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http://www.calcioblog.it/post/4423/fu-unaggressione-agli-juventini-sandri-aveva-2-sassi-in-tasca/2
Quando 3 di quei 5 escono nel piazzale vengono aggrediti a colpi di biglie, sassi, bulloni e devono rifugiarsi nell’automobile, subito seguiti dagli altri 2. I tifosi della Lazio, armati anche di due coltelli, si accaniscono sulla Classe A, infrangendo il parabrezza anteriore e il lunotto posteriore e causando altri danni alla carrozzeria. A quel punto, nell’area di servizio opposta, i Poliziotti presenti azionano la sirena e approfittando del caos che si genera la Mercedes riesce a liberarsi e a reimmettersi in autostrada.Al momento sull’agente della stradale pende l’accusa di Omicidio Volontario e la ricostruzione di quanto avvenuto prima del suo incredibile comportamento non è stata utilizzata dalla Magistratura o dalle Autorità per giustificare il gesto avventato di Spaccarotella (il Procuratore Capo di Arezzo ritiene i fatti separati e vorrebbe trattarli in due procedimenti distinti). Per di più all’agguato avrebbe partecipato in prima persona anche Sandri e due sassi gli sarebbero stati trovati nelle tasche al momento dell’autopsia.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Habib_Beye
Habib Beye.Ha giocato per la nazionale senegalese al entrando come sostituto contro, e, mentre attualmente è un titolare fisso della difesa senegalese.Nella stagione 1997-1998 gioca con le giovanili del Paris Saint-Germain, facendo anche qualche apparizione in panchina in prima squadra. Nel 1998 viene acquistato dallo Strasburgo, squadra con la quale gioca le stagioni 1998-1999, 1999-2000, 2000-2001, 2001-2002 e 2002-2003. Nell'estate del 2003 viene prelevato a sorpresa dall'Olympique Marsiglia; mossa che sorprese tutti, in quanto Habib Beye non era riuscito a ritagliarsi uno spazio con la sua ex squadra. Qui al Marsiglia, invece, riesce a trovar spazio ed a valorizzarsi, divenendo uno tra i migliori difensori della Ligue 1. Negli ultimi istanti del calciomercato estivo del 2007, viene ceduto al Newcastle per 2 mln di sterline; con i "Magpies" firma un contratto triennale. Insieme a lui, viene acquistato anche il connazionale Faye; riguardo i loro innesti l'allenatore Allardyce ha speso parole positive, dicendo che aiuteranno molto il Newcastle.Il 7 agosto 2009 passa all'Aston Villa, firmando un contratto triennale.La posizione prediletta da Beye è quella di terzino destro, ma può ricoprire anche quella di difensore centrale quando richiesto.NoteCollegamenti esterniCalciatori francesiHabib Beye
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http://guide.supereva.it/iphone/interventi/2009/02/briscola-pro-7-mazzi-e-sfida-a-due-per-la-nuova-briscola-su-iphone
OutOfTheBit, creatore della prima Dama in italiano (ad oggi ancora tra i giochi più scaricati) lancia il suo primo gioco di carte scegliendo uno dei più popolari al mondo e soprattutto in Italia puntando, oltre che sulla sfida contro la macchina (3 livelli di difficoltà, per dar filo da torcere anche ai più esperti), anche sul gioco in coppia.Basta, infatti, essere collegati alla stessa rete wi-fi per poter sfidare un altro iPhone o iPod Touch: “Ci siamo basati sulle esigenze dei giocatori – dice Alessandro Motisi, sviluppatore dei giochi OutOfTheBit – e abbiamo puntato su una buona intelligenza artificiale, ma volevamo anche dare modo di giocare con altri. Inoltre, abbiamo voluto un’interfaccia perfettamente integrata con quella nativa dell’iPhone e iPod Touch, per rendere ancora più semplice l’uso del gioco e delle sue funzioni”.Briscola Pro by OutOfTheBit permette di giocare con 7 mazzi (siciliane, trevigiane, napoletane, piacentine, bergamasche, milanesi e da poker) e nuovi se ne aggiungeranno nei prossimi aggiornamenti. Ma le caratteristiche del gioco non finiscono qui: è possibilità di abilitare o disabilitare il conteggio automatico dei punti, il salvataggio automatico della partita in corso e la possibilità di cambiare la tipologia di carte durante la partita. Il tutto proposto in uno schema di gioco a schermo orizzontale con più spazio dedicato alle carte.
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http://it.wikipedia.org/wiki/A_sua_immagine
A sua immagine."'A sua immagine"' è un programma televisivo a carattere e sfondo cattolico che va in onda su Rai Uno ogni sabato alle 17.10 e ogni domenica alle 10.30 dal 1997.Tra il 1997 ed il 2001 la conduttrice era Lorena Bianchetti mentre dal 2001 al 2008 era Andrea Sarubbi eletto poi parlamentare nelle liste del PD. È attualmente condotto da Rosario Carello.Il programma offre al pubblico numerose storie riguardo la vita di persone comuni, che attraverso la loro fede portano avanti desideri, passioni, opere per la comunità. Il programma varia nei due giorni di programmazione.Puntata del sabatoNel programma del sabato vengono ospitati in studio personaggi che durante la loro vita hanno avuto esperienze che hanno esaltato la loro fede cristiana.Nella seconda parte ogni settimana troviamo padre Ermes Ronchi, dell'Ordine dei Servi di Maria (serviti) che illustra e spiega il Vangelo della domenica.Puntata della domenicaLa domenica è presente sempre il collegamento in diretta con la Santa Messa e con la recita dell'Angelus da parte del Papa.Inoltre vengono proposte storie di fede e, con Francesca Fialdini, un breve notiziario illustrante eventi della vita cristiana.Programmi televisivi religiosiProgrammi televisivi italiani
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http://www.lucacoscioni.it/scutanime/embrione-vita-umana-discutiamone
La vita umana, comunque la s'intenda, è basata sul "rapporto": due persone s'incontrano, fanno sesso (la metto sù brutalmente, scusatemene), i due gameti s'incontrano e danno vita all'embrione. Ma non è qui che la catena dei rapporti s'interrompe: continua tra l'embrione e la madre che lo accoglie. E quando sarà nato, tutta la sua vita sarà fatta di rapporti.Ed è qui che scatta il sospetto che il vero obiettivo dei sostenitori della legge 40, sia in realtà l'aborto. Nel momento in cui si riconoscesse che l'embrione in sè non può essere considerato vita umana, allora cadrebbe la principale arma di attacco nei confronti della legge sull'aborto, vero obiettivo della legge 40. Nell'aborto si compensano 2 diritti, quello della donna e quello del feto (che è sì vita umana, senza ombra di dubbio alcuno), e quello della donna, fino ai 3 mesi del feto, è un diritto in qualche modo prevalente. Si può essere d'accordo o meno sul fatto in sé: e difatti la maggioranza delle donne in gravidanza non abortisce. Ma il punto è sempre lo stesso: una cosa è dire "io non lo farei", un altro è "tu non lo devi fare".Tenterò di puntualizzare argomento per argomento: 1. Se la donna è fertile e vuole un figlio e lo concepisce, deve anche lei essere costretta a portare avanti la gravidanza? Anche lei ha prodotto un embrione che poi decide di sopprimere: dov'è la differenza? Boh... 2. Quante persone hai conosciuto (senza problemi di fertilità) che hanno voluto fortemente un figlio e poi hanno cambiato idea, per le più svariate motivazioni? 3. Il conflitto può sorgere in qualunque momento e, in particolare, dopo che sia stato dato il consenso all'impianto, esattamente come accade tra coppie fertili. 4. La tecnica della fecondazione assistita non è un capriccio di una donna o di una coppia: è solo il modo di ovviare ad una situazione d'infertilità, è la cura di una malattia. Il fatto che l'embrione venga prodotto con delle tecniche non ha nulla a che vedere con la determinazione a concepire un figlio: questa determinazione esiste anche in una coppia fertile. 5. La gravidanza è la condizione che crea conflitto, non la determinazione più o meno sentita di concepire un figlio. Il fatto che la gravidanza sia ottenuta tramite tecniche mediche, non cambia di una virgola il rapporto tra la madre e il nascituro, oggetto della legge 194 sull'aborto. 6. Una cosa è certa al di là delle singole posizioni: un embrione, se lasciato sviluppare in seno alla donna, diventerà un feto. Se c'è una legge che tutela questo feto dopo i 3 mesi di vita (e in alcuni casi anche oltre questo limite "convenzionale"), non si capisce perché debba avere una tutela maggiore quando ancora non è feto, è all'esterno del corpo della donna ed ha 48 ore di vita. Insomma siamo in una situazione veramente paradossale: quando è allo stadio di embrione in provetta, la sua tutela è dominante rispetto alla madre. Questa tutela diventa pari a zero quando è impiantato nell'utero, e piano piano ricresce fino ai 3 mesi, fino a ridiventare dominante. Tutto questo nel solo caso di fecondazione assistita: se invece l'embrione viene prodotto in maniera naturale, nessuna tutela fino a che non diventa un feto di 3 mesi. Mi spieghi dov'è la logica? Te la dico io qual'è. Delle 2 l'una: o la fecondazione assistita segue le stesse tutele della maternità naturale oppure si abolisce la legislazione sull'aborto. Perché a questo punto chi ha problemi di sterilità è un cittadino di serie C, nemmeno di serie B: primo perché ha un problema di salute oggettivo, secondo perché se vuole superare questa difficoltà, deve sottostare ad una legislazione molto più rigida rispetto a quella riferita a persone fertili. Ancora una volta giù la maschera: il problema non è la fecondazione assistita ma la legge sull'aborto. Un'ultima osservazione sul problema dell'astensione. Astenersi significa non prendere parte al voto. Se l'astensione equivale al votare no nei suoi effetti, allora perde il suo significato originario. Tanto é vero che gli stessi sostenitori dell'astensione, rivendicano la loro partecipazione attiva. Ne consegue che chi è orientato per il no, ha 2 possibilità di esprimersi, di cui una è andarsene al mare. Chi è orientato per il sì ha solo una possibilità di esprimersi, e rimanderà di certo il mare, quanto meno. Non si discute della reale possibilità di astenersi (per un impedimento o per mancanza d'interesse), si discute del fatto che sia "democratico" nei fatti, approfittare di 2 opzioni conto una sola. Nessuno vieta a 2 sostenitori di una tesi di schierarsi contro un solo oppositore. ma nessuno può negare che sarebbe più giusto avere due sostenitori e 2 oppositori, democraticamente. Questo è l'imbroglio del quorum...Inserito da Scutanime il Lun, 06/06/2005 - 19:37.Cara o Cara Simone/a, il tuo primo commento era un po' generico e anche gratuito: le idee ci sono, forse non ti sei sprecata molto a leggere i post o ti sei soffermata solo su uno di essi. Il secondo intervento è del tipo "la gente non capisce, non sa decidere e vota a caso": che ne dici di delegare tutto ai vescovi? Loro sono gente di cultura superiore, so che sarai d'accordo. Per Massimo invece: non mi hai ancora spiegato come si fa a tutelare un embrione quando è fuori dall'utero materno e a non tutelare un feto di 3 mesi. Tu dici che nell'aborto si decide su "un conflitto" tra 2 soggetti, la madre e il nascituro. Ma rispondi a questa domanda: come si crea quel conflitto? E chi fa la "voce grossa" in quel conflitto? Chi decide: la donna, il feto o lo Stato? Una donna vuole un figlio con suo marito legittimo di Santa Romana Chiesa: poi scopre che il marito la tradisce, divorzia e abortisce. La legge glielo consente? Il figlio lo voleva e adesso non lo vuole più. Mi sembra la stessa situazione da te invocata. Come invocavi la responsabilità che deve investire chi vuole un figlio. Infatti è un fatto di responsabilità ma morale ed individuale, non di carattere penale. Ribadisco, tanto per essere chiaro con tutti: personalmente sono contrario sia all'aborto sia alla fecondazione assistita. Questa però è la mia personale, privata, convinzione: non voglio che diventi legge dello stato perché riconosco tante opinioni (e tante coscienze!)diverse dalla mia.Michele, non ho mai fatto mistero di essere contrario all'aborto. Ma con altrettanta chiarezza ti dico che questa legge con l'aborto non c'entra nulla. L'aborto in Italia è in una botte di ferro per via della Sentenza 27/1975 della Corte Costituzionale che fa prevalere il diritto alla saliute della donna sul diritto alla vita dell'embrione QUANDO CI SIA CONFLITTO FRA QUESTI. Ma non ci può essere alcun conflitto nella fecondazione artificiale. Dunque il merito è ben diverso da quello dell'aborto. La donna fa creare apposta un essere umano che non può contemporaneamente considerare una minaccia alla sua salute. E' questione di responsabilità, cioè di rispondere delle proprie azioni. Ciao.Cino, l'embrione è il protagonista del prorio attecchimento; da quando è solo zigote inizia a trasmettere informazioni neurochimiche (cross-talk) alla madre affinchè prepari la parete dell'utero ad ospitarlo, e la madre risponde con altri messaggi che lo indirizzamo verso la zona dell'utero può adatta. E' l'embrione che cerca di annidarsi. Dunque questa è la possibilità che la natura gli offre. Se noi vogliamo crearlo artificialmente poi dobbiamo offrirgli una pari opportunità. Il corpo della made è l'ambiente naturale dove un embrione può svilupparsi. E' così da un bel po' di tempo. Vuoi sostenere il contrario? Se la donna lo fa creare apposta poi se ne prenda la responsabilità. Il seme della mela è un oggetto, un embrione è un soggetto umano. Non è ancora adulto ma ha la stessa dignità dell'adulto. Che la vita inizi con il formarsi del corredo genetico è una probabilissima posibilità che va assunta per il principio di precauzione: già la Sentenza della Corte Cotituzionale 27/1975 afferma questo. Ciao.Allora la spirale è anticostituzionale per non parlare, ovviamente, dell'aborto. La cosa, consentimi con amicizia, più fastidiosa di chi sostiene la tua tesi a sostegno della legge 40, è che si nascondono dietro un dito, sia nel merito che nel metodo. Nel merito, perché tutelano un embrione fuori dell'utero materno più di quanto sia tutelato un feto (sottolineo fuori, perché non mi vorrai dire che lo zigote comunica in wi-fi a 1,5 Mbs, tipo adsl). Nel metodo perché prediligono l'astensione al pronunciamento diretto. Giù la maschera!!! Con amicizia, MicheleMassimo tu dici: >Un gamete è mezzo essere umano in potenza e non lo diventerà mai >se non accade qualcosa di totalmente al di fuori di sè: >il concepimento. E non e' forse vero che un embrione non diventera' mai un essere umano se non accadra' qualcosa di totalmente esterno a lui: l'attecchimento. L'embrione ha la possibilità di diventare uno (o piu') essere umani solo quando entra in simbiosi con il corpo della madre. Prima non e' che l'avvenuta unione di un ovulo con uno spermatozoo. E chiamare "ambiente" il corpo di un'altra persona e' una notevole falsificazione. Il tuo ragionamento finale >L'embrione ha già in sè il principio vitale e la capacità di >svilupparsi secondo un progetto già suo che inizia a realizzare dal >concepimento. permette quindi di dire che un seme di mela e' un melo. Cosa che non e' vera. In quanto diventera' melo quando iniziera' a germogliare e mettere radici (quindi dopo aver attecchito). Prima e' solo un seme. Se invece sei in grado di dire e dimostrare che un seme di mela sul mio tavolo e' un melo... beh.. allora votero' NO ai referendum :-) In base a quale principio potete definire "l'inizio della vita" con la creazione di un nuovo DNA? questo ancora mi sfugge. E' un punto arbitrario (da te definito Salto...quindi in contrasto con ogni evidenza del mondo "fisico" reale dove si dice appunto Natura non facit saltus). Saluti CinoCino, ponendo l'ipotesi che tu sia abbastanza giovane, anche tu sei un pensionato in potenza. Ma non per questo ti si può togliere quello che hai già, ad esempio i contributi versati finora per la pensione. Umn embrione è già all'interno del processo vitale di individuo, perchè il salto e la combinazione irripetibile del DNA c'è già stato con il concepimento. Un gamete è mezzo essere umano in potenza e non lo diventerà mai se non accade qualcosa di totalmente al di fuori di sè: il concepimento. Ma un embrione un essere umano lo è già per intero secondo la fase che la natura ha stabilito debba avere un essere umano a pochi giorni di vita, e si sta sviluppando. Il DNA ed i cromosoni individuano un essere umano. L'anima non sappiamo se ci sia neppure nell'adulto, per cui non è significativa nel rispetto di un essere umano. Non fare come i referendari che parlano di anima e di fede più degli astensionisti. Il neonato non è autosufficiente. Ha bisogno di qualcuno che lo imbocchi: se gli metti del cibo davanti non è in grado di cibarsi. L'embrione, come tutti noi, ha bisogno di un ambiente adatto per vivere. Anche tu ed io moriamo alla svelta se non possiamo avere cibo, acqua ed aria, ma non per questo non meritiamo rispetto. L'embrione ha già in sè il principio vitale e la capacità di svilupparsi secondo un progetto già suo che inizia a realizzare dal concepimento.Caro Massimo, ho l'impressione che sei venuto al mio discorso. Anche per te l'ambiente è indispensabile allo sviluppo di una persona. Io vorrei ricordarti che la legge pone dei divieti sull'embrione prima che questo venga introdotto nell'utero materno, l'unico ambiente in cui quello sviluppo può avvenire (in natura in media al 25%). Ed é in questo lapsus freudiano che viene fuori la vera natura del sostegno a questa legge: creare un conflitto, allo stesso livello quanto a gerarchia delle fonti giuridiche, con la legislazione sull'interruzione di gravidanza. E seguendo il susseguirsi degli interventi, vorrei sottolineare una cosa forse non nota a molti: secondo la religione cattolica, la masturbazione maschile é particolarmente grave (tale da provocare cecità, secondo un vecchio adagio canonico) proprio perché in questa c'é dispersione (spreco, direi) del seme...Innanzitutto prima di dire quando inizia la "vita" bisognerebbe definire cos'è. E a quel punto allora possiamo iniziare a tentare di definire quando inizia. L'embrione e' un bambino "in potenza"... allo stesso modo in cui lo puo' essere uno spermatozoo. Perche' diciamocelo... essendo lo spermatozoo (insieme all'uovo) l'iniziatore del processo di fecondazione (e quindi a quanto dite di "creazione della vita") non trovate che anche questi vadano difesi? che impedire a questi di provare a creare una vita sia un aborto preventivo? La religione infatti dice (diceva perche' si adatta, incredibilmente ai tempi ed alla sensibilita' della popolazione...) che bisogno fare sesso solo per la procreazione, restando quindi fedele a questo dictat. voi sostenitori della legge 40 e contrari alla 194 (sospensione di gravidanza) come vi ponete di fronte a questo problema? e se adulti.. :-) quanti figli avete? Poi mi stupisce profondamente come si usi il DNA come base per definire "una vita", nel senso tutto quello che e' connesso al divino, all'anima, alla persona etc etc... dove sono finiti? in quel reticolo elicoidale? mah... misteri della fede... Il commento su "il neonato vive se non accudito" non e' totalmente appropriato... perche' c'e' una evidente differenza fra l'embrione e il bambino. Il bambino non ha "fisicamente" bisogno della madre ma di alimenti. (per cortesia evitiamo polemiche ridicole sull'affetto etc etc.. perche' ho gia' scritto fisicamente...) L'embrione, a differenza ha "fisicamente" bisogno del corpo della madre per svilupparsi e per poter diventare un giorno, se tutto va per il verso giusto, un bambino (con una certa analogia con il discorso spermatozoo di cui sopra). Tanta tutela della "vita" proveniente poi da parte di un'organizzazione che con la sua ottusa lotta agli anticoncezionali e' parte in causa per la grande diffusione di malattie a diffusione sessuale (e delle relative morti di bambini gia' nati) nei paesi africani è francamente sconcertante... ma tant'e'... Ma si sa... i cattolici hanno la memoria molto corta (tanto per rinfrescarla un po'... Crociate, Inquisizione, Valdesi, legami con fascismo, franchismo, nazismo, dittature sud americane, IOR ...) saluti Cino
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http://it.wikipedia.org/wiki/Cavaliere_Rosso_%28Dungeons_%26_Dragons%29
Cavaliere Rosso (Dungeons & Dragons).Il Cavaliere Rosso'" ("Red Knight" nella versione originale in inglese) è una divinità immaginaria appartenente all'ambientazione "Forgotten Realms" per il gioco di ruolo fantasy "Dungeons & Dragons". È una semidivinità del pantheon faerûniano.Il suo simbolo è rappresentato da un cavallo degli scacchi rosso con stelle al posto degli occhi.La sua arma preferita è Scaccomatto, una spada lunga.In "AD&D Seconda Edizione" le sue sfere maggiori sono: Charme, Combattimento, Divinazione, Guarigione, Guerra, Legge, Protezione, Totale, Viaggio; le sfere minori sono: Creazione, Guardia, Interdizioni, Necromanzia, Pensiero.CaratteristicheIl Cavaliere Rosso è, nel pantheon faerûniano, la dea della strategia e della pianificazione. Serve Tempus, il dio della guerra, che l'ha aiutata a salire al rango di semidivinità per contrastare un'altra divinità, Garagos; ora vede il dio come un padre, e i due passano molto tempo insieme, soprattutto visitando campi di battaglia. Calma e logica, dimostra compassione, anche se non esita a mandare i suoi uomini a morire in battaglia, se necessario. Il vero nome della dea è conosciuto solo dal Signore della Battaglia; se qualcun altro dovesse scoprirlo o venirne a conoscenza, l'irrazionalità si impadronirebbe di chiunque nel Faerûn pianifichi una strategia o un piano di battaglia. La dea è probabilmente l'amante del dio Torm.ManifestazioniIl Cavaliere Rosso appare con le fattezze di una donna dai lunghi capelli corvini in sella al fantasma di un grande cavallo da guerra rosso; porta un'armatura completa color rosso sangue, con una mappa di Toril fra le mani. Altrimenti appare su una scacchiera, sottoforma di un cavallo degli scacchi che indica la mossa migliore da eseguire per vincere la partita.Essere un fedele del Cavaliere RossoI seguaci del Cavaliere Rosso si trovano soprattutto tra i fedeli di Tempus, che adorano la dea come seconda divinità. Il Cavaliere Rosso è venerato da generali, esperti di tattica militare, combattenti disciplinati e da numerosi paladini inclini alla guerra. La divinità non ha una propria chiesa; i chierici del Cavaliere Rosso appartengono ad un ordine monastico conosciuto come "Compagnia Rossa". Questi chierici, che servono generalmente negli eserciti regolari come soldati di alto grado o come truppe d'elite, o eventualmente come insegnanti nelle accademie militari; di solito amano il gioco d'azzardo quando non sono in servizio. Vestono con tuniche rosse, di intensità crescente a seconda dell'influenza; al collo portano il loro simbolo sacro, un medaglione con il simbolo della divinità inciso in una gemma rossa. Quando chiamati per una missione ufficiale indossano armature rosse con sopra un tabarro bianco con il simbolo della dea; anche un eventuale scudo dovrà essere rosso e mostrare il simbolo, così come lo stendardo, utile nella confusione della battaglia per riorganizzare le truppe. L'elmo dovrà essere chiuso e il più vistoso possibile per intimorire potenziali nemici. Il chierico deve credere che le battaglie possono essere vinte solo con la strategia e la pianificazione; non deve mai affrontare un combattimento senza aver prima elaborato un piano che preveda anche la fuga, se necessario. Deve osservare l'avversario, capire qual è la sua forza e quali i suoi punti deboli e sfruttarli a suo vantaggio. Deve essere sempre pronto alla guerra, ma rispettare i periodi di pace. Nel giorno di Mezzinverno i chierici festeggiano la "Ritirata", mentre il primo giorno di Tarsakh la "Mossa della Regina".TempliI Templi dedicati al Cavaliere rosso sono sempre nei pressi di quelli dedicati a Tempus oppure, ancora più spesso, coincidono. Sono caratterizzati da numerose immagini di pezzi degli scacchi e da pavimenti interni simili a scacchiere con quadrati bianchi e rossi. Il tempio più importante si trova nella Cittadella della Militanza Strategica, roccaforte militare che ospita l'Accademia della Guerra Rossa (e dove si trova anche il quartier generale dell'Ordine del Falco Rosso, un gruppo di combattenti d'elite) situata a circa 60 chilometri a nord-est di Baldur's Gate.Esistono inoltre Templi nel territorio di Chessenta (un tempo un antico impero, ora una serie di città-stato divise che si fanno la guerra tra loro).Il culto del Cavaliere Rosso si sta ampiamente diffondendo anche nel Mulhorand, un antico impero, a Sud Est di Faerun.BibliografiaDivinità di Forgotten RealmsRed Knight
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http://guide.supereva.it/donne_che_amano_donne/interventi/2007/09/307579.shtml
Ma nessuna di loro ha in sé la strasbordante energia vitale, e la carica politicamente scorretta, della nostra Beth. Che oltre a essere grassa è anche lesbica dichiarata, è stata legata a un transgender nato femmina ma che si considera maschio, e soprattutto è sempre pronta a lanciare crociate contro le follie di una società ossessionata dalla “taglia zero”. Un tema da lei affrontato, col consueto stile diretto e senza eufemismi, anche nella sua ultima, trionfale trasferta a Londra. Metropoli in cui, con gli altri due membri della sua band, ha tenuto concerti recensiti con entusiasmo dai critici musicali; e in cui ha rilasciato numerose interviste.Del resto, il suo rapporto coi sudditi di Sua Maestà è sempre stato particolarmente intenso. Visto che proprio la Gran Bretagna l’ha consacrata definitivamente una star. E’ stata la rivista inglese New Musical Express, ad esempio, ad averla eletta, nel Novembre 2006, il personaggio più cool del rock; ad averla fatta apparire nuda in una celebre copertina (senza veli è apparsa anche su un’altra copertina, quella della rivista erotica lesbo On Our backs); e ad averla fatta arrivare in finale dei suoi premi annuali, nella categoria “donna più sexy del 2007″. Anche se in questo caso, e con una buona dose di ironia, a strapparle la vittoria è stata Kate Moss, ovvero l’icona delle “belle & magrissime”. E poi c’è stata la rubrica tenuta da lei settimanalmente su uno dei quotidiani più prestigiosi del Regno Unito, il Guardian.Ma forse, più ancora che l’omofobia, negli ultimi tempi il vero bersaglio polemico della cantante è l’ossessione mediatica per le taglie zero. Al centro anche dell’intervista appena rilasciata alla Bbc. In cui lei - dopo aver confessato che il suo modello di femminilità è Miss Piggy, la maialina del Muppet Show - attacca frontalmente la questione: “E’ incredibile avere come obiettivo massimo il diventare uno zero - attacca - invece di voler dimostrare di essere intelligente, o creativa, diventando ad esempio una grande infermiera, o un medico, o un avvocato. La cosa più importante al mondo è invece il diventare un nulla”.
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http://www.anplombardia.eu/XV_legislatura_3
Per decenni, la divisione di competenze fra istruzione e formazione è stata vissuta come una gara fra Stato e Regioni per l’allargamento dei propri domini. Anche quando si è presa la decisione di trasferire alle Regioni la titolarità dell’istruzione e formazione professionale, questo non è avvenuto senza ambiguità e contraddizioni rispetto al parallelo sistema dei licei.E’ giunto il momento di impostare correttamente la questione, non più sulla base di chi amministri che cosa, ma di quali sono le conseguenze della definizione di questo o quel modello di sistema.Oggi la priorità che si pone per il lavoro è quella della mobilità, sia territoriale che professionale, della riconversione e della delocalizzazione. E’ ancora utile che siano le Regioni a definire le specifiche dei profili professionali, quando ciò che importa sono soprattutto la riconoscibilità transnazionale delle competenze e dei crediti acquisiti e la possibilità di trasformare ed arricchire costantemente i profili lavorativi di partenza?A questi interrogativi occorre dare risposta prima di impegnarsi in una partita, che si presenta difficile, per creare dal nulla il secondo canale formativo. Può darsi – è anzi probabile – che la conclusione sia negativa.In questo caso, occorre ripensare serenamente la questione, anche rivedendo il testo costituzionale recentemente modificato, senza che questo debba diventare l’ennesimo terreno di scontro ideologico.Se però si arrivasse alla conclusione che esiste ancora un futuro per una formazione al lavoro progettata e realizzata in ambito locale, allora si dia leale attuazione a tale scelta, senza ulteriori ambiguità e duplicazione di percorsi e risorse.
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http://www.indignato.it/2005/02/28/gente_che_va.html
• Corrias Gomez Travaglio• Francesco Rigatelli• Daniele Luttazzi• Riccardo Orioles• Simone Cristicchi• Duccio Forzano• Pierluigi Lenoci• Raffaele Napoli• Noantri• Giona Peduzzi• Valentina Stangherlin• Vittoria Durante• Achiller• Auguri- Accontentarne Uno #2- Accontentarne uno...- 25 aprile, forma e sostanza- Su "Film Tv" uscito oggi, a pagina 7• Favole Zen- Lo zen e l'arte della convergenza(*)- Theremin- Lettere dal Manicomio - Awards- Harmattan - Diario di Viaggio /10- Harmattan - Diario di viaggio /9- Harmattan - Diario di viaggio /8- Phone center blog- Legge 155 - Disastri per chi la applica- Ryanair: mini scoop• Internet- Le 10 regole ci mancano, le 10 regole• L'Angolo di Amleto- Vacanza• L'Indignato- Io non voto- Walter, porta l'NBA in Italia• London Bell- Che te debbo da'? E damme 14 milioni di Euro all'anno no?- Cry Freedom.- Ma quanto cazzo è lunga la Calabria? /4• Musica• No TAV- No Tav- No Tav /3• Offline• Parole- 1 gennaio 1994- L'Allak di Philip Glass• Podcast- La Notizia Selvaggia #1• Sparagli, Piero• Special Live8- Live8: Nuovo video- Live8: water- Live 8: prima del G8• Speciale Far East Film 6- Dal Vostro inviato a Udine #3- Dal Vostro inviato a Udine #2- Quando c'era Silvio
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http://it.wikipedia.org/wiki/Test_chi_quadrato
Test chi quadrato.Con test chi quadrato si intende uno dei test di verifica d'ipotesi usati in statisticache utilizzano la variabile casuale Chi Quadrato per verificare se l'ipotesi nulla è probabilisticamentecompatibile con i dati. A seconda delle ipotesi di partenza usate per costruire il test, tali test vengono considerati a volte parametrici e altre volte non parametrici.I risultati ottenuti nei campioni non sempre concordano esattamente con i risultati teorici attesi secondo le regole di probabilità, anzi, è ben raro che questo si verifichi. Per intenderci, benché considerazioni teoriche ci portino ad attenderci 50 teste e 50 croci da 100 lanci di una moneta, è raro che questi risultati siano ottenuti esattamente, ma nonostante questo non si deve per forza dedurre che la moneta sia truccata.Supponiamo che in un particolare campione si sia osservato che un insieme di possibili eventi E1, E2, E3, …, Ek si presenta con frequenze o1, o2, o3, …, ok dette frequenze osservate, e che, secondo le regole della probabilità, ci si attenda che si presenti con frequenze e1, e2, e3, …, ek dette frequenze teoriche o attese:Lo scopo del test χ² è quello di conoscere se le frequenze osservate differiscono significativamente dalle frequenze teoriche.Se χ² = 0, le frequenze osservate coincidono esattamente con quelle teoriche. Se invece χ² > 0, esse differiscono. Più grande è il valore di χ², più grande è la discrepanza tra le frequenze osservate e quelle teoriche.Nella pratica le frequenze teoriche vengono calcolate sulla base di un’ipotesi H0. Se sulla base di questa ipotesi il valore calcolato di χ² è più grande di un certo valore critico (come 20.95 o 20.99, che sono i valori critici rispettivamente ai livelli di significatività 5 % e 1 %), dovremmo concludere che le frequenze osservate differiscono significativamente dalle frequenze attese e dovremmo rifiutare H0 al corrispondente livello di significatività. Altrimenti dovremmo accettarla, o almeno non rifiutarla. Tale procedimento è chiamato test chi-quadrato dell’ipotesi.Bisognerebbe notare che si deve guardare con sospetto a circostanze in cui χ² è troppo vicino allo zero, poiché è raro che le frequenze osservate concordino troppo bene con le frequenze teoriche. Per esaminare tali situazioni, possiamo determinare se il valore calcolato di χ² è minore di 20.05 o di 20.01 nel qual caso dovremmo concludere che l’accostamento è troppo buono ai livelli di significatività del 5 % e 1 % rispettivamente.Per conoscere i valori critici di χ² ad un determinato livello di significatività e con gli opportuni gradi di libertà ci si può avvalere di tabelle, oppure si possono calcolare numericamente partendo dalla corrispondente istanza della distribuzione χ² e calcolandone l’integrale nell’opportuno intervallo che dipenderà dal livello di significatività scelto.Tra i test chi quadrato si possono elencare:nonché diversi test che in determinate situazioni (solitamente quando si è in presenza di molti dati) fanno ricorso alla v.c. Chi Quadrato come distribuzione approssimativaTest statistici|Chi quadratoChi-square test
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http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Sportiva_Citt%C3%A0_di_Palermo_2004-2005
Unione Sportiva Città di Palermo 2004-2005.Questa voce raccoglie le informazioni riguardanti l'Unione Sportiva Città di Palermo nelle competizioni ufficiali della stagione 2004-2005'".StagioneDopo 31 anni, il Palermo torna in Serie A, forte della vittoria del campionato di Serie B dell'anno precedente. Come allenatore viene confermato Francesco Guidolin.L'avvio di stagione è molto positivo dove in cinque partite si ottengono due vittore contro Siena (1-0) e Bologna (1-0) intermezzate da tre pareggi contro le più quotate Inter e Juventus (1-1 in trasferta in entrambe le partite) e in casa con la Fiorentina. Tra la 6ª e la 9ª giornata il Palermo perde le prime partite contro Lecce (2-0), Livorno (1-2) e Udinese (1-0), con nel mezzo un pareggio per 1-1 contro la Roma alla 7ª giornata.Dalla 10ª alla 14ª giornata c'è una la prima lunga striscia positiva con due pareggi seguiti da tre vittorie, prima di una nuova sconfitta contro il Chievo Verona alla 15ª giornata. Il girone di andata si conclude con un secco 3-0 al Cagliari (tre gol in sei minuti), la sconfitta per 1-0 contro la Reggina, un pareggio a reti bianche contro il Milan e la vittoria per 3-1 all'Olimpico contro la Lazio.Il girone di ritono si apre con un pareggiosenza reti contro il Siena e la sconfitta per 2-0 contro l'Inter, prima di una striscia positiva di risultati ancor più lunga di quella precedente: dalla 22ª alla 27ª giornata ci sono - in ordine sparso - due vittorie in trasferta contro Fiorentina (2-1) e Roma (2-0), due vittorie in casa con Juventus (1-0) e Lecce (3-2) e due pareggi contro Bologna (1-1) e Livorno (2-2).Alla 28ª giornata arriva la pesante sconfitta casalinga contro l'Udinese (1-5). Seguiranno poi risultati alterni fino ad arrivare all'ultima lunga striscia di risultati utili consecutivi, coincidente con la chiusura del campionato: nelle ultime 5 partite della stagione, infatti, arrivano 5 pareggi, di cui gli ultimi due con Milan e Lazio finiti per 3-3.Il Palermo per la prima volta nella sua storia centra l'obiettivo della qualificazione in Coppa UEFA arrivando al 6º posto in campionato.In Coppa Italia la squadra viene eliminata agli ottavi di finale dal Milan, dopo che al secondo turno aveva avuto la meglio sulla Salernitana.Organigramma societarioRosaCalciomercatoRisultatiCampionatoCoppa ItaliaStatisticheStatistiche di squadraStatistiche dei giocatoriCollegamenti esterniStagioni dell'U.S. Città di Palermo|2004-2005Stagione 2004-2005 delle squadre di calcio|PalermoU.S. Città di Palermo season 2004–05
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http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Invasione_degli_Omini_Verdi
L'Invasione degli Omini Verdi.L'Invasione degli Omini Verdi'" è il nome di un gruppo musicale italiano, formatasi nel luglio del 1999 nella provincia di Brescia e considerato fra le "punk rock band" più famose della Lombardia. Insieme a gruppi come Derozer, Punkreas, Porno Riviste, Shandon e Cattive Abitudini, con le loro sonorità orecchiabili e l'immediatezza dei loro testi, sono presto diventati tra i protagonisti di una scena punk rock italiana tanto seguita da numerosi adolescenti e non, quanto criticata dai puristi del genere.BiografiaNascono nel 1999, tra Mantova e Brescia. La band era composta inizialmente da Maurizio alla batteria, Alessandro alla voce, Patrick al basso e Peco e Fano alle chitarre.Successivamente Fano (Ale comiciò a suonare la chitarra) lasciò il gruppo. Nel 2001 uscì "Veniamo in pace", il primo disco ufficiale della band che esaurì presto le mille copie.Nel 2002 durante il tour del primo cd Peco lasciò il gruppo e arrivò Gio che permise ad Ale di lasciare la chitarra e dedicarsi a cantare. La formazione è rimasta invariata dal 2002.FormazioneDiscografiaAlbumVideo DisponibiliCollegamenti esterniGruppi musicali punk italiani|Invasione degli Omini Verdi, L'Gruppi e musicisti della Lombardia|Invasione degli Omini Verdi, L'L'Invasione degli Omini Verdi
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http://www.lucacoscioni.it/gli-88-giorni-di-lotta-di-piero-welby
