2006, nella circoscrizione Veneto 1 - VII, ma non viene eletta.Il 20 novembre 2006 fonda i Circoli della Libertà, organizzazione intesa come radicamento territoriale di Forza Italia; la stessa organizzazione, della quale fin da allora Brambilla è presidente, entra successivamente in maniera ufficiale nella stessa Forza Italia: del giugno 2007 è la fondazione dell'emittente satellitare "TV della Libertà", organo di informazione generale, nonché di promozione dei Circoli. La rete chiuderà due anni dopo, esaurita la sua funzione di strumento elettorale con il ritorno al governo di Silvio Berlusconi.Nel settembre 2007 Michela Brambilla chiama come direttore nazionale dei Circoli della Libertà Bruno Colombo, già coordinatore provinciale di Forza Italia.Deputata PdL, sottosegretaria e Ministro al Turismo (2008)Nel febbraio 2008, a seguito della caduta del Prodi II e della conseguente indizione delle elezioni politiche anticipate, Michela Brambilla è stata candidata nella circoscrizione Emilia-Romagna XI, ed eletta alla Camera dei Deputati; nel governo Berlusconi IV nato a seguito della vittoria della coalizione politica di centro-destra, Michela Brambilla ricopre l'incarico di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, a decorrere dal 12 maggio 2008.Come sottosegretario al turismo, Brambilla ha:L'8 maggio 2009 il Consiglio dei Ministri nomina Michela Brambilla ministro del Turismo, cui delega le funzioni per la tutela e rilancio del «marchio Italia», la promozione degli interessi italiani all'estero, il coordinamento della politica nazionale di promozione del turismo e le iniziative di comunicazione istituzionale, la promozione del patrimonio culturale, la crescita delle attività turistiche e dei settori produttivi ad essi collegati, anche in relazione all'evento Expo Milano 2015 ed agli altri «grandi eventi»;Come ministro del Turismo, Brambilla ha:Il 24 Febbraio 2010 in un evento al Tempio di Adriano a Roma, con Silvio Berlusconi lancia i "Promotori della Libertà" un'organizzazione composta da iscritti al Popolo della Libertà che fa direttamente riferimento al Presidente Berlusconi e che è coordinata da Michela Vittoria Brambilla.ControversieIl 5 giugno 2009, a Lecco, durante la festa cittadina dei carabinieri, subito dopo l'esecuzione dell'Inno di Mameli, Michela Brambilla si è esibita in un presunto saluto romano.Il gesto è stato negato da Michela Vittoria Brambilla, che ha dichiarato il suo stupore per come un saluto alla folla possa essere stato confuso con un gesto tanto condannabile quanto ingiustificato.L'episodio ha suscitato varie polemiche e l'ANPI ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica per accertare "se il ministro del Turismo abbia violato o no la legge Scelba, in vigore dal 1952, che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo".Nel dicembre 2009 ha dichiarato che "la prima della Scala è stata trasmessa in 250 paesi", quando gli stati del mondo sono solo 201, di cui 194 generalmente riconosciuti sovrani a livello internazionale.NoteVoci correlateAltri progettiCollegamenti esterniPolitici di Forza ItaliaPolitici del Popolo della LibertàDeputati italianiPersonalità legate a LeccoMichela Vittoria Brambilla
144,648
http://it.wikipedia.org/wiki/Reoc%C3%ADn
Reocín.Reocín'" è un comune spagnolo di 8.120 abitanti situato nella comunità autonoma della Cantabria, al centro della comarca di Saja-Nansa, entro la valle del fiume Saja. È composto da 12 centri abitati il più popolato dei quali è il capoluogo Puente San Miguel che dista 31 km da Santander e solo 2 km da Torrelavega, importante centro industriale.Il suo nome si fa derivare dall'appellativo dato al fiume Saja di "Rio Focin" (fiume tortuoso) da cui si ha Riocin e alla fine Reocín.La sua economia si basa oltre che sull'agricoltura e l'allevamento del bestiame, sul commercio e sull'industria favorita dalla vicinanza di Torrelavega le cui imprese impiegano anche personale dei comuni vicini. Nel territorio comunale esistevano giacimenti di calamina, da cui si ricava lo zinco, dai quali si estrasse il minerale fino al 2003. L'amministrazione comunale punta a sviluppare l'industrializzazione e per favorire insediamenti di nuove imprese ha messo a disposizione degli eventuali imprenditori un vasto terreno urbanizzato chiamato "Parque Empresarial del Besaya".StoriaAlcune grotte con graffiti rupestri esistenti nel territorio carsico comunale e le vicine famose grotte di Altamira attestano che la presenza umana nella zona risale al paleolitico. Resti archeologici testimoniano poi l'esistenza di centri abitati nelle valli dei diversi fiumi della Cantabria sia di popolazioni celtiche che dei Romani che furono poi impegnati duramente da queste popolazioni con una guerriglia che durò molti anni e richiese l'intervento diretto di Augusto. Nell'escavazione delle miniere di calamina si sono trovati arnesi di lavoro e monete dell'epoca imperiale di Roma che inducono ad affermare che già i Romani sfruttavano i giacimenti del minerale di zinco che poi esportavano dal "Portus Blendium", l'attuale Suances.Nel medioevo si ebbe la formazione di alcuni piccoli centri abitati di cui si hanno documenti nel IX secolo e X secolo, il potere sul territorio era nelle mani del re e degli ecclesiastici, in particolare della potente Abazia di Santillana. Il paese di Puente San Miguel è citato in un documento del 1236 e in un altro della stessa epoca si parla della valle del "rio Focin" che prese poi il nome di "Valle de Reocin". Nel XIV e XV secolo i paesi delle Valli erano territorio "realengo", cioè dipendente direttamente dal re e godevano del regime di "behetria" che prevedeva la possibilità per gli abitanti di eleggere gli "alcaldes" e i Consigli, che amministravano civilmente e penalmente la popolazione costituita da "uomini liberi", regolando l'uso dei pascoli, lo sfruttamento dei boschi difendendone le ragioni. I consigli si riunivano all'aperto e le riunioni erano indette col suono delle campane delle chiese. A scopi difensivi questi consigli si riunirono in una "Junta" o "Ajuntamiento general" che aveva a capo un "alcalde". Tutti i consigli della valle si unirono nella cosiddetta "Merindad de las Asturias de Santillana" che si riuniva a Santillana del Mar.Approfittando della debolezza del re e della decadenza delle abazie s'impose il potere feudale delle signorie che si comportarono prepotentemente nei confronti della popolazione delle Valli che, private di ogni forma di autogoverno, nel 1439 si rivolsero al re denunciando lo strapotere del feudatario reale Iñigo López de Mendoza, marchese di Santillana. Il re Giovanni II di Castiglia non accolse le proteste dei valligiani e confermò i diritti di Iñigo Lopez de Mendoza. Nel frattempo però il Marchese di Santillana e suo figlio Diego Hurtago de Mendoza, il futuro "Duca del Infantado", invasero con le loro truppe il territorio delle Valli imponendo la loro signoria. Di fronte al comportamento del re che non prese alcun provvedimento per restituire il potere di autogoverno ai consigli delle valli, questi adirono alle vie legali, ebbe inizio così il cosiddetto "Pleito de los Valles", processo che con fasi alterne durò oltre un secolo e si concluse solo nel 1556 con la sentenza della "Real Chancilleria" di Valladolid che diede ragione ai comuni delle Valli. Liberatisi dello strapotere signorile, questi comuni costituirono la "provincia de los nueve Valles" i cui abitanti erano "uomini liberi" e i consigli avevano il diritto di porsi sotto la protezione militare di qualche signore o di qualche abazia previo pagamento di un tributo. Reocín fece parte di questa provincia.Con la riforma amministrativa del regno di Spagna nella prima metà del XIX secolo che pose fine al regime feudale Reocín divenne nel 1835 comune costituzionale entro gli attuali confini e con capoluogo Puente San Miguel. Come gli altri comuni delle Valli entrò a far parte della provincia della Cantabria. La riforma dello stato che pose fine alla dittatura dopo la morte di Francisco Franco e che risolse il problema regionale, divise la Spagna in 17 comunità autonome con proprio parlamento e amministrazione con prerogative diverse. I territori delle Valli, e quindi anche quelli di Reocín, fecero parte della comunità autonoma e della provincia di Cantabria. Nel 1853 fu scoperto il giacimento di minerale di zinco più grande d'Europa e se ne iniziò lo sfruttamento intensivo. La popolazione del comune, per effetto dell'immigrazione causata soprattutto dall'industrializzazione dei comuni vicini, è notevolmente aumentata nell'ultimo secolo passando dai 2.750 abitanti del 1900 ai 6.999 del 2001 e agli 8.210 del 2008.Monumenti e luoghi d'interesseLa "Iglesia Parroquial de Valles", chiesa con resti romanici, la "IglesiaParroquial de Barcenaciones" del XVI secolo, la "Capilla de San Benito" a Barcenaciones del XVIII secolo, la "Capilla de San Miguel" a Puente San Miguel del 1733 su un'antica chiesetta, la "Capilla de San José" del XVII secolo a Cerrazo, la "Ermita de San Adrián" del 1654 a Valles su un'antica costruzione romanica, la "Ermita de San Pedro" del XVII secolo a Puente Dan Miguel, la "Ermita de Angel de Guarda" del XVIII secolo ristrutturata nel 1922 a Villapresente, la "Ermita de Buen Suceso" del XVIII secolo a Quijas e le chiese di "San Ginés" a Cerrazo del XVII secolo, "San Juan Bautista" del XVII secolo a Barcenaciones, "San Andrés" del XVIII secolo a Cerrazo, "Parrocchiale" di Villapresente del XVIII secolo, "San Miguel" a Puente San Miguel del 1969, "San Esteban" nella località omonima del XVII secolo, "Parrocchiale" di Helguera del 1971.Dell'architettura civile sono da ricordare: la "Torre y Palacio de Bustamante" nella località di Quijas, le "Casonas solariegas" del XVII e XVIII secolo in diverse località del comune, la "Finca de Puente San Miguel" della famiglia Botin-Sanz de Sautola (la "finca" è un podere con casa padronale).Numerose sono le "Cuevas", grotte e cavità alcune delle quali decorate con arte rupestre preistorica. Fra queste le più notevoli sono "La Lora" e quella della "Estacion" scoperte all'inizio del XX secolo e dichiarate "Bien de Interés Cultural" per proteggerle da possibili vandalismi.FesteCome in tutta la Spagna