id
int64
1
1.69k
conversations
listlengths
2
2
1,301
[ { "from": "human", "value": "E' applicabile il diritto alla conservazione del posto per il dipendente del comparto Regioni Autonomie locali vincitore di concorso pubblico presso un ente di altro comparto?" }, { "from": "gpt", "value": "L’art. 14 bis, comma 9, del CCNL del 6.7.1995 del comparto Regioni Autonomie Locali, come sostituito dall'art. 20 del CCNL 14/09/2000, dispone che “Durante il periodo di prova, il dipendente ha diritto alla conservazione del posto, senza retribuzione, presso l’ente di provenienza e, in caso di recesso di una delle parti rientra, a domanda, nella precedente categoria e profilo. La presente disposizione si applica anche al dipendente in prova proveniente da un ente di diverso comparto il cui CCNL preveda analoga disciplina” . Chiarimenti sulla disposizione sono stati forniti dall'ARAN con il parere RAL_429.\n \n" } ]
1,302
[ { "from": "human", "value": "Il dipendente di un Ente Locale può entrare al lavoro oltre l'orario previsto dalla flessibilità, recuperando in giornata?" }, { "from": "gpt", "value": "Come indicato all'art. 20 (Permessi brevi) del CCNL 06.07.1995 del comparto Regioni Autonomie Locali, il dipendente, a domanda, può assentarsi dal lavoro su valutazione del dirigente preposto all'unità organizzativa presso cui presta servizio. Tali permessi non possono essere di durata superiore alla metà dell'orario di lavoro giornaliero, purchè questo sia costituito da almeno quattro ore consecutive e non possono comunque superare le 36 ore annue. \n\tPer consentire al dirigente di adottare le misure ritenute necessarie per garantire la continuità del servizio, la richiesta del permesso deve essere effettuata in tempo utile e, comunque, non oltre un'ora dopo l'inizio della giornata lavorativa, salvo casi di particolare urgenza o necessità, valutati dal dirigente. Il dipendente è tenuto a recuperare le ore non lavorate entro il mese successivo, secondo modalità individuate dal dirigente; in caso di mancato recupero, si determina la proporzionale decurtazione della retribuzione.\n \n" } ]
1,303
[ { "from": "human", "value": "Il personale docente della scuola può usufruire di un permesso straordinario per motivi di studio?  A chi deve essere inoltrata la richiesta?" }, { "from": "gpt", "value": "I permessi straordinari retribuiti per motivi di studio possono essere concessi nella misura massima di 150 ore annue individuali dalle seguenti tipologie di personale:\n\t- personale docente ed educativo;\n\t- personale Ata;\n\t- personale con contratto d'incarico annuale per l'insegnamento della religione cattolica\nIl personale può avere un'assunzione a tempo indeterminato (con intero orario di cattedra o part time) o determinato (con contratto annuale o fino al termine delle attività didattiche, con orario intero o parziale).\n\tNel caso di orario parziale o part time i permessi vengono concessi in proporzione alla dura dell'incarico e delle ore di servizio.\nLa domanda deve essere presentata alla Segreteria della Scuola presso la quale si presta servizio che a sua volta la inoltra al dirigente dell'Ufficio Scolastico Provinciale.\n\tIl personale che lavora in più scuole deve presentare la domanda alla Scuola che gestisce la sua situazione amministrativa e solo per conoscenza all'altra o alle altre.\nRiferimenti normativi:\n\t- CCNL del Comparto scuola del 29.11.2007 (art.4 comma 4, lettera a);\n\t- Contrattazione Integrativa regionale (si svolge con cadenza quadriennale presso ciascuna direzione scolastica regionale).\n\t \n" } ]
1,304
[ { "from": "human", "value": "In base alla normativa che disciplina il permesso per lutto, è possibile per un dipendente usufruirne in caso di decesso del suocero? Il suocero è considerato parente?" }, { "from": "gpt", "value": "Ai sensi dell'articolo 4, comma 1, della legge 8 marzo 2000, n. 53, la lavoratrice e il lavoratore hanno diritto ad un permesso retribuito di tre giorni lavorativi all'anno in caso di decesso o di documentata grave infermità del coniuge o di un parente entro il secondo grado o del convivente, purché la stabile convivenza con il lavoratore o la lavoratrice risulti da certificazione anagrafica.\nAi sensi dell'articolo 78 del codice civile il suocero è considerato un affine di primo grado e non un parente. Pertanto, in questo caso, il congedo per lutto potrà esser esteso al caso del decesso del suocero solo se previsto nel Contratto collettivo nazionale di lavoro (c.c.n.l.) di appartenenza. Tale estensione è prevista, ad esempio, per il comparto Ministeri (articolo 18, comma 1, secondo alinea C.C.N.L. del 16/05/1995), per il comparto Regioni e autonomie locali (articolo 19, comma 1, secondo alinea del C.C.N.L. del 06/07/1995), per il comparto Sanità (articolo 21, comma 1, secondo alinea C.C.N.L. DEL 01/09/1995) e per il comparto Scuola (articolo 15, comma 1, secondo alinea del C.C.N.L. 29/11/2007). \n" } ]
1,305
[ { "from": "human", "value": "Il personale della scuola ha la possibilità di ottenere un permesso retribuito per motivi familiari?" }, { "from": "gpt", "value": "Il comma 7 dell'art. 15 del CCNL 24/07/2003 del Comparto Scuola recita: \" il dipendente ha diritto, inoltre, ove ne ricorrano le condizioni, ad altri permessi retribuiti previsti da specifiche disposizioni di legge\". Tra queste disposizioni di legge rientra l'art. 4 della Legge 8 marzo 2000, n. 53 che consente di concedere n. 3 giorni di permesso retribuito per gravi motivi familiari.\n\tIn merito alla disciplina dei permessi retribuiti per documentata grave infermità anche il Ministero del Lavoro ha fornito alcune importanti precisazioni con la nota del 25 novembre 2008, Prot. n. 25/I/0016754\n\t \n" } ]
1,306
[ { "from": "human", "value": "L’assenza per malattia seguente alla prognosi rilasciata da un Pronto soccorso può essere assimilata al ricovero ospedaliero, ai fini dell’applicazione del trattamento più favorevole previsto dal contratto?\n\n\t " }, { "from": "gpt", "value": "Si intende per “ricovero ospedaliero” la degenza in ospedale per un arco temporale non inferiore alle 24 ore e conseguentemente l’assenza per malattia seguente la prognosi rilasciata da una struttura di pronto soccorso non è assimilabile al ricovero. \n\tSi tenga presente infatti che il Pronto soccorso è il servizio ospedaliero deputato alla gestione dell'emergenza sanitaria che giunge agli ospedali dal territorio e funge da filtro al vero e proprio ricovero ospedaliero.\n" } ]
1,307
[ { "from": "human", "value": "Quali sono i requisiti nell'affidamento di incarichi a collaboratori e consulenti esterni nelle pubbliche amministrazioni?" }, { "from": "gpt", "value": "Nella sua attuale formulazione l'art. 7 comma 6 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 stabilisce che per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di particolare e comprovata  specializzazione anche (ma non solo) universitaria, in presenza di alcuni presupposti di legittimità:\n- l'oggetto della prestazione deve essere coerente con le esigenze di funzionalità dell'amministrazione;\n\t- l'amministrazione deve avere accertato l'impossibilità di utilizzare le risorse disponibili al suo interno;\n\t- la prestazione  deve essere di natura temporanea e altamente qualificata;\n\t- devono essere preventivamente determinati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione.\nLa norma stabilisce inoltre deroghe al requisito della formazione universitaria per professionisti iscritti in ordini e albi e soggetti che operino nel campo dell'arte, dello spettacolo e dei mestieri artigianali e prevede, infine, una disciplina sanzionatoria per l'illegittima stipulazione di contratti di collaborazione coordinata e continuativa.\n\tImportanti chiarimenti in ordine ai requisiti necessari sono stati forniti dal Dipartimento della Funzione pubblica con il parere n. 1/2011.\n" } ]
1,308
[ { "from": "human", "value": "I responsabili di PO (Posizione Organizzativa) hanno l'obbligo di pubblicazione dei loro redditi e curricula come i dirigenti? " }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 estende l'obbligo di pubblicazione dei curricula previsto dalla Legge 18 giugno 2009, n. 69, anche ai titolari di posizione organizzativa. Il Dipartimento della Funzione Pubblica con la Circolare n. 1 del 2010 specifica però che \"per quanto attiene all'obbligo di pubblicazione dei dati sulle retribuzioni, l'articolo 11 comma 8 lett. g) fà riferimento ai soli dirigenti\".\n" } ]
1,309
[ { "from": "human", "value": "Come viene riconosciuto ai fini della ricostruzione di carriera il servizio non di ruolo prestato nelle scuole primarie \"parificate\"?" }, { "from": "gpt", "value": "L'art. 485 del Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297,  stabilisce che al personale docente delle scuole  elementari è riconosciuto il servizio prestato in qualità di docente non di ruolo nelle scuole elementari statali o degli educandati femminili statali, o parificate, nelle scuole secondarie ed artistiche statali o pareggiate, nelle scuole popolari, sussidiate o sussidiarie, nonchè i servizi di ruolo e non di ruolo prestati nelle scuole materne statali o comunali.\n\tI limiti sono quelli fissati dal comma 1 della norma: tale servizio viene riconosciuto ai fini giuridici  ed economici, per intero per i primi quattro anni e per i due terzi  del periodo eventualmente eccedente, nonchè ai soli fini  economici per il rimanente terzo.\n\t \n" } ]
1,310
[ { "from": "human", "value": "Sono un'insegnante della scuola primaria, entrata in ruolo dopo 12 anni. Quando è possibile fare domanda di ricostruzione di carriera?" }, { "from": "gpt", "value": "Il docente di ruolo può richiedere la ricostruzione di carriera dopo aver superato il periodo di prova, i suoi effetti decorrono quindi dalla conferma in ruolo (1 settembre dell'anno successivo a quello dell'immissione in ruolo). Il diritto alla ricostruzione di carriera va in prescrizione se non viene esercitato entro il termine di 10 anni previsto dall'art. 2946 del Codice Civile. La prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere - art. 2935 del Codice Civile (data della conferma in ruolo).\n\tLa ricostruzione di carriera serve per valutare il servizio pre-ruolo, sia che esso provenga da rapporti di lavoro a tempo determinato, sia che sia stato svolto in altro ruolo. Pertanto l'insegnante assunto a tempo indeterminato può vantare un' anzianità di carriera che gli permetterà di inserirsi nella fascia stipendiale che gli spetta in base al Contratto Nazionale in vigore.\n\tSpetta al Dirigente Scolastico dell'istituzione scolastica presso la quale si è in servizio emanare il decreto di ricostruzione. Se la scuola di servizio è diversa da quella di titolarità, le domande presentate devono essere trasmesse a quest'ultima.\n\tIl personale scolastico che deve acquisire informazioni sullo stato di lavorazione della sua pratica deve rivolgersi in primis alla Segreteria della scuola di titolarità e successivamente alle Ragionerie dello Stato a cui spetta il compito di apporre il visto di regolarità sui decreti di ricostruzione di carriera.\n" } ]
1,311
[ { "from": "human", "value": "Quali sono le norme che regolano l'istituto del servizio temporaneo all'estero?" }, { "from": "gpt", "value": "L’attuale normativa favorisce e incentiva gli scambi internazionali di esperienze amministrative consentendo ai pubblici dipendenti di prestare temporaneamente servizio presso le istituzioni europee, nonchè presso le organizzazioni internazionali, gli Stati membri dell'Unione Europea, gli Stati candidati e gli altri Stati con cui l'Italia intrattiene rapporti di collaborazione (a seguito di specifici accordi di reciprocità), al fine di rafforzarne il collegamento.  Lo prevede l’articolo 32 del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n.165. Il trattamento economico degli esperti nazionali distaccati può essere a carico dell’amministrazione di provenienza, di quelle di destinazione o essere suddiviso tra esse, ovvero essere rimborsato in tutto o in parte allo Stato italiano dall'Unione europea o da un'organizzazione o ente internazionale. Il personale che presta servizio temporaneo all'estero resta a tutti gli effetti dipendente dell'amministrazione di appartenenza e l'esperienza maturata all'estero costituiuisce titolo preferenziale per l'accesso a posizioni ecomiche superiori o a progressioni di carriera all'interno della pubblica amministrazione.E' possibile, infine, ricorrere all’istituto previsto dalla Legge 27 luglio 1962, n.1114, il quale contempla la possibilità di collocare fuori ruolo il personale dipendente delle amministrazioni pubbliche che assumono un impiego o un incarico temporaneo presso enti o organismi internazionali. Il collocamento, previa autorizzazione del Dipartimento della funzione pubblica, con decreto dell'amministrazione interessata, d'intesa con il Ministero degli affari esteri e con il Ministero dell'economia e delle finanze, deve avere una durata non inferiore a sei mesi e il contingente complessivo non può superare le cinquecento unità. Dalla data di decorrenza del collocamento fuori ruolo cessa il trattamento economico a carico dello Stato italiano.\n \n" } ]
1,312
[ { "from": "human", "value": "In caso di richiesta di trasformazione di rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, l'amministrazione deve consentire automaticamente il passaggio o è una semplice facoltà?" }, { "from": "gpt", "value": "Alcune innovazioni in materia di part-time sono state introdotte con l'art. 73 del Decreto Legge n. 112/2008, convertito, con modificazioni, nella Legge n. 133/2008, e con l'art. 16 della Legge n. 183/2010 (c.d. collegato al lavoro).\n\tCome precisato dal Dipartimento della Funzione Pubblica nella circolare n. 9/2011 le novità riguardano in particolare i seguenti aspetti:\n- è stato eliminato ogni automatismo nella trasformazione del rapporto, che attualmente è subordinato alla valutazione discrezionale dell'amministrazione interessata;\n- è stata soppressa la mera possibilità per l'amministrazione di differire la trasformazione del rapporto sino al termine dei sei mesi nel caso di grave pregiudizio alla funzionalità dell'amministrazione stessa;\n- è stata introdotta la possibilità di rigettare l'istanza di trasformazione del rapporto presentata dal dipendente nel caso di sussistenza di un pregiudizio alla funzionalità dell'amministrazione.\n\t \n" } ]
1,313
[ { "from": "human", "value": "Qual è il trattamento economico spettante ai pubblici dipendenti nei giorni di assenza dovuti a convalescenza post ricovero?" }, { "from": "gpt", "value": "Il comma 1 dell’articolo 71 del Decreto Legge 25 giugno 2008, n. 112, per quanto concerne i giorni di assenza dovuti a convalescenza post ricovero, fa salvo il trattamento più favorevole eventualmente previsto dai contratti collettivi o dalle specifiche normative di settore. \n\tCome specificato dal Parere DFP-UPPA 53/2008, il regime più favorevole eventualmente previsto dai CCNL riguarda sia i giorni di ricovero che quelli dovuti alla convalescenza post ricovero, debitamente certificati dalla competente Azienda sanitaria locale o struttura convenzionata. \n" } ]
1,314
