region
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campania | 1,975 | 56 | null | {'1': "Il disposto di cui alla lettera a) dell' articolo 1\ndella legge regionale 28 maggio 1974, n. 20,\nè sostituito dal seguente:\n<< a) la concessione a favore delle Province,\ndei Comuni o dei Consorzi tra Enti locali:\n- di garanzia, nella misura del 50% della spesa\nammessa per l' ammortamento dei mutui contratti\nal fine di realizzare o migliorare gli impianti\nsportivi;\n- di contributi in capitale dell' altro 50% della\nspesa ammessa >>.", '2': "Il disposto di cui al punto 1) dell' articolo 2\ndella Legge regionale 28 maggio 1974, n. 20,\nè integrato dopo le parole << dell' importo totale >>\ndalle seguenti: << dell' opera >>.", '3': "Il primo comma dell' articolo 6 della Legge\nregionale 28 maggio 1974, n. 20, è così modificato:\n<< Entro trenta giorni dalla scadenza del termine\ndi cui al precedente articolo 5, la Giunta\nRegionale, sulla base dell' istruttoria compiuta\ndall' Assessore competente, determina le concessioni\ndi garanzia concedibili ed ammette gli\nEnti interessati al beneficio del contributo in\ncapitale di cui al precedente articolo 1, lettera\na), nei limiti delle disponibilità risultanti rispettivamentedal precedente articolo 3 e dal successivo\narticolo 11 >>.", '4': "Dopo l' art. 6 della Legge regionale 28 maggio\n1974, n. 20, è inserito l' art. 6/ bis:\n<< L' erogazione del contributo di cui alla lettera\na) dell' art. 1 sarà effettuata contestualmente\nalla liquidazione dei certificati di avanzamento\ndei lavori in ragione del 50% dell' importo\ndei certificati stessi, vistati dall' Ufficio\ndel Genio civile e dal Servizio Impianti Sportivi\ndel CONI Provinciale, dai quali risulti\nche l' esecuzione delle opere e la relativa spesa\nsono conformi al piano tecnico - finanziario che\nha formato oggetto dell' ammissione ai benefici\nprevisti dalla legge >>.", '5': "Il secondo comma dell' art. 7 della legge regionale\n28 maggio 1974, n. 20, è così modificato:\n<< I contributi anzidetti non possono eccedere\nl' importo di L. 5 milioni per ogni impianto appartenente\nalle Province, ai Comuni, ai Consorzi\ntra Enti locali ovvero per ciascun sodalizio\nbeneficiario >>.", '6': "L' importo dei contributi in capitale da erogare\nper la causale di cui all' art. 1 della presente\nlegge è contenuto nei limiti dell' annuale fondo\ndi Lire 2 miliardi.\nIl fondo di cui al punto 2) dell' art. 11 della\nlegge regionale 28 maggio 1974, n. 20, è elevato\nda Lire 500 milioni a Lire 626.916.240.", '7': "La decorrenza della estinzione del prestito di\ncui alla legge 20 agosto 1974, n. 42, prevista\ndall' ultimo comma dell' art. 2 della legge stessa\ndal 1º gennaio 1975, è differita al 1º gennaio\n1976, per la correlativa differita somministrazione\ndel mutuo all' anno 1975.", '8': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, in Lire 2.126.916.240, si provvede\ncon la seguente variazione dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1975:\nIN AUMENTO:\nTitolo II - Sezione II - Rubrica n. 3 - Categoria X\n- Cap. 2216 << Contributi una tantum a favore\ndi Province, dei Comuni e dei Consorzi tra Enti\nlocali, nonchè di istituzioni, associazioni e sodalizi\nsportivi regolarmente costituiti, anche se\nprivi di personalità giuridica, per gli impianti\nsportivi e per l' acquisto di attrezzature (Legge\nregionale 28 maggio 1974, n. 20)\n+ L. 126.916.240- Cap. 2219 (nuovo) << Contributi in capitale\nin favore delle Province, dei Comuni o di Consorzi\ntra Enti locali per agevolare ed incrementare\nla costruzione, l' ampliamento ed il miglioramento\ndi impianti ed attrezzature sportive >>\ncon la dotazione di L. 2.000.000.000\nIN DIMINUZIONE:\nTitolo I - Sezione V - Rubrica n. 3 - Categoria XII\n- Cap. 602 << Quota interessi 1975 sul prestito\nquinquennale concesso dal tesoriere per la copertura\ndelle spese connesse al programma di\ninterventi di somma urgenza per la balneazione\nestiva 1974 >> L. 980.000.000\nTitolo III - Sezione I - Rubrica n. 3 - Categoria\nXIII\n- Cap. 3570 << Quota capitale 1975 sul prestito\nquinquennale concesso dal tesoriere per la copertura\ndelle spese connesse al programma di\ninterventi di somma urgenza per la balneazione\nestiva 1974 >> L. 1.146.916.240\nPer gli anni successivi, agli oneri di cui sopra,\nsi provvederà con i corrispondenti stanziamenti\ndello stesso stato di previsione alla\ncopertura dei quali si farà fronte con l' incremento\ndel fondo di cui all' art. 8 della Legge 16\nmaggio 1970, n. 281.", '9': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti del 2º comma dell' art. 127 della\nCostituzione ed entra in vigore il giorno successivo\na quello della sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 20 | null | {'1': "I Centri di Assistenza Tecnica in Agricoltura\n( CAT) operanti in Campania con finanziamento\ndella Cassa per il Mezzogiorno, in virtù della\ndelibera CIPE del 15 marzo 1973 ed in conformità \na quanto previsto dall' art. 1, lettera e)\ndel DPR 15 gennaio 1972, n. 11 e dell' articolo\n4 della legge 6 ottobre 1971, n. 853, sono trasferiti\nalla Regione Campania.", '2': "Il personale tecnico con rapporto di lavoro\na tempo indeterminato, nonchè quello incluso\nnei ruoli degli enti concessionari utilizzato\nesclusivamente sin dall' inizio del rapporto in\nattività di assistenza tecnica, in servizio alla\ndata del 30 aprile 1973 presso i Centri di assistenza\ntecnica in agricoltura ed indicato nella\nunita tabella, è inquadrato nel livello funzionale\ndel ruolo del personale della Giunta regionale\ncorrispondente al titolo di studio posseduto, con\ndecorrenza dalla data di immissione nel ruolo\nstesso, previa presentazione di domanda da prodursi\nentro trenta giorni dall' entrata in vigore\ndella presente legge regionale e previo superamento\ndella prova di accertamento qualitativo\nle cui modalità di espletamento saranno stabilite\ndalla Giunta regionale.", '3': "Il personale di cui all' art. 2 della presente\nlegge rientra nel contingente previsto dalla tabellaE/ 1 della legge regionale 16 marzo 1974,\nn. 11. La tabella organica del personale della\nGiunta regionale viene in conseguenza aumentata\ndi un numero pari alle unità previste dalla\ntabella annessa alla presente legge.\nCon provvedimento della Giunta si disporrà \nl' assegnazione del predetto personale agli Uffici\nagricoli di zona competenti della Regione.\nAl predetto personale continuano ad applicarsi,\nfino al suo inquadramento nei ruoli regionali,\nle norme relative allo stato giuridico\nal trattamento economico di attività , previdenza,\nassistenza e quiescenza previste dal contratto\ncollettivo nazionale di lavoro per i dipendenti\ndei Consorzi di Bonifica stipulato in data 8\nnovembre 1972.", '4': "Il personale inquadrato ai sensi del precedente\nart. 2 conserva, ai fini del collocamento\nnel ruolo del personale della Giunta Regionale\ndella Campania, per intero l' anzianità di servizio\neffettivamente prestato presso gli Enti\nConcessionari.", '5': 'La Giunta Regionale è autorizzata ad adottare\ni provvedimenti amministrativi necessari per il\ntrasferimento al patrimonio della Regione delle\nattrezzature dei Centri di assistenza Tecnica,\nai sensi della deliberazione del CIPE in data\n15 marzo 1973.', '6': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti di cui all' art. 127, comma II,\ndella Costituzione ed entra in vigore il giorno\nstesso della sua pubblicazione sul Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975\nAllegato : 1\nContingente del personale in servizio presso\ni CAT (centri di assistenza tecnica in agricoltura)\nal 30 aprile 1973, di cui agli articoli 2 e 3 della\nlegge 28 aprile 1975, n. 20: //\nnumero 16, livello Direttivo; //\nnumero 39, livello Concetto; //\nTotale 55."} | null |
campania | 1,975 | 21 | null | {'1': "Fino all' emanazione delle leggi regionali di\nristrutturazione dei Consorzi Provinciali per l'\nIstruzione Tecnica e di riordinamento dell' intero\nsettore dell' istruzione professionale i Consorzi\nstessi sono disciplinati ancora dal DL\n26 settembre 1935, n. 1946, convertito in legge\n21 gennaio 1936, n. 82, in quanto compatibili\ncon la presente normativa.", '2': "La Regione fa parte di diritto dei Consorzi\nProvinciali per l' Istruzione Tecnica, sostituendosi\nagli organi centrali dello Stato.\nI Consorzi provinciali per l' istruzione tecnica\nsono sottoposti alla vigilanza della Giunta Regionale,\nche può delegarla all' Assessore regionale\nall' Istruzione.", '3': 'La nomina dei componenti i Consigli di Amministrazione\ndei Consorzi è disposta con decreto\ndel Presidente della Giunta Regionale.\nLa composizione del Consiglio di Amministrazione\nprevisto dalle richiamate leggi dello Stato\nè integrata da tre rappresentanti della Regione\neletti dal Consiglio Regionale.\nIl Presidente, il Vice Presidente ed i componenti\ndel Comitato Esecutivo dei Consorzi vengono\neletti a maggioranza assoluta dal Consiglio\ndi Amministrazione fra i suoi membri elettivi.', '4': "l Segretario del Consorzio esercita le attribuzioni\npreviste dall' Art. 11 del RDL 26 settembre\n1935, n. 1946, convertito nella legge 2\ngennaio 1936, n. 82, predisponendo anche il\nBilancio previsto e il Conto Consuntivo.", '5': "L' approvazione degli atti del Consorzio prevista\nall' articolo 19 del DL 26 settembre 1935,\nn. 1946, convertito in legge 2 gennaio 1936, n.\n82, è attribuita alla Giunta Regionale.", '6': 'Qualora ricorrano gravi motivi, il Presidente\ndella Giunta Regionale, su conforme decisione\ndella stessa, scioglie con suo decreto il Consiglio\ndi Amministrazione e nomina un Commissario\nStraordinario.', '7': "L' esercizio finanziario dei Consorzi Provinciali\nper l' Istruzione Tecnica ha inizio il 1º gennaio\ne termina il 31 dicembre. Entro il mese di\nottobre il Consiglio di Amministrazione delibera\nil bilancio preventivo per l' esercizio seguente\ned entro il mese di marzo delibera il conto\nconsuntivo riguardante l' esercizio scaduto. Al\nConto Consuntivo sarà unito il Conto di Cassa\npresentato dall' Istituto Tesoriere.\nIl Conto Consuntivo relativo all' esercizio che\nsi chiude il 30 giugno 1975 verrà deliberato entro\nil 30 settembre 1975.\nPer il periodo dal 1º luglio 1975 al 31 dicembre\n1975, si provvederà a deliberare un bilancio\npreventivo semestrale secondo le norme vigenti.\nIl Conto Consuntivo relativo a tale esercizio\nsemestrale sarà deliberato entro il mese di marzo\n1976.", '8': "Nella prima applicazione della presente legge\nil personale in servizio presso i Consorzi per i\nposti occupati alla data del 31 dicembre 1973,\nviene inquadrato nei ruoli previsti dagli organici\nche i Consigli di Amministrazione predisporranno\nentro 60 giorni dalla data di entrata\nin vigore della presente legge con la qualifica\ncorrispondente alle funzioni effettivamente esercitate,\npurchè in possesso del titolo di studio\nrichiesto o di quello immediatamente inferiore.\nAl personale comandato nonchè ai Segretari\nche esplicano le loro funzioni ai sensi dell' art.\n11 della legge 25 settembre 1935, n. 1946, si\napplicheranno le norme di cui al comma precedente,\nprevio accordo con le Amministrazioni\ndi provenienza.\nAl predetto personale sono valide, in quanto\napplicabili, le norme della legge regionale sullo\nstato giuridico e sul trattamento economico e diquiescenza e previdenza del personale dipendente\ndalla Regione Campania.", '9': "Alla spesa derivante dall' applicazione delle\nnorme di cui all' art. 8 si provvederà con lo\nstanziamento di Lire 230.000.000 già previsto\nin Bilancio al Capitolo 1730.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 69 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma\n- della legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3,\nlo Statuto della Comunità Montana << Vallo di\nLauro e Baianese >> nel testo allegato alla presente\nlegge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 68 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma\n- della legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3,\nlo Statuto della Comunità Montana << Taburno >>\nnel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 44 | null | {'1': "L' articolo 39 della Legge regionale 8 novembre\n1974, n. 55, concernente: << Piano regionale\ndi Sviluppo Zootecnico >>, è sostituito dal seguente:\n<< La presente legge regionale, salvo i rapporti\nesauriti, sarà modificata con apposito provvedimento\nlegislativo, in conformità degli eventuali\nemendamenti che potranno essere richiesti in\nvia definitiva dalla Commissione della Comunità \nEconomica Europea, ai sensi degli articoli 92\ne 93 del Trattato approvato con Legge 14 ottobre\n1957, n. 1203 >>.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo alla pubblicazione sul\nBollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 45 | null | {'1': "All' ultimo rigo del 2º comma dell' art. 14 della\nlegge regionale 1º aprile 1975 n. 13, concernente\n<< la disciplina dei mercati all' ingrosso >> pubblicato\nsul Bollettino Ufficiale della Regione n. 15\ndel 9 aprile 1975, il n. 3352 viene sostituito con\nil numero 3353.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 33 | null | {'1': "L' articolo 8 della legge 12 maggio 1973, n. 12,\nè sostituito dal seguente:\n<< Dell' inclusione nei piani annuali approvati\ndal Consiglio viene data immediata comunicazione,\na cura dell' Assessorato PI e Assistenza,\nai Comuni ed ai Consorzi dei Comuni interessati,\nche dovranno presentare il progetto esecutivo\nper la costruzione o il riattamento entro\nil termine di otto mesi dalla prima comunicazione.\nQualora il Consorzio di Comuni non presenti\nil progetto esecutivo nel termine sopradetto,\nè escluso dal piano annuale ed il contributo\nprevisto per esso è attribuito con le stesse\nmodalità seguite per la piena assegnazione al\nComune o Consorzio della stessa provincia che\nsegue immediatamente nella graduatoria >>.\nLa Giunta regionale approva i progetti esecutivi\nentro 30 giorni dalla ricezione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 32 | null | {'1': "La Regione Campania interviene con la concessione\ndi propri contributi per l' assistenza farmaceutica\nalle seguenti categorie di cittadini\nche vivono in condizioni disagiate e risultino\ndisoccupati e che non abbiano già , per altro\ntitolo, diritto all' assistenza farmaceutica a carico\ndello Stato, della Regione o di altri Enti:\na) agli invalidi e mutilati di guerra e ai rispettivi\nfamiliari conviventi e a carico;\nb) alle vedove di invalidi e mutilati di guerra\ne ai rispettivi familiari conviventi e a carico;\nc) agli orfani di invalidi e mutilati di guerra\ne di minore età od invalidi.", '2': "Il contributo è erogato ai Comuni della Regione\nnella misura dell' 80% del costo dei medicinali,\nquale risulta dal prezzo segnato in fustella,\ned inclusi nel prontuario INAM.\nSono ammesse a contributo solo le spese per\nmedicinali acquistati su prescrizione medica\nnormativa in data non anteriore all' entrata in\nvigore della presente legge.", '3': "Il contributo di cui all' articolo 1 viene corrisposto\nper il primo anno dalla Regione ai Comuni\nin rate quadrimestrali, posticipate.\nI Comuni renderanno conto, alla fine di ogni\nquadrimestre, delle erogazioni effettuate, trasmettendo\nalla Regione ogni documentazione\nnecessaria relativa alle stesse.\nLa Giunta Regionale, per gli anni successivi,è autorizzata a corrispondere ai Comuni interessati\nanticipazioni complessivamente non superiori\nal 90% delle spese sostenute nell' anno\nprecedente, quali risultano dalla documentazione,\ndi cui al precedente comma, debitamente\ncontrollata dagli Uffici Regionali in sede contabile.\nEntro il 31 gennaio, la Giunta Regionale provvederà \nalla liquidazione finale per l' anno precedente\na conguaglio delle somme già erogate a\ntitolo di acconto.", '4': "Il contributo della Regione viene corrisposto\nfino a quando la spesa per l' assistenza farmaceutica,\nagli aventi diritto di cui all' articolo 1,\nsarà assunta totalmente dallo Stato direttamente\no nel quadro del servizio sanitario nazionale.", '5': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in Lire\n150 milioni per il 1975, si provvede mediante\nriduzione di pari ammontare dello stanziamento\ndi cui al capitolo 1896 - Titolo I - Sezione XIII\ndello stato di previsione della spesa per l' esercizio\nfinanziario 1975: << Fondo occorrente per\nfar fronte ad oneri di natura corrente derivanti\nda provvedimenti legislativi regionali in corso >>\ne mediante l' iscrizione della somma di Lire 150\nmilioni al capitolo 361 - Titolo I - Sezione III\ndello stato di previsione medesimo, di nuova\nistituzione, con la denominazione: << Assistenza\nfarmaceutica agli invalidi e mutilati di guerra\ne loro familiari >>.\nPer i successivi anni finanziari, l' onere farà \ncarico ai corrispondenti capitoli di bilancio.", '6': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127 della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 16 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 39 | null | {'1': "La Regione è autorizzata a finanziare a suo\ntotale carico, entro i limiti della spesa di Lire\n1 miliardo, i lavori ritenuti necessari per eliminare\ni danni riportati dagli edifici di edilizia\nresidenziale pubblica, in seguito all' evento calamitoso\ndel 30 e 31 dicembre 1974, in proprietà \no in gestione agli Istituti Autonomi delle Case\nPopolari e ai Comuni della Campania.", '2': "La somma stanziata e ripartita tra gli IACP\ne i Comuni della Campania in ragione dell' ammontare\ndei danni segnalati dai suddetti Enti\ned accertati dall' Assessorato ai Lavori Pubblici.\nIl Consiglio regionale approva il piano degli\ninterventi ammissibili, predisposto dalla Giunta\nregionale d' intesa con le competenti Commissioni\nconsiliari.", '3': "Per beneficiare dell' intervento di cui al precedente\narticolo 2, gli Istituti Autonomi delle\nCase Popolari e i Comuni interessati debbono\npresentare all' Assessorato regionale ai Lavori\nPubblici la seguente documentazione per ognuno\ndegli interventi, disposti o da disporsi:\na) istanza;\nb) progetto esecutivo corredato dal verbaledi somma urgenza a termine dell' art. 70 della\nLegge 25 maggio 1895, n. 350, per i lavori già \ndisposti;\nc) delibera del Consiglio di Amministrazione\nper gli IACP adottata previo parere della\nCommissione di cui all' art. 63 della Legge 22\nottobre 1971, n. 865 e della Giunta Municipale\nper i Comuni.", '4': "I lavori sulle opere danneggiate debbono riferirsi\nalla riparazione o ricostruzione di strutture\ndi coperture, alla riparazione di infissi, nonchè \nalla ricostruzione delle opere di raccolta\ne di convogliamento delle acque pluviali dai\npiani di copertura.\nI lavori vengono eseguiti a cura diretta dei\nrispettivi IACP e Comuni interessati e sottoposti\na collaudo da disporsi dall' Amministrazione\nregionale.", '5': "Gli IACP e i Comuni interessati indicono\ngare di appalto a termini abbreviati per importi\ndi lavori non superiori a L. 15 milioni\na base d' asta.", '6': "Alla corresponsione delle somme stanziate\nsi procede in relazione all' emissione di certificati\ndi pagamento, sulla base di stati di avanzamento,\nnel rispetto delle norme vigenti in materia\ndi lavori pubblici.\nLa rata di saldo è corrisposta dopo l' approvazione\ndegli atti di collaudo.\nI certificati di pagamento, corredati dagli stati\ndi avanzamento, vistati dal legale rappresentante\ndegli Enti interessati, e redatti dal direttore\ndei lavori, vengono direttamente inviati\nper il riscontro amministrativo al Servizio edilizia\nresidenziale pubblica presso l' Assessorato\nregionale ai Lavori Pubblici, il quale servizio\nli inoltra perfezionati alla Ragioneria regionale\nper i provvedimenti di accreditamente delle\nsomme a favore degli Enti stessi.\nPer le spese generali e di collaudo è prevista\nin progetto l' aliquota del 2,50% dell' importo\ndei lavori a misura, da corrispondersi in proporzione\nall' importo dello stato di avanzamento.\nAlla nomina dei collaudatori provvede la\nGiunta regionale su proposta dell' Assessorato\nai Lavori Pubblici.", '7': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge stabilito in Lire 1 miliardo si provvede\ncon i fondi del Capitolo 2468, di nuova istituzione,\n<< Contributi agli Istituti Autonomi Case\nPopolari della Campania e ai Comuni per ilfinanziamento delle opere per eliminare i danni\ncausati dall' evento calamitoso del 30 e 31 dicembre\n1974 agli edifici di edilizia residenziale\npubblica in proprietà o in gestione agli Enti\nstessi >>, alla copertura dei quali si fa fronte\nmediante prelievo dell' occorrente importo dal\nfondo globale di cui al Capitolo 3353 dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno finanziario\n1975, che per l' effetto, si riduce di pari\nsomma.", '8': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti di cui all' art. 127, secondo\ncomma, della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 38 | null | {'1': "La Regione Campania, allo scopo di ovviare\nallo stato di pericolosità incombente sugli abitati\ndei Comuni elencati al successivo articolo\n5 e di dare avvio ad una politica regionale di\ncorretto uso del territorio, finanzia il programma\ndi interventi straordinari di cui alla presente\nlegge, ai sensi degli articoli 117 e 118\ndella Costituzione, dell' articolo 4 della legge\n6 ottobre 1971, n. 853 del DPR 15 gennaio\n1972, n. 8 e delle leggi 22 ottobre 1971, n. 865\ne 25 ottobre 1972, n. 498.\nLa presente legge completa, modifica ed integra\nla normativa di cui al Titolo IV, articoli\nda 14 a 16, della legge regionale avente ad oggetto:\n<< Interventi regionali di emergenza per\nl' anno finanziario 1975 >>, approvata dal Consiglio\nregionale nella seduta del 15 aprile 1975.", '2': "Il programma di interventi, di cui alla presente\nlegge, comprende:\na) il riempimento o consolidamento delle\ncavità del sottosuolo, siano esse gallerie o grotte\no pozzi di aerazione o ventarole;\nb) la ristrutturazione dei sottoservizi pubblici,\nin particolare acquedotti o fognature;\nc) la predisposizione di strumenti urbanistici\nparticolareggiati;\nd) l' esecuzione di opere di sistemazioneidraulica e di conservazione del suolo;\ne) la realizzazione di interventi speciali nel\nsettore dell' edilizia residenziale pubblica.", '3': "Gli interventi di cui alle lettere a) e b) del\nprecedente articolo 2 sono attuati mediante:\n- la individuazione, misurazione ed ispezione\ndelle cavità del sottosuolo;\n- la ispezione ed il controllo delle reti di sottoservizi;\n- il controllo e l' adeguamento degli allacciamenti\ndelle utenze alle reti anzidette;\n- la recinzione e copertura delle bocche di accesso\ne delle canne di aerazione delle cavità e\ngrotte accertate;\n- la eliminazione dei pozzi assorbenti;\n- il consolidamento delle gallerie, dei pozzi e,\nin genere, delle cavità utilizzate come depositi\no per attingimento di acque;\n- il riempimento e la chiusura delle cavità abbandonate\noppure utilizzate per la discarica dei\nrifiuti;\n- il divieto di apertura di nuovi pozzi di attingimento\ndi acqua;\n- il risanamento di fabbricati in precarie accertate\ncondizioni statiche;\n- la demolizione di fabbricati vetusti fatiscenti\nin disuso;\n- la chiusura di strade al transito di mezzi\npesanti.", '4': "Gli interventi di cui alle lettere c), d) ed e)\ndel precedente articolo 2 sono attuati mediante:\n- l' assolvimento agli obblighi di legge riguardanti\nl' adozione degli strumenti urbanistici, ivi\ncompresa la nomina, ove occorra, del Commissario\nad acta;\n- la realizzazione delle reti interne idriche e\nfognanti e la raccolta ed il convogliamento delle\nacque urbane, previa depurazione dei liquami;\n- la sistemazione delle strade interne agli abitati\ne la predisposizione dei relativi sottoservizi;\n- la ricostruzione ed eventualmente il trasferimento\ndell' abitato al fine di ridurre il carico\nurbano all' interno dei centri storici.", '5': "Beneficiari e responsabili della realizzazione\ndegli interventi di cui ai precedenti articoli 2,\n3 e 4 sono, in via prioritaria, i Comuni di Afragola,\nCardito, Frattamaggiore, Frattaminore e\nGrumo Nevano.\nPossono essere altresì ammessi ai benefici di\ncui alla presente legge, nei limiti delle residue\ndisponibilità degli stanziamenti previsti al successivo\narticolo 10, gli altri Comuni indicati all'\narticolo 14 della citata legge regionale aventead oggetto << Interventi di emergenza per l' anno\nfinanziario 1975 >> nonchè i Comuni di Acerra,\nCaivano, Casandrino e Crispano.", '6': "La Giunta è autorizzata ad accordare il finanziamento\ndegli interventi di cui al precedente\narticolo 3 a seguito di domanda del Comune\ninteressato.\nTale domanda deve essere presentata nei termini\ne secondo le modalità di cui all' art. 15\ndella legge regionale avente ad oggetto << Interventi\nregionali di emergenza per l' anno finanziario\n1975 >>. Essa, inoltre, deve essere corredata,\nper quanto riguarda le opere, dalla progettazione\nesecutiva e, per quanto riguarda le\nattività di ricerca, controllo, ispezione e rilevamenti,\nda una dettagliata relazione tecnico -\noperativa accompagnata dal relativo preventivo\ndi spesa.", '7': "Per gli interventi di cui al precedente articolo\n4, la Giunta si avvale dei poteri ad essa\nconferiti dalla vigente legislazione statale e regionale.\nPer quanto riguarda, in particolare, la realizzazione\ndelle reti idriche e fognanti, la Giunta\nè autorizzata ad intervenire integrando i finanziamenti\naccordati ai Comuni interessati a norma\ndelle leggi sugli interventi straordinari nel\nMezzogiorno fino alla totale copertura degli oneri\nconnessi al completamento delle reti anzidette.\nLa Giunta è altresì autorizzata a finanziare,\na totale carico della Regione, la sistemazione\ndelle strade interne e dei relativi sottoservizi\ninteressati da fenomeni di dissesto.\nGli oneri relativi alla ricostruzione ed all'\neventuale trasferimento dell' abitato sono a parziale\ncarico della Regione che li determina con\nlegge a parte ed in base ad apposito piano da\npredisporre in relazione ai piani particolareggiati\nadottati dai Comuni.\nI Comuni interessati ai finanziamenti di cui\nai commi 2º e 3º del presente articolo rivolgono\nistanza, corredata dagli atti progettuali, alla\nGiunta che delibera il relativo intervento a seguito\ndi istruttoria formale da parte dei suoi\nuffici competenti in materia di lavori pubblici.", '8': "Dalla data dell' entrata in vigore della presente\nlegge, nei Comuni di cui all' articolo 5 è \nvietata la riparazione, trasformazione e sopraelevazione\ndei fabbricati esistenti o la ricostruzione\nsostitutiva degli stessi nel centro abitato se\nla istanza di licenza edilizia non è accompagnata\nda indagini sul sottosuolo estese sia in\nprofondità che in superficie e se non sono già in funzione, o non ne è prevista la contestuale\ncostruzione, i servizi collettivi di fognatura e\nla rete di distribuzione idrica.\nE' fatto, in ogni caso, obbligo, nei Comuni\nanzidetti, di corredare le istanze di licenza edilizia\nper nuove costruzioni con un approfondito\nstudio geologico sulle caratteristiche del sottosuolo\ne sull' eventuale esistenza di grotte nel tufo\ne cunicoli nei terreni sciolti e con i progetti\nesecutivi delle opere di fondazione e di sistemazione\ndell' area interessata e dei connessi servizi\ncivili.", '9': "I Comuni beneficiari degli interventi di cui\nalla presente legge sono tenuti a dotarsi - ove\ngià non lo siano - di Uffici tecnici retti da ingegneri\ne forniti di personale quantitativamente\ne qualitativamente sufficiente.\nLa Giunta regionale subordina la deliberazione\ndegli interventi all' accertamento dei requisiti\ntecnici ed organizzativi di cui al comma precedente\ne, se necessario, concorre alle opportune\nintegrazioni mediante proprio personale o mediante\nil ricorso a liberi professionisti, impegnando\nquesti ultimi con contratto professionale,\nnei limiti consentiti dalla legge e per prestazioni\nchiaramente definite.", '10': "\nNello stanziamento complessivo per la realizzazione\ndel programma di interventi di cui\nalla presente legge, fissato dalla legge regionale\navente ad oggetto << Interventi regionali di emergenza\nper l' anno finanziario 1975 >>, non sono\ncompresi gli importi necessari per la realizzazione\ndel piano di cui al comma 4º dell' articolo\n7 e che saranno stanziati con apposita legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 70 | null | {'1': "La Regione Campania, allo scopo di conseguire\ni fini statutari di decentramento, di rafforzamento\ndelle strutture democratiche e di promozione\ndelle autonomie locali, assume la delega\ncome normale modo di esercizio delle funzioni\namministrative relative alle materie di cui all'\narticolo 117 della Costituzione.\nSono escluse dalla delega le attività ed i servizi\nche, per loro natura e dimensione, non possono\nessere esercitate dagli Enti locali e che\ncon legge regionale sono attribuite ad Enti o\naziende regionali in conformità dell' art. 69 dello\nStatuto.", '2': "Nei casi e per le attività per cui non sia stato\no non sia possibile sperimentare ricorso alla\ndelega, con la sola eccezione contemplata all'\nultimo comma del precedente articolo, la Regione\nsi avvale, per l' esercizio della propria attività ,\ndegli Uffici delle Province, dei Comuni e degli\naltri Enti locali.\nLe leggi di delega non potranno riconoscere\nalla Regione poteri diversi da quelli previsti\ndallo Statuto e dalla presente legge.", '3': 'Destinatari generali della delega di funzioni\namministrative regionali sono:a) i Comuni;\nb) le Province;\nc) i Consorzi tra Enti locali territoriali ed\nistituzionali;\nd) Distretti scolastici di cui alla legge 13\ngennaio 1975, n. 2;\ne) le Comunità Montane;\nf) gli altri Enti locali che siano emanazione\ndelle Assemblee elettive locali o che siano comunque\nprevisti dallo Statuto della Regione.', '4': "Quando sussistano particolari motivi, la delega\npuò essere conferita ad Enti singoli o a\ngruppi di Enti che abbiano carattere di sostanziale\nomogeneità in relazione alla natura delle\nfunzioni delegate.\nLa Regione può proporre che le funzioni delegate\nsiano esercitate, ai sensi dell' art. 51, 2º\ncomma, dello Statuto, attraverso strutture associative\ndegli Enti destinatari.\nLa Regione può , altresì , subordinare il conferimento\ndella delega alla condizione che le funzioni\ndelegate siano esercitate attraverso strutture\nassociative degli Enti destinatari, quando\nciò sia necessario per garantire lo svolgimento\ndelle funzioni delegate in un adeguato ambito\nterritoriale.", '5': "Per il miglior esercizio delle funzioni delegate,\nl' esame dei disegni e proposte di legge regionali\nche disciplinano il conferimento della delega ha\nluogo previa consultazione con gli Enti destinatari\ndella singola proposta di legge.\nIl Consiglio regionale può ascoltare gli altri\nEnti, di cui all' articolo 3, anche se non risultano\ndestinatari della proposta di discussione.\nE' fatto obbligo alla Giunta:\na) provvedere, fin dalla fase di elaborazione\ndei disegni di legge, ad ogni opportuna forma\ndi collaborazione e partecipazione degli Enti\ninteressati;\nb) accertate l' idioneità organizzativa e funzionale\ndell' Ente destinatario a ricevere la delega.\nE' fatto obbligo:\n1) all' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale\ndi notificare agli Enti interessati i testi\nintegrali dei disegni o proposte di legge regionali\nin materia di delega, entro 5 giorni dalla\nrelativa iscrizione all' ordine del giorno generale\ndel Consiglio, dando termine non inferiore a 30\ngiorni per l' esame dei testi;\n2) alla competente Commissione consiliare\npermanente, cui sia assegnata in via principale\nl' istruttoria, di acquisire formalmente agli atti i\npareri scritti o espressi nel corso di appositeconsultazioni degli Enti interessati facendone\nmenzione nella relazione al Consiglio e motivando,\nin caso di mancato accoglimento delle\nproposte o delle eccezioni, il diverso avviso.", '6': "Le leggi regionali di delega devono, in ogni\ncaso, contenere:\na) l' indicazione degli Enti destinatari della\nlegge di delega e delle relative funzioni;\nb) la definizione delle materie cui si riferiscono\nle funzioni delegate;\nc) gli indirizzi di massima per l' esercizio\ndelle attività delegate;\nd) gli obiettivi che gli Enti destinatari devono\nconcorrere a perseguire nel rispetto della\nlegislazione regionale e nel quadro della programmazione\nregionale;\ne) i criteri per la ripartizione delle disponibilità \ndestinate, dal bilancio regionale o dalle\naltre fonti di provvista comunque rimesse alla\ndecisione della Regione, alle attività che costituiscono\noggetto della delega, in modo che l'\nesercizio delle funzioni delegate non incida sul\nbilancio ordinario dell' Ente delegato;\nf) i criteri generali di organizzazione delle\nattività delegate;\ng) l' assunzione a carico della Regione degli\noneri per l' assolvimento da parte degli Enti destinatari\ndelle funzioni delegate, tenuto conto\ndelle assegnazioni di personale regionale che,\nnel quadro delle leggi regionali di delega, fosse\nposto alle dipendenze funzionali degli Enti delegati,\nnonchè del conferimento di beni o servizi.", '7': "Il Consiglio regionale provvede, con propria\ndeliberazione, su proposta della Giunta, ad emanare\ndirettive necessarie per l' applicazione degli\nindirizzi e dei criteri di cui alle lettere c)\ned e) o il conseguimento degli obiettivi di cui\nalla lettera d), del precedente articolo 6.\nL' Ente delegato, qualora ritenga le direttive\ndel Consiglio in contrasto con lo Statuto, con\nla presente legge o, comunque, con i principi\ndell' autonomia, può richiedere il riesame dei\npunti controversi dinanzi al Consiglio regionale\nentro 60 giorni dalla pubblicazione delle deliberazioni\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nSul ricorso di cui al comma precedente, il\nConsiglio regionale provvede, entro 60 giorni,\ncon deliberazione motivata. Nelle more, restano\nfermi gli effetti della deliberazione della quale\nè stato richiesto il riesame.\nGli oneri derivanti dall' accoglimento delle\neccezioni proposte ricadono sulla Regione.", '8': "li atti emanati nell' esercizio delle funzioni\ndelegate, dopo essere stati sottoposti al controllo\nprevisto dall' art. 21 della legge regionale 24\nmarzo 1972, n. 4, hanno carattere definitivo e\nsono imputati agli Enti delegati.\nGli Enti delegati devono fare espressa menzione\ndella delega ricevuta sia nella emanazione\ndegli atti, sia nell' espletamento dei servizi,\nsia nell' esecuzione di opere effettuate nel corso\ndella delega.\nNel caso che la delega abbia per oggetto o\ncomporti l' esecuzione di opere pubbliche queste\nentrano a far parte del Demanio e del Patrimonio\ndella Regione, salvo che sia diversamente\ndisposto dalla legge regionale.\nGli oneri di manutenzione e l' esercizio dei\npoteri di tutela rispetto a detti beni sono a carico\ndell' Ente che esercita la funzione pubblica\nalla quale il bene stesso è destinato.", '9': 'La Regione e gli Enti delegati debbono fornirsi\nvicendevolmente informazioni, dati statistici\ne ogni altro elemento utile allo svolgimento\ndelle rispettive funzioni.', '10': "\nLa delega può essere revocata, tanto in via\nprovvisoria che definitiva, quando ricorra una\ndelle seguenti ipotesi:\na) grave e reiterata violazione di legge;\nb) rilevante e persistente disapplicazione\ndelle direttive di cui al 1º comma del precedente\narticolo 7;\nc) divergenza sistematica e generalizzata\ndegli Enti delegati dagli obiettivi assegnati dalle\nleggi regionali di delega ai sensi ed ai fini\ndi cui alla lettera d) dell' articolo 6.\nNella ipotesi di cui alla precedente lettera\nc), la revoca può essere disposta soltanto in via\ngenerale; in quelle di cui alle lettere a) e b)\npuò essere disposta anche nei confronti dei singoli\nEnti.\nLa revoca deve essere preceduta da un formale\ncontestazione, adottata con deliberazione\ndella Giunta regionale e con invito a desistere\ndalla inosservanza della legge o dalla disapplicazione\ndelle direttive di cui al 1º comma dell'\nart. 7, entro un termine perentorio, e può essere\ndisposto solo se le controdeduzioni dell'\nEnte o il suo comportamento entro il termine\nanzidetto non abbiano fornito univoche assicurazioni\nsul ripristino dell' osservanza della\nlegge o delle direttive.\nLa revoca, nei casi, nei limiti e nei modi, di\ncui ai commi precedenti del presente articolo,\npuò essere disposta soltanto con legge regionale,previa osservanza della medesima procedura\nstabilita per il conferimento.", '11': "\nQualora l' Ente delegato non provveda o ritardi\na provvedere in ordine a specifici atti obbligatori\ninerenti a funzioni delegate, la Regione\npuò sostituirsi ad esso per il compimento\ndi singoli atti, previa diffida da parte del Presidente\ndella Giunta regionale ad adempiere entro\nun tempo determinato.\nLa sostituzione è disposta con decreto del\nPresidente della Giunta regionale sentita la competente\nCommissione consiliare permanente.\nE' esclusa ogni forma di avocazione.", '12': "\nPer l' esercizio delle funzioni delegate, la legge\nregionale può disporre:\na) che personale della Regione, il cui contingente\nsarà determinato con il consenso degli\nEnti interessati, sia posto, mediante comando,\nalle dipendenze funzionali degli Enti delegati\nanzidetti;\nb) il conferimento in uso agli Enti delegati\ndi beni immobili e mobili di proprietà della\nRegione;\nc) la fruizione di servizi a carico della Regione.\nDi quanto previsto dal presente articolo si terrà \nconto ai fini di cui alla lettera g) del precedente\narticolo 6.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 71 | null | {'1': "Al fine di consentire l' utilizzazione dei fondi\nancora disponibili in base alla Legge regionale\n16 maggio 1975 n. 30, i termini di cui all' art. 4,\ncomma 2º e all' art. 5, comma 1º, della legge medesima,\nsono riaperti fino al 31 dicembre 1975.", '2': "I termini, di cui all' art. 7, comma 1º, all' art.\n12, comma 2º, all' art. 19, all' art. 22, all' art. 26,\ncomma 1º, all' art. 29, comma 3º, della Legge regionale\n16 maggio 1975 n. 30, sono riaperti fino\nal 31 gennaio 1976.", '3': "La data << 30 settembre 1974 >>, di cui al 1º\ncomma dell' articolo 12 della Legge regionale 16\nmaggio 1975 n. 30, è sostituita dalla data << 30\nsettembre 1975 >>.", '4': "I termini, di cui all' art. 11, comma 1º, all' art.\n13, comma 1º, all' art. 20, comma 1º, all' art. 23,\ncomma 1º, all' art. 28, comma 1º, della Legge\nregionale 16 maggio 1975 n. 30, sono ridotti\nda trenta a quindici giorni.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti del 2º comma dell' art. 127\ndella Costituzione ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo a quello della sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicatanel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 11 dicembre 1975"} | null |
campania | 1,975 | 53 | null | {'1': 'La Regione Campania, in armonia con il proprio\nStatuto, si propone di sostenere attività \nagrituristiche allo scopo di integrare i redditi\ndegli operatori agricoli, di valorizzare i prodotti\ntipici delle diverse zone, di sviluppare rapporti\npiù frequenti fra città e campagna, nonchè di\nesaltare le tradizioni di cultura e folklore del\nmondo rurale.', '2': "Presso ciascuna Amministrazione Provinciale\ne Comunità Montana della Regione Campania è \nistituito l' Elenco degli operatori agrituristici.\nSono iscritti nell' elenco i conduttori di aziende\nagricole che, singolarmente o in forma associata,\nintendano valorizzare le specialità agrituristiche\ndelle aziende stesse.\nL' iscrizione nell' Elenco è decisa dall' apposita\nCommissione di cui al successivo art. 3, su domanda\ndegli interessati diretta al Presidente\ndell' Amministrazione provinciale o al Presidente\ndella Comunità montana a seconda che l'\nazienda ricada in zone esterne a quelle delle\nComunità montane oppure in zone montane,\ne fatte salve le norme relative alle eventuali concessioni\ne licenze del caso.\nNella domanda deve essere specificata l' attività \nagrituristica che si intende svolgere, indicando\nanche i requisiti che l' azienda possiede\nallo scopo.", '3': "La Commissione per la tenuta dell' elenco degli\noperatori agrituristici è istituita con provvedimentodella Giunta provinciale o della Giunta\nesecutiva della Comunità Montana ed è composta\nda un Consigliere provinciale o da un\nConsigliere di Comunità montana che la presiede\ne da sei esperti di cui tre su proposta\ndegli enti provinciali del turismo e tre su proposta\ndelle associazioni di categoria della zona.\nLa Commissione rilascia agli operatori iscritti\nnell' Elenco un certificato di operatore agrituristico\nnel quale risultano indicati, in particolare,\nil tipo di attività , i limiti e le modalità di esercizio\ndella stessa.", '4': "Gli operatori agrituristici possono:\na) beneficiare di contributi in conto capitale\ndi cui al successivo art. 6;\nb) godere delle attività promozionali e di\npropaganda svolte dalle Amministrazioni provinciali,\ndalle Comunità montane e da altri\nEnti o Associazioni.\nL' operatore turistico ha l' obbligo:\na) di esporre al pubblico il certificato di\niscrizione nell' apposito elenco;\nb) di praticare l' agriturismo nei limiti e\ncon le modalità indicate nel certificato stesso.", '5': "L' operatore agrituristico che per qualsiasi motivo\nvenga meno agli obblighi di cui al precedente\narticolo 4 o del quale si accerti la perdita\ndei requisiti, è cancellato dall' Elenco con provvedimento\ndella Giunta provinciale o della Comunità \nmontana che lo adotta sentita la Commissione\ndi cui all' art. 3 o su proposta della\nstessa.\nLa cancellazione dall' Elenco comporta l' obbligo\ndella restituzione dei contributi di cui al successivo\nart. 6 sempre che la stessa sia disposta\nentro e non oltre cinque anni dall' avvenuta erogazione.", '6': "Agli operatori iscritti nell' Elenco, le Giunte\nprovinciali e le Giunte esecutive delle Comunità \nmontane sono autorizzate a concedere contributi\nin conto capitale per le seguenti iniziative;\na) sistemazione ed arredamento di stanze\no di alloggi da destinarsi all' utilizzo turistico;\nnonchè il miglioramento delle opere igienico -\nsanitarie, termiche, idriche e telefoniche;\nb) sistemazione ed arredamento dei fabbricati\naziendali o sociali e dei locali e relative attrezzature\nper la vendita al dettaglio o per il\nconsumo in loco dei prodotti propri dell' azienda.\nI contributi di cui al precedente comma non\nsono cumulabili con altri analoghi benefici erogati\ndall' intervento pubblico e sono concessi di\npreferenza ai coltivatori diretti, mezzadri, colonie affittuari, singoli o associati.\nAi Comuni ed alle Associazioni di operatori\nagrituristici possono essere concessi contributi\nper l' attività di promozione e di propaganda\ndelle iniziative agrituristiche, per corsi di addestramento\ned aggiornamento professionale\nnonchè per la realizzazione di impianti ed attrezzature\nper il tempo libero ubicati in zone\nrurali a servizio anche delle famiglie insediate\nin case sparse o in borgate.", '7': "I contributi di cui alla lettera a) del precedente\narticolo 6 sono determinati nella misura\ndi L. 600.000 per ogni posto letto realizzato e\nfino ad un massimo di 10 posti letto.\nI contributi di cui alla lettera b) possono essere\nconcessi nella misura massima del 60%\ndella spesa ammissibile e comunque non oltre\nl' importo di L. 3.000.000.\nNei territori classificati montani ai sensi della\nlegge 25 luglio 1952, n. 991, o di particolare depressione\neconomica ai sensi dell' art. 7 lettera\nc) della legge 26 giugno 1965, n. 717, la misura\ndel contributo indicata nei precedenti commi è \nelevata rispettivamente a Lire 700.000 per posto\nletto ed al 75% della spesa ammissibile.\nLa misura del contributo per le iniziative di\ncui all' ultimo comma dell' art. 6 non può superare\nil 50% della spesa preventivata.", '8': "Le domande di contributo di cui all' art. 6 indirizzate\nrispettivamente al Presidente delle\nAmministrazioni provinciali ed ai Presidenti delle\nComunità montane, devono essere corredate:\na) per le opere di cui alla lettera a) del preventivo\ndi spesa accompagnato da una relazione\ntecnico - economica;\nb) per le opere di cui alla lettera b) da un\nprogetto esecutivo accompagnato da relazione\ntecnico - economica;\nc) per le iniziative di cui all' ultimo comma\ndell' art. 6, da una relazione illustrativa del programma\ndi attività con il relativo preventivo di\nspesa.", '9': "La erogazione dei contributi potrà essere disposta\nin via anticipata nei limiti del 70% dell'\nammontare.\nPer la rimanente quota la erogazione avverrà \nprevio accertamento della realizzazione delle\niniziative ammesse a contributo.\nIn caso di mancata o parziale realizzazione\ndelle iniziative, la Giunta provinciale o la Giunta\nesecutiva delle Comunità montane delibera il\nrecupero totale o parziale delle somme erogate.", '10': '\nLe Amministrazioni provinciali e le Comunità \nmontane possono delimitare zone agrituristiche\nda valorizzare in modo unitario ed integrato,\nanche su proposta di consorzi intercomunali,\nassociazioni ed enti operanti nel settore.\nPer ciascuna delle zone di cui al precedente\ncomma viene elaborato un programma di interventi\nche deve essere eseguito da consorzi intercomunali,\nenti od associazioni operanti nel settore.', '11': "\nLe Amministrazioni provinciali e le Comunità \nmontane entro il 30 settembre di ogni anno formulano\nil programma degli interventi per le iniziative\nindicate nei precedenti articoli 6 e 10\nper l' anno successivo.\nI programmi sono inviati per l' approvazione\nalla Giunta regionale.\nL' approvazione è disposta sentita la competente\nCommissione permanente del Consiglio\nregionale.\nCon lo stesso provvedimento di approvazione\nè disposto l' accreditamento alle Amministrazioni\nprovinciali ed alle Comunità montane dei\nfondi necessari per la realizzazione dei programmi\nstessi.\nGli Enti indicati nel precedente comma iscriveranno\nle somme erogate nelle contabilità speciali\ndei propri bilanci.", '12': "\nEntro il 31 marzo di ogni anno le Amministrazioni\nprovinciali e le Comunità montane inviano\nalla Regione il rendiconto economico - finanziario\ndei fondi assegnati, unitamente ad una\nrelazione sull' attività svolta e sulle esigenze future.", '13': "\nAllo scopo di salvaguardare l' agrumicoltura\ndella penisola sorrentina e delle isole, la Giunta\nregionale è autorizzata a concedere alle aziende\nagricole ricadenti nelle zone predette che intendono\nprocedere alla sostituzione delle piante di\nlimone colpite dal mal secco o da marciume\nradicale, un contributo << una tantum >> di L. 10.000\nper ogni pianta sostituita elevabile a L. 15.000\nquando le aziende sono condotte da coltivatori\ndiretti.\nLa Giunta regionale è altresì autorizzata a\nconcedere a favore di cooperative di produttori\nun contributo a fondo perduto del 30% della\nspesa ritenuta ammissibile per la lotta ai parassiti\nanimali e vegetali delle colture agrumarie\nricadenti nei territori indicati nei precedenti\ncommi.\nI benefici previsti dal presente articolo possono\nessere concessi anche per le opere e le iniziativevolte alla tutela ed alla salvaguardia di\naltre colture arboree ritenute di particolare valore\npaesistico o di interesse agrituristico nei\npiani urbanistici comprensoriali o nei piani zonali\ndi sviluppo agricolo.\nLe domande intese ad ottenere il beneficio di\ncui al presente articolo vanno presentate agli\nIspettorati provinciali dell' Agricoltura competenti\nper territori.", '14': "\nPer l' attuazione della presente legge a partire\ndall' esercizio finanziario in corso è autorizzata\nuna spesa annua di Lire 100.000.000 così ripartita:\na) L. 80.000.000 per gli interventi indicati\nnei precedenti articoli 6 e 10;\nb) L. 20.000.000 per gli interventi indicati\nnel precedente articolo 13.\nLa somma complessiva di L. 100.000.000 farà \ncarico al capitolo 2910 del Bilancio di previsione\ncon prelevamento dal Capitolo 3353 che pertanto\nrisulta ridotto di L. 100.000.000.\nPer gli esercizi finanziari successivi gli stanziamenti\nsaranno previsti in appositi capitoli di\nspesa dei bilanci di previsione.\nLe somme non utilizzate nell' anno per cui\nsono state stanziate possono essere utilizzate\nnell' anno successivo.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 52 | null | {'1': "Allo scopo di incentivare la costruzione di\nimpianti ricettivi alberghieri ed extralberghieri\ne di impianti turistici complementari e di migliorare\nquelli esistenti, onde qualificare maggiormente\nl' offerta turistica della Campania, l'\nAmministrazione regionale è autorizzata ad erogare\ncontributi in conto capitale ad Enti pubblici\ne ad operatori privati nei limiti e secondo\nle procedure di cui agli articoli seguenti.", '2': "Per le opere di ristrutturazione, ammodernamento,\nmiglioramento, ampliamento di alberghi,\nescluso quelli classificati di lusso, di pensioni,\nlocande, villaggi turistici, autostelli, aziende della\nristorazione, campeggi, case per ferie, alberghi\nper la gioventù , rifugi montani, stabilimenti\ntermali e balneari, nonchè per opere di trasformazione\ne adattamento di immobile preesistente\nad uso di albergo, pensione, casa per ferie, albergo\nper la gioventù , rifugio montano e azienda\ndella ristorazione, la Regione concede agli operatori\nturistici di cui all' art. 1 un contributo in\nconto capitale fino ad un massimo del 15% sull'\nintero capitale impiegato.", '3': "Per la costruzione, la realizzazione e la ristrutturazione\ndi immobili destinati alla ristorazione,di campeggi, di villaggi turistici, di case per ferie,\ndi alberghi della gioventù , di rifugi montani,\ndi stabilimenti termali e balneari, di opere, servizi\ned impianti turistici complementari, compresi\nimpianti sportivi e ricreativi o comunque,\natti a favorire ed incrementare lo sviluppo del\nturismo, la Regione concede agli operatori turistici\ndi cui all' art. 1 un contributo in conto capitale\nfino ad un massimo del 15% dell' intero capitale\nimpiegato.", '4': "Per le opere di arredamento e rinnovo di arredamento\ndi alberghi, esclusi quelli classificati\ndi lusso, pensioni, locande, villaggi turistici,\nautostelli, ostelli per la gioventù , campeggi, case\nper ferie, rifugi montani e aziende della ristorazione,\nstabilimenti balenari e termali, la Regione\nconcede agli operatori turistici di cui all' articolo\n1 un contributo in conto capitale fino ad un\nmassimo del 25% sull' intero capitale impiegato.", '5': "Per gli alberghi di terza e quarta categoria,\nle pensioni di seconda e terza categoria e per gli\nesercizi ricettivi classificati locande, attrezzature\nvillaggistiche delle associazioni democratiche del\ntempo libero e di associazioni sindacali o professionali,\naderenti ad Enti a carattere nazionale,\nche presentino progetti di ristrutturazione\ned ammodernamento di cui al precedente articolo\n2, viene concesso un contributo aggiuntivo\ndel 30% se tali progetti prevedono il potenziamento\ndei servizi igienici fino al raggiungimento\nminimo dell' 80% rispetto al numero delle camere\no posti letto.", '6': 'Le opere di cui ai precedenti articoli 2, 3, 4 e 5\nse realizzate nei territori montani di cui alla\nlegge 25 luglio 1953, n. 991 e successive modificazioni,\npotranno godere di un contributo aggiuntivo\ndel 10%.', '7': 'Quando le iniziative di cui ai precedenti articoli\n2, 3, 4, 5 e 6, siano assunte totalmente o\nprevalentemente da Enti pubblici, il contributo\nprevisto può essere aumentato del 50%.', '8': "Alle Comunità Montane e ai Comuni singolarmente\no in forma associata la Regione rimborsa\nil cento per cento della somma erogata per la\nacquisizione o l' esproprio, a termini di legge, del\nsuolo da destinare in concessione ad Associazioni\nturistiche, sindacali e del tempo libero,\nsenza scopo di lucro, aderenti ad organizzazioni\na carattere nazionale che intendano realizzare\nle opere di cui ai precedenti articoli 2, 3, 4 e 5.Le aree da acquisire o da espropriare a termini\ndi legge debbono essere previste negli strumenti\nurbanistici comunali generali o parziali,\nspecialmente nella pratica attuazione di quanto\nprevisto dalla legislazione in materia.\nQuando la richiesta viene avanzata da più \nComuni comunque associati, l' acquisizione o l'\nesproprio delle aree di cui al precedente comma\ndeve riguardare aree con termini che nell' insieme\nevidenzino un comprensorio intercomunale\na fini turistici o di protezione dell' ambiente.", '9': "I contributi di cui ai precedenti articoli sono\ncorrisposti ai soggetti beneficiari in un' unica\nsoluzione previo accertamento dell' effettiva esecuzione\ndelle opere, degli impianti e della relativa\nspesa.\nTale controllo è effettuato dall' Assessorato per\nil Turismo.", '10': "\nGli interessati alle concessioni di cui sopra\ndovranno presentare apposita domanda diretta\nal Presidente della Giunta regionale, corredata\ndel progetto di massima dell' opera, del preventivo\ndi spesa e di una relazione tecnica e, per i\nlavori di arredamento e rinnovo di arredamento,\nda una relazione tecnica illustrativa accompagnata\ndalle copie delle relative fatture, nonchè \ndelle dichiarazioni del richiedente che per la\nmedesima opera non abbia usufruito di altro\ncontributo da parte di Enti pubblici, dell' atto\ndi acquisto o di espropriazione del terreno e\ndell' atto di concessione agli Enti di cui al precedente\narticolo 8.\nLe domande e la documentazione allegata dovranno\nessere presentate tramite gli Enti provinciali\nper il Turismo entro la cui giurisdizione\nterritoriale si prevede l' esecuzione dell'\nopera.\nGli Enti, nel trasmettere la domanda alla Regione,\ndovranno far pervenire una prima sommaria\nrelazione con il proprio motivato parere.", '11': "\nI contributi sono concessi con provvedimenti\ndella Giunta Regionale della Campania, previo\nparere di una Commissione, nominata con decreto\ndel Presidente della Giunta, e composta:\n- dall' Assessore regionale per il Turismo che\nla convoca e la presiede;\n- dall' Assessore reginale all' Urbanistica o da\nun suo delegato;\n- dall' Assessore regionale alla Programmazione\no da un suo delegato;\n- da un rappresentante degli Enti provinciali\nper il Turismo della Regione;-da un rappresentante dell' Associazione regionale\nalbergatori;\n- da un rappresentante dell' Associazione regionale\nPubblici Esercizi;\n- da un rappresentante dell' Associazione regionale\nagenzie di viaggio;\n- da un rappresentante delle Camere di Commercio\ndella Regione;\n- da un rappresentante di organizzazioni operanti\nnel territorio regionale, senza fini di lucro,\nper lo sviluppo del Turismo dei giovani e dei\nlavoratori.\nLe funzioni di segretario sono espletate da un\nfunzionario dell' Assessorato regionale per il Turismo.", '12': "\nDel provvedimento di Giunta è data comunicazione\nai richiedenti che entro i successivi sessanta\ngiorni devono presentare, a pena di decadenza,\nagli Uffici dell' Assessorato al Turismo:\na) il progetto esecutivo dell' opera ammessa\nal contributo;\nb) il consuntivo di spesa;\nc) gli adempimenti amministrativi e le licenze\nvarie necessari all' esecuzione dell' opera.\nSulla base di tale documentazione e delle\nrisultanze dell' accertamento dell' effettiva esecuzione\ndelle opere e degli impianti e della spesa\nrelativa da parte dell' Assessorato per il Turismo\nai sensi del precedente articolo 9, e previa acquisizione\ndella documentazione relativa al vincolo\ndi destinazione di cui al successivo articolo 14,\nil Presidente della Giunta regionale dispone, su\nconforme deliberazione della Giunta stessa, con\nproprio decreto, l' assegnazione del contributo\ned il relativo pagamento in unica soluzione.", '13': "\nIl contributo concesso deve essere proporzionalmente\nridotto, con decreto del Presidente\ndella Giunta Regionale, su conforme delibera\ndella Giunta stessa, qualora, in sede di collaudo,\nvenga accertata una diminuzione della spesa\nammissibile.\nCon le stesse forme la concessione può essere\nrevocata:\na) quando l' opera o l' iniziativa non venga\nrealizzata conformemente al progetto;\nb) quando vengono riscontrate irregolarità \ncontabili nell' accertamento della spesa;\nc) qualora, prima che siano trascorsi gli\nanni previsti per il vincolo alberghiero, venga\nmutata la destinazione del bene o vengano apportate\nad esso modificazioni di struttura, senza\npreventiva autorizzazione del Presidente della\nGiunta Regionale;\nd) qualora, la dichiarazione fatta dal beneficiarioai sensi del secondo comma dell' articolo\n10, risulti non vera o inesatta, comunque, in\nogni caso di accertata violazione del divieto di\ncui all' articolo 14.\nLa revoca del contributo comporta il recupero\ndella somma erogata ai sensi del RD 14 aprile\n1910, n. 639.", '14': "\nGli immobili oggetto dei contributi previsti\ndalla presente legge sono vincolati alla destinazione\nindicata nel decreto di assegnazione per un\nperiodo di dieci anni a partire dalla data del\ndecreto stesso.\nIl vincolo è reso pubblico mediante trascrizione\na cura e spese del beneficiario presso\nl' Ufficio dei Registri immobiliari.\nLe disposizioni del primo e secondo comma\ndel presente articolo non si applicano nel caso\ndi contributi per l' arredamento e rinnovo dell'\narredamento.\nAllorchè i beneficiari dei contributi previsti\ndalla presente legge siano Enti pubblici o organismi\nche operano senza scopo di lucro, ai fini\nsociali, è sufficiente, ai fini del vincolo di destinazione,\nl' obbligo espresso in tal senso nella\ndomanda di concessione di contributo. Il Presidente\ndella Giunta Regionale, su conforme decisione\ndella Giunta medesima, può autorizzare\nla cancellazione del vincolo quando si accerti\nl' impossibilità della destinazione o la non convenienza\ndi essa e sempre dietro rimborso della\nsomma residua proporzionale agli anni di vincolo.", '15': "\nPossono essere ammesse ai benefici della presente\nlegge:\n1) tutte le opere iniziate dopo il 1º aprile\n1972;\n2) tutte le opere per le quali sia stata presentata\ndomanda al Ministero del Turismo e\ndello Spettacolo per la concessione delle provvidenze\npreviste dalla Legge 12 marzo 1968,\nn. 326, purchè le provvidenze stesse non siano\nstate concesse; per queste ultime opere gli interessati\ndovranno produrre nuova istanza volta\nad ottenere le provvidenze di cui agli articoli\n2, 3, 4, 5, 6, 7 e 9 della presente legge, utilizzando\nla documentazione eventualmente già prodotta,\npurchè ancora efficace all' atto della nuova presentazione\nda effettuarsi entro e non oltre novanta\ngiorni dalla data della sua entrata in\nvigore.", '16': "\nAll' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, stabilito in lire 2 miliardi per il\n1975 si farà fronte con apposito stanziamentoda iscriversi al Capitolo 2908 -Titolo II -Sezione\nIX del Bilancio di previsione per l' anno\nfinanziario 1975, alla copertura del quale si provvederà \ncon il ricavo di un mutuo che sarà \nassunto ai sensi della legge regionale:\n<< Piano di interventi regionali di emergenza per\nl' anno finanziario 1975 >>.\nIl Presidente della Giunta regionale è autorizzato\nad apportare, con proprio decreto, su conforme\ndeliberazione della Giunta medesima, le\noccorrenti variazioni al bilancio.", '17': '\nLe agevolazioni previste dalla presente legge\ne quelle previste dal DPR 30 giugno 1967,\nn. 1523, per le iniziative turistiche alberghiere e\nper opere, impianti e servizi complementari non\nsono tra loro cumulabili.', '18': "\nLe domande presentate dagli operatori turistici\nai sensi della precedente normativa possono\nessere riesaminate secondo le modalità e\nper le tipologie previste dalla presente modifica\npurchè gli stessi, entro 90 giorni dalla sua entrata\nin vigore, ne facciano richiesta al Presidente\ndella Giunta Regionale tramite l' Ente\nprovinciale per il Turismo competente per territorio,\nutilizzando la documentazione già presentata,\npurchè ancora valida.", '19': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, comma II, della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 2 | null | {'1': "La Regione esercita le funzioni amministrative\nin materia di assistenza scolastica attuando\no promuovendo iniziative intese, nel rispetto\ndelle competenze dello Stato, a rendere pieno\ned effettivo il diritto allo studio, ad assicurare,\nper quanto possibile, la destinazione collettiva\ndegli interventi, a realizzare l' educazione permanente\ned a favorire la scuola a tempo pieno\nnonchè la gestione sociale della scuola.", '2': "Iniziative e strutture di promozione culturale\nAd integrazione del sistema scolastico istituzionale,\nla Regione, nell' intento di sviluppare\nun servizio educativo che coinvolga ed interessi\nl' intera comunità e consenta la formazione integrale\ndel cittadino:\na) predispone, mediante l' uso di opportuni\nstrumenti, un servizio di indagine, raccolta ed\nelaborazione di dati, ricerca e documentazione\nsulle istituzioni educative;\nb) promuove, nell' ambito delle proprie competenze\ne d' intesa con i competenti organi dello\nStato, studi e ricerche sui problemi della programmazione\neducativa e della sperimentazione\ne innovazione didattica; organizza, altresì , l' aggiornamento\ndegli operatori socio - educativi destinati\nall' esercizio delle funzioni di cui alla\npresente legge;\nc) realizza un adeguato sistema di strutture\nculturali e le coordina nell' ambito dei distretti\nscolastici con quelle già esistenti;\nd) istituisce nuove attività formative extrascolasticheaventi lo scopo di neutralizzare l' analfabetismo\ndi ritorno e consentire un dinamico\naggiornamento culturale e professionale di tutti\ni cittadini;\ne) attua programmi interdistrettuali per lo\nscambio e la soluzione di problemi comuni nel\nsettore didattico e formativo;\nf) promuove e favorisce, per l' attuazione\ndell' educazione permanente, l' istituzione, nell'\nambito del sistema distrettuale, di centri educativi\npolivalenti ad uso dell' intera collettività ;\ng) favorisce lo sviluppo e la diffusione, nell'\nambito del sistema distrettuale scolastico, dei\nCentri di servizi culturali e sociali trasferiti, ai\nsensi della legge 6 ottobre 1971, n. 853, alla\nRegione o comunque da questa istituiti secondo\ncriteri di dislocazione distrettuale.", '3': "Dotazioni didattiche\nAl fine di assicurare il diritto allo studio,\nla Regione:\na) provvede alla fornitura di pubblicazioni\nper biblioteche di classe, di circolo e di istituto\ne di altro materiale didattico di uso collettivo,\nnonchè di pubblicazioni e di materiale didattico\ndi uso individuale per gli alunni della scuola\nmedia dell' obbligo e degli istituti professionali\nche versino in condizioni di disagio economico;\nb) integra la dotazione delle biblioteche di\nclasse e di istituto nonchè provvede a dotare\ngli alunni che versino in condizioni di disagio\neconomico e che frequentino le scuole ed istituti\ndi istruzione secondaria superiore ed artistica\no altri istituti legalmente riconosciuti dallo\nStato, degli strumenti e materiale didattici necessari;\nc) assicura, in ogni caso, l' uso generalizzato\ne gratuito dei libri di testo, attuando un sistema\nbibliotecario pubblico con articolazioni specializzate\nper istituto ed utilizzando le strutture\ndi pubblica lettura presso i Centri di servizi\nculturali e sociali di cui alla lettera g) dell' art. 2.", '4': "Interventi per la scuola a tempo pieno\ne per il servizio di mensa\nLa Regione riconosce come obiettivo prioritario\ne favorisce, per quanto di sua competenza,\nl' organizzazione e la progressiva estensione\ndella scuola a tempo pieno, incrementandone i\nrelativi servizi ed ogni connessa attività culturale\ne ricreativa, con particolare riferimento alle\nattività motorie nella scuola dell' obbligo.\nSecondo i criteri di ripartizione fissati nel\npiano annuale di intervento per l' attuazione del\ndiritto allo studio, di cui al successivo art. 12,\nla Regione attua interventi per il servizio dimense in favore degli alunni delle scuole materne,\ndella scuola dell' obbligo e degli istituti professionali.\nNei limiti degli stanziamenti di bilancio e con\ni criteri di cui al comma precedente, gli interventi\nper il servizio di mensa possono essere\nestesi in favore degli alunni delle scuole ed istituti\ndi istruzione secondaria superiore ed artistica\nstatali od autorizzati a rilasciare titoli di\nstudio riconosciuti dallo Stato.", '5': "Trasporto alunni\nPer ogni esercizio scolastico e secondo i criteri\nfissati dal piano annuale di finanziamento la\nRegione spiega interventi per assicurare e razionalizzare\nil trasporto gratuito, ivi compresi l'\neventuale acquisto di appositi automezzi ed i\nrelativi oneri assicurativi, in favore degli alunni\ndella scuola materna, della scuola di obbligo\ne degli istituti professionali.\nAllo scopo di rendere quanto più organico e\ngeneralizzato detto servizio, in mdoo da poterlo\nestendere agli alunni delle scuole di altro ordine\ne grado, la Regione coordina i suoi interventi\ncon quelli degli Enti locali e delle aziende pubbliche\ndi trasporto, in conformità dei criteri\nadottati dal piano annuale.\nNei casi in cui non sia possibile assicurare\norganici servizi di trasporto, la Regione provvede,\nin favore degli alunni che versino in condizioni\ndi disagio economico, con un contributo\nsulle spese di viaggio, effettuato dal luogo di\nresidenza abituale alla sede della scuola.", '6': "Case dello studente\nLa Regione realizza o favorisce, d' intesa con\ngli Enti locali, la costruzione di Case dello Studente,\nallo scopo di rendere possibile l' esercizio\ndel diritto allo studio agli alunni che versino\nin disagiate condizioni economiche, residenti in\nlocalità diverse e distanti dalla sede della scuola,\nladdove questa non sia agevolmente raggiungibile\nmediante i normali servizi di trasporto.\nLa Regione, nelle more di tempo che intercorreranno\nper la costruzione e la gestione diretta\ndi << Case dello Studente >>, spiega interventi per\nl' alloggio degli alunni di cui al comma precedente\nsotto forma di posti gratuiti o semigratuiti\nin convitto o pensionati.", '7': "Assistenza sociale e medico - psico - pedagogica\nNei limiti delle proprie competenze, la Regione\nprogramma ed attua interventi a favore dell'\ninfanzia e dei giovani in età scolare, istituendo\nservizi di assistenza sociale e medico - psico - pedagogica\ne di orientamento scolastico e professionalein collaborazione con i Consigli di classe\ne con i centri sociali di cui alla lettera g) dell'\narticolo 2.\nPer il conseguimento degli scopi di cui innanzi,\nsono istituiti annualmente corsi di formazione,\naggiornamento e riqualificazione degli operatori\npreposti o da preporre ai relativi servizi,\ne viene realizzato un apposito servizio di assistenza\nsociale.", '8': 'Borse di studio\nLa Regione conferisce ogni anno borse di studio\nagli alunni capaci e meritevoli in disagiate\ncondizioni economiche, che frequentano istituti\ndi istruzione secondaria di II grado ed artistica,\nstatali o autorizzati a rilasciare titoli di studio\nriconosciuti dallo Stato.\nFino a quando non sia diversamente provveduto\nin via legislativa, il conferimento delle borse\ndi studio di cui innanzi è disciplinato dalla\nlegge regionale 3 luglio 1973, n. 14.', '9': "Corsi per lavoratori studenti\nLa Regione collabora, a mezzo dell' Assessore\ndel ramo, con i competenti organi scolastici al\ncoordinamento regionale dei corsi speciali di\nscuola media per lavoratori che usufruiscano,\nin forza di contratti collettivi o di leggi dello\nStato, di ore lavorative retribuite da destinare\nal completamento del ciclo dell' obbligo scolastico.\nA tal fine, ove i corsi predetti non siano sufficienti\na soddisfare le esigenze locali e le richieste\ndi iscrizione da parte degli aventi diritto,\nla Regione integra con propri finanziamenti\nquelli dello Stato, al fine di consentire l' istituzione,\nnell' ambito del programma ministeriale,\ndi nuovi corsi speciali distribuiti per le cinque\nprovince della Campania in misura proporzionale\nalle domande, alle condizioni locali di sviluppo\neconomico ed ai livelli occupazionali, d' intesa\ncon le autorità scolastiche competenti e con\nle organizzazioni sindacali.\nAi corsi finanziati dalla Regione, limitatamente\nalle disponibilità risultanti dalla prioritaria\npartecipazione degli aventi diritto, potranno partecipare\nanche lavoratori disoccupati. Per questi\ncorsi la Regione si fa carico degli interventi\nprevisti dall' art. 3 della presente legge.", '10': "\nAltri interventi\nPer facilitare agli alunni meritevoli ed appartenenti\na famiglie di disagiate condizioni economiche\nla partecipazione a concorsi, premi, saggi\nculturali e a borse di studio diverse da\nquelle di cui all' articolo 8, indetti nelle scuolesu temi di interesse sociale, letterario, professionale,\nstorico o scientifico, la Regione concede\ncontributi nei limiti e secondo le prescrizioni\ndel piano annuale di intervento.", '11': "\nLe condizioni per il riconoscimento dello stato\ndi bisogno, o comunque di disagio economico,\nper i casi indicati nella presente legge\nsono determinati, con riferimento al reddito\nmedio nazionale pro - capite, nel piano regionale\nannuale di intervento di cui all' art. 12,\ntenuto conto del reddito del nucleo familiare\ne del numero e dell' età dei componenti.", '12': "\nDelega delle funzioni\nL' esercizio delle funzioni di cui alla presente\nlegge è delegato dalla Regione ai distretti scolastici\nche lo svolgeranno anche in attuazione\ndell' art. 7, IV comma, della legge dello Stato\n30 luglio 1973, n. 477 e dell' art. 12 del DPR\n31 maggio 1974, n. 416.\nI distretti scolastici adempiranno, nell' ambito\ndei rispettivi comprensori, individuati a\nmente del primo comma dell' art. 7 della legge\n30 luglio 1973, n. 477, alle funzioni amministrative\ndelegate od affidate a mezzo del Comune o\ndei Comuni rientranti nel territorio di competenza,\nnonchè dei Patronati scolastici ovvero\ndi altre unità operative locali che potranno essere\nistituite dai loro organi rappresentativi e\ngestionali, in modo da assicurare la più ampia\npartecipazione delle forze espressive delle comunità \nlocali.", '13': "\nPoteri del Consiglio Regionale\nIl Consiglio Regionale, con propria deliberazione\nresa entro il 31 luglio, approva il piano\nregionale di intervento per l' attuazione del diritto\nallo studio ed i criteri generali relativi\nalla ripartizione su base distrettuale dei finanziamenti\ned all' erogazione degli stessi tenendo\nconto della popolazione scolastica e delle condizioni\nsocio - economiche del territorio di ciascun\ndistretto.\nCon la stessa deliberazione il Consiglio Regionale\nfissa, altresì , gli indirizzi di massima\nper l' esercizio delle attività delegate, il regolamento\ndei relativi oneri e gli obiettivi che gli\nEnti destinatari devono concorrere a perseguire\nnel rispetto della legislazione regionale e nel\nquadro della programmazione regionale.\nIl Consiglio Regionale determina, in particolare,\nle direttive perchè l' assolvimento delle\nfunzioni delegate avvenga in modo da garantire\nla destinazione collettiva degli interventi ela gestione sociale della scuola e che sia attuata,\nattraverso adeguate forme di consultazione democratica,\nla più larga partecipazione alle scelte\ndi politica educativa.", '14': "\nPoteri della Giunta Regionale\nLa Giunta regionale predispone entro il 30\ngiugno il piano regionale di intervento per l' attuazione\ndel diritto allo studio e lo propone al\nConsiglio che lo approva nel termine previsto\ndal precedente articolo e provvede all' assegnazione\ndei relativi finanziamenti agli Enti delegati.\nLa Giunta regionale vigila in ordine al puntuale\nassolvimento delle attività nelle materie\ndelegate, in conformità della legge e delle direttive\nindicate dal Consiglio regionale.\nGli Enti delegati trasmettono annualmente,\nentro il 31 gennaio, alla Giunta regionale una\nrelazione, con allegati i prospetti di informazione\nstatistica, sui risultati conseguiti nell' esercizio\ndelle funzioni delegate nonchè il relativo\nrendiconto.\nLa Giunta presenta annualmente al Consiglio\nregionale una relazione contenente dati informativi,\ncontabili e statistici sull' esercizio delle\nfunzioni delegate.", '15': "\nPatronati scolastici\ne Consorzi provinciali di patronati\nFino alla entrata in funzione dei distretti scolastici\ne dei relativi organi rappresentativi, sono\nprorogate le attuali funzioni assegnate dalle\nleggi dello Stato ai Patronati scolastici ed ai\nConsorzi provinciali dei Patronati scolastici, in\nquanto compatibili con le disposizioni della presente\nlegge.\nI poteri già attribuiti agli organi centrali e\nperiferici dello Stato nei confronti degli Enti\ndi cui al comma precedente sono devoluti alla\nGiunta regionale, che li esercita a mezzo dell'\nAssessore al ramo.\nIl Presidente della Giunta regionale, su conforme\ndeliberazione della Giunta stessa, con\nproprio decreto provvede alla integrazione degli\norgani collegiali dei Patronati e dei Consorzi\nprovinciali ed, in caso di carenza degli\nstessi, alla nomina di un Commissario straordinario\nper la durata massima di mesi 6.\nI relativi atti deliberativi verranno pubblicati\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nFino al termine di cui al 1º comma del presente\narticolo sono prorogate le attuali funzioni\ndelle Commissioni Tutorie sugli atti dei\nPatronati scolastici e dei Consorzi di Patronati,\nintegrate da un rappresentante della Regionedesignato dalla Giunta su proposta dell' Assessore\nal ramo.", '16': "\nPersonale insegnante dei Patronati scolastici\ne di Consorzi provinciali\nGli insegnanti elementari di ruolo, già assegnati,\nai sensi della Legge 3 dicembre 1967, n.\n1213, alle direzioni didattiche delle province\ncomprese nel territorio della regione per i servizi\nda svolgere presso i Patronati scolastici ed\ni Consorzi provinciali dei patronati scolastici,\npossono avanzare la richiesta di trasferimento\nalla Regione di cui al 2º comma dell' art. 6 del\nDPR 14 gennaio 1972, n. 3, entro l' anno 1974-\n1975.\nE' data facoltà agli insegnanti che si trovano\nnelle condizioni di cui al presente articolo\ne che attualmente sono in aspettativa politica\ndi avanzare richiesta di trasferimento alla Regione\ndi cui al 2º comma dell' art. 6 del DPR\n14 gennaio 1972, n. 3, entro tre mesi dalla fine\ndel mandato politico.", '17': "\nOnere finanziario\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, ivi compreso quello relativo alle\nspese sostenute dagli Enti incaricati delle funzioni\ndelegate, è stabilito, per l' anno scolastico\n1974- 75, in Lire 11 miliardi e 900 milioni ed in\nLire 12 miliardi per l' anno scolastico 1975- 76.\nDetto onere è ripartito: per Lire 900 milioni\na carico del bilancio 1974 e graverà per\nLire 50 milioni sul cap. 1677, per Lire 5 milioni\nsul cap. 1678, per Lire 150 milioni sul cap. 1721,\nper Lire 150 milioni sul cap. 1722, per Lire 500\nmilioni sul cap. 1725 e per Lire 45 milioni sul\ncap. 1727 del bilancio della Regione per l' anno\n1974; per Lire 12 miliardi a carico del bilancio\n1975 e per Lire 11 miliardi a carico del bilancio\n1976, che graveranno sui capitoli corrispondenti\ndei bilanci della Regione per i rispettivi\nanni 1975 e 1976.\nLe spese per gli anni successivi verranno determinate\ncon appositi provvedimenti legislativi.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 13 gennaio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 3 | null | {'1': "L' articolo 9 della legge 3 aprile 1974, n. 14,\nè modificato nel modo seguente:\n<< La Giunta Regionale è autorizzata ad intervenire\nin casi di emergenza e di comprovata\nnecessità ed urgenza, e comunque in caso di\ninterruzione di pubblico servizio automobilistico,\nallo scopo di assicurare i collegamenti essenziali\nanche urbani.\nLa Giunta Regionale è autorizzata altresì ad\nintervenire, per un periodo massimo di mesi\ntre e nella misura della differenza tra gli introiti\ne le spese di puro esercizio, assumendo\na carico della Regione gli oneri relativi alla gestione\ndei servizi imposti, ai sensi dell' art. 23\ndella legge 28 settembre 1939, n. 1822, ad aziende\na totale partecipazione pubblica.\nLa Giunta Regionale è autorizzata a disporre\nil pagamento delle spese relative fino alla concorrenza\ndi L. 500 milioni per ciascun anno a\npartire dal 1º gennaio 1973 >>.", '2': "L' articolo 10 della legge regionale 3 aprile\n1974, n. 14, è modificato nel modo seguente:\n<< Sono escluse dal contributo di cui al precedente\narticolo 8 le imprese che, per effetto di\nprovvedimenti legislativi speciali, fruiscono di\ninterventi finanziari regionali, con i quali vengono\nassunti direttamente a carico della Regione\ngli oneri gravanti sugli enti interessati\nai sensi dello stesso articolo 23 della legge 28settembre 1939, n. 1822 >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 17 gennaio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 24 | null | {'1': 'La Regione Campania è autorizzata ad erogare\na favore della Fondazione << Villaggio dei\nRagazzi >> di Maddaloni, riconosciuta con Decreto\ndel Presidente della Regione n. 609 del\n5 febbraio 1975, un contributo annuo di 150\nmilioni.', '2': "Alla copertura dell' onere di cui al precedente\narticolo si provvede per il 1975 mediante riduzione\ndi pari ammontare dello stanziamento di\ncui al Capitolo 1896 - Titolo I - Sezione XIII dello\nstato di previsione della spesa per l' anno\nfinanziario 1975 << Fondo occorrente per far\nfronte ad oneri di natura corrente derivanti da\nprovvedimenti legislativi regionali in corso >> e\nmediante l' iscrizione della somma di Lire 150\nmilioni al Capitolo 1786 - Titolo I - Sezione\nXII - Rubrica n. 3 - Categoria IV, di nuova istituzione,\ndello stato di previsione medesimo con\nla seguente denominazione: << Contributo annuo\nalla Fondazione << Villaggio dei Ragazzi >> di Maddaloni,\na titolo di concorso nelle spese di gestione >>.\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per gli esercizi finanziari successivi\nfarà carico sugli appositi capitoli di bilancio.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, secondo comma, della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.La presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 25 | null | {'1': "Il referendum abrogativo e il referendum\nconsultivo, di cui agli articoli rispettivamente\n54 e 60 dello Statuto della Regione Campania,\nsono regolati dalle norme di cui alla presente\nlegge e sono proponibili nei seguenti casi:\n1) per l' abrogazione, totale o parziale, di\nleggi regionali, di regolamenti e di provvedimenti\namministrativi di interesse generale;\n2) per la istituzione di nuovi Comuni, la\nmodificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni\ndei Comuni;\n3) per la consultazione su questioni di particolare\ninteresse, sia generale che locale.", '2': "Il referendum non è proponibile per l' abrogazione\ntotale o parziale:\na) dello Statuto regionale;\nb) delle leggi tributarie;\nc) delle leggi di bilancio;\nd) delle leggi relative a mutui e prestiti.\nNon è altresì proponibile per l' abrogazione\ndei provvedimenti amministrativi di interesse\ngenerale riguardanti la mera esecuzione di norme\nlegislative e regolamentari emanate dalla\nRegione e di mera esecuzione delle delibere\nconsiliari.\nLe richieste di referendum vanno proposte\ntrascorsi trecentosessanta giorni dall' entrata in\nvigore del provvedimento legislativo o amministrativo,\ndi cui si chiede l' abrogazione totale o\nparziale.", '3': "l referendum abrogativo è indetto:\na) quando lo richiedano 50.000 elettori\niscritti nelle liste elettorali dei Comuni della\nRegione, per l' elezione della Camera dei Deputati;\nb) quando lo richiedano due Consigli provinciali\ndella Regione;\nc) quando lo richiedano uno o più Consigli\ncomunali della Regione che rappresentino non\nmeno di 50.000 elettori iscritti nelle liste elettorali\nper la elezione della Camera dei Deputati.\nIl referendum consultivo per la istituzione di\nnuovi Comuni, per la variazione delle circoscrizioni\ncomunali o per il mutamento delle denominazioni\nè deliberato dal Consiglio regionale\na maggioranza assoluta dei consiglieri in carica.\nIl referendum, previsto dal primo comma, numero\ntre, del precedente articolo 1, può essere\nrichiesto da un quinto dei consiglieri regionali\nassegnati alla Regione o dalla Giunta regionale\ncon deliberazione adottata a maggioranza assoluta\ndei suoi componenti.", '4': "Hanno diritto di partecipare al referendum\ni cittadini elettori per la Camera dei Deputati\nche siano iscritti:\na) nelle liste elettorali dei Comuni della\nRegione per il referendum abrogativo;\nb) nelle liste elettorali dei Comuni o del\nComune interessato per la istituzione dei nuovi\nComuni o per la variazione delle circoscrizioni\ncomunali e per il mutamento della denominazione\ndi Comuni;\nc) nelle liste elettorali dei Comuni della\nRegione per il referendum consultivo su questioni\ndi particolare interesse generale;\nd) nelle liste elettorali dei Comuni interessati\nper il referendum consultivo su questioni\ndi particolare interesse locale.\nSono altresì ammessi a partecipare al referendum\ni cittadini che, benchè non iscritti nelle\nliste elettorali dei Comuni della Regione, siano\nmuniti di una delle sentenze di cui all' articolo\n45 del Testo Unico 20 marzo 1967, n. 223.", '5': "Le richieste di referendum, per l' abrogazione\ntotale di leggi regionali, di regolamenti e di\nprovvedimenti amministrativi di interesse gegerale\ndevono essere corredate da una relazione\nillustrativa dei motivi che le giustificano e devono\ncontenere l' indicazione della legge o del\nregolamento o dell' atto amministrativo che si\nintende sottoporre all' abrogazione e, per le leggi\ne i regolamenti, deve altresì citarsi la data\ndella loro pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.Le richieste di referendum per l' abrogazione\nparziale devono essere corredate da una relazione\nillustrativa dei motivi che le giustificano e\ndevono contenere inoltre l' indicazione dell' articolo\no degli articoli sui quali il referendum sia\nrichiesto o l' indicazione del comma, nel quale\nultimo caso dovrà essere integralmente trascritto\nil testo letterale della parte per la quale si\npropone l' abrogazione.\nLe richieste di referendum per la istituzione\ndi nuovi Comuni, la modificazione delle circoscrizioni\ne delle denominazioni dei Comuni e\nper la consultazione su questioni di particolare\ninteresse, sia generale che locale, devono contenere\nelementi sufficienti per la formulazione dei\nquesiti di cui ai successivi articoli 28 e 32, in\nmodo che a questi si possa rispondere semplicemente\n<< SI >> o << NO >>.", '6': "Al fine di raccogliere le firme necessarie a\npromuovere la richiesta di referendum da parte\ndegli elettori, i promotori della raccolta, in numero\nnon inferiore a dieci, devono presentarsi,\nmuniti di certificati comprovanti la loro iscrizione\nnelle liste elettorali di un Comune della\nRegione, all' Ufficio di Presidenza del Consiglio\nregionale, che ne dà atto con verbale, copia del\nquale viene rilasciata ai promotori.\nDi ciascuna iniziativa è dato annuncio nel Bollettino\nUfficiale della Regione nel giorno successivo\na cura dell' Ufficio di Presidenza; in esso\nvengono riportate le indicazioni prescritte dalla\npresente legge per la identificazione della legge\no regolamento o atto di interesse generale di cui\nsi chiede l' abrogazione totale o parziale. La\nstessa comunicazione è fatta al Presidente della\nRegione e al Commissario del Governo; quest'\nultimo, accertato, attraverso la Prefettura, il\nnumero degli elettori, lo comunica all' Ufficio\ndi Presidenza del Consiglio regionale.\nPer la raccolta delle firme devono essere usati\nfogli di dimensioni uguali a quelli della carta\nbollata ciascuno dei quali deve contenere all'\ninizio di ogni facciata, a stampa o con stampigliatura,\nla dichiarazione della richiesta di referendum,\ncon le indicazioni prescritte dalla\npresente legge per la identificazione della legge\no regolamento o atto amministrativo che si intende\nabrogare totalmente o parzialmente.\nSuccessivamente alla pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione dell' annuncio di\ncui innanzi, i fogli previsti sopra devono essere\npresentati a cura dei promotori, o di qualsiasi\nelettore, all' Ufficio di Presidenza del Consiglio\nregionale o alle segreterie comunali. Il funzionariopreposto agli uffici suddetti appone ai\nfogli il bollo dell' Ufficio, la data e la firma e li\nrestituisce ai presentatori entro due giorni dalla\npresentazione.\nLa richiesta di referendum viene effettuata\ncon la firma da parte degli elettori dei fogli\ndi cui alle disposizioni precedenti.\nAccanto alle firme debbono essere indicati\nper esteso il nome, cognome, luogo e data di\nnascita del sottoscrittore e il Comune nelle cui\nliste elettorali questi è iscritto.\nLe firme stesse debbono essere autenticate\nda un Notaio o da un Cancelliere della Pretura\no del Tribunale nella cui circoscrizione è compreso\nil Comune dove è iscritto, nelle liste elettorali,\nl' elettore la cui firma è autenticata, ovvero\ndal giudice conciliatore o dal segretario\ndi detto Comune. L' autenticazione deve recare\nl' indicazione della data in cui avviene e può \nessere anche collettiva, foglio per foglio; in questo\ncaso, oltre alla data deve indicare il numero\ndi firme contenute nel foglio.\nIl pubblico ufficiale che procede alle autenticazioni\ndà atto della manifestazione di volontà \ndell' elettore analfabeta o comunque impedito\ndi apporre la propria firma.\nPer le prestazioni del Notaio, del Cancelliere,\ndel giudice conciliatore e del segretario comunale\nsono dovuti gli onorari come per le analoghe\nfunzioni per i referendum dello Stato.\nAlla richiesta di referendum debbono essere\nallegati i certificati, anche collettivi, dei Sindaci\ndei singoli Comuni, ai quali appartengono i sottoscrittori,\nche ne attestano le iscrizioni nelle\nliste elettorali dei Comuni medesimi. I Sindaci\ndebbono rilasciare tali certificati entro 48 ore\ndalla relativa richiesta.\nIl deposito presso l' Ufficio di Presidenza del\nConsiglio regionale di tutti i fogli contenenti\nle firme e dei certificati elettorali dei sottoscrittori\nvale come richiesta di referendum. Il deposito\ndeve essere effettuato da almeno tre dei\npromotori, i quali dichiarino all' Ufficio il numero\ndelle firme che appoggiano la richiesta.\nDel deposito, a cura dell' Ufficio, si dà atto\nmediante processo verbale, copia del quale viene\nrilasciata ai presentatori.", '7': "Al fine di promuovere la richiesta del referendum\nda parte di due Consigli provinciali o\nda parte dei Consigli comunali che rappresentano\nalmeno 50.000 elettori, il Consiglio provinciale\no il Consiglio comunale che intende assumere\nl' iniziativa deve adottare apposita deliberazione.\nLa deliberazione di richiedere il referendumdeve essere approvata rispettivamente dal Consiglio\nprovinciale o dal Consiglio comunale con\nil voto della maggioranza dei consiglieri assegnati\nall' ente e deve contenere l' indicazione della\nlegge regionale o del regolamento o dell' atto\namministrativo nei cui confronti si vuole promuovere\nil referendum, con gli elementi di identificazione\nstabiliti dalla presente legge.\nQuando abbia approvato tale deliberazione,\nil Consiglio stesso procede alla designazione tra\ni suoi membri di un delegato effettivo e di uno\nsupplente agli effetti stabiliti nella presente\nlegge.\nTali deliberazioni sono comunicate, a cura\ndel Presidente della Provincia o del Sindaco\ndel Comune, rispettivamente ai Consigli provinciali\ne ai Consigli comunali della Regione, con\nl' invito, ove adottino uguale deliberazione, a\ndarne notizia al Consiglio che ha preso l' iniziativa\nperchè vi sia dato seguito.\nIl Presidente della Provincia o il Sindaco del\nComune i cui rispettivi Consigli abbiano adottato\ntale deliberazione e abbiano nominato i\npropri delegati, ne danno comunicazione alla\nProvincia o al Comune che ha preso l' iniziativa\nperchè vi sia dato seguito.\nI delegati rispettivamente dei Consigli provinciali\no del numero idoneo di Consigli comunali\nche abbiano approvato identica deliberazione,\nredigono e sottoscrivono l' atto di richiesta,\ne lo presentano personalmente all' Ufficio di\nPresidenza del Consiglio regionale unitamente\nalle copie autentiche delle deliberazioni di richiesta\ndi referendum e di nomina dei delegati\napprovate da ciascun Consiglio.\nDel deposito si dà atto in processo verbale\ncon le modalità stabilite dalla presente legge\nper il deposito della richiesta da parte degli\nelettori.\nEsso viene redatto in tanti originali quanti\nsono i Consigli presentatori più uno, in modo\nche un originale possa essere consegnato al\ndelegato di ciascun Consiglio.", '8': "Qualora la richiesta, nel caso di referendum\nconsultivo, sia effettuata dai membri del Consiglio\nregionale le sottoscrizioni dei richiedenti\nsono autenticate dalla segreteria del Consiglio\nla quale attesta al tempo stesso che essi sono\nconsiglieri regionali in carica. Non è necessaria\nalcuna altra documentazione.\nAlla richiesta deve accompagnarsi la designazione\ndi un delegato, scelto tra i richiedenti,\na cura del quale la richiesta è depositata presso\nl' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.Del deposito si dà atto mediante processo\nverbale, facente fede del giorno e dell' ora in cui\nil deposito è avvenuto e contenente dichiarazione\no elezione di domicilio in Napoli da parte\ndei presentatori.\nIl verbale è redatto in duplice originale, con\nla sottoscrizione del presentatore e dell' Ufficio.\nUn originale è allegato alla richiesta, l' altro\nviene consegnato ai presentatori a prova dell'\navvenuto deposito.", '9': 'Non può essere depositata richiesta ne può \nessere effettuato referendum nel semestre anteriore\nalla scadenza del Consiglio regionale e\nin quello successivo alla sua elezione.\nNel caso di scioglimento del Consiglio regionale\nrestano sospese tutte le procedure in corso\nriguardanti i referendum; esse vengono riprese\ndopo il semestre successivo alla elezione\ndel nuovo Consiglio regionale.', '10': "\nEntro il 31 ottobre di ogni anno, l' Ufficio di\nPresidenza del Consiglio regionale, esamina le\nrichieste di referendum abrogativo o consultivo\npresentate fino al 30 settembre. Per le richieste\ndi referendum abrogativo lo stesso Ufficio di\nPresidenza decide sull' ammissibilità all' unanimità \ndei componenti; qualora manchi l' unanimità \ndecide il Consiglio regionale appositamente\nconvocato nei quindici giorni successivi. Per\nle richieste di referendum consultivo l' Ufficio\ndi Presidenza propone l' ammissibilità o il rigetto\nal Consiglio regionale che delibera nei\nquindici giorni successivi, a maggioranza assoluta\ndei Consiglieri in carica.\nLe richieste proponibili sono giudicate ammissibili\nancorchè viziate da eventuali irregolarità \nnella presentazione della documentazione;\nin tal caso l' Ufficio di Presidenza del Consiglio\nregionale, per le richieste di referendum abrogativo,\ne il Consiglio, per le richieste di referendum\nconsultivo o in surrogazione dell' Ufficio\ndi Presidenza per la mancata unanimità di voti,\ncon proprie decisioni stabiliscono un termine,\nnon superiore ai trenta giorni dal ricevimento\ndella comunicazione, per la sanatoria.\nDi tale decisione il Presidente del Consiglio\nregionale dà tempestiva comunicazione ai proponenti\no ai delegati della richiesta di referendum,\nperchè procedano a sanare le irregolarità \nriscontrate.\nL' Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale\nprovvede, con deliberazione assunta a maggioranza\ndei suoi componenti, sentiti i promotori\ne i delegati delle richieste di referendum,alla concentrazione di quelle tra esse che rivelino\nuniformità o analogia di materia.", '11': "\nTutte le decisioni sull' ammissibilità delle richieste\ndi referendum assunte dal Consiglio\nregionale e dall' Ufficio di Presidenza del medesimo,\nnonchè quelle relative alla concentrazione\ndelle richieste, sono comunicate, entro il\n15 gennaio dal Presidente del Consiglio regionale\nal Presidente della Giunta.\nEntro il 31 gennaio, con proprio decreto da\npubblicarsi sul Bollettino degli Atti Ufficiali della\nRegione, il Presidente della Giunta, conformemente\nalle decisioni di cui al precedente\ncomma, indica quali delle richieste di referendum\nsiano ammesse e quali respinte perchè \ncontrarie ai disposti dello Statuto e della presente\nlegge. Per le richieste di referendum per\nle quali siano stati sanati vizi contestati o siano\ninvano trascorsi i termini assegnati, il decreto\ndel Presidente è emesso previa nuova\ndecisione dell' Ufficio di Presidenza del Consiglio\nregionale o del Consiglio regionale, secondo\nle disposizioni del precedente art. 10.", '12': "\nCon proprio decreto il Presidente della Giunta,\nsu conforme decisione della Giunta, indice\nil referendum, elencando le richieste di referendum\nsottoposte a votazioni e fissando la\ndata di convocazione degli elettori in una domenica\ncompresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno.\nLa data del referendum è fissata in una domenica\ncompresa fra il 50º ed il 70º giorno successivo\nall' emanazione del decreto di indizione.\nLa Giunta può decidere, in relazione al numero\ndelle richieste di referendum e comunque\nper motivi inerenti al migliore svolgimento delle\noperazioni di voto, di sottoporre a votazione,\nin due distinte giornate elettorali, anzichè in\nuna sola, come previsto dal primo comma del\npresente articolo, le richieste di referendum\nammesse.\nIn tal caso il Presidente della Giunta fissa\ncon successivo decreto, una seconda data di\nconvocazione degli elettori in una domenica\ncompresa tra il 1º ottobre ed il 15 novembre,\nindicando le richieste di referendum sottoposte\na votazione in tale seconda data di convocazione\ndegli elettori.\nNon sono ammesse, per ogni anno, più di\ndue convocazioni degli elettori per le votazioni\ndi referendum abrogativi.", '13': '\nIl decreto del Presidente della Giunta di indizione\ndel referendum deve essere notificatoal Commissario del Governo ed al Presidente\ndella Corte di Appello di Napoli e deve essere\ncomunicato ai Sindaci ed ai Presidenti delle\nCommissioni elettorali Mandamentali della Regione.\nI Sindaci dei Comuni della Regione provvedono\na dare notizia agli elettori della votazione\nper il referendum mediante appositi manifesti\nche devono essere affissi 45 giorni prima della\ndata stabilita per le votazioni stesse.', '14': "\nNel caso di anticipato scioglimento del Consiglio\nregionale, il referendum già indetto si\nintende automaticamente sospeso all' atto della\npubblicazione del decreto di indizione dei comizi\nelettorali per l' elezione del nuovo Consiglio\nregionale.\nI termini del procedimento per il referendum\nriprendono a decorrere dal 180º giorno\nsuccessivo alla data delle suddette elezioni.", '15': "\nLa votazione per il referendum si svolge a\nsuffragio universale con voto diretto, libero e\nsegreto.\nL' elettorato attivo, la tenuta e la revisione\nannuale delle liste elettorali, la ripartizione dei\nComuni in sezioni elettorali e la scelta dei luoghi\ndi riunione sono disciplinati dalla legge\ndello Stato.", '16': "\nI certificati di iscrizione nelle liste elettorali\nsono compilati entro il trentesimo giorno successivo\na quello di pubblicazione del decreto\nche indice il referendum e sono consegnati agli\nelettori entro il quarantesimo giorno dalla pubblicazione\nmedesima.\nI certificati non recapitati al domicilio degli\nelettori ed i duplicati possono essere ritirati\npresso l' Ufficio comunale degli elettori medesimi,\na decorrere dal quarantacinquesimo giorno\nsuccessivo alla pubblicazione del decreto\nanzidetto.", '17': "\nL' Ufficio di Sezione per il referendum è composto\ndi un Presidente e tre scrutatori, di cui\nuno, a scelta del Presidente, assume le funzioni\ndi Vice Presidente, e di un segretario.\nAlle operazioni di voto e di scrutinio presso\ni seggi, nonchè alle operazioni degli Uffici centrali\ncircoscrizionali e dell' Ufficio centrale regionale,\npossono assistere, ove lo richiedano,\nun rappresentante effettivo ed uno supplente,\ndi ognuno dei partiti o dei gruppi politici rappresentanti\nin Consiglio regionale e dei promotori\ndel referendum.\nAlla designazione dei predetti rappresentantiprovvede, per i seggi e per gli uffici circoscrizionali\nprovinciali, persona munita di mandato,\nautenticato dal notaio, da parte del segretario\nprovinciale del partito o del Presidente del\ngruppo politico oppure da parte dei promotori\ndel referendum e, per l' Ufficio centrale regionale\nper il referendum, persona munita di mandato,\nautenticato da notaio, da parte del segretario\nregionale del partito, o del Presidente\ndel gruppo politico o dei promotori del referendum.", '18': "\nLe schede per il referendum regionale sono\nfornite dalla Presidenza della Regione e sono\ndi modello identico a quello riprodotto nelle\ntabelle C e D allegate alla legge statale 25 maggio\n1970, n. 352.\nEsse contengono il quesito formulato nella\nrichiesta di referendum, letteralmente riprodotto\na caratteri chiaramente leggibili.\nAll' elettore vengono consegnate per la votazione\ntante schede di colore diverso quante sono\nle richieste di referendum sottoposte al\nvoto.\nL' elettore vota tracciando sulla scheda, con\nla matita, un segno sulla risposta da lui prescelta\ne, comunque, nel rettangolo che la contiene.\nNel caso in cui al terzo comma del presente\narticolo, l' Ufficio di Sezione per il referendum\nosserva, per gli scrutini, l' ordine di elencazione\ndelle richieste sottoposte a votazione quale risulta\ndal decreto del Presidente della Giunta\ndi indizione del referendum.", '19': "\nEntro 40 giorni dalla data del decreto che\nindice il referendum sono costituiti, presso il\nTribunale, in ogni capoluogo di provincia, gli\nUffici centrali circoscrizionali per il referendum\ncomposti nei modi previsti dall' art. 8 della\nlegge 17 febbraio 1968, n. 108, comma primo e\nsecondo.\nSulla base dei verbali di scrutinio trasmessi\ndagli Uffici di Sezione di tutti i Comuni della\nprovincia, ogni Ufficio centrale circoscrizionale\ndà atto del numero degli elettori che hanno votato\ne dei risultati del referendum, dopo aver\nprovveduto al riesame dei voti contestati e\nprovvisoriamente non assegnati.\nDi tutte le operazioni è redatto verbale in\ntre esemplari, dei quali uno resta depositato\npresso la Cancelleria del Tribunale; uno viene\ninviato per mezzo di corriere speciale, all' ufficio\ncentrale regionale per il referendum unitamente\nai verbali di votazione e di scrutinio\ndegli uffici di sezione ed ai documenti annessi\ne uno viene trasmesso al Presidente della Giuntaregionale.\nI delegati o i promotori della richiesta di\nreferendum hanno la facoltà di prendere cognizione\ne di fare copia, anche per mezzo di un\nloro incaricato, dell' esemplare del verbale depositato\npresso la cancelleria del Tribunale.", '20': "\nPresso la Corte di Appello di Napoli è costituito\nentro 40 giorni dalla data del decreto che\nindice il referendum, l' Ufficio centrale regionale\nper il referendum, composto nei modi previsti\ndall' art. 8 della legge 17 febbraio 1968, n. 108,\ncomma terzo e quarto.\nL' Ufficio centrale regionale per il referendum,\nappena pervenuti i verbali di tutti gli uffici\ncentrali circoscrizionali e i relativi allegati, procede,\nin pubblica adunanza, all' accertamento\ndella partecipazione alla votazione della maggioranza\ndegli aventi diritto, alla somma dei\nvoti validi favorevoli e dei voti validi contrari\nall' abrogazione ed alla conseguente proclamazione\ndei risultati del referendum.\nIl quesito sottoposto a referendum è approvato\nse alla votazione ha partecipato la maggioranza\ndegli elettori aventi diritto e se è raggiunta\nsu di esso la maggioranza assoluta dei\nvoti validamente espressi.\nIl segretario dell' Ufficio regionale redige il\nverbale delle operazioni in tre esemplari.\nUn esemplare è depositato presso la Cancelleria\ndella Corte di Appello, unitamente ai verbali\ned agli altri atti relativi trasmessi dagli\nUffici centrali circoscrizionali per il referendum.\nI rimanenti esemplari sono trasmessi rispettivamente\nal Presidente della Giunta regionale\ned al Commissario del Governo.", '21': "\nSulle proteste e sui reclami relativi alle operazioni\ndi votazione e di scrutinio presentati\nagli Uffici centrali circoscrizionali per il referendum\no all' Ufficio centrale regionale, decide\nquest' ultimo, nella pubblica adunanza di cui\nall' articolo precedente, prima di procedere alle\noperazioni ivi previste.", '22': "\nQualora il risultato del referendum sia favorevole\nall' abrogazione della norma o del provvedimento\namministrativo oggetto di referendum,\nil Presidente della Giunta regionale, con\nproprio decreto, dichiara la avvenuta abrogazione.\nIl decreto è pubblicato immediatamente sul\nBollettino Ufficiale della Regione ed ha effetto\na decorrere dal giorno successivo a quello della\npubblicazione.\nIl Presidente della Giunta, su conforme deliberazionedella stessa, può ritardare, nel decreto\nstesso, l' entrata in vigore dell' abrogazione\nper un termine non superiore a sessanta giorni\ndalla data della pubblicazione.", '23': "\nQualora il risultato del referendum sia contrario\nall' abrogazione della norma o del provvedimento\namministrativo oggetto di referendum,\nil Presidente della Giunta, dopo aver ricevuto\nla relativa comunicazione dall' Ufficio\ncentrale regionale per il referendum, cura la\npubblicazione del risultato stesso sul Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa proposta respinta non può essere ripresentata\nnel corso della stessa legislatura ed in ogni\ncaso, fermo il disposto dell' articolo 9, prima\nche siano trascorsi 5 anni.", '24': '\nSe prima della data dello svolgimento del\nreferendum la norma o il provvedimento amministrativo\no le singole disposizioni di essi cui\nil referendum si riferisce siano stati abrogati,\nil Presidente della Giunta, con proprio decreto,\nstabilisce che le operazioni relative non hanno\npiù corso.', '25': "\nPer il referendum popolare previsto all' art. 1,\ncomma unico, n. 2, per la istituzione di nuovi\nComuni, la modificazione delle circoscrizioni\ne delle denominazioni dei Comuni si applicano\nle norme contenute negli articoli 11, 12, 13, 14\ne 15 della presente legge.\nPartecipano al referendum tutti i cittadini\niscritti nelle liste elettorali del Comune o dei\nComuni interessati, nonchè i cittadini che, benchè \nnon iscritti nelle liste elettorali dei Comuni\ndella regione, siano muniti di una delle sentenze\ndi cui all' articolo 45 del TU 20 marzo\n1967, n. 223.", '26': '\nIl decreto del Presidente della Giunta di indizione\ndel referendum deve essere notificato\nal Commissario del Governo e al Presidente\ndella Corte di Appello di Napoli e al Presidente\ndel Tribunale di Avellino, Benevento, Napoli,\nSalerno e S. Maria Capua Vetere, a seconda\ndella provincia di appartenenza del Comune o\ndei Comuni interessati e deve essere comunicato\nal competente Presidente della Commissione\nelettorale mandamentale.\nI Sindaci dei Comuni interessati provvedono\na dare notizia agli elettori della votazione per\nil referendum mediante appositi manifesti che\ndevono essere affissi 45 giorni prima della data\nstabilita per le votazioni stesse.', '27': "\nL' Ufficio di Sezione per il referendum è composto\ndi un Presidente e 2 scrutatori, di cui\nuno con funzioni sostitutorie del Presidente,\ne di un segretario.\nAlle operazioni di voto e di scrutinio presso\ni seggi, nonchè alle operazioni dell' Ufficio centrale\nprovinciale, possono assistere, ove lo richiedano,\nun rappresentante effettivo ed uno\nsupplente di ognuno dei gruppi politici o, in\nmancanza dei gruppi, dei partiti politici rappresentati\nin Consiglio regionale e nel Consiglio\ndel Comune o di Comuni interessati.\nAlla designazione dei predetti rappresentanti\nprovvede persona munita di mandato, autenticato\ndal notaio, da parte del Presidente del\ngruppo politico o del Segretario provinciale\ndel Partito. Il mandato da parte del Presidente\ndel Gruppo politico può essere anche autenticato,\nrispettivamente, dal Presidente del Consiglio\nregionale o dal Sindaco.", '28': "\nLe schede per il referendum sono fornite\ndalla Presidenza della Regione e contengono il\nquesito, a caratteri chiaramente leggibili, e formulato\nsecondo del caso come segue:\nA) << Volete che sia istituito il nuovo Comune\ndi mediante autonomia\ndella frazione di\no delle frazioni di del\nComune di ? >>\nB) << Volete che le circoscrizioni dei Comuni\ndi e di\nvengano modificate secondo il piano pubblicato? >>\nC) << Volete che il Comune di\nassuma la nuova denominazione di\nComune di ? >>\nDopo il quesito a caratteri più rilevanti va\nscritto:\nSI NO\nL' elettore vota tracciando sulla scheda con\nla matita, un segno sulla risposta o comunque\nnello spazio che la contiene.", '29': "\nEntro 40 giorni dalla data del decreto che\nindice il referendum è costituito presso il rispettivo\nTribunale del capoluogo di provincia\ne per la provincia di Caserta, presso il Tribunale\ndi S. Maria Capua Vetere, l' Ufficio centrale\nprovinciale per il referendum composto nei\nmodi previsti dall' art. 8 della legge 17 febbraio\n1968, n. 108, comma primo e secondo. Nel caso\ndi Comuni compresi in più circoscrizioni l' Ufficio\ncentrale provinciale ha sede presso il Tribunale\ndesignato dal Presidente della Corte diAppello.\nSulla base dei verbali di scrutinio trasmessi\nda tutti gli uffici elettorali di Sezione, l' Ufficio\ncentrale provinciale procede, in pubblica adunanza,\nall' accertamento della partecipazione alla\nvotazione dando atto del numero degli elettori\niscritti nelle Sezioni e di quelli che hanno\nvotato, nonchè dei risultati del referendum dopo\naver provveduto al riesame dei voti contestati\ne provvisoriamente non assegnati. Indi\nprocede all' accertamento della partecipazione\nalla votazione della maggioranza degli aventi\ndiritto, alla somma dei voti favorevoli e dei\nvoti validi contrari ed alla conseguente proclamazione\ndei risultati del referendum.\nIl referendum è valido se alla votazione hanno\npartecipato la maggioranza degli elettori\naventi diritto.\nNel caso di istituzione di nuovo Comune, i\ndati di cui al comma secondo devono essere\ncomputati anche distintamente per le sezioni\nelettorali comprese nel territorio proposto per\nl' autonomia e quelle comprese nel restante territorio;\ne nel caso di modifica di circoscrizioni\negualmente i dati devono essere computati anche\ndistintamente per ciascuno dei Comuni interessati.\nDi tutte le operazioni è redatto verbale in\ntre esemplari, dei quali uno resta depositato\npresso la Cancelleria del Tribunale, unitamente\nai verbali di votazione e di scrutinio degli uffici\ne sezioni e ai documenti annessi; uno viene\ninviato alla Presidenza del Consiglio regionale,\ne uno viene trasmesso, per mezzo di corriere\nspeciale, al Presidente della Giunta regionale.\nCopie dei verbali sono altresì rimesse ai Sindaci\ndei Comuni interessati.\nI delegati hanno la facoltà di prendere cognizione\ne di fare copia, anche per mezzo di\nun loro incaricato, dell' esemplare del verbale\ndepositato presso la Cancelleria del Tribunale.", '30': "\nPubblicato il risultato ai sensi del successivo\narticolo 34, si dà inizio al procedimento legislativo,\ncon la procedura d' urgenza, secondo le\nnorme dello Statuto e del Regolamento interno\ndel Consiglio regionale.", '31': '\nIl risultato del referendum per la istituzione\ndi nuovi Comuni viene pubblicato, con provvedimento\ndel Presidente della Giunta regionale,\nentro dieci giorni dalla proclamazione, sul Bollettino\ndegli Atti Ufficiali della Regione.\nDopo di che ha inizio il procedimento legislativo\nper la costituzione del nuovo Comune.\nSe la proposta di legge viene respinta dal Consiglioregionale, se ne dà notizia sul Bollettino\ndegli Atti Ufficiali della Regione conformemente\nal precedente comma.', '32': "\nPer il referendum popolare previsto dall' articolo\n1, comma unico, n. 3, si applicano le disposizioni\ndi cui agli articoli dall' 11 al 20 della\npresente legge, in quanto applicabili, tenendo\nconto delle disposizioni del presente capo IV,\nse trattasi di questioni di particolare interesse\nche investono l' intera popolazione della Regione,\nmentre si applicano le disposizioni di\ncui agli articoli 25, 26, 27 e 29 della presente\nlegge, in quanto applicabili, tenendo conto delle\ndisposizioni del presente Capo IV, se trattasi\ndi questioni di particolare interesse che investono\nla popolazione di una o più province o\ndi uno o più Comuni.", '33': "\nLe schede per il referendum sono fornite\ndalla Presidenza della Regione e contengono il\nquesito, a carattere chiaramente leggibile, e\nformulato come segue: << Volete che la Regione\nprovveda a ? >>\nDopo il quesito, a caratteri più rilevanti, va\nscritto:\nSI NO\nL' elettore vota tracciando sulla scheda, con\nla matita, un segno sulla risposta o comunque\nnello spazio che la contiene.", '34': "\nIl risultato di ciascun referendum previsto\ndalla presente legge viene pubblicato, con provvedimento\ndel Presidente della Giunta regionale,\nentro dieci giorni dalla proclamazione,\nsul Bollettino degli Atti Ufficiali della Regione.\nDopo di che si riprende il procedimento per\npervenire all' atto conclusivo per il quale il referendum\nè stato richiesto.\nAll' atto di cui al comma precedente, che\nprovvede positivamente o negativamente arrestando\nil procedimento iniziato, si dà notizia,\ncon riferimento al referendum, sul Bollettino\ndegli Atti Ufficiali della Regione entro venti\ngiorni dalla sua esecutorietà .", '35': "\nPer quant' altro non previsto dalla presente\nlegge si osservano, in quanto applicabili, le\ndisposizioni previste dalla legge statale 25 maggio\n1970, n. 352, contenente norme sui referendum\nprevisti dalla Costituzione e sull' iniziativa\nlegislativa, e in particolare gli articoli 51 e 52.", '36': "\nLe spese per lo svolgimento di referendum\ndi cui alla presente legge sono a carico delbilancio regionale.\nLe spese relative agli adempimenti di spettanza\ndei Comuni nonchè quelle per le competenze\ndovute ai componenti dei seggi elettorali\nsono anticipate dai Comuni e rimborsate\ndalla Regione.\nPer le spese suddette si provvederà con gli\nappositi fondi iscritti nell' apposito Capitolo di\nprevisione per ciascun anno finanziario.\nAll' onere, stabilito in Lire 5 milioni per il\n1975, si provvede mediante riduzione di pari\nammontare dello stanziamento di cui al Capitolo\n1896 - Titolo I - Sezione XIII dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno finanziario\n1975 << Fondo occorrente per far fronte ad oneri\ndi natura corrente derivanti da provvedimenti\nlegislativi regionali in corso >> e mediante l' iscrizione\ndella somma di Lire 5 milioni al Capitolo\n172 - Titolo I - Sezione II - di nuova istituzione\ndello stato di previsione medesimo con\nla seguente denominazione:\n<< Spese per i referendum popolari >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 30 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 8 | null | {'1': "Divieti\nNella Regione Campania, fino all' entrata in\nvigore della riforma sanitaria, è vietato agli Enti\nOspedalieri, ai sensi dell' articolo 6 del DL 8\nluglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386 e dell' art. 3 della legge regionale\n4 settembre 1974, n. 50:\na) istituire nuove divisioni, sezioni o servizi\nquando non ricorrano le condizioni di cui al successivo\narticolo 2;\nb) aumentare gli organici del personale ed\nassumere, anche temporaneamente, personale,\ntranne che nei casi di cui al successivo art. 5.", '2': "Deroghe\nAl divieto di cui alla lettera a) del precedente\nart. 1 sono ammesse deroghe su richiesta dell'\nente interessato, ove ricorrano le seguenti condizioni:\na) sussistono specifiche ed inderogabili esigenze\ndi assistenza sanitaria delle comunità locali;\nb) dette esigenze non possono essere soddisfatte\nmediante l' utilizzazione di analoghe strutture\nesistenti in ospedali limitrofi;\nc) le strutture esistenti, quando trattasi di\ncliniche e di istituti universitari, non rispondono\nad imprescindibili esigenze didattiche e di ricerca.", '3': "Accertamento ed autorizzazione alle deroghe\nAll' accertamento delle condizioni previste alprecedente articolo 2 provvede la Giunta regionale,\ntramite l' Assessorato all' Igiene e alla Sanità ,\nsentiti il Comitato tecnico scientifico di cui\nall' art. 1 della legge regionale 4 settembre 1974,\nn. 50, le organizzazioni sindacali territoriali interessate\ne la competente commissione consiliare.\nA seguito dell' accertamento, la Giunta, su proposta\ndell' Assessore per l' Igiene e la Sanità , accorda,\ncon sua deliberazione, all' ente richiedente\nl' autorizzazione ad istituire nuove divisioni,\nsezioni o servizi.", '4': "Istanza di autorizzazione\nGli Enti ospedalieri, interessati alla istituzione\ndi nuove divisioni, sezioni o servizi in deroga\nal divieto di cui al precedente articolo 1, ed ove\nricorrano le condizioni di cui al precedente articolo\n2, devono presentare istanza alla Giunta\nregionale, Assessorato all' Igiene e alla Sanità ,\ncorredandola con la deliberazione del proprio organo\ncompetente, motivata ai sensi dell' art. 6 del\nDL 8 luglio 1974, n. 264, convertito nella legge\n17 agosto 1974, n. 386, ed indicante:\na) i locali e le attrezzature necessarie per il\nfunzionamento dei nuovi presidi;\nb) la dotazione organica del personale occorrente;\nc) le spese di impianto ed il costo annuo\ndi esercizio;\nd) l' eventuale esistenza di analoghi presidi\npresso ospedali viciniori e le ragioni della impossibilità \ndi utilizzarli;\ne) importo complessivo delle spese correnti\ndell' esercizio precedente, numero complessivo\ndei ricoveri e delle presenze accertate per il medesimo\nanno, ripartito per divisioni di medicina,\nchirurgia e specialità ;\nf) consistenza dei servizi di diagnosi e cura\ne relativi posti - letto;\ng) pianta organica del personale.\nL' istanza dovrà essere, inoltre, accompagnata\ndalla relazione del Sovrintendente o del Direttore\nSanitario sulla necessità e rispondenza a specifiche\ned inderogabili esigenze assistenziali del\nnuovo presidio.\nNel caso di cliniche e di istituti universitari\nconvenzionati, la domanda di autorizzazione dovrà \nessere accompagnata, oltre che dalla documentazione\ndi cui ai commi precedenti, dalla\ndeliberazione del Consiglio di Amministrazione\ndell' Università attestante la rispondenza dei nuovi\npresidi ad imprescindibili esigenze didattiche\ne di ricerca.", '5': "Deroghe relative all' assunzione di personale\nAl divieto di procedere all' assunzione, anchetemporanea, di personale, di cui alla lettera b)\ndel precedente articolo 1, sono ammesse deroghe,\nsu richiesta dell' ente ospedaliero interessato,\nnei casi di:\na) sostituzione di personale cessato dal servizio\no collocato in aspettativa senza assegni o\nin congedo per gravidanza e puerperio;\nb) istituzione di nuove divisioni, sezioni e\nservizi autorizzata a norma degli articoli 2, 3 e\n4 della presente legge;\nc) assunzione e copertura di posti previsti\ndalle vigenti piante organiche.\nE', altresì , consentita la trasformazione di posti\nin relazione a specifiche ed inderogabili esigenze\ndi assistenza sanitaria purchè nell' ambito\ndelle dotazioni organiche.", '6': "Istanza di deroga\nin materia di assunzione del personale\nL' Ente ospedaliero che intende avvalersi delle\nfacoltà previste al precedente articolo 5, presenta\nistanza alla Giunta regionale che, su proposta\ndell' Assessore per l' Igiene e la Sanità , accorda,\nallo scopo, con propria deliberazione, formale\nautorizzazione.\nL' istanza dell' ente ospedaliero deve essere accompagnata\ndalla deliberazione del suo organo\ncompetente con le seguenti indicazioni:\na) dotazione organica complessiva;\nb) dotazione organica vigente per i posti\nda trasformare;\nc) maggiore costo richiesto per la trasformazione;\nd) variazioni che si verificano nel tempo minimo\ndi assistenza al malato, ove trattasi di personale\nsanitario ausiliario;\ne) parere del Consiglio dei sanitari o del\nConsiglio sanitario centrale ove trattasi di servizio\nigienico organizzativo di diagnosi e cura.", '7': "Trattamento ai componenti\ndi commissioni giudicatrici di concorso\nAi componenti delle commissioni giudicatrici\ndei concorsi per le assunzioni di personale ospedaliero\nspetta l' indennità di missione, in quanto\ndovuta, nella misura e con le modalità previste\ndalla legge 18 dicembre 1973, n. 836, relativa al\ntrattamento economico di missione e di trasferimento\ndei dipendenti statali.\nAi membri di tali commissioni che non siano\ncomponenti di organi degli enti ospedalieri, nè \ndipendenti dei medesimi, spetta altresì un compenso,\nda determinarsi dal Consiglio di Amministrazione\ndell' Ente ospedaliero, entro i limiti\nmassimi sottoindicati:\n-concorsi per primari ospedalieri, sovrintendentisanitari, direttori sanitari, direttori amministrativi,\nL. 180.000;\n- concorsi per direttori di farmacia e personale\nlaureato dei ruoli speciali per la qualifica di direttore,\naiuti ospedalieri, vice - direttori sanitari,\nvice - direttori amministrativi, assistenti ospedalieri,\nispettori sanitari, farmacisti collaboratori\ne personale laureato dei ruoli speciali addetto\nalle attività sanitarie con le qualifiche di coadiutore\ne assistente, personale amministrativo della\ncarriera direttiva L. 120.000;\n- concorsi per personale amministrativo della\ncarriera di concetto, personale di assistenza ostetrica,\npersonale di assistenza sociale, capo sala,\ndirettore e vice direttore didattico, personale\ntecnico per i laboratori di indagine, diagnosi e\nterapia, personale di assistenza diretta, assistenti\nsanitari e visitatrici, terapisti della riabilitazione\nL. 80.000;\n- concorsi per personale della carriera d' ordine\ned esecutiva L. 60.000.", '8': "Trattamento\nai componenti di commissioni consultive\nAi componenti di commissioni consultive nominate\ndalle amministrazioni ospedaliere spetta\nl' indennità di missione, in quanto dovuta, nella\nmisura e con le modalità previste dalla legge 18\ndicembre 1973, n. 836.\nAi membri di tali commissioni che non siano\ncomponenti di organi degli enti ospedalieri, nè \ndipendenti dei medesimi, spetta altresì un compenso,\nda determinarsi dal Consiglio di amministrazione\ndell' ente ospedaliero, entro il limite\nmassimo di L. 15.000 per ogni seduta.", '9': "Destinazione\ndei proventi di operazioni patrimoniali\nLa deroga al divieto agli enti ospedalieri di\nprocedere ad alienazione di beni immobili e di\ntitoli facenti parte del loro patrimonio, nonchè \nalla costituzione di diritti reali sui medesimi di\ncui all' ottavo comma dell' art. 7 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386, è concessa dalla Giunta regionale,\ncon deliberazione adottata su proposta dell'\nAssessore all' Igiene e alla Sanità , soltanto nei\ncasi in cui i proventi derivanti dalle operazioni\npatrimoniali anzidette siano destinati ad opere\ndi adattamento dei complessi ospedalieri, dovute\nad esigenze di funzionalità , di somma urgenza e\ndi eccezionale evenienza, sempre che a dette opere\nnon si possa provvedere mediante ricorso ad\naltre forme di finanziamento.\nA tale scopo gli enti devono presentare domandamotivata alla Giunta regionale -Assessorato\nall' Igiene e alla Sanità .", '10': "\nUrgenza\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione ed entra in vigore\nil giorno successivo a quello della sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 27 febbraio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 9 | null | {'1': "I soggetti non assistibili dagli enti o casse\nmutue residenti nel territorio della Campania\npossono ottenere l' assistenza ospedaliera erogata\ndalla Regione mediante la iscrizione in appositi\nruoli ai sensi dell' art. 13 del DL 8 luglio\n1974, n. 264 convertito nella legge del 17 agosto\n1974, n. 386.", '2': "L' iscrizione di cui all' art. 1 avviene su richiesta\ndei soggetti interessati diretta al Sindaco\ndel Comune di residenza e comporta a carico\ndel richiedente il pagamento di una quota capitaria\nannua.", '3': "L' iscrizione è operante per un triennio con decorrenza\ndalla data dell' iscrizione e si intende\ntacitamente rinnovata di triennio in triennio ove\nnon venga disdetta almeno sei mesi prima della\nscadenza.\nLa cancellazione dal ruolo prima della fine del\ntriennio è disposta su domanda dell' interessato\nove questi acquisti per altro titolo il diritto\nall' assistenza ospedaliera erogata dalla Regione,\novvero d' ufficio a seguito di mancato pagamento\ndella quota capitaria o in caso di morte.", '4': "L' iscrizione dà diritto all' assistenza ospedaliera\ndalla data di presentazione della domanda.\nQualora la domanda venga presentata nel corso\ndell' anno, il pagamento dovuto per detto\nanno corrisponderà a tanti dodicesimi quantisono i mesi successivi alla domanda, compreso\nquello della data di presentazione.\nPer i lavoratori stagionali all' estero, l' importo\nè commisurato al periodo medio di permanenza\nnella categoria di appartenenza sul territorio\nnazionale.", '5': "La domanda di iscrizione contenente nome e\ncognome, data e luogo di nascita, professione\no mestiere, luogo di residenza e l' impegno a pagare\nla quota capitaria, è sottoscritta dal richiedente\no, in caso di minori o interdetti, dal legale\nrappresentante.\nAlla domanda è allegato il certificato di residenza,\nrilasciato in data non anteriore a tre\nmesi.\nLa domanda è redatta in triplice copia di cui\nuna restituita all' interessato d' ufficio competente\ndel Comune con l' attestazione dell' avvenuta\npresentazione ed una trasmessa a cura\ndello stesso Comune, alla Giunta regionale -\nAssessorato all' Igiene e alla Sanità .\nLa mancata presentazione della domanda non\npuò consentire il rifiuto di prestazioni ospedaliere\nd' urgenza. In tal caso la presentazione\ndella domanda ha effetto dal momento del ricovero.\nIl ricoverato, prima del dimissionamento,\no gli eredi in caso di decesso, devono\nessere resi edotti del diritto del ricoverato all'\niscrizione, con effetto retroattivo, nei ruoli di\ncui alla presente legge.", '6': "Agli iscritti nei ruoli di cui all' art. 1 è rilasciato\nun documento comprovante il diritto all'\nassistenza ospedaliera erogata dalla Regione.\nIl documento, predisposto dalla Giunta Regionale\n- Assessorato all' Igiene e alla Sanità \n- è rilasciato a cura del Comune di residenza.", '7': "I ruoli di cui all' art. 1 sono compilati distintamente\nper Comuni di residenza e, per ogni\niscritto, contengono: nome e cognome, data e\nluogo di nascita, indirizzo, importo, singola\nquota capitaria ripartita in sei rate nonchè il\nriepilogo generale.\nI ruoli, vistati dal Presidente della Giunta Regionale,\nsono resi esecutivi dall' intendente di\nFinanza e, successivamente, trasmessi dall' Amministrazione\nregionale all' esattore comunale\ncompetente per territorio.", '8': "La quota capitaria annua di cui all' art. 2 è ,\nper il 1975, pari alla spesa media capitaria annua\nper l' assistenza ospedaliera rilasciata\ndall' INAM per il 1974.Per gli anni successivi la quota capitaria sarà \npari, o maggiorata, o ridotta, in relazione all' accertamento\ndel costo medio della degenza rilevato\nnell' ambito precedente e sarà fissata con\ndeliberazione della Giunta regionale.", '9': "L' esazione delle quote avviene con la procedura\nprevista per la riscossione delle imposte\ndirette ed è affidata, con apposita convenzione,\nalle esattorie delle rispettive giurisdizioni le\nquali devono versare le somme riscosse allo\nStato che le assegna al fondo per l' assistenza\nospedaliera di cui all' art. 14 del Decreto Legge\n8 luglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17\nagosto 1974, n. 386.", '10': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 marzo 1975"} | null |
campania | 1,975 | 59 | null | {'1': "Per favorire l' ampliamento e l' ammodernamento\ndel materiale rotabile, ad integrazione\ndelle provvidenze già adottate con altre leggi\nregionali, la Giunta Regionale può concedere,\nper il periodo dal 1º gennaio 1975 al 31 dicembre\n1978, contributi, in conto capitale, per\nl' acquisto di materiale rotabile nuovo per servizi\ndi linea urbani ed extraurbani sia automobilistici\nche filoviari.", '2': "I contributi di cui all' art. 1 della presente\nlegge vengono concessi:\na) ai Consorzi fra Comuni e Province;\nb) alle aziende speciali di cui al TU approvato\ncon RD 15 ottobre 1925, n. 2578;\nc) agli Enti locali che gestiscono il servizio\ndi trasporto pubblico ivi compresi i casi di\nemergenza;\nd) alle aziende pubbliche o a parziale partecipazione\npubblica;\ne) alle gestioni commissariali regionali anche\nper le linee automobilistiche di cui alla\nlegge regionale 4 settembre 1974, n. 47;\nf) alle imprese private esercenti autoservizi\ndi linea di concessione regionale.", '3': 'I contributi di cui al precedente articolo sonostabiliti nella seguente misura massima:\na) 80% per i Consorzi, Enti o aziende interessate\ndi cui alle lettere a, b, c, d, e, del\nprecedente articolo 2;\nb) 40% per le imprese private di cui al\npunto f) del richiamato articolo 2.', '4': "I contributi di cui all' art. 3 della presente\nlegge non sono cumulabili con quelli che le imprese\nprivate, le aziende, gli Enti locali ed i\nconsorzi già usufruiscono da parte della Regione\no dello Stato per le medesime unità di\nmateriale rotabile.\nIn caso di subentro nella titolarità delle concessioni\nda parte di un ente o di azienda pubblica\nla quota di investimento sovvenzionata\nai sensi della presente legge non potrà essere\nconteggiata ai fini dell' indennizzo.", '5': "Le domande intese ad ottenere il contributo\ndi cui all' art. 3 della presente legge, corredate\ndai piani di investimento relativi alle singole\naziende e dalla documentazione necessaria alla\nistruttoria, dovranno essere presentate alla\nGiunta Regionale, tramite l' Assessorato ai Trasporti\ndella Regione, cui è demandata l' istruttoria\ned ogni eventuale valutazione tecnico -\nfinanziaria.", '6': "La Giunta Regionale, sulla base dell' istruttoria\neffettuata dall' Assessore competente e nei\nlimiti del fondo previsto, previo parere della\ncompetente Commissione Cosiliare, delibera\nl' assegnazione dei contributi straordinari con\nle eventuali prescrizioni relative alle caratteristiche\ndei mezzi di trasporto ed alle modalità \ne condizioni di forniture.\nLa Giunta Regionale è autorizzata ad erogare\nacconti nella misura fino al 60% sulle entità \ndei contributi concessi ai singoli richiedenti.", '7': "La Giunta Regionale, con le modalità che verranno\nindicate dal Conservatore del Pubblico\nRegistro automobilistico, può iscrivere il contributo\nconcesso ai sensi della presente legge\nsulla carta di circolazione e sul foglio complementare\ndei singoli autoveicoli.\nL' autorizzazione alla vendita degli autoveicoli,\ndi cui all' art. 25 della legge 28 settembre 1939,\nn. 1822, è subordinata all' obbligo di reimpiegare\nil ricavato in investimenti per l' acquisto\ndi materiale rotabile.", '8': "In tutti i casi di trasferimento di aziende o\ndi cessazione di attività di aziende che hannofruito degli interventi finanziari regionali di\ncui all' art. 3 della presente legge, detti contributi\nsono ripetibili in una misura proporzionale,\nriferita al valore residuo del materiale\nrotabile, pari alla percentuale del contributo\nregionale sul valore di acquisto non rimborsato.\nGli ammortamenti relativi alle quote degli investimenti\nsovvenzionati ai sensi della presente\nlegge sono esclusi dal computo delle sovvenzioni\ndi esercizio assegnabili a norma della\nlegge 2 agosto 1952, n. 1221.", '9': "Per l' attuazione della presente legge è autorizzata\nper l' anno finanziario 1975 la spesa di\nlire 5000 milioni che graverà sul Capitolo 2570,\nTitolo II - Sezione VI, dello stato di previsione\ndella spesa per il 1975, che, con la presente legge,\nviene istituito sotto la denominazione: << Programma\nstraordinario di investimenti in materiale\nrotabile per le autolinee urbane ed extraurbane\ndi interesse regionale. Contributi a Consorzi\nfra Comuni e Province, agli Enti locali,\nalle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica\ned alle imprese private >>, utilizzando, ai\nsensi dell' art. 1 della legge 27 febbraio 1955,\nn. 64, lo stanziamento del capitolo 3309: << Fondo\nglobale per spese in conto capitale derivanti\nda provvedimenti legislativi in corso per il\nfinanziamento dei programmi regionali di sviluppo\nai sensi dell' art. 9 della legge 16 maggio\n1970, n. 281 (Elenco n. 5) >> del bilancio di previsione\nper il 1974.\nIl Presidente della Giunta Regionale è autorizzato\nad apportare, con proprio decreto, su\nconforme deliberazione della Giunta stessa, le\noccorrenti variazioni al bilancio.\nAlle spese occorrenti per gli anni successivi\nsarà provveduto con successivo provvedimento\nlegislativo.\nLe somme non impegnate nell' esercizio di\ncompetenza possono essere utilizzate nell' esercizio\nfinanziario successivo.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 58 | null | {'1': "Nello stato di previsione della spesa per l'\nesercizio finanziario 1975 sono introdotte le variazioni\ndi cui all' unita tabella per l' importo\ncomplessivo di Lire 6 miliardi 133.000.000.\nLa somma algebrica di tali variazioni trova\ntotale compensazione nelle varie dotazioni di\nspesa interessate.", '2': "Nell' elenco n. 6 annesso alla legge di bilancio\n1975 nella Sezione IX - Settore Turismo - sotto\n<< Interventi a favore dell' agro - turismo >> è aggiunto:\n<< rifinanziamento della legge regionale\n9 novembre 1974, n. 58, per l' attuazione del programma\ndi valorizzazione dei beni culturali\ndella Regione Campania >>.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente a norma\ndel 2º comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore lo stesso giorno della\nsua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della\nRegione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975", '4': "Tabella B\nVARIAZIONI ALLO STATO DI PREVISIONE DELLA SPESA\nPER L' ANNO FINANZIARIO 1975"} | null |
campania | 1,975 | 10 | null | {'1': "La Regione Campania istituisce, ai sensi dell'\nart. 20 del DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito\nnella legge 17 agosto 1974, n. 386, il comitato regionale\nper il coordinamento dell' attività degli\nenti mutualistici operanti nella regione con la\nprogrammazione regionale e con l' attività degli\nenti ospedalieri.", '2': "Il comitato ha facoltà di proposta e deve essere\nsentito sulle questioni attinenti al miglioramento\ndei servizi sanitari degli enti mutualistici\nnell' ambito della regione.\nIl comitato svolge i compiti di cui al comma\nprecedente in materia di:\na) indirizzi generali del coordinamento delle\nattività degli enti mutualistici con la programmazione\nregionale e con l' attività degli enti\nospedalieri;\nb) utilizzazione e miglioramento dei servizi\nsanitari degli enti mutualistici nell' ambito della\nregione;\nc) utilizzazione quanto più soddisfacente\ndei presidi e dei servizi sanitari degli enti mutualistici\nin rapporto al territorio;\nd) deroghe al divieto di istituire nuove\nstrutture o servizi sanitari e di assumere nuovo\npersonale, ai sensi dell' art. 8 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386, e degli articoli 2 e 5 della leggeregionale << Norme per il rispetto della disciplina\ndi cui agli articoli 6 e 7 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386 >> approvata dal Consiglio nella\nseduta del 22 gennaio 1975;\ne) integrazione organizzativa fra le attività \ndei vari enti mutualistici;\nf) integrazione fra l' assistenza medica domiciliare\ne quella ambulatoriale ed ospedaliera;\ng) collaborazione delle mutue e degli ospedali\ncon le altre strutture sanitarie esistenti sul\nterritorio della regione per la prevenzione e la\nriabilitazione.", '3': "Il comitato è presieduto dall' Assessore Regionale\nall' Igiene e alla Sanità o da un suo\ndelegato ed è composto da:\n1) un rappresentante per ciascuno dei seguenti\nenti: INAM, ENPAS, INADEL,\nENPDEP, Casse Mutue degli Artigiani, dei\nCommercianti e dei Coltivatori Diretti; un rappresentante\ndelle tre Casse Marittime e due\ndelle Casse aziendali o autonome eletti dalle\nstesse;\n2) otto rappresentanti degli enti ospedalieri,\ndesignati dalla FIARO (Federazione Italiana\nAmministratori Regionali Ospedalieri) regionale;\n3) sette rappresentanti degli enti locali, di\ncui cinque designati dall' Associazione Nazionale\nComuni d' Italia e due dalla Unione Province\nd' Italia, scelti in modo da assicurare la rappresentanza\ndelle province delle zone interne della\nCampania;\n4) tre rappresentanti delle organizzazioni\nsindacali territoriali dei lavoratori, più rappresentative\nnella regione, designati dai rispettivi\norgani regionali;\n5) un Ufficiale Sanitario e un Direttore\nSanitario di ente ospedaliero, scelti dalla Giunta\nsu proposta dell' Assessore all' Igiene e alla\nSanità ;\n6) sei esperti di programmazione o organizzazione\nsanitaria, di cui tre nominati dalla\nGiunta e tre eletti dal Consiglio regionale, con\nvoto limitato a due.", '4': "La Giunta provvede alla nomina dei membri\ndel comitato con propria deliberazione, su proposta\ndell' Assessore all' Igiene e alla Sanità .\nL' insediamento del comitato avviene a cura\ndell' Assessore all' Igiene e alla Sanità , quando\nrisultino designati dagli enti di cui al precedente\nart. 3 e nominati la metà più uno dei\ncomponenti.", '5': "l comitato cessa alla data dell' entrata in\nvigore della legge sulla riforma sanitaria.\nI membri del comitato durano in carica due\nanni e possono essere riconfermati per il biennio\nsuccessivo.", '6': "Il comitato si avvale di una segreteria, nominata\ndalla Giunta regionale su proposta dell'\nAssessore regionale all' Igiene e alla Sanità e\ncomposta da personale della Regione nella misura\nmassima di cinque unità .\nLa segreteria ha sede presso l' Assessorato all'\nIgiene e alla Sanità .", '7': "Il comitato è convocato dall' Assessore all'\nIgiene e alla Sanità almeno quattro volte all'\nanno.\nIl comitato può essere altresì convocato per\nmotivi di urgenza e su richiesta della metà più \nuno dei suoi componenti o della Commissione\nConsiliare competente in materia di igiene e\nsanità .\nIl comitato adotta le sue proposte e pareri\na maggioranza semplice dei presenti.\nIl comitato può decidere di articolarsi, ove\nnecessario, in gruppi di lavoro incaricati di\nsvolgere indagini, ricerche e rilevamenti in ordine\nalle questioni attinenti al miglioramento\ndei servizi sanitari degli enti mutualistici.", '8': "Le spese relative al funzionamento del comitato\ndi coordinamento istituito con la presente\nlegge sono previste in lire cinquemilioni per\nl' anno 1975 e faranno carico al Capitolo 1514\n( Tit. - Sez. XI - Rubr. n. 3 - Cat. III) del Bilancio\ndi previsione per l' anno finanziario 1975.", '9': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 della Costituzione ed entra in\nvigore il giorno successivo a quello della sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 marzo 1975"} | null |