ogni località ha le sue feste, religiose e laiche insieme. Nel municipio di Reocín si festeggiano il 13 giugno "San Antonio", ad Helguera il 16 giugno "San Adrian", a Valles, il 24 giugno "San Juan" a Villapresente, l'11 luglio "San Benito" a Puente San Miguel festa dichiarata di interesse regionale, il 27 luglio "El Carmen" a Villapresenta, il 15 e 16 agosto "Las lofradias y San Roque" a Carancesa, il 24 e 25 agosto "San Vitores" a Veguilla, il 25 agosto "San Ginés" a Cerrazo, il 29 agosto "San Juan" a Golbardo, il 30 agosto "Santos Martires" a Quijas, il giorno 8 settembre "N.tra S.ra de Consolacion" a Quijas, il 29 settembre "San Miguel Arcangel" a Puente San Miguel, il 4 dicembre "Santa Barbara" nel quartiere omonimo di Puente San Miguel.Il 28 luglio si celebra il "Dia de la costitucion de Cantabria ", l'anniversario della costituzione della provincia di Cantabria che ebbe luogo in Puente San Miguel il 28 luglio del 1778. Dopo la messa solenne c'è l'alzabandiera della Cantabria e, terminate le celebrazioni ufficiali, c'è la parte ludica e folcloristica della festa con gare sportive ed esibizioni di gruppi di danzatori e di coristi.Ogni quattro anni si celebra la "Jornada de convivencia" a ricordo di quando per allargare in superficie le miniere di minerale di zinco vennero espropriate case e terreni di un intero quartiere di Reocín e 3000 persone dovettero emigrare a Puente san Miguel e Torrelavega.Altri progettiCollegamenti esterniComuni della comunità della Cantabria|ReocinComuni della provincia della Cantabria|Reocin
1,806,992
http://it.wikipedia.org/wiki/That%27s_Right
That's Right."That's Right" è una canzone della cantante R&B statunitense Ciara che vede la collaborazione del rapper Lil Jon, che aveva già prodotto il primo singolo della cantante, "Goodies". "That's Right" doveva essere il quarto singolo estratto, quinto in Nord America, dal secondo album in studio della cantante, '. "That's Right" parla dell'emancipazione femminile e di una coppia di fidanzati. La canzone è stata pubblicata solo come videoclip il 25 dicembre 2007.Pubblicazione"That's Right" inizialmente era confermato come quinto singolo, in Nord America, estratto dall'album, quarto in Europa e terzo nel Regno Unito. La canzone era una delle tre scelte per il terzo singolo statunitense (secondo nel resto del mondo), tra Like a Boy", "Can't Leave 'Em Alone" e "That's Right". "Like a Boy" venne scelto come terzo singolo statunitense, "Can't Leave 'Em Alone" divenne il quarto singolo statunitense e "That's Right" non fu più pubblicato per ragioni sconosciute.Critiche"That's Right" è stato ben accolto dalle critiche musicali. La canzone è stata descritta anche come "una canzone molto sexy per aprire l'album" e che la voce di Ciara era allo stesso tempo sexy e morbida e la voce di Lil Jon molto forte.VideoIl video di "That's Right" è stato girato il giorno dopo quello di "Can't Leave 'Em Alone" ed è stato diretto da Fat Cats. L'11 luglio 2007 uno sconosciuto ha messo il video su internet, quando ancora non si sapeva neanche il giorno della premiere. Il video è divenuto disponibile a mezzanotte del 25 dicembre 2007 sullo spazio Myspace di Ciara. Il 15 gennaio 2008 il singolo è stato trasmesso per la prima volta in televisione, nel programma 106 & Park della Black Entertainment Television.Il video inizia con Ciara, Monica e la coreografa di Ciara, sedute in una macchina ferma ad un distributore di benzina, mentre un cellulare suona. Poi la visuale si sposta su Lil Jon, situato in una stanza con una parete blu ed indossa delle collane con scritto "Crunk". Poi finito il verso rap di Lil Jon si vede Ciara su una macchina che canta. La fine del video si svolge con delle coreografie.NoteThat's Right
7,123,534
http://italy.indymedia.org/news/2006/02/1001631.php
Warning: mysql_connect() [function.mysql-connect]: Access denied for user 'imc_italy'@'localhost' (using password: YES) in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 28Warning: mysql_select_db(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 29Warning: mysql_query(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 40Warning: mysql_errno(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 115Warning: mysql_fetch_array(): supplied argument is not a valid MySQL result resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 50Ora c'è la foto di Federico sul blog. La foto di Federico da morto, con i segni delle percosse sulla faccia, il viso gonfio, le labbra tumefatte, il sangue uscito dalla testa che impregna un lenzuolo. Per Patrizia Aldrovandi è l'ultimo sasso buttato nello stagno, l'ennesimo sforzo di non arrendersi mentre tutto, a Ferrara, sembra lavorare perché le indagini sulla morte del figlio finiscano in un'archiviazione: «Non avrei mai messo quella foto in piazza, ma voglio che tutti vedano, tutti sappiano di cosa stiamo parlando. E non si tratta di teorie, ma di un ragazzo morto durante un fermo di polizia mentre rientrava a casa. Un ragazzo che non aveva fatto male a nessuno». E sull'opportunità di sottoporsi a questo strazio, la risposta è decisa: «Io soffro, ma Federico ha sofferto molto di più». A far esplodere Patrizia, che da qualche giorno è entrata in possesso di quella foto, i risultati della perizia disposta dalla Procura sul corpo di Federico. Le conclusioni sono state depositate ieri, e la pm Mariaemanuela Guerra non ha voluto rilasciare dichiarazioni, attese per oggi. Ma sono bastate le parole pronunciate dal dottor Stafano Malaguti dell'Istituto di medicina legale di Ferrara, che ha condotto la perizia, a far capire che aria tira: «Abbiamo rintracciato una causa di morte. E le nostre conclusioni divergono da quelle dei periti di parte».I medici incaricati dalla Procura, insomma, non concordano con quanto sostenuto dai periti della famiglia Aldrovandi e cioè che Federico sarebbe stato ucciso dalla pressione esercitata sul suo corpo per almeno undici minuti dagli agenti che tentavano di ammanettarlo. Massimo riserbo su quali siano le cause della morte secondo i periti della Procura ma ieri a Ferrara rimbalzava una parola, «sovradosaggio», che lascia presagire cosa sia contenuto in quelle trenta pagine che compongono la perizia: secondo i medici le sostanze stupefacenti rilevate nel sangue di Federico, eroina e chetamina, hanno giocato un ruolo nel decesso del ragazzo. Quanto determinante, sarà la Procura a chiarirlo. Ma c'è una evidente differenza con quanto sostenuto dai periti di parte, che ovviamente riconoscono la presenza di quelle sostanze ma non ritengono possano essere state un fattore determinante. Forse la perizia evidenzierà che l'eroina può avere un effetto depressivo sulle vie respiratorie, o che può incidere sul sistema cardiocircolatorio. Sarà interessante capire come ne uscirà la Procura: di certo non si potrà sostenere che Federico sarebbe morto comunque, anche se non avesse ingaggiato la famosa colluttazione con i quattro agenti. D'altronde la fotografia di Federico parla chiaro: non è la droga a lasciare quei segni sulla faccia, qualcuno c'è andato con la mano pesante. Le solite voci di corridoio parlano di un imminente invio degli avvisi di garanzia ai quattro poliziotti, anche se il capo d'accusa non sarà omicidio.
1,126,012
http://it.wikipedia.org/wiki/Caparra_%28Bibbia%29
Caparra (Bibbia).Termine di origine semitica, cfr. Genesi 38:17 ss., (ערבו, "‛ērābhōn") dove è tradotto in greco dalla Septuaginta: ἀρραβῶνά "arrabõnà".Nel Nuovo Testamento il termine “caparra” (o "pegno") si trova solamente tre volte: 2 Corinzi 1:22; 5:5; Efesini 1:14 e designa lo Spirito Santo che nel “tempo presente” è concesso soltanto come “caparra” o "pegno" di beni futuri. I credenti, in questa vita, possiedono soltanto le “primizie” dello Spirito (Romani 8:23). Queste “primizie” lottano ancora con la “carne” (Galati 5:17) e lo Spirito intercede per quelli che sono nell'angoscia, “con sospiri ineffabili” (Romani 8:26). Ciò non significa che lo Spirito sia stato dato solo in parte, ma che per ora, non manifesta ancora tutti i suoi effetti: esso è caparra, “pegno” del Regno che viene.Il fatto che lo Spirito Santo abiti nel cristiano e rinnovi di giorno in giorno il suo "uomo interiore", è garanzia che nell'avvenire escatologico questo Spirito renderà viventi il suo corpo mortale e che il tempo della fine è ormai inaugurato (Romani 8:11).Voci correlateBibbiaTeologia cristiana
1,306,424
http://it.wikipedia.org/wiki/Valerano_della_Bassa_Lorena
Valerano della Bassa Lorena.Egli fu Duca di Limburg e Conte di Arlon dalla morte del padre (1119 circa). Gli venne affidato il Ducato della Bassa Lorena dopo la morte di Lotario di Supplinburgo nel 1125.BiografiaEgli era figlio di Enrico della Bassa Lorena (1101–1106), e di Adelaide di Pottenstein. Enrico venne forzato a cedere il ducato a Goffredo I di Leuven dall'ascesa di Enrico V, ma mantenne il titolo ducale. Con l'ascesa di Lotario, Goffredo venne costretto a restituire i domini a Valerano. Goffredo non era intenzionato in questa libera donazione e perciò scoppiò una guerra, specialmente dispute sull'autorità sull'Abbazia di Sint-Truiden. Nel 1129, Valerano ed il Vescovo di Liegi, Alexandre de Juliers, distrussero le forze di Goffredo a Wilde. In seguito Valerano e Goffredo si riconciliarono, e quest'ultimo poté continuare ad usufruire del titolo ducale.Nel 1129, Valerano venne sconfitto a Duisburg. Nel 1139, Lotario morì e Valerano supportò Corrado di Hohenstaufen, nella sua elezione ad Imperatore. Valerano venne succeduto da Goffredo II di Leuven in Lorena.Duchi di LorenaWaleran, Duke of Lower Lorraine
2,422,899
http://it.wikipedia.org/wiki/Office_lady
