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app.py CHANGED
@@ -3,7 +3,7 @@ from io import BytesIO
3
 
4
  from openai import OpenAI
5
  import gradio as gr
6
- from PIL.Image import Image
7
 
8
 
9
  BASE_SYS_PROMPT = """
@@ -34,35 +34,35 @@ EXAMPLE_DESCRIPTIONS = """
34
  ESEMPIO 1:
35
 
36
  # Descrizione generale
37
- La crisi dei titoli del debito sovrano ha ridotto nel 2012, 2013 e 2014 lammontare dei mutui erogati a meno della metà di quanto mediamente concesso dal 2007 al 2011.
38
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale rappresenta gli anni dal 2007 al 2014; lasse verticale indica limporto dei nuovi mutui in milioni di euro (da 0 a 9mila), su una scala con 6 intervalli di 1500 milioni ciascuno. Per ogni anno compare una colonna verticale che rappresenta il totale dei mutui concessi. La colonna è formata da due parti poste una sopra laltra. La parte inferiore della colonna si riferisce ai soli mutui a tasso fisso; la parte superiore ai mutui a tasso variabile.
39
 
40
  # Descrizione dettagliata
41
- Il totale dei mutui per lacquisto di abitazioni nel Lazio, dal 2007 al 2011 oscilla tra 6mila e 7mila e 500 milioni di euro; i mutui si riducono poi a circa 3mila milioni di euro nel 2012, 2013 e 2014. I soli mutui a tasso fisso nel 2007 e 2008 sono di oltre 4mila e 500 milioni; scendono a circa 1500 milioni nel 2010 e 2011, per ridursi sotto i 700 milioni dal 2012 al 2014. I mutui a tasso variabile, che erano una parte ridotta del totale nel 2008 e 2009; nel 2010 e 2011 superano i 5 mila milioni e diventano la quota predominante; dal 2012 in poi si riducono a circa 2mila milioni, rimanendo superiori ai mutui a tasso fisso.
42
 
43
  ESEMPIO 2:
44
 
45
  # Descrizione generale
46
  Nel 2014 quasi il 60% delle imprese dei servizi con sede nel Lazio ha evidenziato una crescita del fatturato, questa quota era del 45% circa nel 2013.
47
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale rappresenta gli anni dal 2008 al 2014; lasse verticale mostra la percentuale di imprese con fatturato in crescita (da 0% a 80%), su una scala con 4 intervalli di 20 punti percentuali ciascuno. Per ogni anno compaiono 3 colonne verticali accostate, relative a Lazio, Centro e Italia. Uno spazio vuoto separa queste 3 colonne da quelle relative allanno successivo. Laltezza di ogni colonna verticale indica la % di imprese con profitto in crescita, in quella regione in quellanno.
48
 
49
  # Descrizione dettagliata
50
- In Italia nel 2008 la percentuale dimprese con fatturato in crescita è del 55%; scende al minimo del 30% nel 2009, per salire al massimo di circa 60% nel 2010 e 2011. In seguito la quota scende al 40% circa nel 2012, crescendo al 45% nel 2013 e al 53 nel 2014. Nel Lazio e nel Centro i periodi di crescita e di riduzione sono gli stessi dellintera Italia. In particolare, nel Lazio la quota di imprese dei servizi con fatturato in crescita supera ampiamente quella nazionale sia nel 2010 (71% contro 60), sia nel 2014 (59% contro 53).
51
 
52
  ESEMPIO 3:
53
 
54
  # Descrizione generale
55
- La durata delle opere pubbliche realizzate tra il 2012 e il 2020 è di oltre 1.000 giorni nel “Sud e Isole” e di circa 750 giorni nel “Centro Nord”. La fase più lunga è lesecuzione dei lavori (circa la metà del totale), ma dura molto anche la progettazione.
56
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale misura i giorni necessari a completare le opere pubbliche, su una scala che va da 0 a 1.200 giorni, suddivisa in 6 intervalli di 200 giorni ciascuno. Lasse verticale mostra i nomi di 2 aree geografiche: il “Sud e Isole” (posto salendo dallorigine di un terzo dello spazio); il “Centro Nord” (posto salendo dallorigine di due terzi dello spazio). Accanto al nome di ogni area geografica, il grafico mostra una colonna orizzontale (o barra), che parte dallo 0 e si prolunga verso destra, con una lunghezza che indica i giorni necessari alla realizzazione delle opere pubbliche. Ogni colonna orizzontale è composta da 4 parti orizzontali, poste una di seguito allaltra. Le parti indicando la durata delle seguenti fasi di realizzazione dei lavori: progettazione; post-progettazione; affidamento dei lavori (gara di appalto); esecuzione.
57
 