Caro Presidente, scrivo a Lei, e attraverso Lei mi rivolgo anche a quei cittadini che avranno la possibilità di ascoltare queste mie parole, questo mio grido, che non è di disperazione, ma carico di speranza umana e civile per questo nostro Paese. Fino a due mesi e mezzo fa la mia vita era sì segnata da difficoltà non indifferenti, ma almeno per qualche ora del giorno potevo, con l’ausilio del mio computer, scrivere, leggere, fare delle ricerche, incontrare gli amici su internet. Ora sono come sprofondato in un baratro da dove non trovo uscita.La giornata inizia con l’allarme del ventilatore polmonare mentre viene cambiato il filtro umidificatore e il catheter mounth, trascorre con il sottofondo della radio, tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali, monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie personali, medicazioni, bevute di pulmocare. Una volta mi alzavo al più tardi alle dieci e mi mettevo a scrivere sul pc. Ora la mia patologia, la distrofia muscolare, si è talmente aggravata da non consentirmi di compiere movimenti, il mio equilibrio fisico è diventato molto precario. A mezzogiorno con l’aiuto di mia moglie e di un assistente mi alzo, ma sempre più spesso riesco a malapena a star seduto senza aprire il computer perchè sento una stanchezza mortale. Mi costringo sulla sedia per assumere almeno per un’ora una posizione differente di quella supina a letto.Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la tv, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina. Io amo la vita, Presidente. Vita è la donna che ti ama, il vento tra i capelli, il sole sul viso, la passeggiata notturna con un amico.Vita è anche la donna che ti lascia, una giornata di pioggia, l’amico che ti delude. Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso – morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita – è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche. Il mio corpo non è più mio ... è lì, squadernato davanti a medici, assistenti, parenti. Montanelli mi capirebbe. Se fossi svizzero, belga o olandese potrei sottrarmi a questo oltraggio estremo ma sono italiano e qui non c’è pietà. Starà pensando, Presidente, che sto invocando per me una “morte dignitosa”.No, non si tratta di questo. E non parlo solo della mia, di morte. La morte non può essere “dignitosa”; dignitosa, ovvero decorosa, dovrebbe essere la vita, in special modo quando si va affievolendo a causa della vecchiaia o delle malattie incurabili e inguaribili. La morte è altro. Definire la morte per eutanasia “dignitosa” è un modo di negare la tragicità del morire. È un continuare a muoversi nel solco dell’occultamento o del travisamento della morte che, scacciata dalle case, nascosta da un paravento negli ospedali, negletta nella solitudine dei gerontocomi, appare essere ciò che non è.Cos’è la morte? La morte è una condizione indispensabile per la vita. Ha scritto Eschilo: “Ostico, lottare. Sfacelo m'assale, gonfia fiumana. Oceano cieco, pozzo nero di pena m'accerchia senza spiragli. Non esiste approdo”. L’approdo esiste, ma l’eutanasia non è “morte dignitosa”, ma morte opportuna, nelle parole dell’uomo di fede Jacques Pohier.Opportuno è ciò che “spinge verso il porto”; per Plutarco, la morte dei giovani è un naufragio, quella dei vecchi un approdare al porto e Leopardi la definisce il solo “luogo” dove è possibile un riposo, non lieto, ma sicuro. In Italia, l’eutanasia è reato, ma ciò non vuol dire che non “esista”: vi sono richieste di eutanasia che non vengono accolte per il timore dei medici di essere sottoposti a giudizio penale e viceversa, possono venir praticati atti eutanasici senza il consenso informato di pazienti coscienti. Per esaudire la richiesta di eutanasia, alcuni paesi europei, Olanda, Belgio, hanno introdotto delle procedure che consentono al paziente “terminale” che ne faccia richiesta di programmare con il medico il percorso di “approdo” alla morte opportuna. Una legge sull’eutanasia non è più la richiesta incomprensibile di pochi eccentrici.Anche in Italia, i disegni di legge depositati nella scorsa legislatura erano già quattro o cinque. L’associazione degli anestesisti, pur con molta cautela, ha chiesto una legge più chiara; il recente pronunciamento dello scaduto (e non ancora rinnovato) Comitato Nazionale per la bioetica sulle Direttive Anticipate di Trattamento ha messo in luce l’impossibilità di escludere ogni eventualità eutanasica nel caso in cui il medico si attenga alle disposizioni anticipate redatte dai pazienti.Anche nella diga opposta dalla Chiesa si stanno aprendo alcune falle che, pur restando nell’alveo della tradizione, permettono di intervenire pesantemente con le cure palliative e di non intervenire con terapie sproporzionate che non portino benefici concreti al paziente. L’opinione pubblica è sempre più cosciente dei rischi insiti nel lasciare al medico ogni decisione sulle terapie da praticare. Molti hanno assistito un famigliare, un amico o un congiunto durante una malattia incurabile e altamente invalidante ed hanno maturato la decisione di, se fosse capitato a loro, non percorrere fino in fondo la stessa strada. Altri hanno assistito alla tragedia di una persona in stato vegetativo persistente.Quando affrontiamo le tematiche legate al termine della vita, non ci si trova in presenza di uno scontro tra chi è a favore della vita e chi è a favore della morte: tutti i malati vogliono guarire, non morire. Chi condivide, con amore, il percorso obbligato che la malattia impone alla persona amata, desidera la sua guarigione. I medici, resi impotenti da patologie finora inguaribili, sperano nel miracolo laico della ricerca scientifica. Tra desideri e speranze, il tempo scorre inesorabile e, con il passare del tempo, le speranze si affievoliscono e il desiderio di guarigione diventa desiderio di abbreviare un percorso di disperazione, prima che arrivi a quel termine naturale che le tecniche di rianimazione e i macchinari che supportano o simulano le funzioni vitali riescono a spostare sempre più in avanti nel tempo. Per il modo in cui le nostre possibilità tecniche ci mantengono in vita, verrà un giorno che dai centri di rianimazione usciranno schiere di morti-viventi che finiranno a vegetare per anni.Noi tutti probabilmente dobbiamo continuamente imparare che morire è anche un processo di apprendimento, e non è solo il cadere in uno stato di incoscienza. Sua Santità, Benedetto XVI, ha detto che “di fronte alla pretesa, che spesso affiora, di eliminare la sofferenza, ricorrendo perfino all'eutanasia, occorre ribadire la dignità inviolabile della vita umana, dal concepimento al suo termine naturale”. Ma che cosa c’è di “naturale” in una sala di rianimazione? Che cosa c’è di naturale in un buco nella pancia e in una pompa che la riempie di grassi e proteine? Che cosa c’è di naturale in uno squarcio nella trachea e in una pompa che soffia l’aria nei polmoni? Che cosa c’è di naturale in un corpo tenuto biologicamente in funzione con l’ausilio di respiratori artificiali, alimentazione artificiale, idratazione artificiale, svuotamento intestinale artificiale, morte-artificialmente-rimandata? Io credo che si possa, per ragioni di fede o di potere, giocare con le parole, ma non credo che per le stesse ragioni si possa “giocare” con la vita e il dolore altrui.Quando un malato terminale decide di rinunciare agli affetti, ai ricordi, alle amicizie, alla vita e chiede di mettere fine ad una sopravvivenza crudelmente ‘biologica’ – io credo che questa sua volontà debba essere rispettata ed accolta con quella pietas che rappresenta la forza e la coerenza del pensiero laico. Sono consapevole, Signor Presidente, di averle parlato anche, attraverso il mio corpo malato, di politica, e di obiettivi necessariamente affidati al libero dibattito parlamentare e non certo a un Suo intervento o pronunciamento nel merito.Quello che però mi permetto di raccomandarle è la difesa del diritto di ciascuno e di tutti i cittadini di conoscere le proposte, le ragioni, le storie, le volontà e le vite che, come la mia, sono investite da questo confronto. Il sogno di Luca Coscioni era quello di liberare la ricerca e dar voce, in tutti i sensi, ai malati. Il suo sogno è stato interrotto e solo dopo che è stato interrotto è stato conosciuto. Ora siamo noi a dover sognare anche per lui.Il mio sogno, anche come co-Presidente dell’Associazione che porta il nome di Luca, la mia volontà, la mia richiesta, che voglio porre in ogni sede, a partire da quelle politiche e giudiziarie è oggi nella mia mente più chiaro e preciso che mai: poter ottenere l’eutanasia. Vorrei che anche ai cittadini italiani sia data la stessa opportunità che è concessa ai cittadini svizzeri, belgi, olandesi. Piergiorgio Welby - la risposta del Presidente della RepubblicaInserito da منتديات (non verificato) il Lun, 22/12/2008 - 18:01.Inserito da سيدتي (non verificato) il Mer, 05/11/2008 - 16:28.Concordo sull'ultimo punto (...e me ne scuso) ma, a parte le ingiurie nei miei confronti, non hai argomentato le tue posizioni sul tema a me ben noto e strettamente legato ad altre tematiche di bioetica. Prendo atto dell'impossibilità di iniziare uno scambio di opinioni sull'argomento.Inserito da 4ebyrawka (non verificato) il Ven, 02/11/2007 - 18:02.Inserito da fra_direnzo il Gio, 14/12/2006 - 21:16.Buona sera, io sn una ragazza di 17 anni e nn so consapevo di quello che può provare lei in questo momento ma so solo dirle che l'ammiro per questa lettera...mi ha fatto commuovere...io la penso come lei...anche se fortunatamente fino ad ora non ho avuto di questi problemi...io credo che se una persona arriva a chiedere lei stessa di morire un motivo c'è...nessuno vuole morire per sport...perchè alla fine la vita è piena di momenti belli, di affetti, di ricordi e e si emozioni...ma non solo è fatta anche di momenti tristi, di angoscia,di sofferenza allo stato puro...la vita è un problema è un dolore continuo ma a volte ci regala anche qualcosa di positivo...Voglio solo dirle che lei ha tutta la mia ammirazione e il mio appoggio...Le sue parole rispecchiano il mio pensiero...Io so purtroppo cos'è la sofferenza anche se la mia rispetto a quella che può provare lei è niente ma so cosa significa nel mio piccolo...Spero e le auguro con tutto il mio cuore che lei riesca a ottenere quello che vuole...anche perchè io credo che quella vita che lei ora "vive" non è vita ma è una tortura in attesa di una fine...cioè la morte...Non voglio prolungarmi più di tanto anche perchè forse queste parole sono già state scritte da tantissima gente ma voglio solo che lei sappia che io l'appoggio e la stimo...Sinceri auguri...Farò il tifo per lei...Cordiali saluti...Inserito da Michele G. il Lun, 09/10/2006 - 16:32.Da un'intervista di Alessandra Stoppa a Carla Ripamonti (Responsabile dell'Unità operativa Terapia del dolore e cure palliative all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano). Milano: L'ultima volta che un paziente le ha chiesto la dolce morte risale a una settimana fa. Ed è stato il 5° caso in 25 anni, su 40.000 pazienti. Dei 5, 4 hanno cambiato idea, una ha tentato il suicidio "perché era molto depressa, ed è stata salvata". Carla Ripamonti chiama l'eutanasia "la tentazione dei sani". E non le servono i dibatti alla "Matrix" per dirlo, nemmeno il batage mediatico dopo l'appello di Welby. Lei la gente che soffre ce l'ha davanti tutti i giorni. E la sua esperienza dice che "chi è ammalato vuole vivere, se non si sente un peso ed è accompagnato". Mentre è al lavoro nella nuova divisione di Hospice (per la degenza dei malati terminali) si chiede cosa mai "sappiano i politici quando accennano a una legge". E vorrebbe tanto sapere se credono sia più semplice fare del potassio in vena o accompagnare un malato e condividerne la sofferenza. In attesa di una risposta lei sta ai fatti. "In 25 anni 5 casi", ripete di continuo mentre parliamo, come se ne fosse sorpresa. "Sì che mi sorprende", sbotta, "a sentir parlarela TV sembra che tutti vogliano morire. Chi ci crede venga qui". nel suo ambulatorio passano 5.200 pazienti l'anno, oltre ai 2500 mandati da altri reparti. "Sarà che qui da noi", racconta "il dolore è affrontato in tutta la sua dimensione", che l'accudimento è totale, che oltre alla morfina ci sono i laboratori di musicologia e quant'altro, fatto sta che chi ha chiesto di morire (e s'intende una richiesta reiterata nel tempo) ha cambiato idea anche solo dopo un assestamento della terapia. "Questo vuol dire che i pazienti hanno bisogno di sapere", precisa l'oncologa milanese, "che ci sono luoghi dove ci si prende cura di loro totalmente". "Perchè il dolore non è solo quello fisico nè il farmaco è il fattore determinante". C'è poi a monte, un problema di educazione culturale, "perchè il senso del vivere non deve essere per forza scoperto quando si è terminali, ma quando si è sani, se no si arriva immobili a letto pensando che l'utilità della vita si misuri in quello che si può fare". Ed è in questa direzione, secondo lei, che la nostra Sanità dev'essere riformata, a partire dalla formazione dei medici: "che in 6 anni di percorso universitario non ci sia un insegnamento dedicato alla terapia del dolore è scandaloso". Così com'è scandaloso un altro dato, esito di uno studio che a novembre verrà pubblicato da Il Sole 24 ore su 160.000 italiani che, ogni anno, muoiono per cancro, l'82% ha il dolore non controllato, cioè non riceve cure palliative. "Ci credo che la gente vorrebbe morire" commenta la Ripamonti. PEr cui se si vuole fare una legge sull'Eutanasia, "si faccia: avremo un'incredibile riduzione della spesa sanitaria, ma non parliamo più di Paese Civile". Perchè prima di affrontare il problema dell'eutanasia la Sanità dovrebbe "innanzitutto riconoscere la terapia del dolore". Lei è stata allieva di Vittorio Ventafridda (pioniere in Europa delle cure palliative) e non può sentir parlare della "morfina acceleratrice di morte".Inserito da federica74 il Ven, 24/11/2006 - 15:53.io non parlo in termini politici..io posso solo dire che leggendo i tuoi commenti dimostri solo insensibilita e pregiudizio...l eutanasia finn ora non è mai stata presa in considerazione da me ..ultimamente mi sono chiesta guardando e sentendo testimonianze di persone che soffrono .mi sono chiesta ...cosa possono sentire realmente imprigionate nel loro corpo immobile.cosa possono provare quando il dolore che sentono non puo piu essere sedato da medicine..?cosa provano nel vedersi immobili tenuti in vita se si puo dire cosi da una macchina..tenuti in vita da persone che superano i limiti ...salvare una vita umana è un gran gesto ma a parer mio non si puo tenere in vitaa umiliando e ignorando quando lo si salva il fatto che non potra piu vivere ma solo esistere soffrendo vedetando come si è ridotto ..mi chiedo mio caro michele tu in quello stato ...tu ridotto cosi senza piu esistenza costretto a sopportare dolori che rendono la mente pazza credo...tu grande eroe se non puoi neanche ucciderti per scelta colto dal dolore allucinante cosa faresti? è come se fossi seppellito vivo coscente ma sotterrato fino al collo...come ti sentiresti...? a parer mio comunque credo che la medicia non dabba superare dei limiti...scusate l intrusione ..Inserito da miragliadaniela il Mar, 26/12/2006 - 14:45.leggevo i vari commenti e più andavo avanti più cresceva in me la voglia di rispondere a Michele...poi ho letto il tuo messaggio e sono proprio le parole che volevo dire... Io credo...credo in DIO,credo nel suo Figlio GESU'...credo che per ognuno di noi lui abbia un disegno e non resta che accettarlo,senza inutili accanimenti! non riesco a capire perchè vengono usate due pesi e due misure...la fecondazione assistita no perchè è andare contro il volere di Dio...tenere in vita un uomo artificialmente si...ma non è anche questo andare contro il volere di Dio? prego michele di darmi gentilmente una risposta!Inserito da andrea_pessarelli il Mar, 10/10/2006 - 04:52.michele,apprezzo molto che tu sia passato a più miti consigli,perchè la qualità e l'utilità del dibattito non potranno che giovarsene.in questo modo,però,ti tocca trovare altri e più efficaci argomenti per sostenere la tua posizione proibizionista e censoria:avrei preferito che tu usassi "parole tue",ma l'articolo che proponi è interessante,e offre diversi spunti di riflessione.cerco di procedere con ordine,seguendo la traccia dell'intervista alla dottoressa ripamonti;il mio discorso perderà forse in fluidità,ma acquisterà (spero) in chiarezza. per prima cosa alcune considerazioni sul basso numero di richieste di eutanasia:questa notizia,in sè,non ha un particolare significato dal momento che abbiamo troppo pochi elementi per poterla giudicare analiticamente.bisognerebbe disporre di dati statistici (tipi di malattie,stadiazione all'ingresso,età e istruzione dei pazienti,capacità di intendere e di volere,completezza e comprensibilità delle informazioni cliniche e terapeutiche che il pazienti ricevono,terapie somministrate,ecc.);sarebbe ad esempio utile poter paragonare i dati dell'istituto tumori con quelli di altri centri analoghi;senza contare che le patologie tumorali rappresentano solo un sottoinsieme del nutrito gruppo di malattie che causano sofferenza,grave disabilità o morte. ti dico anche che io non considero un numero alto o basso di richieste di eutanasia un risultato da raggiungere o da correggere:quello che mi interessa,e che vorrei farti capire,è che io difendo il diritto alla libera e responsabile scelta di chiunque desideri farne una,e foss'anche uno solo al mondo a voler convintamente e consapevolmente disporre in questo modo della propria suddetta libertà,io non mi riterrei in diritto di interferire con la sua decisione. se quell'uno al mondo poi fossi io,allora maledirei coloro che me la negano,e vorrei non essere nato per non dover subire quell'estremo affronto. Apprezzo invece la solidarietà e l’attenzione che la dottoressa ripamonti mostra di avere nei confronti dei suoi pazienti:io faccio il suo stesso mestiere,così anche io non ho bisogno dei dibattiti in tv: ogni giorno,come succede a lei,la mia coscienza è torchiata da una quantità di dolore altrui (il dolore dei malati è sempre “altrui”,per quanto ci illudiamo che “condividerlo” o “comprenderlo” ne possa mitigare la gravità) che non mi lascia scampo,e mi costringe a fare i conti con la necessità di muovere i miei pensieri e di condurre i miei ragionamenti attraverso territori impervi. ciò che credo di aver capito è che il dolore non ha alcun significato,e che,se mai,vale talvolta qualcosa solo per chi appunto lo condivide o cerca di comprenderlo:questo però non giustifica il perpetuarsi di una sofferenza indesiderata e intollerabile,fisica o morale,poichè non è il diretto interessato a giovarsi di questo valore. è per evitarti sbandamenti dovuti all’altitudine che ti ho consigliato di ascoltare le parole di luca e di piergiorgio,invece di avere le idee chiare senza fare i conti con esse. all’affermazione “chi è ammalato vuole vivere” rispondo che queste sono le esatte parole di welby,il quale però aggiunge a esse le altre pesanti e definitive parole “la mia però non è più vita”:saresti in grado di trovare un argomento per convincerlo del contrario (non per convincere me,ma proprio per convincere lui)? permettimi di dubitarne. alla domanda su “cosa sappiano i politici quando accennano a una legge” rispondo che “i politici”,nel caso dell’associazione coscioni,sono prima di tutto -e a partire dal suo fondatore e dall’attuale suo presidente- i malati stessi,e dunque sanno fin troppo bene quello che dicono. sono anche io convinto,come la dottoressa ripamonti,che “i pazienti hanno bisogno di sapere che ci sono luoghi dove ci prende cura di loro totalmente”,tuttavia non è detto che questa soluzione sia accettata o sperata da tutti,e di questo bisogna pur tenere conto. è giusto e da me sostenuto che tali centri di cura vadano potenziati e resi accessibili a tutti coloro che desiderino fruirne,ma ciò non scalfisce minimamente il diritto di chi non accetti più il protrarsi di un’esistenza ritenuta inaccettabile e senza speranza,per quanto amorevoli e di eccellente livello siano le cure di cui potrebbe beneficiare.vi sono poi le situazioni come quella di eluana englaro,in stato vegetativo permanente dal 18 gennaio 1992:quasi 15 anni fa. prova a pensarci. ti sembrano condizioni di vita accettabili quelle di eluana? soddisfano il tuo concetto di “dignità dell’uomo?” cosa vi è di “sacro” in quell’esistenza grottesca? e prova a pensare al tormento senza fine di suo padre. non vengono anche a te i brividi? pensa all’atrocità del supplizio di vedere il corpo insensato di tua figlia consumarsi e corrompersi sempre più giorno dopo giorno,lentamente e inesorabilmente,per anni.per una vita intera. pensi che sia possibile,in altro modo che liberandoli da quell’incubo,esser loro di qualche aiuto o conforto? L’unica maniera che viene in mente a me per provarci è quella di sostenere e di far conoscere a tutti la loro vicenda e la “loro” battaglia,affinché tutti sappiano bene di che cosa sono debitori a eluana e a beppino coloro che si ostinano,in nome della “vita”, a sequestrare quella di tutti. pensaci bene michele,dai che ce la fai. andrea pInserito da Spenottina il Sab, 18/11/2006 - 12:37.Mi chiamo Emanuela e l'unica cosa che ci serve è questa : LIBERTA'DI SCELTA, LIBERI DI GESTIRE LA PROPRIA VITA! Siamo obbligati a sottostare alla volontà di chi è libero di morire come vuole! Siamo obbligati a sottostare alla volontà di egoisti i idolatri del vivere terreno! Parlano di anima e hanno una paura incredibile di staccarsi dal corpo...e non è ironia la mia. Sono figlia di una donna che è morta urlando, desiderando l'eutanasia per liberarsi dal suo male in modo dignitoso... La nostra vita è nostra, e se io la penso così nessuno può permettersi di impormi altre idee o modi di vivere e morire.Inserito da andrea_pessarelli il Ven, 06/10/2006 - 13:53.caro michele g, sono davvero molto fortunato a poter scrivere a uno che ha finalmente trovato il senso dell’esistenza,poiché sono certo che me lo vorrà svelare,risparmiandomi così il tedio di dovermi occupare di questioni così difficili e da me finora insolute.purtroppo io sono solo “un umile lavoratore nella vigna del diritto”,e la mia mente è ottenebrata da quello che definisci con giusto disprezzo “approccio razionale”.sono tuttavia sicuro che i tuoi nobili sentimenti di compassione e pietà ti renderanno lieto il compito di convincermi della bontà dei tuoi argomenti. si sa che gesù parlò ai pastori in forme semplici e spesso figurate,e ciò per l’ovvia considerazione che si rivolgeva a persone rozze e ignoranti (proprio come dio le volle, quando proibì loro il frutto della conoscenza del bene e del male-e come si incazzò quando il serpente lo fece fesso,mandando a monte tutti i suoi piani!) e doveva rendere loro comprensibili concetti di natura superiore alle loro possibilità. allo stesso modo,poiché certamente non riterrai te stesso superiore al figlio di dio,ti chiedo di usare con me la medesima cortesia che gesù riservò ai suoi discepoli,e di parlarmi nel linguaggio e nelle forme a me comprensibili.mi piacerebbe per esempio che tu mi spiegassi quando mai i radicali o l’associazione luca coscioni abbiano proposto lo stesso rimedio per tutti:questo,se mai,è ciò che accade oggi in italia,e proprio in favore della libera scelta di ciascun cittadino si batte la nostra associazione.sono anche interessato alla spiegazione delle tue parole “le conseguenze dolorose che in molti casi la scienza infligge”:a mio modesto avviso,a infliggere conseguenze dolorose non è per nulla la scienza (che si limita a descrivere e riprodurre i fenomeni naturali),bensì sono le leggi dello stato che regolano i doveri e i diritti di coloro che fruiscono dei suoi risultati:e queste leggi,guarda caso,sono in massima parte ispirate non da chi “ripone la propria fiducia incondizionata nel progresso scientifico”,ma proprio da chi “è riuscito a trovare un senso alla propria esistenza”,e intende imporre a tutti le proprie conclusioni. per quanto riguarda medjugorje (si scrive così,non “medugorje”-ma forse sto cercando la pagliuzza nel tuo occhio solo per distogliermi dalla trave che oscura il mio),ti sarò davvero riconoscente se mi farai avere le cartelle cliniche degli “ormai migliaia di ex malati di sclerosi,tumori allo stadio terminale”.ti suggerisco anzi di inviarle anche al ministro di competenza,affinché si convinca a non sprecare più soldi pubblici per la ricerca,destinandoli piuttosto in maniera più accorta all’organizzazione di pellegrinaggi verso quella terra miracolosa. p.s. scrivo "dio","gesù",così come "michele" e "andrea",perchè ho venduto le maiuscole per finanziare l'associazione luca coscioni.Inserito da Michele G. il Lun, 09/10/2006 - 16:08.Inserito da Michele G. il Gio, 05/10/2006 - 11:08.Non posso che provare un grande senso di compassione e di pietà nei confronti di tutti coloro che non riescono a trovare un senso nella propria esistenza; molti si pongono il problema nei momenti di difficoltà e vegetano per tutta la vita senza mai interrogarsi sul significato della propria esistenza. A voler seguire un approccio razionale ai problemi del mondo c'è chi si ostina a voler combattere con tutte le proprie forze i sintomi piuttosto che a rimuoverne le cause. Molti ripongono la propria fiducia incondizionata nel progresso scientifico ma non sono però pronti ad accettarne le conseguenze dolorose che in molti casi la SCIENZA infligge (sarebbe meglio se le conseguenze ricadessero sugli altri forse?). Ogni volta che ci si confronta su temi della bioetica, sistematicamente c'è un fronte che si leva e propone le sue istanze di morte (aborto, eutanasia, ecc.) e tali istanze dovrebbero essere sempre meno convincenti quanto più si indaga sulla vita di coloro che ne sono promotori: ciò che emerge è un grande senso di tristezza e di sofferenza autogenerate. Mentre qui si discute di ricerca scientifica, di fecondazione assistita, di aborto e di eutanasia in uno sperduto villaggio della Bosnia Erzegovina accadono cose inimmaginabili: guarigioni inspiegabili scientificamente (ormai sono migliaia i casi di ex malati di sclerosi, tumori allo stadio terminale), coppie dichiarate sterili che ottengono gravidanze (conosco personalmente una donna di 40 anni con la quale ho avuto un diverbio sugli ultimi temi referendari e che dopo aver provato tutte le tecniche di fecondazione assistite ha ricevuto una gravidanza con metodi tradizionali grazie alle preghiere della mamma recatasi in pellegrinaggio a Medugorje), ecc. Potete crederci o no, ma non potete non credere ai referti medici dell'istituto dei tumori di Milano o di altre strutture mediche di fama internazionale che testimoniano queste guarigioni impossibili. E i media non ne parlano... Questo per me è INSPIEGABILE!!! E se la testimonianza di Medugorje fosse la soluzione a tutti i nostri problemi?Inserito da rosdend il Mer, 27/09/2006 - 17:05.Inserito da Michele G. il Gio, 05/10/2006 - 12:13.Inserito da Marianna C. il Mar, 28/11/2006 - 20:32.Ho praticamente vissuto in un ospedale sino a quando ho compiuto 16 anni, entravo, uscivo, tornavo a casa due giorni a natale, poi per un mese, poi per una settimana; asma cronica, nel mio caso, ma una grave forma. La mia vita non è mai stata normale.In ospedale ho conosciuto il significato di molte parole fra cui, dolore, disperazione, morte sofferenza, speranza, preghiera, cura, medicina.... Ho visto bimbi di due anni morire di tumore,alcuni di malformazione cardiaca, dopo un sorriso: e le loro madri struggersi dal dolore. Così come ho visto bimbi con malattie degenerative ed irrimediabili, con di fronte a sè solo solitudine e disperazione... Ed io, seppur mi trovassi in un contesto del genere, ringraziavo Dio di avere quel minimo di forze necessarie per poter combattere, ed eccomi ora, alternando lunghi periodi a letto senza riuscire a muovermi, o sporadici ricoveri, eccomi, con una vita quasi normale...con il mio lavoro, i miei studi, il vento che mi sfiora il viso, le strade colme di gente per i regali a natale, abbracciare mia madre, a casa, insieme al mio cane.... La vita...:in ospedale, attraverso la sofferenza, la mia, ma soprattutto quella degli altri, ho imparato ad amarla PIU' di ogni altra cosa, è lei quella cosa che mi sento di dover difendere SEMPRE E COMUNQUE, ma non con cieco accanimento, ma integra di tutta la sua dignità... Eppure, anche di fronte alla vita, regna sempre il pensiero estremista, di destra o di sinistra, di cattolici o atei...ma perchè? Perchè deve essere così, perchè si vive di schieramenti troppo ben definiti ed estremisti....Amo profondamente la politica, il pensiero politico, ma capisco che "il politico" è pur sempre un uomo, e che in lui o nel suo partito, non stà la verità: prego e credo, soprattutto in Gesù Cristo, non mi interessa se scritto con la maiuscola o la minuscola, ma non credo nella chiesa, o meglio negli uomini di chiesa, li rispetto, così come il Vaticano, e rispetto chi in loro crede, chi si reca a messa tutte le domeniche, chi va a confessare i propri peccati, credo che la religione e la politica siano due temi "sacri", intimi e fondamentali.... La medicina, che dire, se non esistessero i farmaci, i medici o le macchine per rianimare, neppure io sarei più qui, ho bisogno di loro costantemente, anche oggi, ma occhio, la scienza non detiene la verità assoluta; la ricerca è fondamentale,necessaria ed indispensabile, ma non bisogna trascendere dall'etica, dal rispetto alla vita. Il rispetto alla vita, a sua volta, non dovrebbe (almeno a parer mio) intestardirsi e radicalizzarsi in questo modo, comunque e sempre... l'aborto, un feto è per me un individuo, ma occhio, ci sono casi in cui la scelta di compiere un aborto e più che necessaria. A volte la ricerca mi spaventa, mi inorridisce, la clonazione di esseri umani è per me un incubo, una materia nella quale ahimè voglio mantenermi ignorante; ma l'eutanasia, è per me quella vita integra della sua dignità, non è un altro a scegliere per noi, siamo noi a decidere. Non è etico? Dio? Peccato mortale? In tutti i momenti nei quali ho letto la Bibbia, ho compreso solo una cosa, che l'EMPATIA nella vita (in ogni suo significato), è FONDAMENTALE...Immagino cosa voglia dire vivere con malattie così estreme, malattie che ti fanno apparire un giorno lungo come un anno, con la tua mente che ricorda, desidera e sente, e fuori, in quel corpo che non sà di essere, trovi una "carcassa", nella quale resterai a lungo imprigionato. Penso che la compassione, ed il perdono siano impliciti per quanto riguarda Dio...non credo che a estrema sofferenza Dio punisca per l'eternità, penso solo che questo sia un concetto creato dall'uomo. Vorrei quindi con tutte le mie forze, che con i debiti modi, la debita accortezza, le dovute leggi e responsabilità, si legalizzi in italia, il desiderio di persone ormai stanche del loro stadio. Per quanto riguarda me cercherò sempre di lottare e cercar di far lottare, con tutta l'anima, ma credo che ognuno di noi, abbia il diritto di scegliere il suo cammino...e di sicuro, il buon Dio, ci accompagnerà in questo cammino...Caro Michele, nel tuo commento è contenuta una quantità di inesattezze a dir poco sorprendente. Tuttavia, preferisco astenermi dal sottolinearle tutte, perché per portare a termine l'impresa sarebbe necessario uno sforzo esegetico ben più imponente, in proporzione, dei fiumi di inchiostro versati per commentare la Divina Commedia; e anche perché, onestamente, anche alla pulsione polemica, in nome della quale può essere tollerata una minima quantità di approssimazione, c'è un limite oggettivo, del quale hai dimostrato di voler abusare senza alcun ritegno. Mi auguro davvero che tu sia consapevole di aver proposto un'interpretazione del tutto priva di fondamento: in tal caso, come capita spesso, tu saresti uno dei tanti commentatori che preferiscono lasciarsi ispirare dalla malafede assoluta; non sarebbe una novità, poiché di tale atteggiamento, in questi giorni, si sono resi protagonisti in tanti, molti dei quali, lasciamelo dire, ben più autorevoli di te. In caso contrario (cioè se tu credessi davvero a quello che hai scritto), mi corre l'obbligo di invitarti ad una rilettura integrale delle materia, della quale, se credi, mi rendo disponibile a fornirti qualche nozione elementare: non senza rilevare che non mi è mai successo, nei diversi contesti umani in cui ho avuto modo di relazionarmi con gli altri, di imbattermi in una difficoltà di lettura della realtà così marcata come quella da te evidenziata nelle poche righe che hai pubblicato. Non posso fare a meno, infine, di rilevare che, qualunque sia la posizione di ciascuno, l'argomento meriterebbe un tono assai meno beffardo di quello che caratterizza il tuo intervento, che, devo dire, mi sembra decisamente fuori luogo. Alessandro.Caro Michele, mi permetto di riportare qui di seguito il tuo post, al quale ho risposto in modo a tuo dire ingiurioso. "Eh sì, il modo più rapido per fargli trovare la pace è staccargli la spina!! e se a tutti quelli che sono in difficoltà proponessimo lo stesso rimedio? avremmo risolto anche il problema delle spese sanitarie! eh sì questi radicali hanno sempre una soluzione a tutto! e tu rosdend non hai ancora trovato la pace?" Nella mia risposta ho semplicemente affermato che in queste poche righe è contenuta un'incredibile serie di inesattezze, che a questo punto ritengo necessario elencarti analiticamente. 1. Nessun radicale ha affermato di sostenere l'eutanasia perché essa è "il modo più rapido" per alleviare le sofferenze di un malato: il punto, casomai, è che si tratta del modo da lui esplicitamente e consapevolmente richiesto. 2. Nessun radicale ha mai affermato che l'eutanasia è il rimedio per "tutti quelli che sono in difficoltà" (situazione, peraltro, da te delineata in modo tanto generico da perdere di significato non solo in questo contesto, ma in qualunque altro). 3. Nessun radicale ha mai "proposto" l'eutanasia a chicchessia: si tratta casomai del contrario, ovvero di aver dato voce alla proposta di chi è investito in prima persona del problema. 4. Nessun radicale ha mai paventato, neanche alla lontana, la possibilità di ridurre le spese sanitarie attraverso l'eutanasia. 5. Nessun radicale ha mai affermato di conoscere la soluzione ad ogni problema. Si tratta di inesattezze così evidenti che non è possibile non domandarsi se chi le ha scritte fosse in malafede, oppure non disponesse di alcuna informazione sull'argomento di cui stava parlando. Non credo, logicamente parlando, che vi siano ulteriori possibilità per spiegare una serie di affermazioni così lontane dalla realtà dei fatti. Se poi intendi considerare la logica come un'ingiuria, fai pure.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Staffetta_4%C3%97100_metri
Staffetta 4×100 metri.La concitata fase di cambio in una gara di staffettaLa staffetta 4x100 metri'" è una specialità dell'atletica leggera, nella quale gli atleti, o le atlete, competono in squadre di quattro elementi (detti frazionisti), che si succedono sulla medesima corsia per completare i 400 metri della pista, percorrendo ciascuno circa 100 metri. Le corsie 4 e 5 vengono sempre utilizzate, anche in una gara con due squadre. Per compensare i differenti raggi di curvatura delle diverse corsie, gli atleti si dispongono alla partenza in posizioni a scalare, come avviene dei 400 metri piani.Come in tutte le staffette dell'atletica, gli atleti di ogni squadra devono darsi il cambio passandosi un testimone secondo determinate regole. In particolare, il passaggio del testimone deve avvenire all'interno di una porzione di pista delimitata, detta "zona di cambio". Le zone di cambio sono tre, poste in prossimità delle tangenti B C e D.Svolgimento del cambioIl passaggio del testimone deve avvenire nella prescritta zona di cambio, la quale ha una lunghezza di 20 metri, pena la squalifica della squadra. L'atleta che deve ricevere il testimone si pone in attesa 10 metri prima dall'inizio della zona di cambio. La porzione di pista tra la zona di cambio e il punto di partenza dell'atleta è detta "zona di precambio", e in quest'area non è consentito il passaggio del testimone. Questo spazio consente all'atleta che deve ricevere il testimone di accelerare, in modo da attraversare la zona di cambio ad una velocità simile a quella del compagno che sopraggiunge in velocità con il testimone. "'Come avviene il cambio?L'atleta che riceve il testimone (atleta 2) si posiziona sulla linea del precambio aspettando il compagno con il testimone (atleta 1).Appena l'atleta 1 arriva ad un punto di riferimento, misurato precedentemente dall'atleta 2, posto alla distanza di 15-20 piedi dalla linea di precambio, l'atleta 2 inizia la sua corsa, durante la quale non dovrà voltarsi per guardare il compagno arrivare, ma correrà normalmente come in una gara individuale.L'atleta 1 avrà l'onere di comandare il cambio impartendo gli opportuni ordini all'atleta 2. I possibili ordini sono principalmente:Il cambio si conclude con il passaggio di mano del testimone dall'atleta 1 all'atleta 2.RecordRecord maschili"Statistiche aggiornate al 23 settembre 2009."Record femminili"Statistiche aggiornate al 23 settembre 2009.""'WC'": record dei campionati del mondo"'NA'": record nord-centro americano e caraibiMigliori risultati di tutti i tempi"Statistiche aggiornate al 23 settembre 2009."Campioni del mondoNOTA'" La squadra statunitense composta da Mickey Grimes, Bernard Williams, Dennis Mitchell e Tim Montgomery vincitrice nel 2001 con il tempo di 37"96 è stata squalificata dopo l'ammissione da parte di Tim Montgomery di aver fatto uso di doping nel 2005.Campionesse del mondo"'NOTA La squadra statunitense composta da Kelli White, Chryste Gaines, Inger Miller e Marion Jones vincitrice nel 2001 con il tempo di 41"71 è stata squalificata a causa di una positività al doping di Kelli White nel 2004Campionati europei di atletica leggeraVoci correlateNoteStaffettaSport di squadra| 00100 metri piani staffetta4 x 100 metres relay
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http://it.wikipedia.org/wiki/Stella_di_Teegarden
Stella di Teegarden.La Stella di Teegarden'", con numero di catalogo "'SO025300.5+165258, è una stella nella costellazione dell'Ariete, che è stata notata nel 2003 a causa del suo grande moto proprio (pari a 5,06±0,03 secondi d'arco all'anno) su immagini prese dal programma NEAT della NASA. Si conoscono solo altre sette stelle con moti propri comparabili.Sembra che sia una nana rossa, una classe di stelle di bassa temperatura e luminosità. È infatti molto debole, con una magnitudine apparente di solo 15,4 (e una assoluta ancora minore di 18,5). È quindi visibile solo con telescopi di dimensioni rispettabili.Sulla base delle prime misure, si pensò che fosse la terza stella più vicina al Sole. La bassa luminosità e il valore incerto della parallasse suggeriscono però che potrebbe essere un poco più lontana, anche se sempre tra le stelle più vicine al Sole.Una recente ricerca compiuta nell'aprile 2004 da Todd J. Henry direttore del RECONS, ha rilevato una stima più precisa della distanza pari a 12,46 anni luce. Stima ottenuta anche da G. Gatewood nel giugno 2004.Voci correlateCollegamenti esterniStelle di classe spettrale MNane rosseTeegarden's star
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http://it.wikipedia.org/wiki/Brigadier_generale
Brigadier generale.Brigadier generale.Il rango di brigadier generale (brigadier general) esiste nelle forze armate statunitensi fin dalla Guerra d'Indipendenza americana. Un brigadier generale era inizialmente rigidamente un ufficiale di fanteria che comandava una brigata, ma le sue responsabilità aumentarono drasticamente nel corso del XIX-XX secolo.Analogo grado esiste nell'esercito britannico ed in generale in quelli di tutti i paesi del Commonwealth.Il rango era equivalente nella marina statunitense a quello di commodoro, che divenne più tardi quello di contrammiraglio Lower Half. Il distintivo di grado per un brigadier generale - immutato da circa due secoli - è costituito da una stella d'argento campeggiante sulla spallina o sul bavero.Dalla guerra messicano-statunitense tuttavia il comando di una brigata è stato normalmente affidato a un ufficiale col grado di colonnello.Il titolo è pure usato nei corpi logistici e d'amministrazione nell'Esercito italiano, per riferirsi a un generale di brigata, nomenclatura altrettanto diffusa soprattutto in paesi non anglosassoni.Voci correlateForze armate statunitensiGradi dei generali
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http://www.02blog.it/user/god_is_my_co-pilot/comments/record/0
è certo che 'nazifascisti' e 'veterocomunisti' si assomiglino molto. entrambe le fazioni vivono in uno stato di eterna involuzione, guardandosi solo l'ombelico, nell'incessante riproposizione degli antagonismi storici. due forme di ignoranza e ottusità molto simili. solo che.. .. i 'rossi' si sentono legittimati dal fatto che i loro nonni hanno capito con un certo anticipo che il fascismo era una forma di vigliaccheria sublime .. i 'neri' si sentono legittimati dal fatto che i loro nonni erano qulo e camicia con la bandiera, dio e la famigliaio non capisco quest'astio nei cfr dei post. tra l'altro non un avversione verso i contenuti, ma qualcosa di (perdonatemi il termine) ideologico.. prendiamo per esempio l'untente markk0 qua sopra: non ci prova neanche a negare che a milano ci sia la 'ndrangheta ma si infastidisce perché l'autore del post fa notare come milano nella sua smania di fare soldi passi sopra tutto. io ho una piccola società, sono inserito nel tessuto sociale ed economico cittadino ma non mi risento se leggo "Nel mentre, facciamo finta di non accorgerci di nulla, ma così è la vita". è il comune cittadino a essere colluso con le mafie? il panettiere? il pescivendolo in piazza grandi? no. però la città è di tutti e a qualche livello (probabilmente a livello di finanziarie, gruppi bancari, grandi immobiliaristi) qualcuno chiude un occhio o due da anni. la 'ndrangheta si è infiltrata a livello di caporalato (lavoro nero), nei mercati ortofrutticoli (ma cacchio), di riciclaggio e di compravendita di immobili… markk0 probabilmente non sarai stato tu a chiudere gli occhi di fronte a tutto questo, ma prendertela con l'autore del post fa sembrare il contrario :P non siate ideologici, non difendete milano sopra ogni cosa… un po' teroni siamo anche noivomitus cosa centra fare il conto delle morti delle ideologie. nessuno qui fa apologia del comunismo. i partigiani non erano tutti comunisti. anzi… rosica quanto ti pare, ma è solo grazie alla lotta partigiana che ora tu sei qua a poter scrivere le tue ca z z ate. in un periodo in cui le coscienze erano assopite ci sono state persone che hanno dato la vita e hanno combattuto una guerra non perché obbligati dalla leva ma per abbattere una dittatura e per liberarci da una occupazione. senzaltro tu saresti stato tra i vigliacchi che sono andati avanti a portare la camicia nera e ad ammazzare innocenti. il mondo è così. ci sono i vigliacchi come te e ci sono i coraggiosi.aspe aspe.. io limitavo la mia osservazione al cosiddetto mondo delle avanguardie artistiche che lavorano su performance concettuali. non videoarte o installazioni eh (lì ogni tanto qualcosa di bello salta fuori), ma mi riferisco proprio al campo delle performance artistiche certo che se poi si va a cercare in tv pure lì ci sono tanti furbi che non sanno fare niente. ce ne sarebbe di gente da buttar giù. il punto è questo: per cosa è morta pippa? una reporter di guerra? girava un documentario? faceva giornalismo? lasciava qualche traccia del suo passaggio? no zero. una morte totalmente inutile, che si è praticamente procurata per la sua dabbenaggine e la sua ingenuità. con l'aggravante che faceva una 'cosa concettuale' con la convinzione di produrre arte.follia. follia pura. soldi nostri sprecati per questa farsa. …e una volta che avete scoperto che i vostri figli fumano hashish o sniffano coca che fate? ogni giorno si schianta qualche pirla per aver bevuto alcoolici portando con sé vittime innocenti e intanto si spendono *000000* euro per kit inutili. le sostanze alteranti sono legate all'uomo da sempre, il nostro stesso DNA prevede dei recettori per certi principi attivi.. è ignoranza pura vietare una droga e permettere l'uso di un'altra. non sono per abolire l'alcool, sono per l'informazione totale e a 360gradi.. basta ipocrisia, basta parlare di droga senza includere l'alcool o parlare di droga in generale, quando in realtà le droghe sono tante e tutte diverse tra loro. vietare non è la strada, sapere come farne un uso non lesivo per se stessi o gli altri è la via giusta. ma tanto so che scrivo al vento. :(
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http://www.06blog.it/post/3151/rimossi-gia-120000-manifesti-abusivi-le-maggiori
Sul banco degli imputati, come detto, sono finiti i singoli candidati. I manifesti affissi da quest’ultimi sono tanti, oltre il 60% del totale, ha spiegato Morcone e tutto ciò nonostante siano attive in questi giorni ben 53 squadre del Ufficio Decoro Urbano e dell’AMA. Anche i partiti, comunque, fanno la loro parte. Di cifre esatte e della “classifica” dei più indisciplinati Morcone non parla, ma l’Uffico del decoro si lascia sfuggire qualcosa: tutti i partiti sono coinvolti ma più rispettosi delle norme sono quelli di centro-sinistra, meno quelli di Centro-destra. Tra i manifesti abusivi dei candidati sindaco sono quelli di Alemanno a guidare questa non invidiabile classifica. Un ultimo dato: la Polizia Municipale ha emesso per ora 5472 verbali d’accertamento riguardanti complessivamente 42.813 manifesti sanzionati. Pagano i partiti? Segue la dichiarazione di Mario Morcone.