campania | 1,975 | 11 | null | {'1': "A decorrere dall' anno finanziario 1975, lo stanziamento\nassegnato alla Regione Campania ai\nsensi dell' art. 17 del DL 8 luglio 1974, n. 264,\nconvertito nella legge 17 agosto 1974, numero\n386, per l' espletamento dell' assistenza ospedaliera,\nè iscritto al Capitolo 135 sotto la denominazione:\n<< Stanziamento assegnato alla Regione\nCampania ai sensi dell' art. 17 del DL\n8 luglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17\nagosto 1974, n. 386 >> Titolo III - Categoria IV\ndello stato di previsione dell' entrata del bilancio\ndella Regione ed è ripartito in base ai criteri\nfissati dalla presente legge.", '2': "Con la decorrenza di cui al precedente art. 1\ne per una entità complessiva pari allo stanziamento\nprevisto allo stesso articolo, nei sottoelencati\ncapitoli con le denominazioni sottoindicate\ndello stato di previsione della spesa del\nbilancio della Regione - Titolo I - Sezione XI -\nsono iscritte:\na) Cap. 1595 << Spese per l' assistenza erogata\nnegli enti ospedalieri >>;\nb) Cap. 1595/ bis << Spese per l' assistenza\nospedaliera erogata dagli istituti di cura convenzionati\ncon la Regione a norma dell' art. 18\ndel DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito nella\nlegge 17 agosto 1974, n. 386 >>;c) Cap. 1595/ ter << Spese per l' assistenza\nospedaliera erogata dalla Regione in forma indiretta\nai sensi del secondo e del terzo comma\ndell' art. 12 del DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito\nnella legge 17 agosto 1974, n. 386 >>;\nd) Cap. 1595/ quater << Spese per l' assistenza\nospedaliera all' estero degli aventi diritto ai\nsensi del quinto comma dell' art. 12 del DL 8\nluglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17\nagosto 1974, n. 386 >>;\ne) Cap. 1595/ quinquies << Spese per l' assistenza\nospedaliera ai marittimi all' estero ai\nsensi dei commi sesto e settimo dell' art. 12 del\nDL 8 luglio 1974, n. 264, convertito nella legge\n17 agosto 1974, n. 386 >>;\nf) Cap. 1596 << Spese per lo studio e la riorganizzazione\ndei servizi e delle attrezzature\nospedaliere >>;\ng) Cap. 1596/ bis << Spese per la formazione\ne l' aggiornamento professionale del personale\nospedaliero >>;\nh) Cap. 1596/ ter << Spese per lo studio e la\ndefinizione delle analisi dei costi dell' assistenza\nospedaliera >>;\ni) Cap. 1596/ quater << Spese per la gestione\ndello stanziamento di cui all' art. 1 della presente\nlegge >>;\nl) Cap. 1597 << Spese per interventi aggiuntivi\ndiretti all' adeguamento delle strutture e dei\nservizi ospedalieri delle zone interne, volti ad\nassicurare prestazioni uniformi e ad eliminare\ndifferenze tra le varie zone della Regione >>;\nm) Cap. 1598 << Fondo di riserva di cui al\nsuccessivo art. 9 >>.\nNelle spese previste alla lettera a) del precedente\ncomma sono comprese anche quelle relative\nal rinnovo e all' adeguamento delle attrezzature\nsanitarie, nonchè quelle relative alla istituzione\ndi nuove divisioni, sezioni e servizi e\nl' assunzione di nuovo personale presso gli enti\nospedalieri ai sensi degli articoli 6 e 8 del DL\n8 luglio 1974, n. 264, convertito nella legge 17\nagosto 1974, n. 386.", '3': "La Giunta è autorizzata, per l' anno finanziario\n1975, ad assegnare ai capitoli di spesa dicui al precedente articolo 2 le quote dello stanziamento\nattribuito alla Regione ai sensi del\nDecreto Legge 8 luglio 1974, n. 264, convertito\nnella legge 17 agosto 1974, n. 386, calcolate in\nbase alle seguenti percentuali:\na) Cap. 1595 66%\nb) Cap. 1595/ bis 25%\nc) Cap. 1595/ ter 1%\nd) Cap. 1595/ quater 1%\ne) Cap. 1595/ quinquies 1%\nf) Cap. 1596 0,10%\ng) Cap. 1596/ bis 0,50%\nh) Cap. 1596/ ter 0,10%\ni) Cap. 1596/ quater 0,10%\nl) Cap. 1597 3%\nm) Cap. 1598 2,20%\nLa Giunta è altresì autorizzata, nel corso\ndell' anno finanziario 1975, a proporre al Consiglio\nmodifiche delle percentuali di cui al comma\nprecedente e i conseguenti storni da un\ncapitolo all' altro in relazione all' andamento della\nspesa ed ogni qualvolta gli stessi si rendessero\nnecessari.\nA decorrere dall' anno finanziario 1976, le quote\nassegnate ai singoli capitoli saranno fissate,\ncompatibilmente con l' entità complessiva dello\nstanziamento di cui al precedente articolo 1,\nin base all' accertamento dei costi riscontrati\nnell' esercizio precedente e sulla scorta delle risultanze\ndelle analisi di cui alla lettera h) del\nprimo comma del precedente articolo 2.", '4': "Le spese degli enti ospedalieri, di cui alla\nlettera a) del precedente art. 2, sono finanziate\ndalla Regione secondo la ripartizione e le modalità \nseguenti:\na) Finanziamento fisso. E' ammesso per le voci:\n1) Stipendi, indennità , assegni fissi ed oneri\ncontributivi, compresi gli oneri derivanti dagli\nscatti di anzianità e dalla applicazione di contratti\ncollettivi di lavoro, relativi al personale\nregolarmente assunto con atti debitamente esecutori\ned in servizio alla data del 25 settembre\n1974, nonchè quelli relativi al personale eventualmente\nassunto fino al 31 dicembre 1974 in\nvirtù dell' articolo 6 del DL 8 luglio 1974, n.\n264, convertito nella legge 17 agosto 1974, n.\n386, e dell' art. 3 della legge regionale 4 settembre\n1974, n. 50; oneri per il personale assunto\nin sostituzione di personale cessato dal servizio\no collocato in aspettativa senza assegni o in\ncongedo per gravidanza e puerperio; oneri eventuali\na carico degli enti per il personale in\nquiescenza;\n2) Emolumenti a consulenti medici, e peresami e terapie affidate ad esterni e derivanti\nda convenzioni in atto al 31 dicembre 1974 o\nsuccessivamente autorizzate dalla Giunta Regionale;\n3) Spese per gli organi dell' ente;\n4) Canoni reali di locazione, in atto al 31\ndicembre 1974 o successivamente autorizzati\ndalla Giunta Regionale;\n5) Rate di ammortamento dei mutui, prestiti,\nobbligazioni ed altri prestiti pluriennali\nstipulati entro il 31 dicembre 1974;\n6) Compensi al personale per ore di lavoro\nstraordinario e pronta reperibilità , nei limiti\nfissati dagli accordi nazionali di lavoro stipulati\nai sensi dell' art. 40 della legge 12 febbraio\n1968, n. 132 ed alle norme del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, numero 386.\nLa Giunta provvede all' erogazione delle somme\nsu richiesta degli enti ospedalieri, in relazione\nal bilancio di previsione approvato dall'\norgano regionale di controllo.\nL' erogazione avviene per trimestralità anticipate\ncalcolate in tre dodicesimi del bilancio di\nprevisione di cui al comma precedente e sui\nconsuntivi di cassa relativi alla trimestralità \nprecedente.\nAlla chiusura dell' esercizio ed in base al conto\nconsuntivo approvato dall' organo regionale di\ncontrollo, la Giunta procederà alle operazioni\ndi conguaglio, da rivalere sui finanziamenti relativi\nal nuovo anno finanziario.\nb) Finanziamento variabile. E' ammesso per le\nvoci:\n1) Medicinali, presidi chirurgici, materiali\ndiagnostici e terapeutici;\n2) Vitto ai degenti;\n3) Combustibili, utenze di energia eletrica,\nacqua, gas, telefono;\n4) Lavanderia, guardaroba, pulizia, trasporti\ned altri servizi svolti direttamente o conferiti\nin appalto, e consumi diversi relativi (materiali\ndi pulizia, stoviglie, posaterie, articoli\ndiversi).\n5) Manutenzione ordinaria degli edifici e\ndelle attrezzature;\n6) Spese generali e diverse (stampati, cancelleria,\nspese postali, abbonamenti, spese legali,\nstudi e documentazioni, vigilanza notturna,\ncontributi associativi);\n7) Mensa ai dipendenti, quando erogata.\nLa Giunta provvede all' erogazione delle somme\nsu richiesta degli enti ospedalieri suffragata\ndalla rappresentazione dei costi, iscritti\nnel bilancio di previsione ed accertati nell' anno\nprecedente, maggiorati in relazione all' aumentodei prezzi registrato o presumibile nell'\nanno in corso.\nL' erogazione avviene per trimestralità anticipate\nsecondo le modalità di cui al comma precedente.\nc) Finanziamenti eventuali. Sono ammessi per\nle voci:\n1) Rinnovo ed adeguamento delle attrezzature\nsanitarie;\n2) Istituzione di nuove divisioni, sezioni e\nservizi ed assunzione di nuovo personale a norma\ndegli artt. 6 e 8 del DL 8 luglio 1974, n.\n264, convertito nella legge 17 agosto 1974,\nn. 386;\n3) Studio e riorganizzazione dei servizi e\ndelle attrezzature ospedaliere;\n4) Formazione e aggiornamento professionale\ndel personale ospedaliero.\nLa Giunta provvede all' erogazione delle somme\nsu richiesta degli enti ospedalieri o su suo\ndiretto affidamento agli stessi in base a specifici\npiani di riparto degli stanziamenti assegnati\nai capitoli di cui alle lettere f), g) ed l) dell'\nart. 2 della presente legge, predisposti dalla\nGiunta stessa su proposta dell' Assessore all'\nIgiene e alla Sanità ed approvati dal Consiglio\nregionale.", '5': "Gli enti ospedalieri predispongono il bilancio\ndi previsione calcolando i finanziamenti di\ncui al precedente art. 4 al netto dei proventi\nderivanti da prestazioni ambulatoriali o da\nprestazioni a terzi non aventi diritto, ai sensi\ndell' art. 12 del DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito\nnella legge 17 agosto 1974, n. 386, da\nricoveri in camere speciali, nonchè da ogni altro\nprovento spettante agli enti stessi a qualsiasi\ntitolo e non vincolato a destinazione specifica,\nivi comprese le altre entrate anche di natura\npatrimoniale non previste dal punto 4 dell' art.\n14 del DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito nella\nlegge 17 agosto 1974, n. 386.\nIl progetto di bilancio di previsione è predisposto\ndagli enti ospedalieri e trasmesso alla\nGiunta Regionale entro il 30 settembre di ogni\nanno.\nLa Giunta entro il 30 novembre, fissa, in base\nai criteri di cui ai capitoli precedenti, i finanziamenti\nda assegnare a ciascun ente.\nGli enti ospedalieri provvedono, entro il 31\ndicembre, alla approvazione del proprio bilancio\ndi previsione per l' esercizio successivo ed\nalla trasmissione dello stesso alla Giunta.\nI finanziamenti della Regione ed i proventi\ndi cui al comma precedente, valutati preventivamente\nsulla scorta delle risultanze dell' esercizioprecedente, sono iscritti nella previsione\ndell' entrata dei bilanci degli enti ospedalieri.", '6': "Il finanziamento della spesa di cui alla lettera\nb) dell' art. 2 della presente legge è disposto\ndalla Giunta regionale a termini delle convenzioni\nin atto alla data dell' entrata in vigore\ndel DL 8 luglio 1974, n. 264, convertito nella\nlegge 17 agosto 1974, n. 386, o successivamente\nstipulate ai sensi dell' art. 18 della stessa.\nL' erogazione delle somme da parte della Giunta\nè subordinata all' assolvimento delle prescrizioni\ne secondo le modalità previste nelle convenzioni\ned in conformità all' art. 8 della legge\nregionale sull' assistenza ospedaliera approvata\ndal Consiglio nella seduta del 22 gennaio 1975.", '7': "La spesa di cui alla lettera c) del precedente\nart. 2 è rimborsata dalla Giunta Regionale a\ncoloro che hanno fruito dell' assistenza in forma\nindiretta in base alla legge regionale sulla\nassistenza ospedaliera approvata dal Consiglio\nnella seduta del 22 gennaio 1975.", '8': "La spesa di cui alla lettera d) del precedente\nart. 2 è liquidata dalla Giunta Regionale in base\na quanto previsto dall' art. 12 del DL 8 luglio\n1974, n. 264, convertito nella legge 17 agosto\n1974, n. 386, e dalla relativa legge regionale\nsull' assistenza ospedaliera approvata dal Consiglio\nnella seduta del 22 gennaio 1975.", '9': "Il fondo di riserva di cui alla lettera m)\ndell' art. 2 della presente legge è destinato a far\nfronte ai maggiori oneri che si riscontrano, nel\ncorso dell' esercizio, per le spese previste alle\nlettere a) e b) dello stesso art. 2 e limitatamente\nai numeri 1, 2 e 3 della lettera a) del\nprecedente art. 4.", '10': "\nGli oneri relativi alle gestioni degli enti ospedalieri\nnegli anni finanziari precedenti al 1º gennaio\n1975 restano a carico degli enti stessi che\nne curano la liquidazione con le risorse iscritte\nnei relativi bilanci.\nLe scritture contabili relative alle gestioni\ndegli esercizi 1974 e precedenti e quelle relative\nalle gestioni degli esercizi successivi dovranno\nessere redatte e conservate separatamente.\nLa Regione risponde dei finanziamenti necessari\nall' assistenza ospedaliera negli enti ospedalieri\na decorrere dal 1º gennaio 1975, nella misura\ncorrispondente all' entità dello stanziamento\ndi cui al precedente art. 1 e secondo i criteri\ne le modalità di cui alla presente legge.", '11': "\nLa presente legge è dichiarata urgente\nai sensi dell' articolo 127 della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 marzo 1975"} | null |
campania | 1,975 | 67 | null | {'1': "E' approvato, ai sensi dell' art. 4 - II comma -\ndella legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3, lo\nStatuto della Comunità Montana << Monte Santa\nCroce >> nel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nsul Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 66 | null | {'1': "E' approvato ai sensi dell' art. 4 - II comma\n- della legge regionale 14 gennaio 1974, n. 3,\nlo Statuto della Comunità Montana << Terminio\nCervialto >> nel testo allegato alla presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 5 | null | {'1': "La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare\nprovvisoriamente, fino a quando non sarà \napprovata per legge e, comunque, non oltre il\n28 febbraio 1975, il bilancio per l' anno finanziario\n1975, secondo gli stati di previsione e\ncon le modalità e prescrizioni previste nel relativo\ndisegno di legge all' esame del Consiglio\nregionale.", '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, secondo comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\na quello della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione, con effetto dal\n1º gennaio 1975.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 17 gennaio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 4 | null | {'1': "I Consigli Provinciali, i Consigli Comunali e\ngli elettori della Regione hanno l' iniziativa per\nla formazione delle leggi, dei regolamenti regionali\ne dei provvedimenti amministrativi di\ninteresse generale della Regione, in virtù degli\narticoli 42 e 50 dello Statuto, e possono esercitarla\nmediante presentazione all' Ufficio di\nPresidenza del Consiglio di progetti di legge\nredatti in articoli, o di schemi di provvedimenti\namministrativi di interesse generale, secondo\nle disposizioni contenute nello Statuto e nella\npresente legge.", '2': "L' iniziativa di cui all' articolo 1 non si esercita\nnelle seguenti materie:\na) tributaria, di bilancio, mutui e prestiti;\nb) assunzione e cessione di partecipazioni\nregionali;\nc) esproprio dei suoli e limitazione della\nproprietà fondiaria;\nd) nomina degli amministratori di enti ed\naziende dipendenti dalla Regione nonchè dei\nrappresentanti della Regione di enti e società \na partecipazione regionale;\ne) designazione dei componenti di Commissioni\ne di altri organi collegiali spettante alla\nRegione;\nf) formulazione dei pareri formalmente richiesti\nalla Regione dagli organi costituzionali\ndella Repubblica;\ng) riesame delle forme ordinarie degli atti\namministrativi rinviati alla Regione ai sensidell' art. 125 della Costituzione;\nh) formulazione dei pareri di cui agli artt.\n132 e 133 della Costituzione;\ni) designazione, a norma del 2º comma dell'\nart. 83 della Costituzione, di delegati della Regione\nper l' elezione del Presidente della Repubblica;\nl) regolamenti degli organi regionali;\nm) provvedimenti amministrativi di mera\nesecuzione di norme legislative e regolamentari\nemanate dallo Stato o dalla Regione, ed in esecuzione\ndi delibere consiliari;\nn) modifiche dello Statuto regionale.", '3': "Il Consiglio Provinciale che intende esercitare\nla iniziativa di cui all' art. 1 adotta apposita deliberazione\ncontenente la proposta da inoltrare\nall' Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale.", '4': "Uno o più Consigli Comunali, per esercitare\nle iniziative di cui all' articolo 1, devono avere\ncomplessivamente una popolazione di almeno\nventimila elettori iscritti nelle liste per la elezione\ndella Camera dei Deputati alla data del\n31 dicembre.\nIl Consiglio o i Consigli Comunali che esercitano\nl' iniziativa, adottano apposita deliberazione\ncontenente la proposta da inoltrare all'\nUfficio di Presidenza del Consiglio Regionale;\ndalla deliberazione deve risultare il numero\ntotale degli elettori iscritti nelle liste per la\nelezione della Camera dei Deputati alla data\ndel 31 dicembre dell' anno precedente.", '5': "L' iniziativa popolare di cui all' art. 1 si esercita\nmediante la presentazione di proposte all'\nUfficio di Presidenza del Consiglio regionale,\nsottoscritte da almeno cinquemila elettori iscritti\nnelle liste per la elezione della Camera dei\nDeputati.\nLe firme per la presentazione del progetto di\nlegge devono essere raccolte su moduli forniti e\nvidimati dalla Regione. A cura dei proponenti\ndovrà essere riportato su di essi il testo articolato\ndel progetto con in calce le firme.\nIl primo firmatario della proposta designa,\nnel modulo in calce al testo del progetto, cinque\nelettori legittimati alla presentazione della proposta,\ndella relazione, e ad essere ascoltati dalla\ncompetente Commissione consiliare.\nLa proposta non può essere presentata su fogli\nvidimati da oltre quattro mesi.", '6': "La proposta per essere valida deve contenere\nla firma dei cittadini elettori da apporsi sui\nmoduli di cui all' articolo precedente; di tuttideve essere indicato cognome, nome, luogo e\ndata di nascita, nonchè il Comune nelle cui liste\nelettorali si è iscritti, e la relativa elencazione\ndeve recare una numerazione progressiva secondo\nl' ordine di presentazione.\nLa loro firma è autenticata da un Notaio o\nda un Cancelliere di qualsiasi Ufficio giudiziario\ndella Regione, ovvero dal Giudice conciliatore,\ndal Sindaco o dal Segretario Comunale o dal\nSegretario dell' Amministrazione Provinciale.\nIl pubblico ufficiale che procede alle autenticazioni\ndà atto della manifestazione di volontà \nespressa da elettori che non sappiano o non\nsiano in grado di sottoscrivere per fisico impedimento.\nAlla proposta debbono allegarsi i certificati\ndi iscrizione nelle liste elettorali di un Comune\ndella Regione dei cittadini sottoscrittori. I certificati\npossono essere anche collettivi.", '7': "Sull' ammissibilità della proposta decide, entro\ntrenta giorni, la Commissione consiliare\ncompetente per materia, o, in difetto, il Consiglio.\nLa proposta ritenuta ammissibile è iscritta\nall' ordine del giorno del Consiglio e discussa\nnon oltre tre mesi dalla presentazione.", '8': "La spesa per l' autenticazione delle firme è a\ncarico della Regione qualora la proposta sia\ndichiarata ammissibile ai sensi del precedente\narticolo 7.\nLa misura stabilita deve intendersi uguale a\nquella per i diritti dovuti per l' autentica ai\nSegretari Comunali.\nLa richiesta di rimborso dovrà essere effettuata\ncon apposita domanda dal cittadino elettore\nprimo firmatario a favore del quale sarà \nemesso regolare mandato.", '9': "All' onere derivante dall' applicazione della\npresente legge, stabilito in L. 5.000.000, per l'\nanno finanziario 1974, si provvede mediante riduzione\ndi pari importo dello stanziamento di\ncui al Capitolo 1864 << Fondo occorrente per far\nfronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi\nin corso >> dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1974 e mediante\nl' iscrizione della somma di L. 5.000.000\nnel Capitolo 158, di nuova istituzione, Titolo I -\nSezione II dello stato di previsione medesimo\ncon la seguente denominazione: << Spese per l'\niniziativa legislativa popolare e degli Enti locali >>.\nPer gli anni finanziari successivi la previsione\ndi spesa farà carico al corrispondente Capitolo\ndi bilancio.", '10': "La presente legge è dichiarata urgente agli\neffetti del 2º comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo\nalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 17 gennaio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 54 | null | {'1': "La Legge regionale 22 luglio 1974, n. 29, è integrata\ndal seguente articolo 6 bis:\n<< Al fine di promuovere il miglioramento delle\ntecniche di coltivazione della barbabietola da\nzucchero, per favorirne il rilancio attraverso\nl' incremento quanti - qualitativo e l' abbassamento\ndei costi di produzione, alle aziende singole\ne associate, ed in particolare a quelle diretto -\ncoltivatrici, possono essere concessi contributi\nnella misura massima di L. 80.000 per ogni ettaro\nimpegnato dalla coltura per la realizzazione\ndi programmi volti al conseguimento dei fini\npredetti.\nLe domande intese a fruire dei benefici di cui\nal comma precedente vanno presentate agli\nIspettorati Provinciali dell' Agricoltura competenti\nper territorio.\nLe domande potranno essere presentate anche\nda Associazioni che dispongono di espresso\nmandato da parte dei coltivatori interessati.\nAlla concessione, liquidazione e pagamento\ndei contributi previsti dal presente articolo provvederanno\ngli Ispettorati Provinciali dell' Agricoltura,\nnell' ambito dell' attuazione dei programmi\nannuali, di cui all' art. 7 della Legge regionale\n22 luglio 1974, n. 29.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 55 | null | {'1': "L' art. 4 della legge regionale 9 novembre 1974,\nn. 60, è sostituito dal seguente:\n<< Alle cooperative agricole e loro Consorzi\npossono essere concessi prestiti agevolati di\nesercizio con il concorso della Regione nel pagamento\ndegli interessi per le spese di conduzione\ndi aziende agrarie associate, di stalle sociali,\nnonchè di impianti per la conservazione, lavorazione,\ntrasformazione e vendita di prodotti agricoli\ne zootecnici.\nIl concorso della Regione è commisurato alla\ndifferenza tra il tasso di riferimento ed il tasso\nagevolato fissati ai sensi dell' art. 34 della Legge\n2 giugno 1961, n. 454, della legge 17 agosto 1974,\nn. 397, e del Decreto - Legge 24 febbraio 1975,\nn. 26, ed eventuali successive modificazioni.\nSui prestiti accordati alle cooperative agricole\ne loro Consorzi per la corresponsione di acconti\nai soci conferenti può essere concesso un contributo\nregionale fino alla misura massima, in ragione\nd' anno, del 10% della somma concessa a\nprestito e comunque tale che a carico dei beneficiari\nresti un tasso d' interesse non inferiore\na quello agevolato fissato per i prestiti di cui\nai commi precedenti.\nNella determinazione delle somme da concedere\na prestito ai sensi dei commi precedenti\npotranno essere tenute presenti anche le spese\nderivanti dalla mancata vendita dei prodotti\ndella precedente campagna agraria, dovuta adobbiettive difficoltà di mercato >>.", '2': "Il terzo e quarto comma dell' art. 6 della legge\n9 novembre 1974, n. 60, sono sostituiti dai seguenti:\n<< Con il programma di cui al successivo articolo\n10 è determinata annualmente la somma\ncon la quale la Regione concorre al Fondo Regionale\nper la Cooperazione Agricola.\nLe modalità relative alla costituzione ed alla\ngestione del Fondo, da affidare all' Ente di Sviluppo\nin Campania, sono demandate ad apposita\nregolamentazione da approvarsi dal Consiglio\nRegionale, su proposta della Giunta regionale >>.", '3': "Il secondo comma dell' art. 8 della Legge regionale\n9 novembre 1974, n. 60, è sostituito dal\nseguente:\n<< In aggiunta ai contributi possono essere concessi\nanche mutui integrativi al tasso agevolato\nfissato ai sensi del Decreto - Legge 24 febbraio\n1975, n. 26, ed eventuali successive modificazioni,\nper la durata di 20 anni e per l' importo pari\nalla differenza tra la spesa ammessa ed il contributo\nconcesso >>.", '4': "Dopo l' art. 13 della legge regionale 9 novembre\n1974, n. 60, è aggiunto il seguente:\n<< Art. 13 bis - L' Ente di Sviluppo in Campania,\nnell' ambito dei compiti istituzionali di cui alla\nLegge 14 luglio 1965, n. 901, è autorizzato a dare\nattuazione ad un programma per la concessione,\nuna tantum, di contributi straordinari agli organismi\ncooperativi da esso assistiti a parziale\nrimborso delle spese di gestione, nel caso in cui\ndetti organismi abbiano subito perdite imputabili\nad avviamento iniziale, calamità naturali ed\na difficoltà di mercato, nonchè per la copertura\ndi perdite subite dall' Ente stesso nella gestione\ndiretta di iniziative attuate in forza dell' art. 3,\nlettera d) della citata Legge 14 luglio 1965, n. 901.\nIl programma di cui al comma precedente\ndovrà essere sottoposto all' approvazione della\nGiunta Regionale, entro quattro mesi dall' entrata\nin vigore della presente legge.\nPer l' attuazione di detto programma è autorizzata\nla spesa di lire 600 milioni per l' esercizio\nfinanziario 1975 >>.", '5': "Per la concessione dei contributi di cui agli\narticoli 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 della Legge regionale 9\nnovembre 1974, n. 60, è autorizzata per l' esercizio\n1975 la spesa di lire 400 milioni, in aggiunta\nalla spesa di lire 1.300 milioni autorizzata dall'\nart. 14 della predetta legge regionale.", '6': "ll' onere di complessive lire 1.000 milioni\nderivante dall' applicazione della presente legge\nsi farà fronte mediante riduzione di pari importo\ndello stanziamento di cui al capitolo 2668 -\nTitolo II - Sezione VII, dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1975.\nIn conseguenza sono apportate le seguenti\nvariazioni al bilancio di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1975:\nTITOLO II - Sezione VII:\n- Cap. 2665 << Finanziamento Ente di Sviluppo\nin Campania (Legge 15 luglio 1965, n. 901) >> aumento\nda L. 2.800.000.000 a L. 3.400.000.000;\n- Cap. 2668 << Concorso regionale nella concessione\ndi prestiti di conduzione a tasso agevolato\nin agricoltura >> riduzione da L. 1.000.000.000\na per memoria;\n- Cap. 2674 << Interventi a favore della cooperazione\nagricola (seconda quota del programma\ntriennale della legge regionale 9 novembre 1974,\nn. 60) >> aumento da Lire 1.300.000.000 a Lire\n1.700.000.000.", '7': "Il primo comma dell' art. 15 della Legge regionale\n9 novembre 1974, n. 60, è sostituito dal\nseguente:\n<< Per la concessione dei contributi nel pagamento\ndegli interessi sui mutui ventennali di\ncui al 2º comma dell' art. 8 è fissato il limite\nannuale d' impegno di L. 50 milioni per ciascuno\ndegli esercizi finanziari 1975 e 1976 >>.", '8': "L' art. 17 della Legge regionale 9 novembre\n1974, n. 60, è sostituito dal seguente:\n<< Agli interventi di cui alla presente legge si\napplicano le disposizioni previste dalla Legge\n5 luglio 1928, n. 1760, e successive modificazioni\ned integrazioni, dal RD 13 febbraio 1933,\nn. 215, e successive modificazioni ed integrazioni,\ndalle leggi 2 giugno 1961, n. 454, e 27\nottobre 1966, n. 910 >>.", '9': "L' art. 21 della Legge regionale 9 novembre\n1974, n. 60, è sostituito dal seguente:\n<< La presente legge, salvo i rapporti esauriti,\nsarà modificata con apposito provvedimento legislativo,\nin conformità degli eventuali emendamenti\nche potranno essere richiesti in via\ndefinitiva dalla Commissione della Comunità \nEconomica Europea, ai sensi degli artt. 92 e 93\ndel Trattato approvato con legge 14 ottobre\n1957, n. 1203 >>.", '10': "La presente legge regionale è dichiarata urgente,\nai sensi dell' art. 127, secondo comma,\ndella Costituzione, ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo alla sua pubblicazione sul Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 23 | null | {'1': "A norma del DLL 19 ottobre 1944, n. 279\ne successive modifiche ed integrazioni, l' Ente\ndi Sviluppo agricolo in Campania può ottenere\nla concessione delle terre incolte o insufficientemente\ncoltivate.", '2': "L' Ente di Sviluppo agricolo in Campania\nprovvede ad assegnare le predette terre a coltivatori\ne lavoratori agricoli, singoli ed associati,\nper la organizzazione di unità produttive\nidonee, per condizioni di produttività e redditività ,\na consentire la formazione di imprese autonome\nfamiliari, plurifamiliari o cooperative,\nche siano efficienti sotto il profilo tecnico ed\neconomico.", '3': "Nel caso in cui le terre concesse non siano\nsuscettibili della utilizzazione prevista dall' articolo\nprecedente, l' Ente può utilizzarle per finalità \ndi ricerca e sperimentazione agraria.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 22 | null | {'1': "La lettera a) del primo comma dell' articolo\nunico della legge regionale 9 agosto 1974, n. 37,\nè integrata come segue:\n<< Con esclusione del personale sanitario, Medici\ne Veterinari, che è iscritto alla Cassa per\nla Pensione ai Sanitari >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 17 | null | {'1': 'San Marco Evangelista, frazione dei Comuni\ndi Caserta e di Maddaloni in provincia di Caserta,\nè distaccata dai rispettivi capoluoghi ed\nè costituito in Comune Autonomo con la denominazione\ndi << San Marco Evangelista >>.', '2': "Il Governo della Regione è autorizzato a provvedere\ncon decreto presidenziale a determinare\nil territorio dell' istituendo Comune e ad adottare\ntutti i provvedimenti necessari per l' esecuzione\ndella presente legge.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 16 | null | {'1': "Allo scopo di provvedere alla conservazione,\nal restauro ed alla valorizzazione del patrimonio\nartistico costituito dalle ville vesuviane del\nsecolo XVIII, la Regione Campania concede, a\ntitolo di contributo, la erogazione della somma\ndi Lire 200 milioni in favore dell' << Ente per le\nville vesuviane >>.", '2': 'All\' onere derivante dall\' applicazione della\npresente legge si provvede mediante riduzione,\ndi pari ammontare, dello stanziamento di\ncui al capitolo 3353 - Titolo II - Sezione XIII -\ndello stato di previsione della spesa per l\' anno\nfinanziario 1975: << Fondo occorrente per far\nfronte a spese in conto capitale derivanti da\nprovvedimenti legislativi regionali in corso >> e\nmediante l\' iscrizione della somma di Lire 200\nmilioni nel capitolo di nuova istituzione 3241\nTitolo II - Sezione XII - Rubrica n. 3 - Categoria\nX: << Contributo all\'" Ente per le ville vesuviane"\nper la conservazione, il restauro e la\nvalorizzazione delle medesime >>.', '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti degli articoli 127, secondo\ncomma, della Costituzione e 45 dello Statuto\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 10 aprile 1975"} | null |
campania | 1,975 | 60 | null | {'1': "L' art. 5 della legge 4 settembre 1974, n. 48,\nè così modificato:\n<< Il Consiglio Regionale determina i criteri\ne gli indirizzi per l' attuazione della politica sociale\ndegli asili - nido e approva il piano di riparto\ndei contributi ordinari per la istituzione\ne la gestione degli asili - nido entro il 20 maggio\n1975 per il 1974 ed entro il 30 giugno 1975 per\nil 1975, piani che la Giunta predisporrà , rispettivamente,\nentro il 20 aprile 1975 per il piano\n1974 ed entro il 30 maggio 1975 per il piano\n1975 >>.", '2': "L' art. 4, comma I, della legge regionale 4\nsettembre 1974, n. 48, è così modificato:\n<< Limitatamente all' anno 1975, il termine per\nil deposito delle istanze e dei relativi allegati\nda parte dei Comuni o dei Consorzi dei Comuni,\nè prorogato al 15 maggio 1975 >>.", '3': "L' art. 23 della legge regionale 4 settembre\n1974, n. 48, è così modificato:\n<< Il termine per il deposito degli allegati all'\nistanza di contributo di cui all' art. 4 è prorogato\nal 20 marzo 1975 >>.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 61 | null | {'1': "Gli atti amministrativi emanati dagli Organi\ndella Regione Campania, compresi quelli per i\nquali le leggi dello Stato anteriori all' attuazione\ndell' ordinamento regionale prescrivevano\nla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della\nRepubblica, sono pubblicati, con effetto dalla\nentrata in vigore della presente legge, soltanto\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 29 | null | {'1': "L' amministrazione regionale, ispirata ai principi\ndella partecipazione, del decentramento e\ndella programmazione, si articola nei seguenti\nservizi:\n1) Servizio Bilancio;\n2) Servizio Piani e Programmi;\n3) Servizio Affari Generali e Personale;\n4) Servizio Ragioneria generale;\n5) Servizio Demanio e Patrimonio;\n6) Servizio Finanze e Tributi;\n7) Servizio Urbanistica e Pianificazione Territoriale;\n8) Servizio Agricoltura, Caccia e Pesca;\n9) Servizio Foreste;\n10) Servizio Industria e Artigianato;\n11) Servizio Turismo;\n12) Servizio Commercio;\n13) Servizio Igiene e Sanità ;\n14) Servizio Veterinaria;\n15) Servizio Attività ospedaliera;\n16) Servizio Istruzione e Cultura;\n17) Servizio Assistenza sociale;\n18) Servizio Lavoro e Promozione sociale;\n19) Servizio Formazione Professionale;\n20) Servizio Trasporti;\n21) Servizio Lavori Pubblici;\n22) Servizio Edilizia economica e popolare;\n23) Servizio Enti locali e Sport;\n24) Servizio Acque ed Acquedotti.", '2': "Le materie attribuite a ciascun Servizio sono\ncosì ripartite:1. Servizio Bilancio\nPartecipazione alle procedure per la formazione\ndel Bilancio dello Stato. Bilancio di previsione\ndella Regione; bilanci degli enti e delle\naziende regionali; coordinamento dei piani pluriennali\ndi spesa e dei piani di intervento settoriale,\nriscontro contabile delle proposte di\nlegge comportanti spese; assunzioni e rimborso\ndei mutui e prestiti obbligazionari nel quadro\ndei programmi pluriennali stabiliti in sede di\nbilancio e di programmazione; verifica dei piani\ne dei programmi finanziari deliberati dalla Giunta\nnell' ambito del bilancio della Regione; finanziarie\nregionali e partecipazioni regionali.\n2. Servizi Piani e Programmi\nPartecipazione alle procedure per la formazione\ndel programma economico nazionale. Elaborazione\ne verifica di attuazione del piano regionale\ndi sviluppo economico. Riscontro delle\nproposte regionali nel quadro dei programmi\nstabiliti in sede di programmazione. Verifica\ndei piani e dei programmi deliberati dalla Giunta\nnell' ambito del Programma regionale di sviluppo.\nAggiornamento dinamico degli indirizzi\ndi programmazione. Redazione dello schema\ndel rapporto annuale sullo stato di attuazione\ndel programma regionale.\nRapporti con gli organi di programmazione\nregionale e locale e con l' organismo di ricerca\ndi cui all' art. 67 dello Statuto regionale. Rilevazione,\nelaborazione e produzione delle informazioni\nstatistiche regionali.\n3. Servizio Affari Generali e Personale\nOrganizzazione del lavoro ed assegnazione\ndel personale inquadrato nel ruolo della Giunta;\nprogrammi di formazione e di aggiornamento\ndel personale; provvedimenti concernenti\nlo stato giuridico ed il trattamento economico\ndel personale.\n4. Servizio Ragioneria generale\nCoordinamento generale della gestione della\nRegione, mediante firma di tutti gli impegni\ndi spesa, delle reversali di riscossione e dei\ntitoli di pagamento e tenuta delle relative scritture\ncontabili. Rapporti con il Tesoriere ai fini\ndella parificazione delle entrate e delle spese.\nParificazione ed integrazione dei consuntivi resi\ndal Tesoriere. Ispezioni contabili periodiche\ne saltuarie agli Uffici decentrati anticipatari,\na qualsiasi titolo, di fondi del bilancio regionale.\nRiscontro amministrativo - contabile dei rendiconti\neconomali e dei rendiconti resi dagli\nUffici periferici, relativi alle spese generali di\namministrazione. Riscontro, dopo la revisione\namministrativa dei singoli Assessori, dei rendicontiresi dagli Uffici ed Enti in materia delegata.\nContabilità del personale. Conto consuntivo.\n5. Servizio Demanio e Patrimonio\nDemanio e patrimonio regionale, inventario\ne manutenzione dei beni immobili della Regione,\nrapporti con gli enti e le aziende regionali\nconsegnatarie dei beni immobili regionali.\nProvveditorato; inventari e manutenzione dei\nbeni mobili regionali. Gare e contratti. Economato;\nservizi in economia; gestione del parco\nmacchine.\n6. Servizio Finanze e Tributi\nGestione delle finanze e della Tesorerie regionale\nin conformità al bilancio di competenza.\nTributi; entrate patrimoniali, anticipazioni e\nmutui. Tassa regionale di circolazione; tassa\ndelle concessioni regionali; tassa per l' occupazione\ndello spazio ed aree pubbiche; imposte\nconcessioni statali sui beni del demanio e patrimonio\ndisponibile dello Stato; entrate tributarie;\ncontenzioso tributario.\n7. Servizio Urbanistica e Pianificazione Territoriale\nGestione del piano di assetto territoriale, dei\npiani urbanistici a scala regionale e comprensoriale\ne dei piani territoriali paesistici. Pareri\nsui piani regolatori delle aree e dei nuclei di\nsviluppo industriale. Funzioni regionali in materia\nurbanistica, ivi compresa la vigilanza sull'\nattività edilizia.\n8. Servizio Agricoltura, Caccia e Pesca\nPiani di sviluppo e programmi di intervento\nnel settore agricolo; miglioramenti fondiari;\ncoltivazioni arboree ed arbacee e relative produzioni;\nallevamenti zootecnici e relative produzioni;\nmeccanizzazione agricola; credito agrario;\nassistenza tecnica e orientamento professionale;\ninterventi per le calamità naturali; incentivi\nper la cooperazione agricola; sviluppo\ndella proprietà coltivatrice; bonifica integrale;\ncomprensori di bonifica; consorzi di bonifica;\nenti di sviluppo; usi civici; ricerca e informazione\ndi mercato. Caccia e pesca nelle acque\ninterne.\n9. Servizio Foreste\nPiani di sviluppo e programmi di intervento\nnel settore forestale; sistemazione idraulico - forestale;\naziende forestali; rimboschimento e attività \nsilvo - pastorali; bonifica montana.\n10. Servizio Industria e Artigianato\nPromozione industriale. Consorzi per le aree\ned i nuclei di sviluppo industriale. Piani e programmi\ndi attività industriale. Ricerca, concessione,\nutilizzazione e valorizzazione di cave, torbiere,\nacque minerali e termali. Promozione e\ntutela dell' artigianato. Imprese artigiane, cooperativee consorzi tra imprese artigiane. Rapporti\ncon le commissioni provinciali e regionali\ndell' artigianato e con organismi ed enti nazionali\ne locali operanti nel settore. Promozione\ndella cooperazione artigiana. Assistenza tecnica.\n11. Servizio Turismo\nTurismo e industria alberghiera - Vigilanza\ne controllo Enti sub - regionali del Turismo -\nPromozione e Pubblicità turistica in Italia e\nall' estero - Promozione delle attività connesse\ncon i settori dello spettacolo e del tempo libero\n- Catalogazione, tutela e valorizzazione del\npatrimonio storico, artistico, culturale e naturale\n- Coordinamento affari legislativi - Programmi\ne studi in materia di turismo, beni culturali\ne ambiente - Commissioni.\n12. Servizio Commercio\nAttività promozionali per il commercio interno\ned estero. Adeguamento e sviluppo della\nrete distributiva. Movimento dei prezzi. Fiere,\nMostre ed Esposizioni. Strutture di mercato\n(mercati all' ingrosso ortofrutticoli, floricoli, ittici\ne delle carni). Assistenza tecnica ed interventi\nnel settore cooperativistico. Regolamentazione\napertura e chiusura esercizi commerciali.\n13. Servizio Igiene e Sanità \nProblemi di igiene ambientale e relativi interventi;\nprovvedimenti in materia di igiene\ne profilassi. Assistenza sanitaria; assistenza\nospedaliera; medicina sociale. Attuazione della\nriforma sanitaria.\n14. Servizio Veterinaria\nAssistenza veterinaria. Assistenza zooiatrica.\nProfilassi e polizia veterinaria. Ispezione e vigilanza\nsanitaria delle carni e degli altri elementi\ndi origine animale. Vigilanza sulla produzione,\ncommercio e vendita di mangimi, integrativi\ned additivi. Provvedimenti e vigilanza\nsulla fecondazione artificiale e sulla riproduzione\nanimale.\n15. Servizio Attività Ospedaliera\nEnti ospedalieri. Istituti e case di cura. Assistenza\nospedaliera indiretta. Ruoli dei soggetti\nnon assistibili dagli enti mutualistici. Programmazione\nospedaliera. Coordinamento degli\nEnti mutualistici ed ospedalieri.\n16. Servizio Istruzione e Cultura\nInterventi per la realizzazione del diritto allo\nstudio. Assistenza scolastica minorile. Istituti\nprofessionali di Stato e Consorzi per l' Istruzione\ntecnica. Programmazione dell' edilizia scolastica\ne degli asili - nido. Organizzazione della\ncultura; organizzazione e sviluppo dei servizi\ndi pubblica lettura e dei centri di promozione\nculturale e sociale (delibera CIPE); sistema regionaledelle biblioteche pubbliche e dei Musei.\nTutela e conservazione del patrimonio librario\ne archivistico. Problemi dell' informazione. Funzioni\ndelegate in materia di pubblica istruzione.\nEducazione permanente.\n17. Servizio Assistenza Sociale\nPolitiche nei settori dell' assistenza sociale e\ndella beneficenza pubblica. Servizi sociali.\n18. Servizio Lavoro e Promozione Sociale\nProblemi del lavoro e comunque connessi con\nla tutela dei diritti dei lavoratori. Attività di\npromozione sociale.\n19. Servizio Formazione Professionale\nFormazione professionale della manodopera;\nperfezionamento ed aggiornamento professionale\ndei quadri direttivi ed intermedi.\n20. Servizio Trasporti\nPiani e programmi in materia di trasporti su\nscala regionale e comprensoriale. Tranvie e linee\nautomobilistiche di interesse regionale; ferrovie\nmetropolitane e ferroviarie secondarie trasferite;\nnavigazione lacuale, fluviale e sui canali\nnavigabili; porti lacuali e di navigazione\ninterna. Funzioni delegate in materia di trasporti\nin concessione e di navigazione interna.\nCoordinamento con gli altri mezzi di trasporto\ndi passeggeri e merci.\n21. Servizio Lavori Pubblici\nPiani, programmi ed interventi in materia\ndi viabilità , opere portuali e lavori pubblici di\ninteresse regionale. Dichiarazioni di pubblica\nutilità , di urgenza e di indifferibilità dei lavori.\nEspropriazioni per la pubblica utilità ed occupazioni\ndi urgenza. Funzioni delegate in materia\ndi lavori pubblici.\n22. Servizio Edilizia Economica e Popolare\nPiani, programmi ed interventi in materia di\nedilizia pubblica e di edilizia economica e popolare;\nfunzioni delegate in materia di edilizia\npubblica e di edilizia economica e popolare.\nPromozione della cooperazione del settore dell'\nedilizia e delle opere pubbliche.\n23. Servizio Enti Locali e Sport\nCircondari, comprensori ed altre forme di\norganizzazione dell' attività regionale e del decentramento;\ncircoscrizioni comunali; istituti\ndella partecipazione; funzionamento degli organi\nregionali di controllo sugli atti dei Comuni,\ndelle Province e degli altri Enti Locali; definizione\ndei provvedimenti relativi all' esercizio\ndella delega da parte degli Enti locali. Polizia\nlocale, urbana e rurale. Promozione delle attività \ndegli enti locali connesse alle biblioteche\ned allo sport.\n24. Servizio Acque ed AcquedottiStudi e ricerche relativi al campo delle acque;\nprogrammazione e coordinamento di tutti gli\ninterventi nel settore delle acque; esecuzione\ne gestione delle opere relative alla captazione,\nadduzione e distribuzione delle acque ad uso\npotabile, industriale, agricolo, termale e per i\nservizi nell' ambito di territori comunali o di\nbacini di servizi, promozione delle attività degli\nEnti locali connessi al ciclo delle acque;\ncostituzione di Consorzi fra Comuni, Enti ed\nindustrie per attuare la costruzione e/ o la gestione\ndi opere nel settore delle acque, acquedotti;\nazione promozionale per il massimo utilizzo\nin riciclo delle acque reflue; controllo degli\nscarichi industriali, sia nelle acque che nell'\natmosfera, dei rifiuti solidi e delle relative gestioni.", '3': "Sono costituiti a livello di Servizi per le funzioni\na fianco indicate:\nL' Avvocatura\nContenzioso: rappresentanza dell' Ente innanzi\na tutte le giurisdizioni di qualsiasi ordine e\ngrado, nonchè avanti i Colleghi arbitrali, e la\ndifesa con tutti i poteri necessari per il completo,\nautonomo ed efficace espletamento del mandato.\nConsulenza e Pareri: Consulenza legale in ordine\nalla instaurazione di liti, alla residenza\nnelle stesse, al componimento di controversie,\nparere sui problemi giuridici derivanti dall' applicazione\ndi leggi o di regolamenti, nonchè per\nlo svolgimento di qualsiasi attività legale stragiudiziale.\nContratti: assistenza legale per la redazione\ndi negozi giuridici nei quali la Regione abbia\ninteresse; istruttoria delle pratiche riguardanti\nricorsi gerarchici e ricorsi straordinari al Capo\ndello Stato.\nIl Gabinetto\nCollaborazione all' attività del Presidente per\ni rapporti con gli Assessori, con il Consiglio e i\nsuoi organi e con i gruppi consiliari; per i rapporti\ncon il Parlamento, il Governo, le altre Regioni\ne gli Enti ed Istituzioni nazionali ed estere;\ncorrispondenza, affari riservati, pubbliche\nrelazioni e cerimoniale; informazioni sulle attività \ndella Regione, rapporti con gli organi di\nstampa e con i mezzi di comunicazione di massa;\nrassegna della stampa quotidiana per la\nGiunta e gli Assessori, pubblicazioni periodiche\ned iniziative editoriali della Giunta.\nLa Segreteria della Giunta\nPredisposizione e trasmissione degli ordini\ndel giorno e degli avvisi di convocazione delle\nsedute della Giunta; assistenza alla Giunta e\nredazione dei processi verbali delle sedute; trasmissione\ndegli atti della Giunta al Consiglio,alla Commissione di controllo sull' Amministrazione\nregionale, all' Amministrazione statale e\nad altri Enti; conservazione e classificazione\ndelle deliberazioni e degli atti della Giunta e\ndegli atti monocratici del Presidente e degli Assessori;\ncomunicazione delle decisioni della\nGiunta e rapporti con i Servizi e con i Dipartimenti\ndi cui al successivo art. 7; Bollettino\nUfficiale della Regione; organizzazione dell' archivio\ngenerale, protocollazione, spedizione e\nconservazione degli atti e documenti della\nGiunta.\nLa Segreteria del Comitato Regionale di Controllo\ne sue Sezioni\nFunzioni e compiti di cui alla legge regionale\n22 marzo 1972, n. 4: << Disciplina della funzione\ndi controllo sugli atti degli Enti locali >>.", '4': "La sovrintendenza operativa sui servizi è attribuita\nai singoli Assessori nei modi e nelle\nforme di cui all' art. 33 dello Statuto. La sovrintendenza\noperativa sull' Avvocatura, il Gabinetto\ne la Segreteria della Giunta compete\nal Presidente.\nSu proposta del Presidente, per l' Avvocatura,\nil Gabinetto e la Segreteria della Giunta, e su\nproposta degli Assessori, per i servizi, la Giunta\nnomina, limitatamente al periodo della sua durata\nin carica, un coordinatore responsabile scelto\nfra i funzionari coordinatori degli Uffici di\ncui al successivo art. 5.\nIl coordinatore assicura la realizzazione degli\nindirizzi programmatici e delle disposizioni impartite\ndai singoli Assessori ai fini dell' attuazione\ndel principio della sovrintendenza operativa\nagli stessi attribuita.", '5': 'I Servizi sono articolati in Uffici che saranno\nistituiti con successiva legge regionale.\nA ciascun Ufficio, organizzato secondo il metodo\ndi lavoro di gruppo, è preposto un coordinatore\nresponsabile.\nI criteri di scelta dei coordinatori dei Servizi\ne degli Uffici nonchè il rapporto complessivo\ntra il numero dei coordinatori degli Uffici e\nquello del personale dipendente della Regione,\nsaranno determinati con la legge regionale di\ncui al primo comma del presente articolo.', '6': "A norma dell' art. 12 dello Statuto, la Regione\nprovvede all' assolvimento delle funzioni amministrative,\nnormalmente, attraverso la delega degli\nEnti locali.\nLa istituzione di uffici costituenti articolazioni\nperiferiche dei Servizi, è consentita, salvo quantodisposto al successivo articolo 16, soltanto\nin via eccezionale e nei limiti previsti dalle\nleggi di delega di cui al primo comma del presente\narticolo.", '7': "Al fine di assicurare il coordinamento, i Servizi\nsono raggruppati nei seguenti dipartimenti\nfunzionali, che, comunque, non costituiscono\nunità organiche operative:\n1) Dipartimento del Territorio;\n2) Dipartimento dell' Economia;\n3) Dipartimento dei Servizi civili.\nFanno normalmente capo:\na) al Dipartimento del Territorio: i Servizi\nUrbanistica, Lavori Pubblici, Edilizia economica\ne popolare. Trasporti, Affari generali, Enti\nlocali, Bilancio, Piani e Programmi, Finanze,\nCommercio;\nb) al Dipartimento dell' Economia: i Servizi\nAgricoltura Caccia e Pesca, Foreste, Acque\ne Acquedotti, Industria ed Artigianato, Turismo,\nCommercio, Bilancio, Piani e Programmi, Finanze,\nUrbanistica;\nc) al Dipartimento dei Servizi civili: i Servizi\nAffari Generali, Enti Locali, Igiene e Sanità ,\nVeterinaria, Attività ospedaliera, Istruzione\ne Cultura, Formazione professionale, Lavoro e\nPromozione sociale, Bilancio, Piani e Programmi,\nRagioneria Generale, Finanze, Trasporti.", '8': "Al Dipartimento è preposto un Comitato dipartimentale\nche esamina, in via preliminare\ne con metodo di lavoro a carattere interdisciplinare,\ni provvedimenti di competenza della\nGiunta.\nIl Comitato dipartimentale è costituito dagli\nAssessori che sovrintendono ai Servizi facenti\ncapo a ciascun Dipartimento.\nPossono partecipare ai lavori del Comitato\ndipartimentale anche gli Assessori che sovrintendono\nai Servizi facenti capo ad un Dipartimento\ndiverso da quello previsto nella elencazione\ndi cui al 2º comma del precedente articolo\n7.\nTale partecipazione può essere esplicitamente\nrichiesta dal Comitato dipartimentale o disposta\nsu invito del Presidente della Giunta.\nL' istruttoria dei provvedimenti all' esame del\nComitato dipartimentale è predisposta, sulla\nbase della proposta dei singoli Servizi, dall' Ufficio\ndipartimentale di cui al successivo articolo\n9.\nIl Comitato dipartimentale è presieduto dal\nPresidente della Giunta o da un Assessore da\nlui delegato.", '9': "L' Ufficio dipartimentale è composto da un\nfunzionario di livello direttivo con esclusivi\ncompiti di segretario, dai coordinatori dei Servizi\nfacenti capo a ciascun Dipartimento e da\nesperti del Piano di cui al successivo articolo 10.\nI funzionari degli Uffici dipartimentali sono\nstabilmente inseriti:\n- nel Servizio Urbanistica e Pianificazione Territoriale,\nquello dell' Ufficio Dipartimentale del\nTerritorio;\n- nel Servizio Bilancio, Piani e Programmi,\nquello dell' Ufficio Dipartimentale dell' Economia;\n- nel Servizio Affari Generali, quello dell' Ufficio\nDipartimentale dei Servizi civili.", '10': "\nAllo scopo di predisporre lo schema del Piano\ndi coordinamento territoriale e di sviluppo economico\nè istituito, in via provvisoria e per la\ndurata massima di 12 mesi, prorogabile al massimo\ndi altri 6 mesi, dall' entrata in vigore della\npresente legge, un Ufficio del Piano sotto la\ndiretta sovrintendenza del Presidente della\nGiunta.\nAll' Ufficio del Piano è preposto un responsabile\nnominato dalla Giunta e scelto tra gli esperti\ndi cui al comma successivo.\nL' Ufficio del Piano si avvale delle prestazioni\ndi non più di 25 esperti di specifica qualificazione\nscientifica e professionale in materia di\npianificazione economica e territoriale, scelti in\nbase a deliberazioni della Giunta.\nGli esperti di cui al comma precedente non\nconseguono rapporto di impiego con la Regione\ned hanno diritto, per le prestazioni di cui al 1º\ncomma del presente articolo, ad un compenso\nforfettario omnicomprensivo da determinarsi\ndal Consiglio regionale a norma dell' art. 68\ndello Statuto.\nIl personale dell' Ufficio del Piano è costituito\nda dipendenti dei livelli direttivo, di concetto e\nd' ordine del ruolo della Giunta ed all' Ufficio\nstesso provvisoriamente destinati con deliberazione\ndella Giunta che ne fissa anche il numero\ncomplessivo e la durata del distacco.", '11': "\nE' istituita la Segreteria particolare del Presidente\ndella Giunta, alla quale sono destinati\nnon più di 10 dipendenti, scelti tra il personale\ndei livelli direttivo, di concetto ed esecutivo.\nE' istituita, altresì , la Segreteria particolare\nper ciascuno degli Assessori in carica, alla quale\npossono essere destinati non più di 5 dipendenti,\nscelti tra il personale dei livelli direttivo,\ndi concetto ed esecutivo ed elevabili a sette perla segreteria del Vice Presidente.\nAlla destinazione del personale di cui ai commi\nprecedenti provvede la Giunta con apposita\ndeliberazione su richiesta nominativa del Presidente\ne di ciascun Assessore.\nI Presidenti del Comitato regionale di controllo\ne delle Sezioni decentrate hanno diritto\nad un segretario particolare scelto fra il personale\nassegnato al Comitato o alla Sezione.\nAl termine del distacco, il personale destinato\nalle Segreterie particolari del Presidente, di\nciascun Assessore, nonchè dei Presidenti del Comitato\nregionale di controllo e Sezioni decentrate\nritorna alle mansioni ed agli Uffici ai quali\nera assegnato al momento in cui il distacco\nè stato disposto.", '12': "\nAi coordinatori dei Servizi, dell' Avvocatura,\ndel Gabinetto, della Segreteria della Giunta,\ndelle Segreterie particolari del Presidente e degli\nAssessori è corrisposta un' indennità speciale,\npari al 20% dello stipendio base corrispondente\nal trattamento previsto per il V livello\nfunzionale direttivo.\nPer gli altri dipendenti destinati alle Segreterie\nparticolari del Presidente e degli Assessori\ne per i responsabili degli Uffici di cui al precedente\narticolo 5, detta indennità speciale è \npari al 10% dello stipendio base corrispondente\nal rispettivo livello di inquadramento.\nEventuali cumuli di incarichi non comportano\nil cumulo di indennità ed in ogni caso\nl' indennità di cui ai commi primo e secondo\ndel presente articolo è limitata al periodo di\ndurata dell' incarico e non è pensionabile.\nIn analogia a quanto previsto dall' art. 19\ndella legge 15 novembre 1973, n. 734, con deliberazione\ndella Giunta Regionale sono determinati\ngli Uffici aventi funzioni di diretta collaborazione\nall' opera del Presidente e degli Assessori\nregionali e come tali tenuti, in via ordinaria\ne continuativa, all' osservanza di un orario\ndi servizio eccedente quello d' obbligo fissato\ndall' art. 11 della legge regionale 16 marzo\n1974, n. 11, ed esteso anche alle ore pomeridiane,\nnonchè il contingente del personale del ruolo\ndella Giunta regionale ivi applicato con formale\nprovvedimento che, in relazione alle esigenze\nfunzionali degli Uffici stessi, è tenuto a\ntali straordinarie prestazioni di lavoro.\nAl predetto personale, anche in deroga alle\nnorme vigenti, possono essere attribuiti compensi\nper lavoro straordinario effettivamente\nprestato per un numero mensile individuale di\nore non superiori a 80.Il compenso per lavoro straordinario di cui\nal precedente comma è alternativo, per il personale\naddetto alle Segreterie particolari del\nPresidente e degli Assessori, della speciale indennità \nprevista dal secondo comma del presente\narticolo.", '13': "\nIl personale è ripartito nei Servizi secondo\nle previsioni della tabella allegata.\nLa Giunta regionale provvede all' assegnazione\ndel personale con apposita deliberazione in\nconformità degli articoli 22 e 34 della legge\nregionale 16 marzo 1974, n. 11, concernente la\n<< Prima normativa sullo stato giuridico e sul\ntrattamento economico del personale della Regione\nCampania >>.\nLa Giunta, sentita la Commissione di cui all'\narticolo 41 della citata legge regionale 16 marzo\n1974, n. 11, può disporre con propria deliberazione\nla destinazione del dipendente ad un Servizio\ndiverso da quello cui era stato precedentemente\nassegnato, per esigenze di lavoro o su\ndomanda dell' interessato.", '14': "\nIn sede di prima applicazione e fino all' espletamente\ndella selezione prevista dall' art. 5 della\npresente legge, i coordinatori dei servizi sono\nnominati dalla Giunta, su proposta dei singoli\nAssessori per i rispettivi Servizi, fra i funzionari\ndel livello direttivo.\nTale nomina non costituisce titolo ai fini dell'\neventuale riconferma.", '15': "\nI dirigenti degli Uffici provinciali dell' Organizzazione\nstatale trasferiti alla Regione e non\nassorbiti dai Servizi regionali ai sensi del successivo\narticolo 16, sono equiparati, a tutti gli\neffetti, ai coordinatori di Servizi e conservano\nl' incarico fino all' espletamento della selezione\nprevista dal precedente articolo 5 della presente\nlegge.", '16': "\nLa Sezione Urbanistica Regionale presso il\nProvveditorato alle Opere Pubbliche è assorbita\ndal Servizio Urbanistica della Regione.\nGli Uffici trasferiti dal Provveditorato alle\nOpere Pubbliche della Campania, con la eccezione\ndella Sezione Urbanistica di cui al comma\nprecedente, sono assorbiti dal Servizio Lavori\nPubblici.\nGli Uffici provinciali del Genio Civile di Avellino,\nBenevento, Caserta, Napoli e Salerno continuano\na funzionare come uffici locali della\nRegione e sono inquadrati nel Servizio Lavori\nPubblici.La Sezione Autonoma del Genio Civile di\nAriano Irpino continua a funzionare come ufficio\ncircondariale ed è inquadrato nel Servizio\nLavori Pubblici.\nLa Direzione regionale Trasporti, già Direzione\ncompartimentale della motorizzazione civile\ne dei trasporti in concessione, è assorbita\ndal Servizio Trasporti.\nL' Ispettorato agrario compartimentale è assorbito\nnel Servizio Agricoltura.\nGli Ispettorati provinciali dell' Agricoltura di\nAvellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno\ncontinuano a funzionare come uffici locali della\nRegione e sono inquadrati nel Servizio Agricoltura.\nL' Ispettorato regionale delle foreste è assorbito\nnel Servizio Foreste.\nGli Ispettorati ripartimentali delle Foreste di\nAvellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno\ncontinuano a funzionare come Uffici locali della\nRegione e sono inquadrati nel Servizio Foreste.\nGli Uffici del Medico Provinciale e quelli del\nVeterinario Provinciale di Avellino, Benevento,\nCaserta, Napoli e Salerno continuano a funzionare\ncome uffici locali della Regione e sono inquadrati\nnel Servizio Igiene e Sanità e nel Servizio\nVeterinaria.\nLa Sopraintendenza ai Beni Librari è assorbita\ndal Servizio Istruzione e Cultura.", '17': "\nAi Servizi previsti dagli articoli 1 e 3, al Comitato\nregionale di Controllo e sue Sezioni Provinciali\ned agli Uffici provinciali dell' organizzazione\nstatale trasferiti alla Regione e non assorbiti\ndai Servizi, è assegnato esclusivamente,\nentro i limiti delle dotazioni organiche di cui\nalla tabella E/ 1 allegata alla legge regionale 9\nsettembre 1974, n. 52, il personale del ruolo\ndella Giunta regionale.", '18': '\nAlla organizzazione degli uffici del Consiglio\nRegionale si provvede con separata legge regionale.', '19': "\nGli atti amministrativi della Giunta, del Presidente\ne degli Assessori sono adottati, nell' ambito\ndelle competenze ad essi attribuite, rispettivamente\nnella forma della deliberazione, del\ndecreto e dell' ordinanza.\nIl Presidente della Giunta può delegare la\nfirma degli atti meramente esecutivi di provvedimenti\ngenerali agli Assessori od ai responsabili\ndei Servizi o degli Uffici.\nGli atti dovuti e quelli di natura meramente\nistruttoria possono essere resi oltre che dal\nPresidente e, su sua delega, dagli Assessori, anche\ndai responsabili dei Servizi o degli Uffici,specificamente delegati dal Presidente.", '20': "\nLa Giunta regionale provvederà alle provvisorie\nattribuzioni, con atto amministrativo, delle\nfunzioni che dovessero essere trasferite o\ndelegate successivamente all' approvazione della\npresente legge, sottoponendo, contemporaneamente,\nal Consiglio regionale apposito disegno\ndi legge concernente l' attribuzione delle funzioni\nstesse.", '21': "\nI maggiori oneri derivanti dall' attuazione della\npresente legge sono previsti negli stanziamenti\ndi cui ai capitoli 19, 21, 202, 204, 1347 e\n1350 dello stato di previsione della spesa per\nl' anno finanziario 1975 e nei corrispondenti dei\nsuccessivi esercizi.", '22': "\nLa presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti di cui all' articolo 127, comma\nsecondo, della Costituzione ed entra in vigore il\ngiorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 14 maggio 1975\nAllegato : 1\nLa dotazione organica del Servizio Gabinetto, numero\nd' ordine 1, comprendente in totale 41 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 6, concetto 7, esecutivo 20, ausiliario 8, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Segreteria della Giunta, numero\nd' ordine 2, comprendente in totale 21 unità è così ripartita: //\ndirettivo 3, concetto 5, esecutivo 10, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Avvocatura, numero d' ordine 3,\ncomprendente in totale 18 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 6, concetto 4, esecutivo 6, ausiliario 2, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Bilancio, numero d' ordine 4,\ncomprendente in totale 37 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 6, concetto 12, esecutivo 16, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Piani e Programmi, numero d'\nordine 5, comprendente in totale 44 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 12, concetto 15, esecutivo 14, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio AAGG e Personale, numero\nd' ordine 6, comprendente in totale 60 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 7, concetto 15, esecutivo 35, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Ragioneria Generale, numero\nd' ordine 7, comprendente in totale 50 unità , è così ripartita: //direttivo 6, concetto 17, esecutivo 25, ausiliario 2, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Demanio e Patrimonio, numero\nd' ordine 8, comprendente in totale 15 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 2, concetto 5, esecutivo 7, ausiliario 1, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Finanze e Tributi, numero\nd' ordine 9, comprendente in totale 40 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 2, concetto 12, esecutivo 23, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Urbanistica e Pianificaz.\nTerritoriale, numero d' ordine 10, comprendente in totale 80 unità ,\nè così ripartita: //\ndirettivo 25, concetto 20, esecutivo 30, ausiliario 5, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Agricoltura, Caccia\ne Pesca, numero d' ordine 11, e degli Ispettorati Provinciali\ndell' Agricoltura, comprendente in totale 332 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo totale 106, concetto totale 104, esecutivo totale 75,\nausiliario totale 43, operaio totale 4.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nServizio Agricoltura, Caccia e Pesca, direttivo parziale 23, concetto\nparziale 22, esecutivo parziale 33, ausiliario parziale 8,\noperaio parziale 0; //\na) Ispettorato Provinciale Agricoltura di Avellino, direttivo\nparziale 11, concetto parziale 25, esecutivo parziale 5, ausiliario\nparziale 7, operaio parziale 1; //\nb) Ispettorato Provinciale Agricoltura di Benevento, direttivo\nparziale 17, concetto parziale 16, esecutivo parziale 11,\nausiliario parziale 8, operaio parziale 1; //\nc) Ispettorato Provinciale Agricoltura di Caserta, direttivo\nparziale 14, concetto parziale 12, esecutivo parziale 4, ausiliario\nparziale 6, operaio parziale 0; //\nd) Ispettorato Provinciale Agricoltura di Napoli, direttivo\nparziale 14, concetto parziale 11, esecutivo parziale 13,\nausiliario parziale 4,\noperaio parziale 0; //\ne) Ispettorato Provinciale Agricoltura di Salerno, direttivo\nparziale 27, concetto parziale 18, esecutivo parziale 9, ausiliario\nparziale 10, operaio parziale 2.\nLa dotazione organica del Servizio Foreste, numero d' ordine 12, e\ndegli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste, comprendente in\ntotale 152 unità , è così ripartita: //\ndirettivo totale 7, concetto totale 43, esecutivo totale 48,\nausiliario totale 18, operaio totale 36.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nServizio Foreste, direttivo parziale 6, concetto parziale 5,\nesecutivo parziale 12, ausiliario parziale 4, operaio parziale0; //\na) Ispettorato Ripartimentale Foreste di Avellino, direttivo\nparziale 0, concetto parziale 7, esecutivo parziale 7, ausiliario\nparziale 1, operaio parziale 1; //\nb) Ispettorato Ripartimentale Foreste di Benevento, direttivo\nparziale 0, concetto parziale 10, esecutivo parziale 5, ausiliario\nparziale 1, operaio parziale 1; //\nc) Ispettorato Ripartimentale Foreste di Caserta, direttivo\nparziale 0, concetto parziale 4, esecutivo parziale 2, ausiliario\nparziale 0, operaio parziale 2; //\nd) Ispettorato Ripartimentale Foreste di Napoli, direttivo parziale\n0, concetto parziale 4, esecutivo parziale 6, ausiliario parziale\n3, operaio parziale 10; //\ne) Ispettorato Ripartimentale Foreste di Salerno, direttivo\nparziale 1, concetto parziale 13, esecutivo parziale 16, ausiliario\nparziale 9, operaio parziale 22.\nLa dotazione organica del Servizio Industria e Artigianato, numero\nd' ordine 13, comprendente in totale 30 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 6, concetto 8, esecutivo 13, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Turismo, numero d' ordine 14,\ncomprendente in totale 54 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 14, concetto 18, esecutivo 20, ausiliario 2, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Commercio, numero d' ordine 15,\ncomprendente in totale 21 unità , è così ripartita: //\ndirettivo, 6, concetto 6, esecutivo 8, ausiliario 1, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Igiene e Sanità , numero\nd' ordine 16, e degli Uffici Medici Provinciali, comprendente\nin totale 176 unità , è così ripartita: //\ndirettivo totale 35, concetto totale 40, esecutivo totale 81,\nausiliario totale 20, operaio totale 0.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nServizio Igiene e Sanità , direttivo parziale 5, concetto parziale\n14, esecutivo parziale 30, ausiliario parziale 6, operaio parziale\n0; //\na) Ufficio Medico Provinciale di Avellino, direttivo parziale 4,\nconcetto parziale 4, esecutivo parziale 6, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\nb) Ufficio Medico Provinciale di Benevento, direttivo parziale 4,\nconcetto parziale 4, esecutivo parziale 5, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\nc) Ufficio Medico Provinciale di Caserta, direttivo parziale 4,\nconcetto parziale 4, esecutivo parziale 6, ausiliario parziale 2,operaio parziale 0; //\nd) Ufficio Medico Provinciale di Napoli, direttivo parziale 12,\nconcetto parziale 8, esecutivo parziale 20, ausiliario parziale 4,\noperaio parziale 0; //\ne) Ufficio Medico Provinciale di Salerno, direttivo parziale 6,\nconcetto parziale 6, esecutivo parziale 14, ausiliario parziale 4,\noperaio parziale 0.\nLa dotazione organica del Servizio Veterinario, numero d' ordine 17,\ne degli Uffici Veterinari, comprendente in totale 78 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo totale 19, concetto totale 16, esecutivo totale 32,\nausiliario totale 11, operaio totale 0.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nServizio Veterinario, direttivo parziale 3, concetto parziale 4,\nesecutivo parziale 2, ausiliario parziale 1, operaio parziale 0; //\na) Ufficio veterinario di Avellino, direttivo parziale 3,\nconcetto parziale 2, esecutivo parziale 4, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\nb) Ufficio Veterinario di Benevento, direttivo parziale 3,\nconcetto parziale 2, esecutivo parziale 4, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\nc) Ufficio Veterinario di Caserta, direttivo parziale 3,\nconcetto parziale 2, esecutivo parziale 4, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\nd) Ufficio Veterinario di Napoli, direttivo parziale 4,\nconcetto parziale 4, esecutivo parziale 10, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0; //\ne) Ufficio Veterinario di Salerno, direttivo parziale 3,\nconcetto parziale 2, esecutivo parziale 8, ausiliario parziale 2,\noperaio parziale 0.\nLa dotazione organica del Servizio Attività Ospedaliera, numero\nd' ordine 18, comprendente in totale 50 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 7, concetto 14, esecutivo 22, ausiliario 7, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Istruzione e Cultura, numero\nd' ordine 19, comprendente in totale 32 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 8, concetto 9, esecutivo 9, ausiliario 6, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Assistenza Sociale, numero\nd' ordine 20, comprendente in totale 36 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 9, concetto 8, esecutivo 16, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Lavoro e Promozione Sociale,numero d' ordine 21, comprendente in totale 38 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 8, concetto 13, esecutivo 13, ausiliario 4, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Formazione Professionale,\nnumero d' ordine 22, comprendente in totale 500 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 30, concetto 160, esecutivo 270, ausiliario 40, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Trasporti, numero d' ordine 23,\ncomprendente in totale 69 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 16, concetto 20, esecutivo 25, ausiliario 8, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Edilizia Economica e Popolare,\nnumero d' ordine 24, comprendente in totale 27 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 4, concetto 10, esecutivo 10, ausiliario 3, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Enti locali e Sport, numero\nd' ordine 25, comprendente in totale 36 unità , è così \nripartita: //\ndirettivo 7, concetto 10, esecutivo 15, ausiliario 4, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Acque e Acquedotti, numero d'\nordine 26, comprendente in totale 55 unità , è così ripartita: //\ndirettivo 9, concetto 20, esecutivo 21, ausiliario 5, operaio 0.\nLa dotazione organica del Servizio Lavori Pubblici,\nnumero d' ordine 27, degli Uffici provinciali del Genio\nCivile e della Sezione Autonoma del Genio Civile Ariano\nIrpino, comprendente in totale 639 unità , è così ripartita: //\ndirettivo totale 45, concetto totale 195, esecutivo totale 356,\nausiliario totale 33, operaio totale 10.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nServizio Lavori Pubblici, direttivo parziale 13, concetto parziale\n30, esecutivo parziale 95, ausiliario parziale 5, operaio parziale\n4; //\na) Ufficio Genio Civile di Avellino, direttivo parziale 5,\nconcetto parziale 30, esecutivo parziale 25, ausiliario parziale 6,\noperaio parziale 0; //\nb) Ufficio Genio Civile di Benevento, direttivo parziale 5,\nconcetto parziale 25, esecutivo parziale 25, ausiliario parziale 5,\noperaio parziale 1; //\nc) Ufficio Genio Civile di Caserta, direttivo parziale 5,\nconcetto parziale 25, esecutivo parziale 46, ausiliario parziale 4,\noperaio parziale 0; //\nd) Ufficio Genio Civile di Napoli, direttivo parziale 9,\nconcetto parziale 40, esecutivo parziale 79, ausiliario parziale 5,\noperaio parziale 4; //\ne) Ufficio Genio Civile di Salerno, direttivo parziale 6,concetto parziale 35, esecutivo parziale 66, ausiliario parziale 5,\noperaio parziale 1; //\nf) Sezione Autonoma Genio Civile Ariano Irpino, direttivo\nparziale 2, concetto parziale 10, esecutivo parziale 20, ausiliario\nparziale 3, operaio parziale 0.\nLa dotazione organica del Comitato Regionale di Controllo, numero\nd' ordine 28, e delle Sezioni Provinciali, comprendente in totale\n306 unità , è così ripartita: //\ndirettivo totale 59, concetto totale 74, esecutivo totale 137,\nausiliario totale 36, operaio totale 0.\nIn particolare il personale è così ripartito: //\nComitato Regionale di Controllo, direttivo parziale 8, concetto\nparziale 11, esecutivo parziale 21, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0; //\na) Sezione Provinciale di Avellino, direttivo parziale 10, concetto\nparziale 12, esecutivo parziale 20, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0; //\nb) Sezione Provinciale di Benevento, direttivo parziale 8, concetto\nparziale 10, esecutivo parziale 18, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0; //\nc) Sezione Provinciale di Caserta, direttivo parziale 9, concetto\nparziale 13, esecutivo parziale 22, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0; //\nd) Sezione Provinciale di Napoli, direttivo parziale 9, concetto\nparziale 14, esecutivo parziale 29, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0; //\ne) Sezione Provinciale di Salerno, direttivo parziale 15, concetto\nparziale 14, esecutivo parziale 27, ausiliario parziale 6, operaio\nparziale 0.\nTotali per livelli funzionali di appartenenza del personale\nregionale: //\ndirettivo 470, concetto 880, esecutivo 1357, ausiliario 280, operaio\n50.\nTotale complessivo del personale regionale 3037."} | null |
campania | 1,975 | 28 | null | {'1': "Per le finalità previste dalla legge regionale\nn. 18 del 18 maggio 1974, è autorizzata per l'\nanno finanziario 1975 la spesa della somma di\nL. 500 milioni.", '2': "All' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge si farà fronte con lo stanziamento\ndi cui al capitolo 1165 del Bilancio di previsione\nper l' anno finanziario 1975.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127 della Costituzione e dell'\nart. 43, secondo comma, dello Statuto regionale,\ned entra in vigore il giorno successivo alla sua\npubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 14 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 43 | null | {'1': "La Regione Campania, allo scopo di concorrere\nalla tutela sanitaria della popolazione contro\nle malattie sociali, in particolare per quanto\nattiene alla promozione ed al potenziamento\ndella medicina preventiva, ai sensi dell' art. 7\ndello Statuto e dell' articolo 1, lettera a) del\nDPR 14 gennaio 1972, n. 4, accorda un contributo\nannuo di Lire 100 (cento) milioni al Centro\nOncologico per la ricerca, l' accertamento, la\nprofilassi e la prevenzione delle neoplasie, istituito\ndalla Fondazione Senatore Pascale in Napoli.", '2': "La Giunta è autorizzata ad erogare il contributo\ndi cui al precedente articolo 1, in misura\ndel 50% all' inizio dell' anno finanziario, su richiesta\ndel Centro e su presentazione, da parte\ndel medesimo, del proprio bilancio di previsione\napprovato dai competenti organi.\nIl rimanente 50% viene erogato dalla Giunta\nentro il 31 dicembre su presentazione, da parte\ndel Centro, del rendiconto di gestione e di una\nrelazione illustrativa dell' impiego del contributo\ndella Regione e sui risultati dell' attività svolta.", '3': "Il Centro è tenuto ad assicurare servizi a\ncarattere preventivo per il riconoscimento precoce\ndelle neoplasie e degli stati di predisposizione\nalle stesse.Il Centro è tenuto, altresì , ad allestire un\nservizio statistico - epidemiologico ed a promuovere,\nd' intesa con i Consorzi provinciali per la\nlotta contro i tumori operanti in Campania,\nogni utile iniziativa diretta a sensibilizzare l' opinione\npubblica alla prevenzione della malattia.\nLa Giunta, tramite gli uffici dell' Assessore alla\nSanità , esercita, sull' attività del Centro, in particolare\nper quanto si riferisce all' utilizzazione\ndel contributo della Regione ed al rispetto degli\nadempimenti di cui al primo ed al secondo\ncomma del presente articolo, funzioni di controllo\ne di vigilanza.\nIn caso di inadempienza o di insoddisfacente\nfunzionamento del Centro, la Giunta può proporre\nal Consiglio motivata proposta di revoca\ntotale o parziale e conseguente recupero del\ncontributo erogato.", '4': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in ragione\nd' annue Lire 100 milioni, si provvede per il 1975\nmediante riduzioni di pari ammontare dello\nstanziamento di cui al Capitolo 3352 - Titolo II -\nSezione XIII dello stato di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1975: << Fondo globale\nper spese in conto capitale derivanti da provvedimenti\nlegislativi in corso per il finanziamento\ndi programmi regionali di sviluppo ai sensi dell'\narticolo 9 legge 16 maggio 1970, n. 281 >> e\nmediante la iscrizione della somma di Lire 100\nmilioni al Capitolo 3127 - Titolo II - Sezione XI,\ndi nuova istituzione, dello stato di previsione\nmedesimo, con la seguente denominazione: << Contributo\nannuo della Regione al Centro oncologico\nper la ricerca, l' accertamento, la profilassi\ne la prevenzione delle neoplasie, istituito\npresso la Fondazione Senatore Pascale di Napoli >>.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte\ncon gli stanziamenti iscritti nei corrispondenti\ncapitoli dei rispettivi bilanci di previsione.", '5': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi dell' articolo 127, comma secondo,\ndella Costituzione ed entra in vigore il giorno\nsuccessivo alla sua pubblicazione nel Bollettino\nUfficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 42 | null | {'1': "Il personale dei disciolti Enti - GESCAL,\nINCIS, ISES ed ISCAL - già operanti nel settore\ndell' edilizia pubblica residenziale trasferiti,\nai sensi del DPR 30 dicembre 1972, n. 1036,\nalla Regione Campania è inquadrato nel ruolo\ndella Giunta regionale secondo le modalità ed i\ncriteri previsti dalle leggi regionali 16 marzo\n1974, n. 11 e 9 settembre 1974, n. 52, a far tempo\ndalla data del trasferimento a questa Regione\n(1º gennaio 1975).\nE' parimenti inquadrato, con decorrenza dalla\ndata di entrata in vigore della presente legge,\nnel ruolo della Giunta regionale, ai sensi della\nlegge regionale 13 gennaio 1975, n. 2, il personale\ninsegnante già assegnato, ai sensi della legge\n3 dicembre 1967, n. 1213, alle direzioni didattiche\ndelle province comprese nel territorio della Regione\nper le esigenze dei Patronati Scolastici ed\ni Consorzi Provinciali dei Patronati Scolastici\nche abbia avanzato richiesta di trasferimento\nalla Regione Campania ai sensi del 2º comma\ndell' art. 6 del DPR 14 gennaio 1972, n. 3.", '2': "Per gli effetti di cui al precedente articolo ed\nal fine di consentire l' inquadramento di tutto il\npersonale contemplato nel 2º comma dell' art. 4\ne nel 2º comma dell' art. 5 della legge regionale\n9 settembre 1974, n. 52, le tabelle E/ 1 ed E/ 2\nrelative alla pianta organica del personale della\nGiunta e del Consiglio Regionale allegate rispettivamentealle leggi regionali 1974, n. 11, e 1974,\nn. 52, sono sostituite dalle annesse tabelle E/ 1\nbis ed E/ 2 bis.\nL' inquadramento del predetto personale avrà \nluogo con le modalità previste dall' art. 41 della\nlegge regionale 16 marzo 1974, n. 11 e dagli articoli\n3, 4 e 5 della legge regionale 9 settembre\n1974, n. 52.", '3': "Al personale appartenente ai ruoli dello Stato,\ntrasferito o comandato, rivestente alla data dell'\ninquadramento nei ruoli regionali la qualifica\ndi 1º dirigente o qualifiche superiori ed equiparate\no che alle stesse qualifiche abbia diritto ai\nsensi dell' art. 68 del DPR 30 giugno 1972, n. 748,\ncompete, se più vantaggioso, il trattamento economico\n(stipendio ed indennità di funzione)\nprevisto dall' art. 47 del citato DPR n. 748,\nferma l' osservanza della modalità di cui al 4º\ncomma dell' art. 36 della legge regionale 16 marzo\n1974, n. 11.", '4': "Il terzo comma dell' art. 1 della Legge Regionale\n9 settembre 1974, n. 52, avente per oggetto:\n<< Modifiche della Legge Regionale 16 marzo 1974,\nn. 11, concernente: << Prima normativa sullo\nstato giuridico e sul trattamento economico del\npersonale dipendente della Regione Campania >>\nè sostituito dal seguente:\n<< Le prestazioni di lavoro straordinario sono\npreventivamente autorizzate e non possono eccedere,\nper ciascun dipendente il limite di 45\nore mensili e di 360 ore complessive annue >>.", '5': "All' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge, previsto in complessive lire 2 miliardi,\nsi provvede con i fondi di cui ai capitoli\n19 e 20 dello stato di previsione della spesa per\nl' anno finanziario 1975 e per gli esercizi successivi\ncon i corrispondenti stanziamenti dello stato\ndi previsione.", '6': "La presente legge è dichiarata urgente a norma\ndel II comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore lo stesso giorno della sua\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della\nRegione Campania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 34 | null | {'1': "Per le finalità previste dalla legge regionale\n9 novembre 1974, n. 58, è autorizzata, per l' anno\nfinanziario 1975, la spesa della somma di L.\n500.000.000.", '2': "All' onere di L. 500.000.000 per l' esercizio 1975\nsi farà fronte mediante riduzione di pari ammontare\ndello stanziamento di cui al Cap. 3353\ndello stato di previsione della spesa per l' anno\nfinanziario 1975 - << Fondo occorrente per far\nfronte a spese in conto capitale derivanti da\nprovvedimenti legislativi regionali in corso >> -\ne mediante l' iscrizione della somma di Lire\n500.000.000 nel Cap. 2911 - di nuova istituzione -\nTitolo II - Sezione IX, dello stato di previsione\nmedesimo << Interventi per la valorizzazione dei\nbeni culturali della Regione Campania (rifinanziamento\ndella Legge Regionale 9 novembre\n1974, n. 58 << Programma di valorizzazione dei\nbeni culturali della Regione Campania >>).", '3': "Le somme non impiegate nell' anno di riferimento\npossono essere utilizzate negli esercizi\nsuccessivi, ai sensi dell' art. 36 del RD 18 novembre\n1923, 2440 e successive modificazioni.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 35 | null | {'1': "Alle operazioni di credito agrario di miglioramento,\ndi acquisto di proprietà diretto coltivatrice\ne di esercizio, assistite dal concorso regionale\nnel pagamento degli interessi ai sensi\ndelle leggi regionali vigenti alla data di entrata\nin vigore della presente legge, si applicano i tassi\ndi riferimento ed i tassi agevolati determinati\ndal Ministro per il Tesoro, di concerto con il\nMinistro per l' Agricoltura e le Foreste, sentito\nil Comitato interministeriale per il credito ed il\nrisparmio, ai termini dell' art. 34 della Legge\n2 giugno 1961, n. 454, della Legge 17 agosto\n1974, n. 397, e del Decreto Legge 24 febbraio\n1975, n. 26, ed eventuali successive modificazioni.", '2': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli articoli\n127, secondo comma, della Costituzione e 45\ndello Statuto regionale ed entra in vigore il\ngiorno successivo alla sua pubblicazione nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 26 maggio 1975"} | null |
campania | 1,975 | 49 | null | {'1': "La Regione spiega interventi a favore dei sordomuti\nper tutelarne gli interessi morali e materiali\ne contribuire al conseguimento degli scopi\ndell' Ente Nazionale per la protezione e l' assistenza\ndei sordomuti, nell' ambito del territorio\nregionale.\nIn particolare la Regione interviene:\na) per assicurare un programma organico\ndi provvidenze a favore della categoria tenendo\nconto delle condizioni di bisogno e delle particolari\nesigenze derivanti dalle infermità ;\nb) perchè venga attuato da parte dell' ENS\nun censimento periodico inteso ad accertare il\nnumero effettivo dei sordomuti, nonchè la loro\ncondizione socio - economica;\nc) perchè siano svolti adeguati programmi\nannuali di propaganda e di profilassi contro l'\ninfermità ;\nd) per la promozione di servizi atti a favorire\nl' istruzione e l' aggiornamento dei sordomuti\nper una loro effettiva partecipazione alle\nattività lavorative ed alla vita sociale della Regione;\ne) per l' acquisto di materiale didattico speciale,\napparecchi auditivi ed altri strumenti di\nlavoro;\nf) per la creazione di un centro diagnostico\nregionale da istituirsi presso un Ente ospedaliero\nnel quadro della programmazione ospedaliera e\nsanitaria regionale;\ng) per ogni altra attività promozionale sul\npiano sociale - culturale e sportivo, nonchè per\nl' adeguamento delle attuali strutture organizzativeal soddisfacimento delle fondamentali esigenze\ndei sordomuti.", '2': "Per il conseguimento degli scopi di cui all'\narticolo precedente è istituito un fondo regionale\ndi Lire 50 milioni da erogare, sotto forma di contributo\nannuo di Lire 15 milioni, a favore dell'\nEnte Nazionale per la protezione ed assistenza\ndei sordomuti della Campania; e di Lire 35\nmilioni da spendersi da parte della Giunta regionale\nper la realizzazione degli scopi di cui\nalla lettera f) dello stesso articolo.\nIl contributo è concesso, con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale, alla Presidenza\ndel Comitato Regionale ENS della Campania\ned è ripartito tra le cinque Sezioni provinciali\noperanti nella Regione, in misura proporzionale\nal numero dei sordomuti iscritti e residenti nelle\nrispettive province.", '3': "Il Comitato regionale dell' Ente Nazionale per\nla protezione e l' assistenza dei sordomuti deve\npresentare, entro il 31 agosto di ogni anno, alla\nGiunta regionale della Campania, il programma\ndelle attività , distinte per ciascuna sezione provinciale,\nche intende svolgere nell' anno successivo,\ned entro il 31 maggio di ogni anno, il resoconto\ndell' attività svolta nell' anno precedente\ndebitamente approvato dagli organi statuari.\nLa Giunta regionale, laddove riscontri difformità \nrispetto agli scopi ed alle finalità della presente\nlegge, invita gli organi responsabili dell'\nEnte Nazionale per la protezione e l' assistenza\ndei sordomuti a rettificare il programma annuale\ndelle attività .", '4': "Alla copertura dell' onere derivante dall' applicazione\ndella presente legge, stabilito in ragione\nd' anno in Lire 50 milioni, si provvede per il\n1975 mediante riduzione di pari ammontare\ndello stanziamento di cui al Capitolo 1896 - Titolo\nI - Sezione XIII, dello stato di previsione della\nspesa per l' anno finanziario 1975 << Fondo occorrente\nper far fronte ad oneri di natura corrente\nderivanti da provvedimenti legislativi regionali\nin corso >> e mediante l' iscrizione della somma\ndi Lire 50 milioni al Capitolo 1563 - Titolo I - Sezione\nXI - di nuova istituzione, dello stato di\nprevisione medesimo con la seguente denominazione:\n<< Provvidenze a favore dei sordomuti >>.\nL' onere derivante dall' applicazione della presente\nlegge per gli esercizi finanziari successivi\nfarà carico sugli appositi Capitoli di Bilancio.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensidell' art. 127 della Costituzione, II comma, ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,975 | 48 | null | {'1': "Allo scopo di contribuire al superamento delle\ndifficoltà finanziarie in cui versano i Consorzi\ndi Bonifica della Campania, sostenendone l' attività \nvolta a realizzare una rapida ed efficiente\nattuazione dei programmi regionali di intervento\nnel settore, con particolare riferimento a quelli\nfinanziati con le leggi regionali 22 luglio 1974,\nn. 27 e 22 luglio 1974, n. 28, la Regione Campania\npuò concedere ai predetti Consorzi un contributo\nin conto capitale rapportato all' entità \ndel disavanzo della gestione registratosi al 31\ndicembre 1974.", '2': "Al fine di sostenere i programmi dei Consorzi\ndi Bonifica intesi a realizzare l' adeguamento e\nla realizzazione degli impianti collettivi di irrigazione,\nl' articolo 3 della legge regionale 22 luglio\n1974, n. 27, è integrato dal seguente comma:\n<< Qualora l' esercizio irriguo abbia avuto inizio\nda oltre 5 anni senza che sia stato raggiunto\nl' economico impiego dell' acqua, la Regione può \nconcedere contributi nelle spese consortili di\nesercizio, fino ad un massimo del 30% delle spese\nstesse, a quei Consorzi che dimostrino di avere\nin corso di realizzazione iniziative volte a raggiungere\nl' economico impiego delle acque >>.", '3': "In attesa di una organica normativa regionale\nsulla riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica e\nsull' esercizio nei loro riguardi delle funzioni di\ntutela e vigilanza di cui al DPR 15 gennaio1972, n. 11, i controlli amministrativi sugli atti\ndei Consorzi predetti vengono effettuati:\na) dalla Giunta regionale, su proposta dell'\nAssessore per l' Agricoltura, per gli atti emanati\ndai Consorzi di Bonifica ai sensi degli artt. 60,\n61 e 63 primo comma, della legge 13 febbraio\n1933, n. 215 e successive modificazioni;\nb) dalle Sezioni provinciali del Comitato\nregionale di controllo, competenti per territorio,\ntenuto conto della sede amministrativa dei Consorzi\ndi Bonifica, per gli atti emanati ai sensi\ndegli artt. 63 e 64 della legge 13 febbraio 1933,\nn. 215, e successive modificazioni, se dall' esame\ndelle deliberazioni le Sezioni provinciali del\nComitato regionale di Controllo rilevino delle\nirregolarità non eliminabili con l' esercizio dei\npoteri di cui all' art. 63 del citato RD 13 febbraio\n1933, n. 215, ne danno comunicazione all'\nAssessore per l' Agricoltura che riferisce, per i\nprovvedimenti di competenza, alla Giunta regionale.", '4': "Alla erogazione dei contributi di cui all' art. 2\ndella presente legge si provvederà con decreto\ndel Presidente della Giunta, nell' ambito di un\nprogramma di riparto dei fondi disponibili approvati\ndalla Giunta regionale su proposta dell'\nAssessore per l' Agricoltura sentita la Commissione\nconsiliare competente.\nAlla determinazione del disavanzo di cui al\nprecedente art. 2 si perverrà mediante accertamenti\namministrativi che saranno svolti da due\nfunzionari dell' Assessorato per l' Agricoltura alla\npresenza di un rappresentante designato dalla\nUnione regionale delle Bonifiche campane.", '5': "All' onere derivante dall' applicazione dell' art. 1\ndella presente legge, fissato in Lire 400 milioni,\nsi farà fronte mediante la riduzione di pari importo\ndello stanziamento di cui al Capitolo 2672 -\nTitolo II - Sezione VII - dello stato di previsione\ndella spesa per l' esercizio 1975.\nIn conseguenza sono apportate le seguenti\nvariazioni al Bilancio di previsione della spesa\nper l' anno finanziario 1975: Titolo II - Sezione\nVII - Capitolo 2672 << Interventi per opere di\nbonifica integrale >> riduzione da L. 6.000.000.000\na L. 5.600.000.000 - Capitolo 2685 (di nuova istituzione)\n<< Contributi finanziari ai Consorzi di\nBonifica >> stanziamento di L. 400 milioni.", '6': "La presente legge regionale è dichiarata urgente\nai sensi e per gli effetti degli artt. 127, II\ncomma, della Costituzione, e 45 dello Statuto ed\nentra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione\nsul Bollettino Ufficiale della RegioneCampania.\nLa presente legge regionale sarà pubblicata\nnel Bollettino Ufficiale della Regione.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 giugno 1975"} | null |
campania | 1,988 | 1 | null | {'1': "Obiettivi e finalità \nLa Regione Campania, in esecuzione di quanto\ndisposto dalla vigente legislazione, predispone programmi\nin materia di tutela della salute, interventi\nintermedi di reintegrazione sociale e interventi\nsociali preventivi in relazione agli stati di tossicodipendenza,\nal consumo e alla diffusione di sostanze\nstupefacenti, nonchè dell' abuso di sostanze\npsicotrope ed alcool.\nLa Regione programma e coordina gli interventi\ne le attività di tutte le strutture e i servizi aventi\ncompetenze e operanti nel settore, comprese le attività \ndegli Enti ausiliari e del volontariato, delle\nComunità terapeutiche, delle Associazioni e Cooperative\nche intervengono nel campo della condizione\ngiovanile, con particolare riferimento alle\ntossicodipendenze, attraverso la formulazione di\nun progetto obiettivo quadro; opera affinchè siano\nsviluppate iniziative rivolte alla diffusione di\nuna corretta informazione sulle cause e gli effetti\ndel consumo delle droghe, dell' alcool, dell' abuso\ndei farmaci e sulle tossicodipendenze.", '2': "Commissione Consultiva Regionale\nEntro 60 giorni dall' entrata in vigore della presente\nLegge è istituita, con decreto del Presidente\ndella Giunta regionale, su proposta dell' Assessore\nalla Sanità , la Commissione regionale consultiva\nper la prevenzione delle tossicodipendenze e per la\ncura, riabilitazione, inserimento e reinserimento\nsociale dei soggetti che fanno uso non terapeutico\ndi sostanze stupefacenti, psicotrope ed alcooliche.La Commissione è composta da:\n- il Presidente della Giunta regionale o da un suo\ndelegato che la presiede;\n- gli Assessori preposti a settori aventi competenze\nconnesse al perseguimento delle finalità della\npresente legge;\n- un rappresentante designato dagli ordini provinciali\ndei farmacisti;\n- i Presidenti delle sezioni di sorveglianza presso\nle Corti di Appello di Napoli e Salerno;\n- i Presidenti dei Tribunali per i minorenni di Napoli\ne Salerno;\n- un funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia\naddetto agli istituti carcerari della Campania,\ndesignato dal Ministero stesso;\n- un rappresentante del Comando militare territoriale;\n- un rappresentante designato dai Provveditorati\nagli Studi della Regione;\n- il Presidente regionale dell' ANCI o suo delegato;\n- il Presidente regionale della Lega delle autonomie\no suo delegato;\n- un rappresentante degli imprenditori designato\ndall' Unione Industriali della Campania;\n- un rappresentante per ognuna delle Organizzazioni\nSindacali Regionali maggiormente rappresentative;\n- un rappresentante del CONI Regionale;\n- tre rappresentanti designati dalle associazioni\ndelle famiglie;\n- un rappresentante regionale del coordinamento\nnazionale operatori tossicodipendenze;\n- due rappresentanti delle associazioni del volontariato\nnel campo delle tossicodipendenze;\n- due rappresentanti delle associazioni di volontariato\ncontro l' abuso di alcool;\n- un rappresentante delle associazioni impegnate\nnella lotta contro la camorra;\n- un rappresentante della Conferenza Episcopale;\n- un funzionario della Polizia di Stato appartenente\nai nuclei antidroga;\n- un ufficiale dell' Arma dei Carabinieri appartenenti\nai nuclei antidroga;\n- un ufficiale della Guardia di Finanza appartenente\nai nuclei antidroga;\n- due Direttori degli Istituti di farmacologia e tossicologia\ndell' Università degli Studi di Napoli;\n- due Direttori degli Istituti di Medicina pubblica\ne della Sicurezza Sociale dell' Università degli\nStudi di Napoli;\n- i magistrati dirigenti le Sezioni specializzate per\nle tossicodipendenze;\n- un rappresentante dell' associazione per la tutela\ndei minori;\n- un rappresentante del coordinamento regionale\ndegli organi periferici del Ministero della Pubblica\nIstruzione.Ai componenti della Commissione non compete\nalcuna indennità , ma può essere corrisposto il rimborso\ndelle spese di viaggio ed eventuale trattamento\ndi missione nella misura e con le modalità previste\ndalle vigenti disposizioni di legge per i dipendenti\ndella Regione del livello più alto.\nAgli eventuali oneri si fa fronte con lo stanziamento\ndi cui Cap. 66 dello stato di previsione della\nspesa per l' anno finanziario 1987 e per gli anni\nsuccessivi con i corrispondenti capitoli di bilancio.", '3': "Competenze della\nCommissione consultiva regionale\nLa Commissione consultiva regionale esprime\npareri su richiesta della Giunta regionale e formula\nproposte su atti attinenti l' attuazione della presente\nlegge e sui programmi di intervento in materia\ndi tossicodipendenza e di alcoolismo.", '4': "Comitato per i problemi\ndella tossicodipendenza e dell' alcoolismo\nEntro 60 giorni dall' entrata in vigore della presente\nlegge presso ogni Comune sede di USL è istituito\nun Comitato per i problemi della tossicodipendenza\ne dell' alcoolismo.\nI Comuni che non sono sede di USL possono associarsi\no costituire propri Comitati.\nNei Comuni sedi di più di una USL possono essere\nistituiti più Comitati aventi sede presso i Consigli\ndi quartiere e coordinati dalla Giunta comunale.\nI Comitati per i problemi della tossicodipendenza\ne dell' alcoolismo hanno per fine primario la lotta\ncontro la diffusione della droga, la prevenzione della\ntossicodipendenza e ell' alcoolismo e costituiscono\nun momento unitario di riferimento, proposta\ne verifica per quanto attiene a tutti gli aspetti\nsociali e sanitari dei problemi della tossicodipendenza\ne dell' alcoolismo.\nI Comitati sono composti da cittadini interessati\ndalle finalità della presente legge, nonchè da\nesperti scelti anche tra coloro che ne avranno fatto\nrichiesta al Comune o al Consiglio circoscrizionale\ncompetente.\nI Comuni e i Consigli circoscrizionali determinano\nil numero dei componenti il Comitato e ne procedono\nalla nomina.", '5': "Centri di accoglimento e di orientamento territoriali\nI presidi ospedalieri per le tossicodipendenze,\nistituiti con delibera del Consiglio regionale n. 37/ 1\ndel 14 settembre 1980 e successive modifiche ed integrazioni,\nsono aboliti.\nSono istituiti i Centri di Accoglimento e di Orientamento\nTerritoriali quali settori del servizio di medicina\nsociale e preventiva delle Unità SanitarieLocali.\nCompiti dei CAOT sono:\n- la predisposizione, l' attuazione e verifica, in collegamento\ncon gli Enti locali, dei progetti obiettivo;\n- le prestazioni di interventi di primo livello per\nl' utenza diretta e per gruppi familiari e/ o sociali\ncollegati;\n- la partecipazione alla formulazione ed all' attuazione\ndei programmi mirati di educazione sanitaria\ndell' USL;\n- l' accertamento dello stato di tossicodipendenza\nda oppiacei, dall' alcool e dall' uso non terapeutico\ndi sostanze psicotrope, la formulazione ed attuazione\ndel programma terapeutico che deve prevedere\nprestazioni complessive di tutela della salute\npsico - fisica dell' utente, finalizzate anche alla\ndisintossicazione fisica, attraverso modalità operative\ndipartimentali che coinvolgono il complesso\ndei servizi della USL;\n- la collaborazione con tutte le istituzioni e i servizi\npubblici per programmi mirati alla prevenzione,\nalla tutela della salute ed al reinserimento sociale\ndei tossicodipendenti;\n- la gestione per quanto di propria competenza\ndel sistema informativo e la verifica del lavoro\nsvolto.\nNon sono compiti dei CAOT le prestazioni di\npronto soccorso.\nIl personale biologo presterà servizio presso uno\ndei laboratori territoriali delle UUSSLL ove esistenti.\nLe UUSSLL devono dislocare i CAOT fuori\ndai presidi ospedalieri, dotandoli di ambienti e servizi\nidonei.\nI CAOT hanno sede presso le seguenti\nUUSSLL con competenza sugli ambiti territoriali\na fianco di ciascuna indicati:\n- Provincia di Avellino\nUSL n. 4 (ambiti 1- 2- 3- 4)\n- Provincia di Benevento\nUSL n. 5 (ambiti 5- 6- 7- 8- 9)\n- Provincia di Caserta\nUSL n. 15 (ambiti 12- 14- 15- 16- 16- 18)\nUSL n. 10 (ambiti 10- 11- 13)\nUSL n. 20 (ambiti 19- 20)\n- Provincia di Salerno\nUSL n. 53 (ambiti 53- 47)\nUSL n. 48 (ambiti 48- 49)\nUSL n. 50 (ambiti 50- 51- 52)\nUSL n. 54 (ambiti 54- 55- 56- 58)\nUSL n. 59 (ambiti 59- 60)\nUSL n. 61 (ambito 61)\nUSL n. 57 (ambito 57)\n- Napoli città \nUSL n. 37- 38- 39- 40- 41- 42- 43- 44- 45- 46\n-Provincia di NapoliUSL n. 21 (ambito 21)\nUSL n. 22 (ambito 22)\nUSL n. 23 (ambito 23)\nUSL n. 24 (ambito 24)\nUSL n. 25 (ambiti 25- 26)\nUSL n. 28 (ambiti 27- 28- 29)\nUSL n. 30 (ambiti 30- 31)\nUSL n. 34 (ambito 34)\nUSL n. 32 (ambito 32)\nUSL n. 35 (ambiti 33- 35)\nUSL n. 36 (ambito 36).\nLa dotazione organica di ciascun CAOT è la seguente:\n- quattro medici, di cui uno infettivologo;\n- due biologi;\n- quattro psicologi laureati;\n- un sociologo laureato;\n- cinque assistenti sociali con diploma triennale;\n- tre infermieri professionali;\n- due agenti tecnici e due coadiutori amministrativi.\nLa dotazione organica proposta, con l' integrazione\ndi un farmacista, è valida per quegli ambiti che\ngià dispongono di presidi pubblici; per gli altri ambiti\noccorre riferirsi alla popolazione giovanile e\na quella a rischio.\nLe UUSSLL nel cui ambito territoriali esistono\nistituti di pena e/ o di osservazione per minorenni,\nsono autorizzate al potenziamento dell' organico\ndei CAOT:\n- la USL 46 nella misura di quattro medici, due\nbiologi, due psicologi laureati, un sociologo laureato,\ntre assistenti sociali, due infermieri;\n- le altre nella misura di un medico, un biologo,\nuno psicologo laureato, un sociologo laureato, un\nassistente sociale, un infermieri professionale.\nLa pianta organica delle UUSSLL interessate\nè ampliata dei corrispondenti posti previsti in aumento,\nin conformità del suddetto organico.\nIn sede di prima applicazione della presente Legge\nl' equipe del CAOT è formata dal personale in\nservizio presso i soppressi presidi di cui alla deliberazione\ndel Consiglio regionale n. 37/ 1 del 14 settembre\n1980 e successive modifiche ed integrazioni,\ndal personale sanitario e parasanitario del Servizio\nSanitario Nazionale in possesso dei requisiti\ndi cui sopra disponibile presso le UUSSLL e dal\npersonale amministrativo di cui alla Legge regionale\n32/ 84.", '6': "Ricoveri ospedalieri\nLe UUSSLL, sedi di presidi ospedalieri che possiedono\nstrutture di pronto soccorso, debbono prevedere\nnelle predette strutture personale medico\ne paramedico, prescelto tra il personale già in organico\nalle UUSSLL, in grado di risolvere nell' arco\ndelle 24 ore crisi di astinenza e problemi diemergenza legati alla fase acuta.", '7': 'Attività convenzionate e volontariato\nLa Regione valorizza il contributo sociale ed operativo\nche le Associazioni di volontariato esprimono\ne riconosce le comunità residenziali come una\ndelle risorse utili alla realizzazione di un progetto\nriabilitativo nel campo delle tossicodipendenze.\nA tale scopo le UUSSLL si avvalgono anche delle\nassociazioni e cooperative non aventi fini di lucro,\ndegli organismi del volontariato, dei gruppi di\nimpegno e solidarietà giovanile, dei giovani che\nsvolgono servizio sostitutivo del servizio di leva ai\nsensi della Legge 15 dicembre 1972, n. 772, regolando\ni rapporti, ove sorga la necessità , con apposite\nconvenzioni.\nPer quanto riguarda i rapporti convenzionali con\nle strutture che svolgono attività riabilitativa in regime\nresidenziale o semiresidenziale si fa riferimento\nal DM 3 febbraio 1986, così come recepito\ndalla Giunta regionale.', '8': "Competenze ai Comuni\nI Comuni o Associazioni di Comuni promuovono,\nvalorizzano e favoriscono l' iniziativa a carattere\nlocale, privilegiando quelle sperimentali, libere\ne spontanee di giovani, gruppi, associazioni e\nstrutture impegnate in attività territoriali per i giovani,\ncon particolare riguardo alle attività associative\na carattere polivalente e spiccatamente culturale,\neducativo, assistenziale, artistico, inserite in\nun circuito costruttivo e produttivo, prevedendo altresì \nla partecipazione di soggetti tossicodipendenti\ne alcoolisti.\nI Comuni singoli o associati in particolare:\n- realizzano iniziative sociali e culturali e promuovono\nogni intervento volto a prevenire e a superare\ncondizioni di marginalità e di disagio giovanile;\n- agevolano e sostengono la formazione di associazioni\nculturali, di famiglie e di cittadini che intendono\nimpegnarsi nella lotta alla droga e nel reinserimento\nsociale dei tossicodipendenti ed alcoolisti;\n- attuano gli interventi necessari a favorire il diritto\nallo studio, mediante forme specifiche di assistenza\nscolastica che operano per combattere l' evasione\nscolastica;\n- promuovono la costituzione e l' utilizzazione di\nstrutture territoriali di tipo intermedio, in integrazione\ncon le risorse delle USL, e in collaborazione\ncon le orgenizzazioni del volontariato, previste\ndal progetto obiettivo;\n- agevolano le attività di cooperative di servizi,\nproduttive di tipo artigianale e agricolo;\n- attivano forme di partecipazioni e consultazioni\nsulle problematiche collegate ai fenomeni di alcoolismo,delle politossicodipendenze ed alla condizione\ngiovanile.\nLa Giunta regionale, su richiesta degli Enti interessati,\npredispone, entro il 30 settembre di ogni anno,\npiani d' intervento con cui concede ai Comuni,\nsingoli o associati, contributi per la realizzazione\ndi progetti relativi alle attività di cui ai commi precedenti\nnella misura massima del 50% della spesa.\nPer l' esercizio degli interventi dinanzi indicati,\ni Comuni o le Associazioni di Comuni possono avvalersi\nin tutto o in parte della USL competente\nper territorio, mediante apposita delibera di\ndelega.\nGli interventi dinanzi indicati da parte degli enti\ninteressati sono consentiti ai sensi degli artt. 3\ne 7 del DPR 616 del 24 luglio 1977 di attuazione\ndella delega di cui all' art. 1 della Legge n. 382 del\n22 luglio 1975 e dell' art. 2 n. 5 della Legge regionale\n6 maggio 1985, n. 47.", '9': "Albo regionale\nE' istituito presso la Giunta regionale l' albo degli\nEnti Ausiliari. Ad esso possono accedere Associazioni,\nanche oepranti su base cooperativa nella\nproduzione di beni e servizi, che, costituiti senza\nscopo di lucro, gestiscono strutture e servizi finalizzati\nalla riabilitazione ed all' inserimento sociale\ndei tossicodipendenti e alla prevenzione delle tossicodipendenze\ne della alcooldipendenza.\nPer ottenere l' iscrizione all' Albo regionale, gli\nEnti e le Associazioni che ne facciano richiesta alla\nGiunta regionale, devono documentare:\n- a) la natura giuridica, le finalità istituzionali\nrisultanti dallo Statuto e dall' atto costitutivo, la sede\ne il legale rappresentante;\nb) il programma degli interventi che intendono\nattuare, la metodologia adottata, i risultati conseguiti,\nil piano finanziario annuale col bilancio\npreventivo e consuntivo;\nc) i locali, le attrezzature, le dotazioni del personale\ncon la specificazione delle qualifiche professionali.\nL' iscrizione all' Albo regionale è deliberata dalla\nGiunta regionale, sentiti la USL e il Comune competenti.\nI rapporti con i soggetti di cui al primo comma\nsono disciplinati da apposite convenzioni, che possono\nessere concesse a quanti, iscritti all' Albo, operano\nnel settore, con esperienza certa e documentabile\nnell' ambito regionale da almeno un anno dalla\nentrata in vigore della presente Legge.", '10': "\nFormazione e aggiornamento\nLa Regione Campania, in esecuzione di quanto\ndisposto dalla vigente legislazione, programma interventi\ndi qualificazione e aggiornamento permanente,\nfinalizzati a promuovere la crescita professionalee culturale degli operatori del settore.\nLa Regione, con appositi piani triennali, fissa gli\nobiettivi e le modalità di svolgimento delle attività \ndi aggiornamento - formazione per gli operatori\nsocio - sanitari impegnati e/ o collegati oeprativamente\nall' attività nel settore tossicodipendenze.\nLe attività di formazione sono aperte agli operatori\nvolontari e ad ogni altro operatore di ente, cooperative\ne associazioni coinvolte nel progetto\nobiettivo e/ o convenzionate, nonchè agli operatori\nsociali degli enti locali, anche nelle fasi preliminari\ndella programmazione.", '11': '\nProgetto obiettivo\nLa Regione finanzia ai sensi della Legge 23 ottobre\n1985, n. 595, i progetti - obiettivo alla cui realizzazione\nconcorrono gli Enti Locali e le UUSSLL\ne gli Enti ed Associazioni di volontariato.\nLe UUSSLL, singole o associate, di concerto con\ngli Enti Locali competenti per territorio, attivano\ntutte le procedure necessarie per la predisposizione\ned attuazione dei progetti obiettivo.\nOgni progetto obiettivo deve essere predisposto\nin relazione alle caratteristiche socio - culturali territoriali,\nal numero di utenti, alla specificità dei bisogni\ngiovanile, e nelle sue linee generali deve uniformarsi\nagli indirizzi che il Consiglio regionale\ndetterà con apposita risoluzione, sentita la Commissione\nRegionale Consultiva.', '12': "\nSitema informativo\nLa Regione, al fine di rispondere alle proprie esigenze\ndi pianificazione e programmazione nel settore\ndelle tossicodipendenze, dell' abuso di sostanze\nstupefacenti, psicotrope ed alcool, organizza,\nnelle more della realizzazione dell' osservatorio epidemiologico\nregionale, il sistema informativo per\nla sorveglianza del fenomeno e per il minotoraggio\ndelle attività effettuate nei servizi, Enti e Associazioni\noepranti nel settore, per la valutazione dell'\nefficacia e della efficienza degli interventi sociosanitari\neffettuati.\nIl relativo onere graverà per il 1987 sullo stanziamento\ndi cui al capitolo 85 dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1987, che\npresenta sufficiente disponibilità , e per gli anni\nsuccessivi sui corrispondenti capitoli di bilancio,\nla cui entità sarà determinata con le leggi di bilancio,\nutilizzando quota parte delle risorse assegnate\nalla Regione ai sensi dell' art. 9 della Legge 16\nmaggio 1970, n. 281.", '13': "\nPersonale del Centro Medico di Assistenza Sociale\n( CMAS)\nIl CMAS è soppresso e le relative funzioni vengonoassorbite dal competente Ufficio regionale. Il\nrelativo personale, attualmente inglobato nei ruoli\ndella USL n. 44, ai sensi e per gli effetti dell' artº\n3 della Legge 20 maggio 1985, n. 207, può a domanda,\nda produrre al Presidente della Giunta regionale,\nentro trenta giorni dalla data di entrata in vigore\ndella presente Legge, essere immesso nel ruolo\ndel personale della Giunta regionale, settore delle\ntossicodipendenze, con specifiche funzioni\ntecnico - operative nella qualifica e nel livello corrispondente,\npurchè in possesso dei requisiti previsti\nper l' accesso ai rispettivi livelli funzionali.\nOve il trattamento economico goduto dagli operatori\nsia superiore a quello del personale regionale,\nla differenza viene conservata quale assegno\nzzad personam >> ed è assorbibole dai successivi trattamenti\nretributivi.\nAll' onere relativo si fa fronte con lo stanziamento\ndi cui al Capitolo 30 dello stato di previsione della\nSpesa per l' anno finanziario 1987 e per gli anni\nsuccessivi con i corrispondenti capitoli di bilancio,\nla cui entità sarà determinata con le leggi di bilancio,\nutilizzando quota parte delle risorse assegnate\nalla Regione ai sensi dell' art. 8 della Legge 16\nmaggio 1970, n. 281.", '14': "\nAgli oneri derivanti dall' attuazione della presente\nLegge per il 1987 si fa fronte con gli stanziamenti,\nin termini di competenza e di cassa, di cui ai capitoli\n1802, 1805, 1820, nonchè , per un ammontare\ndi Lire 2 miliardi, con lo stanziamento, in termini\ndi competenza e di cassa, del Capitolo 1911 dello\nstato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1987.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte\ncon i corrispondenti capitoli di bilancio, la cui entità \nsarà determinata con le leggi di bilancio, utilizzando\nquota parte della risorse assegnate alla Regione\nai sensi della Legge 23 dicembre 1978, n. 833,\ndell' art. 8 della Legge 16 maggio 1970, n. 281 e della\nLegge 21 ottobre 1978, n. 641.", '15': "\nDichiarazione d' urgenza\nLa presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127 - secondo comma - della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 7 gennaio 1988"} | null |
campania | 1,988 | 19 | null | {'1': "La Giunta regionale della Campania, con le procedure\ne modalità tutte della Legge regionale 30 novembre\n1982, n. 65, è autorizzata a concedere\ncontributi in conto capitale per l' acquisto di alloggi,\ncome prima abitazione da parte di locatari in\ncomplessi residenziali unitari di consistenza non inferiore\na 30 unità immobiliari per i quali il proprietario\nabbia dato inizio alle procedure di vendita\nfrazionata in data non posteriore al 1o aprile 1984.\nIl termine per la presentazione della domanda è \ndi 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente\nLegge.", '2': 'Il requisito oggettivo del completamento degli alloggi\ninteressati alla vendita frazionata almeno da\nquindici anni dalla concessione del contributo è ridotto\nad anni dodici.', '3': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nLegge si fa fronte con lo stanziamento, in termini\ndi competenza e di cassa, di cui al capitolo 605 dello\nstato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1988 previamente integrato della somma di lire\n200 milioni mediante prelievo di detto\nammontare dallo stanziamento di cui al capitolo\n300 dello stato di previsione medesimo, che si riduce\ndi pari importo.", '4': "Le istanze presentate in base alla Legge regionale\n29 marzo 1984, n. 22 e ritenute ammissibili dalla\nGiunta regionale ma che non hanno conseguito laconcessione del contributo sono acquisite come\nnuove istanze senza bisogno di riproposizione.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 1 settembre 1988"} | null |
campania | 1,988 | 18 | null | {'1': 'La Regione Campania concede alla Società Napoletana\ndi Storia Patria, con sede in Napoli, un\ncontributo annuo per incoraggiare e sostenere lo\nsvolgimento delle sue attività culturali rivolte alla\nconservazione del suo patrimonio bibliografico, documentario,\niconografico e numismatico, e rivolte\nalla promozione degli studi nel campo delle discipline\nstoriche.', '2': "Il contributo di cui all' articolo precedente viene\nerogato in unica soluzione entro il 31 marzo di ogni\nanno.\nL' Ente beneficiario è tenuto a presentare alla\nGiunta regionale, alla fine di ogni esercizio, una\ndettagliata relazione sull' impiego del contributo,\nsull' attività svolta, e sui programmi da svolgere\nnell' anno successivo.", '3': "Per l' anno 1988 il contributo di cui all' art. 1 viene\nerogato entro trenta giorni dall' entrata in vigore\ndella presente Legge.\nL' Ente beneficiario entro sessanta giorni dalla\nerogazione deve presentare la relazione di cui al\nsecondo comma dell' articolo precedente.", '4': "Il contributo di cui all' art. 1 della presente Legge\nè stabilito in lire 100 milioni per il 1988 ed in\nlire 150 milioni per gli anni 1989 e 1990.\nAll' onere derivante dall' attuazione della presente\nLegge per il 1988 si fa fronte con lo stanziamento,\nin termini di competenza e di cassa, di cui al capitolo1429/ bis, di nuova istituzione, denominato\n<< Contributo della Regione a favore della Società \nNapoletana di Storia Patria >> dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1988 mediante\nprelievo della occorrente somma di lire 100\nmilioni dallo stanziamento di cui al capitolo 300\ndello stato di previsione medesimo, che si riduce\ndi pari importo.\nAgli oneri per gli anni 1989 e 1990 si farà fronte\ncon i corrispondenti capitoli di bilancio, utilizzando\nquota parte delle risorse assegnate alla Regione ai\nsensi dell' art. 8 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.", '5': "La presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, secondo comma, della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 1 settembre 1988"} | null |
campania | 1,988 | 13 | null | {'1': "E' approvato in L. 8.978.168.052.362 lo stato di\nprevisione di competenza dell' Entrata della Regione\nper l' anno finanziario 1988 come da tabella A\nannessa alla presente legge.\nE' autorizzato l' accertamento dei tributi e delle\nentrate per l' anno finanziario 1988.\nE' approvato, parimenti, in L. 8.978.168.052.362\nlo stato di previsione di competenza della Spesa\ndella Regione per l' anno finanziario 1988 come dalla\ntabella B annessa alla presente legge.\nE' autorizzata l' assunzione di impegni di spesa entro\ni limiti degli stanziamenti dello stato di previsione\ndi cui al comma precedente.\nSono altresì approvati:\na) il quadro generale riassuntivo di cui al primo\ncomma dell' art. 24 della Legge regionale 27 luglio\n1978, n. 20;\nb) i prospetti e gli elenchi indicati nel secondo\ncomma del richiamato articolo 24 della Legge\nregionale 27 luglio 1978, n. 20, allegati alla presente\nlegge.", '2': "E' approvato in L. 9.033.605.246.760 lo stato di\nprevisione di Cassa dell' Entrata della Regione per\nl' anno finanziario 1988 come da tabella A annessa\nalla presente legge.\nSono autorizzati, secondo le leggi in vigore, la riscossione\ned il versamento, nella Cassa della Regione,delle imposte delle tasse e di ogni altra\nentrata spettante nell' anno finanziario 1988.\nE' approvato in L. 9.033.605.246.760 lo stato di\nprevisione di Cassa della Spesa della Regione per\nl' anno finanziario 1988 come da tabella B annessa\nalla presente legge.\nE' autorizzato il pagamento delle spese della Regione\nper l' anno finanziario 1988 entro i limiti degli\nstanziamenti dello stato di previsione di cui al\ncomma precedente.\nE' autorizzata l' iscrizione nel bilancio di Cassa di\nun fondo di riserva di L. 144.455.923.772 da utilizzare\nsecondo le modalità prescritte dall' art. 28 della\nLegge regionale 27 luglio 1978, n. 20.\nE' approvato in L. 2.217.163.220.166 l' ammontare\npresunto dei residui attivi per l' anno finanziario\n1987.\nE' approvato in L. 1.599.695.717.475 l' ammontare\npresunto dei residui passivi per l' anno finanziario\n1987.", '3': "E' approvato in L. 23.225.980.628.648 il quadro di\nprevisione dell' Entrata del Bilancio pluriennale\n1988 - 1990 come dal quadro A annesso alla presente\nlegge.\nE' parimenti approvato in L. 23.225.980.628.648\nil quadro di previsione della Spesa del Bilancio pluriennale\n1988 - 1990 come da quadro B annesso alla\npresente legge.\nE' approvato il quadro generale riassuntivo del\nBilancio pluriennale 1988 - 1990 come da quadro\nC annesso alla presente legge.", '4': "Le autorizzazioni di spesa per l' esercizio 1988,\nconcernenti leggi regionali e statali, sono disposte\ndalla presente legge negli importi indicati in corrispondenza\ndi ciascun capitolo di spesa nell' allegato\nstato di previsione.\nLe procedure di gestione e le modalità di erogazione\nsono quelle espressamente indicate dalle corrispondenti\nleggi sostanziali della Regione,\nnell' osservanza della Legge regionale di contabilità \n27 luglio 1978, n. 20, e delle procedure previste\ndalla Legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51 e successive\nmodificazioni nel caso di interventi concernenti\nopere pubbliche e di pubblico interesse.", '5': "La Giunta regionale è autorizzata ad iscrivere\ncon deliberazione, da comunicarsi al Consiglio regionale\nentro i dieci giorni dalla relativa adozione\nnei capitoli già istituiti negli stati di previsione dell'\nEntrata e della Spesa, le somme assegnate con\nvincolo di destinazione.", '6': "Per le finalità previste dalla Legge regionale 7 luglio1984, n. 29 è autorizzata per l' esercizio finanziario\n1988 la spesa di L. 200.000.000 a carico del\ncapitolo 106 dello stato di previsione della spesa.", '7': "Per il finanziamento del Piano annuale di cui all'\narticolo 1, comma 1o, dalla Legge regionale n. 4/ 84\nrelativo ai collegamenti marittimi di interesse regionale,\nè stanziato per l' anno 1988 il fondo di Lº\n10.000.000.000, a carico del capitolo 531 dello stato\ndi previsione della spesa per il medesimo esercizio\nfinanziario, dotato di pari importo.\nPer la concessione dei contributi previsti dal Piano\nannuale indicato al primo comma del presente\narticolo si applicano le norme previste dalla Legge\nregionale 23 gennaio 1984, n. 4, e la domanda\nprevista dal quarto comma dell' articolo 4 della medesima\nLegge regionale, per i servizi a carattere\nstagionale, può essere presentata entro 15 giorni\ndall' entrata in vigore della presente legge.", '8': "Per l' anno 1988 l' autorizzazione di spesa di cui\nalla Legge regionale 26 maggio 1975, n. 41, iscritta\nal capitolo 549 dello stato di previsione della Spesa,\nè determinata in L. 500.000.000.", '9': "E' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 1.000.000.000 iscritta al capitolo 550 dello\nstato di previsione della Spesa per le finalità di\ncui alla Legge 22 dicembre 1984, n. 887.", '10': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di lire 5 miliardi e 900 milioni, iscritta al capitolo\n1201 dello stato di previsione della Spesa,\nper la concessione di contributi per manifestazioni,\nper il turismo sociale e giovanile e per le iniziative\nturistiche delle organizzazioni dei lavoratori\n(Legge 4 agosto 1955, n. 702 e Legge 4 marzo 1958,\nn. 174).", '11': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 9.000.000.000 iscritta al Capitolo 1203\ndello stato di previsione della Spesa per il finanziamento\ndegli interventi regionali per l' incremento\nin Campania delle correnti turistiche italiane e\nstraniere, con le modalità e le procedure indicate\nnella Legge regionale 29 marzo 1984, n. 24.", '12': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 200.000.000 iscritta al capitolo 1414 dello\nstato di previsione della Spesa per le finalità di\ncui alla Legge regionale 18 gennaio 1979, n. 4.", '13': "\nE' autorizzata la spesa di lire 200 milioni iscritta\nal capitolo 1421 dello stato di previsione della Spesa\nper l' anno finanziario 1988 per le finalità di cuialla Legge regionale 11 aprile 1985, n. 29.", '14': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 5.319.933.000 iscritta al capitolo 1829\ndello stato di previsione della Spesa per il pagamento\nalle Unità Sanitarie Locali degli oneri relativi\nal personale comandato alla Regione e\nsvolgente compiti connessi al settore sanitario.", '15': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 100.000.000 iscritta al capitolo 1901 dello\nstato di previsione della Spesa per le finalità di\ncui alle Leggi regionali 29 dicembre 1978, n. 61 e\n12 giugno 1979, n. 32.", '16': "\nE' autorizzata per l' esercizio finanziario 1988 la\nspesa di L. 400.000.000 iscritta al capitolo 1906 dello\nstato di previsione della Spesa per le finalità di\ncui alla Legge regionale n. 24 del 28 aprile 1975.", '17': "\nE' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione\ndell' Entrata 1988 della somma di lire\n60.000.000.000, quale quota parte dell' avanzo di\namministrazione derivante da residui passivi colpiti\nda perenzione amministrativa, per il pagamento\ndei residui passivi colpiti da perenzione\namministrativa reclamati dai creditori.", '18': "\nLe autorizzazioni di spesa di cui all' articolo 6, lettere\nb) e c) della Legge regionale 3 marzo 1980, nº\n14, saranno iscritte rispettivamente nei bilanci di\nprevisione 1989 e 1990.", '19': "\nLa quota finanziaria destinata alle attività di carattere\ne di interesse sovra comunale di cui all' articolo\n1, lettera b) della Legge regionale 3 gennaio\n1983, n. 4 viene determinata per l' anno 1988 nella\nmisura del 60 per cento dello stanziamento recato\ndal capitolo 1411 dello stato di previsione della\nSpesa.", '20': "\nPer la effettuazione degli interventi già svolti\ndall' ENAOLI, i Comuni, per l' anno 1988 dovranno attenersi\nai nuovi parametri per la definizione dei\nmassimali degli assegni di mantenimento e dei\nmassimali di reddito per l' ammissione ai servizi,\nsulla base delle indicazioni che saranno fornite dalla\nGiunta regionale su proposta dell' Assessore competente,\nfermi restando tutti i criteri e le procedure\nprevisti dalla preesistente normativa relativa all' ex\nENAOLI.", '21': "\nNello stato di previsione della Spesa è istituito\nil Capitolo 248, dotato dello stanziamento di Lº\n23.720.506.000, finanziato con le assegnazioni di cuiall' articolo 3, secondo comma, della Legge 8 novembre\n1986, n. 752.\nLo stanziamento del Capitolo 248 è costituito dall'\naccantonamento di quattro rate, successive alla\nprima, di concorso su mutui agevolati, nonchè dal\nrecupero degli accantonamenti non effettuati negli\nesercizi 1986 e 1987.", '22': '\nAl primo comma dell\' art. 80 della Legge regionale\n2 agosto 1982, n. 42, come modificato dall\' articolo\n23 della Legge regionale 5 giugno 1987, n. 30,\nle parole " e comunque fino al 31 dicembre 1987"\nsono sostituite dalle seguenti: " e comunque fino al\n31 dicembre 1988".', '23': "\nE' autorizzato nel corso dell' esercizio finanziario\n1988, l' impegno di oneri riferibili all' anno 1987, finanziati\ncon l' avanzo di amministrazione di cui al\nCapitolo 04 dello stato di previsione dell' Entrata\nai sensi e per gli effetti dell' articolo 13 della Legge\nregionale 28 gennaio 1988, n. 3 ed imputabili ai seguenti\ncapitoli dello stato di previsione della Spesa,\nnei limiti di importo rispettivamente indicati:\nCap.\n13 L. 1.000.000.000\n30 L. 18.000.000.000\n37 L. 50.000.000\n38 L. 17.000.000\n43 L. 1.432.000.000\n48 L. 40.000.000\n61 L. 400.000.000\n63 L: 5.000.000\n66 L. 25.000.000\n69 L. 1.329.000.000\n72 L. 32.000.000\n74 L. 70.000.000\n76 L. 2.000.000.000\n90 L. 100.000.000\n197 L. 200.000.000\n531 L. 800.000.000\n1023 L. 132.000.000\n1102 L. 200.000.000\n1200 L. 1.000.000.000\n1202 L. 200.000.000\n1203 L. 500.000.000\n1204 L. 1.000.000.000\n1304 L. 281.000.000\n1411 L. 600.000.000\n1416 L. 400.000.000\n1501 L. 10.000.000.000\n1525 L. 1.000.000.000\n1530 L. 300.000.000\n1818 L. 13.281.800.000\n1819 L. 9.961.350.000\n1831 L. 3.321.350.0001905 L. 250.000.000\n1916 L. 300.000.000\nTotale L. 68.227.500.000", '24': "\nA valere sullo stanziamento del capitolo 541 dello\nstato di previsione della Spesa, è autorizzata la\nspesa di L. 7.000.000.000 in favore della Gestione\ndiretta regionale, da esercitarsi per il tramite del\nCommissario regionale, per la costruzione della Funicolare\ndel Vesuvio.\nLe somme non impegnate nell' anno 1988 sono\ntrasportate alla competenza dell' anno successivo,\nai sensi e per gli effetti dell' ultimo comma dell' artº\n73 della Legge regionale 27 luglio 1978, n. 20.\nPer l' accreditamento e l' utilizzo dei fondi regionali\ndestinati alla costruzione della Funicolare del\nVesuvio, si osserva la disciplina prevista dall' articolo\n11 della Legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51\ne dall' articolo 6 della Legge regionale 3 agosto\n1982, n. 49.", '25': "\nE' autorizzata per il triennio 1988- 1990 la spesa\ncomplessiva di L. 2.982 milioni, destinata alle imprese\nche hanno effettuato i collegamenti di cui alle\nLeggi regionali n. 58 del 9 giugno 1980 e successive\nproroghe, e n. 4 del 23 gennaio 1984, per i contributi\nnon versati alle società di navigazione per\nlo svolgimento del Servizio di cui ai piani di collegamento\nmarittimo, relativo agli anni e per gli importi\ndi seguito indicati:\n- anno 1983 L. 120.000.000\n- anno 1984 L. 300.000.000\n- anno 1985 L. 2.562.000.000\nLa spesa complessiva è suddivisa in due annualità \ndi lire 980 milioni ciascuna ed una di lire 1.022\nmilioni, la prima delle quali grava sull' esercizio finanziario\n1988, in termini di competenza e di cassa,\nsul capitolo 532 dello stato di previsione della\nSpesa.\nPer gli anni successivi la spesa graverà sui corrispondenti\ncapitoli di bilancio.", '26': "\nE' autorizzata per il triennio 1988- 1990 la spesa\ncomplessiva di L. 3.600.000.000, destinata agli Istituti\nAutonomi per le Case Popolari della Campania\nper la formazione dell' anagrafe degli\nassegnatari di abitazioni di edilizia residenziale\npubblica, ai sensi dell' art. 4 - lettera f - della Legge\n5 agosto 1978, n. 457.\nSi omette il secondo comma per rinvio limitato\ndel Governo.\nE' conseguentemente iscritta al capitolo 609 del\nlo stato di previsione della Spesa per l' anno 1988\nla somma di lire 1.200 milioni.\nPer gli anni successivi l' annualità di lire 1.200 milioniverrà iscritta nei corrispondenti capitoli di bilancio.", '27': "\nE' autorizzata per il 1988 la spesa di Lº\n38.358.283.740 per il finanziamento di un programma\nstraordinario di urbanizzazione ed acquisizione\ndi aree nei Piani di Edilizia Economica e\nPopolare, con iscrizione di pari importo al capitolo\n607.\nLa spesa verrà erogata con le modalità di cui agli\narticoli 1, 2, 3, 5, 6 e 7 della Legge regionale 6 febbraio\n1981, n. 7.\nI termini di cui all' art. 4 della Legge regionale\n6 febbraio 1981, n. 7 vanno fissati in 60 giorni dalla\npubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania di apposito invito ai Comuni\ninteressati a produrre richiesta di finanziamento,\nper tramite dell' Amministrazione provinciale competente\nche l' inoltrerà alla Regione, sotto forma di\nproposta globale motivata con riferimento a precise\npriorità , nei successivi 60 giorni.", '28': "\nCon provvedimento amministrativo sarà provveduto\nal versamento, di complessive Lº\n23.244.050.000 a favore dello Stato, delle quote di\ncui all' articolo 69, lettera b, della Legge 23 dicembre\n1978, n. 833, relative agli anni 1980, 1981, 1982\ne 1983; la quota relativa all' anno 1983 è commisurata\nal 50 per cento del suo ammontare.\nLo stanziamento concernente le quote di cui al\ncomma precedente è iscritto quanto a Lº\n19.922.700.000 al Capitolo 1898 dello stato di previsione\ndella Spesa, e quanto a L. 3.321.350.000 al\nCapitolo 1831 del medesimo stato di previsione.\nPer il parziale ripiano dei disavanzi delle Unità \nSanitarie Locali della Regione relativo agli anni\n1984, 1985 e 1986, con provvedimento amministrativo\nsarà provveduto al versamento, a favore delle\nstesse Unità Sanitarie Locali, del 50 per cento delle\nquote non versate allo Stato di cui all' art. 69, lettera\nb) della Legge 23 dicembre 1978, n. 833 e\nrelative agli anni 1984, 1985, 1986, per un ammontare\ncomplessivo di L. 9.961.350.000.\nLo stanziamento di cui al comma precedente è \niscritto al Capitolo 1816 dello stato di previsione\ndella Spesa, e in conseguenza viene ridotto di pari\nimporto il mutuo a contrarsi per il ripiano dei disavanzi\ndelle Unità Sanitarie Locali a sensi delle\nLeggi 31 ottobre 1984, n. 733, e 27 ottobre 1987, nº\n456.", '29': "\nEntro due mesi dalla data di entrata in vigore\ndella presente legge, la Giunta regionale sottopone\nall' approvazione del Consiglio regionale il piano\nformativo per l' anno 1988 - 1989 insieme al\npiano di orientamento professionale di cui all' articolo8 della Legge regionale 21 gennaio 1985, n º\n9 e degli specifici progetti per i centri pilota di cui\nall' articolo 2 della Legge regionale 8 marzo 1985,\nn. 18, e ciò ai fini dell' utilizzo degli stanziamenti\nrispettivamente dei Capitoli 1500 - 1506 e 1526 dello\nstato di previsione della Spesa 1988.", '30': "\nEntro tre mesi dalla data di entrata in vigore della\npresente legge, la Giunta regionale sottopone all'\napprovazione del Consiglio regionale il piano degli\ninterventi per gli anni 1987 e 1988 di cui all' articolo\n3 della Legge regionale 4 maggio 1987, n. 28 per\ni settori ammessi ai benefici di cui all' articolo 4 della\nmedesima Legge regionale ed esclusi o sospesi\ndai contributi previsti dalla Legge 1 marzo 1986,\nn. 64.", '31': '\nomissis\nSi omette per rinvio limitato del Governo.', '32': '\nSi omette il primo comma per rinvio limitato del\nGoverno.\nUna quota pari al 10 per cento dello stanziamento\ndi cui al capitolo 86 dello stato di previsione della\nSpesa per l\' anno finanziario 1988 è destinato alle\n" Spese per la rilevazione, elaborazione e diffusione\ndelle informazioni statistiche regionali, nonchè \nper la definizione e l\' impianto del Sistema Statistico\nRegionale.', '33': '\nAlla Legge regionale n. 3 del 28 gennaio 1988 concernente:\n" Variazione al bilancio per l\' anno finanziario\n1987 - Primo provvedimento", sono\napportate le seguenti variazioni:\n- il totale delle variazioni in termini di cassa di\ncui alla tabella A - stato di previsione dell\' Entrata\n- è rideterminato in L. 360.321.674.843;\n- La variazione in aumento in termini di cassa del\ncap. 260 della tabella B - stato di previsione della\nSpesa - è rettificata in meno di L. 100.000.000.\nConseguentemente il totale delle variazioni in\ntermini di cassa della Sezione XI " Attività di pianificazione"\nè rettificata da meno 85.000.000 a meno\n285.000.000.\nPer l\' effetto il totale delle variazioni in termini\ndi cassa di cui alla tabella B - stato di previsione\ndella Spesa - è rideterminato in L. 360.321.674.843.\nIl capitolo 438 della tabella B, di nuova istituzione,\nassume la numerazione 438 bis con la medesima\ndenominazione.\nIl capitolo 319 bis della tabella B, assume la numerazione\n319 sexies con la medesima denominazione.\nIl capitolo 319 ter della tabella B assume la numerazione\n319 bis con la medesima denominazione.', '34': "Il capitolo 268 stato di previsione della Spesa del\nBilancio per l' anno finanziario 1987 approvata con\nLegge regionale 5 giugno 1987, n. 30 è classificato\nnel titolo II - Spese d' investimento.", '35': "\nLa numerazione del capitolo 1531 istituito nello\nstato di previsione della Spesa per l' anno finanziario\n1987 con Legge regionale 21 novembre 1987, nº\n41 è rettificata in 1531 bis con la medesima denominazione.", '36': "\nIn deroga a quanto disposto dall' articolo 31 della\nLegge regionale 4 maggio 1987, n. 28 lo stanziamento\ndi cui al capitolo 1011 dello stato di\nprevisione della Spesa per l' anno finanziario 1988\nsarà prioritariamente utilizzata per la concessione\ndi contributi ai Consorzi di Cooperative artigiane\ndi garanzia ad integrazione di quelli determinati\nper gli stessi Consorzi con le disponibilità del corrispondente\ncapitolo di bilancio per l' anno finanziario\n1987.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 10 giugno 1988\nIL BILANCIO NON E' ALLEGATO"} | null |
campania | 1,988 | 12 | null | {'1': "In occasione del II centenario della morte di Alfonso\nMaria de Liguori, conseiderato la più grande\nfigura della Campania nel secolo XVIII e uno dei\npiù dotti figli e dell' Europa, la Regione promuove\ned attua, con propri interventi nel\n1987- 1988, un programma di iniziative per approfondire\nla conoscenza della Sua poliedrica personalità \ne divulgare i Suoi insegnamenti sempre\nattuali e formativi per le nostre generazioni.", '2': 'Il programma delle iniziative comprende:\na) Congresso internazionale di Studi su " Alfonso\nMaria de Liguori e la società del suo tempo";\nb) Convegno di Studi socio - pastorali sull\'" Opera\ndi Alfonso specialmente nel Mezzogiorno\nd\' Italia";\nc) Mostra permanente a Pagani, presso la Basilica\ndel Santo;\nd) Concorso internazionale di Pittura e Scultura\nsu Alfonso e la Sua Opera;\ne) Pubblicazione di alcune opere più significative\ndel de Liguori;\nf) Premio di giornalismo e saggistica sul de\nLiguori;\ng) Concerti, elaborazione e diffusione in musicassette\ne videocassette dei canti più popolari\ncomposti dal de Liguori;\nh) Inaugurazione del nuovo Museo Alfonsiano\na Pagani;\ni) Meeting europeo di giovani;\nl) Istituzione di un " Centro Internazionale diStudi Alfonsiani";\nm) Preparazione di un documento filmato\nsulla Figura e l\' Opera di Alfonso;\nn) Celebrazioni e convegni periferici;\no) Eventuale venuta del Papa a Pagani.', '3': 'Un apposito Comitato denominato " Comitato per\nle Celebrazioni del II centenario della morte di Alfondo\nMaria de Liguori" ha il compito di definire\ned attuare le iniziative previste dalla presente legge\nche dovranno interessare anche la Casa di Ciorani,\nfrazione di Mercato S. Severino (Salerno) ed\nil Comune di S: Agata dei Goti (Benevento). Esso\nrisiede presso la Sede della Giunta Regionale della\nCampania che fornisce le attrezzature, il personale\ne i mezzi finanziari.', '4': "La Giunta regionale provvede alla nomina dei\ncomponenti del Comitato di cui al precedente articolo.\nIl Comitato è composto da non meno di 14\nmembri, tra i quali si assicuri la rappresentanza\ne la partecipazione del Rettore dell' Università di\nNapoli o un suo delegato, dell' Università di Salerno\no suo delegato, del Provinciale dei Redentoristi\ncon altri 2 delegati, degli Assessori alla\nPubblica Istruzione e al Turismo o loro delegati,\ndi almeno 3 componenti della VI Commissione Consiliare\npermanente, designati dal Presidente del\nConsiglio Regionale, e dai rappresentanti delle Amministrazioni\ncomunali di Napoli e Pagani, nonchè \ndel Presidente e del Vice Presidente del Comitato\nPromotore delle Celebrazioni del II centenario della\nmorte di Alfonso Maria de Liguori.", '5': "Il Comitato è presieduto dal Presidente della Regione\no da un suo delegato, resta in carica sino allo\nsvolgimento del programma delle celebrazioni.\nIL Comitato è convocato su iniziativa del Presidente\ned elegge nel proprio interno un esecutivo\nnominando tra di esso un segretario. Il Comitato\nsi riunisce per discutere sulle iniziative e sul programma\nda svolgere.\nPresidente Onorario del Comitato è l' Arcivescovo\ndi Napoli.\nAl Comitato spetta chiedere ai competnti organi\nregionali l' esecuzione dei provvedimenti per l' attuazione\ndelle iniziative deliberate.", '6': 'Il Fondo di cui al successivo art. 8 verrà gestito\ncon obblighi di rendiconto da parte del Comitato.', '7': 'A favore del Comune di Caposele (Avellino), per\nfinanziare interventi straordinari di adeguamento\ndelle infrastrutture della frazione Materdomini, in\nprevisione dell\' eccezionale afflusso di pellegrini, è autorizzato, a valere sui fondi della legge regionale\n31 ottobre 1978, n. 51, un contributo annuo costante\nin conto interessi fino al massimo di Lº\n100.000.000.\nNell\' ambito delle finalità della presente legge è \nautorizzata la concessione degli incentivi previsti\ndalla Legge regionale 28 agosto 1984, n. 40 concernente:\n<< Provvidenze regionali in materia di industria\nalberghiera ed impianti turistici\ncomplementari" per la realizzazione di una Casa\ndel Pellegrino ad iniziativa del Comune di Pagani\n(Salerno).', '8': 'All\' onere derivante dall\' attuazione della presente legge,\nstabilito in lire 300 milioni, si fa fronte con\nlo stanziamento di cui al capitolo 1428 dello stato\ndi previsione della spesa per l\' anno finanziario\n1988, di nuova istituzione, denominato: << Spese per\nla celebrazione del secondo centenario della morte\ndi S. Alfonso Maria de Liguori" mediante prelievo\ndi detta somma dallo stanziamento di cui al\ncapitolo 300 dello stato di previsione della spesa\nper l\' anno finanziario 1987, ai sensi dell\' art. 30 della\nlegge regionale 27 luglio 1978, n. 20 che si riduce\ndi pari importo.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE\' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 6 giugno 1988'} | null |
campania | 1,988 | 6 | null | {'1': 'Il termine " 31 dicembre 1985" di cui al II comma\ndell\' art. 22 ed il termine " 31 dicembre 1987"\ndi cui al I comma dell\' art. 23 della Legge regionale\n15 marzo 1984 n. 15 sono prorogati al 30 giugno\n1989.', '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndel II comma dell' articolo 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 25 marzo 1988"} | null |
campania | 1,988 | 7 | null | {'1': "L' art. 3 della Legge regionale 30 agosto 1982,\nè sostituito dal seguente:\n<< L' assicurazione per i rischi di morte e di invalidità \npermanente e temporanea copre gli infortuni\nche i Consiglieri regionali possono subire\nnel corso del mandato consiliare per ogni causa\nconnessa con il loro servizio.\nIl 90% del previo di assicurazione è a carico\ndel bilancio regionale; il residuo 10% è a carico\ndei Consiglieri regionali.\nIl contratto di assicurazione deve prevedere indennità \nnon superiori ai seguenti massimali:\n- L. 300.000.000 in caso di morte;\n- L. 300.000.000 in caso di invalidità permanente;\n- L. 80.000 per ogni giorno di invalidità temporanea\nderivante da causa connessa all' infortunio\nsubito.\nLa relativa convenzione deve essere stipulata\ncon Istituti assicurativi che abbiano un capitale\nsociale non finferiore a 50 miliardi interamente\nversato nonche con Istituti appositamente e temporaneamente\nraggruppati ciascuno dei quali abbia\nun capitale sociale di almeno dieci miliardi\ninteramente versato.\nLa convenzione è stipulata dal Presidente del\nConsiglio Regionale previa deliberazione dell' Ufficio\ndi Presidenza >>.", '2': "All' onere derivante dall' approvazione della presente\nlegge, per il 1988, si fa fronte con lo stanziamento,in termini di competenza e di cassa.\ndi cui al Capitolo 1 dello stato di previsione della\nspesa e per gli anni successivi con il corrispondente\nCapitolo di bilancio.\nIn ogni caso l' onere annuale derivante dall' approvazione\ndella presente legge non potrà superare\nla somma di lire venticinque milioni.", '3': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, comma secondo, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione Campania.\nNapoli, 11 aprile 1988"} | null |
campania | 1,988 | 14 | null | {'1': "L' articolo 3 della Legge regionale 5 agosto 1972,\nn. 6, modificata dalle Leggi regionali 3 aprile 1973,\nn. 11; 20 gennaio 1976, n. 6; 31 ottobre 1976, n. 50\ne 28 marzo 1987, n. 20, è modificato come segue:\n<< Per spese di funzionamento dei Gruppi consiliari\ncon decorrenza 1o gennaio 1988 è previsto un\ncontributo fisso mensile rappresentato:\na) da una quota di L. 700.000 per ciascun Gruppo\nquale ne sia la consistenza;\nb) da una quota di L. 400.000 per ogni Consigliere\nregionale iscritto al Gruppo.\nA valere sull' anzidetto contributo i Gruppi provvedono\nautonomamente, secondo i rispettivi regolamenti.\nI Presidenti dei Gruppi consiliari sono tenuti a\npresentare all' Ufficio di Presidenza entro il mese\ndi febbraio di ogni anno una nota riepilogativa circa\nl' utilizzazione dei fondi amministrati nell' anno\nprecedente >>.", '2': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nLegge, previsto in Lire 90 milioni per il 1988, si\nfa fronte con lo stanziamento di cui al capitolo 5\n<< Contributi per il funzionamento dei Gruppi Consiliari >>\ndello stato di previsione della spesa per l' anno\nfinanziario 1988, che presenta sufficiente\ndisponibilità .\nPer gli anni successivi all' onere si farà fronte con\ni corrispondenti capitoli di bilancio, i cui stanziamenti\nsaranno determinati con le leggi di bilancio,\nutilizzando quota parte delle risorse assegnate alla\nRegione ai sensi dell' articolo 8 della Legge 16maggio 1970, n. 281.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 27 giugno 1988"} | null |
campania | 1,988 | 15 | null | {'1': "1. La Regione Campania, sulla base delle competenze\ntrasmesse dal DPR 14 gennaio 1972, n. 3\ne dal DPR 24 luglio 1977, n. 616 si propone di elaborare\nun progetto di fattibilità di un Science Park\ne un Parco museo regionale della scienza, finalizzato\nalla divulgazione culturale e scientifica ed all'\ninnovazione tecnologica nei settori produttivo e\nterziario.\n2. Il progetto verrà definito tenendo conto delle\nvocazioni dell' offerta e della domanda di cultura,\ndi scienza e di innovazione presenti in ambito regionale.\n3. Il progetto mira a definire in particolare:\n- i contenuti e le attività dello Science Park e del\nmuseo, dimensionandone e quantificandone le\nstrutture edilizie, la strumentazione, le infrastrutture;\n- le ipotesi di collocazione urbanistica;\n- l' architettura istituzionale;\n- le fonti di finanziamenti ed i ritorni economici.", '2': "1. La Giunta Regionale, su proposta dell' Assessore\nalla Pubblica Istruzione, nomina un Comitato\nscientifico composto:\n- dall' Assessore alla Pubblica Istruzione che lo\npresiede;\n- dall' Assessore per la ricerca scientifica;\n- da tre consiglieri regionali;\n- dal Rettore dell' Università di Napoli o suo delegato.\n2. Il Comitato ha facoltà di cooptare due\nesperti.\n3. Compito del Comitato è quello di coordinarel' elaborazione del progetto coinvolgendo altresì \nle competenze tecnico scientifiche, organizzative,\nimprenditoriali, istituzionali, che riterrà funzionali\nallo scopo.\n4. Il progetto elaborato verrà sottoposto all' approvazione\ndella Giunta Regionale e del Consiglio\nRegionale.\n5. Il Servizio Pubblica Istruzione curerà gli\naspetti amministrativi dell' attività del Comitato.", '3': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nLegge, stabilito in L. 500.000.000, si fa fronte con\nlo stanziamento di cui al Capitolo 1427 dello stato\ndi previsione della spesa per l' anno finanziario\n1988, di nuova istituzione, denominato: << Spesa per\nl' elaborazione del progetto del Parco Museo Regionale\ndella Scienza >>, mediante prelievo della occorrente\nsomma, ai sensi dell' art. 30 della Legge\nregionale 27 luglio 1978, n. 20, dallo stanziamento\ndi cui al Capitolo 301 dello stato di previsione della\nspesa per l' anno finanziario 1987, che si riduce di\npari importo.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 27 giugno 1988"} | null |