58
  # Descrizione dettagliata
59
- La colonna orizzontale relativa al “Sud e Isole” arriva a 1.010 giorni complessivi di durata, come somma di 220 giorni per la progettazione (primo pezzo da sinistra della colonna); di 145 giorni per la post-progettazione; di 170 per laffidamento dei lavori; infine di 475 giorni per lesecuzione dei lavori. Invece, nel “Centro Nord” la colonna orizzontale arriva a 755 giorni complessivi di durata, come somma di 180 giorni per la progettazione; di 75 per la post-progettazione; di 90 per laffidamento; infine di 415 giorni per lesecuzione dei lavori.
60
 
61
  ESEMPIO 4:
62
 
63
  # Descrizione generale
64
  Dal 2009 al marzo 2015 i prestiti alle imprese alternano 2 periodi di crescita a 2 forti riduzioni; i prestiti alle famiglie crescono regolarmente sino al 2011 e poi rimangono costanti sino al marzo 2015.
65
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale rappresenta i mesi da inizio 2009 (crisi economico-finanziaria) sino a marzo 2015; la legenda dellasse evidenzia i soli anni di riferimento. Lasse verticale va dal -12% al +16%, con intervalli di 4 punti percentuali. La figura rappresenta 2 linee che vanno da sinistra a destra, una per le imprese (linea continua) e una per le famiglie (tratteggiata), che indicano le variazioni percentuali dei prestiti in un mese, rispetto allo stesso mese dellanno precedente.
66
 
67
  # Descrizione dettagliata
68
  I prestiti alle imprese crescevano del 12% a inizio 2009, poi calano sino al -8% a fine 2009; la successiva ripresa li porta al +8% a fine 2011. Da qui segue una nuova caduta sino al minimo di -8% toccato dalla metà del 2013 alla metà del 2014; infine tornano ad una crescita del +1% nei primi mesi del 2015. Al contrario, i prestiti alle famiglie non si sono mai ridotti: dal 2009 al 2011 la loro crescita ha oscillato tra il +5% e il +6%; sono poi arrivati ad una crescita 0 nel 2012, rimanendo su tale stazionarietà da inizio 2013, sino ai primi mesi del 2015.
@@ -70,38 +70,38 @@ I prestiti alle imprese crescevano del 12% a inizio 2009, poi calano sino al -8%
70
  ESEMPIO 5:
71
 
72
  # Descrizione generale
73
- Per le ripetute recessioni internazionali il PIL dellItalia nel 2015 è ancora inferiore al livello del 2005, mentre in Francia, Germania e nellarea delleuro il livello del 2005 è stato recuperato e superato.
74
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale riporta i trimestri da inizio 2005 sino a metà 2015; lasse verticale mostra il livello del PIL tra 90 e 115 punti (con una scala di 5 punti percentuali). La figura contiene 4 linee, relative al PIL in: Italia; Francia; Germania; area delleuro. Per scelta si pone pari a 100 il valore iniziale del PIL di ogni paese nel 2005 (numero indice), tralasciando le differenze tra paesi nei livelli iniziali e concentrandosi sulla dinamica successiva del PIL.
75
 
76
  # Descrizione dettagliata
77
- Il periodo considerato include la crisi economico-finanziaria del 2008-2009 (seguente al fallimento di Lehman-Brothers) e poi la crisi del 2011-2013 (titoli del debito sovrano nellEuropa mediterranea). In Italia il PIL sale dal 100 del 2005 sino a 104 ad inizio 2008; poi scende a 96 a metà 2009 (prima crisi); risale fino a 99 punti a metà 2011, per scendere a 95 punti a fine 2012 (seconda crisi), rimanendo infine a 95 sino a metà 2015. In Germania il PIL sale dal 100 del 2005 sino a 109 ad inizio 2008; poi scende a 102 a metà 2009 (prima crisi); risale fino a 110 punti a metà 2011; rimanere costante a 100 sino a fine 2012 (seconda crisi); infine sale fino a 115 punti a metà 2015. La Francia (come lintera area delleuro) seguono le fasi di calo e di crescita della Germania, ma con una crescita più lieve tra il 2009 e il 2011, giungendo a 108 punti percentuali a metà 2015. Il dettaglio dei dati è nel file Excel allegato. Nellinsieme, tra il 2005 e il 2015, il PIL in Italia scende da 100 a 95; in Francia cresce fino a 108 e in Germania fino 115. In 10 anni si apre quindi un grande differenziale di crescita; circa 20 punti percentuali tra Italia e Germania (differenza verticale delle linee a fine grafico). Questa differenza dipende sia cadute maggiori del Pil in Italia durante le due crisi, sia da una ripresa quasi nulla dopo le crisi.
78
 
