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Hitler aveva origini ebraiche | Hitler origini ebraiche | c774dc08 | CMM | Riferimenti a: fascino per il mito del Sacro Graal anche nel Ventesimo Secolo, e trasformazione di esso in ossessione da parte dello storico e militare nazista Otto Rahn, autore nel 1934 del saggio “Kreuzzug gegen den Graal” (Crociata contro il Graal); fede di Rahn nella teoria della custodia del Graal da parte dei Catari nell’Abbazia di Montségur (Ariège, Occitania, Francia); interesse del gerarca nazista Himmler per le teorie di Rahn e arruolamento di egli nelle SchutzStaffeln (SS); inizio delle persecuzioni naziste degli Ebrei e caduta in disgrazia di Rahn, di lontane origini ebraiche; ritrovamento del suo corpo assiderato a Kufstein (Tirolo, Austria) il 13 Marzo 1939; trasformazione del mito del Graal in affare nella seconda metà del Novecento; vera caccia al tesoro annuale a Rennes le Château (Aude, Occitania, Francia) alla ricerca di oggetti tra i quali il Graal ivi presumibilmente nascosti; pubblicazione nel 1982 del saggio “The holy blood and the Holy Grail” degli scrittori Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln, contenente teoria di una fuga di Gesù e di Maria Maddalena dalla Palestina, del loro approdo in Francia e della nascita di loro figlî, capostipiti della casa reale Merovingia, e considerazione del Sacro Graal come Sang Real, una linea di sangue. Dalla trasmissione “Misteri” del 29 Novembre 1996 intervista in merito allo storico Huser doppiato da un attore. Promozione, da parte dello storico Cardini, dei libri “Il Graal – I testi che hanno fondato la leggenda” (2005) a cura di Mariateresa Liborio, “Metamorfosi del Graal” (2012) di Francesco Zambon, e “Il Santo Graal” (1997) di Cardini, Massimo Introvigne e Marina Montesano | contenuto audio | 0 |
Hitler aveva origini ebraiche | Hitler origini ebraiche | d77ff8c5 | CMM | Guerra Russia Ucraina iniziata con invasione Ucraina da parte dell'esercito Russia il 24 febbraio 2022. Da programma "Dritto e rovescio", conferenza stampa in finestra grafica affiancata di Lavrov con traduzione simultanea su presunte origini ebraiche del dittatore nazista Adolf Hitler; fotografia del Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Conferenza stampa di Draghi su libertà di espressione garantita in Italia a differenza della Russia governata da regime autoritario, condanna delle affermazioni di Lavrov su Hitler; interprete della Lingua dei segni (LIS) in finestra grafica affiancata. | contenuto video | 1 |
la Polonia vuole annettersi pezzi dell'Ucraina occidentale | Polonia Ucraina occidentale | eb2aabfc | CMM | Elezioni europee in Italia. Affermazione del Partito Democratico (PD) che sfiora il 41% dei voti nelle elezioni europee del 25 maggio 2014, ridimensionamento rispetto alle attese del Movimento 5 Stelle (M5S) che si attesta intorno al 21%, il partito Forza Italia (FI) si ferma al 16,8%, il movimento Lega Nord ottiene il 6,2%,, il partito Nuovo Centrodestra (NCS) supera di poco la soglia di sbarramento del 4%, il partito Fratelli d'Italia (FdI). non supera la soglia di sbarramento.. Soddisfazione del segretario del PD Matteo Renzi per il successo elettorale ottenuto dal PD. Delusione del M5S per il crollo dei consensi. Soddisfazione del NCD e della Lega Nord per il superamento della soglia di sbarramento. Elezioni europee. Forte avanzata delle forze politiche euroscettiche e anti Unione Europea di destra. Calo di consensi per il Partito Popolare Europeo (PPE) che però mantiene il primato in Europa. Rivendicata dal PPE la guida della Commissione europea per il proprio candidato Jean-Claude Juncker. Successo in Francia del partito di destra Front National di Marine Le Pen che raggiunte il 25% dei consensi. Il partito di estrema destra Alba Dorata diventa il terzo partito in Grecia. Buon risultato in Germania del partito del cancelliere tedesco Angela Merkel. Elezioni presidenziali in Ucraina. Successo elettorale alle elezioni presidenziali ucraine dell'oligarca filo occidentale Petro Poroshenko. Viaggio del papa in Terra Santa. Israele. Ultimo giorno del viaggio del Papa in Terra Santa, invito del papa a pregare per la pace in un incontro di preghiera in Vaticano tra israeliani e palestinesi per risolvere la questione dei rapporti tra Israele e Palestina. condanna dell'antisemitismo. Cronaca estera. Morto a Varsavia, Polonia, 96 anni il generale e politico polacco Wojciech Jaruzelski che alla guida del Paese alla fine degli anni settanta pose fuori legge il sindacato "Solidarnosc". . | contenuto audio | 0 |
la Polonia vuole annettersi pezzi dell'Ucraina occidentale | Polonia Ucraina occidentale | d87dfe78 | CMM | Politica italiana. Circa il 40% l'affluenza per il voto alle elezioni amministrative comunali, mentre per quanto riguarda i referendum sulla Giustizia è andato a votare circa il 14% degli aventi diritto. Rimangono aperti i seggi fino alle ore 23; potrà votare anche chi è rimasto in coda dopo tale ora. Politica italiana. Dettagli sull'intervento del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese sui disservizi ai seggi elettorali di Palermo (Sicilia, Italia). Politica estera. Francia. Dettagli sugli exit poll delle elezioni legislative. Stati esteri. Guerra Ucraina e Russia. Proseguono scontri in Donbass (Ucraina) e nella parte occidentale dell'Ucraina. Trovato l'accordo con Polonia e Romania per far viaggiare via terra il grano ucraino. Si propone ancora come mediatore di pace il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan (Baronio). Stati esteri. USA. Un gruppo di senatori democratici e repubblicani che sta lavorando ad una nuova legge ha raggiunto un'intesa di principio sul rafforzamento di controlli sul possesso di armi da parte di chi ha meno di ventuno anni e su un aumento di fondi per la sicurezza nelle scuole. Omicidio. Sesto San Giovanni, Milano, Lombardia, Italia. Era in cura per problemi psichiatrici il diciannovenne, Gianluca Loprete, che stamattina ha chiamato i Carabinieri annunciando di aver ucciso il padre, Antonio Loprete, con cui viveva. Arrestato il ragazzo con le accuse di omicidio volontario e vilipendio di cadavere. Testimonianza di un vicino di casa (Rotondo). Violenza sessuale. Cattolica, Rimini, Emilia Romagna, Italia. A Cattolica una ventenne ha denunciato di essere stata violentata ieri notte vicino al parcheggio di un locale sulla spiaggia. Arrestato un giovane di ventidue anni. Fiere, sagre e mercati. Milano, Lombardia, Italia. Successo della Milano Design Week: quattrocentomila visitatori in una settimana. | contenuto audio | 0 |
Hitler aveva origini ebraiche | Hitler origini ebraiche | f5fd704f | CMM | Reinhard Heydrich Commento speaker su SS, su vertici dell' organizzazione, su capo della Gestapo Reinhard Heydrich, su sua ideologia, prototipo dell' ariano perfetto. Commento speaker su origini ebree di Heydrich, su tentativo di quest' ultimo di nasconderne le prove, su assoluzione da parte del partito nazista, su origini ebraiche utilizzate da Reich come arma di ricatto, su desiderio di rivalsa di Heydrich, su sua vita sregolata e sua vita familiare. Commento speaker su diffidenza di Heydrich, su suoi dossier su Hitler e Himmler, su ascesa suo potere, suo sistema di sorveglianza, su interrogatori della Gestapo, su suoi metodi applicati alla deportazione degli ebrei. Commento speaker su invasione Polonia da parte della Germania 01 09 1939 e inizio Seconda guerra mondiale, su aumento potere di Heydrich capo dell' Ufficio della sicurezza del Reich, su ordine di rinchiudere ebrei nei Ghetti per neutralizzarli, su razzie ed esecuzioni eseguite da reparti di polizia, su ordine di Heydrich a corpi speciali nel maggio del 1941 nel castello di Pretzsch in Sassia di liquidare gli ebrei in Unione Sovietica. Libau luglio 1941 esecuzione ebrei. Commento speaker su nomina di Heydrich a sostituto protettore del Reich con compito di stroncare resistenza in Boemia e Moravia, su esecuzioni ordinate da lui a Praga, su intenzioni di rendere suo protettorato stato modello. Commento speaker su consegna chiave tesoro di Praga conservato nel Duomo della citta' come segno della sottomissione ai tedeschi, su ambizione di Heydrich, sua ostilita' a burocrazia cattolica, su persecuzione suore tra cui Helena Kafka, suor Restituta, condannata alla decapitazione. Commento speaker 20 01 1942 riunione burocrati nazisti presieduti da Heydrich a Wannsee in cui pianificata la " soluzione finale della questione ebraica ". Commento speaker su organizzazione e messa in atto attentato a Heydrich da parte dei patrioti cecoslovacchi esuli in Inghilterra tra cui Jan Kubis e Jozef Gabcik che dopo essersi paracadutati su Praga riescono a fermare l' auto su cui Heydrich viaggia insieme al suo autista e a gettargli contro una granata anticarro. Commento speaker su morte di Heydrich e discorso commemorativo di Himmler a suo funerale, su suicidio dei due attentatori e vendetta soldati tedeschi che uccidono i maschi del villaggio di Lidice, ne deportano le donne e i bambini e lo bruciano completamente. Frammento audio originale cinegiornali annunciano la morte di Heydrich. Interviste separate a Giordano, Kersten, Brune, Schwersenz, Mengelsen, Jancsy, Kohout, Hlavacek. | contenuto audio | 0 |
Hitler aveva origini ebraiche | Hitler origini ebraiche | 878da4a1 | CMM | Guerra Russia Ucraina. Il Ministro degli Affari Esteri della Russia Sergej Viktorovic Lavrov è stato intervistato nel canale televisivo italiano Rete 4. Nell'intervista Lavrov ha affermato che il dittatore nazista della Germania Adolf Hitler aveva probabilmente origini ebraiche, come il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. Israele ha convocato l'ambasciatore russo in Israele. Si ascolta un estratto di un discorso di Lapid. Lingua: ebraico. | contenuto audio | 1 |
La fabbrica di zanzare colombiana di Bill Gates alleva 30 milioni di zanzare infettatate da batteri a settimana e vorrebbe disseminarle per il mondo | null | ab2b01bf | open |
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Dalle bufale su Buckingham Palace alle teorie del complotto sulle elezioni: le fake news della settimana
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La “fabbrica di zanzare” di Bill Gates: ecco cosa c’è dietro
«La “fabbrica di zanzare” colombiana di Bill Gates alleva 30 milioni di zanzare infettate da batteri a settimana. Vorrebbe disseminarle per il mondo a scopi benefici. Spiegatemi poi perché questi personaggi li chiamano filantropi [ma] se sono Russi sono oligarchi». Questa la teoria in circolazione sui social. Ecco ciò che successe davvero: Bill Gates rilasciò realmente delle zanzare “contro” alcune persone, ma erano del tutto innocue. Il gesto serviva per sensibilizzare sulla ricerca contro la diffusione di malattie trasmesse attraverso alcune specie di zanzare. Inoltre Bill Gates ha contribuito a dei progetti volti a rilasciare zanzare geneticamente modificate, allo scopo di ridurre la popolazione di alcune specie che trasmettono malattie alle persone.
Clicca qui per leggere l’analisi completa
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Il 21 Marzo 2022 il generale Bulgakov ha firmato un documento riguardo un ordine di filmare video propaganda per screditare le forze ucraine nei confronti dei prigionieri di guerra | null | 764e2f2c | open |
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: Anonymous • Fake news • Russia • Ucraina
No! Questo non è un documento delle autorità russe che ordinano la creazione di falsi video contro gli ucraini
28 Marzo 2022 - 23:19
di David Puente
Anonymous pubblica un presunto documento “trapelato” dalla Russia e firmato dal generale Bulgakov, ma la firma non è affatto la sua
Il 28 marzo 2022 l’account Twitter Anonymous (@YourAnonNews) pubblica la foto di un presunto documento “trapelato” dalla Russia riguardo un ordine di filmare video di propaganda per screditare le forze ucraine nei confronti dei prigionieri di guerra. Il documento viene proposto al pubblico a seguito della diffusione di un video dove dei soldati ucraini avrebbero compiuto crimini di guerra contro dei prigionieri russi. Il documento, diffuso poi anche via Facebook, risulta falso: la firma è la stessa usata in un quiz di un sito internet.
Per chi ha fretta
Anonymous condivide un documento che ritengono “trapelato” dalla Russia.Tale documento dimostrerebbe l’intenzione da parte della Russia di creare falsi video per incolpare gli ucraini di compiere crimini di guerra.La firma del documento diffuso da Anonymous è falsa, prelevata da un sito internet che parla di firme.La firma viene attribuita al generale russo Bulgakov, ma non risulta essere affatto la sua.
Analisi
Ecco il tweet di Anonymous e il testo che accompagna la foto:
Leaked document from Russia with order to film propaganda videos in order to discredit the attitude of Ukrainian forces to POWs
In un tweet successivo condividono quella che risulta essere la traduzione in inglese del documento:
La firma è falsa
Attraverso una semplice ricerca per immagini scopriamo che la firma proviene da un sito russo dal quiz intitolato «Test: cosa dice la tua firma?».
La firma viene attribuita a un generale di nome Bulgakov. In un tweet del 2020, del parlamentare russo Andrey Alshevskih. troviamo un documento con la firma originale del generale.
Il confronto tra le due firme è evidente:
La data del documento è quella del 21 marzo 2022, precedente di quasi una settimana dal giorno in cui è stato diffuso il video che accusa gli ucraini di aver compiuto crimini di guerra ai danni dei prigionieri russi.
Conclusioni
Il documento pubblicato da Anonymous non risulta veritiero. La firma, in questo caso, è l’elemento chiave utile a dimostrare la falsità: proviene da un sito web russo che parla di firme. Non solo, non è la stessa del generale Bulgakov presente nei documenti ufficiali diffusi online da un parlamentare russo.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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Gli ucraini accolgono con gioia i soldati russi | null | 46807838 | open |
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: Disinformazione • Fake news • Russia • Ucraina
No! Questi video non mostrano il popolo ucraino che festeggia i soldati russi
30 Maggio 2022 - 18:21
di David Puente
Circolano diversi video di propaganda per sostenere che gli ucraini accolgano con gioia i soldati russi, ma sono stati registrati altrove
Circolano alcuni video utilizzati per sostenere che il popolo ucraino stia festeggiando e salutando con riconoscenza i soldati russi durante il loro arrivo. Video utilizzati dagli utenti online per la propaganda filorussa, ma questi non risultano affatto registrati in Ucraina. Al contrario, uno di questi proviene da una località vicina al Mar Caspio.
Per chi ha fretta
Circola da aprile 2022 un video dove in una strada alberata dei civili salutano festanti dei soldati russi. Si sostiene che siano cittadini ucraini.Il video è stato registrato nella regione di Kursk, in Russia. A confermarlo è il media RT (Russia Today).Circola da fine maggio 2022 un video dove i soldati russi vengono festeggiati al loro passaggio nelle strade di una cittadina. Secondo alcuni utenti sarebbe una località ucraina.Il video è stato girato a Kizlyar (Daghestan), nel territorio della Federazione russa nei pressi del Mar Caspio e a più di 10 ore di distanza in auto da Mariupol.
Analisi
Dal 10 aprile 2022, circola un video che dimostrerebbe l’accoglienza del popolo ucraino al passaggio/arrivo dei soldati russi:
QUESTA È L’ACCOGLIENZA DEL POPOLO UCRAINO AL PASSAGGIO DEI SOLDATI RUSSI. MA IN ITALIA GIORNALI E TV NON NE PARLANO, COME MAI?
Secondo quanto pubblicato dall’account Twitter della Difesa ucraina, il video sarebbe stato girato nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina.
Ciò che riscontriamo è che nel video è presente un mezzo della Polizia che non risulta affatto quello ucraino, ma quello russo: il modello è l’UAZ-3163 Patriot. Per quale motivo dovrebbe scortare i militari russi in territorio ucraino?
La conferma arriva dal canale RT (Russia Today) del social russo Ok.ru, il quale pubblica il 10 aprile 2022 il video come registrato nella regione di Kursk («Появилось видео колонны армии РФ в Курской области»).
Il video dal Daghestan
Circola un video, pubblicato a fine maggio 2022, dove si sostiene la stessa narrazione: «Il popolo ucraino saluta con riconoscenza i soldati russi!!» scrive l’utente Maria.
Il video sarebbe stato filmato a Kizlyar (Daghestan), territorio russo che si affaccia al Mar Caspio e che si trova a circa 13 ore di auto da Mariupol, non in Ucraina.
A sostenerlo sono diversi account filorussi, affermando che i soldati avrebbero fatto ritorno a casa per riposare.
Non è l’unico video, ce ne sono altri (qui e qui):
Grazie a una delle scritte presenti in un edificio ripreso dal video («фонБет», nella struttura sotto evidenziata in viola) è stato possibile riscontrare l’area in cui è stato registrato. Si tratta proprio di Kizlyar.
Conclusioni
I due video, uno diffuso ad aprile e uno a maggio 2022, non riportano affatto il popolo ucraino che accoglie o festeggia l’arrivo dei soldati russi. Entrambi i video sono stati registrati nel territorio della Federazione russa.
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La Corte d'Appello di Bologna ha dimezzato la pena a Michele Castaldo da 30 a 16 anni per il suo stato emotivo | null | d23825bd | open |
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: Bologna • Emilia-Romagna • Fake news
Dimezzata la pena per una «tempesta emotiva»? Cronaca di una notizia falsa
4 Marzo 2019 - 17:35
di David Puente
La Corte d’Appello di Bologna ha dimezzato la pena a Michele Castaldo da 30 a 16 anni per il suo stato emotivo? La questione è complessa e le motivazioni sono altre.
Fa discutere la sentenza d'appello dove un uomo di Riccione, Michele Castaldo, è stato condannato per aver ucciso la compagna, Olga Matei. Secondo la narrativa diffusa, la pena sarebbe stata dimezzata perché l'assassino era in preda a una «tempesta emotiva». Condannato in primo grado a 30 anni di reclusione nel 2017, in Appello l'avvocato difensore aveva chiesto l'esclusione delle aggravanti o comunque del riconoscimento delle attenuanti generiche al fine di ridurre la pena. La Corte di Bologna, con sentenza del 14 novembre 2018 depositata l'otto febbraio 2019, ha poi ridotto la pena da 30 a 16 anni di reclusione riportando le diverse motivazioni che hanno portato al riconoscimento delle attenuanti generiche, citando appunto la «tempesta emotiva» che tuttavia non è stato l'elemento determinante.
Indice:
Il testo della sentenza d'AppelloL'articolo 90 del codice penale.
Il testo della sentenza d'Appello
I giudici hanno rigettato la richiesta d'appello della difesa in merito all'esclusione delle aggravanti dei futili motivi, confermandoli a pieno non ritenendo in alcun modo lo «stato di gelosia» incompatibile con la aggravante di cui all’art. 61 n. 1 c.p. È stata proprio la gelosia a scatenare il litigio nella coppia, come l'imputato stesso ha affermato prima e durante il processo. Erano bastati dei messaggi sul cellulare di lei da parte di alcuni uomini per scatenare in lui una situazione di rabbia iniziale che lo portarono ad andarsene di casa in segno di protesta. Tornato nell'abitazione, dopo diversi via e vai, lui le aveva confidato le sue insicurezze senza ottenere una risposta positiva da lei tanto che, dimostrandosi indifferente, lo invitò ad andarsene. A quel punto Michele Castando aveva perso la testa, come dichiarato durante il processo ai giudici: «lei non voleva più stare con me. Le ho detto che lei doveva essere mia e di nessun altro. L 'ho stretta al collo e l'ho strangolata».
Le attenuanti generiche
In Appello, contrariamente al Tribunale di Rimini, sono state invece accolte le circostante attenuanti generiche. A far leva su questa decisione sono state la confessione dell'imputato – sia per il delitto sia per l'ammissione delle circostanze che hanno portato all'aggravante per futili motivi – e il tentativo da parte sua di iniziare a risarcire la figlia minore della vittima, un gesto che portava a considerare il fatto che riconoscesse ancora di più la gravità del delitto da lui commesso.
Risulta strano sostenere che lo stato emotivo risulti nello stesso processo come elemento a sostegno dell'aggravante e allo stesso tempo elemento utile per il dimezzamento della pena. Sul sito della rivista giuridica Giurisprudenzapenale.com possiamo leggere una spiegazione riguardo questa sentenza:
Quanto al tipo di valutazione richiesta al giudice, in giurisprudenza è ricorrente il principio secondo cui, nel motivare il diniego della concessione delle generiche, non è necessario che il giudice prenda in considerazione tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti o rilevabili dagli atti, ma è sufficiente che egli faccia riferimento a quelli ritenuti decisivi o comunque rilevanti, rimanendo tutti gli altri disattesi o superati da tale valutazione.
Da ciò se ne ricava che la Corte sarebbe potuta giungere alla medesima conclusione cui è effettivamente giunta – ossia una rideterminazione della pena sulla base del riconoscimento delle attenuanti generiche che erano state negate in primo grado – anche senza pronunciarsi sulla rilevanza degli stati emotivi o passionali e giustificando il riconoscimento delle attenuanti generiche sulla base di altre circostanze quali, ad esempio, l’assenza di precedenti penali o la confessione dell’imputato.
Secondo la rivista giuridica, la corte poteva anche evitare di pronunciare gli stati emotivi dell'imputato per giustificare il riconoscimento delle attenuanti generiche.
Stati emotivi e infermità mentale
Vengono citati, a riconoscimento delle attenuanti generiche, il forte stato di gelosia e la «soverchiante tempesta emotiva e passionale», ma questi «stati emotivi o passionali» non vanno per nulla ad incidere sull'impunibilità ai sensi dell'articolo 90 del codice penale:
Articolo 90 Codice penale(R.D. 19 ottobre 1930, n.1398)Stati emotivi o passionali
Gli stati emotivi o passionali non escludono né diminuiscono l'imputabilità
L'articolo 90 del codice penale.
Su Brocardi.it leggiamo una nota chiarificatrice:
La disposizione in esame si riferisce agli stati emotivi e passionali che sono verificabili in una persona sana e, come tale, ritenuta idonea a controllare la propria affettività (si pensi alla gelosia). Questi non possono escludere o diminuire l'imputabilità in quanto possono assumere rilevanza come cause di esclusione o attenuazione dell'imputabilità solo quegli stati emotivi e passionali che dipendono da una vera e propria infermità di mente. Di qui la considerazione di inutilità della norma, espressa da larga parte della dottrina.
Durante il processo si è ritenuto che il sentimento provato sia «certamente immotivato e inidoneo a inficiare la capacità di autodeterminazione dell’imputato», escludendo dunque l'eventuale infermità mentale:
Alla luce di tali emergenze processuali il giudice, rilevando che gli stati emotivi e passionali che non si inseriscano in un quadro di infermità sono ininfluenti ai fini della imputabilità, riteneva sussistente la responsabilità del Castaldo e sussistente l'aggravante dei motivi abietti e futili, sostanzialmente ammessi dallo stesso imputato, che aveva spiegato il gesto col fatto che la donna non lo voleva ascoltare e aveva manifestato l'intenzione di lasciarlo.
Conclusioni
Castaldo era stato condannato all'ergastolo in primo grado, ma con rito abbreviato, dunque ha avuto accesso a un primo sconto di pena a 30 anni. In secondo grado, la pena comminata avrebbe dovuto essere pari a 24 anni, tenendo conto delle attenuanti generiche, ma per effetto del rito abbreviato è scesa a 16 anni. Affermare che la pena sia stata dimezzata per il riconoscimento di una «tempesta emotiva» risulta errato. La reale motivazione del passaggio da 30 a 16 anni di reclusione è dovuta alle attenuanti generiche riconosciute in secondo grado, ossia la confessione dell'imputato – sia per il delitto sia per l'ammissione delle circostanze che hanno portato all'aggravante per futili motivi – e il tentativo da parte sua di iniziare a risarcire la figlia minore della vittima.
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: Bufale • Disinformazione • Fake news • Fëdor Dostoevskij • Russia
La falsa citazione sulla tolleranza e gli imbecilli attribuita a Dostoevskij
29 Luglio 2022 - 19:46
di David Puente
Attribuita al filosofo russo solo dal 2021, ma precedentemente a un altro. Di fatto, non appartiene a nessuno dei due
A seguito dell’invasione russa in Ucraina, la figura dello scrittore e filosofo russo Fedor Dostoevskij è stata oggetto di scontro in ambito universitario. Si è parlato di censura, di odio nei confronti della cultura russa, e questo clima ha permesso la circolazione di un meme datato e riportante una falsa citazione: «La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli».
Per chi ha fretta
La citazione attribuita a Dostoevskij non trova alcun riscontro nelle sue opere.La citazione era stata attribuita in precedenza a Mikhail Bulgakov.Gli esperti affermano che la citazione non appartiene a nessuno dei due.
Analisi
Ecco uno dei meme diffusi sui social con la falsa citazione attribuita a Fedor Dostoevskij:
La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli
Circolano anche altre immagini simili a questa, nelle quali viene aggiunta una nota: «Fedor Dostoevskij – Attribuita». Rimane comunque un falso.
Circolava dal 2021
Ciò che risulta strano è come questa citazione non trovi riscontro nelle pubblicazioni passate e precedenti al 2021 riguardo al filosofo russo. La circolazione è iniziata principalmente in lingua inglese, per poi essere tradotta in italiano. Ecco un esempio analizzato dai colleghi di LeadStories lo scorso anno, una pubblicazione della pagina Facebook Great Homeschool Conventions:
Tolerance will reach such a level that intelligent people will be banned from thinking so as not to offend the imbeciles. Dostoievski
Attribuita ad altri
La citazione in inglese circolava in precedenza attribuita ad un altro nome, in particolare all’opera “Cuore di cane” di del russo Mikhail Bulgakov. Ecco un esempio in lingua russa, per poi venire tradotta in inglese:
Ecco un altro esempio via Instagram nel 2021:
Non è di Dostoevskij o di Bulgakov
I colleghi di LeadStories hanno contattato gli esperti del Centro risorse per l’Europa centrale e orientale “Petro Jacyk” di Toronto per conoscere se la citazione sia di Dostoevskij o di Bulgakov. Ecco la risposta: non appartiene a nessuno dei due.
Conclusioni
Ci troviamo di fronte all’ennesima citazione falsa attribuita ad un personaggio importante per fornire una sorta di credibilità. Di fatto, Dostoevskij e Bulgakov non hanno mai detto o scritto che «La tolleranza arriverà ad un tale livello che alle persone intelligenti sarà vietato fare qualsiasi riflessione per non offendere gli imbecilli».
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Bambini • Fake news • Natale • Scuola
No, nessuna scuola di Moie ha annullato la recita di Natale per non offendere i bimbi stranieri
16 Novembre 2019 - 06:09
di Juanne Pili
Festività natalizie mutilate in una scuola per non offendere le altre religioni? No, affatto
La consueta recita di Natale prevista per i bambini della scuola Gianni Rodari di Moie in provincia di Ancona si farà eccome. La struttura fa parte dell’Istituto comprensivo Carlo Urbani, il quale si è dovuto scomodare con un comunicato ufficiale nel suo sito web:
«Il simbolo della Natività non offende nessuna sensibilità religiosa e anzi, spesso, nella sua storia, questo Istituto ha consentito momenti di autentica inclusione interculturale, al di fuori di rigidi e precostituiti schemi mentali ed in questa prospettiva va concepito e andrà realizzata la recita nella scuola di Moie».
Sì, perché secondo quanto riportato da diverse testate come il Messaggero (copia cache), i dirigenti scolastici avrebbero annullato la recita per venire in contro «a quel 10% di bambini stranieri non di fede cristiana, cui una recita di Natale potrebbe destare malcontento e offendere la sensibilità religiosa».
Nascita e morte di una «non-notizia»
Dopo la smentita dell’Istituto, mediante i chiarimenti della dirigente scolastica Patrizia Leoni in conferenza stampa, gli articoli sono stati prontamente aggiornati. Rimane però il post di Giorgia Meloni che linka il Messaggero:
«Prima era “discriminatorio” il crocifisso, poi il presepe, ora le recite di Natale. Ma sono i bimbi a sentirsi offesi, o è il fanatismo ideologico di qualche dirigente a spingere per censurare ogni simbolo e tradizione della nostra cultura?».
Prima era "discriminatorio" il crocifisso, poi il presepe, ora le recite di Natale. Ma sono i bimbi a sentirsi offesi,…Posted by Giorgia Meloni on Thursday, November 14, 2019
L’equivoco – stando a come è stata trattata la notizia – sarebbe scattato a seguito delle affermazioni attribuite ad alcuni insegnanti.
Nel comunicato dell’Istituto invece si precisa che «Il giorno 13 novembre, nella tarda mattinata, era infatti giunto a scuola il verbale del consiglio di intersezione del 6 novembre scorso (redatto dai genitori) e la richiesta di un colloquio con la Dirigente per individuare modalità condivise a proposito della recita di Natale».
Leoni ha definito tale uscita comunicativa una «non-notizia», precisando inoltre lo sgomento nell’apprenderla, dal momento che «nessuna altra forma di comunicazione, eccetto quella appena descritta, era pervenuta alla sottoscritta né in modo formale né informale da parte di Istituzioni o singoli.
Pertanto lo sconcerto e lo sbigottimento ha coinvolto non solo me, ma anche i genitori rappresentanti dell’Infanzia che prontamente hanno comunicato a questo Istituto la loro dissociazione per una notizia che ha colto tutti di sorpresa».
Sullo stesso tema:
«Non è in Iran, non è in Afghanistan, neanche in Arabia Saudita: è Roma», ma è un falso!Nazisti al Lucca Comics? Erano «cosplayer» irregolari ispirati dai giochi di guerraIl video dei migranti della Ocean Viking con il cellulare: nuovi? Chi li compra? Chi paga?Mes, Meloni strattona Di Maio nel giorno del vertice di maggioranza: «Se gli resta un briciolo di dignità, faccia cadere il governo»
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Coronavirus • Fake news • Maria Rita Gismondo • Sanità
Coronavirus, «Patto trasversale per la scienza» diffida la virologa Maria Rita Gismondo per aver minimizzato l’epidemia
22 Marzo 2020 - 14:11
di Juanne Pili
Secondo l’associazione di scienziati, Gismondo avrebbe rischiato di turbare l’ordine pubblico, con affermazioni non scientifiche
Avevamo già trattato le affermazioni controverse espresse dalla virologa dell’Ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, quando dichiarò come il Covid-19 fosse «poco più che una influenza», suscitando le pesanti critiche del collega Roberto Burioni, virologo e membro dell’associazione Patto trasversale per la scienza (Pts).
Dopo la denuncia contro il critico d’arte Vittorio Sgarbi, per le sue controverse affermazioni sul coronavirus, ora gli scienziati di Pts inviano una diffida a Gismondo. Ne seguiranno altre nei prossimi giorni, nei confronti di diversi personaggi pubblici che hanno alimentato l’infodemia.
Patto trasversale per la scienza | La lettera di diffida a Maria Rita Gismondo.
La presunta disinformazione di Gismondo
Nella loro lettera di diffida gli scienziati, seguiti dall’avvocato Corrado Canafoglia, contestano alla virologa almeno tre affermazioni, che secondo Pts avrebbero alimentato la disinformazione sulla reale entità dell’epidemia di Covid-19:
«È una follia questa emergenza, si è scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale (23.2.2020)»;«Non voglio sminuire il coronavirus ma la sua problematica rimane appena superiore all’influenza stagionale (1.3.2020)»;«Tra poco il 60-70% della popolazione è positivo ma non dobbiamo preoccuparci (13.3.2020)».
La virologa avrebbe violato, secondo gli scienziati, l’articolo 656 del Codice penale, in quanto «rischia di turbare l’ordine pubblico», spiegano gli autori della lettera, riferendosi alla seguente affermazione di Gismondo: «l’epidemia potrebbe esser mutata, sta succedendo qualcosa di strano». Tali parole per gli scienziati sono «non supportate da evidenze scientifiche»:
«Comprenderà che le Sue affermazioni possano indurre parte della popolazione a violare i precetti governativi – continuano gli scienziati rivolgendosi a Gismondo – volti a contenere il contagio, con nefaste ricadute in termini di salute pubblica, soprattutto perché provenienti da un medico con responsabilità istituzionali non solo per la struttura sanitaria in cui opera, ma per l’intera Nazione essendo il Suo uno dei laboratori diagnostici di riferimento a livello regionale, peraltro della Lombardia, la regione più colpita dall’epidemia».
Pts diffida quindi la Virologa a «rettificare immediatamente le Sue argomentazioni che potrebbero aver indotto ad una minimizzazione del problema coronavirus, soprattutto negli ultimi giorni, nonostante le robuste evidenze della drammaticità della situazione ed al contempo La invitiamo ad astenersi dal diffondere notizie sulla vicenda se non supportate da evidenze scientifiche».
Foto di copertina: Patto trasversale per la scienza | La lettera di diffida a Maria Rita Gismondo.
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Darwin Day 2019: i principali errori sulla teoria dell’evoluzione che abbiamo imparato a scuola
12 Febbraio 2019 - 14:10
di Juanne Pili
Un regalo che potremmo fare a Charles Darwin per il suo “compleanno” è smetterla di rappresentare l’evoluzione umana coi nostri vari antenati disposti in fila, col solito scimmione all’inizio e l’essere umano (rigorosamente maschio e bianco) alla fine. Si tratta infatti di una rappresentazione errata
Il 12 febbraio 1809 nacque una delle menti che hanno cambiato drasticamente il nostro modo di vedere il mondo: Charles Darwin. Concepire la storia della vita come un fenomeno in continuo mutamento, mediante selezione naturale, non è però così semplice. Se poi anche i sussidiari scolastici contribuiscono a fare confusione è anche peggio.
L’abbiamo vista tutti almeno una volta sui libri o sui cartelloni appesi nelle aule scolastiche: la solita immagine dell’evoluzione umana rappresentata in maniera lineare, con pochi antenati che dal livello scimmiesco si «elevano» alla condizione umana. Da qui vari dubbi di scarso fondamento che ci tormentano e su cui fanno leva i creazionisti duri e puri, secondo i quali tutto in natura sarebbe stato creato da Dio in maniera immutabile, come si legge nella Bibbia.
Dov'è finito l'anello mancante?
La questione dell’anello mancante, ovvero l’argomento in base al quale non si sarebbero mai trovati antenati intermedi che dimostrino un’evoluzione in atto, da una specie iniziale a una finale, è un esempio dei danni che la rappresentazione semplicistica propinataci fin dall’infanzia può aver fatto. Il problema dell’anello mancante non si pone affatto perché l’evoluzione non è un processo lineare che comporta un «miglioramento» da un livello basic a uno pro, come se fossimo dei programmi da aggiornare continuamente, secondo un ideale divino di efficienza.
Ogni specie ha una sua variabilità genetica e gli esemplari che si adattano meglio alle condizioni in cui si trovano hanno più probabilità di riprodursi trasmettendo i propri geni ai discendenti, questo fa sì che da una specie all’altra si creino delle diramazioni, più o meno variegate, con rami che improvvisamente si troncano (specie estinte) e altri che invece continuano a germogliare.
L'albero della vita
In questo albero della vita (come lo stesso Darwin se lo figurava), non ha senso parlare di anelli mancanti, ci sarà sempre uno spazio vuoto da riempire. Non dobbiamo considerare per ogni specie esistente oggi un unico filone di antenati. Ognuno di noi è una diramazione tra infinite altre.
L'uomo «discende» dalla scimmia?
Anche chi si preoccupa del fatto che «discendiamo dalle scimmie» non ha tutti i torti, nel senso che effettivamente si tratta di nostri «cugini evolutivi»: discendiamo entrambi da un antenato comune, da cui si sono diramate diverse varianti, molte delle quali si sono arrestate, oppure non hanno portato a generare nuove specie.
L'evoluzione non si vede mai in atto?
L’evoluzione per selezione naturale è dimostrata quasi quotidianamente, purtroppo anche attraverso effetti negativi, come la progressiva resistenza dei batteri agli antibiotici (si evolvono adattandosi ai nostri farmaci) o la continua ricerca di nuovi vaccini contro nuovi ceppi virali (adattati al nostro sistema immunitario).
C’è ancora tanto da fare invece dal punto di vista divulgativo, tanto che in paesi come gli Stati Uniti continua a esistere una potente fazione che vorrebbe cancellare la teoria dell’evoluzione dai libri scolastici. Dovremmo quindi stare molto attenti a non peggiorare le cose producendo narrazioni distorte. Dubitare va benissimo, purché sia fatto con cognizione di causa.
Per approfondire
Charles Darwin, L'origine dell'Uomo
Richard Dawkins, Il più grande spettacolo della terra. Perché Darwin aveva ragione
Guido Barbujani, Andrea Brunelli, Il giro del mondo in sei milioni di anni
Telmo Pievani, Homo Sapiens e altre catastrofi
Piergiorgio Odifreddi, In principio era Darwin. La vita, il pensiero, il dibattito sull'evoluzionismo
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di Juanne Pili
Il Covid-19 si previene prendendo il Sole? Se l’infodemia colpisce anche l’editoria scientifica di qualità
Nella nostra attività di debunking della letteratura complottista, ci siamo spesso imbattuti nel fenomeno del false balance, una tecnica con cui si può far credere che in ambito scientifico esistano dei dibattiti in merito alla tesi che si vuole sostenere. Per quanto riguarda il Covid-19 ci siamo presto accorti che esisterebbero dibattiti anche sul ruolo delle vitamine, come la D, presentate quali terapie efficaci contro il nuovo Coronavirus. Si potrebbero fare infiniti esempi. Anche sul collegamento tra 5G e Coronavirus – secondo i complottisti – la Scienza si sarebbe divisa. Salvo poi scoprire puntualmente che la Comunità scientifica dibatte di tutt’altro. Spesso chi diffonde queste tesi lo fa decorando i propri contenuti di link a fonti scientifiche, le quali si rivelano trattare di altro, o ammettere di non avere prodotto evidenze. Il problema però non riguarda solo i complottisti. Ne sa qualcosa Enrico Bucci, Adjunct Professor presso la Temple University di Philadelphia, che assieme ai colleghi di Patto trasversale per la Scienza si batte da anni contro la pseudoscienza. E nonostante questo, si è trovato un suo studio citato tra le fonti di un altro, che pretende di sostenere le proprietà antivirali della vitamina D nelle terapie contro il Covid-19.