campania | 1,988 | 10 | null | {'1': "La frazione di Massa di Somma del Comune di\nCercola, in provincia di Napoli, è distaccata dal Comune\nstesso ed è costituita in comune autonomo\ncon la denominazione di << Massa di Somma >>.\nLa consistenza attuale della popolazione di Massa\ndi Somma, secondo dati forniti dall' ISTAT relativi\nal censimento del 1981, è di 5.400 abitanti.\nLa consistenza del territorio è quella corrispondente\nalla determinazione degli ambiti territoriali\ndei seguenti seggi elettorali del Comune di Cercola:\nSezione n. 19, 20, 21, 22, 23, e 24.", '2': 'Il territorio del Comune di Massa di Somma è \nquello descritto nella tabella A e riportato su planimetria\nin scala 1: 10.000 allegata alla presente\nlegge.', '3': "La provincia di Napoli è delegata, a norma dell'\nart. 11 della Legge regionale 20 ottobre 1974, nº\n54, a regolare i rapporti conseguenti all' istituzione\ndel nuovo comune ivi compresi quelli relativi\nalla definizione delle questioni patrimoniali e finanziarie\ned alla ripartizione del personale secondo i\nprincipi relativi alla successione tra le persone giuridiche.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 4 maggio 1988LA PLANIMETRIA NON\nE' ALLEGATA\nAllegato : 1\nI confini sono delimitati come segue in conformità della\nplanimetria che, allegata alla presente Legge, ne costituisce parte\nintegrante:\n- col Comune di Cercola è costituito dalla strada provinciale\nValente;\n- con il Comune di Pollena Trocchia è sulla linea dell' alveo\nPollena e dell' alveo Molare;\n- con il Comune di S. Sebastiano al Vesuvio in base alla\ndelimitazione stabilita dal decreto del Presidente della Provincia\ndi Napoli.\nELENCO DELLE VIE\nCOMPRESE NEL COMUNE DI MASSA DI SOMMA\n1. Via Orefice;\n2. Via Paparo e traverse;\n3. Via Boccarusso e traverse;\n4. Via Ascoli;\n5. Via De Filippo;\n6. Piazza Parrocchia;\n7. Via Carlo Raso;\n8. Via Pericoli;\n9. Via Capracotta;\n10. Via Vecchia Carlo Raso e traverse;\n11. Via Conte di Pianura;\n12. Via Vesuvio;\n13. Via S. Nicola;\n14. Via Santi;\n15. Via Marini;\n16. Via Crocelle."} | null |
campania | 1,988 | 11 | null | {'1': 'La Regione Campania, consapevole della funzione\nstorica svolta nel Sannio dal Cardinale Vincenzo\nMaria Orsini anche dopo la Sua esaltazione al\npontificato col nome di Benedetto XIII, incoraggia\ne partecipa alle iniziative assunte dalla città di Benevento\nnella ricorrenza del 3o centenario della elezione\ndel Cardinale Ordini ad arcivescovo\nmetropolita della Chiesa beneventana.', '2': 'La Regione Campania concede al Comune di Benevento\nun contributo una tantum di L. 150.000.000\na titolo di concorso nelle spese relative alle iniziative\ndi cui al recedente articolo.\nIl Comune di Benevento farà pervenire al Presidente\ndella Giunta Regionale un rendiconto illustrativo\ncirca la utilizzazione del contributo\nanzidetto, entro tre mesi dalla chiusura delle manifestazioni.', '3': 'La Regione partecipa alla costituzione ed ai lavori\ndel Comitato organizzatore delle manifestazioni\ndi cui agli articoli precedenti attraverso il\nPresidente della Giunta regionale o un suo delegato\ne i Consiglieri regionali della circoscrizione di\nBenevento.', '4': "All' onere derivante dalla presente legge, stabilito\nin lire 150 milioni, si provvede con lo stanziamento\ndi cui al capitolo 1429, di nuova istituzione,\ndello stato di previsione della spesa per l' anno finanziario\n1988 con la denominazion: << Contributoalla città di Benevento nelle spese celebrative del\n3o centenario del Cardinale Orsini - Papa Benedetto\nXIII >>, mediante prelievo della occorrente somma\ndi lire 150 milioni, ai sensi dell' art. 30 della\nLegge regionale 27 luglio 1978, n. 20, dallo stanziamento\ndi cui al capitolo 300 dello stato di previsione\ndella spesa per l' anno finanziario 1987, che si\nriduce di pari importo.", '5': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127 - secondo comma - della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo alla\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 6 giugno 1988"} | null |
campania | 1,988 | 8 | null | {'1': "Per l' attività svolta dalle Commissioni Sanitarie\ndi cui agli artt. 8, 9, 10, 11, 12 e 13 della\nLegge regionale 8 marzo 1985, n. 13, è attribuita,\nper ogni giornata di seduta e per un massimo\ndi 15 sedute mensili, una indennità di presenza\nnella misura di L. 20.000 al Presidente, L. 15.000\nagli altri Componenti e di L. 10.000 al Segretario,\nse ed in quanto compatibile con i rispettivi trattamenti\neconomici.\nAi Componenti estranei alla Pubblica Amministrazione\nè attribuito, altresì , un compenso di Lº\n5.000 per ogni soggetto esaminato dalla Commissione\ned, inoltre, il trattamento di missione, se ed\nin quanto dovuto in base alla normativa vigente\nsul trattamento giuridico ed economico del personale\ndel SSN e nella misura prevista per il personale\nsanitario di qualifica apicale del SSN.\nAi Componenti ed al Segretario degli organismi\ndi cui agli articoli 14, 16, 17 e 18 della Legge regionale\n8 marzo 1985, n. 13, nonchè degli altri organismi\nistituiti ai sensi della medesima, è \nattribuita, con pari decorrenza e per ogni giornata\ndi seduta, una indennità nella misura unica di\nL. 20.000, oltre al trattamento di missione se ed\nin quanto dovuto in base alla normativa vigente\nsul trattamento giuridico ed economico del personale\ndel SSN e con le stesse modalità di cui\nal comma precedente del presente articolo.", '2': "Su richiesta del medico di base che documentila gravità della minorazione, nonchè persistenti\ndifficoltà motorie, le Commissioni per l' accertamento\ndegli stati di invalidità civile, delle condizioni\nvisive e del sordomutismo, di prima e di\nseconda istanza, possono effettuare l' accertamento\nal domicilio dell' interessato.\nAll' uopo il Presidente della Commissione delega\nun componente assistito dal Segretario.\nLa relativa decisione viene, comunque, adottata\nin seduta collegiale, sulla base delle risultanze\ndella visita domiciliare.\nPer ciascuna visita domiciliare e fino ad un massimo\ndi se per giornata, è attribuito un compenso\nomnicomprensito di L. 10.000 elevato a Lº\n15.000, qualora la visita venga effettuata in Comune\ndiverso da quello ove risiede la Commissione.\nAl Segretario il compenso di cui al precedente\ncomma viene corrisposto nella misura ridotta del\n50%.\nQualora per l' effettuazione delle visite domiciliari\nvenga utilizzata l' autovettura di servizio, il\ncompenso di cui ai precedenti commi, viene ridotto\ndel 25%.\nL' uso del mezzo proprio di trasporto deve essere\nautorizzato dal Presidente della Commissione,\nsollevando l' Amministrazione da ogni responsabilità \nconnessa a tale uso.", '3': "I Presidenti delle Commissini di cui agli arttº\n8, 9, 10, 11, 12 e 13 della LR 8 marzo 1985, n. 13,\nprovvedono alla convocazione dei richiedenti mediante\navviso da inviarsi tramite il Comune di residenza\ndell' interessato, almeno 20 giorni prima\ndella data stabilita per la visita collegiale.\nNell' avviso di convocazione deve essere indicata\nla facoltà di avvalersi dell' assistenza di un proprio\nmedico di fiducia.\nIl giudizio delle Commissioni di cui al primo\ncomma del presente articolo deve essere comunicato\ndal Segretario, entro 10 giorni dalla data della\ndecisione, all' interessato, previa notifica a cura del\nComune di residenza del medesimo.\nContro il giudizio della Commissione di prima\nistanza ed entro 30 giorni dalla relativa notifica,\nl' interessato può presentare ricorso in carta libera\nalla competente Commissione Sanitaria regionale,\na mezzo di lettera raccomandata con avviso\ndi ricevimento.", '4': "Il secondo comma dell' art. 7 della L. R. 8 marzo\n1985, n. 13, viene così sostituito:\n<< Nelle Commissioni provinciali con prevalenti\nfunzioni tecnico - sanitarie, la cui composizione\nprevedeva la partecipazione del Medico Provinciale\no dell' Ufficiale Aanitario, questi sono sostituitida funzionari laureati in medicina e chirurgia dei\nServizi di cui all' art. 35 della LR 57/ 80, ovvero\nda funzionari medici di qualifica apicale iscritti\nnel ruolo regionale del SSN.\nNelle Commissioni provinciali non sanitarie, la\ncui composizione prevedeva la partecipazione del\nMedico Provinciale o dell' Ufficiale Sanitario, questi\nsono sostituiti da dipendenti regionali con qualifica\ndi Funzionario o Dirigente.", '5': "La lettera a) del primo comma dell' art. 9 della\nLR 8 marzo 1985, n. 13, è integrata con l' aggiunta,\nal termine della frase, della diaizone << o da un\nfunzionario medico del livello apicale dell' area\nfunzionale di prevenzione e sanità pubblica, iscritta\nnel ruolo regionale del SSN >>.", '6': "La lettera a) del primo comma dell' art. 11 della\nLR 8 marzo 1985, n. 13, è integrata con l' aggiunta,\nal termine della frase, della dizione << o\nda un funzionario medico del livello apicale dell'\narea funzionale di prevenzione e sanità pubblica,\niscritto nel ruolo regionale del SSN >>.", '7': "La lettera a) del primo comma dell' art. 13 della\nLR 8 marzo 1985, n. 13, è integrata con l' aggiunta,\nal termine della frase, della diazione << o\nda un funzionario medico del livello apicale dell'\narea funzionale di prevenzione e sanità pubblica,\niscritto nel ruolo regionale del SSN >>.\nLa lettera c) del primo comma dell' art. 13 della\nmedesima Legge è integrata con l' aggiunta, dopo\nla parola << foniatria >>, della dizione << o in\naudiologia e in discipline affini >>.", '8': "L' art. 15 della LR 8 marzo 1985, n. 13, è integrato\ncon l' aggiunta, al termine della frase che\nlo compone, della diazione << o da funzionari medici\ndel livello apicale, iscritti nel ruolo regionale\ndel SSN >>.", '9': "All' onere di lire trecento milioni derivante dall'\napplicazione della presente Legge si fa fronte\nper il 1988 con lo stanziamento di cui al Capitolo\n66 dello stato di previsione della spesa per\nl' anno finanziario 1988, previamente integrato\ndella somma di lire trecento milioni mediante\nprelievo, ai sensi dell' art. 30 della Legge regionale\n27 luglio 1978, n. 20, dallo stanziamento di\ncui al Capitolo 300 dello stato di previsione della\nspesa per l' anno 1987, che si riduce di pari\nimporto.\nAgli oneri per gli anni successivi si farà fronte\ncon gli appositi stanziamenti di bilancio, la cui\nentità sarà determinata con le leggi di bilancio,utilizzando quota parte delle risorse assegnate alla\nRegione ai sensi della Legge 16 maggio 1970,\nn. 281", '10': "\nLa presente legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndell' art. 127 - secondo comma - della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 14 aprile 1988"} | null |
campania | 1,988 | 9 | null | {'1': "Il termine di cui all' art. 5 - comma secondo -\ndella Legge regionale 20 marzo 1982, n. 17 è prorogato\nfino al 31 dicembre 1988.", '2': "La presente Legge è dichiarata urgentem ai senai\ndell' art. 127 - comma secondo - della Costituzione,\ned entra in vigore il giorno successivo a\nquello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata ne\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli. 14 aprile 1988"} | null |
campania | 1,988 | 2 | null | {'1': "La Giunta regionale è autorizzata ad esercitare\nprovvisoriamente, fino a quando non sarà approvato\nper legge e, comunque, non oltre il 30 aprile\n1988, il bilancio per l' anno finanziario 1988, secondo\ngli stati di previsione e con le modalità e prescrizioni\npreviste nel relativo disegno di legge\nall' esame del Consiglio regionale, ed eventuali successive\nnote di variazione.", '2': "La presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, 2o comma, della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania, con effetto dal 1o gennaio 1988.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 13 gennaio 1988"} | null |
campania | 1,988 | 3 | null | {'1': "Nello stato di previsione di competenza dell' Entrata\nper l' anno finanziario 1987, sono introdotte\nle variazioni riportate nell' annessa Tabella A.\nTali variazioni determinano un incremento delle\nEntrate di complessive L. 244.122.067.336.", '2': "Nello stato di previsione di competenza della\nSpesa per l' anno finanziario 1987 sono introdotte\nle variazioni riportate all' annessa Tabella B.\nTali variazioni comportano nelle dotazioni di\nSpesa considerate un incremento parimenti di\nL. 244.122.067.336.", '3': "Nello stato di previsione di Cassa dell' Entrata\nper l' anno finanziario 1987 sono introdotte le variazioni\nriportate nell' annessa Tabella A.", '4': "Nello stato di previsione di Cassa della Spesa\nper l' anno finanziario 1987 sono introdotte le variazioni\nriportate nell' annessa Tabella B.", '5': "All' elenco n. 1 allegato allo stato di previsione\ndell' Entrata della Legge regionale 5 giugno 1987,\nn. 30 concernente << Bilancio di previsione della\nRegione Campania per l' anno finanziario 1987 >>\nsono apportate le seguenti variazioni in diminuzione:\nAll' elenco n. 1 allegato allo stato di previsione\ndell' Entrata della Legge regionale 5 giugno 1987,\nn. 30 concernente << Bilancio di previsione della\nRegione Campania per l' anno finanziario 1987 >>\nsono apportate le seguenti variazioni in diminuzione:\n- Capitolo di provenienza 424/ 86 - capitolo diassegnazione 424/ 87 - stanziamento\nL. 4.966.222.177;\nOMISSIS\nPer l' effetto il capitolo 02 dello stato di previsione\ndell' Entrata ed i capitoli 424, 872 e 1819\ndello stato di previsione della Spesa sono diminuiti\ndei medesimi importi di L. 4.966.222.177,\nL. 877.931.000 e L. 19.922.7000.000.\nAll' elenco n. 1 allegato allo stato di previsione\ndell' Entrata della Legge regionale 5 giugno 1987,\nn. 30 concernente << Bilancio di previsione della\nRegione Campania per l' anno finanziario 1987 >>\nsono apportate le seguenti variazioni in diminuzione:\nOMISSIS\n- Capitolo di provenienza 872/ 86 - capitolo di\nassegnazione 872/ 87 - Stanziamento\nL. 877.931.000;\nOMISSIS\nPer l' effetto il capitolo 02 dello stato di previsione\ndell' Entrata ed i capitoli 424, 872 e 1819\ndello stato di previsione della Spesa sono diminuiti\ndei medesimi importi di L. 4.966.222.177,\nL. 877.931.000 e L. 19.922.7000.000.\nAll' elenco n. 1 allegato allo stato di previsione\ndell' Entrata della Legge regionale 5 giugno 1987,\nn. 30 concernente << Bilancio di previsione della\nRegione Campania per l' anno finanziario 1987 >>\nsono apportate le seguenti variazioni in diminuzione:\nOMISSIS\n- Capitolo di provenienza 1819/ 86 - capitolo di\nassegnazione 1819/ 87 - Stanziamento\nL. 19.922.700.000.\nPer l' effetto il capitolo 02 dello stato di previsione\ndell' Entrata ed i capitoli 424, 872 e 1819\ndello stato di previsione della Spesa sono diminuiti\ndei medesimi importi di L. 4.966.222.177,\nL. 877.931.000 e L. 19.922.7000.000.\nPer l' effetto il capitolo 02 dello stato di previsione\ndell' Entrata ed i capitoli 424, 872 e 1819\ndello stato di previsione della Spesa sono diminuiti\ndei medesimi importi di L. 4.966.222.177,\nL. 877.931.000 e L. 19.922.7000.000.", '6': "L' elenco n. 1 allegato alla Tabella A dello stato\ndi previsione dell' Entrata del Bilancio per l' anno\nfinanziario 1987 al netto delle variazion di\ncui al rpecedente articolo, è sostituito dall' elenco\n<< C >> allegato alla presente Legge che presenta\nun incremento di L. 37.344.487.325.", '7': 'La consistenza dei residui attivi e dei residui\npassivi al 1o gennaio 1987 è rideterminata rispettivamentein Lire 1.882.120.021.922 e Lire\n1.777.275.058.573 secondo quanto indicato nelle\nTabelle << A >> e << B >> allegate alla presente Legge\nche sostituiscono quelle contenute nella Legge di\napprovazione del bilancio.', '8': "E' approvata la istituzione dei nuovi capitoli di\nentrata 91 - 165 - 260 - 322 - 325 - 333 - 352 e\ndi Spesa 53 - 197 - 319 ter - 334 - 438 - 885 -\n1022 - 1023 - 1530 - 1806 - 1831.", '9': "All' articolo 20 della Legge regionale 5 giugno\n1987, n. 30 sono apportate le seguenti modifiche:\n- nel primo e nel secondo comma le cifre << 1986 >>\nsono sostituite dalle cifre << 1985 >>;\n- nel secondo comma l' inciso fra parentesi relativo\nal capitolo 1212 è eliminato;\n- nel secondo comma le parole << cap. 1703\nL. 4.000.000.000 >> sono soppresse;\n- nel secondo comma le parole << cap. 1704\nL. 3.000.000.000 >> sono sostituite dalle parole\n<< cap. 1704 L. 7.000.000.000 >>.", '10': "\nA valere sulle disponibilità del cap. 1530 di nuova\nistituzione, dotato con la presente Legge dello\nstanziamento di L. 300.000.000 è autorizzata la\nspesa necessaria per il trasferimento delle suppellettili\ne attrezzature dai locali dei Centri di\nFormazione di cui all' articolo 6 della Legge regionale\n30 luglio 1977, n. 40.", '11': "\nAi capitoli di spesa indicati nel primo comma\ndell' art. 32 della Legge regionale 4 maggio 1987,\nn. 28 vengono attribuiti rispettivamente i numeri\n1010, 1024, 1025, 1026 e 1027.\nGli stanziamenti dei capitoli di cui al precedente\ncomma sono integrati in termini di cassa\nper i medesimi importi per ciascuno indicati nel\nprimo comma dell' art. 32 della Legge regionale\n4 maggio 1987, n. 28 che per gli effetti risulta\nmodificata.", '12': "\nE' autorizzata la spesa di L. 9.000.000.000 nel\ntriennio 1987/ 1989 per il rifinanziamento degli interventi\ndi cui ai punti c) e d) dell' articolo 2 del\nla Legge 15 marzo 1984, n. 12.\nPer l' anno 1987 è autorizzata la spesa di\nL. 500.000.000 di cui al cap. 1113, di nuova istituzione,\ndneominato: << Interventi a favore delle\naziende commerciali e artigiane del Comune di\nPozzuoli, interessate al piano di recupero del centro\nstorico, per favorire il trasferimento delle\nnuove aree e per la ripresa delle attività >>.\nPer l' anno 1988 è autorizzata la spesa di\nL. 4.000.000.000;Per l' anno 1989 è autorizzata la spesa di\nL. 4.500.000.000;\nagli oneri per gli anni 1988 e 1989 si fa fronte\ncon gli incrementi di cui allà rt. 9 della legge\n281/ 1970.\nConseguentemente al bilancio pluriennale\n1987- 1989 sono apportate le seguenti variazioni:\nQUADRO DI PREVISIONE DELL' ENTRATA\n- Titolo II - Categoria I anno 1988 + L. 4.000.000.000\n- Titolo II - Categoria I anno 1989 + L. 4.500.000.000\nQUADRO DI PREVISIONE DELLA SPESA\n- Area 2. Programma 2.3 Progetto 2.3.2\nSpesa d' investimento anno 1988 + L. 4.000.000.000\nSpesa d' investimento anno 1989 + L. 4.500.000.000\nPer la concessione dei benefici valgono le procedure\ndi cui alla Legge n. 12 del 15 marzo 1984.", '13': "\nLa variazione di cui alla presente Legge non\ncomporta l' adozione di atti gestionali concernenti\nla competenza del Bilancio per l' esercizio finanziario\n1987.", '14': "\nCon provvedimento amministrativo sarà provveduto:\n- al versamento a favore dello Stato delle quote\ndi cui all' art. 69, lettera b) della Legge 23 dicembre\n1978, n. 833, relativa agli anni 1980 e\n1984, ed iscritte al cap. 1831 dello stato di previsione\ndella Spesa, istituito con la presente Legge;\n- al versamento a favore dello dello Stato della somma\ndi L. 8.739.666.000, ai sensi e per gli effetti\ndell' art. 26 della Legge 29 maggio 1982, n. 308\ned iscritta al cap. 885 dello stato di previsione\ndella Spesa istituito con la presente Legge.", '15': "\nNel bilancio di previsione della Regione Campania\nper l' esercizio finanziario 1988 sarà provveduto\nalla iscrizione delle quote di cui all' artº\n69, lettera b) della Legge 23 dicembre 1978, nº\n833, relativa agli anni 1987 e 1988, disciplinandone\nla relativa destinazione sulla base della normativa\nvigente.", '16': "\nE' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione\ndell' Entrata 1987 della somma di Lire\n26.564.500.000 quale quota parte dell' avanzo di\namministrazione a destinazione libera risultante\ndai dati finali del conto consuntivo 1986 approvato\ndalla Giunta regionale per il finanziamento\ndei seguenti interventi:\nSICUREZZA SOCIALE\nE' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione\ndell' Entrata 1987 della somma di Lire\n26.564.500.000 quale quota parte dell' avanzo di\namministrazione a destinazione libera risultante\ndai dati finali del conto consuntivo 1986 approvatodalla Giunta regionale per il finanziamento\ndei seguenti interventi:\nSICUREZZA SOCIALE\nCap. 1819 - Fondi alle Unità Sanitarie Locali per\nil ripiano dei disavanzi di gestione al 31 dicembre 1986,\nutilizzando le quote nonversate in conto entrate dello\nStato ai sensi dell' articolo 69, lettera b) della Legge\n23 dicembre 1978, n. 833 + L. 13.282.700.000\nE' autorizzata l' iscrizione nello stato di previsione\ndell' Entrata 1987 della somma di Lire\n26.564.500.000 quale quota parte dell' avanzo di\namministrazione a destinazione libera risultante\ndai dati finali del conto consuntivo 1986 approvato\ndalla Giunta regionale per il finanziamento\ndei seguenti interventi:\nSICUREZZA SOCIALE\nOMISSIS\nCap. 1831 - Rimborso allo Stato delle quote relative\nagli anni 1980 e 1984 ai sensi dell' articolo\n69, lettera b) della Legge 23 dicembre 1978, n. 833\n+ L. 13.281.800.000", '17': "\nLa presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ne per gli effetti degli artt. 127 - secondo comma\n- della Costituzione e 45 dello Statuto ed\nentra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione\nnel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 28 gennaio 1988", '18': "\nTITOLO DEDOTTO\nVariazioni al bilancio per l' anno\nfinanziario 1987 della Regione Campania."} | null |
campania | 1,988 | 17 | null | {'1': "La presente Legge disciplina le competenze e le\nattribuzioni del Comitato Regionale contro l' Inquinamento\nAtmosferico della Campania( CRIAC)\ned individua la composizione del Comitato stesso.\nEssa detta inoltre norme integrative circa le modalità \ne le procedure di funzionamento del\nCRIAC.", '2': "Il Comitato Regionale contro l' Inquinamento Atmosferico\ninsediato presso la Giunta regionale, oltre\nai compiti ad esso assegnati dalla Legge 13\nluglio 1986, n. 615 e dal DPR 15 aprile 1971, nº\n322 in materia di inquinamento dell' aria, esercita\nfunzioni consultive e promuove studi e ricerche in\nordine all' igiene del suolo e all' inquinamento atmosferico,\nidrico, termico, acustico, radioattivo e da\nradiazioni elettromagnetiche ionizzanti e non ionizzanti,\ncompresi gli aspetti igienico - sanitari delle industrie\ninsalubri, ai sensi dell' art. 101 del DPR\n24 luglio 1977, n. 616.\nIl CRIAC presenta alla Giunta regionale, alla\nfine di ogni anno, una relazione sulle attività svolte\nevidenziando i problemi emersi nel corso dell' anno\ndi riferimento.\nDetta relazione, che potrà anche contenere proposte\ndi modifica o di integrazione della normativa\nregionale in materia, sarà trasmessa, a cura\ndella Giunta, al Consiglio regionale.", '3': "Nell' ambito della Regione Campania, le norme,\ni principi e le procedure di cui alla Legge 13 luglio\n1966, n. 615 ed al DPR 15 aprile 1971, n. 322, vengono\nestese, in norma al DPCM 28 marzo 1983,\na tutto il territorio della Regione Campania e a tutte\nle fonti di inquinamento presenti sul territorio\nstesso, di cui all' art. 2 della presente Legge.", '4': "La Giunta regionale della Campania, alla luce di\nquanto stabilito dal DPCM 28 marzo 1983, consultato\nil CRIAC, presenterà , entro tre mesi dalla\ndata di entrata in vigore della presente Legge, una\nproposta di delibera al Consiglio regionale, che fissa\ni limiti massimi di accettabilità delle emissioni\nrelative alle forme di inquinamento di cui all' artº\n2 della presente Legge e, entro un anno dalla data\ndi entrata in vigore della presente Legge, un piano\ndi risanamento, ai sensi dell' art. 3 del DPCM 28\nmarzo 1983.", '5': "Il CRIAC è così composto:\na) dal Presidente della Giunta regionale che lo\npresiede o da un suo delegato che lo sostituisce;\nb) dall' Assessore regionale alla Sanità ;\nc) dall' Assessore regionale all' Industria;\nd) da due funzionari dei ruoli regionali designati\ndalla Giunta regionale tra i responsabili di\nservizi o uffici istituzionalmente competenti in materia\ndi igiene pubblica o igiene ambientale od\necologia;\ne) da un esperto di igiene pubblica,\nda un esperto di chimica industriale,\nda un esperto di impiantistica industriale,\nda un esperto di metereologia,\nda un esperto di acustica,\nda un esperto di radioprotezioni,\nnominati dalla Giunta regionale tra i docenti universitari\ndelle discipline attinenti le materie di\ncompetenza del CRIAC e tra gli esperti delle discipline\nstesse operanti presso istituti ed enti di ricerca\npubblica su designazione dei rispettivi enti\ndi appartenenza;\nf) dal Direttore dell' Ufficio Provinciale della\nMotorizzazione Civile del capoluogo della regione\no da un suo delegato;\ng) da un funzionario dell' Ispettorato regionale\ndei Servizi Antincendi e della Protezione\nCivile;\nh) dal Presidente della Camera di Commercio,\nIndustria, Artigianato ed Agricoltura del capoluogo\ndella regione e da un suo esperto;\ni) da un rappresentante dell' UPI della\nregione;\nl) da un rappresentante dell' ANCI;m) dal responsabile del servizio di rilevamento\ndell' inquinamento atmosferico del capoluogo\ndella regione;\nn) da quattro rappresentanti delle organizzazioni\ndei lavoratori più rappresentative, esperti nel\nsettore, designati dalle organizzazioni di appartenenza;\no) da quattro rappresentanti delle associazioni\nambientalistiche ed ecologiche.\nLa Giunta nomina altresì il segretario del\nCRIAC scegliendolo tra i funzionari dei ruoli regionali\ndell' Assessorato alla Sanità collocati nei livelli\nfunzionali VII o VIII di cui alla Legge regionale\n17 marzo 1981, n. 12.\nI membri del Comitato durano in carica per tre\nanni e possono essere riconfermati.\nAi Componenti il Comitato, ad eccezione dei funzionari\nregionali, spettano per ciascuna giornata\ne per un numero massimo di quattro giorni al mese,\noltre al rimborso delle spese, lire centomila al\nlordo delle ritenute di Legge.", '6': "Alle sedute del Comitato possono essere invitati\ni rappresentanti degli enti locali e delle amministrazioni\npubbliche direttamente interessati alle\nquestioni poste all' ordine del giorno, nonchè i\nrappresentanti delle associazioni ecologiste presenti\nsul territorio regionale che ne facciano richiesta.\nIl Comitato può altresì decidere di sentire tutti\ni soggetti interessati alle questioni trattate che ne\nfacciano richiesta.\nLe riunioni del Comitato sono valide con la presenza\ndella maggioranza assoluta dei componenti\nil collegio ed i pareri sono validi quando sono adottati\ncon il voto favorevole della maggioranza assoluta\ndei presenti.", '7': "Il Comitato adotta, con la presenza della maggioranza\nassoluta dei suoi componenti e con il voto\nfavorevole della maggioranza assoluta dei presenti,\nun proprio regolamento interno di funzionamento.\nIl regolamento prevede la possibilità del Comitato\ndi articolarsi in gruppi di lavoro e ne disciplina\nil funzionamento.\nFino all' approvazione del regolamento il Comitato\ned i gruppi di lavoro sono convocati dal Presidente\ndel Comitato.\nL' avviso di convocazione, con l' elenco degli oggetti\nda trattare, viene trasmesso di norma al domicilio\ndei componenti almeno tre giorni prima\ndella data fissata per la convocazione.", '8': "Il verbale delle sedute deve indicare i nomi dei\ncomponenti presenti e contenere l' elenco delle questioni\ntrattate e delle deliberazioni adottate.\nCiascun componente ha facoltà di chiedere chenel verbale siano inserite le dichiarazioni da lui rese\ndurante la riunione.\nI verbali sono redatti dal Segretario e firmati dal\nPresidente e dal Segretario.", '9': "Il Comitato e i suoi gruppi di lavoro possono procedere\nad indagini conoscitive e sopralluoghi relativi\nanche a singole situazioni inquinanti,\navvalendosi esclusivamente delle strutture e funzioni\ndelle Unità Sanitarie Locali, nonchè di quelle\ndei servizi dipendenti dalla Giunta regionale.\nI risultati delle indagini vengono resi pubblici dal\nComitato nelle forme che esso stabilità fermo restando\nl' obbligo di denuncia alle autorità competenti\ndi ogni violazione delle leggi in materia di\nambiente o di tutela dell' igiene e della salute pubblica\nriscontrata.", '10': "\nIl Segretario assiste alle adunanze del Comitato\ne dei gruppi di lavoro, cura l' invio degli avvisi di\nconvocazione, redige e sottoscrive i verbali delle sedute\ne le deliberazioni adottate e, in conformità delle\ndirettive del Presidente, provvede alle\nincombenze che gli siano state affidate.", '11': "\nAll' onere derivante dall' attuazione della presente\nLegge si fa fronte per il 1988 con lo stanziamento\nin termini di competenza e di cassa, di cui al capitolo\n66 dello stato di previsione della spesa per l' anno\nfinanziario 1988, che presenta sufficiente\ndisponibilità , e per gli anni successivi con i corrispondenti\ncapitoli di bilancio, la cui entità sarà determinata\ncon le leggi di bilancio, utilizzando quota\nparte delle risorse assegnate alla Regione ai sensi\ndell' art. 8 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.", '12': "\nLa presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127, secondo comma, della Costituzione ed\nentra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 12 agosto 1988"} | null |
campania | 1,988 | 16 | null | {'1': "Le opere pubbliche realizzate e collaudate dalla\nCassa del Mezzogiorno, assegnate alla Regione ai\nsensi dell' art. 139 del testo unico delle leggi sugli\ninterventi nel Mezzogiorno approvato con decreto\ndel Presidente della Repubblica 6 marzo 1978, nº\n218, sono trasferite in proprietà agli enti locali o\nagli enti originariamente concessionari o affidatari\ndelle opere, che ne assumono la gestione e la manutenzione\nad ogni effetto di legge.\nSono escluse dalla presente normativa, le opere\nacquedottistiche e di smaltimento e depurazione\ndi liquami realizzate dalla Cassa per il Mezzogiorno,\ntrasferite alla Regione Campania, la cui destinazione\nsarà disciplinata da apposito provvedimento.", '2': "Le opere di cui all' art. 1 sono trasferite con le seguenti\nmodalità :\n- opere e strutture scolastiche relative ad istituti\ndi istruzione tecnica - enti destinatari: Province;\n- opere e strutture scolastiche relative ad istituti\ndi istruzione obbligatoria; strutture socio -\neducative per l' infanzia - enti destinatari: Comuni;\n- opere di bonifica fondiaria - enti destinatari:\nconsorzi di bonifica integrale;\n- opere di bonifica montana - enti destinatari: Comunità \nMontane;\n- opere infrastrutturali a servizio delle aree di\nsviluppo industriale -enti destinatari: consorzi perle aree ed i nuclei di sviluppo industriale;\n- opere e strutture ospedaliere - enti destinatari:\nComuni nella cui circoscrizione sono situate le\nopere e le strutture, con vincolo di destinazione per\nle attività delle unità sanitarie locali competenti\nper territorio;\n- opere stradali in genere - enti destinatari: Province,\nComuni, Comunità Montane o Consorzi di\nBonifica a seconda che trattasi di opere a servizio\ndella viabilità intercomunale, comunale, rurale o\nafferente ad opere di bonifica;\n- opere di interesse storico, architettonico, artistico\no turistico - enti destinatari: Comuni.\nIn ogni caso in difetto di altri criteri, le opere verranno\ntrasferite agli enti pubblici competenti per\nsettore o per materia in base alla categoria dell'\nopera.\nIn mancanza di tale criterio il trasferimento avrà \nluogo in favore dell' ente originariamente concessionario\ndell' opera.\nPer le opere stradali di interesse interprovinciale\nla Giunta regionale provvederà alla definizione\ndei rapporti di trasferimento mediante apposita\nconvenzione con l' ANAS.", '3': 'I beni sono trasferiti nello stato attuale di fatto\no di diritto; gli enti destinatari continuano o subentrano\nnella titolarità di tutte le situazioni attive e\npassive inerenti la gestione ed alla conservazione\ndegli immobili.', '4': 'I beni conservano il vincolo di destinazione originario.\nSu istanza motivata degli enti interessati la Giunta\nregionale potrà proporre al Consiglio regionale,\nin caso di permanente inutilizzabilità funzionale\ndelle opere, la loro trasformazione patrimoniale,\nprescrivendo le necessarie garanzie per assicurare\nla destinazione pubblica dei beni di nuova acquisizione.\nIn caso di inutilizzazione parziale o totale di detti\nbeni la Regione ha diritto di preferenza in ordine\nalla eventuale utilizzazione dei beni stessi per lo\nsvolgimento delle proprie attività istituzionali o di\naltre attività di rilevante interesse pubblico.', '5': "Entro centoventi giorni dalla data di entrata in\nvigore della presente Legge, il Presidente della\nGiunta regionale trasmette ai singoli enti destinatari,\nl' elenco, precedentemente approvato con delibera\ndella Giunta regionale, dei beni pervenuti alla\nRegione e trasferiti agli enti stessi ai sensi dell'\nart. 1, con i documenti e le posizioni di archivio,\neventualmente esistenti presso la Regione, relativi\na ciascuna unità immobiliare e provvede alle\niscrizioni ed alle trascrizioni presso le Conservatorie\ndei Registri Immobiliari ed alle relative volturecatastali secondo le vigenti norme statali che\ndisciplinano la successione dei beni pubblici alle\nRegioni ed agli Enti locali territoriali.\nPer i beni demaniali si applicano le procedure\npreviste dalle leggi vigenti.", '6': "La presente Legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' art. 127 - secondo comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello della\nsua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione\nCampania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 12 agosto 1988"} | null |
campania | 1,988 | 5 | null | {'1': 'Al personale regionale che debba essere collocato\na riposo per raggiunti limiti di età e non abbia\nraggiunto il numero di anni di servizio richiesto per\nottenere il minmo della pensione è consentito, a\ndomanda, rimanere in servizio, anche oltre il sessantacinquesimo\nanno di età , per il periodo strettamente\nnecessario per raggiungere i limiti per il\nconseguimento del diritto al trattamento minimo\ndi quiescenza e, comunque, per un periodo non superiore\na cinque anni.', '2': "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi\ndell' articolo 127, secondo comma, della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quello\ndella sua pubblicazion e nel Bollettino Ufficiale della\nRegione Campania.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 12 marzo 1988"} | null |
campania | 1,988 | 4 | null | {'1': "I dipendenti del ruolo della Giunta regionale\ndella Campania che alla data dell' entrata in vigore\ndella presente legge sono utilizzati in mansioni\ndi autista sono immessi nel livello\nfunzionale esecutivo di detto ruolo con decorrenza\ndalla data di entrata in vigore della Legge regionale\n30 agosto 1977, n. 48 che ha previsto\nl' inquadramento della qualifica di autista del ruolo\ndel Consiglio regionale della Campania nel livello\nesecutivo.", '2': "In dipendenza di quanto disposto nel predetto\narticolo 1 la tabella organica del personale del\nruolo della Giunta regionale della Campania E/ 1\ntris annessa alla Legge regionale 5 giugno 1975,\nn. 42, è sostituita dall' allegata tabella E/ 1 tris.", '3': "All' onere derivante dall' attuazione della presente\nlegge, determinato in lire cento milioni, si farà \nfronte con lo stanziamento di cui al capitolo\n25 dello stato di previsione della spesa per l' esercizio\n1980.", '4': "La presente Legge è dichiarata urgente, ai sensi\ndel 2o comma dell' art. 127 della Costituzione\ned entra in vigore il giorno successivo a quellodella sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale\ndella Regione.\nLa presente Legge regionale sarà pubblicata nel\nBollettino Ufficiale della Regione Campania.\nE' fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla\ne di farla osservare come Legge della Regione\nCampania.\nNapoli, 5 febbraio 1988\nAllegato : 1\nTabella di cui all' art. 2\nLIVELLO Amministrazione Formazione Comitato TOTALI\nregionale in Prof/ le di\nsenso proprio controllo\nDirettivo 414 30 59 503\nConcetto 876 417 74 1.367\nEsecutivo 1.001 18 137 1.156\nAusiliario 242 35 36 313\nOperaio 20\nTOTALI 2.553 500 306 3.359"} | null |
campania | 2,019 | 10 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 38.037,41, derivante da provvedimento esecutivo, riassuntivamente descritto nell’allegato A, è riconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei \nsistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a \nnorma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, pari a complessivi euro 38.037,41 si è già \nprovveduto, con variazione di bilancio, in ottempe ranza della sentenza n. 1655 del 14 marzo 2018 \ndel TAR Campania sez. VIII – Napoli e in esecuzione della deliberazione n. 1 del 7 ottobre 2018, \ndel Commissario ad acta, dott.ssa Anna Amendolara, nominato con decreto prefettizio n. 102519 \nGab/Pers.Pref . del 17/04/2018, acquisita al registro unico dei Commissari ad acta al \nn. 2018.0000027, mediante prelievo, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione 20, Programma 2001, Titolo 1 e corrispondente incremento della medesima somma a valere della Missione 8, Programma 0801, Titolo 1 del bilancio per l’esercizio finanziario 2018.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 11 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 3.406,44, derivante dall’ordinanza n. 1273/2019 \nReg. Prov. Coll n. 1494/2016 del TAR Campania, riassuntivamente descritta nell’allegato A e nella \nscheda di rilevazione di partita debitoria unita alla deliberazione di Giunta regionale del 2 aprile \n2019, n. 130, è riconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), \ndel decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, \nn. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di \nbilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norm a Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, pari a complessivi euro 3.406,44 si è già provveduto in ottemperanza della sentenza n. 4632/2016 del TAR Campania sez. III – Napoli e in \nesecuzione della deliberazione acquisita al R U 2019.0000002 del 18 marzo 2019, del Commissario \nad acta, dott. Claudio Salvia, nominato con decreto prefettizio n. 184104 Gab/Pers.Pref. del 28/09/2017, mediante prelievo, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione 20, Programma 01, Titolo 1 e corrispondente incremento della medesima somma a valere della Missione 15, Programma 02, Titolo 1 del bilancio per l’esercizio finanziario 2019.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 8 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilanc io, pari a complessivi euro 98.383,46, derivante da provvedimenti esecutivi \npronunciati dall’autorità giudiziaria, riassuntivamente descritti nell’allegato A e nelle schede di \nrilevazione di partita debitoria unite alla deliberazione di Giunta regionale del 2 aprile 2019, n. 127 \nè riconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli \narticoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, \nrecante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Fi nanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, pari a complessivi euro 98.383,46 si provvede, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione 16, \nProgramma 1, Titolo 1 del bilancio per l’eser cizio finanziario 2019. \n2. Il pagamento a favore dei creditori è eseguito con espressa riserva di ripetizione all’esito dell’eventuale giudizio di opposizione.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania. \nDe L uca \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 32 del 6 Giugno 2019fonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 32 del 6 Giugno 2019Lavori preparatori \nDisegno di legge di iniziativa della Giunta Regionale – Presidente Vincenzo"} | null |
campania | 2,019 | 9 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 14.205.253,03, derivante da provvedimenti \nesecutivi pronunciati dall’autorità giudiziaria, riassuntivamente descritti nell’allegato A e nelle schede di rilevazione di partita debitoria unite alla deliberazione di Giunta re gionale del 2 aprile \n2019, n. 128 è riconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), \ndel decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di b ilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a \nnorma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Fi nanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, pari a complessivi euro 14.205.253,03 si \nprovvede, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione 10, Programma 2, Titolo 1 per l’esercizio finanziario 2019 del bilancio di previsione triennale 2019 - 2021.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 24 | null | {'1': '(Finalità) \n1. Al fine di sostenere e preservare le attività agricole contadine basate su pratiche agronomiche \nconservative e a basso o nullo impatto ambientale, la presente legge reca disposizioni dirette ad \nagevolare la lavorazione, la trasformazione e il confezionamento dei prodotti di cui all’articolo 4, destinati alla degustazione effettuata presso l’azienda e alla vendita diretta al consumatore f inale ai \nsensi e per gli effetti dell’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo, a norma dell’articolo 7 della legge 5 marzo 2001, n. 57). \n2. Ai fini di cui al comma 1, la Regione si impe gna, altresì: \na) a promuovere la custodia della terra quale fonte originaria di cibo per i suoi abitanti, \npreservando i valori delle culture locali e tradizionali; \nb) a riconoscere e valorizzare la diversità dei sistemi di produzione agricola come fondamen to \ndi politiche agricole differenziate; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019c) a sostenere le azioni collettive, cooperative e associative per lo sviluppo e la nascita di \nesperienze, in particolare negli ambiti dell’economia sociale e solidale; \nd) a tutelare lo spazio rurale, montano e dell e aree interne, nelle quali le attività agricole \ncostituiscono uno degli elementi essenziali per lo sviluppo di un complesso di usi e relazioni umane anche di natura extra agricola; \ne) a favorire le modalità di accesso e di controllo del mercato locale, re gionale e, se possibile, \nnazionale da parte delle aziende agricole, attraverso misure specifiche ed esclusive che regolino l’immissione in commercio dei loro prodotti; \nf) a sostenere l’esercizio delle produzioni agricole locali per contrastare lo spopolamento delle \naree rurali interne e montane, garantendo l’effettiva sostenibilità degli insediamenti e delle attività umane e valorizzando il legame tra famiglia, economia e territorio; \ng) a promuovere la formazione nei mestieri agricoli, della pastorizia e de lla trasformazione \ndegli alimenti prodotti; \nh) ad agevolare la conoscenza di modelli di produzione agricola attenti alla salvaguardia dei \nterreni, alla biodiversità animale e vegetale, al rispetto e alla protezione del suolo. \n3. Le attività previste dalla presente legge sono svolte nel rispetto della normativa in materia di sicurezza e igiene degli alimenti e, in particolare: \na) del regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisi ti generali della legislazione alimentare, istituisce \nl’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare; \nb) del regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, sull ’igiene dei prodotti alimentari; \nc) del regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materia d’igiene per gli alimenti di origine animale.', '2': '(Destinatari) \n1. I destinatari degli interventi previsti dalla presente legge sono gli imprenditori agricoli di cui all’articolo 2135 del codice civile. \n2. La presente legge si applica altresì alle cooperative agricole di conduzione in forma associata dei terreni dei so ci.', '3': '(Avvio dell’attività) \n1. Le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti di cui all’articolo 4 sono soggette a notifica sanitaria ai sensi della delibera della Giunta regionale 16 giugno 2006, n. 797 (Sicurezza Alimen tare - Linee guida applicative del Regolamento (CE) n. 852/2004 del \nParlamento Europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari). \n2. La notifica sanitaria deve essere presentata allo sportello unico per le attività produttive (SUAP) del Comune i n cui ha sede legale l’impresa. \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019', '4': '(Prodotti) \n1. La Regione, con il regolamento di attuazione di cui all’articolo 8, fissa l’elenco delle produzioni \nbeneficiarie degli interventi di cui alla presente legge individuando, in particolare, le lavorazioni tipiche e tradizionali del territorio regionale.', '5': '(Requisiti dei locali) \n1. Le attività di lavorazione, trasformazione e confezionamento dei prodotti di cui all’articolo 4 sono svolte presso i locali della propria azienda o abitazione. \n2. I requisiti edilizi dei locali destinati alle lavorazioni, trasformazioni e confezionamento sono \nquelli previsti per gli edifici a uso residenziale del Comune in cui ha sede l’impresa, tenuto conto delle particolari caratteristiche di ruralità degli edifici. \n3. I requisiti strutturali e igienico -sanitari dei locali e delle attrezzature, compresi quelli per il locale \npolifunzionale di cui all’articolo 6, sono specificati con il regolamento di cui all’articolo 8, nel rispetto della normativa comunitaria, statale e regionale in materia di igiene e sicurezza degli \nalimenti. \n4. La destinazione di un locale alle attività di cui al comma 1 non determina la necessità di un cambiamento di destinazione d’uso dello stesso. \n5. Per le lavorazioni, le trasformazioni e il confe zionamento dei prodotti di cui all’articolo 4, può \nessere utilizzata la cucina di civile abitazione, purché dotata delle caratteristiche igienico -sanitarie \nprescritte dal regolamento di cui all’articolo 8 e purché le lavorazioni e le trasformazioni avvengano in maniera distinta dall’uso domestico del locale.', '6': '(Locale polifunzionale) \n1. Per lo svolgimento delle diverse fasi di lavorazione dei prodotti di cui all’articolo 4 è consentito utilizzare uno stesso locale, subordinatamente alla sussistenza delle seguenti condizioni: \na) le attività sono effettuate in tempi diversi e intervallate da operazioni di pulizia e disinfezione, in modo da evitare pericoli per gli alimenti, con particolare riferimento alle contaminazioni crociate tra alimenti con diver so profilo microbiologico; \nb) le tempistiche e le modalità di separazione sono accuratamente descritte nel piano di autocontrollo di cui all’articolo 7. \n2. Le lavorazioni possono anche interessare prodotti agricoli diversi tra di loro. In tal caso esse sono effettuate in momenti distinti, attuando, tra una lavorazione e la successiva, adeguate operazioni di pulizia e disinfezione, atte a eliminare ogni possibile pericolo di contaminazione.', '7': '(Autocontrollo) \n1. I soggetti che svolgono le attività di l avorazione, trasformazione e confezionamento di cui alla \npresente legge sono tenuti all’autocontrollo secondo le modalità previste dai regolamenti (CE) 852/2004 e 853/2004. \n2. La Giunta regionale, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore de lla presente legge, \nadotta linee guida relative alle procedure di autocontrollo. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 20193. I Comuni, anche avvalendosi degli organi di polizia amministrativa locale e dei competenti \nservizi delle aziende sanitarie locali, possono effettuare controlli presso gli insediamenti di agricoltori contadini al fine di verificare il rispetto, da parte degli stessi, delle norme igienicosanitarie.', '8': '(Regolamento di attuazione) \n1. Con il regolamento di attuazione della presente legge sono definiti i requisiti strutturali e igienico -sanitari relativi alla lavorazione, trasformazione e confezionamento, nel rispetto di quanto \nprevisto dai regolamenti (CE) 178/2002, 852/2004 e 853/2004. \n2. Il regolamento determina altresì l’elenco dei prodotti di cui all’articolo 4. \n3. Il re golamento di attuazione è emanato entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della \npresente legge.', '9': '(Sanzioni) \n1. Chiunque non effettui la notifica di cui all’articolo 3, comma 1, è soggetto alla sanzione \namministrativa di cui all’articol o 6, comma 3, del decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 193 \n(Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore). \n2. Chiunque non rispetti i requis iti strutturali e igienico -sanitari dei locali, definiti nel regolamento \ndi cui all’articolo 8, è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500,00 a euro 3.000,00.', '10': '(Norma finanziaria) \n1. Dalla presente legge non derivano, né possono derivare, nuovi o maggiori oneri a carico della Regione. Alla sua attuazione si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente. \n2. Gli introiti derivanti dalle sanzioni di cui ai commi 1 e 2 dell’articolo 9 confluiscono al Titolo 3, Tipologia 200 (Proventi derivanti dalle attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti) delle Entrate del Bilancio regionale.', '11': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare co me legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 25 | null | {'1': '(Divieto di utilizzo di prodotti in materiale monouso non biodegradabile e compostabile) \n1. Al fine di favorire forme di utilizzo sostenibile del demanio costiero e limitare la dispersione \naccidentale di rifi uti plastici nell’ambiente e nel mare, in ragione degli elevati livelli accertati di \npresenza di rifiuti plastici e di microplastiche in mare, sulle spiagge del litorale regionale sono vietati l’introduzione e l’utilizzo di contenitori per alimenti e bevan de, piatti, bicchieri, posate, \ncannucce, mescolatori per bevande, sacchetti ed imballaggi monouso realizzati in materiale non compostabile. \n2. Negli esercizi di ristorazione e di somministrazione di bevande degli stabilimenti balneari o con \naccesso alla sp iaggia libera, è vietato l’uso di contenitori per alimenti e bevande destinati al \nconsumo immediato, sul posto o da asporto, nonché i piatti, i bicchieri, le posate, le cannucce, i mescolatori per bevande, i sacchetti ed altri imballaggi monouso non prodot ti in materiale \ncompostabile. \n3. È onere del concessionario e dei Comuni territorialmente competenti per i tratti di spiaggia libera, \ninformare con appositi avvisi del divieto e delle sanzioni previste.', '2': "(Disposizioni in materia di impianti balneari) \n1. Il comma 6, dell’articolo 1 della legge regionale 10 maggio 2012, n. 10 (Disposizioni in materia \ndi impianti balneari) è sostituito dal seguente: \n“6. Al fine di garantire lo svolgimento delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo che necessitano di unitario esercizio a livello regionale, la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente: \na) adotta gli atti di programmazione, indirizzo e coordinamento generale previsti dalla normativa vigente; \nb) disciplina l'ut ilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico -ricreative e lo \nsvolgimento delle attività accessorie degli stabilimenti balneari mediante ordinanze amministrative da adottarsi previa consultazione pubblica dell’Autorità Marittima, dell’A genzia Regionale \nProtezione Ambientale Campania (ARPAC), delle Associazioni di categoria rappresentative su \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019territorio regionale degli imprenditori balneari, delle Associazioni ambientaliste maggiormente \nrappresentative, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e degli Enti gestori delle \naree marine protette insistenti sul territorio regionale; \nc) esercita i poteri di vigilanza sul recepimento e l’attuazione da parte dei Comuni delle disposizioni \namministrative adottate.”.", '3': '(Prodotti riutilizzabili) \n1. Nelle procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione in concessione delle aree del demanio marittimo e delle spiagge con possibilità di esercitare attività accessorie di somministrazione di alimenti e bevande, costituisce requisito premiale l’utilizzo esclusivo di contenitori, piatti, bicchieri, posate, cannucce, mescolatori per bevande in materiali riutilizzabili. \n2. I Comuni recepiscono la disposizione di cui al comma 1 nei Piani di utilizzo del demanio marittimo di propria competenza e nei bandi ad evidenza pubblica adottati successivamente alla data di entrata in vigore della presente disposizione, per il rilascio delle concessioni balneari. \n3. I Comuni costieri, al fine di favorire la prevenzione nella produzione dei rifiuti e il riuti lizzo, in \nattuazione del principio del “chi inquina paga” richiamato dall’articolo 1, comma 652 della legge 27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – Legge di stabilità 2014) possono prevedere nei propri regolamenti riduzioni sulla tariffa per \nil conferimento dei rifiuti per i concessionari balneari che dimostrano l’esclusivo utilizzo di prodotti riutilizzabili di cui al comma 1.', '4': '(Sanzioni) \n1. L’inosservanza dei divieti, di cui ai commi 1 e 2 dell’articolo 1, è punita con la sanzione \namministrativa di cui all’articolo 1164, comma 1 del Codice della navigazione.', '5': '(Disposizioni transitorie) \n1. Ai fini dell’applicazione del divieto di cui all’articolo 1, i Comuni, entro il termine di trenta \ngiorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adottano gli atti di competenza per \ngarantire l’operatività del divieto e l’applicazione delle relative sanzioni. \n2. Sono fatti salvi gli atti già adottati dai Comuni alla data di entrata in vigore della presente legge, \nfermo restando l’adozione degli atti di adeguamento alle previsioni dell’articolo 1.', '6': '(Clausola di invarianza finanziaria) \n1. All’attuazione della presente legge si provvede con le risorse umane, strumentali e finanz iarie \ndisponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio \nregionale. \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019', '7': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 2 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 16.036,88, derivante dalla sentenza n. 3814/2018 \ndel Tribunale d el Lavoro di Napoli e dal Decreto Ingiuntivo n. 3570/2017 del Tribunale di Salerno, \nriassuntivamente descritto nelle schede di rilevazione di partita debitoria unite alla deliberazione di Giunta regionale dell’11.12.2018, n. 851, è riconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti \nlocali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legg e 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, per l’importo complessivo di euro 16.036,88 si è già provveduto con le seguenti azioni contabili: \na) per euro 2.856,79, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione \n09, Programma 0902, Titolo 1 del bilancio per l’esercizio finanziario 2018; \nb) per euro 13.180,09, in termini di competenza e di cassa, a valere sulle risorse della Missione 09, Programma 0903, Titolo 1 de l bilancio per l’esercizio finanziario 2018.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino \nUfficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 3 | null | {'1': "(Finalità) \n1. La Regione Campania, per realizzare sul proprio territorio una corretta convivenza tra le persone \ne gli animali d'affezione, promuove e disciplina ogni utile iniziativa e servizio per favorire il rispetto e il riconoscimento dei diritti degli animali, come previsto dall'articolo 8, comma 1, lettera s), dello Statuto regionale, dalle convenzioni internazionali e dalla normativa comunitaria e incentiva l'accoglienza e la buon a tenuta degli animali d’affezione presso le famiglie proprietarie. \n2. La Regione Campania promuove e disciplina il controllo del randagismo, in attuazione di quanto disposto dalla legge 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), a tutela della salute pubblica e dell'ambiente e per migliorare in modo efficace il benessere degli animali d'affezione e il loro rapporto con l'uomo. \n3. All’attuazione della presente legge provvedono, nei rispettivi ambit i di competenza, la Regione, \ngli enti locali competenti e le Aziende Sanitarie Locali (ASL), con la collaborazione dell'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, delle istituzioni scolastiche e universitarie, dei veterinari liberi professionis ti, delle guardie zoofile, attraverso le organizzazioni che li \nrappresentano a livello regionale, oltre gli enti ed associazioni di volontariato protezionistiche, zoofile e animaliste, regolarmente riconosciute e iscritte nell'apposito albo regionale, nel rispetto delle indicazioni impartite dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario fino al perdurare del commissariamento.", '2': "(Definizioni) \n1. Ai fini della presente legge si intende per: \na) animale d'affezione: l'animale tenuto, o destinato a essere tenuto, dall'uomo per affezione \nsenza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all'uomo, come il cane per disabili, gli animali coinvolti nell'ambito degli interventi ass istiti con animali e quelli \nimpiegati nella pubblicità con l'esclusione degli animali di cui non è consentita la cattura, la vendita e la detenzione; \nb) animale randagio: il cane vagante sul territorio che non ha un proprietario o un detentore a qualsiasi titolo; \nc) cane libero accudito: il cane che vive abitualmente in un determinato territorio che ha abitudini stanziali nonché assenza di comportamenti aggressivi; \nd) proprietario di un animale d'affezione: colui che ha la facoltà di disporre di un animale d’affezione in modo pieno e esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi previsti dall’ordinamento giuridico, provvedendo ai suoi bisogni e soddisfacendo le sue necessità naturali, rispondendo della vita e della sua incolumità; \ne) detentore di un animale d'affezione: colui che detiene a qualunque titolo un animale d'affezione anche per un periodo limitato di tempo; \nf) canile: struttura adibita al ricovero temporaneo di cani; \ng) Banca dati regionale anagrafe degli animali d'affezione: il siste ma informativo on line della \nRegione Campania di registrazione dei codici dei microchip identificativi previsti per animali d'affezione per i quali è previsto un obbligo nazionale; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019h) CRIUV: Centro di riferimento regionale per l'igiene urbana veterinaria, organismo regionale \ndi affiancamento ai servizi veterinari delle ASL per le attività di igiene urbana veterinaria (IUV) e prevenzione del randagismo; \ni) RTA: Registro tumori animali, sistema informativo on line della Regione Campania di registrazione di tu mori diagnosticati negli animali; \nl) prestazioni sanitarie di primo livello: l'iscrizione all'anagrafe, la sterilizzazione, le prestazioni cliniche, chirurgiche e diagnostiche di primo soccorso, erogate anche in regime di ricovero o di day hospital, rese dalle ASL in favore degli animali randagi, le necroscopie per le identificazioni nei casi di morte; \nm) prestazioni sanitarie di secondo livello: le attività di diagnostica specialistica strumentale e \nle prestazioni specialistiche clinico -chirurgiche in regi me di ricovero o di day hospital rese dalle \nASL in favore degli animali randagi; \nn) colonia felina: il gruppo di gatti formatosi spontaneamente che condivide il medesimo habitat ovvero qualsiasi territorio pubblico o privato nel quale vive stabilmente, indipendentemente dal numero di cui è composto e che sia accudito o meno da cittadini; \no) allevamento di cani e gatti per attività commerciali: la detenzione di cani e gatti, anche per fini commerciali, in numero pari o superiore a cinque fattrici o trenta cuccioli per anno, di proprietà dell'allevatore; \np) attività economica con animali d’affezione: qualsiasi attività che coinvolga animali dalla quale si ricava un vantaggio economico o commerciale, anche se praticata tramite internet.", '3': "(Competenze dell a Regione) \n1. La Regione Campania: \na) individua, nell'ambito del piano regionale integrato, in conformità al dettato dell'articolo 41 del Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004, n. 882, relativo ai \nControlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di \nalimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, piani ed attività con obiettivi operativi e relativi indicatori, in materia di banca dati, di sterilizzazioni e pronto s occorso dei \ncani randagi e dei gatti liberi, di controllo ufficiale sui concentramenti di animali d'affezione, di formazione dei soggetti deputati a effettuare i controlli e di informazione specifica in materia; \nb) redige un documento di programmazione annuale di prevenzione del randagismo per l'attuazione dei piani e delle attività, secondo procedure standard e monitora l'andamento degli stessi per verificarne la corretta attuazione; \nc) garantisce i dovuti flussi informativi presso il Ministero della salute; \nd) promuove, d'intesa con gli enti locali singoli o associati, la realizzazione di canili municipali e la riqualificazione di quelli esistenti; \ne) promuove l'istituzione dei cimiteri per animali d'affezione per assicurare la continuità del rapporto affettivo tra i proprietari e i loro animali deceduti e per garantire la tutela dell'igiene \npubblica, la salute della comunità e dell'ambiente; \nf) promuove e incentiva la realizzazione da parte dei Comuni di aree verdi all'interno di parchi \ncomunali recin tate e opportunamente attrezzate riservate ai cani; \ng) favorisce l'impiego di unità cinofile lungo le coste per il potenziamento delle attività di salvamento; \nh) sostiene e promuove progetti e iniziative volti all'educazione e alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al rispetto dei diritti degli \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019animali, ad una corretta convivenza tra persone ed animali d'affezione, all'accoglienza ed alla \nbuona tenuta degli stessi, percorsi di adozione consapevole degli a nimali ospiti dei canili, \nnonché dei cani e gatti senza padrone con accertata disabilità; \ni) favorisce in collaborazione con gli enti locali singoli o associati, le ASL, l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, le università, gli ordini vet erinari provinciali, gli \nenti e le associazioni protezionistiche iscritte all'Albo o che hanno la personalità giuridica di ente morale, iniziative di informazione e di educazione rivolte ai proprietari di animali di affezione e all'opinione pubblica in genere per la protezione degli animali e per il controllo delle nascite ed il non abbandono, da svolgersi anche nelle scuole; \nl) pubblica sul sito internet istituzionale l’elenco delle aree di accoglienza riservate agli animali d’affezione nei parchi e giardi ni pubblici, nelle spiagge in concessione attrezzate e nelle spiagge \nlibere attrezzate con l’indicazione dei servizi offerti; \nm) definisce con regolamento, sentito il parere della Commissione di cui all’articolo 8, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, criteri e \nmodalità: \n1) di conduzione degli animali d’affezione, di accesso nelle strutture ospedaliere, residenziali e semiresidenziali, sui mezzi di trasporto pubblico, nei luoghi aperti al pubblico, nei luoghi pubblici ivi comprese le spiagge; \n2) per la classificazione delle tipologie, dei requisiti strutturali e di funzionamento delle strutture di ricovero degli animali d’affezione, nonché i criteri per il risanamento dei canili comunali esistenti; \n3) per la realizzazione e la gestione dei cimiteri degli animali d’affezione; \n4) per l’apertura e la gestione degli allevamenti degli animali d’affezione, dell’attività di \npensione, toe lettatura ed aree di addestramento; \n5) per l’apertura e la gestione delle attività di commercio degli animali d’affezione; \n6) per i requisiti minimi per il servizio di ricovero e degenza dei cani vaganti da rispettare \nnella redazione dei capitolati tecnici delle procedure di evidenza pubblica per l’affidamento \ne la custodia degl i animali d’affezione ed il relativo tariffario regionale per il servizio di \naffidamento e custodia degli animali d’affezione; \n7) per l'erogazione delle attività di pronto soccorso dei servizi veterinari delle ASL per gli \nanimali randagi prevedendo, se il personale medico veterinario dipendente risulti \ninsufficiente, anche il ricorso temporaneo a collaborazioni interaziendali. Le prestazioni di Pronto Soccorso sono previste in modo da contenere e limitare al massimo lo spostamento e il trasporto di animali feriti, privilegiando strutture in loco che dispongono delle \nprofessionalità e delle strumentazioni necessarie alle erogazioni delle prestazioni; \n8) per il riparto dei contributi di cui all'articolo 23 e l'erogazione degli indennizzi agli allevatori per le perdite di capi di bestiame causate da cani randagi di cui all'articolo 22; \n9) per la valutazione del rischio dei cani di cui al registro indicato all'articolo 10, comma 4; \n10) per il funzionamento dei registri tumori animali di cui all'articolo 7.", '4': "(Competenze dei Comuni) \n1. I Comuni singoli o associati provvedono: \na) alla costruzione dei canili e al risanamento delle strutture esistenti. I canili municipali, se non \ngestiti dal Comune, sono affidati in gestione mediante procedure ad evidenza pubblica tramite l’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’art icolo 83 del decreto legislativo 18 \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), con un rapporto qualità prezzo, nella misura \npercentuale di 70 per qualità e 30 per il prezzo, tenendo conto di tutte le caratteristiche elencate nella presente legge; \nb) a convenzionarsi, se il Comune è sprovvisto di canile municipale, con canili privati; \nc) ad assicurare il ricovero, la custodia e il mantenimento dei cani randagi accalappiati nei canili sotto il controllo sanitario dei servizi veterinari delle ASL; \nd) ad assicurare la direzione sanitaria dei canili pubblici tramite medici veterinari liberi \nprofessionisti convenzionati; \ne) ad attivare il controllo del territorio sulla esistenza dei cani randagi segnalandone la presenza \ntramite la polizia municipale, ai servizi veterinari delle ASL e comunicando contestualmente la disponibilità delle strutture di ricovero per consentire la programmazione delle attività di cattura dei cani randagi di cui all'articolo 5, comma l, lettera c); in assenza di tale disponibilità i servizi \nveterinari delle ASL provvedono in ogni caso ad assicurare trattamenti sanitari di primo e secondo livello; \nf) a realizzare aree di verde pubblico, recintate ed attrezzate, riservate ai cani; \ng) a dotare i comandi di polizia municipale di apposi ti lettori per microchip per l'esercizio delle \nfunzioni di vigilanza sulla corretta identificazione e registrazione dei cani; \nh) ad emanare i regolamenti per la tutela e l'accesso degli animali d'affezione nei luoghi \npubblici; \ni) a trasmettere, entro il 31 marzo di ogni anno, alla struttura regionale amministrativa \ncompetente e alla Presidenza della Regione i costi sostenuti nella precedente annualità per la gestione del randagismo e per il ricovero dei cani nei canili per le finalità di cui all'articolo 12 ; \nl) a esercitare le funzioni di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 31 marzo 1979, n. 386100 (Perdita della personalità giuridica di diritto pubblico dell'Ente nazionale protezione animali, che continua a sussistere come persona giuridica di diritto \nprivato) in materia di protezione degli animali d'affezione; \nm) a promuovere, in collaborazione con le associazioni animaliste, campagne di \nsensibilizzazione per incentivare gli affidamenti e le adozioni degli animali d'affezione senz a \npadrone, anche con accertata disabilità; \nn) a promuovere, in collaborazione con i servizi veterinari delle ASL territorialmente competenti e con le associazioni iscritte all'Albo regionale, la cultura del possesso responsabile degli animali d'affezione, le attività di adozione consapevole di cui all'articolo 12, comma 5 e campagne di censimento dei cani padronali e dei gatti di proprietà presenti sul territorio per rendere capillare l'iscrizione alla Banca dati; \no) a pronunciarsi entro trenta giorni dal r icevimento della domanda inoltrata dal proprietario del \ncane, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, definendo le possibilità, i limiti e le modalità di partecipazione del proprietario del cane alle spese di mantenimento dello stesso.", '5': "(Competenze dell e Aziende Sanitarie Locali) \n1. I servizi veterinari delle ASL, nella stretta osservanza delle disposizioni impartite dal Commissario ad acta per l’intera durata della gestione commissariale per la prosecuzione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, provvedono a: \na) predisporre ed effettuare piani di sorveglianza epidemiologica per prevenire il rischio di diffusione di malattie a carattere zoonosico nei canili; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019b) promuovere e attuare interventi mirati al controllo demografico dei cani randagi e delle \ncolonie feline registrate, con mezzi chirurgici o con altri mezzi idonei riconosciuti dal progresso scientifico; \nc) attivare il servizio di accalappiamento dei cani randagi per il successivo trasferimento presso le strutture comunali di cui all'articolo 11, previo trattamento sanitario di cui all'articolo 2, comma 1, lettera l). La cattura del cane randagio è effettuata da personale appositamente formato come previsto all'articolo 19 ed avviene con metodi non lesivi per l'incolumità dell'animal e stesso; \nd) assicurare la sterilizzazione, anche attraverso apposite convenzioni con medici veterinari liberi professionisti e la degenza post -operatoria dei cani randagi prima dell'inoltro ai canili o \ndella loro reimmissione sul territorio di provenienza e dei gatti liberi delle colonie prima della \nloro reimmissione nelle stesse nonché dei gatti liberi non appartenenti a colonie prima della loro reimmissione sul luogo di ritrovamento; \ne) effettuare il controllo sanitario dei canili pubblici e privati e di qualunque struttura che ospita \nanimali d'affezione al fine di verificare la profilassi delle malattie infettive e le condizioni di benessere degli animali, l'idoneità igienico -sanitaria e la rispondenza ai criteri tecnico -\ncostruttivi riportati nella prese nte legge mediante predisposizione di piani di controllo annuali; \nf) attivare un pronto soccorso veterinario per le prestazioni di primo e secondo livello sanitario per i cani vaganti feriti e per i gatti liberi feriti, su chiamata diretta del cittadino che risponde \ndelle dichiarazioni rese a motivo dell’intervento, ai sensi della normativa vigente, e provvedere, inoltre, alla registrazione dell’attività nello specifico sistema informativo regionale anche al fine dell'implementazione del Registro tumori d i cui all'articolo 7; \ng) implementare nella Banca dati i dati relativi all'iscrizione dei cani, gatti e furetti anagrafati contestualmente all'apposizione del microchip, le variazioni anagrafiche nelle quarantotto ore successive alla comunicazione di tali dati; \nh) assicurare i necessari accertamenti sulle segnalazioni relative a inconvenienti igienico \nsanitari provocati dagli animali d'affezione; \ni) provvedere al ritiro dai luoghi pubblici delle spoglie di animali d'affezione, alla verifica di \neventuale tat uaggio o microchip, all'accertamento delle relative cause di morte, anche mediante \nl'ausilio di esami necroscopici, prima dell'invio agli impianti riconosciuti per il trattamento delle spoglie animali; provvedere, inoltre, alla registrazione delle attività nello specifico sistema \ninformativo regionale anche al fine dell'implementazione del Registro tumori di cui all'articolo 7; \nl) eseguire esami necroscopici su spoglie di animali d'affezione provenienti dai canili ove siano necessari per la valutazione dell e cause di morte; \nm) collaborare con la Regione, gli enti locali singoli o associati, l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, gli ordini veterinari provinciali, le università, gli enti e le associazioni protezionistiche iscritte all'Albo o che hanno la personalità giuridica di ente \nmorale, le associazioni di settore e portatori di interesse, promuovendo o partecipando ad iniziative di informazione, rivolte ai proprietari di animali d’affezione e all'opinione pubblica in genere, da svolgere anche nelle scuole, per la protezione degli animali, per il controllo delle nascite, il non abbandono e per la promozione delle adozioni. \n2. Per la corretta attuazione delle attività di cui al comma 1, lettere b), d), f) e g), le ASL attivano apposite strutture sanitarie. Le prestazioni sanitarie di secondo livello, se necessario, possono essere erogate attraverso il ricorso al CRIUV. Il CRIUV affianca i competenti servizi veterinari delle ASL nel processo di adeguamento agli standard prestazionali di primo livello attraverso l'elaborazione di \npiani di adeguamento agli standard regionali in materia di igiene urbana veterinaria, corredati di cronoprogramma degli interventi. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 20193. E’ istituito presso il CRIUV un numero verde regionale per segnalare la presenza di cani vaganti \nferiti e gatti liberi feriti sul territorio regionale. Le informazioni recepite presso il numero verde \nsono trasmesse al veterinario reperibile del servizio veterinario pubblico competente per territorio che attiva le procedure previste dalla presente legge.", '6': "(Banca dati regionale anagrafe degli animali d'affezione) \n1. È istituita la Banca dati regionale anagrafe degli animali d'affezione, di seguito denominata Banca dati. La Banca dati è consultabile dagli organi di controllo delle ASL , dai Comuni, dai \nsoggetti di cui all'articolo 6, comma 2 della legge 20 luglio 2004, n. 189 (Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate), dalle forze dell'ordine e dalle associazioni protezionistiche iscritte all'Albo regionale. \n2. Il proprietario del cane residente nella Regione o domiciliato per un periodo di tempo superiore a novanta giorni, iscrive il proprio cane alla Banca dati tramite il servizio veterinario della ASL \nterritorialmente competente. \n3. Il proprietario di un cane è tenuto ad iscriverlo alla Banca dati entro quindici giorni dall'inizio del possesso o entro trenta giorni dalla nascita e, comunque, prima della sua cessione a qualunque titolo. I proprietari dei cani di età superiore ai due mesi non ancora identificati e registrati provvedono a far identificare e registrare i cani entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e dichiarano obbligatoriam ente la provenienza degli stessi con \nautocertificazione. Devono provvedere alla registrazione anche i proprietari dei cani già identificati mediante tatuaggio se non inseriti in Banca dati. \n4. Il cane iscritto alla Banca dati è identificato con microchip a norma ISO compatibile. \n5. Nella Banca dati sono annotati le generalità del proprietario, i dati identificativi del cane e il codice del microchip assegnato, gli interventi di profilassi e di polizia veterinaria nonché gli \neventuali interventi effettuati, ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione europea per la protezione \ndegli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, ratificata ai sensi della legge 4 \nnovembre 2010, n. 201, eseguiti sull'animale. \n6. L'ASL competente per territorio, al l'atto dell'iscrizione, compila una scheda identificativa in \nduplice copia nella quale sono riportati i dati di cui al comma 5. La copia di tale documento è rilasciata al proprietario unitamente alle informazioni sugli obblighi di legge. \n7. L'applicazione del microchip, in quanto atto medico veterinario, è effettuata contestualmente \nall'iscrizione in Banca dati presso le strutture dell'ASL o a pagamento, presso veterinari liberi professionisti accreditati dalla Regione. L'applicazione del microchip presso l e strutture delle ASL è \ngratuita, fatta eccezione per gli allevatori o proprietari di cani a scopo di commercio all'ingrosso e al dettaglio che sono tenuti al pagamento delle tariffe stabilite nel tariffario regionale in vigore per l'applicazione del micro chip e per i passaggi di proprietà. Le ASL destinano i proventi delle tariffe \nper l'incremento delle attività tese a incentivare l'adozione dei cani ricoverati nei canili municipali e convenzionati con i Comuni. \n8. I veterinari liberi professionisti accred itati verificano in ogni caso la presenza del microchip \nidentificativo del cane; nel caso di mancanza o di illeggibilità dello stesso, il proprietario o il \ndetentore sono informati degli obblighi di legge e il medico veterinario, libero professionista accreditato, ha facoltà di impiantarlo e, in caso di inadempienza, ne dà comunicazione al servizio \nveterinario. \n9. I cani randagi catturati sul territorio comunale e i cani liberi accuditi sono registrati dall'ASL a nome del Sindaco del Comune di cattura. In c aso di loro ricovero presso una struttura privata \nconvenzionata il titolare della struttura ne risulta il detentore. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 201910. Il proprietario del cane è tenuto a segnalare per iscritto al servizio veterinario dell'ASL \nterritorialmente competente: \na) la variazio ne della propria residenza o domicilio entro cinque giorni dall'evento; \nb) il trasferimento di proprietà del cane entro cinque giorni dall'evento; \nc) lo smarrimento, il furto o il ritrovamento del cane entro tre giorni dall'evento; \nd) il decesso del cane, entro tre giorni dall'evento, nonché idonea documentazione di avvenuto \nsmaltimento della carcassa (certificato di sepoltura o cremazione) secondo le vigenti norme; \ne) la detenzione del proprio cane presso luogo diverso da quello dichiarato all’atto di iscr izione \nin Banca dati, in caso di permanenza superiore a venti giorni. \n11. I servizi veterinari provvedono a registrare in Banca dati le variazioni di cui al comma 10 entro quarantotto ore dalla comunicazione del proprietario. \n12. La registrazione in Banca dati di cani e gatti è effettuata da veterinari liberi professionisti \naccreditati dalla Regione, secondo le modalità applicative definite con delibera della Giunta regionale. \n13. Sono esentati dall'obbligo dell'iscrizione alla Banca dati i cani di proprietà delle forze armate e dei corpi di pubblica sicurezza. \n14. I proprietari di gatti e furetti, su base volontaria, richiedono l'identificazione e la contestuale \nregistrazione del proprio animale nella Banca dati. L'applicazione del microchip è effettuata, a spese del proprietario, presso le strutture dell'ASL o presso il veterinario libero professionista accreditato. Per l'inserimento del microchip presso le strutture della ASL è applicata la tariffa stabilita nel tariffario regionale in vigore maggiorata de l costo del microchip. \n15. I gatti appartenenti alle colonie feline censite sono identificati dal servizio veterinario dell'ASL gratuitamente con il microchip all'atto della sterilizzazione e registrati nella Banca dati a nome del Sindaco del Comune compet ente per territorio. \n16. Il proprietario di cane o gatto vende o cede il proprio animale: \na) se identificato e registrato; \nb) di età superiore ai due mesi, fatti salvi i casi in cui i cuccioli di età inferiore ai due mesi sono allontanati dalla madre per m otivi sanitari certificati da un medico veterinario pubblico o da un \nmedico veterinario libero professionista accreditato dalla Regione per l'accesso e la registrazione alla Banca dati. \n17. È istituita, sul portale on line della Banca dati, la piattaforma informatica per favorire le adozioni dei cani randagi ricoverati nei canili nonché dei cani di proprietà di cui, previa verifica dei servizi veterinari delle ASL, risulta necessario il trasferimento per gravi, motivate e documentate ragioni per le quali il proprietario non può più prendersene cura.", '7': "(Registro Tumori Animali) \n1. E' istituito, presso il CRIUV e le ASL, il Registro Tumori Animali (RTA) della Regione Campania. \n2. I casi di tumore diagnosticati negli animali d'affezione nella Regione Camp ania sono soggetti a \nregistrazione nel RTA. \n3. Le informazioni che provengono dal RTA rappresentano il presupposto fondamentale per l'interscambio dei dati tra Registro Tumori dell'uomo e Registro Tumori degli animali previsto dall'articolo 6, comma 4, let tera g) della legge regionale 10 luglio 2012, n. 19 (Istituzione del \nRegistro Tumori di popolazione della Regione Campania). \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019", '8': "(Commissione per i diritti degli animali d'affezione) \n1. È istituita, presso la struttura regionale competente, la Commissione per i diritti degli animali con \ni seguenti compiti: \na) promuovere azioni volte alla piena realizzazione dei diritti degli animali d'affezione in conformità alla Dichiarazione universale dei diritti degli animali e alla normativa vigente in mate ria di tutela degli animali; \nb) svolgere attività di studio, approfondimento e ricerca sulle tematiche della presente legge; \nc) esprimere pareri, su richiesta degli organi regionali competenti, in ordine all'applicazione della normativa vigente; \nd) proporre piani, programmi ed azioni per le materie inerenti la presente legge; \ne) promuovere l’attività diretta a sviluppare la conoscenza della normativa in materia, le iniziative di informazione, di comunicazione e di sensibilizzazione. \n2. La Commissi one è composta: \na) dall'Assessore al ramo o suo delegato che la presiede; \nb) da un funzionario della struttura amministrativa competente in materia di tutela della salute, con funzioni di segretario; \nc) da un medico veterinario dell'unità operativa dirigenziale prevenzione e sanità pubblica veterinaria; \nd) da un dirigente veterinario del CRIUV; \ne) da due medici veterinari in servizio presso le ASL della Regione Campania; \nf) da tre medici veterinari liberi professionisti designati collegialmente dagli ordini provinciali \ndei medici veterinari, tra i quali un etologo, docente universitario; \ng) da cinque rappresentanti delle associazioni protezioniste o animaliste iscritte all'Albo regionale di cui all'articolo 20; \nh) da un rappresentante dell’Associazione Nazio nale Comuni Italiani (ANCI) regionale; \ni) da un rappresentante dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (IZS) della Campania; \nl) dal Garante regionale per i diritti degli animali; \nm) da un rappresentante di associazioni di settore. \n3. La Commissione è nominata con de creto del Presidente della Giunta regionale e dura in carica \nquattro anni. Il mandato dei componenti è espletato a titolo gratuito e non dà luogo all’attribuzione di alcun tipo di compenso o indennità di natura equivalente e rimborso spese. \n4. La Commissio ne è convocata dal Presidente con cadenza trimestrale in via ordinaria; su richiesta \nmotivata di almeno tre componenti, in via straordinaria. Le consultazioni della Commissione sono \nobbligatorie mentre i pareri non sono vincolanti.", '9': "(Responsabilità e doveri dei proprietari e dei detentori di animali d’affezione) \n1. I proprietari e i detentori di animali d'affezione sono responsabili dello stato di salute e del \nbenessere generale del proprio animale e provvedono alla sistemazione e a fornire adeguate cure e attenzioni allo stesso, tenendo conto dei bisogni fisiologici e etologici secondo l'età, il sesso, la specie, la razza, la taglia e le condizioni di salute. ln particolare sono tenuti a: \na) rifornire di acqua e cibo in quantità adeguata all’età e alla taglia; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019b) garantire le necessarie cure sanitarie e rieducative e un adeguato livello di benessere \npsicofisico ed etologico; \nc) consentire un'adeguata possibilità di esercizio fisico e di socializzazione con i simili; \nd) garantire l'adeguato e costante controllo dell'animale al fine di evitare rischi per la pubblica \nincolumità; \ne) assicurare la regolare ed adeguata pulizia degli spazi di dimora; \nf) assicurare la rimozione delle deiezioni dal suolo pubblico. \n2. Il proprietario di un cane iscritto alla Ba nca dati regionale anagrafe degli animali d'affezione, di \ncui all'articolo 6, che per gravi e documentati motivi è impossibilitato a tenere presso di sé \nl'animale, può fare domanda al Sindaco del Comune di residenza per l'autorizzazione a consegnare il can e a un canile pubblico o convenzionato secondo quanto stabilito dall'articolo 4, comma 1, \nlettera o). \n3. E’ vietato detenere animali d’affezione alla catena o ad altro strumento di contenzione similare.", '10': "(Misure di protezione animale e tutela del la pubblica incolumità) \n1. I cani e i gatti possono essere soppressi solo nei casi, con le modalità e dai soggetti previsti dalla normativa vigente. I cani di comprovata pericolosità sono trasferiti in idonea struttura e, comunque, sottoposti ad appositi percorsi di recupero comportamentale finalizzati alla stabilizzazione caratteriale dell'animale. \n2. Fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente, è vietato: \na) uccidere o cagionare agli animali d’affezione lesioni oppure sottoporli a sevizie, a fatic he, a \nprivazioni o a lavori insopportabili per le loro caratteristiche fisiologiche ed etologiche, sia in modo occasionale che abituale; \nb) somministrare agli animali d'affezione sostanze dopanti o vietate oppure sottoporli a trattamenti che procurano un d anno alla salute degli stessi; \nc) abbandonare animali d'affezione a qualsiasi titolo detenuti; \nd) detenere gli animali d'affezione in condizioni incompatibili con la loro natura; \ne) selezionare o incrociare cani con lo scopo di svilupparne l'aggressività ; \nf) addestrare cani per esaltarne l'aggressività; \ng) impiegare gli animali d'affezione in combattimenti o competizioni non autorizzate e in spettacoli, gare, competizioni sportive, rappresentazioni di ogni genere, pubbliche o private, che comportano maltr attamenti o sevizie agli stessi; \nh) sottoporre gli animali di affezione ad interventi chirurgici destinati a modificarne l'aspetto o finalizzati ad altri scopi non curativi, in particolare il taglio delle orecchie, il taglio della coda, la recisione delle corde vocali e l'asportazione delle unghie. Gli animali d'affezione che \npresentano tali mutilazioni non possono essere commercializzati o esposti in fiere, mostre, gare di lavoro. Gli interventi sono consentiti solo per finalità curative e con modalità conservative documentate e certificate da un medico veterinario, che provvede contestualmente alla comunicazione alla ASL competente per la registrazione dell'intervento in Banca dati dell'anagrafe regionale. Tale certificato accompagna l'animale e deve esser e esibito a richiesta \ndelle autorità competenti; \ni) lasciare gli animali d'affezione isolati o confinati; l) utilizzare gli animali d'affezione come premio o regalo per giochi, feste, sagre, lotterie, \nsottoscrizioni o attività similari; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019m) cedere o vendere cani e gatti per qualunque tipo di sperimentazione, fatto salvo quanto \nprevisto dalle legislazioni o farmacopee nazionali o internazionali; \nn) praticare l'accattonaggio con animali d'affezione; \no) cedere o vendere animali d’affezione a minorenni; \np) cedere o vendere cani e gatti per qualunque tipo di sperimentazione, fatto salvo quanto \nprevisto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26 (Attuazione della direttiva 2010/63/UE \nsulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici). \n3. I Comuni e i servizi veterinari delle ASL e i veterinari liberi professionisti, nel rispetto delle \nordinanze ministeriali in materia, per favorire un corretto sviluppo della relazione tra il cane ed il proprietario al fine di consentire l'integrazione dell'animale n el contesto sociale, organizzano \npercorsi formativi per i proprietari di cani, in conformità al decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali 26 novembre 2009, n. 43271 (Percorsi formativi per i proprietari dei cani) avvalendosi della collaborazione degli ordini professionali dei medici veterinari, dei dipartimenti di medicina veterinaria delle università, delle associazioni veterinarie e di settore e delle associazioni di protezione animale. A seguito di episodi di morsicatura, di aggressione o sulla base di altri episodi di rischio, i Comuni, su indicazione dei servizi veterinari, individuano, nell'ambito della tutela dell'incolumità pubblica, i proprietari di cani che hanno l'obbligo di svolgere i percorsi formativi. Per gli altri proprietari tali percorsi sono facoltativi. Le spese per i percorsi formativi sono sempre a carico del proprietario del cane. \n4. I servizi veterinari delle ASL detengono il registro aggiornato di cani dichiarati a rischio elevato di aggressività a segui to di episodi di morsicature e aggressioni. \n5. I proprietari dei cani inseriti nel registro di cui al comma 4 stipulano una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi causati dal proprio cane e applicano il guinzaglio e la museruola al cane quando si trova in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.", '11': "(Canili municipali e canili privati) \n1. La Regione, d'intesa con i Comuni singoli o associati, promuove la realizzazione dei canili municipali e la riqualificazione di quelli esistenti nonché la realizzazione di gattili sanitari per il \nricovero di gatti feriti. \n2. Il dimensionamento e il numero dei canili municipali è rapportato alla popolazione dei cani randagi presenti sul territorio stimata dai servizi veterinari delle ASL territorialmente competenti. \n3. L’attivazione dei canili pubblici o privati è subordinata alla presentazione di una Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) da trasmettere allo Sportello Unico per le attività produttive (SUAP) territorialm ente competente ai sensi della normativa vigente. Con successivo atto la \nRegione stabilisce le modalità di presentazione delle SCIA ed i criteri per calcolare la capacità recettiva massima delle strutture. \n4. I canili municipali e privati sono realizzati e riqualificati, tenuto conto delle necessità fisiologiche ed etologiche degli animali e nel rispetto delle seguenti caratteristiche tecniche strutturali: \na) un ambulatorio autorizzato a norma di legge; \nb) un locale destinato allo stivaggio e alla preparaz ione degli alimenti; spogliatoi, docce e \nservizi igienici per il personale addetto; \nc) un reparto contumaciale isolato, distinto in due aree separate rispettivamente destinate alla quarantena dei cani in arrivo ed all'isolamento di quelli ammalati, garante ndo aree riscaldate; \nd) box adeguatamente attrezzati per la custodia dei cuccioli; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019e) i box che accolgono un solo cane prevedono una zona coperta e una scoperta con un'area \nminima totale di: \n1) due metri quadrati per cane di piccola taglia ossia cuccioli e cani di peso non superiore a \n2 chilogrammi; \n2) tre metri quadrati e mezzo per cane di taglia media, ossia cani di peso non superiore a 8 \nchilogrammi; \n3) quattro metri quadrati e mezzo per cane di taglia grande, ossia cani di peso compreso tra \n8 e 15 chilogrammi; \n4) sei metri quadrati per cane di taglia gigante, ossia cani di peso superiore a 15 \nchilogrammi; \nf) i box che accolgono più animali rispettano le caratteristiche e le misure di cui alla lettera e) proporzionalmente al numero e al tipo degli a nimali ivi ospitati e possono comprendere un'area \nin terra battuta; \ng) i box, a garanzia della sicurezza degli altri cani e degli operatori, destinati ai cani mordaci o aggressivi; \nh) un adeguato impianto di approvvigionamento idrico e un'adeguata recinzione di tutta la struttura. Le recinzioni esterne ed interne non devono presentare parti che possono arrecare ferite o danni agli animali e devono essere tenute sempre in perfette condizioni di manutenzione; \ni) le aree di comune utilizzo per la ricreazione d ei cani. \n5. Il proprietario del canile presenta all’ASL territorialmente competente, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, un piano di adeguamento alle indicazioni previste dal presente articolo. \n6. I canili sono realizzati nel rispetto delle seguenti caratteristiche di gestione: \na) garantiscono, salvo intervenute condizioni straordinarie della struttura, orari di accesso al pubblico interessato alle adozioni per sei giorni settimanali, cinque ore giornaliere, compresa \nun’ape rtura di almeno quattro ore di un giorno festivo o prefestivo. L’orario di apertura al \npubblico è comunicato al Comune proprietario dei cani e al servizio veterinario ufficiale, \nnonché pubblicizzato sul sito dei citati enti e chiaramente visibile all’ingre sso della struttura; \nb) nell’ambito della socializzazione inter e intra specifica, della formazione e dell’eventuale recupero di cani con problematiche comportamentali, comprendono nel proprio organico educatori e addestratori cinofili riconosciuti; \nc) ne ll’ambito della rieducazione e recupero, si possono avvalere di un medico veterinario \ncomportamentista o di un medico veterinario esperto in etologia e i lavori sono puntualmente documentati e comprovati; \nd) si dotano di apposito portale web contenente le informazioni relative agli animali ospitati presso le strutture, garantendo ai Comuni l’accesso ventiquattro ore al giorno ai dati degli animali ospitati per proprio conto; \ne) dimostrano, documentano e comprovano, con piano e personale qualificato, la real izzazione \ndi programmi e di iniziative finalizzati a incentivare le adozioni; \nf) garantiscono lo smaltimento delle carcasse nel rispetto della normativa comunitaria e \nnazionale vigente. \n7. Il titolare del canile affida, con regolare contratto, la direzione sanitaria a un veterinario libero \nprofessionista. Il canile pubblico o privato deve avere un registro delle presenze del direttore sanitario o dell'eventuale sostituto. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 20198. I canili sono forniti di apposito registro vidimato dalla ASL di carico- scarico deg li animali che \ncontiene la descrizione degli animali, le informazioni sul microchip, sulla provenienza, sulla data \nd'ingresso, sulla destinazione e sulla data di uscita del cane o del decesso. \n9. I cani ricoverati nei canili sono identificati con microchip e iscritti nella Banca dati all'atto del \nricovero, secondo le modalità previste dall'articolo 6. Per il cane è prevista una scheda sanitaria individuale, completa di foto dell'animale al momento del ricovero, redatta dal direttore sanitario. \n10. Le strutt ure di cui al presente articolo possono avere una recettività massima di \ntrecentocinquanta animali. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, le strutture esistenti che ospitano un numero di animali superiore a quello indicato non possono accog lierne altri. \n11. I canili sono dotati di personale per il governo degli animali in numero adeguato, nella misura del rapporto personale/cane pari rispettivamente a uno/duecento, in possesso di qualificata formazione professionale in materia sufficiente a garantire la gestione e il mantenimento degli animali nel pieno rispetto del loro benessere.", '12': "(Controllo del randagismo) \n1. Il cane catturato dal servizio veterinario dell'ASL è ospitato presso il canile ed è restituito al proprietario, se regolarmente identificato ai sensi dell'articolo 6, oppure se non identificato ma riconosciuto dal proprietario, previa identificazione ed iscrizione nell’anagrafe degli animali d’affezione e pagamento delle spese sostenute dall'ASL e dall'amministrazione comunale rispettivamente per la cattura ed il ricovero del cane presso il canile. \n2. Il cane catturato e identificato, ai sensi dell'articolo 6, in caso di non rintracciabilità del proprietario ed a seguito di espletamento di tutte le procedure necessarie, relative alla notifica del \nritrovamento effettuate dalla ASL di competenza, è reso disponibile per l'adozione, previo espletamento delle attività sanitarie di primo livello. \n3. Il cane catturato e non reclamato è ospitato presso la struttura sanitaria del l'ASL di cui all'articolo \n5, comma 2 per il tempo necessario all'espletamento delle prestazioni sanitarie di primo livello, di cui all'articolo 2, comma 1, lettera l). Il cane è iscritto nell’anagrafe degli animali d’affezione a nome del Comune dove è stat o catturato. \n4. II cane catturato e non reclamato, previo espletamento dei controlli sanitari di primo livello, può essere ceduto in affidamento temporaneo a privati oppure a enti o associazioni protezionistiche. Essi hanno l'obbligo di ottemperare alle di sposizioni di cui agli articoli 6 e 9. Trascorsi trenta giorni dalla \ncattura, i cani possono essere destinati all'adozione. L'affido avviene: \na) in forma temporanea, nel caso in cui non siano ancora trascorsi trenta giorni dall'accalappiamento. Gli affidat ari si impegnano a restituire l'animale ai proprietari che ne \nfacciano richiesta entro i suddetti termini; \nb) in forma definitiva (adozione) quando siano trascorsi trenta giorni dall'accalappiamento ed il proprietario non abbia reclamato l'animale. \n5. Gli animali dei canili ceduti ai privati o alle associazioni richiedenti sono anagrafati e sterilizzati prima della cessione. Nel caso di cessione di cuccioli di età inferiore ai sei mesi la cessione avviene con impegno scritto da parte del futuro adottante a provvedere alla sterilizzazione dell’animale una volta raggiunta l’età idonea all’intervento. La Regione, i Comuni, le associazioni protezionistiche riconosciute dalla Regione Campania, iscritte all'Albo regionale, i gestori di canili privati convenzionati con i Comuni possono provvedere a promuovere percorsi di adozione consapevole \ndegli animali ospiti dei canili, con particolare riferimento agli animali con disabilità e cani con certificati problemi comportamentali. I Comuni, nella gestione delle attività di adozione si \navvalgono della collaborazione delle associazioni protezionistiche iscritte all'Albo regionale, anche \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019quando il servizio di mantenimento e custodia è affidato a privati. Il percorso di adozione prevede \ngaranzie di benessere, di buon trattam ento e di corretta custodia dell'animale affidato. Le adozioni \ndei cani dalle strutture pubbliche e private possono avere solo la finalità di trasferimento definitivo in una famiglia. E’ vietata l’adozione, in qualsiasi forma, finalizzata a stalli o trasfe rimenti in altre \nstrutture di transito. \n6. In nessun caso i cani vaganti o presenti nelle strutture o i gatti presenti nelle colonie feline possono essere ceduti a Paesi la cui normativa sui maltrattamenti degli animali di affezione e sul loro utilizzo per finalità di sperimentazione scientifica contrasta con la legislazione italiana. Il \ndivieto è esteso anche ai Paesi che non dispongono di un’anagrafe degli animali d’affezione obbligatoria.", '13': "(Disciplina dei cani liberi accuditi) \n1. Al cane si ricon osce il diritto di essere animale libero, se si accerta la non sussistenza di \ncondizioni di pericolosità per uomini, animali e cose. I Comuni provvedono a disciplinare le condizioni per il riconoscimento di cani liberi accuditi. \n2. Il servizio veterinario dell'ASL, nel rispetto di quanto previsto dal decreto del Presidente della \nRepubblica 8 febbraio 1954, n. 320 (Regolamento di polizia veterinaria) e dell'articolo 672 del codice penale, su proposta delle associazioni di volontariato di cui all'articolo 20 o dei cittadini, \naccerta le condizioni per il riconoscimento dei cani liberi accuditi e le comunica al Sindaco competente che riconosce i cani idonei, informandone la cittadinanza con avviso pubblico. \n3. I cani liberi accuditi, a seguito del riconosciment o, sono sterilizzati dal servizio veterinario della \nASL competente per territorio o da medici veterinari convenzionati. 4. I cani liberi accuditi sono iscritti nella Banca dati a nome del Sindaco del Comune che ne ha \neffettuato il riconoscimento e l’associazione proponente ne ha cura per l’accudimento. \n5. Il cane libero accudito, dopo la sua sterilizzazione e il relativo censimento, è reintrodotto nella \nzona esatta da dove è stato prelevato. \n6. È vietato a chiunque e per qualsiasi motivo spostare su altri territori cani dichiarati liberi accuditi \ndal Comune di appartenenza.", '14': "(Protezione dei gatti in libertà) \n1. I gatti che vivono in libertà sono tutelati dalle Istituzioni. \n2. È vietato a chiunque maltrattare o spostare dal loro territorio i gatti che vivono in libertà o le \ncolonie feline. \n3. Le colonie feline sono censite e monitorate dal servizio veterinario ASL che redige e aggiorna la mappatura con registrazione nei sistemi informatici regionali della colonia felina censita. La cattura dei gatti che vivono in stato di libertà è consentita solo per la sterilizzazione e per le cure sanitarie \nnecessarie al loro benessere. \n4. I gatti in libertà possono essere soppressi solo nei casi previsti dalla normativa vigente. \n5. Le colonie feline possono esse re gestite da cittadini o dalle associazioni iscritte all’Albo di cui \nall'articolo 20, cui compete, in occasione dei piani di sterilizzazione previsti dal Comune, il compito di prelevare gli animali, trasportarli all'ASL per la sterilizzazione e rimetterli nella colonia di \nprovenienza. I cittadini e le associazioni che gestiscono colonie feline monitorano il numero dei gatti delle colonie in gestione, le loro condizioni di salute e sopravvivenza, avvalendosi dell'opera di medici veterinari e garantiscono un a corretta igiene ambientale dei luoghi di permanenza della \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019colonia. E’ fatto obbligo a coloro che accudiscono le colonie di garantire la pulizia e il decoro delle \naree adibite alle attività necessarie alla tutela delle stesse. \n6. Le colonie feline possono essere spostate dalla zona abitualmente frequentata ad altra zona preventivamente individuata solo per gravi e documentate necessità delle colonie stesse. Lo spostamento ad altro sito idoneo all'accoglienza dei gatti è autorizzato dal Sindaco, previo par ere \ndel servizio veterinario pubblico. \n7. I Comuni singoli o associati possono dedicare aree all'accoglienza dei gatti liberi che non \npossono essere reintegrati nelle colonie di appartenenza per accertati problemi fisici, a seguito di prestazioni sanitarie di cui all'articolo 5, comma 1, lettera f). \n8. I gatti che vivono in libertà, anche se non appartenenti a colonie dichiarate, sono sterilizzati dal servizio sanitario dell’ASL, anche con la collaborazione di medici veterinari convenzionati. I gatti liberi o appartenenti a colonie, una volta sterilizzati, sono identificati mediante apposizione di \nmicroc hip, iscritti in Banca dati e intestati al Sindaco del Comune di cattura.", '15': "(Accesso dei cani alle spiagge) \n1. L'accesso dei cani alle spiagge pubbli che è consentito secondo quanto previsto dall’elenco delle \naree di accoglienza di cui all’articolo 3, comma 1, lettera l). \n2. I Comuni costieri possono individuare, entro il 30 aprile di ciascun anno, le spiagge in cui è vietato l'accesso ai cani, preveden do, comunque, un tratto adeguato di spiaggia per il quale è \nconsentito l'accesso secondo quanto previsto da apposito regolamento. \n3. I concessionari o i gestori che intendono limitare l'accesso dei cani alle spiagge in concessione, \nentro il 31 gennaio di ogni anno, inoltrano richiesta di autorizzazione ai Comuni e, in caso di \naccoglimento dell'istanza, espongono l'avviso con il numero di protocollo dell'ordinanza autorizzativa.", '16': "(Trasporto degli animali d'affezione) \n1. Il trasporto e la custodia de gli animali d'affezione avvengono con mezzi di trasporto e contenitori \nadeguati alla specie e alla dimensione degli animali tali da consentire i controlli e garantire il benessere degli animali trasportati. \n2. Ad ogni trasporto si applicano le disposizioni vigenti in materia di benessere animale e il \nconducente: \na) assicura un’adeguata aerazione del veicolo; \nb) assicura la corretta climatizzazione della vettura lungo il tragitto. \n3. E’ vietato lasciare animali chiusi in qualsiasi autoveicolo o rimorchio o altro mezzo di \ncontenzione per un periodo di tempo prolungato.", '17': "(Allevamento degli animali d'affezione) \n1. Fermo restando il rispetto della normativa sanitaria vigente, l’attivazione delle strutture destinate \nal ricovero, all’allevamento, al commercio, alla pensione, alla toelettatura, all’addestramento degli animali d’affezione è subordinata alla presentazione di una SCIA al SUAP del Comune territorialmente competente. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019", '18': "(Obblighi degli allevatori di cani e gatti e dei commercianti di animali d'affezione) \n1. Gli allevatori di cani e gatti, i commercianti di animali d’affezione, i titolari di attività di \npensione, di toelettatura, nonché di aree di addestramento sono tenuti all'osservanza degli obblighi di cui all'articolo 9, comma 1. I soggetti suindicati o loro delegati hanno l'attestazione di qualificata formazione professionale in materia per la gestione e il mantenimento degli animali nel pieno rispetto del loro benessere. \n2. Gli allevatori e i commercianti di animali d'affezione non possono: \na) esporre animali nelle vetrine o all’esterno del punto di vendita o dell’allevamento; \nb) cedere o vendere animali ai minori; \nc) effettuare il commercio di animali in forma ambulante. \n3. Gli allevatori e i commercianti di animali d’affezione han no un apposito registro di carico e \nscarico degli animali, vidimato dall’ASL, presso l’esercizio o l’allevamento che rendono \ndisponibile al controllo degli organi preposti. \n4. Gli allevatori ed i commercianti di cani e gatti a scopo di commercio, di cui a i commi 2 e 3, \nhanno l'obbligo di: \na) possedere idoneo sistema per la lettura del microchip, vendere o cedere gli animali soltanto se identificati e registrati in Banca dati, se previsto, e previa certificazione di buona salute rilasciata, all'atto della v endita, da un medico veterinario; \nb) notificare il trasferimento di proprietà del cane e del gatto, entro dieci giorni dalla cessione o vendita, alla ASL territorialmente competente per sede di esercizio commerciale; \nc) individuare un medico veterinario di riferimento quale direttore sanitario dell’attività; \nd) comunicare al servizio veterinario ASL l’avvenuta cessazione dell’attività unitamente \nall’elenco degli animali invenduti con l’indicazione della loro destinazione entro dieci giorni dall’evento. \n5. I commercianti di cani e gatti in possesso di specifica autorizzazione dell'Ufficio veterinario del \nMinistero della salute per gli adempimenti comunitari (UVAC) sono tenuti, previo accreditamento presso la regione Campania alla pre- registrazione dei cani e gatti di provenienza comunitaria nella \nBanca dati regionale entro quarantotto ore dall'arrivo degli animali.", '19': "(Formazione) \n1. La Regione, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, nell'ambito del piano di formazione pr ofessionale, organizza in collaborazione con le ASL, le università, l'Istituto \nzooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno, gli ordini professionali, i soggetti accreditati alla formazione e le associazioni protezioniste iscritte all'Albo regionale o rico nosciute enti morali, corsi \ndi formazione e aggiornamento in materia di igiene urbana veterinaria da svolgersi sul territorio regionale destinati a: \na) personale veterinario delle ASL; \nb) personale dei competenti uffici comunali nonché della polizia munic ipale; \nc) medici veterinari e direttori sanitari dei canili; \nd) guardie zoofile di associazioni protezionistiche di cui all'articolo 20, per le quali è stilato un apposito programma di formazione e aggiornamento relativo alle procedure e competenze, alle \nfunzioni di pubblico ufficiale, alla tutela penale degli animali, all’accertamento delle sanzioni amministrative; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019e) titolari di canili, allevamenti e pensioni per animali e toelettature, possessori di cani e gatti a \nscopo di commercio; \nf) personale addet to alla cattura, al soccorso ed alla custodia dei cani e dei gatti. \n2. La Regione promuove, altresì, iniziative di formazione per la protezione degli animali, nonché progetti e iniziative rivolte alla sensibilizzazione dei giovani in età scolare e dell’opi nione pubblica.", '20': "(Istituzione dell'Albo regionale delle associazioni per la protezione degli animali e la prevenzione \ndel randagismo) \n1. È istituito presso la Giunta regionale, l'Albo delle associazioni per la protezione degli animali e la prevenzi one del randagismo. \n2. Le associazioni che alla data di entrata in vigore della presente legge fanno richiesta di iscrizione all'Albo di cui al comma 1, sono costituite con atto pubblico, hanno come precipua finalità statutaria la tutela degli animali d’af fezione e operano nella Regione da almeno tre anni. \n3. Per l'iscrizione all'Albo, le associazioni presentano domanda al Presidente della Giunta regionale per il tramite della ASL competente territorialmente per sede legale, corredata da: \na) copia dell'atto costitutivo; \nb) statuto da cui si evince l'assenza di lucro e che la finalità principale è la prevenzione del randagismo e la protezione degli animali; \nc) bilancio dell'anno in corso; \nd) previsione di bilancio dell'anno successivo; \ne) relazione documentat a dell'attività esercitata nonché dell'efficienza, organizzativa ed \noperativa, certificata dal servizio veterinario dell'ASL territorialmente competente per sede di \nattività. \n4. Le associazioni, entro il 31 marzo di ogni anno successivo a quello dell’iscri zione, presentano \nalla Regione, per il tramite della ASL competente sulla sede legale o sulla sede operativa per le \nassociazioni nazionali, un rendiconto annuale delle attività svolte in collaborazione con il servizio \nveterinario dell'ASL competente. L’ass ociazione è cancellata dall’Albo in assenza di attività, \ncertificata dall’ASL. \n5. La Regione può erogare alle associazioni iscritte all'Albo contributi annuali per la realizzazione di progetti operativi specifici relativi alla sensibilizzazione dell'opinio ne pubblica, alla tutela e alla \nprotezione degli animali d'affezione. \n6. Le associazioni presentano, entro il 30 luglio e il 30 gennaio di ogni anno, un rendiconto semestrale sullo stato di attuazione dei singoli progetti finanziati.", '21': "(Guardie zoof ile) \n1. La vigilanza e l’applicazione della presente legge è affidata alle: \na) guardie zoofile volontarie regionali; \nb) guardie particolari giurate delle associazioni protezionistiche e zoofile riconosciute, nominate ai sensi dell’articolo 6, comma 2, della legge 189/2004. \n2. Le guardie zoofile volontarie regionali sono nominate dal Presidente della Giunta, su proposta delle associazioni protezionistiche di cui all’articolo 20, per un limite massimo del 10 per cento degli iscritti all'associazione richi edente e svolgono i loro compiti a titolo volontario e gratuito in \nconformità al regolamento regionale vigente. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 20193. Sono nominati guardie zoofile regionali coloro che sono in possesso di un attestato di idoneità, \nvalido dieci anni, rilasciato a seguito di p artecipazione a un corso di formazione o di \naggiornamento, autorizzato dalla Regione Campania ai sensi dell'articolo 19. \n4. Le guardie zoofile regionali volontarie partecipano a corsi di aggiornamento entro e non oltre il \ndecimo anno di validità dell'atte stato di idoneità, pena la revoca della qualifica. \n5. Il trasferimento delle guardie zoofile regionali volontarie tra le associazioni di cui all'articolo 20 deve essere comunicato dal legale rappresentante dell'associazione di destinazione alla struttura regionale competente per la necessaria voltura del decreto di nomina. \n6. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale predispone un apposito regolamento recante la disciplina delle attività delle guardie zoofile regionali.", '22': "(Indennizzo per le perdite zootecniche da cani randagi o inselvatichiti) \n1. La Regione indennizza gli allevatori per le perdite di bestiame subite ad opera dei cani randagi o inselvatichiti, accertate e certificate dai servizi veterinari delle ASL, in misura pari al valore medio di mercato, determinato ai sensi dell'articolo 2 del decreto del Ministro alla sanità 20 luglio 1989, n. 298 (Regolamento per la determinazione dei criteri per il calcolo del valore di mercato degli animali abbattuti ai sensi della legge 2 giugno 1988, n. 218, recante misure per la lotta contro l'afta epizootica ed altre malattie epizootiche degli animali) ridotto del 20 per cento. \n2. Le modalità di liquidazione dell'indennità di cui al comma 1 sono stabilite con deliberazione \ndella Giunta regionale.", '23': "(Contributi regionali) \n1. La Regione eroga, nei limiti delle disponibilità di bilancio, contributi per la realizzazione degli \nobiettivi della presente legge, attribuendo priorità decrescente ai progetti presentati nell'ordine da \nComuni capoluoghi di provincia, da Comuni associati e Comuni singoli, da ASL e da associazioni \nprotezionistiche iscritte all'Albo regionale . \n2. La Regione eroga contributi finalizzati: \na) agli enti locali per attuare, prioritariame nte, piani di controllo delle nascite attraverso la \nsterilizzazione, nonché il risanamento e la costruzione dei canili municipali, come previsto dalla normativa vigente; \nb) alle ASL per il potenziamento delle strutture sanitarie deputate all'erogazione de lle \nprestazioni di primo e secondo livello, nonché per l'istituzione ed il funzionamento del numero verde regionale di cui all'articolo 5, comma 3; \nc) alle associazioni protezionistiche iscritte all'Albo regionale per la realizzazione di progetti operativ i di cui all'articolo 20, comma 5. \n3. La Giunta regionale, con propria deliberazione, stabilisce i criteri, le modalità ed i termini per la concessione dei contributi previsti dalla presente legge.", '24': '(Istituzione del Garante regionale dei Diritti degli Animali) \n1. E’ istituito, presso il Consiglio Regionale della Campania, il Garante regionale dei Diritti degli Animali, di seguito denominato Garante, per assicurare sul territorio regionale, il benessere degli animali e una migliore convivenza con l a collettività umana. Il Garante svolge la propria attività in \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019piena autonomia e con indipendenza di giudizio e valutazione e non è sottoposto ad alcuna forma di \ncontrollo gerarchico o funzionale. \n2. Il Garante svolge le seguenti funzioni: \na) vigila sull’a pplicazione, su tutto il territorio regionale, della Dichiarazione Universale dei \nDiritti degli Animali proclamata il 15 ottobre 1978, presso la sede dell’Unesco a Parigi, nonché \nsulla normativa statale, regionale, locale, dell’Unione europea ed internazio nale vigente in \nmateria di tutela e degli animali; \nb) promuove, in sinergia con la Commissione di cui all’articolo 8, campagne di sensibilizzazione e di informazione in materia di tutela dei diritti degli animali, curando la conoscenza delle norme statali, regionali, locali, dell’Unione Europea ed internazionali con \nriferimento alle scuole di ogni ordine e grado; \nc) riceve segnalazioni e reclami da chiunque è a conoscenza di atti o comportamenti lesivi dei diritti degli animali, vigilando sulla corretta a pplicazione delle normative legislative e \nregolamentari in materia di diritti degli animali e rappresenta alle amministrazioni competenti la necessità dell’adozione di interventi adeguati alla rimozione delle cause che li determinano; \nd) promuove e sostiene iniziative ed interventi rivolti alla conservazione ed al rispetto degli ecosistemi e degli equilibri ecologici al fine di garantire gli habitat cui gli animali sono legati per la loro esistenza e formula proposte per la elaborazione di progetti intesi a migliorare le \ncondizioni di vita degli animali; \ne) individua nella tutela degli animali uno strumento finalizzato al rispetto ed alla tolleranza verso tutti gli esseri viventi e in particolare verso le specie più deboli; \nf) cura rapporti di scambio, studi o e ricerca con i Garanti degli animali istituiti nei Comuni della \nCampania, nonché con altri organismi operanti nell’ambito della tutela e della salvaguardia degli animali. \n3. Il Garante è scelto tra persone di notoria indipendenza e di comprovata profess ionalità, \ncompetenza ed esperienza nel settore dei diritti degli animali, attuando le procedure di evidenza \npubblica previste dalla legge regionale 7 agosto 1996, n. 17 (Nuove norme per la disciplina delle \nnomine e delle designazioni di competenza della Re gione Campania). \n4. Il Garante è nominato con decreto del Presidente del Consiglio regionale a seguito di elezione da parte del Consiglio regionale, con la maggioranza dei due terzi dei voti favorevoli nelle prime due votazioni e con la maggioranza semplic e nella terza votazione. Il Consiglio regionale, con voto a \nmaggioranza assoluta dei componenti, può revocare il Garante per gravi e comprovati motivi di ordine morale o per gravi violazioni di legge o per totale inattività. \n5. Il Garante dura in carica cinque anni e può essere riconfermato una sola volta. \n6. Al Garante si applicano le incompatibilità previste dall’articolo 4 della legge regionale 27 luglio \n2012, n. 24 (Campania zero – Norme per una Campania equa, solidale e trasparente in materia di \nincompatibilità) ed inoltre è incompatibile con qualsiasi altra carica elettiva pubblica. \n7. Il mandato del Garante è espletato a titolo gratuito e non dà luogo all’attribuzione di alcun tipo di compenso o indennità di natura equivalente e rimborso spese. \n8. L’Ufficio del Garante ha sede presso il Consiglio regionale. L’ufficio di Presidenza del Consiglio \nprovvede per le risorse umane e strutturali, nell’ambito della dotazione organica e strumentale del Consiglio regionale, senza ulteriore aggravio di spesa. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019', '25': "(Sanzioni amministrative) \n1. Alle violazioni delle norme contenute nella presente legge si applicano le seguenti sanzioni \namministrative pecuniarie fatta salva l'applicazione di ulteriori sanzioni previste dalla normativa nazionale ed in concorso con eventuali reati: \na) per la violazione di cui all'articolo 6, commi 2, 3, 8 e 10 da euro 100,00 a euro 600,00; \nb) per la violazione di cui all'articolo 6, comma 16 da euro 150,00 a euro 900,00; \nc) per la violazione di cui all'articolo 9, comma 1 da eur o 50,00 a euro 300,00; \nd) per la violazione di cui all'articolo 10, comma 2, lettere a), b), c), d), e), f), g), h), i), l), o) e comma 5 da euro 500,00 a euro 3.000,00; \ne) per la violazione di cui all'articolo 10, comma 2, lettera n), da euro 150,00 a eur o 600,00; \nf) per la violazione di cui all'articolo 10, comma 2, lettera m), da euro 5.000,00 a euro 30.000,00; \ng) per la violazione di cui all'articolo 17, comma 1 da euro 1.000,00 a euro 6.000,00; \nh) per la violazione di cui all'articolo 18, commi 2, 3, 4, e 5 da euro 500,00 a euro 3.000,00; \ni) per la violazione delle disposizioni regolamentari adottate, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, \nlettera m) numero 1 da euro 100,00 a euro 600,00; numeri 2, 3, 4, 5 da euro 500,00 a euro \n3.000; \nl) per le violazioni di cui all’articolo 14, comma 2, da euro 150,00 a euro 900,00. \n2. Le Autorità competenti alla rilevazione e contestazione degli illeciti sono i servizi veterinari delle ASL, le Polizie municipali nonché gli altri soggetti di cui all’articolo 13, comma 4 de lla legge 24 \nnovembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale). \n3. La Regione Campania rappresenta l'Autorità prevista dall’articolo 18 della legge 689/1981 competente ad irrogare le sanzioni mediante ordinanze o ingiunzioni. \n4. La Regione Campania è l' Ente cui destinare i proventi contravvenzionali delle violazioni. Le \nsomme incassate, al netto delle spese sostenute, sono destinate al miglioramento dell'efficienza dei \ncontrolli ufficiali previsti dalla presente legge.", '26': "(Clausola valutativa) \n1. La Giunta regionale rende conto al Consiglio regionale dell'attuazione della presente legge e dei \nrisultati da essa ottenuti nel contrastare i maltrattamenti degli animali d'affezione ed il randagismo. \n2. A tal fine, la Giunta regionale trasmette alla Commissione consiliare permanente competente in \nmateria una relazione biennale contenente risposte documentate ai seguenti quesiti: \na) quali interventi sono stati realizzati e quali risultati sono stati ottenuti dagli enti incaricati dell'attuazione della pres ente legge, con particolare riguardo alle attività di controllo \ndemografico e di adeguamento delle strutture di ricovero e cura pubbliche e private; \nb) attraverso quali iniziative si è svolta l'attività di informazione e sensibilizzazione in tema di tutela degli animali e della correlata salute dei cittadini e da quali enti è stata promossa; \nc) attraverso quali modalità e con quali esiti i vari soggetti, pubblici e privati, hanno collaborato nell'espletamento delle funzioni loro demandate ai sensi della pre sente legge; \nd) quale è stato l'andamento dell'attività sanzionatoria prevista dalla legge; \ne) in che misura il fenomeno del randagismo si è manifestato nel biennio di riferimento, in termini quantitativi, tipologici e di distribuzione territoriale; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 21 del 15 Aprile 2019f) quali sono stati i costi sostenuti dai soggetti pubblici coinvolti nella gestione del fenomeno \ndel randagismo, monitorati dal CRIUV. \n3. La copia della relazione di cui al comma 2 è inviata per conoscenza alla Commissione per i diritti \ndegli animali di cui all'articolo 8, che può trasmettere alla Commissione consiliare permanente competente in materia un parere non vincolante.", '27': "(Abrogazione) \n1. La legge regionale 24 novembre 2001, n. 16 (Tutela degli animali d'affezione e prevenzione del randagismo) è abrogata.", '28': "(Copertura finanziaria) \n1. Agli oneri finanziari derivanti dall'applicazione della presente legge, pari ad euro 1.275.000,00, si provvede per ciascuno degli esercizi 2019, 2020 e 2021, a valere sulle risorse della Missione 13, Programm a 7, Titolo 2 per euro 25.000,00 e Missione 13, Programma 1, Titolo 1, per euro \n400.000,00 del bilancio di previsione finanziaria per il triennio 2019 – 2021 della Regione \nCampania.", '29': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 17 | null | {'1': '(Riconoscimento di legittimità di debito fuori bila ncio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi eur o 23.827,43, derivante dalla Sentenza n. 4116/19 \ndel Tribunale di Napoli, riassuntivamente descritto nella scheda di partita debitoria unita alla \ndeliberazione di Giunta regionale del 10 settembre 2019, n. 417, è riconosciuto legittimo, ai sensi e \nper gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 \n(Disposizioni in materia di armonizzazione dei sist emi contabili e degli schemi di bilancio delle \nRegioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio \n2009, n. 42), come modificato dal decreto legislati vo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni \nintegrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.118, recante disposizioni in materi a \ndi armonizzazione dei sistemi contabili e degli sch emi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e \ndei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 de lla legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito di cui all’articolo 1, si provvede mediante l’utilizzo delle risorse \ndell’esercizio finanziario 2019, per euro 23.827,43 a valere sullo stanziamento della Missione 09, \nProgramma 0904, Titolo 1.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno succ essivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 16 | null | {'1': '(Oggetto e finalità) \n1. La presente legge, in attuazione dell’articolo 2 della legge regionale 5 dicembre 2005, n. 21 \n(Riordino normativo ed abrogazione espressa di legg i tacitamente abrogate o prive di efficacia) \ndetta disposizioni in materia di ambiente e di cicl o integrato delle acque e dei rifiuti, di attività \nproduttive e ricerca scientifica, di mobilità, di t urismo, di urbanistica e di governo del territorio, per \nil rilancio e la semplificazione normativa e ammini strativa delle attività. \n \nCAPO I \nNorme in materia di ambiente, ciclo integrato delle acque e dei rifiuti', '2': '(Modifiche alla legge regionale 26 maggio 2016, n. 14) \n1. La legge regionale 26 maggio 2016, n. 14 (Norme di attuazione della disciplina europea e \nnazionale in materia di rifiuti e dell’economia cir colare) è cosi modificata: \na) al comma 6 dell’articolo 25, è aggiunto alla fin e il seguente periodo: “Nel perseguimento \ndegli indicati obiettivi, gli EdA possono convenire l’individuazione di un Tesoriere unico \novvero altre forme di coordinamento dei servizi eco nomico-finanziari”; \nb) all’articolo 30, sono apportate le seguenti modi fiche: \n1) il comma 1 è sostituito dal seguente: “1. Lo Sta tuto dell’EdA definisce e disciplina i \ncompensi agli organi dell’Ente per l’esercizio dell e funzioni svolte, in conformità alle \nprevisioni della vigente normativa statale.”; \n2) al comma 2, dopo le parole “L’incarico di compon ente del Consiglio d’Ambito nonché di \nPresidente cessa,” sono aggiunte le seguenti “fatto salvo quanto previsto dal comma 2 bis,”; \n3) dopo il comma 2 è aggiunto il seguente: “2 bis. Per garantire la funzionalità e continuità \ndell’azione amministrativa, il Presidente dell’EdA, in caso di cessazione dalla carica di \nSindaco, può permanere nelle funzioni di Presidente , ove previsto dallo Statuto e per il \nperiodo ivi indicato, comunque non superiore a dodi ci mesi, in fase transitoria fino alla \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019nuova nomina, previa delibera del Consiglio d’ambit o da approvarsi a maggioranza assoluta \ndei componenti.”; \nc) al comma 1 dell’articolo 39, è aggiunto, alla fi ne, il seguente periodo: “ed esercita i poteri \nsostitutivi nei confronti dei Comuni in caso di man cato esercizio delle funzioni amministrative \nconferite e, su istanza dell’EdA, in caso di inadem pimento degli obblighi sugli stessi gravanti ai \nsensi dell’articolo 25, comma 7.”; \nd) al comma 3 dell’articolo 40 è aggiunto il seguen te capoverso: “A seguito di quanto previsto \ncon apposita delibera dell’EdA, ovvero di più EdA c he intendono avvalersi delle disposizioni di \ncui al comma 8 dell’articolo 25 della presente legg e, anche per la tutela della continuità \noccupazionale, le amministrazioni provinciali e la Città metropolitana di Napoli sono obbligate \na trasferire le dotazioni impiantistiche già utiliz zate dalle società provinciali nella disponibilità \ndei soggetti gestori individuati dagli EdA in confo rmità alla presente legge. In mancanza \ntrovano applicazione i poteri sostitutivi di cui al l’articolo 39 della presente legge.”; \ne) l’articolo 41 è sostituito dal seguente: \n“', '41': '(Gestione post-operativa delle discariche e dei siti di stoccaggio) \n1. L’onere dei costi derivanti dalla gestione post- operativa delle discariche e dei siti già esistenti \ndi stoccaggio provvisorio di rifiuti, al fine di eq uilibrio su base regionale, è ripartito tra le \nProvince e la Città Metropolitana di Napoli nella f ase transitoria di cui al comma 3 dell’articolo \n40 e successivamente tra gli EdA, secondo quanto de finito con specifico Accordo fra gli EdA \nda sottoscriversi entro il 30 settembre di ogni ann o. In caso di mancato perfezionamento \ndell’Accordo nel termine indicato, provvede la Giun ta regionale. \n2. L’Accordo può prevedere l’istituzione di un fond o unico regionale dove confluiscono le \nquote come individuate nel riparto annuale, da part e delle Province e della Città Metropolitana \ndi Napoli in fase transitoria e successivamente dag li EdA, dal quale vengono compensati i \nmaggiori costi agli Enti aventi diritto.”; \nf) dopo il comma 6 dell’articolo 44 è inserito il s eguente: “6bis. Il personale di cui al comma 1 \ndel presente articolo che omette o rifiuta, senza g iustificato motivo, di prestare attività \nlavorativa anche in attuazione di programmi che pre vedono l’impiego temporaneo non full - \ntime da svolgersi entro massimo cinquanta chilometr i dal luogo di residenza o l’accettazione di \nuna offerta lavorativa con nuova assunzione, in con formità della presente legge, decade dai \nbenefici e dalle speciali forme di tutela dalla ste ssa legge riconosciuti, fatte salve le tutele \npreviste dalla normativa statale in materia.”; \ng) alla lettera a) del comma 2 dell’articolo 46, le parole “diciotto mesi” sono sostituite con le \nseguenti “ventiquattro mesi”.', '3': '(Modifiche alla legge regionale 2 dicembre 2015, n. 15) \n1. La legge regionale 2 dicembre 2015, n. 15 (Riord ino del servizio idrico integrato ed istituzione \ndell’Ente idrico Campano) è così modificata: \na) il comma 4 dell’articolo 19 è sostituito dal seg uente: “4. Per garantire la funzionalità e \ncontinuità dell’azione amministrativa, il President e, in caso di cessazione dalla carica di \nSindaco, può permanere nelle sue funzioni, ove prev isto dallo Statuto e per il periodo ivi \nindicato, comunque non superiore a dodici mesi.”; \nb) dopo il comma 4 dell’articolo 19, è aggiunto il seguente: “4bis. Lo Statuto dell’EIC definisce \ne disciplina i compensi agli organi dell’Ente per l ’esercizio delle funzioni svolte, in conformità \nalle previsioni della vigente normativa statale.”. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019', '4': '(Modifiche alla legge regionale 27 gennaio 2012, n. 1) \n1. L’articolo 30 della legge regionale 27 gennaio 2 012, n. 1 (Disposizioni per la formazione del \nbilancio annuale 2012 e pluriennale 2012-2014 della Regione Campania - Legge finanziaria \nregionale 2012) è cosi modificato: \na) il comma 3 è sostituito dal seguente: “3. La Giu nta regionale disciplina le modalità e i criteri \nper la concessione di forme di rateizzazione, per l a durata massima di quindici anni, per la \nriscossione dei crediti relativi alle forniture idr iche ed ai canoni di depurazione a qualsiasi titolo \nvantati dalla Regione nei confronti dei soggetti ge stori del servizio idrico integrato, compresi i \nComuni, nonché dei crediti vantati dalla Regione ne i confronti delle società provinciali a \nseguito dei conferimenti presso il TMV di Acerra.”; \nb) dopo il comma 3 sono inseriti i seguenti: \n“3 bis. La Regione può affidare le attività di risc ossione dei crediti derivanti dai canoni della \ndepurazione e dei crediti maturati a seguito di con ferimento presso l’impianto TMV di Acerra \nalla società SMA Campania S.p.A. nel rispetto della disciplina statale in materia di in house \nproviding. \n3 ter. La Giunta regionale disciplina i presupposti e i criteri per l’eventuale cessione, nel \nrispetto della disciplina statale vigente in materi a, dei crediti connessi alla riscossione della \ntariffa per il conferimento presso gli STIR dalle a ttuali Società provinciali alla stessa Regione \nCampania e la eventuale compensazione volontaria de i debiti maturati dalle società provinciali \nnei confronti della Regione a seguito di conferimen to presso l’impianto TMV di Acerra.”. \n \nCAPO II \nNorme in materia di attività produttive, di ricerca scientifica e di lavoro e formazione professionale', '5': "(Modifiche alla legge regionale 6 dicembre 2013, n. 19) \n1. Alla legge regionale 6 dicembre 2013, n. 19 (Ass etto dei Consorzi per le aree di Sviluppo \nindustriale) sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 2 dell’articolo 3, alla lettera e), dop o le parole “in materia di enti pubblici” sono \naggiunte le seguenti: “e i compiti di cui all’artic olo 20 del decreto legislativo 30 giugno 2011, \nn. 123 (Riforma dei controlli di regolarità amminis trativa e contabile e potenziamento \ndell’attività di analisi e valutazione della spesa, a norma dell’articolo 49 della legge 31 \ndicembre 2009, n. 196)”; \nb) il comma 3 dell’articolo 3 è sostituito dal segu ente: “3. La durata in carica degli organi \nprevisti al comma 1, alle lettere a), b), c), d) ed e), è fissata in cinque anni.”; \nc) al comma 1, dell’articolo 4, le parole “sulla ba se delle linee guida fornite dal Piano d'azione \nper lo sviluppo economico regionale, di seguito den ominato Paser,” sono soppresse; \nd) al comma 4 dell’articolo 5 dopo le parole “Giunt a regionale” sono aggiunte le seguenti: “e \ncomunque entro il 30 giugno di ogni anno”; \ne) al comma 2 dell’articolo 6 dopo le parole “previ ste nel comma 1” sono aggiunte le seguenti: \n“e, in particolare, nell'ottica della semplificazio ne e della accelerazione dei procedimenti \namministrativi per l'insediamento delle attività pr oduttive negli agglomerati industriali, adotta le \nlinee di indirizzo dell’attività gestionale che rec ano modelli e schemi di riferimento volti a \nrendere omogenee le attività consortili di gestione .”; \nf) all’articolo 6, dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019“2 bis. Presso l’assessorato regionale alle attivit à produttive è istituito il Comitato di \ncoordinamento delle attività dei Consorzi ASI. Il C omitato è composto dall’Assessore regionale \ndelegato allo sviluppo economico e alle attività pr oduttive che lo presiede e dai Presidenti dei \nConsorzi ASI o loro delegati, nominati con decreto del Presidente della Giunta regionale su \nproposta dell’Assessore regionale delegato in mater ia. \n2 ter. Il Comitato di coordinamento dell’attività dei Consorzi istituito ai sensi del comma 2 bis, \nassicura, tra l’altro, nel rispetto delle linee di indirizzo previste dal comma 2, l’omogenea \nazione gestionale dei Consorzi e a tal fine adotta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore \ndella presente disposizione, uno schema di regolame nto che impegna i singoli Consorzi a \nrendere omogenee le azioni e ad armonizzare le sing ole gestioni con particolare riguardo alla \ngestione economica prevista dall’articolo 5 e alla attività indiretta di cui all’articolo 15, comma \n2 e comma 3, lettera e). Lo schema di regolamento a dottato è approvato dalla Giunta regionale \ne, nel rispetto dell’autonomia di ciascun Consorzio , entro i successivi trenta giorni è approvato \ndai singoli Consigli generali che provvedono, se ne cessario, alle contestuali modifiche degli \nStatuti consortili ai sensi dell’articolo 2.”; \ng) il comma 5 dell’articolo 6 è abrogato; \nh) il comma 6 dell’articolo 6 è rinumerato in comma 3; \ni) al comma 1, dell’articolo 7, dopo le parole “art icolo 3” sono inserite le seguenti “e \nnell’articolo 6, comma 2 ter”; \nl) il comma 5 dell’articolo 9 è abrogato; \nm) al comma 1 dell’articolo 13 le parole “sentite l e associazioni industriali più rappresentative” \nsono soppresse; \nn) al comma 3 dell’articolo 13, le parole “, anteri ormente alla scadenza del programma di \nsviluppo,” sono soppresse; \no) al comma 1 dell’articolo 17, la parola “partecip azione” è sostituita dalla seguente \n“sottoscrizione”.", '6': '(Modifiche alla legge regionale 2 agosto 2018, n. 2 6) \n1. La legge regionale 2 agosto 2018, n. 26 (Misure di semplificazione in materia di governo del \nterritorio e per la competitività e lo sviluppo reg ionale. Legge annuale di semplificazione 2018) è \ncosì modificata: \na) al comma 2 dell’articolo 2, lettera e), le parol e “1 gennaio 2018” sono sostituite con le \nseguenti “1 gennaio 2019”; \nb) dopo il comma 6 dell’articolo 8 è aggiunto il se guente: “6 bis Le disposizioni di cui ai \ncommi 5 e 6 si applicano alle aree contigue alle pe rimetrazioni di cui al decreto-legge 70/2011, \nconvertito con modificazioni dalla legge 106/2011 p er Comuni aderenti ai distretti turistici, \nprevio parere del Comitato tecnico scientifico del coordinamento dei distretti turistici della \nRegione Campania.”; \nc) dopo il comma 3 dell’articolo 10 è aggiunto il s eguente: "3 bis. Nell\'ambito della strategia \ndell\'attrazione degli investimenti e allo scopo di favorire l\'operatività della ZES Campania, la \nRegione assicura la piena conoscenza di ogni inform azione relativa alle opportunità di \ninvestimento sul territorio regionale anche mediant e l’utilizzo, ai sensi dell’articolo 12 della \nlegge regionale 14 ottobre 2015, n. 11 (Misure urge nti per semplificare, razionalizzare e rendere \npiù efficiente l’apparato amministrativo, migliorar e i servizi ai cittadini e favorire l’attività di \nimpresa. Legge annuale di semplificazione 2015) del programma denominato La Regione in un \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019click e della sezione del portale regionale Come fa re per, a cui gli investitori possono accedere \nai fini della realizzazione dei nuovi insediamenti produttivi.”