79
  ESEMPIO 6:
80
 
81
  # Descrizione generale
82
- Per le ripetute recessioni internazionali il PIL dellItalia nel 2015 è ancora inferiore al livello del 2005, mentre in Francia, Germania e Spagna il livello del 2005 è stato recuperato e superato (vedi il grafico precedente). Dal 2019 al 2022, invece, tutti i principali paesi europei, Italia inclusa, recuperano appieno lenorme caduta del PIL dovuta alla pandemia da Covid19.
83
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale riporta i trimestri da inizio 2008 sino a metà 2022; lasse verticale mostra il livello del PIL tra 75 e 120 punti. La figura contiene 4 linee, relative al PIL in: Italia; Francia; Germania e Spagna. Per scelta si pone pari a 100 il valore iniziale del PIL di ogni paese nel 2008 (numero indice), concentrandosi sulla dinamica successiva del PIL.
84
 
85
  # Descrizione dettagliata
86
- Il periodo considerato include 3 recessioni internazionali: 1) la crisi economico-finanziaria del 2008-2009 (seguente al fallimento di Lehman-Brothers); 2) la crisi del 2011-2013 (titoli del debito sovrano nellEuropa mediterranea); 3) la pandemia da Covid19, tra inizio 2020 e fine 2021. Andamento dellItalia: il PIL per le prime due crisi era sceso dal 100 del 2008 sino a 97 alla fine del 2019; per la pandemia è crollato sino a 80 punti a metà del 2020, per recuperare appieno i livelli pre-Covid già a metà del 2022 (cosiddetto profilo a V). Andamento della Germania: il PIL aveva ampiamente recuperato le prime due crisi crescendo dal 100 del 2008 sino al 120 di 2019; per la pandemia è caduto a 110 punti (meno che in altri paesi), per recuperare i livelli pre-Covid a metà del 2022. Andamento della Francia: molto simile nel tempo al PIL della Germania, tocca i 112 punti a fine 2019; durante la pandemia cade a 91 punti e ritorna a superare lievemente i livelli pre-Covid a metà 2022. Andamento della Spagna: sovrapposto allItalia sino al 2014, col minimo di 92 punti; il PIl cresce a ritmo sostenuto, sino a 107 nel 2019; durante la crisi Covid cade sino a 83 a metà 2020, poi recupera quasi lintera caduta, sino al 105 di metà 2022. Quindi tutti i principali paesi europei recuperano con un “profilo a V” la crisi del Covid, mentre nella crisi economico-finanziaria del 2008-2009, solo Francia e Germania ebbero una ripresa “a forma di V”.
87
 
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  ESEMPIO 7:
89
 
90
  # Descrizione generale
91
- Per oltre 20 anni, fino a inizio 2021, linflazione in Italia si è mantenuta attorno, o inferiore al 2%, rispettando lobiettivo della BCE. Durante il 2022 ha rapidamente raggiunto il 10% e superato il 6% anche al netto della variabilità di breve periodo, dovuta ai beni energetici e alimentari.
92
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale riporta i mesi da inizio 1988 sino a gennaio 2023; lasse verticale mostra il tasso di inflazione su una scala da -2% a +14%. La figura contiene 2 linee, relative allinflazione totale e allinflazione “di fondo” (senza energia e alimentari).
93
 