[ { "from": "human", "value": "Quali innovazioni ha subìto la normativa in materia di visite fiscali in caso di assenze per malattia del dipendente della Pubblica Amministrazione?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto-Legge 6 luglio 2011, n. 98 convertito in Legge 15 luglio 2011, n. 111 ha novellato l'art. 55-septies del Decreto Legislativo 30 marzo 2001 n. 165, introducendo alcune innovazioni in materia di assenze per malattia dei pubblici dipendenti: tali previsioni impattano sui casi nei quali l'amministrazione deve disporre il controllo, il regime della reperibilità, le modalità di giustificazione dell'assenza nel caso di visite, terapie, prestazioni specialistiche, e l'estensione del nuovo regime anche al personale in regime di diritto pubblico.\n\tPer quanto attiene alla discrezionalità dell'amministrazione in merito alla richiesta del controllo sull'assenza, pur rimanendo l'obiettivo primario la riduzione dell'assenteismo, è rimessa al dirigente una maggior flessibilità, potendo tener in conto ai fini della decisione sia la condotta generale del dipendente (basandosi su elementi di carattere oggettivo), che la possibile copertura finanziaria dell'onere connesso all'effettuazione della visita fiscale.\n\tIl controllo è in ogni caso richiesto sin dal primo giorno quando l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative.\n\tIl regime della reperibilità continua a trovar riferimento nel Decreto Ministeriale 18 dicembre 2009, n. 206, (le visite devono essere effettuate nelle seguenti fasce orarie di reperibilità: dalle 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15.00 alle 18.00). L'obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi compresi nel periodo di prognosi certificato.\n\tIl medesimo decreto individua, all'articolo 2, le cause di esenzione dall’obbligo di reperibilità:a) patologie gravi che richiedono terapie salvavita;b) infortuni sul lavoro;c) malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio;d) stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta.Qualora il dipendente debba allontanarsi dall'indirizzo comunicato per effettuare visite mediche, prestazioni o accertamenti diagnostici, è tenuto a darne preventiva comunicazione all'amm.ne e produrre come giustificativo l'attestazione rilasciata da struttura, pubblica o privata, che ha erogato la prestazione.\n\tIl comma 2 del citato articolo  2 specifica che sono esclusi dall’obbligo di reperibilità anche i dipendenti nei confronti dei quali sia già stata effettuata la visita fiscale per il periodo di prognosi indicato nel certificato.\n\t \n" } ]
1,315
[ { "from": "human", "value": "Quanto costa iscrivere un veicolo nuovo al PRA?" }, { "from": "gpt", "value": "Per l'immatricolazione alla Motorizzazione civile (UMC) e contestuale iscrizione al Pubblico Registro Automobilistica (PRA) di un veicolo nuovo tramite lo Sportello Telematico dell'Automobilista (STA), la procedura e i relativi costi per l'iscrizione sono indicati nella tabella pubblicata sul sito dell'ACI\n" } ]
1,316
[ { "from": "human", "value": "Come comunicare al PRA la perdita di possesso per furto?" }, { "from": "gpt", "value": "A seguito di denuncia di furto alla polizia o ai carabinieri, presentata dal proprietario del veicolo o da una qualsiasi altra persona, con indicazione del numero di targa del veicolo e se sono stati rubati anche il certificato di proprietà (CdP) e/o la carta di circolazione, è necessario richiedere all'ufficio provinciale dell'ACI - Pubblico Registro Automobilistico (PRA) la registrazione della perdita di possesso del veicolo.\nQuesta richiesta, presentata dall’interessato (proprietario) o da altro soggetto munito di delega, e identificato tramite un documento di identità/riconoscimento, è indispensabile per sospendere l'obbligo di pagamento della tassa automobilistica (bollo auto).\nPer approfondimenti: ACI\n" } ]
1,317
[ { "from": "human", "value": "Cosa fare se, dopo aver fatto l'annotazione al PRA della perdita di possesso, il veicolo viene ritrovato?" }, { "from": "gpt", "value": "In questo caso, entro 40 giorni dal ritrovamento, deve essere richiesta al PRA l'annotazione del \"rientro in possesso\", presentando la seguente documentazione:\n- certificato di proprietà (CdP), su cui risulta la perdita di possesso del veicolo;\n- nota di presentazione;\n- provvedimento emesso dalle autorità competenti con il quale si dispone la riconsegna del veicolo.\nPer approfondimenti: ACI\n" } ]
1,318
[ { "from": "human", "value": "Come è possibile conoscere i dati relativi all’intestazione nonché le vicende giuridiche di un veicolo iscritto al PRA?" }, { "from": "gpt", "value": "E’ possibile ottenere una visura al PRA in base al numero di targa del veicolo, mentre non si possono effettuare visure nominative.\n\tSi può richiedere la visura direttamente allo sportello dell'Ufficio Provinciale ACI (PRA), oppure incaricare una Delegazione A.C.I. o un'Agenzia di pratiche automobilistiche, nel qual caso si dovrà sostenere anche il costo per la commissione (detto servizio, infatti, è offerto in regime di libero mercato e, quindi, è opportuno contattare più Agenzie se si desidera individuare il prezzo più conveniente).\nE’ attivo sul sito ACI un servizio di visure PRA denominato Visurenet. Il servizio permette di richiedere ed ottenere \"on line\" la consultazione dello Stato Giuridico attuale di un veicolo iscritto al PRA, con effettuazione del pagamento mediante carta di credito.\nE’ possibile ottenere un Estratto Cronologico direttamente allo sportello dell'Ufficio Provinciale ACI (PRA), per conoscere la storia completa di un veicolo: anzianità (tramite la data di prima immatricolazione), caratteristiche tecniche, dati fiscali, precedenti proprietari ecc., oppure incaricare una Delegazione ACI o un'Agenzia di pratiche automobilistiche, nel qual caso si dovrà sostenere anche il costo per la commissione.\n" } ]
1,319
[ { "from": "human", "value": "Qual è il limite massimo di stecche di sigarette che si può importare in Italia dall’estero per uso personale?" }, { "from": "gpt", "value": "Il limite cambia a seconda che il viaggiatore provenga da un Paese extracomunitario o da un Paese che fa parte dell’Unione Europea. Nel primo caso può portare con sè, in esenzione dei diritti doganali, sigarette per un quantitativo massimo di 200 pezzi (1 stecca); mentre nel secondo caso il quantitativo massimo consentito sale a 800 pezzi (4 stecche).\n\tPer approfondimenti: Carta Doganale del Viaggiatore (disponibile anche in francese e inglese) sul sito dell'Agenzia delle Dogane\n" } ]
1,320
[ { "from": "human", "value": "Nel caso in cui si vende un veicolo ad uno straniero non residente in Italia, che esporterà il veicolo all’estero, chi può radiare il veicolo dal Pubblico Registro Automobilistoco (PRA)?" }, { "from": "gpt", "value": "Sia il venditore (quale intestatario al PRA) sia l'acquirente straniero (quale avente titolo) possono richiedere al Pubblico Registro Automobilistico (PRA) l'annotazione della radiazione per esportazione all'estero. Le operazioni vengono effettuate in tempo reale attraverso la procedura di Sportello Telematico dell'Automobilista (STA) che permette all'utente di rivolgersi presso qualsiasi punto STA in Italia.\nNel caso in cui il venditore provveda direttamente alla radiazione per esportazione del veicolo, deve consegnare all'acquirente estero non residente in Italia, un estratto cronologico e, se il veicolo viene esportato in un paese dell'Unione Europea, la carta di circolazione annullata e restituita dal PRA, per permettere l'iscrizione del veicolo nello stato estero. Il venditore tratterrà il certificato di proprietà con l'annotazione della radiazione per esportazione.\nPer una maggiore tutela e garanzia del venditore è consigliabile che le parti stipulino un atto di vendita del veicolo, redatto nella forma della scrittura privata autenticata, da conservare insieme al certificato di radiazione rilasciato dal PRA. Qualora il venditore sia già all'estero con il veicolo, potrà rivolgersi al Consolato italiano per richiedere questa pratica.\nPer approfondimenti: ACI\n\t \n" } ]
1,321
[ { "from": "human", "value": "Dove è possibile per gli italiani che vivono all'estero reperire informazioni su RAI Internazionale e la sua programmazione?" }, { "from": "gpt", "value": "Tutte le informazioni possono essere trovate sul sito di Rai Internazionale .\nRai Internazionale trasmette in tutto il mondo una selezione dei programmi della Rai Radiotelevisione Italiana, insieme a programmi originali prodotti per gli italiani che vivono all'estero e per tutti coloro che hanno con il nostro paese un legame d'origine o anche solo di curiosità.\nRai Internazionale diffonde via satellite canali televisivi differenziati in base a diversi target geografici. I distributori di Rai Internazionale diffondono il segnale con diverse modalità (via cavo, via etere ecc.). E' a loro che bisogna rivolgersi per stipulare un abbonamento.\nPer approfondimenti sui distributori: Rai internazionale - Diffusione .\nRai Internazionale diffonde attraverso tre emissioni di 24 ore al giorno tre differenti linee di programmazione: - Rai Italia 1, raggiunge le Americhe; - Rai Italia 2, destinato all'Australia e all'Asia; - Rai Italia 3 destinato all'Africa.\nPer approfondimenti sulla programmazione: Rai internazionale - Guida TV .\n" } ]
1,322
[ { "from": "human", "value": "Come si può sapere se in una determinata zona c'è una buona ricezione del segnale RAI?" }, { "from": "gpt", "value": "Il sito internet Rai Way , alla sezione \"ricezione TV e radio\", permette di verificare il livello di ricezione e la qualità del segnale, analogico e digitale, dei canali RAI,  per ogni regione italiana. \nIn caso di problemi di ricezione del segnale si può contattare il Call Center Rai Way chiamando il numero verde 800.111.555, attivo dalle 8.00 alle 23.00,  inviare una e-mail a: raiway@rai.it oppure inviando una segnalazione tramite l'apposita sezione del sito internet.\nPer approfondimenti: Rai Way  e  Rai Way - contatti Utili .\n" } ]
1,323
[ { "from": "human", "value": "Dovendo predisporre la pubblicazione della rassegna stampa su un sito internet di cui sono gestore, vorrei sapere se è lecito riprodurre notizie, news e articoli pubblicati dai quotidiani on line." }, { "from": "gpt", "value": "L’articolo  65, della Legge 22 aprile 1941, n. 633 detta comunemente Legge sul Diritto d’autore recita testualmente: Gli articoli di attualità di carattere economico, politico o religioso pubblicati nelle riviste o nei giornali, oppure radiodiffusi o messi a disposizione del pubblico e gli altri materiali dello stesso carattere possono essere liberamente riprodotti o comunicati al pubblico in altre riviste o giornali, anche radiotelevisivi, se la riproduzione o l'utilizzazione non è stata espressamente riservata, purché si indichino la fonte da cui sono tratti, la data e il nome dell'autore, se riportato.\nQuanto sopra viene espresso anche dall’articolo 10 comma 1 della Legge 20 giugno 1978, n. 399, Ratifica ed esecuzione della convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie ed artistiche: Sono lecite le citazioni tratte da un'opera già resa  lecitamente accessibile al pubblico, nonché le citazioni di articoli di giornali e riviste periodiche nella forma di rassegne di stampe, a condizione che dette citazioni siano fatte conformemente ai buoni usi e nella misura giustificata dallo scopo.  \n" } ]
1,324
[ { "from": "human", "value": "E' possibile rateizzare un pagamento da effettuare all'Agenzia delle Entrate ?" }, { "from": "gpt", "value": "Il versamento delle somme dovute in seguito ai controlli automatici e ai controlli formali delle dichiarazioni può essere rateizzato. Le rate sono trimestrali, di pari importo o di importo decrescente. Sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi al tasso del 3,5% annuo.\nIl numero massimo di rate trimestrali in cui è consentito ripartire il debito dipende dall’importo da versare:\n" } ]
1,325
[ { "from": "human", "value": "Come è possibile sapere se una direttiva comunitaria è stata recepita negli altri stati membri?" }, { "from": "gpt", "value": "Il primo strumento a disposizione è la ricerca attraverso banca dati comunitaria Eurlex - l'accesso al diritto dell'Unione europea: una volta terminata la ricerca del documento, occorre selezionare “Nota bibliografica” e successivamente “Visualizza le misure nazionali di esecuzione - MNE”.\n\tIn questo modo si ottengono gli estremi del provvedimento di recepimento della direttiva e della relativa pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale di ogni paese. \n\tNel caso in cui per un determinato paese risulti la voce “NESSUN RIFERIMENTO DISPONIBILE”, ciò non implica necessariamente che il paese in questione non abbia ancora recepito la direttiva, ma può semplicemente significare che il recepimento non è ancora stato comunicato alla banca dati comunitaria. \n\tI centri di informazione messi a disposizione dall’UE, quali ad esempio gli EIC (Euro Info Centre) o i CDE (Centri di Documentazione Europea, all'interno della rete \"Europe Direct\") possono in tal caso svolgere ricerche più approfondite. \n" } ]
1,326
[ { "from": "human", "value": "Si può recedere anticipatamente dal contratto stipulato con gestori di servizi di telefonia, internet e comunicazioni elettroniche? " }, { "from": "gpt", "value": "Il recesso anticipato, senza penali, dai servizi di telefonia e comunicazione elettronica è stato previsto e disciplinato dal Decreto Legge 31 gennaio 2007, n. 7 (Misure urgenti per la tutela dei consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attivita' economiche, la nascita di nuove imprese, la valorizzazione dell'istruzione tecnico-professionale e la rottamazione di autoveicoli), convertito con modificazioni, che all’art.1 comma 3 dispone:\n[...] I contratti per adesione stipulati con operatori di telefonia e di  reti televisive e di comunicazione elettronica, indipendentemente dalla  tecnologia  utilizzata,  devono  prevedere  la  facoltà del contraente  di recedere dal contratto o di  trasferire le utenze  presso   altro  operatore  senza vincoli temporali o ritardi non giustificati e senza spese non giustificate da costi dell'operatore  e  non  possono  imporre  un  obbligo  di  preavviso superiore  a  trenta  giorni.  Le clausole difformi sono nulle, fatta salva  la  facoltà degli operatori di adeguare alle disposizioni del presente  comma  i rapporti contrattuali già stipulati alla data di entrata in vigore del presente decreto entro i successivi sessanta giorni. [...]\nL’Autorità per la garanzia nelle Comunicazioni (AGCOM) ha adottato la  Guida ai servizi di comunicazione elettronica e le specifiche Linee guida della direzione tutela dei consumatori   sull’argomento cui si rinvia per  approfondimenti e dettagli.\n" } ]
1,327
[ { "from": "human", "value": "Lavoratore ormai prossimo alla pensione. Dall'estratto conto contributivo chiesto all'Inps ha scoperto che non risultano  circa due anni di contributi versati anni fa, quando lavorava presso un'azienda privata che ora ha chiuso. Come può fare per recuperare i contributi mancanti?" }, { "from": "gpt", "value": "Quando un lavoratore si rende conto che nel suo estratto conto mancano dei contributi che sono stati omessi o che oramai sono prescritti, può richiedere l'applicazione dell'articolo 13, comma 5, della Legge 12 agosto 1962, n. 1338, per la costituzione di una rendita vitalizia reversibile pari alla quota di pensione che spetterebbe in relazione ai contributi omessi.\nE' naturalmente indispensabile, però, che il lavoratore possa documentare l'esistenza del rapporto di lavoro per il quale non si hanno contributi, e le retribuzioni percepite, con documentazione contemporanea a quel periodo (libretto di lavoro, lettere di assunzione, buste paga, ecc.).\n" } ]
1,328
[ { "from": "human", "value": "Sono uno studente, vorrei sapere entro quale data devo recuperare i miei debiti formativi." }, { "from": "gpt", "value": "Il termine per il recupero dei debiti formativi è il 31 agosto come ultimo appello e comunque prima che inizi l'anno scolastico.\nPer approfondimenti: Portale dello studente - Debiti formativi\n\t \n" } ]
1,329
[ { "from": "human", "value": "Dove posso trovare informazioni esaustive sul regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità? \n\t " }, { "from": "gpt", "value": "L'Agenzia delle Entrate ha emanato la circolare n. 17/E del 30 maggio 2012 che contiene una serie di approfondimenti e precisazioni sul regime dei minimi relativamente a: durata; requisiti oggettivi e soggettivi; ingresso, disapplicazione e uscita dal regime fiscale; caratteristiche dello stesso. \nIl sito dell'Agenzia delle Entrate, inoltre, ha una scheda informativa che fornisce indicazioni su: accesso al regime, semplificazioni e adempimenti.\n" } ]