.', '7': '(Semplificazioni procedimentali per la ZES Campania ) \n1. Per consentire la realizzazione degli obiettivi di semplificazione nell\'ambito della Zona \nEconomica Speciale denominata "ZES Campania", istit uita con Decreto del Presidente del \nConsiglio dei Ministri 11 maggio 2018 e in attuazio ne del nuovo modello di governance introdotto \ndall’articolo 5, comma 1, del decreto-legge 20 giug no 2017, n. 91 (Disposizioni urgenti per la \ncrescita economica nel Mezzogiorno), convertito, co n modificazioni, dalla legge 3 agosto 2017, n. \n123, il responsabile unico del procedimento, per tu tte le attività attinenti alla fase di insediamento , \ndi realizzazione e di svolgimento delle iniziative economiche all’interno della ZES, è individuato \nnello Sportello Unico Amministrativo (SUA) dell’Aut orità di Sistema Portuale del Mar Tirreno \nCentrale, di cui all’articolo 15-bis della legge 28 gennaio 1994, n. 84 (Riordino della legislazione i n \nmateria portuale). \n2. Nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 5, comma 1, lett. a-bis) del decreto legge 91/2017, \nquando la conclusione positiva del procedimento è s ubordinata all\'acquisizione di più pareri, intese, \nconcerti, nulla osta o altri atti di assenso comunq ue denominati, resi da diverse amministrazioni, \ninclusi i gestori di beni o servizi pubblici, è sem pre indetta la Conferenza di servizi decisoria \nsemplificata, che opera in modalità asincrona. Tutt i gli enti interessati rilasciano pertanto i loro \npareri o atti di assenso direttamente al SUA nell’a mbito della Conferenza di servizi da questi \nindetta, anche nei casi in cui le singole leggi di settore subordinano il rilascio di un titolo abilit ativo \nal previo parere, licenza o nulla osta da parte di un altro ufficio o ente. \n3. Il SUA opera con modalità esclusivamente digital e e si avvale a tal fine della piattaforma \ninformatica www.impresainungiorno.gov.it per la ges tione del procedimento (ivi compresa \nl’indizione e la convocazione della conferenza di s ervizi), l’acquisizione dei pareri o atti di assens o \ncomunque denominati da parte degli enti pubblici no nché dei soggetti privati concessionari di \npubblici servizi coinvolti nel procedimento e l’int erlocuzione con i privati richiedenti. Il SUA \nassicura la conclusione dei procedimenti nei termin i di legge. \n4. Le funzionalità della predetta piattaforma infor matica sono opportunamente implementate per \nassicurare il rispetto dei requisiti tecnici previs ti dall’articolo 5 comma 1, lett. a-ter) del decre to \nlegge 91/2017 e dall’allegato al decreto del Presid ente della Repubblica 7 settembre 2010, n. 160 \n(Regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le \nattività produttive, ai sensi dell\'articolo 38, com ma 3, del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito , \ncon modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008). \n5. Ciascun Ente coinvolto nel procedimento unico te lematico di cui al presente articolo, al fine di \nagevolare le iniziative imprenditoriali in area ZES : \na) fornisce ai competenti uffici regionali una sche da sintetica contenente, per ciascun \nprocedimento di propria competenza: \n1) la normativa nazionale e regionale; \n2) la modulistica di riferimento; \n3) l’elenco dettagliato dei documenti tecnico-ammin istrativi necessari per instaurare il \nprocedimento; \n4) l’articolazione della fase istruttoria del proce dimento, anche con riferimento agli \neventuali endo-procedimenti (nulla osta, assensi da acquisire da parte dell’ente); \n5) i termini di conclusione del procedimento; \n6) la applicabilità o meno del silenzio-assenso; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 20197) la casistica in cui occorre attivare il procedim ento; \n8) note e osservazioni; \n9) i link istituzionali utili. \nb) rilascia l’atto di assenso di propria competenza nei termini di legge. \n6. Nel caso in cui sia indetta dal SUA una Conferen za di servizi, in forma simultanea e in modalità \nsincrona, ciascun ente coinvolto assicura la partec ipazione di un proprio rappresentante, \nlegittimamente munito del potere di firma. \n7. Gli enti coinvolti nei procedimenti afferenti le aree ZES, comunicano alla Regione Campania e al \nSUA ogni modifica di tipo ordinamentale, organizzat ivo, normativo o regolamentare che possa \ninfluire sulla presentazione delle domande da parte degli imprenditori. \n8. Gli uffici regionali competenti si coordinano pe r assicurare il rilascio nei termini di legge, \ncompresi i termini abbreviati di cui all’articolo 5 , comma 1, del decreto legge 91/2017, dei pareri o \natti di assenso comunque denominati di competenza r egionale e degli enti strumentali regionali. \nA tal fine, la richiesta di parere formulata dal SU A è trasmessa, tramite la piattaforma di cui al \ncomma 3, anche agli uffici regionali competenti. \n9. Nei casi in cui sia convocata la Conferenza di s ervizi in forma simultanea e in modalità sincrona, \nil SURAP, conformemente a quanto disposto dall’arti colo 20, comma 1, lett. f-bis) della legge \nregionale 11/2015, svolge la funzione di coordiname nto delle strutture amministrative regionali e \ndegli enti strumentali regionali al fine di definir e la posizione unica dell’Amministrazione \nregionale. \n10. Per l’acquisizione dei pareri o atti di assenso comunque denominati di competenza dei Comuni, \nil SUA trasmette la relativa documentazione al SUAP competente per territorio. Quest’ultimo, nel \nrispetto dei termini previsti dalla legge e con le modalità che sono definite da uno o più Accordi \ninteristituzionali stipulati ai sensi dell’articolo 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme \nsul procedimento amministrativo), cura l’inoltro de lla documentazione agli uffici comunali \ncompetenti e agli enti strumentali comunali, laddov e esistenti, acquisisce i relativi pareri o atti di \nassenso comunque denominati e li trasmette, sempre in modalità telematica, al SUA. La Regione \nCampania, anche attraverso la stipula di convenzion i o accordi interistituzionali, opera al fine di \nassicurare l’uniforme applicazione da parte dei Com uni di quanto previsto dal presente articolo e \ndalla normativa vigente in materia. \n11. Al procedimento telematico gestito dal SUA si a pplica il decreto del Presidente della \nRepubblica 160/2010, in quanto compatibile con i pr incipi e il modello di governance definito dal \npresente articolo, nonché con i termini ridotti di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto legge \n91/2017.', '8': "(Misure agevolative integrate) \n1. Al fine di massimizzare l'efficacia delle misure di politica economica regionale volte ad attrarre \ninvestimenti sul territorio, accrescere la competit ività delle filiere produttive regionali ed agevola re \nl'accesso al credito delle imprese, la Regione prom uove l'istituzione di specifici regimi agevolativi \nche favoriscono la semplificazione dei processi di gestione e generano effetti moltiplicativi e leve \nfinanziarie. \n2. I regimi agevolativi di cui al comma 1 istituiti dalla Giunta regionale possono essere attuati con \nmodalità che consentono l'integrazione di forme di sostegno a carattere nazionale e comunitario, ivi \nincluse quelle di cui all’articolo 1, comma 855, de lla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Disposizioni \nper la formazione del bilancio annuale e pluriennal e dello Stato – legge finanziaria 2007). \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 20193. La concessione delle agevolazioni resta in ogni caso subordinata alla positiva valutazione \ndell'impatto sul sistema socio-economico, della ris pondenza delle iniziative alle principali direttive \ndi sviluppo settoriale e territoriale e della soste nibilità energetico-ambientale. \n4. I regimi di cui al presente articolo, nonché, ri correndone i presupposti di efficacia ed \neconomicità, gli altri strumenti agevolativi attuat ivi delle politiche di sviluppo economico regionale , \nsono gestiti, ai sensi dell’articolo 1, comma 2, de lla legge regionale 30 ottobre 2013, n. 15 \n(Disposizioni in materia di razionalizzazione delle società partecipate dalla regione Campania del \nPolo Sviluppo, Ricerca e I.C.T.).", '9': '(Delocalizzazioni temporanee) \n1. In presenza di situazioni di particolari gravità , eccezionalità e di calamità naturali può essere \npossibile la delocalizzazione temporanea, totale o parziale delle attività commerciali o agenzie di \nservizi in strutture esistenti e situate in prossim ità delle aziende danneggiate e dichiarate inagibil i o \nin aree opportunamente attrezzate immediatamente ad iacenti. \n2. La delocalizzazione temporanea di cui al comma 1 è attivata mediante comunicazione ai \ncompetenti uffici comunali attestante il mantenimen to dei requisiti di legittimità e agibilità previst i \ndalle normative vigenti, certificata da un tecnico professionista abilitato. \n3. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in v igore della presente legge con delibera di Giunta \nregionale sono stabiliti i criteri di individuazion e delle delocalizzazioni temporanee esperibili e \ndistinte per fattispecie con le relative modalità p rocedurali semplificate.', '10': '(Modifiche alla legge regionale 28 marzo 2002, n. 5 ) \n1. La legge regionale 28 marzo 2002, n. 5 (Promozio ne della ricerca scientifica in Campania) è così \nmodificata: \na) al comma 1 dell’articolo 4 le parole “su propost a dell’assessore alla ricerca scientifica” sono \nsostituite dalle seguenti: “su proposta dell’assess ore delegato in materia di ricerca scientifica”; \nb) l’articolo 7 è sostituito dal seguente: \n“Art. 7 Elaborazione, attuazione e verifica del Pro gramma \n1. Il Comitato scientifico di garanzia, di cui all’ articolo 8, supportato dalle strutture \namministrative operanti nelle materie delegate all’ Assessore alla ricerca scientifica, è organo di \nelaborazione, attuazione e verifica del Programma.” ; \nc) al comma 2 dell’articolo 8 dopo la parola “asses sore” è inserita la parola “delegato”; \nd) l’articolo 10 è sostituito dal seguente: \n“Art. 10 Modalità di verifica e controllo dei proge tti \n1. La verifica ed il controllo ex post dei progetti è effettuata dalla struttura amministrativa \ncompetente in materia di ricerca scientifica a segu ito della presentazione di idonea \ndocumentazione da parte del soggetto beneficiario. Con deliberazione di Giunta regionale sono \ndefinite le modalità di erogazione dei contributi i n ragione degli stati di avanzamento dei \nprogetti e le modalità e le fasi della verifica e d el controllo ex post. \n2. Per i progetti ammessi a contributo i beneficiar i attestano la rispondenza degli obiettivi \nscientifici raggiunti a quanto descritto nel proget to, previa autocertificazione del responsabile \nscientifico della struttura cui afferisce il proget to. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 20193. La verifica amministrativo-contabile dei documen ti di spesa esibiti dal beneficiario a \nsupporto delle spese sostenute, è di competenza del la struttura amministrativa competente in \nmateria di ricerca scientifica. \n4. La disciplina di cui alla presente disposizione si applica anche ai programmi che, alla data di \nentrata in vigore della stessa, non sono conclusi.” ; \ne) al comma 2 dell’articolo 12 dopo la parola “Asse ssore” è inserita la parola “delegato”.', '11': "(Modifiche alla legge regionale 18 novembre 2009, n . 14) \n1. Il comma 4 dell’articolo 40 della legge regional e 18 novembre 2009, n. 14 (Testo unico della \nnormativa della Regione Campania in materia di lavo ro e formazione professionale per la \npromozione della qualità del lavoro) è sostituito d al seguente: \n“4. Le modalità concrete di accertamento e certific azione delle competenze acquisite dai soggetti, i \nmodelli attestatori da utilizzare per la certificaz ione, nonché le procedure di riconoscimento dei \ncrediti formativi, sono definite secondo i criteri indicati nel Regolamento per la formazione \nprofessionale, nel rispetto delle indicazioni comun itarie, nazionali e regionali in materia di standar d \ndi certificazione, con particolare riferimento al d ecreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 \n(Definizione delle norme generali e dei livelli ess enziali delle prestazioni per l'individuazione e \nvalidazione degli apprendimenti non formali e infor mali e degli standard minimi di servizio del \nsistema nazionale di certificazione delle competenz e, a norma dell'articolo 4, commi 58 e 68, della \nlegge 28 giugno 2012, n. 92) e al decreto del Minis tero del lavoro e delle politiche sociali 30 giugno \n2015 (Definizione di un quadro operativo per il ric onoscimento a livello nazionale delle \nqualificazioni regionali e delle relative competenz e, nell'ambito del Repertorio nazionale dei titoli di \nistruzione e formazione e delle qualificazioni prof essionali di cui all'articolo 8 del decreto \nlegislativo 16 gennaio 2013, n. 13), anche mediante rinvio ad apposita deliberazione di Giunta, \nsentita la competente Commissione consiliare perman ente.”. \n \nCAPO III \nNorme di riordino normativo in materia di rete viar ia regionale", '12': "(Disposizioni di riordino e semplificazione in mate ria di funzioni di cui al decreto legislativo 30 \naprile 1992, n. 285) \n1. Per disciplinare le attività di competenza regio nale di cui agli articoli 9, 10, 22, 23, 24, 25, 26 , 27, \n104, comma 8 e 114, comma 3, del decreto legislativ o 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della \nstrada), con decorrenza 1° gennaio 2020 sono confer ite alle Province e alla Città metropolitana di \nNapoli le funzioni di competenza regionale relative : \na) alla riscossione dei canoni delle autorizzazioni e concessioni rilasciate sulla rete viaria \nregionale di cui agli articoli 22, 23, 24, 25, 26 e 27 del decreto legislativo 285/1992; \nb) al rilascio delle autorizzazioni alla circolazio ne dei veicoli e trasporti eccezionali di cui \nall’articolo 10, comma 6, del decreto legislativo 2 85/1992 su tutta la rete viaria regionale, \nprovinciale e comunale; \nc) al rilascio delle autorizzazioni alla circolazio ne delle macchine agricole e macchine operatrici \neccezionali di cui all’articolo 104, comma 8 ed all ’articolo 114, comma 3, del decreto \nlegislativo 285/1992 su tutta la rete viaria region ale, provinciale e comunale; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019d) al rilascio delle autorizzazioni per lo svolgime nto di manifestazioni sportive di cui \nall’articolo 9 del decreto legislativo 285/1992 sul la rete viaria regionale; \ne) alla voltura delle concessioni e autorizzazioni di cui agli articoli 22, 23, 24, 25, 26 e 27 del \ndecreto legislativo 285/1992. \n2. Con delibera di Giunta regionale, da adottare en tro centoventi giorni dalla data di entrata in \nvigore della presente legge, la Regione, in qualità di ente proprietario delle strade regionali oppure \ndi ente competente al rilascio delle autorizzazioni di cui al decreto legislativo 285/1992 e al decret o \ndel Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992, n . 495 (Regolamento di esecuzione e di \nattuazione del nuovo codice della strada), detta gl i indirizzi e i criteri direttivi per l’esercizio d elle \nfunzioni conferite ai sensi del comma 1, lettere a) , b), c), d) ed e), e, in particolare, stabilisce: \na) i canoni e corrispettivi per le autorizzazioni e concessioni di cui alla lettera a); \nb) la misura dei contributi per le spese di istrutt oria relative al rilascio delle autorizzazioni di c ui \nalle lettere b), c), d) ed e) nei limiti di cui all ’articolo 19, commi 2 e 3 della legge regionale 5 \naprile 2016, n. 6 (Prime misure per la razionalizza zione della spesa e il rilancio dell'economia \ncampana - Legge collegata alla legge regionale di s tabilità per l'anno 2016), nonché le modalità \ndi rendicontazione. \n3. I proventi derivanti dall’attività di riscossion e connessa ai procedimenti di cui al comma 1, lette re \na), b), c), d) ed e), nonché quelli relativi agli i mporti non ancora accertati e riscossi per le annua lità \nprecedenti al 2020, sono introitati dalla medesima data di cui al comma 1, direttamente dalle \nProvince e dalla Città Metropolitana, nel rispetto degli indirizzi e dei criteri direttivi per l’eserc izio \ndelle funzioni conferite individuati ai sensi del c omma 2 e con obbligo di destinazione per la \nmanutenzione e gestione delle strade di proprietà r egionale. \n4. Le Province e la Città metropolitana di Napoli, fatto salvo quanto disposto dal decreto legislativo \n285/1992, dal decreto del Presidente della Repubbli ca 495/1992 e dalla deliberazione di Giunta \nregionale di cui al comma 2, pongono a carico dei s oggetti che richiedono le autorizzazioni e \nconcessioni di cui al comma 1, lettere a), b), c), d) ed e) il costo degli oneri relativi a sopralluog hi, \naccertamento dell’agibilità del percorso e altre sp ese istruttorie. \n5. L’articolo 19 della legge regionale 6 /2016 è co sì modificato: \na) al comma 4, secondo periodo, dopo le parole “mod alità di versamento del contributo” sono \naggiunte le seguenti: “di cui al comma 1.”; \nb) al comma 5, primo periodo, le parole “ai commi 1 , 2, 3 e 4” sono sostituite dalle seguenti: “al \ncomma 1”. \n \nCAPO IV \nNorme in materia di turismo", '13': "(Misure in materia di offerta turistica regionale) \n1. Al fine di semplificare i controlli dell’offerta turistica regionale da parte delle autorità \ncompetenti, è istituito il Codice Unico Identificat ivo delle Strutture Ricettive (CUSR), alberghiere \ned extralberghiere, volto a consentire l’individuaz ione della tipologia di struttura ricettiva e \nl’eventuale classificazione. \n2. Il CUSR è obbligatoriamente utilizzato dalle str utture ricettive in tutte le attività di promozione , \ncommercializzazione e comunicazione poste in essere ed è elemento indispensabile ai fini della \npartecipazione a fiere ed altre iniziative promozio nali e per ricevere contributi regionali. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 20193. La Giunta regionale, entro centottanta giorni da lla data di entrata in vigore della presente legge, \nsentite le associazioni di categoria e gli enti loc ali interessati, disciplina, con propria deliberazi one, \nla definizione delle modalità di generazione, attri buzione e rilascio del codice identificativo da par te \ndei Comuni territorialmente competenti e l’esercizi o dei poteri sanzionatori di cui al comma 4. \n4. I soggetti di cui al comma 1 che contravvengono all'obbligo di utilizzo del CUSR o che lo \nriportano in maniera errata o ingannevole sono sogg etti alla sanzione pecuniaria, irrogata dal \nComune competente, da euro cinquecento ad euro mill e per ogni attività promossa, \ncommercializzata o comunicata. \n5. Le strutture ricettive di cui al comma 1 sono te nute a dare comunicazione mensile, con specifica \ngiornaliera, dei movimenti turistici mediante l’app licazione web regionale denominata “Rilevatore \nTuristico Regionale” presente all’interno del sito web della Regione Campania.", '14': "(Norme di semplificazione per l’esercizio delle att ività professionali turistiche) \n1. Il secondo comma dell'articolo 9 della legge reg ionale 16 marzo 1986, n. 11 (Norme per la \ndisciplina delle attività professionali turistiche) è così modificato le parole “Tale titolo va rinnov ato \nogni tre anni.” sono soppresse. \n2. I distretti turistici, i parchi e ogni altro sog getto similare istituito con decreto ministeriale p ossono \nattivare piani di formazione pratica non formale ed informale, anche retribuiti, per coloro che \nabbiano frequentato o frequentino i corsi riconosci uti nel repertorio regionale in materia turistica a l \nfine di rafforzare il percorso di acquisizione dell e specifiche competenze riconosciute o certificate \nnonché promuovere la conoscenza del territorio, la cultura del turismo e il coinvolgimento \ngiovanile. I suddetti piani sono approvati, laddov e esistenti dai rispettivi coordinamenti regionali e \nin ogni caso non possono costituire titolo ai fini dell’abilitazione o all’esercizio di guida turistic a né \nessere espletati fuori del contesto territoriale di competenza così come perimetrato nei decreti \nistitutivi.", '15': '(Modifiche alla legge regionale 26 marzo 1993, n. 1 3) \n1. Alla legge regionale 26 marzo 1993, n. 13 (Disci plina dei complessi turistico-ricettivi all’aria \naperta), sono apportate le seguenti modifiche: \na) l’articolo 2 è sostituito dal seguente: \n“Art. 2 Campeggi \n1. I campeggi sono complessi ricettivi all’aria ape rta a gestione unitaria, attrezzati in aree \nrecintate, articolate in spazi per i servizi e appo site piazzole per la sosta e l’ospitalità di turist i, \nprovvisti, di norma, di manufatti leggeri, struttur e e allestimenti mobili di qualsiasi genere, \nquali tende, roulotte, camper, autocaravan, maxi ca ravan, case mobili e altri mezzi di soggiorno \ne pernottamento autonomi e trasportabili. \n2. I campeggi possono contenere piazzole con unità abitative stabili, nonché manufatti leggeri, \nstrutture, allestimenti mobili di qualsiasi genere, destinati al soggiorno e al pernottamento di \nturisti non provvisti di mezzi propri, in misura no n superiore al trenta per cento del numero \ncomplessivo delle piazzole autorizzate. \n3. L’installazione di manufatti leggeri, strutture e allestimenti mobili di qualsiasi genere, \nnonché di altri mezzi di soggiorno e pernottamento autonomi e trasportabili di cui ai commi 1 e \n2, anche se collocati permanentemente entro il peri metro dei campeggi previamente autorizzati \nsotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previ sto, paesaggistico, costituisce attività edilizia \nlibera. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 20194. I manufatti leggeri, le strutture, gli allestime nti mobili e i mezzi di cui al presente articolo: \na) sono forniti di equipaggiamenti interni strument ali all’autonomia del soggiorno e del \npernottamento, nonché di meccanismi funzionali alla trasportabilità; \nb) non hanno alcun collegamento stabile al suolo; \nc) sono dotati di allacciamenti alle reti tecnologi che, accessori e pertinenze removibili in ogni \nmomento.”; \nb) l’articolo 3 è sostituito dal seguente: \n“Art. 3 Villaggi turistici \n1. I villaggi turistici sono complessi ricettivi al l’aria aperta a gestione unitaria, attrezzati in ar ee \nrecintate, articolate in spazi per i servizi e appo site piazzole per la sosta e l’ospitalità in unità \nabitative stabili, nonché in manufatti leggeri, str utture e allestimenti mobili di qualsiasi genere, \ndestinati ad accogliere turisti sprovvisti, di norm a, di mezzi di soggiorno e pernottamento \nautonomi e trasportabili. \n2. I villaggi turistici possono contenere piazzole libere da destinare, in misura non superiore al \nventi per cento del numero complessivo delle piazzo le autorizzate, a turisti provvisti di \nmanufatti leggeri, strutture e allestimenti mobili di qualsiasi genere, quali tende, roulotte, \ncamper, autocaravan, maxi caravan, case mobili e al tri mezzi di soggiorno e pernottamento \nautonomi e trasportabili. \n3. L’installazione di manufatti leggeri, strutture e allestimenti mobili di qualsiasi genere, \nnonché di altri mezzi di soggiorno e pernottamento autonomi e trasportabili di cui ai commi 1 e \n2, anche se collocati permanentemente entro il peri metro dei villaggi turistici previamente \nautorizzati sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, costituisce attivit à \nedilizia libera. \n4. I manufatti leggeri, le strutture, gli allestime nti mobili e i mezzi di cui al presente articolo: \na) sono forniti di equipaggiamenti interni strument ali all’autonomia del soggiorno e del \npernottamento, nonché di meccanismi funzionali alla trasportabilità; \nb) non hanno alcun collegamento stabile al suolo; \nc) sono dotati di allacciamenti alle reti tecnologi che, accessori e pertinenze removibili in ogni \nmomento. \n5. Le piazzole con unità abitative stabili non poss ono superare il sessanta per cento delle \npiazzole complessivamente autorizzate. \n6. Le unità abitative stabili non possono avere una superficie abitabile, compresi gli eventuali \nservizi, inferiore a metri quadrati quindici e supe riore a metri quadrati quaranta. \n7. Assumono la denominazione di «villaggi alberghie ri» i complessi ricettivi all’aria aperta in \npossesso dei requisiti previsti dall’allegata tabel la C, caratterizzati dalla centralizzazione dei \nservizi in funzione di più stabili inseriti in area attrezzata al soggiorno e allo svago della \nclientela.”. \n \nCAPO V \nNorme in materia di urbanistica e di governo del te rritorio', '16': '(Modifiche alla legge regionale 7 agosto 2014, n. 1 6) \n1. Al comma 1 dell’articolo 38 della legge regional e 7 agosto 2014, n. 16 (Interventi di rilancio e \nsviluppo dell’economia regionale nonché di caratter e ordinamentale e organizzativo - Collegato alla \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019legge di stabilità regionale 2014) dopo le parole “ la Giunta regionale adotta il PUAD” sono \nsoppresse le seguenti “contestualmente all’avvio de lla valutazione ambientale strategica e alla \nredazione del rapporto ambientale”.', '17': '(Modifiche alla legge regionale 18 novembre 2004, n . 10) \n1. La legge regionale 18 novembre 2004, n. 10 (Norm e sulla sanatoria degli abusi edilizi di cui al \ndecreto legge 30 settembre 2003, n. 269, articolo 3 2 così come modificato dalla legge di \nconversione 24 novembre 2003, n. 326 e successive m odifiche ed integrazioni), è così modificata: \na) al comma 2 dell’articolo 3, al primo capoverso, il periodo "di sanatoria le opere abusive \nrientranti tra le tipologie di cui al decreto legge 269/2003, allegato 1” è sostituito con il \nseguente "della sanatoria prevista dall’articolo 32 della legge 326/2003, le opere abusive \nrientranti nelle tipologie dell\'allegato 1 della me desima legge”; \nb) dopo l’articolo 9 è aggiunto il seguente: \n“Art. 9 bis (Misure di semplificazione per i comuni di Casamicciola Terme, Forio e Lacco \nAmeno dell’Isola di Ischia) \n1. Le modalità procedimentali di cui all’articolo 9 , comma 2, sono applicate alle istanze \npresentate ai sensi e nei termini previsti dalle di sposizioni di cui all’articolo 25 del decreto \nlegge 109 del 28 settembre 2018 (Disposizioni urgen ti per la città di Genova, la sicurezza della \nrete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti , gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e \nle altre emergenze) convertito con modificazioni da lla legge 16 novembre 2018, n. 130.”. \n \nCapo VI \nNorme per l’efficienza e l’impulso alle attività di progettazione', '18': "(Grandi Opere) \n1. Al fine di garantire la realizzazione e il compl etamento delle opere pubbliche strategiche di \ninteresse regionale, dalla data di entrata in vigor e della presente legge, l’Ufficio speciale “Central e \nAcquisti, Procedure di finanziamento di progetti re lativi ad infrastrutture, Progettazione” è \nridenominato Ufficio speciale “Grandi Opere” e svol ge altresì le seguenti funzioni: \na) attua le previsioni di cui ai commi 8 e 9 dell’a rticolo 4 del decreto legge 18 aprile 2019, n. 32 \n(Disposizioni urgenti per il rilancio del settore d ei contratti pubblici, per l’accelerazione degli \ninterventi infrastrutturali, di rigenerazione urban a e di ricostruzione a seguito di eventi sismici) \nconvertito con modificazioni dalla legge 14 giugno 2019, n. 55; \nb) cura l’attuazione degli interventi di cui all’ articolo 11, comma 18 della legge 22 dicembre \n1984, n. 887 (Disposizioni per la formazione del bi lancio annuale e pluriennale dello Stato \n(legge finanziaria 1985), e di quelli di cui all’ar ticolo 4 della legge 18 aprile 1984, n. 80 \n(Conversione in legge, con modificazioni, del decre to-legge 28 febbraio 1984, n. 19, recante \nproroga dei termini ed accelerazione delle procedur e per l'applicazione della legge 14 maggio \n1981, n. 219, e successive modificazioni); \nc) cura il completamento degli interventi di cui al le Ordinanze del Ministro dell’interno \ndelegato per il coordinamento della protezione civi le n. 2499 del 25 gennaio 1997 e n. 3088 del \n3 ottobre 2000, e all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3681 del 6 giugno \n2008; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019d) cura l’intervento di cui all’ordinanza n. 3501 d el 28 giugno 2004 del Commissario \nStraordinario per l’emergenza idrogeologica nella r egione Campania, delegato ex OO.P.C.M. \nnumeri 2499/97, 2787/98, 2994/99 e 3088/2000; \ne) si occupa delle opere strategiche, puntualmente individuate dalla Giunta Regionale con \nproprio provvedimento, che necessitano, per la comp lessità e la molteplicità di fonti finanziarie \nche concorrono alla loro copertura, di un coordinam ento unitario a garanzia della \nsemplificazione dei procedimenti e dell’economia de i tempi di attuazione. \n2. La Giunta regionale, entro trenta giorni dalla d ata di entrata in vigore della presente legge: \na) provvede al fine della organizzazione dell’Uffic io Speciale con le risorse umane, strumentali \ne finanziarie necessarie ad assicurarne la dotazion e organica ed il corretto ed efficiente \nfunzionamento; \nb) individua gli interventi di cui all’articolo 11, comma 18, della legge 887/1984, e quelli di cui \nall’articolo 4 della legge 80/1984 da trasferire pe r l’attuazione, gradualmente, all’Ufficio \nSpeciale “Grandi Opere” ovvero ai Soggetti gestori delle infrastrutture, sulla base dei criteri di \nsemplificazione e di accelerazione dei tempi di rea lizzazione, e tenuto conto dello stato di \nesecuzione e della titolarità della gestione. \n3. La Giunta regionale, con deliberazione da adotta re entro trenta giorni dalla data di entrata in \nvigore della presente legge, provvede alla riassegn azione alle strutture ordinamentali della Giunta \nregionale delle attività e dei progetti di competen za dell’Ufficio speciale “Centrale Acquisti, \nProcedure di finanziamento di progetti relativi ad infrastrutture, Progettazione”, che non ritiene di \nconfermare in capo al medesimo Ufficio. \n \nCapo VII \nDisposizioni finali", '19': '(Ulteriori modifiche e abrogazioni) \n1. Dalla data di entrata in vigore della presente l egge, in particolare: \na) al comma 6 ter dell\'articolo 27 della legge regi onale 19 gennaio 2009, n. 1 (Disposizioni per \nla formazione del bilancio annuale e pluriennale de lla Regione Campania - legge finanziaria \nanno 2009), le parole "entro cinque giorni dall\'ado zione" sono soppresse; \nb) al comma 1 dell\'articolo 5 della legge regionale 28 luglio 2017, n. 23 (Regione Campania \nCasa di Vetro. Legge annuale di semplificazione 201 7), le parole "entro cinque giorni \ndall\'adozione" sono soppresse; \nc) il comma 4 dell’articolo 6 della legge regionale 11 dicembre 2008, n. 18 (Legge comunitaria \nregionale), è abrogato; \nd) il secondo periodo del comma 10 dell’articolo 11 della legge regionale 11 aprile 2019, n.3 \n(Disposizioni volte a promuovere e a tutelare il ri spetto ed il benessere degli animali \nd’affezione e a prevenire il randagismo) è così sos tituito: “Le strutture esistenti che, alla data \ndell’entrata in vigore della presente legge, ospita no già un numero di animali superiore a quello \nindicato, non possono accoglierne altri, nel rispet to delle condizioni e della tempistica \ndisciplinate nel regolamento previsto all’articolo 3, comma 1, lettera m)”; \ne) al comma 12 dell’articolo 36 della legge regiona le 29 luglio 2008, n. 8 (Disciplina della \nricerca ed utilizzazione delle acque minerali e ter mali, delle risorse geotermiche e delle acque di \nsorgente), le parole “, con destinazione specifica e vincolata, per la realizzazione di interventi \ned iniziative finalizzate alla salvaguardia del pat rimonio idrotermominerale sentite le \nAssociazioni di categoria” sono soppresse; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 47 del 7 Agosto 2019f) al comma 4 dell’articolo 8 della legge regionale 1 settembre 1993, n. 33 (Istituzione di parchi \ne riserve naturali in Campania) le parole “tre anni ” è sostituito con le seguenti “cinque anni”. \ng) al comma 67 dell’articolo 1 della legge regional e 31 marzo 2017 (Misure per \nl’efficientamento dell’azione amministrativa e l’at tuazione degli obiettivi fissato dal DEFR \n2017 - Collegato alla stabilità regionale per il 20 17) la parola “nuovamente” è sostituita dalla \nseguente “prevalentemente”.', '20': '(Clausola di invarianza finanziaria) \n1. All’attuazione delle disposizioni della presente legge si provvede con le risorse umane, \nstrumentali e finanziarie disponibili a legislazion e vigente e comunque senza nuovi o maggiori \noneri a carico del bilancio regionale.', '21': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno succ essivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 23 | null | {'1': '(Finalità) \n1. La Regione promuove e sostiene interventi di cooperazione allo sviluppo sostenibile per garantire \nla promozione dei di ritti dell’uomo, delle libertà democratiche, della pace e dello sviluppo dei \npopoli quali valori accolti dal proprio Statuto ed in coerenza con i principi della Costituzione, del diritto europeo ed internazionale. \n2. La Regione promuove la cooperazione all o sviluppo sostenibile mediante iniziative culturali, \nd’informazione, di ricerca, di formazione, di cooperazione territoriale ed aiuto umanitario. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 20193. Le azioni della Regione Campania si ispirano alle raccomandazioni ed ai principi sanciti dalle \nNazioni Uni te, con particolare riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. \n4. È escluso qualsiasi intervento che possa essere utilizzato, direttamente o indirettamente, per lo svolgimento o il finanziamento di attività militari.', '2': '(Interventi regi onali in materia di cooperazione internazionale) \n1. Gli interventi della Regione nelle materie oggetto della presente legge sono effettuati nel rispetto della competenza statale in materia di politica estera e di rapporti internazionali di cui all’articolo \n117, secondo comma, lettera a) della Costituzione, nonché dei princìpi e delle procedure previste per l’attuazione degli interventi di partenariato territoriale di cui alla legge 11 agosto 2014, n. 125 (Disciplina generale sulla cooperazione internaziona le per lo sviluppo), favorendo le iniziative dei \nsoggetti pubblici e privati del territorio campano. \n2. Nelle materie di propria competenza, nel rispetto del quinto comma dell’articolo 117 della Costituzione, la Regione provvede anche all’esecuzione ed all’attuazione degli accordi internazionali e degli atti dell’Unione europea. \n3. La Regione stipula accordi con gli Stati ed intese con gli enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinate dalle leggi dello Stato.', '3': '(Obiettivi dell’attività regionale) \n1. La Regione orienta la propria attività in base ai seguenti obiettivi: \na) promuovere e valorizzare il contributo dei soggetti e delle istituzioni che operano sul territorio regionale; \nb) favorire il coordinamento e l’armonizzazione delle iniziative; \nc) diffondere nella comunità regionale la conoscenza dei soggetti attivi nelle materie di cui alla \npresente legge e delle relative iniziative; \nd) promuovere la responsabilità sociale di impresa, l’internazionalizzazione e lo svi luppo delle \npiccole e medie imprese campane nell’ambito della cooperazione e del partenariato territoriale, \nsecondo principi di sostenibilità e solidarietà internazionale. \n2. La Regione, per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, favorisce l’ accesso e la \npartecipazione dei soggetti di cui all’articolo 4 ai programmi di cooperazione allo sviluppo sostenibile promossi a livello nazionale, comunitario e internazionale, in particolare, attraverso: \na) l’individuazione di strumenti di cofinanziamento per favorire sinergie con risorse europee e multilaterali; \nb) la promozione delle attività di co -programmazione e co -progettazione di cui all’articolo 55 \ndel decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del terzo settore, a norma dell’articolo 1, \ncomma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106); \nc) forme di sostegno, anche mediante partenariati territoriali pubblico- privati, alle iniziative dei \nsoggetti del mondo profit e non profit, incluse le associazioni di immigrati presenti sul territor io \ndella regione, i progetti di co- sviluppo e le reti di auto- coordinamento, le iniziative delle \nUniversità e dei soggetti di cui all’articolo 4; \nd) la realizzazione e l’aggiornamento di una banca dati regionale sulle attività di cooperazione territoriale in collegamento con la banca dati dell’Osservatorio Interregionale sulla \ncooperazione allo sviluppo. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019', '4': '(Soggetti della cooperazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà internazionale) \n1. La Regione riconosce e sostiene quali promotori delle attività di cooperazione i soggetti \nindividuati dall’articolo 23 della legge 125/2014.', '5': '(Elenco regionale delle Associazioni di cooperazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà \ninternazionale) \n1. Presso la struttura amministrativa competent e, è istituito l’Elenco regionale delle Associazioni di \ncooperazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà internazionale, di seguito denominato Elenco. \n2. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale disciplina con apposito regolamento le procedure per l’iscrizione e la cancellazione dall’Elenco, nonché le modalità di tenuta e aggiornamento dello stesso. \n3. L’iscrizione all’Elenco è condizione per l’accesso ai benefici di cui all’articolo 13.', '6': '(Ambiti di intervento) \n1. La Regione, per l’attuazione delle finalità di cui all’articolo 1, interviene nell’ambito delle \nproprie competenze promuovendo e sostenendo, anche mediante la concessione di contributi: \na) iniziative di cooperazione al lo sviluppo sostenibile, d’intesa e nel rispetto degli atti di \nindirizzo e programmazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con i paesi in via di sviluppo; \nb) iniziative di educazione e sensibilizzazione della comunità regionale ai temi di solidarietà \ninternazionale e della cooperazione allo sviluppo sostenibile anche in ambito scolastico, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, per attività di educazione alla cittadinanza globale e \ndi scambio interculturale; \nc) in iziative di formazione in ciascun settore, anche in collaborazione con le Università, \nrealizzando un approccio trasversale e interdisciplinare alla formazione del personale destinato \na svolgere attività di cooperazione allo sviluppo sostenibile e per favor ire l’accesso ai relativi \nfinanziamenti europei ed internazionali. \n2. L’intervento regionale è attuato avvalendosi della collaborazione dei soggetti territoriali, nazionali ed internazionali attraverso le iniziative promosse dai soggetti previsti dall’articolo 4.', '7': '(Cooperazione internazionale allo sviluppo e cooperazione territoriale) \n1. La Regione, in attuazione dell’articolo 6, comma 1, lettera a), nell’ambito della \ndecentralizzazione delle politiche di sviluppo internazionale, promuove progetti di cooperazione internazionale d’intesa con il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale con le competenti istituzioni dello Stato e con le regioni italiane. \n2. I progetti di cui al comma 1 hanno ad oggetto: \na) lo sviluppo e l’attuaz ione delle iniziative anche di carattere finanziario, fatta esclusione per la \nraccolta e la costituzione dei fondi, avvalendosi, eventualmente, degli Istituti di credito di finanza etica nazionali ed internazionali; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019b) la formazione professionale per i cit tadini residenti in Campania che intendono svolgere \nattività di cooperazione allo sviluppo sostenibile; \nc) la promozione di programmi di educazione ai temi dello sviluppo, anche nell’ambito \nscolastico, e di iniziative volte all’intensificazione degli scamb i culturali tra l’Italia ed i Paesi in \nvia di sviluppo, con particolare attenzione agli scambi culturali tra i giovani; \nd) il supporto informativo e di coordinamento alle attività dei soggetti di cui all’articolo 4; \ne) il sostegno, anche mediante la conces sione di contributi, alle attività dei soggetti di cui \nall’articolo 4. \n3. Nell’attuazione degli interventi di cui al presente articolo è assicurata l’opportuna integrazione con le altre politiche regionali dirette alle medesime aree, con particolare rifer imento alle politiche \ndi collaborazione economica, produttiva, tecnologica e commerciale.', '8': '(Interventi di emergenza e solidarietà internazionale) \n1. La Regione, in caso di eventi eccezionali determinati da calamità naturali o da conflitti armati, promuove e sostiene iniziative finalizzate ad alleviare la sofferenza delle popolazioni colpite per ristabilirne dignitose condizioni di vita. \n2. L’intervento regionale consiste nella diffusione di informazioni sulle azioni di aiuto e di emergenza organizzate da soggetti regionali, nonché azioni finalizzate al loro raccordo con le richieste e le iniziative dell’amministrazione statale e degli organismi inte rnazionali.', '9': '(Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo sostenibile) \n1. La Giunta regionale, periodicamente e con cadenza triennale, tramite la competente struttura amministrativa, convoca ed organizza la Conferenza regionale sulla coope razione allo sviluppo \nsostenibile, di seguito denominata Conferenza, con lo scopo di: \na) facilitare il dialogo sui temi della presente legge tra i soggetti di cui all’articolo 4; \nb) monitorare il dibattito sull’evoluzione e le metodologie dei programmi di cooperazione allo sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo; \nc) fornire le indicazioni per il documento di indirizzo programmatico triennale sulla cooperazione allo sviluppo sostenibile previste dall’articolo 10. \n2. La Conferenza è costituita dai c omponenti del Comitato tecnico -scientifico di cui all’articolo 12 e \ndai soggetti di cui all’articolo 4.', '10': '(Programmazione) \n1. Il Consiglio regionale approva, su proposta della Giunta, il Documento di indirizzo programmatico triennale, di seguito den ominato Documento, per l’attuazione della presente legge. \n2. Il Documento, predisposto dal Comitato tecnico- scientifico di cui all’articolo 12, indica gli \nobiettivi generali, le priorità di intervento, la definizione dei criteri di valutazione per l’ammiss ibilità al finanziamento dei progetti presentati dai soggetti di cui all’articolo 4. \n3. Il Documento è composto di due parti: \na) il dispositivo di piano; \nb) il programma finanziario. \n4. Il dispositivo di piano contiene: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019a) i riferimenti introduttivi di analisi sull’evoluzione del quadro dei rapporti internazionali, in \nrelazione agli indirizzi politici statali e dell’Unione europea; \nb) l’analisi delle prospettive delle politiche regionali e locali in Europa e nel mondo; \nc) l’analisi della situazione nei P aesi e nelle aree nelle quali si svolgono i programmi di \ncooperazione allo sviluppo internazionale; \nd) la verifica di attività dei programmi di cooperazione allo sviluppo internazionale già avviati in precedenza da parte di soggetti campani; \ne) la specificazione delle determinazioni programmatiche del programma regionale di sviluppo in materia di cooperazione allo sviluppo internazionale; \nf) le indicazioni di priorità geografiche e tematiche per la realizzazione degli interventi di \ncooperazio ne internazionale; \ng) i criteri per l’individuazione dei soggetti degli Enti locali e di soggetti pubblici o privati, senza finalità di lucro, da coinvolgere nella predisposizione e nella realizzazione delle azioni progettuali; \nh) i programmi e le iniziative statali ed europei a cui la Regione partecipa. \n5. Il programma finanziario contiene: \na) l’individuazione delle risorse da impegnare complessivamente; \nb) i criteri di ripartizione delle risorse tra le iniziative e i progetti di interesse regionale ed i contributi agli Enti locali ai soggetti pubblici o privati senza finalità di lucro. \n6. I programmi e i progetti che la Regione intende finanziare ai sensi della presente legge prevedono l’accertamento di compatibilità ambientale. Tale valutazione è estesa al medio e lungo periodo con particolare attenzione alle tecnologie utilizzate che devono risultare appropriate alla situazione socioeconomica del Paese partner ed avere effettive possibilità di successiva gestione economica con impiego di sole risorse loc ali.', '11': '(Organizzazione e attività amministrativa) \n1. La Giunta regionale, in osservanza delle norme generali stabilite dall’articolo 2, comma 1 della legge regionale 6 agosto 2010, n. 8 (Norme per garantire l‘efficienza e l’efficacia dell’organizzaz ione della Giunta regionale e delle nomine di competenza del Consiglio regionale) e \nin coerenza con le speciali esigenze organizzative derivanti dall’attuazione della presente legge, apporta le conseguenti modifiche e integrazioni al Regolamento regionale 15 dicembre 2011, n.12 (Ordinamento amministrativo della Giunta regionale della Campania). \n2. La struttura amministrativa regionale competente garantisce il necessario supporto organizzativo per l’espletamento dei compiti e delle funzioni previste dalla pr esente legge, nell’ambito delle \nrisorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi oneri per la finanza pubblica. \n3. In sede di attuazione dei progetti e delle iniziative di cui alla presente legge la Giunta regionale \nassicura la m assima trasparenza e pubblicizzazione di tutti gli atti adottati mediante la loro \npubblicazione in apposita sezione sul sito web istituzionale regionale al fine di garantire la conoscenza delle attività condotte e dei risultati conseguiti.', '12': '(Comita to tecnico -scientifico) \n1. La Regione istituisce, presso la competente struttura amministrativa, il Comitato tecnico -\nscientifico in materia di Cooperazione allo sviluppo sostenibile e alla solidarietà internazionale, di \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019seguito denominato Comitato, avente funzioni consultive e propositive in ordine ai programmi e \nalle attività previste dalla presente legge, come la redazione del Documento da proporre alla Giunta. \n2. Il Comitato, di cui al comma 1, è istituito con decreto del Presidente della Giunta regio nale. Nel \nmedesimo decreto è nominato, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge, un segretario scelto tra i funzionari della Giunta regionale. \n3. Sono componenti del Comitato tecnico- scientifico: \na) il Presidente della Giu nta regionale o suo delegato; \nb) tre componenti designati dalla Giunta regionale individuati tra esperti ed operatori del settore, di comprovata competenza e pluriennale esperienza; \nc) tre componenti, designati ai sensi della normativa vigente dal Consiglio regionale, individuati tra esperti ed operatori del settore, di comprovata competenza e pluriennale esperienza; \nd) quattro componenti eletti in sede di Conferenza di cui all’articolo 9 di comprovata competenza e pluriennale esperienza. \n4. Il funz ionamento del Comitato è regolato da apposito regolamento interno, adottato entro \nsessanta giorni dalla data della sua costituzione. \n5. Il Comitato scientifico, per favorire il coordinamento degli interventi e della programmazione regionale, può convocare periodicamente, tavoli di lavoro con i soggetti di cui all’articolo 4 interessati agli interventi relativi ad una determinata area geografica o ambito tematico. \n6. Il Comitato dura in carica fino alla scadenza del Consiglio regionale e le sue funzioni sono prorogate fino all’insediamento del nuovo Comitato. \n7. La partecipazione ai lavori del Comitato è a titolo gratuito e non comporta, in alcun caso, il \nriconoscimento di indennità o rimborsi spesa.', '13': '(Erogazione dei fondi) \n1. L’intervento regionale è attuato con iniziative promosse dai soggetti iscritti all’Elenco di cui \nall’articolo 5. \n2. In sede di assegnazione del contributo, la struttura amministrativa competente, sulla base del \nprogetto presentato e della sua durata, indica i termini entro cui lo stesso deve essere realizzato, \ndisponendo l’erogazione di una prima quota di finanziamento, pari al massimo del cinquanta per cento del contributo complessivo assegnato. \n3. E’ comunque vietata l’ammissione ai finanziamenti di soggetti aventi finalità di lucro, che svolgono o sostengono, anche indirettamente, attività di: \na) produzione o esportazione di armi; \nb) sperimentazione di farmaci; \nc) produzione di sostanze inquinanti o altre attività che comunque non garantiscono la protezione della salute umana, la conservazione delle specie animali e vegetali, dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio culturale.', '14': '(Adesione all’Osservatorio Interregionale sulla Cooperazione allo Sviluppo) \n1. Per la funzione di banca dati e di supporto la Regione aderis ce all’Osservatorio Interregionale \nsulla Cooperazione allo Sviluppo, di seguito denominato OICS. \n2. La Giunta regionale è autorizzata a compiere gli atti necessari per perfezionare l’adesione della Regione all’OICS e per versare le quote di partecipazione previste dallo Statuto. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019', '15': '(Norma transitoria) \n1. In sede di prima applicazione della presente legge la struttura amministrativa competente \nprovvede alla raccolta delle richieste ed alla predisposizione della lista dei soggetti ammessi all’iscrizione nell’Elenco di cui all’articolo 5.', '16': "(Norma finanziaria) \n1. Agli oneri derivanti dalla presente legge si fa fronte con lo stanziamento di euro 50.000,00 per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 con incremento della Missione 12, Programma 7, Titolo 1 e \ncontestuale prelevamento di pari importo dalla Missione 20, Programma 3, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019- 2021. \n \nArt. 17 \nEntrata in vigore \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 22 | null | {'1': '(Variazioni di competenza) \n1. Nello stato di previsione di competenza dell’ent rata del bilancio per gli esercizi finanziari \n2019/2020 sono approvate le variazioni riportate ne ll’allegata tabella A. \n2. Nello stato di previsione di competenza della sp esa del bilancio per gli esercizi finanziari \n2019/2020 sono approvate le variazioni riportate ne ll’allegata tabella B.', '2': '(Variazioni di cassa) \n1. Nello stato di previsione di cassa dell’entrata del bilancio per l’anno finanziario 2019 sono \napprovate le variazioni compensative riportate nell ’allegata tabella A. \n2. Nello stato di previsione di cassa della spesa d el bilancio per l’anno finanziario 2019 sono \napprovate le variazioni compensative riportate nell ’allegata tabella B.', '3': '(Modifiche normative e revisione di termini di spes a) \n1. L’articolo 3 della legge regionale 5 agosto 2019 , n. 15 (Variazione al bilancio di previsione 2019-\n2021) è abrogato. \n2. E’ autorizzato, anche per l’esercizio finanziari o 2019, il contributo assegnato in favore della \nfunicolare di Montevergine previsto all’articolo 5, comma 9 della legge regionale 18 gennaio 2016, \nn. 1 (Disposizioni per la formazione del bilancio d i previsione finanziario per il triennio 2016-2018 \ndella Regione Campania – legge di stabilità regiona le 2016). Agli oneri finanziari previsti dal \npresente comma si fa fronte mediante prelevamento d i euro 500.000,00 dalla Missione 1, \nProgramma 3, Titolo 1 ed incremento di pari importo della Missione 10, Programma 2, Titolo 1. \n3. E’ autorizzato, anche per l’esercizio finanziari o 2019, il contributo assegnato dall’articolo 11, \ncomma 3, della legge regionale 1/2016. Agli oneri f inanziari previsti dal presente comma si fa \nfronte con le risorse già stanziate nel bilancio di previsione 2019/2021, annualità 2019, alla \nMissione 12, Programma 1, Titolo 1. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 72 del 2 Dicembre 2019', '4': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno succ essivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 5 | null | {'1': '(Principi e finalità) \n1. La Regione Campania in attuazione delle direttive 2000/60/CE del Parlamento europeo e del \nConsiglio, del 23 ottobre 2000, relativa all’azione comunitaria in materia di acque, 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, e delle direttive 43/92/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazio ne degli habitat naturali e 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 \ngiugno 2008, relativa alla strategia per l’ambiente marino, nonché della parte III del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), promuove l ’utilizzo sostenibile \ndelle acque interne, superficiali e sotterranee, costiere e di transizione, il recupero e il mantenimento delle condizioni di naturalità, la riqualificazione ambientale -paesaggistica e la connessa \nriqualificazione socioeconomica dei b acini e sottobacini idrografici in funzione del raggiungimento \ne del mantenimento degli obiettivi di tutela qualitativa e quantitativa delle acque, di riduzione dei rischi naturali e antropici e integrazione degli interventi per ambiti territoriali omogene i. \n2. Per il raggiungimento delle finalità di cui al comma 1, in coerenza con quanto stabilito nella Carta Nazionale dei Contratti di Fiume e nelle linee guida nazionali (Definizione e requisiti qualitativi di base dei Contratti di fiume), la Regione Campa nia promuove e sostiene la diffusione \ndei Contratti di fiume di cui all’articolo 68 bis, del decreto legislativo 152/2006.', '2': "(Contratti di Fiume) \n1. Il Contratto di Fiume (CdF), quale Accordo di programmazione strategica, integrata e negoziata e \nvolontario, è finalizzato alla tutela e alla corretta gestione delle risorse idriche, alla valorizzazione dei territori del bacino idrografico o sottobacino di riferimento mediante la riqualificazione ambientale e la rigenerazione socioeconomica, unitament e alla salvaguardia dal rischio idraulico e \ncontribuendo allo sviluppo locale di tali aree. \n2. Rientrano nella definizione di Contratto di fiume anche il contratto di lago, di costa, di acque di transizione, di foce e di falda, quali fattispecie declinate su differenti ambiti idrografici se gli \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 24 del 6 Maggio 2019strumenti sopra descritti sono utilizzati ponendo l’attenzione a categorie di corpo idrico diverse dal \nfiume. \n3. I CdF concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sottobacino idrografico e operano nel rispetto delle competenze di ciascun ente, delle norme, dei piani e dei vincoli di tutela esistenti. \n4. I CdF non costituiscono un livello aggiuntivo di pianificazione, ma una modalità di gestione dei bacini idrografici a cui si aderisce volontariamente, con la quale integrare e coordinare gli strumenti \ndi pianificazione e programmazione e gli interessi presenti sul territorio. \n5. I CdF hanno natura volontaria e sono una procedura “egualitaria” che, attra verso la presa in \ncarico di un impegno comune, mira ad ottenere un comportamento virtuoso di tutti coloro, dalle istituzioni ai singoli cittadini, che hanno un interesse rispetto alle questioni inerenti un bacino idrografico perché ne subiscono gli effetti o possono avere qualche influenza. La partecipazione ai \nCdF, ancorché spontanea, impegna i firmatari a rispettare quanto condiviso in tutta l’ordinaria attività istituzionale. \n6. Le finalità dei CdF, perseguite attraverso l'approntamento e l'attuazione de l “Piano d’Azione del \nContratto”, concorrono al conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale del Piano di Tutela delle Acque della Regione Campania (PTA), del Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell'Appennino Meridionale, della Direttiva 2000/60/CE e riguardano, in sinergia con la riduzione e prevenzione del rischio idraulico: \na) la riduzione dell’inquinamento delle acque e la salvaguardia dell’ambiente acquatico e degli ecosistemi ad esso connessi; \nb) l’uso sostenibile delle risorse idriche ; \nc) il riequilibrio del bilancio idrico; \nd) la riqualificazione e la valorizzazione dei sistemi ambientali e paesistici afferenti ai corpi idrici; \ne) il miglioramento della fruizione turistico -ambientale dei contesti territoriali interessati; \nf) la condivisione delle informazioni e la diffusione della cultura dell’acqua. \n7. I portatori di interessi pubblici e privati, territorialmente interessati e compresi entro un bacino o \nsottobacino idrografico possono proporre ed avviare le procedure per istituire i C dF secondo le linee \nguida nazionali e regionali. \n8. I soggetti di cui al comma 7 si organizzano in Assemblea, in esito al lavoro prodotto da uno o più laboratori tematici e territoriali, nel rispetto delle linee guida nazionali e regionali. \n9. La Regione a pprova le Linee guida, per le procedure di cui al comma 7 e per la disciplina degli \nOrgani di cui all'articolo 4, decorsi sessanta giorni dalla data di pubblicazione della presente legge.", '3': "(Intervento regionale) \n1. La Regione Campania promuove la pr ogrammazione strategica negoziata come modalità di \ngestione integrata delle politiche ambientali e territoriali a livello di bacino e sottobacino idrografico attraverso un processo partecipato e che utilizza la concertazione tra soggetti pubblici, privati e parti sociali interessate allo sviluppo locale del territorio, per migliorare i processi \ndecisionali e la loro efficacia. \n2. La Regione Campania promuove il ruolo dei CdF nello sviluppo di azioni combinate e integrate tra gli strumenti di pianificazione, per favorire l’integrazione delle diverse politiche regionali. \n3. Per l’attuazione delle finalità e delle azioni previste dalla presente legge, la Regione Campania interviene direttamente o mediante la concessione di contributi nel rispetto delle norme e uropee \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 24 del 6 Maggio 2019sugli aiuti di Stato, in favore dei soggetti che attuano azioni e progetti previsti dai Piani d'Azione \ndei Contratti di fiume, definiti in stretto raccordo con tutti i soggetti interessati, pubblici e privati, in coerenza con i vincoli e le misure p reviste nei vigenti piani territoriali, nei piani dei Parchi nazionali \ne regionali e in quelli di gestione del distretto e di tutela delle acque, finanziando anche la fase preparatoria dell’elaborazione del documento strategico e del Piano d’azione. \n4. La Regione sostiene, prioritariamente, iniziative volte a promuovere: \na) l'abbattimento dei rischi connessi al dissesto idrogeologico, il miglioramento della qualità \ndelle acque e la tutela dell’integrità del patrimonio naturalistico e degli equilibri del ba cino \nidrografico di riferimento; \nb) la fruibilità delle aree interessate implementando le infrastrutture e i collegamenti tra le \nstesse, preferibilmente a mezzo trasporto pubblico di tipo ecosostenibile; \nc) iniziative per ottimizzare la fruibilità di servi zi compatibili con la tutela naturalistica delle \naree e le forme di turismo ecosostenibile; \nd) accordi e intese con il mondo scolastico e universitario per promuovere le sinergie tra il mondo della conoscenza e quello delle attività produttive; \ne) ogni alt ro intervento ritenuto prioritario in sede di approvazione del D EFR o della connessa \nrisoluzione in sede di Consiglio regionale. \n5. In prima applicazione, in via sperimentale, in caso di assenza di impulso di altri portatori di interesse, la Regione Camp ania può attivare uno o più CdF, anche coordinati tra loro, assumendo il \nruolo di capofila. \n6. La Regione promuove la sottoscrizione di Accordi di Programma Quadro con il Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Distretto id rografico dell’Appennino \nMeridionale e con eventuali soggetti pubblici interessati, al fine di mettere a sistema le azioni e le risorse disponibili per interventi di tutela, risanamento, ristrutturazione, valorizzazione e bonifiche, già disponibili nelle programmazioni, in corso o da avviare, per rendere rapidi, organici e coerenti i \nPiani d’Azione dei Contratti di Fiume dei bacini fluviali regionali e interregionali.", '4': '(Organi e funzioni dei Contratti di Fiume) \n1. Sono organi dei Contratti di Fium e: \na) l’Assemblea di contratto, cui partecipano i soggetti promotori, il soggetto capofila e ogni altro soggetto interessato, comprese le associazioni e i soggetti imprenditoriali locali; \nb) la Cabina di regia, cui partecipano i rappresentanti dei soggett i istituzionali e degli altri \nsoggetti, individuati dall’Assemblea; \nc) il Coordinatore della Cabina di regia, individuato dal soggetto capofila, responsabile \ndell’attuazione del contratto e rappresentante istituzionale del CdF; \nd) la Segreteria tecnica, i n cui operano le professionalità individuate per il supporto tecnico al \ncontratto. \n2. Le modalità di costituzione, le funzioni e i componenti degli organi del CdF sono definiti nelle \nLinee guida della presente legge.', '5': "(Strumenti di programmazione ed attuazione) \n1. In base alla idrografia e alle dimensioni dell’ambito territoriale di riferimento, così come deducibile dalla carta riportante la perimetrazione dei Bacini Idrografici redatta dalla direzione generale per il Governo del territorio, possono essere utilizzati strumenti di programmazione quali \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 24 del 6 Maggio 2019l’Investimento Territoriale Integrato (ITI), lo Sviluppo Locale di tipo Partecipativo (SLOP) oppure \nle procedure volontarie di Programmazione Strategica e Negoziata (PSN). \n2. La Regione Campania promuove le attività e gli strumenti di programmazione previsti dai programmi comunitari, nazionali e regionali, anche dove ricorrono le condizioni di cui all'articolo 3, comma 5.", '6': "(Osservatorio Regionale dei Contratti di Fiume) \n1. Per il perseguimento delle finalità e il conseguimento degli obiettivi della presente legge, è \ncostituito l'Osservatorio regionale dei Contratti di Fiume di seguito denominato ORCdF oppure Osservatorio. \n2. L’Osservatorio è una struttura centrale di indirizzo e coordinamento che ris ponde all’esigenza di \narmonizzare le procedure e facilitare le relazioni tra gli enti e gli altri soggetti pubblici e privati, tra questi ed i territori interessati, nell’attuazione dei Contratti di Fiume, svolgendo attività di affiancamento, monitoraggio, gestione ed elaborazione dati, elaborazione di percorsi formativi, di \nricerca ed approfondimento sulle tematiche collegate ai Contratti di fiume, di proposta ed elaborazione di programmi in ossequio delle Linee guida nazionali e regionali, di collegamento e \nrelazione con le istituzioni regionali e nazionali. \n3. La Giunta regionale disciplina il funzionamento e la composizione dell’Osservatorio, prevedendo, tra i componenti: \na) un componente con funzioni di Presidente; \nb) il referente regionale dell’Osserva torio Nazionale dei Contratti di Fiume; \nc) un rappresentante della direzione generale per la Difesa del suolo e l'ecosistema; \nd) un rappresentante della direzione generale Ciclo Integrato delle acque e dei rifiuti, valutazioni e autorizzazioni ambientali; \ne) un rappresentante della direzione generale per le Politiche agricole , alimentari e forestali ; \nf) un rappresentante dell'Autorità di Bacino distrettuale dell'Appennino Meridionale; \ng) un rappresentante dell'ARPAC; \nh) un rappresentante della direzione ge nerale per il Governo del territorio; \ni) eventuali esperti in materia; \nl) un rappresentante degli uffici della programmazione unitaria. \n4. La partecipazione alle attività dell’Osservatorio è gratuita e non comporta alcun compenso, \ngettone o indennità. \n5. P er l’espletamento delle funzioni assegnate, l’Osservatorio si avvale di un ufficio e \ndell’assistenza di personale incardinato nella direzione generale per la Difesa del suolo e l'ecosistema della G iunta regionale, appositamente individuato ed organizzato c on atto del direttore \ngenerale.", '7': '(Norma finanziaria) \n1. La Regione Campania, per il raggiungimento di obiettivi e finalità della presente, secondo quanto previsto all’articolo 2, provvede con euro 500.000,00 a valere sulla Missione 9, Programma 1, Titolo 1 per l’annualità 2019 del bilancio di previsione 2019- 2021. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 24 del 6 Maggio 2019', '8': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 4 | null | {'1': "(Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2018, n. 58) \n1. La legge regionale 29 dicembre 2018, n. 58 (Interventi perequativi ambientali per il Comune di \nCastel Volturno) è così modificata: \na) la lettera c) del comma 1 dell’articol o 3, è sostituita dalla seguente: “c) può stipulare \nconvenzioni a titolo non oneroso con associazioni del terzo settore, regolarmente iscritte nei registri e operanti sul territorio, ai sensi dell’articolo 5, comma 1, lettera e) del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell'articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106), che si occupano di tutela ambientale, al fine di rilevare e segnalare alle autorità competenti tutti gli sversamenti ille citi ed i roghi appiccati. A \nseguito di convenzione, le associazioni possono rilevare l’illecito e compilare un verbale da trasmettere alle autorità competenti in materia.”; \nb) il secondo periodo del comma 3, dell’articolo 3, è sostituito dal seguente: “Se necessario, la \nRegione, ai sensi dell’articolo 196, comma 1, lettere d) ed e) del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), procede all’ampliamento dei siti esistenti ovvero alla realizzazione di nuovi siti idonei allo stocc aggio e al primo trattamento, dedicati a categorie \nomogenee di rifiuti.”; \nc) l’articolo 7 è abrogato.", '2': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 27 | null | {'1': '1. Ai sensi dell\'articolo 38, comma 2, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni \nin materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli \nenti locali e dei loro organismi, a norma degli art icoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42) è \nautorizzato per gli esercizi 2019, 2020 e 2021 il r ifinanziamento di leggi regionali di spesa per gli \nimporti indicati nella tabella di cui all’Allegato 1 alla presente legge. \n2. Per le finalità di consolidamento degli obiettiv i di risanamento della Fondazione Teatro di San \nCarlo di cui all’articolo 1, comma 87 della legge r egionale 6 maggio 2013, n. 5 (Disposizioni per la \nformazione del bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 della Regione Campania - Legge \nfinanziaria regionale 2013) è disposto per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 uno stanziamento \npari ad euro 5.770.000,00 nell’ambito della Mission e 5, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n3. Al fine di salvaguardare le attività e il funzio namento della "Fondazione Villaggio dei Ragazzi - \nDon Salvatore D\'Angelo" di Maddaloni (Caserta) è au torizzata la spesa di euro 3.000.000,00 per \nl’esercizio finanziario 2020 nell’ambito della Miss ione 12, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n4. Al fine di assicurare il buon funzionamento e il potenziamento della funicolare di Montevergine è \ndisposto per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 uno stanziamento pari ad euro 500.000,00 \nnell’ambito della Missione 10, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2020-2022. \n5. Per far fronte agli oneri derivanti dall’attuazi one della legge regionale 20 novembre 2018, n. 41 \n(Esonero dal pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio universitario in favore degli \nstudenti residenti nei Comuni dell\'isola d\'Ischia c oinvolti nel sisma del 21 agosto 2017) è \nautorizzata per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 20 22 la spesa di euro 140.000,00 nell’ambito della \nMissione 4, Programma 4, Titolo 1 del bilancio di p revisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n6. Al fine di consentire l\'accesso gratuito ad atti vità sportive ai minori dai sei ai quindici anni, \nsecondo i requisiti e le condizioni di cui ai commi 34 e 35 della legge regionale 8 agosto 2018, n. 28 \n(Misure per l\'attuazione degli obiettivi fissati da l DEFR 2018-2020 - Collegato alla legge di stabilit à \nregionale per l\'anno 2018), è disposto per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 uno stanziamento \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019pari ad euro 200.000,00 nell’ambito della Missione 6, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n7. Per consentire ai Comuni l\'acquisto e l\'installa zione nelle aree verdi pubbliche di giochi destinat i \na bambini con disabilità, è autorizzata la spesa di euro 100.000,00 per ciascuno degli anni 2020, \n2021 e 2022 nell’ambito della Missione 12, Programm a 4, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. \n8. Per assicurare il tempestivo soccorso a seguito di chiamata ai numeri di emergenza e per dotare \nciascuna Centrale Operativa Territoriale di un effi cace sistema di geo-localizzazione del chiamante, \nper le funzioni di ricerca e soccorso con le tecnol ogie più avanzate ed affidabili disponibili al \nmomento, la Regione Campania dispone un finanziamen to di euro 100.000,00 per ciascuno degli \nanni 2020, 2021, 2022 a valere sulla Missione 13, P rogramma 7, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. Con success iva deliberazione della Giunta regionale sono \ndefiniti i criteri e le modalità operative per l’at tuazione del presente comma. \n9. Per consentire la valorizzazione dei beni di int eresse storico-culturale della Regione Campania \nnel quadro normativo relativo all’inserimento nelle liste dei patrimoni dell’umanità Unesco, per il \nsostegno di ulteriori inserimenti all’interno di ca ndidature seriali già proposte al MIBACT, è \ndisposto uno stanziamento di euro 100.000,00 per ci ascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 \nnell’ambito della Missione 5, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2020-2022 \n10. Al fine di sostenere la salvaguardia del patrim onio storico, artistico e monumentale campano, il \ncontributo di cui all’articolo 10, comma 2, della l egge regionale 29 dicembre 2017, n. 38 \n(Disposizioni per la formazione del bilancio di pre visione finanziario per il triennio 2018- 2020 \ndella Regione Campania - Legge di stabilità regiona le per il 2018), è quantificato per l’esercizio \nfinanziario 2020 in euro 1.000.000,00 a valere sull e risorse stanziate alla Missione 5 , Programma 2, \nTitolo 1 del bilancio di previsione finanziario pe r il triennio 2020-2022. \n11. Al fine di valorizzare i monumenti della Region e Campania nonché per assicurare una migliore \nsicurezza urbana, è istituito uno specifico fondo, volto a sostenere iniziative degli enti locali e de gli \nenti gestori di beni monumentali diretti a garantir e un’adeguata illuminazione ai monumenti. In \nsede di prima applicazione, il Fondo è quantificato per l’esercizio finanziario 2020 in euro \n300.000,00 nell’ambito della Missione 5, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. \n12. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall a data di entrata in vigore della presente legge, \nemana un apposito bando per la concessione dei cont ributi a Comuni e enti gestori a valere sul \nfondo di cui al comma 11. \n13. Al fine di valorizzare il patrimonio culturale regionale nonché per sostenere iniziative culturali \nrivolte, specialmente, alle giovani generazioni, al le Fondazioni di comunità delle province campane, \nè riconosciuto un contributo pari a 240.000,000 eur o per ciascuna annualità 2020, 2021 e 2022 \nnell’ambito della Missione 5, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2020-2022. \n14. Per consentire l’accessibilità dei beni cultura li ai ciechi e ipovedenti è disposto uno \nstanziamento di euro 100.000,00 per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 nell’ambito della \nMissione 5, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di p revisione finanziario per il triennio 2020-2022, \nper la concessione di contributi agli enti propriet ari di poli museali e di luoghi di interesse storic o e \nartistico per l’installazione di tabelle esplicativ e predisposte secondo il codice Braille. \n15. Per le finalità previste ai commi 24 e 25 della legge regionale 28/2018 è riconosciuto alla \nFondazione IDIS Città della Scienza un contributo p ari ad euro 3.000.000,00 per l’esercizio \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019finanziario 2020 nell’ambito della Missione 5, Prog ramma 2, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. \n16. Al fine di valorizzare le migliori eccellenze della antica tradizione enogastronomica campana, \nla Regione Campania istituisce il Premio Pasta di G ragnano quale alimento base della dieta \nmediterranea, il cui soggetto attuatore è il Comune di Gragnano. Per le finalità di cui al presente \ncomma è autorizzata la spesa di 150.000,00 euro per ciascuno esercizio finanziario 2020-2021-\n2022, nell’ambito della Missione 5, Programma 2, Ti tolo 1 del bilancio di previsione finanziario per \nil triennio 2020-2022. \n17. Al fine di garantire i livelli occupazionali, l ’erogazione dei servizi di attività sportive, il \nfabbisogno energetico, nonché i costi di gestione d el Museo dello Sport, la Giunta regionale è \nautorizzata a concedere un contributo straordinario di euro 300.000,00 per l’annualità 2020 al \nConsorzio Centro Meridionale nell’ambito della Miss ione 6, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. L a Giunta regionale, entro trenta giorni dalla data \ndi entrata in vigore della presente legge, sentiti i Comuni e gli enti locali soci del Consorzio, \nstabilisce le modalità e ne regolamenta l’erogazion e. \n18. Per la progettazione e l’analisi di fattibilit à di interventi volti a migliorare l’accessibilità ai tratti \ndi litorale di competenza, da parte dei Comuni cost ieri, nonché la dotazione di servizi minimi sulle \nspiagge libere, quali servizi igienico-sanitari e p unti di erogazione d’acqua potabile, è autorizzata la \nspesa di euro 100.000,00 per ciascuno degli anni 20 20, 2021, 2022 nell’ambito della Missione 7, \nProgramma 1, Titolo 1 del bilancio di previsione fi nanziario per il triennio 2020-2022. \n19. Per sostenere e rilanciare l’attività delle Ant iche Terme di Castellamare di Stabia, nell’ambito \ndegli interventi di ripresa e sviluppo del termalis mo, è autorizzata la spesa di 500.000,00 euro per l e \nannualità 2020 e 2021 nell’ambito della Missione 7, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n20. Il comma 14 dell’articolo 1 della legge regiona le n. 28/2018 è così modificato: “14. Gli oneri \nderivanti dall’attuazione dei commi 11, 12 e 13 son o quantificati in euro 500.000,00 per ciascuno \ndegli anni 2020, 2021 e 2022. Agli stessi si provve de mediante autorizzazione di spesa nell’ambito \ndella Missione 9, Programma 1, Titolo 1 del bilanci o di previsione finanziario per il triennio 2020-\n2022.” \n21. Al fine di supportare le attività di promozione e valorizzazione della vite maritata al pioppo, di \ncui alla legge regionale 9 maggio 2016, n. 11 (Cons ervazione e valorizzazione delle Alberate \naversane e delle viti maritate a pioppo. Istituzion e vincolo ambientale), è disposto per ciascuno \ndegli anni 2020, 2021 e 2022 uno stanziamento pari a euro 50.000,00 nell’ambito della Missione 9, \nProgramma 5, Titolo 1 del bilancio di previsione fi nanziario per il triennio 2020-2022. \n22. Il “Fondo per la prevenzione e il contrasto al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo”, \nistituito con la legge regionale 22 maggio 2017, n. 11 (Disposizioni per la prevenzione ed il \ncontrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbull ismo nella Regione Campania) è dotato per \nl’esercizio finanziario 2020 di un ammontare pari a 100.000,00 euro nell’ambito della Missione 12, \nProgramma 7, Titolo 1 del bilancio di previsione fi nanziario per il triennio 2020-2022. \n23. Al fine di sostenere la riqualificazione delle periferie urbane e contrastare fenomeni di \nabbandono e degrado socioeconomico, è disposto per l’attuazione di interventi di tutela, controllo e \nrecupero ambientale del quartiere di Scampia e di P onticelli della Città di Napoli, per l’esercizio \nfinanziario 2020 uno stanziamento di 300.000,00 eur o nell’ambito della Missione 9, Programma 1, \nTitolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2020-2022. \n24. Per elevare i livelli di sicurezza della rete s tradale regionale e migliorare le condizioni di \npercorribilità delle infrastrutture esistenti, con particolare riferimento alla promozione di interven ti \nvolti a sostenere iniziative di carattere informati vo, educativo e formativo in materia di sicurezza \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019stradale, la Regione istituisce un fondo regionale, denominato “Fondo sicurezza stradale”, con una \ndotazione per ciascuno degli anni del triennio 2020 -2022 pari a euro 100.000,00 nell’ambito della \nMissione 10, Programma 5, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2020-2022. \n25. Per le finalità di cui al comma 24, la Regione collabora con soggetti pubblici e privati, con le \norganizzazioni del terzo settore, con i proprietari o concessionari di infrastrutture stradali e con g li \norgani preposti alla gestione del traffico. \n26. Per favorire l’elaborazione del Piano regionale della Mobilità ciclistica (PRMC) di cui \nall’articolo 13 della legge regionale 5 aprile 2016 , n. 6 (Prime misure per la razionalizzazione della \nspesa e il rilancio dell\'economia campana - Legge c ollegata alla legge regionale di stabilità per \nl\'anno 2016) e l’adozione di Piani urbani di mobili tà sostenibile e bici-plan comunali secondo una \nlogica partecipativa per le attività di analisi, pr ogettazione, individuazione e programmazione da \nparte degli enti locali, la Regione Campania istitu isce un apposito fondo per lo sviluppo della \nmobilità ciclistica e del PRMC, con una dotazione p ari a euro 100.000,00 per ciascuno degli anni \n2020, 2021, 2022 nell’ambito della Missione 10, Pro gramma 6, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. La Giunta r egionale con apposito provvedimento disciplina \ncriteri e modalità di accesso al fondo da parte deg li enti locali, tenuto conto degli obiettivi strate gici \ndi cui all’articolo 13, commi 3 e 4, della legge re gionale 6/2016. \n27. La legge regionale 2 agosto 2018, n. 27 (Dispos izioni per l’inclusione sociale, la rimozione \ndelle barriere alla comunicazione, il riconosciment o e la promozione della lingua dei segni italiana e \ndella lingua dei segni italiana tattile) è rifinanz iata per un importo pari a 100.000,00 euro per \nciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022 nell’ambito d ella Missione 12, Programma 2, Titolo 1 del \nbilancio di previsione finanziario per il triennio 2020-2022. \n28. Al fine di garantire il necessario sostegno att raverso specifiche azioni rivolte a favore di perso ne \ndiversamente abili così da favorirne l’integrazione sociale, il Fondo “Durante Noi – Dopo di Noi” \nper il sostegno ai cittadini diversamente abili di cui al comma 2 dell’articolo 8 della legge regional e \n20 gennaio 2017, n. 3 (Disposizioni per la formazio ne del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2017 – 2019 della Regione Campania – Legge di stabilità regionale 2017) è ulteriormente \nrifinanziato per un ammontare pari a 200.000,00 eur o per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, \nnell’ambito della Missione 12, Programma 2, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2020-2022. \n29. Al fine di favorire occasioni di socializzazion e e svago per gli anziani e contrastare condizioni \ndi solitudine, la Giunta regionale predispone, entr o quarantacinque giorni dalla data di entrata in \nvigore della presente legge, un programma di azioni volte all’erogazione di fondi in favore degli \nenti locali, per il tramite degli ambiti sociali di zona, per la realizzazione di progetti di turismo \nsociale e culturale rivolti a persone che abbiano s uperato i 65 anni e che versano in condizione di \ndisagio economico e sociale. Agli oneri derivanti d all\'attuazione della presente disposizione, \nquantificati in euro 250.000,00 per l’anno 2020, eu ro 200.000,00 per l’anno 2021, euro 200.000,00 \nper l’anno 2022, si provvede nell’ambito della Miss ione 12, Programma 3, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n30. La Giunta regionale predispone, entro quarantac inque giorni dalla data di entrata in vigore della \npresente legge, un programma di azioni volte alla t utela ed al sostegno della genitorialità nei primi \nmille giorni di vita del neonato e con particolare riferimento alle primipare, da realizzare anche in \ncollaborazione diretta con la rete consultoriale es istente presso le AA.SS.LL. Per le finalità di cui al \npresente comma è autorizzata la spesa di 500.000,00 euro per l’anno 2020, nell’ambito della \nMissione 12, Programma 7, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2020-2022. \n31. La Giunta regionale è autorizzata a concedere a l Comune di Vitulano (BN) un contributo \nstraordinario, pari a 150.000,00 euro nell’anno 202 0, nell’ambito della Missione 12, Programma 7, \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019Titolo 2 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2020-2022, volto a sostenere la \nrealizzazione di interventi finalizzati alla realiz zazione di una struttura socio-sanitaria nel territ orio \ncomunale. \n32. Al fine di sostenere l\'associazionismo di setto re nell’attuazione di misure di prevenzione e \ncontrasto dei fenomeni di usura ed estorsione, la l egge regionale 9 dicembre 2004, n. 11 (Misure di \nsolidarietà in favore delle vittime della criminali tà) è rifinanziata per 250.000,00 euro per l’eserci zio \nfinanziario 2020 nell’ambito della Missione 12, Pro gramma 8, Titolo I del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. \n33. Per ampliare il numero di imprese, in particola re PMI, che operano nel mercato globale, \nespandere le quote di commercio internazionale, inc rementare l’esplorazione di nuovi mercati e \nnuove opportunità commerciali all’estero, sostenend o iniziative e programmi di promozione \ndell’export ai quali partecipano le imprese, singol e e associate, aventi sede operativa in Campania, è \nautorizzata la spesa di euro 100.000,00 per l’anno 2020 a valere sulla Missione 14, Programma 1, \nTitolo 1 del bilancio di previsione finanziario pe r il triennio 2020-2022. \n34. Al fine di promuovere e sviluppare sul territor io regionale le buone pratiche di economia civile \ne la generalizzazione di processi economici produtt ivi inclusivi e sostenibili è autorizzata la spesa di \neuro 100.000,00 per l\'anno 2020 per l\'Osservatorio Regionale per lo Studio, la Ricerca e la \nPromozione dell\'Economia Civile a valere sulla Miss ione 14, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di \nprevisione finanziario per il triennio 2020-2022. \n35. E’ autorizzato per l’esercizio finanziario 2020 un contributo di euro 500.000,00 in favore del \nCEINGE per lo studio della predisposizione alla mal attia neoplastica con pannelli di geni, in \nRegione Campania a valere sulla Missione 14, Progra mma 3, Titolo 1 del bilancio di previsione \nfinanziario per il triennio 2020-2022. \n36. Al fine di sostenere il turismo eno-gastronomic o, nonché la diffusione dei valori connessi al \npatrimonio agro-alimentare campano e della Dieta Me diterranea quale patrimonio culturale \nimmateriale dell’umanità Unesco, il Piano di valori zzazione delle produzioni tipiche agro-\nalimentari della Campania, denominato “Eccellenze C ampane – Campania Cibo per l’Anima”, di \ncui al comma 4 dell’articolo 10 della legge regiona le 18 gennaio 2016, n. 1 (Disposizioni per la \nformazione del bilancio di previsione finanziario p er il triennio 2016- 2018 della Regione Campania \n- Legge di stabilità regionale 2016) è rifinanziato con uno stanziamento pari a 100.000,00 euro per \nciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, nell’ambito della Missione 16, Programma 1, Titolo 1 del \nbilancio di previsione finanziario per il triennio 2020- 2022. \n37. Al fine di sostenere processi di conservazione e sviluppo sostenibile degli ambienti agricoli, \nforestali e pastorali, è riconosciuto un contributo straordinario al Centro di riferimento regionale p er \nil “Monitoraggio e la gestione dell’agro-ecosistema della Campania” di 150.000,00 euro per l’anno \n2020 nell’ambito della Missione 16, Programma 1, Ti tolo 1 del bilancio di previsione finanziario \nper il triennio 2020-2022. \n38. Per le esigenze connesse alla realizzazione del polo unico ambientale di cui all\'articolo 1, \ncommi da 57 a 60, della legge regionale n. 28/2018 da realizzare anche mediante operazioni \nsocietarie di natura straordinaria, e consentire i necessari adeguamenti strutturali anche di natura \neconomica e finanziaria, di dotazione di mezzi di p roduzione e di adeguamenti logistici, la Giunta \nprevede nel piano industriale triennale della socie tà unica del polo ambientale un apporto al capitale \ndi dotazione di automezzi per un valore di almeno 7 ,5 milioni di euro e di risorse finanziarie per \nalmeno 5 milioni di euro. \n39. Il capitale sociale della società unica del Pol o ambientale, indicato all’articolo 1, comma 59, \nlettera a) della legge regionale n. 28/2018 è incre mentato di almeno un milione di euro. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 201940. Ferme restando le competenze spettanti ai Comun i e ai Consorzi di bonifica, ai sensi della \nnormativa vigente, sono attribuiti alla società del polo ambientale, quale organismo pubblico con \nfunzioni d’interesse generale, i compiti di polizia idraulica e di pronto intervento di cui al regio \ndecreto 25 luglio 1904, n. 523 (Testo unico delle d isposizioni di legge intorno alle opere idrauliche \ndelle diverse categorie) e al regio decreto 9 dicem bre 1937, n. 2669 (Regolamento sulla tutela di \nopere idrauliche di 1ª e 2ª categoria e delle opere di bonifica), ivi comprese l’imposizione di \nlimitazioni e divieti all’esecuzione di qualsiasi o pera o intervento anche al di fuori dell’area \ndemaniale idrica, qualora questi siano in grado di influire anche indirettamente sul regime dei corsi \nd’acqua. \n41. La Giunta regionale disciplina le modalità tecn ico amministrative e di controllo degli interventi \ndi gestione delle funzioni di polizia idraulica com e trasferite, ivi comprese le attività di sorveglia nza \ndei fiumi e torrenti attraverso presidi degli argin i dei corsi. \n42. In occasione del processo di fusione tra le due partecipate pubbliche SMA spa e CAS spa nella \ncostituenda società del polo ambientale si procede ad un’armonizzazione dei diversi regimi \ncontrattuali di lavoro in essere presso le stesse p artecipate. Nelle more si procede ad un pre-\nallineamento contrattuale a parità di mansioni svol te per singole categorie di lavoro interessate ai \nsuccessivi processi di fusione aziendale. \n43. Il processo di fusione ed incorporazione di cui al comma 42 è completato nei sessanta giorni \nsuccessivi alla data di entrata in vigore della pre sente legge. Entro il medesimo termine, la Giunta \nregionale predispone uno schema di contratto di ser vizi finalizzato ad assicurare continuità \noperativa, stabilità e adeguatezza del volume e del la qualità delle commesse da attribuire alla \nSocietà. \n44. La Giunta regionale, al fine di contenere il co sto dell’indebitamento regionale, è autorizzata a \ndefinire operazioni di ristrutturazione dei mutui i n essere al 31 dicembre 2019, nel rispetto dei limi ti \nfissati dall’articolo 41, comma 2, della legge 28 d icembre 2001, n. 448 (Disposizioni per la \nformazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Finanziaria 2002), anche mediante \nrifinanziamento con altri istituti, in presenza di condizioni di rifinanziamento che consentono una \nriduzione del valore finanziario delle passività to tali a carico della Regione. \n45. La Giunta regionale è altresì autorizzata a def inire operazioni di ristrutturazione di mutui degli \nenti locali con oneri a carico della finanza region ale, anche mediante rifinanziamento con altri \nistituti, in presenza di condizioni di rifinanziame nto che consentono una riduzione del valore \nfinanziario delle passività totali. \n46. Al fine di contenere la spesa pubblica regional e e riordinare le partecipazioni regionali in \nfondazioni, la Giunta regionale è autorizzata ad ad ottare con delibera, entro novanta giorni dalla \ndata di entrata in vigore della presente legge, un piano di riordino e razionalizzazione attraverso \ncessione di partecipazioni, dismissione, soppressio ne, accorpamento delle fondazioni regionali o a \npartecipazione regionale, anche mediante costituzi one di fondazioni strategiche per le finalità \nistituzionali regionali, nell’osservanza dei seguen ti principi e criteri direttivi: \na) efficientamento, valorizzazione e razionalizzazi one delle partecipazioni; \nb) dismissione delle quote di partecipazione detenu te in fondazioni che svolgono attività \nanaloghe o similari ad altre fondazioni regionali, anche al fine di consentirne il riassetto \nmediante la costituzione di fondazioni strategiche per le finalità istituzionali della Regione; \nc) riduzione degli oneri per il funzionamento degli organi amministrativi; \nd) razionalizzazione delle spese per servizi e loca zioni. \n47. A decorrere dal 1° gennaio 2020, l’importo dell a tassa automobilistica regionale è ridotto nella \nmisura del dieci per cento per i pagamenti effettua ti dai contribuenti mediante la domiciliazione \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019bancaria. Con deliberazione della Giunta regionale sono definite le modalità di attuazione della \npresente disposizione. \n48. Al fine di adeguare il sistema di classificazio ne delle emissioni sonore degli aeromobili ai nuovi \nstandard migliorativi, alla legge regionale 6 maggi o 2013, n. 5 (Disposizioni per la formazione del \nbilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 della Regione Campania - Legge finanziaria \nregionale 2013) sono apportate le seguenti modifica zioni: \na) le tabelle C1 e C2 dell’allegato C sono sostitui te dalle tabelle di cui all’Allegato 2; \nb) alla lettera l) del comma 175 dell’articolo 1, d opo le parole “gli aeromobili ad ala rotante” è \naggiunta la seguente: “(elicotteri).”. \n49. All’articolo 17 della legge regionale n. 3/2017 sono apportate le seguenti modificazioni: \na) al comma 3 dopo le parole “le economie” sono agg iunte le seguenti: “e le somme, comunque \nnon utilizzate ancorché relative a lavori non inizi ati alla data del 31 dicembre 2019”; \nb) dopo il comma 3 è aggiunte il seguente: “3.bis L e economie di cui al comma 1 possono \nessere altresì utilizzate dagli enti locali benefic iari per nuove progettazioni da concludersi entro \ni medesimi termini di cui al comma 3.”; \nc) al comma 4, le parole: “31 dicembre 2019” sono s ostituite dalle seguenti: “31 dicembre \n2020”. \n50. Gli enti beneficiari di contributo regionale, c oncesso sotto forma di contributo straordinario, ai \nsensi dell’articolo 64, comma 1, lettera b) della l egge regionale 27 febbraio 2007, n. 3 (Disciplina \ndei lavori pubblici, dei servizi e delle forniture in Campania) decadono dal contributo se non \ncomunicano alla Regione l’avvenuta aggiudicazione d efinitiva degli appalti entro sessanta giorni \ndalla data di entrata in vigore della presente legg e ovvero non dimostrano di essere già dotati di una \nprogettazione definitiva-esecutiva. \n51. Al fine di ottimizzare il consumo delle risorse alimentari e supportare la lotta allo spreco \nalimentare, la Regione Campania entro novanta giorn i dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge, sottoscrive accordi o protocolli d’intesa co n le associazioni di categoria maggiormente \nrappresentative degli operatori del settore aliment are e con gli enti locali, per favorire la cessione \ngratuita di prodotti alimentari invenduti. Le ecced enze alimentari non idonee al consumo possono \nessere cedute per il sostegno vitale di animali e p er la destinazione ad auto-compostaggio o a \ncompostaggio di comunità con metodo aerobico. Ai se nsi dell’articolo 1, comma 659, della legge \n27 dicembre 2013, n. 147 (Disposizioni per la forma zione del bilancio annuale e pluriennale dello \nStato (legge di stabilità 2014), i Comuni possono p revedere, con proprio regolamento, riduzioni \ndella tariffa relativa alla tassa sui rifiuti a fav ore delle aziende operanti nel settore della produz ione \ne della distribuzione degli alimenti che provvedono all’istallazione di compostiere per il \ncompostaggio locale degli scarti organici prodotti dalle stesse. \n52. Al fine di promuovere l\'applicazione efficace, appropriata, sostenibile e uniforme della \nmetodologia dei percorsi terapeutico riabilitativi individuali sostenuti con Budget di Salute, di cui \nall\'articolo 46 della legge regionale 27 gennaio 20 12, n. 1 (Disposizioni per la formazione del \nBilancio Annuale 2012 e Pluriennale 2012-2014 della Regione Campania (legge finanziaria \nregionale 2012)), secondo i principi dell\'integrazi one istituzionale sociosanitaria, della \npartecipazione dei cittadini utenti, e della sussid iarietà, la Giunta regionale istituisce, entro \nquarantacinque giorni dalla data di entrata in vigo re della presente legge, un Gruppo tecnico di \nlavoro presso la Direzione Generale Tutela della Sa lute, costituito dalle strutture amministrative \ncompetenti in materia di politiche sociali, federal ismo, risorse finanziarie, prevenzione della \ncorruzione e della trasparenza e Avvocatura, che, s entite le associazioni degli Enti Locali e delle \nAziende Sanitarie, nonché le associazioni del terzo settore e di cittadini maggiormente \nrappresentative a livello regionale, rileva e monit ora l\'applicazione della sperimentazione finora \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019svolta nei diversi territori regionali e formula, e ntro novanta giorni dal suo insediamento, proposte \nalla Giunta regionale per l\'adozione di atti finali zzati alla realizzazione dei principi e finalità di cui \nal presente comma. \n53. La legge regionale 7 maggio 1996, n. 11 (Modifi che ed integrazioni alla legge regionale 28 \nfebbraio 1987, n. 13, concernente la delega in mate ria di economia, bonifica montana e difesa del \nsuolo) è così modificata: \na) dopo il comma 1 dell’articolo 23 è inserito il s eguente: “1bis. Il vincolo idrogeologico è \nesteso a tutti i boschi così come definiti dall’art icolo 14.”; \nb) l’articolo 25 è così modificato: \n1) al comma 9 le parole “lire 200.000 ad un massimo di lire 2.000.000” sono sostituite dalle \nseguenti: “euro 150,00 ad un massimo di euro 1.500, 00 per decara e sua frazione”; \n2) al comma 10 le parole “lire 200.000 ad un massim o di lire 2.000.000” sono sostituite dalle \nseguenti: “euro 150,00 ad un massimo di euro 1.500, 00”; \n3) al comma 11 le parole “lire 700.000 ad un massim o di lire 3.000.000” sono sostituite dalle \nseguenti: “euro 525,00 ad un massimo di euro 2.250, 00”; \n4) al comma 12 le parole “lire 40.000 ad un massimo di lire 400.000” sono sostituite dalle \nseguenti: “euro 30,00 ad un massimo di euro 300,00” ; \n5) dopo il comma 14 è aggiunto il seguente: “14bis. I valori monetari delle sanzioni di cui ai \ncommi 9, 10, 11 e 12 sono aggiornati con delibera d ella Giunta regionale ogni due anni in \nmisura corrispondente alla variazione dell’indice d el costo della vita.”; \nc) l’articolo 47 dell’Allegato C è sostituito dal s eguente: \n“', '47': '(Sanzioni amministrative per le infrazioni alle Prescrizioni di Massima e di Polizia \nForestale) \n1. Per la violazione alle prescrizioni della presen te legge ed alle Prescrizioni di Massima e di \nPolizia Forestale, indicate dai regolamenti previst i dall’articolo 12 della legge regionale 20 \ngennaio 2017, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione finanziario per il \ntriennio 2017 – 2019 della Regione Campania – Legge di stabilità regionale 2017) e \ndall’articolo 1, comma 40 della legge regionale 31 marzo 2017, n. 10 (Misure per \nl’efficientamento dell’azione amministrativa e l’at tuazione degli obiettivi fissati dal DEFR 2017 \n– Collegato alla stabilità regionale per il 2017), si applicano le sanzioni amministrative di cui \nalla Tabella B bis. \n2. Al fine dell’applicazione delle sanzioni previs te dal comma 1, per la stima del valore delle \npiante tagliate o del danno comunque cagionato arre cato mediante incendi, pascolo, recisione di \nrami ed amputazione delle radici, quando può deriva rne il totale deperimento delle piante e/o \ndei polloni o violazione delle norme di tutela dell e piante forestali non ricomprese nei boschi, si \napplicano le disposizioni di cui ai commi 4, 5 e 8 dell’articolo 25 della presente legge. \n3. I valori monetari delle sanzioni di cui al comma 1 e dell’articolo 7 dell’allegato D alla \npresente legge sono aggiornati con delibera di Giun ta regionale ogni due anni in misura \ncorrispondente alla variazione dell’indice del cost o della vita.” \nd) la Tabella A dell’Allegato C, è sostituita dalla Tabella A di cui all’Allegato 3; \ne) la Tabella B dell’Allegato C, è sostituita dalla Tabella B di cui all’Allegato 4; \nf) dopo la Tabella B dell’Allegato C, è inserita la Tabella B bis di cui all’Allegato 5; \ng) l’articolo 7 dell’Allegato D è così modificato: \n1) alla lettera a) del comma 4 le parole “di lire 1 0.000 ad un massimo di lire 25.000” sono \nsostituite dalle seguenti: “di euro 7,50 ad un mass imo di euro 18,70” \n2) alla lettera b) del comma 4 le parole “lire 100. 000 ad un massimo di lire 300.000” sono \nsostituite dalle seguenti: “euro 75,00 ad un massim o di euro 225,00”; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 20193) alla lettera c) del comma 4 le parole “da un min imo di lire 10.000 ed un massimo di lire \n100.000 per ogni capo” sono sostituite dalle seguen ti: “euro 7,50 per ciascun capo ovino e \ncaprino adulti ed euro 75,00 per ciascun capo bovin o ed equino adulto.”. \n54. Al comma 4 dell’articolo 15 della legge regiona le 5 giugno 1996, n. 13 (Nuove disposizioni in \nmateria di trattamento indennitario agli eletti all a carica di consigliere regionale della Campania) \ndopo la parola “corrente” sono aggiunte le seguenti : “o successive” e dopo la parola “in corso” sono \naggiunte le seguenti: “o successive”. \n55. Alla legge regionale 24 novembre 2001 n.12 (Dis ciplina ed armonizzazione delle attività \nfunerarie) sono apportate le seguenti modificazioni : \na) dopo il comma 1 dell’articolo 8quater è aggiunto il seguente: “1bis. Il titolo abilitativo per \nl’esercizio dell’attività i cui alla lettera a) del comma 1 ha validità di ventiquattro mesi dalla \ndata del rilascio”; \nb) la lettera c) del comma 1 dell’articolo 1bis del l’Allegato A è sostituito dal seguente: “c) \ncontratto di locazione o titolo di proprietà dell’a utorimessa, dotata di attrezzature per la pulizia \ne la sanificazione, in conformità alle prescrizioni del regolamento comunale assunto dal \nComune di pertinenza, del decreto del Presidente de lla Repubblica n. 285/1990 e delle \ndisposizioni normative in materia di rimesse di vei coli, di pubblica sicurezza e di prevenzione \nantincendio. L’autorimessa dislocata dalla sede pri ncipale se non pubblicizzata non è da \nconsiderarsi filiale.”; \nc) dopo il comma 2 dell’articolo 4 dell’Allegato A è inserito il seguente: “2bis. E’ consentita la \npubblicità in ogni forma e con ogni mezzo dell’atti vità funebre, di trasporto funebre, onoranze \nfunebri, pompe funebri, di agenzia funebre, filiali o diversamente denominata solo ed \nesclusivamente se riferita a “pubblicità informativ a riportante solo le seguenti informazioni: \nlogo – ubicazione – descrizione servizi – recapiti telefonici – direttore tecnico.”.” \n56. Entro il termine di centottanta giorni dalla da ta di entrata in vigore della presente legge, la \nGiunta regionale, con delibera, adegua le linee di programma per il rilascio dell’abilitazione \nall’esercizio delle attività funebri e per lo svolg imento delle attività alle disposizioni di cui al \ncomma 55. \n57. Dopo l’articolo 9 della legge regionale 10 magg io 2001 (Disciplina dell\'attività di Bed and \nBreakfast) è aggiunto il seguente: \n“Art. 9bis (Marchio identificativo dell’attività ri cettiva di Bed & Breakfast) \n1. La Giunta regionale con propria deliberazione au torizza ed approva un apposito marchio \nidentificativo dei “Bed & Breakfast” in Campania e provvede, con cadenza biennale, alla \npubblicazione di un elenco delle attività di B&B in un apposito Albo. Il marchio è trasmesso ai \nComuni e messo a disposizione degli operatori. Il m archio deve essere affisso all’esterno delle unità \nabitative all’esercizio di attività “Bed & Breakfas t” a spese degli interessati.”. \n58. Dopo il comma 3 dell’articolo 4 della legge reg ionale 24 novembre 2001, n. 17 (Disciplina delle \nstrutture ricettive extralberghiere) è aggiunto il seguente: “3 bis. E’ consentita ai privati, in pres enza \ndella regolarità edilizia e urbanistica, la libera attività di studentato e albergo studentesco.”. \n59. Il comma 2 dell’articolo 6 della legge regional e 24 dicembre 2003, n. 28 (Disposizioni urgenti \nper il risanamento della finanza regionale) è abrog ato. \n60. Al comma 4 dell’articolo 44 della legge regiona le 22 dicembre 2004 n.16 (Norme sul Governo \ndel territorio), dopo le parole “opere di urbanizza zione primaria e secondaria” sono aggiunte le \nseguenti: “anche se realizzate da privati”. \n61. All’articolo 6 della legge regionale 9 ottobre 2006, n. 20 (Regolamentazione per la cremazione \ndei defunti e di loro resti, affidamento, conservaz ione e dispersione delle ceneri derivanti dalla \ncremazione) dopo il comma 1 sono inseriti i seguent i: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019“1 bis. La Giunta regionale, entro centottanta gior ni dalla data di entrata in vigore della presente \ndisposizione, sentita la commissione consiliare com petente, adotta il Piano regionale di \ncoordinamento per il rilascio delle autorizzazioni regionali alla realizzazione dei crematori da parte \ndei Comuni secondo i criteri di cui all’articolo 6 della legge n. 130/2001, tenuto conto delle \ncaratteristiche territoriali e della compatibilità ambientale in conformità al decreto legislativo 3 \naprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale). \n1 ter. Il piano è pubblicato sul sito web istituzio nale della Regione per almeno trenta giorni durante i \nquali ciascun soggetto può presentare osservazioni. La Giunta regionale, tenuto conto delle \nosservazioni pervenute, lo trasmette al Consiglio p er l’approvazione. \n1 quater. Nelle more del Piano di cui al comma 1 bi s, è sospesa la realizzazione di nuovi impianti \ncrematori.”. \n62. Nelle more della definitiva approvazione della nuova disciplina organica in materia di Governo \ndel Territorio, al comma 1 dell’articolo 12 della l egge regionale 28 dicembre 2009 n. 19 (Misure \nurgenti per il rilancio economico, per la riqualifi cazione del patrimonio esistente, per la prevenzion e \ndel rischio sismico e per la semplificazione ammini strativa) le parole “31 dicembre 2019” sono \nsostituite dalle seguenti “31 dicembre 2020”. \n63. Al fine di adeguare la normativa regionale di r icerca e coltivazione delle risorse geotermiche \nalle previsioni della normativa statale di cui al d ecreto legislativo 11 febbraio 2010, n. 22 (Riasset to \ndella normativa in materia di ricerca e coltivazion e delle risorse geotermiche, a norma dell\'articolo \n27, comma 28, della legge 23 luglio 2009, n. 99), a lla legge regionale 29 luglio 2008 n. 8 \n(Disciplina della ricerca ed utilizzazione delle ac que minerali e termali, delle risorse geotermiche e \ndelle acque sorgenti) sono apportate le seguenti mo dificazioni: \na) al comma 2 dell’articolo 1, la lettera c) è abro gata; \nb) al comma 4 dell’articolo 1, la lettera i) è abro gata; \nc) alla lettera l) del comma 4 dell’articolo 1, le parole “e delle piccole utilizzazioni locali” sono \nsoppresse; \nd) il CAPO IV “Piccole Utilizzazioni locali” è abro gato; \ne) al comma 8 dell’articolo 33, ai commi 1, 2 e 8 d ell’articolo 37, al comma 1 dell’articolo 38, \nal comma 1 dell’articolo 40 e ai commi 1 e 2 dell’a rticolo 42, le parole “e delle piccole \nutilizzazioni locali” sono soppresse; \nf) al comma 9 dell’articolo 33, le parole “e piccol e utilizzazioni locali” sono soppresse; \ng) il comma 3, la lettera c) del comma 8 e il comma 10 dell’articolo 36 sono abrogati. \n64. In attuazione della disciplina prevista dall\'ar ticolo 10, commi 1 e 4, del medesimo decreto \nlegislativo 22/2010, le Piccole Utilizzazioni local i, sono concesse dalla Regione Campania con le \nmodalità previste dal Testo unico delle disposizion i di legge sulle acque e impianti elettrici, di cui al \nregio decreto 11 dicembre 1933, n.1775 (Testo Unico delle disposizioni di legge sulle acque e \nimpianti elettrici). Ai fini della individuazione e definizione dei procedimenti inerenti al permesso \ndi ricerca e al rilascio e rinnovo dei provvediment i inerenti alle Piccole Utilizzazioni locali, si \napplica il regolamento regionale 12 novembre 2012, n. 12 (Regolamento per la disciplina delle \nprocedure relative a concessioni per piccole deriva zioni, attingimenti e uso domestico di acque \npubbliche). \n65. Chiunque esegua, senza permesso, ricerche delle acque delle Piccole Utilizzazioni locali è \nsoggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500,00 a euro 5.000,00. \nChiunque coltivi le acque delle Piccole Utilizzazio ni locali in assenza della concessione è soggetto \nalla sanzione amministrativa del pagamento di una s omma da euro 10.000,00 a euro 50.000,00. La \nstessa sanzione può essere comminata per l\'inosserv anza dell\'obbligo di chiusura dei pozzi. In caso \ndi omessa installazione, nel termine stabilito dal competente dirigente regionale, o di manomissione \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 2019degli strumenti di misura automatici dei volumi del la portata e della temperatura emunta, è \ncomminata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500,00 a euro 1.500,00 \nriferita ad ogni singolo strumento. In caso di omes sa, tardiva, infedele od incompleta \ncomunicazione delle notizie richieste dal competent e dirigente regionale delle prescrizioni \ncontenute nei provvedimenti di ricerca e di concess ione, è comminata la sanzione amministrativa \ndel pagamento di una somma da euro 500,00 a euro 5. 000,00. La persistenza o reiterazione delle \ninfrazioni sopra elencate, nonché l\'inosservanza di specifici obblighi imposti con il provvedimento \ndi rilascio del permesso di ricerca e della concess ione o di specifiche prescrizioni del competente \ndirigente regionale, costituisce motivo di decadenz a del permesso di ricerca o della concessione. In \ncaso di attività oggetto della presente disposizion e svolte senza le prescritte autorizzazioni è \ncomminata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20.000,00 a euro \n50.000,00. Le sanzioni amministrative sono irrogate , previa trasmissione di apposito atto di \ncontestazione e con assegnazione di un termine di t renta giorni per presentare controdeduzioni, da \nparte del competente ufficio regionale che provvede al relativo accertamento ed alla riscossione \ncoattiva delle somme dovute dai trasgressori, nel r ispetto delle disposizioni della legge 24 novembre \n1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale) e della legge regionale 10 gennaio 1983, n. 13 (Norme \nper l\'applicazione delle sanzioni amministrative e pecuniarie di competenza della Regione o di Enti \nda essa delegati o subdelegati). \n66. All’articolo 25 della legge regionale 8 agosto 2014, n.18 (Organizzazione del sistema turistico \nin Campania) sono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1 è aggiunto alla fine il seguente peri odo "La valutazione dei programmi e \nl’erogazione dei contributi sono demandati all’Agen zia regionale per la promozione del turismo \ndella Campania.". \nb) il comma 1bis è sostituito dal seguente: "1bis. Le modalità di rendicontazione dei contributi \nricevuti dalla Regione per il tramite dell’Agenzia regionale per la promozione del turismo della \nCampania sono disciplinate dal regolamento di cui a l comma 1 e da atti amministrativi di \nindirizzo emanati dalla competente struttura region ale." \n67. Alla legge regionale 23 dicembre 2014, n. 22 (D isciplina della pesca marittima e \ndell’acquicoltura) sono apportate le seguenti modif icazioni: \na) dopo il comma 3 dell’articolo 25, è aggiunto il seguente: “3bis. La durata della concessione \ndemaniale è stabilita sulla base di un piano econom ico-finanziario degli investimenti, coerente \ncon i vincoli operativi derivanti dall’eventuale fi nanziamento pubblico dell’attività di \nmaricoltura e dei relativi costi da ammortizzare, n el rispetto delle prescrizioni dell’articolo 4, \ncomma 8 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4 (Misure per il riassetto della normativa in \nmateria di pesca e acquacoltura, a norma dell’artic olo 28 della legge 4 giugno 2010, n. 96)”. \nb) alla lettera b) del comma 1 dell’articolo 27, le parole: “almeno 70 metri” sono sostituite con \nle parole: “almeno 25 metri”. \n68. All’articolo 2, comma 3 della legge regionale 1 8 maggio 2016, n.12 (Misure per potenziare e \nrendere effettivo il diritto allo studio universita rio) la parola “novanta” è sostituita con la parola \n“quarantacinque”. \n69. Alla legge regionale 8 agosto 2016, n. 26 (Cost ruire il futuro. Nuove politiche per i giovani) \nsono apportate le seguenti modifiche: \na) al comma 1 dell’articolo 12 dopo le parole “enti locali” sono aggiunte le seguenti: “Il forum \ndura in carica tre anni a decorrere dalla data dell a sua costituzione. In caso di decadenza, \ndimissioni o altre cause, i componenti sono sostitu iti con le stesse modalità.”; \nb) all’articolo 19 è aggiunto il seguente comma: “2bis.In fase di prima applicazione, la durata \ndel forum di nuova costituzione coincide con quella della legislatura in corso.”. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 81 del 30 Dicembre 201970. Al comma 1 dell’articolo 3 della legge regional e 28 luglio 2017, n. 21 (Disposizioni per la \ndisciplina del Collegio dei revisori dei conti dell a Regione Campania) sono eliminate le parole “e \nnon sono rieleggibili.”. \n71. Dopo il comma 3bis dell’articolo 10 della legge regionale 2 agosto 2018, n.26 (Misure di \nsemplificazione in materia di governo del territori o e per la competitività e lo sviluppo regionale. \nLegge annuale di semplificazione 2018) è aggiunto i l seguente: “3ter. La Regione Campania, per \nfavorire l’esercizio di attività economiche imprend itoriali già operative ovvero di quelle che \nintendono insediarsi in aree diverse dalle Zes e da lle aree di crisi industriale complessa, istituisce i \ndistretti economici e funzionali che possono benefi ciare, nel rispetto della normativa vigente, di \nspeciali condizioni in relazione alla natura increm entale degli investimenti e delle attività di \nsviluppo di impresa. La Giunta regionale, con succe ssivo atto da adottarsi entro novanta giorni dalla \ndata di entrata in vigore della presente legge, dis ciplina le modalità di individuazione e le \ncaratteristiche delle aree dei distretti economici funzionali. Le previsioni di cui ai commi 1, 2 e 3 si \napplicano anche ai distretti economici funzionali.” \n72. L’articolo 2, comma 2 della legge regionale 20 novembre 2018, n. 39 (Norme in materia di \nimpianti termici e di certificazione energetica deg li edifici) è così riformulato: “2. Le autorità \ncompetenti, relative ai Comuni inferiori ai 40.000 abitanti, possono essere individuate dalla Città \nMetropolitana di Napoli e dalle Province di Avellin o, Benevento, Caserta, Salerno, secondo le \nrispettive competenze.” \n73. Al comma 5 dell’articolo 1 della legge regional e 29 dicembre 2018, n. 60 (Disposizioni per la \nformazione del bilancio di previsione finanziario p er il triennio 2019-2021 della Regione Campania \n– Legge di stabilità regionale 2019) le parole “Con sorzio di bonifica Aurunco”, sono sostituite con \n“Consorzio Generale di Bonifica del Bacino del Volt urno”. \n74. Alla legge regionale 11 novembre 2019, n. 21 ( Riconoscimento e potenziamento del soccorso \nin ambiente impervio), sono apportate le seguenti m odificazioni: \na) al comma 1 dell’articolo 1, le parole “articolaz ione territoriale del Corpo nazionale soccorso \nalpino e speleologico” sono soppresse; \nb) al comma 2 dell’articolo 1 le parole “nonché in attuazione dell’articolo 29 della legge 7 \ndicembre 2000, n. 383 (Disciplina delle associazion i di promozione sociale)” sono soppresse; \nc) al comma 1 dell’articolo 2, le parole “e non san itario” sono soppresse. \n75. La Giunta regionale procede a verifiche periodi che sullo stato di attuazione del Piano \nstraordinario 2019-2020 per il controllo delle mala ttie infettive della Bufala Mediterranea Italiana i n \nRegione Campania, anche fini di eventuali aggiornam enti, compresi gli aspetti procedurali sulle \nmodalità partecipative delle aziende all’attività d i profilassi, nel rispetto della normativa \neurounitaria, nazionale e regionale. Le risultanze delle verifiche sono comunicate alle competenti \ncommissioni consiliari ed alle associazioni di cate goria. \n76. La presente legge è pubblicata sul Bollettino U fficiale della Regione Campania ed entra in \nvigore il 1° gennaio 2020. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE\' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania.'} | null |
campania | 2,019 | 26 | null | {'1': '(Restrizioni all’uso di prodotti in plastica monouso sul territorio della Regione Campania) \n1. Nell’ambito delle manifestazioni fieristiche e di comunicazione organizzate o finanziate, anche in \nparte, da Regione, Enti locali, Enti ed Aziende soggette alla vigilanza degli stessi, a partire dal 3 luglio 2021 è fatto divieto di utilizzare contenitori, mescolatori per bevande, aste a sostegno di palloncini, cannucce e stoviglie, quali posate, forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti, in plastica monous o. \n2. Nei parchi, nelle aree protette, a partire dal 3 luglio 2021 è fatto divieto di utilizzo per la somministrazione di cibi e bevande di contenitori, mescolatori per bevande, cannucce e stoviglie, quali posate, forchette, coltelli, cucchiai, bacchette e piatti in plastica monouso. \n3. Nelle sedi e negli uffici delle Amministrazioni regionali e degli Enti strumentali regionali, nelle attività di somministrazione di cibi e bevande, anche a mezzo distributori automatici, è fatto divieto di utilizzo di oggetti in plastica monouso, quali contenitori per alimenti e bevande, piatti, bicchieri, posate, cannucce, mescolatori per bevande, sacchetti ed imballaggi monouso, favorendo l’utilizzo di articoli riutilizzabili. \n4. In fase di prima applicazione, per l’attuazi one della disposizione di cui al comma 3, ciascuna \nAmministrazione o Ente strumentale regionale, nel rispetto dei contratti già in essere, redige un programma biennale per la riduzione della plastica monouso nei propri uffici con relativo cronoprogramma, a rticolato secondo obiettivi individuati, monitorati e relazionati per ciascun anno, \nal fine di ridurre al minimo l’utilizzo della plastica monouso all’interno degli uffici di competenza, sino alla completa eliminazione. \n5. Per l’attuazione delle disposizio ni di cui al comma 3 gli Enti o uffici possono sottoscrivere \nspecifici protocolli con aziende individuate mediante selezione pubblica per l’installazione di punti di erogazione di acqua filtrata all’interno degli stessi, da utilizzare per il riempimento di contenitori \nriutilizzabili personali. \n6. La Regione Campania promuove una campagna di informazione e di sensibilizzazione rivolta a tutti i dipendenti della Giunta regionale e del Consiglio e degli Enti strumentali e, in collaborazione con il Co.re.com, a tutti i cittadini, per la responsabilizzazione attraverso comportamenti \nconsapevoli volti alla riduzione della produzione di rifiuti, in particolare di oggetti in plastica monouso, e sui divieti e le sanzioni previste dalla presente legge. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 20197. A partire da l 3 luglio 2021 l’inosservanza dei divieti previsti dal comma 2 nei parchi e nelle aree \nprotette, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro a 1.000 euro. Le sanzioni \nsono comminate dalla polizia municipale e destinate ai bilanci degli Enti comunali sul cui territorio è avvenuta la trasgressione.', '2': "(Disposizioni transitorie per l'applicazione delle restrizioni all’uso dei prodotti di plastica monouso) \n1. Il divieto di cui all’articolo 1, comma 1, si applica previo esaurimento dei c ontratti già stipulati \nalla data di entrata in vigore della presente legge. \n2. Il divieto di cui all’articolo 1, comma 2 si applica previo esaurimento delle scorte di magazzino che, comunque, deve essere compiuto entro la data del 30 giugno 2021. \n3. Sono f atti salvi gli atti già adottati dai Comuni alla data di entrata in vigore della presente legge \nin coerenza con le disposizioni di cui all'articolo 1.", '3': "(Modifiche ed integrazioni normative) \n1. Al comma 6, dell’articolo 9 della legge regionale 29 luglio 1998 n. 10 (Istituzione dell'Agenzia \nRegionale per la protezione ambientale della Campania) dopo le parole “da scegliere” è inserita la seguente: “preferibilmente” e dopo le parole “di ARPAC” sono inserite le seguenti: “della Giunta regionale o di altro Ente pubblico regionale”. \n2. La legge regionale 8 luglio 2019, n. 13 (Norme in materia di riduzione dalle esposizioni alla radioattività naturale derivante dal gas radon in ambiente confinato chiuso) è cosi modificata: \na) al comma 1 dell’articolo 2 le parole: “Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge” sono sostituite dalle seguenti: “Entro i termini previsti dai decreti attuativi della legge delega 4 ottobre 2019, n. 117 (Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2018)”; \nb) dopo l’articolo 5 è aggiunto il seguente: “Art. 5 bis. (Sostituzione termini) \n1. I termini previsti dalla presente legge, sono sostituiti dai termini indicati nei decreti attuativi della legge delega 117/2019.” . \n3. Dopo il comma 3 dell’articolo 12 della legge Regionale 2 dicembre 2015, n. 15 (Riordino del servizio idrico integrato ed istituzione dell’En te idrico Campano) è aggiunto il seguente: “3 bis. La \ndirezione generale Ciclo integrato delle acque, entro novanta giorni dall’approvazione della presente norma, procede al censimento dei collettori fognari intercomunali esistenti, al fine di costituire il Catasto per le infrastrutture del ciclo integrato delle acque di interesse regionale, d’intesa con l’Ente Idrico Campano (EIC)”. \n4. La disposizione prevista all’articolo 8, comma 4, della legge regionale 1 settembre 1993, n. 33 \n(Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania), come modificata dall’articolo 19, comma 1, \nlettera f) della legge regionale 7 agosto 2019, n. 16 (Norme per l’efficientamento del sistema ambientale, per il rilancio delle attività produttive e per la semplificazione normativa e amministrativa con modifiche e abrogazioni), si applica anche ai Presidenti già in carica alla data di entrata in vigore della legge regionale 16/2019. \n5. La legge regionale 10 dicembre 2003, n. 21 (Norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico dell’area vesuviana) è così modificata: \na) dopo il comma 2 dell’articolo 2 è aggiunto il seguente: “2 bis. Il divieto previsto al comma 2 non si applica ai piani di recupero di cui all’articolo 29 della legge 47/1985, fatta salva la \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 73 del 5 Dicembre 2019possibilità di rilascio di permesso di costruire in sanatoria sui singoli immobili anche \nresidenziali ai sensi della legge 47/1985 e della legge 724/1994.”; \nb) dopo il comma 1 dell’articolo 5 è aggiunto il seguente: “1 bis. Il divieto previsto al comma 1 non si applica agli immobili anche residenziali in relazione ai quali, alla data di entrata in vigore della presente legge risultino pendenti procedimenti per il rilascio di permesso di costruire in sanatoria ai sensi della legge 4 7/1985 e della legge 724/1994.”. \n6. L’articolo 9 della legge regionale 18 novembre 2004, n. 10 (Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi di cui al decreto -legge 30 settembre 2003, n. 269, articolo 32 così come modificato dalla \nlegge di conversione 24 nove mbre 2003, n. 326 e successive modifiche ed integrazioni) è così \nmodificato: \na) al comma 1 le parole “31 dicembre 2019” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2020”; \nb) dopo il comma 5 è aggiunto il seguente: “5 bis. Per gli abusi edilizi relativi ad immobili \nanche residenziali realizzati in uno dei Comuni di cui alla legge regionale 10 dicembre 2003, n. 21 (Norme urbanistiche per i comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico dell’area vesuviana) per i quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, risultano pendenti le domande di sanatoria, ai sensi della legge 47/1985 e della legge 724/1994, può essere rilasciato il permesso di costruire in sanatoria.” .", '4': '(Norma finanziaria) \n1. All’onere finanziario previsto all’articolo 1, comma 6, si fa fronte mediante prelevamento di euro \n10.000,00 dalla Missione 1, Programma 1, Titolo 1 per ciascuno degli anni 2020 e 2021 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019/2021.', '5': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge ent ra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 1 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi euro 633,60 derivante da provvedimenti esecutivi \npronunciati dall’autorità giudiziaria riassuntivamente descritto nell’Allegato A e nella scheda di rilevazione di partita debitoria unito alla deliberazione di Giunta regionale de l 29.11.2018, n. 807, è \nriconosciuto legittimo ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio del le Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli \n1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’articolo 1, dell’importo complessivo di euro 633,60 si \nè già provveduto mediante discarico delle carte contabili per pagamenti effettuati dal tesoriere per azioni esecutive, con imputazione al bilancio per l’e sercizio finanziario 2018.', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 19 | null | {'1': "(Principi) \n1. La Regione Campania riconosce alla progettazione e alla realizzazione di opere di architettura \ncontemporanea il carattere di pubblico interesse, evidenziandone il valore sociale e collettivo in quanto strumenti fondamentali per assicurare la qualità dell'ambiente di vita delle comunità e la valorizzazione delle risorse storiche, culturali, urbane, ambientali e paesaggistiche dei territori. \n2. La qualità della concezione architettonica, l'inserimento di nuovi interventi edilizi e infrastruttura li secondo criteri di salvaguardia, innovazione e valorizzazione sostenibile del \npaesaggio naturale e di quello storico urbano costituiscono un valore identitario e un patrimonio regionale e come tale rappresentano un diritto non comprimibile di tutti i ci ttadini. \n3. La Regione, consapevole della necessità di restituire all'architettura il ruolo che le compete nelle politiche di governo del territorio, riconosce e sostiene il valore della centralità del progetto nei processi di recupero e trasformazione del le città e dei territori.", '2': "(Finalità e obiettivi) \n1. ln attuazione della presente legge la Regione Campania si impegna a: \na) favorire il rafforzamento e la diffusione in campo architettonico e urbanistico dei principi dello sviluppo sostenibile nel quadro della normativa comunitaria e statale vigente in materia di tutela dell'ambiente; \nb) contribuire a preservare e migliorare l'ecosistema e gli ambienti di vita dell'uomo, anche \nattraverso la riduzione del consumo del suolo, l'uso di energie rinnovabi li e il contrasto al \nfenomeno del riscaldamento climatico, sia in termini di mitigazione che di adattamento delle città, degli edifici e degli spazi urbani; \nc) perseguire la qualità dell'architettura attraverso una serie di azioni come la promozione delle \nprocedure concorsuali, l'utilizzo di pratiche partecipative attive, la predisposizione di dispositivi premiali e forme di incentivi a sostegno dei processi trasformativi; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019d) promuovere l'architettura contemporanea sia per le nuove costruzioni che per gli i nterventi di \nrestauro architettonico, riqualificazione edilizia e rigenerazione urbana; \ne) promuovere la conoscenza dell'architettura e dell'urbanistica per aumentare la \nconsapevolezza, il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei cittadini sui temi de lla qualità \ndell'ambiente urbano e del territorio; \nf) promuovere e diffondere la formazione e la ricerca in campo architettonico; \ng) incoraggiare la partecipazione dei giovani progettisti a concorsi e occasioni progettuali; \nh) favorire la continuità del pr ocesso progettuale anche attraverso l'apporto di un unico \nprogettista per le diverse fasi.", '3': "(Qualità dell'architettura) \n1. La Regione Campania, nel richiamare la risoluzione del Consiglio dell'Unione europea n. 13982/00 del 12 gennaio 2001 sulla qua lità architettonica dell'ambiente urbano e rurale, promuove \nla qualità dell'architettura attraverso politiche esemplari nel settore della costruzione pubblica, in coerenza con le strategie di pianificazione e come risultato di un processo unitario, strutturato attraverso: \na) la qualità della domanda, che riconosce bisogni e necessità attraverso una fase propedeutica di partecipazione pubblica, partendo dall'elenco delle funzioni e delle quantità, dai vincoli spaziali, economici e normativi per definire un p rogramma condiviso di intervento; \nb) la qualità del progetto, che recepisce ed elabora le esigenze di carattere urbanistico, funzionale, spaziale - formale e di armonico inserimento nel contesto dell'ambiente urbano e \nrurale, secondo i principi di cui all' articolo 1 e si esprime attraverso un approccio progettuale \nche coniughi l'eredità della storia con la cultura e l'innovazione, proponendosi nelle forme della contemporaneità; \nc) la qualità della realizzazione come parte integrante della qualità complessiv a del processo di \ntrasformazione dei luoghi attraverso l'architettura, attivando tutti i meccanismi e le procedure previste per legge con l'obiettivo prioritario della qualità e della conformità con il progetto dell'opera.", '4': "(Ambito di applicazione) \n1. Sono compresi nell'ambito di applicazione della presente legge i progetti di trasformazione del territorio e, in particolare, ogni atto concernente l'inserimento di nuove opere nei diversi contesti naturali ed urbani, nei tessuti urbani storici e nelle aree periferiche, la tutela e la valorizzazione del paesaggio e dei beni culturali, gli interventi sul patrimonio edilizio esistente, la realizzazione e l'ammodernamento delle infrastrutture.", '5': "(Ruoli, soggetti e strumenti) \n1. La Regione Campania, nell'ambito dei processi di progettazione architettonica e urbanistica, favorisce la collaborazione istituzionale e i processi partecipativi anche decisionali delle comunità locali sui problemi emergenti del proprio territorio. \n2. La Regione, nell'esercizi o delle proprie competenze in materia di governo del territorio, di \nvalorizzazione dei beni culturali ed ambientali e promozione di attività culturali, persegue la promozione, la salvaguardia e la valorizzazione dell'architettura contemporanea attraverso: \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019a) il ricorso sistematico ai concorsi di progettazione per gli interventi di trasformazione fisica \ndel territorio; \nb) la promozione della ricerca in campo architettonico per accrescere la consapevolezza della \nresponsabilità culturale nei soggetti che oper ano nel settore delle costruzioni e delle \ntrasformazioni dell'ambiente urbano e del paesaggio; \nc) la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio architettonico contemporaneo in \nCampania. \n3. I Comuni, le Province e la Città Metropolitana di Napoli coll aborano con la Regione alla \npromozione della progettazione architettonica, individuano le aree strategiche da sottoporre ai procedimenti concorsuali di cui all'articolo 11 e curano l'informazione e la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali alle scelte di trasformazione delle città e dei territori. \n4. I soggetti privati contribuiscono al processo di qualificazione dell'ambiente urbano e rurale attraverso il ricorso alle procedure concorsuali che stimolano il confronto tra diverse impostazioni e \nsoluzioni progettuali e possono migliorare la qualità degli interventi, anche usufruendo delle agevolazioni di cui all’articolo 8, comma 4. \n \nTITOLO II \nPROMOZIONE, PARTECIPAZIONE E PREMIALITÀ", '6': "(Salvaguardia e valorizzazione dell'architettura contemporanea) \n1. Per favorire la promozione e la valorizzazione dell'architettura contemporanea, diffondere la \nconoscenza dell'architettura e delle buone pratiche sul territorio regionale, e per una maggiore sensibilizzazione e formazione dei committenti e dei cittadini alla cultura architettonica, urbana e \nambientale, la Regione stipula accordi e protocolli di intesa con le università, con l'ufficio scolastico \nregionale per la Campania e con le associazioni culturali presenti sul territorio. \n2. La Regione, di concerto con i Comuni, al fine di riconoscere e salvaguardare il patrimonio \narchitettonico campano contemporaneo, predispone un elenco di opere architettoniche di interesse culturale presenti sul territorio regionale. \n3. La Regione promuove studi e ricerche, anche con il supporto delle università, sul patrimonio architettonico moderno e contemporaneo in Campania.", '7': "(Promozione della formazione e della ricerca in campo architettonico) \n1. La Regione Campania promuove e incentiva la ricerca in campo arch itettonico, l'innovazione e la \nqualificazione professionale a essa collegate, per accrescere la consapevolezza della responsabilità culturale nei soggetti che operano nel settore delle costruzioni e delle trasformazioni dell'ambiente urbano e rurale. \n2. A tal fine favorisce: \na) intese con ordini professionali, università e istituti e organi di ricerca, pubblici e privati, per realizzare programmi di formazione permanente post -laurea; \nb) l'istituzione di borse di studio regionali per la qualità architettonica e urbanistica presso i dipartimenti universitari, al fine di valorizzare le capacità tecniche e intellettuali di giovani laureati in fase di completamento della loro formazione, ne l campo dell'architettura e \ndell'urbanistica. Le borse di studio sono riservate ai giovani laureati per programmi di ricerca e \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019progettazione ritenuti di elevato interesse per la qualificazione e lo sviluppo del territorio \nregionale; \nc) la raccolta e la co nservazione dei materiali documentali relativi all'architettura e \nall'urbanistica prodotte fino ad oggi sul territorio regionale, così come previsto all'articolo 10.", '8': "(Comuni virtuosi per la qualità architettonica e forme di premialità) \n1. La Regione Campania istituisce l'elenco regionale dei Comuni virtuosi per la qualità architettonica. Sono definiti Comuni virtuosi per la qualità architettonica i Comuni presenti sul territorio regionale che hanno avviato azioni, iniziative e progetti caratterizzati dal rispetto delle leggi regionali in materia di governo del territorio, da interventi all'interno dei tessuti urbani storici, dall'espletamento di procedure concorsuali, dalla misurazione dei risultati ottenuti anche in termini di sostenibilità e innova zione. \n2. Per i Comuni virtuosi che, nell'ambito dei processi di recupero e di rigenerazione urbana, attivano percorsi di qualità negli interventi all'interno dei tessuti urbani storici, che sono interventi di architettura contemporanea nei casi di sostitu zione edilizia o nelle aree libere a seguito di crolli e \ninterventi di restauro e recupero edilizio del costruito storico e del patrimonio architettonico moderno e contemporaneo, è introdotta una clausola di premialità nell'erogazione dei contributi region ali ed europei. \n3. I criteri per l'iscrizione nell'elenco regionale nonché i criteri per la determinazione della premialità sono determinati nelle linee guida di cui all'articolo 15. \n4. Per i soggetti ed i progetti ad iniziativa privata, per i quali si utilizzano iniziative partecipative e procedure concorsuali i Comuni, in sede di rilascio di titolo abilitativo, possono ridurre gli oneri per le urbanizzazioni secondarie e per i costi di costruzione.", '9': "(Processi partecipativi e dibattito pubblico) \n1. La Regione Campania, nel rispetto della Convenzione Internazionale di Aarhus del 1998, \npromuove e sostiene la partecipazione democratica e lo strumento del dibattito pubblico nei \nprocessi decisionali con particolare riguardo al progetto architettonico e ur bano con le finalità di \nmigliorare la qualità delle decisioni pubbliche e contribuire alla loro legittimità democratica, garantire la qualità dell'ambiente di vita delle persone per le generazioni presenti e per quelle future, sensibilizzare il pubblico alla cultura architettonica, urbana e ambientale, favorire l'economicità dei tempi di realizzazione di un'opera. \n2. La Regione incentiva procedure di partecipazione pubblica in ambito architettonico, attivando preliminarmente forme di partecipazione e di ascolto nella fase di definizione della domanda di progetto da utilizzare anche nei procedimenti concorsuali, così come previsto all'articolo 11. La Regione raccomanda, altresì, agli enti locali l'adozione di tali procedure secondo le modalità \ndefinite nelle linee guida di cui all'articolo 15. \n3. Gli enti locali possono individuare un luogo pubblico, denominato Casa dell'Architettura o Urban Center, come luogo dedicato alla partecipazione informata e attiva dei cittadini e al dibattito pubblico e spazio di esposizione permanente dei processi e degli interventi in corso sia di carattere urbanistico che architettonico. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019", '10': "(Osservatorio regionale per la qualità della progettazione architettonica e urbana) \n1. E' istituito, con provvedimento dell'assessore a l Governo del territorio della Giunta regionale, \nl'Osservatorio regionale per la qualità della progettazione architettonica e urbana, con funzioni \nconsultive in materia. \n2. La Giunta regionale determina la composizione e le modalità di funzionamento dell'O sservatorio \ncon le linee guida di cui all'articolo 15, in modo da assicurare, oltre alla pubblica amministrazione e alle università, la partecipazione delle diverse discipline professionali e produttive coinvolte nel processo architettonico e urbanistico. La partecipazione ai lavori dell'Osservatorio è a titolo gratuito \ne non comporta alcuna indennità. \n3. L'Osservatorio, operante presso la struttura amministrativa competente in materia di governo del \nterritorio: \na) predispone, di concerto con i Comuni, un elenco delle opere architettoniche del XX e del XXI secolo presenti sul territorio regionale; \nb) promuove la ricerca tecnica e dell'innovazione nel campo della qualità architettonica; \nc) propone iniziative per la conoscenza della cultura architettonica e urbana nell'ambito del territorio regionale per tutti i livelli del sistema educativo in termini di impatto sull'ambiente urbano e sociale; \nd) predispone l'elenco regionale dei Comuni virtuosi per la qualità architettonica di cui all'articolo 8; \ne) propone ogni due anni un premio di architettura e di design per attività e interventi realizzati \nsul territorio regionale; \nf) predispone ogni due anni un rapporto sullo stato dell'architettura in Campania; \ng) promuove e sostiene la massima diffusione dei concors i di idee e di progettazione, la loro \nimplementazione ed efficacia nel garantire la realizzazione di opere pubbliche o private di \nqualità, con compito di monitoraggio e di valutazione annuale dei risultati ottenuti e del loro \nbuon esito; \nh) istituisce e ge stisce un archivio digitale dei concorsi dove sono pubblicati i bandi, gli atti e i \nprogetti premiati, oltre alla documentazione grafica e fotografica dell'opera realizzata; \ni) predispone la raccolta e la conservazione dei materiali documentali relativi al l'architettura e \nall'urbanistica prodotta fino ad oggi sul territorio regionale, nonché gli archivi degli architetti e \ndegli urbanisti, degli enti e delle imprese che hanno operato nel settore, promuovendo una rete degli archivi di architettura e di urbani stica, in collaborazione con altri centri di \ndocumentazione italiani ed europei e con gli istituti pubblici e privati che perseguono finalità analoghe; \nl) propone modifiche normative per il conseguimento delle finalità della presente legge. \n \n \nTITOLO III \nSTRUMENTI", '11': "(Procedure concorsuali) \n1. La Regione Campania riconosce che la competizione concorsuale e il confronto tra idee e \nproposte diverse è garanzia per conseguire la migliore qualità degli interventi di architettura e di \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019trasformazione del ter ritorio ed individua pertanto nel concorso di idee e nel concorso di \nprogettazione le procedure più appropriate per perseguire tale fine. \n2. E' istituito un fondo per il finanziamento, anche parziale, delle spese da sostenere per la gestione \ne l'espletamen to dei concorsi di idee e di progettazione banditi da soggetti tenuti al rispetto della \nlegislazione statale in materia di opere pubbliche.", '12': "(Concorso di idee) \n1. Il concorso di idee è uno strumento finalizzato ad acquisire una proposta ideativa per tematiche architettoniche e di pianificazione che, per la loro complessità, richiedono un ampio confronto attraverso esplorazioni architettoniche. \n2. Nel rispetto dell'articolo 156 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici), la Regione promuove e sostiene il concorso di idee ad un'unica fase attraverso l’individuazione di idonei meccanismi di premialità, così come previsto dall’articolo 8. \n3. La Regione favorisce l'utilizzo dello strumento del concorso di idee o, in al ternativa, di workshop \ndi progettazione, anche all'interno del percorso di redazione dei Piani Urbanistici Comunali, in una condizione di co- progettazione che rappresenti una interlocuzione efficace e collaborativa tra \nprogetto di architettura e progetto di piano.", '13': "(Concorso di progettazione) \n1. Il concorso di progettazione è uno strumento finalizzato ad acquisire una proposta progettuale in \ncaso di intervento di particolare rilevanza e complessità per un'opera pubblica o privata di cui è già stato verificato il budget di costruzione e la relativa disponibilità dei fondi. \n2. Nel rispetto dell'articolo 154, comma 4, del d.lgs. 50/2016, la Regione Campania promuove e sostiene, anche con riferimento a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 11 della presente legge, \nlo strumento del concorso di progettazione a due gradi, finalizzato all'acquisizione, nel primo grado, \ndi una proposta ideativa e, nel secondo grado, di un progetto di fattibilità tecnica ed economica. \n3. Le modalità e le procedure concorsua li da adottare da parte della Amministrazione per il \nconcorso di progettazione sono quelle descritte dalla normativa statale.", '14': "(Concorso Opera Prima) \n1. Per sostenere, incentivare e promuovere i giovani progettisti e per garantire la qualità futura \ndell'architettura, la Regione promuove e sostiene lo strumento del Concorso Opera Prima, riservato a giovani professionisti al di sotto dei trentacinque anni di età, compiuti alla data della pubblicazione del bando di concorso, per opere minori per comple ssità e rilevanza economica. \n2. Le modalità e le procedure di attuazione sono le stesse del concorso di progettazione a due gradi.", '15': '(Linee Guida) \n1. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale adotta l e \nlinee guida con cui sono definite le modalità di attuazione. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019', '16': "(Norma finanziaria) \n1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della presente legge si provvede per euro 500.000,00 \nmediante prelevamento dalla Missione 20, Programma 01, Titolo 1 e contestuale incremento della medesima somma a valere sullo stanziamento della Missione 08, Programma 0801, Titolo 1 per ciascuno degli anni 2020 e 2021 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019 - 2021.", '17': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore decorsi quindici giorni dalla data di pubblicazione nel Bollettino \nUfficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di os servarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 18 | null | {'1': '(Riconoscimento di debito fuori bilancio) \n1. Il debito fuori bilancio, pari a complessivi eur o 54.840,27, derivante da provvedimenti esecutivi \npronunciati dall’autorità giudiziaria, riassuntivam ente descritti nell’allegato A1 e nelle schede di \nrilevazione di partita debitoria unite alla deliber azione di Giunta regionale del 10 settembre 2019, n . \n418, è riconosciuto legittimo, ai sensi e per gli e ffetti dell’articolo 73, comma 1, lettera a), del \ndecreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Dispos izioni in materia di armonizzazione dei sistemi \ncontabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma \ndegli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), come modificato dal decreto legislativo 10 \nagosto 2014, n. 126 (Disposizioni integrative e cor rettive del decreto legislativo 23 giugno 2011, \nn.118, recante disposizioni in materia di armonizza zione dei sistemi contabili e degli schemi di \nbilancio delle Regioni, degli enti locali e dei lor o organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della leg ge \n5 maggio 2009, n. 42).', '2': '(Norma Finanziaria) \n1. Al finanziamento del debito individuato all’arti colo 1, pari a complessivi euro 54.840,27, si \nprovvede con le seguenti azioni contabili: \n1. per euro 12.978,11 in termini di competenza e cassa , a valere sulle risorse della Missione 08, \nProgramma 0801, Titolo 1 del bilancio per l’eserciz io finanziario 2019; \n2. per euro 41.862,16 si è già provveduto a regolarizz are mediante discarico delle carte \ncontabili per azioni esecutive azionate dal tesorie re sull’esercizio finanziario 2018. \n \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 64 del 28 Ottobre 2019', '3': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno succ essivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 13 | null | {'1': '(Finalità) \n1. La Regione Campania assicura il più alto livello di protezione e tutela della salute pubblica dai \nrischi derivanti dalla esposizione dei cittadini alle radiazioni da sorgenti naturali e all’attività dei \nradionucli di di matrice ambientale, configurate da concentrazioni di gas radon negli edifici \nresidenziali e non residenziali. \n2. Al fine di perseguire gli obiettivi di cui al comma 1 ed in coerenza con il decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 (Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 2006/117/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti, 2009/71/ Euratom in materia di sicurezza \nnucleare degli impianti nucleari e 2011/70/Euratom in materia di gestione sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi derivanti da attività civili), con la direttiva 2013/59/Euratom del \nConsiglio, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radia zioni ionizzanti, e che abroga le \ndirettive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom, con il principio di massima cautela e prevenzione, la Regione fissa livelli limite di esposizione al gas radon per le nuove cost ruzioni e per quelle oggetto di interventi di ristrutturazione e \nmanutenzione straordinaria e coerenti azioni di monitoraggio e risanamento per gli edifici esistenti non destinati alla residenza.', '2': "(Piano regionale radon) \n1. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale, sentita la \nCommissione consiliare competente, approva il Piano regionale di prevenzione e riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon in ambiente confinato, di seguito denomina to Piano, in \ncoerenza con il Piano nazionale radon del Ministero della salute (PNR). \n2. La Giunta regionale predispone il Piano con il supporto tecnico -scientifico dell’Agenzia \nRegionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAC) e delle Aziende Sanitarie Loc ali (ASL ), \navvalendosi anche dell’eventuale collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS) e di ulteriori \nenti di ricerca pubblici competenti in materia . Il Piano può̀ essere redatto per stralci territoriali, sulla \nbase delle conoscenze acquisite sul territorio. \n3. Il Piano, redatto conformemente alle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti, dispone: \na) l’aggiornamento delle aree a rischio, secondo standard definiti a livello nazionale; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 2019b) l’individuazione degli edifici a rischio per la salute della popolazione; \nc) i criteri, le prescrizioni e le modalità per la predisposizione di progetti di risanamento degli \nedifici esistenti a rischio; \nd) i limiti di concentrazione del gas radon per le diverse tipologie e destinazioni degli immobili, \nle prescrizioni costruttive e gli accorgimenti tecnici da osservare nelle nuove edificazioni, con particolare riguardo ai manufatti da realizzare nelle aree a rischio di cui alla lettera a); \ne) le misure di prevenzione e di riduzione dei rischi da esposizione al l'emissione di gas radon ed \nin particolare un sistema per la riduzione dell'esposizione al radon ed ai prodotti del decadimento del radon di vita lunga, anche nell’utilizzo di acqua potabile per uso domestico; \nf) il monitoraggio e la prevenzione dei rischi da esposizione al radon anche nell’ambito \ndell’utilizzo dell’acqua potabile per uso domestico in ambienti confinati che costituisce, insieme al rilascio dal sottosuolo e dai materiali di costruzione, la terza possibile via di esposizione; \ng) la realizzazi one e la gestione di una banca dati centralizzata delle misure di radon, aggiornata \nannualmente, quale strumento conoscitivo di supporto alle iniziative di prevenzione; \nh) studi di aggiornamento continuo sull’incidenza del gas radon rispetto all’insorgenza delle \npatologie ed elaborati in collaborazione con l’Osservatorio epidemiologico regionale (OER) e l’ISS; \ni) la definizione di un sistema di informazione e divulgazione tra la popolazione, dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e delle misure di prevenzione; \nl) il procedimento di monitoraggio anche differenziato e sua periodicità per destinazioni \nurbanistiche e grado di pericolosità dell’esposizione al rischio e modalità di realizzazione di eventuali e necessarie iniziative di risanamento. \n4. La Giunta regionale, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, in attesa \ndel Piano, costituisce un gruppo di lavoro, a titolo gratuito, composto da rappresentanti di ARPAC, ASL ed Università, che redige le Linee guida relative al l’informativa radon. \n5. Entro un anno dall’approvazione del Piano, anche per stralcio , i Comuni , la Città metropolitana , \nle Province e la Regione adeguano i propri strumenti di pianificazione urbanistico- territoriale. Nelle \nmore dell’adeguamento, le presc rizioni del Piano, anche per stralcio, prevalgono su quelle difformi \ne integrano le relative norme tecniche.", '3': '(Livelli limite di concentrazione per le nuove costruzioni) \n1. Fino all’approvazione del Piano regionale radon e agli adeguamenti degli str umenti urbanistici \ncomunali di cui all’articolo 2, comma 5, e salvo limiti di concentrazione più restrittivi previsti dalla \nlegislazione nazionale , ovvero limiti specifici per particolari attività di lavoro , per le nuove \ncostruzioni e per quelle oggetto di interventi di ristrutturazione e manutenzione straordinaria , \neccetto i vani tecnici isolati o a servizio di impianti a rete , il livello limite di riferimento per \nconcentrazione di attività di gas radon in ambiente chiuso , e in tutti i locali dell’immob ile \ninteressato , non può superare la media annua di 200 Becquerel per metro cubo (Bq/m3), misurato \ncon strumentazione passiva e attiva. \n2. Il progetto edilizio per le nuove costruzioni di cui al comma 1 deve contenere i dati necessari a dimostrare la bass a probabilità di accumulo di radon nei locali dell’edificio ed in particolare una \nrelazione tecnica dettagliata contenente: \na) indicazioni sulla tipologia di suolo e sottosuolo; \nb) indicazioni sui materiali impiegati per la costruzione; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 2019c) soluzioni tecniche adeguate, in relazione alle tipologie di suolo e di materiali impiegati per la \ncostruzione, idonee ad evitare l’accumulo di gas radon nei diversi locali. \n3. Entro e non oltre sei mesi dal deposito della segnalazione certificata presentata ai fini della agibilità devono essere avviate su ogni locale della nuova costruzione le misurazioni del livello di concentrazione, con le modalità previste dall’articolo 4, commi 2, 3, 4, 5, 6 e 7. \n4. Le caratteristiche tecniche derivanti dalla relazione di cui al co mma 2 devono essere mantenute in \ncaso di successivi interventi edilizi. \n5. L’approvazione dei piani urbanistici generali e attuativi deve essere preceduta da studi \npreliminari del suolo e del sottosuolo, in grado di definire particolari tecniche costruttive, imposte con le norme tecniche di attuazione, ovvero con prescrizioni in materia di costruzione dei manufatti edilizi, da considerare in sede di progettazione dei vespai , del sistema di ventilazione degli interrati \ne seminterrati , nonché idonee prescrizioni sull’uso di materiali contaminati e cementi pozzolanici , \novvero mat eriali di origine vulcanica.', '4': '(Livelli limite di concentrazione per gli edifici esistenti) \n1. Fino all’approvazione del Piano regionale radon e agli adeguamenti degli strumenti urbanistici comunali di cui all’articolo 2, comma 5, e salvo limiti di c oncentrazione più restrittivi previsti dalla \nlegislazione nazionale , ovvero limiti specifici previsti per particolari attività di lavoro , per gli edifici \nesistenti, definiti dalle lettere a) e b), sono fissati i livelli limite di riferimento, misurati co n un \nvalore medio di concentrazione su un periodo annuale suddiviso in due semestri primaverile -estivo \ne autunnale -invernale: \na) per gli edifici strategici di cui al decreto del Ministro delle infrastrutture 14 gennaio 2008, n. 29581 (Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni ) e destinati all’istruzione , \ncompresi gli asili nido e le scuole materne , il livello limite di riferimento per concentrazione di \nattività di gas radon in ambiente chiuso , e in tutti i locali dell’immobile interessato, non può \nsuperare i 300 Bq/m3, misurato con strumentazione passiva e attiva; \nb) per gli interrati, seminterrati e locali a piano terra degli edifici diversi da quelli di cui alla lettera a) e aperti al pubblico, con esclusione dei residenziali e dei vani tecnici isolati al servizio \ndi impianti a rete , il livello limite di riferimento per concentrazione di attività di gas radon in \nambiente chiuso non può superare 300 Bq/m3, misurato con strumentazione passiva. \n2. Gli esercenti attività di cui al comma 1, provvedono, entro e non oltre novanta giorni dalla data di \nentrata in vigore della presente legge , ad avviare le misurazioni sul livello di concentrazione di \nattività del gas radon da svolgere su base annuale suddivisa in due distinti semestri (primavera-estate e autunno -inverno) ovvero in più misure la cui somma sia pari ad un anno e a trasmettere gli \nesiti entro un mese dalla conclusione del rilevamento al Comune interessato e ad ARPA Campania della ASL di riferimento. In caso di mancata trasmissione d elle misurazioni entro diciotto mesi \ndalla data di entrata in vigore della presente legge, il Comune provvede a intimare con ordinanza la trasmissione delle misurazioni svolte, concedendo un termine non superiore a trenta giorni, la cui eventuale e infrutt uosa scadenza comporta la sospensione per dettato di legge della certificazione di \nagibilità. \n3. Qualora all’esito delle misurazioni previste dal comma 2, il livello di concentrazione dovesse risultare superiore al limite fissato dal comma 1, il proprietar io dell’immobile presenta al Comune \ninteressato, entro e non oltre sessanta giorni, un piano di risanamento al quale siano allegati tutti i contenuti formali e sostanziali per la realizzazione delle opere previste, con relativa proposta di crono- programma di realizzazione delle opere le cui previsioni non potranno superare un anno. Il \npiano di risanamento è approvato dal Comune entro e non oltre sessanta giorni dalla sua presentazione, previa richiesta di esame e parere alla ASL competente. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 20194. Tranne il ca so in cui è previsto il rilascio del permesso di costruire , decorsi sessanta giorni dalla \npresentazione del piano di risanamento, senza che l’autorità comunale abbia notificato osservazioni, \novvero senza che abbia inibito con provvedimento espresso la rea lizzazione degli interventi di \nrisanamento, il proprietario dell’immobile deve avviare l’esecuzione delle opere previste, con le modalità e i termini contenuti nella stessa proposta di piano di risanamento presentata, purchè compatibili con quelli previsti dalla presente legge e dalla normativa in vigore. In ogni caso la \nrealizzazione delle opere deve avvenire osservando le prescrizioni previste dai commi 5, 6, 7 e 8. \n5. Le opere previste dal piano di risanamento, approvato con il procedimento di cui ai com mi 2 e 3, \ndevono essere concluse nel termine indicato dall’autorità comunale con lo stesso atto di \napprovazione, e comunque in un termine non superiore a quello previsto dal comma 3, salvo proroga per un tempo non superiore a ulteriori sei mesi per comprovati motivi oggettivi. \n6. Terminati i lavori previsti dal piano di risanamento, il proprietario dell’immobile effettua le nuove misurazioni di concentrazione di attività di gas radon su base annuale suddivisa in due distinti semestri (primavera -estate e aut unno- inverno) e dichiara al Comune, con relazione \nsottoscritta da un tecnico abilitato alle misurazioni di attività radon che ne acquisisce la responsabilità, il rispetto dei limiti previsti dalla presente legge. \n7. Il mancato rispetto dei termini e delle modalità di risanamento dichiarate nel relativo piano presentato, determina la sospensione della certificazione di agibilità per dettato di legge. La sospensione della certificazione di agibilità può essere revocata solo con provvedimento espresso, dopo puntuali verifiche sull’osservanza dei livelli di concentrazione annuale di attività di gas radon e in ogni caso dopo l’espletamento di tutte le attività consequenziali tecnico -amministrative stabilite \ndall’ordinamento statale in materia di agibilità. \n8. Se il proprietario dell’immobile è lo stesso Comune , il soggetto passivo degli obblighi derivanti \ndalla presente legge è il dirigente con l’incarico di datore di lavoro dello stesso ente .', '5': "(Progetti di recupero e di risanamento) \n1. I Comuni, in forma singola od associata, predispongono progetti di recupero e di risanamento degli edifici già esistenti individuati come a rischio ai sensi dell'articolo 2, comma 3, lettera b), nel rispetto dei criteri, delle prescrizioni e delle modalità di cui al comma 3, lettera c), del medesimo \narticolo. \n2. In attesa dell'adozione del piano regionale i progetti di cui al comma l sono predisposti in attuazione dei piani stralcio adottati ai sensi dell'articolo 2, comma 2. \n3. Con successiva deliberazione, da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore \ndella presente legge, la Giunta regionale, sentita preventivamente la Commissione consiliare competente, determina i criteri per la valutazione dei progetti e la conseguente formazione di una graduatoria seco ndo un ordine di priorità che tenga conto del livello del rischio.", '6': '(Norme finali) \n1. In conformità con i principi contenuti nell’articolo 1 e fino all’approvazione del Piano previsto dall’articolo 2, la Giunta regionale può ampliare la protezione e la tutela della salute pubblica da rischi derivanti dalla vita negli edifici come individ uati con la presente legge, per l’esposizione a \nradionuclidi differenti dal radon, indicando i livelli limite di concentrazione di attività da radiazioni ionizzanti, anche con differenziazione rispetto alla destinazione e agli usi degli immobili interessati. Il provvedimento della Giunta regionale deve conseguire il parere obbligatorio e non vincolante \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 2019della Commissione consiliare competente, entro il termine perentorio di trenta giorni dalla \ntrasmissione, trascorso il quale si intende espresso favorevolmente. \n2. Con il provvedimento di cui al comma 1, la Giunta regionale può modificare i livelli limite di \nriferimento per la concentrazione di attività del gas radon di cui agli articoli 3 e 4, in conseguenza di sopravvenute disposizioni comunitarie e naziona li e di evidenze scientifiche e provvedere a \ndifferenziare il procedimento di monitoraggio e di risanamento previsto dagli articoli 3, 4 e 5, con riferimento alle eventuali ulteriori fonti di radiazione individuata e nel rispetto dei principi di semplifica zione, economicità, efficacia e non aggravamento del procedimento amministrativo. \n3. La Regione Campania è autorizzata a stipulare protocolli d\'intesa con l\'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l\'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) pe r la diffusione sul \nterritorio regionale di "Sportelli radon" in grado di rispondere ad ogni necessità del cittadino riguardante il problema radon attraverso i servizi di informazione, misurazione e valutazione del rischio.', '7': '(Norma Finanziaria) \n1. La presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.', '8': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 12 | null | {'1': '(Modifiche alla legge regionale 11 aprile 2019, n. 3) \n1. La legge regionale 11 aprile 2019, n. 3 (Disposizioni volte a promuovere e a tutelare il rispetto ed \nil benessere d egli animali d’affezione e a prevenire il randagismo) è così modificata: \na) al comma 3 dell’articolo 1 dopo le parole “ed associazioni” le parole “di volontariato” sono soppresse; \nb) la lettera a) del comma 1 dell’articolo 4 è così sostituita: “a) alla c ostruzione dei canili e al \nrisanamento delle strutture esistenti. I canili municipali, se non gestiti dal Comune, sono affidati in gestione mediante procedure ad evidenza pubblica ai sensi del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici) ;”; \nc) il comma 2 dell’articolo 10 è abrogato; \nd) la lettera d) del comma 1 dell’articolo 19 è così sostituita: “d) guardie zoofile regionali di associazioni protezionistiche di cui all’articolo 20, per le quali è stilato un apposito progr amma \ndi formazione e aggiornamento relativo alle procedure e competenze, nonché all’accertamento delle sanzioni amministrative ;”; \ne) dopo la lettera e) del comma 3 dell’articolo 20 è aggiunta la seguente: “e bis) attestazione comprovante l’iscrizione al Registro unico nazionale del terzo settore (RUNTS) di cui all’articolo 45 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106). In via transitoria il requi sito dell’iscrizione al RUNTS, fino all’operatività di quest’ultimo, è soddisfatto da quello \ndi cui all’articolo 101, comma 3, del Codice del Terzo Settore .”; \nf) le lettere d), e) ed f) del comma 1 dell’articolo 25 sono abrogate.', '2': "(Entrata in vigor e) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osser varla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 20 | null | {'1': "(Finalità) \n1. In attuazione dei principi di tutela ambientale previsti dalla Direttiva 91/676/CE E del Consiglio \neuropeo, relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da \nfonti agricole, dell’articolo 92 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia \nambientale) e dell’articolo 52 del decreto -legge 22 giugno 2012, n. 83 convertito in legge 7 agosto \n2012, n. 134 (Misure urgenti per la crescita del Paese), la Regione Campania promuove ed incentiva la realizzazione di impianti aziendali ed interaziendali, anche mediante la costituzione di consorzi tra imprese, per il trattamento e la gestione dei composti azotati derivanti esclusivamente dai materiali e dalle sostanze di cui all’articolo 22, comma 1, del decreto interministeriale 25 febbraio 2016, n. 98624 (Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento e delle acque reflue, nonché per la produzione e l'utilizzazione agronomica del digestato), ai fini della produzione e dell’utilizzo agronomico del digestato e del compost. \n2. Gli impianti di cui al comma 1 a servizio delle aziende situate nelle zone vulnerabili ai nitrati, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato e del Programma d’Azione per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola aggiorna to almeno ogni quattro anni, possono essere \nrealizzati anche nell’ambito di Accordi di Programma Quadro (APQ). \n3. Gli impianti sono approvati ed autorizzati ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della dirett iva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia \nelettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità). \n4. La Giunta regionale, con apposito provvedimento, adottato a seguito d’istruttoria tecnica e sentita la Commis sione consiliare competente, individua le aree non idonee alla localizzazione degli \nimpianti di cui al comma 1. \n5. Gli impianti per l’abbattimento dei nitrati, al servizio esclusivo della singola azienda zootecnica, sono considerati pertinenze tecnologiche dell’azienda stessa.", '2': '(Impiantistica esistente) \n1. Gli impianti già esistenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, che operano esclusivamente per il trattamento collettivo dei reflui zootecnici e degli effluenti, nel rispetto dei \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019requisiti e dei criteri di cui al decreto interministeriale 98624/2016, nella titolarità di enti pubblici o \nconsorzi tra enti, sono inclusi nel programma straordinario di adeguamento impiantistico ambientale per le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola in Campania e possono beneficiare, compatibilmente con la disciplina sugli aiuti di Stato, delle azioni di sostegno regionale per interventi di adeguamento ed ottimizzazione dei sistemi di trattamento mediante la sottoscrizione di specifici accordi e contratti di programma.', '3': '(Azioni attuative) \n1. Per assicurare gli equilibri ecologici e la valorizzazione agronomica del digestato prodotto, gli impianti sono costituiti da un insieme di sistemi, per l’abbattimento dei nitrati e la biodigestione, che utilizzano tecnologie di ultima generazione approvate e riconosciute dalla Comunità europea, per la produzione di materie prime riutilizzabili e compost per l’utilizzazione agronomica ai sensi del decreto interministeriale 98624/2016.', '4': '(Com piti della Regione) \n1. La Regione promuove azioni volte ad elevare la sostenibilità ambientale del trattamento degli \neffluenti zootecnici, anche attraverso la destinazione di risorse a titolo di cofinanziamento per la progettazione e la realizzazione degli interventi, a valere sui fondi della programmazione unitaria. \n2. Le azioni di cui al comma 1 sono volte, in via prioritaria ma non esclusiva, a favorire la realizzazione: \na) di impianti dedicati al trattamento in proprio dei reflui prodotti dalle singole aziende zootecniche; \nb) di impianti per bacino di ambito territoriale, dedicati al trattamento dei reflui prodotti da una pluralità di aziende associate, per le finalità di cui all’articolo 1; \nc) di progetti di ricerca e conseguenti interventi applicativi, volti alla rigenerazione dei terreni \ngià interessati da smaltimento superficiale di reflui zootecnici, per il ripristino delle loro condizioni ed attitudini naturali. \n3. La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della prese nte legge, \napprova le linee guida attuative delle presenti disposizioni, compresi gli indirizzi alle competenti Direzioni generali per l’emanazione degli occorrenti avvisi pubblici rivolti agli operatori interessati.', '5': "(Competenze delle Unità Operative Dirigenziali) \n1. Sono di competenza delle citate Unità operative Dir igenziali Servizio Territoriale Provinciale: \na) le funzioni ed i compiti amministrativi relativi alla comunicazione dell'attività di spandimento; \nb) l'imposizione di prescrizioni; \nc) l'emanazione dei provvedimenti di divieto o di sospensione dell’attività di spandimento; \nd) i controlli; \ne) la sorveglianza nel proprio territorio delle attività di utilizzazione agronomica degli effluenti di \nallevamento, delle acque reflue e del Programma d'azione; \nf) la trasmissione alla Regione delle risultanze delle attività di controllo e sorveglianza. \n2. La Giunta regionale entro novanta giorni dalla data di pubblicazione della presente disposizione \napprova le linee guida relative all’applicazione del presente articolo.”.", '6': '(Competenze delle Unità Operative Dirigenziali) \n1. L’articolo 5 della legge regionale 22 novembre 2010, n. 14 (Tutela delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati di origine agricola) è sostituito dal presente articolo: \n“', '7': '(Misure di prevenzione) \n1. La Regione Campa nia, in conformità a quanto previsto dalla Direttiva n. 91/676/CEE e dal \ndecreto interministeriale n. 98624/2016, cura l’adozione e l’attuazione di programmi per la formazione e l’informazione obbligatoria degli agricoltori e degli allevatori, al fine di p romuovere \nla corretta applicazione del Codice di buona pratica agricola. \n2. I programmi di cui al comma 1, hanno l’obiettivo: \na) di far conoscere alle aziende situate nelle zone vulnerabili e sensibili le norme in materia di campionamento acque reflue e acque fertilizzanti attraverso l’azione di carattere divulgativo; \nb) formare personale aziendale sulle tecniche di autocontrollo per mantenere aggiornato il livello di conformità aziendale sulle normative aziendali sorgenti; \nc) mettere a punto un sistema p ermanente di consulenza ambientale rivolto alle aziende; \nd) promuovere la graduale penetrazione nelle aziende dei sistemi di gestione ambientale. \n3. La Giunta regionale con apposito provvedimento, entro centoventi giorni dalla data di entrata in \nvigore del la presente legge previo parere della Commissione consiliare competente, adotta i \nprogrammi di cui al comma 1 la cui attuazione è demandata alla struttura amministrativa competente, dandone tempestiva comunicazione ai Ministeri competenti. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019', '8': '(Nor ma finanziaria) \n1. Agli oneri finanziari derivanti dall’attuazione della presente legge si fa fronte mediante \nl’incremento di euro 300.000,00 per l’esercizio finanziario 2019 della Missione 16, Programma 3, Titolo 2 e contestuale riduzione, di pari importo , della Missione 20, Programma 3, Titolo 2 del \nbilancio di previsione finanziario 2019- 2021.', '9': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 21 | null | {'1': '(Finalità ed oggetto) \n1. La Regione Campania riconosce il valore di solidarietà sociale e la funzione di servizio di \npubblica utilità del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania, di seguito denominato SASC, articolazione territoriale del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico. \n2. La Regione Campania, in conformità alle leggi 21 marzo 2001, n. 74 (Disposizioni per favorire \nl’attività svolta dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico) e 18 febbraio 1992, n. 162 (Provvedimenti per i volontari del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico e per l’agevolazione delle relative operazioni di soccorso), nonché in attuazione dell’articolo 29 della legge 7 dicembre 2000, n. 383 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale), riconosce e promuove l’atti vità del SASC, rivolta a: \na) attuare la prevenzione e la vigilanza degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e degli sport di montagna, delle attività speleologiche e speleosubacquee e di ogni altra attività connessa alla frequentazione a scopo turistico, sportivo, ricreativo e culturale, \ncomprese le attività professionali o lavorative svolte in ambiente montano, ipogeo, impervio ed ostile del territorio regionale; \nb) effettuare gli interventi di ricerca e soccorso, recupe ro e trasporto sanitario e non sanitario \ndegli infortunati, dei pericolanti, dei dispersi ed il recupero dei caduti in ambiente montano, \nipogeo, subacqueo e in ogni altro ambiente impervio ed ostile del territorio regionale, in stretta collaborazione con i l Sistema di urgenza ed emergenza medica (SUEM) nel Servizio sanitario \nregionale; \nc) effettuare gli interventi di ricerca soccorso in caso di emergenze o calamità inquadrabili come attività di protezione civile nell’ambito delle proprie competenze istituzionali e degli obblighi di legge previsti. \n3. La Regione Campania sostiene l’a ttività del SASC mediante il finanziamento di determinate \nspese di seguito specificate, forme di agevolazioni nonché la stipula di specifiche convenzioni per lo svolgimento di particolari tipologie di attività e servizi. \n4. L’attività svolta dal SASC è vol ontaria, senza fine di lucro. I rapporti di collaborazione di cui alla \npresente legge non configurano l’istaurazione di alcun rapporto di lavoro tra i volontari SASC e la Regione Campania. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 20195. La Giunta regionale regola i rapporti con il SASC mediante una o più convenzioni a valenza \ntriennale e relativi protocolli operativi, da stipularsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. \n6. Fino alla stipula delle convenzioni di cui al comma 5 restano efficaci le convenzioni esiste nti.', '2': '(Rapporti con il Servizio sanitario regionale) \n1. Ai sensi dell’articolo 2 della legge 74/2001, la Regione Campania si avvale del SASC per gli interventi di soccorso, recupero e trasporto sanitario e non sanitario in ambiente montano, ipogeo e d \nin ogni altro ambiente ostile ed impervio del territorio regionale, in stretta collaborazione con il Sistema di urgenza ed emergenza medica (SUEM) delle Aziende sanitarie locali, attraverso il numero unico 118. \n2. La Regione Campania individua, nella str uttura operativa regionale del SASC, il soggetto di \nriferimento esclusivo per l’attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano ed in ambiente ipogeo, ai sensi dell’articolo 2, comma 2 della legge 74/2001 ed assume ogni iniziativa volta a riconosc ere il ruolo del SASC nelle costituende centrali Numero Unico di Emergenza (NUE) 112. \n3. La Giunta regionale, nell’ambito dell’organizzazione dei servizi di urgenza ed emergenza sanitaria, regola i rapporti con il SASC mediante apposita convenzione, tenuto conto di quanto \ndisposto dal decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992, n. 467600 (Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria e di emergenza). \n4. La convenzione prevista al comma 3 riconosce e disciplina, inoltre, la funzione delle scuole del CNSAS e del SASC, struttura regionale di riferimento, quali soggetti eroganti i servizi di formazione, aggiornamento e verifica del personale del Servizio sanitario nazionale di cui al comma 3 dell’articolo 4 della legge 74/2001. \n5. Per i servizi di elisoccorso a configurazione “Search And Rescue” (SAR), individuati dalla programmazione sanitaria regionale, le aziende stesse possono avvalersi, oltre che del proprio \npersonale sanitario formato e c ertificato ai sensi della legge 74/2001, del personale SASC.', '3': '(Rapporti con la Protezione civile regionale) \n1. Il SASC collabora con la competente struttura regionale in materia di protezione civile per \nattività in ambiente montano ed ipogeo ed in o gni altro ambiente impervio ed ostile del territorio \nregionale con richiesta di competenza tecnica, mediante la stipula di apposite convenzioni aventi ad oggetto attività formative ed addestrative ricadenti nell’ambito di competenza e concorre al soccorso, in caso di eventi calamitosi, in cooperazione con le strutture di protezione civile.', '4': '(Reti radio e logo) \n1. La Regione, al fine di assicurare in capo al SASC una rete radio efficiente, in grado di operare in \ncondizioni di coordinamento funzionale con quella del servizio di Protezione civile regionale e del servizio 118 per le operazioni di soccorso e prevenzione, promuove intese fra il SASC, gli enti regionali e locali ed i soggetti privati gestori di servizi pubblici finalizzate alla stipula di convenzioni per la concessione, in comodato d’uso ed in locazione, dei rispettivi ponti radio e \nsatellitari e relative dotazioni tecnologiche. \n2. Il SASC, per dare indicazione della territorialità, può apporre accanto al proprio logo quello della Regione Cam pania su divise, attrezzature e autoveicoli. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 20193. Il SASC appone sui propri mezzi, sulle attrezzature e sul materiale divulgativo i numeri unici di \npronto soccorso 118 e 112.', '5': "(Finanziamento e agevolazioni alle attività del SASC) \n1. La Regione Campania, per il raggiungimento delle finalità di cui all’articolo 1, finanzia \nannualmente le spese direttamente riconducibili alla erogazione dei servizi garantiti dal SASC, secondo quanto stabilito nelle convenzioni stipulate ed in particolare: \na) le spe se per lo svolgimento del servizio regionale di elisoccorso 118 in attuazione della legge \n74/2001; \nb) le spese sostenute per l’attività formativa, di soccorso e le correlate attività organizzative, \ntecniche e logistiche; \nc) le spese per il funzionamento de ll’intera struttura del SASC, nonché per l’addestramento e \nl’aggiornamento tecnico delle squadre di soccorso del SASC; \nd) le spese relative all’adeguamento e all’ammodernamento della dotazione del materiale tecnico e alla sostituzione dei materiali deteriorati o sinistrati a seguito delle operazioni di soccorso, o comunque al potenziamento delle attrezzature e dei mezzi del SASC; \ne) il rimborso dl spese sostenute dai componenti le squadre di soccorso alpino e speleologico \norganizzate nel SASC, relati ve a prestazioni rese per operazioni di soccorso oltre che \naddestrative; \nf) le spese relative alla formazione ed aggiornamento derivanti dalle disposizioni in materia di \nsicurezza sugli ambienti di lavoro e, in particolare, dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 \n(Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e \ndella sicurezza nei luoghi di lavoro); \ng) le attività rivolte alla prevenzione degli incidenti e degli infortuni negli ambienti impervi e la diffusione e conoscenza delle funzioni e delle attività svolte in ambito regionale dal CNSAS. \n2. Il SASC, con cadenza annuale, presenta alla Giunta regionale il programma delle attività con indicazione delle risorse occorrenti e il resoconto dettagliato di quanto realizzato. \n3. La Regione Campania favorisce, inoltre, l’espletamento delle attività istituzionali del SASC \nattraverso ulteriori forme di agevolazione. In particolare: \na) può concedere in uso gratuito al SASC, previa verifica di effettiva disponibilit à, locali, \nimmobili da adibire a sedi amministrative, operative, magazzino, deposito che risultino utili e funzionali all’espletamento delle attività istituzionali del Corpo; \nb) può concedere in uso gratuito al SASC autoveicoli o tecnologie da utilizzare per l’espletamento dei compiti di istituto, le attività di soccorso pubblico e protezione civile.", '6': '(Attività specialistiche) \n1. La Regione Campania riconosce, nelle materie di cui alla presente legge, la funzione del SASC quale soggetto di riferiment o tecnico, scientifico e didattico, per il supporto specialistico \nnell’assolvimento dei propri compiti istituzionali e per la individuazione di esperti da nominare in organismi regionali o in organismi di enti, in cui la Regione è chiamata a designare propri rappresentanti. \n2. La Regione Campania riconosce le scuole del CNSAS - SASC quali enti formativi accreditati, \nper gli specifici compiti istituzionali attinenti alla materia di cui alla presente legge. \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 68 del 11 Novembre 2019', '7': '(Norma finanziaria) \n1. La copertura degli oneri derivanti dalla presente legge, inerenti l’apporto del CNSAS - SASC per \nl’attuazione del servizio sanitario regionale di elisoccorso del 118, nonché l’organizzazione del \nservizio stesso e le attività di formazione degli operatori, individuati nelle c onvenzioni ai sensi del \ncomma 3 dell’articolo 2, è assicurata con quota parte delle risorse iscritte sul capitolo di spesa relative al Fondo sanitario nazionale assegnate alle Aziende sanitarie locali per la gestione dell’emergenza medica e nell’ambito del le risorse annualmente attribuite alla competente Direzione \ncon il bilancio di previsione di competenza. \n2. Fatto salvo quanto previsto al comma 1, per gli ulteriori oneri derivanti dall’applicazione della presente legge e riguardanti tutti gli altri servi zi prestati dal SASC, in base agli atti di convenzione \nincluse le attività di Protezione civile e gli altri servizi di pubblica utilità, si provvede mediante incremento di euro 150.000,00 per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 a valere sullo stanziamento della Missione 11, Programma 7, Titolo 1 e contestuale decremento della medesima somma a valere sullo stanziamento della Missione 20, Programma 1, Titolo 1 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019- 2021.', '8': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel \nBollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 6 | null | {'1': '(Abrogazione di norme regionali) \n1. L’articolo 58 della legge regionale 11 agosto 2001, n. 10 (Disposizioni di finanza regionale anno \n2001) è abrogato. \n2. Sono abrogate: \na) la legge regionale 16 maggio 2001, n. 7 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 5 \nagosto 1972, n. 6 - articolo 2, comma 4 – già modificata con legge regionale 31 ottobre 1978, n. \n50); \nb) la legge regionale 3 settembre 2002, n. 20 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 maggio 2001 n. 7 e 11 agosto 2001 n. 10 – Disposizioni in materia di personale); \nc) la legge regionale 12 dicembre 2003, n. 25 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3 settembre 2002, n. 20 – Disposizioni in mate ria di personale).', '2': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 7 | null | {'1': "(Finalità e ambito di applicazione) \n1. La presente legge reca disposizioni per l’attuazione delle norme contenute nei commi 965, 966 e 967 dell’ar ticolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per \nl’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019- 2021), conformandosi all’Intesa \nsancita, ai sensi del comma 6 dell'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano (rep. n. 56/CSR del 3 aprile 2019), di seguito denominata Intesa, costituente l’Allegato A. \n2. Sono oggetto della presente le gge la rideterminazione degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di \nreversibilità, in corso di erogazione o non ancora erogati o sospesi, di seguito denominati assegni vitalizi, considerando il loro importo lordo, senza tenere conto delle riduzioni temporanee disposte dall’articolo 1 della legge regionale 29 dicembre 2017, n. 38 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2018- 2020 della Regione Campania – Legge di \nstabilità regionale 201 8) nonché la disciplina dell’indennità a carattere differito, determinata con il \nmetodo di calcolo contributivo a decorrere dalla X legislatura. \n \nCAPO I \nDisciplina per la rideterminazione degli assegni vitalizi", '2': '(Rideterminazione) \n1. Gli importi degli assegni vitalizi sono rideterminati secondo le modalità previste dal presente articolo e dall’articolo 3. \n2. La rideterminazione è effettuata moltiplicando il montante contributivo individuale di cui all’articolo 3 per il coefficiente di trasformazione di cui alla Tabella 2 allegata all’Intesa, \n(Allegato A) recante coefficienti di trasformazione per anno di decorrenza, relativa all’età anagrafica del titolare dell’assegno vitalizio alla data della sua decorrenza, assumendo come età anagrafica quella definita nella nota metodologica costituente parte integrante dell’Intesa. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 29 del 30 Maggio 20193. Le frazioni di anno sono valutate con un incremento pari al prodotto tra un dodicesimo della \ndifferenza tra il coefficiente di trasformazione dell’età immedia tamente superiore e il coefficiente \ndell’età inferiore a quella del consigliere ed il numero dei mesi. \n4. L’assegno vitalizio rideterminato non deve essere inferiore all’importo ottenuto applicando all’assegno vitalizio di cui al comma 2 dell’articolo 1 le aliquote di cui all’Allegato B alla presente legge, approvato dalla Conferenza delle Regioni (19/61/SR01/C1 del 3 aprile 2019) e dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome (Allegato 1 Ordine del gi orno n. 1/2019 del 17 aprile 2019), individuate in ragione della differenza, \nespressa in termini percentuali, tra l’assegno vitalizio e l’assegno rideterminato ai sensi dei commi 1, 2 e 3. \n5. L’ammontare dell’assegno vitalizio, rideterminato ai sensi dei commi 1, 2, 3 e 4, non può \ncomunque essere inferiore a due volte il trattamento minimo INPS, salvo che l’assegno in godimento antecedentemente a tale rideterminazione non sia già inferiore a tale soglia. \n6. Qualora la spesa complessiva necessaria per il p agamento degli assegni vitalizi, rideterminati ai \nsensi dei commi 1, 2, 3, 4 e 5, al momento della prima applicazione di questa legge sia superiore al limite di spesa di cui alla lettera c) del punto 1 dell’Intesa, le aliquote base dell’Allegato A della presente legge sono incrementate per parametri del valore 0,1 sino al raggiungimento del predetto \nlimite di spesa e restano applicabili anche agli assegni vitalizi da erogare successivamente alla prima applicazione di questa legge. \n7. Qualora l’assegno vita lizio, rideterminato ai sensi dei commi 2 e 3 e dell’articolo 3, sia più \nfavorevole rispetto all’assegno vitalizio rideterminato ai sensi del comma 4, non trova applicazione l’Allegato A. L’assegno vitalizio a seguito della rideterminazione non può comunque superare l’importo dell’assegno vitalizio spettante, senza tenere conto delle riduzioni temporanee disposte dall’articolo 1 della legge regionale 38/2017. \n8. L’assegno indiretto e di reversibilità è calcolato applicando all’assegno vitalizio, come rideterminato ai sensi della presente legge, la percentuale prevista dalla normativa regionale vigente \nal momento della sua maturazione.', '3': '(Montante contributivo) \n1. Per il calcolo del montante contributivo si applica quanto previsto dalla nota metodolog ica, parte \nintegrante dell’Intesa (Allegato A), con le determinazioni sulla base imponibile nonché le \nrivalutazioni ivi previste. \n2. Per la contribuzione a carico del consigliere si fa riferimento a quanto effettivamente versato, ai fini del solo vitalizio , sulla base delle norme regionali vigenti in ciascun periodo di riferimento. \n3. Tutte le trattenute effettivamente operate nella IX consiliatura, finalizzate al solo vitalizio, restano valide a tutti gli effetti di legge.', '4': "(Rivalutazione) \n1. Gli importi degli assegni vitalizi e degli assegni di reversibilità, come derivanti dalla rideterminazione, sono soggetti a rivalutazione automatica annuale, a partire dall’anno successivo all'applicazione della rideterminazione, sulla base dell’indice dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) di variazione dei prezzi al consumo (FOI) come pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 29 del 30 Maggio 2019", '5': '(Disposizione transitoria) \n1. La rideterminazione degli assegni vitalizi come individuati e sulla base della disciplina di cui alla \npresente legge decorre nei suoi effetti dal 1° dicembre 2019. \n \nCAPO II \nDisciplina dell’indennità a carattere differito determinata con il sistema del calcolo contributivo', '6': "(Disciplina dell’indennità a carattere diff erito) \n1. In attuazione del decreto- legge 10 ottobre 2012, n. 174 (Disposizioni urgenti in materia di finanza \ne funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012) convertito, con modificaz ioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, a decorrere \ndalla X legislatura regionale, ai consiglieri eletti nella stessa legislatura o nelle successive, spetta un’indennità a carattere differito, determinata con il metodo di calcolo contributivo ai sensi delle disposizioni che seguono e corrisposta alla cessazione del mandato consiliare regionale. \n2. I consiglieri, eletti a decorrere dalla X legislatura, cessati dal mandato, conseguono il diritto all’indennità differita al compimento dei sessantacinque an ni di età e a seguito dell’esercizio del \nmandato consiliare per almeno cinque anni, anche non consecutivi, nell’Assemblea legislativa della Regione Campania. Per ogni anno di mandato, successivo al quinto, l’età richiesta per il conseguimento del diritto è diminuita di un anno, fino al limite di sessanta anni, computando a tal \nfine anche i periodi antecedenti alla X legislatura. Ai fini del calcolo della durata del mandato, la frazione di anno si computa come anno intero, purché corrisponda ad almeno sei me si ed un giorno \ne non ha effetti se la durata è di sei mesi o inferiore. \n3. Il consigliere regionale, anche nei casi di sostituzione temporanea di altro consigliere, può versare le quote di contribuzione per il tempo occorrente al completamento del quinque nnio relativo \nalla legislatura di riferimento anche precedente. Non è ammesso alla contribuzione volontaria il consigliere la cui elezione sia stata annullata. \n4. In caso di opzione per la conservazione del trattamento economico presso l'amministrazione di appartenenza, il consigliere ha facoltà di versare mensilmente i contributi, nella misura di cui al comma 6 dell’articolo 7, per ottenere la maturazione dell’indennità differita relativa al periodo per cui ha avuto effetto la predetta opzione. \n5. Per i contributi versati a decorrere dall’entrata in vigore della presente legge non è ammessa la \nrestituzione, salvo il caso di mancato raggiungimento del requisito minimo di cinque anni di mandato, previsto al comma 2. \n6. L’indennità a carattere differito di c ui al presente articolo è corrisposta a partire dal primo giorno \ndel mese successivo a quello nel quale il consigliere cessato dal mandato ha compiuto l'età richiesta \nper conseguire il diritto. Nel caso in cui il consigliere, alla data della cessazione de l mandato, sia \ngià in possesso dei requisiti di cui ai commi 2 e 3, l’indennità a carattere differito è corrisposta a partire dal primo giorno del mese successivo a quello di cessazione del mandato. Nel caso di cessazione del mandato per fine legislatura, coloro che abbiano già maturato il diritto all’indennità a \ncarattere differito percepiscono la stessa con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello della fine della legislatura. \n \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 29 del 30 Maggio 2019", '7': '(Sistema contributivo e montante individuale contributivo) \n1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, l’indennità a carattere differito, \ncorrisposta in dodici mensilità, è determinata con il metodo di calcolo contributivo, moltiplicando il montante individuale dei contributi versat i per il coefficiente di trasformazione di cui alla tabella A \ndell’Allegato 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 247 (Norme di attuazione del Protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l’equità e la crescita sostenibili, \nnonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale), come rideterminati ai sensi dell’articolo 1, comma 11, della legge 8 agosto 1995, n. 335 (Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare), correlato all’età del consigliere regionale alla data del \nconseguimento del diritto alla predetta indennità. \n2. Per le frazioni di anno si applica un incremento pari al prodotto del dodicesimo della differenza tra il coefficiente di trasformazione dell’età immediatamente superiore e il co efficiente dell’età \ninferiore a quella del consigliere e il numero di mesi. \n3. Il montante contributivo individuale è determinato applicando alla base imponibile contributiva l’aliquota di cui al comma 6. La contribuzione così ottenuta si rivaluta, su bas e composta, al 31 \ndicembre di ciascun anno, con esclusione della contribuzione dello stesso anno, al tasso annuo di capitalizzazione di cui al comma 7. \n4. Per base imponibile contributiva si intende l’indennità di carica lorda nella misura di cui all’articolo 2, comma 1, della legge regionale 5 giugno 1996, n. 13 (Disposizioni in materia di trattamento indennitario agli eletti alla carica di consigliere regionale della Campania), determinata con le modalità definite dal comma 1 dell’articolo 3, con esclusi one di qualsiasi ulteriore indennità \ndi funzione o del rimborso delle spese di esercizio del mandato. \n5. L’importo dell’indennità a carattere differito è rivalutato automaticamente ogni anno, sulla base dell’indice ISTAT di variazione dei prezzi al consumo (FOI). \n6. La quota di contributo a carico del consigliere è pari all’8,80 per cento della base imponibile, la \nquota a carico dell’Assemblea legislativa è pari a 2,75 volte la quota a carico del Consigliere. \n7. Il tasso annuo di capitalizzazione è dato dalla variazione media quinquennale del prodotto interno \nlordo (PIL) nominale, calcolata dall’ISTAT, con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare. In occasione delle revisioni della serie storica del PIL operate dall’ISTAT il tasso di variazione da considerare ai fini della rivalutazione del montante contributivo è quello relativo alla serie preesistente anche per l’anno in cui si verifica la revisione e quello relativo alla nuova serie per gli anni successivi.', '8': '(Sospensione, es clusione, rinunciabilità dell’indennità a carattere differito) \n1. All’indennità a carattere differito di cui alla presente legge si applica la disciplina di sospensione \ndi cui all’articolo 16 della legge regionale 13/1996. \n2. In attuazione dell’articolo 2, comma 1, lettera n) del decreto -legge 174/2012, convertito, con \nmodificazioni, dalla legge 213/2012, l’indennità a carattere differito è esclusa, ai sensi degli articoli \n28 e 29 del codice penale, se il titolare del trattamento in godimento è condannato, in via definitiva, \nper uno dei delitti di cui al libro II (Dei delitti in particolare), titolo II (Dei delitti contro la pubblica amministrazione) del Codice penale e la condanna ha comportato l’interdizione dai pubblici uffici. L’esclusione decorre dalla data di passaggio in giudicato della sentenza e ha durata pari a quella \ndell’interdizione. \n3. L’esclusione di cui al comma 2 si applica, altresì, al condannato, in via definitiva, per uno dei delitti di cui agli articoli 416 -bis e 416- ter del codice penal e, ovvero per i delitti aggravati, ai sensi \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 29 del 30 Maggio 2019dell’articolo 7 del decreto -legge 13 maggio 1991, n. 152 (Provvedimenti urgenti in tema di lotta alla \ncriminalità organizzata e di trasparenza e buon andamento dell’attività amministrativa), convertito, \ncon modif icazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, con decorrenza dalla data di passaggio in \ngiudicato della sentenza di condanna. \n4. Il consigliere regionale eletto a decorrere dalla X legislatura può rinunciare all’indennità prevista dalla presente legge, mediante apposita dichiarazione, da rendere agli uffici competenti dell’Assemblea, entro e non oltre sessanta giorni decorrenti dalla data della sua proclamazione, ovvero dalla data di entrata in vigore della presente legge. In caso di rinuncia, non si appli cano le \nritenute previste dall’articolo 7, comma 6.', '9': '(Versamenti volontari) \n1. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i consiglieri eletti nella X legislatura possono avanzare, con una comunicazione al competent e servizio dell’Assemblea \nlegislativa, la richiesta di effettuare i versamenti necessari per maturare l’indennità a carattere differito di cui all’articolo 6. \n2. Il versamento delle quote arretrate di contribuzione a carico dei consiglieri eletti nella X legislatura può essere corrisposto in un’unica soluzione, ovvero rateizzato nella durata massima di trentasei mesi. A richiesta del consigliere interessato i versamenti di cui al presente comma possono essere compensati con la quota di indennità di fine ma ndato, già maturata alla data della richiesta. \n3. In ogni caso, fintanto che non sia stato completato il piano dei versamenti, il consigliere non matura il diritto all’indennità. \n \nCAPO III \nDisposizioni finali', '10': '(Applicazione ai componenti della Giunta regionale) \n1. Le disposizioni della presente legge si applicano anche ai componenti della Giunta regionale. Ai medesimi si applica altresì la lettera d) del comma 2 dell’articolo 1 della legge regionale 13/1996.', '11': '(Abrogazione) \n1. A decorrere dal 1° dicembre 2019 l’articolo 1 della legge regionale 38/2017 è abrogato.', '12': '(Norma finanziaria) \n1. I risparmi derivanti dall’attuazione del Capo I sono destinati negli esercizi 2019, 2020 e 2021 ad incrementare la Missione 20, Prog ramma 3, Titolo 1 (Accantonamento Fondo Rischi Contenzioso) \ndel Bilancio di previsione 2019/2021 dell’Assemblea Legislativa della regione Campania 2019/2021, ai sensi dell’articolo 67 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti \nlocali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42). \n2. Agli eventuali maggiori oneri derivanti dall’attuazione del Capo I I si provvede negli esercizi \n2019, 2020 e 2021 a valere sulle risorse già iscritte alla Missione 1, Programma 1, Titolo 1 del \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 29 del 30 Maggio 2019Bilancio di previsione 2019/2021 dell’Assemblea Legislativa della regione Campania 2019/2021, ai \nsensi dell’articolo 67 del decret o legislativo 118/2011. \n3. Per gli esercizi successivi al 2021 agli oneri derivanti dall’applicazione del Capo II si fa fronte con gli stanziamenti del Bilancio di previsione dell’Assemblea Legislativa della regione Campania, ai sensi dell’articolo 67 del decreto legislativo 118/2011.', '13': '(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania.', '14': "(Comunicazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri) \n1. In attuazione di quanto previsto dal comma 967 dell’articolo 1 della legge n. 145/2018 la presente \nlegge è trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Boll ettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,019 | 14 | null | {'1': '(Finalità) \n1. La Regione Campania, aderendo a quanto affermato nell’articolo 5 della Dichiarazione \nUniversale dell’UNESCO sulla diversità culturale, adottata a Parigi il 2 novembre 2001, riconosce \ned incoraggia come un valore la diversità linguistica ed il patrimonio linguistico e culturale del proprio territorio. \n2. La Regione Ca mpania valorizza il suo patrimonio culturale, promuove e favorisce la \nconservazione e l’uso sociale dei beni culturali linguistici, etno -musicali e delle tradizioni popolari, \ncon particolare riguardo alla salvaguardia ed alla valorizzazione del patrimonio linguistico \nnapoletano.', '2': '(Obiettivi) \n1. La Regione Campania, ai sensi della Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003, ratificata dall’Italia con legge 27 settembre 2007, n. 167 \n(Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazione Unite per l’educazione, la scienz a e la cultura - UNESCO), \nsostiene la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano, la relativa produzione letteraria scritta ed orale e tutte le altre espressioni artistiche, musicali e culturali, nella loro specificità ed origin alità, attraverso iniziative rientranti nelle seguenti tipologie: \na) attività di ricerca storica e linguistica; \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 2019b) organizzazione di seminari e convegni; \nc) produzione e pubblicazione di opere letterarie, teatrali e musicali con particolare riferimento \nai loro testi; \nd) concorsi e premi letterari e musicali; e) iniziative rivolte alla popolazione scolastica.', '3': '(Comitato scientifico per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio linguistico napoletano) \n1. E’ istituito, entro sessanta giorni dal la data di entrata in vigore della presente legge, presso \nl’Osservatorio permanente per il patrimonio culturale immateriale della Campania, di cui \nall’articolo 10, comma 3, della legge regionale 29 dicembre 2017, n. 38 (Disposizioni per la \nformazione del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2018- 2020 della Regione \nCampania- Legge di stabilità regionale per il 2018), il Comitato scientifico per la salvaguardia e la \nvalorizzazione del patrimonio linguistico napoletano (di seguito denominato Comit ato scientifico), \ncomposto da sette membri, di cui tre eletti dal Consiglio regionale, scelti tra personalità di indiscussa competenza e professionalità nei campi della ricerca etnologica e linguistica e della produzione e promozione di attività culturali che utilizzano il patrimonio linguistico napoletano, ed altri quattro designati dalla Conferenza dei rettori delle Università della Campania, scelti tra gli esperti e studiosi già operanti nel campo degli studi linguistico -letterari, etno -antropologici ed etno -\nmusicologici. \n2. Il Comitato scientifico è nominato con decreto del Presidente del Consiglio regionale e dura in carica cinque anni dalla nomina. Nella prima seduta, il Comitato scientifico provvede alla nomina del Presidente scelto tra i componenti; la partecipazione è a titolo gratuito e non è previsto alcun tipo di rimborso spese. \n3. Al Comitato scientifico sono attribuiti i seguenti compiti: \na) promuovere iniziative di studio e ricerca sulla salvaguardia e la valorizzazione del \npatrimonio linguistico napoletano e curare la diffusione e la pubblicazione dei risultati \nattraverso un rapporto annuale sullo stato di attuazione dei programmi e progetti regionali in materia; \nb) proporre alla Giunta regionale progetti specifici di tutela e valorizzazione de l patrimonio \netnico -linguistico napoletano; \nc) promuovere iniziative di promozione culturale inerenti alle tematiche oggetto della legge, mediante conferenze, convegni ed interventi coordinati col mondo della scuola, e con corsi di aggiornamento rivolti ai docenti, in collegamento con l’Ufficio scolastico regionale; \nd) stimolare e promuovere, di concerto con i soggetti delle comunità locali, l’iscrizione delle tradizioni espressive legate al patrimonio linguistico napoletano nell’apposita Sezione di cui all’articolo 3, comma 1, lettera c) del Disciplinare dell’Inventario del Patrimonio Culturale \nImmateriale Campano (IPIC), istituito in attuazione dell’articolo 10, comma 1, della legge regionale n. 38/2017. \n4. I componenti del Comitato scientifico prestano la loro attività a titolo gratuito e in nessun caso vengono riconosciute indennità o rimborsi spese. \n5. La struttura amministrativa di vertice del Consiglio regionale garantisce il necessario supporto organizzativo per l’espletamento delle funzioni e dei c ompiti del Comitato scientifico, nell’ambito \ndelle risorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi oneri per la finanza pubblica. \n \n \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 40 del 15 Luglio 2019', '4': '(Norma finanziaria) \n1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge pari a euro 100.000,00 si provvede per \nl’anno 2019 con le risorse disponibili a valere su lla Missione 5, Programma 2, Titolo 1 del bilancio \ndi previsione finanziario 2019- 2021.', '5': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a lla sua pubblicazione sul Bollettino \nUfficiale Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Campania."} | null |
campania | 2,019 | 15 | null | {'1': '(Variazioni di competenza) \n1. Nello stato di previsione di competenza dell’ent rata del bilancio per gli esercizi finanziari \n2019/2021 sono approvate le variazioni riportate ne ll’allegata tabella A. \n2. Nello stato di previsione di competenza della sp esa del bilancio per gli esercizi finanziari \n2019/2021 sono approvate le variazioni riportate ne ll’allegata tabella B. \n3. L’invarianza delle risorse attribuite nell’anno 2019 al Consiglio regionale è assicurata \ndall’utilizzazione di un importo pari ad euro 20.00 0.000,00 quale quota parte dell’avanzo di \namministrazione risultante dalla proposta del rendi conto della gestione del Consiglio Regionale \ndella Campania per l’esercizio finanziario 2018, gi usta delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 194 \ndel 3 luglio 2019.', '2': '(Variazioni di cassa) \n1. Nello stato di previsione di cassa dell’entrata del bilancio per l’anno finanziario 2019 sono \napprovate le variazioni compensative riportate nell ’allegata tabella A. \n2. Nello stato di previsione di cassa della spesa d el bilancio per l’anno finanziario 2019 sono \napprovate le variazioni compensative riportate nell ’allegata tabella B.', '3': '(Autorizzazione all’anticipazione di liquidità) \n1. La Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 1, c ommi da 849 a 857 della legge 30 dicembre 2018, \nn. 145 (Bilancio di previsione dello Stato per l’an no finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il \ntriennio 2019/2021 – legge di stabilità 2019), è au torizzata ad accedere alle anticipazioni di liquidi tà \nconcesse da Cassa depositi e prestiti S.p.A. da des tinare al rimborso di debiti certi, liquidi ed \nesigibili maturati alla data del 31 dicembre 2018 e relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a \nobbligazioni per prestazioni professionali, registr ati nella piattaforma elettronica per la gestione \ntelematica del rilascio della certificazione di cui all’articolo 7, comma 1, del decreto-legge 8 april e \n2013, n. 35 (Disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica \namministrazione, per il riequilibrio finanziario de gli enti territoriali, nonché in materia di \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 46 del 5 Agosto 2019versamento di tributi degli enti locali), convertit o con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. \n64. \n2. Ai sensi della legge 145/2018, l’anticipazione d i liquidità di cui al comma 1 non costituisce \nindebitamento ai sensi dell’articolo 62, comma 6, d el decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 \n(Disposizioni in materia di armonizzazione dei sist emi contabili e degli schemi di bilancio delle \nRegioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio \n2009, n. 42), è contratta in deroga alle disposizio ni di cui all’articolo 39, commi 1 e 2 del medesimo \ndecreto legislativo 118/2011 e può essere concessa entro il limite massimo del 5 per cento \ndell’ammontare complessivo delle entrate di compete nza del titolo “Entrate correnti di natura \ntributaria, contributiva e perequativa”, accertate nell’anno 2017. \n3. L’anticipazione di liquidità erogata alla Region e dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A. per \nl’importo di euro 23.000.232,59 è iscritta alla Tip ologia di entrata 200 “Accensione prestiti a breve \ntermine” del Titolo 6 “Accensione prestiti” ed il r elativo onere per la restituzione dell’anticipazion e \nstessa pari ad euro 23.000.232,59 è iscritto alla M issione 50 “Debito Pubblico” Programma 2 \n“Quota capitale ammortamento mutui e prestiti obbli gazionari” Titolo IV “Rimborso prestiti” del \nbilancio di previsione 2019/2021 annualità 2019. \n4. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 , stimati per l’esercizio finanziario 2019 in un \nimporto massimo pari ad euro 200.000,00, si fa fron te con le risorse di parte corrente già iscritte al la \nMissione 01 “Servizi istituzionali, generali e di g estione”, Programma 03 “Gestione economica, \nfinanziaria, programmazione, provveditorato” del bi lancio di previsione finanziario 2019/2021.', '4': '(Fondi di Riserva) \n1. Si procede alla variazione, di cui all’articolo 48 del decreto legislativo 118/2011, nel Programma \n01 “Fondo di riserva”, Missione 20 “Fondi ed accantonamenti”, Ti tolo 1: \na) fondo di riserva per le spese obbligatorie, incr emento pari ad euro 5.000.000,00 per l’anno \n2019, in termini di competenza e cassa; \nb) fondo di riserva per le spese impreviste increme nto pari ad euro 5.000.000,00 per l’anno \n2019, in termini di competenza e cassa; \ncon contestuale decremento del fondo per la copertu ra di eventuali debiti fuori bilancio di euro \n10.000.000,00 per l’anno 2019, in termini di competenza e cassa.', '5': '(Modifiche alla legge regionale 29 dicembre 2018, n . 60) \n1. All’articolo 1 della legge regionale 29 dicembre 2018, n. 60 (Disposizioni per la formazione del \nbilancio di previsione finanziario per il triennio 2019-2021 della Regione Campania - Legge di \nstabilità regionale 2019) sono apportate le seguent i modifiche: \na) al comma 1, le parole “di euro 1.500.000,00 nell ’ambito della Missione 3, Programma 2, \nTitolo 2 del bilancio di previsione finanziario per il triennio 2019-2021” sono sostituite dalle \nseguenti: “di euro 1.500.000,00 complessive nel tri ennio 2019/2021 pari ad euro 500.000,00 per \nciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 nell’ambito d ella Missione 3, Programma 2, Titolo 2 del \nbilancio di previsione finanziario per il triennio 2019-2021”; \nb) al comma 2, dopo la parola “fondo” sono eliminat e le seguenti parole: “denominato \n“Programma triennale di promozione dello spettacolo (Art. 6 l.r. 6/2007)”; \nc) al comma 8 le parole “Missione 12, Programma 1” sono sostituite dalle seguenti: “Missione \n5, Programma 2”. \nfonte: http://burc.regione.campania.it\n n. 46 del 5 Agosto 2019', '6': '(Ricapitalizzazione del Consorzio di Salerno -Ponte cagnano (SA)) \n1. E’ autorizzata la ricapitalizzazione del Consorz io Aeroporto di Salerno – Pontecagnano (SA), di \ncui all’articolo 17 della legge regionale 11 agosto 2005, n. 15 (Disposizioni per la formazione del \nbilancio annuale e pluriennale della Regione Campan ia - Legge finanziaria regionale 2005), per \neuro 3.813.640,85. \n2.Le risorse necessarie alla ricapitalizzazione pre vista al comma 1, per l’esercizio finanziario 2019, \nsono a valere sulla Missione 10, Programma 4, Titol o 3 del bilancio di previsione 2019/2021.', '7': '(Messa in sicurezza rete viabile campana) \n1. Nell’ambito degli interventi di somma urgenza, c ui provvede la protezione civile regionale, la \nGiunta regionale è autorizzata ad individuare con p roprio provvedimento gli interventi necessari \nalla messa in sicurezza della rete viaria del terri torio regionale che collega parti di territorio \ncontigue separate da ostacoli naturali. \n2. Le risorse per gli interventi previsti al comma 1, pari ad euro 400.000,00, per l’esercizio \nfinanziario 2019, sono a valere sulla Missione 9, P rogramma 1, Titolo 2 del bilancio di previsione \n2019/2021.', '8': "(Entrata in vigore) \n1. La presente legge entra in vigore il giorno succ essivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale \ndella Regione Campania. \nLa presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Uf ficiale della Regione Campania. \nE' fatto obbligo a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione \nCampania."} | null |
campania | 2,007 | 14 | null | {'1': '1. Nello stato di previsione di competenza della spesa per l’anno finanziario \n2007 sono approvate le variazioni riportate nell’annessa tabella A.', '2': '1. Nello stato di previsione di cassa della spesa per l’anno finanziario 2007 \nsono approvate le variazioni riportate nell’annessa tabella A.', '3': '1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti degli \narticoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo a \nquello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale della regione \nCampania.\nAllegato : 2'} | null |
campania | 2,007 | 7 | null | {'1': 'Finalità della legge \n1. La regione Campania promuove la valorizzazione, la diffusione ed il \ncommercio. della carne di bufalo campano, così come tutelata ai sensi del Reg. \n(CE) 510/2006 del Consiglio del 20 marzo, di seguito indicata carne di bufalo \ncampano.', '2': 'Ambito di applicazione della legge \n1. E’ considerata zona regionale di allevamento e di trasformazione della \ncarne di bufalo campano, quella area del territorio amministrativo della \nregione Campania defInito dal disciplinare di produzione.', '3': 'L’allevamento ai fini della produzione da carne \n1. La carne di bufalo campano risulta il prodotto ottenuto dalla macellazione \ndi animali maschi e femmine di età compresa fra i dodici ed i venti mesi di \nrazza mediterranea italiana, nati ed allevati nel territorio campano così come \nprevisto nel disciplinare della carne di bufalo campano. \n2. Le aziende adottano le tecniche di alimentazione e di stabulazione previste \ndal disciplinare predisposto per il prodotto carne di bufalo campano. \n3. I centri di ingrasso devono essere ubicati all’interno del comprensorio \nidentificato dal disciplinare di produzione e si attengono per l’alimentazione \ne gli incrementi ponderali medi giornalieri, a quanto previsto dal \ndisciplinare medesimo. \n4. Gli impianti di macellazione, sezionamento e confezionamento hanno sede \noperativa all’interno del comprensorio identificato dal disciplinare di \nproduzione.', '4': 'Valorizzazione e commercializzazione \n1. La valorizzazione del prodotto e la sua promozione si pongono l ’obiettivo di facilitare lo sviluppo del consumo della carne di bufalo campano su tutto \nil territorio nazionale ed estero. \n2. La valorizzazione del prodotto è un aspetto fondamentale per un adeguato \nsviluppo degli allevamenti e delle aziende che si occupano della \ntrasformazione.', '5': 'Consorzi di valorizzazione \n1. Allevatori, macellatori ed imprese di lavorazione della filiera di carne di \nbufalo campano iscritte negli elenchi di cui all’articolo 4 del disciplinare \ndel regolamento indicato all’ art. 1, possono costituire, ai sensi \ndell’articolo 2602 e seguenti del codice civile, consorzi di valorizzazione il \ncui atto costitutivo e lo statuto prevedono espressamente il perseguimento, \nsenza scopo di lucro, della valorizzazione e della promozione della carne di \nbufalo campano. \n2.Lo statuto dei consorzi di valorizzazione prevede, altresì, espressamente \nl’accesso, in maniera singola o associata, a tutti i soggetti partecipanti \nalla filiera produttiva della carne di bufalo campano.', '6': "Finanziamenti \n1. Per il perseguimento delle finalità di cui all’articolo 1 è concesso ai \nconsorzi di valorizzazione di cui all’articolo 5 un contributo annuo per \nattività promozionali quali la divulgazione di conoscenze scientifiche, \nl’organizzazione di fiere ed esposizioni ovvero la partecipazione a \nmanifestazioni simili sulla base di programmi di attività annuali. Le attività \npromozionali possono prevedere, con le associazioni della ristorazione \ncampana, le relative incentivazioni per l’inserimento della carne di bufalo \ncampano nei menù tipici locali. Le attività di promozione e valorizzazione \ndebbono esaltare la tracciabilità del prodotto 'carne di bufalo campano' così \ncome previsto dal disciplinare della carne di bufalo campano, nonché delle \nforme di controllo veterinario prima e dopo la macellazione dell’animale. Il \ncontributo annuo non può superare la misura del settantacinque per cento della \nspesa ritenuta ammissibile a seguito dell’istruttoria effettuata sui programmi \ndi attività. Presso l’assessorato dell’agricoltura è istituita apposita \ncommissione tecnica, presieduta dal capoarea, al fine di valutare le proposte \ndi attività di valorizzazione e di promozione della carne di bufalo campano \nper l’ammissibilità di finanziamenti di cui al presente articolo. \n2. A seguito del riconoscimento da parte del Ministero delle Politiche \nAgricole, Alimentari e Forestali del consorzio di tutela della carne di bufalo \ncampano, gli aiuti di cui al comma 1 sono riconosciuti esclusivamente al \nconsorzio di tutela medesimo. \n3. Agli oneri per l’attuazione della presente legge, si provvede con legge di \nbilancio, con l’istituzione della unità previsionale di base 7.29.65 di un \napposito capitolo denominato 'Promozione e valorizzazione della carne di \nbufalo campano'. \n4. La durata del regime di aiuti di cui al comma 1 è stabilita in anni 5. \n5. Le iniziative di valorizzazione e promozione di carne di bufalo campano \npossono prevedere contributi alle aziende zootecniche bufaline al fine di \nincentivare l’allevamento del bufalo maschio da destinare alla macellazione, \ncon le modalità di allevamento, di alimentazione e di controllo veterinario previsti dal disciplinare di cui al regolamento indicato all ’art. 1 e dalla \npresente legge.", '7': 'Accesso ai finanziamenti \n1. La Giunta regionale, con propria deliberazione, fissa annualmente i termini \ne le condizioni per la presentazione delle istanze di finanziamento dei \nrelativi programmi per l’accesso alle provvidenze di cui all’articolo 6. \n2. La selezione e valutazione delle istanze di cui al comma 1 è effettuata \nsulla base dei seguenti criteri generali: \na) numero di aziende aderenti al consorzio, così come definite all’articolo 5, \ncomma 1; \nb) rappresentatività territoriale del consorzio;\nc) consistenza della platea sociale e volume d’affari;\nd) collegamento funzionale tra le aziende aderenti al consorzio nell’ambito \ndella filiera;\ne) validità delle attività promozionali previste nei programmi;\nf) numero di aziende di allevamento di bufali presenti nel consorzio.', '8': 'Procedure attuative \n1. Le procedure attuative di cui alla presente legge trovano regolare \napplicazione, fermo restando che l’esecutività dei provvedimenti di \nconcessione del finanziamento è subordinata al parere di conformità della \ncommissione europea, ai sensi degli articoli 87 e 88 del trattato CE.', '9': 'Dichiarazione d’urgenza \n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello Statuto, è \ndichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua \npubblicazione nel bollettino ufficiale della regione Campania.'} | null |
campania | 2,007 | 6 | null | {'1': "Principi generali\n1. La regione Campania riconosce ogni forma di spettacolo, aspetto \nfondamentale della cultura regionale, quale mezzo di espressione artistica, di \nformazione, di promozione culturale, di aggregazione sociale e di sviluppo \neconomico e garantisce l'autonomia della programmazione artistica e la libertà \ndi iniziativa imprenditoriale.\n2. La Regione e gli enti locali, gli altri enti pubblici e privati, i \ncittadini singoli e associati e le persone giuridiche della Campania, ciascuno \nnel proprio ambito, concorrono a porre in essere le condizioni per un armonico \nsviluppo dello spettacolo in tutte le sue diverse tradizioni, generi, forme, \nivi comprese quelle amatoriali. Assicurano la conservazione del patrimonio \nstorico afferente lo spettacolo. Garantiscono le sperimentazioni, la ricerca, \nil rinnovo del linguaggio delle diverse forme di spettacolo, il confronto con \nle esperienze nazionali e straniere e l’integrazione con le altre arti. \nPromuovono la drammaturgia e la creazione contemporanee e le espressioni delle \nminoranze e dei residenti non italiani. Favoriscono il ricambio generazionale \ne l'integrazione dei linguaggi artistici e delle culture, puntando alla \nvalorizzazione delle differenze, con particolare riguardo a quelle di genere \nnel campo delle attività dello spettacolo. \n3. Gli interventi pubblici in materia di spettacolo sono orientati al \nconsolidamento ed allo sviluppo delle diverse attività di spettacolo ed in \nparticolare al sostegno della produzione, alla distribuzione e circolazione \ndegli spettacoli, alla mobilità ed alla formazione del pubblico. Perseguono la \npiù ampia partecipazione degli spettatori e un’equilibrata distribuzione \ndell’offerta culturale nel territorio regionale. \n4. Ai fini dell'attuazione della presente legge la Regione:\na)garantisce continuità, sviluppo e sostegno alle attività di spettacolo ad \niniziativa pubblica e privata già riconosciute da consolidati interventi o provvedimenti dello Stato o della Regione;\nb)stimola e promuove attività di spettacolo ad iniziativa pubblica e privata a \ncarattere territoriale;\nc)incentiva la collaborazione fra soggetti pubblici, enti operanti nel settore \ndello spettacolo ai quali la Regione partecipa, e soggetti privati e tende \nalla razionalizzazione delle risorse economiche ed organizzative.", '2': "Definizioni\n1. Ai fini della presente legge rientrano nella definizione di spettacolo: \na) le attività di produzione, la distribuzione e la promozione degli \nspettacoli teatrali, musicali e di danza; \nb) l'esercizio e la gestione di teatri, sale e luoghi destinati allo \nspettacolo;\nc)le attività di spettacolo viaggiante; \nd)l'attività degli esercizi cinematografici e l'attività di promozione \ncinematografica. \n2. Ai fini della presente legge, si intendono:\na)per centri stabili nazionali d'arte dello spettacolo ad iniziativa pubblica, \ni soggetti in possesso dei requisiti di cui agli articoli 10 e 11 del decreto \ndel Ministero per i beni e le attività culturali del 21 dicembre 2005 -settore \nattività teatrali-; \nb)per centri stabili nazionali d'arte dello spettacolo ad iniziativa privata, \ni soggetti in possesso dei requisisti di cui agli articoli 10 e 12 del decreto \ndel Ministero di cui alla lettera a);\nc)per centri stabili nazionali d'arte dello spettacolo d'innovazione, i \nsoggetti in possesso dei requisiti di cui agli articoli 10 e 13 del decreto \ndel Ministero di cui alla lettera a);\nd) per istituzioni concertistiche orchestrali, le istituzioni dotate di un \ncomplesso organizzato di artisti, tecnici e personale amministrativo con \ncarattere di continuità, aventi il compito di promuovere, agevolare e \ncoordinare attività musicali nel territorio provinciale o regionale e per le \nquali ricorrono le condizioni di cui alle lettere a), b), c) e d) del comma 2 \ndell'articolo 10 del decreto del Ministero per i beni e le attività culturali \ndel 21 dicembre 2005 -settore attività musicali-;\ne)per soggetti stabili concertistici, gli organismi che:\n1.dispongono di una organizzazione artistica, tecnica ed amministrativa con \ncarattere di continuità e stabilità; \n2.hanno la disponibilità esclusiva di una sala, tecnicamente attrezzata, \ndirettamente gestita con una qualificata direzione artistica; \n3.svolgono attività di produzione sostenuta con consolidati interventi o \nprovvedimenti da parte dello Stato o della Regione; \n4.realizzano almeno venticinque concerti l'anno di cui due produzioni;\nf)per teatri di tradizione, quelli che hanno come attività prevalente quella \ndi promuovere, agevolare e coordinare, nell'ambito del territorio di propria \ncompetenza, le attività musicali con particolare riferimento all'attività \nlirica e che sono, altresì, caratterizzati da: \n1.comprovata qualificazione professionale della direzione artistica; \n2.produzione musicale propria e continuativa nell'ambito di un organico \nprogramma culturale di concerti, di spettacoli di danza e di opere liriche; \n3.rappresentazione di opere liriche non inferiore al sessanta per cento \ndell'intero programma;\n4 esecuzione delle opere liriche con orchestre di non meno di quarantacinque \nprofessori d'orchestra di nazionalità italiana o comunitaria, salvo i casi di \nesecuzione di opere da camera per i quali è consentito un numero minore; 5.entrate proprie o altri contributi pubblici o privati non inferiori al \nquaranta per cento delle loro entrate complessive;\ng) per associazioni musicali, i soggetti pubblici o privati, senza scopo di \nlucro, che svolgono attività concertistica e corale;\nh) per associazioni di danza, i soggetti pubblici o privati, senza scopo di \nlucro, che svolgono attività tersicoree;\ni) per associazioni culturali, i soggetti pubblici o privati, senza scopo di \nlucro, che svolgono attività teatrali di ricerca ed innovazione e hanno \ncomprovata storicità;\nl) per soggetti stabili di danza, le strutture di produzione e promozione \ndotate di autonoma e comprovata qualificazione della direzione artistica, con \nstabilità del nucleo artistico e dell'organico amministrativo e tecnico, con \nun minimo di ottocento giornate lavorative e di venti giornate recitative per \nla promozione e con un minimo di trecentocinquanta giornate lavorative e di \nventi giornate recitative per la produzione, che svolgono, in ambito \nregionale, nazionale o comunitario, attività sostenuta da consolidati \ninterventi o provvedimenti da parte dello Stato o della Regione;\nm) per imprese ed organismi di produzione, i soggetti che svolgono attività di \nproduzione di spettacoli teatrali, musicali e di danza sul territorio \nnazionale o regionale, destinatari di consolidati interventi da parte dello \nStato o della Regione, e che si caratterizzano per la validità del progetto \nartistico e la capacità organizzativa; \nn) per soggetti di distribuzione, promozione e formazione del pubblico gli \norganismi, ad iniziativa pubblica e privata, destinatari di consolidati \ninterventi da parte dello Stato o della Regione, la cui attività sul \nterritorio regionale è volta alla rappresentazione di almeno quindici diversi \nspettacoli teatrali, musicali e di danza in più piazze di almeno tre province \ne alla promozione, divulgazione e conoscenza delle arti dello spettacolo;\no)per esercizi teatrali privati i soggetti gestori di sale teatrali provviste \ndi regolare agibilità, con un organico progetto annuale di ospitalità di \ncompagnie o complessi artistici professionali di teatro, danza e musica;\np) per teatri municipali ad attività multidisciplinare, i teatri di proprietà \ndi comuni o province, gestiti in economia o a mezzo di aziende speciali, \nistituzioni, fondazioni, associazioni o società per azioni a prevalente \ncarattere pubblico, provvisti di agibilità, con un organico progetto annuale \ndi ospitalità di compagnie o complessi artistici professionali ai quali \nconcorrono con adeguati strumenti finanziari il comune o la provincia di \nappartenenza;\nq) per teatri del patrimonio regionale, i teatri di proprietà della Regione, o \nda essa controllati, situati in aree metropolitane disagiate ed a rischio \nsociale, che hanno una capienza di almeno cinquecento posti;\nr) per grandi esercizi teatrali privati, quei soggetti gestori di sale \nteatrali con capienza di almeno novecento posti, provviste di agibilità con un \norganico progetto annuale di ospitalità con prevalenza di compagnie o \ncomplessi artistici professionali nazionali o internazionali;\ns)per residenza multidisciplinare, un progetto triennale, attuato da un \nsoggetto avente personalità giuridica, facente capo a uno o più comuni, da \nrealizzare con il concorso dell'ente territoriale attraverso adeguato sostegno \ne apposita convenzione. La residenza deve garantire una molteplice attività di \npromozione, formazione del pubblico, produzione ed ospitalità, deve essere \naltresì orientata alla contaminazione tra le varie esperienze dello spettacolo \nfavorendone la creazione e l'esecuzione;\nt) per esercizio cinematografico la gestione di sale cinematografiche, con non \npiù di quattro schermi, anche di proprietà pubblica, provviste di regolare \nagibilità ed aperte al pubblico;u) per spettacoli viaggianti, le attività spettacolari, i trattenimenti e le \nattrazioni allestite a mezzo di attrezzature mobili, all'aperto o al chiuso, \nanche se in maniera stabile, definiti dalla legge 18 marzo 1968, n. 337.\n3. Ai fini della presente legge per giornata recitativa si intende una \nrappresentazione al pubblico alla quale si accede con l'acquisto di un \nbiglietto di ingresso.", '3': "Funzioni della Regione\n1. La Regione sostiene lo spettacolo, definisce la programmazione degli \ninterventi regionali di promozione e innovazione, favorisce il consolidamento \ndel rapporto dei soggetti con il territorio, promuove nuove attività, la \ndistribuzione e la circolazione degli spettacoli, anche in relazione a \nfinalità turistiche, educative e culturali.\n2. La Regione attua i propri interventi al fine di:\na)favorire il coordinamento dei soggetti coinvolti, il pluralismo culturale e \nl'accrescimento della qualità artistica; \nb)agevolare lo sviluppo di sinergie di carattere finanziario, organizzativo e \npromozionale;\nc)garantire il sostegno nell'ambito della produzione e della distribuzione \nalle realtà regionali che stabiliscono rapporti continuativi di collaborazione \ncon organismi pubblici di rilevanza nazionale ed europea; \nd) sostenere la produzione di spettacoli finalizzati alla ricerca di nuove \nforme di comunicazione artistica ed alla valorizzazione delle espressioni \nartistiche contemporanee; e)incentivare la valorizzazione delle forme \nartistiche più rappresentative della tradizione culturale della regione, ivi \ninclusa l'attività bandistica a carattere continuativo, con almeno dodici \nrappresentazioni all'anno e composta da un minimo di ventiquattro elementi; \nf)favorire l’eccellenza artistica e il costante rinnovamento della scena e \nconsentire ad un pubblico il più ampio possibile di accedere all’esperienza \ndello spettacolo; \ng) promuovere nella produzione la qualità, l'innovazione, la ricerca e la \nsperimentazione di nuove tecniche e nuovi stili, anche favorendo il ricambio \ngenerazionale; \nh)agevolare la committenza di nuove opere e la valorizzazione del repertorio \ncontemporaneo; \ni)promuovere la conservazione, la valorizzazione ed il recupero del repertorio \nclassico e storico campano in particolare del teatro in lingua napoletana; \nl) incentivare forme di creazione artistica interdisciplinare, tendenti alla \ncontaminazione dei linguaggi espressivi; \nm)tutelare le professionalità in campo artistico, tecnico e organizzativo, \nfavorendo la crescita di livelli occupazionali all'interno del settore; \nn)avvicinare nuovo pubblico, con particolare riguardo alle nuove generazioni \ned alle categorie meno favorite, anche in collaborazione con le scuole e le \nUniversità campane; \no)attuare il riequilibrio territoriale dell'offerta di spettacolo, favorendo \nil radicamento di iniziative nel territorio regionale e la distribuzione degli \nspettacoli nelle aree meno servite; \np)sostenere la promozione internazionale dello spettacolo campano, in \nparticolare in ambito europeo, mediante iniziative di coproduzione e di \nscambio di ospitalità con qualificati organismi esteri;\nq)sostenere le iniziative del teatro amatoriale proposte in forma associativa;\nr)sostenere il recupero e la riattazione di sale volte agli scopi istitutivi \ndella presente legge;\ns)sostiene progetti teatrali, musicali e cinematografici che prevedono, nella loro elaborazione, recupero di marginalità sociali in ambiti metropolitani \ndegradati con riferimento a libere associazioni già operanti sul territorio o \nche si vanno a costituire allo scopo.\n3. Nel perseguimento degli obiettivi di cui al comma 2, la Regione, in \nparticolare: \na)istituisce un fondo regionale per il sostegno delle attività di spettacolo;\nb)adotta programmi triennali di investimento e promozione volti a conseguire \nle finalità, attività e modalità indicate dall'articolo 6, comma 2; \nc)sostiene le attività anche mediante la partecipazione ai soggetti che le \nsvolgono;\nd)effettua la vigilanza e il monitoraggio, attraverso l'osservatorio di cui \nall'art. 11, sul perseguimento degli obiettivi programmatici e sul corretto \nutilizzo delle risorse pubbliche nell'ambito del proprio territorio.\n4. La Regione, inoltre:\na)promuove la diffusione e lo sviluppo della cultura dello spettacolo anche \nattraverso collaborazioni e progetti comuni con lo Stato, altre Regioni, \nistituti, centri nazionali ed internazionali, in particolare nell’ambito \ndell’Unione europea;\nb)promuove la diffusione dello spettacolo campano all’estero, aderisce a \nprotocolli ed a iniziative internazionali coerenti con le finalità del \npresente articolo;\nc) svolge attività speculativa, attraverso l'osservatorio di cui all'art. 11, \nsulle realtà dello spettacolo, con l'eventuale collaborazione degli enti \nlocali ed operatori dello spettacolo al fine di realizzare rilevazioni, \nanalisi e ricerche, anche per valutare gli andamenti del settore e l’efficacia \ndell’intervento regionale. A tal fine i soggetti destinatari di finanziamenti \nsono tenuti a fornire i dati e le informazioni richieste. \n5. La Regione tratta, anche attraverso l’ausilio di strumenti elettronici, i \ndati raccolti comunicandoli e diffondendoli nel rispetto del decreto \nlegislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modifiche.\n6. La Regione, per favorire l'accesso al credito da parte delle imprese dello \nspettacolo, può contribuire alla formazione del fondo rischi dei consorzi fidi \ndi garanzia operanti o nel settore dello spettacolo stesso o di sezioni \nspeciali operanti anche in altri settori economici, sostenendo in particolar \nmodo l'imprenditoria giovanile.", '4': "Funzioni delle province\n1. Le province della Campania, negli ambiti territoriali di propria competenza \ne in collaborazione con la Regione, possono:\na) concorrere a promuovere ogni attività di spettacolo, anche in \nrelazione a finalità turistiche;\nb) sostenere le attività, anche partecipando ai soggetti che le svolgono;\nc) concorrere a promuovere l'avvicinamento del pubblico, la diffusione \ndelle attività di spettacolo nelle scuole, e sostenere la cultura e la \npresenza dello spettacolo nelle università in accordo con le amministrazioni \ncompetenti; \nd) costituire osservatori provinciali in materia di spettacolo;\ne) collaborare con la Regione, la provincia confinante e i comuni del \nproprio territorio alla definizione delle residenze multidisciplinari nel \nproprio territorio; \nf) promuovere e realizzare, anche nell’ambito della programmazione \nregionale, la costruzione, il restauro, la ristrutturazione e l’adeguamento \nfunzionale di immobili adibiti a luogo di spettacolo; \ng) partecipare, anche in forma associata, secondo le linee della programmazione nazionale e regionale, alla distribuzione della produzione \ndegli spettacoli dal vivo sul territorio; \nh) promuovere, in collaborazione con i comuni, attività di informazione e \ndi formazione del pubblico. \n2. Le province, inoltre, esercitano le funzioni in materia di collocamento del \npersonale dello spettacolo, attribuite ai sensi del decreto legislativo 23 \ndicembre 1997, n. 469.", '5': "Funzioni dei comuni\n1. I comuni della Campania concorrono in veste singola o associata alla \ndefinizione dei programmi regionali di cui all’articolo 6, possono altresì con \nrisorse proprie, nell’ambito della programmazione regionale:\na) sostenere le attività di spettacolo e raccordarle con le politiche di \nvalorizzazione dei beni culturali e di promozione artistica e con le politiche \nsociali, per rispondere ai bisogni di cultura e di crescita sociale delle \ncomunità locali;\nb) sostenere le attività sul proprio territorio, anche partecipando ai \nsoggetti che le svolgono;\nc) svolgere i compiti attinenti all’erogazione dei servizi anche con \nriferimento alla promozione, programmazione e distribuzione degli spettacoli;\nd) attuare interventi di predisposizione, restauro, adeguamento e \nqualificazione di sedi ed attrezzature destinate alle attività di spettacolo, \ninterventi d'innovazione tecnologica e di valorizzazione del patrimonio \nstorico e artistico dello spettacolo anche attraverso progetti di \ncatalogazione e conservazione;\ne) provvedere alla promozione e alla formazione del pubblico; \nf) elaborare proposte per l’individuazione della residenza \nmultidisciplinare definita di soggetti di spettacolo in luoghi di spettacolo \nubicati nel proprio territorio, ai fini della redazione del piano regionale \ntriennale di cui all’articolo 6, e concorrere, unitamente alla Regione e alle \nprovince, alla loro gestione;\ng) effettuare un costante monitoraggio delle attività di spettacolo dal \nvivo che operano sul proprio territorio dandone comunicazione alla Regione.", '6': "Programmi di investimento e promozione regionale\n1. Il programma triennale di investimento e promozione dello spettacolo di cui \nall'articolo 3, comma 3, lettera b), in armonia con le finalità generali della \npresente legge, definisce le priorità, gli obiettivi, le modalità di \nattuazione tra le diverse tipologie d'intervento, i criteri per la verifica \ndell'attuazione delle attività soggette a convenzioni ed accordi. Individua, \naltresì, le quote delle risorse disponibili da assegnare alle finalità ed \nattività di cui al comma 2.\n2. Il programma, in particolare:\na) dispone misure di sostegno a favore delle attività di cui all'articolo \n2, comma 1, svolte con caratteristiche e requisiti diversi da quelli di cui \nall'articolo 8, comma 4, e allo scopo di garantire continuità e sostegno a \nquelle realtà produttive che realizzano progetti che hanno comprovata \nstoricità, qualificazione professionale e forte valore d'innovazione si \ndestina il cinquanta per cento delle risorse destinate a ciascun settore; \nb) dispone, su proposta congiunta dei comuni e delle province \ninteressate, misure finanziarie e organizzative per la residenza \nmultidisciplinare di cui all'articolo 2, comma 2, lettera s);\nc) dispone misure per il sostegno dell'esercizio cinematografico, al fine di promuovere l'accesso del pubblico alla produzione cinematografica di \nqualità di nazionalità italiana ed europea;\nd) dispone misure di sostegno a favore di progetti speciali;\ne) dispone interventi per la realizzazione, il restauro, l'adeguamento \nfunzionale e tecnologico di sedi ed attrezzature destinate alle attività di \nspettacolo, con particolare riguardo a quelle di pregio storico ed \narchitettonico, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e quelle \ndel patrimonio regionale proporzionalmente al numero dei posti e al volume del \nteatro;\nf) dispone misure per l'individuazione e l'allestimento di aree \nattrezzate per lo spettacolo viaggiante di cui all'articolo 2, comma 2, \nlettera u);\ng) dispone misure a favore dell'attività di valorizzazione, promozione, \ndocumentazione e ricerca della musica, con particolare riferimento al \nrepertorio del ‘600 e del ‘700 napoletano;\nh) dispone misure dell'attività di alto perfezionamento professionale di \ndanza;\ni) dispone misure di sostegno a favore delle attività di spettacolo \nsvolte in forma amatoriale.\n3. Il programma di cui al comma 1 utilizza, in quanto disponibili, le risorse \nfinanziarie di origine nazionale o comunitaria, ed è armonizzato e coordinato \ncon la programmazione regionale dei Fondi strutturali o del Fondo sociale \neuropeo. \n4. La Regione per la realizzazione degli obiettivi del programma triennale può \nconcludere accordi, in ambito provinciale o interprovinciale, con gli enti \nlocali. Gli accordi indicano:\na) le attività ed i progetti da realizzare;\nb) i soggetti attuatori;\nc) la ripartizione delle spese;\nd) le modalità di attuazione.\n5. La Giunta regionale può inoltre definire interventi speciali, anche \nmediante convenzioni, preferibilmente pluriennali, con soggetti pubblici e \nprivati, dotati di adeguate risorse produttive e finanziarie, o con \nassociazioni di categoria. \n6. Le convenzioni di cui al comma 5 sono comunicate al Consiglio regionale, \npubblicate sul bollettino ufficiale della regione Campania, e indicano:\na) le attività ed i progetti da realizzare;\nb) gli oneri a carico dei firmatari;\nc) l'arco temporale e le modalità di attuazione.", '7': "Procedure della programmazione\n1. La Giunta regionale, sentito il parere dell'osservatorio di cui \nall'articolo 11, e della Conferenza delle autonomie locali, adotta il \nprogramma triennale di investimento e promozione dello spettacolo di cui \nall'articolo 6, e lo trasmette al Consiglio regionale per l'approvazione.\n2. La Giunta nella predisposizione del programma, sentita la commissione \nconsiliare competente per materia, acquisisce le proposte provenienti dalle \norganizzazioni sindacali di categoria, dalle associazioni di categoria, dagli \nosservatori provinciali di cui all'articolo 4, da comuni e province singoli o \nassociati.", '8': "Sostegno regionale ordinario alle attività di spettacolo\n1. Il sostegno regionale ordinario alle attività di spettacolo è attuato mediante utilizzo del fondo regionale per il sostegno delle attività di \nspettacolo suddiviso in settori, riferito rispettivamente alle attività \nteatrali, musicali, cinematografiche, della danza e dello spettacolo \nviaggiante.\n2. La Giunta regionale, con proprio atto, sulla base delle previsioni del \nbilancio pluriennale adotta:\na) la ripartizione percentuale tra i settori elencati di cui al comma 1 \ndelle disponibilità finanziarie previste per il fondo; \nb) la successiva ripartizione percentuale delle disponibilità finanziarie \ndeterminate ai sensi della lettera a), tra le attività di cui al comma 4;\nc) le misure di attuazione, anche ricorrendo alla Conferenza dei servizi \nai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modifiche, entro e non \noltre tre mesi dalla pubblicazione della presente legge sul bollettino \nufficiale della regione Campania.\n3. L'atto di cui al comma 2 è adottato, sentiti l'osservatorio regionale per \nlo spettacolo di cui all'articolo 11, le organizzazioni sindacali e le \nassociazioni di categoria, che devono esprimersi entro e non oltre quindici \ngiorni dalla richiesta, previo parere del Consiglio regionale, che lo esprime \nmediante la commissione consiliare permanente competente per materia che si \npronuncia ai sensi della legge regionale 17 ottobre 2005, n. 17.\n4. Le tipologie di attività sono distinte per i seguenti settori di intervento:\nA. Settore teatrale:\n1) attività di imprese di produzione teatrale, che svolgono almeno \nottanta giornate recitative annue e con un numero di giornate lavorative \ndocumentate superiore a ottocento;\n2) attività di distribuzione degli spettacoli, promozione e formazione \ndel pubblico ad iniziativa pubblica e privata con un minimo di cento giornate \nrecitative annue di cui almeno il cinquanta per cento riservato alle compagnie \nteatrali con sede in Campania;\n3) attività di esercizi teatrali privati, che effettuano almeno cento \ngiornate recitative annue.\nB. Settore musicale:\n1) attività concertistica e corale svolta dai soggetti di cui \nall'articolo 2, comma 2, lettera g), con un minimo di otto concerti l'anno e \nche si avvalgono di un direttore artistico di comprovata capacità \nprofessionale;\n2) attività di produzione musicale svolta dai soggetti di cui \nall'articolo 2, comma 2, lettera m), con almeno tre diverse rappresentazioni. \nC. Settore cinematografico:\n1) attività di esercizi cinematografici, di cui all'articolo 2, comma 2, \nlettera t), che svolgono almeno centoventi giornate di attività annue;\n2) attività di esercizio cinematografico dedicata per più della metà \ndelle giornate di programmazione a film d'essai, come definiti dall'articolo 2 \ndel decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 28;\nD. Settore danza:\n1) attività di imprese di produzione di spettacoli di danza, di cui \nall'articolo 2, comma 2, lettera m), che effettuano un minimo di dodici \ngiornate recitative annue e duecento giornate lavorative documentate;\n2) attività di distribuzione degli spettacoli di danza, di cui \nall'articolo 2, comma 2, lettera n), di promozione e formazione del pubblico, \nad iniziativa pubblica e privata, con un minimo di 15 giornate recitative \nannue;\n3) attività di promozione e documentazione dell'arte della danza di cui \nall'art. 2, comma 2, lettera h), anche in riferimento alle nuove tecnologie.\nE. Settore spettacolo viaggiante:1) attività di spettacolo viaggiante;\n2) attività promozionali; \n3) attività assistenziali ed educative.\n5. Le misure di attuazione di cui al presente articolo, comma 2, lettera c), \ndefiniscono i requisiti, le modalità di ammissione al contributo regionale e \nle caratteristiche qualitative e quantitative delle iniziative rientranti \nnelle attività oggetto del sostegno.\n6. Le misure di attuazione di cui al comma 2, lettera c), oltre a definire i \nrequisiti di ammissione, assicurano:\na) che i contributi finanziari sono disposti sulla base dei costi \nsostenuti dai soggetti beneficiari, della validità culturale delle iniziative, \ndel rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro e delle disposizioni \ntecniche di agibilità dei luoghi di spettacolo;\nb) che i contributi sono disposti triennalmente se richiesto dai \nbeneficiari sulla base di un progetto di attività triennale e in tutti gli \naltri casi annualmente;\nc) che la definizione del contributo sia commisurato nella misura del \nsettantacinque per cento con riferimento a criteri quantitativi e nella misura \ndel venticinque per cento con riferimento a criteri qualitativi;\nd) un efficace sistema di controllo e monitoraggio sull'effettivo \nsvolgimento delle attività in base alle quali sono concessi i contributi;\ne) una particolare attenzione alle attività di spettacolo rivolte con \nfinalità educative al mondo della scuola;\nf) concessione di un acconto fino ad un massimo del cinquanta per cento \ndel contributo assegnato.\n7. Le misure di attuazione, inoltre, definiscono le modalità di ammissione e \ndi assegnazione dei contributi per i soggetti di cui all'articolo 9 e \nall'articolo 12 lettere d), e), f), g), h), i), l), m).\n8. La successione a titolo particolare nell’impresa comporta la corresponsione \ndei contributi già deliberati in favore del dante causa, a condizione che il \nsuccessore presenta i requisiti prescritti e provvede in proprio al \ncompletamento del progetto di attività. \n9. Ai fini della corresponsione dei contributi già deliberati non rilevano le \ntrasformazioni della persona giuridica ovvero la trasformazione da impresa \nindividuale in persona giuridica, ovvero le fusioni tra più persone \ngiuridiche, allorché vi sia continuità nella persona del direttore artistico e \ndella maggioranza del nucleo artistico, verificata sulla base del personale \nimpegnato nell’anno precedente alla trasformazione.", '9': "Sostegno ai teatri stabili ad iniziativa pubblica\n1. La Regione sostiene i soggetti stabili ad iniziativa pubblica, già \nriconosciuti con provvedimento dello Stato, attraverso un contributo annuale \nnon cumulabile con gli altri interventi, pari al nove per cento per \nl'associazione Teatro Stabile della città di Napoli ed al ventinove per cento \nper l'ente autonomo Teatro di San Carlo delle risorse previste dall'articolo \n13.", '10': "\nRegistro regionale dello spettacolo\n1. E’ istituito il registro regionale dei soggetti beneficiari dei contributi \nregionali per le attività di spettacolo.\n2. Ai fini dell’iscrizione al registro, i soggetti devono possedere i seguenti \nrequisiti:\na) la sede legale ed operativa nel territorio regionale; b) documentata attività di spettacolo, svolta da almeno un biennio.\n3. L’iscrizione nel registro regionale, disposta dal settore regionale \ncompetente, è condizione indispensabile per l’accesso ai contributi previsti \ndalla presente legge, ad eccezione dei soggetti di cui all'articolo 6, comma \n2, lettere d), i).\n4. La Giunta regionale adotta disposizioni di attuazione, entro tre mesi dalla \npubblicazione della presente legge sul bollettino ufficiale della regione \nCampania, sulle modalità di iscrizione al registro e per la sua tenuta.", '11': "\nOsservatorio regionale sullo spettacolo e commissioni di valutazione \nqualitativa\n1. E' istituito l'osservatorio regionale sullo spettacolo, presieduto \ndall'assessore al ramo, e di cui fanno parte, oltre al dirigente del settore \ncompetente, tre esperti della materia designati:\na) uno dalle associazioni di categoria;\nb) uno dall'assessore regionale competente; \nc) uno dalla commissione consiliare permanente competente per materia.\n2. L'osservatorio è organo della Giunta regionale con funzioni consultive, \nrelativamente alla programmazione regionale, alla definizione delle misure \nfinanziarie ed alle misure di indirizzo. Esso ha sede presso l'assessorato \ncompetente.\n3. Esso, in collaborazione con l'osservatorio sullo spettacolo istituito \npresso il Ministero competente:\na) predispone una relazione annuale analitica sull'utilizzazione dei \nfondi stanziati dalla presente legge;\nb) raccoglie ed aggiorna i dati e le notizie relativi all'andamento dello \nspettacolo, nelle sue diverse forme, nella regione Campania al fine di \nrealizzare attività permanenti di monitoraggio quali la mappatura delle \nimprese, la mappatura delle sedi, l'occupazione nel settore, l'analisi dei \nfabbisogni formativi, l'evoluzione delle figure professionali e i \nfinanziamenti pubblici;\nc) sintetizza i dati di cui alla lettera a) al fine di estrapolare il \nnumero degli spettatori (totale e per settori), il numero delle recite (totale \ne per settori), il numero di organismi presenti sul territorio, il numero \ndelle sedi dove è svolta attività di spettacolo, il numero di occupati nello \nspettacolo (per tipologia di settore), i finanziamenti degli enti pubblici \n(divisi per settore);\nd) realizza analisi ed elaborazioni su temi specifici individuati dalla \nRegione all'interno dei seguenti ambiti:\n1. andamenti economici degli enti e delle imprese del settore;\n2. offerta teatrale;\n3. indagini quantitative e qualitative sul pubblico e sulla domanda \ninespressa;\n4. indagini sui settori emergenti;\n5. modelli organizzativi delle imprese;\n6. sistemi produttivi e distributivi, funzioni e prospettive dei circuiti \nterritoriali;\ne) acquisisce tutti gli elementi di conoscenza sulla spesa annua \ncomplessiva in Regione, ivi compresa quella svolta dalle istituzioni e dagli \nenti locali destinata al sostegno ed all'incentivazione dello spettacolo;\nf) collabora con istituzioni ed organismi culturali quali università, \nistituti di ricerca, associazioni d'imprese;\ng) diffonde e comunica adeguatamente i risultati delle attività svolte \nattraverso rapporti annuali, pubblicazioni periodiche, forme di comunicazione mirate su riviste specializzate.\n4. Con atto della Giunta regionale è costituita una commissione per la \nvalutazione qualitativa delle iniziative proposte per il sostegno regionale, \nper i seguenti settori: teatro, musica e danza. Ogni commissione è composta di \ntre membri di comprovata esperienza nel rispettivo settore, di cui due \ndesignati dall'assessorato ed uno dalla commissione permanente competente per \nmateria. Essa è presieduta dal dirigente del settore competente.\n5. Le funzioni di segreteria dell'osservatorio e delle commissioni per la \nvalutazione qualitativa sono svolte dal personale del settore competente.\n6. I componenti delle commissioni di cui al presente articolo sono \nincompatibili, pena decadenza, con incarichi decisionali di diritto o di fatto \nall'interno degli organismi direttivi dei soggetti destinatari dei contributi. \nEssi durano in carica un triennio e l'incarico non è rinnovabile per il \ntriennio successivo.\n7. Ai componenti dell'osservatorio regionale per lo spettacolo e delle \ncommissioni qualitative spetta un gettone di presenza.", '12': "\nPianificazione delle risorse\n1. Il piano finanziario è articolato come segue:\na) fondo regionale ordinario per il sostegno delle attività di \nspettacolo, cui sono assegnate il diciassette e mezzo per cento delle risorse \ndisponibili;\nb) programmi triennali di investimento e promozione, pari al sedici e \nmezzo per cento delle risorse; \nc) sostegno a favore dei soggetti di cui all'articolo 9, pari al \ntrentotto per cento delle risorse;\nd) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera b) cui sono assegnate il quattro per cento delle risorse \ndisponibili;\ne) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera c), cui sono assegnate il tre e mezzo per cento delle risorse \ndisponibili;\nf) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettere d), e), l) cui sono assegnate il due per cento delle risorse \ndisponibili;\ng) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera f) cui sono assegnate il tre per cento delle risorse \ndisponibili;\nh) sostegno annuale per quei soggetti di cui all'articolo 2, comma 2, \nlettera n), che rispettano i requisiti dell'art. 10, settore danza, e art. 16, \nsettore teatrale, del Decreto del Ministero dei Beni ed Attività Culturali del \n21 dicembre 2005, cui sono assegnate il tre per cento delle risorse \ndisponibili;\ni) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera p) cui sono assegnate il quattro per cento delle risorse;\nl) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera q) cui sono assegnate il quattro per cento delle risorse \ndistribuite proporzionalmente al numero dei posti;\nm) sostegno annuale dell'attività dei soggetti di cui all'articolo 2, \ncomma 2, lettera r) cui sono assegnate il tre e mezzo per cento delle risorse;\nn) funzionamento dell'osservatorio regionale, degli organi di valutazione e \nvigilanza a cui \nsono assegnate l'uno per cento delle risorse.\n2. I contributi concessi a valere sulle risorse alle lettere di cui al comma 1 non sono cumulabili tra loro o con altri interventi, ad eccezione di quelli \nprevisti dall'articolo 6, comma 2, lettere d) ed e).", '13': "\nNorma finanziaria\n1. Agli oneri della presente legge quantificato in euro 21.028.750,00 si fa \nfronte, per il corrente anno, con le risorse assegnate in termini di \ncompetenza e cassa con le seguenti unità previsionali:\na) upb 3.11.242 per euro 1.420.000,00;\nb) upb 6.80.221 per euro 12.200.000,00;\nc) upb 3.11.31 per euro 3.908.750,00;\nd) upb 6.80.221 per euro 3.500.000,00.\n2. All'onere per gli anni successivi si provvede con legge di bilancio.", '14': "\nModalità e tempi di presentazione delle istanze\n1. Entro e non oltre il 31 ottobre dell'anno precedente a quello di competenza \nfinanziaria, i soggetti devono presentare una richiesta di contributo per \nl'attività che intendono svolgere dal 1 gennaio al 31 dicembre dell'anno di \ncompetenza finanziaria.\n2. La Regione, successivamente all'esame istruttorio svolto dai competenti \nuffici regionali e dopo aver verificato l'inizio attività dei richiedenti, \nimpegna la relativa spesa per ognuno dei soggetti la cui attività decorre dal \n1 gennaio. Per i soggetti la cui programmazione non decorra dal 1 gennaio \nl'impegno di spesa avviene entro il 30 settembre.\n3. Ai soggetti richiedenti è riconosciuto un acconto, previa verifica da parte \ndegli uffici regionali competenti dell'attività già svolta, che non può \nsuperare il cinquanta per cento dell'intero contributo e la cui erogazione è \nconcessa entro il 30 giugno per i soggetti la cui attività programmata decorre \ndal 1 gennaio.\n4. Ai fini della liquidazione del contributo concesso, il soggetto \nbeneficiario è tenuto a trasmettere al settore competente la documentazione \nnecessaria, entro e non oltre il 31 marzo dell'anno successivo a quello di \ncompetenza finanziaria. Il settore competente, attesa la regolarità \ndell'istruttoria e previa verifica del rispetto dei contratti nazionali \ncollettivi di lavoro per tutte le categorie di lavoratori, provvede alla \nconclusione del procedimento entro sessanta giorni.", '15': "\nDisposizioni transitorie\n1. Le disposizioni della presente legge si applicano per le attività svolte \ndal 1 gennaio al 31 dicembre di ciascun anno.\n2. Ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della presente \nlegge continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti alla medesima data.\n3. In deroga a quanto disposto dal comma 2, ai soggetti destinatari è data \nfacoltà di presentare istanza ai sensi della presente legge, decadendo \nd'ufficio dai benefici riconosciuti loro dalle leggi contenute ed abrogate \nnell'articolo 16, limitatamente alle attività relative all'anno di \napprovazione della presente legge.", '16': "\nAbrogazioni\n1. Con l'entrata in vigore della presente legge sono abrogate le seguenti \ndisposizioni:\na) legge regionale 6 maggio 1985, n. 48, recante Interventi della Regione Campania in campo teatrale e musicale;\nb) articolo 3 della legge regionale 18 dicembre 1984, n. 44, recante \nContributo annuale all'Ente Autonomo Teatro San Carlo;\nc) legge regionale 5 aprile 2000, n. 9, recante Contributo annuale al \nTeatro Municipale “Giuseppe Verdiâ€\x9d di Salerno e al Teatro stabile di \nprosa “Belliniâ€\x9d di Napoli e successive modifiche.\n2. La presente legge regionale è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della \nRegione."} | null |
campania | 2,007 | 12 | null | {'1': 'Oggetto \n1. La regione Campania, in base alla competenza residuale in materia di \nsviluppo economico ed attività produttive e, in conformità con i principi \nfondamentali statali nelle materie di legislazione concorrente e con la \ndisciplina dell’Unione europea in materia di aiuti di stato alle imprese, \npromuove azioni di sviluppo del sistema produttivo regionale anche attraverso \nl’istituzione di regimi di aiuto alle imprese.\n2. La presente legge defInisce i criteri generali cui si attengono gli aiuti \nregionali, destinati al finanziamento di interventi per lo sviluppo delle \nimprese che operano sul territorio regionale attraverso la concessione di \nincentivi, secondo criteri e metodi intesi a massimizzare l’efficacia \ncomplessiva e la rapidità e semplicità di attuazione, sulla base anche degli \nobiettivi i conseguiti e delle esigenze del mercato.\n3. La terminologia utilizzata nella presente legge fa riferimento alle \ndefinizioni della normativa comunitaria e nazionale vigente.\n4. Per quanto attiene alla normativa di incentivi alle imprese, il rinvio a \nleggi, regolamenti e atti comunitari si intende effettuato al testo vigente \ndei medesimi.', '2': "Incentivi alle imprese con procedura negoziale: contratto di programma \nregionale \n1. Il contratto di programma regionale è finalizzato a valorizzare la \ncontrattazione programmata a livello regionale e a favorire l’attuazione di \ninterventi complessi di sviluppo territoriale e settoriale realizzati da una \nsingola impresa o da gruppi di imprese nell’ambito della programmazione \nconcertata e volti a generare positive ricadute sul sistema produttivo regionale. \n2. Il contratto di programma regionale costituisce lo strumento regionale, \ncoerente con le normative settoriali, con le scelte del documento strategico \nregionale, con gli indirizzi urbanistico -territoriali, per l’attuazione di \npolitiche di sviluppo locale intese a : \na) attuare una politica selettiva per migliorare la capacità di innovazione e \nla qualità delle imprese attraverso la valorizzazione di determinati settori \nstrategici; \nb) promuovere ed attrarre investimenti produttivi sul territorio regionale per \nil rilancio dell’ economia regionale; \nc) far crescere il tessuto produttivo esistente, anche attraverso \nl’aggregazione economica delle imprese, l’allargamento dimensionale delle \nstesse e puntando sulle eccellenze; \nd) assicurare l’efficacia e la coerenza dell'intervento pubblico, integrandone \ni diversi ambiti di intervento relativi ad attività produttive, ricerca ed \ninnovazione tecnologica, formazione ed occupazione; \ne) conseguire l’efficienza e l’efficacia dei procedimenti di spesa in coerenza \ncon la programmazione finanziaria regionale, integrando risorse regionali, \nnazionali e comunitarie; \nt) favorire l’integrazione della Regione con il sistema finanziario coinvolto \nnel finanziamento delle iniziative e nel raggiungimento degli obiettivi \neconomico- sociali prefissati. \n3. Gli aiuti, a valere sul contratto di programma regionale stipulato tra la \nRegione ed il soggetto destinatario, consistono in incentivi alle medie e \ngrandi imprese, società cooperative, consorzi, società consortili di imprese \ndi qualsiasi dimensione, operanti nei settori agricoltura, industria ed \nartigianato, commercio in forma associata, logistica integrata, turismo e \nservizi connessi a tali settori, da concedere, attraverso la procedura \nnegoziale del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, articolo 6, per la \nrealizzazione sul territorio regionale di un piano progettuale complesso ed \nintegrato riferibile ad un’unica finalità di sviluppo ed articolato in diverse \ntipologie di investimento o di intervento, anche plurisettoriali, fortemente \nintegrati, tesi a sviluppare una strategia di filiera, di distretto o di rete \ndi imprese. L’ammissibilità agli aiuti è limitata ai piani progettuali \ncorredati dell’impegno di almeno un istituto di credito, società di \ninvestimento o società finanziaria iscritta all’albo speciale ai sensi del \ndecreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, articolo 107, tenuto presso la \nBanca d’Italia, a finanziare i singoli interventi previsti con la concessione \ndi linee finanziarie a medio-lungo termine, ovvero con interventi di \npartecipazione temporanea al capitale, di prestiti partecipativi o interventi \nequipollenti.\n4. L’aiuto rispetta le limitazioni e condizioni previste per i singoli settori \ndi intervento e per alcune tipologie di imprese e settori soggetti a \ndisciplina comunitaria specifica, ivi inclusa la disciplina multisettoriale \ndei grandi progetti. Gli incentivi concessi non sono cumulabili con altri \naiuti di stato a finalità regionale o con altri aiuti destinati ai medesimi \nbeni oggetto dell’agevolazione. \n5. Oggetto del contratto di programma regionale sono i singoli programmi di \ninvestimento localizzati sul territorio regionale facenti parte del piano \ncomplesso ed integrato di cui al comma 3, consistenti in iniziative \nproduttive, in infrastrutture di supporto materiali e immateriali, essenziali e funzionali alla migliore attivazione dei programmi, in interventi per \nl’attivazione e la gestione di servizi comuni, in piani organici di attività \ndi ricerca, di innovazione, di trasferimento tecnologico, di formazione, di \nincremento occupazionale, di internazionalizzazione, di salvataggio e rilancio \ndi imprese in difficoltà. \n6. Gli incentivi sono concessi in relazione alle spese ammissibili, \nindividuate da apposito regolamento di attuazione e dettagliate nel \ndisciplinare dello strumento di agevolazione nelle forme tecniche di cui al \ndecreto legislativo n. 123/98, articolo 7, anche combinate, di contributi in \nconto capitale, credito d’imposta, bonus fiscale, finanziamento agevolato, \ncontributi in conto interessi, azioni di ingegneria finanziaria inerenti \ngaranzie e partecipazioni al capitale di rischio, nel rispetto dei criteri e \ndei limiti di intensità di aiuto stabiliti dalla Commissione europea e \ncondizionatamente ad apporto di capitale del soggetto destinatario in misura \nnon inferiore al venticinque per cento del valore degli investimenti ammessi. \n7. La concessione delle agevolazioni avviene a seguito di apposita istruttoria \ne valutazione delle istanze sulla base dei seguenti criteri: \na) affidabilità del soggetto proponente e delle singole imprese; \nb) integrazione tra finanza agevolata e apporto di capitale proprio o finanza \nconcessa da istituti di credito o società di investimento o società \nfinanziaria di cui al comma 3 nella forma di apporto di capitale di rischio; \nc) rispondenza delle iniziative alle principali difettive di sviluppo \nsettoriale e territoriale fissate in coerenza con il Piano d’azione per lo \nsviluppo economico regionale di cui alla legge regionale 29 dicembre 2005, n. \n24, articolo 8 e successive modifiche, di seguito denominato PASER, e con il \ndocumento strategico regionale; \nd) fattibilità tecnica; \ne) fattibilità amministrativa; \nf) fattibilità economico-finanziaria; \ng) tempestività degli effetti sull’incremento dei risultati dell’impresa e \ndell’ incremento occupazionale; \nh) sostenibilità ambientale e risparmio energetico; \ni) positivo impatto sul sistema socio-economico. \n8. La regione Campania provvede alla revoca totale o parziale delle \nagevolazioni concesse, applicando le sanzioni e gli interessi nei limiti \nprevisti dal decreto legislativo n. 123/98, in caso di mancato rispetto del \ndivieto di cumulo di agevolazioni, dei vincoli di destinazione dei beni \noggetto di agevolazioni, insussistenza di condizioni e degli elementi di \nvalutazione del progetto, falsità di dichiarazioni, incoerenza tra gli \ninvestimenti realizzati e quelli ammessi a contributo, altri casi previsti dal \ncontratto stipulato.", '3': 'Incentivi per nuovi investimenti con procedura automatica: credito d’imposta \nregionale per nuovi investimenti produttivi \n1. Il credito d’imposta regionale per nuovi investimenti produttivi è \nfinalizzato a razionalizzare e specializzare la strumentazione destinata al \nsostegno e allo sviluppo delle imprese sul territorio regionale e ad \naffrontare situazioni di carattere congiunturale.\n2. Alle imprese che effettuano nuovi investimenti produttivi sul territorio \nregionale, consistenti nell ’acquisizione, anche nella forma della locazione finanziaria, di beni strumentali materiali ed immateriali nuovi destinati a \nstrutture produttive già esistenti o che sono impiantate sul territorio \nregionale, ad esclusione dei beni individuati da apposito regolamento, sono \nconcessi aiuti attraverso la procedura automatica e nella forma di credito \nd’imposta o bonus fiscale, di cui, rispettivamente, agli articoli 4 e 7 del \ndecreto legislativo n. 123/98, nel rispetto dei limiti di intensità di aiuto \nstabiliti dalla Commissione europea. \n3. Gli aiuti rispettano le limitazioni e condizioni previste per i singoli \nsettori di intervento e per alcune tipologie di imprese e settori soggetti a \ndisciplina comunitaria specifica, ivi inclusa la disciplina multisettoriale \ndei grandi progetti. Essi non sono cumulabili con altri aiuti di Stato a \nfinalità regionale o con altri aiuti destinati ai medesimi beni oggetto \ndell’agevolazione. \n4. Gli investimenti di cui al comma 2 sono agevolabili per la parte del loro \ncosto complessivo diminuito del valore delle cessioni e delle dismissioni \neffettuate relativamente a beni di investimento della stessa struttura \nproduttiva.\n5. L’agevolazione è determinata in misura proporzionale al valore degli \ninvestimenti eseguiti in ciascun periodo d’imposta ed è utilizzabile con le \nmodalità previste dal decreto legislativo n. 123/98, articolo 7, commi 3 e 4. \nLa misura dell’agevolazione è differenziabile in riferimento ai settori o agli \nambiti territoriali di intervento, in ragione di priorità e indirizzi adottati \nin coerenza con il PASER. \n6. Se i beni oggetto dell’agevolazione non entrano in funzione entro il \nsecondo periodo d’imposta successivo a quello della loro acquisizione o \nultimazione, oppure se, entro il quinto periodo d’imposta successivo a quello \nnel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, ceduti a terzi, \ndestinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa ovvero destinati a \nstrutture produttive diverse da quelle che hanno diritto all’agevolazione, la \nstessa è rideterminata escludendo dagli investimenti agevolati il costo dei \nbeni anzidetti. \n7. Se nel periodo d’imposta in cui si verifica una delle ipotesi di cui al \ncomma 6 sono acquisiti beni della stessa categoria di quelli agevolati, \nl’agevolazione è rideterminata escludendo il costo non ammortizzato degli \ninvestimenti agevolati per la parte che eccede i costi delle nuove \nacquisizioni. Per i beni acquisiti in locazione finanziaria, le disposizioni \nprecedenti si applicano anche se non è esercitato il riscatto.', '4': 'Incentivi per l’incremento dell’occupazione con procedura automatica: credito \nd’imposta per l’incremento dell’occupazione \n1. Il credito d’imposta per l’incremento dell’occupazione è finalizzato a \nfavorire l’incremento dell’ occupazione stabile e la creazione di nuove \nopportunità di inserimento duraturo nel mondo del lavoro. \n2. Alle imprese che incrementano il numero dei lavoratori dipendenti o che ne \nstabilizzano l’occupazione nelle unità locali ubicate sul territorio \nregionale, sono concessi aiuti attraverso la procedura automatica e nelle \nforme di credito d’imposta o bonus fiscale di cui al decreto legislativo n. \n123/98, articoli 4 e 7, nel rispetto dei limiti di intensità stabiliti dalla Commissione europea. \n3. L’aiuto rispetta le limitazioni e condizioni previste, per i singoli \nsettori di intervento e per alcune tipologie di imprese, dalla disciplina \ncomunitaria specifica. \n4. L’agevolazione è concessa per ogni lavoratore assunto a tempo determinato o \nindeterminato in incremento rispetto al numero dei lavoratori a tempo \ndeterminato o indeterminato mediamente occupati nei dodici mesi precedenti la \ndata di assunzione. L’agevolazione è concessa anche per la trasformazione di \ncontratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato secondo la \nregola de minimis. Le assunzioni sono effettuate durante il periodo d’imposta \nfissato con provvedimento di attivazione della procedura di agevolazione e \nmantenute per un periodo di almeno tre anni. \n5. L’incremento della base occupazionale è considerato anche al netto delle \ndiminuzioni occupazionali verificatesi in società controllate o collegate ai \nsensi dell’articolo 2359 del codice civile o facenti capo, anche per \ninterposta persona, allo stesso soggetto. I soci lavoratori di società \ncooperative sono equiparati ai lavoratori dipendenti. \n6. L’agevolazione è determinata in misura proporzionale ai costi salariali \nconnessi ai posti di lavoro creati secondo quanto disposto dal comma 4 per il \nperiodo massimo di due anni dalla data di assunzione. Per le assunzioni di \ndipendenti con contratti di lavoro a tempo parziale, l’agevolazione spetta in \nmisura proporzionale alle ore prestate rispetto a quelle del contratto \nnazionale.\n7. La misura dell’ agevolazione è differenziabile in riferimento alla durata \ndel contratto di lavoro, alla condizione di disabilità e svantaggio dei \nlavoratori, ai settori o agli ambiti territoriali di intervento, in ragione di \npriorità e indirizzi adottati in coerenza con il PASER. Essa è utilizzabile, \nnel periodo d’imposta fissato con il disciplinare dello strumento di \nagevolazione, esclusivamente secondo le modalità previste dal decreto \nlegislativo n. 123/98 articolo 7, commi 3 e 4. \n8. L’agevolazione spetta se sono osservati i contratti collettivi nazionali, \nanche con riferimento ai soggetti che non hanno dato diritto al credito \nd’imposta, e se sono rispettate le prescrizioni per la salute e per la \nsicurezza dei lavoratori e per la salvaguardia delle categorie protette \nprevista dalla normativa nazionale e comunitaria vigente. L’agevolazione \nspetta, altresì, se è mantenuto il livello occupazionale raggiunto nelle unità \nlocali ubicate sul territorio regionale a seguito delle nuove assunzioni per \nil periodo indicato ai commi 4 e 6 e se la base occupazionale complessiva per \nle imprese aventi unità locali ubicate anche al di fuori del territorio \nregionale registra un effettivo incremento. \n9. Entro il 30 novembre di ogni anno, la Giunta regionale trasmette al \nConsiglio regionale una relazione da cui si evincono i risultati delle \nverifiche e del monitoraggio degli effetti delle disposizioni di cui al \npresente articolo, identificando la nuova occupazione generata per settore, \ntipologia e dimensione d’impresa, area territoriale, sesso, età e \nprofessionalità.', '5': 'Aiuti agli investimenti con procedura valutativa: incentivi per l ’innovazione e lo sviluppo\n1. Gli incentivi per l’innovazione e lo sviluppo sono finalizzati a promuovere \nprogetti orientati al rafforzamento dei processi produttivi, distributivi e \norganizzativi di impresa, all’internazionalizzazione, all’incremento della \ndimensione d’impresa e della competitività sui mercati nazionali e \ninternazionali, tramite la realizzazione di interventi di carattere \nstrutturale in investimenti produttivi, in formazione del capitale umano, in \nricerca e sviluppo tecnologico, volti a produrre effetti duraturi per le \nimprese che operano sul territorio regionale.\n2. Alle imprese che realizzano progetti di cui al comma 1 sul territorio \nregionale sono concessi aiuti con procedura valutativa e nella forma di \ncontributo in conto capitale, finanziamento agevolato, contributo in conto \ninteressi, concessioni di garanzie, azioni di ingegneria finanziaria inerenti \ngaranzie e partecipazioni al capitale di rischio, ai sensi del decreto \nlegislativo n. 123/98, articoli 5 e 7. L’ammissibilità agli aiuti può essere \nlimitata ai piani progettuali corredati dell’impegno di almeno un istituto di \ncredito, società di investimento o società finanziaria di cui all’articolo 2, \ncomma 3, a finanziare i singoli investimenti previsti con la concessione di \nlinee finanziarie a medio-lungo termine, con interventi di partecipazione \ntemporanea al capitale, con prestiti partecipativi ovvero con interventi \nequipollenti.\n3. Oggetto di agevolazione sono le spese di investimento, sostenute anche \nmediante contratti di locazione finanziaria, in beni materiali ed immateriali \nnuovi, spese per servizi e consulenze di carattere straordinario, costi di \ngestione e funzionamento, comunque strumentali e necessari all’attuazione dei \nprogetti di cui al comma 1.\n4. Gli aiuti sono differenziati con l’emanazione degli atti di cui \nall’articolo 7, comma 3, in relazione a distinte finalità di politica \neconomica, di determinate tipologie di impresa, di specifici ambiti e settori \neconomici, di specifiche caratteristiche dei programmi di investimento e di \ngestione nel rispetto di quanto disciplinato dalla presente legge e nel \nrispetto delle limitazioni, condizioni ed intensità di aiuto stabiliti dalla \nCommissione europea. Essi non sono cumulabili con altri aiuti di stato a \nfinalità regionale o con altri aiuti destinati ai medesimi beni e spese \noggetto dell’agevolazione. Se i beni oggetto dell’agevolazione non entrano in \nfunzione entro il secondo periodo d’imposta successivo a quello della loro \nacquisizione o ultimazione, oppure se, entro il quinto periodo d’imposta \nsuccessivo a quello nel quale sono entrati in funzione, i beni sono dismessi, \nceduti a terzi, destinati a finalità estranee all’esercizio dell’impresa \novvero destinati a strutture produttive diverse da quelle che hanno diritto \nall’agevolazione, la stessa è rideterminata escludendo dagli investimenti \nagevolati il costo dei beni anzidetti. Se nel periodo d’imposta in cui si \nverifica una delle predette ipotesi sono acquisiti beni della stessa categoria \ndi quelli agevolati, l’agevolazione è rideterminata escludendo il costo non \nammortizzato degli investimenti agevolati per la parte che eccede i costi \ndelle nuove acquisizioni. Per i beni acquisiti in locazione finanziaria, le \ndisposizioni precedenti si applicano anche se non è esercitato il riscatto.', '6': 'Incentivi per il consolidamento delle passività a breve \n1. Gli incentivi per il consolidamento a medio e lungo termine delle passività \na breve sono finalizzati a favorire il rafforzamento della struttura patrimoni aie delle imprese aventi sede legale ed unità produttive ubicate sul \nterritorio regionale e a facilitare il rapporto con il sistema creditizio e \nfinanziario. \n2. Sono concessi aiuti, con procedura valutativa e nella forma di contributo \nin conto interessi di cui al decreto legislativo n. 123/98, articoli 5 e 7, \nalle imprese che effettuano operazioni di consolidamento a medio e lungo \ntermine di passività a breve, esistenti alla data di pubblicazione del ,bando, \nnei confronti di banche, anche in presenza di garanzie di confidi ovvero delle \ngaranzie previste da fondi di garanzia nazionali o regionali, condizionate \nall’aumento del capitale sociale nella misura fissata con il disciplinare \nattuativo di cui all’articolo 7, comma 3. \n3. L’aiuto rispetta le limitazioni e condizioni previste per i singoli settori \ndi intervento e per alcune tipologie di imprese e settori soggetti a \ndisciplina comunitaria specifica. \n4. L’agevolazione consiste in un contributo in conto interessi fino al totale \ndel tasso di riferimento indicato ed aggiornato con decreto del Ministro \ncompetente nella misura massima consentita secondo la regola de minimis, a \ncondizione che il tasso passivo del finanziamento non ecceda la misura \nindividuata con l’apposito disciplinare dello strumento di agevolazione. Al \nraggiungimento di tale massimale concorrono i contributi erogati in de minimis \nalla medesima impresa nel triennio precedente, da qualunque fonte essi \nprovengono.\n5. Il diritto al beneficio viene meno nei casi di insolvenza nel rimborso del \nfinanziamento, di risoluzione o estinzione anticipata del finanziamento, di \ncessazione dell’ attività ovvero di assoggettamento a procedure concorsuali \ndell’ impresa beneficiaria.', '7': 'Modalità di attuazione \n1. La disciplina di attuazione delle disposizioni contenute negli articoli \n2,3,4,5 e 6 è adottata con appositi regolamenti. \n2. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, procede, \nin coerenza con il PASER, alla ripartizione delle risorse tra i diversi tipi \ndi aiuto, nonché all’individuazione dei settori e degli ambiti territoriali \nspecifici di intervento e delle priorità utilizzate nei criteri di selezione, \nanche in relazione allo stato di attuazione dei singoli interventi finanziati \ned alle esigenze espresse dal mercato e dal sistema produttivo. \n3. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare competente, procede \nall’emanazione di appositi disciplinari ed atti che consentono l’attivazione \ndei regimi di aiuto, in conformità con quanto disposto dal decreto legislativo \nn. 123/98 ed alle norme comunitarie in materia di aiuti di Stato.\n4. Sono abrogati, fatti salvi i rapporti giuridici pendenti: \na) l’articolo 16 della legge regionale 26 luglio 2002 n. 15; \nb) l’articolo 42 della legge regionale 26 luglio 2002 n. 15; \nc) i commi 2, 3,4, 5 e 6 dell’articolo 25 della legge regionale 29 dicembre \n2005, n. 24.\n5. La Giunta regionale, per le medesime finalità di cui alle norme abrogate, \ndefinisce, nell ’ambito del regime di aiuti istituito all ’articolo 5, specifici disciplinari per incentivi destinati: \na) alle piccole e medie imprese artigiane; \nb) alla promozione dell’ imprenditoria giovanile sul territorio regionale che \ngarantisce l’ampliamento della base produttiva ed occupazionale, la creazione \ndi nuove opportunità di inserimento per le fasce svantaggiate, lo sviluppo di \npiccole e medie imprese, la promozione di attività in forma di lavoro \nautonomo, l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità; \nc) alle assunzioni di giovani apprendisti da parte di imprese artigiane \nsingole o associate, in applicazione delle disposizioni comunitarie in materia \ndi aiuti di importanza minore; \nd) alla promozione dello sviluppo dell’imprenditoria e del lavoro autonomo, \nfemminile.\nI disciplinari definiscono i rapporti giuridici pendenti. \n6. I disciplinari di cui al comma 3 sono parimenti definiti per agevolazioni a \nfavore delle piccole e medie imprese industriali, commerciali, delle \ncooperative di produzione-lavoro e sociali. \n7. La commissione consiliare competente, in tutti i casi in cui ne è richiesto \nil parere, si esprime nel termine di trenta giorni dal ricevimento del \nprovvedimento; decorso inutilmente tale termine, il parere si intende \nfavorevolmente acquisito.', '8': 'Monitoraggio e valutazione \n1. L’amministrazione regionale provvede al monitoraggio ed alla valutazione \ndegli interventi di cui alla presente legge, al fine di verificare lo stato di \nattuazione, anche finanziario, di ciascun regime di aiuto e la capacità di \nperseguire i relativi obiettivi. \n2. Il monitoraggio e la valutazione dell’ efficacia degli interventi avvengono \nsecondo criteri, modalità ed indicatori predeterminati in riferimento agli \nobiettivi fissati. \n3. Entro il trenta novembre di ogni anno la Giunta regionale presenta una \nrelazione al Consiglio regionale contenente i risultati del monitoraggio e le \nvalutazioni, nonché la ricognizione di tutti gli strumenti di aiuto operativi, \nal fine di valutare la coerenza complessiva del sistema e procedere alla \nrazionalizzazione dello stesso.', '9': "Piano d’azione per lo sviluppo economico regionale: modifiche alla legge \nregionale 4 luglio 1991, n. 11 \n1. La necessità di garantire un efficiente e trasparente processo di \nattuazione degli strumenti agevolativi istituiti dalla presente legge, \ngarantendo al contempo un’adeguata certezza nei tempi e nelle procedure \nattuative, rende necessario adeguare l’ordinamento amministrativo della Giunta \nregionale. Pertanto, al fine di rafforzare e razionalizzare l’azione \namministrativa per l’attuazione del Piano d’azione per lo sviluppo economico \nregionale, di cui alla legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24, articolo 8 \nsono apportate le seguenti modifiche alla legge regionale 4 luglio 1991, n. 11:\na) 'l’Area generale di coordinamento: Sviluppo attività settore secondario' è \nridenominata 'Area generale di coordinamento Sviluppo economico'; \nb) nell’ambito dell’area di cui alla lettera a), è trasferito il \nsettore 'Sviluppo e promozione delle attività commerciali', già istituito \nnell’Area generale di coordinamento Sviluppo attività settore terziario'; c) per l ’esercizio delle competenze in materia di politiche per l ’industria, \nil commercio e la distribuzione, l’energia, l’artigianato e i comparti \nestrattivi, nell’ ambito dell’ area di cui alla lettera a), sono ridenominati \ni settori e rideterminate le relative funzioni secondo quanto di seguito \ndisposto: \n1) Settore: Programmazione delle politiche per lo sviluppo economico \n1.1. programmazione economico-finanziaria, monitoraggio delle azioni e degli \ninterventi, gestione delle attività correlate alle competenze di \nprogrammazione e monitoraggio; \n1.2. promozione e gestione degli osservatori sul sistema produttivo regionale \ne i prezzi. \n2) Settore: Aiuti alle imprese e sviluppo degli insediamenti produttivi \n2.1. gestione degli strumenti di agevolazione a favore delle imprese e del \nsistema regionale della cooperazione di produzione-lavoro e sociale; \n2.2. gestione degli interventi di infrastrutturazione, valorizzazione, \nottimizzazione delle aree di \nlocalizzazione produttiva, estrattiva e distributiva delle reti distributive e \nlogistiche, degli interventi \nfinalizzati alla localizzazione di impianti e reti per la produzione e la \ndistribuzione di \nenergia e all’ottimizzazione dei fabbisogni energetici e promozione dell’uso \nrazionale dell’energia. \n3) Settore: Promozione e internazionalizzazione del sistema produttivo \n3.1. gestione degli strumenti e interventi per la promozione, la tutela e lo \nsviluppo delle produzioni e dei sistemi territoriali regionali, per il \nmarketing territoriale e l’attrazione degli investimenti, per i connessi \nprogetti di internazionalizzazione e cooperazione internazionale; \n3.2. gestione delle azioni di promozione del sistema fieristico regionale; \n3.3. gestione degli strumenti di promozione dell’accesso al credito e alla \nfinanza, degli strumenti finanziari immobiliari, di garanzia e di \npartecipazione al capitale di rischio; \n3.4. gestione degli interventi per l’aggregazione degli operatori industriali, \ncommerciali e artigiani in associazioni, consorzi, cooperative e società. \n4) Settore: Regolazione dei mercati \n4.1.attività di regolazione di competenza regionale e correlate attività di \ngestione e controllo. \n4.2. gestione delle attività relative alle autorizzazioni per le strutture di \nvendita e gli insediamenti produttivi; \n4.3. istituzione, regolamentazione e svolgimento di fiere, mercati e mostre; 4.4.pianificazione e regolazione delle attività finalizzate all’utilizzo di \nacque minerali, acque calde e termali, alla produzione di acque minerali, alla \nrealizzazione e gestione di impianti termali, alla produzione di energia, alle \nattività estrattive tramite l’utilizzo di cave e torbiere.", '10': "\nCopertura finanziaria. \n1. Per l’attuazione dei regimi di aiuto regionali previsti dalla presente \nlegge si provvede mediante l’utilizzo degli stanziamenti iscritti nell’unità \nprevisionale di base 2.83.243 denominata 'Spese per investimenti nei settori \nproduttivi dell’industria, dell’artigianato, del commercio e \ndell’agricoltura', nell’ambito 2 -Sviluppo economico - Funzione obiettivo n. \n283 denominata 'Interventi per il rafforzamento del sistema produttivo \nregionale', alla legge regionale n. 24/05, articolo 8.", '11': '\nDichiarazione di urgenza. \n1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi degli articoli 43 e 45 \ndello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua \npubblicazione.'} | null |