Office lady.Con il termine office lady'", termine spesso abbreviato in "'OL'" (Giapponese: オーエル "Ōeru"), si designa in Giappone una impiegata nel settore terziario di sesso femminile non sposata. Analogamente a quanto accade per molti individui non sposati nei Paesi avanzati, le office ladies vivono con i propri genitori sin oltre le soglie dell'età adulta. Le office ladies ricoprono perlopiù incarichi full time con contratti indeterminati, sebbene di rado abbiano effettive possibilità di avanzamento di grado nella loro carriera; a ciò si aggiunge l'obbligo implicito di lasciare il lavoro al momento del matrimonio, al fine di non gravare l'impresa di oneri sociali e previdenziali.Il termine OL trova applicazione anche ad Hong Kong a causa della forte influenza culturale del Giappone.StoriaL'origine delle office ladies si colloca a partire dal secondo dopoguerra, allorquando l'attività del terziario cominciò a svilupparsi in maniera impetuosa. Originariamente erano conosciute come "BGs'" (dove "'B'" stava per business e "'G'" per girl), ma in seguito il termine venne modificato per evitare fraintendimenti con l'analoga espressione inglese "'B-girls'" (Bar girls), indicante le prostitute."Josei Jishin", un giornale femminile, indisse una competizione per trovare un nome più adatto. OL fu scelto nel 1963.Negli anni ottanta il ruolo di OL era il lavoro più comune presso le donne giapponesi, impiegando circa un terzo della forza lavoro femminile.Le OL nei mediaRappresentazioni stereotipate delle office ladies sono presenti nei josei manga e negli anime, venendo raffigurate come persone attraenti, intelligenti e malinconiche, annoiate dal loro lavoro e soggette a pressioni da parte delle loro famiglie; in genere costrette a fronteggiare difficoltà di natura psicologica.Voci correlateNoteBibliografiaOgasawara, Yuko. "Office Ladies and Salaried Men: Power, Gender, and Work in Japanese Companies". Berkeley, Calif.: University of California Press, 1998..Collegamenti esterniGiapponeOffice lady
855,083
http://it.wikipedia.org/wiki/Domenica_Laetare
Domenica Laetare.L'espressione domenica'" "Laetare"' indica, nel calendario liturgico della Chiesa cattolica, la quarta domenica della Quaresima.Questa espressione era nel passato utilizzata comunemente, mentre ora è utilizzata soltanto raramente.L'origine dell'espressione deriva dall'inizio ("incipit") dell'introito cantato nella messa di tal giorno, che, in latino, inizia con "Laetare Jerusalem", che significa: "Rallégrati, Gerusalemme".La "domenica Laetare", essendo legata alla data della Pasqua, può cadere in una data compresa tra il 1 marzo e il 4 aprile.In tale giornata, secondo le regole dei colori liturgici, nella chiesa Cattolica, è possibile utilizzare il rosa nei paramenti liturgici, invece del viola, normalmente utilizzato durante la Quaresima.L'uso dei paramenti rosa è ammesso anche in una domenica dell'Avvento: la domenica Gaudete.Questa domenica voleva un tempo essere per i fedeli una breve sosta nel cammino di penitenza che il tempo di Quaresima richiedeva, con la possibilità anche di interrompere il lungo digiuno. Il rosa quindi, pur rimanendo legato al viola della penitenza, era alleviato dal bianco dell'imminente solennità.QuaresimaLaetare Sunday
2,238,655
http://it.wikipedia.org/wiki/Prima_battaglia_di_Noirmoutier
Prima battaglia di Noirmoutier.La prima battaglia di Noirmoutier'" è stata una battaglia della Prima Guerra di Vandea combattuta il 12 ottobre 1793 sull'isola di Noirmoutier.AntefattoDa tempo François Charette voleva prendere afferrare di l'isola di Noirmoutier. Gli abitanti dell'isola stavano dalla parte dei vandeani e inoltre da qui potevano comunicare con la Gran Bretagna. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre, Charette fece un primo tentativo attraversando il passaggio di Gois con 2.000 uomini, ma i suoi soldati si diedero alla fuga dopo i primi spari.La battagliaDopo avere vinto nella battaglia di Saint-Fulgent il 22 settembre, l'esercito vandeano decretò che la presa di Noirmoutier era un obiettivo prioritario. Il 9 ottobre, Charette e i suoi 3.000 uomini lasciarono Legé, che però il giorno successivo cadde in mano ai repubblicani del generale Haxo.Charette marciò quindi su Saint-Gilles-Croix-de-Vie ma la città era ben difesa, così prese Bouin nella sera dell'11 ottobre e fece riposare il suo esercito, in attesa di attraversare il passaggio di Gois, percorribile a piedi solo con la bassa marea.Il 12 ottobre, all'una del mattino, Charette e i suoi iniziarono a mettersi in marcia attraversando l'Arche-de-l'Eglise e Beauvoir-sur-Mer. Ma improvvisamente, dopo alcuni minuti di marcia, si accorsero che dietro di loro stava risalendo la marea e quindi non potevano fuggire in caso di sconfitta. In realtà Charette percorse più strada volontariamente in modo che con l'alta marea i suoi non si sarebbero potuti ritirare come era accaduto a settembre, in questo modo erano costretti a vincere la battaglia.I vandeani allora passarono all'attacco, prendendo di sorpresa l'artiglieria repubblica posizionata a nord di Barbâtre, che serviva per difendere il passaggio di Gois. Una volta entrati in città gli abitanti si unirono all'esercito vandeano. Questi risalirono quindi verso il nord e respinsero una distaccamento repubblicano sul monte La Casie e il loro comandante Richer venne ucciso da Charette. I vandeani attaccarono la città di Noirmoutier, mentre i repubblicani comandati dal generale aiutante Conrad Wieland si erano barricati nel castello della città.Ma Wieland resosi conto che non aveva alcuna possibilità di vittoria, propose la resa a Charette che quest'ultimo accettò. Charette propose quindi a Wieland di unirsi a lui, ma questo rifiutò così decise di lasciare libero Wieland e i suoi ufficiali a patto di non abbandonare l'isola, mentre tutti il resto dell'esercito repubblicano venne fatto prigioniero.ConseguenzeCharette in seguito alla battaglia lasciò Noirmoutier, lasciando la metà delle sue truppe per garantire la difesa dell'isola e incaricando René de Tinguy e Dubois de La Pastelière di prendere il comando, portò poi i prigionieri repubblicani a Bouin, affidandoli al suo tenente Pageot dove vennero rinchiusi nelle carceri della città. Ma tra i prigionieri furono riconosciuti alcuni soldati del quinto battaglione dei cacciatori della Manica responsabili delle esecuzioni sommarie a Machecoul nell'aprile del 1793, così dopo alcune agitazioni dei prigionieri, Pageot prese a pretesto un tentativo di ribellione per giustiziare i responsabili del massacro. Fece fucilare quindi circa 200 prigionieri: i cacciatori della Manica e alcuni artiglieri di Noirmoutier che parteciparono alla rivolta.BibliografiaContro-rivoluzioneBattaglie delle Guerre di VandeaFirst Battle of Noirmoutier
7,407,399
http://www.cineblog.it/post/9146/ninja-assassin-il-nuovo-film-dei-wachowski-e-un-remake
Non sono arrivate ancora smentite o conferme ufficiali della cosa, però non ci sarebbe certo da stupirsene, visto che anche in matrix il saccheggio di idee era stato massiccio (e questa non è un’accusa a matrix) ma se questo film è davvero un remake (oppure un semplice plagio) ci sarebbe piaciuto saperlo prima.
7,805,330
http://www.tvblog.it/post/14605/ascolti-tv-di-sabato-20-giugno-2009-sei-giorni-sette-notti-vince-su-scherzi-a-parte-story-paperissima-sprint-sempre-il-piu-visto
Ascolti Tv di sabato 20 giugno 2009: Sei giorni sette notti vince su Scherzi a Parte Story. Paperissima Sprint sempre il più vistopubblicato: lunedì 22 giugno 2009 da ShareSu Rai Uno, il film Sei giorni, sette notti con Harrison Ford (programmato a sorpresa dopo lo spostamento delle Confederation Cup su Raidue) vince la serata con 3.797.000 telespettatori e il 20,68% di share. Su Canale 5, Scherzi a Parte Story si porta a casa il 15,75% e 2.619.000 telespettatori.Su Rai Due, la partita di calcio Spagna-Sudafrica valevole per la Confederation Cup ottiene 2.348.000 telespettatori, 12,50% di share. Su Italia Uno, il film Una ragazza e il suo sogno con Amanda Bynes, Colin Firth e Kelly Preston totalizza 2.954.000 telespettatori e il 16,13% di share.Su Rai Tre, il film I mitici-Colpo gobbo a Milano con Claudio Amendola e Monica Bellucci si porta a casa 1.363.000 telespettatori e il 7,27% di share. Su Retequattro, il primo episodio della serie Criminal Intent registra 1.352.000 telespettatori, share 7,06% e il secondo, 1.471.00 con uno share dell’8,47%.Su La Sette, il telefilm L’ispettore Barnaby raduna 768.000 telespettatori e il 4,13% di share.Paperissima Sprint si conferma il programma più seguito della giornata con 4.473.000 telespettatori e il 23,72% di share.Per consultare la classifica dei primi 10, cliccate QUI.Ascolti Tv Giovedì 2 settembre 2010: Il peccato e la vergogna con 5,7 mln (28,53%) batte Montalbano in replica. Il Tg La7 di Mentana vola all'8,38% del 03 set 2010Ascolti Tv Mercoledì 1 settembre 2010: esordio boom per Il peccato e la vergogna al 27,01% e 5,6 mln, I Promessi Sposi all'11%, record per Velone. I provini di X Factor 4 al 12% del 02 set 2010Ascolti Tv Martedì 31 agosto 2010: vince Un medico in famiglia 6 (17,21%, 21,33%) su Sbirri (17,45%). Tg La7 con Mentana tiene il 6,64%, Da Da Da vola a 6 mln del 01 set 2010Ascolti Tv Domenica 29 agosto 2010: in 4,5 mln per la Moto GP (21,36% sugli ind., 24,63% sul target comm.le). Un medico in famiglia 6 al 13,7% e al 18,8%, F1 al 47,27% del 30 ago 2010ascolti 20 giugno 2009, ascolti tv 20/06/2009, auditel, confederation cup, scherzi a parte story, sei giorni sette nottiAmadeus da settembre «torna a casa», in Rai. Un po’ come il figliol prodigo, di cattolica memoria. Solo che qui, ad accoglierlo, c’è papà - Marano. Il direttore di RaiDue ha infatti riaperto le porte dell’azienda al volto de “L’eredità”, scippato alla Rai nel 2006 dalla concorrenza. Peccato che dall’altra parte della barricata, l’esistenza non sia stata così rosea come promesso. Dieci anni di successi Rai si sono tradotti, a sorpresa, in tre flop Mediaset. “Formula segreta”, su Canale5, è stato frettolosamente sostituito, battuto proprio dalla ripudiata “L’eredità”. Il quiz “1 contro 100”, nel 2007, è durato il breve giro di un’estate, non rientrando nella media di Canale5, fissata al 23%. Ad aprile 2008, si è tentato persino un esperimento su Italia1, con “Canta e vinci”. Risultato: 5,98% di share seguito da perentoria sospensione. Poi più nulla, per un anno e mezzo. Finché non è arrivata una certa telefonata, da Viale Mazzini…Contento di tornare in Rai?