Indice:
Il Covid-19 si previene prendendo il Sole?Quando la pseudoscienza supera la peer reviewPseudoscienza e cattive revisioni
Il Covid-19 si previene prendendo il Sole?
L’articolo scientifico che cita letteralmente a caso Bucci è firmato da Al Asyary e Meita Veruswati. Si intitola «Sunlight exposure incrased Covid-19 recovery rates: A study in central pandemic area of Indonesia». Insomma, per proteggersi dal Coronavirus basta andare al mare, stimolando attraverso i raggi solari la produzione di vitamina D.
Ma non è tutto, perché secondo gli unici due firmatari della ricerca, il Codiv-19 sarebbe «un tipo di virus dell’influenza», là dove il virus è SARS-CoV2, mentre la malattia è una Sindrome respiratoria acuta.
Secondo gli autori «Sunlight triggered the vitamin D that increased body immune», ma l’ipotesi che la vitamina protegga dal virus è puramente surrogata, perché lo studio non rivela direttamente un collegamento causale tra questa sostanza e un effettivo potenziamento del Sistema immunitario.
Se questo non bastasse lo studio è stato pubblicato in una rivista della Elsevier, il colosso dell’editoria scientifica. Ed è forse su questo particolare che dovremmo spendere per ulteriori analisi. Il messaggio sta nel mezzo, se questo è autorevole la disinformazione si fa insidiosa e fa più male. Un problema che come vedremo è complesso, su cui fanno sovente leva guru delle medicine alternative e teorici del complotto.
CONFESSO.Mentre approfondivo la letteratura sul rapporto tra Vitamina D e COVID-19, strombazzato dai venditori di…Gepostet von Enrico Bucci am Samstag, 13. Juni 2020
Quando la pseudoscienza supera la peer review
L’integrità nella ricerca scientifica non è un elemento scontato, tanto che si organizzavano congressi in sua difesa fin da prima dell’emergenza Covid-19. Parliamo dell’esigenza di garantire la produzione di studi scientifici di qualità, revisionati da altri esperti, senza che gruppi di pressione pilotino i controlli delle riviste di settore, tanto meno le interpretazioni dei ricercatori.
L’editoria scientifica deve convivere con un universo fatto non solo da riviste predatorie, che pubblicano qualsiasi contenuto purché gli autori paghino, ma anche dal fenomeno del Publish or perish, ovvero la pressione a pubblicare quanto più ricerche possibili, che le riviste riversano anche verso i revisori, con conseguenze che a volte vanno ben oltre l’involontariamente comico; un esempio eloquente è quello del cane che si trovò a essere un revisore di ricerche scientifiche.
A tutto questo si aggiunge il modello stesso di produzione degli studi. Da una parte abbiamo le riviste per abbonamento, che non permettono la lettura integrale dei loro articoli a tutti; dall’altra quelle open access, rette sui contributi degli stessi ricercatori, permettendo così la libera analisi dei contenuti.
Il problema dell’accesso alla letteratura scientifica non riguarda solo giornalisti e comuni lettori, ma gli stessi ricercatori, i quali non possono abbonarsi a tutte le riviste di settore esistenti. Si arriva così a situazioni come quella dell’Università della California, che rinuncia all’abbonamento alla Elsevier.
Altro problema non trascurabile sono le scorciatoie con cui si può gonfiare l’h-index dei ricercatori, ovvero l’indice dato dalla quantità di studi e da quante volte sono stati citati in altri lavori. L’argomento è piuttosto complesso, perché a seconda del contesto cambia anche il modo con cui interpretiamo l’h-index. Va considerato anche il fenomeno delle auto-citazioni o delle citazioni tra team di ricerca “amici”, un problema piuttosto sentito anche in Italia.
Pseudoscienza e cattive revisioni
Potremmo pensare che la soluzione degli articoli accessibili solo per abbonamento dia maggiori garanzie, ma persino Elsevier, nonostante decine di milioni di dollari intascati attraverso gli abbonamenti degli Istituti universitari, non è immune dal publish or perisch.
Bucci nel suo post fa riferimento a «un giro di revisioni fraudolente» nel quale sarebbe stata implicata la casa editrice. Retraction Watch analizza il caso dei 26 articoli ritrattati tra il 2016 e il 2017 da Elsevier, perché la loro pubblicazione si è rivelata frutto di «fake reviews», insomma sarebbero state revisionate in maniera fittizia.
Il fenomeno ha riguardato anche il circuito di Nature. Parliamo dello strano caso di Scientific Reports, che sotto l’autorevolezza del marchio Nature ha pubblicato un articolo – poi ritrattato – dove si sosteneva l’efficacia dell’omeopatia, che ricordiamo essere una pseudoscienza. Non sembra essere stato un caso isolato, se pensiamo a uno studio del 2017 sui cellulari collegati agli aborti spontanei, o a quello del 2018 dove si evincerebbe che i cellulari fanno venire le corna. Già nel 2016 in un articolo apparso su Science firmato da Derek Lowe, si sollevavano dubbi sulla qualità della peer review di Scientific Reports.
Insomma, se dobbiamo trarre una lezione dal recente episodio dell’articolo sulla vitamina D, che vede coinvolto suo malgrado Bucci, è proprio quella di non limitarsi ai titoli suggestivi: gli studi vanno letti, e non sempre chi li linka lo fa con cognizione di causa; indossare un camice da laboratorio non sembra rendere immuni da questo problema.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
Foto credit: HG-Fotografie | Summer Sonnenstern Sea.
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: Afghanistan • CNN • Disinformazione • Fake news • Ucraina
No! La CNN non ha annunciato la morte del presunto giornalista “Bernie Gores” in Afghanistan e Ucraina
28 Febbraio 2022 - 22:19
di Juanne Pili
Come è nata la bufala del “giornalista ucciso due volte”
Circola la storia del giornalista Bernie Gores “morto due volte”. Un uomo mai esistito, che la CNN si sarebbe inventato per annunciarne il decesso la prima volta nell’agosto 2021 durante il ritiro dal fronte afgano, poi più recentemente nel corso dell’invasione russa in Ucraina (alcuni esempi qui e qui). La fonte? Due screen di falsi account Twitter, che si sono spacciati per profili ufficiali dell’emittente americana.
Per chi ha fretta:
Nessun account ufficiale della CNN risulta aver mai postato alcun annuncio di morte riguardante “Bernie Gores”, né risulta aver mai lavorato per l’Emittente americana.La fake news del doppio annuncio di morte è stato fabbricato attraverso finti account della CNN.Il volto che appare negli screen diffusi in Rete corrisponde allo youtuber Jordie Jordan.
Analisi
Si tratta di una bufala divenuta subito virale a livello internazionale. Hanno già trattato il caso i colleghi di Reuters, FactCheckOrg e PolitiFact. Gli screen con i due annunci del decesso vengono spesso accompagnati da didascalie sarcastiche, come la seguente:
Wow!! La stessa persona che è stata “giustiziata” dai talebani in Afghanistan è anche la prima vittima americana nella “crisi ucraina”. Vedi come funziona? La CNN è il nemico del popolo. Perchè mentire? Vai avanti e guarda TUTTI i siti di verifica dei fatti che dicono che questi tweet non provengono mai dalla CNN, ho trovato i tweet originali DELLA CNN e li ho catturati * l’uomo nella foto è a quanto pare uno YouTuber di nome Jordie Jordan … Sveglia! #FCNN #WeAreTheNews.
Gli screen a confronto del presunto doppio annuncio di morte.
Da notare che il testo menziona lo youtuber Jordie Jordan, che in questa narrazione diventa una sorta di fantoccio utilizzato dalla CNN per impersonare “Gores”. In realtà si tratta di una ulteriore distorsione dei fatti.
Già nell’agosto 2021 i colleghi di Reuters e Snopes si erano occupati dei finti post sulla morte di Gores (qui e qui). Dunque il primo screen non è stato prodotto recentemente, bensì è stata riciclata una vecchia bufala per produrne una nuova. Del resto basta prestare un po’ di attenzione. L’account del post sul presunto decesso di “Gores” in Ucraina, non risulta verificato da Twitter con il consueto pallino blu, inoltre contava appena 129 follower quando fece partire la finta news. Il primo account invece, relativo all’Afghanistan è stato sospeso da tempo.
L’unica cosa minimamente vera al momento è che effettivamente quello è il volto dello youtuber Jordan. Mentre non esiste su Twitter un profilo verificato della CNN dedicato all’Ucraina.
Conclusioni
Effettivamente non risulta esistere un giornalista della CNN di nome Bernie Gores. Ma il personaggio, il cui volto corrisponde allo youtuber Jordie Jordan non è stato fabbricato dall’Emittente americana, bensì da anonimi troll, a partire dall’agosto 2021, mediante la costruzione di finti account della CNN.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Alex Jones • Bufale • Complotti • Coronavirus • Fake news • Tamponi
Il dottor Derek Knauss esiste davvero e la prova è in un suo video? C’è cascato anche il guru dei complottisti Alex Jones
22 Aprile 2021 - 14:11
di David Puente
Per dimostrare l’esistenza del fantomatico esperto, che avrebbe svelato il complotto della Covid19, qualcuno rilancia per sbaglio il fact-checking della vicenda
Come spesso accade, alcuni video vengono appositamente tagliati e confezionati ad arte per diffondere una bufala o una teoria del complotto. Succede anche per il caso del fantomatico Dr. Derek Knauss, autore di un inesistente analisi sui tamponi (il test molecolare PCR) per sostenere che la pandemia Covid19 sia un falso, che alcuni siti avrebbero individuato in un video poi pubblicato sulla piattaforma Rumble, ma senza rendersi conto di aver diffuso il fact-checking. C’è cascato anche Alex Jones, il più pericoloso tra i guru dei complottisti americani (ne abbiamo parlato in un podcast).
Il video condiviso da Alex Jones su Rumble.
Come avevamo spiegato in due articoli, circola da inizio 2021 il testo di un inesistente esperto che avrebbe analizzato 1.500 test molecolari PCR positivi dimostrando che avrebbero rilevato solo dei virus influenzali, non il Sars-Cov-2. Il messaggio veniva attribuito a diversi nomi di personaggi inesistenti, tranne uno che dovette smentire categoricamente di esserne l’autore.
Per chi ha fretta
L’uomo nel video non è il Dr. Derek Knauss, ma Patrick Gunnels.Patrick Gunnels, nel suo profilo Linkedin, non riporta un dottorato in virologia e immunologia.Alcuni utenti stanno usando un video per sostenere la sua esistenza, ma stanno in realtà condividendo il debunking del Dr. Wilson.
Analisi
Circola un video dove un uomo non si presenta con nome e cognome, ma ritiene di possedere un dottorato in virologia e immunologia. Secondo alcuni si tratterebbe del fantomatico Dr. Knauss autore del testo bufala diffuso da inizio gennaio 2021:
In un blog in lingua italiana leggiamo un articolo dal titolo «Il dottor Derek Knauss esiste e quello che ha scoperto sul fantavirus è sconcertante» che riporta lo screenshot del video ritenuto una “prova” dell’esistenza del fantomatico esperto. Nel pezzo troviamo anche il link al video dal quale è stata presa l’immagine, pubblicato nel canale Rumble Stelladelcielo, ma chi l’ha fatto non si è reso conto di aver diffuso il debunking di Dr. Wilson, PhD in biologia molecolare.
C’è una cosa che manca nel video di Dr.Wilson, ovvero la spiegazione di chi sia il personaggio che sostiene di avere un dottorato in virologia e immunologia. Lo spiegavo in un thread su Twitter, pubblicato lo scorso 19 aprile 2021, in risposta a un utente che aveva utilizzato lo stesso video per sostenere che «Knauss esiste». L’uomo nel video si chiama Patrick Gunnels, politico, e dal suo profilo Linkedin non si riscontrano dottorati in virologia e immunologia.
Alex Jones aveva mostrato il video di Gunnels lo scorso 15 aprile 2021 come introduzione della puntata di InfoWars, riportandolo come veritiero e mandando in onda lo screenshot di un articolo amatoriale dal titolo «I’m a Clinical Lab Scientist, Covid-19 is fake, wake up America!».
Nell’articolo citato da InfoWars leggiamo un avviso in rosso: «Warning, after unsuccessful searches lotery on the DR Dereck Knauss identity, it is possible that the links have been removed to discredit the Dr. or simply that he does not exist». Insomma, si sono parzialmente resi conto che Knauss non esiste, mentre si continua a credere che Gunnels abbia un dottorato in virologia e immunologia.
Qualcuno, credendo al video e senza rendersi conto di aver diffuso il debunking della storia dei tamponi, pensava di aver «triturato» il nostro fact-checking:
Conclusioni
Non si trova il video originale di Gunnels, sta di fatto che legge un testo già diffuso in passato per sostenere la teoria del complotto della “pandemia fake“. Sta di fatto che il suo intervento, tagliato proprio nel momento in cui inizia la lettura, lo fa passare per esperto in virologia e immunologia permettendo di diffondere come veritiera la bufala delle analisi dei 1500 tamponi.
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La marina militare americana conferma ufficialmente gli "Ufo del Pentagono" | null | ac9b0b49 | open |
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: Fake news • Ufo • USA
Come un gruppo di “ufologi” è riuscito a ingannare il Congresso degli Stati Uniti
20 Settembre 2019 - 13:02
di Juanne Pili
Quali sono i retroscena dietro i presunti Ufo del Pentagono di cui si continua a parlare dal 2017
Si torna a parlare dei cosiddetti “Ufo del Pentagono”. La vicenda era stata già spiegata due anni fa, ma oggi tornano titoli sensazionalisti che parlano di conferme ufficiali da parte della marina militare americana: quei video sono autentici. Sì, ma si tratta di dischi volanti? Non proprio. Anche se la marina americana avesse usato proprio il termine Ufo questo non dovrebbe stupirci. Non è insensato che dei piloti dichiarino di vedere oggetti volanti non identificati, succede, ma poi li identificano. Tuttavia nel documento della Us Navy compare il termine «Uap», come riportano le stesse fonti da cui sono partiti i recenti titoli sensazionalisti delle maggiori testate americane:
«La Marina designa gli oggetti contenuti in questi video come “fenomeni aerei non identificati”, ha dichiarato Joseph Gradisher, portavoce ufficiale del vicecapo delle operazioni navali per la guerra delle informazioni. Alla domanda sul perché la frase “UAP” sia ora utilizzata dalla Marina degli Stati Uniti, e non “UFO”, ha aggiunto Gradisher, la terminologia “Fenomeni aerei non identificati” viene utilizzata perché fornisce la descrizione di base per gli avvistamenti / osservazioni di non autorizzati / aeromobili / oggetti non identificati che sono stati osservati entrare / operare nello spazio aereo di varie gamme di addestramento controllate dai militari».
I filmati sono autentici, ma non mostrano dischi volanti
Facciamo notare che il termine Ufo è inadeguato anche perché – come spiegavamo in un precedente articolo – quei filmati sono identificabili da fototecnici esperti, come aveva fatto già nel 2017 il debunker Mick West nel forum Metabunk. Per maggiori dettagli sulla differenza tra Uap e Ufo rimandiamo a un altro articolo di David Puente.
Le immagini mostrano un fenomeno noto come «IR flare», ovvero un riflesso generato dagli infrarossi, dovuto al bagliore dei motori. Chi si è rivolto alla Us Navy in nome del sacrosanto Freedom of Information Act (FOIA) avrebbe potuto chiedere “cosa fossero” quegli oggetti. Sapere che sono autentici – cosa già nota – non significa che mostrano dei velivoli alieni.
Il fact checking di Mik West su MetaBunk
Come tutto è cominciato
La storia comincia il 16 dicembre 2017 con uno “scoop” del New York Times scritto da Leslie Kean in collaborazione con la To The Stars Academy of Arts & Science (Ttsa), fondata dall’ex cantante dei Blink 182 Tom DeLonge, il quale ha diffuso i (ben poco segreti) video. Diversi autori già allora si cimentarono nell’analizzare tutti i retroscena, come Scott Brando di UFO of Intesest e Edoardo Russo del Cisu (Centro italiano studi ufologici).
Nell’articolo si parla di un programma del ministero della Difesa durato dal 2007 e ufficialmente chiuso nel 2012, gestito da un team incaricato di studiare gli avvistamenti ufologici, si tratta del «Advanced Aviation Threat Identification Program» (Aatip), coordinato da Luis Elizondo. Tale programma era finanziato con denaro attinto dai «fondi neri» che il Congresso americano destina ai servizi segreti e alla difesa militare. Normalmente non sarebbe possibile conoscere nel dettaglio dove vanno a finire, per ragioni di sicurezza, ma Aatip non era Top Secret, aveva infatti un livello di riservatezza più basso.
Si stima che Aatip sia costato ai contribuenti 22 milioni di dollari. Ed è questa la notizia. Dal 2012 il programma non è stato più finanziato e Elizondo si dimise due mesi prima dell’articolo del Nyt. Chi promosse un programma del genere, nonostante il Pentagono non abbia motivo di credere che gli Usa siano minacciati dai dischi volanti?
La lobby degli ufologi al Congresso
Parliamo del senatore Harry Reid, persuaso dall’amico ufologo Robert Bigelow, Ceo della società «Aerospace Advanced Space Studies». Per qualche ragione dal 2007 al 2012 Bigelow riuscì, con l’aiuto dell’amico Senatore, a ottenere un appalto del Pentagono, ottenendo lo stanziamento di 22 milioni di dollari, attinti dai contribuenti americani.
Torniamo ora a DeLonge. Lo scoop del Nyt firmato da Leslie Kean col contributo della società del cantante, potrebbe sembrare ai più maliziosi una sorta di spot mascherato. Infatti l’impresa di DeLonge si prefigge di «coniugare l’ingegneria aerospaziale e l’intrattenimento cinematografico», chiedendo donazioni per raggiungere il vago scopo. Nel momento in cui esplose la polemica erano stati raccolti già duemilioni di dollari. Ricordiamo che il primo dei “filmati segreti” era stato reso pubblico proprio da DeLonge.
Curiosamente tra i collaboratori del cantante troviamo anche il parapsicologo Hal Puthoff e il biologo Colm Kelleher, tutti ex collaboratori di Bigelow. Anche l’ex coordinatore del team del Pentagono Elizondo figura tra i collaboratori di DeLonge.
Se ci sono state preoccupazioni al Congresso, forse dipendono non dal fatto che esistono filmati autentici di presunti velivoli alieni, ma del fatto che sussiste il legittimo sospetto che qualcuno possa aver ottenuto 22 milioni di denaro pubblico per allestire un team di ricerca del tutto inutile e – forse – promuovere ben altre attività di dubbia attendibilità.
Per approfondire:
Paolo Attivissimo, Disinformatico, I video di UFO “confermati” dalla Marina USAMik West, MetaBunk, NYT: GIMBAL Video of U.S. Navy Jet Encounter with Unknown Object
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: Fake news • Foto • Inchieste • Kenya • Rapimenti • Silvia Romano • Somalia • Video
Bufale! La “foto del 2019 a Mombasa” e il video di “Silvia Romano nuda per strada”
12 Maggio 2020 - 19:45
di David Puente
Non bastavano gli insulti e le minacce di morte. Circolano online foto e video falsi sul suo conto
A seguito della liberazione di Silvia Romano, dopo 18 mesi di prigionia in Kenya e Somalia, non sono mancati attacchi e diffamazioni nei suoi confronti da parte di utenti e figure istituzionali. C’è chi è arrivato a minacciarla di morte. In questi giorni circolano anche alcune bufale nei suoi confronti.
Indice:
La foto del 2019 che non è del 2019La foto di nudo su Telegram
La foto del 2019 che non è del 2019
Il 10 maggio 2020 un utente di nome Gino pubblica sul suo profilo Facebook una foto di Silvia Romano con un ragazzo africano in una spiaggia. L’utente sostiene che la foto sia stata scattata nel 2019 e che sarebbe la prova che lei non era sotto detenzione:
Pensavo di averle viste tutte. Ma mai dire mai. Conte, Di Maio, Bonafede, un disastro che non ha precedenti! L’ultima è fantastica, da film e fa impallidire persino Gentiloni. Per la giustizia italiana se sposi la rapita si estingue automaticamente il reato, non solo, ma lo Stato italiano ti accoglie con il Presidente del Consiglio e ministri, elargisce anche qualche mezza dozzina di milioni di euro, forse da dividere tra il marito della rapita e i suoi complici. Ecco, questi non saliranno mai sui barconi per venire clandestinamente in Italia, con i soldi elargiti per il presunto rapimento, non è che apriranno alberghi bar e ristoranti? Intanto la rapita a suon di “pesce” ricco di fosforo e a tutte le ore gli è apparso Maometto che gli ha consigliato di convertirsi all’Islam. Che magnificenza. Nella foto scattata a Mombasa, celebre località turistica, nel mese di Giugno 2019 ,mentre lei ,si dice, sia stata rapita un anno prima. Pertanto la foto è stata scattata durante la dura prigionia, infatti si nota volto visibilmente provato e sofferente della povera Silvia
La foto riporta il logo di Africa ExPress, nel sito del Quotidiano online troviamo un articolo del 31 luglio 2019 dove si riportano i seguenti dati: «Dal Nostro Inviato Speciale Massimo A. Alberizzi Nairobi, Mombasa e Malindi, giugno 2019». Ecco il collegamento con Mombasa e il giugno 2019 citati nel post Facebook.
La foto è presente nell’articolo e nella descrizione leggiamo: «Alfred Scott e Silvia Romano fotografati a Mombasa». Una lettura veloce potrebbe aver fatto intendere che la foto sia stata scattata a giugno 2019 a Mombasa, ma se si legge l’articolo si scopre che non è così:
Silvia, bella, giovane e dinamica, non poteva non attrarre le attenzioni di qualche ragazzo. Infatti erano in tanti a farle la corte o addirittura a dichiararle grande amore, come Alfred Scott, un fisioterapista dell’ospedale di Mombasa che su Facebook proclama di essere innamorato della milanese.
La foto ritrae non un sequestratore con lei a Mombasa nel mese di giugno 2019, ma un suo spasimante durante un periodo precedente al rapimento.
Un ulteriore elemento è lo screenshot diffuso online da chi è amico Facebook di Alfred Scott (il nome sul social è «Alfred Scotts»):
La data di pubblicazione della foto è 27 settembre 2018, molto tempo prima del rapimento di Silvia Romano risalente al 20 novembre 2018.
La foto di nudo su Telegram
Nella chat del canale Telegram «I Reattivi» è stato pubblicato oggi, alle ore 18:04, la foto di una ragazza nuda in mezzo a una strada con il seguente messaggio:
silvia romano che manifesta a favore degli immigrati prima di partire per l Africa….. questa abbiamo pagato 4.000.000,00 / 40.000.000,00 di euro…???? No…. fatemi capire bene…!!!
L’immagine e il messaggio sono stati rimossi, probabilmente si son resi conto che era un falso. La scena risale al 2017 e si trattava di una ragazza – sconosciuta – che fece scalpore camminando per le vie di Bologna con addosso solo una borsa.
Il video, associato a Silvia Romano, è stato pubblicato su Twitter dall’utente @ChiaraDiego2:
Risulta evidente dai tatuaggi della ragazza del video che non è lei. Ecco una foto dove si nota il tatuaggio originale di Silvia Romano, molto più piccolo:
Foto da Adnkronos
Un ultima cosa. La ragazza del video è della Valle d’Aosta e stava facendo un esperimento sociale, come riportato da un articolo de La Stampa del 2017 quando aveva 26 anni (Silvia Romano ne aveva 22):
È stato svelato il “caso” della ragazza che il 27 luglio si era messa a passeggiare per il centro di Bologna completamente nuda, eccetto che una borsa di tela bianca. […]L’impresa era costata alla giovane, 26enne della Valle d’Aosta, una multa da 3.330 euro: era infatti stata fermata dalla polizia ferroviaria e sanzionata per atti contrari alla pubblica decenza.
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I tecnici del MEF hanno effettuato uno studio per valutare lo slittamento del pagamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici ad aprile 2021 per rendere disponibili 5 miliardi di euro alle famiglie colpite dalla crisi economica | null | ad2c10cd | open |
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: Bufale • Coronavirus • Fake news • Governo Conte II
Coronavirus. Slittamento della tredicesima dei dipendenti pubblici ad aprile 2021? Bufala!
1 Novembre 2020 - 18:41
di David Puente
Circola online un falso articolo de IlSole24Ore, un fotomontaggio creato ad arte
Circola un’immagine de riportante la homepage de Il Sole 24 Ore online in cui si legge un articolo dal titolo Nuovi provvedimenti allo studio del Governo per fronteggiare la crisi economica riguardo un fantomatico studio dei tecnici del MEF per valutare lo slittamento del pagamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici ad aprile 2021 per rendere disponibili 5 miliardi di euro alle famiglie colpite dalla crisi economica a seguito dell’emergenza Coronavirus. L’immagine è una bufala e l’articolo non esiste, vediamo i perché.
L’immagine riporta in alto a sinistra la data del 31 ottobre 2020 e a una prima ricerca online non si ha alcun riscontro. Teniamo conto che siamo il primo novembre 2020 e una notizie del genere sarebbe stata ampiamente discussa, ma andiamo avanti.
L’articolo riporta la categoria «Emergenza Coronavirus» che non viene utilizzato dal quotidiano, quello corretto è «Emergenza Covid». Il titolo è anomalo, rispetto a tutti gli altri contiene un punto alla fine ed è troppo lungo per il font utilizzato dalla homepage della testata. Ecco l’attuale homepage del 1 novembre 2020 che useremo per fare un confronto:
Ecco come risulterebbe una volta inserito il titolo «Nuovi provvedimenti allo studio del Governo per fronteggiare la crisi economica.» – punto incluso – al posto di quello attualmente in apertura:
Ecco l’unica maniera per far coincidere il titolo con lo spazio a disposizione, riducendo il font del titolo a 1,43rem (nota: valore della dimensione del formato):
Come possiamo notare non è possibile, anche tecnicamente, che si tratti di un articolo del 31 ottobre 2020. C’è da dire che l’immagine non è uno screenshot, ma una foto scattata a uno schermo.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
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: Complotti • Coronavirus • Fake news • Sanità • Scienze
Il complotto e la bufala pseudomedica del limone contro il coronavirus diffusa dal sito Viralmagazine.it
10 Marzo 2020 - 09:18
di David Puente
Oltre a fornire false informazioni, la bufala riporta false qualità del limone contro il coronavirus e false speranze a chi le cerca
Il sito Viralmagazine.it, già beccato a diffondere falsità, pubblica il 26 febbraio 2020 un articolo dal titolo «Ricercatrice Cinese della Facoltà di Scienze mediche rivela la triste verità sul Coronavirus» contenente molte trappole e prese in giro. La prima la troviamo nel primo paragrafo:
Ciao, sono jiào Shenme Minzi dalla Cina, Ricercatrice della Facoltà di Scienze mediche. Università di Zanjan Il virus Corona arriva in qualsiasi paese prima o poi, non c’è dubbio che molti paesi non hanno kit diagnostici o attrezzature.
Partiamo dalla prima trappola ossia il nome della presunte ricercatrice. In realtà «jiào Shenme Minzi» non è un nome, ma la pronuncia di una frase in cinese che significa «come ti chiami?» («nǐ jiào shénme míngzi»).
C’è da dire che all’estero la presunta ricercatrice viene chiamata in altri modi, ad esempio nella versione in portoghese leggiamo il nome «Laila Ahmadi». Nell’articolo di Viralmagazine.it leggiamo inoltre che rischierebbe l’arresto, prima dovrebbero trovarla veramente dato che non esiste.
La seconda trappola è la presunta «Università di Zanjan» che però risulta essere il nome di una provincia dell’Iran e non della Cina. Insomma, qualcosa non quadra oltre a tutto il resto.
La versione portoghese della bufala. Fonte: Lupa
Sembra che ci troviamo di fronte a un testo mal tradotto, forse con qualche strumento automatico che ne ha snaturato anche la punteggiatura con accapo o maiuscole senza senso. Un’altra falsità che leggiamo è quella della malattia «causata dalla fusione del gene in un serpente e un pipistrello» quando ormai la comunità scientifica da molto tempo ha accantonato un’origine legata al serpente:
Si prega di utilizzare quanto più vitamina C naturale possibile per rafforzare il sistema immunitario.Non preoccuparti è un virus semplice da sbarazzare . Il virus attualmente non contiene vaccini e trattamenti specifici sfortunatamente.a causa della Mutazione genetica che l’ha resa molto pericoloso.Questa malattia sembra essere causata dalla fusione del gene in un serpente e un pipistrello e ha acquisito la capacità di infettare i mammiferi, compresi gli umani.È importante mantenere la calma e far girare questo messaggio.
Oltre a ricordarvi che la vitamina C non protegge dal coronavirus, passiamo all’elemento antiscientifico ormai costante nei siti di disinformazione e bufale mediche online, quella delle fantomatiche qualità curative del limone:
il professor Chen Horin, CEO dell’ospedale militare di Pechino, ha dichiarato: “Le fette di limone in una tazza di acqua calda possono salvarti la vita”.Anche se stai lavorando, dovresti dare un’occhiata a questo messaggio e trasmetterlo ad altri! Il limone caldo può uccidere la proliferazione di questo virus nel nostro organismo ! Il limone tagliato in tre parti e messo in una tazza, quindi versa acqua calda e trasformalo in (acqua alcalina), bevilo ogni giorno sicuramente gioverà contro la proliferazione di questo virus. I limoni caldi possono avere lo stesso effetto benefico delle medicine.
Il fantomatico «professor Chen Horin» è un nome noto nell’ambiente della lotta alternativa e pseudomedica contro i tumori. La storiella del «limone che ti salva la vita» è nota da anni tra i fact-checkers di tutto il mondo, infatti non c’è alcuna evidenza scientifica che una limonata di curi o provenga i tumori.
Insomma, viene riciclata una bufala per crearne un’altra dando false speranze e informazioni pericolose. Queste potrebbero trarre in inganno persone che potrebbero sentirsi anche minimamente protette dal coronavirus.
Il parere degli esperti:
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: Bufale • Fake news • Russia • Ucraina • Volodymyr Zelensky
Il falso passaporto di Zelensky diffuso dalla propaganda filorussa per contestare la sua elezione
18 Maggio 2022 - 18:42
di David Puente
I canali Telegram filorussi hanno diffuso un falso passaporto creato tramite un software reperibile online
Circola sui social, in particolare in Ucraina per opera di un ex deputato filorusso, un falso passaporto del Presidente Zelensky per sostenere il possesso della doppia cittadinanza ucraina e russa. Tale documento risulta essere stato creato appositamente per contestare la sua elezione a Presidente, ritenendola illegittima e che potrebbe essere giudicato da un tribunale russo come terrorista.
Per chi ha fretta
Nel mese di marzo 2022 è stata diffusa dai canali filorussi la falsa foto di un passaporto russo di Zelensky.Si sostiene che il passaporto sarebbe stato rilasciato nel 2001 da un ente russo che però poteva rilasciare tali documenti solo dal 2004.Il documento è stato creato da un software utilizzato per realizzare falsi passaporti russi.La foto di Zelensky è tratta da un vecchio album e modificata affinché fosse difficile trovare l’originale.
Analisi
La bufala è circolata in Italia a marzo, senza però risultare virale nel nostro Paese. Ecco un esempio pubblicato il 20 marzo 2022: «Zelensky nel 2001 ha preso la cittadinanza russa in provincia di Mosca. Se adesso è annullata oppure no, non si sa» scrive l’utente Marina.
La condivisione filorussa
A smascherare il falso è stato il collega Max Bernhard in un lungo thread su Twitter (qui l’articolo). Max individua nel canale Telegram dell’ex parlamentare ucraino Illja Kyva, sostenitore dell’invasione russa, la diffusione più recente. Il falso passaporto è stato condiviso in un post del 20 aprile 2022 al fine di dichiarare l’elezione del Presidente Zelensky come illegittima:
Buone notizie.Il comitato investigativo della Federazione russa potrebbe inserire nella lista dei ricercati da perseguire un cittadino russo di nome Zelensky V.A.Per le sue attività terroristiche e come sospettato degli attacchi terroristici e l’omicidio di migliaia di cittadini in Russia e Ucraina.È l’attuale presidente ucraino e, per ora, gode dell’immunità, ma per la Federazione russa è un semplice cittadino, diventato un terrorista e un assassino.Il fatto che Zelensky non avesse diritto di essere ammesso alle elezioni presidenziali avendo la doppia cittadinanza, ottenendo un incarico illegale, è una bazzecola.
La prima condivisione risale al 15 marzo 2022. L’immagine era stata pubblicata dal canale Telegram filorusso @swodki, il quale afferma che il documento, un passaporto, sarebbe stato rilasciato nel 2001 da un dipartimento federale nella regione di Mosca. Il canale sostiene che i dati sarebbero presenti nel database della Federazione, ma c’è un problema: i documenti di questo tipo possono essere rilasciati da quell’ente soltanto a partire dal 2004, tre anni dopo il rilascio riportato nel falso documento.
Ecco l’immagine completa condivisa dal canale Telegram:
Un documento creato da un software
Attraverso una ricerca inversa, è possibile trovare diversi passaporti simili in un forum di discussione tedesco dove vengono indicate le truffe e i documenti falsi.
Il documento, come gli altri presenti nel forum, sono stati realizzati tramite un programma che crea passaporti russi falsi.
La foto di Zelensky
La foto di Zelensky nel falso passaporto è stata a sua volta modificata. L’originale circolava già nel 2021, come possiamo vedere dal sito ucraino Obozrevatel.
Lo sfondo è diverso, così come possiamo notare che l’immagine è stata riflessa.
Conclusioni
La foto diffusa online del falso passaporto non dimostra che Zelensky abbia la doppia cittadinanza ucraina e russa. Si tratta di un prodotto realizzato tramite un software di passaporti falsi.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Beirut • Bufale • Complotti • Disinformazione • Esplosioni • Fake news • Libano • Medio Oriente • Missili
Esplosione Beirut. Un video mostra un missile che colpisce il porto, ma è falso! Mancano dei fotogrammi
5 Agosto 2020 - 17:22
di David Puente
Qualche utente si sta divertendo a diffondere video manipolati per dimostrare che l’esplosione sia stata causata da un missile
Il 5 agosto 2020 l’utente @nja_iq pubblica un tweet riportante un video dell’esplosione di Beirut (Libano), del giorno precedente, dove si riuscirebbe a individuare un missile che si dirige verso il porto poco prima del catastrofico evento. C’è qualcosa di strano perché quel video è circolato già il 4 agosto 2020 senza alcun missile e con qualche fotogramma in più, ma non solo.
Infatti, il video pubblicato da @nja_iq è sgranato rispetto a un altro a più alta risoluzione che troviamo, ad esempio, pubblicato dall’account Osint613 il 4 agosto 2020 sera.
Attraverso questo piccolo confronto è possibile notare le differenze in merito alla risoluzione:
Ecco i video messi a confronto dove notiamo che non sono allineati, che mancano dei fotogrammi nel video del missile e che quest’ultimo scompare improvvisamente poco dopo la sua entrata in scena (manca del tutto il fotogramma iniziale del video, creato anch’esso ad arte per far abboccare gli utenti):
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Ci troviamo di fronte a un video palesemente manipolato. La mancanza di una buona risoluzione rispetto agli altri faceva intuire la manipolazione effettuata. A che pro? Al momento abbiamo solo un commento dell’utente che ha condiviso il video dove prende di mira Israele:
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Donbass • Fake news • Kiev • Mariupol' • Mosca • Negoziati di pace • Russia • Ucraina • Volodymyr Zelensky
Mosca: «Annientate tutte le truppe ucraine a Mariupol». La smentita di Kiev: «È una falsità». Zelensky pronto a interrompere i negoziati
16 Aprile 2022 - 23:59
di Redazione
Le autorità locali denunciano: «I russi stanno rastrellando tutti gli uomini di Mariupol e li trasferiscono a Bezimenne, un villaggio del Donetsk sotto il loro controllo»
Il Consiglio di Difesa ucraino ha definito «falso» l’annuncio di Mosca della presa di Mariupol’. «Il ministero della Difesa russo sta diffondendo una notizia falsa, sostenendo che il suo esercito ha ripulito Mariupol’ dai combattenti del reggimento Azov», si legge in una nota del Centro ucraino anti-disinformazione. «Le forze ucraine continuano a difendere Mariupol’, ma il ministero della Difesa russo ha già riferito che l’intera città di Mariupol’ è stata completamente ripulita dai militanti Azov, dai mercenari stranieri e dalle forze armate. Vi avvertiamo: questa è una fake news!». Nelle scorse ore, il ministero della Difesa russo, come riportato dall’agenzia russa Tass, aveva reso noto che «la città di Mariupol era stata completamente ripulita da tutti i miliziani del battaglione Azov, dei mercenari stranieri e delle truppe ucraine».
Uno scenario, quello della «distruzione» delle forze ucraine che difendono la città di Mariupol che, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky segnerebbe la «fine dei negoziati di Kiev con la Russia». «I russi stanno rastrellando tutti gli uomini di Mariupol e li trasferiscono a Bezimenne, un villaggio del Donetsk sotto il loro controllo», hanno raccontato le autorità locali all’agenzia Unian, aggiungendo che i loro documenti sarebbero «sequestrati in attesa di nuovo ordine».
Zelensky aveva annunciato che nei giorni scorsi i due Paesi coinvolti nel conflitto stavano trattando sulla sorte di Mariupol, e sul tavolo ci sarebbe stata la richiesta della resa da parte dei russi. Ma Kiev sarebbe stata poco propensa ad accettare, temendo che l’eventualità avrebbe portato a un massacro dei soldati ucraini. Un consigliere del sindaco della città, Petro Andryushchenko, ha scritto su Telegram: «Stanno facendo ‘pulizia’ dei nostri uomini, abbiamo le prime conferme». Il 13 aprile, il Cremlino aveva rivendicato la conquista del porto di Mariupol, annunciando: «Il battaglione Azov è circondato». Poche ore prima, il ministero della Difesa russo aveva annunciato la resa di 1026 soldati della 36esima brigata dell’Ucraina nella città. Kiev aveva smentito.