94
  # Descrizione dettagliata
95
- Dal 1988 a inizio 1996 linflazione in Italia ha oscillato tra il 4% e il 6%; è poi scesa sotto al 2% nel 1997 e 1998. Dopo ladesione alleuro del dicembre 1998, linflazione in Italia ha oscillato attorno al 2% sino al 2012; scendendo su valori prossimi allo 0 tra il 2013 e il 2021. Più di recente linflazione è cresciuta rapidamente, dall1,3% del giugno 2021 al 4,2 di dicembre 2021; all8,5% di giugno 2022, sino al picco del 12,6% dellottobre 2022. Linflazione “di fondo” sino alla fine del 2020 si è sempre mantenuta prossima allinflazione totale, oscillando meno, ad esempio tra il 2008 e il 2010. Nel periodo recente, linflazione di fondo si manteneva ancora inferiore al 2% a marzo 2022, quando i rincari erano limitati allenergia; è poi salita progressivamente sino al 5% di inizio 2023, perché i rincari si sono estesi a gran parte delle tipologie di beni e servizi.
96
 
97
  ESEMPIO 8:
98
 
99
  # Descrizione generale
100
- Nel 2022 laumento non contrastato dellinflazione avrebbe fortemente penalizzato il potere di acquisto, soprattutto delle famiglie con redditi bassi e medio-bassi. Le misure correttive, introdotte dal Governo, hanno ridotto le perdite sui redditi inferiori, avvicinandole molto a quelle generali.
101
- Su un diagramma cartesiano lasse orizzontale rappresenta 5 classi di famiglie in base al loro al reddito ISEE. Si indica da sinistra a destra con 1 il reddito familiare basso; con 2 il medio-basso; con 3 il reddito medio; con 4 il medio-alto; con 5 quello alto. Lasse verticale va da 0% a 25%, con intervalli di 5 punti percentuali. La variabile illustrata è la perdita % di potere di acquisto nel 2022 rispetto al 2021, cioè la % di beni in meno che a causa dellinflazione una famiglia può acquistare spendendo con la medesima cifra spesa lanno precedente. Il grafico presenta 2 linee che, da sinistra a destra, uniscono le famiglie delle classi 1, 2, 3, 4 e 5. La linea posta più in alto indica la perdita di potere di acquisto che le famiglie avrebbe subito nel 2022, se non ci fossero state misure compensative del Governo. La linea più in basso indica invece leffettiva perdita di potere dacquisto subita, considerando che il Governo ha introdotto delle misure correttive. Quindi, per ogni classe di reddito familiare, la distanza verticale tra la curva più in alto e quella più in basso indica quanto le misure del Governo hanno evitato perdite di potere dacquisto. Per arricchire il grafico, la distanza verticale appena descritta viene rappresentata da una colonna verticale, divisa in 3 parti di colonna, che misurano ognuna la perdita di potere dacquisto evitata dai 3 seguenti interventi del Governo: misure sui prezzi; introduzione del bonus sociale sulle bollette per i redditi bassi; concessione di una-tantum.
102
 
103
  # Descrizione dettagliata
104
- La linea superiore mostra la perdita di potere dacquisto in assenza di misure del Governo, che sarebbe stata del 24% per le famiglie di classe 1 (reddito basso), poi del 13%, dell11%, del 9% e del 6% al crescere del reddito (classi da 2 a 5). Linflazione di per sé, avrebbe quindi penalizzato molto di più le famiglie a reddito basso e medio. La linea inferiore del grafico considera le misure compensative del Governo e mostra la perdita di potere dacquisto effettiva, che è stata pari al 10% per le famiglie di classe 1 (reddito basso), poi del 6%, 7%, 6% e 5% per le famiglie di classi da 2 a 5. Quindi le misure del Governo hanno contenuto le perdite effettive delle famiglie a reddito basso, rendendole vicine alle perdite delle altre classi di famiglie. In particolare, per le famiglie a basso reddito (classe 1) le misure del Governo hanno evitato perdite per 14 punti percentuali, dovuti in egual misura dalle 3 misure adottate. Solo per le famiglie di classe 2 c’è un effetto del bonus sociale, non applicabile ai redditi medi e alti. Inoltre, al crescere della classe di reddito si riducono progressivamente gli effetti sia delle una-tantum, sia delle misure sui prezzi.
105
 
106
  """
107
 
@@ -178,7 +178,7 @@ oggettivi riscontrabili dal grafico.
178
 
179
 
180
  def describe_graph(
181
- image: Image,
182
  graph_data_processed: str | None = None,
183
  graph_data_raw: str | None = None,
184
  ) -> str:
@@ -223,18 +223,46 @@ def answer_user_questions(past_context: tuple[str, str], question: str) -> str:
223
  return ""
224
 
