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Se esistesse ancora, la casa automobilistica Autobianchi avrebbe appena compiuto sessant’anni: la sua nascita risale all’11 gennaio del 1955, giorno in cui il costruttore di biciclette Bianchi, la Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino) e il produttore di pneumatici Pirelli firmarono un accordo per fondare una nuova società di produzione auto. L’ideatore dell’operazione commerciale fu il direttore generale della “Fabbrica Automobili e Velocipedi Edoardo Bianchi”, l’ingegner Ferruccio Quintavalle, il quale voleva risollevare le sorti dell’azienda di cui era a capo: gli stabilimenti all’inizio della Seconda guerra mondiale erano stati riconvertiti alla produzione bellica e per questo avevano subito pesanti danni a causa dei bombardamenti su Milano, dove la Bianchi aveva sede. L’accordo iniziale prevedeva un investimento in tre quote uguali, che avrebbe permesso alla Pirelli di allargare la propria fornitura di pneumatici, alla Fiat di sperimentare un target alternativo di clienti senza compromettere il proprio marchio e alla Bianchi di ritornare alla produzione automobilistica, attività che l’azienda – pur essendo conosciuta principalmente per la costruzione di biciclette – aveva svolto con buon successo dal 1901 al 1939 e che non aveva potuto riprendere per mancanza di capitali.
Sessant’anni di Autobianchi. Storie di un'importante casa automobilistica italiana – frutto dell'allenza tra Fiat, Pirelli e un costruttore di biciclette – che festeggerebbe in questi giorni una ricorrenza non da poco, se esistesse ancora.