Continua a leggere su OpenLeggi anche:
Zelensky: «L’accordo con Mosca ha bisogno di due documenti separati». Anche l’Italia tra i Paesi garanti per la sicurezza ucrainaForze ucraine sotto assedio nell’acciaieria di Mariupol. Mosca: «Arrendetevi o sarete tutti eliminati»Zelensky alla Cnn: «L’Ucraina non rinuncerà al Donbass. Dopo l’escalation russa non crediamo più alle parole dei leader»Zelensky: «La Russia prepara un attacco a Est. Il ritardo nella consegna delle armi è un permesso di ucciderci» – Il videoCosa succede a Mariupol: «I russi all’attacco come in Siria e in Cecenia»«Vi racconto l’attacco dei russi all’ospedale dei bambini di Mariupol»Zelensky: «La Russia è una fonte del male, deporta i nostri cittadini. Con le armi dell’Occidente avremmo già vinto» – Il videoNegoziati in stallo tra Mosca e Kiev, la portavoce del ministero degli Esteri russo: «Non ci fidiamo più dei negoziatori ucraini»Negoziati, la mossa del Cremlino: «Consegnata una bozza chiara a Kiev: ora tocca a loro»Michel a Kiev, l’appoggio pieno dell’Ue per Zelensky: «Vogliamo la vittoria dell’Ucraina: non sei solo» – Il videoLa proposta dell’Ucraina alla Russia: negoziati per la pace a MariupolRoberto Saviano e la foto del bambino ferito vicino a Mariupol: è del 2015No! I russi non hanno catturato il generale americano Roger Cloutier a MariupolLa reazione russa per l’affondamento del Moskva, Kiev: «Attacchi sulle case a Mykolayiv: bombardieri su Mariupol»Arrestato a Mariupol il leader di Azov? No! Il video è del 2015 e mostra il comandante di un altro battaglione Mariupol, il porto nelle mani dei russi. Stavolta lo dice il Cremlino: «Il battaglione Azov è circondato» La Russia: 1026 soldati ucraini si sono arresi a Mariupol. Ma Kiev smentisce Ucraina, gli Usa forniscono a Kiev equipaggiamenti contro le armi chimiche. Blinken: «Potrebbero essere usate a Mariupol» Mariupol, la sede della Caritas ucraina distrutta da un tank russo: «Sette morti tra chi cercava rifugio»
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Il 20 giugno 2022 80000 persone sono venute a una manifestazione a Bruxelles con la richiesta di smettere di spendere decine di milioni di euro per l'Ucraina | null | 18138376 | open |
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: Belgio • Bruxelles • Fake news • NATO • Russia • Ucraina
No! Questa non è una manifestazione contro gli aiuti del Belgio all’Ucraina (o contro la Nato)
7 Luglio 2022 - 17:26
di David Puente
Un media russo ha completamente decontestualizzato il video di una manifestazione a Bruxelles
Circola un filmato in lingua russa, sottotitolato in italiano, nel quale si afferma che i cittadini del Belgio sarebbero scesi in piazza per protestare contro gli aiuti forniti all’Ucraina durante l’invasione russa. La narrazione proposta dai media filorussi e dagli utenti risulta errata, in quanto la manifestazione non riguardava il conflitto.
Per chi ha fretta
Il video riprende una vera protesta che si è tenuta lo scorso 20 giugno 2022 a Bruxelles.Le proteste non riguardavano affatto gli aiuti forniti all’Ucraina.Le proteste non riguardano l’adesione del Belgio alla Nato.Le proteste erano state organizzate dai sindacati per chiedere la modifica di una legge che riguarda l’aumento dei salari dei lavoratori.
Analisi
Ecco il testo riportato nei sottotitoli del video:
Bene, mentre le teste calde competono nella retorica militarista, i cittadini europei si chiedono come salvare il proprio budget. 80.000 persone sono venute a una manifestazione a Bruxelles con la richiesta di smettere di spendere decine di milioni di euro per l’Ucraina e indirizzare questi soldi all’indicizzazione degli [il testo si interrompe, ndr].L’elettricità è aumentata di prezzo nel paese, i prezzi della benzina sono saliti a livelli record, tutto questo colpisce i portafogli dei belgi molto dolorosamente.
Il video della manifestazione è stato diffuso anche senza il commento in lingua russa (e con i sottotitoli in italiano), riportando un’altra narrazione:
A Bruxelles, 80.000 manifestanti contro l’aumento dei costi conseguente al conflitto Ucraino. Con cartelli e striscioni: STOP ALLA NATO. 20 GIUGNO 2022.
La manifestazione riguardava l’aumento dei salari
Tra i primi a smentire le narrazioni circolate online, in particolare quelle diffuse dal media cinese Global Times, è stato il Ministero degli Esteri del Belgio, come possiamo leggere dal tweet del 23 giugno 2022 (poi rimosso):
The demonstration in Brussels on Monday, June 20, asked for more purchasing power and was in NO WAY directed against @NATO or our support to Ukraine in the war waged against this country by Russia.
La manifestazione, infatti, riguardava la richiesta dell’aumento dei salari. Ecco il volantino dell’evento diffuso dai sindacati organizzatori:
Le tre maggiori sigle sindacati del Belgio – la FGTB, la CSC e la CGSLB – avevano organizzato per lunedì 20 giugno 2022 uno sciopero generale per protestare per l’aumento dei salari, chiedendo di modificare un disegno di legge che limiti gli adeguamenti salariali allo 0,4%, come riportato da Euractiv. Infatti, in Belgio non risulta possibile aumentare di oltre lo 0,4% l’anno gli stipendi dei lavoratori.
In nessun caso si riscontrano contestazioni contro gli aiuti forniti all’Ucraina o contro la Nato, come dimostrato dallo stesso comunicato stampa della sigla sindacale FGTB. L’unico riferimento possibile alla Nato è quello di un singolo manifestante, ripreso con il suo cartello «Le Belgique hors de l’OTAN hors de Belgique!» da un fotografo di Associated Press.
Conclusioni
La manifestazione tenutasi a Bruxelles lo scorso 20 giugno 2022 riguarda la richiesta, da parte dei sindacati, di modifica di una legge che impedisce un maggiore aumento degli stipendi dei lavoratori. Dai contenuti diffuso dagli organizzatori, così come dalle effettive proteste riprese non solo dai media, non risulta che la manifestazione riguardasse gli aiuti forniti all’Ucraina o all’adesione del Belgio alla Nato.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Complotti • Fake news • Inchieste • Luna • Nasa • WikiLeaks
WikiLeaks e i sedicenti filmati segreti della Nasa sui «finti allunaggi»
12 Maggio 2020 - 18:17
di Juanne Pili
Filmati segreti dimostrano che gli allunaggi sono stati realizzati in un set cinematografico? – Il fact checking
Ci avete segnalato un filmato che circola nei Social su delle presunte rivelazioni di WikiLeaks riguardo a filmati segreti della Nasa, dove si vedrebbe che gli allunaggi delle missioni Apollo sarebbero state realizzate in un set cinematografico.
Sul sito di Julian Assange è possibile fare una ricerca avanzata per parole chiave. Ciò che riguarda «moon landing» e «Apollo» è stato aggiornato l’ultima volta nel 2013.
Si trovano cose interessanti, ma già note, come l’ammissione da parte della Nasa di aver perduto le registrazioni originali del primo allunaggio; oppure indiscrezioni sull’astronauta dell’Apollo 14 Edgar Mitchell, noto appassionato di Ufo. Niente che riguardi delle riprese segrete nel deserto del Nevada.
Per chi va di fretta:
Sulle prove riguardo all’autenticità degli allunaggi avevamo già trattato con una intervista al decano dei debunker italiani, Paolo Attivissimo;Potete trovare anche una analisi delle presunte prove solitamente presentate dai complottisti;La storia delle missioni Apollo è supportata da riscontri difficili da realizzare in un set, specialmente nel 1969.
La fonte terrapiattista
La fonte del filmato sembrava essere la pagina Facebook Terra Plana Portugal – Flat Earth, dedicata alla tesi della Terra piatta. Si trovano caricamenti del filmato anche in diversi canali YouTube. In realtà circolava nei Social già dal maggio 2019, quando venne caricato per la prima volta canale YouTube Once You Go Flat You Never Go Back!.
Nulla di tutto questo è stato realmente realizzato da WikiLeaks e il video non è altro che un collage di filmati già ben noti. Non si fa altro che alternare veri video delle missioni Apollo, o delle esercitazioni con un mezzo che doveva riprodurre il modulo lunare, con scene in cui qualcuno fa delle riprese in un set, e voci in sottofondo di una presunta regia, senza alcuna connessione reale tra i diversi contesti.
Analisi del filmato
Alla faccia del filmato desecretato da WikiLeaks, possiamo leggere in basso a destra nel video originale la dicitura CyberLink by PowerDirector, un software di montaggio che permette una prova gratuita, conservando quindi il logo del proprio brand nei filmati.
Questo particolare scompare nei caricamenti avvenuti di recente, attraverso una apposita cornice che restringe i frame, oppure ingrandendo leggermente il filmato. È piuttosto difficile pensare che la Nasa, o WikiLeaks, utilizzino la versione free di un software commerciale per montare i propri filmati.
Il filmato del maggio 2019 e un caricamento recente. L’originale presenta il logo di un software di montaggio nella versione free.
Ora, con la versione «originale» del 7 maggio 2019, possiamo andare ad analizzare la parte del filmato più forte dal punto di vista della suggestione cospirazionista: quella iniziale in cui si vede una troupe all’opera nel realizzare delle riprese in uno spazio aperto, ovvero il deserto del Nevada, secondo la narrazione complottista. Si vede a un certo punto quello che sembra essere il regista o un operatore del set.
Uno dei presunti cospiratori, all’opera nel realizzare i presunti «finti allunaggi».
Gli strumenti di ricerca per immagini come quelli di TinEye o di Google non ci restituiscono risultati. I frame sono troppo sgranati. Ma in giro tra i vari canali che hanno caricato il video, qualcuno ha lasciato ancora i commenti liberi; leggiamo così che un utente fa risalire a «Capricorn One 1977 “behind the scenes”» alcune delle scene. Si riferiva forse alla parte che interessa a noi?
A volte leggere i commenti degli utenti può rivelarsi molto utile per capire le vere origini di una fonte.
Capricorn One è un film dove si narra la realizzazione di un finto viaggio su Marte, realizzato dalla Nasa interamente in un set cinematografico. Il regista prende in giro le tesi cospirazioniste degli allunaggi. La dicitura «Behind the scenes», suggerisce la realizzazione di un piccolo documentario, dove è possibile vedere i backstage del film, come spesso succede nelle produzioni cinematografiche.
Su YouTube è possibile trovare traccia di questi contenuti speciali della pellicola. Vediamo che effettivamente compare a un certo punto un personaggio molto simile a quello che appare in bianco e nero nel filmato complottista.
Il personaggio misterioso del presunto «set della Nasa» sembra essere lo stesso che si vede in Capricorn One Behind the scenes.
Conclusione: le analisi dei debunker di MetaBunk
Forti dei diversi indizi raccolti nella nostra ricerca, abbiamo controllato se per caso in precedenza qualche collega era arrivato alle nostre medesime conclusioni, magari raccogliendo ulteriori elementi.
Effettivamente troviamo un thread del 29 maggio 2019 sul forum di fact checking MetaBunk del collega Mick West. Si tratta di un punto di riferimento importante per lo studio delle fake news basate su immagini e filmati. Da questa fonte provengono, per esempio, le prime analisi che smontano la bufala dei sedicenti «Ufo del Pentagono».
Nel thread di MetaBunk viene mostrato un confronto approfondito delle immagini provenienti dal set di Capricorn One, con quelle visibili nel video complottista, compreso il volto del «personaggio misterioso» (minuto 02:36).
MetaBunk | Un confronto tra le immagini del set di Capricorn One e il montaggio realizzato dai complottisti.
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Coronavirus. La bufala dei 10 bambini ricoverati a Vienna per un’infezione fungina dovuta alla mascherina
9 Ottobre 2020 - 11:52
di David Puente
Ancora falsità sulle mascherine con ancora protagonisti i bambini. La disinformazione basata sul terrorizzare i genitori
Il 7 ottobre 2020 l’utente @AndryWebber, che nel nickname presenta un riferimento al movimento QAnon, pubblica un tweet in cui sostiene che un medico di Vienna (Austria) – senza dire chi – sosterrebbe che ci siano 10 bambini ricoverati in ospedale per un’infezione polmonare fungina dovuta alla mascherina, utilizzata per contrastare la diffusione del nuovo Coronavirus. Si tratta dell’ennesima bufala sanitaria che terrorizza i genitori.
Avevamo già parlato, in un articolo precedente, delle bufale su bambini e mascherine provenienti dalla Germania e ora dobbiamo passare a quelle austriache. Come nei più grandi classici dell’allarmismo social, non vengono riportate fonti – in questo caso nemmeno farlocche – a sostegno del racconto. Il messaggio circolava anche in lingua tedesca il 3 ottobre 2020, ma nel frattempo la «notizia» era già stata verificata.
Ecco il tweet del 3 ottobre pubblicato dall’account @Querdenker63
Eine Ärztin bestätigt daß in Wien bereits 10 Kinder im Spital mit einer Lungenpilzinfektion wegen Tragen der Maske liegen!
Leute, das ganze ist kein Spaß mehr… Eure Kinder dazu zu zwingen eine Maske zu tragen kann im schlimmsten Fall eine Anklage wegen Mordes nach sich ziehen
Ad occuparsene sono stati i colleghi di AFP Factual che, contattando gli operatori sanitari di Vienna, non hanno riscontrato i casi denunciati tramite i social dove tutti parlavano di «un fantomatico medico che dice cose».
Come riportano i colleghi spagnoli, a Vienna sono presenti 8 ospedali – Klinik Donaustadt, Klinik Favoriten, Klinik Floridsdorf, Klinik Hietzing, Klinik Landstraße, Klinik Ottakring, el AKH y el St. Anna Kinderspital – e i loro portavoce non hanno riscontrato i casi denunciati sui social.
Questa falsa notizia è il seguito di un’altra, già trattata dai colleghi di Reuters.com a luglio e riportando le spiegazioni del Dott. Thomas Nash, pneumologo e specialista in malattie infettive che opera presso il New York Presbyterian Hospital, e la spiegazione riportata presso il CDC americano. In sintesi, i funghi sono comuni nell’ambiente ed entriamo in contatto con le spore in continuazione senza per forza ammalarci, salvo avere un sistema immunitario debole. Utilizzando le mascherine, se usate bene e se non riutilizzate dopo averle lasciate – come nell’esempio del Dott. Nash – per un mese in una vecchia baracca, non si corre il rischio di tali infezioni.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
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Il primo edificio del nuovo ospedale di Wuhan è stato costruto in appena 16 ore | null | acf2ed82 | open |
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: Cina • Coronavirus • Fake news • Informazione • Sanità • Scienze • Wuhan
La falsa foto dell’ospedale di Wuhan costruito in 16 ore. Ci possiamo fidare dei media cinesi?
29 Gennaio 2020 - 16:13
di David Puente
Diffusa sui social da qualche giorno, i media cinesi l’hanno pubblicata pensando che fosse vera
Il 27 gennaio 2020 l’account Twitter di People’s Daily China (@PDChina) pubblica una foto di quello che sarebbe il primo edificio del nuovo ospedale di Wuhan dedicato ai malati di Coronavirus. Secondo il tweet sarebbe stato costruito in appena 16 ore.
Pubblicato alle 15:50 venne contestato in un tweet delle ore 16:53 da parte dell’utente indiano Maneesh (@winsplit) che aveva controllato la foto con il servizio online di Tinieye.com. La foto, infatti, circola da diversi mesi.
Pochi minuti prima di Maneesh anche l’utente Erwan Le Morhedec (@koztoujours) era intervenuto con un tweet riportante lo screenshot del sito Made-in-China.com dove troviamo il presunto ospedale, ma in realtà si tratta di prefabbricati.
La foto del sito Made-In-China.com, dopo un’analisi, risulta caricata sul server del sito l’otto maggio 2019.
L’origine della bufala
L’origine della diffusione dell’immagine spacciata per il primo edificio del nuovo ospedale a Wuhan non è l’account Twitter del sito cinese People.cn. Come indica l’utente @BakaChocolate, in un tweet del 27 gennaio 2020 alle ore 11:34 e precedente a quello di People, a diffonderla sarebbe stato il sito cinese Hubeidaily.net:
Chinese newspaper Hubei Daily claims that the first building of Huoshenshan Hospital in #Wuhan has been established in 16 hours but #Weibo netizens found out the image used has circulated online for quite a while. #FakeNews #ChinesePneumonia
L’articolo del sito cinese è stato successivamente rimosso. La foto circolava però già nei giorni precedenti, come possiamo vedere dai due tweet del 24 gennaio dell’utente Eddy Wang (@eddywangwp), con la narrativa delle 16 ore di lavoro:
Come verificare?
Un’ulteriore verifica poteva essere controllare la diretta streaming di CGTN su Youtube dove viene mostrato il cantiere. Al momento non ci sono costruzioni simili a quella mostrata nell’immagine diffusa sui social e dai siti cinesi.
Situazione del cantiere di Wuhan al momento della pubblicazione di questo articolo.
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Alex Jones • Complotti • Disinformazione • Fake news • Inchieste • Omicidi • Sparatorie • USA
La nemesi di Alex Jones: il più grande complottista d’America dovrà pagare 4 milioni di dollari per le bufale su Sandy Hook
5 Agosto 2022 - 06:37
di Alessandro D Amato
Il fondatore di Infowars condannato a un risarcimento-monstre per diffamazione. E potrebbe non essere finita qui
Il conto è salato e ammonta a 4,1 milioni di dollari. Alex Jones, il cospirazionista fondatore del sito Infowars, dovrà pagarli come risarcimento alle famiglie delle vittime della strage nella scuola elementare di Sandy Hook. Che lui ha sempre definito come “una bufala” del governo. Anzi, quasi sempre. Visto che rinnegando sé stesso e tutto quello che aveva detto finora durante l’ultima udienza davanti alla giudice Maya Guerra Gamble ha detto che la strage «è vera al 100%». Dopo essersi arricchito per anni inventando teorie complottiste sulla tragedia. E dopo aver tentato di aderire all’istanza di protezione fallimentare americana proprio per evitare di pagare il conto. Anche perché le famiglie dei 20 bambini e delle altre persone massacrate da Adam Lanza nella scuola elementare nel 2012 avevano chiesto 150 milioni di dollari.
Un conto salato
Jones, 48 anni, ha affermato per anni nel suo programma che la sparatoria a Sandy Hook è stata una montatura organizzata da attivisti del controllo delle armi e che i genitori dei bambini erano attori. Storico esponente dell’Alt-Right, Jones ha definito una false flag anche l’11 settembre e la strage di Oklahoma City. Ha anche in molte occasioni negato lo sbarco sulla luna. Sostenendo che i governi e le imprese fossero impegnati nella creazione di un Nuovo Ordine Mondiale attraverso crisi economiche e pandemie pianificate. E, naturalmente, le nuove tecnologie. Che servirebbero a controllare le persone. Il suo programma radiofonico, l’Alex Jones Show, nel 2010 aveva una media di due milioni di spettatori a puntata. Ha sostenuto la teoria del complotto del Pizzagate ed ha sostenuto Donald Trump. Nell’agosto 2018 Facebook, Spotify e YouTube hanno chiuso tutte le sue risorse online per incitamento all’odio nei confronti delle minoranze. Quando nel 2017 l’ex moglie lo ha citato in giudizio per ottenere la custodia dei figli ha definito l’ex marito «una persona instabile». Lui nell’udienza ha dichiarato di non essere un uomo pericoloso, perché l’Alex Jones che pubblica fake news su Infowars non è nient’altro che un personaggio che lui interpreta. Il processo in Texas è durato due settimane. Due genitori di una vittima di Sandy Hook hanno testimoniato di aver ricevuto molestie e minacce di morte per anni a causa dei programmi di Jones.
Il processo del secolo
I giurati hanno avuto una maggioranza di 10 a 2 sui danni risarcitori. Che potrebbero essere aumentati in una nuova sede, come hanno fatto sapere alcuni esperti legali all’agenzia di stampa Reuters. Federico Reynald, uno degli avvocati di Jones, durante le udienze ha ammesso che il suo assistito si è comportato in modo irresponsabile su Sandy Hook. Ma ha anche sostenuto che non fosse responsabile delle molestie. I legali di Jones hanno anche inviato per errore una trascrizione di due anni di conversazioni private del loro assistito alla Corte e agli avvocati dell’altra parte. Che ora li potranno utilizzare come desiderano. La Free Speech Systems LLC di Jones ha dichiarato bancarotta la scorsa settimana. Lui ha accusato nelle sue trasmissioni i giudici di aver truccato il processo. Ma quando si è trovato di fronte a tutti ha abbassato la guardia, sostenendo che la strage fosse «vera al 100%». E prendendosi i rimbrotti di Gamble senza fiatare. Anche quello in cui la giudice gli ha ricordato che «sì, lei crede che tutto ciò che dice sia vero, ma non lo è. Le sue credenze non rendono qualcosa vero. Ecco perché siamo qui».
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: Bombardamenti • Centri commerciali • Fake news • Kremenchuk • Ucraina
No! Il centro commerciale di Kremenchuk non era chiuso definitivamente da un anno
29 Giugno 2022 - 01:41
di David Puente
La prova a sostegno di tale teoria risulta essere un risultato fornito da Google Maps che, al contrario da quello che si riscontra sui social, risulta falso
Il bombardamento avvenuto lo scorso 27 giugno a Kremenchuk, in Ucraina, ha scatenato le teorie del complotto degli utenti. Una di queste riguarderebbe un dato presumibilmente fornito da Google riguardo all’attività del centro commerciale Amstor (Амстор) distrutto a causa di un missile lanciato dall’esercito russo. Dalle ricerche effettuate, il centro commerciale risultava aperto e operativo il 25 e il 26 giugno 2022.
Per chi ha fretta
Secondo diversi screenshot, il centro commerciale colpito dal bombardamento russo a Kremenchuk era chiuso da un anno.Chi diffonde tale teoria riporta solo questi screenshot tratti da Google Maps dove c’è scritto «chiuso definitivamente».Dalle recensioni presenti su Google Maps, il centro commerciale era aperto nel febbraio 2022.Dalla pagina Facebook del centro commerciale, gli ultimi post risalgono al 23 febbraio 2022.Da due video diffusi online, uno su Youtube e uno su Instagram, è possibile confermare che il centro commerciale era aperto e operativo nei giorni precedenti al bombardamento.
Analisi
Ecco uno dei post che condivide gli screenshot:
Fino a ieri il centro commerciale bombardato era chiuso, ma da un pezzo. Ora ha riaperto, dopo il bombardamento. Non vado avanti perchè ho la nausea, mi fanno venire la nausea, di brutto
Il tutto circola grazie al seguente screenshot dove viene riportata in rosso la scritta «Chiuso definitivamente».
Secondo alcuni utenti, lo screenshot sarebbe stato realizzato «4 giorni fa» e dunque giorni prima del bombardamento. Non vi è prova di tale affermazione, così come non vi è prova che il centro commerciale fosse chiuso da un anno o in ogni caso definitivamente prima dell’attacco russo. Risulta vero il contrario.
Le recensioni
Secondo l’autore dello screenshot, il centro commerciale sarebbe chiuso da un anno e per verificarlo basterebbe andare su Google Maps. Attraverso quest’ultimo, è possibile visionare le recensioni e scoprire che ce ne sono diverse pubblicate quattro mesi fa, poco prima dell’invasione russa in Ucraina.
I social
Il centro commerciale ha un sito dove è presente il link alla pagina Facebook che non viene aggiornata dal 23 febbraio 2022, il giorno precedente all’invasione russa in Ucraina.
Un video di giugno 2022
Viste le recensioni, il centro commerciale non sarebbe chiuso da un anno ma da 4 mesi? Hanno ragione i sostenitori del centro chiuso durante il bombardamento russo? Hanno comunque torto e la prova è in un video pubblicato dal canale Youtube Family Lapkin Life il 26 giugno 2022. I protagonisti del video stanno effettuando i loro acquisti nel centro commerciale proprio quel giorno, come possiamo notare dal minuto 17:06 quando stanno pesando la verdura con la bilancia che emette le etichette.
Nell’etichetta si nota una data: «06 26 2022» o «26 06 2022» (ore 15:54).
Il giorno dopo, il 27 giugno 2022, nel canale Youtube viene caricato un altro video dal titolo «Siamo vivi» dove i due protagonisti rasserenano i loro fan.
Un video del 25 giugno
Marina Doohova pubblica sul proprio account Instagram un video dove mostra la sua famiglia mentre entra dentro il centro commerciale di Kremenchuk. Evidenziamo un dettaglio, un cartello all’entrata dell’edificio:
Lo stesso cartello è visibile nel video del canale Youtube Family Lapkin Life intorno al minuto 12:50. Non solo, anche gli altri cartelloni risultano combaciare.
Marina Doohova pubblica uno screenshot sul proprio account Instagram per dimostrare che il video era stato girato il 25 giugno 2022.
Conclusioni
Non risulta corretto affermare che il centro commerciale di Kremenchuk fosse chiuso da un anno, così come non risulta corretto affermare che lo sia dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina. Dalle immagini fornite tramite i social, si riscontra che la struttura fosse operativa e frequentata dai clienti.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Cesare Battisti • Fake news • Inchieste • Terrorismo
La bufala dei 16 mila euro mensili pagati a Cesare Battisti dai governi di sinistra
19 Gennaio 2019 - 07:23
di David Puente
Una bufala che nasce a settembre durante la fuga di Cesare Battisti, dove però non si parla di Italia. In questi giorni è arrivata da noi, modificata.
Il 17 gennaio alcuni utenti Facebook avevano condiviso un post dove si sostiene che Cesare Battisti riceveva 16 mila euro al mese come rifugiato politico, ma soprattutto "pagati dai governi italiani di sinistra":
Indice:
La bufala in italiano su Facebook.La bufala su Twitter.La bufala originale in portoghese.
IN BRASILE BATTISTI AVEVA 31.000 REAL (16000€) MENSILI COME RIFUGIATO POLITICO PAGATI DAI GOVERNI ITALIANI DI SINISTRA! #E_IO_PAGO
Lo stesso messaggio era apparso su Twitter, mentre su Facebook si sostiene che la fonte sia una notizia pubblicata sul Jornal do Brasil, qualcuno dice addirittura un'intervista rilasciata al giornale dall'ex presidente Temer. Ad oggi, sul sito brasiliano non c'è alcuna notizia in cui venga riportata tale informazione e nessun utente ha fornito un link valido.
La bufala in italiano su Facebook.
La bufala parte da lontano. Nella pagina Facebook di "Marcos souza" troviamo un post del 17 dicembre 2018 dove non vengono citati i governi italiani di sinistra:
BRASIL O PARAÍSO PARA OS TERRORISTAS Aos desavisados o Sr. Cesare Batista recebe mensalmente uma Pensão de Perseguido Politico concedido pela Comissão da Verdade, ou seja ele por ser militante de 70 na Itália recebeu uma pensão no Brasil. É para acabar ! R$ 31.845,00 trinta e hum mil reais. ENQUANTO ISTO UM SOLDADO DE 64 RECEBE R$ 2.876,00 .
La bufala su Twitter.
Nel post viene citata la cifra dei 31 mila real (che non sono 16 mila euro, al cambio attuale sarebbero circa 7 mila), ma questi sarebbero erogati in quanto "perseguitato politico" attraverso la "Commissione della Verità" brasiliana e non dall'Italia. Risulta assurdo, infatti, che in tutti questi anni nessuna forza politica del nostro Paese si sia resa conto del presunto "reddito di delinquenza" per Cesare Battisti, ma anche il post del brasiliano è a sua volta una bufala.
La bufala originale in portoghese.
Il testo in portoghese era stato diffuso poco dopo il via libera per l'estradizione del terrorista italiano e la sua fuga, scatenando non poche polemiche attraverso i social. In Brasile c'è un compenso economico per i prigionieri politici che vengono inseriti in una apposita lista pubblica, ma il nome di Cesare Battisti non è presente. L'avvocato del terrorista italiano, Igor Tamasauskas, ha smentito categoricamente questa storia ai giornali brasiliani.
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: Cina • Complotti • Coronavirus • Fake news • Wuhan
No! Un documento cinese non prova l’origine del coronavirus in un laboratorio di Wuhan
17 Febbraio 2020 - 19:06
di Juanne Pili e David Puente
Coronavirus, ancora teorie sul laboratorio a Wuhan senza alcuna prova
Secondo Tgcom24 «il Coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan», lo dimostrerebbero degli «scienziati cinesi». Si riferiscono a Botao Xiao e Lei Xiao della South China University, i quali «gettano nuove ombre sullʼiniziale diffusione del virus».
Fanno riferimento a un documento recuperato e condiviso sulla piattaforma Scribd.com dall’account del sito complottista ZeroHedge, noto da anni per la sua attività di disinformazione, sospeso anche da Twitter.
Il testo proviene dal sito ResearchGate, un social network che permette ai ricercatori di caricare i propri lavori. Non è una rivista scientifica e non esegue una peer-review. Il documento in questione risulta rimosso dal social, ma ne rimane una copia cache.
Si tratta di un “pre-print”
L’articolo è “preprint“, non risulta essere stato pubblicato in una rivista scientifica, la quale prevede invece la peer-review, ovvero l’esame dell’articolo da parte di esperti.
Abbiamo abbastanza elementi per identificare il primo firmatario, Botao: si occupa di biochimica, genetica e biologia molecolare. Risulta inoltre avere un h-index piuttosto basso. Detta in maniera molto semplice, l’h-index misura l’autorevolezza dei ricercatori scientifici, sulla base degli studi pubblicati e di quanto sono stati citati in altri lavori.
Lo “studio”
Trattandosi di un estratto, non sappiamo se si tratta di uno studio vero e proprio o di una proposta “alternativa” basata su alcuni elementi:
«Abbiamo notato due laboratori che conducono ricerche sul coronavirus dei pipistrelli a Wuhan – recita l’abstract – uno dei quali a soli 280 metri dal mercato del pesce. Abbiamo esaminato brevemente le storie dei laboratori e proposto che il coronavirus probabilmente proveniva da un laboratorio».
Uno dei laboratori è il National Biosafety Laboratory di Wuhan di cui si è parlato nei giorni precedenti a causa delle prime voci di un “virus ingegnerizzato sfuggito al controllo”, che hanno visto come vittima la scienziata Shi Zhengli, tutt’ora al centro di una macchina del fango: la sua colpa è quella di aver studiato i coronavirus dei pipistrelli, contribuendo a scoprire l’origine dell’attuale epidemia.
In sostanza si fa riferimento a dati surrogati. Nelle poche pagine pubblicate su ResearchGate non si fa riferimento ad alcuno studio sul genoma del nuovo coronavirus, se non nelle fonti menzionate, che non riportano dati alternativi sull’origine dell’epidemia.
Su quali fonti si basano?
I ricercatori suppongono bassa la probabilità che dei pipistrelli si trovassero nel mercato di Wuhan – da dove si ritiene che sia partita l’epidemia – e fanno riferimento a dati aneddotici: «testimonianze di 31 residenti e 28 visitatori».
Alla ricerca di una origine alternativa riportano la presenza di due laboratori: il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie «a circa 280metri dal mercato», e un laboratorio appartenente all’Istituto di virologia di Wuhan a 12Km dal mercato, ovvero il già menzionato National Biosafety Laboratory.
Gli autori citano anche due episodi in cui un ricercatore avrebbe rischiato di essere contaminato dai pipistrelli, entrando in contatto col loro sangue e urina, decidendo di mettersi in quarantena due volte.
Le fonti sono un articolo del Changjiang Times del 2017 e uno del Thepaper del 2019. Si tratta di quotidiani online, non di riviste scientifiche.
Il documento non risulta più accessibile da giorni su ResearchGate, rimosso probabilmente dalla piattaforma o dagli stessi autori. Nel documento vengono citati anche Nature e Lancet, fonti autorevoli, ma solo ed esclusivamente per l’introduzione sul tema e non come prova della teoria.
Cosa dicono davvero Nature e The Lancet
Non è del tutto certo che il virus sia passato direttamente dai pipistrelli all’uomo. Dall’analisi genomica si ipotizza l’esistenza di un’altra specie animale, dove il nuovo coronavirus – discendente da un ceppo dei pipistrelli – avrebbe avuto origine, effettuando il salto finale nell’uomo.
L’esistenza di un “ospite intermedio” si verificò anche con Sars e Mers. Per il nuovo coronavirus inizialmente si è ipotizzato che gli ospiti intermedi fossero i serpenti, ma questa tesi è stata respinta quasi subito dalla comunità scientifica.
Ne ha scritto proprio su Nature David Chyranoski, autore di un altro articolo del 2017, dove si metteva in dubbio la sicurezza del National Biosafety Laboratory di Wuhan.
Ma gli autori del preprint sbagliano anche nel supporre che non potessero trovarsi i pipistrelli che avevano incubato il ceppo da cui ha avuto origine il nuovo coronavirus. «Fanno riferimento ai Rhinolophus affinis – spiega a Open Luca Fanasca di Patto trasversale per la scienza – ma i coronavirus ZC45 e ZXC21 (parenti più prossimi di SARS-CoV-2) infettano anche i Rhinolophus sinicus, che in Cina si trovano eccome».
Certamente si è parlato di un articolo di The Lancet che metterebbe in dubbio l’origine nel mercato ittico della città, ma i risultati non sono definitivi e non si solleva affatto la tesi del virus ingegnerizzato in laboratorio.
La tesi del laboratorio senza prove e smentita dagli esperti
Sappiamo inoltre, quanto sia improbabile scientificamente l’ipotesi del virus fuggito da un laboratorio. Un’ulteriore smentita riguardo alla teoria del virus creato in laboratorio ci arriva anche da Guido Silvestri, professore ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, il quale ritiene sia del tutto priva di fondamento: «come sostenere che l’HIV non esiste».
L’articolo di Nature citato da TGCom24.
La stessa Nature, citata da TGCom24, ha dovuto aggiornare l’articolo di Chyranoski del 2017 a seguito delle interpretazioni nate dallo stesso:
Editors’ note, January 2020: Many stories have promoted an unverified theory that the Wuhan lab discussed in this article played a role in the coronavirus outbreak that began in December 2019. Nature knows of no evidence that this is true; scientists believe the most likely source of the coronavirus to be an animal market.
Nella nota si precisa che non ci sono prove che il virus sia legato a un laboratorio a Wuhan e riportano che gli scienziati ritengono che la fonte più probabile sia un mercato di animali.
Chi ha diffuso la teoria
I media italiani che hanno diffuso la teoria – in particolare con i titoli – sono stati:
TGCom24 («Scienziati cinesi: “Il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan”»);Il Giornale («Cina, il report di due biologi: coronavirus uscito da laboratorio»);Rainews (capitolo «Ipotesi di due biologi cinesi: “Coronavirus uscito da laboratorio di Wuhan”»);Libero («Coronavirus, la scoperta dei due biologi di Wuhan cambia tutto: “Due laboratori nel mirino”, cosa è successo»);IlSicilia.it («Coronavirus, ombre sulla sua nascita: “È uscito da un laboratorio di Wuhan”»)Abruzzoweb.it («Coronavirus, scienziati: “È uscito da laboratorio vicino mercato di Wuhan”»);Blastingnews («Scienziati cinesi: ‘Il Coronavirus è uscito da un laboratorio di Wuhan’») [Nota: articolo rimosso];Silenziefalsita.it («Scienziati cinesi: «È plausibile che il coronavirus sia trapelato da un laboratorio e abbia così contaminato i pazienti iniziali»»);Improntaunika.it («Clamoroso, il coronavirus è uscito da un laboratorio vicino al mercato di Wuhan»);Meteoweb («Coronavirus, altro che semplici pipistrelli: due biologi avrebbero scoperto da dove è arrivato. La natura non c’entra»);Notizie.it («Coronavirus uscito da un laboratorio di Wuhan: l’ipotesi di due biologi»)Il Primato Nazionale («“Coronavirus uscito da laboratorio vicino al mercato di Wuhan”. Due biologi cinesi smentiscono Pechino»).
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: Coronavirus • Fake news • No vax • Ricerca scientifica • Scienze
Coronavirus. No, non esistono studi seri che dimostrano un collegamento tra vaccini antinfluenzali e Covid-19
25 Aprile 2020 - 17:29
di Juanne Pili
Basta leggere le ricerche indicate dai No vax per capire che non dimostrano un ruolo dei vaccini nella diffusione del SARS-CoV2
Il sito del No vax Robert F. Kennedy, Children’s Health Defense, pubblica il 16 aprile un articolo dove viene presentato uno «studio del Pentagono», il quale sosterrebbe che le vaccinazioni antinfluenzali incrementerebbero il rischio di essere infettati dal Coronavirus del 36%.
L’articolo ci è stato segnalato a seguito della pubblicazione del nostro fact checking sulle recenti affermazioni del virologo Giulio Tarro, il quale in una intervista ha affermato che «ormai è notizia comune, a livello scientifico, che il 36% del Coronavirus è attivato proprio dalle vaccinazioni antinfluenzali».
Non trovando studi seri in merito, abbiamo dedotto che molto probabilmente il virologo facesse riferimento a ricerche diversamente serie, dove si sfruttavano correlazioni spurie (che non dimostrano un collegamento causale), anche perché quel 36% appare nelle relazioni riguardanti l’incidenza del Covid-19 nei pazienti over 75; gli stessi soggetti a cui si raccomanda il vaccino per l’influenza stagionale.
Per chi va di fretta: l’interferenza virale secondo i No vax
In questo articolo abbiamo verificato che effettivamente, continuano a non risultare studi seri a supporto delle affermazioni di Tarro.
Per quanto riguarda la cosiddetta «interferenza virale», a cui si riferiscono i No vax (distorcendone il senso), questa è conosciuta, ma riguarda la possibilità che le cellule infettate da un virus inibiscano la possibilità di replicazione di altri.