1,330
[ { "from": "human", "value": "Dove è possibile reperire informazioni sui servizi dedicati ai disabili nella Regione Lombardia?" }, { "from": "gpt", "value": "La Regione Lombardia ha attivato lo Sportello Disabili. Si tratta di un servizio che si rivolge alle persone con disabilità e alle loro famiglie, agli operatori, ai volontari e alle organizzazioni pubbliche e private del settore. \n" } ]
1,331
[ { "from": "human", "value": "Devo intraprendere un'attività produttiva in Sardegna e mi è stato chiesto di presentare la DUAAP: di cosa si tratta?" }, { "from": "gpt", "value": "La DUAAP è Dichiarazione Unica Autocertificativa per la realizzazione di un intervento relativo ad Attività Produttive, prevista dalla Legge regionale 5 marzo 2008 n.3 che ha modificato radicalmente i procedimenti del SUAP prevedendo due procedure possibili per la nascita di un’attività produttiva: l’immediato avvio e la conferenza di servizi (Art. 1 commi 16-32).\n\tNell’immediato avvio l’imprenditore presenta al SUAP la DUAAP, con allegate le relazioni e le attestazioni tecniche necessarie (allegati). Trascorsi 20 giorni senza che siano segnalate anomalie, l’imprenditore inizia a costruire l’impianto o avvia la propria attività. In casi particolari (indicati al comma 24), l’imprenditore, per la natura dell’attività o la localizzazione dell’impianto, deve attendere gli esiti di un’apposita conferenza di servizi. Si tratta di casi attinenti, ad esempio, alle verifiche ambientali, alla sicurezza pubblica, alla tutela della salute e della pubblica incolumità. \n\tDisponibile on line la modulistica. Per ulteriori informazioni vedere anche la Circolare applicativa.\n" } ]
1,332
[ { "from": "human", "value": "Sono un piccolo imprenditore toscano in difficoltà, dove posso trovare informazioni in merito alle iniziative a sostegno del credito attivate nella mia regione?" }, { "from": "gpt", "value": "La Prefettura di Firenze in collaborazione con la Regione Toscana, ha realizzato, nell'ambito delle iniziative promosse dallo Speciale Osservatorio sul credito, istituito presso la Prefettura di Firenze, in conformità alla legge 28 gennaio 2009 n. 2 che disciplina le misure anti-crisi per il sostegno a famiglie e imprese, una banca dati che raccoglie tutte le forme di intervento messe in atto sul territorio toscano da Comuni, Comunità Montane, Province, Regione, Prefetture, Camere di Commercio, Associazioni di Categoria economiche, sociali ed Enti comunque rappresentati in seno all'Osservatorio. Scopo dell'iniziativa è quello di poter fornire a imprese e cittadini informazioni complete, di facile consultazione ed utili ad orientarsi opportunamente tra i vari strumenti creditizi disponibili. La ricerca è possibile sia per parametri (ambito territoriale, tipologie di beneficiari, interventi e finalità) sia per parole chiave.\nPer approfondimenti, si può consultare l'apposita banca dati. \n\t \n" } ]
1,333
[ { "from": "human", "value": "Come è possibile registrare un marchio comunitario senza doverlo fare in tutti i singoli Paesi dell'UE?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Portale dell'Unione Europea chiarisce che l’Ufficio per l’armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni e modelli) (UAMI) è l’autorità ufficiale che si occupa delle procedure relative ai marchi comunitari e, dal 2003, di quelle relative ai disegni e modelli comunitari registrati. Tali diritti di proprietà intellettuale sono validi in tutti i Paesi dell’UE. I marchi e i disegni e modelli appartengono al mondo del diritto societario privato. L’UAMI è nel contempo un’agenzia della Comunità europea e un ufficio di proprietà industriale, con una propria funzione tecnica, vale a dire la registrazione dei diritti di proprietà industriale. In qualità di agenzia di servizi, l’Ufficio ha il dovere di collocare i propri clienti, ovverosia le imprese che depositano i loro marchi e i loro disegni e modelli, al centro dell’intero sistema dell’UAMI e di fornire loro il servizio migliore al prezzo più conveniente. Il marchio comunitario e il disegno e modello comunitario registrato sono la via di accesso ad un mercato unico. Il fatto che abbiano una natura unitaria significa che le formalità e la gestione possono essere mantenute ad un livello semplificato: una domanda unica, un centro amministrativo unico e un fascicolo unico da gestire. I marchi, disegni e modelli sono soggetti ad un diritto uniforme, con una protezione forte e unitaria nell’intera Unione europea. Tale semplificazione porta ad una riduzione notevole dei costi rispetto ai costi complessivi della registrazione nazionale in tutti i paesi dell’Unione europea.\nPer approfondimenti: Ufficio per l'armonizzazione nel mercato interno (marchi, disegni, modelli)\n \n" } ]
1,334
[ { "from": "human", "value": "Vorrei conoscere la procedura di registrazione di un periodico" }, { "from": "gpt", "value": "La pubblicazione di ogni giornale o periodico deve essere preceduta dalla registrazione presso la cancelleria del tribunale nella cui circoscrizione la pubblicazione deve essere effettuata (sede dell’editore). \n\tLa registrazione risponde all'esigenza di una forma di pubblicità legale dell'esistenza del giornale o periodico, ed alla necessità di un controllo sull'esistenza dei requisiti minimi oggettivi di legalità, come per esempio la presenza di un direttore responsabile iscritto nell'albo dei pubblicisti o dei giornalisti professionisti.\n\tIstruzioni dettagliate sul sito degli Uffici giudiziari di Genova. \nEntro quindici giorni dall’avvenuto mutamento, deve essere registrata ogni successiva variazione di uno degli elementi costitutivi della testata.\n" } ]
1,335
[ { "from": "human", "value": "Come può un ente iscriversi al registro per poter svolgere le mediazioni?" }, { "from": "gpt", "value": "L'attività di mediazione e conciliazione può essere svolta unicamente da organismi accreditati presso il Ministero della Giustizia e inseriti nel Registro degli organismi di mediazione ai sensi dell'art. 16 del decreto legislativo 28/2010. Con Provvedimento del 4 novembre 2010 sono stati approvati i nuovi modelli di domanda per l'iscrizione al registro degli organismi di mediazione e all’elenco degli enti formatori per la mediazione. Il 2 febbraio 2011 è stata emessa una nota illustrativa di aiuto alla compilazione dei modelli di domanda.\nL'iscrizione nell'elenco può avvenire, in un primo momento, a titolo provvisorio. L’iscrizione deriva dall’adempimento a quanto previsto nell’art. 4 del decreto 180/2010. In questi casi, essendo decorso il termine di quaranta giorni dal ricevimento della domanda, ovvero di venti giorni dopo il ricevimento della documentazione integrativa richiesta, la direzione generale provvede alla prevista iscrizione. Ciò non toglie, comunque, che la direzione generale attivi il proprio potere di controllo successivo all'iscrizione, procedendo alla verifica della legittimità della domanda per eventuale adozione di provvedimento in autotutela. In questo caso l’iscrizione è avvenuta solo per effetto del silenzio assenso e l’amministrazione procederà a breve al compimento dell’attività di controllo. Registro degli organismi\nIndicazioni sull'applicabilità della disciplina del silenzio-assenso: circolare n. 13/06/2011\n" } ]
1,336
[ { "from": "human", "value": "Come si può evitare di ricevere telefonate promozionali?" }, { "from": "gpt", "value": "Dal 1° febbraio 2011 gli abbonati telefonici, i cui nominativi e numeri siano in elenco e che non desiderino ricevere telefonate pubblicitarie devono iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni. L'iscrizione è gratuita, ha durata indefinita e può essere revocata in qualunque momento. Ci si può opporre in 5 modi alle telefonate commerciali: per raccomandata; via fax; per mail; tramite numero verde e compilando un modulo elettronico secondo le modalità indicate nella Scheda informativa del Garante per la Protezione dei Dati Personali.\n" } ]
1,337
[ { "from": "human", "value": "Durante la procedura di regolarizzazione di lavoratori irregolari del 2009, se la persona che faceva richiesta di emersione per la sua badante moriva prima della firma del contratto di lavoro, la domanda veniva rigettata?" }, { "from": "gpt", "value": "In base alla circolare n. 6466/09 del Ministero dell'Interno, in casi del genere si è consentito, in sede di stipula del contratto, il subentro di un componente del nucleo familiare del defunto datore di lavoro, eventualmente anche modificando il rapporto di lavoro purchè sussistessero i requisiti previsti dalla norma, ovvero il rilascio al lavoratore extracomunitario di un permesso di soggiorno per attesa occupazione, qualora il predetto subentro non fosse possibile.\n" } ]
1,338
[ { "from": "human", "value": "Con la procedura di regolarizzazione del 2012, era possibile presentare domanda di regolarizzazione anche per cittadini extracomunitari presenti regolarmente sul nostro territorio ma non autorizzati a lavorare?" }, { "from": "gpt", "value": "Si. Con la circolare del 12/09/2012 del Ministero dell'Interno era stato chiarito che la procedura di regolarizzazione poteva essere attivata anche nei confronti dei lavoratori stranieri, presenti ininterrottamente nel territorio nazionale almeno dal 31/12/2011, titolari di un permesso di soggiorno rilasciato per motivi che non autorizzavano lo svolgimento di attività lavorativa o autorizzati a permanere nel territorio nazionale per un periodo temporale delimitato, quale ad esempio i titolari di permesso di soggiorno rilasciato ai sensi dell'art. 31 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, cosiddetto Testo Unico Immigrazione.\nInoltre nelle FAQ del Portale Integrazione Migranti, dei Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell'Interno, dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e del Ministro della Cooperazione Internazionale e della Cooperazione, si era chiarito che la domanda di emersione poteva essere presentata dai datori di lavoro che occupavano lavoratori stranieri comunque presenti sul territorio nazionale. Di conseguenza, tale istanza poteva essere presentata anche in favore di stranieri che, pur regolarmente presenti sul territorio nazionale, non potevano essere assunti in quanto privi del titolo di soggiorno che li abilitasse allo svolgimento di un’attività lavorativa (turismo, cure mediche, studio, motivi religiosi, etc.). Tale ipotesi comprendeva anche il caso di straniero con permesso di soggiorno scaduto da oltre 60 giorni e per il quale non era stato richiesto nei termini il rinnovo.\nPer ulteriori informazioni:\nMinistero dell'Interno - Indicazioni per la predisposizione e presentazione delle domande di emersione dal lavoro irregolare\nPortale Integrazione Migranti - FAQ Emersione 2012\n" } ]
1,339
[ { "from": "human", "value": "Per presentare domanda di regolarizzazione di un lavoratore extracomunitario irregolare alle sue dipendenze, quali erano le modalità con cui il datore di lavoro doveva versare il contributo forfettario di 1000 euro previsto dalla normativa?" }, { "from": "gpt", "value": "Il datore di lavoro che presentava domanda di emersione, ai sensi della procedura di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari presenti irregolarmente sul territorio italiano prevista dal Decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109, come chiarito con il decreto interministeriale del Ministro dell'Interno di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione e il Ministro dell'Economia e delle Finanze del 29 agosto 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7/09/2012, era tenuto a versare un contributo forfettario di euro 1.000 (mille) per ciascun lavoratore tramite il modello di pagamento F24 con elementi identificativi.\nCon la Risoluzione n. 85/E del 31 agosto 2012, l’Agenzia delle Entrate aveva infatti istituito i codici tributo per consentire l’esatta compilazione, da parte dei datori di lavoro, del modello F24 Versamenti con elementi identificativi, da utilizzare nella procedura di emersione dal lavoro irregolare. Sono stati denominati i codici tributo REDO (per il lavoro domestico) e RESU (per il lavoro subordinato).\nSi poteva procedere al versamento a partire dal 7 settembre 2012. \n" } ]
1,340
[ { "from": "human", "value": "Come funzionava la regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari irregolarmente soggiornanti del 2012?" }, { "from": "gpt", "value": "Ai sensi del Decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109 , in vigore dal 9 agosto 2012, dal 15 settembre al 15 ottobre 2012 era possibile presentare domanda di regolarizzazione per i lavoratori extracomunitari presenti irregolarmente sul territorio italiano.\nI datori di lavoro che impiegavano irregolarmente cittadini extracomunitari, potevano sanare la propria posizione presentando domanda di regolarizzazione esclusivamente per via informatica secondo le modalità stabilite con l'apposito decreto interministeriale del Ministro dell'Interno di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione e il Ministro dell'Economia e delle Finanze del 29 agosto 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7/09/2012, tramite l'apposito servizio di inoltro telematico sul sito del Ministero dell'Interno.\nNello specifico, i datori di lavoro italiani o cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea e i datori di lavoro stranieri in possesso del titolo di soggiorno previsto dall'articolo 9 del Testo Unico Immigrazione di cui al Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, che al 9 agosto 2012 occupavano irregolarmente alle proprie dipendenze, da almeno 3 mesi e continuavano ad occuparli alla data di presentazione della dichiarazione di emersione, stranieri extracomunitari presenti nel territorio nazionale in modo ininterrotto almeno dalla data del 31 dicembre 2011, potevano dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo Sportello unico per l'immigrazione presentando l'apposita domanda. In ogni caso, la presenza sul territorio nazionale dello straniero dal 31 dicembre 2011 doveva essere attestata da documentazione proveniente da organismi pubblici.\nIl datore di lavoro, che presentava domanda di emersione, era tenuto al versamento di un contributo forfettario di 1.000 euro per ciascun lavoratore tramite il modello di pagamento F24 con elementi identificativi. Si poteva procedere al versamento dal 7 settembre 2012. Con la Risoluzione n. 85/E del 31 agosto 2012, l’Agenzia delle Entrate aveva istituito i codici tributo per consentire l’esatta compilazione, da parte dei datori di lavoro, del modello F24 Versamenti con elementi identificativi, da utilizzare nella procedura di emersione dal lavoro irregolare, denominati REDO (per il lavoro domestico) e RESU (per il lavoro subordinato).\nIl D.lgs. 109/2012 prevedeva inoltre una disposizione transitoria volta a permettere ai datori di lavoro di dichiarare l’esistenza di rapporti di lavoro irregolari pregressi.\nDal 9 agosto 2012, data di entrata in vigore del decreto, fino alla conclusione del procedimento di presentazione della dichiarazione di emersione, sono stati sospesi i procedimenti penali e amministrativi nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore per le violazioni delle norme.\nSulla regolarizzazione sono state emanate, tra le altre, anche numerose circolari per fornire ulteriori chiarimenti come la circolare congiunta del 7/09/2012 del Ministero dell'Interno e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 5636 e la circolare del 12/09/2012 del Ministero dell'Interno che illustrano la procedura di regolarizzazione, la circolare INPS del 14/09/2012 n. 113 e la circolare INPS del 28/09/12 n.118 che contengono le indicazioni operative in ordine agli adempimenti nei confronti dell’INPS da parte dei datori di lavoro che si sono avvalsi della procedura di emersione, la circolare INAIL del 2/10/2012 n. 48, la circolare del Ministero dell'Interno del 4/10/2012 n. 6121 dedicata alla documentazione proveniente da organismi pubblici che lo straniero deve fornire per dimostrare la sua presenza sul territorio italiano almeno dal 31/12/2011. Inoltre l'ANCE - Associazione Nazionale Costruttori Edili nella comunicazione del 26/09/12 n. 502 ha fornito chiarimenti sul DURC.\nL'INPS con il messaggio del 5/11/2012 n. 17898 ha fornito ulteriori indicazioni inerenti i MAV per il pagamento dei contributi da parte dei datori di lavoro.\nLa circolare del Ministero dell'Interno del 4/12/2012 n. 7529 ha inoltre fornito chiarimenti sui seguenti casi:\n" } ]