118,514
http://it.wikipedia.org/wiki/Mestre
Mestre.Mestre'" è un centro abitato compreso nel territorio comunale di Venezia. Costituisce assieme all'ex quartiere 9 Carpenedo-Bissuola la Municipalità di Mestre-Carpenedo (Mestre Centro).Un tempo ben distinta dagli altri centri della terraferma, Mestre, soprattutto dal secondo dopoguerra ha visto una rapida crescita urbana che l'ha portata a costituire con gli stessi una vasta conurbazione. Per questo motivo, con il toponimo "Mestre" spesso si intende, per estensione, tutta la terraferma veneziana.Già comune autonomo, dal 1808 al 1926, nel 1923 le è stato conferito il titolo di città con il quale è tuttora nota.Stemma, gonfalone, onorificenzeStemmaLo stemma della città riporta una croce argento in campo azzurro, con il Leone di San Marco nel quarto superiore sinistro e le lettere "M" e "F" (iniziali del motto "Mestre Fidelissima") nei quarti inferiori.Come gli stemmi di molti altri centri storicamente assoggettati alla dominazione del Libero Comune di Treviso, lo stemma originario di Mestre ricalcava quello dei dominatori trevigiani, ed era rappresentato da una croce d'argento racchiusa in un scudo sannitico in campo rosso. Venne modificato una prima volta con il passaggio del castello sotto il dominio della Serenissima sostituendo il rosso con l'azzurro - colore ricorrente negli antichi stendardi veneziani - e con l'aggiunta del leone marciano nel quarto superiore sinistro. Nel 1513 fu aggiunto l'acronimo del motto "Mestre Fidelissima" in onore dell'eroica resistenza di Mestre nel corso della guerra della Lega di Cambrai. Infine, la corona muraria venne inserita nel 1923 con la concessione del titolo di Città.Onorificenze conferite alla cittàIl 13 novembre 1898, Mestre, allora comune, fu nominata XI città decorata con Medaglia d'Oro come "Benemerita del Risorgimento nazionale" per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento (che, secondo la definizione dei Savoia, è compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale).GeografiaMestre è situata nella Pianura Veneta a margine della Laguna di Venezia (3 m s.l.m.) e funge da porta d'accesso a Venezia tramite il Ponte della Libertà. L'affaccio sulla Laguna è costituito dal "Parco di San Giuliano", inaugurato l'8 maggio 2004 ed esteso per 74 ettari.Il principale corso d'acqua è il Marzenego il cui alveo originale è stato nel tempo più volte modificato e tombinato. Esso si biforca, circondando la città antica, nel "ramo Campana" o "delle Muneghe" a sud e nel "ramo delle Beccherie" o "di San Lorenzo" a nord. I due bracci si riuniscono all'altezza del ponte di via Colombo formando l'Osellino, il canale artificiale che ne convoglia le acque in laguna, sfociando a Tessera.Altra via d'acqua rilevante è il Canal Salso che mette in comunicazione la città e la laguna; l'ultimo tratto in prossimità, che terminava all'altezza di piazza XXVII Ottobre, è stato interrato nel Novecento per la realizzazione della piazza stessa (allora denominata piazza Barche, toponimo tutt'oggi molto usato) e di via Forte Marghera.StoriaLe originiBonaventura Barcella, segretario dell'Archivio Comunale nell'Ottocento, propone per Mestre un'origine fantasiosa, ricollegandosi alle vicende dell'eroe Antenore, ricordato da Livio e da altri autori antichi come il capostipite dei Veneti. Questi, fuggito da Troia distrutta, dopo un lungo peregrinare per mare trovò rifugio nella regione che lui stesso chiamò Veneto dove fondò la città di Padova. Al suo seguito c'era anche Mesthle, valoroso guerriero figlio del re Pilemene, che invece si stabilì con altri presso un bosco di fronte alla Laguna Veneta — la "Selva Fetontea" — fondando una città fortificata che, dal suo nome, chiamò Mestre.Leggende a parte, anche per la scarsità di reperti e notizie riguardanti l'età antica, l'origine di Mestre rimane ancora oscura. Pure il toponimo resta inspiegabile: l'ipotesi più accreditata, proposta da Dante Olivieri, lo fa derivare dal personale romano "Mester" e "Mestrius", documentato specialmente nell'Italia settentrionale; il Filiasi resta nel vago e asserisce che l'etimo sarebbe etrusco; l'Agnoletti invece sottolinea la possibile presenza della radice "mad"-, riferita ad una località paludosa; chi invece vuole ricollegarsi al mito, individua una somiglianza con dei nomi di origine orientale (frigia e greca in particolare).Per quanto riguarda la fondazione della città, sembra che né in epoca Paleoveneta né Romana nella zona sorgessero insediamenti di particolare rilevanza. L'"Itinerarium Burdigalense", una guida per pellegrini del IV secolo, citava nella zona solo una «"mutatio ad nonum"», cioè "una stazione di posta per il cambio dei cavalli situata a nove miglia" (13,5 km ca.) dalla città di Altino, lungo la Via Annia. Appare tuttavia possibile l'esistenza di un "castrum", un piccolo centro fortificato embrione del medievale "Castelvecchio".Il medioevo e l'epoca della SerenissimaMestre è citata una prima volta nel 994, quando un diploma dell'Imperatore Ottone III dona a Rambaldo, conte di Treviso, terreni nella zona.La zona era in quest'epoca divenuta terra di confine tra il Sacro Romano Impero e il Ducato di Venezia, luogo di passaggio per uomini e merci diretti da e per la vicina Venezia.Attraverso il "porto di Cavergnago", situato sul basso corso del "flumen de Mestre", infatti, passavano la dogana le merci e gli uomini diretti in Laguna; inoltre, di qui passavano incrociandosi tre importanti arterie di collegamento con l'entroterra: la "Padovana" (l'odierna "Miranese"), la "Castellana" ed il "Terraglio".Nel 1153, infatti, la bolla in cui riconosceva signore di Mestre il vescovo di Treviso Bonifacio, papa Eugenio III specificava tra le proprietà un porto, il castello e la chiesa arcipretale di San Lorenzo.La potestà vescovile venne però minacciata nel XIII secolo dalle prepotenze di Ezzelino III da Romano. Nel 1237 le sue soldatesche si spinsero nel territorio mestrino, devastandolo, tanto da costringere le monache del Monastero di San Cipriano, che sorgeva nei pressi, a fuggire sotto la protezione di Venezia.Tra il 1245 e il 1250 Ezzelino occupò il castello di Mestre in contrasto con il fratello Alberico, divenuto podestà di Treviso, sino a che tra i due fratelli si giunse ad un accordo: nel 1257 il vescovo Adalberto III Ricco venne costretto a cedere il possesso del borgo e del castello all'amministrazione civile di Treviso, che prese a nominarvi un "capitano" per l'esercizio del potere amministrativo, militare e giudiziario.Nel 1274 un incendio danneggiò gravemente il "Castelvecchio".Nel 1317 Cangrande della Scala incominciò a minacciare Treviso, che come contromisure rinforzò tra l'altro il castello di Mestre. Nel 1318 gli Scaligeri tentarono a più riprese di conquistare la piazzaforte, che però resistette contro ogni aspettativa. Le soldatesche, ritirandosi, saccheggiarono i territori dei dintorni provocando una grave crisi economica.Alla fine, nel 1323 Treviso, stremata dalla lunga guerra e abbandonata dall'imperatore, capitolò finendo sotto il dominio veronese — e con essa Mestre.La consapevolezza che lo strapotere degli Scaligeri sulla terraferma era una minaccia per gli interessi commerciali della Serenissima spinse verso la metà del XIV secolo Venezia a prendere il controllo di Mestre, principale via d'accesso all'entroterra: così il 29 settembre 1337, giorno di San Michele Arcangelo, il comandante veneziano Andrea Morosini, corrompendo i 400 mercenari tedeschi di guardia, conquistò il castello di Mestre. Il borgo e il territorio limitrofo fu da allora governato da un "rettore" avente il titolo di "Podestà e Capitanio": il primo fu Francesco Bon. L'espansione non si arrestò: Treviso venne conquistata il 2 dicembre 1338 e il 21 gennaio dell'anno successivo venne firmata la pace tra Venezia e Verona, che pose fine definitivamente alle ostilità.In quest'epoca il traffico di merci tra Mestre e Venezia era diventato così importante da richiedere la costruzione di un canale artificiale, il Canal Salso, che dalla laguna arrivava fino al cuore del borgo.D'altra parte la successiva deviazione del fiume Marzenego, che venne portato a sfociare in corrispondenza di Altino, rese impraticabile al commercio tale via d' acqua, rendendo ancor più importante il Canal Salso e la sua terminazione in laguna San Giuliano. In ragione di ciò il commercio si spostò dalla parte nord di Mestre alla parte sud contribuendo allo sviluppo del suo nuovo centro commerciale, attorno alla Piazza Maggiore. Da lì partiva anche una via acquea (oggi interrata) chiamata "Brenta vecchia" che percorreva le odierne vie Brenta vecchia, Dante, Fratelli Bandiera, e confluiva nel naviglio Brenta a Malcontenta, e consentiva alle imbarcazioni di raggiungere Padova dal centro di Mestre. L'accresciuta posizione strategica di Mestre rese così necessaria la realizzazione di una nuova fortezza: il "Castelnuovo", cui seguì un progressivo abbandono del "Castelvecchio", che venne infine demolito nel XV secolo.Nel 1452 venne costituito un "Consiglio" per affiancarsi nell'amministrazione del borgo all'autorità dei rettori veneziani: nel 1459 il consiglio prese così sede nella nuova Provvedaria.Nel 1509, durante la Guerra della Lega di Cambrai, le forze veneziane in ritirata dopo la sconfitta nella battaglia di Agnadello, si asserragliarono al comando di Niccolò di Pitigliano nel castello di Mestre, che divenne l'estremo baluardo sulla terraferma e da dove partirono le spedizioni in soccorso di Treviso assediata, e alla riconquista di Padova, occupata dagli Imperiali. Nel 1513 Mestre dovette però affrontare nuovamente l'assalto di Spagnoli e Tedeschi, che conquistarono il castello, saccheggiando e incendiando il centro abitato. A onore dell'eroica resistenza, la città ricevette dalla Serenissima il titolo di "Mestre Fidelissima", che tutt'oggi ne è il motto.Nel Settecento furono demolite le mura del "Castelnuovo", ormai in grave stato di deterioramento; di esse restarono solo la Torre dell'Orologio e la gemella Torre Belfredo.Con la caduta della Repubblica di Venezia, Mestre fu occupata dalle truppe di Napoleone Bonaparte nel maggio del 1797, che posero fine al governo dell'ultimo podestà e capitano veneziano, Daniele Contarini.L'Ottocento e i moti patriotticiNel 1798 il borgo passò assieme al resto degli ex-territori veneziani all'Impero d'Austria, salvo subire una nuova occupazione francese nel 1805 a seguito del trattato di Presburgo, venendo inglobata nel neonato Regno d'Italia. Mestre, secondo il modello francese, nel 1806 divenne una "Comune" nell'ambito del Dipartimento del Tagliamento (l'attuale provincia di Treviso), dotata di un consiglio di 40 membri e di un Podestà nominato dal governo centrale. Nel 1808 passò al Dipartimento dell'Adriatico (l'attuale provincia di Venezia) e nel 1810 assorbì i comuni di Carpenedo, Trevignan e Favero.Alla caduta di Napoleone, nel 1814 Mestre tornò sotto il dominio austriaco del Regno Lombardo-Veneto.Nel 1842 venne aperta la Ferrovia Milano-Venezia che, passando a sud dell'abitato, ne spostò il baricentro, con lo sviluppo delle vie Cappuccina e Piave.Il 22 marzo 1848 sulla scia dei moti insurrezionali e patriottici risorgimentali, mentre a Venezia Daniele Manin a capo degli insorti cacciava gli austriaci e proclamava la Repubblica di San Marco, a Mestre molti patrioti, disarmati con facilità i pochi soldati di guardia, presero il controllo della città. Istituita una "Guardia Civica", i mestrini marciarono contro il Forte Marghera, sopraffacendo gli Austriaci ed impadronendosi della fortezza.Mentre gli Austriaci, incalzati in tutto il Lombardo-Veneto si rinchiudevano tra le fortezze del Quadrilatero, Mestre divenne crocevia di passaggio per i molti volontari che affluivano da ogni parte d'Italia. Vittoriose però contro le truppe piemontesi e volte alla riconquista dell'intero Lombardo-Veneto, il 18 giugno le truppe austriache fecero nuovamente ingresso a Mestre, rioccupandola ed usandola come testa di ponte per l'assedio di Venezia. Nonostante l'ardita "Sortita di Forte Marghera" del 27 ottobre che liberò di Mestre solo per poche ore, il 26 maggio 1849 il Forte fu riconquistato dagli Austriaci, ed alla capitolazione del forte seguì il 22 agosto la resa della stessa Venezia.Nel 1866 Mestre vide l'assedio di Forte Marghera da parte delle truppe italiane (giunte in città il 15 luglio) e fu annessa assieme al resto del Veneto al Regno d'Italia. Il 6 marzo 1867 giunse a Mestre anche Giuseppe Garibaldi, arrigando la folla da un balcone di Piazza Maggiore, evento poi commemorato da una lapide.Nel 1876 venne demolita dai privati che la possedevano la vecchia Torre Belfredo, una delle ultime vestigia dell'antico castello.A ricordo degli avvenimenti del 1848, il 4 aprile 1886 venne inaugurata in Piazza Barche una colonna commemorativa dei caduti nella resistenza del 1848-1849, mentre il 13 novembre 1898 veniva concessa alla città la medaglia d'oro al valor militare.Il NovecentoNel 1917, con l'ausilio di una nuova legge sui porti, un quarto del territorio comunale di Mestre (Bottenigo, il cui nome venne da allora mutato in Marghera) veniva integrato al comune di Venezia e affidato alla Società Porto Industriale di Venezia, la quale avviò le opere che portarono alla creazione del primo nucleo di Porto Marghera, inizialmente detto "Porto di Mestre".Frattanto un decreto del re Vittorio Emanuele III 26 agosto 1923 attribuì a Mestre il titolo di "Città". Ma già il 24 agosto 1926un nuovo decreto pose fine all'autonomia amministrativa della città: il distretto costituito dai comuni autonomi di Mestre, Chirignago, Zelarino e Favaro Veneto venne dichiarato parte integrante del comune di Venezia.L'atto era legato alla nascita del polo industriale di Marghera, creato dalle politiche economiche di quegli anni, incentrate attorno all'attività dell'industriale e politico Giuseppe Volpi conte di Misurata e del conte Vittorio Cini. Il primo, ministro delle Finanze e del Tesoro, nonché presidente della Società Porto Industriale di Venezia e della Società Adriatica di Elettricità (allora principale industria elettrica dell'Italia nord-orientale), fortemente interessata ad un forte sviluppo industriale dell'area; il secondo, presidente della Società Adriatica di Navigazione, della SITACO interessata alla realizzazione dei nuovi quartieri residenziali, nonché commissario governativo per le acciaierie ILVA. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilità di manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l'espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dareNel 1933 venne costruito il Ponte della Libertà e con esso il tratto stradale che portava all'odierna autostrada per Padova. Per unirla a Mestre fu costruito il Corso del Popolo e, per dare più spazio a tale strada, fu interrato un tratto del Canal Salso. Nel 1955, in concomitanza con l'edificazione di Viale San Marco, fu costruito il cavalcavia di San Giuliano, che consentiva così di raggiungere Venezia direttamente senza dover transitare per Corso del Popolo. Tale cavalcavia rappresenta il tratto finale della strada statale per Trieste.In conseguenza di ciò, Mestre vide una forte crescita demografica che divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell'alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia.Sull'onda dell'emigrazione dal centro storico, la massima espansione edilizia e demografica venne raggiunta negli anni settanta, periodo in cui Mestre toccò i 210.000 abitanti.L'incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto "sacco di Mestre").La crisi dell'industria chimica tra la fine degli anni ottanta e gli inizi degli anni novanta, assieme al generale ridimensionamento delle grandi città del nord Italia, hanno fatto sì che a Mestre e nei sobborghi limitrofi si registrasse un sensibile calo di residenti. Tuttavia, con oltre 180.000 abitanti (oltre il 66% della popolazione del comune), la terraferma veneziana contribuisce ancora largamente a posizionare il comune di Venezia come primo del Veneto e undicesimo in Italia per popolazione.Il nuovo millennioNel corso dell'ultimo decennio l'assetto urbano della città ha visto una progressiva mutazione, con la riqualificazione delle aree centrali del vecchio borgo, la progettazione della tranvia, la creazione di aree pedonali e la costruzione di nuove aree verdi, di zone commerciali e del nuovo ospedale dell'Angelo. Altri esempi sono l'importante palazzo-congressi del Centro Candiani, la riqualificazione del Teatro Toniolo, i nuovi quartieri dirigenziali nella parte meridionale e il parco San Giuliano.Grande importanza assume la riqualificazione dell'area dell'ex ospedale "Umberto I", aperto nel 1906 e dismesso nel giugno 2008 con l'apertura del nuovo ospedale dell'Angelo. L'abbattimento dell'ex nosocomio si è pressoché concluso nel 2009. Il progetto prevede la realizzazione di tre torri da 115m, 110m e 92m ad uso residenziale, direzionale e commerciale.Gli allagamenti del 26 settembre 2007Il 26 settembre 2007 la terraferma veneziana è stata colpita da un eccezionale evento pluviometrico che ha causato l'allagamento di una vasta parte del territorio.Alla base dell'evento vi è stato un intenso e persistente sistema temporalesco che ha colpito nella mattina di tale giorno la fascia costiera del Veneto centro-meridionale. Nel corso dell'evento alla stazione pluviometrica di Mestre-Marghera è stata registrata una precipitazione di 260.4 mm, pari a circa un terzo della precipitazione media annua della zona. Un dato ancora più elevato (324.6 mm) è stato registrato nella stazione di Valle Averto (VE).L'eccezionalità del fenomeno è indicata da alcuni dati registrati dalla stazione di Mestre-Marghera:Moltissime furono le aree allagate; in molte strade l'acqua raggiungeva anche il metro d'altezza. Per la prima volta dalla definizione delle emergenze, il sito del Comune di Venezia ha attivato il "codice rosso", il più grave dei tre previsti.In seguito all'evento alluvionale, la Regione Veneto ha dichiarato lo stato di emergenza per una parte del territorio regionale. Successivamente, con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri OPCM n° 3621 del 18/10/2007 l'ingegner Mariano Carraro è stato nominato commissario delegato per l'emergenza concernente gli eventi meteorologici del 26/9/07. Tra i principali compiti del commissario vi sono l'uscita dalla situazione di emergenza verificatasi (provvedendo anche alla liquidazione dei danni) e l'adozione di provvedimenti atti a scongiurare o ridurre il rischio del ripetersi di allagamenti analoghi.Monumenti e luoghi d'interesseLa piazza initolata ad Erminio Ferretto è la principale della città. Sviluppatasi nel medioevo come piazza del mercato e, in tempi più recenti, come capolinea della rete tranviaria, si arricchì poi di esercizi commerciali e del noto "Teatro Toniolo", posto in una piazzetta contigua. Sulla piazza sorgono il settecentesco "Duomo di San Lorenzo", il "Palazzo da Re", il cui portico ospitava il mercato delle granaglie e la "Torre dell'Orologio". Quest'ultima era originariamente una casa-torre fatta erigere dai Collalto nel 1108, ma fu poi inglobata nel secondo castello di Mestre (il "Castelnuovo"). Oggi è l'unica rimasta delle quindici — o, secondo altre fonti storiche, diciassette — torri che componevano la fortezza. Altri edifici di rilevo sono il "Palazzo Podestarile", la "Provvedaria" e la "scuola dei battuti" o "scholetta" piccolo edificio trecentesco con finestre trilobate prospettante sulla via Poerio. Tra il 1995 e il 1998 Piazza Ferretto è stata ristrutturata secondo il progetto dell'architetto Guido Zordan. In particolare, al centro è stata collocata una lunga fontana con una scultura in bronzo dorato di Alberto Viani intitolata "Nudo".In Piazza Ferretto Papa Giovanni Paolo II tenne un discorso il 17 giugno 1985 durante la sua visita pastorale a Venezia.Presso la chiesa dei frati Cappuccini, in via Cappuccina, è custodita l'icona della "Madonna del Don", trovata dagli Alpini in Russia nel 1943. Tale icona è venerata dagli Alpini, che ogni anno nel mese di settembre si ritrovano da tutta Italia per celebrare la ricorrenza, alternandosi tra le varie sezioni dell'Associazione Nazionale Alpini nell'offrire l'olio destinato ad alimentare la lampada votiva per l'anno a seguire.Altre opere di interesse artistico sono il monumento alla Resistenza di Augusto Murer in Piazza XXVII Ottobre (conosciuta comunemente con il nome di "Piazza Barche", toponimo che ricorda quando il Canal Salso giungeva al centro dell'odierna piazza collegando Mestre alla Laguna Veneta) e la fontana di Gianni Aricò nella vicina via Piave.Architetture religioseQuasi tutte le chiese di Mestre sono state costruite nel secondo dopoguerra in concomitanza con l'espansione dei quartieri residenziali, tuttavia sono degni di nota alcuni luoghi di culto ben più antichi.La "chiesa di San Girolamo" è la più antica della città risalendo al 1261. Sorge lungo l'omonima via pedonale dove un tempo erano edificate le mura est del Castelnuovo, di fronte ad un canale derivato dal Marzenego e oggi interrato.La "Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio", a Carpenedo, ha pure origini molto antiche, ma l'edificio precedente, di cui si hanno notizie sin dal 1152, è stato sostituito nel 1852 da una nuova e più grande costruzione in stile neogotico.La "chiesa di San Rocco", che sorge nell'attuale via Manin, fu eretta nel 1476 ed oggi è parrocchiale greco-cattolica rumena.La "chiesa di Santa Maria delle Grazie" e l'annesso convento vennero completati nel 1520 dalle monache benedettine (da cui il toponimo "ramo delle muneghe" riferito ad un ramo del Marzenego ora tombato). Situata presso l'attuale via Poerio, è oggi sconsacrata e adibita a libreria.Ben più recenti ma degne di nota sono la "chiesa del Sacro Cuore" costruita nel 1970 dalla caratteristica forma a due vele discendenti alte quaranta metri; e la "chiesa dei Cappuccini" del 1967, costruzione che ha inglobato l'antica chiesetta dei frati datata 1619 e dedicata a S. Carlo Borromeo.Tra i luoghi di culto più rilevanti va annoverato, ovviamente, anche il Duomo.Ville VeneteQuando la Serenissima, esaurito il suo ruolo di potenza marittima, volse i suoi interessi economici verso la Terraferma, affidò la gestione dell'agricoltura ai patrizi che, presso il loro podere, avevano l'usanza di edificare la propria villa. Per la vicinanza a Venezia, il territorio mestrino fu una delle prime località coinvolte in questo fenomeno e tuttora vi si ergono numerosi palazzi signorili. La recente espansione urbana ne ha inglobato la maggior parte nella conurbazione, ma si tenga presente che, originariamente, si trovavano tutti in aperta campagna.Tra le più centrali si ricordano:Architetture militari: i fortiDi interesse sono inoltre i "forti", che costituivano il campo trincerato di Mestre, realizzati nel corso del XIX secolo. Il più grande e importante di essi, antecedente di quasi un secolo la creazione dello stesso campo, è "Forte Marghera", il quale si estende per 48 ettari in un'area posta tra la città e la laguna, vicino al "Parco di San Giuliano". Costruita per scopi militari, la struttura fu poi abbandonata e nella seconda metà del 2008 è stata acquistata dal Comune, mettendo così a disposizione dei cittadini una grande area verde all'interno della città.Parchi urbani principaliDegni di nota sono inoltre i due grandi parchi cittadini, il "Parco Alfredo Albanese" (dedicato al vice-questore ucciso dalle Brigate Rosse) noto popolarmente come "parco della Bissuola" in quanto sorge nella zona così denominata, e il "Parco di San Giuliano" prospiciente la Laguna. Il primo ha un'estensione di 33 ettari, mentre il secondo, inaugurato l'8 maggio 2004, attualmente si estende per 74 ettari e, secondo il piano guida del parco, si estenderà per ben 700 ettari, di cui 475 ettari di terreno e 225 di canali, barene e laguna, risultando quindi il più vasto parco urbano italiano.Il Bosco di MestreIl Bosco di Mestre è un bosco periurbano che nasce da un'idea di Gaetano Zorzetto (prosindaco di Mestre e politico locale dal 1970 al 1995) e si compone di parecchie aree ex agricole riforestate di diversa ampiezza alcune vicine altre un po' più distanti tra loro, ma con il progetto di essere tutte collegate da percorsi ciclo-pedonali. Esso è composto da:Completano l'opera i due boschi privati "Bosco del Montiron" (nei pressi dell'abitato di Ca' Noghera) ed il "Bosco della Malcontenta" (nell'omonima località). Gli impianti, iniziati nel 1993, continuano ancora e sono composti principalmente da farnie, carpini, aceri, frassini, pioppi, tigli e salici. All'interno delle aree già inaugurate esistono zone umide, zone ricreative, culturali e percorsi naturalistici. A lavori ultimati, con i suoi 1400 ettari di superficie, il Bosco di Mestre sarà il bosco periurbano più grande d'Italia.CulturaIstruzioneScuoleA Mestre si contano numerose scuole secondarie (le ex "superiori") dislocate in varie zone della città: si tratta di un liceo classico, di due licei scientifici e di svariati istituti tecnici e professionali sia statali che privati i quali attirano in città numerosi studenti e docenti dalle varie zone della conurbazione mestrina, da Venezia e dai comuni attigui.BibliotecheLa Biblioteca Civica Centrale di Mestre è il perno del "Sistema Bibliotecario Urbano del Comune di Venezia". Istituita nel 1952, conta oggi circa 90.000 testi e attualmente, dopo vari traslochi, è sita in via Miranese. Ne è previsto però il trasferimento a villa Erizzo, acquistata nel 2008 dal comune di Venezia e situata nel centro città. Il Sistema riunisce altre diciannove biblioteche, delle quali dodici si trovano in Terraferma.UniversitàDi recente la città ha cominciato ad ospitare diverse sedi distaccate di alcuni atenei.A Mestre si trovano la sede di infermieristica dell'Università di Udine e il "Laboratorio di Scienza delle costruzioni" dell'Università IUAV di Venezia.In via Torino è in costruzione una cittadella universitaria che verrà a costituire il polo scientifico dell'Università "Ca' Foscari" di Venezia, riunendo i dipartimenti di informatica, di chimica, di scienze ambientali e di chimica-fisica, oggi divisi tra Mestre e Venezia. Il progetto, redatto dallo "Studio Mar", prevede la realizzazione di sette edifici, il più alto dei quali arriverà a 44 metri ed ospiterà la Presidenza, la biblioteca e l'auditorium. Il primo lotto sarà completato per il 2010, mentre il secondo nel 2011.MuseiÈ in via di realizzazione il "Museo di Mestre" chiamato "M9" (Museo del Novecento).Il progetto interessa un'area di circa 8000 m2 collocata nel centro di Mestre tra le vie Poerio, Brenta Vecchia e Pascoli, più precisamente nelle aree denominate "ex caserma Matter", "ex caserma Pascoli" ed "ex proprietà Volpato".A lavori ultimati il Museo avrà un'esposizione permanente (Museo del Novecento), varie esposizioni temporanee, un auditorium ed una mediateca.Le aree sono state acquistate nel 2008 dalla "Fondazione di Venezia", la quale provvederà all'attuazione del progetto affidandone la progettazione al vincitore di un concorso internazionale. Obiettivi dell'intervento sono: la riqualificazione dell'area, rendendo accessibili al pubblico luoghi finora non fruibili, la convivenza di edifici storici con nuove architetture e la creazione di un polo culturale per la città.EventiOgni anno nel centro cittadino si svolge "Mestre più", una manifestazione con mercatini, concerti ed intrattenimenti. L'evento dura un mese e si ripete due volte l'anno, la prima a cavallo del natale, la seconda tra maggio e giugno. Per l'occasione i negozi del centro posticipano la chiusura.Il primo sabato di ogni mese si svolge, sotto i portici del "Corso del Popolo", il mercatino dell'antiquariato.Per le festività del santo patrono (29 settembre) le vie del centro ospitano mercatini, stand gastronomici, spettacoli e un piccolo luna park.Teatri e cinemaLa città offre un'importante rete di teatri e cinema: oltre allo storico Toniolo (1912), degni di nota sono il "Teatrino della Murata", il "teatro Arnaldo Momo", il "teatro del Parco" e il complesso cinematografico "CityPlex" che comprende anche il cinema più grande, il "cinema-teatro Corso".Il primo teatro di Mestre fu il Balbi, inaugurato nel 1778. Pregevole opera architettonica progettata da Bernardino Maccaruzzi, fu molto frequentato dalla nobiltà veneziana, ma venne demolito nel 1811. Sorgeva nei pressi di piazza Barche, dove oggi si trova la "Galleria Teatro Vecchio".Mass mediaStampaA Mestre ha sede Il Gazzettino, l'ottavo quotidiano italiano ed il primo del Triveneto. La testata propone varie edizioni locali, tra queste quella di Mestre comprende notizie e cronache dalla città e dal suo territorio. Altro quotidiano importante è La Nuova di Venezia e Mestre del gruppo editoriale "L'Espresso".In città vengono inoltre diffusi vari giornali gratuiti come il Mestre (cronaca nazionale e cittadina) del gruppo Epolis ed Il Nuovo Boom (annunci economici).Non mancano diversi fogli realizzati dalle varie realtà parrocchiali, alcuni con "tirature" notevoli come L'Incontro'" che raggiunge le 4500 copie settimanali.RadioLa città riceve i principali network radiofonici nazionali ed è coperta da un buon numero di emittenti regionali e locali.A Mestre hanno visto la luce diverse emittenti storiche dell'area come Radiovenezia, Radio Mestre, Beautiful Radio e Radio Carpini. In città hanno inoltre sede alcune note radio regionali come "'GV Radio'" (gestita dalla Caritas diocesana) e Radio Base Popolare Network.TelevisioneA Mestre si ricevono tutte le emittenti televisive nazionali e sono presenti anche svariati canali regionali con programmazione dedicata alla città.Oltre a Televenezia, con sede a Mestre, propongono informazione e produzioni inerenti la città anche Antenna Tre Nordest, Tele Bassano e Rete Veneta che offrono fra l'altro un'edizione dedicata del proprio telegiornale.InternetMestre non dispone di un vero e proprio portale ufficiale, al di la' di alcune aree del sito del Comune di Venezia. Esistono svariati portali non ufficiali con finalità commerciali, divulgative o sociali. Autonomamente, molte realtà cittadine si sono comunque dotate di propri spazi web.A partire dal 2009 i mestrini possono segnalare disservizi, guasti e problemi nel territorio tramite il sito comunale che raccoglie, pubblica e consente di commentare le segnalazioni ricevute, inoltrandole contemporaneamente alle aziende preposte alla loro soluzione.Dallo stesso anno alcune aree della città (ad esempio Piazza Ferretto, i parchi comunali, diverse biblioteche, ecc...) sono coperte dagli hot-spot della rete wireless gratuita attivata dal Comune nel 2009 e disponibile, previa registrazione, per i residenti e per chi lavora o studia in città.L'area di Mestre è coperta dai principali servizi di mappe online con immagini aeree ad alta risoluzione registrate fra il 2003 e il 2008. In particolare Bing mappe offre anche le foto oblique. Diverse strade della città sono presenti nei servizi di esplorazione a livello stradale Google Street View e TuttoCittà di Pagine Gialle che copre anche varie aree pedonali.TrasportiTrasporto ferroviarioMestre è servita dalla stazione di Venezia Mestre, che fa parte del progetto Grandi Stazioni e il cui flusso di utenti è di circa 85.000 persone al giorno e di 31 milioni di frequentatori annui, risultando la settima stazione per passeggeri in Italia. In tale stazione convergono le linee Milano-Venezia, Venezia-Trieste, Venezia-Udine, Venezia-Trento e Adria-Mestre.Da questa stazione inoltre parte la linea AC Milano-Venezia, che attualmente arriva fino alla stazione di Padova.La stazione di Venezia Mestre risulta centrale nell'ambito del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR), in quanto vi convergono cinque delle sei linee che costituiscono la prima fase del progetto. È interessata dal transito di circa 500 treni al giorno; nel 2010 raggiungerà il volume di 570 treni/giorno e avrà una potenzialità di gestione di 750 treni giornalieri.Sempre nella terraferma veneziana si trovano le stazioni di Venezia Carpenedo, Venezia Porto Marghera e Venezia Mestre Ospedale. Sono in costruzione le stazioni di Venezia Mestre Gazzera (a cavallo tra le linee Venezia-Trieste e Venezia-Udine) e di Venezia Mestre Via Olimpia (sulla linea Venezia-Trieste).Trasporto aereoIn località Tessèra, a circa 7 km dal centro di Mestre, si trova l'aeroporto internazionale di Venezia, intitolato all'esploratore veneziano Marco Polo; lo scalo rappresenta oggi il terzo polo aeroportuale italiano. Gestito dalla Società Aeroporto Venezia (SAVE), offre voli nazionali ed internazionali, nonché alcuni voli intercontinentali.È raggiungibile attraverso l'A57 ("diramazione aeroporto") e con alcune linee automobilistiche delle società ACTV, ATVO e Sita Sogin.Nei pressi di Treviso, a circa 30 km dal centro di Mestre, si trova inoltre l'aeroporto Antonio Canova, gestito da Aer Tre S.p.A., controllata però dalla Società Aeroporto Venezia. Lo scalo è utilizzato principalmente dalle compagnie low-cost e da voli charter.È raggiungibile attraverso alcune linee automobilistiche delle società ACTT e ATVO.Trasporto stradaleMestre è un importante snodo viario; le principali infrastrutture stradali che la servono sono:Trasporto pubblicoIl trasporto pubblico urbano a Mestre è gestito da ACTV. L'area urbana di Mestre è servita da 42 linee ACTV, di cui 21 servono il collegamento con Venezia - Piazzale Roma comprese le due linee notturne (N1 e N2) a frequenza alternata che garantiscono il collegamento tra alcune zone della terraferma e Venezia - Piazzale Roma; sono in coincidenza con il servizio notturno di navigazione. Transitano inoltre per Mestre tutte le linee ACTV "extraurbane" che collegano Venezia ai comuni attigui e alle città di Padova e Treviso.La rete urbana ha un'estensione di 250 km, mentre quella extraurbana raggiunge i 750 km. Ogni anno vengono trasportati 98.136.000 passeggeri; la flotta è costituita da 650 autobus che percorrono 31.899.833 km annui. L'interscambio con il servizio di navigazione di Venezia, gestito sempre da ACTV, avviene a Venezia - Piazzale Roma.Transitano infine per Mestre tutte le linee extraurbane ATVO che collegano Venezia al Veneto Orientale.TranviaÈ in corso di realizzazione una tranvia su gomma (Translohr), costituita da due linee: la prima seguirà il percorso Venezia-Mestre centro-Favaro via Monte Celo, mentre la seconda il percorso Marghera-Mestre centro; quest'ultimo capolinea (situato in piazzale Cialdini) fungerà da interscambio tra le due linee.Per l'inizio del 2010 è previsto il completamento dei tratti via Monte Celo-piazzale Cialdini della linea 1 e piazzale Cialdini-Stazione FS della linea 2, il cui completamento fino a Marghera è vincolato dalla realizzazione del sottopasso tranviario della linea ferroviaria Venezia-Mestre, prevista per giugno 2010. Il rimanente tratto della linea 1 da San Giuliano a Venezia dovrebbe essere aperto tra il 2015 e il 2018, in quanto mancano da realizzare il nuovo cavalcavia di San Giuliano ed le piattaforme tranviarie sull'intero Ponte della Libertà.Piste ciclabili e Bike sharingNel 2006 il comune di Venezia approvò il "BiciPlan", un programma volto a pontenziare la rete ciclabile esistente attraverso nuove interconnessioni, nuovi percorsi di collegamento tra il centro città e le periferie ed infine, in una terza fase, percorsi extraurbani per raggiungere le zone più distanti.Ad ottobre 2009 l'estensione complessiva delle piste ciclabili era di 89,5km, con un incremento del 82,65% rispetto al 2005 (quando la rete ciclabile si estendeva per 49km).Nel dicembre 2009 l'amministrazione comunale ha aggiudicato l'appalto (vinto dalla società "Bicincittà") per l'attivazione e la gestione di un servizio di Bike sharing. L'avvio della prima fase dell'operazione è previsto per febbraio 2010 con le prime 9 "stazioni" e 80 biciclette; in una seconda fase il servizio sarà esteso.Car SharingA Mestre e terraferma ci sono 11 aree di sosta attrezzate del car sharing del Comune di Venezia, presso le quali, previo abbonamento al servizio, gestito da ASM Venezia, è possibile prelevare o restituire le autovetture del circuito.SportLe attività sportive sono molto presenti in città e possono servirsi di numerosi impianti (da ricordare lo "Stadio Francesco Baracca" e il palasport Taliercio).Lo sport che probabilmente ha portato più medaglie alla città è la scherma che fa capo "Circolo Scherma Mestre" (intitolato a Livio Di Rosa, allenatore di alcuni fra gli atleti più forti). Da ricordare Fabio Dal Zotto, primo oro olimpico mestrino, Andrea Borella, Mauro Numa, Dorina Vaccaroni, Andrea Cipressa, Francesca Bortolozzi e Matteo Zennaro.Il più vecchio sodalizio sportivo della città è però la "S.G.S.D. Spes Mestre", società ginnica fondata nel 1903, da cui provengono i ginnasti olimpionici Diego Lazzarich, Gianmatteo Centazzo, Maria Grazia Mancuso e Valentina Spongia.La principale squadra di calcio della città, nata con la denominazione "Mestrina" e divenuta successivamente "Calcio Mestre", ha militato per molti anni in serie C, raggiungendo la promozione nella Serie B negli anni quaranta. La squadra venne fusa nel 1987 con il Venezia, ma "risorse" nel 1991, raggiungendo la serie C2 per poi fallire nel 2005.Attualmente le squadre della città sono due e militano entrambe in campionati dilettantistici: l'"Edo Mestre", gioca nel campionato di Eccellenza Veneta, il A.C.Mestre" in Promozione (calcio) Veneta.Mestre vanta inoltre una forte tradizione cestistica, in passato con il "Basket Mestre" ed attualmente con i "Bears Mestre" (solo settore giovanile), "Basket Club Mestre" in Promozione e con la "Reyer Venezia Mestre" (serie A1 femminile e serie A2 maschile).Degna di nota è anche la squadra di pallavolo "Volley Mestre" che partecipò ad alcuni campionati di serie A2 negli anni '90.Dall'anno 2007, è nata una nuova società di pallavolo femminile il "Mestre Volley Center", neopromossa nella stagione 2008/2009 al campionato di SERIE D, con un settore giovanile molto forte ed organizzato.A Favaro Veneto gioca, si allena ed ha sede la società "Veneziamestre Rugby 1986".Per quanto riguarda il ciclismo, dal 1984 al 2005 si è svolta la competizione "Millemetri del Corso di Mestre". La crono-corsa veniva effettuata ogni anno nel mese di ottobre lungo corso del Popolo e tra i partecipanti figuravano anche grandi campioni del ciclismo. Dal 2006 è stata sostituita da una manifestazione minore tipo-pista denominata prima "Mestre in Pista" e successivamente "Città in Pista".Dal 2006 è attivo il "Venezia Cricket Club", che nato attorno agli immigrati bengalesi di Marghera ha raggiunto la serie B del campionato nazionale dove attualmente militaDa ricordare è il "Tennis club Mestre" che milita nella serie A1 del campionato nazionale femminile.Va menzionato anche l'"Hockey Team Mestre", una squadra di hockey in-line che milita nel campionato nazionale in serie A2.AmministrazioneMestre amministrativamente appartiene al Comune di Venezia, tuttavia, a causa della diversità di problematiche tra zone del medesimo Comune, il sindaco di Venezia nomina da qualche decennio il "prosindaco di Mestre" figura alla quale compete l'amministrazione delle quattro municipalità di terraferma. Il prosindaco in carica è Michele Mognato (PD).Il presidente della Municipalità di Mestre-Carpenedo (Mestre centro), che comprende gli ex quartieri 9 "Carpenedo-Bissuola" e 10 "Mestre centro", è Massimo Venturini (PD).Consolati stranieriIn città trovano sede alcuni consolati stranieri:Il codice fiscale "mestrino"Per un breve periodo, con l'introduzione del codice fiscale nel 1976, ai cittadini nati a Mestre venne attribuito il codice terminale F159, corrispondente al codice catastale dell'ex-comune, anziché il codice L736 relativo al comune di Venezia; lo stesso valse per i nati negli altri comuni soppressi (ad esempio, i nati a Favaro ebbero il codice D515). Negli anni successivi l'errore venne corretto con l'emissione di nuovi tesserini, ma sembra in realtà che non tutti siano stati sostituiti.NoteBibliografiaVoci correlateAltri progettiCollegamenti esterniMestre|Località di VeneziaComuni soppressi del VenetoCittà benemerite del Risorgimento italianoMestre
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http://it.wikipedia.org/wiki/Seconda_battaglia_della_Sirte
Seconda battaglia della Sirte.La seconda battaglia della Sirte'" fu una battaglia navale tra un convoglio della Royal Navy e varie unità della Regia Marina combattuta durante la seconda guerra mondiale. Si svolse il 22 marzo 1942 nel mare Mediterraneo a nord del golfo della Sirte a occidente di Malta. L'azione fu una vittoria della flotta italiana, che riuscì a sgominare il convoglio, poi distrutto dall'aviazione dell'Asse. Ma la riluttanza della Regia Marina nello sfruttare il proprio vantaggio, dovuto alla coraggiosa ed abile difesa dell'ammiraglio Vian, la rese solo una vittoria parziale.AzioneNel 1942 la guerra nel Mediterraneo stava cominciando ad intensificarsi:Le forze aronavali dell'Asse tentavano disperatamente di impedire ai convogli di rifornimenti inglesi di raggiungere i porti in Egitto per rifornire le truppe inglesi impegnate in Africa Settentrionale, mentre le unità da combattimento della Royal Navy britannica compivano enormi sforzi per proteggerli. L'isola di Malta assumeva in questo teatro una grande importanza per entrambi gli schieramenti: in posizione strategica i mezzo al Mediterraneo riusultava una potenziale minaccia ai convogli di rifornimento italiani e allo stasso tempo garantiva una certa sicurezza ai convogli inglesi. All'inizio primavera del 1942 i comandanti dell'Asse cominciarono a comprendere pienamente la funzione strategica dell'isola e pianificarono di conquistarla o almeno ridurla all'impotenza, bombardandola in continuazione e impedendo ad eventuali convogli di raggiungerla. Poiché sull'isola cominciava a ridursi il numero degli aerei efficienti, le scorte di carburante e di munizioni, venne organizzato dall'Ammiragliato britannico il convoglio MW10, che partì il 21 marzo da Alessandria d'Egitto.I britannici erano consapevoli che ogni tentativo di rifornire l'isola avrebbe incontrato una strenua opposizione, sia da parte della Regia Aeronautica italiana e dalle squadriglie aeree della Luftwaffe in Sicilia, sia da parte della Regia Marina italiana. Tuttavia la minaccia di un attacco da parte della marina italiana venne ritenuto di minore probabilità di uno da parte dell'aviazione: gli inglesi sapevano bene che la Marina cominciava a soffreire della penuria di carburante, inoltre speravano che le battaglie del 1941 avessero convinto Supermarina (l'alto comando della marina italiana) ad una condotta più cauta. La scorta era composta da un gran numero di cacciatorpediniere ed includeva l'incrociatore antiaereo "Carlisle" per fornire una adeguata copertura antiaerea e antisommergibile; includeva solamente tre incrociatori leggeri per protezione contro minacce di superficie. Ulteriori cacciatorpediniere ed un altro incrociatore leggero furono inviati da Malta. In caso di avvicinamento di unità navali di superficie italiane, i piani britannici prevedevano di lasciare il "Carlisle" e metà dei cacciatorpediniere di scorta alle navi da carico in ogni caso, mentre il resto delle navi avrebbe alzato delle cortine fumogene ed avrebbe ritardato le navi italiane.Alle 14:30 del giorno dopo venne avvistato fumo all'orizzonte, i britannici scoprirono con sorpresa che non dovevano affrontare una piccola forza veloce come si aspettavano, ma un gruppo di incrociatori pesanti scortati da cacciatorpediniere. Misero immediatamente in atto il loro piano, il convoglio e le sue scorte virarono allontanandosi da malta, mentre le rimanenti unità alzarono le cortine fumogene ed ingaggiarono gli italiani. Dopo un scambio di colpi d'artiglieria gli incrociatori italiani si ritirarono, ma ritornarono ben presto accompagnati dalla nave da battaglia "Littorio" e dai suoi cacciatorpediniere di scorta.La battaglia infuriò per circa due ore e mezzo con le navi britanniche che uscivano dalle cortine fumogene per lanciare alcune bordate, quindi tornavano a nascondersi quando le salve italiane arrivavano troppo vicine. Alle 18:30 i britannici decisero di forzare la mano e lanciarono i loro cacciatorpediniere a lanciare i siluri da 9 km, la massima distanza alla quale gli italiani si avvicinavano. Nessun siluro colpì il bersaglio ma la 'Havock' e la 'Kingston' furono entrambe colpite da proiettili della "Littorio". Nel frattempo la "Littorio" era praticamente indenne, mentre un altro incrociatore era incendiato ma non danneggiato.Al cadere dell'oscurità gli italiani rinunciarono e fecero rotta verso il porto verso circa le 19:00. Non essendo equipaggiati con radar si sarebbero trovati significativamente in difficoltà se la battaglia fosse continuata. Per tutto il combattimento gli italiani superarono per potenza di fuoco i loro avversari inglesi ed avrebbero potuto facilmente lanciare uno dei loro due gruppi contro il convoglio. Comunque non apparvero decisi a sferrare un colpo decisivo, probabilmente temendo un attacco di siluri dalla numericamente superiore forza di cacciatorpediniere britannici.Secondo i rapporti britannici, le torrette della 'Cleopatra' furono distrutte dai colpi dell'incrociatore "Giovanni dalle Bande Nere". Gli incrociatori 'Euryalus' e 'Penelope' vennero gravemente danneggiati. La "Havock" venne immobilizzata in acqua da un colpo diretto (sebbene successivamente riuscì a ripartire) ed i cacciatorpediniere 'Sikh', 'Lively', 'Legion', 'Lance'"' e "Kingston" furono tutti danneggiati.La maggior parte della forza di scorta a corto di carburante come conseguenza dello scontro tornò indietro verso Alessandria. I cacciatorpediniere danneggiati ed il convoglio venneo inviati a Malta con la "Carlisle", la "Penelope" e la "Legion". Così isolati, il giorno successivo vennero continuamente attaccati dall'aviazione. La nave da carico "Clan Campbell" venne affondata a trenta chilometri dal porto, la petroliera "Breconshire" venne danneggiata ed ancorata fuori dal porto mentre solo la "Talabot" e la "Pampas" raggiunsero Grand Harbour, quest'ultima colpita da tre bombe che non esplosero. La "Breconshire" venne più tardi rimorchiata fino ad una baia protetta.Il giorno successivo i bombardieri in picchiata tedeschi colpirono tutte le tre le navi superstiti. La "Breconshire" si capovolse nella baia, ma la maggior parte del suo petrolio venne recuperato mediante un buco nel suo scafo. La "Talabot", la dannegiata "Pampas" e il cacciatorpediniere "Legion" vennero affondati nel porto. Solo 5.000 t circa di carico erano state scaricate delle 26.000 inviate da Alessandria.Le navi italiane non furono molto più fortunate. Dopo aver fallito nello sfruttare i loro attacchi vennero sorprese da un'intensa tempesta mentre erano in rotta verso il porto, che affondò i cacciatorpediniere "Scirocco" e "Lanciere".Ordine di battagliaRegia MarinaRoyal NavyI cacciatorpediniere della Royal Navy furono:Collegamenti esterniOperazioni sul fronte del Mediterraneo|Sirte, prima battaglia dellaRegia Marina|Battaglia della Sirte, secondaRoyal Navy|Battaglia della Sirte, secondaSecond Battle of Sirte
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http://www.tvblog.it/post/19774/lesame-di-barbara-durso-anno-20092010-il-primo-della-classe-di-tvblog-voto-6
L'esame di Barbara D'Urso anno 2009/2010 - Il Primo della Classe di TvBlog: voto 6pubblicato: domenica 16 maggio 2010 da Lord LucasLa candidata D’Urso Maria Carmela, in arte Barbara, è indubbiamente una delle più presenti all’appello. Se le frequentanti fossero tutte come lei, prenderebbero 30 e lode solo per il metterci la firma. Peccato che il profitto della conduttrice - e in primis la sua condotta - abbiano un po’ lasciato a desiderare quest’anno. Lo sbarco a Domenica Cinque ha trasformato il suo profilo basso da casalinga bislacca nell’alterigia di una contessa domenicale, penalizzando in parte il suo lodevole potenziale.Nel tema di ingresso aveva promesso: “Non farò una domenica volgare”. Peccato che le trash-tentazioni l’abbiano dissuasa dal fare i compiti come si deve. In più ha spesso mostrato una mimica facciale inopportuna e impertinente, impietosendo con faccette di circostanza la commissione per poi, subito dopo, strapparle forzatamente un sorriso. Lo stesso commissario esterno Sgarbi le ha rinfacciato l’ipocrisia di certi suoi interventi, rischiando di rimetterci in prima persona l’espulsione.Da un punto di vista strettamente didattico, si segnala il suo uso deficitario del pronome possessivo, che dovrebbe recitare al completo anziché limitarsi a dire “il mio amato pubblico, la mia Fattoria, il mio studio”. Per quanto si mostri sinceramente interessata alle parole dell’intervistato, a volte pecca di eccessivo protagonismo nel talk show.Va comunque riconosciuto che la materia che le riesce meglio è Pomeriggio Cinque, in cui stempera il suo innato egocentrismo con toni più piacevolmente consoni. E in ogni caso è soprattutto grazie alla sua coraggiosa irruenza che la traccia del tema televisivo è diventata meno retorica e più mirata sul sociale. Scriverlo con uno stile un po’ più sobrio gioverebbe alla bontà dell’intento.Il Primo della Classe è l’esame di fine anno televisivo dei 30 campioni più rappresentativi, più dinamici e in vista della stagione tv in via di conclusione. Qui la spiegazione più dettagliata del meccanismo. L’appuntamento è a mercoledì con la pagella di Facchinetti Francesco, a giovedì con quella di Frizzi Fabrizio e a venerdì con quella di Giusti Max.Domenica Cinque 16 maggio 2010Si segnala, infine, che Mattino Cinque, corso di cui D’Urso era capoclasse l’anno scorso, senza di lei ne ha beneficiato in “distensione”, ma non in “successo”. Ora, infatti, è sempre più disertato per via del minor carisma di Panicucci Federica.Unendo tutti questi elementi, la candidata viene promossa dalla redazione di TvBlog con una stentata sufficienza, così che venga stimolata a rimboccarsi le maniche e riflettere sui suoi margini di miglioramento. Fondamentalmente è un’allieva che spreca il suo talento comunicativo con qualche vanità di troppo.Salto di qualità 5Popolarità 9Innovazione 5Mobilità 8Credibilità 4Lord Lucas: “La donna bionica Mediaset ha spezzato il cordone aziendalista con il daytime a tempo pieno, concedendosi solo al pomeriggio e poi in grande spolvero domenicale. La sua immagine ne ha purtroppo risentito, esponendosi a impietose critiche per le sue faccette di circostanza e la sfacciataggine di passare dalle tragedie al trash come se niente fosse. Anche se le va dato atto di aver affrontato temi spinosi e campagne coraggiose, ha mischiato troppo spesso sensibilizzazione e spettacolarizzazione”.Debora Marighetti: “Barbara D’Urso è una presentatrice versatile, che sa passare dalla conduzione di un reality ad un varietà o ad un talk show senza troppa difficoltà. Ma versatilità non è sempre sinonimo di qualità e l’esagerata esposizione mediatica di questi ultimi anni, unita ad alcuni “momenti televisivi” non proprio da storia della tv, l’hanno fortemente penalizzata, soprattutto per quanto riguarda la credibilità. Inoltre, iI suo modo di condurre competente e genuino, ma a volte eccessivo, andrebbe preso a “piccole dosi”. Un periodo di assenza dal video potrebbe giovare alla sua carriera”.Share: “Barbara D’urso si può amare o odiare ma non v’è dubbio che creda fermamente in quello che fa. E’ instancabile nel proprio lavoro, tanto da aver accettato anche la sfida richiesta da Mediaset, davvero impari, contro i Mondiali di Calcio nell’appuntamento estivo A gentile richiesta in onda nel preserale di Canale 5. Durante l’anno è stata protagonista sia con Pomeriggio Cinque sia alla Domenica, appuntamenti entrambi confermati. Forse farà le faccine, forse sarà caciarona (qualcuno dice trash) ma affronta nelle sue trasmissioni argomenti importanti che spesso non vengono trattati dal servizio pubblico. Di fronte a raccomandate in tv senza arte nè parte, la D’Urso dimostra di aver guadagnato da una carriera decennale, soprattutto nell’interazione col pubblico”.Gabriele Capasso: “Un’annata d’oro per lei, protagonista assoluta del palinsesto di Canale 5. Una trasmissione “giornalistica” quotidiana, Pomeriggio Cinque, che si segnala per tematiche che squalificano la stessa definizione. Urla, personaggi improbabili, trash, volgarità e noia. Quello della D’Urso è uno sporco lavoro, si troverebbe facilmente qualcuno pronta a sostituirla, probabilmente nessuno sarebbe brava quanto lei. Un merito come professionista della televisione che non può valere in senso assoluto”.Alexpf 15 05 2010Paulucci 14 01 2010Atena 14 01 2010CekSangau 01 01 2010DanaaLii 14 12 2009Media: 4-L'Isola dei Famosi 7