Non è dimostrato invece che i vaccini possano innescare un effetto analogo, anche se esistono studi che lo suggeriscono (nota: dunque del tutto da verificare). In nessun modo vi sono evidenze di una interferenza virale intesa come la capacità di un vaccino, di favorire l’incremento diretto del rischio di contrarre altre infezioni virali.
https://t.co/bltKt4SoER— Bossina (@Bossina8) April 24, 2020
Il presunto studio del Pentagono che non dimostra niente
Eppure la stessa rivista Vaccine – dove compare il presunto studio del Pentagono – lamentava tre mesi prima, il ruolo negativo dei movimenti contro i vaccini, nel ritorno del morbillo negli Stati Uniti.
Lo studio è intitolato «Influenza vaccination and respiratory virus interference among Department of Defense personnel during the 2017–2018 influenza season». Capiamo quindi che – per quanto pubblicato nel gennaio 2020, non può riferirsi al SARS-CoV2, ma alla famiglia dei Coronavirus, tra cui esistono anche quelli dell’influenza stagionale.
Si dibatte piuttosto, sulla possibilità che le vaccinazioni contro la comune influenza possano dare un aiuto notevole in più nel gestire la pandemia da Covid-19; non perché funzionerebbero direttamente contro il virus che la provoca, bensì per il fatto accertato, che anche l’influenza stagionale comporta dei problemi di gestione dei Sistemi sanitari.
Il cosiddetto studio del Pentagono reca una sola firma, quella di Greg G. Wolff. Un disclaimer chiarisce che «Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori e non rappresentano necessariamente la politica ufficiale o la posizione del Dipartimento della Difesa o del governo degli Stati Uniti». Quindi è difficile che il Pentagono faccia proprio il documento, il cui contenuto – secondo il dipartimento della Difesa americano -rappresenta le «opinioni» dell’autore, non quindi evidenze accertate.
Come è stata svolta la ricerca
Nello studio in questione l’autore ipotizza l’esistenza di una «interferenza virale».
«Questo studio – continua Wolff – mirava a studiare le interferenze virali confrontando lo stato del virus respiratorio tra il personale del Dipartimento della Difesa in base al loro stato di vaccinazione antinfluenzale. Inoltre, sono stati esaminati i singoli virus respiratori e la loro associazione con la vaccinazione antinfluenzale».
Wolff ha condotto quindi uno studio epidemiologico su 2880 dipendenti del dipartimento della Difesa con virus non influenzali, confrontandoli con altri 3240 risultati «pan-negativi». Uno studio epidemiologico di questo tipo non può stabilire un rapporto causale, perché si rifà a fenomeni già avvenuti, in situazioni non controllate.
Nella conclusione Wolff riscontra, che «la ricezione della vaccinazione antinfluenzale non era associata all’interferenza virale tra la nostra popolazione». Anche se, «l’interferenza del virus derivato dal vaccino era significativamente associata al coronavirus e al metapneumovirus umano», l’autore riscontra comunque «una protezione significativa con la vaccinazione … associata non solo alla maggior parte dei virus influenzali, ma anche alle co-infezioni da para-influenza, RSV e virus non influenzali».
Del resto Wolff deve ammettere nelle sue conclusioni, che «l’esame delle interferenze virali da parte di specifici virus respiratori ha mostrato risultati contrastanti».
Revisione essenziale degli studi che supporterebbero l’interferenza virale (come intesa dai No vax)
Il No vax Kennedy menziona anche altri studi precedenti, che supporterebbero quello di Wolff, anche se abbiamo visto non dimostrare affatto un 36% di incremento di infezioni da Coronavirus. L’autore purtroppo si è scordato di linkarli tutti, ma per fortuna ha lasciato riferimenti al codice «DOI», che permette di risalire alle versioni online dei paper:
2018 CDC Study: Flu shots increase risk of non-flu acute respiratory illnesses (ARI) in children; 2011 Australian Study: Flu shot doubled risk of non-influenza viral infections and increased flu risk by 73% (non linkato dall’autore); 2012 Hong Kong Study: Flu shots increased the risk of non-flu respiratory infections 4.4 times and tripled flu infections (non linkato dall’autore);2017 Study: Vaccinated children are 5.9 more likely to suffer pneumonia and 30.1 times more likely to have been diagnosed with Allergic Rhinitis than unvaccinated children (non linkato dall’autore); 2014 Study: Influenza-vaccinated children were 1.6 times more likely than unvaccinated children to have a non-influenza “Influenza-like-illness” (non linkato dall’autore);La meta-analisi della Cochrane.
Ora esaminiamo nel dettaglio ogni singolo studio. Come vedremo nessuno di questi dimostra la narrazione No vax. Non esistono evidenze significative – per stessa ammissione dei ricercatori – dell’esistenza di una interferenza virale, tale da associare i vaccini antinfluenzali ad un incremento del rischio di contrarre altre infezioni respiratorie, men che meno possono dimostrare che il fenomeno esista nel Covid-19.
Facciamo notare che uno di questi lavori risulta essere stato pubblicato su una rivista predatoria. Una rivista è predatoria quando risulta aver pubblicato qualsiasi contenuto – purché gli autori versino una somma di denaro – senza eseguire una effettiva peer review, ovvero la revisione degli studi da parte di altri esperti. Infine, in almeno due articoli sono riportati dei conflitti di interesse da parte di alcuni autori.
CDC Study, 2018
Il Cdc study del 2018 esordisce sostenendo che «una barriera alla vaccinazione antinfluenzale è la percezione errata che il vaccino inattivato possa causare influenza». I ricercatori attraverso uno studio epidemiologico colgono una correlazione tra Ari (malattie respiratorie acute) non influenzali e la vaccinazione antinfluenzale nei bambini, ma non sanno spiegare quali fattori sarebbero in gioco.
«La ricerca futura – concludono i ricercatori – potrebbe indagare se il processo decisionale medico relativo alla vaccinazione antinfluenzale possa essere migliorato riconoscendo le esperienze dei pazienti, fornendo consulenza sui diversi tipi di ARI e correggendo la percezione errata che tutte le ARI che si verificano dopo la vaccinazione sono causate dall’influenza».
Nulla di tutto questo potrebbe essere associato al Covid-19, tanto più che non risulta essere più pericoloso nei bambini, di questo abbiamo già delle evidenze.
Australian Study, 2011
Lo studio australiano del 2011 si rifà a dati raccolti dal 2008 sui bambini, nell’ottica di studiare l’efficacia del vaccino antinfluenzale (Ve), somministrato nei soggetti tra i sei e 59 mesi.
«Le stime della VE – concludono i ricercatori – erano più elevate quando i controlli includevano solo quei bambini con un altro virus respiratorio rilevato. Il test per altri virus respiratori comuni consente al gruppo di controllo di essere limitato a coloro per i quali è probabile un campione adeguato».
Insomma, per qualche ragione che gli autori non hanno compreso, l’efficacia dei vaccini risultava più alta nei bimbi che presentavano anche un altro virus respiratorio. Ma i ricercatori non dimostrano in questo modo un ruolo diretto dei vaccini nella presenza di altri patogeni.
Hong Kong Study, 2012
I ricercatori hanno condotto uno studio randomizzato su 115 bambini che hanno ricevuto il vaccino trivalente o un placebo. Alcuni degli autori presentano inoltre «potenziali conflitti di interezze», come correttamente riportato alla fine dell’articolo, dopo il paragrafo dedicato alla «Discussione» dei risultati.
Nei successivi nove mesi è stato così riscontrato «un aumentato rischio di infezioni non influenzali confermate virologicamente», continuano i ricercatori, questo perché la protezione contro l’influenza non garantisce «un’immunità temporanea non specifica che proteggeva da altri virus respiratori».
Qualsiasi ipotesi riguardo a una «interferenza virale» presenta invece «prove empiriche limitate». Le associazioni con un aumentato rischio di infezioni respiratorie è stato rilevato per rinovirus, coxsackie e echovirus. Tuttavia, gli autori non escludono la possibilità di artefatti nelle misurazioni:
«L’aumento del rischio di infezione da virus respiratorio non influenzale tra i destinatari di TIV potrebbe essere una scoperta artefatta – riportano i ricercatori nella Discussione – per esempio, la distorsione da misurazione avrebbe potuto derivare se i partecipanti avessero avuto maggiori probabilità di riferire il loro primo episodio di ARI ma meno probabilità di riportare episodi successivi, mentre non vi era alcuna reale differenza nel rinovirus o in altre infezioni da virus respiratorio non influenzale dopo la stagione influenzale invernale».
Per quanto riguarda invece l’ipotesi di un «effetto reale», gli autori lo assocerebbero a un «meccanismo biologico sconosciuto». Quindi, lo studio non riesce a dimostrare un collegamento causale tra vaccini antinfluenzali e l’incremento del rischio di venire infettati da altri virus.
Per quanto gli autori dello studio cerchino di avallare l’esistenza di una «interferenza virale», riconoscono di aver prodotto risultati limitati «dalla piccola dimensione del campione e dal piccolo numero di infezioni confermate».
2017 Study
Si tratta di uno studio pilota comparativo, riguardante la salute dei bambini americani tra i sei e dodici anni, con o senza vaccinazione. Non ci dilungeremo sui suoi risultati, perché è stato pubblicato sul Journal of Translational Science, che risulta nella black list delle riviste predatorie.
2014 Study
Viene presentato come uno studio epidemiologico sull’efficacia dei vaccini antinfluenzali. Gli autori riscontrano che l’immunità non copriva anche i rinovirus, responsabili del raffreddore comune, per il quale effettivamente non esistono vaccini specifici. Lo studio è di tipo «osservazionale», coinvolgendo attivamente le madri nel riportare sintomi ed effettuare tamponi.
In nessun modo viene dimostrato un ruolo dei vaccini nell’incremento di altri patogeni. I raffreddori causati dai rinovirus sono talmente comuni, che sarebbe come sostenere che, siccome quasi tutte le vittime di incidenti stradali avevano la cintura, allora quest’ultima incrementerebbe il rischio di morire alla guida.
Meta-analisi Cochrane
Questa meta-analisi, aggiornata diverse volte, ha tra gli autori Tom Jefferson che risulta avere un potenziale conflitto di interesse. Nelle loro conclusioni gli autori devono ammettere di non essere riusciti a dimostrare un gran che:
«Non abbiamo trovato alcuna prova di un’associazione tra vaccinazione antinfluenzale ed eventi avversi gravi negli studi comparativi considerati in questa recensione». Nel testo non compare il termine «viral interference».
Conclusione: le fonti andrebbero lette prima di venire citate
I No vax e l’autore dell’articolo principale che raccoglie tutti questi studi, non sembrano essersi presi la briga di leggerli, malgrado si tratti di lavori estremamente interessanti, se debitamente contestualizzati.
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Coronavirus. La Glaxo possiede Pfizer e il laboratorio di Wuhan? No! Le solite teorie di complotto
18 Novembre 2020 - 15:09
di David Puente
Chi fornisce il vaccino con maggior efficacia? A destare curiosità nei complottisti è in particolare la Pfizer collegandola a caso con Glaxo e Soros
Da quanto si è iniziato a parlare del vaccino Covid19 della Pfizer, di cui oggi si ritiene possa avere il 95% di efficacia (più 0,5 rispetto a quello annunciato da Moderna), i complottisti si stanno impegnando a trovare legami forzati per dimostrare il fantomatico complotto mondiale dietro la corsa al vaccino e all’origine del virus. Il 12 novembre 2020 l’utente Francesca I. pubblica un post Facebook contenente un testo virgolettato, attribuito a un tal «Giuseppe Renda», in cui si sostiene che il laboratorio di Wuhan sia di proprietà della Glaxo, che quest’ultima è proprietaria della Pfizer, che sta concludendo la sperimentazione sul vaccino contro la Covid19, e altro ancora.
C’è anche Soros nel testo, manca però Bill Gates (ricordato da altri). Sappiamo che sono falsità, al momento questo risulta essere il post più longevo e non è possibile affermare con certezza che sia stato inventato dall’utente Francesca, la quale potrebbe averlo copiato altrove per rilanciarlo con superficialità come hanno fatto tanti altri.
Per chi ha fretta
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Si tratta dell’ennesima catena di Sant’Antonio firmata da uno sconosciuto.
Il laboratorio di Wuhan non è della Glaxo, ma del Governo cinese;
Glaxo non possiede la Pfizer, sono due aziende distinte;
La Glaxo e la Pfizer hanno fatto una joint venture, ma rimangono concorrenti;
Viene fatto un legame con Soros attraverso la Blackrock, che non è di Soros.
Il testo e un particolare curioso
Ecco il testo del post:
“ il laboratorio cinese in realtà è di proprietà della Glaxo, che guarda caso è anche proprietaria della Pfizer, che guarda caso fa gestire i suoi interessi alla Black rock, che guarda caso gestisce anche gli interessi della Open foundation society (Soros), che guarda caso gestisce gli interessi della Axa francese, che guarda caso attraverso la Winthertour ( tedesca) ha costruito il laboratorio cinese, che guarda caso controlla le banche centrali, che guarda caso è azionista di riferimento sia della Unipol sia dell’MPS, che guarda caso è il maggior finanziatore di Renzi, che guarda caso ha una fondazione che si chiama Open, e guarda caso gli uffici di Grillo si trovano nel palazzo di Soros a Londra. Se non è chiaro continuo, sul perché questo virus è stato generato “ Giuseppe Renda
Risulta strano non riscontrare un utente di nome «Giuseppe Renda» che abbia scritto e firmato il testo. Cercando online trovo una persona con lo stesso nome che lavora presso Pfizer Italia, molto probabilmente un omonimo o vittima di un uso improprio del suo nome per sostenere e dare credibilità alla bufala del post Facebook.
Il laboratorio di Wuhan è della Glaxo? No!
No! La costruzione del laboratorio bio-lab P4 di Wuhan venne approvata nel 2003 dall’Accademia cinese delle scienze (CAS), progettato e costruito con l’aiuto del Centre International de Recherche en Infectiologie (CIRI) del Governo francese. Conclusi i lavori nel 2014, la Cina inaugura il suo primo laboratorio P4 che rimane sotto il controllo del Wuhan Institute of Virology. La britannica GlaxoSmithKline (Glaxo) non possiede l’istituto e il laboratorio che fin dagli inizi è sotto il controllo della Chinese Academy of Sciences (CAS).
Glaxo è proprietaria della Pfizer? No!
No! La Pfizer è una società per azioni e in quanto tale le percentuali sono pubbliche. Le possiamo vedere dal sito Boursorama.com e verificare che la Glaxo non è presente tra gli azionisti principali: Vanguard Group Inc (8,05%), BlackRock, Inc. (7,72%), State Street Corporation (5,25), Wellington Management Company LLP (3,16%) e altre ancora.
Quel che sappiamo è che nel 2019 Glaxo e Pfizer hanno concretizzato una joint venture, ossia un accordo temporaneo per collaborare a un progetto comune. Di che cosa si tratta? Lo leggiamo nel sito di Aifi.it:
Il gruppo farmaceutico Pfizer e la società britannica GlaxoSmithKline-Gsk hanno annunciato la creazione di una joint venture per farmaci da banco e parafarmacia che si chiama Gsk Consumer Healthcare. La jv è controllata dal gruppo inglese per il 68% e per il restante 32% da Pfizer. Sotto il cappello della nuova società rientreranno marchi e prodotti da banco noti come l’antinfiammatorio Voltaren, gli antidolorifici Panadol e Advil , il dentifricio Sensodyne e i trattamenti vitaminici Centrum.
Si tratta di un accordo, già noto al pubblico nel 2018, per operare nel segmento dei prodotti da banco e di largo consumo in farmacia. Non risulta che la Glaxo abbia acquistato Pfizer.
Blackrock e Soros?
Il testo del post recita così su Pfizer: «che guarda caso fa gestire i suoi interessi alla Black rock, che guarda caso gestisce anche gli interessi della Open foundation society (Soros)». La Blackrock Inc. è la più grande società di gestione patrimoniale del mondo e non ci sorprende trovarla associata a innumerevoli realtà clienti e non solo, incluso Soros. Ecco cosa leggiamo in un articolo del 2018 di Reuters:
Soros Fund Management also dramatically boosted its shares in BlackRock Inc – the world’s largest asset management firm, overseeing $6 trillion – by nearly 60 percent to 12,983 total shares in the second quarter.
Il testo del post continua, ma non vale la pena continuare visto che il fantomatico «filo rosso» è stato spezzato da tempo.
Conclusioni
I collegamenti forniti nel post Facebook sono pretestuosi e non riscontrabili nella vita reale. Glaxo e Pfizer sono due aziende distinte e concorrenti, che all’occorrenza possono collaborare per raggiungere determinati obiettivi.
Il collegamento con Soros attraverso la Blackrock è anch’esso pretestuoso, in particolare laddove quest’ultima non è posseduta dal primo.
Non dimentichiamo che il laboratorio di Wuhan è di proprietà statale cinese, non di privati come la Glaxo.
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Degli aerei militari americani a Taiwan a Mario Draghi e le scie chimiche: le fake news della settimana
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Le falsità di Peter McCullough e i vaccini che modificano il DNA
Torna a farsi sentire un vecchio cavallo di battaglia degli ambienti No Vax, quello che vuole “confermare” la teoria che i vaccini a mRNA (come Pfizer e Moderna) modifichino il DNA umano. Per farlo, il dottor Peter McCullough – particolarmente seguito dagli ambienti No Vax – cita uno studio svedese, ma viene smentito dagli stessi autori.
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◄6 / 10 ► 1/10Il video degli «aerei americani vicino a Taiwan»2/10Il fantomatico autobus elettrico in fiamme3/10La falsa copertina del Time sul cambiamento climatico4/10Le bufale sulla traversata delle Alpi di Annibale e gli elefanti5/10La storia del semaforo sciolto a Milano6/10Le falsità di Peter McCullough e i vaccini che modificano il DNA7/10Il ministro del Benin schifa Macron?8/10Il fantomatico busto gigante di Donald Trump in Georgia9/10Il falso testamento della madre di Michelle Obama che lo definisce «mio figlio»10/10Il fantomatico articolo di Repubblica e Mario Draghi che conferma le scie chimiche
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Degli aerei militari americani a Taiwan a Mario Draghi e le scie chimiche: le fake news della settimana
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Il fantomatico articolo di Repubblica e Mario Draghi che conferma le scie chimiche
Circola un fantomatico screenshot di un articolo di Repubblica dove Mario Draghi avrebbe confermato l’esistenza delle scie chimiche. Per credenti della teoria del complotto si tratta di una conferma importante, ma cascano nella bufala: si tratta di un fotomontaggio.
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Degli aerei militari americani a Taiwan a Mario Draghi e le scie chimiche: le fake news della settimana
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Il falso testamento della madre di Michelle Obama che lo definisce «mio figlio»
Un articolo, diventato particolarmente virale sui social, fa intendere che la madre di Michelle Obama avrebbe rilasciato un testamento dove indica che lascia tutti i suoi averi al «figlio Michael». La storia è stata diffusa per provare come l’ex first lady americana sia in realtà un uomo sotto mentite spoglie, ma l’articolo proviene da un sito satirico che poi è stato preso troppo sul serio.
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C'è George Soros dietro le proteste per la morte di George Floyd | null | be75710a | open |
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: Bufale • Complotti • Fake news • George Floyd • George Soros • USA • Video
George Floyd. La bufala del manifestante che ammette di essere pagato da Soros (nel 2017)
14 Giugno 2020 - 07:25
di David Puente
A seguito delle proteste per la morte di George Floyd è tornato a galla un vecchio video del 2017, già largamente smentito
Da inizio giugno 2020 sta circolando un video in cui un uomo avrebbe ammesso di essere stato pagato da George Soros per manifestare. Il video è stato condiviso nel tentativo di collegare le proteste americane per la morte di George Floyd all’uomo più odiato dai teorici dei complotti e non solo, ma partiamo da un punto per passare all’ultimo: il video è del 2017 ed era una «bufala – trollata».
Il video
Troviamo il video pubblicato il 21 marzo 2020 dal canale Youtube Rebel HQ il quale ha superato il milione di visualizzazioni:
Ecco il video diffuso online:
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Fate attenzione, nel video il ragazzo sostiene che sarebbe stato invitato a pranzo da Soros.
La narrativa e i giorni nostri
Un utente su Twitter spiega come sarebbe organizzato il sistema di arruolamento e pagamento da parte di Soros riportato nel video:
-Vai sul sito http://georgesoros.com compili il form con quante volte hai protestato e vieni pagato- Le #Proteste quelle finanziate da #Soros. NWO usa la causa antirazzista per scatenare violenza, destabilizzare #Trump. Non gli importa di #GeorgeFloyd BlackLivesMatters
Ecco una delle condivisioni riscontrate in italiano:
I rivoltosi dichiarano pubblicamente di essere pagati da Soros per bruciare e spaccare tutto. Ormai il “piano” è rivelato. Il “magnate filantropo” si sta giocando la sua ultima carta. Questa è la volta che ce ne liberiamo DEFINITIVAMENTE?
Lo stesso video era stato riportato in un tweet in risposta all’intervento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulle proteste negli Stati Uniti:
L’autore trollava
A parte che nel sito di George Soros non c’è alcun form di iscrizione per essere pagati andando a manifestare (mancano completamente le prove per sostenere che esista), la persona che con molti sorrisi racconta «la verità nascosta» davanti al pubblico si chiama Kipchoge Spencer e su Facebook pubblica, il 4 giugno 2020, un lunghissimo post dove spiega che stava «trollando» (prendendo in giro):
I accidentally trolled myself and it went viral.In the post-truth world satire sucks. Instead of exposing idiocy it reinforces it. Before, a satirist could be clever, funny and unpredictable, now he’s just a tool with no self-determination. That’s me in the corner, losing my religion and embarrassed to see my already twisted words doubly snaked backwards to bite me and the things I care about in the ass.
Spencer racconta che nel mondo della Post-Verità «la satira fa schifo» perché invece di esporre l’idiozia la rinforza (come succede con i video di Saolini). Nel post di risposta spiega i problemi generati dal suo intervento, pentendosi di non aver detto un altro sito – ad esempio – forse per rendere tutto più stupido e non fraintendibile (mettendo in mezzo magari i gattini o dei «gas di Bill Gates per renderti gay»):
That’s not to say I couldn’t have done a better job at the satire. I could have said the web site is georgesorosblackmagicchickenhead.com, or that if I weren’t paid to protest I’d be experimenting on kittens, or that Soros would pay you even more to infiltrate the cops and “tear gas” the protestors with Bill Gates gas that makes you gay.
Il sito Georgesoros.com esiste e qualcuno si è iscritto dopo aver visto il video, spiegando a chi ha condiviso quest’ultimo che non ha trovato alcun form di iscrizione per essere pagati per manifestare:
Enrico: «mi mandi il link della pagina che non la trovo ?»Ornella: «vai su georgesoros.com e dove c’è scritto Sign ti iscrivi, ti vuoi iscrivere?»Enrico: «voglio verificare quanto detto qui sopra»…Enrico: «esiste solo una iscrizione alla mail list, iscrizione che ho appena fatto. ti saprò dire se succede ciò che viene detto»Ornella: «ok fammi sapere»
Le prime smentite nel 2017
Michael Tracey, che aveva intervistato Spencer nel video, pubblicò qualche giorno dopo – tramite il canale Youtube Rebel HQ – una spiegazione sui fatti accaduti, specificando che era tutto uno scherzo:
A seguito della nuova diffusione del video nel 2020, ecco un suo tweet del primo giugno:
People are apparently circulating this old interview I did with a “paid protester” who said he was funded by George Soros. The guy was obviously trolling! It was a schtick. Anyone who actually believes this was authentic is incredibly gullible, lol
Ecco, secondo l’intervistatore chi crede che le dichiarazioni siano autentiche è un credulone.
Uno dei tanti tweet in cui è stato condiviso il video.
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La bufala complottista della bara di George Floyd più corta di 30 centimetri. Prospettiva?Un video violento dei Black Lives Matter? No! Un caso di delinquenza giovanile a MinneapolisUn nuovo video smentisce la morte di George Floyd? In realtà è ancora vivo? No!George Floyd. L’agente Derek era l’attore comico Ben Bailey? Il complottone condiviso da MeluzziMadonnina distrutta a sassate nel bresciano? No! Fatto avvenuto in Francia nel 2018Coronavirus. Il video dell’ospedale brasiliano vuoto: il Covid-19 è una menzogna? No! Disinformazione!Il ferimento del 75enne a Buffalo una messinscena con sangue finto? Teoria di complottoOmicidio George Floyd, la centralinista del 911 chiamò i superiori: «Si sono seduti in quattro su di lui» – L’audioLa lezione di James Juanillo: «Il razzismo gentile è un qualcosa che accade ogni giorno» – Il videoLa bufala sulle pensioni di Giorgio Napolitano: un evergreen della propaganda politica anche nel 2020
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FACT-CHECKING MONDO
: Fake news • Francia • Razzismo
Francia: spedizioni punitive contro i Rom per colpa di una bufala
26 Marzo 2019 - 15:41
di David Puente
Spedizioni punitive contro i Rom a causa di una bufala storica circolata nelle ultime settimane: torna la psicosi del furgoncino bianco e del rapimento dei bambini per i loro organi.
Ci segnalano un articolo di TGCom24 del 26 marzo 2016 dal titolo «Parigi, "fake news" scatena caccia ai rom in una banlieue» dove si riporta una vera e propria spedizione punitiva nei confronti della comunità di Seine-Saint-Denis, banlieue di Parigi, a seguito di una falsa notizia diventata virale sui social network dove venivano accusati di rapire i bambini per alimentare il traffico clandestino di organi. Troviamo riscontro della storia riportata da TGCom24 dagli account Twitter ufficiali delle forze dell'ordine francesi:
Indice:
Come riportato dall'account ufficiale Préfecture de police, le voci in merito a rapimenti di bambini con un furgoncino sono totalmente infondate e invitano a non incitare alla violenza. Troviamo riscontro delle voci sui Rom attraverso una semplice ricerca Twitter dove account come @Leenjah_ raccontano delle voci che circolano su un rapimento avvenuto la sera prima: «ieri sera si parlava di un traffico di organi di bambini, di sequestro da parte dei Rom, di cinque furgoncini nella stazione di Noisiel». Anche il colleghi di 20Minutes si erano occupati della vicenda, riportando il caso di un conducente che avrebbe rischiato grosso.
Quando è circolata la bufala
Troviamo qualche post Facebook dove utenti come Cherifa, il 20 marzo 2019, parlano di un presunto furgoncino e di due Rom che avrebbero tentato di rapire una bambina:
Voici 2 roms qui ont essayer de kidnapper une petite fille à colombes à bord de leur camion ce vendredi et qui se sont fait attraper de justesse par les jeunes après avoir tenter de prendre la fuite . L'un d'entre eux est dans le coma , l'autre en garde à vue
La falsa notizia circolava da alcune settimane, come riporta la pagina Facebook Ville de Bondy in un post del 13 marzo 2019:
Al momento non si ha riscontro della fonte originale da dove è partita la bufala.
Precedenti internazionali e gli omicidi
Non è la prima volta che una bufala come questa coinvolge i cittadini al punto tale da scatenare spedizioni punitive contro degli innocenti, in alcuni casi uccisi barbaramente e senza tenere conto della loro etnia o età. In India si era diffusa via social una vera e propria psicosi che ha portato alla morte di diverse persone:
Nel luglio 2018 a Maharashtra le voci infondate su presunti rapitori di bambini circolate via Whatsapp avevano portato all'uccisione, per mano di 12 creduloni, di 5 nomadi sospettati solo per il fatto di aver rivolto la parola a una ragazzina. A Tamil Nadu, sempre in India e in seguito alla diffusione della falsa notizia, una donna cinquantacinquenne venne picchiata a morte dalla folla perché sospettata di voler rapire un minore al quale stava offrendo un dolcetto.
La leggenda metropolitana del furgone bianco
Un classico, una leggenda metropolitana raccontata all'estero e in lingua italiana anche da Paolo Attivissimo in un articolo del 31 maggio 2018 dove il rapitore sarebbe un pedofilo:
Prendete per esempio l’allarme per un furgone bianco, guidato da un pedofilo pronto a rapire i bambini per esempio vicino alle scuole. Questo allarme viene segnalato in moltissime località, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, e da molti anni, come rivela una rapida ricerca in Google News. In Italia si trovano casi a Zerbo (PV) (2016), Zeccone (PV) (2014), Lecco (2016), Ragusa (2017); all’estero spiccano Australia (2013 e 2011) e Regno Unito (2011). E questi sono solo i primi casi che ho trovato.
Questo vuol dire che o c’è un esercito internazionale di rapitori di bambini che hanno tutti scelto lo stesso metodo di operare e si ostinano a usarlo nonostante sia ormai conosciuto da anni, cosa piuttosto improbabile, oppure la notizia è falsa ed è una diceria che si perpetua e apparentemente si conferma perché in effetti i furgoni bianchi sono molto comuni e capita che qualcuno di essi passi nelle vicinanze delle scuole, ma per motivi assolutamente innocenti, e che qualche genitore ansioso interpreti male questo passaggio.
Una vittima italiana via Whatsapp
Il 2 marzo 2016 la Polizia Postale, attraverso la pagina Facebook Una vita da social, aveva pubblicato un post dove riportava la storia di una vittima italiana della psicosi del furgoncino bianco diffusa via Whatsapp a Sant'Angelo di Piove:
AVVISO:Molti utenti nei giorni scorsi ci hanno segnalato un messaggio vocale diventato poi virale,messaggio di una mamma che avvisa i genitori di prestare attenzione a un furgone bianco,perchè a bordo secondo quanto detto da questa mamma ci sarebbe un pedofilo.Di seguito vi riportiamo la terstimonianza del proprietario.Vi invitiamo per l'ennesima volta a verificare la veridicità di ciò che viene postato in rete,perchè come abbiamo sempre detto quello che per noi può semprare un semplice gioco, o avviso innocente per molti può trasformarsi in un vero e proprio incubo:Sono un cittadino di Sant'Angelo di Piove, paese dove sono nato, cresciuto e dove mi sono sposato. Sono un padre innamorato della propria famiglia e come tale credo fermamente che i bambini siano anime innocenti da proteggere e preservare. Sono anche un onesto lavoratore e un appassionato del Car Tuning ( customizzazione di auto ), passione che condivido con la mia famiglia e che ci porta ad esporre il nostro furgone customizzato in parecchi auto-raduni in giro per il Veneto.
Nei giorni scorsi, proprio per le particolari caratteristiche estetiche del mio furgone, si è creata una spiacevole e grave situazione per me e la mia famiglia. Sabato 20 febbraio mentre transitavo nel centro del paese in cui abito ho notato che due bambini, incuriositi dalla tipologia del mio furgone, mi gesticolavano a mo’ di saluto, assolutamente non ho posto alcuna attenzione nei loro confronti e ho proseguito la mia marcia facendo rientro a casa.Incredulo e scioccato, nella mattinata di lunedi 22 febbraio sono venuto a conoscenza da mia moglie che su Whatsapp e in seguito su tutti gli altri social, stava girando un messaggio vocale con il quale una mamma di Sant'Angelo di Piove segnalava un potenziale adescamento a danno di minori e la descrizione del mezzo e del conducente erano quelli del mio veicolo.Così mi sono recato subito dalle forze dell'ordine di Piove di Sacco, dove mi hanno confermato la segnalazione fatta alla stessa stazione dai genitori dei bambini. In presenza sia degli agenti che dei genitori è stato chiarito il malinteso: tutto è nato da una bugia raccontata dai loro figli chissà per quale motivo, amplificata mediaticamente dal messaggio vocale diventato fortemente virale nei social network.
La psicosi della donna che rapisce i bambini davanti alle scuole
Nel mese di maggio 2018 circolavano via Whatsapp un audio e una foto di una donna con il seguente messaggio:
Ciao ragazzi, buonasera! Mi ha appena contattata una mamma dell’asilo di Emma e mi ha chiesto con urgenza di girare queste foto a tutte le persone delle scuole, insomma, e del quartiere perché si aggira questa signora, sono lei insieme ad altre due persone. Ehhh… nel momento in cui i bimbi escono da scuola o entrano, magari uno si ferma al bar o in pizzeria per prendere qualcosa, il bimbo resta solo, lei lo prende e se lo porta via. È successo a questa mamma, mentre stava pagando alla cassa la bambina era già stata presa per mano e portata fuori dal bar. Meno male che la nonna se ne è accorta e gliel’hanno strappata dalle mani. State molto attenti, comunque è stata denunciata ai carabinieri.
Voci infondate e una foto, diffuse da genitori allarmati e preoccupati, dove viene presa di mira una donna senza alcuna prova a sostegno dell'accusa. Un giorno potreste essere voi la persona ritratta nella foto.
Leggi anche:La foto del migrante che defeca per strada? Non è successo in Italia
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Dietro al vaccino di AstraZeneca c'è un business di feti abortiti | null | 1fb49afa | open |
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: AstraZeneca (Vaxzevria) • Complotti • Coronavirus • Disinformazione • Fake news • No vax • Ricerca scientifica • Sanità • Vaccini
No, dietro al vaccino di AstraZeneca non c’è alcun business di feti abortiti
2 Marzo 2021 - 18:58
di David Puente
La teoria che vede un fantomatico business di feti umani per la fabbricazione dei vaccini continua e la continuiamo a smentire
Il 28 febbraio 2021 un tweet di Barbara Tampieri (@lameduck1960) propone agli utenti uno dei cavalli di battaglia dei NoVax contro i vaccini, in questo caso contro quello di Astrazeneca anti Covid19: il fantomatico utilizzo dei feti abortiti per la loro fabbricazione. Barbara, nel suo tweet, afferma di voler sapere quante dosi di vaccino Astrazeneca si potrebbero ottenere «con un singolo rene di feto umano». Al fine di sostenere la sua tesi, afferma che ci dovrebbero essere gli ordini e le bolle di consegna da parte dell’azienda per entrare in possesso di fantomatici feti umani, ma non è affatto così che funziona.
Per chi ha fretta
I vaccini non contengono cellule di feti abortiti.Non esiste alcun business dei feti abortiti per produrre i vaccini.Per la produzione del vaccino Astrazeneca viene usata una linea cellulare per la coltura del virus, ma si tratta di cellule coltivate da un singolo feto abortito nel 1973.
Analisi
Ecco il testo del tweet di Barbara (attualmente rimosso):
Mi piacerebbe sapere con un singolo rene di feto umano quante dosi di vaccino Astrazeneca si ottengono; com’è strutturata la filiera, chi glieli fornisce e come. Perché ci saranno ordini e bolle di consegna. Se non vedete la mostruosità della cosa siete già perduti.
Come mai questo tweet? C’è una possibile origine. A novembre 2020 circolava un video nel quale si affermava che il vaccino Astrazeneca conterrebbe cellule di un feto abortito. La prova? Un documento riguardante lo stesso vaccino dove viene riportato l’utilizzo delle cellule MRC-5.
Di cosa stiamo parlando? Di una linea cellulare di nome MRC-5, un gruppo di cellule coltivate in laboratorio da un unico feto abortito nel 1966. Cercando di spiegarlo nella maniera più grezza possibile, quelle che vengono usate oggi sono le “repliche” coltivate in laboratorio da un feto che non c’è più e per le quali non vengono utilizzati altri feti abortiti di origine umana.
Coronavirus. Dietro ai vaccini Covid-19 ci sono i feti abortiti? Facciamo il punto sulla disinformazione
Un aborto di convenienza dove una donna è stata ingaggiata per abortire a pagamento? Niente affatto, si trattava di un aborto legale che non prevedeva l’utilizzo del feto per scopi scientifici. Insomma, la narrativa diffusa dai NoVax riguardo una sorta di business dell’orrore, dove verrebbero fatte abortire delle donne per poi utilizzare i feti per la produzione in massa di vaccini, è di fatto una enorme falsità.
Il documento utilizzato per la narrativa NoVax è sbagliato, siccome per produrre il vaccino di Astrazeneca vengono usate le linee cellulari HEK 293 TREX derivate dalle cellule renali di un feto del 1973, ottenuto da un aborto terapeutico nei Paesi Bassi.
Conclusioni
Dietro la produzione dei vaccini Astrazeneca non esiste alcun business dei feti abortiti e in nessun modo questi vengono richiesti dalla società per la fabbricazione dei vaccini anti-Covid19.
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La teoria del complotto di Davide Zedda (e non solo) sulla tragedia della Marmolada: «Cariche esplosive per il crollo del seracco»
6 Luglio 2022 - 12:42
di David Puente
Un giornalista pubblicista della Sardegna: «Sono state piazzate delle cariche esplosive». Prove? Nessuna, lo ammette lui stesso
«Sono state piazzate delle cariche esplosive» afferma come una certezza sulla tragedia della Marmolada il giornalista pubblicista Davide Zedda, in un post pubblicato dal suo canale Telegram dove, da ormai due anni, diffonde svariati contenuti apprezzati dal mondo del complottismo italiano. Tale teoria è stata ripresa da diversi utenti sui social, ottenendo come risultato di accusare le istituzioni di aver compiuto una strage e negare i problemi legati al cambiamento climatico.
Per chi ha fretta
Un giornalista pubblicista della Sardegna, Davide Zedda, sostiene con certezza che il crollo del seracco della Marmolada sia opera di cariche esplosive;il giornalista non riporta alcuna prova a riguardo, ammettendo di non averne;la teoria è stata poi ripresa e riproposta attraverso i social, incluso da account di falsi giornalisti.
Analisi
Ecco il testo del post pubblicato da Davide Zedda attraverso il suo canale dove conta almeno 71 mila iscritti:
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, specie se in possesso di informazioni molto chiare a questa (strana?) tragedia. Alla vigilia della dichiarazione di stato di emergenza per crisi idrica, dopo aver dimostrato con centinaia di video che la crisi non esiste, dimostrato che nel 2018 si era decisa questa crisi da far scattare nell’estate del 2022, il PNRR che apre le porte alla privatizzazione dell’acqua e alla sua quotazione in borsa, ecco che si verifica la tragedia per inchiodare l’opinione pubblica al pensiero unico del mainstream (che come ben sappiamo ed abbiamo dimostrato), è gestito dai servizi segreti. La colpa (dicono) è del caldo e del cambiamento climatico, ovviamente manipolato dalle nazioni.Quindi?Sono state piazzate delle cariche esplosive ed il ghiacciaio si è staccato ed è andato giù. I più attenti immagino ci siano già arrivati, chiedo a tutti di rifletterci. Arriverà il giorno che salteranno fuori le prove.