«Sono l’uomo più felice del mondo. Con enorme piacere, da settembre condurrò “Mezzogiorno in famiglia”, su RaiDue, insieme a Michele Guardì. Mi sento come se fossi tornato a casa».Anche perché l’esperienza in Mediaset non è stata serenissima…«No, non lo è stata. Non ho mai avuto la possibilità di lavorare con continuità. Sebbene fossi stato ingaggiato per occuparmi del preserale di Canale5, la mia presenza in video non ha mai superato i tre mesi consecutivi, se si eccettua l’estivo “1 contro 100”».Un po’ poco…«Direi. Non mi era mai capitato di stare fermo così a lungo: l’ultima trasmissione per Italia1 risale ad aprile scorso, mentre per Canale5 dobbiamo andare addirittura a gennaio 2008. Inoltre non vedo e non sento più nessuno da un anno e mezzo».Nessuno l’ha contattata? Eppure si era parlato di un nuovo progetto per Italia1.«Il direttore Luca Tiraboschi, con il quale ho un ottimo rapporto, voleva che prendessi la fascia del preserale, attualmente occupata dalla “Ruota della fortuna”. L’idea era di lanciare, a metà settembre, “Il colore dei soldi”: un quiz che avevo personalmente segnalato. Avevo anche già iniziato a lavorarci, a livello redazionale, tra marzo e aprile, ma non sono stato chiamato né ricevuto da nessuno della dirigenza».Invece è arrivata la telefonata dalla Rai, per “Mezzogiorno in famiglia”.«Esattamente. Avevo 24 ore di tempo per decidere ma mi sono bastati 24 secondi: ho accettato seduta stante. Al mio agente Lucio Presta ho detto: voglio stare in Rai tutta la vita».Non devono averla presa bene, a Mediaset…«Tiraboschi ha compreso le mie ragioni e il rapporto è molto sereno. La mia è una motivazione puramente artistica: non sono abituato a rimanere in panchina e non mi piace essere pagato per restare fermo. Non c’è nessun altro motivo, né personale (ci mancherebbe altro!) né, men che meno, economico».Tre flop sono tanti. Come se li spiega?«Non mi è stato dato il tempo di rodare i programmi. “1 contro 100” è andato in onda d’estate, registrando oltre il 21% di share. A tutt’oggi hanno provato altri quattro format, ossia “Sarabanda”, “Jackpot”, “Fifty Fifty”, “Chi vuol essere milionario - edizione straordinaria”, e nessuno di questi ha fatto meglio di “1 contro 100”. Eppure solo il mio quiz è stato bollato come flop. Non è giusto».Con il senno del poi, è pentito di essere passato a Mediaset?«Se rispondessi di no, sembrerei un bugiardo. All’epoca però sentivo di dover provare questa esperienza. Inoltre sono convinto che questi anni difficili mi abbiano fatto bene, anche sul piano personale».Con “Mezzogiorno in famiglia” lascia però il preserale. È dispiaciuto?«Mi piace questa nuova collocazione: mi sposto all’ora di pranzo, nel week end. Marano ha pensato, per me, a un rientro familiare, spiegandomi che devo ritornare nelle case della gente. Inoltre mi entusiasma l’idea di lavorare con Guardì: è professionale e vulcanico. Sento che da lui potrò imparare molto».Il programma subirà dei cambiamenti?«È ancora presto per dirlo: al momento ho solo incontrato velocemente Guardì, settimana scorsa. Immagino che ci saranno delle novità ma l’atmosfera popolare resterà identica».È vero che condurrà, anche quest’anno, i “Venice Music Awards”?«Così si dice, ma sono solo voci. Se me lo proponessero, accetterei volentieri».- RAI UNO 15,43%- RAI DUE 9,95%- RAI TRE 7,05%- RETE 4 7,15%- CANALE 5 17,74%- ITALIA 1 14,60%- LA 7 3,22%- TOT. SAT 13,26%- TOT. TERRESTRI 9,80%Pagina 1 di 11 - Totale commenti: 5391 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 Successivi »Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? Si NoGrande Fratello 10Grande Fratello 9I Cesaroni 4L'Isola dei Famosi 7
732,802
http://it.wikipedia.org/wiki/MX-80_Sound
MX-80 Sound.Gli MX-80 Sound'" sono un gruppo musicale punk rock statunitense formatosi nel 1977 e tuttora in attività.StoriaOriginari dell'Indiana, nel 1978 in seguito all'annullamento del contratto con la Island Records si spostano a San Francisco e vengono accolti all'interno della Ralph Records dei Residents.Quando approdano alla Ralph Records hanno già all'attivo un album ("Hard Attack") e un ep ("Big Hits") entrambi incentrati su un art punk rumorista discendente dai Pere Ubu e caratterizzati dall'incandescente chitarrismo.È nel 1980 che vengono alla ribalta con "Out of tunnel". Qui la miscela esplosiva tra punk, hard rock e freejazz, il dialogare della base ritmica con la chitarra acida e beefheartiana di Bruce anderson (leader carismatico del gruppo), il sax di Rich Stim contribuiscono a creare un'esperienza entusiasmante, che in qualche modo spiana la strada a quella che sarà l'esperienza dei Sonic Youth e a certo hardcore americano.Nell'Aprile 2006 è deceduto Dave Mahoney, batterista del complesso.ComponentiGruppi o voci CorrelateInfluenzeArtisti affiniArtisti collegatiArtisti ispirati.DiscografiaCollegamenti esterni
7,408,067
http://www.cineblog.it/tag/Maggie+Cheung
Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds, Usa, Germania 2009) di Quentin Tarantino; con Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Daniel Brühl, Eli Roth, Samm Levine, B.J. Novak, Til Schweiger, Cloris Leachman, Samuel L. Jackson, Mike Myers, Michael Fassbender, Julie Dreyfus, Paul Rust, Rod Taylor, Maggie Cheung, Christian Berkel, Gedeon Burkhard, Martin Wuttke, August Diehl, Denis Menochet, Jacky Ido, Richard Sammel, Omar Doom, Sylvester Groth, Michael Bacall, Léa Seydoux, Michael Kranz, Enzo G. Castellari, Ludger Pistor, Anne-Sophie Franck, Soenke Möhring, Anastasia Schifler.Penso che quest’ultimo sia il mio capolavoro. Una frase può racchiudere un’intera recensione? Sì, almeno nel caso di Bastardi senza Gloria, atteso ritorno alla regia di Quentin Tarantino, che ha deciso di chiudere con cotanta modestia, proprio con questa battuta, il suo ultimo lavoro, per l’appunto forse il migliore.Quel genio maledetto di Quentin è riuscito nuovamente a realizzare qualcosa di talmente folle da lasciare di stucco, permettendosi addirittura di riscrivere la storia della 2° Guerra Mondiale, iniziando il tutto con un favolistico “C’era una volta nella Francia occupata dai Nazisti“, magnifico prologo alle strepitose 2 ore e mezza di pellicola che seguiranno, tanto sublimi da meritare una cascata di candidature ai prossimi Oscar, che già da ora possiamo definire Bastardi…Unico film americano in concorso al Festival di Cannes, Bastardi senza Gloria si prepara alla proiezione che lo porterà dinanzi ai giornalisti di tutto il mondo, da giorni in attesa del nuovo ed attesissimo film di sua maestà Quentin Tarantino. Oggi, a 3 messi dall’uscita nelle sale statunitensi, il film ci regala ben 3 scene inedite, per voi dopo il saltino.Omaggio ufficiale a Quel maledetto treno blindato del nostro Enzo G. Castellari, con tanto di prequel e sequel già annunciati, nel caso in cui il film dovesse andar bene al box office, sullo schermo vedremo Brad Pitt, Eli Roth, Diane Kruger, Christoph Waltz, Samm Levine, Daniel Brühl, Michael Fassbender, Julie Dreyfus, Maggie Cheung e Samuel L. Jackson. Il 6 ottobre l’uscita nelle sale italiano. Tanto, tantissimo tempo ancora, per un’attesa da calmare con queste 3 scene inedite, che troverete dopo aver cliccato su continua.Ormai siamo in direttura d’arrivo, i Bastardi senza gloria di Quentin Tarantino debutteranno al Festival di Cannes fra un mesetto, portando per la terza volta il regista sulla croisette dopo Pulp Fiction, Palma d’Oro nel 1994, e Grindhouse - A prova di morte nel 2007.Noi nel frattempo vi facciamo vedere una featurette mandata in onda la notte scorsa durante American Idol. Nella clip ci viene mostrato parte del dietro le quinte del film e, per la prima volta, possiamo vedere l’aspetto del Generale Ed Fenech, interpretato da Mike Myers.Ricordandovi che la pellicola non sarà un remake ma - nelle parole di Tarantino - un omaggio ufficiale a Quel maledetto treno blindato del nostro Enzo G. Castellari, sullo schermo vedremo impegnati Brad Pitt, Eli Roth, Diane Kruger, Christoph Waltz, Samm Levine, Daniel Brühl, Michael Fassbender, Julie Dreyfus, Maggie Cheung e Samuel L. Jackson.Abbiamo visto ieri il primo teaser poster di Inglourious Basterds, attesissimo ritorno in sala di Quentin Tarantino. A poche ore di distanza arrivano tre nuovissime, nonchè splendide, locandine del film, in arrivo nel nostro paese il prossimo 6 ottobre.Ricordiamo che la pellicola vuole ufficialmente essere un omaggio a Quel maledetto treno blindato di Castellari. Sullo schermo vedremo impegnati Brad Pitt, Eli Roth, Mike Myers, Diane Kruger, Christoph Waltz, Samm Levine, Daniel Brühl, Michael Fassbender, Julie Dreyfus, Maggie Cheung e Samuel L. Jackson.Sognavamo un’uscita in contemporanea ma non sarà così. Inglourious Basterds di Quentin Tarantino uscirà negli Usa il prossimo 21 agosto, data obiettivamente complessa per il mercato italiano. Era scontato che in Italia saremmo andati incontro ad un leggero slittamento, a conti fatti però superiore al mese, visto che il film arriverà nei nostri cinema il 6 ottobre del 2009.Ricordandovi che la pellicola sarà un omaggio ufficiale a Quel maledetto treno blindato del nostro Castellari, e che sul set vedremo attori del calibro di Brad Pitt, Eli Roth, Mike Myers, Diane Kruger, Christoph Waltz, Samm Levine, Daniel Brühl, Michael Fassbender e Julie Dreyfus, Maggie Cheung e Samuel L. Jackson, segnatevi la data… 6 ottobre!Quentin Tarantino ha dichiarato ufficialmente che vuole finire assolutamente Inglourious Basterds entro la nuova edizione del Festival di Cannes, così da tornare quasi sicuramente in concorso per la terza volta dopo Pulp Fiction, Palma d’Oro nel 1994, e Grindhouse - A prova di morte nel 2007.In uscita nei cinema nel luglio del 2009, ed omaggio ufficiale a Quel maledetto treno blindato del nostro Castellari, il film vedrà sul set attori del calibro di Brad Pitt, Eli Roth, Mike Myers, Diane Kruger, Christoph Waltz, Samm Levine, Daniel Brühl, Michael Fassbender e Julie Dreyfus, Maggie Cheung e Samuel L. Jackson.Inglourious Basterds di Quentin Tarantino è un’inesauribile fonte di notizie. Dal set tedesco dove sono attualmente in corso le riprese, arrivano oggi nove nuovissime immagini e anche la spiegazione del perchè il regista abbia deciso di cambiare il titolo al suo nuovo lavoro. Pare, infatti, che la scelta sia stata fatta per evitare che il film potesse essere confuso con quello di Enzo G. Castellari Quel Maledetto treno blindato (il cui titolo in inglese è proprio Inglorious Bastards), al quale Tarantino si è ispirato.