225
 
226
- theme = gr.themes.Default()
 
 
227
 
228
- demo = gr.Interface(
229
- fn=describe_graph,
230
- inputs=gr.Image(type="pil", sources=["upload", "clipboard"]),
231
- outputs=["markdown"],
232
- title="GTT - Graph To Text",
233
- theme=theme,
234
- submit_btn=gr.Button("Descrivi grafico", variant="primary"),
235
- clear_btn=gr.Button("Reset Input", variant="secondary"),
236
- allow_flagging="never"
237
- )
238
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
239
 
240
- demo.launch(debug=True)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
3
 
4
  from openai import OpenAI
5
  import gradio as gr
6
+ from PIL import Image
7
 
8
 
9
  BASE_SYS_PROMPT = """
 
34
  ESEMPIO 1:
35
 
36
  # Descrizione generale
37
+ La crisi dei titoli del debito sovrano ha ridotto nel 2012, 2013 e 2014 l'ammontare dei mutui erogati a meno della metà di quanto mediamente concesso dal 2007 al 2011.
38
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale rappresenta gli anni dal 2007 al 2014; l'asse verticale indica l'importo dei nuovi mutui in milioni di euro (da 0 a 9mila), su una scala con 6 intervalli di 1500 milioni ciascuno. Per ogni anno compare una colonna verticale che rappresenta il totale dei mutui concessi. La colonna è formata da due parti poste una sopra l'altra. La parte inferiore della colonna si riferisce ai soli mutui a tasso fisso; la parte superiore ai mutui a tasso variabile.
39
 
40
  # Descrizione dettagliata
41
+ Il totale dei mutui per l'acquisto di abitazioni nel Lazio, dal 2007 al 2011 oscilla tra 6mila e 7mila e 500 milioni di euro; i mutui si riducono poi a circa 3mila milioni di euro nel 2012, 2013 e 2014. I soli mutui a tasso fisso nel 2007 e 2008 sono di oltre 4mila e 500 milioni; scendono a circa 1500 milioni nel 2010 e 2011, per ridursi sotto i 700 milioni dal 2012 al 2014. I mutui a tasso variabile, che erano una parte ridotta del totale nel 2008 e 2009; nel 2010 e 2011 superano i 5 mila milioni e diventano la quota predominante; dal 2012 in poi si riducono a circa 2mila milioni, rimanendo superiori ai mutui a tasso fisso.
42
 
43
  ESEMPIO 2:
44
 
45
  # Descrizione generale
46
  Nel 2014 quasi il 60% delle imprese dei servizi con sede nel Lazio ha evidenziato una crescita del fatturato, questa quota era del 45% circa nel 2013.
47
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale rappresenta gli anni dal 2008 al 2014; l'asse verticale mostra la percentuale di imprese con fatturato in crescita (da 0% a 80%), su una scala con 4 intervalli di 20 punti percentuali ciascuno. Per ogni anno compaiono 3 colonne verticali accostate, relative a Lazio, Centro e Italia. Uno spazio vuoto separa queste 3 colonne da quelle relative all'anno successivo. L'altezza di ogni colonna verticale indica la % di imprese con profitto in crescita, in quella regione in quell'anno.
48
 
49
  # Descrizione dettagliata
50
+ In Italia nel 2008 la percentuale d'imprese con fatturato in crescita è del 55%; scende al minimo del 30% nel 2009, per salire al massimo di circa 60% nel 2010 e 2011. In seguito la quota scende al 40% circa nel 2012, crescendo al 45% nel 2013 e al 53 nel 2014. Nel Lazio e nel Centro i periodi di crescita e di riduzione sono gli stessi dell'intera Italia. In particolare, nel Lazio la quota di imprese dei servizi con fatturato in crescita supera ampiamente quella nazionale sia nel 2010 (71% contro 60), sia nel 2014 (59% contro 53).
51
 