campania | 2,007 | 13 | null | {'1': '1. Nello stato di previsione della entrata del bilancio per l’anno finanziario \n2007 sono approvate le variazioni di cassa riportate nell’annessa tabella A \nper complessivi euro 2.193.610.703,89.', '2': '1. Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno finanziario \n2007 sono approvate le variazioni di cassa riportate nell’annessa tabella B \nper complessivi euro 3.525.889.088,00.', '3': '1. E’ autorizzata la variazione alla natura economica della spesa delle unità \nprevisionali di base riportate nella annessa tabella C.', '4': "1. E’ autorizzata l’ulteriore iscrizione nell’unità previsionale di base \n7.28.64 dello stato di previsione della spesa denominata 'Fondi di riserva per \nspese obbligatorie e per la reiscrizione di residui perenti' della somma di \neuro 700.000.000,00 per il pagamento degli impegni di spesa di parte corrente \ned in conto capitale regolarmente assunti negli esercizi precedenti, caduti in \nperenzione alla chiusura dell’ esercizio precedente a quello cui la presente \nlegge si riferisce, che si prevede di pagare nel corso dell’ esercizio 2007.\n2. Per la copertura finanziaria si fa fronte con quota parte del risultato di \namministrazione - avanzo di amministrazione.", '5': '1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti degli \narticoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo a \nquello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione \nCampania.', '6': "Allegato : 2\n(L'allegato in oggetto non è acquisito nel sito)"} | null |
campania | 2,007 | 1 | null | {'1': "Armonizzazione dei bilanci pubblici\n1. Nel rispetto della legislazione di competenza esclusiva dello Stato e dei \nprincipi fondamentali nelle materie di legislazione concorrente in conformità \nall'articolo 117 della Costituzione, la regione Campania concorre a perseguire \ngli obiettivi statali di contenimento della spesa pubblica attraverso processi \ndi razionalizzazione e semplificazione delle gestioni operate con \nl'introduzione di un valido processo di armonizzazione del bilancio regionale \ncon gli altri bilanci pubblici, in coerenza con le disposizioni di cui al \ndecreto legislativo 12 aprile 2006, n. 170.", '2': "Norme in materia di società partecipate\n1. Nell'ambito delle aree generali di coordinamento gabinetto del Presidente e \nbilancio è istituito il settore controllo e vigilanza sulle partecipazioni \nsocietarie regionali cui sono affidati, in particolare, i compiti di:\na) monitoraggio delle attività sociali, raccolta ed esame della \ndocumentazione societaria la cui tenuta è obbligatoria per disposizioni \ndi legge;\nB) impulso all'esercizio dei diritti di ispezione e controllo spettanti \nall'ente Regione in qualità di socio;\nc) esame della coerenza della gestione con le azioni volte al conseguimento \ndegli obiettivi strategici di cui agli atti di programmazione regionale;\nC) elaborazione, con cadenza annuale, entro il 30 settembre di ogni anno, di \nuna relazione di sintesi sull'efficienza della partecipazione della \nregione Campania al loro capitale sociale. Tale relazione, che deve \nessere trasmessa alla commissione consiliare competente in materia di \nbilancio entro il 31 ottobre di ciascun anno, contiene informazioni sugli \nobiettivi e sui risultati economici conseguiti, sugli investimenti \neffettuati, sulle prospettive gestionali e sull'organizzazione aziendale.2. Le società in cui la partecipazione della regione o degli enti pubblici \nregionali è totalitaria o maggioritaria adottano per l'acquisto di beni o \nservizi le procedure ad evidenza pubblica di cui al decreto legislativo 12 \naprile 2006, n. 163 e, per l'assunzione di personale, procedure di selezione \ncomparativa pubblica.\n3. Ai componenti dei collegi dei revisori dei conti delle società partecipate, \ndelle aziende, degli enti strumentali e delle agenzie della regione Campania, \nnonché delle società da esse partecipate non si applicano le maggiorazioni di \ncui al decreto del Presidente della Repubblica 10 ottobre 1994, n. 645, \narticolo 38, comma 2.\n4. E' fatto espresso divieto nelle società partecipate anche indirettamente \ndalla regione Campania, nelle aziende, nelle agenzie e negli enti strumentali \ndella regione Campania di cumulare cariche ovvero di ricoprire, nello stesso \narco temporale, l'incarico di componente di consiglio di amministrazione -\npresidente o consigliere- o di collegio dei revisori contabili -presidente o \ncomponente- in più di uno dei summenzionati organismi. Non è cumulabile \nl'incarico di componente di comitati tecnico-scientifici nominati dalla \nRegione con l'incarico di componente di organismi amministrativi o di \ncontrollo di aziende ed enti della Regione o da essa partecipate.", '3': "Modifiche alla legge regionale n. 14/97\n1. L'articolo 2 della legge regionale 21 maggio 1997, n. 14 è così \nmodificato:\na) al comma 1 dopo la lettera “dâ€\x9d è aggiunta la seguente lettera :\n“e) ATO n. 5, denominato Terra di Lavoroâ€\x9d\nb) dopo il comma 3 è aggiunto il seguente comma:\n“4. Tutti i comuni della provincia di Caserta che nella cartografia \nallegata sotto la lettera A9 sono assegnati alla ATO n. 2 (Napoli-\nVolturno) passano alla ATO n. 5 (Terra di Lavoro).â€\x9d\n2. La deliberazione del Consiglio regionale n. 25/1 del 15 novembre 1999 è \ncosì modificata:\n“a) All'elenco comuni del distretto industriale n. 5 (NA-CE) com- 20, \nsono aggiunti i comuni di Carinaro e Gricignano.â€\x9d", '4': "Disposizioni in materia di trasporti\n1. All'articolo 15 della legge regionale 11 agosto 2005, n. 15, dopo il comma \n1 è aggiunto il seguente :\n“1 bis. Il beneficiario è tenuto al versamento di una quota percentuale del \nvalore facciale\ndel titolo, fissata annualmente dalla Giunta regionale.â€\x9d\n2. Sono abrogati l'articolo 20 della legge regionale 11 agosto 2005, n. 15 ed \nil comma 1 dell'articolo 20 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24.\n3. Le disposizioni di cui ai comma 1 e 2 divengono efficaci solo \nsuccessivamente all'accordo che la Giunta regionale conclude con le aziende di \ntrasporto, accordo volto a definire le agevolazioni in favore delle forze \ndell'ordine e delle categorie protette.", '5': "Modifiche alla legge regionale n. 51/78 \n1. L'articolo 3 della legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51 è sostituito dal \nseguente: \n“Ai comuni con popolazione non superiore a quindicimila abitanti e ai comuni \nricadenti nella zona rossa di cui alla legge regionale 10 dicembre 2003, n. 21 la Giunta regionale, con provvedimento motivato, aumenta il contributo loro \nspettante da un minimo del trenta per cento ad un massimo del quaranta per \ncento.â€\x9d\n2. Per i comuni con popolazione fino a quindicimila abitanti è istituita una \nspeciale graduatoria riguardante bandi di finanziamento di opere pubbliche ai \nsensi delle leggi in vigore che richiamano le procedure della legge regionale \nn. 51/78. I suddetti comuni sono esentati dalla compartecipazione finanziaria \nalle opere previste nel bando e sono autorizzati a capitalizzare l'importo \nconcesso a ciascuno di essi.\n3. I termini per l'utilizzo degli investimenti concessi agli enti locali di \ncui alle leggi regionali 31 ottobre 1978, n. 51, 12 dicembre 1979, n. 42 e 6 \nmaggio 1985, n. 50, con i piani di riparto delle annualità 2000-2005, sono \nprorogati di trecentosessanta giorni dalla data di pubblicazione della \npresente legge e sono cumulabili. \n4. L'articolo 4 della legge regionale n. 51/78, è così modificato:\na) il comma 11 è così sostituito :\n“11. Gli enti di cui all'articolo 2, per l'accensione del mutuo, scelgono \nl'istituto di credito mutuante con le procedure dell'evidenza pubblica, \nai sensi della legge 11 febbraio 1994, n. 109 e del decreto legislativo \n12 aprile 2006, n. 163.â€\x9d\nb) il comma 12 è abrogato.\n5. Il parere sui progetti di opere pubbliche di cui all'articolo 37 del \ndecreto legislativo 30 marzo 1999, n. 96, non può essere espresso dal \nresponsabile del procedimento quando questi si identifica nel redattore del \nprogetto.\n6. I termini di utilizzo degli investimenti di cui alla legge regionale n. \n51/78 concessi agli enti locali con i piani di riparto degli anni 2003/2004 \nsono prorogati di centottanta giorni dalla data di pubblicazione delle \npresente legge, previa motivata richiesta da produrre entro trenta giorni \ndalla data in vigore della presente legge.\n7. La Giunta regionale, nel piano annuale di finanziamento, sulla base delle \nrichieste di interventi formulate ai sensi della legge regionale n. 51/78, \narticolo 7, prevede l'utilizzo di risorse da parte dei comuni disastrati e \ngravemente danneggiati, come individuati nei decreti del Presidente del \nConsiglio dei Ministri 30 aprile 1981, 22 maggio 1981, 14 settembre 1983 e 7 \nnovembre 1984, per consentire la realizzazione delle opere di urbanizzazione \nprimaria essenziali e strettamente funzionali agli insediamenti abitativi \nrealizzati o recuperati a seguito del sisma del 1980. \n8. I comuni fino a cinquemila abitanti in dissesto finanziario possono \naccedere ai finanziamenti previsti dalle leggi regionali di cui al comma 8 \nanche in mancanza del piano triennale delle opere pubbliche limitatamente \nall'utilizzo delle risorse regionali.", '6': "Modifiche alla legge regionale n. 42/79 \n1. All'articolo 2, comma 1, della legge regionale 12 dicembre 1979, n. 42, \nalla lettera a), è aggiunto il seguente periodo:“La Regione finanzia altresì, \na suo totale carico, per gli stessi importi sopra evidenziati e nei limiti \ndegli stanziamenti in bilancio, gli interventi dei comitati regionali del CONI \ne delle federazioni sportive nazionali riconosciute dal CONI, finalizzati alla \nristrutturazione e all'adeguamento degli impianti sportivi di loro proprietà o \ndi proprietà degli enti pubblici. I comitati regionali accedono ai \nfinanziamenti previo assenso degli enti proprietari ed a condizione che il \nrapporto di gestione degli impianti sia disciplinato da atto di durata non \ninferiore ad anni dieciâ €\x9d .2. All'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 42/79, la lettera b) è \nsoppressa.\n3. All'articolo 2 , comma 1, della legge regionale n. 42/79, la lettera c) è \ncosì sostituita:\n“c) la concessione di un contributo per un massimo di venti anni nella misura \ncostante del \ncinque per cento annuo per la contrazione di mutui da parte di province, \ncomuni, consorzi \ntra comuni, comunità montane nonché università pubbliche, per lavori di \ncostruzione, \ncompletamento, ampliamento, miglioramento, adeguamento ed abbattimento delle \nbarriere architettoniche degli impianti sportiviâ€\x9d.\n4. All'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 42/79 alla lettera g) è \naggiunta la seguente lettera:\n“h) la concessione di contributi in conto capitale agli enti locali \nfinalizzati alla ristrutturazione, al \nmiglioramento, all'ampliamento e al completamento degli impianti e delle \nattrezzature \nsportive degli istituti scolastici. I comuni, al fine di favorire la massima \ndiffusione della \ncultura e della pratica delle attività sportive, consentono agli istituti \nscolastici l'uso delle \nattrezzature e degli impianti sportivi nella loro disponibilità e agevolano \nl'utilizzo di quelli \nprivati mediante apposite convenzioni. A tal fine, la Regione concede \ncontributi ai\ncomuni nella misura del cinquanta per cento della spesa ammissibile.â€\x9d", '7': "Modifiche alla leggi regionali n. 7/03 e n. 8/04\n1. All'articolo 16 della legge regionale 14 marzo 2003, n. 7, dopo il comma 1, \nè inserito il seguente comma:\n“1 bis. In relazione al livello qualitativo ed alla risonanza anche a livello \ninternazionale delle attività di alta cultura svolte, la Fondazione Donna \nRegina per le arti contemporanee con sede in Napoli è iscritta nella sezione \nspeciale dell'albo di cui all'articolo 7, comma 1.â€\x9d\n2. All'articolo 2 della legge regionale 12 novembre 2004, n. 8, il comma 8 è \nsostituito dal seguente:\n“8. I termini di cui al comma 2 dell'articolo 16 della legge regionale n. \n7/03, sono prorogati al 31 dicembre 2007.â€\x9d\n3. All'articolo 3 della legge regionale n. 8/04, al comma 4, è aggiunta il \ncomma:\n“4-bis. Dall'elenco dei beni alienabili ai sensi del comma 3, articolo 25 \ndella legge regionale 6 dicembre 2000, n. 18, è eliminato l'intero cespite \nimmobiliare di via Tarsia - Napoli - civici 38, 30 e 40, numeri d'ordine 188, \n187, 183 e 184.â€\x9d\n4. Gli immobili, sedi di teatri di proprietà della Regione che si trovano in \nzone disagiate individuate dalla Giunta regionale, sono dispensati dal \npagamento del fitto per tutta la durata della permanenza della regione \nCampania nell'obiettivo 1.", '8': "Concessione di contributi finanziari\n1. Le società costituite ai sensi del titolo V del codice civile possono \nottenere il patrocinio ed i benefici previsti dal decreto del Presidente della Giunta regionale 4 aprile 2003, n. 215, convalidato con il regolamento 25 \nmarzo 2005, n. 3, per non più di un'iniziativa all'anno, svolta ai sensi \ndell'articolo 1 del medesimo decreto del Presidente della Giunta regionale n. \n215/2003.\n2. La Giunta regionale relaziona annualmente al Consiglio sui contributi \nerogati e sulle verifiche effettuate.", '9': "Conclusione del procedimento ad istanza di parte\n1. Nel rispetto dei principi di economicità, efficienza, tempestività e \ncorrettezza dell'azione amministrativa, nonché ai sensi della legge 7 agosto \n1990, n. 241, si individua in novanta giorni il termine massimo per la \nconclusione dei procedimenti amministrativi regionali iniziati ad istanza di \nparte, fatte salve le procedure di gara, sottoposte alla disciplina normativa \nstabilita con decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive \nmodificazioni.\n2. I procedimenti la cui conclusione possa eccedere il termine massimo \nstabilito al comma 1, tenuto conto della sostenibilità dei tempi \nprocedimentali, dell'organizzazione amministrativa e della complessità della \nfase istruttoria, sono individuati con deliberazione della Giunta regionale, \nsu proposta dall'assessore alla riforma dell'amministrazione regionale.\n3. I termini per la conclusione dei procedimenti di cui ai commi 1 e 2 \niniziano a decorrere dal ricevimento dell'istanza.\n4. In armonia con i principi fondamentali della legge 2 luglio 2004, n. 165 ai \nconsiglieri regionali, ai componenti della Giunta e al Presidente si applica \nla disciplina di cui all'articolo 63, comma 1, n. 4 del decreto legislativo 18 \nagosto 2000, n. 267 e successive modifiche.", '10': "\nResponsabilità dirigenziale\n1. Il dirigente del competente settore può assumere direttamente la \nresponsabilità dei procedimenti amministrativi ovvero individuare per ciascun \nprocedimento il dirigente o il funzionario cui attribuire la responsabilità e \ni compiti indicati dall'articolo 6 della legge 7 agosto 1990, n. 241, \nvigilando sull'attività del responsabile designato e sul rispetto del termine \nentro cui il procedimento deve essere concluso.\n2. Il dirigente del settore, in caso di mancato rispetto del termine di \nconclusione del procedimento da parte del responsabile del procedimento, \nprovvede direttamente a definire il procedimento entro i trenta giorni \nsuccessivi alla data entro cui avrebbe dovuto essere concluso.\n3. Il rispetto dei termini per la conclusione dei procedimenti rappresenta un \nelemento di valutazione dei dirigenti. \n4. In caso di responsabilità dirigenziale che determina gravi carenze \norganizzative, tali da compromettere il puntuale rispetto dei termini \nprocedimentali o determinare aggravi per il cittadino, nonché nei casi di \nripetuta inosservanza dell'obbligo di provvedere entro i termini fissati per \nciascun procedimento, al dirigente può non essere attribuito, totalmente o \nparzialmente, il trattamento economico accessorio nel rispetto delle \ndisposizioni contrattuali.", '11': "\nTrasparenza e semplificazione dei procedimenti\n1. Entro centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la \nGiunta regionale individua i procedimenti amministrativi ad istanza di parte \nai quali si applica la disciplina della dichiarazione di inizio di attività di cui all'articolo 19 della legge n. 241/90 e quelli ai quali si applica la \ndisciplina del silenzio assenso di cui all'articolo 20 della medesima legge.\n2. Le disposizioni del presente articolo non si applicano agli atti e ai \nprocedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico, l'ambiente, \nla pubblica sicurezza e l'immigrazione, la salute e la pubblica incolumità, ai \ncasi in cui la normativa comunitaria impone l'adozione di provvedimenti \namministrativi formali e nelle ipotesi in cui la legge qualifica il silenzio \ndell'amministrazione come rigetto dell'istanza.", '12': "\nSnellimento dei controlli amministrativi\n1. Fatta salva la competenza della Giunta regionale ad emanare atti di \nindirizzo politico-amministrativo, l'approvazione degli atti sottoposti a \ncontrollo della Regione secondo le leggi istitutive degli enti di cui alla \nlegge regionale 30 aprile 2002, n. 7, articolo 5, comma 1, è demandata al \ndirigente del settore regionale competente che tiene conto del controllo \ninterno di regolarità amministrativa e contabile dell'ente.", '13': '\nAccelerazione delle procedure in materia di opere pubbliche\n1. Nei procedimenti di approvazione delle opere pubbliche e di interesse \npubblico, le varianti ai piani territoriali paesistici sono proposte dalla \nGiunta regionale e approvate dal Consiglio regionale, sentite le commissioni \nconsiliari competenti per materia, che si esprimono nel termine inderogabile \ndi trenta giorni dalla richiesta.', '14': "\nConclusione dei procedimenti nei comuni della Regione impegnati nella\nricostruzione conseguente agli eventi sismici del novembre 1980 e febbraio 1981\n1. Il termine indicato al comma 5 dell'articolo 10 della legge regionale 3 \ndicembre 2003, n. 20, per le pratiche non ancora definite, è fissato in \ncentottanta giorni decorrenti dalla data di entrata in vigore della presente \nlegge.", '15': "\nDati degli edifici scolastici\n1. I comuni e le province, entro il termine di centottanta giorni dalla data \ndi entrata in vigore della presente legge, consegnano all'articolazione \nregionale dell'anagrafe per l'edilizia scolastica, istituita ai sensi della \nlegge 11 gennaio 1996, n. 23, articolo 7, i dati relativi agli edifici \nscolastici di rispettiva competenza.\n2. La tempestiva trasmissione dei dati costituisce criterio di priorità nelle \nistruttorie per l'assegnazione di fondi, statali e regionali, in materia di \nedilizia scolastica.", '16': "\nNorme in materia di tributi regionali\n1. Ai sensi della legge 23 dicembre 1996, n. 662, articolo 3, comma 143, \nlettera d), come attuato dal decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, \narticolo 55, a decorrere dal periodo di imposta relativo all'anno 2007, non \nsono più applicate le tasse di rilascio sulle concessioni regionali di cui \nalla legge regionale 19 gennaio 1984, n. 3, elencate nella tariffa allegata \nalla legge regionale 7 dicembre 1993, n. 44.\n2. In deroga alle disposizioni di cui al comma 1, gli atti e i provvedimenti \ndi cui al titolo II, Caccia e Pesca, numeri d'ordine 15, 17 e 18 della tariffa allegata alla legge regionale n. 44/93 nonché quelli di cui alla legge \nregionale 20 giugno 2006, n. 13, continuano ad essere soggetti alle tasse di \nconcessione regionale, di rilascio e annuali, secondo gli importi \nrispettivamente riportati nella stessa tariffa.", '17': "\nResidui passivi generati dalla gestione del piano operativo regionale\n1. Ai sensi della legge regionale 30 aprile 2002, n. 7, articolo 42, comma 3, \nè disposta la conservazione in bilancio, fino alla loro totale estinzione, dei \nresidui passivi generati da impegni assunti nel corso dell'esercizio \nfinanziario 2002 nell'ambito della realizzazione del piano operativo regionale \n2000/2006.", '18': "\nRiorganizzazione dell'amministrazione regionale\n1. Al fine di agevolare la riorganizzazione della Regione ed il conferimento \ndelle funzioni e dei compiti agli enti locali, i dipendenti del Consiglio \nregionale, della Giunta regionale e degli enti strumentali della regione \nCampania, titolari di rapporto di impiego a tempo indeterminato da almeno otto \nanni ed ai quali mancano non meno di sei mesi al collocamento a riposo per \nraggiunti limiti di età alla data di entrata in vigore della presente legge, \npossono presentare proposta per la risoluzione del rapporto di lavoro all'ente \ndatore di lavoro. \n2. La disciplina di cui al comma 1 non si applica ai dipendenti che, alla data \ndi pubblicazione della presente legge, sono in servizio ai sensi del decreto \nlegislativo 30 dicembre 1992, n. 503 o che hanno già presentato istanza di \ndimissioni dal servizio.\n3. Ai dipendenti che presentano istanza ai sensi del comma 1 è erogata \nun'indennità subordinatamente all'accettazione da parte dell'ente della \nproposta medesima formalizzata con la stipula di un contratto.\n4. L'indennità di cui al comma 3 è variabile fino ad un massimo di trentasei \nmensilità, determinate in misura pari alla retribuzione ai sensi del contratto \ncollettivo nazionale di lavoro 2004/2005, articolo 10, comma 2, lettera c), \nper il personale del comparto Regioni, ovvero pari alla retribuzione del \ncontratto collettivo nazionale di lavoro 2002/2005, articolo 21, per la \ndirigenza, nonché alla retribuzione individuale di anzianità e retribuzione di \nposizione in godimento.\n5. L'indennità, commisurata all'età del dipendente in relazione al \nsessantacinquesimo anno di età, è corrisposta in rate annuali, con modalità e \ntempi stabiliti ai sensi del comma 9.\n6. La richiesta di cessazione volontaria anticipata deve essere avanzata dal \ndipendente entro due mesi dalla pubblicazione della presente legge.\n7. La Giunta regionale e l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale, \nviste le richieste pervenute, stabiliscono il numero dei dipendenti che può \nbeneficiare dell'indennità, di cui al comma 3, in base al criterio \ndell'anzianità di servizio. A parità di requisiti, è data priorità a coloro \nche sono in possesso del titolo di studio più basso.\n8. I posti resisi vacanti, a seguito dell'applicazione della presente legge, \nsono portati in diminuzione della dotazione organica, in misura non inferiore \nal settanta per cento. La copertura dei posti resisi vacanti può avvenire solo \ndopo l'accertamento del recupero della spesa corrispondente alle somme \nerogate, mediante concorso pubblico. Il ricorso a procedure di mobilità non \npuò superare il trenta per cento dei posti da coprire.\n9. La Giunta regionale e l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale sono \nautorizzati ad emanare direttive per l'applicazione della presente legge, ivi comprese quelle relative ad un eventuale scaglionamento dell'esodo dei \ndipendenti, per inderogabili esigenze di servizio e di bilancio. \n10. Le risorse utilizzate per la corresponsione degli istituti contrattuali \nprevisti al comma 4, rientrano nella disponibilità dei rispettivi fondi del \ncomparto e della dirigenza alla cessazione dell'erogazione delle indennità di \ncui al comma 3. \n11. Le disposizioni contenute nel presente articolo non comportano incrementi \ndi spesa per il\nbilancio della Regione.\n12. Al fine di regolamentare l'autoparco, gli organici previsti dalla legge \nregionale 5 agosto 1989, n. 15, articolo 14, lettere a),b), c), d) nonché \ndall'articolo 9, comma 3 (gruppi consiliari), sono aumentati di una unità con \nfunzione di autista che è assegnata all'autoparco e ritorna \nall'amministrazione di provenienza all'atto dello scioglimento della struttura \nove era in comando. L'unità in questione non contribuisce all'aumento della \ndotazione del fondo previsto dalla legge regionale 11 agosto 2001, n. 10, \narticolo 58, con successive modifiche, e non costituisce aumento di costo. \nAll'atto della entrata in vigore della presente legge il personale comandato a \nqualunque titolo in servizio presso l'autoparco e non chiamato con il \nmeccanismo di cui al primo capoverso, rientra all'amministrazione di \nprovenienza.", '19': "\nReinquadramento del personale\n1. Il personale in servizio presso la Giunta regionale, inquadrato ai sensi \ndella legge regionale 16 marzo 1974, n. 11, articolo 38, modificata dalla \nlegge regionale 9 settembre 1974, n. 52, articolo 5, che ha svolto alla data \ndel 30 settembre 1978 compiti ascrivibili alle posizioni di lavoro di cui alla \nlegge regionale 17 marzo 1981, n. 12, articolo 9, è inquadrato, in \napplicazione dell'art. 3 della stessa legge regionale n. l2/81, nella \ncategoria C- ex sesta qualifica funzionale- con decorrenza 1 ottobre 1978 e \nnella categoria D -ex settima qualifica funzionale- con decorrenza 17 \nsettembre 1982, ai sensi e per gli effetti delle leggi regionali del 17 marzo \n1981, n. 12 e del 7 luglio 1981, n. 41. I requisiti per tale inquadramento \ndevono essere posseduti alla data del 30 settembre 1978. Gli effetti giuridici \ndecorrono dall' 1 ottobre 1978 per l'inquadramento nella categoria C e dal 17 \nagosto 1982 per l'inquadramento nella categoria D. Gli effetti economici del \npresente comma decorrono dalla data di entrata in vigore della presente legge. \nLa norma non si applica al personale che ha già beneficiato dell'articolo 39 \ndella legge regionale n. 11/74 e dell'istituto della progressione verticale. \nTale reinquadramento non può consentire comunque al personale beneficiario \nl'accesso al ruolo unico dirigenziale della Giunta regionale, se non mediante \npubblico concorso.\n2. In applicazione del decreto legislativo 20 settembre 1999, n. 354, articolo \n3, comma 3, al personale assunto ai sensi delle leggi regionali 6 febbraio \n1990, n. 4, 24 febbraio 1990, n. 8 e 15 gennaio 1991, n. l, il periodo di \nservizio prestato presso gli enti di provenienza, antecedentemente alla \nimmissione nei ruoli speciali regionali, è riconosciuto ai soli fini giuridici.\n3. Il riconoscimento non si applica al personale che nello stesso periodo ha \nsvolto contemporaneamente attività libero-professionali valide ai fini \ncontributivi.\n4. Il personale destinatario, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore \ndella presente legge, deve presentare formale domanda per ottenere il \nriconoscimento di cui al comma 2.\n5. Gli oneri contributivi, derivanti dalla richiesta di valorizzazione del periodo indicato dal comma 2 ai fini dei trattamenti di quiescenza e \nprevidenza, sono ad esclusivo carico dei diretti interessati.\n6. La regione Campania dispone i conseguenti provvedimenti ai sensi delle \nleggi regionali in materia con decorrenza dalla definizione delle procedure di \nesodo volontario di cui all'articolo l8. \n7. Le disposizioni di cui al comma 2 non possono comunque consentire al \npersonale beneficiario l'accesso al ruolo unico dirigenziale della Giunta \nregionale, se non mediante pubblico concorso.\n8. Gli oneri derivanti dall'applicazione del presente articolo gravano sulle \neconomie di cui all'articolo 18, comma 10.", '20': "\nIstituzione nuove UPB\n1. Al fine di assicurare l'immediato avvio del programma di sviluppo regionale \ncontenuto nel documento strategico regionale per le politiche di coesione \n2007/2013 adottato dalla Giunta regionale con delibera dell'1 agosto 2006 n. \n1042 e dei conseguenti piani operativi è istituita nel bilancio nell'ambito \n22 - rinominato Fondi per lo sviluppo - la nuova funzione obiettivo \ndenominata “Attuazione del documento strategico regionale per le politiche di \ncoesione e per lo sviluppo rurale 2007/2013â€\x9d, la nuova unità previsionale di \nbase -UPB-, di spesa 22.84.245 denominata “2007/2013 - Fondo unico \nUE/Stato/Regione/FAS per spese di investimentoâ€\x9d. La nuova UPB di spesa è \nalimentata dalle seguenti UPB di entrata - titolo IV - categoria 12.42 - UPB \n12.42.246 denominata - “Fondi Stato 2007/2013â€\x9d e UPB 12.42.247 \ndenominata “Fondi FAS 2007/2013â€\x9d nonché titolo IV - categoria 12.48 UPB \n12.48.248 denominata “Fondi UE 2007/2013â€\x9d.", '21': "\nMisure in materia di personale delle aziende sanitarie\n1. Ai fini del rispetto dell'obbligo di riduzione del costo del personale \ndelle aziende del servizio sanitario regionale, previsto dalla legge 30 \ndicembre 2004, n. 311, articolo 1, comma 98, e dalla legge 23 dicembre 2005, \nn. 266, articolo 1, comma 198,ed ai fini del piano di rientro nell'equilibrio \neconomico - finanziario previsto dall'accordo di cui alla legge 30 dicembre \n2004, n. 311, articolo 1, comma 180, e dal punto 3 del nuovo Patto sulla \nsalute, approvato nell'intesa Stato-Regioni del 5 ottobre 2006, rep. n. 2648, \nle medesime aziende, per l'anno 2007, prima di procedere alla pubblicazione \ndei bandi di concorso, acquisiscono motivato parere positivo espresso con \ndelibera della Giunta regionale.\n2. Ai fini della istruttoria per l'acquisizione del parere motivato da parte \ndella Giunta regionale di cui al comma 1, i direttori generali delle aziende \nsanitarie e delle aziende ospedaliere formulano preventivamente, sulla base di \nuna valutazione della capacità operativa delle singole strutture, del numero \ndei posti letto, delle risorse umane disponibili, delle caratteristiche \nqualitative e quantitative delle apparecchiature e della produttività \ndimostrata negli anni, misure di organizzazione e riconversione, nonché di \nconcentrazione ed unificazione di funzioni specifiche, come quelle relative \nalle attività di emergenza e di pronto soccorso, dotando anche di mezzi di \nsoccorso alternativi, muniti di defibrillatore per i casi di arresto \ncardiovascolare anche per riallocare le risorse umane eccedenti nel rispetto \ndegli specifici ruoli amministrativo, tecnico, sanitario e professionale.\n3. Ai sensi della legge 4 agosto 2006, n. 248, articolo 30, alle aziende \nsanitarie che non conseguono gli obiettivi di risparmio di spesa previsti \ndalle norme di cui al comma 1, è fatto divieto di procedere ad assunzioni di \npersonale a qualsiasi titolo, salvo deroghe della Giunta regionale.4. I direttori generali delle aziende sanitarie ed ospedaliere devono \nuniformarsi alle previsioni del piano ospedaliero regionale.", '22': "\nInfrastrutture e insediamenti produttivi di rilevante interesse regionale\n1. La Giunta regionale, sentita la Conferenza permanente Regione - Autonomie \nlocali istituita con la legge regionale 28 novembre 1996, n. 26 e previo \nparere della competente commissione consiliare, da rendersi con le modalità \nprescritte dalla legge regionale 17 ottobre 2005, n. 17, individua, per \nl'attuazione del documento strategico regionale per le politiche di coesione \n2007/2013 e dei programmi operativi regionali, i grandi progetti aventi ad \noggetto opere infrastrutturali e gli insediamenti produttivi di rilevante \ninteresse regionale, per la cui progettazione, approvazione e realizzazione, \nnel rispetto delle competenze degli enti locali e degli enti territoriali \ncompetenti operanti in materia, si applicano, in quanto compatibili con \nl'organizzazione regionale, le disposizioni contenute nel decreto legislativo \n12 aprile 2006, n. 163, dall'articolo 164 all'articolo 178 e all'articolo180.\n2. Le competenze e le funzioni che le norme del decreto legislativo n. 163/06 \nattribuiscono ai singoli ministeri sono svolte dai corrispondenti assessorati \nregionali; le competenze e le funzioni che la disciplina statale attribuisce \nal comitato interministeriale programmazione economica -CIPE- sono svolte \ndalla Giunta regionale.", '23': "\nCertificazione del debito\n1. I comuni e le province della regione Campania, al fine di ottimizzare i \nprocessi di stabilizzazione della finanza regionale, devono certificare, anche \nmediante atti ricognitivi, i debiti assunti fino al 31 dicembre 2005 nei \nconfronti della Regione .\n2. La certificazione è resa su apposito modulo predisposto \ndall'amministrazione regionale, approvato dalla Giunta regionale, entro \nsessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.\n3. La certificazione è resa dagli enti locali entro i novanta giorni \nsuccessivi alla pubblicazione nel bollettino ufficiale della regione Campania \ndella deliberazione di cui al comma 2.\n4. Le aree generali di coordinamento istituiscono, nell'ambito delle materie \nattribuite alla rispettiva competenza, una procedura di verifica delle \ncertificazioni di cui al comma 1 con i dati in proprio possesso.", '24': "\nRifinanziamento e riduzione di spese\n1. Per il triennio 2007-2009 è autorizzato il rifinanziamento e la riduzione \ndelle spese relative ad interventi previsti da leggi regionali, individuate \ndalle leggi regionali 29 dicembre 2005, n. 24 - legge finanziaria 2006 - e 29 \ndicembre 2005, n. 25 - bilancio di previsione per l'esercizio finanziario \n2006 -, secondo le UPB distinte in relazione al carattere vincolante o \nobbligatorio ed in ragione della loro correlazione a trasferimenti dello \nStato, dell'Unione europea o a risorse proprie della Regione, con \nl'articolazione in capitoli, ai sensi della legge regionale 30 aprile 2002, n. \n7, articolo 18, comma 11, lettera d).\n2. Le quote a carico dell'esercizio 2007 sono iscritte nello stato di \nprevisione della spesa del bilancio per l'esercizio finanziario 2007 nelle \nrelative UPB e per gli importi indicati.\n3. Quota parte del fondo di cui alla legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28 , \narticolo 1, comma 1, non utilizzata nell'anno 2006 pari ad euro 45.210.154,00 , è iscritta nel bilancio di previsione per l'esercizio \nfinanziario 2007 ed è destinata ad interventi di interesse sociale ed a spese \ndi investimento, in applicazione all'articolo 1, comma 4 della stessa legge \nregionale. \n4. Gli emolumenti corrisposti ai consulenti esterni chiamati a collaborare \ncontinuativamente con la regione Campania non possono superare la cifra \nprevista per lo stipendio mensile corrisposto ad un professore universitario \nordinario.", '25': "\nFondo di garanzia sociale per i giovani\n1. La Regione promuove la costituzione di un fondo di garanzia sociale per i \ngiovani volto a realizzare i progetti e le vocazioni giovanili attraverso \nstrumenti di incentivazione che favoriscono, con priorità per le giovani \ndonne, il reperimento di risorse finanziarie per l'avvio di nuove attività \nimprenditoriali e il consolidamento di attività già esistenti.\n2. Sul fondo di cui al comma 1 possono essere attivati i seguenti strumenti:\na) il finanziamento di avvio, finalizzato alla creazione di imprese \ngiovanili, prevede agevolazioni a fondo perduto di importo massimo di \neuro trentamila per l'avvio di nuove attività di tipo imprenditoriale \nincludendo tra le spese agevolabili, sia in conto investimento che in \nconto gestione, l'acquisto di beni materiali e immateriali e \nl'acquisizione di servizi. Non è agevolabile l'acquisto di immobili o di \nbeni mobili registrati;\nb) il finanziamento di consolidamento prevede agevolazioni a fondo perduto \nper un importo massimo di euro quindicimila per il rilancio di imprese \ngiovanili già esistenti o in crisi includendo tra le spese agevolabili \nl'acquisto di beni materiali ed immateriali e l'acquisizione di servizi, \nsia in conto investimento che in conto gestione. Non sono agevolabili \nl'acquisto di immobili e di beni mobili registrati.\n3. Per imprese giovanili si intendono esclusivamente:\na) le ditte individuali i cui titolari hanno un'età compresa tra i 18 ed i \n25 anni;\nb) le società di persone composte interamente da giovani di età compresa tra \ni 18 ed i 25 anni.\n4. Con delibera di Giunta regionale, da adottarsi entro sessanta giorni dalla \npubblicazione della presente legge e previa acquisizione del parere della \ncompetente commissione consiliare, sono individuati, con apposito bando, i \ncriteri, gli importi dei contributi e le modalità di erogazione degli stessi.", '26': "\nPromozione della crescita culturale e formativa dei giovani in Campania\n1. La Regione promuove l'inserimento lavorativo, la formazione e la crescita \nculturale nonché il completamento del percorso di studi dei giovani di età \ncompresa fra i 15 ed i 25 anni residenti da almeno due anni nel territorio \ndella regione Campania attraverso: \na) il finanziamento delle attività a rilevanza economica o sociale o di \nstrutture gestite e condotte da giovani, anche associati, che utilizzano \nanche i beni confiscati alla criminalità organizzata;\nb) le concessioni di prestiti a tassi agevolati a giovani in condizioni di \ndisagio economico regolarmente iscritti ad istituti scolastici superiori \no universitari, a conservatori di musica e ad accademie delle belle arti. \nIl prestito, condizionato al superamento annuale del corso di studi per \ngli studenti medi superiori, ovvero del numero minimo di esami per gli \nstudenti universitari, è restituito decorsi cinque anni dal conseguimento del diploma o della laurea, in proporzione al voto finale conseguito. La \nrestituzione del prestito è esclusa se il titolo di studio è conseguito \ncon il massimo dei voti;\nc) promozione del programma Giovanbattista Vico, come definito dalla \ndelibera di Giunta regionale 29 ottobre 2004, n. 1973, per il sostegno e \nl'inserimento lavorativo dei diplomati e laureati della Campania, per \nl'acquisizione ed il rafforzamento di saperi e competenze professionali \nanche in contesti organizzativi internazionali, coerenti con il \nfabbisogno formativo espresso dal sistema delle imprese campane, \nfunzionale allo sviluppo economico locale e all'inserimento lavorativo. \nIl percorso prevede la possibilità per giovani dai 18 ai 32 anni di \nsvolgere un'esperienza lavorativa di quattro mesi all'estero nell'ambito \ndei Paesi della Unione europea e per due mesi in Campania, presso \nimprese, enti, organizzazioni pubbliche o private, in settori ritenuti \nstrategici per lo sviluppo locale;\nd) la stipula di convenzioni con le università in tutto il territorio \ndell'Unione europea al fine di incrementare il numero delle borse di \nstudio del progetto Erasmus, da destinare a studenti iscritti ad un \nateneo campano riservando una parte dei fondi agli studenti diversamente \nabili nonché a quelli appartenenti a nuclei familiari le cui fasce sono \ncomprese dalla I alla V;\ne) l'istituzione di un fondo integrativo, gestito dalle agenzie per il \ndiritto allo studio universitario -ADISU- campane, per potenziare il \ndiritto allo studio universitario, con la corresponsione di borse di \nstudio;\nf) la concessione, attraverso il sistema informativo regionale giovani -di \nseguito denominato SIRG- della carta denominata teen-card, che consente \nl'ingresso agevolato nei cinema, teatri, rassegne, mostre e iniziative \nculturali di ogni tipo, l'acquisto agevolato di libri e prodotti audio \nvideo, l'accesso immediato alle informazioni sulle attività regionali \nraccolte dal SIRG, alla formazione a distanza attraverso le aule \ninformatizzate delle scuole o autonomamente attraverso la concessione \ngratuita di servizi di connessione in multicanalità via ADSL o con \ncollegamento wireless utilizzabili da casa;\ng) la concessione di titoli di credito formativi destinati all'alta \nformazione e di finanziamenti per i master post-universitari di primo e \nsecondo livello;\nh) la concessione di borse lavoro per i giovani che sostengono corsi di \nspecializzazione o svolgono attività lavorative all'estero;\ni) il finanziamento di programmi di scambio, anche ad integrazione del \nprogramma comunitario gioventù, di gruppi formali e informali e di \nconvenzioni con le università per tirocinii formativi da realizzarsi \nattraverso il SIRG;\nm) la concessione di borse lavoro per i giovani che svolgono attività \nlavorative presso imprese campane che operano nei settori individuati \ncome strategici dal piano d'azione per lo sviluppo economico regionale.\nLa concessione nel primo semestre del 2007 di una borsa di studio una \ntantum di euro tremila al netto ai dottori di ricerca degli atenei della \nCampania che, previa domanda recante il visto del preside della facoltà \ndi cui fanno parte, attestano di essere impegnati nel lavoro di ricerca e \ndi redazione di un'opera di carattere letterario, storico, filosofico, \nscientifico, artistico, tecnico, che è pubblicata entro e non oltre due \nanni dalla concessione della borsa di studio. Il beneficiario della borsa \ndi studio deve inviare tre copie della sua opera alla Presidenza della \nGiunta regionale per attestare che la medesima è stata edita nei termini previsti dal bando. In caso contrario è obbligato a provvedere alla \nrestituzione dell'intero importo della borsa di studio. La Regione, al \nfine di promuovere la conoscenza presso i giovani delle istituzioni \ndemocratiche, sostiene la realizzazione di visite al parlamento italiano \ned europeo cofinanziando le spese sostenute dagli istituti scolastici \nsuperiori campani e dalle fondazioni riconosciute nella misura consentita \ndel fondo disposto a tal fine.\n2. La Giunta regionale entro il 30 giugno di ogni anno, sentite le \nassociazioni degli enti locali, individua con proprio atto deliberativo, \nsentita la commissione consiliare permanente competente per materia, le misure \ndi attuazione di cui al comma 1.\n3. La Giunta regionale adotta, nei limiti delle disponibilità finanziarie \nnelle UPB di competenza, entro il 30 dicembre di ogni anno, per ogni singola \nmisura uno specifico bando.", '27': "\nPiano d'azione per lo sviluppo economico regionale\n1. All'articolo 8 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24, sono \napportate le seguenti modificazioni: \na) dopo il comma 2 sono inseriti i seguenti commi:\n“2-bis. Al fine di ottimizzare gli adempimenti burocratici e contenere i \ntempi dei procedimenti, anche mediante specifiche forme di coordinamento dei \nprocedimenti medesimi, le modalità e le procedure di attuazione individuate \nnel piano d'azione per lo sviluppo economico regionale, di seguito denominato \nPASER, sono orientate alla semplificazione ed allo snellimento delle attività \namministrative connesse.\n2-ter. Il Consiglio regionale approva entro trenta giorni gli \naggiornamenti annuali del PASER proposti dalla Giunta regionale, decorsi i \nquali il PASER si intende approvato.\n2-quater. Il PASER ha validità triennale ed è aggiornato annualmente, \nentro il 30 giugno di ciascun anno, anche sulla base delle risorse \nappositamente allocate dai documenti di programmazione finanziaria. \nL'assessore alle attività produttive presenta al Consiglio regionale, alle \ncommissioni consiliari competenti per materia, alla commissione bilancio e \nalla conferenza delle autonomie locali, entro il 30 giugno di ciascun anno, \nun'apposita relazione sullo stato di attuazione del piano.\n2-quinquies. Al fine di garantire il coordinamento dell'attuazione degli \ninterventi sulla base del principio di unità della programmazione e coerenza \ndi cui al comma 1, articolo 5, della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24 e \ndi ridurre gli oneri amministrativi che gravano sui destinatari degli stessi e \nsui soggetti, in qualunque forma coinvolti nei procedimenti di attuazione, il \nPASER individua gli ambiti e le modalità di utilizzo degli accordi di \nprogramma quadro di cui al citato articolo 5 nonchè le modalità di definizione \ne attuazione degli stessi.\n2-sexies . Parte integrante del PASER sono le misure di attuazione del \nfondo di garanzia sociale per i giovani e della crescita culturale e formativa \ndei giovani previste negli articoli 26 e 27 della presente legge.â€\x9d\ndopo il comma 3 è inserito il seguente comma: \n“3-bis. Al finanziamento del PASER possono concorrere le risorse del \nbilancio regionale, dei fondi strutturali comunitari, del fondo per le aree \nsottoutilizzate attribuite dal CIPE alla Regione e le ulteriori eventuali \ndisponibilità finanziarie a carico del bilancio dello Stato destinate, con gli \nappositi provvedimenti all'attuazione degli indirizzi per lo sviluppo, la \ncrescita, la competitività e l'innovazione del sistema produttivo regionale, \ndefiniti a livello europeo, nazionale e regionale nei documenti di programmazione economica e finanziaria, negli atti che declinano la strategia \nper una economia più competitiva e sostenibile, nei documenti di \nprogrammazione per le politiche di sviluppo e di coesione. Le risorse così \ndeterminate sono annualmente incrementate delle economie di spesa provenienti \nda esercizi pregressi e delle risorse non utilizzate per le medesime finalità \nnegli esercizi precedenti, quantificate con deliberazione di Giunta regionale \nda assumere entro il 30 giugno di ciascun anno. Le risorse che concorrono al \nfinanziamento del piano sono, con gli appositi provvedimenti, assegnate alla \ncitata UPB 2.83.243.â€\x9d\n2. E' istituita l'unità tecnica “Piano d'azione per lo sviluppo economico \nregionaleâ€\x9d, posta alle dirette dipendenze del coordinatore dell'area generale \ndi coordinamento sviluppo attività settore secondario. La Giunta regionale ai \nsensi della normativa vigente provvede, con propria deliberazione, ad \nindividuare i componenti dell'unità tecnica e a disciplinarne il \nfunzionamento. All'onere per il funzionamento della medesima unità tecnica si \nprocede con le risorse già assegnate all'UPB 2.83.243 ed appositamente \ndestinate nell'ambito del PASER.\n3. La Giunta regionale, entro novanta giorni dall'approvazione della presente \nlegge, è incaricata di redigere apposito disegno di legge, nell'ambito della \nprogrammazione economica delle risorse europee e dei fondi FAS, per \npredisporre un piano di lavori di pubblica utilità nel campo del risanamento, \nbonifica, manutenzione dell'ambiente, territori, periferie, centri storici \nistituiti per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio archeologico \ne monumentale della Campania che prevede il consolidamento delle missioni \nproduttive delle società partecipate già operanti nei predetti campi e la \nstabilizzazione dei precari che operano nelle pubbliche amministrazioni, \nnonché la valorizzazione delle risorse umane formate nel corso degli anni \nattraverso moduli di orientamento, di formazione professionale e di esperienza \ndi lavoro in aziende ed imprese.", '28': "\nSnellimento delle procedure in materia di impianti produttivi\n1. Le funzioni amministrative concernenti la realizzazione, l’ampliamento, la \ncessazione, la riattivazione, la localizzazione e la rilocalizzazione di \nimpianti produttivi, ivi incluso il rilascio dei permessi a costruire sono \nesercitate dai comuni, nei limiti definiti dagli strumenti di pianificazione \nregionale.\n2. Ogni comune esercita, singolarmente o in forma associata, anche con altri \nenti locali, le funzioni di cui al comma 1, assicurando che un’unica struttura \nsia responsabile dell’intero procedimento. Presso la struttura è collocato lo \nsportello unico istituito ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. \n112.\n3. Allo sportello unico si applicano le norme di semplificazione dei \nprocedimenti di autorizzazione per la realizzazione, l'ampliamento, la \nristrutturazione e la riconversione di impianti produttivi, per l'esecuzione \ndi opere interne ai fabbricati, nonché per la determinazione delle aree \ndestinate ad insediamenti produttivi di cui al decreto del Presidente della \nRepubblica 20 ottobre 1998, n. 447, come modificato dal decreto del Presidente \ndella Repubblica 7 dicembre 2000, n. 440.\n4. La Regione provvede all'aggiornamento periodico delle indicazioni \napplicative del decreto del Presidente della Repubblica n. 447/98 e del \ndecreto del Presidente della Repubblica n. 440/ 00 e del Manuale regionale per \ni responsabili dello sportello unico per le attività produttive -SUAP-, \nattraverso l'attività dell'osservatorio regionale sui rapporti tra imprese e \npubblica amministrazione e della sua struttura tecnica.5. Al fine di favorire la diffusione della cultura dell'aggregazione e della \ncooperazione tra imprese la Giunta regionale, nell'ambito del PASER, \nistituisce un fondo per l'aggregazione e la cooperazione tra le imprese volto \na rafforzare i consorzi già esistenti e ad incentivare la costituzione di \nnuovi consorzi tra imprese.\n6. Sul fondo di cui al comma 5 si attivano strumenti per agevolare la gestione \ncorrente attraverso la concessione di finanziamenti a fondo perduto per un \nimporto massimo di euro ventimila l'anno e per non più di tre anni.\n7. Ai finanziamenti di cui al comma 6 possono accedere i consorzi con sede \nnella regione Campania che hanno le seguenti caratteristiche:\na) consorzi-export mono-settoriali con un numero di consorziati compreso tra \ncinque e quindici;\nb) consorzi di tutela delle produzioni a denominazione di origine \ncontrollata, a denominazione di origine controllata e garantita e a \ndenominazione di origine protetta riconosciuti dal ministero per le \npolitiche agricole alimentari e forestali;\nc) consorzi artigiani di valorizzazione e promozione delle produzioni \nartigianali tipiche iscritti nell'albo delle imprese artigiane presso le \ncompetenti camere di commercio industria artigianato ed agricoltura.\n8. Alla spesa si provvede con lo stanziamento di euro seicentomila dall'UPB \n2.83.243 del PASER.", '29': "\nModifiche alla legge regionale 13/96\n1. All'articolo 3 della legge regionale 5 giugno 1996, n. 13, il comma 1 è \ncosì integrato: \n“dopo le parole “ l.r. 5 giugno 1996, n. 13, aggiungere “la norma di cui al \ncomma 1 non si applica ai consiglieri che hanno versato i contributi per \nalmeno 15 anni.â€\x9d\n2. All'articolo 6, comma 5, modificato dalla legge regionale 2 luglio 1997, n. \n17, articolo 5, le lettere a), b), c) e d) della legge regionale n. 13/96, \nsono così modificate:\na) “Ai consiglieri regionali residenti fuori dal capoluogo sede del \nConsiglio regionale che non hanno a disposizione in uso permanente \nun'autovettura di servizio è corrisposto un rimborso delle spese di \ntrasporto determinato sulla base:\n1) del costo chilometrico previsto dalle vigenti tabelle ACI;\n2) della percorrenza chilometrica tra il comune di residenza ed il comune \nsede del Consiglio regionale ovvero dietro presentazione dei biglietti \ndi viaggio.\nb) Ai consiglieri regionali residenti nel capoluogo sede del consiglio \nregionale è corrisposto un rimborso orfetario pari ad euro 100â€\x9d.\n3. L'articolo 8 della legge regionale n. 13/96, è modificato come segue:\na) il comma 2 è sostituito dal seguente: \n“2. L'assenza è rilevata dalla mancata apposizione della firma sul \nregistro delle presenze, ovvero dalla mancata partecipazione alla \nvotazione per appello nominale, qualora venga a mancare il numero legaleâ€\x9d\nb) il comma 3 è sostituito dal seguente: \n“3. Non è considerato assente il Consigliere che prima della votazione \nper appello nominale abbandona i lavori del consiglio per dissenso \nespressamente dichiarato in aula.â€\x9d\n4. Il secondo capoverso del comma 3 dell'articolo 10 della legge regionale n. \n13/96 è soppresso.\n5. Alla tabella dell'articolo 12 della legge regionale n. 13/96, nella colonna \ndegli anni di contribuzione sopprimere â €œ16 ed oltreâ €\x9d e aggiungere al numero â €œ15â€\x9d la locuzione â €œ ed oltreâ €\x9d e nella colonna della percentuale di \ncalcolo sopprimere “63%â€\x9d e sostituire “60%â€\x9d con “63 %â€\x9d.\n6. All'articolo 15 della legge regionale n. 13/96 aggiungere il seguente comma:\n“4. Il consigliere regionale che ha già versato il contributo di cui \nall'articolo 3 nelle legislature precedenti, ha facoltà, qualora nel corso \ndella legislatura corrente cessi dal mandato, di continuare il versamento per \nil tempo occorrente al completamento della intera legislatura in corsoâ€\x9d.", '30': "\nCapitalizzazione aziende di trasporto pubblico locale su ferro, gestione e \nfunzionamento delle infrastrutture ferroviarie in concessione.\n1. Fermo restando il disposto di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 19 \nnovembre 1997, n. 422, al fine di capitalizzare le società esercenti \nl'attività di trasporto pubblico locale ferroviario, SEPSA Spa, \nCircumvesuviana Srl e Metro Campania Nord-Est Srl., sono conferiti all'ente \nautonomo Volturno Srl, ai sensi degli articoli 2464 e seguenti del codice \ncivile, beni patrimoniali disponibili ed indisponibili e quelli non più \nutilizzabili di cui ai relativi allegati dell'accordo di programma del 10 \nfebbraio 2000 stipulato tra il ministero dei trasporti e della navigazione e \nla regione Campania in attuazione del citato decreto legislativo n. 422/9, \narticolo 8, commi 3 e 4.\n2. Il conferimento di cui al comma 1 può essere eseguito per l'intera quantità \ndei beni ovvero frazionatamente secondo le procedure previste dal decreto del \nPresidente del Consiglio dei ministri 16 novembre 2000 pubblicato nella \ngazzetta ufficiale n. 303, S. O. del 30 dicembre 2000 e sulla base delle \nschede identificative di ciascun bene previste dall'articolo 4, comma 2, del \ncitato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, predisposte dallo \nstesso ente autonomo Volturno Srl \n3. I costi dell'iniziale funzionamento delle opere infrastrutturali realizzate \nnell'ambito del sistema di metropolitana regionale gravano in misura non \nsuperiore al dieci per cento sui fondi destinati alla realizzazione delle \nstesse.\n4. Ai concessionari della gestione delle infrastrutture ferroviarie di \ninteresse regionale è riconosciuto un incremento dell'aliquota percentuale \nattualmente corrisposta per spese di gestione tecnica ed amministrativa \nnecessarie alla realizzazione delle infrastrutture medesime, pari al 3,5 per \ncento dell'ammontare degli investimenti realizzati annualmente. Le relative \nrisorse finanziarie trovano copertura nei quadri economici degli interventi. \nLa presente disposizione è recepita negli stipulandi contratti di programma.", '31': "\nModifiche legislative\n1. Il comma 1 dell'articolo 10 della legge regionale 3 dicembre 2003, n. 20, \nle parole “superare i trentasei mesiâ€\x9d sono sostituite con le parole: “superare \ni quarantotto mesiâ€\x9d.\n2. La legge regionale 2 luglio 1997, n. 18, è così modificata:\na) all'articolo 6 , comma 2, la lettera e), è sostituita dalla seguente: \n“e) da quattro rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori maggiormente \nrappresentative a livello nazionaleâ€\x9d.\nb) all'articolo 15, comma 1, la lettera e), è sostituita dalla seguente:\n“e) da quattro rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori \nmaggiormente \nrappresentative a livello nazionaleâ€\x9d. \n3. Il Presidente della Giunta regionale provvede entro quindici giorni \ndall'entrata in vigore dellapresente legge agli adempimenti conseguenti alle modifiche legislative di cui \nal comma 2.\n4. Alla tabella A della legge regionale 25 agosto 1989, n. 15, aggiungere, \nsuccessivamente alla posizione di studio e ricerca:assistenza e consulenza \ntecnico- giuridica alla VI Commissione, i seguenti capoversi:\n- Posizione di studio e di ricerca: assistenza e consulenza tecnico-giuridica \nalla VII Commissione.\nIn collegamento con il settore “ legislativo, studi e ricercheâ€\x9d: consulenza \ntecnico-legislativa strumentale all'esercizio della competenza della predetta \nCommissione, consulenza tecnico-legislativa ed assistenza nelle stesse materie \nai titolari del diritto di iniziativa legislativa; raccolta e predisposizione \ndegli elementi informativi di merito strumentali all'esercizio della \ncompetenza della Commissione, predisposizione di dossier di documentazione \nsulla base delle esigenze della Commissione.\n- Posizione di studio e di ricerca: assistenza e consulenza tecnico-giuridica \nalla VIII Commissione.\nIn collegamento con il settore “legislativo, studi e ricercheâ€\x9d: consulenza \ntecnico-legislativa strumentale all'esercizio della competenza della predetta \nCommissione, consulenza tecnico-legislativa ed assistenza nelle stesse materie \nai titolari del diritto di iniziativa legislativa; raccolta e predisposizione \ndegli elementi informativi di merito strumentali all'esercizio della \ncompetenza della Commissione, predisposizione di dossier di documentazione \nsulla base delle esigenze della Commissione.\n- Posizioni di studio e di ricerca: assistenza e consulenza tecnico-giuridica \nalle commissioni speciali istituite dal Consiglio regionale ai sensi del \nregolamento interno vigente.\nIn collegamento con il settore “legislativo, studi e ricercheâ€\x9d: consulenza \ntecnico-legislativa strumentale all'esercizio della competenza delle predette \nCommissioni, consulenza tecnico-legislativa ed assistenza nelle stesse materie \nai titolari del diritto di iniziativa legislativa; raccolta e predisposizione \ndegli elementi informativi di merito strumentali all'esercizio della \ncompetenza delle Commissioni, predisposizione di dossier di documentazione \nsulla base delle esigenze delle Commissioni.\n5. Le comunità montane possono procedere alla riprogrammazione delle risorse \nad esse assegnate ai sensi della legge regionale 2 agosto 1982, n. 42, e non \nancora utilizzate. Tali risorse possono anche \nessere destinate ad opere pubbliche da realizzare nel campo della difesa del \nsuolo e della bonifica di importo non superiore ad euro duecentocinquantamila \ne realizzate in economia nella forma dell'amministrazione diretta ai sensi del \ncomma 4, articolo 1 della legge regionale 24 luglio 2006, n. 14.\n6. E' introdotto l'utilizzo del software libero all'interno degli uffici \nregionali. \n7. Il portale della regione Campania deve contenere il censimento di tutte le \nstrutture pubbliche accessibili ai diversamente abili al fine di offrire una \npanoramica dei luoghi fruibili al potenziale utente.\n8. La regione Campania ed il Consiglio regionale si dotano entro il 2007, per \ni propri approvvigionamenti, di un sistema e-procurement per esperire gare \npubbliche on-line.\n9. Gli enti locali in possesso dei requisiti previsti dal decreto legislativo \n5 febbraio 1997, n. 22 e dalla legge 5 gennaio 1994, n. 36 che hanno \nimplementato sistemi informativi in linea con le previsioni della legge 9 \ngennaio 2004, n. 4 concorrono in via prioritaria all'assegnazione delle risorse nazionali ed europee programmate dalla Regione. Gli altri enti locali \nhanno accesso privilegiato alle risorse utili al raggiungimento dei citati \nobiettivi. \n10. La regione Campania, tenendo conto anche degli incentivi previsti dalla \npresente legge, promuove la costituzione di un fondo per utilizzare energia \npulita attraverso l'installazione nelle sedi proprie dei pannelli solari. \n11. All'articolo 11 della legge regionale 29 marzo 2006, n. 6 è aggiunto il \nseguente comma :\n“3. Gli impianti in esercizio per la distribuzione di gpl o metano sono \nautorizzati anche alla distribuzione di benzina verde e di ecodieselâ€\x9d.\n12. I termini di cui alla legge regionale 1 febbraio 2005, n. 2 e successive \nmodifiche, sono prorogati a far data dal giorno 8 agosto 2006 fino al 31 \ndicembre 2007. I panificatori della regione Campania relativamente alle spese \ndi attuazione della legge regionale n. 2/05 hanno precedenza nell'assegnazione \ndei contributi da parte della Regione sui fondi utilizzabili a tal fine. \n13. La regione Campania concede contributi per la realizzazione di impianti di \ncremazione a favore di comuni singoli o associati, attraverso l'istituzione di \nun fondo nell'ambito dell'UPB 1.1.6. Per l'esercizio finanziario 2007, il \nfondo è pari ad euro cinquecentomila. All'onere per gli anni successivi si \nprovvede con legge di bilancio.\n14. Al fine di tutelare il patrimonio storico della Regione è disposta \nl'acquisizione al patrimonio regionale del Real Sito Borbonico di Carditello, \ndi proprietà del consorzio di bonifica del bacino inferiore del Volturno. La \nstima del valore del cespite è effettuata dagli organi e dagli uffici all'uopo \ndeputati e su tale base è definita l'acquisizione per il perfezionamento della \nquale si provvede con il versamento di tre rate annuali di uguale importo \nsenza oneri finanziari aggiuntivi. L'onere derivante dall'acquisizione del \ncespite di cui al presente comma grava sui bilanci regionali degli anni 2007, \n2008 e 2009 in tre quote di uguale importo.\n15. All'articolo 5, comma 1, della legge regionale 1 settembre 1993, n. 33 “ \nIstituzione dei Parchi e Riserve Naturali in Campaniaâ€\x9d alla lettera a) si \naggiunge: \n“14) Parco Vallo di Lauro-Pizzo d'Alvanoâ€\x9d.\n16. La Giunta regionale è autorizzata a realizzare operazioni di \ncartolarizzazione sul patrimonio immobiliare regionale, ai sensi della legge \n27 dicembre 2002, n. 289, articolo 84 nonché a promuovere e coordinare \noperazioni analoghe relativamente ad enti regionali. Il regolamento è \napprovato dal Consiglio regionale.\n17. Al comma 12, articolo 6 della legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28, \ncosì come integrato dall'articolo 2 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. \n24, dopo la parola “cartolarizzazioneâ€\x9d è aggiunto: “La conseguente \nobbligazione di pagamento è oggetto di impegno pluriennale di spesa verso la \nSpecial Purpose Vehicle -SPV- ai sensi dell'articolo 12, comma 1, lettera c) e \ndell'articolo 33, comma 5, della legge regionale 30 aprile 2002, n. 7 nonché \ndi ruoli di spesa fissa ai sensi dell'articolo 35, comma 3, della medesima \nleggeâ€\x9d.\n18. L'esecuzione delle attività di accesso, ispezione e verifica per il \ncontrollo dei tributi regionali previsti dalla legislazione nazionale e \nregionale effettuata dal personale dipendente della Giunta regionale, su \nincarico del dirigente competente per materia, si svolge secondo le modalità e \ncon i poteri previsti del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre \n1972, n. 633, articolo 52, e del decreto del Presidente della Repubblica 29 \nsettembre 1973, n. 600, articolo 33.\n19. La ragioneria regionale è autorizzata a provvedere d'ufficio, ad avvenuta \nacquisizione degli atti giustificativi della spesa sostenuta dal tesoriere regionale, all'emissione dei mandati di pagamento per la regolarizzazione dei \nsospesi di tesoreria contabilizzati a tutto il 31 dicembre 2006 a seguito di \nprovvedimenti esecutivi dell'autorità giudiziaria mediante imputazione delle \nsomme occorrenti, compresi gli oneri accessori, sul capitolo di bilancio \nall'uopo istituito. Contestualmente all'emissione dei mandati di pagamento la \nragioneria regionale provvede a darne comunicazione all'area generale di \ncoordinamento avvocatura. Entrambe le aree generali di coordinamento -bilancio \nragioneria tributi e avvocatura- provvedono ad individuare l'area generale di \ncoordinamento competente per materia della spesa alla cui competenza inerisce \nla partita debitoria e ad inoltrare alla Procura regionale della Corte dei \nConti specifica informativa su tali carte contabili regolarizzate. A sua volta \nl'area competente per materia, con propria determinazione da adottarsi nei \nsuccessivi novanta giorni, dispone i consequenziali adempimenti relativi \nall'eventuale cancellazione dei connessi residui passivi, ivi compresi quelli \ngià inviati in perenzione amministrativa e trasmette alla Procura della Corte \ndei Conti l'istruttoria sulle cause del pignoramento secondo quanto stabilito \ncon delibera della Giunta regionale n. 1731 del 30 ottobre 2006 avente ad \noggetto “Iter procedurale per il riconoscimento di debiti fuori bilancio \nderivanti da sentenze e da pignoramenti eseguiti presso il tesoriere \nregionaleâ€\x9d .\n20. Il comma 5 dell'articolo 20 della legge regionale 7 gennaio 2000, n. 1, \ncome sostituito dall'articolo 1, comma 5 della legge regionale 4 luglio 2003, \nn. 13 , è così modificato: \n“5. Le vendite di fine stagione possono essere effettuate soltanto in due \nperiodi dell'anno, individuati dal comune, sentite le organizzazioni \nmaggiormente rappresentative a livello provinciale dei consumatori e delle \ncategorie. In mancanza del provvedimento comunale, da adottarsi entro il 30 \nnovembre dell'anno precedente a quello di riferimento, le vendite sono svolte \nnei periodi decorrenti rispettivamente dal 2 gennaio e dal 2 luglio di ogni \nanno.â€\x9d\n21. Allo scopo di favorire lo sviluppo economico della Campania attraverso una \nsempre maggiore interazione con il sistema delle imprese, la Giunta regionale \nindividua ed introduce, in via sperimentale, entro novanta giorni dalla \npubblicazione della presente legge sul bollettino ufficiale della regione \nCampania, meccanismi che consentono di utilizzare i crediti vantati dalle \nimprese verso la regione Campania in compensazione delle garanzie fideiussorie \nche le stesse sono tenute a presentare a qualsiasi titolo con esclusione di \nquelle di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.\n22. La cessione dei crediti vantati da un'impresa nei confronti della Regione, \ndi cui sono cessionari una banca o un intermediario finanziario ai sensi del \ndecreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385, articolo 107, può risultare \nanche da scrittura privata non autenticata. La cessione di tali crediti è \nefficace ed opponibile alla Regione se è stata comunicata dalla banca o \ndall'intermediario con lettera raccomandata con avviso di ricevimento, ovvero \navvalendosi delle forme di comunicazione elettronica previste dal decreto del \nPresidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, che attestano l'avvenuta \nricezione di tale comunicazione, e se non è stata espressamente respinta dalla \nRegione entro trenta giorni dalla ricezione.\n23. La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di pubblicazione \ndella presente legge, provvede alle nomine adeguando i consigli di \namministrazione e gli organismi delle agenzie e delle società regionali alle \ndisposizioni della legge 27 dicembre 2006, n. 296 -finanziaria 2007- e a \nquanto prescritto dell'articolo 2, comma 4. \n24. L'assessore alle opere pubbliche, per la revisione e l'aggiornamento del \npiano di sviluppo dei comuni dell'area a nord di Napoli, interessati dal completamento dei programmi dell'alta velocità e più specificamente dalla \nrealizzazione della stazione di Testa nel comune di Afragola, dispone la \nredazione di uno studio di fattibilità che definisce i contenuti dei \nprincipali interventi infrastrutturali ed economici da realizzare nell'area \nper proporne l'inclusione nel contesto della programmazione regionale e \nnazionale.\n25. La Giunta regionale su proposta dell'assessore ai trasporti, sentite le \namministrazioni locali interessate, partecipa al finanziamento del servizio di \nmobilità delle merci pericolose e dei rifiuti da e per le isole del golfo di \nNapoli. Ai relativi costi si provvede con lo stanziamento di euro 1 milione da \nimputarsi sulla UPB 1.1.6.\n26. All'articolo 1, comma 1, lettera c), punto 3, della legge regionale 15 \naprile 1998, n. 6, dopo la parola “San Pietro Infineâ€\x9d è aggiunta la \nparola “Teanoâ€\x9d.\n27. Gli enti locali beneficiari di contributi ai sensi della legge regionale \n31 ottobre 1978, n. 51, per i quali sono già stati ammessi i relativi decreti \ndi finanziamento, possono chiedere la devoluzione degli stessi per altre \nopere, anche nell'ipotesi in cui non è stato ancora contratto il relativo \nmutuo, sempreché la risorsa regionale è ancora disponibile in bilancio. Il \ndecreto di devoluzione è subordinato all'acquisizione della deliberazione di \nGiunta comunale, esecutiva ai sensi della legge, con la quale \nl'amministrazione dispone di farsi carico, con proprie risorse e non afferenti \nfinanziamenti regionali, di tutti gli anni, delle spese, già maturate o che si \nmanifestano in futuro, inerenti il progetto originariamente finanziato con le \nrisorse che si intendono devolvere.\n28. Per la parte conforme ai piani territoriali sovraordinati adottati -piano \nterritoriale regionale -PTR-, piano territoriale di coordinamento provinciale -\nPTCP-, piani di settori- nonché per la parte che risulta conforme ai piani \nsovraordinati, successivamente alla loro adozione -PTCP, piani di settori- è \nconfermata e prorogata la validità dei piani regolatori ASI vigenti alla data \ndi entrata in vigore della legge regionale 22 dicembre 2004, n. 16 fino alla \nesecutività dei PTCP che, ai sensi dell'articolo 18 della citata legge \nregionale , hanno valore e portata di piano regolatore delle aree dei consorzi \nindustriali di cui alla legge regionale 13 agosto 1998, n. 16. \n29. Il primo capoverso del comma 3, dell'articolo 33, della legge regionale \n16/04, dalle parole “Le quote edificatorie…â€\x9d fino alle parole “….ricadenti nel \ncompartoâ€\x9d, è soppresso.\n30. Il comma 5 dell'articolo 33 della legge regionale 16/04 è abrogato.\n31. Le iniziative di cui all'articolo 3, comma 8, della legge regionale 11 \nagosto 2001, n. 10, sono finanziate entro il 31 dicembre 2007 con risorse \nproprie della Regione. Entro tale data l'assessorato competente completa gli \neventuali necessari provvedimenti autorizzativi e le istruttorie utili a \ncomprovare la validità e l'attualità delle iniziative finanziabili. In \nmancanza, l'assessorato produce per il 2008 il nuovo programma \nd'incentivazione riferito alle stesse aree oggetto degli interventi di cui al \npresente comma.\n32. E' istituito il premio Strega Europeo a favore della “Fondazione Goffredo \ne Maria Bellonciâ€\x9d. La Giunta regionale è delegata al finanziamento.\n33. E' istituito il premio Ambiente Campania. La Giunta regionale provvede a \nfinanziare e a disciplinarne la realizzazione.\n34. La lettera b) dell'articolo 4 della legge regionale 23 dicembre 1986, n. \n41 come modificato dalla \nlegge regionale 6 aprile 1995, n. 15 è così modificata:\n“b) l'importo residuo è ripartito a favore dei soggetti e nella misura così \ncome di seguito indicati:1. cinque per cento dello stanziamento regionale è erogato \nall'associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra -ANMIG;\n2. dieci per cento dello stanziamento regionale è erogato all'unione \nnazionale mutilati per servizio -UNMS ;\n3. cinque per cento dello stanziamento regionale è erogato \nall'associazione nazionale vittime civili di guerra -ANVCG-;\n4. venti per cento dello stanziamento regionale è erogato \nall'associazione nazionale mutilati e invalidi Civili -ANMIC-;\n5. venticinque per cento dello stanziamento regionale è erogato \nall'associazione nazionale mutilati ed invalidi del lavoro -ANMIL-;\n6. quindici per cento dello stanziamento regionale è erogato all'ente \nnazionale sordi -ENS-;\n7. venti per cento dello stanziamento regionale è erogato all'opera \nnazionale mutilati invalidi civili-ONMIC-.â€\x9d\n35. All'articolo 3 della legge regionale 11 febbraio 2003, n. 2, è aggiunto il \nseguente comma: \n“2. I prodotti di cui al comma 1 sono erogabili direttamente dalle ASL o \nattraverso le farmacie e i punti vendita convenzionati. Il competente \nassessorato dispone che le relative convenzioni \nsono stipulate entro novanta giorni dalla presentazione delle richiesteâ€\x9d.\n36. Al comma 4, articolo 2 della legge regionale 27 agosto 2002, n. 17, \nintrodotto dall'articolo 1 della legge regionale 27 dicembre 2002, n. 30, sono \neliminate le parole da “legge finanziariaâ€\x9d fino a “assistenza sanitariaâ€\x9d e \nsostituite con “quota parte delle maggiori entrate derivanti dagli articoli 2 \ne 3 della legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28â€\x9d.\n37. Al collegio dei revisori dei conti dei parchi regionali spettano onorari \nper un importo individuato dalla Giunta regionale. Tale cifra è maggiorata del \ntrenta per cento per chi riveste la carica di presidente.\n38. La Giunta regionale stabilisce i compensi del Presidente e del Consiglio \ndi amministrazione degli enti parco regionali.\n39. I commi 8 e 9 dell'articolo 30 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. \n24, sono soppressi ed è ripristinato il comma 2 dell'articolo 46 della legge \nregionale n. 15 /02 che recita: “Il distacco può essere altresì richiesto nei \nconfronti di personale dipendente a tempo indeterminato di società in cui la \npartecipazione pubblica non sia inferiore al 49%.â€\x9d\n40. Il termine per il pagamento della tassa automobilistica avente scadenza \nnel mese di gennaio 2007 è differito al periodo compreso tra il 1 febbraio \n2007 e il 28 febbraio 2007.\n41. Al fine di tutelare sul territorio regionale, in modo particolare nelle \naree comprese nei consorzi ASI ed in quelle sulle quali incidono rilevanti \ncentri commerciali, la salute pubblica, l'ambiente e le condizioni di vita \ndegli animali da affezione e la protezione degli stessi, così come previsto \ndalla legge quadro 14 agosto 1991 n. 281, articolo 3, comma 2, e dalla legge \nregionale 24 novembre 2001, n. 16, articoli 6,7,e 14 è istituito un fondo di \neuro cinquecentomila a valere sulla UPB l. l. 6. a disposizione degli enti \nlocali, per la costruzione o l'acquisto di strutture con funzioni di custodia \ndei cani vaganti catturati, ritrovati o maltrattati nonché di isolamento ed \nosservazione dei cani e dei gatti morsicatori. In ogni struttura adibita a \nricovero dell'animale deve essere attivato un registro di carico e scarico \ndelle presenze.\n42. La Giunta regionale dispone annualmente di un fondo a favore della \nfondazione Ravello per lo svolgimento delle attività ordinarie.\n43. La Giunta e il Consiglio regionale dispongono l'impiego di personale \nregionale, ivi incluso il personale degli enti strumentali e delle aziende \nsanitarie locali e aziende ospedaliere , di professionalità adeguata per l'attuazione di progetti di cooperazione internazionale allo sviluppo, \nfinanziati dalla regione Campania, dal Ministero affari esteri, dall'Unione \neuropea e organismi internazionali, per un periodo complessivo non inferiore a \nsei mesi, previo assenso dell'interessato e sentito il responsabile della \nstruttura di appartenenza. L'attività svolta presso organizzazioni non \ngovernative -ONG-, organizzazioni non lucrative di utilità sociale -ONLUS-, \norganizzazioni di volontariato, cooperative sociali ed associazioni di \npromozione sociale, che prevedono nello statuto attività di cooperazione e \nsolidarietà internazionale, all'estero o comunque al di fuori della sede di \nlavoro, è favorita con la copertura delle spese di viaggio. Lo svolgimento di \ntali attività comporta il mantenimento degli emolumenti e di tutti i \ntrattamenti previdenziali e di quiescenza.\n44. La lettera d) ,comma 5, articolo 1 della legge regionale 11 agosto 2005, \nn. 15 è soppressa.\n45. La lettera e),comma 1, articolo 14 della legge regionale 30 aprile 2002, \nn. 7 e successive modifiche, è soppressa. \n46. Alla legge regionale 16 marzo 1986, n. 11 è aggiunto il seguente articolo \n17:\n“1. Nelle more dello svolgimento del concorso per l'abilitazione della \nprofessione di guida turistica i soggetti già in possesso di abilitazione ad \nuna professione turistica possono esercitare l'attività in ulteriori lingue \nstraniere, inglese o francese o spagnolo per le quali sono già state abilitate \nin altre professioni turistiche di cui alla presente legge . \n2. Ai soggetti in possesso dei requisiti di cui al comma 1 è rilasciato dal \nsettore sviluppo e promozione del turismo della Giunta regionale un documento \ndi identificazione professionale con l'indicazione delle lingue straniere \nnelle quali sono abilitate.\n3. Le modifiche all'esercizio delle professioni turistiche di cui ai commi 1 e \n2 diventano parte integrante della eventuale riforma della presente legge.â€\x9d", '32': "\nNorme sulla programmazione\n1. L'articolo 2 della legge regionale 11 agosto 2005, n. 15 è così modificato:\na) sostituire il periodo “commissione consiliare speciale Osservatorio, \nvalorizzazione e valutazione dei risultati della spesa dei fondi comunitari e \ndei fondi FAS. Il parere si intende espresso decorsi 20 giorni dalla \nrichiestaâ€\x9d con il seguente periodo: “commissione consiliare permanente -\nAgricoltura. Caccia. Pesca. Risorse comunitarie e statali per lo sviluppo. Il \nparere, ai sensi dell'articolo 1 della legge regionale 17 ottobre 2005, n. 17, \nè reso entro 20 giorni dalla richiesta. Decorso tale termine senza che la \ncommissione si sia pronunciata, lo stesso si intende acquisito in senso \nfavorevoleâ€\x9d.\nb) Aggiungere il seguente periodo: “La Giunta acquisisce il parere della \ncommissione “Agricoltura. Caccia. Pesca. Risorse Comunitarie e Statali per lo \nsviluppoâ€\x9d sui documenti contenenti gli indirizzi strategici propedeutici alla \nprogrammazione del fondo europeo di sviluppo regionale -FERS-, del fondo \nsociale europeo -FSE-, del fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale -\nFEASR- e del fondo aree sottoutilizzate -FAS-. I programmi operativi sono \ntrasmessi alla commissione per l'analisi di coerenza con i documenti di \nindirizzo. La commissione formula proposte e pareri sugli indirizzi generali e \nsettoriali della programmazione. In sede di esecuzione dei citati programmi \noperativi l'autorità di gestione, nel rispetto del principio di certezza dei \ntempi, provvede a garantire che la pubblicazione di tutti i relativi bandi \navviene con cadenza almeno semestrale.â€\x9d", '33': "Norme in materia fitosanitaria \n1. Al fine di garantire il mantenimento in vita delle risorse genetiche a \nrischio di estinzione, mediante la conservazione ex situ, si istituisce la \nbanca regionale del Germoplasma, con il compito di svolgere le operazioni \ndirette a salvaguardare il materiale in esso conservato da qualsiasi forma di \ncontaminazione, alterazione e distruzione.\n2. Nel contempo si istituisce la rete di conservazione e sicurezza delle \nrisorse genetiche a rischio di estinzione attraverso la conservazione ex situ \ned in situ. \n3. Della rete fanno parte i coltivatori custodi.\n4. E' coltivatore custode colui che provvede alla conservazione in situ delle \nrisorse genetiche a rischio di estinzione, alla messa a dimora e coltivazione \ndelle specie, salvaguardandole da ogni rischio di contaminazione, alterazione \no distruzione, diffonde la conoscenza e la coltivazione, effettua il rinnovo \ndei semi di specie erbacee conservati nella banca regionale del Germoplasma.\n5. Gli interventi di tutela e di aiuto sono localizzati in particolare nelle \naree protette, sia nazionali che regionali, ed esclusivamente per le varietà \niscritte al repertorio regionale delle risorse genetiche a rischio di \nestinzione.\n6. Gli aiuti consistono nella erogazione di incentivi e di agevolazioni \nstrettamente legati alla varietà e per superficie coltivata e per numero di \npiante per varietà conservata.\n7. Sono beneficiari degli aiuti di cui al comma 6 gli agricoltori, singoli o \nassociati, e altri soggetti pubblici individuati per la conservazione ex situ.\n8. Alla gestione della banca provvede il competente settore regionale che può \navvalersi di altre istituzioni e centri di ricerca che hanno direttamente \ncondotto per conto dell'ente regionale programmi di conservazione, selezione e \nmoltiplicazione del Germoplasma autoctono.\n9. Con apposito regolamento sono disciplinati:\na) il funzionamento e le attività della banca;\nb) i criteri per l'iscrizione ed il funzionamento del repertorio regionale;\nc) le attività, i divieti e gli obblighi degli agricoltori custodi ed i \nrelativi contributi.", '34': "\nNorme in materia sanitaria\n1. Per i lavori di edilizia sanitaria finanziati con i fondi della prima fase \ndella legge 11 marzo 1988, n. 67, articolo 20 non ancora conclusi per \naccertata responsabilità dell'azienda sanitaria locale -ASL- o dell'azienda \nospedaliera -AO- alla data di approvazione della presente legge, l'assessore \nalla sanità nomina commissari ad acta per l'ultimazione dei lavori.\n2. La vendita da parte delle ASL e delle AO degli immobili di proprietà, \nalienabili perché non destinati al perseguimento dei fini istituzionali delle \naziende, è effettuata con le modalità e con i criteri fissati per la vendita \ndei beni di proprietà regionale.\n3. Il comma 6 dell'articolo 6 della legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28 è \nsostituito dal seguente:\n“6. Nella UPB 4.15.38 è iscritta la somma di euro 170 milioni a decorrere \ndall'anno 2006 e per tutta la durata delle operazioni di cui al comma 9 \nnecessarie al pagamento dei debiti maturati dalle ASL e dalle AO regionali \nfino al 31 dicembre 2005. Al relativo onere si fa fronte, nell'ambito del \ncomplessivo equilibrio di bilancio, con le maggiori entrate derivanti \ndall'aumento dell'addizionale imposta sul reddito per le persone fisiche -\nIRPEF -e dell'imposta regionale sulle attività produttive -IRAP -.4. All'articolo 3 della legge regionale 29 gennaio 1972, n. 2 sopprimere le \nparole “sentita la Commissione Permanente per il bilancioâ€\x9d.\n5. La Giunta regionale, considerata la rimodulazione della materia inerente ai \nticket su prestazioni sanitarie e ospedaliere operata con la legge 27 dicembre \n2006, n. 296 - legge finanziaria nazionale 2007- entro trenta giorni dalla \ndata di pubblicazione della presente legge provvede a presentare proposta di \nriordino regolamentare del quadro delle già previste esenzioni su scala \nregionale allo scopo di estenderne i benefici anche a inoccupati e disoccupati \ndi lunga durata. \n6. La legge regionale 1 febbraio 1980, n. 7 è così modificata:\na) “All'articolo 2 sono eliminate le parole “né superiore a 44â€\x9d;\nb) “All'articolo 3 sostituire il comma 1 con il seguente: \n“1. Fermo restando l'obbligo di garantire il numero di farmacie di \nservizio, le farmacie non di turno hanno la facoltà di restare aperteâ€\x9d.\nc) Il primo periodo dell'articolo 10, come sostituito dall'articolo 1 della \nlegge regionale 8 febbraio 2000, n. 4, è così sostituito:\n“ Le farmacie aperte al pubblico, urbane e rurali, sono obbligate ad \nosservare una chiusura annuale per ferie di quindici giorni, secondo \nturni stabiliti con deliberazione del direttore generale della ASL, su \nproposta dell'ordine provinciale dei farmacisti e sentiti i sindaci dei \ncomuni interessati. Si fa salva la possibilità, per chi ne fa richiesta, \ndi poter usufruire di ulteriori quindici giorniâ€\x9d.\n7. L'assessorato alla sanità è obbligato entro il 30 giugno di ogni anno a far \npubblicare ed aggiornare una illustrazione informativa anche via internet con \napposito portale che oltre ad elencare l'intera gamma delle prestazioni \nerogabili da ciascuna struttura sanitaria rileva i dati statistici e \nscientifici oltre le notizie di carattere generale che interessano i cittadini.", '35': "\nNorme in materia di forestazione ed agricoltura\n1. All'articolo 10 della legge regionale 7 maggio 1996, n. 11, dopo il comma 3-\nter, aggiungere il seguente comma:\n“3-quater. La realizzazione di interventi di rinaturalizzazione dei sistemi \nforestali rivolti all'accrescimento della biodiversità nei boschi pubblici \nricadenti nelle aree naturali protette e contigue, non previsti in piani di \nassestamento forestali vigenti, e coerenti con le linee guida di \nprogrammazione forestale approvate con decreto ministeriale 16 giugno 2005 del \nMinistero dell'ambiente e della tutela del territorio d'intesa con il Ministro \ndelle politiche agricole e forestali e con le linee guida per la gestione dei \nsiti natura 2000 emanate con decreto ministeriale dell'ambiente e tutela del \nterritorio del 3 settembre 2002, sono autorizzati dall'ente delegato \nterritorialmente competente previa redazione di un progetto firmato da tecnico \nabilitato. A tali interventi non si applicano i limiti di cui al comma 3 e le \nprescrizioni di massima e di polizia forestale.â€\x9d\n2. Nei territori compresi nelle aree naturali protette ai fini di incentivare \ngli interventi di protezione e valorizzazione delle superfici forestali, di \nprotezione dei versanti, degli alvei fluviali e delle sponde, di difesa della \nbiodiversità, di produzione di beni forestali, di tutela ed incremento \ndell'occupazione delle aree montane, di protezione e tutela del paesaggio e \ndell'ambiente, le amministrazioni pubbliche possono concedere terreni di \nproprietà pubblica, in affidamento temporaneo alle imprese agricole singole o \nassociate, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. \n228, ubicate nel territorio di competenza.\n3. L'articolo 13 della legge regionale 25 febbraio 2003, n. 4, così come \nmodificato dall'articolo 11, comma 1, della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24, è autenticamente interpretato nel senso che restano esclusi dal tributo \nanche tutti gli immobili o suoli agricoli che non sono direttamente serviti da \nopere di bonifica realizzate dagli enti consortili. E' dato mandato alla \nGiunta regionale di formulare una proposta di riordino generale della materia.\n4. La Giunta regionale, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della \npresente legge, istituisce apposito fondo per la realizzazione del polo agro-\nalimentare di valenza regionale, individuato nella piana del Sele, provincia \ndi Salerno, con delibera della Giunta regionale n. 1333 del 15 ottobre 2005.", '36': "\nAttività di contrasto della Regione al crimine organizzato e alla criminalità \ncomune\n1. La regione Campania, su iniziativa congiunta del Presidente della \nGiunta e dell'assessore ai rapporti con il Consiglio regionale, favorisce le \nattività di contrasto al crimine organizzato e alla criminalità comune \nattraverso iniziative di promozione dello sviluppo civile e umano. La Giunta \nregionale prevede attività di carattere educativo nelle scuole operanti nelle \nrealtà più degradate e a maggiore infiltrazione camorristica.\n2. Gli interventi di sostegno finanziario sono anche rivolti alla \nrealizzazione di strutture per giovani nelle realtà più degradate nonché a \nfavore di associazioni riconosciute di volontariato che promuovono eventi \nculturali ed artistici ed operano nel campo del recupero della devianza \ngiovanile.\n3. La Regione partecipa utilizzando, a seconda dei casi, anche altre \nrisorse del bilancio regionale, per il cinquanta per cento al finanziamento di \nprogetti, presentati dagli enti locali, finalizzati al reinserimento \nlavorativo dei cittadini beneficiari della legge 31 luglio 2006 , n. 241 .\n4. La Giunta regionale, sentita la commissione consiliare speciale \nanticamorra, entro sessanta giorni dall'approvazione della presente legge, \nadotta un piano di interventi.\n5. Nell'ambito delle politiche sulla sicurezza e per incrementare le \nattività di contrasto alla criminalità organizzata attraverso una migliore \nsistemazione delle forze dell'ordine ai comuni è consentito accedere ai fondi \ndella legge regionale n. 51/78 per il finanziamento di caserme e di altre \nstrutture delle forze dell'ordine.\n6. Al fine di recuperare la legalità e di sviluppare la valorizzazione e \nil mantenimento dei beni immobili sequestrati alla criminalità organizzata è \nconcesso un contributo straordinario alla società partecipata del Ministero \ndell'interno, totalmente pubblica, “Agro Rinasceâ€\x9d di euro trecentomila .\n7. La Giunta regionale istituisce un fondo a favore dei figli degli \noperatori delle forze di pubblica sicurezza (polizia, carabinieri, guardia di \nfinanza) residenti nel territorio regionale caduti nell'assolvimento del loro \ndovere. \n8. Il fondo di cui al comma 7 è finalizzato al sostegno finanziario per \nconsentire ai citati soggetti di sostenere le spese del corso di studi dalla \nscuola dell'obbligo al conseguimento della laurea. Sono esclusi dal sostegno \nfinanziario le spese sostenute in anni di ripetenza scolastica e di fuori \ncorso universitario.\n9. I benefici finanziari di cui al comma 8 sono estesi anche ai figli dei \nvigili del fuoco residenti nella Regione caduti nel corso di operazioni di \ncontrasto al crimine organizzato della criminalità comune e ai figli di \nvittime innocenti del crimine organizzato e della criminalità comune.\n10. I familiari dei predetti operatori delle forze dell'ordine, dei vigili del \nfuoco e delle vittime innocenti del crimine sono esentati vita natural durante \ndal pagamento dei tributi regionali.11. La Giunta regionale provvede alla preventiva redazione e approvazione di \nun regolamento per l'applicazione di quanto previsto nel presente articolo.", '37': "\nErsac ed Ersva\n1. L'ente regionale sviluppo agricolo in Campania -ERSAC- di cui alla legge \nregionale 20 febbraio 1978, n. 8 e l'ente regionale sviluppo dell'artigianato -\nERSVA- istituito con legge regionale 9 agosto 1974, n. 39 sono soppressi.\n2. Entro centottanta giorni dalla pubblicazione della presente legge, il \nConsiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, è tenuto ad approvare \nun disegno di legge di riordino degli enti di cui al comma 1 .\n3. Il provvedimento di soppressione è operativo in caso di mancata \napprovazione del suddetto disegno di legge prima del termine indicato dal \ncomma 2. In conseguenza:\na) le relative competenze sono riassunte direttamente in capo alla Regione \nche subentra in ogni rapporto giuridico di diritto pubblico e privato;\nb) il patrimonio mobiliare ed immobiliare degli enti di cui al comma 1 è \ntrasferito con diritti ed oneri relativi, principali e accessori, sia \ndiretti che indiretti, alla regione Campania;\nc) gli atti formali di trasferimento sono compiuti dalla Giunta regionale;\nd) il personale degli enti è trasferito dalla data indicata dal comma 2 nel \nruolo del personale della Giunta regionale con le qualifiche e le \nanzianità possedute all'entrata in vigore della presente legge con la \nsalvaguardia del trattamento economico acquisito.", '38': "\nReddito di cittadinanza\n1. E' prorogata per l'anno 2007 la sperimentazione del reddito di cittadinanza \ndi cui alla legge regionale 19 febbraio 2004, n. 2, assicurando copertura agli \naventi diritto fino alla concorrenza della somma complessiva di euro 30 \nmilioni.\n2. Alla copertura delle ulteriori necessità, per assicurare l'erogazione per \nl'intero anno solare, quantificate in euro 50 milioni , si provvede mediante \nrichiesta al Governo centrale di concorso da parte dello Stato. In mancanza, \nla Giunta regionale provvede a definire soluzioni alternative.\n3. Quota parte del fondo di cui alla legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28, \narticolo 1, comma 1, iscritto nel bilancio 2004 nella UPB 4.15.38 e non \nutilizzato al 31 dicembre 2006 pari ad euro 30 milioni , è reiscritto nel \nbilancio 2007 per essere destinato agli interventi di interesse sociale di cui \nal comma 1, in applicazione dell'articolo 1, comma 4, della legge regionale n. \n28/03. Per la copertura finanziaria si fa fronte con quota parte del risultato \ndi amministrazione-avanzo di amministrazione.", '39': "\nIncentivi per la zona rossa\n1. Al fine di incentivare l'esodo dalla zona rossa dell'area Vesuviana \ndichiarata ad alto rischio vulcanico dalla legge regionale 10 dicembre 2003, \nn. 21, i programmi costruttivi delle cooperative assegnatarie di aree nei \npiani di edilizia economica popolare -PEEP- ai sensi della legge 18 aprile \n1962, n. 167 dei comuni della zona rossa, resi inefficaci a seguito \ndell'entrata in vigore delle disposizioni di cui alla citata legge regionale \nn. 21/03, possono essere realizzati in comuni esterni al perimetro della \nfascia rossa, previo loro assenso, con l'adozione di varianti ai piani \nurbanistici vigenti e non concorrono al computo del relativo dimensionamento \nresidenziale.2. Ogni intervento localizzativo dei programmi costruttivi di cui al comma1 \npuò essere realizzato in un solo comune e nei limiti del dieci per cento del \nfabbisogno dei volumi residenziali previsti dallo strumento urbanistico del \ncomune ospitante.\n3. Gli interventi di cui al presente articolo non possono essere realizzati in \ncomuni che hanno una superficie edificata superiore al cinquanta per cento \ndella superficie territoriale nonché nei comuni ricadenti nella zona gialla \nimmediatamente confinanti con la zona rossa di cui alla legge regionale n. \n21/03.", '40': "\nRiordino delle agenzie regionali\n1. La Giunta regionale è tenuta a presentare al Consiglio regionale entro \ncentottanta giorni dalla pubblicazione della presente legge un disegno di \nlegge di riordino dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente in \nCampania -ARPAC- , dell'agenzia regionale per il lavoro -ARLAV- , dell' \nagenzia regionale sanitaria -ARSAN- e dell'agenzia campana per la mobilità -\nACAM-.", '41': "\nPolitiche della casa\n1. Entro centottanta giorni dalla entrata in vigore della presente legge, \nl'assessorato competente attua un monitoraggio dei programmi e delle \niniziative in materia di edilizia residenziale pubblica, di seguito denominata \nERP, che sono stati oggetto di appositi provvedimenti di Giunta regionale \nnegli anni precedenti. Il monitoraggio deve verificare le tipologie degli \ninterventi, le risorse previste ed utilizzate nonché le finalità sociali ed \neconomiche. A seguito di tale monitoraggio, su proposta dell'assessore al \nramo, la Giunta regionale adotta provvedimenti di revoca dei programmi che \nentro il suddetto termine non risultano avviati o cantierabili, e di \ndisimpegno delle risorse finanziarie ad essi collegati. \n2. Le risorse che si rendono disponibili, per effetto delle revoche di cui al \ncomma 1, costituiscono un fondo regionale speciale per la edilizia \nresidenziale pubblica che possono essere impiegate per far fronte a \nparticolari situazioni sociali e di emergenza abitativa,secondo le seguenti \npriorità:\na) recupero e manutenzione straordinaria degli immobili di ERP, delle aree \ndi pertinenza, su proposta dei comuni e degli istituti autonomi case \npopolari -di seguito denominati IACP- competenti per territorio;\nb) interventi per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli \nedifici di ERP;\nc) contributi straordinari per la realizzazione dei progetti edilizi con \ntecniche di bioedilizia e bioarchitettura da parte di cooperative ed \nimprese edilizie, comuni e IACP;\nd) programmi di ERP finalizzati ad agevolare l'accesso alle abitazioni in \nproprietà ed in locazione a beneficio delle giovani coppie e di \nparticolari categorie di debolezza sociale e con ridotte capacità \nreddituali;\ne) programmi straordinari ed innovativi nel settore dell' ERP sulla base di \nappositi progetti speciali predisposti dai comuni o IACP o loro consorzi.\n3. La sanzione prevista dalla legge regionale 14 aprile 2000, n. 13, articolo \n3, da applicare a carico dei cedenti un alloggio di ERP, anche se non vi è \nprova che l'abbia ceduto l'occupante, è elevata da un minimo di euro \ncinquemila ad un massimo di euro diecimila; la mancata emissione del \nprovvedimento sanzionatorio deve essere motivata dall'ente gestore all'assessorato competente; l'importo delle sanzioni rimangono nelle \ndisponibilità degli enti gestori di alloggi di ERP per il funzionamento di \ntutte le attività connesse al controllo e alla verifica sulla detenzione degli \nalloggi ERP.\n4. Per combattere il fenomeno dell'abusivismo e della criminalità organizzata, \nsu proposta dell'assessore al ramo, entro centottanta giorni dall'entrata in \nvigore della presente legge, la Giunta regionale, sentita la commissione \ncompetente, dispone una delibera di riorganizzazione delle procedure di \nassegnazione delle abitazioni in ottemperanza della legge regionale 2 luglio \n1997, n. 18.", '42': "\nAzioni volte alla crescita del sistema produttivo\n1. Al fine di migliorare la capacità competitiva della regione, la Giunta \nregionale, sentita la commissione consiliare competente, è autorizzata ad \naffidare a Sviluppo Italia Campania Spa, l'incarico di effettuare un'analisi \ndel gap di competitività per favorire l'attrazione di nuove imprese italiane o \nestere nei comparti ad elevato grado di specializzazione regionale, così come \nindividuati dal PASER (agroindustriale, biotecnologie, automotive, \nferrotranviario, cantieristico, aereonautico e aerospaziale). Tale progetto di \nriposizionamento competitivo consente di promuovere la crescita del sistema \nproduttivo campano, di individuare azioni da intraprendere nell'ambito della \nprogrammazione regionale nel breve, medio e lungo termine e di utilizzare i \nfondi strutturali 2007/2013.", '43': "\nDisposizioni finali\n1) Gli ordini del giorno del Consiglio regionale, in sessione di bilancio, che \nhanno copertura finanziaria, sono considerati in via prioritaria negli atti di \nprogrammazione finanziaria della Giunta regionale per l'anno corrente.\n2) Le disposizioni normative della presente legge che possono comportare \nincrementi di spesa per il funzionamento del Consiglio regionale rispetto a \nquanto previsto dal documento di bilancio approvato dal Consiglio regionale \nsono privi di efficacia senza la definizione della copertura finanziaria con \nvariazione di bilancio da adottarsi nel termine di novanta giorni dall'entrata \nin vigore della presente legge.\n3) Le spese per il personale della Giunta e del Consiglio regionale per l'anno \n2007 non possono complessivamente superare le analoghe voci di spesa a tutto \nil 31 dicembre 2005, con esclusione dei rinnovi contrattuali e delle procedure \nconcorsuali in essere. \n4) Le spese relative alle retribuzioni fisse del personale della Giunta \nregionale in comando presso il Consiglio regionale restano a carico della \nGiunta con contestuale incremento del bilancio regionale di euro 2 milioni \nassegnati all'UPB 6.23.104 nonché di euro seicentottantamila da assegnare \nall'UPB 6.23.48 mediante prelievo dall'UPB 7.28.135.", '44': "\nDichiarazione d'urgenza\n1. La presente legge, a norma degli articoli 43 e 45 dello Statuto, è \ndichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo alla sua \npubblicazione nel bollettino ufficiale della regione Campania.\nNapoli, 19 gennaio 2007\n-BASSOLINO-"} | null |
campania | 2,007 | 4 | null | {'1': "Principi\n1. La presente legge considera la razionale, programmata, integrata e \npartecipata gestione dei rifiuti quale condizione ineludibile di tutela della \nsalute e di salvaguardia dell'ambiente e del territorio assicurando il \nrispetto dei principi di equità tra territori e generazioni. Si ispira, \naltresì, al conseguimento dell'obiettivo “Rifiuti zeroâ€\x9d attraverso le forme di \norganizzazione previste anche dalla normativa nazionale.", '2': "Oggetto\n1. La presente legge, in attuazione della normativa nazionale vigente:\na) disciplina le attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, la \nindividuazione, la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale \ndei siti inquinati sul territorio regionale;\nb) individua le funzioni e i compiti amministrativi che richiedono l'unitario \nesercizio a livello regionale, disciplinandone l'organizzazione e le modalità \ndi svolgimento;\nc) determina, in applicazione dei principi di decentramento funzionale e di \nsussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all'articolo 118 della \nCostituzione, le funzioni e i compiti amministrativi il cui esercizio è \nconferito dalla regione alle province e ai comuni ovvero alle forme \nassociative tra questi realizzati, come disciplinate dalla presente legge.\n2. La presente legge si conforma ai principi di economicità, efficienza ed \nefficacia dell'azione amministrativa e assicura le massime garanzie di \nprotezione dell'ambiente e della salute nonché di salvaguardia dei valori \nnaturali e paesaggistici escludendo dallo smaltimento dei rifiuti le aree \nsottoposte a misure di conservazione ambientale in base alla normativa \ncomunitaria, nazionale e regionale.", '3': "Finalità\n1. La presente legge persegue le seguenti finalità:\na) prevenire, governare e ridurre la produzione e la pericolosità dei rifiuti;\nb) potenziare e agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani e \nspeciali, adottando con priorità le misure dirette al recupero dei rifiuti \nmediante riutilizzo, riciclo e ogni altra azione diretta a ottenere da essi \nmateria prima secondaria;\nc) incentivare la riduzione dello smaltimento finale dei rifiuti privilegiando \nforme di trattamento che ne consentano il recupero e l'utilizzo produttivo \nconseguendo l'obiettivo della minimizzazione dell'impatto ambientale connesso \nallo smaltimento;\nd) diminuire, mediante idonei e certificati trattamenti, la pericolosità dei \nrifiuti e garantire che i prodotti ottenuti dal relativo recupero non \npresentino caratteristiche di pericolosità superiori ai limiti ammessi dalla \nlegislazione vigente per prodotti ottenuti dalla lavorazione di materie prime \nvergini; \ne) contenere e razionalizzare i costi di gestione del ciclo dei rifiuti \nresponsabilizzando, mediante attività concertative a scala territoriale, gli \nenti locali, incentivandone la partecipazione attiva nelle procedure di \npredisposizione, adozione, approvazione e aggiornamento dei piani di gestione \ndei rifiuti;\nf)promuovere l'utilizzo di strumenti economici, bilanci-ambientali, strumenti \ndi certificazione ambientale -norme ISO ed EMAS- nonché dei sistemi di qualità \nquali lo sviluppo del marchio di qualità ecologica -ECOLABEL- volti a \npromuovere prodotti con un minore impatto sull'ambiente contribuendo a un uso \nefficiente delle risorse e a un elevato livello di protezione dell'ambiente;\ng) garantire in linea generale l'autosufficienza regionale in conseguenza dei \nprincipi di autosufficienza di ogni ambito territoriale ottimale -ATO- e di \ncompensazione di cui agli articoli 15 e 29 ;\nh) favorire la crescita di un mercato verde attraverso la promozione di \nstrumenti quali Green Public Procurement -GPP-;\ni) individuare forme di cooperazione, sinergie e interazioni istituzionali tra \ni vari livelli delle autonomie territoriali in conformità ai principi di \nsussidarietà e solidarietà territoriale, fermo restando le funzioni e i \ncompiti di indirizzo, per ambiti territoriali sovracomunali, riservati alla \nregione; \nl) prevedere nelle gare di appalto relative alla gestione dei rifiuti criteri \nche valorizzano le capacità e le competenze tecniche nella prevenzione della \nproduzione dei rifiuti stessi;\nm) salvaguardare e incrementare i livelli occupazionali e garantire le \ncondizioni contrattuali degli operatori del settore secondo quanto stabilito \ndalla contrattazione collettiva;\nn) promuovere le attività finalizzate al miglioramento delle conoscenze e \ndelle capacità di intervento e regolamentare le fasi fondamentali necessarie a \nun effettivo recupero della frazione organica da rifiuto;\no) attuare gli strumenti di prevenzione e riduzione integrati \ndell'inquinamento- IPPC- ovvero per i settori di interesse prevedere il \nrilascio dell'autorizzazione integrata ambientale; \np) superare lo stato di emergenza nei settori della gestione dei rifiuti;\nq) provvedere alla bonifica e al ripristino ambientale dei siti inquinati di \ninteresse regionale.", '4': "Informazione istituzionale al cittadino1. La regione, le province e i comuni, al fine di sensibilizzare la \ncollaborazione delle comunità locali al raggiungimento delle finalità di cui \nall'articolo 3, in conformità ai principi della “Carta di Aalborgâ€\x9d approvata \ndai partecipanti alla conferenza europea sulle città sostenibili, promuovono \niniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini \ncurando, di concerto, l'ideazione, la redazione e la diffusione di materiale \ndidattico e divulgativo, conformandone i contenuti e le finalità anche alle \npeculiarità degli ambiti territoriali ottimali di cui al titolo IV.\n2. La regione monitora, con strutture interne, così come per le attività di \ninformazione e comunicazione, le iniziative di cui al comma 1 e ne valuta \nl'efficacia.", '5': "Sezione regionale del catasto dei rifiuti \n1. E' istituita presso l'agenzia regionale per la protezione ambientale -ARPAC-\nla sezione regionale del catasto dei rifiuti -SRCR - .\n2. La SRCR è articolata territorialmente su base di ambito territoriale \nottimale.\n3. La SRCR raccoglie le informazioni ricevute secondo le modalità previste \ndalla normativa vigente, elabora i relativi dati e li trasmette alla sezione \nnazionale del catasto dei rifiuti - SNCR - e all'osservatorio regionale di cui \nall'articolo 6 entro trenta giorni dal ricevimento.", '6': "Osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti\n1. E' istituito l'osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti, di \nseguito denominato osservatorio, presso il settore regionale di cui \nall'articolo 7, comma 2.\n2. La giunta regionale, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della \npresente legge, sentita la commissione consiliare permanente, competente per \nmateria, definisce l'organizzazione e le modalità di funzionamento \ndell'osservatorio.\n3. L'osservatorio:\na) approfondisce l'elaborazione dei dati statistici e conoscitivi in materia \ndi raccolta, gestione, trasformazione e utilizzo dei rifiuti, mediante la \ncostituzione e la gestione di una banca dati;\nb) verifica lo stato di attuazione degli obiettivi di raccolta differenziata e \ndelle realizzazioni impiantistiche previste dalla legislazione vigente e dal \npiano regionale dei rifiuti;\nc) provvede a monitorare l'andamento della produzione, raccolta, recupero e \nsmaltimento delle varie tipologie di rifiuti in atto nel territorio regionale, \ncompresi i costi relativi, attraverso la costituzione di un rapporto periodico \ne costante con i soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti, i quali \nforniscono costantemente le informazioni necessarie ad aggiornare la banca \ndati di cui alla lettera a);\nd) realizza il censimento dei soggetti gestori dei servizi e dei relativi dati \ndimensionali, tecnici e finanziari di esercizio;\ne) effettua analisi dei modelli adottati dai soggetti gestori in materia di \norganizzazione, gestione, controllo e programmazione dei servizi e dei \ncorrelati livelli di qualità dell'erogazione e degli impianti; \nf) provvede ad analizzare e comparare le tariffe applicate dai soggetti \ngestori del servizio;\ng) svolge attività di analisi ed elaborazione in ordine ai piani di \ninvestimento per l'ammodernamento degli impianti e dei servizi;h) raccoglie i dati relativi a fenomeni e forme di penetrazione della \ncriminalità organizzata nella gestione dei rifiuti accertati dalle competenti \nautorità;\ni) segnala ai soggetti cui spetta la vigilanza l'eventuale violazione in \nmateria di diritti dei lavoratori o in tema di lavoro nero;\nl) adotta la carta dei diritti e dei doveri dell'utente entro sessanta giorni \nsuccessivi al suo insediamento.\n4. L'assessore regionale competente presenta annualmente alla commissione \nconsiliare competente la relazione sull'attività svolta dall'osservatorio.\n5. Per lo svolgimento delle sue funzioni l'osservatorio si avvale dell'ARPAC.\n6. L'osservatorio pubblica annualmente i dati di cui al comma 3.", '7': "Competenze della regione\n1. Sono di competenza della regione, nel rispetto della normativa statale \nvigente:\na) la predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento del piano regionale di \ngestione dei rifiuti di cui all'articolo 10, sentiti le province, i comuni, le \nautorità d'ambito e le associazioni ambientaliste riconosciute a livello \nnazionale;\nb) la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la \nraccolta differenziata dei rifiuti urbani, anche pericolosi, secondo un \ncriterio generale di separazione dei rifiuti di provenienza alimentare e degli \nscarti di prodotti vegetali e animali o, comunque, ad alto tasso di umidità \ndai restanti rifiuti;\nc) l'elaborazione, l'approvazione e l'aggiornamento dei piani per la \nriqualificazione e la bonifica di aree inquinate di propria competenza in \nconformità alle disposizioni del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, \ntitolo V , articoli 239 e successivi;\nd) l'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, \nanche pericolosi, e l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, \nfatte salve le competenze di cui alla normativa statale vigente;\ne) l'autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di \nrecupero dei rifiuti, anche pericolosi;\nf) le attività in materia di spedizioni transfrontaliere dei rifiuti che il \nregolamento CEE 1 febbraio 1993, n. 259 attribuisce alle autorità competenti \nin materia di spedizione e di destinazione;\ng) la delimitazione, nel rispetto delle linee guida generali di cui al decreto \nlegislativo n. 152/06, articolo 195, comma 1, lettera m), degli ambiti \nterritoriali ottimali per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati;\nh) la redazione di linee guida e i criteri per la predisposizione e \nl'approvazione dei progetti di riqualificazione, di bonifica e di messa in \nsicurezza nonché l'individuazione delle tipologie di progetti non soggetti ad \nautorizzazione, nel rispetto di quanto previsto dalla normativa statale \nvigente;\ni) la promozione della gestione integrata dei rifiuti;\nl) l'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti e al recupero \ndegli stessi;\nm) la specificazione dei contenuti della relazione da allegare alla \ncomunicazione di cui al decreto legislativo n. 152/06, articoli 214, 215, e \n216, nel rispetto delle relative linee guida approvate dalla commissione \nconsiliare permanente competente per materia;\nn) la definizione dei criteri per l'individuazione, da parte delle province, \ndelle aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e di \nrecupero dei rifiuti, nel rispetto dei criteri generali di cui al decreto legislativo n. 152/06, articolo 196, comma 1, lettera n);\no) la definizione dei criteri per l'individuazione dei luoghi o impianti \nidonei allo smaltimento e la determinazione, nel rispetto delle norme tecniche \ndi cui al decreto legislativo n. 152/06, articolo 195, comma 2, lettera a), di \ndisposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare;\np) l'adozione, in conformità della normativa statale vigente, delle \ndisposizioni necessarie affinché gli enti pubblici e le società a prevalente \ncapitale pubblico, anche di gestione dei servizi, coprano il proprio \nfabbisogno annuale di manufatti e beni con una quota di prodotti ottenuti da \nmateriale riciclato non inferiore al trenta per cento del fabbisogno stesso. A \ntal fine i predetti soggetti inseriscono nei bandi di gara o di selezione per \nl'aggiudicazione apposite clausole di preferenza, a parità degli altri \nrequisiti e condizioni;\nq) il coordinamento e la promozione di interventi atti a ridurre i \nquantitativi di rifiuti, incentivando le correlate attività di recupero e di \nriutilizzo;\nr) la stipulazione di appositi accordi di programma o di convenzioni con altre \nregioni al fine di autorizzare, in via eccezionale, lo smaltimento in altre \nregioni di rifiuti urbani prodotti in Campania e viceversa, nel rispetto di \nquanto previsto dal decreto legislativo n. 152/06, articolo 182. In tale \nultima ipotesi la stipulazione degli accordi di programma o convenzioni è \npreceduta da concertazione con le province e i comuni interessati, residuando, \nin caso di disaccordo, alla regione il potere di adottare le determinazioni \nfinali;\ns) l'esercizio del potere sostitutivo nei confronti delle province e delle \nautorità d'ambito di cui all'articolo 16 in caso di inadempienza nello \nsvolgimento delle funzioni amministrative agli stessi conferite con la \npresente legge; \nt) la concessione di contributi e incentivi a soggetti pubblici per la \nrealizzazione e il completamento del sistema integrato di gestione dei rifiuti \nurbani, compreso il passaggio da tassa a tariffa, secondo quanto stabilito \ndalla programmazione regionale;\nu) la concessione di contribuiti ai comuni per la finalità di prevenzione e \nriduzione \ndella produzione nonché di recupero e riutilizzo di rifiuti;\nv) la definizione del quantitativo minimo annuo di carta riciclata che le\namministrazioni pubbliche devono utilizzare nonché la concessione di incentivi \nfinalizzati alla sensibilizzazione all'uso di materiale riciclato;\nz) l'individuazione di forme di semplificazione amministrativa per enti e \nimprese che adottino sistemi qualificati di gestione ambientale;\naa) la concessione di incentivi per la rilocalizzazione degli impianti di \ntrattamento sulla base dei criteri stabiliti dal piano regionale di gestione \ndei rifiuti di cui all'articolo 10;\nbb) l'adozione di schemi tipo di contratto di servizio da allegare ai \ncapitolati di gara, nel rispetto della normativa statale vigente;\ncc) l'elaborazione e l'approvazione del programma regionale per la riduzione \ndei rifiuti biodegradabili da collocare in discarica, ai sensi del decreto \nlegislativo 13 gennaio 2003, n. 36, articolo 5.\n2. È istituto presso l'area generale di coordinamento della giunta \nregionale “Ecologia, tutela dell'ambiente, disinquinamento, protezione \ncivileâ€\x9d, il settore “Programmazione e interventi regionali in materia di \ngestione integrata dei rifiutiâ€\x9d. Al settore sono attribuiti i compiti di \npredisposizione degli atti di programmazione, pianificazione e promozione \ndella gestione integrata dei rifiuti nonchè le funzioni connesse al rilascio \ndei provvedimenti autorizzativi, alla vigilanza e al controllo sull'attuazione della presente legge.\n3. La giunta regionale, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore \ndella presente legge, definisce l'organizzazione e le modalità di \nfunzionamento del settore di cui al comma 2 anche mediante modifica o \naccorpamento delle strutture esistenti presso l'area generale di coordinamento.\n4. Per l'esercizio delle funzioni di cui al comma 1 la regione si avvale anche \ndell'ARPAC.\n5. La regione privilegia la realizzazione di impianti di smaltimento e \nrecupero dei rifiuti in aree industriali, compatibilmente con le \ncaratteristiche delle aree stesse, incentivando le iniziative di \nautosmaltimento. Tale disposizione non si applica alle discariche.", '8': "Competenze delle province\n1. Sono di competenza delle province, nel rispetto della normativa statale \nvigente:\na) il controllo e la verifica degli interventi di bonifica e il conseguente \nmonitoraggio;\nb) il controllo periodico sulle attività di gestione, intermediazione e \ncommercio dei rifiuti ivi compreso l'accertamento delle violazioni della \npresente legge e delle disposizioni di cui al decreto legislativo n. 152/06, \nparte quarta; \nc) la verifica e il controllo dei requisiti previsti per l'applicazione delle \nprocedure semplificate ai sensi della normativa vigente;\nd) l'individuazione, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della \npresente legge, delle zone idonee e non idonee alla localizzazione degli \nimpianti di smaltimento e recupero dei rifiuti sulla base delle previsioni del \npiano territoriale di coordinamento provinciale - ptcp- di cui alla legge \nregionale 22 dicembre 2004, n. 16, ove adottato, e dei criteri stabiliti dalla \nregione, nonché sentite le autorità di cui all'articolo 16 e i comuni ; \ne) l'esercizio del potere sostitutivo, nel caso di inerzia dei comuni, per \nl'espletamento delle funzioni e delle attività loro conferite dalla presente \nlegge;\nf) la promozione a livello provinciale delle attività conferite ai comuni ai \nsensi dell'articolo 4.\n2. Ai fini dell'esercizio delle proprie funzioni, le province possono \navvalersi di organismi pubblici ivi inclusa l'ARPAC, con specifiche esperienze \ne competenze tecniche in materia, con i quali stipulano apposite convenzioni.\n3. Nell'ambito delle competenze di cui al comma 1, le province sottopongono ad \nadeguati controlli periodici gli stabilimenti e le imprese che smaltiscono o \nrecuperano rifiuti, curando, in particolare, che siano effettuati adeguati \ncontrolli periodici sulle attività sottoposte alle procedure semplificate di \ncui al decreto legislativo n. 152/06 , articoli 214, 215 e 216 e che i \ncontrolli concernenti la raccolta ed il trasporto di rifiuti pericolosi \nriguardino, in primo luogo, l'origine e la destinazione dei rifiuti.", '9': "Competenze dei comuni\n1. I comuni, nel rispetto della normativa statale vigente, concorrono, \nnell'ambito delle attività svolte a livello degli ambiti territoriali ottimali \ndi cui al titolo IV, alla gestione dei rifiuti urbani e assimilati. Fino \nall'inizio delle attività del soggetto gestore del servizio integrato, ai \nsensi dell'articolo 20, i comuni continuano la gestione dei rifiuti urbani e \ndei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento nelle forme disciplinate dalla \nnormativa vigente.2. I comuni concorrono a disciplinare la gestione dei rifiuti urbani con \nregolamenti che, nel rispetto dei principi di trasparenza, efficienza, \nefficacia, economicità e in coerenza con i piani di ambito adottati ai sensi \ndell'articolo 19, comma 1 , stabiliscono in particolare:\na) le disposizioni per assicurare la tutela igienico-sanitaria in tutte le \nfasi della gestione dei rifiuti urbani;\nb) le modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani;\nc) le modalità del conferimento, della raccolta differenziata e del trasporto \ndei rifiuti urbani e assimilati al fine di garantire una distinta gestione \ndelle diverse frazioni di rifiuti e promuovere il recupero degli stessi;\nd) le norme atte a garantire una distinta e adeguata gestione dei rifiuti \nurbani pericolosi e dei rifiuti da esumazione ed estumulazione;\ne) le misure necessarie a ottimizzare le forme di conferimento, raccolta e \ntrasporto dei rifiuti primari di imballaggio in sinergia con le altre frazioni \nmerceologiche, fissando standard minimi da rispettare;\nf) le modalità di esecuzione della pesata dei rifiuti urbani prima di inviarli \nal recupero e allo smaltimento;\ng) l'assimilazione, per qualità e quantità, dei rifiuti speciali non \npericolosi ai rifiuti urbani, secondo i criteri generali per la redazione dei \npiani di settore per la riduzione, il riciclaggio, il recupero e \nl'ottimizzazione dei flussi di rifiuti.\n3. I comuni sono tenuti a comunicare mensilmente alla provincia i dati della \nraccolta e produzione dei rifiuti urbani e assimilati per consentirne \nl'elaborazione e la trasmissione all'osservatorio regionale e nazionale. \n4. I comuni possono prevedere la raccolta a domicilio, anche in determinati \nperiodi dell'anno, presso persone anziane, portatori di handicap e per \nparticolari esigenze pubbliche e private.\n5. I comuni sono tenuti ad esprimere il proprio parere in ordine \nall'approvazione dei progetti di bonifica dei siti inquinati rilasciata dalla \nregione.", '10': "\nPiano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti\n1. Il piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, di seguito \ndenominato PRGR, in coerenza con il piano territoriale regionale di cui alla \nlegge regionale n. 16/04, articolo 13, stabilisce i requisiti, i criteri e le \nmodalità per l'esercizio delle attività di programmazione relative alla \ngestione dei rifiuti, incentiva il recupero, il riciclaggio e la riduzione \ndella produzione e della pericolosità dei rifiuti, individua e delimita gli \nambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti.\n2. Il PRGR, nel rispetto del decreto legislativo n. 152/06, articolo 199, \nstabilisce:\na) le condizioni e i criteri tecnici in base ai quali, nel rispetto delle \ndisposizioni vigenti in materia, gli impianti per la gestione dei rifiuti, a \neccezione delle discariche, possono essere localizzati nelle aree destinate a \ninsediamenti produttivi compatibili;\nb) la tipologia e il complesso degli impianti di smaltimento e di recupero dei \nrifiuti urbani da realizzare nella regione, tenendo conto dell'obiettivo di \nassicurare la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi all'interno degli \nambiti territoriali ottimali, sulla base delle migliori tecnologie disponibili \nnonché dell'offerta di smaltimento e di recupero da parte del sistema \nindustriale;\nc) la delimitazione di ogni singolo ambito territoriale ottimale sul \nterritorio regionale, nel rispetto dei criteri, dei limiti e delle procedure \ndi cui al decreto legislativo n. 152/06, articolo 200. Il mancato accoglimento delle richieste avanzate dalle province e dai comuni deve essere evidenziato e \nmotivato nella proposta di PRGR di cui all'articolo 13, comma 1;\nd) il complesso delle attività e dei fabbisogni degli impianti necessari a \ngarantire la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di trasparenza, \nefficacia, efficienza, economicità e autosufficienza della gestione dei \nrifiuti urbani non pericolosi all'interno di ciascuno degli ambiti \nterritoriali ottimali nonché ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti speciali \nin luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la riduzione \ndella movimentazione di rifiuti;\ne) la promozione della gestione dei rifiuti per ambiti territoriali ottimali \nattraverso una adeguata disciplina delle incentivazioni, prevedendo per gli \nambiti più meritevoli, tenuto conto delle risorse disponibili a legislazione \nvigente, una maggiorazione di contributi anche mediante la costituzione di un \nfondo regionale; \nf) le prescrizioni contro l’inquinamento del suolo ed il versamento nel \nterreno di discariche di rifiuti civili ed industriali che comunque possano \nincidere sulla qualità dei corpi idrici superficiali e sotterranei, nel \nrispetto delle prescrizioni dettate ai sensi del decreto legislativo n. \n152/06, articolo 65, comma 3, lettera f ;\ng) la stima dei costi delle operazioni di recupero e di smaltimento dei \nrifiuti urbani;\nh)i criteri per l’individuazione, da parte delle province, delle aree non \nidonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei \nrifiuti nonché per l’individuazione dei luoghi o impianti adatti allo \nsmaltimento dei rifiuti, prevedendo che nei comuni sede di un impianto di \nsmaltimento dei rifiuti non siano ubicati ulteriori impianti o siti di \nsmaltimento dei rifiuti salvo autonome delibere dei comuni stessi, nel \nrispetto dei criteri generali di cui al decreto legislativo n. 152/06, \narticolo 199, comma 3, lettera h) ;\ni) le iniziative dirette a limitare la produzione dei rifiuti e a favorire il \nriutilizzo, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti;\nl) le iniziative dirette a favorire il recupero dai rifiuti di materiali e di \nenergia in conformità al decreto legislativo n. 152/06 e successive modifiche;\nm) la determinazione, nel rispetto della normativa tecnica vigente, di \ndisposizioni speciali per rifiuti di tipo particolare, comprese quelle di cui \nal decreto legislativo n. 152/06, articolo 225, comma 6;\nn) i requisiti tecnici generali relativi alle attività di gestione dei rifiuti \nnel rispetto\ndella normativa nazionale e comunitaria;\no) l'indicazione della produzione attuale dei rifiuti, la situazione e le \nprevisioni della raccolta differenziata, le potenzialità di recupero e \nsmaltimento soddisfatte e l'analisi socio-economico-territoriale - SWOT- sulla \nbase dei dati elaborati e trasmessi dall'osservatorio;\np) le misure atte a promuovere la regionalizzazione della raccolta, della \ncernita e dello smaltimento dei rifiuti urbani;\nq) i tipi, le quantità e l'origine dei rifiuti da recuperare o da smaltire, \nsuddivisi per singolo ambito territoriale ottimale per quanto riguarda i \nrifiuti urbani.\n3. Il PRGR stabilisce, inoltre:\na) i criteri per la redazione della relazione sullo stato di attuazione del \npiano regionale di smaltimento rifiuti ;\nb) la normativa generale; \nc) gli obiettivi generali di pianificazione con l'individuazione concordata di \nquote aggiuntive di potenzialità di smaltimento di rifiuti urbani, per \ninterventi di sussidiarietà e di emergenza tra ambiti territoriali ottimali e regioni;\nd) i criteri per l'organizzazione del sistema di riduzione, recupero e \nsmaltimento dei rifiuti urbani;\ne) i criteri per l'organizzazione del sistema di recupero di energia dai \nrifiuti urbani;\nf) i criteri per l'organizzazione e la gestione delle attività di raccolta \ndifferenziata dei rifiuti urbani;\ng) il programma di cui all'articolo 7, comma 1, lettera cc);\nh) il piano regionale dei rifiuti speciali, anche pericolosi, di cui \nall'articolo 11, ove necessario;\ni) il piano regionale delle bonifiche di cui all'articolo 12.\n4. La regione approva e adegua il PRGR in relazione allo sviluppo delle \nmigliori tecnologie disponibili, secondo la normativa statale vigente. A tal \nfine la giunta regionale con proprie delibere aggiorna le direttive sui \nrequisiti che devono essere accertati in sede di approvazione dei progetti e \ndi rinnovo delle autorizzazioni.", '11': "\nPiano regionale di gestione dei rifiuti speciali, anche pericolosi\n1. Il piano regionale di gestione dei rifiuti speciali, anche pericolosi :\na) promuove le iniziative preordinate a limitare la produzione della quantità, \ndei volumi e della pericolosità dei rifiuti speciali;\nb) stima la quantità e la qualità dei rifiuti prodotti in relazione ai settori \nproduttivi e ai principali poli di produzione;\nc) detta i criteri per l'individuazione, da parte delle province, delle aree \nnon idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti \nspeciali;\nd) stabilisce le condizioni ed i criteri tecnici in base ai quali, in ragione \ndi documentate esigenze, gli impianti per la gestione dei rifiuti speciali, a \neccezione delle discariche, sono localizzati nelle aree destinate a \ninsediamenti produttivi;\ne) definisce le misure necessarie ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti \nspeciali in luoghi prossimi a quelli di produzione al fine di favorire la \nriduzione della movimentazione dei rifiuti speciali, tenuto conto degli \nimpianti di recupero e di smaltimento esistenti nonché della vicinanza e \ndell'utilizzo di linee ferroviarie.\n2. Il piano di cui al comma 1 prevede, inoltre:\na) la normativa di attuazione;\nb) una relazione generale sui principali poli di produzione dei rifiuti \nspeciali nonché sugli obiettivi finali del piano;\nc) la stima del fabbisogno di impianti, potenzialmente necessari, sulla base \ndel principio di prossimità.", '12': "\nPiano regionale delle bonifiche\n1. Il piano regionale per la bonifica delle aree inquinate individua:\na) i siti da bonificare e le caratteristiche degli inquinamenti presenti;\nb) le modalità degli interventi di bonifica e risanamento ambientale che \nprivilegiano, prioritariamente, l'impiego di materiali provenienti da attività \ndi recupero dei rifiuti urbani;\nc) l'ordine degli interventi assicurando priorità ai siti sede di ex \ndiscariche e discariche nel periodo di emergenza dei rifiuti;\nd) le modalità di smaltimento dei materiali da asportare;\ne) la stima degli oneri finanziari.\n2. La regione può concedere contributi fino al cento per cento del costo complessivo a favore di soggetti pubblici che attuano interventi di messa in \nsicurezza, bonifica e ripristino ambientale di aree pubbliche, o soggette ad \nuso pubblico, individuate nel piano regionale delle bonifiche.\n3. Con delibera di giunta regionale sono dettati i criteri per la concessione \ndei contributi di cui al comma 2, previo parere della competente commissione \nconsiliare competente per materia.", '13': "\nProcedure per l'adozione e approvazione del piano regionale e relative varianti\n1. La giunta regionale, sentita la conferenza permanente regione - autonomie \nlocali e le autorità d'ambito, adotta la proposta di PRGR di cui all'articolo \n10. I pareri contrari sono allegati alla proposta di PRGR.\n2. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione del piano sul bollettino \nufficiale della regione Campania le province, le autorità d'ambito, i comuni e \nle associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale possono \npresentare osservazioni sulla proposta di piano. Entro i successivi sessanta \ngiorni la giunta regionale propone di accogliere o respingere motivatamente le \nosservazioni al piano e lo trasmette per la definitiva approvazione al \nConsiglio regionale.\n3. Il piano approvato è pubblicato sul bollettino ufficiale della regione \nCampania. Decorsi trenta giorni dalla pubblicazione, il piano acquista \nefficacia a tempo indeterminato.\n4. Gli aggiornamenti e le variazioni sostanziali delle previsioni del piano \nsono sottoposti al procedimento di formazione definito dai commi 1,2 e 3, con \ni termini ridotti della metà.\n5. Le variazioni tecniche ovvero quelle necessarie per l'adeguamento a \nsopravvenute disposizioni legislative statali immediatamente operative sono \napprovate con delibera di giunta regionale.\n6. La giunta regionale con cadenza triennale e, comunque, entro sei mesi dalla \ndata di insediamento del consiglio regionale, verifica lo stato di attuazione \ndel piano e propone al consiglio le modifiche necessarie all'aggiornamento \ndello stesso.", '14': '\nEfficacia ed effetti del piano regionale\n1. Le disposizioni contenute nel PRGR e negli adeguamenti hanno efficacia \nvincolante per i soggetti pubblici e privati che esercitano funzioni e \nattività disciplinate dalla presente legge.', '15': "\nArticolazione in ambiti territoriali ottimali\n1. La gestione integrata dei rifiuti avviene in Ambiti Territoriali Ottimali -\nATO - nel rispetto del principio dell'autosufficienza di ogni ATO e della \nminore movimentazione possibile dei rifiuti. \n2. Il PRGR provvede, ai sensi del decreto legislativo n. 152/06, articolo 199, \nalla delimitazione di ogni singolo ambito territoriale ottimale che, in sede \ndi prima applicazione della presente legge, coincide con ogni circoscrizione \nprovinciale. Per la provincia di Napoli si può prevedere l'istituzione di due \nATO.\n3. Il PRGR, al fine di ottimizzare il servizio di gestione integrata dei \nrifiuti, può modificare, su richiesta degli enti locali interessati, le \ncircoscrizioni degli ATO prevedendo l'unificazione di più ATO contigui ovvero \nil passaggio di un comune o di un gruppo di comuni contermini da un ambito ad \naltro contiguo. All'interno di ogni ATO non possono essere istituite ulteriori \nripartizioni amministrative.4. Sulle richieste di unificazione o di distacco di cui al comma 3 si \npronunciano obbligatoriamente le assemblee delle autorità d'ambito interessate.", '16': "\nStruttura dell'autorità d'ambito\n1. Per ogni ATO è istituito un consorzio obbligatorio, ai sensi del decreto \nlegislativo 18 agosto 2000, n. 267, articolo 31, denominato autorità d'ambito, \ncostituito dai comuni e dalla provincia in cui ricade il territorio dell'ATO.\n2. Gli organi dell'autorità d'ambito, le attribuzioni e il funzionamento sono \ndefiniti dallo statuto e dalla convenzione in conformità al decreto \nlegislativo n. 267/00, articolo 31, per quanto non disposto dalla presente \nlegge.\n3. L'assemblea degli enti consorziati è composta dal presidente della \nprovincia e dai sindaci o loro delegati . Non è ammessa la delega tra enti \nlocali. Ogni comune ha diritto ad un voto ogni diecimila abitanti fino a un \nmassimo di trenta voti. I comuni con popolazione inferiore a diecimila \nabitanti hanno, in ogni caso, diritto a un voto. Il presidente della provincia \nha diritto a un voto e presiede l'assemblea dell'ATO.\n4. L'elezione del consiglio di amministrazione avviene mediante presentazione \ndi liste composte da cinque candidati. Le liste devono prevedere la presenza \ndi almeno due rappresentanti dei comuni con popolazione inferiore a diecimila \nabitanti nei primi quattro posti. La lista che ottiene il maggior numero di \nvoti elegge quattro componenti del consiglio di amministrazione secondo la \ncollocazione nella lista stessa. Il quinto componente del consiglio di \namministrazione è il candidato collocato al primo posto della lista che \nottiene la seconda cifra elettorale. Negli ATO che superano un milione e \ncinquecentomila abitanti, nelle liste deve essere presente un rappresentante \ndei comuni con popolazione inferiore a diecimila abitanti.\n5. Il presidente del consiglio di amministrazione, avente funzione di \namministratore delegato, è eletto dal consiglio tra i suoi membri. Il \nconsiglio e l'amministratore delegato restano in carica quattro anni.\n6. Le condizioni di accesso alla carica di consigliere di amministrazione \ndell'ATO sono quelle disciplinate dal decreto legislativo n. 267/00. \n7. Le autorità d'ambito sono dotate di personalità giuridica e di autonomia \norganizzativa.", '17': "\nCostituzione delle autorità d'ambito\n1. Il presidente della provincia nel cui territorio si estende l'ATO provvede \nalle attività strumentali alla costituzione dell'autorità d'ambito. In \nparticolare:\na) predispone la convenzione e lo statuto dell'autorità d'ambito sulla base \ndello schema tipo che la giunta regionale, sentita la commissione consiliare \ncompetente, adotta entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente \nlegge;\nb) stabilisce il termine perentorio, che non può superare i trenta giorni, per \napprovazione della convenzione e dello statuto da parte di ogni consiglio \ndegli enti locali che costituiscono l'autorità d'ambito;\nc) convoca nei successivi trenta giorni l'assemblea di insediamento per \nl'approvazione della convenzione e dello statuto e per l'elezione degli organi \ndell'autorità d'ambito.\n2. La provincia assicura, con la propria struttura organizzativa, il primo \nfunzionamento dell' autorità d'ambito.\n3. La convenzione e lo statuto sono approvati dall'assemblea con il \npronunciamento favorevole dei comuni che rappresentano almeno la maggioranza assoluta della popolazione dei comuni ricadenti nell'ATO.\n4. La regione, nel caso in cui i comuni e le province non costituiscono \nl'autorità d'ambito nei termini indicati al comma 1, esercita i poteri \nsostitutivi di cui all'articolo 24 .\n5. Gli oneri conseguenti all'attività di cui al presente articolo sono posti a \ncarico del bilancio dell'autorità d'ambito.", '18': "\nPatrimonio, bilancio e fabbisogno finanziario dell'autorità d'ambito\n1. L'autorità d'ambito ha un proprio patrimonio costituito da un fondo di \ndotazione, dagli eventuali conferimenti in natura effettuati dai consorziati e \ndalle acquisizioni dirette realizzate dalle autorità d'ambito nei modi di \nlegge.\n2. Il fondo di dotazione è sottoscritto da ogni consorziato, in proporzione \nalla popolazione servita, secondo le modalità fissate nello statuto e nella \nconvenzione.\n3. Le quote di finanziamento dell'autorità sono ripartite fra gli enti locali \nsulla base dello statuto e della convenzione.\n4. Il bilancio di previsione e il conto consuntivo sono inviati alla giunta \nregionale per la valutazione della congruità delle spese di funzionamento \ndell'autorità d'ambito e per ogni ulteriore controllo previsto dalla normativa \nvigente.\n5 La regione, la provincia e i comuni trasferiscono alle autorità d'ambito la \ntitolarità dei beni e delle attrezzature nonché degli impianti realizzati sul \nterritorio con fondi regionali, provinciali o comunitari inerenti il ciclo dei \nrifiuti. \n6. Le autorità d'ambito accedono ai finanziamenti regionali, statali e \ncomunitari.\n7. Per garantire il primo avviamento delle autorità d'ambito, la regione \nassicura loro un contributo per il funzionamento.", '19': "\nFunzioni dell'autorità d'ambito\n1. L'autorità d'ambito esercita le funzioni ad essa assegnate dal decreto \nlegislativo n. 152/06 e successive modificazioni.\n2. Il piano d'ambito può prevedere l'istituzione, nei comuni con popolazione \nsuperiore a diecimila abitanti, di una stazione ecologica attrezzata per il \ndeposito temporaneo delle frazioni differenziate dei rifiuti solidi urbani. \n3. L'autorità d'ambito adotta il piano d'ambito e il programma di interventi, \ndi cui al decreto legislativo n. 152/06, all'articolo 203, entro sessanta \ngiorni dalla sua costituzione, e li trasmette all'osservatorio.\n4. L'adozione del piano d'ambito e del programma degli interventi è condizione \nper la concessione di eventuali contributi da parte della regione.", '20': "\nOrganizzazione della gestione dei rifiuti\n1. L'autorità d'ambito affida il servizio di gestione integrata dei rifiuti, \nnel rispetto del decreto legislativo n. 152/06, articolo 202 e della normativa \ncomunitaria e nazionale sull'evidenza pubblica, nonché in conformità alle \nleggi regionali in materia.\n2. All'autorità d'ambito è trasferito l'esercizio delle competenze degli enti \nlocali consorziati in materia di gestione integrata dei rifiuti.\n3. L'autorità d'ambito adottando apposito regolamento, in sede di definizione \ndelle tariffe a carico dei cittadini, nel rispetto della normativa vigente, \ndefinisce:a) le misure di perequazione a vantaggio delle fasce sociali più deboli;\nb) le misure di incentivazione e premialità, compresa la compensazione \neconomica, per l'attuazione di forme di raccolta virtuose che dipendono dalla \npartecipazione attiva dei cittadini.", '21': "\nRequisiti tecnici, ubicazione degli impianti e autorizzazione all'esercizio\n1. I nuovi impianti sono ubicati nelle zone individuate dalle province. Per \nl'ubicazione degli impianti esclusivamente destinati a servizio della raccolta \ndifferenziata, le province provvedono, d'intesa con i comuni interessati ed \naltri enti, a individuare prioritariamente aree e complessi industriali \ndismessi ovvero in disuso. \n2. Nella progettazione, realizzazione ed esercizio degli impianti di recupero \ne di smaltimento dei rifiuti sono utilizzate tecnologie idonee a garantire la \ntutela dei cittadini e la progressiva riduzione dell'impatto ambientale \nderivante dai rifiuti. \n3. Le procedure per il rilascio e per il rinnovo delle autorizzazioni \nall'esercizio di impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti, anche \npericolosi, sono disciplinate dal decreto legislativo n. 152/06, capo IV, \ntitolo I, articoli n. 208 e seguenti. Resta ferma l'applicazione della \nnormativa nazionale di attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla \nprevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento, per gli impianti \nrientranti nel campo di applicazione della stessa.", '22': "\nObiettivi di riduzione del conferimento di rifiuti in discarica\n1. La regione elabora e approva un programma per la riduzione dei rifiuti \nbiodegradabili da allocare in discarica allo scopo di raggiungere gli \nobiettivi previsti dal decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36.\n2. Il programma di cui al comma 1 prevede il trattamento dei rifiuti e, in \nparticolare, il riciclaggio, il trattamento aerobico o anaerobico e il \nrecupero di materiali o di energia.\n3. I programmi e i relativi stati annuali di attuazione sono trasmessi al \nMinistero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai fini \ndella relativa comunicazione alla commissione europea.", '23': '\nPoteri sostitutivi delle province\n1. I poteri sostitutivi attribuiti alle province dalla presente legge sono \nesercitati dal presidente della provincia competente per territorio il quale, \nprevia diffida e assegnazione di un termine ad adempiere nei successivi trenta \ngiorni, provvede, in caso di ulteriore inerzia, mediante la nomina di un \ncommissario ad acta.', '24': "\nPoteri sostitutivi della regione\n1. La regione esercita le funzioni di vigilanza e i relativi poteri \nsostitutivi in ordine all'attuazione del PRGR, alla costituzione delle \nautorità d'ambito di cui agli articoli 16, 17, 18 e 19 e all'affidamento del \nservizio di cui all'articolo 20.\n2. I poteri sostitutivi attribuiti alla regione dalla presente legge sono \nesercitati dal presidente della giunta regionale, il quale, previa diffida ed \nassegnazione di un termine ad adempiere nei successivi trenta giorni, \nprovvede, in caso di ulteriore inerzia, mediante la nomina di un commissario \nad acta.", '25': "\nIncentivazioni e contributi\n1. Le autorità d'ambito, in ragione delle diverse realtà territoriali, \norganizzano il servizio di raccolta in modo da incrementare quantità e qualità \ntali da assicurare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta \ndifferenziata, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 3.\n2. La giunta regionale, per il conseguimento degli obiettivi di cui al comma \n1, definisce i criteri e le modalità di assegnazione dei contributi destinati \nagli ATO per incentivare lo sviluppo dei servizi, la realizzazione di \nstrutture per la raccolta differenziata nonché il conseguimento di livelli più \nelevati di tutela ambientale. Al raggiungimento di tali obiettivi è \nriconosciuto anche un contributo di premialità.\n3. Le autorità d'ambito trasmettono annualmente alla regione ed alle province \ni dati relativi alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta nell'anno \nprecedente.", '26': "\nRiduzione della produzione di rifiuti e disposizioni per l'uso della carta \nriciclata negli enti pubblici\n1. Le disposizioni di cui alla legge regionale 3 settembre 2002, n. 18 sono \nestese anche agli enti locali e alle società di gestione dei servizi pubblici \nlocali in ambito regionale.\n2. La giunta regionale emana direttive per la promozione presso i soggetti di \ncui al comma 1 e gli enti di cui alla legge regionale n. 18/02, articolo 2, \ncomma 1, dell'uso esclusivo di carta e cartoni riciclati nonché per la \nraccolta differenziata della carta, del cartone, delle cartucce di inchiostro, \ndei toner, del materiale d'ufficio e degli altri beni mobili dismessi, \nindividuati e disciplinati come beni durevoli ai sensi della normativa \nvigente.", '27': "\nIniziative regionali per la riduzione della produzione dei rifiuti e per il \nloro recupero\n1. La regione persegue gli obiettivi della prevenzione, riduzione della \nproduzione dei rifiuti e recupero degli stessi attuando, secondo le modalità \nprescritte dalla normativa vigente, le seguenti azioni:\na) campagne informative, formative ed educative rivolte all'intera popolazione \ne alle scuole, promuovendo l'adozione di comportamenti tali da favorire la \nprevenzione e la riduzione dei rifiuti;\nb) campagne informative rivolte ai produttori, ai commercianti e agli \nartigiani, che promuovono la riduzione dei rifiuti di ogni tipo, con \nparticolare riguardo agli imballaggi ingombranti e non riutilizzabili;\nc) divulgazione ed incentivazione della pratica di compostaggio domestico \ndegli scarti alimentari e di giardinaggio;\nd) sperimentazione, adozione, diffusione e incentivazione, nelle attività \ndegli uffici, di metodologie e strumenti di lavoro tali da ridurre la \nproduzione di rifiuti attraverso l'uso di materiali riutilizzabili, l'impiego \ndi materiali e prodotti derivanti da riciclo, l'utilizzo di contenitori di \ntoner e di inchiostro nonchè di penne e batterie ricaricabili.\n2. La regione, per la realizzazione degli obiettivi di cui al comma 1, \npromuove accordi con le province e i comuni prevedendo anche le relative \nrisorse economiche.\n3. Le modalità degli accordi sono definite dalla giunta regionale in un \nprogramma triennale di iniziative elaborato anche sulla base del piano regionale dei rifiuti.", '28': '\nContributo ai comuni sede di impianti di recupero e di smaltimento\n1. Ai comuni, sede di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani, è dovuto \nun contributo da parte dei soggetti affidatari del servizio integrato.', '29': "\nNorme di compensazione per lo smaltimento di rifiuti tra ATO\n1. La giunta regionale determina annualmente misure di compensazione tra ATO \nper lo smaltimento dei rifiuti urbani provenienti da ambiti territoriali \ndiversi da quello nel quale è situato l'impianto.", '30': "\nPersonale \n1. Il personale in servizio presso l'ARPAC, proveniente dall'ufficio del \ncommissario delegato, di cui alle ordinanze del Presidente del Consiglio dei \nministri 18 marzo 1996, n. 2425, e 22 dicembre 2000, n. 3100, che ha maturato \nalmeno ventiquattro mesi di servizio alla data di pubblicazione della presente \nlegge, è ammesso a partecipare, con la riserva fino al cinquanta per cento dei \nposti, ai concorsi banditi dall'ARPAC.\n2. La partecipazione ai concorsi di cui al comma 1 è ammessa per le qualifiche \ncorrispondenti alle posizioni giuridiche ricoperte alla data del 31 gennaio \n2007 nell'ambito dell'ufficio del commissario delegato e degli enti pubblici \nconvenzionati.", '31': "\nNorma finanziaria\n1. All'onere finanziario derivante dalla presente legge, valutato per il 2007 \nin euro 1 milione, si fa fronte con lo stanziamento di cui all'unità \nprevisionale di base 1.1.1 dello stato di previsione della spesa.\n2. All'onere per gli anni successivi si provvede con legge di bilancio.", '32': "\nAbrogazione e norma transitoria\n1. Alla data di entrata in vigore della presente legge è abrogata la legge \nregionale 10 febbraio 1993, n. 10, fatta eccezione per l'articolo 6, che è \nabrogato a decorrere dalla data di aggiudicazione del servizio di gestione \nintegrato dei rifiuti da parte delle autorità d'ambito ai sensi dell'articolo \n20, comma 1.", '33': "\nPersonale dipendente dei disciolti consorzi di bacino\n1. Al personale utilizzato ai servizi per la gestione dei rifiuti si applicano \nle disposizioni di cui alla legge 28 novembre1996, n. 608, al decreto \nlegislativo n. 152/06, alla legge 27 gennaio 2006, n. 21 e all'ordinanza del \nPresidente del Consiglio dei ministri 9 febbraio 2007, n. 3564.", '34': "\nDichiarazione d'urgenza\n1. La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi e per gli effetti degli \narticoli 43 e 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno successivo alla \nsua pubblicazione nel bollettino ufficiale della regione Campania. \nNapoli, 28 marzo 2007-04-10\n-BASSOLINO -"} | null |