2,004,021
http://it.wikipedia.org/wiki/Ricerche_filosofiche_sull%27essenza_della_libert%C3%A0_umana
Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana."'Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana"' è un'opera scritta nel 1809 da Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling.In essa Schelling vede la libertà umana come non incompatibile con il panteismo, ossia il "deus sive natura" spinoziano.Nel sistema panteistico la libertà non è sacrificata in nome di una ineluttabile necessità né ha un valore meramente formale.Solo nell'uomo si scontrano i principi del bene e del male, dove il male non viene giudicato in maniera negativa, ma possiede una natura attiva e spirituale al pari del bene.Il male consiste nell'inversione del rapporto oggettivo tra principio oscuro come volontà particolare e principio luminoso in quanto volontà universale che si dà originariamente in Dio stesso.La ricongiunzione dei due principi può avvenire soltanto attraverso l'Amore e in questa ricongiunzione si esaurisce la spiegazione della Creazione e l'essenza della Rivelazione.Letteratura criticaM. Heidegger, "Schelling. Il trattato del 1809 sull'essenza della libertà umana" (1971), tr. it. a cura di E. Mazzarella e C. Tatasciore, Guida, Napoli 1994Opere filosofichePhilosophical Inquiries into the Essence of Human Freedom
7,116,837
http://italy.indymedia.org/news/2003/03/237530_comment.php
Warning: mysql_connect() [function.mysql-connect]: Access denied for user 'imc_italy'@'localhost' (using password: YES) in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 28Warning: mysql_select_db(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 29Warning: mysql_query(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 40Warning: mysql_errno(): supplied argument is not a valid MySQL-Link resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 115Warning: mysql_fetch_array(): supplied argument is not a valid MySQL result resource in /imc/sf-active/shared/classes/db_class.inc on line 50Ed i bambini a Baghdad sono un mare in movimento, presenti ovunque, escono dappertutto, ti seguono, ti rincorrono. E ti fissano dritto negli occhi. Non si sforzano di parlare, sono sufficenti pochi gesti delle mani, la mimica del viso, per farti capire in un baleno cosa vogliono da te: ho fame, oppure: posso farti da guida, o ancora: mi regali il marsupio, gli occhiali da sole, quel pennarello che hai in tasca.Chi mi parla è colpito dai bambini di Baghdad, senza più scuole, senza presente e senza futuro. Vittime tra le vittime di questo assedio fatto di bombe e missili che distrugge, devasta, ferisce, uccide, che li strappa dalle loro piccole comunità, dalle relazioni familiari. I bambini di Baghdad non sono bambini di strada, sono bambini in strada che non rinunciano a giocare proprio per quel bisogno primitivo, insopprimibile, coraggioso che appartiene ai bambini di tutto il mondo.Ma i bambini e le bambine di Baghdad, oggi, non sono come nessun altro bambino e bambina nel mondo. Non sanno neppure chi sia Donald Rumsfield o Colin Powell. Non conoscono le acrobazie diplomatiche del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, non si indignano per le omissioni e le censure della stampa, ignorano che da un paese mediterraneo con una storia antica quanto la Mesopotamia partono paracadutisti ed aerei che li verranno a bombardare. Non conoscono la solidarietà di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, che tutti i giorni scendono nelle strade dei loro paesi per gridare no alle bombe, no alla guerra.I bambini di Baghdad non sanno neppure che i bambini palestinesi sono bambini come loro. Assediati e sotto il fuoco delle armi di eserciti di invasori, di eserciti d’occupazione.Oltre un milione di questi bambini iracheni, e chissà quanti erano quelli di Baghdad, sono morti sotto il peso di un embargo che non gli ha strappato la voglia di giocare, di scherzare con gli stranieri ma che li ha abituati alla morte.Mi dicono che i bambini e le bambine di Baghdad conoscono palmo a palmo la città, ogni strada, ogni vicolo. Che sono ormai diventati degli “esperti”dei bombardamenti. Conoscono ogni luogo dove è caduto un missile, ogni voragine provocata dalle bombe. Aiutanto i reporters indipendenti a raccogliere piccoli frammenti degli ordigni, a trovare le batterie dei registratori (praticamente introvabili anche al mercato nero) indicano loro scorciatoie e nascondigli per fermarsi quando per la pioggia di bombe diventa davvero difficile muoversi.Il colera, il tifo, la diarrea sono gli altri nemici insidiosi dei bambini. La paura di epidemie è gravissima, il numero di feriti tra loro è altissimo, almeno venti tra bamibini e bambine di Baghdad sono morti sotto i bombardamenti. E ti raccontano la storia di ciascuno, come è arrivata la morte, i nomi ed i soprannomi delle piccole vittime. Come vivessero in un paese e non in una città di 5 milioni di abitanti.Mi riferisce chi mi parla che proprio ieri, vicino l’hotel “Andalus”c’era un gruppetto di bambini tra i 6 e i 10 anni che giocavano mimando la guerra, sparandosi tra loro con piccole assi di legni a mò di fucili. Ogni tanto, il più grande, emetteva un urlo gutturale tipo sirena antiaerea, quindi lanciava in aria un pesante sasso proprio in direzione degli altri. Come una bomba in arrivo tutti erano costretti a scappare per non prendere il sasso in testa.Giochi di guerra. Che sarà di loro? Mi chiede (retoricamente) il mio contatto.Non ho saputo rispondergli. Ma ho fatto in tempo a riferirgli che una ragazza italiana, Mariella, mi ha scritto ieri per dirmi che a Catania un gruppo di liceali, d’accordo con il preside ed i professori, da domani inzierà le lezioni con un minuto di silenzio in segno di solidarietà con il popolo iracheno ed i cittadini di Baghdad. E che gli stessi ragazzi con i professori si stringono a tutti coloro che sono ancora in città, reporters, fotografi, film-makers, “humans shields” che contribuiscono in modo determinate alla diffusione di informazioni e notizie senza censure. Per farci conoscere questa guerra senza mediazioni, per convincerci ancor di più della necessità di manifestare la nostra opposizione ovunque ed in qualunque modo.Oggi appuntamento alle ore 16.00 per decidere:Il posto di blocco. L'interrogatorio. Fino all'arrivo nella capitale. Così i reporter italiani ripercorrono 24 ore in mano agli iracheniFrancesco Battistini, con i colleghi Vittorio Dell’Uva, Leonardo Maisano, Lorenzo Bianchi, Luciano Gulli, Ezio Pasero Toni Fontana, è arrivato ieri pomeriggio all’hotel «Palestine» di Bagdad. Le autorità irachene sono state gentili ma esplicite: i colleghi non sono considerati giornalisti, ma cittadini stranieri entrati senza visto. Il Palestine è l’albergo dei giornalisti, ma Francesco non può trasmettere il pezzo che avrebbe voluto scrivere. Questi sono i suoi appunti, le cose che mi ha detto in fretta, nella hall, fra un interrogatorio e un controllo.Da sinistra, Fontana, Pasero, Maisano, Dell'Uva, Gulli, Battistini e Bianchi (Ansa)IL RACCONTO - «Abbiamo noleggiato alcune jeep e siamo partiti per Umm Qasr, il porto controllato dalle truppe britanniche. Si sentivano sparatorie, ma la strada sembrava percorribile e senza intoppi. Abbiamo percorso una quarantina di chilometri, fino alla periferia di Bassora. Due check-point inglesi ci hanno fermato e avvertito che la strada non era sicura. Ma i soldati lo dicono a tutti e poi eravamo in giro da qualche giorno, con tende, benzina e viveri. Non ce la siamo sentita di buttare via la nostra fatica. Siamo andati avanti, abbiamo passato un ponte e ci siamo trovati alla periferia di Bassora. Si sentivano colpi di mortaio, si vedevano profughi andare e venire dalla città, ma nel complesso la situazione ci è sembrata sotto il controllo degli iracheni. Ricordo di aver visto qualcuno pescare nel fiume e persino un traffico di automobili regolare».I giornalisti non si sono fermati, hanno incontrato un altro check-point, copertoni e qualche pietra sulla strada. Di traverso. Era una barriera irachena. «Ma ce ne siamo accorti soltanto quando l’abbiamo passata, perché alle nostre spalle è apparso un uomo armato, uno dei tanti civili con il Kalashnikov a tracolla, ma non ci ha fermato».FERMATI - L’ingresso a Bassora consente una presa di contatto con una realtà un po’ diversa da quella dei bollettini di guerra. «Mi pare che gli iracheni tengano sotto controllo la città. Ci sono persino i vigili urbani, l’illuminazione, i negozi aperti».Sono stati proprio i vigili urbani a mettere involontariamente nei guai i nostri colleghi. I quali si sono fermati per chiedere informazioni. «Volevamo raggiungere la Croce Rossa e l’arcivescovado, punti di riferimento più importanti per avere il quadro della situazione».Ad un tratto è apparso un funzionario del Baath, il partito di Saddam Hussein. Un uomo gentile ma meno disponibile a dare notizie sulle vie e sulla situazione di Bassora. «Che cosa fate qui?» ha chiesto in inglese.«Per allentare la tensione abbiamo offerto sigarette, ma il funzionario ci ha fatto capire che non era il caso. Poi ci hanno accompagnato alla sede del partito, un palazzo con un grande ritratto di Saddam Hussein e molte bandiere sulla facciata. Davanti all’edificio si era radunata una piccola folla. Hanno cominciato a lanciare slogan pro Saddam, alzando al cielo pugni e Kalashnikov. Probabilmente avevano pensato che fossimo prigionieri di guerra, probabilmente eravamo già nella condizione di prigionieri senza accorgercene».INTERROGATORIO - Il gruppetto viene fatto salire al primo piano, nella sala delle riunioni del partito. Si ritrovano tutti sotto un grande ritratto di Saddam Hussein e davanti a un dirigente, abbastanza anziano, presentato da un interprete come un eroe. «Ci hanno detto che questa stessa mattina aveva fatto saltare in aria da solo due carri armati americani».Per cominciare l’interrogatorio, viene chiamato un cronista della televisione araba Al Jazira. Intanto alcuni poliziotti frugano nelle borse, esaminano computer, maschere antigas, tute di protezione, telefoni satellitari, insomma tutto l’armamentario che ci segue ovunque, secondo la regola aurea che l’articolo più bello è quello che arriva al giornale. Questa volta il «pezzo» di Francesco non c’è, ma arriva al Corriere la sua preziosa testimonianza.