Lo stesso è stato ripreso sui social attraverso screenshot o dei copia incolla.
Le prove? Non ci sono
Il canale Telegram del giornalista si chiama «Davide Zedda (Giornalismo di inchiesta, informazione e controinformazione)», ma quanto riportato non risulta supportato dai fatti. Lo stesso lo ammette nel suo post, augurandosi di aver ragione e di veder confermata la sua teoria in futuro: «Arriverà il giorno che salteranno fuori le prove».
La finta giornalista
Circola anche questo post Facebook pubblicato sempre il 4 luglio 2022 da un “volto noto” a Open Fact-checking, ossia la falsa giornalista Stefania Piccimni (ne parliamo qui):
—– GIORNALISTA FRANCESE ACCUSA: “NESSUN CAMBIAMENTO CLIMATICO, IL CROLLO DELLA MARMOLADA CAUSATO DALLA DINAMITE” —–Fabian Vizien, giornalista francese, accusa il Governo italiano di complotto sulla tragedia della Marmolada. Secondo il cronista transalpino non ci sarebbe nessun cambiamento climatico, che troverebbe conferma nei ghiaccai francesi perfettamente integri. A causare il crollo sarebbero state alcune cariche di dinamite. Il tutto per distogliere l’attenzione dalla pubblicazione dei recenti studi che confermano il fallimento della campagna vaccinale.Stefania Piccimni
Non esiste alcun giornalista francese di nome Fabian Vizien che abbia dichiarato tali accuse, la foto utilizzata proviene da un sito che fornisce volti realizzati tramite l’intelligenza artificiale.
Un tweet che riprende il testo diffuso dall’account dell’inesistente giornalista Stefania Piccimni Facebook.
Il parere degli esperti
Il problema della Marmolada è noto da anni e supportato da studi. Nel 2019, uno studio pubblicato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) afferma che il ghiacciaio sarebbe sparito entro 30 anni. Uno studio successivo, pubblicato nel 2020 dall’Università di Padova, riduceva drasticamente della metà gli anni di attesa. Si tratta di stime, ovviamente, che non possono prevedere un calcolo preciso, mentre rimane un fatto chiaro e noto: il ghiaccio si sta sciogliendo.
«La sua superficie – osserva Mauro Varotto – è passata da circa 500 ettari stimati da Richter nel 1888 ai 123 ettari del 2018. Dal 2010 al 2020 la fronte è arretrata in media di 10 metri l’anno sui 9 segnali di misura»
In merito alla tragedia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche pubblica il commento del glaciologo Renato Colucci (Istituto di scienze polari del Cnr), esperto conoscitore del ghiacciaio in questione:
“Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l’inverno socrso c’è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall’Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una “pancia”: infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c’è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L’atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del “nuovo” clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione”.
Intervistato da Local Team, il ricercatore dell’Istituto di Scienze Polari (Cnr) Jacopo Gabrieli parla di cambiamento climatico.
Ricordiamo che non è l’unico episodio di questo genere. Nel maggio 2022 si parlava del crollo del seracco del Gran Combin e delle vittime dello stesso.
Le indagini per disastro colposo
La procura di Trento, nel frattempo, apre un’inchiesta per disastro colposo. L’indagine è a carico di ignoti. Ciò non significa che ci sia il sospetto di un intervento umano nel crollo del seracco, così come non ci sono indagini per presunte cariche esplosive. Il reato contestato, infatti, potrebbe riguardare eventuali negligenze da parte di soggetti – non ancora identificati – che potrebbero aver compiuto mancanze tali da mettere in pericolo la sicurezza delle persone, in questo caso delle vittime del crollo del seracco. C’è la possibilità che il fatto sia dovuto ad un intervento umano, come avvenuto in passato quando degli sciatori avevano provocato una valanga uscendo dalla pista regolare e percorrendone una vietata.
Conclusioni
Il 4 luglio 2022 il giornalista pubblicista Davide Zedda pubblica sul proprio canale Telegram una sua personale certezza, ossia che a far crollare i seracco della Marmolada siano state delle cariche esplosive. A sostegno dell’accusa, il giornalista non porta alcuna prova. Al contrario, porta collegamenti privi di senso ignorando quanto viene già detto da anni riguardo ai ghiacciai da parte degli esperti in materia. Ad oggi, non vi sono prove che il crollo sia dovuto a un intervento mirato o colposo da parte di uno o più individui.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Arresti • Coronavirus • Disinformazione • Fake news • Pfizer • Vaccini
No! Il vice presidente di Pfizer non è stato arrestato per la scoperta dei «veri rischi del vaccino»
24 Maggio 2022 - 21:35
di Ludovica Di Ridolfi
La bufala nasce da un articolo di una “testata satirica”, il Vancouver Times, che è stato condiviso come se fosse una notizia vera
Diversi post sui social affermano che il vice presidente di Pfizer, Rady Johnson, è stato arrestato con molteplici accuse di frode. Ovviamente, sostengono polemicamente molti utenti, di questo i «media mainstream» non parleranno mai. La ragione è semplice: si tratta di una bufala.
Per chi ha fretta:
Molti utenti hanno condiviso la teoria secondo cui Rady Johnson, il vicepresidente di Pfizer, sarebbe stato arrestatoSostengono che l’arresto sia avvenuto perché sono stati scoperti «i veri rischi del vaccino sperimentale»In realtà la fonte della notizia è un blog, Vancouver Times, che pubblica contenuti satiriciL’articolo era stato pubblicato con uno stampo umoristico ma è stato preso sul serio da molti utenti dei social. Si basa, tuttavia, su un episodio inventato di sana pianta
Analisi
«Il vice presidente di Pfizer è stato arrestato dagli agenti federali, accusato di frodi multiple e di aver nascosto la documentazione riguardo i rischi e i danni da vaccino»: questa è la voce che ha cominciato a circolare sui social network. Detta così, sembra una notizia sconvolgente: e infatti sono stati in moltissimi a riprenderla e diffonderla, aggiungendo talvolta ulteriori dettagli. «Rady Johnson, il vicepresidente esecutivo di Pfizer, è stato arrestato e attende l’udienza per la libertà vigilata. Ciò deriva dal rilascio di migliaia di documenti classificati di Pfizer, che mostrano i veri rischi del vaccino sperimentale», scrive ad esempio questo utente. «L’arresto nasce da un’inchiesta di Keean Bexte, un giornalista indipendente, in cui risulta come 1.223 persone siano morte solo nei primi 28 giorni di somministrazione di Pfizer. Ci sono rapporti secondo cui il vaccino ha ucciso tutti gli animali durante la sperimentazione e poi messo comunque in circolazione nonostante la sua pericolosità», aggiunge quest’altro.
In realtà, la fonte della notizia non è nessun «giornalista indipendente». A ben vedere, infatti, molti post non si limitano ad allegare il volto sorridente di Johnson, ma includono nello screen anche il nome della testata che avrebbe sganciato la presunta bomba: il Vancouver Times.
Nell’articolo si racconta il presunto arresto sopracitato, si ripete che sarebbe stato causato dalla scoperta di svariate frodi da parte degli agenti federali statunitensi e in particolare dal «rilascio di migliaia di documenti classificati di Pfizer, che mostrano i veri rischi del vaccino sperimentale». Si aggiunge inoltre che «A seguito dell’arresto di Rady, l’hashtag #pfizerdocuments ha iniziato a fare tendenza su Twitter. Diverse celebrità ora chiedono l’arresto di altri dipendenti della Pfizer. Twitter ha avviato il processo di censura dell’hashtag e di questa pubblicazione. Altre piattaforme di social media hanno seguito l’esempio».
Viene poi fatto riferimento al «giornalista indipendente» di cui sopra: «Keean Bexte, un giornalista indipendente precedentemente impiegato da Rebel News, ha sottolineato come 1.223 persone siano morte entro i primi 28 giorni dopo aver preso la Pfizer jab. Ci sono rapporti secondo cui il vaccino ha ucciso tutti gli animali durante la sperimentazione. Molte persone sono arrabbiate per il fatto che il vaccino sia stato immesso sul mercato nonostante tutti i rischi».
Aprendo però la pagina che viene indicata come fonte, salta subito all’occhio come l’articolo dal titolo «VP of Pfizer arrested after #pfizerdocuments get released» viene posizionato nella sezione «satira» del sito. Basta inoltre leggere l’intero pezzo per notare una frase abbastanza chiara sul finale: « This is a satire article. Health officials in Canada consider vaccines to be safe and effective. For the latest news on Pfizer, go here». Ovvero: «Questo è un articolo satirico. I funzionari sanitari in Canada ritengono che i vaccini siano sicuri ed efficaci».
L’intero sito, a ben vedere, non è altro che un grande portale prevalentemente satirico. Nella sezione ‘Chi siamo‘, per esempio, gli autori del blog descrivono così il loro progetto: «Il Vancouver Times è la fonte di satira più affidabile sulla costa occidentale. Scriviamo storie satiriche su questioni che colpiscono i conservatori. Non siamo affiliati in alcun modo ai media mainstream (CBC, CTV ecc.) e qualsiasi somiglianza tra i nostri contenuti e il lavoro di MSM è puramente casuale». Ma niente di tutto ciò viene considerato da chi condivide la notizia del presunto arresto di Johnson, spacciandolo per vero. Non risulta, ad oggi, 23 maggio, che il vice-presidente di Pfizer sia stato arrestato per alcun motivo.
Conclusioni
Si tratta di uno di quei casi in cui la satira non viene presa per quello che è, ovvero uno scherzo, ma anzi legittimata a fonte affidabile e condivisa in massa. L’arresto del vicepresidente di Pfizer non è mai avvenuto: e sostenere il contrario non significa andare contro i media mainstream, ma prendere sul serio un contenuto parodistico.
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Dalle bufale su Buckingham Palace alle teorie del complotto sulle elezioni: le fake news della settimana
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«Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare»: la finta citazione di Mark Twain
Un disegno di Mark Twain in bianco e nero accompagna la citazione in un post su Facebook condiviso oltre 87 mila volte. Nell’immagine si legge un suo presunto virgolettato: «Se votare facesse qualche differenza non ce lo lascerebbero fare». Tuttavia, non esistono prove che Mark Twain abbia mai pronunciato o scritto quelle parole. Una citazione simile appare in un articolo pubblicato nel 1976 sul quotidiano del Massachussets Lowell Sun, in un articolo 1976 scritto da Robert S. Borde.
Clicca qui per leggere l’analisi completa
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: Fake news
«Iettatore»: le stupide coincidenze e le vittime dell’ignoranza
8 Febbraio 2019 - 18:55
di David Puente
Definita «iettatrice» o «porta iella», Mia Martini non è stata l’unica vittima dell’ignoranza altrui. Altri nomi noti, dallo spettacolo allo sport, hanno subito ingiustizie per stupide coincidenze. Vi raccontiamo alcuni episodi e cosa potrebbe (ancora) accadere
«Perché si è chiesto scusa a Mia Martini?» ha domandato Enrico Mentana nel suo editoriale dell'8 febbraio 2019, dando poi una possibile risposta:«Perché per decenni gli invidiosi e i mettimale l'avevano segnata con la più infamante (per chi la lancia) delle accuse, che sempre isola e ammanta di dicerie e cattiverie: insomma che portasse sfortuna». Il crollo di un telone dal palco dove doveva esibirsi e la scomparsa di due musicisti della sua band contribuirono alla creazione del«mito negativo» nei confronti della cantante. Stupide coincidenze che colpiscono anche altri personaggi, più o meno famosi.
Indice:
Il grafico che mostra le assurde coincidenze trail numero dei decessi in piscina e le apparizioni di Nicolas Cage al cinemaIl grafico – forzato – tra i morti per vapore e oggetti caldi confrontato con l'età di Miss America.L'importazione dell'olio dalla Norvegia negli Stati Uniti e il numero dei decessi in auto contro un treno.La presunta correlazione tra le entrate delle sale giochi e i laureati in Computer science negli Stati Uniti:
Il centrocampista dell'Arsenal,Aaron Ramsey, di cui si è parlato anche in Italia per un probabiletrasferimento alla Juventus, è stato accusato per anni di una correlazione tra i suoi gol e la morte di personaggi celebri. Il primomaggio del 2011 Ramsey segna contro il Manchester United, il giorno dopo muore Osama Bin Laden. Il 2 ottobre 2011 gonfia la retecontro il Tottenham ed il 5 ottobre muore Steve Jobs. La lista continua: ci sono Whitney Houston,Robin Williamse persinoDavid Bowie, ma se consideriamo tutti i gol segnati da AaronRamsey con la maglia dell'Arsenal, ovviamente, non troviamo un elenco di38 decessi di caratura internazionale come quelli appena citati. Una brutta bufala diventata ormai leggenda metropolitana che lo accompagnerà per sempre.
Il numero di decessiin piscina coincidecon le apparizioni di Nicolas Cageal cinema? Ecco come possono nascere altre stupidee assurdecorrelazioni riportate dal sitoTylervigen.com:
Il grafico che mostra le assurde coincidenze trail numero dei decessi in piscina e le apparizioni di Nicolas Cage al cinema
L'etàdi Miss America ha qualche collegamento con i morti a causa di vapori e oggetti caldi? Forzando le tabelle e i dati otteniamo la seguente tabella:
Il grafico – forzato – tra i morti per vapore e oggetti caldi confrontato con l'età di Miss America.
La quantità di greggio importato dalla Norvegia negli Stati Uniti corrisponde a un aumento dei decessi di automobilisti contro un treno? Ecco cosa succede forzando questi dati:
L'importazione dell'olio dalla Norvegia negli Stati Uniti e il numero dei decessi in auto contro un treno.
Tralasciando il macabro mondo dei decessi, osserviamo la presunta correlazione tra le entrate finanziarie delle sale giochi e i laureati in Computer science negli Stati Uniti:
La presunta correlazione tra le entrate delle sale giochi e i laureati in Computer science negli Stati Uniti:
Si potrebberofare innumerevoli correlazioni senza sensocome quelle riportate dal sitoTylervigen.com.Come vedete è facile forzare la mano per attribuire colpe ingiuste e ingenerosea persone che non hanno nulla a che fare con le disgrazie altrui,dimostrando però soloun'elevata ignoranza.
David Puente
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Un decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Governo riduce gli stipendi pubblici delle alte cariche a 600 euro al mese durante l'emergenza Coronavirus | null | 1301c3ab | open |
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: Coronavirus • Fake news • Giuseppe Conte • Governo Conte II • WhatsApp
Coronavirus e Whatsapp. Il falso decreto del Presidente del Consiglio «riduzioni stipendi pubblici alte cariche»
25 Marzo 2020 - 12:25
di David Puente
Circola via Whatsapp un file PDF con una falsa Gazzetta Ufficiale del 24 marzo 2020. Attenzione anche ai virus informatici
Circola online, e in particolare via Whatsapp, un documento PDF con un falso decreto del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Governo che ridurrebbe gli stipendi pubblici delle alte cariche a 600 euro al mese durante l’emergenza Coronavirus.
La prima pagina del falso documento diffuso online.
Per prima cosa non vi è alcun riscontro all’interno del sito della Gazzetta Ufficiale, ma risulta un falso evidente visto che mancano diversi elementi e sono presenti alcuni errori grafici. Riporto di seguito il confronto tra il falso documento (a destra) quello vero del 24 marzo 2020.
A sinistra la vera Gazzetta Ufficiale, a destra il falso documento.
Risulta facile notare ad occhio nudo che manca l’indicazione dell’anno e del numero della Gazzetta (alto a destra), così come le intestazioni risultano diverse dove nel documento falso è schiacciata e il font sembra diverso. Non solo, in alto è presente una scritta «edizione straordinaria» che non risulta sia corretta in quanto dovrebbe riportare la scritta «Serie generale». C’è un’ultima curiosità e cioè il programma con il quale è stato creato il file PDF, Ilovepdf.com.
I files PDF della Gazzetta Ufficiale vengono generati con un altro programma e il creator è chiaramente indicato come «Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato».
Evitate di creare imitazioni del genere se non volete avere problemi con la legge. Non solo, state attenti nel condividere e aprire con leggerezza files che vi inviano anche via email in questo periodo, potrebbero contenere virus informatici.
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: Andrea Bocelli • Bufale • Coronavirus • Disinformazione • Fake news • Matteo Renzi • PD • Senato
Tolgono la cittadinanza onoraria ad Andrea Bocelli? Il Comune degli “amici di Renzi e del PD” non esiste
28 Luglio 2020 - 10:50
di David Puente
Una nuova vittima del Comune inesistente di Bugliano: il Giornale La Nuova Padania dedica un articolo (serio) alla lettera bufala su Andrea Bocelli
Molte le polemiche contro Andrea Bocelli dopo le sue dichiarazioni durante un controverso «convegno dei negazionisti» sulla Covid-19 al Senato. Laddove c’è un caso c’è la ricerca della notizia e a trovarla è stata La Nuova Padania (il «giornale di approfondimento politico del Nord», come riportano nel sito) pubblicando un articolo dal titolo «Rimossa cittadinanza e “chiavi della città” ad Andrea Bocelli», riportato nelle sezioni Cronaca e Cultura, dove il sindaco viene definito seguace di Matteo Renzi e amico del Partito Democratico. Di quale città parla la testata? Del Comune inesistente di Bugliano, di conseguenza ci troviamo di fronte a una palese bufala dove neanche il sindaco «Fabio Buggiani» esiste.
L’articolo (rimosso) de La Nuova Padania
Per chi non lo conosce, Bugliano è un comune inesistente nato sui social come parodia di un mondo fantastico non tanto lontano dalla realtà, dove ormai siamo abituati ad alcuni scivoloni da parte dei politici tali da far sorgere il dubbio se ci sia lo zampino dei ragazzi di Lercio.
Ecco il testo dell’articolo, a firma del co-fondatore de La Nuova Padania Riccardo Rocchesso:
Qui la lettera scritta dal Fabio Buggiani, sindaco di Bugliano, seguace di Renzi ma amico del PD, nei confronti di Andrea Bocelli, dopo le sue dichiarazioni di oggi in Senato. Scrive: “questa decisione è stata presa dopo la dichiarazione del cantante di Lajatico che ha dichiarato durante un convegno di idioti”A voi i commenti.
La ricerca Google dell’articolo.
Oltre al mancato controllo della fonte, ci si domanda come un sindaco inesistente di un comune inesistente di nome Fabio Buggiani sia seguace di Matteo Renzi e amico del Partito Democratico. Comunque, oltre alla verifica sull’esistenza del fantacomune e del fantapolitico, la lettera riporta nel finale una dichiarazione che dovrebbe far venire il minimo dubbio al lettore:
Ad Andrea Bocelli fu consegnata anche la chiave della città, ma per quella risolveremo cambiando la serratura.
Si potrebbe dare comunque il beneficio del dubbio, siccome qualcuno potrebbe anche pensare che un sindaco possa permettersi una battuta anche in un comunicato ufficiale. Del resto ne abbiamo viste di cotte e di crude da parte dei politici nostrani anche prima della pandemia.
La copia dell’articolo recuperata dalla Cache di Google (qui un salvataggio)
L’articolo è durato poco, cancellato senza alcuna spiegazione o rettifica da parte del giornale. Intanto ricordiamo che l’account social di Bugliano è un fake, ben precisato nella biografia dell’account Twitter:
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: Coronavirus • Disinformazione • Fake news • India
Il bambino indiano non aveva previsto la pandemia Covid-19! Non generate altri Nostradamus o Baba Vanga
10 Agosto 2020 - 11:23
di David Puente
Secondo il giovane ci sarebbe stata la Terza Guerra Mondiale tra novembre 2019 e aprile 2020 e tanto altro (mai accaduto)
Sappiamo benissimo quanto da uno a dieci siano «attendibili» personaggi come Nostradamus e Baba Vanga, soprattutto a seguito di false citazioni e riferimenti ai due per sostenere presunte previsioni: zero! Bisogna tenere conto di un nuovo fantomatico veggente. L’otto agosto 2020 la testata Il Giornale pubblica un articolo dal titolo «La profezia del bambino che aveva previsto il Covid: “In arrivo una catastrofe”» che risulta scorretto. Non lo dico solo io, lo fa comprendere anche l’autore di quell’articolo nel suo pezzo.
Ecco cosa riporta Il Giornale per rafforzare la credenza delle profezie del giovane indiano: «Una nuova catastrofe tra dicembre e marzo potrebbe minacciare l’umanità, a dirlo è Abhigya Anand, il 14enne indiano famoso in tutto il mondo per aver previsto nel 2019 la pandemia di coronavirus con tale precisione da specificare che sarebbe iniziata dalla Cina». C’è un problema: Abhigya Anand non ha predetto la pandemia e non ha mai citato la Cina.
La fantomatica predizione sarebbe stata resa pubblica tramite un suo video diffuso nel mese di agosto 2019 dove parla di problemi generici tra novembre 2019 e aprile 2020, tra questi diverse malattie in giro per il mondo e sicuramente in India.
Poco dopo pubblica un secondo video dove propone delle soluzioni senza però parlare di pandemie o a malattie:
Non solo, nel video ci sarebbero altre profezie mai avvenute tra novembre 2019 e aprile 2020: non c’è stata alcuna guerra tra Stati Uniti e Iran, così come non c’è stata una Terza Guerra Mondiale e un aumento consistente del prezzo del petrolio.
Dare della credibilità a un nuovo video del ragazzo, senza averne merito, non risulta corretto e potrebbe creare allarmismi inutili nei lettori. C’è da dire che Il Giornale racconta dei fallimenti predittivi del ragazzo, ma lo fa alla fine dell’articolo contraddicendo il titolo:
Facendo ovviamente i dovuti scongiuri è importante specificare bene come stanno realmente le cose, per evitare fraintendimenti. In realtà Anand ha espresso un’opinione basata su una una generalizzazione astrologica, proprio come era successo nel video del 2019 in cui aveva parlato di malattie generiche in tutto il mondo che avrebbero richiesto molti sforzi per uscirne.
Non c’è solo Il Giornale. Cercando il nome del ragazzo attraverso il motore di ricerca Google troviamo parecchi articoli titolati in questo modo:
Abhigya Anand, il 14enne (bannato da Facebook)che aveva previsto il coronavirus fa un’altra previsione: “Nuova catastrofe tra dicembre e marzo 2021” (Il Fatto Quotidiano) Il bambino prodigio che ha predetto il coronavirus ci prova ancora: «2021 negativo» (Corriere della Sera – Qui il post Facebook, l’articolo è stato cancellato)
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: Coronavirus • Fake news • Giorgia Meloni • Matteo Salvini • Mes • Silvio Berlusconi
Quale governo italiano aveva avviato i preparativi e istituito il Mes? Sono due, Berlusconi e Monti
11 Aprile 2020 - 17:06
di David Puente
Nella polemica politica sul Mes si sta facendo confusione su chi ha avviato e chi ha approvato il tutto. Facciamo chiarezza
In questi giorni persiste la polemica sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità o Fondo salva-Stati, in cui l’opposizione accusa il Governo Conte di averlo attivato. Ciò che è stato deciso dall’Eurogruppo è la creazione di una linea di credito per le spese sanitarie legate all’emergenza Coronavirus a determinate condizioni, attivabile dai paesi membri avanzando la richiesta al presidente del Consiglio dei governatori del Mes. Una cosa è l’accordo per la creazione della linea di credito messa a disposizione per gli Stati europei, l’altra è la richiesta del denaro che al momento il Governo Conte non ha presentato. Un’altra polemica è quella delle responsabilità sulla creazione del Mes. In un tweet il conduttore Andrea Purgatori sostiene che sia stato il Governo Berlusconi del 2012 a metterci la firma, seguendo anche quanto dichiarato erroneamente dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante una conferenza stampa. Successivamente corregge la data in un tweet successivo:
La firma per l’istituzione del #Mes nel 2012, governo #Berlusconi: #GiorgiaMeloni (Fdi) ministro, #RobertoMaroni (Lega), ministro, relatore di maggioranza #GiancarloGiorgetti (Lega).Il primo Mes votato e firmato è del 2011, governo Berlusconi.
Andrea Purgatori fa riferimento agli accordi del 2011, riportati anche in un dossier del Senato del 2 aprile 2012 sul disegno di legge per la ratifica delle modifiche dei trattati necessari per arrivare al Mes:
L’idea dell’istituzione di un meccanismo permanente per la gestione delle crisi dell’area euro è stata inizialmente prospettata dal Consiglio europeo del 28 e 29 ottobre del 2010 al fine di sostituire, a partire dal luglio del 2013, le soluzioni temporanee approntate per la gestione della crisi greca, l’EFSM e l’EFSF. Nel luglio 2011, al termine di una fase di trattativa tra gli Stati aderenti, si giunge ad un accordo. Un accordo successivo ha riguardato l’anticipazione di un anno l’entrata in vigore del MES, stabilendo che questi inizierà ad operare dal luglio 2012 (anziché nel 2013).
Nel luglio 2011 era ancora in carica il Governo Berlusconi IV, concluso a dicembre dando il via al Governo Monti che con il voto del Parlamento aveva dato l’approvazione del Trattato in data 19 luglio 2012.
2011 – Il Mes e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea
Nel Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, presieduto dai leader degli Stati membri dell’Unione tra i quali anche Silvio Berlusconi, venne trovato l’accordo per il Trattato del Mes che poteva procedere attraverso una modifica al Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, il Tfue. Il 3 agosto 2011 il Governo Berlusconi IV, con il comunicato 149, annuncia l’approvazione del disegno di legge per la ratifica di tale modifica da presentare in Parlamento per l’approvazione definitiva:
su proposta del Ministro degli affari esteri, Frattini:due disegni di legge per la ratifica e l’esecuzione dei seguenti Atti internazionali: 1. Decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE, che modifica l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità (ESM- European Stability Mechanism) nei Paesi la cui moneta è l’euro; obiettivo della Decisione è far sì che tutti gli Stati dell’Eurozona possano istituire, se necessario, un meccanismo che renderà possibile affrontare situazioni di rischio per la stabilità finanziaria dell’intera area dell’euro; 2. Statuto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA);
Il disegno di legge sulla ratifica della modifica del Tfue, utile per arrivare al Trattato sul Mes
Concluso anticipatamente il Governo Berlusconi IV, la legislatura prosegue con il Governo Monti, in carica dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013, che ottenne l’appoggio della maggioranza dei partiti in Parlamento tranne che dalla Lega Nord (che passa da partito del Governo Berlusconi IV a partito di opposizione) e l’Italia dei Valori. Tra i partiti di Governo c’era anche il partito dello stesso Silvio Berlusconi, il Popolo della Libertà, di cui faceva parte l’ex ministro della Gioventù Giorgia Meloni che il giorno della fiducia votò a favore dell’esecutivo Monti. Gli unici voti «ribelli» riportati su Openpolis furono quelli di Alessandra Mussolini (PDL) e Domenico Scilipoti.
2012 – Il Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità
Mentre il Governo Berlusconi IV aveva tracciato i primi passi per avviare il Trattato del Mes, è il Governo Monti a presentare il disegno di legge di ratifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) approvato a Bruxelles il 2 febbraio 2012.
Il disegno di legge del 2012 per la ratifica del Trattato sul Mes.
Il disegno di legge venne approvato dal Parlamento in via definitiva il 19 luglio 2012. Su Openpolis è possibile visionare i voti dei gruppi parlamentari della Camera dei Deputati dove notiamo il voto negativo da parte della Lega Nord e l’astensione dell’Italia dei Valori, ma anche l’assenza di Giorgia Meloni (risultata assente, non in missione) che di fatto non votò a favore o contro la ratifica. Matteo Salvini non poteva votare perché all’epoca era parlamentare europeo.
I voti dei gruppi parlamentari alla Camera per la ratifica del Trattato sul Mes.
La legge 23 luglio 2012 venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entrò in vigore il 27 luglio 2012.
Conclusione
Sono due i governi che avevano preso gli accordi ed effettuato le varie attività legislative che hanno portato all’approvazione del Mes nel 2012. Il primo era quello di Silvio Berlusconi, di cui facevano parte la Lega e altri membri dell’attuale opposizione italiana come Giorgia Meloni, all’epoca Ministro. Il secondo, dopo le prime attività legislative del predecessore, ha approvato il Trattato che ha portato all’effettiva nascita del Mes nel 2012 con il voto favorevole dei partiti di destra ad esclusione della Lega Nord che si trovò in quel periodo nei banchi dell’opposizione.
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Valeria Solesin e l’attentato al Bataclan, il complottista Rosario Marcianò condannato per diffamazione (di nuovo)
26 Febbraio 2021 - 07:30
di David Puente
Diversi i processi a carico del complottista sanremese, ma col tempo arrivano le condanne. In questo caso, oltre alla pena di un anno di reclusione, anche un risarcimento dei danni fissato in 20.000 euro più le spese legali
«I complottisti, prima o poi, pagano», così titolava un articolo di Open del 19 ottobre 2020 sul processo a Rosario Marcianò per le orrende falsità su Valeria Solesin e la sua famiglia. Secondo il complottista italiano, l’attentato terroristico al Bataclan del 13 novembre 2015 a Parigi sarebbe soltanto una enorme messinscena organizzata con attori pagati e inesistenti vittime, come appunto l’italiana Valeria Solesin. Per «Mister nò» ora è arrivata la condanna in primo grado per diffamazione.
La famiglia Solesin, rappresentata dall’avvocata Elena Fiorini di Genova, aveva presentato tre denunce querele dal 2016 al 2017 per poi attendere la prima udienza in tribunale dopo circa quattro anni di indagini. La pena riconosciuta al complottista, per diffamazione aggravata e a seguito di giudizio abbreviato, è di un anno di reclusione, oltre al risarcimento dei danni alle parti civili riconosciuto per ciascuna in 20.000 euro più le spese legali.
«Così io e mio figlio Noah siamo stati cancellati dai cospirazionisti». Il racconto del padre di una vittima della strage di Sandy Hook, 8 anni dopo – Il podcast
Le vicende giudiziarie non si concludono con il caso Solesin. Denunciato per diffamazione via web dalla giornalista Silvia Bencivelli, «Mister nò» venne condannato in primo grado nel 2018 a otto mesi di reclusione, sentenza confermata nel 2020 in appello per la quale lo stesso complottista si trova ora impossibilitato a fare ricorso in Cassazione.
Per Marcianò le date fissate in calendario non finiscono qui. Le sue attività negazioniste sulla Covid-19, come l’istigazione a delinquere durante la prima ondata della pandemia e il conseguente sequestro dei suoi canali social, lo vedranno protagonista di un nuovo processo a suo carico insieme a quello conclusivo, previsto per il 27 maggio, sul caso Serena Giacomin e Massimo Della Schiava che portò nel 2013 al sequestro dei dispostivi digitali del complottista.
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: Complotti • Coronavirus • Disinformazione • Fake news
Coronavirus, la teoria del complotto dello scienziato Wye che non trova il virus. Ma nessuno trova lui
5 Gennaio 2021 - 17:50
di Juanne Pili
Così il commento di un utente anonimo è diventato la fonte «scientifica» di alcuni negazionisti della Covid-19
Ci avete segnalato una lettera che sta circolando su WhatsApp. L’autore sarebbe un certo Andrew Wye, sedicente scienziato che avrebbe trovato in 1500 campioni ritenuti positivi al nuovo Coronavirus dei virus influenzali. Insomma, non sarebbe riuscito a trovare il Sars-Cov-2 mettendo in dubbio l’emergenza sanitaria.
La fonte in italiano è il sito di una organizzazione politica che attribuisce al dottor Salvatore Rainò il merito di aver segnalato loro il testo della lettera. In cima alla pagina troviamo il link alla presunta fonte originale, un post Facebook che probabilmente l’autore ha reso privato in un secondo momento. Dall’indirizzo internet (per i pignoli, la URL) leggiamo che si tratta di un certo Kevin Blackburn, il cui profilo si presenta da sé.
Per chi ha fretta:
La lettera che circola su WhatsApp è un meme già attribuito a un altro autore in maniera truffaldina;
La fonte originale è il commento di un utente anonimo sotto il post di un blog;
Il contenuto è un compendio di narrazioni negazioniste della Covid-19 già ampiamente smentite.
Andrew Wye e il virus inventato
Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera in italiano.
Ricerca del dottor Andrew Wye PhD dalla California
Questa è una prospettiva interessante.
Ho un dottorato in virologia e immunologia. Sono uno scienziato di laboratorio clinico e ho testato 1500 campioni Covid 19 positivi “presunti” raccolti qui nel sud della California. Quando il mio team di laboratorio e io abbiamo testato i postulati e l’osservazione di Koch con un SEM (microscopio elettronico a scansione), non abbiamo trovato alcun Covid in nessuno dei 1500 campioni. Quello che abbiamo scoperto è che tutti i 1.500 campioni erano principalmente influenza A e alcuni influenza B, ma non un singolo caso di Covid, e non abbiamo usato il B.S. Test PCR.
Abbiamo quindi inviato il resto dei campioni a Stanford, Cornell e alcuni dei laboratori UC e hanno trovato gli stessi risultati come noi, NESSUN COVID. Hanno trovato l’influenza A e B. Poi abbiamo parlato tutti con il CDC e abbiamo chiesto loro campioni COVID validi, che il CDC ha detto di non poter fornire perché non avevano campioni. Siamo ora giunti alla conclusione definitiva attraverso tutta la nostra ricerca e il lavoro di laboratorio che COVID 19 era immaginario e fittizio.
L’influenza si chiamava Covid e la maggior parte dei 225.000 morti morì di comorbidità come malattie cardiache, cancro, diabete, enfisema, ecc. e poi hanno preso l’influenza che ha indebolito ulteriormente il loro sistema immunitario e sono morti. Devo ancora trovare un singolo campione di Covid 19 valido con cui lavorare. Noi, nelle 7 università che hanno eseguito i test di laboratorio su questi 1500 campioni, stiamo ora facendo causa al CDC per frode Covid 19. Il CDC deve ancora inviarci un singolo campione di Covid 19 valido, isolato e purificato. oppure non vogliono inviarci un campione valido, dico che non c’è il Covid 19, è fittizio.
I quattro articoli di ricerca che descrivono gli estratti genomici del virus Covid 19 non sono mai stati in grado di isolare e purificare i campioni. I quattro articoli scritti su Covid 19 descrivono solo piccoli frammenti di RNA lunghi solo da 37 a 40 paia di basi, il che NON È UN VIRUS. Un genoma virale è tipicamente compreso tra 30.000 e 40.000 coppie di basi. Con quanto dovrebbe essere cattivo Covid dappertutto, come mai nessuno in nessun laboratorio al mondo ha isolato e purificato questo virus nella sua interezza? Questo perché non hanno mai trovato il virus, tutto ciò che hanno trovato sono stati piccoli pezzi di RNA che comunque non sono mai stati identificati come virus.
Quindi quello con cui abbiamo a che fare è solo un altro ceppo di influenza come ogni anno, COVID 19 non esiste ed è fittizio. Credo che la Cina ei globalisti abbiano orchestrato questo inganno del COVID (l’influenza camuffata da un nuovo virus) per provocare la tirannia globale e uno stato di sorveglianza della polizia globale totalitaria, e questo complotto includeva una massiccia frode elettorale.
In sostanza non si fa altro che rilanciare vecchie narrazioni negazioniste, conservandone anche alcuni strafalcioni, come la confusione tra Covid (la malattia) e il virus (SARS-CoV-2), che ci risulta curiosa da parte di un dottore in virologia e immunologia.
Si sostiene quindi che il virus non esiste. Inoltre esisterebbe un complotto globale con annessa frode elettorale, che richiama le narrazioni di QAnon in difesa di Donal Trump.
Il testo in alcuni punti è piuttosto confusionario, tanto da farci pensare a una burla. Questi fantomatici 1500 campioni infatti sarebbero stati verificati con «i postulati e l’osservazione di Koch con un SEM (microscopio elettronico a scansione)», mentre l’autore precisa che «non abbiamo usato il B.S. Test PCR».
Ricordiamo che l’analisi PCR permette di riconoscere sequenze genetiche specifiche, in questo caso del SARS-CoV-2. Ed è quindi la più attendibile in assoluto, con una probabilità estremamente bassa di produrre falsi negativi, se tali analisi vengono eseguite correttamente. Per maggiori approfondimenti suggeriamo la lettura della nostra Guida ai test diagnostici.
La fonte originale: un vecchio meme
Supponendo di trovarci davvero di fronte a uno scienziato che lavora nei laboratori della California, abbiamo cercato su Scopus (portale che riporta e misura il lavoro dei ricercatori nel Mondo). Abbiamo trovato un «Andrew Wye», ma non risultano ricerche scientifiche a suo carico, inoltre è neozelandese. Potete trovare con Google diversi articoli dove questo nome è associato a medici o altri esperti omonimi, che non sembrano proprio corrispondere al nostro uomo.
Allora abbiamo preso alcune parole chiave del testo tradotte in Inglese, e le abbiamo date in pasto al motore di ricerca. Scopriamo che i colleghi Politifact si erano già occupati della medesima lettera una settimana prima. Viene riportata l’introduzione e il link alla fonte originale, un altro post Facebook.
«I have a PhD in virology and immunology. I’m a clinical lab scientist and have tested 1500 ‘supposed’ positive Covid 19 samples collected here in S. California,” the caption says. “What we found was that all of the 1500 samples were mostly Influenza A and some were influenza B, but not a single case of Covid».
Il presunto autore smentisce le tesi negazioniste
È proprio il medesimo testo. Solo che viene attribuito al professor Robert Oswald, il quale esiste davvero, ma lavora presso il dipartimento di medicina molecolare della Cornell University.
Politifact | Il post Facebook con la lettera attribuita al professor Robert Oswald.
Oswald però non c’entra niente. Il Professore ha dovuto persino pubblicare una velata smentita nel sito della sua facoltà:
«La COVID-19 è reale. Qualsiasi post di Facebook che suggerisca il contrario è una bufala e non è vero. Indossa una maschera, pratica il distanziamento sociale e fai il vaccino quando sarà disponibile».
Cornell University | Il professor Robert Oswald smentisce le tesi negazioniste della Covid-19.