52
  ESEMPIO 3:
53
 
54
  # Descrizione generale
55
+ La durata delle opere pubbliche realizzate tra il 2012 e il 2020 è di oltre 1.000 giorni nel “Sud e Isole” e di circa 750 giorni nel “Centro Nord”. La fase più lunga è l'esecuzione dei lavori (circa la metà del totale), ma dura molto anche la progettazione.
56
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale misura i giorni necessari a completare le opere pubbliche, su una scala che va da 0 a 1.200 giorni, suddivisa in 6 intervalli di 200 giorni ciascuno. L'asse verticale mostra i nomi di 2 aree geografiche: il “Sud e Isole” (posto salendo dall'origine di un terzo dello spazio); il “Centro Nord” (posto salendo dall'origine di due terzi dello spazio). Accanto al nome di ogni area geografica, il grafico mostra una colonna orizzontale (o barra), che parte dallo 0 e si prolunga verso destra, con una lunghezza che indica i giorni necessari alla realizzazione delle opere pubbliche. Ogni colonna orizzontale è composta da 4 parti orizzontali, poste una di seguito all'altra. Le parti indicando la durata delle seguenti fasi di realizzazione dei lavori: progettazione; post-progettazione; affidamento dei lavori (gara di appalto); esecuzione.
57
 
58
  # Descrizione dettagliata
59
+ La colonna orizzontale relativa al “Sud e Isole” arriva a 1.010 giorni complessivi di durata, come somma di 220 giorni per la progettazione (primo pezzo da sinistra della colonna); di 145 giorni per la post-progettazione; di 170 per l'affidamento dei lavori; infine di 475 giorni per l'esecuzione dei lavori. Invece, nel “Centro Nord” la colonna orizzontale arriva a 755 giorni complessivi di durata, come somma di 180 giorni per la progettazione; di 75 per la post-progettazione; di 90 per l'affidamento; infine di 415 giorni per l'esecuzione dei lavori.
60
 
61
  ESEMPIO 4:
62
 
63
  # Descrizione generale
64
  Dal 2009 al marzo 2015 i prestiti alle imprese alternano 2 periodi di crescita a 2 forti riduzioni; i prestiti alle famiglie crescono regolarmente sino al 2011 e poi rimangono costanti sino al marzo 2015.
65
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale rappresenta i mesi da inizio 2009 (crisi economico-finanziaria) sino a marzo 2015; la legenda dell'asse evidenzia i soli anni di riferimento. L'asse verticale va dal -12% al +16%, con intervalli di 4 punti percentuali. La figura rappresenta 2 linee che vanno da sinistra a destra, una per le imprese (linea continua) e una per le famiglie (tratteggiata), che indicano le variazioni percentuali dei prestiti in un mese, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente.
66
 
67
  # Descrizione dettagliata
68
  I prestiti alle imprese crescevano del 12% a inizio 2009, poi calano sino al -8% a fine 2009; la successiva ripresa li porta al +8% a fine 2011. Da qui segue una nuova caduta sino al minimo di -8% toccato dalla metà del 2013 alla metà del 2014; infine tornano ad una crescita del +1% nei primi mesi del 2015. Al contrario, i prestiti alle famiglie non si sono mai ridotti: dal 2009 al 2011 la loro crescita ha oscillato tra il +5% e il +6%; sono poi arrivati ad una crescita 0 nel 2012, rimanendo su tale stazionarietà da inizio 2013, sino ai primi mesi del 2015.
 
70
  ESEMPIO 5:
71
 
72
  # Descrizione generale
73
+ Per le ripetute recessioni internazionali il PIL dell'Italia nel 2015 è ancora inferiore al livello del 2005, mentre in Francia, Germania e nell'area dell'euro il livello del 2005 è stato recuperato e superato.
74
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale riporta i trimestri da inizio 2005 sino a metà 2015; l'asse verticale mostra il livello del PIL tra 90 e 115 punti (con una scala di 5 punti percentuali). La figura contiene 4 linee, relative al PIL in: Italia; Francia; Germania; area dell'euro. Per scelta si pone pari a 100 il valore iniziale del PIL di ogni paese nel 2005 (numero indice), tralasciando le differenze tra paesi nei livelli iniziali e concentrandosi sulla dinamica successiva del PIL.
75
 