«Volevano capire se fossimo in possesso di informazioni militari, se avessimo visto truppe americane nella zona, ma abbiamo spiegato che volevamo fare soltanto il nostro mestiere, capire come stessero davvero le cose a Bassora. Il funzionario ci ha chiesto se sapessimo che per entrare in casa di qualcuno si chiede permesso e che si passa dalla porta principale. Abbiamo spiegato che non sapevamo se la porta fosse aperta o socchiusa nella zona da cui siamo passati noi».CLANDESTINI - «Da questo momento siete ospiti del governo iracheno»: il funzionario ha tagliato corto, ha fatto ritirare i passaporti e ha spiegato la nuova condizione dei colleghi, ribadita il giorno dopo a Bagdad dai funzionari del ministero dell’Informazione e degli Interni. I colleghi non vengono considerati giornalisti, ma stranieri entrati illegalmente.Clandestini, insomma, «anche se trattati meglio di come trattiamo noi i clandestini in Italia» hanno fatto notare alcuni inviati nelle interviste televisive.«Ci hanno portato in un albergo, lo Sheraton, e ci hanno assegnato camerette singole. L’albergo era buio, non c’era niente da mangiare. Ci siamo arrangiati con le scatolette. In serata hanno voluto fare un secondo interrogatorio. Questa volta singolo. Uno veniva sentito accanto alla cassa e gli altri aspettavano alla portineria il loro turno. Volevano accertarsi che la nostra versione dei fatti fosse veritiera. Il momento più brutto lo abbiamo passato all’alba, quando è cominciato un forte bombardamento della città. Poi è venuto il momento della partenza per Bagdad. Abbiamo attraversato ancora una volta Bassora, avendo modo di vedere distruzioni ed effetti dei bombardamenti e la sofferenza della gente che vive laggiù».VERSO BAGDAD - Il viaggio verso la capitale irachena è andato liscio. Quattro ore, senza intoppi lungo il percorso. «La strada è sotto il controllo degli iracheni. Ci hanno dato una scorta e hanno fatto smontare e accartocciare per precauzione le targhe kuwaitiane delle nostre vetture».Nella hall dell’albergo i colleghi sono stati nuovamente interrogati. Abbiamo potuto assistere, recuperando altri particolari del racconto. Di solito gli articoli sui colleghi sono pettegolezzi o necrologi. Questa è una necessità, perché il buon lavoro fatto da Francesco e dagli altri inviati non finisse nelle sabbie irachene. Lo abbiamo raccontato per lui.30 marzo 2003 “Corriere della Sera”
940,005
http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Sportiva_Pontedecimo_1907
Unione Sportiva Pontedecimo 1907.L' Unione Sportiva Pontedecimo 1907'" nacque nel 1907 nell'allora cittadina di Pontedecimo, oggi quartiere di Genova.Lo scopo dei fondatori era quello di raggruppare tutte le iniziative sportive del territorio per consentirne lo sviluppo e la diffusione come recita l'atto costituitivo:L'associazione fu fondata il 15 agosto 1907 presso la "Trattoria Gavi". Lo statuto prevedeva che il consiglio dovesse essere formato da due membri per ogni sezione; la sede fu stabilita in via Ricreatorio dove i vari gruppi si riunivano a turno partecipando alla copertura delle spese.Da subito furono attive le sezioni ciclismo, calcio, podismo, bocce, rugby, lotta ed escursionismo.Lo scoppio della prima guerra mondiale portò alla diminuzione delle attività dell'Unione Sportiva che ripresero regolarmente alla sua fine nonostante molti dei soci fossero caduti sui campi di battaglia.La regolamentazione delle associazioni sportive operata dal regime fascista nel 1936 portarono alla modifica della denominazione sociale in "'Polisportiva Valpolcevera'" e al suo inquadramento all'interno dell'Opera Nazionale Dopolavoro. Si ebbero così l'interruzione o il ridimensionamento delle attività a causa dell'abbandono di molti soci che non tolleravano l'ingerenza del regime nella vita sociale.Dopo la guerra soltanto le sezioni ciclismo, calcio e "Gruppo Scarponi" tornarono alla regolare attività riprendendo la denominazione originale.La sezione ciclismoA cento anni di distanza ha il suo punto di forza nella sezione ciclismo che organizza, sin dalla sua prima edizione del 1934, il Giro dell'Appennino, manifestazione ciclistica professionistica giunta alla sua 68° edizione.Nel 2007, in occasione del centenario della sua fondazione, l'US Pontedecimo ha organizzato la 10^ tappa del Giro d'Italia con arrivo al Santuario della Guardia sul monte Figogna che ha visto la vittoria di Leonardo Piepoli e ha organizzato, nell'ultima settimana di giugno, la Settimana Tricolore 2007 nell'ambito della quale è stato assegnato il 98° titolo italiano conquistato dal siciliano Giovanni ViscontiLa sezione calcioLa sezione calcio vanta alcune partecipazioni al campionato di Prima Divisione dal 1932 al 1935, allora terza serie del campionato italiano, e alla Serie C dalla sua fondazione nel 1936 al 1941 e dal 1947 al 1948. Dal 1932 ha una sua scuola calcio.Attualmente milita nel campionato di Eccellenza nel girone ligure.A partire dalla stagione 2006-2007 ha assunto la denominazione di "Pontedecimo Polis" a seguito della fusione con la Polis Genova per poi tornare alla denominazione originaria dal campionato 2008-2009. Già nella seconda metà degli anni trenta il Pontedecimo aveva partecipato al campionato con una diversa denominazione, quella di "Polisportiva Valpolcevera", poi abbandonata nel secondo dopoguerra.Nell'U.S. Pontedecimo è cresciuto, fra gli altri, Enrico Chiesa.CronistoriaIl Gruppo ScarponiLa sezione escursionismo, nata su iniziativa dell'alpino Stefano Molinari, prese il nome di "Gruppo Scarponi". Aderisce alla Federazione Italiana Escursionismo.Il gruppo è sempre rimasto attivo fin dalla sua fondazione anche negli anni durante i conflitti mondiali: le attività non furono mai completamente interrotte nonostante il richiamo alle armi di molti dei soci e, dopo il proclama dell'8 settembre 1943, con l'inizio della guerra partigiana che rese impossibili le escursioni sull'appennino ligure. La continuazione delle attività fu resa possibile anche grazie al fatto che uno dei soci ottenne in gestione un rifugio ai Piani di Praglia che divennero la sede preferita per le attività.Collegamenti esterniGiro dell'Appennino|Società calcistiche italiane|PontedecimoSport a Genova|PontedecimoSquadre ciclistiche|Pontedecimo
1,447,789
http://it.wikipedia.org/wiki/Teodo
Teodo.Teodo'" (pron. [Tèodo]; in montenegrino "'Tivat'"; in serbo cirillico Тиват) è una cittadina costiera del Montenegro situata nelle Bocche di Cattaro. Teodo ha una popolazione di 9.467 abitanti (2003) ed è capoluogo dell'omonimo comune.Gran parte della popolazione è concentrata nel capoluogo, che con 9.467 abitanti rappresenta il 69% degli abitanti del comune, mentre nessun'altra località supera il migliaio di abitanti. Il comune di Teodo è in assoluto il più piccolo e più densamente popolato del Montenegro.GeografiaTeodo è situata nella baia omonima, che corrisponde al bacino centrale dei tre o quattro che compongono le Bocche di Cattaro. Ben riparata dai venti, è ubicata in una fertile area pianeggiante a sud del monte Vrmac ed è separata dal mare aperto dalla penisola di Lustizza ("Luštica").La municipalità di Teodo, che conta 13.991 abitanti ed ospita un aeroporto, si estende dal capoluogo in direzione sud (esclusa la penisola di Lustizza) ed ha uno sbocco al mare nella località turistica di Pržno.StoriaLe origini di Teodo risalgono al III secolo a.C.. Secondo le fonti documentarie la città fu un importante centro religioso nei secoli XIV e XV; il monastero di San Michele Arcangelo era sede di un arcivescovo ortodosso. Nel corso del XIV secolo varie furono le attestazioni del nome cittadino: "Teude", "Theode" e "Theudo", toponimi che vengono ricondotti al nome dell'antica regina illirica Teuta.Nel Medioevo le fertili terre di Teodo appartennero per lunghi periodi alle famiglie patrizie di Cattaro, Perzagno ("Prčanj") e Bonentro ("Dobrota"), che vi eressero castelli e villini, così come l'antica chiesa di Sant'Antonio ("Sv. Anton").La città appartenne in seguito, assieme all'intera area delle bocche, alla Repubblica di Venezia, che la tenne fino al 1797. Verso la fine del XIX secolo la città conobbe un certo sviluppo quando nel 1889 gli Austriaci fondarono l'arsenale marittimo che serve tuttora come base per l'esercito montenegrino.DemografiaIn base all'ultimo censimento (2003), la maggioranza della popolazione è serba (35,10%), seguita dai montenegrini (29,49%), croati (19,73%), musulmani (1,18%) e albanesi (1,03%). Rispetto al censimento del 1991, croati e montenegrini sono diminuiti, mentre i serbi sono balzati in prima posizione (erano il 15,30%).La municipalità di TéodoLa municipalità di Téodo ha le seguenti 12 localitàTurismoTeodo ha registrato negli ultimi anni un notevole flusso turistico, dovuto principalmente al vicino aeroporto ed alle spiagge della municipalità. La città stessa non è invece una destinazione turistica, a causa dell'inquinamento acustico. Nemmeno le spiagge sono di grande richiamo turistico, in quanto sono spesso ricoperte da piattaforme di cemento. La qualità dell'acqua non è delle migliori a causa delle attività portuali (cantieri navali, traghetto per Castelnuovo).Comuni del MontenegroBocche di CàttaroTivat
7,814,390
http://www.tvblog.it/user/stregatta/comments