L’origine del meme: un commento anonimo
Del caso si sono occupati anche i colleghi di Snopes, i quali sono riusciti a risalire alla reale fonte originale. Si tratta del commento riportato da un utente anonimo sotto al post del Istoria Ministries Blog, col nickname «Sojourner». Notiamo che il finale originale è meno vago, riportando più chiaramente che la «frode elettorale» sarebbe quella ai danni di Trump.
Istoria Ministries Blog | Il commento di Sojourner.
Conclusioni: dove nascono le nostre paure
Invitiamo tutti i lettori e le lettrici che conservano ancora dubbi e paure sui vaccini anti-Covid, e le restrizioni che la pandemia ci ha imposto, a riflettere sul modo in cui certe narrazioni – che hanno ispirato la loro comprensibile ansia – vengono costruite dai vari guru di queste tesi.
Abbiamo visto un caso emblematico che può rappresentarne molti: una organizzazione politica e un personaggio a noi già noto per precedenti affermazioni «alternative», collegato a diversi altri. Questa è la cifra del rigore con cui vengono selezionate le loro fonti.
Open.online is working with the CoronaVirusFacts/DatosCoronaVirus Alliance, a coalition of more than 100 fact-checkers who are fighting misinformation related to the COVID-19 pandemic. Learn more about the alliance here (in English).
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: Battaglione Azov • Bufale • Disinformazione • Fake news • Olanda • Russia • Ucraina • Unione europea
Soldati ucraini bruciano la bandiera olandese scambiandola per quella russa? La doppia bufala
24 Maggio 2022 - 20:58
di David Puente
Una vecchia bufala del 2016 è stata riadattata per sostenere che i soldati ucraini siano completamente ignoranti
Diversi account filorussi stanno diffondendo un meme che mostra la foto di presunti soldati ucraini mentre brucerebbero la bandiera olandese scambiandola per quella russa. L’obiettivo è quello di definire ignoranti i combattenti ucraini, ma si tratta di una doppia bufala. L’immagine è tratta da un video noto della propaganda russa anti Ucraina, il quale racconta tutt’altra storia associata al battaglione Azov.
Per chi ha fretta
Il meme è stato diffuso da account Twitter russi per poi circolare, in russo e in italiano, via Telegram, Instagram e Facebook.Il meme è stato creato utilizzando il fotogramma di un video del 2016.Il video del 2016 è a sua volta un falso creato per avvelenare il dibattito pubblico su un referendum olandese.
Analisi
Il meme, che riporta la scritta «Fuck russia», è stato pubblicato dal canale Telegram Insider Q Italy, appartenente ai sostenitori della setta complottista QAnon, il 22 maggio 2022 intorno alle ore 20:
Quando sei talmente ignorante di confondere la bandiera olandese per quella russa.Ora l’Olanda farà causa all’Aia per aver dissacrato la propria bandiera.https://t.me/DonbassDevushka
L’immagine era stata condivisa in precedenza via Twitter, come possiamo notare da alcuni account russi (anche da italiani qui, qui, qui e qui):
Da Telegram e Twitter a Facebook (e Instagram), l’immagine è stata condivisa riprendendo lo stesso testo (qui e qui) o con delle alternative, come possiamo notare da questi due account russi (qui e qui) che riportano il testo in due lingue:
Queste persone stanno bruciando la bandiera dei Paesi Bassi, sono convinte che sia russa…Эти люди жгут флаг Нидерландов, они убеждены, что он российский….
Il video del 2016
Si tratta di un fotogramma tratto da un video diffuso nel 2016, un’opera della propaganda russa attribuita alla “fabbrica di troll” di San Pietroburgo. A spiegarlo è un articolo del 3 aprile 2016 di Bellingcat dove viene citata la fonte: il video pubblicato dal canale Youtube “Patriot” dal titolo «Appello dei combattenti Azov ai Paesi Bassi sul referendum per l’accordo tra Ucraina l’Unione europea».
I protagonisti del video, che si presentano come combattenti Azov, minacciano l’Olanda di condurre attacchi terroristici se il referendum, sostenuto dagli euroscettici, avesse dato esito negativo. Il canale “Patriot” sostiene di aver recuperato la clip da un altro canale, ma che sarebbe stato rimosso dallo stesso. Fornisce anche un link con l’ID del video ma, come spiegato da Bellingcat, non esiste alcuna traccia della sua diffusione. Circolarono persino falsi screenshot del canale Youtube del battaglione Azov per sostenere che l’avessero realmente pubblicato.
Due immagini, prelevate dall’articolo di Bellingcat, che dimostrano la falsificazione dello screenshot.
A seguito della diffusione del video, furono gli stessi Azov a etichettarlo come falso.
Conclusioni
Il meme «Fuck russia», che mostra degli uomini vestiti da militari ucraini mentre bruciano una bandiera olandese, diffonde un messaggio falso al fine di deridere i combattenti ucraini. Si tratta di un doppio falso, in quanto i protagonisti della scena sapevano benissimo che si trattava della bandiera olandese e perché si tratta del fotogramma di un video falso ideato e diffuso dalla propaganda russa per avvelenare il dibattito politico del referendum olandese per gli accordi tra Ucraina e Unione europea.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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La profezia di Bill Gates sul coronavirus nel 2015? No! Al contrario, è stato fin troppo ottimista!
14 Marzo 2020 - 12:00
di David Puente
Nessuna profezia da veggente. Da Bill Gates un avviso e critiche severe dopo l’epidemia dell’Ebola
Da qualche giorno circola attraverso i social l’ennesimo caso in cui Bill Gates viene associato all’epidemia, ormai pandemia, del nuovo Coronavirus. Teorie di complotto su di lui e sulla fondazione Bill e Melinda Gates non mancano, ne avevamo parlato in un precedente articolo, ma il suo intervento TED del 2015 risulta affascinante e le testate italiane hanno deciso di darne risalto.
Il Tempo titola «L’inquietante profezia di Bill Gates nel 2015: un virus ucciderà milioni di persone», Il Riformista «La profezia di Bill Gates del 2015: “Un virus ucciderà 10 milioni di persone”». Segue anche Leggo, ma siamo in ritardo perché all’estero se ne parla da diversi giorni (qui un tweet del 6 marzo) e rilanciato il 13 marzo da Buzzfeed.
Il titolo dell’articolo di Leggo del 14 marzo 2020.
Doti da veggente? No! Da realista
Bill Gates non si sta comportando come la delinquente Sylvia Browne, la fantomatica «veggente» autrice di un libro dove avrebbe predetto la diffusione del virus che stiamo affrontando. Niente giri di parole tipiche dei truffatori alla Nostradamus, Gates da anni è impegnato nel campo della ricerca e della prevenzione come dimostra nello stesso intervento a TED nel 2015 spiegato negli articoli dell’epoca. Tra i più completi possiamo citare quello di Vox dal titolo «The most predictable disaster in the history of the human race».
Bill Gates, come riportato da Vox nel 2015, si pone la domanda – in maniera forse ossessiva – su come potrebbero essere uccisi milioni di esseri umani «nei prossimi 20 anni». Un’enorme esplosione vulcanica? Un terremoto gigantesco? Una guerra nucleare? C’è qualcosa che, rispetto a certi scenari, potrebbe abbattersi con maggiore probabilità: la diffusione di un virus.
Gates, nel suo intervento, descrive i problemi del sistema di prevenzione e risposta a livello mondiale, prevenzione e risposta che vediamo piuttosto nei film di Holliwood rispetto alla realtà, e per farlo porta l’esempio negativo dell’epidemia di Ebola nel 2014 in Africa:
La mancanza di preparazione potrebbe permettere alla prossima epidemia di essere terribilmente più devastante dell’Ebola.
Gates mostra un modello di previsione basato sui dati dell’influenza spagnola del 1918, in modo tale da comprendere la serietà del problema:
Ovviamente considera alcuni fattori: nel 1919 non c’erano tutti gli attuali benefici della scienza e della tecnologia. Non c’erano Internet, i cellulari, mappe satellitari, ma tutto questo non dovrebbe farci abbassare la guardia. «Bisogna essere pronti», dice Gates.
Le critiche di Gates e la mancanza di un «sistema»
Durante l’intervento del 2015 al Technology, Entertainment, and Design (TED) Gates mostra l’immagine di un virus dell’influenza come pericolo più probabile di morte a confronto di un conflitto nucleare:
Oggi il più grande rischio di catastrofe globale non è più questo [mostra la foto di un fungo atomico]. È più simile a questo, invece [mostra la foto di un virus dell’influenza].Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. Non missili, ma microbi.
Dopo aver mostrato l’immagine del virus inizia a illustrare il problema: non siamo preparati. Non solo, Gates critica anche l’uso dei fondi pubblici indicando in questo uno dei motivi del rischio:
In parte il motivo è che abbiamo investito cifre enormi in deterrerenti nucleari. Ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare un’epidemia. Non siamo pronti per la prossima epidemia.
Infatti, il suo intervento pone il problema della prevenzione e dell’essere pronti ad affrontare eventi simili o addirittura peggiori di quelli vissuti in Africa nel 2014.
Gates invita ad osservare ciò che è avvenuto con il caso Ebola partendo da un punto fondamentale: l’assenza totale di un «sistema» capace di affrontare una situazione del genere:
Vediamo l’Ebola. Sono sicuro che ne avete letto tutti sui giornali, tante sfide difficili. L’ho seguito attentamente attraverso gli strumenti di analisi dei casi che usiamo per monitorare l’eradicazione della polio. Se osservate quello che è successo il problema non era che il sistema non funzionava. Il problema era l’assenza totale di un sistema. Di fatto, mancano alcuni elementi chiave abbastanza ovvi. Non avevamo un gruppo di epidemiologi pronti a partire, che sarebbero andati, avrebbero controllato il tipo di malattia e il livello di diffusione. I rapporti sui casi sono arrivati tramite i giornali. Sono stati messi online con molto ritardo ed erano estremamente imprecisi. Non avevamo un team medico pronto a partire. Non avevamo modo di preparare la gente.
Il troppo ottimista Bill Gates
Per Gates, in sintesi, la gestione dell’Ebola stata «un fallimento globale» e per fortuna Medici Senza Frontiere si è impegnato nell’affrontare e arginare il fenomeno. Verso la fine del video cerca di riportare un po’ di speranza, ma è stato fin troppo ottimista:
Di fatto, se c’è una cosa positiva dell’epidemia di Ebola è che può servire come avvertimento, da campanello di allarme per prepararci.
Di fatto non siamo stati pronti ad affrontare una nuova epidemia. Ci si è dimenticati forse troppo presto dell’Ebola, la gestione del Covid-19 non è stata ottimale e rischiamo di dover affrontare tutti gli errori commessi a tutti i livelli, dal singolo cittadino ai capi di Stato.
Il parere degli esperti:
Coronavirus, l’infettivologo Galli sui tanti casi in Italia: «Il contagio in ospedale, la situazione più sfortunata»Coronavirus, parla il primario del Sacco. Galli: «Virus imprevedibile, una persona sola può infettarne molte»Coronavirus, il primario del Sacco di Milano: «Così abbiamo dimostrato che non è nato in laboratorio»«Tecnicamente il coronavirus è già una pandemia. Ma la sfida si gioca nei pronto soccorso, non ai confini» – L’intervista al virologo LopalcoCoronavirus, l’errore dietro l’impennata di contagi in Italia. Ricciardi (Oms): «Grave non isolare gli arrivi dalla Cina»Coronavirus, la nuova fase: da infezioni importate a circolazione locale del virus. Cosa dice la task force del ministero della SaluteRicciardi (Oms): «Coronavirus più letale dell’influenza. Per il vaccino servono due anni»Coronavirus, «È una follia questa emergenza». Il duro dissenso del capo del laboratorio del Sacco. E sforna i numeriBurioni ribatte alla dottoressa del Sacco con le cifre dell’emergenza: «Coronavirus come l’influenza? Scemenza gigantesca»Coronavirus, lo scontro tra virologi: perché Burioni ha ragioneCoronavirus, lo scontro tra virologi: perché Gismondo ha ragione
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: Antisemitismo • Fake news • Germania • Razzismo
Secondo alcuni media italiani Stephan Ballier voleva uccidere «quanti più bianchi possibile», ma il suo manifesto dice altro
10 Ottobre 2019 - 16:37
di David Puente
Rita Katz aveva scritto «kill as many anti-whites» ma la traduzione cambia tutto in alcuni giornali italiani
Non ci siamo. Si è parlato a lungo del nazista Stephan Ballier e dell’attentato da lui compiuto a Halle. Il suo movente era l’antisemitismo, ma anche l’odio verso chi lui ritiene «anti-bianco», ma alcuni media italiani hanno riportato tutt’altra narrativa creando rischiando di confondere gli utenti. Lo riporta su Twitter un attento Evariste:
Come diffondere disinformazione online in Italia. Basta copiarsi a vicenda, senza controllare la fonte originale. (non so chi per primo abbia commesso l’errore)
Il tweet che riporta l’errore delle testate italiane.
Nel documento pubblicato online dal nazista era ben chiaro il suo intento, scritto in inglese al punto 3 degli obiettivi da lui prefissati:
3. Kill as many anti-Whites as possible, jews preferred.
Gli obiettivi a pagina 9, in fondo il bonus: “Don’t die”, “non morire”.
Il Giornale, nell’articolo del 10 ottobre alle ore 10:03 scrive che invece l’attentatore voleva uccidere i bianchi:
“In rete è apparso un documento Pdf che sembra essere il manifesto dell’attentatore di Halle, Stephan Balliet. “Voglio uccidere più bianchi possibili, soprattuto ebrei”
Secondo Il Giornale Balliet voleva uccidere i bianchi.
Ecco quanto riportato da TGcom24:
“Voglio uccidere più ebrei possibili” – Stephan Balliet voleva “uccidere quanti più bianchi possibile, soprattutto ebrei”.
Errore di traduzione da TGcom24? La cosa si ripete anche altrove.
Proseguiamo con Il Messaggero (anche Il Gazzettino):
Stephan Balliet, l’autore dell’attacco alla sinagoga di Halle in Germania, voleva «uccidere quanti più bianchi possibile, soprattutto ebrei».
Stesso discorso per Il Messaggero.
Ci casca anche Il Fatto Quotidiano:
L’obiettivo di Balliet era “uccidere quanti più bianchi possibile, soprattutto ebrei“, come ha fatto sapere su Twitter Rita Katz, direttrice del Site, il gruppo di monitoraggio dell’estremismo in rete.
Si basano su Rita Katz, ma sbagliano la traduzione.
Blitquotidiano va oltre e scrive «meno bianchi»:
Stephan Balliet, l’autore dell’attacco alla sinagoga di Halle in Germania, voleva “uccidere meno bianchi possibile” e “soprattutto ebrei”.
Non «più bianchi», ma «meno bianchi» secondo Blitzquotidiano.
Citano Rita Katz, ma lei aveva scritto correttamente quello che l’attentatore aveva riportato nel suo manifesto:
States objective to “kill as many anti-whites as possible, Jews preferred.”
«kill as many anti-whites» scrive Rita Katz, non «kill as many whites».
Un errore dovuto a un copia incolla di agenzia, senza aver controllato la fonte. Fabio Chiusi riporta in un tweet il lancio di agenzia da parte di Ansa con la traduzione sbagliata:
22:55 — tweet di Rita Katz 23:23 — prima agenzia dell’Ansa, con l’errore. Svelato l’arcano: come (troppo) spesso accade, la fonte del problema sono lanci di agenzia imprecisi, che non vengono verificati o corretti.
Il tweet di Fabio Chiusi che trova la fonte dell’errore
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: Cile • Fake news
La vera storia di Daniela Carrasco, la “Mimo” simbolo dei manifestanti cileni
24 Novembre 2019 - 08:22
di David Puente
Daniela “la Mimo” è stata uccisa o si è suicidata? La vera storia raccontata dagli avvocati della famiglia Carrasco
Era una storia troppo strana quella diffusa a fine novembre tra i social e i media italiani, e non solo. Daniela Carrasco, la “Mimo” diventata simbolo dei manifestanti cileni, secondo molti sarebbe stata trattenuta dai Carabineros il 19 ottobre 2019 e trovata impiccata e senza vita il giorno successivo dopo essere stata stuprata e percossa dagli agenti fino alla morte.
La versione ufficiale riporta, al contrario, che l’autopsia non ha riscontrato segni di violenze e che Daniela sia morta suicida. Nel frattempo, in Italia, durante il corteo di ieri a Roma di “Non una di meno” si sono visti manifesti e alcune manifestanti truccate in viso come Daniela.
La foto di Daniela Carrasco pubblicata dall’account Twitter dell’associazione delle avvocatesse cilene.
Ciò che rende la storia più strana è come sia giunta in Europa e in Italia a distanza di un mese dalla sua morte, come mai in Cile se ne sia parlato fino a un certo punto – liberamente anche tramite dibattiti televisivi dove accusavano i Carabineros – e come ci sia la totale mancanza di una dichiarazione o accuse da parte della famiglia della ragazza.
Ho contattato via Twitter l’account dell’associazione delle avocatesse femministe del Cile (“Abogadas Feministas Chile” – @Abofemcl) per saperne di più, soprattutto dopo un loro thread pubblicato il 22 novembre. Ho avuto modo di parlare direttamente con Daniela Watson Ferrer, responsabile delle comunicazioni dell’associazione che si occupa pro bono del caso per la famiglia della ragazza trovata senza vita in Cile.
Il tweet di Daniela Watson Ferrer dove chiede ai media e ai cittadini di smettere di condividere notizie false su Daniela Carrasco “la Mimo”.
L’intervista
Quale è il ruolo dell’associazione in questa vicenda?
«Non appena siamo venute a conoscenza della vicenda, occupandoci con maggior attenzione di donne vittime di violenza, abbiamo raggiunto la famiglia e ci siamo offerte di lavorare per loro pro bono. Si tratta di una famiglia povera che ha affrontato e sta affrontando molte difficoltà».
Su Twitter la vostra associazione ha parlato del ritrovamento di una lettera della ragazza legata al suicidio. Confermi?
«Si, la lettera esiste ed è stata lei a lasciarla».
Quindi la famiglia pensa che sia stato un suicidio?
«La famiglia prosegue la tesi del suicidio che, viste le prove in mano, risulta quella plausibile. Comunque non scartiamo eventuali novità».
Daniela Carrasco, 36 anni.
Voi e la famiglia non avete riscontrato qualche elemento che porti a pensare a violenze e percosse subite sul corpo della ragazza?
«No. In ogni caso abbiamo fatto fare delle perizie da parte di terzi sul corpo e sulla lettera, ma i risultati potrebbero tardare e forse dovremmo aspettare un anno prima di consultarli».
Online si sostiene che la ragazza fosse stata trattenuta dai Carabineros la sera prima di essere trovata senza vita. Vi risulta?
«No, si trovava insieme alla sua famiglia. Capisci quanti rumors ci sono in questa storia?».
In questa foto non c’è Daniela Carrasco. La ragazza ritratta è una studentessa che ha voluto fare un omaggio a Daniela.
A proposito di rumors, dai tweet della vostra associazione mi sembra di capire che ci sono delle accuse verso la famiglia di guadagnare denaro grazie alla morte della ragazza. Cosa ci racconti a riguardo?
«No, non hanno accusato la famiglia. Pare che ci siano delle persone che avrebbero fatto delle illustrazioni o prodotti su Daniela alludendo alla sua causa. Pensiamo che questi siano altri rumors perché non abbiamo prove che qualcuno lo stia facendo davvero, ma ci teniamo a precisare che in ogni caso la famiglia non è coinvolta».
Mi hai detto che la famiglia è povera e che vive diverse difficoltà. C’è qualche forma di aiuto, anche economico con un crowdfunding, che gli utenti possono dare?
«No, al contrario. Vogliono essere lasciati in pace anche nel poter piangere la loro perdita in santa pace».
Da una parte il dubitare nella versione del suicidio e dell’autopsia, dall’altra il timore che qualcuno usasse la morte della ragazza per dare forza alle manifestazioni. In questi casi chi ha diffuso le notizie non verificate doveva essere più cauto. Cosa ne pensi?
«È esattamente quello che abbiamo voluto comunicare nei nostri comunicati diffusi nei nostri account social».
Una delle immagini diffuse da parte di chi sostiene che sia stata maltrattata.
Conclusioni
Due erano le tesi diffuse, quella ufficiale dell’autopsia e quella della denuncia di violenza da parte dei manifestanti e attivisti cileni. I dubbi erano tanti, così come le ombre. Le risposte fornite dall’associazione ci mostrano un quadro più chiaro di come stanno le cose, di quanto non si debbano diffondere notizie infondate – la tesi delle violenze – e soprattutto di quanto la famiglia di Daniela Carrasco voglia essere lasciata in pace.
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: Fake news • Legge di bilancio
«Tassa sui balconi», ecco cosa dice la Legge di Bilancio e come si è difeso il Ministero dell’Economia
19 Gennaio 2020 - 19:58
di David Puente
Lo Studio Tremonti accusa, il Mef risponde, ma ciò che conta è quello che è scritto nella legge di bilancio
Incalza la polemica sulla cosiddetta «tassa sull’ombra dei balconi» prevista, secondo l’avvocato Giuseppe Pizzonia dello Studio Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati, all’interno della Legge di Bilancio del 27 dicembre 2019. In molti hanno risposto all’accusa dell’introduzione della tassa riportando come prova la smentita del MEF:
Il tema di una pseudo ‘tassa sull’ombra’ non esiste. Il nuovo canone previsto dalla Legge di Bilancio sostituisce i tributi locali Tosap e Cosap, derivando dagli stessi i presupposti impositivi. Per questa ragione, può colpire solo le fattispecie già gravate da Tosap e Cosap, tra le quali non è compresa l’occupazione tramite balconi e verande.
Non basta, per essere sicuri bisogna leggere quanto contenuto nella Gazzetta Ufficiale.
Che cos’è la Tosap?
Tosap è l’acronimo di «tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche» che viene applicata quando si occupa un bene del demanio o del patrimonio indisponibile degli enti pubblici (es. strade comunali e provinciali, piazze, parchi). I tipi di occupazione per i quali bisogna versare la tassa sono previsti all’interno dell’art. 38 del decreto legislativo n. 507 del 15 novembre 1993:
Art. 38. Oggetto della tassa 1. Sono soggette alla tassa le occupazioni di qualsiasi natura, effettuate, anche senza titolo, nelle strade, nei corsi, nelle piazze e, comunque, sui beni appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile dei comuni e delle province. 2. Sono, parimenti, soggette alla tassa le occupazioni di spazi soprastanti il suolo pubblico, di cui al comma 1, con esclusione dei balconi, verande, bow-windows e simili infissi di carattere stabile, nonche’ le occupazioni sottostanti il suolo medesimo, comprese quelle poste in essere con condutture ed impianti di servizi pubblici gestiti in regime di concessione amministrativa. 3. La tassa si applica, altresi’, alle occupazioni realizzate su tratti di aree private sulle quali risulta costituita, nei modi e nei termini di legge, la servitu’ di pubblico passaggio. 4. Le occupazioni realizzate su tratti di strade statali o provinciali che attraversano comuni con popolazione superiore a diecimila abitanti sono soggette all’imposizione da parte dei comuni medesimi. 5. Sono escluse dalla tassa le occupazioni di aree appartenenti al patrimonio disponibile dei predetti enti o al demanio statale.
Quello che ci interessa sapere è che al comma 2 leggiamo che vengono esclusi dalla tassazione i balconi, le verande, i bow-windows e simili infissi di carattere stabile. In parole semplici, secondo la norma entrata in vigore nel 1994 chi possiede un balcone che risulta trovarsi “sopra” a una strada comunale non deve pagare. Ciò che dovrà pagare è l’eventuale passo carrabile o altri elementi come descritto in questo articolo di Condominioweb.com dal titolo «Come suddividere il costo della Tosap in condominio».
Che cos’è il Cosap?
Il Cosap è l’acronimo di «canone per l’occupazione di suolo pubblico» introdotto dall’articolo 63 del decreto legislativo n.446 del 15 dicembre 1997. Bisogna fare attenzione perché la sua introduzione non cancella la Tosap, ma permette alle amministrazioni di scegliere una o l’altra norma:
Art. 63. Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche 1. Le province e i comuni possono, con regolamento adottato a norma dell’articolo 52 prevedere che l’occupazione, sia permanente che temporanea di strade, aree e relativi spazi soprastanti e sottostanti appartenenti al proprio demanio o patrimonio indisponibile, comprese le aree destinate a mercati anche attrezzati, sia assoggettata al pagamento di un canone da parte del titolare della concessione, determinato nel medesimo atto di concessione in base a tariffa.
Cosa cambia dal 2021?
Ora possiamo consultare il contenuto della legge n.160 del 27 dicembre 2019 dove si ritiene sia presente la tassa contestata. Per farlo dobbiamo partire dal comma 816 dove la Tosap e il Cosap vengono sostituiti dal nuovo e unico «canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria»:
816. A decorrere dal 2021 il canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria, ai fini di cui al presente comma e ai commi da 817 a 836, denominato «canone», e’ istituito dai comuni, dalle province e dalle citta’ metropolitane, di seguito denominati «enti», e sostituisce: la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, l’imposta comunale sulla pubblicita’ e il diritto sulle pubbliche affissioni, il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari e il canone di cui all’articolo 27, commi 7 e 8, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, limitatamente alle strade di pertinenza dei comuni e delle province. Il canone e’ comunque comprensivo di qualunque canone ricognitorio o concessorio previsto da norme di legge e dai regolamenti comunali e provinciali, fatti salvi quelli connessi a prestazioni di servizi.
Per completezza teniamo in considerazione anche i commi 837 e 838 relative all’occupazione di aree e spazi destinati ai mercati:
837. A decorrere dal 1° gennaio 2021 i comuni e le citta’ metropolitane istituiscono, con proprio regolamento adottato ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo n. 446 del 1997, il canone di concessione per l’occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile, destinati a mercati realizzati anche in strutture attrezzate. Ai fini dell’applicazione del canone, si comprendono nelle aree comunali anche i tratti di strada situati all’interno di centri abitati con popolazione superiore a 10.000 abitanti, di cui all’articolo 2, comma 7, del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. 838. Il canone di cui al comma 837 si applica in deroga alle disposizioni concernenti il canone di cui al comma 816 e sostituisce la tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche di cui al capo II del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, e, limitatamente ai casi di occupazioni temporanee di cui al comma 842 del presente articolo, i prelievi sui rifiuti di cui ai commi 639, 667 e 668 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147.
Secondo il MEF il nuovo canone «può colpire solo le fattispecie già gravate da Tosap e Cosap, tra le quali non è compresa l’occupazione tramite balconi e verande», ma se leggiamo il comma 847 della legge n.160 del 27 dicembre 2019 scopriamo che ci sono degli articoli che vengono abrogati:
Sono abrogati i capi I e II del decreto legislativo n. 507 del 1993, gli articoli 62 e 63 del decreto legislativo n. 446 del 1997 e ogni altra disposizione in contrasto con le presenti norme.
L’articolo 38 del decreto legislativo n. 507 del 15 novembre 1993 riguardante la Tosap, quello dove vengono escluse dalla tassazione i balconi, le verande, i bow-windows e simili infissi di carattere stabile, si trova proprio nel capo II abrogato dal comma 847 che a sua volta abroga anche l’articolo 63 del decreto legislativo del 1997 riguardante il Cosap.
Conclusioni
L’abrogazione del capo II del decreto legislativo n. 507 del 1993, contenente l’articolo 38 in cui vengono esclusi dalla tassazione i balconi, può essere il punto dal quale è nata la contestazione dell’avvocato Giuseppe Pizzonia dello Studio Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati. Ecco perché, nella giornata di oggi, sul Il Sole24Ore Pasquale Mirto cita nel suo articolo il «rischio di tassa sui balconi» sostenendo che «i dubbi rimangono, perché quello che conta è ciò che è scritto in norma. Norma che ovviamente dovrà essere migliorata alla prima occasione».
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: Brescia • Fake news • Sardine
Sostenitrice quindicenne di Borgonzoni pestata a sangue dalle Sardine a Brescia? La bufala di IoSonoItalia
20 Gennaio 2020 - 20:08
di David Puente
La pagina Facebook IoSonoItalia denuncia l’aggressione della ragazza, poi pubblica il referto medico di un ragazzo di Avellino
Il sito xenofobo e di estrema destra Voxnews.info pubblica un articolo dal titolo «Sostenitrice
Borgonzoni: “pestata a sangue da ‘Sardine‘ perché leghista”» riprendendo come fonte un tweet di RadioSavana, un account bufalaro che opera sul social network Twitter. La storia è stata originariamente diffusa in un post della pagina Facebook IosonoItalia-fanpage il 19 gennaio 2020 (il testo completo in fondo all’articolo):
Nessun riscontro sui media per una storia del genere, una quindicenne picchiata a Brescia sabato pomeriggio in quel modo fa notizia. La pagina IoSonoItalia parla di censura dei media, si esalta quando Voxnews pubblica la storia, poi in diffonde alle 18:30 del 20 gennaio 2020 (ancora prima, alle 18:17, su VK) il referto medico dell’ospedale, ma è rubato!
Il referto rubato
Ecco il post l’immagine pubblicata dalla pagina Facebook IoSonoItalia per sostenere l’esistenza dell’aggressione:
Il referto medico, in realtà, è quello di un ragazzo di 13 anni di Avellino picchiato a scuola nell’estate del 2019. Troviamo la stessa immagine del referto, completa, nell’articolo di Yahoo Notizie del 1 gennaio 2019:
Si tratta della stessa foto pubblicata nel post Facebook di Forgione Gianluca, ecco le immagini a confronto:
Le reazioni e la “nota”
Un gesto che non è sfuggito in alcune aree del social, come il gruppo Facebook Giente Honesta dove Luca Donadel commenta così:
Bruh cazzo ma perché fare una cosa simile vi ho pure dato il beneficio del dubbio. Ma si rendono conto della gravità di esporre così una ragazzina minorenne e falsificare un referto medico?
Attualmente la pagina è stata oscurata. Il post del referto è lunghissimo, alla fine – e solo alla fine – riporta che è un’immagine di repertorio perché non vuole far pubblicare il referto vero «perché ci sono dati sensibili che i sinistrati vorrebbero tanto sapere». Su VK, dove ripropone tutto e invita gli utenti a seguirla in quel social network, non lo scrive. una strategia di comunicazione la spiegherò in questo articolo.
In un altra pagina Facebook gestita dal network di IoSonoItalia, la pagina ItaliArdita, era stato pubblicato alle ore 18:23 lo stesso post con il referto del ragazzo di Avellino (la pagina Facebook IoSonoItalia lo aveva pubblicato alle 18:30, su VK alle 18:17 senza la nota). La nota compare solo dopo una modifica avvenuta alle ore 19:44 come possiamo vedere da questo screenshot:
Ecco il dettaglio della modifica effettuata alle 19:44 quando ormai circolavano già le immagini del referto originale:
A sinistra in alto il post originale, a destra la parte finale della modifica.
Ecco, infatti, un commento delle 19:36 a dimostrazione che gli utenti si erano resi conto dell’uso improprio ben prima della modifica del post:
Nel frattempo il tweet di Radiosavana è stato rimosso:
La motivazione della rimozione lo spiega in due tweet successivi:
[1] Una 15enne IoSonoItalia (FB-VK) ci ha fatto avere la sua denuncia social chiedendoci di darle una mano a denunciare una aggressione subita, così abbiamo fatto. Le abbiamo chiesto della documentazione, promessa ma mai arrivata. Per ora abbiamo cancellato il post. @poliziadistato[2] Si, ci ha preso in giro, ci siamo cascati. In realtà questa ragazza esiste, abbiamo visto più video suoi, è una ragazzina, se non sono 15 sono 17 massimo. Crediamo a sto punto che abbia seri problemi e che debba essere aiutata.
I comunicati degli Admin
In un post pubblicato il 19 gennaio 2020 alle 22:44 nella pagina principale era stato riportato un comunicato degli amministratori del network in cui sostenevano che «i genitori preferiscono inoltre evitare ogni ulteriore pubblicità su quanto accaduto», situazione che poi non si è concretizzata perché c’è stata la continua ricerca di notorietà:
COMUNICAZIONE DA PARTE DEGLI ADMIN DI IOSONOITALIANon ci voleva proprio ciò che è accaduto alla nostra amata Italia Moli. Noi Admin delle varie pagine le siamo tutti vicini e ci stringiamo in un abbraccio fraterno di conforto a lei e alla sua famiglia. Abbiamo avuto modo di confrontarci telefonicamente con i genitori i quali ci hanno comunicato che per qualche giorno La ragazza si asterrà da ogni pubblicazione o interazione sulle pagine.Ci hanno comunque rassicurati che è una ragazza forte e supererà anche questa triste disavventura. Domani pomeriggio qualcuno di noi che abita vicino a lei andrà a trovarla a casa e vi aggiorneremo anche su eventuali sviluppi e sulle sue condizioni.Ci teniamo a segnalarvi che difficilmente qualche giornale parlerà di questo fatto che definire scandaloso è poco, soprattutto in piena campagna elettorale. I genitori preferiscono inoltre evitare ogni ulteriore pubblicità su quanto è accaduto.Italia ritornerà statene certi. E ritornerà ancora più forte e determinata di prima. Tutti noi speriamo presto, perché già sentiamo fortemente la sua mancanza. Ernesta Alessandro Fabio Marco Alessia E tutti i collaboratori e amici del gruppo di coordinamento nazionale. Forza piccolina torna presto e rimettiti in forze. È guerra aperta!
Tra i nomi degli admin troviamo Ernesta. Nel gruppo Facebook privato chiamato IoSonoItalia – Gruppo per Il coordinamento una degli amministratori si chiama Ernesta (presente anche su VK):
In un post successivo della pagina Facebook, pubblicato alle ore 0:49 del 20 gennaio 2020, gli admin riportano un altro comunicato in cui annunciano la chiusura notturna delle pagine del network per evitare che vengano segnalate e chiuse da Facebook:
AVVISO A TUTTI I FOLLOWERS DI IOSONOITALIA E ITALIARDITAVista la gravità di quanto accaduto alla nostra piccola Italia Moli, abbiamo deciso di comune accordo tra tutti gli admin di chiudere durante le ore notturne tutte le nostre 30 pagine. Verranno riattivate tutte entro la mattinata seguente per potervi offrire l’opportunità di interagire nuovamente con noi e le nostre pagine.Su VK invece rimarremo attivi h24. Il tutto al fine di tutelare le nostre pagine e l’immagine di Italia Moli da eventuali subdoli attacchi delle solite note truppe cammellate di sinistra che agiscono di proposito quando noi amministratori e moderatori siamo meno presenti. Siamo gente che lavora come voi e a differenza loro, di notte noi abbiamo bisogno di riposare.Per tal motivo e certi della vostra comprensione intendiamo procedere in questo modo.A domani carissimi e fedeli amici.Team #IoSonoItalia
Carabinieri e Spedali smentiscono
Nella giornata di oggi, lunedì 20 gennaio 2020, ho contattato il Comando Provinciale dei Carabinieri di Brescia, i quali non hanno trovato riscontri della vicenda nemmeno dalla Questura di Brescia. Nella storia raccontata da IoSonoItalia si parla della presenza dei Carabinieri, ma a quanto appreso dall’Arma non c’è alcun riscontro.
Nella storia leggiamo «Mi hanno medicata e portata agli spedali civili per maggiori accertamenti», ma contattato l’ufficio stampa a loro non risulta alcun intervento del genere.
Anche altre persone hanno contattato le autorità, come Butac e Radiondadurto.
Lega Giovani e il partito non ne parlano
Nel post di IoSonoItalia si parla di un incontro con i suoi amici della Lega Giovani a Brescia:
Non so nemmeno se dovrei scriverne di ciò che mi è accaduto ieri a Brescia, ma lo farò solo per informarvi e per invitarvi a stare attenti perché in giro c’è veramente della gente malata. Ieri pomeriggio mi trovavo nei pressi dell’Esse lunga di via Milano con un paio di amici della Lega Giovani.
Da sabato 18 gennaio 2020 ad oggi le pagine Facebook della Lega Giovani di Brescia e del partito locale non hanno diffuso affatto la storia, una vicenda che sarebbe stata catapultata come minimo negli account social di Matteo Salvini.
Il complotto della censura dei media
Nel post dove si esalta per la pubblicazione della storia da Voxnews.info leggiamo:
Su Vox sta girando la notizia dell’aggressione pestaggio da parte delle #sardineAntifasciste. Come vi avevamo detto la stampa è stata informata, ma la censura dell’accaduto è fortissima. Siamo sotto campagna elettorale.
In un post precedente, dove pubblica il tweet dell’account Il Sofista (@intuslegens), sostiene che ci sia una censura persino dalla stampa bresciana:
A Brescia si sono mobilitati in molti per rintracciare i responsabili. La stampa della città rossa di Brescia invece, sotto campagna elettorale, preferisce rimanere muta specialmente su certi fatti. Sappiamo che la notizia è giunta alla stampa locale, ne abbiamo ferma certezza, ma di questa giovane Italia non si parlerà. Italia la conoscete tutti, è una ragazza etero, giovane e pulita, una ragazza che non si droga, che non spaccia, che non canta Bella Ciao e che non è contro Salvini o la Meloni, ma anzi, li sostiene e si dichiara pure sovranista. Una come lei non fa notizia. Non fa notizia nemmeno quando viene pestata da un branco di pazzi esaltati della sinistra. Tra noi amministratori ne parlavamo giusto ieri sera. Quanto è accaduto è di una gravità assoluta, ma proprio per la gravità di quanto è accaduto, tale notizia non arriverà mai nelle vostre case né sui vostri schermi dei telefonini e palmari, non oggi almeno. Forse dopo il 26. Forse… Menomale che c’è il web. Ringraziamo chi sa bene cos’è accaduto e diffonde sui social la notizia. Ringraziamo tutte le migliaia di persone di buonsenso, brave persone, persone oneste che in queste ore ci stanno offrendo la loro massima solidarietà.