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http://it.wikipedia.org/wiki/Terapia_adronica
Terapia adronica.La terapia adronica'", detta anche "'adroterapia, è una forma particolare di radioterapia che utilizza, anziché i raggi X, fasci di particelle pesanti, dette adroni tra i quali ricordiamo gli ioni carbonio ed i protoni, per trattare un'ampia gamma di patologie, prevalentemente ma non esclusivamente tumorali.Grazie alle particolari proprietà fisiche di tali particelle l’adroterapia è un trattamento più preciso perché consente di “colpire” il tumore in modo estremamente selettivo e quindi di “risparmiare” i tessuti sani che lo circondano. E anche più efficace, in quanto permette in alcuni casi di uccidere le cellule di quei tumori che mostrano una certa resistenza alle radiazioni convenzionali.L'adroterapia è un trattamento che per ora viene effettuato solo in poche strutture nel mondo perché necessita di macchinari tecnologicamente molto sofisticati e costosi.Centri di cura e ricerca si trovano negli Stati Uniti, in Europa (Francia, Germania, Svizzera, Italia) e in Giappone.Attualmente l'unico centro italiano nel quale è possibile ricevere un trattamento di protonterapia (esclusivamente per patologia oculari) è situato a Catania (centro presso i Laboratori Nazionali del Sud dell' dove uno staff di medici e fisici sanitari dell' di Catania effettua i trattamenti circa ogni 5 settimane. permette il trattamento di alcune patologie oculari come il melanoma della coroide, dell'iride o della congiuntiva.In Italia, a Pavia, è inoltre stato completato il primo centro ospedaliero dedicato all'Adroterapia, il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologia), sorto per il forte impegno del prof. Ugo Amaldi, che può trattare pazienti sia con protoni, sia con ioni, in particolare ioni carbonio. A regime, il CNAO avrà una capacità operativa di oltre 3000 pazienti all'anno.RadioterapiaParticle therapy
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http://it.wikipedia.org/wiki/Cuttino_Mobley
Cuttino Mobley.CarrieraCuttino, conosciuto anche come "The Cat" (il gatto), frequentò l'Incarnation of Our Lord grade school, a Olney sobborgo di Philadelphia. In seguito, Mobley frequentò la Cardinal Dougherty High School e il Maine Central Institute. Dopo l'high school frequentò l'Università del Rhode Island dove condusse i "Rams" ad un'apparizione nell'"Elite Eight" nel "1998 NCAA Men's Division I Basketball Tournament".Venne selezionato nel secondo giro del Draft NBA del 1998 come 41 scelta assoluta dai Houston Rockets. Giocò con loro per sei sagioni prima di essere girato agli Orlando Magic insieme a Steve Francis e Kelvin Cato in cambio di Tracy McGrady nel mercato pre-2004-05.Dopo 23 partite con i Magic, tuttavia, venne scambiato con i Sacramento Kings per Doug Christie. Mobley si piazzò terzo nella lega per percentuali dal tiro da tre nella stagione 2004-05.Firmò un contratto quinquennale da 42 milioni di dollari con i Clippers il 14 luglio 2005. Si distinse per il suo tiro da tre, nel "Clutch City shootout contest" a Houston nei suoi anni ai Rockets. Mobley, insieme a Sam Cassell e Elton Brand condusse i Clippers ai Playoff 2006.Il 21 novembre 2008 viene scambiato, insieme a Tim Thomas, con i New York Knicks, in cambio di Zach Randolph e Mardy Collins.Nelle visite mediche successive allo scambio, lo staff medico dei Knicks riscontra al giocatore una cardiomiopatia ipertrofica; l'11 dicembre 2008 Mobley annuncia il proprio ritiro, motivato proprio dall'invalidante (a livello agonistico) problema cardiaco.Premi e riconoscimentiCuriositàIl 28 gennaio 2005, la casa di Mobley a Bel-Air, in California venne derubata. Il furto ammontava a 500mila dollari in contanti, gioielleria, e altri oggetti.Il fratellastro di Cuttino, Daniel Smith, era un ricevitore dei Carolina Panthers nella NFL. È anche cugino del linebacker della NFL John Mobley.Collegamenti esterniCuttino Mobley
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http://it.wikipedia.org/wiki/Remedello
Remedello.Remedello è un comune italiano di 2.996 abitanti della provincia di Brescia, suddiviso in due frazioni: Remedello Sopra e Remedello Sotto.Remedello SopraNella frazione di Sopra vi si trovano: il Municipio, l'Istituto Superiore Bonsignori ed il Museo Civico Archeologico, che ospita reperti, che vanno dal periodo preistorico a quello romano, ritrovati nei dintorni ed è collocato all'interno della Chiesa dei Disciplini, edificata alla fine del 1400. Altro museo, degno di nota, è quello della Civiltà Contadina, ospitato presso il Bonsignori.Remedello Sotto.Nella frazione di Sotto è presente la Scuola Materna e ciascuna frazione ha una propria parrocchia con relativa chiesa, che sono denominate, rispettivamente per Sopra e Sotto, parrocchia di S. Lorenzo e parrocchia di S. Donato.Infine vi sono anche due biblioteche, anche queste spartite equamente fra le due frazioni.I due centri di Remedello Sopra e Remedello Sotto furono riuniti amministrativamente in un comune unico, nel 1927.Personalità legate a RemedelloCuriositàEntrambi i centri sono attraversati dalla linea Brescia - Parma e ciascuno è dotato di una stazione ferroviaria.Il mercato si riunisce il mercoledì mattina a Remedello Sopra davanti al Municipio, in piazza Bonsignori.AmministrazioneEvoluzione demograficaArgomenti correlatiBassa BrescianaComuni della provincia di BresciaRemedello
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http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Borgia
Giovanni Borgia.L'omicidioGiovanni Borgia fu ucciso la notte del 14 giugno 1497 vicino all'attuale Piazza della Giudecca, in quello che divenne in seguito il Ghetto. Si disse addirittura che egli fosse stato eliminato dal fratello Cesare Borgia. In effetti l'omicidio – avvenuto in assenza di testimoni – apparve subito non riconducibile ad un furto in quanto il cadavere ritrovato nel Tevere portava ancora alla cintura una borsa contenete 30 ducati d'oro. Certamente la sua morte favorì il fratello minore Cesare, che fino ad allora era stato avviato dal padre verso la carriera ecclesiastica.Un'altra ipotesi è che l'assassino fosse Antonio Pico della Mirandola, la cui casa era presso il Tevere, padre di una giovane e bella ragazza, ciò che spiegherebbe l'affermazione di Giovanni che aveva preannunciato che avrebbe passato la serata a divertirsi.Giovanni era padre di due figli, Juan Borja y Enriquez (pure noto come Giovanni Borgia de Candia, terzo Duca di Gandia), che fu a sua volta padre di San Francesco Borgia, e Francisca (Isabella?) de Jesus Borja, che si fece suora in un convento di Valladolid.Borgia|GiovanniPersone morte assassinateGiovanni Borgia (1474)
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http://www.tvblog.it/post/16662/lonely-planet-appunti-di-viaggio-su-nat-geo-wild-canale-404-sky-viaggiare-con-la-tv
Lonely Planet-Appunti di viaggio su Nat Geo Wild (Canale 404 Sky): viaggiare con la tvpubblicato: mercoledì 11 novembre 2009 da MarinaLa tv certe volte ci fa viaggiare sul serio e Lonely Planet-Appunti di viaggio, su Nat Geo Wild (canale 404 Sky) ogni lunedì alle 21:30 promette davvero di mostrare paesaggi e realtà con occhio diverso, mai turistico. A proporre percorsi diversi e non alternativi quattro guide di Lonely Planet che in un racconto a metà strada tra il reality e il documentario proveranno a far venire fuori l’anima dei posti esplorati.Lonely Planet è una casa editrice che negli anni ‘70 ha inventato delle guide a prova di ogni viaggiatore, anche il più imbranato, tanti sono i consigli pratici e i trucchetti segnalati per evitare ogni tipo di trabocchetto o scocciatura. C’è da dire, inoltre che le guide offrono sempre percorsi abbastanza insoliti e poco turistici e ciò le ha rese una sorta di “Bibbia” dei viaggiatori più curiosi. Per l’appuntamento televisivo scende in campo anche Tony Wheeler che nel 1973 ha fondato la Lonely Planet con sua moglie Maureen dopo un viaggio che li portò dall’Europa all’Asia e che fu l’occasione per scrivere la prima guida Across Asia on the chep, pubblicata a loro spese che fu subito un best. E proprio nella puntata del 16 novembre ci sarà il loro personale racconto sul Laos, mentre il 23 novembre sarà l’occasione per scoprire la Cambogia, attraversata a piedi, in barca e auto da Tamara Sherward o il percorso di Amelia Thomas in Terra Santa, tra Israele e Cisgiordania, il deserto del Negev e le alture del Golan.In totale saranno 13 i paesi visitati e la prima puntata andata in onda il 9 novembre, che può essere rivista in replica, ha esplorato Marocco e Colombia. Gli inviati sono John Vlahides e Dominic Bonuccelli che dai ghiacciai delle Ande passa a conoscere il secondo Carnevale più grande al mondo.[Via | Film][Foto | GuidaSky]24, l'ultima stagione da stasera su Fx del 03 set 2010I programmi di Real Time sbarcano free sul digitale terrestre del 02 set 2010Glee 2, le foto promozionali (e le versioni simpsonizzate). Gli inediti della prima stagione dal 15 settembre su Fox Italia del 28 ago 2010The Walking Dead, su Fox Italia dal 4 novembre. Frank Darabont "grato per i pochi episodi ordinati" del 27 ago 2010Europa League: esclusiva Mediaset Premium, ma non tutta del 26 ago 2010canale 404 sky, lonely planet, lonely planet appunti di viaggio, nat geo wild, tony wheeler11 nov 2009 - 14:42 - #1L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori.Registrati per commentare e per entrare nella community di tvblog. Potrai inserire immagini, video, partecipare alle discussioni nei vari gruppi o crearli e inviare messaggi privati agli altri utenti registrati. Se sei già registrato, effettua il login per usare il tuo nickname.Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? Si NoI commenti sono sottoposti alle linee guida per la moderazione.I Cesaroni 4L'Isola dei Famosi 7La Pupa e il Secchione 2tvblog è un supplemento alla testata Blogo.it registrata presso il Tribunale di Milano n. 487/06, P. IVA 04699900967. Contatti, chi siamo© 2004-2010 Blogo.it, alcuni diritti riservati sotto licenza Creative Commons.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Constance_Dowling
Constance Dowling.BiografiaAttrice cinematografica in voga negli anni quaranta, prima di trasferirsi in California - nel 1943 - aveva lavorato come modella e ballerina di fila.Iniziò la carriera cinematografica comparendo in "Così vinsi la guerra" (1944). In seguito apparì in altri film, come il noir "L'angelo nero" (1946) ma la sua carriera stentava a decollare.Downling visse in Italia dal 1947 al 1950 e recitò in qualche film italiano di relativa importanza, fra cui - accanto a una giovane Gina Lollobrigida, Umberto Mlenati e Carlo Hintermann al debutto cinematografico - "Miss Italia".Tornò a Hollywood negli anni cinquanta dove ebbe una parte nel 1954 in "Attacco alla base spaziale U.S.", del regista fantascientifico Herbert L. Strock, suo ultimo film. Nel 1955 sposò il produttore cinematografico Ivan Tors, ritirandosi dalla carriera cinematografica.A New York ebbe una lunga relazione sentimentale con il regista Elia Kazan, che però era già sposato. Ciononostante non riuscì a farlo allontanare da sua moglie. L'avventura finì quando Constance fece ritorno ad Hollywood sotto contratto con la Metro Goldwyn Mayer.Dowling aveva avuto anche una relazione amorosa con il poeta e scrittore Cesare Pavese, con il quale ruppe senza alcuna spiegazione nel 1950. Tale evento fu per Pavese motivo di sconforto, tanto da condurlo al suicidio nell'agosto di quell'anno in un albergo di Torino. Nei cassetti dello scrittoio della camera in cui fu rinvenuto morto, vennero trovate le sue ultime poesie, tra cui "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", dedicata proprio all'attrice.È morta nel 1969 di un attacco cardiaco.FilmografiaCollegamenti esterniConstance Dowling
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http://it.wikipedia.org/wiki/Panarabismo
Panarabismo.Il panarabismo'" è sia un movimento politico sia un'ideologia: lo scopo principale è la visibilità sulla scena mondiale come soggetto politico autonomo dell'insieme dei popoli arabofoni.Questo movimento è stato partorito dalle menti di alcuni intellettuali nel decennio compreso tra il 1870 - 1880 nella zona allora occupata dall'Impero ottomano ed abitata da arabi ed arabofoni.Nacque in primo luogo come reazione contro il comunitarismo islamico turco con l'esigenza di riscoprire una nuova identità, diversa dalla semplice caratterizzazione religiosa.Tanto è vero è che il suo più celebre manifesto ("Le Réveil de la nation arabe dans l'Asie turque"), è stato scritto nel 1905 da un intellettuale arabo libanese di fede cristiano maronita: Christian Négib Azoury.Il panarabismo è stato a lungo un'ideologia utopistica a causa delle profonde divergenze interpretative sia della scena politica sia delle parole stesse del Profeta: essendo diverse e divergenti le interpretazioni della fede islamica, ed essendo la politica diretta conseguenza di questa, le differenze religiose si sono trasformate col tempo in divergenze politiche.Queste a loro volta hanno dato luogo a guerre sanguinarie come il conflitto Iran-Iraq o le lotte per la conquista del potere in Arabia Saudita, nazione che contiene le principali risorse petrolifere del pianeta.Paradossalmente la più compiuta espressione partitica del panarabismo è stata costituita negli anni '80 dal tanto (spesso ingiustamente) vituperato "Ba'th", il partito formalmente al potere in Iraq durante la dittatura di Saddam Hussein. La ragione di questo risiede nel fatto che i principali vettori sociali di diffusione della cultura panaraba, nella seconda metà del secolo scorso, si sono trovati principalmente tra i sunniti iracheni, le popolazioni giordano-palestinesi e la piccola borghesia siriana.Infatti se è corretto asserire che i primi sostenitori del panarabismo siano state le gerarchie ecclesiastiche della Mecca, da queste discesero poi le dinastie regnanti in Iraq (fino al 1958) e in Giordania (sino ad oggi): gli Hascemiti.Nella sua storia il panarabismo ha avuto molteplici aspetti: dopo la prima guerra mondiale si trasformò in una "bandiera" dell'irredentismo anti-francese e anti-britannico. Infatti in quegli anni la Francia e la Gran Bretagna si erano sostituiti alla dominazione turca dopo il dissolvimento dell'Impero ottomano.Sempre il Panarabismo, dopo il secondo conflitto mondiale, fu la base ideale su cui si fondò nel 1945 la Lega Araba al Cairo e su cui per due volte fu fondata la RAU (Repubblica Araba Unita) nata il 1º febbraio 1958 su ispirazione di Gamal Abd el-Nasser che federò fino al 1961 Egitto e Siria (la Siria ne uscì in seguito ad un colpo di stato). La RAU continuò solo con la presenza dell'Egitto ed ebbe successivamente l'adesione dello Yemen del nord.In risposta alla RAU nacque anche l'Unione Araba, federazione fra Giordania ed Iraq costituita due settimane dopo. Più recentemente la Libia ha dato luogo ad intese e trattati per rafforzare l'unione tra i paesi magrebini dell'Africa Occidentale, quelli come noto, più vicini all'Occidente e di origine etnica non Araba.BibliografiaVoci correlateArabiaPan-Arabism
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http://it.wikipedia.org/wiki/Squadra_mobile
Squadra mobile.La Squadra Mobile è un ufficio della Polizia di Stato incardinato in ogni Questura, cui sono demandati compiti di Polizia giudiziaria.D'iniziativa o su delega dell'Autorità Giudiziaria conduce perciò attività investigative finalizzate alla individuazione dei responsabili dei reati ed alla raccolta delle relative fonti di prova. Dunque, essendo questo un ufficio di polizia giudiziaria, gli agenti prepostivi operano quasi esclusivamente in "borghese", utilizzando cioè auto ed abiti civili.Secondo il modello standard, la Squadra Mobile è istituita all'interno della Divisione Polizia Anticrimine ed è diretta da un funzionario della Polizia di Stato di qualifica direttiva; in alcune Questure di grandi dimensioni (ad esempio quelle di Roma, Napoli, Milano), la Squadra Mobile è elevata a rango di divisione ed è diretta da un funzionario di qualifica dirigenziale.Organizzazione internaLe Squadre Mobili sono istituite in seno ad ogni Questura e sono organizzate secondo una suddivisione in "sezioni", ciascuna specializzata nel contrasto ad una particolare categoria di reati, ad esempio l'anti-truffa, l'anti-rapina, la omicidi etc.Il numero di sezioni varia in base alla dimensione della Questura da un minimo di quattro ad un massimo di otto.In città di medie dimensioniNelle Questure di medie dimensioni, l'organizzazione della Squadra Mobile è generalmente la seguente:In città di grandi dimensioni.Nelle Questure di grosse dimensioni, lo standard organizzativo delle sezioni è il seguente:L'attività della Squadra Mobile è solo ed esclusivamente di tipo investigativo, per cui è dedita prevalentemente all'azione repressiva da porre in essere in presenza della commissione di un reato, mentre l'attività di prevenzione viene normalmente demandata ad altri uffici della questura, quali per esempio l'Ufficio Prevenzione Generale.La VI sezione nasce dalla disciolta sezione "Falchi", fino al settembre del 2008 inquadrata in seno all'Ufficio Prevenzione Generale; il personale, preposto al contrasto del crimine diffuso, opera esclusivamente in abiti civili ed in coppia, a bordo di "normali" motoveicoli non caratterizzati dai classici colori di istituto.Storicamente, agli inizi degli anni 70, i Falchi vennero fondati a Napoli come 5° sezione della squadra mobile e preposti esclusivamente alla repressione dei crimini di strada, infatti è anche denominata Squadra Antiscippo.Attualmente le città dove tale servizio porta ottimi risultati sia in termini di repressione che di prevenzione sono Napoli, Palermo, Roma e Milano; soprattutto nel capoluogo campano, l'utilizzo di motoveicoli è la vera arma in più nei confronti della criminalità predatoria, dati gli intrecciati dedali di vicoli che caratterizzano la città partenopea.Voci correlate.Polizia di Stato
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http://it.wikipedia.org/wiki/They_Might_Be_Giants_%28album%29
They Might Be Giants (album)."'They Might Be Giants"' è l'omonimo primo album dei They Might Be Giants, conosciuto anche come il "Pink Album", pubblicato nel 1986.Il discoI testi del "Pink Album" contengono già le argomentazioni in chiave umoristica e ironica dei temi oscuri che riappariranno frequentemente nei loro successivi lavori: morte e mortalità ("Nothing's Gonna Change My Clothes", ovvero "Niente cambierà i miei vestiti", "I Hope That I Get Old Before I Die", ovvero "Spero di invecchiare prima di morire", "Youth Culture Killed My Dog", ovvero "La cultura giovanile ha ucciso il mio cane"); ossessione e delusione ("32 Footsteps", ovvero "32 Passi", "Absolutely Bill's Mood", ovvero "Definitivamente lo stato d'animo di Bill"); fare un lavoro deprimente, servile ("Put Your Hand Inside The Puppet Head", ovvero "Metti la tua mano nella testa del pupazzo"), nessun lavoro ("Alienation's For The Rich", ovvero "L'alienazione è per i ricchi") o a volte solo completamente strambo ("Chess Piece Face", "Faccia di pedina di scacchi").La musica è semplice, generalmente un pop di sintetizzatore e chitarra accelerato punteggiata con eterogenei campioni audio e variando occasionalmente in arrangiamenti simili al country o al folk. "Rhythm Section Want Ad" commenta sulla percepita singolarità dello stile dei TMBG e poi sul ruolo dei due. "Don't Let's Start" è la canzone più conosciuta dell'album.FormazioneTracceCollegamenti esterniThey Might Be Giants (album)
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http://www.bebeblog.it/tag/adesivi
Ci sono lavagnette a forma di fiori, auto e castelli che costano meno di € 7,00. Ci sono poi anche pacchetti di decorazioni (più di quaranta a confezione) che consentono di coprire ampie superfici con piante, fiori e pianeti ed hanno naturalmente un costo superiore, che supera gli € 80,00. In ogni caso, potete trasformare quello che sembra un lavoro impegnativo in un vero e proprio gioco di famiglia, che vi divertirà sicuramente.
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http://www.polisblog.it/post/5964/addio-a-franceschini-il-vicedisastro-e-teorico-del-sorpasso
Abbiamo da tempo messo la freccia del sorpasso sul Pdl. Il sorpasso è ormai molto vicino. Molti segnali ce lo indicano. Basta girare per il paese per vedere che l’aria è cambiata. Le piazze in cui va Veltroni si stanno riempiendo sempre di più. Per la prima volta vengono da noi persone che non avevano mai votato per il centrosinistra e che ci dicono di voler votare per il Pd. A me non era mai capitato in campagna elettorale di incontrare gente che votava Forza Italia o An e che adesso dice di voler votare noi. Nel nord c’è più spazio per la rimonta e mi pare che i segnali vadano tutti in quella direzioneNon credo sia necessario ricordare più di tanto i 9 punti di distacco e la peggior sconfitta del centrosinistra dal dopoguerra. Che il rapporto con le elezioni fosse difficile per Dario lo si è potuto comprendere anche nell’occasione delle europee (e amministrative) quando di fronte a un Pd 7 punti sotto le politiche (e nessun recupero del centrosinistra) e la perdita di ben il 46% delle province che governava disse
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http://it.wikipedia.org/wiki/Colbie_Caillat
Colbie Caillat.BiografiaGli esordiFiglia del produttore Ken Caillat, fin da piccola si dimostrò interessata al mondo della musica e incomincia a prendere lezioni di canto e a studiare pianoforte.All'età di 15 anni ha incontrato il produttore Mikal Blue e il cantautore Jason Reeves, che incominciano a lavorare con lei. Colbie decise poi di imparare a suonare la chitarra acustica.Durante il 2006 Colbie suscitò l'interesse delle principali testate musicali statunitensi (Rolling Stones, Washington Post) grazie al proprio profilo sul sito MySpace, dove caricò i suoi primi brani.La popolarità di Colbie crebbe con la pubblicazione, nel suo profilo, del "Bubbly", che diventò un tormentone e con questo brano mantenne il primo posto nelle classifiche di download per alcuni mesi.Dopo una tourné nel 2007 come supporto dei gruppi Lifehouse e Goo Goo Dolls pubblica la canzone "Bubbly" come primo singolo. Il singolo riesce ad ottenere più di trentuno milioni di download, nel dicembre 2007 si piazza anche al secondo posto nella "Pop Billboard chart" e raggiunge i primi posti delle principali classifiche europee.Il primo disco: "Coco"Nell'estate 2007 ha pubblicato il suo album di debutto, "Coco", che entra direttamente al primo posto nelle classifiche di vendita.L'album venne poi lanciato nel resto del mondo, uscendo in Europa il 14 aprile dello stesso anno. Dopo il successone di "Bubbly" lanciò degli altri singoli, "Realize" e "The Little Things", e anche questi ottennero un ottimo successo.Nel maggio 2008 ha duettato con Jason Mraz nel brano "Lucky" per l'album "We Sing, We Dance, We Steal Things" del cantante, dal quale ne è stato estratto come singolo nel gennaio del 2009, e lo stesso mese registrò una cover del brano "Kiss the Girl" per la compilation DisneyMania 6. Della canzone ne venne realizzato anche un videoclip.Nell'estate 2008 aprì i concerti di John Mayer e nell'agosto registrò una canzone con relativo videoclip intitolata "Somethin' Special" per dare sostegno agli atleti americani che partecipavano alle Olimpiadi di Pechino 2008.Colbie Caillat cantò anche nel singolo "You" di Schiller e insieme al colombiano Juanes nella canzone "Hoy Me Voy" per il suo album "La Vida... Es un Ratico" e realizzò anche una cover del brano "Here Come The Sun" per la colonna sonora del film "Imagine That".Nel mese di ottobre la sua canzone "Midnight Bottle" venne inclusa nella colonna sonora della soap opera brasiliana "Três Irmãs",Nello stesso periodo collaborò con Taylor Swift nella traccia "Breathe" per l'album di quest'ultimo "Fearless", e venne pubblicata come singolo una versione in francese del brano "The Little Things" intitolata "Ces Petits Riens".Secondo album, "Breakthrough"Il secondo album, "Breakthrough", è stato pubblicato il 4 settembre 2009; il primo singolo estratto è "Fallin' for You", diffuso il 29 giugno precedente.Nel 2009 pubblica anche il brano natalizio "Have Yourself A Merry Little Christmas" che da solo riuscì a raggiungere la #12 nella classifica "Hot Adult Contemporary Tracks" ameriana e venne incluso nella compilation "A Very Special Christmas 7" eLa cantante si trova attualmente in tour, nel 2010 ha pubblicato in digitale l'EP live "Colbie Caillat - iTunes Session - EP" e il primo febbraio è stato pubblicato il secondo singolo "I Never Told You".DiscografiaAlbumSingoliAltre canzoni entrate in classificaAltri singoli e collaborazioniVideografiaFilmografiaTourNoteCollegamenti esterniColbie Caillat
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http://it.wikipedia.org/wiki/Europol
Europol.Europol'" (abbreviazione di "Euro"pean "Pol"ice Office'", "Ufficio di Polizia Europeo") è l'agenzia anticrimine dell'Unione Europea, divenuta operativa il 1º luglio 1999.MissioneLa sede dell'organismo è a L'Aia ed il suo obiettivo è migliorare l'efficienza dei servizi competenti degli Stati membri e la loro cooperazione in settori sempre più numerosi:L'Europol ha le seguenti funzioni prioritarie:Ogni Stato membro costituisce o designa un'unità nazionale incaricata di svolgere le funzioni sopra descritte. L'unità nazionale, che è l'unico organo di collegamento fra l'Europol e i servizi nazionali competenti, invia all'Europol almeno un "ufficiale di collegamento", incaricato di difendere gli interessi della sua unità nazionale nell'ambito dell'Europol.Per svolgere le sue funzioni, l'Europol gestisce un sistema elettronico d'informazione, che viene alimentato direttamente dagli Stati membri ed è direttamente accessibile alla consultazione delle unità nazionali, degli ufficiali di collegamento, del direttore, dei vicedirettori e degli agenti dell'Europol debitamente autorizzati.Oltre ai dati di carattere non personale, possono figurare in tale sistema d'informazione dati di carattere personale. Tutti gli archivi automatizzati contenenti dati di carattere personale devono formare oggetto di una decisione costitutiva da parte dell'Europol, per la quale è richiesta l'approvazione del consiglio di amministrazione. I dati di carattere personale attinti dal sistema d'informazione possono essere trasmessi o utilizzati soltanto dai servizi competenti degli Stati membri allo scopo di prevenire e combattere la criminalità nella sfera di competenza dell'Europol e le altre gravi forme di criminalità.Chiunque desideri accedere ai dati memorizzati presso l'Europol che lo riguardano, può presentarne domanda, a titolo gratuito, in uno Stato membro di sua scelta, all'autorità nazionale competente, la quale la sottopone all'Europol e avvisa il richiedente che questo gli risponderà direttamente. Ogni persona ha il diritto di chiedere all'Europol la rettifica o la cancellazione di dati errati che lo riguardano.È istituita un'autorità comune di controllo, indipendente, incaricata di vigilare sull'attività dell'Europol per accertarsi che la memorizzazione, il trattamento e l'impiego dei dati in possesso dei servizi dell'Europol non ledano i diritti delle persone.OrganizzazioneOgni Stato membro è responsabile dei danni causati a una persona in seguito a dati contenenti errori di diritto o di fatto, memorizzati o trattati presso l'Europol. La persona lesa può chiedere un risarcimento promuovendo un'azione legale esclusivamente nei confronti dello Stato membro nel quale si è verificato il danno.In seguito all'entrata in vigore della convenzione, per consentire la creazione dell'Ufficio europeo di polizia sono state adottate varie misure, riguardanti i diritti e i doveri degli ufficiali di collegamento, le disposizioni di applicazione per gli archivi, il regolamento interno dell'autorità comune di controllo, lo statuto del personale, la normativa per la salvaguardia della segretezza, il regolamento finanziario, l'accordo relativo alla sede, il protocollo sui privilegi e sulle immunità e gli accordi sui privilegi e sulle immunità degli ufficiali di collegamento.In tal modo, l'Europol ha potuto iniziare le proprie attività il 1º luglio 1999, sostituendo da quella data l'unità Droghe di Europol costituita provvisoriamente nel 1995.La convenzione in oggetto è aperta all'adesione di ogni Stato che divenga membro dell'Unione europea.Voci correlateAltri progettiCollegamenti esterniAgenzie dell'Unione europeaForze di poliziaEuropol
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http://www.blogapuntate.it/post/3845/il-bene-e-il-male-terza-puntata-la-famiglia-apparenze
Il bene e il male - Terza puntata - La famiglia - Apparenzepubblicato: lunedì 02 febbraio 2009 da lim3Rieccoci all’appuntamento con il chiaroscuro di Raiuno, Il bene e il male ( vi segnaliamo a proposito l’intervista di BlogAPuntate a Gea Lionello, che è anche protagonista di Ris): Claudio (Gianmarco Tognazzi) si infila in un rischiosissimo caso di protezione testimoni che può saltare da un momento all’altro, e per una volta Mariella (Antonia Liskova) non gli mette i bastoni tra le ruote, però la notte passata fuori casa e per di più con Grazia (Bianca Guaccero) gli crea qualche problema con Margherita (Francesca Cavallin), che è comprensiva quanto una santa ma sta arrivando al limite.Ma partiamo dall’inizio: in un bunker un ex trafficante di droga e suo figlio sono sotto protezione. Però qualcuno li tradisce di continuo, ed entro 24 ore il padre deve testimoniare. Il caposcorta va da Claudio e chiede aiuto. E lui pianta sia Grazia (che vuole parlare di Pietro (Marco Falaguasta) e della perquisizione al suo negozio) che Margherita (che deve fare un esame medico importante) e va a predisporre una scorta più accurata. Giusto in tempo: il gruppo è stato tradito ancora, e devono scappare. Grazia si infila in auto.Mariella ha deciso che un po’ di cose nella sua vita devono cambiare: liquida con una telefonata la storia sbagliatissima con il fidanzato che continua a fringuellare troppo e mette a posto i prepotenti del suo caseggiato scoprendo ogni loro piccola irregolarità, in modo da garantire l’appartamento del portiere ai due ragazzi che l’hanno chiesto. Poco dopo viene informata dell’ennesima attività irregolare di Claudio, ma per una volta decide di dargli una mano, e scoprire chi sia la talpa che si cela sotto le vesti di un agente… che sia Laura Adami (Federica di Martino)?Inseguimenti e notti quasi all’addiaccio per la squadra di scorta, litigate tra padre scortato e figlio incavolato per la situazione, indagini a tutto campo per i compagni di Claudio rimasti al commissariato. Uno degli agenti ha rischiato la vita per il protetto, un’altra ha guadagnato tre milioni di euro in tre anni, ma non è venduta, solo un’ottima scrittrice di polizieschi, e il terzo è fuori questione. E allora la talpa chi è? Il figlio del protetto. Ed è il padre a scoprirlo.Intanto Pietro mette a posto un paio di prepotenti che tiranneggiavano il proprietario di una pista di go kart (spara loro alle gambe ma fa niente) e poi scopre che Grazia è in pericolo, e corre a salvarla. Claudio invece pensa alla sorella che sta uscendo dal carcere, dopo una pena di 11 anni che lui le ha causato in parte, facendola arrestare. Ma è ancora sua sorella? O è quella terrorista? O nessuna delle due?Quando l’uomo che deve essere protetto scopre che è il figlio a volerlo morto cerca di capire perchè: il motivo è la morte della madre del ragazzo, uccisa al posto del marito. Non c’è più tempo per discutere, sono arrivati i killer, Pietro (che sta sempre dove deve stare) li distrae per un minuto e salva Bruno, che era stato preso in ostaggio, poi i poliziotti hanno la meglio. L’ultimo sparo è per il ragazzo che non aveva fatto bene il suo lavoro ma il padre si getta su di lui e lo salva, lasciandoci la vita. Non invano, però. Ora sarà il figlio a prenderne il posto sul banco in aula, e a testimoniare contro il gruppo di spacciatori.Claudio torna a casa e trova Margherita abbattuta: le analisi stanno confermando che non può avere figli. Che sia meglio così? Grazia invece trova a casa sua Pietro e scambia con lui un bacio… l’inizio di qualcosa di più?Claudio va a parlare con il confidente Ahmed e lo trova stecchito. L’associazione che sta combattendo è arrivata prima di lui.Caso di puntata: una ragazza viene pestata a sangue davanti alla sua festa di compleanno. Ma uno dei colpi è stato troppo forte e finisce in coma. Povera ragazza? E insomma… riavvolgendo il tempo scopriamo che la tizia voleva assolutamente un naso nuovo per non sfigurare davanti alla migliore amica (siamo a posto) che le aveva anche fregato il ragazzo (un grande amore proprio). Tutto si sarebbe risolto con un naso nuovo ma il padre non ha voluto, e quindi ecco l’idea: farsi rompere il naso a pagamento da due buzzurri e poi reclamare un naso nuovo dai genitori.Claudio intanto fa dei passi avanti nella sua indagine sulla morte della collega Fabiana (Gea Lionello): la sua operazione più importante era stata l’ultima, 80Kg di cocaina sequestrata, e a seguito della quale qualcuno all’interno del commissariato era stato contattato, per essere usato come pedina. Claudio è convinto si tratti di Fabiana, invece molto probabilmente il contattato è il giudice suo amico, a cui continua a raccontare tutto con il risultato che rischia la pelle.Sul lato sentimentale Claudio cerca in tutti i modi di recuperare il rapporto con la moglie Margherita, ma sembra sempre più difficile, anche se Sara per una volta è d’aiuto: “Tu vorresti perdonarlo e ti senti in colpa perchè non ci riesci. Io ti capisco ma quando ci sarò riuscita non avrò mia madre viva a cui dirlo. Tu sei fortunata”.Piccole questioni di fedeltà anche tra i due poliziotti di Claudio: uno dei due si è innamorato di una ragazza di nome Elisabetta, l’altro si sta per sposare con la fidanzata storica. Epperò intanto si fa un giro con Elisabetta, proprio mentre il collega-amico annuncia a tutti di essere innamorato pazzo. Uhm.Mariella va all’ospedale e vede qualcuno disteso in terapia intensiva. Un sentimento affiora negli occhi della pm di ghiaccio, e anche la paura di essere vista: quando Grazia compare nello stesso ospedale Mariella torna precipitosamente nella stanza. Chi è disteso oltre quel vetro? Perchè la emoziona così tanto?Improvvisamente sparisce dal commissariato mezzo chilo di cocaina. Mariella si inferocisce e impone una indagine interna, Claudio sembra calmissimo. E ti credo, aveva tutto sotto controllo, il mezzo chilo è al sicuro nella sua scrivania… e siccome non ne deve fare certo uso personale, perchè l’ha sottratto all’archivio? La domanda trova presto una risposta: è un modo per richiamare l’attenzione degli assassini di Fabiana… sempre che non indovinino prima di lui il suo gioco…La ragazza che si è fatta rompere il naso apposta per averne uno nuovo incassa una cocente delusione quando il padre le garantisce che si terrà quello rotto e l’amica la scarica.Grazia ripesca il fratello che si era perso mentre lavorava con Pietro, e questa volta cede all’emozione che la unisce da tanto all’uomo: tra baci e abbracci riscoppia la passione. Ma sono un ladro e una poliziotta… embè?Il giudice corrotto intanto continua a parlare con il sicario dell’organizzazione che ha ucciso Fabiana e intuisce il gioco di Anastasi: “A credersi furbi si corre il rischio di essere scoperti” e suggerisce per l’amico una fine ancora più dolorosa di quella riservata al magrebino ritrovato nel fiume. E non parla necessariamente di un dolore fisico…: “Io penso al dolore dell’anima. Quello che provi quando perdi tutto quello che hai, amici, famiglia, lavoro…”(2 Voti | Media: 3 su 5)Articoli similiFrancesca Inaudi: da Distretto di Polizia a Tutti pazzi per Amore, passando alle foto sexy per GQ - La Foto Gallery del 04 set 2010Alisa - Segui il tuo cuore: Video puntata del 3 settembre del 04 set 2010Distretto di Polizia 10: arriva il blog di Giulia Corsi del 04 set 2010Tempesta D'Amore: Puntata del 3 settembre - La sofferenza di Sandra - Video del 04 set 2010Beautiful puntata del 3 settembre 2010: Chi è davvero Sandy Sommers? del 04 set 2010CategorieArgomenti Similiantonia liskova, bianca guaccero, cosimo fusco, fiction rai, foto, foto gallery, francesca cavallin, gea lionello, gianmarco tognazzi, giorgio marchesi, il bene e il male, il bene e il male 01x03, il bene e il male 01x05, il bene e il male 01x06, il bene e il male 26 gennaio 2009, immagini, joe capalbo, luca seta, magdalena grochowska, marco falaguasta, marta gastini, pierluigi misasi, serie italiana, terzaa puntata il bene e il male, terzo episodio il bene e il maleGallerie CorrelatePUBBLICITÀL'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori.Registrati per riservare il tuo nickname preferito su tutti i blog di Blogo e per caricare il tuo avatar. 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http://archiviounicoinformatico.blogspot.com/2009_10_01_archive.html
La flessibilità degli obblighi in capo agli Ordini. "Con ciò si vuole segnalare che la misura del coinvolgimento degli ordini professionali può esser diversa e che dunque gli obblighi previsti dal dlgs 231 in capo agli ordini possono diversificarsi in correlazione con il grado di coinvolgimento" attuato dalle varie norme", spiega la nota che continua sottolineando che proprio la formulazione dell'articolo 8, lascia intendere che per gli Ordini forensi gli obblighi di controllo scattano nella più generale funzione disciplinare, laddove la norma stabilisce che "gli ordini promuovono e controllano l'osservanza degli obblighi nell'ambito delle attribuzioni già previste dall'ordinamento". Questa interpretazione trova oggi un argomento forte nello stesso decreto correttivo, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, laddove questo ha precisato che l'obbligo di informazione all'Uif grava sugli ordini " nell'ambito dell'esercizio delle loro funzioni istituzionali".Gli obblighi che gravano sugli Ordini forensi. Di conseguenza, specifica la nota, " se nell'ambito dei propri poteri di cognizione esercitati nel quadro del controllo disciplinare emerge a carico dell'iscritto una violazione di un obbligo previsto dalla normativa antiriciclaggio, l'ordine dovrà tenerne conto nella comminazione dei eventuali sanzioni e sarà tenuto a informare l'Uif in caso di eventuali omissioni di segnalazione". Quanto agli altri obblighi, essi sono modulati di conseguenza: meno pregnante quello sulla formazione del personale, evidentemente correlato allo svolgimento del ruolo di filtro da parte dell'ordine. Per quanto concerne l'obbligo di fornire dati statistici e informazioni sull'attività svolta nell'anno solare, l'obbligo "non può non ritenersi per sé inesistente, ma è chiaro che, riguardando solo gli elementi acquisiti nel corso della funzione disciplinare, potrà esser nei fatti inattuabile se nell'anno solare non vi siano occasioni di rilevare violazioni della normativa antiriciclaggio".Per approfondimenti consiglio:
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http://www.tvblog.it/post/8801/gli-amici-della-semifinale/3
Roberta Bonanno, Susy Fuccillo, Pasqualino Maione, Marco Carta e Francesco Mariottini. Sono loro i cinque semifinalisti della settima edizione di Amici, che questa sera si sfideranno per aggiudicarsi l’accesso alla finale (uno di loro sarà escluso). Il nostro Share la seguirà in diretta su Tv Blog e siamo sicuri che la vostra presenza risulterà calorosa come sempre.In più, vi invitiamo a partecipare al concorso ideato dalla nostra Debora, che potrebbe trasformare ciascuno di voi nel supporter numero uno del proprio beniamino. Inviateci un vostro scritto alla casella e-mail concorsi [at] tvblog.it (sostituendo ovviamente [at] con @), in cui emerga la passione per il vostro allievo preferito: potreste vederlo pubblicato!Nell’attesa, facciamo il punto sulle ultime vicende del daytime. La produzione ha convocato gli eliminati di quest’edizione per chiedere a ognuno di loro la propria finale ideale (aizzando così ciascuno a dichiarare il compagno di classe più sgradito). Vi invitiamo a rispondere a due sondaggi, quello su chi non volete in finale (e dunque volete eliminare stasera) e quello sul pronostico degli ex che vi ha convinto di più. A seguire, dopo il continua, tutte le singole preferenze degli eliminati:Marina Marchione, l’unica attrice eliminata alla prima puntata, vorrebbe Francesco e Roberta per lo scontro finale, poi candida Susy e Marco mentre esclude Pasqualino (ma come, non erano Amici?) perché è emerso troppo tardi. Maria Luigia La Rocca, contattata telefonicamente, dice che vorrebbe Francesco e Marco e che prevede i due più Roberta e Susy, per la vittoria finale dice che le piacerebbe vincesse Marco. Antonino Lombardo vorrebbe veder vincere Roberta e dice di apprezzare le qualità umane di Francesco, ma insinua che forse non bastino per fare di lui il miglior ballerino della scuola (tutta invidia?).La finale ideale di Simonetta Spiri è Pasqualino, Susy, Francesco e Roberta, mentre esclude il suo conterraneo Marco per la sua mancanza di impegno (anche loro, amiconi tutto l’anno, sono diventati cane e gatto al serale): la sua vincitrice ideale è Roberta. Gennaro Siciliano ritiene che Pasqualino non abbia dato niente al programma e che non dovrebbe arrivare al finale: lui spera che vinca Marco.Giuseppe Salsetta annuncia il suo quartetto preferito: Pasqualino, che secondo lui è il più completo, Roberta, la voce più interessante, Susy per come balla e per l’impegno e poi Francesco; pesante il suo intervento su Marco, da lui definito presuntuoso e miracolato: anche lui spera che vinca Roberta. Giulia Piana è indecisa se tifare per Roberta o Pasqualino, mentre punirebbe Francesco, escludendolo dalla finale, per i suoi battibecchi con Garrison. Cassandra De Rosa vorrebbe che vincesse Francesco, ma sa in cuor suo che vincerà Roberta. Non vuole in finale Pasqualino.Marta Rossi è per mandare in finale Francesco, Marco, Susy e Pasqualino, spezzando una lancia a favore di Francesco per la vittoria e augurandosi che la sua nemica Roberta ne sia tagliata fuori.Emmy 2010: sorpresa Modern Family, delusione Glee, Lost e House. Siete d'accordo? del 31 ago 2010Miss Italia - Milly Carlucci si ispira ad Amici e X Factor. Chorus? "Né Corrida né talent show" del 30 ago 2010Emma:"Meglio partecipare ai talent show che buttare via la propria vita" del 30 ago 2010Amici 10: Steve La Chance fuori perché... vendeva Amici? del 28 ago 2010X Factor 4 - Conto alla rovescia, e i giudici con l'X Factor del 27 ago 2010antonino lombardo, cassandra de rosa, francesco mariottini, gennaro siciliano, giulia piana, giuseppe salsetta, marco carta, maria luigi la rocca, marina marchione, pasqualino maione, roberta bonanno, simonetta spiri, susy fuccilloCommenti dei lettori(Inserisci un commento - Nascondi commenti anonimi)09 apr 2008 - 19:53 - #10109 apr 2008 - 19:54 - #10209 apr 2008 - 19:54 - #10309 apr 2008 - 19:55 - #10409 apr 2008 - 19:55 - #10509 apr 2008 - 19:55 - #10609 apr 2008 - 19:56 - #10709 apr 2008 - 19:58 - #11009 apr 2008 - 19:58 - #11109 apr 2008 - 19:59 - #11309 apr 2008 - 19:59 - #114Sono d’accordo su ciò che ha detto Simonetta.Pagina 3 di 7 - Totale commenti: 302« Precedenti 1 2 3 4 5 6 7 Successivi »
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http://it.wikipedia.org/wiki/Nim_Li_Punit
Nim Li Punit.Nim Li Punit'" è un sito archeologico costruito dalla civiltà Maya situato nel distretto di Toledo in Belize, a 40 km a nord della città di Punta Gorda. Il nome "Nim Li Punit" significa "gran cappello" in lingua maya, riferendosi ai copricapi illustrati su una stele del sito.Nim Li Punit è un sito di medie dimensioni appartenente al periodo classico, fiorente dal V secolo al VIII secolo. Vi sono strutture attorno a tre piazze, tra cui alcune piramidi, una delle quali è alta 12,2 metri. Le stele del sito rappresentano i governatori della città e alcune di esse non furono mai terminate.Nim Li Punit si trova sulle pendici delle Maya Mountains.ArchitetturaLa città antica di Nim Li Punit venne costruita secondo gli stili Maya delle terre basse, come a Lubaantún, Pusilha e Uxbenka. Nim Li Punit è stata costruita con forme geometriche tipiche del Periodo Classico, con l'uso di materiale riempitivo; la disposizione delle strutture emula la visione del mondo cosmologico dei Maya, dove la terra è al centro, e il mondo del cielo è rappresentato da reliquie e strutture di tumuli. La posizione del giardino da gioco è in mezzo, a rappresentare il conflitto perpetuo tra le forze della vita e della morte.Si pensa che all'interno della Plaza della Stela nel gruppo sud ci sia un complesso geometrico del "Gruppo E" che veniva usato per osservazioni astronomiche. Per esempio vi sono diversi monumenti di fronte alla Struttura Uno che segnano il punto del solstizio e dell'equinozio. A differenza di Lubaantún, dove le costruzioni vennero effettuate con l'impiego della tecnica del muretto a secco, le strutture di Nim Li Punit sono cementate con malta, e gli incastri elaborati di Lubaantún sono assenti.Popolazione e occupazioneLa popolazione del sito raggiunse un numero di unità intorno a 5000-7000 nel periodo di maggiore splendore. Gli occupanti del sito probabilmente migrarono dal Guatemala. La gente di Nim Li Punit parlava un dialetto della lingua Cholan, originaria dell'entroterra Maya. Alcune prove ricavate dalle stele descrivono il sito come attivo nel periodo tra il 721 e il 790 secondo i calcoli effettuati con il calendario Maya e basandosi sulle iscrizioni. Come in altri siti, Nim Li Punit cominciò a depopolarsi improvvisamente intorno al IX secolo, forse a causa della sovrapopolazione.. Gli abitanti di Nim Li Punit erano possibilmente alleati con altri centri maya importanti, come Tikal.Scoperta e scaviNim Li Punit venne scoperto nel 1976 con alcune esplorazioni iniziali condotte da Norman Hammond del British Museum-Università di Cambridge. Hammond produsse una mappa del sito e riportò alla luce una parte della piazza centrale. In seguito Barbara McLeod della Università del Texas, Austin, analizzò dettagliatamente alcune scritture sulle stele. Nel 1983 Richard Levanthal esplorò il sito. Altri scavi minori negli anni '90 vennero effettuati dal dipartimento di archeologia del Belize sotto la supervisione di John Morris e Juan Luis Bonor.NoteVoci correlateCollegamenti esterniSiti archeologici del BelizeSiti archeologici mayaNim Li Punit
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http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Kellerman
Paul Kellerman.Paul Kellerman interpretato da Paul Adelstein è un personaggio della serie tv Prison Break.StoriaPrima stagionePaul Kellerman è un agente dei servizi segreti che in coppia con l'agente Daniel Hale lavora per il vicepresidente Caroline Reynolds, tutti loro sono implicati ne "la Compagnia" un gruppo di persone che gestisce le manovre del governo.Kellerman è senz'altro un personaggio spietato che porta sempre a termine i suoi compiti, il suo incarico è quello di ostacolare in ogni modo la ricerca alla verità di Lincoln Burrows e far sì che l'uomo muoia il prima possibile.Tutto questo lo porta all'uccisione della madre di L.J. e del suo compagno, e inoltre si ritrova costretto ad eliminare il suo collega nonché amico di vecchia data: Daniel (quest'ultimo aveva cercato di far avere a Veronica Donovan un elenco con tutte le persone coinvolte, compreso lo stesso Kellerman).L'agente Paul inoltre ha un segreto che tiene per se, ovvero una forte attrazione per il vicepresidente, che dopo un'ennesima manovra del la Compagnia si ritrova presidente.Seconda stagione.Dopo la fuga di Lincoln Burrows e gli altri sette detenuti, Kellerman s'infiltra lentamente nella vita di Sara Tancredi nella speranza che Michael Scofield cercasse di contattarla. Il senatore (nonché padre di Sara) Frank Tancredi viene ucciso, ma poco prima era riuscito a mettere in guardia Sara sulla vera identità di Kellerman. Sara scappa e l'agente Paul avrà l'ordine di darle la caccia, ordini che non provengono più direttamente dal presidente Reynolds ma dall'agente Bill Kim, portavoce della Reynolds. Kellerman inoltre porta l'ordine ad Alexander Mahone di eliminare tutti e otto gli evasi, Alex riuscirà nel compito solo in parte, con la morte di Abruzzi, Tweener e Haywire.Quando Kellerman trova Sara la tortura sperando che lei parli e dica quali sono state le ultime parole di suo padre e che cosa le ha dato, questo senza risultati, riceve quindi l'ordine da Bill Kim di eliminarla, ma anche questa volta Sara riesce a fuggire.Questo compito non portato a termine porta l'agente Kellerman all'eliminazione da la Compagnia e all'allontanamento dal presidente (di cui è ancora attratto). Sentendosi tradito passa dalla parte di Michael e Lincoln e li aiuta in diverse occasioni. Quando anche Sara si riunisce ai due fratelli, lei e Kellerman hanno un rapporto molto conflittuale dove Sara cerca di strozzarlo e che raggiunge il culmine quando in fuga, lei chiude la porta dell'auto lasciando Paul da solo a dover scappare dall'arrivo della polizia.Chiusa la parentesi sui due fratelli, Kellerman cerca la sua vendetta personale: uccidere il presidente. Alla fine non se la sente, si riappacifica con sua sorella che non vedeva da anni e poi cerca di suicidarsi, ma non ci riesce.Ritrovato l'affetto della sorella decide di parlare e raccontare tutto quello che sa sul la Compagnia, dando la libertà a Michael, Lincoln e Sara.Al momento del trasporto in un carcere, il camion viene bloccato da degli uomini (probabilmente de la "Compagnia") e vengono sparati dei colpi di fucile nel retro dove Kellerman e altre due guardie carcerarie erano seduti. L'agente Paul Kellerman viene dichiarato morto.Quarta stagioneC-Note si reca a Chicago per contattare Sucre a cui racconta la sua situazione da uomo libero che in realtà si è rivelata una farsa e chiedergli dunque di consegnargli i fratelli in modo da concludere finalmente la loro "fuga". Ad accompagnarlo c'è proprio Kellerman. Era stato salvato dal gruppo dove lavorava Aldo Burrows, la fucilazione nel retro del camion aveva colpito solo le guardie carcerarie. Kellerman contatta Michael e si accorda per ricevere Scylla, in cambio propone un accordo in cui tutti saranno finalmente liberi. Nel flashforward finale vediamo la vedova del suo defunto collega Daniel Hale che gli sputa in faccia, Paul dice che è tutto apposto e si allontana in una limousine. Diventato ormai un deputato degli Stati Uniti d'America, in un modo o nell'altro ha cercato di riparare a tutti i suoi errori commessi in passato aiutando i fratelli, Sara e gli altri nella loro ricerca di una vita senza dover fuggire.Paul Kellerman
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http://www.tvblog.it/post/10732/lisola-dei-famosi-6-michi-contro-flavia-e-quote/2