campania | 2,007 | 5 | null | {'1': "1. Al comma 6 dell'articolo 6 della legge regionale 24 dicembre 2003, n. 28, \ncosì come modificato dall'articolo 34, comma 3, della legge regionale 19 \ngennaio 2007, n. 1, le parole “a decorrere dall'anno 2006â€\x9d sono sostituite \ncon le parole “a decorrere dall'anno 2007â€\x9d.\n2. Dopo il comma 6 dell'articolo 6 della legge regionale n. 28/03, così come \nmodificato dall'articolo 34, comma 3, della legge regionale n. 1/07, è \ninserito il seguente comma:\n“6 bis. La somma di 170 milioni di euro relativa all'anno 2006 derivante dalle \nentrate di cui al comma 6 è destinata al ripiano dei disavanzi delle aziende \nsanitarie regionali registrati nel medesimo anno. Gli interessi non possono \nessere più onerosi di quelli derivanti dall'operazione di cartolarizzazione \ndella società regionale per la sanità -SORESA spa- così come stabilito dal \ncontratto con le banche (articolo 5, punto 5.1 -commissioni e spese-).â€\x9d\n3. Gli interessi che la regione Campania corrisponde per la restituzione dei \n170 milioni di euro relativi all'anno 2006, destinati al ripiano dei debiti \ndel servizio sanitario gestito dalle aziende ospedaliere regionali registrate \nnel medesimo anno, non possono essere più onerosi di quelli stabiliti \nnell'operazione di cartolarizzazione della SORESA spa, come previsto \ndall'articolo 2 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24.", '2': "1. Al fine di consentire il rispetto degli impegni finanziari previsti dal \npiano di rientro approvato con specifico accordo con lo Stato, ai sensi \ndell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, per \nl'ammortamento del debito pregresso al 31 dicembre 2005 la Regione destina \nun'entrata finalizzata pari a 38 milioni di euro a decorrere dal 2008 e per \ntrenta anni, a valere sulle entrate del titolo I del bilancio regionale.\n2. Se dall'operazione di cartolarizzazione dei debiti sanitari di cui all'articolo 2 della legge regionale 29 dicembre 2005, n. 24 e successive \nmodifiche, si determinano minori costi di ammortamento, le risorse che si \nrendono disponibili rispetto all'importo di 170 milioni di euro annui, di cui \nall'articolo 6, comma 6, della legge regionale n. 28/03, come modificato \ndall'articolo 34, comma 3, della legge regionale n. 1/07, sono destinate \nall'obiettivo di cui al comma 1, con conseguente rideterminazione dell'importo \ndi 38 milioni di euro annui previsto al medesimo comma 1, fermo restando \nl'obbligo della copertura dell'ammortamento del debito complessivo, ivi \ncompreso l'eventuale importo del debito non cartolarizzato.", '3': "1. La Giunta regionale entro il 31 luglio 2007, vista la valutazione della \ncommissione di cui alla delibera di Giunta regionale 29 giugno 2005, n. 1049 \nsull'operato dei direttori generali delle aziende sanitarie nell'esercizio \n2006, dispone:\na) la corresponsione dell'incentivo di cui al decreto legislativo 30 dicembre\n1992, n. 502, articolo 3/bis, comma 6;\nb) la non corresponsione di tale incentivo, secondo quanto stabilito \ndall'articolo 8 della legge regionale n. 28/03;\nc) la decadenza immediata dall'incarico in caso di valutazione negativa.\n2. La valutazione di cui al comma 1 è immediatamente comunicata al Consiglio \nregionale ed è ripetuta entro il 31 luglio di ogni anno successivo per l'anno \nprecedente.", '4': '1. I ratei di anticipazione per gli istituti di ricerca -istituto oncologico \nPascale, azienda universitaria Federico II e seconda università di Napoli-\nsono determinati al novantacinque per cento, come già avviene per tutte le \naziende sanitarie e ospedaliere regionali.'} | null |
campania | 2,007 | 3 | null | {'1': "Finalità e obiettivi \n1. La presente legge disciplina, nei limiti e nel rispetto della \nCostituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento nazionale e \ncomunitario e dagli obblighi internazionali, la programmazione, la \nprogettazione, l'affidamento, l'esecuzione, il collaudo e la manutenzione di \nappalti pubblici di lavori, servizi e forniture di qualsiasi importo da \neseguirsi sul territorio regionale, con esclusione di quelli attribuiti alla \ncompetenza dello Stato.\n2. Le disposizioni della presente legge perseguono obiettivi di qualità del \nprodotto, nonché di economicità, efficienza, efficacia, tempestività, \ncorrettezza e qualità del ciclo dell'appalto. L'affidamento e l'esecuzione di \nopere e lavori pubblici, servizi e forniture devono altresì rispettare i \nprincipi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione, \ntrasparenza, proporzionalità, nonché quello di pubblicità con le modalità \nindicate dalla presente legge.\n3. Il principio di economicità può essere subordinato, entro i limiti in cui \nè espressamente consentito dalle norme vigenti e dalla presente legge, ai \ncriteri previsti dal bando ispirati a esigenze sociali, nonchè alla tutela \ndella salute e dell'ambiente e alla promozione dello sviluppo sostenibile.\n4. Per quanto non espressamente previsto nella presente legge, le procedure \ndi affidamento e le altre attività amministrative in materia di contratti \npubblici si espletano nel rispetto delle disposizioni sul procedimento \namministrativo di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive \nmodificazioni.\n5. Per quanto non espressamente previsto nella presente legge, l'attività \ncontrattuale delle stazioni appaltanti, degli enti aggiudicatari e dei \nsoggetti aggiudicatori, aventi per oggetto l'acquisizione di servizi, \nprodotti, lavori e opere, si svolge nel rispetto, altresì, delle disposizioni stabilite dal codice civile e dalla legislazione vigente.\n6. Nell'applicazione della presente legge, i contenuti delle attività e le \nmodalità del loro svolgimento assicurano: \na) il rispetto delle norme urbanistiche e ambientali, nonché la tutela e la \nvalorizzazione dell'ambiente nella prospettiva della sostenibilità dello \nsviluppo regionale e dello sviluppo ecosostenibile della regione Campania; \nb) l'integrazione della componente ambientale nella programmazione settoriale \ne nella sua attuazione; \nc) l'uso oculato delle risorse naturali, con particolare riguardo ai \nmateriali ed alle fonti non rinnovabili, favorendo l'impiego di materiale \nriciclato e la riduzione della produzione di rifiuti;\nd) la valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la qualità \narchitettonica e tecnologica, nonché l'accessibilità da parte di tutti \ndell'ambiente costruito e non costruito attraverso la eliminazione delle \nbarriere architettoniche; \ne) la garanzia di libera e paritaria concorrenza tra gli operatori economici \nnel rispetto delle norme emanate a tutela dei diritti dei lavoratori e \ndella sicurezza degli stessi, nonché della regolarità delle posizioni \nassicurative e previdenziali; \nf) la promozione della partecipazione degli operatori economici alle \npolitiche di partenariato e dell'apporto di risorse private nella \nrealizzazione d'interventi infrastrutturali, anche a mezzo dello strumento \ndella finanza di progetto, prevedendo misure incentivanti a favore degli \nenti locali e dei soggetti privati e contemperando esigenze di garanzia e \ndi convenienza;\ng) la qualificazione e l'adeguamento delle strutture regionali e degli enti \nlocali, anche in forma aggregata elevando il livello di collaborazione, \nsemplificando le procedure, promuovendo lo sviluppo e la qualificazione \ndelle funzioni e delle attività degli uffici tecnici delle amministrazioni \npubbliche aggiudicatici e dei soggetti professionali e imprenditoriali \nabilitati;\nh) la determinazione delle funzioni e delle attività negli uffici tecnici e \ndei soggetti-professionisti e società - abilitati per legge, nel rispetto \ndei principi di trasparenza, libera concorrenza e pari opportunità.", '2': "Definizioni\n1. Ai fini della presente legge ed ai sensi della direttiva 2004/18/CE del \nParlamento europeo, relativa al coordinamento delle procedure di \naggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi \nnei settori ordinari e denominata direttiva europea unificata, si applicano \nle definizioni che seguono.\n2. I «contratti» o i «contratti pubblici» sono i contratti di appalto o di \nconcessione aventi per oggetto l'acquisizione di servizi o di forniture, \novvero l'esecuzione di opere o lavori, posti in essere dalle stazioni \nappaltanti, dagli enti aggiudicatori, dai soggetti aggiudicatori.\n3. I «settori ordinari» dei contratti pubblici sono i settori diversi da \nquelli del gas, energia termica, elettricità, acqua, trasporti, servizi \npostali, sfruttamento di area geografica, in cui operano le stazioni \nappaltanti come definite dal presente articolo.\n4. I «settori speciali» dei contratti pubblici sono i settori del gas, \nenergia termica, elettricità, acqua, trasporti, servizi postali, sfruttamento \ndi area geografica.\n5. Gli «appalti pubblici» sono i contratti a titolo oneroso, stipulati per \niscritto tra una stazione appaltante o un ente aggiudicatore e uno o più operatori economici, aventi per oggetto l'esecuzione di lavori, la fornitura \ndi prodotti, la prestazione di servizi come definiti dalla presente legge.\n6. Gli «appalti pubblici di lavori» sono appalti pubblici aventi per oggetto \nl'esecuzione o, congiuntamente, la progettazione esecutiva e l'esecuzione, \novvero, previa acquisizione in sede di offerta del progetto definitivo, la \nprogettazione esecutiva e l'esecuzione, relativamente a lavori o opere \nrientranti nell'allegato I della direttiva europea unificata, oppure \nl'esecuzione, con qualsiasi mezzo, di un'opera rispondente alle esigenze \nspecificate dalla stazione appaltante o dall'ente aggiudicatore, sulla base \ndel progetto preliminare posto a base di gara.\n7. I «lavori» comprendono le attività di costruzione, demolizione, recupero, \nristrutturazione, restauro e manutenzione di opere. Per «opera» si intende il \nrisultato di un insieme di lavori, che di per sè esplica una funzione \neconomica o tecnica. Le opere comprendono sia quelle che sono il risultato di \nun insieme di lavori edilizi o di genio civile di cui all'allegato I della \ndirettiva europea unificata, sia quelle di presidio e difesa ambientale e di \ningegneria naturalistica.\n8. Gli «appalti pubblici di forniture» sono appalti pubblici diversi da \nquelli di lavori o di servizi, aventi per oggetto l'acquisto, la locazione \nfinanziaria, la locazione o l'acquisto a riscatto, con o senza opzione per \nl'acquisto, di prodotti.\n9. Gli «appalti pubblici di servizi» sono appalti pubblici diversi dagli \nappalti pubblici di lavori o di forniture, aventi per oggetto la prestazione \ndei servizi di cui all'allegato II della direttiva europea unificata.\n10. Le «concessioni di lavori pubblici» sono contratti a titolo oneroso, \nconclusi in forma scritta, aventi ad oggetto, in conformità alla presente \nlegge e al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive \nmodificazioni, l'esecuzione, ovvero la progettazione esecutiva e \nl'esecuzione, ovvero la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva \ne l'esecuzione di lavori pubblici o di pubblica utilità, e di lavori ad essi \nstrutturalmente e direttamente collegati, nonchè la loro gestione funzionale \ned economica, che presentano le stesse caratteristiche di un appalto pubblico \ndi lavori, ad eccezione del fatto che il corrispettivo dei lavori consiste \nunicamente nel diritto di gestire l'opera o in tale diritto accompagnato da \nun prezzo, in conformità alla presente legge e al Codice.\n11. La «concessione di servizi» è un contratto che presenta le stesse \ncaratteristiche di un appalto pubblico di servizi, ad eccezione del fatto che \nil corrispettivo della fornitura di servizi consiste unicamente nel diritto \ndi gestire i servizi o in tale diritto accompagnato da un prezzo.\n12. L'«accordo quadro» è un accordo concluso tra una o più stazioni \nappaltanti e uno o più operatori economici e il cui scopo è quello di \nstabilire le clausole relative agli appalti da aggiudicare durante un dato \nperiodo, in particolare per quanto riguarda i prezzi e, se del caso, le \nquantità previste.\n13. Il «sistema dinamico di acquisizione» è un processo di acquisizione \ninteramente elettronico, per acquisti di uso corrente, le cui caratteristiche \ngeneralmente disponibili sul mercato soddisfano le esigenze di una stazione \nappaltante, limitato nel tempo e aperto per tutta la sua durata ad ogni \noperatore economico che soddisfa i criteri di selezione e che ha presentato \nun'offerta indicativa conforme al capitolato d'oneri.\n14. L'«asta elettronica» è un processo per fasi successive basato su un \ndispositivo elettronico di presentazione di nuovi prezzi, modificati al \nribasso, o di nuovi valori riguardanti taluni elementi delle offerte, che \ninterviene dopo una prima valutazione completa delle offerte permettendo che \nla loro classificazione possa essere effettuata sulla base di un trattamento automatico. Gli appalti di servizi e di lavori che hanno per oggetto \nprestazioni intellettuali, come la progettazione di lavori, non possono \nessere oggetto di aste elettroniche.\n15. I contratti «di rilevanza comunitaria» sono i contratti pubblici il cui \nvalore stimato al netto dell'imposta sul valore aggiunto -IVA- è pari o \nsuperiore alle soglie di cui agli articoli 28, 32, comma 1, lettera e), 91, \n99, 196, 215, 235 del d.lgs. 163/ 06 e successive modificazioni, e che non \nrientrano nel novero dei contratti esclusi.\n16. I contratti «sotto soglia» sono i contratti pubblici il cui valore \nstimato al netto dell'imposta sul valore aggiunto -IVA- è inferiore alle \nsoglie di cui agli articoli 28, 32, comma 1, lettera e), 91, 99, 196, 215, \n235, del d.lgs. n. 163/2006 e successive modificazioni che non rientrano nel \nnovero dei contratti esclusi.\n17. I «contratti esclusi» sono i contratti pubblici sottratti in tutto o in \nparte alla disciplina della presente legge e quelli non contemplati dalla \npresente legge.\n18. I termini «imprenditore», «fornitore» e «prestatore di servizi» designano \nuna persona fisica, o una persona giuridica, o un ente senza personalità \ngiuridica, ivi compreso il gruppo europeo di interesse economico - GEIE -\ncostituito ai sensi del decreto legislativo 23 luglio 1991, n. 240, che offre \nsul mercato, rispettivamente, la realizzazione di lavori o opere, la \nfornitura di prodotti, la prestazione di servizi.\n19. Il termine «raggruppamento temporaneo» designa un insieme di \nimprenditori, o fornitori, o prestatori di servizi, costituito, anche \nmediante scrittura privata, allo scopo di partecipare alla procedura di \naffidamento di uno specifico contratto pubblico, mediante presentazione di \nuna unica offerta.\n20. Il termine «consorzio» si riferisce ai consorzi previsti \ndall'ordinamento, con o senza personalità giuridica.\n21. Il termine «operatore economico» comprende l'imprenditore, il fornitore e \nil prestatore di servizi o un raggruppamento o consorzio di essi.\n22. L'«offerente» è l'operatore economico che ha presentato un'offerta.\n23. Il «candidato» è l'operatore economico che ha chiesto di partecipare a \nuna procedura ristretta o negoziata o a un dialogo competitivo.\n24. Le «amministrazioni aggiudicatrici» sono le amministrazioni dello Stato, \ngli enti pubblici territoriali, gli altri enti pubblici non economici, gli \norganismi di diritto pubblico, le associazioni, unioni, consorzi, comunque \ndenominati, costituiti da detti soggetti.\n25. L'«organismo di diritto pubblico» è ogni organismo, anche in forma \nsocietaria:\na) istituito per soddisfare specificatamente esigenze di interesse generale, \naventi carattere non industriale o commerciale;\nb) dotato di personalità giuridica;\nc) la cui attività è finanziata in modo maggioritario dallo Stato, dagli enti \npubblici territoriali o da altri organismi di diritto pubblico oppure la \ncui gestione è soggetta al controllo di questi ultimi oppure il cui organo \nd'amministrazione, di direzione o di vigilanza è costituito da membri dei \nquali più della metà è designata dallo Stato, dagli enti pubblici \nterritoriali o da altri organismi di diritto pubblico.\n26. Le «imprese pubbliche» sono le imprese su cui le amministrazioni \naggiudicatrici possono esercitare, direttamente o indirettamente, \nun'influenza dominante o perché ne sono proprietarie, o perché vi hanno \nuna partecipazione finanziaria, o in virtù delle norme che disciplinano \ndette imprese. L'influenza dominante è presunta quando le amministrazioni \naggiudicatrici, direttamente o indirettamente, riguardo all'impresa, alternativamente o cumulativamente:\na) detengono la maggioranza del capitale sottoscritto;\nb) controllano la maggioranza dei voti cui danno diritto le azioni emesse \ndall'impresa;\na) hanno il diritto di nominare più della metà dei membri del consiglio di \namministrazione, di direzione o di vigilanza dell'impresa.\n27. Gli «enti aggiudicatori» comprendono le amministrazioni aggiudicatici, \nle imprese pubbliche, e i soggetti che, non essendo amministrazioni \naggiudicatici o imprese pubbliche, operano in virtù di diritti speciali o \nesclusivi concessi loro dall'autorità competente secondo le norme vigenti.\n28. Gli «altri soggetti aggiudicatori» sono i soggetti privati tenuti \nall'osservanza delle disposizioni della presente legge.\n29. L'espressione «stazione appaltante» comprende gli enti aggiudicatori.\n30. La «centrale di committenza» è un'amministrazione aggiudicatrice che:\na) acquista forniture o servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o \naltri enti aggiudicatori;\nb) aggiudica appalti pubblici o conclude accordi quadro di lavori, forniture \no servizi destinati ad amministrazioni aggiudicatrici o altri enti \naggiudicatori.\n31. Il «profilo di committente» è il sito informatico di una stazione \nappaltante su cui sono pubblicati gli atti e le informazioni previsti dalla \npresente legge. Per i soggetti pubblici tenuti all'osservanza del decreto \nlegislativo 7 marzo 2005, n. 82 e del decreto legislativo 28 febbraio 2005, \nn. 42, il profilo di committente è istituito nel rispetto delle previsioni di \ntali atti legislativi e successive modificazioni, e delle relative norme di \nattuazione ed esecuzione.\n32. Le «procedure di affidamento» e l'«affidamento» comprendono sia \nl'affidamento di lavori, servizi, o forniture, o incarichi di progettazione, \nmediante appalto, sia l'affidamento di lavori o servizi mediante concessione, \nsia l'affidamento di concorsi di progettazione e di concorsi di idee.\n33. Le «procedure aperte» sono le procedure in cui ogni operatore economico \ninteressato può presentare un'offerta.\n34. Le «procedure ristrette» sono le procedure alle quali ogni operatore \neconomico può chiedere di partecipare e in cui possono presentare un'offerta \nsoltanto gli operatori economici invitati dalle stazioni appaltanti, con le \nmodalità stabilite dalla presente legge.\n35. Il «dialogo competitivo» è una procedura nella quale la stazione \nappaltante, in caso di appalti particolarmente complessi, avvia un dialogo \ncon i candidati ammessi a tale procedura, al fine di elaborare una o più \nsoluzioni atte a soddisfare le sue necessità e sulla base della quale o delle \nquali i candidati selezionati sono invitati a presentare le offerte; a tale \nprocedura ogni operatore economico può chiedere di partecipare.\n36. Le «procedure negoziate» sono le procedure in cui le stazioni appaltanti \nconsultano gli operatori economici da loro scelti e negoziano con uno o più \ndi essi le condizioni dell'appalto. Il cottimo fiduciario costituisce \nprocedura negoziata.\n37. I «concorsi di progettazione» sono le procedure intese a fornire alla \nstazione appaltante, soprattutto nel settore della pianificazione \nterritoriale, dell'urbanistica, dell'architettura, dell'ingegneria o \ndell'elaborazione di dati, un piano o un progetto, selezionato da una \ncommissione giudicatrice in base ad una gara, con o senza assegnazione di \npremi.\n38. I «concorsi di idee» sono le procedure attraverso cui la stazione \nappaltante acquisisce una proposta ideativa da remunerare con il \nriconoscimento di un congruo premio.39. I termini  «scritto » o «per iscritto » designano un insieme di parole o \ncifre che può essere letto, riprodotto e poi comunicato. Tale insieme può \nincludere informazioni formate, trasmesse e archiviate con mezzi elettronici.\n40. Un «mezzo elettronico» è un mezzo che utilizza apparecchiature \nelettroniche di elaborazione, compresa la compressione numerica, e di \narchiviazione dei dati e che utilizza la diffusione, la trasmissione e la \nricezione via filo, via radio, attraverso mezzi ottici o altri mezzi \nelettromagnetici.\n41. L'«autorità» è l'autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di \nlavori, servizi e forniture, di cui all'articolo 6 del d.lgs. n. 163/06 e \nsuccessive modificazioni.\n42. L'«osservatorio statale» è l'osservatorio dei contratti pubblici relativi \na lavori, servizi forniture di cui all'articolo 7 del d.lgs. n. 163/06 e \nsuccessive modificazioni.\n43. L'«osservatorio regionale» è l'osservatorio regionale degli appalti e \nconcessioni di cui all'articolo 78.\n44.La «consulta» è la consulta regionale degli appalti e concessioni di cui \nall'articolo74.\n45. L'«accordo» è l'accordo sugli appalti pubblici stipulato nel quadro dei \nnegoziati multilaterali dell'Uruguay Round.\n46. Il «regolamento statale» è il regolamento di esecuzione e attuazione di \ncui all'articolo 5 del d. lgs. n. 163/06.\n47. Il «regolamento regionale» è il regolamento di esecuzione e attuazione \ndella presente legge, di cui all'articolo 4.\n48. La «commissione» è la commissione della comunità europea.\n49. Il «vocabolario comune per gli appalti», in appresso CPV -Common \nProcurement Vocabulary- , designa la nomenclatura di riferimento per gli \nappalti pubblici adottata dal regolamento CE n. 2195/2002, assicurando nel \ncontempo la corrispondenza con le altre nomenclature esistenti.\n50. Nel caso di interpretazioni divergenti riguardo al campo di applicazione \ndella presente legge derivanti da eventuali discrepanze tra la nomenclatura \nCPV e la nomenclatura NACE di cui all'allegato I o tra la nomenclatura CPV e \nla nomenclatura CPC, versione provvisoria, di cui all'allegato II della \ndirettiva europea unificata, ha la prevalenza rispettivamente la nomenclatura \nNACE o la nomenclatura CPC.\n51. Sono definiti «appalti pubblici sussidiati» quelli comunque fruenti di un \ncontributo pubblico, in conto capitale o in conto interessi, superiore al \ncinquanta per cento dell'importo a base d'appalto. \n52. Il «Codice» è il d.lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e successive modificazioni.", '3': "Ambito di applicazione\n1. Sono tenute al rispetto della presente legge le stazioni appaltanti \nnell'ambito dell'affidamento sotto qualsiasi forma e per qualsiasi importo, \ndi lavori, servizi e forniture pubblici o di interesse pubblico che si \nrealizzano nel territorio della regione Campania, con esclusione degli \nappalti pubblici, comunque realizzati, attinenti allo svolgimento di compiti \ne funzioni mantenute dallo Stato.\n2. Le disposizioni della presente legge si applicano, altresì, a tutti gli \nappalti di lavori, forniture e servizi sussidiati, ai sensi dell'articolo 2, \ncomma 51.\n3. Nei settori esclusi la presente legge trova applicazione entro i limiti \nstabiliti dalle cause di esclusione previsti dalla direttiva europea \nunificata.", '4': "ttuazione della legge \n1. I regolamenti regionali ed ogni disposizione necessaria alla piena \nattuazione della presente legge sono adottati entro sei mesi dalla \npubblicazione della stessa. \n2. Le amministrazioni aggiudicatrici, al fine di porre in atto le attività \npreviste dalla presente legge, disciplinano l'organizzazione e lo svolgimento \ndelle funzioni loro attribuite nell'ambito dei poteri loro assegnati dalla \nnormativa vigente.", '5': "Adeguamento delle strutture tecnico-amministrative\n1. Le amministrazioni aggiudicatrici si dotano, anche in forma consortile, di \nidonee strutture per l'applicazione della presente legge individuando \nnell'ambito della propria organizzazione l'ufficio competente in materia di \nappalti pubblici con il compito di:\na) garantire le finalità e gli obiettivi di cui all'articolo 1;\nb) fornire le informazioni e la documentazione dovute a soggetti candidati o \nofferenti o a soggetti ed enti a diverso titolo interessati, relative agli \nappalti esperiti e in fase di esperimento ed ai relativi contratti;\nc) fornire supporto ai responsabili del procedimento per la raccolta e \ntrasmissione dei dati richiesti dall'osservatorio regionale di cui \nall'articolo 78 o dai soggetti istituzionalmente legittimati.\n2. La Regione incentiva con sistemi di premialità gli enti alla gestione \nassociata in materia di appalti pubblici favorendo aggregazioni territoriali \ne per tipologie di attività. I regolamenti e gli atti emanati in attuazione \ndella presente legge devono perseguire, nelle forme di volta in volta \nconsentite, l'obiettivo della gestione associata.\n3. I dati e le informazioni di cui al comma 1 possono essere forniti per via \ntelematica in conformità alle norme vigenti sull'uso delle tecnologie \ninformatiche da parte delle amministrazioni aggiudicatrici. La Regione \npredispone ed aggiorna specifici programmi informatici al fine di agevolare \nl'attività di raccolta e trasferimento dei dati da parte delle \namministrazioni aggiudicatrici.", '6': "Responsabile unico del procedimento\n1. Per ogni intervento previsto nel programma triennale, le stazioni \nappaltanti, secondo i propri ordinamenti, individuano un responsabile del \nprocedimento, unico per tutte le fasi del ciclo dell'appalto. \n2. Il responsabile del procedimento possiede adeguate competenze tecnico-\nprofessionali necessarie, in relazione all'oggetto e alla natura \ndell'appalto, a garantire la corretta e tempestiva esecuzione dell'appalto, \nassicurando la conformità alle norme vigenti degli atti e delle procedure \nposti in essere. \n3. Le stazioni appaltanti garantiscono le condizioni organizzative per \nl'efficace espletamento delle attività del responsabile unico del \nprocedimento.\n4. Il regolamento regionale disciplina le funzioni e i compiti del \nresponsabile del procedimento, coordinando con esse i compiti e le \nresponsabilità del direttore dei lavori e dei coordinatori in materia di \nsalute e di sicurezza durante la progettazione e durante l'esecuzione dei \nlavori previsti dal decreto legislativo 14 agosto 1996, n. 494 e successive \nmodificazioni.\n5. Se l'organico delle stazioni appaltanti presenta carenze accertate e non consente il reperimento di idonee figure professionali, esse incaricano delle \nfunzioni di responsabile del procedimento figure professionali dipendenti di \naltre amministrazioni pubbliche o assumono idonee figure professionali con \nrapporto di lavoro a tempo determinato, anche per singoli interventi, secondo \nle modalità che sono stabilite dal regolamento regionale.\n6. La regione Campania effettua annualmente corsi di aggiornamento \nprofessionale sulle attività del responsabile del procedimento, secondo le \nmodalità stabilite con il regolamento regionale.\n7. Il nominativo del responsabile del procedimento è indicato nel bando o \navviso con cui si indice la gara per l'affidamento del contratto di lavori, \nservizi, forniture, ovvero, nelle procedure in cui non vi sono bando o avviso \ndi gara, nell'invito a presentare un'offerta.", '7': "Programmazione\n1. Le amministrazioni aggiudicatrici si dotano di un programma triennale e di \nun elenco annuale in cui sono individuati separatamente i lavori, i servizi e \nle forniture che si intendono realizzare ed acquisire attraverso contratti di \nappalto o di concessione. \n2. Il programma triennale e l'elenco annuale di cui al comma 1 sono redatti \nsecondo gli schemi definiti dalla Giunta regionale e approvati \ncontestualmente al bilancio di previsione.\n3. Possono essere inseriti nell'elenco annuale :\na) gli appalti di lavori se corredati di un livello progettuale preliminare \napprovato;\nb) gli appalti di forniture e servizi corredati del livello progettuale \ndefinito con regolamento regionale.\n4. L'inserimento dell'appalto nel programma triennale è presupposto per la \nconcessione di finanziamento pubblico.\n5. Gli appalti di importo inferiore ad euro centomila per i quali non vi è \nrichiesta di finanziamento pubblico, possono essere realizzati anche se non \ninseriti nel programma triennale.\n6. Un lavoro, servizio o fornitura non inserito nel programma triennale può \nessere affidato sulla base di un autonomo piano finanziario che non utilizza \nrisorse già previste tra i mezzi finanziari dello stesso elenco, fatta \neccezione per le risorse resesi disponibili da accertate economie e per \ninterventi imposti da eventi imprevedibili o calamitosi o dipendenti da \nsopravvenute disposizioni di legge o regolamenti statali o regionali, ovvero \nda atti adottati a livello comunitario. \n7. Il programma triennale e l'elenco annuale, nonchè le eventuali loro \nvariazioni, allorché approvati dall'organo competente, sono inviati \nall'osservatorio regionale che ne dà pubblicità mediante pubblicazione sul \nsito informatico della regione Campania. \n8. Il programma triennale identifica in modo puntuale, sintetico e con ordine \ndi priorità, l'oggetto di ogni singolo appalto che si intende realizzare ed \nil relativo costo complessivo presunto. Sono comunque prioritari gli appalti \ninerenti lavori, servizi e forniture riferiti alla manutenzione e al recupero \ndel patrimonio edilizio e ambientale esistente, gli appalti di completamento, \ngli appalti finalizzati alla mitigazione o eliminazione di barriere \narchitettoniche, gli appalti da affidarsi a mezzo di finanza di progetto. \nL'inserimento degli appalti nel programma triennale è preceduto da un'analisi \ndei bisogni e da uno studio di fattibilità. Con regolamento regionale sono \nstabiliti i contenuti minimi dell'analisi dei bisogni e dello studio di \nfattibilità, con riferimento anche alla compatibilità ambientale e \nall'utilizzo razionale dei materiali e delle fonti energetiche non rinnovabili. \n9. L'elenco annuale identifica gli appalti di lavori, servizi e forniture che \nsi intendono bandire nell'esercizio finanziario cui esso si riferisce e \nspecifica le caratteristiche essenziali degli stessi, previo accertamento da \nparte del responsabile del procedimento della conformità agli strumenti \nurbanistici vigenti o adottati, della disponibilità finanziaria e della \ndotazione del livello progettuale propedeutico.\n10. Le opere possono essere di norma finanziate sulla base di progetti \npreliminari approvati secondo le modalità fissate dalla legislazione \nnazionale e regionale vigente.", '8': "Risparmio energetico e tutela delle risorse non rinnovabili\n1. La regione Campania, nel rispetto della normativa di principio vigente a \nlivello nazionale e, comunque, dei principi generali dell'ordinamento \ngiuridico, promuove l'utilizzo di tecnologie volte al risparmio energetico, \nal rispetto dell'ambiente, alla tutela delle risorse non rinnovabili, nonché \nl'utilizzo di materiali da costruzione riciclabili mediante l'adozione di \natti di indirizzo che prevedono livelli minimi di intervento da adottarsi per \ngli appalti sul territorio della regione Campania oltre a forme di premialità \na favore delle amministrazioni all'uopo ottemperanti.", '9': "Barriere architettoniche\n1. La Giunta regionale, nel rispetto della normativa di principio vigente a \nlivello nazionale e, comunque, dei principi generali dell'ordinamento \ngiuridico, sentita la consulta regionale degli appalti e concessione di cui \nall'articolo 74, definisce le soluzioni tecniche per l'adeguamento delle \nstrutture pubbliche o di interesse pubblico al fine di renderle compatibili \ncon le norme in materia di eliminazione delle barriere architettoniche.\n2. Il responsabile del procedimento e i soggetti incaricati delle attività di \nverifica e validazione dei progetti accertano la conformità alle norme \nvigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche al fine di \nrendere a chiunque accessibili e fruibili gli spazi e gli ambienti \ninteressati dalla progettazione stessa.\n3. La non conformità alla normativa e alle soluzioni tecniche di cui al comma \n1 è considerata errore progettuale ai sensi dell'articolo 56, comma 3, lett. \ne).\n4. La Regione istituisce un fondo per il co-finanziamento, fino ad un massimo \ndel settanta per cento del costo di realizzazione, per gli adeguamenti di cui \nal presente articolo.\n5. La regione Campania rileva ed aggiorna la presenza di impedimenti alla \nfruizione degli ambienti pubblici o aperti al pubblico. Le associazioni e gli \nenti, istituzionali e di volontariato, che operano nell'ambito della difesa \ndei diritti dei soggetti diversamente abili, che vengono a conoscenza di \ncondizioni di totale o parziale carenza di agibilità di ambienti e spazi \naperti alla pubblica fruizione, ne fanno segnalazione alla Giunta regionale \nche ne tiene conto in sede di elaborazione degli indirizzi di programmazione.\n6. Il responsabile del procedimento, in sede di validazione del progetto, \nattesta con specifica relazione la presenza di condizioni e stati di fatto \nnon modificabili ai fini della mitigazione o eliminazione delle barriere \narchitettoniche e indica le soluzioni conseguenziali.", '10': "\nFondo regionale per il sostegno alla progettazione e alla programmazione dei \nconcorsi1. E’ istituito, nel rispetto della normativa di principio vigente a livello \nnazionale e, comunque, dei principi generali dell'ordinamento giuridico, il \nfondo regionale per il sostegno alla progettazione e alla programmazione dei \nconcorsi di idee e di progetto delle opere pubbliche di comuni, province, \ncomunità montane e relativi consorzi, rivolti alla mitigazione delle \ncondizioni di disagio e di emergenza sociale, economica ed ambientale nonché \ndi predisposizione allo sviluppo. Il fondo è alimentato da quote pari all' \nuno per cento degli stanziamenti annuali per le opere pubbliche regionali e \ndegli analoghi stanziamenti degli enti che intendono accedere al fondo.\n2. I contributi erogabili dal fondo di cui al comma 1 sono destinati agli \nenti locali e sono rivolti al finanziamento:\na) delle spese di progettazione delle opere pubbliche da realizzare con \npriorità nei comuni con popolazione inferiore a cinquantamila abitanti, \nnella misura minima del cinquanta per cento del costo effettivo di \nprogettazione preliminare definitiva ed esecutiva delle indagini \noccorrenti;\nb) delle spese di redazione di studi di fattibilità e di progetti preliminari \nrelativi ad opere pubbliche o di interesse pubblico di particolare \nimportanza strategica per lo sviluppo regionale e per interventi da \nappaltare con il sistema della concessione o della finanza di progetto;\nc) delle spese di assistenza tecnica per l'elaborazione di programmi \nintegrati di intervento, che coinvolgono una pluralità di soggetti \nattuatori in un ambito territoriale sovra comunale;\nd) delle forme di sostegno tecnico-finanziario per l'espletamento dei \nconcorsi di idee e di progettazione finalizzati alla valorizzazione della \nqualità architettonica ed ambientale delle opere il cui importo stimato \nnon è inferiore ad euro duecentomila. \n3. I contributi di cui al comma 2, lettera a), possono anche essere erogati \nper opere inserite in programmi di interventi intercomunali o che soddisfano \nun bacino di utenza sovra comunale, indipendentemente dal vincolo del numero \ndi abitanti.\n4. I contributi di cui al comma 2, lettera a), sono restituiti dalle \namministrazioni beneficiarie che ottengono per la medesima opera altro \nfinanziamento pubblico comprensivo delle spese di progettazione ed \naffluiscono al fondo regionale. \n5. Le modalità istitutive del capitolo di bilancio relativo al fondo e la \nrelativa dotazione finanziaria spettano al Consiglio regionale. I \nprocedimenti amministrativi relativi alle richieste avanzate dai soggetti \nlegittimati sono disciplinati con disposizione della Giunta regionale su \nproposta dell'assessore ai lavori pubblici d'intesa con l'assessore al \nbilancio.", '11': "\nCorrispettivi, incentivi e spese per la progettazione\n1. Le amministrazioni aggiudicatici non possono subordinare la corresponsione \ndei compensi relativi allo svolgimento della progettazione e delle attività \ntecnico-amministrative ad essa connesse all'ottenimento del finanziamento \ndell'opera progettata. Nella convenzione stipulata fra amministrazione \naggiudicatrice e progettista incaricato sono previste le condizioni e le \nmodalità per il pagamento dei corrispettivi con riferimento alla normativa \nvigente in materia. Ai fini dell'individuazione dell'importo stimato il \nconteggio deve comprendere tutti i servizi, ivi compresa la direzione dei \nlavori se si intende affidarla allo stesso progettista esterno.\n2. Per i corrispettivi delle attività che possono essere espletate dai soggetti di cui all'articolo 13 si fa riferimento alla normativa vigente in \nmateria. \n3. I corrispettivi delle attività di progettazione sono calcolati, ai fini \ndella determinazione dell'importo da porre a base dell'affidamento, \napplicando la normativa vigente in materia. \n4. Una somma fino al due per cento dell'importo posto a base di gara di \nun'opera o di un lavoro, comprensiva anche degli oneri previdenziali e \nassistenziali a carico dell'amministrazione, a valere direttamente sugli \nstanziamenti di cui all'articolo 93, comma 7, del Codice e successive \nmodificazioni, è ripartita, per ogni singola opera o lavoro, con le modalità \ne i criteri previsti in sede di contrattazione decentrata e assunti in un \nregolamento adottato dall'amministrazione, tra il responsabile del \nprocedimento e gli incaricati della redazione del progetto, del piano della \nsicurezza, della direzione dei lavori, del collaudo, nonchè tra i loro \ncollaboratori. La percentuale effettiva, nel limite massimo del due per \ncento, è stabilita dal regolamento in rapporto all'entità e alla complessità \ndell'opera da realizzare. La ripartizione tiene conto delle responsabilità \nprofessionali connesse alle specifiche prestazioni da svolgere. Le quote \nparti della predetta somma corrispondenti a prestazioni che non sono svolte \ndai predetti dipendenti, in quanto affidate a personale esterno all'organico \ndell'amministrazione medesima, costituiscono economie. I soggetti di cui \nall'articolo 32, comma 1, lettere b) e c), del Codice possono adottare con \nproprio provvedimento analoghi criteri.\n5. Il trenta per cento del compenso professionale, o la diversa percentuale \ndello stesso prevista dalla normativa vigente in materia, relativo alla \nredazione di un atto di pianificazione comunque denominato, è ripartito con \nle modalità e i criteri previsti nel regolamento tra i dipendenti \ndell'amministrazione aggiudicatrice che lo hanno redatto.\n6. A valere sugli stanziamenti iscritti nei capitoli del bilancio regionale, \nle amministrazioni competenti destinano una quota complessiva non superiore \nal dieci per cento del totale degli stanziamenti stessi alle spese necessarie \nalla stesura dei progetti preliminari, nonchè dei progetti definitivi ed \nesecutivi, incluse indagini geologiche e geognostiche, studi di impatto \nambientale od altre rilevazioni, alla stesura dei piani di sicurezza e di \ncoordinamento e dei piani generali di sicurezza se previsti ai sensi del \ndecreto legislativo 494/96, e agli studi per il finanziamento dei progetti, \nnonchè all'aggiornamento e adeguamento alla normativa sopravvenuta dei \nprogetti d'intervento già esistenti di cui è riscontrato il perdurare \ndell'interesse pubblico alla realizzazione dell'opera. Per le opere \nfinanziate dai comuni, province e loro consorzi e dalle regioni attraverso il \nricorso al credito, l'istituto mutuante è autorizzato a finanziare anche \nquote relative alle spese di cui al presente articolo, sia pure anticipate \ndall'ente mutuatario.", '12': "\nProgetti e livelli di progettazione\n1. Il progetto è il documento tecnico-economico costituito da un insieme di \nelaborati coordinati ed individuati dalla Giunta regionale con disciplinare \ntecnico, le cui caratteristiche e i cui specifici contenuti dipendono dal \nlivello di definizione di volta in volta richiesto in funzione della natura \ndei lavori oggetto di appalto, in modo da assicurare comunque il rispetto \ndelle finalità di cui alla presente legge. La progettazione, in armonia con \nle finalità di cui all'articolo 1, assicura: \na) la qualità del lavoro, servizio o fornitura nonché la sua idoneità \nprestazionale e funzionale; b) la manutenzione dell'opera realizzata, la durabilità dei materiali \nutilizzati e l'agevole controllo delle prestazioni nel tempo; \nc) il rispetto e la compatibilità con il contesto territoriale ed ambientale, \nnonché la conformità urbanistica; \nd) il miglioramento statico e strutturale dei beni di particolare pregio \nstorico, artistico o architettonico ubicati in zone a rischio sismico, \ngeologico o idrogeologico;\ne) la mitigazione degli effetti ambientali negativi, non eliminabili, \nprodotti dalla esecuzione del lavoro, del servizio o della fornitura, con \nparticolare riferimento alla eliminazione o non riproposizione di barriere \narchitettoniche;\nf) il rispetto delle norme, regolamenti, indirizzi, nazionali e regionali, \nemanati a tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro e sui cantieri edili;\ng) il massimo grado di reimpiego, tecnicamente compatibile, di materie \nderivanti anche dal recupero dei rifiuti. \nLa Giunta regionale adotta atti di indirizzo al fine di assicurare il \nrispetto delle disposizioni di cui al presente comma.\n2. La progettazione in materia di lavori pubblici si articola, nel rispetto \ndei vincoli esistenti, preventivamente accertati, laddove possibile, fin dal \ndocumento preliminare, e dei limiti di spesa prestabiliti, secondo tre \nlivelli di successivi approfondimenti tecnici, in preliminare, definitiva ed \nesecutiva, in modo da assicurare:\na) la qualità dell'opera e la rispondenza alle finalità relative;\nb) la conformità alle norme ambientali e urbanistiche;\nc) il soddisfacimento dei requisiti essenziali, definiti dal quadro normativo \nnazionale, regionale e comunitario.\n3. Le prescrizioni relative agli elaborati descrittivi e grafici contenute \nnei commi 4, 5 e 6 sono di norma necessarie per ritenere i progetti \nadeguatamente sviluppati. Il responsabile del procedimento se nella fase di \nprogettazione, in rapporto alla specifica tipologia e alla dimensione dei \nlavori da progettare, ritiene le prescrizioni di cui ai commi 4, 5 e 6 \ninsufficienti o eccessive, provvede a integrarle ovvero a modificarle.\n4. Il progetto preliminare definisce le caratteristiche qualitative e \nfunzionali dei lavori, il quadro delle esigenze da soddisfare e delle \nspecifiche prestazioni da fornire e consiste in una relazione illustrativa \ndelle ragioni della scelta della soluzione prospettata in base alla \nvalutazione delle eventuali soluzioni possibili, anche con riferimento ai \nprofili ambientali e all'utilizzo dei materiali provenienti dalle attività di \nriuso e riciclaggio, della sua fattibilità amministrativa e tecnica, \naccertata attraverso le indispensabili indagini di prima approssimazione, dei \ncosti, da determinare in relazione ai benefici previsti, nonché in schemi \ngrafici per l'individuazione delle caratteristiche dimensionali, \nvolumetriche, tipologiche, funzionali e tecnologiche dei lavori da \nrealizzare. Il progetto preliminare deve inoltre consentire l'avvio della \nprocedura espropriativa.\n5. Il progetto definitivo individua compiutamente i lavori da realizzare, nel \nrispetto delle esigenze, dei criteri, dei vincoli, degli indirizzi e delle \nindicazioni stabiliti nel progetto preliminare e contiene gli elementi \nnecessari ai fini del rilascio delle prescritte autorizzazioni e \napprovazioni. Esso consiste in una relazione descrittiva dei criteri \nutilizzati per le scelte progettuali, nonchè delle caratteristiche dei \nmateriali prescelti e dell'inserimento delle opere sul territorio; nello \nstudio di impatto ambientale ove previsto; in disegni generali nelle \nopportune scale descrittivi delle principali caratteristiche delle opere, e \ndelle soluzioni architettoniche, delle superfici e dei volumi da realizzare, compresi quelli per l'individuazione del tipo di fondazione; negli studi e \nindagini preliminari occorrenti con riguardo alla natura e alle \ncaratteristiche dell'opera; nei calcoli preliminari delle strutture e degli \nimpianti; in un disciplinare descrittivo degli elementi prestazionali, \ntecnici ed economici previsti in progetto nonchè in un computo metrico \nestimativo. Gli studi e le indagini occorrenti, quali quelli di tipo \ngeognostico, idrologico, sismico, agronomico, biologico, chimico, i rilievi e \ni sondaggi, sono condotti fino ad un livello tale da consentire i calcoli \npreliminari delle strutture e degli impianti e lo sviluppo del computo \nmetrico estimativo riferito al tariffario regionale. Quando l'appalto è \naffidato sulla base di un progetto definitivo, dello stesso fanno parte il \ncapitolato speciale e l'analisi dei prezzi non inclusi nel tariffario \nregionale.\n6. Il progetto esecutivo, redatto in conformità al progetto definitivo, \ndetermina in ogni dettaglio i lavori da realizzare e il relativo costo \nprevisto e deve essere sviluppato ad un livello di definizione tale da \nconsentire che ogni elemento è identificabile in forma, tipologia, qualità, \ndimensione e prezzo. In particolare il progetto è costituito dall'insieme \ndelle relazioni, dei calcoli esecutivi delle strutture e degli impianti e \ndegli elaborati grafici nelle scale adeguate, compresi gli eventuali \nparticolari costruttivi, dal capitolato speciale di appalto, prestazionale o \ndescrittivo, dal computo metrico estimativo e dall'elenco dei prezzi unitari \nestratti dal tariffario regionale corrente e dall'analisi dei singoli prezzi \nnon compresi nel tariffario regionale stesso. Esso è redatto sulla base degli \nstudi e delle indagini compiuti nelle fasi precedenti e degli eventuali \nulteriori studi e indagini, di dettaglio o di verifica delle ipotesi \nprogettuali, che risultano necessari e sulla base di rilievi \nplanoaltimetrici, di misurazioni e picchettazioni, di rilievi della rete dei \nservizi del sottosuolo. Il progetto esecutivo deve essere corredato da \napposito piano di manutenzione dell'opera e delle sue parti da redigersi nei \ntermini, con le modalità, i contenuti, i tempi e la gradualità stabiliti dal \nregolamento statale, ovvero, in caso di delega di tale potestà, dal \nregolamento regionale.\n7. Per ciò che concerne criteri, contenuti e momenti di verifica tecnica dei \nvari livelli di progettazione, si fa riferimento, ai sensi dell'articolo 93, \ncomma 7, del Codice, al regolamento statale ovvero, in caso di delega della \nrelativa potestà, al regolamento regionale.\n8. Gli oneri inerenti alla progettazione, alla direzione dei lavori, alla \nvigilanza e ai collaudi, nonché agli studi e alle ricerche connessi, gli \noneri relativi alla progettazione dei piani di sicurezza e di coordinamento e \ndei piani generali di sicurezza se previsti ai sensi del decreto legislativo \nn. 494/96, gli oneri relativi alle prestazioni professionali e specialistiche \natte a definire gli elementi necessari a fornire il progetto esecutivo \ncompleto in ogni dettaglio, ivi compresi i rilievi e i costi riguardanti \nprove, sondaggi, analisi, collaudo di strutture e di impianti per gli edifici \nesistenti, fanno carico agli stanziamenti previsti per la realizzazione dei \nsingoli lavori negli stati di previsione della spesa o nei bilanci delle \nstazioni appaltanti.\n9. I progetti sono redatti in modo da assicurare il coordinamento \ndell'esecuzione dei lavori, tenendo conto del contesto in cui si inseriscono, \ncon particolare attenzione, nel caso di interventi urbani, ai problemi della \naccessibilità e della manutenzione degli impianti e dei servizi a rete.\n10. L'accesso per l'espletamento delle indagini e delle ricerche necessarie \nall'attività di progettazione è autorizzato ai sensi dell'articolo 15 del \ndecreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327.11. La Giunta regionale adotta atti di indirizzo al fine di assicurare il \nrispetto delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2.\n12. Il responsabile del procedimento individua con atto motivato, in ragione \ndelle peculiarità dell'opera e nel rispetto dei principi e delle disposizioni \nnazionali, comunitarie e regionali vigenti, i livelli di progettazione \nnecessari per la redazione del progetto da appaltare nonché la tipologia dei \ndocumenti e i relativi contenuti che fanno parte integrante del contratto. \n13. Per gli appalti di servizi e forniture il responsabile del procedimento \nindividua, nel rispetto dei principi e delle disposizioni nazionali e \ncomunitarie vigenti, gli elaborati documentali idonei all'appalto da \nespletare nonché i relativi contenuti che fanno parte integrante del \ncontratto.", '13': "\nAttività di progettazione\n1. Le prestazioni relative alla progettazione preliminare, definitiva ed \nesecutiva di lavori, nonchè alla direzione dei lavori e agli incarichi di \nsupporto tecnico-amministrativo alle attività del responsabile del \nprocedimento e del dirigente competente alla formazione del programma \ntriennale dei lavori pubblici sono espletate:\na) dagli uffici tecnici delle stazioni appaltanti;\nb) dagli uffici consortili di progettazione e di direzione dei lavori che i \ncomuni, i rispettivi consorzi e unioni, le comunità montane, le aziende unità \nsanitarie locali, i consorzi, gli enti di industrializzazione e gli enti di \nbonifica possono costituire con le modalità di cui agli articoli 30, 31 e 32 \ndel decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267;\nc) dagli organismi di altre pubbliche amministrazioni di cui le singole \nstazioni appaltanti possono avvalersi per legge;\nd) da liberi professionisti singoli od associati nelle forme di cui alla \nlegge 23 novembre 1939, n. 1815, e successive modificazioni, ivi compresi, \ncon riferimento agli interventi inerenti al restauro e alla manutenzione di \nbeni mobili e delle superfici decorate di beni architettonici, i soggetti con \nqualifica di restauratore di beni culturali ai sensi della vigente normativa;\ne) dalle società di professionisti;\nf)dalle società di ingegneria;\ng) da raggruppamenti temporanei costituiti dai soggetti di cui alle lettere \nd), e) ed ai quali si applicano le disposizioni di cui all'articolo 25 in \nquanto compatibili;\nh)da consorzi stabili di società di professionisti e di società di \ningegneria, anche in forma mista, formati da non meno di tre consorziati che \nhanno operato nel settore dei servizi di ingegneria e architettura, per un \nperiodo di tempo non inferiore a cinque anni, e che hanno deciso di operare \nin modo congiunto secondo le previsioni normative riguardanti i consorzi \nstabili di cui all'articolo 36, comma 1, del Codice. È vietata la \npartecipazione a più di un consorzio stabile. Ai fini della partecipazione \nalle gare per l'affidamento di incarichi di progettazione e attività tecnico-\namministrative ad essa connesse, il fatturato globale in servizi di \ningegneria e architettura realizzato da ciascuna società consorziata nel \nquinquennio o nel decennio precedente è incrementato secondo quanto stabilito \ndall'articolo 36, comma 6, del Codice e successive modificazioni; ai consorzi \nstabili di società di professionisti e di società di ingegneria si applicano \naltresì le disposizioni di cui agli articoli 36, commi 4 e 5 e articolo 253, \ncomma 8, del Codice e successive modificazioni.\n2. Si intendono per:\na)società di professionisti, le società costituite esclusivamente tra professionisti iscritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti \nprofessionali, nelle forme delle società di persone di cui ai capi II, III e \nIV del titolo V del libro quinto del codice civile ovvero nella forma di \nsocietà cooperativa di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del \ncodice civile, che eseguono studi di fattibilità, ricerche, consulenze, \nprogettazioni o direzioni dei lavori, valutazioni di congruità tecnico-\neconomica o studi di impatto ambientale. I soci delle società agli effetti \nprevidenziali sono assimilati ai professionisti che svolgono l'attività in \nforma associata ai sensi dell'articolo 1 della legge 1815/39. Ai \ncorrispettivi delle società si applica il contributo integrativo previsto \ndalle norme che disciplinano le rispettive casse di previdenza di categoria, \ncui ogni firmatario del progetto fa riferimento in forza della iscrizione \nobbligatoria al relativo albo professionale. Detto contributo deve essere \nversato pro quota alle rispettive casse secondo gli ordinamenti statutari e i \nregolamenti vigenti;\nb) società di ingegneria, le società di capitali di cui ai capi V, VI e VII \ndel titolo V del libro quinto del codice civile ovvero nella forma di società \ncooperative di cui al capo I del titolo VI del libro quinto del codice civile \nche non hanno i requisiti di cui alla lettera a), che eseguono studi di \nfattibilità, ricerche, consulenze, progettazioni o direzioni dei lavori, \nvalutazioni di congruità tecnico-economica o studi di impatto ambientale. Ai \ncorrispettivi relativi alle predette attività professionali si applica il \ncontributo integrativo se previsto dalle norme legislative che regolano la \ncassa di previdenza di categoria cui ciascun firmatario del progetto fa \nriferimento in forza della iscrizione obbligatoria al relativo albo \nprofessionale. Detto contributo deve essere versato pro quota alle rispettive \ncasse secondo gli ordinamenti statutari e i regolamenti vigenti.\n3. Per ciò che concerne i requisiti organizzativi e tecnici che devono \npossedere le società di cui al comma 2, si applica l'articolo 90, comma 3, \ndel Codice e successive modificazioni.\n4. I progetti redatti dai soggetti di cui al comma 1, lettere a), b) e c), \nsono firmati da dipendenti delle amministrazioni abilitati all'esercizio \ndella professione. I pubblici dipendenti che hanno un rapporto di lavoro a \ntempo parziale non possono espletare, nell'ambito territoriale dell'ufficio \ndi appartenenza, incarichi professionali per conto di pubbliche \namministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 \nmarzo 2001, n. 165, e successive modificazioni se non conseguenti ai rapporti \nd'impiego.\n5. Ai sensi dell'articolo 90, comma 5, del Codice e successive modificazioni, \ni limiti e le modalità per la stipulazione per intero, a carico delle \nstazioni appaltanti, di polizze assicurative per la copertura dei rischi di \nnatura professionale a favore dei dipendenti incaricati della progettazione \nsono stabiliti dal regolamento statale, ovvero, in caso di delega della \nrelativa potestà, dal regolamento regionale. Nel caso di affidamento della \nprogettazione a soggetti esterni, la stipulazione è a carico dei soggetti \nstessi.\n6. Le amministrazioni aggiudicatrici possono affidare la redazione del \nprogetto preliminare, definitivo ed esecutivo, nonchè lo svolgimento di \nattività tecnico-amministrative connesse alla progettazione, ai soggetti di \ncui al comma 1, lettere d), e), f) g) e h), in caso di carenza in organico di \npersonale tecnico, ovvero di difficoltà di rispettare i tempi della \nprogrammazione dei lavori o di svolgere le funzioni di istituto, ovvero in \ncaso di lavori di speciale complessità o di rilevanza architettonica o \nambientale o in caso di necessità di predisporre progetti integrali, così \ncome definiti dal regolamento statale, ovvero, in caso di delega della relativa potestà, dal regolamento regionale, che richiedono l'apporto di una \npluralità di competenze, casi che devono essere accertati e certificati dal \nresponsabile del procedimento.\n7. Indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto affidatario \ndell'incarico di cui al comma 6, lo stesso deve essere espletato da \nprofessionisti iscritti negli appositi albi previsti dai vigenti ordinamenti \nprofessionali, personalmente responsabili e nominativamente indicati già in \nsede di presentazione dell'offerta, con la specificazione delle rispettive \nqualificazioni professionali. Deve inoltre essere indicata, sempre \nnell'offerta, la persona fisica incaricata dell'integrazione tra le varie \nprestazioni specialistiche. Ai sensi dell'articolo 90, comma 7, del Codice, \nil regolamento statale, ovvero, in caso di delega della relativa potestà, il \nregolamento regionale, definiscono le modalità per promuovere la presenza \nanche di giovani professionisti nei gruppi concorrenti ai bandi relativi a \nincarichi di progettazione, concorsi di progettazione, concorsi di idee. \nAll'atto dell'affidamento dell'incarico deve essere dimostrata la regolarità \ncontributiva del soggetto affidatario.\n8. Gli affidatari di incarichi di progettazione non possono partecipare agli \nappalti o alle concessioni di lavori pubblici, nonchè agli eventuali \nsubappalti o cottimi, per i quali hanno svolto la suddetta attività di \nprogettazione; ai medesimi appalti, concessioni di lavori pubblici, \nsubappalti e cottimi non può partecipare un soggetto controllato, \ncontrollante o collegato all'affidatario di incarichi di progettazione. Le \nsituazioni di controllo e di collegamento si determinano con riferimento a \nquanto previsto dall'articolo 2359 del codice civile. I divieti di cui al \npresente comma sono estesi ai dipendenti dell'affidatario dell'incarico di \nprogettazione, ai suoi collaboratori nello svolgimento dell'incarico e ai \nloro dipendenti, nonchè agli affidatari di attività di supporto alla \nprogettazione e ai loro dipendenti.\n9. Le attività di progettazione e di direzione dei lavori non sono \ncompatibili con le funzioni di responsabile del procedimento, fatti salvi i \ncasi di affidamento di lavori di somma urgenza e per importo lavori fino a \neuro cinquecentomila. \n10. Per la progettazione di opere rilevanti sotto il profilo architettonico, \nambientale, storico-artistico e conservativo, nonché tecnologico, le stazioni \nappaltanti valutano in via prioritaria l'opportunità di procedere al concorso \ndi progettazione o al concorso di idee. \n11. Con regolamento regionale sono individuati i criteri organizzativi e \nprocedurali per l'espletamento dei concorsi di cui al comma 10, nonché le \nmodalità di stima dei parametri di valutazione volti a garantire la qualità \narchitettonica e la sostenibilità ambientale. \n12. La regione Campania, in accordo con gli ordini professionali, nel \nrispetto delle norme regolamentari statali, provvede ad agevolare ed \nincentivare la partecipazione dei giovani professionisti di cui al comma 7 \nanche attraverso forme di premialità e di riconoscimento ai fini curriculari \ndella titolarità della parte del servizio prestato.", '14': "\nVerifica e validazione dei progetti \n1. In tema di verifica e validazione dei progetti, si applicano le \ndisposizioni statali vigenti, sia di natura legislativa che regolamentare.\n2. La Giunta regionale, nell'ambito degli indirizzi di cui all'articolo 12, \ncomma 11, stabilisce le modalità e le forme delle procedure di verifica e \nvalidazione. Il responsabile del procedimento è comunque tenuto alla verifica \ndel rispetto dei principi di cui agli articoli 8, 9 e 12 , comma 1 e 2 .3: Nel caso di progetti di particolare complessità, la validazione può essere \naffidata, su proposta del responsabile del procedimento, nel rispetto delle \nnorme che disciplinano l'affidamento di servizi, a organismi di controllo \naccreditati ai sensi della serie UNI-CEI-EN 45000 o a professionisti \nqualificati.\n4. L'attività di validazione è incompatibile con l'attività di progettazione \ncui è riferita: In caso di invalidazione o di validazione condizionata, il \nprogettista è tenuto ad adeguare il progetto a propria cura e senza alcun \ncosto aggiuntivo per l'amministrazione aggiudicatrice.", '15': '\nProcedure di affidamento dei contratti pubblici\n1. Le procedure di affidamento dei contratti pubblici si distinguono in: \na) procedure aperte;\nb) procedure ristrette;\nc) procedure negoziate;\nd) dialogo competitivo.\n2. Le stazioni appaltanti, con le modalità e nei casi stabiliti dal Codice e \ndalla presente legge, possono inoltre ricorrere alle seguenti procedure \nparticolari: \na) accordo quadro;\nb) concorsi di progettazione;\nc) concorsi di idee;\nd) sistema dinamico di acquisizione; \ne) procedure di acquisizione in economia di beni, servizi e lavori.', '16': "\nAppalti integrati\n1. Negli appalti relativi a lavori, il decreto o la determina a contrarre \npossono stabilire, motivando in ordine alle esigenze tecniche, organizzative \ned economiche, che il contratto abbia ad oggetto:\na) la progettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori sulla base del \nprogetto definitivo dell'amministrazione aggiudicatrice;\nb) previa acquisizione del progetto definitivo in sede di offerta, la \nprogettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori sulla base del progetto \npreliminare dell'amministrazione aggiudicatrice. Lo svolgimento della gara \nè effettuato sulla base di un progetto preliminare, nonché di un \ncapitolato prestazionale corredato dall'indicazione delle prescrizioni, \ndelle condizioni e dei requisiti tecnici inderogabili. L'offerta ha ad \noggetto il progetto definitivo e il prezzo.\n2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, lettera a), la gara è indetta solo dopo \nl'approvazione del progetto definitivo. \n3. Nelle ipotesi di cui al comma 1, l'esecuzione può iniziare solo dopo \nl'approvazione, da parte della stazione appaltante, del progetto esecutivo.\n4. Nelle ipotesi di cui al comma 1, gli operatori economici devono possedere \ni requisiti prescritti per i progettisti, ovvero avvalersi di progettisti \nqualificati, da indicare nell'offerta, o partecipare in raggruppamento con \nsoggetti qualificati per la progettazione. Il bando indica i requisiti \nrichiesti per i progettisti, secondo quanto previsto dal capo IV del titolo I \ndella Parte II del Codice - progettazione e concorsi di progettazione -.\n5. Il bando indica, altresì, l'ammontare delle spese di progettazione \nesecutiva comprese nell'importo a base del contratto. L'ammontare delle spese \ndi progettazione esecutiva non è soggetto a ribasso d'asta.\n6. La stazione appaltante, nelle ipotesi di cui al comma 1, utilizza, di \npreferenza, le procedure ristrette di cui all'articolo 36.", '17': "\nLavori, servizi e forniture in economia\n1. Le acquisizioni in economia di beni, servizi, lavori, possono essere \neffettuate:\nmediante amministrazione diretta;\na) mediante procedura di cottimo fiduciario.\n2. Per ogni acquisizione in economia, le stazioni appaltanti operano \nattraverso un responsabile del procedimento.\n3. Nell'amministrazione diretta le acquisizioni sono effettuate con materiali \ne mezzi propri o appositamente acquistati o noleggiati e con personale \nproprio delle stazioni appaltanti, o eventualmente assunto per l'occasione, \nsotto la direzione del responsabile del procedimento.\n4. Il cottimo fiduciario è una procedura negoziata in cui le acquisizioni \navvengono mediante affidamento a terzi.\n5. I lavori in economia sono ammessi per importi non superiori a euro \nduecentomila. I lavori assunti in amministrazione diretta non possono \ncomportare una spesa complessiva superiore a euro cinquantamila.\n6. I lavori eseguibili in economia sono individuati da ciascuna stazione \nappaltante, con riguardo alle proprie specifiche competenze e nell'ambito \ndelle seguenti categorie generali:\na) manutenzione o riparazione di opere od impianti quando l'esigenza è \nrapportata ad eventi imprevedibili e non è possibile realizzarle con le \nforme e le procedure previste all'articolo 36 della presente legge e agli \narticoli 121 e 122 del Codice;\nb) manutenzione di opere o di impianti di importo non superiore a euro \ncentomila;\nc) interventi non programmabili in materia di sicurezza;\nd) lavori che non possono essere differiti, dopo l'infruttuoso esperimento \ndelle procedure di gara;\ne) lavori necessari per la compilazione di progetti;\nf) completamento di opere o impianti a seguito della risoluzione del \ncontratto o in danno dell'appaltatore inadempiente, quando vi è necessità \ne urgenza di completare i lavori.\n7. I fondi necessari per la realizzazione di lavori in economia possono \nessere anticipati dalla stazione appaltante con mandati intestati al \nresponsabile del procedimento, con obbligo di rendiconto finale. Il programma \nannuale dei lavori è corredato dall'elenco dei lavori da eseguire in economia \nper i quali è possibile formulare una previsione, ancorchè sommaria.\n8. Per lavori di importo superiore a euro quarantamila euro e fino a euro \nduecentomila, l'affidamento mediante cottimo fiduciario avviene nel rispetto \ndei principi di trasparenza, rotazione, parità di trattamento, previa \nconsultazione di almeno cinque operatori economici, se sussistono in tale \nnumero soggetti idonei, individuati sulla base di indagini di mercato ovvero \ntramite elenchi di operatori economici predisposti dalla stazione appaltante. \nPer lavori di importo inferiore a quarantamila euro è consentito \nl'affidamento diretto da parte del responsabile del procedimento.\n9. Le forniture e i servizi in economia sono ammessi per importi inferiori a \neuro centotrentasettemila per le amministrazioni aggiudicatici di cui \nall'articolo 28, comma 1, lettera a), del Codice e per importi inferiori a \neuro duecentoundicimila per le stazioni appaltanti di cui all'articolo 28, \ncomma 1, lettera b), del Codice. Tali soglie sono adeguate in relazione alle \nmodifiche delle soglie previste dall'articolo 28 del Codice, con lo stesso \nmeccanismo di adeguamento previsto dall'articolo 248 del Codice.\n10. L'acquisizione in economia di beni e servizi è ammessa in relazione all'oggetto e ai limiti di importo delle singole voci di spesa, \npreventivamente individuate con provvedimento di ciascuna stazione \nappaltante, con riguardo alle proprie specifiche esigenze. Il ricorso \nall'acquisizione in economia è altresì consentito nelle seguenti ipotesi:\na) risoluzione di un precedente rapporto contrattuale, o in danno del \ncontraente inadempiente, quando ciò è ritenuto necessario o conveniente \nper conseguire la prestazione nel termine previsto dal contratto;\nb) necessità di completare le prestazioni di un contratto in corso, ivi non \npreviste, se non è possibile imporne l'esecuzione nell'ambito del \ncontratto medesimo;\nc) prestazioni periodiche di servizi, forniture, a seguito della scadenza dei \nrelativi contratti, nelle more dello svolgimento delle ordinarie procedure \ndi scelta del contraente, nella misura strettamente necessaria;\nd) urgenza, determinata da eventi oggettivamente imprevedibili, al fine di \nscongiurare situazioni di pericolo per persone, animali o cose, ovvero per \nl'igiene e salute pubblica, ovvero per il patrimonio storico, artistico, \nculturale.\n11. Per servizi o forniture di importo pari o superiore a euro ventimila e \nfino alle soglie di cui al comma 9, l'affidamento mediante cottimo \nfiduciario, avviene nel rispetto dei principi di trasparenza, rotazione, \nparità di trattamento, previa consultazione di almeno cinque operatori \neconomici, se sussistono in tale numero soggetti idonei, individuati sulla \nbase di indagini di mercato ovvero tramite elenchi di operatori economici \npredisposti dalla stazione appaltante. Per servizi o forniture il cui costo \ncomplessivo è inferiore ad euro ventimila è consentito l'affidamento diretto \nda parte del responsabile del procedimento.\n12. L'affidatario di lavori, servizi, forniture in economia, deve essere in \npossesso dei requisiti di idoneità morale, capacità tecnico-professionale ed \neconomico-finanziaria prescritta per prestazioni di pari importo affidate con \nle procedure ordinarie di scelta del contraente. Agli elenchi di operatori \neconomici tenuti dalle stazioni appaltanti possono essere iscritti i soggetti \nche ne fanno richiesta, che sono in possesso dei requisiti di cui al periodo \nprecedente. Gli elenchi sono soggetti ad aggiornamento con cadenza almeno \nannuale.\n13. Nessuna prestazione di beni, servizi, lavori, ivi comprese le prestazioni \ndi manutenzione, periodica o non periodica, che non ricade nell'ambito di \napplicazione del presente articolo, può essere artificiosamente frazionata \nallo scopo di sottoporla alla disciplina delle acquisizioni in economia.\n14. I procedimenti di acquisizione di prestazioni in economia sono \ndisciplinati nel rispetto del presente articolo, nonchè dei principi in tema \ndi procedure di affidamento e di esecuzione del contratto desumibili dalla \npresente legge e dal Codice.", '18': "\nInterventi di urgenza e somma urgenza\n1. In circostanze di urgenza, nonchè di somma urgenza che non consentono \nalcun indugio, le stazioni appaltanti si attengono alle disposizioni statali \nvigenti, sia di carattere legislativo che regolamentare.\n2. Nel rispetto di quanto prescritto al comma 1, le stazioni appaltanti, \nnell'eventualità di alluvioni, frane ed altre calamità, al fine di garantire \nl'incolumità pubblica, possono procedere d'urgenza ad appalti per il pronto \nsoccorso, per la riparazione o il ripristino di opere idrauliche, di difesa \ndel suolo e per la messa in sicurezza, tramite l'esperimento di procedura \nristretta o negoziata sulla base di un verbale e di una perizia estimativa \npreliminare redatta dal responsabile del procedimento, il cui importo non è superiore a euro duecentomila. Il verbale riporta i motivi dello stato \nd'urgenza, le cause che lo hanno provocato e gli interventi necessari per \nrimuoverlo. \n3. Se l'evento di cui al comma 2 è tale da costituire grave ed imminente \npregiudizio alla incolumità pubblica, le amministrazioni aggiudicatrici \nprocedono alla realizzazione immediata degli interventi necessari alla \nrimozione delle cause di pericolo tramite affidamento diretto, sulla base di \nun verbale di somma urgenza redatto ad opera del primo tecnico della stessa \namministrazione giunto sul posto, che ne assume la responsabilità, per \nl'importo indispensabile per la sola immediata rimozione dello stato di \naccertato pregiudizio alla incolumità pubblica, anche se superiore al limite \ndi euro duecentomila. Il costo dell'intervento è negoziato direttamente con \nl'affidatario. In difetto di preventivo accordo, l'amministrazione può \ningiungergli l'esecuzione dell'intervento, fatto salvo il diritto \ndell'affidatario di formulare riserva, da risolvere secondo la normativa \nvigente.\n4. Alle amministrazioni aggiudicatrici è fatto divieto, nel corso di uno \nstesso anno solare, di affidare, con la procedura di somma urgenza, ad una \nstessa impresa, o impresa controllata, controllante o collegata ai sensi \ndell'articolo 2359 del Codice Civile, l'esecuzione di appalti, per importi \ncomplessivi superiori a euro quattrocentomila.", '19': "\nBandi, avvisi e inviti \n1. Al fine di uniformare i comportamenti delle stazioni appaltanti e di \nsemplificare gli adempimenti, la Giunta regionale delibera, su proposta \ndell'assessore ai lavori pubblici, per le singole procedure di affidamento, \ndegli schemi tipo riguardanti avvisi, lettere di invito, bandi, capitolati \nd'oneri e ogni altra documentazione complementare utile per i diversi momenti \nin cui si articola la fase di evidenza pubblica, nel rispetto della normativa \ncomunitaria e dei contenuti minimi richiesti dal Codice.\n2. Le stazioni appaltanti che intendono aggiudicare un appalto pubblico si \nattengono, in tema di bandi, avvisi e inviti, alle norme contenute nella \nparte II, capo III, sezione II del Codice e successive modificazioni.\n3. Oltre alle forme di pubblicità previste dalle direttive europee e dal \nCodice per importi pari o superiori alle soglie comunitarie, gli avvisi e i \nbandi di gara per l'esecuzione di appalti di qualsiasi importo, sono \npubblicati nel bollettino ufficiale della regione Campania, nell'albo \npretorio degli enti locali nel cui territorio si svolge l'appalto, e sono \nresi noti nel sito informatico della regione Campania. \n4. Con il regolamento regionale sono disciplinate ulteriori forme di \npubblicità.\n5. Nella fissazione dei termini di ricezione delle domande di partecipazione \ne di ricezione delle offerte, le stazioni appaltanti si attengono alle norme \ncontenute nella parte II, capo III, sezione III del Codice e successive \nmodificazioni.\n6. Le stazioni appaltanti, prima della stipula del contratto, adempiono alle \nforme di pubblicità previste dal Codice e provvedono alla pubblicazione sul \nsito informatico della regione Campania delle informazioni relative al \nprocedimento di aggiudicazione dell'appalto, compreso l'elenco delle imprese \ninvitate e di quelle partecipanti alla gara, l'indicazione dell'operatore \neconomico vincitore o prescelto e la sua offerta economica.", '20': "\nTutela della legalità negli appalti1. La Regione elabora un piano d'azione specifico contenente misure \nprocedurali e amministrative volte a tutelare l'integrità e la legalità della \nfase di realizzazione dei lavori. A tal fine può predisporre valutazioni di \nimpatto criminale -VIC- atte a segnalare i rischi di penetrazione criminale \nconnessi alla presenza della criminalità sul territorio Il regolamento \nregionale definisce i tempi e le procedure.\n2. Le stazioni appaltanti, nella predisposizione degli atti di gara relativi \na contratti di importo inferiore alla soglia comunitaria, escludono la \npossibilità del ricorso all'istituto dell'avvalimento di cui agli articoli 49 \ne 50 del Codice e successive modificazioni.", '21': "\nSistema coordinato di vigilanza e controllo sulla regolarità e sulla \nsicurezza del lavoro\n1. Gli assessori regionali al lavoro, alla sanità ed ai lavori pubblici, \nanche attraverso il comitato regionale di coordinamento per la sicurezza del \nlavoro previsto dall'art. 27 del decreto legislativo 626/94, e dall'articolo \n53 della presente legge, in raccordo con la commissione regionale di \ncoordinamento dell'attività di vigilanza di cui al decreto legislativo 23 \naprile 2004, n. 124, articolo 4, promuovono un sistema coordinato di \nvigilanza e controllo del lavoro irregolare e della sicurezza sul lavoro \nall'interno del sistema pubblico dei lavori, forniture e servizi, per:\na) il potenziamento delle azioni di coordinamento delle attività di vigilanza \ncompiute da aziende sanitarie locali, istituto nazionale previdenza \nsociale, istituto nazionale invalidi sul lavoro, direzione regionale del \nlavoro, guardia di finanza ed enti locali, anche mediante parziale accollo \nalla Regione dei rimborsi spese per le ispezioni in particolare in loco \nriguardanti il lavoro sommerso e il rispetto delle norme sulla sicurezza \ndel lavoro;\nb) il rafforzamento e la qualificazione delle attività realizzate dalle \naziende sanitarie locali regionali;\nc) la realizzazione attraverso l'osservatorio di procedure informatiche e la \ncreazione di banche dati per la condivisione delle informazioni raccolte \ndai diversi enti ed istituti con compiti ispettivi e di vigilanza anche in \nraccordo con le banche dati nazionali;\nd) la messa a disposizione di sedi tecniche e strumenti di supporto alle \nfunzioni di coordinamento.", '22': "\nQualificazione degli operatori economici.\n1. I concorrenti alle gare possono essere invitati dalle stazioni appaltanti, \nnei modi e con le forme previste dall'articolo 39 del Codice e successive \nmodificazioni, a provare i requisiti di idoneità professionale.\n2. Le stazioni appaltanti, relativamente ai sistemi di qualificazione degli \nesecutori, a qualsiasi titolo, di lavori pubblici, si attengono alle \ndisposizioni dell'articolo 40 del Codice e successive modificazioni.\n3. I concorrenti iscritti in elenchi ufficiali di prestatori di servizi o di \nfornitori possono presentare alla stazione appaltante, per ogni appalto, un \ncertificato d'iscrizione indicante le referenze che hanno permesso \nl'iscrizione stessa e la relativa classificazione. Si applica, a tale \nriguardo, l'articolo 45 del Codice e successive modificazioni.", '23': "\nQualificazione nei contratti misti\n1. L'operatore economico che concorre alla procedura di affidamento di un contratto misto deve possedere i requisiti di qualificazione e capacità \nprescritti dalla presente legge e dal Codice, per ciascuna prestazione di \nlavori, servizi, forniture prevista dal contratto.", '24': "\nSelezione degli operatori economici\n1. L'aggiudicazione dei contratti pubblici avviene previo accertamento \ndell'idoneità degli operatori economici da parte delle amministrazioni \naggiudicatici, secondo criteri oggettivi e non discriminatori, volti ad \naccertare le capacità professionali e tecniche e, in riferimento all'oggetto \ndell'appalto, le capacità economiche e finanziarie.\n2. Sono ammessi a partecipare alle procedure di affidamento dei contratti \npubblici i seguenti soggetti, salvo i limiti espressamente indicati:\na) gli imprenditori individuali, anche artigiani, le società commerciali, le \nsocietà cooperative;\nb) i consorzi fra società cooperative di produzione e lavoro costituiti a \nnorma della legge 25 giugno 1909, n. 422, e successive modificazioni, e i \nconsorzi tra imprese artigiane di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443;\nc) i consorzi stabili, costituiti anche in forma di società consortili ai \nsensi dell'articolo 2615-ter del codice civile, tra imprenditori \nindividuali, anche artigiani, società commerciali, società cooperative di \nproduzione e lavoro, secondo le disposizioni di cui all'articolo 36 del \nCodice e successive modificazioni;\nd) i raggruppamenti temporanei di concorrenti, costituiti dai soggetti di cui \nalle lettere a), b) e c), i quali, prima della presentazione dell'offerta, \nhanno conferito mandato collettivo speciale con rappresentanza ad uno di \nessi, qualificato mandatario, il quale esprime l'offerta in nome e per \nconto proprio e dei mandanti; si applicano al riguardo le disposizioni \ndell'articolo 25;\ne) i consorzi ordinari di concorrenti di cui all'articolo 2602 del codice \ncivile, costituiti tra i soggetti di cui alle lettere a), b) e c) del \npresente comma, anche in forma di società ai sensi dell'articolo 2615-ter \ndel codice civile; si applicano al riguardo le disposizioni dell'articolo \n25;\nf) i soggetti che abbiano stipulato il contratto di gruppo europeo di \ninteresse economico - GEIE - ai sensi del d. lgs. n. 240/91; si applicano \nal riguardo le disposizioni dell'articolo 25.\n3. Non possono partecipare alla medesima gara concorrenti che si trovano fra \ndi loro in una delle situazioni di controllo di cui all'articolo 2359 del \ncodice civile. Le stazioni appaltanti escludono altresì dalla gara i \nconcorrenti per i quali accertano che le relative offerte sono imputabili ad \nun unico centro decisionale, sulla base di univoci elementi.\n4. I requisiti di idoneità tecnica e finanziaria per l'ammissione alle \nprocedure di affidamento dei soggetti di cui al comma 2, lettere b) e c), \ndevono essere posseduti e comprovati dagli stessi, secondo quanto previsto, \nai sensi dell'articolo 35 del Codice e successive modificazioni, dal \nregolamento statale, ovvero, in caso di delega della relativa potestà, dal \nregolamento regionale, salvo che per quelli relativi alla disponibilità delle \nattrezzature e dei mezzi d'opera, nonchè all'organico medio annuo, che sono \ncomputati cumulativamente in capo al consorzio ancorchè posseduti dalle \nsingole imprese consorziate.", '25': "\nRaggruppamenti temporanei e consorzi\n1. Nel caso di lavori, per raggruppamento temporaneo di tipo verticale si intende una riunione di concorrenti nell'ambito della quale uno di essi \nrealizza i lavori della categoria prevalente; per lavori scorporabili si \nintendono lavori non appartenenti alla categoria prevalente e così definiti \nnel bando di gara, assumibili da uno dei mandanti; per raggruppamento di tipo \norizzontale si intende una riunione di concorrenti finalizzata a realizzare i \nlavori della stessa categoria.\n2. Nel caso di forniture o servizi, per raggruppamento di tipo verticale si \nintende un raggruppamento di concorrenti in cui il mandatario esegue le \nprestazioni di servizi o di forniture indicati come principali anche in \ntermini economici, i mandanti quelle indicate come secondarie; per \nraggruppamento orizzontale quello in cui gli operatori economici eseguono il \nmedesimo tipo di prestazione; le stazioni appaltanti indicano nel bando di \ngara la prestazione principale e quelle secondarie.\n3. Nel caso di lavori, i raggruppamenti temporanei e i consorzi ordinari di \nconcorrenti sono ammessi se gli imprenditori partecipanti al raggruppamento \novvero gli imprenditori consorziati hanno, ai sensi dell'articolo 37, comma \n3, del Codice, i requisiti indicati nel regolamento statale ovvero, in caso \ndi delega della relativa potestà, nel regolamento regionale.\n4. Nel caso di forniture o servizi, nell'offerta devono essere specificate le \nparti del servizio o della fornitura che sono eseguite dai singoli operatori \neconomici riuniti o consorziati.\n5. L'offerta dei concorrenti raggruppati o dei consorziati determina la loro \nresponsabilità solidale nei confronti della stazione appaltante, nonchè nei \nconfronti del subappaltatore e dei fornitori. Per gli assuntori di lavori \nscorporabili e, nel caso di servizi e forniture, per gli assuntori di \nprestazioni secondarie, la responsabilità è limitata all'esecuzione delle \nprestazioni di rispettiva competenza, ferma restando la responsabilità \nsolidale del mandatario.\n6. Nel caso di lavori, per i raggruppamenti temporanei di tipo verticale i \nrequisiti di cui all'articolo 40 del Codice e successive modificazioni, \nsempre che siano frazionabili, devono essere posseduti dal mandatario per i \nlavori della categoria prevalente e per il relativo importo; per i lavori \nscorporati, ciascun mandante deve possedere i requisiti previsti per \nl'importo della categoria dei lavori che intende assumere e nella misura \nindicata per il concorrente singolo. I lavori riconducibili alla categoria \nprevalente, ovvero alle categorie scorporate, possono essere assunti anche da \nimprenditori riuniti in raggruppamento temporaneo di tipo orizzontale.\n7. È fatto divieto ai concorrenti di partecipare alla gara in più di un \nraggruppamento temporaneo o consorzio ordinario di concorrenti, ovvero di \npartecipare alla gara anche in forma individuale se ha partecipato alla gara \nmedesima in raggruppamento o consorzio ordinario di concorrenti. I consorzi \ndi cui all'articolo 24, comma 2, lettere b) e c), sono tenuti a indicare, in \nsede di offerta, per quali consorziati il consorzio concorre; a questi ultimi \nè fatto divieto di partecipare, in ogni altra forma, alla medesima gara; in \ncaso di violazione sono esclusi dalla gara sia il consorzio sia il \nconsorziato.\n8. È consentita la presentazione di offerte da parte dei soggetti di cui \nall'articolo 24, comma 2, lettere d) ed e), anche se non ancora costituiti. \nIn tal caso l'offerta deve essere sottoscritta dagli operatori economici che \ncostituiscono i raggruppamenti temporanei o i consorzi ordinari di \nconcorrenti e contenere l'impegno che, in caso di aggiudicazione della gara, \ngli stessi operatori conferiscono mandato collettivo speciale con \nrappresentanza ad uno di essi, da indicare in sede di offerta e qualificata \ncome mandatario, il quale stipula il contratto in nome e per conto proprio e \ndei mandanti.9. È vietata l'associazione in partecipazione. Salvo quanto disposto ai commi \n18 e 19, è vietata qualsiasi modificazione alla composizione dei \nraggruppamenti temporanei e dei consorzi ordinari di concorrenti rispetto a \nquella risultante dall'impegno presentato in sede di offerta.\n10. L'inosservanza dei divieti di cui al comma 9 comporta l'annullamento \ndell'aggiudicazione o la nullità del contratto, nonchè l'esclusione dei \nconcorrenti riuniti in associazione o consorzio ordinario di concorrenti, \nconcomitanti o successivi alle procedure di affidamento relative allo stesso \nappalto.\n11. Se nell'oggetto dell'appalto o della concessione di lavori rientrano, \noltre ai lavori prevalenti, opere per le quali sono necessari lavori o \ncomponenti di notevole contenuto tecnologico o di rilevante complessità \ntecnica, quali strutture, impianti e opere speciali, e se una o più di tali \nopere supera altresì in valore il quindici per cento dell'importo totale dei \nlavori, esse non possono essere affidate in subappalto e sono eseguite \nesclusivamente dai soggetti affidatari. In tali casi i soggetti che non sono \nin grado di realizzare le predette componenti sono tenuti a costituire, ai \nsensi del presente articolo, raggruppamenti temporanei di tipo verticale \ndisciplinati ai sensi dell'articolo 37, comma 11, del Codice e successive \nmodifiche ed integrazioni, dal regolamento statale, che definisce, sempre ai \nsensi del predetto articolo 37, comma 11, anche l'elenco delle opere di cui \nal presente comma. Per le stesse speciali categorie di lavori, che sono \nindicate nel bando di gara, il subappalto, ove consentito, non può essere \nartificiosamente suddiviso in più contratti.\n12. In caso di procedure ristrette o negoziate, l'operatore economico \ninvitato individualmente ha la facoltà di presentare offerta o di trattare \nper sè o quale mandatario di operatori riuniti.\n13. I concorrenti riuniti in raggruppamento temporaneo devono eseguire le \nprestazioni nella percentuale corrispondente alla quota di partecipazione al \nraggruppamento.\n14. Ai fini della costituzione del raggruppamento temporaneo, gli operatori \neconomici devono conferire, con un unico atto, mandato collettivo speciale \ncon rappresentanza ad uno di esse, detto mandatario.\n15. Il mandato deve risultare da scrittura privata autenticata. La relativa \nprocura è conferita al legale rappresentante dell'operatore economico \nmandatario. Il mandato è gratuito e irrevocabile e la sua revoca per giusta \ncausa non ha effetto nei confronti della stazione appaltante.\n16. Al mandatario spetta la rappresentanza esclusiva, anche processuale, dei \nmandanti nei confronti della stazione appaltante per tutte le operazioni e \ngli atti di qualsiasi natura dipendenti dall'appalto, anche dopo il collaudo, \no atto equivalente, fino alla estinzione di ogni rapporto. La stazione \nappaltante, tuttavia, può far valere direttamente le responsabilità facenti \ncapo ai mandanti.\n17. Il rapporto di mandato non determina di per sè organizzazione o \nassociazione degli operatori economici riuniti, ognuno dei quali conserva la \npropria autonomia ai fini della gestione, degli adempimenti fiscali e degli \noneri sociali.\n18. In caso di fallimento del mandatario ovvero se si tratta di imprenditore \nindividuale, in caso di morte, interdizione, inabilitazione o fallimento del \nmedesimo, la stazione appaltante può proseguire il rapporto di appalto con \naltro operatore economico che è costituito mandatario nei modi previsti dalla \npresente legge e dal Codice purchè ha i requisiti di qualificazione adeguati \nai lavori o servizi o forniture ancora da eseguire; non sussistendo tali \ncondizioni la stazione appaltante può recedere dall'appalto.\n19. In caso di fallimento di uno dei mandanti ovvero se si tratta di imprenditore individuale, in caso di morte, interdizione, inabilitazione o \nfallimento del medesimo, il mandatario, ove non indica altro operatore \neconomico subentrante che è in possesso dei prescritti requisiti di idoneità, \nè tenuto alla esecuzione, direttamente o a mezzo degli altri mandanti, purchè \nquesti hanno i requisiti di qualificazione adeguati ai lavori o servizi o \nforniture ancora da eseguire.\n20. Entro i limiti e alle condizioni di cui all'articolo 36 del Codice e \nsuccessive modificazioni, possono partecipare alle procedure per \nl'affidamento di contratti pubblici anche i consorzi stabili.", '26': "\nRequisiti di ordine generale e motivi di esclusione\n1. Sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di affidamento delle \nconcessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi, nè possono essere \naffidatari di subappalti, e non possono stipulare i relativi contratti i \nsoggetti:\na) che si trovano in stato di fallimento, di liquidazione coatta, di \nconcordato preventivo, o nei cui riguardi è in corso un procedimento per \nla dichiarazione di una di tali situazioni;\nb) nei cui confronti è pendente procedimento per l'applicazione di una delle \nmisure di prevenzione di cui all'articolo 3 della legge 27 dicembre 1956, \nn. 1423 o di una delle cause ostative previste dall'articolo 10 della \nlegge 31 maggio 1965, n. 575; l'esclusione e il divieto operano se la \npendenza del procedimento riguarda il titolare o il direttore tecnico, se \nsi tratta di impresa individuale; il socio o il direttore tecnico se si \ntratta di società in nome collettivo, i soci accomandatari o il direttore \ntecnico se si tratta di società in accomandita semplice, gli \namministratori muniti di poteri di rappresentanza o il direttore tecnico, \nse si tratta di altro tipo di società;\nc) nei cui confronti è stata pronunciata sentenza di condanna passata in \ngiudicato, o emesso decreto penale di condanna divenuto irrevocabile, \noppure sentenza di applicazione della pena su richiesta, ai sensi \ndell'articolo 444 del codice di procedura penale, per reati gravi in danno \ndello Stato o della Comunità che incidono sulla moralità professionale; è \ncomunque causa di esclusione la condanna, con sentenza passata in \ngiudicato, per uno o più reati di partecipazione a un'organizzazione \ncriminale, corruzione, frode, riciclaggio, quali definiti dagli atti \ncomunitari citati all'articolo 45, paragrafo 1, direttiva Ce 2004/18; \nl'esclusione e il divieto operano se la \nsentenza o il decreto sono stati emessi nei confronti: del titolare o del \ndirettore tecnico se si tratta di impresa individuale; del socio o del \ndirettore tecnico, se si tratta di società in nome collettivo; dei soci \naccomandatari o del direttore tecnico se si tratta di società in \naccomandita semplice; degli amministratori muniti di potere di \nrappresentanza o del direttore tecnico se si tratta di altro tipo di \nsocietà o consorzio. In ogni caso l'esclusione e il divieto operano anche \nnei confronti dei soggetti cessati dalla carica nel triennio antecedente \nla data di pubblicazione del bando di gara, se l'impresa non dimostra di \naver adottato atti o misure di completa dissociazione della condotta \npenalmente sanzionata; resta salva, in ogni caso, ai sensi dell'articolo \n38, comma 1, del Codice, l'applicazione dell'articolo 178 del codice \npenale e dell'articolo 445, comma 2, del codice di procedura penale;\nd) che hanno violato il divieto di intestazione fiduciaria di cui \nall'articolo 17 della legge 19 marzo 1990, n. 55;\ne) che hanno commesso gravi infrazioni debitamente accertate alle norme in materia di sicurezza e a ogni altro obbligo derivante dai rapporti di \nlavoro, risultanti dai dati in possesso dell'osservatorio statale o \ndell'osservatorio regionale;\nf) che, secondo motivata valutazione della stazione appaltante, hanno \ncommesso grave negligenza o malafede nell'esecuzione delle prestazioni \naffidate dalla stazione appaltante che bandisce la gara; o che hanno \ncommesso un errore grave nell'esercizio della loro attività professionale, \naccertato con qualsiasi mezzo di prova da parte della stazione appaltante;\ng) che hanno commesso violazioni, definitivamente accertate, rispetto agli \nobblighi relativi al pagamento delle imposte e tasse, secondo la \nlegislazione italiana o quella dello Stato in cui sono stabiliti;\nh) che nell'anno antecedente la data di pubblicazione del bando di gara hanno \nreso false dichiarazioni in merito ai requisiti e alle condizioni \nrilevanti per la partecipazione alle procedure di gara, risultanti dai \ndati in possesso dell'osservatorio statale;\ni) che hanno commesso violazioni gravi, definitivamente accertate, alle norme \nin materia di contributi previdenziali e assistenziali, secondo la \nlegislazione italiana o dello Stato in cui sono stabiliti;\nl) che non presentano la certificazione di cui all'articolo 17 della legge 12 \nmarzo 1999, n. 68, salvo il disposto del comma 2;\nm) nei cui confronti è stata applicata la sanzione interdittiva di cui \nall'articolo 9, comma 2, lettera c), del decreto legislativo 8 giugno \n2001, n. 231 o altra sanzione che comporta il divieto di contrarre con la \npubblica amministrazione.\n2. Il candidato o il concorrente attesta il possesso dei requisiti mediante \ndichiarazione sostitutiva in conformità alle disposizioni del decreto del \nPresidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, in cui indica anche le \neventuali condanne per le quali ha beneficiato della non menzione.\n3. Ai fini degli accertamenti relativi alle cause di esclusione di cui al \npresente articolo, si applica l'articolo 43 del decreto del Presidente della \nRepubblica 28 dicembre 2000, n. 445; resta fermo, per l'affidatario, \nl'obbligo di presentare la certificazione di regolarità contributiva di cui \nall'articolo 2, del decreto-legge 25 settembre 2002, n. 210, convertito dalla \nlegge 22 novembre 2002, n. 266 e di cui all'articolo 3, comma 8, del decreto \nlegislativo n. 494/96 e successive modificazioni. In sede di verifica delle \ndichiarazioni di cui ai commi 1 e 2 le stazioni appaltanti chiedono al \ncompetente ufficio del casellario giudiziale, relativamente ai candidati o ai \nconcorrenti, i certificati del casellario giudiziale di cui all'articolo 21 \ndel decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313, oppure \nle visure di cui all'articolo 33, comma 1, del medesimo decreto n. 313 /02.\n4. Ai fini degli accertamenti relativi alle cause di esclusione di cui al \npresente articolo, nei confronti di candidati o concorrenti non stabiliti in \nItalia, le stazioni appaltanti chiedono, se del caso, ai candidati o ai \nconcorrenti di fornire i necessari documenti probatori, e possono altresì \nchiedere la cooperazione delle autorità competenti.\n5. Se nessun documento o certificato è rilasciato da altro Stato dell'Unione \neuropea, costituisce prova sufficiente una dichiarazione giurata, ovvero, \nnegli Stati membri in cui non esiste siffatta dichiarazione, una \ndichiarazione resa dall'interessato innanzi a un'autorità giudiziaria o \namministrativa competente, a un notaio o a un organismo professionale \nqualificato a riceverla del Paese di origine o di provenienza.\n6. L'osservatorio regionale, su indicazione delle amministrazioni \naggiudicatrici interessate e in raccordo con le analoghe strutture statali, \naggiorna l'elenco delle ditte escluse dagli appalti pubblici che hanno \ncompiuto le seguenti violazioni: a) violazioni contributive segnalate dallo sportello unico comportanti \nl'omesso rilascio del documento unico di regolarità contributiva;\nb) omessa denuncia dei lavoratori occupati. \nL'inserimento nell'elenco regionale ha durata fino al momento della \ncomunicazione all'osservatorio regionale della regolarizzazione delle \nposizioni contributive e previdenziali.", '27': "\nCapacità economica e finanziaria dei fornitori e dei prestatori di servizi\n1. Negli appalti di forniture o servizi, la dimostrazione della capacità \nfinanziaria ed economica delle imprese concorrenti può essere fornita \nmediante uno o più dei seguenti documenti:\na) idonee dichiarazioni bancarie;\nb) bilanci o estratti dei bilanci dell'impresa;\nc) dichiarazione concernente il fatturato globale d'impresa e l'importo \nrelativo ai servizi o forniture nel settore oggetto della gara, realizzati \nnegli ultimi tre esercizi.\n2. Le amministrazioni precisano nel bando di gara i requisiti che devono \nessere posseduti dal concorrente, nonchè gli altri che ritengono di \nrichiedere. I documenti di cui al comma 1, lettera b), non possono essere \nrichiesti a prestatori di servizi o di forniture stabiliti in Stati membri \nche non prevedono la pubblicazione del bilancio.\n3. Se il concorrente non è in grado, per giustificati motivi, ivi compreso \nquello concernente la costituzione o l'inizio dell'attività da meno di tre \nanni, di presentare le referenze richieste, può provare la propria capacità \neconomica e finanziaria mediante ogni altro documento considerato idoneo \ndalla stazione appaltante.\n4. Il concorrente attesta il possesso dei requisiti previsto al comma 1, \nlettere b) e c) mediante dichiarazione sottoscritta in conformità alle \ndisposizioni del DPR n. 445/2000; al concorrente aggiudicatario è richiesta \nla documentazione probatoria, a conferma di quanto dichiarato in sede di \ngara. Il requisito di cui al comma 1, lettera a) è comprovato con \ndichiarazione di almeno due istituti bancari o intermediari autorizzati ai \nsensi del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385.", '28': "\nCapacità tecnica e professionale dei fornitori e dei prestatori di servizi\n1. Negli appalti di servizi e forniture la dimostrazione delle capacità \ntecniche dei concorrenti può essere fornita in uno o più dei seguenti modi, a \nseconda della natura, della quantità o dell'importanza e dell'uso delle \nforniture o dei servizi:\na) presentazione dell'elenco dei principali servizi o delle principali \nforniture prestati negli ultimi tre anni con l'indicazione degli importi, \ndelle date e dei destinatari, pubblici o privati, dei servizi o forniture \nstessi; se trattasi di servizi e forniture prestati a favore di \namministrazioni o enti pubblici, essi sono provati da certificati \nrilasciati e vistati dalle amministrazioni o dagli enti medesimi; se \ntrattasi di servizi e forniture prestati a privati, l'effettuazione della \nprestazione è dichiarata da questi o, in mancanza, dallo stesso \nconcorrente;\nb) indicazione dei tecnici e degli organi tecnici, facenti direttamente capo, \no meno, al concorrente e, in particolare, di quelli incaricati dei \ncontrolli di qualità;\nc) descrizione delle attrezzature tecniche tale da consentire una loro \nprecisa individuazione e rintracciabilità, delle misure adottate dal fornitore o dal prestatore del servizio per garantire la qualità, nonchè \ndegli strumenti di studio o di ricerca di cui dispone;\nd) controllo, effettuato dalla stazione appaltante o, nel caso di concorrente \nnon stabilito in Italia, per incarico della stazione appaltante, da un \norganismo ufficiale competente del Paese in cui è stabilito il \nconcorrente, purchè tale organismo acconsenta, se i prodotti da fornire o \nil servizio da prestare sono complessi o devono rispondere, \neccezionalmente, a uno scopo determinato; il controllo verte sulla \ncapacità di produzione e, se necessario, di studio e di ricerca del \nconcorrente e sulle misure utilizzate da quest'ultimo per il controllo \ndella qualità;\ne) indicazione dei titoli di studio e professionali dei prestatori di servizi \no dei dirigenti dell'impresa concorrente e, in particolare, dei soggetti \nconcretamente responsabili della prestazione di servizi;\nf) indicazione, per gli appalti di servizi e unicamente nei casi appropriati, \nstabiliti, ai sensi dell'articolo 42, comma 1, del Codice, dal regolamento \nstatale, ovvero, in caso di delega della relativa potestà, dal regolamento \nregionale, delle misure di gestione ambientale che l'operatore può \napplicare durante la realizzazione dell'appalto;\ng) per gli appalti di servizi, indicazione del numero medio annuo di \ndipendenti del concorrente e il numero di dirigenti impiegati negli ultimi \ntre anni;\nh) per gli appalti di servizi, dichiarazione indicante l'attrezzatura, il \nmateriale e l'equipaggiamento tecnico di cui il prestatore di servizi \ndispone per eseguire l'appalto;\ni) indicazione della quota di appalto che il concorrente intende subappaltare;\nl) nel caso di forniture, produzione di campioni, descrizioni o fotografie \ndei beni da fornire, la cui autenticità è certificata a richiesta della \nstazione appaltante;\nm) nel caso di forniture, produzione di certificato rilasciato dagli istituti \no servizi ufficiali incaricati del controllo qualità, di riconosciuta \ncompetenza, i quali attestano la conformità dei beni con riferimento a \ndeterminati requisiti o norme.\n2. La stazione appaltante precisa nel bando di gara o nella lettera d'invito \nquali dei suindicati documenti e requisiti devono essere presentati o \ndimostrati.\n3. Le informazioni richieste non possono eccedere l'oggetto dell'appalto; \nl'amministrazione deve tener conto dell'esigenza di protezione dei segreti \ntecnici e commerciali.\n4. I requisiti previsti nel comma 1 possono essere provati in sede di gara \nmediante dichiarazione sottoscritta in conformità alle disposizione del DPR \nn. 445/2000; al concorrente aggiudicatario è richiesta la documentazione \nprobatoria a conferma di quanto dichiarato in sede di gara.", '29': "\nNorme di garanzia della qualità\n1. Se si richiede la presentazione di certificati rilasciati da organismi \nindipendenti per attestare l'ottemperanza dell'operatore economico a \ndeterminate norme in materia di garanzia della qualità, le stazioni \nappaltanti fanno riferimento ai sistemi di assicurazione della qualità basati \nsulla serie di norme europee in materia e certificati da organismi conformi \nalla serie delle norme europee relative alla certificazione. \n2. Se per gli appalti di lavori e di servizi, e unicamente nei casi \nappropriati, le stazioni appaltanti chiedono l'indicazione delle misure di \ngestione ambientale che l'operatore economico può applicare durante l'esecuzione del contratto, si applica l'art. 44 del Codice.\n3. Le stazioni appaltanti riconoscono i certificati equivalenti rilasciati da \norganismi stabiliti in altri Stati membri. Esse ammettono anche prove \nrelative all'impiego di misure equivalenti di garanzia della qualità prodotte \ndagli operatori economici.", '30': "\nNorme particolari in tema di qualificazione e selezione\n1. Se dei concorrenti sono iscritti in elenchi ufficiali di prestatori di \nservizi o di fornitori, si applica l'articolo 45 del Codice e successive \nmodifiche.\n2. Per documenti e informazioni complementari che le stazioni appaltanti \nintendono richiedere, si applica l'articolo 46 del Codice e successive \nmodifiche.\n3. Per la qualificazione di imprese stabilite in Stati diversi dall'Italia, \nsi applica l'articolo 47 del Codice e successive modifiche.\n4. Per il controllo sul possesso dei requisiti, le stazioni appaltanti si \nattengono all'articolo 48 del Codice e successive modifiche.\n5. Se un concorrente intende avvalersi dei requisiti di altro soggetto, si \napplicano gli articoli 49 e 50 del Codice e successive modifiche.\n6. In caso di modificazioni soggettive del candidato, dell'offerente o \ndell'aggiudicatario, si applica l'articolo 51 del Codice e successive \nmodifiche.", '31': "\nElenchi di operatori economici\n1. Per appalti sotto soglia comunitaria e nei settori per i quali non sono \nistituiti specifici sistemi di qualificazione o albi professionali, le \nstazioni appaltanti, nei limiti e nel rispetto delle disposizioni normative e \nregolamentari nazionali, possono adottare elenchi di operatori economici ai \nquali affidare contratti pubblici nel rispetto dei principi di trasparenza e \nconcorrenza.\n2. Gli elenchi sono istituiti a seguito di avviso pubblico, soggetto alle \nforme di pubblicità previste per i bandi di gara, nel quale sono definiti i \nrequisiti e le capacità tecnico - professionali e quelle economiche e \nfinanziarie necessarie per l'iscrizione. \n3. Gli elenchi sono soggetti ad aggiornamento annuale e redatti in dipendenza \ndell'approvazione del programma triennale.", '32': "\nConcessione di lavori pubblici\n1. In caso di affidamento di concessione di lavori pubblici, si applicano le \ndisposizioni contenute nella parte II, titolo III, capo II del Codice e \nsuccessive modificazioni.\n2. Nel caso di affidamento di concessione di servizi pubblici, le stazioni \nappaltanti si attengono alle disposizioni contenute nell'articolo 30 del \nCodice e successive modificazioni.", '33': "\nPromotore\n1. Al fine di promuovere e sostenere la collaborazione tra settore pubblico e \nprivato per la realizzazione, la gestione ed il finanziamento di opere e \nservizi di interesse pubblico, con legge regionale sono disciplinate le \nmodalità per la presentazione all'amministrazione appaltante, da parte degli \noperatori economici, di proposte per la realizzazione di concessioni di \nlavori pubblici o di servizi con risorse totalmente o parzialmente a carico degli stessi operatori economici proponenti.", '34': "\nTipologia e oggetto del contratto\n1. Il decreto o la determina a contrarre stabiliscono, sulla base delle \nesigenze dell'amministrazione aggiudicatrice, se il contratto è stipulato a \ncorpo o a misura, o parte a corpo e parte a misura, con le modalità stabilite \nai sensi dell'articolo 53, comma 4, del Codice e successive modificazioni, \ncon il regolamento statale ovvero, in caso di delega di tale potestà, con il \nregolamento regionale. Per le stazioni appaltanti diverse dalle \namministrazioni aggiudicatrici detti elementi sono stabiliti nel bando di \ngara. Per le prestazioni a corpo, il prezzo convenuto non può essere \nmodificato sulla base della verifica della quantità o della qualità della \nprestazione. Per le prestazioni a misura, il prezzo convenuto può variare, in \naumento o in diminuzione, secondo la quantità effettiva della prestazione. \nPer l'esecuzione di prestazioni a misura, il capitolato fissa i prezzi \ninvariabili per unità di misura e per ogni tipologia di prestazione. In uno \nstesso contratto possono essere comprese prestazioni da eseguire a corpo e a \nmisura.\n2. In sostituzione totale o parziale delle somme di denaro costituenti il \ncorrispettivo del contratto, il bando di gara può prevedere il trasferimento \nall'affidatario della proprietà di beni immobili appartenenti \nall'amministrazione aggiudicatrice, già indicati nel programma di cui \nall'articolo 7 per i lavori, o nell'avviso di preinformazione per i servizi e \nle forniture, e che non assolvono più a funzioni di interesse pubblico. \nPossono formare oggetto di trasferimento ai sensi del presente comma anche i \nbeni immobili già inclusi in programmi di dismissione del patrimonio \npubblico, purchè non è stato già pubblicato il bando o avviso per \nl'alienazione, ovvero se la procedura di dismissione ha avuto esito negativo.\n3. Nell'ipotesi di cui al comma 2, il bando di gara può prevedere che \nl'immissione in possesso dell'immobile avviene in un momento anteriore a \nquello del trasferimento della proprietà, trasferimento che può essere \ndisposto solo dopo l'approvazione del certificato di collaudo.\n4. Nell'ipotesi di cui al comma 2, le offerte specificano:\na) se l'offerente ha interesse a conseguire la proprietà dell'immobile e il \nprezzo che in tal caso è offerto per l'immobile, nonchè il differenziale \ndi prezzo necessario per l'esecuzione del contratto;\nb) se l'offerente non ha interesse a conseguire la proprietà dell'immobile e \nil prezzo richiesto per l'esecuzione del contratto.\n5. Nell'ipotesi di cui al comma 2 la selezione della migliore offerta avviene \nutilizzando il criterio del prezzo più basso o dell'offerta economicamente \npiù vantaggiosa, valutando congiuntamente le componenti dell'offerta di cui \nal comma 4.\n6. Nella sola ipotesi in cui l'amministrazione aggiudicatrice non ha \nstanziato mezzi finanziari diversi dal prezzo per il trasferimento \ndell'immobile, quale corrispettivo del contratto, il bando specifica che la \ngara deve intendersi deserta se non sono presentate offerte per \nl'acquisizione del bene.\n7. Per i criteri di stima degli immobili e le modalità di articolazione delle \nofferte e di selezione della migliore offerta, si fa riferimento, ai sensi \ndell'articolo 53, comma 11, del Codice e successive modificazioni, alla \ndisciplina prevista dal regolamento statale ovvero, in caso di delega della \nrelativa potestà, dal regolamento regionale.\n8. L'inserimento nel programma triennale di cui all'articolo 7, dei beni \nappartenenti al patrimonio indisponibile delle amministrazioni aggiudicatrici, al fine del loro trasferimento ai sensi del comma 2, \ndetermina il venir meno del vincolo di destinazione.", '35': "\nProcedure per l'individuazione degli offerenti.\n1. Per l'individuazione degli operatori economici che possono presentare \nofferte per l'affidamento di un contratto pubblico, le stazioni appaltanti \nutilizzano le procedure di cui all'articolo 15, comma 1.\n2. Le stazioni appaltanti aggiudicano i contratti mediante procedura aperta o \nmediante procedura ristretta.\n3. Alle condizioni specifiche espressamente previste, le stazioni appaltanti \npossono aggiudicare i contratti pubblici mediante il dialogo competitivo.\n4. Nei casi e alle condizioni specifiche espressamente previste, le stazioni \nappaltanti possono affidare i contratti pubblici mediante una procedura \nnegoziata, con o senza pubblicazione del bando di gara.\n5. Nelle procedure ristrette relative a servizi o forniture, ovvero a lavori \ndi importo pari o superiore a quaranta milioni di euro, nonchè nelle \nprocedure negoziate con pubblicazione di un bando di gara e nel dialogo \ncompetitivo quale che sia l’oggetto del contratto, si applica l'articolo 62 \ndel Codice e successive modificazioni.", '36': "\nProcedure aperte e ristrette\n1. Il decreto o la determina a contrarre indicano se si segue una procedura \naperta o una procedura ristretta.\n2 Le stazioni appaltanti utilizzano di preferenza le procedure ristrette \nquando il contratto non ha per oggetto la sola esecuzione, o quando il \ncriterio di aggiudicazione è quello dell'offerta economicamente più \nvantaggiosa.\n3. Il bando di gara indica il tipo di procedura e l'oggetto del contratto e \nfa menzione del decreto o della determina a contrarre.\n4. Il bando di gara può prevedere che non si procede ad aggiudicazione nel \ncaso di una sola offerta valida, ovvero nel caso di due sole offerte valide, \nche non vengono aperte. Quando il bando non contiene tale previsione, le \nstazioni appaltanti possono comunque decidere di non procedere \nall'aggiudicazione se nessuna offerta risulta conveniente o idonea in \nrelazione all'oggetto del contratto.\n5. Nelle procedure aperte gli operatori economici presentano le proprie \nofferte nel rispetto delle modalità e dei termini fissati dal bando di gara.\n6. Nelle procedure ristrette gli operatori economici presentano la richiesta \ndi invito nel rispetto delle modalità e dei termini fissati dal bando di gara \ne, successivamente, le proprie offerte nel rispetto delle modalità e dei \ntermini fissati nella lettera invito. Alle procedure ristrette per \nl'affidamento di lavori pubblici sono invitati tutti i soggetti che ne hanno \nfatto richiesta e che sono in possesso dei requisiti di qualificazione \nprevisti dal bando, salvo quanto previsto dall'articolo 62 e dall'articolo \n177 del Codice e successive modificazioni.\n7. Per appalti di lavori di importo non superiore a euro \nsettecentocinquantamila le amministrazioni aggiudicatici possono avvalersi \ndella procedura ristretta semplificata secondo i principi e le procedure di \ncui alla normativa vigente, garantendo il rispetto dei criteri di rotazione \ndegli operatori economici, nonché la trasparenza delle procedure stesse. \n8. La regione Campania, con proprio regolamento, individua i criteri \norganizzativi volti alla corretta attuazione del comma 7.", '37': "Procedura negoziata previa pubblicazione di un bando di gara\n1. Le stazioni appaltanti possono aggiudicare i contratti pubblici mediante \nprocedura negoziata, previa pubblicazione di un bando di gara, nelle seguenti \nipotesi:\na) quando, in esito all'esperimento di una procedura aperta o ristretta o di \nun dialogo competitivo, le offerte presentate sono irregolari ovvero \ninammissibili, in ordine a quanto disposto dalla presente legge e dal \nCodice in relazione ai requisiti degli offerenti e delle offerte. Nella \nprocedura negoziata non possono essere modificate in modo sostanziale le \ncondizioni iniziali del contratto. Le stazioni appaltanti possono omettere \nla pubblicazione del bando di gara se invitano alla procedura negoziata i \nconcorrenti in possesso dei requisiti di cui agli articoli da 22 a 30, \ncomma 1, che, nella procedura precedente, hanno presentato offerte \nrispondenti ai requisiti formali della procedura stessa. Le disposizioni \ndi cui alla presente lettera si applicano ai lavori di importo inferiore a \nun milione di euro;\nb) in casi eccezionali, se si tratta di lavori, servizi, forniture, la cui \nparticolare natura o i cui imprevisti, oggettivamente non imputabili alla \nstazione appaltante, non consentono la fissazione preliminare e globale \ndei prezzi;\nc) limitatamente ai servizi, nel caso di servizi assicurativi e servizi \nrientranti nella categoria 6 dell'allegato II A al Codice e di prestazioni \ndi natura intellettuale, quali la progettazione di opere, se la natura \ndella prestazione da fornire rende impossibile stabilire le specifiche del \ncontratto con la precisione sufficiente per poter aggiudicare l'appalto \nselezionando l'offerta migliore secondo le norme della procedura aperta o \ndella procedura ristretta;\nd) nel caso di appalti pubblici di lavori, per lavori realizzati unicamente a \nscopo di ricerca, sperimentazione o messa a punto, e non per assicurare \nuna redditività o il recupero dei costi di ricerca e sviluppo.\n2. Nei casi di cui al comma 1, le stazioni appaltanti negoziano con gli \nofferenti le offerte presentate per adeguarle alle esigenze indicate nel \nbando di gara, nel capitolato d'oneri e nei documenti complementari, e per \nindividuare l'offerta migliore con i criteri di selezione di cui all'articolo \n42.\n3. Nel corso della negoziazione le stazioni appaltanti garantiscono la parità \ndi trattamento tra gli offerenti, e non forniscono in maniera discriminatoria \ninformazioni che possano avvantaggiare determinati offerenti rispetto ad \naltri.\n4. Le stazioni appaltanti possono prevedere che la procedura negoziata si \nsvolge in fasi successive per ridurre il numero di offerte da negoziare \napplicando i criteri di aggiudicazione indicati nel bando di gara o nel \ncapitolato d'oneri. Il ricorso a tale facoltà è indicato nel bando di gara o \nnel capitolato d'oneri.", '38': "\nProcedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara\n1. Le stazioni appaltanti possono aggiudicare contratti pubblici mediante \nprocedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara nelle \nipotesi seguenti, dandone conto con adeguata motivazione nella delibera o \ndetermina a contrarre.\n2. Nei contratti pubblici relativi a lavori, forniture, servizi, la procedura \nè consentita:a) nel caso in cui, in esito all'esperimento di una procedura aperta o \nristretta, non è stata presentata nessuna offerta, o nessuna offerta \nappropriata, o nessuna candidatura. Nella procedura negoziata non possono \nessere modificate in modo sostanziale le condizioni iniziali del ù ù \ncontratto. \nAlla commissione, su sua richiesta, è trasmessa una relazione sulle \nragioni della mancata aggiudicazione a seguito di procedura aperta o \nristretta e sulla opportunità della procedura negoziata. Le disposizioni \ncontenute nella presente lettera si applicano ai lavori di importo \ninferiore a un milione di euro;\nb) nel caso in cui, per ragioni di natura tecnica o artistica ovvero \nattinenti alla tutela di diritti esclusivi, il contratto può essere \naffidato unicamente ad un operatore economico determinato;\nc) nella misura strettamente necessaria, quando l'estrema urgenza, risultante \nda eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non è compatibile con \ni termini imposti dalle procedure aperte, ristrette, o negoziate previa \npubblicazione di un bando di gara. Le circostanze invocate a \ngiustificazione della estrema urgenza non devono essere imputabili alle \nstazioni appaltanti.\n3. Nei contratti pubblici relativi a forniture, la procedura del presente \narticolo è, inoltre, consentita:\na) nel caso in cui i prodotti oggetto del contratto sono fabbricati \nesclusivamente a scopo di sperimentazione, di studio o di sviluppo, a meno \nche non si tratta di produzione in quantità sufficiente ad accertare la \nredditività del prodotto o a coprire i costi di ricerca e messa a punto;\nb) nel caso di consegne complementari effettuate dal fornitore originario e \ndestinate al rinnovo parziale di forniture o di impianti di uso corrente o \nall'ampliamento di forniture o impianti esistenti, qualora il cambiamento \ndi fornitore obbligherebbe la stazione appaltante ad acquistare materiali \ncon caratteristiche tecniche differenti, il cui impiego o la cui \nmanutenzione comporterebbero incompatibilità o difficoltà tecniche \nsproporzionate; la durata di tali contratti e dei contratti rinnovabili \nnon può comunque di regola superare i tre anni;\nc) per forniture quotate e acquistate in una borsa di materie prime;\nd) per l'acquisto di forniture a condizioni particolarmente vantaggiose, da \nun fornitore che cessa definitivamente l'attività commerciale oppure dal \ncuratore o liquidatore di un fallimento, di un concordato preventivo, di \nuna liquidazione coatta amministrativa, di un'amministrazione \nstraordinaria di grandi imprese.\n4. Nei contratti pubblici relativi a servizi, la procedura del presente \narticolo è, inoltre, consentita se il contratto fa seguito ad un concorso di \nprogettazione e deve, in base alle norme applicabili, essere aggiudicato al \nvincitore o a uno dei vincitori del concorso; in quest'ultimo caso i \nvincitori devono essere invitati a partecipare ai negoziati.\n5. Nei contratti pubblici relativi a lavori e negli appalti pubblici relativi \na servizi, la procedura del presente articolo è, inoltre, consentita:\na) per i lavori o i servizi complementari, non compresi nel progetto iniziale \nnè nel contratto iniziale, che, a seguito di una circostanza imprevista, \nsono divenuti necessari all'esecuzione dell'opera o del servizio oggetto \ndel progetto o del contratto iniziale, purchè aggiudicati all'operatore \neconomico che presta tale servizio o esegue tale opera, nel rispetto delle \nseguenti condizioni:\n1. tali lavori o servizi complementari non possono essere separati, sotto \nil profilo tecnico o economico, dal contratto iniziale, senza recare gravi \ninconvenienti alla stazione appaltante, ovvero pur essendo separabili dall'esecuzione del contratto iniziale, sono strettamente necessari al suo \nperfezionamento;\n2. il valore complessivo stimato dei contratti aggiudicati per lavori o \nservizi complementari non supera il cinquanta per cento dell'importo del \ncontratto iniziale;\nb) per nuovi lavori o servizi consistenti nella ripetizione di lavori o \nservizi analoghi già affidati all'operatore economico aggiudicatario del \ncontratto iniziale dalla stessa stazione appaltante, a condizione che tali \nlavori o servizi sono conformi a un progetto di base e che tale progetto è \nstato oggetto di un primo contratto aggiudicato secondo una procedura \naperta o ristretta; in questa ipotesi la possibilità del ricorso alla \nprocedura negoziata senza bando è consentita solo nei tre anni successivi \nalla stipulazione del contratto iniziale, e deve essere indicata nel bando \ndel contratto originario; l'importo complessivo stimato dei servizi e \nlavori successivi è computato per la determinazione del valore globale del \ncontratto, ai fini delle soglie di cui all'articolo 28 del Codice e \nsuccessive modificazioni.\n6. Ove possibile, la stazione appaltante individua gli operatori economici da \nconsultare sulla base di informazioni riguardanti le caratteristiche di \nqualificazione economico finanziaria e tecnico organizzativa desunte dal \nmercato, nel rispetto dei principi di trasparenza, concorrenza, rotazione, e \nseleziona almeno tre operatori economici, se sussistono in tale numero \nsoggetti idonei. Gli operatori economici selezionati sono contemporaneamente \ninvitati a presentare le offerte oggetto della negoziazione, con lettera \ncontenente gli elementi essenziali della prestazione richiesta. La stazione \nappaltante sceglie l'operatore economico che ha offerto le condizioni più \nvantaggiose, secondo il criterio del prezzo più basso o dell'offerta \neconomicamente più vantaggiosa, previa verifica del possesso dei requisiti di \nqualificazione previsti per l'affidamento di contratti di uguale importo \nmediante procedura aperta, ristretta, o negoziata previo bando.\n7. E’ in ogni caso vietato il rinnovo tacito dei contratti aventi ad oggetto \nforniture, servizi, lavori, e i contratti rinnovati tacitamente sono nulli.", '39': "\nSistemi dinamici di acquisizione\n1. Le stazioni appaltanti possono ricorrere a sistemi dinamici di \nacquisizione. Tali sistemi sono utilizzati esclusivamente nel caso di \nforniture di beni e servizi tipizzati e standardizzati, di uso corrente, \nesclusi gli appalti di forniture o servizi da realizzare in base a specifiche \ntecniche del committente che, per la loro complessità, non possono essere \nvalutate tramite il sistema dinamico di acquisizione.\n2. Per istituire un sistema dinamico di acquisizione le stazioni appaltanti \nseguono le norme della procedura aperta in tutte le sue fasi fino \nall'attribuzione degli appalti da aggiudicare nell'ambito di detto sistema.\n3. Gli offerenti che soddisfano i criteri di selezione e che hanno presentato \nun'offerta indicativa conforme al capitolato d'oneri e agli eventuali \ndocumenti complementari sono ammessi nel sistema.\n4. Le offerte indicative possono essere migliorate in qualsiasi momento, a \ncondizione che esse restano conformi al capitolato d'oneri.\n5. Per l'istituzione del sistema e per l'aggiudicazione degli appalti \nnell'ambito dello stesso, le stazioni appaltanti utilizzano esclusivamente \nmezzi elettronici in conformità all'articolo 77, commi 5 e 6, del Codice e \nsuccessive modificazioni.\n6. Ai fini dell'istituzione di un sistema dinamico di acquisizione le \nstazioni appaltanti:a) pubblicano un bando di gara indicando che si tratta di un sistema dinamico \ndi acquisizione;\nb) precisano nel capitolato d'oneri, la natura degli acquisti previsti che \nsono oggetto di detto sistema, le informazioni necessarie riguardanti il \nsistema di acquisizione, l'attrezzatura elettronica utilizzata nonché i \ndettagli pratici e le specifiche tecniche di connessione;\nc) offrono per via elettronica, dalla pubblicazione del bando e fino a \nconclusione del sistema, l'accesso libero, diretto e completo al \ncapitolato d'oneri e ad ogni documento complementare e indicano nel bando \ndi gara l'indirizzo Internet presso il quale è possibile consultare tali \ndocumenti.\n7. Le stazioni appaltanti accordano ad ogni operatore economico, per la \ndurata del sistema dinamico di acquisizione, la possibilità di presentare \nun'offerta indicativa allo scopo di essere ammesso nel sistema alle \ncondizioni di cui al comma 3.\n8. Le stazioni appaltanti concludono la valutazione delle offerte indicative \nentro quindici giorni a decorrere dalla presentazione dell'offerta \nindicativa. Possono tuttavia prolungare il periodo di valutazione a \ncondizione che nessun appalto sia messo in concorrenza nel frattempo.\n9. Le stazioni appaltanti informano al più presto l'offerente di cui al comma \n7 in merito alla sua ammissione nel sistema dinamico di acquisizione o al \nrigetto della sua offerta indicativa.\n10. Ogni appalto specifico deve essere oggetto di un confronto \nconcorrenziale. Prima di procedere a detto confronto concorrenziale, le \nstazioni appaltanti pubblicano un bando di gara semplificato e invitano gli \noperatori economici interessati a presentare un'offerta indicativa, \nconformemente al comma 3, entro un termine che non può essere inferiore a \nquindici giorni a decorrere dalla data di invio del bando di gara \nsemplificato. Le stazioni appaltanti procedono al confronto concorrenziale \nsoltanto dopo aver terminato la valutazione delle le offerte indicative \nintrodotte entro questo termine.\n11. Le stazioni appaltanti invitano gli offerenti ammessi nel sistema a \npresentare un'offerta per ogni appalto specifico da aggiudicare nel quadro \ndel sistema. A tal fine essi fissano un termine sufficiente per la \npresentazione delle offerte.\n12. Le stazioni appaltanti aggiudicano l'appalto all'offerente che ha \npresentato la migliore offerta in base ai criteri di aggiudicazione enunciati \nnel bando di gara per l'istituzione del sistema dinamico di acquisizione. \nDetti criteri possono, all'occorrenza, essere precisati nell'invito \nmenzionato nel comma 11.\n13. La durata di un sistema dinamico di acquisizione non può superare quattro \nanni, tranne in casi eccezionali debitamente giustificati.\n14. Le stazioni appaltanti non possono ricorrere a un sistema dinamico di \nacquisizione in modo da ostacolare, limitare o distorcere la concorrenza.\n15. Non possono essere posti a carico degli operatori economici interessati o \ndei partecipanti al sistema contributi di carattere amministrativo.", '40': "\nAccordi quadro\n1. Le stazioni appaltanti possono concludere accordi quadro. Per i lavori, \ngli accordi quadro sono ammessi in relazione ai lavori di manutenzione e \nnegli altri casi individuati ai sensi dell'articolo 59, comma 1, del Codice e \nsuccessive modificazioni, nel regolamento statale, ovvero, in caso di delega \ndella relativa potestà, dal regolamento regionale, in cui i lavori sono \nconnotati da serialità e caratteristiche esecutive standardizzate. Gli accordi quadro non sono ammessi per la progettazione e per altri servizi di \nnatura intellettuale, salvo che sono connotati da serialità e caratteristiche \nesecutive standardizzate. A tale riguardo si fa riferimento alle categorie \nindividuate nel regolamento statale ovvero, in caso di delega di tale \npotestà, nel regolamento regionale.\n2. Ai fini della conclusione di un accordo quadro, le stazioni appaltanti \nseguono le regole di procedura previste dalla parte II del Codice in tutte le \nfasi fino all'aggiudicazione degli appalti basati su tale accordo quadro. Le \nparti dell'accordo quadro sono scelte applicando i criteri di aggiudicazione \ndefiniti ai sensi degli articoli 41 e seguenti.\n3. Gli appalti basati su un accordo quadro sono aggiudicati secondo le \nprocedure previste ai commi 4 e 5. Tali procedure sono applicabili solo tra \nle stazioni appaltanti e gli operatori economici inizialmente parti \ndell'accordo quadro. In sede di aggiudicazione degli appalti pubblici basati \nsu un accordo quadro, le parti non possono in nessun caso apportare modifiche \nsostanziali alle condizioni fissate in tale accordo quadro, in particolare \nnel caso di cui al comma 4.\n4. Quando un accordo quadro è concluso con un solo operatore economico, gli \nappalti basati su tale accordo quadro sono aggiudicati entro i limiti delle \ncondizioni fissate nell'accordo quadro. Per l'aggiudicazione di tali appalti, \nle stazioni appaltanti possono consultare per iscritto l'operatore parte \ndell'accordo quadro, chiedendogli di completare, se necessario, la sua \nofferta.\n5. Quando un accordo quadro è concluso con più operatori economici, il numero \ndi questi deve essere almeno pari a tre, purchè vi sia un numero sufficiente \ndi operatori economici che soddisfano i criteri di selezione, ovvero di \nofferte accettabili corrispondenti ai criteri di aggiudicazione.\n6. Gli appalti basati su accordi quadro conclusi con più operatori economici \npossono essere aggiudicati mediante applicazione delle condizioni stabilite \nnell'accordo quadro senza nuovo confronto competitivo.