Il referto di altri per non far scoprire la sua identità
Diverse pagine Facebook con il suo volto, un sito internet dove la ragazzina posa tranquillamente mostrandosi al pubblico, numerose pubblicazioni e annunci, e in tutto questo parla di privacy. Infatti, la scusa del referto medico preso dalla storia di un’altra persona viene poi riportata in un’altra pagina Facebook gestita dallo stesso network, la pagina ItaliArdita dove nella foto profilo c’è sempre lei con il baschetto:
COMUNICATO AI MIEI AMICI FOLLOWERSCari amici, il referto che ho pubblicato non è il mio, ma è praticamente identico al mio tranne che per il dato riferito all’arcata dentaria. Con un’altra differenza e cioè che a me hanno dato 15 giorni anziché 10. È un anno che i cani di sinistra cercano di sapere come mi chiamo, dove abito, dove vado a scuola. È un anno che studiano ogni stratagemma possibile facendo spesso anche la parte degli amici per farmi svelare i miei dati personali. È un anno che mi diffamano sperando che io o la mia famiglia sin spongano con denunce portando così alla luce il mio ver nome e cognome, ma col cavolo che ci riescono. E se pensavano che questa volta, in questa occasione, a fronte di questa vergognosa aggressione sarei arrivata ad offrirgli l’opportunità di risalire a me e alla mia famiglia, si sbagliano di grosso.Per cui state tranquilli. Abbiate fiducia in me come l’avete sempre avuta dato che non vi ho mai delusi. È da ieri appena inviato il primo post che stanno impazzendo e io li lascio impazzire. Perché devono pagare per quello che mi hanno fatto.Italia Moli
Eppure un nome era uscito allo scoperto nel 2019 quando cercava di raccogliere fondi attraverso il suo account Paypal. Ecco il post riportato da NextQuotidiano nell’agosto dello scorso anno:
Ecco cosa troviamo, ancora oggi, cliccando nel link di Paypal di quel post Facebook:
Come riportato anche da NextQuotidiano nel 2019, il nome associato al conto Paypal di IoSonoItalia è Alessia Bertocchi. Tuttavia non è l’unico nome che esce fuori dalle ricerche.
Il post della bufala
Ecco il testo del post pubblicato il 19 gennaio 2020 da IoSonoItalia:
ECCO IL RISULTATO DELL’ODIO ANTIFASCISTA FOMENTATO SUI SOCIALNon so nemmeno se dovrei scriverne di ciò che mi è accaduto ieri a Brescia, ma lo farò solo per informarvi e per invitarvi a stare attenti perché in giro c’è veramente della gente malata. Ieri pomeriggio mi trovavo nei pressi dell’Esse lunga di via Milano con un paio di amici della Lega Giovani. Stavamo parlando tra di noi e io come al solito portavo il mio baschetto amaranto con la spilla degli arditi. Spilletta che evidentemente non è passata inosservata a due individui vestiti come straccioni e la testa piena di rasta. Si sono messi a qualche metro da noi a fumare e ho subito notato che armeggiavano coi telefonini, scattavano foto. Giovanni, il mio amico, mi aveva informata che uno di quelli lo conosceva, che era uno sfattone che fino a qualche tempo fa abitava in un appartamento in affitto nella sua via prima di essere sfrattato perché faceva sempre casini. Il tipo secondo Giovanni frequentava anche un centro sociale che era lì a qualche centinaio di metri da noi in Via Industriale. Non erano passati nemmeno dieci minuti, noi ragazzi parlavamo tra di noi compiacendoci dei successi ottenuti dalla Borgonzoni in Emilia quando abbiamo visto arrivare altri quattro brutti ceffi che camminavano dritti verso di noi con i cappucci delle felpe tirati sulla testa. Questi ci arrivano vicino e nel contempo si avvicinarono anche i due rastoni che avevamo notato prima accerchiandoci. Un tipo viene dritto da me ad un palmo dal muso e mi dice: “ehi tu sei la stronzetta fascista di Facebook vero? Ti abbiamo riconosciuta fascistella! Pensavi di passare inosservata in questa zona? Qui ci lasci la pelle merdosa puttana fascioleghista!” Ricordo il suo alito fetido che sapeva di acido e birra, io resto comunque ferma davanti a lui, immobile, non voglio avere paura, mi limito a guardarlo in faccia senza abbassare mai lo sguardo. Così mi accorgo che il tipo tira fuori le mani dalle tasche del parka che indossava, le alza entrambe verso la testa per aggiustarsi il cappuccio della felpa che tira appena più in giù sul volto per non farsi guardare negli occhi e il figlio di puttana parte con una gomitata che mi becca dritta in faccia in piena fronte e sull’occhio sinistro. Io cado all’indietro stordita, la vista mi si offusca, e vedo che gli altri sodali del bastardo aggrediscono Giovanni e Pietro che cercano di difendersi meglio che possono. Pietro per fortuna fa arti marziali, non è uno che parla tanto, fa MMA, non è particolarmente grosso, ma è un vero fascio di nervi. Devo ringraziare lui se sono viva perché deve avergli fatto davvero male a quei bastardi senza onore. La colluttazione è durata forse un minuto, non di più, eppure in un solo minuto, le mani di Pietro, le sue scarpe e le facce di tre di quegli aggressori erano ricoperti di sangue. C’era sangue anche sui miei vestiti, schizzi che mi avevano raggiunta e io mi auguro solo che nessuno di quei figli di puttana drogati avesse l’AIDS. Me lo auguro più che altro per Pietro perché nel pestarli si è ferito le mani. Nel frattempo erano accorse anche alcune persone sul luogo dell’aggressione che avevano visto il tutto è urlavano parole di rabbia contro quei disgraziati. Chi in dialetto è chi in italiano credetemi ha avuto modo di sfogarsi e così le zecche rosse, vedendo che la situazione peggiorava sempre più a loro sfavore sono fuggiti via, su una macchina che li aspettava poco più avanti e che è partita sgommando. Qualcuno dei presenti però pare sia riuscito a prendere almeno parzialmente il numero di targa. Una signora imbestialita mi ha aiutata a rialzarmi e nel frattempo è arrivata anche una pattuglia dei carabinieri e di lì a pochissimo anche l’autoambulanza. Mi hanno medicata e portata agli spedali civili per maggiori accertamenti. Un carabiniere, è stato particolarmente gentile, mi ha tenuto la mano per qualche minuto era anche un gran figo di origine sarda. Dal nervoso che avevo e per mera reazione a quella violenza ho pianto e credo di avergli bagnato anche la sua bella divisa che profumava di buono e pulito. Ho pianto perché mi hanno colpita vigliaccamente e non ho potuto né reagire, né essere utile ai miei amici aiutandoli a difendersi. Ecco il mio sabato pomeriggio in centro a Brescia, ecco fin dove può arrivare l’odio antifascista in un momento storico dove sui social viene etichettato come fascista tutto ciò che è diverso come pensiero. Un odio di cui dubito parleranno i giornali, nemmeno quelli locali tutti conformati alla sinistra. Odio che può arrivare a colpire chiunque nelle nostre città, giovane o anziano che sia. Odio che colpisce chiunque venga considerato fascioleghista da questi disgraziati rincoglioniti dalle ideologie dell’ANPI, della CGIL, del PD e che fermentano trasformandosi poi in veri e propri atti criminali che partono dai centri sociali. Disgraziati che vengono mobilitati nelle piazze di mezza Italia per fargli cantare bella ciao e fargli credere che devono rappresentare i nuovi eroi di una farsa di resistenza dove possono sentirsi autorizzati ad ogni forma di violenza verso persone civili che semplicemente hanno un pensiero diverso dal loro. E non vi dico come hanno reagito i miei quando giunti in ospedale si sono visti una giovane figlia appena quindicenne rovinata in quel modo. Ora però basta scrivere perché mi gira un po’ la testa. Non ho traumi importanti, ma la botta che ho preso mi ha un po’ stordita. Prometto di riprendermi presto. Ciao cari amici. Vi voglio bene! ItaliArdita
David Puente
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: Alfonso Bonafede • Arresti • Domiciliari • Fake news • Inchieste
La bufala dei simpatizzanti M5S su Bonafede: «Abolirò gli arresti domiciliari per quasi tutti i reati»
31 Luglio 2019 - 19:06
di David Puente
Nessuna fonte, nessun riscontro, ma qualche giornalista è cascato nella citazione diffusa dai simpatizzanti M5S
Pierluigi Vito, giornalista a Tv2000, mi segnala un tweet pubblicato da Jacopo Iacoboni, giornalista di La Stampa, il 31 luglio 2019 dove viene riportata una presunta citazione del ministro della Giustizia Bonafede: «Abolirò gli arresti domiciliari per quasi tutti i reati. La pena si deve scontare in carcere».
Il tweet contestato da Pierluigi Vito.
Non vengono riscontrati comunicati, agenzie o contenuti social ufficiali che riconducessero a una tale proposta da parte del ministro del Movimento 5 Stelle. Prima ancora di Jacopo Iacoboni era stata la giornalista Laura Cesaretti ad averla condivisa, sempre il 31 luglio 2019, ma riportando il tweet del 28 luglio 2019 di un simpatizzante del Movimento 5 Stelle chiamato Claudio D’Amico (@claudiodamico72):
Il retweet con commento di Laura Cesaretti
Claudio D’Amico non è l’autore della prima diffusione della citazione attribuita al ministro Bonafede. Online è possibile verificare che era stata diffusa da altri simpatizzanti qualche ora prima, come nelle pagine Facebook M5s – Attivisti Blasonati, Amici di Beppe Grillo e Marco Travaglio Fan Club:
Il post Facebook della pagina dei Fan di Travaglio, pubblicato un’ora prima del tweet di Claudio D’Amico.
Interessante il primo commento del gestore della pagina Facebook dei fan di Marco Travaglio: «Queste affermazioni possono essere dette solo dal M5S Simbolo dell’Onesta. Non certo dai Criminali PIDIOTI FI Lega F D’ITALIA. Sono contro producente per gli stessi citati. Ci sguazzano nella Criminalita».
La pubblicazione più vecchia riscontrata? Ne troviamo due, entrambe del 24 luglio 2019. Ecco quella delle ore 17:49 di Nino:
Il post di Nino delle ore 17:49 del 24 luglio 2019.
Ecco il post Facebook del 24 luglio 2019 alle ore 14:47 di Claudio:
Un post Facebook più vecchio del 24 luglio 2019 con la citazione.
Qualcuno, come il giornalista Giancarlo Loquenzi, aveva avvisato la collega Laura Cesaretti. Ecco il dialogo tra i due:
Giancarlo: «Starei attento alla fonte, è uno che nella sua timeline dice che i sondaggi della lega sono in caduta libera. Non ho trovato notizia altrove» Laura: «Meno male. Il problema però è che sia estremamente verosimile»
Conclusioni
Non avendo alcun riscontro dagli account ufficiali del ministro Bonafede, nessun riscontro dalle agenzie, video o da articoli che ne parlassero, non si comprende da dove gli utenti e simpatizzanti del Movimento 5 Stelle l’abbiano «ottenuta» e diffusa senza alcuna prova.
Aggiornamento: TPI ha contattato in giornata lo Staff del ministro Bonafede che conferma la falsità della citazione.
Aggiornamento 2: Jacopo Iacoboni ha rimosso il tweet pubblicandone uno nuovo in cui lo comunica e afferma di non aver trovato riscontro sulla citazione.
Leggi anche:
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: Cosa nostra • Fake news • Islam • Papa Francesco • Sicilia • Social media
«La Mafia fu importata in Sicilia dagli islamici». Bufala (anche per colpire il Papa)
15 Aprile 2019 - 08:45
di David Puente
Papa Francesco, durante un incontro con docenti e studenti, ha ricordato che la Mafia non è stata inventata dai nigeriani, ma in Italia. Per attaccarlo, c’è chi prova a dare per assodato che l’origine sia araba o «islamica», ma gli studiosi non concordano
Il 6 aprile 2019, durante l’incontro con i docenti e gli studenti dell’Istituto San Carlo di Milano, Papa Francesco ha sostenuto che «la Mafia non è stata inventata dai nigeriani, è un – tra virgolette – valore nazionale: la Mafia è nostra, made in Italia». Il 7 aprile 2019 la pagina Facebook di ImolaOggi pubblica un post critico nei confronti delle dichiarazioni di Bergoglio:
La risposta contenuta nel post, a firma Armando Manocchia, sostiene che «la mafia, la cui parola viene dall’arabo “mo’afiah” che significa “arroganza, tracotanza, prevaricazione”, esattamente ciò che è l’islam, ce l’hanno portata proprio i suoi (isl)amici con l’invasione della Sicilia (tra l’827 e il 965). Inoltre, basterebbe sapere qual è l’ideologia nazista che impone la conversione o obbliga a pagare il ‘pizzo’».
Secondo quanto riportato dall’enciclopedia Treccani, la mafia sarebbe nata come «braccio armato della nobiltà feudale per la repressione delle rivendicazioni dei contadini». Dall’opera «Storia della mafia» di Salvatore Scarpino, all’interno di un documento del 1837 redatto dal funzionario del Regno delle Due Sicilie Pietro Calà Ulloa, riscontriamo una semplice descrizione del fenomeno siciliano:
Ci sono in molti paesi delle fratellanze, specie di sette che diconsi partiti, senza riunione, senza altro legame che quello della dipendenza da un capo, che qui è un possidente, là un arciprete. Una cassa comune sovviene ai bisogni, ora di fare esonerare un funzionario, ora di conquistarlo, ora di proteggerlo, ora d’incolpare un innocente… Molti alti magistrati coprono queste fratellanze di una protezione impenetrabile.
La parola «mafia» sarebbe comparsa per la prima volta nel 1863 come riportato dall’Accademia della Crusca attraverso lo studio di Alberto Nocentini:
La comparsa di mafia è più o meno coeva a quella di camorra, ma priva di precedenti anteriori al periodo postunitario: attraverso il derivato mafioso figura nel testo teatrale di Giuseppe Rizzotto I mafiusi di la Vicaria di Palermu (1863) e la sua registrazione ufficiale nella lessicografia si deve al Nuovo vocabolario siciliano-italiano di Antonino Traina (Palermo, 1868-1873) coi significati di ‘braveria, baldanza, tracotanza, pottata, spocchia’ e infine ‘nome collettivo di tutti i mafiosi’. La presenza di una -f- in posizione interna, estranea alla tradizione latina, e la sua peculiarità di voce siciliana, hanno indirizzato la ricerca delle origini verso l’arabo e in questa direzione, la proposta che riscuote più consensi è quella dell’adattamento del prestito maḥyāṣ ‘smargiasso’, col derivato maḥyaṣa ‘smargiassata millanteria’, nella riformulazione di Salvatore Trovato (Atti del XXI Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza, Vol. III, Tübingen, Niemeyer, 1998, pp. 919-925).
In seguito, Nocentini cita la «meno fortunata» origine araba citata da ImolaOggi, ma rilevando un problema:
Se dovessimo propendere per l’arabismo, questa seconda ipotesi ci sembrerebbe preferibile, perché comporta un adattamento minimo in quanto il segmento iniziale mo’a– si riduce facilmente a ma–. Ma le difficoltà dell’arabismo sono altre, prima di tutte la datazione: è difficile accettare una trasmissione sotterranea di almeno otto secoli, se si attribuisce il prestito al periodo della dominazione araba della Sicilia, e d’altra parte, se si sostiene la sua adozione recente, si ha l’obbligo di indicarne e motivarne il tramite attraverso i documenti.
La spiegazione di Nocentini prosegue con riferimenti ai dialetti italiani, fino a citare il nome proprio «Maffeo» e l’apostolo Matteo:
A differenza degli altri apostoli, semplici pescatori che avevano seguito Gesù senza cerimonie, Matteo, da ricco pubblicano, solennizza l’avvenimento con un atto di magnificenza: “Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola” (Luca 5, 29). Per gli ascoltatori delle letture domenicali questi elementi erano più che sufficienti a caratterizzare il tipo che trasforma un evento personale in un’esibizione di lusso e di superiorità, che fa la maffia.
Secondo Vincenzo Mortillaro, nell’opera «Nuovo Dizionario Siciliano-Italiano» del 1876, la parola «Mafia» sarebbe una «Voce piemontese introdotta nel resto d’Italia ch’equivale a camorra». Come possiamo notare, di fatto gli studiosi non fanno riferimento a origini arabe o «islamiche» della malavita organizzata siciliana.
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: Fake news • Immigrazione • Sessismo
La donna con il cartello «Apro le gambe solo ai rifugiati perché i bianchi sono maleducati»: bufala sessista
13 Dicembre 2019 - 12:46
di David Puente
Circola da anni un evidente fotomontaggio creato contro una donna. Circola in Italia, ma in una nuova versione
Da anni ormai circola un evidente fotomontaggio di una donna che regge un cartello a sostegno dell’accoglienza dei rifugiati, ma al posto del messaggio «My door is open for refugees» troviamo un «My legs are open for refugees».
A sinistra il fotomontaggio, a destra la foto vera – Immagine da Snopes.com
La donna della foto, di conseguenza, viene presa di mira e derisa dagli utenti sulla base di una falsità. Diffusa in lingua inglese all’estero, in questi giorni è circolata un’altra sua versione ma in italiano.
La nuova bufala italiana
«Apro le gambe solo ai rifugiati perché i bianchi sono maleducati», riporta la nuova versione della bufala in lingua italiana con l’aggiunta delle accuse nei confronti delle persone dalla pelle bianca.
La nuova versione della bufala.
Risultava semplice svolgere la verifica della foto. In basso a sinistra troviamo il logo di Amnesty e riguarda una manifestazione che si era tenuta nel 2014:
Le recenti condivisioni
Chi ha di recente diffuso la foto fake è stata Rossella Fidanza, personaggio attivo contro le banche accusandole di usura, che taggando altri utenti pone la seguente domanda: «Mah… una domanda amici, voi sareste maleducati?».
Ecco un esempio delle reazioni ottenute dalla foto fake:
Solo un clandestino molto molto arrapato si tromberebbe sta tipa..
Un altro ancora:
Ma chi voi che ti trombi!!!chiudile le gambe vai…prendi freddo ….scusa [email protected] maleducazione
E infine questo:
Con un cesso simile?? Siiii e grazie signore grazie che le apre solo ai rifugiati. L’abbiamo scampata bella …per un pelo
Anche l’autrice del tweet dove viene diffusa la foto si diverte di fronte al commento di un utente nei confronti di una donna sulla base di un falso:
@DaitarnTR3: «Se la metti sugli scogli a questa, risolviamo sta storia degli sbarchi!» @RossellaFidanza: [tre faccine che piangono dal ridere]
Il giorno dopo la condivisione di Rossella Fidanza, il 6 dicembre 2019, l’immagine modificata è stata condivisa anche dall’utente “Il populista” (@comunistidimerd) con il seguente commento:
Mamma che donna Donna di spessore Infatti è un sacco di merda @petra_romano @federic46697160 @INarratore @JohnSmith120652
Ecco una delle risposte ottenute:
Chi è l’autore?
Non è chiaro chi sia l’autore della nuova versione della bufala. Risulta presente nel fotomontaggio, rispetto alle altre versioni, una specie di watermark.
Eccolo:
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: Bufale • Complotti • Coronavirus • Disinformazione • Fake news • Nasa
L’assurda bufala dei Maya e della fine del mondo il 21 giugno 2020 per un errore di calcolo
18 Giugno 2020 - 07:30
di David Puente
Una teoria senza senso ha letteralmente rovinato la reputazione di uno studente
Durante la prima metà di giugno 2020 è circolata la notizia di un presunto errore di calcolo della «fine del mondo prevista dai Maya». Secondo il tweet di «uno scienziato» la data non sarebbe quella del 21 dicembre 2012 ma quella del 21 giugno 2020, un’informazione che ha scatenato i media a causa di un tweet. Il ritorno della teoria, di «complotto» come dice il Mirror in un articolo cancellato, è basato su una «sciocchezza cosmica» (dire «bufala» è riduttivo) che scatena le fantasie soprattutto in un 2020 già colpito da tragedie come quella del Covid-19. Con questo articolo rispondo (anche con un estrema sintesi che leggerete di seguito) alle richieste di verifica giunte in questi giorni, ma una storia del genere permette di porre una riflessione a tutti i lettori (la trovate nelle conclusioni).
Indice:
Estrema sintesiIl messaggio originale dello «scienziato»Perché sbaglia«Hanno dato i numeri»Account e persona realeConclusione
Estrema sintesi
In friulano potrei dire «Vonde monadis», ma mi limito a un «Ma per favore!!!».
Oltre al fatto che la vicenda legata al calendario Maya riguarda la fine di un ciclo, e non del mondo, le teorie dello «scienziato» sono errate sul nascere.
Il messaggio originale dello «scienziato»
Vediamo un esempio, tratto da un articolo de Il Fatto Quotidiano, della narrativa diffusa online:
A sostegno di questa tesi ci sarebbe un presunto errore di lettura del calendario gregoriano, introdotto nel 1582 per sostituire quello giuliano. Col cambio, sono stati “persi” alcuni giorni all’anno, 11 per la precisione, che sommati tra loro danno otto anni di scarto. “Secondo il calendario Giuliano, tecnicamente siamo adesso nel 2012″, ha scritto lo scienziato Paolo Tagaloguin in una serie di tweet poi eliminati. Ma tanto è bastato per far circolare sui social – in particolare tra i complottisti – l’improbabile teoria secondo cui il giorno del giudizio finale sarebbe dunque domenica. Non resta che stare a vedere se la fantomatica profezia si avvererà.
Non c’è alcun scienziato, tutto nasce da un tweet di uno studente di nome Paolo Tagaloguin che poi è stato ripreso da numerosi media perché «la storia piace». In mancanza di un salvataggio su qualche piattaforma di archiviazione digitale del tweet di Paolo, rimangono i vari copia incolla diffusi online:
Following the Julian Calendar, we are technically in 2012. The number of days lost in a year due to the shift into Gregorian Calendar is 11 days. For 268 years using the Gregorian Calendar (1752-2020) times 11 days = 2,948 days. 2,948 days / 365 days (per year) = 8 years.
Quindi, secondo i calcoli di Paolo ci sarebbe un errore di 8 anni e la fine del mondo sarebbe prevista per quest’anno. Insomma, non ci bastava il Covid-19.
Perché sbaglia
Non c’era alcun bisogno di prendere in considerazione il calendario Giuliano, la data ipotetica della fine del mondo nel 2012 era già stata convertita al calendario Gregoriano senza dover per forza passare da altre conversioni. Esistono dei tool online per fare questo genere di calcoli:
«Hanno dato i numeri»
Risulta possibile recuperare i tweet pubblicati in risposta a quello originale di Paolo, tra questi leggiamo quello di @takitus che lo avvisa di un probabile errore:
It’s 11 days total my man, not 11 days per year. Its May 29th, 2020 on the Julian calendar.
In un altro tweet lo stesso utente spiega ulteriormente in risposta a Paolo e un altro utente:
The difference between the Julian and Gregorian calendars is 11 days, not 11 days per year since it was introduced. That’s all that needs to be said. It’s false. We don’t need a 23 minute YouTube video to explain this.
Su questo tema gli utenti si sono «divertiti» a compiere calcoli su calcoli, facendo anche lunghissime spiegazioni sugli 11 giorni o 12 o 13 tra un calendario e l’altro, ma rimane il fatto che il calcolo posto da Paolo con i tre calendari non aveva alcun senso logico. A proposito di lunghissime spiegazioni, ecco il video dell’utente @DoomsdayDebunks criticato dall’utente @takitus:
Se volete veramente approfondire il tema della profezia fasulla potete leggere l’articolo del 22 dicembre 2012 pubblicato sul sito della NASA (risulta simpatico spiegare il perché di una bufala il giorno dopo la presunta data). L’articolo era stato aggiornato negli anni successivi perché nel 2017 si parlò anche del pianeta Nibiru, non ci facciamo mancare niente.
Account e persona reale
L’account @PTagaloguin non è opera di un troll. Si tratta proprio di uno studente filippino presso l’Università del Tennessee e lo troviamo citato in alcuni tweet come il seguente:
Ecco il tweet del 10 aprile 2019 (ottenuto da un salvataggio del 15 giugno 2020 su Archive.is della cache di Google del 21 maggio 2020) dal quale sono state riprese le foto sopra riportate:
Ecco il dato fornito da Twitter nel tentativo di recuperare la password dell’account, operazione ancora possibile nonostante l’account sia stato chiuso (ci vuole qualche giorno perché queste informazioni scompaiano del tutto):
Il seguente tweet, invece, è stato pubblicato da un imitatore il 15 giugno 2020:
Conclusione
Dispiace dirlo, ma uno studente ha pubblicato un tweet con una considerazione e dei calcoli senza senso. Il tweet è stato poi ripreso come attendibile o meno, anche per clickbait da parte di testate giornalistiche. Paolo ha rimosso il suo account e per lui non è stato di certo un piacere vedere il suo nome circolare in giro per il mondo per questa storia. Questo dovrebbe insegnare a tutti quanto un proprio intervento online potrebbe diventare virale e farci fare una pessima figura.
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: Complotti • Coronavirus • Disinformazione • Fake news • No vax • Roberto Burioni • Vaccini
Iniettata una soluzione trasparente a Burioni al posto del vero vaccino anti-Covid? No, solo teorie No-vax
4 Aprile 2021 - 09:45
di David Puente
Continua la lunga serie delle fantomatiche finte vaccinazioni dei VIP, ma anche questa volta portano false prove a sostegno della narrativa NoVax
Il 7 gennaio 2021 l’utente @FabioFranchi1, associato all’ex medico Fabio Franchi di cui vi abbiamo parlato in un precedente articolo, pubblica un tweet con le foto della vaccinazione anti Covid-19 di Roberto Burioni al fine di sostenere che si sia trattata di una messinscena. La prova? Completamente sbagliata, perché viene utilizzato uno scatto che non riguarda affatto il vaccino Pfizer somministrato.
L’utente @FabioFranchi1 cerca di prendere in giro Roberto Burioni, definendolo «eroico» per essersi sottoposto a un fantomatico finto vaccino facendosi iniettare una soluzione trasparente, diversa da una più biancastra riportata in un’altra foto pubblicata da un articolo di giornale. Si tratta, però, di una foto estremamente datata.
Per chi ha fretta
Le foto scattate a Roberto Burioni sono corrette.La foto utilizzata per sostenere la teoria riguarda uno scatto precedente al 2019, molto prima dell’emergenza sanitaria e dello studio dei primi vaccini anti Covid-19.
Analisi
Veniamo al testo del tweet dell’utente @FabioFranchi1 e alla foto dell’iniezione fatta a Roberto Burioni:
Anche Lui! Il grande @RobertoBurioni ! Eroico e coraggioso, ma distratto. Si è vaccinato e non si è accorto che l’infermiera si è sbagliata. Infatti gli ha iniettato una soluzione trasparente. Si vede bene la differenza con quella iniettata alla 89enne.
L’altra foto, quella che l’utente utilizza come prova della sua teoria, è lo screenshot di un articolo dal titolo «Genova, donna muore dopo vaccino anti Covid-19» e pubblicato da Riviera24.it il 6 gennaio 2021, il giorno prima del tweet:
Effettuando una semplice ricerca con Google Images il riscontro risulta immediato, la stessa foto della siringa presente nell’articolo di Riviera24.it e utilizzata dall’utente Twitter contro Burioni è stata precedentemente pubblicata da La Repubblica il 29 dicembre 2017:
Un salvataggio dell’articolo del 2017 effettuato su Web.Archive.org il primo gennaio 2018.
Ecco la foto di un flaconcino di Comirnaty, il vaccino Pfizer somministrato a Roberto Buroni, dove è possibile notare il colore del prodotto:
Foto Ansa.
Eccone un’altra, scattata a Roma il 22 marzo 2021:
Foto Ansa
Conclusioni
L’utente Twitter @FabioFranchi1, associato all’ex medico Fabio Franchi, riporta nel tweet affermazioni scorrette nei confronti della vaccinazione anti Covid-19 di Roberto Burioni, utilizzando per giunta immagini precedenti a quelle dell’emergenza sanitaria, che risultano far parte di uno scatto utilizzato da diversi media per parlare di vaccini in generale.
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: Complotti • Coronavirus • Fake news • Informazione • Sanità
Coronavirus. Secondo Il Giornale c’è un documento «segreto» per decidere chi salvare, ma non è così
8 Marzo 2020 - 17:25
di Juanne Pili
Ecco perché i suggerimenti della associazione SIAARTI sono dettati dal buon senso
Il documento SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva), definito «segreto» da il Giornale (a cui è seguita una replica dell’Associazione), era in realtà disponibile online. Ha destato scalpore perché si raccomanda di dare priorità ai pazienti in terapia intensiva con maggiori aspettative di sopravvivenza.
Si fa riferimento alla crisi dei posti in terapia intensiva negli ospedali italiani. Diversi pazienti ricoverati per altre patologie sono stati trovati positivi al SARS-CoV2, altri sono in condizioni urgenti a prescindere dal virus. Molti di questi sono pazienti molto anziani, ma se ne trovano anche più giovani, persino quarantenni, anche se si tratta di pochi casi.
Perché il documento SAARTI non dice niente di sconvolgente
L’Associazione non ha poteri, non può imporre linee guida. Ad ogni modo il contenuto non è affatto sconvolgente come si potrebbe pensare. Si tratta di seguire regole di buon senso previste nel triage, ovvero i criteri di priorità da assegnare ai pazienti. Non sempre vale la regola di agire dal primo paziente che entra in ospedale fino all’ultimo, a prescindere dalla sua gravità.
I posti per la terapia intensiva sono programmati per gestire i normali flussi, inoltre devono essere predisposti in isolamento aereo, cosa che li rende più complessi da gestire.
«Come estensione del principio di proporzionalità delle cure – spiega il documento – l’allocazione in un contesto di grave carenza (shortage) delle risorse sanitarie deve puntare a garantire i trattamenti di carattere intensivo ai pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico: si tratta dunque di privilegiare la “maggior speranza di vita”».
Questa carenza non riguarda solo le attrezzature, ma anche gli specialisti. Del problema ci eravamo già occupati e poteva essere affrontato in tempi non sospetti. Ormai è tardi. Permettere a un maggior numero di laureati in medicina di specializzarsi, oggi avrebbe fatto la differenza.
Come funziona la terapia intensiva in Italia
Le nostre terapie intensive normalmente gestiscono gli operati, i traumi, le sepsi infettive, eccetera. Noi siamo già in pieno regime in questo modo. Nelle migliori sono già predisposti anche dei posti da isolamento respiratorio o da contatto.
In genere parliamo approssimativamente di due posti su dieci. Su 5300 posti letto per la terapia intensiva, circa 600 0 700 in tutta Italia possono essere adeguati per l’emergenza attuale.
Se arrivano altri casi, per esempio di meningite meningococcica, devono comunque essere messi in isolamento respiratorio, andando ad aggiungersi agli altri, compresi i ricoverati trovati positivi al coronavirus.
Praticamente in Italia siamo quasi saturi, ragione per cui i medici che abbiamo consultato non trovano affatto strani i suggerimenti dell’associazione SIAARTI.
«Il bisogno di cure intensive – continua l’associazione – deve pertanto essere integrato con altri elementi di “idoneità clinica” alle cure intensive, comprendendo quindi: il tipo e la gravità della malattia, la presenza di comorbidità, la compromissione di altri organi e apparati e la loro reversibilità. Questo comporta di non dover necessariamente seguire un criterio di accesso alle cure intensive di tipo “first come, first served”».
Nel momento in cui si arriva a un esaurimento delle risorse, non si può pensare che tutti i casi di Covid-19 abbiano priorità maggiore rispetto, per esempio, a un intervento oncologico. Non si può in questa situazione, pensare di poter applicare la regola del «first come, first served», altrimenti non si farebbe altro che peggiorare la situazione.
Immaginiamo che si facesse il ragionamento opposto: precedenza ai ricoverati con scarsa speranza di sopravvivere; mentre tutti i pazienti che con un intervento tempestivo potrebbero farcela, li lasciamo in attesa.
Cosa succederebbe? La probabilità maggiore è che si perda sia il paziente con scarse probabilità di sopravvivenza, sia gli altri che nel mentre si aggravano, incrementando ulteriormente una situazione già grave.
Foto di copertina: SIAARTI | Il documento su come trattare le emergenze per l’epidemia di Covid-19.
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MONDO
Fake news • Kiev • Russia • Ucraina • Video • Volodymyr Zelensky
«Non ci arrendiamo, rimaniamo a Kiev e combattiamo»: così Zelensky scaccia le fake news sulla fuga – Il video
26 Febbraio 2022 - 07:15
di Redazione
Il presidente dell’Ucraina posta un video selfie da Kiev per zittire le voci su una sua presunta fuga
Incorpora video
«Non credete alle fake news». Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky pubblica sul suo profilo Twitter un video mentre passeggia per Kiev per smentire le voci che lo vogliono in fuga dalla Capitale. La passeggiata nel distretto governativo della città arriva dopo il caffè sorseggiato nel bunker. Nella notte è emerso che l’intelligence Usa ha offerto una via di fuga a Zelensky, che però ha rifiutato: «Abbiamo bisogno di armi, non di passaggi». Nel video Zelensky dice che: «Arrivano false notizie fuori da qui, ma non ci stiamo arrendendo, siamo qui e stiamo combattendo per la nostra nazione, il nostro popolo e i nostri figli». Poi il presidente ha detto di aver avuto un proficuo colloquio con il presidente della Francia Emmanuel Macron. Zelensky ha anche annunciato che le armi dell’Occidente promesse all’Ucraina sono in arrivo.
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L’edificio civile di Kiev «danneggiato dai missili russi», ma il Cremlino smentisce – Il videoD’Alema controcorrente: «L’aggressione all’Ucraina è un crimine, ma la Russia ha anche delle ragioni»Parla Zelensky: «Controlliamo Kiev. Vinceremo». Mosca: «È già fuggito dalla capitale, messaggi pre-registrati» – Il videoUcraina, camion russo verso il confine: a bordo lanciarazzi termobarici usati in Afghanistan e Siria – Il videoGuerra in Ucraina, le immagini dei colpi di artiglieria tra i palazzi di Kiev – Il videoUcraina, Zelensky parla alla nazione: «Notte durissima. I russi sparano su ospedali e abitazioni» – Il videoZelensky pessimista sul negoziato con la Russia: «Non ci credo molto, ma proviamoci» – Il videoL’interprete ucraina scoppia in lacrime mentre traduce il discorso di Zelensky – Il videoFalsi feriti vengono truccati per mentire sull’invasione russa in Ucraina? No! Attori di una serie TvBremmer: «Putin vuole rimuovere il governo e installarne uno fantoccio. E forse anche giustiziare il presidente» Gli Usa vogliono far scappare Zelensky ma lui dice no: «Mi servono munizioni, non un passaggio» Il discorso di Zelensky alla seconda sera di conflitto: «Questa notte sarà più dura del giorno» – Il video Zelenksy ricompare per strada a Kiev : «Siamo qui, difendiamo l’Ucraina» – Il video Ucraina, il leader ceceno Kadirov si rivolge a Zelensky: «Chieda scusa a Putin» – Il video
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: Corruzione • Fake news • Foto • Occidente • Ucraina • Volodymyr Zelensky
No! La rivista americana Money non ha definito Zelensky «il re della corruzione occidentale»
2 Luglio 2022 - 20:47
di David Puente
Una copertina del 2016 è stata modificata ad arte e usata per screditare il presidente dell’Ucraina
Circola l’immagine della copertina di Money, rivista americana, dove il presidente ucraino Volodymyr Zelensky viene ritratto in sella a un cavallo fatto di banconote. Nel condividerla, gli utenti sostengono che la stessa rivista lo incoroni come «il re della corruzione occidentale». Si tratta di un’immagine falsa, creata ad arte e condivisa dai filorussi per screditare Zelensky e l’Ucraina.
Per chi ha fretta
Circola l’immagine di una falsa copertina della rivista americana Money che definirebbe Zelensky «il re della corruzione occidentale».Money non ha mai pubblicato una simile copertina dedicata a Zelensky.L’originale risale al 2016 e nella copertina c’era il comico John Oliver.
Analisi
Ecco uno dei tweet, pubblicato il primo luglio 2022 dall’utente @LaGi12167911, che condivide l’immagine falsa con il seguente commento:
La rivista americana Money ha definito Zelensky “il re della corruzione occidentale”. Il che, ovviamente, non impedisce all’Unione europea di considerare l’Ucraina un paese democratico.
Nella falsa copertina leggiamo:
Volodymyr ZelenskyCommedian And ‘Democracy’ CrusaderLearn How He’s Laundering American Taxpayer Dollars And Cuckholding With Klaus Schwab
L’immagine circola anche via Facebook:
La vera copertina del 2016
Oltre a non risultare tra le copertine pubblicate da Money, basterebbe una ricerca per immagini per scovare quella originale pubblicata nel dicembre del 2016:
Nell’immagine originale viene ritratto il comico John Oliver, non Zelensky, con la frase «Comedian and Consumer Crusader».
L’autore del fotomontaggio
In alto a sinistra è presente una firma: @FJBUSA.
Lo stesso nome utente è presente su Instagram, dove risulta pubblicata proprio l’immagine ritoccata. Il post è del 23 giugno 2022:
Dalla biografia dell’account, l’utente dichiara di occuparsi di satira.
Conclusioni
Un’immagine ritoccata di una copertina di Money del 2016, presumibilmente a scopo satirico, viene utilizzata impropriamente dagli utenti e dalle aree filorusse con l’obiettivo di screditare il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Africa • Fake news • Immigrazione • Nigeria
Le presunte indagini sul traffico d’organi dei nigeriani e le foto sbagliate
7 Marzo 2019 - 20:25
di Juanne Pili
Ad oggi non esistono indagini internazionali su un presunto traffico d’organi internazionale da parte dalla mafia nigeriana. Si tratta di una leggenda che non tiene conto delle particolari condizioni in cui avviene un trapianto e i tempi ristretti in cui deve essere eseguito
Ci segnalano un articolo di Affari Italiani del 7 gennaio che circola ancora nei social network, dove si parla di una indagine internazionale frutto della collaborazione tra Fbi e Polizia italiana. La fonte originale dovrebbe essere un articolo apparso due giorni prima su Il Messaggero. Si parla di un traffico d’organi gestito dalla mafia nigeriana, operante anche da noi. Secondo questa narrazione i nigeriani oltre a sfruttare la prostituzione gestirebbero anche un traffico di organi.