Michi Gioia e Flavia Vento, come ben sapete, sono le nominate di questa settimana de L’isola dei famosi 6. La prima ha ricevuto ben 5 voti dai compagni vip, mentre la seconda ne ha raccolti solamente 2, entrando in nomination per un soffio. Vi chiediamo quindi di votare nella sfida a due che vi proponiamo chi vorreste eliminare dal reality: la scrittrice un po’ snob Michi Gioia, veterana del gruppo, o la showgirl “ci è o ci fa?” Flavia Vento, già scampata alla prima nomination?Dopo la scorsa puntata in prime time, le due naufraghe sembravano essersi unite molto, tant’è che, prima di “dividersi” nuovamente, si sono confidate la comune diffidenza nei confronti di Belen Rodriguez e Veridiana Mallmann. La prima in particolare è stata definita “colei che comanda il gioco” e che influenzerebbe i colleghi, Leonardo Tumiotto e Massimo Ciavarro soprattutto. E Michi non le ha mandate a dire, visto che alla prima occasione ha dato proprio a Belen della “paracula”, scatenando un piccolo litigio.Nominate a parte, si stanno già facendo parecchie ipotesi sul possibile vincitore di questa sesta edizione dell’Isola. Sono curiose a questo proposito le quote Sisal aggiornate, che danno a parimerito come papabili vincitori Massimo Ciavarro e Vladimir Luxuria, mentre i meno accreditati sono ovviamente, ad oggi, i non famosi. Trovate tutte le quote dopo il salto.CIAVARRO MASSIMO 4,50LUXURIA VLADIMIR 4,50CASELLA GIUCAS 6,00CAPPONI CARLO 7,50CABRINI ANTONIO 8,00TUMIOTTO LEONARDO 8,50MALLMANN VERIDIANA 12,00RODRIGUEZ BELEN 12,00GIOIA MICHI 15,00VENTO FLAVIA 15,00BORGONOVO SONIA 15,00ZAFFONI CHIARA 15,00FELIU’ ALESSANDRO 18,00MANISCALCO MARIAGRAZIA 20,00BRESSAN DANIELE 20,00Articoli similiX Factor 4 ospita Katy Perry? del 28 ago 2010X Factor 4 - Conto alla rovescia, e i giudici con l'X Factor del 27 ago 2010Alessandra Falconieri - X Factor 4 del 25 ago 2010Valerio Merola, raddoppia ascolti e spazio su RaiDue con Aspettando Giostra sul due del 23 ago 2010CategorieArgomenti Similibelen rodriguez, flavia vento, isola 6, isola dei famosi 6, leonardo tumiotto, massimo ciavarro, michi gioia, veridiana mallmann, vladimir luxuriaGallerie CorrelateCommenti dei lettori(Inserisci un commento - Nascondi commenti anonimi)02 ott 2008 - 17:22 - #51@ Lea:03 ott 2008 - 18:10 - #5203 ott 2008 - 23:20 - #53Ma la Carotona non aveva detto che c’era la coda di Vip fuori dagli studi pronti a partire?04 ott 2008 - 01:04 - #5404 ott 2008 - 01:11 - #5505 ott 2008 - 18:01 - #5605 ott 2008 - 20:52 - #57Mi sa che questa edizione stia evidenziando sempre più i difetti del programma. Sarebbe ora di cambiare le regole.Ieri osservavo i malumori dei naufraghi alle prese con i capricci della Marini e sentivo i vip nel confessionale.Ma è mai possibile che ogni volta il leader si debba imporre con la forza? E’ mai possibile che non ci sia mai nessuno che cerchi di guadagnarsi una vera leadership come si fa nella vita reale (professionale ad esempio), e cioè cercando di unire le persone anziché dividerle?Basta con le prove dove chi vince diventa leader ed è innominabile.Basta con lo sparlare alle spalle altrui: è ora di punire ’sta gente.Basta con gli arrivi di vip dopo che l’isola è “già partita”.Basta con i due pesi e due misure vip vs nip.La Marini ha esagerato con la sua noce di cocco e la sua smania di pescare, ma il nip e gli altri hanno esagerato a criticarla e a non darle retta. Possibile che nessuno abbia cercato di parlarle e di farla ragionare?‘St’ qua si sentono eroi, ma eroi de che!?Vorrei tanto vederli mentre cercano di organizzare una vita di gruppo, ripartendosi le mansioni, progammando le giornate, condividendo le sfide tipo la pesca, il fuoco ecc. ecc. Possibile che si debbano ridurre a gente triste, malefica, criticona e lamentosa? In fondo il loro è un naufragio finto e la produzione di certo non li lascerà morire!Al momento solo Massimo per me si salva e forse Vlad.La velina forse; la Marini non è facile da sopportare però va detto che deve far fronte all’invidia delle altre e alle reazioni esasperate dei maschi (che troppo spesso ragionano con la terza gamba). Solo Vlad ha saputo apprezzare lo spirito della valeriona (che anche se non mi piace, non è certo la peggiore laggiù).Lusitano, perché nessuno pesca con il mare un po’ mosso? mi risulta che con le onde agitate la pesca è più facile…. (certo non pretendo che peschino con il mare a forza 9!!).05 ott 2008 - 21:00 - #5806 ott 2008 - 13:54 - #5906 ott 2008 - 15:32 - #6006 ott 2008 - 17:17 - #6106 ott 2008 - 18:28 - #6206 ott 2008 - 18:41 - #6306 ott 2008 - 19:06 - #64Oilà Gol-nip!a + tardi ragazzi.06 ott 2008 - 19:10 - #6506 ott 2008 - 19:11 - #6606 ott 2008 - 19:16 - #6706 ott 2008 - 19:20 - #6806 ott 2008 - 22:00 - #6906 ott 2008 - 23:53 - #7007 ott 2008 - 00:29 - #7107 ott 2008 - 00:31 - #7207 ott 2008 - 00:48 - #7307 ott 2008 - 00:49 - #7407 ott 2008 - 09:27 - #7507 ott 2008 - 13:35 - #7607 ott 2008 - 14:39 - #7707 ott 2008 - 14:42 - #7807 ott 2008 - 15:05 - #7907 ott 2008 - 16:26 - #80A tutto il Gol-Nip buon pomeriggio……..Ma è solo utopia la mia……….07 ott 2008 - 17:53 - #81Ciao Jonny =(:-D07 ott 2008 - 18:17 - #8207 ott 2008 - 18:23 - #8307 ott 2008 - 18:34 - #84(Dal sito RAI)Basaglia docet….07 ott 2008 - 19:00 - #8507 ott 2008 - 19:31 - #8607 ott 2008 - 19:38 - #8707 ott 2008 - 19:50 - #88a + tardi raga’07 ott 2008 - 20:42 - #89poi, x ricordare i bei tempi della disco music… ero piccola ma mi mancano sai? :( http://it.youtube.com/watch?v=Xx3g3y64kEw se puoi vedilo tutto sennò arriva a 4:20Ora vado… a+07 ott 2008 - 20:51 - #9007 ott 2008 - 23:08 - #9107 ott 2008 - 23:26 - #9207 ott 2008 - 23:50 - #9308 ott 2008 - 13:02 - #94Pagina 2 di 7 - Totale commenti: 338« Precedenti 1 2 3 4 5 6 7 Successivi »
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http://guide.supereva.it/single/interventi/2005/07/219594.shtml
Pubblicato il 27 luglio 2005 in: 13.0 -Estate 05-07
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http://it.wikipedia.org/wiki/Negotiate_with_Love
Negotiate with Love.Negotiate with Love'" è il primo singolo estratto dal secondo album di Rachel Stevens intitolato "Come and Get It".La traccia è scritta da A. Wollbeck, M. Lindblom, M. Nervo, and O. Nevro e Prodotta da Anders Wollbeck, Mattias Lindblom, Pete Hofmann.Il VideoNel video musicale di Negotiate with Love, Rachel entra nel suo appartamento e distrugge tutto ciò che ricorda il suo ex-fidanzato. Nel video appaiono sei copie di Rachel e tutte cercano di liberarsi di tutte le memorie dell'ex-fidanzato. Rachel nel video cerca anche di giocare a golf sul tavolo con alcune delle sue figurine. Il video è stato girato a Londra. I Direttori sono Harvey e Carolyn, Il produttore è invece Kate Phillips. Rachel nel video è vestita con una gonna marina e un soprabito. Verso la fine del video video Rachel rimuove il soprabito rivelando uno maglione rosa.TracklistClassificheIl singolo è stato rilasciato il 28 marzo 2005 e ha venduto 12.500 copie nella sua prima settimana, con un massimo del # 10 nelle classifiche britanniche, Il Risultato di vendita Finale fu di 35.000 copie.AndamentoNegotiate with Love
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http://it.wikipedia.org/wiki/Cristoforo_Alasia
Cristoforo Alasia.Figlio del Tenente Don Francesco Alasia-Aluffi e di Donna Giovanna Francesca De Quesada-Cugia dei Marchesi di S. Saturnino, studiò nelle Università di Cagliari, Torino e Roma. Nelle ultime due fù allievo di Enrico D'Ovidio, Giuseppe Peano, Luigi Cremona e Valentino Cerruti.A causa della morte improvvisa del padre dovette tornare in Sardegna e dedicarsi all'insegnamento. Insegno nel Regio Ginnasio di Ozieri e nel Regio Ginnasio di Tempio Pausania, infine nel Regio Ginnasio di Albenga. Rimase tuttavia in contatto con la comunità matematica del suo tempo, in particolare con i suoi maestri e con Jules Henri Poincaré, e fu autore di circa 150 pubblicazioni sia didattiche che di ricerca su diversi argomenti (astronomia, geometria, meccanica razionale, storia delle matematiche, ecc.) che gli diedero una certa notorietà anche internazionaleIl suo nome è legato al teorema di Alasia e all'essere stato il fondatore ed il primo direttore della rivista "Le Matematiche Pure ed Applicate, Periodico mensile di matematiche pure ed applicate, superiori ed elementari, ad uso dell'istruzione media e superiore", cui contribuirono importanti matematici come Hermite.Nel 1911 ricevette una medaglia d'oro per una nozione di astronomia dalla Regia Accademia Irlandese di Dublino.Alasia Cristoforo, risulta nell’ Annuario della r. Universita degli studi di Torino matricolato al primo anno del corso per la Licenza in Scienze Matematiche Fisiche e Naturali nell'anno accademico 1883-84.Nell’atto di battesimo risulta nato nel 1864, cosi è in dubbio la sua data di nascita riportata per il 1869.Solo nella biografia nel collegamento esterno risulta come nato nel 1869.Coniugato con Donna Vittoria Guglielmo di Tempio Pausania, ebbero due figlie, Caterina e Giannetta.Collegamenti esterni
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http://it.wikipedia.org/wiki/The_Top
The Top."'The Top"' è il quinto album di studio della band britannica The Cure, pubblicato il 22 maggio 1984.Il discoA seguito della "trilogia fantasy" che compone "Japanese Whispers", questo è il primo album di studio dopo il quasi scioglimento successivo a "Pornography". L'esperienza pop iniziata con "Let's Go To Bed" non è stata senza conseguenze e questo è il primo album della nuova vita della band, che si distaccherà sempre più nettamente dai toni gotici e funerei della triade di album precedenti che tanti fan aveva raccolto.L'LP rappresenta una svolta stilistica non indifferente: abbondano sperimentazioni sonore e ritmi inusitati, con canzoni che sfiorano il "nonsense", come "Bananafishbones" e "Give Me It". Quasi tutte le canzoni sono opera completa di Robert Smith, che qua suona praticamente ogni strumento, compresi quelli più strani utilizzati per ottenere suoni meno ortodossi (come all'inizio di "The Caterpillar", in cui Robert "tortura" un violino), al punto da far considerare tra i fan questo album quasi alla stregua di un album solista. La lavorazione ha sicuramente risentito del pesante dipendenza dalle droghe che Robert stava sviluppando, esausto per la doppia vita tra i Cure e i Siouxsie and the Banshees: Chris Parry, il manager della band, ha costretto a un certo punto Robert a interrompere la collaborazione con i Banshees, altrimenti questo sforzo e questo stile di vita lo avrebbe portato verso situazioni molto gravi."The Top" segna il ritorno in formazione di Porl Thompson, dopo gli inizi negli Easy Cure, che rimarrà nella band per un decennio, diventandone un simbolo.Robert Smith ha una volta detto: "Ogni band ha almeno un album brutto. Questo è il nostro".TracklistTutte le canzoni scritte da Smith, tranne ° scritte da Smith - Tolhurst.FormazioneSingoliDeluxe EditionL'8 agosto 2006 viene pubblicata la versione Deluxe del disco con un secondo cd, "Rarities 1982-1984". Ecco di seguito la tracklist:NoteThe Top (album)
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http://www.bambinidisatana.com/index.php?option=com_content&view=article&id=329:marte-ce-acqua-ci-sono-i-marziani&catid=80:spazio&Itemid=180
Sull'esistenza dei marziani in questi ultimi giorni gli esperti hanno dibattuto in modo accesissimo, con una serie di colpi di scena a raffica tipo il telefilm «24». Cerchiamo di raccapezzarci: l'ultimo giorno di luglio, giovedì 31, gli astrofisici di tutto il mondo vengono scaraventati giù dal letto, la Nasa annuncia: «Su Marte c'è acqua». E l'acqua, si sa, è la base qualunque forma di vita, passata, presente o futura. La scoperta è stata fatta dalla sonda «Phoenix», che, dopo un lungo viaggio nello spazio, il 25 maggio scorso, è atterrata sul Polo Nord di Marte. La sonda, dotata di un sofisticato laboratorio in grado di effettuare analisi e di mandare i risultati a noi, sulla Terra, aveva inizialmente in programma tre mesi di ricerche che dopo la scoperta sono stati subito aumentati a cinque. Fino a quel giorno che su Marte ci fosse acqua era solo una deduzione. Ora che il robot della Nasa ha raccolto un pezzetto di ghiaccio, lo ha scaldato e ha verificato che diventava acqua c'è la certezza scientifica. «Abbiamo trovato quelli che sembrano essere gli elementi base per sostenere la vita», ha detto nel corso delle analisi Samuel Kounaves, della Tufts University, uno dei ricercatori impegnati nel progetto. Non solo, Peter Smith, comandante in capo della missione, ha aggiunto: la Nasa vuole capire «se questa parte di Marte era una zona abitabile, se qualcuno avrebbe potuto viverci». Viverci? Come sarebbe a dire viverci? Le persone dotate di fantasia hanno cominciato a pensare che forse, davvero, i marziani avevano le antenne e l'occhione tricolore, tipo «La guerra dei mondi». Pochi giorni dopo, l'altroieri, martedì, la doccia fredda: nel terreno di Marte c'è il perclorato, una sostanza tossica (sulla Terra viene usata come combustibile per razzi, ma anche per la fabbricazione di fuochi d'artificio, miccette, tricche-tracche e castagnole) che in pratica rende impossibile la vita.Ma non tutti sono d'accordo con questa diagnosi: c'è anche chi dice: il perclorato? E perché dovrebbe impedire la vita? Visto che è abbondantemente presente anche sulla Terra: ad esempio nel deserto di Atacama, in Cile.E poi, proprio ieri, il sospiro di sollievo: Peter Smith ha invitato tutti alla calma e alla pazienza: la vita su Marte è possibile, questo benedetto perclorato c'è, ma capire come agisce è cosa lunga e complessa. Insomma, i marziani, probabilmente, ci sono. E stanno facendo litigare gli scienziati del nostro pianeta.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Caccia_a_Ottobre_Rosso
Caccia a Ottobre Rosso."'Caccia a Ottobre Rosso"' è un film del 1990 diretto da John McTiernan, tratto dal romanzo "La grande fuga dell'Ottobre Rosso" di Tom Clancy. È la prima pellicola a portare sul grande schermo il personaggio di Jack Ryan.TramaIl comandante Marko Ramius (Sean Connery), chiamato il "Vilnius Nastavnic" ("Il professore di Vilnius"), comanda la nuova terribile arma costruita dall'Unione Sovietica, il sottomarino nucleare della classe Typhoon Ottobre Rosso, dotato di una tecnologia, il "caterpillar" (propulsione magnetoidrodinamica), che permette all'unità di muoversi silenziosamente; con questo mezzo egli è in rotta verso le coste statunitensi, ma con quali intenzioni?Il governo statunitense pensa che il comandante stia preparando un attacco. Solo un analista della CIA, Jack Ryan (Alec Baldwin), ritiene che Ramius ed il suo equipaggio vogliano in realtà disertare, ma ha poco tempo per dimostrarlo: infatti Mosca, certa della diserzione del suo comandante, ha fatto salpare l'intera flotta per rintracciare il sottomarino ed affondarlo. Da qui comincia una lunga ed estenuante corsa sul filo di lana che porterà a dimostrare se l'idea di Ryan sia valida o no.Voci correlateAltri progettiCollegamenti esterniFilm d'azioneFilm thrillerFilm tratti da opere di narrativaFilm di sottomariniThe Hunt for Red October (film)
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http://www.lucacoscioni.it/due-storie-cattoliche-riunite-contro-la-rosa
Dice Bobba, per otto anni alla guida delle Acli, futuro senatore della Margherita (è numero 3 in Toscana), che «questa visione è tipica dello schema degli Anni Settanta. Evoca l'appello che Gad Lerner lanciò alla vigilia del referendum sulla fecondazione assistita, intitolato: “Dov’è finito il cattolico disobbediente”. Il retropensiero è che gli Anni Settanta siano stati l'età dell'oro dei cristiani in politica, e che il nostro mondo sia ancora diviso tra obbedienti e disobbedienti, tra cattolici del consenso proni davanti ai vescovi e cattolici del dissenso dalla schiena dritta. Non è così. Noi non siamo nè clericali nè laicisti; siamo laici che dialogano con i pastori e decidono con la propria coscienza critica». I percorsi che hanno condotto Bobba e la Binetti a firmare la stessa lettera sono diversi. Ma la loro idea e che i mondi da cui provengono non siano oggi così distanti. «Le Acli non sono più quelle di trent'anni fa» dice l'ex presidente. «Non è affatto vero che dall'Opus Dei si siano alzate voci contro la mia candidatura al Senato con la Margherita — assicura la Binetti —. Così come non è vero che l'Opera guardi naturalmente a destra. L'Opus Dei non si schiera, nè chiede ai suoi membri di farlo. Conosco molti di loro vicini per sensibilità, stlle e cultura al centrodestra; ma ne conosco altrettanti più attenti ai temi del centrosinistra. Del resto, molte opere corporative nel mondo si dedicano alla promozione delle fasce meno favorite della popolazione».Resta il fatto che le Ad furono la prima tra le associazioni cattoliche a rifiutare il collateralismo con la Dc (nel 1974), e che i suoi oltre 400 mila iscritti — che raddoppiano considerando i gruppi collegati — sotto la guida di Bobba hanno lavorato su immigrazione, ambiente, tutela dei consumatori con un'impostazione vicina a quella del centrosinistra. Mentre la Binetti, neuropsichiatra, direttore del dipartimento per la ricerca educativa al Campus biomedico dell'Opus Dei, ha esordito in politica come fondatrice del comitato Scienza e Vita, battendosi d'intesa con Ruini — e contro l'indicazione di Prodi — per l'astensione al referendum della primavera scorsa. Proprio nella campagna referendaria è avvenuto l'incontro tra la Binetti e Bobba, che ha schierato le Acli con la Conferenza episcopale, ottenendo l'unanimità della direzione nazionale nonostante un documento di dissenso firmato da 35 dirigenti e militanti.«Ma quando mi chiedono se è Ruini il vero mittente della nostra lettera ai cattolici, allora mi offendo» dice Bobba. “Faccio tutto in prima persona, ieri la battaglia contro il referendum, oggi la candidatura al Senato” conferma la Binetti. La lettera verrà resa pubblica oggi. «L'abbiamo scritta per dire due cose — spiega la professoressa —. I cattolici possono votare per l'Unione, perché noi difenderemo i nostri valori, compresa la libertà di insegnamento e la tutela del matrimonio e della vita dal concepimento alla morte naturale, e ci batteremo perché sia attuato il programma del centrosinistra: niente di meno, niente di più. E nel programma non ci sono nè l’eutanasia, nè l'abolizione o la revisione del Concordato, nè i Pacs. La Rosa nel Pugno ne parla tanto. Ma i cattolici si opporranno». La seconda cosa, cui la Binetti tiene molto, è “il dialogo tra i cattolici. Tutti, anche quelli che stanno dall'altra parte, nel centrodestra. E’ evidente che nella prossima legislatura si preparano grandi novità. L'intero quadro politico entrerà in moto. A nessuno è sfuggito il momento di grande sintonia nel cosiddetto duello televisivo tra Casini e Rutelli, proprio sui valori cattolici. Poi nei giorni successivi entrambi hanno dovuto segnare il proprio territorio. Ma, anche se ognuno dovesse restare nella propria coalizione, in Parlamento sarà possibile votare insieme proprio in difesa dei valori comuni”. Non tanto l'Udc nel centrosinistra, quanto “due forze cattoliche che diventano il polo aggregante dei rispettivi schieramenti", dice Bobba, e che talora possono riconoscersi nella stessa battaglia mettendo in minoranza libertari e radicali.Sia Bobba sia la Binetti notano che Prodi nelle ultime settimane ha tenuto a riaffermate la propria identità cattolica, in vari modi. Il libro Insieme, scritto con la moglie e pubblicato dalle Edizioni Paoline. L'abbraccio in Vaticano con il neocardinale Caffarra, non esattamente un cattolico del dissenso da Anni Settanta. E una lettera spedita proprio a Bobba, che racconta con orgoglio come il professore gli abbia espresso apprezzamento per la sua scelta di fare politica. «Sul referendum Prodi non aveva idee diverse dalle nostre, nel merito — annota la Binetti. Ha scelto un altro metodo, dicendosi cattolico adulto e rifiutando l'astensione. Avevamo ragione noi; ma neppure per un momento ho pensato che potesse vacillare l'identità cattolica, che segna da sempre l'impegno in politica di Prodi. Le idee sono importanti, ma è importante anche la coerenza dei comportamenti". «Tra i valori di cui scriviamo nella lettera ci sono la famiglia, il matrimonio, la vita — dice Bobba—, ma anche l'Europa, la solidarietà sociale, l'aiuto al Terzo Mondo. Valori che il centrodestra in questi anni non ha sempre coltivato. Bondi ha scritto ai parroci e alle associazioni, allegando una brochure per dimostrare che il governo Berlusconi ha fatto propria la dottrina sociale della Chiesa. Ecco, questa è un'iniziativa arbitraria, che noi non ripeteremo".Ma l'avversario del momento non sta tanto a destra quanto all'interno dell'Unione. Votereste mai per Emma Bonino al Quirinale? “No — risponde la Binetti —. La apprezzo per molte sue iniziative, ma sono troppe quelle che non condivido. Certo, se fosse eletta la riconoscerei come presidente di tutti gli italiani”. E Bobba: “La lezione di Ciampi è che il Quirinale deve unire il Paese. La Bonino è una forte personalità, destinata però a dividere".
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http://it.wikipedia.org/wiki/Wuerhosaurus
Wuerhosaurus.Il wuerhosauro'" (gen. "Wuerhosaurus") era un dinosauro a placche vissuto in Cina nel Cretaceo inferiore.Piastre basse e arrotondateCome tutti gli stegosauri, questo dinosauro aveva il dorso ricoperto di piastre ossee, e probabilmente verso la fine della coda erano presenti almeno due paia di aculei per difendersi dai predatori. Malgrado la scarsità di resti fossili, l'aspetto doveva essere molto simile a quello di "Stegosaurus", ma le piastre sembrerebbero essere state di foggia particolare: anziché essere alte, pentagonali e appuntite come quelle della ben nota forma americana, quelle del dinosauro cinese erano stranamente basse, arrotondate e decisamente allungate, e la loro funzione non è nota. Sembra che lo wuerhosauro fosse più basso e tenesse la testa più vicino al terreno degli altri stegosauri: i paleontologi credono che questa caratteristica potesse essere un adattamento a brucare la vegetazione più bassa.Due specieQuesto dinosauro è uno dei pochi stegosauri ad essere sopravvissuto nel Cretaceo inferiore, e sicuramente è il meglio conosciuto tra gli stegosauri di questo periodo. Di "Wuerhosaurus" si conoscono due specie: "W. homheni", la specie tipo descritta da Dong Zhiming nel 1973 e rinvenuta nella provincia dello Xinjiang, era paragonabile come dimensioni a "Stegosaurus" (era lunga circa 7 metri) ma è anche la meno conosciuta; "W. ordosensis", descritta nel 1993 e proveniente dalla Mongolia Interna, era più piccola ed è basata su esemplari più completi.BibliografiaCollegamenti esterniOrnitischiWuerhosaurus
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http://it.wikipedia.org/wiki/Autismo_in_et%C3%A0_adulta
Autismo in età adulta.L'autismo è una patologia classificata dal DSM-IV-TR tra i disturbi pervasivi dello sviluppo; non ne sono note a tutt'oggi l'eziologia e la fisiopatologia. Particolarmente lacunosa è la conoscenza delle caratteristiche che la malattia assume in età adulta'", data la scarsità di letteratura scientifica sull'argomento.Il problema dell'autismo in età adultaAll’epoca della sua prima descrizione da parte di Leo Kanner, l’autismo veniva classificato come “psicosi infantile”; solo negli anni ’70 si comprende che non si tratta di una patologia pediatrica, destinata ad una possibile risoluzione, ma invece di un disturbo pervasivo dello sviluppo, che condiziona cioè l’intero arco di vita dei soggetti che ne sono affetti. L’attenzione della comunità scientifica è però storicamente focalizzata sullo studio dell’infanzia e dell’adolescenza, con lo scopo di individuare modelli patogenetici adeguati, indicatori precoci dello sviluppo successivo, strategie terapeutiche capaci di influire sulla storia clinica. L’autismo in età adulta resta invece tuttora un settore di ricerca relativamente inesplorato: poco si sa sui mutamenti che avvengono, dopo l’adolescenza, dal punto di vista sintomatologico e psicologico. Allo stesso modo è ben evidente la carenza di adeguati modelli di presa in carico, e l’adulto autistico è destinato in troppi casi a vivere presso la famiglia di origine, per la quale l’accudimento diventa sempre più oneroso e sfiancante; oppure, viene affidato a comunità ed istituzioni che, non essendo state concepite per le specifiche caratteristiche adattive e cognitive della patologia, hanno un effetto negativo sulla qualità di vita e sulla prognosi.Letteratura scientificaI primi studi sistematici sulle caratteristiche dell'autismo in età adulta sono stati condotti dal gruppo di ricerca di Rutter negli anni '70. Nel 1973, Kanner stesso analizzò un gruppo di autistici adulti (n = 96), di età compresa tra 20 e 40 anni; la maggior parte dei soggetti risultava non essere per nulla autosufficiente, vivendo in famiglia, in comunità protette, in istituti per disabili o in ospedali psichiatrici. Kanner evidenziò uno sviluppo migliore nel caso di più sviluppate capacità comunicative; da notare comunque che 11 soggetti avevano un impiego, ed uno (compositore musicale di successo) era sposato ed aveva avuto un figlio. Pochi sono stati, del resto, gli studi longitudinali disegnati per approfondire le conoscenze sullo sviluppo dell’autismo a lungo termine; di seguito verranno descritti i più importanti, tra quelli pubblicati a partire dal 2000.Il team di ricerca di Howlin, Mawhood e Rutter (Howlin, Mawhood, & Rutter, 2000; Mawhood, Howlin, & Rutter, 2000), costituitosi presso il dipartimento di psicologia del St George's Hospital di Londra, ha messo a confronto due gruppi di adulti, uno composto da autistici, l’altro da soggetti affetti da disturbi del linguaggio ricettivo. I partecipanti furono valutati nell’infanzia, durante l’adolescenza, e quindi all’età di circa 24 anni. I risultati indicavano che il QI verbale e i punteggi nei test di linguaggio ricettivo erano migliorati in maniera più consistente nel primo gruppo; mentre non erano state rilevate differenze significative nelle capacità di lettura. La precocità nell’acquisizione del linguaggio parlato era correlata alla benignità della prognosi tra i soggetti autistici, ma non influiva sui progressi futuri dei soggetti con disturbi del linguaggio. Per quanto riguarda il funzionamento sociale (comportamenti stereotipati disturbanti, relazioni sociali, lavoro, autosufficienza), entrambi i gruppi dimostrarono un deficit, più marcato nel caso degli uomini autistici: molti di essi vivevano ancora con i genitori, e pochi avevano amici stretti o un impiego stabile. Solo il 10% del gruppo con deficit del linguaggio venne descritto come gravemente incompetente dal punto di vista sociale, contro il 74% del gruppo degli autistici.Il campione analizzato da un più recente studio, condotto ancora da Howlin e Rutter, con Goode e Hutton (Howlin et al., 2004), era costituito da 68 individui (61 M e 7 F), la cui età media era rispettivamente, al primo ed al secondo momento di valutazione, di 7 e di 29 anni; criterio di inclusione, un QI iniziale di almeno 50. Un quinto dei soggetti aveva ottenuto un qualche titolo accademico, e 5 avevano frequentato il college o l’università; 2, addirittura, erano iscritti ad un corso post-graduate. Circa un quarto del campione, secondo la testimonianza dei genitori, intratteneva rapporti di amicizia basati su interessi comuni. Come suggerito da altri studi (si veda il precedente paragrafo), i principali fattori predittivi si sono rivelati il QI iniziale, e la presenza di linguaggio parlato a 5 anni di età. Tutti i casi di prognosi buona a lungo termine erano inclusi nel gruppo con QI iniziale pari almeno a 70; va notato che solo un sesto dei soggetti compresi in tale gruppo aveva raggiunto uno sviluppo davvero soddisfacente riguardo ad attività lavorativa e rapporti amicali. In cerca la metà dei casi, lo sviluppo fu valutato “scadente” o “molto scadente”: i soggetti compresi in questo gruppo, non autosufficienti, vivevano in comunità oppure in famiglia, ma necessitavano in ogni caso di un elevato grado di assistenza. Gli autori hanno sottolineato che non è stato possibile stabilire se i casi di sviluppo negativo fossero da imputare alle caratteristiche biologiche dei soggetti, ai deficit dei servizi assistenziali nell’infanzia, o alla carenza di supporto sociale durante l’età adulta. Inaspettatamente, è stato inoltre notato che le variazioni del QI oltre la soglia di 70 non avevano alcun valore prognostico; la spiegazione non è nota, ma di fatto la variabilità nello sviluppo tra i soggetti con QI elevato è grandissima. A titolo di esempio, Howlin e colleghi riportarono il caso di un soggetto autistico con un QI iniziale di 80, il quale, nonostante fosse stato più volte defraudato di grandi somme di denaro a causa della sua incapacità nel percepire le intenzioni altrui, era riuscito ad ottenere vari diplomi in campo informatico, si era sposato, e aveva ottenuto un lavoro; mentre un altro soggetto, con QI iniziale molto più elevato (ben 119), era finito molte volte nei guai per aver infastidito e palpeggiato un gran numero di donne, senza mai rendersi conto del motivo per cui ciò fosse sconveniente.Quello di Billstedt, Gillberg e Gillberg (2005) è probabilmente il primo studio in cui è stata analizzata nel corso degli anni, dall’infanzia all’età adulta, una vasta popolazione, il più possibile rappresentativa di quella reale; il principale criterio di ammissione per i 120 partecipanti, è stato quello di risiedere nell’area geografica di Gothenburg (Svezia), e dunque il campione è eterogeneo per estrazione sociale, educazione ricevuta, quoziente intellettivo. I risultati ottenuti sono in parziale contraddizione sia con la precedente letteratura, sia con le stesse ipotesi dei ricercatori; si tratta di dati importanti, ma che sottolineano l’attuale grave carenza di conoscenze definitive sulla storia evolutiva dell’autismo. Per molti individui (in percentuale maggiore rispetto alle previsioni) lo sviluppo è stato valutato scarso, o molto scarso; la presenza di epilessia, pur essendo più frequente di quanto ipotizzato, non è risultata però un fattore prognostico negativo di rilievo. Allo stesso modo, il sesso non ha influito in modo significativo, mentre gli studiosi si attendevano ovviamente un deterioramento più marcato nel sesso femminile. Viene invece confermata l’elevata predittività della presenza di linguaggio parlato a 5-6 anni e del QI misurato durante l’infanzia; comunque, lo sviluppo è stato relativamente scarso anche nei soggetti con QI iniziale elevato: nessun soggetto autistico del campione in esame è autosufficiente.Il sistema assistenzialeLa rete dei servizi, che in questa fase critica per il sistema famigliare del soggetto autistico dovrebbe fornire maggiore supporto, allarga in realtà le proprie maglie; oltrepassata l’adolescenza, l’autistico viene progressivamente “abbandonato” dai servizi di pediatria e di neuropsichiatria infantile, e viene meno anche la funzione educativa e riabilitativa dell’inserimento scolastico. Concretamente, può accadere che l’uomo o la donna autistica vivano presso la famiglia di origine, oppure che vengano affidati ad un qualunque tipo di istituto o di comunità. Esistono tre tipologie di interventi protetti: le comunità per autistici, i gruppi appartamento per autistici e le comunità o gruppi appartamento misti; ognuna di queste scelte presenta problematiche, vantaggi, e difficoltà specifiche, che sono descritte nella letteratura che da qualche anno comincia a comparire (Barale e Ucelli di Nemi, 2006). Nel caso in cui il soggetto autistico continui invece a vivere in famiglia, non si può comunque trattare di una soluzione davvero definitiva: sia perché i genitori dovrebbero essere messi in condizione di poter condurre un’esistenza serena e non solo funzionale all’accudimento del figlio, mentre spesso le necessità di quest’ultimo tendono a divenire sempre più pressanti; sia perché è a sua volta l’adulto autistico a necessitare di un’alternativa all’ambiente famigliare, in modo che gli sia garantita assistenza anche quando venga meno la possibilità dei famigliari ad accudirlo. Dunque, dovrebbe rivestire un ruolo di massima importanza la valutazione del soggetto autistico, e il suo inserimento nel contesto più adatto; purtroppo allo stato attuale c’è carenza di spazi idonei, e l’insufficienza dei modelli assistenziali è a sua volta imputabile, in parte, alla scarsa conoscenza della storia evolutiva della malattia. Accade così che l’inserimento dell’adulto autistico avvenga in base alla ricettività della zona geografica di appartenenza, in base alle disponibilità economiche dei famigliari, e in base alle caratteristiche della rete assistenziale locale.Tra le poche soluzioni assistenziali "ad hoc", va segnalato il modello della farm community (Giddan & Giddan, 1988); si tratta di comunità residenziali localizzate in ambiente rurale, sorte negli anni '70 e lentamente diffusesi nel mondo occidentale (in Italia, al momento, esiste solo una di queste strutture; si trova a Ponte Nizza, in provincia di Pavia).FontiVoci correlateAutismoDisturbi psichiciMalattie del sistema nervoso
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http://www.businessonline.it/4/E-business/433/Jeans_Virali___il_caso_di_Levis_online.html
Lo spot TV riprende versi di Shakespeare inserendolo in un contesto di pseudo-degrago metropolitano, sulla scia del film Romeo+Juliet. Non mi ha colpito particolarmente e a mio parere non ha la forza dei vecchi spot (da quello con Nick Kamen in mutande in poi...).Tutto ciò che è connesso allo spot in quanto attività di marketing mi sembra invece estremamente interessante. Ieri sera, aspettando l'autobus (lo scooter è fermo causa neve...) ho notato alla fermata delle specie di post-it gialli ed ho pensato: 'Cavolo, fanno di tutto per affittare una stanza...'. Invece erano pubblicità della Levi's, con scritti, in un font 'finto a mano', i versi di Shakespeare dello spot e l'invito, in rosso, a raggiungere il Levi's Store più vicino per saperne di più.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Impero_Fulani
Impero Fulani.L'Impero Fulani chiamato anche Impero Sokoto'" fu uno degli Stati più potenti nell'Africa sub-Sahariana negli anni precedenti alla colonizzazione europea.StoriaI Fulani furono tradizionalmente un popolo nomade, una comunità pastorale, allevatori di mucche, capre e pecore. Essi popolavano i pascoli fra le città dell'Africa Occidentale. Con l'aumento dei commerci, un buon numero di Fulani cominciò anche a stabilirsi in città, formando una minoranza distinta.I Fulani furono principalmente Musulmani, come lo erano i governanti dei principali stati della regione. L'Islam dei governanti di questi stati era così fragile che essi si riconvertirono rapidamente all'animismo nazionalistico quando furono minacciati. Fra il diaciasettesimo ed il diciottesimo secolo i Fulani cominciarono a lanciare varie rivolte contro i governanti che li opprimevano. Questi stabilirono un certo numero di piccoli, e solitamente poco duraturi, emirati ad ovesr del Sahel.Gli stati più potenti della regione furono le città stato dell'Hausaland. Queste avevano una grande popolazione Fulani, che era in genere considerata alla stregua di cittadini di seconda classe. Col passare dei secoli, però, gli Hausa e i Fulani divennero piuttosto integrati. Uno dei regni più remoti degli stati Hausa fu quello di Gobir. Povero e alla periferia dell' Hausaland, fu governato da un re del defunto impero Gao. Questo regno fu ricordato per il suo dispotismo verso sia i cittadini Fulani che gli Hausa.Uno dei più riveriti tra i religiosi della regione, Usman dan Fodio, un Fulani urbanizzato, visse nel Gobir. Con l'approvazione iniziale di Bawa, il re di Gobir, gli fu permesso di fondare una comunità religiosa a Degel. In cambio, dan Fodio benedì la monarchia ed educò il nipote di Bawa e suo erede Yunfa. Quando Yunfa divenne re, tuttavia, decise di revocare l'autonomia della comunità di dan Fodio e di far assassinare dan Fodio.Degel fu difesa, ma impossibilitati a resistere contro l'esercito di Yunfa, dan Fodio e i suoi seguaci fuggirono dal Gobir. Dall'esilio dan Fodio proclamò la jihad contro gli oppressori in tutta la regione, questo diede inizio alla Guerra Fulani. Dopo aver raccolto fra le sue fila un gran numero di Fulani ed anche molti Hausa, questa rivolta generalizzata fece cadere la maggior parte dei governi nella regione dell'Hausaland. Dan Fodio fu proclamato capo del nuovo impero.Crescita dell'ImperoDalla sua base nell'Hausaland l'impero Fulani si espanse rapidamente nella regione. Le pianure ad ovest furono annesse, a sud i Fulani conquistarono la regione nord dello Yorubaland. La loro espansione fu fermata ad est dal regno di Kanem-Bornu nel 1810. Poiché la forza dei Fulani era basata su di una potente cavalleria essi non potevano espandersi molto a sud dal momento che, i cavalli non avevano effetto nelle foreste della zona e non potevano resistere agli stenti di queste latitudini. L'impero divenne lo stato più grande dell'Africa espandendosi da quello che oggi è il Burkina Faso sino al Camerun.Il nuovo impero fu organizzato in una serie di piccoli emirati che erano debolmente contrllati da dan Fodio. Egli divise l'impero in due parti, una governata da suo fratello, l'altra da suo figlio. Nel 1815 dan Fodio si ritirò dal Sultanato e l'impero passò a suo figlio Muhammed Bello. Egli costruì una nuova capitale a Sokoto, trasformandola in una grande città. L'impero nel diciannovesimo secolo venne anche conosciuto come il "'Califfato di Sokoto. Il fratello di Dan Fodio Abdullahi continuò a regnare ad ovest, e la sua parte di impero, conosciuta come l'emirato di Gwandu, fu passata ai suoi eredi ma rimase subordinata a Sokoto.Oltre ai suoi progressi militari, l'impero divenne famoso per la sua scolarizzazione. Bello, Abdullahmi, e dan Fodio furono tutti considerati grandi letterati e anche se impegnati nel governare un così vasto stato, tutti e continuarono a dare grandi contributi nel campo della poesia ed in testi religiosi, politici e storici. Benché la scolarizzazione continuò nell'impero dopo la morte di Bello essa divenne separata dalla vita politica. Nei secoli l'impero si avvicinò ai costumi Hausa tanto che la lingua Hausa divenne la lingua ufficiale.L'impero continuò ad avere un grande successo economico. L'Hausaland, adesso riunificato, raggiunse un livello di prosperità mai raggiunto e la regione rimase al sicuro dalle incursioni dei nomadi del Sahara.Mente il Sultano di Sokoto era l'autorità principale, gli Emiri controllavano le altre città, in particolare Kano, accrebbe lentamente il suo potere durante il diciannovesimo secolo. Nel 1893 durante una crisi per la successione il sovrano di Kano ottenne il sopravvento.Colonizzazione EuropeaL'impero cominciò a collassare sotto la pressione del colonialismo europeo che distrusse le vie tradizionali del commercio ed armò gli stati vicini. Nel 1903 sia Sokoto che Kano furono saccheggiate e l'impero collassò, e venne diviso fra i Francesi e gli Inglesi.I colonizzatori preservarono il sistema di emirati Fulani e ai governatori locali fu data dagli Inglesi una considerevole autonomia. Il Sultano di Sokoto è rimasto sino al giorno d'oggi la principale autorità Musulmana della Nigeria, e questo titolo è ancora appannaggio dei discententi di dan Fodio.Collegamenti esterniStoria dell'Africa OccidentaleStoria dell'Africa precolonialeSokoto Caliphate
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http://it.wikipedia.org/wiki/Arbegas
Arbegas., è un anime televisivo giapponese di 45 episodi, prodotto dalla Toei Animation nel 1983.TramaLa serie si svolge in un ipotetico futuro, in cui la Terra deve fronteggiare la minaccia aliena dell'Impero dei "Derinjer". A questo scopo il professor "Hotaru" e la dottoressa "Asabuki" creano un robot componibile usando i prototipi creati per un concorso da tre giovani: "Daisaku Enjoji", "Tetsuya Jin" e la figlia del professor Hotaru, "Mizuki". A questi vengono quindi affidati i tre robot, "Alfa", "Beta" e "Gamma" (da qui il nome Aru-be-gasu, che in italiano avremmo chiamato Albegam usando le iniziali allo stesso modo) che possono combinarsi tra loro in sei diverse configurazioni, utilizzate per affrontare i nemici nelle diverse situazioni. Di queste, la più potente è la "Denjin", che dà luogo al potente "Dio Elettrico Arbegas".StaffPersonaggiMechaConfigurazioniUna volta unito, il primo robot elencato forma il torso, la testa, le armi e le coscie superiori di Arbegas, il secondo robot la parte di mezzo, lo zaino superiore e le parti posteriori dei piedini più bassi, ed il terzo robot forma la vita, lo zaino più basso e la parte prominente dei piedini più bassi.Super Arbegas e Nuovo Super ArbegasAll'inizio della serie ogni pilota utilizza un velivolo più piccolo, che va ad inserirsi nel rispettivo robot, tramite i piccoli portelli nelle parti posteriori, per poi pilotarlo. I tre velivoli possono anche unirsi in un singolo velivolo denominato Super Arbegas. Essi vengono sostituiti poco dopo da una serie differente di piccoli velivoli che possono trasformarsi nelle forme bipedi dei singoli jet e similmente si uniscono nel Nuovo Super Arbegas.Edizione italianaIn Italia la serie è stata trasmessa alla fine degli anni ottanta sui canali delle reti locali, in particolare Odeon TV e Telemontecarlo.Contrariamente alla moda italiana, la sigla originale non fu sostituita.L'edizione televisiva è stata pubblicata in 9 dvd dalla Mondo Home Video.EpisodiLa mancata edizione U.S.A.Negli Stati Uniti Arbegas avrebbe dovuto far parte dell'universo di "Voltron" come terza parte della saga omonima, ma a causa della reazione negativa del pubblico a "Dairugger XV" (l'anime robotico da cui fu tratta la seconda parte della saga), il programma fu abbandonato. Tuttavia, i giocattoli di Arbegas sono stati distribuiti nel mercato americano come " Voltron II" nella linea di Voltron della Matchbox.MerchandisingIl giocattolo venne distribuito dalla Popy nel 1983 come Albegas Dx in una scatola orizzontale recante l'immagine di tutte le configurazioni del robot su uno sfondo nero con una griglia verde.Dopo l'acquisizione dell Popy da parte della Bandai il giocattolo fu commercializzato in una differente scatola verticale.Negli Stati Uniti fu importato dalla Matchbox, come parte della linea Voltron, in due versioni: scatola singola o maxi scatola verticale con tutti e tre i robot inclusi, simile all'edizione Bandai, ma senza la spada Sambai.Collegamenti esterniAnime per titoloSerie televisive animeShōnenMechaAlbegas
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http://www.tvblog.it/post/12706/sanremo-question-time-fabrizio-del-noce-sbaglia-bonolis-su-povia
Sanremo Question Time, Fabrizio Del Noce: "Se non ci sarebbe più lo rimpiangereste". Mina partecipa gratispubblicato: martedì 17 febbraio 2009 da Lord LucasIl Question Time della 59esima edizione del Festival di Sanremo si apre con una gaffe topica del direttore di RaiUno Fabrizio Del Noce, che dovrebbe andare a ripetizioni di congiuntivi: “Sanremo, se non ci sarebbe più lo rimpiangereste”. Davvero un bel principio, per una kermesse-simbolo della cultura italiana.Si entra nel vivo con l’argomento onorari. Paolo Bonolis risponde così alle polemiche sul suo cachet:A proposito di Mina, invece, sottolinea che a portare a termine la trattative è stato il direttore artistico Gianmarco Mazzi, grazie alla collaborazione del figlio Massimiliano Pani. La cantante si esibirà questa sera a titolo amichevole e dunque gratis.Bonolis difende l’operato di Pippo Baudo: la qualità del suo prodotto era indiscutibile come sempre ma, come avviene per ogni progetto, il risultato può andare a buon fine in termini di ascolti o no:Sanremo Question Time“Lavorare solo con gli ascolti finisce per costruire una tv vampira. Bisogna intercettare la musica con momenti di spettacolo che servono poi a far venir voglia di ascoltare”.Sulla scelta delle canzoni, additata da un giornalista come “dispotica”, e Povia il conduttore si è così espresso:Chiambretti Show: il promo prende in giro Vespa (e Sky) del 04 set 2010L'Italia segna, ma la Rai è in pubblicità del 03 set 2010Nuovi telefilm: The River, I, P.I ed un drama politico per Abc, Lancaster di Sam Raimi per Cbs e (forse) Sandman del 03 set 2010Buffy: la Oceanic Airlines compare nel fumetto, Nicholas Brendon in Private Practice 4 del 03 set 2010Quentin Tarantino e il padre Tony: Chiambretti tenta la carrambata del 03 set 2010fabrizio del noce, festival di sanremo, gianmarco mazzi, luca laurenti, paolo bonolis, sanremo question time(Inserisci un commento - Nascondi commenti anonimi)17 feb 2009 - 14:09 - #117 feb 2009 - 14:10 - #217 feb 2009 - 14:10 - #317 feb 2009 - 14:28 - #417 feb 2009 - 14:29 - #517 feb 2009 - 14:39 - #617 feb 2009 - 14:42 - #717 feb 2009 - 14:45 - #817 feb 2009 - 14:47 - #917 feb 2009 - 14:58 - #1017 feb 2009 - 15:01 - #1117 feb 2009 - 15:07 - #1217 feb 2009 - 15:08 - #1317 feb 2009 - 15:09 - #1417 feb 2009 - 15:30 - #1517 feb 2009 - 15:34 - #1617 feb 2009 - 15:47 - #1717 feb 2009 - 16:04 - #1817 feb 2009 - 16:38 - #1917 feb 2009 - 16:53 - #2017 feb 2009 - 17:12 - #2117 feb 2009 - 17:13 - #2217 feb 2009 - 17:28 - #2317 feb 2009 - 17:32 - #2417 feb 2009 - 18:08 - #2517 feb 2009 - 18:24 - #2618 feb 2009 - 17:37 - #2723 feb 2009 - 14:25 - #28L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori.Registrati per commentare e per entrare nella community di tvblog. Potrai inserire immagini, video, partecipare alle discussioni nei vari gruppi o crearli e inviare messaggi privati agli altri utenti registrati. Se sei già registrato, effettua il login per usare il tuo nickname.Nome (richiesto): Email (richiesta, non verrà mostrata ai visitatori): URL del vostro sito (opzionale): Volete salvare le informazioni per la prossima volta? Si NoI commenti sono sottoposti alle linee guida per la moderazione.Cos'hai visto ieri sera?Game/Quiz ShowGrande Fratello 10Grande Fratello 9I Cesaroni 4L'Isola dei FamosiL'Isola dei Famosi 7L'onore e il rispettoLa Pupa e il Secchione 2La Pupa e il Secchione Il Ritorno
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http://it.wikipedia.org/wiki/Gauntlet
Gauntlet."'Gauntlet"' è un videogioco arcade realizzato da Atari nel 1985. Titolo realizzato durante il periodo di grande popolarità dei giochi di ruolo alla "Dungeons & Dragons", vede dei personaggi lottare contro una lunga serie di nemici all'interno di labirintici dungeon.Modalità di giocoAll'inizio del gioco occorre selezionare un personaggio: guerriero, mago, valchiria, elfo. Ognuno di esso possiede una differente abilità speciale: il guerriero è il personaggio più forte nei combattimenti corpo a corpo; il mago possiede la magia più potente; la valchiria l'armatura più resistente e l'elfo è il personaggio più veloce. Una volta scelto, si cominincia a vagare nei dungeon, uccidendo i numerosi mostri e raccogliendo cibo per ripristinare l'energia, tesori, chiavi e pozioni; la vita può essere ripristinata anche inserendo un'altra monetina nel cabinato. I mostri sono generati all'infinito da un artefatto, che deve essere distrutto. Non esiste un vero scopo se non quello di sopravvivere il più a lungo possibile e di terminare il maggior numero di livelli.Dotato di una visuale dall'altro, in "Gauntlet" sono presenti alcune frasi realizzate tramite sintesi vocale, e riprodotte dal chip TMS5220C della Texas Instruments.Collegamenti esterniGauntlet (arcade game)
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http://www.queerblog.it/tag/Froci
“Anche se quello degli autori di South Park è un gesto animato dalle migliori intenzioni mirato a delegittimare un insulto anti-gay, il fatto è che quella parola è e rimane un odioso insulto, appunto, che spesso viene utilizzato come mezzo per umiliare le vittime di quotidiani attacchi, di atti di bullismo e di violenze, specialmente giovani. E’ un epiteto che ha conseguenze reali sulle vite delle persone. Proprio quest’anno, un ragazzino di 11 anni del Massachusetts di nome Calr Joseph Walker Hoover, si è suicidato perché non riusciva più a sopportare i continui attacchi omofobi di cui era vittima a scuola. I creatori di South park hanno ragione su una cosa importante: sempre più persone usano quella parola come un insulto buono per ogni scopo”
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http://it.wikipedia.org/wiki/Concerto_per_pianoforte_e_orchestra_n._19
Concerto per pianoforte e orchestra n. 19.Il concerto per pianoforte e orchestra n. 19 in Fa maggiore K 459'" di Wolfgang Amadeus Mozart inizia con un tempo di marcia e per questa ragione viene a volte catalogato tra i "concerti militari". Tuttavia di militare questa composizione non ha nulla se non una grande limpidezza nella parte solistica.Il concerto è anche noto come "Concerto dell'incoronazione" in quanto il compositore lo eseguì e diresse in occasione dei festeggiamenti per l'incoronazione dell'imperatore Leopoldo II a Francoforte sul Meno, assieme al concerto dell'Incoronazione n. 26 K 537, il quale era stato composto proprio per l'occasione; per tale importante esecuzione, Mozart amplio' l'organico, aggiungendo 2 trombe e timpani, in modo da aumentarne l'aspetto più marziale e celebrativo. ma queste parti sono andate perdute.L'"allegro" inizia con un tema molto semplice, privo di impennate e di improvvisi, che Mozart ripropone per tutto il movimento quasi a dimostrare che l'intero pezzo possa essere risolto con un unico tema. Mozart introduce nel corso dell'allegro altri due temi, ma quello iniziale si presenta con una insistenza quasi ossessiva e lo caratterizza.Un carattere pastorale, esposto con il tema iniziale e più volte ripreso nel corso del movimento, apre l'"allegretto"; si tratta di un tema sereno e cantabile ricco di toni patetici quando si esprime in tonalità minore.Si trovano accenti haydniani nell'"allegro assai" finale che espone un tema nitido, con un ritmo molto marcato e il cui tema riporta a quello con cui inizia il concerto.Del concerto ci sono rimaste le cadenze originali di Mozart per il primo e terzo movimento.Ferruccio Busoni ha trascritto il finale del concerto per 2 pianoforti con il titolo "Duettino concertante nach Mozart"BIbliografiaconcerti di Mozart|Pianoforte n. 19Piano Concerto No. 19 (Mozart)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Leone_VIII
Papa Leone VIII.Romano di nascita, non apparteneva al clero, ma era un laico: reggeva l'incarico di "protoserinus" (ovvero protoscrinario, esponente della burocrazia pontificia) quando venne eletto al soglio pontificio, su istanza di Ottone I, dal sinodo romano che aveva deposto Papa Giovanni XII il 4 dicembre 963.Ricevette la consacrazione due giorni dopo la sua elezione. Dovette fare i conti però con il popolo romano, che non accettava il Privilegio di Ottone.Nel febbraio 964 l'imperatore ripartì per la Germania; il nuovo papa rimase quindi solo davanti alla popolazione romana.Per Leone l'unica salvezza rimaneva la fuga, in seguito alla quale, il 26, fu deposto da un sinodo tenuto sotto la presidenza dell'ex papa Giovanni XII che ridivenne pontefice.Dopo poco tempo però Giovanni XII morì improvvisamente ed il popolo fu chiamato nuovamente ad eleggere il suo successore.A Leone VIII, imposto dall'imperatore, popolo e clero romano opposero un cardinal diacono, Benedetto V. Chiesero successivamente ad Ottone di accettare Benedetto.Ottone rifiutò ritornando in Italia con l'esercito e portando assedio a Roma, fino a costringere i romani ad accettare Leone VIII. Benedetto V fu deposto il 23 giugno 964 e lo stesso giorno Leone VIII divenne papa per la seconda volta.La tradizione racconta che, al sinodo che depose Benedetto, Leone concesse all'imperatore e ai suoi successori pieni diritti d'investitura come sovrani d'Italia, ma la genuinità dei documenti sui quali si basa questa ipotesi è più che dubbia. A Leone successe, dopo la deposizione di Benedetto, Giovanni XIII.Il cronista Liutprando riferisce che Benedetto, spogliato degli abiti e delle insegne pontificali, si inginocchiò di fronte a Leone e si spogliò degli paramenti pontificali, in segno di umiltà e volontaria sottomissione al "nuovo" pontefice: nelle intenzioni di Benedetto, un'abdicazione volontaria. Leone VIII, in tutta risposta, gli spezzò addosso il bastone pastorale: è la prima menzione dello scettro papale.Dopo la sua deposizione, Benedetto ridivenne diacono. Finì i suoi giorni in esilio ad Amburgo, nella Germania del nord, per volere di Ottone.Collegamenti esterniPapiPersonalità legate a Roma|Leone 08Pope Leo VIII
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http://www.polisblog.it/post/5611/crisi-i-giovani-italiani-piu-pessimisti-dei-britannici-e-criticano-il-governo
Come spiegare - infine - la minor fiducia dei 18-35enni della penisola nei confronti delle chances di ripresa del paese, e della capacità del governo di guidarlo fuori dalla crisi? Qui a mio avviso la spiegazione è da ricercarsi maggiormente nel fatto che i giovani italiani sono - per l’appunto - italiani, e in quanto tali hanno storicamente una minore fiducia nelle istituzioni e un maggior pessimismo verso l’avvenire rispetto ai britannici.#1 e 2 Quoto! In italia sei fortunato se trovi un lavoro! fai una vita di studiare per cosa poi per 1400 euro al mese se sei proprio fortunato! Una casa non si puo’ piu’ comprare, l’affitto nemmeno a parlarne! devi fare un mutuo 30ennale, e devi sperare che non ti si rompe la macchina o ci sia qualche imprevisto!! fai una vita dove lavori per quasi tutto il giorno e se non lavori sei chiuso nella macchina in mezzo al traffico!! fare la spesa e’ anche una lotta, andare al centro commerciale trovare pargheggio e poi inevitabile la fila alla cassa!! Milano poi non offre nulla ma solo il grigio del cemento e quell’aerea putrida che in estate tra umidita’ e caldo diventa come gas nervino! questa e la classica vita di un milanese…ma credo sia uguale un po’ in tutto il nord…ditemi voi se questa e’ una prospettiva di vita che i giovani italiani desiderano!!