\n7. Per il caso di cui al comma 6, l'aggiudicazione dell'accordo quadro \ncontiene l'ordine di priorità, privilegiando il criterio della rotazione, per \nla scelta dell'operatore economico cui affidare il singolo appalto.\n8. Gli appalti basati su accordi quadro conclusi con più operatori economici, \nse l'accordo quadro non fissa tutte le condizioni, possono essere affidati \nsolo dopo aver rilanciato il confronto competitivo fra le parti in base alle \nstesse condizioni, se necessario precisandole, e, se del caso, ad altre \ncondizioni indicate nel capitolato d'oneri dell'accordo quadro, secondo la \nseguente procedura:\na) per ogni appalto da aggiudicare le stazioni appaltanti consultano per \niscritto gli operatori economici che sono in grado di realizzare l'oggetto \ndell'appalto;\nb) le stazioni appaltanti fissano un termine sufficiente per presentare le \nofferte relative ad ogni appalto specifico tenendo conto di elementi quali \nla complessità dell'oggetto dell'appalto e il tempo necessario per la \ntrasmissione delle offerte;\nc) le offerte sono presentate per iscritto e il loro contenuto deve rimanere \nsegreto fino alla scadenza del termine previsto per la loro presentazione;\nd) le stazioni appaltanti aggiudicano ogni appalto all'offerente che ha \npresentato l'offerta migliore sulla base dei criteri di aggiudicazione \nfissati nel capitolato d'oneri dell'accordo quadro.\n9. La durata di un accordo quadro non può superare i quattro anni, salvo in \ncasi eccezionali debitamente motivati, in particolare, dall'oggetto \ndell'accordo quadro.\n10. Le stazioni appaltanti non possono ricorrere agli accordi quadro in modo abusivo o in modo da ostacolare, limitare o distorcere la concorrenza.", '41': "\nDialogo competitivo\n1. Nel caso di appalti particolarmente complessi, le stazioni appaltanti, se \nritengono che il ricorso alla procedura aperta o ristretta non permette \nl'aggiudicazione dell'appalto, possono avvalersi del dialogo competitivo in \nconformità a quanto previsto nel presente articolo.\n2. Ai fini del ricorso al dialogo competitivo un appalto pubblico è \nconsiderato «particolarmente complesso» quando la stazione appaltante:\na) non è oggettivamente in grado di definire, conformemente all'articolo 68, \ncomma 3, lettere b), c) o d) del Codice e successive modificazioni, i \nmezzi tecnici atti a soddisfare le sue necessità o i suoi obiettivi.\nb) non è oggettivamente in grado di specificare l'impostazione giuridica o \nfinanziaria di un progetto. Possono, secondo le circostanze concrete, \nessere considerati particolarmente complessi gli appalti per i quali la \nstazione appaltante non dispone, a causa di fattori oggettivi ad essa non \nimputabili, di studi in merito alla identificazione e quantificazione dei \npropri bisogni o all'individuazione dei mezzi strumentali al \nsoddisfacimento dei predetti bisogni, alle caratteristiche funzionali, \ntecniche, gestionali ed economico-finanziarie degli stessi e all'analisi \ndello stato di fatto e di diritto di ogni intervento nelle sue eventuali \ncomponenti storico-artistiche, architettoniche, paesaggistiche, nonchè \nsulle componenti di sostenibilità ambientale, socio-economiche, \namministrative e tecniche.\n3. Il provvedimento con cui la stazione appaltante decide di ricorrere al \ndialogo competitivo deve contenere specifica motivazione in merito alla \nsussistenza dei presupposti previsti dal comma 2.\n4. L'unico criterio per l'aggiudicazione dell'appalto pubblico è quello \ndell'offerta economicamente più vantaggiosa.\n5. Le stazioni appaltanti pubblicano un bando di gara conformemente \nall'articolo 19 in cui rendono noti le loro necessità o obiettivi, che \ndefiniscono nel bando stesso o in un documento descrittivo che costituisce \nparte integrante del bando, nei quali sono altresì indicati i requisiti di \nammissione al dialogo competitivo, individuati tra quelli pertinenti previsti \ndagli articoli da 22 a 30, i criteri di valutazione delle offerte di cui \nall'articolo 42, comma 2 e il termine entro il quale gli interessati possono \npresentare istanza di partecipazione alla procedura.\n6. Le stazioni appaltanti avviano con i candidati ammessi, conformemente ai \nrequisiti di cui al comma 5, un dialogo finalizzato all'individuazione e alla \ndefinizione dei mezzi più idonei a soddisfare le loro necessità o obiettivi. \nNella fase del dialogo esse possono discutere con i candidati ammessi tutti \ngli aspetti dell'appalto.\n7. Durante il dialogo le stazioni appaltanti garantiscono la parità di \ntrattamento di tutti i partecipanti, in particolare non forniscono, in modo \ndiscriminatorio, informazioni che possano favorire alcuni partecipanti \nrispetto ad altri.\n8. Le stazioni appaltanti non possono rivelare agli altri partecipanti le \nsoluzioni proposte, nè altre informazioni riservate comunicate dal candidato \npartecipante al dialogo senza l'accordo di quest'ultimo.\n9. Le stazioni appaltanti possono prevedere che la procedura si svolga in \nfasi successive, in modo da ridurre il numero di soluzioni da discutere \ndurante la fase del dialogo, applicando i criteri di aggiudicazione precisati \nnel bando di gara o nel documento descrittivo. Il ricorso a tale facoltà è \nindicato nel bando di gara e nel documento descrittivo.10. Le stazioni appaltanti proseguono il dialogo finchè non sono in grado di \nindividuare, se del caso dopo averle confrontate, la soluzione o le soluzioni \nche possono soddisfare le loro necessità o obiettivi.\n11. Le stazioni appaltanti possono motivatamente ritenere che nessuna delle \nsoluzioni proposte soddisfa le proprie necessità o obiettivi. In tal caso \ninformano immediatamente i partecipanti, ai quali non spetta alcun indennizzo \no risarcimento, salvo quanto previsto dal comma 17.\n12. Negli altri casi, dopo aver dichiarato concluso il dialogo e averne \ninformato i partecipanti, le stazioni appaltanti li invitano a presentare le \nloro offerte finali in base alla o alle soluzioni presentate e specificate \nnella fase del dialogo. Tali offerte devono contenere tutti gli elementi \nrichiesti e necessari per l'esecuzione del progetto.\n13. Prima della presentazione delle offerte, nel rispetto del principio di \nconcorrenza e non discriminazione, le stazioni appaltanti specificano i \ncriteri di valutazione di cui all'articolo 42, comma 2, indicati nel bando o \nnel documento descrittivo in relazione alle peculiarità della soluzione o \ndelle soluzioni individuate ai sensi del comma 10.\n14. Su richiesta delle stazioni appaltanti le offerte possono essere \nchiarite, precisate e perfezionate. Tuttavia tali precisazioni, chiarimenti, \nperfezionamenti o complementi non possono avere l'effetto di modificare gli \nelementi fondamentali dell'offerta o dell'appalto quale posto in gara la cui \nvariazione rischia di falsare la concorrenza o di avere un effetto \ndiscriminatorio.\n15. Le stazioni appaltanti valutano le offerte ricevute sulla base dei \ncriteri di aggiudicazione fissati nel bando di gara o nel documento \ndescrittivo e di quelli fissati ai sensi del comma 13, individuando l'offerta \neconomicamente più vantaggiosa conformemente all'articolo 44.\n16. L'offerente che risulta aver presentato l'offerta economicamente più \nvantaggiosa può essere invitato a precisare gli aspetti della sua offerta o a \nconfermare gli impegni in essa figuranti, a condizione che ciò non abbia \nl'effetto di modificare elementi fondamentali dell'offerta o dell'appalto \nquale posto in gara, falsare la concorrenza o comportare discriminazioni.\n17. Le stazioni appaltanti possono prevedere premi o incentivi per \npartecipanti al dialogo, anche nell'ipotesi in cui al comma 11.\n18. Le stazioni appaltanti non possono ricorrere al dialogo competitivo in \nmodo abusivo o in modo da ostacolare, limitare o distorcere la concorrenza.", '42': "\nCriteri per la scelta dell'offerta migliore\n1. Nei contratti pubblici, fatte salve le disposizioni legislative, \nregolamentari o amministrative relative alla remunerazione di servizi \nspecifici, la migliore offerta è selezionata con il criterio del prezzo più \nbasso o con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.\n2. Le stazioni appaltanti scelgono, tra i criteri di cui al comma 1, quello \npiù adeguato in relazione alle caratteristiche dell'oggetto del contratto e \nindicano nel bando di gara quale dei due criteri di cui al comma 1 è \napplicato per selezionare la migliore offerta.\n3. Le stazioni appaltanti possono decidere di non procedere \nall'aggiudicazione se nessuna offerta risulta conveniente o idonea in \nrelazione all'oggetto del contratto.", '43': "\nCriterio del prezzo più basso\n1. Il prezzo più basso, inferiore a quello posto a base di gara, è \ndeterminato come indicato dal comma 2.2. Il bando di gara stabilisce:\na) se il prezzo più basso, per i contratti da stipulare a misura, è \ndeterminato mediante ribasso sull'elenco prezzi posto a base di gara \novvero mediante offerta a prezzi unitari;\nb) se il prezzo più basso, per i contratti da stipulare a corpo, è \ndeterminato mediante ribasso sull'importo dei lavori posto a base di gara \novvero mediante offerta a prezzi unitari.\n3. Per i contratti da stipulare parte a corpo e parte a misura, il prezzo più \nbasso è determinato mediante offerta a prezzi unitari.\n4. Per le modalità applicative del ribasso sull'elenco prezzi e dell'offerta \na prezzi unitari si fa riferimento, ai sensi dell'articolo 82, comma 4, del \nCodice e successive modificazioni a quelle stabilite dal regolamento statale, \novvero, in caso di delega della relativa potestà, dal regolamento regionale.", '44': "\nCriterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa\n1. Quando il contratto è affidato con il criterio dell'offerta economicamente \npiù vantaggiosa, il bando di gara stabilisce i criteri di valutazione \ndell'offerta, pertinenti alla natura, all'oggetto e alle caratteristiche del \ncontratto, quali, a titolo esemplificativo:\na) il prezzo;\nb) la qualità;\nc) il pregio tecnico;\nd) le caratteristiche estetiche e funzionali;\ne) le caratteristiche ambientali;\nf) il costo di utilizzazione e manutenzione;\ng) la redditività;\nh) il servizio successivo alla vendita;\ni) l'assistenza tecnica;\nl) la data di consegna ovvero il termine di consegna o di esecuzione;\nm) l'impegno in materia di pezzi di ricambio;\nn) la sicurezza di approvvigionamento;\no) in caso di concessioni, la durata del contratto, le modalità di gestione, \nil livello e i criteri di aggiornamento delle tariffe da praticare agli \nutenti.\n2. Il bando di gara ovvero, in caso di dialogo competitivo, il bando o il \ndocumento descrittivo, elencano i criteri di valutazione e precisano la \nponderazione relativa attribuita a ciascuno di essi, anche mediante una \nsoglia, espressa con un valore numerico determinato, in cui lo scarto tra il \npunteggio della soglia e quello massimo relativo all'elemento cui si \nriferisce la soglia deve essere appropriato.\n3. Le stazioni appaltanti, quando ritengono la ponderazione di cui al comma 2 \nimpossibile per ragioni dimostrabili, indicano nel bando di gara e nel \ncapitolato d'oneri, o, in caso di dialogo competitivo, nel bando o nel \ndocumento descrittivo, l'ordine decrescente di importanza dei criteri.\n4. Il bando per ciascun criterio di valutazione prescelto prevede, ove \nnecessario, i sub-criteri e i sub-pesi o i sub-punteggi se la stazione \nappaltante non è in grado di stabilirli tramite la propria organizzazione, \nprovvede a nominare uno o più esperti con il decreto o la determina a \ncontrarre, affidando a essi l'incarico di redigere i criteri, i pesi, i \npunteggi e le relative specificazioni, indicati nel bando di gara. La \ncommissione giudicatrice, prima dell'apertura delle buste contenenti le \nofferte, fissa in via generale i criteri motivazionali per attribuire a \nciascun criterio e subcriterio di valutazione il punteggio tra il minimo e il \nmassimo prestabiliti dal bando.5. Per attuare la ponderazione o comunque attribuire il punteggio a ogni \nelemento dell'offerta, le stazioni appaltanti utilizzano metodologie tali da \nconsentire di individuare con un unico parametro numerico finale l'offerta \npiù vantaggiosa. A tale riguardo, le stazioni appaltanti fanno riferimento \nalle metodologie stabilite dal regolamento statale ai sensi dell'articolo 83, \ncomma 5, del Codice e successive modificazioni, ovvero, in caso di delega \ndella relativa potestà, dal regolamento regionale, distintamente per lavori, \nservizi e forniture e, ove occorra, con modalità semplificate per servizi e \nforniture.", '45': "\nRicorso alle aste elettroniche\n1. Nelle procedure aperte, ristrette, o negoziate previo bando, quando \nricorrono le condizioni di cui al comma 3, le stazioni appaltanti possono \nstabilire che l'aggiudicazione dei contratti di appalto avviene attraverso \nun'asta elettronica.\n2. Alle condizioni di cui al comma 3, le stazioni appaltanti possono \nstabilire di ricorrere all'asta elettronica in occasione del rilancio del \nconfronto competitivo fra le parti di un accordo quadro, e dell'indizione di \ngare per appalti da aggiudicare nell'ambito del sistema dinamico di \nacquisizione.\n3. Le aste elettroniche possono essere utilizzate quando le specifiche \ndell'appalto possono essere fissate in maniera precisa e la valutazione delle \nofferte rispondenti alle specifiche definite nel bando di gara è effettuabile \nautomaticamente da un mezzo elettronico, sulla base di elementi \nquantificabili in modo tale da essere espressi in cifre o percentuali. Le \nstazioni appaltanti non possono ricorrere alle aste elettroniche abusivamente \no in modo tale da impedire, limitare o distorcere la concorrenza o comunque \nin modo da modificare l'oggetto dell'appalto, come definito dal bando e dagli \naltri atti di gara.\n4. L'asta elettronica riguarda:\na) unicamente i prezzi, quando l'appalto è aggiudicato al prezzo più basso;\nb) i prezzi e i valori degli elementi dell'offerta indicati negli atti di \ngara, quando l'appalto è aggiudicato all'offerta economicamente più \nvantaggiosa.\n5. Il ricorso a un'asta elettronica per l'aggiudicazione dell'appalto deve \nessere espressamente indicato nel bando di gara.\n6. Il bando o il capitolato devono indicare le seguenti specifiche \ninformazioni:\na) gli elementi i cui valori sono oggetto di valutazione automatica nel corso \ndell'asta elettronica;\nb) gli eventuali limiti minimi e massimi dei valori degli elementi \ndell'offerta, come indicati nelle specifiche dell'appalto;\nc) le informazioni messe a disposizione degli offerenti nel corso dell'asta \nelettronica con eventuale indicazione del momento in cui sono messe a loro \ndisposizione;\nd) le informazioni riguardanti lo svolgimento dell'asta elettronica;\ne) le condizioni alle quali gli offerenti possono effettuare rilanci e, in \nparticolare, gli scarti minimi eventualmente richiesti per il rilancio;\nf) le informazioni riguardanti il dispositivo elettronico utilizzato nonché \nle modalità e specifiche tecniche di collegamento.\n7. Prima di procedere all'asta elettronica, le stazioni appaltanti effettuano \nuna prima valutazione completa delle offerte pervenute con le modalità \nstabilite nel bando di gara e in conformità al criterio di aggiudicazione \nprescelto e alla relativa ponderazione. I soggetti che hanno presentato offerte ammissibili sono invitati simultaneamente per via elettronica a \npresentare nuovi prezzi o nuovi valori; l'invito contiene ogni informazione \nnecessaria al collegamento individuale al dispositivo elettronico utilizzato \ne precisa la data e l'ora di inizio dell'asta elettronica. L'asta elettronica \nsi svolge in un'unica seduta e non può aver inizio prima di due giorni \nlavorativi a decorrere dalla data di invio degli inviti.\n8. Quando l'aggiudicazione avviene in base al criterio dell'offerta \neconomicamente più vantaggiosa, l'invito di cui al comma 7 è corredato del \nrisultato della valutazione completa dell'offerta dell'offerente interessato, \neffettuata conformemente alla ponderazione di cui all'articolo 44, comma 2. \nL'invito precisa, altresì, la formula matematica che determina, durante \nl'asta elettronica, le riclassificazioni automatiche in funzione dei nuovi \nprezzi o dei nuovi valori presentati. Questa formula integra la ponderazione \ndi tutti i criteri stabiliti per determinare l'offerta economicamente più \nvantaggiosa, quale indicata nel bando o negli altri atti di gara; a tal fine \nle eventuali forcelle devono essere precedentemente espresse con un valore \ndeterminato. Se sono ammesse varianti, per ogni variante deve essere fornita \nuna formula matematica separata per la relativa ponderazione.\n9. Nel corso dell'asta elettronica, le stazioni appaltanti comunicano in \ntempo reale agli offerenti almeno le informazioni che consentono loro di \nconoscere in ogni momento la rispettiva classificazione. Le stazioni \nappaltanti possono, altresì, comunicare ulteriori informazioni riguardanti \nprezzi o valori presentati da altri offerenti, purchè previsto negli atti di \ngara. Le stazioni appaltanti possono inoltre, in qualsiasi momento, \nannunciare il numero di partecipanti alla relativa fase d'asta, fermo \nrestando che in nessun caso può essere resa nota l'identità degli offerenti \ndurante lo svolgimento dell'asta e fino all'aggiudicazione.\n10. Le stazioni appaltanti dichiarano conclusa l'asta elettronica alla data e \nora di chiusura preventivamente fissate.\n11. Dopo aver dichiarata conclusa l'asta elettronica, le stazioni appaltanti \naggiudicano l'appalto ai sensi dell'articolo 42, in funzione dei risultati \ndell'asta elettronica.\n12. Ai sensi dell'articolo 85, comma 12, del Codice e successive \nmodificazioni, si fa riferimento a quanto stabilito dal regolamento statale, \novvero, in caso di delega della relativa potestà, dal regolamento regionale, \nper:\na) i presupposti e le condizioni specifiche per il ricorso alle aste \nelettroniche;\nb) i requisiti e le modalità tecniche della procedura di asta elettronica;\nc) le condizioni e le modalità di esercizio del diritto di accesso agli atti \ndella procedura di asta elettronica, nel rispetto dell'articolo 13 del \nCodice e successive modificazioni.\n13. Per l'acquisto di beni e servizi, alle condizioni di cui al comma 3, le \nstazioni appaltanti possono stabilire di ricorrere a procedure di gara \ninteramente gestite con sistemi telematici, disciplinate con il regolamento \nnel rispetto delle disposizioni di cui alla presente legge e di cui al Codice.\n14. Il ricorso alle aste elettroniche è condizionato dall'emanazione del \nregolamento statale ovvero, in caso di delega della relativa potestà, del \nregolamento regionale di cui al comma 12.", '46': "\nCriteri di individuazione e di verifica delle offerte anormalmente basse\n1. Nei contratti di cui alla presente legge, quando il criterio di \naggiudicazione è quello del prezzo più basso, le stazioni appaltanti valutano \nla congruità delle offerte che presentano un ribasso pari o superiore alla media aritmetica dei ribassi percentuali delle offerte ammesse, con \nesclusione del dieci per cento, arrotondato all'unità superiore, \nrispettivamente delle offerte di maggior ribasso e di quelle di minor \nribasso, incrementata dello scarto medio aritmetico dei ribassi percentuali \nche superano la predetta media.\n2. Nei contratti di cui alla presente legge, di importo inferiore alla soglia \ncomunitaria, quando il criterio di aggiudicazione è quello del prezzo più \nbasso, le stazioni appaltanti, previa individuazione della soglia di anomalia \ncon le modalità indicate al comma 1, provvedono all'esclusione automatica \ndelle offerte anomale.\n3. Nei contratti di cui alla presente legge, quando il criterio di \naggiudicazione è quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa, le \nstazioni appaltanti valutano la congruità delle offerte in relazione alle \nquali sia i punti relativi al prezzo, sia la somma dei punti relativi agli \naltri elementi di valutazione, sono entrambi pari o superiori ai quattro \nquinti dei corrispondenti punti massimi previsti dal bando di gara.\n4. In ogni caso le stazioni appaltanti possono valutare la congruità di ogni \naltra offerta che, in base ad elementi specifici, appare anormalmente bassa.\n5. il comma 1 e 2 non si applica quando il numero delle offerte ammesse è \ninferiore a cinque. In tal caso le stazioni appaltanti procedono ai sensi del \ncomma 4.\n6. Le offerte sono corredate, sin dalla presentazione, delle giustificazioni \ndi cui al comma 8, relative alle voci di prezzo che concorrono a formare \nl'importo complessivo posto a base di gara. Il bando o la lettera di invito \nprecisano le modalità di presentazione delle giustificazioni. Ove l'esame \ndelle giustificazioni richieste e prodotte non è sufficiente ad escludere \nl'incongruità dell'offerta, la stazione appaltante richiede all'offerente di \nintegrare i documenti giustificativi procedendo ai sensi dei commi seguenti. \nAll'esclusione può provvedersi solo all'esito dell'ulteriore verifica, in \ncontraddittorio.\n7. Quando un'offerta appare anormalmente bassa, la stazione appaltante \nrichiede all'offerente le giustificazioni, eventualmente necessarie in \naggiunta a quelle già presentate a corredo dell'offerta, ritenute pertinenti \nin merito agli elementi costitutivi dell'offerta medesima.\n8. Le giustificazioni di cui ai commi 6 e 7, possono riguardare, a titolo \nesemplificativo:\na) l'economia del procedimento di costruzione, del processo di fabbricazione, \ndel metodo di prestazione del servizio;\nb) le soluzioni tecniche adottate;\nc) le condizioni eccezionalmente favorevoli di cui dispone l'offerente per \neseguire i lavori, per fornire i prodotti, o per prestare i servizi;\nd) l'originalità del progetto, dei lavori, delle forniture, dei servizi \nofferti;\ne) l'eventualità che l'offerente ottiene un aiuto di Stato;\nf) il costo del lavoro come determinato periodicamente in apposite tabelle \ndal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sulla base dei valori \neconomici previsti dalla contrattazione collettiva stipulata dai sindacati \ncomparativamente più rappresentativi, delle norme in materia previdenziale \ne assistenziale, dei diversi settori merceologici e delle differenti aree \nterritoriali; in mancanza di contratto collettivo applicabile, il costo \ndel lavoro è determinato in relazione al contratto collettivo del settore \nmerceologico più vicino a quello preso in considerazione.\n9. Non sono ammesse giustificazioni in relazione a trattamenti salariali \nminimi inderogabili stabiliti dalla legge o da fonti autorizzate dalla legge.\n10. Non sono ammesse giustificazioni in relazione agli oneri di sicurezza per i quali non sia ammesso ribasso d'asta in conformità all'articolo 131 del \nCodice, nonchè al piano di sicurezza e coordinamento di cui all'articolo 12, \ndecreto legislativo n. 494/96 e alla relativa stima dei costi conforme \nall'articolo 7, decreto del Presidente della Repubblica 3 luglio 2003, n. \n222. Nella valutazione dell'anomalia la stazione appaltante tiene conto dei \ncosti relativi alla sicurezza che devono essere specificamente indicati \nnell'offerta e risultare congrui rispetto all'entità e alle caratteristiche \ndei servizi o delle forniture.\n11. La stazione appaltante che accerta che un'offerta è anormalmente bassa in \nquanto l'offerente ha ottenuto un aiuto di Stato, può respingere tale offerta \nper questo solo motivo unicamente se, consultato l'offerente, quest'ultimo \nnon è in grado di dimostrare, entro un termine stabilito dall'amministrazione \ne non inferiore a quindici giorni, che l'aiuto in questione era stato \nconcesso legalmente. Quando la stazione appaltante respinge un'offerta in \ntali circostanze, ne informa tempestivamente la Commissione.\n12. Con il regolamento regionale sono stabiliti i parametri e le modalità di \nverifica dell'anomalia nel rispetto ed in conseguenza dei principi desumibili \ndalla norma comunitaria e nazionale in merito.\n13. La richiesta di giustificazioni è formulata per iscritto e può indicare \nle componenti dell'offerta ritenute anormalmente basse, ovvero, \nalternativamente o congiuntamente, invitare l'offerente a dare le \ngiustificazioni che ritiene utili. All'offerente è assegnato un termine non \ninferiore a dieci giorni per presentare, per iscritto, le giustificazioni \nrichieste.\n14. La stazione appaltante, se del caso, mediante una commissione costituita \nsecondo i criteri fissati dal regolamento di cui all'articolo 6, esamina gli \nelementi costitutivi dell'offerta tenendo conto delle giustificazioni fornite \ne può chiedere per iscritto ulteriori chiarimenti, se resi necessari o utili \na seguito di tale esame, assegnando un termine non inferiore a cinque giorni \nlavorativi.\n15. Prima di escludere l'offerta, ritenuta eccessivamente bassa, la stazione \nappaltante convoca l'offerente con un anticipo non inferiore a cinque giorni \nlavorativi e lo invita a indicare ogni elemento che ritiene utile. Se \nl'offerente non si presenta alla data di convocazione stabilita, la stazione \nappaltante può prescindere dalla sua audizione.\n16. La stazione appaltante esclude l'offerta che, in base all'esame degli \nelementi forniti, risulta nel suo complesso inaffidabile.\n17. La stazione appaltante sottopone a verifica la prima migliore offerta, se \nla stessa appare anormalmente bassa, e, se la esclude, procede nella stessa \nmaniera progressivamente nei confronti delle successive migliori offerte, \nfino ad individuare la migliore offerta non anomala.", '47': "\nValutazione dei costi del lavoro e della sicurezza.\n1. Nella predisposizione dei documenti di gara e nella valutazione \ndell'anomalia delle offerte, e prima della firma del contratto, le stazioni \nappaltanti sono tenute a verificare che il prezzo offerto sia congruente con \nil costo del lavoro come determinato periodicamente sulla base dei valori \neconomici previsti dalla contrattazione collettiva nazionale stipulata dai \nsindacati comparativamente più rappresentativi e dalle norme in materia \nprevidenziale ed assistenziale dei diversi settori merceologici e delle \ndifferenti aree territoriali.\n2. Nella valutazione della anomalia delle offerte, le stazioni appaltanti \nsono tenute altresì a considerare i costi relativi alla sicurezza, che devono \nessere specificamente indicati e risultare congrui rispetto all'entità e alle caratteristiche dell'oggetto dell'appalto e non essere soggetti a ribasso.", '48': "\nCommissioni giudicatrici\n1. Quando la scelta della migliore offerta avviene con il criterio \ndell'offerta economicamente più vantaggiosa, la valutazione è demandata ad \nuna commissione giudicatrice che opera secondo le norme stabilite dal \nregolamento.\n2. La commissione nominata dall'organo della stazione appaltante competente \nad effettuare la scelta del soggetto affidatario del contratto è composta da \nun numero dispari di componenti, in numero massimo di cinque, esperti nello \nspecifico settore cui si riferisce l'oggetto del contratto.\n3. La commissione è presieduta da un dirigente dipendente della stazione \nappaltante, nominato dall'organo competente.\n4. I commissari diversi dal Presidente non devono aver svolto né possono \nsvolgere alcun'altra funzione o incarico tecnico o amministrativo \nrelativamente a contratti affidati dalle amministrazioni presso le quali \nhanno prestato servizio.\n5. Coloro che nel biennio precedente hanno rivestito cariche di pubblico \namministratore non possono essere nominati commissari relativamente a \ncontratti affidati dalle amministrazioni presso le quali hanno prestato \nservizio.\n6. Sono esclusi da successivi incarichi di commissario coloro che in qualità \ndi membri delle commissioni giudicatrici hanno concorso, con dolo o colpa \ngrave accertati in sede giurisdizionale con sentenza non sospesa, \nall'approvazione di atti dichiarati illegittimi.\n7. Si applicano ai commissari le cause di astensione previste dall'articolo \n51 del codice di procedura civile.\n8. I commissari diversi dal presidente sono selezionati tra i funzionari \ndelle stazioni appaltanti. In caso di accertata carenza in organico di \nadeguate professionalità, nonché negli altri casi previsti dal regolamento in \ncui ricorrono esigenze oggettive e comprovate, i commissari diversi dal \npresidente sono scelti con un criterio di rotazione tra gli appartenenti alle \nseguenti categorie:\na) professionisti con almeno dieci anni di iscrizione nei rispettivi albi \nprofessionali, nell'ambito di un elenco formato sulla base di rose di \ncandidati fornite dagli ordini professionali;\nb) professori universitari di ruolo, nell'ambito di un elenco, formato sulla \nbase di rose di candidati fornite dalle facoltà di appartenenza.\n9. Gli elenchi di cui al comma 8 sono soggetti ad aggiornamento almeno \nbiennale. \n10. La nomina dei commissari e la costituzione della commissione devono \navvenire dopo la scadenza del termine fissato per la presentazione delle \nofferte.\n11. La commissione procede alla valutazione delle offerte secondo criteri \nunivoci di giudizio che, ove non precisamente delineati nel bando di gara, \nsono adottati preventivamente dalla commissione medesima insieme alla \ndeterminazione delle regole procedurali per la valutazione delle offerte.\n12. Le spese relative alla commissione sono inserite nel quadro economico del \nprogetto tra le somme a disposizione della stazione appaltante.\n13. In caso di rinnovo del procedimento di gara a seguito di annullamento \ndell'aggiudicazione o di annullamento dell'esclusione di taluno dei \nconcorrenti, è riconvocata la medesima commissione.", '49': "\nFasi delle procedure di affidamento1. Prima di procedere all'esperimento della gara, l'amministrazione \naggiudicatrice è tenuta, nel caso di appalto di lavori, ad acquisire da parte \ndel direttore dei lavori, un'attestazione sull'accessibilità delle aree e \ndegli immobili interessati dai lavori, nonché sull'assenza di impedimenti \nsopravvenuti rispetto agli accertamenti effettuati prima dell'approvazione \ndel progetto ed alla conseguente realizzabilità dello stesso, previa verifica \ne validazione. \n2. Il responsabile del procedimento è tenuto alla formale rilevazione di \neventuali limiti, incongruenze o errori che il responsabile tecnico o il \ndirettore dei lavori ritengono pregiudizievoli ai fini dell'affidamento \ndell'appalto, proponendo all'amministrazione i provvedimenti da assumere. \n3. L'offerta da presentare per l'affidamento degli appalti e delle \nconcessioni di lavori pubblici è accompagnata dalla dichiarazione con la \nquale i concorrenti attestano di aver esaminato gli elaborati progettuali, \ncompreso il computo metrico, di essersi recati sul luogo di esecuzione dei \nlavori, di aver preso conoscenza delle condizioni dei luoghi, della viabilità \ndi accesso, delle cave eventualmente necessarie e delle discariche \nautorizzate, nonché di tutte le circostanze generali e particolari \nsuscettibili di influire sulla determinazione dei prezzi, sulle condizioni \ncontrattuali e sull'esecuzione dei lavori e di aver giudicato i lavori stessi \nrealizzabili, gli elaborati progettuali adeguati ed i prezzi nel loro \ncomplesso remunerativi e tali da consentire il ribasso offerto. La stessa \ndichiarazione contiene altresì l'attestazione di aver effettuato una verifica \ndella disponibilità della manodopera necessaria per l'esecuzione dei lavori \nnonché della disponibilità di attrezzature adeguate all'entità e alla \ntipologia e categoria dei lavori in appalto.\n4. In nessun caso si procede alla stipulazione del contratto, se il \nresponsabile del procedimento e l'impresa appaltatrice non hanno \nconcordemente dato atto, con verbale da entrambi sottoscritto, del permanere \ndelle condizioni che consentono l'immediata esecuzione dei lavori.\n5. Per ogni appalto l'amministrazione aggiudicatrice redige un verbale di \ngara contenente almeno le seguenti informazioni: \na) il nome e l'indirizzo dell'amministrazione aggiudicatrice, l'oggetto e il \nvalore del contratto; \nb) i nomi dei candidati o degli offerenti presi in considerazione e i motivi \ndella scelta; \nc) i nomi dei candidati o degli offerenti esclusi e i motivi dell'esclusione; \nd) i motivi del rigetto delle offerte giudicate anormalmente basse; \ne) il nome dell'aggiudicatario e la giustificazione della scelta della sua \nofferta nonché, se è nota, la parte dell'appalto che l'aggiudicatario \nintende subappaltare a terzi; \nf) le eventuali ragioni per le quali l'amministrazione aggiudicatrice ha \nrinunciato ad aggiudicare l'appalto.\n6. La selezione dei partecipanti avviene mediante uno dei sistemi previsti \ndalla presente legge per l'individuazione dei soggetti offerenti.\n7. Le procedure di affidamento selezionano la migliore offerta, mediante uno \ndei criteri previsti dalla presente legge. Al termine della procedura è \ndichiarata l'aggiudicazione provvisoria a favore del miglior offerente.\n8. La stazione appaltante, previa verifica dell'aggiudicazione provvisoria, \nprovvede all'aggiudicazione definitiva.\n9. Ciascun concorrente non può presentare più di un'offerta. L'offerta è \nvincolante per il periodo indicato nel bando o nell'invito e, in caso di \nmancata indicazione, per centottanta giorni dalla scadenza del termine per la \nsua presentazione. La stazione appaltante può chiedere agli offerenti il differimento di detto termine.\n10. L'aggiudicazione definitiva non equivale ad accettazione dell'offerta. \nL'offerta dell'aggiudicatario è irrevocabile fino al termine stabilito nel \ncomma 12.\n11. L'aggiudicazione definitiva diventa efficace dopo la verifica del \npossesso dei prescritti requisiti.\n12. Divenuta efficace l'aggiudicazione definitiva, e fatto salvo l'esercizio \ndei poteri di autotutela nei casi consentiti dalle norme vigenti, la \nstipulazione del contratto di appalto o di concessione ha luogo entro il \ntermine di sessanta giorni, salvo diverso termine previsto nel bando o \nnell'invito ad offrire, ovvero l'ipotesi di differimento espressamente \nconcordata con l'aggiudicatario. Se la stipulazione del contratto non avviene \nnel termine fissato, ovvero il controllo di cui al comma 19 non avviene nel \ntermine ivi previsto, l'aggiudicatario può, mediante atto notificato alla \nstazione appaltante, sciogliersi da ogni vincolo o recedere dal contratto. \nAll'aggiudicatario non spetta alcun indennizzo, salvo il rimborso delle spese \ncontrattuali documentate. Nel caso di lavori, se è intervenuta la consegna \ndei lavori in via di urgenza, l'aggiudicatario ha diritto al rimborso delle \nspese sostenute per l'esecuzione dei lavori ordinati dal direttore dei \nlavori, ivi comprese quelle per opere provvisionali.\n13. Il contratto non può comunque essere stipulato prima di trenta giorni \ndalla comunicazione ai controinteressati del provvedimento di aggiudicazione, \nai sensi dell'articolo 79 del Codice e successive modificazioni, salvo \nmotivate ragioni di particolare urgenza che non consentono \nall'amministrazione di attendere il decorso del predetto termine.\n14. Il contratto è sottoposto alla condizione sospensiva dell'esito positivo \ndell'eventuale approvazione e degli altri controlli previsti dalle norme \nproprie delle stazioni appaltanti o degli enti aggiudicatori.\n15. L'esecuzione del contratto può avere inizio solo dopo che lo stesso è \ndivenuto efficace, salvo che, in casi di urgenza, la stazione appaltante o \nl'ente aggiudicatore ne chiedano l'esecuzione anticipata, nei modi e alle \ncondizioni previste dal regolamento statale ovvero, in caso di delega della \nrelativa potestà, dal regolamento regionale.\n16. Il contratto è stipulato mediante atto pubblico notarile, o mediante \nforma pubblica amministrativa a cura dell'ufficiale rogante \ndell'amministrazione aggiudicatrice, ovvero mediante scrittura privata, \nnonchè in forma elettronica secondo le norme vigenti per ciascuna stazione \nappaltante.\n17. L'aggiudicazione provvisoria è soggetta ad approvazione dell'organo \ncompetente secondo l'ordinamento delle amministrazioni aggiudicatrici e degli \nenti aggiudicatori, ovvero degli altri soggetti aggiudicatori, nel rispetto \ndei termini previsti dai singoli ordinamenti, decorrenti dal ricevimento \ndell'aggiudicazione provvisoria da parte dell'organo competente. In mancanza, \nil termine è pari a trenta giorni. Il termine è interrotto dalla richiesta di \nchiarimenti o documenti e inizia nuovamente a decorrere da quando i \nchiarimenti o documenti pervengono all'organo richiedente. Decorsi i termini \nprevisti dai singoli ordinamenti o, in mancanza, quello di trenta giorni, \nl'aggiudicazione si intende approvata.\n18. Il contratto stipulato è soggetto all'eventuale approvazione dell'organo \ncompetente secondo l'ordinamento delle amministrazioni aggiudicatrici e degli \nenti aggiudicatori, ovvero degli altri soggetti aggiudicatori, nel rispetto \ndei termini previsti dai singoli ordinamenti, decorrenti dal ricevimento del \ncontratto da parte dell'organo competente. In mancanza, il termine è pari a \ntrenta giorni. Il termine è interrotto dalla richiesta di chiarimenti o \ndocumenti e inizia nuovamente a decorrere da quando i chiarimenti o documenti pervengono all'organo richiedente. Decorsi i termini previsti dai singoli \nordinamenti o, in mancanza, quello di trenta giorni, il contratto si intende \napprovato.\n19. L'approvazione del contratto di cui al comma 18 è sottoposta agli \neventuali controlli previsti dagli ordinamenti delle amministrazioni \naggiudicatrici, degli enti aggiudicatori, o degli altri soggetti \naggiudicatori, nel rispetto dei termini previsti dai singoli ordinamenti, \ndecorrenti dal ricevimento del contratto approvato da parte dell'organo di \ncontrollo. In mancanza, il termine è pari a trenta giorni. Il termine può \nessere interrotto, per non più di due volte, dalla richiesta di chiarimenti o \ndocumenti, e inizia nuovamente a decorrere da quando i chiarimenti o \ndocumenti pervengono all'organo richiedente. L'organo di controllo si \npronuncia entro trenta giorni dal ricevimento dei chiarimenti. Decorsi i \ntermini previsti dai singoli ordinamenti o, in mancanza, quello di trenta \ngiorni, il contratto diventa efficace.\n20. Restano ferme le norme vigenti che contemplano controlli sui contratti \npubblici al fine di prevenzione di illeciti penali.", '50': "\nDisciplina economica del contratto\n1. I contratti ad esecuzione periodica o continuativa relativi a servizi o \nforniture debbono recare una clausola di revisione periodica del prezzo. La \nrevisione è operata sulla base di una istruttoria condotta dai dirigenti \nresponsabili dell’acquisizione di beni e servizi sulla base dei dati rilevati \ndall'osservatorio statale di cui all’articolo 7, comma 4, lettera c) e comma \n5 del Codice e successive modifiche.\n2. Per i lavori pubblici affidati dalle stazioni appaltanti non si può \nprocedere alla revisione dei prezzi e non si applica il comma 1 dell’articolo \n1664 del codice civile. \n3. Per i lavori di cui al comma 2 si applica il prezzo chiuso, consistente \nnel prezzo dei lavori al netto del ribasso d’asta, aumentato di una \npercentuale da applicarsi, nel caso in cui la differenza tra il tasso di \ninflazione reale e il tasso di inflazione programmato nell’anno precedente è \nsuperiore al due per cento, all’importo dei lavori ancora da eseguire per \nogni anno intero previsto per l’ultimazione dei lavori stessi. Tale \npercentuale è fissata, ai sensi dell'articolo 133, comma 3, del Codice, con \ndecreto del Ministro delle infrastrutture da emanare entro il 30 giugno di \nogni anno, nella misura eccedente la predetta percentuale del due per cento. \n4. In deroga a quanto previsto dal comma 2, se il prezzo di singoli materiali \nda costruzione, per effetto di circostanze eccezionali, subisce variazioni in \naumento o in diminuzione, superiori al dieci per cento rispetto al prezzo \nrilevato dal Ministero delle infrastrutture nell’anno di presentazione \ndell’offerta con il decreto di cui al comma 3, si fa luogo a compensazioni, \nin aumento o in diminuzione, per la percentuale eccedente il dieci per cento \ne nel limite delle risorse di cui al comma 7. \n5. La compensazione è determinata applicando la percentuale di variazione che \neccede il dieci per cento al prezzo dei singoli materiali da costruzione, \nimpiegati nelle lavorazioni contabilizzate nell’anno solare precedente al \ndecreto di cui al comma 3 nelle quantità accertate dal direttore dei lavori. \n6. Per le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da \ncostruzione più significativi, si applica l'articolo 133, comma 6, del \nCodice. \n7. Per le finalità di cui al comma 4 si possono utilizzare le somme \nappositamente accantonate per imprevisti, senza nuovi o maggiori oneri per la \nfinanza pubblica, nel quadro economico di ogni intervento, in misura non inferiore all ’uno per cento del totale dell ’importo dei lavori, fatte salve \nle somme relative agli impegni contrattuali già assunti, nonché le eventuali \nulteriori somme a disposizione della stazione appaltante per lo stesso \nintervento nei limiti della relativa autorizzazione di spesa. Possono altresì \nessere utilizzate le somme derivanti da ribassi d’asta, se non ne è prevista \nuna diversa destinazione sulla base delle norme vigenti, nonché le somme \ndisponibili relative ad altri interventi ultimati, di competenza dei soggetti \naggiudicatori nei limiti della residua spesa autorizzata; l’utilizzo di tali \nsomme deve essere autorizzato dal CIPE, se gli interventi sono stati \nfinanziati dal CIPE stesso. \n8. La regione Campania, secondo i principi di cui alla vigente norma, \nprovvede ad aggiornare annualmente il proprio prezzario e le analisi \nrelative, con particolare riferimento alle voci di elenco correlate a quei \nprodotti destinati alle costruzioni, che sono stati soggetti a significative \nvariazioni di prezzo legate a particolari condizioni di mercato. Il prezzario \ncessa di avere validità il 31 dicembre di ogni anno e può essere \ntransitoriamente utilizzato fino al 30 giugno dell’anno successivo per i \nprogetti a base di gara la cui approvazione è intervenuta entro tale data. \n9. In caso di ritardo nella emissione dei certificati di pagamento o dei \ntitoli di spesa relativi agli acconti e alla rata di saldo rispetto alle \ncondizioni e ai termini stabiliti dal contratto, che non devono comunque \nsuperare quelli fissati dal capitolato generale, spettano all’esecutore dei \nlavori gli interessi, legali e moratori, questi ultimi nella misura accertata \nannualmente, ai sensi dell'articolo 133, comma 1, del Codice, con decreto del \nMinistro delle infrastrutture, di concerto con il Ministro dell'economia e \ndelle finanze, ferma restando la sua facoltà, trascorsi i termini di cui \nsopra o, nel caso in cui l’ammontare delle rate di acconto, per le quali non \nè stato tempestivamente emesso il certificato o il titolo di spesa, raggiunge \nil quarto dell’importo netto contrattuale, di agire ai sensi dell’articolo \n1460 del codice civile, ovvero, previa costituzione in mora \ndell’amministrazione aggiudicatrice e trascorsi sessanta giorni dalla data \ndella costituzione stessa, di promuovere il giudizio arbitrale per la \ndichiarazione di risoluzione del contratto. \n10. I progettisti e gli esecutori di lavori pubblici sono soggetti a penali \nper il ritardato adempimento dei loro obblighi contrattuali. L’entità delle \npenali e le modalità di versamento sono disciplinate dal regolamento.", '51': "\nClausole contrattuali speciali\n1. Nel bando di gara le stazioni appaltanti sono tenute, nel rispetto dei \nprincipi sanciti dal Codice, a definire:\na) le modalità di calcolo ed i relativi importi delle penalità da applicarsi \nin caso di ritardo nell'esecuzione dell'appalto per cause imputabili in \ntutto o in parte all'appaltatore;\nb) le modalità di calcolo ed i relativi importi di eventuali premi da erogare \nin caso di ultimazione dell'appalto prima della scadenza contrattuale \nprevista per merito dell'appaltatore;\nc) modalità di calcolo e dei relativi importi dovuti all'appaltatore per \ndanni gravi ed evidenti causati da inadempimenti della amministrazione \naggiudicatrice.\nd) tempi e modalità di pagamento del corrispettivo dell'appalto e penali da \napplicare nel caso di inosservanza dei termini di pagamento contrattuali e \nlegali.\n2. Sono altresì ammesse altre previsioni tese ad assicurare il rispetto dei \ntempi, il contenimento dei costi, la qualità del risultato e la sicurezza nella fase di esecuzione.\n3. Le stazioni appaltanti possono compiere specifiche verifiche a garanzia \ndel rispetto, da parte degli appaltatori, e degli eventuali subappaltatori, \ndelle clausole contrattuali e speciali.\n4. Il contratto prevede l'obbligo per l'appaltatore di rispettare e far \nrispettare agli eventuali subappaltatori, le clausole di cui all'articolo 52 \nsulla tutela dei lavoratori, nonché l'impegno a denunciare alle autorità \ncompetenti ogni tentativo di estorsione, intimidazione o condizionamento di \nnatura criminale.\n5. Il mancato rispetto degli obblighi di cui al comma 4 può comportare \nl'applicazione di sanzioni economiche e può costituire, nel rispetto dei \nprincipi sanciti dal Codice, motivo di recesso dal contratto della stazione \nappaltante. Con il regolamento regionale sono definite le modalità \napplicative e l'entità delle sanzioni.", '52': "\nTutela dei lavoratori\n1. Fermo restando quanto previsto dalla vigente normativa statale e regionale \nin materia di tutela dei lavoratori e di misure antimafia, le stazioni \nappaltanti, i concessionari di opere pubbliche e qualunque soggetto pubblico \no privato, che realizzano opere pubbliche nel territorio della regione \nCampania, al fine di assicurare la leale cooperazione dell'appaltatore, \nprevedono nel contratto oltre che nel bando di gara e nel capitolato speciale \nd'appalto, nonché nelle convenzioni, le seguenti clausole a tutela dei \nlavoratori:\na) obbligo di applicare e far applicare all'operatore economico, \nintegralmente nei confronti dei lavoratori dipendenti impiegati nella \nesecuzione degli appalti, anche se assunti al di fuori della Regione, le \ncondizioni economiche e normative previste dai contratti collettivi \nnazionali e territoriali di lavoro della categoria vigenti nel territorio \ndi esecuzione del contratto, ad eccezione dei lavoratori in trasferta ai \nquali si applica il contratto di lavoro della provincia di provenienza. \nPer gli appalti di lavori, anche durante l'esecuzione, la verifica degli \nobblighi relativi alla iscrizione dei lavoratori alle casse edili, alla \nregolarità contributiva e al pagamento delle contribuzioni alle scuole \nedili e ai comitati paritetici territoriali; \nb) obbligo dell'appaltatore di rispondere dell'osservanza di quanto previsto \nalla lettera a) da parte degli eventuali subappaltatori, subaffidatari o \nditte in ogni forma di sub-contrattazione nei confronti dei propri \ndipendenti, per le prestazioni rese nell'ambito del subappalto loro \naffidato;\nc) obbligo in base al quale il pagamento dei corrispettivi a titolo di \nacconto e di saldo da parte dell'amministrazione aggiudicatrice o \nconcedente per le prestazioni oggetto del contratto o della concessione è \nsubordinato all'acquisizione della documentazione di regolarità \ncontributiva e retributiva, rilasciata dagli enti competenti, ivi comprese \nle casse edili nel caso di lavori. \n2. Ai sensi della normativa vigente in materia, la regolarità contributiva è \nattestata mediante l'esibizione del documento unico di regolarità \ncontributiva di cui alla convenzione fra gli istituti INPS, INAIL e casse \nedili, ai sensi del decreto legislativo n. 276/03. Il documento unico \ncertifica, in occasione di ogni pagamento e alla conclusione dell'appalto, \nl'adempimento da parte degli operatori economici degli obblighi relativi ai \nversamenti contributivi, previdenziali e assicurativi, quando dovuti, \nall'INPS, all'INAIL o alle casse edili. Il documento unico non sostituisce eventuali altre dichiarazioni che l'operatore economico è tenuto a rendere, \nai sensi della normativa vigente, ad altri soggetti pubblici e privati.\n3. In caso di mancato pagamento delle retribuzioni o contribuzioni da parte \ndell'appaltatore, su istanza delle organizzazioni sindacali, la stazione \nappaltante provvede al pagamento delle somme dovute rivalendosi sugli importi \na qualunque titolo spettanti all'appaltatore, in dipendenza delle attività \neseguite, anche incamerando la cauzione definitiva.\n4. In tutti gli appalti di lavori, forniture o servizi in cui è possibile \nprevedere specifici progetti di inserimento lavorativo di soggetti in \ndifficoltà in forza dei quali risulta legittimo adottare procedure di riserva \no di agevolazione a favore delle categorie svantaggiate e delle cooperative \nsociali di cui alla legge 381/1991, le amministrazioni aggiudicatrici possono \nprevedere nel bando di gara speciali clausole volte a favorire le suddette \ncategorie.", '53': "\nDisposizioni in materia di sicurezza\n1. La Giunta regionale promuove ed incentiva, su proposta dell'assessore \nregionale alla formazione e lavoro d'intesa con l'assessore ai lavori \npubblici, la realizzazione di corsi di formazione e aggiornamento in tema di \nsicurezza nei luoghi di lavoro e nei cantieri temporanei o mobili, la \nprevenzione degli infortuni, l'igiene negli ambienti di lavoro nonché di \nnormativa tecnico-amministrativa di settore. Detti corsi sono rivolti al \npersonale tecnico e amministrativo delle amministrazioni pubbliche \ninteressato alla verifica della corretta applicazione delle norme in materia \ndi sicurezza, nonché alle maestranze delle ditte appaltatrici. \n2. La Giunta regionale predispone schemi di piani di sicurezza e di \ncoordinamento, nonché specifica modulistica, relativi alle diverse categorie \ndi contratti pubblici di competenza regionale che costituiscono atto di \nindirizzo per i contratti pubblici eseguiti sul territorio regionale. Il \nregolamento regionale definisce il contenuto minimo degli schemi di cui al \npresente comma. \n3. Ai fini del controllo del ricorso al lavoro sommerso e delle irregolarità \nin edilizia e nei contratti pubblici, nel rispetto dell'art. 36/bis del \ndecreto legge 4 luglio 2006, n. 223, così come convertito con legge n. \n248/06, nonché per la verifica della corretta applicazione delle norme \nvigenti in materia di sicurezza e di regolarità contributiva, è istituito \npresso l'osservatorio regionale, che supporta e coordina i lavori, una unità \noperativa per il controllo sulla sicurezza presieduto dall'assessore ai \nlavori pubblici o da un dirigente regionale dallo stesso delegato. La Giunta \nregionale definisce i compiti, le modalità di funzionamento e la composizione \ndell'unità operativa della quale fanno comunque parte i comitati paritetici \nterritoriali provinciali per la prevenzione infortuni, igiene e ambiente di \nlavoro, i rappresentanti dell'assessorato regionale ai lavori pubblici, \ndell'assessorato regionale al lavoro e formazione professionale e \ndell'assessorato alla sanità, i rappresentanti delle direzioni provinciali \ndel lavoro, i rappresentanti dell'INAIL e dell'INPS. Le elaborazioni, le \nanalisi e le attività di monitoraggio e controllo di detto comitato sono \ndivulgate attraverso la pubblicazione annuale di un quaderno della sicurezza \nal fine di garantire un'efficace campagna di informazione ed orientare le \nattività delle parti sociali in materia di sicurezza e di orientamento \nprofessionale. \n4. L'unità operativa per il controllo sulla sicurezza di cui al comma 3 \naffianca il comitato di coordinamento regionale previsto dall'articolo 27 del \nd. lgs. 626/1994.5. Ai fini dell'applicazione del comma 3, i contratti soggetti \nall'applicazione della presente legge, possono essere sottoposti, a campione, \na indagini e verifiche da parte dell'unità operativa per il controllo sulla \nsicurezza. \n6. Le stazioni appaltanti stabiliscono di aumentare, nei limiti indicati nel \nbando di gara, l'incidenza percentuale della garanzia fideiussoria da \nstipulare, a copertura degli impegni contrattuali, da parte delle imprese \naggiudicatarie degli appalti che subissero contravvenzioni o condanne in \nmateria di sicurezza per fatti inerenti i tre anni antecedenti a quello \nrelativo all'effettuazione delle offerte. Le stazioni appaltanti, inoltre, \nprevedono l'inserimento, nel bando di gara e nel contratto, di forme di \npremialità per le imprese appaltatrici che adottano nel proprio sistema \norganizzativo adeguate politiche di sicurezza, così come l'obbligo di \nsospensione del contratto fino all'adozione o adeguamento dei provvedimenti \nutili alla messa in sicurezza del cantiere. Con il regolamento regionale sono \ndefiniti i criteri di applicazione del presente articolo.", '54': "\nGaranzie e assicurazioni\n1. L'offerta è corredata da una garanzia, pari al due per cento del prezzo \nbase indicato nel bando o nell'invito, sotto forma di cauzione o di \nfideiussione, a scelta dell'offerente: la cauzione può essere costituita in \ncontanti o in titoli del debito pubblico garantiti dallo Stato al corso del \ngiorno del deposito, presso una sezione di tesoreria provinciale o presso le \naziende autorizzate, a titolo di pegno a favore dell'amministrazione \naggiudicatrice; la fideiussione può essere bancaria o assicurativa o \nrilasciata dagli intermediari finanziari iscritti nell'elenco speciale di cui \nall'articolo 107 del d. lgs. n. 385/93, che svolgono in via esclusiva o \nprevalente attività di rilascio di garanzie, a ciò autorizzati dal Ministero \ndell'economia e delle finanze. Detta garanzia copre la mancata sottoscrizione \ndel contratto per fatto dell'affidatario, ed è svincolata automaticamente al \nmomento della sottoscrizione del contratto medesimo.\n2. La garanzia deve prevedere espressamente la rinuncia al beneficio della \npreventiva escussione del debitore principale, la rinuncia all'eccezione di \ncui all'articolo 1957, comma 2, del codice civile, nonché l'operatività della \ngaranzia medesima entro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della \nstazione appaltante.\n3. La garanzia di cui al comma 1 deve avere validità per almeno centottanta \ngiorni dalla data di presentazione dell'offerta. Il bando o l'invito possono \nrichiedere una garanzia con termine di validità maggiore o minore, in \nrelazione alla durata presumibile del procedimento, e possono altresì \nprescrivere che l'offerta sia corredata dall'impegno del garante a rinnovare \nla garanzia, per la durata indicata nel bando, nel caso in cui al momento \ndella sua scadenza non sia ancora intervenuta l'aggiudicazione, su richiesta \ndella stazione appaltante nel corso della procedura.\n4. L'importo della garanzia, e del suo eventuale rinnovo, è ridotto del \ncinquanta per cento per gli operatori economici ai quali è rilasciata, da \norganismi accreditati, ai sensi delle norme europee della serie UNI CEI EN \n45000 e della serie UNI CEI EN ISO/IEC 17000, la certificazione del sistema \ndi qualità conforme alle norme europee della serie UNI CEI ISO 9000, ovvero \nla dichiarazione della presenza di elementi significativi e tra loro \ncorrelati di tale sistema. Per fruire di tale beneficio, l'operatore \neconomico segnala, in sede di offerta, il possesso del requisito, e lo \ndocumenta nei modi prescritti dalle norme vigenti. L'offerta è altresì \ncorredata, a pena di esclusione, dall'impegno di un fideiussore a rilasciare una garanzia fideiussoria per l'esecuzione del contratto, di cui al comma 6, \nse l'offerente risulta affidatario.\n5. La stazione appaltante, nell'atto con cui comunica l'aggiudicazione ai non \naggiudicatari, provvede contestualmente, nei loro confronti, allo svincolo \ndella garanzia di cui al comma 1, tempestivamente e comunque entro un termine \nnon superiore a trenta giorni dall'aggiudicazione, anche quando non è ancora \nscaduto il termine di validità della garanzia.\n6. Ai sensi del comma 4, l’esecutore del contratto è obbligato a costituire \nuna garanzia fideiussoria del dieci per cento dell’importo contrattuale. In \ncaso di aggiudicazione con ribasso d’asta superiore al dieci per cento, la \ngaranzia fideiussoria è aumentata di tanti punti percentuali quanti sono \nquelli eccedenti il dieci per cento; ove il ribasso sia superiore al venti \nper cento, l’aumento è di due punti percentuali per ogni punto di ribasso \nsuperiore al venti per cento. Detta garanzia copre gli oneri per il mancato \nod inesatto adempimento e cessa di avere effetto solo alla data di emissione \ndel certificato di collaudo provvisorio o del certificato di regolare \nesecuzione.\n7. La fideiussione bancaria o la polizza assicurativa di cui al comma 6 deve \nprevedere espressamente la rinuncia al beneficio della preventiva escussione \ndel debitore principale, la rinuncia all'eccezione di cui all'articolo 1957, \ncomma 2, del codice civile, nonché l'operatività della garanzia medesima \nentro quindici giorni, a semplice richiesta scritta della stazione appaltante.\n8. La garanzia fideiussoria di cui al comma 6 è progressivamente svincolata a \nmisura dell’avanzamento dell’esecuzione, nel limite massimo del \nsettantacinque per cento dell’iniziale importo garantito. Lo svincolo, nei \ntermini e per le entità anzidetti, è automatico, senza necessità di benestare \ndel committente, con la sola condizione della preventiva consegna \nall’istituto garante, da parte dell’appaltatore o del concessionario, degli \nstati di avanzamento dei lavori o di analogo documento, in originale o in \ncopia autentica, attestanti l’avvenuta esecuzione. L’ammontare residuo, pari \nal venticinque per cento dell’iniziale importo garantito, è svincolato \nsecondo la normativa vigente. Sono nulle le eventuali pattuizioni contrarie o \nin deroga. Il mancato svincolo nei quindici giorni dalla consegna degli stati \ndi avanzamento o della documentazione analoga costituisce inadempimento del \ngarante nei confronti dell’impresa per la quale la garanzia è prestata. \n9. La mancata costituzione della garanzia di cui al comma 6 determina la \nrevoca dell’affidamento e l’acquisizione della cauzione provvisoria di cui al \ncomma 1 da parte della stazione appaltante, che aggiudica l’appalto o la \nconcessione al concorrente che segue nella graduatoria. \n10. Fermo restando quanto disposto per la cauzione provvisoria di cui al \ncomma 1 e per la cauzione definitiva di cui al comma 6, l’esecutore dei \nlavori è altresì obbligato a stipulare una polizza assicurativa che tiene \nindenni le stazioni appaltanti dai rischi di esecuzione da qualsiasi causa \ndeterminati, salvo quelli derivanti da errori di progettazione, insufficiente \nprogettazione, azioni di terzi o cause di forza maggiore, e che preveda anche \nuna garanzia di responsabilità civile per danni a terzi nell’esecuzione dei \nlavori sino alla data di emissione del certificato di collaudo provvisorio o \ndi regolare esecuzione. \n11. Per i lavori il cui importo supera gli ammontari stabiliti con decreto \ndel Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, l’esecutore è inoltre \nobbligato a stipulare, con decorrenza dalla data di emissione del certificato \ndi collaudo provvisorio o del certificato di regolare esecuzione, una polizza \nindennitaria decennale, nonché una polizza per responsabilità civile verso \nterzi, della medesima durata, a copertura dei rischi di rovina totale o \nparziale dell ’opera, ovvero dei rischi derivanti da gravi difetti costruttivi. \n12. Ai sensi dell'articolo 129, comma 3, del Codice, con atto regolamentare \nstatale è istituito, per i lavori di importo superiore a 100 milioni di euro, \nun sistema di garanzia globale di esecuzione operante per i contratti \npubblici aventi ad oggetto lavori, di cui possono avvalersi i soggetti di cui \nall'articolo 32, comma 1, lett. a), b) e c) del Codice e successive \nmodificazioni. Il sistema, una volta istituito, è obbligatorio per i \ncontratti aventi ad oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione di \nlavori pubblici di importo superiore ad euro 75 milioni. \n13. Nei contratti relativi a lavori, il progettista o i progettisti \nincaricati della progettazione posta a base di gara e in ogni caso della \nprogettazione esecutiva devono essere muniti, a far data dall’approvazione \nrispettivamente del progetto posto a base di gara e del progetto esecutivo, \ndi una polizza di responsabilità civile professionale per i rischi derivanti \ndallo svolgimento delle attività di propria competenza, per tutta la durata \ndei lavori e sino alla data di emissione del certificato di collaudo \nprovvisorio. La polizza del progettista o dei progettisti deve coprire, oltre \nalle nuove spese di progettazione, anche i maggiori costi che la stazione \nappaltante deve sopportare per le varianti resesi necessarie in corso di \nesecuzione per il manifestarsi di errori o di omissioni progettuali di cui \nall'art. 55, comma 3, lettera e). La garanzia è prestata per un massimale non \ninferiore al dieci per cento dell’importo dei lavori progettati, con il \nlimite di 1 milione di euro, per lavori di importo inferiore alla soglia di \ncui all'articolo 28, comma 1, lettera c) del Codice e successive \nmodificazioni, IVA esclusa, e per un massimale non inferiore al venti per \ncento dell’importo dei lavori progettati, con il limite di euro 2 milioni e \n500 mila, per lavori di importo pari o superiore alla stessa soglia. La \nmancata presentazione da parte dei progettisti della polizza di garanzia \nesonera le amministrazioni pubbliche dal pagamento della parcella \nprofessionale.\n14. Nei contratti relativi a servizi o forniture, di importo pari o superiore \na un milione di euro, la garanzia che devono prestare i progettisti, nel \nrispetto del comma 13 è definita con atto regolamentare statale.", '55': "\nDirezione dell'esecuzione del contratto\n1. La esecuzione dei contratti aventi ad oggetto lavori, servizi, forniture, \nè diretta dal responsabile del procedimento o da altro soggetto, nei casi e \ncon le modalità stabilite, ai sensi dell'articolo 119, comma 1, del Codice, \ndal regolamento statale, ovvero in caso di delega della relativa potestà, dal \nregolamento regionale. \n2. Per i servizi e le forniture, le norme regolamentari statali, di cui al \nCodice, individuano quelli di particolare importanza, per qualità e importo \ndelle prestazioni, per i quali il direttore dell'esecuzione del contratto \ndeve essere un soggetto diverso dal responsabile del procedimento.\n3. Per i lavori, ai sensi dell'articolo 119, comma 2, del Codice, il \nregolamento statale, ovvero in caso di delega della relativa potestà il \nregolamento regionale, stabilisce le tipologie e gli importi massimi per i \nquali il responsabile del procedimento può coincidere con il direttore dei \nlavori.\n4. Per l’esecuzione di lavori pubblici affidati in appalto, le \namministrazioni aggiudicatrici sono obbligate ad istituire un ufficio di \ndirezione dei lavori costituito da un direttore dei lavori ed eventualmente \nda assistenti. \n5. Se le amministrazioni aggiudicatrici non possono espletare, nei casi di cui all'articolo 90, comma 6, del Codice e successive modificazioni, \nl’attività di direzione dei lavori, essa è affidata nell’ordine ai seguenti \nsoggetti:\na) altre amministrazioni pubbliche, previa apposita intesa o convenzione di \ncui all’articolo 30 del d. lgs. n. 267/2000; \nb) il progettista incaricato ai sensi dello stesso articolo 90, comma 6 del \nCodice; \nc) altri soggetti scelti con le procedure previste per l'affidamento degli \nincarichi.\n6. Le amministrazioni aggiudicatrici, nel rispetto delle previsioni normative \ne regolamentari generali e secondo i propri ordinamenti, individuano il \nsoggetto responsabile del controllo della corretta e conforme esecuzione del \ncontratto, assegnando la funzione di direttore dei lavori o di direttore \ndell'esecuzione del contratto quale responsabile tecnico della fornitura o \ndel servizio appaltato, previa verifica del possesso in capo allo stesso \nsoggetto affidatario dei requisiti richiesti in relazione all'oggetto \ndell'appalto medesimo. La nomina dei direttori dei lavori o dei responsabili \ntecnici avviene secondo lo schema definito con disciplinare tecnico emanato \ndalla Giunta regionale.\n7. In caso di affidamento di incarico di direzione dei lavori a propri \ndipendenti, al di fuori dei compiti di istituto, l'amministrazione \naggiudicatrice riconosce un importo ricompreso nella percentuale complessiva \ndi cui all'articolo 11 a valere sulle somme a disposizione indicate nel \nquadro economico del singolo lavoro. Con tale percentuale si intendono \ncompensati anche gli adempimenti legati alla funzione di responsabile della \nsicurezza in fase d'esecuzione, ove necessario, fermi restando i requisiti \nprofessionali che il soggetto da incaricare deve possedere a norma di legge. \n8. Il provvedimento di cui al comma 7 prevede anche l'eventuale compenso a \nfavore dei propri dipendenti nei casi di affidamento di incarico di \nresponsabile tecnico dei servizi o delle forniture di particolare rilevanza e \ndifficoltà che sono estranei ai compiti di istituto.", '56': "\nVarianti in corso di esecuzione del contratto\n1. Ferma restando la normativa vigente in tema di varianti progettuali in \nsede di offerta, le varianti in corso di esecuzione del contratto sono \nammesse nei casi stabiliti dal Codice.\n2. Il regolamento statale, ovvero, in caso di delega della relativa potestà, \nil regolamento regionale, determinano gli eventuali casi in cui, nei \ncontratti relativi a servizi e forniture, ovvero nei contratti misti che \ncomprendono anche servizi o forniture, sono consentite varianti in corso di \nesecuzione, nel rispetto di quanto previsto nei successivi commi e in quanto \ncompatibili.\n3. Per gli appalti di opere pubbliche, le varianti in corso d'opera possono \nessere ammesse, sentito il progettista e il direttore dei lavori, \nesclusivamente se ricorre uno dei seguenti motivi:\na) per esigenze derivanti da sopravvenute disposizioni legislative e \nregolamentari;\nb) per cause impreviste e imprevedibili accertate nei modi stabiliti dal \nregolamento, o per l'intervenuta possibilità di utilizzare materiali, \ncomponenti e tecnologie non esistenti al momento della progettazione che \npossono determinare, senza aumento di costo, significativi miglioramenti \nnella qualità dell'opera o di sue parti e sempre che non alterano \nl'impostazione progettuale;\na) per la presenza di eventi inerenti alla natura e alla specificità dei beni sui quali si interviene verificatisi in corso d'opera, o di rinvenimenti \nimprevisti o non prevedibili nella fase progettuale;\nd) nei casi previsti dall'articolo 1664, comma 2, del codice civile;\ne) per il manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che \npregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la \nsua utilizzazione; in tal caso il responsabile del procedimento ne dà \nimmediatamente comunicazione all'osservatorio statale, all'osservatorio \nregionale e al progettista.\n4. I titolari di incarichi di progettazione sono responsabili per i danni \nsubiti dalle stazioni appaltanti in conseguenza di errori o di omissioni \ndella progettazione di cui al comma 3, lettera e). Nel caso di appalti aventi \na oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione di lavori, l'appaltatore \nrisponde dei ritardi e degli oneri conseguenti alla necessità di introdurre \nvarianti in corso d'opera a causa di carenze del progetto esecutivo.\n5. Non sono considerati varianti ai sensi del comma 3 gli interventi disposti \ndal direttore dei lavori per risolvere aspetti di dettaglio, che sono \ncontenuti entro un importo non superiore al dieci per cento per i lavori di \nrecupero, ristrutturazione, manutenzione e restauro e al cinque per cento per \ngli altri lavori delle categorie di lavoro dell'appalto e che non comportano \nun aumento dell'importo del contratto stipulato per la realizzazione \ndell'opera. Sono inoltre ammesse, nell'esclusivo interesse \ndell'amministrazione, le varianti, in aumento o in diminuzione, finalizzate \nal miglioramento dell'opera e alla sua funzionalità, semprechè non comportano \nmodifiche sostanziali e sono motivate da obiettive esigenze derivanti da \ncircostanze sopravvenute e imprevedibili al momento della stipula del \ncontratto. L'importo in aumento relativo a tali varianti non può superare il \ncinque per cento dell'importo originario del contratto e deve trovare \ncopertura nella somma stanziata per l'esecuzione dell'opera.\n6. Ove le varianti di cui al comma 3, lettera e), eccedono il quinto \ndell'importo originario del contratto, il soggetto aggiudicatore procede alla \nrisoluzione del contratto e indice una nuova gara alla quale è invitato \nl'aggiudicatario iniziale.\n7. La risoluzione del contratto, ai sensi del presente articolo, dà luogo al \npagamento dei lavori eseguiti, dei materiali utili e del dieci per cento dei \nlavori non eseguiti, fino a quattro quinti dell'importo del contratto.\n8. Ai fini del presente articolo si considerano errore o omissione di \nprogettazione l'inadeguata valutazione dello stato di fatto, la mancata od \nerronea identificazione della normativa tecnica vincolante per la \nprogettazione, il mancato rispetto dei requisiti funzionali ed economici \nprestabiliti e risultanti da prova scritta, la violazione delle norme di \ndiligenza nella predisposizione degli elaborati progettuali.", '57': "\nSubappalti\n1. I soggetti affidatari dei contratti di cui alla presente legge sono tenuti \na seguire in proprio le opere o i lavori, i servizi e le forniture compresi \nnel contratto. Il contratto non può essere ceduto, a pena di nullità, salvo \nquanto previsto nell'articolo 116 del Codice e successive modificazioni in \ntema di vicende soggettive dell'esecutore del contratto.\n2. La stazione appaltante è tenuta a indicare nel progetto e nel bando di \ngara le singole prestazioni e, per i lavori, la categoria prevalente con il \nrelativo importo, nonchè le ulteriori categorie, relative alle altre \nlavorazioni previste in progetto, anch'esse con il relativo importo. Le \nprestazioni nonchè lavorazioni, a qualsiasi categoria appartengano, sono \nsubappaltabili e affidabili in cottimo, ferme restando le vigenti disposizioni che prevedono per particolari ipotesi, il divieto di affidamento \nin subappalto. Per i lavori, per quanto riguarda la categoria prevalente, con \nil regolamento statale, ovvero, in caso di delega di detta potestà, con il \nregolamento regionale, è definita la quota parte subappaltabile, in misura \neventualmente diversificata a seconda delle categorie medesime, ma in ogni \ncaso non superiore al trenta per cento. Per i servizi e le forniture, tale \nquota è riferita all'importo complessivo del contratto. L'affidamento in \nsubappalto o in cottimo è sottoposto alle seguenti condizioni:\na) che i concorrenti all'atto dell'offerta o l'affidatario, nel caso di \nvarianti in corso di esecuzione, all'atto dell'affidamento, hanno indicato \ni lavori o le parti di opere ovvero i servizi e le forniture o parti di \nservizi e forniture che intendono subappaltare o concedere in cottimo;\nb) che l'affidatario provvede al deposito del contratto di subappalto presso \nla stazione appaltante almeno venti giorni prima della data di effettivo \ninizio dell'esecuzione delle relative prestazioni;\nc) che al momento del deposito del contratto di subappalto presso la stazione \nappaltante,l'affidatario trasmette altresì la certificazione attestante il \npossesso da parte del subappaltatore dei requisiti di qualificazione \nprescritti dalla presente legge e dal Codice in relazione alla prestazione \nsubappaltata e la dichiarazione del subappaltatore attestante il possesso \ndei requisiti generali di cui all'articolo 26;\nd) che non sussiste, nei confronti dell'affidatario del subappalto o del \ncottimo, alcuno dei divieti previsti dall'articolo 10 della legge n. \n575/65, e successive modificazioni.\n3. Nel bando di gara la stazione appaltante indica che provvede a \ncorrispondere direttamente al subappaltatore o al cottimista l'importo dovuto \nper le prestazioni dagli stessi eseguite o, in alternativa, che è fatto \nobbligo agli affidatari di trasmettere, entro venti giorni dalla data di \nciascun pagamento effettuato nei loro confronti, copia delle fatture \nquietanzate relative ai pagamenti da essi affidatari corrisposti al \nsubappaltatore o cottimista, con l'indicazione delle ritenute di garanzia \neffettuate. Nel caso di pagamento diretto, gli affidatari comunicano alla \nstazione appaltante la parte delle prestazioni eseguite dal subappaltatore o \ndal cottimista, con la specificazione del relativo importo e con proposta \nmotivata di pagamento.\n4. L'affidatario deve praticare, per le prestazioni affidate in subappalto, \ngli stessi prezzi unitari risultanti dall'aggiudicazione, con ribasso non \nsuperiore al venti per cento.\n5. Per i lavori, nei cartelli esposti all'esterno del cantiere devono essere \nindicati anche i nominativi delle imprese subappaltatrici, nonchè i dati di \ncui al comma 2, lettera a).\n6. L'affidatario è tenuto a osservare integralmente il trattamento economico \ne normativo stabilito dai contratti collettivi nazionale e territoriale in \nvigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni; \nè, altresì, responsabile in solido, dell'osservanza delle norme anzidette da \nparte dei subappaltatori nei confronti dei loro dipendenti per le prestazioni \nrese nell'ambito del subappalto. L'affidatario e, per suo tramite, i \nsubappaltatori, trasmettono alla stazione appaltante prima dell'inizio dei \nlavori la documentazione di avvenuta denunzia agli enti previdenziali, \ninclusa la cassa edile, assicurativi e antinfortunistici, nonchè copia del \npiano di cui al comma 7. L'affidatario e per suo tramite i subappaltatori \ntrasmettono periodicamente all'amministrazione o ente committente copia dei \nversamenti contributivi, previdenziali, assicurativi, nonchè di quelli dovuti \nagli organismi paritetici previsti dalla contrattazione collettiva.\n7. I piani di sicurezza di cui all'articolo 131 del Codice e successive modificazioni sono messi a disposizione delle autorità competenti preposte \nalle verifiche ispettive di controllo dei cantieri. L'affidatario è tenuto a \ncurare il coordinamento dei subappaltatori operanti nel cantiere, al fine di \nrendere gli specifici piani redatti dai singoli subappaltatori compatibili \ntra loro e coerenti con il piano presentato dall'affidatario. Nell'ipotesi di \nraggruppamento temporaneo o di consorzio, detto obbligo incombe al \nmandatario. Il direttore tecnico di cantiere è responsabile del rispetto del \npiano da parte delle imprese impegnate nell'esecuzione dei lavori.\n8. L'affidatario che si avvale del subappalto o del cottimo deve allegare \nalla copia autentica del contratto la dichiarazione circa la sussistenza o \nmeno di eventuali forme di controllo o di collegamento a norma dell'articolo \n2359 del codice civile con il titolare del subappalto o del cottimo. Analoga \ndichiarazione deve essere effettuata da ciascuno dei soggetti partecipanti \nnel caso di raggruppamento temporaneo, società o consorzio. La stazione \nappaltante provvede al rilascio dell'autorizzazione entro trenta giorni dalla \nrelativa richiesta; tale termine può essere prorogato una sola volta, ove \nricorrono giustificati motivi. Trascorso tale termine senza che si è \nprovveduto, l'autorizzazione si intende concessa. Per i subappalti o cottimi \ndi importo inferiore al due per cento dell'importo delle prestazioni affidate \no di importo inferiore ad euro centomila, i termini per il rilascio \ndell'autorizzazione da parte della stazione appaltante sono ridotti della \nmetà.\n9. L'esecuzione delle prestazioni affidate in subappalto non può formare \noggetto di ulteriore subappalto.\n10. Le disposizioni dei commi 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 si applicano anche ai \nraggruppamenti temporanei e alle società anche consortili, quando le imprese \nriunite o consorziate non intendono eseguire direttamente le prestazioni \nscorporabili, nonchè alle associazioni in partecipazione quando l'associante \nnon intende eseguire direttamente le prestazioni assunte in appalto; si \napplicano altresì alle concessioni per la realizzazione di opere pubbliche e \nagli affidamenti con procedura negoziata.\n11. Ai fini del presente articolo è considerato subappalto qualsiasi \ncontratto avente ad oggetto attività ovunque espletate che richiedono \nl'impiego di manodopera, quali le forniture con posa in opera e i noli a \ncaldo, se singolarmente di importo superiore al due per cento dell'importo \ndelle prestazioni affidate o di importo superiore ad euro centomila e se \nl'incidenza del costo della manodopera e del personale è superiore al \ncinquanta per cento dell'importo del contratto da affidare. Il subappaltatore \nnon può subappaltare a sua volta le prestazioni salvo che per la fornitura \ncon posa in opera di impianti e di strutture speciali da individuare con il \nregolamento; in tali casi il fornitore o subappaltatore, per la posa in opera \no il montaggio, può avvalersi di imprese di propria fiducia per le quali non \nsussiste alcuno dei divieti di cui al comma 2, lettera d). È fatto \nobbligo \nall'affidatario di comunicare alla stazione appaltante, per i sub-contratti \nstipulati per l'esecuzione dell'appalto, il nome del sub-contraente, \nl'importo del contratto, l'oggetto del lavoro, servizio o fornitura affidati.\n12. Ai fini dell'applicazione dei commi precedenti, le seguenti categorie di \nforniture o servizi, per le loro specificità, non si configurano come \nattività affidate in subappalto:\na) l'affidamento di attività specifiche a lavoratori autonomi;\nb) la subfornitura a catalogo di prodotti informatici.", '58': "\nCollaudo tecnico amministrativo1. Per i contratti relativi a servizi e forniture il regolamento statale, \novvero, in caso di delega di detta potestà, il regolamento regionale, \ndeterminano le modalità di verifica della conformità delle prestazioni \neseguite a quelle pattuite, con criteri semplificati per quelli di importo \ninferiore alla soglia comunitaria.\n2. Per i contratti relativi ai lavori il regolamento statale, ovvero, in caso \ndi delega di detta potestà, il regolamento regionale, disciplinano il \ncollaudo con modalità ordinarie e semplificate, in conformità a quanto \nprevisto dalla presente legge e dal Codice.\n3. Con riferimento agli appalti di opere pubbliche, il regolamento statale, \novvero, in caso di delega di detta potestà, il regolamento regionale, \ndefiniscono le norme concernenti il termine entro il quale deve essere \neffettuato il collaudo finale, che deve avere luogo non oltre sei mesi \ndall'ultimazione dei lavori, salvi i casi, individuati dal regolamento, di \nparticolare complessità dell'opera da collaudare, in cui il termine può \nessere elevato sino ad un anno. Il medesimo regolamento definisce, altresì, i \nrequisiti professionali dei collaudatori secondo le caratteristiche dei \nlavori, la misura del compenso ad essi spettante, nonchè le modalità di \neffettuazione del collaudo e di redazione del certificato di collaudo ovvero, \nnei casi previsti, del certificato di regolare esecuzione.\n4. E’ fatto divieto affidare i collaudi a magistrati ordinari, amministrativi \ne contabili.\n5. Per tutti i lavori oggetto della presente legge è redatto un certificato \ndi collaudo secondo le modalità previste dal regolamento di cui al primo \ncomma. Il certificato di collaudo ha carattere provvisorio e assume carattere \ndefinitivo decorsi due anni dall'emissione del medesimo. Decorso tale \ntermine, il collaudo si intende tacitamente approvato ancorchè l'atto formale \ndi approvazione non sia intervenuto entro due mesi dalla scadenza del \nmedesimo termine. Nel caso di lavori di importo sino ad euro cinquecentomila \nil certificato di collaudo è sostituito da quello di regolare esecuzione; per \ni lavori di importo superiore, ma non eccedente il milione di euro, è in \nfacoltà del soggetto appaltante di sostituire il certificato di collaudo con \nquello di regolare esecuzione. Il certificato di regolare esecuzione è \ncomunque emesso non oltre tre mesi dalla data di ultimazione dei lavori.\n6. Fermo quanto previsto dal comma 5, è obbligatorio il collaudo in corso \nd'opera nei seguenti casi:\na) quando la direzione dei lavori sia effettuata ai sensi dell'articolo 130, \ncomma 2, lettere b) e c) del Codice e successive modificazioni;\nb) in caso di opere di particolare complessità;\nc) in caso di affidamento dei lavori in concessione;\nd) in altri casi individuati nel regolamento di cui al comma 1.\n7. Nei casi di affidamento dei lavori in concessione, il responsabile del \nprocedimento esercita anche le funzioni di vigilanza in tutte le fasi di \nrealizzazione dei lavori, verificando il rispetto della convenzione.\n8. Il pagamento della rata di saldo, disposto previa garanzia fideiussoria, \ndeve essere effettuato non oltre il novantesimo giorno dall'emissione del \ncertificato di collaudo provvisorio ovvero del certificato di regolare \nesecuzione e non costituisce presunzione di accettazione dell'opera, ai sensi \ndell'articolo 1666, comma 2, del codice civile.\n9. Salvo quanto disposto dall'articolo 1669 del codice civile, l'appaltatore \nrisponde per la difformità e i vizi dell'opera, ancorchè riconoscibili, \npurchè denunciati dal soggetto appaltante prima che il certificato di \ncollaudo assuma carattere definitivo.\n10. Le attività afferenti al collaudo statico di cui alla legge 5 novembre \n1971, n. 1086 e alla legge regionale 7 gennaio 1983, n. 9, non sono comprese nell'incarico di collaudo tecnico -amministrativo di cui al presente articolo.", '59': "\nScelta del collaudatore\n1. Per le operazioni di collaudo, le stazioni appaltanti nominano da uno a \ntre tecnici di elevata e specifica qualificazione con riferimento al tipo di \nlavori, alla loro complessità e all'importo degli stessi. Per le stazioni \nappaltanti che sono amministrazioni aggiudicatrici, i tecnici sono nominati \ndalle predette amministrazioni nell'ambito delle proprie strutture, salvo che \nnell'ipotesi di carenza di organico accettata e certificata dal responsabile \ndel procedimento. Possono fare parte delle commissioni di collaudo, \nlimitatamente ad un solo componente, i funzionari amministrativi che hanno \nprestato servizio per almeno cinque anni in uffici pubblici.\n2. Il collaudatore o i componenti della commissione di collaudo non devono \navere svolto alcuna funzione nelle attività autorizzative, di controllo, di \nprogettazione, di direzione, di vigilanza e di esecuzione dei lavori \nsottoposti al collaudo. Essi non devono avere avuto nell'ultimo triennio \nrapporti di lavoro o di consulenza con il soggetto che ha eseguito i lavori. \nIl collaudatore o i componenti della commissione di collaudo non possono \ninoltre fare parte di organismi che hanno funzioni di vigilanza, di controllo \no giurisdizionali.\n3. Ai sensi dell'articolo 141 del Codice, il regolamento statale, ovvero, in \ncaso di delega della relativa potestà, il regolamento regionale, prescrive \nper quali lavori di particolare complessità tecnica o di grande rilevanza \neconomica il collaudo è effettuato sulla base di apposite certificazioni di \nqualità dell'opera e dei materiali.\n4. Nel rispetto di quanto previsto al comma 3, se i requisiti di progetto \nsono espressi anche in forma prestazionale, gli eventuali collaudi \nriguardano, in particolare, il controllo delle prestazioni fornite dai vari \nelementi in opera specificati nel capitolato.\n5. Per i collaudatori non appartenenti alle amministrazioni, l'incarico è \naffidato nei modi previsti dalla presente legge. Il contratto di incarico \nprevede anche il compenso definito nei modi di cui al Codice. \nL'amministrazione aggiudicatrice è comunque tenuta a stabilire nel contratto \ndi incarico, i modi e i tempi per l'espletamento dell'incarico, nonché le \nresponsabilità a carico del collaudatore. \n6. I collaudatori dipendenti di amministrazioni aggiudicatrici sono \ncompensati tenendo conto della responsabilità professionale derivante \ndall'incarico affidato e del tempo impegnato per l'espletamento \ndell'incarico. L'amministrazione aggiudicatrice è comunque tenuta a stabilire \nnell'atto di incarico i modi, i tempi e gli oneri per l'espletamento \ndell'incarico. I compensi di cui al presente comma sono disciplinati ai sensi \ndel disciplinare di cui all'articolo 11.\n7. Negli appalti di servizi o forniture le amministrazioni aggiudicatici, ove \nne ricorra la necessità, possono procedere alla nomina di soggetti incaricati \ndella verifica di regolarità del servizio o della fornitura.", '60': "\nAlbo regionale dei collaudatori\n1. E' istituito, presso l'assessorato ai lavori pubblici, l'albo regionale \ndei collaudatori dei lavori pubblici.\n2. I requisiti professionali per accedere all'albo regionale dei collaudatori \ne svolgere l'attività di collaudatore tecnico-amministrativo degli appalti \npubblici regionali, le modalità di nomina, nonché le modalità di \neffettuazione del collaudo e di redazione del certificato di collaudo o, nei casi previsti, del certificato di regolare esecuzione, sono definiti dalla \nGiunta regionale, sentiti gli ordini e i collegi professionali, in conformità \nai principi fissati a livello statale.\n3. La Giunta regionale definisce, altresì, le modalità di formazione e tenuta \ndell'albo regionale dei collaudatori, nonché le forme di pubblicità del \nmedesimo albo.\n4. La mancata iscrizione all'albo di cui al comma 1 non impedisce ai soggetti \nin possesso dei requisiti richiesti per lo svolgimento di tale attività di \nessere nominati collaudatori. In questo caso, tuttavia, il provvedimento di \nnomina deve adeguatamente motivare, in relazione allo specifico profilo \ncurriculare posseduto, sulla scelta effettuata.", '61': "\nAccordo bonario\n1. Per i lavori pubblici affidati da amministrazioni aggiudicatrici ed enti \naggiudicatori, ovvero dai concessionari, se a seguito dell'iscrizione di \nriserve sui documenti contabili, l'importo economico dell'opera può variare in \nmisura sostanziale e in ogni caso non inferiore al dieci per cento \ndell'importo contrattuale, si applicano i procedimenti volti al raggiungimento \ndi un accordo bonario disciplinati dal presente articolo.\n2. Tali procedimenti riguardano le riserve iscritte fino al momento del loro \navvio, e possono essere reiterati per una sola volta quando le riserve \niscritte, ulteriori e diverse rispetto a quelle già esaminate, raggiungono \nnuovamente l'importo di cui al comma 1.\n3. Il direttore dei lavori dà immediata comunicazione al responsabile del \nprocedimento delle riserve di cui al comma 1, trasmettendo nel più breve tempo \npossibile la propria relazione riservata.\n4. Il responsabile del procedimento valuta l'ammissibilità e la non manifesta \ninfondatezza delle riserve ai fini dell'effettivo raggiungimento del limite di \nvalore.\n5. Per gli appalti e le concessioni di importo pari o superiore a dieci \nmilioni di euro, il responsabile del procedimento promuove la costituzione di \napposita commissione, affinchè formuli, acquisita la relazione riservata del \ndirettore dei lavori e, ove costituito, dell'organo di collaudo, entro novanta \ngiorni dalla apposizione dell'ultima delle riserve di cui al comma 1, proposta \nmotivata di accordo bonario.\n6. Nei contratti di cui al comma 5, il responsabile del procedimento promuove \nla costituzione della commissione, indipendentemente dall'importo economico \ndelle riserve ancora da definirsi, al ricevimento da parte dello stesso del \ncertificato di collaudo o di regolare esecuzione. In tale ipotesi la proposta \nmotivata della commissione è formulata entro novanta giorni da detto \nricevimento.\n7. La promozione della costituzione della commissione ha luogo mediante \ninvito, entro dieci giorni dalla comunicazione del direttore dei lavori di cui \nal comma 3, da parte del responsabile del procedimento al soggetto che ha \nformulato le riserve, a nominare il proprio componente della commissione, con \ncontestuale indicazione del componente di propria competenza.\n8. La commissione è formata da tre componenti aventi competenza specifica in \nrelazione all'oggetto del contratto, per i quali non ricorre una causa di \nastensione ai sensi dell'articolo 51 codice di procedura civile o una \nincompatibilità ai sensi dell'articolo 62, comma 6, nominati rispettivamente \nuno dal responsabile del procedimento, uno dal soggetto che ha formulato le \nriserve, e il terzo, di comune accordo, dai componenti già nominati, \ncontestualmente all'accettazione congiunta del relativo incarico, entro dieci \ngiorni dalla nomina. Il responsabile del procedimento designa il componente di propria competenza nell'ambito dell'amministrazione aggiudicatrice o dell'ente \naggiudicatore o di altra pubblica amministrazione in caso di carenza \ndell'organico.\n9. In caso di mancato accordo entro il termine di dieci giorni dalla nomina, \nalla nomina del terzo componente provvede, su istanza della parte più \ndiligente, il presidente del tribunale del luogo dove è stato stipulato il \ncontratto.\n10. Gli oneri connessi ai compensi da riconoscere ai commissari sono posti a \ncarico dei fondi stanziati per i singoli interventi. I compensi spettanti a \nogni membro della commissione sono determinati dalle amministrazioni e dagli \nenti aggiudicatori nella misura massima del cinquanta per cento dei \ncorrispettivi minimi previsti dalla tariffa allegata al decreto ministeriale 2 \ndicembre 2000, n. 398, oltre al rimborso delle spese documentate.\n11. Le parti hanno facoltà di conferire alla commissione il potere di assumere \ndecisioni vincolanti, perfezionando, per conto delle stesse, l'accordo bonario \nrisolutivo delle riserve; in tale ipotesi non si applicano il comma 12 e il \ncomma 17. Le parti nell'atto di conferimento possono riservarsi, prima del \nperfezionamento delle decisioni, la facoltà di acquisire eventuali pareri \nnecessari o opportuni.\n12. Sulla proposta si pronunciano, entro trenta giorni dal ricevimento, \ndandone entro tale termine comunicazione al responsabile del procedimento, il \nsoggetto che ha formulato le riserve e i soggetti di cui al comma 1, questi \nultimi nelle forme previste dal proprio ordinamento e acquisiti gli eventuali \nulteriori pareri occorrenti o ritenuti necessari.\n13. Quando il soggetto che ha formulato le riserve non provvede alla nomina \ndel componente di sua scelta nel termine di venti giorni dalla richiesta del \nresponsabile del procedimento, la proposta di accordo bonario è formulata dal \nresponsabile del procedimento, acquisita la relazione riservata del direttore \ndei lavori e, ove costituito, dell'organo di collaudo, entro sessanta giorni \ndalla scadenza del termine assegnato all'altra parte per la nomina del \ncomponente della commissione, si applica il comma 12.\n14. Per gli appalti e le concessioni di importo inferiore a dieci milioni di \neuro, la costituzione della commissione da parte del responsabile del \nprocedimento è facoltativa e il responsabile del procedimento può essere \ncomponente della commissione medesima. La costituzione della commissione è \naltresì promossa dal responsabile del procedimento, indipendentemente \ndall'importo economico delle riserve ancora da definirsi, al ricevimento da \nparte dello stesso del certificato di collaudo o di regolare esecuzione. Alla \ncommissione e al relativo procedimento si applicano i commi che precedono.\n15. Per gli appalti e le concessioni di importo inferiore a dieci milioni di \neuro in cui non è promossa la costituzione della commissione, la proposta di \naccordo bonario è formulata dal responsabile del procedimento, ai sensi del \ncomma 13, si applica il comma 12.\n16. In ogni caso, decorsi i termini per la pronuncia sulla proposta di accordo \nbonario di cui al comma 12 e al comma 13, può farsi luogo ad arbitrato.\n17. Dell'accordo bonario accettato, è redatto verbale a cura del responsabile \ndel procedimento, sottoscritto dalle parti.\n18. L'accordo bonario di cui al comma 11 e quello di cui al comma 17 hanno \nnatura di transazione.\n19. Sulla somma riconosciuta in sede di accordo bonario sono dovuti gli \ninteressi al tasso legale a decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla \nsottoscrizione dell'accordo.\n20. Le dichiarazioni e gli atti del procedimento non sono vincolanti per le \nparti in caso di mancata sottoscrizione dell'accordo bonario.\n21. Se sono decorsi i termini di cui all'articolo 58 senza che sia stato effettuato il collaudo o emesso il certificato di regolare esecuzione dei \nlavori, il soggetto che ha iscritto le riserve può notificare al responsabile \ndel procedimento istanza per l'avvio dei procedimenti di accordo bonario di \ncui al presente articolo.\n22. Le disposizioni dei commi precedenti si applicano, in quanto compatibili, \nanche ai contratti pubblici relativi a servizi e a forniture nei settori \nordinari, nonchè ai contratti di lavori, servizi, forniture nei settori \nspeciali, se a seguito di contestazioni dell'esecutore del contratto, \nverbalizzate nei documenti contabili, l'importo economico controverso è non \ninferiore al dieci per cento dell'importo originariamente stipulato. Le \ncompetenze del direttore dei lavori spettano al direttore dell'esecuzione del \ncontratto.", '62': "\nArbitrato\n1. Le controversie su diritti soggettivi, derivanti dall'esecuzione dei \ncontratti pubblici relativi a lavori, servizi, forniture, concorsi di \nprogettazione e di idee, comprese quelle conseguenti al mancato raggiungimento \ndell'accordo bonario previsto dall'articolo 61 , possono essere deferite ad \narbitri.\n2. Ai giudizi arbitrali si applicano le disposizioni del codice di procedura \ncivile, salvo quanto disposto dal Codice e dalla presente legge.\n3. Il collegio arbitrale è composto da tre membri.\n4. Ciascuna delle parti, nella domanda di arbitrato o nell'atto di resistenza \nalla domanda, nomina l'arbitro di propria competenza tra soggetti di \nparticolare esperienza nella materia oggetto del contratto cui l'arbitrato si \nriferisce.\n5. Il Presidente del collegio arbitrale è scelto dalle parti, o su loro \nmandato dagli arbitri di parte, tra soggetti di particolare esperienza nella \nmateria oggetto del contratto cui l'arbitrato si riferisce.\n6. In aggiunta ai casi di astensione previsti dal codice di procedura civile, \nnon possono essere nominati arbitri coloro che hanno compilato il progetto o \ndato parere su di esso, ovvero diretto, sorvegliato o collaudato i lavori, i \nservizi, le forniture cui si riferiscono le controversie, nè coloro che in \nqualsiasi modo hanno espresso un giudizio o parere sull'oggetto delle \ncontroversie stesse.\n7. Presso l'autorità è istituita la camera arbitrale per i contratti pubblici \nrelativi a lavori, servizi, forniture, disciplinata dall'articolo 242 del \nCodice e successive modificazioni.\n8. Nei giudizi arbitrali sono ammissibili i mezzi di prova previsti dal codice \ndi procedura civile, con esclusione del giuramento in tutte le sue forme.\n9. Il lodo si ha per pronunziato con il suo deposito presso la camera \narbitrale per i contratti pubblici.\n10. Il deposito del lodo presso la camera arbitrale è effettuato, entro dieci \ngiorni dalla data dell'ultima sottoscrizione, a cura del segretario del \ncollegio in tanti originali quante sono le parti, oltre ad uno per il \nfascicolo di ufficio. Resta ferma, ai fini della esecutività del lodo, la \ndisciplina contenuta nel codice di procedura civile.\n11. All'atto del deposito del lodo è corrisposta, a cura degli arbitri, una \nsomma pari all'uno per mille del valore della relativa controversia. Detto \nimporto è direttamente versato all'autorità.\n12. Il collegio arbitrale determina il valore della controversia con i criteri \nstabiliti dal decreto del Ministro dei lavori pubblici, di concerto con il \nMinistro di grazia e giustizia, 2 dicembre 2000, n. 398, e applica le tariffe \nfissate in detto decreto. L'ordinanza di liquidazione del compenso e delle spese arbitrali nonchè del compenso e delle spese per la consulenza tecnica \ncostituisce titolo esecutivo.\n13. Il collegio arbitrale provvede alla liquidazione degli onorari e delle \nspese di consulenza tecnica, ove disposta, secondo i criteri dettati dal \ndecreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 per gli \nausiliari del magistrato.\n14. Le parti sono tenute solidalmente al pagamento del compenso dovuto agli \narbitri e delle spese relative al collegio e al giudizio arbitrale, salvo \nrivalsa fra loro.\n15. In caso di mancato accordo per la nomina del terzo arbitro, ad iniziativa \ndella parte più diligente, provvede la camera arbitrale, sulla base di criteri \noggettivi e predeterminati, scegliendolo nell'albo di cui all'articolo 242 del \nCodice e successive modificazioni.", '63': "\nProgrammazione regionale\n1. Il programma triennale e l'elenco annuale della Regione sono redatti sulla \nbase degli indirizzi forniti dalla Giunta regionale, sentito il consiglio \ndelle autonomie locali di cui all'articolo 123 della Costituzione e valutate \nle indicazioni provenienti dal tavolo di cui all'art. 73, comma 6.\n2. Il programma triennale e l'elenco annuale dei lavori della Regione sono \narticolati in due sezioni relative rispettivamente ad interventi di competenza \nregionale e ad interventi di interesse regionale di competenza di altri enti \noggetto di finanziamento regionale.\n3. L'assessore ai lavori pubblici redige, secondo gli indirizzi della Giunta \nregionale, il programma triennale e l'elenco annuale recependo le proposte \nformulate dagli assessori regionali nelle materie di loro competenza che \ntengono conto anche delle richieste di finanziamento pervenute da parte degli \nenti di cui all'articolo 3.\n4. L'assessore ai lavori pubblici, sentita la Consulta regionale, propone alla \nGiunta regionale il programma triennale e l'elenco annuale degli interventi \npubblici regionali e di interesse regionale . \n5. La Giunta regionale procede all'adozione del programma triennale e \ndell'elenco annuale contestualmente al bilancio annuale e pluriennale di \nprevisione.\n6. Le procedure di affidamento dei contratti pubblici hanno luogo nel rispetto \ndegli atti di programmazione delle amministrazioni aggiudicatrici, se previsti \ndalla legge, dal Codice o dalle norme vigenti.\n7. Prima dell'avvio delle procedure di affidamento dei contratti pubblici, le \namministrazioni aggiudicatrici decretano o determinano di contrarre, in \nconformità ai propri ordinamenti, individuando gli elementi essenziali del \ncontratto e i criteri di selezione degli operatori economici e delle offerte.", '64': "\nForme di intervento finanziario regionale\n1. L'intervento finanziario regionale a favore di investimenti ed opere \npromossi dai comuni, loro consorzi e loro aziende, dalle province e dalle \ncomunità montane, dai consorzi, aziende pubbliche e da altri enti abilitati \nsui quali sono esercitati il controllo o la vigilanza della Regione, si \nesplica con finanziamenti parziali o totali concessi sotto forma di:\na) contributi pluriennali in conto capitale o in conto interesse per \nl'ammortamento di mutui. La quota in conto capitale costituisce la spesa \nmassima utilizzabile dall'ente per la copertura del mutuo;\nb) contributo straordinario da concedere con provvedimento motivato.\n2. I contributi pluriennali per l'ammortamento dei mutui di cui al comma 1 possono essere erogati per un periodo massimo di venti anni. \n3. Per gli investimenti e le opere di cui al comma 1 è riconosciuta priorità \nalle proposte di enti associati per la gestione della progettazione ed \nesecuzione dei lavori.\n4. I finanziamenti di cui al presente articolo possono essere erogati solo una \nvolta inseriti nel piano annuale di finanziamento di cui all' art. 65.", '65': "\nPiano annuale di finanziamento\n1. La Giunta regionale, in base alle risorse stanziate dal Consiglio regionale \nnel bilancio annuale di previsione e nel programma triennale di cui \nall'articolo 63, allo stesso allegato, approva il piano annuale di \nfinanziamento degli investimenti e delle opere pubbliche di cui all'articolo \n64. Dell'avvenuta approvazione e della relativa risorsa assegnata, è data \ncomunicazione agli enti beneficiari a cura dei settori regionali competenti.\n2. Il piano annuale di finanziamento si articola in due sezioni. La sezione A \nripartisce lo stanziamento per investimenti ed opere pubbliche, comunali ed \nintercomunali, degli enti abilitati di cui all'articolo 63; la sezione B \nripartisce il fondo annuale ordinario, istituito con l'articolo 5, comma 1, \ndella legge regionale 12 novembre 2004, n. 8, per investimenti e opere \npubbliche, comunali ed intercomunali, dei comuni con popolazione fino a \ncinquemila abitanti.\n3. Il piano annuale di finanziamento determina gli enti beneficiari, il \nrelativo riparto della risorsa, le forme di intervento finanziario di cui \nall'articolo 64, le opere e gli investimenti ammessi a finanziamento, le \nmodalità e i criteri di erogazione e rendicontazione. Nel piano annuale di \nfinanziamento è concesso l'utilizzo fino all' otto per cento dello \nstanziamento assegnato sulla sezione A), per la costituzione, o il \npotenziamento, di apposite strutture tecniche per gli adempimenti connessi \nalla progettazione di opere pubbliche. In tale ipotesi, le prestazioni \nrelative alla progettazione preliminare e definitiva, agli incarichi di \nsupporto tecnico-amministrativo alle attività del responsabile del \nprocedimento e del dirigente competente alla formazione del programma \ntriennale di cui all'articolo 63, sono espletate dagli uffici tecnici \ndell'ente medesimo.", '66': "\nRichiesta degli enti e decreti di finanziamento.\n1. L'ente destinatario del finanziamento approva gli atti di cui al comma 4 e \nli trasmette ai settori regionali competenti, entro e non oltre \ntrecentosessanta giorni dalla data di ricevimento della comunicazione di cui \nall'articolo 65, comma 1.\n2. Eventuali proroghe dei termini di cui al comma l possono essere concesse, \nper un massimo di ulteriori centottanta giorni, dai settori competenti su \nmotivata richiesta dell'ente beneficiario.\n3. In caso di inosservanza dei predetti termini, il finanziamento decade.\n4. Il finanziamento di ciascuna investimento o opera pubblica è concesso con \ndecreto dirigenziale, su presentazione degli atti, muniti degli estremi di \nesecutività, di approvazione dell'investimento ovvero del progetto definitivo \ndell'opera, nonché della ulteriore documentazione indicata nel piano annuale \ndi finanziamento, in relazione alle diverse tipologie di opere ed investimenti \nammessi.", '67': "\nInterventi di urgenza e di somma urgenza, di manutenzione forestale, bonifica \nidraulica, agraria e sistemazione montana1. Nei casi di urgenza previsti dalla normativa vigente, gli enti \neventualmente interessati trasmettono il verbale e la perizia estimativa \ndell'intervento, redatti dal responsabile del procedimento, alla Giunta \nregionale per la copertura della spesa e la relativa approvazione. I fondi \nsono accreditati all'ente che provvede alla liquidazione ed ai necessari \nadempimenti tecnici ed amministrativi.\n2. Nei casi di somma urgenza previsti dalla normativa vigente, gli enti \neventualmente interessati trasmettono, entro dieci giorni dall'evento, il \nverbale redatto dal tecnico per primo giunto sul luogo nonché l'ordine di \nesecuzione degli interventi e la relativa perizia estimativa, al settore \nregionale competente che provvede alla copertura della spesa e \nall'approvazione degli interventi stessi. I fondi sono accreditati all'ente \nche provvede alla liquidazione ed ai necessari adempimenti tecnici ed \namministrativi.\n3. Se un intervento intrapreso ai sensi del comma 2 non riporta l'approvazione \ndel competente settore regionale, si procede alla liquidazione della spesa \nrelativa alla parte dell'appalto realizzato. Ove durante l'esecuzione \ndell'intervento la somma presunta si rivela insufficiente, l'ente interessato \npresenta una perizia suppletiva idoneamente motivata, redatta dallo stesso \ntecnico nella qualità di responsabile del procedimento o, se non abilitato, da \ndiverso responsabile del procedimento all'uopo incaricato, per chiedere \nl'autorizzazione dell'eccesso di spesa nei limiti di ulteriori euro centomila \no di quanto necessario per rendere efficace e compiuto l'intervento di somma \nurgenza.\n4. Gli interventi di manutenzione forestale, bonifica idraulica ed agraria e \nsistemazione montana, che non sono configurabili come opere edilizie in senso \nstretto, possono essere eseguiti in amministrazione diretta senza limite di \nimporto, ovvero affidati a mezzo cottimo fiduciario ad imprenditori agricoli \nentro il limite massimo di euro ventiseimila nel caso di imprenditori singoli \ne di euro centocinquantacinquemila nel caso di imprenditori associati, ai \nsensi dall'articolo 15, comma 2, del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. \n228, con le modalità definite con regolamento regionale, che si attiene ai \nseguenti criteri: \na) favorire lo svolgimento di attività funzionali alla sistemazione ed alla \nmanutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e \nforestale, alla cura ed al mantenimento dell'assetto idrogeologico e \npromuovere prestazioni a favore della tutela delle vocazioni produttive del \nterritorio, prevedendo la stipula di convenzioni tra le amministrazioni \naggiudicatrici e gli imprenditori agricoli; \nb) favorire la realizzazione di interventi pilota, di carattere sperimentale, \nrientranti nella tipologia dei lavori di cui al presente comma, prevedendo \nla stipula di convenzioni tra amministrazioni aggiudicatrici.", '68': "\nErogazione del finanziamento regionale per l'ammortamento di mutui\n1. Per l'erogazione dei contributi concessi ai sensi dell'articolo 64, comma \n1, lett. a), per l'ammortamento di mutui, la Giunta regionale individua e \nforma l'elenco degli Istituti di credito abilitati, ricercando le migliori \ncondizioni di mercato. \n2. Il Presidente della Giunta regionale stipula apposite convenzioni con gli \nistituti di credito di cui al comma 1. \n3. I mutui sono accesi dagli enti beneficiari; il pagamento delle competenze è \neffettuato dalla Regione direttamente a favore degli istituti di credito \nmutuanti, secondo le condizioni e le modalità preventivamente concordate dalla Regione con gli istituti medesimi.\n4. Gli istituti di credito mutuanti, entro trenta giorni dalla data di \nperfezionamento del mutuo o della stipula del relativo contratto, ne danno \ncomunicazione ai settori regionali competenti", '69': "\nErogazione del finanziamento regionale straordinario\n1. L'erogazione dei contributi concessi ai sensi dell'articolo 64, comma 1, \nlett. b), è disposta mediante accredito su appositi conti correnti intestati \nagli enti destinatari dei finanziamenti da accendere presso le filiali di uno \ndegli istituti di credito convenzionati con la regione Campania. I pagamenti \nannuali complessivi non possono superare in ciascun anno finanziario il limite \ndello stanziamento iscritto nel bilancio regionale.\n2. I prelevamenti dal conto corrente di cui al comma 1 sono consentiti \nsoltanto per effettuare pagamenti connessi all'investimento o ai lavori \nassistiti dal finanziamento regionale. I fondi prelevati sono introitati \ndall'ente abilitato mediante emissione di ordine di incasso ed iscritti, ove \nnon ha già provveduto, in correlati capitoli dell'entrata e della spesa del \nproprio bilancio. Contestualmente, l'ente provvede alla erogazione delle somme \nintroitate sulla base di appositi ordinativi di pagamento in favore degli \naventi diritto.", '70': "\nDevoluzioni\n1. Le economie derivanti dalla realizzazione di investimenti ed opere \npubbliche con finanziamenti concessi dalla Regione, accertate in sede di \nrendicontazione, restano nella titolarità regionale; le stesse possono essere \nutilizzate dagli enti abilitati, previa autorizzazione regionale, per opere \npubbliche e di pubblico interesse diverse da quelle originariamente finanziate.\n2. La devoluzione delle risorse per opere diverse è concessa anche in \nriferimento a mutui contratti con il concorso finanziario della Regione e non \nattivati, previa deliberazione, esecutiva ai sensi di legge, con la quale \nl'ente dispone di farsi carico, con proprie risorse, degli oneri e le spese, \ngià maturate o che si manifestano in futuro, inerenti il progetto \noriginariamente finanziato con le risorse che si intendono devolvere.\n3. L'utilizzo delle risorse di cui ai commi 1 e 2 avviene con deliberazione \ndell'ente abilitato e successiva emissione del decreto regionale di \ndevoluzione.", '71': "\nEsercizio di poteri sostitutivi\n1. I conferimenti degli appalti delle opere pubbliche assistiti dall' \nintervento finanziario della Regione devono essere effettuati entro e non \noltre centottanta giorni dalla data della comunicazione della concessione del \nmutuo da parte dell'istituto di credito, ovvero di acquisizione della \neffettiva disponibilità finanziaria.\n2. Decorso il termine di cui al comma 1, la Giunta regionale, previa diffida a \nprovvedere nell'ulteriore termine di sessanta giorni, si sostituisce alla \nstazione appaltante inadempiente nominando apposito commissario ad acta nei \ntrenta giorni successivi al nuovo termine di sessanta giorni. Nell'atto di \nnomina sono precisate forme, modalità e tempi dell'attività del commissario, \nnel rispetto dell'autonomia della stazione appaltante e dell'interesse \npubblico superiore alla pronta realizzazione dell'appalto pubblico.\n3. L'ente inadempiente può inviare alla Regione documenti e note \ngiustificative fino alla nomina del commissario ad acta da parte della Giunta regionale.\n4. La Giunta regionale, nel caso di mancato conferimento degli appalti di \nopere di interesse pubblico od opere pubbliche di interesse esclusivamente \nlocale, nel termine di centottanta giorni di cui al comma 1, procede alla \nrevoca del finanziamento dopo la scadenza del termine di sessanta giorni dalla \ncomunicazione all'ente inadempiente di avvio del procedimento. L'ente \ninadempiente esercita il diritto di partecipazione ai sensi del comma 3 fino \nall'adozione del provvedimento di autotutela.", '72': "\nRendiconti\n1. E' fatto obbligo agli enti beneficiari di presentare alla Regione apposito \nrendiconto anche parziale, entro il 31 marzo di ogni anno, nonché il \nrendiconto entro trenta giorni dall'avvenuta approvazione degli atti di \ncollaudo e il rendiconto finale entro trenta giorni dalla data di definizione \ndelle operazioni finanziarie comprese in progetto. Copia conforme della \ndocumentazione giustificativa dei pagamenti effettuati, degli estratti conto e \ndelle certificazioni dell'avvenuto pagamento della ritenuta di acconto, è \nconservata agli atti dell'ente e sottoposta a controllo a campione da parte \ndella Regione.", '73': "\nOrganizzazione della Regione\n1. In attuazione dell'articolo 5, nell'ambito della riorganizzazione degli \nuffici, la regione Campania individua la forma organizzativa più idonea a \ngarantire l'unitarietà, l'efficacia e la trasparenza delle procedure oggetto \ndella presente legge. \n2. Ai fini dell'applicazione della presente legge la Giunta regionale, sentita \nla commissione consiliare competente, organizza e rende operative le relative \nfunzioni attraverso:\na) la conferenza regionale sugli appalti pubblici e sulle concessioni;\nb) la consulta tecnica regionale sugli appalti e concessioni;\nc) la conferenza dei servizi;\nd) il settore regionale delle opere pubbliche;\ne) l'osservatorio regionale degli appalti e concessioni;\nf) l'archivio tecnico regionale degli appalti e concessioni;\ng) l'unità operativa per il controllo della sicurezza sui cantieri;\nh) l'unità regionale di finanza di progetto.\n3. La regione Campania pubblica ogni anno un rapporto annuale sugli appalti \npubblici nel quale sono riportati i dati raccolti dall'osservatorio regionale \nnonché le attività regionali più significative in materia di appalti pubblici, \ndi controllo della sicurezza sui cantieri e delle esperienze più significative \nraccolte dall'archivio regionale.\n4. La conferenza regionale sugli appalti pubblici e sulle concessioni è \nnominata dal Presidente della Giunta regionale, previa delibera di Giunta \nregionale, su proposta dell'assessore ai lavori pubblici. Le attività di \nsegreteria e di supporto alla conferenza sono assicurate dall'area generale di \ncoordinamento preposta ai lavori pubblici.\n5. La conferenza è presieduta dal Presidente della Giunta regionale o \ndall'assessore regionale ai lavori pubblici. Essa è composta dai \nrappresentanti delle autonomie istituzionali, delle parti sociali, economiche \ne professionali. La partecipazione è a titolo gratuito. Il suo funzionamento è \nregolamentato con apposito provvedimento di Giunta regionale.\n6. La conferenza, al fine di migliorare e qualificare l'attività degli enti e \ndei soggetti coinvolti nel settore degli appalti, esprime parere:a) sulle linee metodologiche di programmazione degli interventi sul territorio \nregionale;\nb) sui programmi investono primaria importanza regionale;\nc) sulle materie di applicazione della presente legge.\n7. La Regione verifica periodicamente lo stato di applicazione della legge \nservendosi delle strutture di cui al comma 2. La verifica confluisce nel \nrapporto annuale di cui al comma 3 ed è presentata pubblicamente alle parti \nsociali, economiche e professionali al fine di migliorare e qualificare \nl'attività degli enti e dei soggetti coinvolti nel settore degli appalti.\n8. La regione Campania è impegnata ad armonizzare le proprie norme con quelle \ndelle altre regioni, dello Stato e dell'Unione europea.", '74': "\nConsulta tecnica regionale degli appalti e concessioni\n1. È istituita, presso l'assessorato ai lavori pubblici, la consulta \nregionale \ndegli appalti e concessioni, quale organismo di supporto e di consulenza \ntecnico-amministrativa all'attività di programmazione e indirizzo regionale in \nmateria di appalti e concessioni di competenza della regione Campania o di \ninteresse regionale o sussidiati.\n2. La consulta è nominata dal Presidente della Giunta regionale, previa \ndelibera di Giunta regionale, su proposta dell'assessore ai lavori pubblici. \nLe attività di segreteria e di supporto alla consulta sono assicurate \ndall'area generale di coordinamento preposta ai lavori pubblici. \n3. La consulta è presieduta dall'assessore regionale ai lavori pubblici o da \nun dirigente dallo stesso delegato. Essa è inoltre composta da tre dirigenti \ndell'area lavori pubblici, da un dirigente per ognuno degli assessorati ai \ntrasporti, alla sanità, all'ambiente, ai beni culturali, all'urbanistica, al \nbilancio e al demanio.\n4. La consulta svolge funzioni di supporto in merito alla formulazione:\na) delle linee metodologiche di programmazione degli interventi sul territorio \nregionale e, ove richiesto, sui programmi dei lavori adottati prima della \nloro definitiva approvazione nelle sedi competenti;\nb) dei programmi che investono primaria importanza regionale;\nc) sulla materia di applicazione della presente legge.\nLa consulta svolge funzioni di assistenza e consulenza nei confronti delle \naree generali di coordinamento regionali al fine di assicurare uniformità di \nprocedure e interventi, anche mediante individuazione di standard operativi. \n5. Compete inoltre alla consulta esprimere pareri obbligatori, non vincolanti, \nin merito a: \na) progetti preliminari posti a base di gara per l'affidamento di concessioni; \nb) progetti definitivi di appalti pubblici di lavori realizzati direttamente \ndalla regione Campania, o sussidiati di qualsiasi natura e di importo pari \no superiore a 5 milioni di euro e relative varianti comportanti una \nmaggiore spesa superiore al cinque per cento dell' importo contrattuale; \nd) criteri di ammissione delle richieste di finanziamento di cui all'articolo \n10 e all'articolo 64;\nd) ogni altro oggetto a tanto assoggettato da disposizioni di legge o \nregolamentari in materia di appalti o concessioni. \n6. La consulta esprime, inoltre, pareri su richiesta degli uffici regionali \ninteressati. Detti pareri, unitamente a quelli di cui ai commi 4 e 5, sono \nrilasciati entro novanta giorni, trascorsi i quali si intendono resi \nfavorevolmente.\n7. In caso di espressione di parere su questioni di particolare rilevanza e \ncomplessità di natura tecnica, finanziaria, e giuridica, la consulta può richiedere alla Giunta regionale la consulenza di esperti di elevato profilo \ncurriculare, da nominare con provvedimento di Giunta regionale, previo parere \ndella commissione consiliare competente per i lavori pubblici che è tenuta a \npronunciarsi entro il termine perentorio di trenta giorni, decorso il quale il \nparere si intende rilasciato favorevolmente.", '75': "\nConferenza dei servizi\n1. Al fine di semplificare i procedimenti per l'acquisizione di intese, \npareri, concessioni, autorizzazioni, licenze, nulla osta e assensi, comunque \ndenominati, propedeutici all'esecuzione di appalti pubblici di cui \nall'articolo 2, il soggetto pubblico o privato attuatore dell'intervento può \nrichiedere la convocazione della conferenza dei servizi.\n2. La conferenza è indetta e disciplinata secondo le norme di cui agli \narticoli 14 e seguenti della legge n. 241/90 e, nei casi espressamente \nprevisti, dalla legge regionale n. 16/04.\n3. Ogni amministrazione convocata partecipa alla conferenza dei servizi \nattraverso un unico rappresentante legittimato dall'organo competente, sia \nesso collegiale che monocratico, ad esprimere in modo vincolante la volontà \ndell'amministrazione sulle decisioni di competenza dell'amministrazione \nmedesima.\n4. La conferenza di servizi si esprime sui progetti definitivi di appalti \npubblici regionali. L'esame del progetto preliminare è ammesso per interventi \ndi particolare natura e rilevanza per i quali risulta utile definire le \nintese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nulla osta \ne gli assensi, di cui alle vigenti norme, propedeutici alla corretta redazione \ndel progetto definitivo.", '76': "\nGestione degli appalti e delle concessioni della regione Campania\n1. La gestione degli appalti e delle concessioni della regione Campania è \ndemandata agli organismi tecnico-amministrativi delle singole aree, settori o \nservizi regionali negli ambiti di rispettiva competenza e ai quali ambiti gli \nstessi appalti e concessioni risultino direttamente funzionali. Gli stessi \norganismi provvedono alla nomina del responsabile del procedimento per ogni \nsingolo appalto o concessione nonchè delle figure tecniche e amministrative \npreviste dalla presente legge per la conduzione e il controllo dell'intero \nciclo dell'appalto nelle sue diverse fasi, nel rispetto delle norme previste \ndal Codice.\n2. Negli appalti misti la competenza istituzionale prevalente è definita dalla \nquota dell'oggetto di appalto di maggior peso economico, salvo diverso \nspecifico accordo da formalizzarsi fra i soggetti competenti interessati.\n3. Ogni area o settore regionale può delegare, a mezzo di formale richiesta ad \naltro soggetto fra gli stessi individuato, la gestione di un singolo appalto \ndi propria competenza. \n4. Il settore opere pubbliche, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, provvede a \nsupportare su specifica richiesta tutti gli organismi regionali tecnico-\namministrativi di cui al comma 1 con le modalità definite dalla Giunta \nregionale.", '77': "\nSettore opere pubbliche e settori provinciali del genio civile\n1. Al fine di garantire l'unitarietà, l'omogeneità, la semplificazione e la \ntrasparenza delle procedure di appalto di lavori della regione Campania, il \nsettore opere pubbliche presso l'assessorato regionale ai lavori pubblici fornisce supporto tecnico per lo svolgimento delle attività e dei compiti \nprevisti dalla presente legge, provvedendo ad aggiornare e pubblicizzare il \nmateriale documentale, normativo e disciplinare, di riferimento alle procedure \ndi gara di appalti e concessioni svolte dai settori e servizi regionali nelle \nmaterie di propria specifica competenza. Il settore opere pubbliche provvede \ninoltre alla formazione dei disciplinari e dei provvedimenti di attuazione \nprevisti dalla presente legge, avvalendosi, per gli appalti di lavori, della \ncollaborazione dei funzionari e dei dirigenti dei settori provinciali del \ngenio civile e degli altri settori dell'area lavori pubblici.\n2. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore ai lavori pubblici, \ndefinisce l'organizzazione, le funzioni, le procedure di espletamento delle \nstesse da parte del settore opere pubbliche nonché i rapporti con gli altri \nsettori e servizi regionali. \n3. Al suddetto settore fanno capo l'osservatorio regionale degli appalti \npubblici, l'unità operativa per il controllo sulla sicurezza, l'archivio \ntecnico regionale e l'unità regionale di finanza di progetto.\n4. I settori provinciali del genio civile, costituiscono il presidio sul \nterritorio regionale per la diffusione e l'applicazione delle norme e degli \nindirizzi emanati dalla regione Campania in materia di appalti, attraverso la \ncostituzione di unità specializzate nella consulenza e nel sostegno operativo \nalle attività svolte dagli enti pubblici appaltanti operanti nei singoli \nambiti territoriali. Inoltre, svolgono attività di monitoraggio su specifici \nappalti, nonchè di alta sorveglianza, durante la fase di realizzazione degli \nappalti pubblici sussidiati.\n5. Con provvedimento della Giunta regionale sono attivati gli elenchi relativi \nal personale interno che, dotato di specifica qualifica, si rende disponibile \nad assumere l'incarico di responsabile del procedimento, di progettazione, di \ndirezione dei lavori, di direttore tecnico dell'appalto, di responsabile della \nsicurezza e delle altre figure previste dalla presente legge per la gestione \ndell'intero ciclo dell'appalto\n6. L'inserimento in tale elenco regionale non costituisce requisito necessario \nper assumere gli incarichi di cui al comma precedente.", '78': "\nOsservatorio regionale degli appalti e concessioni\n1. Presso il settore regionale delle opere pubbliche opera l'osservatorio \nregionale degli appalti e concessioni il cui responsabile è nominato \ndall'assessore ai lavori pubblici fra soggetti di elevato profilo curriculare \nattinente la materia degli appalti e concessioni.\n2. Nell'ambito del territorio della Regione, l'osservatorio regionale è \nautorizzato a richiedere alle amministrazioni aggiudicatrici le informazioni \nrelative all'intero ciclo degli appalti relativamente alle fasi di \nprogrammazione, progettazione, esperimento della gara d'appalto, affidamento, \nesecuzione, collaudo e gestione. L'osservatorio regionale adotta procedure \nuniformi di raccolta delle informazioni al fine di minimizzare l'onere di \ntrasmissione delle stesse a carico delle amministrazioni aggiudicatrici.\n3. Sulla base del principio di reciprocità nello scambio delle informazioni e \ndei contenuti della presente legge, l'osservatorio regionale, attraverso \nspecifici protocolli d'intesa stipulati fra la regione Campania e gli enti \ninteressati, ha il compito di rapportarsi con i soggetti istituzionali, \nautorità, organi di giustizia e organismi nazionali legittimati, nonché \nsoggetti sociali competenti a qualsiasi livello, nazionale e comunitario, per \nraccogliere, elaborare e trasferire le informazioni utili ai fini informativi, \nstatistici e di controllo, necessari al soddisfacimento di esigenze \nlegittimate. Nell'osservatorio regionale opera l'articolazione regionale dell'osservatorio statale.\n4. L'osservatorio regionale opera con strumentazioni informatiche nel rispetto \ndi standard comuni, che consentono l'interscambio delle informazioni con gli \naltri osservatori regionali e i vari soggetti istituzionali, anche a livello \nnazionale e comunitario, che devono motivatamente e ufficialmente accedere o \nutilizzare le informazioni. L'osservatorio regionale è presente sul portale \nufficiale della regione Campania.\n5. Il responsabile dell'osservatorio regionale invia annualmente al Presidente \ndella Giunta regionale un rapporto sulle attività dello stesso, da comunicare \na tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati.\n6. L'osservatorio regionale rileva e raccoglie, oltre ai dati di cui ai \nprecedenti commi, informazioni e dati statistici sulle modalità di esecuzione \ne i risultati degli appalti di lavori, servizi e forniture, nonché delle \nconcessioni di lavori e servizi, sul rispetto delle disposizioni vigenti in \nmateria di subappalto, di contrattazione collettiva e di sicurezza e \nprevenzione degli infortuni, dandone pubblicità attraverso il sito informatico \nregionale. La messa a disposizione sul sito informatico delle informazioni \nraccolte e delle relative elaborazioni è effettuata nel rispetto delle norme \nvigenti in materia di funzionalità e riservatezza dei dati, favorendosi \nl'accesso a operatori e associazioni, previo riconoscimento e registrazione. \nL'osservatorio regionale è tenuto a recepire le specifiche tecniche per la \ngestione e diffusione delle informazioni approvate in sede di conferenza dei \nPresidenti delle Regioni e delle Province autonome.\n7. L'osservatorio regionale svolge altresì i seguenti compiti: \na) fornisce informazioni alla Giunta regionale sulla programmazione degli \nappalti pubblici sul territorio regionale al fine di raccordare la stessa \nalla pianificazione strategica della regione Campania; \nb) elabora, monitora e aggiorna annualmente, con le modalità fissate dalla \ngiunta regionale su proposta dell'assessore ai lavori pubblici, il \nprezziario regionale, corredato dalle rispettive analisi le quali terranno \nconto anche dei prezzi unitari praticati dallo Stato per identiche \ncategorie di opere, da applicarsi obbligatoriamente negli appalti pubblici;\nc) elabora e aggiorna schemi di bandi di gara e lettere di invito, tipologie \ndi capitolati e disciplinari, documenti di indirizzo e supporto ai soggetti \nimpegnati nel ciclo dell'appalto pubblico con particolare riguardo \nall'applicazione delle norme sulla sicurezza, sulla validazione dei \nprogetti e sulla qualità progettuale; \nd) cura il funzionamento del sito informatico per la pubblicazione degli \navvisi e dei bandi di gara nonché di ogni altro evento del ciclo \ndell'appalto ritenuto indispensabile agli effetti dell'informazione e \npubblicizzazione degli stessi ovvero reso obbligatorio secondo le \ndisposizioni legislative vigenti;\ne) fornisce consulenza alle amministrazioni aggiudicatrici e agli operatori \ncoinvolti nelle procedure di programmazione, affidamento e esecuzione \ndell'appalto;\nf) supporta l'attività dell'unità operativa per il controllo della sicurezza \nsui cantieri; promuove la realizzazione e la diffusione di programmi \ninformatici volti a semplificare l'attività gestionale degli appalti \npubblici.", '79': "\nObblighi informativi\n1. Le stazioni appaltanti trasmettono all'osservatorio regionale le \ninformazioni relative all'intero ciclo degli appalti eseguiti nel territorio \ndella regione Campania secondo gli schemi tipo e le modalità stabilite dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore ai lavori pubblici. \n2. Il mancato invio di tali informazioni con i relativi aggiornamenti \nall'osservatorio regionale è motivo di revoca o di esclusione da finanziamenti \npubblici sotto qualsiasi forma deliberati dalla giunta regionale a favore \ndelle stesse stazioni appaltanti. Inoltre, in caso di mancato adempimento, la \ngiunta regionale può nominare un commissario ad acta per l'acquisizione degli \natti presso le stazioni appaltanti inadempienti con le procedure di cui \nall'articolo 71 i cui termini sono dimezzati.\n3. I singoli servizi e settori regionali competenti alla proposta di \ndeliberazione di concessione dei finanziamenti pubblici sono tenuti, in via \npreventiva, a richiedere all'osservatorio regionale l'avvenuta osservanza, da \nparte del soggetto beneficiario, delle disposizioni di cui al comma 1. \n4. Gli adempimenti informativi sugli appalti, a carico delle amministrazioni \naggiudicatari, connessi con disposizioni previste da norme comunitarie, \nstatali e regionali, si intendono completamente assolti con la trasmissione \ndelle comunicazioni di cui al comma 1 all'osservatorio regionale.", '80': "\nArchivio tecnico regionale\n1. È istituito l'archivio tecnico regionale degli appalti pubblici quale \nstrumento di promozione e diffusione delle esperienze più rappresentative al \nfine del miglioramento qualitativo delle attività di progettazione, esecuzione \ne collaudo di lavori e servizi. Esso ha carattere permanente ed è destinato \nalla consultazione da parte di chi dimostra interesse. \n2. Con disciplinare tecnico la Giunta regionale definisce l'articolazione e il \nfunzionamento dell'archivio nonchè le modalità di consultazione e \nutilizzazione della documentazione raccolta garantendo il rispetto e la tutela \ndell'attività professionale. \n3. All'archivio possono essere inviati progetti e documenti tecnici, anche da \nparte di soggetti non tenuti all'inoltro degli stessi, se ritenuti di \ninteresse e rivestono carattere di particolarità in merito all'utilizzo di \ntecnologie innovative volte alla salvaguardia dell'ambiente, all'utilizzo \ndelle risorse, al recupero del patrimonio edilizio esistente, all'eliminazione \ndelle barriere architettoniche e di ogni altro ritrovato tecnico, tecnologico, \nprocedurale e costruttivo.", '81': "\nCooperazione fra amministrazioni aggiudicatrici\n1. La regione Campania favorisce forme di aggregazione e cooperazione fra gli \nenti locali per l'esercizio delle funzioni previste nella presente legge.\n2. Le forme di aggregazione e cooperazione sono ispirate a principi di \nefficienza, efficacia ed economicità nonché di razionalizzazione della spesa \npubblica. Le azioni di incentivazione sono volte alla creazione di strutture \ntecniche comuni, costituite ai sensi del titolo II, capo V, del d.lgs. \n267/2000, e al riconoscimento del massimo supporto tecnico ed amministrativo \ntra gli enti, con particolare riferimento alla costituzione di centrali \nappaltanti. \n3. Per l'acquisizione di intese, pareri, concessioni, autorizzazioni, nulla-\nosta e assensi comunque denominati, al fine dell'esecuzione di un appalto \npubblico, il responsabile del procedimento convoca una conferenza di servizi \nai sensi della normativa vigente in materia. \n4. Se si rende necessaria l'azione integrata e coordinata di diverse \namministrazioni statali, regionali o locali, l'amministrazione aggiudicatrice, \nsu proposta del responsabile del procedimento, può promuovere la conclusione \ndi un accordo di programma secondo le vigenti norme in materia.", '82': "\nCertificazioni\n1. Per le certificazioni ed autocertificazioni presentate al fine di \npartecipare alle procedure di gara si applicano le disposizioni previste dal \ndecreto del Presidente della repubblica n. 445/2000. \n2. Le stazioni appaltanti, in ogni fase del procedimento, possono effettuare \naccertamenti d'ufficio relativi ai fatti, stati, qualità o requisiti \ndocumentati tramite le dichiarazioni sostitutive. \n3. Se dagli accertamenti d'ufficio emergono dichiarazioni false, oltre alle \ndovute comunicazioni alle autorità competenti, le stazioni appaltanti \nprovvedono, secondo le circostanze: \na) all'adozione di provvedimento di decadenza di ogni provvedimento già \nadottato in favore del dichiarante; \nb) all'avvio delle eventuali azioni conseguenti per il risarcimento dei danni\nsubiti;\nc) alla relativa segnalazione all'osservatorio regionale;\nd) all'esclusione dalla partecipazione alle gare per l'affidamento di\ncontratti pubblici secondo le disposizioni di cui alla vigente normativa in \nmateria e fino alla cessazione delle cause di esclusione. \n4. Se il provvedimento di decadenza indicato al comma 3 riguarda un \nprovvedimento di aggiudicazione, le stazioni appaltanti provvedono ad affidare \nil contratto con le modalità di legge. \n5. Prima di adottare il provvedimento inerente l'aggiudicazione, il \nresponsabile del procedimento acquisisce d'ufficio le certificazioni che le \npubbliche amministrazioni sono tenute a rilasciare, idonee e sufficienti a \ndimostrare i fatti, gli stati, le qualità e i requisiti indicati nelle \ndichiarazioni sostitutive rese dall'operatore economico.", '83': "\nDisposizioni per la semplificazione delle istanze\n1. Le amministrazioni aggiudicatici, nel rispetto della normativa nazionale \nvigente, promuovono e favoriscono la semplificazione dei procedimenti per la \npartecipazione degli interessati alle varie fasi del ciclo dell'appalto, \nsecondo le modalità contenute nel regolamento regionale.", '84': "\nSistemi di qualità e attestazione dell'attività amministrativa\n1. La regione Campania provvede all'adozione di sistemi di qualità ispirati al \nprincipio dell'efficienza, dell'efficacia e della trasparenza della pubblica \namministrazione nel settore degli appalti. I sistemi di qualità consistono in \nun insieme formalizzato di procedure di controllo applicabili a tutte le fasi \ndell'azione tecnico-amministrativa, dalla programmazione al collaudo, da parte \ndelle amministrazioni pubbliche aggiudicatrici tenute all'applicazione della \npresente legge. \n2. Per i fini di cui al comma 1, la Giunta regionale provvede alla emanazione \ndi indirizzi, alla promozione di iniziative ed incentivi di natura economica, \nprocedurale e premiale, a favore degli enti locali appaltanti. \n3. Gli indirizzi di cui al comma 2 definiscono:\na) i criteri per l'adozione dei sistemi di qualità;\nb) le modalità con cui le amministrazioni aggiudicatici attestano l'adozione \ndi tali sistemi;\nc) le verifiche condotte dalla Regione sull'applicazione degli stessi sistemi;\nd) i casi e le modalità di attribuzione di incentivi economici, agevolazioni \nprocedurali, riconoscimenti formali alle amministrazioni aggiudicatrici che adottano tali sistemi;\ne) i soggetti terzi e i relativi requisiti che, a livello almeno provinciale, \npossono svolgere i compiti di valutazione di cui al presente articolo.\n4. Le amministrazioni provinciali possono promuovere e favorire nel proprio \nambito territoriale l'istituzione di specifici organismi di attestazione \nsecondo le modalità indicate negli indirizzi cui al comma 2.\n5. La Giunta regionale, su proposta dell'assessore ai lavori pubblici e \ndell'assessore al personale, attiva un programma per la formazione dei \ndipendenti pubblici incaricati di gestire le fasi procedurali della presente \nlegge. Detto provvedimento individua la direzione, il relativo funzionamento e \nla gestione.\n6. La Giunta regionale, presenta annualmente al Consiglio regionale e, quindi, \nalla competente commissione consiliare, la relazione di cui all'articolo 73, \ncomma 3 e 7 sull'andamento della gestione e sul raggiungimento degli obiettivi \ndella presente legge. Essa deve evidenziare:\na) lo stato di funzionamento e le attività dell'osservatorio regionale;\nb) lo stato di qualificazione e l'adeguamento delle strutture regionali e \ndegli enti locali;\nc) lo stato di sviluppo delle funzioni associate da parte degli enti locali;\nd) le azioni poste in essere in materia di barriere architettoniche;\ne) lo stato di attuazione del sistema coordinato di vigilanza e controllo \nsulla regolarità e sulla sicurezza del lavoro e, quindi, le azioni messe in \nessere sulla tutela dei diritti dei lavoratori e della sicurezza degli \nstessi, nonché della regolarità delle posizioni assicurative e \nprevidenziali;\nf) lo stato di attuazione dei programmi annuali e triennali per i lavori \npubblici e le forniture pubbliche di beni e servizi.", '85': "\nDisposizioni finanziarie\n1. Per il corrente esercizio finanziario, l'esecuzione della presente legge fa \nriferimento alle unità previsionali di base dei vari settori di cui al \nbilancio 2007 approvato. \n2. Per i successivi esercizi si provvede a definire i finanziamenti necessari \ne le relative unità previsionali di base di riferimento", '86': "\nDisposizioni transitorie e finali\n1. Agli appalti e alle concessioni per i quali si è già provveduto alla \npubblicazione dei bandi o degli avvisi di gara alla data di entrata in vigore \ndella presente legge continuano ad applicarsi le disposizioni del previgente \nordinamento. \n2. Agli istituti non espressamente disciplinati dalla presente legge e dagli \natti regolamentari e disciplinari di cui all'articolo 4, fino all'esercizio \ndella potestà legislativa regionale, si applica la vigente normativa statale. \n3. Fino all'istituzione del consiglio delle autonomie locali di cui \nall'articolo 123 della Costituzione, le funzioni a esso attribuite dalla \npresente legge sono svolte dalla conferenza permanente Regione - autonomie \nlocali della Campania, istituita ai sensi della legge regionale 28 novembre \n1996, n. 26.\n4. Per tutto quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge, si \napplica la normativa statale vigente.", '87': "\nNorme abrogate1. Con l'entrata in vigore della presente legge sono abrogate le seguenti \nnorme:\na) legge regionale 31 ottobre 1978, n. 51 e successive modificazioni;\nb) titolo III della legge regionale 20 giugno 2006, n. 12.\n2. Il comma 5 dell'articolo 31 della legge regionale 19 gennaio 2007, n. 1, è \ncosì sostituito:\n“5. Le comunità montane possono procedere alla riprogrammazione delle risorse \nad esse assegnate ai sensi della legge regionale 2 agosto 1982, n. 42 e non \nancora utilizzate. Tali risorse possono anche essere destinate ad opere \npubbliche da realizzare nel campo della difesa del suolo e della bonifica, nel \nrispetto delle disposizioni e dei limiti di importo di cui all'articolo 17 \ndella presente legge.â€\x9d\n3. E', altresì, abrogata ogni altra disposizione normativa regionale in \ncontrasto con la presente legge.", '88': "\nEntrata in vigore\n1. La presente legge è pubblicata nel bollettino ufficiale della regione \nCampania ed entra in vigore centottanta giorni dopo la sua pubblicazione.\n2. Gli articoli 16, 37, 38, 40 e 41 della presente legge entrano in vigore \nall'atto dell'entrata in vigore degli articoli 53, 56, 57, 58 e 59 del Codice \nsalvo eventuali modificazioni di tali ultime norme.\nNapoli, 19 marzo 2007\nBASSOLINO"} | null |
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