76
  # Descrizione dettagliata
77
+ Il periodo considerato include la crisi economico-finanziaria del 2008-2009 (seguente al fallimento di Lehman-Brothers) e poi la crisi del 2011-2013 (titoli del debito sovrano nell'Europa mediterranea). In Italia il PIL sale dal 100 del 2005 sino a 104 ad inizio 2008; poi scende a 96 a metà 2009 (prima crisi); risale fino a 99 punti a metà 2011, per scendere a 95 punti a fine 2012 (seconda crisi), rimanendo infine a 95 sino a metà 2015. In Germania il PIL sale dal 100 del 2005 sino a 109 ad inizio 2008; poi scende a 102 a metà 2009 (prima crisi); risale fino a 110 punti a metà 2011; rimanere costante a 100 sino a fine 2012 (seconda crisi); infine sale fino a 115 punti a metà 2015. La Francia (come l'intera area dell'euro) seguono le fasi di calo e di crescita della Germania, ma con una crescita più lieve tra il 2009 e il 2011, giungendo a 108 punti percentuali a metà 2015. Il dettaglio dei dati è nel file Excel allegato. Nell'insieme, tra il 2005 e il 2015, il PIL in Italia scende da 100 a 95; in Francia cresce fino a 108 e in Germania fino 115. In 10 anni si apre quindi un grande differenziale di crescita; circa 20 punti percentuali tra Italia e Germania (differenza verticale delle linee a fine grafico). Questa differenza dipende sia cadute maggiori del Pil in Italia durante le due crisi, sia da una ripresa quasi nulla dopo le crisi.
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  ESEMPIO 6:
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  # Descrizione generale
82
+ Per le ripetute recessioni internazionali il PIL dell'Italia nel 2015 è ancora inferiore al livello del 2005, mentre in Francia, Germania e Spagna il livello del 2005 è stato recuperato e superato (vedi il grafico precedente). Dal 2019 al 2022, invece, tutti i principali paesi europei, Italia inclusa, recuperano appieno l'enorme caduta del PIL dovuta alla pandemia da Covid19.
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+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale riporta i trimestri da inizio 2008 sino a metà 2022; l'asse verticale mostra il livello del PIL tra 75 e 120 punti. La figura contiene 4 linee, relative al PIL in: Italia; Francia; Germania e Spagna. Per scelta si pone pari a 100 il valore iniziale del PIL di ogni paese nel 2008 (numero indice), concentrandosi sulla dinamica successiva del PIL.
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85
  # Descrizione dettagliata
86
+ Il periodo considerato include 3 recessioni internazionali: 1) la crisi economico-finanziaria del 2008-2009 (seguente al fallimento di Lehman-Brothers); 2) la crisi del 2011-2013 (titoli del debito sovrano nell'Europa mediterranea); 3) la pandemia da Covid19, tra inizio 2020 e fine 2021. Andamento dell'Italia: il PIL per le prime due crisi era sceso dal 100 del 2008 sino a 97 alla fine del 2019; per la pandemia è crollato sino a 80 punti a metà del 2020, per recuperare appieno i livelli pre-Covid già a metà del 2022 (cosiddetto profilo a V). Andamento della Germania: il PIL aveva ampiamente recuperato le prime due crisi crescendo dal 100 del 2008 sino al 120 di 2019; per la pandemia è caduto a 110 punti (meno che in altri paesi), per recuperare i livelli pre-Covid a metà del 2022. Andamento della Francia: molto simile nel tempo al PIL della Germania, tocca i 112 punti a fine 2019; durante la pandemia cade a 91 punti e ritorna a superare lievemente i livelli pre-Covid a metà 2022. Andamento della Spagna: sovrapposto all'Italia sino al 2014, col minimo di 92 punti; il PIl cresce a ritmo sostenuto, sino a 107 nel 2019; durante la crisi Covid cade sino a 83 a metà 2020, poi recupera quasi l'intera caduta, sino al 105 di metà 2022. Quindi tutti i principali paesi europei recuperano con un “profilo a V” la crisi del Covid, mentre nella crisi economico-finanziaria del 2008-2009, solo Francia e Germania ebbero una ripresa “a forma di V”.
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  ESEMPIO 7:
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  # Descrizione generale
91
+ Per oltre 20 anni, fino a inizio 2021, l'inflazione in Italia si è mantenuta attorno, o inferiore al 2%, rispettando l'obiettivo della BCE. Durante il 2022 ha rapidamente raggiunto il 10% e superato il 6% anche al netto della variabilità di breve periodo, dovuta ai beni energetici e alimentari.
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+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale riporta i mesi da inizio 1988 sino a gennaio 2023; l'asse verticale mostra il tasso di inflazione su una scala da -2% a +14%. La figura contiene 2 linee, relative all'inflazione totale e all'inflazione “di fondo” (senza energia e alimentari).
93
 