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http://guide.supereva.it/usa/interventi/2001/11/80943.shtml
Che cos'è un canyon? Come si è formato? In quanti secoli? Perchè assume certe forme piuttosto che altre? Molto spesso si sente parlare di canyon senza sapere esattamente di cosa si tratti, oppure, viaggiando per l'Italia ci imbattiamo in certe valli con "costruzioni" rocciose fenomenali che ammiriamo senza nemmeno immaginare che si tratti di un canyon.Pubblicato il 30 novembre 2001 in: I Canyons
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http://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Finzi
Mario Finzi.BiografiaNasce a Bologna da una famiglia di insegnanti, Amerigo Finzi e Ebe Castelfranchi. Musicista di grande talento si diploma a soli 15 anni in pianoforte con premio del Ministero dell’Educazione, e inizia l’attività concertistica. Al tempo stesso studia giurisprudenza, laureandosi a soli 20 anni con lode e premio del Re. A 24 anni Finzi è già magistrato. Nel 1938 comincia la carriera legale a Milano, il cui proseguimento gli è tuttavia precluso lo stesso anno dall’emanazione delle Leggi razziali fasciste in Italia. Trasferitosi a Parigi si dedica completamente all’attività musicale di pianista, ricevendo un contratto alla Radio francese.Allo scoppio della seconda guerra mondiale Finzi si trova in Italia per rinnovare il visto ed è impossibilitato a ripartire.Aiuto agli ebreiComincia a insegnare alla scuola ebraica di Bologna e tra il 1940 e il 1943 si impegna come delegato bolognese della DELASEM, organizzazione ebraica per l’assistenza dei rifugiati ebrei in Italia. E’ coinvolto in prima persona nell’esperienza di Villa Emma a Nonantola dove trovano rifugio un centinaio di orfani ebrei dalla Germania e dai Balcani. È lui ad accogliere alla stazione di Venezia il treno con il primo gruppo di ragazzi provenienti dalla Croazia e ad organizzare la loro ospitalità a Nonantola. Numerose volte compie in bicicletta il tragitto da Bologna per visitare i ragazzi, giocare con loro e suonare musica al pianoforte per loro.Dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca continua l’opera clandestina di soccorso ai correligionari perseguitati. Ai ragazzi di Nonantola procura quelle carte d’identità false che serviranno loro ad espatriare in Svizzera, ed analogo aiuto offrirà a tanti altri, inclusi don Leto Casini e il Comitato clandestino fiorentino della DELASEM.Arresto e internamentoFinzi è arrestato il 31 marzo 1944, mentre si reca a pagare il ricovero di un ragazzo ebreo in ospedale. Rinchiuso nel carcere bolognese di San Giovanni al Monte e quindi nel campo di concentramento di Fossoli, è trasportato ad Auschwitz Birkenau nel maggio 1944, dove secondo la testimonianza di un ebreo di Rodi, Eliakim Cordoval, che lo assiste, muore per una grave infezione intestinale il 22 febbraio 1945, a quasi un mese dalla liberazione del campo. Un'altra versione afferma che Finzi si sia suicidato gettandosi contro il filo spinato ad alto voltaggio del campo; sembra che abbia lasciato un messaggio ai genitori, chiedendo il loro perdono per questo gesto disperato. Aveva solo 31 anni.OnorificenzeNel 1953 il Consiglio Comunale di Bologna delibera di intitolare a lui la via in cui si affaccia la Sinagoga di Bologna.Nel 1960 è riconosciuto il suo contributo alla Resistenza. Nel 1965 il Comitato regionale “Premio ai buoni” conferisca alla memoria di Mario Finzi la sua Stella d’oro. In occasione del Giorno della Memoria (Yom HaShoah) 2007 il Museo Ebraico di Bologna organizza una mostra storico-documentaria in suo ricordo.BibliografiaCollegamenti esterniNotePersonalità italiane della seconda guerra mondiale|Finzi, MarioAntifascisti italianiEbrei italianiDeportati italianiPersonalità legate ad Auschwitz|Personalità legate ad AuschwitzMario Finzi
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http://www.polisblog.it/post/1340/vicenza-il-tar-del-veneto-boccia-lampliamento-della-base-usa
Secondo i giudici amministrativi il bando di gara è stato effettuato senza la procedura di evidenza pubblica prevista dalla legge. Pure il consenso all’ampliamento era anomalo, in quanto espresso in modo solo orale, quindi “extra ordinem e illegittimo” dal presidente Prodi. Era illegittima pure l’autorizzazione rilasciata da un dirigente del Ministero della Difesa, senza una assunzione di responsabilità formale e scritta del governo, con un metodo incompatibile sia con l’importanza della materia trattata che con i principi tradizionali del diritto amministrativo.Altri profili di illegittimità – per il Tar veneto – riguardano il mancato rispetto della normativa nazionale ed europea sulle procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione di commesse pubbliche. Per il Tar, su disposizione del commissario straordinario Paolo Costa, era stata prevista come condizione per l’ampliamento la redazione di un progetto alternativo (relativo in particolare agli accessi alla base) che invece non è stato mai presentato.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Stefano_Tamburini
Stefano Tamburini.BiografiaEsordisce nel 1974 con le brevi storie a fumetti di "Fuzzy Rat" pubblicate sulla rivista underground romana "Combinazioni".Tra il 1975 e 1977 si affianca a Stampa Alternativa (agenzia informativa, editrice) per la quale collabora come disegnatore e grafico, realizzando copertine, illustrazioni, loghi e volantini.Nel dicembre 1976 incontra Giulio Tedeschi che gli propone di pubblicare una storia a fumetti per il numero zero di una nuova rivista in uscita per Tampax: "Morning Glory", disegnato l'estate dell'anno precedente, è la prima storia a fumetti di più tavole e viene pubblicata nell'autunno del 1977 su "Zombie International".Sempre nel 1977 con Marco D'Alessandro e Massimo Mattioli fonda Cannibale, rivista a fumetti del Movimento (sullo stile dell'americana Zap), su cui successivamente pubblicheranno Filippo Scozzari, Andrea Pazienza e Tanino Liberatore.Nel 1978 Tamburini crea per Cannibale un personaggio che farà storia: Rank Xerox (nome mutato poi, per ragioni di copyright, in Ranxerox), androide protagonista di avventure mirabolanti nello scenario di una Roma del futuro prossimo.Nel novembre del 1980 insieme a Vincenzo Sparagna e Filippo Scozzari fonda "Frigidaire", curandone grafica ed impaginazione. Per la nuova rivista crea le storie di "Snake Agent" sperimentando un innovativo metodo di espressione grafica (manipolare vecchi fumetti degli anni quaranta con l'uso della fotocopiatrice per poi rimontarli remixandoli).Per "Frigidaire" scrive anche recensioni musicali (firmandosi Red Vinyle) e continua la saga di Ranxerox. Tenendo per sé il lavoro di scrittura delle sceneggiature e lasciando il disegno a Tanino Liberatore. Le nuove tavole di Ranxerox hanno un successo di pubblico molto vasto, non solo in Italia ma anche in svariati paesi del mondo, in particolare Francia, USA e Giappone, dove vengono tradotte e ripubblicate. Negli USA appare sulla prestigiosa Heavy Metal.Nello stesso periodo Tamburini intraprende anche nuovi percorsi creativi collaborando con la rivista di moda Uomo Vogue e con i punti vendita ad essa collegati.Muore improvvisamente nel suo appartamento di Roma in un giorno non precisato dell'aprile del 1986. Il suo corpo è ritrovato una decina di giorni dopo il decesso.OpereBibliografiaCollegamenti esterniStefano Tamburini
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http://it.wikipedia.org/wiki/Settimio_Lucci
Settimio Lucci.Settimio LucciCarrieraClubInizia a tirare i primi calci nella Vivace Grottaferrata prima e nella LVPA Frascati poi, prima di passare al settore giovanile della Roma. Cresciuto nella Roma, nella stagione 1983-84 va in prestito all'Avellino (dove segnerà il primo gol in A) prima di rientrare alla casa madre per giocare tre stagioni da comprimario (17 presenze) ma con giocatori del calibro di Carlo Ancelotti, Falcao, Cerezo, Francesco Graziani e Roberto Pruzzo agli ordini di Sven Goran Eriksson sfiorando lo scudetto nella stagione 1985-86, ma vincendo la Coppa Italia, giocando entrambe le finali da titolare.Trovato poco spazio, si trasferirà ad Empoli nell'ottobre 1986. Nell'estate 1988 il passaggio all'Udinese, dove giocherà tre stagioni da titolare prima di trasferirsi a Piacenza dove contribuirà in maniera importante a due promozioni in Serie A. Seguirà poi il progetto di Luigi Delneri alla Ternana accettando il "calo" di categoria, prima di trasferirsi all'Ancona.Onesto e corretto difensore, ha collezionato 8 presenze in Nazionale Under 21 a partire dal 1987.AllenatoreA fine carriera ha intrapreso la strada di allenatore, lavorando alle Giovanili del Piacenza prima di assumere l'incarico di tecnico del Pizzighettone nel 2008, ove già era tecnico della Berretti.Suo figlio Andrea è un giocatore del Fiorenzuola.PalmarèsCollegamenti esterniSettimio Lucci
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http://it.wikipedia.org/wiki/Sovrani_di_Bar
Sovrani di Bar.A metà del X sec., il territorio di Bar'" (Barrois) venne formato come dipendenza del Sacro Romano Impero. La prima dinastia regnante nel Bar, fu di fatto quella dei Duchi dell'Alta Lorena, della casata dei Conti di Ardennes, discendenti del Conte Palatino Vigerico. La casata si stabilì a Bar, che prese poi il nome di Bar-le-Duc. Questa casata di Ardennes-Bar si estinse con Federico III (m. 1033) e con sua sorella, la Contessa Sofia (m. 1093).Nell'XI sec. i signori di Bar erano conti del solo territorio di Bar ("le Barrois") e appartenevano alla casata di Mousson-Montbéliard-Ferrette.Teobaldo I di Bar fu alleato di Filippo II di Francia, ed era figlio di Enrico II di Bar, che si era distinto nella Battaglia di Bouvines nel 1214. Ma spesso i conti di Bar incrociarono le armi contro la Francia. Nel 1301 Enrico III di Bar, fece un'alleanza con Edoardo I d'Inghilterra, in funzione anti-francese.Nel 1354 Roberto di Bar, che aveva sposato la figlia del Re di Francia, divenne Marchese di Pont-à-Mousson per volontà dell'Imperatore Carlo IV ed assunse il titolo di Duca of Bar. Il suo successore, Edoardo III di Bar, venne ucciso nella Battaglia di Agincourt nel 1415.Nel 1419 Luigi di Bar, fratello del suddetto Edoardo, cardinale e vescovo di Châlons-sur-Marne, consegnò il Ducato di Bar a Renato d'Angiò, Re di Napoli, nipote di sua sorella Jolanda, che sposò Isabella d'Angiò. Jolanda d'Angiò, che nel 1444 aveva sposato Federico di Lorena, Conte di Vaudémont, divenne l'erede di Nicola d'Angiò, Duca di Calabria e Lorena, nel 1473, e di Renato d'Angiò, Duca di Bar, nel 1480; da allora Lorena e Bar vennero unite.Unita la Lorena alla Francia nel 1634, il Bar rimase, eccetto per piccoli intervalli nella storia, parte dei reali domini. Nel 1738 venne garantito a Stanislao Leszczynski, ex Re di Polonia, ed alla sua morte, nel 1766 venne nuovamente unito alla corona di Francia.Conti di BarDuchi di BarMarchesi di Pont-à-MoussonStoria della Francia per area geografica|BarListe di sovrani|BarCounts and dukes of Bar
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http://guide.supereva.it/grafologia_e_test/interventi/2009/06/vedo-un-lupo-e-provo-tanto-affetto...
Pubblicato il 5 giugno 2009 in: LETTERE SIGNIFICATIVE
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http://it.wikipedia.org/wiki/Caracollo
Caracollo.Il Caracollo'" (dallo spagnolo "caracol", spirale), anche detto chiocciola, è una manovra militare di cavalleria sviluppata circa alla metà del XVI secolo.Consisteva in una serie di complicate manovre effettuate dalla cavalleria armata di una o due pistole a ruota. I cavalieri avanzavano ad andatura lenta, minore del galoppo, verso il nemico, disposti tipicamente in formazioni profonde circa una dozzina di linee e con un fronte di 20-30 uomini. Una volta che la prima linea arrivava a portata di tiro delle pistole, i cavalieri scaricavano la propria pistola disponendosi di lato, per poi eventualmente disporsi nella direzione opposta per scaricare una seconda pistola; queste manovre, inevitabilmente, significavano presentare al nemico un bersaglio praticamente immobile per un certo lasso di tempo, per cui molto spesso il cavaliere, per ridurre al minimo il tempo di esposizione al fuoco, tirava con le proprie armi senza prendere accuratamente la mira. Una volta che la prima linea aveva scaricato le pistole, ruotava verso sinistra e si ritirava sul retro della formazione per ricaricare; nel frattempo, ogni linea successiva seguiva questa procedura. Generalmente, dopo un certo periodo di tiro con le armi da fuoco, in cui il contatto diretto veniva evitato, la manovra veniva conclusa con una carica all'arma bianca contro i ranghi nemici disorganizzati.Questa tattica non fu mai molto efficace, e venne spesso criticata dagli storici. Fu sviluppata essenzialmente come tattica per la cavalleria leggera, da utilizzare in combinazione con formazioni di cavalieri più pesanti armati di lancia tipici dell'epoca, ed era una risposta alla predominanza dei picchieri nella fanteria dell'epoca, fatto che rendeva generalmente molto rischiosa una carica diretta. Nonostante i suoi difetti, venne utilizzata più volte nel periodo che va dalla seconda metà del sec. XVI alla prima metà del sec. XVII, accompagnata dalla crescente popolarità dei Reiter tedeschi nelle armate occidentali; un caso di impiego del caracollo coronato da successo si ebbe nella battaglia di Pinkie Cleugh, avvenuta nel 1547 tra inglesi e scozzesi. È da notare che il caracollo è stato impiegato molto raramente contro truppe nemiche montate, in quanto, con la loro mobilità, avrebbero potuto caricare nel mezzo della manovra con effetti potenzialmente devastanti.Il caracollo cadde in progressivo disuso a partire dagli anni '80 del sec. XVII, a causa del sempre maggiore aumento della potenza di fuoco della fanteria provocato dall'introduzione del moschetto e del fuoco di fila, introdotti prima dagli olandesi durante la Guerra degli ottant'anni, e poi adottati dagli svedesi di Gustavo Adolfo durante la Guerra dei trent'anni. Ciò rese progressivamente più rischiosa la manovra, che venne definitivamente abbandonata nei primi decenni del sec. XVII, sostituita da cariche di cavalleria all'arma bianca, eventualmente precedute da una sola scarica di armi da fuoco a breve distanza, per disorganizzare il nemico prima dello scontro diretto.A volte è stato erroneamente identificata come caracollo una carica abortita da parte della cavalleria, che, a causa del basso morale, si fermava a poca distanza del nemico scaricando le pistole per poi ritirarsi; tuttavia in tale manovra mancava la successione di scariche e movimenti tipici del caracollo.Collegamenti esterni.Tattica militare
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http://it.wikipedia.org/wiki/Copa_Am%C3%A9rica_1979
Copa América 1979.La Copa América 1979'" fu la trentunesima edizione del massimo torneo sudamericano per nazionali di calcio.FormulaCome nell'edizione precedente, nessun Paese organizzò la manifestazione, che venne disputata in gare di andata e ritorno nei differenti Stati. Il torneo, svoltosi nel lungo lasso di tempo tra il 18 luglio e l'11 dicembre 1979, confermava la formula sperimentata quattro anni prima, con la squadra campione in carica (in questo caso il Perù) già promossa alle semifinali e le altre 9 squadre divise in 3 gironi all'italiana da 3 nazionali ciascuno. Queste si affrontavano in gare di andata e ritorno e le prime classificate accedevano alle semifinali, anch'esse in doppia sfida. Pure la finale si sarebbe giocata in due gare di andata e ritorno. Neanche in questa edizione venne disputata la finale per il terzo posto.La composizione dei gruppi iniziali fu la seguente:Riassunto del torneoIl gruppo A presentò notevoli difficoltà per Cile e Colombia (favorite alla promozione in semifinale), con il Venezuela capace di costringere entrambe al pareggio nelle prime sfide giocate in casa dei "vinotintos". La Colombia ipotecò il primo posto battendo il Cile nella terza gara (1-0) e rifilando 4 reti al Venezuela. Tuttavia il Cile non si scoraggiò e a Santiago seppe sommergere di goal (7-0) il Venezuela. Nel match finale, sempre a Santiago, i "rojos" guidati dal bomber Peredo sconfissero la Colombia, pareggiando il conto dei punti: tuttavia la miglior differenza reti qualificò i cileni alle semifinali.Il gruppo B riprose la grande sfida tra Argentina e Brasile, con la Boliva che sulla carta appariva "vittima sacrificale" del raggruppamento. Tuttavia i boliviani, nella loro "roccaforte" dell'"Hernando Siles" di La Paz, favoriti dai 3600 metri di altitudine ed ispirati dalla punta Jesús Reynaldo, sconfissero clamorosamente le due avversarie. La sfida diretta tra Brasile e Argentina (giocata al "Maracanà" di Rio de Janeiro) si presentava così come una gara per non essere virtualmente eliminati: la spuntò il Brasile di Zico, che con un goal del futuro attaccante dell'Udinese e uno di Tita ebbe la meglio dei biancocelesti. L'Argentina, campione del mondo in carica e nelle cui fila si era arricchita del giovane talento Diego Armando Maradona, tornò in carreggiata con un 3-0 alla Bolivia, guardando con speranza al match finale con il Brasile (anch'esso vittorioso, 2-0, sui boliviani). La gara, andata in scena al "José Amalfitani" di Buenos Aires fu però compromessa dopo 17 minuti, quando uno svarione della difesa albiceleste favorì Socrates. L'Argentina trovò il pari con Passarella, ma nella ripresa ancora Socrates chiuse i conti: storditi, gli argentini pareggiarono con Díaz, ma non seppero perforare la difesa brasiliana.Il gruppo C palesò la strepitosa forma del Paraguay di Eugenio Morel e del giovanissimo Julio César Morel (detto "Romerito"). Gli "albirrojos" batterono due volte l'Ecuador, mentre un irriconoscibile Uruguay fu sorpreso dalla "Tricolor" a Quito. Battuti gli ecuadoriani nel ritorno al "Centenario" di Montevideo, i celesti, nonostante le ottime prove dell'asso Waldemar Victorino, non seppero piegare il Paraguay: due pareggi e gli "albirrojos" volarono in semifinale.Le semifinali misero di fronte Perù-Cile e Paraguay-Brasile. La prima sfida iniziò con una sopresa: a Lima i cileni si imposero 2-1, con una doppietta della punta Carlos Caszely. Al ritorno al "Nacional" il Cile difese il risultato (0-0), raggiungendo la sua prima finale.Anche l'andata dell'altro match si concluse con un risultato a sorpresa: il Paraguay, ad Asunción, superò il Brasile 2-1. Al ritorno al Maracanà, i carioca, non particolarmente demoralizzati da un passivo recuperabile, si portarono in vantaggio al 29' con Falcão. Ma dopo neanche due minuti Milcíades Morel pareggiò i conti. I brasiliani continuarono nel loro pressing e al 61' usufruirono di un calcio di rigore, trasformato da Socrates. Anche in tal caso però la reazione del Paraguay non si fece attendere: al 68' Romero trovò la stoccata vincente che batté Leão e consentì ai paraguayani di raggiungere la finale.Il 28 novembre andò in scena l'andata, al "Defensores del Chaco" di Asunción: la gara non ebbe storia e una doppieta di Romero e un goal di Eugenio Morel concretizzarono un secco 3-0 a favore del Paraguay. Nel ritorno di Santiago, il 5 dicembre, il Cile si riorganizzò, imponendosì 1-0 grazie alla rete iniziale di Carlos Rivas.A questo punto la formula prevedeva uno spareggio, avento ambedue le squadre vinto una partita; ma prevedeva anche che, in caso di parità dopo i tempi supplementari, la coppa sarebbe andata alla squadra con la migliore differenza reti. La sfida, disputata al "José Amalfitani" di Buenos Aires, si concluse a reti inviolate: la miglior differenza reti (+2) premiò il Paraguay. Per i biancorossi, dimostratisi una nazionale solidissima e vincente, si trattava del secondo titolo continentale dopo 26 anni dall'ultimo successo.Primo turnoGruppo AClassificaGruppo BClassificaGruppo CClassificaSemifinaliAndataRitornoFinaleAndataRitornoSpareggioClassifica marcatoriArbitriCopa América1979 Copa América
6,012,253
http://it.wikinews.org/wiki/Festival_di_Sanremo%2C_si_parte_sull%27onda_delle_polemiche
Festival di Sanremo, si parte sull'onda delle polemiche.È partito il 57° Festival di Sanremo: l’esordio della "kermesse" canora è stato suggellato da una piccola gaffe del presentatore e direttore artistico Pippo Baudo, che ha annunciato Antonella Ruggiero mentre scorreva la foto di Nada, e dall’emozione di Michelle Hunziker, a un passo dalle lacrime come ha ammesso in diretta. Pippo Baudo ha detto a chiare lettere: «non saranno 5 serate di Festival, ma 5 serate di musica italiana, ognuna diversa dall’altra».In linea con la sua tradizione, comunque, il Festival è stato preceduto da un fiume di polemiche, sia di tipo artistico che di stampo politico, che nella fattispecie hanno riguardato i maxi-compensi accordati ai conduttori (1.070.000 € solo a Michelle Hunziker), e che sono stati oggetto perfino di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa; dal punto di vista dei contenuti si fa notare il veto imposto dalla Chiesa cattolica a una canzone concorrente nella sezione Giovani, per le allusioni ripetute al sesso e alla passione. Il vescovo sanremese ha addirittura manifestato l’intenzione di disertare il Festival qualora il brano, che contiene frasi del tipo «libera l’animale», non verrà immediatamente ritirato dalla gara.La battaglia politica sui "cachet" è stata - comunque - molto più seria delle "boutade" cui Sanremo ha abituato gli affezionati del genere: visto il tetto imposto dalla recente Legge Finanziaria a 200.000 € per compensi pubblici, il maxi-compenso accordato a Baudo e Hunzinker ha rischiato seriamente di bloccare l’avvio della manifestazione canora.
2,330,325
http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriel_Cano
Gabriel Cano.Gabriel Cano de AponteBiografiaGabriel Cano nacque a Mora, nei pressi di Toledo, da Juan Cano Ruiz e Josefa de Aponte Carvajal. Cano si arruolò nell'esercito spagnolo combattendo nelle Fiandre per 33 anni, passando da Alférez a brigadiere ed infine a maresciallo. Sposò María Campos, la quale morì nel 1713 senza lasciargli eredi.A causa del valore dimostrato durante la guerra di successione spagnola, fu promosso a tenente generale il 28 ottobre 1715 e, tre giorni dopo, fu nominato Governatore Reale del Cile. Il 5 gennaio 1716 si risposò, questa volta con María Francisca Velas de Medrano Navarra y Puelles, nella città di Pamplona. Viaggiarono insieme fino al Cile per permettere a lui di assumere l'incarico, giungendo a Santiago il 17 dicembre 1717.Governatore del CileDurante una fase calda della guerra di Arauco combatté contro il toqui Mapuche Vilumilla nel corso della rivolta Mapuche del 1723. Lo scontro terminò con la pace di Negrete del 1726.Nel 1725 il governatore Cano tentò di reprimere il contrabbando, senza avere pieno successo a causa dell'intelligenza e delle capacità dei mercanti francesi ed olandesi ed alla complicità di alcuni influenti cittadini della colonia.MorteCome soldato Cano fu un esperto cavaliere, e gli storici ne hanno sottolineato "l'inclinazione per le cavalcate senza briglie ed i numeri equestri". Il 26 luglio 1733, mentre partecipava ad un gioco a cavallo, Cano cadde col cavallo venendo schiacciato da questo. La sequenza di eventi che ne causò la morte tre mesi dopo non è chiara, ma sembra sicuro che nell'incidente a cavallo Cano si fosse gravemente ferito e non si riprese più, morendo l'11 novembre dello stesso anno.Si dice che sia stata una lesione alla spina dorsale causata dal cavallo, che lo tenne a letto immobilizzato per tre mesi, lucido di mente e sofferente fino alla morte. In realtà non esistono prove che raccontino di sintomi tipici delle lesioni alla colonna vertebrale. C'è la possibilità che Cano abbia sofferto di una complessa frattura al cinto pelvico. Il fatto che fosse prostrato, lucido ma sofferente, si accompagna meglio all'ipotesi della frattura pelvica. Dopo il periodo iniziale, una delle principali cause di morte dovute alla frattura pelvica è una grave trombosi venosa ed una trombo-embolia polmonare. Potrebbe essere questo il motivo della morte.NoteBibliografiaVoci correlateGovernatori Reali del CileGenerali spagnoliGabriel Cano de Aponte
1,446,473
http://it.wikipedia.org/wiki/Gameknot
Gameknot.GameKnot (letteralmente "Nodo di Gioco") è un Internet chess server che fornisce giochi di lega e di tornei, assieme a giochi in Java per singoli giocatore singolo. GameKnot è entrato in attività dal 2001 e correntemente ha 700.000 giocatori registrati che hanno giocato oltre 12 milioni di partite e stanno, al novembre 2007, giocando attualmente circa 120.000 giochi.Per un tipico incontro, a meno che gli utenti siano contemporaneamente on line e loggati con l'intenzione di giocare velocemente, i giochi sono generalmente giocati su un arco di tempo che copre parecchi giorni (per esempio, fino a tre giorni per persona), settimane o anche mesi, e i giochi possono rassomigliare agli scacchi per corrispondenza. Il sito offre una varietà di opzioni, inclusi due estese base di dati (una per i giocatori con punteggio superiore a 1500 Elo ed un altro per quelli con punteggio superiore a 1900 Elo) incluso i nomi generalmente conosciuti per le aperture degli scacchi, tornei promossi dal sito stesso, mini tornei promossi dagli stessi giocatori, ed un'applicazione Java di gioco di scacchi lampo (Blitz chess) nel suo stadio beta (ha un noto difetto di arrocco da parte del Nero, che a volte si blocca), la possibilità di programmare mosse condizionali durante una partita, l'opzione di dichiarare una vacanza per sospendere le partite, e una funzione per "analizzare la scacchiera" ("analyze board") che permette ai giocatori di esplorare le mosse potenziali.Tiene anche una registrazione dei giochi passati e la possibilità di imparare dalle precedenti vincite o sconfitte. GameKnot mantiene un sistema di punteggio Elo molto simile al sistema utilizzato dalla FIDE.Ogni profilo di giocatore include informazioni sul punteggio Elo di quel giocatore, un grafico che mostra il punteggio dello stesso lungo il periodo di un anno, il numero totale di partite vinte, perse, pattate, quelle attualmente in corso, l'ultima volta che il giocatore è stato visto sul sito, informazioni relative ai mini-tornei e sul gioco di squadra, il numero e le percentuali delle partite perse per tempo, il tempo medio di risposta per mossa, le serie di vincite o perdite più numerose e dettagliate statistiche che mostrano le percentuali di vincite e perdite, il numero di mosse, tendenze per tutte le partite, partite lungo il corso dell'ultimo anno e degli ultimi 90 giorni.Per evitare che i giocatori duplichino gli account, GameKnot esegue delle scansioni sugli indirizzi IP degli utenti ad accesso di base gratuito per attività sospetta, come la manipolazione dei punteggi da parte di giocatori che giocano dallo stesso indirizzo IP.GameKnot trova sostentamento dalla pubblicità per gli account gratuiti e dai giocatori paganti. Questi ultimi hanno più opzioni come la possibilità di giocare più partite contemporaneamente. Sono pure fornite squadre, club e forum di discussione con account più costosi per capitani e co-capitani di squadra. I giocatori non paganti sono limitati ad un massimo di 12 partite contemporanee.Collegamenti esterniSoftware scacchisticoGameKnot
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http://it.wikipedia.org/wiki/Aufguss
Aufguss.L'aufguss (anche löyly'", "'ventilazione'", "'gettata di vapore'") è una tecnica molto diffusa tra i frequentatori di sauna, soprattutto nei paesi di lingua tedesca. Consiste nel versare dell'acqua (o del ghiaccio) mescolata ad essenze aromatiche sulle pietre della stufa, in modo da produrre un getto di vapore profumato.Un addetto aumenta lo stimolo termico con colpi di asciugamano indirizzati verso le persone. La differenza tra l'aufguss (di tradizione tedesca) e il "loyly" (nordico) è che il primo viene eseguito ad intervalli regolari da un incaricato del centro, mentre il secondo non ha orari e schemi precisi e può essere effettuato da uno qualunque degli ospiti. Inoltre il "loyly" ha anche una componente spirituale ("il respiro della sauna") che fa parte della cultura finlandese.La sauna ideale per gli aufguss è la "Achtecksauna", con la stufa posizionata al centro della stanza.Procedimento.L'appuntamento con l'aufguss tradizionale, solitamente allo scadere di ogni ora, viene ricordato dal suono di una campanella o dalla chiamata dell'addetto.Prima dell'inizio della cerimonia, la porta della sauna rimane aperta qualche minuto e l’aria viene rinnovata a colpi di asciugamano; poi gli ospiti prendono posto appoggiando un grande telo da bagno dietro la schiena e sotto i piedi, ricordando che i posti in alto sono i più caldi.L'"Aufgussmeister" (esperto in aufguss) chiude la porta ed attende che la temperatura aumenti.Avvicina alla stufa un secchiello in legno pieno d'acqua, oppure ghiaccio (triturato o in cubetti), oppure neve fresca, ne raccoglie una parte con il mestolo, aggiunge l’aroma e versa il tutto sulle pietre bollenti. Le essenze più usate sono il limone, l'arancio, la cannella, la lavanda, il pino, l'eucalipto, la menta e le spezie orientali: ne viene utilizzata una diversa per ogni versamento. L’acqua volatilizza immediatamente mentre il ghiaccio si scioglie più lentamente.L’aria diventa umida e un leggero vapore si dirige verso l’alto. Il “maestro” comincia a creare delle turbolenze con l'asciugamano, facendolo volteggiare davanti e sopra la stufa. Poi dirige il flusso dell’aria calda verso le persone: ci sono alcune mosse classiche come l’ "Herumwirbeln" (elicottero), l’"Herunterschlagen" (colpo secco dall'alto al basso) e il "Damenspende" (colpetti dal basso all'alto), ma ovviamente l'intensità e la durata sono sempre differenti.Il rito prevede normalmente tre cicli di versamento dell'acqua e ventilazione, durante i quali si rimane in silenzio e non si entra o esce. Eventualmente si incoraggia e si ringrazia il "maestro" con un applauso o con un “bravo”. In caso di fastidio ci si può spostare verso il basso. Al termine del terzo giro si dovrebbe restare ancora un attimo in sauna.La durata totale del trattamento è di circa 7/12 min e durante l'aufguss la temperatura della sauna non aumenta, l'aumento percepito è dato dal vapore.All'uscita dall'aufguss è prevista una doccia fredda (iniziando a bagnarsi dal basso), una rinfrescata nella tinozza gelata (immergendo sempre prima i piedi e arrivando lentamente alla testa), una sciacquata col secchio (mai sulla testa), una passeggiata all'esterno, facendo comunque attenzione agli shock termici e ai movimenti bruschi.Alcune varianti dell’aufguss prevedono la distribuzione di cubetti di ghiaccio per rinfrescarsi, di miele o di sale da applicare sul corpo, di frutta o verdura per dissetarsi e idratarsi. Altra possibilità è il Wenik-Aufguss ("Birken-Aufguss"): nella tradizione finlandese e della sauna russa si usano rametti di betulla per stimolare la pelle e la circolazione al posto dell’asciugamano, con vapore aromatizzato all’essenza di betulla ("birkenwasser"). Infine in Russia si usa diluire nell’acqua la vodka o più spesso la birra.Infine chi lo desidera può indossare durante l'aufguss un cappello da sauna in lana cotta: esistono ancora artigiani che li producono a mano, oppure si possono acquistare nei negozi specializzati.NoteMedicina alternativa
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http://it.wikipedia.org/wiki/Orianthi_Panagaris
Orianthi Panagaris.BiografiaNasce ad Adelaide (Australia) nel 1985 da genitori di origine greca. Inizia a suonare pianoforte a 3 anni e a 6 inizia a studiare chitarra acustica come suo padre che suona in un gruppo greco. Passa alla chitarra elettrica all'età di 11 anni e a 15 abbandona la scuola per concentrarsi allo studio dello strumento ed alla scrittura di canzoni.Ha suonato in diverse band da quando aveva 14 anni in Inghilterra, dove è cresciuta e in Francia. Il suo primo show di supporto è stato per Steve Vai a 15 anni. Orianthi ha avuto l'opportunità di incontrare e suonare con Carlos Santana, quando aveva 18 anni nella sua città natale, al Memorial Drive. Egli ha invitato Orianthi sul palco a suonare con lui al soundcheck e al concerto. Ha firmato con la Geffen Records, e vive a Los Angeles, Stati Uniti, Inghilterra e Giappone.Orianthi ha suonato con Prince, ha fatto un video-clip per Panasonic HD, sua una canzone sul film "Bratz", ha suonato con Eric Clapton al Crossroads Guitar Festival, è apparsa sul New York Times, sezione business promozione eco-friendly chitarre acustiche. È stata nominata nel 12° Greatest Female Electric Guitarists. È apparsa anche alla 51° edizione dei Grammy Awards come chitarrista di Carrie Underwood (vincitrice di American Idol), dove la stessa Underwood l'ha invitata a diventare membro della sua band.Orianthi è stata chitarrista solista di Michael Jackson ed è stata presente in tutte le prove per il suo tour "Michael Jackson's This Is It" prima della sua morte. Ha suonato e cantato alla cerimonia di commemorazione di Jackson, a livello mondiale in diretta televisiva il 7 luglio 2009. Appare nel film di Michael Jackson "This Is It", che racconta le prove per il tour.Ha pubblicato due album, il secondo il 27 ottobre 2009 in concomitanza con l'uscita del film "This Is It"; in quest'ultimo, "Believe", canta, scrive le canzoni ed è leader della band. Al lavoro con Ron Fair, presidente e storico A&R della Geffen Records e con il produttore Howard Benson (All American Rejects, Daughtry, My Chemical Romance, Three Days Grace) il suo carattere fiero si è riversato in canzoni che possono competere con quelle di qualsiasi ragazzo della "scuola rock".Orianthi suona chitarre PRS (Paul Reed Smith), come quelle del suo idolo Carlos Santana.DiscografiaFilmografiaRiferimentiOrianthi
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http://it.wikipedia.org/wiki/Geococcyx_californianus
Geococcyx californianus.Il corridore della strada'" ("Geococcyx californianus", Lesson 1829) conosciuto anche come roadrunner'", è un uccello della famiglia dei Cuculidae dell'ordine dei Cuculiformes. Questo uccello è stato reso famoso dalla serie di cartoni animati "Wile E. Coyote", prodotta dalla Warner Bros., nella quale un coyote affamato insegue uno di questi uccelli (chiamato "Beep beep") tra le gole dal Gran Canyon senza mai riuscire a cibarsene. Nell'edizione italiana di alcune puntate è erroneamente definito uno struzzo.SistematicaIl "Geococcyx californianus" ha quattro sottospecie:CaratteristicheIl corridore della strada è lungo 52-60 centimetri, pesa 230-342 grammi e ha un'apertura alare di 45-60 centimetri. Il piumaggio è biancastro sul petto e sul ventre, mentre capo, dorso, ali e coda, sono vistosamente striate di bianco, nero, e marrone scuro. Una linea bianca risalta posteriormente agli occhi gialli. Sul capo porta una cresta nera e bruna. Il becco è lungo, adunco sulla punta e grigio-bluastro. Le zampe sono robuste e anch'esse bluastre. La coda è molto lunga e viene usata come bilanciere, come timone e come freno nelle corse. Maschio e femmina hanno livree uguali.Distribuzione e habitatQuesta specie vive nel sudovest degli Stati Uniti, in una linea che comprende tutti gli stati tra la California e la Louisiana. È presente anche nel nord e nel centro del Messico.Vive quasi esclusivamente nelle zone desertiche e semidesertiche o dove la vegetazione è limitata a bassi cespugli e pochi ciuffi d'erba, ma è stato avvistato anche al limitare dei boschi e in zone di erba alta. È presente anche sulle isole Canarie tra cespugli e dune di sabbia ma in questo territorio ultimamente è in pericolo di estinzione.ComportamentoNonostante sia in grado di volare, il "roadrunner" preferisce spostarsi a terra dove raggiunge velocità di oltre trenta chilometri orari. È un uccello molto curioso che non esita ad avvicinarsi agli uomini. Ha abitudini molto strane per un uccello: all'alba fa dei veri e propri "bagni di sole", sistemandosi in modo da assorbire più calore possibile, cioè con le piume nere rivolte ai raggi; al contrario, durante il pomeriggio, quando il calore è quasi insopportabile, riducono le loro attività del 50% e la notte entrano in ipotermia per conservare energia.VoceCome la maggior parte dei cuculi, il corridore della strada possiede un vasto repertorio di suoni. Quello classico è un susseguirsi di sei "cuu" bassi e lenti, in tono discendente; una serie di schiocchi, prodotti dallo sbattere del becco, sono il segnale di allarme. In altre occasioni, come nel periodo riproduttivo, il maschio emette una specie di suono ronzante per attirare la femmina.NutrizioneSi procura il cibo inseguendo a gran velocità le sue prede che uccide con un colpo del becco o, nel caso di prede troppo grandi, sbattendole contro una roccia. In modo particolare si nutre di lucertole, di serpenti anche velenosi come i crotali, di piccoli uccelli come quaglie, passeri e colibrì, e di piccoli mammiferi quali topi e altri roditori. Non disdegna gli insetti, gli aracnidi come grossi ragni, scorpioni e tarantole, e i miriapodi.RiproduzioneLa stagione riproduttiva del "roadrunner" inizia in primavera e si conclude a settembre. Il maschio attrae la femmina mostrandole e porgendole varie prede (solitamente lucertole e serpenti); se questo non è sufficiente agita la coda davanti alla femmina, mentre emette vari suoni. Una volta formata, la coppia rimane insieme per la vita. Il nido viene costruito dalla femmina su cespugli, cactus o bassi alberi, con rametti, piume, erba e foglie recuperati dal maschio. La femmina depone dalle due alle otto uova di un giallino chiaro, che hanno un periodo di incubazione di circa venti giorni. Le schiuse sono asincrone, ma i genitori si prendono cura di tutti i piccoli che diventeranno indipendenti a circa due mesi dalla nascita. Raramente i corridori della strada sono parassiti di covata.Predatori e statusQuesto uccello è largamente cacciato da molti animali: falchi, aquile, moffette, procioni, gatti domestici e coyote sono i suoi predatori naturali. È molto curioso e si avvicina parecchio alle abitazioni; le sue prede sono spesso dannose e pericolose, è perciò ben visto dall'uomo.Il corridore della strada è un uccello con un'ampia popolazione, al momento non in pericolo.BibliografiaAltri progettiCollegamenti esterniCuculidaeSpecie di uccelliGreater Roadrunner
1,467,434
http://it.wikipedia.org/wiki/Cenischia
Cenischia.Il Cenischia'" è un breve torrente che percorre la Val Cenischia ed è affluente di sinistra della Dora Riparia. La sua parte più a monte scorre in Francia, mentre più a valle il suo bacino interessa la Provincia di Torino.Divide, insieme alla Dora Riparia, le Alpi Graie (a nord-est) dalle Alpi Cozie (a sud-ovest).Corso del torrenteNasce nei pressi del colle del Moncenisio in territorio francese. Le sue acque sono poi sbarrate da una grande diga e formano il lago del Moncenisio. Entrando in territorio italiano attraversa dapprima il comune di Moncenisio, poi quelli di Novalesa e di Venaus, scendendo in genere con un andamento da nord a sud.A valle del capoluogo di Venaus il torrente piega decisamente verso est; dopo aver segnato per un certo tratto il confine tra Mompantero e Susa devia infine nuovamente verso sud e va a confluire nella Dora Riparia appena ad est del centro di Susa.In questo ultimo tratto viene scavalcato dalla Strada statale 25 del Moncenisio.Il suo bacino ha un perimetro di 56 km.Principali affluentiRegime idrologicoIl regime idrologico del torrente è pesantemente influenzato dalla presenza della diga del Moncenisio, realizzata per scopi idroelettrici; anche a valle del grande invaso sono poi presenti numerose opere minori di regimazione idraulica.NoteFiumi della provincia di TorinoFiumi della FranciaCenischia
1,931,113
http://it.wikipedia.org/wiki/Kayako_Saeki
Kayako Saeki.Kayako Saeki'" è un personaggio immaginario facente parte della serie cinematografica J-Horror "Ju-on", ideata da Takashi Shimizu. Il suo personaggio è interpretato dall'attrice Takako Fuji.Il suo personaggio è uno stereotipo del folklore giapponese: l'onryō, fantasma, principalmente femminile, in cerca di vendetta per quanto le è accaduto in vita. Per tutta la serie di film, Kayako maledice chiunque abbia un minimo contatto con la casa nel quartiere di Nerima, dove lei risiedeva, e dove è stata uccisa dal marito Takeo.Storia ed originiLe origini di Kayako vengono raccontate in "The Grudge 2". La madre di Kayako era una potente esorcista, che utilizzava la figlia per "mangiare" gli spiriti maligni che venivano liberati dai suoi pazienti. Questo ha marchiato la bambina per il resto della sua vita, facendola diventare oggetto di pettegolezzi e malignità. Durante il periodo universitario, Kayako conobbe Shunsuke Kobayashi, di cui si innamorò in maniera ossessiva. Ciò nonostante, Kayako sposò Takeo Saeki, l'unico che sembrava apprezzarla davvero, e gli diede un figlio di nome Toshio. Il destino volle che Shunsuke diventasse l'insegnante del piccolo Toshio, facendo inesorabilmente riaccendere la fiamma della passione in Kayako, che cominciò a scrivere le proprie ossessioni su un diario.Un giorno il diario finì nelle mani di Takeo che sviluppò l'ossessione che Kayako lo stesse tradendo con il maestro del figlio, o peggio ancora, che Toshio potesse non essere figlio suo, ma di Kobayashi. Takeo quel giorno stesso attaccò la moglie e la colpì violentemente con un coltello per poi farla rotolare dalle scale, spezzandole gli arti. Ancora viva, Kayako fu chiusa in un sacco della spazzatura e lasciata morire dissanguata. Il piccolo Toshio si nascose nell'armadio, ma fu raggiunto dalla furia del padre che lo affogò nella vasca da bagno. Non contento, Takeo si recò a casa di Kobayashi, e non trovando l'uomo a casa, uccise sua moglie in avanzato stato di gravidanza. Ben presto però Takeo fu raggiunto dallo spirito della moglie che lo uccise.Tempo dopo, il cadavere di Kayakao fu rinvenuto nella soffitta, quello di Takeo nella strada vicino casa (la causa della sua morte risultò sconosciuta alla polizia), mentre Toshio nell'armadio.Da quel giorno gli spiriti di Kayako, Toshio e Takeo uccidono chiunque si trovi ad avere a che fare con la casa in cui abitavano. Il gatto di Toshio, Mar, normalmente appare a coloro che sono stati maledetti dai Saeki, preannunciando l'inizio dell'incubo. La maledizione si ripete infinite volte, quindi ogni film ripete grossomodo la stessa situazione: Kayako che si trascina giù dalle scale, coperta di sangue, riproducendo il suo caratteristico rantolo mortale.Differenze fra le varie versioniLa storia sul passato di Kayako Saeki è stata svelata soltanto nel remake statunitense "The Grudge 2", pertanto, non facendo parte della continuità ufficiale della saga, il fatto potrebbe non necessariamente essere vero nella versione originale giapponese.Nella versione giapponese Kobayashi viene chiaramente ucciso da Kayako, mentre il suo equivalente nella versione americana, Peter, si suicida lanciandosi giu dal balcone del proprio appartamento.Takeo Saeki, che nella versione giapponese viene ucciso dal fantasma della moglie in una strada, in "The Grudge" viene impiccato dai capelli di Kayako, in una scena simile a quella che viene mostrata in ', ma relativa ad un altro personaggio.Nei film di"Ju-On", Kayako ha 28 anni al momento della propria morte, mentre nella saga di "The Grudge" ne ha 30.Collegamenti esterniPersonaggi cinematografici|Kayako SaekiKayako Saeki
1,593,428
http://it.wikipedia.org/wiki/Tank_Abbott