1,341
[ { "from": "human", "value": "Quale tipo di documentazione poteva essere utilizzata dallo straniero per dimostrare la presenza sul territorio italiano almeno dal 31 dicembre 2011?" }, { "from": "gpt", "value": "Come indicato nelle FAQ congiunte del Ministero dell'Interno e del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e nella circolare del 4/10/2012 n. 6121 del Ministero dell'Interno potevano essere considerati documentazione utile ai fini dell’attestazione della presenza del lavoratore straniero sul territorio italiano almeno dalla data del 31.12.2011 o da data precedente:\n" } ]
1,342
[ { "from": "human", "value": "Quali soggetti erano esclusi dall'ambito di applicazione della procedura di regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari introdotta dal d.lgs. 109/2012?" }, { "from": "gpt", "value": "Dal 15 settembre al 15 ottobre 2012 i datori di lavoro potevano presentare domanda di regolarizzazione per i lavoratori extracomunitari presenti irregolarmente sul territorio italiano, seguendo la procedura prevista dal Decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109, in vigore dal 9 agosto 2012, seguendo le indicazioni riportate nel decreto interministeriale del Ministro dell'Interno di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione e il Ministro dell'Economia e delle Finanze del 29 agosto 2012, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 settembre 2012. \nPer quanto concerne i datori di lavoro, erano esclusi dalla procedura di regolarizzazione:\n- il datore di lavoro che risultava condannato negli ultimi cinque anni, anche con sentenza non definitiva, per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina verso l'Italia e dell'immigrazione clandestina dall'Italia verso altri Stati o per reati diretti al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione o di minori da impiegare in attività illecite; aver occupato alle proprie dipendenze lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, ovvero il cui permesso era scaduto e del quale non era stato chiesto, nei termini di legge, il rinnovo, revocato o annullato ai sensi dell'art. 22 comma 12 del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, cosiddetto Testo Unico Immigrazione;\n- il datore di lavoro che, a seguito dell'espletamento di procedure di ingresso di cittadini stranieri per motivi di lavoro subordinato ovvero di procedure di emersione dal lavoro irregolare, non aveva provveduto alla sottoscrizione del contratto di soggiorno presso lo Sportello unico ovvero alla successiva assunzione del lavoratore straniero, salvo cause di forza maggiore comunque non imputabili al datore di lavoro.\nPer quanto concerne i lavoratori stranieri, erano esclusi dalla procedura:\n- i lavoratori comunitari;\n- i lavoratori extracomunitari nei confronti dei quali era stato emesso un provvedimento di espulsione;\n- i lavoratori extracomunitari che risultavano segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore per l'Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato;\n- i lavoratori extracomunitari che risultavano condannati, anche con sentenza non definitiva, compresa quella pronunciata anche a seguito di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del Codice di Procedura Penale, per uno dei reati previsti dall'articolo 380 del medesimo codice;\n- i lavoratori extracomunitari che comunque erano considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza dello Stato o di uno dei Paesi con i quali l'Italia ha sottoscritto accordi per la soppressione dei controlli alle frontiere interne e la libera circolazione delle persone.\nErano esclusi inoltre dalla procedura di regolarizzazione i rapporti di lavoro a tempo parziale, fatto salvo quanto previsto in materia di lavoro domestico e di sostegno al bisogno familiare.\n" } ]
1,343
[ { "from": "human", "value": "E' possibile l'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale per gli stranieri per i quali è stata chiesta la regolarizzazione? Possono avere assistenza sanitaria durante la procedura di regolarizzazione?" }, { "from": "gpt", "value": "Si, come chiarito dalla circolare 6561 del 25/10/2012 del Ministero dell'Interno relativa all'assistenza sanitaria da erogare ai cittadini stranieri per i quali è stata presentata domanda di emersione dal lavoro irregolare nelle more della conclusione della procedura disciplinata dall'articolo 5 del Decreto legislativo 16 luglio 2012, n. 109. In particolare il Ministero ha chiarito che i cittadini stranieri, per i quali è stata presentata dichiarazione di emersione, sono assimilabili ai destinatari dell'assicurazione obbligatoria di cui all'art. 34 del  Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (cosidetto \"Testo Unico Immigrazione\") e quindi possono essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. \nCome ribadito dalla Circolare 6635 del 30/10/2013 del Ministero dell'Interno, gli stranieri per i quali non si è ancora concluso l’iter di regolarizzazione possono fruire pienamente del diritto all'assistenza sanitaria e pertanto anche se sono sprovvisti del codice fiscale alfanumerico, possono essere iscritti con un codice fiscale provvisorio (numerico da 11 cifre), che è stato attribuito loro dall’Agenzia delle Entrate a seguito della fornitura dei dati da parte del Ministero dell’interno.\nIl cittadino straniero, con la ricevuta della domanda di regolarizzazione (nella quale sono presenti i dati anagrafici completi come registratati dal Ministero dell’interno), può recarsi alla ASL per richiedere l’iscrizione al SSN; l’operatore ASL accede alla funzione di inserimento assistito con i dati anagrafici completi riportati nella domanda di emersione. Se il sistema individua univocamente il soggetto, sia che abbia il codice fiscale alfanumerico sia quello provvisorio numerico, può procedere all’inserimento dell’assistito ed alla scelta del medico. Se il cittadino viene iscritto con il codice fiscale provvisorio numerico non verrà prodotta automaticamente la tessera sanitaria ma sarà possibile stampare un certificato sostitutivo della tessera sanitaria.\n\tSe l’operatore ASL non individua univocamente il codice fiscale del cittadino da iscrivere al SSN, lo straniero dovrà recarsi al più vicino Ufficio dell’Agenzia delle Entrate per verificare la sua posizione negli archivi dell’Anagrafe Tributaria.\nLe indicazioni operative per gli uffici interessati sono state fornite nella Circolare 27162 del 24/10/13 del Ministero della Salute.\n" } ]
1,344
[ { "from": "human", "value": "Quali requisiti di reddito doveva avere il datore di lavoro per poter procedere alla regolarizzazione dei lavoratori extracomunitari?" }, { "from": "gpt", "value": "Il decreto interministeriale del Ministro dell'Interno di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione e il Ministro dell'Economia e delle Finanze del 29 agosto 2012, in attuazione del Decreto Legislativo 16 luglio 2012, n. 109, disponeva che per accedere alla procedura di emersione il reddito del datore di lavoro non doveva essere inferiore a 30.000 euro annui e, nel caso di lavoro domestico, non poteva essere inferiore a 20.000 o 27.000 euro annui rispettivamente nelle ipotesi di nucleo familiare composto da uno o più soggetti percettori di reddito. Era ammesso il cumulo anche con il reddito del coniuge e di parenti di 2° grado non conviventi.\nCome specificato nella Circolare congiunta Ministero Interno-Lavoro del 7 settembre 2012 la verifica di congruità del reddito e delle condizioni contrattuali applicate veniva effettuata dalla Direzione Territoriale del Lavoro. Nello specifico si parlava di \"reddito imponibile o fatturato, quale risultante dall'ultima dichiarazione dei redditi o dal bilancio di esercizio precedente, per il datore di lavoro persona fisica, ente o società\".\n" } ]
1,345
[ { "from": "human", "value": "Dove si può consultare la guida europea per le modalità di importazione di prodotti e servizi da Paesi Terzi?" }, { "from": "gpt", "value": "La Banca dati (in inglese) europea per gli esportatori sulle modalità di importazione della Direzione Generale Commercio della Commissione europea è una sorta di guida per gli esportatori che contiene indicazioni sulle formalità da seguire per coloro che vogliono importare merci e prodotti da Paesi Terzi.\n" } ]
1,346
[ { "from": "human", "value": "Quale requisito deve avere un cittadino straniero per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale?" }, { "from": "gpt", "value": "Il requisito principale è un contratto di lavoro. E' infatti obbligatoria l'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) dei seguenti soggetti:\na) stranieri regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o siano iscritti nelle liste di collocamento;\nb) stranieri regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo politico, per asilo umanitario, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza.\nIl permesso di soggiorno per motivi di salute può essere prorogato in tutti quei casi nei quali il cittadino straniero abbia contratto una malattia o subito un infortunio o malattia professionale che non consentano di lasciare il territorio nazionale in caso di scadenza del permesso di soggiorno.\nL'assistenza spetta altresì ai familiari a carico regolarmente soggiornanti e viene assicurata fin dalla nascita ai minori figli di stranieri iscritti al Servizio Sanitario Nazionale.\nL'iscrizione al S.S.N. del cittadino straniero, in quanto assicurato obbligatoriamente, non solo consegue direttamente al provvedimento emanato da un'altra amministrazione, ma ha altresì valore ricognitivo e non costitutivo del diritto.\nIn sostanza il diritto all'assistenza sanitaria insorge con il verificarsi dei requisiti e dei presupposti previsti dalla legge (rilascio del permesso di soggiorno per i motivi suindicati), pur in assenza di iscrizione alla U.S.L. . Questo significa che in presenza di  un permesso di soggiorno non soltanto si deve provvedere, anche d'ufficio, all'iscrizione al S.S.N., ma altresì ad erogare immediatamente le prestazioni sanitarie necessarie. Altra conseguenza di tale principio è che il rilascio del permesso di soggiorno, purchè la richiesta di quest'ultimo sia stata presentata entro i termini previsti dall'art. 5 del T.U., fa retroagire il diritto all'assistenza sanitaria dello straniero, in quanto regolarmente soggiornante, alla data di ingresso in Italia.\nPer approfondimenti: Stranieri iscritti al S.S.N.\n \n" } ]
1,347
[ { "from": "human", "value": "Che requisiti sono necessari per svolgere attività di mediazione e iscriversi ad un organismo di mediazione?" }, { "from": "gpt", "value": "I requisiti per poter svolgere l'attività di mediatore sono dettati dall’art. 4, comma terzo, del Decreto Ministeriale 180/2010.\n\tI mediatori devono possedere una laurea universitaria triennale, ovvero, in alternativa, devono essere iscritti ad un ordine o collegio professionale. Dunque, non è più necessaria la laurea in materie giuridiche e, in ogni caso, anche l’iscritto ad un collegio professionale, sebbene privo di laurea, può ottenere l’iscrizione nell’elenco degli organismi se possiede la specifica formazione. E' necessario, inoltre, aver frequentato e superato con esito positivo un percorso formativo di durata non inferiore a 50 ore tenuto ed attestato da un ente di formazione accreditato presso il Ministero della Giustizia. Successivamente è possibile chiedere l'iscrizione ad un organismo che svolge le mediazioni. I mediatori possono svolgere la loro attività al massimo per cinque organismi di mediazione.\nElenco degli organismi di mediazione cui rivolgersi per l'iscrizione.Circolare 4 aprile 2011 che chiarisce alcuni requisiti dei mediatori.\n\t \n" } ]
1,348
[ { "from": "human", "value": "Si può presentare domanda per l'assegno  sociale avendo un'età di anni 61, con solo sette anni di contribuzione e non avendo, di fatto, diritto alla pensione contributiva?\n " }, { "from": "gpt", "value": "Un cittadino italiano, o equiparato, può fare domanda di assegno sociale quando non percepisce alcun reddito o ne percepisce uno inferiore all'importo corrente dell'assegno sociale, se ha raggiunto i 65 anni e tre mesi di età e risiede abitualmente in Italia. E’ una prestazione di carattere assistenziale che prescinde del tutto dal pagamento dei contributi e spetta ai cittadini che si trovino in disagiate condizioni economiche.\n\tSono equiparati ai cittadini italiani: gli abitanti di San Marino, i rifugiati politici, i cittadini di uno Stato dell'Unione Europea residenti in Italia e i cittadini extracomunitari in possesso di carta di soggiorno.\n\tLa residenza abituale in Italia è un requisito fondamentale tanto che, se il titolare di assegno sociale trasferisce all'estero la propria residenza, ne perde il diritto.\n\tDal 1° gennaio 2009, inoltre, è richiesto l’ulteriore requisito costituito dal soggiorno legale, in via continuativa, per almeno dieci anni in Italia.\n\tL'assegno sociale è una prestazione che non spetta ai superstiti.\n\tSe chi fa domanda non ha alcun reddito personale, né insieme all'eventuale coniuge, percepirà l'assegno sociale in misura intera. Se, invece, i suoi redditi, quelli dell'eventuale coniuge oppure la somma di entrambi superano i limiti di legge, l'assegno sociale viene negato.\nSi segnala che ai sensi dell'art 24, comma 8, del Decreto Legge n 201/2011 convertito in Legge n 214/2011, a decorrere dal 1° gennaio 2018 l'assegno sociale sarà conseguito, per effetto dell'adeguamento del requisito anagrafico in base alla speranza di vita, in previsione, a 67 anni e 11 mesi, così come per la pensione di vecchiaia.\n\tPer approfondimenti: INPS Assegno sociale; Decreto Legge n 201/2011 convertito in Legge n 214/2011\n" } ]
1,349
[ { "from": "human", "value": "Quali sono i requisiti per ottenere la borsa di studio Inps Gestione Dipendenti Pubblici?" }, { "from": "gpt", "value": "Per ottenere la borsa di studio Inps Gestione Dipendenti Pubblici è necessario avere sia requisiti di merito (prefissati ogni anno nel bando di concorso), sia requisiti economici (è necessario che il nucleo familiare dello studente abbia un ISEE al di sotto della soglia massima fissata nel bando di concorso).\n" } ]
1,350
[ { "from": "human", "value": "Una cittadina extracomunitaria regolarmente residente in Italia da 13 anni, con un permesso di soggiorno per residenza elettiva, puo' chiedere la cittadinanza italiana?" }, { "from": "gpt", "value": "Il permesso di soggiorno per residenza elettiva non può essere rinnovato o prorogato qualora risulti che lo straniero abbia interrotto il soggiorno in Italia per un periodo continuativo di oltre sei mesi, salvo che detta interruzione sia dipesa dalla necessità di adempiere agli obblighi militari o da altri gravi e comprovati motivi.\nDopo 5 anni, è possibile richiedere la Carta di soggiorno di lungo periodo, con validità di 5 anni.\nDopo 10 anni è possibile richiedere la cittadinanza italiana.\nPer approfondimenti: INPS\n \n" } ]
1,351