(0 punti) (15 commenti)Che schifezza sto GF7… Un'ameba ha sicuramente più personalità di tutti quei 15 messi insieme. Non se ne salva manco mezzo.3 anni e 6 mesi fa(0 punti) (499 commenti)Non ho parole… E' andato via l'unico che meritava di vincere il programma.3 anni e 6 mesi fa(0 punti) (37 commenti)Il musical è "Cabaret" non "Chicago".3 anni e 6 mesi fa(0 punti) (208 commenti)Nel bene e nel male a me piace questa trasmissione e la seguo sin dalla prima edizione. In effetti la Celentano a volte calca un pò troppo la mano (e comunque sia Agata replica con toni ed atteggiamenti secondo me assolutamente inaccettabili per un'allieva) ma non posso che essere dalla sua parte quando fa affermazioni del tipo: "Ho il dovere di dire queste cose ad Agata, se non gliele dico io che sono un'insegnante chi gliele deve dire? Il fornaio?".3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (145 commenti)Nooooooooooooooooooooooooooooooo ;-( Aridatece la "Buona Domenica" di Cuccarini e Columbro!3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (4 commenti)Stupenda battuta :-)))3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (42 commenti)Quoto *Teo*…3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (30 commenti)Matellan forse non hai capito bene il senso del mio piccolo intervento… Ho fatto presente quest'episodio perchè nell'insieme dell'argomento trattato mi è sembrato, e lo ripeto, un vero e proprio controsenso. Non ho mica scritto che il servizio fosse inutile, questo me l'hai attribuito tu. E' logico che son più gravi le cacchette di topo ma ad essere pignoli secondo me per questioni d'igiene il cagnolino non l'avrebbero dovuto far entrare nell'asilo. Ti faccio poi presente che io seguo Striscia da anni ed anni e sono una grande estimatrice della trasmissione quindi per cortesia non mi mettere nella categoria di quelli che non vogliono che vengano a galla verità scomode perchè non ne faccio proprio parte ;-).3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (30 commenti)Scusate in anticipo se andrò OT ma volevo chiedervi un parere su una cosa che ho notato l'altra sera sempre a Striscia: la Stefania Petix ha fatto quel servizio sulla sporcizia presente in un asilo nido ma secondo me è stato un vero e proprio controsenso introdursi nella stessa struttura con il simpaticissimo bassotto al seguito. Adoro gli animali! ma considerato l'argomento trattato nel servizio non sarebbe stato il caso di lasciare per una volta la bestiola fuori dal servizio o quantomeno fuori dall'edificio? Mi perplimo…3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (145 commenti)Abbattetele vi prego :-|.3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (145 commenti)E poteva mancare la Prati col classico filo interdentale come mutanda? Certo che no :-x.3 anni e 7 mesi fa(0 punti) (40 commenti)Buon anno a tutti! :-)3 anni e 8 mesi fa(0 punti) (30 commenti)Ah ok, scusa Share :-) .3 anni e 8 mesi fa(0 punti) (30 commenti)"Magari sebweb, magari! Verrei pagato di più :)" @Share: ciao Share, permettimi ma secondo me hai fatto una gaffe con quest'uscita… è un pò come sputare nel piatto in cui mangi. L'avrai anche detto a modi battuta ma lavorassi io per TvBlog me lo sarei di certo risparmiato ;-).3 anni e 8 mesi faI Cesaroni 4L'Isola dei Famosi 7La Pupa e il Secchione 2Ascolti Tv Giovedì 2 settembre 2010: Il peccato e la vergogna con 5,7 mln (28,53%) batte Montalbano in replica. Il Tg La7 di Mentana vola all'8,38% (814)Ascolti Tv Mercoledì 1 settembre 2010: esordio boom per Il peccato e la vergogna al 27,01% e 5,6 mln, I Promessi Sposi all'11%, record per Velone. I provini di X Factor 4 al 12% (794)Ascolti Tv Martedì 31 agosto 2010: vince Un medico in famiglia 6 (17,21%, 21,33%) su Sbirri (17,45%). Tg La7 con Mentana tiene il 6,64%, Da Da Da vola a 6 mln (553)Ascolti Tv Lunedì 30 agosto 2010: Boom per per il Tg La7 con Enrico Mentana al 7,3% e 1,5 mln. In prime time pareggio tra SuperQuark e Juno, bene Castle e Chuck (349)Ascolti Tv Domenica 29 agosto 2010: in 4,5 mln per la Moto GP (21,36% sugli ind., 24,63% sul target comm.le). Un medico in famiglia 6 al 13,7% e al 18,8%, F1 al 47,27% (324)Ascolti Tv Venerdì 27 agosto 2010: l'Inter perde in campo ma stravince in tv con 5 mln. Dirty Dancing al 16,86%, Alisa al 22%. Paperissima Sprint al 10%, il Tg5 al 18,7% (230)tvblog è un supplemento alla testata Blogo.it registrata presso il Tribunale di Milano n. 487/06, P. IVA 04699900967. Contatti, chi siamo© 2004-2010 Blogo.it, alcuni diritti riservati sotto licenza Creative Commons.
2,280,925
http://it.wikipedia.org/wiki/Museo_Capucci
Museo Capucci.Il Museo Capucci si trova nella villa Bardini a Firenze, sulla Costa San Giorgio 2. Dedicato all'attività dello stilista Roberto Capucci, è stato aperto permanentemente il 18 ottobre 2008.Lo spazio espositivo, gestito dalla Fondazione Roberto Capucci - che si trasferì appositamente da Roma a Firenze per l'occasione - venne inaugurato il 27 ottobre 2007 con l'esposizione temporanea "Ritorno alle origini", che riscontrò un notevole successo di pubblico con circa 50.000 visitatori. Un anno dopo si è trasformata in esposizione permanente, focalizzata in particolare su una serie di dodici abiti-scultura confezionati in occasione della Biennale di Venezia del 1995 e originariamente non destinati ad essere indossati.Gli altri abiti esposti, che verranno ruotati periodicamente, sono circa 30 divisi per gruppi e coprono tutta la produzione dello stilista, fin dal 1950. Fanno da corredo le esposizioni di schizzi, bozzetti, audiovisivi, articoli di stampa e fotografie.La fondazione, inoltre, organizza periodicamente eventi didattici e seminari.Voci correlateCollegamenti esterniMusei di Firenze|Capucci
1,646,727
http://it.wikipedia.org/wiki/Inter_press_service
Inter press service.L’Inter Press Service'" (abbreviato: "'IPS'") è un'agenzia stampa internazionale specializzata in notizie ed analisi indipendenti sugli eventi e i processi legati allo sviluppo economico, sociale e politico.Con 400 corrispondenti e stringer distribuiti in oltre 150 Paesi, l'agenzia ha conquistato un suo spazio nel panorama dei media mondiali, fornendo approfondimenti quotidiani sui processi di globalizzazione e sui loro effetti, in particolare nei paesi del Sud del pianeta.StoriaL'IPS è stata fondata a Roma nel 1964 dal giornalista italiano Roberto Savio e dall'esperto argentino di politica internazionale Pablo Piacentini, con l'obiettivo di contribuire a promuovere la pace e lo sviluppo attraverso la comunicazione e l'informazione.Nata come cooperativa internazionale di giornalisti italiani e latino americani, si è andata progressivamente trasformando in un organismo internazionale non governativo che, senza fini di lucro, è attivo nei settori dell'informazione e della comunicazione.Già alla fine degli anni 60 le sedi locali dell'IPS coprivano l’intero continente latino americano. Negli anni '70, mentre la sua struttura in America Latina veniva identificata come la “voce” indipendente del continente, Governi, fondazioni ed università europee incoraggiavano l'IPS ad aprire nuove sedi nei maggiori paesi europei e in alcune capitali dell’Africa e dell’Asia.Con gli anni, il network si è ampliato fino a coprire tutti i continenti, e nel 1994, l'IPS si è giuridicamente trasformata in associazione internazionale senza fini di lucro, qualificandosi progressivamente come organismo non governativo internazionale.Nel 1991, l'IPS ha ottenuto il riconoscimento formale delle Nazioni Unite, che la inseriva nella lista di organizzazioni alle quali è accordato "status" consultivo di prima categoria presso il Comitato Economico e Sociale (ECOSOC).I temiLotta alla povertà e alle malattie, diritti umani, democratizzazione, migrazione, economia, commercio equo, ambiente e sviluppo, sono alcuni dei temi affrontati dagli articoli e dalle analisi pubblicati dall’IPS e distribuiti in 25 lingue, il cui obiettivo editoriale è dare voce alle minoranze e ai gruppi sociali sottorappresentati, emarginati e vulnerabili e riportare temi e prospettive generalmente assenti nel panorama delle notizie globali.I prodotti giornalistici e radiofonici dell'IPS, e i circa 30 milioni di pagine internet lette ogni mese raggiungono circa 3000 mezzi di comunicazione (fra carta stampata, radio e TV).Collegamenti esterniAgenzie di stampa
2,020,972
http://it.wikipedia.org/wiki/Larry_Levan
Larry Levan.BiografiaNato nella zona di Brooklyn, Larry era figlio di una casalinga newyorkese, Minnie Levan, la quale non si sposò mai: una delle ragioni per cui egli decise di prendere il cognome della madre. L'altra fu: «perché "[il nome Larry Levan]" suonava bene».Sin da ragazzo strinse un forte legame con colui che sarebbe diventato assieme a Larry uno dei dj più famosi della storia: Frankie Knuckles.Dichiaratamente gay, Levan fece anche uso di sostanze stupefacenti come eroina e fenciclidina. Morì nel 1992 a causa di un arresto cardiaco causato da endocardite, patologia frequente tra i tossicodipendenti.CarrieraLarry Levan iniziò a farsi conoscere nel 1969 a soli quindici anni quando, insieme a Frankie Knuckles, selezionava e mixava musica nel locale situato nell'attico della casa di uno dei primi dj della storia: lo storico "The Loft" di David Mancuso.Fu in quegli anni che cominciò a sperimentare le prime tecniche di mixaggio, che perfezionò sia al "The Loft" e successivamente al club "Continental Baths" a Broadway dal 1973, dove iniziò a lavorare dapprima come "light-joker" (cioè la persona addetta alle luci in un locale) per il dj Joseph Bonfiglio e poi come "dj resident". Poco tempo dopo Levan si trasferì presso un altro locale di Broadway: "The Soho Place".Nel 1976 iniziò a lavorare presso il "Reade Street", locale fondato dall'amico Michael Brody. Dopo la chiusura del "Reade Street", i due aprirono un nuovo locale: lo storico "Paradise Garage" al n.84 di King Street a New York. È proprio al "Garage" che Larry Levan entra nella leggenda. Il locale era un vero e proprio garage riadattato a club; la caratteristica unica era l'impianto audio di altissima qualità, che garantiva suoni eccellenti da qualsiasi angolo della sala.Dalla fine degli anni settanta, fu tra i primi a realizzare dei remix. Tra i lavori più noti: "C Is For Cookie" dei Cookie Monster, "Give Your Body" di Billy Nichols, "Ain't Nothin' Goin On But The Rent" di Gwen Guthrie e "Heartbeat" di Taana Gardner, "I got my mind made up" degli Instant Funk.Negli anni ottanta si stabilì definitivamente al "Paradise Garage", e divenne l'inventore e pioniere del nuovo stile garage house. Il locale diventò di sua proprietà e vi si esibirono artisti del calibro di Madonna (nel 1982, per il lancio della sua canzone "Everybody"), Chaka Khan, New Order e Jocelyn Brown. La discoteca chiuse nel 1987 ma Larry Levan continuò la sua carriera di remixer.Il suo ultimo remix fu "Strong enough" (nel 1992), cantato dalla storica voce della disco music Loleatta Holloway.Il 20 settembre 2004 è entrato a far parte della "Dance Music Hall of Fame", come riconoscimento alla sua carriera di dj.DiscografiaDi seguito i principali lavori di mixaggio e remixaggio di Larry Levan pubblicati dalle più importanti etichette discografiche.Editi dalla "West End"Editi dalla "Mango/Island Records"Editi dalla "Salsoul"Editi da "Garage Records"Editi da Warner Bros RecordsNoteBibliografiaCollegamenti esterniDisc jockey house|Levan, LarryDisc jockey statunitensi|Levan, LarryCantanti a tematiche LGBT|Levan, LarryMusicisti afroamericaniLarry Levan