Tank Abbott.CarrieraHa effettutato il suo debutto nelle arti marziali miste il 14 luglio 1995, vincendo un incontro con John Matua a UFC 6. È stato tra i protagonisti dei primi eventi della Ultimate Fighting Championship e al giorno d'oggi ha un record di 8 vittorie e 10 sconfitte in questa promotion. Nonostante non abbia mai ottenuto lo UFC Heavyweight Championship, è diventato molto popolare, anche grazie al suo stile di lotta. Il 16 ottobre 1998 ha lottato un match contro Pedro Rizzo, in cui venne sconfitto e che per cinque anni rimarrà il suo ultimo match nelle MMA.Nel 1999, infatti, tenta la fortuna nel wrestling, firmando per la World Championship Wrestling (WCW). Venne presentato come avversario di Bill Goldberg, anche se il feud tra loro non decollò e Abbott fu utilizzato molto come "comedy character". Il suo più grande successo nel wrestling professionistico ci fu nel momento in cui iniziò a fare coppia con Rick Steiner, fratello di Scott, con cui ebbero un feud. Nel 2001 abbandonò questo mondo per tornare nelle arti marziali miste.Il suo primo match dopo il ritorno fu il 28 febbraio 2003, contro Frank Mir, in cui venne sconfitto.Risultati nelle MMA!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|Data'"!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|"'Risultato'"!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|"'Avversario'"!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|"'Evento'"!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|"'Metodo'"!style="border-style: none none solid solid; background: #e3e3e3"|"'Round, tempoCollegamenti esterniShootfighter statunitensiWrestler statunitensiTank Abbott
7,022,450
http://guide.supereva.it/educazione_alimentare_/interventi/2005/09/224212.shtml
Pubblicato il 8 settembre 2005 in: Consumi e tendenze alimentari
7,009,283
http://ferrara.blogolandia.it/2009/03/05/ferrara-il-viaggiatore-lento-per-la-rotatoria-di-via-comacchio/
L’iniziativa, promossa da Comune di Ferrara e CoopCostruzioni Bologna in occasione dell’Anno della Bicicletta, è rivolta ad artisti visivi italiani e stranieri residenti in Italia, in età compresa fra i 18 e 35 anni al 1 gennaio 2009. Sono ammessi tutti i linguaggi installativi e scultorei dell’arte contemporanea. La scelta dei materiali dovrà tenere conto della collocazione all’aperto dell’opera e la stessa non dovrà avere caratteristiche tali da entrare in conflitto con le norme disposte dal Codice stradale. Il vincitore riceverà un premio di 10mila euro messo in palio dalla Coop. Costruzioni di Bologna, impegnata nella nuova lottizzazione di Porta Ferrara.tel. 0532/418307, fax 0532/418337, e-mail utili.progetti@comune.fe.it; Leonardo Punginelli – Ufficio Giovani Artisti, tel. 0532/418306, fax 0532/418308,
232,305
http://it.wikipedia.org/wiki/Apple_Mighty_Mouse
Apple Mighty Mouse.Il "'Mighty Mouse"' (nome in codice: 'Houdini') è il primo mouse a più pulsanti prodotto e venduto dalla Apple Computer.Fu annunciato e venduto per la prima volta il 2 agosto 2005.Prima del "Mighty Mouse", la Apple vendeva soltanto mouse con un singolo pulsante, a partire dall'Apple Lisa.(Al lancio del Mighty Mouse, la Apple incominciò ad includere il Mighty Mouse con la revisione dell'iMac dell'12 ottobre 2005.I computer Power Macintosh non furono venduti con il Mighty Mouse fino al 19 ottobre 2005.)L'introduzione del nuovo mouse fu otto settimane dopo l'annuncio del passaggio ai processori Intel da parte della Apple.Il nome del mouse è usato sotto licenza della Viacom, proprietaria della serie di cartoni Mighty Mouse, sebbene questa probabilmente sia soltanto una precauzione, siccome essi non sono prodotti simili.La superficie del Mighty Mouse è bianca opaca, a differenza di quella trasparente del precedente Apple Pro Mouse ed ha un logo apple impresso.Il mouse USB possiede una pallina scorrevole che permette all'utente di navigare in tutte le direzioni, diversamente dalle comuni rotelline che scorrono soltanto in due direzioni.I bottoni ai lati permettono di lanciare applicazioni oppure di eseguire funzioni proprie del software Apple, come Dashboard ed Exposé.Questi due bottoni non sono usabili separatamente; la Apple spiega che devono essere premuti contemporaneamente.Come i precedenti mouse prodotti dalla Apple, il Mighty Mouse rileva il movimento del mouse otticamente.In questo mouse i due bottoni (sinistro e destro) sono racchiusi nella stessa copertura di plastica.L'utente preme con due dita per ottenere un click dal tasto sinistro, e poi rimuove il dito sinistro per ottenere un click dal tasto destro.Di default, Mac OS X è configurato in modo da non riconoscere un click destro, per non confondere i principianti.Il mouse è compatibile anche con i PC equipaggiati con Microsoft Windows senza driver addizionali (driver addizionali non sono per ora disponibili). Però alcune funzionalità (come lo scorrimento orizzontale) non sono disponibili.Viene prodotto un modello da collegare tramite porta USB ed uno senza fili, che utilizza tecnologia Bluetooth.Dal 12 ottobre 2005, il Mighty Mouse viene venduto con gli iMac G5, e dal 19 ottobre 2005, anche con i Power Mac G5.Ultimamente il Mighty Mouse ha cambiato nome, ora si chiama Apple Mouse, a causa di una violazione dei diritti:-Mighty Mouse era il nome di un personaggio dei cartoni animati degli anni 40'-M&M aveva già fatto causa ad apple nel 2004 perchè il nome Mighty Mouse era di loro proprietà, per un mouse impermeabile e lavabile.FunzionalitàVoci correlateCollegamenti esterniAccessori AppleDispositivi di puntamentoApple Mighty Mouse
1,761,426
http://it.wikipedia.org/wiki/Thomas_Parr
Thomas Parr.LeggendaSecondo il mito, Thomas Parr nacque nel 1483 presso Shrewsbury, figlio di un John Parr di Winnington nella contea di Shropshire. Nel 1500 uscì di casa e si mise a servizio domestico al castello di Rowton; nel 1518 prese possesso di una piccola tenuta ereditata dal padre. All'età di ottant'anni Parr si unì in matrimonio con la prima delle sue due mogli, Jane Taylor. Da lei ebbe due bambini, un maschio e una femmina, entrambi morti in tenera età. Parr era colpevole di adulterio e aveva avuto un figlio illegittimo dalla relazione con un'altra donna, Katherine Milton: per questo all'età di cent'anni si sottopose a pubblica penitenza, esponendosi avvolto in un lenzuolo bianco nella sua parrocchiale. Morta Jane Taylor, a 122 anni l'uomo prese una seconda moglie, Jane Lloyd, che non gli diede figli.Man mano che la sua età cresceva, la fama del Vecchio Parr aumentava, al punto che fu ritratto da Rubens e van Dyck. Nel 1635 il conte Thomas Howard di Arundel, in visita alle sue proprietà nello Shropshire, venne a conoscenza della sua incredibile storia. Con la sua semplice dieta di formaggio, cipolle, pane integrale, latticello e "mild ale", l'uomo era ancora vivo e vegeto dopo oltre un secolo e mezzo. Entusiasta della scoperta, il nobiluomo condusse Parr a Londra da re Carlo I. Si narra che il sovrano abbia chiesto al vecchio cosa mai avesse fatto di speciale, rispetto agli altri uomini, per vivere tanto a lungo. Parr rispose semplicemente di aver fatto una penitenza.Ma una volta a Londra, il cambiamento d'ambiente e di abitudini fu fatale all'anziano: nel giro di alcune settimane, il Vecchio Parr morì. Carlo fece seppellire le spoglie in Westminster il 15 novembre 1635. Un esame autoptico fu condotto da William Harvey.Interpretazione correnteThomas Parr era certamente un uomo anziano nel 1635, ma è ovviamente inverosimile che sia nato davvero nel 1483. Il vecchio non aveva ricordi del XV secolo, né era in grado di affermare con certezza la propria età. Tutta la documentazione scientifica diretta del caso si esaurisce nella ricognizione "post mortem" effettuata dallo stimato Harvey (colui che per primo descrisse compiutamente il sistema circolatorio): il medico trovò gli organi interni in condizioni perfette, e così anche i genitali, accreditando il fatto che l'uomo avesse rapporti con la seconda moglie fin quasi a 140 anni. Non una volta, però, osò ipotizzare che egli fosse in realtà molto più giovane di quanto affermato. L'ipotesi più credibile è che la data di nascita di Parr sia stata in realtà confusa con quella di suo nonno. Se ciò sia avvenuto di proposito o accidentalmente non è dato sapere.NoteVoci correlateCollegamenti esterniMiti di longevità umanaPersonalità sepolte a Westminster AbbeyOld Tom Parr
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http://guide.supereva.it/libri_autori/interventi/2006/12/281147.shtml
Jeffery Deaver, ex avvocato, vive tra la California e la Virginia. Ha conosciuto il successo internazionale con Il collezionista di ossa, la prima indagine di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. È autore di numerosi altri thriller – La sedia vuota, La scimmia di pietra, Lo scheletro che balla, La dodicesima carta… -, tutti caratterizzati da colpi di scena improvvisi e da una trama perfettamente congeniata, di una raccolta di racconti, Spirali, e del thriller storico Il giardino delle belve
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http://it.wikipedia.org/wiki/Monticello_d%27Alba
Monticello d'Alba.Monticello d'Alba'" ("Montisel" in piemontese) è un comune di 2.079 abitanti della provincia di Cuneo. Fa parte della delimitazione geografica del Roero.GeografiaMonticello d'Alba è situato in provincia di Cuneo, sulla sponda sinistra del Tanaro, nei pressi di Alba. La regione geografica in cui si trova Monticello d'Alba è detta Roero.StoriaLa storia del comune si lega strettamente alla famiglia Roero, che ebbe in feudo Monticello dal 1376 e che vi fece costruire il castello, tuttora esistente e abitato, che ancora lo sovrasta (il maniero è inserito nel circuito dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte).Le origini del borgo sono da far risalire agli antichi romani. Scarseggiano le informazioni relative all'alto medioevo, mentre si sa che dal 1241 il paese passa dalla protezione del vescovo di Asti a quella della famiglia Malabaila.Nel 1250 il borgo venne distrutto in seguito alle guerre tra Alba e Asti, venendo poi ricostruito in occasione del passaggio ai Roero, avvenuto nel 1376 per volere del papa Gregorio XI.Evoluzione demograficaLuoghi di interesseChieseLa locale chiesa di San PonzioCastelloPosto sulla collina che sovrasta il paese, il castello di Monticello si presenta come una delle strutture medioevali meglio conservate in Piemonte, nonostante i ripetuti lavori di restauro. Da chi l'osserva dall'esterno, si presenta di forma quadrangolare, con due grandi torrioni, uno a pianta circolare e l'altro a pianta quadrata. All'interno di grande bellezza è la Sala delle Armi. Si racconta che nei sotterranei sia custodito un tesoro di inestimabile valore che nessuno ha mai trovato.CulturaEconomiaSportA Monticello d'Alba si pratica il gioco della pallapugno (più conosciuto come pallone elastico). La società Polisportiva Monticellese milita in diversi campionati giovanili e nel massimo campionato di serie A. La squadra di Monticello è stata per due volte campione d'Italia con il suo capitano Alberto Sciorella. Anche nelle categorie giovanili per due volte la Polisportiva Monticellese ha conquistato il titolo di campione d'Italia con il suo capitano Massimo Vacchetto.AmministrazioneAltri progettiComuni della provincia di CuneoMonticello d'Alba
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http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonso_Failla
Alfonso Failla.BiografiaAnarchico e antifascista combattente, compagno di lotta di Umberto Marzocchi, Emilio Canzi, ed Armando Borghi, subito dopo la Liberazione, nel 1945, fu nominato presidente della Federazione Comunista Libertaria dell'Alta Italia durante il Congresso Nazionale di Carrara che si svolse dal 15 al 19 settembre 1945.Conseguentemente alle riunioni di riorganizzazione, Alfonso Failla fu tra i costituenti della FAI. Resterà poi su posizioni anarchiche negli anni cinquanta, durante il periodo della riorganizzazione della sinistra libertaria e comunista e delle scissioni dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria che saranno poi una matrice di Lotta Comunista. Negli anni settanta, infine, la visione libertaria dello sviluppo sociale del Failla, si attesta anche su posizioni pacifiste e, assieme a Carlo Cassola, sarà lui a dare vita alla Lega per il Disarmo Unilaterale dell'Italia.Dal carcere alla ResistenzaLa ricostruzione di questa importante fase storica è stata possibile soprattutto tramite la stessa testimonianza di Failla, confinato per antifascismo a Ventotene, che descrive gli avvenimenti sia da un punto di vista cronologico che analitico relativamente al periodo storico e alle vicissitudini politiche. Tale analisi è comparsa come lungo articolo su “L'Agitazione del Sud”. Parecchi anarchici del suo gruppo, o comunque detenuti insieme a lui, saranno protagonisti sia della Resistenza che delle lotte operaie degli anni cinquanta. La testimonianza di Failla, che ha un valore intrinseco perché attesta le disparità di trattamento fra gli antifascisti di altra ideologia e quelli di fede anarchica nonché le angherie ed i rischi patiti a fascismo già caduto, assume ulteriore importanza perché dimostra come, nonostante gli anni di confino, le vicissitudini della guerra di Spagna e il carcere fascista, gli anarchici non si persero mai d'animo e continuarono a progettare la riorganizzazione e la ripresa della lotta appena liberi.La partenza da VentoteneDopo la chiusura del confino di Ventotene, i primi detenuti posti in libertà furono quelli non compromessi con le idee comuniste, socialiste o anarchiche; questi ultimi, infatti, rimasero ancora temporaneamente a Ventotene. Successivamente, quando Pietro Badoglio fece entrare nel governo Giovanni Roveda, comunista e Bruno Buozzi, socialista, i due imposero immediatamente la liberazione dei compagni di partito ancora confinati ma non spinsero per la liberazione degli anarchici, dei nazionalisti sloveni e dei partigiani jugoslavi. Molti sostengono che questo fatto provocò la rottura del fronte antifascista, che nonostante le enormi divisioni teoriche aveva sempre dimostrato eccezionale solidarietà sia in carcere che al confino, e ancora oggi è oggetto di dure discussioni.Diversi militanti di partiti della sinistra tentarono di rifiutarsi di partire senza i compagni anarchici e jugoslavi ma non riuscirono nel proprio intento. Successivamente anche i prigionieri rimasti abbandonarono Ventotene ma solo per essere trasportati nel campo di Renicci, ad Arezzo. Insieme a loro a Renicci furono portati i partigiani jugoslavi e molti minorenni, che in parte moriranno a causa dello scarso vitto fornito ai detenuti nel campo. Failla ricorda come dopo la partenza gli anarchici salutarono gridando l'ardito Gino Lucetti, segregato nell'Isola di Santo Stefano, passando con la nave davanti al luogo in cui era detenuto, annota alcuni tentativi di fuga non riusciti e testimonia la solidarietà della popolazione aretina che si esprimeva nelle soste del viaggio. Durante una di queste soste Enrico Zambonini rifiutò di proseguire e venne direttamente portato in carcere e in seguito fucilato dai nazifascisti. A lui venne dedicato un distaccamento "Garibaldi" a Reggio EmiliaL'arrivo al campo e l'inizio delle protesteAll'arrivo al campo i detenuti si scontrarono subito con le autorità e furono chiusi in segregazione e gli anarchici, guidati tra gli altri proprio da Failla, furono l'anima della protesta e degli scontri con poliziotti e carabinieri. La protesta che proseguirà durante tutto il periodo di internamento a Renicci incominciò alla stazione di Anghiari quando due anarchici, Marcello Bianconi e Arturo Messinese, essendosi accorti che poliziotti e carabinieri stavano mettendo il colpo in canna ai fucili, li invitarono vivacemente a sparare e farla finita. Appena giunti al campo vengono quindi posti in isolamento ma il gruppo di Failla, formato in gran parte da reduci della guerra di Spagna e dei carceri fascisti e quindi ben addestrato alla difficoltà, non si fa intimidire e protesta animatamente.Il capo del campo, colonnello Pistone, per evitare ulteriori scontri fisici concede il permesso che i gruppi sistemati in vari alloggiamenti del campo si possano incontrare liberamente, nel contempo Emilio Canzi frena i militanti anarchici per evitare che arrivino allo scontro debilitati da una rigida prigionia. In questo periodo lo stesso Canzi incomincia ad ragionare coi compagni sugli sviluppi della lotta di Resistenza nel piacentino.La ritrovata libertà e la ResistenzaLe intimidazioni per voler imporre il comando assoluto ed il regime militare duro agli anarchici continuano con raffiche di mitragliatrice a salve nei momenti cruciali della protesta. Venne infine deciso di ricondurre il gruppo di Failla ad Arezzo malgrado questi facciano notare ai militari che ciò avrebbe significato farli fucilare dai nazisti che controllavano la città. Risolutorio fu l'intervento dell'ufficiale accompagnatore, l'alpino tenente Rouep, che pur essendo ancora vicino al fascismo non era convinto che il gruppo dovesse cadere in mano nazista e quindi a pochi chilometri da Arezzo bloccò il trasferimento e rimise tutti in libertà.Successivamente alcuni di questi anarchici, come Emilio Canzi e Mario Perelli raggiungeranno con sforzi e fatica le bande partigiane per organizzare e proseguire la lotta contro i nazifascisti, mentre altri saranno catturati e fucilati. Alcuni si unirono alla Resistenza in Valdarno, collaborando con i CLN locali. Nello specifico della Valtiberina è ben conosciuto Beppone Livi, nome di battaglia "Unico" ed agente di collegamento fra le Bande Partigiane chiamate "Bande Esterne" e i CLN aretino e toscano, il Livi già dall'ottobre del 1943, assieme ad Angiola Crociani, la moglie, si occupò del sostentamento di 300 circa slavi evasi ed armati che trovarono rifugio nella zona boscosa di Ponte alla Piera e di Pieve Santo Stefano.Alfonso Failla, in particolare, combatterà nella Resistenza in Toscana, Liguria e Lombardia.BibliografiaCollegamenti esterniNote
356,105
http://it.wikipedia.org/wiki/Ambra_grigia
Ambra grigia.L'ambra grigia è una sostanza fortemente odorosa prodotta dall'intestino dei capodogli ed è utilizzata per la realizzazione di profumi.La sostanza viene prodotta per difendere le mucose intestinali dai resti indigesti dei molluschi cefalopodi di cui i capodogli si cibano, indurendosi intorno ad essi ed inglobandoli. Lasciata seccare al sole si ammorbidisce ed acquista un ottimo profumo e la proprietà di fissare gli odori. Il principale costituente chimico dell'ambra grigia è l'ambreina.In passato era bruciata come incenso, perché sprigionava un odore gradevole ed ebbe fama di potente afrodisiaco. Viene citata tra i prodotti della caccia alle balene anche nel "Moby Dick" di Melville. È storicamente un ingrediente di base dell'industria profumiera; l'attrazione che il suo odore esercita è dovuta al grande contenuto di feromone, analogamente ad altre sostanze aromatiche di origine animale (castoreo, muschio).Attualmente è divenuta estremamente rara, in quanto il capodoglio è una specie protetta e non può essere cacciato. L'ambra grigia può dunque essere ricavata solo dagli animali che sono morti per essersi arenati sulle spiagge, ovvero in blocchi rigurgitati naturalmente di tanto in tanto, che possono galleggiare fino ad essere ritrovati sulle coste dell'Oceano Indiano (in India o sulle coste dell'Africa orientale). Nel periodo coloniale l'Ambra grigia costituiva un notevole cespite di esportazione della Somalia Italiana.L'attuale rarità della sostanza naturale ha spinto le industrie profumiere ad associarsi nella ricerca di un sostituto sintetico, che forse potrebbe essere prodotto da molluschi di allevamento o anche, pare, da molluschi modificati geneticamente.Materiali naturaliAmbergris
776,051
http://it.wikipedia.org/wiki/Horace_Silver
Horace Silver.Noto per il suo stile giocoso e colorato di influenze funky e per i suoi contributi allo stile noto come hard bop, mostra numerose influenze, soprattutto da parte della musica gospel, di quella africana e di quella latinoamericana.BiografiaNato da padre capoverdiano e da madre irlandese, Silver iniziò la sua carriera come sassofonista, passando al piano solo più tardi. Il padre, operaio in una fabbrica di gomma, suonava diversi strumenti ad orecchio, e suonava a feste familiari assieme ad altri emigrati da Capo Verde, alla presenza, tra gli altri, del piccolo Horace.Silver fu scoperto in club di Hartford dal sassofonista Stan Getz, con cui fece il suo debutto discografico. Poco dopo si trasferì a New York, dove, assieme ad Art Blakey, fondò un gruppo diretto cooperativamente (che sarebbe poi divenuto il nucleo dei Jazz Messengers) e iniziò a suonare coi grandi nomi del jazz accompagnando tra gli altri Coleman Hawkins e Lester Young e lavorando nei locali che avevano visto la nascite del bebop (la sua prima scrittura con Young fu al "Minton's Playhouse"). Il primo disco con Blakey e la loro formazione, "Horace Silver and the Jazz Messengers" è da molti indicata come una delle date di nascita dell'hard bop.Nel 1952 e 1953 registò tre sessioni con il proprio trio, che vedeva Blakey alla batteria e Gene Ramey, Curly Russell e Percy Heath alternarsi al basso. Questa collaborazione con Blakey durò quattro anni, nel corso dei quali essi registrarono al Birdland ("A Night at Birdland") con Clifford Brown e Lou Donaldson e al Bohemia con Kenny Dorham e Hank Mobley, oltre che ad effettuare diverse sedute di studio. Silver aveva anche un'attività come sideman, che gli consentì di partecipare a molte altre importanti registrazioni del periodo, (tra le altre, i fondamentali album Walkin' e Bags' Groove di Miles Davis) affiancando i massimi solisti del periodo. A partire da questi anni, Silver iniziò a registrare per la Blue Note, del cui proprietario Alfred Lion divenne amico, garantendosi in questo modo un controllo sulla produzione dei suoi album che allora era inconsueto.Durante la collaborazione con Blakey Silver registrò raramente come leader, ma dopo essersi separato dal batterista, nel 1956, formò un proprio quintetto, con una formazione iniziale che era la stessa dei Messengers, con il diciottenne Louis Hayes al posto di Blakey alla batteria. Nella seconda formazione del quintetto furono inseriti anche Blue Mitchell e Junior Cook, che rimasero con Silver fino al 1963, quando fondarono i propri gruppi indipendenti (Mitchell assunse il giovane Chick Corea come pianista del suo gruppo). Dal canto suo, Silver assunse Joe Henderson al sax e Carmel Jones alla tromba e in questa formazione il quintetto registrò il più noto di Silver - Song for My Father. Quando Jones si trasferì in Europa, il suo posto fu preso dal giovane Woody Shaw, mentre Tyrone Washington subentrò a Henderson.Le composizioni di Silver, gradevoli e con una forte coloritura armonica (egli stesso ha descritto il suo modo di comporre come ricerca di una "semplicità significativa"), gli guadagnaroo il favore del pubblico, mentre la sua musica si colorava sempre più di influenze funk e soul, un cambiamento di stile che gli alienò molti seguaci della prima ora. Ancora oggi la qualità di alcuni degli album del periodo (ad esempio "The United States of Mind" in cui lo stesso Silver canta in molti brani) è ancora molto controversa, così come il tipo di spiritualità che Silver si compiacque di metter in mostra in queste registrazioni. AL di là del giudizio critico, in queste registrazioni SIlver impiegò molti musicisti interessanti quali Randy Brecker alla tromba e il fratello Michael al sax.Silver fu l'ultimo artista con un contratto Blue Note prima che la casa editrice scomparisse (temporaneamente) negli anni settanta. Nel 1981 Silver fondò una propria casa editrice, Silveto, che ebbe un'esistenza effimera.Dopo un periodo di scarsa attenzione nel corso degli anni 1980, dovuti anche a difficoltà di distribuzione, Silver riemerse alla ribalta negli anni novanta con un nuovo contratto discografico che lo legava alla Columbia Records.Silver, che vive con la famiglia in California, ha continuato la sua attività musicale fino ad oggi, lavorando anche ad una autobiografia "Let's Get To The Nitty Gritty" pubblicata nel 2006 dalla California University Press, e incarnando il ruolo di icona di una grande era del jazz: nel 2005 gli è stato tributato il "President's Merit Award" dalla "National Academy of Recording Arts and Sciences".ComposizioniQuello che segue è un elenco parziale di alcune tra le più note composizioni di Horace Silver:Discografia parziale.Collegamenti esterniNotePianisti jazzCompositori jazzArtisti collegati a Miles DavisHorace Silver
785,012
http://it.wikipedia.org/wiki/Andrej_di_Staritsa
Andrej di Staritsa.Quando Vassili III di Russia, suo fratello maggiore, ascese al trono, Andrea era solo quattordicenne. Così come agli altri suoi fratelli, gli fu proibito di sposarsi prima che Vassili avesse avuto un erede. Questo non accadde fino al 1530, ma fu solo due anni più tardi, quando nacque il secondogenito del fratello, che ad Andrej fu consentito di trovarsi una moglie. Alcuni mesi dopo, il 2 febbraio 1533, sposò una principessa lituana, Euphrosinia Andrejevna Khovanskaya. Il loro unico figlio, Vladimir, nacque in quello stesso anno.Poco dopo Vassili morì. Dopo 40 giorni di lutto Andrej si rivolse alla sua vedova, Elena Glinskaja chiedendole un'estensione dei propri appannaggi. Elena gli rifiutò questo favore e Andrej si allontanò furibondo da Mosca recandosi a Staritsa. Lì fu messo a conoscenza che il suo unico fratello superstite, Juri, era stato arrestato ed era morto in prigione. Intimorito Andrej declinò l'invito giuntogli da Elena di fare un viaggio a Mosca e rimase a Staritsa ininterrottamente per tre anni consecutivi. Durante questo periodo finanziò la costruzione della cattedrale, presente ancora oggi.Nel 1537 a Mosca giunsero voci che Andrej volesse scappare in Lituania. Non appena venuta a conoscenza dei suoi piani Elena chiuse i confini con il Granducato e inviò a Staritsa il suo favorito, il Principe Obolenskj, con il compito di catturarlo. Andrea fuggì a Novgorod, dove persuase i boiardi locali ad unirsi a lui, tuttavia, riluttante a ricorrere alle armi, si arrese a Obolensky. A Mosca fu imprigionato con alcuni membri della sua famiglia. Morì pochi mesi più tardi lasciando Staritsa al suo successore Vladimir.RurikStoria della RussiaAndrey of Staritsa
375,441
http://it.wikipedia.org/wiki/Palmaria
Palmaria.Isola Palmaria vista dalla salita degli Ulivi di Porto VenereL’isola Palmaria'" ("A Parmæa" in lingua ligure), si trova nel Mar Ligure, all’estremità occidentale del Golfo della Spezia; con la sua area di 6,5 km quadrati è di fatto la più grande isola dell'Arcipelago Spezzino e di tutte le cinque isole liguri.Posta di fronte al borgo di Porto Venere, da cui è separata da uno stretto braccio di mare detto "Le bocche", è parte di un arcipelago costituito anche dalle isole del Tino e del Tinetto. Il suo territorio fa parte del comune di Porto Venere.Dal 1997 l'isola Palmaria, insieme alle altre isole Tino e del Tinetto, Porto Venere e le Cinque Terre è stata inserita tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.DescrizioneL’isola Palmaria con la sua superficie di 6,5 km², è la più grande delle tre isole del Golfo della Spezia e dell'intero territorio ligure; le altre due isole, Tino e Tinetto, si incontrano scendendo di pochissime centinaia di metri in linea retta verso Sud.L’isola ha una forma triangolare: i lati che si affacciano verso Porto Venere e il Golfo della Spezia sono quelli più antropizzati e degradano dolcemente sino al livello del mare, ricoperti dalla tipica vegetazione mediterranea; il lato che guarda verso Ovest, ossia verso il mare aperto, è caratterizzato invece da alte falesie a picco sull’acqua, nelle quali si aprono molteplici grotte. I lati più antropizzati vedono la presenza di alcune abitazioni private, di una trattoria (in località "Pozzale") e soprattutto di stabilimenti balneari, sia pubblici sia riservati ai dipendenti di Marina Militare e Aeronautica Militare.Per quanto riguarda il lato occidentale, ovvero quello più difficilmente accessibile, sono degne di nota la Grotta Azzurra, visitabile in barca, e la Grotta dei Colombi, che si può raggiungere solo calandosi con delle corde.Quest’ultima in particolare si è rivelata molto importante nello studio delle vicende storiche del Golfo, in quanto al suo interno sono state ritrovate ossa fossili di animali pleistocenici, quali il camoscio e il gufo delle nevi, ma soprattutto resti di sepolture umane, che attestano la presenza dell'uomo ad almeno cinquemila anni fa.Sull'isola sono presenti inoltre molte costruzioni di carattere storico: sulla sommità, inaccessibili in quanto territorio militare, il Forte Umberto I e il Forte Cavour; presso punta Scuola, un carcere dell'inizio del Novecento da pochi anni parzialmente ristrutturato e convertito a museo; sparsi nell'intero territorio dell'isola, svariati bunker risalenti alla Seconda Guerra Mondiale e resti di postazioni d'artiglieria costiera e contraerea per lo più inaccessibili in quanto abbandonati e sommersi dalla vegetazione.Vicino al forte Umberto I è presente un Semaforo.Degna di nota, infine, è la presenza (nella parte meridionale dell’isola, denominata Pozzale) di una cava abbandonata, utilizzata un tempo per l’estrazione del pregiato marmo nero con striature dorate detto "portoro". Sono ancora presenti i resti delle gru e dei paranchi utilizzati per la movimentazione dei blocchi di marmo, nonché i muri delle abitazioni dei minatori.Il 22 maggio 2009 è stato abbattuto con 672 candelotti di esplosivo gelatinato (per un totale di circa 50 chili), l'ecomostro che da anni rendeva brutta la vista della costa dell'isola da porto Venere. Il cosidetto "Scheletrone" era stato costruito nel 1968 con regolare concessione edilizia.A Luglio 2009 è stata presentata una variante al Piano Regolatore e un progetto di riqualificazione e valorizzazione turistica dell'isola. Intorno al 2011, dovrebbero essere dismesse le aree militari della Palmaria, ed è prevista la costruzione di una passeggiata a mare davanti a Portovenere, attrezzata con palme e panchine, un significativo aumento delle volumetrie per l'ampliamento dello stabilimento balneare e, al centro dell'isola, la creazione di agriturismi con coltivazioni di ulivo e vite, che beneficiano dei contributi regionali e dell'Unione Europea. Il progetto di cementificazione, inizialmente osteggiato dalle associazioni ambientaliste, ha incontrato il favore di Comune, Provincia, Regione ed Ente Parco.Habitat naturaleFloraLa flora della Palmaria è composta da circa 500 specie. La vegetazione originale, che doveva esserecostituita prevalentemente dalla macchia mediterranea e dal bosco di leccio, è stata modificata per cause antropiche quali il fuoco, l'agricoltura, introduzione di piante e animali alloctoni (platani, palme e conigli).Oggi i pini ("Pinus pinaster" e "Pinus halepensis") condividono lo spazio con essenze tipicamente mediterranee come il leccio ("Quercus ilex"), la roverella ("Quercus pubescens"), il lentisco ("Pistacia lentiscus"), il corbezzolo ("Arbutus unedo"), i cisti ("Cistus monspeliensis, Cistus salvifolius, Cistus incanus"), le ginestre ("Spartium junceum"), ecc.Altre importanti formazioni vegetali sono la macchia ad euforbia ("Euphorbia dendroides") e sulle scogliere più vicine al mare quelle caratterizzate dal finocchio di mare ("Crithmum maritimum").Tra le emergenze floristiche occorre ricordare "Centaurea cineraria veneris", "Iberis umbellata var. linifolia", esclusiva nella Palmaria, "Centaurea aplolepa lunensis", endemica della Liguria orientale.Da ricordare infine "Brassica oleracea robertiana", "Serapias neglecta" e "Cistus incanus", raro in Liguria, ove raggiunge il suo limite settentrionale.FaunaIsola Palmaria vista dal molo di Porto VenereSull'isola si trovano alcune delle maggiori emergenze faunistiche rettili, quali il tarantolino"Phyllodactylus europaeus", il più piccolo dei gechi europei, facilmente riconoscibile perl’assenza di tubercoli sul lato dorsale. Oltre che sulle isole del Tino e del Tinetto questo geconide è presente in pochissimi altri siti liguri.Tra gli uccelli meritano di essere ricordati il gheppio ("Falco tinnunculus"), il falco pellegrino ("Falco peregrinus"), lo sparviero ("Accipiter nisus"), la pernice rossa ("Alectoris rufa"), i gabbiani ("Larus argentatus, Larus michahellis"), il corvo imperiale ("Corvus corax"), il passero solitario ("Monticola solitarius"), il cormorano o marangone dal ciuffo ("Phalacrocorax aristotelis").Tra i mammiferi si menzionano i pipistrelli presenti nelle grotte: l’orecchione ("Plecotusauritus"), il rinolofo maggiore o pipistrello ferro di cavallo maggiore ("Rhynolophus ferrumequinum"), il rinolofo minore ("Rhynolophus hipposideros"). Sono presenti colonie di conigli e capre, residui di un recente passato in cui l'isola era maggiormente abitata di adesso.Tra gli invertebrati presenti sulle isole è da segnalare il coleottero "Parmena solieri", un endemismo tirrenico legato alla macchia di euforbia arborea.ClimaIl clima dell'isola è tipicamente mediterraneo, con escursione termica, sia giornaliera che stagionale, piuttosto contenute.In inverno sono rarissimi gli episodi di freddo intenso e gelo, mentre in estate la calura è smorzata dall'effetto della brezza di mare; le precipitazioni ricalcano l'andamento della Riviera di Levante, presentandosi abbondanti, soprattutto in autunno e primavera.Collegamenti marittimiIsola Palmaria e Tino, visti dalla spiaggia di San TerenzoAttualmente è possibile raggiungere l'isola con imbarcazioni private oppure, nei mesi estivi, con traghetti che la collegano a Porto Venere, Lerici e La Spezia.CuriositàCollegamenti esterniIsole della LiguriaGolfo della Speziapatrimoni dell'umanità in ItaliaSiti di interesse comunitario della LiguriaPalmaria (island)
7,124,281
http://italy.indymedia.org/news/2006/05/1082370.php
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Proprio per la maggiore responsabilità a cui la sinistra della Cgil è chiamata, in riferimento sia al quadro socio economico di persistente crisi che al nuovo quadro politico emerso dalle elezioni con la vittoria dell’Unione di Prodi, riteniamo improcrastinabile un salto politico e organizzativo della sinistra sindacale in Cgil.Il quadro sociale ed economico del paese e il nuovo governo dell’UnioneIl nuovo governo Prodi si inserisce sullo sfondo di una persistente crisi del capitalismo italiano, associata al serio dissesto del bilancio pubblico (deficit pubblico al 4,1% del Pil e debito pubblico al 108% del Pil). Una crisi caratterizzata dal grave arretramento della produzione industriale nell’ultimo quinquennio, conseguente alla contrazione assoluta delle quantità di merci esportate nei mercati internazionali. La stagnazione dell’economia italiana è evidenziata dal valore medio dell’incremento del prodotto interno lordo inferiore dell’1% dal 2000 ad oggi. Nei dodici paesi dell’area dell’Euro, fra il 2000 ed il 2004, la crescita è stata del 5,1%, contro il 3,74% dell’Italia. Una crisi che investe tutta l’economia del paese, se si prendono in considerazione i forti legami che sussistono tra i settori dei servizi (trasporti, servizi alle imprese, commercio, credito ed assicurazione) e l’attività industriale. La crisi del capitalismo italiano non può essere meccanicamente ed esclusivamente imputabile all’incapacità del governo Berlusconi e alla priorità data ai suoi interessi, fatti senza altro veri. Essa è il prodotto, da un lato, di peculiarità proprie del capitalismo nel nostro paese, dall’altro, dal contesto di crisi capitalistica di sovrapproduzione mondiale.Dopo la liquidazione delle grandi aziende a partecipazione statale, a partire dagli anni ’90, con l’acquisizione e l’integrazione nei loro gruppi da parte di grandi aziende straniere o con il passaggio a speculatori finanziari con finalità di smantellamento, la presenza di imprese di grandi dimensioni nell’industria italiana è oggi assai limitata.Il capitale industriale italiano ha preferito investire in aree meno esposte alla concorrenza internazionale e favorite da posizioni monopolistiche o di oligopolio o di cartello mascherato: telecomunicazioni, grande distribuzione, energia, immobiliare, autostrade, assicurazioni, ecc. Tra le grandi industrie manifatturiere con un peso rilevante rimane ormai solo la Fiat, che tra l’altro non è ancora completamente uscita da una fase estremamente difficile. Quest’azienda emerge, assieme ad altre imprese industriali esportatrici, in un panorama di piccole e medie imprese concentrate su produzioni tradizionali o di nicchia (tessile, abbigliamento, mobili, cuoio e calzature) fortemente esposte alla concorrenza delle aree emergenti dell’Asia e dell’Europa centro-orientale (verso dove, dalla metà degli anni ’90, si sono verificati inoltre rilevanti processi di de-localizzazione di intere fasi produttive).Il secondo governo Prodi nasce quindi su questo sfondo, con un ambizioso progetto: rilanciare il capitalismo italiano nel mercato internazionale e fare gli interessi generali della borghesia: l’elenco dei ministri è eloquente. Non a caso il programma dell’Unione -sottoscritto dai partiti della sinistra (Prc, Pdci, Verdi) e fatto proprio dalla Cgil- ha incassato il sostegno della grande industria esportatrice, delle grandi banche, della grande stampa borghese, dei settori centrali dello Stato. Il motivo è chiaro: la crisi capitalistica sarà ancora e sempre pagata dai lavoratori e dalle masse popolari. Le voci del conto le conosciamo bene: nuove liberalizzazioni e privatizzazioni, nuovo modello contrattuale e relativo indebolimento del contratto nazionale, ulteriore innalzamento dell’età pensionabile e scippo del Tfr, risanamento del debito pubblico a spese dei lavoratori e dei cittadini, elargizione di risorse alle imprese (la riduzione del “cuneo fiscale” per le imprese in cambio di nuove tasse per i lavoratori), prosecuzione delle politiche di esclusione per gli immigrati, disoccupazione dilagante nel mezzogiorno, lavoro precario per i giovani, nuove guerre imperialiste. Un programma di “lacrime e sangue”, di sacrifici, ma a senso unico, che si presenterà puntuale all’appuntamento con la prima manovra finanziaria e col varo del DPEF. Tutto questo in uno scontato clima di pace sociale, grazie al rilancio della concertazione e con il sostegno della sinistra di governo e della Cgil.Il documento di Confindustria del 22 settembreLa giunta di Confindustria ha presentato il 22 settembre 2005 le sue proposte sui contratti e sulle relazioni industriali in vista della revisione del patto del 23 luglio 1993, un nuovo patto concertativo da realizzare insieme a Cisl, Uil e Cgil e il governo Prodi.Il documento della Confindustria pone come obiettivo centrale della nuova concertazione il recupero “di efficienza, produttività e redditività” dell’impresa attraverso sia l’abbattimento del costo del lavoro, che di una maggiore flessibilità e precarietà del lavoro salariato.Dopo aver proposto un “patto costituzionale” che definisca regole e sanzioni, sul piano dei contratti Confindustria conferma il modello di assetti contrattuali, secondo il protocollo del 23 luglio ’93, articolato su due livelli: il contratto nazionale, a cui compete la determinazione degli “aumenti dei minimi tabellari in coerenza dei tassi di inflazione programmata”; la contrattazione di secondo livello, aziendale o territoriale, a cui viene demandato il compito di incrementare la parte variabile del salario in funzione “dei risultati ottenuti nella realizzazione degli obiettivi aziendali concordati” e “della produttività e redditività dell’impresa”.Un meccanismo quello proposto che svuota di contenuto il contratto nazionale, non solo per la riduzione della quota fissa del salario e l’aumento del peso della quota variabile, ma anche attraverso l’utilizzo di “tutte quelle tipologie contrattuali” (somministrazione, part-time, appalti, rapporti di collaborazione) in funzione delle esigenze del mercato e tramite la totale gestione unilaterale e flessibile dell’orario di lavoro, praticata per mezzo di “una maggiore quantità complessiva di ore effettive di prestazione ed anche sulla possibilità di distribuire i nastri orari nell’arco della settimana, del mese, dell’anno, secondo le esigenze del mercato, adeguare la durata media e durata massima settimanale degli orari di lavoro alla diverse esigenze produttive, cosi come le misure di utilizzo del lavoro straordinario, le deroghe in tema di pause, lavoro notturno, ecc, il tutto nel rigoroso rispetto della recente disciplina legislativa di origine europea”.Dopo aver chiesto ai lavoratori di lavorare di più e con meno salario, si vuole impedire la democrazia sindacale e limitare il diritto di sciopero, imponendo “regole precise” che impediscano di mettere “in discussione ad altri livelli” quanto concordato centralmente con governo e sindacati concertativi, proponendo di “rivedere le regole che disciplinano la rappresentanza dei lavoratori nei luoghi di lavoro”, e quindi di depotenziare il ruolo delle Rsu, in modo tale da prevenire “una vertenzialità continua ed indifferente alle ragioni dell’economia e del mercato”, come verificatosi “nei settori dei trasporti”. A questo fine si propone di introdurre procedure “di conciliazione ed arbitrato che, assistite da sanzioni,…creino le condizioni affinché il ricorso alle azioni di sciopero, tanto nell’industria manifatturiera che in quella dei servizi, costituisca l’extrema ratio”, le azioni sindacali “a sostegno delle piattaforme aziendali”, al di fuori di quanto centralmente stabilito, “si configurano come danno ingiusto” all’azienda passibile quindi di rivalsa giudiziaria. Una camicia di forza stretta attorno alle lotte del movimento operaio.Il XV Congresso Nazionale della Cgil“Quasi un anno fa, i dodici segretari confederali indirizzarono una lettera a Romano Prodi esprimendo preoccupazione per la situazione del paese e chiedendo un programma di radicale cambiamento. (…) Oggi che il programma dell’Unione è stato varato, la Cgil può dire di trovarvi una risposta positiva a quella lettera”. Queste righe della relazione di apertura del XV Congresso Nazionale della Cgil, fatta da Guglielmo Epifani il primo marzo, esprimono l’essenza di un congresso effettuato ad un mese dalle elezioni politiche: la maggioranza della Cgil ha scelto di stendersi e sperare su Prodi. Epifani nella relazione traccia un quadro di quello che definisce il “declino industriale” del paese, il cui inizio viene individuato nel 1996, quando “l’Italia aveva cominciato a perdere quote industriali nell’export mondiale”. Una crisi precipitata, secondo il segretario della Cgil, “soprattutto per responsabilità dell’azione e delle scelte del governo”. Date queste premesse ne consegue la proposta, fatta da Epifani e approvata dal XV Congresso Nazionale della Cgil, di “un accordo di legislatura” con il “governo che uscirà dalle elezioni”. Un accordo da conseguire assieme a Cisl e Uil, a cui si propone intanto una “comune carta dei valori e degli intenti”.Un accordo di legislatura con il governo Prodi finalizzato a “reperire risorse da destinare agli investimenti”, una elargizione di risorse alle imprese pagate, ancora una volta, dai lavoratori.Sul piano strettamente sindacale, Guglielmo Epifani, dopo aver genericamente difeso i due livelli contrattuali, ha aperto, almeno sul piano del metodo, al confronto con Confindustria sul modello contrattuale, previo raggiungimento di una proposta unitaria con Cisl e Uil.L’avvio strutturato della nuova concertazione si avrà nei prossimi mesi, quando Cgil, Cisl e Uil saranno convocate dal governo Prodi ad un tavolo assieme a Confindustria.La mancanza, dopo 15 anni, di un documento congressuale alternativo rispetto al documento del blocco concertativo Patta-Epifani, congiunto ad un esito congressuale prestabilito negli sbocchi in apparato e negli organismi dirigenti, ha reso più difficile la battaglia della sinistra sindacale nel corso del congresso. Le due tesi alternative (8a e 9b), presentate da Rinaldini, non potevano colmare questa carenza per la loro compatibilità all’impianto complessivo del documento congressuale di Patta-Epifani.I militanti della sinistra di classe in Cgil hanno dovuto lottare contro un enorme apparato burocratico riformista, forte sia di un documento complessivo che di un patto di apparato, avendo solo a disposizione una Rete 28 aprile che evidenziava nei fatti notevoli limiti programmatici ed organizzativi. In questa battaglia hanno dovuto utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per avanzare e legittimare una sinistra sindacale in Cgil.La stessa burocrazia riformista della Fiom si è limitata per lo più a sostenere le tesi del loro segretario nella categoria, stando ben attenti a non superarne i confini, in evidente accordo con i loro omologhi delle altre categorie. Il peso della presentazione delle due tesi alternative in tutte le categorie è in generale ricaduto sulle spalle dei militanti della Rete 28 aprile, militanti nella maggioranza dei casi in produzione e senza distacco sindacale.Peraltro la mancanza di un rapporto diretto tra voti alle tesi ed elezione dei delegati, ai vari livelli congressuali e negli organismi dirigenti, ha facilitato la burocrazia sindacale riformista nel suo obiettivo, vista la prospettiva concertativa, di impedire l’affermazione di una sinistra sindacale in Cgil. Rileviamo infine che i 27 voti contrari e i 48 astenuti al documento finale del XV Congresso Nazionale della Cgil esprimono un dissenso importante che purtroppo non si è concretizzato in un documento alternativo, una responsabilità questa che ricade principalmente sulla Rete 28 aprile. Un limite politico e sindacale che necessita di essere superato nella direzione di una coerente opposizione di classe alla linea concertativa varata dal XV Congresso Nazionale.Gli ultimi contratti firmatiLa vertenza dei metalmeccanici per il rinnovo della parte economica del contratto nazionale è iniziata l’11 gennaio 2005 di fronte ad un padronato che vuole scaricare la crisi capitalistica totalmente sui lavoratori: quando l’azienda ha commesse da consegnare gli operai devono lavorare con meno salario e faticando di più, quando i magazzini sono pieni e la capacità produttiva è utilizzata al minimo, li si mette in cassa integrazione, in mobilità, si licenzia. Per i lavoratori metalmeccanici è stato pertanto un anno di dure lotte: i lavoratori hanno sostenuto oltre 60 ore di sciopero. Dopo lo sciopero nazionale del 2 dicembre, che ha portato oltre 250 mila lavoratori sulle strade di Roma, la lotta si è ulteriormente approfondita ed estesa in tutto il paese: dai picchetti ai cancelli, in risposta all’arroganza padronale, si è passati a forme più dure di lotta come i blocchi stradali e ferroviari delle ultime settimane che hanno preceduto la firma dell’accordo, a dimostrazione della volontà dei lavoratori di andare fino in fondo nella difesa del salario, dei diritti e delle tutele.La piattaforma approvata dai lavoratori metalmeccanici era peraltro insufficiente a garantire il potere d’acquisto dei salari rispetto all’inflazione reale. Comunque, nella piattaforma non era previsto alcun cedimento su orari, turni e flessibilità.Altre categorie, per responsabilità delle burocrazie sindacali riformiste, avevano firmato accordi che, in cambio di pochi euro di aumento insufficienti persino a salvaguardare il potere d’acquisto, cedevano in flessibilità, recependo la legge 30 e il decreto 66 sugli orari. L’ultimo accordo firmato che cedeva a questo nefasto scambio era stato quello delle telecomunicazioni firmato il 3 dicembre 2005, un contratto che interessa 120 mila lavoratori occupati nelle aziende di telefonia, che comprende grossi gruppi come Telecom, Wind, Vodafone, con attorno una serie di aziende in appalto e subappalto (call center, impianti telefonici, manutenzione) dove regna il precariato e lo sfruttamento bestiale.Il 19 gennaio i dirigenti sindacali di Fiom Fim e Uilm, spaventati dalla estensione e dalle forme assunte dalla mobilitazione in atto, invece di affondare la spallata chiamando alla mobilitazione tutta la classe fino a costringere governo e padronato a cedere, chiudono le trattative con un accordo che solo apparentemente recepisce la piattaforma.Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica, sul Il sole 24 ore di venerdì 20 gennaio ha potuto dichiarare: “i sindacati hanno avuto la vittoria simbolica di chiudere a 100 € e la possibilità di sbandierare l’aumento, ma noi abbiamo dato alle aziende la soddisfazione di sostanza portando a casa il risultato prefisso”.Sulla parte salariale il sindacato ha ottenuto la cifra simbolica dei 100 € lordi per il quinto livello (quando la stragrande maggioranza dei lavoratori sono inquadrati al terzo e quarto), che comunque non garantisce il potere d’acquisto dei salari e che di fatto si riduce per effetto dello scaglionamento in tre tranche e per il prolungamento della durata del contratto di sei mesi fino a giugno 2007, prolungamento che apre la porta allo sfondamento temporale di tutti i contratti.Nonostante il mandato dato dai lavoratori riguardava esclusivamente il biennio salariale e non prevedeva nessuno scambio tra salario e flessibilità, la firma apposta apre alla richiesta padronale sulla flessibilità nella gestione degli orari di lavoro e nell’utilizzo ed estensione dell’apprendistato.Gli esiti del referendum, svoltosi il 15, 16, 17 febbraio, sul contratto firmato da Fiom, Fim e Uilm e Federmeccanica hanno evidenziato la presenza di un largo dissenso tra i lavoratori rispetto ad un accordo che determina un ulteriore arretramento della categoria.Il referendum sull’ipotesi di contratto ha visto la partecipazione al voto di quasi mezzo milione di lavoratori su 762 mila presenti nei luoghi di lavoro in quei giorni, il 64,2 % degli aventi diritto. Malgrado l’estremo “impegno” della burocrazia sindacale riformista, il 15.74 % dei lavoratori, circa 76 mila metalmeccanici, ha espresso un parere negativo sull’accordo. La gran parte dei dissensi si sono verificati nelle fabbriche che hanno dimostrato maggiore combattività e radicalità nella lotta durante la vicenda contrattuale. E’ questa la base della sinistra sindacale nella Fiom Cgil.Sulla stessa linea dell’accordo dei metalmeccanici, ha fatto seguito l’8 febbraio, dopo 26 mesi dalla scadenza, l’ipotesi di contratto collettivo nazionale per il personale delle Regioni e delle Autonomie Locali per il biennio economico 2004-2005. Un accordo che non salvaguarda il potere d’acquisto dei salari ma approfondisce le divisioni tra lavoratori del pubblico impiego, depotenziandone la forza di rivendicazione. Alla base del contratto sottoscritto c’è il pessimo protocollo d’intesa tra governo e parti sociali firmato il 27 maggio 2005. In quel protocollo sono stabiliti incrementi retributivi a regime del 5,01% per ciascun comparto di contrattazione, di cui lo 0,5% destinato alla produttività; sono anche ribaditi criteri meritocratici per l’incentivazione della produttività; viene introdotto il tema della “mobilità” per i dipendenti pubblici.La quota di salario accessorio da contrattare al livello decentrato non sarà, tra l’altro, uguale per tutti. Infatti, questa quota può variare da ente ad ente, a seconda dei relativi bilanci (già si sa che con i tagli finanziari agli enti pubblici sarà molto difficile reperire risorse per il personale…) e sarà inesistente per gli enti in dissesto finanziario. Quindi, ancora una volta, saranno i lavoratori a pagare la distruzione del sistema pubblico.Negli enti dove si risparmieranno più soldi sulla pelle dei lavoratori, assumendo meno e appaltando di più e assegnando carichi di lavoro più pesanti, i dipendenti potranno essere pagati di più.Non è più sufficiente, quindi, l’umiliazione della “valutazione”, come non è più sufficiente raggiungere gli obiettivi dell’ente! Un contratto che nella sua generalità cerca di sgretolare i fondamenti della contrattazione nazionale affidando alla contrattazione decentrata istituti come l’individuazione di chi dovrà usufruire del buono pasto e della pausa pranzo.Ancora peggio, in termini di tutela del potere d’acquisto dei salari e di difesa dei diritti e delle tutele, è stata la conclusione della vertenza degli edili e dei chimici.Il 10 maggio è stata raggiunta l’intesa, che interessa 220 mila lavoratori del comparto chimico-farmaceutico, tra Federchimica, Farmindustria e Fulc (Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem-Uil) per il rinnovo del quadriennio normativo e del biennio economico del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), scaduto a fine 2005.L’accordo dei chimici segna l’inizio dello svuotamento del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in quanto, per la prima volta, è previsto il principio di deroga aziendale al Contratto Nazionale di Lavoro: una valanga che si riverserà sui lavoratori nelle prossime vertenze contrattuali. Ma andiamo con ordine. Per quanto concerne la parte economica è previsto un aumento parametrato, in base ai diversi livelli, di 100€ per la categoria D1, diviso in tre tranches per il biennio 2006-07 (44€ il 1° maggio ’06, 44€ il 1° gennaio ’07, 12€ il 1° ottobre ’07). Un aumento quindi ben lungi dal salvaguardare il potere d’acquisto dei salari. Per quanto concerne la parte normativa, le imprese potranno chiedere alle Rsu aziendali di derogare in peggio al Contratto Nazionale sui limiti relativi all’orario e all’organizzazione del lavoro (ad esempio: maggiorazioni di turno, premi di risultato, erogazione della quattordicesima, orario di lavoro). La deroga dovrà essere approvata all’unanimità da una neo-costituita “Commissione nazionale contrattazione”, formata da 2 rappresentanze delle imprese e 3 burocrati sindacali, ognuno per le tre sigle firmatarie; viene prevista una procedura di raffreddamento dei conflitti che, attraverso un tortuoso percorso ad ostacoli (10 giorni in cui le parti devono limitarsi al confronto, al termine di detto periodo le iniziative di sciopero vanno comunicate entro 48 ore dall'effettuazione), limita il diritto di sciopero; viene allungato l’orario di lavoro attraverso il vincolo della formazione; si recepisce la legge 30 (Biagi) con il conseguente peggioramento delle condizioni dei lavoratori precari (i contratti a termine sono prorogabili fino a 48 mesi, incremento percentuale (18%) e temporale (5 anni nell’arco di 78 mesi) dei contratti di somministrazione, raggiungendo un rapporto complessivo di lavoratori precari e fissi del 25 %.Un contratto a perdere, il solito bidone che, in cambio di pochi euro parametrati e divisi in tre tranches, apre allo svuotamento del Contratto Nazionale, aumenta la flessibilità negli orari e la precarietà, limita lo stesso diritto di sciopero.L’intesa dei chimici segue l’accordo firmato l’11 aprile scorso tra Cgil, Cisl e Uil e Atesia, il call-center di Roma. Il contratto Atesia, firmato all’indomani delle elezioni politiche, proprio in relazione alla precarietà, segna la mancanza di una reale volontà da parte della maggioranza della Cgil di contrastare le leggi precarizzanti (dal pacchetto Treu alla legge Biagi), una mancanza di volontà che si accentua in questo avvio neo-concertativo. Contro quest’accordo fatto sulla pelle dei lavoratori si è mobilitato il “Collettivo Precari Atesia”, rigettando l’accordo stesso e chiedendo il coinvolgimento dei lavoratori nella vertenza per dire basta alla precarietàPer quanto ci riguarda esprimiamo un giudizio fortemente negativo su tutti gli ultimi contratti firmati (da quello dei metalmeccanici al contratto del pubblico impiego, dal contratto degli edili a quello dei chimici, compreso l’accordo in Atesia).Chiediamo al sindacato, in particolare alla Cgil, di ritirare la firma dall’accordo Atesia e dal contratto dei chimici. E’ ora che i lavoratori si esprimano sulle piattaforme e sui contratti come giustamente chiedono i lavoratori del Collettivo Precari Atesia.I lavoratori chimici hanno il diritto di esprimersi sul merito dell’accordo attraverso un referendum vincolante, un diritto che dovrà essere imposto alla burocrazia sindacale riformista con la lotta.La necessità di una sinistra sindacale di classe in CgilLa presenza di una sinistra sindacale in Cgil è urgente e necessaria non solo per contrastare la nuova fase concertativa a cui si avvia la maggioranza di Patta ed Epifani, ma proprio per opporre una reale resistenza alla funzione che il governo Prodi assegna alla burocrazia sindacale riformista -di controllo e pacificazione della classe operaia- a fronte dell’attacco ai salari, alle pensioni, a quanto resta dello Stato sociale e dei servizi.Si tratta allora di garantire da subito la costruzione di una forte e nuova opposizione contro l'attacco che il governo Prodi si prepara a sferrare al proletariato; un attacco reso mille volte più insidioso dalla rimozione dell'opposizione, garantita sul terreno sindacale dalla Cgil di Epifani e sul terreno politico dalla sinistra di governo.Questa battaglia richiede la massima unità, a partire dai luoghi di lavoro, tra le sinistre sindacali ovunque collocate, in Cgil come nel sindacalismo di base, superando ogni settarismo di organizzazione e realizzando la massima unità dei lavoratori.La sinistra sindacale in Cgil ha il compito principale di lanciare una proposta rivendicativa di fase.La battaglia per la difesa del salario dei lavoratori e dei pensionati mediante la rivendicazione della Scala Mobile è un primo importante terreno di collaborazione e confronto. Una rivendicazione -la Scala Mobile– che deve essere inserita, per essere credibile, nelle piattaforme sindacali e nei movimenti di lotta di tutte le categorie del lavoro salariato. Accanto alla difesa del salario è necessario rilanciare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, a partire dalle 35 ore settimanali, senza flessibilità e annualizzazione, con drastica riduzione dello straordinario. Le stesse proposte di legge d’iniziativa popolare (per la scala mobile e per la stabilizzazione dei lavoratori precari) devono avere il sostegno della sinistra sindacale di classe. Non meno importante è l’impegno sul terreno democratico: le rappresentanze nei luoghi di lavoro devono essere elette proporzionalmente ai voti ricevuti, senza quote garantite; l’uso dello strumento referendario come mezzo per esprimere il giudizio dei lavoratori sulle piattaforme e sugli accordi deve essere reso obbligatorio in tutte le categorie.Una vertenza unificante dei lavoratori e dei disoccupati, attorno a un programma che includa obiettivi immediati e transitori, a partire dal rilancio delle lotte per un forte aumento salariale uguale per tutti; per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, contro gli infortuni e le malattie professionali; per l’abolizione delle leggi precarizzanti (pacchetto Treu e legge Biagi) e l’assunzione a tempo pieno e indeterminato dei giovani lavoratori precari; un salario dignitoso ai disoccupati; l’aumento delle pensioni minime di almeno 500 € mensili, tale da garantire una vita dignitosa ai pensionati; l’abolizione della legge 30 e delle altre norme di flessibilità; l’abolizione delle leggi contro gli immigrati (Turco-Napolitano e Bossi-Fini); l’abolizione delle leggi (legge 12.6.1990 n. 146, modificata dalla legge 11.4.2000 n. 83) che regolamentano e limitano il diritto di sciopero; l’estensione a tutti i lavoratori dell’art.18 e dei diritti sindacali; la difesa del Tfr e delle pensioni pubbliche, della scuola e della sanità pubblica, abrogando leggi come la Moratti sulla scuola; l’apertura sotto controllo operaio dei libri contabili delle aziende che licenziano; la nazionalizzazione, senza indennizzo e sotto controllo operaio, delle fabbriche che licenziano e chiudono; la nazionalizzazione, sotto controllo operaio e senza indennizzo, delle banche investite da bancopoli; lo sviluppo del movimento per il ritiro immediato delle forze d’occupazione dall'Irak e dall’Afganistan, contro ogni imperialismo. E’ assolutamente necessario legare ogni rivendicazione immediata dei lavoratori e dei giovani alla necessità di superare questo sistema basato sullo sfruttamento. In conclusione è necessario organizzare, a partire dalle suddette parziali rivendicazioni immediate e transitorie, la risposta operaia e socialista alla crisi capitalistica.Ecco perché è prioritario che la Rete 28 aprile si dia una struttura democratica proletaria. Una strutturazione confederale, dal livello territoriale (Camere del Lavoro, provinciali, regionali) al livello nazionale, che preveda l’elezione di coordinamenti a tutti i livelli e in tutte le categorie, rispettando il pluralismo politico sindacale espresso nell’area sulla base di piattaforme. Devono inoltre essere previsti momenti certi di verifica degli organismi e discussione collettiva a tutti i livelli, garantendo anche ai lavoratori non presenti in struttura la possibilità di partecipare al dibattito. Il diritto di ogni tendenza dell’area a prevedere momenti di discussione al proprio interno deve essere salvaguardato.La modalità di costruzione su basi consensuali e lideristiche dell’area deve essere pertanto superata. Il percorso costituente di una sinistra sindacale in Cgil deve aprirsi in tempi certi a partire dai territori, con modalità realmente democratiche di elezione dei delegati e delle delegate. A fronte degli impegni richiesti necessaria una vera discussione nell’area. Una discussione che deve coinvolgere non solo i compagni che ricoprono incarichi sindacali o che sono presenti nelle strutture, ma che deve coinvolgere tutto il corpo militante dell’area nel rispetto del pluralismo interno. Tutte le posizioni e proposte devono avere legittimità di essere conosciute, discusse e votate.Gli organismi di coordinamento della sinistra sindacale in Cgil dovranno pertanto rappresentare l’insieme del corpo dell’area ed essere sottoposti a verifica. Solo attraverso un reale percorso democratico possiamo evitare o circoscrivere le sempre possibili derive burocratiche. Di una sinistra sindacale di classe i lavoratori di questo paese hanno urgente bisogno.PER ADESIONI AL DOCUMENTO CHIAMARE:Francesco Doro del Direttivo regionale del Veneto della Fiom Cgilal n° tel. 3331312748 o scrivere specificando l’adesione all’appello ai seguente indirizzi e-mail hofmannstudio@email.it e/o amr@progettocomunista.orgPrimi firmatari:Francesco Doro Comitato Direttivo regionale FIOM CGIL VenetoIrina Costa Comitato Direttivo provinciale FIOM CGIL Padova Rsu Parpas SPA, Direttivo Camera del Lavoro PadovaStefano Fontana Comitato Direttivo provinciale FIOM CGIL PadovaSabrina Pattarello Comitato Direttivo provinciale NIDIL CGIL VeneziaEnrico Pellegrini Comitato Direttivo provinciale FILCAMS CGIL VeneziaAntonino Marceca Coordinamento Aziendale Aulss 12 FP medici Cgil VeneziaPatrizia Artizzu SPI Cgil CagliariPia Gigli Rsu Regione Lazio Direttivo Comprensoriale Roma sud FP CgilAlberto Cacciatore FP Cgil RomaRoberto Galvanin Comitato Direttivo Provinciale FIOM Cgil Vicenza.Fabio Frusone Rsu Nexans, Direttivo provinciale Latina, Direttivo regionale Lazio FILCEM CgilDavide Margiotta FIOM Cgil PesaroAlberto Airoldi Comitato Direttivo provinciale FLC Cgil MilanoMichele Fiorella operaio edile, FILLEA Cgil, Camera del lavoro BarlettaRuggero Crudele operaio calzaturiero, Direttivo prov. FILTEA Cgil BariAntonio Sardano operaio Ipercoop Andria, Rsa, FILCAMS Cgil BariAlberto Madoglio Comitato Direttivo Provinciale FISAC Cgil CremonaSusanna Sedusi Rsa Comune di Padova FP CgilFranco Da Boit Direttivo Provinciale FP Cgil PadovaStefano Castigliego Direttivo Camera del Lavoro di Venezia, Direttivo Provinciale FIOM Cgil Venezia, Rsu Fincantieri Marghera-VeDavide Ardizzon Comitato Direttivo Provinciale FIOM Cgil Padova, Rsu Hiros LibertRiccardo Rossi Ricercatore ENEA Rsu FLC Cgil BrindisiMario Visconti FP Cgil SalernoBruno Salvatori dipendente trambus FILT Cgil Roma
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http://guide.supereva.it/mangiar_bene/tips/item/sottolio
ese*** - 9 anni e 3 mesi fa
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http://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_di_Bergamo
Rocca di Bergamo.La Rocca di Bergamo'" si trova nella parte alta della città sul colle di Sant'Eufemia, da cui domina, verso sud, la città bassa e la pianura circostante mentre verso nord guarda la corona delle OrobieLo scenarioNel XIV secolo Bergamo viveva le lotte fratricide delle fazioni contrapposte guelfe e ghibelline, partiti o meglio consorterie che dissimulavano aspirazionni di potere e nell'alleanza con potentanti superiori, ora il Papato ora l'Impero trovavano una propria legittimazione.Era il basso medioevo, un momento in cui le autonomie comunali si scontravano con gli emergenti poteri signorili, favoriti, oltretutto, questi ultimi, dalle lotte intestine che minavano dall'interno le libertà comunali.Interventi armati esterni, a volte subiti, a volte sollecitati come pacificatori, si trasformavano in dominazioni spesso intercambianti in un altalenante gioco politico-militare in cui il Comune cessava di essere soggetto per divenire oggetto politico.Tutto ciò accadde anche a Bergamo (5 febbraio 1331) e ad altri liberi comuni che, sfibrati dalle discordie interne, si offrirono all'azione pacificatrice di un potente, straniero, improvvidamente ritenuto "super partes": in questo caso Giovanni del Lussemburgo, Re di Boemia e di Polonia.Bergamo non più libero comune venne a fare parte di una monarchia, passando, d'ora in avanti, da un dominatore all'altro seguendo il destino di altri comuni, anch'essi impotenti di fronte all'avanzare delle nuove istituzioni politiche, le signorie e quindi i principati.I principati, a loro volta, non avrebbero retto l'urto delle monarchie nazionali straniere che faranno dell'Italia uno degli scacchieri su cui confrontarsi nel tentativo di affermare la propria primazia.La roccaLa costruzione della rocca iniziò lo stesso anno della dazione di Bergamo al re di Boemia, 1331. I lavori furono condotti sotto il coordinamento di Guglielmo di Castelbarco vicario del re, furono proseguti dai Visconti, dopo che l'effimera esperienza, circa 20 mesi, di Giovanni del Lussemburgo era sta chiusa dalle armi viscontee, e ultimati da Azzone Visconti nel 1336.I Visconti aggiunsero delle opere di fortificazione che ne aumentarono la funzione difensiva sia contro nemici esterni sia contro quelli interni e le loro eventuali velleità di ribellione: il castello come difesa ma anche come strumento di repressione e di controllo del territorio.Il podestà Negro Pirovano, che reggeva Bergamo in nome dei Visconti, fece apporre una targa commemorativa sui muri che erano stati fatti costruire per rinforzare il castello, 1345.Nel nuovo sistema difensivo visconteo la Rocca venne integrata da una nuova opera militare, la Cittadella, in un complesso vistoNel 1355 Bernabò Visconti iniziò la costruzione, sul colle San Giovanni, della Cittadella chiamata "Firma Fides", come indicato in un'apposita lapide. La lapide, oltre all'iscrizione e allo stemma visconteo, aveva in altorilievo una figura umana a tre teste come allegoria della concordia che regnava tra i Visconti.Quest'opera completò la funzione difensiva della Rocca, costruita sul colle Sant'Eufemia, racchiudendo il centro storico tra i due colli ora entrambi fortificati. Le due fortezze costituirono così un unico complesso difensivo coordinato, di cui uno, la Rocca, rappresentava, in caso di occupazione nemica, l'ultima possibilità di salvezza e di contrattacco, l'ultima ridotta.Quel che rimane ora della Cittadella è poco meno della metà dell’opera originaria che comprendeva anche l’area dell’attuale Seminario vescovile.La città vecchia era così racchiusa in un recinto fortificato, vagamente triangolare, che aveva ai propri vertici la Rocca a sud-est, la parte della Cittadella attualmente superstite a nord-est e la cosiddetta Cittadella Superiore, ora scomparsa, a sud-ovest.VeneziaNel 1428 alla signoria viscontea successe la dominazione veneziana che portò a nuove opere di fortificazione.Nella parte bassa della città fu costruita una cinta muraria, le "Muraine", una vera e propria barriera fortificata che la isolava dalla pianura: il suo resto più vistoso è la torre del Galgario nella parte sud-orientale.Le Muraine costituivano l'anello difensivo più esterno della città mentre il baluardo più importante restava il complesso fortificato di città alta, che dal 1 settembre 1561, data d’inizio dei lavori, al 1588 verrà racchiuso da un imponente circuito bastionato che avrebbe reso Bergamo una città fortezza, nelle intenzione dei progettisti imprendibile.Al mastio della Rocca fu aggiunto il torrione circolare che ancora oggi lo caratterizza e al suo interno un edificio, la cosiddetta scuola dei Bombardieri, come caserma degli artiglieri.Da Napoleone ai nostri giorniLa Rocca mantenne la sua funzione militare anche durante il breve periodo napoleonico, 1797-1814, e sotto la successiva dominazione austro-ungarica, dal 1814 all’8 giugno 1859, quando fu liberata da Garibaldi.Negli anni 1927/33 il complesso, già ceduto dallo Stato al Comune di Bergamo, fu sottoposto a un attento restauro al fine di ridargli il suo aspetto originario e di utilizzarlo come luogo ideale per la celebrazione della storia risorgimentale bergamasca.Dal 7 maggio 2004 l’edificio all’interno del mastio, già alloggio dei granatieri veneziani, ospita l’attuale Museo Storico di Bergamo, mentre il piazzale antistante è sede di manifestazioni celebrative.La Rocca, per la sua posizione elevata, e particolarmente il torrione del mastio, da cui si gode una bellissima vista a 360 gradi sulla pianura e sulle Orobie, sono mete di un notevole flusso turistico.BibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniAltre immaginiBergamoarchitetture di Bergamo
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http://it.wikipedia.org/wiki/Pontificia_Accademia_Ecclesiastica
Pontificia Accademia Ecclesiastica.La Pontificia Accademia Ecclesiastica'" è una prestigiosa istituzione della Chiesa cattolica, che cura la preparazione dei sacerdoti destinati al servizio diplomatico della Santa Sede presso le varie nunziature o presso la Segreteria di Stato della Santa Sede.OrganizzazioneDirezioneLa Pontificia Accademia Ecclesiastica è un'istituzione dipendente direttamente dalla Segreteria di Stato vaticana e pertanto l'alta direzione della medesima spetta al Cardinale Segretario di Stato "pro tempore" (attualmente il cardinale Tarcisio Bertone).La conduzione fattiva della casa di formazione spetta invece al Presidente, scelto e nominato dal Romano Pontefice con l'ausilio del Segretario di Stato: è sempre un Nunzio Apostolico, ovvero un ecclesiastico con grado di arcivescovo e con maturata esperienza diplomatica "sul campo".Il Presidente ha il compito di reclutare annualmente una dozzina di sacerdoti da immettere, previo superamento dei relativi esami, alla missione diplomatica della Santa Sede; ha il compito di accogliere e seguire tutti gli alunni e di organizzarne il corso formativo interno. Non da ultimo, il Presidente gestisce il personale religioso presente nella casa (vi opera un gruppo di suore) e quello laico.Attualmente l'istituzione è presieduta dall'arcivescovo Beniamino Stella.AlunniI candidati invitati ogni anno a diventare alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica sono circa una dozzina. Essi sono sacerdoti, provengono dalle diverse diocesi del mondo e devono avere al massimo 35 anni di età.Percorso formativoGli alunni seguono un doppio itinerario formativo. Innanzitutto sono avviati allo studio accademico presso le varie pontificie università ecclesiastiche presenti a Roma, fino al conseguimento del dottorato, solitamente nella facoltà di diritto canonico.In secondo luogo è previsto un corso formativo "interno", a cui sono ammessi come studenti i soli alunni dell'Accademia. Il corso interno ha durata biennale e termina con un esame presso la Segreteria di Stato, la quale rilascia il relativo diploma. Il corso è incentrato sull'acquisizione da parte dei candidati ecclesiastici del contenuto di materie del settore diplomatico, tra cui: storia della diplomazia, stile diplomatico, lingue straniere (inglese e spagnolo).StoriaFondata dall'abate Pietro Garagni nel 1701 (grazie all'illuminata idea del beato Sebastiano Valfrè di Torino) con il nome Accademia dei Nobili Ecclesiastici, era inizialmente dedicata alla formazione diplomatica del rampolli ecclesiastici delle famiglie nobiliari. A partire dal 1706 si insediò presso Palazzo Severoli, in Piazza della Minerva, sua sede fino ad oggi. Nel 1850 avvenne la definitiva trasformazione, che ne fece il luogo particolarmente dedicato alla preparazione dei chierici per il servizio diplomatico pontificio.Eminenti ex-alunni dell'AccademiaPonteficiAltre personalitàVoci correlateCollegamenti esterniAccademie pontificieDiplomaziaRelazioni internazionali della Santa Sede|Storia dei rapporti fra Stato italiano e Chiesa cattolicaPontifical Ecclesiastical Academy
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http://guide.supereva.it/religione_cattolica/interventi/2005/06/215597.shtml
Pubblicato il 24 giugno 2005 in: LA BIBBIA
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http://it.wikipedia.org/wiki/Mafikizolo
Mafikizolo.I Mafikizolo'" sono uno dei più famosi gruppi musicali afropop sudafricani. Erano originariamente in tre: la cantante e compositrice Nhlanhla Sibongile Mafu Nciza, il cantante e compositore Theo Kgosinkwe, e il rapper Tebogo Benedict Madingoane; quest'ultimo morì nel 2004. Il loro stile musicale è fortemente ispirato dal kwaito, viene detto "kwela". In Sudafrica, il loro brano "Ndihamba nawe" è stato fra i più grandi successi del XXI secolo. Hanno avuto molto successo anche album come "Sibongile", "Kwela" e "Six Mabone" (che alla sua uscita ha raggiunto lo status di disco di platino in sole due settimane). Nel 2007, Nhlanhla Nciza ha pubblicato un proprio album solista, "Inguquku", alimentando il sospetto che il gruppo potesse essere in procinto di sciogliersi. Dopo la pubblicazione dell'album di Nciza, tuttavia, i Mafikizolo hanno intrapreso un importante tour nel Regno Unito; la stessa Nciza ha dichiarato di non voler sciogliere il gruppo, anche se al momento non sono previsti nuovi album.Discografia parzialeNoteCollegamenti esterniGruppi musicali sudafricaniGruppi musicali kwaito
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http://it.wikinews.org/wiki/Calcio_Italia_campionato_nazionale_Serie_A_2005-2006_2%C2%B0_giornata_ritorno
Calcio Italia campionato nazionale Serie A 2005-2006 2° giornata ritorno.Campionato italiano di calcio Serie A 2005-2006 (2° giornata ritorno)."Per vedere il calendario completo vai alla pagina Speciale Calcio Serie A."Inter-Palermo 3-0.Reti: Cambiasso (I) 33' p.t., Cordoba (I) 31' s.t., Figo (I) 34' s.t.Inter: Julio Cesar, J. Zanetti, Cordoba, Samuel, Favalli, Figo (Solari 44' s.t.), Veron, Cambiasso, Kily Gonzalez (Burdisso 34' s.t.), Adriano, Cruz (Pizarro 34' s.t.). All. Mancini.Palermo: Lupatelli, Zaccardo, Barzagli, Terlizzi, Grosso, Santana, Barone, Mutarelli, Bonanni (Accardi 20' s.t.), Caracciolo (Godeas 15 s.t.), Di Michele. All. Del Neri.Lazio-Cagliari 1-1.Reti: Di Canio (L) 36' p.t., Gobbi (C) 24' s.t.Lazio: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Keller (Dabo 10' s.t.), Mudingayi, Liverani, Pandev (Giallombardo 37' s.t.), Di Canio (Stendardo 1' s.t.), Rocchi. All. Rossi.Cagliari: Chimenti, Lopez, Bizera, Canini, Pisano, Cossu (Capone 14' s.t.), Abeijon (Budel 1' s.t.), Conti (Conticchio 31' s.t.), Gobbi, Esposito, Suazo. All. Sonetti.Ascoli-Lecce.Reti: Ferrante (A) 4' p.t., Bjelanovic (A) 36' p.t.Ascoli: Coppola, Comotto, Paci, Domizzi, Del Grosso, Foggia (Carriello 39' s.t.), Guana, Parola, Fini, Ferrante (Tosto 18' s.t.), Bjelanovic (Quagliarella 43' s.t.). All. Silva-Giampaolo.Lecce: Benussi, Polenghi, Pecorari, Stovini, Rullo (Eremenko 23' s.t.), Cassetti, Giorgino (Saudati 1' s.t.), Delvecchio, Angelo (Camorani 11' s.t.), Vucinic, Cozzolino. All. Baldini.Juventus-Empoli 2-1.Reti: Almiron (E) 3' p.t., F. Cannavaro (J) 17' p.t., F. Cannavaro (J) 32' s.t.Juventus: Buffon, Zambrotta, Thuram, F. Cannavaro, Balzaretti (Zebina 17' s.t.), Camoranesi, Emerson, Vieira, Mutu (Zalayeta 17' s.t.), Trezeguet, Del Piero (Giannichedda 47' s.t.). All. Capello.Empoli: Berti, Vanigli, Coda, Pratali, Luchini (Ascoli 35' s.t.), Moro, Ficini, Almiron (P. Zanetti 7' s.t.), Buscè, Vannucchi (Tavano 15' s.t.), Riganò. All. Cagni.Livorno-Treviso.Reti: Reginaldo (T) 8' p.t., Galante (L) 48' s.t.Livorno: Amelia, Grandoni, Vargas, Galante, Pfertzel, Morrone, De Ascentis (Passoni 1' s.t.), Colucci (Paulinho 28' s.t.), Cesar Prates, Palladino, C. Lucarelli. All. Donadoni.Treviso: Zancopè, Cottafava, Viali, Gustavo, Maggio, E. Filippini, A. Filippini, Pinga (Valdez 36' s.t.), Dellafiore, Reginaldo (Vascak 23' s.t.), Borriello. All. Cavasin.Parma-Chievo 2-1.Reti: Amauri (C) 26' p.t., Rossi (P) 46' p.t., Simplicio (P) 38' s.t. rig.Parma: Guardalben, Bonera, Cardone (Couto 24' s.t.), Cannavaro, Rossi, Dessena (Bresciano 12' s.t.), Grella, Simplicio, Morfeo, Marchionni (Mattiuzzo 47' s.t.), Corradi. All. Beretta.Chievo: Fontana, Malagò, Mandelli, D'Anna, Lanna, Semioli, Brighi (Sammarco 40' s.t.), Zanchetta, Franceschini (Squizzi 36' s.t.), Amauri, Pellissier (Tiribocchi 41' s.t.). All. Pillon.Reggina-Sampdoria 2-1.Reti: Paredes (R) 7' p.t., Kutuzov (S) 44' p.t., Amoruso (R) 46' p.t.Reggina: Pelizzoli, Lauro, De Rosa, A. Lucarelli, Mesto, Paredes, Tedesco, Biondini (Missiroli 31' s.t.), Modesto, Cozza (Carrobbio 47' s.t.), Anoruso (Cavalli 40' s.t.). All. Mazzarri.Sampdoria: Antonioli, Zenoni, Castellini, Sala, Pisano (Marchesetti 33' s.t.), Kutuzov (Foti 47' s.t.), Volpi, Palombo, Tonetto (Dalla Bona 40' s.t.), Colombo, Flachi. All. Novellino.Siena-Milan 0-3.Reti: Kakà (M) 12' p.t., Shevchenko (M) 24' s.t., Kakà (M) 39' s.t.Siena: Mirante, Negro (Guzman 29' s.t.), Tudro, Portanova, Gastaldello, Foglio, Paro, D'Aversa, Molinaro (Falsini 29' s.t.), Chiesa (Esposito 44' s.t.), Bogdani. All. De Canio.Milan: Dida, Stam (Simic 25' p.t.), Nesta, Kaladze, Serginho, Gattuso, Pirlo, Seedorf, Kakà (Jankulovski 42' s.t.), Shevchenko, Inzaghi (Gilardino 30' s.t.). All. Ancelotti.Udinese-Roma 1-4.Reti: Mancini (R) 40' p.t. rig., De Rossi (R) 17' s.t., Di Natale (U) 21' s.t., Mancini (R) 30' s.t., Chivu (R) 34' s.t. rig.Udinese: De Sanctis, Bertotto, Sensini, Felipe, Zenoni, Tissone (Vidigal 3' s.t.), Baronio, Pinzi, Candela, Pepe (Mauri 3' s.t.), Di Natale. All. Cosmi.Roma: Doni, Bovo, Mexes, Chivu, Cufrè, De Rossi, Aquilani, Tommasi, Perrotta (Dacourt 34' s.t.), Mancini (Rosi 36' s.t.), Taddei (Alvarez 41' s.t.). All. Spalletti.Fiorentina-Messina 2-0.Reti: Toni (F) 46' p.t., Toni (F) 28' s.t.Fiorentina: Cejas, Ujfalusi, Dainelli, Gamberini (Kroldrup 1' s.t.), Pancaro, Fiore, Brocchi (Montolivo 39' s.t.), Pazienza, Jorgensen, Pazzini (Jimenez 29' s.t.), Toni. All. Prandelli.Messina: Storari, Zanchi, Reazaei, Cristante, Aronica, Rafael, Coppola (Donati 14' s.t.), D'Agostino, Sculli (Floccari 14' s.t.), Di Napoli, Muslimovic (Sullo 36' s.t.). All. Mutti.
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http://it.wikipedia.org/wiki/Willem_Schellinks
Willem Schellinks.BiografiaEra il figlio maggiore di Laurens, sarto e uomo libero di Amsterdam, e di Catalijntje Kousenaer. Il padre, originario di Maasbree, si stabilì ad Amsterdam nel 1609. Aveva altri sette fratelli, di cui Daniel (1627-1701) fu un buon pittore paesaggista.Fu uno degli artisti olandesi del suo tempo che più viaggiò in tutta Europa: nelle regioni della Loira e della Senna nel 1646, in particolare a Nantes con l'amico artista Lambert Doomer, e successivamente, tra il 1661 e il 1665, in Inghilterra, Francia, Italia, Malta, Germania e Svizzera. Durante questi viaggi Schellinks disegnava paesaggi e vedute, probabilmente su commissione del governo olandese, dal momento che in molti dei suoi disegni erano presenti viste di punti strategici, che avrebbero potuto interessare i servizi segreti olandesi.Durante i suoi soggiorni all'estero studiò le opere dei grandi mestri.I soggetti dipinti da Schellinks comprendevano paesaggi italiani ed olandesi, con fiumi, porti, locande o antiche rovine con cavalieri in riposo e gruppi di cacciatori, e scene invernali.Era solito tenere un diario in cui annotava ciò che, durante i suoi viaggi, vedeva di interessante e di adatto ad essere dipinto ("schilderactig") corredato dello schizzo relativo.Dipingeva con facilità nello stile di altri artisti, in particolare in quello dei pittori olandesi che si rifacevano allo stile e alla tecnica dei pittori italiani del periodo ("Dutch Italianates"), come Karel Dujardin, per quanto riguarda il modo di disegnare e colorare e Johannes Lingelbach, per il modo di dipingere gli sfondi. Per questo motivo le sue opere sono rare, forse in parte attribuite erroneamente ad altri artisti.Schellinks utilizzò i suoi primi disegni eseguiti in Inghilterra come base per i successivi del 1667 relativi all'attacco navale a Chatham durante la Seconda guerra anglo-olandese, in cui metteva in evidenza il trionfo olandese mostrando l'arrivo tardivo di un contingente militare inglese.Inoltre collaborava con altri artisti olandesi del tempo, come il paesaggista Herman Nauwincx, Willem de Heusch e Nicolaes Berchem, inserendo le figure, spesso molto piccole, nelle loro opere.Fu suo mecenate e collezionista Laurens van der Hem; i suoi dipinti furono riprodotti tramite incisione da Pieter Nolpe.Dopo la sua morte, Frederik de Moucheron completò molti suoi paesaggi aggiungendovi le figure.OpereNoteBibliografiaVoci correlateCollegamenti esterniAltri progettiPersonalità legate ad AmsterdamPittori olandesiIncisori olandesiPoeti olandesi
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http://it.wikipedia.org/wiki/Spomenka_%C5%A0timec
Spomenka Štimec.Attualmente è segretario della Esperantlingva Verkista Asocio, l'associazione che raggruppa gli scrittori in lingua esperanto. È membro dell'Akademio de Esperanto.BiografiaDopo l'istruzione di base, la Štimec si trasferì a Zagabria per studiare; nel 1972 si laureò in lingua tedesca e francese. Nello stesso anno iniziò a lavorare attivamente all'interno del movimento esperantista, nell'ambito dell'Internacia Kultura Servo; avrebbe proseguito tale attività sino al 1994.La Štimec apprese l'esperanto sedicenne, nel 1964, tramite un corso tenuto da Zdenka Ivek nel ginnasio di Varasdino. Il primo congresso universale cui partecipò fu il congresso di Budapest del 1966.Le sue attività nel movimento esperantista iniziarono con l'adesione allo Studenta Esperanto-Klubo di Zagabria (1967). La Štimec fu quindi attiva nella TEJO e nell'UEA, e fra le varie attività organizzò l'Internacia Junulara Kongreso di Sarajevo del 1973 e fu segretaria presso quello di Münster del 1974. Fu membro del gruppo direttivo dell'UA per la cultura, e lanciò durante un congresso universale il "Tago de Libro".Tradusse spettacoli di marionette e collaborò all'organizzazione dei Pupteatraj Internaciaj Festivaloj fra il 1968 e il 1982. Fu inoltre segretaria della Kroata Esperanto-Ligo nel 1995.Durante la sua vita, tenne conferenze in diverse nazioni (Francia, Svezia, Iran, Corea, Giappone); insegnò inoltre l'esperanto, come "visiting professor", negli Stati Uniti, all'Università di Hartford e all'Università di San Francisco (1993-2000).Condusse numerosi corsi di esperanto nelle scuole elementari di Zagabria e Velika Gorica; tenne corsi di livello medio e avanzato all'interno della Kroata Esperanto-Ligo fra il 2003 ed il 2004.Dal 1995 la sua fattoria familiare Njeguš, fra Hrašćina e Trgovišće, è a disposizione per incontri esperantisti.La carriera da scrittriceLa Štimec si è resa autrice di un romanzo, di raccolte di novelle e di racconti di viaggio. Il suo lavoro più conosciuto e forse più importante è il romanzo "Ombro sur interna pejzaĝo", che con una delicata psicologia rappresenta la separazione dalle persone con cui condividiamo la nostra vita. Lavorò per numerose riviste, fra cui Monato. Per diversi anni usò l'esperanto come lingua di comunicazione quotidiana, a casa.Numerosi racconti di viaggio da lei scritti sono stati trasmessi dalla Kroata Radio.Nel 2004 la Štimec presentò al ministero croato degli affari esteri una collezione di opere letterarie croate tradotte, utilizzando l'esperanto come lingua ponte, in cinese, persiano e giapponese. Il ministero la accolse e si congratulò con la comunità esperantista per le sue attività culturali.OpereTraduzioniCollegamenti esterniNoteMembri della Akademio de EsperantoScrittori in lingua esperanto
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http://it.wikipedia.org/wiki/More_Veneto
More Veneto."More Veneto" (abbreviato in "m.v.") indica la presentazione di una data secondo il calendario vigente nell'antica Repubblica di Venezia, nel quale il capodanno era fissato in corrispondenza del 1º marzo, determinando quindi una traslazione indietro di due mesi nel computo degli anni rispetto al calendario gregoriano, già in uso in altri stati, e quindi alla datazione attuale.Datazione "More Veneto"Per evitare fraintendimenti le date dei documenti venivano dunque già allora affiancate dalla dicitura latina "more veneto", ossia "secondo l'uso veneto": in tal modo, ad esempio, la data "14 febbraio 1702 more veneto" corrispondeva alla data generale "14 febbraio 1703", in quanto l'anno 1703 iniziava in Veneto solo a partire dal mese seguente e quindi febbraio risultava essere l'ultimo mese del 1702 (il vecchio anno). L'uso, di origini molto antiche, faceva si che secondo tale sistema i mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre fossero effettivamente il settimo, l'ottavo, il nono e il decimo mese dell'anno, come indicato dal nome.Capodanno VenetoIl Capodanno Veneto'", fissato il 1º marzo, era quindi una festività ufficiale della Serenissima Repubblica. L'uso di fissare l'inizio dell'anno in corrispondenza dell'inizio della primavera e del risveglio naturale della vita era pratica arcaica molto diffusa e riscontrabile anche in altri calendari, come nel caso del capodanno cinese.La tradizione del Capodanno Veneto tuttora sopravvive nelle tradizioni di alcune zone della pedemontana berica, dell'altopiano di Asiago e in varie feste locali del Trevigiano e del Padovano, che la ricordano con l'usanza del "Bruza Marzo" (o "Bati Marzo" o "ciamar Marzo"), che significa risvegliare l'anno nuovo. In certe zone si offre tutt'oggi lo spettacolo di grandi falò per propiziare l'anno nuovo, in altre i bimbi girano per le strade battendo su pentole e coperchi, o trascinando in bicicletta o a piedi lattine vuote.Tradizioni popolari del VenetoFestività di inizio annoRepubblica di Venezia