Indice:
La thumbnail dell’articolo di Affari ItalianiPrima immagine decontestualizzataSeconda immagine decontestualizzata
È su questo che lavora una task force internazionale che, dal mese di luglio, vede impegnate l’Fbi, la polizia italiana, con lo Sco a coordinare i lavori delle squadre mobili di Caserta, Roma, Palermo e Torino e che, a breve, potrebbe vedere coinvolta anche la polizia canadese.
A parte un piccolo approfondimento su come la tratta viene gestita, con un giro di denaro che parte dalle «roccheforti» nigeriane dagli Stati Uniti, sul traffico d’organi c’è solo qualche accenno.
La tratta che alimenta il traffico di organi resta un fenomeno tutto da esplorare. Non è possibile stabilire quante persone spariscono dai villaggi africani per mano della mafia nera.
La versione di Affari Italiani presenta qualche dettaglio in più, con tanto di foto, in cui si potrebbe pensare di vedere alcune vittime di questo traffico d’organi, con tanto di cicatrice al fianco sinistro.
La thumbnail dell’articolo di Affari Italiani
Reni di donne e bambini venduti a 5.000 euro, mutilati e uccisi come selvaggina. Per i media italiani è una notizia come altre. Arriva l’Fbi. E già 25 anni fa … Se non tagli il prato prima o poi l’erba ti invaderà casa, con tutti i suoi animali.
Anche in questo caso però c’è solo un accenno al traffico d’organi, mentre i dati concreti riguardano quello di droga e prostituzione, con la testimonianza di un «infiltrato» vecchia di 25 anni, dove si illustra un ambiente non proprio ideale per la conservazione degli organi, per quanto nel racconto non se ne faccia accenno:
E così entrai nel palazzo, in provincia di Bologna*, preso in gestione dal clan. Non saprei dire con certezza se si trattasse dei Black Axe o di un’altra organizzazione ma erano nigeriani, solo nigeriani, e dentro si spacciava eroina, cocaina, varie droghe sintetiche e si giocava d’azzardo in una specie di bisca. Niente prostituzione. Parliamo di circa 25 anni fa. A girare tra gli appartamenti, posizionati a piani diversi, sembrava di circolare in una specie di girone dantesco, forse anche per colpa del fumo intenso che avvolgeva ogni cosa e delle pareti in calcestruzzo disfatte … * per motivi legali non mi è possibile ancora rivelare il luogo in cui si sono svolti i fatti.
Foto decontestualizzate
Prima di capire in cosa consiste l’indagine condotta dall’Fbi, analizziamo le immagini utilizzate per diffondere questo genere di narrazione, in diversi siti non proprio soliti a verificare attentamente le loro fonti.
L’immagine a sinistra risale al 2011, fa riferimento ad un presunto traffico d’organi nel Sinai, il sito che la riporta cita un articolo della Cnn, dove la foto non viene riportata; si fa riferimento ad alcune tribu di beduini Sawarka mediante testimoniante non confermate, leggendo con attenzione si comprende che molto probabilmente alcuni rifugiati sarebbero stati costretti a vendersi un rene per pagarsi il viaggio verso Israele:
Si ritiene che anche i contrabbandieri beduini coinvolti nella tratta di persone stiano rubando organi a rifugiati che non sono in grado di pagare le loro richieste di ingenti somme di denaro per portarli in Israele … Tra i leader beduini nel Sinai, nessuno era disposto a parlare apertamente del furto di organi. I leader tribali hanno detto che non ne sapevano nulla o avevano solo sentito delle voci.
Prima immagine decontestualizzata
La foto a destra compare in un post del 2015 dove si parla di un commercio illegale di organi nel Bangladesh, e si spiega chiaramente che i donatori sono consenzienti. Viene anche riportato il credit della foto: «AFP Photo/Suvra Kanti Das». La fonte originale è un articolo apparso lo stesso anno sul The Myanmar Times:
Dopo anni di debiti paralizzanti, l’abitante del Bangladesh Rawshan Ara ha deciso di seguire le orme della sua famiglia – e vendere un rene al mercato nero per raccogliere denaro. Come molti dei suoi vicini in questa povera zona agricola, il ventottenne ha facilmente trovato un broker locale e rapidamente è diventato vittima del fiorente commercio illegale di organi del Bangladesh.
Seconda immagine decontestualizzata
Cosa c’è di vero nell’indagine dell’Fbi
Una ricerca condotta dai colleghi di Butac sul sito dell’Fbi porta a indagini riguardanti organi espiantati da cadaveri conservati negli obitori. C’è infine un problema che riguarda la plausibilità di un traffico sostenibile e organizzato così come illustrato nelle narrazioni che circolano in merito.
Tutto parte dalla leggenda metropolitana dell’ubriaco che si risveglia con una cicatrice nel fianco e un rene in meno, rivelatasi infondata. Per nostra fortuna non è proprio fisiologicamente possibile organizzare un traffico d’organi in larga scala, addirittura a livello internazionale. Il Cicap citando un saggio di Véronique Campion-Vincent su questa leggenda, fornisce una sintesi che può essere d’aiuto per farci un’idea:
Se questi racconti fossero veri, per ogni cliente malato e senza scrupoli l’organmafia dovrebbe rapire, per sottoporre a complessi esami di laboratorio ed eventuale espianto, centinaia di vittime, fino a trovare quella con la giusta compatibilità tissutale, affrontando rischi e costi esorbitanti, per poi, con una strategia criminale degna dei Soliti ignoti, lasciarle libere di rivolgersi alla polizia.
Chi prende per buona la leggenda della «organ-mafia» dimentica un piccolo particolare: quello della compatibilità tra l’organo espiantato e il beneficiario. Anche prendendo per buono che si espiantino più organi per un solo acquirente e che dei chirurghi fenomenali tentino di indovinare quello giusto da impiantare, c’è anche il problema della conservazione nel tempo dell’organo.
Tempi e metodi dei trapianti
L’organizzazione è piuttosto complessa già a livello legale. Generalmente i pazienti sono inseriti in liste d’attesa, create tenendo conto dell’urgenza del trapianto, delle dimensioni dell’organo e dell’affinità genetica. Solitamente il trapianto avviene da un donatore defunto, ma nel caso dei reni e del fegato questo può essere vivo. A questo punto occorre un’indagine genetica tra donatore e ricevente, in modo da ridurre la probabilità di rigetto.
Infine, inizia una corsa contro il tempo: l’organo non riceve più ossigeno e si mette in moto il processo di «necrosi cellulare», per cui in tempi ristretti l’organo «muore» e non è più possibile eseguire il trapianto. Si tratta di una operazione delicata che va eseguita rapidamente, ragione per cui non è verosimile che possa esistere un traffico industriale di organi. Gli organi in generale una volta espiantati non sono proprio longevi:
Polmoni e cuore resistono dalle quattro alle sei ore;
Fegato e pancreas hanno una longevità di 24 ore;
I reni resistono 72 ore;
La cornea ha una durata di 14 giorni;
Esiste davvero un commercio illegale, ma con donatori consenzienti
Diverso è il discorso dei pazienti che viaggiano per comprare gli organi da potenziali donatori consenzienti. Si tratta di una forma di «turismo» illegale già ampiamente condannato e studiato. Secondo alcune stime si calcola che il 10% dei trapianti potrebbe avvenire in questo modo, con dei disperati che cercano di vendersi un rene per sbarcare il lunario.
Si tratta però di cifre ancora approssimative, da prendere con le proverbiali «pinze». Attenzione quindi a non stravolgere il senso di alcuni studi per sostenere che sarebbe dimostrato un traffico a livello industriale, con donatori non consenzienti e verosimilmente rapiti per lo scopo.
In alcuni casi delle schiave di una qualsiasi mafia sarebbero state indotte a donare un rene? Plausibile. Rapire da un capo all’altro del Mondo delle persone, allo scopo di immagazzinare da qualche parte organi da rivendere al miglior offerente? Fantascienza.
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: Amazzonia • Brasile • Elicotteri • Fake news • Incendi • Jair Bolsonaro
Jair Bolsonaro provoca gli incendi in Amazzonia? La bufala dell’elicottero incendiario
2 Settembre 2019 - 13:19
di Juanne Pili
Torna virale la bufala degli incendi appiccati dagli stessi Governi, stavolta tocca al Brasile
Contro il presidente del Brasile Jair Bolsonaro non mancano certo le accuse di aver fatto poco per contrastare gli incendi in Amazzonia, se non addirittura agevolato chi li appicca. Cominciano però a circolare bufale sul suo conto che superano anche la più fervida fantasia.
Recentemente è diventato virale un video condiviso su Facebook, YouTube e Twitter, dove si vede un presunto elicottero incendiario. Chi fa circolare il filmato sostiene che sia la prova di una collusione del Governo di Brasilia coi piromani, sarebbe infatti la dimostrazione del fatto che sia Bolsonaro stesso a provocare gli incendi.
Una fake news riciclata
Sembra una storia già sentita. Ed effettivamente è così. Il filmato era stato già virale in rete un anno fa, quando la fake news riguardava gli incendi che devastavano la California. Allora la narrazione era praticamente identica, cambiava solo l’attore principale che avrebbe provocato scientemente gli incendi, ovvero il governo di Washington.
Ce ne occupammo anche noi, scoprendo con l’aiuto dei vigili del fuoco americani che effettivamente l’elicottero che si vede nelle immagini emanava davvero delle lingue di fuoco, ma nell’ambito di una tecnica nota: quella del «fuoco prescritto».
Provocare piccoli incendi controllati può infatti prevenire incendi distruttivi o aiutare a contenere quelli già in atto. Il fuoco prescritto elimina in tempo parti infiammabili della vegetazione ed è impiegato anche durante l’addestramento.
In America gli elicotteri preposti a questa tecnica si chiamano «Helitorch», vengono dotati di appositi «drip torch», dei serbatoi di carburante collegati a un apposito beccuccio da cui partono le fiammate.
Il reale contesto del filmato
Quando analizzammo il filmato non avevamo abbastanza riferimenti per capire la data esatta in cui è stato girato, né se il contesto esatto fosse proprio quello della California. Il sito fi fact-checking Afp Factual nel suo debunking ha datato la clip al 22 agosto 2018.
Si tratta di un video della società Arduini Helicopters, e il contesto è quello della Columbia Britannica, nel Canada occidentale. Gli autori sono così risaliti all’autore del video, il pilota Paul Buxton-Carr, il quale ha confermato di aver realizzato il filmato il 21 agosto 2018, durante delle «operazioni antincendio nel complesso di Baezaeko», durante il quale andarono in cenere 36 mila ettari di foresta.
Foto di copertina: Pacific Southwest Region 5/Helitorch in azione.
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: Bufale • Complotti • Disinformazione • Donald Trump • Fake news • Foto • George Floyd • USA
La bufala complottista della bara di George Floyd più corta di 30 centimetri. Prospettiva?
12 Giugno 2020 - 13:42
di David Puente
Un’immagine che ignora completamente le prospettive. Basta poco per dimostrare il contrario usando le stesse tecniche
Circola sui social un’immagine che riporta la foto del funerale di George Floyd mettendo in risultato alcuni «calcoli» sulla lunghezza della bara per dimostrare che non corrisponderebbe con l’altezza del defunto. Ennesima «prova» a sostegno della fantomatica sceneggiata e della false flag ideata per destabilizzare gli Stati Uniti e Donald Trump? Secondo @AndryWebber mancherebbero 30 centimetri all’appello. Complotto provato? No!
L’ideatore dell’immagine ha misurato con un programma di fotoritocco l’altezza dell’uomo a destra della bara per poi paragonarla con la lunghezza della bara stessa, ignorando però del tutto il fattore prospettiva. Nell’immagine seguente possiamo osservare il metodo usato dall’autore, evidenziando in rosso le linee azzurre usate nell’originale.
Ora proviamo ad osservare un’altra foto utilizzando la stessa persona sulla destra viene come «unità di misura». Al cambiare della prospettiva le cose cambiano, e di molto.
Screenshot dell’articolo di Eveningexpress.co.uk
Cambiamo ancora prospettiva con uno dei video pubblicati su Facebook, giusto per confermare quanto l’immagine utilizzata e le dimensioni prese in esame non combaciano e rendono l’accusa di finzione ancora una volta infondate.
Per non farci mancare nulla, facciamo lo stesso «giochino» con l’altra persona utilizzata come «unità di misura» (è il sindaco di Minneapolis, Jacob Lawrence Frey)
Screenshot del sito Sott.net
Dunque, l’immagine utilizzata dai vari entusiasti di aver «scoperto la prova» della fantomatica finzione è chiaramente una incoerente e inutile.
Il tweet di Valeria KindQ (@VNotKind) del 10 giugno 2020.
Chi ha condiviso l’immagine? Ecco un retweet di Meluzzi (già diffusore di altre fake sul tema) al tweet dell’utente P31N4U (@N4P31):
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No! I giovani neonazisti non posavano con la bandiera americana in questa foto
11 Luglio 2022 - 06:37
di David Puente
Un’immagine, utilizzata contro gli Stati Uniti e di recente contro Liliana Segre, è stata modificata da un programma di fotoritocco
Circola in rete una foto di gruppo dove alcuni giovani posano insieme a tre bandiere: quella nazista, quella ucraina e infine quella degli Stati Uniti d’America. Lo scatto risulta condiviso recentemente in Italia per accusare la senatrice Liliana Segre di appoggiare i gruppi nazisti presenti in Ucraina (ne abbiamo parlato qui). L’immagine, in realtà, è stata alterata.
Per chi ha fretta
La foto condivisa per accusare Liliana Segre risulta alterata.Lo scatto originale non presenta la bandiera degli Stati Uniti, ma quella di un gruppo neonazista.La foto originale circolava già nel 2015.
Analisi
La verifica parte dal post Telegram pubblicato dal canale antisemita e complottista Libera Espressione che riguarda l’origine della falsa citazione attribuita a Liliana Segre:
Ecco uno dei post Facebook nei quali viene condivisa la fotografia alterata e lo stesso testo pubblicato dal canale Telegram:
Ecco l’immagine (abbiamo applicato il nostro timbro):
La bandiera americana
Osservando attentamente, è possibile notare come la bandiera americana sia stata inserita con un programma di fotoritocco. Due sono gli errori più evidenti: l’ombra e il ritaglio evidente nella parte inferiore.
Attraverso una ricerca per immagini, troviamo quella che dovrebbe essere la foto originale, pubblicata nel 2015:
La bandiera del Misanthropic Division
Oltre a constatare che la foto circola almeno dal 2015, al posto della bandiera americana risulta esserci in realtà quella del Misanthropic Division, una rete neonazista internazionale nato nel 2013 in Ucraina (risulterebbe prevalentemente formato da ucraini e russi).
Il simbolo presente nella bandiera è simile a quello nella maglietta indossata, nel 2013 e Leopoli (Ucraina), dal neo-nazista russo di San Pietroburgo Aleksey Maksimov, spacciato nel corso degli ultimi mesi come il capo della Polizia di Kiev (ne parliamo qui).
Si riscontrano legami tra il gruppo e quello che era il primo battaglione Azov. Quest’ultimo, come abbiamo raccontato a Open, è apertamente dichiarato contro gli Stati Uniti e la Nato.
Condivisa nel corso dell’invasione russa in Ucraina dai cinesi
La falsa immagine era stata condivisa nell’aprile 2022 dai cinesi, in particolare da un funzionario del Ministero degli Affari Esteri di Pechino. «Sorprendentemente, gli Stati Uniti stanno dalla parte dei neonazisti!» scrive Li Yang.
Conclusioni
La foto di gruppo diffusa online risulta essere alterata attraverso un programma di fotoritocco, con l’obiettivo di associare i gruppi neonazisti presenti in Ucraina con gli Stati Uniti (e di conseguenza la Nato). Lo scatto, inoltre, circolava già nel 2015 con una bandiera appartenente a un gruppo neonazista.
Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.
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: Bufale • Complotti • Coronavirus • Emmanuel Macron • Fake news • Giuseppe Conte
La bufala complottista del «gesto massonico» di Giuseppe Conte ed Emmanuel Macron
1 Maggio 2020 - 16:07
di David Puente
Secondo alcuni è un gesto massonico o satanista mostrato da Macron, Conte lo ripete durante un discorso e i complottisti saltano dalla sedia
Circola sui social una strana combinazione tra alcune foto del presidente francese Emmanuel Macron, intento a fare uno «strano simbolo» con le mani insieme ad altri personaggi, e dei fotogrammi del Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte durante una delle conferenze stampa relative all’emergenza Coronavirus. Quale è il messaggio che si vuole dare con queste foto? I soliti complotti dei «Poteri forti».
Il gesto delle mani che entrambi compiono vengono visti come simboli che li accomunano in qualche sorta di congrega, una prova di appartenenza che si sarebbero «lasciati sfuggire» (oppure no, le narrative sono molteplici).
Ecco uno dei tanti post Facebook dove sono state pubblicate le immagini con fantasiose teorie (una già trattata da Butac):
Ora ve l’ho riscrivo: Giuseppe Conte chi è? Conte non è un uomo che sbucò fuori dal nulla come vi hanno mostrato e fatto credere le TV di Regime, Conte è sempre stato un uomo del PD. Se indagate, in rete troverete la “Seduta in Parlamento N. 79 del 18 sett 2013”, dove fu già eletto dai suoi compagni di merenda del PD. É un personaggio creato ad HOC e PROTETTO dai Potere Gesuiti della GURIA Romana VATICANA, precisamente da “SILVESTRINI”, l’uomo che manovrava e pilotava già ai tempi indietro G. Andreotti, e successore del potentissimo Cardinal CASAROLI. Le TV dovete spegnerle, oppure fate come me, guardatevi i documentari WILD, oppure i cartoni animati, sono molto più interessanti dei TG
Il gesto di Giuseppe Conte non significa niente di particolare, come un qualunque gesto fatto mentre parliamo di fronte a qualcuno, ma il gesto di Macron è la prova che sia una sorta di simbolo massonico dei «Poteri forti»? I complottisti non si rendono conto che la risposta è in una delle foto condivise, ossia questa:
La troviamo su Gettyimages e risale al 2017 durante la candidatura di Parigi per le Olimpiadi del 2024. Il gesto raffigura in realtà la Torre Eiffel, non un presunto simbolo massonico o addirittura satanico, come insinuato da altri in passato.
Anche l’altra foto riguarda sempre Parigi 2024, eccola competa pubblicata dall’account Twitter ufficiale dell’evento nel 2017:
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Fake news • Immigrazione
Caccia alle bufale: la storia dei 280mila euro per trovare lavoro a un immigrato
1 Gennaio 2019 - 10:56
di David Puente
Attraverso uno strano calcolo alcune testate e politici nostrani sostengono che attraverso il sistema Sprar abbiamo speso 280 mila euro per trovare lavoro a un immigrato. Il dato è scorretto
Il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2017 è stato raccontato in maniera molto personale, matematicamente parlando, da parte di alcune testate e politici nostrani. Secondo i loro conti, trovare lavoro a un immigrato è costato allo Stato italiano 280 mila euro.
Il fotogramma di un video che circola online con il dato scorretto.
La narrativa contraria al sistema dello Sprar, che ha come obiettivo l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo, sostiene che nel 2017 siano stati spesi 375.366.000 euro per permettere a 1.344 migranti di trovare un lavoro. Da qui il semplice calcolo aritmetico (375 milioni diviso 1.344) per sostenere che per ogni singolo posto siano stati spesi 280 mila euro. Un grosso errore.
Il titolo scorretto "Il lavoro a un profugo costa 280.000 euro: come una Rolls Royce".
I 375 milioni citati riguarderebbero la spesa complessiva nel 2017 per l’intero sistema Sprar, il quale include anche il vitto e l'alloggio per 36.995 beneficiari accolti in tutta Italia.
I dati riportati nel report ufficiale
Non solo, il dato dei 1.344 inserimenti lavorativi è legato al risultato ottenuto tramite tirocini formativi, mentre sono 4.124 i beneficiari totali che hanno trovato un'occupazione lavorativa.
Foto tratta dal Report 2017
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: Fake news • Iran • Qassem Soleimani • Video • Videogiochi
Il falso video dell’uccisione del generale Soleimani: un videogioco già usato dai russi contro gli Stati Uniti
9 Gennaio 2020 - 01:18
di David Puente
Purgatori descrive il “video del drone che ha ucciso Soleimani”, ma è un videogioco già usato dai russi nel 2017
L’otto gennaio 2020 il programma televisivo Atlantide, in onda su La7 e condotto da Andrea Purgatori, manda in onda un servizio intitolato «Il video dell’uccisione del generale Soleimani». Un falso come un altro diffuso dall’HuffPost il 6 gennaio.
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Purgatori, introducendo il video, dice «Somiglia molto a un videogioco, ma non è un videogioco». Purtroppo per lui si tratta proprio di un videogioco del 2015 dal titolo «AC-130 Gunship simulator».
Ecco il video originale e integrale del videogioco:
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Il video andato in onda su La7, come possiamo notare, è sfuocato a causa della perdita di qualità causata dai primi download da Youtube o di altre versioni caricate su altre piattaforme, basti pensare che se veniva diffuso via Whatsapp la perdita di qualità è già evidente. Ecco il semplice confronto tra il video andato in onda su La7 e l’originale dove possiamo notare quanto il tasto del gioco «FIRE» in basso a destra sia sfuocato:
Chi ha lavorato al servizio andato in onda su Atlantide potrebbe essere stato tratto in inganno da quelli pubblicati via Twitter da qualche utente. Ecco alcuni esempi (1–2–3), uno di questi trattato da Snopes il 6 gennaio:
Il video sul sito di La7 è stato rimosso la sera stessa verso la mezzanotte, ma rimangono i salvataggi e le critiche di chi se ne è reso conto. Ecco la risposta del conduttore a Paolo Attivissimo dove sostiene, dopo aver negato durante il programma che fosse un videogioco e dopo il titolo usato sul sito del canale televisivo, che sapeva tutto:
Gentile Paolo, lei ha ragione. Certo che è un videogioco, lo sapevo, ma rappresentava tecnicamente una perfetta dimostrazione di come colpisce un drone. Sono io che mi sono espresso maledettamente male. Grazie per la sua attenzione.
Usato dai russi contro gli americani
Non è la prima volta che qualcuno commette questo genere di errore. Come riporto in un mio vecchio tweet, il video venne usato persino dal Ministero della Difesa russo già nel 2017 per accusare gli Stati Uniti di sostenere l’ISIS:
Una storia “bellissima”. Il Ministero della Difesa russo, fonte ufficiale, pubblica una serie di foto ritenute “prove inconfutabili” di un sostegno degli USA all’ISIS. Peccato che la foto qui riportata riguardi il videogioco “AC-130 Gunship simulator” (https://youtube.com/watch?v=clL9yZSbcE0).
Ecco il tweet, rimosso, del 14 novembre 2017 del Ministero della Difesa russo con gli screenshot del videogioco:
#Russian_Mod show irrefutable evidence that #US are actually covering ISIS combat units to recover their combat capabilities, redeploy, and use them to promote American interests in Middle East s.mil.ru/2mqaz3S
Ecco una delle immagini pubblicate all’interno del tweet russo:
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Ai pazienti Covid sono stati vietati gli anti-infiammatori quali l'ibuprofene e l'aspirina | null | 431e3391 | open |
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Dai sondaggi elettorali inventati ai migranti con il reddito di cittadinanza: le fake news della settimana
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Gli antinfiammatori non erano stati negati ai pazienti Covid-19
Diversi screenshot che hanno iniziato a circolare menzionano un articolo del Corriere della Sera intitolato «Covid, gli antinfiammatori riducono le ospedalizzazioni del 90%». Viene condiviso insinuando che che l’intera gestione dei malati Covid-19 dal 2020 ad oggi sia stata del tutto sbagliata vietando l’uso degli antinfiammatori come l’ibuprofene o l’aspirina, entrambi dei FANS. Si tratta di una narrazione fuorviante.
Clicca qui per leggere l’analisi completa
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la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 23d42a85 | CMM | Interni studio Tg1, Bisti lancia servizio. Servizio: minacce vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione Russa Dmitrij Medvedev a Svezia e FINLANDIA a seguito della decisione di entrare a far parte dell' organizzazione NATO a seguito della guerra iniziata dalla RUSSIA il 24 febbraio 2022 contro l' Ucraina. Decisione della RUSSIA di rafforzare difese atomiche nelle regioni baltiche con aumento delle guarnigioni di soldati a CONFINE. CONFINE tra RUSSIA e FINLANDIA, campo lungo vari e riprese aeree con drone del valico di CONFINE tra RUSSIA e FINLANDIA. Mosca, apparizioni pubbliche separate Medvedev. Interni, Medvedev seduto rilascia intervista. Bruxelles, esterni del palazzo del quartier generale della NATO. Interni, apparizioni pubbliche del segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. Stoccolma, conferenza stampa congiunta del primo ministro della Svezia Magdalena Andersson e primo ministro FINLANDIA Sanna Marin. RUSSIA, video amatoriale di veicoli militari in spostamento su strada. Vilnius, interni, primo ministro della Lituania Ingrida Simonyte parla seduta. Cartina geografica stilizzata dell' Europa con evidenziazione in diversi colori di RUSSIA e Svezia e FINLANDIA. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 987669ea | CMM | Guerra RUSSIA Ucraina. Interni studio, Frangione lancia servizio. Fabrizi su calo dell'export tra FINLANDIA e RUSSIA nell'area di Vainikkala, località al CONFINE con la RUSSIA, grande snodo ferroviario e centro di scambi commerciali tra i due Paesi. Intervista a operaio Mano (che parla in inglese, tradotto in italiano) su calo traffico di merci e su perdita di lavoro nella zona a causa della guerra in Ucraina. Veiko (che parla in finlandese, tradotto in italiano) su divisione e CONFINE tra FINLANDIA e RUSSIA. Commento speaker a corredo delle immagini in rapida sequenza: interni sala operativa snodo ferroviario, impiegati al lavoro; esterni, stazione ferroviaria, binari treno, treni merci fermi e in movimento; esterni fiume, CONFINE tra FINLANDIA e RUSSIA. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 8154a068 | CMM | Guerra RUSSIA Ucraina. Interni studio, Bonini introduce argomenti della puntata: la concentrazione di truppe russe al CONFINE con la FINLANDIA dopo l'intenzione annunciata da Svezia e FINLANDIA di aderire alla NATO, la minaccia nucleare nei Paesi Baltici e in Ucraina. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | fa36a989 | CMM | Interni studio, Lisanti lancia servizio. Servizio su: annuncio della FINLANDIA di voler aderire all'organizzazione NATO, prevista partecipazione di Svezia e FINLANDIA alla riunione informale dei Paesi NATO a Berlino (Germania). Intervista a guardia di frontiera della FINLANDIA con traduzione simultanea in italiano sui cambiamenti dei rapporti al CONFINE con la RUSSIA dopo l'annuncio della FINLANDIA di voler entrare nella NATO. Intervista ad Haavisto con traduzione simultanea in italiano su importanza ingresso nella NATO insieme alla Svezia. Documento sulla richiesta di annessione della FINLANDIA alla NATO; articolo su sostegno espresso dalla Francia alla richiesta della FINLANDIA di entrare nella NATO; commenti su sito social network Twitter del primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki e del cancelliere della Germania Olaf Scholz alla decisione della FINLANDIA. Repertorio con commento speaker a corredo delle immagini: primo ministro della FINLANDIA Sanna Marin si siede; treni fermi e in movimento su binari; dettagli bandiera finlandese; discorsi del Segretario generale dell’organizzazione NATO Jens Stoltenberg, Presidente permanente del Consiglio Europeo Charles Michel. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 9050bf4f | CMM | Interno studio Tg1, Cardinaletti lancia servizio. Servizio: distruzione da parte della RUSSIA di gas a Portovaya, al CONFINE tra RUSSIA e FINLANDIA, considerato atto di ritorsione verso l' Europa. Portovaya, RUSSIA. Colonna di fumo bruciatura di gas naturale. Esterni raffineria in mare. Cartello grafico a tutto schermo cartina RUSSIA ed Europa con evidenziato tragitto gasdotto Nord Stream. Mare con bagnanti. Persona pesca in mare. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 28d9d0d2 | CMM | Guerra RUSSIA Ucraina. Servizio: possibile adesione all'organizzazione NATO della FINLANDIA in seguito all'invasione militare dell'esercito russo in Ucraina; interviste separate di Carbone in lingua straniera tradotte in italiano a cittadini finlandesi e a Lavikainen su timore per possibile invasione russa in FINLANDIA, adesione alla NATO e sistema nucleare della RUSSIA nel Mar Baltico, a Magni, cittadino italiano residente a Helsinki, su presenza di bunker sotterranei in FINLANDIA. Vedute del CONFINE tra FINLANDIA e RUSSIA. Repertorio da video amatoriali con passaggio di mezzi militari russi in strada al CONFINE con la FINLANDIA. Vedute di monumenti ed edifici di Helsinki. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | fe9ddd0f | CMM | Rassegna stampa del 29 giugno 2022. Studio Tg1, Lo Prete in piedi accanto a maxischermo commenta la notizia secondo cui il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan avrebbe dato il via libera all'ingresso nella NATO di Svezia e FINLANDIA ampliando il CONFINE della NATO sul versante orientale al CONFINE con la RUSSIA che minaccia attacchi missilistici. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 28f9f9dd | CMM | Stacco musicale e grafico. Su sottofondo musicale commento speaker su situazione e le paure della FINLANDIA confinante con la RUSSIA su una possibile espansione del conflitto ucraino nel paese. Interni museo cimeli del conflitto finlandese e russo. Dettagli cimeli di guerra. Sequenze di paese ucraino distrutto dal conflitto. Intervista a uomo in interna che parla della paura di un conflitto tra RUSSIA e FINLANDIA. Interventi di cittadini russi. Panoramica CONFINE finlandese e russo. Audio originale in inglese e finlandese con traduzione simultanea in italiano | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 5436e13b | CMM | Truffa a danno di migranti in RUSSIA; creazione di una finta frontiera, con barriera metallica e falsi cartelli per simulare ingresso in FINLANDIA nel distretto di Vyborg da parte di trafficante; pagamento di diecimila euro da parte di ciascuno dei quattro migranti; arresto del contrabbandiere, espulsione dei migranti; riferimento a cosiddetta Via dell' Artico per arrivo in FINLANDIA dalla RUSSIA, anche in bicicletta. | contenuto audio | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 5436e13b | CMM | Interni studio, Giacovazzo parla seduto dietro scrivania. Servizio. Boschi innevati. Strade centro abitato. Posto di frontiera. Filmato amatoriale: esterni notte, migranti a braccia alzate. Repertorio su migranti in bicicletta attraverso boschi innevati durante migrazione clandestina verso la FINLANDIA; mazzette banconote su tavolo. Cartina animata graficamente ad evidenziare il CONFINE russo finlandese. Fotografia migranti. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 2942fd94 | CMM | Londra, Gran Bretagna. La RUSSIA brucia grandi quantità di gas naturale in un impianto vicino al CONFINE della FINLANDIA, secondo inchiesta della società British Broadcasting Corporation (BBC). Elencati i risvolti ecologici | contenuto audio | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 6f4fa632 | CMM | Effetti della decisione della FINLANDIA di entrare a far parte dell' organizzazione NATO a seguito della guerra iniziata dalla RUSSIA il 24 febbraio 2022 contro l' Ucraina. Timore dell' opinione pubblica finlandese di aggressioni militari della RUSSIA. Previsione di ingresso della FINLANDIA nella NATO ad ottobre 2022. Helsinki, esterni del palazzo del governo finlandese. Persone camminano in strada. FINLANDIA, esterni di Frontiera, auto percorrono strada. Cartina geografica stilizzata della FINLANDIA e del suo CONFINE con la RUSSIA. fasi di esercitazioni militari dell' esercito della FINLANDIA. Riprese aeree con drone di bosco. Campo lungo di lago. Bruxelles, interni, segretario generale della NATO Jens Stoltenberg parla in piedi da palco. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 71de1b38 | CMM | Intervista a Limatainen: storia della FINLANDIA; integrazione nel Regno di Svezia dal XII secolo al 1809, quando divenne un granducato autonomo all'interno dell'Impero russo; tentativo di russificazione della FINLANDIA; indipendenza acquisita nel 1917 con la rivoluzione russa e costituzione della Repubblica di FINLANDIA; attuale richiesta del Governo finlandese di entrare a far parte dell'organizzazione NATO, appoggiata dalla maggioranza della popolazione; contrarietà dei pacifisti che hanno nel contempo condannato l'autoritarismo del presidente della RUSSIA Vladimir Putin; contatti mantenuti con la popolazione russa; volontà di non confondere i russi con il loro governo e il loro presidente; ipotesi sul futuro della vita lungo il CONFINE di milletrecentoquaranta chilometri che divide la FINLANDIA dalla RUSSIA; auspicio di nuovi rapporti meno tesi. | contenuto audio | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | e677a09c | CMM | Interni studio Tg1. D' Aquino lancia servizio. Servizio. Guerra RUSSIA Ucraina. Commenti su accelerazione dei governi di Svezia e FINLANDIA per ingresso nell' organizzazione NATO, dettata dal bisogno di sicurezza contro possibili attacchi della RUSSIA e dopo la diffusione un video su avvistamento di soldati russi verso il CONFINE con la FINLANDIA. Le conseguenze di queste adesioni sull' assetto geopolitico dell' Europa. RUSSIA. Video amatoriale che riprende automezzi militari russi diretti verso CONFINE finlandese. Portavoce ministero degli Esteri russo, Marija Zakharova tiene conferenza stampa. FINLANDIA: ministro difesa finlandese Antti Kaikkonen tiene conferenza stampa. Primo ministro finlandese Sanna Marin cammina in esterni, saluta collaboratori. Esterni sede Parlamento FINLANDIA. Un uomo rilascia intervista tradotta in italiano su parere favorevole a ingresso del Paese nella NATO. Svezia. Gente cammina in strada, primo ministro svedese Magdalena Andersson tiene discorso. Incontra Marin. Washinghton, USA. Portavoce ministero Difesa tiene conferenza stampa. Carta geografica Europa del nord. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 5da98168 | CMM | Interni studio: collegamento di Antonello con Varvello da studio di Londra (Regno Unito) per riportare la notizia diffusa dalla televisione britannica BBC dell'incendio di una grande quantità di gas in territorio della Federazione Russa (Russia) ai confini con la FINLANDIA e le ragioni dell'incendio. Varvello anche in finestra grafica affiancata con immagini di mezzi militari, impianti per il gas con tecnici al lavoro, fornelli in funzione, dei contatori dell'energia, traffico automobilistico; video amatoriale con in sovrimpressione il logo del quotidiano britannico The Sun di incendio di gas al CONFINE tra RUSSIA e FINLANDIA; fotografie di una colonna di fuoco su un impianto del gas in RUSSIA realizzate dalla FINLANDIA; dettagli di titolo di articolo della televisione BBC sugli incendi di gas in RUSSIA. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | a5a07986 | CMM | Interni studio Tg2, Martinelli parla seduto dietro scrivania e lancia servizio. Servizio: Riunione dei ministri degli esteri dei paesi del G7 a Berlino, Germania. Ministri in esterni accanto a logo G7. Resoconto dichiarazioni di presidente di turno ministro degli Affari esteri tedesco Annalena Baerbock, in piedi dietro podio, su contrarietà ad accettare modifiche di confini ottenute con l' uso della forza militare e accuse alla RUSSIA di aver scatenato la guerra del grano con invasione dell' Ucraina; annunciati nuovi aiuti economici e militari all' Ucraina ma non nuove sanzioni alla RUSSIA. Tutti i paesi del G7 favorevoli all' ingresso di Svezia e FINLANDIA nella NATO. A Berlino in corso vertice NATO, arrivo al vertice di Haavisto, Haavisto rilascia dichiarazioni a giornalisti in merito a fiducia nell' ammissione all' unanimità ( traduzione della giornalista ). Arrivo al vertice di Cavusoglu; Cavusoglu rilascia dichiarazioni in merito a preoccupazione della Turchia per attività di terroristi del PKK ( Partito comunista curdo ) in Svezia e FINLANDIA ( traduzione della giornalista ). Helsinki, FINLANDIA vedute cittadine. Preoccupazione per reazioni russe all' ingresso nella NATO della FINLANDIA; resoconto dichiarazioni di presidente Federazione russa Vladimir Putin in merito a errore di abbandonare la neutralità che influenzerà i rapporti tra RUSSIA e FINLANDIA. Veduta CONFINE; veduta centrale nucleare e tralicci energia elettrica. Sospensione delle forniture elettriche della RUSSIA alla FINLANDIA e inizio esercitazioni militari nel mar Baltico. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 7f9ba526 | CMM | Interni studio Tg1. Bisti lancia collegamento da Mosca con Paini che parla in studio. Aggiorna su reazioni del Governo russo alla possibile adesione della FINLANDIA e della Svezia nell' organizzazione NATO. Resoconto colloquio telefonico tra presidenti FINLANDIA Sauli Niinistö e RUSSIA Vladimir Putin. Commenti su esercitazioni militari aeree russe iniziate presso il CONFINE finlandese. In cornici grafiche affiancate: lancio razzo, aereo militare russo in decollo e in volo; conferenza stampa viceministro Affari Esteri russo Alexander Grushko. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 2f3e35b4 | CMM | Guerra RUSSIA Ucraina iniziata con invasione Ucraina da parte dell'esercito RUSSIA il 24 febbraio 2022. Interni studio, Costamagna cede parola a Carrara che interviene da moviolone mostrando video in finestra grafica affiancata su treno merci finlandese carico di carri armati che si dirige verso il CONFINE con la RUSSIA. Capitini su significato simbolico del rafforzamento delle difese militari finlandesi a CONFINE con la RUSSIA. | contenuto video | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 33b6e3e1 | CMM | La RUSSIA brucia grandi quantità di gas naturale in un impianto vicino al CONFINE con la FINLANDIA, secondo un'inchiesta della società British Broadcasting Corporation (BBC). Considerazioni sui risvolti ecologici. | contenuto audio | 0 |
la Finlandia ha inviato truppe e carri armati al confine con la Russia | Finlandia confine Russia | 880f285c | CMM | Triplice omicidio a Imatra (Finlandia), cittadina nei pressi del CONFINE con la RUSSIA; tre donne che uscivano da un ristorante, sono state investite dai proiettili; la polizia ha fermato un giovane ventitreenne senza precedenti penali, che non ha opposto resistenza; ancora non chiaro il movente degli omicidi. | contenuto audio | 0 |