[ { "from": "human", "value": "In caso di trasferimento presso un pensionato per anziani situato in un comune diverso da quello di residenza, cosa si deve fare per ottenere il cambio di residenza?" }, { "from": "gpt", "value": "Secondo quanto dettato dagli art. 5 e 6 del Regolamento anagrafico (Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223) la richiesta di residenza nel nuovo comune dovrà essere effettuata dal responsabile della struttura di convivenza. Per convivenza s’intende un insieme di persone normalmente coabitanti per motivi religiosi, di cura, di assistenza, militari, di pena e simili, aventi dimora abituale nello stesso Comune.\n" } ]
1,352
[ { "from": "human", "value": "In caso di nuova dichiarazione di residenza il cittadino deve informare il Ministero dei Trasporti del trasferimento? Il Ministero invia per posta il tagliando adesivo con il nuovo indirizzo di residenza?" }, { "from": "gpt", "value": "L'articolo 13 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente) dispone che il cittadino che sposta la propria residenza denunci il trasferimento, entro 20 giorni da quando è avvenuto, all'amministrazione comunale.\nIl Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto nuove disposizioni in materia anagrafica, con il cambio di residenza in tempo reale, stabilendo che i cambi di residenza divengono effettivi entro 2 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta da parte dell’ufficio comunale, con decorrenza, dunque, dalla data di presentazione delle dichiarazioni medesime.\nLa dichiarazione di residenza viene resa utilizzando la modulistica predisposta dal Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno, ed adottata da tutti i Comuni, che prevede la compilazione di alcuni campi specifici d’interesse del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Dipartimento per i trasporti terrestri , secondo quanto disposto dall' art.116, comma 11, del Decreto Legislativo del 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo Codice della Strada):\n" } ]
1,353
[ { "from": "human", "value": "Per non comparire più nello stato di famiglia dei propri genitori è necessario cambiare residenza?" }, { "from": "gpt", "value": "Per non comparire più nello stato di famiglia dei genitori è necessario trasferire la propria residenza.\nLo stato di famiglia riporta la composizione della \"famiglia anagrafica\". L'articolo 4 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 evidenzia che, agli effetti anagrafici, per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune (unico nucleo familiare); una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona.\nI soggetti che effettuano dichiarazioni anagrafiche chiariscono se nell’abitazione sita all'indirizzo di residenza sono già iscritte delle persone ed indicano se sussistono o non sussistono, rapporti di coniugio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi con esse. Persone o famiglie che coabitano nello stessa abitazione possono dar luogo, a distinte famiglie anagrafiche (distinti nuclei familiari) solo se tra i componenti delle due famiglie non vi sono tali vincoli.\nNella pubblicazione Metodi e Norme, serie B, n. 29 del 1992, redatta congiuntamente dall'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e dal Ministero dell'Interno, si evidenzia che i vincoli sono da ritenersi cessati soltanto con il cessare della coabitazione.\nNon costituiscono  famiglia anagrafica a se stante i figli che si sposano e continuano a coabitare con i genitori.\n" } ]
1,354
[ { "from": "human", "value": " Esistono dei tempi certi per il cambio di residenza nell'ambito dello stesso Comune?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto nuove disposizioni in materia anagrafica, stabilendo il cambio di residenza in tempo reale.\nI cambi di residenza sono effettivi entro 2 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta da parte dell’ufficio comunale, con decorrenza, dunque, dalla data di presentazione delle dichiarazioni medesime.\nLa norma stabilisce, altresì, che gli accertamenti comunali siano svolti entro 45 giorni dalla dichiarazione resa o inviata. L'ufficio comunale effettua le verifiche al domicilio dichiarato (tramite Polizia Locale) e controlla tutta la documentazione presentata dal richiedente, o eventualmente trasmessa dal comune di emigrazione; decorsi 45 giorni dalla richiesta, qualora non vengano comunicati all'interessato gli eventuali requisiti mancanti o gli esiti negativi degli accertamenti svolti, ai sensi dell'articolo 10-bis della Legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), quanto dichiarato si considera conforme alla situazione di fatto in essere alla data della dichiarazione.\nIl Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno, con la circolare n. 9 del 27 aprile 2012  (si veda anche pubblicazione modulistica) e con la circolare n. 23 del 14 settembre 2012 ha fornito istruzioni operative per l'attuazione della nuova norma.\n \n" } ]
1,355
[ { "from": "human", "value": "In caso di coabitazione tra persone che hanno avuto un \"rapporto affettivo\" non più in essere, qualora persista la convivenza, può essere modificata la composizione della famiglia anagrafica?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Regolamento Anagrafico della Popolazione Residente (Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223) prevede, all'articolo 13, che i soggetti effettuino dichiarazioni anagrafiche quali la costituzione di nuova famiglia o di nuova convivenza, mediante apposita \"modulistica per effettuare le dichiarazioni anagrafiche\" predisposta dal Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno ed adotatta da ogni Comune.\nL'articolo 4 dello stesso Decreto evidenzia che, agli effetti anagrafici, per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune (unico nucleo familiare); una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona.\nI soggetti che effettuano dichiarazioni anagrafiche chiariscono se nell’abitazione sita all'indirizzo di residenza sono già iscritte delle persone ed indicano se sussistono o non sussistono, rapporti di coniugio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi con esse. Persone o famiglie che coabitano nello stessa abitazione possono dar luogo, a distinte famiglie anagrafiche (distinti nuclei familiari) solo se tra i componenti delle due famiglie non vi sono tali vincoli.\nNella pubblicazione Metodi e Norme, serie B, n. 29 del 1992, redatta congiuntamente dall'ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) e dal Ministero dell'Interno, si precisa che la prova dei \"vincoli affettivi\" di cui alla definizione della famiglia anagrafica (art. 4 del già citato Regolamento Anagrafico) viene riconosciuta alla dichiarazione che gli interessati rendono al momento della costituzione o subentro nella famiglia.\nLa dichiarazione già resa sull'esistenza dei vincoli affettivi non può essere soggetta a continui ripensamenti. I vincoli stessi sono da ritenersi cessati soltanto con il cessare della coabitazione.\n" } ]
1,356
[ { "from": "human", "value": "In caso di richiesta di iscrizione anagrafica, per effettuare la dichiarazione, i cittadini stranieri quali documenti devono allegare?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto delle novità in materia anagrafica stabilendo il cambio di residenza in tempo reale.\nLe nuove regole prevedono che i cambi di residenza divengano effettivi entro 2 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta da parte dell’ufficio comunale, con decorrenza dalla data di presentazione delle dichiarazioni medesime.\nLa domanda può essere presentata, oltre che di persona, tramite una raccomandata, un fax o via email agli indirizzi e con le modalità indicate sul sito internet di ogni Comune.La novità riguarda anche i cittadini stranieri, siano essi extracomunitari o comunitari, che presentano per la prima volta domanda di iscrizione anagrafica (es. per chi è appena arrivato in Italia), che si sono trasferiti da un Comune a un altro o che hanno semplicemente cambiato indirizzo di residenza all’interno dello stesso Comune.\nIl Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno, con la circolare n. 9 del 27 aprile 2012 ha fornito istruzioni operative circa l'attuazione della nuova norma ed ha messo a disposizione la documentazione - modulistica per effettuare le dichiarazioni anagrafiche.\nI cittadini extracomunitari devono allegare alla domanda documenti che variano in base alla situazione del loro permesso di soggiorno secondo quanto riportato nell' allegato A - cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea .\n\tI cittadini dell’Unione Europea devono allegare documenti che cambiano per i lavoratori, per i non lavoratori che hanno risorse sufficienti a mantenersi oppure per gli studenti, secondo quanto riportato nell' allegato B - cittadini di Stati appartenenti all’Unione Europea .\n\t \n" } ]
1,357
[ { "from": "human", "value": "Le nuove disposizioni sul cambio di residenza \"in tempo reale\" si applicano anche in caso di trasferimento di un soggetto all'estero?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto delle novità in materia anagrafica stabilendo il cambio di residenza in tempo reale.\nLe nuove regole prevedono che i cambi di residenza divengano effettivi entro 2 giorni lavorativi dalla data di ricevimento della richiesta, con decorrenza dalla data di presentazione delle dichiarazioni medesime. La domanda può essere presentata, oltre che di persona, tramite una raccomandata, un fax o via email agli indirizzi e con le modalità indicate sul sito internet di ogni Comune.\nLe novità riguardano anche i cittadini che effettuano dichiarazione di trasferimento di residenza all'estero. \nI cittadini non italiani, a seguito della presentazione o dell'invio della dichiarazione di trasferimento, saranno cancellati dall’anagrafe del Comune di residenza per emigrazione all’estero.\nI cittadini italiani, che intendono trasferire la residenza all’estero per un periodo superiore a dodici mesi, possono dichiarare il trasferimento direttamente al Consolato, oppure, prima di espatriare, al Comune italiano di residenza.\nIn caso di presentazione di dichiarazione al Comune, i soggetti dichiaranti hanno l’obbligo di recarsi, comunque, entro 90 giorni dall’arrivo all’estero al Consolato di competenza per rendere la dichiarazione di espatrio. Il Consolato invierà, al Comune di provenienza il modello ministeriale per la richiesta di iscrizione all’Aire (anagrafe degli italiani residenti all’estero). La cancellazione dal registro della popolazione residente e l’iscrizione all’Aire, in tal caso, decorrono dalla data in cui gli interessati hanno reso la dichiarazione di espatrio al Comune e saranno effettuate entro due giorni dal ricevimento del modello consolare. Se entro un anno il comune non riceve dal Consolato la richiesta di iscrizione all’Aire, sarà avviato il procedimento di cancellazione dei richiedenti per irreperibilità.\nIn caso di presentazione di richiesta di iscrizione all’Aire direttamente al Consolato, si procede con la cancellazione automatica dal registro della popolazione residente . La cancellazione dal registro e l’iscrizione all' Aire saranno effettuate dal Comune entro due giorni dal ricevimento del modello consolare e con decorrenza dalla data del ricevimento del modello stesso.\nIl Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno, ha messo a disposizione la documentazione - modulistica per effettuare le dichiarazioni anagrafiche.  \nPer approfondimenti sull' iscrizione, la cancellazione e l' esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all´estero si rimanda alla consultazione del Sito internet del Ministero dell'Interno - AIRE .\n" } ]
1,358
[ { "from": "human", "value": "E' possibile presentare richiesta di cambio di residenza via posta elettronica?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito con modificazioni dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto nuove disposizioni in materia anagrafica. E' prevista la possibilità di effettuare le dichiarazioni anagrafiche attraverso la compilazione di moduli conformi a quelli pubblicati sul sito internet del Ministero dell'Interno, che sarà possibile inoltrare al comune competente.\nAi sensi delle disposizioni del  Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 e dell'art. 65 del Codice dell'Amministrazione Digitale (Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82), che definisce le modalità di inoltro telematica delle istanze, i cittadini potranno, dunque, presentare le dichiarazioni anagrafiche non solo attraverso l'apposito sportello comunale, ma altresì per raccomandata, per fax e per via telematica.\nQuest' ultima possibilità è consentita ad una delle seguenti condizioni:\n\ta) che la dichiarazione sia sottoscritta con firma digitale;\n\tb) che l'autore sia identificato dal sistema informatico con l'uso della carta d'identità elettronica, della carta nazionale dei servizi, o comunque con strumenti che consentano l'individuazione del soggetto che effettua la dichiarazione;\n\tc) che la dichiarazione sia trasmessa attraverso la casella di posta elettronica certificata del dichiarante;\n\td) che la copia della dichiarazione recante la firma autografa e la copia del documento d'identità del dichiarante siano acquisite mediante scanner e trasmesse tramite posta elettronica semplice.\nIl Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno, con la circolare n. 9 del 27 aprile 2012 ha fornito istruzioni operative circa l'attuazione della nuova norma ed ha messo a disposizione la documentazione - modulistica per effettuare le dichiarazioni anagrafiche.\n" } ]
1,359
[ { "from": "human", "value": "E' possibile richiedere la residenza in un'abitazione in cui è già presente un'altra famiglia anagrafica?" }, { "from": "gpt", "value": "Il cittadino che sposta la propria residenza deve denunciare il trasferimento, entro 20 giorni da quando è avvenuto, all'amministrazione comunale. \n\tCiò deve accadere sia nel caso in cui l'utente operi un trasferimento da un altro Comune (richiesta d'iscrizione all'Anagrafe) sia nel caso in cui l'utente cambi abitazione all'interno dello stesso Comune (denuncia all'Anagrafe di cambio di indirizzo), così come disposto dall'articolo 13 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente).\n\tIl Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35, ha introdotto delle novità stabilendo il cambio di residenza in tempo reale. Il Dipartimento Affari Interni e Territoriali del Ministero dell'Interno ha predisposto apposita  modulistica per effettuare le dichiarazioni anagrafiche che ogni Comune ha adottato.\n\tTrasferimento in alloggio già occupato\n\tNel caso in cui il trasferimento di abitazione avvenga presso un nucleo familiare già residente, la dichiarazione di cambio di residenza deve riportare le generalità di almeno un componente maggiorenne del nucleo familiare \"ospitante\" (cognome, nome, luogo e data di nascita), che consente l'iscrizione al medesimo indirizzo (conoscenza del trasferimento / autorizzazione al trasferimento / consenso all'ingresso).\n\tLa modulistica prevede, infatti, che il soggetto che effettua la dichiarazione di residenza chiarisca se nell’abitazione, sita al nuovo indirizzo sono già iscritte, delle persone ed indichi se sussistono o non sussistono, rapporti di coniugio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi con i componenti della famiglia già residente, oppure se e quale vincolo sussiste rispetto all'indicato componente della famiglia già residente.\n\tIl già citato Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 , all'articolo 4, chiarisce che, agli effetti anagrafici, per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinita', adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune (unico nucleo familiare); una famiglia anagrafica può essere costituita da una sola persona.\n\tPersone o famiglie che coabitano nello stessa abitazione possono dar luogo, dunque, a due distinte famiglie anagrafiche (distinti nuclei familiari) se tra i componenti delle due famiglie non vi sono vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o vincoli affettivi.\n" } ]
1,360