1,911,225
http://it.wikipedia.org/wiki/Arnie_Robinson
Arnie Robinson.BiografiaEsordì nelle competizioni ufficiali come atleta universitario nell'ambito dei programmi sportivi statunitensi per studenti, detti Ncaa, e dal 1970, fece la sua apparizione alle gare ufficiali nella propria specialità del salto in lungo.Già nel 1971 vinse la medaglia d'oro ai Giochi panamericani di Cali in Colombia, e l'anno successivo conquistò la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Monaco di Baviera con la misura di 8,03 m, dietro al connazionale Randy Williams e al tedesco occidentale Hans Baumgartner.Nel 1976 alle Olimpiadi di Montreal ottenne il successo più prestigioso della carriera, vincendo la medaglia d'oro con la misura di 8,35 m e prendendosi la rivincita davanti a Randy Williams e al tedesco orientale Frank Wartenberg.Nel 1977 a Dusseldorf ottenne il proprio ultimo grande successo, vincendo la Coppa del mondo di atletica leggera con la misura di 8,19 m.Nel 1979 annunciò il ritiro dall'attività agonistica, e negli anni successivi divenne il preparatore atletico della squadra universitaria della propria città, il San Diego Mesa.Voci correlateCollegamenti esterniStatunitensi vincitori di medaglia d'oro olimpicaStatunitensi vincitori di medaglia di bronzo olimpicaArnie Robinson
2,801,299
http://it.wikipedia.org/wiki/Ranunculus_ficaria
Ranunculus ficaria.Il Ranuncolo favagello'" ("Ranunculus ficaria" L., 1753) è una pianta della famiglia delle Ranunculaceae, comune ai bordi dei ruscelli.EtimologiaIl nome generico ("Ranunculus"), passando per il latino, deriva dal greco "Batrachion", e significa “rana” in quanto molte specie di questo genere prediligono le zone umide, ombrose e paludose, habitat naturale degli anfibi (è Plinio scrittore e naturalista latino, che c'informa di questa etimologia).Il nome specifico ("ficaria") deriva dal latino ("ficus" = fico). Tale nome è stato attribuito per la somiglianza dei tuberi sotterranei ai fichi.Il binomio scientifico attualmente accettato ("Ranunculus ficaria") è stato proposto da Carl von Linné (Rashult, 23 maggio 1707 –Uppsala, 10 gennaio 1778), biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.DescrizioneSi tratta di piante con un'altezza variabile dai 6 ai 30 cm fondamentalmente glabre, lucenti e di aspetto un po' cespitoso. Sono inoltre definite geofite bulbose (G bulb'"), ossia sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati tuberi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. In parte però presentano anche delle caratteristiche tipiche delle emicriptofite scapose ("'H scap'"), ossia piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve.RadiciLe radici filiformi sono secondarie e sono posizionate nella parte superiori dei tuberi. Hanno un colore biancastro.FustoFoglie.Le foglie sono principalmente radicali (quelle cauline sono poche o assenti), con un lungo picciolo e la forma cordata. Il bordo è crenato e la consistenza della foglie è piuttosto carnosa. Sulla superficie di colore verde scuro ma lucida e variegata di chiaro, sono presenti 5 – 9 nervi; sul nervo centrale vi possono essere delle macchie più scure. Lunghezza del picciolo: 7 – 11 mm. Dimensione della lamina: larghezza 2 cm: lunghezza 2,5 cm (massimo 5 x 6,5 cm).InfiorescenzaL'infiorescenza è composta da fiori terminali e solitari (uno per ogni peduncolo).FioreI fiori sono ermafroditi, emiciclici, attinomorfi. I fiori sono di tipo molto arcaico anche se il perianzio(o anche più esattamente il perigonio) di questo fiore è derivato dal perianzio di tipo diploclamidato (tipico dei fiori più evoluti), formato cioè da due verticilli ben distinti e specifici: sepali e petali. Mentre gli elementi riproduttori (stami e carpelli) sono in disposizione spiralata. Il ricettacolo (supporto per il perianzio) è glabro. Dimensione dei fiori: 20 – 25 mm.FruttiI frutti sono degli acheni pubescenti (quasi irsuti) a forma ovata; sono numerosi, appiattiti, compressi e con un rostro o becco apicale. Ogni achenio contiene un solo seme. Insieme formano una testa sferica posta all'apice del peduncolo fiorale (un poliachenio).RiproduzioneLa riproduzione di queste piante avviene i due modi:SistematicaIl genere "Ranunculus" è un gruppo molto numeroso di piante comprendente oltre 400 specie originarie delle zone temperate e fredde del globo, delle quali quasi un centinaio appartengono alla flora spontanea italiana. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 2500 specie distribuite su 58 generi.Le specie spontanee della nostra flora sono suddivise in tre sezioni (suddivisione a carattere pratico in uso presso gli orticoltori organizzata in base al colore della corolla): "Xanthoranunculus" – "Batrachium" – "Leucoranunculus". La specie "Ranunculus ficaria" appartiene alla prima sezione ("Xanthoranunculus") caratterizzata dall'avere la corolla gialla.Un'altra suddivisione, che prende in considerazione caratteristiche morfologiche ed anatomiche più consistenti, è quella che divide il genere in due sottogeneri (o subgeneri), assegnando il "Ranunculus ficaria" al subgenere "Ranunculus", caratterizzato da piante con fusti eretti (e quindi forniti di tessuti di sostegno), peduncoli dell'infiorescenza eretti alla fruttificazione, lamina fogliare ben sviluppata e petali gialli (o bianchi)."Ranunculus ficaria" fa parte del “Gruppo di "R. ficaria"”, gruppo caratterizzato dall'avere un fusto sotterraneo a forma di piccoli tuberi, foglie a lamina cordata e fiori a 8 – 11 petali. Quest'ultima caratteristica (insieme al calice a 3 sepali) è la più distintiva del gruppo (le altre specie di "Ranunculus" possiedono di norma 5 sepali e 5 petali) tanto che alcuni botanici preferiscono considerarlo un genere autonomo. In effetti già il botanico germanico Johann Jacob Dillenius (1684-1747) aveva creato un genere a parte ("Ficaria") per queste specie. Di questo gruppo sul territorio italiano è presente solamente un'altra specie: "Ranunculus ficariiformis" F.W.Schultz.Il numero cromosomico di "R. ficaria" è: 2n = 16 (forma diploide). Esiste anche una forma tetraploide (2n = 32). Quest'ultima preferisce luoghi più ombrosi e s'identifica con la sottospecie "bulbifer".VariabilitàNell'elenco che segue sono indicate alcune sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):Subsp. "ficaria"Subsp. "bulbifer"Subsp. "nudicaulis"Secondo le ultime ricerche questa struttura delle sottospecie di "ficaria", proposta da Sandro Pignatti nella "”Flora d'Italia”", è modificata nel seguente modo:Altre sottospecieQui di seguito sono indicate delle sottospecie non presenti in Italia.SinonimiLa specie di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:Specie similiL'altra specie appartenente al “Gruppo di "R. ficaria"” ("Ranunculus ficariiformis" F.W.Schultz – Favagello maggiore) si distingue per un portamento più robusto (le foglie e i fiori sono più grandi), per i petali con nervatura molto ramificata e la forma ovale del nettario. Non è presente nelle Alpi (solo Appennini e isole) ed è rara.Dagli altri ranuncoli la specie "ficaria" si distingue facilmente per il numero dei petali (che è 5 nelle altre specie).UsiFarmaciaQueste piante contengono l' "anemonina" (oltre a saponine e tannini); sono sostanze particolarmente tossiche per animali e uomini. Infatti gli erbivori brucano le foglie di queste piante con molta difficoltà e solamente dopo una buona essiccazione (erba affienata) che fa evaporare le sostanze più pericolose. Anche le api evitano di "bottinare" il nettare dei “ranuncoli”. Sulla pelle umana queste piante possono creare delle vesciche (dermatite); mentre sulla bocca possono provocare intenso dolore e bruciore alle mucose.Queste piante possiedono proprietà rubefacenti (richiama il sangue in superficie, alleggerendo la pressione interna), vescicatorie (proprietà contenute nei bulbilli) e revulsive (decongestionamento di un organo interno attraverso delle applicazioni sulla pelle) molto pronunciate e responsabili di seri inconvenienti. Anticamente venivano usate nel trattamento delle emorroidi e ulcere ma anche come astringente (limita la secrezione dei liquidi - proprietà contenute soprattutto nei tuberi radicali), ma ora non più a causa dell'elevata tossicità di alcune sostanze contenute in queste piante.CucinaLe giovani foglie in primavera possono essere usate come insalata o in minestre con altre verdure. Inoltre i bulbilli e le giovani foglie, dopo opportuna lessatura, vengono consumate da alcune popolazioni come legumi. Tuttavia dato il grado di tossicità è consigliabile non usare in cucina nessuna parte di questa pianta.GiardinaggioSono piante rustiche di facile impianto per cui spesso sono coltivate nei giardini rustici o anche alpini. Prediligono posizioni di medio sole, terreno soffice, ricco e mediamente umido.NoteBibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniRanunculaceaeLesser celandine