94
  # Descrizione dettagliata
95
+ Dal 1988 a inizio 1996 l'inflazione in Italia ha oscillato tra il 4% e il 6%; è poi scesa sotto al 2% nel 1997 e 1998. Dopo l'adesione all'euro del dicembre 1998, l'inflazione in Italia ha oscillato attorno al 2% sino al 2012; scendendo su valori prossimi allo 0 tra il 2013 e il 2021. Più di recente l'inflazione è cresciuta rapidamente, dall'1,3% del giugno 2021 al 4,2 di dicembre 2021; all'8,5% di giugno 2022, sino al picco del 12,6% dell'ottobre 2022. L'inflazione “di fondo” sino alla fine del 2020 si è sempre mantenuta prossima all'inflazione totale, oscillando meno, ad esempio tra il 2008 e il 2010. Nel periodo recente, l'inflazione di fondo si manteneva ancora inferiore al 2% a marzo 2022, quando i rincari erano limitati all'energia; è poi salita progressivamente sino al 5% di inizio 2023, perché i rincari si sono estesi a gran parte delle tipologie di beni e servizi.
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  ESEMPIO 8:
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  # Descrizione generale
100
+ Nel 2022 l'aumento non contrastato dell'inflazione avrebbe fortemente penalizzato il potere di acquisto, soprattutto delle famiglie con redditi bassi e medio-bassi. Le misure correttive, introdotte dal Governo, hanno ridotto le perdite sui redditi inferiori, avvicinandole molto a quelle generali.
101
+ Su un diagramma cartesiano l'asse orizzontale rappresenta 5 classi di famiglie in base al loro al reddito ISEE. Si indica da sinistra a destra con 1 il reddito familiare basso; con 2 il medio-basso; con 3 il reddito medio; con 4 il medio-alto; con 5 quello alto. L'asse verticale va da 0% a 25%, con intervalli di 5 punti percentuali. La variabile illustrata è la perdita % di potere di acquisto nel 2022 rispetto al 2021, cioè la % di beni in meno che a causa dell'inflazione una famiglia può acquistare spendendo con la medesima cifra spesa l'anno precedente. Il grafico presenta 2 linee che, da sinistra a destra, uniscono le famiglie delle classi 1, 2, 3, 4 e 5. La linea posta più in alto indica la perdita di potere di acquisto che le famiglie avrebbe subito nel 2022, se non ci fossero state misure compensative del Governo. La linea più in basso indica invece l'effettiva perdita di potere d'acquisto subita, considerando che il Governo ha introdotto delle misure correttive. Quindi, per ogni classe di reddito familiare, la distanza verticale tra la curva più in alto e quella più in basso indica quanto le misure del Governo hanno evitato perdite di potere d'acquisto. Per arricchire il grafico, la distanza verticale appena descritta viene rappresentata da una colonna verticale, divisa in 3 parti di colonna, che misurano ognuna la perdita di potere d'acquisto evitata dai 3 seguenti interventi del Governo: misure sui prezzi; introduzione del bonus sociale sulle bollette per i redditi bassi; concessione di una-tantum.
102
 
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  # Descrizione dettagliata
104
+ La linea superiore mostra la perdita di potere d'acquisto in assenza di misure del Governo, che sarebbe stata del 24% per le famiglie di classe 1 (reddito basso), poi del 13%, dell'11%, del 9% e del 6% al crescere del reddito (classi da 2 a 5). L'inflazione di per sé, avrebbe quindi penalizzato molto di più le famiglie a reddito basso e medio. La linea inferiore del grafico considera le misure compensative del Governo e mostra la perdita di potere d'acquisto effettiva, che è stata pari al 10% per le famiglie di classe 1 (reddito basso), poi del 6%, 7%, 6% e 5% per le famiglie di classi da 2 a 5. Quindi le misure del Governo hanno contenuto le perdite effettive delle famiglie a reddito basso, rendendole vicine alle perdite delle altre classi di famiglie. In particolare, per le famiglie a basso reddito (classe 1) le misure del Governo hanno evitato perdite per 14 punti percentuali, dovuti in egual misura dalle 3 misure adottate. Solo per le famiglie di classe 2 c un effetto del bonus sociale, non applicabile ai redditi medi e alti. Inoltre, al crescere della classe di reddito si riducono progressivamente gli effetti sia delle una-tantum, sia delle misure sui prezzi.
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