[ { "from": "human", "value": "In caso di trasferimento della propria residenza, è necessario comunicarlo al Comune?" }, { "from": "gpt", "value": "Il cittadino che sposta la propria residenza denuncia il trasferimento, entro 20 giorni da quando è avvenuto, all'amministrazione comunale. Ciò deve accadere sia nel caso in cui l'utente operi un trasferimento da un altro Comune (Richiesta d'iscrizione all'Anagrafe) sia nel caso in cui l'utente cambi abitazione all'interno dello stesso Comune (denuncia all'Anagrafe di cambio di indirizzo), così come disposto dall'articolo 13 del Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223 (Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente).\n" } ]
1,361
[ { "from": "human", "value": "L’albergatore è responsabile per le lesioni personali subite da un cliente durante il soggiorno in albergo?" }, { "from": "gpt", "value": "Con il contratto di albergo l’albergatore si obbliga, tra l’altro, a prevenire o evitare che il cliente subisca danni alla propria persona durante il soggiorno in albergo.\nSe il danno alla persona dipende da evento lesivo determinato da cose che appartengono all’albergatore, quest’ultimo è obbligato al risarcimento del danno per inadempimento contrattuale ai sensi dell’art. 1218 c.c. e per danno causato da cose in custodia ai sensi dell’art. 2051 c.c., salvo che provi il caso fortuito.\nSe l’evento dannoso si verifica indipendentemente da cose che appartengono all’albergatore (ad esempio, caduta del cliente nei locali dell’albergo), egli è obbligato al risarcimento del danno per responsabilità da fatto illecito ai sensi dell’art. 2043 c.c.. In questo caso il cliente deve dimostrare il dolo o la colpa dell’albergatore e il nesso causale tra fatto ed evento dannoso.\n \n" } ]
1,362
[ { "from": "human", "value": "L'albergatore è responsabile per il furto subito da un cliente all'interno della propria camera d'albergo?" }, { "from": "gpt", "value": "L’articolo 1783 del codice civile, \"Responsabilità per le cose portate in albergo\", al primo comma stabilisce che l’albergatore è responsabile di ogni deterioramento, distruzione o sottrazione delle cose portate dal cliente in albergo.\nIl secondo comma dell’articolo 1783 del codice civile, stabilisce inoltre che sono considerate cose portate in albergo:\n1) le cose che vi si trovano durante il tempo nel quale il cliente dispone dell'alloggio;\n2) le cose di cui l'albergatore, un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono la custodia, fuori dell'albergo durante il periodo di tempo in cui il cliente dispone dell'alloggio;\n3) le cose di cui l'albergatore, un membro della sua famiglia o un suo ausiliario assumono la custodia sia nell'albergo, sia fuori dell'albergo, durante un periodo di tempo ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il cliente dispone dell'alloggio”.\nIl terzo comma dell’articolo 1783 del codice civile, infine, stabilisce che la responsabilità dell’albergatore è limitata al valore di quanto sia deteriorato, distrutto o sottratto, fino all'equivalente di cento volte il prezzo di locazione dell'alloggio per giornata.\n \n" } ]
1,363
[ { "from": "human", "value": "A chi posso rivolgermi per chiedere la restituzione di un così detto conto dormiente?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Ministero dell’Economia e delle finanze ha affidato a Consap, a decorrere dal 14 giugno 2010, la gestione delle domande di rimborso delle somme affluite al Fondo rapporti dormienti.\nPossono richiedere la restituzione di somme affluite al Fondo:\n" } ]
1,364
[ { "from": "human", "value": "Come è possibile aderire al progetto Reti Amiche? " }, { "from": "gpt", "value": "Tutte le informazioni su come aderire al progetto e sui servizi offerti dagli sportelli \"Reti Amiche\" possono essere richiesti inviando una e-mail a retiamiche@governo.it .\nChi è interessato alla concessione d'uso del marchio \"Reti Amiche\" deve presentare apposita domanda al Dipartimento per l'innovazione e le Tecnologie secondo le disposizioni dell'apposito Decreto Ministeriale.\nPer approfondimenti: Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione - Reti Amiche - Contatti\n" } ]
1,365
[ { "from": "human", "value": "Chi è titolare del marchio “Reti Amiche”?" }, { "from": "gpt", "value": "Il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri è titolare e detiene in via esclusiva il marchio “Reti Amiche\" e può concederne l’uso ai soggetti anche collettivi, ivi comprese le Associazioni di categoria, firmatari di apposite convenzioni con la Pubbliche Amministrazioni ed Enti erogatori dei servizi, che ne  facciano domanda secondo le procedure stabilite.\nPer approfondimenti: Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione - Reti Amiche\n" } ]
1,366
[ { "from": "human", "value": "Come deve essere utilizzato il marchio \"Reti amiche\"?" }, { "from": "gpt", "value": "Il marchio deve essere utilizzato in modo da:\n" } ]
1,367
[ { "from": "human", "value": "E' possibile in caso di errori richiedere una rettifica dei dati anagrafici o dello stato civile?" }, { "from": "gpt", "value": "Il cittadino che riscontra errori nei propri dati anagrafici o di stato civile dve segnalare l’incongruenza all'Ufficio Anagrafe o all'Ufficio di Stato Civile. L'Ufficio ha l'obbligo di provvedere ad accogliere la richiesta di rettifica di dati erroneamente certificati.\nLa richiesta può esser fatta oralmente direttamente presso lo sportello, consegnando il certificato dal quale sono rilevabili gli errori (certificato comprovante la variazione richiesta) ed allegando, se richiesto, un documento di riconoscimento. Nel caso di diniego ad evadere la richiesta orale, occorre svolgere un'istanza scritta di rettifica, indirizzandola allo stesso Ufficio ed allegando i predetti documenti. \nLa richiesta di rettifica non necessita di marche da bollo o spese aggiuntive (non è prevista alcuna contribuzione).\nPer ulteriori approfondimenti: Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente (Decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 1989, n. 223) e Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa (Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445).\n" } ]
1,368
[ { "from": "human", "value": "L'assegno di invalidità e l'indennità di accompagnamento sono reversibili?" }, { "from": "gpt", "value": "Le provvidenze economiche concesse per invalidità civile non sono reversibili ai superstiti trattandosi di prestazioni assistenziali.\n\tPertanto in caso di decesso dell'interessato, successivo al riconoscimento dell'invalidità, la prestazione economica di cui era titolare non può essere corrisposta agli eredi, salvo il diritto di questi a percepire le quote già maturate alla data della morte.\n \n" } ]
1,369
[ { "from": "human", "value": "E' possibile richiedere la pensione di reversibilità di una pensione di guerra?" }, { "from": "gpt", "value": "La pensione di guerra indiretta (tabella G) spetta al coniuge superstite, agli orfani: minori di anni 21, studenti universitari fino al 26° anno di età, maggiorenni inabili in disagiate condizioni economiche del militare o civile morto per causa di servizio di guerra o attinente alla Guerra, del titolare di pensione di guerra di 1^ categoria, del titolare di pensione di guerra dalla 2^ alla 8^ categoria morto per aggravamento o complicanza delle infermità che determinarono l'invalidità di guerra.\n\tLa decisione circa la sussistenza dell'interdipendenza della morte dalle infermità pensionate spetta alla commissione medica di verifica, territorialmente competente.La pensione di reversibilità (tabella N) spetta al coniuge superstite, agli orfani: minori di anni 21, studenti universitari fino al 26° anno di età, maggiorenni inabili in disagiate condizioni economiche del titolare di pensione di guerra dalla 2^ alla 8^ categoria deceduto per cause diverse da quelle che hanno determinato l'attribuzione della pensione di guerra.\n" } ]
1,370
[ { "from": "human", "value": "In seguito ad una procedura concorsuale è necessario che il fallito richieda la riabilitazione?" }, { "from": "gpt", "value": "Non è più necessario. Il Decreto Legislativo 9 gennaio 2006, n. 5 (Riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali a norma dell'articolo 1, comma 5, della legge 14 maggio 2005, n. 80), come integrato e modificato dal successivo Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n. 196, ha abrogato l'istituto della riabilitazione e il pubblico registro dei falliti, ma non ha introdotto norme sul riacquisto delle capacità da parte dell’ex fallito e sulle iscrizioni riportabili sul certificato del casellario a richiesta dell’interessato.\n\tSul punto è intervenuta la Corte Costituzionale che, con la Sentenza n. 39/2008, ha dichiarato  l'illegittimità costituzionale degli articoli 50 e 142 del Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 267 (Disciplina del fallimento, del concordato preventivo, dell'amministrazione controllata e della liquidazione coatta amministrativa) nel testo anteriore all'entrata in vigore del decreto legislativo, in quanto stabiliscono che le incapacità personali derivanti al fallito dalla dichiarazione di fallimento perdurano oltre la chiusura della procedura concorsuale.\nDa ciò si evince pertanto che, a seguito dell'abrogazione della riabilitazione e della dichiarazione di incostituzionalità delle norme sopra dette, le incapacità personali derivanti dalla dichiarazione di fallimento vengono meno non più, come in precedenza, a seguito della cancellazione dell’iscrizione per effetto della sentenza di riabilitazione, ma in automatico al momento stesso della chiusura del fallimento.\n" } ]
1,371
[ { "from": "human", "value": "E' possibile consultare ricerche in merito a temi connessi alla sicurezza e alla difesa europea?" }, { "from": "gpt", "value": "Ricerche sui temi della sicurezza e della difesa europea sono realizzate dall’Institute for Security Studies (ISS) dell'Unione Europea. L'Istituto redige e poi pubblica regolarmente molte publications.\nL' ISS è un’agenzia autonoma, con sede a Parigi, che fa parte integrante delle strutture poste a sostegno della politica estera e di sicurezza comune (PESC) dell’Unione Europea; il suo obiettivo è quello di creare una cultura comune della sicurezza europea e sostenere il dibattito strategico fungendo da interfaccia fra gli esperti e i responsabili politici europei a tutti i livelli. Le attività dell’Istituto sono volte all’analisi dei dati e alle segnalazioni necessarie per la politica dell’Unione.\nPer approfondimenti: Istituto dell'Unione Europea per gli Studi sulla Sicurezza\n \n" } ]
1,372
[ { "from": "human", "value": "Come fare per avere una copia di un atto stipulato davanti al notaio?" }, { "from": "gpt", "value": "E' necessario fare richiesta al notaio davanti al quale è stato stipulato l'atto. I notai conservano gli atti nel proprio studio fino alla cessazione dell'attività o al trasferimento in altro distretto notarile.\nGli atti dei notai cessati dall'esercizio della funzione notarile e quelli dei notai che si sono trasferiti nella sede di un altro distretto sono conservati negli Archivi Notarili. Quando il notaio ha cessato l'attività, oppure si è trasferito in altro distretto notarile, le copie possono essere rilasciate solo dall'archivio notarile del distretto ove il notaio operava all'epoca della stipula.\n\tPer conoscere presso quale archivio notarile è stato depositato l’atto si può consultare Archinota, sistema di ricerca che consente di individuare sia il luogo in cui sono conservati gli atti notarili in caso di cessazione di attività da parte del notaio o di suo trasferimento, sia di conoscere le coordinate di un notaio tuttora in esercizio. La copia di un atto depositato presso un archivio notarile può essere richiesta:\n• recandosi presso la sede dell'archivio\n\t• per  posta ordinaria\n\t• a mezzo fax\n\t• in via telematica\nL'archivio effettua la ricerca e ne comunica i risultati al richiedente: nel caso in cui trovi l'atto, comunica l'importo dovuto per il rilascio della copia (costo  della copia ed eventuali spese di spedizione) e le modalità di pagamento.\n\tPer approfondimenti: Ministero della Giustizia - come chiedere copia di atti notarili \n" } ]
1,373
[ { "from": "human", "value": "A chi compete l'analisi acque potabili per uso umano?" }, { "from": "gpt", "value": "L’analisi dell’acqua, intesa come alimento, compete all’Azienza Sanitaria Locale (ASL). La richiesta di verifica dei parametri chimici e batteriologici, va dunque inoltrata alla ASL territorialmente competente. Convenzioni a carattere locale possono talvolta coinvolgere nel processo analitico i laboratori dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente ARPA, ma il titolare del procedimento rimane l’ASL.\nPer maggiori informazioni, in merito alle gestione e tutela delle acque in Italia, consultare il sito ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale -, sezione tematica ACQUA.\n" } ]
1,374
[ { "from": "human", "value": "Come tovare una sentenza che non é rintracciabile tramite il motore di ricerca del sito del Consiglio di Stato." }, { "from": "gpt", "value": "Se la sentenza non è rintracciabile tramite il motore di ricerca del Consiglio di Stato è perché, nel momento dell’emanazione della stessa, non era ancora stato sviluppato il sistema telematico di raccolta e ricerca delle sentenze. Sono infatti presenti in genere le sentenze successive al 1 settembre 2000.\n\tPer ottenerne copia è possibile inoltrare la richiesta a mezzo posta al Consiglio di Stato - Palazzo Spada, Piazza Capo di Ferro 13, 00186 Roma. Per avere informazioni sugli importi delle marche da bollo da allegare alla richiesta, bisogna contattare  l'URP del Consiglio di Stato tel. 06/68212743-68131065-68131079.\n\t \n" } ]
1,375
[ { "from": "human", "value": "A chi fare la domanda di rilascio del codice fiscale?" }, { "from": "gpt", "value": "Neonati: il codice fiscale viene attribuito dai Comuni ai neonati, al momento della prima iscrizione nei registri d’anagrafe della popolazione residente, attraverso il sistema telematico di collegamento con l’Anagrafe tributaria.\nStranieri: l’attribuzione del codice fiscale ai cittadini stranieri che presentano domanda di ingresso nel territorio agli sportelli unici per l’immigrazione, per lavoro subordinato e ricongiungimento familiare, viene effettuata dagli stessi sportelli attraverso il sistema telematico di collegamento con l’Anagrafe tributaria. Al momento della convocazione allo sportello il cittadino riceve anche il certificato di attribuzione del codice fiscale.\nLe questure, tramite collegamento telematico con l’Anagrafe tributaria, attribuiscono il codice fiscale ai cittadini stranieri che ne sono sprovvisti e richiedono il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno.\nResidenti all’estero: i cittadini residenti all’estero, che hanno necessità del codice fiscale, ne chiedono l’attribuzione alla rappresentanza diplomatico-consolare italiana nel paese di residenza. Il codice fiscale viene attribuito dai Consolati attraverso il sistema telematico di collegamento con l’Anagrafe tributaria.\nLa generazione del codice fiscale, la produzione e l’invio della tessera rimangono a cura dell’Agenzia delle Entrate e nessun soggetto esterno, tranne la Sogei - Società generale d’informatica Spa - è autorizzato a produrre programmi software per il calcolo del codice fiscale e tanto meno a stampare la relativa tessera.\nIl cittadino sprovvisto del codice fiscale può richiederlo a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello AA4/8.\nPer maggiori informazioni consultare la pagina dedicata del sito dell'Agenzia delle Entrate\n" } ]
1,376
[ { "from": "human", "value": "Il lavoratore disabile in situazione di gravità può chiedere al datore di lavoro il trasferimento ad altra sede?\n " }, { "from": "gpt", "value": "L'articolo 33, comma 6, della Legge 104 del 1992 prevede che il lavoratore disabile in situazione di gravità ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.\n\tLa norma, a tutela del disabile, accorda al lavoratore non un diritto assoluto ma un interesse legittimo che può essere mitigato in presenza di circostanze oggettive impeditive, come ad esempio la mancanza di un posto corrispondente nella dotazione organica della sede.\n\t \n" } ]
