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Ma l’appetito nei ragazzi cammina presto;
Perché mi dà noia quel guanciale che ho laggiù sui piedi.
Avanti, signori giandarmi!
In quel frattempo fu bussato alla porta, e una voce di fuori disse:
Il maestro si lascia dire.
Vai subito a portargliele e salutalo tanto da parte mia.
Finalmente passò una buona donnina che portava due brocche d’acqua.
Squisiti questi muggini!
Ma figuratevi come rimase quando, nel cercargli gli orecchi, non gli riuscì di poterli trovare:
È verissimo, soggiunse il pescatore
Scusi, signor Serpente, che mi farebbe il piacere di tirarsi un pochino da una parte, tanto da lasciarmi passare?
Ma lo sai di certo che le vacanze abbiano principio col primo di gennaio e finiscano coll’ultimo di dicembre?
In sulle prime la buona donnina cominciò col dire che lei non era la piccola Fata dai capelli turchini:
Gli occhi gli si chiusero e la coda gli smesse di fumare.
Dato così il segnale della partenza, quel branco di monelli, coi loro libri e i loro quaderni sotto il braccio, si messero a correre attraverso ai campi;
Ma se ti dico che parto questa sera.
Bada, Grillo!..., e lui mi disse:
Per un poco Pinocchio usò disinvoltura e tirò via;
Voltandosi a guardare, si accòrse che gli correvano dietro tutti e due, sempre imbacuccati nei loro sacchi e grondanti acqua come due panieri sfondati.
Allora diventò pensieroso e, dimenticando le regole del Galateo e della buona creanza, tirò fuori una mano di tasca e si dette una lunghissima grattatina di capo.
Quando avrà gridato ben bene, si cheterà, disse quella birba di Lucignolo.
Qui nel mare vicino è arrivato un Pesce-cane, grosso come una montagna.
Mentre il burattino sfilava a faccia fresca tutte queste bugie, si toccò il naso e si accorse che il naso gli s’era allungato più d’un palmo.
Vieni con noi, o rimani?
Che t’importa della scuola?
Senza aggiungere altre parole, il burattino salutò la sua buona Fata, che era per lui una specie di mamma, e cantando e ballando uscì fuori della porta di casa.
E io che son venuto a cercarti a casa tre volte!
Forse gli avete insegnato anche a parlare ?
Se oggi io sono un ragazzo veramente contento, è tutto merito tuo.
E dopo il cavolfiore ti darò un bel confetto ripieno di rosolio.
Pinocchio, animato dalla speranza di arrivare in tempo a dare aiuto al suo povero babbo, nuotò tutta quanta la notte.
Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?
Diventato un ciuchino vero, è portato a vendere, e lo compra il direttore di una compagnia di pagliacci per insegnargli a ballare e a saltare i cerchi;
Io voglio che il mio montone sia arrostito bene!
Pretenderesti, dunque, che un somaro, par tuo, lo dovessi mantenere a petti di pollo e cappone in galantina?
La scuola, la lezione e il maestro sono i nostri tre grandi nemici.
Intanto si era già fatta notte e notte buia:
Prima di tutto, rispose il burattino, voglio comprare per il mio babbo una bella casacca nuova, tutta d’oro e d’argento e coi bottoni di brillanti:
La fata gli dette la pallina, e Pinocchio, dopo averla sgranocchiata e ingoiata in un attimo, disse leccandosi i labbri:
Impossibile immaginarsi la paura del burattino:
Entrarono in una colombaia deserta, dove c’era soltanto una catinella piena d’acqua e un cestino ricolmo di veccie.
Intanto il combattimento s’inferociva sempre più
Al collare c’era attaccata una lunga catenella di ferro:che era fissata nel muro.
O Fatina mia, perché sei morta?
E fece l’atto di volere uscire.
I carabinieri, giudicando che fosse difficile raggiungerlo, gli aizzarono dietro un grosso cane mastino,
Quando ebbe trovato il nome al suo burattino, allora cominciò a lavorare a buono, e gli fece subito i capelli, poi la fronte, poi gli occhi.
Ma ora non ci ricasco più!