1,377
[ { "from": "human", "value": "Qual è l'iter che un dipendente del settore privato deve seguire per richiedere i permessi previsti dalla Legge 104 del 1992 per assistere un genitore?" }, { "from": "gpt", "value": "Per usufruire dei permessi previsti dalla Legge 104 del 1992, il dipendente privato deve rivolgersi all'ufficio INPS di appartenenza, compilare il modulo predisposto dall'INPS in duplice copia. I moduli devono essere consegnati agli uffici INPS unitamente alla copia del verbale di accertamento dell'handicap con connotazione di gravità ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della Legge 104 del 1992.\nL'INPS riconsegna uno dei due moduli timbrato, che dovrà essere consegnato al proprio datore di lavoro, ovvero all'ufficio del personale.  \n" } ]
1,378
[ { "from": "human", "value": "Come si fa per ottenere la ricompensa al valor civile e al merito civile?" }, { "from": "gpt", "value": "Le ricompense al valor civile sono concesse per premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano evidente virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore. Le ricompense al merito civile sono concesse per premiare le persone, gli Enti e i Corpi che si siano prodigati, con eccezionale senso di abnegazione, nell'alleviare le altrui sofferenze o, comunque, nel soccorrere chi si trovi in stato di bisogno. La ricompensa al Valor Civile consiste in una Medaglia d'oro o d'argento o di bronzo, nonché in un \"Attestato di pubblica benemerenza\". Gli atti di valore civile, se reiterati, possono essere premiati ciascuno con un'appropriata ricompensa al valor civile e senza limitazione di numero.\n\tNon è per altro consentito il conferimento di più ricompense per un solo fatto, anche se molteplici siano stati gli atti di coraggio compiuti in tale circostanza dalla medesima persona.\n\tLa commutazione di più decorazioni di grado inferiore in una di grado superiore non è ammessa.\n\tLe medaglie al valor civile vengono conferite con decreto Presidenziale su proposta del Ministro dell’Interno, sentita la competente Commissione di cui all’articolo 7 della Legge 2 gennaio 1958 n. 13.\n\tL'attestato di pubblica benemerenza è concesso dal Ministro dell'Interno.\nLa ricompensa al valore civile può essere concesse alla memoria, ed anche a reparti militari, Enti e Corpi, i cui membri abbiano compiuto collettivamente i suddetti atti.\nLe proposte di conferimento o le istanze avanzate direttamente dagli interessati devono essere inviate al Ministero dell'Interno, tramite la Prefettura - U.T.G. competente per territorio - cui è demandata anche la relativa istruttoria - entro il termine perentorio di un anno dal compimento dell'atto di coraggio.\n\tPer i fatti avvenuti fuori dal territorio dello Stato l’istruttoria è svolta dalle competenti Autorità consolari\n\tUna Commissione, nominata con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per l'interno, esamina il merito dell'azione compiuta ed esprime il suo parere sulla ricompensa da concedere.\nPer approfondimenti: Ministero dell'Interno - Onorificenze, Patrocini e Comitati d'onore\n" } ]
1,379
[ { "from": "human", "value": "I cittadini neocomunitari (rumeni e bulgari) devono chiedere il nulla osta per ricongiungimento per farsi raggiungere dai familiari?" }, { "from": "gpt", "value": "No. In base alla Circolare congiunta n. 3 del 4 gennaio 2007 del Ministero dell'Interno e Ministero della Solidarietà Sociale, in seguito all'ingresso della Romania e della Bulgaria nell'Unione Europea, per i cittadini e le cittadine romeni/e e bulgari/e non è più necessario richiedere il nulla osta al ricongiungimento familiare per i propri congiunti. Pertanto, le pratiche di ricongiungimento familiare che erano state precedentemente presentate allo Sportello Unico, sono state archiviate. Il sistema informatico dello Sportello Unico infatti ha provveduto ad archiviare automaticamente le pratiche, quindi i neocomunitari non hanno dovuto presentarsi in Prefettura per chiederne l'annullamento.\nInfatti, per i cittadini rumeni e bulgari, in quanto cittadini comunitari, si applica pertanto il Decreto Legislativo 6 febbraio 2007, n. 30, di recepimento nell'ordinamento nazionale della direttiva comunitaria n. 2004/38/CE che disciplina le modalità d'esercizio del diritto di libera circolazione, ingresso e soggiorno nel territorio dello Stato da parte dei cittadini dell'Unione Europea e dei loro familiari.\n" } ]
1,380
[ { "from": "human", "value": "I cittadini stranieri regolarmente soggiornanti, assunti da meno di un anno e pertanto privi di una certificazione di redditi già percepiti, possono presentare richiesta di ricongiungimento familiare?" }, { "from": "gpt", "value": "Sì, così come chiarito dalla circolare del Ministero dell’Interno n. 1368 del 22/03/2007, la sussistenza dell’importo reddituale minimo può essere accertata anche in via preventiva, tenendo conto delle retribuzioni che saranno percepite dal richiedente nel corso dell’anno, previa autocertificazione dallo stesso resa ai sensi della normativa vigente. \n\tPer approfondimenti: Ministero dell'Interno, Polizia di Stato\n" } ]
1,381
[ { "from": "human", "value": "Quale reddito deve possedere uno straniero che vuole fare domanda di ricongiungimento familiare?" }, { "from": "gpt", "value": "In generale, ai sensi dell'art. 29, comma 3 b) del Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, cosiddetto Testo Unico Immigrazione, il richiedente il ricongiungimento familiare deve disporre di un reddito annuo derivante da fonti lecite non inferiore all'importo annuo dell'assegno sociale, aumentato della metà dell’importo per ogni familiare da ricongiungere.\nL'importo dell'assegno sociale viene rivalutato annualmente. Per il 2014 è stato fissato  in 5.818,93 euro con la Circolare INPS 7 del 17 gennaio 2014 (tabella B.1 - Allegato 4).\nCome chiarito nella Circolare del Ministero dell'Interno 4660 del 28 ottobre 2008, per il ricongiungimento di due o più figli di età inferiore a 14 anni o di due o più familiari dei titolari dello status di protezione sussidiaria è sufficiente un reddito non inferiore al doppio dell’assegno sociale annuo.\nAi fini della determinazione del reddito del richiedente il ricongiungimento familiare, è necessario tenere conto anche dei familiari precedentemente ricongiunti e a carico dello stesso.\nInoltre si deve considerare anche il reddito annuo complessivo dei familiari conviventi con il richiedente. Qualora il richiedente non sia in possesso di un reddito personale, lo stesso potrà essere dimostrato anche presentando idonea documentazione relativa ai redditi posseduti dai familiari conviventi.\nNel caso di richiesta di nulla osta al ricongiungimento per figli maggiorenni affetti da invalidità totale, la condizione di “a carico” viene valutata dalla rappresentanza diplomatica italiana nel Paese di origine o di provenienza, dopo aver accertato i motivi di salute che determinano l´inabilità al lavoro dei figli stessi.\nAnalogamente, nel caso di richiesta di nulla osta al ricongiungimento per genitori ultrasessantacinquenni, qualora gli altri figli, residenti nel paese di origine, siano impossibilitati al loro sostentamento per documentati gravi motivi di salute, la condizione di “a carico” viene valutata dalla rappresentanza diplomatica italiana dopo aver accertato lo stato di salute dei figli in questione. Per i genitori ultrasessantacinquenni, inoltre, sarà richiesta un’assicurazione sanitaria obbligatoria o altro titolo idoneo a garantire la copertura di tutti i rischi nel territorio nazionale ovvero l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, come disposto dalla Circolare del Ministero dell'Interno 737 del 17 febbraio 2009.\nPer ulteriori informazioni:\nMinistero dell'Interno - Procedura informatizzata per le domande di ricongiungimento familiare\n \n" } ]
1,382
[ { "from": "human", "value": "Un geometra professionista che ha dei contributi versati alla Cassa nazionale geometri può ricongiungere questi contributi con quelli Inps? Per i liberi professionisti la procedura è onerosa?" }, { "from": "gpt", "value": "La ricongiunzione dei contributi provenienti dalle Casse dei professionisti avviene sempre con pagamento di un onere da parte del richiedente.\nLa Legge 7 febbraio 1979, n. 29  disciplina la ricongiunzione dei periodi di contribuzione in enti e casse di previdenza diverse, stabilendo all'art. 1 che al lavoratore dipendente, pubblico o privato, che sia o sia stato iscritto a forme obbligatorie di previdenza sostitutive dell'assicurazione generale obbligatoria per l'invalidità, la vecchiaia ed i superstiti dei lavoratori dipendenti gestita dall'Inps o che abbiano dato luogo all'esclusione o all'esonero da detta assicurazione è data facoltà, ai fini del diritto e della misura di una unica pensione, di chiedere in qualsiasi momento la ricongiunzione di tutti i periodi di contribuzione obbligatoria, volontaria e figurativa presso le citate forme previdenziali, mediante l'iscrizione nell'a.g.o. e la costituzione in quest'ultima delle corrispondenti posizioni assicurative.\n\tAi sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 45, la gestione presso la quale si effettua la ricongiunzione delle posizioni assicurative pone a carico del richiedente la somma risultante dalla differenza tra la riserva matematica necessaria per la copertura assicurativa relativa al periodo utile considerato e le somme versate dalle gestioni o dalle gestioni assicurative.\nIl pagamento della somma dovuta può essere effettuato, su domanda, in un numero di rate mensili non superiore alla metà delle mensilità corrispondenti ai periodi ricongiunti, con la maggiorazione di un interesse annuo composto pari al tasso di variazione medio annuo dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati accertato dall'ISTAT. Il debito residuo al momento della decorrenza della pensione può essere recuperato ratealmente sulla pensione stessa.\nPer approfondimenti: Inps - La ricongiunzione dei contributi; Inps - Circolare n. 142 del 05/11/2010\n\t \n" } ]
1,383
[ { "from": "human", "value": "In quali casi si ricorre alla ricongiunzione dei contributi?" }, { "from": "gpt", "value": "La ricongiunzione dei contributi è quell’istituto che permette, a chi ha posizioni assicurative in gestioni previdenziali diverse, di riunire, mediante trasferimento, tutti i periodi contributivi presso un’unica gestione, allo scopo di ottenere una sola pensione.\nLa ricongiunzione, avviene a domanda del diretto interessato o dei suoi superstiti e deve comprendere tutti i periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, riscattata) che il lavoratore ha maturato in almeno due diverse forme previdenziali fino al momento della richiesta e che non siano già stati utilizzati per liquidare una pensione. La ricongiunzione è sempre a titolo oneroso.\nI periodi ricongiunti sono utilizzati come se fossero sempre stati versati nel fondo in cui sono stati unificati e danno quindi diritto a pensione in base ai requisiti previsti dal fondo stesso.\n\tLa ricongiunzione è regolata da due distinte leggi: la Legge 7 febbraio 1979,  n. 29  e la Legge 5 marzo 1990,  n. 45. Importanti modifiche all'istituto della ricongiunzione si sono avute con la legge 30 luglio 2010, n. 122 (i cui effetti sono ampiamente illustrati dalla Circolare Inps n. 142 del 5 novembre 2010).\n" } ]
1,384
[ { "from": "human", "value": "Come è possibile ricongiungere i periodi assicurativi per i liberi professionisti?" }, { "from": "gpt", "value": "Ai sensi della Legge 5 marzo 1990, n. 45 è possibile la ricongiunzione dei periodi di contribuzione esistenti presso le varie casse di previdenza per i liberi professionisti con quelli esistenti presso le gestioni obbligatorie di previdenza per i lavoratori dipendenti, pubblici o privati, o per lavoratori  autonomi.\n\tSono parimenti ricongiungibili i periodi di contribuzione presso diverse gestioni previdenziali per liberi professionisti.\n\tPrima dell'età pensionabile, la facoltà è esercitabile solo nella gestione presso cui si è iscritti al momento della domanda. È possibile la ricongiunzione in una gestione diversa da quella di iscrizione solo al raggiungimento dell’età pensionabile e solo se in tale gestione risultino almeno dieci anni di contribuzione continuativa, per effettiva attività. Anche tale tipo di ricongiunzione è onerosa, così come così come statuito dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122 e successivamente precisato dalla Circolare Inps n.142 del 05 novembre 2010\nL’onere viene determinato in relazione alla collocazione temporale dei periodi ricongiunti ed alla loro valutazione ai fini pensionistici.\nLe somme a carico del richiedente possono essere versate in unica soluzione o in forma rateale (la rateazione non può superare la metà dei mesi ricongiunti, prevede un primo versamento di importo pari a tre rate e comporta maggiorazione di interessi). Qualora entro il termine di 60 giorni dalla ricezione del provvedimento di accoglimento della domanda, l’interessato non provveda a confermare l’operazione di ricongiunzione con il pagamento dell’intero onere o delle prime tre rate, si intende che abbia rinunciato all’operazione di ricongiunzione.\nSe interviene il pensionamento nel corso della rateazione, le rate dell’onere ancora dovute possono essere trattenute direttamente dai ratei di pensione\n" } ]
1,385
[ { "from": "human", "value": "I docenti abilitati all'estero possono insegnare in Italia?" }, { "from": "gpt", "value": "I docenti che hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento all’estero, per insegnare in Italia devono chiedere il riconoscimento del titolo al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e l’Autonomia Scolastica).\n" } ]
1,386
[ { "from": "human", "value": "Come fare per farsi riconoscere in Italia una professione estera?" }, { "from": "gpt", "value": "In Italia le professioni si dividono in due categorie:\n- professioni \"non-regolamentate\" dalla legge;\n\t- professioni \"regolamentate\" dalla legge.\nLe professioni non-regolamentate sono quelle che si possono esercitare senza necessità di possedere uno specifico titolo di studio. Si tratta di professioni aperte indifferentemente sia ai possessori di titoli di studio italiani che esteri. Chi intende svolgere in Italia una professione non-regolamentata ed è in possesso di un titolo estero non ha necessità di ottenerne il riconoscimento legale o formale per potersi inserire nel mercato del lavoro italiano. \n\tEsempi di professioni non regolamentate: quelle della pubblicità, della comunicazione, dei vari settori artistici e musicali (es. arredatore, attore, ballerino/a, cantante, compositore, direttore d’orchestra, musicista (strumentista), decoratore, designer, stilista di moda, pittore, regista, scenografo, scultore, ecc.), della mediazione linguistica (interpreti e traduttori), del marketing, e molte altre ancora.\n\tPuò essere utile allegare alla qualifica ottenuta all’estero il Diploma Supplement, la Dichiarazione di Valore o altro documento che possa descrivere le caratteristiche del titolo estero per facilitarne la comprensione da parte di un potenziale datore di lavoro.\nPer maggiori informazioni è possibile consultare la pagina delDipartimento Politiche Europee\n" } ]
1,387
[ { "from": "human", "value": "Come fare per ottenere in Italia il riconoscimento di una professione estera?\n " }, { "from": "gpt", "value": "Tutti i cittadini italiani, appartenenti all’U.E. o extra comunitari, che intendano esercitare sul territorio italiano la professione per la quale hanno conseguito un titolo professionale estero o vantano un’esperienza nella professione maturata all’estero da un congruo numero di anni hanno diritto di ottenere il riconoscimento.\n\tIl riconoscimento delle qualifiche professionali permette di esercitare in Italia la professione per la quale è stata conseguita la qualifica nel Paese di provenienza, alle condizioni previste all’ordinamento italiano.\n\tPer ottenere il riconoscimento della qualifica professionale, il richiedente deve presentare la domanda, specificando il settore di interesse.\n\tPer ulteriori informazioni consultare le pagine dedicate del Ministero dello Sviluppo Economico e del Dipartimento Politiche Europee. \n\t \n" } ]
1,388
[ { "from": "human", "value": "Che iter devo seguire per ottenere il riconoscimento della qualifica professione conseguita all'estero?" }, { "from": "gpt", "value": "Per ottenere il riconoscimento della qualifica professionale, il richiedente deve presentare la domanda, specificando il settore di interesse, al Ministero dello Sviluppo Economico. Nella pagina del sito dedicata sono presenti tutte le indicazioni per compilare il modulo di domanda con il relativo foglio di istruzioni. Per i titoli professionali conseguiti in Paesi extracomunitari è necessario produrre anche la cosiddetta dichiarazione di valore in loco.\nLe norme prevedono che il procedimento si concluda entro 4 mesi dall’acquisizione della documentazione completa, mediante l’emanazione di un apposito decreto di riconoscimento del titolo professionale conseguito all’estero previo parere favorevole espresso dall’apposita Conferenza di Servizi, convocata periodicamente per l’esame delle istanze sulle quali si è conclusa l’istruttoria da parte dell’Ufficio competente. Qualora la domanda di riconoscimento pervenga priva, anche parzialmente, della necessaria documentazione indicata nella modulistica, l’Amministrazione provvede a richiedere all’interessato la necessaria integrazione, con esplicita nota scritta, entro 30 giorni dal ricevimento dell’istanza.\n\tUna volta ottenuto il decreto di riconoscimento della qualifica professione è necessario trasmetterlo entro 6 mesi dalla data del medesimo, alla Camera di Commercio competente per territorio per l’iscrizione nel registro delle imprese (se l’attività è svolta in forma di impresa) oppure nel repertorio delle notizie economiche e amministrative (REA).\n\tPer maggiori informazioni è possibile consultare la Pagina del Dipartimento Politiche Europee \n" } ]
1,389
[ { "from": "human", "value": "Vorrei avere indicazioni in merito alle procedure da seguire per l'ottenimento del riconoscimento del titolo accademico estero." }, { "from": "gpt", "value": "Documentazione richiesta per l'equipollenza del Dottorato di Ricerca conseguito all'estero ai sensi dell'art. 74 del D.P.R. 382/80:\n\tLa Domanda dev’essere redatta in carta in carta legalizzata con marca da bollo corredata da:\n\t- certificato di nascita o autocertificazione;\n\t- certificato di cittadinanza o autocertificazione;\n\t- copia del diploma di laurea italiano o titolo estero riconosciuto equipollente;\n\t- titolo di studio conseguito all'estero tradotto, legalizzato e munito della dichiarazione di valore da parte della rappresentanza diplomatica o consolare italiana all'estero competente per territorio nella quale sia chiaramente indicata la durata legale minima di tre anni del corso di dottorato frequentato;\n\t- tesi o lavoro scientifico con il quale si è conseguito il titolo unitamente al curriculum studiorum;\n\t- eventuali attestati del tutor o del responsabile del corso e quanto si reputi utile ai fini di una più compiuta valutazione da parte del CUN che, per legge, deve esprimersi sulla equipollenza richiesta;\n\t- una marca da bollo da apporre sull'eventuale decreto di equipollenza.\n\tIl corso di dottorato frequentato deve avere durata legale minima di tre anni.\n\t \n" } ]
1,390
[ { "from": "human", "value": "Devo partecipare ad un concorso pubblico e voglio conoscere a quali altri titoli è equiparata la laurea in mio possesso. Dove trovo informazioni?" }, { "from": "gpt", "value": "Nella pagina del sito del Ministero della Pubblica Istruzione sono disponibili le tabelle e la normativa sulle equipollenze tra i titoli accademici italiani ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici.\n\tNella pagina del MIUR in particolare si fa riferimento alle seguenti tipologie:\n\t- Equipollenze tra titoli di vecchio ordinamento (ante 509/1999), ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici;\n\t- Equiparazioni tra titoli di vecchio ordinamento (ante 509/1999)  e titoli ex DM 509/1999 e ex DM 270/2004, ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici.\n \n" } ]
1,391
[ { "from": "human", "value": "I cittadini italiani o stranieri, in possesso di un titolo accademico acquisito all'estero, possono chiedere il riconoscimento in Italia del proprio percorso di studi?" }, { "from": "gpt", "value": "I cittadini italiani o quelli stranieri che hanno studiato all'estero presso Università statali o legalmente riconosciute, possono richiedere in Italia il riconoscimento del proprio percorso di studi e conseguire l'analogo titolo accademico italiano.\n\tL'Italia infatti ha stipulato accordi governativi bilaterali e multilaterali con alcuni Paesi sul riconoscimento dei titoli di studio.\n\tIn ogni caso, la decisione spetta alle Università italiane che, nella loro autonomia, valutano caso per caso i titoli accademici stranieri nel rispetto della Legge 11 luglio 2002, n. 148 (articoli 2 e 3)\n\tL'interessato deve rivolgersi alle Segreterie studenti delle Università che hanno un corso di studi compatibile con quello completato all'estero e indirizzare la domanda di riconoscimento al Rettore.\n\tPer approfondire l'argomento si può consultare anche la pagina del MIUR dedicata alla Cooperazione internazionale.\n\t \n" } ]
1,392
[ { "from": "human", "value": "Uno studente che consegue il diploma di scuola superiore nella Repubblica di San Marino, deve richiedere l'equipollenza per utilizzare il suo titolo in Italia?" }, { "from": "gpt", "value": "I diplomi finali degli istituti di istruzione secondaria della Repubblica di San Marino sono equipollenti, a tutti gli effetti di legge, ai corrispettivi titoli di istruzione secondaria di secondo grado dell’ordinamento scolastico italiano.\n\tLa normativa di riferimento è la Legge 18 ottobre 1984, n.760.\n" } ]
1,393
[ { "from": "human", "value": "Per proporre un ricorso avverso una sanzione amministrativa presso il Giudice di Pace occorre pagare il contributo unificato?" }, { "from": "gpt", "value": "La Legge  23 dicembre 2009, n. 191 pubblicata sulla Gazz. Uff. n. 302 del 30 dicembre 2009 entrata in vigore il 01/01/2010, meglio nota come finanziaria 2010, prevede l’abolizione dell’esenzione dei ricorsi al Giudice di pace  avverso sanzioni amministrative a decorrere dal 01/01/2010.\nPertanto per proporre ricorso avverso una sanzione amministrativa è necessario effettuare la dichiarazione di valore ed assolvere al pagamento del Contributo Unificato, i cui importi sono stati aggiornati dalla Legge 30 luglio 2010, n. 122 (Legge finanziaria), dalla successiva manovra correttiva di cui al Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito in Legge 15 luglio 2011, n. 111, dall'articolo 28 della Legge 12 novembre 2011, n. 183 ed infine dalla Legge 24 divembre 2012, n. 228.\nE' altresì dovuto il versamento forfettario (la c.d. marca da bollo) il cui importo è stato aumentato da € 8,00 ad € 27,00 a decorrere dal 01.01.2014, come è disposto all'art. 606 della Legge 27 dicembre 2013, n. 147 (c.d. Legge di stabilità 2014) pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 302 del 27 dicembre 2013.\n" } ]
1,394
[ { "from": "human", "value": "Per presentare un ricorso al TAR è obbligatorio avvalersi di un Avvocato?\n\t " }, { "from": "gpt", "value": "Il Codice del Processo Amministrativo, adottato con Decreto Legislativo 2 luglio 2010, n. 104, all'articolo n. 22 - Patrocinio, stabilisce:\n\t1. nei giudizi davanti ai Tribunali Amministrativi Regionali è obbligatorio il patrocinio di avvocato, salvo quanto previsto dall'articolo 23\n\t2. per i giudizi davanti al Consiglio di Stato è obbligatorio il ministero di avvocato ammesso al patrocinio innanzi alle giurisdizioni superiori.\n\t3. la parte o la persona che la rappresenta, quando ha la qualità necessaria per esercitare l'ufficio di difensore con procura presso il giudice adito, può stare in giudizio senza il ministero di altro difensore.\nIl successivo articolo n. 23 - Difesa personale delle parti, che disciplina le ipotesi in cui non è necessario il patrocinio di un avvocato, stabilisce:\n\tle parti possono stare in giudizio personalmente senza l'assistenza del difensore nei giudizi in materia di accesso, in materia elettorale e nei giudizi relativi al diritto dei cittadini dell'Unione europea e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. \n\t \n" } ]
1,395
[ { "from": "human", "value": "E' possibile presentare ricorso se un Comune rifiuta l'iscrizione di un soggetto nell'anagrafe della popolazione residente?" }, { "from": "gpt", "value": "E' possibile presentare ricorso gerarchico al Prefetto avverso alcuni atti, non definitivi, adottati dall’Ufficiale di Anagrafe di un Comune.\nIl ricorso è ammesso nel caso in cui l'Ufficiale di Anagrafe:\n- respinge la richiesta di iscrizione o cancellazione di un soggetto o di una famiglia nell'anagrafe della popolazione residente;\n- provvede d'ufficio alla iscrizione nell'anagrafe o trasferisce la residenza;\n- rifiuta il rilascio di un certificato anagrafico o rilascia un certificato contenente errori.\nE' la Prefettura della provincia in cui ha sede il Comune ad essere competente, a curare l'istruttoria e a decidere sul ricorso avverso il provvedimento. Il ricorso, al quale è possibile allegare ogni eventuale documentazione utile a dimostrare l'effettiva residenza del ricorrente, deve essere presentato, in bollo, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento dell'Ufficiale di Anagrafe.\nSpetta al Prefetto, una volta compiuti i necessari accertamenti, decidere se: - respingere il ricorso, se lo riconosce come infondato; - accogliere il ricorso ed annullare o riformare l’atto impugnato.\nContro il provvedimento del Prefetto è ammesso ricorso al giudice ordinario nei tempi e con le modalità indicate dal codice di procedura civile.\nPer approfondimenti: Ministero dell'Interno - Ricorsi  dove è possibile scaricare i modelli di ricorso e consultare la normativa di riferimento.\n" } ]
1,396
[ { "from": "human", "value": "Nel nostro ordinamento giuridico è prevista la possibilità di ridurre o sospendere l’assegno di mantenimento per sopravvenute difficoltà economiche?" }, { "from": "gpt", "value": "Qualora il genitore provi che, a causa di un sopravvenuto peggioramento delle proprie condizioni economiche, non sia più in grado, in tutto o in parte, di corrispondere l'assegno di mantenimento a favore del figlio può chiede la revoca o la modifica del provvedimento  che ha fissato la misura del suddetto obbligo di mantenimento. Più in particolare, come stabilisce l'articolo 710 del codice di procedura civile, è possibile ricorrere al giudice al fine di ottenere, come si è sopra detto, la modificazione o la revoca del provvedimento, emesso in sede di separazione dei coniugi, relativamente a quella parte relativa all'assegno di mantenimento per la prole. Il Tribunale, sentite le parti, provvede alla eventuale ammissione dei necessari mezzi di prova. Inoltre, ove il procedimento non possa essere immediatamente definito, il Tribunale stesso può adottare provvedimenti provvisori e può ulteriormente modificarne il contenuto nel corso del procedimento\n \n \n" } ]
1,397
[ { "from": "human", "value": "Successivamente all'abrogazione dell'istituto della pensione privilegiata, è possibile ugualmente presentare domanda di pensione privilegiata?" }, { "from": "gpt", "value": "La concessione della pensione privilegiata presuppone la cessazione dal servizio.\nLa domanda può essere presentata, entro il quinquennio successivo alla cessazione se - fermi restando i requisiti previsti dall’art. 64 Decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 - il dipendente sia cessato dal servizio entro il 6 dicembre 2011, data di entrata in vigore del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201 che abroga l'istituto.\nIn realtà per il personale appartenente alle Forze Armate (Esercito, Marina e Aeronautica), all’Arma dei Carabinieri, alle Forze di Polizia ad ordinamento civile (Polizia di Stato, Corpo forestale dello Stato e Polizia Penitenziaria) e militare (Guardia di finanza), al Corpo nazionale dei vigili del fuoco e soccorso pubblico, il riconoscimento dell’equo indennizzo e della pensione di privilegio continuano ad essere disciplinati dalla normativa vigente alla data di entrata in vigore del Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201.\n\t \n" } ]
1,398
[ { "from": "human", "value": "I dipendenti pubblici con invalidità pari o superiore all’80% possono fruire di un pensionamento di vecchiaia anticipato?" }, { "from": "gpt", "value": "Con la Circolare n. 35/2012 l'Inps ha precisato che a seguito della riforma delle pensioni (Decreto Legge 6 dicembre 2011, n. 201) nulla è stato modificato in materia di età anagrafica e di disciplina delle decorrenze per l'accesso alla pensione di vecchiaia per gli invalidi in misura non inferiore all'80%, per i quali continua ad applicarsi la disciplina prevista dall'art. 1 comma 8 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n. 503.\nTale disciplina è applicabile però unicamente ai dipendenti del settore privato.\n" } ]
1,399
[ { "from": "human", "value": "I cittadini stranieri rifugiati politici hanno diritto a percepire l'assegno per il nucleo familiare? Anche per i familiari residenti all'estero?" }, { "from": "gpt", "value": "Si, i cittadini stranieri rifugiati politici vengono equiparati ai cittadini italiani in materia di assistenza pubblica, assicurazione sociale e normativa sul lavoro.  Pertanto viene loro riconosciuto il diritto all'assegno per la famiglia   per se stessi e per il proprio nucleo familiare, comprensivo dei familiari residenti all'estero, anche in mancanza di una Convenzione internazionale con il Paese di provenienza.\nPer ulteriori informazioni: INPS - Assegno al nucleo familiare\n" } ]
1,400
[ { "from": "human", "value": "Il diploma conseguito al termine di un corso di studio è un certificato?" }, { "from": "gpt", "value": "No, nè i diplomi conseguiti al termine di un corso di studio nè i titoli di abilitazione conseguiti al termine di un corso di formazione o di procedimenti autorizzatori all'esercizio di determinate attività (patentino), ai sensi dell' art. 42 del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, sono certificati.\nCiò implica che gli stessi devono essere rilasciati in originale privi della dicitura \"Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi\" previste dal comma 2 dell'art. 40 del già citato decreto. Tale dicitura deve, invece, essere apposta sulla relativa certificazione.\nL'apposizione della dicitura sui certificati rilasciati dalla PA è stata prevista dall'articolo 15 della Legge 12 novembre 2011, n. 183 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2012) che volendo attuare una completa \"decertificazione\" , cioè eliminazione dei certificati nei rapporti tra pubbliche amministrazioni, e fra queste e i gestori di pubblici servizi, ha stabilito che le certificazioni rilasciate dalla pubblica amministrazione in ordine a stati, qualità personali e fatti sono valide ed utilizzabili solo nei rapporti tra privati.\nPer approfondimenti in merito all'attuazione delle disposizioni previsti dalla già citata Legge si rimanda alla consultazione della Direttiva n. 14 del 2011 del Ministro della Pubblica Amministrazione e della Semplificazione, ed alle FAQ (risposte alle domande più frequenti) redatte dallo stesso Ministero su adempimenti in materia di certificati e dichiarazioni sostitutive.\n" } ]