Tormentato dalla passione di rivedere il suo babbo e la sua sorellina dai capelli turchini, correva a salti come un cane levriero
Senza farselo ripetere, il burattino cominciò a camminare per quella viottola, che conduceva al paese.
Immaginatevi dunque come restò, quando si poté scorgere che i suoi orecchi, durante la notte, erano così allungati, che parevano due spazzole di padule.
Portatelo a casa vostra e assistetelo.
Che è grosso di molto questo Pesce-cane?
Con quei suoi piedi di legno durissimo lavorava così bene, da tener sempre i suoi nemici a rispettosa distanza.
Oh, che brutta malattia che è la fame!
A sentirsi chiamare Eccellenza il burattinaio fece subito il bocchino tondo,
Perché bisogna sapere che io sono un burattino, che avrò tutti i difetti di questo mondo:
Pinocchio esitò un poco a rispondere, perché gli tornò in mente la buona Fata, il vecchio Geppetto e gli avvertimenti del Grillo-parlante;
Non avranno mai bene in questo mondo;
Il burattino, allora, avrebbe potuto raccontare quel che sapeva:
Vuoi che codeste monete diventino mille e duemila?
I tuoi lamenti mi hanno messo un’uggiolina in fondo allo stomaco
Un po’ per lo spasimo della tagliuola, che gli segava gli stinchi, e un po’ per la paura di trovarsi solo e al buio in mezzo a quei campi, il burattino principiava quasi a svenirsi;
Pinocchio guardò la brocca, e non rispose né sì né no.
Si accostò pieno di amorevolezza al ciuchino ribelle, e, facendo finta di dargli un bacio, gli staccò con un morso la metà dell’orecchio destro.
Vieni via con noi e staremo allegri
Il burattinaio Mangiafoco che (questo era il suo nome) pareva un uomo spaventoso, non dico di no,
Ora il cucù te lo darò io!
Sicché dunque, disse Pinocchio sempre più sbalordito, se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini ci troverei?
I primi a ballare nell’olio bollente furono i poveri naselli:
Faresti meglio a succiare due pasticche di lichene per guarire da codesta infreddatura di gola.
Chi lo sa, povero vecchio, quanto ha sospirato ieri, a non vedermi tornare.
Eppure il Grillo-parlante aveva ragione!
Dopo averlo legato per le mani e per i piedi, come un salame, lo gettò in fondo alla conca cogli altri.
Quant’è distante di qui il Campo dei miracoli?
Scavò la buca, ci pose le quattro monete d’oro che gli erano rimaste:
Dove corri con tanta furia?
Figùrati che le vacanze dell’autunno cominciano col primo di gennaio e finiscono coll’ultimo di dicembre.
Dopo pochi minuti passò per la via un muratore, che portava sulle spalle un corbello di calcina.
Non ti fasciare il capo con tante melanconie.
Mi fai vedere i tuoi orecchi?
Raccoglilo con garbo, posalo pari pari su i cuscini della carrozza e portamelo qui.
Anche per questa volta ti perdono, gli disse la Fata
Intanto passò su per aria un grosso Colombo, il quale soffermatosi, a ali distese, gli gridò da una grande altezza:
Questo ragazzo è stato ferito in una tempia:
E dopo ammazzato te, ammazzeremo anche tuo padre!
E se io volessi seguitare a studiare?
Difatti, agli esami delle vacanze, ebbe l’onore di essere il più bravo della scuola;
Pinocchio, che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno, ebbe una specie di fremito convulso, che fece scuotere tutto il letto.
Aveva tanta nausea per il cibo, diceva lei, che non poteva accostarsi nulla alla bocca.
La fame non ha capricci né ghiottonerie!
Mi pare un burattino fatto di un legname molto asciutto
E il Campo dei miracoli dov’è?
Chi ne diceva una, chi un’altra.
No, ha imparato da sé a borbottare qualche parola, essendo stato tre anni in una compagnia di cani ammaestrati.
Ora avvenne che un bel giorno, mentre camminava verso scuola, incontrò un branco dei soliti compagni, che andandogli incontro, gli dissero:
Io non ci sono stato mai, ma me lo figuro!
Rimonta pure a cavallo e non aver paura.
Quel Geppetto pare un galantuomo!
Come mai sapete che ho detto una bugia?